Gli Agenti del Mossad Non Piangono di eLiSeTtA (/viewuser.php?uid=34431)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01. Addio ***
Capitolo 2: *** 02. Il Vicedirettore David ***
Capitolo 3: *** 03. Ad ogni costo ***
Capitolo 4: *** 04. Una domanda senza risposta ***
Capitolo 5: *** 05. L'imboscata ***
Capitolo 6: *** 06. Disperso ***
Capitolo 7: *** 07. Bugie ***
Capitolo 8: *** 08. Afek e Hazif ***
Capitolo 9: *** 09. Errori ***
Capitolo 10: *** 10. L'Operazione Messiada ***
Capitolo 11: *** 11. Lasciarsi il passato alle spalle ***
Capitolo 12: *** 12. Scelte ***
Capitolo 13: *** 13. Un inizio e una fine ***
Capitolo 14: *** 14. Tra vita e morte ***
Capitolo 15: *** 15. Gli agenti del Mossad non piangono ***
Capitolo 16: *** 16. Una promessa è una promessa ***
Capitolo 17: *** 17. Bianco o nero ***
Capitolo 18: *** 18. Non mollare! ***
Capitolo 19: *** 19. Un incontro inaspettato ***
Capitolo 20: *** 20. Hapanterim Levanim ***
Capitolo 21: *** 21. Mal'ach ***
Capitolo 22: *** 22. Nulla è come sembra (parte 1) ***
Capitolo 23: *** 23. Nulla è come sembra (parte 2) ***
Capitolo 24: *** 24. Niente e nessuno ***
Capitolo 25: *** 25. Gerusalemme! Gerusalemme! ***
Capitolo 26: *** 26. Ani ohevet otcha ***
Capitolo 1 *** 01. Addio ***
Di
nuovo qui con una fan fiction... so di
essere mancata tutta l’estate ma è stata questione
di “mancanza di Internet”...
comunque... questa idea mi è venuta in mente in
un’afosa giornata di Maggio
(precisamente il 30) e da allora mi tormenta! Non riesco a trovare
degli
sviluppi decenti! Quindi i consigli sono graditi!
Spero
vi piaccia...
1.
Addio
Washington
DC 4:00 ora locale
Appartamento
dell’agente Ziva David
-
Perché mi avete chiamata?- chiese Ziva.
L’avevano
convocata all’ambasciata israeliana dicendole che era per una
cosa importante.
Quindi
era SICURAMENTE per una cosa importante...
Si
sedette di fronte alla scrivania dell’uomo che
l’aveva convocata e lo guardò
negli occhi...
-
E’ accaduto un imprevisto... signorina David...- le rispose
il tipo.
Non
lo aveva mai visto...
Anche
se era seduto pareva piuttosto alto, era abbastanza robusto e aveva un
viso
rubicondo contornato da capelli biondi lunghi sino alle spalle...
Doveva
avere una quarantina d’anni...
-
Ma non si allarmi...- aggiunse lui facendo un sorriso.
-
Lei chi è?- domandò la ragazza prima che potesse
continuare.
Lui
si gonfiò il petto orgoglioso...
- Sono
il nuovo rappresentante dell’Israele in questo paese...-
Ziva
lo guardò storto.
-
Va bene... cosa volete stavolta?- chiese fingendosi annoiata e
poggiando i
piedi sulla scrivania dell’uomo.
-
Come le ho già detto... è successo un
imprevisto...- rispose quello guadando
storto le gambe della donna comodamente poggiate sul tavolo.
Ziva
si fece sospettosa.
Ritirò
le gambe dal tavolo e si mise seduta bene...
-
Che genere d’imprevisto?-
Ziva
si svegliò di soprassalto.
Era
nel suo letto, naturalmente.
Si
stiracchiò pigramente tra le lenzuola,
si girò su un fianco e guardò la sveglia che
stava poggiata sul comodino di
fianco al letto: le quattro e mezzo.
Doveva
aver dormito si e no un’ora...
Si
sdraiò nuovamente e fissò il soffitto...
Era
stanchissima...
Ma
nonostante la stanchezza aveva bisogno
di qualcosa per scaricare i nervi...
Aspetto
che gli occhi si abituassero alla
penombra, poi si alzò, indossò i vestiti per
correre che aveva preparato la
sera precedente, afferrò il cappello arancione
dall’attaccapanni di Roy e uscì
di casa.
Fuori
l’aria era sferzata da una pioggia
battente e violenta.
Non
c’era nessuno in giro...
Sia
a causa dell’ora, sia a causa del mal
tempo...
Cominciò
a correre e in breve si ritrovò
completamente zuppa...
La
strada era tutta sua...
Il
mondo era tutto suo...
Ma
sapeva che quella sensazione sarebbe
presto finita e che sarebbe dovuta presto tornare alla
realtà...
Dopo
aver percorso qualche chilometro al
massimo della velocità che le sue gambe permettevano,
assaporò la sensazione di
quelle gocce sulla pelle...
Nel
suo paese era raro che piovesse e ogni
volta che succedeva era un evento di cui gioire...
Ricordava
che da bambina passava ore intere
in quel modo...
Sotto
la pioggia per sentire le gocce che
le cadevano sulle guance...
Fino
a che sua madre non le ordinava di
rientrare in casa...
Rimase
là per un tempo indefinito nella vana
speranza di lasciarsi alle spalle i suoi pensieri.
Washington
DC 9:30 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
Le
porte dell’ascensore si aprirono con il
consueto “din”...
Un
rumore ormai ben noto a tutti gli agenti
della squadra di Gibbs...
-
Buongiorno Pivello!- disse Tony uscendo
dall’ascensore.
Stava
cercando invano di asciugare la sua
cravatta strizzandola...
McGee
alzò il capo dal computer e lo fissò
in modo strano.
Ma
lui non se ne preoccupò...
Probabilmente
aveva passato anche lui una
cattiva serata...
O
forse odiava la pioggia che da quella
mattina tempestava sulla città...
Lui
la odiava...
Non
appena che aveva messo il muso fuori
dalla porta di casa si era messo a piovere più forte
facendolo bagnare dalla
testa ai piedi...
Poi
però, non appena era entrato i
macchina, la pioggia era stata magicamente sostituita da un sole
accecante...
Decise
che per quel momento era meglio
lasciarlo in pace...
In
fondo... MOLTO in fondo... non era poi
così cattivo...
E
poi... dopo la sera precedente non si
sentiva in vena di fare il deficiente...
Non
era riuscito ad addormentarsi...
Un
brutto presentimento lo aveva
accompagnato per tutta la notte sino a quella mattina...
Decise
di non pensarci...
Posò
le proprie cose sulla scrivania e, sperando
di ricevere un’accoglienza più calorosa, volse lo
sguardo verso quella di Ziva,
posta proprio di fronte alla sua...
-
Buongiorno Ziv... che stai facendo?!?-
disse allarmato notando che stava raccogliendo le proprie cose e che le
stava
mettendo in uno scatolone in tutta fretta.
Lei
non rispose.
E
nemmeno si girò...
Lui
si avvicinò un po’.
-
Pulizie di primavera? Oppure vogliamo
fare un bel viaggetto?- le domandò sornione.
Ancora
una volta non ricevette una
risposta, così le si avvicinò di più e
le chiese sottovoce e con
preoccupazione:
-
Ehi... è successo qualcosa?-
Lei
si fermò un attimo, si girò verso di
lui e lo guardò con gli occhi gonfi a causa del pianto della
sera prima e del
poco riposo.
-
Va tutto bene... stai tranquillo...-
-
Non mi pare proprio...- commentò il
ragazzo.
Si
fissarono per un lungo istante.
Tutti
e due decisi a non abbassare lo
sguardo per primo...
Di
solito riuscivano a capirsi con una
semplice occhiata...
Ma
questa volta Tony non riuscì a capire
cosa turbasse gli occhi profondi e scuri della collega...
Stava
per insistere, ma in quel momento
arrivò Gibbs che, naturalmente, gli rifilò uno
scappellotto...
-
Alla buonora DiNozzo...- disse arrabbiato
poi si rivolse a Ziva cambiando tono e diventando più dolce
- il Direttore mi
ha riferito tutto... mi dispiace...-
Lei
gli sorrise e poi riprese a trafficare
con lo scatolone.
Tony
fissò arrabbiato prima Gibbs poi
Ziva...
-
Com’è questa storia?!? Tutti sanno cosa
sta succedendo tranne me?!?- si voltò infuriato verso McGee
- Pivello! Dimmi
subito che cosa sta succedendo!-
-
Beh... credo di non essere la persona
adatta per dirtelo...- fece lui mortificato.
Era
per quello che gli aveva rivolto quello
sguardo quando era arrivato...
-
Siamo una squadra o no? Dovremmo dirci
tutto...- ringhiò ancora più arrabbiato.
Ma
non potè continuare perché Ziva si
girò
esasperata e gli gridò:
-
Me ne torno al Mossad! L’ho detto! Sei
contento ora?!?-
Il
ragazzo rimase piuttosto spiazzato.
-
E’... è uno scherzo vero?- chiese
incredulo.
Ci
fu un silenzio imbarazzante.
Poi
Tony riprese a rivolgersi a Ziva.
-
Ma poi torni vero? E’ solo per poco...
vero?-
Lei
lo guardò con aria supplichevole.
-
Per favore non farmi domande a causa delle
quali sarei obbligata a mentirti...-
E
così dicendo si avvicinò a Gibbs, lo
abbracciò...
-
Sei sicura della tua scelta?- le chiese
il capo.
Lei
fece un mezzo sorriso.
-
Non è una mia scelta Gibbs... credimi...-
Poi
andò verso McGee e abbracciò anche lui.
Arrivata
davanti a Tony lo fissò e negli
occhi...
La
maggior parte delle volte loro si
capivano con uno sguardo... ma questa volta Tony non riuscì
a decifrare i
sentimenti che si combattevano tra di loro in quelli di Ziva...
Lei
si alzò sulle punte e lo baciò sulla
guancia.
Poi
prese lo scatolone e senza un’altra
parola salì sull’ascensore.
DiNozzo
rimase immobile per circa tre minuti,
cercando di far sbollire la rabbia...
Ma
non ci riuscì...
Così
andò di corsa nell’ufficio del Direttore.
Non
si curò neanche di Cinthya che gli
gridava che non poteva entrare senza permesso.
-
Ciao Tony...- fece calma il direttore
vedendolo entrare come una furia.
-
Cos’è questa storia Jenny?!?- gridò lui
senza perdere tempo.
-
Non lo so...-
-
Che significa che “non lo sai”?!?-
-
Non lo so DiNozzo! Il Mossad ieri mi ha
chiamata dicendomi che l’agente David sarebbe dovuta tornare
in patria per
motivi top secret... so solo questo! Ziva si è rifiutata di
parlare con me...-
Tony
non seppe ribattere, si passò
nervosamente una mano tra i capelli.
-
Se ti può interessare l’aereo di Ziva
parte da qui tra due ore...- lo informò la donna.
-
Grazie Direttore...- rispose DiNozzo digrignando
i denti e così dicendo uscì dalla stanza
sbattendo la porta.
Washington
DC 11:30 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
Ziva
era dentro quella che il Direttore
aveva definito la “sala d’aspetto”.
Mancavano
pochi minuti alla partenza.
Aveva
fatto tutto: preparato le valigie,
salutato tutti, detto addio a Tony...
La
rabbia che aveva visto nei suoi occhi
l’avrebbe tormenta per parecchie notti... ne era sicura...
Non
gli aveva mai visto perdere il
controllo così tanto...
Ma
ormai non doveva più preoccuparsi di
lui...
Non
l’avrebbe più rivisto...
-
Ziva!!!- gridò qualcuno catturando la sua
attenzione.
Si
girò verso il punto da cui proveniva la
voce.
Era
Tony.
Beh...
forse si sbagliava...
-
Pensavo proprio a te sai... parli
dell’angelo...- fece con estrema calma come se non stesse
succedendo nulla.
-
Del diavolo... perché te ne stai
andando?-
Lei
ebbe la tentazione di svelargli tutto
ma abbassò il capo per evitare il suo sguardo indagatore,
raccolse la forza necessaria
per fare quello che stava per fare e quando tornò a
fissarlo...
Il
volto della ragazza si fece duro e
rispose:
-
Queste sono notizie top secret del
Mossad...-
Tony
la guardò stranito.
-
Non ti vedevo più così da più di due
anni... che diavolo è successo Ziva?-
-
Non posso dirtelo Tony! Vorrei ma non
posso!- disse tornando per un momento a essere se stessa.
-
E così per scusarti te ne vai senza dare
spiegazioni... ricordi cosa mi avevi promesso quella volta a casa tua?-
Lei
annuì e abbassò lo sguardo mortificata...
Gli
aveva promesso che non lo avrebbe mai
abbandonato...
Calò
il silenzio tra di loro e in quel
momento il pilota si affacciò dalla porta e disse a Ziva che
potevano partire.
-
Ti capisco se non mi perdoni...-
-
Tu mi capisci?!? Ho vissuto degli interi
mesi della mia vita sotto copertura, non potendo dire a Jeanne chi ero
in
realtà... ho visto la donna che amavo morire sotto i miei
occhi per colpa di
quel bastardo di Ari... e mia madre lasciarmi da solo quando avevo solo
dodici
anni! E ora per completare l’opera te ne vai pure tu! Come
puoi capirmi?!?-
Ziva
sorrise.
-
Che hai da sorridere ora?!?-
-
Mi fai ridere... sei un imbecille... io capisco
benissimo cosa provi e cosa hai provato... anche io ho avuto una vita
difficile, anche io sono stata tradita, anche io ho visto morire
davanti ai
miei occhi le persone care! Credi sia facile o bello essere la figlia
di un Vicedirettore
del Mossad? Non c’è nessun privilegio a parte
quello di partecipare alle
missioni militari più pericolose... essere sempre messi alla
prova... stare per
anni sotto copertura per il proprio Paese...- fece una pausa e lo
fissò
intensamente negli occhi - e
di non
potersi innamorare di chi si vuole...-
-
E nonostante questo vuoi tornare da
loro?!? Io non ti capisco! Non ti capirò mai!-
-
Non pretendo che tu mi capisca...- e
dicendo così gli voltò le spalle.
Non
poteva finire così...
Tony
raccolse tutto il coraggio e il poco
buon senso che aveva e le disse:
-
Ti prego... non andartene anche tu...-
Quello
era troppo...
Ziva
si voltò e gli buttò le braccia la
collo stringendolo forte...
Non
doveva andare così...
Non
doveva assolutamente andare così!
Non
era nei suoi piani...
Sentire
che finalmente qualcuno si
preoccupava per lei la rendeva felice ma triste allo stesso tempo...
Sapeva
che non si sarebbero più rivisti e
quella era la cosa che faceva più male...
Dovette
fare appello a tutta la sua forza
di volontà per staccarsi dall’abbraccio di Tony...
Un
po’ per il proprio orgoglio...
Un
po’ perché se fosse rimasta con lui un
minuto in più era sicura che non sarebbe riuscita ad
abbandonarlo...
Mettendo
però a rischio la sua vita...
E
questo lei non poteva permetterlo
assolutamente...
Così
si incamminò verso la porta.
Arrivata
alla soglia mise una mano sullo
stipite e si girò verso di lui.
-
Addio Tony...-
E,
dopo averlo guardato negli occhi per
l’ultima volta, sparì.
Lo
so... è un po’ strana come fan
fiction... nei prossimi capitoli forse svelerò il motivo
dell’improvvisa
partenza della nostra Ziva...
(lo
so che ti mancherà Tony... ma è per
finta... nd elisa93)(non è vero! infatti... skfksdkjtgks nd
Tony) *elisa93
prende suo marito e gli tappa la bocca* (stava per dire cose che non
doveva
questo imbecille... spoiler incredibili... come devo fare con lui? Nd
elisa93)(dallo a me no? Nd eLiSeTtA)(ah ciao... scusa ma tu non hai
già due
mariti e un numero indefinito di amanti? Nd elisa93)(uno in
più uno in meno...
dammi Tony così risolvo i tuoi problemi... nd
eLiSeTtA)(aiuto... nd Tony) * eLiSeTtA tira per un braccio
Tony e lo
stesso fa elisa93, alla fine elisa93 lo molla e eLiSeTtA cade a terra
con un
trauma cranico*
(ho
vinto! Nd elisa93)(no! nd Vera02)(che
significa “no”? e tu che ci fai qui?!? Nd
elisa93)(anche io mi voglio
divertire... ciao! Nd Vera02 che si porta via
Tony)(noooooooooooooooooooo!!! Nd
elisa93)
E
ora vi saluto! Ciao!
Un
bacio la vostra
elisa93
|
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Capitolo 2 *** 02. Il Vicedirettore David ***
Ciao!
Ci rincontriamo... i miei fedeli
lettori... mi siete mancati sapete?
Sono
contenta che la fic sia piaciuta a
così tante persone!!
alexis_92,
Emily Doyle, piccoligiganti:
grazie! Mi fa piacere che vi piaccia e che l’abbiate messa
tra i preferiti!!
Ligths:
allora… gibbs dice mi dispiace
perché ha provato a farla rimanere con tutte le sue forze ma
non ci è riuscito,
e ziva abbraccia tutti perché sa di non poterli
più rivedere e perché è
estremamente sconvolta (il perché lo scoprirai in questo
capitolo)… comunque a
parte questo sono contenta che abbia
la
tua approvazione
eLiSeTtA
e Vera02: no comment…
2.
Il Vicedirettore David
Tel
Aviv 20:30 ora locale
Aeroporto
“Ben Gurion”
- Che
genere di imprevisto?-
L’uomo
cercò di non fissarla negli occhi...
-
Beh... c’è stato un attentato...-
-
Questo non mi sconvolge più di tanto... succede tutti i
giorni in Israele...-
disse lei scettica.
-
Era un attentato per un importante membro del Mossad...-
Ziva
parve capire quello che l’uomo stava cercando di dirle...
E
se era quello che pensava lei non andava bene per niente...
-
Mio padre è morto?- chiese temendo la risposta.
-
No... signorina David...- la informò quello cercando di
rassicurala.
Lei
tirò un sospiro di sollievo...
- Ma
è in coma da un mese...- aggiunse il biondo.
La
ragazza si abbandonò completamente sulla sedia... le
mancavano le energie...
-
Signorina David... lei prima di partire per l’America era un
importante
ufficiale del Mossad e il Consiglio è giunto alla
conclusione che tocchi a lei
prendere il posto di suo padre come Vicedirettore, e se non
permanentemente,
almeno il tempo che si riprenda...-
- E
se non accettassi di andare?- chiese la ragazza.
In
effetti era quello che aveva intenzione di fare...
-
Dovremmo prendere dei provvedimenti... e lei sa fin troppo bene che
genere di
provvedimenti prende il Mossad... potrebbero persino essere coinvolti
dei
civili...-
Il
pensiero di Ziva andò subito a Tony...
-
Io non vado a letto con Anthony DiNozzo... che sia chiaro! Ne mai ci
sono
stata! L’ho già chiarito al suo predecessore!
Quindi non lo dovete ne toccare
ne immischiare negli affari del Mossad!!!-
Quello
sorrise sornione...
- A
giudicare dalla sua reazione giurerei il contrario... comunque... vi
prometto
che se lei parte di sua spontanea volontà non gli torceremo
nemmeno un
capello!-
- E
lo dovete proteggere! Se qualche nemico del Mossad scoprisse che
è il migliore
amico del Vicedirettore Ziva David...- non riuscì a
completare la frase.
Se
qualcuno lo avesse scoperto la pena migliore per lui sarebbe stata la
morte...
Non
voleva pensare a cosa gli avrebbero potuto fare...
-
Ve lo prometto... Anthony DiNozzo da stasera è sotto la
protezione del Mossad!-
Passarono
ancora un paio di minuti di silenzio...
-
Ora posso andare? O devo sapere qualcos’altro?- chiese Ziva
con voce tremante.
-
Certo... può andare... veda di partire il prima possibile
Vicedirettore David!-
Il
viaggio verso casa somigliò ad un sogno...
Da
cui si svegliò una volta arrivata a casa...
Era
il nuovo Vicedirettore del Mossad...
Stava
per abbandonare i suoi compagni e amici...
Stava
per abbandonare Tony...
-
Agente David...- la svegliò il pilota.
-
Cosa c’è?- chiese lei con la bocca
impastata.
-
Siamo arrivati...-
Lei
sorrise, poi si alzò e andò verso
l’uscita dell’aereo.
Immediatamente
davanti a lei si
materializzò il consulente di suo padre: Yossi Begin.
-
Shalom Ziva!- la salutò.
-
Shalom Yossi...- rispose con poco calore
la ragazza: non le era mai piaciuto quell’uomo.
Era
un tipo poco più alto di lei con dei
ridicoli baffetti rossicci, i capelli castani, e due occhi grigi che
trasmettevano un innata furbizia...
No,
non le piaceva quel tipo...
-
Mi dispiace molto per tuo padre...- le
disse mentre si avvicinavano a un auto, che, probabilmente, la doveva
scortare
da qualche parte.
-
Anche a me... portatemi da lui per
favore...-
-
Va bene... Hai sentito tu? Forza! Portaci
alla clinica dove è ricoverato il Vicedirettore David!-
gridò l’uomo
all’autista.
Quello
annuì e mise in moto.
-
Ti sei divertita in America?- le domandò
Yossi.
-
Si, molto... almeno finché non mi avete
obbligata a tornare qui minacciando di fare del male al mio amico!-
-
Sai che tuo padre non approverebbe se lo
sapesse...-
-
Sapesse cosa?!? Io e Tony siamo solo
amici! Hai capito Yossi?!? Amici!-
-
Hai ordinato di farlo proteggere e di
tenerlo fuori dagli affari del Mossad in cambio di venire qui... se non
è
successo nulla tra di voi è comunque chiaro che tu sei
innamorata di lui...-
-
Non è vero...- si affrettò a ribattere,
ma poi aggiunse:
-
E poi? Se anche fosse?-
-
Sai che io ti voglio bene come a una
figlia, che voglio solo il tuo bene e che ti capisco...- Ziva ebbe una
fitta al
cuore come poteva capirla lui se non la capiva neanche Tony? - Ma gli
altri
potrebbero prendere male il fatto che tu ti sia innamorata di un uomo
che non è
ebreo, e soprattutto che è americano... comunque sia lo
proteggeremo Ziva... te
lo prometto!-
-
Lo spero per te...- disse lei
lanciandogli un sguardo assassino, poi aggiunse ridendo sotto i baffi:
-
E comunque da oggi voglio essere chiamata
Vicedirettore David o Signora David! Hai capito?-
-
Certo signora...- fece Yossi digrignando
i denti.
Ziva
sorrise compiaciuta.
-
Così va decisamente meglio...-
Washington
13:30 ora locale
Quartier
generale NCIS
-
Tony non ti sembra di aver esagerato?- gli
chiese McGee.
Lui
non rispose.
Era
seduto alla sua scrivania e tentava
annoiato di fare canestro nel cestino della spazzatura...
Non
aveva fatto altro per tutto il
giorno...
-
Non l’aveva detto a nessuno che voleva
partire, no?- continuò McGee - Quindi non riesco a capire
perché te la stia
prendendo tanto a cuore... come se ti avesse nascosto qualcosa...
l’ha fatto
con tutti! Eppure io non sono arrabbiato con lei! Perché do
che avrà sicuramente
avuto le sue buone ragioni!-
Tony
smise di lanciare palline e lo fissò
serio.
-
Pivello?-
-
Si?-
-
Vuoi stare zitto?!? Tu non puoi
capire...-
Tim
rimase sconvolto da questa affermazione
di Tony.
Pareva
veramente turbato dalla partenza della
collega...
Non
era se stesso...
-
Sono due le spiegazioni per il tuo
comportamento Tony...- cominciò il Pivello.
-
McGee! Dacci un taglio e lascialo in
pace!- lo interruppe Gibbs arrivando all’improvviso come
sempre - Abbiamo un
caso! Un marinaio è stato trovato morto a Baltimora... Tony
e Ziv...- si bloccò
un attimo rendendosi conto del madornale errore che era costato una
fitta al
cuore di tutti - Tony tu prendi il furgone... McGee tu rimani qui e
attendi
istruzioni...-
Poi
Gibbs seguì Tony nell’ascensore.
Non
appena furono entrambi dentro lo
bloccò.
Gibbs
rimase in silenzio non disse una
parola...
Si
limitò a fissare Tony intensamente...
-
Sto bene capo...- disse lui.
-
So quanto eri legato a Ziva... e il
direttore mi ha riferito che nel periodo del mio ritiro vi eravate
molto
uniti...-
-
Non abbiamo infranto la regola numero
dodici se volevi arrivare a questo...- ribattè secco il
ragazzo.
Jethro
sorrise.
-
Ma LEI ha infranto una delle tue
regole...- continuò Tony fissandolo negli occhi azzurri.
-
Davvero?-
-
Si... “Mai abbandonare il proprio
patner”...- e così dicendo Tony rimise in moto
l’apparecchio.
Gibbs
lo bloccò di nuovo.
-
Ti sto per fare una domanda DiNozzo, ma
non da capo, da amico, e tu mi dovrai rispondere da tale... ti sei
innamorato
di lei?-
Tony
non rispose e abbassò lo sguardo.
-
Va bene... ho capito...- e così dicendo,
Jethro, riavviò l’ascensore.
Tel
Aviv 20:50 ora locale
Autostrada
-
Manca ancora molto?- chiese Ziva.
Erano
da circa mezz’ora in auto e sebbene
fosse passato poco tempo lei si stava già annoiando...
Si
era imposta di non comunicare con Yossi per
tutto il tragitto...
Non
sapeva ancora se si poteva fidare di
lui...
E
quindi preferiva dargli il minor numero
possibile d’informazioni su di se...
-
No signora... siamo quasi arrivati... è
una clinica vicino Gannot...-
-
Si, ne ho sentito parlare... e se è
questa allora mancano cinque minuti per arrivare giusto?-
-
Certo Vicedirettore... mi stupisce come
sempre con le sue sorprendenti abilità...- rispose Yossi con
un sorriso
viscido.
“Che
lecca culo...” pensò Ziva guardando
fuori dal finestrino.
Le
era mancato tantissimo quel panorama...
Niente
a che vedere con i grattacieli a cui
si era dovuta abituare...
Sebbene
fosse un paese straziato dalla
guerra era lo stesso bellissimo e selvaggio...
A
distoglierla dai suoi pensieri fu Yossi.
-
Vicedirettore... siamo arrivati...-
Tel
Aviv 20:57 ora locale
Clinica
“Meyudim”
Suo
padre si trovava nella camera più
grande e lussuosa della clinica naturalmente.
A
guardia della sua camera c’erano due
guardie che si davano il cambio ogni due ore...
Se
qualcuno non autorizzato avesse provato
a entrare nella camera senza permesso avrebbe sicuramente fatto una
orribile
fine.
D’altronde
era l’unico modo per proteggerlo
visto che lui aveva la parte destra del corpo quasi completamente
bruciata, ed
erano le macchine alle quali era attaccato che lo mantenevano in vita.
Anche
se non avevano mai avuto un buon
rapporto, a Ziva mise tristezza vederlo in quelle condizioni...
-
Sono morte delle persone nell’attentato?-
-
Si i cinque uomini che gli facevano da
scorta e l’autista... nessun sopravvissuto a parte lui...-
-
Tu dove eri nel frattempo?- domandò la
ragazza sospettosa.
-
A sbrigare delle cose in ufficio...
appena ho sentito la notizia mi sono subito catapultato qua...-
Sentiva
che c’era qualcosa che le aveva
tenuto nascosto...
Ma
forse era solo paranoia... in fondo
Yossi e suo padre si conoscevano praticamente da sempre...
perché mai avrebbe
dovuto tradirlo?
Decise
di mettere da parte i suoi
sospetti...
Almeno
per quel momento...
-
E’ così da un mese?- chiese a Yossi.
-
Si... non ha accennato a un risveglio...-
-
I medici cosa dicono?-
-
Non dicono...-
-
Che significa “non dicono”?!?-
-
Significa che loro non sanno se tuo padre
si riprenderà!-
Il
mondo parve crollare sulle spalle di
Ziva...
Se
non si fosse ripreso sarebbe stata
costretta a rimanere Vicedirettore a vita...
La
situazione era peggiore di quanto
pensasse...
-
Vuoi che ti lasci sola con lui?- le
domandò il segretario.
-
Si... no... va bene...-
L’uomo
uscì dalla stanza e lei si sedette
senza fiato sulla sedia accanto al letto...
Pareva
che suo padre dormisse...
Si
avvicinò di più a lui e gli strinse la
mano buona...
Poi
si sedette accanto a lui osservando la
stanza...
Era
davvero grande...
E
poi le poltroncine erano davvero
comode...
Osservò
anche che qualcuno aveva lasciato
dei fiori sul comodino...
Immaginò
fosse stato Yossi...
Poi
la porta si aprì e davanti a lei
comparve una ragazza di circa sedici anni con un bicchiere
d’acqua in mano...
A
prima vista le era sembrata Tali...
Si
diede della stupida...
Tali
era morta tanti anni prima... non
poteva essere lei...
Eppure
in quella ragazza c’era qualcosa di
familiare...
-
Ciao... ehm... tu chi sei?- le domandò la
ragazzina imbarazzata e osservando insistentemente la mano di Ziva
poggiata su
quella dell’uomo.
Lei
si affrettò a ritirarla...
-
Sono Ziva David... sua figlia...- rispose
accennando al padre - Tu chi sei invece?-
-
Mi chiamo Sara David... e anche sono io
sua figlia...-
O_o
Si...
stavolta ho superato me stessa in
quanto a sorprese...
Ziva
ha una sorella e non lo sapeva... se
suo padre non crepa da solo credo che lo ucciderà lei... non
pare un tipo molto
propenso alle riunioni di famiglia a sorpresa...
E
cosa farà il nostro Tony ora che la sua
“patner”
se ne è andata?
Ok
ragazzi vi saluto... hola!
Un
bacio la vostra
elisa93
|
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Capitolo 3 *** 03. Ad ogni costo ***
Ciao!!
ecco un altro capitolo della mia stupenda fic... * pernacchie * ma
fatemi
essere un po' gongolante no?!?
23jo:
sono contenta che ti piaccia!!!
piccoligiganti:
i colpi di scena sono appena iniziati!!! Tony non so come se la
passerà… eheh
Emily
Doyle: bella la tensione vero?? Già Tony pucciosissimo!!!
(grazie ad elisetta
di avermi spiegato cosa vuol dire XD…)
Kiky_DiNozzo:
tesoro mio tu sei l’unica che ha calcolato il fattore
“padre in coma e lei Vicedirettore
bloccata in Israele”!!! grazie!!! Solo tu MI capisci XD!!!
eLiSeTtA
e Vera02: no comment a ely perché fa spoiler…
vera… tesoro di zio paolo… manco
tu calcoli quel fattore descritto prima??? Mi sento delusa!!!
3.
Ad ogni costo
Washington
DC 13:58 ora
locale
Quartier
generale dell’NCIS
-
Ancora non ci credo che Ziva se ne è andata...- fece Abby
andando avanti e
indietro per il suo laboratorio e facendo girare vorticosamente intorno
alla
testa i suoi codini.
-
Già...- rispose McGee osservando il vuoto.
Erano
seduti davanti al computer in attesa dei risultati per risolvere il
caso...
-
Non era poi così male in fondo, no? Chissà
perché è partita... forse gli alieni
hanno invaso il suo paese e lei è andata lì a
dare una mano... oppure... Bin
Laden ha fatto un
patto con il diavolo e
ora i kamikaze non muoiono per quante volte si facciano esplodere e lei
invece
è diventata una ammazza zombie e quindi l’unica
speranza del mondo...-
-
Già...-
-
McGee... ma mi stai ascoltando?- chiese avvicinandosi al ragazzo che
pareva in
trance.
-
Già... eh cosa?- disse Tim tornando in se.
-
A cosa stavi pensando?-
-
Pensavo al comportamento di Tony...- fece il Pivello sospettoso.
-
Già povero piccolo... l’ha presa davvero male...
secondo te gli dovremmo fare
un regalo? Che so... lo portiamo in un bel locale dove ci sono tante
donnine
nude che gli strusciano contro... credo che lui lo gradirebbe molto...-
McGee
la ignorò e tornò a fissare il vuoto...
-
L’ah presa troppo male... ci sono solo due spiegazioni per il
suo
comportamento...-
-
Ci sei arrivato anche tu allora! Non sei poi tanto Pivello come
pensavo...-
gridò Abby entusiasta.
McGee
la ignorò profondamente irritato e continuò con
le sue due “brillanti” teorie.
-
La prima è che Tony si fosse alzato con il piede
sbagliato... e la seconda...-
-
La seconda...- fece la scienziata in fibrillazione e ignorando la
prima.
-
La seconda è che Tony abbia riversato la sua rabbia per la
partenza di Jeanne su
Ziva!-
Abby
gli diede uno scappellotto.
Tel Aviv
20:58 ora locale
Clinica
“Meyudim”
-
Cosa?!? Quindi tu saresti mia sorella?!?-
-
Si...- rispose la ragazza arrossendo e bevendo tutto d’un
fiato il bicchiere
d’acqua.
La
donna ci rifletté su un attimo...
Era
risaputo che suo padre avesse avuto tante storie... ma lei conosceva
tutti i
suoi fratelli...
-
Perché “nostro” padre non mi ha mai
parlato di te?- chiese Ziva con fare
accusatorio.
-
Perché mi sono fatta viva solamente due anni fa...-
-
Quando io sono partita... guarda caso...- fece Ziva sarcastica.
-
Mia madre era morta e ma prima di lasciarmi mi aveva detto chi era mio
padre...
quello che credevo morto in un attentato terroristico...-
-
Così sei andata da lui immagino...-
-
Si... avevo solo quattordici anni... che potevo fare?-
-
Avrei fatto anche io così... continua...-
-
Dopo avermi fatto fare l’esame del DNA, tutto in gran segreto
naturalmente, mi
ha voluta riconoscere a patto che...-
-
A patto di cosa?-
-
A patto che io diventassi un agente del Mossad... proprio come te...-
La
ragazza rimase di stucco.
Che
intenzioni aveva suo padre?
-
Perché non mi ha detto niente di tutto questo?-
-
All’inizio era troppo preso dalla storia di quella talpa del
Mossad che si era
schierata con Hamas...-
“Ari...”
pensò Ziva con una punta di rimorso.
-
Poi tu hai smesso di fare rapporto e lui ha creduto che avessi tradito
anche tu
il nostro paese...-
-
Come gli può essere venuta in mente una cosa del genere?!?-
-
Yossi gli ha messo la pulce nell’orecchio...-
Una
rabbia cieca le riempì il petto.
A
quanto pareva non si poteva fidare di Yossi...
Ci
aveva visto giusto un’altra volta...
-
Dovevo immaginarlo... ricordami di licenziarlo...-
Sara
sorrise e si sedette accanto a Ziva.
Scoppiò
un silenzio imbarazzante tra le due donne.
-
Com’è l’America?- domandò la
più piccola per rompere il ghiaccio.
-
Bella, molto bella... ti consiglio di visitarla un giorno...-
-
E com’era lavorare all’NCIS?-
Ziva
sorrise.
-
Mmm... bello...-
-
Perché?-
-
Beh... non sei costretto a uccidere per forza... puoi anche arrestare i
criminali... e le poltrone sono comodissime!-
-
E i tuoi colleghi? Come erano?- domandò Sara sempre
più curiosa.
-
Beh... erano... SONO persone normali...-
-
Parlami di loro!-
-
Un’altra volta... sta arrivando il nostro caro amico
Yossi...- la interruppe
Ziva osservando l’uomo venire a grandi passi verso di loro.
-
Ziva... Sara!- esclamò quest’ ultimo visibilmente
sorpreso - Così... vi siete
conosciute... ma che splendida cosa!-
-
Già... chissà perché mio padre non mi
ha mai detto nulla su di lei in questi
due anni...- disse Ziva con voce vaga.
-
Già chissà perché...- disse anche
Yossi fissando a terra e cominciando a
sudare.
-
Forse pensava che non avrei accettato l’idea di avere
un’altra sorella...-
-
Può essere...-
-
Oppure pensava che la cosa non mi interessasse...-
-
Probabile...- concordò l’uomo sempre
più tranquillo.
Si
era preoccupato per niente...
Sara
non aveva detto niente...
-
O forse credeva che l’avessi tradito...-
“Lei
sa...” pensò Yossi in
difficoltà,
sudando sempre di più e maledicendo Sara.
-
Posso spiegarti...- cominciò.
-
Sei licenziato!- lo interruppe Ziva.
-
Non puoi licenziarmi...-
-
Oh... si che posso! L’ho appena fatto! Sono il nuovo
Vicedirettore no?!? Mi
avete costretto a prendere una carica che non volevo...
vorrà dire che ne
pagherete le conseguenze!-
-
Ziva... stai scherzando col fuoco...-
-
Vicedirettore David per te, verme schifoso... e ora sparisci dalla mia
vista
prima che ti faccia “scortare” fuori dalle
guardie...-
-
Te ne pentirai... ne puoi stare sicura...- e dicendo così
Yossi uscì dalla
stanza sbattendo la porta.
In
altri tempi Ziva l’avrebbe fatto
“scortare” ma stare all’NCIS
l’aveva... come
dire... RAMMOLLITA...
Soddisfatta
si stiracchiò come un gatto sulla poltroncina e mise le mani
dietro la testa...
-
Bene... ora devo eleggere il mio nuovo consigliere... mmm... chi mi
consigli
Sara? A me non viene in mente nessuno valido per questo ruolo...-
-
Io? Non lo so... forse... Chaim Dayan! È sempre stato
gentile con me...-
-
Non lo conosco ma voglio fidarmi del tuo giudizio... Chaim Dayan
sarà il mio
nuovo consigliere!- e così dicendo Ziva si alzò
dalla poltroncina e andò verso
l’uscita.
-
Senta io vorrei darmi una rinfrescata potreste portarmi a casa mia? Sa
torno da
un viaggio abbastanza lungo...- comunicò a uno dei due
agenti che stavano
facendo la guardia alla porta.
-
Forse dovrai aspettare un po’ prima di poterci tornare...- la
interruppe Sara
raggiungendola.
-
Perché?-
-
Papà mi aveva dato la tua casa...-
Ziva
la fissò accigliata...
-
E allora?-
-
Come allora?!? Prima devo portare via le mie cose...-
-
In quella casa c’è abbastanza posto per entrambe
se non ricordo male... quindi
non vedo il problema...-
-
Grazie Ziva...-
-
Prego...-
Washington
DC 02:30 ora
locale.
Appartamento
dell’agente
speciale Anthony “Tony” DiNozzo
Perché
se ne era andata?
Quella
domanda lo tormentava da ore... non era neanche riuscito a prendere
sonno...
Si
rigirava in continuazione nel letto nel tentativo di togliersi dalla
mente quei
pensieri...
Ma
la domanda glielo impediva...
E
lui per quanto provasse e riprovasse non riusciva a trovare delle
spiegazioni
concrete...
Forse
si era semplicemente stancata di stare all’NCIS... forse
aveva deciso di
tornare alla sua vecchia vita del Mossad perché le mancava
fare la spia e
l’assassina...
Erano
tante le supposizioni...
Però
c’era qualcosa di diverso in lei quando gli aveva detto
quell’addio... pareva
triste... e non pareva stesse fingendo...
- Mi fai ridere... sei un
imbecille... io capisco benissimo cosa provi e cosa hai provato...
anche io ho
avuto una vita difficile, anche io sono stata tradita, anche io ho
visto morire
davanti ai miei occhi le persone care! Credi sia facile o bello essere
la
figlia di un Vicedirettore del Mossad? Non c’è
nessun privilegio a parte quello
di partecipare alle missioni militari più pericolose...
essere sempre messi
alla prova... stare per anni sotto copertura per il proprio Paese... e
di non
potersi innamorare di chi si vuole...-
Quelle
parole l’avevano colpito nel profondo facendogli comprendere
quanto lui e Ziva
fossero distanti ma allo stesso tempo tremendamente vicini e simili, ma
soprattutto
quanto lei avesse dovuto soffrire in passato...
“Non potersi innamorare di chi si vuole...”
Quella
frase lo aveva colpito particolarmente...
Non
riusciva a immaginarsi una vita in cui ti veniva impedito persino di
innamorarti...
Era
una cosa disumana...
Eppure
lei tornava là...
Ci
doveva essere sotto qualcosa di losco... di sicuro...
Solo
un pazzo sarebbe tornato in un posto del genere senza una spiegazione
plausibile...
Capendo
che non sarebbe riuscito a dormire si alzò dal letto e
andò verso la
finestra...
Scostò
la tenda e guardò Washington...
Nonostante
l’ora tarda era ancora illuminata...
Sorrise
tra se e se e poggiò la fronte contro il vetro fresco della
finestra...
C’era
qualcosa di strano e spaventoso in quella faccenda...
E
lui l’avrebbe scoperto di cosa si trattava ad ogni costo!
|
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Capitolo 4 *** 04. Una domanda senza risposta ***
Sono
tornata!
leilas:
non è eLiSeTtA che scrive, lei è
solo sfruttata, la vera autrice sono io, elisa_93! Comunque grazie per
i
complimenti!
Emily
Doyle: già, e non hai visto niente!
Kiky_DiNozzo:
ooooh, ora lo scopri ora lo
scopri…
piccoligiganti:
Yossi penso sia il
personaggio più crudele che abbia mai fatto… sei
della stessa idea vero?
Vera02:
mi hai deluso vera, mi hai deluso…
ù___ù
eLiSeTtA:
no comment…
4.
Una domanda senza risposta
Washington
DC 11:35 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
-
Ciao capo!- disse Tony uscendo
dall’ascensore e salutandolo.
Indossava
gli occhiali da sole per
nascondere le occhiaie e ed evitare così domande
indiscrete...
-
DiNozzo... sei in ritardo...- notò Gibbs
alzandosi dalla sua scrivania e andandogli incontro pronto per lo
scappellotto.
Aveva
un aria strana...
-
Avevo delle cose da sbrigare...- rispose Tony
vago sorridendo.
-
Che genere di cose da sbrigare?-
-
DiNozzo! Gibbs!- gridò, mentre scendeva
le scale, il direttore Shepard interrompendoli.
-
Cosa vuoi Jenny?- domandò irritato Jethro
voltandosi verso la donna.
Doveva
ancora dare a Tony lo
scappellotto...
-
Beh... nel pomeriggio dovrebbe arrivare
l’agente che sostituirà Ziva... vorrei che lo
accoglieste bene...-
-
Tutto qui?- rispose ancora più irritato.
-
Per te si...- disse la donna reggendo lo
sguardo indagatore di Gibbs, poi si rivolse a Tony - DiNozzo sappi che
l’aereo
ti aspetta...-
-
Grazie direttore...- la ringraziò il
ragazzo e così dicendo andò verso
l’ascensore, dove aveva lasciato il suo trolley,
e con un cenno di mano salutò i due che
l’osservavano.
Poi
entrò e premette il pulsante per andare
all’ultimo piano.
Gibbs
fissò il direttore stranito.
-
Cosa sta succedendo Jenny?-
-
Non sono affari tuoi Jethro...-
-
Jenny dimmi cosa sta succedendo...-
-
Jethro io...-
-
Dimmi cosa cazzo sta succedendo!!!- gridò
Gibbs perdendo la calma.
Il
direttore lo fissò spaventata e parlò...
-
DiNozzo parte per l’Israele...-
Gibbs
non volle credere alle proprie
orecchie...
DiNozzo
era deficiente... ma non così
tanto!
Sicuramente
era uno scherzo...
Ma
negli occhi della donna non riusciva a
scorgere nulla... erano impenetrabili...
Capì
che quello non era uno stupido
scherzo...
Ma
la stupida verità...
-
E tu glielo permetti?!? Lo sai che è
un’idea assurda!- sbottò l’uomo
allargando le braccia in un impeto di rabbia.
-
Lo so... lo so meglio di te... ma non
glielo posso impedire... e poi sarebbe partito lo stesso... lo sai
anche tu... e
in ogni caso non sono mica sua madre... e, nonostante tu sia molto
affezionato
a lui, non sei suo padre...-
Gibbs
sospirò sconfitto.
Fece
altri tre profondi respiri per
riacquistare la calma poi aprì gli occhi azzurri fissando un
punto indefinito
davanti a lui...
-
E’ proprio per evitare questo genere di
cose che ho inventato la regola numero dodici...- sussurrò
sconsolato.
Jenny
gli sorrise dolcemente.
-
Non puoi impedir loro di innamorarsi
Jethro...-
Gibbs
guardò intensamente l’ascensore.
-
Hai ragione... ma posso sempre impedire
che facciano stupidaggini...-
Washington
DC 11:45 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
-
Ciao capo! Sei venuto a darmi una mano
col trolley?- disse DiNozzo notando Gibbs che stava venendo verso di
lui a passo
spedito.
Gli
avevano appena comunicato che stava per
partire e ormai non sperava più nel loro faccia a faccia...
Vederlo
arrivare gli riempì il cuore di
gioia...
-
Che intenzioni hai Tony?- fece Gibbs
ignorando le parole le parole di DiNozzo.
Quel
tono fece passare la voglia di
scherzare al ragazzo...
Era
il tono di un uomo preoccupato...
E
lui raramente aveva visto Gibbs così
preoccupato...
Si
sentì improvvisamente importante...
-
Capo devo farlo...- disse serio.
-
Ti rendi conto che stai partendo verso un
paese dove gli attentati terroristici sono normale routine
giornaliera?!? Dove
gli americani sono visti con estrema diffidenza?!? E dove non si parla
la
nostra lingua?!? Te ne rendi conto?!?-
-
Si, lo so... ma io...-
-
Giusto! Dimentico che tu sei un imbecille
che per pensare usa qualcos’altro a posto della testa!-
Gibbs
era davvero infuriato...
Tony
non l’aveva mai visto così arrabbiato...
o almeno non con lui...
Fece
un sospiro e cercò di ignorare il
senso di inferiorità che gli occhi azzurri
dell’uomo gli trasmettevano...
-
E’ una mia scelta... penso che anche tu abbia
fatto cose del genere quando eri giovane...-
Gibbs
lo fissò accigliato.
-
Non che tu sia vecchio...- si affrettò ad
aggiungere.
Jethro
lo scrutò per qualche secondo...
Poi
sospirò e fissò il cielo incerto sul da
farsi.
-
Sei veramente sicuro della tua scelta
DiNozzo?- chiese con un sospiro di resa.
Tony
annuì.
-
Allora cerca di tornare tutto intero...
perché quando torni ti devo dare la punizione per aver
infranto la regola
numero dodici!-
-
Ma non l’ho infranta!- gridò Tony
allontanandosi e andando a grandi passi verso l’aereo.
Ma
Gibbs ormai gli aveva voltato le spalle
e stava uscendo dalla “sala d’aspetto”.
-
Non ancora vorrai dire...- disse tra se e
se Jethro sorridendo.
Come
aprì la porta gli arrivò addosso una
trafelata Jenny.
Questa
diede una rapida occhiata oltre le
spalle di Gibbs poi tornò a fissarlo...
-
L’hai lasciato andare?- osservò la donna
allarmata e sorpresa - Non è da te...-
Gibbs
si voltò e lo guardò mentre saliva
sul veicolo salutandoli con la mano...
-
Non l’ho mai visto così sicuro di una
cosa... di solito se io gli dico che qualcosa è sbagliato
lui mi ascolta...
stavolta invece... nei suoi occhi c’era qualcosa di
diverso...-
-
Beh... prima o poi doveva crescere... no?-
lo consolò Jenny mentre osservavano l’aereo
spiccare il volo.
-
Già... anche se avrei preferito che
crescesse senza il bisogno di un viaggio in Israele...-
Washington
DC 11:57 ora locale
Da
qualche parte sopra l’Atlantico
Dall’aereo
Tony riusciva a vedere la città
farsi rapidamente sempre più piccola... e l’oceano
farsi sempre più vasto...
Stava
per andare in Israele...
Sorrise...
lui e Ziva si erano ripromessi
di andarci insieme un giorno... se l’erano ripromessi davanti
al più bel
tramonto che avesse mai visto...
Posò
stancamente la schiena contro il
sedile comodissimo e ripensò alla sua conversazione col
direttore di quella
mattina.
-
Tu cosa vorresti fare?!?- gridò Jenny sconvolta.
- So
che sembra una cosa assurda... ma io devo andare... sento che Ziva
è in
pericolo...-
-
E’ più che al sicuro là al Mossad...-
-
Direttore... sta succedendo qualcosa di strano in Israele... non le
pare
sospetto che un agente che non ha contatti con il Mossad da un anno
venga
richiamato in patria così improvvisamente e segretamente?
C’è qualcosa di
strano sotto...-
-
In effetti ci ho pensato anche io... hai detto che non ha contatti con
suo
padre da un anno?-
-
Si...-
-
Come fai a saperlo?-
Tony
arrossì.
-
Beh... me lo ha detto lei...-
-
Va bene... e cosa proponi di fare?- disse Jenny poggiandosi di nuovo
allo schienale
della poltrona.
-
Io vado là, scopro che c’è sotto e poi
torno!-
-
Con lei?-
-
Se vorrà venire con me non la rifiuterò certo...
ma se decide di rimare là...
beh...-
-
Rimarrai con lei?-
Tony
abbassò gli occhi imbarazzato e disse.
-
Dipenderà dalla situazione... e da tante altre cose...-
-
La ami vero?-
Continuò
a tenere gli occhi bassi e ancora una volta non rispose a quella
domanda.
-
Va bene DiNozzo... torna a casa e fa i bagagli... parti tra poco...-
-
Grazie direttore...-
Per
la seconda volta non aveva risposto a
quella domanda...
“Tu
la ami?”
Neanche
lui era sicuro di conoscere la
risposta...
Lo
faceva sentire come nessuna prima di
allora... neanche con Jeanne si era mai sentito così...
Già
Jeanne...
A
quanto pare tutte le donne a cui teneva
avevano la brutta abitudine di lasciarlo...
Sua
madre... Kate... Jeanne... e ora
Ziva...
NO...
Non
avrebbe permesso che anche Ziva lo
lasciasse infrangendo quella famosa promessa... era stanco di restare
solo...
Si
sorprese di quel pensiero...
Forse
la risposta alla sua domanda era più
vicina di quanto non credesse...
Tel
Aviv 19:15 ora locale
Abitazione
del Vicedirettore del Mossad Ziva David
-
E’ uguale a quando l’ho lasciata...-
notò con stupore Ziva entrando in casa
sua.
-
Già... non ho toccato niente...- disse Sara accanto a lei.
-
Grazie... tu dove dormi?-
-
Nella stanza vicino al bagno...-
- Ma
è più piccola della mia... perché non
l’hai usata?-
La
ragazza arrossì.
-
Perché era la tua... mi pareva brutto prendermi la tua
stanza...-
Ziva
sorrise ripensando a quel momento...
Quella
Sara era davvero una brava
ragazza... peccato dovesse diventare un agente del Mossad...
Era
stesa nel letto di casa propria... o
almeno nel letto della casa che aveva a Tel Aviv...
Senza
accorgersene aveva dormito tutto il
giorno...
Un
po’ per colpa del viaggio... un po’ per
la stanchezza di quei giorni...
Si
stiracchiò pigramente.
Non
dormiva così bene da tanto tempo...
-
Ehi, Ziva! Sei sveglia?- disse una voce
oltre la porta.
-
Si... entra pure!-
-
Ciao... senti... ho preparato la cena...-
-
Cosa?!? No! Non dovevi!-
-
Ah... allora scusa...-
-
No! Mi hai fraintesa! E’ stato un gesto
molto carino... però non ce ne era bisogno...-
La
ragazzina parve rattristarsi.
-
Anche se l’ho molto gradito... forza!
Vediamo come cucini! Mi vesto e arrivo subito!- aggiunse Ziva
sorridendole.
La
sorellina rispose al sorriso e tornò in
cucina tutta contenta.
Una
volta cambiata la donna la raggiunse.
Quello
che aveva preparato aveva davvero un
bell’aspetto e Ziva presa dai morsi della fame
cominciò subito a mangiare.
-
Sei brava!- disse tra un boccone e
l’altro - Dove hai imparato?-
-
Mia madre... lei... mi dava lezioni prima
di...-
-
Ho capito...-
Per
il resto del pasto regnò un profondo
silenzio.
Come
finì Ziva tornò in camera sua con
l’intenzione di disfare le valigie.
La
sera prima non ne aveva avuto la forza...
e la voglia!
Era
così stanca e provata che si era subito
buttata sul letto e addormentata.
“Non
mi ero resa conto di avere tutte
queste cose...” pensò non riuscendo a trovare lo
spazio nell’armadio per alcuni
vestiti.
-
Ehi Ziva!- la chiamò Sara distraendola
dal suo faticoso lavoro.
Felice
di poter fare una pausa la
raggiunse.
-
Mi sono sempre chiesta di chi fossero...-
Stava
fissando alcune foto su un mobile.
I
ricordi la assalirono.
-
Beh... loro sono Tali e Ari-
-
Dei tuoi amici?-
-
No, i miei fratelli...- fece con una nota
di tristezza nella voce osservando la foto di lei sulle spalle di Ari e
Tali
accanto a loro che li fissava divertita.
Erano
così spensierati... perché si era
dovuto complicare tutto?
-
Sembravi molto felice con loro nelle
foto... dove sono?-
-
Sono morti... Tali aveva soltanto la tua
età...-
-
E Ari?-
A
salvarla fu il suono del campanello.
Non
poteva mica dire a Sara che aveva
ucciso suo fratello...
-
Chi è?- chiese.
-
Sono Chaim signor Vicedirettore...-
Ziva
aprì la porta.
Chaim
era un bel ragazzo sui 25, anno più
anno meno, tipicamente mediterraneo, come stavano a testimoniare i suoi
corti
capelli castani, gli occhi neri e la pelle scura.
La
cosa che più lo caratterizzava era il
suo sorriso: era raro vederglielo in faccia ma quando succedeva
riusciva trasmettere
sicurezza e calma.
-
Mi hanno detto che voleva vedermi...-
-
Si...- disse la donna squadrandolo da
capo a piedi - Congratulazioni... sei il mio nuovo consigliere...-
-
Oh... ne sono felice signora...- gli
sorse un dubbio - Ma Yossi?-
-
E’ stato licenziato...-
-
Va bene...- fece poco convinto, ma appena
notò la persona oltre le spalle della donna il suo viso si
illuminò e ogni
dubbio sparì - Ciao Sara...-
-
Ciao Chaim...-
-
Beh... io... vado a prendere una cosa in
camera mia!- disse Ziva per dar loro un po’ di privacy.
Non
appena si fu allontanata i due si
guardarono intensamente sorridendo...
Ma
non sapevano che lei li stava osservando
di nascosto.
-
Glielo hai suggerito tu il mio nome
vero?- fece Chaim interrompendo il silenzio.
-
Si...- rispose Sara - Non ti dispiace
vero?-
-
No! Altrochè! Ti rendi conto? Sono diventato
il consigliere del Vicedirettore del Mossad!- e così dicendo
la prese in
braccio facendola girare.
-
Sono il consigliere più giovane della
storia! Grazie grazie grazie! -
E
dicendo così la posò a terra.
Poi
le scoccò un rapido bacio sulle labbra
facendola diventare color porpora.
“E
brava la sorellina!” pensò Ziva.
Decise
che era il momento di uscire fuori.
-
Eccomi... possiamo andare Chaim...-
-
Si... signora... prendo la macchina...-
rispose anche lui imbarazzato uscendo di casa.
Ziva
guardò divertita la sorella.
-
Quindi... tu e Chaim...- le sussurrò
maliziosa.
-
No!- si affrettò a negare lei - E’ troppo
grande! E poi non mi piace...-
La
donna sospirò.
-
Non ti hanno ancora insegnato a
mentire...-
-
Sei arrabbiata perché ti ho detto di
scegliere lui?-
-
No... sembra un bravo ragazzo... sembra
avere un grande senso del dovere e ha una cosa che Yossi non aveva...-
-
Cioè?-
-
La sorella del Vicedirettore come
ragazza!-
-
Dai smettila!-
-
Eccomi signora l’auto è parcheggiata
qui...- le interruppe Chaim scoccando un’occhiata preoccupata
verso Sara.
-
Ok... andiamo... e voi due cercate di non
farvi scoprire!-
Tel
Aviv 21:30 ora locale
Aeroporto
“Ben Gurion”
-
Signor DiNozzo siamo arrivati può
scendere...- gli comunicò il pilota.
-
Grazie...- rispose il ragazzo alzandosi
dal divanetto e andando verso l’uscita.
-
E’ la seconda volta in due giorni che faccio
questo tragitto sa?- gli disse il pilota.
-
Già... ultimamente tra gli agenti
dell’NCIS va di moda fare un viaggio in Israele...- rispose
Tony accennando a
un sorriso.
L’uomo
non parve apprezzare la sua battuta.
-
La sua scorta la aspetta...- aggiunse
secco tornando in cabina.
Tony
lo ignorò e scese dal velivolo.
Anche
se non erano già le nove e mezzo di
sera il sole non era ancora tramontato fortunatamente, permettendo al
ragazzo
di osservare il territorio circostante.
L’aeroporto
Ben Gurion era il più
importante e grande del paese.
Nonostante
la pista d’atterraggio fosse
immensa riuscì a scorgere in lontananza il profilo di alcune
piante tipicamente
mediterranee.
Stranamente
non vedeva nessuno all’interno
dell’aeroporto...
Era
tutto deserto... tranne che per gli
aerei disposti per la pista...
Si
chiese per quale motivo.
A
distoglierlo dai suoi pensieri fu il
rumore di un piccolo gruppo di uomini che venivano verso
l’aereo.
Lui,
che si era allontanato per osservare
meglio il paesaggio circostante, si diresse stanco verso di loro.
Finalmente
avrebbe potuto farsi una
doccia... la barba... avrebbe fatto una bella dormita... di quelle che
durano
anche tutto i giorno... e poi sarebbe finalmente andato alla ricerca di
Ziva...
Solo nel momento in cui
quegli uomini tirarono
fuori dalle giacche le mitragliette Uzi a canna corta e
uccisero il pilota si ricordò
che non era stata richiesta nessuna scorta.
|
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Capitolo 5 *** 05. L'imboscata ***
Ciao
sono tornata anche se un po’ in
ritardo…
Scusate
se non posso rispondere alle
recensioni ma sono di fretta vi ringrazio tutti tranne elisetta XD
5.
L’imboscata
Washington
DC 14:37 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
-
McGee dai calmati...- disse Abby
mettendogli una mano sulla spalla.
Lui
si divincolò.
Erano
ancora una volta nel laboratorio
della scienziata e il ragazzo era fuori di se per la rabbia.
-
Come faccio a calmarmi?!? Se ne è andato
senza dirmi niente! Non mi ha neanche salutato...- fece alludendo a
Tony.
-
Dai Timmy... lo sai che ti vuole bene! Se
non avesse avuto intenzione di tornare pensi che non ti avrebbe
salutato?-
-
Può essere...-
Abby
arrabbiata gli rifilò uno scappellotto.
-
Tony, anche se non lo ammetterà mai, ti
vuole bene!-
McGee
la fissò preoccupato...
-
Ti vuole bene come si può voler bene ad
un fratello minore... non sei mica il suo tipo... quindi non potrebbe
mai fare
una cosa del genere! Usala la testa qualche volta McGee! Ciao Gibbs!-
-
Che sta succedendo?- chiese questo
consegnando il caffè ad Abby e guardando McGee di sottecchi.
-
Tim è triste perché Tony non l’ha
salutato...-
-
Non è vero! E’ che...-
-
Tranquillo McGee... tornerà... piuttosto
di pensare a queste cose perché non pensate a lavorare?!?-
I
due eseguirono immediatamente gli ordini.
Gibbs
sorrise sotto i baffi e uscì dal
laboratorio lasciandoli di nuovo soli soletti.
-
Ma perché è partito?- chiese
all’improvviso
McGee colto da ispirazione.
Abby
gli diede l’ennesimo scappellotto.
Tel
Aviv 21:38 ora locale
Aeroporto
“Ben Gurion”
Tony
si nascose dietro le ruote di un aereo
là vicino.
I
proiettili delle mitraglie esplodevano
sull’asfalto accanto a lui.
“Sono
in trappola...” pensò cercando una
via di fuga.
C’erano
tanti aerei sulla pista...
Forse
poteva usarli per ripararsi...
No...
i suoi assalitori erano in cinque...
l’avrebbero preso di sicuro...
Cosa
poteva fare?
Cercò
qualcosa di utile tra gli oggetti che
aveva addosso.
Purtroppo
trovò solo il distintivo
dell’NCIS e alcune banconote.
La
mano continuava a sanguinare la dove era
stata colpita di striscio dal proiettile.
La
sua pistola invece giaceva a circa
undici metri da lui...
Ma
era sicuro che se fosse uscito per
afferrarla allo scoperto l’avrebbero colpito...
E
non poteva correre il rischio di essere
ferito di nuovo...
“Merda...”
pensò esasperato.
Frugò
meglio nelle tasche...
E
poi lo trovò!
Un
palloncino!
“Ma
che ci fa un palloncino nelle mie
tasche?” si chiese.
Poi
si ricordò!
Quelli
che indossava erano gli stessi
pantaloni che aveva indossato per il compleanno di Ziva!
Li
aveva comprati nuovi per l’occasione e
poi non li aveva più usati, almeno fino a quella mattina,
quando si era ricordato
della loro esistenza.
“Come
faccio a battere cinque cattivoni con
un palloncino?” si domandò scoraggiato.
Poi
gli venne l’illuminazione.
“Sono
un genio!” pensò con modestia.
Nel
frattempo i “cattivoni” si osservavano
intorno in cerca di ogni piccolo indizio.
Tutto
pareva tranquillo...
Fino
quando sentirono un sparo provenire
dalla destra di un aereo.
Istintivamente
si girarono verso quel lato
con le armi puntate.
Proprio
in quel momento Tony sbucò fuori e
recuperò la sua pistola.
Ancora
in saltò colpì un di loro in testa,
e un altro al fianco.
Capendo
la trappola gli altri tre si
voltarono verso di lui e fecero fuoco colpendolo di striscio a una
spalla.
Per
fortuna non erano del Mossad... se lo
fossero stati non sarebbero cascati nel trucco del palloncino... era
bastato
farlo scoppiare per far abbassare loro la guardia... e soprattutto non
avrebbero sbagliato il colpo...
Dovevano
essere dei mercenari... e scarsi
per giunta...
Ma
perché volevano proprio lui?
Un
sparo pericolosamente vicino a lui lo
riportò alla realtà.
Ci
avrebbe pensato più tardi al perchè gli
stessero dando la caccia...
Ora
doveva occuparsi di quei tre...
Forse
lo volevano vivo... se fosse uscito
con le mani in alto...
Proprio
in quel momento uno degli uomini
gridò qualcosa in ebraico.
Tony
stando a contatto con Ziva era
riuscito a imparare il significato delle parole che la donna usava
più
spesso... come le imprecazioni e gli insulti... e quello che
sentì non gli
piacque affatto:
-
Uccidete quel bastardo!-
A
quanto pare non lo volevano vivo...
Sentì
un rumore poco lontano da lui... due
dei tre stavano cercando di prenderlo dai lati in modo da
intrappolarlo...
Tony
pensò rapidamente...
Si
abbassò e coperto dalla gomma dell’aereo
sparò alle gambe di quello che veniva da destra facendolo
stramazzare al suolo.
Il
compagno sentendo gli spari si precipitò
verso DiNozzo ma fu colpito in pieno petto prima che avesse il tempo di
reagire.
L’italiano
tornò in posizione dietro la
ruota.
“Due
proiettili... e c’è ne è ancora
uno...”
Non
poteva tentare di sparargli alle gambe
come aveva fatto con l’altro...
Quello
era di sicuro il loro capo... quello
che aveva detto agli altri di ucciderlo... non sarebbe caduto nello
stesso
trucco...
Indeciso
su cosa fare uscì di scatto dal
nascondiglio e stando attento che non lo colpisse alle gambe gli
sparò contro.
Ma
i colpi andarono a vuoto.
Disperato
raggiunse un altro aereo là
vicino e si nascose...
Solo
quando il suo nemico scoppiò in una
fragorosa risata si rese conto di aver scelto l’aereo
sbagliato: era piccolo e
pericolosamente vicino a colui che lo voleva morto.
“Merda...”
pensò disperato e lasciandosi
cadere per terra “La mia fine è arrivata... oramai
sono un uomo morto...
aspetta... è quello che penso io?”
Alla
sua sinistra giaceva la mitraglia
dell’uomo al quale aveva sparato alle gambe.
Era
ad appena due metri e mezzo di
distanza.
Ma
il “cattivone” si stava avvicinando...
“Mmm...
l’arma è a quasi tre metri da me...
quello mi vuole ammazzare... due più due fa quattro... ok!
Ci provo!”
Con
un innaturale coraggio rotolò verso la
mitraglietta cogliendo di sorpresa il nemico.
Ma
non appena provò a sparare non successe
nulla.
Era
scarica.
-
Ho lasciato io arma scarica là... sapevo
che tu prendere lei come la vedi...- lo derise l’uomo in
inglese, aveva un
accento tipicamente orientale, ma non era sicuramente israeliano.
Tony
buttò quell’inutile aggeggio per terra
e alzò le mani.
-
E’ inutile... miei ordini sono di
ammazzare te... abbassa mani e muori da uomo!-
-
Ok...- fece Tony abbassandole e
puntandogli addosso la sua pistola.
-
Io sapere che è scarica... pensi me
scem...- non potè continuare perché lui gli
lanciò l’arma in testa.
“Aver
giocato a football quando andavo
all’università si è rivelato utile alla
fine...”
Con
dei movimenti fulminei, Tony, lo
raggiunse e gli fece cadere la mitraglia per terra.
Poi
gli assestò un paio di cazzotti in
volto e uno nel punto x sotto l’ascella come gli aveva
insegnato Ziva.
L’uomo
cadde immediatamente ai suoi piedi
privo di sensi.
-
Ora non fai più tanto lo sbruffone eh?!?-
Stanco
morto si inginocchiò accanto a lui e
cominciò a cercare un qualcosa che gli facesse conoscere
l’identità del
mandante...
“Niente...
forse non era lui il capo...”
Non
ebbe il tempo di controllare se fosse
vero... sentì in lontananza le sirene della polizia...
Erano
ancora nell’autostrada, ma sarebbero
arrivate da lì a 5 minuti.
DiNozzo
si alzò e si mise a correre verso
l’uscita dell’aeroporto...
Era
in Israele da un quarto d’ora ed era
già nei guai con le autorità locali.
Tel
Aviv 23:03 ora locale
Abitazione
del Vicedirettore del Mossad Ziva David
Ziva
era stanca morta.
Il
lavoro di Vicedirettore non le si
addiceva per niente.
Aveva
passato tutta la serata a stringere
le mani di alti funzionari del Mossad e a fare sorrisi forzati...
Odiava
fare quelle cose... era il mondo di
suo padre... non il suo!
Lei
amava l’azione!
Non
aveva certo pensato che un giorno si
sarebbe ridotta a stare chiusa in una stanza quasi tutto il giorno a
controllare carte e cartuzze!
L’unica
cosa che aveva reso più
sopportabile era stato poter vedere l’espressione stupita e
contrariata sui
volti degli altri membri del consiglio quando aveva comunicato loro che
Chaim
era il suo nuovo consigliere.
Naturalmente
non erano d’accordo ma in
quanto lei Vicedirettore non potevano contrariarla e così si
erano
complimentati a denti stretti per la sua scelta.
Sorrise
ancora una volta a quel pensiero,
poi si alzò dal divano, decisa a terminare le valigie quella
sera stessa.
-
Vuoi che ti dia una mano con le valigie?-
chiese Sara quasi le leggesse nel pensiero.
-
Si... mi faresti un grande favore...-
Tra
le cose della sorella, Sara, trovò
parecchie armi, e si stupì di come avesse fatto a portarsele
tutte dietro senza
che le valigie oltrepassassero il peso limite stabilito dalle compagnie
aeree...
Sepolta
in fondo alla valigia però trovò
qualcosa di gran lunga più interessante delle armi.
-
E questa cos’è?- esclamò attirando
l’attenzione di Ziva che la raggiunse immediatamente
allarmata.
Per
fortuna quello che aveva in mano la
sorella non era un arma mortale, ma solamente una foto...
-
Chi sono?- chiese Sara curiosa come
sempre.
-
Sono i membri della mia vecchia
squadra... sai... hanno organizzato una festa a sorpresa per il mio
compleanno...-
-
Che gesto carino!-
-
Già! Allora... questo è McGee...-
-
Chi? Questo accanto alla dark?-
-
Si, lei si chiama Abby invece...-
-
Mmm... questo McGee non mi piace... non è
proprio il mio tipo... Abby invece sembra simpatica...-
-
Lo è infatti... anche se ha usanze un
po’... STRANE...-
-
Questo tipo anziano chi è?-
-
E’ Gibbs... il mio capo... è un bravo
uomo...-
-
Non lui! Dico QUESTO tipo anziano!-
-
Ah! Lui è Ducky, il medico legale...-
-
E questo con cui sei avvinghiata chi è?
Il tuo ragazzo?-
-
NO! E’ Tony! Il mio migliore amico! Non
stiamo insieme!- fece Ziva sotto lo sguardo malizioso della sorella.
-
Sei sicura? A me pare il contrario...
guarda come vi abbracciate...-
-
Ti ho detto che è solo un amico...-
ripetè la donna, rossa in volto.
-
Comunque sia è molto carino...-
-
Altrochè...-
Poi
Sara, perso l’interessamento per l’oggetto,
riprese a sistemare le cose.
Ziva
con la foto ancora in mano, invece, fu
assalita dai ricordi.
Era
arrivata tardi quella mattina a causa del traffico.
Lei
ODIAVA il lunedì mattina...
Non
appena mise piede fuori dall’ascensore si aspettò
di ricevere una lavata di
capo o il consueto scappellotto, ma stranamente non arrivò
ne l’una ne l’altro.
“Strano...”
pensò andando verso le scrivanie e posando le sue cose.
-
Il direttore ti aspetta!- disse l’agente Lee dietro di lei
facendola sobbalzare.
-
Dove sono gli altri?- le chiese ignorando quello che le aveva detto
prima.
Quella
fece le spallucce.
Ziva
la sorpassò e salì le scale di corsa, curiosa di
sapere cosa stesse succedendo,
e poi, quando entrò nella sala del direttore fu accolta da
un sonoro:
- Auguri
Ziva!-
Presa
com’era dal lavoro si era scordata che era il suo compleanno.
Sulla
scrivania c’era persino una torta con su scritto:
“Buon
compleanno Ziva! Ti mantieni bene per essere
un’ottantenne!”
Tutto
intorno c’erano palloncini colorati.
-
Ragazzi non dovevate!- esclamò lei.
-
Oh... si invece!- le disse Tony spuntando da dietro di lei - Non si
fanno tutti
i giorni ottanta anni!-
Ziva
lo colpì divertita sul braccio.
-
Ok! Ora i regali!- gridò Abby.
- Ma
prima non dovremmo mangiare la torta?- protestò McGee.
-
Ho detto: ora i regali!-
Tim
si rassegnò.
- Ecco
il mio!- le disse ignorando il ragazzo e porgendole una minigonna a
quadri.
-
Ehm... grazie Abby... mi serviva proprio una di queste...-
-
Lo sapevo! Per questo l’ho comprata!-
Ziva
sorrise imbarazzata e posò la minigonna su una sedia libera.
Gibbs
le porse un coltellino nuovo.
Lei
guardò il capo dolcemente e lo abbracciò
sussurrandogli:
-
Grazie... ma sappi che ne ho già tre di questi...-
-
Beh... uno in più fa sempre comodo... non trovi?- le rispose
l’uomo sorridendo.
Quando
si staccò si rivolse a Ducky.
-
Siccome so quanto ti piace prendere il tè, mia cara, ti
regalo questo servizio
nuovo di zecca!-
-
Grazie Ducky!-
- McGee?-
chiese Tony incalzante con il suo solito sguardo sornione rivolto verso
di lui..
Il
Pivello arrossì fino alla punta delle orecchie.
-
Ehm... è... in... macchina! Si è in macchina! Lo
vado a prendere!- disse
uscendo dalla stanza di corsa.
-
Credo che non lo vedremo più per un po’... non
credi Miss Mossad?-
Lei
gli sorrise.
-
Bene... e ora mangiamo questa torta... sto morendo di fame!-
Dopo
aver mangiato la torta e chiacchierato un altro po’, uscirono
tutti dalla
stanza.
Quando
anche Tony si allontanò lei lo raggiunse.
-
Ehi!- lo chiamò.
-
Ciao...-
-
Grazie per la festa!- gli disse con estrema gratitudine.
-
Chi ti dice che l’ho organizzata io?-
Ziva
gli fece la sua famosa occhiata.
-
Ok... ok... mi hai scoperto! Mi sembrava un gesto carino...-
-
Grazie...- e dopo avergli sorriso di nuovo fece per scendere le scale.
-
Ehi! Non puoi andare via senza il mio regalo!- le gridò
dietro Tony e le lanciò
un cofanetto nero.
Lei
lo prese al volo e lo guardò stupita.
Non
credeva che Tony le avesse fatto un regalo... la festa bastava e
avanzava...
Curiosa
aprì il cofanetto.
Al
suo interno c’era un ciondolo delle dimensioni e
dell’aspetto di un proiettile.
Era
in oro bianco, decorato con ghirigori in oro giallo, ma la cosa che lo
rendeva
unico era che ci fosse inciso il nome di Ziva sopra.
Lei
lo tirò fuori tramite la catenella al quale era attaccato,
anche questa
rigorosamente in oro.
DiNozzo
si avvicinò per aiutarla a metterselo e lei
scostò i capelli dal collo.
-
Tony... non dovevi... è bellissimo...- fece la ragazza senza
parole una volta
indossato.
-
E’ costato tutto il mio stipendio... quindi il minimo che tu
possa fare per
sdebitarti è tenerlo sempre con te!-
Lei
annuì debolmente ancora incredula.
Rimasero
a fissarsi negli occhi per alcuni secondi..
I
loro visi a pochissima distanza...
I
loro sguardi persi uno negli occhi dell’altra...
Ziva
si alzò in punta di piedi e lo baciò sulla
guancia.
-
Grazie...- gli sussurrò ancora una volta prima di andarsene.
-
Ehi... Ziva?- disse Sara richiamandola al
presente.
Ziva
si voltò a fissarla con aria
interrogativa...
-
Uhm? Che c’è?-
-
Stai bene? Avevi lo sguardo perso nel
vuoto...-
- Tranquilla sto
bene...- rispose Ziva sorridendo
e stringendo nella mano il ciondolo che le aveva regalato Tony che da
allora,
come da promessa, teneva sempre con se - Mai stata meglio...-
|
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Capitolo 6 *** 06. Disperso ***
Rieccomi
con un capitolo forse un po’
corto... sono contentissima di avere lettrici così
affezionate!!
Il
ciondolo di Ziva ha riscosso parecchio
successo... potrei mettermi in affari con la Breil e diventare ricca...
uhm...
Ma
questa è un'altra storia... eh... eh...
eh...
Ora
vi lascio al capitolo!!!
6.
Disperso
Washington
DC 18:33 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
Gibbs
stava per tornare a casa...
Erano
in punto morto nel caso... ma lui era
stanco...
Era
stata una giornata difficile per tutti...
ma soprattutto per lui...
Vedere
andare via un altro dei suoi ragazzi
era stato più doloroso del previsto...
Si
passò una mano tra i capelli grigi, poi
si alzò dalla scrivania, prese il suo zaino e si diresse
verso l’ascensore...
-
Jethro!- gridò il direttore correndo
verso di lui che ormai era quasi entrato nell’apparecchio
-
Che c’è Jenny?- domandò esasperato
tornando ad assumere quel suo cipiglio severo.
-
E’ arrivato un messaggio dalle autorità
di Tel Aviv... precisamente dallo Shin Beth...-
-
L’agenzia di sicurezza interna israeliana...
giusto?-
-
Si...-
-
Cosa vogliono da noi?- chiese scocciato.
Ci
mancava solo lo Shin Beth a rendere
quella giornata da cancellare dal calendario...
Jenny
fissò intensamente le scarpe
dell’uomo.
-
Cosa è successo?- domandò Gibbs profondamente
turbato.
Che
poteva essere successo di così grave da
coinvolgere persino lo Sherut Bitahon o Shin Beth?
-
C’è stata un’imboscata
all’aeroporto...
erano in quattro... hanno ucciso un pilota...-
-
Mi dispiace molto per lui... però non
vedo cosa...-
Fu
interrotto da Jenny che lo fissò seria.
-
Era il pilota del jet dell’NCIS...-
Ecco
la giornata completamente rovinata...
Poteva
andare peggio di così?
-
E Tony?- chiese allarmato Gibbs.
Il
direttore lo guardò con gli occhi
lucidi...
-
Non lo hanno ancora trovato...-
Beh...
a quanto pare si...
Tel
Aviv 01:35 ora locale
Da
qualche parte
Tony
si trascinava ormai da tre snervanti ore
lungo l’autostrada.
La
città sembrava lontana chilometri...
Aveva
visto ogni tanto qualche piccola
abitazione... sembravano delle piccole fattorie...
Forse
erano le mosheva di cui gli aveva
parlato Ziva...
Ma
sarebbe stato inutile cercare aiuto
là...
Se
non riusciva a comunicare con loro era
inutile disturbarli nel cuore della notte.
Perché
quando Ziva gli aveva proposto di
insegnargli la sua lingua natale lui non aveva accettato?
Dopo
aver percorso un’altra ventina di
metri reggendosi il braccio ferito decise di sedersi contro un albero e
riposare un po’.
Ma
non appena lo fece provò un fitta a tutto
il braccio destro...
La
ferita alla spalla era più grave di
quanto non immaginasse...
Forse
non l’avevano ferito solo di striscio
come aveva ingenuamente sperato tutta la sera...
Dovevano
aver toccato qualche fottutissimo
nervo...
Maledisse
quei mercenari, perché gli
stavano facendo passare delle ore struggenti...
Maledisse
il loro mandante, perché glieli
aveva mandati contro, e promise che quando l’avesse trovato
(perché lui
l’AVREBBE trovato) gliela avrebbe fatta pagare per tutto
quello che stava passando...
...
Maledisse
la polizia israeliana, perché
probabilmente gli stava dando la caccia credendolo qualche spia
americana che
aveva litigato con Hamas, non un povero ragazzo aggredito senza motivo,
ferito
e disperso per un paese sconosciuto...
Maledisse
se stesso, perché si era fatto
cogliere di sorpresa come un pivello incompetente...
Maledisse
Ziva, perché era per colpa sua se
si era cacciato in quel guaio...
Quando
e se l’avesse trovata le avrebbe
fatto un bel discorsetto...
Desideroso
di scaricare la rabbia e il
nervosismo afferrò un pietra con il braccio buono e la
lanciò con tutta la
forza che gli rimaneva...
Ma
non arrivò neanche a un metro e mezzo di
distanza...
Immediatamente
provò un senso di vertigine
e vide tutto nero a macchie luminose...
Non
si sentiva bene per niente...
Aveva
sete, gli veniva da vomitare, la
testa gli girava e le ferite gli bruciavano da matti... soprattutto
quella alla
spalla che produceva anche un calore incredibile...
A
poco a poco cominciò sentire freddo e
cominciò a rabbrividire febbricitante...
“Magnifico...”
pensò in un attimo di
lucidità “ora mi tocca combattere anche con la
febbre e le infezioni...”
Una
delle ultime cose che vide fu una luce sfocata
venire verso di lui...
Poi
sentì qualcuno mormorare qualcosa...
Poi
più nulla...
Tel
Aviv 10:17 ora locale
Quartier
generale del Mossad
Ziva
era in ufficio da più di due ore.
E
si annoiava da matti.
Non
aveva fatto altro che firmare carte per
tutto il santo giorno...
Certo
l’ufficio era enorme e comodissimo...
Ma
era anche vero che era una palla dover
stare là dentro per la maggior parte del suo tempo...
Si
domandò come facesse suo padre ad
ingannare il tempo...
E
soprattutto come avesse fatto a non
impazzire stando là dentro chiuso quasi tutto il giorno...
L’unica
cosa che poteva fare oltre a
dormire era lavorare e quello lo aveva già fatto per tutto
il giorno...
Per
passare un po’ di tempo decise di
frugare nei cassetti...
Adorava
farlo...
Sin
da piccola...
E
aveva sempre dovuto subirne le
conseguenze...
Una
volta suo padre l’aveva trovata a
frugare nel suo cassetto e le aveva bacchettato le mani fino a che non
le
avevano sanguinato...
E
Tony dopo aver scoperto che lei aveva
frugato tra le sue cose non le aveva più rivolto la parola
per una intera
settimana e lei per fare pace era stata costretta a chiedergli scusa...
Fece
un sorriso amaro a quel pensiero...
Beh...
ora ne suo padre ne Tony erano lì e
soprattutto non erano condizioni punirla...
Così
sorridendo sorniona aprì il cassetto e
cominciò la sua accurata ispezione...
Ma
quello che trovò non stuzzicò il suo
interesse...
Riviste
porno, video porno, foto porno...
Si...
suo padre era proprio un depravato...
Continuò
a cercare...
Ci
doveva essere qualcosa di più
interessante là dentro!
Trovò
un mazzetto di foto...
Le
prese...
E
con sua enorme sorpresa non si ritrovò
davanti foto porno...
Erano
sue le foto!
Non
pensava che suo padre fosse così
sentimentale...
Ziva
le guardò sorridendo e ricordando ogni
momento immortalato sulla carta...
Quando
era andata alle elementari... le
medie... poi le superiori... il suo primo giorno al Mossad... lei e Ari
abbracciati... il momento in cui si era laureata... quando era stata
nominata
alto ufficiale del Mossad... e infine trovò una foto che non
era sua...
Erano
suo padre e Sara...
Lui
sorrideva... cosa molto strana e
rara...
Si
sentì quasi gelosa...
-
Vicedirettore...- la interruppe Chaim
entrando nella stanza con una pila enorme di fogli.
Lei
rimise velocemente le foto nel cassetto
e lo richiuse.
-
Non mi dire che li devo firmare tutti?!?-
esclamò la ragazza sentendo già i crampi alla
mano che avrebbe avuto quella
sera.
-
Non è colpa mia Vicedirettore...-
-
Non chiamarmi Vicedirettore... chiamami
Ziva... ok?-
-
Certo Viced... Ziva!-
Lei
gli sorrise.
Fece
un giro con la poltrona girevole e
sbuffò.
-
Non ce la faccio più Chaim... odio stare
al chiuso...-
-
So cosa prova...-
-
Beh... se non ti piace ti rimando a fare
il soldato... e magari ti potrei aiutare a fare carriera... non dovevi
mica accettare
il lavoro per forza se non lo volevi!-
-
Grazie per l’offerta... ma questo lavoro
è stato una benedizione... facendo il soldato non potrei
garantire un futuro ai
miei figli e a mia moglie... quando li avrò...-
-
Secondo me è una cosa molto matura...
però non devi rinunciare per forza ai tuoi sogni e a quello
che ami per la
garanzia di un futuro... spesso non è la scelta giusta...-
-
Lei lo ha fatto... anche se non le piace
ha preso le redini del lavoro di suo padre... perché ha
rinunciato alla sua
libertà per la garanzia di un futuro agiato?-
-
Non è stato per quello che ho accettato...-
-
Se non è stato per la garanzia di un
futuro... perché l’ha fatto?-
Ziva
rimase pensierosa per un minuto poi
disse:
-
Hanno minacciato di fare del male al mio
migliore amico...-
-
Tipico del Mossad fare questi colpi
bassi...- fece Chaim schifato - E come l’ha presa lui?-
-
Non l’ha presa...-
-
Che significa?-
-
Significa che non sa perché me ne sono
andata...-
-
Perché non glielo ha detto?!?- esclamò
Chaim visibilmente scandalizzato dal comportamento della ragazza.
-
Non volevo si cacciasse nei guai... se
avesse saputo di questa storia sarebbe voluto venire con me... lui
è fatto
così...-
Sorrise
al suo ricordo.
-
Dovete essere molto uniti...- fece Chaim
notando la sua espressione stranamente dolce.
-
Si, lo siamo...-
Chaim
rimase in silenzio per una manciata
di secondi poi alzò la testa con gli occhi che gli
brillavano.
-
Perché non gli chiama? Così gli fa
sentire che sta bene...- suggerì il ragazzo - Credo che
farebbe molto piacere
al suo “migliore amico” ricevere vostre notizie...-
-
Sai Chaim... sei un ottimo consigliere!-
-
Grazie signorina Ziva... e ora vado via
in modo che lei possa fare la sua chiamata in privacy...-
Lei
non perse tempo: prese il telefono e
compose il numero di cellulare di Tony.
Stava
per risentire la sua voce...
ascoltare le sue stupide battute... la sua risata...
Era
entusiasta...
Si
portò all’orecchio il telefono e attese
pazientemente...
Ma
con suo immenso disappunto non rispose
nessuno...
*
Lo Sherut
Bitahon o Shin Beth
esiste
veramente, ed è il servizio si sicurezza interna dello stato
di Israele,
istituito soprattutto allo scopo di controllare la popolazione araba
nei
territori occupati con la guerra dei Sei giorni. Particolarmente attivo
dopo
l'inizio dell'Intifada (dicembre
1987), fu al centro di molte polemiche in seguito alla morte di due
guerriglieri arabi, catturati nel 1984 dopo un attentato terroristico,
durante
l'interrogatorio cui vennero sottoposti. Collabora spesso con il Mossad
e altre
agenzie governative.
* Le moshava
come ha detto anche Tony sono delle piccole fattorie molto diffuse in
Israele
gestite da imprenditori privati.
|
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Capitolo 7 *** 07. Bugie ***
Scusate
per il ritardo, ma le vacanze mi hanno fatto perdere la cognizione del
tempo! ecco un altro capitolo!
7. Bugie
Washington
DC 9:46 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
- Stai scherzando vero
Gibbs?- esclamò
Abby.
Lei, McGee, Ducky e
Palmer erano tutti
riuniti intorno alla scrivania di Jethro, che li aveva appena informati
della
scomparsa di DiNozzo.
- Ora Tony
salterà fuori dicendo che era
tutto uno scherzo... lo sapete che lui è fatto
così...- ripeté la scienziata
per darsi coraggio.
Ma Gibbs rimase
impassibile.
- E da quando
è disperso?- chiese Ducky
mettendo una mano sulla spalla di Abby per farla calmare.
- Da quando
è sceso dall’aereo...- rispose
il capo.
- Avete provato a
rintracciarlo tramite il segnale
GPS del suo cellulare?-domandò McGee.
- Bravo! Non ci
avevamo pensato!!- gridò il
capo arrabbiato.
- Jethro cerca di
calmarti Timothy voleva
solo dare una mano...- lo rimproverò Ducky.
Gibbs si
passò una mano sul volto.
- Si... ci abbiamo
provato... ma il
cellulare era sull’aereo... e hanno trovato il suo distintivo
per terra...-
- Va bene... e allora
che facciamo?- chiese
Jimmy Palmer.
- Noi? Niente
Palmer... ci pensa il governo
israeliano a cercare DiNozzo...- sospirò - McGee! Tu intanto
pensa ai nuovi
pivelli!-
- Ma capo! Sono
più incompetenti di...- si
lamentò il ragazzo.
- Di te?-
domandò Abby interrompendolo.
- Grazie Abby...-
sbottò lui offeso.
- Occupati dei pivelli
e guai a te se non
lo fai...- e così dicendo Jethro si alzò dalla
scrivania - Voi continuate pure
a fare quello che stavate facendo...- continuò rivolto alla
scienziata, Ducky e
Palmer.
I tre annuirono e
fecero per tornare nei
loro rispettivi luoghi di lavoro un po’ sconsolati.
- Tu che fai Gibbs?-
gli domandò Abby prima
di andare e vedendolo piuttosto nervoso.
Era come un leone in
gabbia... non sapeva
cosa fare...
Alla fine si decise...
Si alzò di
scatto dalla propria scrivania e
iniziò a salire le scale...
Sapeva che non sarebbe
servito a nulla però
lui decise di andare lo stesso...
- Vado dal
direttore...-
Washington
DC 10:51 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
- Hai nuove notizie
Jenny?- domandò Gibbs
chiudendosi la porte dell’ufficio della donna dietro le
spalle.
- No... non mi hanno
ancora contattata...-
Gibbs era andato nella
stanza del direttore
circa ogni dieci minuti da quando lei gli aveva comunicato che Tony era
letteralmente scomparso dalla faccia della terra.
Improvvisamente i suoi
peggiori incubi si
erano realizzati...
Aveva perso due agenti
in due giorni...
Decise di concentrarsi
sulle informazioni
che aveva e di lasciare perdere il suo senso di colpa e di impotenza...
Avevano scoperto che
le persone che avevano
attaccato DiNozzo erano tutti dei giovani estremisti palestinesi con un
età
compresa tra i diciotto e i ventitre anni...
Era chiaro che non
fossero stati mandati là
da soli...
Oltre ai loro corpi e
al sangue di Tony era
stato trovato un altro campione di sangue:
Apparteneva al
mercenario iraniano Abdal
Tudeh, trentatre anni, ricercato in parecchi stati per gli omicidi
commessi...
Era uno di quelli che
si vendevano al
miglior offerente: non gli interessavano le storie di religione o di
razzismo,
a lui interessavano solo i soldi...
Rabbrividì
al pensiero che al mondo
esistessero persone del genere...
Se avesse potuto li
avrebbe fatti tutti
fuori...
Se poi quello aveva
avuto il coraggio di
fare del male a Tony...
- Jethro...- fece il
direttore
raggiungendolo e mettendogli una mano sulla spalla per fargli capire
che gli
era vicino - Stai tranquillo... DiNozzo sta bene...-
- Hanno trovato il suo
sangue...- notò
cercando di divincolarsi.
La stretta sulla
spalla si strinse fino
quasi a fargli male costringendolo a prestare attenzione a Jenny.
- Sta bene...-
ripetè la donna.
- Come fai ad esserne
così sicura?- domandò
l’uomo guardandola negli occhi.
- Me lo dice il mio
istinto...- rispose lei
sostenendo il suo sguardo come pochi riuscivano a fare - Il tuo cosa
dice
Jethro?-
- Mi dice che DiNozzo
è un imbecille...-
Tolse in malo modo la
mano del direttore
dalla sua spalla e fece per andare verso la porta.
Ma Jenny lo
riacciuffò e lo costrinse a
fissarla di nuovo negli occhi.
- Cosa ti dice il tuo
istinto?!?-
L’uomo
sospirò.
- Che è
morto... e lo sai il mio istinto
non sbaglia mai...-
Tel
Aviv 16:57 ora locale
Appartamento
del Vicedirettore del Mossad Ziva David
Perché non
rispondeva al telefono?
Ora come non mai aveva
bisogno di lui...
Delle sue battutine
fuori luogo... del suo
sorriso sornione... dei suoi occhi... della sua voce...
Insomma in quel
momento gli mancava tutto
di lui...
Eppure lui non
rispondeva al telefono...
Ne al cellulare... ne
a casa... aveva
persino chiamato al telefono della sua scrivania all’NCIS...
Pareva sparito...
Ziva si
passò preoccupata una mano tra i
capelli neri riavviandoli...
Forse gli era successo
qualcosa...
Forse ora aveva
bisogno di lei... e lei
purtroppo non poteva fare niente per aiutarlo...
Scacciò
dalla mente quel pensiero scemo...
Tony stava benissimo!
Anzi era pronta a
scommettere che si era
già scordato di lei... e lei come una deficiente si
preoccupava per lui!
Riusciva benissimo a
immaginarselo tra le
braccia di una stupida ragazzina qualunque mentre sparlava di lei...
Ma poteva averla
già scordata?
Ripensò
all’abbraccio che si erano dati
prima di partire...
E alle parole che lui
le aveva gridato:
-
Ti prego... non andartene anche tu...-
No... non poteva
averla dimenticata...
Non dopo tutto quello
che avevano passato
insieme...
Se Tony non rispondeva
al telefono era un
altro il motivo...
E sapeva benissimo chi
le avrebbe dato le
informazioni che voleva al riguardo...
Washington
DC 11:02 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
Il telefono del
direttore squillò
interrompendo l’imbarazzante silenzio che si era frapposto
tra lei e Jethro.
- Pronto?- chiese
sperando che fossero
notizie su Tony.
Sperando che
l’avessero ritrovato e che
quell’incubo terribile finalmente potesse finire...
- Pronto... ciao
Jenny...-
Non era la voce che
aveva sperato che la
contattasse...
Anzi... era
l’ultima persona che voleva
sentire in quel momento...
- Ah... ciao Ziva!-
disse la donna
attirando l’attenzione di Gibbs.
Perché Ziva
aveva chiamato?
Aveva saputo di Tony?
- Come va?-
- Oh bene... e tu?
E’ tutto a posto? Il
viaggio è andato bene?-
- Si... sono un
po’ stanca ma qui è tutto
ok...-
Calò il
silenzio.
- Senti Jenny io ho
chiamato perché...-
trasse un respiro profondo - Non riesco a rintracciare Tony...-
- Non riesci a
rintracciare Tony?-
Il direttore
guardò Gibbs supplicante...
sapeva già cosa le stava per chiedere Ziva e lei non era
sicura di voler
scoprire quale fosse la sua reazione se avesse scoperto che il ragazzo
era
perso chissà dove in Israele... e soprattutto che non si
sapeva se fosse ancora
vivo!
No... non poteva
dirglielo...
Cercò
ancora aiuto in Jethro...
Ma quello fece le
spallucce.
Jenny lo
guardò in cagnesco e pensò ad una
scusa...
- Beh... lui...
è... in missione sotto
copertura!-
- Di nuovo?!?-
domandò Ziva allarmata.
- Si... è
già da un po’ ormai...-
- Perché
non me lo ha detto?-
- Glielo ho chiesto io
di mantenere segreta
anche questa operazione...-
- Non sarà
una cosa come quella con Jeanne
vero?-
Dentro la ragazza il
ricordo della macchina
di Tony che esplodeva era ancora vivo...
Erano stati terribili
i momenti in cui
aveva creduto che fosse morto e che lei non lo avrebbe mai
più rivisto...
Quella volta ci era
andato veramente
vicino...
Ziva scosse la testa e
scacciò quei
pensieri oscuri dalla mente, aspettando con impazienza la risposta di
Jenny...
- No... certo che
no... deve solo fingersi
un criminale e infiltrarsi tra una banda si spacciatori che si crede
abbiano
fatto fuori un marine per questioni di soldi...-
“
Solo?!?” pensò Ziva scettica.
- Perché
non risponde al telefono?-
- Perché...
è partito per un incontro con
quel gruppo... se riesce a farsi accettare avremo delle importanti
informazioni
sul traffico di droga internazionale e risolveremo il caso del marine
morto...-
- Ah... va bene... se
è tutto qui... mi
dispiace di aver disturbato... shalom Jenny...-
- Shalom Ziva...- fece
la donna
riattaccando.
Sospirò
guardando ancora il telefono...
Poi alzò lo
sguardo verso Jethro...
- Perché
non le hai detto la verità?-
domandò lui nervoso.
- Se tutto va bene lei
non verrà mai a saperlo...-
- Ma se lo scopre
prima che lo troviamo? Si
trova anche lei in Israele... anzi mi pare miracoloso che lei non sia
venuta a
sapere nulla di questa storia maledetta! -
- Sono sicura che
riusciranno a ritrovare
Tony e a riportalo a casa...- prima che lei lo scopra.
- E se fosse morto?-
Non voleva sapere cosa
le sarebbe successo
se Ziva avesse scoperto che le aveva mentito spudoratamente su un fatto
delicato come quello...
- Beh... confido sul
fatto che lo troveranno...-
si limitò a rispondere la donna.
Dopo un minuto di
silenzio decise di
cambiare discorso...
- Glielo hai
già detto a McGee, Abby e agli
altri?-
Gibbs annuì.
- Poco prima di venire
da te...-
- Come
l’hanno presa?-
- Un loro caro amico
è disperso in Israele...
secondo te come l’hanno presa?-
- Hai ragione... dove
stai andando?- chiese
il direttore notando che l’uomo stava uscendo a grandi passi
dal suo ufficio...
Aveva paura che
potesse commettere qualche
pazzia anche lui, quindi era meglio controllarlo...
Ce lo vedeva benissimo
a prendere anche lui
una aereo per Israele, andando per le strade in cerca di Tony...
Quello si
fermò sulla soglia fissandola stranito...
- A prendermi un
caffè... e tu dovresti
prendere una camomilla invece... sei piuttosto nervosa...-
Tel
Aviv 17:13 ora locale
Appartamento
del Vicedirettore del Mossad Ziva David
Ziva ora era ancora
più confusa di prima...
Perché il
direttore le aveva mentito?
Si conoscevano da
anni... possibile che non
avesse ancora imparato che nessuno poteva mentirle?
Doveva essere successo
proprio qualcosa di
grave per spingerla a dirle delle bugie...
Ma cosa?
Ancora tormentata
dalle domande accese la TV e cominciò
a cambiare distrattamente
i canali...
Una sit com stupida e
che non la faceva
ridere...
Una soap opera che
doveva avere almeno il
doppio della sua età...
Un film che aveva
già visto con Tony...
Il telegiornale...
Lasciò su
quel canale...
Almeno avrebbe visto
qualcosa di
intelligente...
- Le
autorità hanno classificato come
possibile attentato terroristico quello successo
all’aeroporto Ben Gurion ieri
sera, dove sono stati trovati morti quattro giovani palestinesi armati
che
avevano appena ucciso il pilota di un aereo privato americano da poco
atterrato...-
Ricordava quella
notizia...
Ne aveva letto
qualcosa su una delle carte
che le aveva portato Chaim quella mattina... ma l’aveva
firmata e rimessa nel
mucchio immediatamente credendo che fosse uno dei soliti attentati che
c’erano
quasi ogni giorno in quel paese...
- E’ stato
trovato anche il sangue di altre
due persone insieme a quello dei terroristi e del pilota...
cioè quello del
passeggero dell’aereo forse coinvolto in affari con Hamas e
di un altro
terrorista, probabilmente capo del gruppo...-
Annoiata
cambiò canale proprio mentre sullo
schermo apparivano le foto di Tony e di Abdal.
|
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Capitolo 8 *** 08. Afek e Hazif ***
Questo
è uno dei miei capitoli
preferiti...
Comunque
sono felice che nessuno di voi
abbia intuito cosa succederà veramente a Tony significa che
non sono
prevedibile come dice un certo scemo di mia conoscenza e soprattutto
che con
questo capitolo vi coglierò di sorpresa! Buona lettura!!!
8.
Afek e Hazif
Tel Aviv 8:37 ora locale
Da qualche parte
Tony
si svegliò di soprassalto.
Era
in un normalissimo letto... in una
normalissima casa... e non sul ciglio della strada moribondo come
ricordava...
Era
stato solo un sogno... un brutto
orribile e maledetto sogno!
L’imboscata...
il suo vagare lungo
l’autostrada... il suo rapimento da parte degli alieni...
tutto un incubo...
niente era successo veramente...
Ridendo
della sua stupidità, si mise
seduto sul letto e si prese la testa tra le mani...
Ma
nel farlo provò una fitta alla
spalla...
Era
fasciata...
Così
come la sua mano...
Solo
in quel momento si rese conto di non
trovarsi in casa propria...
Era
in una stanza piuttosto piccola ma
accogliente...
Forse
non era stato solo un sogno...
Si
alzò lentamente... cercando di
reggersi in piedi...
Ebbe
un capogiro ma si mantenne in
equilibrio tenendosi aggrappato al davanzale di una finestra...
Osservando
fuori notò che c’erano alberi
d’arancio tutto intorno alla casa...
No...
non era stato un sogno...
Era
veramente in Israele...
E
non sapeva cosa gli era successo...
Ma
soprattutto non sapeva dove si trovava
in quel momento...
Sconsolato
scosse la testa e si spettinò
i capelli...
Che
bel guaio...
Improvvisamente
però sentì un fruscio e
percepì di essere osservato, così si
voltò...
E
quello che si ritrovò davanti non gli
piacque per niente...
Era
un lupo...
E
non aveva un’aria tanto amichevole...
Anzi...
per niente...
Scopriva
le zanne bianchissime e aveva il
pelo scuro ritto...
Sembrava
pronto a balzargli addosso da un
momento all’altro...
Gli
occhi ambra fissavano i suoi con
diffidenza...
-
Badir!- gridò qualcuno vicino alla
porta.
Tony
notò con stupore che l’animale al
sentire il rimprovero si calmò e si mise seduto.
Senza
le zanne scoperte e il pelo ritto
faceva molto meno paura e Tony notò che non doveva avere
più di due anni...
Era
ancora un cucciolo... per fortuna...
Alzò
la testa verso la persona che aveva
parlato e si ritrovò davanti un uomo sui cinquantacinque
anni...
Lo
sconosciuto era poco più alto di
lui... aveva la pelle scura che metteva in risalto i corti capelli
brizzolati
che una volta dovevano essere stati castani, il volto aveva un dito di
barba grigia
e la corporatura era massiccia...
Aveva
l’aspetto inconfondibile di un uomo
che ha visto troppo e ha sofferto di privazioni e dolori...
Aveva
l’aria stanca... non che fosse
provato fisicamente, ma emotivamente logorato, come se ormai si curasse
ben
poco della vita...
Eppure
negli occhi di un verde opalino c’era
un inquietante miscuglio di allegria, intelligenza e saggezza, insieme
a un
oscuro senso di orgoglio...
Tony
non potè fare a meno che sentirsi a
disagio al cospetto di quell’uomo...
Un
po’ come gli succedeva con Gibbs...
-
Ti sei svegliato finalmente...- notò
l’uomo avvicinandosi.
Parlava
perfettamente in inglese, sebbene
avesse un accento tipicamente orientale.
-
Si...- rispose Tony guardando con
diffidenza il lupo.
-
Non ti preoccupare! Badir è buonissimo!
Non farebbe male una mosca...- poi fece un sorriso enigmatico - A meno
che non
glielo ordini io...-
DiNozzo
deglutì nervosamente e appuntò
mentalmente di non far arrabbiare quell’uomo se non voleva
lasciarci le
penne...
-
Quanto ho dormito?- chiese osservando
il sole che penetrava dalla finestra.
Doveva
già essersi fatto giorno...
Aveva
perso del tempo prezioso...
-
Un bel po’...-
-
Quanto esattamente?-
-
Tutto ieri...-
-
Come “tutto ieri”?!?- fece sbalordito
DiNozzo.
-
Avevi la febbre e le ferite
infettate... cosa ti aspettavi? Che ti saresti ripreso in cinque
minuti?!?-
Tony
si passò la mano sinistra tra i
capelli ancora più nervoso e confuso...
Lo
sconosciuto lo fissava incuriosito.
-
Comunque sia... io sono Yanir Afek...
ma puoi chiamarmi anche solo Afek... tu chi sei?- fece porgendogli la
mano.
Tony
ci pensò un attimo su mentre la
stringeva...
Non
perché non ricordasse chi fosse...
quello se lo ricordava fin troppo bene...
Era
indeciso se dire o no a quell’uomo il
suo vero nome...
-
Sono Anthony DiNozzo...- disse con un
sospiro.
In
fondo gli aveva salvato la vita... se
avesse voluto farlo fuori l’avrebbe già fatto no?
-
Bene... Anthony... posso sapere che ci
facevi sul ciglio della strada ferito e trasandato?-
-
Mi hanno attaccato... il mio aereo era
appena atterrato... c’è stata un imboscata...
hanno ucciso il mio pilota... e
poi hanno tentato di fare fuori anche me...-
-
Come hai fatto a fuggire?- domandò
l’uomo incuriosito.
-
Ho avuto fortuna...-
Afek
lo fissò con diffidenza.
-
Devi averne veramente molta... va
bene... ora rimettiti a letto...-
Tony
obbedì.
Nel
farlo notò un bisturi e altri
attrezzi tipicamente medici poggiati sul comodino... e che lui non
aveva notato
prima...
-
Lei è un dottore?- azzardò.
L’uomo
sospirò come se quel ricordo gli
facesse male e si abbassò per accarezzare il suo lupo.
-
Lo ero...- disse con una nota di
amarezza nella voce - Ma poi ho rovinato tutto...-
Afek
si rialzò e gli voltò le spalle.
-
Io ora vado a caccia con Badir...
dovrei essere di ritorno per stasera... tu sta a letto!-
-
Certo...- assentì Tony sebbene non
avesse sonno e lo osservò andare via dalla stanza e
chiudersi la porta alle
spalle.
Aveva
bisogno di stare da solo per
riordinare un po’ le idee...
E
quella era un ottima occasione per
farlo...
Ma
non appena posò la testa sul cuscino
si addormentò immediatamente.
Tel Aviv 9:29 ora locale
Quartier generale del
Mossad
-
Ziva!- gridò Chaim entrando nel suo
ufficio di corsa.
-
Che cosa c’è?- domandò lei felice di
avere una motivazione per poter distogliere lo sguardo da quelle
stupide carte.
-
Beh... anf anf... ecco... anf anf...-
ansimò il ragazzo piegandosi in due senza fiato.
-
Riprendi fiato prima... non vorrei che
mi morissi sul pavimento... poi se no cosa racconto a mia sorella?-
scherzò la
donna.
Il
ragazzo arrossì.
-
Ziva... ti... anf... ti vuole parlare
il Direttore...-
-
Che cosa?!? Perché?-
-
Ha detto solo che vuole incontrare il
nuovo Vicedirettore...- disse Chaim rialzandosi.
-
Te lo ha detto il perché?-
Lui
fece le spallucce.
Ziva
fece un paio di giri con la poltrona
girevole...
Non
era molto convinta...
-
Credo che dovresti andare...-
-
Già...- decise lei alzandosi dalla
poltrona - penso che ci vorrà poco... tu nel frattempo pensa
a tutte quelle
scartoffie...-
Chaim
Dayan annuì e uscì dalla stanza.
E
anche Ziva fece lo stesso poco
dopo...
Perché
il Direttore la voleva incontrare?
Era
tornata al Mossad da pochissimo...
Possibile
che avesse già commesso qualche
errore?
Piena
di dubbi percorse i corridoi sino
ad arrivare davanti alla porta del Direttore del Mossad...
Era
aperta... così entrò...
Ma
quello che vi trovò al suo interno non
era Meir Dagan, l’anziano Direttore del Mossad e grande amico
di suo padre...
Non
doveva avere più di trenta anni, era
molto alto, con il tipico fisico asciutto e muscoloso di un palestrato,
viso
abbronzato di chi preferisce il sole alle luci fluorescenti di un
ufficio...
I
capelli biondi gli ricadevano sulla
fronte nascondendo in parte i suoi magnetici occhi di un blu intenso...
E
naturalmente aveva il suo ormai famoso
sorriso enigmatico stampato in volto...
No...
quello non era decisamente Meir
Dagan...
Ed
era l’ultima persona che si sarebbe
aspettata di incontrare...
Ma
soprattutto l’ultima persona che in
quel momento avrebbe voluto rivedere...
-
Oh! Ciao Ziva!- esclamò il ragazzo
vedendola sull’uscio della porta con gli occhi fuori dalle
orbite per lo
stupore - Prego accomodati! Fa come se fossi nel tuo ufficio!-
-
TU... cosa... cosa ci fai qui?!?-
-
Non ci vediamo da tanto tempo... è
questo il modo di salutare un vecchio amico?!?- rispose lui non
smettendo di
sorridere e calcando la voce sulla parola “amico”.
-
Tu non sei mai stato mio amico Hazif!- ribattè
lei seccata.
-
Beh... non dicevi così in Cile...
quando noi due...- fece Hazif con fare piuttosto allusivo.
Ziva
arrossì leggermente a quel pensiero...
-
Era un'altra vita... ora sono
cambiata... dov’è il Direttore?!? Aveva detto che
voleva vedermi!-
-
Ce l’hai davanti...-
La
donna lo osservò... non era
possibile...
Eppure
non sembrava che stesse
mentendo...
-
Tu sei il Direttore del Mossad?!? Ma
fammi il piacere... dov’è Meir Dagan?!?-
-
Mio nonno è morto più o meno un anno e
mezzo fa... da allora sono diventato io il Direttore del Mossad...-
Ziva
si zittì.
Ok...
Hazif forse non stava mentendo...
-
Mi dispiace...- si scusò lei abbassando
lo sguardo.
-
Anche a me...-
Improvvisamente
però Ziva divenne
sospettosa...
Hazif
aveva sempre voluto prendere il
posto del nonno...
Ma
poteva essere giunto a tanto?
-
Come è morto tuo nonno?- chiese
fissandolo intensamente negli occhi.
Lui
sostenne lo sguardo e rispose con
sfacciataggine:
-
Ha avuto un attacco cardiaco...-
In
fondo Meir era un uomo anziano...
L’attacco
cardiaco ci poteva anche
stare...
Però
non era del tutto convinta...
Decise
che ci avrebbe pensato in seguito...
era inutile riempirsi il cervello di inutili teorie.
Si
sedette di fronte ad Hazif cercando di
non fissarlo negli occhi.
-
Da quando nominano Direttori così giovani?-
domandò provocatoria.
-
Più o meno da quando nominano
Vicedirettori ancora più giovani...- rispose a lui
sorridendo languido.
Allora
non era stato un caso che tra
tante persone avessero scelto proprio lei come nuovo Vicedirettore del
Mossad...
-
Sei stato tu... TU hai suggerito il mio
nome in consiglio...-
-
Beh... ma chérie... devo
dire che non ho resistito alla tentazione di
poterti riavere qua con me...-
Aveva
dovuto abbandonare i suoi amici per
colpa di uno stupido capriccio di quell’uomo!
-
Tu sei un bastardo...- disse la ragazza
con disgusto.
-
Su... non fare l’offesa... sarà un po’
come in Cile...- fece l’uomo avvicinandosi
a lei - Solo tu e io...-
I
loro visi erano a poca distanza l’uno
d’altro, poteva sentire il respiro dell’uomo sulla
propria faccia...
Ma
Ziva lo scacciò e si alzò in piedi
furibonda.
-
No! Tra noi è finita nel momento in cui
mi hai consegnato a quei contrabbandieri in cambio di aver salva quella
tua
pellaccia!-
-
Ma poi ti sei salvata no? Non capisco proprio
perché devi fare l’offesa...-
-
E io non capisco perché mi ostino a comunicare
con te come se stessi parlando con una persona normale...-
sbottò lei dandogli
le spalle.
-
Perché io ti piaccio in fondo... ma sei
troppo cocciuta per ammetterlo...- disse il ragazzo avvicinandosi di
nuovo.
-
No...-
-
Dai ma
chérie... lo sai che noi siamo predestinati a
stare insieme...- le sussurrò
all’orecchio.
Ziva
si voltò a guardarlo negli occhi...
-
Solo perché mio padre e tuo nonno si
erano messi d’accordo per farci sposare non significa nulla
Hazif... tu non mi
piaci... anzi mi fai schifo...- disse lei sprezzante.
-
Certo che quel tipo... Anthony
DiNozzo... ti ha proprio cambiata... due anni fa non mi avresti mai
rifiutato... anzi!-
- Mio nonno è morto più o
meno un anno e mezzo fa... da allora
sono diventato io il Direttore del Mossad...-
-
TU... mi hai fatta spiare! Sei stato
tu! Non mio padre!-
Hazif
rise.
-
Lo ammetto... e ho trovato disgustosa
la tua storia con quello stupido americano...-
-
Non è stupido... e poi non andavo a
letto con lui!-
Ma
quante volte l’aveva ripetuto
ormai?
L’uomo
la fissò di sottecchi.
-
Se lo dici tu.... ma chérie...-
Ziva
si diresse furiosa verso la porta ma
poi si bloccò sull’uscio.
Si
girò e gli chiese con voce tagliente:
-
Avevi altro da dirmi oppure mi hai
fatto venire qui solo per farmi smuovere i nervi?-
Per
tutta risposta lui la afferrò e la
baciò con passione.
*
Meir Dagan non è morto ed è tuttora il
direttore del Mossad e Hazif è un personaggio della mia
fantasia... lo so ho
una bella fantasia XP...
* Yanir Afek esiste
veramente, è così
come l’ho descritto... e ho avuto il suo consenso per farlo
diventare un
personaggio di questa fic... anzi lo ringrazio per gli utili consigli
sui fusi
orari e sul territorio che mi ha dato!!!
|
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Capitolo 9 *** 09. Errori ***
Eccomi
qua con l’ultimo capitolo
dell’anno!!! Su su! Non piangete!!! Le lacrime arriveranno
alla fine del
capitolo...
Vedo
che Afek e Hazif hanno riscosso molto
successo... ne sono ultra felice!!
Elisetta
e Vera02: avete creato un fan club
per Hazif non ci
credo!!! Io lo avevo
creato per essere odiato e invece... capisco che è bono
però... bah! Non vi
capisco! * elisa93 mentre parla confeziona spille con su scritto: Hazif
for
president!* Buon Natale!
Rufy:
Ti adoro! Ti adoro! Ti adoro! Ti
adoro! Ti sei letta la mia fic pur non avendo mai visto NCIS e ti sei
iscritta
solo per poterla commentare!!! Ti adoro! Ti adoro! Ti adoro! Riguardo a
quelle
due domandine spero che il piccolo schema dei nomi e soprannomi che ti
ho fatto
ti aiuti a capire meglio! Ti adoro! Ti adoro! Ti adoro! Buon Natale!
Emily
Doyle: Afek non è un mio parente per
sfortuna... mi sarebbe piaciuto averlo come zio o nonno... e
perché no anche
come papà... è solo una persona che ho conosciuto
in uno strano e curioso contesto...
XD Buon Natale!
Grazie
e auguri anche agli altri che
recensiscono e che hanno messo la fic tra i preferiti o anche che la
leggono
soltanto... in particolare a piccoligiganti sostenitrice di questa
pazza fic
sin dall’inizio e che ha recensito ogni capitolo!
Quindi
godetevi il capitolo e tanti
auguri!!
9.
Errori
Tel
Aviv 20:40 ora locale
Abitazione
di Yanir Afek
-
Anthony!- gridò Afek.
Tony
si girò stancamente verso di lui.
Erano
passati tre giorni da quando si era
risvegliato.
Tre
giorni passati a riordinare le idee...
Certo,
non era giunto a grandi
conclusioni...
Ma
quei tre giorni erano stati un toccasana
per il suo equilibrio psichico... che nei giorni precedenti era stato
messo a
dura prova...
-
Dovresti stare a letto deficiente!-
continuò a rimproverarlo Afek.
Durante
quel periodo di riposo avevano
avuto modo di legare molto e di intraprendere appassionate discussioni
sulla
cinematografia.
Anche
il vecchio infatti era un
appassionato di film come lui...
-
Avevo voglia di sgranchirmi un po’ le
gambe...- si giustificò Tony sorridendo e tornando a fissare
il tramonto.
Raramente
ne aveva visto uno così bello a
Washington...
Una
di quelle rare volte era stato quando
Gibbs se ne era andato per quei tre mesi e lo aveva lasciato con una
squadra a
cui badare...
Ricordava
perfettamente la rabbia che aveva
provato nei suoi confronti in quel momento...
Alla
fine però osservando il sole che
spariva dietro i palazzi lasciando posto alla notte aveva capito il
perché di
quell’abbandono prematuro del suo capo...
Quella
sera aveva visto il tramonto con
Ziva...
Scacciò
dalla testa il suo dolce pensiero
che già cominciava a farsi strada nella propria mente...
Era
colpa sua se si era cacciato in quel
guaio...
Se
ne era andata e lo aveva lasciato solo
senza neanche dargli una spiegazione...
Aveva
infranto la promessa...
Lui
la odiava...
-
Oggi siamo malinconici eh?-
-
Cosa? No... è che stavo pensando ad una
cosa...- balbettò il ragazzo non smettendo di guardare fuori
dalla finestra.
-
Perché sei venuto qua in Israele?- gli
chiese Afek interrompendo i suoi pensieri.
Era
una domanda che non aveva osato fargli
per tutto il tempo della sua permanenza in casa sua...
Lo
aveva salvato...
Erano
diventati amici...
Ma
Tony non si sentiva ancora pronto a
dirgli il motivo della sua presenza lì a Tel Aviv...
Il
ragazzo lo fissò con intensità negli
occhi verde opalino poi non riuscendo a sostenere lo sguardo
abbassò gli
occhi...
-
Non vuoi dirmelo?- fece il vecchio un po’
deluso - Tov... a ognuno i propri
segreti...-
Passarono
altri cinque minuti in silenzio
a fissare il tramonto, alla fine il primo a parlare fu Afek.
-
Sai come mai non sono più un medico?-
domandò a DiNozzo.
Lui
scosse la testa.
-
Bevevo... bevevo tanto... una volta per
colpa di quello stupido vizio ho quasi ucciso un paziente...
così mi hanno
cacciato... è successo circa dieci anni fa... era un brutto
periodo... avevo
perso sia mio figlio che mia moglie...-
-
Mi dispiace...-
-
Anche tu sembri un uomo che ha sofferto
tanto nella sua vita... non commettere i miei stessi errori... il
dolore e la
rabbia portano a fare cose stupide... cerca di non farti mai sopraffare
da loro
ok?-
Afek
fece per andare ma poi si girò.
-
Ah! Penso che entro dopodomani tu possa
tornare a girovagare per Tel Aviv come un straccione...-
Tony
annuì.
Afek
aveva capito tutto senza che lui
dicesse qualcosa...
Il
dolore e la rabbia lo avevano già
portato a fare pazzie, come volare a Tel Aviv a cercare la donna che
aveva
persino definito la sua migliore amica che lo aveva abbandonato senza
pensarci
due volte...
No...
non avrebbe commesso di nuovo lo
stesso errore... non si sarebbe più fatto coinvolgere dai
suoi sentimenti...
avrebbe chiuso quella storia, quella pagina della sua vita, una volta
per tutte
e poi avrebbe ricominciato a vivere da dove aveva lasciato...
Non
avrebbe commesso lo stesso errore...
Washington
DC 13:46 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
-
... siete imbecilli?!? E’ un agente
federale... non lo farebbe mai... che significa che non ve ne frega
niente?!?
Ehi! Ehi!- il direttore posò il telefono con rabbia - Mi
hanno riattaccato in
faccia...-
-
Cosa dicono?- chiese Gibbs che aveva
assistito a tutto il teatrino.
Erano
tre giorni che il direttore dello
Shin Beth, Amin Azzam, non si faceva sentire...
Erano
stati tre giorni di tensione per la
squadra di Jethro...
Ma
soprattutto per lui...
-
Dicono che Anthony è un possibile sospettato...
e che forse è uno di quei terroristi...-
Come
temevano...
Quello
stupido direttore dello Shin Beth non
aveva nessun indizio riguardo a quello che era successo
all’aeroporto e così si
era trovato un colpevole...
-
Di male in peggio...- constatò Gibbs
passandosi una mano sul volto e sedendosi sul divanetto.
Jenny
lo raggiunse e si sedette accanto a
lui.
Aveva
un’espressione stanca stampata in
volto e gli occhi velati dalle lacrime... pareva almeno dieci anni
più
vecchia...
-
Jethro che posso fare?- disse con voce
roca.
Lui
la abbracciò con dolcezza.
Il
direttore Shepard poggiò la testa sul
petto dell’uomo.
-
E’ solo in giro per Israele... lo Shin
Beth lo sta cercando per poterlo uccidere e salvarsi la faccia... e per
giunta
quel maledetto paese è appena entrato in guerra con gli
stati vicini...-
-
Capisco benissimo quello che provi... ma
noi non possiamo fare niente purtroppo... e tu non puoi immaginare
quanto mi
dia fastidio questa condizione di impotenza Jenny...-
La
donna lo fissò stranita... questo era
uno dei pochi casi in cui aveva visto Gibbs abbassare le sue difese...
Sapeva
che era affezionato a quel testardo
di Tony...
Ma
non credeva che lo fosse così tanto!
Quella
era una parte di lui che le era
sconosciuta...
Era
quella di un padre premuroso...
Le
piaceva questo Gibbs a lei
sconosciuto...
-
Che c’è?- domandò Gibbs notando che la
donna lo fissava con estrema curiosità negli occhi.
-
Niente...- rispose lei sorridendo e
stringendolo più forte.
Tel
Aviv 20:57 ora locale
Quartier
generale del Mossad
- Ti dico che non è colpevole!-
affermò per l’ennesima volta
Tony.
- Anche l’altra volta avevi detto
così e poi...- ribatté Ziva.
Stavano camminando fianco a fianco lungo il
vialetto che li
doveva portare a casa di un possibile sospettato...
Tranquilli ma allo stesso tempo vigili e come solo
loro
sapevano stare...
- Lo so! Lo so! Tutti possono sbagliare... non
siamo tutti
infallibili come te occhioni belli...- commentò il ragazzo
sorridendole.
- Lo so... per questo ti assicuro che non
è il colpevole!
Perché so che non sbaglio mai!-
- C’è sempre una prima volta
Miss Perfezione...- fece DiNozzo
con tono canzonatorio.
- Ti assicurò che se ci sarà
non sarà questa...-
Furono interrotti da un rumore di vaso rotto
all’interno della
casa...
Il sospettato li aveva visti dalla finestra e nella
foga di
allontanarsi da lì lo aveva fatto cadere...
Dopo un cenno di intesa con Ziva, Tony
sfondò la porta, ma non
appena fu dentro fu colpito da un proiettile.
- Tony!!!- gridò Ziva vedendolo
accasciarsi a terra.
Immediatamente prese la mira e sparò al
sospettato che teneva
ancora minacciosamente la pistola fumante in mano.
Non appena quello si afflosciò lei
andò a vedere se era ancora
vivo, ma non era così...
Allora tornò dal suo collega....
- Tony...- sussurrò preoccupata.
Aveva gli occhi chiusi e il respiro era debole...
Controllo il polso... il battito si sentiva
appena...
- Avevi ragione tu alla fine...- disse, tentando di
mettersi
seduto, il ragazzo.
Ma non appena lo fece uno spruzzo di sangue
uscì dalla sua
ferita alla coscia...
- Oh mio Dio...- sussurrò Ziva.
- A quanto pare non hai sbagliato neanche
stavolta...-
continuò a blaterale Tony.
- Zitto...-
- Tranquilla è solo un graffio...- fece
lui con una smorfia di
dolore stampata in volto.
- Non è solo un graffio...- disse lei
prendendo una tenda e
usandola come fasciatura.
Mentre stringeva bene per impedire al sangue di
uscire chiamò
il pronto soccorso e Gibbs.
- Sai che sei sexy quando fai la crocerossina?-
commentò Tony.
Sembrava avesse ripreso un po’ di colore.
Lei strinse più forte la benda.
- Ahi ahi!-
- Ups... non volevo...- fece fingendosi mortificata
e
sorridendo.
- Ho capito... niente battute...-
- Bravo...- fece Ziva sorridendo e tornando a
stringere -
Tutto si sta oscurando... è normale?- domandò
Dinozzo con la voce tremante.
- Tony...- sussurrò Ziva notando che era
di nuovo impallidito.
- Ziva non mi sento tanto bene...- e dopo aver
detto questo
crollò.
La ferita riprese a sanguinare tingendo di rosso il
pavimento...
- Tony! Tony apri gli occhi... tu non morirai! Hai
capito?!?
L’ambulanza sta per arrivare e anche Gibbs... tu non morirai!
Hai capito?!? Tu
non morirai... te lo prometto...-
I soccorsi arrivarono pochi minuti più
tardi.
E Tony fu portato in sala operatoria con urgenza
aveva perso
molto sangue e la ferita era più grave di quanto pensassero.
Ma quando il dottore uscì,
rassicurò tutti dicendo che se
l’era cavata e che stava
bene.
Ziva decise di rimanere con lui per il resto della
giornata
nel caso si fosse svegliato...
Cosa che successe verso mezzanotte.
- Ehilà...- la salutò lui
sorridendo.
- Ciao... come ti senti?- domandò lei
rispondendo al sorriso.
- Come uno a cui hanno sparato a una gamba... tu
stai bene?-
- Si... tranquillo... sono un’agente del
Mossad no?- rispose
poi il sorriso si disperse e abbassò gli occhi - Eravamo
tutti preoccupati
sai?-
- Anche tu?-
- Certo! Mi sei svenuto praticamente tra le
braccia! Mi sono
spaventata!-
- Uh! Allora anche la tremenda Ziva David ha dei
sentimenti!!-
scherzò lui.
Ma la ragazza parve prenderla male...
- Ehi...- disse alzandole il mento con due dita -
sto
scherzando...-
Lei sorrise appena...
- Alla fine hai mantenuto la tua promessa...-
La mano si spostò sulla sua guancia.
- Cioè?- domandò Ziva.
- Non sono morto... mi hai salvato la vita...
grazie...- fece
Tony fissandola negli occhi e avvicinandola a se a poco a poco.
- Non c’è di che...-
sussurrò la ragazza.
Ormai i loro visi si sfiorarono i loro occhi erano
incollati e
non riuscivano staccarsi...
Tony si avvicinò di più e le
diede un tenero bacio a fior di
labbra.
Durò solo un paio di secondi...
rendendosi conto di quello che
stava accadendo i due si staccarono imbarazzati.
- Ehm... credo sia meglio che io vada...- disse
Ziva cercando
di non guardarlo in faccia.
- Si... hai perfettamente ragione... è
tardi...- concordò Tony
altrettanto imbarazzato e confuso.
- ... Gibbs se no si arrabbia...-
- ...e io devo riposare...-
Annuendo Ziva arrivò sino alla porta,
poi si voltò e
sussurrò...
- Buonanotte Tony...-
- Buonanotte Ziva...- rispose lui sorridendo.
Poi la ragazza uscì dalla stanza ancora
imbarazzata da quel
bacio che aveva in entrambi una nuova e strana sensazione.
Ziva
si svegliò di soprassalto...
Si
trovava sola nel suo ufficio.
Si
sistemò un po’ e ripensò al sogno...
A
quel ricordo tanto dolce quanto strano...
A
quel bacio a fior di labbra del tutto
inaspettato...
Sorrise...
Poi
guardò l’orologio...
Da
lì a poco sarebbe cominciata una delle
riunioni settimanali che si svolgevano tra le maggiori cariche del
Mossad.
Sarebbe
anche stata la sua prima riunione
ufficiale da Vicedirettore dell’organizzazione...
Certo
non era proprio il massimo...
Ma
non poteva affermare di non sentirsi
emozionata...
Alla
riunione avrebbero partecipato tutti!
E
naturalmente
anche Hazif Shamir ovvero il nuovo Direttore del Mossad.
Già...
Hazif...
Ci
sarebbe stato
anche lui alla riunione...
In
quei tre
giorni non erano riusciti a vedersi...
E
per Ziva andava
benissimo...
L’altro
giorno
lei ci era stata solamente perché aveva bisogno di qualcosa
che la distogliesse
dai suoi pensieri... non per altro... non provava nulla per lui...
Ma
temeva che non
fosse così per Hazif... anzi, ne era sicura...
Da
come la
guardava, da come le aveva parlato...
Quell’uomo
era
ancora innamorato di lei...
Ed
era anche il
Direttore del Mossad...
E
Ziva sapeva fin
troppo bene che è meglio non dire di
“no” a un Direttore del Mossad come Hazif
Shamir...
Perché
era stata
con lui l’altra sera? Perché?
Ora
era nei guai
fino al collo...
-
Ziva... sta per
iniziare...- le comunicò Chaim dall’interfono.
La
donna sospirò
e si avviò lungo il corridoio che l’avrebbe
portata nella stanza della
riunione.
Quando
vi entro
c’erano già tutti:
Moses
Kishon, cioè il capo del Dipartimento
per la raccolta delle informazioni, Levi Negev, del Dipartimento di azione
politica e relazioni diplomatiche, Menahem Collins, colui che
stava a capo del Metsada, cioè la Divisione Operazioni Speciali (nonché suo vecchio capo),
Ester
Etzion, a capo del Dipartimento LAP (Lohama Psicologhit),
Kfar Shaltiel,
del Dipartimento ricerche e Charles Coker del Dipartimento
tecnologico.
Mancava
una sola
persona...
Hazif!
“Sarà
in
ritardo... non cantare vittoria troppo presto... e poi tanto prima o
poi dovrai
affrontarlo no?” si disse sedendosi a una delle due
estremità del tavolo.
-
Il Direttore
Shamir non può partecipare alla riunione per motivi
personali...- le comunicò
Kishon.
Lei
esultò
silenziosamente e diede inizio alla riunione.
Come
finì si sentì
infinitamente sollevata, e dopo aver salutato si incamminò
verso il suo
ufficio...
Era
tardissimo...
Sara
era
sicuramente preoccupata...
Quella
ragazza si
preoccupava troppo...
Percorse
il
corridoio con passo affrettato, ma quando passò davanti alla
porta del
Direttore notò che era aperta.
Presa
dalla
curiosità entrò nella stanza buia...
l’unica fonte di luce era una lampada da
tavolo, posta sulla scrivania, che Hazif aveva dovuto dimenticare
accesa mentre
lavorava.
Si
avvicinò per
spegnerla ma notò dei fogli sparsi sul tavolo e gli diede un
occhiata...
Uno
in
particolare attirò la sua attenzione: diceva che se le cose
fossero andate bene
dopo la “seconda guerra del Kippur”
avrebbero
messo in atto l’Operazione Messiada.
“Operazione
Messiada?”
Ziva
non ne aveva
mai sentito parlare...
Incuriosita
cercò
altri documenti che potessero chiarirle cosa fosse, ma fu interrotta da
una
voce sinistra alle sue spalle.
-
Ciao Ziva...-
*
Tov significa “va
bene”
*
Il vero
Direttore dello Shin Beth non si chiama Amin Azzam e così
anche i “capi” dei
vari dipartimenti del Mossad, i nomi li ho creati io.
*
“La guerra del
Kippur” fu la quarta
guerra arabo-israeliana, così denominata poiché
ebbe inizio il giorno di Yom
Kippur, festività ebraica. Il 6 ottobre 1973 Egitto e Siria,
in seguito
all'ennesimo rifiuto di Israele di ottemperare alle risoluzioni
dell'ONU che
gli imponevano di restituire i territori arabi occupati durante la
guerra dei
Sei giorni (5-10 giugno 1967), sferrarono un duplice attacco a
sorpresa: la
Siria cercò di riprendere
possesso del Golan e l'Egitto del Sinai. Sulle alture del Golan, dopo
un
successo iniziale, le forze siriane furono costrette a ripiegare dalla
controffensiva israeliana (11 ottobre). A sud l'esercito egiziano
attraversò il
canale di Suez e si spinse per circa 10 km
nel Sinai, ma anche qui le forze
israeliane riuscirono a contenere l'attacco e a rispondere con
un'efficace
controffensiva (16 ottobre). Il 22 ottobre, il Consiglio di sicurezza
dell'ONU
chiese e ottenne il cessate il fuoco.
So
che vi lascio un po’ in sospeso... però
spero mi perdoniate... ricordate è Natale... quindi prima di
saltarmi al collo
pensateci due volte!! XD
Ancora tanti auguri e
spero che passiate
delle buone feste!
|
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Capitolo 10 *** 10. L'Operazione Messiada ***
Ciao!
Eccomi di ritorno dalle vacanze di
Natale... spero che le abbiate passate bene!
Devo
confessarvi che dopo aver letto la
biografia di una ex-agente del Mossad e aver visto i recenti
bombardamenti
sulla striscia di Gaza ho pensato di interrompere la fic... tutte le
crudeltà
di cui ho letto e che ho visto mi hanno colpito davvero nel profondo...
Ma
poi mi sono resa conto che la vita deve
andare avanti nonostante tutto e che avevo un debito con voi lettori
che siete
così affezionati a questa storia e con la stessa fic che mi
ha fatto maturare
incredibilmente sia come scrittrice che come persona e così
ho deciso di
continuare fino alla fine!
Quindi
vi lascio al capitolo di oggi!
Divertitevi!
10.
L’Operazione Messiada
Washington
DC 19:04 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
-
Dove mi nasconderei se io fossi Tony,
McGee?- domandò Abby.
-
Sotto la gonna di una bella ragazza?-
suggerì il ragazzo sorridendo malizioso.
Come
al solito si trovavano nel laboratorio
della ragazza...
Per
la prima volta senza lavorare...
-
Tim! Io sto parlando seriamente!- lo
rimproverò la scienziata dandogli uno scappellotto - Per
riuscire a trovare
Tony dobbiamo pensare come lui... dobbiamo diventare lui!-
cominciò a fare su e
giù per stanza reggendosi il mento con due dita - Potremmo
vedere tutti i film
che ha visto lui... no... ci metteremmo troppi secoli... idea! McGee,
va in
quel negozio in fondo alla strada e compra tutti i film porno che
riesci a
trovare! Ciao Gibbs!-
L’uomo,
appena entrato nella stanza, la
guardò curioso.
-
Ciao Abby... a cosa ti servono i film
porno?-
-
A trovare Tony!-
Vedendo
che il capo la fissava stranito lei
aggiunse:
-
Dobbiamo pensare come lui se vogliamo
trovarlo... quindi...-
-
Hai trovato qualcosa sul caso Collins?-
la interruppe Jethro.
-
Si... McGee e il suo fido gruppo di
pivelli lo ha risolto!-
-
Davvero?- chiese ammirato.
-
Ehm... si capo...- rispose il giovane
imbarazzato.
-
Bravo... se avete finito allora perché
siete ancora qua?-
-
Perché cercavamo di immaginare dove si
può essere cacciato Tony... te l’ho già
detto... tu perché sei ancora qui
Gibbs? Gibbs?- si voltò e notò che nella stanza
non c’era nessuno a parte lei,
Timothy e Bert.
-
Perché se ne deve andare sempre sul più
bello?-
Washington
DC 19:30 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
-
C’è una taglia sulla sua testa Jethro! Ti
rendi conto?!? C’è una taglia su quella sua testa
di c...- gridò il direttore
esasperata, aveva appena finito di parlare con il direttore dello Shin
Beth.
Quell’uomo
le aveva educatamente comunicato
che DiNozzo ora era sulla lista dei ricercati in quanto possibile
terrorista.
-
Calmati Jenny...- le intimò l’uomo con
calma.
-
No...- disse lei ancora più nervosa di
prima - no che non mi calmo! Quelli hanno messo una taglia sulla testa
di
Tony!- si lasciò cadere stanca sul divanetto e lui si
sedette accanto a lei.
-
Dovevamo avvertire Ziva... lei avrebbe
impedito che accadesse...-
-
No, non lo avrebbe impedito...-
-
E come fai a saperlo eh? Sai leggere
anche nei suoi pensieri? No... non credo proprio... visto che non ci
riesce
nessuno... nemmeno quell’imbecille di Tony...-
-
Non sarebbe riuscita ad impedirlo perché
è innamorata di “quell’imbecille di
Tony”... e questo, lo sai bene anche tu, purtroppo
l’ha resa più debole... non è
più l’agente di ghiaccio del Mossad che era una
volta... e che avrebbe risolto questo problema in un batter
d’occhio...-
-
Non è vero... dobbiamo avvertirla...
lei...-
Jenny
non potè continuare a parlare perché
le labbra di Gibbs premute sulle sue la interruppero.
Immediatamente
si ritrovarono coinvolti in
un bacio appassionato.
-
Ti sei calmata ora?- le chiese Gibbs a
fior di labbra.
-
Beh... si... mi sono calmata... in
fondo... tu hai argomentazioni molto convincenti...- rispose lei
sorridendo.
-
Capo! C’è un problem... oh...- esclamò
McGee entrando nell’ufficio e vedendoli in quella posizione
che lasciava
correre ben poca fantasia.
I
due si separano lentamente, senza mai
smettere di guardarsi negli occhi.
-
McGee che diavolo vuoi?- domandò Gibbs
visibilmente alterato.
-
Gli avvocati del colpevole dicono che
Abby ha sbagliato e vogliono che si rifacciano i test... e serve anche
la tua
presenza... ma se volete ripasso dopo...-
-
No... arrivo...- disse l’uomo alzandosi
dal divanetto e raggiungendo il Pivello per dargli uno scappellotto.
Tel
Aviv 2:07 ora locale
Abitazione
di Yanir Afek
-
Shalom Anthony... ancora sveglio?- chiese
Afek.
Nonostante
l’ora tarda Tony era ancora in
piedi a fissare il paesaggio fuori dalla finestra come faceva di solito.
-
Si... non ho mai visto una luna così
bella e splendente...- rispose il ragazzo perdendosi nei suoi
più segreti e
sconfinati pensieri.
-
A cosa pensi? Ti vedo parecchio
assorto...- domandò l’israeliano avvicinandosi a
lui - Si... è proprio bella la
luna questa sera...-
-
Niente... è che...- si voltò a guardarlo,
e Afek giurò di vedere della paura nel suo volto, e se non
era paura era
irrequietezza, e lui non aveva mai visto quell’espressione
sulla faccia del
ragazzo, nemmeno quando era ferito.
-
Ho come l’impressione che stia per
succedere qualcosa di grave...-
-
Dio... speriamo di no...- disse Yanir
sorridendogli.
-
Va beh... è solo un impressione...-
-
E di solito le tue impressioni si
avverano?-
Tony
stette in silenzio una decina di
secondi.
-
A volte si a volte no...-
-
Sarà meglio cacciarti di casa allora...-
disse il vecchio cercando si tiragli su il morale con quella battuta.
-
A parte gli scherzi... domani potrai
andare dal “tuo motivo segreto per cui sei in
Israele” se vuoi...-
-
Davvero?- domandò DiNozzo illuminandosi.
-
Certo!-
In
un istante le ombre che gli danzavano in
volto furono sostituite da una strana luce.
Doveva
tenerci davvero molto al “suo motivo
segreto per cui era in Israele”...
-
Non avevi detto che dovevo aspettare
ancora due giorni?-
-
Ho cambiato idea...- rispose Afek
ammiccando e dirigendosi verso la porta - Buonanotte...-
-
‘notte...- rispose Tony.
Tel
Aviv 2:13 ora locale
Quartier
generale del Mossad
-
Ciao Ziva...-
Lei
si girò.
-
Hazif! Mi hai spaventata...-
-
Credevo che nulla ti spaventasse...
neanche la morte...- disse lui con il fare di uno che la sa lunga.
Lei
lo fissò con odio.
Nella
penombra i suoi occhi blu
risplendevano con una strana e inquietante luce.
-
Beh... te l’ho detto che sono cambiata...
no?-
-
In peggio aggiungerei... ti sei fatta
plasmare alla maniera di quegli imbecilli american...-
La
ragazza decise di non perdere tempo con
quei discorsi.
-
Parlami dell’ Operazione Messiada...-
Hazif
parve incupirsi, voltò le spalle e il
suo tono da beffardo divenne sommesso.
-
Non mi pare ne il momento
ne il posto adatto...-
-
Invece lo è... parlamene!-
-
Ora?-
-
Si... ora... parlo arabo per caso? Aspetta...
è vero... io so palare in arabo però in questo
momento no!-
-
Va bene... siediti...- fece lui sconfitto
facendole segno di mettersi accanto a lui nei divanetti.
Lei
scelse accuratamente il punto il più
distante possibile da lui.
-
Allora... da dove comincio?- domandò il
ragazzo puntandole di nuovo gli occhi addosso.
-
Dimmi cosa è e basta!- sbuffò lei - Non
è
tanto difficile, no?-
-
Mi piaci quando sei aggressiva...-
-
Parlami di questa missione o ti taglio la
gola!-
-
Ma così non potresti mai sapere cosa...-
Ziva
lo fulminò con lo sguardo.
-
Va bene... la smetto... dimenticavo che
sei uno dei migliori agenti della storia del Mossad... oltre ad essere
un’ottima amante...-
-
Parlamene... ORA!-
Hazif
le rivolse un ultimo sguardo
malizioso, poi cominciò a parlare con un sospiro.
-
Allora... l’Operazione Messiada è
un’operazione
concepita dalla mia mente geniale... per mettere in ginocchio lo zio
Sam...-
A
Ziva quasi scappò da ridere.
-
Sei pazzo? Nessuno riuscirà mai a piagare
in ginocchio gli Stati Uniti! Forse la Cina
tra qualche decennio... ma noi? Come potremmo? Un paese
grande come una nocciolina e continuamente in guerra?-
Hazif
sorrise.
-
Penso tu saprai che in questi giorni si
sta volgendo “la seconda guerra del Kippur”... che
nome stupido che le hanno
dato i media...-
-
Si, ma che c’entra con...-
-
Fammi parlare ma cherié...
sei sempre così impaziente! Allora... noi stiamo vincendo
lo sai, no? E il nostro premier sta già firmando gli accordi
per ottenere il
possesso della Giordania, del Libano, della Siria, e
dell’Iraq fino al lago
Tharthar... questo incrementerà enormemente il nostro
piccolo territorio e noi
potremo finalmente tenere a bada i musulmani con la minaccia di un
genocidio...
e questa volta non sarà solo una minaccia... se ci
costringeranno a farlo li
faremo tutti fuori quei fottutissimo islamici... poi ci dedicheremo
agli Stati Uniti...-
-
E come?- domandò lei ancora scettica e
non del tutto d’accordo con la storia del genocidio.
A
parte il fatto che era una cosa orribile
e che lei essendo vissuta per molto tempo tra le file palestinesi non
riusciva
neanche a concepire... ma tutti gli altri paesi del mondo si sarebbero
ribellati davanti a questa crudeltà... o almeno
così sperava.... certo alcuni
erano schierati dalla loro parte però...
Hazif
sorrise malizioso.
-
Useremo l’atomica...-
Ziva
quasi ebbe un attacco cardiaco.
-
Sei impazzito?!? Questo causerà un enorme
numero di morti innocenti! E poi lo sai già che gli USA ti
risponderanno con la
stessa moneta... ci spazzeranno via dalla faccia della terra in un
soffio!-
-
Non se noi colpiamo le loro basi
nucleari... e noi grazie a “chi so io”
sappiamo dove si trovano... dopo basterà minacciare di
colpire anche qualche
città importante come New York, Los Angeles o Washington DC
e guarda come si
arrenderanno...-
Ziva
avvampò quando l’uomo disse “chi so
io”...
Ma
in fondo quella un’altra parte della sua
vita...
Si
concentrò sul piano del direttore...
Era
un piano assurdo... quasi delirante...
-
Tu sei pazzo... e gli altri paesi del
mondo?-
-
Se proveranno a fermarci subiranno anche
loro la stessa cosa... sarà Israele contro tutti... tanto
è sempre stato
così... ci hanno sempre voluto sottomettere... e io sono
stanco... saremo noi a
sottomettere gli altri paesi!-
-
No... non funzionerà mai... e poi è un
piano crudele... no... io non ci sto!-
Hazif
Shamir rimase in silenzio un paio di
minuti.
-
Sai? Sei la degna figlia di tuo padre...
anche lui non era d’accordo per questo piano...-
La
verità le passò davanti come un fulmine
a ciel sereno.
-
Tu c’entri qualcosa con l’incidente di
mio padre?-
Il
direttore non rispose.
-
Dimmelo!- urlò lei in preda ad una rabbia
omicida afferrandolo per il bavero del colletto.
-
Dovevo Ziva... era per i miei ideali...
era per il bene del nostro paese...-
Non
ascoltò altro: lo sbattè con forza
contro il divano e poi si diresse a passo spedito verso la porta.
-
Tu non puoi andare via da me! Te l’ho
dimostrato l’altra sera! Tu mi appartieni!-
Lei
tornò indietro e poco ci volle che non
gli desse un pugno in faccia.
-
Io non appartengo a nessuno tranne che a
me stessa...- soffiò a denti stretti, poi andò di
nuovo verso la porta.
-
E ora dove andrai? E’ già tutto deciso...
non puoi fare niente per fermarmi...-
-
Io non voglio fermarti... o meglio non
posso fermarti... so benissimo che non ci riuscirò mai...
purtroppo... devo
solo andare a scusarmi con una persona...-
*
L’Operazione Messiada non esiste (o
almeno lo spero), ed è frutto della mia contorta mente
maligna (sperate che
nessun capo di governo mi ingaggi come suo consigliere).
* La “Seconda
Guerra del Kippur” non è
quella che si sta svolgendo nella realtà tra Hamas e
Israele, ma una di mia immaginazione.
|
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Capitolo 11 *** 11. Lasciarsi il passato alle spalle ***
Ciao!
Sono tornata con il nuovo capitolo!!
Ringrazio tutti i pazzi che leggono questa fanfiction e gli auguro una
buona
lettura!
11.
Lasciarsi il passato alle spalle
Tel
Aviv 2:45 ora locale
Appartamento
del vicedirettore del Mossad Ziva David
Ziva
si chiuse la porta alle spalle e vi
appoggiò contro la schiena presa dalla stanchezza.
Si
sentiva tradita, imbrogliata e
soprattutto non aveva la minima idea di cosa fare.
Raramente
si era sentita così confusa...
Di
solito sapeva sempre come tirarsi fuori
dai guai... tutto si manteneva chiaro davanti ai suoi occhi... ma
stavolta...
Ma
stavolta non le veniva in mente niente!
E
per giunta non era solo la sua vita ad
essere in pericolo ma anche quella di altri milioni di persone!
Strinse
forte il ciondolo a forma di
proiettile, e desiderò tanto che Tony fosse accanto a lei in
quel momento...
Hazif
aveva attentato alla vita di suo
padre... e solo perché non condivideva la sua pazza idea...
Suo
padre...
Aveva
sbagliato a considerarlo un essere
senza cuore...
In
fondo era un bravo uomo... anche se
aveva fatto molte cose sbagliate...
Beh...
molto in fondo...
Ma
lei non lo aveva mai capito...
Doveva
scusarsi assolutamente con lui...
Con
un sospiro si staccò dalla porta e
prese velocemente il telefono, compose il numero di Chaim:
00972-3-7869119...
-
Ciao Chaim... si lo so è tardi... però ho
bisogno di te...-
Qualche
dopo minuto aveva organizzato
un’uscita per andare a trovare suo padre alla clinica...
Se
lei avesse accettato avrebbe portato con
se anche Sara...
Aveva
bisogno di qualcuno a cui aggrapparsi
e lei, sebbene si conoscessero da pochissimo, sentiva un eccezionale
affetto
per quella ragazza solare e che tanto le somigliava.
Però
non le avrebbe rivelato nulla
sull’operazione Messiada e sul motivo
dell’incidente di loro padre...
Non
voleva che lei venisse coinvolta in
quegli sporchi affari...
Stanca,
si sdraiò sopra il divano...
Il
tetto le dava un senso d’infinito...
pareva così vicino eppure lontano...
Jeb...
Diretto...
Jeb...
Jeb... Diretto...
Il
sacco emise un suono simile allo stridio di mille uccelli...
Jeb...
Diretto... Gancio...
Ziva
cercava di concentrarsi solo su quello che stava facendo...
Jeb...
Gancio... Gancio...
Eppure
il pensiero di quello che aveva vissuto quel giorno tornava a
tormentarla...
Roy...
Diretto
con tutta la sua forza...
Il
sacco volò via facendo ancora più rumore di
prima, ma non abbastanza da coprire
il rumore della porta della palestra che si apriva.
Il suono
di alcuni passi veloci e sicuri si diffuse per tutta la stanza.
-
Sapevo di trovarti qui...- disse Tony fermandosi a poca distanza da lei.
Lei
lo ignorò e riprese a prendere a pugni il sacco.
Gancio...
Gancio... Jeb... Diretto...
Schivata...
Diretto...
Il
sacco volo di nuovo via...
-
Non avevi un appuntamento con lei?- soffiò afferrando
l’oggetto per farlo stare
fermo e lanciando una breve occhiata al collega.
-
Beh... si... però...- balbettò lui in chiara
difficoltà.
Jeb...
Diretto... Jeb...
-
Cosa c’è? L’ha annullato? E quindi tu
sei venuto a cercarmi per non star da solo?
Sei venuto dalla tua gomma di scorta? Se è così
mi dispiace ma...-
-
Le ho dato buca...- confessò Tony.
Ziva
si fermò di colpo e lo fissò attentamente.
I
suoi occhi chiari la scrutavano preoccupati e stanchi a causa della
lunga e
difficile giornata appena trascorsa.
-
Dici sul serio?-
-
Si... e poi si dice “ruota di scorta” non gomma...-
-
Scusa allora...- fece lei mortificata per aver frainteso
quell’inusuale gesto
di affetto.
Il
silenzio si impossessò di nuovo di loro.
-
Perché?- chiese Ziva all’improvviso.
- Perché
si dice “ruota di scorta” invece di
“gomma”? Beh... perché...
perché... non c’è
un perché! Si dice così e basta!-
Lei
lo fissò eloquentemente e Tony abbassò lo sguardo
e alzò le spalle.
-
Perché tu hai più bisogno di me in questo momento
che lei...-
Ziva
abbozzò ad un sorriso e riprese a dare pugni.
-
Cosa te lo fa pensare?-
-
Il fatto che sei chiusa in questa palestra di sera a posto di stare a
casa tua
oppure in giro a ubriacarti... cioè quello che fai di
solito!-
-
Non potrei semplicemente aver voglia di tirare un po’ di
pugni in modo da
mantenermi in forma e non...-
Tony
bloccò il sacco e si parò di fronte a lei.
-
No, Ziva! Non oggi almeno! Non stasera! Non dopo quello che hai
passato!-
Lei
abbassò lo sguardo incapace di reggere il suo.
-
Parlami... dimmi come ti senti... fammi capire quello che stai
provando... io
ti voglio aiutare!- fece lui mettendole un mano sul braccio.
Lei
si liberò della sua gentile stretta con uno strattone e gli
urlò contro
arrabbiata.
-
Che cosa dovrei dire? Allora Tony? Cosa dovrei dire? Roy è
morto giusto?
Parlare con te non lo riporterà in vita... niente lo
riporterà in vita! Quindi
a che serve parlare?!?-
-
Non lo riporterà certo in vita però...- fece un
mezzo sorriso - però aiuterà te...-
Ziva
gli si avvicinò.
-
Io non ho bisogno dell’aiuto di nessuno...- soffiò
a pochi centimetri dal suo
viso.
-
Non è vero! Non mentire...- rispose lui per niente
intimidito sempre con quel
sorriso stampato in faccia.
-
Non ho bisogno del tuo aiuto, Tony...-
- Non
è vero...-
-
Non ho bisogno del tuo aiuto!- gridò.
Fece
per colpirlo al viso, ma lui non mosse un muscolo e rimase a fissarla
senza mai
distogliere lo sguardo.
-
Si invece...- ribattè lui secco.
Ziva
scosse la testa, si allontanò dal sacco e si andò
a sedere contro il muro, Tony
la seguì e fece la stessa cosa...
-
Non voglio parlare... non serve a niente...- fece Ziva più
calma poggiando a
testa contro il muro e chiudendo gli occhi.
-
Piangi allora... sfogati... dicono che funziona a volte...-
-
Gli agenti del Mossad non piangono...- ribattè lei sempre
con gli occhi chiusi
e un sorriso amaro stampato in volto.
Era
la prima cosa che le aveva inculcato suo padre quando era entrata a far
parte
dell’organizzazione.
“Gli
agenti del Mossad non piangono”
In
quella semplice frase era racchiusa la disumana condizione delle
persone che
lavoravano per l’Ha-Mossad
le-Modi'in
ule-Tafkidim Meyuhadim, più comunemente
chiamato solo Mossad, ridotti a
esseri privi di ogni sentimento che non fosse l’odio e la
totale indifferenza
che gli permetteva di uccidere delle persone che non avevano mai visto
e con cui
non avevano mai parlato.
“Gli
esseri umani piangono! Non gli agenti del Mossad!” le parole
dell’uomo che
l’aveva allenata, Shlomo, le risuonavano continuamente in
testa...
Strinse
i pugni sperando che Tony non se ne accorgesse...
Lui
rimase a fissarla per un paio di minuti...
Odiava
vederla ridotta in quello stato... sembrava un’altra
persona...
Una
persona che lui non conosceva e che lo allontanava...
-
Allora vorrà dire che passerò qui la mia
serata... e se non vuoi parlare tu
vorrà dire che parlerò io...- disse sistemandosi
meglio contro il muro.
-
Non c’è bisogno... io...- provò a
ribattere lei.
-
Si... lo so... lo so... non hai bisogno dell’aiuto di
nessuno... gli agenti del
Mossad non piangono e cavolate simili... ma come hai detto tu non ho
niente da
fare questa sera no? Quindi da adulto che pensa con la propria testa ho
deciso
di rimanere qui con te ok?-
Lei
aprì gli occhi e lo fissò.
Le
stava sorridendo con quel suo sorriso dolce che raramente si disegnava
sul suo
volto.
Lei
rispose al sorriso e poggiò la testa sulla spalla del
ragazzo chiudendo di
nuovo gli occhi.
E in
breve Tony cominciò a parlare di tutto...
Dei
suoi film, delle sue avventure al liceo e
all’università, del periodo passato
in polizia, dei politici...
Rimasero
così fino all’alba: lui che parlava e lei che lo
ascoltava, seduti a pochi millimetri
l’uno dall’altra.
Ziva
dovette ammettere che in effetti ora si sentiva meglio... la mente
svuotata
quasi del tutto da quel senso di oppressione e di inutilità
che provava
prima...
-
Credo sia meglio se torniamo a casa, sai?- disse Tony facendo un enorme
sbadiglio - te lo immagini se ci trova Gibbs? Tu mezza nuda e io tutto
scompigliato... chiusi da soli in palestra...-
Ziva
sorrise e si alzò da terra.
-
Grazie...- sussurrò prima di andare verso l’uscita.
Tony
la guardò, mentre andava via, sorridente...
-
Ricordati Ziva: se mai avessi bisogno del mio aiuto io sarò
sempre qui... hai
capito? Ti aiuterò sempre... anche se non me lo chiedi...
hai capito?-
Hai
capito...
Ziva
si svegliò di soprassalto...
Ormai
era l’alba e i raggi di sole
illuminavano la stanza intorno a lei...
-
Ricordati Ziva: se mai avessi bisogno del mio aiuto io sarò
sempre qui... hai
capito? Ti aiuterò sempre... anche se non me lo chiedi...
hai capito?-
Quelle
parole le rimbalzavano in testa con
la forza di mille cannoni...
Non
poteva continuare così...
Non
poteva continuare a vivere nell’ombra
di un ricordo... per quanto bello potesse essere...
Doveva
lasciarsi il passato alle spalle...
una volta per tutte... altrimenti l’avrebbe indebolita...
E
in questo mondo di sciacalli sempre
pronti a saltarti al collo alla tua minima incertezza nessuno si
può permettere
d’essere più debole degli altri...
Si
mise a sedere e si prese la testa tra le
mani...
Il
ciondolo dondolava avanti e indietro
davanti ai suoi occhi...
Lo
afferrò e se lo tolse...
Rimase
a fissarlo per un tempo che le parve
infinito... passò le dita delicatamente su tutti i ghirigori
e sulle lettere
che componevano il suo nome...
Doveva
lasciasi il passato alle spalle...
Il
ciondolo ricadde delicatamente sul
tavolino di fronte a lei...
Tel
Aviv 6:17 ora locale
Casa
di Yanir Afek
Hai
capito...
Tony
si svegliò di soprassalto...
Dopo
tutta la notte insonne era finalmente
riuscito a prendere sonno...
Aveva
sognato di quella notte passata con
lei... la notte in cui era morto Roy...
Una
delle notti più belle della sua vita se
proprio doveva essere sincero... Passata solamente a parlare mentre
Ziva
poggiata alla sua spalla e in religioso silenzio lo ascoltava...
Scacciò
quel ricordo e fissò il tetto
bianco...
Era
leggermente illuminato dalla calda luce
del sole del mattino...
Dalla
finestra aperta entro una lieve
brezza mattutina che portò con se i profumi di quella
terra...
Era
tutto così diverso da Washington...
Così
estraneo...
Pareva
quasi di essere in un altro mondo...
Il
suo
mondo...
L’indomani
avrebbe finalmente potuto
iniziare le ricerche di Ziva.
Ma
cosa le avrebbe detto una volta che ce
la avesse avuta davanti?
Per
tutti quei giorni non aveva fatto che
pensare a quel momento... e ora era insicuro come mai prima di allora...
Cosa
le avrebbe detto?
Cosa
avrebbe fatto?
Lei
come avrebbe preso questa sua
improvvisa apparizione?
Forse
aveva sbagliato a partire...
Forse
lei non voleva più vederlo...
Forse
lei voleva semplicemente tornare alla
sua vecchia vita...
Lontano
da lui...
Forse
la stava solamente venendo a
disturbarla...
Che
ci faceva lui in Israele?
Che
diavolo aveva pensato di fare?
Quello
non era il suo posto...
Venne
scosso da un brivido che gli percorse
tutta la schiena...
Per
la seconda volta in una sera aveva la
brutta sensazione che stesse per accadere qualcosa di grave...
Non
poteva essere una coincidenza...
Come
dicevano anche uno dei motti del
Mossad e Gibbs: “Non esistono le coincidenze”
No...
non era una coincidenza...
Stava
davvero per succedere qualcosa di
grave...
Però
lui non sapeva ne dove ne quando...
Che
c’entrasse Ziva?
Che
fosse nei guai?
Si
mise a sedere sul letto e fissò i raggi
che dalla finestra illuminavano la sedia accanto a lui...
Beh...
a quanto pare stava per scoprirlo...
Decise
che le parole che le avrebbe detto le
avrebbe scelte nel momento in cui l’avrebbe rivista...
Sempre
se l’avesse rivista...
*
Non so se il numero “00972-3-7869119”
esista veramente,
è di mia invenzione, però il prefisso (00972-3-)
è quello vero di Tel Aviv se
interessa a qualcuno.
*
L’Ha-Mossad
le-Modi'in ule-Tafkidim Meyuhadim,
è il nome completo
del Mossad che
significa: Istituto per l'intelligence e servizi speciali, e solo Mossad vuol dire: Istituto.
* Ci stiamo
avvicinando al capitolo 13... stiamo a -1...
|
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Capitolo 12 *** 12. Scelte ***
Eccomi!
Non avrei mai creduto che lo scorso
capitolo sarebbe piaciuto... non ci avrei mai scommesso e invece alcuni
di voi
dicono che è il più bello... il mio consulente
marketing (mio fratello) l’aveva
detto... e io non gli ho creduto... lo promuoverò mio
manager!
Comunque
ora godetevi questo capitolo che
ha una triste sorpresa finale...
12.
Scelte
Washington
DC 12: 03 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
-
Ducky! Ducky!- gridò Abby entrando di
corsa nel laboratorio di quest’ultimo con McGee sotto braccio.
Pareva
parecchio agitata...
-
Che c’è Abby?- domandò il vecchio
dottore
togliendosi i guanti e buttandoli nel cestino.
-
Mi devi dare una mano! Guarda McGee... è
in questo stato da ieri...- gridò la ragazza facendo
vorticare i codini intorno
a lei.
-
Sembra che sia stato scioccato...- notò Palmer
avvicinandosi e osservando l’espressione
dell’agente.
-
Ma da cosa?- disse Abby reggendosi il
mento con due dita con aria pensosa.
-
Dovremmo fare degli esami per vedere se è
in questo stato a causa di una tossina o altro... oppure dovremmo fare
delle
ricerche sugli ultimi due giorni della vita di Tim...-
cominciò a dire Ducky
camminando su e giù per il laboratorio - oppure...-
-
Oppure potremmo chiederlo a lui...-
suggerì Palmer.
-
Potremmo in effetti...- disse il dottor
Mallard guardandolo storto come faceva quando il giovane arrivava ad
una
conclusione prima di lui.
-
Giusto... non ci avevo pensato...-
esclamò Abby battendosi il palmo della mano sulla fronte.
I
tre volsero la loro attenzione verso McGee.
-
Allora... Timothy... che cosa è successo
ieri?- domandarono tutti in contemporanea.
Il
ragazzo li guardò con uno sguardo vuoto.
-
Loro... hanno... e io...- balbettò.
-
Loro chi?- chiese Abby.
-
Loro...- continuò McGee sempre
balbettando.
-
Devi dirmi chi sono loro!- gridò
l’eccentrica scienziata afferrando Tim per il colletto e
cominciando a
scuoterlo.
-
Ferma Abby! Così gli fai male!- la bloccò
Ducky.
-
Il direttore... e Gibbs... hanno... si
sono...- farfuglio ancora più confuso e spaventato
diventando rosso.
-
Oh mio Gibbs! Solo una cosa potrebbe essere...-
esclamò Abby.
-
E cioè?- domandò Palmer.
-
Jenny e Gibbs hanno... nascosto un alieno
nell’ufficio del direttore!- disse con il fare di chi la sa
lunga la ragazza.
-
Non credo sia questo Abby...- le fece
notare il dottore anziano.
-
Perché non potrebbe essere? Se Tony
riesce a prendere una malattia estinta da secoli il direttore e Gibbs
possono
nascondere un alieno in ufficio!-
I
due medici decisero di ignorarla e di
tornare a dedicarsi a Timothy.
-
Loro si sono...-
-
Si sono...- fecero i tre incoraggiandolo
a parlare.
-
Baciati...- sussurrò il ragazzo.
Tutti
fecero un sospiro di sollievo.
-
Tutto qui? E noi che credevamo chissà
quale disgrazia!- gridarono insieme facendo per tornarsene ognuno al
proprio
lavoro.
McGee
rimase sconvolto.
-
Ma forse non avete capito! Il direttore e
Gibbs si sono baciati!!!-
Abby
gli mise una mano sulla spalla.
-
E tu ti sconvolgi per così poco?-
Tel
Aviv 18: 04 ora locale
Abitazione
di Yanir Afek
-
Hai preso tutto Anthony?- domandò Afek.
Era
sul ciglio della porta e Tony era
fuori, ormai guarito quasi del tutto.
L’uomo
aveva deciso di lasciarlo partire
perché sapeva che tanto se non glielo avesse permesso,
quello sarebbe andato
via lo stesso...
Tanto
valeva non fargli perdere tempo per
organizzare una fuga e mandarlo subito via...
-
Si...- disse Tony sorridendo sornione - avevo
solo i vestiti...-
-
Ancora non riesco a capire come hai fatto
a sopravvivere a quell’imboscata... senza armi...- e dicendo
così gli porse una
pistola.
-
Cosa?!? Tu hai una pistola?!?- domandò DiNozzo
incredulo.
-
Certo... vivo solo
con questo lupo...-
Badir
gli si strusciò contro.
-
... mi devo pur difendere no? Forza
prendila!- continuò l’israeliano.
-
No! Non posso! Non la so usare!-
-
Non mi mentire... hai dei calli nella
mano che dimostrano il contrario... e poi la ferita da proiettile
relativamente
recente che hai nella coscia dimostra che sei già stato
coinvolto in una
sparatoria... dimentichi che ero un medico?-
Tony
sorrise... lo aveva sottovalutato...
-
Ok... mi hai scoperto... la so usare...
ma non la posso prendere... tu come farai a difenderti?-
-
Ne vado a comprare un’altra... semplice
no?-
DiNozzo
non era ancora convinto.
Yanir
Afek gli mise in mano la pistola.
-
Servirà di più a te...-
Il
ragazzo lo ringraziò con lo sguardo e la
infilò nei pantaloni.
-
Ok... credo sia giunto il momento di
separaci...-
-
Si...- disse Afek accarezzando Badir che
piagnucolava quasi sapesse che Tony stava per andarsene.
Lui
si abbassò e gli fece il solletico
sotto il collo.
-
Sei sicuro di non voler partire domani
mattina?- gli domandò dall’alto il vecchio.
-
Se viaggio di notte arriverò di
mattina...- rispose l’agente dell’NCIS senza alzare
lo sguardo.
-
Sei sicuro di non volere un passaggio?-
continuò speranzoso l’ex medico.
DiNozzo
si alzò e lo guardò sorridendo.
-
No... voglio fare la strada a piedi...-
-
Contento te...-
-
Allora arrivederci...- disse Tony
stringendogli la mano.
Poi
si voltò e cominciò a percorrere il
sentiero tra gli aranci.
-
Sento che ci rincontreremo! L’hitraot
!- gli gridò
dietro l’uomo.
Badir
ululò.
Tony
fece un cenno con la mano e continuò a
camminare.
“Anche
io... amico...”
Tel
Aviv 19:05 ora locale
Autostrada
- Ancora non ci credo che se ne è
andato...- sussurrò Tony
ancora incredulo rivolto a Ziva.
Erano seduti sulla sua macchina e stavano guardando
il
tramonto bevendo una cioccolata calda...
Avevano posteggiato sul molo...
- Neanche io...-
- Mi ha lasciato il comando senza dire una
parola... senza dirmi
cosa si aspetta che io faccia...-
Erano appena usciti dall’NCIS e Gibbs
aveva appena comunicato
a tutti che sarebbe andato in pensione...
Aveva lasciato le sue cose in mano a DiNozzo e poi
era
scomparso in Messico...
Sorseggiarono la cioccolata.
- Forse sa che sai già cosa fare...-
disse Ziva
- Non è vero! Io sono confuso... non so
cosa devo fare e
quello che invece devo fare... in questo momento so solo che ho una
voglia
matta di prenderlo a cazzotti...- fece il ragazzo stringendo il pugno
fino a
far sbiancare le nocche...
Ziva notò il suo nervosismo...
- Calmati DiNozzo... e concentrati su cose positive
come il
tramonto... penserai domani a cosa fare... penserai domani a cosa non
fare... ma
oggi c’è solo il tramonto...-
Tony lo osservo per un lungo minuto, rapito dalla
sua bellezza
e dai suoi colori...
- E’ bello vero?-
- Già... ma dovresti vedere quello che
c’è in Israele... è
ancora più bello...-
Lui la guardò curioso.
- Dici sul serio?-
Lei si voltò e i loro sguardi si
incontrarono...
- Si... è il più bel tramonto
del mondo...- rispose lei
sorridendo dolcemente al ricordo.
Lui tornò a fissare il sole che ormai
era quasi scomparso...
- Un giorno voglio visitare il tuo paese...- disse,
ma dopo un
paio di secondi aggiunse - con te magari...-
Lei sorrise.
- Mi piace come idea...-
- Allora è deciso...- disse Tony felice
buttando il bicchiere
di cioccolata calda in una secchio della spazzatura là
vicino con un canestro
quasi perfetto.
- E magari visto che ci siamo andiamo anche in
Messico a fare
una visitina a Gibbs...- fece Ziva ridendo.
Tony si unì alla risata della ragazza....
- Così magari mi spiega cosa vuole che
io faccia!-
-
Ziva...- la chiamò Sara.
Erano
dentro una macchina nera che il
Mossad aveva messo a sua disposizione.
Lei
non la ascoltò neanche...
Era
troppo arrabbiata e confusa...
Cercò
istintivamente il ciondolo di Tony...
ma non lo trovò.
Lo
aveva lasciato a casa...
Faceva
parte del passato ormai!
E
lei, seppur a malincuore, doveva
abituarsi all’idea che non lo avrebbe più
rivisto...
-
Ziva...- la chiamò di nuovo Sara.
-
Uhm?-
-
Che hai? Non ti senti bene?- le domandò
notando le sue occhiaie e la sua espressione infelice.
Tentò
di fare un sorriso per rassicurarla.
-
No... non ho niente... tranquilla...-
-
Beh... stiamo andando a trovare nostro
padre in segreto... e tu sembri appena uscita dalla tomba... penso che
ci sia
qualcosa che non va...-
Ziva
si raddrizzò e le passò una mano tra i
capelli.
-
Senti... non ti preoccupare! Va tutto bene...-
Proprio
in quel momento si senti il rumore
del motore di una grossa auto scura che stava andando incontro alla
loro.
C’era
un uomo in cima...
E
aveva un lancia granate...
-
Sicura che vada tutto bene?!?- le domandò
spaventata Sara.
-
Salta fuori dalla macchina!- gridò Ziva.
La
ragazza non se lo fece ripetere due
volte...
Aprirono
gli sportelli con foga e si
gettarono fuori, rotolando sul duro asfalto...
Non
appena furono fuori dalla macchina
quest’ultima esplose con un enorme boato.
Tel
Aviv 19:09 ora locale
Autostrada
Tony
era a un centinaio di metri da lì quando
sentì il boato.
Immediatamente
si precipitò verso il luogo
da cui proveniva l’esplosione...
E
fu così che vide Ziva e una ragazza di
circa sedici anni rotolare sull’asfalto fino a raggiungere il
ciglio della
strada, mentre la macchina a dieci metri da loro era avvolta dalle
fiamme e un
fuoristrada nero con sopra un uomo incombeva su di loro...
“Ziva...”
pensò.
Poi
fece tutto automaticamente, si avvicinò
anche lui al ciglio della strada, mentre Ziva e la sua compagna
cercavano di
rialzarsi, e tirò fuori la pistola di Afek.
Non
perse tempo: sparò subito all’uomo
sopra il tetto.
Poi,
neanche lui sapeva come, riuscì a
colpire anche il guidatore facendo sbandare il fuoristrada che
andò a sbattere
contro la macchina di Ziva in fiamme.
Continuò
a correre verso le ragazze più
forte che poteva.
Ma
scorse con la coda dell’occhio una cosa
che non gli piacque...
All’ultimo
minuto due passeggeri del
fuoristrada erano riusciti a uscire, ed erano pericolosamente armati
anche
loro.
Tony
guardò preoccupato verso Ziva, stava
aiutando l’altra ragazza a rimettersi in piedi...
E
i due malviventi miravano verso di lei...
Gli
pareva persino di riconoscerne uno...
Dove
l’aveva già visto?
Decise
che non era quello il momento di
pensarci...
Corse
disperato in quella direzione con la
pistola ben stretta in mano...
Tel
Aviv 19:10 ora locale
Autostrada
-
Forza alzati! Non c’è tempo!-
Ziva
stava aiutando Sara ad alzarsi quando il
proiettile le sfiorò la guancia...
Un
altro le sfiorò il braccio, stavolta penetrando
più in profondità...
Non
pensò neanche...
Il
suo istinto da agente del Mossad lo fece
al posto suo...
Scattò
immediatamente verso il sentiero
scosceso, ripido e roccioso che c’era su un lato della strada
e si nascose
dietro un masso abbastanza grande da coprirla.
-
Ziva...-
-
Sara forza vieni anche tu al riparo...
muoviti!-
La
sorella tentò di farlo...
Ma
non fu abbastanza veloce...
Fu
colpita in pieno e si afflosciò per
terra...
-
Sara!- gridò Ziva sconvolta e con gli
occhi pieni di lacrime...
Nella
sua mente ripercorse i ricordi di Tali
che esplodeva e di Ari che moriva per mano sua...
Fece
per correre verso di lei ma due
braccia forti la afferrarono e la strinsero, impedendole di andare
incontro ad
una morte certa.
Tel
Aviv 19:11 ora locale
Autostrada
Tony
aveva assistito alla scena con il
cuore in gola, e non appena quei due avevano sparato alla ragazza che
Ziva
aveva chiamato Sara, e cercarono di uccidere anche lei, lui non
esitò ad
afferrarla rimetterla al sicuro nel suo nascondiglio facendole scudo
col suo
corpo...
Continuò
a sparare a sparare verso quei due
beccandosi però un colpo di striscio al fianco...
Ignorò
il dolore e continuò a sparare con i
pochi colpi che gli rimanevano fino a quando non sentì
più nulla...
Il
silenzio regnava incontrastato in quel
luogo di morte e dolore...
Tony
si girò verso Ziva...
Erano
giorni che cercava disperatamente di
rivederla, per poter parlare... per poter chiarire... per poter
chiudere quella
pagina... o magari di riaprirla...
Ma
non aveva certo immaginato che si
sarebbero rivisti in una situazione del genere...
Vederla
così indifesa e ferita... lo faceva
rendere conto che lei aveva bisogno di lui e che lui non poteva
abbandonarla...
non in quel momento almeno...
Non
doveva andare così...
-
Ziva... stai bene?-
Tutto
quello che rispose Ziva con il viso
rigato dalle lacrime e abbracciandolo forte fu:
-
Sara...-
*
L’hitraot
vuol dire addio
*
Povera Sara... non picchiatemi!
* Ragazzi il prossimo
è il famoso capitolo
13...
|
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Capitolo 13 *** 13. Un inizio e una fine ***
Eccoci
finalmente al capitolo 13... il
fatidico capitolo dell’incontro... purtroppo per colpa di
qualcuno... non farò
nomi... (eLiSeTtA) sapete già che è un capitolo
“speciale” e quindi ringraziate
CHI ha fatto spoiler e che vi ha quindi rovinato la sorpresa...
(perché doveva
essere una sorpresa per voi uffi!) non la uccidete però...
quel compito spetta
a me... muahahahahah...
A
parte gli scherzi... ora vi lascio al
capitolo! Buona lettura!
13.
Un inizio e una fine
Tel
Aviv 20:40 ora locale
Abitazione
di Yanir Afek
Tony
non riusciva a capacitarsi di essere
appena riuscito a trascinare Ziva in un luogo apparentemente sicuro,
una casa
disabitata nel mezzo di un aranceto, ferito e confuso.
Lei
aveva pronunciato frasi come: “Non
può essere morta... non lei... è un
incubo...” per tutto il tragitto e lui era rimasto
stupito di fronte a quel
lato di Ziva di cui ignorava l’esistenza.
Appena
entrato nell’abitazione si era
chiuso la porta alle spalle e aveva osservato la sua compagna mentre si
sedeva
sul letto.
Preso
come era dalla fuga non si era
nemmeno reso conto di essere ritornato nell’abitazione di
Afek.
Stranamente
il vecchio non era in casa...
Si
concesse un secondo per pensare cosa
stesse facendo quell’uomo con il suo lupo...
Poi
Tony tornò a dedicarsi a Ziva.
Pareva
in trance.
Fissava
il vuoto con una intensità che lo
spaventava.
Si
sentiva lontano da lei... incapace di
raggiungerla...
L’aveva
cercata per giorni...
E
ora che l’aveva trovata...
Le
cose non dovevano andare così...
Le
si avvicinò con cautela e abbassandosi
verso di lei le chiese dolcemente come stava.
Ziva
non rispose.
Lui
sospirando si tirò su e andò verso il
bagno, dove trovò tutto l’occorrente per ripulire,
disinfettare e fasciare le
loro ferite.
Prima
si occupò di lei.
Per
fortuna era solo stata colpita di
striscio all’avambraccio e aveva qualche escoriazione...
La
ragazza per tutto il tempo della
medicazione non si era mossa e non aveva dato segno di capire cosa
stesse
succedendo intorno a lei.
Poi
DiNozzo con quello che rimaneva pensò a
sé.
Era
stato colpito al fianco, per fortuna
superficialmente, ma sanguinava parecchio...
Alla
fine, stremato, Tony si sedette
accanto a lei e iniziò a sussurrarle parole di
incoraggiamento.
-
Ziva svegliati... sono Tony... sei al
sicuro ora... dai...-
-
Tony?- chiese lei girandosi a fissarlo ma
i suoi occhi non avevano nessuna un’espressione e lei pareva
non riconoscerlo.
-
Si... sono Tony...-
-
Tony...- ripeté lei come se cercasse di
ricordare dove avesse già sentito quel nome.
-
Brava, Tony! Ti prego torna in te...-
-
Tony...- disse ancora una volta la donna
e in quel momento si ricordò tutto.
L’imboscata,
il suo incontro con lui, la
morte di Sara...
-
Tony... è stata colpa tua!!! E’ stata
colpa tua!!!- fece alzandosi in piedi e gridandogli addosso.
Anche
lui si alzò e la guardò confuso negli
occhi.
-
Se tu non mi avessi trattenuta l’avrei
salvata e lei sarebbe ancora viva!!! E’ stata tutta colpa
tua!!!-
E
dicendo così cominciò a prenderlo a pugni.
-
E’ colpa tua!!! Tua!!! Sei un bastardo!!!
Sara è morta per colpa tua!!!-
“Se
io non ti avessi trattenuta avresti
fatto la fine di quella poveretta probabilmente...”
pensò Tony un poco sorpreso
da quella reazione improvvisa.
Ma
Ziva in quel momento non aveva bisogno
di qualcuno che la contraddicesse...
Per
questo, lui nonostante quei colpi gli
facessero male, non reagì e li subì tutti con
estrema serenità.
Lei
continuò a prenderlo a pugni
innumerevoli volte, finché, stanca, si accasciò
contro il suo corpo.
Tony
prontamente la sorresse.
Quando
alzò gli occhi verso di lui, e notò
che il suo viso era pieno di contusioni, parve riacquistare il senno.
Gli
occhi non erano più inespressivi, anzi
sembravano mortificati per quello che gli aveva appena fatto.
-
Tony... che ti ho fatto... scusami...-
disse la ragazza abbracciandolo forte.
-
“Mai chiedere scusa è un segno di
debolezza”!- citò Tony abbozzando a un sorriso,
poi tornò serio - Non è niente
comunque... tranquilla... non è successo niente... va tutto
bene...- e prese a
carezzarle i capelli.
-
Che ci fai qui in Israele?- chiese ancora
appoggiata a lui.
Tony
non rispose e rimase in silenzio.
Ziva
allora scostò lentamente la faccia
dalla sua spalla e lo fissò intensamente negli occhi.
Quanto
le era mancato quello sguardo...
Beffardo
ma allo stesso tempo dolce...
Semplice
ma complesso...
L’unico
sguardo capace di farla sentire al
sicuro...
Quello
sguardo valeva più di mille
parole...
Con
estrema cautela avvicinò le proprie
labbra alle sue toccandole appena.
Poi
ripeté il gesto approfondendo quel
magico contatto.
Il
solido muro che aveva intorno al cuore
cedette.
Ricominciò
a piangere e questa volta si
abbandonò ai singhiozzi.
-
Ziva...- disse Tony staccandosi un
momento e ansimando.
Non
doveva assolutamente andare così!
-
Stai zitto...- mormorò lei tirandolo nuovamente
a sé.
Si
sdraiarono, lei percepì il sapore
ferroso del sangue sulle labbra del ragazzo, là dove
l’aveva colpito con
violenza poco prima.
Dapprima
fu il bisogno di sopravvivere a
tutto quello che avevano passato a guidarli, poi fu qualcosa di
più profondo e
antico che fece scordare loro il dolore, sia fisico che morale, che li
stava
tormentando.
Infine
persero la consapevolezza di tutto.
Inconsapevoli
del mondo, inconsapevoli
della guerra, inconsapevoli della morte che li circondavano rendendo le
loro
vite impossibili, ma non inconsapevoli di loro stessi.
Tel
Aviv 7:05 ora locale
Abitazione
di Yanir Afek
Quando
si svegliò Tony si accorse di essere
da solo nel letto.
Lentamente
si mise a sedere, e quando lo
fece provò un fitto dolore al fianco, ma non vi
badò.
-
Buongiorno...- lo salutò Ziva tornando
dal bagno.
-
Ciao...- le disse con dolcezza - Perché
non mi hai svegliato?-
-
Pensavo volessi dormire ancora un po’...-
rispose facendo le spallucce.
Lui
si allungò verso di lei, cercando di
afferrarla, ma Ziva si sottrasse alla sua presa e
s’allontanò un poco.
-
Ci aspetta una lunga giornata...-
Con
un grugnito di disapprovazione Tony si
alzò e prese i boxer dai suoi abiti ammucchiati vicino al
letto, mentre Ziva
raccoglieva le sue cose.
Dalla
finestra, il ragazzo studiò il
paesaggio.
Il
cielo mattutino era azzurro e limpido.
Il sole era caldo e brillante e faceva risplendere le gocce di rugiada
sugli
alberi come gioielli.
-
Vieni a vedere!- gridò.
Con
indosso i pantaloni di tela e la
camicia abbottonata a metà, Ziva lo raggiunse.
Lui
la guardò stordito dalla sua bellezza.
La
donna spalancò gli occhi di fronte a
quello spettacolo che tanto le era mancato.
-
Che meraviglia... queste cose non si
vedono a Washington...- mormorò, poi si appoggiò
a Tony che istintivamente la
abbracciò.
-
Beh... a Washington ci sono altre
meraviglie... prendi me come esempi... ahi! Va bene ho capito... la
smetto...-
Restarono
immobili e in silenzio per
qualche minuto.
Poi
Ziva si divincolò dall’abbraccio.
-
Dobbiamo andare... abbiamo molte cose da
fare...-
-
Più di quelle che abbiamo fatto ieri
sera?- chiese DiNozzo sornione.
Ziva
non potè trattenere un sorriso, ma poi
torno seria e lo fissò con la sua occhiataccia.
-
Forza! Smuovi quel sederino peloso e
preparati!-
Tony
annuì e sospirò.
Come
ebbe finito di vestirsi raggiunse Ziva
che stava cercando qualcosa di utile nei cassetti della cucina.
La
vide prendere in mano una forchetta e
osservarla in tutte le sue angolazioni, poi, delusa, la
buttò dietro di se...
Fece
per esaminare un coltello ma Tony la
baciò con passione sorprendendo entrambi...
Soprattutto
Ziva... che però alla fine ricambiò
il bacio.
Nessuno
dei due aveva fatto parola sui
possibili sviluppi di quella storia.
La
notte prima avevano parlato a lungo di padri,
fratelli, amici...
Vivi
e morti.
C’erano
state altre lacrime.
Poi
si erano amati di nuovo e infine erano
sprofondati nel letto per godere di qualche ora di sonno prima
dell’alba.
Tony
sapeva benissimo che quello che era
successo la notte precedente era la conseguenza di tutti quegli eventi
nefasti
che erano accaduti ad entrambi nel corso della loro vita e che li
avevano uniti
a poco a poco...
Non
era amore...
Non
ancora almeno...
Però
era un inizio.
E
se quel bacio poteva essere un inizio per
lui, poteva esserlo anche per lei, o almeno così sperava.
-
Cosa facciamo ora?- chiese Ziva
staccandosi leggermente da lui - Ce ne andiamo... prima che il
proprietario
ritorni?-
-
Con la fortuna che abbiamo mi stupisce
che Afek non sia spuntato fuori proprio mentre noi...-
-
Già...- lo interruppe Ziva imbarazzata -
Chi è Afek?-
-
Il proprietario...- rispose Tony come se
fosse ovvio.
-
Tu conosci il proprietario di questa
casa?- fece lei spingendolo via piuttosto accigliata.
-
Si... è quello che si è occupato di me
quando sono stato aggredito da quei mercenari... bravo uomo...-
-
E ora dov’è?-
-
Non lo so...-
-
Che significa che non lo sai?-
-
Mica sono il suo segretario!- ribattè il
ragazzo - Comunque dovrebbe essere a caccia con Badir...-
-
E chi è?-
-
Il suo lupo...-
-
Ah... certo che le persone strane le
conosci tutte tu...-
-
Non so se prenderlo come un complimento o
come un insulto...-
-
Lascia perdere... hai preso tutto
piuttosto?-
-
Si... avevo solo i vestiti...-
-
Bene... non ci sono armi qua... neanche
un coltello un po’ più grosso del normale in
cucina o di un bisturi... ho
cercato ovunque... anche in bagno...-
-
Chi nasconderebbe le armi in bagno?-
-
Io... comunque sono disarmata come te...
quindi come facciamo?-
-
Beh... io non ho mai detto di essere
disarmato...-
-
E me lo dici ora?!?-
-
Si...- e le lanciò la pistola che gli
aveva dato Afek.
-
Se non hai altre bollenti rivelazioni da
farmi possiamo partire...- fece Ziva incamminandosi verso la porta con
passo
deciso.
-
Scottanti rivelazioni... non bollenti... comunque...
non potremmo rimanere qua e aspettare che il vecchio torni?- le fece
notare
DiNozzo cingendola da dietro con le braccia.
-
No... Tony io devo tornare al quartier
generale del Mossad e denunciare l’incidente... devo fare
“arrestare” Hazif per
tutto quello che mi ha fatto... la deve pagare...- rispose lei
divincolandosi.
-
Va bene... allora partiamo subito...- borbottò
Tony.
Poi
andò verso la porta e la aprì
galantemente per far passare la ragazza.
-
Grazie...- disse questa sorridendogli.
Appena
misero piede fuori di casa l’aria
fresca del mattino li investì, portando con se profumi quasi
sconosciuti a
Tony.
Percorsero
insieme la stretta stradina che
si apriva tra gli alberi.
Era
grande appena per far passare il
furgoncino di Afek.
-
Ma non finisce mai?!?- commentò Ziva dopo
un paio di minuti di cammino.
-
Dovrebbe mancare poco alla fine... ah!
Ecco il cancello!-
Una
volta oltrepassato davanti a loro si
estesero circa cento
metri di manto
erboso che poi con una discesa rocciosa arrivava in autostrada.
Ziva
cominciò a chiedersi come avesse fatto
Tony a portare entrambi sino a quella casa...
Doveva
essere stato estenuante oltre che
pericoloso... eppure lui non si era tirato indietro...
Le
aveva salvato la vita...
E
lei invece lo aveva picchiato...
-
Ehi, occhioni belli... torna tra noi
invece di fissarmi come se non avessi mai visto un uomo... capisco
d’essere
irresistibile... però non ti pare di esagerare?-
Lei
gli rivolse l’occhiataccia.
-
Allora... da che parte andiamo?- disse
Tony osservando confuso la grande distesa d’erba che si
trovava davanti a loro.
-
Afek ti ha detto dove si trova la sua
casa più o meno?-
-
Ha detto che è poco lontano da Gannot mi
pare...-
-
Ottimo... là ci sono agenti del Mossad a
volontà...- fece aumentando il passo e cominciando a
camminare verso la discesa
che portava all’autostrada.
-
Come mai?- chiese Anthony incuriosito e
seguendola.
-
Mio padre è stato ricoverato in una
clinica privata proprio a Gannot...-
-
Capito...-
Quando
ormai erano quasi arrivati alla discesa
udirono un rumore appena percettibile alle loro spalle.
-
Hai sentito anche tu?- chiese Tony
preoccupato.
Ziva
annuì.
Lentamente
si voltarono e andarono a
controllare.
Ma
purtroppo per loro si ritrovarono
davanti una granata stordente.
Tel
Aviv 10:07 ora locale
Proprietà
di Yanir Afek
Quando
si svegliò Tony si accorse di avere
mani e piedi legati.
Dove
si trovava?
Non
ricordava nulla di quello che era
successo...
Era
steso su un prato ed era legato come un
salame...
Perché?
I
ricordi lo assalirono improvvisamente...
La
partenza improvvisa di Ziva...
l’imboscata... Afek... Ziva che piange sul suo petto... Ziva
che lo bacia con
passione... la granata stordente...
Ziva!
In
qualche modo riuscì a mettersi in
ginocchio e ancora con la vista offuscata la cercò
utilizzando gli altri sensi.
Riusciva
a sentire il suo respiro il suo
respiro...
Era
accanto a lui... viva...
“Ma
per quanto?” pensò cercando di mettere
a fuoco l’uomo davanti a lui.
-
Tu sveglio... miracolo...- commentò il
mercenario che li aveva catturati con un sorriso odioso stampato in
faccia.
Avrebbe
riconosciuto quella voce e quella
faccia ovunque...
Era
Abdal...
Era
ferito ad una spalla... e doveva anche
essere uno dei mercenari che avevano ucciso Sara...
Ecco
chi era quel tipo che gli pareva di
aver già visto da qualche parte!
Si
diede dello stupido per non essere
riuscito a identificarlo prima...
-
Ha ragione il nostro amico, Tony... hai
dormito un sacco...- disse Ziva alla sua sinistra per sdrammatizzare.
-
Beh... se avevo del sonno da recuperare
non era colpa mia... o sbaglio?-
-
Voi smettere di parlare!-
-
Stiamo discutendo mio caro amico
sgrammaticato! Quindi lasciaci in pace!-
Abdal
colpì Tony al viso con una violenza
tale da farlo traballare.
-
Voi smettere di parlare...- ripeté
sorridendo.
-
Va bene... non scaldarti tanto amico...-
-
Dopo tempo ora io posso ammazzare te
americano! Il capo voleva fare fuori me perché tu scappato!-
-
E’ colpa mia se io sono intelligente e tu
no?-
Un
altro, e stavolta anche più violento del
primo.
-
Ora io uccidere tua amica... perché per
lei capo pagare meglio... e perché io volere vedere te
soffrire...-
E
così dicendo puntò la pistola verso la
testa di Ziva.
-
Ehm... ma tu lo sai chi è lei?!?- chiese
Tony per guadagnare tempo: ci doveva essere una soluzione... per forza!
-
Si... fonte di soldi e tua ragazza...-
rispose Abdal senza abbassare la pistola.
-
No amico! Lei è il Vicedirettore del
Mossad!-
Tentò
di sciogliere le corde...
-
Davvero?-
-
Si! Se la ammazzi ti saranno tutti
addosso...-
Abdal
le aveva strette per bene... era
inutile continuare a provarci...
-
No affare mio... dopo avere ammazzato voi,
io andare via da questo paese di ebrei e andare in mio paese
d’origine!-
Aveva
fatto in modo che stessero in ginocchio...
poteva provare ad alzarsi di scatto e colpirlo con una testata...
No...
aveva sospettato che l’avrebbero
pensato... così si era messo a distanza di sicurezza...
-
Ma...- stava per ribattere ma fu
interrotto da Ziva.
-
Tony smettila... non cambierà mai idea...
lo sai che sono così i terroristi... incuranti della morte e
dei pericoli...-
Non
avrebbe mai detto così se non fosse
stata sicura che non ci fosse nessuna via d’uscita... oppure
aveva un piano?
-
Mi stai dicendo che devo guardarti morire
senza fare niente?!?- gridò il ragazzo per scaricare la
tensione.
-
Voi zitti!-
-
E stai zitto tu!-
Ricevette
un altro pugno.
-
Giuro che te la farò pagare amico...-
rispose tra i denti DiNozzo.
-
Certo certo... ora tu guardare bene: io
uccidere tua ragazza!- e così dicendo puntò tutto
sorridente la pistola verso
la sua testa.
-
Ziva... ti prego... devi avere un piano
di riserva! Tu hai sempre un piano di riserva... riesci sempre a
cavartela...-
fece il ragazzo quasi balbettando e cercando conforto nella sua voce.
-
Chiudi gli occhi... - rispose Ziva con un
tono di voce che non riuscì a decifrare.
-
No! Ci deve essere un modo... lo
troveremo! Ci salveremo!-
-
Non c’è...- gli fece un mezzo sorriso -
chiudi gli occhi...-
Ma
lui la fissava ancora con quei suoi
occhi magnetici...
Non
voleva lasciarla andare...
Non
poteva lasciarla andare!
Non
dopo tutto quello che avevano passato!
Non
proprio ora che si erano finalmente ritrovati!
La
ragazza lo fissò con una dolcezza che
non credeva di possedere e sussurrò:
-
Chiudi gli occhi... per favore...-
Ziva
osservò un riluttante Tony chiudere
gli occhi e poi fece lo stesso anche lei aspettando il proiettile.
Non
c’era un modo per uscirne... aveva
analizzato anche lei tutte le possibilità...
E
tranne che arrivasse loro un aiuto
esterno non avevano speranze...
L’unica
cosa buona era che non avrebbe
dovuto veder morire Tony...
Doveva
ammettere a se stessa che forse si
era innamorata di lui...
Era
incredibile...
Lei...
Ziva David... che si era innamorata
di DiNozzo!
Se
si fosse trovata un altro contesto
avrebbe persino riso...
Non
credeva che avrebbe mai provato
qualcosa del genere per un uomo... soprattutto per quell’uomo...
Un
sentimento così forte da farle
desiderare la propria morte piuttosto che la sua...
Il
rumore improvviso dello sparo riempì l’aria
intorno a loro...
Per
un secondo non si sentì nulla, solo
l’eco del rumore improvviso che aleggiava ancora in aria...
Con
suo immenso stupore Ziva si rese conto
che il proiettile non l’aveva colpita... e che lei era stata
spinta di lato da
una spallata...
Intuendo
riluttante quello che era appena
successo aprì gli occhi e fissò orripilata il
corpo di Tony, che giaceva alla
sua destra, immobile e con la faccia ricoperta di sangue.
*
Non picchiatemi!!! Mi sono già punita da
sola...
* luxu2: beh creare un
McGee imbambolato
mi sono ispirata ad una scena dell’ottava puntata della terza
stagione
(Assassini/Undercovers, quella in cui Tony e Ziva erano sotto
copertura), in
quella scena McGee rimaneva imbambolato e balbettava solamente
perché i due
agenti dell’FBI gli avevano detto che Tony e Ziva erano stati
a letto insieme e
per giunta non ne era sicuro... o non li aveva visti con i suoi
occhi... tutto
qui...
|
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Capitolo 14 *** 14. Tra vita e morte ***
Ciao
a tutti!!! Eccomi tornata!!! Scusatemi
se vi ho fatto aspettare così tanto... ma la scorsa
settimana qui a Catania era
festa e ne ho voluto approfittare...
scusate il mio egoismo... XP
Che
sarà successo a Tony?!? Scopritelo
leggendo!!!
14.
Tra vita e morte
Tel
Aviv 10:10 ora locale
Proprietà
di Yanir Afek
-
No! Che gli hai fatto bastardo!- gridò
Ziva con gli occhi offuscati dalle lacrime rimettendosi dritta e
cercando di
avvicinarsi di più a Tony...
Abdal
rise di gusto vedendo quella scena.
-
Lui avuto quello che meritava! Lui volere
fare eroe... lui morto! E ora tu morire...- e puntò la
pistola verso la testa
della ragazza senza mai smettere di sorridere - Shalom!-
Ziva
non se ne curò e continuò a fissare il
corpo inerme di DiNozzo come se non potesse più distogliere
lo sguardo...
Che
quel bastardo la uccidesse pure...
Tanto
ormai non aveva più nessuno al
mondo...
Lentamente
poggiò la sua fronte sulla
spalla del ragazzo e cominciò a piangere...
Perché
tutte le persone a cui teneva erano
destinate a morire?
Perché
la vita era così ingiusta con lei?
Aspettò
con impazienza il proiettile...
Almeno
così avrebbe raggiunto tutte le
persone che amava...
Sarebbe
finalmente stata felice...
E
più nessuno sarebbe morto a causa sua...
La
morte era la soluzione migliore...
Un
urlo però la costrinse al alzare lo
sguardo e ad abbandonare i suoi pensieri.
-
Vai Badir!-
Il
lupo si avventò sul mercenario proprio
mentre stava per sparare a Ziva...
Afferrò
tra i denti il polso dell’uomo
spezzandolo come fosse un rametto secco.
Poi
gli si gettò addosso facendolo cadere
di spalle per terra...
L’uomo
non potè fare niente mentre
l’animale lo graffiava e lo riempiva di morsi...
Alla
fine, Badir, stanco di giocare gli
spezzò il collo con un sonoro e inquietante
crack, ponendo finalmente fine alla vita di
quell’uomo orribile e senza
scrupoli.
-
Stai bene?- chiese Afek a Ziva mentre la
liberava dalle corde, che nel frattempo aveva osservato la scena
compiaciuta.
Finalmente
quel bastardo era morto...
Aveva
avuto quello che si meritava...
Anche
se avrebbe preferito farlo fuori con
le proprie mani...
Conosceva
una cinquantina di modi piuttosto
crudeli e dolorosi...
-
Ehi! Stai bene?- ripetè il vecchio,
mentre pensava a liberare anche DiNozzo.
Lei
trasalì e ritornò alla realtà...
La
dura realtà...
-
E’ morto...- rispose lei posando lo
sguardo su Tony.
Stavolta
fu Afek a trasalire...
Mentre
guardava DiNozzo i suoi occhi verde
opalino si oscurarono diventando verde scuro come le più
segrete profondità del
mare...
Non
di nuovo...
Non
proprio ora che era riuscito a
riprendersi...
L’
ex medico controllò il polso del ragazzo
preoccupato.
-
No... è ancora vivo... ma il battito è
debole... anzi debolissimo... dobbiamo sbrigarci altrimenti ci muore...-
Si
strappò un pezzo di maglietta e ordinò
alla ragazza di premerlo contro la ferita per far fermare un
po’ il flusso del
sangue, poi si passò una mano tra i capelli nervoso e
indeciso sul da farsi...
-
Va bene... aiutami a portare Anthony sul
furgone!- fece prendendo il ragazzo per un braccio, poi si rivolse al
lupo che
era ancora chinò sul mercenario - Vieni Badir! Non devi
cibarti di quel coso
schifoso...-
Quello
alzò la testa dal corpo martoriato
di Abdal e trotterellò verso il padrone leccandosi il muso
sporco di sangue.
Ziva
prese Tony per l’altro braccio e
insieme ad Afek lo caricò sul retro del furgone.
-
Io resto con lui...- disse la donna.
L’uomo
annuì e si andò a mettere nella
cabina del guidatore insieme a Badir.
La
ragazza ebbe appena il tempo di
stringere a se Tony che il furgone partì a tutta birra verso
la casa.
-
Che sta facendo?!? Dobbiamo andare in
ospedale!- gridò allarmata.
-
Avete preso la via sbagliata! Di qui non
si scende con la macchina! Dovevate usare la via sul retro della casa!
Quella
porta direttamente a livello della strada! Reggiti forte! Non abbiamo
molto
tempo!-
Si
diede della stupida...
Prima
avrebbero dovuto cercare tutte le vie
di uscita possibili...
Aveva
commesso l’ennesimo errore...
E
forse questo sarebbe costato la vita di
Tony...
Premete
leggermente il pezzo di stoffa che
le aveva dato Afek sulla parte sinistra del viso del ragazzo tentando
di
fermare l’emorragia facendogli però emettere
qualche gemito di dolore...
-
Stai tranquillo... ci sono io con te...-
gli sussurrò.
Lui
sentendo la sua voce parve calmarsi...
Era
conciato davvero male...
Nel
giro di un paio di giorni Ziva aveva
perso Sara e stava per perdere anche Tony...
Ed
entrambe le cose erano successe per
colpa sua...
Neanche
le parole di incoraggiamento che
Afek le diceva dalla cabina del guidatore la rincuoravano...
DiNozzo
diventava sempre più freddo e il
sangue che fuoriusciva dalla ferita non accennava nemmeno a fermarsi...
-
Stai tranquilla... io abito a dieci
minuti dalla clinica “Meyudim”... stiamo per
arrivare... Anthony si salverà...-
le comunicò l’uomo.
Perché
la voleva illudere?
Sapeva
benissimo come sarebbe finita...
Anche
se non l’avrebbe mai accettato...
Anche
se non poteva neanche sopportare
l’idea che Tony la lasciasse da sola...
Lei
lo sapeva...
L’avrebbe
lasciata esattamente come avevano
fatto anche gli altri che aveva amato...
-
Ti prego resisti... non puoi abbandonarmi
pure tu... ti prego...-
E
così dicendo lo strinse forte a se...
Ora
capiva quello che aveva provato Tony
vedendola andare via da lui...
Lo
stava perdendo e non poteva fare nulla
per evitarlo...
Quel
senso di impotenza le era del tutto
estraneo e la rendeva molto confusa e spaventata...
Non
poteva perdere anche Tony...
Le
sarebbe stato impossibile continuare a
vivere...
Non
riusciva più nemmeno a immaginarsi la sua
vita senza di lui!
Sentì
una mano tremante e fredda poggiarsi
sul suo viso e alzarlo...
-
Tony...- sussurrò Ziva con la voce rotta
dai singhiozzi.
La
guardava con dolcezza mentre cercava di
tenere a bada il dolore per almeno un momento...
Ma
poi la mano di Tony gli ricadde
stancamente sul petto e lui si abbandonò tra le braccia
della ragazza...
-
Muoviti! Abbiamo pochissimo tempo!- gridò
la donna disperata rivolta ad Afek.
Lui
non se lo fece ripetere due volte e
andò a tavoletta mentre il povero Badir di nascondeva la
testa tra le zampe e
guaiva spaventato...
Dopo
circa due minuti di viaggio straziante
raggiunsero la clinica “Meyudim”.
Afek
mandò Badir verso le porte per richiamare
l’attenzione e fare così arrivare i soccorsi e nel
frattempo raggiunse i ragazzi
che stavano sul retro...
Anthony
era pallidissimo...
Non
c’era tempo da perdere...
Salì
sul retro del furgone e controllò il
battito...
Ancora
più debole di prima...
Nel
frattempo arrivarono anche i medici,
presero il ragazzo e lo portarono all’interno
dell’edificio su una barella.
-
Dobbiamo portarlo immediatamente in sala
operatoria! Veloci!- gridò un uomo sulla quarantina che
aveva tutta l’aria di
essere il primario.
-
Cosa gli è successo?- chiese
avvicinandosi a Afek e alla ragazza.
-
Gli hanno sparato...- rispose Ziva ancora
scossa e con il viso rigato dalle lacrime.
-
Voi state bene?-
-
Si...- fece l’ex medico mettendo un
braccio sulle spalle della donna per darle forza.
-
Va bene... faremo di tutto per salvarlo
signorina...- e così dicendo il dottore andò
verso la sala operatoria.
Stancamente
la ragazza si accasciò su una
sedia e si mise le mani sul volto.
Sentì
Afek litigare con una infermiera a
causa di Badir...
Cercava
in tutti i modi di convincerla che
era buonissimo e che era solo un cucciolo ma lei non voleva sentire
storie...
Alla
fine l’uomo la mandò a quel paese e si
sedette accanto a Ziva.
-
Come stai?-
-
Sto bene... sono solo un po’ scossa...
non si preoccupi...- fece lei alzando il viso e cercando di fare un
sorriso.
-
Scusa se non mi sono presentato prima...
sono Yanir Afek... e lui è Badir...-
-
Io sono Ziva David... -
-
E devi essere anche il motivo segreto per
cui Anthony è venuto in questo paese disgraziato...-
Lei
non rispose e fece un sorriso amaro.
Nel
frattempo il lupo aveva preso ad
annusarle la mano e a leccargliela con insistenza.
Forse
Ziva gli stava simpatica...
Con
un gesto incondizionato prese a fargli
il solletico tra le orecchie.
-
Ed anche colpa mia se Tony ora è in
queste condizioni...-
-
Non è vero... è colpa di quel
mercenario...-
Lei
scosse la testa.
-
Se l’avessi protetto...-
-
Non potevi fare niente... eri legata come
un salame...- le mise nuovamente un braccio intorno alle spalle - Non
è stata
colpa tua... hai capito?-
-
Ma io...-
-
Guarda che se non rispondi che non è
stata colpa tua Badir ti mangia la mano...- scherzò
l’uomo osservando il lupo
mentre si strusciava contro la ragazza.
-
Va bene... non è stata colpa mia!- fece
lei cercando di sorridere.
Dopo
non parlarono più.
“Giuro
che se riesce a sopravvivere lo
terrò il più possibile lontano da me... non posso
permettere che gli succeda
qualcosa per causa mia...” pensò Ziva passandosi
una mano tra i capelli neri.
Sapeva
che quella sarebbe stata una delle
cose più difficili che aveva mai fatto...
Ma
doveva farlo...
Per
il bene suo e soprattutto per il bene
di Tony...
Le
ore passarono lente... pareva che il
tempo si fosse fermato...
I
dottori non accennavano neanche ad uscire
dalla sala operatoria...
Ziva
era sempre più nervosa...
Il
presentimento che l’operazione non
stesse andando bene era vivo dentro di lei...
Il
presentimento che non avrebbe mai più
potuto incontrare gli occhi di Tony...
Il
presentimento che avrebbe dovuto vivere
con un'altra morte innocente sulla coscienza...
E
il presentimento, anche se pareva più una
certezza, che non sarebbe riuscita a trovare un’altra persona
disposta a fare
per lei quello che aveva fatto Tony...
Ancora
una volta si chiese come avrebbe
fatto senza di lui se fosse morto...
Ziva
tentò di alzarsi e andare a vedere se
l’operazione stesse andando bene...
Ma
Afek, come del resto aveva fatto ogni
altra volta che lei ci aveva provato, le mise prontamente una mano sul
ginocchio per fermarla, e le rivolse una occhiata di ammonimento.
Il
suo avvertimento era chiaro...
“Stai
a cuccia!”
Lei
sorrise e appoggiò la testa al muro
cercando di non pensare a nulla e in breve si lasciò
trasportare nel mondo dei
sogni...
Anche
se l’immagine del viso ricoperto di
sangue di Tony e la risata sadica di Abdal continuava a tornarle in
mente...
A
quanto pare questa volta non poteva
scappare dalla realtà neanche rifugiandosi nei sogni...
Tel
Aviv 16:31 ora locale
Clinica
“Meyudim”
-
Non abbandonarmi anche tu...-
Tony
la fissa deluso perché lei non ha mantenuto la promessa...
Tony
sorride perché è quello il suo modo per
mascherare il dolore...
Tony
che gioca...
Tony
che ride...
Tony
che la bacia...
Tony
con il viso sporco di sangue che lotta tra la vita e la morte...
-
Non abbandonarmi anche tu...-
Ziva
si svegliò di soprassalto...
-
Hai dormito bene?- le chiese Afek
avvicinandosi a lei e porgendole un caffè.
Lei
lo prese e mormorò qualcosa come un
grazie.
Calò
il silenzio.
-
Perché lo ha fatto?-
-
Che cosa?- domandò confuso il vecchio -
Il caffè? Beh... mi sembrava che ne avessi bisogno...-
Ziva
abbassò la testa e sorrise per la
prima volta quel giorno...
Ora
capiva perché Tony si era trovato tanto
bene con lui...
Erano
praticamente identici...
Avevano
persino la stessa tecnica per
sviare le domande alle quali preferivano non rispondere...
Alzò
e lo fissò con l’occhiata che di
solito riservava a DiNozzo...
Lui
sospirò...
-
Non ti si può nascondere nulla vero?-
fece grattandosi la testa nervosamente.
Sospirò
di nuovo e vuotò il sacco...
-
Anthony mi ricorda mio figlio... sono
entrambi due adorabili teste di legno... cocciuti come un mulo...
superficiali...
irritanti a volte... ma in fondo sono dei bravissimi ragazzi...-
Ziva
annuì e sorrise di nuovo...
Una
descrizione migliore di Tony non si
poteva fare...
-
Dov’è suo figlio ora?-
Afek
si incupì...
-
E’ morto pochi anni fa a causa
dell’attentato di un kamikaze... e con lui poco tempo dopo mi
ha lasciato anche
mia moglie...-
Il
sorriso morì sulle labbra di ziva che
tornò a fissare il pavimento...
-
Mi dispiace... capisco fin troppo bene
cosa vuol dire perdere delle persone care...-
Afek
fece un mezzo sorriso e accarezzò
dolcemente la testa grigia di Badir.
Ziva
continuò a sorseggiare il suo caffè
fissando quegli occhi ambra che parevano tanto umani...
Nemmeno
due minuti dopo il dottore uscì
dalla sala operatoria.
La
donna non perse tempo: si alzò di scatto
e corse verso di lui...
-
Dottore... come sta Tony?- chiese tutto
di colpo.
*
Ragazzi ribadisco di nuovo che non so se
questa clinica benedetta esista veramente... ma visto che si sta
intrecciando
così tanto con la vita dei protagonisti farò
delle ricerche...
* Spero di aver reso
bene i pensieri di
Ziva che negli scorsi capitoli avevo un po’ trascurato per
rendere i capitoli
più scorrevoli e dinamici... aspetto le vostre recensioni eh!
|
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Capitolo 15 *** 15. Gli agenti del Mossad non piangono ***
Ciao
ragazzi di nuovo in mezzo alle scatole
col nuovo capitolo! Scusate se vi ho lasciato per la seconda volta col
fiato
sospeso... ma che volete farci... io sono cattiva e mi piace farvi
stare sulle
spine!! Muahahahah!
Siamo
già arrivati al capitolo 15... wow!!
Beh...
vi lascio con lui... e trattatelo
bene perché è uno dei miei preferiti! XD
15.
Gli agenti del Mossad non piangono
Tel
Aviv 16:31 ora locale
Clinica
privata “Meyudim”
-
Dottore, come sta Tony?- chiese Ziva col
cuore in gola.
L’uomo
si passò nervosamente una mano tra i
capelli.
-
Beh... era una brutta ferita... il
proiettile l’ha colpito nell’occhio sinistro...
l’intervento era difficile...
siamo riusciti a salvare il bulbo oculare e la cornea... ma il nervo
ottico era
troppo danneggiato... il cristallino bruciato...-
-
Quindi?- chiese Ziva con il cuore in
gola.
Sapeva
già la risposta...
Ma
non ci voleva credere...
Il
medico fece un sospiro e abbassò la
testa.
-
Quindi... non potrà più vederci con
l’occhio sinistro...-
Il
mondo parve crollare sulle spalle della
ragazza.
Tony
aveva perso un occhio per colpa sua...
Afek
le cinse le spalle con un braccio per
darle coraggio.
Tremava
come se avesse la febbre...
La
donna abbassò gli occhi velati dalle
lacrime un attimo, poi chiese con voce roca al dottore:
-
Ma per il resto sta bene?-
Quello
cercò di fare un sorriso
rassicurante che però gli riuscì male...
-
Si... è stato molto fortunato... il
proiettile poteva anche arrivare al cervello... ma se supera la notte
è fuori
pericolo!-
“
Se passa la notte...”
Con
l’enorme sfortuna che avevano
probabilmente non l’avrebbe passata... Anzi!
SICURAMENTE!
-
Possiamo vederlo?- domandò Afek.
-
Penso di si... ma lui per adesso sta
dormendo...-
Ziva
ignorò le ultime parole pronunciate
dall’uomo e gli disse:
-
Grazie dottore...-
Lui
le sorrise e indicò la camera dove era
stato portato Tony e con estrema sorpresa, Ziva notò che era
quella accanto
alla stanza di suo padre...
Il
padre che prima che succedesse tutto
quel casino aveva deciso di perdonare...
-
Vicedirettore David!- la chiamò una delle
guardie.
Afek
ebbe un sussulto udendo quelle
parole...
Vicedirettore?!?
Quella
ragazza era un Vicedirettore?!?
Lei
si staccò da lui e raggiunse l’agente.
-
Shalom Adam...-
-
Shalom Vicedirettore...- fece il ragazzo
confuso - Dove si era cacciata? Vi hanno cercata per tutto il giorno...
e poi
come abbiamo saputo dell’esplosione che
c’è stata sull’autostrada qua vicino...
il ritrovamento del corpo della signorina David... a proposito...
condoglianze... abbiamo temuto il peggio per lei...-
-
Beh... ora sono qui no?-
Si...
era lì... ma quante persone avevano
dovuto soffrire per farla arrivare, là?
E
quante altre lo avrebbero fatto?
-
Si sente bene?- le domandò preoccupato
l’uomo notando che il suo pallore e gli occhi incavati.
-
Si... sono solo molto stanca...-
Guardo
la porta alle spalle dell’uomo e
guardò per terra...
Poi
fece la domanda che più le stava a
cuore in quel momento...
-
Come sta mio padre?-
-
Bene... diciamo... beh... è stazionario! Lei
è sicura di stare bene?-
Lei
non rispose e si diresse verso la
camera accanto, cioè quella di Tony...
Non
era ancora pronta per affrontare suo
padre dopo gli eventi degli ultimi giorni...
Aveva
bisogno di una persona per potercela
fare...
E
quella persona ora dormiva beatamente sul
suo lettino ospedaliero, con l’occhio sinistro fasciato e con
la mascherina per
l’ossigeno...
Ziva
non ricordava di averlo mai visto
conciato così male...
Certo
quella volta che l’avevano colpito a
una gamba era stato terribile...
Ma
niente in confronto a quello...
Ed
era stata colpa sua...
La
donna si sedette nella sedia accanto al
letto e lo osservò...
Pareva
così tranquillo...
Mentre
lei si disperava...
-
Hai visto? Avevo ragione io...- disse
Afek entrando nella stanza.
-
Su cosa?- gli chiese alzando la testa.
-
Sul fatto che si sarebbe salvato! Guarda
come dorme tranquillo questo disgraziato mentre noi ci peniamo per lui!-
Ziva
fece un mezzo sorriso.
Afek
si sedette accanto a lei.
-
Quindi tu sei un Vicedirettore...-
-
Si...-
-
Di che ente se mi è consentito saperlo?-
La
ragazza sospirò.
-
Mossad...-
L’ex
medico rimase un po’ sorpreso...
-
Wow... quindi ora sto parlando con il
Vicedirettore del Mossad... wow...- Lei sorrise incontrando gli occhi
del
vecchio.
-
Da quanto è che nominano alte cariche
così giovani? Mi sono perso qualcosa negli ultimi dieci
anni?-
Lei
smise di sorridere e in breve gli
raccontò tutta la storia...
Che
lei era stata costretta a diventare il
Vicedirettore contro la sua volontà... di come Hazif avesse
fatto attentare
alla vita di suo padre... della delirante “Operazione
Messiada”... di come Tony
l’avesse protetta e le avesse salvato la vita...
-
Tu lo ami vero?- la interruppe l’uomo.
Lei
si lasciò scappare un sorriso e abbassò
la testa...
-
Non fartelo scappare... Anthony è uno dei
pochi bravi ragazzi rimasti sulla faccia della terra...- e dicendo
così si stiracchio
e si alzò dalla sedia imprecando sottovoce.
-
Credo che andrò a vedere come sta
Badir... l’ho lasciato tutto solo in furgone...-
Lei
annuì e lo guardò andare via.
Non
appena uscito dalla stanza Afek osservò
i due ragazzi attraverso il vetro...
Lei
gli stringeva la mano come se in quel
modo Tony non la potesse abbandonare...
Capiva
perfettamente cosa stava provando la
ragazza...
Lo
stesso senso di colpa e impotenza che aveva
provato lui quando era venuto a sapere
della morte di suo figlio da uno stupido agente dello Shin
Beth...
Sua
moglie si era suicidata per il
dolore...
Lui
aveva cominciato a bere per lenire il
dolore di quelle due perdite...
Lo
avevano licenziato e lui si era
ritrovato disoccupato, senza amici e senza famiglia...
Finché
non aveva incontrato Badir...
Era
solo un cucciolo appena nato quando lo
aveva salvato da due ragazzini palestinesi che gli lanciavano contro
delle
pietre...
Grazie
a lui la sua vita era migliorata...
Aveva
avuto di nuovo qualcuno da amare...
Aveva
venduto la sua vecchia casa e si era
stabilito nel vecchio aranceto di suo padre...
E
da allora viveva in pace e armonia con se
stesso e con il mondo...
Sorridendo,
sperò che le cose si risolvessero
per il meglio...
Il
sentimento che percepiva ci fosse tra i
due giovani era troppo bello e tormentato per poter finire in quel
modo...
Scrollò
le spalle e si diresse verso il
parcheggio dove aveva posteggiato il suo furgone, e dove Badir lo
aspettava
affamato.
Tel
Aviv 9:07 ora locale
Stanza
di Anthony DiNozzo
Quando
Tony si svegliò la prima cosa che
vide fu Ziva accucciata su una poltrona che lo teneva per mano...
Stava
dormendo...
Aveva
un sorriso sulle labbra... forse
stava sognando qualcosa di bello...
Con
l’altra mano si tolse la mascherina per
l’ossigeno, cosa che risultò più
difficile del previsto a causa dei farmaci che
gli avevano somministrato e dal fatto che ci vedeva poco bene...
Perché
non ci vedeva bene?
Si
passò una mano sulla garza che gli
ricopriva l’occhio sinistro...
Ecco
perché...
Per
il resto sembrava essere tutto a
posto...
Gli
avevano dato i punti alla ferita al
fianco, avevano fasciato meglio quella alla spalla e quella alla mano
era
guarita del tutto...
Dopo
essersi accertato di essere tutto
intero tornò a guardare Ziva...
Gli
piaceva guardarla dormire...
Era
uno dei pochi momenti in cui non aveva
difese e si abbandonava completamente...
Sorrise
e strinse di più la sua mano...
-
Ciao...- le sussurrò infine.
La
ragazza sebbene DiNozzo avesse parlato
pianissimo aprì gli occhi di scatto e gli lasciò
la mano mettendosi in piedi e
puntandogli addosso una pistola...
Il
ragazzo vide gioia nei suoi occhi quando
si rese conto che a parlare era stato lui...
-
Tony...- sussurrò abbassando la pistola e
facendo ricadere le braccia lungo il corpo.
I
loro sguardi si incontrarono felici...
Si
fissarono solo pochi secondi ma a loro
parvero lunghi una vita...
A
loro bastava uno sguardo per capirsi...
E
spesso uno sguardo valeva più di mille
parole...
Poi
lei non resistette più e gli si lanciò
addosso circondandogli la testa con le braccia...
Al
diavolo il mondo... al diavolo il folle
piano di Hazif... al diavolo il dolore... al diavolo la morte... al
diavolo
tutto e tutti!
Ora
era finalmente con lui e nulla li
avrebbe più separati...
-
Wow... che accoglienza...- sussurrò lui
accarezzandole i capelli e sorridendo.
Lei
si staccò dall’abbraccio imbarazzata a
causa della propria inaspettata reazione...
-
Come ti senti?- gli chiese lei ancora
imbarazzata avvicinandosi abbastanza da poterlo guardare bene in viso.
Aveva
davvero un bellissimo sorriso...
Il
più bello che avesse mai visto...
-
Mi fa male la testa e mi sento una mummia
a causa di tutte queste bende... ma niente di più... e tu?-
-
Io non ho niente... sto benissimo...-
disse rispondendo al sorriso.
-
Sei sicura? Devi aver dovuto passare dei
momenti terribili... a giudicare dall’accoglienza che mi hai
dato eri davvero
preoccupata per me...- fece lui allusivo.
Lei
si sentì colpita in pieno...
Cavolo...
questa volta che si sarebbe
inventata?
-
Non ero preoccupata per te...-
-
Certo... certo... quell’ abbraccio per
cosa era?-
Lei
fece ruotare gli occhi infastidita
dalle domande del ragazzo...
-
Beh... forse ero un po’ preoccupata...-
-
Un po’?- chiese Tony malizioso facendola
imbestialire.
Perché
stava cercando di farle dire cose
che era meglio che non sapesse?
-
E va bene... MOLTO...- ammise sconfitta.
Un
sorrisino sornione si dipinse sul volto
di DiNozzo.
-
Lo avevo immaginato...-
-
Beh... sai non succede tutti i giorni che
ti sparano...- fece lei cercando di minimizzare la cosa - e poi io sono
viva
solo grazie a te... e quindi...-
I
ruoli si invertirono e lei giurò di
vedere arrossire Tony...
Il
grande “Casanova” Anthony DiNozzo che
arrossiva?
Si
sbagliava di sicuro!
-
Dai non esagerare... non ho fatto niente
di speciale...- si schiarì rumorosamente la voce -
piuttosto... come ho fatto
ad arrivare qui?-
No...
non si sbagliava...
DiNozzo
era veramente imbarazzato...
Un
piccolo sorrisino compiaciuto le si
disegnò in volto...
-
Afek ci ha dato un passaggio...- rispose
tranquillamente.
-
L’hai conosciuto quindi...- fece lui un
po’ sorpreso - E come ti sembra?-
-
Vecchio... un po’ strano... anche se da
giovane non doveva essere stato male...- fece finta di pensarci su -
Anzi... ne
sono sicura!-
-
Ti piace Afek?!?-
-
Perché non mi dovrebbe piacere?-
-
Potrebbe essere tuo padre!- esclamò Tony.
-
Beh... forse è anche questo che lo rende
attraente... e poi ha un fascino tutto suo... misterioso... un
po’ scontroso...
non ti ricorda nessuno?-
-
Non mi dire che ti piace pure Gibbs!-
disse DiNozzo visibilmente sconvolto.
-
Si... non c’è nulla di male in fondo...-
-
Credo che vomiterò...-
-
Oh! Ma come fai l’esagerato! E comunque
stavo scherzando... Afek è un bravo uomo... proprio come
dicevi tu... ma non è
il mio tipo...-
Lui
tirò un sospiro di sollievo...
Ziva
decise di farlo penare ancora un
po’...
-
Però Gibbs lo è... -
-
Mi sfotti vero?- fece lui sgranando gli
occhi orripilato.
-
Si... ma solo un po’...- rispose lei
ridendo e abbassando lo sguardo.
Non
riusciva a guardarlo in faccia...
Non
dopo quello che era successo...
Tony
in quel momento parve cogliere
qualcosa negli occhi scuri della donna...
Come
un ombra... di dolore e tristezza...
E
senso di colpa...
Sentimenti
che lei nel corso degli anni
aveva imparato a nascondere per evitare di sembrare debole...
Ma
che lui aveva pazientemente imparato ad
individuare... sebbene con qualche sforzo...
-
Sei sicura di stare bene?- le domandò
passandole una mano sulla guancia e accarezzando delicatamente il
taglio
provocato dal proiettile che l’aveva sfiorata.
-
Si...- continuò a mentire lei.
Lui
rimase impassibile.
Perché
lei continuava a mentirgli?
Non
era bastato beccarsi un proiettile al
posto suo per guadagnarsi la sua fiducia?
Lei
affondò di nuovo faccia nella sua
spalla, aspirando quel profumo che tanto le era mancato...
“
No...” avrebbe voluto dirgli “ no... non
sto bene... è stato terribile... tu non ti muovevi e io...
io non sapevo che
fare! Credevo di averti perso... proprio come Sara...”
Ma
non lo fece...
Avrebbe
voluto sfogarsi... lasciarsi andare
tra le sue braccia...
Ma
il suo orgoglio e lo stare troppo tempo
lontana dai propri sentimenti glielo impedirono...
Lui
la strinse di più tra le braccia per
rassicurarla.
-
E’ stata tutta colpa mia...- disse infine
Ziva tra i singhiozzi lasciandosi travolgere dai sentimenti.
Non
le capitava di piangere in quel modo disperato
per qualcuno da quando sua madre e Tali erano morte...
-
No... non è vero... smettila di accusare
te stessa... e poi io sto bene...- fece lui sorridendo tranquillo.
Ziva
staccò di nuovo la faccia dalla spalla
e riprese a guardarlo con gli occhi lucidi...
Un
solo occhio rispondeva al suo sguardo...
-
Il... il tuo occhio però...-
-
Cosa ha il mio occhio che non va?-
domandò preoccupato.
Con
il cuore in mano, Ziva, raccontò a Tony
quello che le aveva riferito il dottore.
Lui
rimase impassibile... assorto nei suoi
pensieri e dopo una manciata di secondi di silenzio disse sorridendo:
-
Avrei dovuto capirlo dal fatto che era
fasciato... va beh!-
Ziva
rimase estremamente sconvolta...
Aveva
detto davvero “va beh”?!?
Aveva
perso un occhio e tutto quello che
sapeva dire era “va beh”?!?
-
Che significa “va beh”?!?-
-
Ho sempre l’altro no?- continuò
scostandole dal viso una ciocca di capelli neri - E lui ti vede
piuttosto
stanca... da quanto è che non ti riposi?-
Tutto
quello che lei seppe fare fu rimanere
a guardare un punto indefinito dietro di lui con gli occhi lucidi...
-
Su dai! Non piangere! Gli agenti del
Mossad non piangono! Me lo hai detto tu, ricordi?-
Era
vero... glielo aveva detto...
Una
volta...
Quella
sera...
Quella
sera in cui lui aveva dato buca alla
sua adorata Jeanne per rimanere con lei...
La
cosa più sorprendente era che lui se lo
ricordava!
Ricordava
quella frase così semplice...
così profonda... ma che riusciva a colpire lo stesso...
Quella
frase che le era uscita
spontaneamente mentre un sorriso amaro le si era disegnato sul volto...
Quella
frase che suo padre le aveva detto
con tanta durezza e che lei odiava... ma che ora, pronunciata da
quell’uomo...
dall’uomo che ama... sembrava essere la frase più
bella del mondo...
Distolse
lo sguardo dal vuoto e lo fissò...
Stava
sorridendo dolcemente...
Decise
di fare la domanda a cui non era
riuscita a dare una risposta e che la stava tormentando in quel
momento...
-
Come fai a non essere arrabbiato con me?-
Lui
la guardò confuso.
-
Perché dovrei esserlo?-
-
Per colpa mia hai perso il tuo occhio
sinistro!-
-
Non è stato per colpa tua! Sei stata tu a
sparare?-
-
Ma...-
-
Sei stata tu a sparare?- la interruppe
lui.
-
No... però...-
-
Hai visto? Non è colpa tua! E’ colpa di quel
bastardo... non tua! E poi per dirla tutta non me ne frega niente del
mio
occhio! A me basta sapere che sono vivo... e che tu sei viva...-
La
strinse più forte a se...
-
Lo sai che sei un imbecille incosciente?-
gli sussurrò Ziva all’orecchio.
-
Si, ma sono anche un imbecille sexy ed
estremamente affascinante... ahi! Guarda che sono ancora
convalescente...-
Lei
per tutta risposta posò le proprie
labbra su quelle di lui sorridendo...
Un
bacio dolce e tranquillo...
Il
pericolo di non poterlo mai più
vedere... di non poterlo più abbracciare... di non poterlo
più fissare negli
occhi...
Tutto
questo le aveva fatto capire che
senza di Tony non sarebbe riuscita ad andare avanti...
Era
innamorata di lui...
Anche
se era troppo orgogliosa e la loro
storia era troppo complicata per ammetterlo...
E
aveva bisogno di Tony in quel momento
quasi quanto lui aveva bisogno di lei...
-
Ciao Anthony...- disse una voce dal
ciglio della porta riportandoli alla realtà.
I
due si affrettarono a separarsi e a fare
come se non fosse successo nulla.
Lei
di nuovo seduta sulla poltrona e lui
tranquillamente sdraiato nel suo letto...
Quanto
erano infantili quei due...
-
Ciao Afek! Come stai? Ziva mi ha
raccontato del tuo eroico salvataggio...-
-
E a quanto pare non ha fatto solo questo...-
ribattè malizioso l’uomo facendo arrossire
entrambi.
-
Ma cosa vai a pensare! Siamo solo
amici...- fece Tony guardando in direzione di Ziva e chiedendole aiuto.
-
Già! Vero! Siamo solo ottimi amici...-
Afek
li guardò sorridendo furbo.
-
In senso biblico?-
-
Ok! Stendiamo un velo pietoso...- fece
Tony cercando disperatamente di uscire fuori da quella spiacevole
situazione -
Quindi... dicevamo del tuo eroico salvataggio...-
-
Veramente dicevamo che voi...- cercò di
contraddirlo il vecchio.
-
DICEVAMO DEL TUO EROICO SALVATAGGIO!-
disse Tony con un tono a cui non si poteva ribattere.
-
Beh... io non ho fatto nessun eroico
salvataggio... devi ringraziare Badir... l’ha mangiucchiato
per bene quel
bastardo...-
Tony
sospirò deluso e con aria sognante.
-
Peccato... mi sarebbe piaciuto vedere
quella scena... quel tipo mangiucchiato da Badir...-
-
Era uguale al “documentario su mamma orsa”...-
lo informò Ziva.
-
Quello in cui mamma orsa...-
-
Già... proprio quello...-
Lui
fece un faccia triste da bambino
viziato.
-
Non è giusto! Volevo vederlo!-
Tutti
e tre si misero a ridere scaricando
la tensione accumulata...
Tony
e Ziva fissandosi complici e Afek
guardandoli divertito e contento per loro...
Sebbene
fosse la prima volta che li vedeva
insieme poteva tranquillamente affermare che erano fatti
l’uno per l’altra...
Quel
magico momento però fu interrotto da
una fastidiosa voce sull’uscio della porta...
-
Buongiorno signori... scusate
il disturbo... ma sono qui per una
questione estremamente delicata...-
-
E cioè?- chiese Afek minaccioso girandosi
verso il nuovo arrivato.
Quello
sorrise furbo...
-
Beh... sono qua per arrestare un terrorista...-
-
Bene... e noi che c’entriamo?- stavolta a
fare la domanda fu Ziva, che nel frattempo si era alzata e messa
accanto a Afek
con le braccia incrociate sul petto.
La
ragazza aveva un aria per niente
amichevole...
Tony
sperò per il bene del nuovo arrivato che
non la facesse arrabbiare...
Altrimenti...
Rabbrividì
e preferì non pensare a quello
che avrebbe potuto fargli Ziva...
Il
sorriso dello sconosciuto si allargò...
-
Il terrorista è quest’uomo...- disse
indicando il letto - Anthony DiNozzo!-
Bene...
era condannato a morte...
Lei
lo avrebbe SICURAMENTE fatto fuori dopo
una affermazione del genere...
-
Io non sono un terrorista!- ribattè il
ragazzo cercandola con lo sguardo per controllare la sua reazione - E
poi lei
chi è?-
Pareva
tranquilla...
L’uomo
si gonfiò il petto e disse
orgoglioso:
-
Sono Amin Azzam... il Direttore dello
Shin Beth...-
-
Ah! Lei è il famoso Azzam...- disse Ziva
girandogli intorno e squadrandolo da capo a piedi...
Era
quello che le mandava tutti quegli
interminabili rapporti da firmare... Era davvero paranoico... qualsiasi
cosa
succedesse si trasformava in un attentato terroristico ai suoi occhi...
Azzam
era più basso di lei, magrissimo,
ormai doveva aver superato la cinquantina come stavano a testimoniare
le sue
rughe e i radi capelli grigi...
Sicuramente
in campo non sarebbe stato un
buon agente... sia per la conformazione fisica... sia per il fatto che
era un
tipo nervoso...
Però
per essere il Direttore dello Shin
Beth doveva essere molto intelligente quantomeno...
Ricordando
quello che l’uomo aveva appena
affermato riguardo a Tony, però, cambiò idea...
Non
riusciva a capire come quell’uomo fosse
diventato il capo dell’organizzazione di sicurezza interna
israeliana!
-
Mi dispiace... ma non lo può
arrestare...- disse lei sorridendo.
Era
ora di usare la sua arma segreta...
-
E perché, signorina?- fece lui con tono
di sfida.
-
Perché io sono il Vicedirettore del
Mossad, Ziva David, e Anthony DiNozzo è sotto la mia
protezione!-
-
Lei?!? Vicedirettore del Mossad... ma mi
faccia il piacere!- disse Azzam quasi ridendo.
-
Chi è che urla?!?- gridò un soldato
entrando nella stanza - C’è un paziente grave
nella stanza accanto e...- l’uomo
si bloccò e guardò Ziva - Oh! Vicedirettore
David! Mi scusi per il disturbo!
Non sapevo ci fosse lei qui...-
“Oh!
Che tempismo... devo fargli avere un
aumento...” pensò gongolante.
-
Ciao Adam... non ti preoccupare!- rispose
la ragazza fissando con aria di sfida Azzam - Il signore se ne stava
andando...
vero Amin?-
Il
sorriso sulla faccia di quest’ultimo
scomparve.
Sapeva
benissimo che in gerarchia Ziva
veniva sicuramente prima di lui... molto prima di lui... probabilmente
anche
prima del Primo Ministro stesso: era risaputo che era il Mossad a
tenere le
redini del paese...
Arrabbiato
girò sui tacchi e si diresse a
grandi passi fuori dalla stanza, insieme ad un estremamente confuso
Adam.
-
Allora... cosa stavamo dicendo?- fece
Ziva tranquilla.
Tony
la fissò raggiante e disse:
-
E’ anche per questo che adoro questa
donna...-
*
Ecco che il mio lato più oscuro e
nascosto ha preso il sopravvento: il mio lato ROMANTICO! Si! Avete
indovinato
anche io ne ho uno! Sarà
uscito fuori a
causa di San Valentino... diciamo che non succede spesso quindi
scusatemi se il
capitolo è noioso/monotono/sdolcinato/patetico/da tagliarsi
le vene è che non
sono molto pratica di... QUESTE COSE...
* Scusatemi se ho fatto
perdere un occhio
al nostro povero Tony (se le informazioni mediche sono sbagliate vi
pregherei
di comunicarmelo, anche se non dovrebbero esserlo secondo le mie
ricerche)...
ma era in programma che lui perdesse ben più di questo...
dovete ringraziare
una certa persona se è ancora vivo, la stessa che ha
riempito di spoiler su
questa fic internet che poi in fondo non è così
stupida... certo un po’ lo è...
però... ora sto divagando... alla prossima
settimana... forse.
|
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Capitolo 16 *** 16. Una promessa è una promessa ***
Prima
di tutto scusatemi per il mio
imperdonabile ritardo, ma il computer era andato in fiamme...
State
bene???
Sono
contentissima che lo scorso capitolo
abbia riscosso tutto questo successo... non credevo di essere brava
anche in
quelle cose...
Comunque...
ora vi lascio al capitolo di
oggi che, perdonatemi, sarà di transizione, per cui senza
colpi di scena e con
azione a livello zero...
Spero
di farvi perdonare col prossimo...
16.
Una promessa è una promessa
Washington
DC 9:03 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
-
McGee... hai ricevuto aggiornamenti da
Ziva?- domandò Gibbs spuntando all’improvviso.
Il
caffè in mano, il solito sguardo serio
stampato in faccia, lo stesso atteggiamento scorbutico di sempre...
-
No capo...- rispose Tim timidamente dalla
propria scrivania - Dopo quel contatto di un paio di giorni fa non ci
ha più
chiamato...-
-
Sicuro?-
-
Sicurissimo capo...-
-
Forse vuol dire che Tony sta bene... e
che sta migliorando!- commentò Abby, allegramente seduta
alla scrivania di
quest’ultimo.
-
Già... speriamo sia così...- sussurrò
Timothy.
-
Non vi ha detto niente sul perché è stato
ricoverato?- domandò il dottor Mallard.
-
No, Ducky! Per la centesima volta! No!
Non ce lo ha detto!- riabbatté Gibbs spazientito.
-
Non essere nervoso Jethro... starà
sicuramente benissimo...-
Lui
non rispose e si passò una mano sul
volto, poi fece per salire le scale che portavano all’ufficio
di Jenny.
-
Capo che fai? Vai dal direttore?-
-
Si Abby... hai qualcosa in contrario?-
domandò cercando di darsi una calmata.
-
No no... va pure...- rispose lei
sorridendo maliziosa - e divertiti...-
-
Abby...-
-
Preferisci che ti dica: va li e
annoiati?-
Gibbs
sorrise e continuò a salire gli
scalini...
Abby
riusciva sempre a metterlo di buon
umore...
-
Devi smetterla di stuzzicarlo...-
consigliò Ducky alla scienziata.
-
Non ce la faccio... è più forte di me...
e poi se non lo faccio io, ora che Tony ci ha lasciato, chi lo fa?-
-
Hai ragione Abby! È un tuo compito...-
-
Grazie Tim... sapevo che mi avresti
capito...-
E
così dicendo lo abbracciò.
-
Prego...- fece lui tutto contento.
Abby
gli diede uno scappellotto.
-
Ahi! Che ho fatto?!?-
-
Dovresti chiedere “che ho pensato”?-
-
Sono confuso...-
-
E’ inutile che fai il finto tonto
McGee... so cosa hai pensato quando mi hai abbracciato... e non era un
pensiero
alla McGee... era più alla Tony... e questo strano miscuglio
mi spaventa...-
Quello
arrossì sino alla punta delle
orecchie, e cercò di non guardarla negli occhi, mentre lei
continuava a parlare
di cose tipo “incrocio”,
“fusione” e “unione”, Ducky li
guardava ridendo di
gusto.
Washington
DC 9:07 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
-
Nessuna novità Jenny?- domandò Gibbs
entrando nell’ufficio senza bussare come al solito.
-
No... come immagino ti avrà già comunicato
l’agente McGee...-
-
Forse me lo ha accennato...- rispose lui
sorridendo sotto i baffi.
-
Jethro sei troppo nervoso... ti devi
calmare... ormai lo hanno trovato... è al sicuro...-
-
Finché non sarà qui non sarà al
sicuro...- riabbatté l’uomo.
-
E’ protetto da una squadra del Mossad 24
ore su 24...- insistette il direttore.
-
Non mi interessa se...-
Non
potè continuare perché lei parlò di
nuovo.
-
E poi c’è Ziva con lui... ed è la
migliore protezione che si potrebbe mai desiderare...-
Gibbs
storse la bocca e bevve un sorso di
caffè amaro...
-
Forse un tempo... ma Tony l’ha
rammollita...-
-
Ti sbagli... lei non permetterà mai che
gli accada di nuovo qualcosa... a qualsiasi costo... è
innamorata...-
-
L’amore rende deboli...- commentò l’uomo.
-
Ti sbagli... l’amore rende più forti...-
Si
guardarono per una manciata di secondi
negli occhi senza dire nulla...
Alla
fine sul volto di Gibbs si dipinse un
sorriso divertito...
-
Mi contraddici? E da quando?-
Jenny
rispose al sorriso...
E
in breve si ritrovarono a ridere di
gusto...
-
Perché Jethro... noi siamo mai stati
d’accordo su qualcosa?-
Tel
Aviv 16: 09 ora locale
Clinica
“Meyudim”
-
Come fai a dire che “Troy” è il miglior
film storico uscito negli ultimi anni?!?- gridò Tony
sconvolto dopo aver
ascoltato le parole di Afek.
Era
passata più di una settimana dal giorno
in cui si era risvegliato... e da allora non aveva fatto che continuare
a
migliorare...
Scherzava
e parlava continuamente di film
insieme ad Afek... giocava con Badir... e parlava con Ziva...
Passavano
ore intere a parlare...
A
raccontarsi quello che era successo in
quel periodo buio durante il quale erano dovuti restare lontani...
A
immaginare come se la stessero cavando a
Washington senza di loro...
Certo...
Ziva li aveva informati della
situazione (tralasciando però il piccolo particolare delle
condizioni
dell’occhio di Tony) restando sul vago e quindi sapevano che
stavano tutti bene
ed erano tranquilli...
Però
era più divertente immaginarsi: McGee
disperato per la loro partenza che tentava di impiccarsi... Abby che lo
incitava a sbrigarsi perché dopo sarebbe toccato a lei
usarlo (il cappio)...
Gibbs che piangeva sulle loro scrivanie gridando cose tipo:
“DiNozzo se
torni e giuro che non ti darò mai più
scappellotti!”... Jenny che si chiudeva nel suo ufficio per
un’intera
settimana... Ducky che giocava a scacchi da solo...
Erano
tutte cose estremamente improbabili,
ma che loro adoravano ipotizzare...
Era
un modo per parlare della loro vita
all’NCIS senza toccare il delicato argomento del
“ma ci torneremo all’NCIS?”...
-
Secondo me lo è... ottimi costumi... il
cast è stellare... la musica bellissima...-
ribattè Afek imbronciato.
-
Come puoi dire queste cose?!?- chiese
sconvolto DiNozzo guardando Ziva, che era seduta accanto a lui e
leggeva un
libro, in cerca di aiuto.
Lei
guardò da sopra le pagine e fece le
spallucce come per dire “ehi! io non ci capisco un tubo di
film... è inutile
che chiedi il mio aiuto!”
Tony
sospirò e cominciò la sua critica con
aria da maestrino...
-
I costumi praticamente non c’erano... la
maggior parte del tempo usavano solo tuniche poco originali e le
armature erano
orribili...-
-
Ma...-
-
Fammi parlare! Il cast sarà anche
stellare... soprattutto Diane Kruger...- lo scappellotto di Ziva
arrivò
puntuale sulla nuca di DiNozzo - Ahi! Sto solo dicendo che è
una bella donna rosh katan!
Comunque... dicevo... cast
stellare però... che dialoghi monotoni! E poi è
stata una delle peggiori
interpretazioni di Brad Pitt e Orlando Bloom pareva un ebete e poi la
trama non
somigliava quasi per niente alla vera storia...-
-
Perché? Tu conosci la vera storia? Non ti
facevo così colto...- commentò Ziva.
-
Mi sento estremamente sottovalutato... e
la musica... la musica era a dir poco mostruosa...-
-
Ho capito...- fece Afek incrociando le
braccia sul petto - Questo film non ti piace... e quale film storico
trovi
interessante invece?-
Tony
sorrise... aveva aspettato questa
domanda con ansia e finalmente vi poteva rispondere...
-
“Il Gladiatore” e “King Arthur”
naturalmente... mio caro amico con poco gusto in quanto a film storici!
Costumi
ottimi... i dialoghi... beh i dialoghi sono pochi... però a
volte è meglio il
silenzio che mille parole dette invano...-
-
Ma come sei profondo...- commentò ancora
Ziva.
-
Grazie, ragazza che adora sfottermi... ma
sappi che non sono solo profondo ho anche altre qualità
interessanti... e che
potrebbero piacerti...- un altro scappellotto lo colpì in
pieno - Ahi! Fai
male! Dunque... dicevo... Russel Crowe ne “Il
Gladiatore” è a dir poco
strepitoso e Clive Owen, anche se era il su primo film, nei panni di
Artù se
l’è cavata abbastanza bene devo dire... ma la cosa
migliore è la musica...
questi due film hanno due colonne sonore fantastiche...- (come si vede
che
all’autrice non piacciono questi due film... vero? XD ndme)
-
Io non sono di questo parere...- cominciò
Afek, ma poi cambiò idea...
Era
stanco di battibeccare sui film...
tanto Tony la voleva sempre avere vinta!
-
Però con te è inutile discutere...-
Tony
sorrise.
-
Bravo! Hai capito chi è il capo! Uno per DiNozzo
zero per Afek!-
-
Anthony la tua fortuna è che sei
malato... perché se no ti avevo già fatto dare
una lezioncina da Badir...-
sussurrò il vecchio.
Non
c’era niente di buono nel suo guardo...
Tony
osservò il lupo acciambellato ai
propri piedi che lo fissava con gli occhi ambra pieni di
curiosità e
intelligenza...
Pareva
così calmo...
-
Non credo che lui...-
-
Dopo avergli visto spolpare vivo quel
mercenario io credo proprio di si... e credo anche che ti convenga
dargli
ragione la prossima volta se non vuoi fare una brutta fine...- disse
Ziva
mettendogli una mano sulla spalla.
Lo
sentì rabbrividire...
-
Tranquilla Ziva... se le cose sono messe così...
neanche ci sarà una prossima volta!-
-
Buongiorno...- li interruppe la voce
ormai familiare del dottore di Tony.
-
Buongiorno dottore! Qual buon vento la
porta qui?- lo salutò calorosamente il ragazzo.
Quello
lo fissò confuso...
-
Che cosa ha detto?- domandò in ebraico a
Ziva.
Lei
gli tradusse la frase...
Era
felice di non essere l’unica a non capire
quegli stupidi detti americani...
-
Beh... oggi signor DiNozzo... togliamo le
fasciature!- esclamò l’uomo sorridendo.
-
Oh... finalmente una buona notizia...-
commentò il ragazzo sorridendo più di prima e
mettendosi in posizione per
potersele fare togliere...
-
Faccia piano mi raccomando... ho la pelle
delicata...-
Non
appena Tony fu libero dalle bende la
prima cosa che chiese fu di avere uno specchio.
Invano
Ziva e Afek tentarono di
dissuaderlo...
-
Voglio vedere la faccia che avrò per il
resto dei miei giorni, il viso che mi restituirà lo sguardo
ogni volta che mi
guarderò ad uno specchio...-
Non
appena si guardò Tony ebbe come la
sensazione di guardare un’altra persona...
Quello
non era lui...
Un
cicatrice partiva da poco sopra il
sopracciglio sinistro e finiva sullo zigomo... l’occhio era
arrossato, e pareva
ci fosse un velo che coprisse l’iride, tanto era diventata
chiara... quasi non
si distingueva dalla cornea...
-
Mm... mi aspettavo di peggio...- commentò
rivolto a Ziva - Non trovi che queste cicatrici mi donino?-
La
ragazza abbassò la testa e fece un
sorriso amaro...
Tony
era sempre lo stesso...
Non
voleva accettare i problemi, o almeno
non voleva farlo davanti a lei e Afek...
-
Allora, rosh katan?!? Si o no?!?-
fece impaziente il ragazzo.
Rosh
katan...
Aveva
sentito quel nomignolo una volta da
Afek mentre la rimproverava di essere troppo testarda e da allora aveva
deciso
di utilizzarlo come suo nuovo personalissimo soprannome per Ziva...
Non
sapeva cosa voleva dire... per lui
poteva anche voler dire che era una poco di buono... ma gli pareva che
le
parole rosh katan si adattassero
perfettamente a Ziva...
Quasi
come se fossero il suo vero nome...
-
Si...- rispose lei rassegnandosi all’idea
che lui non avrebbe mai preso sul serio quella storia o almeno non lo
avrebbe
mai dato a vedere - Con una benda da pirata saresti perfetto come nuovo
personaggio in “Bucanieri dei Caraibi”.... -
-
“Pirati dei Caraibi” Ziva... non
Bucanieri...- la corresse, poi gli occhi gli si illuminarono - pensi
davvero
che potrei sostituire Johnny Depp?-
-
Non esageriamo! Io non ho detto che
saresti stato il protagonista...-
-
Potrei sostituire Orlando Bloom
allora...-
-
Ti sopravvaluti sederino peloso...-
-
Perché? Orlando Bloom è meglio me?-
-
Beh... è giovane... bello... ricco... ha
uno sguardo che ti fa sciogliere come burro...- disse Ziva contando i
pregi dell’attore
sulle punte delle dita.
-
Ho capito... non c’è bisogno che aggiungi
altro...- sbuffò il ragazzo.
-
Non mi dire che sei geloso...- fece lei
incredula.
-
Non sono geloso... e poi perché dovrei
esserlo?-
-
Appunto... perchè sei geloso?-
-
Aria di burrasca... è meglio andarsene Badir...-
sussurrò Afek all’orecchio del suo lupo, poi fece
per andare via - Ragazzi vado
a prendere qualcosa da bere... voi cosa volete?-
-
Niente...- risposero in coro non
degnandolo di uno sguardo.
-
Bene...- borbottò tra se e se uscendo
dalla stanza insieme al cucciolo di lupo.
-
Io non sono geloso perché non ho un motivo
per essere geloso!-
-
Tonyyy...- disse lei con voce suadente e
avvicinandosi al suo orecchio.
-
Siiii?- chiese lui con il suo sorriso da
play boy stampato in faccia.
-
Sei un bugiardo...- aggiunse secca lei.
-
Non è vero...-
Tony
stava cominciando ad arrossire...
Ziva
ringraziò mentalmente Orlando Bloom...
Adorava
vedere DiNozzo in difficoltà...
-
Tu sei gelosissimo...-
-
Eh va bene! Sono geloso! Contenta?!?-
sbuffò lui incrociando scocciato le braccia sul petto.
-
Molto...- fece lei sorridendogli
dolcemente e accarezzandogli la guancia...
Lui
rispose al sorriso imbarazzato...
Doveva
assaporare il più possibile ogni
momento che passava insieme a lui... ogni istante... perchè
sapeva che presto
avrebbe dovuto mantenere la promessa che si era fatta quando Tony era
tra le
sue braccia più morto che vivo...
*
Rosh
katan significa letteralmente testolina
inteso come ragazza testarda come un mulo
e che nulla le può far cambiare idea... insomma...
Ziva!
|
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Capitolo 17 *** 17. Bianco o nero ***
Ciao!
Ecco il nuovo capitolo... dopo la
monotonia dello scorso ecco una bella svolta... penso che a voi non
piacerà
granché... anzi!
Ma
a me piace... forse perché sono
cattiva... chissà...
Ora,
dopo aver catturato la vostra
attenzione... vi lascio al capitolo!
17.
Bianco o nero
Tel
Aviv 15:25 ora locale
Clinica
“Meyudim”
Tony
stava sistemando le sue cose, non che
fossero poi molte, nello zainetto nero.
Finalmente
dopo un’altra settimana di
strazio e riabilitazione poteva tornare a casa sua...
Beh...
proprio strazio non era stato...
Si
era divertito con Afek, Badir e Ziva...
Soprattutto
con Ziva...
Sorrise
al suo pensiero...
Non
aveva ancora pensato a cosa sarebbe stato
di loro una volta tornati in America...
Lui
avrebbe dovuto continuare a seguire corsi
di riabilitazione per abituarsi all’uso del solo occhio
destro...
Di
questo era sicuro...
Ma
lei?
Sarebbero
tornati all’NCIS come se nulla
fosse successo e avrebbero continuato a vedersi di nascosto?
Avrebbero
dimenticato quelle ultime due
settimane e continuato a fare i bambini ignorando i loro sentimenti?
Avrebbero
intrapreso strade diverse?
Poi
soprattutto negli ultimi giorni le sue
fantasie su tornare a fare la vita di prima si stavano lentamente
affievolendo...
Ziva
era diventata sempre più fredda e
distaccata...
Nemmeno
la prima volta che si erano visti
lo era stata così tanto...
E
Tony era seriamente preoccupato per
lei...
Si
infilò la maglietta pulita che gli aveva
portato Ziva e si sedette sul letto con uno specchio in mano...
Non
riusciva a smettere di pensare che non
ci avrebbe mai più visto da un occhio... dentro di se
provava una paura e un
dolore sordi... però non l’aveva detto a nessuno...
Ma
la cosa che più lo spaventava e
preoccupava era il fatto che per un momento aveva desiderato di
morire...
Era
stata una esperienza che l’avrebbe
segnato per il resto della vita e non solo fisicamente...
Ma
anche questa era una cosa che avrebbe
sempre tenuta per se...
Si
sarebbe nascosto dietro la sua maschera
da uomo immaturo ancora una volta per celare il dolore che provava
dentro...
Non
era certo una novità visto che lui
indossava in continuazione quella maschera...
L’unico
momento in cui se la toglieva era
quando cominciava ad amare una persona...
Per
questo le sue storie duravano
pochissimo...
Lui
non voleva che vedessero come era in
realtà... aveva paura di aprire di aprire il suo cuore a
qualcuno e poi di
essere tradito...
Era
già successo... e aveva paura che si
potesse ripetere...
Kate...
Jeanne...
Si
passò una mano tra i capelli, posò lo
specchio sul suo comodino, si alzò e cominciò a
percorrere a grandi passi la
stanza, impaziente e parecchio nervoso...
Questo
stuzzicò l’interesse di Badir che era
accucciato sul fondo letto come al solito e che cominciò a
seguirlo con lo
sguardo, ma dopo un paio di minuti, quando si accorse che non stava
accadendo
niente, tornò a dormire beatamente...
Tony
lo osservò con un po’ d’invidia...
Sarebbe
voluto essere come lui... libero...
senza pensieri per la testa... vivendo solo di quello che ti si
presenta davanti...
e non preoccupandosi per le conseguenze delle proprie azioni...
Vedere
tutto o bianco o nero insomma...
Sorridendo
si avvicinò a lui e cominciò a
grattagli la testa, cosa che il lupo adorava...
Non
si era accorto che qualcuno lo stava
osservando...
Tel
Aviv 15:30 ora locale
Clinica
“Meyudim”
Ziva
sorrise davanti a quella scena...
Stava
osservando Tony e Badir da dietro il
vetro da circa mezz’ora...
Aveva
visto la paura impadronirsi del
ragazzo quando si era guardato allo specchio... non l’aveva
mai visto così
indifeso...
Non
poteva lasciarlo da solo... non ora!
Non
poteva fare quello che stava per
fare... Tony non se lo meritava!
Però
era anche l’unico modo per garantire
la sua incolumità...
Anche
se ora c’era di mezzo quella nuova
“complicazione”...
lei doveva farlo comunque...
Lo
osservò divertita mentre giocava alla
lotta con Badir come se fosse ancora un bambino spensierato...
Adorava
quella parte dolce e nascosta di
Tony...
Non
capiva perché si doveva ostinare a
celarla dietro il suo comportamento immaturo e menefreghista...
Forse
aveva solo paura di essere giudicato
per quello che era in realtà...
No...
non poteva farlo... non ora... non
poteva spezzargli il cuore...
Eppure
doveva...
Tutti
i quotidiani di Tel Aviv, l’Haaretz,
il Ma’arachot, il Ma’ariv, l’Yediot Achronot, annunciavano
l’imminente vittoria della “seconda guerra del
Kippur” da parte dell’Israele...
E
questo significava che mancava davvero pochissimo
all’Operazione Messiada...
E
lei aveva perso due settimane preziose curandosi
di Tony...
Beh...
tempo perso non era stato...
Però
non c’era più tempo...
Non
erano più stati attaccati... e questo
era un bene...
Però
sarebbe potuto essercene uno da un
momento all’altro...
Doveva
farlo... ora!
Finché
era ancora in tempo...
Fece
un respiro profondo ed entrò nella
stanza...
Tel
Aviv 15:37 ora locale
Clinica
“Meyudim”
-
Ehi! Ciao Ziva...- esclamò DiNozzo, non
appena la vide entrare, facendole uno dei suoi migliori sorrisi.
Si
trovava sotto Badir che gli teneva le
zampe sul petto per costringerlo a stare fermo...
Lei
rispose con un semplice cenno del capo
e si andò a sedere sul letto che una volta era stato del
ragazzo...
Tony
si scrollò di dosso Badir e si sedette
accanto a lei...
Il
lupo trotterellò verso la ragazza e lei cominciò
ad accarezzarlo sorridendogli...
-
Oh oh! La spietata e fredda Ziva David
che si scioglie come burro davanti a un lupacchiotto?-
Non
ricevette nessuna risposta...
Cosa
strana... a quel punto sarebbe dovuta
arrivare o la solita occhiata o una minaccia di morte o un pugno...
Qualcosa
non andava...
-
Stai bene?- le domandò fissandola negli
occhi, ma lei distolse subito lo sguardo.
-
Mai stata meglio...- rispose freddamente
- E poi non sono affari tuoi...-
Non
sono affari tuoi?
Che
diavolo le era preso?!?
Era
impazzita?!?
-
Mi vuoi spiegare che ti ho fatto?!? Perché
all’improvviso sei diventata così fredda e
distaccata?!?-
Ziva
si girò vero di lui.
Aveva
davvero un’aria stravolta...
-
Tony senti...-
-
Cosa ho fatto? Cosa ho detto?-
-
Non sei tu...-
-
Non sono io?!? E allora chi è? Cosa
c’è?-
-
Sono io... io non...-
Non
riuscì a completare la frase...
Le
era impossibile dirlo...
-
...non mi ami?- completò, sprezzante,
Tony per lei - Grazie! Questo l’avevo già
capito... neanche io, se è per questo...
ma è possibile che l’altra notte non abbia
significato nulla per te? E questi
giorni?- disse alzandosi in piedi.
Non
riusciva a stare seduto...
Lei
continuò a cercare di non incontrare il
suo sguardo...
Così
il ragazzo la fece alzare e,
afferrando con entrambe le mani il suo viso, la costrinse a fissarlo in
faccia...
-
Dimmelo...-
-
E’ stato un errore!- soffiò lei
liberandosi dalla stretta in malo modo.
Tony
rimase alquanto sorpreso...
Beh...
questa non se l’aspettava...
-
Non dicevi così quando mi hai sbattuto
sul letto...- commentò velenoso voltandole le spalle.
-
Avevo appena visto morire mia sorella...
è stato un caso... se ci fosse stato qualcun altro al tuo
posto sarebbe
successa la stessa identica cosa... quindi...-
-
Quindi hai finto per tutto il tempo...
hai conquistato la mia fiducia e poi...- lasciò la frase in
sospeso mentre la
rabbia si impadroniva di lui.
Si
concesse una decina di secondi per
calmarsi, poi tornò a guardarla.
-
Vattene...- disse lei fissandolo con
occhi glaciali.
Erano
gli occhi di un’agente del Mossad...
non di Ziva...
Non
della sua Ziva...
-
Tu non puoi cacciarmi...- disse sicuro.
-
Tu devi andartene!- continuò Ziva, ormai
disperata per la cocciutaggine di quell’uomo sperando di non
darlo a vedere.
-
Non senza di te! Ho fatto una promessa!
Sarei tornato con te o non sarei tornato affatto....-
Quella
frase le procurò una fitta al
cuore...
Davvero
aveva detto quelle parole?
Davvero
Tony avrebbe fatto quello per lei?
Scosse
la testa... non era quello il
momento di cedere...
-
Non mi interessa della tua stupida
promessa! Qui sei in pericolo!-
-
Già... dimenticavo che per te le promesse
sono spazzatura... comunque mi pare di essere riuscito a
sopravvivere...-
-
Si, ma con che conseguenze?- disse lei accennando
al suo occhio.
Tony
le voltò di nuovo le spalle e si
allontanò da lei, colpito nel segno...
-
Possibile che tu non ti renda conto?-
Ziva gli si avvicinò, ormai ogni sua speranza di apparire
glaciale e
insensibile era andata in fumo - hai idea di come mi sarei sentita se
tu fossi
morto? Ne hai almeno una vaga idea?-
Gli
mise una mano sulla spalla...
Poi
cominciò a parlare più dolcemente...
-
Torna a casa... ti prego fallo per me...
e se non vuoi farlo per me fallo per te stesso! Per il tuo bene!-
Tony
non rispose e nemmeno si girò...
Era
assorto nei suoi pensieri... nei suoi
sentimenti contrastanti...
E
Ziva lo capiva... lo capiva benissimo...
Passarono
così quelle che parvero ore...
Infine
lui si girò e la fissò negli
occhi...
Stavolta
lei non fuggì da quello sguardo...
-
Vuoi davvero che io me ne vada?- le
chiese deciso.
Esigeva
una risposta da lei... non doveva
più girarci intorno... voleva una risposta decisa...
Voleva
la verità...
Si
o no...
Bianco
o nero...
Ziva
ripensò a tutti i momenti belli e
brutti passati con lui... la prima volta che si erano visti... le
missioni
sotto copertura... persino i semplici momenti di vita quotidiana... o
anche solo
un sorriso...
Le
sembrava impossibile dover rinunciare a
tutto questo...
Poi
però a questi ricordi si sovrappose
l’immagine del volto di Tony ricoperto di sangue inerme per
terra... della
freddezza del suo corpo... di quanto aveva sofferto in quei momenti che
credeva
di averlo perso per sempre...
Non
poteva permettere che accadesse di
nuovo...
-
Si...- rispose semplicemente.
Era
la scelta giusta sebbene fosse la più
dolorosa...
Tony
la fissò con freddezza per qualche
secondo...
Non
poteva credere che lei l’avesse fatto
sul serio...
Ziva
non poteva aver detto di si...
E
invece l’aveva fatto...
Era
stato imbrogliato...
Lei
gli aveva fatto credere che il loro
legame fosse indissolubile... di tenerci veramente a lui... e invece...
Nulla
era vero... aveva vissuto in una
bugia negli ultimi due anni...
Prese
il suo zaino e uscì dalla stanza
sbattendo la porta...
Ziva
invece si lasciò cadere sul letto...
Priva
di energie...
Ecco...
l’aveva finalmente fatto...
Era
stato più doloroso del previsto...
Però
almeno così Tony sarebbe stato al
sicuro...
Le
scappò un risolino...
Se
l’Operazione Messiada fosse cominciata
nessuno più sarebbe stato al sicuro...
*
L’Haaretz, il Ma’arachot, il Ma’ariv,
l’Yediot Achronot
sono tutti quanti quotidiani veri e non una mia invenzione.
* Spero ci penserete due
volte prima di
uccidere me e Ziva “rosh katan” David... ma se qualcuno
volesse
picchiarci siamo scappate in Canada!
|
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Capitolo 18 *** 18. Non mollare! ***
Salve…
rieccomi qui! Ammetto che dirvi dove
scappavo non sia stata una buona idea… (tu dici? ndZiva)
beh… dico solo che io
e rosh katan ci dobbiamo ancora riprendere dai colpi di Emily Doyle
XD…
Comunque…
prima di lasciarvi al capitolo,
anche questo di transizione, volevo fare gli auguri alla mia editor che
oggi fa
il compleanno… senza di lei non avrei mai potuto pubblicare
questa storia!
Ed
ora, buona lettura!
18.
Non mollare!
Tel
Aviv 15:51 ora locale
Clinica
“Meyudim”
Afek
non capiva quello che stava
accadendo...
Era
semplicemente andato a prendere gli
occhiali a casa propria...
E
fin qui tutto ok...
Aveva
lasciato Anthony contento come un
ragazzo al suo Bar
Mitzvah...
E anche questo era ok...
E Ziva che lo osservava da
dietro il vetro come faceva sempre quando era assorta nei suoi
pensieri...
In quei momenti la ragazza
riusciva a farlo spaventare, riusciva a stare intere ore solo guardando
dal
vetro, solamente guardando quel ragazzo che le aveva rubato il cuore...
E anche questo diciamo che era
ok...
Però quando era tornato li
aveva sentiti gridare e alla fine Tony era uscito dalla stanza
sbattendo la
porta.
Aveva provato a chiedere
spiegazioni...
Ma lui non lo aveva neanche
calcolato ed era andato dritto per la sua strada.
E
Ziva era rimasta in camera del ragazzo
con un’espressione stravolta in volto...
Quello
no che non era ok...
Così
dopo aver sbuffato e maledetto
qualunque cosa portasse quei due a comportarsi come imbecilli, si
diresse verso
la camera.
-
Ehi...- disse entrando.
-
Ciao Yanir...- rispose Ziva,
riscuotendosi, e indossando di nuovo la sua maschera da ragazza forte e
senza
cuore.
-
Tutto bene?- le domandò lui sedendosi
accanto a lei.
-
Si... si... sta tranquillo!- fece
sorridendo.
Ma
i suoi occhi esprimevano un sentimento
ben diverso dalla felicità o dalla tranquillità.
Stati
d’animo che lui in quei giorni le
aveva colto nello sguardo praticamente sempre.
-
E Anthony?- chiese il vecchio fissandola
con i suoi sbaraglianti occhi verde opalino.
Ziva
reggette pochi secondi il confronto
con quello sguardo e fu costretta ad abbassare il suo.
Impossibile
mentirgli...
-
Lui... se ne è andato...- disse alzando
le spalle con fare menefreghista e torcendosi le mani.
Afek
rimase un paio di minuti in
silenzio... assorto nei suoi pensieri...
-
Perché?- chiese spezzando quell’atmosfera
che si era creata.
Perché
mai, Tony, quella giovane testa di
legno se ne era andato?
Cioè…
tra lui e Ziva sembrava andare tutto
bene, il suo occhio beh… stava imparando a conviverci senza
e poi pareva che ai
loro capi in America, perché alla fine avevano dovuto
dirglielo che lavoravano
per una agenzia federale, non desse fastidio quella strana
situazione…
Allora
perché…
-
Glielo ho detto io...- rispose Ziva per
lui.
-
Più che altro glielo hai urlato... vi
sentivate fino all’ingresso... sembrava che fossimo al
mercato…-
Lei
arrossì impercettibilmente.
Questa
non se l’aspettava… beh… credeva che
fosse una delle loro tante e ormai consuete litigate su qualsiasi cosa,
importante o inutile che fosse…
Che
diavolo si erano detto per portare Tony
ad andarsene?!?
-
Scusa e perché l’hai fatto?- le domandò
Afek confuso.
-
Non puoi capire...- rispose lei duramente
distogliendo lo sguardo e andando a guardare fuori dalla finestra.
-
Tu avevi detto di amarlo!- gridò Yanir
facendo saltare in aria il povero Badir che brontolando si nascose
sotto il
letto di Tony ormai vuoto.
Era
quel atteggiamento di totale
menefreghismo e insensibilità che lo faceva imbestialire,
lei si stava
comportando come se non gliene importasse un fico secco della partenza
di Tony,
anche se Afek sapeva che era tutto il contrario.
-
Non è vero! Io non l’ho mai detto!-
ribatté lei secca girandosi di scatto e facendosi finire
ciuffi neri sul viso.
Afek
si passò una mano tra i corti capelli
grigi e tentò di calmarsi...
Alzare
la voce non serviva a nulla...
Soprattutto
con quella donna...
-
Va bene Ziva... spero per te che tu
l’abbia fatto per una giusta motivazione... perché
hai appena perso uno degli
ultimi uomini degni di questo nome che sono rimasti sulla faccia
dell’intero
pianeta Terra...-
-
Lo so...- rispose semplicemente lei
accennando a un sorriso amaro.
Lo
sapeva benissimo...
-
Signorina David...- la chiamò il dottore
entrando nella stanza con un aria mortificata, si guardò un
attimo intorno e
poi la fissò di nuovo.
-
Il signor DiNozzo se ne è già andato?-
-
Si...- rispose lei senza entusiasmo e
studiando l’uomo.
Quel
espressione non le piaceva per
niente...
-
Che è successo ora?!?- domandò sedendosi
sul letto di Tony.
-
Vostro padre è morto...-
Tel
Aviv 16:15 ora locale
Aeroporto
“Ben Gurion”
DiNozzo
era in piedi nel bel mezzo
dell’aeroporto “Ben Gurion”, la folla
intorno a lui e la confusione.
Ma
nonostante fosse molto diverso da allora
non poteva fare a meno di pensare a quello che era successo
l’ultima volta che
era stato lì...
Lui
che corre mentre tentano di
sparargli... le dure e sgrammaticate parole di Abdal che incitano gli
altri a
farlo fuori... il dolore alla spalla e alla mano...
Scacciò
dalla mente quei pensieri e si
sedette su uno dei sedili osservando i biglietti che aveva in mano...
Stava
per tornare in America...
Finalmente
dopo tante disavventure poteva
tornare a casa!
Al
suo lavoro, da i suoi amici, alla cara e
vecchia Washington!
Però
nonostante questo mancava ancora
qualcosa...
Come
se si sentisse incompleto… non
totalmente soddisfatto…
Forse
era dovuto alla sua precedente
litigata con Ziva, forse alla consapevolezza che forse non
l’avrebbe più
rivista o semplicemente ai farmaci che gli avevano fatto
ingurgitare…
Fatto
sta che uscì in tutta fretta
dall’aeroporto e si appoggiò ad un muretto
là fuori... posò i biglietti là
sopra e prese il cellulare nuovo, che gli aveva regalato Ziva, dai
pantaloni
che sempre lei gli aveva fornito...
Tutto
gliela ricordava...
Sospirando
compose un numero ben
conosciuto.
Washington
DC 9:17 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
Erano
tutti riuniti davanti al telefono di
Gibbs...
Ziva
aveva detto che avrebbe chiamato a
quell’ora per aggiornarli sulla situazione...
-
Sicuri che chiamerà?- domandò McGee.
-
Certo che chiamerà Tim!- lo rimproverò
Abby poi si rivolse a Gibbs - perché chiamerà,
vero?-
Proprio
in quel momento il telefono
cominciò a squillare.
-
Allora è vero che sono un’indovina!-
esclamò
la ragazza prendendo il telefono.
Ma
Jethro glielo tolse di mano con
un’occhiataccia e se lo portò
all’orecchio.
-
Gibbs...-
-
Pronto... capo?- disse, dall’altra parte
dell’apparecchio, Tony.
-
DiNozzo?!?- esclamò l’agente sorpreso.
-
Ciao capo...-
-
Tu! Stupido...- cominciò a ringhiargli
contro l’uomo.
Ma
Tony lo interruppe ridendo tra se e se.
-
Lo so capo... lo so... anche io ti voglio
bene...-
Il
Direttore tolse il telefono dalle mani
di Gibbs e cominciò a parlare lei con DiNozzo...
-
Tony?-
-
Jenny? E’ un piacere risentirti...-
-
Stai bene?-
-
Si tranquilla... sono solo un po’
ammaccato...-
-
Devi essere parecchio ammaccato allora...
perché sei stato ricoverato due settimane!-
-
Già...- commentò il ragazzo sfiorandosi
con la mano libera la cicatrice sul volto.
-
Tony! Tony! Tony!- gridò Abby che intanto
aveva rubato il telefono dalle mani di Jenny.
-
Ciao Abby...-
-
Come va? Stai bene? Non sei stato rapito
da un gruppo di palestinesi vero?-
-
No tranquilla... diciamo che ci sono
andato vicino...-
-
Ci manchi Tony! Torna subito qui e non
fare più scherzi del genere... se non la prossima volta ci
rimango secca...-
Abby
percepì che lui stava sorridendo...
-
Tranquilla... lì va tutto bene?-
-
Si... a McGee manchi un sacco..-
Quest’ultimo
tentò di rubarle il telefono
urlando cose tipo:
-
Non è vero... Tony! Sta mentendo!-
-
E’ timido poverino...- commentò Abby una
volta ripreso il possesso dell’apparecchio e aver dato uno
scappellotto a Tim.
-
Senti Abby... puoi ripassami Gibbs?-
-
Certo Tony! Ti voglio bene!- e così
dicendo diede il telefono all’uomo.
-
DiNozzo dov’è Ziva?- domandò il capo
non
tono grave.
Seguì
una lunga pausa a quella domanda.
-
Capo... io... mi dispiace... lei… ho
fallito...-
-
“Mai dire mi dispiace” DiNozzo...-
-
Giusto capo...- rispose lui vagamente
deluso da quelle parole di rimprovero - ora devo andare...-
-
Tony...- cominciò Gibbs.
Ripensò
a come aveva perso Shannon e Kelly,
al dolore che aveva provato e che ancora oggi provava...
Non
poteva permettere che anche DiNozzo soffrisse
così...
Così
prima di chiudere il telefono disse
due semplicissime parole.
-
Non mollare...-
Tel
Aviv 16:30 ora locale
Clinica
“Meyudim”
Ziva
osservò il corpo senza vita del padre
ancora steso sul letto d’ospedale...
Che
strano vederlo così rilassato e
tranquillo, per lei abituata a osservarlo sempre composto e glaciale...
-
Quando si svolgerà il funerale?- domandò
Afek distogliendola dai suoi pensieri e poggiandole un braccio sulle
spalle.
-
Aveva detto niente funerale...- rispose
lei non distogliendo gli occhi dal suo corpo - voleva essere seppellito
subito
dopo la sua morte, senza un funerale… non credeva in Dio...-
-
Capito...- rispose Yanir rispettando il
religioso silenzio che si era creato nella stanza.
Così
Ziva poteva definitivamente scordarsi
di tornare in America...
Il
suo unico possibile alleato tra le alte
cariche del Mossad era morto...
Tony
se ne era andato via per sempre... ed
era stata lei a cacciarlo...
L’Operazione
Messiada stava per
cominciare...
E
come se non bastasse c’era anche quel
piccolo “inconveniente” da risolvere...
La
sua vita era diventata un incubo...
E
senza il suo fulcro centrale come avrebbe
fatto?!?
Come
avrebbe fatto ad andare avanti senza
Tony?
Non
poteva farcela da sola...
Forse
aveva commesso un errore a cacciarlo
via...
Tel
Aviv 16:31 ora locale
Aeroporto
“Ben Gurion”
Ziva
non aveva mantenuto la sua promessa...
Se
ne era andata senza dargli spiegazioni e lasciandolo solo...
E
ora lo stava costringendo ad abbandonarla di nuovo...
L’aeroporto
era ancora affollato... ma parlare con Gibbs l’aveva aiutato
a chiarirsi le
idee...
Si
rigirò i biglietti tra le mani...
Gli
aveva detto di non mollare...
Insomma...
Gibbs! Gibbs gli aveva detto di
non mollare!!!
Non
gli aveva mai dato quel genere di
consigli...
Tony
rientrò dentro l’aeroporto e proprio
in quel momento chiamarono il suo volo...
Si
addentrò tra la folla, con lo zaino in
spalla e si fissò intorno...
Era
l’unico a essere solo...
Solo...
Come
se gli mancasse qualcosa...
Come
se lui fosse la metà di un qualcosa...
E
quel qualcosa fosse la sua metà...
E
solo in quel momento lo capì...
Lontano
da tutte le persone che amava e che
aveva amato...
E
stando per la prima volta in vita sua veramente
da solo lo capì...
Lui
l’amava...
Lui
amava Ziva…
Lei
era la sua metà... e senza di lei, lui
non era nulla!
La
amava!
Tony
si avvicinò ad un mendicante vicino
all’entrata e gli mollò in mano i biglietti, poi
si diresse di nuovo verso
l’uscita.
Aveva
finalmente trovato una risposta alla
sua domanda...
* Il Bar Mitzvah, per chi
non lo sapesse, è la cerimonia con cui si celebra il
raggiungimento della
maggiore età nella tradizione ebraica.
|
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Capitolo 19 *** 19. Un incontro inaspettato ***
Ciao!
Avete passato una buona settimana?
Con lo scorso capitolo io e Ziva siamo state perdonate, o meglio io si
e quindi
sono tornata a casa... lei è ancora in Canada che si
nasconde dentro un iglu...
Allora...
riguardo al nuovo capitolo c’è da
premettere che è molto di transizione, e che è
stato aggiunto alla storia
all’ultimo momento, per chiarire un punto buio della trama
visto che... oh!
Insomma! Leggendo ve ne renderete conto da soli! XD
Buona
lettura!
19.
Un incontro inaspettato
Washington
DC 9:32 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
Gibbs
si stiracchiò sulla poltrona...
-
Allora Gibbs? Che ti ha detto Tony?-
domandò Abby super curiosa.
Lui
non rispose e fece un mezzo sorriso.
-
Credo che stia finalmente crescendo...-
sussurrò tra se e se.
-
Ti abbiamo chiesto cosa ha detto! Dai!
Diccelo!- continuò la ragazza sperando di convincerlo.
-
No...- rispose semplicemente l’uomo.
-
E perché poi gli hai detto di non
mollare? Cosa non doveva mollare??? Ti prego Gibbs!!! Non mi lasciare
incuriosita!!! Ti prego!!!-
-
No... quando torna ve lo fate raccontare
da lui...-
Abby
lo afferrò per il bavero del colletto.
-
Perché dobbiamo aspettare tutto questo
tempo?!? Dillo Gibbs! Ti prego!!!!-
Lui
la guardò eloquentemente.
Abby
si affrettò a mollare la presa.
-
Scusa... mi sono fatta prendere la
mano...-
-
E’ inutile...- annunciò il direttore
Shepard agli altri presenti - non ce lo dirà mai... vero
Jethro?-
Concluse
la frase con un sorriso rivolto a
quest’ultimo.
Gibbs
corrispose al sorriso.
-
A quanto pare il direttore mi conosce
davvero bene...-
Abby
si accigliò.
-
La smettete con queste smancerie?!? Io
voglio sapere che fine ha fatto Tony!!! E Ziva?
Dov’è Ziva? Capo non puoi
andare via come se nulla fosse... diccelo!-
Ma
Gibbs ormai si era incamminato con Jenny
verso la scala.
Non
appena fu in cima si affacciò dalla
ringhiera e li salutò con la mano.
-
Ciao...-
Tel
Aviv 16:45 ora locale
Da
qualche parte
Tony
stava correndo il più veloce possibile
lungo il ciglio della strada da circa dieci minuti...
Si
asciugò il sudore dalla fronte con un
braccio e continuò ad andare avanti...
Ogni
tanto si voltava indietro per vedere a
che punto era, ma riusciva ancora a scorgere in lontananza
l’aeroporto Ben
Gurion... era ancora troppo lento e appesantito...
Abbandonò
lo zaino lungo la strada e scattò
avanti...
Le
macchine correvano di fianco a lui
alzando grandi polveroni...
Le
maledisse cercando di non respirare la
terra rossa dentro la quale doveva correre per riuscire ad andare
avanti.
Osservò
una decappottabile superarlo con estrema
facilità e sporcarlo più del solito...
Sempre
correndo si scrollò la sabbia di
dosso e si rese conto che continuando a correre a quella
velocità non sarebbe
mai arrivato in città...
Lui
non aveva tempo...
E
la distanza era troppa se pensava a
lei...
Quel
pensiero gli diede la forza di andare
avanti con il sorriso sulle labbra come un ebete.
-
Ehi!- disse una voce distraendolo.
La
decappottabile nera che lo aveva
superato prima ora era posteggiata due metri davanti a lui.
-
Vuoi un passaggio?- chiese la guidatrice
dell’auto, una ragazza sulla ventina, con corti capelli ricci
e un paio di
occhiali da sole.
-
Chi io?- domandò Tony stupidamente,
mentre si fermava a pochi centimetri dal cofano della macchina per
riprendere
fiato.
-
No! Mia sorella!- fece lei ridendo -
Forza, sali!-
-
Sei sicura?-
-
Certo! Forza!-
Un
po’ dubitante DiNozzo salì in auto.
La
ragazza non gli diede neanche il tempo
di allacciarsi la cintura: ripartì immediatamente sgommando.
-
Grazie...- sussurrò l’uomo.
-
Non ce di che! Dove devi andare?-
-
Ehm... una clinica presso Gannot...-
-
La “Meyudim” vero?-
Lui
annuì.
-
Sei fortunato! Devo andare anche io da
quelle parti... ah! Non ci siamo presentati! Io sono Elisa... tu?-
-
Tony... italiana?- rispose distrattamente
vedendo nello specchietto retrovisore l’aeroporto
allontanarsi sempre di più,
forse grazie a quel passaggio ce l’avrebbe fatta.
Doveva
essere una benedizione divina...
-
Si... americano?-
-
Si, e un po’ italiano...-
-
Davvero?-
-
Già... che ci fa un giovane e
affascinante italiana qui a Tel Aviv?- le domandò mettendosi
più comodo sul
sedile.
-
Studio all’università...- rispose lei con
semplicità togliendosi un ciuffo di capelli davanti agli
occhi - tu che ci fai
qua?-
Tony
si allacciò la cintura frettolosamente:
la ragazza stava pericolosamente aumentando l’andatura
dell’auto.
-
Beh... io devo... devo sbrigare alcune
questioni...- disse vago cambiando poi argomento - perché
hai scelto proprio
Tel Aviv?-
-
Mm... perché ho scelto Tel Aviv? Perché...
beh... è difficile da spiegare così su due
piedi...-
-
Provaci...-
-
Beh... ti sembrerà stupido... ma sento
che questo paese è la mia vera casa!-
-
Non è stupido...- notò Tony sorpreso
dalla motivazione così profonda di una ragazza
così giovane.
Lei
arrossì impercettibilmente e borbottò
qualcosa come un “grazie”.
Poi
calò il silenzio tra loro, era
interrotto solo dal rumore delle gomme sull’asfalto polveroso
e da quello del
motore...
Lui
pensava a Ziva e a cosa le avrebbe
detto...
Mentre
Elisa era persa in chissà quali
oscuri e sconosciuti pensieri...
-
Ti sta vibrando il cellulare...- le fece
notare Tony interrompendo l’armonia di quel momento.
L’apparecchio
si trovava in bilico sul
cruscotto di fronte a lui e come per miracolo non cadeva...
-
Lo puoi prendere tu?- gli chiese la
ragazza non distogliendo lo sguardo dall’asfalto.
-
Certo...- fece lui sorridendo e
afferrandolo - è un certo David... chi è?-
-
Davìd non David... dammi...- disse brusca
la ragazza togliendolo dalle mani.
Seguì
un breve discorso in ebraico e
parecchie risate...
Poi
lei chiuse il cellulare e lo infilò in
tasca.
-
Era il tuo ragazzo?- domandò Tony con un
sorriso malizioso stampato in volto, quella situazione lo stava
divertendo, era
quasi come tornare a parlare con Ziva ai primi tempi.
-
Si...- rispose Elisa cercando di fare
l’indifferente, ma tornò ad arrossire.
-
Non è che ti sei trasferita qui per lui,
vero?- fece il ragazzo sornione stuzzicandola di nuovo.
-
No... l’ho conosciuto dopo un mese che
stavo qui...-
-
Stai qui da tanto?-
-
Beh... due anni e mezzo... dipende dai
punti di vista...-
-
Per me sono tanti...- notò Tony
sorridendo poi aggiunse - Amore a prima vista?-
-
Chissà perché ma sospettavo che me
l’avresti chiesto...- fece la ragazza sorridendo –
Comunque... si! Ho capito
subito che era quello giusto... probabilmente l’uomo della
mia vita... ci
capiamo con gli sguardi... non ci servono parole... è la mia
anima gemella!- continuò
lei sognante, poi resasi conto di quello che aveva appena detto si
affrettò a
concentrarsi di nuovo sulla strada che scorreva di fronte a lei.
-
Lo ami tanto...- notò Tony correndo col
pensiero a Ziva.
Lei
avrebbe mai detto quelle stesse cose di
lui?
O
almeno le pensava?
Anime
gemelle...
Gli
ricordava vagamente qualcosa... gli
sapeva di già sentito... ma dove? E soprattutto... chi o
cosa?
-
Già... tu invece?- domandò a tradimento
Elisa.
Tony
si riscosse dal suo momentaneo
torpore.
-
Chi io? No... non lo amo...-
-
Non fare lo scemo!-
Lui
rimase un attimo in silenzio.
-
Beh... diciamo che sono single...-
-
“Diciamo”?-
-
Beh... “diciamo” perché fino a poche ore
fa non lo ero..-
-
Ti ha mollato lei? Oppure sei stato tu?-
domandò Elisa incuriosita mentre si apprestava a curvare.
Tony
si dovette reggere alla maniglia e
rimpianse amaramente la giuda di Ziva, spericolata si, ma non fino a
quel
punto!
-
A dire il vero non l’ho capito neanche
io...-
-
La ami?- chiese la ragazza a bruciapelo
fissandolo negli occhi.
-
Guarda la strada per piacere!- le gridò
lui.
-
Sta tranquillo! So quello che faccio!
Rispondi alla mia domanda piuttosto...-
-
Beh... io... si... forse... non lo so!- fece
lui abbassando la testa sul petto.
-
E lei?-
-
Non so neanche questo... mi ha cacciato
via...-
-
Ah, bene! Beh... immagino avrà avuto un
buon motivo o almeno lo spero per lei... mi sembri un bravo ragazzo,
Tony...-
fece lei sorridendo.
“Guarda
la strada maledizione!” pensò il
ragazzo sudando freddo stringendo ancora di più la maniglia.
-
Più di David?- le domandò trattenendo il
fiato mentre si apprestavano ad uscire di strada.
Lei
però con un’abile quanto spericolata
sterzata riportò l’auto in pista.
-
Mm... forse!- rispose come se nulla fosse
accaduto tornando a fissarlo sorridente.
Lo
guardava in faccia.
Negli
occhi... o meglio nell’occhio...
Era
la prima persona che lo faceva... per i
primi tempi persino Ziva era stata turbata da quel suo nuovo aspetto
che tanto
lo spaventava...
Come
mai a lei no?
Come
mai a lei non faceva nessun effetto un
uomo con un occhio solo e con una cicatrice non del tutto rimarginata?
-
Come faccio a guardarti in faccia?- fece
la ragazza sorprendendolo, sembrava quasi che gli avesse letto nel
pensiero - Ho
visto cose peggiori... uno sparo vero?-
-
Già...- rispose lui tristemente
ripercorrendo con la memoria quegli interminabili istanti in cui aveva
persino
invocato la morte, preferendola alla dura, difficile e dolorosa, molto
dolorosa, vita.
-
Perché ti volevano uccidere?-
-
Beh... in realtà lo sparo non era per me...-
-
Molto eroico da parte tua sacrificare un
occhio... devi amarla tanto questa persona... aspetta!
Non sarà la stessa persona con cui ti
sei lasciato poche ore fa!-
-
Beh... in realtà si... e detto in tutta
franchezza tu me la ricordi abbastanza, sai?-
-
Davvero? E’ anche lei una stronza,
spavalda e sexy ragazza mediterranea? E poi come fai a dirlo? Ci siamo
appena
conosciuti... non potrei essere un’assassina stupratrice?-
-
Quindi tu saresti una stronza, spavalda e
sexy assassina stupratrice mediterranea?- chiese Tony alzando un
sopracciglio.
Sul
volto della ragazza si dipinse un
sorriso.
-
Beh... stupratrice non mi
dispiacerebbe...- notò Tony con una punta di malizia,
tornando a fissare la
strada, per un attimo, poi la guardò per vedere la sua
reazione.
-
Neanche a me...- rispose la ragazza
guardandolo da sopra gli occhiali da sole.
Nei
suoi occhi scuri si riusciva a
distinguere uno strano brillio che mise i brividi a Tony.
-
E David?-
-
Beh... lui non lo verrebbe mai a
sapere... e neanche la tua pseudo-ragazza...- fece Elisa sorniona.
Lui
le sorrise e riprese a guardare la
strada.
Rimasero
in silenzio tutto il resto del
viaggio mentre alla radio trasmettevano canzoni che Tony non capiva.
Eretz
ba naladnu
Eretz
ba nikhye
Yihié
ma shé yihié
Elisa
parve notare la sua difficoltà.
-
Paese
in cui siamo nati, paese in cui viviamo, qualunque cosa accada...-
tradusse
per lui – le canzoni patriottiche vanno molto in voga in
Israele, soprattutto
in questo periodo di guerra...- gli spiegò.
Lui
annuì e si stupì dell’amore di quelle
persone per il loro paese, la loro casa, la loro patria, per la quale
avevano faticato
tanto.
In
America non era così... non c’era tutto
questo orgoglio e coraggio, e ancora una volta ripensò a
Ziva.
Anche
lei era così, come tutti i suoi
compaesani, del resto.
Una
donna pronta a difendere a tutti i
costi quello che aveva di più prezioso.
E
in quel momento Tony non si rese conto di
aver compreso Ziva più di quanto avesse mai fatto in vita
sua e in più di due
anni che la conosceva.
Alla
fine Elisa fermò l’auto a un centinaio
di metri dalla clinica.
-
Beh... questa è la tua fermata... più
vicino non posso andare perché se no poi dovrei fare il
giro...-
-
Va bene lo stesso! Anzi hai fatto
troppo!- rispose Tony facendo per scendere dalla macchina - Ci
vediamo...-
-
Aspetta!- lo fermò lei afferrandolo per
una manica.
Lui
la fissò confuso.
-
Prometti che dirai a quella ragazza che
la ami...-
Tony
sorrise con dolcezza...
-
Ok... solo se tu mi prometti che lo dirai
a David...-
-
Chi ti dice che io non l’abbia...-
-
...già fatto? Non lo so... istinto?-
Lei
sorrise di nuovo e si tolse gli occhiali
da sole...
-
Addio sexy autostoppista...-
DiNozzo
uscì dalla macchina e prese a
correre sotto lo sguardo compiaciuto di Elisa.
-
Addio stronza, spavalda e sexy assassina
stupratrice mediterranea!-
Avrebbe
mantenuto la promessa... avrebbe
detto a Ziva che la amava!
*
So che è deprimente però... è
l’unica
cosa che mi è venuta in mente! E poi ammettetelo: il mio
personaggio non è
estremamente intrigante?!? XP
*
Ho inserito il testo della canzone
appunto per puntualizzare questo aspetto di sacrificio, orgoglio e
coraggio che
hanno il personaggio di Ziva e gli altri israeliani, cosa che mi ha
sempre
affascinato molto, e che come ho detto secondo me racchiude in breve
tutta
l’essenza della nostra rosh katan preferita, spero voi siate
delle stesse vedute.
* Riguardo a quello che
ha detto la mia
compare eLiSeTtA, che la informo se continua a dire quelle cose
verrà uccisa da
me e Ziva, sul Tibbs che c’è in questa fic... io
in realtà non ce ne vedo poi
molto e non era mia intenzione mettercelo... poi... boh!
|
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Capitolo 20 *** 20. Hapanterim Levanim ***
Rieccomi!!!
Wow... siamo già al capitolo
20... wow... e io che credevo che saremmo arracanti solo fino al
capitolo 14 o
15...
Comunque...
qualcuno mi ha chiesto se il
personaggio nello scorso capitolo fossi io e qualcun altro lo ha capito
e
basta... ebbene si! La stronza spavalda sexy stupratrice assassina
mediterranea
(o semplicemente SSSSam) sono io! E sono contenta che abbiate trovato
il
capitolo divertente e molto utile perché ha fatto capire
meglio a Tony i propri
sentimenti (visto che per lui le sorprese non sono finite qui), visto
che era
quello l’intento, oltre spiegare il viaggio... poi capirete...
Intanto
leggete questo capitolo che
probabilmente è il mio preferito insieme ad altri due...
buona lettura!
20.
Hapanterim
Levanim
Tel
Aviv 16:33 ora locale
Appartamento
del Vicedirettore del Mossad Ziva David
Ziva
chiuse la porta alle sue spalle.
La
casa era deserta...
Non
c’era nessuno...
Non
c’era più nessuno...
Era
sola...
Per
sempre...
Tutti
quelli a cui teneva se ne erano
andati definitivamente...
Per
sempre...
Per
la prima volta da più di due settimane
cedette alla stanchezza e al nervosismo che aveva accumulato...
Si
accasciò sul pavimento e si ritrovò a
fissare il soffitto come era successo l’ultima volta che
aveva messo piede in
quella casa...
Per
tutto quel tempo aveva praticamente
vissuto in clinica, incapace di rimettere piede in quella casa...
In
quella casa così piena di ricordi
dolorosi...
Si
rialzò e cercò di ignorare il mobile con
sopra le foto dei suoi cari... ma non ci riuscì...
Le
fissò tutte una ad una...
La
foto di Ari e Tali... quella di lei e
Sara abbracciate... persino una di lei e suo padre quando era
piccola... e poi
la foto del suo compleanno...
Sara
aveva insistito così tanto a metterla
lì che alla fine aveva dovuto cedere...
Distolse
lo sguardo da quei ricordi
immortalati su carta e si andò a sedere sul divano, dove si
accasciò
stancamente...
Il
ciondolo di Tony era ancora lì, messo in
bella mostra sul tavolino di fronte lei...
Lo
afferrò e se lo rigirò tra le mani per
un po’ di tempo...
Poi
si decise e se lo rimise al collo.
Aveva
fatto una promessa dopotutto, no?
Tanto
valeva mantenerla...
E
poi quello era l’ultimo ricordo di lui...
della migliore parte della sua vita...
Il
momento in cui era finalmente potuta essere
“Ziva” e non l’agente del Mossad,
David...
Il
momento in cui si era finalmente
abbandonata all’istinto...
Il
momento in cui si era innamorata
veramente...
Tutto
grazie a lui...
Riavere
quel dolce peso che le era mancato
tanto al collo la fece rincuorare un po’...
Ora
era veramente sola...
Nessun
padre... nessun fratello... nessun
amico... nessun Tony pronto a proteggerla a costo di rischiare la
vita...
Tutti
morti o comunque scomparsi dalla sua
vita...
Perché?
Perché proprio lei?
Perché?
Era
la prima volta che metteva piede nell’ufficio di suo padre da
quando si era
trasferita in America.
Fu
molto sorpresa di scoprire che non era cambiato affatto.
I
mobili erano tutti nello stesso posto, e persino i quadri erano gli
stessi di
prima...
Dietro
di lei sentiva Chaim emettere piccole esclamazioni di stupore davanti a
quei
quadri tanto famosi che stavano appesi alle pareti... e per le targhe
onorifiche di lei e suo padre!
Sorrise
tra se e se continuò a costeggiare il muro osservando i
quadri tanto cari al
padre.
Improvvisamente
si fermò davanti ad una targa che non aveva mai visto...
“Unità
7. Per il loro coraggio e la loro determinazione”
-
Ehi! Chaim! Che significa questa?- domandò al suo fedele
consigliere.
Lui
si affrettò ad affiancarla.
-
Beh... è in onore dei caduti dell’Unità
7 del Metsada...- rispose con fare
ovvio.
- Caduti?!?-
esclamò Ziva visibilmente sorpresa - Quando è
successo?!? Chi è morto?!?-
- E’
successo circa un anno fa... sono morti tutti... si trovavano in
missione al
confine con la Siria... c’è stato un raid aereo...
e poi...- il ragazzo non
completò la frase e abbassò il volto.
- Sono
morti tutti... anche il Tenente Colonnello Dov Ben Amos?!?-
Chaim
annuì mortificato.
- Non
si è salvato nessuno...-
Dov...
Si
sedette sulla poltrona senza forze e fece segno a Chaim di lasciarla
sola.
Lui
annuì gravemente e sparì dalla stanza in un
attimo.
Khalida...
Uzi... Ezra... Azeb... Noam... Tsvika...
Dov...
Erano
tutti morti...
Chiuse
gli occhi e tentò di scacciare il loro pensiero dalla
mente...
Ma
era troppo doloroso...
- Panterim
Shhorim?- chiese Ziva fissando suo padre.
Aveva
ventuno anni, era fresca di laurea, un giovane Capitano del Metsada ed
era
piena d’entusiasmo.
- Si...
ti hanno affibbiato questo soprannome... sei agile, scattante, sensuale
e
letale come una Pantera Nera... testuali parole...- rispose lui
lisciandosi i
baffetti bianchi, molto di moda in quel periodo.
Panterim
Shhorim...
Le
piaceva quel soprannome...
- Mi
hai convocata solo per questo?- chiese cercando di nascondere il suo
compiacimento e restando fredda e glaciale.
- No...-
cominciò a dire suo padre abbassando gli occhi sulle carte
di fronte a lui - volevo
informarti di persona che sei stata promossa a Tenente Colonnello del
Metsada e
che da ora in poi avrai una tua squadra...-
Ziva
strabuzzò gli occhi...
Non
credeva alle sue orecchie...
Era
stata promossa a Tenente Colonnello e finalmente aveva una squadra
tutta sua!
Nonostante
la sua brillante carriera tra le file del Metsada si erano sempre
rifiutati di
assegnarle una squadra perché era troppo “immatura
e impulsiva”...
Spesso
durante le missioni che svolgeva da sola o col suo patner non seguiva
il piano
e gli ordini dei suoi superiori mettendo a rischio la propria vita...
Per
questo non le avevano mai dato una squadra: pensavano che non avrebbe
saputo
gestirla e che per fare di testa sua avrebbe messo a rischio anche le
loro di
vite...
Se
le assegnavano una squadra significava che la ritenevano finalmente
cresciuta!
Quell’improvviso
sprizzo di fiducia doveva essere dovuto al recente attacco alle Torri
Gemelle,
avvenuto solo un mese e mezzo prima...
Ziva
infatti aveva avvertito i suoi Capi che durante le sue missioni sotto
copertura
nei paesi arabi aveva sentito parlare di un attacco organizzato da una
nuova organizzazione,
ribattezzata poi dagli americani Al Qaeda (la base), che intendeva
ricreare il
“fenomeno Pearl Harbor” con l’aiuto dei
russi...
I
suoi adorati superiori, compreso suo padre, non avevano ritenuto
importante
quest’informazione...
Ma
poi era successo quello che era successo...
E
così, un paio di giorni prima, grazie ad un’altra
delle sue soffiate, che
stavolta erano state debitamente ascoltate, erano riusciti a salvare il
ministro israeliano del turismo, Rehavam Zeevi...
Doveva
essere per quello che l’avevano promossa...
L’entusiasmo
però fu presto sostituito dalla tristezza...
Dov...
Il
padre dovette accorgersene.
- Il
tuo patner, il Maggiore Dov Ben Amos, ora è nella tua
squadra... l’Unità 7...- disse
sempre non alzando lo sguardo.
Ziva
gioì internamente.
-
E’ tutto?-
-
E’ tutto, Panterim Shhorim... puoi andare...-
confermò Eli David alzando lo
sguardo dai fogli e abbozzando un sorriso, era finalmente fiero di sua
figlia.
-
Ken hamfaked!–
Lei
si diresse a grandi falcate verso la porta.
Dov
era in piedi, fuori, che la aspettava.
Dopo
aver atteso che si fosse chiusa la porta alle spalle, parlò.
-
Tutto ok?- le domandò non riuscendo a decifrare
l’espressione sul suo volto.
Lei
per tutta risposta si lanciò al suo collo e lo
baciò con passione.
- Lo
prendo per un si...- commentò Dov sorridendo.
- Sono
Tenente Colonnello!-
- Wow!
Sei salita di due gradi!- fece lui chiaramente stupito – e in
così poco tempo!
Finalmente hanno capito quanto vali e che sei il miglior agente che il
Mossad
abbia mai avuto! Brava!-
- Non
esagerare! E poi non è finita... mi hanno assegnato una
squadra!-
Il
ragazzo si rabbuiò e la lasciò andare.
-
Beh... allora congratulazioni...- mormorò adombrandosi ma
cercando di non darlo
a vedere.
- E
tu ne fai parte Maggiore Dov Ben Amos!- completò Ziva
facendo un enorme
sorriso.
Lui
la strinse forte e risero dalla felicità.
Ziva
amava Dov come non aveva mai amato nessun altro.
Adorava
i suoi ribelli ricci neri, la sua pelle olivastra, i suoi occhi grigi,
la sua
voce, la sua compagnia...
Era
pazza di lui e se ne fidava ciecamente.
Erano
patner da ormai due anni...
Lui
era subentrato al vecchio compagno di Ziva che era stato ucciso
brutalmente e
da allora non si erano mai lasciati...
E
quanto pare non sarebbe successo neanche questa volta!
La
squadra era senza dubbio la migliore che lei potesse desiderare.
Erano
tutti quanti professionali, affidabili e simpatici.
Quello
fu periodo più bello della sua vita...
Certo...
il loro lavoro consisteva nell’uccidere...
Però
aveva finalmente trovato un equilibrio interiore che desiderava con
tutto il
cuore mantenere... uccidere quando condividevi dei momenti con qualcuno
diventava meno faticoso... meno opprimente... le pessime condizioni
psichiche e
mentali alle quali erano sottoposti quasi ogni momento della loro vita
diventavano meno gravose...
Sembrava
quasi di vivere una vita vera, e non quella di un’agente del
Mossad.
Oltre
a Dov, Ziva aveva stretto amicizia anche con Khalida, unica donna del
gruppo
oltre lei...
All’inizio
c’era stata un po’ di diffidenza, ma alla fine
erano diventate grandi amiche...
Erano
entrambe testarde, letali e distruttive... uguali insomma!
Dov
e Khalida erano i suoi primi amici dai tempi in cui era ancora una
bambina...
Da
quando aveva deciso di arruolarsi nel Mossad, cioè dopo la
morte del suo
migliore amico quando aveva solo dodici anni, aveva deciso di
concentrarsi solo
su quello...
Era
uno degli agenti del Mossad che avevano fatto carriera in meno tempo...
Da
quando aveva sedici anni sino ad allora aveva condotto una carriera
impeccabile
che l’avevano portata ad essere Tenente Colonnello a ventuno
anni e a soli cinque
anni dall’inizio del suo addestramento... non aveva mai avuto
amici e non si
era mai legata a nessuno, tranne che
a
sua sorella Tali, fulcro centrale della sua ormai misera esistenza.
Si
era più volte detta che senza sua sorella non sarebbe
riuscita a resistere in tutti
quegli anni...
Ora
invece sentiva di far parte di Dov e Khalida come loro facevano parte
di lei...
Erano
i suoi migliori amici...
- Ehi!
Lo sapete che l’Unità 7 ha
un nuovo soprannome?- disse un giorno Noam, il più giovane
del gruppo, entrando
di corsa nella sala degli allenamenti di Krav Maga.
- Davvero?-
domandò Ziva incuriosita e interrompendo il suo allenamento
con Tsvika.
Ultimamente
i loro nemici si erano divertiti a dare i nomi più strani e
improbabili alla
letale Unità 7.
Angeli
della Morte... Diavoli Bianchi... Squali di Sabbia... Ombre di Luce...
Cobra
del Deserto...
Era
proprio curiosa di sapere cosa si sarebbero inventati quella volta!
- Hapanterim
Levanim!- disse Noam facendo un enorme sorriso -
“Hapanterim” in onore del nostro
grande capo, il Tenente Colonnello Ziva David ben Eli, la Panterim
Shhorim d’Israele
e “Levanim” per il colore della nostra ormai famosa
divisa che agli arabi mette
più terrore del non morire per la jihad!-
Ziva
rispose al sorriso.
Dov
le si avvicinò e le cinse la vita con un braccio.
-
Beh... finalmente ci hanno affibbiato un soprannome adatto!-
commentò ridendo e
coinvolgendo tutti nella sua risata.
Tutto
trascorse bene e rimase invariato fino a quel giorno...
Quel
giorno maledetto che non avrebbe mai più scordato e che le
avrebbe segnato la
vita per sempre...
- Tenente
Colonnello David... dobbiamo parlarle...- disse un soldato con tono
grave
interrompendo gli addestramenti di Krav Maga e facendole segno di
seguirla.
È così
che venne a sapere della morte di Tali.
Un
attentato suicida ad opera di Hamas...
Da
allora Ziva non fu più la stessa...
Desiderava
solo la vendetta... avrebbe distrutto Hamas... avrebbe vendicato sua
sorella e
soprattutto non avrebbe più permesso a qualcuno di farle del
male e questo
significava anche non aprire mai più il suo cuore a
qualcuno...
Ormai
aveva sofferto abbastanza...
Invano
Dov, Khalida e gli altri tentarono di parlare con lei...
Si
allontanò da tutti... anche da se stessa...
Un
mese dopo la morte di Tali e a poco più di un anno dalla sua
promozione, Ziva
fu nominata Colonnello, per la sua eccezionale bravura.
Le
incursioni sue e delle Pantere Bianche divennero presto leggendarie, ma
non
c’era più il vecchio affiatamento che li univa.
Ormai
era una perfetta macchina da combattimento, in lei non c’era
più spazio per i
sentimenti inutili come l’amicizia e l’amore che
erano solo causa di sofferenza,
la sostenevano solo l’odio e la vendetta.
In
quel periodo condusse anche molte missioni all’estero da sola
e fu allora che
conobbe Hazif Shamir.
Era
bello, giovane, simpatico ed era il nipote del Direttore Dagan...
Divenne
suo amante occasionale e patner in parecchie delle proprie missioni...
Tanto
che suo padre e il Direttore pensarono di poter unificare le loro
potenti famiglie
combinando loro in matrimonio...
A
Ziva andava bene...
Certo...
non amava Hazif...
Non
avrebbe mai potuto amarlo.
Ma
le avrebbe fatto comodo essere la moglie del nipote del Direttore oltre
ad
essere la figlia del suo Vice...
Sembrava
tutto perfetto sino al giorno in cui Hazif la vendette a quei mercenari
cileni
in cambio della propria libertà...
Da
allora si rifiutò di rivederlo e i piani matrimoniali
saltarono...
Poi,
a poco più di quattro anni dalla morte di Tali, Ziva fu
inviata in America per
difendere un agente infiltrato in Hamas accusato di terrorismo e di
aver ucciso
una loro agente da un’agenzia governativa che aveva sentito
nominare raramente:
l’NCIS.
L’agente
del Mossad infiltrato in Hamas era Ari Haswari.
Ziva
aprì gli occhi...
Così
aveva conosciuto Tony ed era entrata a far parte dell’NCIS
come “agente di
collegamento col Mossad”...
Anche
se non era stata mandata lì proprio per quello... ma era
meglio non pensarci.
Poco
prima di trasferirsi definitivamente a Washington era venuta a sapere
che le Hapanterim
Levanim erano passate sotto il comando di Dov...
Poi,
da quando aveva smesso di aver contatti con suo padre, non ne aveva
saputo più
nulla e ora...
Erano
morti tutti...
Anche
Dov che lei aveva amato tanto...
Era
sola...
Dov...
Tony...
Strinse
il ciondolo che aveva al collo...
Destinata
a stare sola?
Probabilmente...
Gli
occhi le si offuscarono di nuovo... si
sentiva una pappamolle... piangere per qualsiasi stupidaggine!
“
Gli
agenti del Mossad non piangono... ricordatelo! Gli esseri umani
piangono! Non
gli agenti del Mossad! Noi non possiamo permettercelo! ”
Le
parole del maestro Shlomo risuonarono
ancora una volta nella sua testa... aveva ragione!
Non
doveva piangere! Doveva essere forte e
poi...
Aspetta...
Il
maestro Shlomo!
Prese
il telefono e compose con foga il
numero, sperando che avesse ancora quello...
Quando
sentì la sua voce fu musica per le
proprie orecchie.
Come
finì la telefonata si alzò dal divano
e si asciugò gli occhi, basta piangere sul passato...
Non
sarebbe più successo...
Andò
con passo deciso verso la porta...
Sapeva
benissimo cosa fare...
E
così almeno uno dei suoi fantasmi
l’avrebbe affrontato e sarebbe potuta tornare a pensare al
presente.
*
Ecco il dramma di questi capitoli con le
parole in ebraico... allora...
Panterim
Shhorim: Pantera nera
Hapanterim
Levanim: Pantere Bianche
Ken
hamfaked!: Si, capo! (Questa la adoro!)
E
poi utilizzo per Ziva l’appellativo “Ziva
David ben Eli” perché ben
significa figlio di.
*
Nel capitolo faccio leggermente
riferimento al coinvolgimento della Russia nell’attacco alle
Torri Gemelle del
2001... questa è una teoria mia e di alcuni altri studiosi,
potrebbe anche non
essere così, ma gli indizi ci sono purtroppo anche se non
posso stare qui ad
elencarli tutti.
E
poi faccio riferimento ad un certo
ministro del turismo israeliano Rehavam Zeevi, lui purtroppo
è morto a causa di
due colpi di pistola alla testa in un albergo di Gerusalemme il 17
Ottobre 2001,
e non è stato salvato dal Mossad come ho detto io.
L’azione è stata rivendicata
dal FPLP (Fronte popolare di liberazione della Palestina)
*
Ho voluto fare questo capitolo perché era
da un sacco che sognavo di scrivere a monomio la storia di uno dei
personaggi
più interessanti che io abbia mai analizzato, Ziva. Spero vi
sia piaciuta la
mia versione che ho cercato di rendere più veritiera
possibile, tenendo conto
delle poche cose che sappiamo su di lei.
*
(Quanti appunti oggi!) Emily Doyle... mi
lascia davvero stupita il fatto che io e te ci somigliamo
così tanto, sia
caratterialmente che, a quanto pare, fisicamente! Forse siamo delle
gemelle
separate alla nascita??? Un po’ come me e la mia nanetta
editor preferita... XP
Tu che ne pensi???
*
Benvenuta nel club, 69Monica69! Bel nick!
XP
* Cara la mia editor e
nanetta preferita...
sorvolo sul tuo sclero sulla foca investita da me con il traghetto
della
Messina - Reggio Calabria e del grasso che vola e che tu raccogli
perché non va
sprecato... per parlarti di cose più serie... Tony non
scrive la notte il Tibbs
che (tu dici) c’è nella fanfic! Hai capito?!? Ah!
Ziva dice che vuole fare i
conti con te per tutte le affermazioni cattive su di lei e inoltre...
vorrei
indietro Hazif! Se no la storia non può continuare! Lui
è il cattivo...
ricordi?!? Lo scorso capitolo... si che era un sogno... un sogno che
devo
ammettere come hai detto anche tu... non del tutto casto... comunque
spero che
commenterai anche questo capitolo (ma che lo dico a fare?) con un tuo
sclero...
|
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Capitolo 21 *** 21. Mal'ach ***
Ragazzi
sono tornata con l’ultimo capitolo
prima della vacanze di Pasqua! Lunedì prossimo non posso
aggiornare... vedrò se
potrò da mercoledì in poi ma non assicuro niente!
Grazie
per i complimenti che mi avete fatto
riguardo allo scorso capitolo! Sono felice che vi sia piaciuto anche se
ero un
po’ scettica all’inizio, in quanto non
c’entrava molto con il resto della
storia... comunque non preoccupatevi da questo in poi si torna alla
normalità!!!
21.
Mal’ach
Tel
Aviv 17:11 ora locale
Clinica
“Meyudim”
Afek
lo vide entrare di corsa dalla porta,
dopo tanta preoccupazione lui era di nuovo lì come se nulla
fosse successo.
Gli
si avvicinò pronto a dirgliene
quattro... o anche cinque...
Gli
avrebbe fatto una bella lavata di capo!
Ma
Tony era strano... aveva un aspetto
provato, non pareva neanche lui... il suo solito sorriso malizioso era
scomparso...
Nel
suo unico occhio riusciva a scorgere
qualcosa di nuovo che non aveva mai visto in lui prima.
Gli
si avvicinò di più... ecco! Cautamente
e lo osservò mentre si
piagava in due dalla stanchezza e boccheggiava.
-
Ehi... Anthony stai bene?- gli domandò
preoccupato mettendogli una mano sulla spalla.
Lui
alzò la testa di scatto, e lo fissò con
quel suo nuovo sguardo.
-
Lei dov’è?- domandò ignorando la
domanda
del vecchio.
-
Chi... Ziva?-
-
Secondo te?-
-
Beh... lei...-
-
Dimmi dov’è, Afek... ti prego...-
Il
vecchio fece un sospiro e lo guardò
mortificato.
-
Non lo so... l’ultima volta che l’ho
vista era in camera con suo padre... pover uomo...-
Calò
di nuovo il silenzio tra loro,
spezzato solo dai rumori della clinica e dal respiro grosso di Tony.
-
Tu non dovevi partire oggi?- gli domandò
Yanir.
DiNozzo
si raddrizzò.
-
Beh... c’è stato un piccolo cambio di
programma... diciamo che finalmente ho capito quello che mi stava sotto
gli
occhi da tempo...-
-
Baruk
hashem! Hai
capito che la ami, vero? Finalmente!-
Tony
lo guardò confuso.
-
Come...-
-
Come faccio a saperlo? Beh... lo sanno
tutti... dai... si vede! Credo che voi due siate gli unici a non
saperlo... e
per giunta siete i diretti interessati...-
-
Lei non mi ama...- affermò sicuro Tony
rabbuiandosi.
-
Io non sono d’accordo... ma se lo dici
tu...-
In
quel momento passò il dottore.
Tony
lasciò Afek da solo e si fiondò verso
di lui.
-
Buongiorno dottore...-
-
Signor DiNozzo che bella sorpresa! Non
era partito? Aspetti ma lei... che stupido! Le devo fare le mie
congratulazioni!-
disse il medico afferrandogli la mano e stringendola con vigore.
Tony
lo guardò piuttosto confuso...
Congratulazioni
per cosa?
Che
diavolo stava succedendo?!?
-
Per cosa, scusi?-
-
Beh... lei sta per diventare padre! La
signorina David è incinta!-
Incinta?!?
Doveva
aver sentito male...
Lei
non poteva... lei... no!
Non
avrebbe mai potuto farlo!
Eppure...
Eppure...
lei gli aveva tenuta nascosta una
cosa del genere...
Tony
si sentì in qualche modo preso in
giro...
Cioè...
stava per diventare padre!
Perché
Ziva non glielo aveva detto?
Perché?
L’avrebbe
aiutata... avrebbero affrontato
quella novità... insieme!
Perché
non glielo aveva detto?
Perché
non si era fidata di lui?!?
Perché?
-
Dov’è lei ora?- domandò con un filo di
voce il ragazzo cercando di non far trasparire la sua rabbia.
L’espressione
del dottore si fece triste.
-
E’ al cimitero... sa suo padre è morto...
purtroppo...-
Suo
padre era morto?!?
Come
se non bastasse!
Come
se non avessero già abbastanza
problemi!
Era
vero che lei e suo padre non erano mai
andati d’accordo, però...
Però
era pur sempre l’uomo che l’aveva
messa al mondo!
Tutte
quelle novità... in così breve
tempo...
No...
Ziva
non doveva stare affatto bene...
Doveva
trovarla assolutamente... dovevano
parlare... dovevano chiarire... voleva capire perché
l’aveva fatto!
-
Grazie dottore...- disse, poi si voltò e
cominciò a correre verso l’uscita dove
incontrò Afek, fermo là, impalato dove
lo aveva lasciato.
-
Vuoi un passaggio? L’infermiera mi ha
detto che Ziva è al cimitero...- gli disse con quel suo fare
pratico e veloce.
-
Grazie, però... non credo... non c’è
bisogno...-
-
Forse non hai capito... TU ora sali sul
mio furgone e ti fai dare un passaggio!-
Tony
sorrise e lo seguì arrendevole all’interno
del veicolo.
Si
sedette sul sedile del passeggero, con
Badir acciambellato ai suoi piedi, mentre Afek metteva in modo e
partiva a
tutta birra.
Rimasero
in silenzio per parecchi minuti.
-
Si può sapere che è successo? Hai una
faccia...- si decise a chiedere Afek per spazzare via il silenzio.
Tony
si voltò a fissarlo con viso
inespressivo e poi guadò di nuovo di fronte a se.
-
Ziva è incinta...-
-
Oh... congratulazioni allora... dovresti
esserne felice stai per diventare Ab!-
-
Lei... lo sapeva... e non me lo ha
detto...- disse pensando ad alta voce, poi si voltò verso
Afek e lo guardò
negli occhi - perché non me lo ha detto?-
Yanir
fece un sospiro e accelerò un altro
po’, cercando di ignorare quello sguardo di Tony.
-
Non so... le donne incinte spesso fanno
delle pazzie... credo sia per colpa di ormoni e cose varie se non
ricordo
male...-
-
Quindi secondo te non ce l’ha con me?-
-
No... penso che ce l’abbia con se stessa
invece...-
-
Cose tipo “non sono riuscita a tenere a
freno i miei sentimenti e questo è il
risultato”...- si stupì delle sue stesse
parole e si diede dello stupido.
Perché
non lo aveva capito prima?
-
Davvero pensa così?- chiese Afek curioso
e un po’ triste per lei e per i suoi pensieri altamente
pessimistici.
-
Si, anche quando non è incinta...-
commentò Tony sarcastico abbozzando ad un sorriso, ora che
forse aveva capito
cosa aveva spinto Ziva a farlo si sentiva meglio, più
rilassato e capiva che
forse avrebbe potuto chiarire le cose con lei.
-
Povera ragazza... per dire cose del
genere deve aver passato una vita di inferno...-
-
Già...- rispose Tony poggiando la testa
al finestrino e chiudendo gli occhi.
Si
fece travolgere da mille pensieri...
mentre la macchina lo cullava...
Pensava
a quello che le avrebbe detto, come
quando non l’aveva ancora incontrata e sua sorella e suo
padre non erano morti,
e lei non aspettava un bambino...
Anche
stavolta non riusciva a pensare
niente... e si sarebbe di nuovo affidato all’istinto.
Passò
il resto del viaggio in silenzio.
Alla
fine Afek si fermò.
-
Siamo arrivati Anthony...- annunciò.
Tony
aprì lo sportello e fece per scendere
senza pensarci due volte.
Yanir
lo afferrò per un braccio.
-
Aiutala... tu sei il suo mal’ach
e in questo momento lei ha
bisogno del suo mal’ach...-
DiNozzo
annuì anche se non aveva capito
nulla e corse via.
Tel
Aviv 17:57 ora locale
Cimitero
Il campanello della casa di Ziva suonò
improvvisamente...
Era tardi e lei non riusciva a capire chi potesse
essere...
Stringendosi addosso una vestaglia
guardò nell’occhiello...
- Tony?- esclamò tra se e se aprendo la
porta.
- Ciao...- la salutò lui reggendosi a
mala pena sulle
stampelle.
Erano passati tre mesi dal giorno in cui era uscito
dall’ospedale...
- Che ci fai qui? Entra! Fa freddo...- gli disse
aiutandolo ad
entrare.
Lo fece sedere sul divano mentre lei gli
andò a prendere un
bicchiere d’acqua...
Come tornò glielo porse e avvicinandosi
a lui percepì che
puzzava di alcol...
Doveva essere ubriaco...
- Grazie...- rispose lui.
Ziva gli si sedette accanto...
- Che c’è Tony?
Perché sei qui?-
Lui cercò di tirarsi su...
Ma ebbe qualche difficoltà a causa della
gamba...
Alla fine riuscì a mettersi seduto e
guardarla negli occhi...
- Avevo bisogno di parlare...-
- Sei ubriaco vero?-
- Un po’... ma questo non è
importante in questo momento...-
- Già...- commentò lei
sarcastica.
- Sono qui perché sono solo come un
cane... perché non ho
nessuno con cui stare in un momento come questo tranne te...- fece una
pausa e come
Ziva tentò di parlare la zittì mettendole un dito
tremante sulle labbra.
- Sono qui perché sono un perdente...
voglio sembrare forte ma
sono solo uno stupido che crede nell’amore e che si fa
beccare da un proiettile
come un pivello!- continuò lui alzando un po’ la
voce.
- Non sei stupido... e soprattutto non sei un
perdente...- gli
disse lei mettendogli la propria mano sulla sua per rassicurarlo.
- Non potrò più essere agente
operativo a causa di questa
gamba...- sussurrò lui dandosi un colpo sul ginocchio e
causandosi così una
fitta di dolore.
Lei gli prese anche l’altra mano, per
assicurarsi che non si
facesse più del male...
- Non è vero... solo perché
ci sta mettendo più del previsto a
guarire non significa che non potrai più essere un agente
operativo...- lo
rassicurò lei.
Vide Tony illuminarsi...
- Sicura?-
- Certo... guarirà entro massimo altre
due settimane.!-
Il ragazzo sorrise felice...
- E a dirla tutta sarebbe un vero peccato se tu non
potessi
più fare l’agente operativo perchè sei
il migliore del mondo...- aggiunse la
ragazza ammiccando.
- Dici sul serio?-
- Mai stata così seria...-
Gli occhi di Tony si riempirono di lacrime e la
abbracciò...
Ziva rimase piuttosto spiazzata da quel gesto...
Ma poi lo abbracciò anche lei... seppur
insicura...
- Promettimi che non mi abbandonerai mai... ho solo
te...- le
chiese improvvisamente Tony fissandola negli occhi.
Lei distolse lo sguardo.
- Non posso prometterti niente... sei ubriaco e
poi...-
Lui le mise una mano sulla guancia e la costrinse a
fissarlo in
viso...
In quella faccia rigata dal pianto...
- Sono più lucido di quanto immagini...
ho solo bisogno di
sentirmi dire da te che non mi lascerai mai... ti prego...-
Tony in quel momento le pareva vulnerabile quanto
un bambino...
Sorrise posando la mano sulla sua...
- Te lo prometto... non ti abbandonerò
mai...-
- Grazie...- sussurrò lui premendo di
nuovo il viso contro la
spalla della ragazza.
Lei gli accarezzò i capelli.
- E poi non sei uno stupido se credi
nell’amore...- disse, ma
non ottenne una risposta.
- Tony? Ehi...-
Il ragazzo stava già dormendo
beatamente...
Lei sorrise dolcemente ancora una volta e si
addormentò
abbracciata a lui...
Alla
fine Tony era davvero riuscito a
guarire in due settimane, e ora camminava di nuovo benissimo anche se
ogni tanto
quando pioveva il dolore alla coscia gli ricordava
quell’orribile momento della
sua vita e Ziva glielo leggeva negli occhi...
Mentre
lei invece non era riuscita a
mantenere la sua promessa infrangendola addirittura due volte...
Strinse
forte il ciondolo a forma di
proiettile che era tornato al suo collo, l’ultimo ricordo che
aveva di lui.
Ziva
era davanti alla croce di pietra sotto
la quale avevano appena sepolto suo padre...
Mille
pensieri le vorticavano per la
mente...
Ma
solo uno superava tutti gli altri...
Il
suo piccolo “inconveniente”...
Non
era nei suoi piani rimanere incinta...
Serviva
solo a complicare ancora di più le
cose...
E
la sua vita era già parecchio
incasinata... anche senza un figlio...
Non
sapeva badare a se stessa figuriamoci
anche ad un bambino, e da sola poi!
Chissà
come l’avrebbe presa suo padre se
l’avesse saputo...
Ne
sarebbe stato felice?
Sorrise
a quel pensiero...
No
probabilmente no... era pur sempre un
bambino nato fuori dal matrimonio e soprattutto era figlio di un
americano non
ebreo... forse...
Già...
forse...
non era neanche tanto sicura...
No...
non voleva sapere come l’avrebbe
presa...
Continuò
a fissare la pietra per un tempo
che le parve infinito, quando poi sentì una mano calda
posarsi sulla sua
spalla.
Sorrise
all’uomo che le si presentava
davanti sorridente e dolce come sempre...
-
Shalom Ziva...-
-
Shalom maestro Shlomo...- rispose lei
abbracciandolo.
Shlomo
Levy era stato il suo maestro di
Krav Maga da quando si era arruolata nel Mossad, erano quasi tre anni
che non
lo incontrava e si stupì di vederlo così
appesantito e più vecchio.
Il
tempo scorreva davvero per tutti.
Anche
se non doveva avere più di
trentacinque anni sembrava averne almeno cinque in più.
Era
il così detto “effetto Mossad”,
invecchi prima e spesso non riesci più a vivere la vita di
prima anche se lo
mollavi, come aveva fatto lui coraggiosamente.
-
Quanto tempo Ziva! Mi sei mancata! Mi
dispiace per tuo padre... per Dov... per tutto!-
-
Lo so...- fece lei amaramente staccandosi
dall’abbraccio ed evitando di guardarlo negli occhi.
Shlomo
aveva insistito tanto per
incontrarla... ma lei avrebbe preferito fermarsi a quella telefonata
disperata... odiava dover ricordare il passato...
-
Cos’altro ti turba mia piccola Panterim?-
capendola subito come un tempo.
Da
piccola, appena entrata nel Mossad, si
era persino presa una cotta per lui, gentile forte, bello e con pochi
anni più
di lei...
Come
faceva allora si abbandonò a lui... si
fidò ciecamente e gli raccontò di tutto.
Di
essere incinta, dell’uomo che amava e
che aveva abbandonato per il suo bene, dei suoi anni felici
all’NCIS e anche
dell’Operazione Messiada.
Lui
la fissò senza battere ciglio e senza
mai interromperla, era sempre stato un grande ascoltatore.
Infine
disse solo:
-
Mm...-
-
Che significa “Mm”, scusa?!?-
-
E’ davvero complicata la tua
situazione... hai detto di aspettare un bambino vero?-
Lei
annuì.
-
Beh allora sto per diventare nonno!-
scherzò l’uomo facendole l’occhiolino.
-
Casomai zio!- rispose lei ridendo, ma poi
il suo volto tornò triste – Io non credo... io
non...-
-
Non starai pensando di abortire, vero?!?-
esclamò Shlomo sconvolto.
-
Beh io...-
-
Come puoi anche pensarlo?!? Non eri tu
quella che diceva che tutti erano colpevoli tranne i bambini e che loro
si
dovevano lasciare fuori dalle guerre? Non eri tu quella ragazza?-
-
Shlomo io non posso! Io non ce la faccio
già da sola! Figuriamoci dovendomi occupare di qualcun
altro!-
-
E così fuggi come una codarda, vero?!?
Non ti ho insegnato nulla in questi anni?!? Mm? Non ti è
rimasto nulla di
quello che ti ho insegnato? Allora Ziva?!? L’America ti ha
resa una stupida
ragazzina piagnona che si arrende alla prima difficoltà?!?
Allora?!? Rispondimi
Ziva!-
-
Io non sono una ragazzina piagnona!-
gridò lei in preda alla rabbia – e non sono
debole!-
Tentò
di colpirlo con un pugno come era
successo quando Tony l’aveva accusata di aver bisogno di
aiuto, ma Shlomo non
era Tony.
Le
afferrò il polso con una abile e veloce
morsa e la costrinse a buttarsi per terra per non farselo rompere.
Ziva
si ritrovò a fissarlo sdraiata per
terra mentre lui faceva un piccolo sorriso e le porgeva una mano per
rialzarsi.
-
Qualcuno ha rammollito i propri riflessi
in questi anni...- la canzonò aiutandola a scollarsi la
terra di dosso.
-
Riguardo a quel uomo... credo che tu ne
sia davvero innamorata... non ti avevo mai vista così...
nemmeno con Dov e so
che lo hai amato molto... e secondo me hai fatto male ad allontanare
questo
Toby...-
-
Tony...-
-
Toby, Tony! Fa lo steso! I nomi di questi
stranieri sembrano tutti gli stessi! Comunque... l’averlo
allontanato ti
renderà più debole...-
-
Non è l’amore che rende deboli?- chiese
lei confusa.
-
No! Chi te lo ha insegnato scusa? Io non
di certo!-
-
Ehm... una persona...- mormorò lei
andando col pensiero a Gibbs e al perché aveva istituito la
regola numero
dodici.
-
No, è il contrario mia piccola Panterim!
L’amore ti rende più forte!
Questo Tony sa che aspetti un figlio?-
-
No...-
-
Non credi che sia una scelta che dovete
fare insieme? Che ne pensi Ziva?-
-
Si... io vorrei stare con lui e con mio
figlio... però ho paura... ho paura per
l’Operazione Messiada... penso che Tony
senza di me sarà più al sicuro e nel frattempo io
tenterò di fare qualcosa...-
-
Non si può fare nulla!- disse Shlomo
diventando serio.
-
Cosa stai dicendo?!?-
-
Ho dato le dimissioni per questo un anno
fa... sulla carte risulta come “pensione
anticipata”...-
-
Non c’è nulla da fare quindi? Non si
può
fare nulla?!?-
-
Io ho provato a far ragionare Hazif, però
non mi ha voluto dare retta...- mormorò osservando
nervosamente l’orologio - Ora
devo andare a casa... ho una festa di compleanno che mi aspetta!-
aggiunse
tornando sorridente come sempre.
-
Di chi? Di Dunia?- domandò curiosa
riflettendo sul significato delle sue precedenti parole.
Dunia
era la sua ragazza storica, stavano
insieme da più di dieci anni, a Ziva pareva di ricordare
anche la notizia di un
matrimonio.
-
No dei miei bambini...-
-
Bambini?!?- esclamò sorpresa.
-
Si... sono diventato padre... oggi fanno
un anno... due gemellini... il maschietto si chiama Uri mentre le
femmina l’ho
chiamata Ziva...-
Ziva
arrossì.
Shlomo
le voleva davvero bene, ma per non
metterlo in imbarazzo non disse nulla, si limitò a sorridere.
-
Ora devo proprio andare... addio mia
piccola Panterim...-
-
Addio maestro Shlomo...- mormorò
osservandolo correre giù per la collina del cimitero.
Tornò
a fissare la tomba e rifletté di
nuovo sulle parole del suo maestro.
Doveva
smettere di essere debole e di aver
paura di affrontare le difficoltà causate dai sentimenti!
Sarebbe
cambiata!
“A
cominciare da ora!” si disse sfiorandosi
il ventre sorridendo.
Sentì
di nuovo una mano appoggiarsi sulla
sua spalla e immaginò si trattasse ancora di Shlomo.
Si
girò per dirgli grazie ma si ritrovò
davanti la faccia seria dell’uomo che amava.
-
Tony?!?- esclamò piena di stupore.
Era
un’illusione! No poteva
essere davvero lì davanti a lei!
-
Che... che ci fai qui?!? Tu non dovresti
essere qui... ti avevo detto di andartene! Come facciamo se... e poi
con il tuo
lavoro! Torna a casa e...- provò a dire ignorando la
promessa fatta pochi
secondi prima per codardia e sorpresa.
Non
potette continuare perché lui la baciò
con dolcezza.
Dapprima
cercò di sottrarsi ma alla fine i
sentimenti che tanto aveva cercato di reprimere uscirono fuori...
Non
voleva più perderlo...
E
Tony dal canto suo era stanco di quel
loro continuo giocare con i loro sentimenti, era ora che guardassero in
faccia
la realtà e si rendessero conto che anche se era difficile
loro dovevano stare
insieme, si amavano e non dovevano più nasconderlo.
Che
fosse per orgoglio o per paura non
dovevano più nascondersi i sentimenti a vicenda.
-
Ti amo...- le sussurrò lui a fior di
labbra.
Lei
lo fissò stupita.
Aveva
davvero detto che la amava?
Così
all’improvviso?
Cioè...
lei era entusiasta della cosa
però... era troppo inaspettata, era sicuro di quello che
stava dicendo?
-
Cosa?-
-
Ti amo rosh katan... amo te e il
nostro bambino...- fece lui sorridendo.
Lei
si stacco delicatamente da lui e girò.
-
Allora lo sai...- disse imbarazzata.
-
Che mi hai cacciato via nonostante fossi
incinta? Si, lo so...-
-
L’ho fatto per il tuo bene... e per il SUO
bene... ma a quanto
pare è stato
inutile... tu ora sei qui e...-
-
Come puoi dire che è per il SUO bene?- la
rimproverò lui cercando di non alzare la voce - farlo
crescere senza un
padre?!?-
-
Beh... almeno suo padre sarebbe stato vivo...
se rimani con me sei in pericolo... lo sai... tutti sono in
pericolo...- disse
facendo bene attenzione a non rivelargli che lei in realtà
non voleva neanche
farlo nascere quel bambino.
Tony
le afferrò con dolcezza il viso tra le
mani.
-
Non mi interessa se rischio di morire...
tutto quello che voglio è stare con voi e niente
potrà impedirmelo... non
stavolta... ti amo...-
La
baciò di nuovo.
-
Non sono Jeanne, Tony...- sussurrò lei
fissandolo negli occhi, era tanto che voleva dirglielo.
Lui
appoggiò la fronte sulla sua e sorrise
sornione.
-
Lo so...-
*
E come sempre ormai...
Baruk
hashem: Grazie al cielo!
Ab:
Papà, padre
Mal’ach:
angelo, inteso come “angelo custode”
*
Il Krav Maga, nato alla metà del
Novecento per addestrare le forze speciali israeliane, è un
originale “metodo”
di autodifesa che ha riunito le tecniche di moltissime discipline (Kung
Fu,
Karate, Judo, Ju Jitsu, Boxe, Lotta ecc.) eliminando però i
ritualismi o regole
di competizione sportiva che
non sono
necessari a chi si deve difendere da un pericolo reale. La parola Krav
Maga in
ebraico moderno significa letteralmente “combattimento con
contatto”, ma la
traduzione più utilizzata è
“combattimento corpo a corpo”. Poiché si
tratta di
un sistema di autodifesa semplice e rapido da apprendere si adatta a
tutti:
uomini, donne e ragazzi di qualsiasi corporatura e peso. Il Krav Maga
infatti è
fondato su pochi principi: la semplicità dei movimenti; la
conoscenza del funzionamento
del corpo umano; lo sviluppo di un atteggiamento mentale adeguato alle
situazioni di pericolo; l’acquisizione di capacità
tecniche che consentono di
lottare in piedi e a terra, a mani nude e con armi (anche improvvisate)
contro
uno o più avversari, e di mettersi in salvo prima che di
combattere. Nelle
tecniche del Krav Maga non vi è nulla di superfluo o
estetico, ma solo estrema
efficacia, istintività, velocità
d’esecuzione.
*
Stavo aspettando questo capitolo con
ansia per chiarire una cosa che mi avete subito fatto notare: non
è da Tony
partire alla ricerca di Ziva.
Ebbene,
spero che questo capitolo, che
chiude la collana dei flashback all’interno di questa fic,
abbia fatto capire
il perché di quella sua preoccupazione e del suo gesto
avventato e surreale,
che tutti quanti i ricordi di quello che era successo prima tra di
loro, su cui
si potrebbe scrivere un’altra fic, lo spiegassero abbastanza.
Insomma è la mia
scusa o giustificazione, chiamatela come volete!
*
Emily Doyle, sorella mia... il più bello?
Davvero? Non ci avrei mai contato a dir la verità... ma se
lo dici tu... XP
Ely
tu e i tuoi scleri mi farete
impazzire... comunque pretendo che tu mi ridia Hazif altrimenti dico a
tutti
che ti ho regalato con Giuly e Rufy per il compleanno!
Benvenuta tra le fan
pazze della fic
bulma!!!
|
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Capitolo 22 *** 22. Nulla è come sembra (parte 1) ***
Eccomi!
Avete visto! Ce l’ho fatta! Spero
che abbiate passato delle buone vacanze e una buona Pasqua!
Contenta
che il capitolo scorso piaciuto vi
sia sono, che non pensiate troppo positivo su quella coppietta per voi
spero...
eheh! Ancora finita non è! Eheh! Ora troppo spoiler facendo
sto! E alle vostre colorite
minacce ripensando, la fossa da sola scavata mi sono! Meglio che al
seguente capitolo
vi lascio!(Adoro parlare come il maestro Yoda!!!)
22.
Nulla è come sembra (parte 1)
Tel
Aviv 18:06 ora locale
Cimitero
Tony
e Ziva erano ancora abbracciati...
Avevano
finalmente raggiunto la loro pace
interiore...
Finalmente
dopo anni avevano messo a nudo i
loro sentimenti...
Beh...
Tony l’aveva fatto... e da Ziva non
ci si poteva aspettare altro...
Gli
aveva aperto il suo cuore il più
possibile...
Ma
per una ragazza abituata fin da bambina
a reprimere i propri sentimenti e che aveva avuto un passato come il
suo quello
era già un enorme passo avanti...
E
Tony la capiva...
E
la amava così come era!
La
mano si spostò verso il suo collo da
dove pendeva il ciondolo a forma di proiettile...
Il
ragazzo fece quello che sembrava un
sorriso.
-
Si... c’è l’ho ancora... lo tengo sempre
con me... come ti avevo promesso...- disse anche lei sorridendo - Cosa
hai tanto
da sorridere, DiNozzo?- aggiunse poi – È cosa
così divertente?-
-
Non! Non è per quello! È che... stavo
pensando che... Insomma! Se mi avessero detto che sarei volato in
Israele,
avrei perso un occhio e tutto il resto non ci avrei mai creduto...
soprattutto non
avrei creduto al fatto che l’ho fatto per una donna!- fece un
lungo sospiro -
Jeanne mi hai proprio cambiato...- scherzò il ragazzo.
-
Solo lei?- domandò Ziva facendo finta di
essere offesa e gelosa.
-
Si... grazie a lei ora sono un uomo
maturo, serio e soprattutto con la testa sulle spalle!-
Ziva
scoppiò a ridere.
Lui?
Anthony
Dinozzo?
Maturo?!?
Serio?!? Con la testa sulle
spalle?!?
Quelli
erano tutti aggettivi che non gli si
addicevano per nulla!
-
Guarda che così mi offendi!!- si lamentò
ridendo anche lui.
-
Scusami... però hai detto una cosa troppo
potente!!!-
-
Potente? Vorrai dire forte... una
cosa troppo forte!-
-
Si quello...-
-
Allora... ora che facciamo?- domandò Tony.
-
Non lo so...-
-
Beh... siamo davanti alla tomba di tuo
padre... e la cosa... come dire... mi mette un po’ a
disagio... non potremmo
spostarci vero? Andare a parlare o a fare qualunque altra cosa vogliamo
da
un’altra parte?-
-
Hai paura dei fantasmi Tony?- gli domandò
lei maliziosa.
-
No... lo sai! Quella che ha paura dei
fantasmi sei tu!- ribattè guadagnandosi una sua occhiataccia
– Però... a te non
fa uno strano effetto?- disse tornando serio.
-
E che effetto dovrebbe farmi? È morto no?
Sepolto per sempre...- fece lei con un tono che non le aveva mai
sentito.
Sembrava
rimorso...
Tony
sorrise dolcemente.
-
Ti manca già vero?-
-
No! Si! Non so! Dopo queste tre settimane
non so più cosa pensare o provare... nulla è come
sembra...- disse distogliendo
accuratamente lo sguardo - credevo che mio padre fosse
l’essere più perfido
sulla faccia della terra... e invece vengo a sapere che lo hanno ucciso
perché
non voleva scatenare una guerra nucleare e salvare innocenti vite
umane...- gli si
avvicinò di più - Non credevo che tu
tenessi così tanto a me da partire per Israele... dare il
tuo occhio in cambio
della mia vita... e soprattutto non credevo che tu saresti rimasto qui
anche
dopo quelle cose che ti ho detto e che non
ti ho detto...- lo fissò intensamente - e invece sei qui con
me... davanti alla
tomba di mio padre morto e sepolto... nulla è come sembra...-
Tony
la abbracciò.
-
E se no qual è il bello della vita?- le
sussurrò all’orecchio.
Sarebbero
rimasti lì ancora per parecchio
tempo ma si dovettero voltare verso Afek.
-
Ehi voi due!!!- gridò l’uomo correndo
incontro ai due con al suo fianco Badir.
-
Che c’è?- chiese DiNozzo leggermente
scocciato da quella sua interruzione.
-
Ascoltate...- disse porgendo loro una
piccola radio portatile.
-
Finalmente
finita la “Seconda guerra del Kippur” il primo
ministro Israeliano informa che
sarà tra poco messa in atto la così detta Operazione
Messiada, ideata dall’attuale
giovane Direttore del
Mossad, Hazif Shamir, della quale però non si sa ancora
nulla... a detta del premier
questa operazione “risolleverà le condizioni
d’Israele a livello mondiale”... ora
passiamo a un’altra notizia... un autobus...-
Tony
spense la radio e fissò Ziva
incuriosito...
-
Tu ne sai qualcosa su questa misteriosa Operazione
Messiada, Vicedirettore del Mossad?-
Ziva
non rispose e guardò il vuoto davanti
a lei...
Aveva
meno tempo del previsto e soprattutto
non aveva un piano per impedire che l’Operazione Messiada
iniziasse...
-
Dobbiamo assolutamente impedirlo...-
disse pensando ad alta voce.
-
Che cosa, rosh katan?-
-
Che l’Operazione Messiada venga messa in
atto...-
-
Perché? Che ha di così terribile questa
operazione?- domandò DiNozzo curioso ma allo stesso tempo
preoccupato.
-
Potrebbe essere l’inizio della fine...-
rispose lei seria.
In
breve racconto loro del piano di Hazif.
Lo
sguardo di Tony durante il racconto non
era cambiato... era sempre stato serio e spaventato... fissato sul
vuoto.
-
C’è un qualche modo per impedirlo?- disse
dopo parecchio silenzio.
-
Non me ne vengono in mente ora...- fece
lei mortificata.
-
Cavolo tu sei il Vicedirettore del
Mossad! Devi fare qualcosa!-
-
Non posso fare niente! Ho già provato a
convincerlo! Ma lui non mi ascolta... è impazzito!-
Tony
si passò una mano tra i capelli...
Dovevano
fare qualcosa...
-
Quindi ti sei già arresa? Rischiano di
morire miliardi di persone e tu sei così tranquilla?!?
Dobbiamo fare
qualcosa...-
-
Se potessi lo farei non trovi?-
Tony
rifletté chiudendo gli occhi...
-
E se provassimo con la forza?-
-
Tipo “tortura finché non ci ripensa e ci
supplica di smettere”?- domandò Ziva.
-
Già... e tu sei una maga in quest’arte...-
Afek
guardò Ziva preoccupato per le parole
di Tony...
-
Ma è immorale Tony! Torturare un uomo!-
Afek
tirò un sospiro di sollievo...
Per
fortuna almeno Ziva era ragionevole...
-
Ok DiNozzo ci sto...- continuò la ragazza
sorridendo maligna.
Afek
deglutì nervosamente...
A
quanto pareva neanche Ziva era
ragionevole...
-
C’è solo un problema...- continuò la
ragazza - come facciamo ad entrare? Dimentichi forse che ha tentato di
farci
fuori? E ci lascerebbe entrare al Mossad come se nulla fosse? Io avevo
già
pensato a questa cosa della tortura, ma non possiamo entrare per
attuarla...
quindi...-
-
Oh rosh
katan... per una volta pensa positivo... ci faranno entrare
vedrai...-
disse Tony sempre guardando nel vuoto.
-
E cosa te lo fa pensare?-
Lo
sguardo di Tony si poggiò su di lei.
E
dopo aver fatto un sorrisetto enigmatico tipico
di Gibbs rispose:
-
Me lo dice il mio istinto...-
Tel
Aviv 19:45 ora locale
Quartier
generale del Mossad
-
Allora... io... vi lascio qui! Shalom! Mazel
tov!-
Erano
state queste le ultime parole di Afek
prima di partire a tutto gas per andare il più lontano
possibile dal quartier
generale del Mossad.
Tony
e Ziva ora si trovavano al suo interno
e camminavano nervosi...
-
Siamo sicuri che cederà?- domandò la
ragazza.
Lui
la fissò negli occhi indeciso se
mentire o no...
Optò
per la seconda.
-
No... non è sicuro... ma è meglio fare un
tentativo almeno no?-
Ziva
si fermò e fissò il pavimento.
-
Ehi... che c’è?- le chiese Tony
avvicinandosi.
-
È che... credo di aver paura, Tony...-
disse lei alzando gli occhi - se falliamo tutte quelle persone
moriranno... per
colpa mia... ho paura per gli altri...-
Che
intendeva dire?
Mica
era colpa sua se quel pazzo del Direttore
del Mossad aveva ideato quel folle piano!
Nei
suoi occhi scuri riusciva a distinguere
chiaramente un senso di smarrimento e un terrore così vivido
che non avrebbe
mai creduto di vedere in quella ragazza così forte e
indipendente...
Le
mise un mano sulla guancia.
-
Non hai coraggio se non hai paura...-
Ziva
sorrise e lo abbracciò.
-
E questa cosa è? Una frase di uno dei
tuoi film?- scherzò lei sorridendo.
Lui
invece rimase piuttosto spiazzato...
-
Come fai a saperlo? L’hai visto anche tu?-
Lei
si staccò dall’abbraccio e lo fissò un
po’ divertita e un po’ offesa, poi gli diede un
pugno sul braccio.
-
Ahi! E questo per cosa era?!?-
-
Per aver copiato la frase da un film
anche in un momento “delicato” come questo!-
-
Ma è un bel film... “Bounce”... con Ben
Affleck e Gwyneth Paltrow... regia e sceneggiatura di Don Roos...
musiche di Mychael
Dann...-
In
breve Tony cominciò a raccontare la
trama...
Ma
Ziva era troppo preoccupata per
ascoltarlo...
Erano
riusciti a entrare senza problemi...
Quasi
come se lei e Sara non fossero mai
state attaccate... come se Hazif non avesse tentato di uccidere lei e
Tony...
come se in quel momento al resto del mondo non gliene fregasse nulla di
loro...
E
ora stavano girando per i corridoi del
Mossad indisturbati...
C’era
qualcosa che non quadrava...
Se
Hazif la riteneva un pericolo per il suo
piano tanto da tentare di ucciderla perché ora non la faceva
buttare fuori?!?
Oppure
non la faceva direttamente fuori?!?
E
soprattutto perché era riuscita ad
entrare tranquillamente senza che facessero qualcosa in più
delle solite
domande e perquisizioni?
Qualcosa
non andava...
E
lei doveva scoprire che cos’era prima che
fosse troppo tardi...
-
Ehi... Ziva... Zivaaaa...- la chiamò Tony.
-
Si... che c’è?- domandò tornando alla
realtà.
-
Dovrebbe essere questo l’ufficio di
questo Hazif...-
-
Si... è questo...- confermò lei
osservando spaventata la targa scritta in ebraico.
A
quanto pare era già troppo tardi...
Tel
Aviv 19:59 ora locale
Quartier
generale del Mossad
Ziva
prese un bel respiro e aprì la porta.
-
Si bussa prima di entrare!- tuonò Hazif.
Era
seduto alla sua scrivania e stava
controllando delle carte...
I
cappelli biondi erano tenuti indietro da
minimo un quintale di gel, sul naso aveva degli occhiali da lettura con
la
montatura nera, dietro i quali gli occhi blu risplendevano come
sempre...
Era
tutta la notte che trafficava cercando
di rendere la rivincita di Israele perfetta, di rendere
l’Operazione Messiada
perfetta e a prova di manomissione. Era molto stanco e non vedeva
l’ora di
andare a letto per riposarsi o magari anche per conoscere un
po’ più a fondo la
sua nuova segretaria...
Come
vide entrare Ziva, però, mollò tutto e
si diresse a grandi passi verso di lei...
Era
più abbronzato del solito e indossava
un completo blu notte su una camicia candida.
-
Ciao Ziva, ma cherié!-
la salutò con il suo miglior sorriso.
Che
però scomparì non appena vide entrare
anche Tony.
-
Ah... vedo che non sei sola...- borbottò
seccato e nervoso.
Squadrò
Tony da capo a piedi e fece una
smorfia disgustata...
Era
così schifosamente banale...
Non
aveva nulla di speciale... era un
normalissimo americano medio...
Non
troppo bello... non troppo intelligente...
non troppo sexy...
Insomma,
Tony DiNozzo non era niente di
che...
Eppure
era riuscito a catturare il cuore di
Ziva...
Perché???
Cosa
aveva lui in meno di quello???
DiNozzo
gli fece un cenno del capo e gli
rivolse uno sguardo minaccioso e per niente intelligente...
Era
anche un tipo rozzo quindi...
Come
diavolo aveva fatto allora a
conquistare Ziva?
-
Non puoi attuare l’Operazione Messiada!-
gridò la ragazza senza perdere tempo.
Questo
distolse Hazif dai suoi pensieri.
L’uomo
sorrise, poi si allontanò e si andò
a sedere sul divanetto...
-
Si invece... e tu non potrai
impedirmelo... nessuno potrà impedirmelo...-
*
Stranamente solo una nota sulla lingua...
Mazel
tov!: Buona fortuna!
*
Ecco il tanto richiesto e sospirato
ritorno di Hazif... che la mia editor mi ha gentilmente ritornato (con
te
faccio i conti dopo e non ti dedico una nota a piè di
pagina!)
*
Spero che la citazione del film vi sia
piaciuta, non è molto famoso, anzi per niente, ma a me
piaceva, quindi...
* Mi dissocio
completamente dalle
affermazioni sul nostro Tony da parte di Hazif, anzi, io e Roshy ci
stiamo
occupando della sua punizione muahahahah! Chi vuole unirsi a noi?
|
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Capitolo 23 *** 23. Nulla è come sembra (parte 2) ***
Eccomi
di nuovo qui con un nuovo capitolo,
forse l’ultimo del mese, visto che il prossimo
lunedì vado a fare una piccola
escursione alle Eolie...
Allora...
dovrei tornare Mercoledì sera...
quindi spero di riuscire ad aggiornare Giovedì, ma molto
probabilmente no...
Vi
lascio al capitolo!
23.
Nulla è come sembra (parte 2)
Tel
Aviv 20:05 ora locale
Quartier
generale del Mossad
Ziva
lo seguì con lo sguardo mentre si
sedeva comodamente sul suo divanetto.
-
Ti prego ragiona! Pensa a tutte le vite
che andranno perse...- cercò ancora di convincerlo.
Hazif
fece un sorriso folle.
-
Ma moriranno per una giusta causa... anzi
giustissima... cherié!-
rispose il
Direttore in inglese, chiaramente voleva che anche DiNozzo sentisse
quello che
si dicevano.
A
Tony però venne solo una gran voglia di
spaccare quel bel visino che si ritrovava, ad Hazif
Ziva
si accorse che fremeva di rabbia e
così lo intimò con lo sguardo a stare calmo.
Lui
sbuffò e incrociò le braccia sul petto.
Perché
sembravano avere tutta quella confidenza?!?
Cosa
c’era stato tra quei due?!?
Ziva
chiuse gli occhi cercando di darsi una
calmata...
Anche
lei aveva gli stessi impulsi omicida
di Dinozzo...
Quando
li riaprì però era riuscita a
riprendere il controllo.
-
Ti prego...- sussurrò.
Hazif
scoppiò in una risata isterica e
piuttosto irritante.
-
E da quando mi preghi... Ziva David?!?-
Continuò
a tenersi la pancia per le risate,
poi ad un certo punto si calmò e cercò di tornare
serio.
-
Sei incredibilmente cambiata...- disse
sorridendo e ciondolando i piedi, poi si rivolse a Tony.
-
L’hai cambiata tu... Come hai fatto? Come
hai fatto brutto bastardo americano?-
A
quel punto il ragazzo non ci vide più
dalla rabbia e tentò di lanciarsi addosso ad Hazif, ma due
mani piccole ma
forti lo trattennero.
Si
girò e notò che era Ziva che lo teneva
stretto per un braccio...
Non
aveva un aspetto molto amichevole...
-
Fermo Tony... non ne vale la pena...- gli
suggerì a denti stretti.
Hazif
si alzò dal divanetto di scattò, era
nervoso.
-
Ah! Adesso non ne vale la pena? Non
dicevi così prima...- disse con un sorriso malizioso.
Tony
li fissò alternativamente piuttosto
confuso...
E
se non fosse solo una sua impressione...
e se c’era stato davvero qualcosa tra quei due?
-
Che intende dire?- domandò a Ziva
piuttosto curioso e nervoso allo stesso tempo.
-
Non lo ascoltare...- disse lei non
degnandolo di uno sguardo e fulminando il Direttore del Mossad.
-
Non glielo hai detto vero? Ziva... Ziva...
ma quante altre cose gli hai tenuto nascoste?- fece quello con tono
canzonatorio.
Stava
riuscendo a farli litigare...
E
gli stava riuscendo più facile del
previsto...
Hazif
sorrise compiaciuto di se stesso...
-
Che sta dicendo?!?- stavolta Tony era
davvero preoccupato.
Ziva
gli stava veramente nascondendo
qualcosa?
-
Lascialo perdere è pazzo!- insistette lei
un po’ in difficoltà.
Hazif
stava tentando di separarli...
E
odiava ammetterlo ma se avesse continuato
a parlare ci sarebbe riuscito...
Ancora
una volta gli errori del suo passato
si stavano per ripercuotere sulla sua vita...
-
Beh...- cominciò Hazif dirigendosi verso
il mobile dove teneva tutti i liquori - sarò anche pazzo...
ma tu sei venuta lo
stesso a letto con me l’altra sera...- completò
tranquillamente prendendo una
bottiglia di Tequila, quella che in America Latina aveva comprato con
Ziva.
Il
cuore di Tony smise di battere...
Non
era possibile...
-
Sta mentendo vero?- chiese con un filo di
voce rivolto a Ziva.
Lei
rimase in silenzio e fissò per terra.
-
Dimmi che non è vero...- la pregò
disperato.
Ne
aveva sopportate troppe...
-
Scusami... io...- disse lei.
-
Il bambino quindi... è...-
-
Non lo so Tony... non lo so...- rispose
lei fissandolo dispiaciuta.
Non
sapeva se questa volta Tony sarebbe
stato disposto a passarci sopra...
In
fondo gli aveva tenuto nascosta una cosa
del genere...
-
Quale bambino cherié?
Non mi dire che sei incinta!- esclamò Hazif facendo quasi
cadere il bicchiere di tequila che si era appena versato.
-
Fatti i cazzi tuoi Hazif!- gridò la
ragazza con rabbia.
Era
tutta colpa sua... era colpa di Hazif!
-
Volevo solo sapere se sto per diventare ab
o no... ma visto che osi anche
mancarmi di rispetto cherié, nonostante
tutto quello che ho fatto per te, racconterò al tuo
amichetto anche del vero
motivo per cui sei stata mandata all’NCIS...-
Ziva
si gelò...
Se
fosse venuto a saperlo DiNozzo non
avrebbe più potuto fissarla negli occhi... tanto sarebbe
stato arrabbiato e
deluso da lei.
-
Stai zitto! Stai zitto!- gridò quasi
isterica, poi si rivolse a Tony - Ti prego non lo ascoltare...-
Ma
lui le fece cenno di stare zitta e ad Hazif
di continuare.
E
quest’ultimo ne fu particolarmente
entusiasta...
-
Sai... quando Ziva è venuta la prima
volta da voi all’NCIS era per quella questione di Ari
Haswari... penso la
ricorderai visto che era morta una tua collega se non sbaglio...-
Tony
strinse più forte i pugni...
Non
bastava solo il dolore che stava
provando ora...
Gli
toccava fare i conti anche con vecchie
ferite...
-
Si... me lo ricordo...- rispose a denti
stretti.
-
Beh... quando Ziva è tornata in Israele a
suo padre è venuta la brillante idea di rimandarla da voi
visto che aveva
conquistato la vostra fiducia e di usarla come spia che ci passava le
informazioni top secret sul vostro paese... solo grazie alle sue
informazioni
sulle basi nucleari americane e sul loro livello di sviluppo
l’Operazione Messiada
potrà cominciare! Grazie Ziva a nome d’Israele! Lechaym!- disse l’uomo alzando
il bicchiere a mò di
brindisi, poi lo buttò giù tutto in un sorso.
Stavolta
il ragazzo era veramente
furioso...
-
E’ vero?- domandò cercando di mantenere
la calma.
Ziva
abbassò di nuovo gli occhi in
difficoltà...
-
Beh... io...-
-
E’ vero?- gridò Tony.
Lei
alzò la testa e lo fissò intensamente.
-
Si...-
Quella
era la goccia che faceva traboccare
il vaso...
Tony
la fissò deluso...
Mise
in quello sguardo tutto il suo
dolore...
L’aveva
tradito ancora una volta...
Per
l’ultima volta!
Si
voltò e si diresse verso la porta.
-
Non andare ti prego... io ho parlato con mio
padre solo il primo anno... te l’ho detto!-
Lui
si voltò di scatto e lei si accorse con
grande stupore che stava piangendo...
-
Perchè ti dovrei credere? Mi hai mentito
per tutto il tempo! Ho vissuto due anni di bugie! E pensare che mi sono
fidato
di te come un pivello!!- fece per andare, poi si voltò di
nuovo - Ah! Un’ultima
cosa...-
-
Cosa?- domandò lei ormai impotente.
-
Venire a letto con me faceva pare del tuo
piano, vero?-
-
No! Non è vero! Io...- non riuscì a
dirlo.
Lo
stava perdendo e non riusciva a
dirglielo...
Non
riusciva a fargli capire quanto lo
amava... quanto
avrebbe desiderato stare
con lui fregandosene di tutto e di tutti... persino di quella stupida
regola di
Gibbs!
-
E pensare che mi sono innamorato di
te...- disse infine Tony.
Poi
si voltò e si diresse a passi
inesorabili verso la porta.
-
Tony!- lo chiamò di nuovo Ziva.
Ma
lui non si voltò...
Poi
uscì dalla stanza lasciando Ziva sola
con un gongolante Hazif.
Lei
trattenne le lacrime a stento e cercò
di trasformare il dolore in rabbia... rabbia che avrebbe riversato
sull’uomo
che le aveva appena rovinato la vita.
-
Hazif tu ora morirai...- disse lei con un
tono calmo ma per niente amichevole.
Poi
con un movimento fulmineo lo afferrò e
gli sbatte la testa contro il mobile, facendo presa sul braccio destro
e sulla
nuca...
-
Ho solo detto la verità!! Cosa che a
quanto vedo tu non fai molto spesso...- si lamentò lui.
Questo
fece solo imbestialire di più Ziva
che spinse di più il braccio.
-
Come hai potuto farmi questo?- gridò
fuori di sé.
-
Io ti amo Ziva! Farei di tutto per
averti...- disse lui cogliendola di sorpresa.
-
Tu sei pazzo...- fece mollando un po’ la
presa.
-
Lo so... pazzo di te...- rispose Hazif
accennando ad un sorriso nonostante avesse la testa spiaccicata contro
il
mobile – Non ti ho mai dimenticata dopo il Cile ti ho cercato
ovunque ma eri
già in America... io ti amo!-
-
Per questo hai tentato di uccidere prima Tony
e dopo me?- disse lei velenosa – Se non potevi avermi non mi
avrebbe avuto
nessuno?!?-
-
Di cosa stai parlando?- domandò lui
confuso.
-
Non sei stato tu a ordinare quegli
attentati?-
-
Io? No... perché avrei dovuto? Ti amo,
non potrei mai farti del male cherié!-
Lei
lo lasciò andare sconvolta...
Che
significava tutto quello?!?
Se
non era stato Hazif chi era stato?!?
Il
telefono dell’uomo cominciò a squillare
distraendola dai suoi pensieri...
-
Rispondi...- gli ordinò.
Lui
annuì e si affrettò ad obbedire.
-
Hazif
Shamir... ma pitom?!? Ma ze habdi’ ha ha zo?!?-
allontanò il cellulare
dall’orecchio e fissò il vuoto...
Pareva
parecchio sconvolto...
Si
passò una mano sui capelli poi riportò
il telefono all’orecchio.
-
Az
ma?- seguì una lunga pausa - Tov...
shalom...-
Hazif
posò il telefono pallidissimo.
-
L’Operazione Messiada è fallita...
c’è
una talpa di Hamas nel Mossad... il piano con tutti i particolari
è arrivato nelle
mani delle maggiori cariche mondiali...- si sedette privo di energie in
un
divanetto.
-
Ana
ad hoshiya!- urlò quasi piangendo.
Anche
Ziva impallidì.
-
Un’altra talpa?- chiese dubitante.
-
Si... è...-
Hazif
non potè mai dirle chi era la talpa
perché fu crivellato di pallottole e si accasciò
a terra senza vita.
Ziva
volse lo sguardo verso il punto da cui
erano arrivate i colpi mortali: c’erano alcuni uomini sulla
soglia e non
avevano l’aria per niente amichevole...
Avevano
in mano delle mitragliette Uzi
russe, e avevano il volto coperto ma Ziva capì subito di chi
si trattava: erano
membri di Hamas.
Si
nascose dietro il divano appena in tempo
per evitare una nuvola di colpi...
Tirò
fuori la sua pistola, una Sig Sauer P228,
in quanto Vicedirettore la poteva portare all’interno del
palazzo, e sparò
qualche colpo...
Da
dove erano spuntati? E soprattutto: come
avevano fatto ad entrare?
I
suoi spari fecero allarmare gli
aggressori che si allontanarono dalla porta e si andarono a nascondere
dietro
qualcosa, chi di un mobile, chi di una scrivania, cosa che le diede
modo di
fuggire verso l’uscita sparandosi dietro come copertura.
E
una volta in corridoio con sua enorme
sorpresa si accorse che Tony le stava venendo incontro correndo.
Tel
Aviv 20:17 ora locale
Quartier
generale del Mossad
Non
appena sentì gli spari DiNozzo corse immediatamente
in quella direzione...
Con
orrore capì che provenivano
dall’ufficio di Hazif...
Cosa
stava succedendo?
Ziva
stava bene?
Scacciò
dalla mente quelle domande e tirò
fuori la pistola che, in quanto accompagnatore del Vicedirettore, gli
avevano
fatto tenere...
Doveva
essere pronto ad ogni evenienza...
Ma
non era pronto a vedere Ziva che gli
veniva incontro urlando disperatamente il suo nome...
-
Tonyyy!-
Non
appena gli fu vicino lo afferrò e lo
spinse con forza verso un corridoio laterale in modo che il muro li
potesse
proteggere...
Poi
entrambi si misero in ginocchio con le
pistole pronte all’utilizzo...
Ziva
guardò dietro l’angolo e sparò un paio
di colpi...
Poi
si voltò verso Tony...
-
Scusami! Non volevo mentirti! Mi dispiace
per quello che ho fatto!-
Non
si accorse che dietro di lei era
spuntato un tipo che teneva una pistola minacciosamente puntata alla
sua
testa...
Il
ragazzo non perse tempo: fece per alzare
la propria pistola ma...
Ma
lei guardando appena all’indietro lo
uccise... sotto l’enorme stupore di Tony.
-
Ma ti pare il momento?!?- domandò
arrabbiato a Ziva, una volta ripresosi dal trauma.
Lei
non fece una piega...
-
Si... Tony... è il momento!-
Sparò
di nuovo oltre l’angolo e poi tornò a
fissarlo.
-
Non ti mentirò mai più! Ma ti prego... TI
PREGO... perdonami!-
Tony
la bloccò...
-
Va bene! Va bene! Ora pensiamo a salvarci
la pelle!!-
Insieme
spararono i consueti due colpi
oltre l’angolo circa ogni trenta secondi...
-
Mi sono rimasti pochi proiettili...
cazzo...- imprecò DiNozzo poi si rivolse di nuovo a Ziva -
come diavolo hanno
fatto a entrare con tutte quelle armi?!? Cioè io li ho visti
passare prima...
però se girovagavano per il Mossad ho pensato che fossero a
posto... che
fossero dei vostri agenti... ma non li hanno controllati o cose del
genere?!?-
-
C’è una talpa di Hamas nel Mossad! Ecco
perché sono riusciti ad entrare... e poi... avranno
semplicemente ucciso le
guardie che incrociavano sul loro cammino...-
-
C’è un’altra talpa nel Mossad?-
domandò
il ragazzo stupito.
-
Si... e stavolta non è un mio
fratello...- commentò Ziva sparando di nuovo oltre
l’angolo, ma stavolta ai
suoi colpi si unirono quelli di altre persone.
La
ragazza si alzò improvvisamente e voltò
l’angolo...
DiNozzo
allarmato la seguì...
Che
stava facendo?
Si
voleva fare ammazzare?!?
Ma
quando voltò anche lui l’ormai famoso
angolo si accorse che tutti i cattivoni erano stati fatti fuori da dei
tipi
vestiti con uniformi militari blu...
E
Ziva si era lanciata addosso ad un
ragazzo alto e piuttosto attraente che pareva il capo...
-
Chaim!- gridò Ziva stringendolo forte.
-
Ciao Ziva...- fece lui rispondendo alla
stretta felice di rivederla, ma nella sua voce si distingueva
chiaramente una
nota di tristezza.
-
Ziva... Sara... lei...-
Ziva
si staccò dall’abbraccio e lo fissò
negli occhi.
-
So quanto ci tenevi a lei, Chaim... lo so...
non c’è bisogno che tu dica nulla...-
Calò
un breve silenzio tra loro...
-
Cosa ci fai qui?- gli domandò la ragazza.
-
Ho dato le mie dimissioni e ora sono
tornato a essere capo delle guardie...-
-
L’ho notato... grazie per il tuo aiuto a
proposito...- gli disse lei cercando di sorridere.
-
Ci pensiamo noi qui... non vi
preoccupate... andate pure via... qui ci penso io...- li
incitò Chaim.
Lei
lo abbracciò di nuovo.
-
E’ lui il tuo “amico speciale”, Direttore
del Mossad?- le sussurrò il ragazzo all’orecchio
facendola sorridere.
-
Si... è lui...-
-
Mm... sembra un tipo a posto...-
-
Lo è... stai tranquillo...- e dicendo
così si staccò dall’abbraccio poi fece
per andare via con Tony al fianco.
Poi
si ricordo di una cosa...
-
Ma la talpa? Chi era?- domandò.
Forse
finalmente ci avrebbero capito
qualcosa in quella storia contorta fatta di morte e
crudeltà...
L’espressione
di Chaim si fece
mortificata...
-
Non era tra questi... erano “solo” agenti
di Hamas di medio rango...-
Ziva
fece una smorfia poi delusa si diresse
verso l’uscita... facendo prima cadere un biglietto per
terra...
Tel
Aviv 21:17 ora locale
Da
qualche parte
Stavano
camminando fianco a fianco da
un’ora per l’autostrada...
Intorno
a loro non c’era anima viva...
Il
sole era appena tramontato e una luce
rosata li circondava completamente...
E
loro non si erano scambiati una parola...
Certo...
a volte era meglio non parlare...
Però
a Ziva la situazione pesava...
Perché
se non parlavano significava che non
si chiarivano...
E
lei voleva con tutto il suo cuore
chiarirsi con Tony!
Lo
voleva più di qualunque altra cosa al
mondo...
-
Allora mi vuoi spiegare che c’è? Ti ho
chiesto scusa... ti ho supplicato di scusarmi! Perché non mi
parli?- domandò al
ragazzo fermandolo.
Lui
la fissò serio, con lo sguardo di un
uomo ferito e stanco di essere ingannato...
-
Guarda che io non ti ho ancora
perdonata... mi hai mentito due volte e su delle cose estremamente
importanti...-
Ziva
odiava mettersi a supplicare e
dargliela vinta, in particolare in quel modo deprimente,
però non poteva
permettersi di perderlo di nuovo, quindi per una volta mise da parte il
suo
orgoglio per dare ragione al suo, ormai stanco, cuore.
-
Scusami...- gli disse ancora una volta
con aria supplichevole - ti prego!!!-
-
Quando avevi intenzione di dirmi che il
bambino non è mio?!? Quando fosse nato un modello con gli
occhi azzurri e i
capelli biondi? E quando mi avresti detto che sei una spia? Anzi! Me lo
avresti
mai detto?!?-
-
Io ERO una spia... e mi dispiace per
quello che ho fatto... te l’ho già detto... e poi
non ti ho detto che sono
stata con Hazif perché
sapevo che ti
saresti arrabbiato e ingelosito... ma io non provo e non provavo niente
per
lui... niente! E poi quando è successo non ti avevo ancora
rincontrato...
credevo di averti perso per sempre, sai?- lo rassicurò lei
accarezzandogli la
guancia ruvida a causa della barba di due giorni.
Lui
scostò il volto.
-
Cosa ti costava dirmelo? Eh?!? Cosa ti
costava?!? Mi spieghi come posso tornare a fidarmi di te?!? Cazzo Ziva!
Come
non fai a capirlo?!? Io ho dato il mio occhio per te! Ma darei anche la
mia
vita pur di sapere che sei viva e al sicuro! Perché ti amo!
Mi spieghi però ora
come posso tornare a fidarmi di te?!?-
-
Hai ragione non puoi...- disse lei
voltandosi.
Per
colpa di due stupide bugie ora stava
perdendo l’uomo che amava...
Perché
non si era fidata di lui?!?
Perché
era stata così stupida?!?
Tony
la osservò mentre si girava...
-
Io volevo solo proteggerti Ziva... ma non
me lo hai mai permesso...-
-
Lo so...- rispose lei, asciugandosi le
guance bagnate a causa delle lacrime, rimanendo però sempre
girata.
-
Potevi morire... ricordi che fine ha
fatto Jonathan Polar?!? Eh?? Te lo ricordi?!?-
-
Si... me lo ricordo...-
-
Volevi fare la sua stessa fine?!? E
questa volta c’erano in gioco anche le vite di milioni di
persone! Volevi che
l’Operazione Messiada fosse messa in atto?!?-
-
No...-
-
E allora perché...-
Lei
si girò fulminea.
-
Non era per me stessa che lo facevo Tony!
Ti sembro così stupida?!? Lo facevo perché mi era
stato ordinato! Come hai
fatto anche tu quando eri con Jeanne! Mi pare che neanche tu mi avessi
detto
nulla in proposito... sono venuta a saperlo solo poco prima di vedere
esplodere
la tua macchina... non è stato piacevole sai?-
-
Jeanne ora non c’entra!-
-
Oh! C’entra eccome! Non ho sbagliato solo
io! Anche tu! Anche tu mi hai mentito! E non solo su di lei...-
abbassò un
attimo gli occhi sul cemento dell’asfalto, poi li
alzò di nuovo per incontrare
i suoi di occhi: uno cieco e uno verde che, ciascuno in modo diverso,
tentavano
di trasmetterle il loro amore per lei.
Resse
lo sguardo e completò il discorso.
-
Hai rischiato di morire! Eppure io sono
stata comprensiva... ho capito che se l’avevi fatto era per
una buona ragione! Ora
tocca a te essere comprensivo!-
Lui
la fissò severo, poi a poco a poco il
suo sguardo si addolcì di nuovo.
-
Il bambino?- domandò lui un po’ titubante
facendola sorridere.
L’uomo
sicuro e rigoroso di prima aveva
lasciato il posto a uno insicuro e impaurito da quella
novità.
-
Il bambino è tuo...- lo rassicurò.
-
E come fai a saperlo?-
Vero...
come faceva a saperlo?
Non
aveva una risposta a quella domanda
però dentro sapeva che il bambino era di Tony...
Era
dell’uomo che amava...
Lo
sentiva...
Lo
sapeva...
-
Lo so e basta DiNozzo... non fare domande...-
affermò lei girandosi e riprendendo a camminare...
-
Sei stata a letto pure con quel tipo... Chaim...
per caso?- le domandò improvvisamente Tony.
-
No!- rispose lei sconvolta per la
domanda.
-
E con Gibbs? Dai ormai siamo in tema di
confessioni no? Mi puoi dire tutto!-
-
Zitto!-
-
E con Afek? Ammettilo che ci hai fatto un
pensierino!-
Lei
si voltò e lo minacciò ridendo...
-
Ora ti do un pungo e
ti faccio saltare sino in Australia...-
-
Volare... non saltare...- la corresse
lui.
-
L’importante è che si capisce cosa voglio
dire! Voi americani e i vostri stupidi modi di dire...-
Camminarono
un altro po’ poi Tony pose un
interrogativo.
-
Come faremo a raggiungere un centro
abitato?-
-
Ci riusciremo tranquillo...- lo rassicurò
lei sempre camminandogli al fianco le mani si sfioravano ma nessuno dei
due
aveva il coraggio di fare la prima mossa.
-
E quando raggiungeremo un centro abitato
che faremo?-
Ziva
si fermò e lo guardò confusa...
-
Io non ne ho idea... poi ci penseremo
no?-
Fece
per girarsi ma Tony la trattenne di
nuovo per un braccio, e le cinse i fianchi in un abbraccio.
-
Beh... io ho pensato... che... insomma! Ti
va di tornare a casa con me rosh katan?
A me si...- le domandò sicuro.
L’insicurezza
di prima era stata spazzata
via del tutto... lasciando il posto al solito vecchio DiNozzo!
Ziva
fu felice di quella domanda...
Anche
a lei come Tony aveva una voglia
matta di tornare a casa... dalla propria famiglia...
Lo
fissò per un lungo minuto poi rispose
sorridendo e stringendo la sua mano...
-
Quando vuoi Tony...-
*
Wow oggi intere frasi in ebraico... ho
superato me stessa!!!
Lechaym!: Alla salute!(brindisi)
-
Hazif
Shamir... ma pitom?!? Ma ze habdi’ ha ha zo?!?- : - Hazif
Shamir... come
sarebbe?!? Che scherzo è?!?-
- Az
ma?- : - E allora?-
-
Tov... shalom...- : - Va bene... ciao...-
-
Ana
ad hoshiya!- : - Signore salvaci!-
*
Jonathan Pollard è un ebreo che lavorava
nella CIA che il 21 Novembre 1985 fu accusato di essere una spia di
Israele e
così fu condannato all’ergastolo.
*
Per quella cosa degli agenti di Hamas che
hanno le mitragliette Uzi russe... vale lo stesso discorso che ho fatto
qualche
capitolo fa con Al Qaeda. È una mia teoria e di altri
studiosi che i russi
supportino queste organizzazioni (ci sono gli indizi) potete crederci
come no!
*
Hazif ha avuto finalmente quello che si
meritava, è inutile che piangete e che me lo chiedete in
ginocchio membri del
suo fan club! Non risuscita! Capito?!? Anche perché se lo
facessi Roshy mi
farebbe fuori senza pensarci due volte... XD
* Ragazzi la storia non
è ancora finita!!!
Chi sarà la talpa? Riusciranno Tony e Ziva a comportarsi da
persone normali e a
restare insieme???
|
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Capitolo 24 *** 24. Niente e nessuno ***
Ciao
sono tornata! La vacanza alle Eolie è
stata orribile, se avessi saputo come sarebbe andata a finire sarei
rimasta a
casa senza pensarci due volte, sono stati tra i giorni peggiori della
mia vita.
Per fortuna poi è arrivato il ponte dell’uno
Maggio per farmi riprendere un
poco... comunque sia ecco il nuovo capitolo che dovrebbe essere o il
penultimo
o il terzultimo, dipenderà da voi e dal mio umore! XD Buona
lettura!
24.
Niente e nessuno
Washington
DC 10:31 ora locale
Quartier
generale NCIS
-
Come sto?- domandò Tony a Ziva.
Erano
appena rientrati in America dopo
quasi un intero mese passato in Israele e ora erano dentro
l’ascensore che li
doveva riportare dai loro compagni e amici.
-
Sei perfetto...- rispose Ziva sorridendo
e sistemandogli meglio il nodo della cravatta.
-
Sicura?-
-
Si... tranquillo!- rispose lei dandogli
un buffetto sulla spalla.
Rimasero
qualche secondo in silenzio...
-
Ricordi cosa dobbiamo fare vero?- le
domandò DiNozzo incrociando il suo sguardo.
Era
preoccupato... e si vedeva...
-
Non una parola sul fatto che stiamo
insieme...-
-
... e non fornire troppi dettagli sulle
ultime settimane... lo so... il problema però
sarà spiegare la mia improvvisa
gravidanza... quando sarà il momento...- completò
Ziva.
Lui
rimase pensieroso per qualche secondo...
-
Per adesso non pensiamoci ok? Godiamoci
il momento...-
Calò
di nuovo un silenzio carico di
tensione...
Poi
si sentì il familiare tintinnio che
annunciava l’arrivo dell’ascensore alla sua
destinazione...
-
Ti amo...- disse Tony proprio mentre e
porte si aprivano.
Ziva
sorrise...
-
Lo so...-
Non
appena misero un piede fuori
dall’ascensore furono subito assaliti da Abby.
-
Tony! Tony! Tony! Ziva! Ziva! Ziva!- gridò
la scienziata quasi soffocandoli.
-
Ciao Abby…- sussurrò senza fiato il
povero DiNozzo.
Abby
si staccò dai due, che poterono
finalmente riprendere a respirare, e cominciò a saltellare
eccitata...
-
Ragazzi mi siete mancati un sacco!!! E
non solo a me!!! Quante cose ho da dirvi!!! E voi da dire a me!!!- ma
non
appena guardò Tony in faccia il sorriso le scomparve dalle
labbra e smise di
saltellare.
- Ma
Tony... tu... cosa... oh Tony!- disse riprendendo ad abbracciarlo in
lacrime.
-
DiNozzo che hai fatto all’occhio?!?-
domandò, con la sua solita delicatezza, Gibbs spuntando
all’improvviso.
-
Ciao anche a te capo... anche tu mi sei
mancato un sacco...- fece il ragazzo sarcastico.
Gibbs
gli rivolse un’occhiataccia.
-
Beh... un piccolo incidente...-
-
E’ per quello che ti hanno ricoverato?-
domandò Ducky raggiungendoli.
-
Si... ma sto bene... non vi preoccupate!-
disse Tony sorridendo felice agli amici.
-
Ti dona lo sai???- commentò Abby
staccandosi da lui e asciugandosi gli occhi, cercando di tornare solare
come
prima.
-
Hai visto Ziva?!? Almeno lei ha buon
gusto!- disse DiNozzo rivolto alla ragazza, che, come al solito, si era
un po’
isolata.
-
Già... contento te...- furono le sue
uniche parole disinteressate.
-
Avete fatto un buon viaggio?- domandò
Ducky.
-
Si... il viaggio di ritorno è stato di
gran lunga migliore dell’andata...-
-
Ma se hai dormito tutto il tempo!-
obbiettò Ziva.
-
Appunto!-
-
Mi avete portato un ricordino???- chiese Abby
tornando a saltellare.
-
Ehm... noi... veramente...-
La
dark si rattristò...
-
Come siete cattivi...- disse mettendo il
broncio e girandosi dall’altra parte.
Gibbs
era ancora sconvolto per quello che
era successo a Tony.
Sapeva
che gli era successo qualcosa di
grave in Israele... ma non pensava così grave!
Aveva
perso un occhio...
Non
sarebbe più stato l’agente di prima...
Però
sembrava felice e non
preoccuparsene...
“Meglio
così...” pensò.
Certo
che Ziva faceva miracoli!
-
Capo perché sei così silenzioso? Non vuoi
proprio sapere nulla sul viaggio???- domandò DiNozzo notando
lo strano
comportamento dell’uomo.
Gibbs
fece un mezzo sorriso...
-
Vuoi davvero che io inizi a farti delle
domande, DiNozzo?- fece allontanandosi e andando verso la propria
scrivania.
-
No no... continua pure a non fare e
chiedere niente... a me va benissimo così!- gli
urlò dietro il ragazzo.
-
Scusatelo se è così silenzioso e strano...
cioè lui è sempre silenzioso e strano... ma oggi
di più! Ma sapete...
l’amore...- fece Abby scuotendo la testa.
Tony
e Ziva si fissarono complici.
-
Credo di aver capito cosa intendi
Abby...- mormorò DiNozzo.
-
Aspetta cosa era quello?!?- gridò la
ragazza sconvolta.
Ziva
e Tony si guardano in giro
preoccupati.
-
Qui non c’è niente...-
-
Non intendevo questo... intendevo quello
sguardo!-
-
Quale sguardo?- chiede Tony lanciando a
Ziva “quello sguardo”.
-
Ecco! L’hai visto McGee?!? Questo
sguardo... McGee?- accanto a lei non c’era nessuno - Dove
diavolo si è
cacciato?!? Comunque... allora?-
-
Allora cosa Abby?!?-
-
Cosa significa quello sguardo?-
-
Santo cielo! È solo uno sguardo... ora
non lo posso neanche guardare?!?-
-
Chi è questa volta la “fortunata”? La
donna che ha fatto breccia nel cuore di Gibbs per la ehm... ho perso il
conto
delle volte!- esordì Tony cambiando discorso.
-
Jenny...-
Tony
e Ziva si fissarono di nuovo, ma
stavolta stupiti!
Finalmente
si erano decisi anche quei
due...
Stavano
per chiedere altre informazioni ma
in quel momento arrivò anche Timothy.
-
Scusate ma ero in bagno sono già arrivati
DiNozzo e Ziv... ciao ragazzi!!!- li salutò calorosamente
poi il suo volto si
fece triste.
-
Tony... ma tu...-
-
Si... il mio occhio... fa impressione
vero Pivello?-
-
Ma come te lo sei fatto?!?-
-
Vieni... ti racconto!!!-
Abby,
Ducky e McGee lo seguirono alla sua
scrivania.
-
Allora... ero io... solo contro dieci...
anzi... venti mercenari! Ad un certo punto...-
Ziva
sorrise e incrociò lo sguardo del suo
capo che intanto era tornato davanti all’ascensore...
C’era
qualcosa di diverso nello sguardo
della ragazza...
Qualcosa
di nuovo, ma che lui conosceva fin
troppo bene...
-
Ciao Gibbs...- disse finalmente la donna
abbracciandolo.
-
Ciao Ziva...- sussurrò lui felice di
rivedere sia lei che DiNozzo sani e salvi.
Beh...
più salvi che sani...
Passarono
parecchi secondi poi Gibbs si
staccò da lei e la fissò di nuovo negli occhi...
-
Ziva... devi dirmi qualcosa?-
La
ragazza i sentì colta in flagrante...
Lanciò
una rapida occhiata a Tony...
-
No!- mentì.
-
Sicura? Tipo... non so... che sei
incinta?-
Lei
alzò un sopracciglio stupita...
-
No capo! Che dici! Io non sono...- cercò
di difendersi.
Ma
lo sguardo di Gibbs la trapassava...
-
Come fai a saperlo??- chiese abbassando
la testa sconfitta.
Gibbs
abbozzò ad un sorriso...
-
I tuoi occhi brillano... sei diversa...
hai gli stessi occhi di...- si bloccò a metà
frase, non riuscendo come sempre a
citare il suo passato.
-
Di Shannon?- domandò Ziva.
Lui
annuì distrattamente.
-
Beh... comunque... mi hai scoperta!-
rispose la ragazza ridendo.
-
Il bambino è di...- fece Gibbs accennando
con il capo a Tony che intanto ignaro raccontava balle a Ducky, Abby e
Tim.
-
Si...- rispose Ziva cercando di reprimere
un sorriso.
Aspettò
la punizione per parecchi secondi,
ma non arrivò...
-
Niente scappellotto?- domandò poco
convinta a Gibbs.
-
No... non colpisco le donne incinte...
anche se sono estremamente irresponsabili, incoscienti e idiote!- e
così
dicendo Gibbs si diresse verso Tony e gli rifilò uno
scappellotto così forte
che non se lo sarebbe più scordato per il resto dei suoi
giorni.
-
Ahi... capo!!! Mi hai fatto malissimo...-
si lamentò il ragazzo massaggiandosi la nuca.
-
Era quello l’obbiettivo... DiNozzo...-
-
E per che cos’era?-
-
Per aver infranto una delle mie
regole...-
-
Si, ma quale? Sono tante sai?-
Gibbs
di diresse verso l’ascensore...
-
Tu lo sai quale DiNozzo...- gli disse
prima di entrarvi e scomparire dalla loro vista.
-
Quale regola hai infranto Tony?- domandò
ingenuamente Tim.
Abby
gli rifilò uno scappellotto.
-
Ahi! Che ho fatto?!?-
-
Mi sa che tu non hai ancora capito nulla
della vita...- commentò sconsolata Abby.
-
Almeno non sono l’unico a pensarlo...-
concordò Tony alzandosi.
-
Ehi!-
Una
volta arrivato davanti a Ziva non perse
tempo...
-
Lui sa?- domandò preoccupato.
-
Si... LUI lo sa...-
-
Avevamo deciso di non dirglielo sino a
quando fosse stato... “evidente”...-
-
A quanto pare è già
“evidente”... gli è
bastato guardarmi negli occhi per capirlo!-
-
E tu naturalmente gli hai detto che è
mio... cioè... nostro...-
-
E che gli dovevo dire?!? Che era di Brad
Pitt?!? Tanto lo hai detto anche tu... prima o poi la verità
sarebbe uscita
fuori... no?- si giustificò Ziva.
Tony
si passò una mano tra i capelli
facendo attenzione a non toccarsi la nuca ancora dolorante e
cercò di
sorridere...
-
Avrei preferito il “poi” al
“prima”... -
-
Non si può possedere tutto nella vita...-
disse la ragazza sorridendo.
-
Avere tutto dalla vita... non possedere...-
la corresse.
-
Uffa... è lo stesso!-
-
Quindi è per questo che mi ha dato lo
scappellotto...- pensò lui ad alta voce ignorando il suo
ultimo commento.
-
Già... e ora che facciamo?-
-
Che ne dici di fare finta di nulla?-
domandò Tony.
-
In che senso?- fece lei confusa.
-
Faremo finta di non sapere che lui sa...-
-
Ma è una cosa inutile!!! Perché sappiamo
benissimo tutti e tre la verità...-
-
Però in questo modo almeno sarebbe
divertente...- commentò lui sornione.
-
Tu sei tutto scemo...- disse Ziva senza
parole dandogli una piccola pacca sulla spalla.
-
Perché è scemo?- domandò Abby che
intanto
si era avvicinata con McGee per origliare.
Purtroppo
non aveva sentito nulla...
-
Perché vuole mentire a Gibbs...- fece
Ziva tranquilla.
A
DiNozzo venne voglia di strozzarla...
Stava
spifferando tutto a quei due...
-
E perché? Su cosa hai il coraggio di
mentirgli?- chiese Abby al ragazzo.
Lui
provò a ribattere, ma Ziva lo
precedette...
-
Vuole fare finta che non lo ama però Gibbs
lo sa benissimo!!! Ormai non puoi più mentirgli!!!-
Lui
tirò un piccolo sospiro di sollievo,
poi un ghigno spaventoso gli si dipinse in volto...
-
Comincia a scappare, rosh katan...
ti do 5 secondi di vantaggio...-
Washington
DC 19:44 ora locale
Abitazione
dell’agente speciale Leroy Jethro Gibbs
-
Ciao Jethro...- disse Jenny facendo le
scale per scendere in cantina.
-
Ciao Jenny... qual buon vento ti porta
qui?- fece lui non distogliendo lo sguardo dal suo lavoro.
-
Come stai?- gli chiese il direttore
facendolo girare verso di lei.
Gibbs
posò l’attrezzo che stava usando per
terra e la fissò infastidito...
-
Bene... perché come dovrei stare?!?-
-
Beh...-
-
DiNozzo sta bene... no?-
-
Si... però... il suo occhio...-
-
Anche se non ci vedrà più dall’occhio
destro non significa che è morto o che non può
più fare il mio agente... certo,
sarà meno efficiente di prima... però se prima
era il più bravo ora sarà tra i migliori...-
fece sorridendo e riprendendo l’attrezzo da terra.
-
Sicuro?-
-
Se lui è tranquillo lo sono anche io...-
commentò riprendendo a lavorare.
-
Se lo dici tu...- si
rassegnò Jenny.
Dopo
un po’ di tempo Jethro parlò di nuovo.
-
Ziva ti ha detto di essere incinta?-
-
Cosa?!?- esclamò la donna sconvolta - no...
non me lo ha detto... tu come lo sai?-
-
Diciamo che l’ho convinta a dirmelo...-
- E
il padre del bambino? Lo sai chi è?-
-
Secondo te chi può essere?- domandò Gibbs
con fare ovvio.
-
DiNozzo?-
-
Bingo...-
-
E sei così tranquillo?!?-
-
Si... perché?- domandò Jethro girandosi
verso di lei accigliato.
-
Hanno infranto la regola numero dodici!!!-
-
Guarda che non l’hanno infranta...- disse
sorridendo sornione.
-
Perché?-
-
La regola dice di non uscire con i
colleghi... e loro non sono mai usciti insieme!-
Lui
e Jenny scoppiarono a ridere...
-
Jethro... sei incorreggibile!-
Washington
DC 19: 50 ora locale
Abitazione
dell’agente Anthony DiNozzo
-
Che giornatina leggera... vero?- disse
Tony buttandosi sul divano di casa propria stanco morto.
-
Già... sono a pezzi...- commentò anche
Ziva mettendosi accanto a lui.
-
Gibbs ha proprio esagerato...- dissero in
coro.
-
Non ha provato neanche un po’ di pietà
per il mio occhio!-
-
E neanche per la mia “condizione”!-
-
E’ crudele...- disse ancora Tony
sistemandosi meglio sul divano - però a te almeno ha
permesso di mangiare
qualcosa all’ora di pranzo e tu per ringraziarlo ti sei
mangiata anche il mio!-
Lei
si accoccolò meglio contro di lui e
chiuse gli occhi...
-
Che vuoi... avevo fame!- si lamentò.
-
A proposito di mangiare... io non me la
sento di cenare Gibbs e i suoi modi bruschi mi hanno fatto passare la
fame...-
-
Neanche io... sono stanchissima...-
-
E piena di cibo fino al midollo!-
-
Smettila...- fece ridendo e dandogli un
colpo al fianco.
-
Ok ok... ma non fare l’offesa!-
Calò
un lungo e rilassante silenzio tra di
loro...
Improvvisamente
però Tony lo spezzò...
-
Sai mi piacerebbe tanto che questo
momento non finisse mai... di poter stare così per sempre...
e tu Ziva?-
Ma
non ottenne nessuna risposta...
-
Ziva?- chiamò di nuovo.
La
guardò e si accorse che si era
addormentata...
Sorrise
dolcemente e le spostò una ciocca
di capelli dal viso...
Finalmente
era a casa...
Ed
era con la sua famiglia...
Gibbs,
Abby, il Pivello, Ducky, Jenny,
Palmer... insomma... tutti...
Ma
soprattutto... era con Ziva...
E
stavolta sentiva che stavolta nulla più avrebbe
potuto separarli...
Niente
e nessuno ci sarebbe riuscito...
Niente
e nessuno...
A
poco a poco i suoi occhi si chiusero e si
addormentò anche lui.
*
Stavolta non ho appunti sulla lingua...
wow! È strano anche per me figuratevi! In compenso vi chiedo
una cosa...
secondo voi i personaggi sono OOC? Se lo pensate vi prego... ditemelo!
In
particolare di Ziva!
* Mi dispiace il fatto
che dopo avervi
fatto aspettare così tanto ho pubblicato solamente questo
capitolo di
transizione ma vi prometto che col prossimo mi farò
perdonare!
|
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Capitolo 25 *** 25. Gerusalemme! Gerusalemme! ***
Rieccomi!
Scusate l’attesa ma ho avuto un
po’ di problemi in questi giorni! Comunque... dopo il
capitolo di transizione
(che stranamente ha avuto più successo di quanto mi
aspettassi) ecco finalmente
un po’ di azione... seguite bene e non perdetevi nessun
passaggio!
25.
Gerusalemme! Gerusalemme!
Gerusalemme
17:17 ora locale
Via
Dolorosa
Il
cielo di Gerusalemme era azzurro e non
si riusciva a scorgere neanche una nuvola.
Era
davvero una bella giornata...
Di
quelle adatte per fare un bagno nelle
fresche acque del mediterraneo dove si affacciava il paese, di fare un
giro per
le campagne o anche per una passeggiata in centro.
E
infatti la
Via Dolorosa era
stracolma si persone.
Abitanti
del luogo... turisti...
giornalisti.
Erano
tutti lì a godersi un momento di pace
per le strade della via...
Tony
e Ziva erano tra queste persone...
-
E’ proprio un posto meraviglioso... avevi
ragione...- disse il ragazzo sistemandosi il colletto della sua camicia
hawaiana.
Se
non lo avesse saputo non avrebbe mai
creduto che in quel luogo tanto ricco di vita duemila anni prima il
Cristo
avesse portato la croce sulla quale sarebbe stato crocifisso sulle
proprie
spalle.
Ziva
sorrise e si strinse di più al suo
braccio.
-
Lo so... dimentichi che io ho sempre
ragione?-
Ogni
tanto qualcuno si voltava e osservava
DiNozzo a causa della sua cicatrice, che si intravedeva nonostante
portasse gli
occhiali da sole quasi notte e giorno ormai, ma lui non ci faceva caso.
E
poi in quel momento lui e Ziva pensavano
a ben altro...
-
Ma come sei modesta!- commentò
sarcastico.
Ziva
gli rivolse un’occhiata divertita e lo
tirò verso il banco di un venditore di armi bianche...
-
Guarda Tony... secondo te questo a Gibbs
piacerebbe?- gli domandò indicando un grande coltello
dentellato a lama nera.
-
Questo?-
-
Si... oppure questo...- fece lei
indicandone un altro molto simile al primo, solo che non era dentellato
ed era
a lama bianca.
-
Penso di si... perché?-
-
Beh... l’altra volta si sono lamentati tutti
perchè non gli abbiamo portato un ricordino...-
-
A parte il fatto che si è lamentata solo
Abby... beh... per farci “perdonare” potremmo
organizzare una bella gita sulle
rive del Mar Rosso per farci scusare...- disse lui sarcastico tirandola
via dal
banco.
Gli
occhi dell’israeliana si illuminarono.
-
Sai che è un ottima idea?-
-
Davvero?-
-
Si!-
-
Beh... lo so! Sono un genio!-
-
Ora però sei tu ad essere la modestia in
persona...-
-
Mai quanto te...- riabbatté DiNozzo.
Improvvisamente
però smisero di scherzare e
tornarono seri.
-
Lo vedi?- domandò Ziva allungando il
collo.
-
Si... si è allontanato di più... ma
riesco a vederlo lo stesso... sarai costretta a benedire il mio metro e
ottantanove...- rispose lui sorridendole.
Ma
non perdendo di vista quell’uomo basso e
infido che stavano seguendo da ore...
-
Si, ma c’è anche un lato negativo... nel
tuo metro e ottantasette...-
-
E ottantanove... sono alto un metro e
ottantanove!-
-
E per due centimetri cosa cambia?-
-
Cambia tanto invece...- sbuffò lui.
-
Comunque... grazie al tuo metro e ottantanove
e alla tua cicatrice dai nell’occhio... e penso che tra poco
si renderà conto
che lo stiamo seguendo...-
-
Non è colpa mia se sono alto...- borbottò
tra se e se.
-
Tony... l’ho perso di vista...- fece
allarmata Ziva interrompendolo.
-
Io pure... ha girato l’angolo a destra...
e ora non lo vedo più!-
-
Seguiamolo...- ordinò la ragazza.
Affrettarono
il passo e dopo aver spinto un
paio di turisti troppo lenti ed essersi guadagnati insulti in lingue
sconosciute, almeno a Tony, Ziva probabilmente capiva benissimo,
riuscirono a
voltare anche loro l’angolo.
-
Lo vedi ora?- domandò Ziva preoccupata.
-
Si... ora si...-
-
Bene...-
La
ragazza fece per affrettare il passo per
non rischiare di perderlo di nuovo, ma Tony la bloccò...
-
Aspetta... si è fermato...-
-
Cosa sta guardando?-
-
Un vestito da uomo... non il mio
genere...- disse il ragazzo allungando il collo per vederlo meglio.
-
Sembra voglia provarlo... che facciamo?-
-
Ci avviciniamo anche noi ad una
bancarella per non dare troppo nell’occhio...-
suggerì Ziva.
E
così dicendo lo tirò verso un angolo dove
una donna vendeva quadri fatti col carboncino...
Era
riuscita a rappresentare con abilità
straordinaria tutti i posti più belli e famosi della
città...
Il
Monte degli Ulivi, il Muro del Pianto, la Città
di Davide, la
Porta dei Leoni e la stessa
Via Dolorosa.
-
Che belli...- commentò Tony senza fiato.
La
donna parve capire il complimento e
rivolse ai due giovani un enorme sorriso.
-
Ti piace la mia Gerusalemme?- gli domandò
Ziva sorridendo.
-
Si... è bellissima...- mormorò lui
chiedendo alla venditrice il permesso di prendere uno dei suoi lavori
in mano
per osservarlo meglio.
Ziva
chiuse gli occhi e cominciò a recitare
una specie di poesia... una preghiera che aveva imparato da bambina,
gliela
aveva insegnata sua madre e la faceva recitare a lei e Tali ogni sera
prima di
andare a dormire.
-
Se
ti dimentico, Gerusalemme,
che
la mia mano destra si secchi!
Che
la lingua mi si attacchi al palato
se
io mi dimentico di te,
se
non metto Gerusalemme
al
sommo della mia gioia!-
-
E questo cosa era rosh katan? Un
invocazione al suicidio?- disse Tony sarcastico.
-
No... è il canto dei fanciulli esiliati
da Israele, Salmi 137...-
-
Non pensavo fossi così religiosa da
ricordare pezzi di Bibbia a memoria...- fece il ragazzo piuttosto
sorpreso.
Ziva
sorrise.
-
Non sono poi così tanto religiosa... però
questo canto mi è sempre piaciuto molto... lo vedi ancora?-
-
Si... con quel vestito è ancora più
brutto di prima... ecco... sta di nuovo andando dietro la tenda per
cambiarsi... credo lo voglia acquistare... che cattivo gusto!-
-
Voi comprare qualcosa?- chiese la
pittrice.
-
No... guardavamo soltanto...- disse Tony
ma poi, vedendola delusa, aggiunse - I suoi quadri però sono
davvero belli...
ha provato a venderli ad un museo...-
-
Grazie... pensi davvero che io vendere ai
musei?-
-
Certo! Sono bellissimi! Si fidi!- e così
dicendo Tony si allontanò con Ziva sottobraccio.
-
Ha di nuovo ripreso a camminare...
vieni...-
-
Hai fatto una buona azione...-
-
Chi io? Ah si! E’ bravissima... ha solo
bisogno di un po’ di incoraggiamento...-
-
Comunque sia... hai fatto una buona
azione!-
-
Grazie...-
Poi
la trascinò verso un banco dove
vendevano fiori...
Comprò
una rosa e poi la porse a Ziva...
-
Ecco a te...- disse sorridendo ma non
perdendo d’ occhio l’uomo che stavano seguendo.
-
E’ bellissima Tony... grazie!- fece lei
scoccandogli un bacio sulla guancia.
-
Beh... mi aspettavo di più... qualcosa di
più... per questa altra buona azione...-
-
Tu pensa a non perderlo d’occhio... quando
lo prendiamo possiamo parlare di una ricompensa...-
Tony
le sorrise...
-
Saprò aspettare allora...-
Continuarono
a camminare per altri dieci
minuti fino a quando l’uomo scomparì di nuovo
dalla loro vista...
-
Cazzo... l’ho perso...- imprecò Dinozzo
guardandosi intorno freneticamente.
-
No! Non è possibile che l’hai perso...
eravamo finalmente ad un passo da lui! Dopo tutti questi mesi di
ricerche!-
-
Aspetta...- la interruppe Tony indicando
un punto alla propria destra - è là! Sta
correndo...-
Si
scambiarono una rapida occhiata poi
cominciare a correre in quella direzione.
-
Ci ha scoperto...- disse Ziva faticando
un po’.
-
Ehi! Va tutto bene? Riposati! Non
sforzarti troppo...-
-
Tranquillo io e lui stiamo bene...- disse
lei anche se rallentò un po’ - da che parte
è andato?-
-
A destra...-
-
Bene...- commentò lei sorridendo maligna
e mettendosi a camminare.
-
Perchè?- chiese DiNozzo affiancandola.
-
Perché di lì c’è solo un
vicolo cieco...
come si vede che non conosce Gerusalemme... questo gli
scosterà la libertà!-
Così
si diressero a passo veloce verso il
vicolo.
E
quando arrivarono si ritrovarono davanti
uno spaventato e in cerca di una via di fuga Yossi Begin.
Gerusalemme
17:50 ora locale
Vicolo
cieco
-
Zi... Ziva... sha... shalom...- disse
nervoso.
-
Ciao Yossi...- fece lei sorridendo
maligna.
-
Che ci fai qui con il tuo amico Dinozzo?-
-
Beh… sai Yossi... avevo voglia di fare
una passeggiata a Gerusalemme… con Tony... poi ti ho visto
è ho pensato: “Sono
mesi che non lo sento! Perché non fargli una bella
sorpresa?”... tu perché
scappavi?-
Yossi
fece per parlare, ma poi con uno
scatto felino tentò di scappare.
-
Prendilo!- ordinò Ziva a Tony.
Lui
lo placcò con facilità, poi lo
costrinse ad alzarsi e gli spinse la faccia contro il muro, bloccandolo
col suo
corpo...
-
Yossi... Yossi... perché vuoi fuggire da
me?- domandò Ziva con tono canzonatorio avvicinandosi a
lenti passi.
-
Lasciatemi andare! Non sono io la Talpa! Io sono
innocente!-
-
A giudicare da come tenti di scappare sembra
il contrario...-
-
Ti darò tutto quello che vuoi! Tutto! Ma ti
prego! Risparmiami!-
-
Mi dispiace... ma io non sono come te...-
fece Ziva sprezzante – Non puoi corrompermi!-
-
Ti darò tutte le informazioni su Hamas che
vuoi! Te lo prometto!!! Ma tu lasciami vivere!!-
Ziva
fece la sua risatina sadica.
-
Oh Yossi... tu quelle informazioni me le
darai comunque... te lo assicuro...-
-
Chi te lo dice?- domandò l’uomo
raccogliendo un po’ di coraggio.
-
Sai... Tony da quando ha perso l’occhio
per colpa tua e del tuo attentato è diventato piuttosto
manesco... non vorrei
che potesse fare male al tuo brutto faccino...-
Yossi
cominciò a piagnucolare...
-
Mi dispiace! Mi dispiace! Ma dovevo
fartela pagare! Per colpa tua Hamas non ha più una talpa
all’interno del Mossad!-
-
E ci volevi uccidere solo per questo?-
-
Non io! Sono stati gli Altri... dicevano
che avrei fatto una brutta fine se non mi liberavo di te... per questo
prima ho
tentato di metterti contro tuo padre, visto che mentre eri
là rifugiata in
America non potevo farti del male, ma poi lui per colpa di hazif ha
avuto
l’incidente e tu sei tornata qui in Israele a rovinare tutto!
Ho tentato di
ucciderti ma tu e il tuo amico Tony avete la pelle più dura
di non so
cosa... per questo
sono scappato e mi
sono nascosto in questi mesi! Mi dispiace! Non volevo!-
-
Raccontala a qualcun altro Yossi...-
-
Non era programmato che Sara morisse...
mi dispiace! Era una brava ragazza!-
-
Non pronunciare più il suo nome!- gridò
Ziva isterica.
-
Ziva...- disse Tony preoccupato.
Yossi
cercò di approfittare di quel piccolo
momento di distrazione per fuggire, ma Tony non si fece sorprendere e
lo spinse
più forte contro il muro.
-
Tu stai fermo... è inutile che provi a
fuggire...- ma questa volta Yossi lo colse di sorpresa.
Lo
colpì con violenza a basso ventre e
sgusciò via dalla sua presa, poi come Tony si
accasciò a terra dolorante gli
rifilò un calcio in testa che gli fece perdere i sensi.
Poi
afferrò la pistola dell’agente e gliela
puntò alla testa.
Questo
accadde così velocemente e
inaspettatamente che Ziva non ebbe il tempo di reagire...
-
Tony...- disse tentando di raggiungerlo.
-
Ferma altrimenti lo faccio fuori!- le
gridò Yossi.
-
Va bene... però non fargli del male...-
disse Ziva posando la pistola per terra.
Ora
che la poteva guardare meglio si
accorse che c’era qualcosa di diverso in lei...
-
Sei incinta per caso?-
-
Non sono affari tuoi...- ribatté lei
velenosa.
-
Ah! Se tuo padre lo sapesse... un figlio
al di fuori del matrimonio e per giunta con un americano non ebreo...
se non
fosse già morto morirebbe di crepacuore!-
Lei
non rispose e si morse il labbro...
-
Allora mia cara... ora io mi allontano
e... ahhhhhhhh!- gridò Yossi.
Tony
si era ripreso e mentre quello era
distratto gli aveva conficcato il proprio coltello nella coscia
facendolo
accasciare a terra per il dolore...
Si
rialzò si scrollò la polvere di dosso,
poi, con uno strano sorriso in volto, prese a prenderlo a calci...
-
Tony fermo! Anche io lo voglio morto...
però lui per adesso ci serve vivo...- fece Ziva mettendogli
una mano sulla spalla
per farlo calmare.
-
Regola numero nove: avere sempre un
coltello con se...- citò DiNozzo sputando sul corpo senza
sensi di Begin.
-
Tony...- ripetè la ragazza abbracciandolo
ancora spaventata per quello che era successo poco prima.
-
Tranquilla va tutto bene... credo che il
bastardo non si risveglierà prima di un paio di ore... voi
state bene?-
-
Si... stiamo bene...- rispose lei
sorridendo.
-
Tra quanto arriveranno gli agenti del
Mossad?- chiese DiNozzo dopo una manciata
di secondi di silenzio.
-
Tra un paio di minuti... grazie a questo
microchip...- e indicò un bottone nella camicia del ragazzo
- hanno sentito
tutto e verranno qui a prendere Yossi...-
-
Come sono efficienti...-
-
Già... da quando Chaim è diventato il
direttore del Mossad sono migliorate molte cose...-
-
E’ stata una mossa molto astuta da parte
tua lasciare quel biglietto di dimissioni dal Mossad per terra prima di
andarcene quando hanno ucciso Hazif... e ancora di più
lasciare scritto che Chaim
doveva essere accettato come tuo successore... non mi
stancherò mai di dirtelo!-
-
Lo so... sono troppo brava e furba!-
-
Ecco che torna la modestia... senti...
hai ancora la mia rosa?-
-
Si... certo... è dentro la borsa...
perché?-
-
Così tanto per sapere se era ancora in
vita...-
-
E’ stato un gesto molto carino da parte
tua... grazie ancora...- disse lei dandogli un altro bacio sulla
guancia.
-
Ti ricordi che giorno è oggi?- le chiese
fissandola negli occhi.
-
Beh... fammi pensare un attimo... Venerdì!
Che c’è di strano?-
-
Beh... oggi sono cinque mesi che stiamo
insieme... e quindi io...- disse lui arrossendo sino alle orecchie come
un’adolescente alla sua prima cotta.
-
... mi hai regalato la rosa...-
-
Ehm... si...-
Ziva
si diede della stupida...
Aveva
dimenticato una data così
importante...
Mentre
lui invece se l’era ricordato e le
aveva persino fatto un regalo...
-
Lo so... è un gesto patetico da parte mia
però...- Tony, non potè continuare
perché Ziva lo attirò a se e lo baciò.
Erano
a Gerusalemme...
La
persona che aveva causato loro tanti
dolori era a terra più morta che viva...
E
lei era con le due persone che di più
amava al mondo...
Tony
e loro figlio...
Cosa
poteva volere di più dalla vita?
*
Allora... penso di aver chiarito tutto
durante il capitolo no? Sia sulla via Dolorosa, sia sulla citazione
della
Bibbia ma ricapitolo qui in basso per sicurezza:
Il
Monte degli Ulivi, il Muro del Pianto, la Città
di Davide, la
Porta dei Leoni e la Via Dolorosa:
sono
tutti luoghi famosi e belli della città di Gerusalemme
Quella
specie di preghiera di Ziva è il canto
dei fanciulli esiliati da Israele, Salmi 137.
*
Allora ditemi... ve lo immaginavate che
fosse Yossi la talpa??? Eh? Oppure vi ho colto di sorpresa??? Spero di
si!
*
Emily Doyle, come faccio a definire una
vacanza alle Eolie orribile? Beh... non abbiamo visitato quasi nulla di
quello
che c’era scritto nel programma, abbiamo saltato quasi tutti
i pasti e poi...
ricordi che giorni 27 e 28 Aprile faceva brutto tempo e che i
collegamenti con
le isole Eolie erano addirittura interrotti? Bene, io in quel momento
ero sopra
una motonave in balia del mare tra forza 7 e 8 a
vomitare anche l’anima,
mentre il mio ragazzo dormiva accanto a me e la mia editor di fronte a
me mi
fissava senza fare niente (hanno una sensibilità questi
due...). Ecco perché
l’ho definita orribile.
*
Certo che sono stata al concerto di Nek,
Kiky! Sarei stata una pazza a non andarci! È stato stupendo,
lui è
gentilissimo, bellissimo e sono riuscita anche a farmi la foto con lui!
Tu ci
sei stata a quello di Modena?
* Ragazzi questo era il
penultimo capitolo,
manca davvero poco a finire questa fic!!!
|
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Capitolo 26 *** 26. Ani ohevet otcha ***
Ragazzi
siamo arrivati alla fine di questo
viaggio nella mia fantasia...
A
esattamente un anno da quando ho scritto
la prima pagina di questa storia, la concludo.
Sono
successe tante cose in un anno, ma non
posso certo stare qui a riassumerle tutte!
Quindi
vi lascio alla lettura dell’ultimo
capitolo de “Gli agenti del Mossad non piangono”
Buona
lettura!
26.
Ani ohevet otcha
Eilat
20:37 ora locale
Riva
del Mar Rosso
Il
sole stava tramontando sulle bianche
spiagge del Mar Rosso...
Piccole
onde lambivano la costa...
Secondo
la tradizione era quello il mare
che gli ebrei avevano attraversato fuggendo dall’Egitto per
arrivare alla loro
terra promessa guidati da Mosè...
Israele…
Il
silenzio regnava sovrano di quel luogo,
quasi come volesse porgere omaggio a quella storia tanto antica bella e
ricca
di mistero...
Una
leggera brezza scompigliava i capelli
di Ziva facendoglieli finire sul viso e facendola esasperare...
Tony
sorrise...
Adorava
quel posto così bello e
tranquillo...
Era
seduto sulla sabbia con Ziva al suo
fianco e osservava incantato l’orizzonte...
Dietro
di loro, una ventina di metri più in
là stavano seduti Gibbs, Afek e Jenny...
Mentre
sulla bagnasciuga due puntini vicini
si intravedevano...
Erano
Abby e McGee...
-
Non pensavo dicessi sul serio...- fece
Tony sdraiandosi e guardando il cielo rosato.
-
Beh... ti sbagliavi...- rispose Ziva
sbuffando e mettendo per l’ennesima volta la ciocca di
capelli che le cadeva
davanti agli occhi dietro l’orecchio.
-
Hai avuto una grande idea lo sai?-
-
Si...- disse guardandolo dall’alto e
sorridendo.
Lui
chiuse gli occhi...
-
Qui è bellissimo... e poi questo è il
più
bel tramonto che io abbia mai visto... più bello persino di
quello che abbiamo
visto la sera in cui Gibbs se ne era andato...-
-
Tutto nel mio paese è bellissimo DiNozzo...
tranne la guerra e il Mossad...- aggiunse la ragazza voltandosi verso i
tre che
stavano dietro di loro.
Gibbs
e Afek fissavano il vuoto con la loro
solita espressione indecifrabile e Jenny sedeva annoiata accanto a
loro, facendo
cerchietti di sabbia con un dito.
Il
loro primo incontro era stato
fantastico.
Si
erano guardati in cagnesco per un po’
senza dirsi nulla, poi alla fine avevano scoperto di aver combattuto
insieme in
Kuwait!
Dopo
questa rimpatriata erano tornati a
fissarsi... e basta!
Jenny
aveva riso come una matta davanti a
quella scena...
-
Guarda Afek e Gibbs... sono uguali!
Stessa espressione! - commentò Ziva divertita.
Tony
aprì gli occhi e si girò a guardarli
anche lui...
-
Hai ragione... povera Jenny... stare con
due musoni come quelli...- disse poi li osservò meglio
strizzando gli occhi -
Non mi stupirei se fossero fratelli...-
-
Non far andar troppo in là la tua
immaginazione Tony...-
-
Possibilmente uno è il clone
dell’altro... si somigliano anche... immaginati Afek:
più basso, con gli occhi
celesti, i capelli più lunghi, senza barbetta incolta, la
pelle più chiara, con
quale chilo in meno, con i lineamenti più fini, con meno
occhiaie, con le
orecchie più grandi, con testa meno rotonda, e con un paio
di anni di più...
non sono uguali?-
-
Già… identici…- fece Ziva sarcastica.
-
Mi sembra di essere in “The Island” con
Ewan McGregor e Scarlett Johansoon...-
-
Ecco! Io intendevo questo per “non far
andare troppo in la tua immaginazione”...-
Lui
sbuffò e tornò a sdraiarsi...
-
Non mi permetti nemmeno di sognare?
Dittatrice...-
Lei
rise...
-
Non credo che mi vorresti vedere in
versione dittatrice, DiNozzo...-
Il
ragazzo accusò il colpo e rimase zitto.
Il
silenzio si impossessò di nuovo di
loro...
Era
spezzato solo dal rumore delle onde che
si infrangevano sulla bagnasciuga...
Ziva
si sdraiò accanto a lui...
Tony
voltò la testa verso di lei e aprì gli
occhi incrociando i suoi...
-
Ora che faremo?- domandò.
Era
una domanda che si poneva da parecchi
giorni oramai...
Cosa
avrebbero fatto ora?
Non
potevano continuare a fingere...
Dovevano
fare un passo avanti...
-
Un bel bagno...- rispose invece la
ragazza.
Bel
passo avanti...
-
Ziva io non sto scherzando... che faremo?-
-
“Ciò che il domani ci riserba non ci è
dato sapere”...- rispose lei fissando il cielo.
-
Ora ti metti pure a citare “King
Arthur”? Sei la donna perfetta allora!- fece lui
sorridendole, poi tornò serio..
-
Comunque... io non intendevo questo...
insomma... tu aspetti
un bambino... e il papà sono io... almeno da quello che dici
tu...-
Lei
riprese a guardare il cielo...
-
Che genio... e l’hai capito tutto da
solo?- commentò.
-
Ti credi spiritosa per caso?-
-
Si... io SONO spiritosa...-
Tony
la fissò intensamente...
-
Comunque... visto che ora siamo uniti da LUI...
ho pensato...-
Ziva
si voltò a guardarlo sospettosa...
-
Hai pensato...-
-
Beh... io ho pensato...-
-
Ho capito che hai pensato Tony! Lo so che
è una cosa che ti accade raramente... però...-
-
Ho pensato che potremmo sposarci...-
completò lui ignorando il commento irritante della ragazza.
Ziva
lo fissò stupita...
Non
si aspettava una proposta così a
bruciapelo...
Anzi...
non se l’aspettava e basta!
E
la cosa più sconvolgente era che gliela
aveva fatta Tony...
Notando
l’espressione di stupore che si era
dipinta sulla faccia della donna e sospettando che l’idea non
le garbasse, Tony,
immediatamente cercò di rimediare...
-
Si... lo so! È un’idea assurda! Stiamo
insieme da pochi mesi...- si fermò e prese fiato - tu non
ami... è una cosa
troppo improvvisa... insomma... scusa per avertelo proposto!-
Si
maledisse di averle fatto quella
proposta...
Probabilmente
ora era spaventata e...
-
Hai fatto tutto da te...- commentò lei,
poi si alzò su un gomito e lo fissò negli occhi,
poi aggiunse, con una
espressione furba stampata in viso - chi ti dice che io non ti voglia
sposare
Anthony DiNozzo?-
Il
ragazzo si illuminò e si mise anche lui sul
fianco...
A
quanto pare non era poi così
spaventata...
-
Quindi mi vuoi sposare?-
-
Non ho detto questo...- rispose Ziva
fissando il mare.
Lui
ci rimase piuttosto male...
Però
si affrettò a mascherare la sua
delusione con un falso disinteresse come aveva fatto molte altre
volte...
Ma
stavolta non gli riuscì particolarmente
bene...
-
Lo sapevo... scusa ancora per la domanda
stupida! Allora... parlavamo di cloni...-
Ziva
si voltò a fissarlo...
-
Però quasi quasi un tentativo si potrebbe
fare...-
-
Cosa? Clonare? Non so se Abby ne è
capace... certo è una brava scienziata però...-
-
Io non parlavo di quello...- disse Ziva
sorridendo.
Il
morale di Tony salì alle stelle...
Un
enorme sorriso gli si dipinse
involontariamente sul volto...
-
Quindi tu vuoi?-
La
donna lo fece penare per qualche
secondo...
Ma
alla fine non riuscendo a non aspettare
anche lei gli rispose sorridendo dolcemente...
-
E perché no?-
Tony
le afferrò il viso tra le mani e la
baciò.
Ma
neanche due secondi dopo qualcosa di
duro colpì con violenza la testa del ragazzo...
Lui
guardò nella direzione da cui veniva il
colpo e si accorse che era stato Gibbs e che ora teneva minacciosamente
un’altra pietra in mano...
Afek
rideva di gusto davanti a quella scena
e Jenny rivolgeva ai due ragazzi un’espressione mortificata...
Ziva
si allontanò da DiNozzo ridendo piano
mentre lui si massaggiava la testa dolorante...
-
Ahi! Stavolta ha esagerato... poteva
farmi male seriamente!-
-
Però non è successo... no?-
-
Poteva colpire te...-
-
Ma non è successo...- ripetè Ziva.
-
Si... però...-
-
Non è successo...- riabbatté dura - sono
stanca di pensare negativo... non è successo punto e
basta... hai imparato la
lezione... la prossima volta terrai a freno i tuoi ormoni se
c’è Gibbs nei
dintorni...-
-
Ma sentila! Ora fa tutta la
santarellina... guarda che sei tu che non riesci a tenere a freno i
tuoi
ormoni!-
Ziva
gli rivolse un’occhiataccia...
-
Sarà anche vero... però io almeno non mi
faccio scoprire da Gibbs quando questo accade!-
Lui
mise il broncio...
-
Secondo te... se ti abbraccio Gibbs
lapida pure me?- domandò lei maliziosa al suo orecchio.
Il
broncio sulla faccia di Tony
scomparve... sostituito da una espressione preoccupata...
-
No... non penso... credo che lapiderebbe
me al tuo posto... lo sai che il capo è femminista...-
-
Allora posso rischiare...- commentò Ziva
stringendosi al ragazzo.
Lui
aspettò la punizione...
Ma
non arrivò...
-
Secondo te è perché si è distratto
oppure
perché ha capito che con un altro colpo come quello la mia
testa potrebbe
implodere?-
-
Credo sia la seconda Tony...- disse Ziva
ridendo.
-
Fossi nei tuoi panni lo spererei... se la
mia testa dovesse implodere tu ti ritroveresti a dover crescere LUI da
sola...-
-
Non dire più LUI... è una LEI...- lo
corresse la donna.
-
E tu come fai a saperlo?-
-
Sesto senso femminile...-
-
Allora...- fece lui sarcastico
poggiandole una mano sul ventre - no... lui sarà un
maschietto e si chiamerà
Anthony junior...-
-
Certo che hai una fantasia...-
-
Beh... in America si usa così!-
Lei
lo ignorò e riprese a parlare...
-
Comunque non sarà un maschietto... sarà
una femminuccia... e si chiamerà Sara!-
-
Non ti chiedo neanche come fai a sapere
che sarà una femmina perché tanto so che mi
risponderai con frasi
enigmatiche...- fece lui grattandosi la testa - ma... perché
non chiamarla non Ziva
junior? Sara non è troppo nostalgico?-
Sul
viso di Ziva si dipinse un’espressione
di estremo disappunto...
-
No... non Ziva junior... non voglio
rovinarle la vita... si chiamerà Sara... punto e basta!-
-
Uffa... Ziva junior è carino...- sbuffò
lui poi un sorriso sornione si dipinse sul suo volto.
-
Comunque non mi devo preoccupare... tanto
sarà un maschio!-
-
L’importante è che ci credi tu...-
commentò Ziva tornando a fissare l’orizzonte.
Infinito
ed eterno...
Quelle
erano le uniche parole per
descriverlo...
Ma
non tutte le cose lo sono...
Si
voltò verso Tony e lo guardò mentre come
lei fissava il Mar Rosso...
-
Ani
ohevet otcha...- sussurrò.
Lui
si voltò verso di lei e la fissò con
aria interrogativa...
-
Cosa hai detto?-
-
Niente...- si affrettò ad aggiungere lei
arrossendo impercettibilmente.
-
Non è vero hai detto qualcosa!-
-
Ti sarai confuso... forse era il rumore
del mare...-
-
Non è vero! Dimmi cosa hai detto! Era in
ebraico vero?!? Ti prego! Dimmelo!!!- la scongiurò facendo
gli occhi da
cucciolo.
Lei
sorrise compiaciuta...
-
No... e comunque lo dovresti sapere già
il significato di quello che ti ho detto...- disse prendendolo per mano
e
facendolo alzare.
-
Ah! L’hai ammesso che hai detto
qualcosa!- fece lui trionfante.
-
Si... ma non ti dirò mai cosa!!-
Tony
sorrise e cominciò a rincorrerla...
-
Si invece!-
-
Neanche sotto tortura!- rispose lei
correndo.
Lui
con una balzo la afferrò e si
ritrovarono stesi per terra uno sopra l’altra...
I
loro occhi si scrutarono...
Lui
si rese conto che avrebbe affrontato
qualunque pericolo piuttosto che perderla... piuttosto che perdere
quegli occhi
tanto scuri e tanto misteriosi...
Non
sapeva se Ziva sarebbe mai stata capace
di amarlo, ma a lui non importava...
Lei
era quello che non aveva mai avuto...
Se
fossero stati lontani a chi avrebbe
detto roba che senso non aveva se non per loro?
A
chi avrebbe dato nomignoli che tanto la
divertivano?
Chi
avrebbe amato così tanto?
Ziva
cambiò all’improvviso espressione del
volto e disse...
-
Non lasciarmi mai...- disse - promettimi
che non mi lascerai mai!-
Tony
sorrise...
Sembrava
gli avesse letto nel pensiero...
-
Mi copi le promesse per caso? Comunque...
te lo prometto Ziva! E io la rispetterò finchè
potrò!- disse Tony accarezzandole
il viso.
Sembrava
fosse passata una vita da
allora... da quando si erano giurati la prima volta di non lasciarsi
mai...
Una
vita meravigliosa...
La
ragazza sorrise e avvicinò ancora di più
il volto a quello di Tony...
E
poi non ci fu più niente...
Solo
il fruscio delle onde e gli occhi di
Ziva che escludevano il resto del mondo da loro...
Niente
era garantito se non erano
insieme...
Tutto
sembrava finto... anche il tempo...
Ma
almeno loro erano veri...
Chi
lo sapeva come sarebbe andata a finire?
Ma
non gli importava...
A
loro interessava solo rimanere insieme...
E
vivere la loro vita, insieme!
Condividerla
finalmente con qualcun altro,
non fuggendo dall’amore come avevano sempre fatto...
Aprire
il loro assopito cuore alla persona
che amavano...
Il
sole tramontava definitivamente sul Mar
Rosso...
E
qualcosa di nuovo sorgeva... qualcosa di
bello e straordinario...
Mentre
quelle parole rubate sussurrate da
Ziva vagavano ancora per la spiaggia...
Ani
ohevet otcha...
Ti
amo...
Ciao!
Spero vi sia piaciuto questo ultimo
capitolo ispiratomi da una canzone di Nek (come al solito
d’altronde!)
Iniziamo
con le solite note:
*
Ani
ohevet otcha: (penso sia chiaro cosa vuol dire, ma io lo metto lo
stesso per I
lettori meno attenti) Ti amo
Eilat
(anche Elath, e Elat), è
una città
della punta meridionale di Israele. Centro portuale situato
all'estremità
settentrionale del golfo di Aqaba (chiamato dagli israeliani golfo di
Eilat),
si trova nella sezione meridionale del deserto del Negev. Principale
porto che
collega Israele con il Mar Rosso e l'oceano Indiano, Eilat è
inoltre sede di un
aeroporto internazionale e base navale israeliana sul Mar Rosso.
*
Allora… devo dirvi che sono molto
contenta della risposta che ha avuto tra di voi! Non avrei mai creduto
che
avrei ricevuto così tanti complimenti e commenti!
Soprattutto i primi!
Sono
felice che abbiate apprezzato i miei
sforzi nel rendere la fic più realistica possibile, sia dal
lato dei
personaggi, sia da quello che è stato il contorno,
cioè le informazioni su
Israele e su tutto quello che lo riguarda.
Siete
tutti gentilissimi e fantastici!
Ringraziamenti
speciali:
Ely: mi sei stata
accanto sempre e comunque, hai letto ogni capitolo prima di chiunque
altro e mi
hai sempre incoraggiata anche quando volevo mollare! Mi hai riempita di
complimenti e sei stata la mia editor! Hai fatto delle recensioni che
mi hanno
fatto pisciare dalle risate (tipo quella della foca o della processione
per
Hazif, erano fantastiche!)! e anche se hai tentato di fare spoiler ti
perdono!
Ti voglio bene!
Vera02: beh... sei
insieme a Ely sei la mia migliore amica, e nonostante tu odi leggere
hai fatto
questo enorme sforzo solo per me! Mi hai divertito un sacco con i tuoi
commenti
e mi dispiace di averti fatto morire Hazif, ma era necessario per
salvare il
mondo XD! Il tuo “ELISAAAAAAA!” al telefono mi ha
aiutato ad andare avanti
anche nei momenti bui, ma proprio bui di questo annuccio che
è passato più
velocemente del previsto! Ti aspetto a mare! Ti voglio bene!
piccoligiganti: Amanda tu sei
stata senza dubbio una delle persona più importanti per
questa fic! Sei sempre
stata la prima a commentare e lo hai fatto per ogni capitolo, mi hai
sostenuta
e aiutata... grazie di cuore!
Emily
Doyle:
Mia anima gemella! Grazie per i tuoi commenti sempre divertenti e per i
suggerimenti, e soprattutto per avermi fatto tutti quei complimenti
fantastici!
Grazie!
Rufy: Grazie Fede per
i tuoi commenti anche se un po’ in ritardo e per essermi
stata vicina!
Afek: Yanir grazie a
te, quest’uomo/leggenda non sarebbe mai nato! E soprattutto
non sarei riuscita
a capire come e cosa pensano esattamente quelli che stanno in un posto
critico
come il vostro! Baruk!
Ma
poi
naturalmente anche tutti gli altri: bulma83, Kiky_DiNozzo e
69Monica69(adoro i
vostri nick!), _matthew_, Lights, alexis_92, 23jo, leilas, thia,
tinta87,
luxu2, Lilith90, tiva95, mada02, Francymime, brave soul, gemelle1987,
madllin, asheptus.
Ora...
so che sembra pazzo ma voglio
ringraziare anche loro:
Ringrazio
il personaggio di Ziva,
perché grazie a lei ho intrapreso
un viaggio in me stessa, che certe volte mi ha anche spaventata, ma che
alla
fine mi ha fatto diventare una scrittrice e una persona migliore!
Grazie per
essermi così maledettamente simile!
Come
non ringraziare poi il caro DiNozzo!
Grazie al quale ho potuto
analizzare l’amore da un punto di vista maschile e allargare
così i miei
orizzonti!
Ringrazio
Filippo (Nek), perché
senza le sue canzoni non avrei trovato un
ispirazione abbastanza forte per andare avanti e non sarei riuscita a
spiegare
i sentimenti di due persone così complicate come i due
signorini sopra citati!
Ringrazio
poi Paul Walker per avermi prestato
il volto e il resto del corpo per
creare quel gran bel pezzo di figliolo di Hazif XP
Ringrazio
anche tutti quelli che hanno
anche solo semplicemente letto e vi prego di commentarmi almeno
stavolta, per
dimostrarmi la vostra stima e il vostro affetto... non è un
consiglio... È UN ORDINE!
XD XP
Ok...
ora credo sia il momento di
salutarci...
Beh...
ciao a tutti e alla prossima storia!
Un bacio, elisa93
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