Mio
Minako si svegliò piacevolmente, quella mattina: Akito
aveva dormito con lei, poichè sapeva quanto a lei spaventassero i temporali.. e
quello di quella notte era stato tremendo.
Lui dormiva ancora, con la fronte appena corrugata e le
labbra semiaperte: chissà a cosa stava sognando.. doveva essere qualcosa
d'impegnativo, vista la sua aria concentrata.. però, quant'era
bello..
La ragazza sgusciò fuori dal letto e uscì dalla stanza in
punta di piedi, attenta a non fare il minimo rumore: in cucina, intenta a bere
del caffè nero, sua sorella la fissava con un sorrisetto dipinto sulle
labbra.
Setsuna Aidou, sua sorella gemella.
Erano nate a pochissima distanza l'una dall'altra, ma lei
era la sorella minore per soli tre minuti.
- Ha dormito qui? - le chiese, portandosi la tazza alle
labbra e guardandola con espressione glaciale.
Minako annuì, abbassando lo sguardo: - Io.. stanotte c'è
stato il temporale, ero spaventata.. se non fosse stato per lui.. -
Sua sorella sbuffò, sprezzante: - E' possibile che tu debba
essere così lagnosa? - le chiese, caricando le parole di disprezzo - Sai bene
che ti sta vicino solo perchè gli fai pena, credi che abbia dimenticato la sua
ragazza di Tokyo? - aggiunse maligna.
- Non dovresti parlare così a tua sorella. -
La voce di Akito le fece voltare entrambe verso l'ingresso
della cucina, dove il ragazzo fissava Setsuna con sguardo fermo: lei sostenne
quello sguardo raggelante con indifferenza, prima di alzarsi con eleganza dalla
sedia e avvicinarsi a lui.
- Vuoi forse dirmi che hai
dimenticato la tua Sanachan? - mormorò, oltrepassandolo.
Il ragazzo s'irrigidì,
stringendo le labbra che si ridussero ad una linea sottile.
Minako trattenne il respiro,
impaurita: sapeva che quello era un argomento da evitare con Akito, e aveva
paura della reazione di lui; Hayama, però, sembrò non raccogliere la
provocazione di Setsuna, poichè rilassò le spalle e raddrizzò la
testa.
- Hai fame? Ti preparo la
colazione. - disse a Minako, sorridendole e accarezzandole il viso, scostandole
una ciocca di capelli neri dagli occhi.
Lei annuì, sorridendogli
incerta: e se sua sorella avesse avuto ragione.. e se lui fosse rimasto con
lei.. solo per pietà?
@@@@@@
- Sana! -
La ragazza si volse, sorridendo istantaneamente a colui che
le si era avvicinato: - Naozumi, che bello vederti! - gli disse,
sincera.
Sana osservò come, in quel poco tempo in cui non si
erano visti, il ragazzo fosse cambiato: dall'ultima volta che avevano lavorato
insieme erano passati solo pochi mesi, ma a lei sembrava una vita. Era più alto,
notò la ragazza, e il suo corpo sembrava aver messo su muscoli; il viso, e
soprattutto lo sguardo, invece, erano rimasti immutati.
Anche Naozumi potè intravedere dei cambiamenti nel volto di
lei: aveva compiuto 16 anni da poco, eppure il suo viso esprimeva una maturità
molto superiore.
- Come stai? - le chiese, e lei impiegò qualche secondo per
rispondere.
- Bene, grazie. Ma dimmi di
te: sempre impegnato col lavoro? - gli chiese lei, e lui le raccontò delle
ultime apparizioni televisive a cui aveva partecipato.
Sana lo ascoltò con
attenzione, e non smise di fargli domande per tutto il pomeriggio: lui si chiese
più volte il motivo della sua voglia di vederlo, ma non le chiese nulla; preferì
continuare a conversare con lei come se niente fosse, anche quando entrarono in
una caffetteria per ordinare due tazze di cioccolata.
- Allora, Nao.. - disse lei
all'improvviso - Immagino che tu ti stia chiedendo il perchè di questa uscita.
-
Lui annuì, facendosi più
attento, e lei prese un respiro profondo prima di parlare: - Ricordi.. quando
sono stata male, e.. beh, ti ho chiesto di uscire insieme? - gli
chiese.
- E come dimenticarlo? -
pensò il ragazzo, che però si limitò ad annuire nuovamente.
Sana
rimase qualche istante in silenzio, poi si fece coraggio: - Io.. vorrei
chiedertelo nuovamente. Di frequentarci
, intendo. - disse, evitando il suo sguardo.
Naozumi si prese alcuni
secondi per assimilare le parole della ragazza: non stava male, questa volta
sembrava che la sua richiesta fosse guidata dalla razionalità.. e d'altronde,
lui provava dei sentimenti molto forti per lei, sentimenti che non si erano mai
assopiti nonostante tutto il tempo trascorso.
- E' davvero ciò che vuoi? E
come la metti con Hayama? - le chiese, mordendosi le labbra subito
dopo.
Era rischioso fare il nome di
Akito durante una conversazione delicata come quella, ma non voleva farsi
illusioni: doveva sapere che posto avrebbe occupato Hayama nella vita di
Sana.
- Noi.. abbiamo smesso di frequentarci. - rispose la
ragazza, troncando l'argomento - Ci ho riflettuto, e.. sei sempre stato
molto dolce e premuroso con me, mi sei stato vicino in silenzio quando ero in
difficoltà.. vorrei provare ad uscire con te, naturalmente se tu lo vuoi. -
aggiunse, alzando gli occhi su di lui.
Il ragazzo le sorrise: - Sai che non c'è niente
che desidero di più al mondo, Sana. Ti va di uscire anche domani pomeriggio?
Potremmo mangiare qualcosa fuori per cena, e stare fuori ancora un po'. -
le propose, cercando di non mostrare l'euforia che provava.
Sana gli sorrise in risposta: - Mi sembra
perfetto. -
@@@@@@
- Non dovresti
parlare a tua sorella in quel modo. -
La voce di Hayama
uscì dura, tesa, arrabbiata; Setsuna alzò lo sguardo su di lui,
indifferente.
- E tu
vorresti venire a dire a me come si tratta Minako? Io la tratto in
questo modo per il suo bene, a differenza tua. - replicò,
gelida.
Akito si avvicinò a
lei, tentando di controllarsi: - Davvero pensi di farle del bene parlandole
senza la minima traccia di calore e affetto? Lei non vuole altro che volerti
bene, perchè non glielo permetti e fai di tutto per allontanarla? E' tua
sorella, maledizione! - concluse, sbattendo una mano sul tavolo del salotto dove
la ragazza era intenta a leggere.
Lei non reagì in
alcun modo a quell'impeto di rabbia da parte del ragazzo, anzi, lo fissò come se
fosse invisibile: fu proprio per quella sua espressione e per il tono pacato con
cui parlò, che le sue parole risultarono ancora più terribili.
- Non capisco perchè
te la prendi tanto, Hayama: tu fai molto peggio. Tu illudi Minako, le
fai credere di possedere il tuo cuore, quando entrambi sappiamo bene a chi esso
appartiene. Se l'allontano è solo perchè non approvo il modo in cui si sta
comportando: si aggrappa a te, finge che la ragazza di Tokyo, quella a cui pensi
ogni minuto, non esista. E' patetico, è da deboli. E io non lo accetto. Quando
finalmente comincerà a capire che sta sbagliando, e inizierà a comportarsi
come si deve, allora potrà contare sul mio appoggio. Fino a che quel momento non
sarà giunto, non la considero mia sorella. -
Akito fece
istintivamente un passo indietro, ferito dalle parole della ragazza: - Tu non
sai.. non puoi capire.. -
La risata gelida che
uscì dalle labbra di Setsuna riempì il salotto: - Mi credi davvero così stupida
ed ingenua? Mi stai paragonando a Minako? Io so, Hayama. So del tuo
amore per Sana Kurata, so della tua decisione di rimanere accanto a mia sorella
per pietà, so che, se solo potessi, torneresti a Tokyo da lei. So tutte queste
cose perchè, a differenza tua e di Minako, non ho bisogno di convincermi che non
siano vere. - gli disse in un sibilo, fissandolo dritto negli
occhi.
Lui sbattè le
palpebre, incredulo: com'era possibile che quella ragazza potesse farlo sentire
così male? Gli gelava il sangue nelle vene col suo sguardo, con il tono della
sua voce, con le sue parole.
- Vuoi prenderti in
giro da solo? Fallo. Vuoi prendere in giro mia sorella? Accomodati. Ma non
sperare di riuscirci anche con me: perchè io, a differenza tua, non ho paura
della verità. - aggiunse lei - E ora, se vuoi scusarmi, vorrei tornare al
mio libro. - concluse, tornando ad usare il suo solito tono
indifferente.
Hayama le diede le
spalle, rimanendo immobile per qualche secondo prima di riuscire a muoversi e a
lasciare la stanza: non riusciva a capire come due sorelle, due
gemelle, potessero essere così diverse. Era una cosa del tutto
inconcepibile per lui.
Il ragazzo scosse la
testa, passandosi una mano tra i capelli; alzò lo sguardo, ancora confuso, e
incrociò quello spaventato di Minako.
- ... se vuoi
andartene... - mormorò lei, con gli occhi velati di
lacrime.
Lui coprì la distanza
che li separava in tre passi, per prenderla poi tra le braccia e stringerla a
sè.
- Non lasciarmi
Akito.. ti prego.. non lasciarmi.. - singhiozzò lei, aggrappandosi a lui con la
forza della disperazione.
- .. non lo farò,
Minako. Te lo prometto. - sussurrò lui al suo orecchio, le braccia strette
intorno al suo corpo, lo sguardo perso nel vuoto e la mente
lontana.
Finito anche il capitolo due!! ^^ Ringrazio le 7 persone che
hanno recensito il capitolo uno, e spero di trovare lo stesso numero di
recensioni, se non di più! ^^ Che ne pensate di Setsuna Aidou? Niente male la
gemellina, eh? ^^ Fatevi sentire, ci conto!! ^^
Alla
prossima!
Xevias
|