Fuori Programma

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ci sono poche cose che riescono a infastidirmi nella vita.
I guidatori incapaci.
I ciclisti della domenica.
L'umidità.
Guardo truce la pioggia che cade senza pietà, picchiettando sul vetro della cucina, mentre tuffo distrattamente un altro biscotto nel caffè.
Ah già, restare senza caffè, un'altra cosa che mi da fastidio.
Sbuffo sonoramente, valutando se darmi malato al lavoro. Ho voglia di mettere il naso fuori come di farmi cavare un dente o spezzare una gamba.
Ma ormai ho fatto colazione, tornare a letto sarebbe inutile, niente mi sveglia come questo liquido scuro e bollente, perciò tanto vale andare a compiere il mio dovere di bravo cittadino.
Mi alzo strisciando la sedia sul pavimento e mi avvio verso il bagno con passi pesanti. Regalo una carezza distratta al mio gatto, immobile sul mobile del corridoio, quasi fosse un ninnolo.
"Almeno ti rendi conto della fortuna che hai?" gli domando ricevendo solo uno sguardo curioso in risposta
Lo fisso atono un paio di secondi per poi entrare in bagno con un "Lascia perdere..." e un cenno della mano a minimizzare la cosa.
Mi guardo allo specchio con aria critica e non riesco a non sospirare. Diciamo che ho visto di peggio ma ‘bella cera’ non è quello che assocerei alla mia faccia.
Questa insonnia mi sta distruggendo!
Se non trovo una soluzione a breve, rischio di soccombere.
Sono quasi due mesi ormai!
Mi passo una mano sul viso, stropicciandolo, mentre la caffeina comincia a fare effetto, scorrendo nelle vene e ricollegando le mie sinapsi. Da qui in avanti è tutto facile e meccanico.
Così alle otto meno un quarto, sono davanti alla porta di casa impermeabile sulle spalle e ombrello in mano. Afferro il pomello e mi trattengo giusto il tempo di lanciare un saluto al gatto.
Ora, avete presente quando vi svegliate la mattina o, nel mio caso, vi alzate, perché di dormire non se ne parla, e, guardando fuori dalla finestra, vi mettete a fare mentalmente il programma della vostra giornata?
Cosa fate se capita qualcosa che non avevate previsto?
Io personalmente faccio in modo che le cose finiscano per andare come mi ero immaginato.
Perché sono fatto così, io. Non sono un tipo da ‘fuori programma’.
Ma stavolta, la vedo dura.
Perché non è che puoi proprio fare finta di niente se, aperta la porta di casa, ti ritrovi tra le braccia una ragazza madida di sudore e pioggia e priva di sensi.
La guardo lievemente sconvolto, notando subito le guance arrossate e il respiro poco regolare. E tanto mi basta per decretare che questa giovane donna ha un febbrone da cavallo.
Mi guardo intorno, non sapendo bene che fare.
Ma proprio sugli scalini di casa mia doveva svenire questa?!?
Okay, okay!
Ragioniamo!
Portarla in ospedale non ha senso, non per un po' di febbre.
Mettersi in casa una sconosciuta non sembra una scelta furba.
Riporto gli occhi su lei, ancora immobile tra le mie braccia.
Dannazione sembra un cencio!
Considero che in queste condizioni può fare ben poco, fosse anche una ladra o una criminale.
Non so bene nemmeno io cosa sto facendo mentre me la carico meglio in braccio, dando le spalle alla strada gremita di gente, talmente presa dalla propria frenetica vita da non avere nemmeno notato che una persona è appena svenuta a pochi passi da loro, e rientro in casa, chiudendo la porta con un calcio.
Guardo ancora un secondo il mio fuori programma, le labbra schiuse, le palpebre serrate, la testa e una mano appoggiate al mio petto.
Sembra uno scricciolo bagnato al punto che riesce a suscitare un senso di protezione perfino in me.
Sospiro, avviandomi verso la camera da letto.
"Anche tu però, non potevi arrivare prima che facessi colazione?!"
 

 
§
 

Alla fine al lavoro mi sono dovuto dare malato lo stesso.
Incrocio le braccia e mi addosso allo stipite della porta di camera mia, dove, nel mio letto, Fuori Programma dorme, scossa di tanto in tanto dai tremiti.
Mi avvicino con cautela, senza preoccuparmi di non svegliarla, tanto è chiaro che non ci riuscirebbe nemmeno un cannone, un orchestra e una mietitrebbia tutte insieme.
Con delicatezza, per quanto io possa esserne capace, le poso due polpastrelli sulla fronte e mi sento sollevato nel constatare che è più fresca.
La tachipirina sta facendo effetto.
Non mi rendo conto che mi sono imbambolato a guardarla finché non mugugna risvegliandomi.
Non che mi stupisca della cosa, è dannatamente bella, lo vedrebbe anche un cieco!
E non solo di viso.
Okay so cosa state pensando ora.
Ma non sono un maniaco! Dovevo pur cambiarle i vestiti bagnati e ora, con addosso una mia camicia, tutta infagottata nelle lenzuola mi fa quasi tenerezza.
Sono le sei quando realizzo che non mi sono nemmeno cambiato e indosso ancora i pantaloni scuri e la camicia bianca, sebbene con le maniche arrotolate, che avevo messo per andare al lavoro.
Fuori Programma dorme ancora e l'ultima volta che l'ho controllata aveva l'aria di star meglio. Mi dirigo in camera mia per mettere i vestiti di casa, più morbidi e comodi di questi.
Infilò i pantaloni della tuta, tolgo la camicia, mi allungo per recuperare la t-shirt ma un rumore alle mie spalle mi fa scattare.
Mi volto appena in tempo per vedere ed evitare il bastone da guardaroba che mi sta calando addosso con forza inaudita.
Porto uno sguardo sgranato sulla creatura di fronte a me.
Spettinata, il respiro affannato, lo sguardo di fuoco e quell'aggeggio tra le mani fa quasi paura.
"Ma che fai?!?!?" domando allibito.
Con un verso soffocato prova a colpirmi di nuovo e io mi allontano con uno scatto.
Altro che scricciolo bagnato! Questa è un'Erinni armata! E pericolosa!
"Chi sei?" mi domanda truce “Dove mi trovo e dove sono i miei vestiti?!"
Io sono ancora troppo sconvolto per rispondere e mi limito a fissarla senza sapere cosa pensare.
"Rispondi!!!"
Cala di nuovo il bastone su di me ma stavolta sono pronto e lo afferro trattenendolo saldamente.
Lei tira per cercare di sottrarmelo ma senza successo.
"Lasciami stare, brutto maniaco!!!"
Che?!?!?
Ohi ma questa è impazzita del tutto!
"Guarda che sei tu che mi hai aggredito e in casa mia!!!"
"Ah quindi questa è casa tua! Ma bravo!!!"
Si agita ancora ma io non mollo la presa.
"Ma ti vuoi dare una calmata?!"
"Calmarmi?"
"Pensi che mi faccia mettere le mani addosso da un porco come te senza opporre resistenza?!"
Se possibile, i miei occhi si spalancano ancora di più. Ma che sta dicendo?!
"Guarda che hai frainteso! Io non ho intenzione di farti niente!"
"Ma davvero?! E allora perché ho solo questa orrida camicia a quadri addosso e tu ti stai spogliando?!"
Abbasso gli occhi e mi accorgo che di essere ancora a petto nudo, capendo finalmente l'origine del malinteso.
Ehi aspetta un momento! Ha detto ‘questa orrida camicia’?!?!
"La mia camicia è stupenda!!!" protesto, contrariato.
Lei mi guarda interdetta, poi guarda la camicia.
"Se la usi per dormire sicuro!" afferma.
"Co..? Senti un po' tu! È questo il tuo modo di ringraziare?!" mi metto a sbraitare anche io, furente.
"Ringraziare per cosa? Per avermi molestata?!"
"Ma quali molestie?! Mi sei svenuta tra le braccia sulla porta di casa stamattina!!!"
"S-svenuta?!"
Io annuisco e mi rilasso nel sentire la sua presa all'altro capo del bastone allentarsi.
"Avevi quasi quaranta di febbre"
Mi guarda interdetta prima di spostare il suo sguardo sgranato sul pavimento, mentre rimette insieme tutti i pezzi.
Mi sembra quasi di sentire il rumore degli ingranaggi che si muovono nella sua testa.
Poi sbatte le palpebre e torna a guardare me.
"Ehm..." molla il bastone facendo un passo indietro e si porta una mano sulla nuca, mentre una mezza risata imbarazzata le sfugge dalle labbra "Quindi... Insomma mi hai... curata, no?"
"Eh!" rispondo io con un cenno e uno sguardo eloquenti.
"Beh, grazie allora... e... e scusa per il bastone e per aver cercato di..."
Simula il movimento di calare qualcosa su qualcuno.
"Non c'è problema" affermo mentre ripongo il bastone nell'armadio, al sicuro e lontano da lei.
"Ora, vado a recuperare i tuoi vestiti..." comincio richiudendo l'anta e voltandomi "... e poi ti riaccompagno a casa, okay?"
Lei mi fissa un secondo prima di aprire la bocca.
"C-come?!"
"Ho detto che ti riaccompagno a casa! Saranno in pensiero no?"
"Oh io non credo!" afferma convinta.
La fisso un attimo, analizzandola.
Non è così tanto giovane ma abbastanza da vivere ancora con i suoi.
Il panico mi assale nel realizzare che forse mi sono messo in casa una neo-adulta in guerra con i suoi genitori.
L'ultima cosa che mi serve è una fottuta tempesta ormonale!
"Senti... Io sono certo che..."
"Non ho una casa!" mi interrompe ed è il mio turno di essere interdetto.
"Che?!?!"
"Io non ho una casa, okay? So che è strano! Però è così!"
Sbatto le palpebre.
La guardo.
Sbatto ancora le palpebre.
Sembro un idiota, lo so.
"Senti, io ti ringrazio per tutto ciò che hai fatto okay!? Ora se mi dai i vestiti levo il disturbo!"
"Ma... E dove pensi di andare?" domando incredulo.
Si stringe nelle spalle
"Oh un po' qui, un po' lì! Da qualche parte insomma!" conclude sorridendo.
Sono lievemente sconvolto da questa ragazza.
Come fa a volersene andare in giro da sola di sera quando solo stamattina si è sentita male, senza neppure avere una meta precisa.
La guardo, chiedendomi se ha davvero delle alternative.
La guardo e mi maledico perché so già cosa sto per fare e che me ne pentirò.
"Puoi restare qui se vuoi!"
Mi guarda incredula, a occhi sgranati.
E poi sorride.
Il sorriso più bello che io abbia mai visto
Le illumina tutto il volto, il naso arricciato e gli occhi che brillano
Fa venire voglia di abbracciarla.
"Grazie!!!"
"Figurati!" rispondo un po' in imbarazzo, non molto abituato a queste esternazioni "Una pizza ti va?" le chiedo per cambiare argomento e uscendo dalla stanza.
Lei annuisce seguendomi fuori, diretti in salotto.
Il gatto è sempre nel suo posto preferito e subito si guadagna una coccola dalla nostra ospite.
"Ma ciao cucciolo! Ma quanto sei bello! E che pelo morbido! Come si chiama?" mi chiede, le gambe leggermente piegate e la mano non impegnata ad accarezzare la testa del gatto posata su un ginocchio.
"Ehm… Gatto! Non ha un nome!"
"Perché no?" si acciglia.
"Perché non mi faceva venire in mente nessun nome! E quindi lo chiamo gatto!"
Ancora in quella posizione si gira a guardarmi.
"Lo sai che è la motivazione più idiota che io abbia mai sentito?!"
Cosa?!?!? Ah ma come siamo educate!!!
Decido di ignorarla, recuperando il cordless e il numero della pizzeria a domicilio.
"Facciamo due pizze o formato famiglia?" le chiedo.
Perché mi viene tutto così naturale? Sembra quasi che io non viva da solo da quando ho finito l'università!
"Dipende! Tu come la mangi?"
"Con le acciughe"
Storce il naso, disgustata mentre mi supera per andare in salotto.
"Che schifo!" commenta "no no facciamo due pizze! Per me broccoli e salsiccia!"
Strabuzzo gli occhi.
E poi è la mia che fa schifo?!
Lasciamo perdere che è meglio.
La raggiungo in salotto una volta ordinate le pizze e aggrotto le sopracciglia quando la trovo in piedi al centro della stanza, le mani sui fianchi e lo sguardo che vaga sulle pareti, con aria critica
Mi limito a guardarla interrogativo.
"Lo sai..." mi dice portando gli occhi su di me "... Il colore di queste pareti è uno dei verdi più brutti che abbia mai visto!"
Okay!
Facciamo il punto della situazione!
È in casa mia da 11 ore.
È sveglia da una.
E ha già criticato:
  • I miei vestiti
  • Il nome del mio gatto
  • I miei gusti in fatto di pizza
  • Il colore del mio salotto
Ora ho una nuova voce da aggiungere al mio elenco delle cose che mi infastidiscono: lei!
Ma perché ho aperto la porta stamattina?!?!?

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Dannazione!
Dannazione, dannazione, dannazione!
Così non va!
Guardo il mio riflesso stravolto e sconsolato.
Sono le quattro e non riesco proprio a dormire.
Nemmeno stasera.
Ho un disperato bisogno di dormire e no non voglio prendere i sonniferi.
Stringo con forza il bordo del lavandino fino a sbiancare le nocche.
Cazzo!
Maledetta insonnia!
Non ce la faccio più!
Mi sfrego gli occhi con pollice e indice.
Questa cosa mi sta devastando.
“Ehi!”
Mi giro di scatto.
Fuori Programma è sulla porta del bagno, una mano posata sullo stipite, e mi guarda corrucciata.
Ha ancora addosso la mia "orrida" camicia.
“Stai bene?” domanda, sinceramente preoccupata
"È tutto a posto, mi spiace di averti svegliata!"
"Sicuro?"
Annuisco.
"Non è niente di che non riesco a dormire!" minimizzo.
"Da quanto?" domanda lei, incrociando le braccia sotto il seno.
La guardo, un po' irritato.
"Basta guardarti per capire che va avanti da un po'! Hai certe occhiaie!"
"Di un po' tu sei sempre così velata nei commenti o è perché sono io?" domando sarcastico.
Lei sorride e poi mi tende una mano.
Io la guardo senza capire.
"Vieni con me!" sussurra e si allunga per afferrare la mia, staccandola dal bordo di ceramica.
Fisso allibito l'intreccio delle nostre dita, mentre la seguo docile in camera.
Perché non mi oppongo?! Sarò anche distrutto ma non è da me!
Raggiunge il letto e, senza lasciarmi, ci sale sopra in ginocchio strattonandomi delicatamente per farmi sedere.
Appena tocco il materasso la sua mano si sposta sulla mia spalla e mi fa sdraiare.
Si sistema accanto a me, le gambe piegate di lato e la schiena contro la testata del letto.
Ma circonda il capo con un braccio, facendomelo posare sulla sua spalla.
"Ehi!!!" provo a protestare mentre mi passa l'altra mano tra i capelli.
"Ssssh... Tranquillo... Rilassati..." mi dice senza scomporsi.
Ma cosa vuole fare?!
"Chiudi gli occhi..."
Mio malgrado, mi ritrovo ad ubbidire.
"Concentrati sul materasso... Sentilo sotto di te... Percepiscilo con il corpo..."
Mentre parla mi passa una mano tra i capelli e io sento il mio respiro farsi più regolare e rilassato.
"Non serve che stai in tensione... C'è il materasso a sostenerti... Rilassa i muscoli..."
Sento la tensione allentarsi sempre più fino a scivolare via.
"Non pensare a niente... Svuota la testa... Pensa solo al materasso sotto di te..."
Mi passa il pollice sulla fronte.
Non so cosa mi stia succedendo né cosa mi stia facendo.
So solo che non riesco nemmeno a immaginare di aprire gli occhi in questo momento.
La sua voce si fa sempre più lontana ma continua a cullarmi.
E, prima che me ne renda conto, mi sono finalmente addormentato.
 

 
§
 

La stanza è in pieno sole quando mi sveglio.
Mi guardo intorno spaesato.
Non mi sembra vero di sentirmi così riposato!
Cosa è successo ieri sera?!
Mi passo una mano sul volto mentre rimetto insieme i pezzi ricordandomi tutto di Fuori Programma, di come è riuscita a farmi rilassare e addormentare.
Ma dov'è adesso?!
Mi alzo tendendo le orecchie ma la casa sembra immersa nel silenzio.
La chiamo e la cerco in ogni stanza ma non la trovo da nessuna parte.
Sospiro mentre vado in cucina a fare il caffè.
Un po' me l'aspettavo.
Eppure la cosa mi butta giù.
Non mi ha lasciato neppure un numero di telefono.
Di che mi stupisco?! Ci eravamo appena conosciuti!
Per lei sarò solo il tizio che l'ha ospitata per una sera.
Fine, the end, kaput.
Però io…
È vero non sono tipo da fuori programma ma questo qui, devo ammetterlo, mi sarebbe piaciuto farlo diventare un'abitudine
 

 
§
 

Guardo fuori dalla finestra, incantato, mentre infilo una mano nel pacchetto dei biscotti e contemporaneamente porto alle labbra la tazza di caffè.
Non mi sembra vero che ci sia il sole, finalmente!
Chi devo ringraziare?!
Azzanno metà frollino prima di posarlo sul tavolo e alzarmi per riempire un'altra tazza di caffè, lanciando un'occhiata all'orologio.
In perfetto orario ecco dei passi che si avvicinano alla cucina e, un attimo dopo, appare sulla porta.
Con i capelli scarmigliati e gli occhi assonnati e la mia camicia a quadri, quella orrida, che le arriva a malapena a metà coscia è semplicemente bellissima.
La guardo ghignando mentre si avvicina.
"Buongiorno" la saluto tendendole la tazza.
Lei mugugna una risposta, afferra la tazza e annulla la distanza tra noi, alzandosi sulle punte per darmi un bacio.
Le passo una mano tra i capelli e mi sposto di lato per liberarle la strada verso il tavolo, che raggiunge con passo strascicato.
Con le mani intorno alla tazza di caffè la osservo per qualche minuto inzuppare i biscotti, lo sguardo perso fuori dalla finestra, il tutto in religioso silenzio.
Mi perdo a guardarla, ripensando a un anno fa.
Lo stupore nel vederla tornare con caffèlatte e muffin quando credevo avesse levato le tende e invece era solo andata a comprare la colazione.
Non ho mai scoperto le ragioni della mia insonnia ma poco importa.
Non ho più avuto problemi ad addormentarmi da quella sera.
Si gira a guardarmi, sentendo il mio sguardo su di sé.
"Ehi?! A che pensi?!" domanda posandomi una delicata carezza sul viso.
Chiudo gli occhi a quel contatto, inspirando a pieni polmoni.
"A quando ci siamo conosciuti" dico riaprendoli e fissandoli nei suoi.
Lei sorride.
"Un bel fuori programma eh?!"
Io sbuffo una mezza risata
"Puoi dirlo!"
Stacca la mano dalla mia guancia e la porta sul tavolo, infossandovi anche lo sguardo.
Aggrotto le sopracciglia.
Che le prende?!
"Piccola?!" la chiamo, corrucciato "Tutto a posto?!"
È il mio turno di accarezzarle una guancia con il dorso di due dita, facendole finalmente sollevare lo sguardo su di me.
Mi rivolge un sorriso un po' triste.
"Tu non ami i fuori programma vero?" domanda prendendomi alla sprovvista.
"Beh... Dipende..." mormoro un po' titubante “Perché?"
"Perché... Mi sa tanto che ce n'è uno in arrivo" sussurra, tornando ad abbassare lo sguardo ma stavolta la sua mano va a posarsi amorevole sul suo grembo.
Trattengo il fiato mentre il mio cuore perde un battito.
Oh mio dio!
Oh… mio… dio!!!
"Tu... Tu sei..."
Mi guarda un attimo prima di annuire.
Resto immobile metabolizzando l'informazione.
E poi, non so come, sono in piedi con lei tra le braccia e la sto facendo volteggiare in aria mentre ridiamo come due scemi.
La rimetto a terra senza lasciarla andare e la bacio, stringendola a me, mentre mi cinge il collo con le braccia.
"Dobbiamo pensare a un nome!" le sussurro felice come non mai.
Lei mette su una faccia sorpresa.
"Credevo proponessi di fare come con Gatto" dice, facendomi fare una smorfia e ridendo della mia espressione imbronciata.
"Comunque non preoccuparti..." mi bacia sulla punta del naso "…al nome ci penso io, tanto tu ne sceglieresti uno orrendo!"
Cosa?!?!!?
Ma tu guarda questa!!!
Ma non riesco a restare arrabbiato quando la sento scoppiare in una risata cristallina gettando la testa all'indietro.
La guardo, rapito e sorridente.
Sì, ci sono cose che mi infastidiscono parecchio.
I fuori programma, però, non sono più tra quelle.

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