Questioni di famiglia

di lunette864
(/viewuser.php?uid=661638)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Verità scomode ***
Capitolo 3: *** Save me ***
Capitolo 4: *** Una nuova svolta ***
Capitolo 5: *** Gente compromettente ***
Capitolo 6: *** 9 anni prima... ***
Capitolo 7: *** Cosa farai ora, Killer? ***
Capitolo 8: *** Aiutami, ti prego ***
Capitolo 9: *** Non andare via ***
Capitolo 10: *** Secondo giorno del processo ***
Capitolo 11: *** La famiglia prima di tutto ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Riprendo in mano i vecchi dossier dei casi. È passato così tanto tempo eppure rileggere tutti i dettagli mi tocca emotivamente allo stesso identico modo, i fantasmi del passato mi perseguitano allo stesso modo. Le cose non si sono aggiustate come io speravo che accadesse, l'unica cosa che sono riuscita a salvare per davvero è stata la vita della mia migliore amica, Courtney Wallace, ma a me che cosa è rimasto? Solo due misere cartellette con dentro degli insulsi pezzi di carta. Li butto a terra frustrata e mi alzo di scatto. Colpisco la scrivania con un pugno, per poi prendere un elastico e legarmi i miei lunghi capelli neri, mi danno troppo fastidio. Sospiro ripensando a tutto...

Era una ventosa giornata di Febbraio, ero in cucina con mio fratello, Duncan Nelson, a fare colazione con una tazza di caffè e un croissant alla crema. Quando ci incontrano, ci definiscono i “gemelli mancati”, abbiamo gli stessi capelli neri, gli stessi occhi azzurri e lo stesso sguardo sprezzante.

-Allora? Quanto zucchero metti?

-Io? Niente, lo sai che il caffè mi piace amaro.

-Natalie Mizuki, mi devi spiegare come accidenti fai a sorseggiare una bevanda del genere al naturale.

-Duncan Nelson, mi devi spiegare perché parli come un principino quando si tratta di riprendermi.

-Ah, niente di che, è troppo divertente.

-Mah, se lo dici tu.

-Come ti senti oggi?

-Di che cosa stai parlando?

-Sai benissimo a chi mi sto riferendo.

-A chi? Al tuo migliore amico? Al carissimo Miles Edgeworth? Beh, non ho alcuna intenzione di vedere più nulla legato a lui, nemmeno una misera fotografia!

-Sarebbe stato contento di sentire parlare la sua fidanzata in questo modo!

-Lo sarebbe stato, se non fosse bello e...morto. Doveva pensarci prima...prima di farlo, ecco. Senti ne dobbiamo proprio parlare?! Mi sono appena svegliata e...ed è passato appena un mese quindi non mi sembra proprio il caso di parlarne con così tanta leggerezza, ok?!

-D'accordo, d'accordo. Scusa ok? A volte non penso a quello che dico.

-Va bene, non preoccuparti. Beh, Court non viene?

-Non mi ha ancora detto niente, sai com'è.

-Per essere fidanzati, parlate molto poco.

-Preferisce passare alle maniere forti, sai com'è.

-Spero che non sia un doppio senso quello che percepisco nell'aria...

-Ma non è possibile che pensi a male ogni volta che apro bocca.- rispose Duncan sghignazzando.

-E il bello è che ci azzecco pure.

*Toc toc*

-A quest'ora può essere solo Courtney. Vado ad aprire.

Aprii la porta e davanti a me si presentò Courtney, una ragazza alta e magra, ma con le forme nei punti giusti, di origini ispaniche e con la pelle scura, con capelli castano chiaro e occhi neri, sono sempre stata un po' invidiosa del suo aspetto: i capelli neri e la pelle chiara non stanno molto bene insieme, sembri quasi un vampiro, inoltre sono bassina e in mezzo a Courtney e a mio fratello sono sempre sembrata una “nanuncola”, come loro stessi mi definiscono.

-Buongiorno, Natalie.

-Buongiorno, Courtney. Vieni, entra pure.

-Vi ho svegliati? Vedo che sei ancora in pigiama...

-No, ma ci sei andata vicino sinceramente.

-Ah, ciao Duncan. Ti credi tanto sexy a dormire senza maglietta?

-Oh, buongiorno principessa! Certo, lo faccio perché penso a te!

-Non lo ascoltare, se l'è tolta appena si è alzato e lo ha fatto perché aspettava te. In realtà dorme con un maglione addosso.

-Senti chi parla! Quella che dorme con una mega tuta in flanella di pikachu!

-E quindi? Io sto al calduccio, non sono così pazza da togliermi la maglietta appena sveglia!

-Potreste darci un taglio? Capisco che magari può sembrare una conversazione interessante ma non lo è! E Duncan, ti invidio quasi che con la finestra aperta tu non stia gelando.

-Ma figurati, principessa, sono uno focoso io! Natalie non guardarmi così!

-Ma diamine tu le istighi le persone. Comunque Courtney, qual buon vento ti porta qui a quest'ora? Di solito ti presenti verso le nove e mezza per venire a prendermi per il lavoro.

-Mi sono solo svegliata prima, tutto qui e mi andava di farvi compagnia così presto.

-Se lo dici tu. Dobbiamo andare così presto?

-No, tu no, devo vedermi con un cliente, ecco perché sono sveglia dalle otto.

-Alle otto?! Ma è pazzo?! Noi apriamo alle dieci!

-Lo so, lo so, ma che ci puoi fare? Ci sono quei tipi che “io alle dieci vado a lavorare, non ho tempo per pensare a queste faccende!”.

-Non ha tempo da perdere lui, ma ne ha per dare fastidio a te. La gente è pazza. A che ora devo venire quindi?

-Vieni alla solita ora, così nel frattempo do anche una ripulitina all'ufficio, è piuttosto malconcio.

-Non lo puliamo da così tanto tempo? Alla faccia.

-Comunque sia, Duncan, spero di non dover trovare te al banco dell'accusa contro questo tizio, è uno tosto e ho come l'impressione che possa vincere tu.

-Oh, dolcezza, allora non aspetto altro.

-Ma perché dovete parlare di lavoro e rivalità già a quest'ora? Certo che per essere una coppia siete proprio strani.

-Beh, anche tu eri insieme a un procuratore.

-Courtney!- gridò Duncan facendo un cenno verso di me.

-Ah, sì, scusa, non volevo offendere.

-No, tranquilla è tutto a posto, in fondo è la verità, no?

-Ma tu...stai bene?

-Io? Sì, sì tutto bene. Beh io, vado a prepararmi, ok? Ah e non litigate anche per questo fatto, davvero sto bene.

Me ne andai di scatto, molto bruscamente e andai in camera mia. Presi i miei soliti jeans blu scuro, abbinandoli con una maglia color vinaccia con una giacca di pelle nera. Fissai tutto il corredo che avevo buttato sul letto, pensando a Miles, a come si suicidò per le sconfitte causate da Phoenix Wright, a come si sentì usato nel caso SL-9 e a come si sentì tradito da Von Karma per il caso DL-6. Ma me non pensò, quando si uccise non pensò a me. Io avevo bisogno di lui, ma forse lui non aveva davvero bisogno di me, ecco perché se ne era andato via per sempre. La carriera prima di tutto, no? Trattenendo le lacrime, mi vestii in fretta e furia e uscii dalla stanza, andando a sbattere contro Duncan.

-Oh, scusami.

-Ah, tranquilla è tutto a posto.- poi si avvicinò e mi sussurrò:

-Se non vuoi far vedere che stai piangendo, ti devi impegnare un po' di più. Tranquilla, sai che con me puoi sfogarti.

-Non...non importa, davvero. È una cosa passeggera, so che passerà, deve. È...È normale che ora stia così, no? Ma davvero mi riprenderò, non guardarmi come se fossi un cane bastonato, ti prego mi irrita.

-Non ti agitare, volevo solo essere gentile. Ed essere un fratello migliore.

-Tu lo sei, solo è un brutto periodo per me. E poi sei molto più gentile di me e...mi batti su tutti i fronti.

-Ehi ma adesso i doppi sensi li tiri fuori tu! Ah ah questo è lo spirito giusto!

-Ma che accidenti...Duncan! Ma sei una cosa impossibile!- urlai ridendo di gusto.

-Beh stai ridendo, è già qualcosa, non credi? - mi rispose facendomi l'occhiolino.- ora è meglio che vada a vestirmi anche io, mi cercano in procura.

-Caso importante?

-Chi lo sa, sono tutti pazzi lì te lo dico io.

-Tutti? Anche tu?

-Io sono il primo, dolcezza, lo sai. Adesso che intenzione hai? Quella di girarti i pollicini finché non arrivano le dieci? Sono solo le otto e mezza, sai com'è.

-Credo che andrò a fare la spesa, se non la facessi io credo che saremmo morti di fame da tempo.

-Ah ah, ne sono sicuro anche io. Beh divertiti allora.

Due ore dopo

“Cavolo, è tardissimo! Dovevo essere in ufficio mezz'ora fa! Accidenti proprio adesso doveva esserci tutta questa coda? Oh, Courtney mi ammazza...ma che accidenti?!”

Vidi volanti della polizia davanti alla porta dell'ufficio e corsi per controllare che cosa ci fosse che non andava e incontrai il detective Dick Gumshoe, il vecchio braccio destro di Miles e detective che si occupa della squadra omicidi, lo guardai e chiesi affannatamente:

-Detective! Che cosa sta succedendo?!

-Oh, ciao Natalie. Non te lo hanno detto?

-Come facevano a dirmelo sono appena arrivata! E poi chi mi deve dire cosa?!

-Oh, suppongo che lo debba fare io allora. Courtney è stata arrestata.

-C-COSA?! Courtney arrestata?! Ma mi prendi in giro?!

-No, ovviamente. Mi dispiace. È sospettata di omicidio.

-Omicidio?! Ma lei non farebbe male a una mosca!

-Lo so, ma...ci sono delle prove contro di lei...

-Non poteva andare peggio di così...che giornata di merda. Comincio a non sentirmi tanto bene...meglio che mi vada a sedere da qualche parte...

-Faresti meglio ad avvisare anche Duncan, prima che lo scopra dal procuratore che si occupa del caso.

-Penso sia la cosa migliore da fare.

Presi il telefono, cercai nella rubrica il numero di Duncan e telefonai. Ma non rispose.

-Ma porca miseria in tutti i momenti in cui non poteva rispondere, doveva farlo proprio adesso?! Ok ho capito, lo raggiungo in procura. Detective, ne possiamo parlare dopo in commissariato?

-Certo, vi aspetto lì.

Salii nuovamente in macchina e premetti l'acceleratore per arrivare in procura nel minor tempo possibile. Come una pazza, feci tutte le scale a piedi perché l'ascensore tardava ad arrivare e raggiunsi il sedicesimo piano con l'affanno e il sudore che mi colava dalla fronte. Bussai incessantemente alla porta del suo ufficio in attesa di risposta.

-Un attimo! Un attimo! Arrivo, datemi il tempo! Ah, Natalie, sei tu. Che accidenti hai? Sei tutta sudata e affannata, che diamine!

-*Pant* D-Duncan...tu *pant* non hai la minima *pant* idea di quello che sta succedendo.

-Prego? Non ti seguo...

-Non ci girerò attorno: Courtney è stata arrestata per omicidio, dobbiamo andare in commissariato.

-COSA?! MA SONO PAZZI?!

-Non sei l'unico che l'ha pensato...dai andiamo.

-Certo! Non c'è tempo da perdere, dobbiamo capire che cosa cazzo sta succedendo!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Verità scomode ***


Arrivammo di corsa al commissariato e trovammo davanti a noi il detective Gumshoe con una faccia molto cupa. Duncan perse il controllo e cominciò a gridargli contro:

-Insomma detective! Perché cazzo l'avete arrestata? Avete almeno uno straccio di prova per eliminarla? O fate i vostri soliti arresti del cazzo?

-Ehi amico calmati! Capisco la tua frustrazione, fidati, ma siamo stati costretti ad arrestarla.

-Ah si? E perché proprio lei?

-I motivi sono semplici, purtroppo: 1, lei si trovava con la vittima durante l'ora del delitto, 2 erano entrambi alla scena del crimine e 3 le sue impronte digitali si trovavano sull'arma del delitto. Sono presenti però delle incongruenze a detta sua.

-In che senso?

-Courtney afferma di essere svenuta ad un certo punto e che quando si è svegliata l'uomo era già morto. Purtroppo non sembra credibile, nelle analisi del sangue non risulta nessuna sostanza che possa averle fatto perdere i sensi.

Interruppi chiedendo:

-Ma dopo quanto tempo avete fatto i test?

-Qualche ora dopo essere stata arrestata, quando la abbiamo interrogata e ha dichiarato di essere stata narcotizzata in qualche modo, probabilmente con il caffè che stava bevendo nel frattempo.

-Allora non potete controllare la tazzina?

-Non è stata trovata alcuna tazzina nella scena del crimine. Sentite io davvero non so cosa dirvi, non me lo aspettavo...

-All'inizio pensavo che fosse successo qualcosa di peggio sinceramente...ora che mi fa ricordare, qual è la causa del decesso della vittima? E l'arma del delitto?

-La vittima è deceduta a causa di un colpo di pistola sul petto a distanza ravvicinata, lo conferma la concentrazione di polvere da sparo intorno al foro di entrata del proiettile. L'arma del delitto è una pistola calibro 38 in cui ovviamente sono state trovate le impronte dell'avvocato Wallace.

Duncan perse le staffe (di nuovo):

-OVVIAMENTE? OVVIAMENTE? MA STIAMO SCHERZANDO? COURTNEY NON HA FATTO NIENTE!

-Ehi ehi ehi lasciami l'impermeabile amico! Sai che ho solo questo!

-Duncan, lo so che sei incazzato e ti capisco, ma andremo a spezzare le gambe al vero assassino, non prendertela con lui.

-Adesso non fare la crocerossina per favore non è il momento.

-Non lo sto dicendo per fare la crocerossina. Ricordati che siamo in commissariato e stavi per alzare le mani addosso a un detective, non vorrai una denuncia per aggressione? E non vorrai essere sbattuto al fresco pure tu, vero? Questo caso lo vedo già brutto di suo, non potrei difendere anche te!

-Ah quindi lo dici perché sarei un peso?

-Un peso? Ma che piffero stai dicendo? Riprenditi dallo shock cazzo!

-Ragazzi, ehm...ecco...non mi sembra il...

-Stai zitto tu!- gridammo in coro. Poi Duncan continuò:

-Cazzo tu non puoi capire come io possa sentirmi! La persona più importante della mia vita è chiusa in cella e chissà come starà soffrendo adesso! Non puoi immaginarlo, non puoi...

-Lo so, ma ora sfogarsi con le persone sbagliate non serve a niente e lo sai. Sii ragionevole, solo un pochino. Sono preoccupata quanto te, ricordati che mi devo occupare io della sua difesa. Cerca di scoprire chi presiederà il caso in procura al processo piuttosto.

-Di sicuro non sono io.

-Ma che grande genio! Questo lo avevo capito! Ti sto solo dicendo di avvisarmi.

-Ehm, ragazzi.-interruppe Gumshoe.- scusate l'interruzione, ma Courtney vi sta aspettando. Comunque il procuratore di questo caso è Franziska Von Karma.

-Ahi, la vedo male allora. Credo che sia il momento di parlare con Courtney, non credi Duncan?

-A dire il vero il procuratore Nelson non può entrare.

-COSA?! E per quale motivo?

-Beh, ecco...la signorina Wallace, insomma Courtney, non vuole.

-Non vuole? Mi prendi in giro?

-No. Mi ha detto espressamente << Voglio parlare solo con il mio avvocato, Natalie Mizuki. Non far entrare Duncan, almeno non per ora. >>.

-Basta, mi arrendo. Ho fatto fin troppe sfuriate fino ad ora mi sembra il momento di finirla. Ma ora che potrei fare?

-Dovresti trovare il modo di trovare qualche informazione in più mentre le parlo, provaci.

-D'accordo, d'accordo. Fammi sapere che ti dice.

-Si ok, a dopo.

Il detective mi accompagnò nella cella di detenzione, dove i visitatori potevano parlare con i prigionieri. Eppure mi sembrava strano, troppo strano: “Perché Courtney ha fatto entrare me invece di Duncan? E perché ha chiamato prima me? Capisco che sono una sua amica, ma Duncan è molto più importante per lei, ovviamente, dato che è l'uomo della sua vita e che un giorno si sposeranno e invecchieranno insieme. Io non penso che rimarrò qui a Los Angeles, quindi i rapporti cambierebbero, no? Forse dovrei smetterla di farmi tutti questi pensieri strani. Se mi ha chiamata un motivo c'è, per forza e ora la mia priorità è scoprire la verità, per loro, per la loro felicità e per il bene che voglio a entrambi, forza e coraggio Natalie!”.

-*Sniff* Natalie...?

-Courtney! Ehi, come ti senti adesso? (non era una domanda molto intelligente, lo ammetto, ma voi di solito come attaccate il discorso?)

-Non molto bene, ho appena smesso di piangere.

-Ho notato...

-Natalie, *sniff*, tu mi credi vero?

-Io mi fido di te e crederò a tutto quello che dici. Che cosa è successo?

-Assomigli tanto a Phoenix lo sai? “Credere al cliente sempre e comunque”

-Quell'uomo mi ha ispirata parecchio, devo ringraziarlo per molte cose e parecchie cause le ho vinte grazie a lui, perciò...in ogni caso, non hai ancora risposto alla mia domanda.

-Io...non so cosa sia successo...

-Come fai a non saperlo? Qualcosa dovrai pur saperla, no?

-Riguardo all'omicidio io non so niente, ero addormentata e quando mi sono risvegliata quell'uomo era morto e giaceva sulla mia scrivania!

-Aspetta, andiamo con calma. Partiamo da quello che tu sai, che cosa avete fatto tu e la vittima dopo che io e Duncan ce ne siamo andati?

-Abbiamo cominciato a parlare del suo caso. A quanto ho capito ha avuto un incidente durante un'operazione, i dottori per sbaglio gli hanno inciso il fegato e stava per morire dissanguato, per fortuna se ne sono accorti in tempo. Però questo non gli era andato a genio e voleva fare causa ai dottori per i danni causati, stava per contrarre la cirrosi epatica a detta sua.

-Come si fa a prendere la cirrosi epatica in questa maniera?

-Non ne ho la minima idea, se lo sarà inventato per peggiorare la situazione. Comunque continuando, voleva aggiungere che sicuramente i medici sapevano che lui ha...ehm...aveva un'assicurazione sulla vita e che volevano rubarla di proposito...

-E scusami se ti interrompo per la seconda volta, ma mi sorgono due dubbi: come facevano a sapere che aveva un'assicurazione sulla vita? E soprattutto come avrebbero potuto riscuoterla pure che fosse?

-Il signor Taylor mi aveva detto che nella città dove viveva, Seattle, era un uomo molto conosciuto e rispettato e che ormai buona parte dei suoi conoscenti ne erano a conoscenza e che sarebbe bastato rubare a casa sua i documenti per poter riscuotere la somma.

-Ma non ha senso! Pensava davvero che i dottori sarebbero entrati a casa sua per rubargli i documenti?!

-Verità? Si, convintissimo.

-Questo era messo proprio male. Ho un'altra domanda: perché Duncan non può venirti a fare visita?

-Beh, ecco...

-Allora?

-Io...non so se posso dirtelo...

-Cosa? Così aumenti la mia curiosità!

-Quell'uomo mi voleva mettere le mani addosso, infatti ho ancora i segni delle sue dita sulla spalla destra. Inoltre mi ha detto una cosa un po' più...segreta.

-Segreta? A cosa ti riferisci.

-Si tratta di Tom e Duncan.

-T-Tom? Quel Tom?

-Si, Natalie, quel Tom.

Tom Wallace era il fratello maggiore di Courtney, non sono mai andati d'accordo durante l'adolescenza. Dopo la morte dei genitori il loro rapporto era peggiorato ulteriormente, erano diventati peggio del cane e del gatto e non riuscivano a vivere più insieme serenamente perché passavano tutte le giornate a litigare e spesso arrivavano anche alle mani. Dopo un paio di mesi Courtney andò a vivere dai nonni e non appena raggiunse la maggiore età si comprò una casa nuova e andò a vivere da sola. Tom invece rimase nella loro vecchia casa per altri due anni e poi la abbandonò per comprarne una più grande che non gli facesse ricordare la famiglia che aveva perso per sempre. Solo su una cosa erano d'accordo entrambi: non far entrare più nessuno in quell'abitazione, compresi loro, per non “turbare” la vecchia armonia che era presente quando erano tutti e quattro una famiglia unita e felice. Tutto questo accadde nove anni fa, avevamo 16 anni, mentre Tom ne aveva 22. Se Courtney faceva il suo nome sicuramente qualcosa non andava, non si sentivano da allora e non ne avevano la minima intenzione. Cosa c'entrava Duncan con Tom? Per quanto sapevo loro due non si parlavano proprio, non si odiavano o cose del genere, semplicemente non avevano rapporti fra di loro, semplice. Continuai, spaventata dalla mia curiosità:

-Che cosa c'entrano Tom e Duncan con quell'uomo?

-Era venuto per “avvertirmi”...

-Avvertirti? Da chi? Che cosa?

-Prima di perdere i sensi mi aveva detto che avrei dovuto fare attenzione a loro due, che la mia vita sarebbe stata a rischio, specialmente a causa di Tom...

-Ma come?! Per quale ragione?!

-Non lo so, mi ha fatto capire come se lui non potesse dirmi quelle cose. Dopo che me lo aveva detto mi ha accompagnata fuori a prendere un caffè e poi siamo saliti sopra. Qualche minuto dopo ho perso i sensi e il resto lo sai...

-Ecco perché non hanno trovato la tazzina nel nostro studio!

-Mi pare ovvio, l'ho preso al bar. Perché pensavi il contrario?

-Gumshoe ci aveva detto che lo avete bevuto in studio!

-Accidenti a quello che non capisce niente! Ho detto che ho bevuto un caffè al bar, che sono salita nello studio con il mio cliente e dopo un po' sono svenuta!

-Capisco. Senti Co...

-Signorina, è ora di andarsene!- interruppe la voce dell'agente.

-Che cosa? E perché?

-L'orario delle visite è finito, prego la signorina Wallace di venire con me per scortarla nella sua cella.

Courtney rispose seccata:

-Si, ok ora arrivo. Natalie, ti prego di non farne parola con Duncan. Puoi raccontargli solo cosa è accaduto prima del delitto. Mi fido solo di te in questo momento...

-D'accordo Courtney, come vuoi. Un'ultima cosa: quand'è il processo?

-Domani mattina alle dieci.

-Ci vediamo domani allora. Abbi cura di te.

Un agente di polizia mi scortò verso l'uscita, non appena entrai in commissariato incontrai Duncan:

-Allora? Che cosa ti ha detto?

Gli raccontai semplicemente quello che Courtney mi aveva detto di raccontare oscurando le ultime cose che mi aveva detto di tenere in segreto. Non avrei mai potuto immaginare cosa sarebbe accaduto il giorno dopo.

*Angolo dell'autrice*
Com'è il nuovo capitolo? Spero che vi piaccia. Per noia ho creato i personaggi principali di questa storia con The Sims 3 (escludendo i personaggi di Ace Attorney). Per ora vi lascio due scatti, quello di Natalie e quello di Duncan, al prossimo posterò la famiglia di Courtney, vi piacciono?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Save me ***


20 Febbraio, Ore 10:00, Tribunale Distrettuale Sala imputati n°2

-Eccoci Courtney! Incrociamo le dita, ce la possiamo fare!

-Lo spero! Sono così agitata!

-Ti capisco perfettamente, ma ti prometto che farò tutto quello che potrò per salvarti.

-*sniff* Non so come ringraziarti, davvero.

-Non devi, sei mia amica e questo è il mio lavoro, pronta ad andare?

-Suppongo di si. *gulp*

Dire che ero agitata era poco. La vita di Courtney era in parte nelle mie mani perché mi sarei occupata io della sua difesa e il procuratore del processo era la mia “ex cognata”, Franziska Von Karma, non sapevo come avrei reagito sinceramente.

-Courtney! Aspetta!-gridò una voce maschile molto familiare.

-Duncan! Sei venuto allora!-gridò Courtney abbracciandolo.

-Come potevo non venire? La persona più importante della mia vita è sotto processo, non potrei mancare per nulla al mondo, devo tenere d'occhio questa pazza di mia sorella, non si sa mai.-disse rivolgendosi a me facendomi l'occhiolino.

-Si, ti prometto che faccio condannare anche te già che ci siamo.- risposi ironicamente.

-Vedete di non portare sfiga voi due, ci sono già non pochi guai qui, ma avete la minima idea di cosa significhi essere sotto processo??-chiese Courtney nervosamente.

-Sì.

-Sì, tu sei stato persino il mio avvocato, come puoi non ricordarlo?-aggiunsi.

-*ahem* Era un modo di dire e lo sapete.

L'usciere ci interruppe:

-La signorina Courtney Wallace e il suo avvocato sono pregati di raggiungere l'aula di tribunale, sta iniziando il processo.

-Certo usciere, arriviamo subito.

-Perfetto, conto su di te Natalie, vi assisterò dalla tribuna del pubblico. In bocca a lupo.

20 Febbraio, Ore 10:10, Tribunale Distrettuale Sala Udienze

Con l'ansia che mi arrivava fin sopra i capelli, ci dirigemmo entrambe dentro l'aula di tribunale: non era la prima volta che mi dirigevo lì dentro, ma quel giorno era diverso, il cliente che avrei dovuto difendere non era una persona qualunque, era Courtney e ciò mi preoccupava anche per il caso in sé. Mi diressi verso il banco della difesa, davanti a me si trovava il procuratore Von Karma con in mano la sua inseparabile frusta.

Il giudice batté con il suo martelletto per richiamare l'attenzione di tutti:

-La corte si riunisce per discutere il caso di Courtney Wallace.

-La difesa è pronta vostro onore.

-...

-Ehm-interruppe il giudice.-Procuratore Von Karma è...*ahi*

-Razza di sciocco, non si vede che l'accusa è pronta da un bel pezzo?-rispose Franziska dopo aver frustrato il giudice.

“Umpf, sempre la solita.” pensai.

-Comunque, il procuratore potrebbe illustrarci il caso in questione?

-Questo è un caso elementare e semplice anche per una sciocca come Frau Natalie Mizuki presente al banco della difesa: il signor Bob Taylor è stato trovato nello studio “Wallace & co.” seduto su una sedia e caduto di faccia davanti alla scrivania dell'avvocato per via del decesso causato da un colpo di pistola al petto. L'imputata è stata trovata qualche metro più lontana distesa a terra priva di sensi. La pistola utilizzata per uccidere la vittima presenta le impronte digitali dell'imputata, è ovvio che sia stata l'imputata a uccidere il signor Taylor.

-Obiezione! L'imputata è stata trovata incosciente dai poliziotti, chi può dire che sia stata davvero lei a impugnare quella pistola? E se ci fosse stata una terza persona che dopo aver sparato ha usato le impronte digitali di Courtney...ehm...della signorina Wallace?

-Obiezione! Nessuno ha visto qualcuno entrare nello studio “Wallace & co.” perciò erano solo in due nello studio.

-Ho una domanda per l'accusa.-interruppe il giudice.-dov'è stata trovata la pistola e a chi apparteneva?

-La pistola è stata trovata accanto alla vittima e apparteneva all'imputata. Un delitto tanto facile quanto ovvio!

-Sì, inevitabilmente.-rispose il giudice assorto.

“No, ehi, sta andando tutto a mio sfavore! Diamine ci dev'essere un modo per far passare la corte dalla mia parte ed evitare che giustizino Courtney!”

-Obiezione! Come potete dire che sia stata lei se avete trovato l'imputata svenuta a terra?

-Probabilmente sarà svenuta per lo shock provocato dall'omicidio, ovvio sciocca americana.

-Dove sono le prove? Queste sono solo delle vostre stupide supposizioni!

-*tsk tsk* Ti stai arrampicando agli specchi Frau Natalie Mizuki, sai benissimo che è un dettaglio irrilevante, ci sono le sue impronte sulla pistola, questo spiega molte cose.

-Obiezione! Io trovo irrilevante la presenza delle sue impronte! Se la pistola appartiene all'imputata ci devono essere per forza le sue impronte! La difesa afferma che ci sia stata una terza persona in quello studio!

-Obiezione! Se fosse stato così, Frau Natalie Mizuki, perché l'imputata ha affermato che erano solo in due in quello studio? Non dovrebbe nascondere un dettaglio così importante, non se questo può implicare la sua innocenza, non credi?

-Beh...ecco...- “Devo dire qualcosa, qualcosa di utile cazzo! Perché Courtney ha detto che erano solo in due?”- e se fosse stata narcotizzata prima che potesse vedere quella terza persona?

-Obiezione! Stai ancora parlando di quella “terza persona”? Non esiste questa persona, è stata l'imputata a sparare la vittima!

-Mettiamola su questo piano: diciamo pure che sia stata l'imputata a sparare la vittima, se così fosse quale sarebbe il suo movente? Si erano incontrati solo mezz'ora prima!

-Obiezione! La sua collega era a conoscenza di alcuni...dettagli importanti sulla vittima: sapeva che aveva un'assicurazione sulla vita e che chiunque avesse avuto i documenti avrebbe potuto riscuotere la somma della “modica” cifra di un milione di dollari.

-Obiezione! La mia collega ieri mi ha detto che sì, sapeva dell'assicurazione della vittima, ma non poteva e voleva riscuotere tale somma: questo dettaglio il suo cliente voleva usarlo contro i medici per una causa che aveva fatto, aveva affermato che probabilmente uno dei medici sarebbe potuto andare a casa sua per rubare i documenti e riscuotere tale somma.

-Obiezione! Per prima cosa quello che vi siete dette in centro di detenzione non può essere considerata testimonianza ufficiale e secondo i documenti si trovavano nel vostro studio.

-Che cosa?!

-*tsk tsk* Hai capito bene, Frau Natalie Mizuki, non puoi controbattere queste accuse, sei in trappola sciocca.

“Courtney perché non mi hai detto che i suoi documenti erano nello studio? Dimmi che era perché non lo sapevi e che eri incosciente al momento e che ce li ha messi qualcun altro, ti prego! Anzi no, fa che sia così e basta! Ma ora che cosa dico?! Accidenti siamo in grossi guai!”

Credevo che fosse davvero la fine: davvero era così? Dovevo rassegnarmi come...come nove anni fa?

-Vostro onore! Scusate l'intrusione! gridò l'usciere.

-Che cosa c'è, usciere, non vede che stiamo dirigendo un processo?

-Si, lo so, vostro onore, ma c'è una chiamata urgente per il procuratore Von Karma. Riguarda il caso in questione.

-Perfetto.-rispose Franziska.-Frau Natalie Mizuki, questo segnerà la fine della tua sciocca carriera da sciocco avvocato che sei.

Che nervi che mi faceva venire! Sì, mi odiava proprio, quasi quanto odiava Phoenix, ma penso che lei ce l'abbia con tutti gli avvocati in generale, ancora oggi il mio rapporto con Franziska è molto oscillante, ma questa è un'altra storia.

Franziska tornò dopo un paio di minuti e ci disse:

-Vostro Onore, c'è un testimone che vuole deporre.

-Un testimone? Ho sentito... *ahi*

-Razza di sciocco, l'ho appena detto!

-*ahi ahi* Non c'era bisogno di prendersela così tanto...10 minuti di pausa per permettere all'accusa di preparare il testimone. L'udienza è sospesa.

20 Febbraio, Ore 10:40, Tribunale Distrettuale Sala imputati n°2

-Ahi ahi, la faccenda sta prendendo una brutta piega.-dissi.

-Hai ragione.-rispose Duncan.-e ora come facciamo?

-Ragazzi, non avrete intenzione di farvi vedere così da Courtney, vero? Sopratutto tu Natalie, ricordi qual è la cosa più importante? Sorridere sempre davanti a un cliente.-interruppe Phoenix.

-Ah, ciao Feenie, sei qui da molto?

-No, sono arrivato poco prima della pausa, hai ragione comunque, non è un bene tutto quello che sta succedendo, ma nonostante tutto dobbiamo mostrarci sorridenti davanti a Courtney.

-Si lo so, sta già male per conto suo. Natalie, falle credere che hai la situazione sotto controllo!

-Duncan, lo sai che riesco, ma non è facile lo sai, non dopo che hanno detto che c'è un testimone! Un testimone cazzo, ma perché esce proprio adesso! Ah, le crisi!

-Che crisi Natalie?

Sbiancai. Si trattava di Courtney.

-C-crisi? Ah, no no no, non è come credi, davvero.

-Sicura? Sembra come se tu avessi visto un fantasma.

-Un fantasma? Ah ah ah ah buona questa! Stai tranquilla ho tutto sotto controllo!

-D-davvero? Anche dopo che è uscito il testimone?

-Ma certo! Sei innocente, no? Quindi quello dirà qualche stronzata per coprire la verità.

-Beh, non credevo che tu fossi una persona così sicura...ma sono felice che tu lo sia, ti ringrazio per tutto.

-Non...non ti preoccupare, davvero.

-La pausa è terminata!-gridò l'usciere.-l'imputata e il suo avvocato sono pregati di tornare in aula.

-Bene ragazzi, è l'ora della resa dei conti. Gliela faremo vedere a quel maledetto!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una nuova svolta ***


20 Febbraio, Ore 10:50, Tribunale Distrettuale Sala Udienze

-L'udienza riprende. Signorina Von Karma, può convocare il testimone.

-Certo. Chiamo al banco dei testimoni il signor Caleb Richmond.

Era un signore alto e palestrato che indossava un completo grigio e degli occhiali neri da sole, aveva i capelli corti e ben curati e aveva un viso che mi sembrava lontanamente famigliare...

-Dichiari il suo nome alla corte.

-Mi chiamo Caleb Richmond.

“Un attimo, perché non gli ha chiesto la professione? Devo chiedere spiegazioni.”

-Obiezione! La corte ha il diritto di sapere anche la professione del testimone!

-Umpf, la professione in questo caso è irrilevante, anzi potrebbe compromettere la credibilità del testimone alla corte.

-Sì, certo come no. E che cosa fa? L'assassino professionista? Ma per favore!

L'uomo al banco dei testimoni sbiancò e stava per per perdere i sensi. Sì, l'avevo azzeccato.

-Ehm...-cominciò l'uomo.-sì, d'accordo. Sono un...assassino professionista, precisamente un sicario. Per questo ho chiesto al procuratore di non dire niente, ma la mia testimonianza è vera e su questo non ci sono dubbi.

-Questo lo vedremo quando farò il mio contro interrogatorio.

-Ma davvero? Natalie, Natalie, come passa il tempo, vero? Sei cambiata *tsk tsk*

A quel punto però sbiancai io. Allora era vero, l'avevo visto da qualche parte prima d'ora, ma proprio non mi veniva in mente dove. Speravo che non fosse stato un mio vecchio...ehm...collega. A quel punto cominciai a riflettere: “Forse Franziska l'ha scoperto e lo sta usando contro di me. Sapeva che avrei chiesto la professione e che in un modo o nell'altro lo avrebbero scoperto, magari non si aspettavano che lo scoprissi così per caso, ma sono sicura che faceva parte dei suoi piani per farmi perdere credibilità, la causa oppure...il mio distintivo? Diamine se lo scoprissero...”

-Signorina Mizuki! Come fa a conoscere questo sicario? Non avrà mica...-interruppe il giudice.

-Che cosa?!-risposi.

-Non avrà mica assunto questo sicario per uccidere il signor Taylor, incolpare la signorina Wallace e intascarsi i soldi?!

-Che cosa?! Ma dico è impazzito?! Non lo farei mai e non ho bisogno di soldi, ne guadagno già abbastanza facendo l'avvocato!

-Ma a questo punto una domanda giunge spontanea, Frau Natalie Mizuki, come fa a conoscere il signor Richmond?

-Perché non rispondi tu, Franziska?

-Te lo direi, se lo sapessi, fidati.

-Te lo avrà detto sicuramente quando ti ha chiesto di nascondere la sua professione.

-Ti dico di no.

-Invece si.

Il giudice, innervosito, batté il martelletto e gridò:

-Avvocato, procuratore, finitela! Signorina Mizuki, ce lo dica e basta non complichiamoci la vita!

-Umpf, devo proprio? Non è legato con il caso in questione.

-Lo vedremo quando ce lo dirai, Frau Natalie Mizuki.

-Va bene, va bene. Non sono sicura, ma forse il signor Richmond è stato un mio...collega?

-C-collega? Ho sentito bene, Frau Natalie Mizuki?!- chiese Franziska stupita.

“Allora non lo sapeva veramente, allora quel testimone è proprio quel figlio di...ehm...quello insomma, quello che credevo io. Anche se non ricordo molto bene chi sia...”

-Insomma mi sono stancata, finiamola qui, dico il succo. Anni fa sono stata anche io un'assassina su commissione, ma ho pagato per la mia pena e ora sono qui. Non ho toccato più nessuno da anni, e parecchi pure. Se quello...ehm...quello, insomma, dice di avermi già incontrato dev'essere per questo motivo. Contenta ora, “Frau Franziska Von Karma”?

-Lei no, avvocato, ma io sì.-intervenne il testimone con un ghigno malefico.-ora tutti sanno con che miserabile stanno avendo a che fare. La vendetta è un piatto che va servito freddo.

-Io invece lo spaccherei tranquillamente in fronte, ma non posso proprio sa? Ho smesso. Dica la sua diavolo di testimonianza e facciamola finita.

-Ma, avvocato...-intervenne il giudice.

-Ma niente, vostro onore! Volete giudicarmi per questo? Non è il caso, dobbiamo sentire la testimonianza di questo essere e io devo scagionare la mia cliente. Non c'è altro da aggiungere.-risposi spazientita.

-D'accordo, ma si calmi avvocato. Non c'è bisogno di agitarsi tanto.-rispose il giudice.-il testimone è pregato di cominciare con la sua testimonianza.

“Maledetto, me la pagherai cara, non so come, ma me la pagherai. Se sei stato tu a incolpare Courtney giuro che...Ok, non è il momento, devo ascoltarlo e incalzarlo dove serve.”

-Ero nella mia abitazione che si trova di fronte allo studio “Wallace & co.” e ho visto la signorina Wallace entrare con il signor Taylor. Ad un certo punto cominciano a discutere e il signor Taylor la attacca, a quel punto la signorina Wallace scappa e prende la pistola e gliela punta: lo obbliga a farlo sedere sulla sedia dove alla fine lo avete trovato e gli ha sparato. Poi ha poggiato la pistola sul tavolo ed è scappata via.

-Una testimonianza perfetta, vostro onore.

-Ha ragione, procuratore, potrei già dichiarare l'imputata colpevole.

-Ehi, vostro onore aspetti! Devo procedere con il mio contro interrogatorio!

-Ah già è vero. Proceda pure signorina Mizuki.

-Non servirà, avvocato killer, la mia testimonianza è perfetta.

-Umpf, sciocco. Lo vedremo. Dove stavano l'imputata e la vittima?

-Proprio vicino alla finestra, altrimenti non avrei potuto vederli, non crede?

-Sa, c'è un dettaglio a cui forse non ha fatto caso per un valido motivo se ci penso. Dalla finestra del suo appartamento non si sarebbe potuta vedere la scrivania e non avrebbe quindi potuto assistere all'omicidio.

-C-cosa? No, impossibile, l-le dico che l'ho visto.

-Ah, ma davvero?-risposi in modo ironico.- mi dica allora come se la scrivania non si vede dalla finestra.

-Beh...io...io ho sentito l'imputata dire << Siediti! >> e poi un colpo di pistola! Fin troppo facile!

-Mi sembra un ragionamento giusto, avvocato.-riprese il giudice.- ha qualcosa da obbiettare?

-Certo. Se la finestra era chiusa, come ha fatto a sentirli?

-*gulp* Beh...ho...ho un ottimo udito. E poi quella pistola fa davvero un gran rumore e lascia grandi quantità di polvere da sparo! Lo avete visto sul petto quanto ne aveva?

-E lei come lo sa? Quando il procuratore ha presentato il caso si è dimenticata di dire che era un colpo a distanza ravvicinata, quindi tecnicamente non si sapeva che c'era polvere da sparo sul petto della vittima.

-*gulp* Ma...ma c'era la foto! La foto del crimine! L'ho vista!

-Eh eh, si sbaglia signor Richmond. Non può aver visto il petto della vittima dalla foto.

-E p-perché?

-Semplice quanto ovvio. La vittima era distesa sulla scrivania quando è stata trovata, perciò il petto non si intravedeva assolutamente, è stata l'unica foto che ha presentato il procuratore Von Karma, e su questo non ci sono dubbi.

-Ma io...vi dico che l'ho visto! L'ho visto accidenti! E ho visto che è stata quella stronza lì al banco a uccidere quell'uomo! E lei deve morire come lui!

-Si calmi testimone!

-Stia zitto lei! Cosa ne vuole sapere di cosa è capace quell'avvocato da strapazzo?! Io si, solo io so com'è in fondo!

-Ma chiuda il becco lei!-risposi.- Lo so come ha fatto a vedere la polvere da sparo e so come sa che la pistola fa un rumore assordante! L'ha ucciso lei!

-C-COSA?!

-Avvocato! Deve avere delle prove per fare delle accuse così gravi, lei lo sa, vero?-chiese il giudice.

-Certo che lo so, vostro onore. È vero, non ho prove fisiche, ma è l'unica spiegazione se ci pensate. Chi ti ha mandato, eh?

-M-mandato? Eh eh, n-non m-mi ha m-mandato n-nessuno e io non ho...ucciso...nessuno.

-Certo...ma a chi vuoi darla a bere?!

-Avvocato! Adesso si calmi! Non può nemmeno collocare il testimone sulla scena del crimine, non può accusarlo per un suo rancore!-intervenne il giudice.

-Ah ah, il nonno ha ragione, killer, non hai le prove perché non sono stato io, ma quella troia della sua collega, si rassegni.-aggiunse il testimone. Aveva ripreso ad avere la sicurezza di prima perché il giudice stava dalla sua parte. Ma doveva esserci un modo per incastrarlo, sicuramente. Poi mi ricordai di un piccolo dettaglio: Courtney aveva detto che non c'erano i documenti sull'assicurazione della vita nel suo studio e che il suo cliente credeva che glieli avrebbero rubati, quindi dovevano essere a casa sua. E se...?

-Vostro onore, ho una domanda.

-Mi dica, avvocato.

-Dove sono i documenti che parlano dell'assicurazione sulla vita del signor Taylor?

-Sono al commissariato. Non vorrà davvero riscuotere la somma e tenerla per lei? Colpevole!

-No, no aspetti! Non voglio riscuotere niente! Voglio che vengano analizzate le impronte digitali!

-Le impronte digitali? E per quale motivo?

-Voglio verificare per prima cosa che non ci siano realmente le impronte dell'imputata per prima cosa, e vorrei verificare se ci sono le impronte del testimone. Sospetto che ci siano le sua impronte lì sopra.

-No! Non vorrà davvero farlo?-interruppe il testimone.-non ha le prove per farlo!

-Infatti me le sto cercando le prove. Si agita tanto a vuoto, se lei è davvero innocente non ha niente da temere. Vostro onore, potrebbe concedermi almeno questo? Questo ovviamente implica anche quella di ottenere le impronte digitali del testimone.

-Non ce ne sarà bisogno, Frau Natalie Mizuki.-disse Franziska.-il nostro caro amico è schedato. Se ci sono davvero le sue impronte la scientifica ce lo dirà. Giudice, che aspetta? Mandi subito i documenti alla scientifica!

-Ehi tu! Da che parte stai? Dovresti esserlo dalla mia... *ahi*!

-Taci sciocco! Allora, vostro onore?! Che cosa aspetta?! Sospenda l'udienza e mandi i documenti alla scientifica!

-*ahi* O-ok, procuratore, come vuole...sospendo l'udienza per venti minuti per permettere l'analisi del documento...

“Franziska? Perché mi stai aiutando? Sai benissimo che se ci fossero le sue impronte perderesti la causa? Che cosa ti sta succedendo?”

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Gente compromettente ***


20 Febbraio, Ore 11:30, Tribunale Distrettuale Sala imputati n°2

-Natalie! Dimmi che quello che hai detto prima è una menzogna!-urlò Courtney.

-Già, tu non lo faresti mai, vero?-intervenne Phoenix.

-...

-Natalie...?-chiesero.

-Insomma! Ne volete proprio parlare?! Io no, gentilmente. Sì, è vero. E con questo?

-Come sarebbe a dire “E con questo?”? Non va bene! Duncan, diglielo anche tu!-disse Courtney.

Duncan però non aprì bocca, ci fissava e basta. Lui sapeva tutto, ovviamente lo sapeva, era mio fratello e sapevamo tutto di entrambi, a lui potevo dire tutto senza essere giudicata.

-Duncan? Tu lo sapevi?-chiese Phoenix.

-Sì, lo sapevo. E le avevo promesso di non dire niente.-rispose.

-Ma...lo sai che uccidere le persone è una cosa sbagliata?

-Sì, sì, lo so, ma oramai è una cosa passata! Perché dovete fare tutti questi casini per nulla?

Nel frattempo si stava dirigendo Franziska verso di noi, che cosa voleva?

-Natalie, allora è vero?

“Ora mi chiama solo per nome? Che strano...Ci si mette anche lei comunque?! Non ne voglio parlare accidenti!”

-Ho detto la verità in tribunale, Franziska. E non c'è nient'altro da dire. Che cosa vuoi? Se volevi dirmi solo questo la conversazione è finita.

-No, aspetta. Io so che ti starai chiedendo una cosa...

-Il perché hai acconsentito alla mia richiesta? Sì, in effetti.

-L'ho fatto semplicemente perché le cose si stanno facendo interessanti, ecco volevo solo dirti questo.

Detto ciò, se ne andò come venne poco prima.

-Che strana.-commentò Courtney.- Non credo che ti dovesse delle spiegazioni...

-Io penso che invece lo abbia fatto perché stavi con suo fratello.- rispose Phoenix.- Lo so che non dovrei nominartelo, fa male a tutti lo sai, anche a me.

-F-fratello? Non ti starai riferendo a Miles?

Poi ricordai. Manfred Von Karma, dopo il delitto del padre di Miles, lo adottò e lo fece diventare procuratore, Franziska Von Karma era sua figlia, perciò a rigor di logica erano fratello e sorella anche se non di sangue. Non aveva tutti i torti.

-Franziska non mi sembra un tipo da smancerie e cose così.-risposi.

-Non lo metto in dubbio, ma “sembrare” è diverso da “essere”. Prendiamo te ad esempio: chiunque ti veda non penserebbe mai che in passato sei stata una serial killer.

-Beh, non hai tutti i torti. Non ci avevo pensato, ma forse soffre anche lei per la mancanza di Miles...ma non posso pensarci adesso o manderei tutto a monte.

-Manderesti tutto a monte?-chiese Duncan.

-Lo sai come sto dopo che ci penso. Come farei a difendere Courtney decentemente se comincio a stare male?

-Ascolta, Natalie, adesso non è il momento per pensare a come ti manca. Io so che cosa intendi, lo sai che eravamo amici dall'inizio della sua carriera e siamo praticamente “cresciuti” insieme. Non accetterò nemmeno io il gesto che ha fatto perché è stato stupido, ma la vita va avanti per tutti e anche tu dovresti iniziare, fallo per lui.

-Non cercare di abbindolarmi, Duncan. Sai che con me non funziona. Ti ringrazio comunque per aver cercato di consolarmi.

-Devo.-rispose.-sei mia sorella e io ti voglio bene.

-Awww.-rispose Courtney.- abbraccio di gruppo!

Io, Duncan, Courtney e Phoenix ci abbracciammo, e devo ammetterlo, mi diede la carica. Dopo tutto quello che era successo mi serviva proprio. Molto spesso mi dimenticavo di non essere più sola, che avevo qualcuno con cui confidarmi e che mi voleva bene

-Non sei sola, Natalie, ci siamo noi.-disse Phoenix dopo che sciogliemmo l'abbraccio.

-Io...non so come ringraziarvi, davvero.-dissi accennando un sorriso.

-Scusatemi se interrompo.-disse Courtney.-Duncan, ti devo parlare.

-Di che si tratta?

-Solo Natalie lo sa e beh...ecco...si tratta della vittima.

-!!! Parla avanti.

-La vittima mi ha messo in guardia da te e da mio fratello.

-Cosa?! E perché da me?

-Non lo so...quando glielo stavo per chiedere sono svenuta. E poi beh...si sa che gli è successo.

-Courtney.-interruppi.-il problema a proposito dello svenimento è che non so come provare che tu sia stata effettivamente narcotizzata! Se avete bevuto un caffè al bar, non possiamo nemmeno ottenere la tazzina! L'avranno lavata da un bel pezzo!

-Non hai tutti i torti...però una domanda mi giunge spontanea.

-Sarebbe?

-E se fosse stata la vittima a narcotizzarmi? Insomma, eravamo solo in due a bere il caffè, non è un'opzione da scartare.

-In effetti non ci avevo pensato...

-E se la vittima era in combutta con l'assassino?-chiese Phoenix- Nemmeno questo è da scartare...altrimenti che altri motivi avrebbe avuto per narcotizzarti?

-E se all'inizio la vittima eri tu, Court?-chiese Duncan.- non guardatemi storto, ma potrebbe essere. Oppure volevano renderti inoffensiva...

-Ci manca il motivo però. Perché sta succedendo tutto questo? E se...

-Se c'è di mezzo Tom stavi dicendo?-concluse Courtney.

-Sì, ho paura di sì. Sai benissimo come ho sempre sospettato di lui, anche nove anni fa...

-Lo so, ma non posso concepire una cosa del genere. Lui non avrebbe mai potuto, no?

-E chi te lo dice? Non puoi dire di conoscerlo perfettamente, sbaglio?

-...No.

-Aspettate.-interruppe Phoenix.-cosa è successo nove anni fa?

-La pausa è conclusa. L'imputata e il suo avvocato devono ritornare in aula.

-Te lo diremo dopo Feenie, dobbiamo prima smascherare quel bastardo.

20 Febbraio, Ore 11:40, Tribunale Distrettuale Sala Udienze

-Il processo riprende. Abbiamo i risultati del test richiesto dall'accusa e dalla difesa.

-Allora?-chiesi.

-Avevate ragione, signorina Mizuki. In questo documento ci sono le impronte del testimone.

-Bingo.-dissi io sottovoce.

-Cosa ha detto?-chiese il giudice.

-Ah io? No, niente, non si preoccupi.

-Va bene...usciere, faccia venire il testimone in aula!

-V-vostro onore! Il testimone è sparito!

-Come sparito? Trovatelo subito!

“Sparito? Qui non ci vedo nulla di buono. Ho una brutta sensazione...di nuovo.”

-Nel frattempo, vostro onore, vorrei chiederle un'altra cosa.-disse Franziska.

-Mi dica.

-Vorrei mettere agli atti questa boccetta. Me l'hanno consegnata quelli della scientifica dicendo di averla trovata nella tasca della giacca della vittima. Risulta essere un potente sonnifero. Sospetto che sia stato utilizzato questo per addormentare l'imputata.

-Quindi lei pensa che è vero che l'imputata sia stata narcotizzata?

-Pensare? Ci sono le prove, sciocco, non può essere che chiaro ormai.

-In effetti non ha tutti i torti.

“Perché questa boccetta esce solo adesso? Perché ho come la netta sensazione che ce l'avesse da prima ma che l'abbia messa agli atti solo adesso? O sono io che sono troppo stressata?”

-Vostro onore!-interruppe l'usciere.-l'abbiamo trovato. Lo portiamo qui?

-Certo, usciere, che domande!

Si ripresentò il signor Caleb Richmond, stavolta gliele avrei cantate di santa ragione.

-Mi cercavate, vostro onore?

-E lo chiede pure?!- urlò.- lei è scappato, doveva restare qui, sapeva che doveva presentarsi nuovamente dopo la pausa!

-Suvvia, signor vostro onore, non stavo scappando, stavo solo prendendo una boccata d'aria fresca! Non c'era bisogno di fare tutte queste scene, se vi foste limitati a chiamarmi sarei venuto, non c'era il caso di far venire tre uscieri per catturarmi e portarmi qui legato.

“Bugiardo, volevi dartela a gambe.”

-In ogni caso.-continuai.- sono state trovate le sue impronte nel documento, il che la collega alla scena del crimine.

-Devo ammetterlo, killer, sei una persona molto furba e determinata. Si, è vero, le mie impronte erano lì sopra. Ha aggiunto un altro tassello al puzzle, adesso che avete trovato la boccetta di sonnifero dovete continuare a pensare a come risolvere il resto.

“Il resto? Sono quasi sicura che quell'uomo si stia prendendo gioco di noi...”

-Ti vengono in mente delle domande, vero killer? Chi mi ha mandato? Per quale motivo? Perché sono uscito più tardi? Che ci facevo nello studio? Perché dovevo infangare la tua reputazione? Umpf, hai tutte le ragioni per fartele. Aspetto delle tue risposte più avanti.

-Signor Richmond, sta confessando?-chiese il giudice.

-Stai zitto nonno, sto parlando con la signorina killer, non con voi. E ho intenzione di parlare solo con lei.

-Che cosa vuoi dalla mia vita?-chiesi.- perché ci vuoi rovinare?

-Io? Io eseguo solo gli ordini. E la vittima non li ha eseguiti bene, per questo ha pagato con la vita.

-!!!

-Sì, killer, è così. E sta procedendo tutto secondo i nostri piani.

-I... “vostri”? Con chi sei d'accordo?

-Eh eh eh, non ci sarebbe gusto se te lo dicessi io, killer, e poi andrei contro gli ordini e non converrebbe a nessuno. Se io sgarrassi, tu saresti la prima a soccombere.

-La prima? Di che diavolo stai parlando Herr Caleb Richmond, che cosa le volete fare?-Franziska sembrava seriamente preoccupata, che fosse per il motivo che aveva detto Phoenix? Che fosse per...lui?

-Io? Niente, signorina Von Karma. Spetta al mandante vedere cosa le spetterà...

-Il...mandante?-chiese titubante Franziska.

-Ah, bello schifo. E ora come ci arrivo? Sai quanta gente mi odia dopo tutto quello che successe.-pensai ad alta voce.

-Puoi ben dirlo, killer. Dovresti chiederti che ci faceva quel tipo nel vostro studio e poi ne potremo parlare. C'è una cosa importante che devo aggiungere: un caso verrà riaperto.

-Un caso? E che caso?

-Eh eh eh, tu e la tua dolce collega lo conoscete meglio di chiunque altro...eh eh eh.

-NO! DIMMI CHE NON È VERO!-urlò Courtney.- DIMMI CHE NON È IL CASO TL-7?

-Eh eh eh, molto perspicace signorina eh eh eh. Vi metterete in guai grossi molto presto tutte e due eh eh eh.

-Stai...zitto! Di che...stai...parlando?-chiesi. Ero parecchio in soggezione perché il caso TL-7 sconvolse Courtney più di ogni altra cosa al mondo, era il caso in cui vennero uccisi i genitori di Courtney, William ed Eloise Wallace. Credevamo che fosse un caso da stipare in fondo ai ricordi per non uscire più.

-Eh eh eh eh, ti ho sconvolta eh? Sì, devo ammetterlo, mi stupisci, killer, è incredibile come tu ti impressioni così facilmente.

Courtney nel frattempo stava trattenendo le lacrime, anche solo sentire nominare quel caso la faceva stare male e lo stesso valeva nel sentire il nome dei suoi genitori. Era comprensibile, in fondo perdere entrambi i genitori insieme era una delle cose peggiori del mondo.

-Grrr...maledetto...quel caso...non doveva saltare fuori...me la pagherai...

-Vostro onore!-gridò l'usciere.

-Che cosa c'è, usciere?

-C'è un poliziotto che vorrebbe parlare alla corte.

-Che cosa vuole? Siamo impegnati a risolvere il caso in questione.

“Bah, vostro onore, in realtà sembra più una chiacchierata.”

-Si tratta dell'imputata, è per lei che è venuto qui.

-!!!

-C-che cosa vuole da me?-chiese una Courtney titubante, che non avevo mai visto. L'usciere però l ignorò e continuò a parlare con il giudice:

-Allora, vostro onore, può entrare?

-Sì, d'accordo, facciamolo entrare.

Perché ogni singola volta che avevo una bruttissima sensazione mi si doveva presentare davanti qualcosa di brutto? Anche quel poliziotto mi metteva ansia e soprattutto quella classica brutta sensazione che mi stava perseguitando da poco prima dell'arresto di Courtney. Il poliziotto arrivò al banco dei testimoni. Avevo il vago sospetto che fosse il classico poliziotto corrotto, aveva la stessa espressione del sicario che si trovava lì poco prima, avevo visto male o si erano scambiati uno sguardo complice? Avrei preferito non scoprire cosa doveva dire, ma ormai si trovava lì, non potevano mandarlo via (ma io lo avrei fatto volentieri a calci nel sedere). Franziska fece la classica domanda che fanno normalmente i procuratori ai testimoni (mi ero quasi dimenticata della presenza di Franziska in aula, non dopo che quel sicario se la stava prendendo con me e Courtney):

-Dichiari alla corte nome e professione, prego.

-Mi chiamo Gary Fulton e sono un poliziotto del distretto.

-Ci dica, cosa ci vuole comunicare?-chiese Franziska.

-Come ben sapete si tratta dell'imputata, come ha anticipato l'usciere. La signorina Courtney Wallace, ora accusata di omicidio contro il signor Bob Taylor avrà un'altra gatta da pelare. E perché vi chiederete, molto, molto semplice. In parole povere oggi abbiamo revisionato vari casi avvenuti parecchi anni fa per vedere se ci era sfuggita qualche prova. Ebbene oggi abbiamo ricevuto una lettera anonima in cui ci dicevano che il mandante dei sicari che uccisero la coppia Wallace era appunto la loro figliola, Courtney Wallace e ci suggeriva di cercare tra le prove e in effetti una prova c'era, questa vecchia ricevuta che era l'attestazione che erano stati pagati i sicari...

-Un attimo! Come mai quella ricevuta non è stata trovata prima?-interruppi.

-Era nascosto dal sangue: vede c'è scritto “LIAR”, bugiardo, nel retro del foglio e che non ci destava molti sospetti. E, avvocato...non cerchi più di interrompere i superiori.

“Che gran testa di cazzo. Non sono nemmeno capaci di leggere una ricevuta e si sente perfino superiore. Sono sicura che quella è una prova falsa. Li smaschererò tutti e due fosse l'ultima cosa che faccio.”.

-Ehm...molto bene. Allora continui.-risposi reprimendo la rabbia.

-E con questo ho finito e accuso ufficialmente l'imputata. Ecco dovevo solo dire questo dopo la sua interruzione.

-Fanculo.- bisbigliai.

-Come?

-Eh? No niente.

-Umpf. Molto bene. Vostro onore...!

-Si?

-Desidero che lei ne tenga conto e svolga un processo in questione.

-Ma signor Fulton, non avete nemmeno la certezza...

-Lo faccia e basta! Noi siamo sempre sicuri! Deve sempre eseguire gli ordini dei superiori.

-Molto bene. Sospendo l'udienza a domani e svolgeremo un nuovo processo.

-Un attimo! E questo caso allora?

-Beh, fatelo tutti insieme! Che ci vuole avvocato di bassa lega?-rispose il poliziotto.

-Ma come le vengono in mente certe stronzate? “Ops...” A quel punto il signor Fulton mi fulminò con lo sguardo:

-Cosa hai osato dire?

-Ho detto: Ma come le vengono in mente certe stronzate? E aggiungo: Ha mai avuto a che fare con un vero processo o ha visto solo i processi che si fanno in tv?

-Hai osato rispondere male a un tuo superiore. Hai osato anche infangare il mio nome. Non la passerai liscia perché tu non sei altro che un misero avvocato che non si regge in piedi, che ha mandato al patibolo il suo unico grande amore rovinando uno dei più grandi procuratori del mondo e sa, caro avvocato? Lo stesso accadrà a quella sua collega del diavolo e non potrà fare nulla per impedirlo.

-Ti credi tanto importante figlio di puttana? Ti farò rimanere senza lavoro e a quel punto si pentirà di essersi sentito superiore a tutti e aver falsificato delle prove.

-Io? Falsificare le prove? E chi può dirlo che non sia stata lei? Eh eh eh mi piacciono le persone come lei, in fondo, che sono molto testarde. Ha più senso distruggerle, capisci? Domani in quest'aula di tribunale vedrà cosa le succederà.

-Herr Gary Fulton.-interruppe Franziska (cavolo, era la seconda volta in una giornata che mi ero dimenticata della sua presenza, penso che le dia fastidio non essere al centro dell'attenzione durante a un processo, poverina che cosa le toccava passare in quella giornata.)- abbassi la cresta, non è nemmeno un detective o altro. Si sta dimostrando un poliziotto di bassa lega, persino Herr Sciattone ha dignità migliore della sua.

-Ah, signorina Franziska Von Karma, mi ero quasi dimenticato della sua presenza. Mi perdoni, però sa gli avvocati sono la feccia della società, non potevo non rispondere a quell'avanzo di galera. Spero che non si faccia davvero influenzare da lei, vero? Se il suo fratello adottivo adesso non c'è più è solo colpa sua, spero che lei lo capisca. Non sia scortese come lo è quell'avanzo di galera, lei è una persona migliore di lei.

Franziska, non capivo il motivo, perse le staffe e lo frustò, o per lo meno ci provò visto che gliela bloccò giusto in tempo:

-Herr Maledetto...non si deve permettere di dire certe cose su Herr Miles Edgeworth e non si deve nemmeno permettere di insultare la gente senza nemmeno conoscerla!

-Ahi ahi ahi, miss Von Karma, sta prendendo una brutta piega. Se non starà attenta la farò rigare io dritto, ha capito? Sono un suo superiore ed esigo rispetto, la gente inferiore non mi ha mai frustato, capisce che intendo?

-Insomma!-interruppe Courtney.-stia un po' zitto! Se deve prendersela con qualcuno se la prenda con me, sono io l'imputata! Loro non hanno fatto niente di male! Le lasci in pace!

-Non osarmi dare ordini, cagna!

-Tu!-si alzò Duncan dalla tribuna.- non osi più dire cose del genere sulla mia compagna o gliela faccio vedere io, superiore del cazzo! Lascia stare Courtney!

-Procuratore Nelson.-continuò impassibile avvicinandosi alla tribuna.-mi delude...

Poi non sentii più niente perché mi avvicinai di soppiatto a Franziska e le dissi:

-Senti, per una volta collaboriamo: prendiamolo e portiamolo fuori di qui, non ho alcuna intenzione di sopportarlo un minuto di più!

-Puoi ben dirlo, Frau Natalie Mizuki, accetto la tua tregua.

Io e Franziska ci avvicinammo lentamente mentre gli altri assistevano alla scena e gli saltammo alle spalle afferrandolo per le braccia con tutte le forze che avevamo in corpo, per quanto presuntuoso fosse non aveva un briciolo di forza fisica, il che andava a nostro vantaggio:

-Lasciatemi subito! Sono un vostro superiore io, ve la farò pagare maledette!

-Franzy, lo picchio io o lo picchi tu?

-Ah, non so davvero Frau Natalie Mizuki, gli spezzerei le gambe proprio adesso.

-Ah, come ti capisco. Non abbiamo tempo perciò...

Gli assestai un pugno in piena faccia facendogli perdere i sensi e lo buttammo fuori dall'aula del tribunale.

-Al diavolo le accuse per violenza corporea!-urlai.-quello stronzo se lo meritava!

Inutile dire che tutta l'aula ci stava applaudendo per esserci liberate finalmente di quel piantagrane. Sapevamo però che ne avremmo pagato le conseguenze il giorno dopo sempre in quell'aula.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 9 anni prima... ***


20 Febbraio, Ore 13:00, Tribunale Distrettuale Sala imputati n°2

-Non potevate fare cosa migliore buttando fuori quel coglione!- gridò Duncan.

-Puoi ben dirlo. Era davvero odioso!- concordò Phoenix.

-Ora dite così, ma io e Franziska ci siamo cacciate nei guai facendo perdere le staffe a quel poco di buono.- risposi.

-Si e cosa deve fare? L'unica cosa che sa fare è dare aria alla bocca, forse fin troppa!- rispose Duncan.

-Proprio non capisci. Quello ci rovina te lo dico io.

-Penso che tu stia esagerando, Natalie. Penso che Duncan abbia ragione.

-Courtney, tesoruccio, perché non dici niente?

-...

-Court?

-...

-Principessa?

-...Lasciami stare.

-Che ho fatto di male?

-Duncan, credo che sia per colpa di quello. Sai, le accuse...

-Ma non ci devi dare conto...!

-Non ci devo dare conto?!- cominciò a rispondere Courtney.- Come sarebbe a dire che non ci devo dare conto?! Mi ha accusato formalmente e per il TL-7 per di giunta! Come pretendi che io possa stare tranquilla, eh?! Come? Me lo spieghi? *sigh*

-Dai principessa, tutto si risolverà. C'è Natalie dalla tua parte, e noi due ovviamente. Ce la faremo come sempre!

-Duncan, tu parli così, ma il mazzo me lo devo fare io per scoprire cosa c'è sotto. Anche se in effetti dovrei trovare un modo per ottenere le prove da Gumshoe, se Gary Fulton si è messo in mezzo farà di tutto per impedirmelo.

-Ecco, in effetti non ci avevo pensato.

-A meno che...

-Cosa, Feenie?

-E se ti fai fare un permesso da Franziska?

-... Scherzi vero?!

-No, sono serissimo.

-Ora mi spieghi con che faccia glielo vado a chiedere?! Della serie: Ehi Franziska! Sono nei guai fino al collo perché quella sottospecie di poliziotto corrotto mi metterà i bastoni tra le ruote e io sono spacciata se non darò una minima occhiata alle prove! Ma per favore!

-Se potessi ti farei quel favore, anche se con poco piacere...

-!!! Franziska?! Ti senti bene? E da quanto tempo sei qui?

-Sono appena arrivata. Sì, sto benissimo.

-Se è così perché dici una cosa del genere? Spero che sia uno scherzo.

-No, non lo è. Se potessi lo farei, ma quel Herr Fulton ha bloccato anche me.

-Anche...te?

-Nemmeno io posso vedere le prove del caso TL-7, me lo ha vietato esplicitamente. Sono sicura che è per quello che gli abbiamo fatto in aula. Umpf, quello sciocco se lo meritava.

-Infatti! Chi si crede di essere?

-Scusate...

-Herr Phoenix Wright non fare lo sciocco!

-Ahi! Aspetta! Courtney, non vorrei essere seccante, ma te lo avevo chiesto prima: di che tratta il caso TL-7?

Courtney aveva appena smesso di piangere, non aveva nemmeno la forza di rispondergli e si limitò a dire:

-Natalie, diglielo tu per favore, io non ce la faccio...

-D'accordo, d'accordo. Quel maledetto caso, me lo ricordo come se fosse ieri...

“Accadde tutto 9 anni fa, a quel tempo avevamo entrambe 16 anni. Courtney e io eravamo a scuola, lei per il consiglio d'istituto e io...per scontare una punizione. Finimmo verso le 17:00 se non ricordo male e decidemmo di avviarci verso casa mia per un “pigiama party”, ma dovemmo passare da casa sua perché si era dimenticata una cosa. Ma non appena bussammo due uomini ci catturarono e ci bloccarono, dopodiché entrammo in casa con un fucile puntato contro le nostre schiene. La madre quando ci vide si spaventò e gridò:

-Che ci fate qui? Perché siete venute? Courtney, ti avevo vietato esplicitamente di venire a casa!

-Ma...non pensavo che intendessi seriamente...quindi tu...lo sapevi? Sapevi che c'erano loro qui?!

-Taci troietta o vuoi un buco dietro la schiena?!

-No! Non provare a toccare mia figlia!

-Stai zitta anche tu! Spetta al capo decidere!

Nel frattempo quei due ci legarono su due sedie e ci bloccarono con la corda, mentre invece la madre era immobile vicino al tavolo della cucina. Dopo una decina di minuti arrivò il capo dei sicari e disse:

-Bene e cosa abbiamo qui? Due belle ragazze, ma forse un po' troppo giovani. Però un pensierino si potrebbe fare...

Io mi limitai a sputargli in faccia e lui, stizzito, mi diede un pugno sulla faccia che mi lasciò un bruttissimo livido sulla guancia destra:

-Ti senti così importante eh? Come osi sputarmi in faccia?! Sai che ora la mia vita dipende da me?! Eh?! Lo sai?! Se ti permetti di nuovo ti troverai del piombo in testa!

Courtney era paralizzata dalla paura, non sapeva che cosa stesse succedendo e perché si trovassero proprio lì e nemmeno io sapevo dare una risposta.

-Molto bene...signora Wallace...lei ha ancora un debito con noi...ci ha restituito solo il 20% della somma totale e siamo stufi di aspettare. Ci dia immediatamente i soldi o le ragazzine moriranno!

-Che cosa?! Quale somma?! Quali soldi? Sono due ore che mi state tenendo bloccata qui ed esigo una spiegazione!

-Non penso che lei è nella situazione per chiederle, ma visto che sono un gentleman glielo dirò: è quello che le ho appena riferito, ha ancora un debito con noi e lo deve saldare, altrimenti le ragazzine moriranno davanti a lei. Non mi sembra molto difficile da capire.

-Ma io non vi ho chiesto nessun prestito!

-Ah no? Questa ricevuta però afferma il contrario...

E le porse un pezzo di carta, lei lo lesse ad alta voce:

-Prestito richiesto da: Eloise Wallace

Cifra richiesta: 1000000 di dollari

Che cosa?! Non mi servono tutti questi soldi! Non ho mai chiesto una cifra del genere! Dove li trovo tutti questi soldi?!

-Ne dovresti dare solo 800000, ci hai già restituito il 20% dopotutto. Però questi li vogliamo adesso o il prezzo da pagare lo conosce.

-No! Non le tocchi! Le lasci andare!

-Gli ordini li do io qui dentro. Ora fuori i soldi!

-Mamma...-disse Courtney piangendo.- perché?!

-Tesoro, ti giuro che io non ne so niente.

-Allora?!- continuò l'uomo.- che hai deciso?!

-Io non ho tale somma!

-Bene...allora ragazzi, fatele fuori!

-!!!

-No!

-No! Aspetti! Lasci andare loro!

-Che c'è vuoi fare l'eroina adesso? Eh eh eh bene, se è quello che vuoi lo faccio con piacere. Per me l'importante adesso è vedere del sangue scorrere eh eh eh eh.

-No! Mamma che stai facendo?! No! Non dire una cosa del genere! Non voglio che tu muoia!

-Courtney...tesoro...so che sarai forte...ti voglio tanto bene...

Subito dopo uno dei due sicari le sparò in pieno petto, vedemmo davanti a noi l'omicidio di sua madre, vedemmo come in un attimo se ne andò e di tutto il sangue che ci ritrovammo davanti. Non sapevamo cosa fare, eravamo terrorizzate. Courtney gridò:

-No! Mamma! Mamma!

-Eh eh eh, povera stupida. Credeva che non avremmo davvero toccato le ragazzine...eh eh eh, ma non possiamo lasciare dei testimoni...

-Che cosa?!

-Addio, ragazzine...

-Che cosa state facendo qui dentro?!- gridò il padre di Courtney.

-Ah molto bene, un altro testimone da far fuori...

-C-cosa avete fatto a mia moglie?!

-Non ti preoccupare...la raggiungerai molto presto...

Stavano cominciando a puntare i fucili contro di lui che fece cenno loro di calmarsi, e disse:

-No, ehi, parliamone. Visto che ci ammazzerai non ti costerà niente dirmi tutto. Spiegami, perché hai fatto fuori mia moglie?

-Molto bene...allora sei proprio un curiosone...molto bene, ti spiegherò tutto, non ho molto da perdere in fondo...

Probabilmente lo aveva fatto per prendere tempo, era a conoscenza della mia bizzarra abitudine da adolescente: nascondere un coltellino nella manica della mia giacca, mi ero cucita delle piccole taschine in tutte le maniche delle giacche proprio per metterci dentro un coltellino per paura di essere toccata dagli estranei soffrendo io di afefobia, sentivo il bisogno di prevenire contatti fisici da persone indesiderate. Perciò cominciai piano piano a tirarlo fuori per tagliare la corda che ci legava e per scappare. Dopo qualche minuto ci riuscii e feci lo stesso con Courtney. Il padre di Courtney se ne accorse e afferrò i loro fucili per impedir loro di spararci mentre scappavamo, sapevo che Courtney non avrebbe mai voluto lasciare il padre in quella casa causandogli morte certa, ma dopo tutto quello che aveva fatto per permetterci di fuggire, così la afferrai per il polso con la forza e scappammo in fretta e furia mentre Courtney cercava in tutti i modi di ferirmi la mano con cui la stavo tirando per lasciarla lì dentro, ma io non glielo avrei permesso a costo di farmi scorticare tutta la pelle della mano. Mentre uscivamo dalla casa sentimmo degli spari e poi il capo gridare:

-Prendetele! Altrimenti ci faranno passare i guai! Sbrigatevi!

Alla fine rubammo due biciclette e pedalammo velocemente per andare il più lontano possibile.”

-...quegli uomini alla fine non ci trovarono, altrimenti non saremmo qui a raccontarvelo.

-Oddio...io non immaginavo...- accennò Phoenix.- ma si è scoperto chi è stato?

-Quelli erano assassini su commissione, dovevano trovare il mandante, ma in tutti questi anni nessuno è mai riuscito a far luce sulla questione, oppure...hanno insabbiato tutto.

-Insabbiato...?

-Gli assassini erano pagati per uccidere e facevano parte di un'associazione a delinquere. Non conveniva a nessuno rivelare la verità, non credi?

-Sì, in effetti se fossi stato al posto loro avrei fatto la stessa cosa probabilmente.- intervenne Duncan.

-L'importante è che...tu non lo faccia mai!-gridò Courtney. - Ora capisci perché sono così fissata con la legge?! Anche se non hanno mai fatto luce su ciò che era accaduto in realtà! Sai cosa fa più male? Non aver scoperto la verità e sapere che i veri colpevoli sono rinchiusi in una cella a scontare la loro pena, ecco cosa!

-Sì, lo capisco...

-Comunque, Frau Natalie Mizuki...- disse Franziska.- dopo ci vediamo in commissariato, ti devo parlare.

-Se proprio devo...

-Noto dell'astio nei miei confronti, ti ho mai fatto qualcosa di male, Frau Natalie Mizuki?

-Niente di importante, fidati.

-Se lo dici tu...comunque ci vediamo in commissariato alle cinque in punto. Sappi che per me la perfezione è tutto, devi essere già lì in quell'orario.

-Certo, vai tranquilla.

-E con questo mi congedo. A domani sciocchi americani.

-Umpf...la solita Franziska...- commentò Phoenix.

-Puoi ben dirlo. Che cosa vorrà da te, Natalie?- chiese Duncan.

-E che ne so io. Io davvero non la capisco.

-Scusate. Dobbiamo scortare la signorina Courtney Wallace nella sua cella.- intervenne un poliziotto.

-Molto bene. Allora ci vediamo dopo ragazzi.

-Ciao Court...ci becchiamo dopo...

Detto ciò Courtney se ne andò con la guardia per tornare in cella. Io mi limitai ad aggiungere:

-Poverina, tutta questa pressione non le fa affatto bene.

-Puoi ben dirlo, sospettata di due casi...a vuoto pure...

-Sono sicura che è innocente, ma non ho uno straccio di prova per confermarlo. In questo momento ho le mani legate, tutto è nelle mani di quel poliziotto corrotto.

-Faresti bene ad avere un minimo di paura, sai, giusto per impedirti di fare pazzie...

-Non sarei così stupida.

-Sai, nei momenti di pericolo, che sia per te o per una persona che ami, si ragiona diversamente. Per questo ti dico di temerlo almeno un po', per impedirti di fare cose che non dovresti fare.

-Se dovessi non sarebbe la paura a fermarmi. Se toccano qualcuno che amo se la vedranno con me e la paura non mi accompagnerà, non stavolta.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cosa farai ora, Killer? ***


20 Febbraio, Ore 15:00, Ufficio del procuratore Nelson

-Umpf...questa pausa pranzo ci voleva proprio!

-Puoi ben dirlo. Ma non riesco a stare tranquilla, non so come discolpare Courtney, non ho uno straccio di prova e molto probabilmente domani presenteranno delle prove corrotte...

-Chi te lo dice? Il fatto che sia Franziska all'accusa?

-...

-Ascolta, Franziska NON è Manfred Von Karma, lei non è come suo padre, non come lei vuole far realmente credere. Te lo si legge negli occhi che tu provi qualcosa per lei, ma non qualcosa di buono: ti conosco fin troppo bene, trasmetti un odio incredibile ma non capisco il perché, è stato il padre a farti il torto, non lei.

-Io...non lo so. C'è qualcosa che mi irrita di lei e per questo non la sopporto. Odio specialmente il fatto che voglia imitare suo padre in tutto e per tutto come se fosse un modello di vita, mentre lui si limitava a fare tutto, ma proprio tutto per ottenere un verdetto di colpevolezza.

-Come accadde con te?

-...

-...

-In quel caso ero davvero colpevole, non posso negarlo. Ma lui voleva condannarmi a morte, io avevo solo dieci anni! Perché tutta quella crudeltà nei miei confronti?!

-Dieci anni?! Questo dettaglio mi giunge alle orecchie solo adesso...

-E che dovevo dirti? Che ero la “baby killer” dell'epoca?

-Almeno saresti stata onesta...

-O mi avresti rifiutata per tutto questo tempo!

-Ma che dici...io non avrei mai...

-Non prendermi in giro! Per tutti quegli anni sono dovuta fuggire! Mi hanno rifiutata! Ringrazia “papino” e “mammina” per tutto quello che mi è accaduto!

-Calmati, per favore non mi sembra il caso...

-Hai tirato fuori tu l'argomento, non è colpa mia, io non ne voglio parlare apposta! Certo che ho dovuto dirti qualcosa, ci siamo conosciuti in riformatorio!

-Eh beh, in effetti...ascolta, ho solo un'ultima cosa da chiederti e poi chiuderemo l'argomento, promesso.

-Sentiamo.

-A che età hai cominciato a uccidere? E per quale motivo?

-Tre anni, sono morte due suore perché mi hanno rovinato totalmente l'infanzia. Dicevano sempre che ero il diavolo in persona e che sarei finita all'inferno, ma che soprattutto tutti ricevono ciò che si meritano. E io gliel'ho dimostrato. Soddisfatto ora?

-Ehm...*gulp*...che ti è successo dopo?

-Non è il momento di parlarne. Ora se vuoi scusarmi vado alla ricerca di prove.

-No, aspetta! Come fai se non hai una strada da percorrere?

-La troverò prima o poi. Ciao.

20 Febbraio, Ore 15:30, Parcheggio sotterraneo della procura

“Mi sono scocciata di questa storia. Ero una serial killer, e allora? È una storia conclusa e deve finire nel dimenticatoio. Neanche questa storia mi piace, quell'uomo è sbucato dal nulla e sta ricordando il mio passato e quello di Courtney. Ma chi c'è dietro tutta questa storia? E cosa vuole da noi? Ma perché non mi sono limitata a fare il medico come volevo fare prima e ho deciso di fare l'avvocato? Dovrei prendermi a schiaffi solo per questo!” pensai mentre raggiungevo la mia macchina, una BMW nera e lunga, di cui dimenticavo sempre l'effettivo nome del modello, non ero molto esperta di macchine, è stato un regalo di Duncan e di...lui. Avevano messo i soldi insieme e me l'avevano regalata per Natale, che era anche il giorno del mio compleanno. Sapevano che io odiavo il Natale, i compleanni (precisiamo, i miei) e soprattutto ricevere regali. Ma ricevere un regalo così imponente da due persone così importanti per me, è stata una cosa totalmente diversa. In quel periodo la guardavo un po' più malinconicamente perché mi ricordavo di quando io e Miles eravamo uniti, mentre invece riguardando il presente mi rendevo conto di essere sola, totalmente sola. Ma non era il momento di pensarci, dovevo dimenticare tutto e andare avanti, dovevo farlo per salvare Courtney e superare gli ostacoli che mi trovavo davanti. “Bugia! Non farai proprio niente!” intervenne la mia vocina alquanto fastidiosa. Mi limitai a ignorarla e salii in macchina. Notai che però c'era qualcosa che decisamente non andava, le cose che si trovavano erano nello stesso ordine in cui lo avevo lasciato, ma c'era un odore diverso e che mi metteva i brividi...

-Salve, Killer!

-*Gasp* T-tu?

Era Caleb Richmond, il testimone dell'accusa e aveva in mano una pistola. Non poteva andare peggio di così la giornata, ma perché?!

-Cosa vuoi? Che ci fai qui dentro? E con una pistola?- dissi cercando di soffocare l'ansia.

-Eh eh eh, niente volevo solo prendermi la mia rivincita.

-R-rivincita? D-di che parli?- a quel punto non riuscivo a trattenere l'affanno.

-Eh eh eh, è divertente vedere che adesso sei tu ad aver paura. Sei cambiata davvero, prima eri piccola e impavida e facevi paura a tutta la nostra squadra. Avresti potuto guadagnare verdoni per campare tutta la vita senza far nulla e poi? Ci hai mollati per fare una vita onesta! Puah, è proprio una schifezza! E non potevamo nemmeno perseguitarti, avevano tutti paura di te, ma io no, sapevo chi eri in realtà. Eri solo una fottutissima bambina e non eri realmente spaventosa quanto volevi far credere.

-Non hai ancora detto di che rivincita stai parlando.

-L'ho presa oggi in tribunale, rivelando la vera Natalie Mizuki. Non è così?

-Allora che cazzo ci fai qui dentro?! Cosa vuoi ancora?!

-Niente, volevo solo ricordarti che se vai avanti in questo caso morirete tutte e due, tanto vale salvarti la pelle e lasciar morire sola la tua amichetta.

-Mai! Non sono affari tuoi!

-Eh eh eh, lo sono eccome. Vedi, se tu scoprirai troppo, sarà compito mio metterti a tacere. Sono sicuro che non starai al tuo posto e allora otterrò la mia vendetta. La tua amichetta morirà comunque per ordine del capo.

-Non te lo permetterò, ti ucciderò se lo riterrò necessario.

-Sono sicuro che non lo farai, non ti conviene. Un crimine di troppo e non solo ti sbattono in galera, ma ti condanneranno a morte. Tu ci tieni troppo alla vita per fare un tale errore, hai rischiato già due volte e sono a conoscenza del fatto che tu non sei stupida, perciò...

-Grr...Se provi ad avvicinarti a Courtney ti giuro che lo farò.

-Eh eh eh allora ti aspetto. A domani, Killer!

Detto ciò, uscì dalla mia macchina lasciandomi sola. Aveva ragione, non avrei voluto rischiare la pena di morte dopo tutto quello che ho fatto, ma avrei fatto uno strappo alla regola per Duncan e Courtney? Sì, decisamente. Decisi di ritornare nel mio ufficio, giusto per vedere se ci fossero stati degli indizi, ma non ci avrei giurato, in fondo se la polizia non aveva trovato niente, io che possibilità avevo?

20 Febbraio, Ore 16:00, Ufficio Wallace & Co.

Che strano guardare il nostro ufficio come scena di un crimine. Lì io e Courtney condividevamo due stanze, una per accogliere i suoi clienti e una per i miei. Ricordo ancora con che passione lo affittò, i suoi occhi brillavano orgogliosi, fiera di essersi laureata con il massimo dei voti e di essere finalmente l'avvocato che ha sempre sognato. Io mi laureai poco più tardi e non sapendo dove andare, mi accolse a braccia aperte nel suo studio dicendomi che non era un problema per lei condividere lo studio con me, disse esattamente queste parole «Se non sai dove andare condividiamo lo studio, meglio con te che con Gwen in ogni caso!». In effetti Courtney non era molto brava a mostrare i suoi sentimenti, una persona qualunque non avrebbe colto il significato nascosto di quelle parole, io ci ero abituata e sapevo che quello era un modo per dimostrare il suo affetto, a modo suo ovviamente. Senza di lei sembrava tutto così vuoto e triste perché era lei l'imputata del caso. Ma non era il momento di rimembrare i vecchi tempi, non in una situazione come quella. Guardai prima nell'ufficio di Courtney, era tutto così strano. Era presente ancora la sagoma della vittima e qualche nastro giallo per delimitarne l'accesso. Non c'era nessun altro oltre me però, forse era meglio approfittarne per guardare in giro senza essere ripresa troppe volte. Feci una foto alla scena del crimine per confrontarla con quella precedente. In effetti qualcosa di diverso c'era: sulla scrivania c'era una segreteria telefonica, eppure mi sembrava strano perché prima di tutto Courtney non usava le segreterie perché le riteneva inutili e uno spreco abnorme di soldi e poi, beh, era stata aggiunta dopo l'omicidio. Volevo provare a sentirla, ma poi cominciai a riflettere: potrebbero pensare che quella segreteria l'abbia messa io per guadagnare una prova in mio favore. Decisi quindi di chiamare Gumshoe, forse sarebbe stato clemente con me, o almeno credevo:

«Pronto? Parla Gumshoe.»

«Ehm, detective, salve. Sono Natalie, l'avvocato.»

«Ah ciao Natalie! Dimmi.»

«Potresti venire un attimo nel mio studio? Dovevo venire a prendere una cosa che avevo lasciato nel mio ufficio, ma ho notato che c'è qualcosa che non va in quello di Courtney. Quindi ho bisogno che la controlli tu o potrebbero pensare che sia stata io a metterla sopra.»

«Ah, si d'accordo. Vengo subito, ma tu non toccare niente nel frattempo.»

«Certo, a più tardi.»

Per fortuna il detective sapeva che io non sarei mai stata capace di una cosa del genere, non ne avevo bisogno perché per un motivo o per l'altro avevo dei colpi di fortuna come accadeva con Phoenix che si salvò il culo anche quando Redd White lo accusò di aver ucciso il suo capo, Mia Fey, senza avere delle effettive prove che lo scagionassero, ma che incolpavano lui. Era un bastardo corrotto e Phoenix gliel'ha fatta pagare, quanta stima per lui. Poi ritornai alla realtà, volevo andare nel mio ufficio, ma poi mi resi conto che se qualcuno ci avesse messo le mani, le avrei cancellate o ci sarebbero finite direttamente le mie, quindi non mi sembrava il caso di farlo. Per fortuna Gumshoe arrivò poco dopo:

-Eccomi! *puff* *pant*...

-Detective! Hai corso per venire qui?

-Solo un...*puff*...po'...allora, cosa c'è di strano?

-Ah si...guarda sulla scrivania e confronta la foto della scena del crimine.

-E quindi?-chiese dopo averle confrontate.

-Come quindi? C'è un pezzo in più!

-Ah...ehm...ho capito...

-Ma davvero? Sentiamo allora.

-Potresti dirlo tu? Solo per essere sicuro che quello che penso io sia giusto...

-Ok, non lo sai...guarda sulla scrivania c'è una segreteria telefonica. Dovremmo esaminarla...

-Dovrei esaminarla, sai sono io il detective qui.-disse con aria trionfante. Io lo guardai e dissi:

-Facciamo che la esaminiamo insieme, dai...

Il detective mi guardò un po' sconsolato, a me dispiaceva, ma ero a conoscenza del fatto che era un po' sulle nuvole e in quel momento non potevamo permetterci di sbagliare.

-Per caso hai il luminol e la polvere per le impronte digitali?

-Non lo so. Aspetta che controllo...sei fortunata stanno entrambi nella mia tasca, devo essermi dimenticato di toglierli.

-Dovrei ringraziare il cielo per questa cosa. Potrei spargere la polvere sopra?

-Ah, ehm...Ok.

-Tranquillo, dopo ti faccio passare la polvere sul pomello, così facciamo qualcosa entrambi.

Passai la polvere su tutta la segreteria telefonica e poi soffiai per togliere la polvere in eccesso. In effetti delle impronte c'erano, presi il nastro adesivo e lo passai sopra per conservarle intatte e per portarle alla scientifica (ho un'amica che lavora lì, per questo me ne intendo abbastanza, altrimenti non sarei capace nemmeno di fare cose così elementari).

-Credo che dovresti esaminarla anche da sotto...

-Giusto...beh dai, passaci tu adesso la polvere.-dissi passandogliela. Lui la accettò entusiasta e cominciò a spargerla su di essa. Anche sotto c'erano altre impronte, conservammo anche quelle.

-Per ultima cosa passiamo il luminol, giusto per dare una controllata.

-D'accordo.

Non c'erano tracce di sangue però, quindi decidemmo che era finalmente il momento di ascoltare cosa ci fosse da ascoltare, avevo la curiosità a mille.

“-Dunque, signor Taylor, di cosa ha bisogno?

-Vorrei fare causa ai dottori che mi hanno operato.

-E per quale motivo?

-Perché durante un'operazione mi hanno forato il fegato, per fortuna se ne sono accorti in tempo. Ma io non accetto che la passino liscia, stavo per contrarre la cirrosi!

-...Se lo dice lei...

-Inoltre sanno che io ho una polizza sulla vita e che se fossi morto avrebbero potuto riscuoterla.

-Ma come potrebbero, mi scusi?

-Basterebbe andare a casa mia a rubarla e possono farlo, chiunque può riscuoterla se vuole, molti a Seattle lo sanno.

-Ehm...se lo dice lei...ehi ma che sta facendo?! Giù le mani! *Snap*

-Ahi! Mi scusi è stato un impulso...

-Ma che impulso e impulso! Ci riprovi e vede che cosa le succede!

-No, stia tranquilla. Sono qui anche per un altro motivo, ma questo deve rimanere segreto: una cosa fra noi due...

-??

-La sua vita è in pericolo!

-Cosa? Di che sta parlando?!

-Deve fare attenzione a due persone: a Duncan, il suo fidanzato e Tom, suo fratello. Faccia attenzione soprattutto a quest'ultimo, rischia grosso!

-Ma non dica...sciocchezze...*yawn* mi sento così...stanca... *Tum*

*bip* Messaggio concluso!”

Si trattava del colloquio tra Courtney e la vittima. Era perfetto per coinvolgere suo fratello Tom...ma anche Duncan rischiava in effetti. Però questa registrazione dimostrava che in effetti Courtney era stata narcotizzata, si sentiva alla fine dalla sua voce, ma per quale motivo si trovava qui dentro? Era una prova fondamentale, che ci faceva qui dopo il processo? Un altro mistero da risolvere, molto probabilmente.

-Ascolta, devo entrare nel mio ufficio, potresti controllare se ci sono delle impronte sul pomello?

-Sì, faccio subito...ehi ci sono delle impronte!

-Conserva anche quelle...potrebbero anche essere mie chi lo sa!

-T-tue!?

-Ehi, è il mio ufficio, certo che ci potrebbero essere!

-Beh in effetti...che dici entriamo?

-Sì, credo.

Quando la aprimmo trovammo sulla mia scrivania una scritta rossa, fatta con un pennarello indelebile, credo. C'era scritto: “Non impicciarti in affari che non sono tuoi o la pagherai molto cara.”

-*gulp* Natalie, chi potrebbe essere stato?

-Ehm...non ne ho idea...scattiamo una foto però, potrebbe servirmi domani.

Accanto alla scritta si trovava una lettera per me. Un po' titubante, mi appartai, aprii la busta e cominciai a leggere:

«Salve, Killer,

quello scritto sulla scrivania è un avvertimento. Stai lontana dal caso se non vuoi fare una brutta fine. Non ho mai sopportato i traditori, non ho mai sopportato te. Una stupida bambina che senza fare niente è riuscita a superarmi? Me la pagherai. Godetevi questi ultimi giorni di vita, perché sarò io stesso a farvi fuori. Non mi vedrai più in tribunale, non mi vedrai più in giro finché non arriverà la tua ora. Non sono così stolto da farmi incastrare da una stronza come te. Vali meno di zero e volevo ricordartelo nel caso tu te ne fossi scordata. Prova a consegnare questa lettera a qualche poliziotto o al tuo caro fratellino e sarà l'ultima cosa che farai. Non vorrai che tu e la tua dolce Courtney moriate prima del tempo prestabilito? Io stesso non voglio che succeda, voglio vederti soffrire prima, per vendetta, per fartela pagare, per tutte le sofferenze che mi hai causato in questi anni. Non ascolti mai nessuno, ma forse mettendo a rischio la vita della tua amichetta starai al tuo posto per un po'. Ripongo un minimo di fiducia nel tuo buonsenso. Altrimenti...»

Ancora lui. Era stato lui a lasciarmi la segreteria? Non ne avevo idea, sulla lettera non c'era scritto niente. Ma per il bene di Courtney decisi di nasconderla, almeno per il momento.

-Natalie, hai visto per caso la lettera che si trovava sulla scrivania?

-Io? No, mi spiace.

-Sicura di stare bene? Sembri più bianca del solito...

-No, è solo una tua impressione. Ora è meglio che vada. Sono quasi le cinque e devo incontrarmi con il procuratore Von Karma. Se vuoi scusarmi.

Mi incamminai velocemente verso l'uscita, scesi nel parcheggio e salii in macchina più veloce che potevo. Per la prima volta avevo paura di quell'uomo, non per me, ma per Courtney: lei era l'unico motivo per cui nascosi quella prova, per proteggerla, anche se non sarebbe servito a molto.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Aiutami, ti prego ***


20 febbraio, Ore 17:00, Commissariato, Dipartimento Anticrimine
Ero arrivata finalmente in commissariato, si, d'accordo, avevo rischiato due multe per eccesso di velocità, ma per una volta volevo dare a Franziska una buona impressione di me, per una volta. Al momento non trovai nessuno, subito dopo sentii un rumore di tacchi e capii che stava arrivando, all'inizio era leggermente stupita:
-Frau Natalie Mizuki! Sei arrivata prima di me, è una novità.
-Ah ah, sei sempre così...ehm...simpatica. *Ahem* Sentiamo, di cosa volevi parlarmi?
-È vero quello che dicono?
-Dicono...? Cosa?
-Che eri...la fidanzata di Herr Miles Edgeworth?
-Miles...? Beh, sì.
-Ah, capisco.- rispose con un leggero amaro in bocca.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?
-No, no. È solo che mi sembrava strano all'inizio.
-Strano...?
-Non era mai stato fidanzato prima, mio padre non glielo permetteva.
-Tuo...padre? Ah, già, Manfred Von Karma...perché glielo impediva?
-Diceva che l'amore non porta alla perfezione e che quindi non bisogna avere legami affettivi con nessuno.
-Capisco. Volevi dirmi solo questo?
-No, certo che no. Solo che, volevo ringraziarti.
-Ringraziarmi...?
-Sì, almeno prima che...se ne andasse aveva qualcuno. Non lo ammetterò mai, ma io volevo bene al mio... “fratellino”.
-Fratellino? Ma lui non aveva la mia età?
-... C'è un'altra cosa che volevo dirti. Ti sei mai chiesta perché sono qui?
-Feenie mi ha detto che era per...vendetta. Ma per vendicare chi? Tuo padre?
-A dire il vero no, non mi interessa. Voglio dire, a mio padre volevo bene, ma se lo è meritato. Il motivo è proprio... Herr Miles Edgeworth.
-!!!
-Lui non è morto davvero, te lo dico io! Lui è vivo, non è qui forse, ma lui è vivo da qualche parte!
-Come fai a dirlo?
-Lo sento. Tu non la pensi come me?
-Io cerco di non pensarci.
-Perché?
-Perché mi ha spezzato il cuore ecco perché! Lui non era solo come diceva lui! C'ero io, c'era Feenie e tutti gli altri! Ma no! Ha rovinato tutto con quello stupido biglietto!
-Mi dispiace per tutto quello che è successo.
-Non devi, non è colpa tua. Ma non mi è ancora chiaro perché devi vendicare Miles...
-Herr Phoenix Wright gli ha rovinato la carriera e dopo quel processo lo ha spinto al suicidio!
-Credo che tu sia un po' troppo affrettata. Non mi sembra che lui abbia fatto qualcosa di male, solo il suo semplice di lavoro di avvocato.
-Tu proprio non puoi capire.
-Pazienza. Io non cerco la perfezione, anzi a volte credo che lei voglia scappare da me ed è meglio così. Meglio fare le cose anche peggio, ma con il cuore che freddamente e alla “perfezione”.
-Ognuno ha i suoi punti di vista. Posso chiederti una cosa?
-Spara.
-Dove vi siete conosciuti?
-In un posto molto dolce, sai?
-Davvero?
-Ah ah ah, ovvio che no! Guarda è stato proprio il massimo del romanticismo! *Ahem* Al centro di detenzione...
-Cosa?! E come avete fatto?
-Siamo diventati compagni di cella per un paio di giorni, scoprii che era il migliore amico di mio fratello. Poi ognuno aveva cominciato a parlare del perché era finito in cella.
-Non mi dire che avevi ucciso qualcuno!
-Ma per chi mi hai preso?! Ho smesso. Avevo solo mandato a cagare il giudice!
-Hai detto niente!
-Non lo avevo fatto apposta, mi era scappato. Poi ci ha pensato Courtney con la sua...ehm...linea difensiva a evitare che io pagassi la cauzione.
-Davvero? E come?
-Aveva detto semplicemente che a tutti capita una giornata no e che inoltre io non avevo mai oltraggiato la corte oltre che quel giorno e che c'erano procuratori e avvocati che facevano ben peggio. Tipo il procuratore con cui mi confrontai, era una vera carogna.
-...?
-Manipolava i testimoni, ricattava tutti, anche il giudice! Non aveva mai perso una causa per questo! E lui non perdendo mai veniva pagato moltissimo, oltre a tutti i soldi che riceveva per tutti i ricatti che faceva. Per fortuna siamo riusciti a sbatterlo in prigione
-Credo sia un bene. Scusami, è stato bello parlare con te, ma ora devo proprio andare, devo occuparmi del caso di domani.
“Che faccio? Glielo dico o non glielo dico? Me lo tengo per me o lo confido solo a lei? Che faccio?”
-Un attimo!
-Sì?
-Ehm...volevo sapere...
-Cosa?
-Sai...ehm...tenere un segreto?
-Che cosa stai farneticando?
-Rispondi alla mia domanda. Per favore.
-Dimmi pure. Che cosa c'è?
Le parlai della lettera e della minaccia che ho trovato scritta sulla mia scrivania, del delitto dei genitori di Courtney. Le dissi quasi tutto, anche se sapevo che qualcosa poteva essere usata contro di noi, ma in quel momento non mi importava. Di una cosa non parlai: delle altre tracce che avevo trovato nel mio studio, ma solo di tutte le minacce che avevo avuto, compresa quella di Caleb Richmond quando entrai in macchina.
-Cosa?! Ti ha...minacciato?!
-Ne ho parlato con te perché non so davvero a chi dirlo, devo rendere qualcuno partecipe della situazione, anche se adesso che ci penso, forse è un po' rischioso anche per te.
-Non importa. Ma tu adesso cosa farai?
-Niente. Io non posso fare niente, se provo a fare qualcosa potrebbe uccidere me, o peggio Courtney! E fidati non mi va proprio che mi succeda!
-Perché ne hai parlato proprio con me?! Non potevi dirlo a Herr Phoenix Wright?
-No, era meglio di no. Adesso so di potermi fidare di te e, inoltre, non credo che se lo aspetti che io sia venuta a confidarmi da te. Ma non vorrei cantare vittoria troppo presto. Quindi, per favore, non parlarne in tribunale domani.
-Te lo prometto. Ora devo proprio andare. Ci vediamo domani.
-Ciao.
“Credo che sia il momento di andare al centro di detenzione a parlare un po' con Courtney. Devo tirarla un po' su di morale e dimostrarle che ho tutto sotto controllo...più o meno.”
20 febbraio, Ore 17:45, Commissariato, Centro di detenzione
-Natalie! Che bello vederti!
-Ehi ciao Courtney! Come stai?
-Sinceramente potrei stare molto meglio. Tu, tutto bene? Hai una faccia...
-Io? No, macché! Sto bene non ti devi preoccupare.
-Se lo dici tu...comunque credi che quello voglia tirare in ballo quel vecchio caso?
-Quello dove eravamo coinvolte? Credo di sì, non so come abbia fatto a incriminare te per il caso. Non sei stata tu, io lo so.
-Ma non puoi dimostrarlo! È un caso di 9 anni fa!
-Se siamo riusciti a risolvere il caso DL-6 dopo 15 anni possiamo fare anche questo! Dobbiamo solo trovare il mandante, deve essere anche più facile!
-Non credo che lo sia, altrimenti perché la polizia non ne è venuta a capo?
-Io...non lo so, ma non getterò la spugna solo perché la polizia non lo ha fatto! Io ti salverò, ti scagionerò da tutti i capi di imputazione, fosse l'ultima cosa che faccio!
-Io...non so cosa dire, davvero.
-Non devi dire niente! Andrà tutto bene, te lo prometto.
-Ma che farai ora?
-Non lo so. Non posso nemmeno esaminare le prove del caso, e anche se ci riuscissi non credo di trovare nuove prove, io stessa ho assistito al delitto come hai fatto tu. Manca l'indiziato e una prova per incriminarlo. Ma non è che...
-Cosa?
-Forse i delitti sono collegati in qualche modo. E se il mandante fosse...lo stesso?
-Lo stesso? Ma non possiamo dimostrarlo!
-Lo so, non ho prove. Ma nemmeno l'accusa le ha. Brancoliamo tutti nel buio.
-Credo che solo Gary Fulton abbia la situazione sotto controllo.
-Forse perché lui sa qualcosa più di noi.
-Come fa a sapere più di noi due che siamo state delle testimoni?
-Ci puoi arrivare benissimo. Ma non posso farlo. Non abbiamo prove e lui ha la situazione sotto controllo. Pensaci, non lo abbiamo già visto da qualche parte?
-Intendi dire che può essere coinvolto in questi due casi?
-Può essere. Ma non posso provarlo.
-Ho fiducia in te, so che possiamo farcela. E di Duncan hai notizie?
-Abbiamo pranzato insieme e poi me ne sono andata. Non lo vedo da allora. Non è venuto a trovarti?
-A dire il vero no, forse aveva da fare. Chi può dirlo.
-Già, in effetti
*ding dong*
-Di chi è questa suoneria?
-Ah, è mia. Mi è arrivato un messaggio.
“Da: Duncan
Che cosa significa quel messaggio sulla tua scrivania?! Noi due dobbiamo parlare e subito! Ci vediamo a casa fra dieci minuti e non accetto rifiuti!”
-Chi era?
-L'amore tuo carissimo. Devo andare a casa.
-Come mai? Adesso ti dà anche gli orari di coprifuoco? Ah ah ah.
-Simpatica. No, niente di che, non ti preoccupare. Ci vediamo domani allora.
-D'accordo. A domani.
“Merda, è arrabbiato. È stato Gumshoe sicuramente. Accidenti e ora che cosa gli dico? Mi inventerò qualcosa.”
20 febbraio, Ore 18:30, Casa di Natalie e Duncan, Soggiorno
-Allora?!- urlò Duncan dandomi a malapena il tempo di entrare. - perché non me lo hai detto subito che qualcuno ti ha minacciato?! Perché me lo sono dovuto far dire dal detective, eh? Perché non mi hai detto niente?!
-Ecco, io...
-Tu che cosa?! Sono tuo fratello cazzo! Lo sai che a me puoi dire tutto! Perché non me lo hai detto?!
-Io...beh...ecco...
{Duncan}
Aspettavo la risposta di mia sorella, perché mi aveva tenuto nascosto una cosa così grave? Chi può essere stato? Aveva ricevuto altre minacce nel frattempo? Che cosa stava succedendo?!
-Allora?- dissi.- hai perso la lingua?
Ma Natalie evitava il mio sguardo furioso, ma estremamente preoccupato. Poi decise di rispondere:
-Non c'è niente da dire, Duncan. Non sono affari che ti riguardano. Gumshoe non lo saprebbe se non mi avesse aiutato con le indagini.
-Ma perché mi stai nascondendo una cosa così grave?
-Grave? Umpf è solo una tua impressione.
-Hai ricevuto qualche altra minaccia?! Sai chi è stato?!
-No, non so dirti niente.
Dopo che rispose comparvero cinque lucchetti psichici. Mi ero fatto prestare il Magatama da Phoenix di proposito, sapevo che avrebbe mentito anche se non sapevo il perché.
“Ma ricordati! Se non hai le prove per smascherare le menzogne devi avere il coraggio di fermarti!” mi disse Phoenix non appena me lo aveva consegnato. Avevo le prove necessarie? No, non sapevo niente. Decisi di lasciar perdere per il momento. Forse dopo avrei frugato nella sua borsa alla ricerca di indizi. “Ma non si fa! Sei un procuratore, dai il buon esempio!” disse la mia vocina. “Ma chi se ne frega della mia vocina! Dopo giuro che lo faccio!”
-D'accordo. Come vuoi. Ora credo che sia il momento di andare a trovare Courtney.
-Va bene, vedi che aveva chiesto di te. Muore dalla voglia di vedere il suo fidanzato, quindi vedi di sbrigarti prima che l'orario delle visite finisca.
-Si, si va bene.
Salii in macchina e andai di corsa verso il centro di detenzione, volevo vedere Courtney, mi mancava davvero tanto, nonostante certe volte fosse davvero una palla al piede, ma credo che per amore si faccia questo e altro.
20 febbraio, Ore 19:00, Commissariato, Centro di detenzione
-Mi scusi, agente.- dissi.- dovrei parlare con la signorina Courtney Wallace.
-Mi scusi signore, ma l'orario delle visite è terminato. Mi spiace.
-Per favore, devo vederla.
-Signore, sia ragionevole.
-Il signor Nelson può passare amico. Ha il mio permesso.- intervenne il detective Gumshoe.
-Ma detective...
-Niente ma! E porti rispetto al procuratore Nelson!
-P-procuratore?! Mi scusi signore, non ne sapevo niente! Prego, la faccio chiamare subito!
-Umpf novellini.
-Ehi, grazie detective.
-Ma si figuri signore! E ora vada da Courtney, la sta aspettando.
Ero ansioso, molto probabilmente lei era furiosa, dopotutto non la vedevo da quando era finito il processo, un bel po' di tempo insomma.
-Duncan, tesoro, finalmente!- disse Courtney con gli occhi lucidi.
-Principessa, scusami se non sono venuto prima. Avevo da fare.
-Davvero? Che cosa, se posso saperlo.
-Investigavo.
-Investigavi? E su cosa? Non mi sembra che tu abbia preso dei nuovi casi nel frattempo.
-No, infatti, ma avevo ricevuto una chiamata urgente dal detective Gumshoe.
-Perché? È successo qualcosa?
-Puoi dirlo forte! Il tuo caro avvocato ha ricevuto una minaccia!
-Una...minaccia?
-Non ne sapevi niente?
-No, lo sai che quando succede qualcosa lei si tiene tutto dentro. Non immaginavo...che cosa le hanno detto?
-Guarda tu stessa.- e le porsi la foto della scrivania.
-Ma quindi...è per il mio caso?!
-Non lo so. Non mi ha detto niente prima.
-Quindi eri tu prima quello che le aveva mandato un messaggio?
-Sì. Ma non ti ha detto proprio niente?
-No, altrimenti te lo avrei detto lo sai. Ma perché è così ostinata?! Perché vuole scagionarmi a tutti i costi?!
-Ricordati che è il suo lavoro e che a te ci tiene, molto. Ma nasconde qualcosa, le ho visto cinque lucchetti psichici.
-Lucchetti psichici? Ma quella non è una specialità di Phoenix?
-Sì, infatti il magatama me lo ha prestato lui. Comunque parliamo di altro. Tu come stai?
-Potrei stare meglio, sono pur sempre in un centro di detenzione in stato di arresto.
-Sì, in effetti...
-Mi mancate davvero tanto. Una persona quando ha tutto davanti non si rende mai conto di ciò che ha. Ora sono sola e sento la vostra mancanza, ora più che mai. Non mi rendevo conto di tutto il bene che mi stavate dando e ho mollato tutto. Voi siete ancora qui, ma non capisco il perché. Sono una persona odiosa, a volte penso di essere uguale a Franziska, che se non viene ascoltata alza le mani e che mira alla perfezione. Non sono nulla in realtà e questo lo sanno tutti. Non riesco nemmeno ad aiutarvi a scoprire la verità, nemmeno durante quel dannato caso la mia testimonianza non è servita a niente! Sono inutile questa è la verità e non merito che delle persone si sacrifichino per salvarmi.
-Smettila di dire queste cazzate. Non è vero, tu non sei inutile. Se tu lo fossi davvero io non sarei qui adesso.
-Ma tu mi hai già abbandonato una volta! Mi hai lasciato durante il reality per Gwen! E poi sei tornato da me piangendo! Io sono solo la tua ruota di scorta.
-Dobbiamo ancora tirare fuori questa storia?! Sono quasi passati dieci anni e tu sei ancora qui a rinfacciarmela?! Io ti amo e me ne sarei già andato se fosse stato il contrario ricordatelo! Quindi piantiamola di litigare, non adesso, non in questo momento. Per come è messa la tua situazione ricordare i vecchi tradimenti dovrebbero essere l'ultimo dei tuoi problemi!
-Scusami, Duncan...- disse piangendo.
-Dai, adesso non piangere però. Tutto si aggiusterà non ti devi preoccupare.
Quella non era la mia Courtney, era diventata così fragile e insicura. Lei non era così in realtà, lei è così sicura e ambiziosa. O forse quella era solo una facciata. Non mi importava, avrei fatto di tutto pur di rivederla sorridere.
-Mi scusi, signor procuratore. Ma adesso è tardi e credo che sia l'ora che se ne vada.
-Sì, sì d'accordo, aspetti un attimo. -mi rivolsi poi a Courtney.- tutto si aggiusterà, non dimenticarlo. Ora devo proprio andare.
“Scopriremo la verità, domani in tribunale risolveremo tutto!”

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Non andare via ***


21 febbraio, Ore 01:30, Casa di Natalie e Duncan, Camera di Natalie

{Duncan}

Avevo messo la sveglia per l'1:30 di notte per andare realmente a frugare nella camera di mia sorella come avevo detto fra me e me qualche ora prima. Aprii la porta molto lentamente, sapendo che lei ha il sonno leggero e avverte molto facilmente i rumori esterni, e lei dormiva profondamente, anzi sembrava anche molto agitata. Credevo che fosse per tutta la pressione accumulata in questi ultimi due giorni: l'arresto di Courtney, la sua difesa, il caso TL-7, i sicari, le minacce e la sua mania di voler risolvere tutto da sola rischiando un sacco di volte di lasciarci la pelle. Camminai molto lentamente per non svegliarla e presi la sua borsa per controllare cosa ci fosse. Decisi di uscire per non farmi sentire mentre ci frugavo dentro e cominciai la mia ispezione: una penna, un block notes senza nessuna scritta ma con qualche foglio strappato, il portafoglio “quasi quasi prendo qualcosina...” “No! Se ne accorgerebbe! È già successo e ricordi cosa accadde?!” Rabbrividii al pensiero e passai avanti; c'era un piccolo ombrellino, il rapporto del caso di Courtney, le chiavi di casa e della macchina, una pochette che non aveva niente di rilevante e poi, trovai un biglietto e lo lessi. Era un biglietto di minaccia di Caleb Richmond, dove la minacciava di uccidere lei e Courtney prima del tempo se avesse provato a parlarne con me o con la polizia. Ero agghiacciato, capivo perché non voleva parlare di niente con nessuno e mi evitava in tutti i modi possibili. Che cosa le frullava nel cervello? A pensarci bene se avessi provato a parlarne avrebbe detto “E tu che fai? Sei così disperato da frugare nella mia borsa?!” e in effetti non aveva tutti i torti. Allora che potevo fare? “Ci sono! Posso chiedere a Mary di darle una controllata ogni tanto, giusto per non avere qualche brutta sorpresa dopo.”. Chi era Mary? Una nostra amica che lavora alla scientifica, ci siamo conosciuti al liceo. È una ragazza alta e formosa, con occhi verdi e capelli corti e rossi, nonostante molti ragazzi le vadano dietro per il suo aspetto fisico, lei li manda tutti a cagare e ogni volta è uno spettacolo vedere come liquida quei pervertiti. Nella borsa non trovai nient'altro di utile, così rientrai per rimetterla a posto e sperare che lei non si accorgesse di niente l'indomani. Mentre stavo per uscire la sentii muovere nel suo letto e dire sottovoce: «No...non andare via...Miles...» “Miles...?” «Courtney...no...no ci sono io qui» “Courtney...?” «No...non fate loro del male...Duncan...!» “Io...?” Che stava farfugliando? Che fosse...un incubo?” Poi cominciò ad urlare: «No! No! Lasciateli stare! No! Vi prego!». Mi spaventai e mi avvicinai per svegliarla:

-Natalie! Natalie svegliati!

-Ah! C-cosa?

-Ehi, era solo un incubo, stai tranquilla!

-E tu che ci fai qui?

-Ti ho sentito quando gridavi...

-Stavo gridando?

-Sì, penso che fosse un incubo.

-Lo era in effetti...Duncan...ho paura...

Mi si avvicinò e mi abbracciò e io le sentii dei singhiozzi soffocati, io lentamente ricambiai il suo abbraccio, conoscendo il suo terrore per i contatti fisici.

-Ehi, calmati! Non fare così dai, su! Devi essere in forze per domani!

-No, io non riuscirò a fare niente, lo so...

-Sei solo agitata adesso, non ti devi preoccupare. Scagionerai Courtney da tutte le accuse e sistemerai tutto come sempre...

-No, è diverso...è diverso...

-Perché?

-Perché...no...non posso...

-Cosa non puoi fare?

-Scusami, vorrei ma...non posso dirtelo...non ancora...

“Parla della lettera?” -Ok, lo sai che se ti serve qualcosa ci sono io.

-Perdonami...

-Perché? Non mi hai fatto niente.

-Ricordati sempre che io ti voglio tanto bene, Duncan...

-Sì, lo so, anche io, ma perché stai parlando così?

-Spero che fra due giorni io sarò ancora qui con te...

-No, aspetta...di che stai parlando?

-Se succede qualcosa, spero che tu continui ad essere forte...

-Cosa?!

-Niente...ti sto solo avvisando...

-No, sono stanco di questa situazione! Sono stanco del tuo orgoglio! Adesso mi devi dire cosa succede!

-Non c'è niente da dire. Perdona il mio attimo di debolezza, sono cose che capitano. Dimentica tutto. E ora, faresti la cortesia di uscire? Dovrei dormire, domani ho un processo da mandare avanti.

-Ma...

-Niente ma. Non ho altro da aggiungere. Buonanotte, Duncan.

-...buonanotte.

Mentre stavo per uscire dalla stanza mi sussurrò qualcosa:

-Adesso sai per quale motivo ti ho chiesto il perdono. Non me ne volere sono fatta così. Mi dispiace.

Mi rigirai, la guardai e le dissi:

-Non c'è niente da perdonare. Buonanotte.

E chiusi la porta molto lentamente, non capivo più niente. Mia sorella a volte era davvero strana: era lunatica e cambiava subito idea, ma la cosa che mi spaventava di più era quando, in preda alla disperazione, cominciava a piangere vicino a me, ma che subito dopo cercava di recuperare la sua compostezza. Tutti sono umani alla fine e tutti hanno i loro momenti di disperazione. Avevo paura anche di perdere Courtney, la lettera lo diceva chiaro e tondo: molto presto sarebbero morte entrambe per ordine del mandante. Chi era quel fottuto bastardo che le voleva morte? Sapevo che avevano entrambe un bel caratterino, ma non pensavo che ci fosse gente che le odiasse fino a quel punto, voglio dire c'è di peggio! Avevo già perso il mio migliore amico, Miles, non avrei mai potuto sopportare di perdere anche loro due. Dovevo fare qualcosa, ma davvero non sapevo cosa. Poi ci pensai e mi dissi “Mary ha il turno di notte? Beh, provo a chiamarla, forse risolverò qualcosa.”

21 febbraio, Ore 08:00, Casa di Natalie e Duncan, Camera di Natalie

{Natalie}

-*Yawn* Che sonno! Non ho quasi chiuso occhio...Ma che ore sono...?

Fissai poi la sveglia che segnava le otto di mattina e, malvolentieri, decisi di alzarmi. Mi ricordai che durante la notte venni svegliata da Duncan a causa del mio incubo: avevo sognato di essere in una stanza buia, nera, forse non era nemmeno una stanza ma semplicemente il buio totale, e poi c'erano Miles, Duncan e Courtney. Miles se ne andò come fece realmente e rimasero Duncan e Courtney, anche loro volevano andare via, ma stavo pregando che rimanessero, ma non mi ascoltavano minimamente. Ad un certo punto esce il sicario che mi minacciò insieme al poliziotto corrotto che avevo cacciato insieme a Franziska e avevano cominciato a sparare contro di loro e io gridavo loro di smetterla, di prendere me al loro posto, ma di lasciarli stare, però sembrava come se io fossi un fantasma perché nessuno mi stava ascoltando e poi venni svegliata. A pensarci bene, che diavolo ci faceva Duncan in camera mia? Non credevo di aver fatto chissà che rumore per quell'incubo, le nostre stanze erano distanti quindi avrebbe potuto sentirmi solo se fosse stato vicino a me. “Ok, lo conosco fin troppo bene. Ha visto la lettera, testardo! Che cosa faccio? Niente, almeno mi ha risparmiato un po' di seccature, farò finta di niente.”. Poi cominciai a riflettere sul mio attimo di debolezza e sulla mia stupida reazione quando vidi Duncan vicino a me, dopo l'incubo ero in panico e avevo davvero paura di non rivederlo più, se fosse successo qualcosa a me o a Courtney o peggio a entrambe sarebbe rimasto solo e io ero spaventata. Quanto mi ero sentita stupida, al punto che subito dopo ero diventata fredda e distaccata, ma Duncan era abituato anche a questo. Era davvero paziente con me e Courtney, io lunatica, a volte distaccata, ex serial killer e mezza depressa, Courtney invece testa calda, perfezionista, molto, troppo ambiziosa, nevrotica e ancora perfezionista. In effetti, Duncan, anche se lo avrebbe negato fino alla morte, dovrebbe essere fatto santo per averci sopportato per tutto questo tempo, ah e non dimentichiamo che quando c'era Miles sopportava anche lui che a volte era silenzioso e distaccato, altre volte più allegro (solo con lui), a volte furioso per via di Feenie e la sua serie di sconfitte e altre volte gli parlava dei disastri di Gumshoe. Più ci pensavo e più in effetti pensavo che fosse decisamente più paziente di me, suppongo che sia una dote di famiglia questa. Mi diressi in cucina dopo il mio piccolo soliloquio per fare colazione e trovai Duncan che si stava bevendo una tazzina di caffè:

-Buongiorno! Caffè?

-Mh...caffè!

Mi versò una tazzina di caffè e me la porse e io la bevvi tutta d'un fiato:

-Delizioso. Tu di solito non bevi caffè, è successo qualcosa?

-No, niente. È vietato prepararlo?

-No, no, non sto dicendo niente. Ah, scusami per ieri notte.

-A che ti riferisci?

-A quella mia stupida scenata quando mi hai svegliata. Mi passeresti il latte?

-Tieni. Comunque non ti preoccupare, sono cose che succedono.

“Non esattamente.” -Come preferisci. Comunque, mi faresti un favore?

-Sì?

-Se riesci potresti procurarmi il dossier e le prove del caso TL-7? Il poliziotto sarà in tribunale perciò ci saranno meno controlli, e poi adesso sei il procuratore capo quindi hai accesso libero.

-Va bene, speriamo che sia come dici tu. Non sono esattamente il procuratore capo, ma il vice.

-Davvero? Pensavo che...sai, per quell'incidente...

-Incidente? Ah, quello! Sinceramente non mi hanno detto niente, sono ancora vice procuratore capo. Non si dirti molto altro.

-Ah, capisco. Va beh, non importa, spero che tu ce la faccia comunque.

-Farò il possibile. Ti accompagno io in tribunale, vieni.

-Come mai?

-Niente, voglio ancora la tua compagnia. O preferisci andare da sola?

-No, va bene vengo con te.

21 Febbraio, Ore 09:30, Tribunale Distrettuale Sala imputati n°2

-Non siamo arrivati troppo presto? Voglio dire, il processo inizia alle dieci e sono solo le nove e mezza.

-Beh, almeno non farai tardi. Io ora vado a vedere i rapporti.

-Eh no tu adesso aspetti qui!

-Come sarebbe a dire che devo aspettare qui?!

-Mi hai trascinata qui adesso che non ci sta nessuno e visto che è colpa tua rimani qui fino a quando non arriva Courtney!

-Non esiste! Io non starò qui mezz'ora a fare niente!

-Ci dovevi pensare prima!

-Non eri costretta a venire con me!

-La tua faccia diceva tutt'altro! È come quando dici vattene e intendi resta!

-Ma non è vero!

-Sì che lo è.

-...Ok, ti faccio compagnia. Ma non appena arriva qualcuno che prenderà il posto mio me ne vado, intesi?

-Si come vuoi.

-E ora che facciamo?

-Io mi siedo su questa poltroncina, vedi tu che devi fare.

-Sei proprio pigra.

-Sì, hai ragione, magari dovremmo affittare degli skate e fare le gare, in un tribunale così veniamo arrestati sul posto per disturbo della quiete pubblica.

-Ok, mi siedo.

-Sapevo che un procuratore intelligente come te lo avrebbe capito subito.

-Hai dormito bene alla fine?

-No, si nota tanto?

-Sì, sei più acida del solito.

-Anche tu, quindi anche tu hai dormito male.

-Dormito?

-?

-Non ho proprio chiuso occhio, sono stato sveglio tutta la notte.

-Ora si spiega il caffè.

-In effetti è così, perché a dire il vero io il caffè non lo sopporto proprio, ma una volta ogni tanto ci sta.

-Ma è così buono!

-Davvero non ti capisco! E lo bevi pure amaro! Bleah!

-E io odio la birra, mi fa davvero schifo, ma i gusti sono gusti.

-Ma la birra è gustosa!

-Niente affatto!

-Ma davvero adesso litigate anche per le bevande?!

-?

-? Ah, buongiorno Phoenix! Anche tu sei venuto in anticipo?

-Salve Duncan, Natalie. Sì, in effetti non avevo niente da fare in ufficio quindi sono venuto qui.- disse Phoenix sedendosi accanto a Duncan.

-Sai qualcosa di Maya?- chiesi.

-Sta ancora al villaggio Kurain.

-E vi sentite ogni tanto?

-A dire il vero no.

-Davvero? Peccato, eravate un duo perfetto!

-Come sarebbe a dire un duo perfetto?!

-Umpf, come te la prendi Feenie, e per così poco poi.

-Beh non sei la prima che ci prende per coppia, forse la seconda o la terza non mi ricordo.

-Io non ho mai alluso alla coppia ah ah ah. Intendevo dire che lavorate bene insieme!

-Ah...capisco...che figuraccia.

-Ma figurati! Ho visto di peggio! Tipo sentire me e Duncan che litighiamo sul caffè e sulla birra!

-Io sono ancora del parere che in confronto il caffè fa proprio schifo!

-A me fa schifo la birra!

-A me fanno schifo entrambe e finitela!

-...

-...

-...

-Che silenzio...dai diciamo qualcosa!

-Beh, io dovrei andare.- disse Duncan di scatto.- magari evito anche quel deficiente del poliziotto.

-Io deficiente? Signor Nelson...

-Oh merda!

-Mh, siccome è lei la perdono. Inoltre ho un'altra preda nel mirino.

-?

-Mi riferisco all'avvocato, quello seduto.

-A dire il vero ce ne sono due...

-Mi riferisco a quello che mi ha buttato fuori dal tribunale insieme a quel procuratore pazzo armato d frusta. Le ragazze d'oggi, non hanno più rispetto per i superiori.

-Eh no! Non ho alcuna intenzione di sopportare anche te a quest'ora!

-E che cosa vuoi fare? Darmi un altro pugno in testa e cacciarmi dal tribunale di nuovo?

“Lo farei con molto piacere.” -No, esco io fuori e aspetto la mia cliente. Con permesso.

Uscii fuori e trovai Courtney scortata da due agenti di polizia.

“Giusto in tempo.” -Ehi, Courtney!

-Buongiorno, Natalie! Come va?

-Ho buone notizie.

-Davvero?

-No, in realtà sono brutte.

-?

-Sta quel poliziotto corrotto in sala d'attesa.

-Oh no, così presto?

-Già, non sai che palle. Sono uscita per disperazione. Ah sì, come immaginavo, sono “la sua preda” nel suo “mirino” oggi, insieme a Franziska.

-Per la questione di ieri?

-Esattamente.

-Però se lo è meritato.

-Non lo metto in dubbio.

-Buongiorno ragazze!- ci interruppe Duncan.- finalmente mi sono liberato di quello stupido. Ora vado a vedere quel rapporto finalmente. A dopo.

-Che rapporto?- mi chiese.

-Quello sul caso TL-7. Magari troviamo qualcosa che ci è sfuggito. O magari qualcosa che ha aggiunto quello.

-Aggiunto?

-Per prima cosa ha sicuramente aggiunto la presunta scritta in cui tu “ingaggi” gli assassini, quindi qualcosa di nuovo deve esserci per forza! E, soprattutto, se a nessuno è stato permesso di vederlo un motivo ci sarà per forza!

-Non hai tutti i torti. Ma ora il poliziotto sta da solo.

-No, se Feenie non se n'è andato (e dubito che ci sia riuscito) dovrebbe essere con lui.

-Poverino. Che dici, lo tiriamo fuori dalle noie?

-Penso sia meglio, tanto prima o poi lo dovremo affrontare.

-Ma come mai ti mette timore?

-Non lo so, ho come l'impressione che nasconda qualcosa di brutto, ma soprattutto che noi lo abbiamo già incontrato.

-Tu dici? La sua faccia non mi pare di averla vista da qualche altra parte.

-Forse la faccia no, ma la voce mi ricorda qualcosa vagamente.

-Qualcosa?

-Sì, legato a degli omicidi.

-O-omicidi? Che intendi dire?

-Solo che la sua voce mi ricorda qualcosa a che fare con degli omicidi, ma davvero non mi viene in mente altro.

-Se lo dici tu...se ti viene in mente qualcosa però dimmelo, ok?

-Si ok, tranquilla.

Entrammo molto lentamente. Presto sarebbe iniziato il vero inferno.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Secondo giorno del processo ***


21 Febbraio, Ore 09:45, Tribunale Distrettuale Sala imputati n°2

-Guarda un po' chi si rivede, l'avvocatessa che non si fa scrupoli a tormentare un povero poliziotto buttandolo fuori dal tribunale senza che finisse la sua deposizione...oh, e c'è anche la sua amichetta che di sicuro è una killer professionista, peggio del caro avvocatino che ha distrutto la sua famiglia insieme a uno scellerato che voleva solo essere difeso, ma ovviamente lei ha voluto intascarsi i soldi perché...

-Natalie, mi fa male la testa!

-Tranquilla, non pensare ai suoi strafalcioni grammaticali e non ascoltarlo, è peggio di una mosca.

-Mosca a chi?! A me?! A un tuo superiore?!

-Huh? Courtney hai detto qualcosa?

-Credo che sia semplicemente una mosca che ronza un po' troppo.

-Argh, dopo in tribunale vi sistemo io. Buona giornata.

Si alzò e come arrivò così se ne andò.

-Ma pensi che se ne sia andato davvero?

-Credo che sia andato da un'altra parte, almeno avremo un quarto d'ora tranquillo.

-Penso proprio di sì.

-Ehi, voi due!

-Chi ha parlato?

-Come sarebbe a dire chi ha parlato?!

-Ah, Phoenix sei tu! Buongiorno!

-Ehm, buongiorno...comunque! Avete idea di quello che mi avete fatto?!

-A dire il vero...no.

-Qualcosa non va?

-Potete ben dirlo. Quella sottospecie di moscone non ha fatto altro che parlare e parlare e parlare e parlare...oh e non dimentichiamo che parlava, parlava e parlava ancora! Soprattutto di te, Natalie!

-I-Io? A dire il vero un po' me lo immaginavo, ma che diceva?

-Oltre a tutte le cazzate che aveva aggiunto, in parole povere ti vuole stracciare in tribunale.

-Lo immaginavo. Gli rode parecchio.

-Ti pare? A quanto ho capito nessuno ha mai osato fare un tale...ehm...affronto.

-Ma è stata come una boccata d'aria fresca!

-Non durerà molto a lungo ve lo dico io.

-Scusami, e perché?

-Hm...

-Allora?

-Quei due ci rovinano, Courtney, te lo dico io.

-Uno è quel poliziotto e l'altro è...?

-Il primo testimone, il sicario.

-Quello della minaccia?

-!!! Ehm...sì...

-Aspettate un attimo, voi due! Natalie, quello ti ha minacciato?!

-Ecco, Feenie, a proposito di questo...

-Il processo sta per cominciare. L'imputata e il suo avvocato difensore sono pregati di raggiungere l'aula di tribunale.

-Hm...credo che la risposta alla tua domanda debba aspettare un pochino. Ci vediamo dopo.

21 Febbraio, Ore 10:00, Tribunale Distrettuale Sala Udienze

-Il processo di Courtney Wallace riprende.

-La difesa è pronta, vostro onore.

-Umpf...l'accusa è pronta.

-L'accusa ha scoperto qualcosa di nuovo per quanto riguarda l'omicidio di Bob Taylor?

-A quanto pare Herr Sciattone si è fatto sconfiggere dalla difesa in quanto è stata Frau Natalie Mizuki a chiamarlo per raccogliere delle nuove prove presenti nel suo studio. È stata trovata una segreteria telefonica con le impronte digitali del signor Caleb Richmond e delle impronte sul pomello dell'ufficio di Frau Natalie Mizuki che corrispondono a Herr Richmond e Frau Mizuki. Vorrei anche presentare questa foto alla corte.

La foto rappresentava la mia scrivania con la scritta “Non impicciarti in affari che non sono tuoi o la pagherai molto cara”, purtroppo si vedeva anche la lettera e non sapevo come cercare di evitare l'argomento.

-Signorina Mizuki! M-Ma...quella è la sua scrivania?!

-Ehm...sì, vostro Onore...

-Ma è una cosa molto grave quella scritta! Lei ne sapeva nulla?!

-Ah beh ecco io sì, l'ho vista, ma non credevo che...insomma...

-Ma si rende conto del pericolo che sta correndo?! È una minaccia, non è una cosa da nulla!

-Ma suvvia, vostro Onore, non esageri, non è detto che sia reale, voglio dire è solo una scritta e io sono ancora qui viva e vegeta...

-Vuoi dire che tu ne sapevi già, Frau Natalie Mizuki?!

-Ehm...sì? “Non fare la finta tonta, te ne ho parlato io stessa!”

-Avresti dovuto denunciare l'accaduto! “Certo e poi che cosa succederà?!”

-Certo, certo...

-Mi scusi, avvocato...

-Sì, vostro Onore?

-Questa lettera presente nella foto, ha a che fare qualcosa con il caso?

-L-La lettera? No, no, era solo una comunicazione, niente di importante.

-Ah, sì? Che comunicazione, se posso saperlo?

-Non credo che siano affari che ti riguardano, Franziska.

-Umpf, tanto se è qualcosa di importante lo scopriremo, non hai nulla di cui preoccuparti. “In realtà sì, ho molto di cui preoccuparmi!”

-In ogni caso, cosa dice la segreteria telefonica?

-Parla degli ultimi attimi tra la vittima e l'imputata, ascoltiamola.

“-Dunque, signor Taylor, di cosa ha bisogno?

-Vorrei fare causa ai dottori che mi hanno operato.

-E per quale motivo?

-Perché durante un'operazione mi hanno forato il fegato, per fortuna se ne sono accorti in tempo. Ma io non accetto che la passino liscia, stavo per contrarre la cirrosi!

-...Se lo dice lei...

-Inoltre sanno che io ho una polizza sulla vita e che se fossi morto avrebbero potuto riscuoterla.

-Ma come potrebbero, mi scusi?

-Basterebbe andare a casa mia a rubarla e possono farlo, chiunque può riscuoterla se vuole, molti a Seattle lo sanno.

-Ehm...se lo dice lei...ehi ma che sta facendo?! Giù le mani! *Snap*

-Ahi! Mi scusi è stato un impulso...

-Ma che impulso e impulso! Ci riprovi e vede che cosa le succede!

-No, stia tranquilla. Sono qui anche per un altro motivo, ma questo deve rimanere segreto: una cosa fra noi due...

-??

-La sua vita è in pericolo!

-Cosa? Di che sta parlando?!

-Deve fare attenzione a due persone: a Duncan, il suo fidanzato e Tom, suo fratello. Faccia attenzione soprattutto a quest'ultimo, rischia grosso!

-Ma non dica...sciocchezze...*yawn* mi sento così...stanca... *Tum*

*bip* Messaggio concluso!”

-Questo dimostra che in effetti l'imputata è stata narcotizzata e che non avrebbe potuto compiere il delitto.

-Obiezione! Vostro Onore, ora sappiamo chi ha compiuto il delitto, si tratta di Caleb Richmond, il primo testimone: ha affermato di esser stato pagato per compiere il delitto e ha indicato la signorina Wallace come sua mandante, quindi in teoria sì, non è stata l'imputata a compiere il delitto fisicamente, ma è stata lei a commissionare il delitto e quindi è colpevole quanto il sicario.

-U-Un momento! Ma adesso il signor Richmond che fine ha fatto?!

-La polizia ha inviato un mandato di arresto, non si sa dove possa essere finito.

-E come ha fatto a confessare allora?

-Ha inviato la confessione via posta, era registrata su questo DVD.

-Un DVD...che cosa sarebbe..? Ahi!

-Se non sai di che si tratta cercalo su uno sciocco dizionario!

-Ahi! Signorina Von Karma! Non c'è bisogno di arrabbiarsi tanto! Ma c'è una cosa che mi preoccupa: perché la vittima ha messo in guardia l'imputata da Duncan Nelson e Tom Wallace?!

-Non ne ho la minima idea, ma perché non chiediamo all'imputata stessa?

Courtney salì al banco dei testimoni, era alquanto agitata.

-Nome e professione, prego.

-Uhm...Courtney Wallace, avvocato difensore.

-Ci dica, Frau Courtney Wallace, saprebbe spiegarci per quale motivo la vittima l'ha messa in guardia?

-Non lo so, non ne ho idea. Voglio dire con Duncan non ho nessun problema e mio fratello non lo sento da una vita, quindi non lo so, forse farneticava.

-Ma se come dice lei, non vi siete mai incontrati prima, come fa a conoscerli?

-E io come faccio a saperlo? Come ho già detto io la vittima non la conoscevo, ma può essere che conosceva me come conosceva Duncan, voglio dire qui in città ci conosce un bel po' di gente.

-Indubbiamente, ma non credo che suo fratello sia molto conosciuto.

-No, infatti. Forse era una sua conoscenza, ma io non ne so niente. Mi aveva chiesto di essere il suo avvocato e avevo accettato, come potevo sapere che sarei rimasta coinvolta in tutto questo?

-Non ha tutti i torti. Ora sa dove si trova suo fratello?

-No, come le ho già detto non ci sentiamo da anni.

-Quindi non ha ingaggiato Herr Richmond per uccidere Bob Taylor?

-No, non ne avevo il motivo. E il movente dell'assicurazione non regge, voglio dire non ne sapevo niente ed è impossibile che chiunque possa riscuoterla, insomma.

-Umpf, questo lo potremo dire quando ci saranno delle prove che la scagionino.

-Non credo che ci siano prove per dire che io l'abbia ingaggiato, a parte la registrazione e nessuno può dimostrare che dice il vero.

-Non puoi nemmeno dimostrare che dice il falso. Quindi per ora poniamo che dica la verità.

-Certo, perché ti fa comodo dire che dice la verità dato che mi incrimina.

-Tsk tsk, non ti preoccupare Frau Courtney Wallace, si scoprirà.

-Mi scusi, signorina Von Karma.- interruppe Gary Fulton.- vorrei testimoniare, in fondo ciò che dirò sarà più rilevante rispetto a ciò che farnetica questo piccolo avvocato, sono pur sempre superiore io.

Era tornato, mi domandavo perché non parlasse e assistesse semplicemente alla scena. Ero stufa della sua superbia, ma al momento non potevo far nulla, in fondo solo il giorno prima io e Franziska lo avevamo buttato fuori dal tribunale (ed era stato uno dei momenti più belli della mia vita!).

-Me ne vado subito, in fondo è pur sempre la testimonianza di un mio “superiore”.

-Bene, molto bene, signorina Wallace, se continua a trattarmi come di dovere potrei ridurle la pena, mi piace il rispetto che mi sta dando oggi. “Evidentemente la tua presunta superiorità non ti fa cogliere l'ironia...”

-Ehm...certo, grazie.- rispose Courtney rivolgendomi uno sguardo rassegnato che mi stava facendo quasi sganasciare dalle risate.

-Molto bene, allora per prima cosa non c'è bisogno che io dichiari il nome e la professione, in fondo la conoscono tutti visto che sono un vostro superiore, quindi cominciamo subito. Certo potreste dimostrare facilmente che in fondo la signorina Wallace è innocente riguardo l'omicidio del signor Bob Taylor, ma non potrete dimostrare che sia innocente nell'omicidio dei suoi stessi genitori. Che atto di crudeltà che spiega anche perché io sono superiore a lei, io proverei molto rimorso al posto suo, sa? Io stesso, per quanto possa essere superiore ai miei genitori, non torcerei loro un dito a differenza sua che--

-Oh insomma!- gridai sbattendo i pugni coltro il bancone.- Mi sono stancata delle sue tentate tecniche di manipolazione psicologica, che tra l'altro irritano l'ascoltatore, moltissimo, ma non manipolano nessuno! Forse lei si crede superiore solo per questo e in realtà non vale una cicca bucata e magari i suoi genitori non la sopportavano nemmeno!

-Ma...beh, ecco...io...sa io ho sempre avuto problemi in famiglia ma...

-La smetti di manipolare quello stronzo, anche se se lo merita dovresti evitare, sai siamo in un'aula di tribunale.- mi sussurrò Duncan che mi fece prendere uno spavento improvviso.

-Maledetto, mi hai fatto spaventare!

-Oh, scusami dolcezza, ti ho portato i dossier.

-Ehm...grazie “dolcezza”. E per la cronaca non lo stavo manipolando, lo stavo solo rimproverando.- sospirai e continuai- si manipola da solo in parole povere. Il mondo gira al contrario ormai.

-Se la difesa ha finito con le sue sciocche frasi, io avrei un processo da mandare avanti.

-Umpf, ma prego, procuratore Von Karma.

-Come stavamo dicendo prima, dovremmo chiamare a deporre il procuratore Duncan Nelson per saperne di più.

-Ehm...sapere cosa?

-Salga al banco dei testimoni e ne parliamo!
-Ok, ok...non agitatevi tanto.

-Bene, ora dichiari nome e professione.

-Duncan Nelson, procuratore.

-Bene, a quanto pare era assente fino a qualche momento fa. Che cosa stava facendo nel frattempo?

-Un favore a mia sorella, perché? Non si può?

-Che genere di favore?

-Non è niente di importante.

-Umpf...e per quanto riguarda il coinvolgimento nell'omicidio di Bob Taylor?

-Di che coinvolgimento sta parlando?!

-Il signor Taylor ha chiaramente detto che la signorina Wallace deve fare attenzione a lei e a suo fratello Tom Wallace.

-Io non c'entro niente! E poi ho un alibi per di giunta!

-Lei non c'era, ma il sicario ha mandato un DVD dicendo di essere stato mandato dalla signorina Wallace per ucciderlo.

-Ma quell'uomo non lo conoscevamo nemmeno! E poi se è per i soldi sai a me quanto può fregare! Guadagno anche più del dovuto come procuratore!

-A me non sembra una paga così lauta quella del procuratore.

-Evidentemente io non spreco soldi come fa certa gente. In ogni caso, come ho detto non ho alcun movente per ucciderlo, lo stesso vale per Courtney. Perché non controllate anche il fratello? Conoscete la storia dell'equità, no? Se avete chiamato me, dovete chiamare anche lui.

-E sia.- concluse il giudice.- cercate il signor Wallace, e fatelo salire al banco dei testimoni. Nel frattempo ci sarà una pausa di venti minuti, poi riprenderemo il processo.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** La famiglia prima di tutto ***


21 Febbraio, Ore 11:10, Tribunale Distrettuale Sala imputati n°2

-Perché non ci hai detto della segreteria telefonica?!- mi gridarono Duncan e Courtney in coro.

-Ragazzi, calmatevi! È vero, non ve l'ho detto, me ne sono dimenticata, l'ho fatto per mettere in mezzo tuo fratello!

-C-Cosa?! Ma perché?!

-Non è ovvio?

-Cosa è ovvio? Che tu avessi sempre avuto qualcosa contro di lui era più che ovvio!

-Non mi interessa cosa pensi a riguardo, Court. Se quello lo ha nominato e poi è morto qualcosa di strano c'è, o sono io che ho qualcosa che non va?!

-Beh se dobbiamo dirla tutta ha nominato anche Duncan e tu non hai detto niente su di lui!

-Ehi Principessa non ti ci mettere anche tu!

-Ecco...io so che c'è di mezzo Tom, anche se non so spiegarti il motivo.

-Oh te lo potrei spiegare io tranquillamente! È che tu lo hai sempre odiato!

-E anche se fosse ora che cosa c'entra?!

-Come sarebbe a dire che cosa c'entra?! C'entra eccome!

-Ragazze, suvvia, adesso calmatevi...

-No, Duncan, io non mi calmo proprio per nulla.

-Questa ragazza mi sfinisce...- dissi io svogliatamente e mi allontanai per cercare di calmarmi.

-Natalie dove pensi di andare?! Io con te non ho ancora finito!

-Potreste darci un taglio tutti e tre? State disturbando tutti quanti, non vedete come vi fissano?!- gridò Phoenix innervosito.- Se avete qualcosa da dirvi, almeno fatelo civilmente.

-Io non ho più niente da dire, la mia cliente non vuole darmi ascolto. E ora, se non vi dispiace, vado a fumarmi una sigaretta, non ho intenzione di ascoltarvi per un altro mezzo secondo.

-Dovresti smetterla, il fumo fa male.

-Sì, sì certo. Ora vorrei essere lasciata in pace se non vi dispiace.

-Natalie, ti dispiace se ti faccio compagnia?- mi chiese Phoenix.

-Eh? Ah, sì, certo, nessun problema.

Uscimmo dal tribunale e ci posizionammo vicino al parcheggio, a quel punto Phoenix mi squadrò e poi disse:

-Anche secondo me dovresti smettere di fumare, fa male sia a te sia a chi ti sta intorno.

-Sembri una di quelle scritte sui pacchetti delle sigarette! E poi se non volevi essere “avvelenato” potevi anche non venire.

-Ma figurati. Volevo chiederti una cosa.

-Sono in ascolto.

-Perché avete litigato? Di solito siete piuttosto tranquille, o per lo meno tu hai più pazienza.

-Ho toccato un tasto dolente. Forse ho fatto il passo più lungo della gamba.

-Di che cosa stai parlando?

-Non hai sentito? Abbiamo fatto in modo che venisse chiamato a testimoniare il fratello di Courtney, Tom. E questo a lei non va giù.

-Ma per quale motivo? Se è davvero coinvolto non dovrebbe essere arrabbiata con te, comunque. E non mi sembra che tu abbia mai parlato bene di lui.

-No, infatti. Ma io in teoria in sua presenza non lo nomino mai, quando lo faccio finiamo per litigare, quindi preferisco evitare.

-Ma se non sono mai andati d'accordo, perché se la prende tanto?

-Credo che sia perché sia l'unica persona della famiglia che le sia ancora rimasta. Così come per me, ricordi?

-Per questo prima ha messo in mezzo Duncan?

-Sì, perché Duncan, come per Courtney, è l'unico membro della mia famiglia che mi sia rimasto accanto.

-E i tuoi? Non mi dire che sono...

-No, loro sono vivi e vegeti e fanno una vita da re. Ti sei mai chiesto perché durante l'infanzia ero una mercenaria?

-A dire il vero sì, ma tu non ci hai mai risposto!

-Beh, se proprio lo vuoi sapere mi abbandonarono in un convento, ma non so cosa dissero alle suore perché ce l'avevano a morte con me.

-E tu che fatto?

-Ho tagliato la testa al toro. Letteralmente. Poi la notizia si diffuse e finii nella Nile.

-La Nile? L'associazione criminale che girava precedentemente?

-Esattamente. Non è stato un lavoro molto onorevole, ma almeno ero ancora viva.

-Ma io non capisco, se sei cresciuta da sola, Duncan come lo hai incontrato?

-In riformatorio. Ah, che posto dolce per un incontro, vero? Mi ricorda come io e Miles ci siamo conosciuti...

-...

Calò un silenzio imbarazzante fra di noi perché non parlavamo mai di Miles, di come gli eravamo legati e di come ci abbandonò in un gesto totalmente egoistico. Non era nel nostro genere parlare di quello che provavamo. La nostra amicizia era alquanto strana, molto simile a quella mia e di Courtney: visto da una prospettiva diversa sembravamo quasi estranei, o dei formali colleghi, ma c'eravamo l'uno per l'altro, sempre.

-*Ahem* Comunque, che tipo è il fratello di Courtney?

-Credo che il termine stronzo totale non sia sufficiente per descriverlo.

-In che senso?

-Nel senso che lui è peggio di uno stronzo totale. Egoista, egocentrico, manipolatore e narcisista. E pretenzioso. Voleva sempre soldi dai genitori, li pretendeva in maniera bestiale. Era il prediletto della famiglia, anche se non so bene il motivo, ma so che è così. Una volta tolsero la paghetta di Courtney per darla a lui. E dovetti prestarle io i soldi per il pranzo. E poi non ci siamo mai potuti sopportare.

-Davvero? Non lo avrei mai detto.- aggiunse ironicamente.

-E non solo. Anche i suoi genitori non mi vedevano di buon occhio. Ora che ci penso non sopportavano nessuno degli amici di Court. Suppongo che sia perché a sedici anni non pensi assolutamente a candidarti alle elezioni, a laurearti in giurisprudenza con il massimo dei voti o non fai la contessina.

-Courtney invece?

-Beh è stata plasmata dalla sua famiglia. Prima era ancora peggio, adesso si è addolcita per lo meno.

-Capisco. Che hai intenzione di fare?

-Se non è coinvolto niente, se invece lo è farò di tutto perché venga arrestato.

-Perché? Perché vuoi che finisca in prigione?

-Io...devo proteggere Courtney. Non mi importa niente del resto.- risposi pensando alla lettera ricattatoria che avevo ricevuto solo un giorno prima e che mi stava mandando in panico.

-Dolcezza.- interruppe Duncan.- so che magari ho interrotto un “magico momento”, ma stanno tutti aspettando te, quindi se ci fai l'onore della tua presenza, ci faresti un grande favore!

-Che c'è? Sfotti?

-Sono agitato quanto te.

-Non penso che sia una giustificazione. Ma poco male, arrivo subito.

Decisi che era il tempo di scoprire le carte nei confronti di Phoenix, così un attimo prima di rientrare gli diedi la lettera ricattatoria, il motivo per cui dovevo difendere Courtney a costo della vita. Perché mi ero ripromessa che l'avrei salvata, non importava il come.

-Leggila appena puoi. So che non ho altra scelta.

-Ma di che--

-Adesso devo andare. Ti darò delucidazioni più tardi, se proprio ne hai bisogno.

Rientrai con un vuoto nello stomaco e una fitta al cuore al pensiero che il fratello di Courtney stava per salire al banco dei testimoni e che l'imputata, Courtney, mi odiasse per ciò che avevo fatto, per aver incriminato di proposito il fratello, che le avessi nascosto praticamente tutto e che lei sia stata l'ultima nel conoscere tutto quello che mi passava per la testa in quel momento.

21 Febbraio, Ore 11:30, Tribunale Distrettuale Sala Udienze

-Bene, l'udienza riprende! Procuratore Von Karma, vi prego di convocare il prossimo testimone.

-Hm d'accordo. Chiamo al banco dei testimoni il signor Tom Wallace.

Un uomo salì al banco, i suoi tratti erano inconfondibili e lo riconobbi subito: quel viso rosa e scavato, quei capelli castano chiaro disordinati e quelle orbite minuscole che ospitavano degli orridi occhietti neri da topo e ultimo, ma non meno importante, quegli insulsi baffetti che solo a guardarli ti verrebbe voglia di strapparglieli con la ceretta. Ero convintissima che quel verme fosse stato adottato, ma poi Courtney mi assicurò che prese la carnagione chiara dal padre. Ma io quegli occhietti da topo non riesco a spiegarmeli ancora oggi, sono orridi e uno scherzo orrendo della natura. Mi guardò malignamente, come eravamo soliti fare nove anni prima, poi guardò Franziska con fare sospettoso e infine squadrò la sorella, che in confronto era uno splendore, e il sguardo era abbastanza compassionevole, ma non riuscivo a spiegarmi il motivo.

-Testimone, nome e professione, prego.

-Bene, molto bene. Desidero introdurre la mia magnifica persona, Tom Wallace, di nobili origini e che è diventato molto famoso e rispettato. Mi viene il rammarico a pensare alla mia dolce sorellina Courtney, costretta al misero banco degli imputati ad osservare come la sua...ehm...si potrebbe definire collega, Natasha, che però non eguaglia minimamente l'importanza della mia persona. So benissimo che la mia sorellina ha fatto un enorme errore a rivolgersi alla suddetta Natasha, in quanto si sarebbe dovuta rivolgere prima di tutto al suo caro fratellone Tom che l'avrebbe aiutata a braccia aperte in quanto l'unica famigliare stretta rimasta e, grazie al cielo, alla quale tiene di più. Sa che, nonostante il sottoscritto sia un incredibile manager che amministra una delle più importanti aziende della città, l'avrei aiutata trovando il migliore avvocato in circolazione che lo avrebbe difeso a costo della vita per la lealtà verso il cliente. Ah, mi commuovo solo a sentire le mie parole.

Tutte le persone presenti in tribunale, me compresa, stavano sonnecchiando, peggio di quando al posto suo si trovava Gary Fulton.

-Ehm, certo, come no.-dissi io.- ma in teoria mi chiamo Natalie.

-Perché io che ho detto?

Sospirai e decisi di lasciar perdere, in fondo era l'ultimo dei miei problemi.

-Poco importa. Dunque, potrebbe dirci per quale motivo lei è stato citato dalla vittima del nostro caso?

-Lei che ne pensa, Nathan?

-Natalie...

-Non fa differenza, che cosa ne pensa?

-Non potrebbe rispondere e basta?!

-Come potrei sapere per quale motivo quell'uomo abbia nominato la mia magnifica persona?

-Mi sta per venire una crisi di nervi.- sussurrai fra me e me.

-Lo abbiamo notato, cara, ma sa bisbigliare è maleducazione.- rispose Tom.

-*Ahem* Magari la vittima voleva lasciare un messaggio?

-Un messaggio, eh? Che cosa sta insinuando?

-Io? Dovrei insinuare qualcosa? Voleva sapere che cosa ne pensassi e gliel'ho appena riferito.

-Umpf, mi hai sempre preso alla lettera, nevvero?

-Quindi voi due vi conoscete?- chiese il giudice un po' stupito.

-Beh, è il fratello della mia amica, quindi in un certo senso sì.

-Non sa che fortuna ha avuto nel conoscermi, vostro Onore!

-Uff, non si capisce...

-Prego?

-Credo che voi dobbiate finirla con questa farsa, no?- chiese Franziska abbastanza nervosa.- Testimone! Rispondi alla domanda e smettila di importunare la difesa!

-Come sarebbe a dire smettila di-- Ahi!

-Lasciala in pace e rispondi!

“Ah, le gioie della vita sono nelle piccole cose.” pensai allegramente.

-D'accordo, d'accordo, non c'è bisogno di agitarsi. Eravamo colleghi, precisando avevamo stipulato una partnership fra le nostre due aziende.

-Di che cosa si occupano le vostre aziende?

-La mia si occupa della produzione di arredamenti per la casa, mentre il mio collega vendeva le case. Sono molto fiorenti e non abbiamo di certo problemi economici.

-Scusi tanto, ma, se il signor Taylor è deceduto che cosa ne sarà della sua azienda?

-Passerà a me. Ci mettemmo d'accordo come una specie di eredità, se sa cosa intendo.

-Ma tu guarda che fortuna...

-Prego?

-Basta! Mi sono stancata dei tuoi atteggiamenti Natalie!

Mi voltai alquanto stupita. La persona che mi aveva appena gridato addosso era Courtney, aveva gli occhi lucidi, ma non riuscivo a capire per quale motivo stesse così male.

-Di che stai parlando?- chiesi.

-Perché lo devi trattare così?! È pur sempre mio fratello!

-Non mi sembra di aver fatto niente di male. Dovresti sapere che io tratto le persone in questo modo.

-Beh, allora se è così sei davvero cattiva! Io mi sono stancata del tuo comportamento! Io non mi comporto così con tuo fratello!

-Ma dai? È il tuo fidanzato, mi sembra ovvio!

-Ma, ecco...io non lo tratterei male comunque sia perché so qual è la tua situazione!

-La mia situazione...? No, non credo che tu sappia molto a riguardo. E, in ogni caso, non credo che il fatto che tu sia amica includa che io debba tenere necessariamente in simpatia tuo fratello, sai che non sono il tipo che pensa a fare questo genere di cose. E ora, fammi il favore di calmarti, siamo in un'aula di tribunale dopotutto.- le dissi infine con una leggera aria malinconica. Courtney mi restituì uno sguardo triste, vuoto e carico di rabbia, ma ritornò a sedersi composta chiedendo scusa alla corte.

-Eppure, Natalia, la mia sorellina ha ragione. Dovresti avere molto rispetto per gli altri, in fondo sei viva grazie agli interventi di altra gente, di sicuro non grazie alla tua...ehm...persona, nevvero?

-Pensa a come hai vissuto la tua vita prima di giudicare la mia Wallace, poi ne riparliamo.

-Adesso datevi una calmata!- gridò il giudice battendo il martelletto.- non si litiga in un'aula di tribunale, se avete qualcosa da dirvi ne parlate fuori!

-Frau Natalie Mizuki, se non ti dispiace, è meglio che faccia io le domande. Per adesso stai buona e ascolta solamente.

-Ma...oh al diavolo fate come volete!

-Molto bene.- riprese Franziska schiarendosi la voce.- signor Wallace, come ben sa è qui per la storia della segreteria telefonica e ha tentato di risponderci in maniera chiara. Capisco che eravate colleghi, ma allora perché è stato citato dalla vittima poco prima che morisse?

-Vi ho già detto che non ne ho idea, eravamo colleghi certo, ma chi vi dice che io lo frequentassi o altro?

-Di certo non possiamo negarlo, ma non è facile credere che sia così semplice credere a quello che dice. Poco importa, se sarà importante verrà fuori da sé. Sa, l'abbiamo convocata anche perché volevamo parlare del caso di nove anni fa, il TL-7, quello dove i vostri genitori sono stati coinvolti...

-Sì, comprendo...che cosa volete sapere?

-A quel che dice il rapporto del caso Courtney Wallace e Natalie Mizuki sono state testimoni dirette del delitto, ma lei? Dove si trovava quando il delitto avvenne?

-Ero in giro a fare compere.

-Qualcuno può confermare?

-Purtroppo no. Sa, con i miei gusti raffinati, nessuno potrebbe scegliere le cose meglio del sottoscritto.

-...

-E comunque se non ricordo male il delitto è stato commissionato, di conseguenza poco importa dove mi trovassi, in fondo o sbaglio?

-No. Non sbaglia. Ma non siamo a conoscenza di chi abbia commissionato effettivamente il delitto.

-Beh, avete quella ricevuta contro mia sorella, non basta?

Ecco. Lo sapevo. Doveva menzionarlo per forza. Ma, un momento...

-Un attimo!- gridai.

-Cosa?

-L'informazione che ci ha appena riferito è in un certo senso vera, ce l'aveva comunicata il signor Fulton, ma in via totalmente confidenziale. Quindi lei come fa a saperlo?! Questa informazione è stata scoperta di recente e che nemmeno i media sono a conoscenza!

-Ehm...beh...ecco...

Lo avevo trovato, il legame strano che cercavo. Magari non era tanto, magari era solo una stupidaggine, ma sapevo che c'era qualcosa di brutto sotto. Che fossero stati d'accordo tutti e tre fin dall'inizio? Che fosse stato coinvolto anche nove anni prima?

-Quindi? Non mi sembra che lei sia il tipo da conoscere il signor Fulton.

-Un momento!- gridò il signor Fulton all'improvviso.- Ho detto un momento!

-Sì?

-Il signor Wallace è a conoscenza di questi dettagli perché glieli ho comunicati io personalmente. Voleva sapere come stava sua sorella e gliel'ho comunicato, ecco perché sa tutte queste cose.

-Lei è a conoscenza del fatto che lei non può divulgare le informazioni dei casi in questo modo?

-E anche se fosse a lei cosa gliene importa? Io posso fare ciò che voglio nella mia posizione da superiore, ti saresti dovuta preoccupare tu se fossi stata al posto mio, ma fino ad ora hai fatto la brava...o forse hai infranto qualche regola? Eh eh eh.

Avevo infranto...qualche regola? Che voleva dire? Non mi sembrava di aver mai fatto niente contro le regole per quanto riguarda il processo. Solo più tardi capii a che cosa si riferisse.

-Il signor Fulton ha AS-SO-LU-TA-MEN-TE ragione! Che persona meravigliosa! Non appena gli ho chiesto come stia la mia povera sorellina mi ha detto tutto. Mi spiace alquanto che la mia sorellina in realtà possa essere così crudele...

-COSA?!- chiese Courtney in preda al panico.

“Per quale motivo ha cominciato ad accusare Courtney, quando alla sua...ehm...presentazione, aveva detto che avrebbe pagato il “migliore avvocato che l'avrebbe difesa a costo della vita”? Che io per caso abbia toccato un tasto dolente?”

-Ma certo. Io so come i nostri poveri genitori abbiano sempre preferito la mia persona alla tua, in fondo tu non sei loro figlia naturale, è piuttosto normale...

-Io che cosa?!

-Courtney è...stata adottata? Oh questo spiega molte cose.- dissi ad alta voce.

-Del tipo?- mi chiese Tom con aria di sfida.

-Beh, Courtney è carina, tanto.

-Mi trovi carina?

-Lei carina?! Che cosa vorresti dire?!

-Ehm...che Court è carina?

-Ah, ah! Ho capito! Vuoi dire che mi trovi...splendido.

-EH?! No, non è vero! E comunque non è il caso di sviare! Per quale motivo adesso è Courtney l'assassina dei vostri genitori?

-Beh, è molto semplice. Sono sicura che anche tu sei a conoscenza del fatto che i miei abbiano sempre preferito me, infatti i soldi li ho sempre avuti io, mentre alla mia dolce sorellina toccavano sempre gli avanzi. Così accadde quando dovettero adottarla, sai? Era l'ultima femmina dell'età che volevano e anche se era un po' negretta hanno deciso di prendere lei, è una persona tipica da ultima scelta, quella che prendi per non andartene a casa a mani vuote non so se hai afferrato il concetto. Quindi lei un giorno ha preso coraggio e mi ha confidato come odiasse i nostri genitori e come volesse toglierseli di mezzo. Davvero, credevo che stesse farneticando per lo stress, ma poi- continuò tirando fuori un insulso fazzolettino color lilla in seta.- ho sentito che i nostri bene amati creatori, i miei creatori erano spariti per sempre. Oh povero me, come avrei fatto senza di loro? Oh non immaginate come io possa sentirmi solo, senza una famiglia, senza una persona da amare, oh come mi sento solo.

In aula nel frattempo molti si erano commossi e cominciarono a vedere Courtney come un mostro che aveva portato via la loro famiglia di origine e di come potesse essere crudele anche se l'aspetto mentiva. La vidi disperata e umiliata, si nascose il volto con le braccia e sapevo che stava cercando di trattenere tutte quelle emozioni e di non farle trasparire in tribunale. Nessuno dovrebbe ricevere tutte quelle parole tutte insieme. In quel momento capii le doti manipolatorie di Tom, che voleva ottenere il favore di tutta la gente per affossare Courtney facendo sembrare che nonostante tutto un minimo di affetto per lei ce lo avesse. Ma io sapevo che quel topo di fogna stava cercando di fregarci tutti. E anche Franziska lo capì, fece uno sguardo disgustato verso Tom, pensavo che fosse sia per quello che disse sia per come abbia umiliato Courtney dopo tutte le parole dolci che le aveva detto inizialmente. Io persi il controllo e diedi un pugno sul banco attirando verso di me l'attenzione di tutta l'aula del tribunale.

-Perché non tappi un po' la tua bocca?- dissi quasi in un sibilo.

-Io cosa? Perché mai? Ho solo detto quello che pensavo.

-Oh, certo. Quello che pensavi. Come nove anni fa, no? Per prenderti i soldi i tuoi non ti mancavano vero? Mi sembravi così osannato da tali ricchezze. Ora ne senti la mancanza? Ma per favore.

-Come ti permetti tu piccola--

-Lasciala stare.- disse Courtney con un filo di voce.

-Non eri arrabbiata con lei fino a poco fa, “sorellina”?

-Essere arrabbiata e odiare qualcuno sono due cose diverse, io le voglio bene e lei mi ha difesa. Tu invece ti sei limitato a dire falsità su di me. Tu...tu non ti devi proprio permettere!

-A chi osi parlare così?! Adesso ti faccio vedere io!

A quel punto Tom corse verso Courtney e la aggredì e io, a grandissima velocità, cercai di fermarlo, di separarli per evitare che accadesse qualcosa di brutto. Subito dopo anche Gumshoe e Duncan lo bloccarono e io allontanai Courtney:

-Stai...stai bene Court?

-Sì...credo di sì. AH!

Courtney perse i sensi, non capii che cosa stava succedendo: stava cominciando ad accasciarsi a terra e io continuai a mantenerla per evitare che subisse dei traumi alla testa. Solo successivamente vidi del sangue sui miei vestiti e sui suoi: un colpo di pistola l'aveva presa in pieno petto.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2584155