Alydia - Christmas Edition

di Aeltanin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una Coscienza Pulita É Un Natale Perenne ***
Capitolo 2: *** A Natale tutte le strade conducono a casa ***



Capitolo 1
*** Una Coscienza Pulita É Un Natale Perenne ***


Nota iniziale: Eccomi tornata con un'altra Alydia, spin off della mia OS "Alydia", questa volta natalizia. Questa mini long vuole essere il mio regalo di Natale per tutti voi, per chi mi seguo fin dall'inizio e per chi ha aperto la mia storia per caso e le ha dato una possibilità. E' assolutamente una commedia senza pretese; non aspettatevi il capolavoro letterario dell'anno! Leggete tutte le (eccessive) "l" del mio tenero Alex come se fossero "r"; è ancora piccino, ma sa il fatto suo! Vi consiglio inoltre vivamente di leggere prima la mia OS (sempre Alydia) che ho pubblicato tempo fa, perché altrimenti capire alcuni personaggi e che tipo di relazioni ci sono tra di essi può non apparire chiaro. Vi lascio alla lettura!
 

Una coscienza pulita è un Natale perenne.
Benjamin Franklin






Alydia 


C h r i s t m a s  S p e c i a l

 



Draco, Hermione e Lydia

 Atto I

 

 

 

« Mamma, quanta zucca devo aggiungere ancora? » Lydia, con le mani totalmente immerse in una scodella d’acciaio, cerca di attirare l’attenzione di Hermione, urlando dalla immensa cucina di Malfoy Manor e illudendosi di farsi sentire.  « Mammaaa! »

« Signorina Lydia, padrona, posso esserle utile? Nolah si sente tanto triste senza poter far niente e sperava che la padroncina le chiedesse di cucinare al posto suo ». Intenerita dalla innata natura caritatevole dell’elfa, Lydia scende goffamente dallo sgabello su cui è issata e raggiunge Nolah. Le sorride e le spiega perché vuol far tutto da sola.

« Sei tanto gentile Nolah, ma vedi, sto preparando un dolce per Draco. Voglio farlo con le mie mani, per fargli capire che gli voglio tanto bene e che apprezzo tutto quello che fa per me e la mamma, lavorando per la nostra famiglia ». Le parole di Lydia sembrano aver sortito l’effetto sperato. Nolah annuisce con gli occhi lucidi e si prostra ai piedi della bimba, che si era aspettata una simile reazione. « Sono sicura che mia madre avrà bisogno di aiuto per addobbare l’albero enorme che si ostina a voler abbellire da sola. Va ad aiutarla, è nel salone d’ingresso ». L’elfa ubbidiente esce dalla cucina. Lydia si dedica alla prosecuzione della torta: aggiunge il sale al posto dello zucchero, i chiodi di garofano al posto della cannella e più zucca di quanta ne necessiti. Mescola il tutto con foga e osserva il suo lavoro con un ghigno soddisfatto, convinta che a Draco piacerà tanto. Quando arriva il momento di mettere la torta in forno, Lydia tentenna; è forse meglio che si faccia aiutare? Che ci vorrà mai? Dopo aver sporcato quattro scodelle inutilmente e aver fatto straripare più di metà del composto dalla teglia, riesce a far cuocere la torta. Sorride soddisfatta e corre a piedi nudi fuori dalla cucina, agitando la chioma rossa ad ogni passo.

 

Quando Hermione la vede arrivare, le grida di metter su le ciabatte. A Lydia sembra non importare, come è evidente; si è già arrampicata sulla scaletta di legno, intenta a posizionare sulla cima dell’abete il puntale verde argento che ha tanto insistito di far comprare a Draco. Ma una notevole assenza di centimetri le impedisce di raggiungere il suo scopo. 

« Scimmietta, hai bisogno di aiuto? » La voce di Draco la fa sussultare e lei comincia a tremare. Ha lasciato la torta in forno! Come impedirgli di scoprire tutto? Si volta verso Draco e lo vede intento a salutare Hermione, leccandole letteralmente la faccia. Lydia rabbrividisce e pensa che lei non farà mai queste cose. Se non altro ha guadagnato un piccolo vantaggio; i suoi occhi si posano su Nolah, che intanto sta facendo levitare un addobbo ricoperto di neve. Come farle capire di aver bisogno di aiuto?

« Devo pensare che non mi vuoi salutare? Mi reputo offeso allora ». Si mordicchia il labbro inferiore e quasi le si riempiono gli occhi di lacrime. Certo che lo vuole salutare! E’ tentata di scappare da lì e raggiungere la cucina. Ma non è forse ancor più rischioso? Lo vede osservarla, un finto broncio a segnarne il volto appuntito. Lydia non ce la fa; si arrende davanti quegli occhi che tanto ama. Tende le braccia verso di lui e si lascia sollevare. Ma Nolah ha già capito e esce difilata, dirigendosi verso le cucine.

« Sempre la stessa storia voi due, siete insopportabili! Non sapete salutarvi in modo normale?! » Che ne può capire sua madre del loro rapporto? Si sente stringere forte e scompigliare i capelli. Guarda in faccia Draco e gli stampa una bacio sulla guancia.

« La mamma è gelosa » ridacchia Lydia « giochi più con me che con lei! » Hermione fissa Draco e diventa paonazza. Probabilmente sa cosa sta per rispondere Draco e fa di tutto per evitare che Lydia ascolti certe oscenità. Infatti…

« Oh tesoro, non puoi neanche immaginare come ci divertiamo io e tua madre! » Gli occhi di Lydia luccicano d’aspettativa. Hermione sta per avere un collasso e sbotta.

« Malfoy! » Draco rabbrividisce, sapendo quanto l’uso del cognome sia pericoloso e letale, se pronunciato dalla sua dolce metà « Vattene subito o da questo momento in poi la tua mano destra acquisterà vita propria per quanto la userai! » Lydia ride, osservando i capelli della madre che si sono talmente rizzati, da toccare quasi il soffitto. Draco si allenta il colletto della camicia e trema alla possibilità di realizzazione della minaccia. La piccola sbuffa e per niente intimidita dalla collera della madre, chiede delucidazioni a riguardo.

« Davvero vi divertite? Anche io voglio giocare con voi! Perché non mi fate mai partecipare? » Lydia incrocia le braccia al petto e sbuffa contrariata. Non riesce a concepire che Draco e sua madre la escludano dai loro giochi! Draco la guarda divertito e la fa irritare ancora di più. Hermione sposta lo sguardo dall’uno all’altra e attende che le domande di Lydia diventino più incalzanti. Un ghigno sulle labbra a pregustarsi lo show di un Draco che non sa come arginare l’interrogatorio della figlia. “Malfoy, ricordati che ride bene chi ride ultimo…”, pensa Hermione.

« Amore…  » Draco guarda Hermione avvicinarsi a lui con una strana espressione maliziosa in volto. Approfitta dello sguardo momentaneamente distratto di Lydia e struscia la coscia sulla erezione di Draco. « Se riesci a spiegarle perché non può divertirsi con noi e uscirne credibile, ti prometto che ritirerò la minaccia… » Il sussurro di Hermione risveglia in Draco istinti animaleschi; la sua erezione pulsa ancora di più. Hermione la sfiora con la mano e ghigna vittoriosa.

« Ma insomma! Perché non mi volete rispondere?! » Hermione la prende in braccio e le accarezza il volto, con un fare da mamma chioccia che generalmente non le si addice. Draco intanto suda freddo…

« Tranquilla Lydia, adesso Draco ti spiegherà tutto per bene. Non è vero, amore? » Draco non si prende neanche più la briga di mantenere un contegno; si porta i capelli dietro le orecchie e si stropiccia gli occhi. Lydia lo guarda ansiosa e quella perfida… si prende gioco di lui apertamente! “Dannata Granger!”

« Io… si, beh… noi quando… »

« Avanti Draco, ce la puoi fare… » Ha visto male o Hermione sta mimando con la mano… addirittura minacce a gesti! Bene, sarà meglio optare per la verità, in fondo è la vita e prima o poi… . No, mai! Lydia non farà mai niente di tutto questo! Chiude gli occhi e con una solennità ridicola, si rivolge a Lydia.

« Io e la mamma ci divertiamo come fanno solo i grandi. Quando sarai abbastanza matura, a quaranta o cinquanta anni, potrai fare altrettanto. » Draco apre un occhio e guarda prima Hermione e poi la figlia. Non direbbe mai a nessuno che se la sta facendo sotto… Lydia ci pensa su, sembra convinta della sua risposta…

« Ma io nel frattempo che faccio?! Devo aspettare troppo… » conta con le dita, sbaglia qualche calcolo, alla fine arriva alla cifra esatta « trentacinque anni! » Grida, sconvolta. Draco sa di essere spacciato; guarda la mano che gli farà compagnia per molto tempo. 

« Game over! » Hermione.

 

 

 

Draco, Blaise, Alex, Lydia (e sorpresa)

Atto II

 

 

 

« Papi! Mi legali la nuova Nimbus duemilaventitlè? » Alex si è letteralmente spalmato sulla vetrina del negozio di Madama Mclean. Lydia cerca di staccarlo dal vetro senza successo. L’ha ascoltato blaterare di Quiddich per tutto il tragitto, mentre gli stringeva la mano. Draco le è apparso abbastanza arrabbiato; Blaise l’ha preso in giro ogni secondo, affermando più volte con tranquillità che “sono solo bambini”, ma Draco non era d’accordo.

« Cosa ci vorresti fare con quella, nanerotto? » Alex non ride per niente dell’uscita di Draco, che ne approfitta per rincarare la dose. « Inoltre non mi sembra di ricordare che sia rimasto qualche pezzo delle tue scope giocattolo… » Il giovane Zabini è a dir poco infuriato. Pare che i capelli di Draco ne portino le conseguenze… . Lydia urla, inorridita.

« Draco, i tuoi capelli! Alex, che cosa hai fatto!? » Alex ghigna, ostentando una espressione innocente. Draco si è trasformato in un Weasley e ovviamente non la prende bene. Blaise non respira più; le risate lo stanno lentamente uccidendo e l’orgoglio per suo figlio sta vertiginosamente crescendo.

« Zabini… » Gli occhi di Draco si sono assottigliati come lame, il grigio è ancor più glaciale del solito. « Tu non procreerai mai più, è una promessa! » Lydia è furiosa con Alex, perché non avrebbe mai dovuto trasformare Draco, a lei piace così com’è, anche se è estremamente divertente… . Vede Draco estrarre la bacchetta e per un momento teme che la punti su Alex. Per fortuna ha solo deciso di tornare “normale”.

« Così sei molto più bello, Draco! » Il suddetto arrossisce vistosamente di fronte il sorriso radioso di Lydia. La prende in braccio e le morde affettuosamente il mento. Lei ride e gli mette le mani sulle guance, stritolandole « Sei buffo! » Draco pensa di essersi innamorato di nuovo o forse è solo il sorriso così familiare, così pieno di vita, tanto simile a quello di Hermione. Ma l’idillio è destinato ad avere vita breve…

 

« Sbaglio o è mia figlia quella in braccio ad uno sporco Mangiamorte? » Lydia guarda Draco e lo vede cambiare repentinamente espressione. Blaise si è irrigidito e stringe con troppa foga la mano di Alex, che si è prontamente frapposto tra Draco e il signore slavato davanti a lui, le mani sui fianchi e il ciuffo bruno scostato dalla fronte. Lydia si gira di scatto verso quella voce fastidiosa e squadra il suo proprietario, muovendo il viso dall’alto verso il basso. E’ piuttosto grosso, ha due grandi occhi cerulei e una zazzera rossa tremendamente simile… alla sua; sbianca. Draco sente la presa delle braccia della bimba sul suo collo venire meno. Ha capito, ha capito tutto. “Lo ammazzo, è la volta buona!” pensa.

« Weas… Donnola, levati di mezzo, la via è già piuttosto affollata. » Decide di optare per l’indifferenza; Lydia è già abbastanza spaventata e scossa. Si prende qualche secondo per guardarla: ha gli occhi bassi e le unghie tra i denti. Ma sa che non può impedirle di non andare. Hermione lo ucciderebbe se tentasse di frapporsi tra lei e l’ex marito. Lui non ha voce in capitolo, lui è solo… che cosa è per loro, per Hermione? Per Lydia? Legalmente uno sconosciuto, che le accoglie in casa sua. Ed Hermione è sempre stata intransigente sul fatto che se Weasley avesse voluto incontrare Lydia, non avrebbe potuto opporsi.

« Tesoro, vieni con me, andiamo a comprare il tuo regalo di Natale! » esclama Ron con un sorriso di plastica. Eccola arrivata la prova del nove. La bambina è piuttosto confusa. Ha visto suo padre, il suo vero padre per la prima volta e le è sembrato gentile nei suoi confronti. Ha aspettato questo momento per tanto tempo. Draco non se la prenderà, se deciderà di andare con lui. In fondo, non è giusto che conosca il suo vero papà? Però il modo in cui si è rivolto a lui… non le è piaciuto. L’ha chiamato con un nome brutto, anche difficile da ricordare e Draco non se lo merita.

« Io… » guarda Draco, quasi a cercare un cenno di assenso e poi guarda Alex. Non le sembra per niente contento di lasciarla andare con il nuovo arrivato. E’ già vicino a lei e Draco, che la tiene ancora in braccio. 

« Mi avevi plomesso che stavamo tutta la giolnata insieme e che poi mangiavamo la tolta che hai fatto pel zio Dlaco! Non te ne puoi andale! » Alex è tutto rosso e gli occhi sono diventati spaventosi, Lydia ha quasi paura; non l’aveva mai visto così. Draco le rivolge un sorriso stentato, a metà tra il “va pure” e il “ti prego, non andare con quell’uomo!”. Ma di fronte alla carne della propria carne è difficile resistere e alla fine Lydia, con leggera delusione di Draco, cede.

« Devo andare con lui… è il mio papà! Tanto poi mi riporti al Manor, non è vero? » chiede, rivolgendosi a Ron. Il respiro di Draco si è interrotto; sentirla chiamare “papà” quel coglione di Weasley, gli ha creato un buco nel petto. Non ha mai voluto vederla, non ha mai chiesto di lei, e guarda caso adesso che Hermione e Lydia sono entrate nella sua vita, rispunta lui. Ma nonostante il meraviglioso, seppur breve, tempo trascorso insieme, non può pretendere che lo consideri come un padre…

« Non la lascelai andale con quello, zio Dlaco?! » Alex sta già strattonando la manica del vestitino rosa pastello di Lydia, intimandole di restare. Draco è per la prima volta d’accordo con lui. 

« Alex, non immischiarti. » Blaise.

« Come ti permetti!? » Ron è furioso, nessuno ha mai insultato il portiere migliore che i Cannoni di Chudley abbiano mai avuto « Non permetterò che mi figlia frequenti ancora questa gentaglia! Forza, andiamo! » A Lydia questo discorso non è piaciuto proprio per niente. E soprattutto il tono. La sua mano, stretta in quella di Ron, sta perdendo sensibilità. Il viso di Draco ha assunto uno strano colore; non preannuncia niente di buono.

« Weasley, in questo momento sei l’esempio meglio riuscito di chi chiami “gentaglia”. Non mi risulta che Lydia sia cresciuta male con Hermione e Draco. In più, credo che necessiti di una doccia; la puzza di sterco di sente fino a qui. » Blaise si complimenta con se stesso: non è riuscito a trattenersi. Draco non lo direbbe mai, ma gli è molto riconoscente; lui avrebbe sicuramente detto di peggio. La faccia di Weasley è alquanto confusa; forse non riesce a capire che la puzza di sterco a cui si riferisce Blaise, proviene da lui.

« D’altronde le buone maniere non hanno mai fatto parte della tua cultura, donnola. » Draco. Alex si avvicina al padre e gli sussurra:

« Che cos’è una donnola? » Blaise sorride tra sé e sé, nonostante il momento non sia dei migliori. A sua volta sussurra al figlio:

« Questo signore qui » spiega, indicando Ron « è un esemplare di donnola. Pelo rosso, zampe corte e tozze… »

« Ma allola pelchè se lui è blutto, Lydia invece è bellissima? » esclama Alex. Ron lo guarda accigliato. Draco gli farebbe una statua. “Tutto merito della mia splendida Granger”, pensa. Lydia arrossisce per il complimento e si volta verso il padre. E’ effettivamente bruttino, mentre Draco, lui si che è super bello! Come i ragazzi delle riviste di gossip!

« Adesso basta! Andiamo Lydia! » Ron la strattona e la allontana dal gruppetto. Lei cerca di mollare la presa e salutare Draco. Quando ci riesce e gli si avvicina, lui si inginocchia alla sua altezza e le prende le mani; sono fredde come il ghiaccio. 

« Draco, a te ti dispiace se vado con R… con mio padre? » “Non puoi capire quanto, tesoro”, ma non glielo direbbe mai.

« Stai tranquilla, noi ci vediamo domani. » Una carezza sulla guancia, un bacio sulla fronte a Lydia. « Vai pure con lui. Weasley, rischiati a riportarmela con un solo capello diverso e ti farò rimpiangere di essere stato lo spermatozoo più forte. »

« Hai forse detto, riportarmela? E tu chi saresti per lei, uno zio, un cugino… un padre? » lo schernisce. Ecco ciò che Draco non avrebbe mai voluto ascoltare; ecco ciò che gli basta per uscir fuori di senno: mettere in dubbio il suo ruolo nella vita di Lydia. Non che non lo sappia o voglia evitare la verità, ma sentirselo dire da chi ha il diritto di crescerla e che non ha mai fatto niente per lei, lo irrita oltremodo. Abbraccia stretta Lydia e sente le sue esili braccia stringersi ancor di più attorno suo collo. Si impone di non rispondergli, non vuole che Lydia assista ancora ad uno spettacolo destinato a diventare ancora più penoso. Blaise trattiene Draco per un braccio. 

« Non cedere alle provocazioni Draco, con certa gente non vale la pena. » Alex tende le braccia verso il padre, chiedendogli implicitamente di prenderlo in braccio. Poi si rivolge a Ron, interrompendo la risposta di Draco.

« Si, signol Donnola. Devi lipoltale Lydia a Helmione e a zio Dlaco e a me, Alex Sebastian Lucas Matthew Zabini. » Poi continua, impettito « Altlimenti io e lo zio Dlaco lo diciamo a mia madle che è un giudice e si chiama Daphne e ti facciamo mettele ad Azaban! » 

« Calmati piccolo poliziotto! Ho sempre saputo che quella troia avesse dei gusti pessimi, insomma… mettersi con un Mangiamorte! Meno male che me ne sono liberato presto! Sempre così trattenuta, così frigida. Ma Harriet, lei si che sa come prendermi…» termina con voce sognante e maliziosa. Non si rende conto del pugno che lo colpisce dritto al naso. Lydia si porta le mani alla bocca e guarda Draco di traverso, mentre si massaggia le nocche doloranti.

« Che cosa hai fatto, Draco? Perché lo hai picchiato!? » Lui la ignora, è rabbioso.

« Non permetterti più, mai più, di offendere Hermione. Non sei degno neanche di pronunciarlo il suo nome. E questa bambina, è un dono del cielo, tant’è meravigliosa! Spero si accorga da sola di quanto poco tu valga come essere umano. Ciao, Lydia. » termina quasi indifferente. Perché è così terribile veder Draco allontanarsi senza di lei? Che cosa è questo dolorino sul petto, che la fa tremare tutta? “Draco, non andare per favore!” “Dovevamo mangiare insieme la torta…”

 

 

 

Draco, Hermione e Zabini (vari)

Atto III

 

 

 

« Bentornati! » Un bacio leggero sulle labbra da parte di Hermione, ricambiato in modo distaccato. Draco non si muove, è come se fosse stato colpito da un petrificus. Lei se ne accorge subito. « Draco, che succede? » Si guarda intorno e non vede Lydia. 

« Dov’è Lydia? » lo chiede dapprima con calma, poi incalza, scuotendogli le spalle, rudemente. « Draco, dov’è Lydia? » Lui continua a non rispondere. Ha gli occhi annebbiati dalla rabbia e il cuore pieno di dolore. Hermione sposta lo sguardo su Blaise, ancora sull’uscio della porta del Manor.

« Blaise, parla! » ordina con voce tremante.

« Weasley ». Hermione crede di aver sentito male.

« Come scusa? »

« Quel bluttissimo signol donnola si è pleso Lydia! Andiamocela a liplendele! » sbotta Alex. Hermione guarda nuovamente Draco, che distoglie lo sguardo, afflitto.

« No, non è possibile. Ron, lui… non l’ha mai voluta! Perché gliel’hai permesso, Draco? Perché gliel’hai consegnata? » 

« Perché è suo padre e io non sono nessuno per lei ». Draco esce e sbatte la porta di casa. Blaise lo segue. Hermione non sta già più ragionando; non ha pensato che Draco potesse dimostrarsi tanto maturo. 

« Amore, aspetta! » Ma Draco ha già smaterlizzato se stesso, Blaise e Alex a Zabini Manor.

« Hai fatto la cosa giusta, non temere. E’ solo troppo agitata, è comprensibile. Non avresti potuto fare altrimenti. » « Se solo penso che… che adesso Weasley le starà riempiendo la testa con mille fandonie e racconti terribili su di me… come potrò mai guardarla di nuovo e non provare vergogna? Forse è vero che non sono, io, degno di lei, di loro. » Blaise gli poggia una mano sulla spalla e gli parla con fare fraterno.

« Ma non dire stupidaggini! Sei stato più padre tu per lei che chiunque altro. É solo una bambina, si è vista il padre biologico davanti e ha voluto dargli una possibilità. »

« Ma non capisci, Blaise? E’ finito tutto, tutto! Hermione non vorrà vedermi mai più! E figurati se mi lascerà frequentare Lydia... ». Draco ha perso ogni residuo dignità e piange come un bambino. Si passa le dita tra i capelli e si siede su un muretto di pietra malconcio. « Ho perso le due persone più importanti della mia vita, ho perso ciò che mi permetteva di svegliarmi ogni giorno e salutare il mondo felice. L’ho fatto per non intromettermi, ma ho solo peggiorato la situazione. » Blaise osserva Alex risalire le gambe di Draco e posizionarsi a cavalcioni su di lui. E’ un bambino sveglio e vivace; non forse la vera cura, ma un sollievo per l’animo sofferente di Draco. E davvero detesta vederlo in quello stato; spera che Hermione ragioni e che capisca quanto il suo migliore amico abbia faticato per diventare la meravigliosa persona che è adesso. Draco osserva confuso Alex; si fa scompigliare i capelli e lo lascia persino pasticciargli il viso con le mani. “Deve stare davvero di merda!”, è l’ovvio pensiero di Blaise; “Non sta maledicendo tutta la casata Zabini, addirittura!”.

« Zio Dlaco, non devi piangele pel Lydia, lei ti vuole tanto bene! E quel blutto tloll non può vincele contlo di te! E poi Helmione non vuole dormile con nessun altlo e neanche schiantallo… pelchè dice che solo con te si divelte… me l’ha detto Lydia! » Draco gli sorride, grato. “E certo che si diverte solo con me, lei è mia e chiunque gli si avvicini, diverrebbe un avvincino!” E’ difficile che qualcuno che non sia Lydia o Hermione gli procuri un sorriso tanto accorato e sincero. “Non sta di merda, sta proprio affogando nella merda!” è l’ulteriore elegantissimo pensiero di Blaise. Lo vede attirare Alex sul suo petto e dargli un bacio in fronte. E, si avvicina meglio per non incorrere in errore… quelle sono addirittura lacrime di gratitudine. “Non è possibile!”, Zabini Senior sta quasi svenendo.

« Grazie marmocchio, ma adesso va a casa e portati tuo padre! Blaise chiudi la bocca o qualche strana creatura deciderà di nidificarci! » Prima che Blaise possa ribattere, Draco è già scomparso. Ma evidentemente quella serata è stata troppo poco movimentata, per terminare tranquillamente… Uno sonoro schiocco, annuncia un’avvenuta materializzazione.

« Oh, per Godric, Blaise! Non riesco a trovare Draco da nessuna parte! E’ a casa tua vero? Fammi entrare! » Hermione ha tutt’altro che un aspetto umano ed è anche in pigiama. Blaise vorrebbe fermarla, ma sa bene quando la bacchetta di Hermione pruda, se contrastata. Intanto è già entrata in casa ed ha svegliato Daphne. « Draco, torna al Manor, su, non è successo niente! Domani la andremo a riprendere e sarà tutto finito! » Apre ognuna delle sessanta porte presenti a villa Zabini, sorprende due elfi domestici in atteggiamenti poco consoni e si imbatte in una Daphne a dir poco selvaggia.

« Ma che diamine è questa confusione? Blaise, spiega! » Daphne, allacciandosi con mala grazia la vestaglia, si avvicenda rapidamente verso Alex, che si è prontamente posto di fronte ad Hermione. Ha un lecca lecca dalle dimensioni improponibili in mano e parla a raffica. 

« Lo zio Dlaco sta tanto male! Io gliel’ho detto che andrà tutto bene, pelchè Lydia gli vuole bene e anche tu… » Hermione sussulta: sentir che Draco sta male le ha mandato in subbuglio il cervello e le ha fatto prospettare duemila scenari nefasti. Alex nel frattempo agita le dita appiccicose e le tende verso la madre, che prontamente gliele pulisce con un canovaccio umido. Che gli è successo? Non sarà mica davvero perché è stato messo in dubbio il suo ruolo a causa di Ron? “Stupido meraviglioso furetto permaloso”, pensa Hermione con un sorriso.

« Lo guarirò io, dimmi dov’è! » proclama con un respiro di sollievo. Ma nessuno parla o gli indica alcuna stanza. Che Merlino sta succedendo? Persino Alex, sta zitto… brutto segno…

« Hermione… »

« Cosa, Blaise? Non mi piace per niente la tua faccia… »

« Lui non è qui. O meglio, è stato qui, ma se ne è già andato, senza dire alcunché circa il luogo. » Hermione si è già accasciata a terra. Le gambe le tremano e un terribile conato di vomito la costringe a cercare il bagno. Daphne le si affianca prontamente, una mano sul suo viso è pronta a confortarla. 

« Starà bene tesoro, stai tranquilla. Si starà sfogando alla sua maniera… »

« …tenendosi tutto dentro. » É la risposta desolata di Blaise, che sospira. Poi rivela: « Ha abbracciato Alex ».

« Che cosa?! Non… non ci credo! » esplode Daphne, sconvolta. Hermione guarda con tenerezza il bimbo, disteso sull’ampio tappeto, un pollice in bocca. “Deve stare davvero, davvero male!”, pensa rivolta a Draco.

« E…gli ha dato un bacio in fronte… » continua Blaise, che ha prontamente afferrato Daphne, che è quasi svenuta per l’assurdità del racconto. Hermione ha le lacrime agli occhi, una mano poggiata sul cuore. “Starà proprio di merda, per azzardare un simile gesto di affetto!”, pensa ancora, sconvolta.

« Ma non è finita qui! » urla con i nervi a fior di pelle « Ha pianto sulla sua spalla! » termina teatrale. Daphne è già passata all’altro mondo; Alex sta sognando di sgridare Lydia quando la rivede ed Hermione non ce la fa a trattenersi dall’essere scurrile.

« Non è che sta di merda, sta proprio affogando nella merda! » Non molto lontano da loro, Draco fa la conoscenza di un personaggio speciale, che renderà la sua vita molto migliore.




 


Note finali: Mi scuso con voi se avete ritrovato molti clichè nella storia. Però vi dico ciò che penso: l'abilità sta nel cercare di camuffare il clichè e renderlo addirittura una novità. E il rapporto tra Lydia e Draco è tutt'altro che qualcosa di già conosciuto; e per quanto mi riguarda anche Alex è una piccola meraviglia. E non immaginatevi un rapimento da parte di Ron e Draco che corre a salvare Lydia sul cavallo bianco... assolutamente niente di tutto ciò! E auspico che la persona che Draco incontrerà vi farà piacere! Non l'avevo previsto all'inizio, ma come spesso accade, i personaggi ti "chiedono" di inserirli nella storia e tu non puoi negarglielo! Ci sarà più Dramione nel prossimo capitolo, promesso! Questa parte iniziale è servita a dar inizio ai giochi. E ripeto, la serietà di alcune situazioni può essere "esasperata" in senso positivo o negativo, ma è appunto una commedia e il mio intento è quello di strapparvi un sorriso! Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento!
Questo è il link della mia pagina FB
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Alla prossima!

Aeltanin Astoria

 

 

 

 
 
 
 

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Capitolo 2
*** A Natale tutte le strade conducono a casa ***


Nota iniziale: Scusate il mio ritardo, imploro perdono. Ho avuto qualche problema alla linea internet e benchè volessi pubblicare due giorni fa, non sono riuscita a farlo. Spero che leggerete uguamente volentieri la mia storia e che mi farete sapere che ne pensate.
Grazie sempre di essere presenti per me. Vi lascio alla lettura, che spero per voi sia piacevole!

 


 






Capitolo 2.

A Natale tutte le strade conducono a casa

 

 

 

 

 

Draco si ritrova a passeggiare per le via della Londra babbana senza una meta precisa e con un unico pensiero per la testa: Hermione e Lydia. Si domanda cosa stanno facendo, se Hermione sta sorseggiando il suo infuso di elleboro serale e se è triste al pensiero di averne riempito solo una tazza; se Lydia dormirà serenamente, senza che qualcuno le legga una storia prima di addormentarsi. E lui? Cosa farà? Vagherà per sempre per quelle vie buie, incapace di trovare il suo posto nel mondo? 

Non si accorge di essere arrivato a Vauxhall Roade di aver quasi oltrepassato l’orfanotrofio di Stockwell2Torna indietro di un passo e osserva quelle lugubri inferriate, concentrandosi sulla coltre di neve che ha ricoperto del tutto la scarsa vegetazione presente all’interno del parco. Nessuna luce filtra attraverso le vetrate imponenti dell’edificio; nella grande sala centrale su un lungo tavolo di legno sono disposti una quindicina di bambini di tutte le età. 

Non sa perchè si è fermato ed interessato ad un posto simile; sa solo che la tristezza che lo pervade si è accentuata. Che vita fanno quelle creature? A che cosa pensano prima di dormire? Perchè i loro genitori li hanno abbandonati? O perchè sono morti lasciandoli senza affetti? Che giustizia c’è in tutto questo? 

Ed è inevitabile non pensare a Lydia. L’affetto di una madre, per lei che ha la fortuna di averla, è insostituibile. Ma quel padre che l’ha rinnegata e che adesso senza pietà l’ha strappata a lui, come ha potuto osare farlo cinque anni prima? Come ha potuto quella bimba meravigliosa fare a meno del supporto di uno dei genitori? Eppure forse, nel suo piccolo, pensa Draco, lui ha fatto qualcosa per non farle pesare l’assenza del padre biologico. L’ha amata fin da subito, fin da quando, appena nata, i suoi occhi vispi si sono posati sul suo viso e fin da quanto l’incanto del sorriso di Hermione che gliela pose tra le braccia, gli fece capire quanto quella bambina avrebbe significato per lui.

E con lo stesso sguardo vispo e indagatore un bimbo lo sta osservando attraverso un piccolo oblò di vetro, spannandolo con il palmo della mano. Non appena si accorge che anche Draco l’ha notato, subito abbassa il capo, nascondendosi alla sua vista. Proseguono con questa pantomima ancora un paio di volte, finché Draco, incuriosito dal comportamento del bambino, decide di afferrare i battenti del grande portone e chiedere di poter entrare. Nonostante l’iniziale riluttanza della direttrice, Draco riesce ad ottenere di poter visitare l’edificio, utilizzando una dose cospicua di fascino Malfoy.

 

« Cosa desidera esattamente, signore? Non siamo soliti ricevere nessuno per ora di cena! » Irritato non poco dall’acida domanda della signora, Draco ricorre ad un altro espediente efficace: il denaro.

« Un gentiluomo non può decidere di fare della beneficienza? Sono certo che non vorrebbe mai privare questi bambini di un dono in più, questo Natale! » É certo di aver fatto colpo; l’espressione della ossuta direttrice si rilassa e un sorriso smagliante le si dipinge sul volto rugoso.

« Oh, prego si accomodi pure, signor Malfoy ».

« Grazie » le risponde garbato, assecondando il gesto gentile del braccio della direttrice, che lo invita a proseguire per il lungo corridoio buio. Viene condotto nella grande sala da pranzo, spoglia ed essenziale. Nota la frugalità dei pasti e la rigorosità dei bambini, che ad un cenno della direttrice, lo salutano educatamente. Draco sposta lo sguardo su ognuno dei loro visi, ma non rintraccia quello del bambino che tanto lo ha incuriosito. La signora, che ha seguito minuziosamente il percorso dei suoi occhi indagatori, non può fare a meno di notare l’assenza di… 

« Scorpius! Dove ti sei cacciato? » Draco non si è accorto della piccola testa bionda che lo sta analizzando scrupolosamente dall’alto in basso, proprio di fianco a lui. Non appena il suo sguardo si posa sul volto di Scorpius, questi si allontana di poco, con occhi timorosi, nascondendosi dietro le gambe della direttrice.

« Buo… Buonasera signore » balbetta timido. Draco sorride; è strano vedere un bambino tanto educato in un posto simile. Tenta di avvicinarsi, ottenendo solo di farlo indietreggiare ancor di più. Non è ancora riuscito a vedergli gli occhi, appositamente celati da una folta frangia biondo chiaro.

« Non devi avere paura di me, voglio solo salutarti » gli dice con un sorriso caloroso. 

« Temo che Scorpius non abbia la stessa voglia, signor Malfoy! » gli inveisce contro la signora direttrice. 

« Beh, lasci che sia lui stesso a dirmelo. Hai forse paura di me, piccolo? » Nonostante il tono gentile con cui gli si rivolge, Scorpius non sembra voler rispondere. C’è qualcosa di strano nel suo sguardo; un sorriso malizioso che contrasta con il suo fare timoroso. 

« E’ meglio che vada allora. Ecco a voi il mio il mio regalo di Natale! » Draco deposita sul tavolo da pranzo una cospicua somma di denaro, che fa quasi girare la testa alla direttrice. I bambini si avvicinano uno per volta e raccolgono la loro banconota e ringraziano Draco con un piccolo inchino e un sorriso radioso. Si sente così bene, che potrebbe cambiare il mondo! Aver reso il Natale di quelle creature un po’ migliore lo invade di una positività inaudita. Scorpius non ha ancora raccolto la sua banconota e Draco se ne accorge. 

« Non è forse di tuo gradimento il regalo, Scorpius? » gli chiede garbatamente Draco. Il bimbo scuote la testa. « Se ti faccio così paura, allora vado subito. Scusami di averti turbato » e si avvia verso l’uscita dell’orfanotrofio.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Lydia è a cena con Ron e Harriet. Sta rigirando i pezzettini di carne arrosto nel piatto da almeno dieci minuti. Con il gomito poggiato sulla tavola e la tempia adagiata sopra, ascolta le mirabolanti avventure di Quiddich del padre. E la sua oca bionda non aiuta…

 

« …E poi ho fatto quella parata pazzesca! La partita si è conclusa per trecentocinquanta a trenta! »

« Per non parlare, Ronnie caro, della partita contro le Holiday Harpies! »

« Oh si, davvero un successo! Per merito mio, naturalmente… »

« Senza di te non avrebbero vinto, sei il migliore in assoluto… » “Che schifo”, pensa Lydia con orrore. Forse è per questo che sua madre l’ha lasciato.

« Si, ehm… ma Lydia, stai ascoltando? » le chiede Ron, leggermente indispettito dalla distrazione della figlia. Come può restare indifferente ai suoi racconti?! “Inaudito!” pensa.

« Tesoro » comincia Harriet con tono lezioso « non ti piace la carne? Possiamo chiedere qualcos’altro, se desideri… ». Lydia la guarda a mala pena; Ron non si accorge neanche della sua esistenza. Vorrebbe rispondere che non è la carne a non piacerle, ma tutto l’insieme. Comincia a pentirsi di aver accettato di andare con Ron…

« No, è buona, ma… » si interrompe, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore « è che ho tanto sonno e voglio andare a dormire ». Ron è sconvolto; il volto di Harriet si è trasformato in quello di una iena.

« Come… come hai sonno? » le chiede Ron con la voce leggermente alterata, non riuscendo a trattenere l’indignazione.

« Sono stanca e vorrei tanto andare a letto, Ron… » 

« Come mi hai chiamato? Io sono tuo padre! » Ron le si avvicina minaccioso; Lydia indietreggia, un po’ impaurita e un po’ arrabbiata. Come si permette questo signore che appena conosce, di inveirle contro in questo modo?

« Io… scusa … » gli occhi le si riempiono di lacrime, che suo malgrado non riesce a controllare. Sta in silenzio, ma il viso comincia a rigarsi. Vuole solo tornare a casa, da sua madre e da Draco.

« Ti stai per caso annoiando? Ti ho comprato ciò che volevi, ti ho portato nel miglior ristorante di Diagon Alley, ti ho lasciato ordinare il piatto più costoso… »

« Io non volevo compra… » cerca di interromperlo invano Lydia, ricordandosi di come le abbia ficcato tra le braccia l’ultimo giocattolo uscito e come abbia ordinato lui per tutti al ristorante.

« Sei solo una bambina viziata! Ah, ma da adesso in poi ci penserò io alla tua educazione! » Lydia non riesce più neanche a respirare. Si sente fuori posto, le mani le tremano e la presa di Ron sul suo braccio le sembra troppo stretta. Ripensa per un momento agli occhi delusi di Draco, quando si è separata da lui. Nella sua mente vorticano tante immagini; tra tutte quella più nitida è il ricordo di lei e sua madre il giorno che sono andate a vivere con Draco. Le sembra quasi reale l’abbraccio del suo biondo preferito e le lacrime di gioia sul volto della madre. E’ tutto e solo ciò che ha sempre desiderato. Perchè è stata così stupida da seguire quel brutto rossiccio? Notando che Lydia non risponde, Ron ne approfitta per mettere ancor più il dito nella piaga.

« Vuoi andare a dormire? Bene, andiamo pure! » esclama Ron, furibondo. Prende Harriet per un braccio e trascina Lydia per la vita. Entra nel primo camino vicino e pronuncia l’indirizzo di casa sua. « Vauxhall Road, numero 15 ».

 

 

 

***

 

 

 

 

Draco si trova già fuori dall’orfanotrofio e calpesta la fitta coltre di neve che ricopre il parco intorno. Un soffio di vento più gelido degli altri gli sbatte sulle guance, arrossandole lievemente. Si accosta alla gola con gesto automatico il bavero del cappotto e si siede su una panchina dissestata che costeggia l’edificio. E’ quel freddo inopportuno a fargli desiderare addosso le mani di Hermione, che seppur piccole e sapienti, lo sanno scaldare in ogni modo possibile. Quando torna da lavoro, sfinito, ad un orario improponibile, lei è lì, pronta ad alleviargli la fatica. Gli slaccia la cravatta con dolce maestria e gli accarezza con i palmi aperti la base del collo e il torace. Continua, facendogli scivolare la camicia dalle spalle scarne e baciandogli l’incavo tra la clavicola e l’inizio della spalla. E’ a questo che pensa tutto il giorno, è a questo che aspira alla fine della giornata. Saperla rannicchiata sul sofà con la testa tra le gambe e a sorseggiare da sola il suo infuso serale lo fa sentire male.

 

« Signor Draco » la voce squillante di un bambino lo desta dalle sue tristi riflessioni. « Signor Dr… Malfoy. Perchè è tanto triste? » lo chiama ancora, non avendo ottenuto prima risposta. Draco si volta appena; nota una zazzera biondo chiaro occupargli la visuale e sorridergli furbamente.

« Cose da adulti. Non hai più paura di me, Scorpius? » gli chiede di rimando, dedicandogli un’occhiata bieca; poi aggiunge « Hai preso la tua parte di regalo alla fine? » termina tranquillamente, scrollandosi alcuni fiocchi di neve depositati sulle gambe esposte. Il bimbo nega con vigore, abbassando gli occhi. Draco di rimando fruga all’interno della tasca e pesca una banconota del valore doppio di quella prima offertagli. Gli occhi di Scorpius si riempiono di lacrime, che riesce a trattenere a fatica. Poi scosta lo sguardo, per evitare di fargli notare il suo disagio.

« Io… non ho bisogno di denaro. Io voglio solo che la mia mamma guarisca. Voglio questo regalo… » sospira all’improvviso, facendo sobbalzare Draco. Non può fare a meno di pensare quanto questo bambino stia soffrendo, quanto il peso di avere un genitore lontano possa essere insopportabile. E’ incredibile quanto un bambino possa insegnare ad un adulto, quanto possa essere più maturo di un adulto stesso. E in quel momento Draco ha imparato molto: niente conta se non c’è l’amore. E quel bimbo biondo, che assomiglia tanto ad un angelo, sembra essergli stato mandato per condividere con lui le sue pene. 

« Ehi » gli si rivolge, Draco, battendo con la mano sul posto vuoto accanto a lui « Vieni qui e raccontami tutto ». Il bimbo compie qualche passo incerto verso di lui, strizzandosi a fatica la sciarpa sottile intorno al collo. Draco si sfila il mantello pesante e lo adagia sulla schiena esile del piccolo, che tenta di resistere a tanta cortesia. Ma non appena quella lana pregiata gli tocca la schiena, non può fare a meno di stringere i lembi ancor di più e accucciarvisi dentro. 

« Grazie mille, signor Draco » lo ringrazia, mentre i suoi occhi si illuminano di felicità. Draco non può fare a meno di notare il velo opaco che invade l’azzurro di quegli occhi, come se un vetro appannato impedisse alla loro naturale energia di venir fuori e dare gioia al mondo. Quello sguardo, Draco lo sa, è lo stesso che aveva lui da bambino.

« Io la conosco, signore, l’ho vista qualche volta sui giornali. Ha salvato tante vite al San Mungo… »

« Davvero? Ma come puoi sapere queste cose? Come puoi saper leggere? Quanti anni hai? » 

« Quasi sei anni! La signorina Hastings ci insegna tante cose, anche se a volte è antipatica e ci sgrida, perchè siamo stanchi e vogliamo solo giocare ». Scorpius porta automaticamente una mano a coprire la bocca. Si rende conto di aver appena parlato male della direttrice. Se lo venisse a sapere lo metterebbe sicuramente in punizione. « Oh, la prego, signore, non volevo dire questo, non le riferisca quello che le ho detto! » lo supplica, allarmato. Draco gli da un buffetto sulla guancia e gli tende la mano. Il bimbo ci sta un po’ a capire, poi la afferra con fermezza e gliela stringe. « Sarà il nostro segreto, Scorpius » sorride, facendogli l’occhiolino. Le labbra di Scorpius non riescono a contenere le risa. E’ talmente tanto felice di stare in compagnia del signor Malfoy!

« Dove sono i tuoi genitori? gli chiede improvvisamente Draco, che se ne pente subito, dopo essersi soffermato sullo sguardo vacuo del bambino.

« Mio padre è… è morto prima che io nascessi. La mia mamma invece è la più bella di tutte, anche se adesso è malata. Si trova da tanto tempo in un ospedale scozzese, è per questo che mi trovo qui. Non ho altri parenti. Ci solo solo io. » termina con aria afflitta. « Signor Draco… » riprende un attimo dopo, con euforia e aspettativa « visto che lei è il migliore di tutti i medici del mondo e dell’universo e di tutte le galassie, non può curare la mia mamma? La prego… » gli chiede singhiozzante, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Draco non resiste: gli stringe le mani tra le sue e asseconda il suo volere.

« Non sono bravo in tutto Scorpius, non posso illuderti di saper curare tua madre… ma posso provarci. Quand’è che viene a trovarti? »

« Lei non può venire a trovarmi. E’ attaccata a tante macchine e non è possibile staccarla da lì » spiega triste Scorpius, capendo che per Draco non è possibile raggiungerla.

« E se andassimo noi? Se le facessimo una sorpresa? » Draco ricorderà il sorriso di Scorpius di quel momento come uno degli attimi più belli della sua vita e i suoi occhi come le gemme più lucenti che abbia mai visto. Non capisce se sia pioggia quella che gli cola sul volto o le proprie lacrime, lacrime di gioia.

« Lei farebbe questo per me? Nessuno ha mai fatto qualcosa per me! Oh grazie signor Malfoy, grazie, grazie, grazie! » gli si getta al collo, quasi come fosse una piuma e Draco gli scompiglia i capelli. 

« Allora, perché è tanto triste, signor Malfoy? » Scorpius ritenta, ostentando una tenera espressione. Passa solo qualche secondo prima che alcune voci concitate attirino la loro attenzione.

« Da oggi questa sarà casa tua, Lydia Weasley. Mi prodigherò affinché quel Mangiamorte venga spedito dove merita di stare! » la presa di Draco sulla schiena di Scorpius si allenta di botto. Il bimbo lo osserva, attento, ritrovando nell’elegante signore qualcosa di familiare, qualcosa di lui. Un profumo, un aroma, un gesto, una espressione.

« É per lei che è triste, vero? » Draco non riesce ad articolare alcun suono. Scorpius prende l’iniziativa e lo trascina a fatica con una manina verso il luogo di provenienza delle voci. Non si spiega neanche lui, perché senta l’impulso irrefrenabile di andare, ma sa che è necessario arrivare in tempo. « Se vuole una cosa, se la prenda, signor Draco! Altrimenti un altro bambino più veloce di lei, gliela soffierà sotto il naso! »

 

 

 

***

 

 

 

 

« Draco non è un mangia-qualcosa, Draco è super bravo! » Lydia non ha smesso di scalciare un attimo, rendendo notevolmente più complicato a Ron di portarla dentro casa.

« Il tuo“Draco” » le fa il verso « lo sai quante cose cattive ha fatto a me e tua madre durante la scuola? Sai come chiamava tua madre? » gli occhi di Ron, dardeggianti, la trapassano quasi da parte a parte « la chiamava “sangue sporco”! » La bimba riflette per un attimo: perchè mai Draco avrebbe dovuto far soffrire la madre e i suoi amici? Perchè si comportava così quando era più giovane? Hermione le ha sempre ribadito che c’è un motivo a tutto e che i gesti di ogni persona, siano essi gesti gentili o gesti cattivi, sono sempre giustificati da un motivo. E a lei basta sapere che Draco ama sua madre e che adesso è il solo capace di renderla felice e di farla sentire speciale in ogni momento. Che importa ciò che è successo prima? Lydia smette di agitarsi e si ferma, attonita, a guardare un punto dietro di lei. Si da un pizzicotto per capire se è un sogno o la realtà.

« Draco! » urla, incredula.

 « Smettila Weaslebee3, lasciala andare subito » ordina perentorio. Draco, sorprendendo perfino se stesso, riesce a mantenere comunque una calma invidiabile; non deve far capire a quell’ammasso inutile di muscoli, quanto la situazione lo turbi. Tuttavia, non appena ha visto Lydia costretta a sottostare al volere di Weasley, ha sentito una incontenibile scarica di adrenalina magica solleticargli i palmi della mani. Stringe le dita a pugno, per evitare azioni sconsiderate. Ma se è così sicuro di star trattenendo la sua magia, come mai Weasley si ritrova schiantato sul portico di casa sua? Ed è allora che si ricorda di non essere solo, di aver al suo fianco…

« Scorpius! Sei stato tu? » gli chiede Draco, più attonito che sorpreso. Il bimbo si porta le mani dietro la schiena e comincia a mordicchiarsi l’interno delle guance. Non riesce a parlare; è inspiegabile persino per lui ciò che ha fatto. La bella bambina dai capelli rossi lo guarda con stupore e gli si avvicina subito. Draco assiste alla scena senza intromettersi. 

« Draco, è stato lui! » urla Lydia, finalmente libera, correndo verso Scorpius. Quando gli è ad un palmo di naso, cauta gli prende le mani e le osserva: sono innaturalmente rosse e bollenti. Gliele sfiora dolcemente, ma non le è sfuggita la smorfia di dolore sul viso di Scorpius. « Oh » esclama Lydia, imbarazzata, ritraendo subito le sue mani « Scusami tanto! Non volevo farti male! » Draco si è progressivamente avvicinato loro, senza perdersi ogni minimo sguardo tra i due. Lydia si accorge di averlo vicino e lo guarda solo un secondo, senza sapere cosa fare. Ma si riscuote, quasi subito, riscaldata da quegli occhi così familiari, così meravigliosamente suoi.

« Draco, mi sei mancato così tanto! Non ho bisogno di un altro padre, io ho già te! » e subito Draco si accascia sulle ginocchia, vinto da una forza superiore, portandosi alla sua altezza. Famiglia, casa e amore è quello che prova, quando lei si rifugia tra le sue braccia. Le accarezza istericamente i capelli, le braccia, le mani. Lydia gli sfiora il viso, si aggrappa alle sue spalle, gli piange sul petto. « Perchè ci hai messo così tanto a venire a prendermi?! » le sue parole lo feriscono più di quanto sia disposto ad ammettere, ma ha ragione. Non avrebbe mai dovuto lasciarla andare con Weasley dal principio.

« Perchè avevo bisogno che qualcuno mi facesse ricordare le mie priorità » risponde mesto, volgendo il suo sguardo verso Scorpius, che li osserva, imbarazzato, in disparte. Lydia si asciuga velocemente una lacrima con la manica del cappotto e si fionda di nuovo verso quel bimbo biondo tanto bello, ricordandosi improvvisamente di una cosa importante.

« Deve essere curato, papà, le sue mani scottano! » Draco sente le gambe molli al solo sentire Lydia appellarlo come “papà”: teme che non si abituerà mai alla cosa. Riesce comunque ad acquistare un minimo di contegno, a esaminare le manine scarne di Scorpius e a constatarne l’inusuale temperatura. Il flusso di magia spontaneo deve avergli causato qualche lesione interna. Va curato immediatamente. Draco attira Lydia e Scorpius per la vita, cercando di toccare quest’ultimo con più delicatezza possibile. 

« Tesoro, stammi attaccata e… Scorpius… » continua con sguardo a metà tra il minaccioso e il divertito, prima di smaterializzarli tutti a Malfoy Manor « poi mi spiegherai il perché di questa magia involontaria… » termina, ottenendo un sorriso bieco da parte del bambino. A Natale tutte le strade conducono a casa.

 

 



***

 

 

 

A discapito dell’aspettativa di Draco, Hermione non si trova affatto a Malfoy Manor. Un momento di panico l’ha invaso: Lydia se n’è accorta subito e gli ha preso una mano, consegnandogli una lettera che ha trovato in cucina, quando è andata a controllare la sua torta…

« Che cos’è? » le chiede, allarmato, mentre spalma un unguento violaceo sulle mani di Scorpius, che subito, avverte sollievo.

« Credo che sia per te. C’è il tuo nome e questo strano simbolo sopra… » indica Lydia. Draco osserva il simbolo e sbianca: Hermione ha disegnato una strana protuberanza cilindrica e una mano. Non promette niente di buono.

« Emh… amore di papà » le dice, imbarazzato « che ne dici di andar a giocare in salone con Scorpius e fargli conoscere Nolah e gli altri elfi? Devo fare una… cosa… » termina, speranzoso. Lydia lo guarda un attimo confusa, per poi trascinare Scorpius con lei.

« Certo, papi! » Non appena il vociare dei bambini si fa sempre più lontano, Draco apre la lettera e, sempre più terrorizzato, si allenta il colletto della camicia. E’ una strillettera. Non può di certo ignorarla! Quella donna lo ucciderà prima o poi!

 

 

 

 

 

DRACO LUCIUS MALFOY!

Come hai osato lasciarmi da sola di punto in bianco, senza dirmi dove fossi andato!?! Sei uno stupido furetto permaloso!
Sono veramente disgustata!
Oggi ho vagato per tutta Londra, chiedendo di te in ogni bottega e negozio, senza che nessuno sapesse dirmi dov’eri!
Al San Mungo non ti fai vedere da giorni e i tuoi colleghi e amici sono tutti terrorizzati!
Alex ha costretto Blaise e Daphne ad andare a cercarti perfino in Africa, minacciandoli di soggiogare tutti gli elfi domestici e farsi smaterializzare ovunque avesse voluto, se non lo avessero accompagnato loro!
“Zio Dlaco è andato siculamente da Lydia e io voglio andale a plendele lui con gli elfi e poi voglio andale da quella donnola per plendele anche Lydia, così Lydia mi vollà pel semple bene!”
Sai dove mi trovo adesso? In Messico! E guarda caso neanche lì ci sei! 
E sappi, caro, che quel simbolo sulla lettera non è casuale! Arrangiati di conseguenza!
Ti odio e ti amo, ma ti odio di più!

 

 

Hermione incazzata Jean Granger

 

 

« Santissimo Salazar! »



 


1: Vauxhall Road è la via dove si trova probabilmente l'orfanotrofio in cui Voldemort ha trascorso la sua infanzia.
2: lo "Stockwell Orphanage è probabilmente il nome dell'orfanotrofio dove è cresciuto Voldemort. Ho trovato le informazione su yahoo.
3: "Weaslebee" è l'equivalente italiano di Weasleyuccio. Draco lo chiamò così in Harry Potter e il progioniero di Azkaban, quando Ron ed Hermione si trovavano sulla neve e Harry, sotto il mantello dell'invisibilità, combattè Draco a palle di neve, facendolo scappare a gambe levate.


Note finali: Ebbene, il personaggio misterioso è Scorpius! C'è dell'altro in ballo, molto altro. Scorpius non è un bambino qualunque, non è solo un orfano e non è il figlio di Draco. Ma non posso dirvi altro. Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, dove vedremo le famiglie Zabini e Malfoy nuovamente felici e insieme festeggeranno il Natale. Ma non ci saranno solo loro... :) Colgo l'occasione per augurarvi di trascorrere delle belle feste e augurarvi un buon anno nuovo! 
Grazie a chi legge in silenzio, a chi segue la mia storia e a chi mi regala un sorriso in più, recensendo i miei capitoli. Per me non esiste regalo migliore di ricevere le vostre opinioni e saper di aver fatto breccia nel vostro cuore. 

Aeltanin Astoria


 

 

 

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