Non so ancora se ti amo o ti odio

di _ali stories_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mister arroganza. ***
Capitolo 2: *** Lasciati andare. ***



Capitolo 1
*** Mister arroganza. ***


Non so ancora se ti amo o ti odio

Mister Arroganza






- Amore alzati! - Il suono della voce di mia mamma mi fa quasi cadere dal letto e anche se so che lo fa per me mi viene istintivamente la voglia di ucciderla per avermi svegliato e per aver spalancanto le finestre per far entrare la luce.
- Mmh.- un lamento esce dalla mia bocca e chiede pietà a mia madre.
 Sono in anzia, nuova scuola significa nuovi compagni e nuovi professori, inoltre la scuola che ho scelto è del tutto diversa dalla mia precedente, infatti passo dal classico ad uno sportivo.
Ho sempre pensato che la scuola perfetta per me fosse incentrata sulle materie umanistiche, ma a quanto pare mi sbagliavo, ed è stato molto difficile ammettere a me stessa che non mi conosco per niente.
-Io vado!- la mia voce risulta entusiasta e mi sorprendo di aver finto così bene.
-amore ma non fai colazione.- e secondo lei con l'agitazione che ho in corpo sarei capace di mangiare? 
-No mamma non ho fame.- si limita ad annuire e avvicinarsi per darmi un bacio sulla fronte ed augurarmi un imbocca al lupo.
La fermata dell'autobus è vicinissima a casa mia e, secondo il mio cellulare, l'autobus dovrebbe passare tra due minuti, ma io non ho molta fiducia in queste applicazioni, dicono sempre il falso.
Anche questa volta,infatti,si erano sbagliati di grosso, io capisco che devono controllare tutti gli autobus dell'Italia però cavolo mi fa venire un nervoso.
Attacco le cuffiette al mio IPhone 5s e aspetto l'arrivo dell'autobus.
Arriva con ben 7 minuti di ritardo rispetto a quello che aveva detto l'applicazione.
Fortunatamente le fermate da fare sono poche e l'autobus lascia praticamente davanti scuola,mi piace essere puntuale e sinceramente non avrei gradito per niente fare ritardo il primo giorno di scuola.
Una massa di gente era radunata intorno al cancello della scuola e mancavano due minuti prima che si aprisse.
Superate le prime due missioni, quella di alzarmi dal letto e quella di arrivare in orario me ne mancavano altre due, trovare la mia classe e superare la giornata senza intoppi.
Il cartellone dentro la scuola segnava che la mia classe, la 2ªB, era al secondo piano, cosa che mi fece spazientire poiché significava che ogni mattina avrei dovuto fare, oltre alle mie scale, anche le scale della mia scuola, aumentando le possibilità di fare ritardo.
Salgo le scale con calma mentre mi chiedo che cosa diavolo si corrono tutti gli altri ragazzi. Avevano per caso fretta di andare a scuola? Io proprio non li concepisco.
La mia classe era difronte al bagno, quindi questo voleva dire che avrei rinunciato alla passeggiata per i corridoi prima di arrivare al bagno...altra sfortuna.
Entrai nella classe e con grande sorpresa notai che dentro c'erano solamente due ragazze, cosa che mi fece dispiacere e allo stesso tempo esultare.
-Ciao, è la 2ªB?- ma quanto sono stupida,certo che è la 2ªB, c'è il cartello fuori dalla classe.
-Percaso hai perso la vista?-  Iniziamo molto bene...mi girai in direzione del suono della voce che avevo appena sentito. Vidi un ragazzo bello da impazzire: alto, occhi verdi e profondi come l'oceano e capelli scuri. Rimasi a guardarlo in silenzio,incapace di rispondere, mentre tutti intorno a me ridevano per la sua risposta alla mia domanda.
-allora?- arrogante il ragazzo.
-no, fortunatamente ce l'ho ancora, tu piuttosto hai perso la simpatia e l'educazione?- lui boccheggiò, non si aspettava una risposta del genere e con lui tutta la classe.
La campanella riportò fortunatamente tutto alla normalità, era diventato imbarazzante.
-Ciao,sei tu quella nuova?.- Una ragazza mi si era avvicinata mentre io mi stavo chiedendo dove poggiare le mie cose.
-Si,piacere Alice- le avevo sorriso e aspettavo che stringesse la mia mano.
-sei stata grandissima, finalmente qualcuna che sa rispondere alle sue provocazioni- spinse via la mia mano e al contrario mi abbracciò.
-Comunque sono Angelica, cioè il mio nome è Angelica ma io non sono angelica,cioè nel senso che il mio carattere non è angelico...hai capito il senso?.- disse quelle parole con la velocità di un rapper e ci misi un può' prima di elaborare la sua frase.
-Capito.- sorrisi.
-Buongiorno ragazzi.- una professoressa minuta entrò nella classe con un sorriso a 36 denti e andò a sedersi alla sua cattedra, mentre Angelica mi chiedeva se volevo sedermi al banco con lei.
Non sapevo dove andare così decisi di accettare la sua proposta e di farmi trascinare al banco dove si era messa.
Non davanti a lui, non davanti a lui,non davanti a lui...davanti a lui.
Ci mancherebbe altro, con la mia enorme sfiga non potevo non capitare al penultimo banco davanti a quel ragazzo.
Anche lui sembrava parecchio infastidito dal fatto che io sarei stata davanti a lui.
-Angelica, che materia insegna questa professoressa?- la sua testa scattò subito verso di me.
-Insegna matematica- disse pronunciando la parola 'matematica' con una smorfia di disgusto.
-Comunque mi puoi chiamare Angy, cioè per abbreviare il nome- questa ragazza metteva 'cioè' dappertutto.
-ok, grazie.- lei non rispose e si limitò a sorridermi e a girarsi dalla parte della prof.
-Chi è la nuova ragazza?- cavolo,ma perché doveva fare proprio quella domanda la professoressa? 
-Sono io.- alzai la mano e mi feci notare dalla prof. che mi annuì.
-Ti va di presentarti alla classe?- 
No che non mi va, razza di odiosa professoressa!
 -Certo.- sorrisi sperando di non sembrare arrabbiata per la proposta di prima, ma al contrario educata, gentile e cordiale.
-Bene, allora alzati in piedi e dicci qualcosa su di te.- 
Alazati in piedi? nemmeno i bambini delle elementari facevano cose del genere.
-Mi chiamo Alice, ho 16 anni e vengo da un liceo classico dove non ho vissuto un'esperienza troppo positiva per via dei miei compagni di classe e per via della severità e pretenzione dei miei professori, spero di trovarmi bene in questa scuola e soprattutto di dimenticare la mia esperienza precedente.- ma come diavolo avevo parlato? Sembravo ad un colloquio di lavoro.
Sentii il rumore di un applauso dietro le mie spalle e subito intuì chi lo stava facendo.
-che fantastica presentazione!.- mi trattenni dal dire 'che fantastico stronzo!.' e feci finta di niente.
-Emanuele!- quasi strillò la professoressa. Era così che si chiamava quindi? 
-Grazie Alice. Ragazzi mi sembra un po' inutile fare lezione oggi,però grazie ad Emanuele vi assegnerò un lavoro per casa da fare a coppie, e la prima coppia che formo è quella di Alice ed Emanuele, così magari lui chiederà scusa a lei.-   
No, no,no, io non ho intenzione di stare coppia con quell'odiosissimo,arrogante e presuntuoso ragazzo,tutti ma non lui.
 -No!.- rispondemmo entrambi nello stesso momento.
-niente no, mi dispiace Alice ma ormai ho fatto la mia scelta.-
Ma chi si credeva di essere quella nana malefica?
Disse tutte le altre coppie e poi ci lasciò stare per il resto dell'ora.
La campanella suonò la ricreazione e tutti ci alzammo dalle nostre sedie.
-Oggi alle 4.30...ti vengo a prendere a casa tua. Dammi il tuo indirizzo.- ehi scusa ci sarei anche io, chiedere se mi va bene oggi e quell'ora non ti piace?.
-Senti, oggi proprio non posso!- mentii e ammetto che la mia voce tremava ed era poco credibile.
-E sentiamo...cosa dovresti fare di così importante?- ma chi diavolo si credeva di essere? Con quel sopracciglio alzato e interrogativo come a dire 'guarda che non ci credo che devi fare qualcosa oggi '.
Che cosa gli dico?.
-lo sai che chi si fa gli affari suoi campa cent'anni?- dove era andata a finire la mia gentilezza e la mia educazione? 
-vuol dire che morirò a 99 anni...allora?- ma che vuole questo? 
-le mie amiche,quelle che tu non hai, mi hanno chiesto di uscire con loro e non posso dargli buca dopo che ci siamo messe d'accordo.- la mia voce era fredda e per una volta mi resi conto di essere credibile.
-Hai ragione, non ho amiche,io le ragazze me le faccio e poi chi le sente più.- un sorriso malizioso comparve sul suo volto e mi trattenni dallo sferrargli uno schiaffo sul viso che si sarebbe ricordato per tanto tempo.
Anche se devo ammettere che con quel sorriso era ancora più bello.
-Via Livenza 53- mi arresi, il compito non si sarebbe di certo fatto da solo.
-Brava Merlin- pronunciò il mio cognome con soddisfazione mentre io mi chiedevo come diavolo faceva a saperlo.

  

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Capitolo 2
*** Lasciati andare. ***


L'ansia saliva, a mio parere senza un motivo, mentre si avvicinavano le 4.30.
Mi diressi verso la cucina,cercai qualcosa dentro il frigorifero, e mi fermai non appena sentii il 'driin' del campanello.
Doveva arrivare proprio quando avevo in mente di mangiare qualche schifezza? Ma lo faceva apposta?.
Sbuffai mentre mi dirigevo verso la porta.
-Merlin sei pronta?- era bellissimo,con le sue guance arrossate per via del freddo e i suoi occhi così penetranti.
-in realtà no, volevo cambiarmi e sarei riuscita a farlo se tu non fossi arrivato con dieci minuti di anticipo!- stavo prendendo gusto a recitare, ormai era tutto più semplice.
-meglio in anticipo che in ritardo- aveva di nuovo quella smorfia arrogante sul volto.
-invece puntuale no?- si, sto letteralmente vincendo! Lui cambiò espressione,passò ad una smorfia infastidita.
-comunque puoi cambiarti se vuoi, tanto ancora è presto.- grazie per la tua approvazione, ma l'avrei fatto comunque razza di idiota.
-e te puoi entrare se vuoi, ma non ti muovere da qui.- autoritaria, diretta, ferma e severa...dove sei vecchia Alice? Esisti ancora?.
-ok.- 
-vado di là- indico il corridoio che porta alla mia stanza e subito dopo mi ci precipito.
Avevo già preparato i vestiti da mettere e dovevo soltanto indossarli, l'outfit prevedeva una canottiera con sopra una felpa e dei jeans skinny accompagnati dalle mie scarpe preferite, le all star bianche.
-Merlin...così mi uccidi.- girai la mia testa di scatto e lo vidi sulla soglia della porta, ero in intimo e diavolo mi vergognavo così tanto.
-esci di qui!- mi sentivo mancare il respiro, infatti questa volta la voce non risultò autoritaria,ma al contrario soffocata nonostante il tono di voce alto.
Lui non sembrò prendere sul serio la mia esclamazione, al contrario incominciò ad avanzare verso di me con quella sua espressione da 'mi sto per fare l'ennesima ragazza, posso cancellare Merlin dalla mia lista delle ragazze che mi devo ancora fare.'
-non fare un altro passo o giuro che chiamo la polizia.- la mia voce tremava e con lei tutto il mio corpo.
-Alice sei poco credibile,lo so che mi vuoi e io in questo momento voglio te, quindi perché non ti lasci andare?- mi aveva chiamata per nome o sbaglio? 
-no, io non voglio proprio nessuno.- ed eccola la vecchia Alice, quella paurosa, timida e riservata. La mia voce diceva tutto il contrario delle parole che uscivano dalla mia bocca,è come se mi stessi prendendo in giro da sola...chi volevo prendere per i fondelli?.
La distanza si era accorciata ancora di più e io ora indietreggiavo da lui, ma sapevo che ben presto avrei toccato il...muro!.
Ero in trappola,il mio corpo era tutto un fremito e il mio respiro si era fatto affannoso, inoltre io ero in mutande e reggiseno. 
Signore qualcos'altro no eh?! 
La sua bocca affondò nel mio collo nel giro di due secondi e io mi lasciai sfuggire un gemito che diede la conferma alle sue parole. Io lo volevo più di qualsiasi altra cosa al mondo in quel momento, ma mi sarebbe bastato una sola volta? e sarei riuscita a dimenticarlo nel giro di una sera ? ...Nessuna risposta, una parte di me diceva di si, l'altra parte diceva di no. 
Alice, ci penserai dopo a dimenticarlo, insomma è solo una voglia non ne sei mica innamorata, ora pensa al fatto che se tu oggi non approfitterai avrai ripensamenti tutti i giorni seguenti a questo per non averlo fatto .
Dal collo passò al mio orecchio sinistro e stavolta non mi opposi, e strinsi le mie mani attorno al suo collo.
Poi passò alla mia bocca e io ricambiai il suo bacio, le sue labbra erano così morbide e finalmente sentii il suo sapore in bocca...baciava così bene!.
Strinsi di più le mie mani attorno al suo collo e lui per ricambiare azzerò del tutto la piccola distanza che era ancora rimasta fra di noi.
-Mmh- dissi ancora fra le sue labbra, mi mancava il respiro, avevo bisogno di prendere fiato, lui si staccò appena sentì quel suono uscire dalla mia bocca e ci ritrovammo entrambi a respirare affannosamente.
-ora andiamo!.- fu lui a rompere il silenzio con quell'esclamazione, era di nuovo freddo e distaccato come se non fosse successo assolutamente nulla.
Annuii ancora scossa da quel bacio incredibile e lo seguii verso un motorino che riconobbi subito dopo...era il suo!.
-Quindi io dovrei salire su questo coso?- c'ero salita poche volte in motorino e la paura non mi mancava di certo.
-che c'è hai paura?- un sorriso divertito spuntò sulle sue labbra e io mi trattenni dallo strillare 'si!'.
-io? No, figurati- peggio di così non ti poteva proprio uscire Alice, insomma,neanche un bambino di due anni crederebbe a quello che hai appena detto.
-ok- non ci aveva creduto,ne ero certa, solamente non voleva perdersi la scena di me sopra al motorino che urlo ai venti di farmi scendere.
Mi porse il casco e io lo presi con molta esitazione e cercai di infilarlo nella mia testolina che non voleva proprio sentirne parlare.
-mi puoi aiutare?- mi odiavo per non riuscire a mettermi il casco, ma infondo cosa ci potevo fare, ero salita solo quattro volte su quell' aggeggio meccanico.
-ma ci sei salita almeno una volta su un motorino?- disse scorbutico e infastidito mentre mi prese per i fianchi e mi mise difronte a lui inserendomi il casco sopra la testa e allacciandolo in due secondi.
Inutile nascondere che le sue mani sicure sopra i miei fianchi mi fecero rabbrividire.
-si!.- la mia voce era ferma e arrabbiata, finalmente avevo ripreso il controllo di me stessa.
-tieniti forte a me.- subito! non me lo faccio ripetere due volte.
-non mi posso reggere da un'altra parte?- Ali sei sicura di volerti reggere da un'altra parte?
-dai, ti sei fatta baciare quasi dappertutto e ti da fastidio reggerti a me?- aveva ragione in effetti, ma io non potei fare a meno di boccheggiare e rimanere stupita dalla sua esclamazione mentre il suo viso prese una piega divertita e maliziosa.
-ma cosa...?- ero arrossita, me lo sentivo.
-non mi sembra che ti abbia dato fastidio, al contrario, credo proprio che ti sia piaciuto, non è vero?- si, è vero, mi è piaciuto da impazzire. 
-mah...c'è stato di meglio.- Boccheggiò sorpreso dalla mia risposta.
-non l'avrei mai detto, eri così...presa.- si era ripreso subito e come al solito sul suo viso era comparso il suo ghigno arrogante. Ti odio.
Mi arresi e gli misi le mie braccia attorno alla sua vita.
Lui partì non appena sentì il mio tocco e io fui costretta a stringerle di più, lo sentii ridere sotto i baffi, l'aveva fatto apposta!.
Ci mettemmo sette minuti per arrivare davanti a casa sua e quando scesi dal suo motorino mi accorsi di tremare ancora per la paura.
Lo seguii mentre si dirigeva al portone della sua casa.
-andiamo in camera mia.- no!. 
-qui non va bene?- risposi indicando un tavolo in soggiorno speranzosa di sentire un 'si' uscire dalla sua bocca.
-Nah, si sta meglio in camera mia...- il suo sopracciglio sinistro si alzò con fare arrogante e una smorfia maliziosa comparve sul suo volto.
Qualcuno mi aiuti!.
-va bene.- al massimo se mi fosse saltato addosso avrei chiamato la polizia. 
Invece non successe nulla, niente di niente, anche se devo ammettere che lo sperai,ogni tanto mi fermavo a fissare le sue labbra mentre parlava e arrossivo ogni volta che mi accorgevo di farlo.
Lui mi guardava e alzava il suo sopracciglio e una volta avrei giurato che mi avesse sorriso in modo dolce, ma me lo sarò senza dubbio immaginata...lui che sorrideva in modo dolce a me? No, non era proprio possibile.
Era bravissimo in matematica e lasciai fare il compito solamente a lui poiché io mi incantavo mentre mi spiegava che cosa dovevamo fare e spesso mi ero fatta richiamare con un 'Merlin ci sei?' freddo e infastidito, ma vorrei proprio sapere che cosa avrebbe fatto lui al mio posto.
Una volta finito il compito mi riaccompagnò a casa e stavolta non mi feci troppi problemi a mettere le sue mani attorno alla sua vita, prima arrivavo a casa e meglio era, avevo bisogno di sdraiarmi sopra al mio letto e levarmi il suo incredibile profumo di dosso.
Rispettai i miei piani e appena entrata a casa mi feci una doccia per poi asciugarmi,stendermi sul letto e cadere in un coma farmacologico.












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