You make me feel alive

di xzaynsvocals
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Who am I? ***
Capitolo 2: *** A funny guy ***



Capitolo 1
*** Who am I? ***


Uno, due, tre, quattro, cinque...
Uno, due, tre, quattro, cinque...
Cinque dita per mano.
Uno e due.
Due occhi.
Naso.
Bocca.
Devo essere decisamente femmina dati i lunghi capelli che scendono lungo il collo e il busto.
Mi alzo in piedi. Si, sono due e ben funzionanti. Sembra tutto in perfetto stato, tranne una cosa: chi sono?
Qual è il mio nome? Da dove vengo? Perchè mi ritrovo in mezzo al nulla, senza vestiti, infreddolita?
Mi guardo intorno. Sono decisamente in mezzo ad un'autostrada deserta, buia. Non ne avevo mai vista una così vuota, così silenziosa. Ma probabilmente, ho parlato troppo in fretta perchè neanche il tempo di muovere i primi passi verso la banchina che il rumore di un auto mi brucia i timpani. Provo a spostarmi ma la macchina è più veloce. I fari mi accecano e, prima che possa dire o fare qualunque altra cosa, mi ritrovo stesa di nuovo sull'asfalto col buio che mi circonda e gli occhi che si richiudono.

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"Mamma, frena!" gridai uscendo immediatamente dall'auto e sbattendo con forza la portiera. Corsi subito verso il centro della strada, preoccupato e in ansia. Mia madre mi raggiunse dopo pochi secondi.
"Oddio, oddio" continuava a ripetere mentre si avvicinava allo stesso punto in cui mi trovavo io. Con un po' di fatica, anche lei vide quello che vedevo io.
Il corpo di una ragazza era disteso sull'asfalto. Sembrava molto giovane a giudicare dai morbidi tratti del viso e del corpo.
"Chiamo immediatamente l'ambulanza" disse mia madre e fece per allontanarsi.
Io, nel frattempo, mi accostai al corpo della ragazza per guardare meglio la situazione. Avvicinai il mio viso al suo ma non colsi neanche un segno di un piccolo respiro uscire dalle sue labbra parzialmente aperte. Il cuore non batteva, il polso neanche. Doveva essere morta. Ma da quanto?

Ero di ritorno dalla mia partita di basket quando vidi qualcosa di strano per la strada e subito gridai a mia madre di fermarsi. Mi aspettavo, non so, di trovare un animale mezzo morto o semplicemente qualche rifiuto bello grosso, ma mai avrei pensato di trovare una persona lasciata lì così a morire. Chi poteva essere quel gran bastardo che, dopo averla investita, aveva avuto anche il coraggio di andare via. La cosa più strana, però era l'assenza di lesioni sul suo corpo che, invece, era pallidissimo.

"Stanno arrivando" avvisò mia madre tornando ad avvicinarsi a me e al corpo.
"Dio mio, cosa le sarà successo?" chiese.
"Non è evidente?" domandai io stizzito. E per la verità, no, non era per niente evidente perchè, nel momento esattamente seguente alla mia domanda, la ragazza fu scossa da una forte tosse ed ecco che aprì gli occhi.
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Una violenta tosse mi scosse il corpo, tanto da farmi sedere ed improvvisamente aprì gli occhi.
Due figure vicine si allontanarono immediatamente appena videro la mia reazione.
Provai a dire qualcosa ma la bocca era come immobile. Ancora mezza aperta, incapace di modulare un suono.
Istintivamente abbassai lo sguardo sul mio corpo sentendo che qualcosa non andava. Ovviamente qualcosa non andava. Ero nuda. Portai le mani come a coprirmi e, a quel gesto, la donna sembrò mettere da parte lo sconvolgimento e gentilmente mi avvolse nel suo cappotto.
"Oddio" sussurrò. "Sta tranquilla, tesoro. Va tutto bene" mi dissse con molta calma.
"Ho chiamato un'ambulanza. Tra poco saranno qui e ti porteranno in ospedale così potranno visitarti". A quelle parole, lunghi brividi salirono su per la mia schiena.
"No" urlai. "Non voglio". Non so come ma riuscii a proferire quelle tre semplici parole.
"N... Non vuoi?" domandò stranita la donna.
"Voglio solo andare a casa mia" dissi impuntandomi. Non ero spaventata, non avevo bisogno di essere tranquillizzata e non avevo bisogno di andare in ospedale.
"D'accordo, cara" rispose la donna. "Dove abiti?" mi domandò sempre molto cortesemente, probabilmente avendo paura di una qualche mia possibile reazione.
"Io" iniziai convinta. "Io... Non... Non credo di saperlo" conclusi sconfitta e confusa. Com'era possibile che io non ricordassi nulla di me?
"Fantastico" sentii dire da una voce lì vicino. Oh, giusto, le figure erano due. Una la donna che mi stava vicino e l'altra...
"Non solo questa qui pare essere resuscitata improvvisamente dal regno dei morti, oltretutto è anche una psicopatica con problemi di memoria". L'altra era un enorme coglione antipatico e maleducato.
"Zayn, ora smettila" lo rimproverò la madre. "La ragazza è scioccata e il tuo comportamento di sicuro non la sta aiutando".
"Be', anch'io sono scioccato" replicò il ragazzo che avevo scoperto chiamarsi Zayn. "Fino a cinque minuti fa era morta stecchita. Le ho controllato il respiro e il battito. Zero. Com'è possibile che ora sia sveglia e senza anche solo un accenno di un qualche tipo di lesione?".
La donna fece per ribattere ma, lasciando il dito a mezz'aria, si rivolse, invece, a me.
"Come hai detto che ti chiami?"
Ma ancora una volta la mia mente sembrava vagare tra la nebbia. Chi ero io? Cosa mi era successo? Cosa mi stava succedendo?




Author's corner


Allooooora, lo so che ho rotto le palle con questo mio entrare ed uscire da efp. E so anche che a voi non può che fregar di meno di quello che faccio oppure no. Anyway, mentre studiavo storia, ho avuto un'illuminazione (se vogliamo chiamarla così). Ho scritto così di getto questo primo capitolo e non so, sinceramente, cosa ne sarà di questa storia. Ho molte idee ma sono davvero difficili da mettere insieme ma giuro che farò di tutto pur di riuscirci.
Anyway, spero che questo primo capitolo vi piaccia anche se vi sembra di non capirci nulla. E' normale, fidatevi. Le cose verranno fuori man mano,
Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio!

 

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Capitolo 2
*** A funny guy ***


Non so come, ma riuscii a convincere quella donna, che avevo scoperto chiamarsi Trisha, a non farmi portare via da un'ambulanza. Non che non avessi apprezzato il gesto di premura nei miei confronti ma, non appena la donna pronunciò quella parola, un ronzio aveva iniziato a diffondersi nelle orecchie e il respiro era diventato improvvisamente corto.
Quindi, dopo essersi scusata con i paramedici per l'inconveniente e avermi offerto il suo giaccone per permettermi di coprirmi al meglio, eccomi nella sua auto, al lato del passeggero. Ero ancora intenta a sforzarmi di ricordare qualcosa, perlomeno il mio nome, ma qualcosa, o meglio, qualcuno continuava a distogliermi dai miei pensieri con la sua voce fastidiosa.
"Io davvero non capisco" ripeté la voce per la milionesima volta rivolta alla donna. "Com'è possibile che non ricordi nulla? Non è un po' giovane per avere l'alzheimer? Voglio dire...".
"No ma, prego, fa' pure come se non ci fossi" dissi io infastidita dal suo continuare a blaterare di me e, sì, anche un po' in soggezione. Il ragazzo qui pensava fosse più facile parlare con la madre che rivolgersi alla diretta interessata. 
Simpatico.
Nonostante le mie parole, lui continuò ad ignorarmi. 
"Secondo me non dovevamo portarcela dietro. Magari è una serial killer o una drogata o...". Alzai gli occhi al cielo, ancora. Possibile che fosse così stupido?
"Zayn, quando la smetterai di dire sciocchezze, fammelo sapere". Sia benedetta quella santissima donna.
Guardai Zayn dallo specchietto del lato del passeggero dalla quale riescivo ad intravederlo, seppur in maniera abbastanza parziale, per rivolgergli un sorrisetto beffardo. Sbuffò e per tutto il tragitto evitò miracolosamente di aprire ancora la bocca.
 
La macchina si fermò dopo circa 15 minuti.
"Eccoci qui" dichiarò la donna scendendo dall'auto. La seguii a ruota e così anche Zayn. Rimasi impietrita davanti all'immagine che mi si parò davanti. La casa era davvero mozzafiato, circondata tutt'intorno da un giardino enorme. Mi invitò ad entrare. Un'enorme rampa di scale saliva sulla destra mentre, dritto davanti a me, un lungo corridoio portava in quelle che erano un salotto, una cucina, un bagno ed uno studio di lavoro.
Zayn si era già dileguato di sopra, probabilmente andando nella sua stanza, mentre la donna si avvicinò a me: "Devi essere molto affamata. Vuoi che ti cucini qualcosa?"
"Oh, no. Davvero, grazie mille".
A dirla tutta, morivo dalla voglia di mettere qualcosa sotto i denti ma avevo l'impressione che, se avessi davvero provato a mangiare qualcosa, l'avrei vomitata di lì a subito.
"D'accordo, allora andiamo su, così cerchiamo qualcosa per farti stare più comoda".
Mentre mi portava con sè al piano di sopra, presi un profondo respiro, incerta sulle parole da usare.
"Forse dovrei andarmene" dissi mentre mi torturavo le mani. "Non voglio essere un peso per lei. Nè tanto meno per suo figlio". Avevo paura. Paura che mi dicesse di si e che sarei stata costretta a vagare per le strade da sola alla ricerca di qualcuno che si dimostrasse gentile da aiutarmi, così come aveva fatto lei.
"Non lo dire nemmeno per scherzo" urla quasi. "Non sei assolutamente un peso e, fino a quando non capiremo cosa ti è successo, sarai sempre la benvenuta". Tirai un sospiro di sollievo a quelle parole.
"E per quanto riguarda Zayn" continuò lei "Puoi stare tranquilla. Lui è fatto così. E' un po' scorbutico ma, in fin dei conti, è un bravo ragazzo".
Avevo i miei seri dubbi su questo ma optai per restare zitta e farle semplicemente un sorriso riconoscente.
Mi offrì subito un pigiama e mi guidò verso il bagno che si trovava al piano di sopra. Una volta dentro, potei finalmente dedicarmi a me stessa e, per la prima volta da quella sera, mi guardai allo specchio.
Capelli ramati arruffati, occhi di un banale marroncino circondati da occhiaie, labbra screpolate. Un collo troppo magro, così come anche il resto del corpo. E troppo bianco, da sembrare quasi trasparente.
Decisi di dedicarmi alla mia doccia. Mi sfilai l'enorme cappotto ed entrai immediatamente nella doccia dove finalmente avevo la possibilità di riflettere su ciò che era successo.
Cosa è successo? 
Chiusi gli occhi beandomi del contatto con l'acqua calda. 
 
Il rumore di un auto mi brucia i timpani. Provo a spostarmi ma la macchina è più veloce. I fari mi accecano e, prima che possa dire o fare qualunque altra cosa, mi ritrovo stesa di nuovo sull'asfalto col buio che mi circonda e gli occhi che si richiudono.
 
Riaprii velocemente gli occhi. Iniziai a ricordare. Una macchina mi aveva investita. Ma, se così fosse stato, avrei dovuto avere dei lividi. Invece, la mia pelle era immacolata. Stanca di tutti quei pensieri, uscii dalla doccia ed afferrai un asciugamano quando la porta del bagno si aprii immediatamente facendo sbucare uno Zayn spettinato, senza maglia e con addosso dei pantaloni sgualciti di una vecchia tuta. 
"Cazzo" gridai coprendomi immediatamente più che potevo.
"Tranquilla" disse lui con nonchalance mentre metteva del dentifricio su uno spazzolino "niente che non abbia già visto".
"Come scusa?" gli domanda, innervosita da quell'irruzione improvvisa nel bagno.
"Si dà il caso" stavolta fu lui a parlare "che sia stato io ad accorgermi del corpo di una ragazza spiaccicata sull'asfalto completamente nuda" disse enfatizzando l'aggettivo 'nuda' per farmi comprendere a piano il concetto.
Boccheggiai a quella parole. Avevo completamente dimenticato che anche lui mi aveva visto in quelle condizioni. Avvampai immediatamente.
"Non preoccuparti, non ho intenzione di violentarti nel sonno". Si avvicinò poi a me. "Anzi, a dirla tutta, non mi piaci nemmeno un po'". E detto questo se ne andò.
Okay, non è che avessi voluto una dichiarazione spontanea del fatto che volesse scoparmi o altro ma, cazzo, perchè doveva essere così freddo ed antipatico nei miei confronti?
Una lacrima scese involontariamente lungo la mia guancia ed il mio sguardo cadde nuovamente su quello specchio che rifletteva il viso di una ragazza distrutta, esile, con così tanti difetti che non si sarebbero potuti contare nemmeno sulle dita di dieci mani.
No, non sarei potuta restare in quella casa. Non l'avrei sopportato. Dovevo trovare un modo per andarmene e, non so perchè, avevo la sensazione che chi mi avrebbe aiutata sarebbe stato senz'altro Zayn.
 
 
 
 
AUTHOR'S CORNER
 
Allooooora, prima di tutto chiedo scusa per il ritardo nel postare il capitolo. La scuola, ormai, mi toglie tempo ed energie anche solo per avere una vita sociale. 
Ma tralasciando questo...
Prima di tutto, volevo dirvi che ho cambiato titolo. Credo sarà quello decisivo ma, solo il tempo lo dirà.
Punto secondo: ho cambiato i tempi verbali del primo capitolo rendendolo al passato. Per qualche assurdo motivo, mi riesce meglio scrivere in questo modo.
Punto terzo, chiedo scusa se per il momento la storia può sembrare noiosa ma è davvero molto complessa e voglio cercare di sviluppare bene tutti i passaggi perchè altrimenti rischio di perdermi anch'io capitolo dopo capitolo. Vi prometto che a partire dal prossimo capitolo, sarà già tutto leggermente cambiato. Entrerà in scena, infatti, un nuovo personaggio.
Spero di riuscire a postare il prima possibile.
Fatemi sapere cosa ne pensate, dei capitolo in generale. So che non è ancora successo molto ma mi piacerebbe sapere su cosa credete che la storia sia incentrata.
So, lasciate una piccola piccola recensione e vi amerò a vita.
 
Un bacio!

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