All My Heart

di slanif
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 / La Fase Della Negazione ***
Capitolo 2: *** 02 / Cambiare Strada ***
Capitolo 3: *** 03 / Tutto Il Mio Mondo ***
Capitolo 4: *** 04 / BoA ***
Capitolo 5: *** 05 / Una Serata In Famiglia ***
Capitolo 6: *** 06 / Chocolate Bon Bon ***
Capitolo 7: *** 07 / La Regina Cinderella ***
Capitolo 8: *** 08 / Choco ***
Capitolo 9: *** 09 / Litigio ***
Capitolo 10: *** 10 / Il Parco ***
Capitolo 11: *** 11 / Instagram ***
Capitolo 12: *** 12 / I Consigli Di Una Mamma ***
Capitolo 13: *** 13 / SMTown Live World Tour In Seoul ***
Capitolo 14: *** 14 / Inaspettatamente ***
Capitolo 15: *** 15 / Tutto Il Mio Cuore ***



Capitolo 1
*** 01 / La Fase Della Negazione ***


Ciao a tutte!
Questa fan fiction è la prima a capitoli che scrivo sui Super Junior ed è interamente dedicata a hikaru83 che mi chiede da mesi qualcosa di decente su questi qui, magari più lunga delle mie solite one-shot! :) Spero che questa schifezza ti piaccia! ♡
Ho cercato di mettere zucchero e amore come piace a te, ma come sai la comicità e un po’ di angst con me non possono mancare! Spero di aver fatto un buon mix e non solo un grosso casino (come temo!)! XD! Come ti dissi mesi fa: la suspense renderà la gioia più grande (della serie: credici! ♡)! Ahahah! XD!
I Super Junior, per loro fortuna, non mi appartengono.
Buona lettura!



*



All My Hearth
di slanif







01 / La Fase Della Negazione



Quando ho capito quello che provo per lui, avrei seriamente voluto suicidarmi.
E non per scherzo, eh! Seriamente, profondamente, intensamente, col massimo della convinzione: volevo farmi fuori.
Amen.
Tuttavia, considerando che avrei messo nei casini molte persone e che soprattutto non avevo il coraggio di compiere tale, disperato gesto; alla fine ho lasciato perdere.
Quando l’ho confessato a Leeteuk, in un momento di delirio dovuto all’alcool, lui mi ha guardato e con espressione ironica mi ha detto: «Grazie, che magnanimo…» Avrei voluto picchiarlo, ma ho preferito di no. Lui è pur sempre il nostro leader, e io comunque gli voglio bene. Se non ci fosse stato lui, spesso e volentieri, suppongo che le cose non avrebbero potuto funzionare nonostante il massimo impegno di tutti noi.
Anche adesso, che siamo in sala prove a sudare come animali per imparare in tutti i modi queste complesse coreografie per il come back del Super Show 6, c’è Leeteuk che ci incita a tenere duro e a provare ancora per qualche minuto. Siamo qui dentro da ore, ma il tempo stringe e dobbiamo impararle a tutti i costi.
Mi sento fradicio, la maglietta è appiccicata al corpo, i pantaloni della tuta sono bollenti sulle mie cosce; ho il fiatone e sento che aumenta quando i miei occhi si posano su di lui e lo vedo così sudato e ansante, perché io me lo immagino sudato e ansante per ben altri motivi!
Per la miseria… perché sei così sexy, Lee Donghae? Che ho fatto io di male per avere te come compagno di gruppo, ventiquattrore su ventiquattro, trecentosessantacinque giorni l’anno da ormai quasi nove anni e chissà per ancora quanto tempo? Perché devi essere così dolce e innocente e nascondere in te tanta seduzione? Dio come ti odio… ti odio perché ti amo. Pensa un po’ come sto messo!
« Io comunque fossi in te la smetterei di fissarlo, altrimenti il rivolo di bava ti toccherà i piedi… » La voce del mio hyung(*01) Kim Heechul mi fa sobbalzare.
Mi volto a guardarlo con gli occhi allucinati, e lui ridacchia: « Sei patetico. », commenta.
« M… ma che stai dicendo? », cerco di giustificarmi.
Lui ridacchia: « Siamo ancora alla fase della negazione? », mi domanda, col mento poggiato sulla mano e un’espressione divertita dipinta negli occhi marroni.
« N… non c’è niente da negare! », ribatto. Se magari non balbettassi sembrerei quasi credibile…
Heechul ride, ma non aggiunge altro. Quindi si tira su e va a chiacchierare con Sungmin e Kyuhyun circa un passo di danza piuttosto complicato che fa parte della coreografia del nostro singolo di debutto per il nuovo album.
Io faccio un sospiro di sollievo, allegro che Heechul mi abbia lasciato in pace.
Le sue parole mi hanno scosso, come al solito. Nessuno meglio di Kim Heechul sa cogliere nel segno facendoti una battuta con ironia. Anche perché di solito sono assolutamente vere, come stavolta. Mi scoccia ammetterlo, ma stavo letteralmente sbavando, come mio solito.
Dio come sono patetico… ha proprio ragione Heechul!
« Ragazzi, riprendiamo! », ci incita Leeteuk con un sorriso, fissandoci con le mani puntellate sui fianchi. Dà le spalle al grande specchio grande come tutta la parete.
Io osservo il mio riflesso: i capelli ossigenati appiccicati alla fronte, la bocca rossa e la pelle fradicia e umidiccia. Gli occhi sono lucidi e stanchi e quei chili che avevo preso mi hanno ormai detto addio. Sembro un barbone che non mangia da un mese e che si è preso un intero acquazzone addosso senza avere la possibilità di ripararsi da nessuna parte. Faccio schifo, insomma.
« E dai, Teukie! Altri cinque minuti! », si lagna Ryeowook, sventolandosi con una mano; le gote arrossate e la pelle lucida di sudore: si vede lontano un chilometro che è stanco morto.
« Non… », inizia Teuk, ma Kangin lo interrompe con un sorriso: « Cinque minuti non stravolgeranno la nostra tabella di marcia, Teuk. Abbiamo bisogno di riprendere fiato. », gli dice, mettendogli una mano sulla spalla.
« E’ davvero caldo, Teukie… abbiamo bisogno di tornare a respirare. », gli sorride Heechul, tirandosi su i pantaloni della tuta grigio perla e scoprendo i polpacci depilati per rinfrescarsi.
« Non essere schiavista, Teukino… », cinguetta Donghae, avvicinandosi al nostro leader e abbracciandolo per la vita, poggiando la guancia sul suo petto e strusciandola in una carezza. Ha un sorriso dolce e tenero e anche se è tutto appiccicoso peggio di me io vorrei comunque leccarlo tutt… NO! ADESSO BASTA! La devo piantare all’istante di fare certi pensieri osceni, o va a finire che mi viene un’erezione qui davanti a tutti e addio reputazione! Ma soprattutto: come la giustificherei? Un brivido di terrore mi attraversa. No, nessuno deve sapere che amo Lee Donghae. Nemmeno Lee Donghae. Quindi niente erezione, amico, statti buono!
Concentriamoci su cose più normali, che è meglio! Tipo il fatto che lo so che è stupido, perché sono legati come fratelli, ma sento comunque una punta di gelosia attraversarmi il petto nell’osservali.
Non posso vedere Donghae che abbraccia o tocca o si fa toccare da qualcun altro. E’ stupido, perché sono tutti miei fratelli e siamo obbligati al fan service, ma tant’è che non posso fare a meno di essere terribilmente geloso.
Leeteuk carezza una spalla di Donghae, sorridendogli sereno: « E va bene, mio piccolo dongsaeng(*02). »
« Non riesci mai a dire di no al piccolo Hae, eh? », ride Siwon.
Leeteuk alza gli occhi al cielo con espressione divertita: « Come si fa a resistere a un musetto così? », domanda, alzando con una mano il mento di Donghae e fissandolo dritto negli occhi. Quello stupido pesce gli sorride sognante. « Impossibile, decisamente! », afferma Leeteuk, poi lo abbraccia stretto strusciando la guancia sui suoi capelli morbidi. Perché io lo so che sono morbidi, perché li tocco ogni volta che posso.
Donghae ride beato, e io vorrei svagargli i tutti i denti con una scarpata.
Heechul mi si avvicina di nuovo ridacchiando: « Adesso ti suggerisco di smetterla di digrignare i denti. Sembri un cane rabbioso. », mi sfotte.
Gli scocco un’occhiataccia: « Hai le visioni. », ribatto duro, con tono scontroso.
Heechul mi fissa divertito, quindi mi dice: « Ah-ah. » Che sarebbe un po’ l’abbreviazione di: Come no! Ma chi vuoi che ci creda?
Dio… quanto odio la mia famiglia che mi capisce al volo! Non posso avere un segreto, né un pensiero molesto o autolesionistico che subito tutti mi si fanno intorno, stile mamma chioccia con tante braccia e gambe e cuori e pensieri.
Li amo, ma in momenti come questi li odio da morire.
« La fase della negazione prima o poi dovrai superarla, mio dolce Lee Hyukjae. »



**CONTINUA**

(*01) Hyung: Compagno di scuola o lavoro più anziano.
(*02) Dongsaeng: Compagno di scuola o lavoro più giovane.

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Capitolo 2
*** 02 / Cambiare Strada ***


Ciao a tutte!
Come forse si è capito nel capitolo scorso, questa fan fiction è basata sul periodo dell’estate 2014 (circa i mesi di luglio/agosto), quando hanno annunciato il come back del nuovo album ed è tornato Leeteuk dal militare. Cercherò di seguire abbastanza fedelmente gli eventi, anche se è normale che li stravolgerò un po’ per “esigenze di copione”; quindi è probabile che manchino delle cose, ce ne siano in più o che (è la più probabile) siano del tutto sbagliate! In poche parole: abbiate pietà di me!
I Super Junior appartengono solo a loro stessi, anche se io vorrei tanto infilarmi nelle loro mutande! ♡
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
02 / Cambiare Strada
 
 
 
 
Quando finalmente le prove finiscono e noi possiamo tornarcene a casa, la prima cosa che faccio non appena varco la porta è fiondarmi nella doccia.
Mi chiudo la porta della mia camera alle spalle e poi quella del bagno, gettando vestiti alla rinfusa a terra mano a mano che vengono tolti. Lascio una scia di panni sudaticci su tutto il pavimento di legno, come un serpente che cambia pelle.
E quando la doccia finisce e io ne esco, devo dire che sento davvero come se la mia pelle si fosse rigenerata, togliendosi di dosso quella vecchia sudata e rimettendone una nuova e fresca.
Quando rimetto piede nella camera, raccogliendo nel frattempo tutti i panni sporchi, trovo seduto sul mio letto Heechul, a gambe accavallate.
« E tu che ci fai qui? », domando sorpreso.
« La porta era aperta… », ridacchia lui.
« Le nostre porte rimangono sempre aperte. Il manager si è portato via tutte le chiavi, ricordi? », dico, mentre arrotolo i panni tutti insieme e li getto sul letto di Shindong, il mio compagno di stanza.
Infatti per questo intenso periodo di prove e registrazioni, il manager ci ha caldamente invitato (traduzione: obbligato) a tornare tutti a dormire nel dormitorio, anche coloro che dispongono di un appartamento (come Donghae, Shindong e Siwon), in modo tale da andare e tornare tutti insieme e avere una logistica più chiara e precisa. I tempi sono serrati e gli impegni molteplici: suppongo sia stata la scelta più logica.
« Mi serviva forse un invito scritto per entrare? », mi domanda lui, passandosi una mano nel caschetto nero che gli sta così bene. Quel suo parrucchiere, Guheen, gli ha trovato un taglio davvero adatto a lui: giovane, frizzante, ma che non lo rende troppo ambiguo. Anche se, ammettiamolo: Heechul ambiguo lo rimane sempre…
« Ma figurati! », ribatto secco « Tu puoi entrare quando vuoi! »
« Io soltanto? », ridacchia Heechul, fissandomi con espressione furba.
« No, tutti quanti. Ma tanto conoscendoti anche se te lo vietassi entreresti comunque, perciò meglio abituarsi all’idea che hai libero accesso alla mia camera. », ribatto, frizionandomi i capelli con un asciugamano bianco e poi asciugandomi il petto scoperto. Ho solo un asciugamano intorno alla vita che mi copre i fianchi e arriva fino alle ginocchia.
Heechul ride, quindi mi lancia la bomba: « Scommetto però che l’unico che ti rende felice quando varca quella porta », e la indica distrattamente con l’indice « Si chiama Lee Donghae. »
Anche se non vorrei, arrossisco come un pollo: « Ma cosa stai dicendo? Donghae è uguale a tutti voialtri, per me! », mento.
Heechul mi guarda, sconsolato: « Sei così poco credibile, Hyuk, da essere quasi tenero anziché patetico… », mi sfotte, riferendosi alla frase che mi ha rivolto in sala prove.
Arrossisco ancor di più, stringendo le labbra mentre getto l’asciugamano in cima al mucchio di panni sporchi che dopo dovrò portare nella camera adibita a lavanderia: « Smettila di dire certe cose, hyung. Non sei gentile. »
Heechul ridacchia: « Se ti avessi detto quello che hanno detto a me, allora ti saresti buttato di sotto dalla finestra, piccolo Hyuk! »
Alzo un sopracciglio: « Chi ti ha detto cose brutte, hyung? », domando sorpreso. Heechul non è una persona facile, ma non conosco persona più leale di lui. E’ un buon amico, e anche se si diverte a canzonarci tutti, nessuno di noi ha dubbi circa il fatto che si farebbe spedire in ospedale pur di difenderci.
Heechul fa spallucce: « Oh, nessuno, Hyuk, non preoccuparti! », mi sorride raggiante, ma so che non è vero. I suoi occhi prima si sono velati di tristezza, e anche se l’ha scacciata in men che non si dica, so che è qualcosa che lo ha ferito profondamente.
Ma non insisto. Come a me non va che mi tirino fuori le cose a forza, altrettanto non voglio costringere gli altri a confidarsi con me.
« Allora, hyung, perché sei qui? », domando, per cambiare argomento e riportarlo sul binario solito.
La luce nei suoi occhi si accende subito, e battendo le mani felice mi dice: « Oh, sì! Niente, Eunhyuk, volevo solo dirti che forse sarebbe il caso che tu facessi qualcosa, no? »
Lo dice con la stessa tranquillità con cui si parla delle previsioni meteo.
« Ovvero? E su che argomento, poi? », faccio lo gnorri; nel frattempo mi slaccio l’asciugamano dalla vita e lo sento scivolarmi giù per i fianchi. Rimango nudo di fronte al mio hyung, ma non provo imbarazzo. E’ un mio fratello, e non potrei mai provare vergogna di fronte a lui. Mi ha visto mezzo tramortito con la febbre, col naso gocciolante a causa del raffreddore, mi ha retto la testa mentre vomitavo e ha visto l’espressione patetica del mio viso mentre piango. Perciò perché dovrei vergognarmi di mostrarmi nudo di fronte a lui? E’ ridicolo. Conosce ogni più oscena parte di me, soprattutto le più vergognose… una nudità fisica non è nulla in confronto alla nudità dell’anima!
Heechul sbuffa: « Ma sto parlando di Donghae, no? Di chi diavolo vuoi che parli? », sbotta.
Alzo un sopracciglio, infilandomi i pantaloni del pigiama senza mettermi i boxer, aspettando una spiegazione più completa.
So cosa intende, ma non voglio facilitargli il lavoro. Se ha qualcosa da dirmi, o se ha capito qualcosa (cosa di cui non ho dubbi), voglio che sia lui a dirmelo e non io a suggerirglielo.
Il mio hyung mi fissa senza abbassare lo sguardo, né quasi battere le ciglia. Non ha paura di dire quello che pensa. Ma se ne avesse, non sarebbe il Kim Heechul che io conosco e a cui voglio così tanto bene: « Se ne sono accorti pure i sassi che sei innamorato di lui, Hyukjae, e continuare a dire davanti a tutti noi che non è vero è non solo ridicolo, ma anche profondamente offensivo verso l’intelligenza dei tuoi fratelli. »
« T… tutti? Ve ne siete accorti tutti? », balbetto agitato. Sto cominciando a sudare di nuovo… freddo, stavolta!
« Certo che sì! Tutti! », mi conferma lui. Poi aggiunge con tono scocciato e occhi al cielo: « Tutti tranne quel cretino di Donghae, ovviamente… »
« D… da quanto è che lo sapete tutti quanti? », balbetto ancora. Dio, come sono patetico! Che un fulmine mi trapassi!
« Daaa… sempre, più o meno? », mi sfotte lui ridendo.
« Oh, Shisus(*01)… », gemo, battendomi una mano sulla fronte.
Heechul ride più forte: « Sei davvero tenero, Hyukkie! », mi dice, alzandosi in piedi e scompigliandomi i capelli.
« Io mi sento solo depresso… », ammetto, osservandolo.
Heechul si fa improvvisamente serio: « Le cose da fare sono due, Hyuk: o glielo dici, o cerchi di dimenticarlo. »
« Dirglielo? Neanche morto! », sbraito, arrossendo come un matto, sentendo l’agitazione in petto salire. Sono nel panico, e stiamo parlando solo della teoria… vi immaginate nella pratica? Se provassi davvero a dirgli ciò che provo, suppongo che mi prenderebbe seriamente un infarto!
Heechul fa spallucce: « E allora dimenticalo. Esci con qualcun altro. Se pensi di non avere chance, allora è meglio che tu cambi percorso, no? »
Le sue parole sono sensate, corrette, ma un po’ mi feriscono. Se mi suggerisce di cambiare orizzonti, suppongo che pensi io non abbia nessuna chance… lo sapevo già da solo, ma sentirselo dire non è mai piacevole.
« So che le mie parole possano sembrarti dure, Hyukjae, ma io lo dico solo per il tuo bene. », mi dice lui sorridendomi appena, strizzandomi una spalla.
Gli sorrido: « Lo so, hyung, grazie. » Lo so, ha ragione.
E’ ora di cambiare strada.
 
 
 
**CONTINUA**
 
(*01) Shisus: Shisus non vuol dire Dio, anche se lo utilizzo per intendere questo. Shisus è una è la storpiatura di Siwon + Jesus = Shisus, per giocare un po’ con la fervente religiosità (Cristiana) di Siwon. Anche se non è corretto, ormai è talmente di uso comune tra noi ELF che lo utilizzerò proprio per intendere Dio (Jesus). Spero di essermi spiegata! XD! Semmai chiedete!

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Capitolo 3
*** 03 / Tutto Il Mio Mondo ***


Ciao a tutte!
Ed eccoci al terzo capitolo!
Essendo questa una fan fiction per hikaru83, ho deciso che un po’ di zucchero ci stava bene, essendo lei la Regina Del Fluff (come la chiamo io!)! Perciò questo capitolo è un po’ più romantico degli altri, ed incentrato solo su Hyuk e Hae!
Come sempre i Super Junior non mi appartengono, per loro immensa gioia!
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
03 / Tutto Il Mio Mondo
 
 
 
Non so bene quando ho cominciato ad amare Lee Donghae, ma tant’è che è quello che ho sempre sentito come unico sentimento sicuro della mia vita.
Lo conosco da sempre, sin da quando eravamo appena due ragazzini, poco più che bambini. Ci avevano lanciato dentro quella sala prove come bestie, lasciandoci nel panico e nella confusione, nell’agitazione di non essere capaci. Io mi guardavo intorno con aria persa, spaesata, sentendomi fortemente a disagio. C’erano solo volti sconosciuti e io mi sentivo ancor più piccolo di quanto fossi in realtà.
« Va tutto bene? », mi domandò una voce dolce alle mie spalle.
Mi voltai a guardare e vidi per la prima volta Donghae. Aveva gli occhi grandi e un sorriso gentile e benché io fossi un po’ imbronciato, era comunque venuto da me a parlare. Lo trovai carino, tenero, con dei modi dolci ed educati.
« Sono solo nervoso. », risposi « Tu non lo sei? »
Donghae rise: « Lo sono molto! Ma in due ci faremo forza, non credi? » Lo disse con sicurezza e tranquillità, come se fossimo amici da sempre, e io non potei fare altro che sorridergli.
E così è stato per tutti e quasi i nove anni a seguire. Quando il suo sorriso si rivolge a me, io sento che la mia vita è in pace col Mondo.
E’ patetico, e io mi sento terribilmente stupido a dipendere così tanto da qualcuno, ma non posso farci niente: Donghae è il raggio di luce di ogni mia giornata, soprattutto delle più buie e opprimenti. E’ quell’angolo soleggiato in cui posso rifugiarmi e rilassarmi, con la consapevolezza che esiste ancora qualcosa di bello a questo Mondo.
Perciò com’è possibile che io riesca a rinunciare a lui? Con quale forza d’animo dovrei riuscire a dimenticarlo?
So che quello che mi ha detto Heechul è giusto: che me ne sto a fare fermo qui a sognare una vita insieme a lui quando è chiaro che non ci sarà mai null’altro che amicizia?
Ma di chi dovrei innamorarmi? A chi dovrei dare il mio cuore?
Lui è tutto il mio Mondo… lo è sempre stato, da tant’è che lo conosco.
Lo è anche adesso che lo amo e lo odio insieme, perché mi fa soffrire.
Il rumore di qualcuno che bussa alla porta mi fa destare dai miei pensieri.
Un momento: qualcuno bussa alla porta? Da quando in qua qui qualcuno bussa alla porta? Penso non mi succedeva più da almeno cinque anni…
« Avanti…? », dico, decisamente incerto. Non mi ricordo più le buone maniere a riguardo, ormai, tant’è che ho perso l’abitudine.
« Posso? », mi chiede Donghae, spuntando con solo la testa oltre lo spiraglio della porta.
Il mio stupido cuore fa una capriola appena vedo lui e i suoi capelli mezzi neri e mezzi blu. Per una volta non si sono accaniti su di me, ma in compenso su Donghae hanno provato una cosa mai provata prima, colorandogli i capelli in questa maniera così insolita.
« Certo. », dico, tirandomi un po’ più a sedere sul letto. Ero mezzo sdraiato a giocherellare col cellulare a uno stupido gioco che mi ha passato Kyuhyun.
« Che stavi facendo? », mi domanda Donghae sorridendo, entrando sicuro nella stanza e venendo a sedersi di fronte a me, infilando un piede sotto il sedere.
« Giocavo con un gioco così difficile che non sono nemmeno riuscito a passare il terzo livello in due settimane… »
« Te lo ha passato Kyuhyun? », mi domanda Hae ridacchiando.
« E chi altri? », sbuffo divertito « Solo che lui si basa su se stesso, e non in base a chi lo passa. E’ divertente? Allora facciamoci giocare il Mondo! Peccato che non tutti hanno la sua esperienza da Nerd devastato! »
Donghae ride di gusto: « Lo so, lo ha passato anche a me! Credo lo abbia passato a tutti! »
« E tu ci sei riuscito? », domando, mettendo in pausa il gioco e posando il cellulare sul comodino.
Donghae scuote la testa e sorride: « Io non ho superato nemmeno il primo livello! », mi confessa, scoppiando a ridere.
Lo seguo a ruota, ed è bellissimo essere qui a ridere con lui. E’ una delle cose che amo fare di più, insieme a lui.
Come posso rinunciarci?
Ma che poi: devo rinunciarci davvero? Voglio dire: trovare qualcuno da frequentare non è rinunciare alle risate insieme, giusto? Non è rinunciare agli abbracci, o alle confidenze. Non è che se io frequento qualcun altro, allora Donghae sparirà dalla mia vita. Forse sarà solo più sopportabile averlo a fianco…
« A cosa pensi? Hai la faccia così seria… » La voce di Donghae mi fa sobbalzare. Non mi ero neanche accorto di aver smesso di ridere, e lui con me.
Scuoto la testa, sentendo l’agitazione salire, cercando una scusa credibile: « No, scusa, niente… sono solo stanco! »
« Mmmhhh… », storce la bocca lui, poco convinto.
« Davvero. », annuisco « Non c’è niente. » Spero di essere stato convincente.
Donghae mi fissa un altro secondo, poi mi sorride dolcemente: « Okay. Ma se avessi un problema me lo diresti, vero? », si assicura.
Annuisco: « Certo… »
Ed è vero. Dannatamente vero! Perché io a lui dico tutto. A meno che non sia lui il mio problema, ovviamente.
E adesso è fondamentalmente l’unico problema che ho!
Donghae mi sorride, quindi si sdraia lentamente vicino a me, accoccolandosi come un gatto: « Se sei stanco dormiamo, Hyukkie… anche io lo sono. », cinguetta.
Oh, Shisus, ti prego: fa che l’amico lì sotto non si svegli. Fa che non si accorga che la fonte di tutte le sue erezioni non sia qui a strusciarsi contro la mia coscia. Ti prego. Ti prego. Ti prego. Ti…

Cazzo.
Afferro al volo un cuscino, spiaccicandomelo con una certa forza sulla patta.
Donghae mi fissa alzando un sopracciglio: « Che stai facendo? »
E adesso che gli dico?
No, sa com’è… ti amo, ti desidero, e tu ti stai strusciando contro di me mentre io mi sento triste e vulnerabile e vorrei solo sbatterti su questo letto e farti mio. Perciò il mio pene ha deciso che era ora di alzarsi e sta dando il buongiorno al Mondo, reclamando di uscire fuori!
Ovviamente non posso dirglielo. Non solo mi prenderebbe per pazzo, ma come minimo mi picchierebbe a sangue e arriverebbe l’ora della mia morte. Perciò mi limito a dire: « Ho freddo sulla pancia. »
« Se me lo dicevi ti scaldavo io… »
Già fatto, bellezza.
« Non preoccuparti, il cuscino va bene. »
« Come vuoi… », dice Donghae sospirando, portando un braccio stanco e languido sul mio petto. Lo lascia lì mollemente, mentre la mano pende oltre il mio fianco. La sua guancia struscia sulla mia spalla così come l’altro giorno ha strusciato sul petto di Leeteuk in sala prove.
Gatta morta.
« Dovresti smetterla di strusciarti addosso a chiunque, Hae… », non posso esimermi dal dire.
Donghae alza il volto a fissarmi. Sbatte gli occhioni, quindi con innocenza mi dice: « Io mi struscio solo su di te. »
Ma magari! Se posso scegliere: belli nudi, grazie!
« Bugiardo… »
« Cosa? E perché? », si indigna lui, alzandosi su un gomito per potermi fissare negli occhi.
« Ti sei strusciato anche su Leeteuk in sala prove. », dico. Quanto mi sento fottutamente stupido…
« E allora? Io voglio bene a Leeteuk. », fa spallucce lui.
E anche se mi ha dato terribilmente fastidio quell’immagine, le mie spalle contratte si rilassano immediatamente. Perché lo so che è sincero. Lo so che lo ha fatto senza malizia. Lui ci vuole bene, quindi ci abbraccia. Noi siamo la sua famiglia, e lui vuole dimostrarci continuamente quanto tiene a noi in ogni modo possibile (e per Hae vuol dire abbracciare anche un sasso).
E’ tutto bellissimo, ma c’è un problema: io lo amo. E non posso più accontentarmi solo del suo affetto.
Sospiro rassegnato: « Adesso dormiamo. »
Donghae sorride e si rimette giù nella stessa posizione di prima: « Buonanotte, Hyukjae… »
« Buonanotte… »
 
 
 
**CONTINUA**

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Capitolo 4
*** 04 / BoA ***


Ciao a tutte mie care lettrici!
Eccoci giunte anche al capitolo quattro!
Finalmente le cose cominciano a movimentarsi… mi stavo annoiando a scrivere in modo così lineare, senza sconvolgimenti! Probabilmente hikaru83 non sarà minimamente felice di ciò, ma come le ho detto anche in precedenza: tutto serve a portare la felicità!
I Super Junior, con mio sonno dispiacere, non mi appartengono!
Buona lettura!
 
 
 
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04 / BoA
 
 
 
L’occasione giusta per svoltare me la da la SM Entertainment stessa.
« Durante l’SMTown a Seoul dovrai ballare con BoA durante una sua esibizione. E’ un balletto piuttosto sexy, quindi dovete provare bene. Vi incontrerete tutti i giorni a partire da oggi per provare e coordinarvi. », mi spiega il manager, mentre mastico la mia colazione insieme agli altri compagni.
Le orecchie di tutti sono dritte, sintonizzate sulla conversazione.
« Sexy? », domanda Ryeowook.
Heechul ridacchia, fissandomi intensamente.
Fottiti, Heechul. Con amore.
« Sì. », annuisce il manager.
« Non faranno mica sesso sul palco? », ride Kangin, con la solita grazia.
Leeteuk gli da una manata su un braccio, guardandolo schifato: « Ma come ti viene in mente? »
« Se Hyukkie sarà sexy come in quel Solo di Sorry Sorry(*01), non ho dubbi che BoA avrà voglia di sbatterselo! », da manforte Kyuhyun, continuando a giocare con la sua playstation.
Roteo gli occhi al cielo: « Siete degli imbecilli. », dico.
« Ma ci vuoi bene lo stesso… », ridacchia Sungmin, dandomi una piccola botta con la spalla.
« Forse… », dico, osservandolo di sbieco e ridacchiando.
« M… ma perché proprio Hyukjae? Non c’erano altri ballerini disponibili? » La voce di Donghae si leva per la prima volta da quando ci siamo alzati, se non contiamo il buongiorno che ha dato in generale e poi specificatamente a me sorridendomi felice e facendomi tirare di nuovo la patta.
Sì, mi tira anche solo se mi sorride. Ve l’ho detto che sono disperato!
« Che vorresti dire, scusa, che non sono in grado? », domando, alzando un sopracciglio. Mi sto un po’ incazzando… anche perché a causa sua ho passato una nottata terribile. E non solo perché eravamo in due su un letto singolo. Non solo perché Shindong ha russato così forte che lo hanno sentito fino a Tokyo. Non solo perché Donghae riusciva comunque a dormire beato e a me non dava pace nemmeno con i tappi nelle orecchie e la testa sotto il cuscino. Ma soprattutto perché ho avuto un’erezione praticamente perpetua! E adesso questo cretino si permette di mettere in dubbio che so fare il mio lavoro? Sto per dare in escandescenza…
« N… non è quello che ho detto! », ribatte subito Donghae, facendosi rosso in viso « Sai che per me sei il miglior ballerino del Mondo! »
« E allora quale sarebbe il problema, scusa? », domando, facendo spallucce e finendo il latte nella ciotola in un solo sorso.
« Sono ordini dall’alto. Non si discute! », si intromette il manager « E non provate a fare certe battute oscene di fronte a lei o giuro che vi fustigo da qui all’eternità! », sbotta. E se ne va verso la porta. «Eunhyuk: pronto tra cinque minuti! »
Annuisco, fissando di traverso Donghae, che mi fissa a sua volta a labbra serrate.
Quindi mi alzo da tavola, vado in camera, recupero le mie cose e mi avvio anche io verso la porta.
Porta dove trovo Donghae ad aspettarmi.
« Hyukkie, senti… non è come credi. Non intendevo quello. », si giustifica, l’aria mortificata.
Annuisco e gli sorrido: « Lo so, non preoccuparti. » Gli do una leggera pacca sulla spalla e me ne vado.
 
Quando arriviamo agli studio, il manager continua a raccomandarsi circa il linguaggio ecc ecc… come se BoA avesse quattro anni! Da quel che so, ha la mia età; non è più una bambina, e suppongo che le parolacce le abbia già sentite. Vorrei dirgli che sta esagerando, e che nemmeno io ho quattro anni e so come comportarmi, ma lo evito. Oggi è una di quelle giornate in cui potrebbe prendergli un infarto dall’agitazione, e io non voglio esserne la causa!
Quando finalmente arriviamo in sala prove, noto che BoA non c’è ancora e che ci sono solo il coreografo e la sua assistente.
« Buongiorno. », saluto educatamente, con un leggero inchino.
I due mi sorridono: « Buongiorno a te, Eunhyuk. Pronto per iniziare questa giornata di lavoro? »
« Prontissimo! », sorrido, mostrando tutte le gengive.
 
Dopo pochi minuti, finalmente arriva anche BoA.
Appena varca la porta della sala prove, ci sorride raggiante. E’ davvero carina, magrolina, ma con le forme al punto giusto. Ha dei lunghissimi e liscissimi capelli neri che le ricadono morbidi sulle spalle e arrivano fino alla vita. Gli occhi grandi, accentuati dalle ciglia finte che svettano verso l’alto grazie a un piegaciglia usato bene. E le labbra… carnose, truccate di rosa. Una fragola.
Davvero un bel bocconcino…
Forse hanno ragione i miei compagni. Forse ha ragione Heechul: devo voltare pagina.
D’altronde cosa ho da perdere?
Donghae non mi ama e non mi amerà mai. E BoA è davvero carina. Se è anche simpatica, le chiederò sicuramente di uscire.
« Ciao, piacere di conoscerti Eunhyuk. », mi sorride lei, tendendomi la mano.
« Piacere mio, BoA. », rispondo stringendogliela.
« Non vi siete mai conosciuti? », domanda sorpreso il coreografo.
« Ci siamo incontrati tante volte, ma non ci siamo mai presentati ufficialmente. », sorride cordiale lei.
Il coreografo annuisce, quindi ci incita ad iniziare.
Io e BoA andiamo a sederci a terra, vicini ma distanti quei centimetri sufficienti a non creare imbarazzo, spalle allo specchio e ci mettiamo ad osservare. Insieme alla sua assistente, il coreografo ci mostra i passi, spiegandoci che ci saranno anche altri ballerini insieme a noi, e che io entrerò in gioco solo a un certo punto, e non subito.
BoA annuisce attenta, e anche io.
Ce la fanno vedere due volte.
La so già a memoria.
« Iniziamo? », mi sorride lei.
« Non vedo l’ora… »
 
Due ore dopo ci fermiamo esausti. Ho il fiatone, e anche lei è completamente sudata.
« Ottimo lavoro! Davvero ottimo! », si entusiasma il coreografo, battendo le mani estasiato.
Come me, anche BoA ha assimilato in fretta la coreografia e siamo riusciti a provarla parecchie volte, instaurando una maggiore coordinazione.
La coreografia è effettivamente piuttosto sexy, ma niente che non ho già fatto. L’unica differenza è che stavolta c’è un’altra cantante con me, e sono io a fare da spalla a lei.
« Sei davvero bravo, Eunhyuk-hyung. », mi dice lei.
« Anche tu non te la cavi male… », ridacchio, dandole una leggera gomitata.
Lei mi sorride: « Ci vediamo domani, allora. »
« A domani. »
La osservo racimolare le sue cose e dirigersi alla porta salutando con una mano.
Ho deciso: BoA sarà colei con cui dimenticherò Donghae.
 
 
 
**CONTINUA**
 
(*01) Ovvero QUESTO. Mi raccomando: prima di vederlo procuratevi un recipiente per contenere la bava.

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Capitolo 5
*** 05 / Una Serata In Famiglia ***


Ciao a tutte!
Eccoci già al quinto capitolo! Chi lo avrebbe mai detto? Pensavo sarebbe stata breve, e invece come mio solito mi sono lasciata trasportare! Ahahah! XD!
Ad ogni modo, questo capitolo lo dedico ai Super Junior tutti, perché loro sono una favolosa famiglia e io li amo anche per questo, non solo per la loro musica.
I suddetti sopracitati non mi appartengono, anche se mi piacerebbe proprio spupazzarli!
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
05 / Una Serata In Famiglia
 
 
 
« Sono agiiitaaatooo! », ripete Leeteuk, per la milionesima volta, muovendo le gambe come se corresse. Peccato che è seduto sul divano…
Per la milionesima volta, Kangin, seduto sul bracciolo vicino, gli da delle piccole pacche sulla spalla: « Non devi esserlo, Teukie. »
Teuk si volta verso di noi con gli occhi sbarrati e l’aspetto funereo, la pelle cadaverica: « E se… »
« E se? », domanda Shindong, sul filo del rasoio.
« E se… », ripete Leeteuk con lentezza. Trema appena, terrorizzato, poi esplode: « E se le ELF si fossero dimenticate di me? », piagnucola.
Se non ci sono cadute a tutti le braccia, suppongo non accadrà più.
« Teuk, ma che stai dicendo? », sbotta Kangin, esasperato.
« Teuk, non bestemmiare! », sbotta Heechul, cadendo di peso sul divano tra Siwon e Ryeowook.
« E’ la cosa più ridicola che io abbia mai sentito. », gli da manforte Siwon, sbuffando e giocherellando col cellulare in preda alla noia.
« E’ il panico che parla. Smetti di pensare a queste stupidaggini. », dice Sungmin, seduto a terra vicino a Kyuhyun che ci ignora e gioca a Starcraft, muovendo le dita sul joystick alla velocità della luce.
« Vado subito a prepararti un the per rilassarti, Teuk-hyung. », si muove Ryeowook, alzandosi subito diretto alla cucina.
« Intanto vuoi un abbraccio, Teukie? », domanda Donghae, seduto vicino a me, cinguettando.
Alzo gli occhi al cielo.
Poi non è vero che abbracci anche i sassi… no no… gatta morta due volte!
« Se vuole un abbraccio ha il mio. », mette in chiaro Kangin, scrutando il mio migliore amico di traverso.
Leeteuk gli da una leggere stretta sul braccio: « Hae voleva solo essere gentile. »
Kangin alza gli occhi al cielo: « Lo so. Scherzavo. »
Come no… come se non sapessimo tutti che è morto di gelosia col suo hyung e che da quado è tornato dal militare, appena due settimane fa, vuole l’esclusiva su di lui.
Ma posso capirlo. Cosa farei io se non potessi vedere Donghae per due anni, se non rarissimamente? A parte che sarei probabilmente morto suicidandomi in qualche buco nero, ma se fossi riuscito a reprimere l’impulso di ammazzarmi, non ho alcun dubbio che vorrei rimanere appiccicato a lui giorno e notte. Vorrei che guardasse solo me, che parlasse solo con me, che abbracciasse solo me, che nei suoi pensieri ci fossi solo io.
Lo vorrei pensando a lui solo come ad un amico, figuriamoci se fosse il mio ragazzo come lo è Leeteuk per Kangin!
Probabilmente in quel caso me lo incollerei addosso col Bostick… così gli sarebbe impossibile andare via da me!
AAAHHH!
BASTA!
Non dovevo dimenticare Donghae, dannazione? E allora perché continuo a fare certi pensieri?
Sarà decisamente un lavoraccio…
« Lo sappiamo, Teukino bello è solo tuo… ma adesso rilassati, Kangin. Donghae non aveva cattive intenzioni. », lo deride Heechul, mordicchiando una caramella all’arancia.
Kangin sbuffa, mentre Leeteuk si imbarazza.
Imbarazzato di cosa poi non lo so! Sappiamo di loro da tempo immemore, da prima che Kangin andasse al militare! Infatti quella sera era così ubriaco a causa di Leeteuk… avevano litigato di brutto. Gli urli li abbiamo sentiti in tutta la casa, e alla fine Kangin è uscito sbattendo la porta e partendo sgommando con la macchina. Poche ore dopo, il manager lo aveva riportato a casa mezzo ubriaco, con una denuncia della polizia sulle spalle e una valigia da fare per partire per il militare come punizione e redenzione. Leeteuk ha urlato anche dopo, ma stavolta Kangin è rimasto in silenzio, colpevole al massimo, a prendersi tutti gli urli e ad asciugare e ad asciugarsi le lacrime.
Sono stati anni difficili, per loro due, ma alla fine li hanno superati.
Vorrei aver avuto la loro fortuna… essersi incontrati presto, aver avuto il coraggio di confessarsi, essere ricambiati, amarsi.
A me non capiterà tutto questo.
La fonte del mio amore è un pesce abbraccia tutti che non sa capire i limiti, che si comporta con me come fossi una sua esclusiva ma poi non fa lo stesso.
« Ecco il the, hyung. », annuncia Ryeowook, tornando dalla cucina con una tazza fumante tra le mani.
« Non potevi chiederci se ne volevamo un po’? Avevo voglia di mangiare un po’ di biscotti… », domanda Shindong che, come me, ha sempre fame.
Il nostro eternal maknae(*01) sbuffa, puntellando i pugni sulle anche scheletriche: « Tra poco è ora di cena, hyung. Non puoi mangiare the e biscotti alle sette! »
« E perché Teuk può? », si inalbera Shindong.
« Teuk sta solo bevendo una tazza di the, non sta mangiando niente. Tu mangeresti mezza confezione di biscotti come minimo, conoscendoti… », ridacchia Wookie.
Shindong sbuffa: « Allora prepara la cena! »
Ryeowook gli lancia un cuscino: « NON SONO LA VOSTRA CAMERIERA! », urla.
« Ma se non ci fossi tu, Wookie, saremmo tutti morti di fame. », gli sorrido, alzandomi in piedi e strizzandogli una spalla con affetto.
Ryeowook sbuffa, alzando gli occhi al cielo. Vuole fingersi ancora arrabbiato, ma so che le mie lusinghe lo hanno tranquillizzato. Ryeo adora essere riempito di complimenti.
« Tra poco sarà pronto. », ci informa « E ci sarà anche una sorpresa… », ridacchia.
Tutti ci voltiamo a guardarlo.
« Una sorpresa? », domanda Sungmin, curioso.
Ryeowook continua a ridacchiare: « Vedrete… », ci dice; e se ne va in cucina lasciandoci la suspense.
 
Suspense che dura poco, perché da lì a venti minuti sentiamo una chiave girare nella toppa.
Siamo tutti qui.
Tranne uno.
« Yesung-hyung! », si entusiasma Siwon, andandogli incontro e abbracciandolo.
Tutti gli sorridiamo e lo abbracciamo, felici di rivederlo dopo tanto tempo.
« Sorpresa! », ci sorride lui.
Lo guardo e vedo che è davvero diverso. E’ molto più magro; le guance sono meno tonde. Il caschetto nero gli dona e il look si è raffinato, scegliendo un abbigliamento ricercato e particolare.
« Sei diventato un vero figo, hyung. », gli sorrido.
Yesung prende a ridere di gusto: « Grazie, Hyukjae! »
« A taaavooolaaa! », ci urla Ryeowook, sbucando dalla cucina con un grosso pentolone in mano. Quindi nota Yesung: «Oh, ciao Jong Woon(*02)! Ben arrivato! », gli sorride raggiante.
Yesung gli fa un cenno con la mano, accennando un sorriso, quindi si toglie le scarpe lanciandole da una parte e ci segue nel salotto dove Ryeowook, aiutato da un affamato Shindong, ha già apparecchiato.
In men che non si dica siamo tutti seduti intorno al tavolo, e sembra davvero come ai vecchi tempi. Era tantissimo tempo che non eravamo più qui tutti insieme a mangiare e ridere e scherzare, a stare insieme serenamente e a sentire che questa, davvero, è la nostra famiglia.
Devono sentire anche questo tutti gli altri perché continuiamo a guardarci con la consapevolezza negli occhi. Perché non serve parlare: tutti sappiamo che tutti gli altri stanno pensando la stessa cosa.
Ma il nostro leader è un sentimentale, si sa, e alla fine con gli occhi lucidi non può fare a meno di dire: « Sono così felice, ragazzi. Mi siete mancati tantissimo. Vi amo. »
Innumerevoli braccia si allacciano, circondando il leader ma anche tutti gli altri, in un abbraccio collettivo pieno d’amore.
 
 
 
**CONTINUA**
 
(*01) Eternal Maknae: E’ il modo in cui viene chiamato Ryeowook dal gruppo e le fan. Maknae indica una persona in famiglia o sul lavoro che è la più giovane. Questo termine è stato affibbiato a Ryeowook appena entrato nei Super Junior, perché essendo dell’87, all’epoca del debutto era il più giovane. Poi è arrivato Kyuhyun (che è dell’88) che gli ha tolto il ruolo di più giovane; tuttavia Ryeowook è ancora chiamato così, mentre Kyuhyun viene chiamato Evil Maknae.
(*02) Jong Woon: Per chi non lo sapesse, Jong Woon è il vero nome di Yesung.

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Capitolo 6
*** 06 / Chocolate Bon Bon ***


Ciao a tutte mie care lettrici!
Aaahhh! Quanta melassa nel capitolo precedente! Non è da me! Devo assolutamente rimediare e spargere un po’ di angst come fossero coriandoli! ♡ Non tanto in questo capitolo, ma nei prossimi mi rifarò! *__*!
I Super Junior non mi appartengono e io non ci guadagno niente a scrivere di loro, a parte del sano divertimento!
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
06 / Chocolate Bon Bon
 
 
 
Le giornate in sala prove scorrono serene.
BoA è simpatica e impariamo in fretta. Il coreografo è letteralmente in estasi. L’assistente può passare il tempo attaccata al cellulare e a farmi foto quando pensa che io non me ne accorga.
E’ già più di una settimana che proviamo, e posso dire con tranquillità che abbiamo imparato entrambi i passi tranquillamente. Un paio di volte c’erano anche gli altri ballerini, ma da come avevo immaginato io non ho nessuna correlazione con loro e la loro esibizione, quindi non mi cambia assolutamente nulla che ci siano o meno.
« Anche oggi hai fatto un ottimo lavoro, Eunhyuk, davvero! E’ bello lavorare con te! », mi sorride BoA, seduta vicino a me mentre beviamo un po’ d’acqua dalle borracce termiche e ci asciughiamo il sudore con degli asciugamani.
« Se continui a farmi tutti questi complimenti potrei quasi cominciare a crederci… », la prendo un po’ in giro.
In questi giorni mi ha ripetuto moltissime volte che sono bravo e che è bello lavorare con me.
Ma non abbiamo parlato solo di lavoro. Abbiamo anche chiacchierato sulle nostre vite; come siamo arrivati a fare ciò che facciamo e sui nostri progetti futuri, sui film che ci piacciono e cose così. Le conversazioni con lei nascono spontanee.
BoA ride, tamponandosi il collo con l’asciugamano. Ha i capelli sfuggiti alla coda alta che le si appiccicano un po’ alla fronte e alle guance. E’ truccata anche oggi, e anche se ha l’aspetto stanco è davvero carina. « Dico solo quello che penso. Voi Super Junior mi piacete molto come gruppo. Siete bravi e affiatati. »
Sorrido: « Loro sono la mia famiglia. Non potrei mai essere quello che sono senza di loro. » E lo penso davvero.
BoA mi guarda, sorridendo con tenerezza: « Siete fortunati, perché siete legati anche dall’affetto, oltre che dal lavoro. Ma io non penso che potrei mai coesistere in un gruppo. Sono troppo capricciosa! », ride.
« Capricciosa? Non mi sembra proprio… », rido a mia volta.
« Il mio ragazzo dice il contrario! », ride di gusto lei.
Poi si gela, consapevole di cosa si è fatta scappare.
Si porta una mano a coprire la bocca che forma una perfetta O. Gli occhi spalancati sembrano ancora più grandi.
La osservo, consapevole che qualunque fantasia mi fossi fatto, è appena andata in frantumi. Sospiro, quindi le sorrido rassicurante: « Non lo dirò a nessuno, sta tranquilla. »
BoA si colora sulle guance, quindi prende a farfugliare frasi senza filo logico e piuttosto catastrofiche: « Io… mi dispiace! Oh, per la miseria! Come ho potuto farmelo sfuggire? E adesso? E se lo scoprono i giornali? E se lui mi lascia perché la sua tranquilla vita da impiegato viene stravolta dagli appostamenti dei giornalisti? E se la SM mi licenzia? E se… », ma la blocco: « Ti ho detto che non lo dirò a nessuno. I giornalisti non lo sapranno mai, visto che te lo sei fatto scappare in una stanza dove ci siamo solo io e te e il tuo fidanzato potrà continuare a fare l’impiegato tranquillamente senza timori. », cerco di rassicurarla « Capisco perfettamente cosa provi, perché anche io sono un Idol e anche per me sarebbe terribile se fossi fidanzato e lo scoprissero. Posso capire le tue paure, ma con me sei al sicuro. »
BoA sembra rilassarsi: « Mi dispiace, scusa… mi sono fatta prendere dal panico! Lo so che mi capisci. »
Annuisco sorridendole un po’ forzatamente.
Capisco le sue paure, perché vuole difendere la sua privacy (che per tutti noi è Sacra), ma suppongo che alla fine, se anche i giornali la scoprissero, gli smottamenti che quel terremoto porterebbe nella sua vita e in quella del suo fidanzato sarebbero relativamente scarsi, o per lo meno controllabili. Se invece uscisse fuori che io amo Donghae il terremoto sarebbe così forte che inghiottirebbe tutto. Forse le uniche felici sarebbero le EunHae Shipper. Che sono tante, certo, ma non potrebbero salvarci.
« Grazie davvero, Eunhyuk. », mi dice timidamente lei.
« Non c’è problema. »
 
Quando le prove finiscono, mi rivesto e invece di tornare immediatamente al dormitorio come faccio sempre perché sono stanco, mi dirigo verso il bar di mia madre: il Chocolate Bon Bon(*01).
Appena entro, tropo assiepate svariate fan all’ingresso che saluto con un sorriso e un gesto della mano e molte altre, quelle sedute ai tavoli, si voltano verso di me e, mollando il caffè o qualunque altra cosa stessero bevendo con malagrazia, afferrano i cellulari alla velocità della luce e cominciano a fare foto e video. Sorrido anche a loro, nonostante un po’ mi scocci.
Questo è il bar della mia famiglia, e venendo qui vorrei starmene in pace.
Per carità, le fan sono la cosa più importante, perché è il loro amore per noi che stabilisce il nostro successo, ma tant’è che a volte non ci lasciano respirare e non sempre è facile sorridere.
« Tesoro! Non ti aspettavo! », è il saluto di mia madre, che viene verso di me a braccia aperte.
« Ciao, mamma. », le sorrido, abbracciandola velocemente.
« Vuoi qualcosa da bere? », mi chiede.
« Un frullato. Al gusto che vuoi, è uguale. », dico stancamente.
Mi tocco la nuca, abbassando meglio il cappello in modo tale che il mio nuovo look rimanga celato ancora fino al come back, e mentre lo faccio… la vedo. Piccola, color dell’oro, con due occhi grandi come gemme: la mia Choco(*02).
« Choco! », esclamo, abbassandomi immediatamente a carezzarla mentre lei corre di qua e di la, troppo felice di vedermi per sapere che pesci pigliare.
Cerco di afferrarla, e quando finalmente si fa prendere su da me, me la stringo forte al petto baciandole la testolina: « Mi sei mancata, Choco… », le sussurro dentro uno degli enormi orecchiotti pelosi. La sua pelliccia lunga è calda contro di me, e mi fa subito stare bene e sentire a casa. Mi sembra quasi che non ci siano più le fan a fotografarci e a farci i video. Ci siamo solo io e Choco, il mio amore.
« Tu e questo cane… », sorride ironicamente mia madre, osservandoci con tenerezza, mani puntellate sui fianchi coperti dal grembiule.
Le sorrido timidamente, alzando un solo angolo della bocca: « Noi andiamo a sederci laggiù. », le dico, alzando appena Choco per farle capire che parlo di me e di lei.
Lei annuisce con un gesto veloce della mano: « Andate, andate a pomiciare! Io ti preparo il frappè! » E dicendo così se ne torna in cucina.
Io e lo staff presente, insieme ad alcune ELF, ridiamo di gusto della battuta di mia madre; quindi con sempre Choco scodinzolante in braccio, mi dirigo verso l’ala del bar che di solito è la più tranquilla. E infatti, appena vi arrivo, trovo che il tavolino in fondo vicino al muro è libero, un po’ distante dagli altri tavoli occupati, e lì mi siedo.
Choco ovviamente rimane in braccio a me, seduta sulle mie cosce, per nulla intenzionata a scendere. Ma a me sta benissimo così.
Le gratto le orecchie e il musetto, quindi le bacio ancora la testa.
Mentre sono lì a spupazzare il mio cane, con la coda dell’occhio vedo mia madre arrivare.
« Hai avuto le prove? », mi domanda lei, sedendosi di fronte a me e poggiando il frappè sul tavolo « Sembri davvero stanco. »
Annuisco: « Stiamo preparando il come back. Ti ricordi che ti avevo detto che il Giorno Della Liberazione(*03) ci sarà un grande concerto di tutti i gruppi della SM, vero? » Mia madre annuisce. « Ecco. Mi sto esercitando col gruppo, col sottogruppo M(*04) e anche in alcuni balletti da solista, soprattutto uno con BoA che porta via parecchio tempo. », le spiego.
« Ti fanno lavorare troppo. », è la sua lapidaria osservazione. Sguardo corrucciato, faccia seria: classica espressione da mamma apprensiva.
« Le fan stanno aspettando da due anni, mamma. Eppure sono ancora lì. », e con un gesto veloce del capo indico le ragazze dietro le sue spalle che continuano a fare foto e video. « Dobbiamo mettercela tutta per ripagare il loro affetto per noi e tornare alla grande! E’ pure tornato Leeteuk! »
Mia madre sorride: « Oh, sì, Park Jeong-su(*05)! Quanto tempo che non lo vedo! Salutamelo tanto, quel caro ragazzo! »
Annuisco, sorridendole: « Sono sicuro che gli farà piacere. »
« E Donghae? Hae come sta? », si informa mia madre, riportandomi con una sola domanda alla realtà e trafiggendomi con una pugnalata.
« Bene, mamma, sta bene. », rispondo vago, abbassando la testa e soffiando sulle orecchie di Choco, che alza subito il musetto a guardarmi. Le bacio il tartufo umidiccio e poi la punta di un orecchio.
« E’ tanto tempo che non mi passa a trovare… mi manca sentirlo chiamarmi mamma(*06)! », sospira lei con aria sognante.
Io aggrotto la fronte: « Guarda che ci sono io, il tuo vero figlio se te lo sei scordato, che ti chiama mamma. », le faccio notare.
Lei mi scocca un’occhiataccia: « Il mio unico figlio che è affettuoso solo con il cane! Almeno Donghae è sempre felice di vedermi e mi abbraccia con gioia! », mi striglia lei.
Touché.
Non posso dire niente: è tutto vero.
« Tsk! » Schiocco la lingua « Mi dispiace per te, ma siamo talmente tanto oberati di lavoro che anche io lo vedo poco e niente! »
« Ah! », si sorprende mia madre « Problemi tra la EunHae? », mi deride.
Adesso è il mio turno di scoccarle un’occhiataccia: « Che simpatica… »
Mia madre ridacchia, poi si alza: « Devo tornare a lavoro. Rimani pure quanto vuoi. E bevi quel frappè! Sei troppo magro, per la miseria! » E se ne va.
Sorrido: adorabile mamma…
 
Mentre sorseggio il mio frappè alla banana e coccolo Choco, ben lieta di ricevere tante attenzioni, noto che mia madre mi indica mentre parla con una ragazza che non ho mai visto prima. Porta il grembiule del negozio, tuttavia, quindi pare lavori qui. Chissà quando mia madre l’ha assunta…
Tempo due secondi e la ragazza è di fronte a me: « Ciao, Eunhyuk-oppa(*07). », mi saluta inchinandosi appena « Io sono Yoora Jin, lavoro qui da poco. »
Alzo lo sguardo su di lei. E’ piccola e magrolina. Sarà meno alta di Ryeowook (e ce ne vuole…), ma è ben proporzionata. Piatta come una tavola, certo, ma carina. Ha i capelli lunghi fino alle spalle, legati da un fermaglio, e la frangia.
« Ciao Yoora. », le sorrido « Ti serve qualcosa? »
« Ehm… », tentenna lei, imbarazzata « In realtà una delle mie mansioni principali qui è occuparmi di Choco. »
« Davvero? », mi sorprendo.
Lei annuisce con un sorriso: « Sì, e adesso è il momento del giretto… », e mentre lo dice indica Choco che la osserva fissa, muovendo le orecchie su e giù ma senza scostarsi dalle mie gambe. Anzi, butta il busto all’indietro e poggia la schiena pelosa sul mio petto. La stringo di più.
Non vuole che vada via.
Così parlo di slancio: « Me la porto via io per stasera. Lo dici tu alla mamma? »
Lei sbatte per un attimo le ciglia, confusa, poi annuisce: « O… okay. »
« Grazie. », le sorrido. Quindi mi alzo, sempre con Choco stretta al petto, ed esco salutando velocemente.
 
 
 
**CONTINUA**
 
(*01) Chocolate Bon Bon: E’ davvero il bar della famiglia di Hyukjae. Prima il negozio faceva parte della catena Tours Les Jours, ma quando è scaduto il contratto (nei primi mesi del 2014), la madre di Hyuk ha deciso di aprire un negozio tutto loro e di chiamarlo in questo modo. La madre di Hyuk, Jang Duk-Boon, lo gestisce insieme alla zia e alla cugina di Hyuk.
(*02) Choco: E’ l’amatissimo cane di Hyukjae. Per farvi capire quanto la ama, vedetevi QUESTO video.
(*03) Giorno Della Liberazione: Il 15 agosto in Corea non è ferragosto come da noi (ovviamente), bensì è il Giorno Della Liberazione. In questa giornata si festeggia la liberazione della Corea dal dominio coloniale giapponese dopo trentasei anni. Infatti il 15 agosto 1945 finì il dominio giapponese e la Corea tornò ad essere un paese autonomo.
(*04) Sottogruppo M: Ovviamente mi riferisco ai Super Junior M.
(*05) Park Jeong-su: Per chi non lo sapesse, è il vero nome di Leeteuk.
(*06) Purtroppo non sono riuscita a ritrovare il video, ma Eunhyuk una volta ha detto davvero che Donghae chiama sua madre “mamma”.
(*07) Oppa: E’ un modo che le fan hanno di rivolgersi ai loro Idol. L’Oppa sarebbe un amico/compagno di scuola o lavoro che ti fa regali e paga per te. Insomma, uno che ti vizia. Anche se effettivamente è una cosa un po’ confidenziale da dire, gli Idol lasciano farlo alle fan tenendo conto di tutti i soldi che le fan spendono per loro con l’acquisto dei CD, degli album, del merchandising e anche i regali stessi che di loro iniziativa fanno agli Idol del cuore.

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Capitolo 7
*** 07 / La Regina Cinderella ***


Ciao a tutte!
E siamo a sette! Wow! Non volevo neanche iniziare una long, e adesso sono a sette capitoli! Ahahah! XD! Le mie solite contraddizioni!
Ad ogni modo, anche in questo capitolo Heechul farà il prezzemolino! Adoro fargli fare questa parte, perché lui è uno che parla in faccia, a prescindere se può ferire o meno, perciò lo vedo adatto a questo ruolo! Voi però non odiatelo, anzi: amatelo come lo amo io, perché di Cinderella ce n’è una sola e uno che sembra donna come lui anche se è vestito da uomo e per questo sa di essere bellissimo e se ne vanta non ce ne sono due a questo Mondo! ♡
Detto ciò, vi lascio al capitolo. Finalmente Hyukjae si da una smossa, olè!
Come sempre i Super Junior non mi appartengono, ma io sarei ben felice di molestarli tutti! ♡
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
07 / La Regina Cinderella
 
 
 
Appena metto piede in casa, tutti mi ignorano e si passano Choco di mano in mano per accarezzarla e baciarla. Il mio povero cane non è molto felice, e mi guarda stralunata in cerca d’aiuto, ma io non posso fare altro che sospirare chiedendole silenziosamente di portare pazienza.
Quando è il turno di Hae di stringerla al petto, però, Choco pare rilassarsi e stacca gli occhi dai miei, guardando Donghae.
« Ciao Chocorita(*01)… », cinguetta lui baciandola sulla punta del naso, lì dove poco fa l’ho baciata anche io.
Choco scodinzola.
Pure il mio cane ha un debole per lui. Non solo mia madre. Pure il mio cane asociale!
E’ Destino che non posso liberarmi di Donghae… e adesso che pure l’occasione di BoA è svanita, cosa mi resta?
AAAHHH! Non so dove sbattere la testa!
Quando finalmente lasciano andare il mio cane, che comincia a trotterellare per casa facendo un ticchettio continuo con le unghie sul parquet, ci sediamo tutti a tavola a mangiare.
 
La cena scorre veloce, e quando ormai è conclusa, siamo rimasti in pochi seduti. Ci siamo solo io, Heechul, Donghae e Kyuhyun.
« Allora, Hyukkie! », esordisce la Cinderella, alzando le sopracciglia e gli angoli della bocca in un’espressione divertita.
Oh-oh. Guai in vista…
« Allora cosa? », chiedo, facendo lo gnorri e continuando a riempirmi le guance di cibo.
« Ma come allora cosa? Non stai facendo le prove con BoA? Come vanno? Lei com’è? Non ci racconti mai niente! », si lagna lui.
Improvvisamente il rumore delle stoviglie si ferma. Tutti gli occhi sono puntati su di me. Donghae è attentissimo. Sento il suo sguardo perforarmi la fronte.
Inghiotto a vuoto, quindi faccio spallucce fingendo noncuranza: « Normali. Come vuoi che vadano? »
Heechul sbatte i palmi delle mani sul tavolo di legno con espressione scocciata, sbuffando: « Oh, avanti, Hyukkie! Stai facendo le prove con BoA, che è davvero una gran bella ragazza! Possibile che tu non ci abbia fatto neanche un pensierino? »
Che bastardo…
Kyuhyun smette di masticare, fissandomi in tralice.
« Ehm… », tentenno. E adesso che gli dico? Che un pensierino ce l’ho fatto per dimenticare Donghae ma che ho scoperto che è fidanzata? Non posso! Non solo tradirei la fiducia di BoA, ma darei anche voce a un segreto che non voglio venga rivelato! Perciò addio. Mi devo dare la zappa sui piedi da solo: « In realtà un pensierino ce l’ho fatto… », butto lì.
« LO SAPEVO! », ride Heechul, battendo un pugno sul tavolo con aria felice.
Kyuhyun spalanca la bocca, mostrandomi tutto il suo contenuto di cibo masticato. Bleah!
Donghae spalanca gli occhi, sbianca e poi si alza alla velocità della luce: « Che deficiente! », sbraita. Quindi entra nella sua camera sbattendo la porta.
Eh? Mi sono perso qualcosa? « Hae… »
Heechul scoppia a ridere di gusto: « Com’è divertente! », esclama felice.
Lo fisso malevolo: « Non c’è un bel niente di divertente, cretino! », ringhio sottovoce, avvicinandomi a lui con aria minacciosa.
Lui mi scocca un’occhiata obliqua, un angolo delle labbra sempre alzato verso l’alto, poi si volta verso Kyuhyun: « Kyu, vattene. Io e Hyukkino dobbiamo parlare di cose da grandi! »
« Eh? », domanda il nostro compagno, basito « Ma io defo finife di mangiafe. », protesta.
Heechul lo fissa. Uno sguardo di ghiaccio su un sorriso sereno e forzato: « La Regina ti ordina di congedarti, schiavo! Hai forse il coraggio di opporti agli ordini della Regina Cinderella? »
O Santissimo Shisus…
Kyuhyun vorrebbe dire qualcosa, ma poi ci ripensa e scotendo la testa afferra ciotola e bacchette e se ne va a finire di mangiare sul divano dove gli altri stanno vedendo un film.
Quindi Heechul si volta di nuovo verso di me, riassumendo l’espressione divertita e rilassata di prima. Nel frattempo Choco zompetta sulle mie gambe, grattandomi le ginocchia. La prendo su, sistemandola sulle mia gambe, e torno a fissare il mio hyung.
Ci fissiamo in silenzio per un minuto buono, con sempre la sua faccia sarcastica a fissarmi, poi non ce la faccio più e sbotto: « Si può sapere che cacchio ti è saltato in mente, Heechul-hyung? »
Heechul ridacchia: « Volevo sapere! », ammette « Sono giorni che non mi racconti niente; e io stavo morendo di curiosità! »
Adesso lo uccido…
« E non potevi chiedermelo in un altro momento, quando magari non c’era anche Donghae? »
Heechul sbatte le ciglia: « No. »
« COME NO! », sbraito.
Heechul rotea gli occhi al cielo, sbuffando: « Mio Dio, Hyukjae! Ma bisogna sempre spiegarti tutto? », si lamenta.
« Eh? » Mi sono perso qualche passaggio fondamentale, me lo sento.
Heechul rotea di nuovo gli occhi: « Ma non hai visto? », mi dice spazientito, indicando il corridoio.
Mi volto a fissarlo. Vuoto.
« Non ho visto che? »
« Oh, mio Dio, Lee Hyukjae! Hai gli occhi foderati di prosciutto! », sbotta Heechul esasperato.
Lo fisso sbattendo ripetutamente le palpebre. Ma che cavolo sta dicendo?
« Donghae. »
« Donghae? » Ma perché cambia discorso? Già ero abbastanza confuso prima, non serve che ci mette dentro altre informazioni!
« Ti ho chiesto di BoA perché morivo di curiosità, è vero, ma anche perché, caro il mio Lee Hyukjae, volevo proprio vedere come l’avrebbe presa il nostro amato Lee Donghae… »
« Donghae? Ma che vuoi che gliene freghi a Donghae? », sbotto.
Heechul ride, guardandomi con biasimo: « Infatti andarsene via incazzato è proprio il classico comportamento di uno a cui non frega un accidente, sì… », mi deride.
« Secondo me ce l’aveva con te… », ribatto, accarezzando Choco sotto le orecchie.
« La Regina Cinderella dice di no; e non si contraddice la Regina! », sbotta « E adesso vacci a parlare, o un Hae ammusato fa rischiare la fine del Mondo! » E se ne va ancheggiando.
Ah.
Ah.
Ah!
Davvero divertente, Heechul…
Sbuffando e afferrando Choco per il petto, mi tiro su e mi dirigo ciabattando fino al corridoio. Pochi passi e sono davanti alla porta di Donghae, della stanza che divide con Kangin (che ovviamente non c’è mai, avendo il leader la camera singola lui vive praticamente lì).
Busso piano, vedendo gli occhioni neri di Choco che mi fissano curiosi. Annusa l’aria, quindi scodinzola. Ha riconosciuto l’odore di Hae.
« Choco… », mi lagno pianissimo, sussurrando al suo orecchio dove affondo il naso tra i peli « Tu dovresti essere dalla mia parte… »
Mentre ho ancora il naso immerso nei peli di Choco, la porta si apre lentamente e ne sbuca Donghae, che mi fissa malissimo e con le labbra imbronciate all’ingiù: « Che vuoi? », è la sua fredda domanda.
« Possiamo entrare? », gli domanda forzando un sorriso, alzando Choco a fianco del mio viso, tenendola da sotto le zampe anteriori. Lei scodinzola, felice di vedere Donghae.
Hae non mi risponde, ma si fa da parte permettendoci di entrare.
Appena sono dentro vedo il solito tremendo casino che caratterizza la sua camera.
Poso Choco sul letto, che continua a zampettare e scodinzolare a destra e sinistra. E’ eccitatissima di trovarsi qui, con me, con Donghae che adora. In fondo, per lei il suo vero padrone sono io.
« Che cosa vuoi? », ripete Donghae, andando a sedersi vicino a Choco, che lo raggiunge immediatamente, scodinzolando a più non posso. Il movimento è così veloce che produce un’aria fredda che mi arriva agli stinchi nudi a causa dei pantaloncini corti, essendo ancora in piedi di fronte al letto.
« Prima… sei andato via arrabbiato. Volevo sapere perché. », borbotto. Quanto sono incapace con le parole! Tanto più se devo esprimere ciò che sento.
Donghae mi fissa furente, stringendosi Choco al petto: « Secondo te? », sibila.
Accidenti… è davvero incazzato nero.
« Ehm… », tentenno « Non lo so. », ammetto infine.
Donghae sbuffa spazientito, carezzando Choco. Lei gli lecca la mano.
Maledetta traditrice…
« La Regina Cinderella ha detto che ce l’hai con me. »
Donghae mi fissa confuso: « La chi? »
« Heechul. », spiego « Ha appena stabilito un nuovo soprannome per lui: Regina Cinderella. E noi siamo i suoi sudditi. », sbuffo, alzando gli occhi al cielo.
Per quanto sia arrabbiato con me, la cosa è talmente ridicola che prendere a ridere di gusto: « Solo a lui poteva venire in mente una cosa come questa! »
« Peccato non ci sia anche un Re… magari era più magnanimo della Regina! », borbotto, sedendomi vicino a lui; Choco perfettamente in mezzo che ci fissa beata. Non sa più che pesci pigliare, adesso: chi leccare prima?
Donghae ride, mentre io sento Choco leccarmi un dito.
« Non dovresti fare lo scemo con tutte le ragazze che incontri. », mi dice lui, tornando serio « Devi avere più cura di te stesso, Hyukkie. » Il suo tono è carezzevole. Anche se mi sta rimproverando, Hae non riesce ad essere per troppo tempo arrabbiato con me, e l’incazzatura gli sta già passando. Lo vedo dai suoi occhi, dalle nubi temporalesche che li oscuravano prima e che ora stanno lasciando il posto al sereno.
« Ho solo guardato, Hae. Ho la vista che funziona, e comunque sono un ragazzo. E’ normale che anche io noti delle belle gambe, no? »
Donghae sospira: « Io non noto le gambe degli altri. Io noto solo quelle della persona che amo. »
Mi si gela il sangue.
Ho sentito bene?
« T… tu…? » Tu ami qualcuno? Come faccio a chiederglielo se mi trema la voce e sento il cuore esplodermi nel petto?
Non posso vedere la mia faccia, ma so di essere pallido come un cencio e di avere gli occhi sbarrati e confusi.
« NO! », quasi urla lui, facendo sobbalzare sia me che Choco « Parlavo per ipotesi! », si affretta a spiegare.
Tiro un sospiro di sollievo, anche se forse non dovrei. Certo, questo implica che non ama nessuno, e io posso vivere ancora qualche giorno tranquillo, ma ciò vuol dire anche che non ama me.
E poi cosa mi aspetto? Che rimanga tutta la vita single? E’ normale che prima o poi si innamorerà, si sposerà e avrà dei bambini. E’ così dolce che non sarà difficile per lui trovare qualcuno disposto ad amarlo. Guardate me! Lo amo talmente tanto che cerco di tuffarmi addosso a chiunque mi capiti a tiro sperando che sia sufficientemente interessante da distarmi!
Perché lo so che io amo e amerò sempre Donghae. E’ una di quelle consapevolezze che fanno male, ma che non puoi negare a te stesso. Nessuno, nessuno, potrà mai prendere il posto di Donghae nel mio cuore.
« Okay. », dico, cercando di normalizzare il respiro.
Donghae mi sorride, accarezzando Choco senza guardarmi. Anche io faccio lo stesso, andando a baciare la sua testolina pelosa e ricevendo in cambio una grossa lappata sulla bocca.
Donghae ci fissa sorridendo teneramente: « Tu sei davvero una persona poco affettuosa, Hyukkie, ma con Choco dimostri che in realtà hai un cuore tenero. »
« Aaahhh! Io non voglio avere un cuore tenero! », mi lagno, sorridendo più sereno.
Donghae mi sorride: « Io ho sempre saputo che hai un cuore tenero… ti voglio così bene anche per questo… »
Gli sorrido.
Già. Ma io ti amo…
 
 
 
**CONTINUA**
 
(*01) Chocorita: Ovviamente me lo sono inventato di sana pianta. Non ho idea se storpino il nome di Choco, ma mi sembrava carino per un cagnolino così minuscolo, unica femmina in quel gruppo di matti!

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Capitolo 8
*** 08 / Choco ***


Ciao a tutte!
Eccoci finalmente al capitolo otto!
Come avevo promesso, adesso le cose cominciano a movimentarsi un po’… chissà cosa succederà? Non vi resta che leggere per scoprirlo!
Come sempre i Super Junior appartengono solo a se stessi ma per sfortuna loro esistono le fan fiction e le autrici perverse come me!
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
08 / Choco
 
 
 
La mattina dopo mi sveglio sul letto di Donghae, con Choco sdraiata a pancia all’aria sul mio stomaco.
E’ spaparanzata, la testa rivoltata e le orecchie spalancate. Anche la bocca è aperta e la lingua pende da una parte. E’ davvero buffa, e mi viene spontaneamente da ridere.
Vermicello…
Sorridendo dalla vista buffa del mio cane semi-svenuto, mi volto verso destra e subito vedo la testa mezza blu di Hae poggiata vicino alla mia. I capelli sono sparsi sul cuscino, e mi solleticano un orecchio.
Dio quanto lo amo…
« Hae… », lo chiamo piano « Hae, svegliati… »
Lui mugugna, strusciando il naso contro la mia spalla: « Hyuk… cosa c’è? »
«E’ mattina, Hae. Dobbiamo svegliarci, abbiamo le prove. », gli ricordo.
Lui spalanca di botto gli occhi: « Che ore sono? », si agita, tirandosi su alla ricerca della radiosveglia. I numeri rossi segnano le… le… oh, cazzo…
« SONO LE DIECI E MEZZA! », urla Donghae, facendo sobbalzare Choco e svegliandola di colpo. Si agita così tanto che quasi mi cade di dosso, ma riesco a riafferrarla al volo.
« E’ tardissimo! », dico, tirandomi su di scatto, facendo ribaltare la povera Choco definitivamente.
Lei ci guarda dal letto, sdraiata, sbattendo gli occhioni.
« Dobbiamo sbrigarci! », mi incita Donghae, tirandomi per un braccio.
 
In meno di dieci minuti siamo lavati e vestiti entrambi e salendo in macchina, con Choco sul sedile posteriore che sonnecchia, ci dirigiamo a velocità sostenuta verso gli Studio. Per fortuna non c’è traffico e arriviamo velocemente.
Donghae praticamente vola giù dalla macchina ancor prima che io tiri il freno a mano, mentre io mi attardo qualche secondo nel recuperare Choco e la borsa e poi chiudo la macchina e corro anche io all’interno.
Sono le undici passate.
Cazzo.
Leeteuk ci ammazza.
« Dove cavolo eravate finiti? », ci sgrida subito il nostro leader, non appena ci vede, con espressione dura e seria, di rimprovero. Leeteuk è la persona più dolce del Mondo (dopo Donghae, ovviamente. Diabetico come Donghae non c’è nessuno), ma non transige sul lavoro. Bisogna impegnarsi ed essere puntuali se vogliamo vivere in pace e armonia, altrimenti ci mette meno di mezzo secondo a staccarti la testa a suon di urli.
« Ci dispiace infinitamente! », diciamo io e Hae in coro, inchinandoci profondamente davanti a tutti.
« Non abbiamo sentito la sveglia. », preciso, tirandomi su e fissando tutti con aria dispiaciuta.
Leeteuk scuote la testa, cercando di mascherare un sorriso. Ci ha già perdonato.
Adorato, adorato leader…
« Su, mettiamoci al lavoro! Oggi rimarremo murati qui dentro fino a notte fonda, sappiatelo! », ci informa Leeteuk, afferrando una delle cuffie.
« Okay! », è l’entusiasta risposta.
Contemporaneamente, Choco mi si agita in braccio.
Choco…
Notte fonda…
Oh, cazzo…
« Ah! », esclamo, spalancando gli occhi e abbassando la testa a fissare gli occhi neri di Choco, che mi fissa a sua volta.
« Cosa c’è ancora? », domanda esasperato Teukie.
« Lo so che sono arrivato tardi e che sto facendo perdere del tempo a tutti quanti, ma devo chiamare mia madre! », spiego.
« Tua madre? », domanda Kangin, confuso. Lo hanno rifatto biondo, con la riga in mezzo. Una visione terribile…
« Ho Choco con me. », spiego, tirandola su un poco e mostrandola agli altri (come se non l’avessero vista ieri, poi!) « Avevo promesso di riportarla oggi pomeriggio al bar. Non può rimanere con me fino a domani. Non ho le sue cose e non posso farla morire di fame, oltretutto che deve fare i bisogni ecc… »
Leeteuk annuisce: « Certo. Telefona a tua madre e trova un modo per farla venire a prendere. Sia mai che Chocorita soffra! », dice lui, andando a grattare il mento del mio amore peloso, che lo fissa senza emettere un verso.
Choco non ama essere toccata dagli estranei. E’ un cane buonissimo, ma non le piace di essere presa su da qualcuno che non sia della famiglia. L’unico che può farle quello che vuole è Donghae. Il resto dei miei compagni hanno il permesso di toccarla e accarezzarla, ma se si azzardano a prenderla su, non ho alcun dubbio nel pensare che potrebbe ringhiargli! Ad Henry ringhia sempre, ad esempio(*01).
« Faccio in un lampo! », dico, trascinandomi dietro Choco e cercando contemporaneamente il cellulare nella tasca dei jeans neri.
Quando finalmente riesco a trovarlo e faccio il numero del Chocolate Bon Bon, mia madre mi risponde in mezzo secondo: « Chocolate Bon Bon, buongiorno. Sono Jang Duk-Boon. Cosa desidera? »
« Mamma. »
« Oh, Hyukjae! Cosa succede? », mi domanda lei « E poi perché mi chiami sul numero del negozio tenendo occupata la linea per i clienti? »
Roteo gli occhi al cielo: « Perché al cellulare hai il favoloso vizio di non rispondere… »
« Dettagli! », ridacchia lei.
Sbuffo: « Mà, c’è un problema. »
« Ovvero? »
« Le registrazioni oggi si prolungheranno più del previsto. Probabilmente dovremmo stare qui fino a notte fonda. Potresti venire a prendere Choco? Non ho le sue cose con me e stare tutto il giorno qui dentro non le fa bene. »
« Io non posso venirla a prendere, Hyukjae. », mi informa candidamente lei.
« Ma come no? »
« No. Devo stare a negozio, e poi devo accompagnare tuo padre dall’oculista, ricordi? Quindi non ho tempo. »
« E come facciamo con Choco? »
« Manderò Yoora a prenderla. »
Yoora… Yoora… Yoora…
« Chi cazzo è Yoora? », sbraito « Io non lascio Choco a chi capita! »
« Modera i termini, signorino! », sbraita mia madre « E poi: possibile che la tua memoria sia così corta? Yoora è la ragazza che hai conosciuto ieri al bar e che si occupa sempre di Choco quando io non posso! »
Ah!
« Adesso mi ricordo… », bofonchio.
Mia madre sospira rassegnata: « Manderò lei. », dice; e rimette giù.
 
Tempo un’ora, e sentiamo bussare alla porta.
« Adesso chi è che interrompe? Sto per dare di matto, sappiatelo! », sbraita Leeteuk, esasperato dai continui ritardi.
« E’ Yoora. », rispondo senza pensare e andando ad aprire.
« Chi? », domanda Heechul, alzando un sopracciglio.
« Io. », dice la ragazzetta dietro la porta con un sorriso imbarazzato, alzando una mano in segno di saluto.
Appena la vede, Choco alza la testa e scodinzola un po’, ma non si muove dal divano. Evidentemente gli sta simpatica…
« E’ venuta a prendere Choco. », spiego, voltandomi verso i miei compagni.
Leeteuk annuisce: « Sì, bene. Ciao Yoora! », sorride alla ragazza; poi si rivolge di nuovo a me: « Sbrigati a salutare Choco che così riprendiamo. »
Annuisco, quindi vado da Choco e la tiro su, trascinando lei e Yoora fuori dalla Sala Registrazione.
« Scusali, ma siamo molto tesi per il come back. », mi giustifico « Di solito siamo più amichevoli. »
Yoora scuote una mano, sorridendo: « Non c’è problema! Capisco perfettamente; anzi, mi dispiace di avervi interrotti! »
« Oh, nessun problema! », le sorrido « Grazie per essere venuta a prendere Choco. Non pensavo di dover rimanere qui fino a notte fonda. »
Yoora sorride, mostrando un’espressione tenera e gentile: « Adoro Choco, è solo un piacere. »
Le sorrido, mentre la vedo carezzare le orecchie morbide di Choco e allungare le braccia per prenderla: « Posso? »
Gliela allungo senza esitazioni, e Choco rimane buona in braccio a lei, senza ringhiare o agitarsi. Sì, le sta proprio simpatica…
« Allora noi andiamo. », sorride Yoora, alzando Choco allo stesso livello del suo viso e fissandola, mentre viene a sua volta fissata.
Annuisco, quindi mi chino verso Choco e le do un bacio sulla testa: « Ciao, Chocorita. Ci vediamo presto, okay? », le sussurro.
Sono talmente vicino a Yoora che ne posso sentire il profumo: sa di vaniglia e lavanda. Inspiro l’odore buono, che sa di tranquillità, e sorrido appena, chiudendo gli occhi.
E’ Choco a riportarmi alla realtà, scodinzolando e leccandomi la bocca.
Sì, anche io ti voglio bene…
« Hyukjae, dobbiamo riprendere. »
E’ la voce di Donghae che mi fa voltare di scatto e allontanarmi da Yoora.
E’ in piedi dietro di noi, le mani in tasca, che ci fissa dal centro del corridoio. Lo sguardo è strano, cupo come quello di ieri sera.
« Arrivo subito. », rispondo, poi mi volto di nuovo verso Yoora: « Per qualsiasi cosa non esitare a chiamare, okay? Choco è importantissima, per me. », specifico, cosicché sappia che ha una gigantesca responsabilità ad occuparsi del mio adorato cane e che deve farlo con la testa sulle spalle. Mi sembra una ragazza apposto, ma è sempre meglio essere chiari.
Yoora annuisce, per nulla impressionata dalle mie parole: « Sarà fatto! », ride, quindi saluta Donghae con un sorriso e se ne va.
Pertanto, mi volto indietro e mi incammino verso Donghae sorridendogli.
Appena gli arrivo di fianco, la sua voce seccata mi dice: « Complimenti. Sembravate proprio una bella coppia felice che si sta assicurando che la loro bambina stia bene. »
Sbatto le ciglia: « Eh? Ma che dici? »
Lui mi fissa gelidamente: « Hai capito benissimo. », sibila, quindi entra nello studio e mi sbatte la porta in faccia.
 
 
**CONTINUA**
 
(*01) Questa cosa non me la sono inventata. C’era un Instagram/Tweet di non mi ricordo chi (sorry! ç__ç) dove si vedeva appunto che Henry prende su Choco e lei gli ringhia! XD!

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Capitolo 9
*** 09 / Litigio ***


Ciao a tutte mie care lettrici!
Credo che questo sarà il capitolo che piacerà meno a hikaru83, colei a cui questa fan fiction è dedicata! XD! Però sta tranquilla: ne ho in mente uno peggio! Ahahah! XD! O come ti avrei detto in chat: ghghgh! u.u
Detto questo, vi lascio alla lettura, sperando che sia di vostro gradimento!
Come sempre i Super Junior non mi appartengono e io non posso molestarli davvero!
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
09 / Il Litigio
 
 
 
Da quel giorno, Donghae ha pensato bene di tenermi il muso.
E non importa quante volte io abbia tentato di parlare con lui, si è fatto sempre negare.
Molto maturo da parte tua, complimenti…
Ma d’altronde cosa mi aspetto da Donghae? E’ un bambino. Viziato, per lo più. E il fatto che io lo ami a prescindere dai suoi difetti non mi rende cieco. Vedo benissimo com’è fatto, e cosa non va nel suo carattere. Ad esempio, quando non ottiene ciò che vuole mette il broncio. O mi picchia per dimostrarmi il suo affetto. O mi tira i capelli quando facciamo fan service perché la EunHae impone che lui sia geloso. Se lo fosse davvero sarebbe stupendo e smetterei di lamentarmene, ma tant’è, devo accontentarmi di quello che passa il convento…
Ma adesso non ho ben capito perché ce l’abbia tanto con me!
Che cosa ho fatto di male? AAAHHH! Lee Donghae, mi farai diventare matto!
Provo per l’ennesima volta a bussare alla sua porta, ma niente. Silenzio. Eppure io so che c’è, perché me l’ha detto Kangin che è appena uscito…
Vorrei cercare di mantenere la calma, essere gentile, magari usare un tono carezzevole e delle parole dolci per rabbonirlo; ma l’unica cosa che riesco a fare è: « LEE DONGHAE! MALEDETTA TESTA DI CAZZO! GIURO SU DIO CHE SE NON MI APRI QUESTA CAZZO DI PORTA ENTRO CINQUE SECONDI, LA SFONDO CON UNA SPALLATA, ENTRO E TI PRENDO A CALCI IN CULO FINO ALLA FINE DEI TUOI GIORNI! » Davvero molto di classe, sì!
Tutte le teste dei nostri compagni spuntano da varie porte e corridoi, fissandomi basito.
« EunHae in collisione! Preparare i caschetti di emergenza! », mi prende in giro Sungmin.
Gli scocco un’occhiataccia.
« Sono giorni che litigano! », sbuffa Heechul, infastidito che io gli abbia fatto interrompere qualunque cosa stesse facendo col mio urlo disumano.
« Ma se non si è sentita volare una mosca! », protesta Ryeowook.
« Era un litigio silenzioso. », annuisce Leeteuk, con aria di chi la sa lunga.
Oh, no… ci si mette pure lui!
« Piantatela, imbecilli! », sibilo. Poi busso di nuovo forte alla porta: « Donghae, apri questa dannata porta! », sbraito.
Lentamente l’uscio si socchiude. Ne sbuca solo mezzo viso di Donghae, che mi guarda furente: « Cosa diavolo urli? Ero a fare la doccia. », mente. Perché lo so che mente. Non c’era nessun rumore d’acqua, e Kangin ha detto che l’ha fatta prima di lui.
« Bugiardo. », ringhio.
« Che ti importa? », sbotta lui.
« Mi importa, invece. Ce l’hai con me e io voglio sapere perché. »
Donghae riduce gli occhi a due fessure: « Se non l’hai nemmeno capito, allora non abbiamo proprio niente da dirci. »
Adesso lo strozzo…
« No, Hae, non l’ho capito, perché io sono assolutamente certo di non aver fatto niente di male! », sbotto.
« AH! », dice lui con tono sarcastico « Stiamo apposto! Sei davvero un imbecille, Lee Hyukjae! »
Okay. Adesso ho perso la pazienza.
Con una mano afferro il bordo della porta e tirando forte, riesco a spalancarla. Donghae è davanti a me, perfettamente vestito.
La doccia… phua!, come no!
« Qui l’unico imbecille sei tu, Hae! Io potrò pure aver fatto qualcosa che ti ha infastidito, ma siamo persone adulte e come tali dovresti avere almeno la decenza di parlare! Ma è troppo difficile per te, vero? Perché l’unica cosa che sai fare è comportarti come un bambino! » Ormai è la rabbia a parlare « Ma cresci un po’, Lee Donghae! »
Lo schiaffo che mi arriva in piena faccia è così assordante e mi brucia così tanto la pelle che per un attimo penso sia tutto un sogno.
Poi il rombo furioso del mio cuore agitato, in corsa come una mandria impazzita, mi fa ricapitolare sulla Terra e mi fa rendere conto che no, non me lo sono sognato manco per niente.
Donghae mi ha dato uno schiaffo in piena faccia.
« Dio come ti odio… », sibila, fissandomi a occhi stretti che dovrebbero essere minacciosi, ma che sono solo pieni di rabbia e lacrime « Continui a ferirmi, eppure il cattivo della situazione sono sempre io! » Un singhiozzo gli sfugge.
Intorno a noi il silenzio assoluto.
« Io? Io ferisco te? » Sono incredulo.
Mi verrebbe da ridere, se non avessi tremendamente voglia di piangere.
Ha una vaga idea di quello che sta dicendo? Ha una vaga idea di quanto sia difficile avercelo ventiquattro ore su ventiquattro, trecentosessantacinque giorni all’anno sempre sotto al naso e amarlo in silenzio? Ne ha davvero una vaga idea?
« Sì! », urla.
« Ma vaffanculo, cazzo. Davvero, Donghae, sono stufo delle tue stronzate! », sbotto, pieno di rabbia e rancore. Pieno di voglia di prenderlo a pugni e riempirlo di baci. Pieno di una voglia matta di amarlo e di dirgli di smetterla di comportarsi così, perché io per lui ci sono e ci sarò sempre, perché lo amo così tanto che pure adesso che mi sta accusando di cose che nemmeno mi vuol dire, lo amo comunque.
Me ne vado sbattendo la porta sotto gli occhi increduli dei miei compagni e sentendo i singhiozzi di Donghae fino in fondo alle scale…
 
 
 
**CONTINUA**

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Capitolo 10
*** 10 / Il Parco ***


Ciao a tutte!
Finalmente è arrivato il momento.
Quale? Leggete e lo scoprirete!
Come sempre i Super Junior non appartengono ad altri che a se stessi, perciò io mi posso solo limitare a divertirmi nel scrivere di loro!
Buona lettura!



*



10 / Il Parco



Non so quanto tempo sia passato. So solo che sono ore che girovago per la città senza meta.
Sono davvero triste e incazzato.
Adesso che la rabbia se ne sta mano a mano andando, mi sento svuotato e debole, come sgonfiato e senza forze.
Vorrei correre a casa e abbracciare Donghae, dirgli che mi dispiace tantissimo, che lo amo, che mi manca anche se sono solo poche ore che non ci vediamo, che non volevo ferirlo, che mi dispiace per qualunque cosa io gli abbia fatto e che farò qualsiasi cosa per rimediare.
Ma vorrei anche prenderlo a sberle fino a farlo rinsavire, perché non esiste che mi tiene il muso per chissà quale stupido motivo e non si degna nemmeno di dirmelo!
E’ cominciato tutto da quando Yoora è venuta a prendere Choco agli Studio. Quella stupida frase e poi la porta sbattuta in faccia, la prima di tante cose stupide e infantili che ha fatto in questi giorni.
Che senso aveva quella frase? Che cavolo voleva dire? Famiglia felice? Ma chi? Ma è matto?
Dio quanto mi fa incazzare tutto questo!
Avrei proprio bisogno di essere consolato…
Sono tentato di chiamare Siwon, ma poi mi ricordo che è a impegnato e perciò lascio perdere.
Scorro tutti i nomi della mia rubrica, alla disperata ricerca di qualcuno con cui distrarmi, perché se continuo a pensare a Donghae mi si fonde il cervello, e alla fine arrivo alla lettera Y: Yoora.
Non so perché, ma mi fermo. So che adesso Yoora tiene Choco, perché mia madre doveva andare al cinema nel pomeriggio.
Magari se la chiamo mi porta Choco…
So che è stupido, ma quando sono giù, avere Choco vicino mi fa sentire che al Mondo c’è qualcuno che mi ama incondizionatamente, a prescindere da quanto io possa essere bello o brutto, intelligente o stupido, bravo o cattivo… a prescindere da quanti errori io possa fare. Choco mi ama sempre. E io amo lei.
Se Donghae fosse altrettanto ben disposto…
Ah, no, basta! Non devo pensare a Donghae, adesso!
Senza pensarci su due volte, premo il tasto di chiamata e mi porto il telefono all’orecchio, sentendolo suonare a vuoto un paio di volte. Poi la voce incerta di Yoora dire: « Pronto? »
« Ciao, Yoora, sono Eunhyuk. Ti disturbo? », le chiedo.
« No, nessun disturbo, Eunhyuk-oppa! C’è qualche problema? », mi domanda lei solare.
« In realtà volevo sapere se eri nei paraggi… »
« Eh? »
« Vorrei vedere Choco. », ammetto. Mi sento così scemo, ma è quello che sento…
«Oh, capisco, certo! », mi dice tranquillamente lei « Io sono al Chocolate Bon Bon, ma sto per staccare e mi devo occupare di Choco anche dopo. Ti va bene se ci incontriamo al parco lì vicino, così lei si sgranchisce un po’ le zampette e fa i suoi bisogni, nel frattempo? »
« E’ perfetto. Ci vediamo lì. » E rimetto giù.

Neanche venti minuti dopo, vedo Choco trotterellarmi incontro, scodinzolante e felice.
La tiro su e la bacio appena mi raggiunge, soffiandole sulle orecchie: « Ciao, piccola. Mi sei mancata… »
Anche Yoora ci raggiunge, sorridente come sempre, deliziosa nel suo abitino color crema: « Ciao Eunhyuk-oppa. »
« Ciao Yoora. Ma ti prego, chiamami sono Eunhyuk. », sorrido, mentre sento la lingua di Choco leccarmi tutta la faccia e il collo.
Rido, stringendola più forte.
Yoora annuisce: « Va bene, Eunhyuk. », quindi ci dirigiamo all’interno del parco. Metto giù Choco e la vedo correre contenta di qua e di la, annusando a destra e sinistra ogni cosa possa interessare il suo olfatto.
Sorrido osservandola, mentre Yoora cammina silenziosa vicino a me. Le sue zeppe di corda dei sandali rossi scricchiolano sulla ghiaia molto più delle mie tennis. Sono abbinati alla cintura fina che porta in vita e alla tracolla di pelle. Il vestito color crema ha dei leggerissimi fiori rossi stampati qua e la. E’ davvero carina.
« Mi ha sorpreso la tua chiamata… », ammette lei, interrompendo il silenzio, fissando dritto davanti a se.
« Scusami, davvero. Non ti ho neanche chiesto se avevi già altri impegni. » Me ne rendo conto mentre lo dico. Dio, sono proprio un villico…
Lei sorride: « Oh, tranquillo! Avevo già in progetto di portare Choco qui! »
« Mi dispiace che mia madre ti sfrutti tanto. Dovremmo essere noi a occuparcene. »
Yoora finalmente si volta a guardarmi: « Con un bar appena avviato e una carriera da Idol? Direi che è alquanto improbabile! »
Le sorrido. Quindi decido di cambiare discorso: « Avevo davvero voglia di vedere Choco… non posso stare tanti giorni senza sentirmela addosso. Te l’ho detto, lei è molto importante per me. »
Yoora sorride: « E’ un componente della famiglia, no? »
Annuisco, felice che capisca: « Esatto. »
« Anche io voglio molto bene a Choco. All’inizio non era molto amichevole con me » ammette ridacchiando « ma poi ha cominciato ad abituarsi alla mia presenza e adesso mi scodinzola sempre quando mi vede! »
« Sì, Choco non è molto amichevole! », ammetto ridendo, vedendo una panchina e decidendo di sedermi lì. Sono ore che cammino e mi sento stanco. Dopo ho anche le prove con BoA…
Yoora ride, sedendosi vicino a me: « Allora sono fortunata che mi trovi così simpatica! »
Le sorrido sinceramente, mostrando le gengive, sentendomi rilassato e tranquillo.
Finalmente le spalle si rilassano dopo ore di tensioni e osservando Choco e chiacchierando con Yoora, mi sembra quasi di essere una persona normale che non fa l’Idol di mestiere e non è innamorato del suo migliore amico. Migliore amico con cui ha momentaneamente litigato, tra l’altro.

Dopo circa mezz’ora, Choco torna da noi tutta felice e scodinzolante, saltellandomi su una gamba per farsi prendere in braccio.
Lo faccio senza esitazioni, e me la stringo contro.
« Choco è proprio innamorata del suo padroncino, eh? », sorride Yoora, grattando un orecchio di Choco che socchiude un occhi, beata.
Sorrido ad entrambe, mentre un raggio di sole mi solletica una guancia.

 

« Complimenti. Sembravate proprio una bella coppia felice che si sta assicurando che la loro bambina stia bene. »


La frase di Donghae mi torna in mente.
Sarebbe facile, così: essere una persona normale, con una vita e un lavoro normale, con delle aspettative normali. Sarebbe facile avere una relazione, innamorarsi e lasciarsi. Uscire, andare al cinema, al bar, a un concerto, a mangiare fuori. Sarebbe semplicissimo baciare qualcuno in pieno giorno, in mezzo alla strada. Sarebbe incredibilmente semplice sposarsi e avere dei figli, sicuramente anche un cane. Sarebbe tutto facile.
Ma non lo è.
Perché questa non è la vita che mi sono tracciato con le mie scelte, e perché amo un uomo.
Un uomo che non sa nemmeno cosa scatena in me, che è capriccioso e appiccicoso, geloso come nessun altro. Un uomo che ha ancora l’animo di un bambino. Un uomo che amo alla follia a prescindere da tutto e da tutti: i suoi difetti, la vita difficile che avrei se scegliesse di stare con me, doversi nascondere, non poter mai essere sinceri in pubblico, stare sempre con cento occhi affinché non ti scoprano… farei tutto questo e molto di più pur di averlo. Farei qualunque cosa in mio potere, e anche sopra le mie forze.
Tutto.
Ma lui non mi ama.
E io sono così stanco…
Il profumo buono di Yoora mi solletica di nuovo le narici.
Perché non potevo innamorarmi di lei?
La osservo. E’ carina, una ragazza normale, ma non banale. E’ semplice e dolce. E piace a Choco.
Forse potrei tentare. Forse ha davvero ragione Heechul. Forse è ora che io vada avanti, cambi strada, scelga qualcos’altro.
Anche se questo significa andare contro il mio cuore…
« Yoora… »
« Mh? »
« Ti va di andare al cinema? »
Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.
« Okay… »



**CONTINUA**

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Capitolo 11
*** 11 / Instagram ***


Ciao a tutte!
Dopo le innumerevoli maledizioni che mi ha lanciato hikaru83 circa il capitolo scorso, direi che possiamo passare a questo undicesimo capitolo che smuoverà ancor più le acque!
Come sempre i Super Junior appartengono solo a se stessi e noi non possiamo appropriarcene (purtroppo! ç__ç)!
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
11 / Instagram
 
 
 
Ci vediamo due giorni dopo, proprio di fronte al cinema. Anche oggi, Yoora è davvero carina.
« Stai bene. », le dico, indicando il vestito blu a piccoli pois bianchi, stretto in vita e con le mezze maniche di pizzo bianche.
Lei arrossisce un po’: « Grazie, Eunhyuk. Anche tu stai bene. », dice lei, indicando la mia maglietta piena di teschi e gli innumerevoli braccialetti di pelle ai miei polsi. Forse avrei potuto mettermi qualcosa di più carino, ma non mi andava. Io sono così, prendere o lasciare. Le camice me le metto solo per lavoro.
« Entriamo? », chiedo.
Lei annuisce, quindi mi segue all’interno. Io porto un cappello con visiera e dei grossi occhiali, ma anche così c’è qualcuno che mi fissa. Speriamo non tirino fuori i cellulari e comincino a fotografarmi…
« Oppa…? », sento chiedere timidamente alle mie spalle.
L’istinto di girarmi è forte, ma riesco a trattenermi mentre sibilo a Yoora: « Non girarti. Fa finta di niente. »
Lei annuisce, rimanendo ferma vicino a me.
La ragazza alle mie spalle domanda di nuovo: « Oppa? »; ma quando vede che non mi giro desiste e a voce alta dice alla sua amica: « Ah, non è lui! Che peccato! »
Pericolo scampato.
Appena mi danno i biglietti, mi fiondo dentro il cinema trascinandomi dietro una confusa Yoora.
Nel secondo stesso in cui ci sediamo nella penombra della sala, mi tolgo gli occhiali, ma non il cappello.
« Dovremo girare come in un film di spionaggio, vero? », ridacchia lei, sedendosi compostamente di fianco a me.
Faccio una smorfia: « Una specie… mi dispiace. » E sono sincero. So quanto sia difficile stare con me, o con chiunque altro faccia il mio stesso lavoro. Essere seguiti, spiati continuamente, fotografati… non hai una vita tua e volente o nolente devi stare al gioco, perché le milioni di fan che ti amano comprano i tuoi CD e tu non puoi trattarle male, nemmeno quando diventano fastidiose o cattive, perché la tua sopravvivenza come Idol dipende solo da loro.
« Non preoccuparti. Questo è il prezzo da pagare per passare un pomeriggio con una celebrità! », dice lei sorridendo, mentre le luci della sala si spengono e parte il film.
 
Il primo tempo lo passo ad arrovellarmi il cervello.
Perché sono qui?
Non faccio altro che chiedermelo.
Quando ho chiesto a Yoora di uscire, ero seriamente convinto che fosse la cosa giusta da fare. In fondo cosa ho da perdere? Amo un uomo che non mi vede altro che come un amico e una sua proprietà. Peggio di un’automobile, insomma.
Un uomo che, appena l’altro ieri sono tornato a casa e lui mi ha visto, è scappato in camera, barricandosi dentro. Anche se si è mosso alla velocità della luce, ho visto gli occhi rossi e gonfi, segno che ha continuato a piangere per ore.
Mi sono sentito uno schifo, davvero in colpa per ciò che gli ho detto; ma anche se l’ho fatto in un momento di rabbia, un po’ credo in quelle parole: Donghae dovrebbe crescere. Dovrebbe imparare a parlare, a parlarmi. Perché prima di essere l’uomo che amo, lui è e resterà sempre il mio migliore amico e questo non posso perderlo.
Non lo tollererei.
I due giorni successivi li ha passati ad ignorarmi completamente, uscendo sempre con gli occhi pesti dalla camera.
Registrare con quell’atmosfera è stato straziante. Leeteuk non sapeva più che pesci pigliare per farci fare pace, correndo da uno e dall’altro per cercare di farci calmare.
E mi aveva quasi convinto a chiedere scusa, quando quel maledetto impiccione di Heechul ha guardato il messaggio che stavo mandando a Yoora e ha cominciato a gridare: « HYUKJAE HA UN APPUNTAMENTO! HYUK HA UN APPUNTAMENTO! HYUKKIE HA UN APPUNTAMENTOOO! »
Gli occhi feriti di Donghae mi hanno tagliato il cuore in due.
 
« Bel film, vero? », mi domanda Yoora non appena le luci in sala si riaccendono, segnando la pausa tra un tempo e l’altro.

Film.
Quale film?
Oh, sì! siamo al cinema!
Peccato che io non abbia seguito neanche un minuto, troppo occupato a pensare a Donghae…
« Sì, bello. », mento, cercando di sorridere « Hai fame o sete? », domando di slancio, sperando che non mi chieda qual è la scena che mi è piaciuta di più o altre cose del genere e capisca che non sto seguendo.
« No, grazie. Tu? »
Scuoto la testa.
« Allora vado in bagno un secondo… », mi dice lei.
Annuisco.
Non appena Yoora se ne va, afferro il cellulare e mi scatto un selca(*01) dove faccio il segno della vittoria e lo pubblico su Instagram: “Al Cinema! Giorno di relax! #rilassiamocigram #grandellagiornatagram #ètuttobellogram”.
Yoora torna subito dopo, e fa giusto in tempo a sedersi che le luci si spengono e il film riprende.
Cerco di concentrarmi, sperando così di capirci qualcosa e avere delle risposte da dargli dopo se mi farà domande più approfondite a riguardo; ma neanche dieci minuti e mi vibra il telefono nella tasca dei jeans.
Lo estraggo e cercando di coprire la luce che mi ferisce gli occhi abituati al buio (e, diciamocelo, pure dalla vista di Yoora) con una mano, leggo il messaggio che mi è appena arrivato.
E’ di Donghae.
Tu-tum.
Non hai perso tempo a consolarti”.
Dice solo questo.
Ma non serve altro.
Con mani febbrili gli rispondo, decisamente incazzato: “Si può sapere cosa vuoi? Io e te non stiamo mica insieme! Io esco con chi mi pare!”.
Clicco Invia prima di potermene pentire. Cosa che ovviamente faccio un secondo dopo.
Merda…
 
Quando il film finisce e torniamo all’esterno, offro a Yoora un gelato e ci facciamo una passeggiata in centro.
Vorrei essere più partecipe, ma mi rendo conto di avere la testa da un’altra parte.
Continuo a pensare a Donghae, al messaggio che mi ha mandato e a quello che gli ho mandato io e a cui lui non ha risposto.
Troppo arrabbiato? O ha capito di aver sbagliato? Improbabile… lui crede di essere nel giusto.
Sospiro sconsolato.
Se solo sapessi che pesci pigliare…
« Tutto bene? » La voce di Yoora mi fa sobbalzare. Nemmeno mi ricordavo che ci fosse…
« Sì, scusa, ho la testa da un’altra parte. », ammetto.
« L’ho notato… », ridacchia lei. Sembra assolutamente tranquilla e a suo agio, per nulla infastidita.
« E non ti dispiace? », domando sorpreso. Qualunque altra ragazza avrebbe fatto i salti mortali per avere la mia totale attenzione, offendendosi a morte se avesse ottenuto il contrario.
Lei scuote la testa: « In realtà no. Non avevo grandi aspettative su questo appuntamento. », ammette.
Ma come?
« Il mio povero orgoglio di uomo è ferito… », le faccio notare, mettendo il broncio.
Ma Yoora si affretta a precisare: « Oh, no, Eunhyuk, ti prego, non prendertela! E’ che ho parlato con tua madre. »
Questa proprio non me l’aspettavo.
« Mia madre? »
« Mh-mh. », annuisce lei con un sorriso, allacciando le mani dietro la schiena.
« E di cosa avete parlato, esattamente? Non le avrai mica detto che uscivamo insieme, spero! »
Questo sì che sarebbe un problema! Mia madre mi darebbe il tormento!
Yoora ride: « Partendo dal presupposto che non ci sarebbe niente di male se noi uscissimo davvero insieme… » e mi scocca un’occhiataccia « ho chiacchierato con tua madre buttando lì l’ipotesi » e mentre lo dice calca sull’ultima parola « che tu uscissi con qualcuno. E sai lei cosa mi ha detto? »
Ho paura di saperlo, ma a questo punto…
« No, cosa ti ha detto? », domando.
« Prima è scoppiata a ridere, poi mi ha dato della matta e infine mi ha detto – e te la cito parola per parola: “Non si può stare con qualcuno avendo nella testa e nel cuore qualcun altro”. »
Le sue parole mi gelano il sangue nelle vene.
Che mia madre… sappia?
Yoora mi sorride.
« Mi dispiace tanto, Yoora… non volevo prendermi gioco di te. » Ed è la pura e semplice verità.
Lei scuote la testa serena: « Lo so, non preoccuparti. E’ comunque stato bello, no? Una bella uscita tra amici che hanno in comune la passione per Choco! »
Io rido: « E’ vero. Ben detto. », annuisco.
Mentre parliamo, arriviamo all’imbocco della metro, dove lei si ferma: « E comunque… » dice, scendendo il primo gradino « Anche io tifo EunHae. » E ridendo a crepapelle, se ne va.
 
 
 
**CONTINUA**
 
(*01) Selca: è il corrispettivo coreano di Selfie.

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Capitolo 12
*** 12 / I Consigli Di Una Mamma ***


Ciao a tutteee!
Cosa succederà adesso? E’ il momento clou. O per lo meno, sta arrivando. Comunque questo capitolo è pieno di melassa. Hikaru83, non ho dubbi che sarai contenta!
Come sempre i Super Junior appartengono solo a loro stessi e bla bla bla…
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
12 / I Consigli Di Una Mamma
 
 
 

« Non si può stare con qualcuno avendo nella testa e nel cuore qualcun altro »

 
Quanto è vero!
E’ proprio giusto quando dicono che le madri ne sanno una più del diavolo!
Intendiamoci: non mi ha mai detto niente di esplicito, ma così come il padre di Donghae disse che tifava per la EunHae(*01), altrettanto credo faccia mia madre. E solo perché adora Hae, intendiamoci…
Scuoto la testa: non è il momento di pensare a queste cose. Ci sarà tempo di parlare di mia madre, ma non adesso.
Ora devo concentrarmi sulle prove, sullo spettacolo e sulla serata, perché stasera si va in scena!
« E’ fissata bene, Eunhyuk-oppa? », mi domanda la stylist, muovendo un poco la parrucca(*02) che mi sta mettendo.
La sento ferma e salda sulla testa: « Sì, è okay. », annuisco.
« Vado a prendere delle altre forcine e poi puoi andare a vestirti, Eunhyuk-oppa. », mi sorride lei.
Anche io le sorrido, annuendo, osservandola attraverso lo specchio.
Appena lei si scansa, al suo posto compare Donghae, che mi fissa da seduto dall’altra parte della stanza. Braccia incrociate al petto, da quando ci siamo scambiati quei messaggi non mi ha più rivolto la parola. E sono passati tre giorni.
« Ancora in rotta di collisione? », si informa Leeteuk, facendosi vicino.
« A quanto pare… », borbotto, distogliendo lo sguardo da quello funereo di Hae.
Leeteuk, di fianco a me, sospira: « Ti prego, Hyuk… chi ha più giudizio lo adoperi. »
Lo fisso di traverso: « Non ho fatto niente, Teuk-hyung. Perché dovrei chiedere scusa? E’ ora di finirla di fargliele passare tutte lisce. »
Teuk sospira di nuovo: « Hyukkie… ascolta. » Si sistema meglio sul sedile di pelle nera. « Adesso ti sto parlando da amico, e non da leader. Da leader ti imporrei di fare pace e di farla finita con questa storia, perché sta rovinando l’armonia del gruppo e sta rendendo un lavoro pesante, ancor peggiore. »
« Mi dispiace. », lo interrompo, con tono mogio.
Ma Teukie scuote la testa, continuando come se non mi avesse nemmeno sentito: « Ma da amico ti dico che questa situazione è assolutamente ridicola perché tutti sappiamo quanto vi volete bene, e non possiamo vedervi litigare senza fare niente. Io non so cosa vi siete detti, o cosa è successo esattamente, ma non sono nato ieri, Hyukkie, e ho un po’ più di esperienza di te in fatto di relazioni. »
« Il fatto è che io e Donghae non abbiamo nessuna relazione. », preciso, anche se farlo mi fa bruciare l’anima. « E’ lui che vuole l’esclusiva su di me, comportandosi come se io fossi un suo gioco. Come i bambini con un loro gioco: fin quando è lì non se lo calcola, poi quando arriva qualcun altro che lo trova interessante, allora improvvisamente quel gioco abbandonato da mesi torna ad essere affascinante e lo pretende per se. »
Leeteuk sospira e scuote la testa: « Hyukjae, parliamoci chiaro: voi due non siete mai stati quelli che siete adesso. »
« Che vuoi dire? », domando, alzando un sopracciglio.
« Voi due vi adorate. Letteralmente. Non c’è un giorno, in dieci anni che vi conosco, in cui non siete stati insieme. Non c’è stato un giorno in cui non vi ho visto parlare, ridere, scherzare, rintanarvi tra voi per ritagliarvi quel Mondo solo vostro dove nessun altro può entrare. »
« Lo so, ma… » inghiotto a vuoto « Le persone crescono e le cose cambiano, Leeteuk. »
Mi sorride amaramente: « Quando il padre di Donghae è morto… te lo ricordi? »
Come potrei dimenticarlo? E’ stato il periodo più brutto della vita di Donghae, ma anche della mia, perché la persona che amo era dilaniata dal dolore e io non sapevo cosa fare per farlo stare meglio.
Un nodo mi stringe la gola.
Le parole non vogliono uscire, ed è meglio così, perché insieme a loro uscirebbero anche le lacrime. Mi limito ad annuire, stringendo le labbra.
« Il primo a saperlo sono stato io. », sospira il leader.
« Dici sul serio? », domando, sorpreso. Non ce lo aveva mai detto.
Leeteuk annuisce: « Sono stato io a dirlo a Donghae. E sai lui cosa ha fatto, appena le lacrime gli hanno permesso di ritrovare le parole? »
Scuoto la testa, inghiottendo a vuoto.
« Mi ha chiesto: “Dov’è Hyukkie? Ho bisogno di Hyukkie!”. »
Penso che Leeteuk mi abbia sparato dritto al cuore, insieme alle parole, perché non posso credere che soltanto delle parole facciano così male.
« N… non ne avevo idea… », dico pianissimo, tornando a fissare la figura di Donghae riflessa nello specchio, che non mi guarda ed è a testa bassa.
Leeteuk sospira ancora: « Lui ha bisogno di te, Hyukkie. Lui non ti cerca e non ti vuole con lui solo perché per lui sei un giocattolo. Lui ha bisogno di te nella sua vita. Lui ha bisogno della tua presenza. Lui ha bisogno che tu gli sia vicino. Se non ci fossi tu, Hyukjae, Donghae sarebbe caduto molte volte; ma non è mai successo, e solo perché c’erano le tue braccia a sorreggerlo. »
« Io… » Io cosa? Io non so cosa dire, ecco.
Leeteuk mi poggia una mano sulla spalla, strizzandola un poco e sorridendomi appena: « Io vi voglio tanto bene, Hyukkie. Voi siete la mia famiglia e io non potrei vivere senza di voi. Soprattutto dopo quello che è successo alla mia vera famiglia. Per questo voglio che andiate d’accordo, che facciate la pace, che torniate ad essere l’Eunhyuk e il Donghae che io amo e che considero miei fratelli. »
« Mi dispiace tanto, Teuk. Questa conversazione ha riportato a galla dei brutti ricordi anche per te… » Dio come sono egoista…
Ma Teukie scuote la testa: « Che se ne parli o meno, non potrò mai dimenticare che mio padre ha sterminato la mia famiglia, Eunhyuk. Qualunque cosa succeda, o anche se passeranno cento anni. » sorride amaramente « Ma avere vicino Kangin mi aiuta ad andare avanti, a sopportare il dolore, perché so che lui mi ama e che c’è per me sempre, in qualunque momento. »
« Capisco cosa intendi. » Ed è vero. Perché io amo Donghae proprio perché so che lui c’è sempre, per me. Perché so che non mi lascerà mai solo. Perché anche se sono in un luogo sconosciuto pieno di persone sconosciute, mi basta sentire la sua presenza vicino a me per essere certo di essere nel posto giusto del Mondo.
« Quando si è saputo di mio padre, Donghae è venuto subito di corsa da me. »
Sorrido: « Lo so. Mi ha fatto impazzire per giorni, perché voleva vederti e abbracciarti. Non mi ripeteva altro. »
Leeteuk sorride teneramente, voltandosi un attimo a guardare Donghae: « Lui è effettivamente l’unico che può capire l’enorme dolore che si prova. E tra mille parole di conforto sai cosa mi ha detto? »
« Cosa? », domando sorridendo, immaginando chissà quale scemenza possa essergli uscita dalla bocca per far ridere il nostro leader e tirarlo un po’ su di morale.
« “Se non ci fosse stato Hyukjae, con me, probabilmente sarei morto di dolore. Se non fossi stato sicuro che la mattina, appena aperto gli occhi, lui era lì con me, allora non ce l’avrei fatta davvero.”. »
TU-TUM. TU-TUM. TU-TUM. TU-TUM. TU-TUM.
Sta per scoppiarmi il cuore.
Mi volto di scatto a fissare Donghae, senza più il filtro del vetro, e i suoi occhi si posano distratti su di me, per poi fermarsi a guardarmi.
« Io… »
« E’ ora di dire le cose come stanno, Hyukjae. Non potete rimandare ancora, o rischierete di rovinare un rapporto speciale che solo pochi fortunati come voi possono vantare di avere con qualcun altro. »
Torno a fissare Teuk: « Grazie. Davvero. »
Teuk mi sorride, poi mi bacia la cima della testa: « Ti voglio bene. »
« Anche io, Umma(*03)… anche io. »
 
 
 
**CONTINUA**
 
(*01) Lo ha detto davvero!
(*02) Eh, sì… Eunhyuk ci ha trollate tutte, e quello stupendo caschetto castano era solo una parrucca. In realtà era biondo anche all’epoca. QUESTA foto lo dimostra. Lui stesso l’ha postata su Instagram con questi hastag: “State guardando bene ELF!! Uhehe #Ultimamente #èunscoloritogram #èunaparruccagram #èunsegretogram #sicuramentenascostogram #aspettategram”. Insomma, ci ha fregate tutte quante… e pensare che gli stava così bene! ç__ç
(*03) Umma: Mamma in coreano.

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Capitolo 13
*** 13 / SMTown Live World Tour In Seoul ***


Ciao a tutte mie care lettrici!
Questo capitolo si basa un po’ sull’SMTown Live World Tour In Seoul del 15 agosto 2014. Infatti farò riferimento ad alcune cose successe lì, ma ovviamente molte cose sono inventate di sana pianta.
Perdonate la brevità del capitolo, ma è un capitolo di transizione!
Come sempre i Super Junior appartengono solo a loro stessi e io sono una shipper compulsiva con una mente malata che non può fare altro che fantasticare su di loro!
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
13 / SMTown Live World Tour In Seoul
 
 
 
Il concerto è travolgente.
Oltre al fatto che sono ore e ore di spettacolo live dove non possiamo sbagliare, dopo ore e ore di prove, mi risulta ancor più stressante perché ho continuamente la testa da un’altra parte.
Dalla parte del palco dove si trova Donghae, precisamente.
Donghae che mi guarda a malapena ma che mi sorride forzatamente quando i nostri sguardi si incrociano, perché noi siamo pur sempre la EunHae e agli occhi del Mondo siamo sempre felici e contenti e andiamo sempre d’amore e d’accordo.
Se solo sapessero quante volte litighiamo…
Ci esibiamo, balliamo e cantiamo. Sorridiamo, diciamo scemenze e facciamo ridere il pubblico. Collaboriamo con gli altri artisti della SM e ci divertiamo.
E’ una di quelle giornate belle, con la temperatura giusta, dove ogni goccia di sudore vale la fatica. Una di quelle giornate che, normalmente, non vorresti mai che passassero.
Ma io voglio che passi.
E in fretta.
Perché voglio parlare con Donghae.
Le parole di Leeteuk mi hanno scosso. Ha ragione, cazzo, ha ragione!
Non importa quanto male ci facciamo, quanto sia stupido tutto quello che fa o i motivi per cui mi tiene il muso. Io lo amo. Punto.
E aveva ragione anche Heechul, quando mi diceva di dimenticarlo, ma abbiamo visto bene che due volte su due, per un motivo o per un altro, non mi è andata bene.
Tentare strade nuove mi ha fatto capire una cosa: che voglio rimanere su quella vecchia.
Io voglio Donghae. Quant’è vero che mi chiamo Lee Hyukjae.
« Sei pronto, Eunhyuk? », mi chiede una sorridente BoA, affiancandosi a me prima di andare in scena. Porta una t-shirt bianca con una stampa nera e dei pantaloni grigi a fantasia neri. E’ molto sportiva. Mi aspettavo un look più raffinato, soprattutto perché a me hanno costretto a mettere pantaloni eleganti e la camicia bianca.
Annuisco: « Buona fortuna. »
« Anche a te. »
 
Quando tocca a me entrare sul palco, le luci blu e viola mi accecano.
Sento la musica, il suo rimbombo dentro la cassa toracica.
Mi entra nelle orecchie e senza doverci neanche pensare su, il mio corpo comincia a muoversi da solo.
Socchiudo gli occhi, concentrandomi solo sulle note, e in men che non si dica vengo trascinato dalla musica, senza dover pensare a niente.
Svuoto la mente, e finalmente mi sento libero.
Libero di ballare, di esprimermi, di essere sereno.
Per questo amo tanto la danza. Per questo mi impegno così tanto quando ballo: ballare mi fa sentire libero.
Mi fa sentire come mi fa sentire Donghae.
Perché sembra assurdo pensare che volersi legare a qualcuno renda liberi, eppure è così.
Amare Donghae mi fa sentire libero di amare quanto voglio, di volare in alto, di sognare, di fantasticare, di desiderare.
Amare Donghae è la cosa più giusta che io abbia mai fatto nella mia vita, e non posso rinunciare  a lui, così come non potrei mai smettere di ballare.
Mai.
 
Esibirmi in questa coreografia è stato più semplice di quanto credessi. Non è stato nemmeno un minuto, ma è stato divertente. Siamo andati perfettamente a tempo, e le fan hanno apprezzato, considerando gli urli.
Qualcuno mi fa i pollici in su con un gran sorriso, dicendomi: « Bravissimo, Eunhyuk-hyung. », ma io neanche lo noto.
Voglio vedere Donghae.
 
 
 
**CONTINUA**
 
Il ballo a cui faccio riferimento è QUESTO ed è stato fatto da Eunhyuk insieme a BoA durante l’SMTown Live World Tour In Seoul del 15 agosto 2014.

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Capitolo 14
*** 14 / Inaspettatamente ***


Ciao a tutte!
Eccoci qua! Eccoci qua! Eccoci qua! Penultimo capitolooo! Non mi sembra ancora vero! *__*!
Non ho molto da dirvi, a parte che i Super Junior appartengono solo ai Super Junior e che io non posso appropiarmene!
Buona lettura!
 
 
 
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14 / Inaspettatamente
 
 
 
Appena entro nella saletta dove ci hanno permesso di radunarci, i miei compagni mi vengono incontro congratulandosi con me.
« Abbiamo visto l’esibizione grazie a quella tv. », dice Ryeowook, indicando una televisione attaccata a una colonna « Sei stato davvero bravo, Hyukkie! »
« Grazie. », sorrido.
« Era davvero un balletto sexy! », ride Heechul, dandomi un’amichevole pacca sulla schiena.
« Ma neanche tanto, dai! Quello di Sorry Sorry era molto più pornografico! », ride di gusto Kangin.
Anche io rido, seguito da tutti gli altri.
Tutti…
Beh, non proprio tutti.
Donghae è rimasto seduto; non si è avvicinato e non mi guarda.
Ma io lo fisso: « Donghae. », lo chiamo.
Lui sobbalza, stupito di sentire proprio la mia voce chiamare il suo nome. Sono giorni che non ci rivolgiamo la parola, e non mi stupisce.
« Cosa vuoi? », è la sua secca domanda.
Sospiro, avvicinandomi lentamente a lui. Tutto intorno, i nostri compagni hanno preso a fare silenzio, facendo finta di tornare a fare le cose che facevano prima. Con la coda dell’occhio, vedo Leeteuk passare davanti alla porta e chiuderla, con un gesto distratto. Ci manca che si mette a fischiettare… ah! Che scemi!
Arrivo di fronte a Donghae, e mi inginocchio, cercando il contatto con i suoi occhi che sono nascosti da un ciuffo blu: « Quando saremo a casa… per favore. Parliamo, okay? », chiedo piano.
Vedo le sue palpebre tremare; poi, finalmente, i suoi stupendi occhi marroni si posano sui miei: « Di cosa? », domanda con voce tremante, ma arrabbiata.
« Dobbiamo chiarirci, Donghae. », sospiro « E io ho una cosa davvero importante da dirti. »
Il cuore mi martella nel petto e sento che le orecchie si sono tinte di rosso.
Ma la sua reazione mi fa sbiancare di colpo: « Non serve, idiota. Lo so già. », sibila con rabbia.
« Eh? »
Lo sa? Che vuol dire che lo sa? E’ perché sa che mi tratta così freddamente? Gli faccio schifo? Ma soprattutto: chi glielo ha detto? O Santissimo Shisus … e adesso che faccio? Che faccio? CHE FACCIOOO?
« Complimenti, tu e BoA siete davvero una bella coppia! E io che ci avevo quasi creduto quando mi hai detto che tra di voi non c’era niente! Era bello il film? O magari a vedere quello ci sei andato con quell’altra? »
Il suo fiume di parole mi fa girare la testa. Mi sento sbilanciare all’indietro, e sono costretto a poggiare una mano sul pavimento di linoleum grigio scuro per tenermi in equilibrio. Nel mentre, Donghae si alza e si allontana da me, lasciandomi sempre più basito.
« Ma che diavolo stai dicendo? », domando, tirandomi su a mia volta.
« Sto dicendo… », sibila lui con occhi lucidi « Che non devi sprecarti a dirmi che ti sei fidanzato con BoA o chicchessia. L’ho capito da me! »
EEEHHH?
Ma è matto?
Non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
Donghae mi fissa strabuzzando gli occhi, e i nostri compagni non sono da meno: « Che diavolo c’è di così divertente? », sbotta lui, indignato. La voce gli trema, sintomo che sta per piangere.
Dio quanto è idiota! Dio quanto lo amo per questo…
« Sei davvero un imbecille, Donghae. Non hai capito proprio un accidenti. », dico, tra una risata e l’altra.
Lui serra le labbra, furente. Le lacrime spingono per uscirgli dagli occhi, ma stoicamente le trattiene: « L’unico imbecille qui sei tu, che nega perfino di fronte all’evidenza! »
Cerco di calmare le risa mentre rispondo: « Era solo un balletto, Donghae. Non ci ho fatto sesso sul palco. »
« Pessima mossa… », sussurra Kangin pianissimo, ma non così piano da non farsi sentire da me.
Donghae mi fissa furente: « E CI MANCAVA SOLO QUELLO! », urla « Certe cose risparmiamele, grazie, o potrei anche vomitare! »
Mi passo una mano tra i finti capelli della parrucca, sentendoli freddi e plastificati tra le dita: « Io e BoA non stiamo insieme. Come non sto insieme neanche a Yoora. E’ vero, ero con lei al cinema, ma siamo usciti come amici, per ringraziarla di tutto il tempo che dedica a Choco. » E’ una bugia, ma che importanza ha? Meglio che non sappia la verità, perché è stata solo una cosa stupida e comunque non è successo un bel niente.
« N… non stai con nessuno? », sussurra Donghae, sbarrando gli occhioni lacrimosi.
Scuoto la testa: « No. », dico seriamente, fissandolo negli occhi. Voglio che capisca bene che è la verità.
« E allora perché mi tratti così male? Perché mi ignori? Perché non vuoi più stare vicino a me? »
Vorrei dirgli che è lui quello che ha cominciato ad ignorarmi e a trattarmi male, ma non è questo il punto. il punto è: « Perché stare vicino a te mi fa male. »
« Ma… » Donghae è confuso, spaesato, perso. Ma anche io mi sento così. Non so che pesci pigliare. Non so dove aggrapparmi. Il cuore mi sta esplodendo di paura. « Perché…? »
« Perché sì. », ribatto, sentendomi terribilmente cretino nel dare una risposta simile. Io che gli ripeto continuamente di crescere, gli rispondo come fanno i bambini di due anni che si impuntano! Ridicolo!
« Perché? », ripete Donghae, con voce più ferma, stringendo gli occhi.
« Non… », inizio, ma Donghae mi interrompe gridando: « PERCHE’! »
Prima che io possa fermarmi, le parole volano fuori e non posso più rimangiarmele: « PERCHE’ TI AMO, RAZZA DI DEFICIENTE! »
Un silenzio di tomba scende sulla sala. Leeteuk quasi cade dalla sedia. La mascella di Kangin praticamente tocca il suolo. Ryeowook dalla sorpresa si è incastrato nella maglietta che stava cercando di indossare. Heechul molla di botto le bacchette sul piatto, sconcertato, spalancando la bocca da cui colano giù degli spaghetti. A Siwon cade di mano il cellulare. Shindong salta così tanto dalla sorpresa che quasi ribalta la panca. Sungmin quasi si soffoca con l’acqua. E, magia delle magie, sono riuscito a far smettere Kyuhyun di giocare a Starcraft senza prima salvare il gioco.
Ma non sono le loro reazioni ad interessarmi. E’ quella di Donghae.
Mi fissa con gli occhi sbarrati, uno sguardo smarrito. Apre e chiude la bocca e annaspa e in un altro momento, forse, gli avrei detto che sembra davvero un pesce. Un piccolo, stupendo Nemo dai capelli blu.
Ma non lo faccio. Non posso. Perché ho lanciato la bomba e il cuore mi batte così forte che lo sento fino alla gola.
Sembra passare un secondo, o forse un minuto o un’ora. Non lo so.
Ma quando la voce di Donghae esce tremula dalle sue labbra, faccio un salto così forte che mi sembra quasi che i piedi mi si stacchino da terra: « T… tu mi ami? »
Vorrei urlare: NO! SEI MATTO?, ma sarebbe ridicolo. Sarebbe solo la paura a parlare.
« Sì. », ammetto, fissandolo dritto negli occhi, anche se me la sto facendo letteralmente addosso, perché voglio che sappia che è tutto assolutamente vero. Che lo amo davvero.
« D… da quando? »
« Da sempre. Non c’è un solo giorno della mia vita, da quando ti conosco, in cui io non abbia saputo di amarti. »
« Oh mio Dio… », sospira Ryeowook, finalmente risorto dalla t-shirt, sbucando fuori con la testa come una tartaruga. E’ rosso sulle guance, emozionato e partecipe.
« Se non gli dice di sì me lo piglio io… », ridacchia Heechul.
Donghae li guarda, e anche io.
Il cuore mi sta esplodendo.
« Hae… dì qualcosa, ti prego… »
Mi fissa ad occhi sbarrati: « Io… »
La porta si spalanca all’improvviso: « Super Junior: in scena! C’è la chiusura! »
Chiudo gli occhi. E’ finita.
 
 
 
**CONTINUA**

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Capitolo 15
*** 15 / Tutto Il Mio Cuore ***


Ciao a tutte mie care lettrici!
Ebbene: siamo giunte alla fine. Tutto quello che ho da dire riguardo questo traguardo, lo leggerete a fine capitolo.
Per ora ho solo da dirvi che so che questo capitolo è più lungo rispetto a tutti gli altri, ma sinceramente non mi andava di spezzarlo in due, perché secondo me sono emozioni che vanno vissute tutte insieme.
Per l’ultima volta vi ricordo che i Super Junior appartengono solo a se stessi, ma io li amo così tanto che sono oltre nove anni che mi danno la vita per loro.
Buona lettura!
 
 
 
*
 
 
 
15 / Tutto Il Mio Cuore
 
 
 
I saluti, le luci, le urla, le foto, gli autografi, i sorrisi falsi. Mi gira la testa.
Ho detto a Donghae che lo amo e lui non mi ha detto niente. Assolutamente niente. Zero. Nisba. Nada. Niente.
Nemmeno un insulto, una frase schifata, un urlo, uno schiaffo. Niente. Mutismo assoluto.
Dio come mi sento di merda…
« Stai bene? », mi sussurra Leeteuk, avvicinandosi. Continua a guardare avanti a se e a sorridere e a fare foto col cellulare alla platea.
Annuisco, sorridendo a mia volta, anche se in realtà vorrei piangere a dirotto: « E’ andato tutto bene, hyung, hai visto? Le fan ti amano. E’ stato un ritorno da vero leader. »
Lui mi sorride grato, annuisce: « Ma io amo più te e Donghae. Dovete parlare. »
Mi viene da ridere: « Parlare? E di cosa? Mi sono reso ridicolo già abbastanza. Pure davanti a tutti voi! » La consapevolezza mi atterrisce. « Oh Santissimo Shisus che vergogna! »
Leeteuk scuote la testa: « A me sei parso romantico, bello e splendente. Un moderno Romeo. Ma di certo non ridicolo. »
« Romeo alla fine muore. », gli ricordo.
« Non ho mica detto che Donghae è Giulietta! », ride lui.
Anche io rido, anche se mi sento le spalle pesanti e sono stanco: « Voglio solo andare a casa e non pensare più a niente. », ammetto.
Leeteuk scuote la testa: « Appena torneremo a casa parlerete, invece. Vi chiudiamo al dodicesimo piano e noi rimaniamo tutti all’undicesimo. Voglio che vi chiariate, Hyuk, qualunque cosa comporti. »
 
E quando tutto finisce e le luci si spengono e noi torniamo al dormitorio, Leeteuk lo fa davvero. Ci afferra entrambi e trascinandoci per i gomiti ci porta fino al dodicesimo piano dove apre la porta e con molta poca grazia ci lancia dentro: « E, sia chiaro, non uscirete fino a quando non vi sarete chiariti. Buonanotte. » E via, porta sbattuta in faccia.
Se non fossi così depresso probabilmente riderei e poi griderei di farmi uscire.
Ma non ne ho le forze, davvero. Non ce la faccio.
Ho Donghae alle mie spalle, che continua a rimanere in silenzio.
Poggio la fronte alla porta, sospirando stanco. Quindi cerco di racimolare tutte le forze necessarie e mi giro, fissandolo.
Perché… perché quando siamo arrabbiati o tristi verso una persona, questa ci appare così bella? Perché devo amare Donghae così completamente anche se è stato così bastardo con me? Dio…
« Hae, ascolta… », inizio, ma poi mi blocco. Che gli dico? Cosa ho da dirgli di più di quello che gli ho già detto? Dimentica tutto? Sì, sarebbe un’idea… ma a che servirebbe? Io non voglio che lui dimentichi. Io voglio che lui sappia che lo amo, perché è la cosa più vera del Mondo, qualunque cosa comporti.
« No, ascoltami tu, Lee Hyukjae. », mi dice duramente Donghae, puntellando le mani sui fianchi con espressione dura.
Serro le labbra, annuendo piano. Oh, cazzo…
« Quello che hai detto prima… è vero? »
Perdo la pazienza: « Cazzo, SI’! Che c’è di difficile da capire? Pensi davvero che potrei mentirti su una cosa come questa? » Se lo pensa, lo giuro, lo ammazzo.
Ma lui scuote la testa: « Allora se è vero, e se è vero che mi ami da sempre, perché non me l’hai mai detto prima e hai continuato ad uscire con altri? »
O Dio…
Mi batto una mano sulla fronte, esasperato: « Io non sono uscito con nessuno, Donghae, smettila. », preciso, scandendo bene ogni parola, affinché capisca bene il concetto. « E non te l’ho mai detto perché… »
« Perché? », mi incalza lui. Evidentemente oggi è la giornata dei perché.
« Perché avevo paura, okay? Come cavolo ci vado dal mio migliore amico a dirgli che lo amo? Dio! Mi scoppia il cuore di paura anche adesso che lo sai! », sbotto.
« Avresti dovuto dirmelo. », si imbroncia lui.
« Avrei dovuto non dirtelo, invece! Essere rifiutati non è mai bello! Almeno quando non lo sapevi, potevo illudermi che prima o poi saremmo finiti insieme! »
Merda. Mi viene da piangere. Ah! Io che piango! Ridicolo! E’ Leeteuk quello dalla lacrima facile. Donghae, a volte. Ma non io. Non voglio piangere. Non voglio fargli sapere quanto male mi ha fatto.
« Io non ho detto niente. », precisa lui.
« Appunto. », sibilo con cattiveria.
« Cosa volevi che facessi? Che mi mettessi a dire le cose davanti a tutti? », sbotta spazientito lui, sfilandosi la giacca e lanciandola sulla spalliera del divano. Siamo ancora in piedi davanti alla porta, come due deficienti.
« Perché, io cosa ho fatto? », sbraito, lanciando a mia volta la borsa e la giacca a terra, con stizza « Hai presente che c’erano tutti i nostri compagni ad assistere, vero? Eppure non mi sembra che questo mi abbia fermato dal dirti quello che provo per te! »
« Hyuk… »
« CHE C’E’! », sbotto.
« Anche io ti amo… »
Lo sussurra talmente piano che penso di aver sentito male.
« C… che hai detto? »
Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.
« Ho detto che anche io ti amo da sempre, e che non c’è stato un solo giorno della mia vita in cui io non sia stato consapevole di amarti. »
TU-TUM. TU-TUM. TU-TUM.
Le lacrime che tanto fieramente ero riuscito a trattenere fino ad ora, si riversano sulle mie guance copiose come un fiume in piena. Lo stress, la rabbia, il dolore… tutto. Portano via tutto.
Rimane solo l’amore.
Le braccia di Donghae mi circondano il collo, stringendomi forte, e mentre mi copro gli occhi con le mani, affondo la testa nella sua spalla inalando il suo profumo che sa di casa, di libertà, di sicurezza, di amore. Sa di tutto quello che ho sempre voluto, giorno dopo giorno, da nove anni a questa parte.
« Quanto tempo sprecato… », mi sussurra piano all’orecchio, prima di posarvi delicatamente le labbra.
Un brividio mi attraversa e le braccia scivolano sul suo petto e corrono a circondargli la vita: « Stupido pesce… » Lo stringo così forte che manca l’aria persino a me.
« Stupida scimmia. » Non lo vedo, ma so che sorride.
« Ti amo, te lo giuro, Dio… non ci posso credere. », balbetto, alzando il viso a guardare il suo.
Ha un’espressione bellissima dipinta sul volto. E’ splendente e luminoso come il sole e i suoi occhi brillano come gemme. Le labbra sono piegate in un sorriso, dolce e innamorato.
Dio, davvero non ci posso credere…
« Ti amo. », ripete solamente lui.
« Ti amo. », ripeto io, prima di spingere un po’ la testa in avanti e intrecciare i nostri nasi. Le bocche si sfiorano, i respiri si confondono.
Lo guardo negli occhi, chiedendo timidamente il permesso, e quando lui annuisce con un sorriso, poggio le mie labbra sulle sue.
Ho immaginato questo momento tante e tante volte ma nemmeno nei miei sogni più sfrenati era tanto bello. La sua bocca è così calda e morbida e la sua lingua è così liscia e si muove perfettamente coordinata con la mia. Il calore del suo corpo stretto al mio è quanto di più bello possa esistere.
Le mani si muovono da sole, alzandosi ad accarezzare le braccia e le spalle, bramose di poter toccare più a fondo quel corpo che conosciamo così bene ma che mai prima di oggi ci è appartenuto.
Donghae afferra il bordo della mia maglietta e la tira su, sfilandomela. Lo stesso faccio io con la sua. I nostri corpi entrano finalmente in contatto, e io non posso chiedere di meglio.
« Ti voglio… », gli sussurro ad un orecchio, succhiandogli il lobo e mordicchiandoglielo delicatamente.
« Anche io ti voglio, ma… »
« Ma? » Cosa c’è ancora?
« E’ vero che non sei andato a letto con nessuna? », mi domanda timidamente.
Vorrei incazzarmi, davvero. Perché gliel’ho già spiegato e perché dovrebbe fidarsi di me, ma so che Donghae è insicuro e geloso e ha bisogno di essere rassicurato più a lungo di quanto non servirebbe a me.
Sorrido: « BoA è fidanzata segretamente e Yoora tifa EunHae. Secondo te con chi potevo andare a letto? Sono uscito con Yoora per dimenticarti, ma è stato un fallimento e non è successo assolutamente nulla. Abbiamo visto solo un film. Come ha giustamente detto una persona: non posso uscire con qualcuno se nella testa e nel cuore ho te. » Dirlo a voce alta mi ricorda che ho un certo discorsetto da fare con mia madre…
Donghae mi stringe forte a se, catturando di nuovo le mie labbra con le sue.
E dopo è un’escalation di emozioni, di cuori che battono e mani che toccano. La mia testa gira furiosamente e quando Donghae è nudo sotto di me, in un letto che non so neanche di chi è, mi pare tutto così dannatamente perfetto che mi domando ancora perché non siamo arrivati a questo punto molto prima di oggi. Perché abbiamo aspettato, temporeggiato, atteso così a lungo qualcosa che in realtà era così naturale che ci fosse, tra noi.
Perché non abbiamo trovato il coraggio?
Una mano scorre lenta lungo la sua coscia, risalendo dal ginocchio fino alla vita. Lo stringo forte a me e i suoi occhi liquidi di piacere si incatenano ai miei.
Le sue mani calde scorrono sul mio petto, scivolando poi sulla schiena. Mi artiglia a se, mi spinge contro di se e io sento la testa girare dall’emozione.
Il respiro mi si chiude in gola quando mi allaccia le gambe intorno alla vita, intrecciando i piedi dietro la mia schiena.
« Sei sicuro? », domando pianissimo, carezzandogli la fronte e scostandogli i capelli sudati dalla faccia.
« Mai stato così sicuro in vita mia. »
Lo bacio. Lo faccio mio. Lo sento stringere forte, infilarmi le dita nella carne, gemere e sospirare. Lo sento muoversi con me e per me, abbracciarmi forte e baciarmi. Amarmi come solo lui potrebbe mai essere in grado di fare.
I nostri respiri si fanno sempre più irregolari, sempre più rapidi, sempre più veloci; come i miei movimenti.
E alla fine, Donghae si scioglie tra i nostri corpi e il mio ventre formicola forte, facendomi venire a mia volta dentro il suo corpo.
 
Non so quanto tempo sia passato, ma alla fine mi ritrovo a socchiudere piano gli occhi. La luce entra forte dalle finestre rimaste aperte.
Ci metto un attimo a realizzare dove sono e cosa è successo, ma quando abbasso lo sguardo e vedo Donghae che dorme abbracciato a me, completamente nudo, ho la consapevolezza che non è stato solo un sogno.
Lo stringo forte, troppo emozionato e felice di poterlo chiamare davvero mio, finalmente, che lo sveglio: « Hyuk… », geme piano lui, ancora intontito.
« Mio. Mio. Mio. Sei mio. », continuo a ripetere. Mi sento un terribile coglione, ma non mi importa.
Donghae mi stringe forte, ridendo. E io lo bacio, felice come non mai.
« E tu sei mio. », precisa.
Lo bacio appassionatamente, cominciando a carezzarlo dappertutto. Vorrei ricominciare tutto daccapo e dedicarci solo a noi ma… veniamo interrotti da una serie di passi e bisbigli.
Ci stacchiamo con uno schiocco e allunghiamo le orecchie, in modo tale da poter sentire.
« Chi sarà? », sussurra piano Donghae.
Faccio spallucce: « Non ne ho idea… »
Ma, inconsapevolmente, ci risponde la voce di Ryeowook che celestiale esclama forte: « Qui ci sono vestiti sparsi ovunque! Secondo me ci hanno dato dentro! »
Io e Donghae ci guardiamo, poi scoppiamo a ridere a crepapelle.
Evidentemente devono averci sentito, perché la porta si spalanca e tutti i nostri compagni si affacciano, entrando miracolosamente in quell’uscio. C’è pure Yesung.
« This is a happy day! », cinguetta Leeteuk, battendo le mani felice.
Io tiro forte il lenzuolo per coprire Donghae. Anche se era già coperto nelle zone x, non voglio che lo vedano ancor più nudo di così: « USCITE, GUARDONI CHE NON SIETE ALTRO! », sbraito ridendo, lanciandogli addosso un cuscino.
Loro escono sbattendo la porta, ridendo come matti, mentre sento Kyuhyun lamentarsi: « Cazzo! L’hanno fatto nel mio letto! Cambiate le lenzuola, per la miseria! »
« Che famiglia di imbecilli! », sbotto.
Donghae non può fare a meno di ridere.
E io, di catturare le sue labbra con le mie e baciarlo ancora.
 
 
 
**FINE**
 
E’ finita. E’ finita. E’ finitaaa! *__*! *lancia coriandoli* *sculetta* *fa la hola*
In realtà questa fan fiction doveva essere completamente diversa. Ahahah! XD! Ma come sempre, è inutile che io mi faccia una scaletta: la stravolgerò senz’altro senza bisogno di impegnarmi! Perciò suppongo che da ora in poi scriverò a braccio! u.u L’unico problema sarà ricordarsi tutte le scemenze che penso! XD!
Cooomunque! Sono qui per dire solo un paio di cose: la prima è che spero e mi auguro che vi sia piaciuta. E vi ringrazio, davvero, a chiunque abbia commentato, l’abbia inserita tra le preferite/ricordate/seguite e a tutti i lettori silenziosi (che se vorrete smettere di essere silenziosi e farmi sapere cosa ve n’è parso, farete felice il mio cuoricino di pietra! ♡). Grazie per il sostegno, davvero. Senza di voi, non avrebbe senso.
La seconda cosa che voglio dire è che rinnovo la dedica a hikaru83, colpevole di avermi chiesto di scriverle una EunHae e ne è uscita fuori questa. Avendo scritto questa storia in quattro giorni, come minimo mi merito una riserva di KyuMun a vita, sappilo.
L’ultima cosa è che ho cercato di seguire, più o meno, i fatti successi nei primi giorni di agosto del 2014, ma ovviamente ci sono delle incongruenze e delle cose in più, perché mi serviva così per la fan fiction. Ho cercato di essere il più coerente possibile, e mi auguro di esserci riuscita. Spero inoltre che la presenza molto forte di tutti gli altri componenti dei Super Junior vi abbia fatto piacere, piuttosto che infastidirvi, perché io davvero li considero una favolosa famiglia e senza di loro Eunhyuk e Donghae non sarebbero ciò che sono.
Detto questo, davvero smetto di rompere, altrimenti questo commento diventerà più lungo della fan fiction! ♡
Grazie ancora a tutti! ♡

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