Silent Storm

di Lumineer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Non c’era stato modo di  ritrovarli. La tempesta, arida e secca, era stata così violenta che qualsiasi tentativo di ricongiungersi con il resto del gruppo era stato vano.
Si erano persi. Certo Aris, Frypan , Minho e Brenda si sarebbero messi a cercarli, una volta calmatosi il tempo . Ma sino ad allora , Thomas e Newt se la sarebbero dovuti cavare da soli.
 
Avevano trovato un riparo per miracolo.
Due giorni di cammino , sete e perdita totale della realtà ed erano stati ringraziati con una casa abbandonata che forse, prima dell’Eruzione, doveva aver ospitato una famiglia.
Era decadente, e mancavano le finestre. Ma era meglio che camminare sotto il sole e avvolti dalla sabbia, incapaci di respirare.
 
Una volta dentro avevano rattoppato alla bell’emmeglio le finestre e le crepe, per impedire alla sabbia di entrare.
Thomas si sentiva fiacco e indebolito. Newt non gli aveva parlato per tutto il tempo, come se lo evitasse. E per giunta ora zoppicava in modo molto più accentuato, strascicando la gamba per terra e, ogni tanto, facendo una smorfia di dolore.
Dovettero passare alcuni minuti prima che Thomas riuscisse a dire: “Tutto okay?.”
Era davvero preoccupato. Newt era la persona a cui teneva di più tra i Radurai, e tra loro c’era sempre stata empatia.  Ma da quando l’Uomo Ratto aveva voluto parlare con Newt in privato, il ragazzo era diventato freddo, e distaccato. E Thomas sentiva la sua mancanza.
 
 
- Thomas, è tutto okay.- rispose Newt senza  distogliere lo sguardo su quello che stava facendo.
 Thomas lo osservò. Newt era sempre stato un ragazzo preciso, prudente, calmo. Alla radura lo osservava spesso mentre lavorava all’orto, la cura che metteva nel riparare e nel costruire cose.
Ora le sue mani non erano più tanto ferme. Il respiro era affannato e le dita si muovevano velocemente. Alla fine lasciò perdere con uno sbuffo e chiuse gli occhi.
Thomas non poteva fare altro che guardare.
 
- Se dobbiamo convivere forzatamente per qualche giorno, potrei almeno capire perché non mi parli più?.- disse. Parlò tutto d’un fiato, non ci pensò neanche.
Tempo due secondi e se ne pentì.
 
Newt si sedette  su un divano. Un divano piccolo e di pelle nera, dimenticato in un angolo.  Si appoggiò con i gomiti sulle ginocchia e seppellì la testa fra le mani. Il petto si alzava in modo irregolare.
- Thomas … perché devi essere così … - disse. Era affannato.
- Così  … pive.- disse ala fine.
Thomas si avvicinò al divano, con il cuore che gli balzava in gola. Si inginocchiò accanto a lui e provò ad incrociare il suo sguardo. Non si era mai sentito così triste.
- Newt … - mormorò . – Ti prego, dimmi cosa c’è che non va.-
Gli appoggiò una mano sulla gamba. Era un gesto totalmente innocente, ma l’altro ragazzo sussultò.
- Io … scusa … - si affrettò a dire Thomas. Ma l’altro ragazzo aveva alzato la testa, ed era tutto un ammasso di capelli biondi, espressione terrorizzata e occhi spenti e lucidi ma sorrideva. Ed era quel sorriso che gli aveva fatto tante volte nella radura, quello che lo aveva accolto e che gli ricordava che non era solo. Quello per il quale Thomas non poteva far altro che sorridere in risposta.
- che faccia di caspio che sei.- disse Newt, senza smettere di sorridere. – Abbiamo fatto un sacco di cose insieme e ora ti scusi anche solo per avermi sfiorato?.- fece una piccola risata e a Thomas venne voglia di abbracciarlo.
 
- Vieni qui..- gli disse Newt. Il viso era una maschera di tristezza.
Lasciò che Thomas si sistemasse accanto a lui e poi gli poggiò la testa sulla spalla.
-  Quando vuoi parlare, dimmelo. – sussurrò Thomas.
- Non voglio che pensi che a me non interessa perché non è vero. Mi interessa , mi interessa molto. Farei qualsiasi cosa se tu me la chiedessi . e los ai che tanto se mi metto in testa di capire chi o cosa ti preoccupa lo faccio. Io ….-  ma Newt non lo stava ascoltando.
Newt stava giocherellando con la sua collana, e la sensazione delle sue ita sul petto era più che sufficiente a bloccarlo.
Poi il biondo sollevò lo sguardo e Thomas si morse il labbro. Amava gli occhi di Newt. Erano sempre luminosi, e pieni di speranza, anche quando era devastato, anche nei momenti bui coe quello.
- Andiamo a dormire.- susurrò Newt.
Thomas annuì.
 
 
Trovarono delle brandine e un posto della casa che fosse più al riparo dalla tempesta di sabbia, fuori. Era una stanza un po’ buia e fredda, ma almeno non c’era pericolo di ritrovarsi la mattina dopo con la sabbia negli occhi e nella bocca.
Quando furono entrambi a terra, Newt si stese  sulla schiena , con un braccio piegato dietro la testa a mo’ di cuscino. Sembrava di nuovo avvolto nella disperazione.
Thomas avrebbe voluto dire qualcosa, qualunque cosa, ma prima che riuscisse a parlare Newt aveva già chiuso gli occhi.
- Buona notte, Tommy , disse.
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Hello! (lol) . Questa è la prima ff che scrivo sulla newmas quindi ... siate clementi x'D.
Volevo solo dire che amo questi due, amo the maze runner e amo quel fottutissimo genio di Dashner D: D: D:
E niente, gli altri capitoli arriveranno a breve ;)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 Ma Thomas non riuscì a dormire.
Non sapeva dire quanto fosse passato, forse due, tre ore. Fuori era buio, ma per fortuna la tempesta si era calmata.
Il ragazzo si girò su un fianco e osservò l’altro dormire. 
Newt era immobile, il petto che si alzava e si abbassava con un ritmo irrregolare e gli occhi che schizzavano da una parte all’altra dietro le palpebre.
Thomas si chiese se stesse avendo un incubo.
Era così strano in quei giorni … Thomas non lo aveva mai visto così giù di morale, così turbato. Avrebbe pagato per sapere cosa gli aveva detto l’Uomo Ratto. Ma ovviamente , non poteva fare niente. Poteva solo restare a guardare.
 
 
Lasciò scivolare la mano in quella dell’amico e la strinse. L’altro parve calmarsi; e il suo volto abbandonò l’espressione turbata di poco prima
Thomas restò qualche secondo ad osservarlo, ed infine si rimise a dormire.
 Giurò di aver sentito la mano di Newt che si stringeva alla sua, poco prima di addormentarsi.
 
 
 
 
Dopo una notte senza sogni e una giornata piena di preoccupazioni, Thomas si svegliò all’alba. Aveva dormito si e no un’oretta e mezza. Allungò una mano sicuro di trovare quella del suo amico, ma al suo posto toccò la brandina fredda e rigida.
Si alzò di scatto, il cuore prese a battere con violenza.
- Newt .. – disse. Poi si alzò in piedi e diede una rapida occhiata alla stanza. Vuota.
 
Corse fuori la porta,  guardò a destra, e a sinistra. Poteva mai essersene andato?, e dove era andato?, perché lo aveva lasciato lì?.
- Newt .- ripeté, stavolta a voce più alta.
 
Passò al massimo un secondo, prima che la voce dell’amico gli giungesse all’orecchio.
- Sono qui faccia di caspio, cosa urli a fare?.- disse. Thomas si affacciò dalle scale, e vide il suo amico lì , di fronte la finestra, probabilmente intento a rimuovere i pannelli di legno.
Si precipitò giù e lo abbracciò forte da dietro, poggiando la testa sulla sua spalla. Chiuse gli occhi.
- Mio dio, stavo per avere un infarto.-
Newt rise piano, e Thomas sentì la schiena dell’amico vibrare leggermente.
- Sta calmo, pive.- disse. – Non vado da nessuna parte.-
Thomas lo strinse a se ancora più forte, assaporando a pieno l’odore dell’amico. La sensazione di poco prima era stata una delle cose più orribili che avesse mai provato.
Per un istante aveva creduto che .. che …
Newt divenne d’un tratto serio, e iniziò a prendere respiri più profondi. Il contatto con il corpo di Thomas lo aveva fatto rabbrividire lungo tutta la spina dorsale.
Thomas parve notarlo. Forse si era spinto oltre.
Tolse di scatto le braccia dalla schiena di Newt e si schiarì la gola.
- Allora ehm … - disse cercando di nascondere l’imbarazzo.
- Immagino che salteremo la colazione oggi eh?.-
Newt sollevò le sopracciglia, tornando a guardare fuori.
- Mi sa di si.- disse. Teneva le braccia incrociate e alla luce del sole i suoi capelli prendevano una tonalità quasi dorata.
- Dobbiamo proseguire.- disse piano. - Restando qui non combineremo un granché.-
Thomas annuì.  – Io vado a prendere le mie cose.- disse.
Ma prima di andarsene gettò un ultimo sguardo al suo compagno. 
Si chiese cosa gli passasse per la testa, cosa gli stesse succedendo, e se avesse potuto mai aiutarlo.  Si sentiva uno schifo. Uno schifo perché non capiva mai nulla sui suoi amici, uno schifo perché aveva trascinato Newt in quel posto. Uno schifo perché Newt stava uno schifo. E non sapeva neanche il perché.
 
Senza neanche riflettere, tornò nella camera dove avevano dormito la notte precedente, prese il suo zaino, ripulì tutto e tornò giù . Prima di entrare nella stanza principale fee tappa al bagno, dove si tolse la camicia e cercò di pulirla meglio che poteva. Poi si lavò il viso, e le mani e provò a sistemarsi i capelli.
 
Una volta fatto, uscì dal bagno. Newt era proprio lì fuori, e gli sorrideva, proprio come la sera prima.
- Ma che bell’aspetto che abbiamo eh, pive?.- gli disse. Poi con fare disinvolto entrò a sua volta nel bagno. E Thomas non poté fare a meno di osservare la sua schiena mentre si allontanava.
 
 
Angolo Autrice:
 
*si scrolla di dosso il fiume di fluff che la ricopre.
Shallveee <3. Innanzitutto mi scuso per non aver postato , ma in pratica ho perso il documento con tutti i capitoli e non potete capire la mia disperazione D:
 
Fortunatamente sto recuperando quindi it’s all okay ;)
Comunque , dato che domani posterò il prossimo capitolo, fatemi sapere se volete che succeda qualcosa in particolare che posso inserire oggi oppure nei prossimi capitoli. Qualsiasi cosa hahaha.
No okay, nei limiti consentiti XD.
Mi sto prolugando troppo. Fatemi sapere cosa ne pensate <3
Guh
 
  • Lumineer

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Alla fine uscirono, lasciandosi quel posto alle spalle.
Fuori faceva caldo, anche se il cielo era grigio e cosparso di fulmini in lontananza. Thomas e Newt si diedero uno sguardo, poi si misero gli zaini in spalla e iniziarono a camminare, con la sabbia che scricchiolava sotto i loro piedi.
 
Camminarono per quaranta o cinquanta minuti, poi si fermarono a bere e a riposarsi, e ripartirono.
Il cielo era sempre più grigio, e le nuvole sempre più dense.
 Thomas non fu sorpreso quando le prime gocce di pioggia iniziarono a bagnargli la maglietta.
Newt invece sbuffò. – Ah, andiamo, li ho appena lavati i capelli.-
Thomas rise.
- Il tuo sex appeal non verrà contaminato, non ti preoccupare.-  disse sarcastico. Newt scoppiò in una piccola risata.
E  Thomas non aveva mai fatto caso quanto fosse carino quando rideva, Restò a fissarlo per qualche secondo, la casacca era un po’ slabbrata e strappata nella parte superiore e lasciava intravedere il petto, il viso era concentrato verso la strada e i capelli biondi e arruffati si erano arricciati in alcuni punti, fino a formare dei piccoli boccoletti bagnati dalla pioggia.
Si chiese come avesse fatto Teresa ad innamorarsi di lui, se aveva un pezzo di ragazzo come Newt proprio accanto a lei. Poi si rese conto che era una cosa stupida a cui pensare, anzi, una cosa strana, e tornò a concentrarsi sulla strada.
 
 
Dopo pochi minuti la pioggia divenne incessante. I due ragazzi, bagnati fradici, salirono su un piccolo promontorio e si ripararono sotto la roccia.
Da lì si aveva un’ottima visione del deserto . E Thomas fu scioccato di vedere quanto fosse vasto.
Newt indicò con il dito un punto in lontananza. – Guarda lì.- disse.
Thomas socchiuse gli occhi e riuscì a vedere un piccolo agglomerato urbano, più in là.
- Secondo te sono tutti lì?.- chiese .
Newt si bagnò le labbra, ormai secche, con la lingua.
- Non lo so.- disse. – E’ probabile.-
Thomas non fece neanche in tempo a rispondere che un grido acuto risuonò nell’aria.
Si girò di scatto verso l’amico, che però guardava dritto davanti a se.
- Newt cosa … - provò a dire, ma l’urlo si ripeté.
Era inquietante. Sembrava quasi un lamento, misto a qualcos’altro, qualcosa di selvaggio.
- Spaccati.- disse Thomas con un filo di voce. Poi si voltò verso l’amico , trovandosi a guardare il deserto.
-Newt??.- disse, sentendo il panico assalirlo. Poi i suoi occhi furono catturati da una piccola figura, alla base del promontorio, che saltava giù .
Sentì le gambe cedergli.
Newt si era appena gettato tra gli Spaccati.
 
 
Le me:
Heylà J
Allor, mi scuso se questo capitolo è noioso e illeggibile e molto probabilmente da gettare nel valallah, ma ho dovuto spezzarlo in due parti perché era troppo lungo :/
In ogni caso, dato che l’ho pronto, posterò stesso domani e … e niente ci saranno belle sorprese ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate ouo
  • Lumineer

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 Thomas non sentiva neanche la roccia che continuava a graffiarlo, mentre scendeva lungo il promontorio.
Non riusciva a vedere cosa stava succedendo laggiù. Al suo orecchio giungevano solo suoni confusi, urla, e altro che non voleva approfondire.
Scavalcò un grosso masso e poi si gettò di lato, appiattendosi alla parete di roccia alla sua sinistra. Da lì poteva vedere alcune figure indistinte, dalla pelle escoriata e le vene sporgenti. Spaccati.
 Sentì un rumore sordo e poi alcune imprecazioni.
Newt ti prego torna qui. urlò nella sua mente. Ma non riusciva a vederlo, né a sentire la sua voce.
Con uno scatto si gettò in avanti e continò a correre. Rischiava di cadere ad ogni passo, ma al diavolo. Continuò a correre finché non fu appena sopra la folla di Spaccati.
Si accovacciò, in una posizione che, bene o male, lo avrebbe tenuto  nascosto.
Sgranò gli occhi.
Sotto di lui c’erano quindici, venti spaccati. E tutti sembravano infuriati fino all’osso. Urlavano, scalciavano e … Thomas non riusciva a capirlo ma sembrava stessero lottando fra loro.
E’ impossibile, pensò. La scena era talmente confusa che gli girava la testa.
E poi sentì un grido, lancinante, di chi sta bruciando vivo. E Thomas capì che Newt stava morendo.
 
A quel punto tutto divenne ovattato . Il mondo si trasformò in una bolla d’acqua e Thomas smise di ragionare.
Si lanciò giù. Forse si fece male all’impatto ma non riusciva a dirlo. Vide volti disumani che lo squadravano, che lo indicavano. Poi sentì un altro rumore sordo.
 Un colpo di pistola.
Urla.
Gli spaccati lo circondarono, rinchiudendolo in una prigione che sapeva di sangue.
Un altro colpo di pistola.
Qualcuno gridò. Un’imprecazione.
Un altro colpo di pistola.
Gli spaccati sembravano confusi, come se non capissero chi attaccare.  Alcuni correvano , altri si giravano e poi attaccavano e gridavano ancora.
 
Poi delle mani lo strinsero da dietro, e sentì un altro colpo di pistola. Ma stavolta era così vicino che sentì un dolore lancinante all’orecchio.
Si girò.
E Newt era proprio al suo fianco, con un braccio attorno al suo petto, come a volerlo proteggere, e l’altro teso in avanti, con una pistola stretta tra le dita.
Sparò ancora, e ancora.
Poi gli Spaccati sebrarono arrendersi, oppure morirono tutti.
Thomas non riuscì a dirlo con precisione, perché i suoi occhi erano fissi su Newt. E Newt gli sorrideva, con la bocca e la faccia impiastricciati di sangue.
Era pallido,e visibilmente stremato. Ma continuava a sorridergli con tutto l’amore di questo mondo, probabilmente sollevato che stesse bene.
E un attimo dopo era a terra, e non respirava più
 


________________________________

ANGOLO AUTRICE: (un angolo buio e malandato) ...
Hello ;3 :D . Nononnono, non preoccupatevi, Newt sta bene (più o meno D:) . Non si prevedono morti almeno per ora (lol).
Lo so, lo so ,in questo momento vorreste venirmi a cercare e trivellarmi (?) a sangue xD. Ma non vi preoccupate, domani arriverà  il prossimo capitolo ;)

Si prevedono lacrime (e forse anche dei momenti fluff, finalmente)
A presto, e fatemi sapere cosa ne pensate <3

- Lumineer
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


- Newt .- sussurrò Thomas per la ventesima volta.
- Ti prego non farmi questo, ti prego ti prego.- mormorò tra le lacrime. 
Era in ginocchio, con una mano sul petto dell’amico, nel disperato tentativo di tappare la fuoriuscita del sangue.
Con l’altra mano gli spostava i capelli dalla fronte impiastricciata di sangue secco e sudore.
- Ti prego apri gli occhi.- disse di nuovo. Ormai la sua voce si era trasformata in un lamento.
Newt era ridotto male.
Non sapeva cosa era successo, ma era sicuro che quello sul petto, appena sotto la clavicola destra, era un colpo di pistola. La pelle era coperta di graffi e lividi, e il viso era macchiato di sangue fresco, che scorreva sul collo, sulle guancie e per terra.
- NEWT!!- urlò ancora. Non riusciva più a piangere. Sentiva le lacrime inzuppargli la faccia e la gola bruciargli.
Non se n’era accorto ma la sua mano era stretta con forza a quella dell’amico.
Si era fermato un attimo, fissando le loro dita intrecciate, quando sentì l’amico prendere un respiro disumano. Come quando prendi la prima boccata d’aria dopo una lunga apnea.
Non fece in tempo a reagire che Newt  lo afferrò per la collottola.  Thomas si trovò ad un centimetro dal suo viso.
Gli occhi del ragazzo  erano fissi sui suoi , le pupille che schizzavano da un lato all’altro e il torace che si alzava e si abbassava affannosamente. Nel suo sguardo c’era qualcosa di strano, inquietante.
- VA …. VIA.!- urlò. Poi emise un lamento soffocato e gli occhi gli si riempirono di lacrime.
Thomas non riusciva a parlare.  Newt era appoggiato sui gomiti , e lui in ginocchio accanto a lui. E attorno c’era il deserto. E stava accadendo tutto troppo velocemente.
- VA VIA TI HO DETTO.- urlò ancora l’amico, prima di aggiungere, con un tono terrorizzato: - Tommy ti prego allontanati.-
- NO!.- riuscì a dire Thomas dopo minuti di silenzio. Tolse la mano dal quella dell’amico e l’appoggiò alla sua tempia.
In lontanana si sentirono dei tuoni.
- Io resto qui.- disse fermo cacciando indietro le lacrime. Newt cosse la testa, urlando a raffica “No no no  no” . Ma Thomas lo avvicinò ancora di più  a se, appoggiando la fronte alla sua.
La sabbia si sollevò, spinta dal vento. Il cielo era grigio.
- Io resto qui.- ripeté.
E gli fece scudo con il corpo, mentre la tempesta di sabbia li investiva con tutta la sua forza.



Angolo Autrice:
rieccomi!!! :D

E con questo capitolo, finì il tremendo angst che la mia mente malata ha partorito xD. 
Mi spiace di aver fatto soffrire così newt :'( . Nel prossimo capitolo sarà sicuramnte più calmo e fluff, come promesso.

Fatemi sapere cosa ne pensate, a presto <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


E poi il tempo divenne strano.
Thomas non realizzò il momento in cui prese Newt in braccio, ancora sanguinante, e lo strinse al petto. Né quando iniziò a camminare, sotto il sole. 
Thomas non realizzò quanto fosse passato. Se minuti, ore, giorni . O cosa stesse succedendo attorno a lui.
Tutto ciò che gli interessava, in quel momento, era sentire il battito del cuore di Newt contro il suo petto. Ad ogni battito prendeva un sospiro di sollievo, e ad ogni pausa lo stringeva ancora di più e gli parlava.
Ma era un po’ che Newt non gli rispondeva più.
Né apriva gli occhi.
E il suo corpo era così freddo …

Thomas scosse la testa. E cercò di cacciare via quei pensieri.
E poi ,dopo quella che poteva essere un’ora o una giornata, una casetta di lamiere e cemento sgretolato comparve sull’orizzonte.

Con molta fatica, Thomas percorse gli ultimi chilometri , pregando che non fosse la dimora di qualche spaccato o l’ennesimo test.

Per bontà divina, o forse solo per fortuna, non lo era.
Una volta entrato, scoprì che era uno spazio angusto ma accogliente.
Con cautela appoggiò Newt su una vecchia brandina, poi si tolse la maglietta e cercò di usarla come coperta.
Aveva freddo ed era stanco, ma il volto di Newt era diventato pallido e sapeva che se non avesse fatto qualcosa, sarebbe morto.
Trovò delle candele, le accese e tentò di riscaldare la stanza. Poi con un panno prese a pulire e a sistemare le ferite.
Newt sembrava turbato. Tremava e prendeva lunghi respiri , e le pupille schizzavano da un lato all’altro da sotto le palpebre.
Thomas avrebbe voluto aiutarlo. Prendere tutto ciò che c’era di brutto nella sua testa e gettarlo via. Avrebbe voluto capire cosa stava succedendo, e per una volta fare qualcosa.
Ma sapeva che Newt non avrebbe mai rischiato di farlo preoccupare,o di rovinare il suo piano di andare fino al porto sicuro, o anche solo di condividere i propri pensieri con qualcuno.
Newt era il più eroico di tutti loro. Sarebbe stato capace di andare a morire in un buco sperduto pur di non farli rallentare.
E nessuno se n’era accorto.
Beh, nessuno tranne Thomas.

Faceva ancora freddo ed era ancora buio e la vita faceva ancora schifo quando Thomas prese la mano di Newt nella sua e si addormentò.

. Probabilmente era ancora notte, quando sentì le dita di Newt stringersi alle sue.
Sollevò la testa, facendo una smorfia di dolore. Aveva dormito con la testa affondata nelle braccia in una posizione scomodissima.
Ma appena posò lo sguardo su Newt, il suo cuore fece una capriola.
Il ragazzo era sveglio, anche se pallido e visibilmente spossato. E lo guardava con un misto di curiosità e dolcezza.
- Hey pive.- disse con voce bassa e rauca. – Sai che sembri un tenero cagnolino mentre dormi?.- fece un piccolo colpo di tosse.
- Shh non parlare.- si affrettò  a dire Thomas, nascondendo l’imbarazzo. Voleva ridere e piangere nello stesso momento.
Si avvicinò a lui e gli sfiorò una guancia con la mano.
- Scotti ancora … Devo trovare una caspio di aspirina. – disse.
Poi si fece d’un tratto serio.
- Non avresti dovuto farlo.- disse fermo.
Newt sorrise ancora. 
Thomas non riusciva a decifrare i suoi sorrisi. Lo guardava come si guarda un bambino ingenuo che non sa ancora niente dei mali del mondo, e allo stesso tempo con una tristezza che faceva piangere il cuore.
- C’è un motivo per cui l’ho fatto . -disse.
Thomas stava cercando in tutti i modi di mantenere un’espressione incavolata, ma non ci riusciva.
 Semplicemente non poteva con Newt febbricitante e raggomitolato nella sua giacca come un bimbo di sei anni.
Si sedette al suo fianco e si zittì.
- Spiega.- disse.
Newt lo fissò ancora per qualche secondo, prima di rispondere. 
Uno scintillio gli illuminò gli occhi, e le sopracciglia si aggrottarono.
- Sai cosa?, lascia stare.- disse tutto d’un fiato.
La sua espressione sembrava cambiata. Come se d’un tratto si fosse ricordato di doverlo picchiare a sangue.
Thomas alzò il sopracciglio.
- No aspetta. … cosa succede?.-
Newt prese un lungo respiro, e mentre lo guardava i suoi occhi sembravano diventare sempre più scuri.
Cercò di alzarsi, ma si ritrovò a stringersi il petto in una smorfia di dolore. 
Thomas tentò di aiutarlo, ma Newt gli afferrò il polso con forza.


- Non toccarmi, fagio.- disse fermo. Poi con lentezza si alzò e si diresse verso la finestra.
Thomas lo guardò. Era zoppo, ricoperto di graffi e con una benda bianca tutta attorno al petto. Sembrava un superstite dell’apocalisse. E negli occhi aveva l’espressione di chi ha un bisogno virale di uccidere.

- Newt io non … - provò a dire Thomas.
Ma il biondo lo interruppe.
- Scusami.- disse. C’era un ché di stanco nella sua voce, stanco e desolato.
Si girò a guardarlo e Thomas rivide il dolce e sorridente Newt di una volta, quando si erano stretti la mano nel labirinto.
Solo che ora era mezzo morto e infelice.
E a Thomas questo faceva male più di qualsiasi cosa al mondo.
Passò qualche secondo.
 Newt aveva i capelli davanti agli occhi e un’espressione seria, e Thomas non riusciva a staccargli gli occhi di dosso e si sentiva un idiota.
Ma tanto non aveva importanza. Perché Newt andò verso di lui e lo baciò.
Lo baciò.
Si spinse piano contro il suo petto, gemendo un po’ per la ferita, e poi chiuse gli occhi e si rilassò, e Thomas non riuscì più  a pensare.
Quando si staccarono lo guardò negli occhi, con una leggera punta di paura.
E Thomas rimase così, fermo. A rendersi conto per la prima volta del significato di quello che stava succedendo. 
Le labbra di Newt avevano risvegliato i suoi sensi, e la sua anima.
Tremante,Newt sollevo un braccio e gli prese la mano, poi se la portò al petto.
Sul palmo della sua mano, Thomas sentì il suo cuore rimbombare nel petto come un forsennato.
- E’ questo il motivo per cui l’ho fatto.   disse Newt con la voce ridotta ad un sussurro.- 
A quelle parole Thomas alzò lo sguardo, e senza aggiungere lo tirò a se in un abbraccio. E stettero così, fermi.  Newt strinse le braccia attorno la sua schiena e Thomas pianse , di paura, di gioia, e di consapevolezza. 




Angolo Autrice:
I'm baaaaack (finally).
Si, lo so. Sono stata una cattiva persona a lasciare la fanfiction così , ma ho avuto il mio da fare, e per una cosa o per un'altra non sono riuscita a combinare nulla.

E quindi boh, spero che il capitolo vi sia piaciuto xD (un po' di fluff come promesso v.v , e il TANTO ATTESO bacio lol). Vi dirò che è stato un PARTO . Ne avrò fatte tipo un diecimila versioni, e continuo ad essere insoddisfatta :/ . 
Fatemi sapere cosa ne pensate <3

ps: meglio non fidarsi di capitoli tanto tranquilli ;)

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Successe tutto troppo in fretta.
Più tardi, nei giorni successivi, Newt si pentì di non aver reagito subito, di non aver provato a fare qualcosa.
Qualsiasi cosa.
Ma le cose non vanno sempre come le desideri.
Lui era ancora avvinghiato al petto di Thomas. E si scaldavano a vicenda e Thomas aveva affondato la testa nei suoi capelli.
 
E poi un rumore.
Un rumore forte e crescente, che azzerò tutto il resto.
Una voce femminile disse qualcosa, poi ci fu un intenso lampo bianco .
E poi più nulla.
 
 
 
Newt si svegliò in una stanza bianca e troppo illuminata. Era disteso sul pavimento freddo, con la schiena contro il muro e il braccio piegato sotto la testa.
Aprì gli occhi a fatica, poi si sollevò sui gomiti, facendo una smorfia di dolore e portandosi istintivamente la mano al fianco.
Abbassò gli occhi. All’altezza della cassa toracica aveva uno spesso bendaggio bianco che lo fasciava sino al fianco.
Con cautela portò una mano alla testa. Aveva delle bende anche sulla fronte, e le ferite sembravano essersi cicatrizzate.
Qualcuno doveva averlo guarito.
Tommy pensò.
Dov’è Thomas?
Sentì un improvvisa fitta al petto. Si appiattì ancora di più contro al muro, sentendo l’ansia prendere possesso della sua testa.
- no no no no … - sussurrò, mentre si dondolava piano con la schiena.
Loro lo sanno.
- no
Sanno che sei uno Spaccato.
- NO!.
Hanno allontanato Thomas, o lo avresti ucciso.
- NOO.- urlò Newt, ma l’urlo uscì cos’ soffocato e lamentoso che si fece pena da solo.
Non lo vedi?, sei totalmente fuori di testa.
Il ragazzo si tappò le orecchie con i palmi delle mani e chiuse gli occhi.
Doveva calmarsi.
Se voleva trovare una soluzione a tutto quello, doveva trovare quel barlume di lucidità che gli rimaneva in testa.
E doveva trovare Thomas.
 
Fece per alzarsi, ma proprio in quel momento la porta si aprì con un suono meccanico.
Newt sentì il cuore balzargli in gola.
Era l’Uomo Ratto, tutto ben vestito e pettinato. Sorrideva, anche se era chiaro che lo faceva solo per convenevoli.
 
Con assoluta calma camminò sino al centro della sala , poi incrociò le braccia dietro la schiena e lo squadrò da cima a fondo.
- Ci spiace della sistemazione uhm … scomoda.- disse.
- Ma siamo stati praticamente costretti dato che hai … dato di matto prima.-
 
- Che??.-
Newt si era alzato, anche se la gamba gli faceva ancora più male di prima. Possibile mai che non poteva mai stare dritto e fiero come una persona normale?.
- Io non ricordo assolutamente nulla.- disse con fermezza.
L’Uomo Ratto fece un beve risatina.
- E’ normale. Il nirvana in quelle dosi ha degli effetti collaterali.-
- Spiegati meglio.-
 
- Signor Newton, io – disse l’Uomo Ratto perdendo la pazienza. – non ho tempo ora di spiegarti tutto l’accaduto. Fatto sta che devo avvisarti di una cosa molto importante-
Fece una piccola pausa e lo guardò negli occhi, poi riprese.
- Quello che è successo, lì, nella Zona Bruciata, era totalmente, assolutamente, e irrimediabilmente fuori programma.  Non sarebbe MAI dovuto accadere. Altera i nostri piani, le nostre variabili, i nostri schemi. Per fartela breve, un piccolo, ma grosso sbaglio.-
Newt sentì i pugni stringersi ed aprirsi e il respiro farsi irregolare. Ogni singola fibra del suo corpo voleva smettere di ascoltare quell’uomo e iniziare ad ucciderlo di botte.
Ma non poteva.
Se voleva aiutare Thomas, doveva stare calmo.
 
- Cosa intende fare.- disse con un sussurro.
L’uomo ratto lo guardò intenerito.
 
 
- Signor Newton, ora lei merita un bel pasto caldo e dell’acqua. Le spiegazioni sono rimandate a dopo.-
Così dicendo, L’uomo ratto fece per andarsene, ma Newt gli afferrò il polso e lo tirò ad un centimetro dalla sua faccia, costringendolo a guadarlo negli occhi.
- No tu ora ci lasci andare.- disse.
L’uomo ratto rise.
- Per massimo domattina sarete di nuovo nella zona bruciata, non preoccuparti.-
Detto questo, si liberò dalla presa e lasciò la stanza.
E Newt non poté fare altro che guardare, con le nocche ancora rosse e le lacrime che iniziavano a scorrere sulle sue lacrime.
 
 
 
 
 
Le me:
 
Heylà!. Stavolta sono stata puntuale dai v.v
Allor, mi scuso se il capitolo è un po’ “meh”,  e anche “ma checcazz non avevi promesso un po’ di momenti tranquilli e spensierati? “ eeeehh si, lo avevo promesso . Ma ho un po’ cambiato la storia e il finale.
A proposito, questo è uno degli ultimi capitoli, credo il penultimo , e poi il gran finale lol.
 
Grazie davvero a tutti quelli che continuano a seguire questa fan fiction che come Newt zoppica e perde sangue da tutte le parti XD. E un grazie soprattutto a “the second jumper” che ha creduto in me sin dall’inizio. La newmas is real babeh ;)
 
Okay, mi sto prolungando. Fatemi sapere cosa ne pensate, e a presto <3

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