alpha

di Ale_Milka
(/viewuser.php?uid=321698)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un sospiro in segno di gratitudine ***
Capitolo 2: *** pedofilo ***
Capitolo 3: *** alan ***
Capitolo 4: *** branco ***
Capitolo 5: *** il rito ***
Capitolo 6: *** complotto ***



Capitolo 1
*** Un sospiro in segno di gratitudine ***




Un sospiro insegno di gratitudine.

Finalmente è giunto il momento, sta notte sarà la notte giusta. La madre donatrice fornirà il i giusti dettagli e io potrò portare a termite la missione e andarmene da questa sudicia città dove mi è quasi impossibile respirare aria pulita, avrò un carico in più ma non mi importa.
Mi guardo intorno schifato, tutte quelle persone che corrono e che parlano stando attaccati a degli stupidi aggeggi. Sembrano in ritardo, in ritardo per cosa?
Ovviamente in ritardo per andare a lavorare, stupidi schiavi di banconote.
Sbuffo e guardo l'ora sporgendomi al tavolo di fianco al mio dove un anziano sta tranquillamente bevendo quella strana sostanza chiamata caffè, il suo orologio segna le 16 e io mi ritrovo a stringere i denti.
Manca ancora tanto, ben 3 ore all'apparsa della luna piena, non riesco a nascondere l'ansia. È sempre una cosa nuova per me, anche se sono stato istruito bene fin da piccolo.
Mi alzo dal tavolo lasciando una mancia abbondante, almeno la cameriera con i capelli ridicoli potrà aggiustarsi meglio, sarà la quarta persona con capelli ridicoli che avrò visto da quando sono arrivato qui. Mi avvio lentamente verso le scale della metropolitana, quei veicoli sono davvero comodi. Quando non ti derubano ovviamente.
***
Sarà la decima volta che mi ritrovo a fare questa strada, forse perché non ho nient'altro da fare e la mia ricerca sta giungendo a termine.
Scalcio una pietra e alzo lo sguardo quando noto i cancelli e l'enorme insegna dello zoo di Central Park, vado alle casse per pagare il biglietto e mi precipito dentro. Stessa ripetizione, compro un pacchetto di quegli strani chicchi ingrossati chiamati pop-corn, vado verso la gabbia dei lupi e mi siedo su una panchina li difronte.
I lupi di quello zoo sono ingenui e infantili, ma non è colpa loro. Sono stati strappati via dalla loro vera natura, messi nelle recinzioni e nutriti con del cibo scadente. Dalle poche conversazioni che ho avuto con loro ho capito che gli umani vanno li per "ammirarli", ho riso molto. Non vorrei mai essere al loro posto, in gabbia.
Guardo il lupo più giovane di cui, non ricordo il nome, giocare amorevolmente con la propria compagna. 
Ho un senso di nostalgia, il mio branco mi manca. Ma io sono qui per questo, per loro e per ingrandire il mio potere, è questo che vuole la grande madre e io non sono nessuno per impedirlo. Fin ora non ho incontrato quello che sarà il nuovo membro del branco, mi sfugge sempre ed è in continuo movimento. Non posso fare a meno di ripensare a quando ho iniziato a costruire il mio branco, è stata sempre la luna a guidarmi e ancora oggi mi guida.
Qualcosa o meglio qualcuno interrompe i miei pensieri, è quella stupida ragazzina che mi segue da giorni. Si avvicina fino a fermarsi difronte a me
-posso sedermi?- la guardo dal basso al all'alto, ridicola. Con quei capelli altrettanto ridicoli essendo falsi e quel viso sporco di colori che non dovrebbero essere usati sul proprio corpo, le sorrido fingendomi amichevole. Voglio divertirmi
-certo, siediti pure- mi sposto di poco alla mia destra lasciandole spazio, noto che indossa un vestitino nero, troppo corto. Credo sia di una taglia più piccola, ancora più ridicola e poi con qui così alti ai piedi.
-piacere sono Abigale- mi porge la mano sorridendo, ha i denti sporchi di rosso forse avrebbe dovuto fare più attenzione con quella poltiglia depositata sulle sue labbra. Pena.
Allungo la mano stringendola, senza proferire parola. La guardo negli occhi e non vedo nulla, insipidi e insignificanti. Si accendono quando inizia a scrutarmi, leggo desiderio di passione, voglia di eccitazione. Gli umani sono tutti uguali, cercano solo quello che loro chiamano "sesso". Noi a contrario loro abbiamo più sentimenti, ma perché non accontentarla? 
Allungo una mano e le sfioro una gamba, lei sembra capire e dopo di che ci alziamo diretto non so dove. 
***
Guardo il soffitto sopra di me restando in silenzio e pensando al peccato appena commesso, a come meno di mezzora fa stessi tradendo la mia "compagna". Compagna ma chi vogliamo prendere in giro, sono il solo che lo pensa e non va bene.
Mi alzo facendo cadere le coperte a terra, guardo la ragazza che ormai dorme beatamente, felice lei dunque. Vado verso il bagno e mi chiudo dentro, pronto per farmi una doccia calda così da togliermi quel inutile odore lasciato dall'umana che mi sono scopato. 
Guardo il mio volto allo specchio e ciò che vedo non mi piace, viso pallido forse per la mancanza di nutrizione adeguata, occhiaie che rovinano l'apparenza dei miei occhi verdi. Per non parlare dei miei capelli rossastri tutti in disordine, ma che dico...sono sempre stati così, mi piace tenerli in disordine. In questo luogo oppresso mi fanno sentire libero, il mio corpo sta cambiando per la mancanza di allenamento fisico.
Qualcosa attira la mia attenzione, una macchia rossastra sul bordo giace sul mio collo, la rabbia e il disgusto mi pervade. Ha osato marchiarmi quella lurida, distrattamente mi infilo nella cabina doccia per lavarmi il più velocemente possibile.

Esco dal bagno ancora umido, velocemente mi rivesto non cittadini degli occhi che mi fissano.
-già vai via?- alzo lo sguardo per poi riabbassarlo per fare attenzione nel infilarmi le scarpe
-si- risposta secca, non ho voglia di dilungarmi. L'umana non si merita la mia attenzione
-non so nemmeno il tuo nome- sbuffo e afferrando la giacca esco dalla stanza andando verso l'uscita
-e non lo saprai mai- esco da quella casa in cui non rimetterò mai più piede e che non ricorderò nei prossimi anni.
Di colpo il freddo dell'autunno mi investe, starnutisci di colpo quando lo smog mi passa sotto al naso, che schifo. Così mi ritrovo a vagabondare per le strade e per i vicoli puzzolenti in attesa dell'apparizione, ad un certo punto mi ritrovo difronte a un grande e vecchio edificio. Si sentono degli schiamazzi, gente che ride e urla, leggo l'enorme insegna che risiede sopra il portone 
ORFANOTROFIO COMUNALE.

Da una finestra noto una ragazzina che prega, ha il volto rivolto verso l'alto. La sento
-grazie per avermi fornito questa dimora, spero davvero di trovare una famiglia più in la. Ti ringrazio anche per avermi risparmiata e rivolgo a te le mie preghiere in segno di pace-
E fu in quel momento che accadde, la madre apparse. Bianca splendente, piena ed enorme, indicandomi la prescelta.
Rivolgendo il capo verso la luna ho lasciato uscire un respiro dalla mia bocca, questo ha provocato quel leggero fumo a contatto con il freddo. Ora sta andando verso la perla posta in alto, come segno di gratitudine.



_____________________________________________________
spazio autrice.
questa storia è stata scitta da me, l'ho pubblicata anche su watt pad e mi è stato chiesto di mettrla anche qui.
spero che il primo pezzo vi sia piaciuto e spero che tutto sia andato al meglio visto che non uso efp da molto tempo
fatemi sapere se vi piace

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** pedofilo ***


Per sbaglio faccio cadere una pila di libri guadagnandomi un occhiataccia dalla bibliotecaria, non è colpa mia se sono così stanco che non riesco a ragionare. 
Sono passati tre giorni da quando ho assistito alla scelta della madre, da quel giorno non faccio che pedinare la ragazzina e per ora ho scoperto alcune cose su di lei. Si chiama Addy, ha 14 anni, vive al orfanotrofio visto che i suoi famigliari sono scomparsi dal nulla. Dio, un altro cucciolo da accudire, ma se la luna crede che sia degna di occupare il mio branco allora va bene.
Raccolgo velocemente i libri caduti e mi guardo intorno, sbuffo e impreco mentalmente notando che a causa dell'essermi perso tra i pensieri ho perso la ragazzina e quindi mi tiro fuori dal reparto "horror" iniziando a guardarmi attorno
-signore le serve qualcosa?- la bibliotecaria arriva di soppiatto dietro di me facendomi spaventare, mi rigo di colpo trattando il respiro
-nono, stavo solo cercando il reparto "giallo"- dico la prima cosa che mi viene un mente e per fortuna ho scorto un cartello dove indica che i libri gialli si trovano al piano superiore
-Uh, trovato. Arrivederci- liquido subito la signora anziana e salgo le scale velocemente. Odio le biblioteche, c'è troppo silenzio e il silenzio non mi piace.
D'un tratto mi ritrovo a pensare al rumore sei ruscelli, del vento e dei cervi che sgambettano. Mi manca la mia casa, qui tutto fa schivo ed è meglio che mi muova.
Mi sporgo dalla ringhiera in cerca della testa riccioluta, vago tra gli scaffali assottigliando gli occhi fino a quando non la individuo. Sta uscendo dal portone principale, con fretta scendo le scale creando rumore ad ogni scalino che percorro e appena finisco le scale vado a schiantarmi contro un carrello messo li davanti. Ma chi è l'idiota che l'ha messo li, devo concentrarmi. Lascio perdere i libri caduti e beccandomi lamentele esco dalla struttura, facendo ulteriore casino nello sbattere la porta.
Mi guardo intorno respirando piano, vedo la ragazza camminare allegramente e riprendo a seguirla, mentre una leggera pioggia inizia a scendere. Ripeto, devo sbrigarmi.
Ormai è da un ora che la sto seguendo, prima a Central Park dove sono stato fermato dai poliziotti per controllare i documenti, "stiamo facendo un controllo" si certo, ho per caso l'aspetto di un delinquente? Bha, poi è venuto il turno della metro dove una vecchietta mi ha preso a cazzotti con la borsa, ma che hanno tutti oggi? Bho.
Ora eccoci qui, all'orfanotrofio e dovrebbe essere l'ultima meta. Mi siedo sulla solita panchina e tutto prosegue liscio.
***
-ehy, tu!- di colpo apro gli occhi e mi ritrovo con il volto appiccicato al ferro della panchina, ci metto un po' per mettere a fuoco la situazione, mi guardo attorno e niente. È buono pesto e delle campane in lontananza segnano le nove di sera, mi stiracchio sbadigliando.
-ehi tu!- mi guardo attorno cercando l'emittente di quelle parole, un usignolo rossastro attira la mia attenzione
-si?- lo guardo attentamente, guai in vista?
-Agron ti manda un messaggio- mi alzo di colpo avvicinandomi al ramo su cui l'uccellino è appollaiato
-parla- incrocio le braccia al petto aspettando impaziente
-chiede perché ci stai mettendo troppo, il branco inizia a preoccuparsi- sgrano gli occhi, avevo promesso che sarei tornato entro un mese, sospiro 
-riferisci che ho trovato la persona, solo che la situazione è delicata. Ma si tratta del branco, quindi entro una settimana tornerò- dico ogni parola con decisione, mi gratto la nuca rivolgendo ancora lo sguardo al volatile
-c'è anche un altro messaggio, mandato da Luke- inarco un sopracciglio e sbuffo, luke ha da dire sempre stupidate 
-parla- dico distrattamente mentre mi guardo intorno per vedere se c'è qualcuno nei dintorni. Di colpo l'usignolo prende il volo e si poggia sulla mia spalla
-Sam è irrequieta, forse le manchi troppo o forse non è abituata ad avere il suo uomo così lontano- ho un sussulto, sento le guancia andare a fuoco e qualcosa nello stomaco, poi mi colpisce in pieno il ricordo della scopata con l'umana e sospiro. Deve essere una bugia, lei non...dio mio
-di a luke di non inventarsi balle- sussurro e poi con un gesto liquido il messaggero.
Mi giro sbadigliando e noto una vecchietta che mi fissa sconcertata, alzo una mano salutandola per poi andarmene da li velocemente
-ho bisogno di una bella dormita- sussurro a me stesso ormai sfinito
***

Oggi è il giorno giusto, ne sono sicuro. Esco dal hotel in cui alloggio da quasi un mese fischiettando, sprizzo energia da tutti i pori e ho una buon presentimento sulla prospettiva della giornata, mi fermo a bere un cappuccino. Adoro questo miscuglio zuccheroso, è meglio del caffè che proprio non sopporto.
Arrivato davanti all'orfanotrofio mi appoggio ad un muro aspettando che la futura cucciola esca.
Passa una buona mezz'ora e di colpo vedo uscire una testa riccioluta seguita da un corpo esile, sorriso vedendo la persona a me interessata, viene dalla mia parte e per non farmi notare mi appoggio al muro schiacciandomi contro questo e fingendo di sonnecchiare non attirò l'attenzione, o almeno è quel che penso.

La sto seguendo da troppo tempo e sembra insicura, continua ad andare dritta e non taglia per le solite stradine, mi sto stufando seriamente. Di colpo sparisce dalla mia visuale, accelero il passo e proprio quando passo di fianco ad un vicolo stretto vengo afferrato per la giacca e trascinato nella stradina, con poca forza vengo sbattuto al muro mentre riconosco il volto dell'aggressore
-senti, ora mi sono stancata. Smettila di seguirmi dappertutto- afferro le mano della ragazza e le stringo tra le mie per farle lasciare la presa sulla mia giacca, devo andarci piano.
-Addy, calmati- sussurro mentre la guardo negli occhi, i suoi occhi sono vivi e emanano fuoco. Si, è pronta
-non so chi sei, so solo che sono giorni che mi pedini- afferma decisa, alcune ciocche di ricci bruni le ricadono sul viso, sorrido. È carina..oh andiamo non devo distrarmi
-non ti farò del male, sono qui per aiutarti e portarti a casa tua- mi libero spostandomi dal muro congelato, mi sistemo la giacca un po' stropicciata mentre lei mi guarda assottigliando gli occhi
-pedofilo!- sussurra con durezza, la guardo e mi ci vogliono poco secondi per scoppiare a ridere in una sonora risata, mi tengo la pancia con le mani per le risate. La guardo, è seria e quindi decido di tornare serio anche io 
-te l'ho detto. Sono qui aiutarti- sbuffo mentre scalcio una piccola pietra, la ragazza assume un'espressione curiosa
-aiutarmi? E come?- si sistema i ricci dietro all'orecchio e non posso fare a meno di ridacchiare
-se mi dai l'opportunità di offrirti un caffè potrò raccontarti tutto- allungo una mano verso di lei in segno di pace. Rimane ferma senza ricambiare, è seria
-prima voglio sapere chi sei- ho un sussulto, la sua domanda mi fa tremare. Mi ha sempre fatto questo effetto, mi ricorda il passato. Mi ricorda lei, lei e i suoi modi di fare ormai cambiato. Il mio cuore accelera i battiti, è così. Quando dai tratta di lei, è stata la prima a dirmi chi ero e prima di lei ero solo. Prendo un grande respiro per poi rispondere

-io sono Alan-
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** alan ***


Stringo automaticamente la mano intorno alla tazza ormai tiepida, mentre la risata di quella ragazzina mi assordano le orecchie.
-questa si che è bella, tu un capo branco- mi indica con quel tifino bianco così fragile
-si- sussurro per poi portarmi la tazza alla bocca e bere l'ultimo sorso del cappuccino
-e io sarei stata scelta per entrare a far parte del tuo branco- annuisco lentamente, appoggio la tazza sul tavolo invecchiato. Mi lascio andare sulla sedia di legno altrettanto invecchiata
-si- questo posto mi da la nausea, un piccolo bar che profuma di lavanda misto polvere. Un odore così forte che mi entra nelle narici e mi risveglia lo stomaco, fra poco avrò pure un conato di vomito
-non fai altro che ripetere "si"- sbuffa Addy, picchietta le unghie contro il tavolino di legno facendomi urtare il sistema nervoso
-senti, io ti ho detto questo. Cos'altro vuoi sapere? Ormai il tuo destino è segnato e da come ho capito, tu vuoi una famiglia e io posso dartela- affermo deciso mentre stringo le mani per reprimere il mio nervoso
-voglio sapere tutto, la tua storia e il perché di tutte queste cazzate!- alza la voce facendo girare una coppia nel tavolo di fianco al nostro, faccio una smorfia nel sentire il suo linguaggio volgare e sospiro 
-non sono bugie- di colpo mi alzo lasciando sul tavolo il costo di due cappucci e un cornetto alla crema, mi infilo velocemente la giacca e vado verso l'uscita
-ma ehy! Dove vai?- la sento alzarsi e rincorrermi, dopo essere uscito prendo un respiro di quella che non è di certo aria pulita, ma almeno serve per togliermi dal naso l'orrenda puzza di quella baracca
-che hai?- la ragazza si mette di fianco a me e mi fissa. È bassa rispetto a me, infondo lei non è ancora matura e io avrò il sestuplo della sua età o più, ormai ho perso il conto
-quel posto mi disgusta- sussurro, mi giro verso di lei restando serio
-è così carino e poi c'è odore di lavanda fresca e io amo l'odore della lavanda- alzo gli occhi al cielo, quindi quando sarà sotto l'effetto del morso dovrò sopportare il suo nauseante odore di lavanda, grazie madre per aver scelto quest'umana puzzolente
-dalla tua espressione capisco che l'odore non è di tuo gradimento- perspicace, alzo le spalle e prendo a camminare da una direzione a caso seguito a ruota dal futuro cucciolo 
-che odore vorresti sentire in questo momento?- ma che domanda è? L'odore di casa ovviamente! Muschio, odore di acqua, foglie bagnate, aria pulita e leggera
-molti odori- rispondo senza volermi dilungare e poi che le importa degli odori che piacciono a me
-dai, uno in particolare- mi ritrovo a pensare a un fiore bianco, leggero e così buono da sentire. Donato dalla madre stessa per indicarmi come iniziare il mio viaggio, quell'odore che ora appartiene a una persona
-fiore della luna- di colpo sbuchiamo di fronte a Central park e sorrido, oasi verde in un mare di deserto. Attraverso la strada non curante delle lamentele dei guidatori e delle imprecazioni 
-non esiste un fiore del genere- la sento decisa, con quella voce squillante e fastidiosa
-dici così solo perché non l'hai visto ne sentito e ci sono parecchie cose che tu non hai visto o sentito- 
Gli alberi di quel parco sono in una continua lotta contro l'inquinamento, la maggior parte è malata a causa del aria sporca e del terreno sporco. Stupidi umani che non apprezzano ciò che hanno
-racconta, voglio sapere- supero una panchina iniziando a camminare sul erba leggermente bagnata a causa delle leggere piogge che cadono ogni tanto
-se io ti racconterò tutto, tu non dovrai fare di matto- mi fermo difronte ad un albero maestoso e sano, sorrido sentendo l'aura che emana e l'ossigeno rilasciato dalle sue foglie altrettanto maestose
-lo prometto- si mette di fronte a me facendosi una croce sul cuore. Gli umani e le loro manie dei detti
-bene- ma sposto spingendola con delicatezza alla mia destra e mi vado a sedere sotto all'albero appoggiando la schiena contro il suo tronco, Addy si siede di fronte a me incrociando le gambe
-inizia- ed ecco la mia storia 
-discendo da una lunga stirpe di lupi polari. I lupi polari sono una una specie estinta, o almeno è questo che tutti gli umani pensano. Ma io sono qui e quindi un motivo c'è, questa specie di lupi ha avuto l'onore di ricevere un regalo da parte della luna ovvero nostra madre. Per premiare un branco di lupi che si era spinto troppo a nord fino ad arrivare nel gelido polo nord, in una notte splendente in cui l'aurora boreale aveva raggiunto il culmine della sua bellezza e la luna piena come mai prima di allora, accadde qualcosa di straordinario. 
I lupi si trasformarono in uomini, la luna parlò a loro benedicendoli e facendogli capire che loro erano i possessori della natura. I guardiani.
Il branco imparò a controllare le due sembianze e tutto filò liscio per un lungo periodo- termino ripetendo le parole che mia madre mi raccontava da piccolo
-ma questa è la storia dell'inizio. Io voglio sapere la tua storia- alzo un sopracciglio, questa non si fa gli affari suoi 
-non sono cose che dovrebbero riguardarti- mi sudano le mani e tramano leggermente, io non voglio raccontare la mia storia. Non voglio rivivere il terrore
-oh va bene, allora me ne vado- fa per alzarsi, ma le afferrò il polso con la mano facendola rimettere sull'erba
-no, rimani- se va via, non potrò tornare a casa e il mio branco rischierà di finire
-allora?- mi guarda incitandomi a continuare
-okay, parlerò- sussurro abbassando lo sguardo, prendo un lungo respiro iniziando a parlare
-alla mia famiglia fu assegnato il compito di vegliare sul Nord America, tutto procedeva bene. Ma poi arrivarono gli europei e tutto fu distrutto, venne data la caccia ai lupi. Venimmo sterminati e molto gruppi si trasferirono in quello che ora è il Canada, infatti ora il Canada è diventata la terra di noi lupi.
Quando ero ancora un cucciolo, venni istruito sul mio futuro. Nello sbocciare della mia gioventù, la mia famiglia venne sterminata e io assistetti a tutto, sangue dappertutto e non feci niente per fermare quella condanna. Il periodo dopo lo passai come lupo solitario, vagando per i boschi cercando di sfogare la mia rabbia- smetto di parlare stringendo gli occhi, un dolore fin troppo conosciuto mi pervade il petto. Faccio di tutto per sopprimerlo e riprendo a parlare
-la luna poi mi parlo, mi disse che dovevo iniziare a creare il mio branco e che ci avrei messo tempo, era l'inizio un lungo viaggio che mi avrebbe fatto diventare forte e conosciuto.
Dal quel giorno vagai per le foreste canadesi alla ricerca dei miei compagno ed uno ad uno li trovai- termino il mio racconto, scuoto il capo pensando a tutte le scene che ho tagliato fuori. Non credo sia giusto raccontare troppe cose personali a una ragazzina appena conosciuta, capisco che sarà parte del mio branco ma voglio rimare riservato
-wow- mi fissa a bocca aperta per poi scoppiare a ridere, la guardo sconcertato 
-certo che tu ti sai sballare per bene- dice dopo, un senso di rabbia mi pervade fino a farmi scoppiare
-senti insulsa ragazzina, non ho tempo di star qui a spiegarti e a farti capire che tu fai parte di qualcosa di più grande. Tu verrai con me!- affermo deciso alzandomi e avvicinandomi di più a lei
-senti il potere della luna scorrerti tra le vene? ti senti diversa dagli altri? Senti di non appartenere a questo
Posto?- la guardo negli occhi mentre lei esita e questa è una risposta più che sufficiente
-mettiamo che ti credo, cosa dovrei fare. Dove dovremmo andare?- si alza stando a pochi centimetri da me
-dal mio branco, nella tua vera casa-

***

Guardo il soffitto sopra di me sospirando, la mia missione è terminata. Ora mi aspetta il viaggio di ritorno. 
Chiudo gli occhi cadendo in un sonno profondo essendo troppo stanco a causa della giornata pesante

È come un lampo, mi ritrovo tra gli alberi nella mia forma animale. Vago tra i boschi guidato da una forza maggiore dalla mia e poi la vedo.
In mezzo a un prato circondato da lunghi pini che emano un odore fresco, giace seduta una ragazza. Di quella che dovrebbe essere la mia età umana, ha lunghi capelli neri e un viso pallido. Sta raccogliendo dei fiori bianchi, sono fuori che non ho mai visto prima e che mi ricordano l'odore della madre.
Sbucando dal cespuglio mi avvicino con cautela, schiaccio un ramo e questo crea un rumore sottile, ma abbastanza alto da far girare la ragazza. Mi sorride, appoggia i fiori in un cestino e inizia a parlare
-eccoti qui, ti stavo aspettando- qualcosa in me si accende e velocemente vado da lei, mi strofino addosso lei in segno d'affetto e anche per darle il mio odore così che nessuno più potrà portarla via da me
-sai, credo di aver trovato il nome giusto per te- passa una mano tra il mio pelo rossastro facendomi tremare, ha le mani così soffici. Mi accarezza leggermente e io mi accuccio di fianco a lei beandomi del suo tocco.
-tu sei Alan-

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** branco ***


Il ginocchio trema mentre guardo fuori dal finestrino, una voce metallica annuncia che l'aereo sta per partire
-sei agitato- la voce di Addy mi risveglia da una trans
-come?- mi giro a guardarla, inarco un sopracciglio per poi sbuffare
-hai paura di volare?- mi guarda negli occhi, distolgo lo sguardo e lo poso sul mio ginocchio tremolante 
-non proprio, sono queste macchine infernali che mi mettono ansia. Ma meglio che andare a piedi- accenno una risata e blocco il ginocchio, un'hostess passa di fianco ai nostri sedili e chiede se abbiamo bisogno di qualcosa. Scuotiamo entrambi il capo e la liquidiamo in fretta
-non vedi l'ora di tornare dal tuo branco?- quante domande, annuisco senza proferire parola
-ripetimi come sei riuscito a procurarmi un passaporto falso- mi curda curiosa, è tutto il giorno che continua a parlare e non la smette più
-conoscenze- la sento sbuffare, inclini il capo e guardando con la coda dell'occhio noto che si sta infilando due aggeggi nelle orecchie, questi sono collegati a una scatoletta di plastica
-musica- dice, come se non sapessi di cosa si tratta. Ovviamente la musica che ascolto io è il suono che la natura produce e non quelle voci rumorose che spaccano i timpani.
L'aereo parte, diretto verso il Canada. I prossimi giorni saranno durissimi, tra l'addestramento di Addy, i comunicati degli altri branchi e la preparazione all'inverso. Dio sento che esploderò.
Il branco di inverno migra in Alaska, sia per fare un giro di pattuglia e sia per la grande riunione a cui partecipano tutti e cinque i branchi rimasti nell'America. 
Quest'anno ci ospiterà il branco albino, un branco composto da grandi lupi chiari e antichi. Loro sono dei fanatici delle regole e rispettano tutti i riti antichi e nuovi.
Due branchi verranno dal sud America, vivono nella foresta dell'amazzonica. Li dettano regole agli altri animali e lottano contro la deforestazione, li ammiro molto devo ammetterlo.
In fine gli ultimi due branchi sono del Canada, tra cui il mio branco e il branco nero. 
Il branco nero è il più spietato, non ammette sbagli o intralci, non mi stanno particolarmente simpatici. Anzi c'è odio profondo tra me e il loro capo branco, fin da quando ero agli inizi del formare il mio branco, noi condividiamo il suolo e il Canada conta si di noi.
Poi bhe, c'è il mio branco che è il meno numeroso. Siamo solo 7 compresa Addy, ormai la conto dentro, due gemelli ancora troppo cuccioli, Dylan e Bryan. Poi c'è il mio vice Agron, un uomo che stimo molto e forse il più maturo del branco. Affianco a lui c'è Luke un ragazzone enorme, il suo scopo principale è il cibo seguito dall'accaparrarsi le femmine migliori e che dire è un idiota. In fine c'è la mia prima recluta, colei che seguirei fino in capo al mondo con il suo odore irresistibile e ora dovrei asciugarmi la bava perché quando si tratta di Samantha mi accendo tutto fino a perdere la testa, l'unico problema è che mi intimorisce e ogni volta che vorrei starle vicino mi blocco restando ai dovuti limiti.
Questo è il mio branco, la mia famiglia.

***

Addy è impaziente di incontrare il nuovo branco, da cosa l'ho notato? Bhe, quando l'aereo è atterrato lei mi ha svegliato di colpo iniziando a parlare velocemente e giuro che le avrei staccato la lingua a morsi, ma mi sono contenuto.
Ora siamo in un taxi diretti verso un paesino tra i boschi chiamato Grill Hede, nei periodo della caccia il branco utilizza una baita situata a pochi metri del paesino come casa di riparo. 
Arrivati al paesino pago il taxista e mi metto sulle spalle il mio unico bagaglio ovvero una sacca mal ridotta
-eccoci qui- sussurro, Addy guarda sconcertata la situazione. Forse perché siamo fermi davanti a un parcheggio dove al centro risiede un vecchietto insieme alla sua capra ormai sul punto di morte
-e voi abitate in questo paesino morto?- mi guarda con le sopracciglia alzate mentre con le mani gesticola, accenno un sorriso 
-solo in alcuni periodi, ora muoviamoci- inizio a camminare andando verso dei negozi, arrivato li vicino dico
-ora, dobbiamo parlare con lo sceriffo. Lui è a conoscenza dei fatti, quindi va informato- vado verso l'insegna che indica il centro di polizia e apro la porta a Addy
-prego, prima le donne- annuisco convinto e Addy mi alza il dito medio entrando nel edificio
-Jerry sono tornato!- urlo mentre mi chiudo la porta alle spalle, un anziano dietro una scrivania vecchia quanto lui smette di leggere il giornale e mi squadra da capo a piedi
-guai in vista- alza gli occhi al cielo e si alza venendomi incontro, incrocia le braccia al petto
-un mese eh- alzo le spalle nel sentire le sue parole
-ora sono qui e lei è Addy- spingo Addy verso lo sceriffo che la guarda sorridendo
-carissima, prova solo a storcere un pelo al bestiame e non ci impiegherò niente a conficcarti una pallottola intesta- trattengo una risata mentre la ragazza deglutisce e inizia a tremare.
-bene e dopo questo saluto, credo che sia arrivato il momento di presentare il branco alla cucciola- marco sull'ultima parola e la piccolina mi fulmina con lo sguardo.
Usciamo dal centro di polizia e inizio a frugare nelle tasche della giacca, tiro fuori un paio di chiavi e vado verso una moto nera e rossa splendente
-io non ci salgo su quella- protesta Addy, non ascoltandola mi infilo un casco che prima era appoggiato sul manico 
-muoviti- mi carico sulla moto controllando che ci sia benzina
-non hai neanche un altro casco- dice battendo i piedi a terra, alzo gli occhi al cielo 
-senti, allora fatti la strada a piedi. Ma non lamentarti se poi si fa buio e i lupi veri, quelli senza cervello evoluto, ti sbraneranno- detto questo la novellina non fa più storie e sale sulla moto. Metto in moto e parto accelerando, sento Addy stringersi a me e scoppio a ridere
-stronzo- sussurra a bassa voce, ma il mio udito sviluppato sente tutto e allora aumento di più la velocità.
Parcheggio nel giardino della casa a due piano e aspetto che la ragazza si stacchi
-ora puoi scendere eh- Addy stregandole le mani sugli occhi scende dalla moto e guarda la casa
-carina- sorride e si sistema i vestiti
-già- vado verso la veranda e salgo gli scalini prima di entrare in casa mi giro 
-dai muoviti, non ti sbraniamo mica- rido sonoramente per poi entrare in casa
-gente sono tornato!- mi tolgo la giacca lanciandola sull'appendi abiti e mi ritrovo davanti un Agron tutto arrabbiato
-Alan per tutti i conigli del bosco, che fine hai fatto!- urla incrociando le braccia al petto
-ero a convincere la nostra nuova recluta- mi difendo, Agron guarda dietro di me e il suo sguardo si addolcisce. Mi giro anche io e vedo Addy sul ciglio nella porta, è in imbarazzo e trema
-cos'è tutto questo baccano?- ci giriamo tutti verso le scale e un luke muscoloso con solo un'asciugamano alla vita ci fissa
-dio mio luke, così spaventi i cuccioli- affermo coprendomi gli occhi con le mani
-ma smettila, mi sei mancato- afferma scendendo definitivamente le scale
-chi è quella bella femmina che si nasconde- dice riferendosi alla ragazza sul ciglio della porta
-non la spaventare- dico e poi vengo avvolto tra le braccia umide di Luke
-bastardo finalmente a casa- iniziamo a giocare facendo finta di fare a pugni, veniamo interrotto da un piccolo urlo di Addy che viene spinta in casa
-signorina, stava occupando la porta- i gemelli entrano in casa. Piccoli e vivaci come sempre 
-questa è la nostra nuova sorellina, che carina!- si battono il pugno a vicenda e iniziano a girare intorno alla ragazza annusandola
-bene, manca solo un altra persona- afferma Agron, mi guardo intorno e nessuna traccia di Samantha, non sento neppure il suo odore 
-dov'è?- chiedo tornando serio, di colpo i gemelli si avvicinano a me 
-noi sappiamo dov'è, ma vogliamo qualcosa in cambio- le due pesti si dondolano suo talloni con un ghigno sul volto
-Agron vi caccerà il coniglio migliore della sua vita, ora parlata- affermo, mi abbasso al loro livello
-si parlate, Alan vuole rimarcare il territorio- una risata fastidiosa investe il mio udito e di colpo tiro un pugno a Luke colpendolo alla gamba. Lo fulmino con lo sguardo e lui si massaggia la parte dolente
-è nel bosco, sul grande masso. Sta lo da giorni a guardare il cielo- annuiscono insieme, poso lo sguardo su Agron che annuisce anche lui
-Mortisia è depressa- sussurra Luke al orecchio di Addy che mi guarda preoccupata
-torno subito, voi fate ambientare Addy e Agron la affido a te- dico mentre Luke si passa una mano tra i capelli bagnati
-antipatico- sussurra il ragazzone.
Esco dalla porta sul retro andando verso il bosco, prendo lunghi respiri e assumo la mia forma animale iniziando a correre nel bosco. 
Quando sono in forma animale ho il pelo rossastro quasi marrone e la coda lunga, il pelo è morbido e medio come lunghezza.
Rallento iniziando a camminare, il bosco è silenzioso e dal mio muso esce il respiro che diventa fumo a causa del calore e del freddo dell'aria. Mi fermo davanti ad un enorme masso rotondo e bombato, la vedo. Mi da le spalle, ma sono sicuro che mi sente.
Un lupo altezzoso e bianco come la neve sta a pochi metri da me, il suo profumo mi riempie le narici fino al cervello. Si gira e piano si avvicina a me. Ora siamo uno di fronte all'altro, non so che fare, lei è così bella e io sembro un idiota. Inizia a girarmi intorno e ad annusarmi
-Samantha- sussurro in quel linguaggio che solo animali capiscono, lei ritorna di fronte a me, adesso sono io che mi avvicino. Sfrego il muro contro il suo, lei esita e io scendo,sempre con il muso, tra il suo pelo 
-Alan- la sento e sento pure il mio cuore battere forte, le mi lecca il pelo in segno d'affetto e sento che sto per scoppiare. Si allontana per poi iniziare a correre verso casa.
***

Più tardi quando rientro a casa, dopo essermi concesso una corsa tra i boschi e aver indossato di nuovo i miei vestiti, entro in casa e trovo tutto il branco seduto nel soggiorno intorno al camino. Stanno parlando con Addy, la stanno accogliendo e io mi aggiungo a loro. 
Finalmente sono tornato a casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** il rito ***


Di scatto apro gli occhi, un profumo di erba tagliata mi sveglia di colpo. Mi alzo con il busto guardandomi intorno, sono a casa, nel mio letto comodo e caldo.
Guardo il piumone che ora lascia scoperto il mio petto nudo, giro il capo guardando di fianco e a me. Non c'è nessuno, eppure stanotte mi sono sentito avvolgere tra due braccia ed ero così comodo e in pace tra queste. Decido di alzarmi, mi stiracchio facendo scroccare le dita e il collo. Ignoro il freddo ed esco dalla mia stanza, restando in boxer, la luce entra dalla finestra del corridoi illuminando la mia strada. Nessun rumore, forse stanno dormendo tutti, scendo al piano piano di sotto e per poco non mi becco una brioche in testa
-che sta succedendo?!- urlo entrando in cucina, tutti si fermano. Luke mi guarda mentre tiene in mano una padella, Addy resta con il braccio alzato e nella mano impugna un altra brioche
-ma cosa...- sposto lo sguardo su Agron, lui scuote il capo sospirando
-Luke?- domando posando ancora lo sguardo sul ragazzo 
-uhm...Addy, mi stava mostrando come praticare il baseball. Solo che non abbiamo ne mazze ne palle, o per lo meno utilizzabili eh- scuoto il capo rivolgendomi a Addy, lei esita per poi parlare
-il signorino qui presente, ci stava provando con me- guardo con la coda dell'occhio Luke e lo fulmino, ringhio e poi mi avvicino a loro
-Luke, sei senza speranze! Non è ancora stata morsa e tu già cerchi di marchiare il territorio- lui si allontana alzando le mani in segno di difesa
-non è vero, volevo solo essere carino e poi è carina- afferma, dio peggio di un adolescente
-grazie, Mr. Rincitrullito- afferma Addy 
-come mi hai chiamato?!- adesso Luke si sta avvicinando a Addy, mi porto una mano sul viso e scuoto il capo
-iniziamo bene la giornata- sussurro più a me che agli altri. Guardo Addy e Luke che iniziano a bisticciare, peggio di una coppia isterica 
-i gemelli?- guardo Agron e lui smette di leggere una rivista per degnarmi della sua attenzione 
-con Samantha, lezione di mimetizzazione- alza le spalle per poi tornare a leggere. Il mio sistema nervoso fa crack, stringo i pugni nel trattenermi.
Sono io che mi occupo dell'allevamento dei cuccioli, va bene che sono stato via per un po'. Ma è un mio compito e qualcuno le sentirà su.
Esco dalla porta sul retro, non perdo tempo e muto la mia forma. Inizio a camminare e sento qualcosa tirami la rampa, mi giro e sbuffo notando che ho i boxer incastrati in una zampa, con un gesto li strappo e inizio a correre cercando o gemelli e Sam.
È da mezz'ora che giro e niente, nessun odore e mi sto veramente arrabbiando. Sento dei rumori provenire da dietro un cespuglio, mi avvicino con cautela cercando di non farmi sentire, di colpo vengo investito da due corpi non tanto forti che mi bloccano e ridacchiano soddisfatti
-beccato!- afferma il lupachiotto più chiaro e l'altro come risposta ulula soddisfatto. Ah i gemelli
-dai spostatevi!- affermo- cercando di restare serio e di non cedere, loro mi guardano e poi si affrettano a spostarsi da sopra di me
-scusa Alan- si mettono seduti e ben composto mentre mi guardano, riesco a scorgere le loro code che continuano a scodinzolare e a muovere le foglie secche 
-che stavate facendo?- chiedo a loro mentre prendo a girare intorno a loro, ora il loro odore si sente ed è anche forte
-ti stavamo pedinando, da quando sei entrato nel bosco- annuiscono convinti e all'improvviso il lupo con il pelo più scuro colpisce suo fratello e questo da il via a una lotta amichevole. I soliti
-Mh, sapete dov'è Samantha?- sussurro, ma è come se non ci fossi e loro continuano la lotta, all'improvviso mi sento come fissato e sott'occhio. Mi giro ed eccola, maestosa come sempre. Accucciata sopra un cumulo d'erba che mi fissa, mi avvicino a lei
-Samantha, avresti dovuto chiedermelo- mi guarda tendo il muso appoggiato sulle zampe, il mio cuore ha fremito. No, Alan devi resistere, sii l'Alpha giusto
-dormivi- si alza stirandosi e sbadigliando, mi si avvicina e inizia a strusciarsi contro di me
-facendo così non migliori la situazione, fai parte di un branco e io detto le regole- stringo i denti quando sento il suo muso vicino all'orecchio 
-non stavo facendo niente di male- si allontana portando una scia di profumo con se, mi guarda con la coda dell'occhio e poi di scatto inizia a correre. Io la prendo come una gara, inizio a correre andandole dietro 
-non mi piace quando scappi o ti allontani troppo, poi non posso più sentire il tuo profumo- dico sapendo che lei può sentirmi
-il mio odore lo senti solo tu- la vedo saltare sopra un tronco ricoperto di muschio per poi fermarsi e girarsi a guardarmi, il rallento fino a restarle difronte
-perché ormai mi appartiene- sussurro, lei mie guarda negli occhi e di colpo non sento più il suo odore. 
-se ne sei convinto- si piega inclinando il capo e ritorna nella sua forma umana. È come la prima volta che la vidi, capelli corvini ondulati fino ai fianchi, carnagione chiara e occhi grigi. I capelli le ricoprono la parte davanti e nuda del corpo, si avvicina lentamente e quando è proprio di fronte a me si abbassa iniziando ad accarezzarmi
-forse sei tu che appartieni a me- allontana la mano e va via mentre io rimango fermo e senza parole. Quanti ricordi e sono così vivi.

****

Saranno le dieci di sera, tutti sono nelle loro stanze mentre io sto leggendo le lettere che il gran consiglio mi ha inviato durante la giornata di oggi

"Caro Alpha Alan,
Le comunichiamo che le spese da lei effettuate durante la sua trasferta sono state saldate correttamente del nostro team. Come sa, abbiamo persone al nostro servizio sparse per tutto il mondo, loro controllano lo svolgimento e l'andata dei branchi, il suo viaggio è iniziato e si è concluso al meglio.
Ora passando ad altri fatti, il concilio che comprende la convocazione dei branchi residenti nell'intera America, è stato posticipato e si terrà non fra un mese, ma ben si tra venti giorni. Speriamo che questo non le comporti danni con la scala di marcia, ma visto che lei si trova più vicino rispetto agli altri branchi, questo comporta meno tempo nello spostamento, abbiamo preferito avvertirla ora. Ovviamente in caso di disagi o problemi, non tardi a scriverci.
Le auguriamo buon viaggio e buona fortuna.
Cordiali saluti
Abram McGrey.

Ps: diamo il benvenuto al vostro nuovo membro e le ricordiamo che per la data stabilità del ritrovo e per tutta la durata del concilio, il nuovo membro deve tenere un comportamento adeguato e non deve perdere il controllo.
Nel caso che lei non abbia ancora effettuato il rito di trasformazione, le consigliamo di non aspettare altro tempo e se è possibile, di svolgere il dovere domani stesso.
Porga i miei personali e sentiti saluti alla signora Samantha Collins."

Questo si che è un problema, l'allevamento dei gemelli non è del tutto completato e in più si aggiunge anche Addy, i tempi sono stretti e devo sbrigarmi.
Rileggo velocemente la lettera e stringo i pugni quando rileggo "Porga i miei personali e sentiti saluti alla signorina Samantha Collins" ha usato il singolare quel bastardo, come se non ricordo le sue avance per Samantha per convincerla ad entrare nel consiglio. Tze, col cavolo che riferisco questo.
Ora passiamo ad altro, lascio la lettera sul tavolo e mi affretto a salire al piano di sopra. Busso alla porta di Samantha, un compromesso si potrebbe trovare.
Sam apre la porta, indossa un pigiama bianco pallido e ha i capelli legati in una traccia
-ero venuto a chiederti se per i prossimi giorni, potevi occuparti tu dei gemelli- dico tutto ad un fiato, lei mi sorride e richiude la porta. Sempre la solita asociale, dio.
Cammino verso quella che ora è diventata la camera di Addy e busso, sento un piccolo "Avanti" provenire dall'interno della stanza ed entro. La ragazzina è nel letto tra le coperte e stava leggendo a quanto pare, non curante di chiedere il permesso mi avvicino al letto e mi ci butto sopra
-a con comodo eh- ridacchia per poi sistemarsi il cuscino dietro alla testa
-ero venuto ad avvisati che domani, ti terra il tuo rito di passaggio- affermò diventando serio, lei si gira a guardami e percepisco un velo di paura nei suoi occhi
-tranquilla, farà male..ma sarà breve- la sento agitarsi ancora di più, bella mossa eh
-farò piano lo prometto- mi faccio una croce sul cuore ripensando a pochi giorni prima quando erano a central park, lei sorride e di colpo mi tira un cuscino intesta. Così inizia la battaglia tra me e lei.

***

È tutto pronto, siamo arrivati in cima a una collinetta da cui si vede la luna in tutta la sua bellezza. Addy è un po' tesa e mentre Luke cerca di accendere un fuoco, io mi avvicino alla ragazzina
-tieni, è per te- le porgo un mazzetto di lavanda, lei lo guarda stranita e non capendo
-nel momento del passaggio dovrai stringerlo forte, la sua assenza assumerà le tue sembianze e diventerà il tuo odore- lei sorride annusando la pianta, io mi allontano e tutto il resto del gruppo si mette a cerchio intorno a lei. 
È come se una musica si svegliasse, tamburi che battono forti, il fuoco che schiocca dettando il ritmo e la cenere che viene trasportata dal vento e in fine la luna che ci guarda fiera del lavoro predetto.
Ora tutto il branco è nella forma animale, me compreso. Il cerchio si allarga e si crea una fessura per permettermi di entrare, appena dentro, il cerchio si richiude e come una forza ci lega tutti insieme e non si spezzerà finché il gesto non sarà compiuto.
Io mi avvicino a Addy, lei ha gli occhi chiusi.
E poi succede, il mio morso agisce e come un polpo tutto si spegne, il fuoco e la luna è come scomparsa. Il silenzio lascia spazio alla natura, i cui i suoni riprendono quella festa continua che avviene ogni notte, le lucciole si accendono tra noi e Addy è nella sua forma animale. Ha il pelo castano scuro e gli occhi del medesimo colore, tutti la guardano per studiare il suo corpo e per memorizzarlo. Non perdo tempo e parlo
-Addy apri gli occhi e guarda il mondo in modo diverso, ascolta ogni dettaglio e vivi ogni attimo. Ora tu sei come noi, guardiana della natura e fai parte di questo branco- lei apre gli occhi e si guarda intorno per poi guardarsi le zampe, poi porta lo sguardo su di me
-è come se fossi rinata- afferma lei, io come risposta alzo il muso verso l'alto e ululo chiamando la madre. Gli altri mi seguono e dopo di me ululano verso il cielo, poi un nuovo ululato si aggiunge e il nuovo membro chiama la sua nuova madre.
Lei compare, le nuvole spariscono e lei ci osserva. Noi iniziamo una sorta di danza tra le lucciole e per tutta la notte non facciamo che ululare, in quella che è la festa di terminazione del sacro rito di benvenuto.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** complotto ***


Guaisco di colpo quando finisco nell'acqua gelida, la risata di Addy mi colpisce e io come risposta le schizzo l'acqua addosso
-è fredda!- afferma lei, scuote il pelo più volte, mi alzo facendo gocciolare il mio pelo ormai fradicio.
L'istruzione di Addy sta andando per il meglio, in due giorni è riuscita a controllare le trasformazioni e a sviluppare un buon udito. Ora, svolgiamo una lezione sul fiuto e deve saper riconoscere i vari odori 
-tu profumi di muschio, neve fredda e erba- sussurra annuendo soddisfatta, io la spintono
-la neve fredda non profuma- dico per poi iniziare a correre verso la collinetta da cui si scorge un cumulo di cenere
-ti faccio vedere il percorso che faremo tra diversi giorni- urlo mentre continuo a correre seguito dalla cucciola.
Arriviamo in cima alla collina, guardo il panorama limitato e sorrido. Addy sposta alcuni tronchi bruciato e si mette di fianco a me. 
-attraverseremo le montagne ghiacciate e passeremo dallo "stretto senza regole"- indico il percorso con il muso e Addy guarda attentamente 
-non si potrebbe andare in aereo?- domanda per poi accucciarsi sull'erba umida
-no. L'incontro va fatto seguendo le regole e noi le seguiremo, poi è questione anche di orgoglio- la guardo e avvicino il muso al suo pelo, lo strofino contro come segno di incoraggiamento 
-e cosa sarebbe lo "stretto senza regole"?- leggo un filo di paura nei suoi occhi, mi butto a terra iniziando a rotolarmi per rallegrale la situazione
-diciamo che è un luogo gelido, in cui non ci sono regole e tutti possono fare ciò che vogliono- adesso mi guarda con occhi seri
-no, guarda pensavo che si trattasse di un luogo solare e affettuoso. Il nome dice qualcosa Alan- annuisce mentre mi guarda e io per gioco gli mordo una zampa, lei si alza e corre via ridendo. La seguo.
Freno di colpo ritrovandomi tra i pini pieni, sono nel mezzo del bosco. Percepisco una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse osservando e un brutto presentimento mi invade il cervello e l'anima.
Sento un rumore di foglie e rami spezzati, poi di colpo un aquila reale spunta fuori da un enorme abete. Forse sarà stata disturbata dagli scoiattoli che stanno provvedendo alle provviste per questo inverno, ma nel profondo so che quel volatile non si trovava li per caso e una luce brillava in quei occhi neri.
-Addy torniamo a casa- sussurro sapendo che lei, ovunque sia può sentire la voce del suo Alpha.
***

Tra le montagne fredde, nella bianca Alaska nascosti in una grotta si celavano dei meschini personaggi. Stavano complottando, contro il più onesto rimasto in quel mondo che ormai stava andando in frantumi
-ne è sicuro signore?- parla il lupo con il mando grigio e bianco, un lupo nato dall'unione tra diversi branchi
-non mi sbaglio mai e mai mi sono sbagliato- afferma l'enorme corpo con un pelo bianco candido e due occhi azzurri penetranti
-lo sciacallo cos'ha detto prima di decedere?- ribatte il grigio 
-che sarà la nostra fine se non agiamo in fretta!- una scintilla investe il bianco mentre guarda il corpo del coyote, ucciso da lui stesso, inerme sul terreno della caverna. Tutto tace, si sentono solo alcune gocce create dalle stalattiti presenti in quel luogo.
Un lupo con il manto castano chiaro entra nella grotta
-signori, mi dispiace interrompervi, ma il messaggero è tornato- sussurra con voce tremolante
-lo faccia entrare- il lupo grigio guarda senza sentimento, colui che è il suo servitore
-subito- dopo di che, in meno tempo di quanto immaginassero i due, un'aquila reale fa il suo ingresso nell'incavo naturale
-Zaffir, parla!- un ringhio tuona nella caverna, il bianco si sta inghiaiando parecchio
-miei signori, il secondo branco canadese ha accettato l'incarico- l'aquila si va a posare lungo la schiena del manto bianco
-ebbene, tutto procede al meglio!- il corpo con l'aquila addosso si muove cautamente verso la fine della caverna.
-se abbiamo così poco tempo, perché non agire prima del raduno?- il lupo grigio avanza verso il suo "fedele" compagno
-per non destare sospetti mio caro, poi quel momento sarà perfetto. Secondo lei perché ho voluto anticipare la data del concilio?- il grande lupo gira lo sguardo verso il suo amico
-forse per affrettare le cose?- risponde subito dopo l'amico
-affatto, la luna in quel periodo sarà assente siccome il suo ciclo terminerà. Quindi la nostra vittima si troverà scoperta- afferma l'anziano guardando le incisioni sui muri che indicano segni di lotta antica
-e se falliranno?- 
-abbiamo la nostra arma segreta, colei che non sa neanche di esserlo- afferma il bianco candido
-ma come fai ad essere sicuro che lei tradirà il suo compagno?- ormai il grigio ha raggiunto l'altro lupo
-l'ingegneria umana fa davvero miracoli. Zaffir, come sta andando il branco?- ormai si cambia discorso come un batter di ciglia, tutto è preparato e tutto è predetto. O forse no
-sono tranquilli, niente sospetti- l'aquila accovacciata tra le ali per riparai dal freddo risponde al suo padrone.
-perfetto..ah Zaffir, il corpo del coyote è un dono da parte mia- sussurra dopo di che il bianco, subito il volatile si precipita sul corpo senza vita e inizia a cibarsi.
Mentre i due lupi, il grigio e il bianco, continuano a parlare del complotto, una risata silenziosa invade la caverna. Lo spirito dello sciacallo che fin ora ha osservato tutto ride, perché quei due non sono a conoscenza di tutta la profezie e non verrano mai a sapere il resto. Perché la verità è morta insieme al suo possessore

***
Guardo il soffitto della mia stanza mentre Samantha sonnecchia appoggiata contro il mio petto nudo. Non lo sento, non sento il suo odore e questo mi da fastidio. 
Mi muovo leggermente, lei alza lo sguardo e io mi perdo in quei occhi grigi, profondi
-fallo ritornare- sussurro solo, lei sorride e di colpo lo sento. Quel adorato profumo, respiro a pieni polmoni quel odore piacevole 
-e così solo io lo riesco a sentire?- la guardo mentre trattengo una risata, lei come risposta nasconde il viso all'incavo del mio collo.
-ah..vorrei sapere cosa ti passa per la testa- mi morde piano un lembo di pelle, poi allunga la mano. Mi sfiora un pezzo di pelle, si alza di colpo e io la guardo stranita
-cosa c'è?- sento la rabbia invaderla, accendo la piccola lampada sul comodino. Lei indica un segno sulla mia pelle e io capisco. Il succhio di quando ero a New York..oh ma andiamo, è una sciocchezza
-Sam..non è niente, non arrabbiarti!- dico, lei si toglie da sotto le coperte e con solo la maglietta del pigiama addosso esce dalla stanza sbattendo la porta dietro di se.
Sbuffo, lasciandomi andare sul letto. Dio mio, come se fosse una cosa grave e non siamo neanche una coppia, cioè questo è quello che credo io.
Mi giro a pancia in giù sentendo ancora l'odore della ragazza, pian piano mi addormento sentendo un peso allo stomaco. Come se qualcosa non andasse.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2924497