Il Draco della porta accanto.

di Sarugaki145
(/viewuser.php?uid=47256)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Encounters. ***
Capitolo 2: *** Thought. ***
Capitolo 3: *** Exhaustion. ***
Capitolo 4: *** Sorry. ***
Capitolo 5: *** Learn. ***
Capitolo 6: *** Washing Machine. ***
Capitolo 7: *** Shopping. ***
Capitolo 8: *** Ravine. ***
Capitolo 9: *** Ghosts. ***
Capitolo 10: *** Surprise. ***
Capitolo 11: *** Normality. ***
Capitolo 12: *** Dirty. ***
Capitolo 13: *** Confidence. ***
Capitolo 14: *** Questions. ***
Capitolo 15: *** Forget. ***
Capitolo 16: *** Gossip. ***
Capitolo 17: *** Mother. ***
Capitolo 18: *** Jealousy. ***
Capitolo 19: *** Sex. ***
Capitolo 20: *** Kiss. ***
Capitolo 21: *** Hug. ***
Capitolo 22: *** Sea. ***
Capitolo 23: *** Night. ***
Capitolo 24: *** Basket. ***
Capitolo 25: *** Crack. ***
Capitolo 26: *** Encounters, again. ***
Capitolo 27: *** Cowardly. ***
Capitolo 28: *** Cleaning. ***
Capitolo 29: *** Suspect. ***
Capitolo 30: *** Memories. ***
Capitolo 31: *** Whack. ***
Capitolo 32: *** Treason. ***
Capitolo 33: *** Love. ***



Capitolo 1
*** Encounters. ***


A volte l’orgoglio uccide, l’orgoglio frega, l’orgoglio distrugge.
Si, l’orgoglio distrugge inesorabilmente perché esistono persone come Draco Malfoy che resteranno sempre incatenate a quell’orgoglio che fa straziare l’anima.
 
Quel giorno disse addio a quella donna che per quel breve periodo aveva cambiato la sua vita, che l’aveva reso felice.
La causa di quell’addio fu il suo orgoglio. Perché l’orgoglio non è sempre qualcosa di buono.
 
Mise a tacere quel urlo straziante del suo cuore con una risata quasi isterica, rabbiosa. Lui era un Malfoy e aveva vinto anche questa volta. Aveva fatto sua quella donna, l’aveva fatta innamorare di lui e ora l’aveva lasciata, distrutta, ferita. Era uscito dalla sua vita con quel suo sorriso strafottente, che lo faceva sentire superiore a quel mondo pieno di sentimenti.  Perché lui era superiore, lui era un purosangue, non era una feccia come tanti altri. Faceva parte dell’élite del mondo magico, quella che poteva decidere dei sentimenti altrui.
E quell’urlo non si presentò più alle sue orecchie. Perché lui era Draco Lucius Malfoy, perché lui era un purosangue che non si sarebbe mai mischiato seriamente con qualcuno di sporco come quella ragazzina.
 

Il Draco della porta accanto.

Encounters.
 
L'uomo è nato per tradire il proprio destino.
- Paulo Coelho
 
 
Era una classica mattinata uggiosa a Londra, tipicamente autunnale, mentre i gradi lentamente diminuivano e ci si avvicinava lentamente all’inverno e un sole pallido, piazzato li nel cielo, senza produrre calore e rendere meno grigia quella giornata, faceva presagire l’inverno imminente.
 
L’autunno aveva travolto la capitale britannica in pochi giorni, rendendo il cambio di stagione improvviso ancora più traumatico per alcuni.
 
Le foglie erano ingiallite e iniziavano ad occupare i bordi delle strade, sospinte da una brezza sempre più fredda.
 
Fu forse per un po’ di calore che un ragazzo alto e pallido entrò in un bar e si accomodò in un tavolino appartato, guardando freddamente gli altri clienti. Aprì il menù pigramente e si mise a sfogliarlo alla ricerca di una colazione che lo aggradasse, con una calma quasi snervante.
 
Una cameriera dai lunghi capelli castani leggermente crespi si avvicinò al ragazzo, chiedendo con voce squillante e un sorriso un po’ tirato:
 
-Buongiorno! Vuole ordinare?-
 
Il ragazzo, che aveva corti capelli biondi accuratamente pettinati all’indietro, rispose senza alzare gli occhi dal foglio di carta con aria annoiata e ordinò semplicemente un cappuccino e una brioches al cioccolato, non essendo sicuro di riuscire a digerire uova e bacon quella mattina.
 
La cameriera si allontanò di fretta ringraziando e assicurando che la colazione sarebbe arrivata a breve, mentre il biondo apriva un grosso libro, che portava in una borsa tracolla, e si metteva a sfogliarlo pigramente.
 
Aveva passato quasi l’intera estate in quelle pagine e ormai sapeva quasi l’intero contenuto a memoria, eppure un po’ di ripasso era sicuro che non avrebbe fatto male, visto che ne andava del suo futuro.
 
Nel frattempo gli occhi di un paio di ragazze sedute nel bar andarono a posarsi sul nuovo arrivato.
 
Aveva un fascino magnetico quel ragazzo, quel fascino che oscillava tra lo strafottente e il maledetto. Due occhi grigi imperscrutabili osservavano distratti il libro, mentre con una mano si scompigliava i capelli di quel colore che ricordava tanto l’oro. Era uno di quei tipi consapevoli della loro bellezza e che sanno sfruttarla al meglio.
 
L’unica pecca erano le guance scavate e scarne e le due occhiaie scure sotto gli occhi, dovute alla mancanza di sonno, ma anche quelle davano un’aria vissuta al ragazzo, che restava comunque un’ottima attrattiva per le spettatrici.
 
La cameriera tornò con un piccolo vassoio su cui erano appoggiate le ordinazioni e appoggiò brioches e cappuccino sul tavolo, mentre esclamava sorpresa:
 
-Ma quello è il manuale di preparazione per il test del University and College Admission Service per poter frequentare un Bachelor’s Degree!–
 
Il tono estasiato della cameriera fece alzare lo sguardo al ragazzo, che non capiva come un qualsiasi essere umano potesse essere più interessata ad un test d’ingresso che non a lui.
 
Non appena alzò gli occhi ed incrociò quelli scure della cameriera però, capì il perché di quell’uscita sul libro e non su di lui.
 
-Granger, non ti smentisci mai.-
 
Affermò annoiato guardandola di sbieco, mentre stiracchiava le gambe sotto il tavolo. La ragazza, visibilmente allarmata, lo osservò per qualche secondo, cercando di capire come mai quello strano ragazzo conoscesse il suo nome e quando lo riconobbe l’orrore apparve nei suoi occhi.
 
-Malfoy?!-
 
Chiese quasi spaventata la cameriera, con un tono stridulo che non le era proprio, mentre il vassoio rischiava di scivolarle via dalle mani.
 
-Non usare quel tono disgustato quando pronunci il mio nome.-
 
La rimbeccò subito lui, facendole ricordare uno dei loro tanti battibecchi di Hogwarts. Hermione lo guardò storto e rispose prontamente:
 
-Non sei cambiato di una virgola eh? Odioso come sempre.-
 
Osservò acida, facendo spuntare sulle labbra del biondo un sorriso compiaciuto, come se per lui fosse un complimento.
 
L’irritazione alla vista di quel ghigno fece irritare ulteriormente Hermione, mentre il vassoio, ora ben saldo nelle sue mani, aveva molta voglia di schiacciarsi sulla faccia di quel cliente ora.
 
Non era per niente cambiato quel viziato purosangue, sempre pronto ad osservarla con aria superiore, come se la sua presenza irritasse la sua giornata.
 
Notando con soddisfazione come lei stesse per perdere le staffe Draco rispose:
 
-Cerco di tenermi in forma sempre Granger.-
 
Lei alzò un sopracciglio osservandolo di sbieco e acidamente commentò:
 
-Comunque come mai un purosangue come te si abbassa a leggere quel bel libro babbano?-
 
Il ragazzo alzò un sopracciglio irritato per quella domanda, quindi ribatté gelido:
 
-Voglio andare al college, per quanto ti possa sembrare strano. Ora se mi lasci in pace Granger posso finire di ripassare visto che questo pomeriggio ho un test proprio su questo “bel” libro babbano.-
 
Concluse calcando apposta sull’aggettivo “bel”, per far trapelare il sarcasmo, nella speranza che quell’odiosa ex compagna di scuola sparisse dalla sua vista.
 
La ragazza scoppiò a ridere, facendo voltare il suo principale che la fulminò con lo sguardo, poi disse a Draco incamminandosi verso il bancone:
 
-In bocca al lupo Malfoy! Penso che, aimè, ci vedremo molto presto!-
 
Lui biascicò un “Io spero proprio di no.”, ma non fu percepito dalla mora che era già al bancone dove rassicurava il suo capo dicendogli che quel biondo era un suo vecchio compagno di scuola e che mai sarebbe scoppiata a ridere in faccia ad un cliente sconosciuto, anche se era uno dei suoi ultimi giorni di lavoro prima dell’inizio del college.
 
Hermione aveva lavorato per tutta l’estate come cameriera, per riuscire a mettere da parte qualche soldo per il college, nonostante i suoi genitori, che vivevano ancora in Australia, la finanziassero in tutto.
 
La mora osservò con la coda dell’occhio il purosangue che usciva con passo strascicato dopo neanche cinque minuti che l’aveva servito, quindi andò a sistemare il tavolo, pensando a quanto il destino potesse essere beffardo.
 
La colazione andò quasi tutta di traverso al ragazzo, inquieto per quel “penso che ci rivedremo presto” della Granger che suonava molto come una minaccia. Quando uscì dal locale stette ben attento a dimenticare la conversazione, anche se quel senso di inquietudine restò nel suo subconscio.
 
Che volesse pedinarlo?
 
Se lo poteva aspettare da una fissata del genere, anche se non ne vedeva la motivazione, in fondo a lei interessava il suo libro e non lui!
 
***
 
Draco Malfoy arrivò in anticipo al college per tenere il test d’ingresso e si accomodò in una panchina vicino all’entrata dell’aula, per prendere un po’ d’aria fresca e nel frattempo scacciare un po’ di quella tensione che stava salendo per l’imminente test.
 
Era ancora a disagio dal fatto di essere circondato da tutti quei babbani, non capendo tutto quello di cui parlavano. La maggior parte delle volte si fermava ad ascoltare stralci di conversazioni, in modo da cercare di conoscere un po’ meglio quel mondo che fino a qualche tempo prima aveva sempre evitato accuratamente.
 
In quel momento stava ascoltando la discussione di due ragazzi su un certo “Chelsea” che aveva perso una partita inaspettatamente contro il “Liverpool”, cercando di capire se quei due nomi fossero due persone o che cos’altro quando un volto noto lo destò dai suoi pensieri, catapultandolo nella realtà.
 
Una ragazza stava passando insieme ad un gruppetto di coetanee con la testa immersa in un grosso libro, troppo grosso per appartenere ad un normale essere umano.
 
Il biondo sbarrò gli occhi rendendosi conto del significato delle parole della Granger di quella mattina.
 
“Penso che ci rivedremo presto.”
 
Ma così era veramente troppo presto.
 
Un rigolo di sudore freddo attraversò la sua fronte, proseguendo sulle tempie e facendolo riempire di brividi, mentre un senso di malessere si faceva largo in lui e una forte nausea minacciava il pranzo appena concluso.
 
Perché quella secchiona doveva torturarlo perfino al college?
 
L’avrebbe sicuramente perseguitato, facendogli presente tutto quello che aveva fatto di male, come si era comportato da codardo, come lei invece fosse stata dalla parte giusta e tutto il resto.
 
Perché lei era l’eroina e lui il cattivo.
 
Sbuffò irritato scompigliandosi i capelli e alzandosi, per dirigersi verso il professore che faceva l’appello per far entrare gli studenti, nella speranza di finire il più lontano possibile da lei e di aver scelto dei corsi diversi, in modo da non doverla mai più incontrare.
 
Ma, ovviamente, gli scherzi del destino non potevano finire in quel momento.
 
 
***
 
Draco entrò in casa irritato e stanco.
 
Era stata una lunga giornata, dall’incontro con la Granger a colazione, all’esame troppo difficile e troppo pieno di informazioni terribilmente babbane, per finire, ovviamente, con l’essersi ritrovato quella secchiona proprio seduta davanti a lui, che aveva passato tutta la durata del test a scrivere pagine su pagine, mentre lui si era trovato più e più volte in difficoltà.
 
Entrò nel suo appartamento e non si sentì a casa, probabilmente perché abitava li da poco più di una settimana e non si era ancora ambientato, trovando gran parte dell’arredamento ancora senza una funzione ben precisa.
 
Aveva deciso di lasciare il Malfoy Manor, dove il clima lo opprimeva e gli faceva ricordare i due anni passati ad Azkaban. Sua madre era ormai l’ombra della gran donna che era stata un tempo, riducendosi ad un essere che si accontentava di esistere, non sopportando l’assenza sua e del padre.
 
Suo padre non era ancora uscito  di prigione, nonostante lui fosse fuori da quasi un anno, quindi gli anni che aveva già passato ad Azkaban l’avevano invecchiato parecchio, rendendolo ancora più radicato nelle sue idee sulla purezza del sangue. Ovviamente non aveva accettato la scelta di Draco di andare a vivere tra i babbani e soprattutto come un babbano, ma ormai il figlio aveva la fermezza per decidere della sua vita e alla fine si era arreso, troppo stanco per lottare anche per quello ed inerme da dietro quelle sbarre.
 
Ora Draco viveva solo, in un appartamentino di un enorme palazzo a poche fermate di autobus dal college, dove sperava sarebbe stato ammesso dopo l’esame di quel giorno.
 
Si buttò immediatamente sul divano, sbuffando esausto e chiudendo gli occhi, nella speranza di prevenire l’emicrania che lo stava per colpire, godendosi il silenzio di quel appartamento.
 
In quel momento però sentì bussare alla porta.
 
Maledì mentalmente chiunque potesse essere, anche perché nessuno dei suoi conoscenti sapeva di quella nuova casa. Era quindi uno scocciatore in qualsiasi caso.
 
Sentì nuovamente bussare e decise di andare ad aprire, pronto ad aggredire chiunque si trovasse davanti.
 
Sperava che non si trattasse di quell’uomo che si era presentato come “amministratore di condominio”, che andava a scocciarlo per qualcosa.
 
Non riuscì a sbraitare aprendo la porta perché si ritrovò davanti una vecchina dagli occhi dolci, che gli ricordavano tanto la sua infanzia.
 
-Si?-
 
Chiese a disagio Draco osservando la signora sulla porta, lei alzò il viso e rispose:
 
-Ragazzo mio, come sei alto! Mica come la mia generazione..! A quei tempi..-
 
E la vecchina iniziò a parlare dei giovani dei tempi passati, cresciuti senza quegli OGM che oggi si continuano a mangiare. Il biondo la osservava senza capire, finché chiese titubante:
 
-Scusi, ma lei chi è?-
 
L’anziana sembrò tornare nel presente e dopo una risata roca rispose:
 
-Scusami giovanotto, sono la tua vicina di casa e sono venuta a darti il benvenuto!-
 
Draco rispose con un sorriso poco convinto, allora la vecchina proseguì:
 
-Oggi sei invitato a cena da me, non ci sono scuse! E non ti preoccupare che c’è anche la ragazza che abita affianco a te, quindi non passerai la serata con una vecchina come me!-
 
L’anziana si allontanò ridendo da sola, entrando nella porta sulla sinistra affianco alla sua, lasciando Draco senza la possibilità di ribattere.
 

 
- To be continued.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Thought. ***


Il Draco della porta accanto.

Thought.
 

 
Più un cuore è vuoto e più pesa.
 
- Augusta Amiel
 
 
Hermione bussò, come di consuetudine per lei il sabato sera, alla porta della signora Addie Simpson, sua dirimpettaia nel pianerottolo.
 
Era un’anziana vedova, che aveva preso a cuore Hermione, perché viveva sola in una città grande e fredda come Londra diceva, e che quindi tutti i sabati la invitava a cena da lei.
 
La ragazza stava quindi aspettando pazientemente davanti alla porta, con in mano un vassoio di tramezzini preparati per l’occasione.
 
Un’anziana dai capelli bianchi elegantemente raccolti in uno chignon le aprì la porta, invitandola ad entrare.
 
-Vieni pure Hermione cara, ma che ragazza premurosa, hai portato dei tramezzini! Appoggiali pure in cucina!-
 
Disse quella cortese, mentre la ragazza avanzava sicura verso la cucina, ormai abituata a quell’odore di cibo per gatti che aleggiava sempre in quell’appartamento.
 
-Oggi avremo un altro ospite! È il tuo nuovo vicino, ma immagino voi non vi conosciat..-
 
La sua voce venne sovrastata da un rumore di vetri rotti e due urli.
 
Subito la signora Addie corse in cucina, trovando il vassoio di tramezzini a terra in pezzi, mentre Hermione fissava tra lo scandalizzato e il disperato l’uomo di fronte a lei.
 
Il ragazzo che le stava innanzi, dal canto suo, aveva un’espressione simile a quella della coetanea che gli stava di fronte, ma almeno non era circondato dai resti del vassoio e dei tramezzini.
 
L’anziana li osservò per qualche istante senza capire, poi domandò apprensiva:
 
-Cos’è successo?-
 
Hermione con immensa lentezza, cercando di mantenere un tono civile e non mettersi ad urlare, chiese:
 
-Che cosa diavolo ci fa Draco Malfoy qui?!-
 
***
 
I due ragazzi sedevano di fronte a tavola, quando la signora Simpson chiese nuovamente:
 
-Quindi andavate a scuola assieme da ragazzi?-
 
I due annuirono assieme, poi Hermione spiegò nuovamente, con il sorriso più convincente che trovò:
 
-Eravamo in una sorta di collegio, ma in classi diverse. E non andavamo molto d’accordo.-
 
Aggiunse guardando di sbieco Draco, il quale ribadì con il solito tono strascicato:
 
-Non andavamo e andiamo per niente d’accordo.-
 
I due si guardarono in cagnesco per qualche istante, finché non vennero nuovamente distratti dalla padrona di casa.
 
-Come mai?-
 
Chiese l’anziana curiosa e subito il biondo iniziò:
 
-Semplice, perché lei è una mezzos..-
 
Hermione lo fulminò con lo sguardo e lui subito si interruppe, quindi la ragazza spiegò, con il caratteristico tono da “so tutto io” che faceva imbestialire Draco:
 
-Perché avevamo, e abbiamo, due caratteri diametralmente diversi. Lui è più simile ad un’infida serpe velenosa, pronta a colpire alle spalle, mentre io sono più simile a..-
 
-Mentre la Granger ad un’insopportabile, molesta, noiosa, seccante, sgradevole secchiona.-
 
La interruppe lui con un sorriso strafottente dedicato alla ragazza.
 
La signora Simpson sospirò e disse:
 
-Non si fa così ragazzi! Dovete appianare le vostre divergenze! Sareste una così bella coppia!-
 
Hermione sputò l’acqua che stava bevendo, mentre a Draco andò di traverso il boccone, facendoli quasi soffocare entrambi.
 
-Una bella coppia? Ma ci ha visti?-
 
Chiese Draco allibito dopo essere tornato a respirare normalmente, mentre Hermione continuava:
 
-Ha ragione lui! Siamo il giorno e la notte! Non saremo mai una coppia!-
 
Entrambi avevano il volto arrossato sia per aver rischiato di soffocare con il cibo, sia per l’assurdità di quell’affermazione.
 
La signora Addie scoppiò a ridere e rispose semplicemente:
 
-Lasciate che ve lo dica, ho occhio per queste cose io!-
 
E un brivido freddo percorse entrambe le schiene dei ragazzi seduti al tavolo.
 
Loro due?
 
Non si sarebbero neanche rivolti la parola se non obbligati.
 
***
 
-Draco! Come hai potuto ridurti a vivere in un posto del genere? Questa casa è terribilmente.. Terribilmente babbana!-
 
Affermò Blaise Zabini guardandosi intorno spaventato.
 
Era andato a trovare Draco quella sera, curioso di vedere la sua nuova dimora.
 
E ora non vedeva l’ora di uscire da quella che ai suoi occhi appariva come una casa degli orrori, piena di quadri immobili e di elettrodomestici dalla difficile interpretazione.
 
Dal canto suo Draco non mostrava così tanto entusiasmo per la nuova abitazione e quindi non cercava neanche di difendere quelle quattro mura che avrebbe dovuto imparare a chiamare casa.
 
La cena a casa della signora Simpson era conclusa da poco e Draco era sfuggito non appena ne aveva avuto la possibilità, con la scusa che aspettava un ospite a casa, anche perché non avrebbe potuto tollerare la presenza di Hermione un minuto di più.
 
Pensava che il karma si fosse limitato a farlo finire a vivere tra i babbani e che non meritasse anche come vicina quella spocchiosa mezzosangue con cui non era andato d’accordo per sette anni.
 
Il biondo scoppiò in una risata divertita, poi rispose duro:
 
-Il ministero mi ha vietato l’uso della magia e mi ha confinato qui per pagare i miei errori, lo sai pure tu. In fondo stare tra i babbani è sempre meglio che marcire in una cella di Azkaban. Peccato solo che come vicina di casa mi sia capitata l’ultima persona al mondo che avrei potuto desiderare..-
 
Gli occhi di Blaise lo guardarono curiosi e domandò:
 
-Ossia?-
 
-La Granger.-
 
Rispose il biondo con un sibilo, mentre fissava irritato la parete che lo separava dall’appartamento della sua nemica giurata. L’amico per tutta risposta scoppiò a ridere di gusto, per poi aggiungere:
 
-Per me l’hanno fatto apposta! Insomma se non è una macchinazione del ministero, allora è destino che tu e quella restiate insieme per sempre!-
 
Draco lo guardò spaventato e ribatté:
 
-Non dirlo neanche per scherzare. Io con quello sporca mezzosangue non voglio avere nulla a che fare. Che se ne torni da Pottino e da Lenticchia. Non sono messo così male da cercare compagnia in quella li.-
 
Ma quello che il rampollo purosangue non sapeva era che, se dette troppo ad alta voce, le parole possono sentirsi al di la delle pareti sottili e ferire le persone.
 
Hermione fece finta di niente, alzando il volume della tv e sperando che quello coprisse il chiacchiericcio che veniva dall’altro appartamento.
 
Nonostante i suoi sforzi però l’eco delle parole di Malfoy le vorticavano nella mente, unite all’espressione di disgusto che si era dipinta in pochi attimi negli occhi del ex mangiamorte quando si erano rivisti a casa della signora Simpson.
 
Nella sua mente si stavano lentamente delineando i ricordi sopiti di sette anni a Hogwarts, sorrisi, risate, incertezze, pianti, tutto stava riaffiorando alla sua mente e un enorme vuoto si aprì nel suo cuore.
 
Si alzò e nel minor tempo possibile si preparò per andare a dormire, nella speranza di addormentarsi subito e mettere a tacere tutto quel mondo che era appena stato risvegliato.
 
La ragazza si strinse nelle coperte, affondando la testa nel cuscino e tenendovela immersa finché non le mancò il fiato.
 
Quando la rialzò per riprendere ossigeno si accorse che grosse lacrime stavano iniziando a bagnare il cuscino.
 
Ma perché quelle lacrime iniziavano a scendere proprio in quel momento?
 
Era bastata la presenza di Malfoy, con i suoi soliti insulti, a renderla così debole?
 
Strinse i pugni, cercando di impedire alle lacrime di uscire, mentre tanti, troppi, ricordi le affollavano la mente.
 
Ricordava quando andava a scuola, tutte le volte che aveva riso con Harry, Ron, Ginny e Luna.
 
Ricordava perfettamente Ron e tutto quello che era successo con lui.
 
Ricordava l’illusione di felicità che aveva provato subito dopo la guerra, quel sentimento di sollievo. Il tutto era immediatamente svanito quando si era resa conto delle perdite che c’erano state.
 
Silente, Sirius, Fred, Lupin, Tonks e decine di altri nomi attraversarono la sua mente facendola sentire vuota.
 
Tutti avevano avuto qualcuno a cui stringersi, Harry e Ron ai Weasley, Neville a sua nonna, Luna a suo padre.. Ma lei?
 
Lei si era resa conto di quanto non appartenesse a quel mondo in realtà.
 
Subito dopo ricordò com’era cambiato Ron da quegli avvenimenti. Non era più il ragazzino insicuro, ma una nuova personalità aveva preso il sopravvento.
 
Inizialmente amava il Ron che era diventato, sicuro di se, deciso, che finalmente non la rimbeccava per qualsiasi cosa dicesse. Col tempo si era però accorta che non era più il suo Ron. Tutti erano cambiati, plagiati da quell’esperienza avevano reagito nei modi più disparati, alcuni diventando più forti e soffocando le loro debolezze per non soccombere nel dolore, altri piangendo tutte le loro lacrime, finché non avevano trovato un’altra ragione per vivere.
 
Solo lei era rimasta la stessa Hermione Jane Granger, immobile nella sua personalità e nelle sue convinzioni. E quella figura stoica si era pian piano crepata dall’interno, per poi esplodere nella decisione di lasciare Ron e fuggire dalla vita magica.
 
Troppe aspettative, troppe pressioni e lei, che era abituata a dare il massimo, si era stancata di tutto.
 
Si era rifugiata li, nel suo mondo, a vivere come una ragazza normale, da sola, dove nessuno pretendeva da lei la scelta giusta o la risposta corretta.
 
Da allora aveva accuratamente creato una bolla intorno a lei, per tenere fuori tutti quei sentimenti che l’avrebbero resa vulnerabile ancora. Ma non sarebbe successo ora che tutti quei ricordi erano stati ricacciati nella parte più profonda del suo cuore per non uscire mai più.
 
Era meglio vivere in un mondo in cui era uguale a milioni di altri, che non in un mondo in cui tutti la giudicavano e si aspettavano sempre il massimo e le scelte giuste da lei.
 
Una fitta al cuore la fece piangere nuovamente, ma questa volta non tentò di trattenere le lacrime, ma le lasciò libere di scorrere via, sperando che assieme a loro uscisse un po’ di quella tristezza che l’aveva assalita.
 
Anche se in cuor suo sapeva bene che finché avrebbe continuato a vedere Draco Malfoy avrebbe irrimediabilmente ricordato.
 
Singhiozzi, lacrime, tristezza, solitudine.
 
Tutto le scivolò fuori quella notte, senza aver paura di essere sentita, perché era ormai sola, lei Hermione Jane Granger.
 
Ma dall’altra parte della parete qualcuno si rigirò nel letto, mentre un vago senso d’inquietudine si impossessava di lui.
 
- To be continued. 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Exhaustion. ***


 

Il Draco della porta accanto.

Exhaustion.
 
Alice: “Quale via dovrei prendere?“
Gatto: “Dipende dove vuoi andare.“
Alice: “Ma io non so dove andare.”
Gatto: “Allora poco importa quale via prendere.”

- Lewis Carroll 
 
 
-Draaaco!-
 
Trillò una ragazza con lunghi capelli biondi avvicinandosi a Malfoy ed accomodandosi accanto a lui in una vecchia aula di un prestigioso college londinese.
 
Il biondo aveva superato con un po’ di fatica il test d’ingresso e frequentava da ormai quasi tre settimane regolarmente i corsi della sua laurea.
 
Non era stato semplice per lui adeguarsi a tutte le abitudini babbane, ma stupiva non poco lo spirito di adattamento con cui aveva fatto proprie le abitudini più comuni, proprio lui che un tempo andava tanto fiero di essere un purosangue e disprezzava i babbani.
 
Lo si vedeva prendere l’autobus senza problemi, ovviamente solo nella tratta conosciuta, aveva anche provato ad affrontare la metropolitana con ottimi risultati un giorno in cui si sentiva particolarmente coraggioso.
 
Sembrava in tutto e per tutto un ragazzo nato e cresciuto in campagna, quindi un po’ ostile alla tecnologia d’avanguardia che invece era basilare per i babbani di città, forse ricordava un po’ un giovane aristocratico quando inarcava le sopracciglia disgustato da qualcosa, ma ormai sembrava che lo accettassero così.
 
All’inizio dell’aula, nella prima fila dalla cattedra, Hermione osservava con la coda dell’occhio i due ragazzi che si scambiavano qualche parola e si incantò a guardarli.
 
Anche la mora aveva passato brillantemente il test e stava già studiando per gli esami di fine semestre, che sarebbero stati parecchi mesi dopo, ma quello era un dettaglio irrilevante per lei, come ad Hogwarts anche qui aveva intenzione di eccellere in tutte le materie.
 
La mora era totalmente assorta nell’osservare i due ragazzi in fondo all’aula per poter captare qualsiasi altra cosa potesse succedere nella stanza.
 
Draco non sembrava disgustato nel parlare con la ragazza, nonostante fosse una babbana, ma sembrava parzialmente interessato a quello che diceva la bionda.
 
Quell’espressione annoiata lo accompagnava sempre, anche quando a scuola stava vicino ai suoi amici. Era raro ricordarlo senza quell’espressione, probabilmente lo abbandonava solo quando giocava a quiddich o quando la prendeva in giro.
 
I babbani probabilmente ritenevano che quella fosse la sua vera espressione, ma Hermione ricordava benissimo quale fosse la sua vera faccia, quel sorriso sadico e senza cuore che le riservava ogni volta in cui le rivolgeva la parola.
 
Era quello per lei Draco, una serpe, un bastardo, un senza cuore.
 
Eppure in quel momento, nonostante persisteva in lui un’aria di superiorità, non sembrava disgustato da quella donna.
 
Il mistero per Hermione era però capire perché con lei dovesse comportarsi in quel modo, anche ora che si erano rivisti dopo anni e teoricamente non esistevano più tensioni tra loro, visto che ormai i pregiudizi per i nati babbani erano stati largamente arginati nel mondo magico, ora che non appartenevano più a casate rivali, ora che non avevano più nulla a che fare.
 
Se con una babbana si comportava in modo civile perché con lei no?
 
Era così grave essere una mezzosangue?
 
Nella mente della ragazza tornò quel pensiero che l’aveva allontanata dai suoi amici, che l’aveva allontanata dal suo mondo.
 
Non riusciva a capire lei da che parte fosse, era una maga o una babbana?
 
In quale dei due mondi doveva vivere? E di quale doveva sentirsi parte?
 
Sbuffò tornando a concentrarsi sui suoi libri, cercando di pensare solamente allo studio, visto che le era sempre venuto così bene.
 
***
 
-Morgana, cos’ho fatto di male per meritarmi ciò?-
 
Chiese Draco, alzando gli occhi al cielo e proseguendo a scendere le scale.
 
Aveva appena incrociato Hermione sulle scale del palazzo in cui abitavano entrambi. La ragazza stava infatti salendo e aveva deciso di prendere le scale, visto che l’ascensore non si decideva ad arrivare.
 
Per lo stesso motivo Draco trotterellava giù e quel breve incontro avvenne.
 
Nonostante la frecciatina Hermione non si preoccupò di rispondere e proseguì con la sua salita verso casa, ansimando per i piani che ancora le mancavano da fare.
 
In quei giorni stava incontrando il biondo in ogni dove e la sua pazienza stava andando pian piano scemando.
 
Ogni volta in cui i due si incrociavano il purosangue usciva con qualche battuta irritante, nonostante Hermione si fosse impegnata a non dargli corda.
 
Il comportamento di quel ragazzo era sempre più un mistero per lei, visto che con i babbani si comportava al meglio.
 
Sbuffò stanca e affrontò un altro gradino, nella speranza che finissero presto.
 
***
 
Il pullman quella sera era più pieno del solito, mentre studenti e lavoratori restavano schiacciati in quello scarso spazio vitale.
 
Fu quando l’autista frenò bruscamente a causa di un’anziana che aveva deciso di attraversare la strada in mezzo al traffico, che Hermione perse l’equilibrio finendo addosso ad una figura bionda conosciuta e tirandogli una testata.
 
-Granger stammi lontana!-
 
Sbraitò subito quello, allontanandola con aria schifata.
 
-Non voglio assistere nuovamente ad un tuo bacio e soprattutto non lo voglio ricevere io! Se avessi voluto avere rapporti con delle lumache bavose avrei prestato più attenzione a cura delle creature magiche!-
 
Hermione si scostò furente e fulminò con lo sguardo Draco Malfoy, per poi ribattere acida:
 
-Non ti bacerei neanche se fosse l’unico modo per salvarmi la vita! Piuttosto che dare un bacio ad un furetto pidocchioso come te non bacerei più nessuno!-
 
Gli occhi del biondo diventarono due fessure:
 
-Sarebbe un onore per te poterlo fare!-
 
Sibilò inviperito e lei ribatté prontamente:
 
-Sarebbe un onore per te poter baciare una persona con un minimo di cervello!-
 
Detto ciò scese dal bus e senza una parola si infilò nella porta del condominio, stando ben attenta a sbatterla in faccia a Draco.
 
Ma la situazione giunse al suo punto di rottura dopo un paio di settimane di frecciatine e freddure.
 
***
 
Era un pomeriggio piovoso, la conclusione di una giornata in cui il sole non si era fatto vedere e l’umore generale non era dei migliori.
 
Un’aria gelida si insinuava tra le pieghe dei vestiti dei pendolari, facendoli rabbrividire per il freddo.
 
L’autunno ormai stava volgendo al termine, lasciando presagire un inverno piuttosto rigido.
 
Hermione stava pazientemente aspettando l’autobus quando un gruppetto di tre ragazze arrivò stringendosi nelle sciarpe, guardando la ragazza seduta con aria disgustata.
 
-Granger, prendi anche tu l’autobus? Ti abbassi a fare una cosa così da comune mortale?-
 
Hermione continuò a leggere il libro che teneva sulle gambe, evitando accuratamente di degnare le ragazze di un solo sguardo.
 
-Che fai? Fingi di non aver sentito? Ti hanno insegnato così nella tua scuola riservata solo a persone speciali chissà dove? O ti sei inventata il tutto per far finta di avere degli amici?-
 
Proseguì la ragazza bionda che aveva parlato, quando un’amica le chiese spiegazioni quella rispose sprezzante, osservando con la coda dell’occhio Hermione in attesa di una sua reazione:
 
-Tu sei nuova di qui e non lo sai, ma la cara Granger non si è degnata di proseguire a studiare qua. È andata in una scuola riservata a pochi eletti e tornava solo in estate, dove parlava dei suoi amichetti con cui passava degli anni bellissimi. Peccato che i suoi la mandassero in quel collegio per liberarsene e lei si inventasse tutto. Non ha mai detto a nessuno dove fosse o che materie studiasse. Ridicola.-
 
Concluse acidamente quella, scoccando un’occhiata di superiorità ad Hermione, che aveva smesso di leggere e ora stringeva la copertina del libro con tutte le sue forze per non tirare fuori la bacchetta e dimostrare quanto avesse appreso a quella scuola che per loro non esisteva.
 
In quel momento arrivò un autobus che si fermò con uno stridore di freni, aprendo le porte e investendo con un po’ di calore le persone in attesa.
 
Il trio fissò Hermione con astio e la bionda sibilò acida:
 
-Per questa volta ti sei salvata Granger.-
 
Detto ciò buttò all’indietro i lunghi capelli e salì sull’autobus, rimanendo a fissare la ragazza ancora seduta a leggere con astio.
 
Quando il bus partì e si fu allontanato di una ventina di metri Hermione sospirò alzando gli occhi, cercando di rilassarsi, ma i suoi occhi incontrarono quelli chiari di Draco che la stavano fissando con aria imperscrutabile.
 
I due vicini di casa si osservarono per qualche secondo, dubbiosi sul da farsi.
 
Il primo a distogliere lo sguardo fu Malfoy, che guardò con disgusto la panchina su cui era seduta la vicina e su cui lui si voleva sedere per non inzupparsi ulteriormente i vestiti.
 
-Guarda che non è piena di germi.-
 
Sbottò la mora, già infastidita per l’incontro appena avuto, osservandolo con gli occhi ridotti a due fessure.
 
Non avrebbe potuto reggere ulteriormente le battutine di Draco quel giorno, era pronta a scoppiare alla prima frecciatina.
 
-Non ci metterei la mano sul fuoco.-
 
Rispose Draco con il tono di sfida che gli era proprio, ricambiando lo sguardo glaciale di Hermione, ma nonostante ciò si accomodò accanto alla ragazza.
 
Lei però non lasciò cadere la conversazione senza commentare com’era sempre successo, ma sbottò guardandolo con odio:
 
-Oh, il signorino è ancora saturo delle sue idee e i suoi pregiudizi sui nati babbani?-
 
Draco non rispose, si limitò a guardarla con aria di superiorità e a quel punto Hermione non ci vide più dalla rabbia, iniziando:
 
-Beh, la musica è cambiata caro mio! Penso che voi purosangue siate una massa di buffoni, pieni di voi, che vi appellate a storie di sangue e quant’altro per non vedere quanto in realtà siete peggio degli altri.-
 
La mora era furente, mentre il ragazzo la osservava un po’ spaventato da questo monologo.
 
Il libro che aveva in mano era ancora aperto e la ragazza aveva accartocciato la pagina che stava leggendo, strappandola.
 
-E per sentirvi più grandi venite a rovinare la vita a quelli più deboli! Che differenze ci sono tra me e te Malfoy? Non hai anche te un cuore, due polmoni, una bocca e due occhi? E non sono tutti questi organi tenuti in vita dallo stesso sangue? Poi a quanto pare con le belle babbane ci parli eh! Sono solo io la vittima a dovermi subire i tuoi soprusi? Ora fammi il piacere di non prendertela con me per sfogare le tue frustrazioni di una vita che non va come vorresti, perché io e te siamo nella stessa situazione bello.-
 
Concluse lei riprendendo fiato, ancora rossa in volto per la rabbia che le scorreva nelle vene.
 
Avrebbe voluto prendere a schiaffi quel ragazzo dallo sguardo superiore e odioso, ma si trattenne.
 
-Non sai quello che dici Granger.-
 
Replicò il ragazzo gelido.
 
-Oh si che lo so. Pensi di essere l’unico che ha avuto conseguenze dalla Guerra? A te presumibilmente ti guarderanno come un traditore quei ben pensanti che non hanno mosso un dito per il mondo magico, fermi nelle loro poltrone. Non faranno che sputare disprezzo su te e la tua famiglia, senza sapere le motivazioni che vi hanno mosso e senza sapere che non eri tu a volere tutto ciò. Ma non pensare di essere l’unico. Per te è meglio essere giudicata in ogni tua azione perché sei la “salvatrice del mondo magico”? Tu sei la brava, dovresti fare così, non in questo modo!-
 
Alla ragazza mancava il fiato per tutto quello che stava urlando addosso al biondo e le guance erano leggermente arrossate.
 
Dal canto suo Draco la osservava immobile e tutte quelle parole lo stavano riscuotendo nel profondo.
 
-Sai cosa ti dico? Se potessi tornare indietro non salverei il mondo magico, ma penserei a salvare me piuttosto.-
 
Concluse Hermione guardando l’asfalto sotto di lei con rabbia, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime e la voce si faceva un sussurro.
 
Draco era invece semplicemente senza parole.
 
Quella ragazza aveva descritto la sua situazione perfettamente, senza tralasciare nessun dettaglio. Eppure parlava di lei e non di lui.
 
-Granger..-
 
Cominciò lui incerto, ma la ragazza rispose guardandolo negli occhi, mentre i suoi si riempivano di lacrime:
 
-Ma stai tranquillo.. Almeno tu in questo caso sei stato esiliato e non sei stato un vigliacco come me. Perché io sono scappata da quel mondo che tu mi stai facendo ricordare e dove non ho alcuna intenzione di tornare. Quindi non ti crucciare tanto di denigrarmi perché so di essere nata sbagliata, non c’è bisogno che tu me lo ricordi.-
 
Che veramente fossero così simili e lui non se ne fosse mai accorto?
 
Draco deglutì a vuoto, cercando di capire cosa fosse giusto che dicesse in quel momento, eppure la sua testa si ostinava a non elaborare nessun pensiero coerente,
 
Hermione non aspettava una risposta, era stato uno sfogo per lei, nel quale finalmente aveva urlato quello che provava e che non aveva mai detto.
 
-Scusa..-
 
Mormorò imbarazzata prima di alzarsi e sparire dalla vista del ragazzo, correndo via sotto la pioggia torrenziale, non preoccupandosi di prendere freddo o che l’autobus che aspettava fosse appena arrivato.
 
Draco non aveva mai visto la situazione sotto quel punto di vista.
 
Pensava che gli unici che erano usciti con conseguenze negative dalla guerra fossero i mangiamorte, non “i buoni”.
 
Aveva sempre ritenuto che i vincitori della guerra avessero passato il resto dei loro giorni a crogiolarsi nella loro vittoria, nella convinzione di essere sempre dalla parte del giusto e aveva ritenuto giusto liberare la sua frustrazione su di lei.
 
Eppure Hermione, eroina per eccellenza del mondo magico, aveva affermato che avrebbe preferito salvare lei stessa. Ma da cosa? Questo Draco non riusciva a capire.
 
Sapeva però che gli occhi inquisitori e giudicanti non avevano abbandonato neanche lei, accompagnandola ogni giorno e giudicando ogni sua azione nel mondo magico, additandola ogni qual volta avesse sbagliato.
 
Draco però sapeva benissimo che non era la ragazza a doversi scusare, ma lui.
 
Un Malfoy che si scusava?
 
Non era cosa.
 

 
- To be continued.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sorry. ***


Il Draco della porta accanto.
Sorry.
 

 
 
Tutto ciò di cui ho bisogno è amore.
 Ma un po' di cioccolata, ogni tanto, non fa male.
-Lucy van Pelt
 
 
Pioveva da tutta la mattina in quella Londra in cui il tardo autunno non si decideva a lasciare il posto all’inverno.
 
Per una ventitreenne single e senza molti amici l’unico modo per passare una giornata del genere era dedicarsi alla culinaria.
 
Hermione stava, infatti, mettendo tutto il suo impegno nella preparazione di una torta al cioccolato, quando sentì bussare alla porta.
 
-Si?-
 
Chiese aprendo la porta con il gomito, viste le mani sporche di impasto.
 
Non appena si affacciò all’uscio però si bloccò, inchiodata da due occhi grigi e freddi, spalancando gli occhi incredula.
 
-Malfoy?-
 
Chiese titubante, non sapendo cosa potesse desiderare il ragazzo da lei.
 
Non si erano più visti dall’episodio di un paio di giorni prima e la ragazza aveva ringraziato Morgana più volte per questo. Perché quindi ora le appariva alla porta senza una motivazione?
 
Aveva voglia di litigare con lei?
 
Voleva cruciarla per quello che aveva detto su di lui?
 
I suoi occhi si allargarono ancora di più dallo stupore quando il ragazzo allungò il braccio in cui teneva un sacchetto e gliela porse.
 
-Per me?-
 
Chiese Hermione titubante e il ragazzo annuì serio.
 
Gli occhi grigi erano una maschera di indifferenza, da cui non trapelava un solo sentimento.
 
Al contrario, gli occhi scuri di Hermione lasciavano uscire la confusione e lo sconcerto di quel gesto.
 
Lei prese quindi con le mani impastate il sacchetto di plastica, cercando di non sporcarlo e biascicò:
 
-Grazie.-
 
-Dovere Granger.-
 
Grugnì lui per poi barricarsi in casa sua, nel suo mondo.
 
Appena chiuse la porta alle sue spalle il ragazzo sospirò di sollievo. Era riuscito a consegnare il pacco ad Hermione, ora stava al famoso cervello della nata babbana il riuscire a interpretare quel gesto.
 
Aveva passato una nottata agitata e quasi totalmente insonne per colpa della vicina di casa, perché quella sfuriata che gli aveva fatto gli aveva aperto gli occhi.
 
Lui e la Granger erano stati protagonisti di quella terribile Guerra, anche se in schieramenti opposti, ed entrambi ne avevano riportato ferite invisibili, ma indelebili nelle loro anime. Avevano lottato per uscirne vivi, annaspato per respirare durante quel periodo ed ora uno era stato allontanato dalla comunità magica, mentre l’altra era scappata.
 
Erano due emarginati entrambi, alla fine.
 
Anche Draco non avrebbe potuto sopportare un giorno di più in quel mondo magico in cui tutti lo guardavano come un assassino traditore.
 
Le ferite della guerra erano ancora troppo fresche negli animi per poter mettere una pietra sopra a tutto quello che era successo. Era stato quindi Draco stesso a chiedere al ministro della magia di punirlo mandandolo a vivere tra i babbani non appena era stato scagionato da Azkaban.
 
Li nessuno lo conosceva e tutti lo guardavano come tutti gli altri, senza sguardi infuocati o cose del genere. Aveva iniziato una nuova vita, come un normale studente del college. Inizialmente le difficoltà erano molteplici, come quelle usanze ai suoi occhi assurde o il doversi imbattere giornalmente nei babbani, ma in poco tempo grazie alla sua eccezionale testa era riuscito a mettersi in pari con i suoi compagni.
 
Stava cercando di imparare a non considerare i babbani come esseri inferiori, anche se il tutto risultava ancora molto difficile e considerava la maggior parte di loro degli incapaci.
 
Aveva solo problemi della vita di tutti i giorni, con quella cosa chiamata “televisione” per esempio, ma sapeva che pian piano e un po’ di pazienza sarebbe riuscito ad usarlo.
 
Era quindi un segno di solidarietà anche quel pacchetto. Un segno per far vedere che la vita continua a fiorire anche dopo i lunghi inverni.
 
Un segno, forse, per scusarsi di essere stato uno spocchioso furetto viziato.
 
***
 
Hermione rimase ancora qualche secondo immobile sulla porta, sconcertata dal gesto del purosangue, e poi tornò in casa, curiosa del contenuto del sacchetto.
 
Si lavò le mani velocemente, non vedendo l’ora di aggredire quel pacchetto che l’aspettava in cucina, accuratamente appoggiato in un angolo pulito del tavolo.
 
Appena fu pulita estrasse un piccolo vasetto di fiori, pieno di violette profumate da quel anonimo sacchetto.
 
Rimase incantata a guardarle per qualche minuto, godendosi il loro profumo delicato.
 
Poi, improvvisamente, si riscosse chiedendosi come mai Draco Malfoy le avesse regalato dei fiori. C’era solo un modo per scoprirlo: un bel giro in biblioteca.
 
Troppo curiosa del significato di quei fiori uscì lasciando da parte la torta. In pochi minuti arrivò in biblioteca e si diresse verso la zona “botanica”.
 
Nonostante non avesse mai studiato botanica sapeva come muoversi anche in quella parte della biblioteca, avendo letto qualche libro per curiosità personale.
Prese un grosso libro dallo scaffale intitolato “I fiori e i loro mille significati” ed iniziò a sfogliarlo voracemente, fino ad arrivare alla lettera V.
 
“Violette: le viole hanno un significato perfetto per chi vuole dimostrare di aver imparato dai propri errori. Il loro messaggio è, infatti, “umiltà`” e “sentimenti semplici.”
 
La mora rilesse almeno tre volte la riga.
 
Era il modo di Draco per chiederle scusa?
 
Un sorriso le si dipinse sulle labbra.
 
Allora anche quel furetto borioso era in grado di provare sentimenti?
 
***
 
Draco stava leggendo un libro, visto che, neanche quella sera, era riuscito ad accendere quella che il padrone di casa chiamava “televisione”, quando il suono stridulo del campanello lo spaventò.
 
Chi poteva essere a quell’ora?
 
Magari ancora l’amministratore che si lamentava perché aveva sbagliato di nuovo il bidone per l’immondizia? Non era colpa sua in fondo se gli elfi l’avevano sempre fatto per lui e non capisse il significato di quella cosa nota come “raccolta differenziata”.
 
Aprì la porta immerso tra i suoi pensieri e solo dopo qualche secondo si accorse che Hermione lo guardava sorridente.
 
-Granger?-
 
Chiese leggermente spaventato, lei sempre sorridendo ribatté allegra:
 
-Buonasera Malfoy. Ti ho portato una fetta di torta che ho fatto questo pomeriggio!-
 
Lui posò lo sguardo sulla grossa e invitante fetta di torta per poi tornare a guardare la ragazza.
 
-E` avvelenata?-
 
Chiese semplicemente lui, lasciando Hermione un po’ spiazzata.
 
-Mmm.. No! Perché dovrei avvelenarti?-
 
Domandò lei perplessa, come se fosse l’ultima cosa al mondo che avrebbe potuto pensare.
 
-Granger? Stai bene? Hai passato sette anni ad Hogwarts a detestarmi..-
 
Ribatté il purosangue con fare ovvio.
 
-Potrei dire lo stesso di te!-
 
Rispose lei, subito sulla difensiva. Tra i due contendenti passarono alcuni momenti di silenzio, nei quali i due si studiarono a vicenda, soppesando come comportarsi.
 
Finalmente Draco ruppe il silenzio e disse:
 
-Apprezzo molto la torta. G.. G..-
 
Il ragazzo deglutì a fatica e chiudendo gli occhi per concentrarsi sussurrò, con un tono che giunse appena alle orecchie attente della ragazza.
 
-Grazie.-
 
Sulle labbra di lei spuntò un sorriso divertito e rispose porgendogli la torta. Lui la prese a disagio, senza sapere bene come comportarsi.
 
Questa volta fu Hermione a parlare rompendo il silenzio:
 
-Questo significa tregua?-
 
-Tregua?-
 
Chiese lui senza capire bene.
 
-Si, tregua. Significa cessazione momentanea delle ostilità e te lo propongo fin quando dovremo vivere.. Non insieme, ma per lo meno.. Vicini!-
 
Lui la osservò dubbioso, soppesando nella sua testa come comportarsi.
 
-E tregua sia.-
 
Rispose con un ghigno, che fece riempire di brividi la schiena della ragazza.
Non si aspettava nulla di buono, eppure strinse energicamente la mano che Draco le stava porgendo.
 
Come l’era venuto in mente di stringere una tregua con il diavolo?
 
***
 
La prima mattina fu per la ragazza “strana”.
 
Lei e Draco si incrociarono in università e al posto di riservarle uno sguardo gelido di disprezzo come aveva fatto fino al giorno precedente, il biondo si limitò a salutarla con un “Granger.”.
 
Lei, un po’ spiazzata, rispose: “Malfoy.” E proseguì per la sua strada.
 
Notevoli progressi avvennero dopo circa due settimane dalla data della tregua.
Draco entrò in aula in ritardo e l’unico posto che vide libero fu quello affianco ad Hermione, che stranamente sedeva in terza fila, visto che era le prime due file erano completamente occupata al suo arrivo. Mai, neppure ad Hogwarts, si era seduto a lezione accanto alla Granger di sua spontanea volontà.


Il biondo guardò a disagio il posto a sedere per qualche secondo, vedendo che la strega era troppo presa dalla lezione per accorgersi di lui. Quindi prese un respiro profondo e si accomodò nel posto libero. La ragazza parve non accorgersene, immersa com’era nella voce monotona della professoressa, e quindi Draco tirò fuori un blocco per gli appunti ed iniziò a seguire la lezione.
 
Fu quando si presero dentro i due gomiti che Hermione si girò verso di lui dicendo:
 
-Scusa, ti ho urtato inavvertitamen..-
 
La ragazza si bloccò a metà frase, guardando scandalizzata Draco. Lui grugnì in risposta:
 
-Non fare quella faccia come se avessi appena visto Merlino in persona Granger. Non c’erano altri posti liberi!-
 
-Ah..-
 
Commentò la ragazza non sapendo bene come comportarsi e rimanendo con la bocca aperta per qualche secondo. Dopo qualche altro attimo di imbarazzo Hermione si girò nuovamente sui suoi appunti, suscitando  una risatina divertita da parte del ragazzo.
 
-Bene ragazzi-
 
Esordì alla fine della lezione la professoressa.
 
-Per l’esame dovrete preparare un lavoro a coppie sulla lezione di oggi, approfondendo ciò che vi ha più colpito, nella speranza di vedere tutti lavori diversi. Il lavoro vi farà aumentare di un voto l’esame, nel caso vada bene, quindi vi conviene impegnarvi a fondo visto che potrebbe fare la differenza tra la promozione e la bocciatura.-
 
Alla parola bocciatura Hermione trattenne il fiato spaventata, immergendosi subito dopo nella lettura dei suoi appunti per capire quale aspetto approfondire.
 
Qualcuno dalla prima fila chiese come si sarebbero dovute fare le coppie, se fossero a piacere o meno e sentendo la risposta della professoressa Hermione alzò lentamente la testa terrorizzata.
 
“Molto semplice!” Aveva risposto la donna “Per rendere il tutto più interessante dovrete farlo con il vostro vicino, almeno non arriveranno sempre le stesse coppie.”
 
-Non dovrò farlo con te, Granger?-
 
Chiese Draco allarmato dalla notizia appena giunta, guardando lo sguardo esterrefatto della vicina.
 
-Saranno un paio d’ore di biblioteca insieme, possiamo farcela.-
 
Rispose lei con un sorriso incoraggiante, ma la smorfia che si presentò sul volto di Draco la fece dubitare delle sue parole.
 
-Non ne sarei così sicuro.-
 
Rispose lui scettico, meritandosi un’occhiataccia da Hermione.
 
-Potresti portare un po’ di torta al cioccolato per rendere più sopportabile il tutto..-
 
Propose il biondo guardando volutamente da un’altra parte. La ragazza, dopo un primo momento di disagio, scoppiò a ridere e rispose:
 
-Va bene furetto, ma poi non mi incolpare per la tua linea rovinata!-
 
Scherzò lei e a sorpresa Draco le rispose:
 
-Linea rovinata? Sono paurosamente sottopeso Granger, penso si noti! Azkaban è il miglior posto per smaltire qualche chilo di troppo..!-
 
-Scusa, non volevo..!-
 
Aggiunse immediatamente la ragazza rendendosi conto che non era l’argomento su cui scherzare.
 
-Stai tranquilla Granger, è un dato di fatto che io ci sia stato. E apprezzo il fatto che tu sia una delle poche persone che non mi guardano come se fossi un pericoloso evaso.-
 
Hermione lo osservò per qualche secondo. Era vero che lui era stato ad Azkaban, non ci aveva mai pensato veramente. Eppure lo considerava come Sirius, un qualcuno che era stato condannato per errore. Malfoy non era cattivo, lo sapeva anche lei.
 
Era un idiota, non un cattivo.
 
-Non ci penso mai, sai? Per me siamo ancora i due ragazzini che bisticciavano ad Hogwarts.. So che sembrerà stupido, ma tante volte desidero che torni tutto come prima, a quei tempi..-
 
Rispose lei con un sorriso nostalgico. Draco la guardò e rispose:
 
-Andiamo a casa Granger, è un bene che non siano più quei tempi. Per lo meno posso dire di aver imparato qualcosa da tutto quello che è successo.-
 
Tornarono così a casa, uno affianco all’altro, in silenzio.
 
Senza sfiorarsi, senza guardarsi.
 
Sapevano per la prima volta che non erano così soli in quella Londra babbana. Un qualcuno che sapeva quello che avevano passato c’era. E questo basta a far riscaldare il cuore quel poco da farlo tornare a battere e a farli sentire ancora una volta vivi.
 
 
- To be continued. 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Learn. ***


Il Draco della porta accanto.
 

Learn.
 

 
È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.
- Albert Einstein
 
 
-Malfoy, la smetti di borbottare?-
 
Chiese Hermione con tono esasperato mentre il biondo le rispondeva con un’occhiataccia.
 
Draco e la ragazza erano nella biblioteca del college a completare il lavoro che gli avevano affidato pochi giorni prima, mentre all’aperto un pallido sole riscaldava la giornata invernale pigramente, dopo più di una settimana di pioggia.
 
La mora era immersa in uno spesso volume da cui non prendeva fiato da quasi mezz’ora, quando Malfoy finalmente sbottò quello che lo attanagliava da troppo tempo:
 
-Granger, ti ricordo che le tue parole sono state: “Saranno massimo un paio d’ore in biblioteca.”-
 
La ragazza rispose con uno sguardo interrogativo.
 
-E quindi?-
 
-Quindi?!-
 
Chiese Draco cercando di mantenere un tono tranquillo e rilassato e nascondere l’isterismo che lo stava prendendo.
 
-Quindi sono le sei del pomeriggio.-
 
Concluse lui sventolandole davanti agli occhi l’orologio, ma Hermione lo guardò nuovamente con aria interrogativa.
 
-Granger siamo arrivati all’una e sono le sei. Sono cinque ore che studi, sottolinei, scrivi senza sosta, senza avermi mai rivolto la parola se non per impartire ordini del tipo “fai un riassunto di quelle trecentoventi pagine” o “Malfoy non lamentarti sempre!”-
 
Concluse lui imitando la sua voce.
 
Hermione finalmente capì perché ormai da quasi un’ora il ragazzo continuasse a borbottare e stiracchiandosi rispose:
 
-Forse hai ragione, mi sono fatta prendere un po’ troppo la mano..-
 
Ammise lei sistemando i fogli sul tavolo e numerandoli.
 
-Forse un pochino..-
 
Commentò lui ironico.
 
-Però non abbiamo ancora finito e la professoressa è molto severa nel rispetto dei tempi..!-
 
-Granger, abbiamo ancora tre giorni..-
 
Ribatté lui stanco osservandola con occhi imploranti. Non riusciva a capire come facesse a non avere la testa che scoppiava dopo tutto quel tempo passato in biblioteca. La strega rimase per un attimo interdetta, ragionando sul da farsi, poi rispose:
 
-Va bene, sarà meglio andare a casa a cenare.. Magari domani ci possiamo vedere per finire..-
 
Cercò di convincerlo e lui rispose:
 
-Ci vediamo per concludere il tutto, ma sarò io a dettare tempi e modalità. Fosse per te dovremmo studiare l’intera biblioteca!-
 
Hermione sorrise e iniziando a riempire la borsa con i vari appunti e libri rispose:
 
-E` vero scusa Malfoy. Mi lascio sempre prendere la mano dallo studio!-
 
Draco la osservò per qualche secondo, stupito dalla facilità con la quale lei avesse ammesso quel suo difetto.
 
Allora anche Hermione Granger era un essere umano e non una rara creatura del mondo magico il cui unico scopo era lo studio di qualsiasi materia?
 
 
***
 
 
Il giorno seguente nel primo pomeriggio i due vicini di casa entrarono in biblioteca, andando ad accomodarsi in un tavolo appartato dove poter studiare.
 
-Rimetti immediatamente giù quel libro!-
 
La rimbeccò Draco fulminando il grosso tomo con cui Hermione si avvicinava pericolosamente, prima ancora di essersi seduta al tavolo.
 
-Ma potrebbe essere collegato con la visione del poeta rispetto alla lascività della vita! Abbiamo citato il tema in un punto dell’approfondimento, quindi potremmo approfittarne per poter essere più completi.-
 
Draco alzò gli occhi al cielo e, dopo aver preso un profondo respiro per calmarsi, spiegò:
 
-Non è nella richiesta Granger. Atteniamoci a quello che ha chiesto, abbiamo già inserito fin troppi collegamenti.-
 
-Ma poteva essere interessante!-
 
Cercò invano di convincerlo lei.
 
-No Granger. Tieni questo libro e sottolinea solo le cose più importanti da pagina 302 a 335. Non una di più e solo le cose più importanti.-
 
Ribadì il ragazzo guardandola con aria severa.
 
-Va bene..-
 
Rispose lei un po’ abbacchiata, aprendo il libro e tirando fuori una matita dalla borsa.
 
Il ragazzo aprì anche lui un grosso tomo, mentre sistemava gli appunti presi da Hermione il giorno prima.
 
Dopo un’ora la ragazza alzò gli occhi dal libro ed esclamò:
 
-Ho finito! Ho aggiunto anche delle informazioni che ho trovato a pagina 348!-
 
-Sapevo l’avresti fatto Granger, quindi ho tolto volutamente le ultime venti pagine che dovevi guardare, se no finivi il libro..-
 
Rispose lui divertito dalla faccia offesa della ragazza.
 
-Comunque qui ho riletto tutto e ho controllato. Mi piace il punto di vista che hai quando descrivi la visione che il poeta ha della giovinezza, ma ho inserito anche il mio punto di vista che differisce leggermente, in quanto per me è più una vena pessimistica quella che si legge tra le righe.-
 
Hermione lo stava ad ascoltare interessata, capendo come quel ragazzo sotto le apparenze nascondesse una bella testa.
 
Se ci pensava ad Hogwarts non le era sembrato che fosse così brillante, anche se doveva ammettere che spesso era lui ad avere il voto più alto subito dopo di lei.
 
La stupiva però la cura con cui stava facendo quell’approfondimento, interessandosi veramente all’argomento.
 
Ron o Harry non avrebbero mai perso tempo a leggere tutti i suoi appunti, figuriamoci poi aggiungere il loro punto di vista. Le piaceva il modo di ragionare del purosangue, molto lineare ma pieno di sfaccettature che a lei non erano venute in mente.
 
Si stupiva poi di come fosse riuscito a mettersi in pari col programma in pochi mesi, quando talvolta anche lei faceva fatica a seguire il tutto.
 
-Cos’è quella faccia da pesce lesso Granger?-
 
Chiese il biondo a disagio, mentre la mente di Hermione ancora vagava nelle sue elucubrazioni.
 
-Come? Nulla, pensavo che non sei poi così stupido!-
 
Malfoy alzò un sopracciglio irritato, ma prima che potesse sputare veleno Hermione proseguì:
 
-Insomma non ho mai notato che fossi così intelligente! Ho sempre pensato a te come ad una zucca vuota platinata il cui unico scopo era denigrare i nati babbani, non come una testa piena di cellule grigie!-
 
-Mi stai facendo un complimento?-
 
Domandò quello scettico, mentre un accenno di sorriso compiaciuto spuntava sulle sue labbra.
 
-Penso di si!-
 
Ammise lei sorridendo di rimando.
 
I due finirono di preparare il tutto ed Hermione si prese il compito di trascrivere tutto l’approfondimento a computer e andare poi a stamparlo, visto che Draco si era proposto di ricopiare tutto su pergamena per poi consegnarlo alla professoressa.
 
Era strano per la ragazza vedere quel purosangue nel mondo dei babbani, mentre cercava di essere naturale usando una biro per scrivere o si concentrava per riuscire a non fare uscire dai margini di un quaderno a righe la sua scrittura elegante.
 
Spesso si chiedeva cosa lo spingesse a restare nel mondo dei babbani, quando avrebbe potuto stare nella sua immensa villa a girarsi i pollici vivendo solo delle ricchezze della sua antica famiglia.
 
La stupiva soprattutto come riuscisse ad essere naturale e spontaneo con i loro compagni di corso, facendo finta di capire tutte le allusioni di cui loro parlavano.
 
Poteva sembrarle strano, eppure era ormai diventato la cosa più simile ad un amico che avesse da tempo.
 
 
***
 
 
-Ragazzi..-
 
I due si guardarono preoccupati, mentre la professoressa girava i fogli della loro relazione con una lentezza esasperante.
 
Avevano consegnato il compito la settimana precedente e in quel momento dovevano sapere il loro risultato. L’esame a cui avrebbe alzato un voto era molto importante per i loro piani di studi e la percentuale di bocciati era molto alta.
 
Entrambi quindi in quel momento stavano sudando freddo temendo di aver fatto un pessimo compito, viste le valutazioni di quelli prima di loro.
 
-Sono colpita. Veramente colpita. Avete inquadrato la situazione a 360 gradi, arricchendo il tutto con informazioni e curiosità. Penso che nessuno mi abbia mai fatto un lavoro tanto completo.-
 
Draco guardò Hermione compiaciuto e lei ricambiò sorridendo.
 
-Avete poi citato un sacco di personaggi famosi e ho adorato il punto in cui avete citato il museo di Madama Tussaud, indicando come al suo interno si possano trovare tutte le statue.-
 
Malfoy guardò la ragazza confuso, non gli risultava che ci fosse quel passaggio all’interno della relazione.
 
Hermione mostrò il suo miglior sorriso innocente, conscia che Draco le avrebbe urlato dietro più tardi per sgridarla di quella cosa.
 
-Ci siete stati per preparare lo scritto?-
 
-Io ci sono stata quest’estate per una visita, quindi ho pensato di aggiungere la citazione.-
 
Spiegò prontamente Hermione con un sorriso a trentadue denti.
 
-Io non ci sono mai stato.-
 
Ammise Draco incerto, non sapendo neanche che tipo di museo fosse, nella speranza che la professoressa non facesse altre domande.
 
-Come signor Malfoy, non è mai stato al museo di Madama Tussaud?-
 
Il ragazzo trattenne un attimo il respiro, nella speranza di calmarsi e non urlare contro Hermione per averlo messo in quel guaio, quindi rispose educatamente:
 
-No signora Price, mi sono trasferito solo da poco a Londra e prima vivevo in campagna, quindi non ho mai avuto occasione di visitarlo.-
 
Hermione osservò con la coda dell’occhio l’espressione mortificata del ragazzo e si stupì ancora una volta di quanto riuscisse ad entrare nel suo personaggio dicendo cose del genere.
 
-Signorina Granger! Deve per forza portare il suo compagno a fare un giro al museo! Come obbligo morale per avere il voto massimo!-
 
Draco ed Hermione si squadrarono spaventati.
 
Loro due?
 
Ad un museo?
 
Da soli?
 
Non si poteva fare.
 
- To be continued. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*Angolo dell’autrice*
Quest’intromissione solo per ringraziare i santi che commentano e seguono la storia! :)
E per augurare a tutti un sereno Natale e un felice inizio 2015!!
Non penso potrò aggiornare nelle vacanze, quindi ci vediamo dopo la befana! :D
Auguriiii
Saru

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Washing Machine. ***


 

Il Draco della porta accanto.

Washing Machine.
 
 
La cultura ha la virtù di abbellire un volto più che il trucco e i cosmetici.
- Jean Bousquet 
 

-Chi è questo Michael Jackson? E che naso ha?-
 
Chiese Draco guardando una statua di cera, dopo aver letto il nome del soggetto sul suo fascicolo informativo che impugnava come l’unica torcia di salvezza in mezzo a quel museo di personaggi assurdi.
 
Lui ed Hermione erano appena entrati da Madame Tussauds, dopo un avventuroso viaggio sui mezzi pubblici che aveva fatto apparire Draco agli occhi della ragazza come un bambino per la prima volta sull’autobus.
 
Il ragazzo aveva negli occhi la meraviglia che solo i fanciulli potevano avere per le cose semplici che li circondavano, facendo un milione di domande sull’utilità di questo o quell’altro oggetto. Probabilmente era la prima volta che poteva domandare tutti i suoi dubbi su quello strano mondo a qualcuno e quindi tempestava Hermione di richieste, ma a lei faceva piacere rispondere e poter spiegare l’uso di tutti quegli strani macchinari babbani.
 
Sembrava quasi assurdo che proprio lui, che era cresciuto nel disprezzo dei babbani, ora si stupisse tanto nel vedere le loro invenzioni per poter vivere al meglio senza la magia.
 
Qualche volta li criticava in quanto stupidi, ma altre volte sembrava quasi che provasse una sorta di rispetto per la loro inventiva.
 
Stavano vagando nel museo delle cere da meno di dieci minuti e Draco sembrava sempre più spaesato da tutto ciò che lo circondava.
 
-È il re del pop Malfoy! Come puoi non conoscerlo?-
 
Chiese Hermione scandalizzata affiancandosi a lui.
 
-Pop?-
 
Domandò lui di rimando, confuso da tutti quei nomi sconosciuti.
 
-E` un tipo di musica, quella più commerciale e orecchiabile si può dire..! Non mi dire che non l’hai mai sentita! Aspetta che prendo il mio MP3 e ti faccio sentire qualcosa!-
 
Spiegò lei paziente iniziando a frugare freneticamente nella sua borsetta stregata, uno dei pochi accessori di cui non era più riuscita a fare a meno.
 
-MP3?-
 
Chiese Draco esasperato da tutti quei nuovi nomi, non riuscendo a tenere il filo del discorso.
 
Hermione si interruppe e si aprì in un sorriso materno, per poi concedere:
 
-Dovrò farti un corso accelerato sul mondo babbano! Per ora ti va se ti spiego chi sono i personaggi che vediamo?-
 
Il biondo annuì grato, nella speranza di iniziare a sentirsi almeno un po’ meno un pesce fuor d’acqua.
 
La ragazza iniziò subito a fare da cicerone davanti alla statua di Michael Jackson:
 
-Allora innanzitutto questo è Michael Jackson, un cantante molto famoso nel mondo babbano. A parte il fatto che sia uno dei migliori cantanti al mondo è anche famoso perché ha cambiato totalmente il colore della sua pelle.-
 
-Cosa?-
 
Domandò Draco confuso, non capendo come avesse potuto fare
 
-È nato nero e poi è diventato bianco! Inizialmente si pensava l’avesse fatto con la chirurgia estetica, ma poi si è scoperto che è stato a causa di una malattia, la vitiligine.-
 
Il ragazzo osservava stranito la statua della star e dopo qualche istante disse:
 
-Perché da nero avrebbe voluto diventare bianco? Siete strani voi babbani eh..!-
 
La ragazza spalancò gli occhi attonita e rispose secca:
 
-Senti chi parla! Per noi babbani è un po’ come per voi i nati babbani.. Tra molti vi è discriminazione!-
 
-Blaise è nero, eppure è sempre stato un mio caro amico!-
 
Concluse Draco alzando le spalle indifferente e dirigendosi verso la statua seguente.
 
I due continuarono a fermarsi finché Hermione non esclamò estasiata:
 
-Questa è una delle menti più brillanti del nostro mondo! Lui è un genio perché ha scoperto la teoria della relatività!-
 
Prima che Draco potesse ribattere la ragazza aggiunse:
 
-È una teoria di fisica, fa riferimento alle trasformazioni matematiche che devono essere applicate alle descrizioni dei fenomeni di passaggio tra due sistemi di riferimento in moto relativo.-
 
Gli occhi allucinati del biondo fecero intendere alla grifona di aver parlato arabo.
 
-Vabbé Malfoy, accontentati di sapere che è stato probabilmente il più grande scienziato della storia!-
 
-Molto meglio detto così Granger. Dai, passiamo al prossimo! Qui c’è scritto “Marilyn Monroe”, chi era?-
 
Hermione lo affiancò immediatamente, continuando la sua spiegazione e aggiungendo anche l’utilizzo di mezzi tecnologici che citava.
 
Il pomeriggio passò molto più velocemente di quanto i due ragazzi si aspettassero, finché dopo quasi tre ore Draco sospirò:
 
-Granger sono esausto!-
 
Hermione gli sorrise e rispose:
 
-Effettivamente è venuto il mal di gola pure a me a continuare a parlare!-
 
-Beh, sei stata un cicerone esauriente!-
 
Concesse lui, facendola sorridere onorata.
 
-Grazie!-
 
-Non avrei mai pensato di potertelo dire, ma è stato un pomeriggio sopportabile Granger!-
 
Ammise Draco infilando le mani in tasca e aspettando divertito la sua reazione per quel “sopportabile”.
 
-Hai ragione! È molto meglio di quanto mi aspettassi! Anche perché adesso sai chi sia Maicol Jordan!-
 
-Anche se non ho molto capito come si giochi a basket, dovrò vedere una partita per capirlo..! Non sei molto afferrata nello sport Granger!-
 
La prese in giro lui, quindi lei fece finta di offendersi, ma non poteva che ammettere che Draco avesse ragione. Sport magici o meno sicuramente non erano pane per i suoi denti.
 
***
 
Accadde una sera la settimana seguente, mentre il rampollo Malfoy si dedicava ad una lettura serale, che sentì bussare alla porta e si alzò pigramente per andare ad aprire.
 
-Malfoy!-
 
Esclamò Hermione vedendolo, lui la guardò con aria interrogativa.
 
-E chi ti aspettavi di trovare?-
 
Sbottò lui in risposta, squadrando con occhio critico il look casalingo della vicina di casa. Lei sembrò non accorgersi dell’occhiata obliqua del ragazzo e domandò tutto d’un fiato:
 
-Intvc’èunapartitadibaskettivadivederlaconme?-
 
Draco la guardò stranito e chiese confuso:
 
-Eeeeh?!-
 
-In tv c’è una partita di basket, ti va di vederla con me? Così ti spiego un po’ come funziona.. Siccome ne avevamo parlato un paio di giorni fa..-
 
Propose Hermione fissando il pavimento sotto i suoi piedi e giocherellando con il lembo della sua maglietta.
 
-Ok, va bene!-
 
Rispose il ragazzo, alzando le spalle annoiato. In fondo quella sera qualcosa di nuovo poteva solo divertirlo, vista la monotonia delle sue serate standard.
 
-Ok?-
 
Domandò Hermione incredula alzando gli occhi e mostrando il rossore sulle guance:
 
-Si, ok!-
 
Confermò lui, quindi si fece da parte e chiese:
 
-La guardiamo da me?-
 
-Va bene!-
 
Hermione entrò timidamente nella casa, rendendosi conto di stare entrando proprio nella casa di Draco Lucius Malfoy.
 
Era piuttosto ordinata considerando che fosse abitata da un ragazzo viziato e senza elfo domestico. Le pareti erano di un verde pastello e si intonava perfettamente col il divano verde smeraldo posto in mezzo al soggiorno.
 
Le pareti erano tristemente vuote, senza nessun quadro o fotografia che potesse far pensare a qualche legame affettivo del ragazzo.
 
La tv era spenta e un grosso libro era appoggiato sul tavolo da the posto davanti al divano.
 
-Accomodati pure Granger.-
 
Disse il biondo andando a prendere il telecomando appoggiato davanti alla tv. Subito dopo si tuffò sul divano accanto ad Hermione e le porse l’oggetto recuperato.
 
-Tieni, io non ci capisco nulla di cose babbane. Non sono ancora riuscito a far funzionare quell’aggeggio.-
 
Concluse con un gesto del capo indicando il grosso televisore di fronte a loro.
 
La ragazza rise piano e poi rispose paziente, alzando il telecomando in modo da mostrarne il funzionamento:
 
-Non è difficile Malfoy! Guarda, se schiacci questo tasto rosso, si accende il televisore e schiacciando i vari numeri si cambia canale!-
 
La ragazza spiegò per qualche minuto come si alzasse il volume e altre operazioni basilari della tv, poi passò il telecomando all’amico in modo da fargli provare tutte le funzioni.
 
Draco sembrava soddisfatto alla fine quando domandò:
 
-Allora, su che canale è il..- Si interruppe un momento per ricordare la parola corretta – Basket?-
 
Concluse speranzoso di aver azzeccato la parola. La ragazza, con suo enorme sollievo, annuì soddisfatta e rispose:
 
-Sul 5!-
 
Draco, mostrando come avesse imparato in poco tempo a cambiare i canali, mise sul 5, dove dieci giocatori schierati in campo stavano correndo freneticamente.
 
Tra i due calò il silenzio, mentre solo il rumore della telecronaca riempiva quella stanza. Hermione aveva raccolto le gambe al petto e cercava di prestare il più possibile attenzione alla partita, anche se la presenza di Draco incombeva su di lei e la metteva a disagio.
 
Nonostante ciò, mentre i minuti della partita scorrevano, il biondo domandò più volte qualche spiegazione alla ragazza, che cercò sempre di essere il più esauriente e gentile possibile.
 
Alla conclusione del match il clima tra i due era pacifico, quindi Hermione, vedendo la naturalezza con cui il ragazzo iniziò a cambiare canale per trovare qualcos’altro di interessante in tv, affermò divertita:
 
-Dai Malfoy, devi ammettere che noi babbani non siamo così male!-
 
Draco scoppiò a ridere di cuore e annunciò:
 
-Ora mi sto per godere una delle tue migliori espressioni Granger!-
 
-Eh?-
 
Rispose lei, aprendo leggermente la bocca stupita e inclinando la testa di lato, quindi Draco, dopo aver preso un profondo respiro, ammise:
 
-Sai che ho chiesto io al ministero di farmi venire a vivere nel mondo babbano?-
 
Hermione non reagì immediatamente, la notizia impiegò qualche istante per arrivare al suo cervello, poi spalancò gli occhi spaesata e riuscì solo a mugugnare:
 
-Coooosa?!-
 
Il ragazzo dal canto suo stava ancora ridendo e prendendo fiato rispose:
 
-Dovresti vedere la tua faccia Granger!-
 
La ragazza ribatté tra l’indignato e il curioso, creando ancora più divertimento nel ragazzo:
 
-No, spiegami questa cosa!-
 
Draco cercò di ricomporsi, quindi rispose tranquillamente:
 
-Non è bello continuare ad essere guardati male ovunque si va, bollato come “un mangiamorte che avrebbe fatto meglio a restare ad Azkaban”. Ho quindi chiesto di spedirmi qui, visto che comunque anche la ero controllato, per farmi una nuova vita. Qui la gente mi guarda normalmente, non pensa che io sia un pericoloso criminale che ha cercato di ucciderli tutti. Per questo sto cercando di non disprezzare i babbani.-
 
Concluse il ragazzo con un’alzata di spalle rassegnata.
 
Hermione dal canto suo lo stava guardando stranita e rispose facendosi seria:
 
-Hai ragione, sai? Anch’io mi sento meglio a stare qui dove nessuno mi conosce. Posso solo immaginare te.-
 
La ragazza fece un mezzo sorriso di incoraggiamento, quindi Draco, scoppiando in una risata aspra, rispose:
 
-Mamma mia! Un Malfoy che fa confidenze alla Granger! Come siamo messi!-
 
La ragazza non si offese, bensì si aprì in un sorriso rincuorato e rispose:
 
-Mi sento meglio nel vedere che i tuoi pregiudizi siano ancora un po’ vivi! Mi sarei fin troppo preoccupata se no!-
 
Draco le sorrise soddisfatto e rispose con il suo caratteristico tono strascicato:
 
-Con te rimarranno sempre Granger, stai tranquilla!-
 
La ragazza scoppiò a ridere e rispose:
 
-Giustamente oserei dire! Dai, si è fatto tardi devo andare che domani ho il turno del mattino al bar. Ci vediamo in università!-
 
Il ragazzo la accompagnò alla porta e le augurò la buonanotte, prima di tornare a dedicarsi a quella magnifica scoperta chiamata televisione.
 
***
 
-Granger ho bisogno del tuo aiuto, quindi vieni subito con me.-
 
Hermione alzò la testa dal grosso libro che stava leggendo e guardò con aria interrogativa il biondo davanti a lei e, con una punta d’irritazione nella voce, chiese:
 
-Per che cosa di grazia?-
 
Non concepiva il perché quel ragazzo dovesse disturbare la sua quiete una domenica pomeriggio piovosa, in cui l’unica cosa che lei desiderava fare era leggere.
 
Draco sbuffò e mettendo le mani sui fianchi rispose annoiato:
 
-Cose da donne.-
 
La mora strabuzzò gli occhi iniziando a pensare le peggiori cose che quel furetto decerebrato avrebbe potuto combinare.
 
-Hai messo incinta qualcuna?-
 
Chiese quasi subito iniziando a preoccuparsi che quell’essere saccente potesse creare una progenie a sua immagine.
 
-No Granger, ti pare?!-
 
Rispose lui con tono quasi disgustato solo all’idea di avere un figlio.
 
-Non so cosa aspettarmi dalla tua vita privata!-
 
Ribatté lei stizzita, facendo irritare il nuovo arrivato.
 
-Vieni a casa mia, muoviti!-
 
Sbottò lui, quindi la ragazza alzandosi pigramente e riponendo il tomo iniziò a chiedere:
 
-Hai ucciso qualcuno e non sai occultare il cadavere? Vuoi usarmi come testimone per un omicidio? Mi vuoi rapire? I miei sono benestanti ma non si potranno permettere un riscatto troppo alto, sai? E poi non appena Harry lo scoprirà andrà su tutte le furie se lo fai! Finirai ad Azkaban se troverò un buon avvocato, lo sai vero?-
 
Draco ringraziò il cielo aprendo la porta di casa sua, perché finalmente la ragazza avrebbe smesso di fare strane congetture sulle torture a cui sottoporla, che in quel momento apparivano veramente allettanti doveva ammettere.
 
-Aiutami con questa cosa.-
 
Disse entrando in bagno ed indicando una grossa scatola in acciaio con al centro un oblò.
 
-Io ho seguito le istruzioni ma guarda un po’ cos’ha fatto! È un oggetto malefico!-
 
Cominciò il ragazzo prendendo da un mucchio due camicie rosa.
 
-Se avessi avuto il mio elfo domestico non sarebbe successo! Lui avrebbe lavato le mie camicie facendole restare bianche! Granger fa qualcosa!-
 
Concluse in tono quasi isterico il ragazzo guardando schifato il resto del cesto della biancheria irrimediabilmente rosa.
 
-Cioè, tu hai interrotto il mio studio perché non sai usare una lavatrice?-
 
Chiese lei sbalordita, per niente intimorita dall’idea di un Malfoy isterico per colpa delle sue camicie erroneamente colorate.
 
-Sono striate le mie camicie! Capisci? E di rosa per di più!-
 
Strillò il biondo sventolandole davanti agli occhi una camicia striata di blu e rosa.
 
Hermione sbuffò, cercando di mantenere la calma, e si mise a spiegare:
 
-Brutto idiota, non puoi pretendere di mettere le camicie bianche con le magliette rosse, blu e verdi. E` ovvio che poi venga un miscuglio di colori!-
 
-E perché?-
 
Domandò quello seriamente confuso.
 
Hermione alzò gli occhi al cielo disperata. Già i maschi babbani non capivano nulla di lavatrici e cose simili, poteva solo aspettarsi il peggio dal rampollo Malfoy!
 
-Senza grandi spiegazioni, ricorda semplicemente che devi mettere i capi bianchi, o comunque chiari, a lavare tutti insieme e i capi scuri in un altro lavaggio. Ok?-
 
Il ragazzo annuì poco convinto, guardando Hermione con aria scettica e fulminando poi quel misterioso oggetto noto come “lavatrice”.
 
Hermione non avrebbe scommesso sulla durata del ragazzo nel mondo babbano e ora iniziò a sperare che fosse tutto un incubo, da cui presto si sarebbe svegliata.
 
- To be continued. 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Shopping. ***


Il Draco della porta accanto.
 

Shopping.
 

 
Chi dice che i soldi non fanno la felicità non sa dove fare shopping!
- Gossip Girl
 
-No Granger, ora me la spieghi..-
 
Esordì Draco arrivandole alle spalle e facendola sussultare.
 
Era una giornata meno fredda delle precedenti, nonostante la stagione, e il weekend presagiva sole, anche se il clima londinese era tutto a parte che prevedibile. Il clima natalizio era al suo culmine, mentre le strade si riempivano di decorazioni e ghirlande e l’umore di tutti migliorava.
 
L’unico che non sembrava sortire il buon umore era Draco Malfoy, che quel giorno sembravo più cupo e di cattivo umore che mai.
 
-Spiegarti cosa?-
 
Chiese lei leggermente a disagio.
 
Il ragazzo sbuffò annoiato dalla domanda a suo parere ovvia e con il solito tono strascicato rispose:
 
-Quel ragazzo, in preda a non so quale disperazione, ti ha chiesto di uscire e tu hai rifiutato?-
 
Lei lo guardò e, alzando le spalle, con semplicità rispose:
 
-Beh, non mi interessava! Non vedo perché uscire con lui..-
 
-Perché potrebbe essere l’unico essere umano che ti chiede di uscire!-
 
Ribatté lui esasperato, alzando gli occhi al cielo.
 
La mora lo fissò tra l’irritato e l’offeso e commentò acida:
 
-Mi chiedono di uscire più ragazzi di quanto pensi, sai le cervellone a qualcuno piacciono!-
 
Il biondo con sguardo scettico rispose:
 
-Fatto sta che quello li non è così tanto male! Quindi ora tu ci esci che lo voglia o no! Sono stufo di sentire la signora Simpson che si lamenta perché al sabato sera non esci mai!-
 
Hermione lo fulminò con odio, ribattendo minacciosa:
 
-Malfoy non ci provare neanche!-
 
Draco sembrò non far caso alle sue proteste e mettendosi dritto urlò per l’aula:
 
-Hey Price!-
 
Il ragazzo che aveva ormai raggiunto l’uscita dell’aula si girò curioso, guardando poi con aria interrogativa il biondo, che non gli aveva mai rivolto la parola prima di quel momento.
 
-La Granger mi ha appena detto che si era sbagliata e l’impegno che aveva era un altro giorno! Quindi domani sera è tutta tua!-
 
-Oh.. Grazie Malfoy!-
 
Rispose il ragazzo un po’ a disagio, arrossendo nel vedere che metà della classe stava ascoltando.
 
-Di niente, amico!-
 
Lo salutò Draco amichevolmente tornando affianco ad Hermione.
 
La ragazza aveva incrociato le braccia e stava aspettandolo al varco, minacciosa.
 
Draco le mostrò il suo miglior sorriso e trillò amabile:
 
-Su, non prendertela Granger. Fai la brava!-
 
Hermione sembrò non ascoltare quanto affermato dal ragazzo e sibilò acida:
 
-L’hai chiamato amico? Cosa sta succedendo al saccente purosangue pieno di pregiudizi?-
 
Il biondo la guardò male e ribatté:
 
-Sto imparando il vostro slang da babbani Granger, non criticare!-
 
La ragazza alzò un sopracciglio scettica, ma quando stava per rispondere Draco riprese:
 
-Ora andiamo a casa che è già venerdì tardo pomeriggio e tra poco più di ventiquattr’ore hai un appuntamento!-
 
-Ma Malfoy..-
 
Cercò di intromettersi lei, ma lui con un gesto la zittì e iniziò:
 
-Domani mattina abbiamo un appuntamento con il tuo armadio Granger! Preparati!-
 
Ed Hermione non poté rimanere seria sentendo dire a quel purosangue pieno di se una cosa così tanto babbana.
 
***
 
Sabato mattina di buon ora Draco Malfoy iniziò a bussare alla porta di Hermione Granger e lei ringraziò il fatto che si alzasse presto anche il sabato, visto che l’ultima cosa al mondo che desiderava era farsi vedere da quella serpe appena sveglia.
 
Aprì quindi la porta con circospezione e quando lo vide si fece da parte per farlo entrare:
 
-Non ti aspettavo così presto furetto..!-
 
Ammise mentre quello entrava in salotto con le mani in tasca.
 
-Non irritarmi Granger, sono in fase creativa! Dov’è la tua camera?-
 
-Di qua..-
 
Rispose lei con aria rassegnata avviandosi verso camera sua.
 
Draco entrò con cautela e subito iniziò a guardare in tutti gli angoli, cercando di non farsi notare.
 
-Malfoy sono una maniaca dell’ordine e della pulizia a parte essere pure una spocchiosa secchiona, quindi vai tranquillo!-
 
Lui rispose con un mezzo sorriso di scuse e si mise a fissare il grosso armadio a muro, che Hermione aprì mostrando il suo guardaroba.
 
Il ragazzo restò in silenzio per parecchi minuti, mentre pensosamente osservava l’armadio e qualche volta tirava fuori qualche particolare vestito, che poi riponeva subito al suo posto con aria impassibile. Hermione lo osservava un po’ preoccupata seduta sul letto, in attesa del responso.
 
Finalmente Draco finì la sua ispezione e si girò con aria grave verso la ragazza.
 
-Io mi chiedo come Weasley ti possa aver mai trovata attraente! Insomma.. Ma come ti vesti? Non c’è un solo vestito che indosserebbe una normale venticinquenne! Una donna di mezz’età, zitella e brutta si metterebbe quella robaccia che hai!-
 
La ragazza gonfiò il petto arrabbiata e rispose mortalmente offesa:
 
-Hey non offendere i miei gusti!-
 
Lui sospirò esasperato e rispose schietto:
 
-I tuoi gusti? Ti sei mai vestita in modo da voler valorizzarti? Non dico di vestirti come quelle sgualdrine tipo Pansy, ma per lo meno con un certo buon gusto! Ho più io idea di come si vestono i babbani che sei una mezz.. Che ci sei cresciuta in mezzo!-
 
Ad Hermione scappò un sorriso sentendo che non la definiva più mezzosangue e, racquetatosi per quell’avvenimento, rispose pacata:
 
-Guarda che da quando ho undici anni vivo nel mondo dei maghi..!-
 
-Dettagli! – Sbottò lui- Io mi sono adeguato ai costumi babbani in meno di due mesi! Usciamo subito, urge per te fare shopping!-
 
-Ma non ne ho bisogno!-
 
Si lamentò Hermione, ma lo sguardo assassino di Malfoy le fece cambiare immediatamente idea.
 
Rispose quindi con voce stridula:
 
-Ok, mi preparo e usciamo!-
 
-Brava Granger, ti do dieci minuti!-
 
Dieci minuti dopo i due erano già alla fermata dell’autobus, pronti per una giornata di shopping.
 
-Sai qual è la peggior tortura che subisco tutti i giorni?-
 
Se ne uscì Draco quando salivano sull’autobus.
 
-Non è tanto la tua compagnia forzata, la tua voce irritante, il tuo modo di fare da “so tutto io” o il tuo profumo nauseante, ma è il fatto di doverti incrociare al mattino appena sveglia. Fai paura, lo sai Granger? Dovresti fare qualcosa per quella cosa che hai in testa!-
 
Come si permetteva quello smidollato di Malfoy di criticare i suoi capelli quando lui aveva in testa una leccata di mucca? Eppure, contrariamente alle aspettative di entrambi non lo schiantò all’istante, ma chiese, toccandosi i capelli preoccupata:
 
-Sono veramente così terribili?-
 
-A volte non sono così tanto male, ma appena arriva il brutto tempo fai paura! Sembrano una presenza che incombe sopra di noi dai! Tanto sei attenta ai tuoi libri tanto te ne freghi di te stessa! Così non troverai mai un ragazzo! Già dovrebbe avere coraggio per sopportarti, figuriamoci se ti presenti così al mattino! Ci credo che Weasley ti abbia lasciata!-
 
Hermione si irrigidì e non rispose, mentre milioni di ricordi le inondavano la testa.
 
Draco se ne accorse e disse, guardando fuori dal finestrino per nascondere il leggero imbarazzo:
 
-Dai Granger, non frignare per piacere! Per farmi perdonare l’uscita infelice ti accompagno a tagliare i capelli! A voi donne piace, no? Astoria me lo chiedeva sempre!-
 
Draco non accennava mai alla storia che aveva avuto con Astoria, come non accennava mai alla vita da mago che aveva avuto. Le sembrava quasi strano quindi sentirlo ricordare quei momenti.
 
-Ma io non ho bisogno di tagliare i capelli!-
 
Si lagnò lei poco convinta, ancora stranita per le affermazioni del ragazzo.
 
-Oh si Granger, tu hai veramente bisogno di sistemare il nido di piccione che hai in testa, te l’assicuro io!-
 
Hermione si toccò i capelli irritata, mentre una parte della sua mente doveva ammettere che il ragazzo avesse pienamente ragione.
 
***
 
-Prova a metterti questo, dovrebbe coprire quasi tutto il corpo, quindi potrebbe migliorare la situazione!-
 
Affermò Draco malignamente andando verso i camerini dove la Granger si era infilata qualche minuto prima. Il biondo aveva in mano quello che sembrava un sacco di liuta, che però aveva due buchi probabilmente per le braccia. Mentre lanciava il “vestito” all’interno del camerino Hermione sbucò da un angolo e chiese:
 
-Malfoy posso chiederti un parere?-
 
Lui la guardò annoiato annuendo, quindi lei uscì completamente dal camerino e con aria critica chiese:
 
-Secondo te è troppo volgare questo abbinamento? Insomma mi sento un po’ a disagio..-
 
Indossava una maglia lunga fino a metà coscia, nera con delle pailettes, abbinata ad un paio di leggins lisci.
 
-Granger sembri quasi una donna!-
 
Affermò Draco stupito avvicinandosi a lei e facendole segno di fare una giravolta. Hermione si girò a disagio, sentendo gli occhi del purosangue che la fissavano in ogni particolare.
 
-Si, approvato! Già che ci siamo provati questi jeans!-
 
Disse porgendole un paio di jeans a sigaretta, con un lavaggio scuro e delle leggere abrasioni sulle tasche posteriori.
 
Insieme le lanciò un cardigan color panna e una maglietta chiara.
 
La ragazza sospirò afflitta, ben conscia che il suo portafogli si sarebbe svuotato irrimediabilmente.


La ragazza sospirò afflitta, ben conscia che il suo portafogli si sarebbe svuotato irrimediabilmente.
 
Mentre i due attendevano il loro turno alla cassa pazientemente Hermione finalmente diede voce ad un dubbio che la tormentava:
 
-Malfoy ascolta.. Tu stai facendo il sapientone su appuntamenti e cose del genere.. Ma non eri un grande rubacuori ad Hogwarts!-
 
Il ragazzo la osservò irritato, pronto a ribattere acidamente, quindi subito la mora aggiunse:
 
-O meglio, non ti ho praticamente mai visto fidanzato con nessuna. Il che è strano visto che un sacco di ragazze ti sospiravano dietro.-
 
Draco alzò le spalle e rispose schietto:
 
-Fidanzato? Solo con Astoria lo sono stato.-
 
Hermione impiegò qualche secondo a rispondere, mentre elaborava quell’informazione. Ricordava perfettamente che, nonostante quanto apparisse odioso e viziato, un sacco di ragazze mormoravano di lui nei corridoi e anelavano un appuntamento. Eppure lui era sempre circondato solo da quei due bamboccioni di Tiger e Goyle, senza particolari ragazze che non fossero quelle di Serpeverde. Al ballo del ceppo ricordava bene che era stato accompagnato da Pansy Parkinson, ma non le risultava fosse successo nulla tre di loro.
 
-Veramente? Non hai avuto altre storie?-
 
Domandò quindi sconcertata. Il ragazzo sospirò e rispose paziente, mentre la ragazza appoggiava i nuovi acquisti in cassa e frugava nella borsa stregata per trovare il portafoglio.
 
-Ho avuto altre storielle, ma niente che fosse degno di nota. Ero impegnato a fare altro io. Quando ho raggiunto un’età consona per qualche storia d’amore “importante” avevo ben altro a cui pensare. A come far entrare dei mangiamorte ad Hogwarts o a come uccidere Silente per esempio.-
 
Concluse lui quasi divertito nel ricordare quegli avvenimenti solitamente non consoni alla vita di un 17enne, mentre la cassiera lo guardava stranita per quei discorsi.
 
-Insomma, io ero superiore all’amore!-
 
Aggiunse Draco mentre Hermione, che aveva iniziato a ridere per quella risposta, prendeva il sacchetto e si avviavano insieme verso l’uscita.
 
***
 
-Granger! Sei pronta per uscire?-
 
Urlò Draco bussandole alla porta di casa, guardando l’elegante orologio da polso che indossava per controllare l’orario.
 
-Arrivo!-
 
Rispose lei per arrivare dopo una decina di secondi ad aprire la porta un po’ affannata.
 
-Sono quasi pronta, contento?-
 
Chiese lei, lasciandolo entrare e tornando in cucina a finire di sistemare la tavola per la colazione del giorno dopo.
 
Draco, che era insolitamente rimasto in silenzio fino a quel momento, la guardò stupito e domandò:
 
-Granger! Hai dei capelli!-
 
Lei scoppiò a ridere e rispose chiudendo la porta di un armadio da cui aveva estratto una grossa tazza:
 
-Ti piacciono? Sono magnifici con questi ricci, vero? Il parrucchiere ha fatto un miracolo!-
 
Il ragazzo impiegò qualche secondo a rispondere, come se dovesse soppesare le parole da usare per risultare il meno acido possibile:
 
-Si, sono accettabili.-
 
-Accettabili! Che gran complimento!-
 
Rispose lei allegra mentre finiva di riempire la borsa e gli dedicava un sorriso scettico.
 
In quel momento suonò il campanello e lei si infilò il cappotto.
 
-Malfoy devo uscire, alzati dal divano! Se no ti chiudo dentro con Grattastinchi e sono fatti tuoi!-
 
Affermò sbrigativa, ben conscia del cattivo sangue che correva tra i due. Il gatto infatti dalla poltrona soffiò al ragazzo, per far intendere che il biondo non avrebbe avuto una vita facile a restare.
 
-Mi alzo!-
 
Esclamò lui, terrorizzato dall’idea di passare una serata con quella tigre mancata.
 
-Ciao Adrian!-
 
Trillò la ragazza allegra aprendo la porta.
 
Anche il ragazzo alla porta rimase qualche istante senza parole nel vederla, mentre alle spalle della padrona di casa Draco ridacchiava divertito.
 
-Oh, Hermione sei bellissima questa sera! Si, insomma più bella del solito!-
 
Esclamò il ragazzo sulla porta a disagio, lei lo ringraziò arrossendo leggermente.
 
-Permesso! Fatemi uscire da qui che potrebbe venirmi il diabete! Price!-
 
Lo salutò con un gesto del capo.
 
-Buona serata! E non fate sconcerie!-
 
Aggiunse sorridendo divertito dal colore che assunse Hermione a quella frecciatina.
 
-Buona serata anche a te Malfoy!-
 
Rispose Adrian alzando una mano ed osservando Draco sparire dietro alla porta di casa sua.
 
-Scusalo, è divertito dalla nostra uscita..!-
 
Affermò Hermione rassegnata osservando con la coda dell’occhio Draco sparire dietro la porta di casa sua.
 
-Vivete insieme?-
 
Chiese Adrian a disagio, lei scosse la testa e spiegò:
 
-E` il mio vicino di casa e voleva vedere se mi ero preparata a dovere per questa sera!-
 
Il ragazzo sorrise ancora un po’ a disagio, ma rispose galante:
 
-Preparata più che bene direi!-
 
La ragazza ringraziò con un mezzo sorriso imbarazzato, quindi lui propose:
 
-Andiamo?-
 
-Certo!-
 
Rispose Hermione allegra, seguendo il ragazzo nell’ascensore, nella speranza di godersi una serata in tranquillità e buon umore.
 

 
- To be continued. 


 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Ravine. ***


 

Il Draco della porta accanto.

Ravine.

 

I caratteri semplici, non i complessi, sono difficili da capire.
- Hugo von Hofmannsthal
 
 

-Allora?-
 
Hermione guardò il ragazzo che le si era appena seduto accanto in aula, che le ricordò tanto la versione maschile di Ginny quando voleva sapere qualche pettegolezzo.
 
-Non ti facevo così pettegolo Malfoy!-
 
Scherzò lei arricciandosi una ciocca di capelli ed osservandolo divertita, appoggiando una guancia sul palmo della mano, ben conscia di quanto odiasse stare sulle spine.
 
-Sei l’unica persona che posso prendere in giro e maltrattare! Quindi ho bisogno di queste informazioni per poterti infastidire a dovere..!-
 
Rispose lui con il suo classico ghigno.
 
La ragazza era indecisa se offendersi o sorridere divertita da quella frecciatina dell’amico, quindi optò per uno sguardo severo e leggermente offeso.
 
-E` andata bene allora, ha passato tutta la sera a farmi complimenti e sinceramente l’ho trovato anche più interessante di quanto pensassi.-
 
Lo sguardo di Draco lasciò trapelare una leggera delusione dalle parole dell’amica, ma lei non sembrò farci caso e proseguì:
 
-Peccato solo che mi sono accorta che “casualmente” continuavamo a seguire un’altra coppia e quindi ho fatto due più due.-
 
Spiegò Hermione con sguardo irritato, mentre il ragazzo aggrottava le sopracciglia confuso.
 
-Mi aveva invitata fuori per far ingelosire la sua ex ragazza che ora si sta vedendo con un altro.-
 
A questo punto Draco non scoppiò a ridere come si aspettava, ma rispose:
 
-Quindi sono stato anch’io una pedina del gioco di quel Price?-
 
Hermione scoppiò a ridere, vedendo come la cosa irritasse il ragazzo, tanto da fargli dimenticare il fatto che lei avesse ricevuto una tale presa in giro.
 
Decise quindi di sfruttare la situazione a suo vantaggio:
 
-Eccome! Non sarebbe funzionato se tu non avessi accettato per me di uscire con lui.-
 
Draco era furente.
 
Nessuno si poteva prendere gioco di un Malfoy.
 
Soprattutto uno stupido babbano. Tutti gli sforzi che aveva fatto per accettare la stupidità dei babbani sembravano svaniti, mentre una vena iniziava a pulsare sulla sua tempia.
 
Il biondo chiese quindi, con apparente calma:
 
-E chi è la ragazza che l’ha mollato?-
 
-E` quella li in ultima fila, Mason se non sbaglio, quella con i capelli biondi.-
 
Rispose la ragazza indicandone un’altra parecchie file più in la, mentre Draco seguiva il suo dito e individuava una bionda che chiacchierava con una compagna.
 
-E c’è riuscito a riconquistarla?-
 
Si informò Draco, mentre tamburellava le dita sul tavolo.
 
-Penso di sì, visto che non mi ha neanche accompagnata a casa quando quella li gli ha rivolto la parola e hanno parlato.-
 
Rispose la mora parecchio irritata, ricordando come fosse stata mollata in asso.
 
-Bene. Mai e dico mai usare un Malfoy. Quello li non si immaginava le conseguenze delle sue azioni.-
 
Sibilò Draco prendendo le sue cose e dirigendosi verso la Mason. Hermione lo osservò sedersi accanto alla ragazza ed iniziare a parlare con lei amichevolmente. Quella sembrava rapita dagli occhi del biondo e non si perdeva una parola che usciva dalle sue labbra.
 
Hermione sorrise divertita e tornò a concentrarsi sulla lezione che stava iniziando. L’ora passò velocemente e solo quando si alzò e intravide Draco uscire con la Mason l’assalì un vago senso di nostalgia.
 
Aveva voglia di essere li lei con Malfoy e non essere così sola. Da quando aveva stretto amicizia con Draco si era resa conto di passare con lui la maggior parte delle lezioni e delle giornate, frequentando ancora meno le amicizie superficiali che aveva istaurato prima del suo arrivo.
 
Pochi giorni dopo arrivarono però le vacanze di Natale ed Hermione raggiunse i suoi genitori in Australia, dove restò fin dopo Capodanno e tutto quello successo a Londra le sbiadì lentamente dalla mente, Price e Malfoy compresi.
 
Quando tornò finalmente al college non notò quindi così marcatamente la mancanza di Draco, che non aveva più visto dall’ultimo giorno prima delle vacanze.
 
Era tornato tutto come prima dell’arrivo di quel purosangue, con il suo tram tram lavoro-studio-casa, finché una mattina in cui la neve aveva riempito tutte le strade accadde una cosa molto insolita.
 
-Sei uno stronzo! Un bastardo!-
 
Hermione, che stava leggendo in attesa della lezione seguente nel chiostro del college, alzò la testa dal suo grosso libro sentendo quelle urla che rompevano la quiete mattutina.
 
Era immersa nella sua sciarpa rossa e gialla, un ricordo di Hogwarts dal quale non aveva mai avuto il coraggio di staccarsi. Spuntavano solo i due occhi vispi, che seguivano agilmente le lettere che si perdevano nelle pagine del grosso libro che teneva sulle ginocchia.
 
Piccole nuvolette di vapore uscivano dalla sua bocca mentre il suo fiato veniva filtrato dalla pesante sciarpa in cui era stretta.
 
Una piccola folla era accalcata attorno a due persone e la ragazza al centro dell’attenzione continuava ad urlare:
 
-Tu mi hai usata! Mi hai spezzato il cuore!-
 
La mora alzò un sopracciglio irritata da quell’inutile baccano, pronta a tornare alla sua lettura, quando una voce conosciuta sibilò gelida:
 
-Mason, hai fatto tutto da sola. Io non ti ho mai corteggiata, sei te che mi sei saltata addosso e io ti ho rifiutata.-
 
Alla ragazza in disparte scappò un sorriso, nascosto dalla sciarpa. Tornò tutto alla sua mente come se fosse successo solo il giorno prima, quando Draco nero di rabbia per essere stato usato da Price aveva giurato vendetta e a quanto pare l’aveva pienamente ottenuta.
 
Le sembrò improvvisamente che tutto fosse tornato alla normalità, come doveva essere.
 
-Non mentire!-
 
Urlò una terza voce, anche quella nota alla grifondoro.
 
-Price stanne fuori.-
 
Lo liquidò Draco in un attimo.
 
-Non ne sto fuori! L’hai sedotta e portata lontano da me! Sei un mostro!-
 
A quel punto un ghigno si dipinse sulle labbra del biondo, che rispose raddrizzando la schiena e infilando le mani in tasca, giunto finalmente al suo obbiettivo.
 
-Oh no, sono un Malfoy.-
 
Sibilò con un tono che fece accapponare la pelle anche ad Hermione. Era il Draco di Hogwarts, dei primi anni, che lei aveva tanto odiato.
 
Non avrebbe mai potuto dimenticare quel tono un po’ strascicato, che tanto aveva odiato ogni volta che sentiva per i corridoi della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, che l’aveva fatta sentire sporca e sbagliata.
 
-Ricordalo bene: non si gioca mai con un Malfoy. Potresti rimanerci scottato.-
 
Calò il silenzio e Draco si allontanò soddisfatto, mentre il gruppetto che si era formato si divideva per farlo passare spaventato, osservandolo raggiungere Hermione.
 
Le si parò davanti incrociando le braccia al petto e annunciò fiero:
 
-Granger! Ho ottenuto la mia vendetta.-
 
-Ho visto!-
 
Rispose lei sorridendogli, ma restando seduta al suo posto, non capendo cosa volesse da lei.
 
-Andiamo?-
 
Chiese il ragazzo annoiato, come se fosse un’ovvietà che lei dovesse andarsene con lui dopo quel momento di trionfo. Era tornato il Draco che aveva conosciuto nei mesi precedenti, spocchioso, viziato e acido, ma non cattivo com’era apparso pochi istanti prima con Price.
 
Lei alzò un sopracciglio domandò seriamente confusa:
 
-E dove?-
 
-A lezione, no? La mia vendetta è compiuta, ora posso concentrarmi a sfotterti per le tue doti nulle nel conquistare i ragazzi!-
 
La ragazza non riuscì a tenere il muso al ragazzo, quindi rassegnata si alzò per seguirlo verso l’aula della lezione seguente.
 
-Mi sei mancato, sai?-
 
Scherzò lei con un mezzo sorriso, mentre lui iniziava a borbottare sull’incompetenza dei babbani e sulla loro incapacità.
 
-Ovvio Granger! Quando mi si conosce non si può più fare a meno di me!-
 
Ribatté lui con il suo miglior sorriso strafottente, facendo pentire immediatamente la ragazza di quell’affermazione, anche se una sensazione di benessere, che non si era accorta quanto le mancasse, la riempiva.

 
***

 
Hermione e Draco erano appena saliti sul bus per tornare a casa. Si erano accomodati al piano superiore, dove il ragazzo voleva sempre andare per poter vedere meglio la città durante il loro ritorno a casa.

Nonostante vivesse ormai da diversi mesi tra i babbani si stupiva ancora a vedere tutte le invenzioni dei babbani per poter vivere senza la magia. Adorava poter osservare quegli “stolti”, come lui li definiva, mentre si ingegnavano per poter vivere al meglio e quotidianamente bombardava Hermione di domande, che pazientemente rispondeva sempre al meglio.

Quella sera però Hermione non era affatto di buon umore e appena si accomodarono sbottò:

-Ma ti rendi conto? Ti stavano adulando perché avevi il marchio nero sul braccio! E l’hanno definito “un tatuaggio fighissimo”!-

Draco la guardò di striscio con aria annoiata, irritato dal fatto di essere disturbato in uno dei suoi momenti preferiti della giornata, e rispose:

-Quanto ti scaldi Granger, per lo meno non lo guardano con sguardo terrorizzato o pieno di disprezzo come hanno sempre fatto tutti e come fai te ogni volta che per sbaglio lo vedi.-

Hermione si bloccò e solo allora si accorse di quanto lui doveva aver sofferto per quel marchio ormai indelebile, che probabilmente lui non aveva mai realmente desiderato.

Non aveva visto spesso quel marchio, lui tendeva infatti a nasconderlo o almeno ad evitare di metterlo in mostra, ma quando l’aveva intravisto sicuramente non aveva mostrato una delle sue espressioni migliori.

-A volte non mi sembri te Malfoy!-

Aggiunse lei con aria sorpresa, rendendosi conto troppo tardi dell’uscita infelice che aveva fatto. Sicuramente il biondo avrebbe messo il broncio offeso e non le avrebbe rivolto la parola per giorni.

-Si cambia Granger, si cambia veramente tanto nella propria vita. Soprattutto quando si passa da Azkaban.-

Commentò con un tono stanco che non gli aveva mai sentito usare, quindi lo guardò ed incontrò gli occhi seri del ragazzo che scrutavano qualcosa oltre l’orizzonte fuori dal finestrino. Negli occhi chiari del ragazzo si specchiavano le luci della sera, rendendo la scena incredibilmente nostalgica.

Senza notare che Hermione si era persa ad osservare i suoi tratti seri, lui proseguì:

-Si cambia quando hai un marchio indelebile sul braccio che rappresenta quello che sei stato e le idee a cui hai aderito. E ad Azkaban si ha tempo per riflettere e capire i propri sbagli. Dopo tre anni in quel posto sono uscito cambiato, ma agli occhi della gente ero ancora quel Malfoy viziato pieno di quelle idee sul sangue puro e su cazzate del genere. E, ti sembrerà strano, ma a volte è meglio scappare in mezzo a tutti questi babbani che non dover sopportare gli sguardi della gente che sa chi sei.-

Hermione lo capiva, lo capiva più di quanto immaginasse lei stessa.

Non era anch’essa scappata dal mondo magico per sfuggire a quegli sguardi che la giudicavano?

Lei era Hermione Jane Granger, eroina del mondo magico.

Ed era scappata comunque.

Lui, che era Draco Lucius Malfoy, antagonista del mondo magico, doveva aver sofferto ancora più di lei.

Hermione non rispose, ma lo guardò negli occhi, aprendo per la prima volta il suo cuore.

Non c’era traccia di compassione in quegli occhi, quella compassione che avevano mostrato quelli che non gli avevano dato odio e disprezzo. Quella compassione che lui, troppo orgoglioso, non voleva ricevere.

Ma c’era tutta la comprensione di cui una persona potesse essere capace.

Fu Draco a distogliere lo sguardo spaventato da quello che aveva visto, spaventato dal fatto che per una volta fosse stato compreso.

Non gli servì la solita maschera di malcelato disprezzo che le dedicava ogni giorno quella volta, il biondo aggiunse semplicemente:

-E` uno smacco per un Malfoy essere capito da una nata babbana come te.-

E sulle sue labbra apparve l’ombra di un sorriso divertito.

Forse fu l’uso del termine “nata babbana” anziché “mezzosangue” che fece stupire Hermione, ma rimase per qualche secondo senza parole.

Gli sorrise a sua volta, con uno sguardo rilassato e chiese:

-Ti va di mangiare insieme oggi?-

Lui la guardò stupito e un po’ a disagio rispose:

-Non mi sembra il caso Granger.-

Lei sbuffò e rispose con aria da bambina:

-Tu non sai cucinare e a furia di mangiare fuori stai ingrassando! Non posso avere sulla coscienza la siluette di un Malfoy!-

Lui sorrise divertito e rispose:

-Va bene Granger, ma vedi di cucinare bene, che io sono un Malfoy.-

Lei scoppiò a ridere e assicurò che si sarebbe impegnata a fondo.

-Vieni da me per l’ora di cena, tanto sai dove abito!-

Concluse lei divertita scendendo dal bus e dirigendosi verso il portone della palazzina dove abitavano, mentre con la mente già pensava a cosa preparare quella sera a cena, lasciando Draco un po’ spaesato ad ingranare il fatto che sarebbe andato dalla mezzosangue.

Si chiusero quindi alle spalle tutte quelle luci nostalgiche, entrando nel loro condominio pronti a vivere nel presente e non in quel tanto temuto passato.

 
- To be continued. 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Ghosts. ***


 
Il Draco della porta accanto.

 

 

Ghosts.

 
 
Far entrare qualcuno nelle proprie paure è più intimo di andarci a letto.
-Cit. 
 
 
Hermione si era impegnata a fondo per quella cena, tanto che aveva anche preparato una torta. Era tanto che non aveva ospiti a cena, quasi da un anno ormai, e quella era stata l’occasione per testare se fosse migliorata o meno in cucina, tanto più che il critico era niente popò di meno che un Malfoy, che non si sarebbe fatto problemi a insultarla nel caso non fosse stato tutto ottimo.
 
Draco bussò alla porta in perfetto orario ed Hermione corse ad aprire, salutandolo con un enorme sorriso che lo lasciò senza parole.
 
-Entra pure Malfoy!-
 
Cinguettò allegra lasciandolo entrare; lui varcò la soglia con aria preoccupata, come a temere che entrando in quella casa qualche mostro babbano lo potesse attaccare. Nonostante fosse già in anticamera nessun mostro lo aveva attaccato e neanche nessuna trappola era ancora scattata.
 
-Puoi stare tranquillo Malfoy, non saprei come sbarazzarmi del tuo cadavere se ti uccidessi!-
 
Affermò la mora osservando il suo atteggiamento guardingo con una risata.
 
Lui rispose con il suo tipico tono altezzoso:
 
-Non riusciresti ad uccidermi Granger, sono troppo scaltro per te!-
 
Lei rise ancora e senza aggiungere niente entrò in cucina, invitando Draco a sedersi.
 
Draco aveva immaginato molto diversa la casa dell’amica, pensava fosse una di quelle persone sentimentali che tappezzano le pareti di fotografie, invece era presente solo qualche quadro di paesaggi europei. Aveva invece indovinato sulla quantità di libri che avrebbe trovato. Il muro del salotto era occupato da una grossa libreria stracolma, dove tutti i tomi erano ordinati per autore.
 
La cena fu piacevole, anche se interrotta da parecchi momenti di silenzio. A nessuno dei due però pesava quell’assenza di conversazione, perché erano entrambi così soli che il silenzio faceva parte di tutte le loro giornate.
 
Apprezzavano però la presenza reciproca, ben consci di trovare una persona che li capisse almeno in parte dall’altra parte del tavolo.
 
-Granger grazie.-
 
Annunciò solenne Draco alzandosi da tavola al termine della cena, svuotando il bicchiere e appoggiandolo sul tavolo con aria soddisfatta. 
 
-Devo però scappare perché ho un appuntamento, sai il fascino Malfoy non lascia scampo!-
 
Concluse ammiccante. Hermione gli sorrise e l’accompagnò all’ingresso senza una parola, ma solo con quel sorriso stanco sul viso che al ragazzo ricordava tanto quello di sua madre.
 
-Allora buona serata Malfoy! Grazie per la compagnia!-
 
Gli disse appoggiandosi allo stipite della porta mentre lui si avviava verso l’ascensore. Il ragazzo si girò e sorridendo le rispose:
 
-Grazie a te per la cena, era.. commestibile.-
 
Concluse guardandola divertito, suscitando in lei una risata cristallina.
 
-Buona serata Granger, vedi di uscire qualche volta che a stare sempre in casa viene la depressione!-
 
Concluse salendo in ascensore e osservando la ragazza un po’ preoccupato.
 
La Granger non era più quella di una volta, quello l’aveva già capito da tempo, ma non pensava fosse così grave la situazione. Aveva lo stesso sguardo smarrito e quasi disperato che aveva sua madre quando lui era finito ad Azkaban.
 
Era sull’orlo di un baratro e Draco l’aveva perfettamente capito.
 
Chissà da quanto tempo non vedeva lo sfregiato e gli altri suoi amichetti e da quanto restava da sola in casa. All’università non aveva legato con nessuno in particolare, se n’era accorto anche lui. Era una secchiona insopportabile, come ad Hogwarts, e a quanto pare si dedicava unicamente allo studio.
 
Si stupì di stare pensando a quella ragazzina insopportabile mentre usciva dal palazzo e si avviava verso il luogo dell’incontro.
 
Scrollò le spalle e decise che non erano fatti suoi, lui era un Malfoy, non doveva interessargli la vita della mezzosangue.
 
Non si era ancora rammollito così tanto.
 
 
***
 
 
-Cosa fai quella faccia stupita Malfoy? Ormai siamo quasi coinquilini, se per una volta ti porto il pranzo al college non devi fare quella faccia!-
 
Si lamentò Hermione sedendosi accanto a lui nel giardino del college e passandogli un contenitore con dentro il pranzo.
 
Era una giornata fresca e luminosa, un pallido sole, infatti, era spuntato nel cielo dopo alcuni giorni di grigiore londinese.
 
Erano passate circa tre settimane dalla cena tra i due vicini di casa e Draco aveva cercato di non pensare più a cosa stesse succedendo alla sua nemica di sempre, concentrandosi piuttosto nello studio.
 
-Dai Granger, non prendiamoci in giro! Ci siamo odiati per sette anni ad Hogwarts! Non riesco a far finta che sia tutto così normale..!-
 
-Non è affatto vero che io ti odiavo! E non fare quella faccia scettica! Ti consideravo solo un idiota! Non ti sopportavo, ovviamente ma la parola odiare è troppo forte!-
 
Malfoy sorrise, divertito dallo spirito che ci metteva la ragazza nel dire ciò, e dopo aver assaggiato il suo sandwich le rispose sincero:
 
-Oh si, invece io ti ho odiata Granger. Tu eri l’opposto di quello con cui io ho sempre avuto a che fare. Leale, sincera, coraggiosa, vera, eccellente in tutte le materie e per di più eri una mezzosangue..! Eri semplicemente snervante per me. La dimostrazione che ero un perfetto idiota!-
 
Draco guardava un punto nel vuoto mentre parlava, non osava sfiorare gli occhi della ragazza, perché avrebbe visto la sua sincerità di quel momento, si sarebbe accorta di come quella serpe avesse deciso di mettersi in gioco con lei.
 
Di come lui volesse salvarla, di come non le avrebbe permesso di cadere in quel burrone.
 
Sapeva che Hermione si stava aggrappando a lui, anche il fatto di avergli portato il pranzo era una muta richiesta di aiuto.
 
Lei aveva bisogno di un amico, che la facesse sentire un po’ meno sola, che la sollevasse da quello stato in cui era caduta senza accorgersene.
 
-Eri il contrario delle ragazze con cui ho sempre avuto a che fare, loro erano libertine, bellissime, stupide e al tempo quindi mi sembravi semplicemente una zitellona suora. Si, senza che te me lo dica,–
 
Proseguì agitando una mano per far tacere la protesta che stava per nascere.
 
-A quel tempo ero veramente stupido. O più che stupido, visto che ho sempre avuto ottimi voti, avevo semplicemente paura di pensare con la mia testa. E quindi ti odiavo, come odiavo lo sfregiato e il tuo fidanzatino lenticchia. Anche se ora loro non mi stanno propriamente simpatici vorrei sottolineare.-
 
Hermione scoppiò a ridere e lui irritato la fulminò con lo sguardo.
 
-Dai Malfoy non fare quella faccia. Sei uno spettacolo quando mi fai questi discorsi, dovresti vedere la foga che ci metti!-
 
Anche Draco scoppiò a ridere, lasciando Hermione interdetta per qualche secondo, per poi unirsi alla sua risata.
 
Era strano vederlo ridere, vedere quelle labbra sottili incurvate in un sorriso, mentre dei perfetti denti bianchi spuntavano sotto di esse.
 
Era talmente strano che qualcosa si agitò all’altezza della bocca dello stomaco della ragazza, qualcosa che non sapeva definire.
 
Era un senso di pace quello che stava provando in quel momento?
 
-E` vero, è strano ridere qui con te come se nulla fosse successo. Insomma visti da occhi esterni non si potrebbe immaginare quello che abbiamo passato..-
 
-Nessuno saprà mai quello che abbiamo passato Granger.-
 
Rispose lui sincero, guardando il cielo mentre una ruga gli solcava la fronte liscia.
 
-Io voglio però che tu sappia quello che ho passato io.-
 
Affermò lei decisa guardandolo negli occhi e facendolo per un attimo vacillare.
 
E fu così che Hermione iniziò a raccontare, con voce insicura e malferma quello che lei aveva passato durante la Guerra, come e con chi l’aveva vissuta, le sue paure, le sue incertezze.
 
Fu così che Hermione tese la mano, nella speranza che lui l’afferrasse e l’aiutasse a risalire quel burrone.
 
Draco ascoltava rapito, capendo che non era stato l’unico a soffrire, capendo che probabilmente avevano sofferto anche dall’altra parte.
 
Hermione tralasciò volutamente l’episodio nella villa Malfoy e il ragazzo non ebbe il coraggio di chiedere spiegazioni.
 
Gli occhi della ragazza vacillarono spesso riempiendosi di lacrime, ma poi venivano scacciate da altre parole, da altra angoscia, dal racconto di quello che sembrava una brutta storia da non raccontare ai bambini prima di andare a dormire.
 
Il biondo seguiva attento, paragonando nella sua testa quello che lui aveva vissuto nello stesso periodo, vedendo come non fosse stato affatto facile per nessuno dei due.
 
-E questo è tutto. Non so perché te l’ho raccontato, non l’avevo mai fatto con nessuno.-
 
Draco le rispose piano:
 
-Forse perché tutti e due sogniamo la Guerra tutte le notti, no?-
 
-Come fai a..?-
 
Chiese la mora a disagio e lui rispose tranquillo:
 
-Perché ti sento quando ti svegli con un urlo o.. Quando piangi.-
 
Concluse a disagio, vedendo avvampare per un attimo le gote di Hermione.
 
-Anche tu la sog..?-
 
-Tutte le notti.-
 
Rispose lui sicuro prima che lei potesse terminare la domanda.
 
I due restarono per qualche attimo in silenzio, ripensando ai loro sogni ricorrenti. Fu Draco a rompere il silenzio dicendole:
 
-All’inizio mi sentivo sollevato, sai? Non mi sono sentito l’unico pazzo.-
 
Lei gli sorrise e commentò:
 
-Bella roba essere messo come una mezzosangue eh?-
 
Scherzò lei facendolo ridere.
 
-Più che come una mezzosangue come una scocciatura come te!-
 
Ribatté lui finendo di mangiare il suo pranzo. Lei scoppiò a ridere e dopo essersi alzata e pulita i jeans, disse:
 
-Comunque, per tua informazione, questo sabato invito a cena Harry, Ginny, Ron e Lavanda.-
 
Il biondo si esibì in una smorfia disgustata nel sentire quei quattro nomi e subito la rimbeccò offeso:
 
-Vuol dire che mi lasci dalla signora Simpson da solo? Bella persona che sei!-
 
-Puoi venire a cena da me..-
 
Mormorò lei osservandolo attentamente. Era più un’affermazione che una domanda, ma la ragazza stava comunque trepidando per una risposta.
 
-Neanche per idea!-
 
Rispose subito lui rizzandosi sulla schiena, pronto a scappare a gambe levate pur di non dover accettare quella proposta.
 
-Per favore furetto! Non so come potrei prendere il fatto di vedere Ron e Lavanda insieme e tu sei il mio unico amico.-
 
“Amico”.
 
Quella parola scivolò nel collo di Draco e gli fece provare un brivido insolito.
 
Quante volte l’avevano definito “amico” e poi l’avevano pugnalato alle spalle?
 
Quante volte era stato circondato da sconosciuti che si definivano in quel modo?
 
Eppure quel termine uscito dalle labbra di Hermione era diverso, gli dava un senso di calore. Era in qualche modo certo che lei non avrebbe mai fatto una cosa del genere, perché` quella leale grifona ci credeva nelle parole che uscivano dalle sue labbra.
 
Quel brivido che aveva provato era stato piacevole e ora si sentiva meglio.
Si sentiva più leggero, quell’enorme peso che aveva sul cuore per un attimo era diminuito, come se con il definirlo amico Hermione ne avesse presa una parte.
 
Probabilmente per quel motivo dopo aver sbuffato annoiato rispose:
 
-Va bene Granger, ma devi farmi la torta al cioccolato che mi piace.-
 
Hermione scoppiò nuovamente a ridere.
 
-Va bene furetto in sovrappeso, torta al cioccolato sia!-
 
E nel sorriso che gli dedicò Draco intravide qualcosa che lo scaldò nuovamente, probabilmente ancora di più del fatto di essersi sentito definire “amico”.
 
Draco afferrò quella mano saldamente.
 
L’avrebbe salvata, a costo di cadere lui stesso in quel baratro.
 
- To be continued. 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Surprise. ***


Il Draco della porta accanto.
 

Surprise.
 
 
Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile.
E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile.

- Francesco d'Assisi 
 


-Hermione! Come stai?-
 
Trillò una massa di lunghi capelli rossi, prima di saltare al collo della giovane iniziando a stritolarla.
 
-Bene dai Ginny! Tu? Ti vedo in gran forma!-
 
Rispose sincera la mora cercando di non perdere l’equilibrio sotto la foga dell’amica e riprendendo fiato.
 
-Si tira avanti..! Ma tu sei un figurino! Guarda come sei vestita bene! Finalmente ti sei decisa a lasciare da parte i vestiti da nonna!-
 
Osservò Ginny con la classica schiettezza, guardando le gambe dell’amica strette in un paio di jeans attillati, abbinati ad un maglioncino blu.
 
Hermione sorrise a disagio, mentre salutava con un abbraccio Harry e con una stretta di mano e due baci sulle guance Ron e Lavanda.
 
-Come mai questo cambio di look?-
 
Chiese Ginny interessata, sapendo che doveva essere successo qualcosa all’amica per quel radicale cambiamento che lei non era riuscita a far fare in tanti anni, non preoccupandosi minimamente del disagio che poteva leggere sul volto dell’amica.
 
-Ringrazia il platinato qua dietro e i suoi non consueti metodi..!-
 
L’attenzione dei presenti si concentrò sulla figura alta e slanciata che aspettava in salotto. Il ragazzo era vestito con una camicia bianca e un paio di jeans ed aspettava l’attenzione dei nuovi arrivati a braccia incrociate, sfoggiando il miglior sorriso strafottente che possedeva.
 
Il gelo cadde nella stanza, mentre le espressioni dei nuovi arrivati cercavano di tornare quelle naturali.
 
-Sfregiato, Lenticchia, Rossa e Cozza non è per me un piacere vedervi. Sono qui solo perché la Granger mi ha pregato di..-
 
Iniziò Draco infilando le mani in tasca e alzando un sopracciglio orgoglioso delle facce sbigottite che aveva davanti.
 
Hermione gli assestò una gomitata tra le costole prima che potesse finire la frase e quindi mormorò contrariato:
 
-Che bello vedere che siete tutti ancora vivi.-
 
Rettificò guardando Hermione con un sorriso tirato, sperando di non ricevere più gomitate spacca costole.
 
Ginny non scoppiò a ridere per la scena solo perché Ron, con voce truce, chiese:
 
-Che ci fa Malfoy qui?-
 
La mora con un sorriso pacifico rispose:
 
-E` il mio vicino di casa! E abbiamo anche alcuni corsi del college insieme, quindi ho pensato di invitarlo!-
 
-Potevi evitare!-
 
Commentò immediatamente Ron acido, meritandosi un’occhiataccia dalla ragazza. Nel frattempo Draco gongolava per l’odio dimostratogli, merito di anni e anni di duro lavoro.
 
-Sento qualcuno che sta rosicando.-
 
Mormorò il biondo all’orecchio della ragazza, che lo guardò storto ed invitò i ragazzi in sala da pranzo.
 
L’unica che non sembrava colpita negativamente dalla scoperta era Ginny, che sembrava entusiasta per il cambiamento di Hermione e soprattutto per il sorriso che aleggiava pacifico sul suo volto.
 
La prese infatti sottobraccio e le sussurrò all’orecchio:
 
-Non mi rispondi ai gufi e al telefono e intanto tieni in casa un Malfoy..! Dobbiamo proprio fare una bella chiacchierata io e te!-
 
Hermione rispose con un sorriso imbarazzato e bisbigliò in risposta:
 
-Non pensare chissà che, è solo un amico!-
 
Ginny si accomodò accanto all’amica con un sorriso ammiccante, mentre al suo fianco si sedeva Harry, ancora sbigottito per il ritrovo di Malfoy proprio in casa Granger.
 
Non appena si disposero attorno alla tavola Harry incominciò, per smorzare la tensione che si era creata:
 
-Avete visto l’ultima partita dei Caerphilly Catapults?-
 
Draco si illuminò, facendo capire a Harry di aver tirato fuori l’argomento corretto, e rispose:
 
-Erano anni che non si vedeva una partita del genere! Anche se i Falmouth Falcons hanno giocato in modo eccellente!-
 
-Per me avrebbero meritato loro la vittoria! Anche se continuano con il loro gioco estremamente falloso se la cavano alla grande!-
 
Ribatté Ron iniziando a scaldarsi e ad entrare nella conversazione, lasciando da parte il malumore che l’aveva preso.
 
Intanto dall’altra parte del tavolo Hermione li guardava sollevata, vedendo come l’ascia di guerra fosse stata seppellita per amore del quiddich. Quindi si rilassò e si fece prendere dal discorso di Ginny, che stava aggiornando una curiosa Lavanda sulle ultime novità in campo di pettegolezzi.
 
La cena trascorse tranquillamente, Hermione guardava spesso i ragazzi, nel timore che potessero iniziare a litigare da un momento all’altro, ma sembrava tutto tranquillo. Una volta si incantò a guardare Draco, che alzò gli occhi sentendosi osservato e le dedicò il suo ghigno divertito. Immediatamente lei tornò a guardare Ginny, ma poteva sentire gli occhi glaciali del ragazzo che la osservavano insistentemente. E la cosa, si accorse a malincuore, la metteva fin troppo a disagio.
 
La tranquillità della serata fu interrotta dalla voce stridula di Lavanda che iniziò a tirare il braccio del suo fidanzato squittendo:
 
-Dai Ronny, dillo adesso!-
 
Ron arrossì leggermente, per poi schiarirsi la voce ed annunciare, dopo essersi spettinato i capelli com’era solito fare quand’era a disagio:
 
-Va bene.. Allora.. Io e Lavanda volevamo cogliere l’occasione per comunicare ai nostri più cari amici d’infanzia, e a mia sorella in anteprima, una decisione che abbiamo preso insieme. A breve abbiamo deciso di sposarci e ovviamente siete tutti invitati alla cerimonia!-
 
Ginny balzò in piedi abbracciando il fratello e congratulandosi con lui, mentre Harry stringeva la mano a Lavanda.
 
Ad Hermione iniziarono a tremare le gambe, mentre cercava di sorridere ad una Lavanda che la guardava malignamente in attesa delle sue congratulazioni.
 
Il primo pensiero per la padrona di casa fu che doveva essere lei quella a cui Harry stringeva la mano e Ginny abbracciava. Doveva essere lei la futura signora Weasley. Non quella pettegola di Lavanda.
 
Una fitta di dolore le attraversò lo stomaco, mentre gli occhi stavano per riempirsi di lacrime e il respiro sembrava fermarsi in gola.
 
In tutto ciò Draco, con estrema calma, si alzò dal posto e andò ad appoggiare le mani sulle spalle di Hermione, per farle sentire di non essere sola.
 
Quel contatto la fece sobbalzare, in quanto non era abituata ad avere un contatto fisico con lui, ma al contempo la tranquillizzò, facendole ritrovare almeno in parte la calma.
 
Erano due mani calde sulle sue spalle, che le infondevano una sicurezza e una protezione che aveva sentito solo tra le braccia di Harry.
 
-Ma che bella notizia.-
 
Commentò Malfoy ironicamente, mentre la tensione diventava palpabile nella stanza ed Harry iniziava ad agitarsi sulla sedia.
 
-E così siete venuti qui questa sera per dare il grande annuncio alla Granger e a schiaffarle in faccia la vostra felicità?-
 
Lavanda arrossì, sentendosi chiamata in causa. La voce di Draco era dura e graffiante, non la solita voce strascicata e irritante che usava per provocare.
 
Le orecchie di Ron iniziarono a diventare scarlatte, sentendosi terribilmente in colpa.
 
Harry cercò la bacchetta sotto il tavolo, pronto ad intervenire nel diverbio, ma sul volto di Draco spuntò un sorriso sadico e proseguì con tono calmo:
 
-Sono comunque sicuro che io ed Hermione parteciperemo con gioia alla cerimonia e cogliamo l’occasione per annunciare a voi, i più cari amici di questa donna, il nostro fidanzamento.-
 
La mora era ancora shocckata dal fatto che Draco l’avesse chiamata per nome e quindi non riuscì immediatamente a cogliere la seconda parte dell’affermazione del ragazzo.
 
Il gelo era calato nuovamente nella stanza, ma quando si vide tutti gli occhi puntati addosso il suo cervello iniziò ad elaborare il tutto e un colorito vermiglio le coprì le guance.
 
Lei e Draco erano fidanzati.
 
La notizia rimbombò come un’eco nel suo cervello, fino a perdersi in un sussurro, mentre la sorpresa lasciava il posto alla comprensione del messaggio.
 
-D.. Davvero?-
 
Chiese Ginny titubante, guardando negli occhi l’amica, mentre un’espressione indecifrabile solcava il volto della rossa.
 
Draco strinse le spalle alla fidanzata in modo da svegliarla dalla trans in cui era caduta dal momento della notizia e lei subito rispose con un mezzo sorriso poco convinto:
 
-Proprio così.-
 
Mentre Hermione sorrideva imbarazzata all’amica, Draco alle sue spalle sorrise compiaciuto.
 
Harry aveva la bocca leggermente aperta, mentre gli occhiali erano scivolati sulla punta del naso e lui non si preoccupava di sistemarli.
 
Lavanda stava diventando verde di rabbia, mentre continuava a tremare, in particolare le guance sembravano in preda ad uno spasmo nervoso. Malfoy non si sarebbe stupito se avesse iniziato a perdere bolle di bava dalla bocca.
 
La faccia di Ron era uno spettacolo a vedersi per Draco: era pallido, all’occhio destro era venuto un tic, mentre la bocca mezza aperta pendeva da una parte e le orecchie raggiungevano il color peperone.
 
-Cara,- Iniziò Draco con un tono che era tutto un velluto, -Perché non vai in cucina a servire la torta al cioccolato? Io intanto intrattengo gli ospiti.-
 
Hermione si alzò sorridendogli e congedandosi velocemente dagli altri, per andare principalmente a lavarsi la faccia per riprendersi dallo shock. Sperò sinceramente che nessuno l’avesse vista inciampare alla soglia della cucina, ma sembravano tutti ancora troppo sbalorditi per notare una cosa del genere.
 
-Quindi.. Tu ed Hermione state insieme?-
 
Chiese Harry non appena il ragazzo si riaccomodò al suo posto con un sorriso soddisfatto in volto.
 
-Siete rimasti senza parole, vero?-
 
Esordì Draco cogliendo l’attenzione dei presenti e preparandosi a recitare la sua parte.
 
-Anch’io non ci credevo all’inizio ma poi ho capito che non c’era nulla di male nello stare con lei. Insomma è una ragazza a posto, intelligente e ammettiamolo, anche carina..! Non sapete che sollievo sia poi per noi due non doverlo tenere nascosto. Inizialmente eravamo titubanti sul fatto di comunicarvelo per via dei rapporti..- Si interruppe un attimo alla ricerca della parola giusta, godendosi ancora una volta l’espressione sconvolta sui volti attorno a lui - Difficili..! Che ci sono stati tra noi a Hogwarts, ma oggi a cena abbiamo avuto la dimostrazione che possiamo essere amici. E ripeto, vedo che ci capite, quindi che è veramente un sollievo per noi.-
 
La bocca di Harry e Ron era sempre più aperta, sentendo quelle parole uscire con naturalezza dalle labbra di Draco Malfoy.
 
E se del fumo fosse potuto uscire dalle orecchie di qualcuno quelle di Ron avrebbero emesso un vapore continuo.
 
Lavanda aveva spezzettato tutto il suo tovagliolo sul tavolo nervosamente, mentre la gelosia si poteva cogliere in ogni sua espressione.
 
L’unica semi tranquilla era Ginny, che osservava con attenzione Malfoy, cogliendo ogni suo gesto.
 
-Oh, eccola che arriva con la torta! Io voglio una fetta con la fragola, tesoro!-
 
Quel tesoro fece rabbrividire Hermione, che annuì a disagio con un sorriso mentre iniziava a tagliare la torta.
 
-Lei non si è ancora abituata all’idea di avere un purosangue bellissimo al suo fianco.-
 
Affermò Draco divertito, mentre lei gli passava goffamente la torta, cambiando poi discorso, vedendo che Hermione non avrebbe sopportato di più.
 
-Potter, ho iniziato a seguire quello sport famoso tra i babbani, il baket se non sbaglio!-
 
Harry sembrò tornare sulla terra in quel momento, mentre cercava di capire le ultime parole di Draco.
 
Intervenne però Hermione, che osservò con il suo classico tono da so-tutto-io:
 
-Basket, Malf.. caro.-
 
Si corresse immediatamente la ragazza con l’ennesimo sorriso tirato.
 
-Sai Harry, non riesce ad imparare i nomi delle cose babbane! Non ti dico quando siamo andati al museo delle cere quanto è stato divertente vederlo mentre scopriva quel nuovo mondo!-
 
Herry aprì ancora di più la bocca, rendendosi conto che se erano realmente andati anche al museo delle cere insieme allora poteva essere effettivamente vera questa loro relazione.
 
La serata proseguì con un leggero disagio di fondo, quindi dopo la torta gli ospiti si congedarono velocemente.
 
-Grazie della serata ragazzi! Spero di vedervi presto!-
 
Salutò Ginny, guardando ancora una volta la nuova coppia e andando a salutare Draco con una stretta di mano e un sorriso curioso.
 
Hermione osservò uscire l’amica con un sorriso, sicura che l’avrebbe vista molto prima di quanto pensasse, quindi chiuse la porta alle loro spalle salutando un’ultima volta con la mano la migliore amica, quindi si girò e fulminò Draco con lo sguardo, per poi incominciare:
 
-Malfoy! È possibile che tu sia un tale demente? Io e te fidanzati? Ma da dove ti è uscita?-
 
Hermione era fuori di se, proprio non poteva capire come il vicino di casa potesse essere uscito con un’affermazione talmente assurda. Il ragazzo però rimase imperturbabile e rispose semplicemente:
 
-E piantala Granger.. Dovresti ringraziarmi che in questo modo il tuo pel di carota è rimasto senza parole! La sua ex ragazza con il suo peggior nemico! È stata impagabile la sua faccia! Era rosso fino alle orecchie!-
 
Si gongolò il biondo ripensando alla faccia di Ron quando aveva annunciato il loro fidanzamento.
 
La ragazza incrociò le braccia contrariata e rispose:
 
-Malfoy è stato ingiusto per lui!-
 
La cosa che irritò più Draco fu il fatto che Hermione stesse difendendo il rosso dopo quell’uscita totalmente inappropriata. Se erano veramente mesi che la grifondoro non vedeva Ron allora era stato fatto apposta quell’annuncio da Lavanda nonostante il rapporto di Ron ed Hermione si fosse deteriorato.
 
-Non lo difendere, ti aveva appena invitata al suo matrimonio per farti assistere al suo trionfo. E` un gesto da Malfoy non da Weasley! Sarà stata sicuramente la cozza ad avere l’idea!-
 
Sbottò Draco irritato guardandola storta, mentre infilava le mani in tasca, pronto a troncare li la conversazione e tornare a casa.
 
Notò immediatamente che gli occhi di Hermione si erano riempiti di lacrime, ma il suo orgoglio Grifondoro non aveva intenzione di farle uscire.
 
Il ragazzo sospirò e si accomodò sul divano, invitando con un cenno della testa la ragazza a sedersi accanto a lui. Lei esitò soltanto un momento, mordendosi il labbro inferiore indecisa, ma poi si lasciò andare su quei cuscini morbidi.
 
Subito le lacrime iniziarono ad uscire, mentre con singhiozzi strozzati la ragazza cercava di darsi un contegno.
 
-Su Granger, su..!-
 
Mormorò lui non sapendo bene come consolarla, nella speranza che smettesse presto.
 
Non era preparato a dover rassicurare qualcuno, non era mai stato bravo in quelle cose. Aveva sempre evitato di essere presente quando qualcuno piangeva e soprattutto aveva sempre affermato di non essere un tale smidollato da mettersi ad ascoltare le paranoie altrui.
 
Eppure quella sera non osò andarsene lasciando Hermione a finire tutte le sue lacrime, ma le diede qualche pacca sulle spalle, nella speranza che bastasse.
 
La ragazza lo guardò tra le lacrime, ringraziandolo almeno per essere li con lei.
 
Non sapendo come comportarsi il ragazzo iniziò a rassicurarla su quanto non fosse stata una grande perdita Ron, su come potesse trovare qualcuno migliore, finché la stanchezza non ebbe il sopravvento su entrambi.
 
- To be continued. 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Normality. ***


 

Il Draco della porta accanto.
 

Normality.

 
 
Abbiamo soltanto la felicità che siamo in grado di capire.
- Maurice Maeterlinck 
 
 
 
 
Hermione si svegliò il giorno dopo disturbata dalla luce del sole che filtrava dalle tende non tirate e non si rese conto immediatamente della situazione in cui si trovava.
 
Era sdraiata sul divano, ancora totalmente vestita come la sera prima, e come cuscino stava usando il petto di Draco Malfoy.
 
Quando quella consapevolezza subentrò nella sua mente sobbalzò, mentre tutti i ricordi della sera prima entravano prepotenti nella sua mente.
 
Quel senso di vuoto che aveva provato la sera prima si impossessò nuovamente di lei, ma prima che la potesse riportare nello stato di malinconia in cui era si rese conto di quanto fosse diverso Draco in quel momento.
 
La domanda arrivò spontanea alla sua mente, non appena lo osservò per qualche secondo.
 
Da quando quel moccioso viziato era diventato un uomo?
 
Con la barba leggermente sfatta, i fili d’orati che aveva come capelli disordinati mentre cadevano sparsi sulle fronte, ad incorniciare gli occhi chiari che ricordava perfettamente anche se in quel momento chiusi, illuminati da quell’aria da strafottente che si era sempre portato dietro.
 
Non si era mai accorta che il suo petto fosse così ampio e protettivo, l’aveva sempre ritenuto più magro, invece aveva acquistato la giusta massa. Sfiorò piano quella superficie, per paura di svegliarlo con movimenti troppo bruschi.
 
-Mmf..-
 
Mugugnò piano il ragazzo facendola sobbalzare. La sua attenzione si spostò sulle labbra sottili, leggermente dischiuse e immediatamente la ragazza divenne rossa, prima ancora che qualsiasi pensiero potesse nascere nella sua mente.
 
Prima che Draco si svegliasse totalmente Hermione si accoccolò nell’incavo della sua spalla, approfittando della dolcezza incosciente del ragazzo.
 
Quando il biondo aprì il primo occhio si sentiva caldo ed in pace con il mondo.
 
Quando poi vide Hermione accoccolata sul suo petto scattò quasi a sedere, facendola sobbalzare.
 
-Granger! Ma cosa..-
 
Strillò isterico, rendendosi conto troppo tardi che in quel modo l’avrebbe svegliata troppo bruscamente e si sarebbe alzata di pessimo umore.
 
Hermione schizzò a sedere spaventata, mentre cercava di calmare la tachicardia.
 
-Tu.. Cosa?-
 
Farfugliò Draco spaesato, ricordando solo in quel momento il perché fossero finiti in quella situazione.
 
-Io.. Non volevo!-
 
Rispose Hermione, arrossendo senza sapere il perché, a disagio.
 
-Non è successo nulla, vero?-
 
Domandò Draco, facendo avvampare ancora di più la ragazza, per l’allusione che potesse essere successo qualcosa tra loro.
 
-Nulla! Ti sembra?-
 
Rispose lei con un tono più alto di un’ottava, a disagio.
 
-Perché non andiamo a fare colazione?-
 
Propose con la stessa voce in falsetto, alzandosi e incamminandosi verso la cucina, dove si mise ad armeggiare per preparare il caffè, mentre le mani ancora le tremavano.
 
Il ragazzo la raggiunse dopo parecchi minuti, stiracchiandosi ancora indolenzito per la posizione in cui aveva dormito.
 
Per prendere in giro la ragazza per il disagio che ancora aleggiava nell’aria, si posizionò dietro di lei, prendendole i fianchi e mormorando con tono seducente:
 
-Granger..-
 
La ragazza sobbalzò, girandosi con in mano una grossa tazza di caffè, che finì quasi interamente sulla camicia bianca di Draco.
 
-Scotta!-
 
Strillò lui saltellando via e sbottonandosi la camicia per allontanare quel liquido bollente dalla pelle. Hermione intanto mortificata continuava:
 
-Scusa Draco, scusa! Giuro non l’ho fatto apposta! Mi hai spaventato te!-
 
Il ragazzo non rispose finché non si fu sfilato la camicia, quindi la fulminò con lo sguardo.
 
-Scusa veramente!-
 
Implorò lei veramente dispiaciuta, quindi il biondo sbuffò e rispose:
 
-Non l’hai fatto apposta, tranquilla. Direi che tornerò a casa ora, giusto per farmi una doccia.-
 
La ragazza annuì e rispose meccanicamente:
 
-Ottima idea. Vado anch’io a lavarmi allora.-
 
Detto ciò si allontanò velocemente, a disagio, mentre il petto nudo di Draco le appannava ancora il cervello.
 
Il ragazzo la vide chiudersi la porta del bagno alle spalle, quindi con un sorriso divertito per la situazione si incamminò verso l’uscita, sfilando dalla tasca le chiavi di casa e iniziando a giocarci.
 
Quando aprì la porta d’ingresso però si trovò davanti una rossa di sua conoscenza, quindi si appoggiò allo stipite della porta divertito.
 
-Buongiorno Weasley.-
 
Salutò con un ghigno, quindi lei ribatté leggermente spaesata.
 
-Ciao Malfoy! Cosa ci fai qui.. Mezzo nudo?-
 
Draco trattenne una risata e rispose tranquillo:
 
-Secondo te? Sei fortunata di non essere arrivata cinque minuti fa. La Granger è in doccia se la cerchi.-
 
Ginny lo osservò senza riuscire a preferire parola, mentre il ragazzo le sfilava davanti tranquillo, tornando nel suo appartamento.
 
Non appena la rossa si fu ripresa dallo shock scattò verso il bagno, dove spalancò la porta e urlò per superare il rumore della doccia:
 
-Herm! Ma sei veramente fidanzata con Malfoy? Mi avevi detto che l’avevi rivalutato e che eravate diventati amici, ma non pensavo fino a questo punto!-
 
Il tono allarmato della rossa fece spaventare la padrona di casa, che tirò fuori la testa dalla tendina e osservò la migliore amica con un sorriso e rispose:
 
-Stai tranquillissima Ginny che è stata una trovata sul momento di Draco per zittire Ron!-
 
La rossa sospirò di sollievo, lasciandosi cadere a sedere sulla tavoletta del water.
 
-Oh Morgana!- Sospirò sollevata, poi si accigliò e con un sorriso vittorioso continuò - Fatto sta che lo chiami per nome!-
 
-E` stato uno sbaglio vai tranquilla! L’ha fatto per me, per non far vedere a Ron e Lavanda quanto fossi sola. E probabilmente anche per godersi la scena!-
 
La rassicurò la ragazza infilandosi l’accappatoio e uscendo dalla doccia.
 
-Devo subito rassicurare Harry! Voleva già chiamare qualcuno del SanMungo per controllare che non ti avesse stregata!-
 
Scherzò la rossa facendo scoppiare a ridere l’amica. In quel momento però Ginny tornò pensierosa e chiese, ricordando il suo arrivo:
 
-Perché è uscito da casa tua a petto nudo quindi?-
 
Hermione sorrise rassicurante e le raccontò che per sbaglio gli aveva rovesciato addosso il caffè bollente.
 
-E perché era a casa tua a quest’ora del mattino vestito come ieri sera?-
 
Domandò di nuovo Ginny, sempre più interessata.
 
-Ha dormito qui.-
 
Ammise Hermione, riassumendo le circostanze, ma omettendo tutti i pensieri che aveva avuto quella mattina.
 
-Herm, lasciatelo dire.. Tu sei innamorata!-
 
Sbottò Ginny alla fine con un’espressione di chi la sa molto lunga sull’argomento, ma l’amica la zittì con un gesto della mano, ribattendo:
 
-Non dire sciocchezze. Siamo diventati amici, probabilmente posso dire che gli voglio bene, ma tutto finisce qui. Non sono ne innamorata ne cose del genere.-
 
Ginny la osservò severa e ribatté prontamente:
 
-Probabilmente non l’hai ancora capito. Ma io vedo gli occhi con cui lo guardi. E non sono gli stessi con cui guardavi Ron, perché i tuoi occhi per mio fratello erano quelli di una madre, mentre quelli per Malfoy sono gli stessi che vedo in quelli dei miei genitori. Non è un amore passionale, o almeno quello è un di più, è un amore paziente e dolce, molto più profondo. Pensaci Herm, per favore.-
 
E con questa affermazione la ragazza chiuse l’argomento, lasciando alla migliore amica molto su cui pensare.
 
*
 
Era un sabato sera di inizio marzo e in un appartamento londinese due ragazzi stavano concludendo una cena.
 
Draco era infatti stato invitato dalla vicina di casa a cena, per festeggiare il passaggio di entrambi ad un difficile esame.
 
Non era un evento così strano che il ragazzo ed Hermione cenassero insieme, perché, viste le scarsissime doti culinarie del biondo, sempre più spesso la mora rimaneva intenerita e lo invitava a cena.
 
-Se avessi pensato sei mesi fa di essere tua amica mi sarebbe venuto da ridere, sai?-
 
Osservò la ragazza sovrappensiero prendendo un’altra forchettata di uova dal suo piatto.
 
-Siamo “amici” per convenienza.-
 
Puntualizzò Malfoy acido guardandola di sbieco. Lei sospirò sconfitta e chiese:
 
-Amici per convenienza?-
 
-Si, hai capito bene.-
 
Puntualizzò immediatamente lui, per poi continuare:
 
-Io e te siamo “amici” solo perché possiamo capire cosa sta passando l’altro, non per un’innata simpatia che proviamo l’uno per l’altra.-
 
Lei alzò gli occhi al cielo e commentò offesa:
 
-Ovviamente, non sia mai che il purosangue Draco Lucius Malfoy provi anche una sottospecie di simpatia per la mezzosangue Hermione Granger. In fondo anche se non la sopporta ci passa comunque la maggior parte delle sue giornate insieme.-
 
Concluse lanciandogli un’occhiataccia. Draco sbuffò alzando gli occhi al cielo e commentò:
 
-Dai possiamo non definirla innata la simpatia ma forzata, felice?-
 
-Oh, da morire!-
 
Concluse lei alzandosi dal tavolo infastidita e sistemando i piatti nella lavastoviglie.
 
-Dai Granger.. Non fare l’offesa!-
 
Lei non rispose e si limitò a continuare a sparecchiare il tavolo, cercando di non spaccare un piatto su quella testa platinata.
 
-E va bene, per farmi perdonare ti porterò fuori questa sera. È sabato no? I babbani la considerano una serata in cui bisogna uscire per forza e tu stai sempre in casa! Fatti trovare vestita in modo accettabile tra mezz’ora.-
 
Concluse lui, con il suo solito tono annoiato, alzandosi dal tavolo e avviandosi verso la porta.
 
-Ricorda che sono un Malfoy e non mi piace aspettare!-
 
Concluse chiudendosi la porta alle spalle.
 
Hermione rimase senza parole, con un piatto a mezz’aria che non aveva ancora raggiunto la lavastoviglie, indecisa se lanciarglielo dietro o sistemarlo nella macchina.
 
Draco Lucius Malfoy, quella serpe della peggior specie, quel odioso ragazzino viziato che l’aveva perseguitata per anni, l’aveva appena invitata ad uscire.
Senza lasciarle la possibilità di replicare, tra l’altro.
 
Aveva deciso, non sarebbe uscita assecondando ancora una volta quel moccioso.
 
Tre minuti dopo era però in camera sua che osservava il suo armadio, alla ricerca di qualcosa da mettersi.
 
In fondo avrebbe sfruttato quell’occasione offerta totalmente da lui, magari godendosi anche una bella serata.
 
Un grande sconforto la prese quando iniziò a passare i suoi vestiti, notando come nessuno potesse veramente piacere a Draco.
 
Alla fine scelse un vestito color acqua marina, stretto fin sotto il seno e poi a sbuffo, che le arrivava appena sopra le ginocchia.
 
Sopra abbinò una sciarpina nera, che andava anche a coprirle le spalle per scaldarla.
 
Era un vestito decisamente primaverile e allegro, non avrebbe potuto trovare di meglio, anche se temeva che avrebbe potuto soffrire un po’ di freddo, anche perché non aveva idea della meta dove sarebbe stata portata. In quel momento si guardò allo specchio e notò come i suoi capelli non si potessero definire tali ma solo un groviglio, nuovamente.
 
Casualmente lo sguardo si posò su una foto sua e di Ginny e le tornò in mente quella spuma che avevano comprato insieme qualche settimana prima, quindi volò in bagno e sistemò i capelli al meglio, rendendo i ricci meno crespi e più definiti.
 
Mentre sceglieva la borsa per completare il tutto si rese conto che erano anni che non aveva un appuntamento. Non che fosse mai stata una latin lover, ma qualche uscita l’aveva fatta prima con Krum, poi con Ron ed infine con quei due o tre babbani che aveva frequentato. Quello che aveva avuto qualche mese prima con Price non lo definiva un appuntamento, visto l’intendo secondario del ragazzo.
 
Ma quello non era un appuntamento iniziò a cercare di convincersi la castana mentre riempiva la borsetta di qualsiasi cosa potesse servirle e si rendeva conto di avere solo pochi minuti.
 
Dieci minuti dopo Draco suonò il campanello e la ragazza andò subito ad aprire, essendo consapevole di quanto lo rendesse nervoso aspettare.
 
Il platinato rimase interdetto per qualche secondo vedendo la ragazza che con disinvoltura gli apriva la porta  di casa e si affrettava ad uscire. L’unico commento che uscì dalle sue labbra fu un acido:
 
-Per fortuna ti sei vestita in modo decente, temevo che l’uscire con Weasley ti avesse fatto dimenticare il buon costume.-
 
-Se era un modo tuo per dirmi che sto bene ti ringrazio.-
 
Commentò Hermione di rimando iniziando a scendere le scale, lui, per tutta risposta, emise un grugnito che Hermione non seppe interpretare.
 
-Dove mi porti?-
 
Chiese visibilmente di buon umore la ragazza, lui per tutta risposta si limitò ad alzare le spalle e a continuare a camminare per la strada affollata. Hermione sbuffò, ma continuò a trotterellare dietro al ragazzo, mentre l’aria fresca le pungeva le gambe scoperte.
 
Malfoy si bloccò davanti ad un locale di classe e la ragazza non poté che pensare che fosse proprio in stile Draco.
 
All’interno era ricercato ma accogliente, mentre un’aria surreale aleggiava per l’ampia sala.
 
Un cameriere arrivò immediatamente e salutò cordialmente Malfoy, conducendoli poi ad un tavolo rotondo in un angolo dove nessuno gli avrebbe disturbati.
 
-Cosa vuoi da bere Granger?-
 
Chiese Draco galante non appena si furono accomodati.
 
-Non saprei, non bevo mai.-
 
Rispose lei sovrappensiero, quindi lui con una risata rispose:
 
-Scelgo io per te allora! Vado al bancone, torno subito.-
 
Si allontanò quindi svelto, lasciando la ragazza ad ammirare il posto.
 
Un piccolo palco occupato da un pianoforte occupava parte di una parete e li una cantante cantava e catturava l’attenzione di tutti i tavoli più vicini.
 
Mentre aspettava Hermione venne affiancata da un ragazzo moro, che si accomodò al posto lasciato libero da Draco:
 
-Hey bellezza! Che ci fai qui tutta sola?-
 
Domandò galante ammaliandola con un sorriso. La ragazza si passò una ciocca dietro l’orecchio e rispose a disagio.
 
-Io.. Sto aspettando un mio amico.-
 
Il ragazzo  non sembrò scoraggiarsi nel sentire che fosse già accompagnata, quindi si presentò:
 
-Io sono James Thompson e il tuo dolcissimo nome?-
 
-Hermione Granger.-
 
Rispose lei asciutta, nella speranza di essere lasciata in pace. Il ragazzo iniziò a parlare della sua vita, di come fosse brillante negli sport e del suo lavoro, ma Hermione smise di ascoltarlo ben presto.
 
Dopo qualche minuto James si girò attirato da un colpo di tosse, trovandosi davanti un gelido Draco.
 
-Ecco, è lui quello che stavo aspettando!-
 
Cinguettò Hermione sollevata dal ritorno del biondo. Subito il moro si alzò scusandosi, spaventato dallo sguardo spietato di Draco e dal marchio nero che spuntava dalle maniche leggermente arrotolate della camicia.
 
-Si vede come ci tieni ad uscire con me. Subito a fare l’oca con un altro.-
 
Sibilò Draco offeso non appena quello si allontanò.
 
-Non dire scemate! Era quello li che si era incollato e non capiva che fossi già fuori con un altro!-
 
Si difese immediatamente la mora guardandolo storto.
 
-Tieni.-
 
Sbottò Draco ancora risentito allungandole un bicchiere di liquido ambrato.
 
-Cosa mi hai preso?-
 
Domandò la ragazza curiosa, annusando il contenuto del bicchiere.
 
-Brandy, sono sicuro che ti piacerà.-
 
La ragazza annuì e provò a bere un sorso del suo liquore. Dopo il primo impatto forte trovò gradevole al gusto.
 
Tra i due calò un lungo silenzio, in cui entrambi osservarono la sala intorno a loro, ascoltando la cantante.
 
-Sei ancora offeso?-
 
Domandò lei dopo parecchi minuti, a disagio.
 
-Non sono offeso, solo arrabbiato.-
 
Sbottò lui scuro in volto, continuando a fissare un punto lontano nella sala.
 
-E perché? Dai Draco non ho fatto nulla, non rovinare la serata così per favore.-
 
Il biondo la osservò, notando come fosse effettivamente mortificata, quindi con un enorme sforzo decise di passare sopra al tutto, preparandosi ad una serata che sarebbe potuta anche essere piacevole.
 
I due iniziarono quindi a chiacchierare e dopo che finirono i loro alcolici Draco si servì un’altra volta, diventando sorso dopo sorso sempre più simpatico.
 
La serata passò quindi velocemente e quando quella sera Hermione tornò a letto con la testa che le girava un po’ si addormentò con un sorriso, come non succedeva da troppo tempo.
 
 
- To be continued. 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Dirty. ***


Il Draco della porta accanto.

Dirty.
 

La nostalgia è un veleno. 
- Gao Xingjian


-Granger, è possibile che sei sempre l’ultima a lasciare la classe?-

Si lamentò Draco quando la ragazza arrivò all’uscita dell’aula, dove lui l’aspettava da parecchi minuti.

Era una giornata soleggiata, in cui si poteva cogliere a pieno l’inizio della primavera che stava arrivando.

-Non sei mica obbligato ad aspettarmi eh..-

Sbottò lei irritata, sistemandosi la sciarpetta leggera per ripararsi dal vento che quel giorno aveva deciso di invadere Londra.

-Quanta sana acidità che hai in corpo oggi! Potresti vincere il premio Mrs. Simpatia del giorno! Sai di cosa avresti bisogno? Di fare un po’ di sport come faccio io! Ti assicuro che rilassa un sacco!-

Rispose lui allegro, mostrando con fare da macho i suoi muscoli, sicuro che in quel modo le avrebbe fatto scappare almeno un sorriso.

-Tu fai sport?-

Chiese Hermione riuscendo a stento a trattenere una risata, quindi il ragazzo rispose con tono saccente:

-Si, faccio palestra! Non vedi che muscoli mi stanno venendo?-

Hermione osservò più attentamente il ragazzo, notando come effettivamente non fosse più quella presenza magra e apparentemente fragile che aveva conosciuto pochi mesi prima. Non solo si era ripreso mettendo su peso, ma aveva anche un fisico piuttosto tonico.

Ad Hogwarts non l’aveva mai visto così in forma, in fondo nei primi anni era poco più di un bambino e negli anni seguenti, quando era uscito dall’adolescenza, era pallido e smagrito a causa dello stress procuratogli dal Signore Oscuro.

-Effettivamente non sei mai stato così in forma..-

Concesse lei rendendosi conto che l’aveva fissato troppo a lungo e lui se n’era accorto e si sarebbe sicuramente pavoneggiato.

Un sorriso compiaciuto spuntò infatti sulle sue labbra sottili e Draco rispose:

-Anche tu non hai poi un fisico malaccio sai? Insomma ho visto donne molto più belle di te, sicuramente più proporzionate, con dei capelli più setosi, le mani meno da muratore e le gambe meno storte, però tutto sommato sei passabile.-

La ragazza lo osservò qualche secondo dubbiosa, nella speranza di capire se fosse un complimento o meno quello che il ragazzo le aveva appena fatto.

Si convinse dopo pochi secondi che fosse tale, visto che aveva concluso con un “tutto sommato sei passabile”, quindi rispose in leggero imbarazzo:

–G.. Grazie! Sempre che sia un complimento..!-

Draco la osservò per qualche istante soddisfatto e poi ribatté con aria compiaciuta:

-Lo era! Ma non ti montare la testa Granger! Tra l’altro mi sembra strano che la Brown non abbia ancora fatto parola con nessuno del nostro fidanzamento, sai?-

Concluse lui iniziando a camminare e stiracchiandosi le braccia dietro la schiena. La grifona sussultò e domandò esasperata per l’abitudine di Draco di cambiare argomento all’improvviso:

-Ancora con questa storia?-

Il ragazzo la guardò storto e spiegò con aria saccente:

-Ti ricordo che hai spifferato la verità solo alla Weasley e a Potterino, che non mi sembrano così tanto idioti da andare da Lenticchia a dire tutta la verità!-

La ragazza si rese conto che Draco doveva essere proprio di buon umore quel giorno visto i complimenti che si lasciava sfuggire. “Non mi sembrano così tanto idioti”, significava che alla fine li apprezzava.

Le passò anche per la mente che il biondo potesse essere ammalato, eppure sembrava in gran forma!

-Gli ho chiesto di non dirglielo..-

Ammise Hermione abbassando gli occhi dispiaciuta per aver nascosto quel fatto a Ron. Aveva però concluso che fosse la cosa migliore che lui stesse con Lavanda e non avesse ripensamenti su di lei. Se lei fosse stata fidanzata veramente con Draco allora Ron non sarebbe tornato indietro a ripensare a lei e si sarebbe sposato, finalmente felice con Lavanda.

-Immagino, in fondo anche tu sei orgogliosa Granger, non è così bello che il proprio ex si sposi mentre tu resti ancora zitella!-

Osservò maligno Malfoy, facendo rendere conto ad Hermione che forse non era stata così altruista da pensare solo alla felicità di Ron, ma un po’ di egoismo l’aveva spinta a mantenere il segreto.

Senza lasciarle il tempo di commentare Draco proseguì sovrappensiero:

-Spero solo che la notizia non arrivi ai miei genitori! Penso che mio padre riuscirebbe ad evadere da Azkaban e verrebbe a cruciarci entrambi! O morirebbe prima d’infarto!-

La ragazza scoppiò a ridere, divertita dall’idea di Lucius Malfoy che moriva d’infarto nello scoprire che suo figlio era fidanzato con una mezzosangue. Sarebbe stata la beffa più grande che le potesse fare, ma sarebbe anche stato un grande traguardo per il mondo magico se il loro fidanzamento fosse nato da un amore reale.

-Crucierebbe me! A te ti porterebbe al San Mungo per scoprire sotto a che maledizione sei!-

Affermò poi lei, pensando che effettivamente le cose sarebbero andate in quel modo se l’avesse scoperto.

-Diciamo pure che quando la notizia diventerà pubblica rischierai di essere uccisa dalle mie innumerevoli fans!-

La prese in giro Draco, sistemandosi i capelli davanti al finestrino di un auto, stando ben attento a far notare ad Hermione il tutto.

-Ma stai zitto, tu e il tuo narcisismo!-

Scherzò lei. Quindi Draco, dopo aver gonfiato il petto orgoglioso, rispose:

-Non sarei un Malfoy se non fossi così!-

Si stupì subito dopo nel sentirsi rispondere dalla vicina di casa:

-Hai ragione! E sto iniziando ad apprezzarti anch’io!-

Il ragazzo, dopo un primo momento di smarrimento scoppiò a ridere divertito.

-Granger, è quasi una dichiarazione d’amore detta da te!-

Il ragazzo cercò di prendere il respiro, visto il troppo ridere e concluse accondiscendente:

-Comunque se sapessero che tu stai con me un sacco di ragazzi potrebbero rivalutarti! Sono anche un ottimo partito!-

Si gongolò lui, facendo questa volta ridere Hermione.

-Ma taci va! Tu un buon partito?!-

Rispose lei tirandogli un pizzicotto sulla guancia. Lo lasciò immediatamente quando sentì una voce femminile conosciuta esclamare schifata:

-Ma allora.. E` vero?-

I due si girarono e videro una bella ragazza, dai lunghi capelli castani che le superavano sinuosi le spalle. La cosa che però più colpiva erano i grandi occhi verdi e glaciali, che fissavano freddi i due ragazzi.

Draco si bloccò e per un attimo smise di respirare, irrigidendosi.

Si allontanò impercettibilmente da Hermione e nei suoi occhi qualcosa cambiò. Non erano più gli occhi glaciali che mostrava al mondo, erano degli occhi quasi.. Quasi umani. Una luce risplendeva e gli faceva apparire caldi e non due pozze nere.

Si poteva quasi affermare che Draco Malfoy provasse delle emozioni.

Hermione si mosse e Draco la guardò di sfuggita, mentre i suoi occhi tornavano freddi e spietati.

Un brivido attraversò il collo della ragazza, perché quelli erano gli occhi che Draco aveva quando la prendeva in giro ad Hogwarts, quegli occhi gelidi che facevano gelare il cuore, che sapevano farla sentire inadeguata.

-Astoria..-

Sussurrò il biondo quando i loro occhi si incrociarono, mentre Hermione sembrava scomparire da qualsiasi pensiero del ragazzo. La nuova arrivata gli rispose con un sorriso triste e disse:

-Pensavo che la Brown avesse mentito. E invece sei nel mondo babbano con quella.-

L’odio e lo schifo che impresse nella parola “quella” fece rabbrividire Hermione, che indietreggiò di mezzo passo.

Si sentiva sempre più com’era stata ad Hogwarts, sempre più sola, mentre quei due parlavano come se lei non fosse presente.

Gli occhi di Astoria erano però incatenati con quelli di Draco, che non riusciva a proferire parola.

-Non hai niente da dirmi Draco?-

La ragazza si avvicinò e sfiorò la guancia del ragazzo, accarezzandola dolcemente.

Fu in quel momento che Hermione si girò a guardare gli occhi chiari del ragazzo e quello che vi lesse dentro la lasciò interdetta.

Sembrava soffrire in quel momento, ma durò solo un attimo.

Non aveva lo sguardo freddo e strafottente che possedeva ad Hogwarts, ma neanche lo sguardo amico che le mostrava nell’ultimo periodo.

Era diverso e il cuore della mora perse un battito.

Era uno sguardo innamorato, quello.

-Astoria aspetta..-

Mormorò avvicinandosi di un passo a lei.

-Stammi lontano Draco! Non mi toccare con le mani con cui tocchi la mezzosangue!-

Quella parola rimbombò nella testa di Hermione. Erano mesi che non sentiva questa parola, mai una volta Draco l’aveva pronunciata da quando si erano ritrovati, neanche prima della loro famosa tregua.

Involontariamente toccò il braccio dove quella scritta si intravedeva ancora, ma Draco non se ne accorse, preso com’era dalla contemplazione dell’altra donna.

Forse quella cosa ferì la ragazza ancora di più dell’essere stata chiamata mezzosangue, ma cercò di sopprimere quel pensiero.

-Astoria ascoltami. Da quando in qua ascolti le palle della Brown?-

Una, due, tre pugnalate nel cuore avrebbero fatto meno male probabilmente.
Avrebbe voluto scomparire, sotterrarsi sotto una montagna e non uscire più.

Gli occhi della ragazza la gelarono, mentre la risposta usciva dalle sue labbra.

-Spero bene che tu non ti mischi con lei. Già avevo trovato assurda la tua decisione di venire tra i babbani, quando poi ho sentito che avevi detto che tu e lei eravate fidanzati sono scoppiata a ridere. Tu e la mezzosangue, un’assurdità.-

Fu allora che Hermione ritenne di aver sentito abbastanza e se ne andò correndo, mentre gli occhi si riempivano di lacrime, che l’orgoglio grifondoro cercava di ricacciare in fondo all’anima.

Era ferita.

Ferita dal comportamento di Draco, che si era comportato come se lei non esistesse, che aveva rinnegato tutto quello che era nato in quei mesi, quell’amicizia di cui non si era mai riuscita a capacitare. Lei non voleva che lui la difendesse, non si aspettava che lo facesse, ma che almeno apprezzasse un minimo quel surrogato di rapporto che era nato tra loro.

Eppure era una serpe lui, era stata colpa sua se aveva sottovalutato la cosa e se alla fine si era affezionata.

In fondo Astoria era semplicemente perfetta, lei non avrebbe mai potuto niente contro quella puro sangue.

E proprio perché corse via senza più voltarsi non vide gli occhi di Draco qualcosa che l’avrebbe colpita.

***

Fu una notte terribile.

Perché quando la mente impedisce ai pensieri di entrare, nella notte quelli filtrano in silenzio e appaiono nei sogni.

Draco era ancora quel ragazzo pallido e viziato con i capelli perfetti alla classica “leccata di mucca”.

Erano ormai al sesto anno di Hogwarts e Draco non era più quel ragazzino viziato e saccente, ma stava avviandosi a diventare un uomo viziato e saccente.

Quello che però anche Hermione doveva ammettere era il fatto che fosse sempre più bello. Aveva una bellezza aristocratica, che partiva in quelle mani delicate e lisce e arrivava fino a quegli occhi chiari, freddi e imperscrutabili. Mai una volta l’aveva ammesso con se stessa che potesse almeno trovarlo attraente, presa com’era dal inseguire Ron e capire cosa provasse veramente per lui.

La ragazza stava passeggiando per il giardino, costeggiando il lago nero con in mano grossi tomi, mentre cercava un posto appartato in cui studiare, in preparazione agli esami sempre più prossimi.

Era una giornata tiepida e studiare sull’erba avrebbe sicuramente aiutato.

E fu in quel momento che li vide.

Draco era sdraiato sotto un albero e stringeva con le forti braccia Astoria Greengras, che stava pigramente sfogliando un libro.

Gli occhi del biondo erano qualcosa che lei non aveva mai visto: profondi e dolci, mentre osservavano la chioma liscia della sua ragazza.

I due emanavano un’aurea di pace, che un po’ stonava con quello che si agitava realmente nei loro cuori.

Una lacrima solitaria vagò per la guancia di Hermione, mentre una lancinante gelosia le invadeva il petto.

Perché Malfoy poteva essere felice e lei no?

Perché Ron non l’aveva mai guardata con quegli occhi?

Perché non le accarezzava i capelli mentre lei studiava?

Perché lei era sola e lui no?

Erano pensieri da egoista e lo sapeva anche lei, non era da grifona, ma non poteva fare a meno di pensarlo.

Lei era quella dalla parte del bene, non come lui. Lei aveva il diritto di essere felice, eppure era li, sola, a guardare una coppia da lontano.

Draco l’aveva vista, i loro occhi si erano incrociati e quelli del biondo si erano gelati.

Odio, c’era solo odio in quello sguardo, per una persona troppo diversa da lui, per una persona sporca come lei.

Hermione si era girata con dignità, andando lontano da loro a studiare inutilmente.

Si svegliò piangendo, come alla fine di quel ricordo. Si girò nel letto ed abbracciò il cuscino, mentre Grattastinchi saltava sul letto ed iniziava a farle le fusa.

Il micio le leccò via alcune lacrime, facendola sorridere.

-Perché sono nata sporca..?-

Sussurrò la mora sconsolata, per poi continuare a versare inutili lacrime sul cuscino muto.

To be continued.

 

 

*Angolo della disgraziata*
Ehm..
Ok, so che è un anno che non aggiorno e per dirla tutta non so neanche la motivazione..!
Insomma, la storia sul mio pc è bella che finita quindi giuro che mi impegnerò a pubblicarla con regolarità!
I CAN DO IT!
Non odiatemi troppo!

Saru

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Confidence. ***


Il Draco della porta accanto.

Confidence.

 

Tradire.
Parola grossa.
Che significa tradimento?
Di un uomo si dice che ha tradito il paese, gli amici, l'innamorata.
In realtà l'unica cosa che l'uomo può tradire è la sua coscienza.
 - Joseph Conrad

 

La mattina dopo Draco si accomodò affianco ad Hermoine in aula, senza dire una parola. Dal canto suo lei non fece una piega continuando a studiare finché il professore non arrivò ed iniziò la lezione.

La ragazza aveva un’aria sciupata, era lampante che non avesse lo sguardo riposato e rilassato e gli occhi fossero cerchiati da pesanti occhiaie.

Un vago senso di colpa invase le viscere di Draco, che però scacciò quel pensiero concentrandosi sulla voce monotona del professore.

In fondo lui non aveva fatto niente di male.

Ma la coscienza aveva deciso di non lasciarlo in pace quel giorno.

-Granger, perché non mi parli?-

Chiese con un filo di voce il ragazzo, per non farsi sentire dal professore. Lei lo fulminò con lo sguardo e sibilò inviperita:

-Oh, sarà perché mi sono svegliata male. Secondo te?-

Draco alzò lo sguardo al cielo e sospirando iniziò a dondolarsi sulla sedia.

Era lampante che la ragazza fosse infuriata con lui per l’incontro del giorno prima. Ma non era colpa sua se era fuggita senza ascoltare tutta la conversazione.

La lezione finì senza ulteriori scambi di battute, il biondo seguiva distrattamente il tutto, mentre lei prendeva appunti diligentemente.

Quando la lezione fu conclusa la ragazza scattò in piedi ed uscì dalla classe, senza lasciare il tempo a Draco per accorgersi della sua fuga.

Nonostante ciò lui scattò in piedi dietro di lei e dopo aver acchiappato la tracolla si lanciò al suo inseguimento.

-Granger aspettami.-

Le parole neanche sfiorarono Hermione, che proseguì spedita verso la sua meta.

Nonostante ciò Draco continuò irritato:

-Granger, dannazione! Fermati e ascoltami!-

Concluse, prendendo la ragazza per un braccio e facendola girare verso di se.
Gli occhi infuocati di Hermione erano velati di lacrime e questo lasciò il biondo interdetto, che sentì una stretta all’altezza della bocca dello stomaco.

-E cosa devi dirmi? Che non potresti mai stare con me perché sono una sporca mezzosangue? Che mi disprezzi per dei pregiudizi assurdi? Che ti dispiace d’aver fatto il duro davanti alla tua bella Greengrass? Io pensavo tu fossi cambiato, che tu non fossi più uno spocchioso bambino viziato! Mi sono fidata di te e per cosa ottenere poi? Per essere insultata e umiliata da te? Sono stanca di tutto questo! Ho avuto sette anni di trattamento del genere, penso di aver subito abbastanza!-

Sbraitò lei cercando di trattenere le lacrime, mentre la rabbia covata tutta quella notte veniva a galla. La faceva sentir meglio sputare in faccia al biondo tutti quei pensieri, voleva ferirlo, voleva farlo sentire in colpa, voleva fargli del male.

-Granger, smetti di stringerti il braccio, ti stai facendo male.-

Osservò pacatamente Draco guardando la mano di Hermione serrata sul suo stesso braccio, mentre le unghie scalfivano la pelle chiara.

-Cosa? Secondo te mi fa male un braccio? A me fa male quello che tu hai fatto su quel braccio! Quello che tu hai impresso dentro di me! Guarda!-

Urlò alzando la manica del maglione, mostrando la pelle mutilata dalle unghie durante la notte.

Il biondo sussultò vedendo quella scritta ancora impressa nella pelle, deformata da vari graffi ancora appena fatti. Un brivido gelido gli percorse la schiena, mentre i ricordi di Hermione torturata gli tornavano chiari nella mente, facendo tornare a galla tutte le notti di incubi avute su quell’episodio.

-Sono graffi fanno male per un giorno, poi basta!-

Draco le prese il braccio con decisione, bloccando l’altro che cercava ancora di graffiarlo.

Hermione si scostò e gli tirò uno schiaffo, mentre grosse lacrime, che aveva trattenuto fino a quel momento, iniziavano a rigarle le guance lisce. La ragazza tremava dalla rabbia e si dovette trattenere per non iniziare a prendere a pugni l’uomo di fronte a lei.

-Sei un bastardo!-

Gli occhi grigi di Draco non si infiammarono furenti per lo schiaffo come si aspettava, ma brillarono tristi.

Hermione iniziò a tirare pugni al petto di Draco dapprima con decisione, poi sempre più debolmente, continuando a mormorare frasi sconnesse, finché lui non la circondò con le forti braccia e la strinse a se, in quello che poteva essere definito un abbraccio.

-Ti odio. Lasciami.-

Si lamentò Hermione, con meno forza di quella che anche lei sapeva sarebbe servita a liberarsi.

-Granger sono un idiota, tu lo sai.-

Le mormorò all’orecchio e lui si beccò un altro pugno nello stomaco, che non ricambiò miracolosamente.

-Lo so.-

Rispose lei stringendo nei pugni la camicia del ragazzo, mentre la inzuppava di lacrime.

-Sei una serpe. Ti odio.-

Il biondo non rispose, stringendo più forte Hermione, che continuò a riempirlo di insulti tra le lacrime.

Il profumo ricercato di Draco si insinuò nelle narici della ragazza, inebriandola per un momento. Nonostante ciò la rabbia continuava a scorrerle dentro, risvegliando sentimenti sopiti da tempo.

-Perché tu puoi essere felice e io no? Che diritto hai?-

Lui la guardò confuso e chiese sconcertato:

-Granger, di cosa parli?-

-Tu eri felice con lei!- Squittì lei -Tu avevi trovato quella che ti amava, che ti rendeva felice! Io li ho visti i tuoi occhi quel giorno, lo sai? Ho visto la luce che brillava, perché eri felice! E perché io non lo sono mai stata? Perché a Ron non è mai importato di me? Perché quando l’ho lasciato per vedere se tornava da me lui ha trovato un’altra? Perché anche lui è felice e io non lo sono mai? Spiegamelo!-

Gli occhi della ragazza erano rossi e lucidi, mentre urlava, in preda ad una crisi di nervi.

Draco non sapeva cosa rispondere, le frasi sconnesse di Hermione erano diventati singhiozzi isterici che andavano pian piano spegnendosi, mentre lui le accarezzava la schiena protettivo.

Quando lei finì di piangere l’accompagnò su una panchina e i due si sedettero insieme.

-Granger, tu non sei sola. Hai dei buoni amici come Potter e la Weasley, il mondo magico ti ama.. Se non hai ancora trovato l’amore probabilmente è perché non è arrivato il tuo momento. Non è così facile trovare una persona da amare, te l’assicuro.-

-Eppure tu l’hai avuta.-

Rispose lei secca tirando su col naso, offesa.

-Si, io ho avuto Astoria, che è stata l’unica donna che io abbia mai amato.-

Un’altra fitta attraversò il cuore di Hermione, mentre sentiva gli occhi inumidirsi un’altra volta, ma quella volta tenne duro per non scoppiare di nuovo in lacrime.

La ragazza prese coraggio e chiese:

-Perché l’hai lasciata allora?-

-Sono cose complicate Granger..-

Cercò di eludere la domanda lui, ma lei ribatté acida:

-Non sono idiota come te, io.-

Draco le sorrise divertito e decise di concederle delle confidenze che  non aveva mai fatto a nessun altro, ben sapendo che le doveva tutta la sincerità possibile, dopo l’avvenimento del giorno precedente.

-L’ho lasciata alla fine della guerra, prima di finire ad Azkaban e le ho spezzato il cuore. Lei pensava che ci saremmo sposati, come in fondo pensavo anch’io tempo fa.. Aveva dei progetti, anche i nostri genitori ne avevano, unire due grandi famiglie di purosangue sarebbe stato un sogno per tutti loro. Ma io  sapevo che una persona come me non avrebbe mai potuto renderla felice, lo sai anche te. Sono un egoista viziato, schifosamente ricco, che pensa che i soldi potranno renderlo felice.-

Gli occhi di Hermione apparivano insolitamente immensi in quel momento, mentre, come una bambina che ascolta una favola, lo guardava attenta. Quando parlò con quel tono innocente una parte di Draco rimase incantata per qualche secondo, vedendola solo come una bambina che aveva bisogno di certezze, che aveva bisogno di poter credere ancora nell’amore.

-Ma tu l’amavi.. Perché?-

Il biondo chiuse un secondo gli occhi, raccogliendo le idee e cercando le parole più giuste per esprimere il concetto un po’ contorto.

-Perché mi conosco Granger.. So che non sono in grado di non far soffrire una persona.. E Astoria non era il tipo da aspettare che io riuscissi a trovare un equilibrio per stare con lei, che io riuscissi a capire di essere veramente innamorato. Non le avrei più potuto dare la fama che il casato Malfoy le aveva promesso, sarei stato un reietto della società, malvoluto da tutti. L’avrei resa infelice e visto che l’amavo l’ho lasciata andare, per il suo bene.-

-Io ieri ho visto i tuoi occhi Draco.. Tu sei ancora innamorato di lei, vero?-

Chiese lei timida, mentre quel senso di malessere in lei cresceva ancora. Era una domanda fondamentale per lei, l’aveva torturata per tutta la notte e ora esigeva una risposta. Si era illusa che lui avesse tagliato tutti i ponti col passato, che stava ricominciando da zero come lei, lasciandosi tutto alle spalle, ma quegli occhi avevano distrutto ogni sua certezza.

Draco rise in modo quasi isterico e rispose piano:

-Non lo so. Siamo stati lontani per più di un anno, senza vederci ne sentirci e ieri rivederla.. è stato un colpo. Mi sono sentito leggero e avevo voglia di abbracciarla. Volevo chiederle scusa e dirle che l’ho amata, ma non so se ora la amo. Sono cambiate tante cose, soprattutto sono cambiato io.-

I due rimasero in silenzio per qualche minuto, persi nei loro pensieri più reconditi.

Era la prima volta che si aprivano così tanto l’uno con l’altra, che confidavano qualcosa di loro. Ed era strano parlarne con il nemico della vita, ma gli faceva sentire stranamente tranquilli. Sapevano che l’altro non avrebbe rivelato le confidenze, perché ormai esisteva qualcosa tra loro, qualcosa che nessuno dei due sapeva ancora definire.

-Perché ieri era qui?-

Chiese lei rompendo il silenzio, per poter saziare la sua curiosità.

-Per chiedermi di tornare con lei.-

Rispose lui conciso, guardando con la coda dell’occhio la sua reazione.

La ragazza si irrigidì per un momento, poi, dopo aver deglutito a vuoto, chiese titubante, cercando di non far trapelare la sua curiosità:

-E tu?-

Draco si prese tutto il tempo per rispondere, si sistemò meglio sulla panchina e poi si passò una mano nei capelli, spettinandoli.

-Ti interessa così tanto?-

Chiese lui di rimando guardandola con il suo classico ghigno.

-Draco!-

Sbottò lei guardandolo storto, per farle capire che non ammetteva repliche, che meritava una risposta.

-Secondo te?-

Chiese Draco avvicinandosi a lei e guardandola negli occhi.

Brillavano quelli grigi del ragazzo, brillavano divertiti dalla situazione e vittoriosi per aver lasciato Hermione con le spalle al muro.

La ragazza si perse per un momento in quegli occhi, ma durò solo un attimo, quindi tornò imperturbabile a guardarlo nella speranza che lui non se ne fosse accorto.

Gli occhi scuri di lei morivano di curiosità e Draco si gongolava nella sua piccola vittoria.

Dopo qualche istante Draco le baciò la fronte lasciandola di stucco e si alzò, per poi voltarsi e rispondere:

-L’avresti già scoperto se tu avessi letto la gazzetta del profeta! Ora ho un impegno abbastanza urgente, vedi di farti una dormita Granger.-

Concluse lasciandola li, senza una risposta, ancora imbambolata per quel susseguirsi d’eventi.

Hermione arrivò a casa e crollò sul letto esausta, senza avere neanche le forze per guardare la gazzetta del profeta.

Draco le aveva dato un bacio, ancora non poteva capacitarsene. Sfiorandosi la fronte si addormentò profondamente, perché se lui ancora era li con lei significava solo che non se ne sarebbe andato per il momento e non sarebbe rimasta un’altra volta sola.

***

Si svegliò nel primo pomeriggio, quando Grattastinchi affamato iniziò a strusciarsi su di lei per svegliarla. Iniziò ad accarezzarlo pigramente, dirigendosi poi in cucina per dare da mangiare al gatto.

Dopo aver riempito la ciotola si accomodò su una sedia ancora imbambolata e solo allora notò la Gazzetta Del Profeta ancora piegata sul tavolo che aveva ritirato quella mattina. Le tornarono in mente le parole di Draco “L’avresti già scoperto se tu avessi letto la gazzetta del profeta!”, quindi la srotolò il giornale e immediatamente le grosse lettere in prima pagina le balzarono agli occhi.

“Draco Malfoy redento da Hermione Granger?! I due ufficializzano il fidanzamento.”

Le si gelò il sangue nelle vene, mentre gli occhi si spalancavano inorriditi. Cosa aveva combinato Draco il giorno precedente? Prima di riuscire a leggere l’articolo scattò in piedi nera di rabbia ululando:

-DRACOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO-

Tuonò la ragazza imbestialita uscendo dal suo appartamento e piombando in quello del vicino di casa come una furia.

-Dove sei brutto disgraziato? Per Morgana se non vieni fuori ti crucio!-

L’appartamento appariva vuoto, quindi si diresse verso le due uniche porte all’interno del salotto, spalancandone una a caso. La sua furia si placò immediatamente, mentre un Draco con addosso solo un asciugamano si strofinava i capelli appena lavati. Sentì il sangue salirle al cervello, mentre la sua carnagione raggiungeva in pochi istanti il colore di un pomodoro maturo.

-Pazzo! Cosa ci fai in giro conciato così?-

Strillò lei agitando le mani agitata. Il ragazzo, che sembrava più confuso che imbarazzato, rispose ovvio:

-Granger, sei nel bagno di casa mia, entrata senza bussare. Ringrazia il fatto che abbia indosso almeno questo!-

-Oh morgana! Scusami!-

Strillò lei al colmo dell’imbarazzo, uscendo dal bagno e chiudendosi la porta alle spalle, mentre cercava di calmare i battiti accelerati del suo cuore. Aveva visto Draco Malfoy praticamente nudo. A quel pensiero si sentì avvampare ancora di più, mentre il ragazzo usciva dal bagno in boxer.

-Copriti svergognato!-

Sbottò Hermione girandosi dall’altra parte, ancora rossa in viso.

-Ma se mi sei appena piombata in bagno! Magari mi volevi violentare! E poi sono in boxer, non sono mica nudo! Poi ti dovrai abituare a vedermi così, cara.-

Ribatté lui al colmo del divertimento, osservandola divertito. Hermione si girò fulminandolo con lo sguardo, mentre il motivo della sua visita le tornava in mente prepotente, quindi sbraitò:

-Come ti sei permesso di dire una cosa del genere?!-

-È venuto bene il titolo, vero? “Draco Malfoy redento da Hermione Granger?!”-

Rispose lui con aria teatrale, poi proseguì:

-Siamo sulla bocca di tutti Granger, quindi ti conviene non andare al paiolo magico e posti del genere per un po’ di tempo.. O se devi andarci fallo con me, così non oseranno fare domande indiscrete!-

Concluse con un ghigno. Lei lo fissò astiosa e ribatté acida:

-Draco stai prendendo alla leggera quello che hai combinato! Perché sei andato a dire una cosa del genere?-

-Perché? Perché a quanto pare non mi dispiaceva così tanto l’idea di stare con te.-

La liquidò lui, lasciandola ancora una volta senza parole.

 

- To be continued.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Questions. ***


Il Draco della porta accanto.


Questions.


 

Le risposte sono sempre limitate, provvisorie, insoddisfacenti.
Le domande invece sono il vero motore dell'attività mentale:
Un uomo che non si pone domande,
O che si contenta delle risposte,
Non va molto lontano.
 - Piero Angela


 

-Draco stai prendendo alla leggera quello che hai combinato! Perché sei andato a dire una cosa del genere?-

-Perché? Perché a quanto pare non mi dispiaceva così tanto l’idea di stare con te.-

La liquidò lui, lasciandola ancora una volta senza parole.

______________

-Chiudi quella mandibola che tra poco tocca terra. Tra quattro mesi comunque si sposa Weasley e avremmo ufficializzato lo stesso.-

Sbottò Draco esasperato dalla reazione esagerata della ragazza, che lo fissava da due minuti con la bocca aperta senza proferire parola. Finalmente si riprese e commentò:

-Ma non ti rendi conto che c’è un errore di fondo? Ossia che tra me e te non ci sia nulla?-

Il biondo alzò le spalle annoiato e andò in camera a prendere una maglietta, quindi dall’altra stanza rispose:

-Che dettaglio insignificante. Non serve mica un anello prezioso per stare insieme. Probabilmente preferisco te ad Astoria perché hai capito questa cosa.-

Hermione arrossì ulteriormente per il complimento appena ricevuto e non seppe come ribattere, ancora sconvolta per tutti quegli avvenimenti.

-Ora Granger finisco di prepararmi e ti converrebbe farlo anche te, visto che dobbiamo andare a cena dalla signora Simpson perché c’è un limite alla decenza.-

Osservò affacciandosi e osservando i capelli arruffati della ragazza e i segni del cuscino ancora sulla guancia con aria critica, quindi lei si riprese e acconsentì:

-Va bene vado..!-

Hermione si era quasi chiusa la porta alle spalle quando rimise dentro la testa e mormorò:

-Sai Draco.. Mi piaci di più con i capelli così scompigliati che non con la solita leccata di mucca.-

Dopo di che, senza aspettare la risposta, si chiuse la porta alle spalle, tornando di corsa a casa sua per rendersi conto di quanto avesse appena affermato. Draco si guardò allo specchio cercando di valutare le parole di Hermione.

“Mi piaci di più” aveva detto e allora questo significava che gli piaceva comunque anche prima?

Accantonò comunque quel pensiero con un’alzata di spalle, finendo di prepararsi.

Dall’altra parte del muro Hermione si tuffò in doccia e non appena ultimò di vestirsi, si accomodò a leggere l’articolo che la riguardava.

“Arriva proprio dall’ex fidanzata di Draco Malfoy, Astoria Greengras, la notizia ufficiale del fidanzamento del purosangue con l’eroina del mondo magico.

Alcune indiscrezioni erano già arrivate da altri amici della coppia, che però non avevano ufficializzato le loro dichiarazioni.

Sembra quasi uno scherzo la notizia, ma il fatto che vivano nello stesso palazzo e frequentino lo stesso college faceva da tempo presagire qualcosa.

Il principe dei Serpeverde dev’essere veramente stato cambiato dalla ragazza e questo dimostra come la Guerra abbia effettivamente rimescolato le carte in tavola.

Lavanda Brown, una delle migliori amiche della Granger, commenta così la relazione:

“Draco sembra una persona diversa quando sta accanto a lei, ha una dolcezza tutta unica nel parlarle, sembra veramente che gli anni di disguidi che hanno avuto siano magicamente scomparsi.”

A questo punto Hermione si stoppò inorridita. Draco aveva una dolcezza unica nel parlarle? Ma Lavanda gli aveva visti?

Hermione sbuffò annoiata e si alzò vedendo che ormai era arrivata l’ora di cena.

Si infilò un maglione caldo ed uscì sul pianerottolo per raggiungere la porta della signora Allie, dove busso`.

-Hey fidanzatina!-

Aprì Draco divertito, mentre lei gli dedicava un’occhiataccia irritata.

-Lascia da parte gli scherzi e vedi il modo per risolvere il tutto! Se no giuro che ti faccio tornare un furetto.-

Brontolò lei entrando in casa, per poi salutare cordialmente la signora Simpson.

***

-Come hai fatto a lasciare Astoria? Più la vedo e più la trovo semplicemente perfetta..!-

Esclamò Hermione un pomeriggio mentre tornava con Draco dal college, lui la guardò di sbieco e rispose seccato:

-Ti ho già spiegato il perché l’ho fatto Granger..-

-Ma non basta così poco per lasciare una persona!-

Si lamentò lei alzando gli occhi al cielo, per poi continuare:

-Dai, tralasciando il fatto che sia bellissima, è educata, intelligente, a modo.. Non sembra neanche una serpeverde! E poi ha quell’eleganza in qualsiasi gesto che fa, quella grazia innata!-

Draco sbuffò e rispose ovvio:

-Magari quello che cerco non è la grazia e l’eleganza di una serpeverde, no?-

-Ma è perfetta per te! Sembra avere un’etichetta in fronte con scritto “Creata apposta per Draco Lucius Malfoy.”!-

Al biondo scappò una risata, ma notando come la Granger non stesse affatto scherzando rispose paziente:

-Ascolta.. Non devi sentirti paragonata con lei, perché è ovvio che lei vinca in tutti i campi!-

Hermione stava già per ribattere, ma Draco la zittì con un’occhiataccia e continuò:

-Ma anche tu hai dei pregi, non tanti, ma ne hai..! Hai una pazienza infinita con me per esempio! Con Astoria non davo il meglio di me come faccio ogni giorno con te, quindi è un punto a tuo favore.. Poi sei sempre stata una secchiona e quindi deduco che tu non sia così stupida, anche se sulla tua scelta delle amicizie avrei da ridire! Poi sei anche abbastanza forte, quando mi hai tirato uno schiaffo ai tempi di Hogwarts mi hai fatto parecchio male!-

Ammise lui, salendo sull’autobus e consegnando il biglietto al conducente. Hermione lo seguì a sedere e osservò:

-Quello sei tu che sei debole!-

Lui alzò un sopracciglio irritato per quell’affronto alla sua virilità e ribatté acido:

-Ma stai zitta Granger che ti faccio impazzire quando sono senza maglietta!-

La ragazza arrossì iniziando a guardare fuori dal finestrino, quindi ribatté sulla difensiva:

-L’unica volta che è successo mi hai colto impreparata!-

Lui non rispose, ma le dedicò un sorriso accondiscendente. Tra i due calò un lungo momento di silenzio, quindi scesero dal pullman e iniziarono a salire verso casa loro, dopo aver ritirato la posta.

-Andiamo in quelle vasche d’acqua calda domani pomeriggio? Mi è arrivata un’offerta per due persone!-

Propose Draco in ascensore, mentre leggeva una lettera appena ricevuta.

-Vasche d’acqua calda?-

Domandò la ragazza alzando un sopracciglio confusa.

-Ma si, tarme mi sembra che si chiamino! C’è scritto qui!-

-Terme! Non sai neanche leggere!-

Esclamò lei esasperata, prendendosi un’occhiataccia.

-E accetto con piacere se si tratta di relax!-

Concluse lei con un sorriso raggiante.

Ma Hermione doveva aspettarsi che con Draco Malfoy non ci sarebbe mai stato un attimo di relax.

***

Quando Hermione aveva accettato di andare alle terme con Draco l’aveva fatto a cuor leggero, senza rendersi però conto che voleva dire stare un’intera giornata con Draco in costume da bagno!

E lei si vergognava fin troppo a stare in costume da bagno, senza contare il fatto che lei non aveva nessun bel bikini da sfoggiare e lui avrebbe guardato tutte le altre. Non che la cosa dovesse renderla gelosa! In fondo lei non avrebbe potuto comunque competere con la sua ex, Astoria.

Per sfogare le sue preoccupazioni prese in mano il telefono e chiamò la sua migliore amica.

-Ginny! Sono disperata!-

-Benvenuta nel club! Quale donna sana di mente fidanzata con Malfoy non è disperata?-

Scherzò l’amica allegramente, ma Hermione rispose stizzita:

-Io non sono fidanzata! Anche se mi porta alle terme non vuol dire che noi siamo veramente fidanzati!-

Uno strillo provenne dall’altra parte della cornetta.

-Ti porta alle termeeeeeeee?-

La mora sembrò sconcertata per tutto quello sconvolgimento e rispose tranquillamente:

-Eh.. Si! Ma solo perché aveva due ingressi qua vicino e non conosce nessun altro!-

-Si, va beneeee….-

Rispose accondiscendente Ginny, con una mezza risatina, per poi proseguire:

-Harry non mi ha mai portata alle terme, sai?-

-Non ci avrà mai pensato!-

Cercò di mercanteggiare la mora, iniziando ad agitarsi sulla sedia irrequieta.

-Gliel’ho chiesto mille volte e mi ha risposto che era una cosa troppo da coppietta!-

Sbuffò Ginny, indecisa se essere offesa per l’ingiustizia subita o divertirsi a torturare la migliore amica.

-Ma Ginny! Io non so cosa mettermi! Insomma io non ho un costume carino ne niente!-

Iniziò Hermione agitata, prima di farsi prendere da una crisi di panico, quindi Ginny la rassicurò che il giorno seguente sarebbero andate insieme a far shopping per acquistare un costume per l’occasione.

***

-Eccoci arrivati Granger! Qui ci sono gli spogliatoi, non ci mettere tre anni a cambiarti come se fossi una donna!-

Annunciò il ragazzo con fare sbrigativo al loro arrivo nel centro termale, spingendola dentro gli spogliatoi.

-Draco, io sono una donna. E comunque non metterci te una vita a prepararti, prima donna che non sei altro!-

Lo rimbeccò lei prima di chiudersi la porta alle spalle offesa.

Hermione uscì stretta nel suo accappatoio color panna, mentre Draco l’aspettava svogliato appoggiato al muro, con un accappatoio verde scuro.

-Sei proprio una serpe! Pure l’accappatoio!-

Osservò lei alzando un sopracciglio scettica nel vedere tutto quel verde.

-Granger, sono Serpeverde nel sangue io!-

Si vantò lui con un sorriso strafottente, facendola sospirare sconfitta.

-Va  bene, da dove cominciamo?-

Chiese lei per cambiare discorso, non vedendo l’ora di potersi immergere nel relax, anche se sembrava quasi un utopia rilassarsi con Draco accanto.

-Allora il nostro programma di oggi è da ora alle 4 bagno nella vasca..-

Malfoy iniziò a snocciolare il programma per quel giorno, mentre Hermione lo guardava entusiasta per quelle prospettive.

-Non pensavo ci fossero tutte queste proposte!-

Commentò la ragazza stupita, ma il ragazzo sbottò:

-Non ti lamentare ed entriamo in acqua!-

Draco buttò con disinvoltura l’accappatoio su una sedia in vimini li vicino, rimanendo con un costume a boxer verde smeraldo, che quando Hermione vide diventò rossa come un peperone.

-Ti fa ancora effetto vedermi a petto nudo Granger?-

Si gongolò lui guardandola in attesa che si togliesse l’accappatoio a cui era rimasta avvinghiata per tutto il tempo.

-Draco io non so se..-

Iniziò a bofonchiare a lei a disagio, pronta a scappare dall’altra parte del mondo.

-Quante storie! Levati ‘sto coso e andiamo!-

Lei sbuffò sconfitta e si girò di spalle per toglierlo.

Draco provò un brivido lungo la schiena vedendo quelle spalle nude così lisce, si godette poi ogni centimetro della schiena della ragazza, per poi soffermarsi sul fondo schiena.

-Granger, abbiamo il costume dello stesso colore!-

Osservò divertito, mentre lei rossa in volto si girava verso di lui.

-Lo so.-

Rispose secca e leggermente irritata per lo sguardo insistente del ragazzo. Nella sua mente intanto si delineavano milioni di insulti per Ginny, che l’aveva convinta a comprare il costume proprio di quel colore.

Imbarazzata si sistemò i capelli per distrarsi ed osservò le persone all’interno della vasca. Nonostante i suoi innumerevoli sforzi per distrarsi, sentiva lo sguardo di Draco su di se e la cosa la imbarazzava a dismisura.

-La smetti di guardarmi con quell’espressione? Mi sembra tanto quella di un leone che mi vuole mangiare!-

Sbottò lei nervosamente cercando di coprirsi incrociando le braccia al petto.

-No, non mangiare..-

Soffiò il ragazzo mentre un sorriso malizioso gli si dipingeva sul volto.

-Perché non entriamo in acqua?-

Propose Hermione imbarazzata cercando di sviare il discorso. Draco scoppiò a ridere e si avviò verso la vasca, entrandoci poco dopo.

-Com’è l’acqua?-

Chiese Hermione avvicinandosi circospetta verso la vasca.

-E` fantastica! Muoviti ad entrare!-

La ragazza si sedette sul bordo della vasca immergendo le gambe e godendosi la sensazione di tepore.

Chiuse gli occhi beandosi della sensazione e per un attimo si perse nei suoi pensieri.

Era andata una sola volta alle terme nella sua vita, quando era molto piccola e non era ancora andata ad Hogwarts. Era andata con i suoi genitori e aveva passato una giornata di relax, anche se al tempo non l’aveva così tanto apprezzata. Ora invece quello che ci voleva era una giornata di totale nulla, lontana da qualsiasi pensiero che le ingombrasse la testa.

-Granger, ti sei addormentata?-

La voce brusca di Draco la risvegliò dai suoi pensieri e lanciandoli un’occhiataccia entrò in acqua senza una parola.

Aveva bisogno di una giornata di relax senza pensieri?

E come avrebbe fatto se la persona che tormentava i suoi pensieri era a poca distanza da lei con addosso solo un costume da bagno?

Cercò di scacciare i pensieri che le stavano nascendo in testa e chiudendo gli occhi si appoggiò al bordo della vasca.

-Vedi di lasciarmi stare Malfoy, voglio rilassarmi un po’ in pace.-

Draco alzò le spalle non capendo l’apparente cattivo umore della ragazza e si accomodò affianco a lei, appoggiando le braccia sul bordo della vasca, quindi chiuse anche lui gli occhi per rilassarsi.

Il biondo si era assopito da qualche minuto quando qualcosa che gli pizzicava il volto lo svegliò. Aperti gli occhi si trovò davanti il cespuglio di capelli di Hermione, accorgendosi in quel momento che probabilmente la ragazza inconsciamente si era appoggiata alla sua spalla dopo essersi addormentata. Un sorriso divertito gli si dipinse sul volto, era così innocente e poco fastidiosa Hermione quando dormiva.

-Siete veramente una bella coppia, sai?-

Affermò una vecchina facendo risvegliare Draco dai pensieri in cui era caduto osservando la ragazza.

-Solo perché lei sta dormendo signora!-

Rispose il ragazzo sorridendo divertito.

-Invece vi ho visti prima quando dovevate entrare, sembravate me e mio marito ai primi tempi! Sono passati tanti anni..!-

Affermò con aria nostalgica la signora, prima di proseguire:

-Devi sapere che il nostro è stato un matrimonio combinato e ci odiavamo inizialmente! Non potevamo vederci eppure quando abbiamo iniziato a conoscerci abbiamo scoperto che non eravamo così diversi come pensavamo! E ora sono quasi cinquant’anni che siamo sposati!-

Draco sorrise e rispose:

-Signora non penso che io e lei ci sposeremo mai. Siamo troppo diversi e la mia famiglia non lo accetterà mai.-

La vecchina sorrise e rispose pacata:

-Se tu ti sei innamorato di una persona che prima odiavi succederà anche alla tua famiglia. Capiranno che lei è una ragazza magnifica e piena di qualità.-

Il biondo sorrise guardando Hermione addormentata sulla sua spalla.

Effettivamente se lui era riuscito a cambiare idea su quella saccente ragazzina forse anche i suoi genitori conoscendola avrebbero cambiato idea.

-Speriamo..-

Sussurrò più a se stesso che alla signora, che soddisfatta raggiunse il marito dall’altra parte dell’ampia vasca.

 

- To be continued.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Forget. ***


Il Draco della porta accanto.

 

Forget.
 

La parte più difficile non è dimenticare il passato,
La parte più difficile è dimenticare il futuro che avevi immaginato.
-Claudia Simple

-Granger, tu cosa ci trovavi in Weasley?-

Hermione lo guardò, leggermene a disagio, non sapendo bene come rispondere.

Non si aspettava una domanda del genere da Draco, lui non si era mai interessato a Ron, anzi ogni volta che lei pronunciava quel nome diventava ancora più intrattabile e scorbutico del solito, quindi lo evitava accuratamente.

A quel punto la faceva pensare quella sua richiesta, anche perché ormai lo conosceva e un Malfoy non faceva mai nulla senza uno scopo ben preciso.

-Perché ti interessa, scusa?-

Domandò la ragazza, cercando di restare sul vago, come se non fosse veramente interessata alla risposta.

-Tu mi fai sempre mille domande su me e Astoria, ma non mi hai mai detto nulla di te e lenticchia!-

Si difese lui. Hermione sospirò e rispose titubante:

-Insomma.. Era Ron. Era destino che io stessi con lui, eravamo fatti per stare insieme!-

Draco strabuzzò gli occhi a quella risposta e domandò, incredulo:

-Non dire stronzate Granger. Tu eri fatta per stare con Potter piuttosto! E non mi dire che non ti è mai passato per la mente! Al quarto anno ti piaceva, ammettilo.-

Hermione divenne bordeaux. Nessuno si era mai accorto della cotta che aveva per Harry e lei non l’aveva confidato neppure a Ginny.

-Tu? Come fai a..-

Biascicò confusa e lui rispose con il suo miglior sorriso strafottente:

-Si vedeva lontano un miglio Granger..!-

-Nessuno se n’è mai accorto!-

Continuò lei scandalizzata, iniziando a torturarsi una ciocca di capelli nervosamente.

-Nessuno a parte Draco Malfoy!-

Si vantò lui, poi aggiunse più serio:

-Seriamente Granger.. Finché si fosse trattato dello sfregiato avrei potuto capirti, in fondo era famoso, abbastanza ricco e la sua storia avrebbe potuto far intenerire qualche idiota. Ma Lenticchia?-

Hermione sospirò e si mise seduta più comoda, non aveva mai raccontato a nessuno quella parte della sua storia e aveva paura di quello che avrebbe pensato Draco di lei.

-Ammetto che Harry mi piaceva, era brillante anche se sfaticato e poi aveva ai miei occhi un fascino particolare. Quando al quarto anno mi ha confidato di avere una cotta per Cho e non mi ha neanche considerata tra le ragazze che avrebbe potuto invitare al ballo del ceppo mi sono sentita morire. In quell’anno Ron ha iniziato a.. Farmi tenerezza insomma.-

Draco la guardava interessato e nessun’altra emozione usciva dai suoi occhi.

Hermione lo guardò ansiosa e lui la sollecitò:

-E..?-

-E quindi ho iniziato a provare un affetto particolare per lui, a sentirlo come un dovere quello di stargli vicina e proteggerlo. E probabilmente con il tempo me ne sono innamorata pian piano, convincendomi che il mio destino fosse quello di affiancarlo ed aiutarlo.-

Draco la guardò con apparente disinteresse e chiese:

-E ora?-

Hermione sorrise incerta e rispose:

-Io.. Non lo so. Mi sono sentita morire quando ha detto che si sposava con Lavanda, perché dovevo essere io sua moglie nelle mie convinzioni. Dovevo essere io quella che lui annunciava come sua futura sposa, avevo preparato tutto nella mia testa.-

Hermione sorrise tra se, ripensando a quello che pensava solo qualche tempo prima.

-Ero convinta che dopo questo “periodo di pausa” tutto sarebbe tornato come prima, che lui sarebbe rimasto li immobile ad aspettare che io mettessi a posto i miei sentimenti.-

Draco ascoltava in silenzio, perso nei suoi pensieri, mentre osservava il volto della ragazza.

-Dopo il primo momento in cui mi sono sentita persa ho capito pian piano che fosse giusto così.. Io e lui siamo diametralmente diversi, non abbiamo mai avuto neanche un interesse in comune, quindi forse è stato giusto così, il separarsi. Ora probabilmente provo tanta nostalgia di due braccia forti e dolci che mi stringano, tutto qui.-

Concluse sorridendo triste a Draco. Il biondo la guardò e rispose irritato, mentre si alzava:

-Beh, Weasley non è l’unico ad avere due braccia forti che ti possono stringere Granger.-

Hermione sorrise divertita e rispose al ragazzo mentre quello si allontanava:

-Forse devo essere abbracciata da chi altro le possiede per poter non provare più nostalgia per le sue.-

Il biondo non rispose, come se non avesse sentito, ma Hermione sapeva che aveva capito perfettamente.

Si era esposta affermando quelle cose e ne era consapevole. La cosa però non la preoccupava più di tanto, perché in fondo sentiva che lui non avrebbe usato a suo vantaggio quelle confessioni.

***


-Draco! Hai programmi per questo pomeriggio?-

Sbraitò Hermione entrando in casa di Malfoy, evidentemente esaltata. Lui la fulminò con lo sguardo e grugnì in risposta:

-Non si usa bussare?-

Sibilò il ragazzo acido, scrutandola con quegli occhi chiari e freddi.

-Non dovresti lasciare la porta aperta piuttosto! Se no è ovvio che succedano cose di questo genere!-

Ribatté lei pronta con aria vittoriosa, prendendosi un’altra occhiataccia.

-Non ho da fare.-

Affermò Draco secco, continuando nella sua precedente occupazione di sottolineare il libro su cui stava studiando.

-Cosa?-

Domandò la ragazza guardandolo confusa. Lui sbuffò irritato e con il suo miglior tono saccente rispose:

-Ti ricordo, mia cara, che sei entrata chiedendo se avessi programmi per questo pomeriggio e io non ho nulla da fare visto che nonostante sia quasi giugno piove.-

-Ah è vero! Allora ti porto in un posto!-

Annunciò lei, lasciando di proposito l’incognita sulla destinazione. Il ragazzo alzò un sopracciglio e chiese:

-Vuoi portarmi in un luogo isolato ed uccidermi?-

Lei annuì soddisfatta e con un sorriso meschino rispose:

-Hai indovinato. Sto pianificando l’omicidio perfetto!-

Il ragazzo si concesse un mezzo sorriso divertito e rispose arrogante:

-Non riusciresti neanche a toccarmi prima che io ti sistemi per le feste.-

Lei sorrise e prendendo qualche chicco d’uva dalla fruttiera sul tavolo svelò:

-Chantel mi ha invitata fuori e ha chiesto se tu volessi unirti!-

Draco impiegò qualche secondo per riuscire a capire chi fosse Chantel e quando il volto rotondetto di una sua compagna di corso arrivò alla sua mente chiese spaventato:

-Sareste solo voi due?-

Hermione scoppiò a ridere nel vedere la sua espressione e lo rassicurò:

-Tranquillo ci sono anche Elspeth e Hugo!-

Il ragazzo sospirò sollevato, poi, subito dopo aver rubato dalle mani della vicina un acino ed averlo ingoiato, rispose:

-Va bene dai, vi farò questo onore.-

***

Il gruppetto di ragazzi stava camminando da una decina di minuti, avendo deciso di non prendere la metro per arrivare al bowling dove avrebbero passato il pomeriggio per godersi quella bella giornata primaverile.

La meta era stata scelta da Hugo, che si era dichiarato imbattibile a quel gioco, quindi Elspeth l’aveva sfidato a batterla. Gli altri erano andati a ruota, pronti a godersi l’ennesimo battibecco tra i due.

-Granger..-

Sussurrò Draco tenendo per un braccio Hermione per poterle parlare. Lei si girò, sussultando per quel contatto fisico inatteso e guardando l’amico con sguardo interrogativo, mentre rallentava per isolarsi un po’ dal gruppo.

-Cos’è questo bowling?-

Domandò Malfoy serio, fulminando immediatamente l’amica non appena gli angoli della sua bocca si incurvarono in una mezza risata.

-E` un gioco in cui devi lanciare una palla per abbattere dei birilli! Ti insegno io se non sei capace!-

Affermò lei allegra, mentre lo sguardo inquisitorio di Draco analizzava se dalle espressioni l’amica stesse mentendo.

-Ti sembra? Sarebbe imbarazzante se una donna mi dovesse insegnare questa cosa!-

Lei riprese a ridere, raggiungendo il gruppo di amici davanti a loro e non dando seguito ai pensieri che le erano venuti in mente.

Dopo un’altra decina di minuti i ragazzi arrivarono alla sala giochi e iniziarono la partita.

Hermione si affiancò a Draco per spiegargli le regole del gioco, mentre Hugo e Elspeth facevano i primi tiri facendo a gara per chi fosse più bravo.

-Allora innanzitutto la mano che non effettua il lancio sostiene il peso della boccia, e contribuisce a mantenere il corpo in equilibrio. Il palmo di questa mano deve essere rivolto verso l'alto.-

Sussurrò al suo orecchio Hermione, facendo finta di prendere una palla e soppesarla per vedere se andasse bene per lei.

-La mano con cui si lancia, impugna la boccia inserendo il pollice, il medio e l'anulare, nelle apposite forature, in questo modo Draco.-

Proseguì diligentemente, mostrando l’impugnatura corretta. Lui annuì e quindi lei riprese:

-Ricordati che le spalle vanno sempre tenute parallele alla linea di lancio mentre il braccio che effettua il lancio deve rimanere perpendicolare. Per ottenere buoni risultati bisogna tenere presente che, durante la fase del rilascio della boccia, il pollice deve uscire dal foro prima delle altre due dita, il palmo continua ad essere rivolto verso l’alto, e, nel momento di sgancio deve chiudersi a pugno. Al contrario di quanto si possa credere, l'elemento chiave per un buon tiro non è la potenza ma la precisione.-

Draco non ascoltò l’amica finire il discorso ma lanciò la boccia, che andò a colpire con precisione il primo birillo, facendo in un attimo strike.

-Granger, come vedi ho capito tutto.-

La prese in giro lui con un sorriso. Subito Elspeth e Chantel affiancarono il ragazzo riempiendolo di complimenti, mentre lui si gongolava nella sua vittoria.

-Veramente non hai mai giocato?-

Domandò Chantel ammirata.

-No, ma non mi sembra molto difficile.-

In quel momento Hermione sprecò il suo secondo tiro facendo finire la palla nel canaletto laterale e totalizzando solo quattro birilli caduti.

Draco la guardò divertito e si affiancò a lei, domandando:

-Granger, hai bisogno che ti spieghi come si gioca?-

-Si chiama fortuna del principiante Draco.-

Lo liquidò lei andando a sedersi affianco a Hugo nera di rabbia, convinta a non rivolgere più la parola al biondo.

La partita proseguì nello stesso modo e i nervi di Hermione erano pronti a scattare quando si separarono dal resto del gruppo per tornare a casa.

-Dovremmo uscire con loro più spesso Granger. Mi sono molto divertito.-

Osservò Draco solare, seriamente divertito.

-O il tuo ego è stato adulato abbastanza?-

Sibilò lei inviperita, aumentando il passo per non dover condividere il marciapiede con il biondo.

-Dai Granger, non essere gelosa se Elspeth e Chantel avevano occhi solo per me, sono irresistibile, lo sai!-

Si vantò lui facendo innervosire ancora di più la ragazza, che si trattenne a stento dal tirargli un pugno.

-Ma ti prego! Sembravano due galline! Come possono perdere la ragione per un furetto platinato?-

Draco non riuscì a far altro che scoppiare a ridere, quindi la guardò con il suo sguardo più affascinante.

-Nessuna può resistere al mio fascino, cento per cento purosangue e marchiato Malfoy. Cosa vuoi di più dalla vita?-

Si vantò lui pomposamente, sicuro che lei sarebbe scoppiata a ridere divertita per il teatrino, infatti, anche se lei cercò di mantenere un certo contegno, un angolo della bocca le si alzò in un mezzo sorriso.

 

***

-Theo, tu la Mc Dougal, la abbracci mai?-

Chiese Draco distrattamente all’amico, mentre finiva di sorseggiare il suo whisky incendiario.

I due erano a casa Malfoy una pigra domenica pomeriggio, mentre fuori un temporale imperniava e sbatteva sui vetri sottili della vecchia abitazione.

-Beh, mi sembra ovvio che io lo faccia, è la mia ragazza!-

Rispose l’altro a disagio, non capendo dove volesse arrivare Draco con quella domanda, sistemandosi meglio sulla poltrona. Malfoy non era il genere di persona che si lasciasse andare a grandi confidenze, quindi cercò di approfittare a pieno di quel momento.

-Ma non ti sembra un contatto fisico inutile?-

Chiese ancora il biondo, osservando attentamente l’amico di fronte a lui.

Theo lo guardò a sua volta, cercando di capire dove volesse arrivare il ragazzo, poi domandò:

-Beh, tu Astoria la abbracciavi, no?-

Malfoy ci pensò un attimo su, poi rispose:

-Si e non mi dispiaceva. Però..-

Si interruppe Draco indeciso se continuare o no. Non voleva compromettersi troppo, anche se era ben conscio che il ragazzo avrebbe mantenuto il segreto.

-Però non hai mai abbracciato una mezzosangue, giusto?-

Concluse Nott, guardando l’amico divertito, facendo sussultare il biondo. Draco lo guardò storto e lo rimbeccò indispettito:

-Non chiamarla mezzosangue..-

Theodore sorrise divertito e rispose con aria vittoriosa:

-Primo non ho fatto il nome della Granger, secondo non hai risposto alla mia domanda..!-

Aveva vinto, lo doveva ammettere anche Draco. Sapeva che non era semplice tener nascosto qualcosa a Theodore, ma quello era stato più astuto di quanto si aspettasse.

Il biondo sbuffò e poi titubante decise di abbassare le difese e spiegò:

-E` la prima non purosangue con cui ho un rapporto. Fino a un anno fa non penso che avrei mai pensato anche solo a parlarci..! E io non so come comportarmi con lei. Una volta l’ho abbracciata, ma stava piangendo e non vedeva me in quel posto, ma Potter o Weasley. Non l’ho mai più abbracciata.-

Il ragazzo s’interruppe per qualche secondo, come se avesse bisogno di qualche istante per trovare le parole giuste, infatti subito dopo riprese:

-Il fatto è che lei è una che negli abbracci ci mette l’anima.-

Draco alzò gli occhi, sperando che Theodore avesse capito cosa intendesse.

Gli occhi scuri del ragazzo incrociarono i suoi scintillando e facendolo riempire di brividi.

-E tu non sei pronto a metterci la tua?-

Chiese Nott serio versandosi altro whisky incendiario.

-Io ho paura che lei sia in grado di prendersela. O che io gliela lascerei prendere.-

Concluse lui con un sussurro, con la fronte aggrottata e lo sguardo scuro.

-Non è così male abbracciare una persona, fa sentire.. Bene! Quando abbraccio Morag è perché ho voglia di sentirla veramente vicina. Non ti devi sforzare, dopo un po’ verrà da se.-

Draco sorrise all’amico che lo guardava incoraggiante, ma dentro di se sentiva ancora un enorme disagio.

Non sapeva neanche perché l’idea di abbracciare Hermione fosse nata nella sua mente, eppure lo torturava da giorni.

Anche quando erano in Scozia per giocare a quiddich aveva avuto l’impulso di stringerla a se quando aveva detto che non si sentiva appartenente al mondo magico.

Ma lui non poteva farlo.

Lui restava pur sempre un Malfoy.

- To be continued.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Gossip. ***


Il Draco della porta accanto.

Gossip.

Gelosia.
L'altra faccia dell'amore.
- Ambrose Bierce

 
L’estate ormai era alle porte, la primavera divampava a Londra, riempiendo il suo grigiore con colori allegri.

Il clima restava comunque mite e certe giornate il sole non era ancora abbastanza caldo per poter uscire solo con una felpa.

Hermione stava chiudendo la porta del suo appartamento quando un annoiato Malfoy sbucò fuori dalla porta accanto.

-Oh, dove vai Granger?-

Chiese in tono quasi deluso osservando il cappotto leggero che indossava.

-Sto andando a Diagon Alley Draco, ma cos’è quella faccia delusa?-

Domandò lei leggermente a disagio per la faccia dispiaciuta dell’amico.

-Speravo di poterti irritare un po’, giusto per passare il tempo! Ma stai uscendo, quindi fa niente.-

Ammise lui mentre tornava sui suoi passi.

-Aspetta Draco.. Se vuoi puoi venire con me. Io devo passare in biblioteca e ai Tiri Vispi, se vuoi..-

Lasciò in sospeso la frase guardando il vicino di casa con leggera apprensione, quasi ci tenesse che lui accettasse.

-Non voglio disturbarti Granger.-

Rispose lui secco, ma lei dedicandogli un sorriso spontaneo e divertito rispose:

-Ma che disturbo! Mi fa solo piacere poter andarci con qualcuno!-

-Va beh, allora metto la giacca e arrivo.-

Rispose il ragazzo allegro.

Dieci minuti dopo i due si trovavano davanti all’ingresso del paiolo magico, dove si fermarono un momento.

Era parecchio tempo che Draco non varcava quella soglia, ri-immergendosi in quel mondo da cui era sfuggito e ora si ritrovava titubante davanti a quella porta.

Alzò gli occhi, sentendosi osservato e trovò davanti a se il sorriso radioso di Hermione, che era come se dicesse che lei ci sarebbe stata a sostenerlo.

Ricambiò con un mezzo sorriso, aprendo quindi la porta di quel locale malconcio.

Il caratteristico odore di pipa investì entrambi, mentre si addentravano nella penombra del locale immergendosi nel chiacchiericcio del locale.

Hermione salutò allegra una ragazza seduta ad un tavolo, che ricambiò sorridente, finché i suoi occhi non incontrarono la figura di Draco.

Trattenne il respiro guardandolo ed attirati dal suo silenzio anche gli altri occupanti del tavolo rimasero senza parole vedendo il biondo.

Quello si irrigidì, sentendosi osservato da troppi estranei.

Hermione lo prese quindi a braccetto, sorridendo all’amica e prendendo l’uscita per raggiungere Diagon Alley.

Non fecero parola del tutto e all’aria aperta Draco rincominciò a respirare normalmente.

Dopo aver spinto il mattone giusto e passato il varco che portava a Diagon Alley i due si avviarono tranquillamente verso la biblioteca, riprendendo a chiacchierare del più e del meno.

Una mezz’ora più tardi i due ragazzi si stavano dirigendo verso il negozio dei gemelli Weasley, uno affianco all’altra, mentre bisticciavano come sempre.

-Draco smettila di fare lo stupido! Ci guardano tutti se continui a ridere in questo modo!-

Lo rimbeccò lei leggermente imbarazzata mentre il biondo cercava di trattenere un’ulteriore risata.

-Come faccio a smettere di ridere Granger? Sei stata uno spettacolo quando hai difeso quell’elfo domestico e lui si è messo a prendere a testate le tue gambe!-

-Non è stato divertente! Quelle creature non sono consapevoli dei loro diritti e per questo si comportano in questo modo!-

Ribatté lei stizzita mentre entrava ai tiri vispi, ma Draco rispose paziente, smettendo finalmente di ridere:

-A loro piace il loro lavoro Granger! Sono nati per farlo!-

-Non una parola in più!-

Lo minacciò lei imperiosa.

-O giuro che non ti cucinerò più torte per il resto della tua vita.-

Draco trattenne una risata e quando lei lo fulminò con lo sguardo lui mimò il gesto di serrarsi le labbra con una cerniera, mentre si concentrava sugli articoli del negozio per non ricominciare a ridere.

-George!-

Esclamò Hermione dopo qualche istante, correndo incontro al rosso che si aggirava per il negozio fornendo informazioni sui prodotti a dei ragazzini entusiasti.

-Hermione! Come stai? È una vita che non passi di qua!-

Gridò il ragazzo abbracciandola e facendole fare una mezza giravolta.

Draco, nonostante nessuno lo notò, fulminò prontamente il Weasley, troppo vicino per i suoi gusti ad Hermione.

-Tutto bene dai! Sono piena d’impegni, per questo non passo mai..!-

Cercò di scusarsi lei, ben sapendo che con George avrebbe ottenuto scarsi risultati.

-Da quando non stai più con quell’incapace di mio fratello sei sparita! Dai, raccontami un po’ di te!-

Propose allegro scortandola verso il retro del negozio per avere un po’ di privacy e lasciando indietro un irritato e offeso Draco.

-Allora Hermione come vanno le cose?-

Domandò George interessato, accomodandosi su una poltroncina e invitando la ragazza a fare lo stesso con quella di fronte.

-Tutto bene dai. Sto studiando in un college babbano letteratura inglese e la trovo meravigliosa! Certo, mi manca agitare la bacchetta e imparare incantesimi, ma comunque mi accontento.-

George la guardò con un sorriso malizioso e mormorò:

-E del tuo accompagnatore qui fuori che mi dici?-

Il volto di Hermione avvampò, rispondendo così per lei, quindi il rosso scoppiò in una risata seriamente divertita, pronto ad inferire un po’ su di lei.

I due rispuntarono del retro del negozio dopo una ventina di minuti, mentre ancora ridevano per le ultime battute di George e solo allora Hermione si ricordò della presenza del suo accompagnatore. Iniziò subito a cercarlo tra gli scaffali, disperandosi perché di lui non c’era traccia, quindi corse fuori e si mise a cercarlo in giro per le strade.

Dopo una decina di minuti di ricerca Hermione entrò al Paiolo Magico per chiedere se qualcuno l’avesse visto, ma una testa platinata attirò la sua attenzione.

Era seduto al bancone assieme ad una ragazza con qualche anno meno di loro e chiacchieravano tranquillamente. Hermione li sovrastò come una furia e sbottò arrabbiata:

-Draco! Finalmente ti ho trovato! Dove ti eri cacciato?-

-Sparito io?- Rispose lui offeso - Tu piuttosto te ne sei andata lasciandomi li da solo! E per fortuna volevi compagnia! Avrei preferito starmene da solo a casa ad annoiarmi piuttosto che essere abbandonato al mio destino in quel modo.-

Concluse lui drammatico, facendola irritare ulteriormente.

-Draco non farla più tragica di quello che è! Scusa per averti lasciato li, ma era una vita che non vedevo George e doveva dirmi delle cose su Ron..-

-Oh, su Lenticchia? E allora la prossima volta chiedi a lui di accompagnarti e non a me!-

Sbottò lui inviperito uscendo dal locale senza neanche salutare la ragazza, che gli urlò dietro offeso dandogli del cafone. Hermione lo inseguì e lo strattonò per un braccio, finché lui non si girò per scostarla e lei approfittò dei pochi secondi di distrazione del ragazzo per abbracciarlo.

-Scusa Draco..-

Mormorò lei appoggiando la fronte sul petto del biondo e nascondendo così il rossore delle sue guance.

-Scusami se ti ho lasciato li, scusami se ancora qualche volta mi aggrappo alla speranza che Ron possa tornare da me, scusami se non ti ringrazio mai per sopportare le mie paturnie, i miei sbalzi d’umore e tutto il resto. Perdonami per favore..-

Mormorò alzando gli occhi mortificati cercando quelli chiari del ragazzo.

Draco, un po’ a disagio per quella situazione che non si aspettava, rispose:

-Non ti preoccupare Granger, forse ho esagerato io.-

Poi proseguì bruscamente:

-Ora staccati Granger, che la gente ci guarda.-

Lei ridendo si staccò e lui le rispose con un’occhiataccia.

-Ora per punizione mi accompagnerai al negozio di Quiddich!-

Hermione dovette prendere un profondo respiro e appellarsi a tutta la sua pazienza, per poter rispondere sorridendo:

-Ma certo Draco!-

Lui la guardò divertito e le prese la mano con disinvoltura, dicendo:

-Muoviti, andiamo prima che cambi idea!-

Dopo i primi secondi d’intontimento per quel gesto così spontaneo lei gli trotterellò dietro sorridendo.

Era ampia e calda la mano di Draco e molto più gentile di quello che lei aveva sempre immaginato. La teneva saldamente, in modo da non permetterle di sfuggirli nel caso lei la volesse. Dal canto suo la ragazza ricambiò la stretta e sul volto del biondo sfuggì un mezzo sorriso e non era il classico ghigno che usava per prenderla in giro, ma sembrava quasi lieto dalla cosa.

A dispetto di quanto ci si sarebbe potuto aspettare quella più a disagio dei due era Hermione, che osservava preoccupata gli sguardi curiosi dei passanti.

-Draco ci fissano tutti.-

Mormorò cercando di lasciare la mano del ragazzo, invano ovviamente.

Lui la guardò irritato per quel gesto e commentò:

-Da quando la Granger si cura degli sguardi?-

-Si può sempre iniziare, no?-

Chiese lei speranzosa, ma lui rispose secco:

-Hai paura che in questo modo l’eroina del mondo magico venga giudicata? So di avere una brutta reputazione, ma non ti facevo così superficiale.-

Hermione tacque per qualche secondo, poi avvicinandosi di più a Draco rispose:

-Affatto, solo che mi imbarazza abbastanza. Non perché sei te, ma perché tutti mi guardano.-

-Quindi se ora io ti baciassi davanti a tutti moriresti di vergogna?-

Le soffiò lui all’orecchio fermandosi davanti alla vetrina del negozio in cui voleva entrare per osservarla, mentre si avvicinava sempre di più al volto della ragazza.

Lei si spostò bruscamente e rincominciò a camminare cercando di tirarselo dietro rispondendo, evidentemente in imbarazzo:

-Non devi neanche provarci! Ti schianto se ti azzardi a fare una cosa del genere!-

Lui però non si mosse e lei si bloccò irritata.

-Vedremo presto come reagirai.-

Gli sussurrò all’orecchio facendo riempire di brividi. Tutto soddisfatto dall’effetto ottenuto la trascinò dentro al negozio di scope. Era un ottimo toccasana alla sua salute stuzzicare e infastidire Hermione e ormai ci stava veramente prendendo gusto, tanto che le sarebbe mancata se non si fossero visti per qualche giorno.

Fu una lunga ora e mezza per Hermione quella passata all’interno del negozio, dove Draco si gongolò tra scope, abiti e tutto ciò che poteva esistere per il quiddich. Quando uscirono la ragazza tirò un sospiro di sollievo e si trattenne dal baciare il terreno.

-Piaciuta la gita Granger?-

Chiese Draco affabilmente, mentre aspettava divertito la sua reazione.

-Moltissimo!-

Rispose lei con un sorriso tirato, sperando che la vena sopra la tempia non pulsasse così tanto da vedersi.

-Oh, ho dimenticato di comprare la cera per lucidare la mia scopa..!-

Esclamò Draco con sguardo mortificato, al che il biondo poté giurare che se uno sguardo avesse potuto uccidere in quel momento sarebbe andato all’altro mondo.

-Scherzo Granger!-

Affermò ridacchiando divertito.

-Devi vedere la faccia che hai fatto! Uno spettacolo!-

-Ti prego, se c’è una cosa che odio è il quiddich! Ho dovuto appellarmi a tutta la mia pazienza per non trascinarti fuori tirandoti per i capelli!-

Ammise lei ancora provata per lo sforzo di sopportare tutto quel parlare di Quiddich.

-Esagerata! Dai, vieni alla gelateria Florian che ti piace tanto, almeno ti offro un gelato per premiarti!-

Hermione lo guardò stranita e chiese divertita:

-Come mai questo improvviso gesto di cavalleria e gentilezza? Hai la febbre?-

Concluse toccandogli la fronte con aria preoccupata e poi aggiunse:

-Si, scotti!-

Draco la guardò seccato e rispose:

-Approfitta dei miei momenti di gentilezza Granger, potrebbe essere l’unica volta in cui lo vedi!-

Lei scoppiò a ridere e rispose:

-Va bene, mi prenderò il più grosso gelato che io abbia mai mangiato, tanto offri te!-

Draco rise e rispose:

-Se poi non lo finisci te lo faccio ingoiare io a forza Granger!-

I due si sedettero ad un tavolino e quasi subito arrivò la cameriera, che chiese a Draco con una vocina che alle orecchie di Hermione risultò stridula:

-Ciao io sono Sophie, la tua cameriera per questo pomeriggio. Cosa desideri prendere?-

Il ragazzo diede un’occhiata al menù e rispose:

-Io prendo una coppa al doppio cioccolato, te Granger?-

-Io una cialda con fragola e mango.-

Rispose Hermione irritata per non essere stata minimamente considerate dalla cameriera.

-Perfetto.-

Cinguettò la cameriera sorridendo al ragazzo.

-Te li porto subito!-

Concluse prima di ancheggiare via, seguita da un’occhiataccia della mora.

-Ma ti rendi conto? Non mi ha considerato quella!-

Sbottò la mora incrociando le braccia al petto.

-Ho troppo fascino io, non prendertela troppo Granger. Succede sempre così!-

Si vantò lui guardando la ragazza con superiorità.

-Ma non è ammissibile! È una mancanza di rispetto nei miei confronti!-

Sbraitò quella, facendo scoppiare a ridere il suo compagno.

La cameriera tornò ancheggiante dopo pochi minuti ed appoggiò con un sorriso la coppa di Draco davanti a lui, non degnando di un solo sguardo Hermione, che questa volta si astenne dal commentare.

Sotto la coppa di Malfoy spuntava un bigliettino, che lui estrasse con sorpresa.

-Oh, guarda cos’ho trovato!-

-Cos’è?-

Domandò scorbutica Hermione, fulminando il bigliettino.

-E` un numero di telefono cara! Ho proprio fatto colpo!-

Si vantò lui prendendo tra due dita il foglietto e iniziando a sventolarlo a mo’ di ventaglio.

-Ma come si permette! Bisognerebbe farle un richiamo!-

Si lamentò la ragazza irritata, cercando di godersi il gelato sul tavolo inutilmente.

-No, non lo farei..! Piuttosto il richiamo lo farei chiamando questo numero!-

La stuzzicò il biondo divertendosi un mondo nel vedere Hermione così impettita.

-Fai pure!-

Rispose lei secca concentrandosi sul suo gelato ed escludendo il ragazzo dal suo mondo.

Draco prese il portafogli e sistemò il numero della ragazza con estrema calma al suo interno, in modo che Hermione potesse vedere perfettamente il tutto.

-Oh, ma non lo terrai spero!-

Sbottò lei alla fine sfilandolo dal portafogli del ragazzo appoggiato sul tavolo e accartocciando il foglietto per poi buttarlo a terra.

-Perché non dovrei?-

Domandò lui innocente, prendendo un’immensa cucchiaiata di gelato.

-Ma ti sembra? Insomma..! Non si fa così!-

Disse lei non trovando una ragione plausibile per la quale lui non dovesse tenere il numero.

-Non è che sei gelosa Granger?-

-Gelosa io? Neanche se tu fossi l’ultimo uomo sulla faccia della terra!-

Sbraitò lei, per poi aggiungere gelida:

-E poi se te quello che ci ha messo nei casini con questo fidanzamento, quindi ora fa bene la tua parte furetto.-

Lui la guardò amabile e rispose con un tono che era tutto un velluto:

-Sai che non chiamerei mai un’altra, tesoro.-

La schiena di Hermione si riempì di brividi, quindi lo zittì con un’occhiataccia tornando a gustarsi il suo gelato per mettere fine a quella ridicola discussione.

 

- To be continued.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Mother. ***


Il Draco della porta accanto.

Mother.
 

Legge del capitano Penny:
Si può fregare tutti per un certo periodo,
o qualcuno per sempre,
 ma non si può fregare la mamma.

 


 “Uscita romantica per la coppia più gettonata del momento!”

Il titolo in prima pagina della Gazzetta Del Profeta si espandeva e rimpiccioliva ritmicamente, attirando l’attenzione dei passanti.

Sotto quel lampeggiante degli eleganti caratteri più piccoli si susseguivano sinuosi formando l’articolo che andava a spiegare il succulento titolo.

“Sono finalmente usciti allo scoperto anche nel mondo magico l’eroina del secolo e il ricco rampollo Malfoy, che ieri hanno passato tutto il pomeriggio a Diagon Alley. I due neo fidanzati si sono concessi un solo abbraccio in pubblico, per poi girare mano nella mano per la rinomata via del mondo magico. La tappa più romantica non è stata quella del negozio di quiddich in cui hanno passato la maggior parte del pomeriggio, bensì alla Gelateria Florian di Florian Fortebraccio, dove hanno preso un gelato e conversato per più di mezz’ora.”

Draco lasciò cadere la gazzetta del profeta sopra i libri di Hermione, mentre divertito si accomodava affianco a lei.

Solo il giorno prima erano andati a Diagon Alley e, com’era immaginabile, erano immediatamente finiti sulla prima pagina della Gazzetta Del Profeta.

Draco guardò di sbieco la ragazza, non capendo come facesse a studiare già alle nove del mattino, prima dell’arrivo del professore in aula.

-Siamo la coppia più gettonata del momento Granger! Guarda quanto spazio ci hanno dedicato!-

Affermò scorrendo con un dito metà della prima pagina su cui appariva una loro foto mentre parlavano seduti sui tavolini esterni della gelateria mentre chiacchieravano sorridenti.

Lei lesse distrattamente l’articolo, per poi guardare Draco e rispondere:

-Ma se non abbiamo nulla di romantico io e te! Ma ci vedono?-

Sbottò Hermione burbera per nascondere l’imbarazzante verità che quella mattina l’intero mondo magico avrebbe letto di loro due.

-Eppure siamo molto apprezzati! Non ero così seguito mentre stavo con Astoria.-

Affermò Draco sicuro prendendo in mano la gazzetta e girando pagina e buttandosi sulla sedia libera accanto a quella della fidanzata.

-Guarda, siamo tra i primi posti nelle coppie più apprezzate del momento!-

Osservò lui indicandole una lista di nomi nell’angolo del gossip del quotidiano magico. La ragazza scacciò le pagine davanti a lei agitando una mano e rispose critica:

-Ma non hanno una vita loro quelle persone che leggono queste cose?-

-Non se hanno una Granger tutta loro da far irritare!-

Rispose lui divertito, prendendosi l’ennesima occhiataccia.

-E` stressante averti sempre accanto sai? Hai la capacità di farmi saltare i nervi in qualsiasi momento.-

Osservò lei sfogliando distrattamente la gazzetta del profeta che aveva sfilato tra le mani del ragazzo, rigorosamente tra le pagine più culturali della politica al ministero, mentre cercava di non pensare alla prima pagina che centinaia di persone avrebbero letto.

-E` una delle mie migliori qualità Granger, ma anche tu non scherzi eh!-

Ribatté lui riprendendosi le pagine del quotidiano riguardanti il quiddich.

-Non supererò mai il maestro!-

Commentò lei divertita, per poi tornare ad immergersi nel grosso libro davanti a lei e accantonando la Gazzetta del profeta.

-Comunque, è ora che tu conosca i miei genitori..!-

Affermò Draco, come se fosse il proseguimento naturale del discorso che stavano facendo.

-Ma anche no.-

Rispose lei tranquilla, assorta com’era nella lettura di un articolo riguardante gli elfi domestici.

-Mia madre non ti vuole ancora cruciare, perché sa che è tutta una finzione..! Però desidera conoscerti comunque, quindi andremo a prendere un the da lei.-

E non era una domanda quella del ragazzo, ma un’affermazione.

Hermione alzò gli occhi dall’articolo e fissò quelli chiari del ragazzo e dallo sguardo che vi lesse capì che opporre resistenza sarebbe stato totalmente inutile.

***

-Hermione cara, benvenuta!-

Trillò Narcissa Malfoy facendosi da parte per far entrare la ragazza nella grande villa Malfoy.

La ragazza rispose con un mezzo sorriso, spaesata per il lusso in cui era sempre vissuto Draco. La casa le ricordava moltissimo la villa di Sirius e si ritrovò a pensare che non fosse un caso che i due fossero parenti.

Le pareti erano tappezzate da grossi quadri che la osservavano arcigni come in casa Black, ma a differenza di quella il Manor Malfoy era ampio e luminoso ed era una casa che sapeva di vita, anche se aveva quell’alone di tristezza di chi ha visto tempi migliori.

-Puoi pure togliere il “cara” mamma, ti ricordo che non è la mia ragazza veramente.-

Borbottò Draco entrando alle sue spalle dopo aver dato un bacio sulla guancia della madre, che rispose severa:

-Oh, non fare il cafone Draco. Vieni cara, accomodati pure.-

La invitò Narcissa scortando Hermione fino al salotto, dove la padrona di casa si accomodò su una poltroncina in velluto, mentre Hermione sul divano coordinato.

Con un colpo di bacchetta della padrona di casa una grossa teiera in porcellana, completa di tre tazzine abbinate, apparse sul tavolino in mogano li davanti.

Draco entrò dietro di loro e si lasciò andare dall’altro capo del divano, sbuffando sonoramente.

Hermione scoprì che Narcissa non era affatto una donna fredda e severa come le era sempre apparsa, bensì molto educata e cortese con lei. Si ritrovò a pensare che se lei non fosse stata la “fidanzata” del figlio, bensì una semplice mezzosangue non avrebbe avuto tutto quel trattamento, ma per una volta si accontentò semplicemente di quello che le stava succedendo, senza ricordare lo sdegno con lui l’aveva guardata tante volte.

La conversazione con la signora Malfoy fu abbastanza superficiale, ma non per questo noiosa, finché un elfo domestico non entrò in salotto con un enorme inchino per ritirare le tazzine sporche.

Hermione si irrigidì e lo osservò portare via le loro cose senza un grazie, ben conscia che se avesse ringraziato probabilmente quello si sarebbe accasciato a terra sofferente per l’insulto.

Draco osservò la scena compiaciuto e quando l’elfo ebbe varcato la soglia del locale affermò sicuro:

-Granger, non vedi come sono utili gli elfi? Lavorano per te! Avresti più tempo per cucinare se ne avessi uno!-

La ragazza alzò gli occhi al cielo esasperata, quindi sibilò irritata:

-Ti ho già spiegato che non ho intenzione di sfruttare un povero elfo per le faccende di casa! E dovresti farlo anche te!-

Lui scoppiò a ridere e rispose tagliente:

-Ma se viene solo due volte a settimana a sistemare da me! Devo cucinare sempre da solo!-

-Non direi! O vieni da me o esci a mangiare Draco caro..!-

Concluse lei rimarcando sul “caro” in modo da farlo apparire molto ironico.

-Quanto ti lamenti Granger..! Chiudi la bocca!-

Ribatté lui ficcandole in bocca un pezzo di biscotto che stava mangiando per farla tacere.

Hermione lo fulminò con lo sguardo, ma la sua rispostaccia venne preceduta dalla voce vellutata di Narcissa:

-Draco, da quando vai a mangiare da Hermione ti trovo molto più in forma, quindi ringraziala e non darle fastidio..!-

L’occhiata trionfante che Hermione lanciò al biondo chiuse la discussione con un punto di vantaggio per lei.

***

Il pomeriggio stava passando pigramente, quindi Draco arrivò alle spalle della ragazza e le coprì gli occhi con un fazzoletto in seta.

-Draco! Cosa fai?-

Chiese lei seriamente impaurita, ma la risata allegra di Draco la tranquillizzò subito.

-Ti devo portare in un posto che ti piacerà!-

Affermò divertito il ragazzo, apparendo alle spalle dell’amica. Lei lo guardò storto e rispose:

-Non mi fido molto di queste tue affermazioni. Mi fai paura!-

Lui scoppiò a ridere e sistemò meglio il nodo sulla nuca della ragazza.

-Stai tranquilla Granger! Fidati di me.-

Un brivido percorse la schiena della ragazza.

“Fidati di me.” Era una frase che non avrebbe mai pensato sarebbe uscita dalle labbra di Draco Malfoy rivolto a lei, ma soprattutto non pensava che lei si sentisse sicura nel sentirgliela nominare.

Lei si fidava di Draco, sapeva che non le avrebbe fatto del male.

Annuì decisa, prendendo la mano che Draco le porgeva e stringendola.

Sentì un forte schiocco e subito dopo il suo stomaco si rigirò su se stesso, mentre attorno a lei tutto iniziava a vorticare. Dopo pochi secondi un forte profumo di erica arrivò prepotente alle narici di Hermione, che ispirò a pieni polmoni, mentre un sorriso si dipingeva sulle sue labbra.

-Hai capito dove siamo?-

Domandò Draco osservando il sorriso dell’amica, lei rispose entusiasta:

-Siamo in Scozia, non potremmo essere in nessun altro posto!-

Sulle labbra del ragazzo apparve un sorriso compiaciuto quando tolse la benda dagli occhi di Hermione e vide i suoi occhi scintillanti di gioia come una bambina.

Un paesaggio famigliare apparve ai suoi occhi, basse colline piene di bassi cespugli si estendevano a vista d’occhio, colorate dall’erica viola qua e la. Una brezza fresca la investì in pieno volto, mentre si godeva quel paesaggio che tanto spesso aveva ricordato gelosamente.

-E indovina perché ti ho portata qui!-

Esclamò lui allegro, mentre un ghigno malefico appariva sulle sue labbra e la distraeva dalla bellezza del paesaggio.

-Non saprei..-

Rispose lei, iniziando a preoccuparsi per il sorriso del ragazzo.

-Beh Granger, tu mi hai fatto apprezzare il basket e giocare a bowling e ora io ti farò apprezzare il quiddich!-

Annunciò lui vittorioso, sfoderando due scope fiammanti che la ragazza riconobbe come Nimbus 2001.

Il viso di Hermione si contorse in una smorfia che era un misto tra disgusto e paura, quindi esclamò:

-Il quiddich? Mai! Ci hanno giocato il mio migliore amico e il mio ex fidanzato e non ci sono riusciti, quindi scordatelo!-

Il ragazzo scoppiò a ridere e mettendole in mano la scopa ribatté sicuro:

-Zitta e sali sulla tua scopa. Su, senza lamentarsi.-

La incitò salendo sul suo mezzo e aspettando paziente che la ragazza lo imitasse.

-Io ti odio.-

Sbottò lei fulminandolo con lo sguardo. Nonostante ciò salì esitante sul sottile manico di scopa, tenendo però i piedi ben saldi a terra.

-Me l’hai già detto più volte.-

Rispose lui con un sorriso sadico stampato sulle labbra e dando una leggera spinta sul suolo iniziando a fluttuare a pochi centimetri di altezza.

Hermione sbuffò e ammise stizzita:

-Draco, mi fanno impressione le altezze. Volare su una scopa poi non mi da quell’idea di stabilità che mi da il suolo. E soprattutto non mi fido delle mie capacità.-

Il ragazzo sorrise divertito e ribatté:

-Sei proprio una cagasotto Granger.-

La ragazza arrossì arrabbiata per la presa in giro e stava per ribattere quando Draco le si parò davanti con il suo manico di scopa e propose:

-Di me ti fidi? Giuro che non faccio cose troppo spericolate.-

La ragazza soppesò la proposta per qualche secondo, era la seconda volta che quel giorno Draco testasse la sua fiducia nei suoi confronti. La prima volta si era fidata e non era finita per niente male, ma quella volta si trattava di salire in sella ad una traballante ed insicura scopa.

Deglutì a fondo e chiuse gli occhi per farsi coraggio, quindi molto scetticamente rispose:

-Se ti dico basta però scendiamo, ok?-

Lui annuì sorridente, quindi lei salì dietro di lui, stringendo la schiena di Draco come sua unica ancora di salvezza.

Si pentì immediatamente di essere salita quando il profumo ricercato di quel ragazzo le penetrò prepotente nel cervello, annebbiandolo per qualche istante, mentre una sensazione di vuoto, non dovuta all’altezza, si faceva largo nel suo stomaco.

Il ragazzo si librò in aria con naturalezza, iniziando a volteggiare per il cielo cosparso di nuvole, senza fare virate improvvise o gesti bruschi, per mostrarle come le scope fossero sicure e un ottimo mezzo di trasporto.

I due volteggiarono così per una buona mezz’ora, mentre Hermione si lasciava pian piano andare, stringendo meno forte la schiena di Draco.

Infine lui planò sul prato, concludendo così il loro giro, dove i due si sdraiarono all’ombra di un albero a godersi l’inizio dell’estate.

-Ti manca tanto il quiddich, vero?-

Domandò Hermione comprensiva quando si accomodarono sull’erba per riposarsi.

-Più di qualsiasi altra cosa del mondo magico.-

Rispose quello sincero, con un sospiro, mentre si spettinava i capelli.

-Come hai fatto a venire tra di noi? Insomma io mi ricordo quando ho ricevuto la lettera di Hogwarts, non lo dimenticherò mai. Io ero una babbana al cento per cento e quel mondo è apparso come qualcosa di magnifico rispetto al resto. Ma tu hai fatto il contrario.. Come hai fatto?-

Chiese lei curiosa, osservando attenta il ragazzo accanto a lei.

Le labbra di lui si aprirono in un mezzo sorriso divertito e rispose ovvio:

-Anche tu sei tornata dai babbani Granger, è la stessa cosa.-

Lei alzò gli occhi al cielo per l’ottusità dell’amico e rispose veloce:

-No, tu sei un puro sangue, io no.-

Il ragazzo scoppiò a ridere divertito e rispose:

-E` più una frase da me quella Granger.-

Lei sbuffò nuovamente, iniziando a giocare con un ciuffo d’erba, per poi ribadire:

-Veramente Draco. Io non mi sento appartenere a questo mondo magico, io non sono nata come voi.-

La fronte chiara di Malfoy si aggrottò, creando due rughe nel centro, quindi quello rispose schietto:

-Granger, non ti immagini neanche quanto mi costa dirlo, ma eri più strega te di molti altri ad Hogwarts. Eri sempre la prima a cui venivano gli incantesimi e dannazione anche in pozioni eri un portento. Non sarebbe successo se tu non fossi stata una vera strega, sai?-

Cercò di convincerla lui, la ragazza sorrise tirandosi dietro un orecchio una ciocca di capelli, per poi ammettere:

-Non avrei mai detto che un giorno mi avresti detto queste cose, sai? Sei veramente diverso da come pensavo.-

Lui sorrise, ma la sua espressione tornò subito grave e spiegò:

-No, non diverso. Sono cambiato per tutto quello che mi è successo.-

Lei sospirò stiracchiandosi e domandò con un mezzo sorriso:

-E chi non è cambiato dopo la guerra?-

Tra i due calò un silenzio, fatto di ricordi e di fantasmi scomparsi in quegli avvenimenti.

-La sogni ancora?-

Domandò Draco dopo qualche attimo, cercando gli occhi della ragazza in cui cercare una conferma.

-Meno spesso sinceramente, ma comunque faccio ancora dei sogni terribili. Tu?-

Lui sorrise triste, non rispondendo immediatamente alla domanda. Il ragazzo sospirò prendendo ossigeno e ammise:

-Anch’io.-

In quel momento una goccia prese la fronte liscia di Draco, che si alzò scrollandosi i pantaloni e annunciò:

-Granger andiamo, qui si sta per mettere a piovere.-

La ragazza si alzò ubbidiente e racimolò le sue cose, aggrappandosi poi al maglione di Draco per smaterializzarsi e tornare al Manor.

Apparirono nel giardino della villa, dove Narcissa stava passeggiando tranquilla.

Appena vide apparire i ragazzi li salutò con un sorriso, quindi Draco lasciò l’amica nelle sue mani e tornò in casa per sistemare le scope.

Le due donne iniziarono a passeggiare per il giardino, scambiandosi qualche parola, finché Narcissa disse:

-Draco deve tenerci veramente tanto a te, per aver detto una cosa del genere, come che voi due siate fidanzati, sai?-

Il tono tranquillo della donna fece sobbalzare Hermione, che rispose oggettiva:

-Non si offenda signora Malfoy ma penso che l’abbia fatto solo per un suo divertimento personale nel vedere Ron contorcersi dalla gelosia.-

La signora Malfoy sorrise e rispose con il suo solito tono pacato:

-Probabilmente l’ha fatto anche per divertirsi inizialmente, ma il fatto che l’abbia ammesso con Astoria significa che è una cosa più seria del dovuto.-

-In che senso?-

Chiese Hermione confusa, quindi la donna iniziò a spiegare con il suo tono vellutato:

-Astoria è stata la prima con cui lui abbia cercato di essere veramente se stesso, senza finzioni. Non è però riuscito a farlo, non completamente almeno. Forse aveva paura di essere giudicato da lei e quindi non si è completamente lasciato andare, fatto sta che ha chiuso il loro rapporto prima che lei potesse lasciarlo.

Poi sei spuntata te e, lascia che te lo dica, oggi vi ho guardati più di quanto immagini. Sembra assurdo ma non ho mai visto nessuna donna con cui lui fosse così spontaneo, così se stesso. Non si fa problemi a dirti quello che pensa e se non gli va bene qualcosa e non lo fa solo perché si diverte a vederti infastidita, ma perché sa che tu l’hai accettato per quello che è.

Ti sembrerà un commento da madre gelosa, ma, sinceramente, lui prova qualcosa per te. Probabilmente non riesce ancora ad attribuirgli un nome, ma conosco mio figlio meglio di quanto lui possa immaginare.-

Hermione la guardò preoccupata, mentre ogni singola sillaba veniva filtrata dal suo cervello.

-C’è qualcosa tra voi Hermione cara, ma probabilmente ve ne state accorgendo solo ora.-

-Granger! Vieni subito qui!-

Si sentì sbraitare dalla casa, Hermione tirò un’occhiataccia verso la casa e borbottò:

-Se è questo voler bene allora siamo proprio a cavallo eh..-

Si congedò da Narcissa con un sorriso e la donna la osservò dirigersi velocemente verso la casa, dove un impettito Draco l’aspettava.

Scappò un sorriso alla madre, vedendo come il figlio fosse realmente se stesso in compagnia di quella ragazza e rendendosi conto di quanto fosse difficile vederlo così divertito.

Non sapeva se e quanto sarebbe durata quella che neanche lei si azzardava definire relazione tra i due ragazzi, ma soprattutto non sapeva se lo stesso Draco avrebbe accettato il fatto di essersi affezionato ad una mezzosangue.
Conosceva suo figlio e sapeva che era una possibilità su un milione quella che lui non avrebbe mandato tutto all’aria quando si sarebbe accorto di quanto Hermione Granger fosse diventata importante per lui.

Nel frattempo Hermione raggiunse il biondo e chiese scocciata:

-Cosa c’è furetto?-

-Perché hai regalato al mio elfo personale una spilla del C.R.E.P.A.? Vorrei tanto entrare nella tua testolina e vedere cosa passa!-

Rispose lui esasperato passandosi una mano tra i capelli.

-Draco, è un diritto del tuo elfo sapere che c’è qualcuno che lotta per lui!-

Narcissa guardò i due bisticciare con un sorriso materno, sapendo che ben presto qualcosa sarebbe cambiato.

In meglio o in peggio neanche lei poteva saperlo.

 

- To be continued

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Jealousy. ***


Il Draco della porta accanto.


Jealousy.
 

È incredibile come la gelosia,
Che passa il suo tempo a fare piccole supposizioni nel falso,
 Abbia poca immaginazione nello scoprire il vero.
- Marcel Proust


-Ti rende felice stare vicino a lei?-

Chiese Zabini a bruciapelo, osservando attentamente l’espressione dell’amico.

Il nero aveva organizzato una festicciola a casa sua, per il compleanno di Draco, invitando un po’ di amici e amiche soprattutto. Aveva deciso di estendere l’invito anche alla “fidanzata” del biondo, che ora stava osservando scherzare con Adrian Pucey e Terence Higgs.

Le pupille di Draco si dilatarono leggermente e il ragazzo deglutì a vuoto quando sentì la domanda, dopo di che sospirando ammise:

-Non sto male quando stiamo insieme, lo ammetto.-

-Lo sapevo!-

Affermò Zabini vittorioso, mentre si auto dedicava un applauso e si prendeva un’occhiataccia dal vicino.

-Questo non vuol dire che io sia innamorato e scemate del genere, sia chiaro!-

Volle puntualizzare Draco, ma il nero scoppiò a ridere, sicuro di una sua vittoria nell’affrontare quel discorso.

-Ti sei fregato da solo mio caro! Io non ho parlato del fatto che tu potessi essere innamorato o cose del genere!-

Lo rimbeccò subito Blaise sempre più orgoglioso di se stesso.

-Era scontato che tu lo pensassi.-

Si difese Draco, cercando di salvarsi all’ultimo, ma Zabini rispose canzonatorio:

-Ma non l’ho detto!-

Il biondo non rispose, ma si girò visibilmente offeso, deciso a non rivolgere più la parola all’amico.

-Draco guarda che non c’è nulla di male nell’essere innamorato di lei eh..! È una bella ragazza, intelligente, simpatica, sensibile..-

Iniziò ad elencare il nero contando i pregi sulla punta delle dita, mentre ghignando si aspettava la reazione del migliore amico.

-Non ti sarai preso una cotta per lei?-

Domandò Draco acido, quindi Blaise scoppiò a ridere di gusto, orgoglioso di essere riuscito a mostrare il lato geloso dell’amico.

-Ti preoccupi che io te la possa rubare?-

Lo stuzzicò deliberatamente.

-Puoi prendertela quando vuoi!-

Sentenziò il biondo irritato, nella speranza che così l’amico la smettesse di fare insinuazioni e lo lasciasse stare.

-Come no! Mi cruceresti se solo io provassi a toccarla.-

Ribatté l’altro tranquillo.

-Non dire stronzate!-

Lo sguardo di sfida di Blaise fece rabbrividire Draco e quando poi il nero si alzò il biondo si trattenne dallo schiantarlo.

Ma sarebbe stata una lunga serata per Draco Lucius Malfoy, molto lunga.

Zabini si avvicinò ad Hermione prendendole le spalle e le chiese:

-Allora signorina Malfoy, come sta?-

La mora scoppiò a ridere e rispose con un tono finto serio:

-Molto bene, non appena io e il caro Draco ci sposeremo sfrutterò apertamente la sua posizione sociale per il mio progetto C.R.E.P.A., così capirà che non si scherzo mai con una Granger!-

-Hai un animo da serpeverde ragazza mia!-

Ammise il padrone di casa con sguardo ammirato.

-Ma ti prego! Sono un angelo!-

Si difese lei ridendo.

-Allora sarà lo stare a stretto contatto con le serpi che ti rende così tanto meschina!-

Concluse lui con una risata, mentre osservava con la coda dell’occhio Draco, che gli osservava gelido.

-Effettivamente la vicinanza di Draco non sempre mi giova!-

Ammise lei un po’ sconsolata, sentendosi veramente più meschina.

-Beh, ha giovato al tuo look devo ammettere! E tu hai giovato al suo, visto che da quando “siete fidanzati” non porta più i capelli in quel modo orribile.-

Proseguì Zabini con un sorriso, continuando a tenerla stretta per riuscire a far innervosire Draco.

-La leccata di mucca non si poteva vedere!-

Rise lei girandosi e osservando i capelli biondi del fidanzato, ora scompigliati.

-Ti propongo di brindare al nuovo look di Draco!-

Propose Blaise offrendole un bicchiere di champagne e alzando il suo. Hermione ridendo fece tintinnare il suo con quello dell’amico, mentre due occhi di fuoco li scrutavano assassini.

Venne presto il momento dell’apertura dei regali, quindi Draco iniziò a scartare diversi pacchetti, facendo del suo meglio per non mostrarsi stanco e irritabile.

Venne per ultimo il regalo di Hermione. L’attenzione era focalizzata su quel pacchetto basso e rettangolare, mentre tutti i presenti si chiedevano cosa avesse deciso di regalare la fidanzata del rampollo Malfoy a quest’ultimo.

Quella sera i due si erano considerati poco, Draco era stato per lo più insieme a Theodore e Blaise, finché l’ultimo era andato proprio dalla Granger.

Il biondo aveva quindi passato il resto della serata con Lisa Turpin, ex studentessa Corvonero nonché migliore amica di Morag, la fidanzata di Nott, che sembrava avere un debole per il biondo e con Pansy Parkinson.

Hermione quand’era arrivata, piuttosto a disagio vista la smisurata presenza di ex Serpeverde, era stata salvata da Morag, che con l’amica Lisa, le avevano fatto compagnia finché Adrian Pucey e Terence Higgs non avevano incatenato la ragazza, intrattenendola con le loro prodezze a quiddich.

Infine aveva passato il resto della serata con Blaise, con cui sembrava molto amica e con cui aveva riso quasi tutto il tempo.

E ora si era seduta accanto a lui, sogghignando mentre gli consegnava il regalo.

-Cosa ridi Granger?-

Chiese quello leggermente irritato.

-Non vedo l’ora di vedere la tua faccia!-

Scherzò lei, non curandosi dello sguardo irritato di parecchi Serpeverde che consideravano il suo atteggiamento come una mancanza di rispetto nei confronti della famiglia Malfoy.

Draco scartò velocemente il pacchetto, lasciando cadere a terra la carta regalo piena di boccini da quiddich.

Rimase quindi una bassa scatola di cartone che aprì velocemente, quindi uno sguardo confuso gli si dipinse sul volto.

Il biondo tirò fuori dalla scatola una canotta rossa, con un grosso 23 nero al centro, appena sotto alla scritta “Bulls”.

Subito Draco scoppiò a ridere, mentre Hermione lo osservava sorridendo divertita.

Il resto della sala era in silenzio, mentre cercava di capire cosa fosse quella maglia che il ragazzo teneva sollevata.

-Grandissima Granger! È quella di Michael Jordan!-

Osservò Draco entusiasta, rigirandosela tra le mani per poterla ammirare.

-Cos’è?-

Chiese Zabini confuso, dando voce alla domanda di tutta la stanza, e il festeggiato rispose allegro:

-La maglia dei Chigago Bulls!-

-Chi sono i Chicago Bulls? E chi è Michael Jordan?-

Domandò confuso Theodore, quindi Draco ridendo ancora rispose:

-È una squadra di uno sport babbano, il basket. Michael Jordan è uno dei più grandi giocatori di questa squadra e ha una statua a lui dedicata nel museo di Madame Tussauds! Diciamo che rappresenta il nostro primo appuntamento..-

Spiegò Draco, mentre i presenti lo osservavano sbigottiti per tutta quella cultura nel campo babbano. Se qualcuno ancora aveva qualche dubbio su quanto fosse successo negli ultimi sei mesi il biondo aveva appena confermato il fatto che avesse veramente vissuto come un semplice babbano.

La serata si concluse dopo poco più di mezz’ora, ritenendo tutti arrivata l’ora di tornare a casa per potersi svegliare presto anche il mattino dopo.

Draco ed Hermione, dopo aver ringraziato Zabini per aver offerto la sua abitazione per la festa, si smaterializzarono ad un isolato da casa loro, per poter camminare un po’ e riprendersi da tutte le chiacchiere della sera.

-Mi spieghi cosa ti ho fatto Draco? È da metà serata che hai smesso di parlarmi! Ti sei offeso per il regalo? Mi sembrava un’idea simpatica!-

Si lamentò Hermione guardando l’amico stancamente, che non le aveva rivolto la parola da quando avevano salutato Zabini. Ormai lo conosceva abbastanza bene per capire che se la fosse presa per qualche strano motivo o per qualcosa che lei aveva detto di sbagliato, come succedeva sempre quando teneva il muso in quel modo.

-Pensaci.-

Rispose lui acido continuando a fissare la strada davanti a se.

-Non ho fatto niente!-

Si giustificò subito Hermione iniziando ad alterarsi e il biondo rispose gelido:

-Oh certo, il fatto che tu abbia fatto l’oca con Zabini per tutta la serata è non far niente!-

-Non ti metterai a fare il geloso spero! Mi sembri Ron!-

Sbottò lei in risposta, non sapendo il guaio che aveva appena combinato.

Draco si bloccò e la fulminò con lo sguardo e poi sibilò:

-Ritira quello che hai detto.-

Essere paragonato a Weasley, era inammissibile per lui.

Tra tutti quelli a cui poteva paragonarlo proprio a quel pezzente di Lenticchia, non doveva osare farlo, mai.

-Stai facendo l’idiota, come faceva lui!- Iniziò lei arrabbiata -Se parlo con altri uomini è perché sono A-M-I-C-I, anche se voi uomini fate fatica a capire il significato di questa parola! Se io sto con te, non ci provo con altri! Se sto con te vuol dire che mi piaci te, non Zabini, non Harry, non Ron! Sto con Draco Lucius Malfoy perché voglio stare con lui!-

Draco rimase sorpreso per qualche secondo, mentre il significato delle parole arrivava alla sua mente. Non appena comprese a pieno quello appena detto un sorriso sadico nacque sulle sue labbra e rispose, tornando calmo e impassibile come sempre:

-Granger, ti rendi conto di quello che mi hai appena detto?-

Fu solo in quel momento che la famosa testa di Hermione elaborò la frase che era uscita qualche secondo prima dalle sue labbra. Immediatamente raggiunse il colorito di un pomodoro maturo, iniziando a balbettare scuse.

-Non fare quella faccia e non inventarti scuse e soprattutto continua a camminare che è tardi! Diciamo pure che per questa sera potrò accontentarmi di questa tua scusa per aver fatto l’oca con Blaise.-

Concluse Draco vittorioso iniziando a camminare, ben conscio di aver appena vinto una grandissima battaglia.

-Non ho fatto l’oca con Zabini!-

Si giustificò lei stizzita.

-Come no..! E ti ho detto di camminare!-

Draco tornò indietro di tre o quattro passi per raggiungerla e la prese per mano iniziando a tirarsela dietro con pazienza.

Hermione rimase un po’ spiazzata da quel contatto inaspettato, mentre la mano del biondo teneva saldamente la sua manina gelata.

Draco non la guardava, continuava a fissare davanti a se. Quando Hermione strinse a sua volta la mano di Draco sul volto del ragazzo apparve un lieve rossore, che però poteva semplicemente essere dato dall’aria fresca di quella serata e che Hermione non poté cogliere visto che il biondo le dava le spalle.

-E comunque, mio caro, mi sembra che sia stato qualcun altro a fare il brillante con qualche bella ex serpeverde..!-

Commentò Hermione ritrovando la sua normale sicurezza, ma il biondo tagliò corto con un:

-Sono tutte oche.-

Hermione lo guardò divertita e sapendo che ormai quella sera, magari per colpa dell’alcool, ormai si era esposta ribatté:

-Hai detto che anch’io ho fatto l’oca con Zabini.. C’è qualche differenza?-

-Assolutamente si. Tu sei la ragazza di Draco Malfoy e non puoi fare l’oca con nessuno. Loro sono normali sciacquette invece. Ti basta Granger?-

La degnò di uno sguardo di sufficienza.

-Non sono ancora pienamente convinta ma penso che non sarai così stupido da fare grandi dichiarazioni tipo le mie..!-

Ammise lei con un sorriso sulle labbra, nononstante tutto contenta.

-Hai capito bene Granger. A te l’alcool fa parlare ancora più del solito, hai mai notato?-

Domandò lui con un che di maligno nella voce, infatti lei ribatté prontamente:

-A te invece ti fa ancora più scorbutico del solito.-

-Eppure ti piaccio, quindi non ti lamentare sempre!-

Il sorriso vittorioso del biondo fece capire ad Hermione che avrebbe approfittato per sempre della sua debolezza.

-Cosa mi sono lasciata sfuggire..! Ora me la rimenerai ogni volta in cui potrai?-

Domandò alzando gli occhi al cielo esasperata.

-Ovviamente!-

Confermò lui con un sorriso odioso, quindi lei sbottò acida:

-Serpe!-

-Ti prego, basta con i complimenti..!-

Lei lo guardò storto e non rispose, quindi tra i due calò il silenzio, interrotto solo dal rumore dei loro passi sull’asfalto.

-Mi è piaciuto molto il tuo regalo, grazie.-

Affermò dopo un po’ Draco per spezzare quel silenzio che stava diventando pesante.

-Sono felice che ti sia piaciuto! Ero nel panico quando mi sono resa conto che stava arrivando il tuo compleanno, perché non avevo idea di cosa regalarti!-

Ammise lei, ricordando la lunghissima telefonata nel panico a Ginny, in cui la rossa aveva dovuto calmarla e convincerla che non si trattava di un’impresa tanto difficile da scegliere il suicidio in alternativa.

-Non era indispensabile spendere soldi per un regalo.-

Puntualizzò lui, pensando a tutte le volte in cui già lui approfittasse della sua generosità andando a mangiare da lei.

-Ci tenevo a regalarti qualcosa, veramente.-

Ammise lei con un sorriso sincero, facendone spuntare uno anche sulle labbra del ragazzo, che si rese conto che era la prima cosa che lei gli avesse mai regalato. Da quel giorno lui avrebbe per sempre ricordato quel periodo, in qualsiasi modo si sarebbe evoluta la loro relazione.

Perso in quei pensieri quasi non si accorse che erano arrivati a casa e stavano salendo in ascensore, quindi quando arrivarono davanti alla porta di Hermione lui mormorò:

-Buonanotte Granger.-

Dopodiché si avvicinò a lei e le stampò un bacio sulla fronte, lasciandola interdetta.

-Buonanotte Draco.-

Sussurrò Hermione guardandolo chiudersi la porta alle spalle con gli occhi sgranati per quell’improvviso gesto.

To be continued.

 

*Angolino piccino dell’autrice*
Vi anticipo che settimana prossima sarò in vacanza in Francia, dispersa per il Verdon, quindi non potrò aggiornare..! Ci rivediamo lunedì 27!
Besos
Saru

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Sex. ***


Il Draco della porta accanto.


Sex.

 

L'unico modo di salvaguardare la propria solitudine è ferire tutti,
A cominciare da quelli che amiamo.
- Emil Cioran

 

Draco era sdraiato nel letto da quasi un’ora, con gli occhi spalancati che fissavano il vuoto sopra di lui.

Era un problema. Un fottutissimo problema.

Lui piaceva ad Hermione Jane Granger.

E il peggio era che non si era mai sentito più felice per una notizia del genere!

Lui, Draco Lucius Malfoy, era abituato a ricevere dichiarazioni d’amore da qualsiasi ragazza e la cosa non l’aveva mai minimamente toccato.

Si era sempre limitato a scoparsele se erano belle e poi a buttarle via, pronto a passare a quella dopo.

Mai una volta si era sentito emozionato o felice per una cosa del genere. Era una in più all’elenco, tutto qui.

Forse un’eccezione era stata Astoria, ma in quel caso sapeva che fosse la cosa giusta.

Eppure non era mai successo che perdesse una nottata di sonno per un motivo del genere e il fatto risultava inconcepibile alla sua testa ottusa.

Cos’era diventato dopo averla conosciuta?

Una scamorza romantica? Uno stupido innamorato?

Ma la domanda che più martellava il suo cervello purosangue era: lui cosa provava per lei?

Odio?

Amicizia?

Affetto?

Familiarità?

Amore?

No, niente di tutto questo. Lui stava bene in compagnia della mezzosangue e basta, non doveva farsi grandi domande su tutto ciò.

Il ragazzo si scompigliò nuovamente i capelli, cercando di prendere finalmente sonno, ma sembrava che il sonno ormai appartenesse ad un altro pianeta quella notte.

Quando si girò per l’ennesima volta tra le lenzuola decise di alzarsi, perché ormai sapeva che quella notte non avrebbe dormito niente.

Si vestì velocemente e si smaterializzò.

Con un “pop” apparve davanti ad una camera buia e sfiorò la porta bussando.

Sapeva che lei aveva il sonno leggero, sicuramente l’avrebbe sentito e avrebbe aperto. Così fu, dopo pochi minuti la porta si socchiuse per farlo entrare.

-Sei tornato alle vecchie abitudini Draco? Una volta almeno ti presentavi con un regalo!-

Sussurrò Pansy Parkinson accomodandosi sul letto ed osservando il biondo che girava per la stanza.

-Cosa ti cruccia Draco? Era dai tempi dell’oscuro signore che non ti vedevo così agitato.-

Domandò la donna con un tono che sembravano tutte fusa.

-Non farmi tornare in mente quei tempi Pansy..-

Mormorò lui, lasciandosi andare completamente sul letto, passandosi poi una mano tra i capelli.

-Da quando tieni i capelli così scompigliati? Ti preferisco quando li porti ordinati indietro. Non dirmi che lo fai per la Granger!-

Draco non rispose, ma chiuse gli occhi esausto.

Non sopportava più sentire quel nome, era veramente arrivato ad un punto di saturazione.

La ragazza si sdraiò accanto a lui, iniziando ad accarezzargli il petto.

-Sembri proprio cotto, mio caro! E si che avevi giurato che mai ti saresti innamorato di una sporca mezzosangue..!-

-Non sono innamorato!-

Ribatté inviperito scostandola.

-E allora perché sei nella mia camera? Sai benissimo che io te la farò dimenticare per una notte ed in questo momento hai solo bisogno di questo. Ti conosco Draco, meglio di quanto tu creda.-

Rispose lei ruffiana, accarezzandoli una coscia con la punta delle dita.

-Non possiamo scopare senza tanti giri di parole?-

Propose quello irritato, facendole illuminare gli occhi.

-Mi piaci così brusco, come ai vecchi tempi!-

Rispose quella mettendosi a cavalcioni sopra di lui ed iniziando a slacciargli i pantaloni.

Sesso.

Aveva sicuramente bisogno di sesso Draco.

In fondo erano mesi che non si faceva una sana scopata, da quando aveva iniziato a frequentare la Granger.

Sempre quel nome.

Tutti i suoi problemi erano concentrati in una sola persona: Hermione Granger.

Quella maledetta mezzosangue che ogni volta che si accingeva a combinare qualcosa gli tornava in mente.

Pansy iniziò a spogliarsi, mostrando quelle curve che Draco aveva già gustato più volte, che l’avevano distratto così tante volte.

Quella Serpeverde era sempre stato quello. Una macchina del sesso che lo distraeva quando voleva.

Non gli era mai piaciuta Pansy, era una stupida oca, ma almeno era capace di distrarlo in momenti del genere, come serviva a lui.

La ragazza iniziò a baciarlo con trasporto sul collo, per poi scendere pian piano, sempre più giù.

Il biondo però non provava nemmeno un brivido di piacere e i suoi pensieri rimanevano fissi su quella mora che si era lasciata scappare una parola di troppo quella sera.

-Stupida Granger.-

Sibilò piano Draco scostando bruscamente Pansy ed alzandosi in piedi. Aveva la camicia e i pantaloni slacciati e si sistemò il tutto in fretta.

La ragazza, scandalizzata, lo osservava dal letto.

-Sei diventato una merda Malfoy.-

Sibilò lei inviperita. Draco nemmeno la degnò di uno sguardo ed uscì dalla stanza, smaterializzandosi subito dopo in mezzo ad una strada deserta, iniziando a camminare.

Faceva fresco quella notte e lui non si era coperto abbastanza, nonostante ciò non aveva nessuna voglia di tornare a casa, perché sapeva che li solo un muro l’avrebbe separato dal motivo dei suoi pensieri.

Camminò per quasi mezz’ora senza pensare a nulla, non facendo caso a ciò che lo circondava, a quello che stava succedendo attorno a lui.

Fu probabilmente per quel motivo che quando una donna gli finì addosso lui tornò alla realtà confuso, non capendo quello che stava accadendo.

Due uomini si stavano accanendo contro la ragazza che si era scontrata con lui, la quale, con le lacrime agli occhi, chiese implorante aiuto al ragazzo.

Da li accadde tutto molto velocemente, Draco si trovò addosso a quei ragazzi e la rissa scattò in pochi secondi.

Non aveva mai amato fare a botte, lasciava sempre il lavoro sporco a Tiger e Goyle, per non sporcarsi le mani, quindi fu una sorpresa inaspettata tutta l’adrenalina che iniziò a vibrargli in corpo.

Prese diversi pugni, soprattutto per il fatto di essere uno contro due, ma resistette egregiamente, prima di finire a terra.

Uno dei due uomini si stagliò alto di fronte a lui, sfoderando qualcosa da sotto la pesante giacca..

-Io so chi sei tu.-

Sibilò l’uomo, mentre il compare riprendeva la donna bloccandola e mettendole una mano sulla bocca per impedirle di urlare.

Draco cercò di aprire anche l’occhio che gli bruciava con scarsi risultati, per poter mettere pienamente a fuoco l’uomo davanti a se. Non lo riconobbe neanche dopo quello sforzo, quindi cercò di tirarsi in piedi, mentre chiedeva:

-Chi sei?-

L’uomo lo ributtò a terra con un calcio, gracchiando poi:

-Hey Bart! Non riconosce neanche più quelli che ai tempi erano dalla sua parte! Bel traditore che sei Malfoy!-

Quando vide l’occhio di vetro del compare ricordò di averli visti a Villa Malfoy, quando l’Oscuro Signore l’aveva scelto come quartier generale.

Bart guardò con schifo Draco e sfoderò la bacchetta da sotto la veste, puntandola alla gola della donna.

-Vediamo se ti piacerà vederla torturata un po’, prima che ci dedichiamo a te.-

Il panico negli occhi della ragazza fece reagire Draco, che sfoderò a sua volta la bacchetta buttandosi davanti alla donna e urlando:

-Protego!-

I due scoppiarono a ridere e risposero:

-Sei ancora capace di usare la magia allora! Non sei ancora uno sporco babbano!-

-Andatevene.-

Sibilò Draco nero di rabbia, mentre la donna arretrava alle sue spalle nel terrore. Il biondo ringraziò mentalmente di aver preso la bacchetta quella sera prima di uscire, una mossa che faceva raramente da quando viveva tra i babbani.

-Assolutamente no.-

Rispose sprezzante il primo, mentre il secondo sfoderava a sua volta una tozza bacchetta e mormorava:

-Crucio.-

Una fitta di dolore invase le membra di Draco, che urlò di dolore mentre si sentiva bruciare da dentro. Avrebbe preferito morire piuttosto che subire ancora quel dolore lancinante, quando improvvisamente com’era arrivato scomparve, lasciando Draco ansimante a terra.

Coperti dalle sue urla i due ex mangiamorte non avevano sentito arrivare quattro auror, che li inchiodarono a terra disarmandoli. Molto più velocemente di quanto si aspettasse venne soccorso da un uomo, che domandò:

-Come stai?-

Draco però non stava pensando a se, ma domandò con un filo di voce:

-Come sta la ragazza?-

L’uomo, che sembrava sempre più sfuocato ai suoi occhi, rispose:

-Sta benone Malfoy. Stai tranquillo.-

Draco si lasciò trasportare in uno stato di semi incoscienza fino al ministero, dove venne lasciato in un’angusta stanza fino a nuovo ordine, per poter essere interrogato, mentre qualcuno gli faceva sorseggiare del succo di zucca.

La luce era soffusa e non c’erano rumori che lo disturbassero, quindi appoggiò la testa alla parete dietro di lui e socchiuse gli occhi, esausto.

-Malfoy! Sei tu?-

Una voce famigliare fece aprire gli occhi a Draco dopo una decina di minuti, per farlo sospirare rassegnato di fronte alla nuova apparizione.

-Oh Morgana. Ci mancava lo sfregiato da incontrare questa notte..-

Commentò il biondo brusco per troncare qualsiasi conversazione e poter continuare a riposare, mentre si rendeva conto di stare decisamente meglio, a parte i lividi rimediati nel pestaggio.

-È un piacere anche per me vederti..! Devo però ringraziarti per aver difeso quella babbana da quei pazzi invasati!-

Ribatté Harry tranquillo accomodandosi accanto al biondo e stiracchiandosi intorpidito.

Aveva un’aria decisamente sana, a parte le due occhiaie che mostravano come anche il prescelto avesse bisogno di dormire alle quattro passate del mattino.

-Ormai sono stato redento dalla Granger, pensavo leggessi i giornali di gossip!-

Rispose il biondo acidamente, nella speranza che l’eroe del mondo magico lo lasciasse riposare in pace su quella sedia scomoda e dura del ministero della magia.

-Diciamo che la vicinanza di Hermione ti è stata utile! Sei una persona completamente diversa ora!-

Scherzò Harry massaggiandosi le tempie dopo essersi tolto gli occhiali esausto.

-È così evidente?-

Domandò Draco con una vena di disperazione nella voce, cercando uno sguardo di conferma da parte del ragazzo.

-Cos’hai Malfoy? Sei uno straccio anche se togliamo l’occhio nero e il labbro gonfio..-

Affermò Harry ri-inforcando gli occhiali e iniziando ad osservare attentamente il ragazzo affianco a lui.

-Non ne parlerò certamente con te, sfregiato.-

Lo liquidò Draco, issando una barriera immaginaria attorno a se, nella speranza che Potter scomparisse dalla sua vista.

A dispetto delle speranze Harry si accomodò di fronte a lui e lo guardò negli occhi, cercando di essere il più comprensivo possibile.

-Malfoy, penso di essere una delle poche persone che ti ascolteranno senza lamentarsi e giudicarti. Quindi mettiamo da parte il passato per un attimo e parliamone.-

Ci fu un lungo momento di silenzio, in cui Draco considerò tutti i pro e i contro del confidarsi con il nemico di una vita.

La sua testa diceva di tirare un pugno ad Harry e tornare al Manor, dove nessuno l’avrebbe disturbato ancora.

Eppure qualcosa nel suo inconscio cercava di convincerlo che quel ragazzo non avrebbe cercato di approfittare di quanto stava per dirgli, quindi con un sospiro, ammise:

-E va bene, la Granger mi ha confessato che gli piaccio.-

Harry sorrise dall’ovvietà della cosa, era lampante che Hermione si fosse innamorata di Draco, gli unici che non l’avevano capito erano i due diretti interessati.

Sapendo però che il fare presente la cosa avrebbe parecchio irritato il biondo, già poco incline alle confidenze, chiese:

-E tu?-

Le pupille del biondo si dilatarono leggermente, confuso per la domanda appena ricevuta.

-E io voglio tornare il Draco di un tempo, Potter.-

Rispose Malfoy prendendosi la testa tra le mani e sbuffando esasperato.

-Se le vuoi bene diglielo, no?-

Cercò di farlo ragionare Harry, sempre con un tatto che non avrebbe altrimenti usato.

Se Hermione si era innamorata di quel purosangue spocchioso che aveva di fronte voleva dire che c’era del bene in lui.  Quindi tanto valeva far capire a Draco quanto valesse la sua migliore amica, perché quei due meritavano di essere felici insieme. Harry non era mai stato un sentimentale o particolarmente sensibile ai problemi di cuore altrui, ma aveva visto finalmente Hermione felice, come non lo era da tempo e non avrebbe permesso all’orgoglio di Draco di farla spegnere nuovamente.

-Non dire stronzate. Io sono un Malfoy, non posso permettermelo.-

Ribatté quello freddamente guardando Harry negli occhi e mostrando come le convinzioni sul sangue puro fossero profondamente radicate in Draco.

-Ma se hai detto alla stampa che siete fidanzati! Non vedo dove stia il problema se la cosa diventa reale!-

Tentò di capire il ragazzo sopravvissuto, capendo però che la sua logica e quella di Malfoy potevano essere inconciliabili.

-Potter, non puoi capire. Non hai alle spalle una delle più grandi famiglie di purosangue che si aspettano il massimo da te. I miei antenati si stanno rivoltando nella tomba e probabilmente i loro quadri mi insulteranno se mai metterò piede in casa mia. Per non parlare di mio padre. Non ti dico come mi ha guardato quando l’ho intravisto. Il suo unico figlio è anche il suo più grande disonore.-

Harry aveva di fronte a se un uomo distrutto.

Draco era letteralmente schiacciato dal peso delle responsabilità che annetteva il suo cognome, che non gli permettevano di vivere veramente. Era scappato da tutto ciò andando nel mondo dei babbani, per ritrovarsi semplicemente ancora più incastrato di prima in quella morsa fatale.

-Non dire stronzate. Se Hermione ha fatto cambiare idea a te sui babbani, non vedo perché non possa farlo anche con tuo padre!-

Sbottò Harry dimenticando i mezzi termini e agitandosi sulla sedia spazientito.

-Perché lui è Lucius Malfoy, non so se rendo l’idea! Sarebbe pronto ad ammazzare entrambi.-

Spiegò Draco con sguardo vacuo, mentre già immaginava le torture a cui sarebbe stato sottoposto.

-Malfoy.. Tu le vuoi bene. Che tu lo voglia o meno ammettere con te stesso è evidente.–

-No Potter. Non è evidente. Tu non parlare ad anima viva di questa discussione o non sarai più il sopravvissuto.-

Sibilò Malfoy alzandosi e uscendo dalla stanza, per tornare a casa, fregandosene delle testimonianze che doveva dare e sperando soltanto di addormentarsi e dimenticare tutti quei pensieri per una manciata di ore.

- To be continued.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Kiss. ***


Il Draco della porta accanto.

Kiss.

Perché l'orgoglio in amore è un limite:
Ti sazia solo per un istante e poi torna la fame.
-Cit.


Era una mattina particolarmente fredda per essere ormai quasi alla metà di Giugno. Quel mattino il sole aveva deciso di rimanere nascosto da una spessa coltre di nuvole e probabilmente si sarebbe messo a piovere presto.

Hermione era bardata sotto una sciarpetta in stoffa rossa, mentre i capelli erano accuratamente legati in una coda di cavallo per non lasciare l’anarchia all’umidità. I due occhi scuri spuntavano curiosi e ora osservavano il ragazzo di fronte a lei con aria preoccupata.

Lui, dal canto suo, era vestito parecchio leggero, con solo una felpa blu scuro. Aveva i capelli coperti dal cappuccio, che lasciava in ombra anche gli occhi chiari.

Nonostante ciò era difficile che qualche particolare sfuggisse ad una delle studentesse più brillanti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e quindi la sua attenzione cadde subito sul occhio gonfio dell’amico.

-Cos’hai fatto a quell’occhio Draco? E al labbro? Te li sei medicati?-

Chiese Hermione in tono apprensivo avvicinandosi a lui.

Non appena gli fu davanti, gli sfiorò il viso con una mano fresca e quando Draco sentì quel contatto un brivido gli percorse la schiena.

-Allontanati Granger e non toccarmi.-

Sibilò acidamente allontanandosi di un passo e abbassando il volto in modo che l’ombra del cappuccio coprisse l’occhio.

Hermione rimase spiazzata da una reazione del genere, sapeva che lei e il biondo avevano avuto poche volte contatto fisico, ma le era venuto naturale farlo. In fondo nell’ultimo periodo lei e Draco avevano avuto dei piccoli contatti e lui non si era mai lamentato in proposito.

Quella reazione la ferì e lui lo capì immediatamente. Nonostante ciò non reagì, non le chiese scusa per la sua stupidità, per la sua idiozia, si limitò a starsene in silenzio, da solo.

-Dr..-

-Devo andare Granger, non scocciarmi.-

Concluse lui gelido allontanandosi di fretta, infilando le mani in tasca.

Hermione rimase immobile sul vialetto, a fissare le spalle del ragazzo che si allontanavano, senza avere il coraggio di fermarlo e di chiedere il perché.

Sapeva che la sera prima si era esposta a confessare a Draco che gli voleva ormai bene, ma pensava che la cosa ormai fosse scontata. Si sopportavano da circa sei mesi, avevano sviluppato un surrogato di rapporto e lui non poteva pretendere che lei non si affezionasse a lui.

Era una ragazza sensibile, poteva saperlo da come si prendeva a cuore gli elfi domestici, doveva quindi capire che lei non sarebbe rimasta indifferente in eterno.

Cadde la prima goccia di pioggia gelida sulla guancia di Hermione e scese lenta fino al mento, come una lacrima.

***

Era arrivato il giorno della festa di fidanzamento di Ron e Lavanda, Giugno si era quindi concluso e i primi giorni di Luglio stavano avanzando rapidi.

Era un pomeriggio soleggiato e tiepido alla Tana, dove la signora Weasley aveva sistemato tutto al meglio per quell’avvenimento del suo Ronald.

Non si sarebbe certamente aspettata che Ron scegliesse una ragazza del genere, avrebbe sicuramente preferito un tipo come Hermione, ma Lavanda si impegnava per portare avanti quella relazione al meglio, non cadendo nei problemi che avevano avuto la prima volta.

L’umore era dei migliori tra tutti, neanche la presenza di Draco Malfoy riusciva a guastare il clima allegro della famiglia dei rossi.

L’unica che non sembrava contagiata da quel buon umore era Hermione, a cui pesava il fatto che il vicino di casa ancora si ostinasse a non rivolgerle la parola, senza averle dato nessuna spiegazione, per non parlare che dovesse presenziare con un sorriso alla festa di fidanzamento del suo ex fidanzato.

Tutte le volte in cui Hermione aveva cercato di creare una conversazione con Draco, il ragazzo l’aveva gelata con risposte secche, con il risultato che ormai da circa due settimane si limitavano al saluto quando si incrociavano.

La conversazione più lunga che avevano avuto era stata qualche giorno prima, quando entrambi avevano ricevuto l’invito per il rinfresco e allora al termine delle lezioni Draco l’aveva fatto cadere sul banco della ragazza e aveva aspettato una sua risposta con fare interrogativo.

Hermione non aveva alcuna voglia di parlare con lui, non avendo ancora capito il perché fossero giorni che non la considerava. Era stanca di darla vinta a quel viziato e quindi quella volta non avrebbe provato a risanare il rapporto.

-Allora Granger?-

Aveva domandato mentre gli occhi gelidi osservavano un punto indefinito alle spalle della mora.

Lei, dal canto suo, si era presa tutto il tempo per rispondere. Aveva infatti concluso di sistemare i libri nella sua tracolla e alla fine, con tono altrettanto gelido, aveva ribattuto:

-Allora posso benissimo andarci da sola, non ho bisogno dell’accompagnatore.-

Lui l’aveva osservata pigramente, mentre si scompigliava i capelli nel modo in cui sapeva di risultare irresistibile, anche se Hermione non aveva dato segno di averlo notato.

-Sono stato invitato.-

Ribatté tranquillo, mentre lo stomaco di Hermione si ritorceva dalla rabbia per la superbia con cui quel ragazzo si comportava con lei.

Non poteva non parlarle senza ragione per due settimane e poi arrivare li e pretendere di andare con lei al matrimonio di Ron.

Era inammissibile.

Gli lanciò un’occhiataccia, che qualsiasi essere umano normale avrebbe interpretato come un “dileguati prima che ti disintegro io”, ma Draco Lucius Malfoy non era un essere umano qualsiasi.

-Ti passo a prendere domenica alle 9 e mezza. Vedi di essere puntuale e presentabile.-

Concluse con il solito tono annoiato e strascicato, girando poi i tacchi e raggiungendo una ragazza che lo aspettava all’uscita, la ragazza che da due settimane gli ronzava attorno. La ragazza che era fin troppo bella. La ragazza che Hermione odiava con tutto il cuore in quei giorni perché sembrava aver preso il suo posto.

E ora si trovavano li, fianco a fianco, senza correre però il rischio di toccarsi o di parlarsi.

Hermione era incredibilmente bella quella mattina, doveva ammetterlo anche Draco a malincuore.

Aveva un vestito che le arrivava appena sopra le ginocchia, color oliva e senza spalline. Mostrava il collo liscio della ragazza, arricchito da un ciondolo a forma di goccia. I capelli erano raccolti in una pettinatura semplice, che però riusciva a domare i ricci della ragazza.

Gli occhi erano truccati in modo leggero, con un filo di ombretto e un po’ di mascara, giusto per far risaltare lo sguardo. Sulle labbra sottili un velo di rossetto le illuminava, facendo risaltare la fila di denti bianchi quando sorrideva.

-Oh, Marchand che piacere vederti!-

Esclamò Draco vedendo una ragazza, che subito rispose al saluto.

Era piuttosto bassa, con lunghi capelli biondi che incorniciavano due sfuggenti occhi chiari dietro dei sottili occhiali, tenuti su un nasino all’insù.

Hermione non ricordava di averla mai vista, ma qualcosa nei suoi tratti gli sembrava familiare. Immediatamente la nuova arrivata si avvicinò a Draco e gli schioccò un bacio sulla guancia cinguettando.

-Malfoy! Quanto tempo! Anche tu al matrimonio di Weasley?-

Il ragazzo ricambiò il bacio con fare galante e rispose vago:

-Si, siamo amici di vecchia data!-

Hermione era tentata di ruggire che lui e Ron non si erano mai sopportati, che lui si trovava li solo perché aveva voluto giocare, perché era un meschino che si divertiva a mettere in difficoltà gli altri, che quel giorno avrebbe dovuto restarsene tappato in casa senza proferire parola, ma si limitò a sorseggiare il suo spumante.

La nuova arrivata mostrò un sorriso radioso, quindi Draco chiese:

-Ti va di prendere qualcosa da bere? Così mi racconti come vanno le cose a Beauxbatons!-

Il biondo si allontanò quindi con la nuova arrivata, lasciando Hermione da sola. La strega aveva voglia di rincorrerlo, prenderlo per i capelli ed imporgli di starle vicino, perché era lei la sua fidanzata, anche se solo per una stupida finzione.

Si consolò quindi sentendo la risata di George e decidendo di passare un po’ di tempo con lui, che sicuramente le avrebbe tirato su il morale.

***

La mattinata passò velocemente per Hermione, in compagnia di George, che passò buona parte del tempo a scimmiottare le risatine di Lavanda o il suo tono stridulo di voce.

Ben presto però anche il rosso si fece trascinare dai suoi doveri da buon padrone di casa e iniziò a saltare da una ragazza all’altra, cercando di fare colpo con qualche battuta spiritosa.

Ginny fu di compagnia come il fratello, ridendo e chiacchierando a lungo con Hermione, ma dopo pranzo, quando la mora stette ben attenta a sedersi lontano dal fidanzato, si ritrovò sola in un angolo.

Senza far rumore Draco si avvicinò e affermò sprezzante:

-Sei qui tutta sola Granger? Non stai con i tuoi amichetti?-

I nervi già tesi e stanchi della ragazza saltarono letteralmente e lei sbottò nera di rabbia:

-Ascoltami bene furetto platinato! Non so per quale motivo hai deciso di smettere di parlarmi da un giorno all’altro e non ho intenzione di sorvolare oltre! Anche se ho ammesso che tu mi piaci, questo non cambia assolutamente il nostro rapporto e i tuoi diritti nei miei confronti! Quindi ora smettila di fare il superiore con me, perché non ne hai nessun diritto! E se non ti bastano le parole ti schianto e vediamo se così ti decidi che non sono la tua pezza da scarpe! Hai capito?-

Draco non seppe precisamente spiegare cosa accadde in quel momento, seppe solamente che il suo istinto ebbe la meglio e il fatto di baciare Hermione fu totalmente spontaneo.

Era solo la cosa giusta nel momento giusto e la sua testa lo sapeva.

Il fatto che, pochi secondi dopo aver premuto le sue labbra su quelle della ragazza, si ritrovò una guancia rossa e dolorante per un potente destro partito dalla Granger stessa non lo stupì così tanto.

-Ecco la Granger che conosco!-

Commentò divertito nonostante il bruciore della parte lesa.

-Non provare mai più a baciarmi! Maiale!-

E in quel momento fu invece il famoso cervello di Hermione Jane Granger che si dimenticò delle regole da seguire.

Coprì con un agile passo la distanza che la divideva da quel corpo alto e muscoloso, subito dopo prese tra le mani il volto pallido e senza lasciargli il tempo per controbattere lo baciò.

Un mezzo sorriso vittorioso si dipinse sulle labbra del biondo, prima che prendesse il viso di Hermione tra le mani e si dedicasse all’approfondimento di quel bacio.

Ginny seguì sorridente quello scambio di battute distante pochi passi, mentre un sorriso vittorioso si dipingeva sul suo viso. Aveva ragione sin dall’inizio, Hermione era innamorata di quel furetto platinato e lui era, come aveva detto Harry, innamorato di lei.

La scena era stata seguita anche da altri due occhi, che cupi scrutavano il tutto.

E una fitta di gelosia nacque in quegli occhi. Una gelosia che non avrebbe portato a nulla di buono.

Hermione si staccò dalle labbra del ragazzo rossa in volto, rendendosi conto solo in quel momento del gesto che aveva compiuto. Non appena alzò gli occhi vide quelli chiari di Draco che brillavano di una luce vittoriosa.

-Lo so Granger, sono irresistibile.-

-Ma taci furetto platinato. Questo non è mai successo.-

Lo rimbeccò subito lei irritata, ma un altro sorriso vittorioso spuntò sulle sue labbra.

-Oh, penso che metà delle persone presenti abbiano assistito a quello che è successo visto le facce intorno a noi.-

-Sono rovinata.-

Esclamò Hermione passandosi una mano tra i capelli e alzando gli occhi al cielo esasperata.

-Che problema c’è? Siamo fidanzati ti ricordo.. E un bel bacio passionale come quello che mi hai dato aiuterà sicuramente a mantenere in piedi questa cosa.-

Osservò il ragazzo con un alzata noncurante di spalle, ben sapendo che avrebbe fatto arrabbiare Hermione in questo modo.

La reazione che si aspettava arrivò, mentre le guance della ragazza avvampavano e lei con voce troppo stridula rispose:

-Che ti ho dato? Tu me l’hai dato!-

I pugni chiusi della ragazza erano la conclusione delle braccia tese, mentre la mascella era serrata.

Draco dal canto suo aveva un sorriso vittorioso dipinto sulle labbra, mentre si gustava ancora quel sapore delicato che gli aveva lasciato sulle labbra.

-Sei tu che mi hai baciato per primo!-

Aggiunse lei a mo’ di scusa, facendo scoppiare a ridere il ragazzo, che rispose ovvio:

-E mi sono già preso uno schiaffo per quello!-

Hermione era in difficoltà e non sapeva cosa rispondere, quindi sibilò:

-E poi quello che ti ho dato io sei tu che l’hai ricambiato!-

Il biondo si illuminò e rispose tagliente:

-Ammetti di avermelo dato, quindi!-

La ragazza si accorse di essere di essersi inguaiata da sola, quindi aggiunse:

-L’ho fatto perché così tu non iniziavi a lamentarti per lo schiaffo!-

-Trovati una scusa migliore Granger!-

Concluse lui con un sorriso sornione sulle labbra sottili, che Hermione si soffermò a guardare solo un secondo di troppo.

Lei scattò subito:

-Ascoltami furetto platinato dei miei stivali io non ho alcuna intenzione di baciarti ora e mai più perché tu sei solo un saccente..-

Ma ormai Draco aveva imparato il segreto per zittire la mora e quindi poggiò un’altra volta le sue labbra su quelle sottili della ragazza.

-Questa volta ti ho baciata io.-

Le sussurrò all’orecchio mentre lei diventava paonazza, detto questo tirò alla ragazza una pacca sul didietro e si allontanò vittorioso.

-Malfoy non provare a farlo mai più!-

Sbraitò lei alle sue spalle, ancora sotto shock per gli ultimi avvenimenti.

-Cosa a baciarti o a toccarti il culo?-

Domandò lui girandosi con un sorriso malizioso sulle labbra.

-Tutte e due maiale!-

Sibilò lei in risposta riducendo gli occhi a due fessure.

Il biondo si allontanò ridendo di gusto, mentre cercava di capire il perché avesse baciato di nuovo la Granger. In fondo erano mesi che ascoltava quella lagna per ore e quindi si era ormai abituato!

Perché mai allora quella volta aveva preferito baciarla?

 

To be continued

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Hug. ***


Il Draco della porta accanto.

Hug.

 

Ci sono momenti in cui un semplice abbraccio
è tutto ciò di cui hai bisogno per ricaricarti e vivere.
- Stephen Littleword


Draco si scompigliò i capelli sbuffando, nella speranza che qualcuno dei suoi pensieri scomparisse.

Era ormai lampante, nonostante lui non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, che la mezzosangue esercitava una strana e malsana attrazione su di lui.

L’aveva baciata più volte e ora non vedeva l’ora di trovare una scusa plausibile per poter catturare nuovamente quelle labbra.

Non avrebbe mai immaginato di potersi ridurre in quel modo, lui, un Malfoy purosangue, con una mezzosangue grifondoro.

Il biondo era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse della persona che l’aveva appena affiancato.

-Malfoy.-

Affermò il rosso con tono duro, attirando così la sua attenzione.

Draco lo guardò stralunato, come se non avesse collegato il fatto di avere di fronte quello che aveva schernito per anni.

-Oh, ciao Weasley..-

Rispose quindi il biondo distratto, destando lo stupore di Ron per non essere stato insultato o chiamato con l’appellativo “Lenticchia”.

Il rosso rimase per un momento indeciso sul da farsi, ma poi prese un profondo respiro e disse:

-Devo parlarti.-

Affermò Ron dopo pochi secondi, continuando a scrutare i freddi occhi del suo interlocutore.

-Dimmi.-

Rispose quello disinteressato, troppo preso dai suoi pensieri per dar veramente retta all’altro.

-Prima ho visto te e Hermione..-

Negli occhi di Draco passò un guizzo di vita, pronto a mettersi sulla difensiva se il discorso avesse preso una piega sbagliata.

Sapeva di essere stato visto, ma sperava di non dover spiegazioni a qualcuno così presto.

Ma Ron non sembrava avere un cipiglio combattivo, bensì tranquillo e maturo.

-Tra me e lei non è finita bene, come lei ti avrà sicuramente raccontato..-

Proseguì il Weasley contorcendosi le mani nervoso, mentre alzava gli occhi per avere un cenno di assenso da Draco.

-Si, l’ha fatto.-

Confermò quindi quello, curioso di come il discorso sarebbe potuto andare avanti e senza sbilanciarsi troppo su quello che Hermione gli avesse o meno raccontato.

-Bene.-

Riprese Ron un po’ più spigliato, cercando di fare un mezzo sorriso che però apparve più come una smorfia.

-Allora saprai che ci siamo lasciati veramente male, lei se n’è andata a vivere tra i babbani e ha smesso per un certo periodo di parlare sia con Harry che con Ginny perché non si sentiva di questo mondo. Poi però, e sai che mi costa dirlo..-

Affermò scrutando gli occhi chiari di Draco davanti a se, con uno sguardo sicuro e fiero che il biondo non aveva mai visto.

-Quando ti ha incontrato è pian piano tornata quella di sempre, la ragazza di cui mi sono innamorato tanti anni fa.-

Draco fu scosso da un sussulto, ricordando come Hermione fosse sull’orlo di un baratro quando si erano ritrovati e come pian piano si fossero rimessi in riga assieme, uno aiutato dall’altra.

-All’inizio quando ho scoperto del vostro fidanzamento ero sconvolto. Lei è troppo per un idiota come te e questo lo penso ancora.-

Il biondo alzò un sopracciglio irritato pronto a ribattere acidamente, ma Ron lo precedette prontamente:

-Ma non so come quando la vedo con te lei è felice.-
 
Draco lo guardò un po’ allarmato, ribattendo subito:

-Felice? A me sembra solo isterica quella ragazza!-

Ron scoppiò a ridere, irritando ulteriormente Malfoy, che stava già per tornare all’attacco quando venne nuovamente interrotto dal rosso.

-Non ti offendere Malfoy, rido perché Hermione è un tipo difficile.. Io che la conosco da più di dieci anni non la capisco per niente, eppure..-

Si interruppe Ron di nuovo, come a cercare le parole giuste, mentre gli occhi chiari di Draco lo osservavano attenti.

-Eppure tu riesci a darle quello che io non sono mai riuscito a darle. Non so spiegarmi bene, ma penso che, anche se non lo vuoi ammettere, tu le vuoi un gran bene e lei ne vuole a te. Quindi non sprecare quest’occasione perché con lei non è detto che ne avrai una seconda. Trattala come una regina perche se lo merita, perché è magnifica, intelligente, sensibile e sola. Ha deciso di aprirti il suo cuore quindi se tu la prenderai in giro io giuro che ti riempirò di botte, finché non riconoscerò più la tua brutta faccia.-

-Stai tranquillo Weasley. Non ho intenzione di fare ancora una volta il cretino.-

E in quel momento Ronald Bilius Weasley e Draco Lucius Malfoy si strinsero la mano per la prima e ultima volta nella vita, uniti dall’affetto che provavano per quella donna che era fuori in giardino da sola, che rideva e scherzava con la sua migliore amica.

***

Hermione era seduta da sola in un angolo del giardino, mentre osservava malinconica Ron e Lavanda che si scambiavano dolci effusioni.

Ron sembrava veramente innamorato di Lavanda e questa cosa la faceva sentire al contempo sollevata e triste.

Sollevata perché uno dei suoi migliori amici era riuscito a trovare la felicità che lei non aveva saputo dargli, facendolo finalmente sorridere.

Triste perché lui era andato avanti, mentre lei ancora non riusciva ad essere felice e lasciarsi completamente andare. L’unica persona con cui aveva avuto un surrogato di rapporto era Malfoy, di cui però non si riusciva ancora a fidare completamente e non era sicura sarebbe stato pronto a darle tutto l’affetto di cui aveva bisogno.

Si alzò immersa nei suoi pensieri dalla sua postazione e si allontanò piano, andando verso la buia campagna che circondava la Tana.

Non era gelosia quella che provava, era un’immensa tristezza perché lei fosse sola. Draco l’aveva baciata, ma sapeva che per lui non voleva dire nulla.

Era uno stronzo purosangue a cui non importava nulla di lei.  L’aveva baciata per zittirla e per prenderla in giro, non aveva mai pensato ai suoi sentimenti.

Immersa com’era nei suoi pensieri si spaventò quando si sentì chiamare:

-Granger! Ti ho cercata ovunque!-

Sibilò Draco inviperito, avvicinandosi a lei a grandi passi.

Lei lo osservò perplessa e chiese:

-E perché?-

-Perché eri sparita! Se no perché?-

Chiese lui esasperato, per poi proseguire:

-Dieci minuti fa eri a fare la depressa in un angolo e poi sei sparita! Dovresti avvisarmi di dove vai!-

Lei lo guardò stupita e chiese:

-Ti sei accorto che me ne sono andata? Pensavo fossi troppo preso a fare il bello con Marchand e Dupuis!-

Lui la guardò divertito e coprì con un passo la distanza che gli divideva, circondandola con le forti braccia.

-Non devono mancarti gli abbracci di Weasley.-

Disse lui duro, mentre la stringeva protettivo. Lei rimase immobile e sconcertata per qualche secondo, non rendendosi ancora conto di quanto stesse succedendo. Appena capì che era proprio Draco ad abbracciarla con mani malferme circondò il busto di Draco, stringendosi a lui.

Poteva sentire il suo cuore battere sicuro, al contrario del suo che aveva aumentato spropositatamente i battiti, mentre quel profumo ricercato la inebriava.

La ragazza chiuse gli occhi, godendosi quel momento che sapeva esser raro.

Draco poggiò le labbra sulla testa della mora, chiudendo anche lui gli occhi e rilassandosi.

Non era brutto come si aspettava abbracciare una mezzosangue, anzi la Granger aveva anche un ottimo profumo di lamponi.

Era incredibilmente piccola e fragile in quell’abbraccio, come se si stesse per spezzare se lui avesse stretto più forte.

Il biondo quindi lasciò leggermente la presa, ma lei si aggrappò alla sua camicia, facendo capire che non si sarebbe staccata facilmente.

Il petto di Draco era molto più confortevole di quanto avesse mai immaginato e ora che l’aveva scoperto non l’avrebbe lasciato facilmente.

Fu il purosangue a rompere il silenzio, chiedendo:

-Stai ancora immaginando di abbracciare Weasley?-

-No..-

Rispose lei calma.

-Sto solo cercando di convincermi di non essere in un sogno e che tu sia veramente Draco Malfoy.-

Aggiunse con un sussurro. Il ragazzo sorrise divertito e rispose:

-Ebbene si, sono Draco Lucius Malfoy, quel, come dici te, furetto borioso. Non Weasley, non Potter.-

Concluse duro, ma lei rispose:

-Non sarebbe così bello questo abbraccio se non fossi tu a darmelo Draco.-

E in quel momento Draco si sentì bene.

Era la sua Granger a farlo sentire così e in quel momento capì che era giusto così.

Si staccarono dopo un po’, guardandosi sorridendo.

-Torniamo indietro Granger.-

Disse lui prendendole la mano e tirandola verso la casa.

-Tu hai immaginato che ci fosse qualcun’altra quando mi hai abbracciato?-

Chiese Hermione improvvisamente preoccupata, ma lui la guardò  storto e rispose secco:

-Ti sembra? Sapevo benissimo che era la scocciatura quella che stavo abbracciando.-

La mora sorrise sicura e non chiese più niente fin quando non tornarono alla festa, dove passarono il resto della serata insieme, sotto gli occhi protettivi di Ron.

***

Erano sdraiati al Hyde Park, l’uno accanto all’altra, isolati dall’erba solo da un sottile lenzuolo, mentre si godevano i raggi del sole che gentili li riscaldavano.

Dalla festa di fidanzamento di Ron e Lavanda il loro rapporto era rimasto stabile, con qualche bacio qua e la per zittire Hermione, ma niente di così diverso da prima.

Eppure tutti e due potevano giurare di non essersi mai sentiti tanto in pace con il mondo.

Gli esami erano finiti da pochi giorni ed entrambi li avevano brillantemente passati, soprattutto grazie al fatto che Hermione avesse obbligato Draco a studiare per intere settimane tutto il programma, spiegando con molta precisione ogni suo dubbio.

Ora i due volevano solo godersi il meritato riposo, quindi avevano deciso di fare un pic nic al parco e ora si gongolavano al sole, godendosi una bella giornata che il clima londinese aveva deciso di concederli.

Nonostante facesse caldo Draco indossava una maglia a maniche lunghe, quindi Hermione quando se ne accorse domandò curiosa:

-Come mai non ti sei messo una t-shirt?-

Lui non aprì gli occhi, continuando a prendere il sole, ma rispose secco:

-Ho le mie buone ragioni.-

La ragazza vagliò la risposta per qualche istante, ben conscia che se Draco le rispondeva in quel modo significava soltanto che non voleva dare altre spiegazioni.

Aveva però imparato che fino ad un certo punto poteva importunare il ragazzo con altre domande, prima che quello perdesse realmente la pazienza, quindi chiese con il tono innocente di una bambina:

-Dai, me lo dici?-

Draco sbuffò, mettendosi a sedere irritato e scompigliandosi i capelli.

-Sei una scocciatura Granger, non puoi prendere il sole e chiudere quella bocca?-

Domandò acido sperando di essere stato abbastanza chiaro sul fatto che quell’argomento non doveva essere toccato.

-No che non posso! Per favore!-

Continuò lei lamentandosi, mentre moriva di curiosità.

Intorno a loro nessuno prestava attenzione, tutti erano troppo concentrati a godersi la bella giornata e le rispettive famiglie, quindi lui sbottò:

-Non saresti così felice di saperlo, te l’assicuro.-

La ragazza sbuffò incrociando le braccia al petto con aria offesa, mettendo su il broncio e senza rispondere iniziò a guardare torvo il ragazzo.

Dopo qualche minuto, vedendo che la ragazza non pareva stancarsi di fulminarlo con lo sguardo Draco sospirò rassegnato e alzando una manica sibilò irritato:

-Guarda il perché e smetti di fare quella faccia.-

Hermione rimase per qualche istante in silenzio, senza commentare, mentre il marchio nero che Draco aveva tatuato sulla pelle incontrava i suoi occhi.

Non si era mai ritrovata ad osservarne uno da vicino, quindi lo analizzò con immensa cura.

Un inquietante teschio con la bocca aperta era alla sommità del marchio e da quell’apertura usciva un lungo serpente che si intrecciava su se stesso per poi mostrare le sue zanne affilate.

Un brivido percorse la schiena della ragazza, che cercò di nasconderlo, ma gli occhi attenti di Draco lo colsero immediatamente.

Il ragazzo era già pronto a ritrarre il braccio, sicuro che la ragazza gliel’avrebbe chiesto disgustata da quel marchio indelebile, quando lei chiese timidamente:

-Posso toccarlo?-

Tra tutte le cose che si aspettava che lei potesse commentare Draco si stupì nel sentire la sua richiesta.

-Certo.-

Rispose quasi in automatico, allungando il braccio verso di lei.

Le dita affusolate di Hermione si avvicinarono all’avambraccio senza timore e lei sfiorò leggera la pelle liscia del ragazzo.

Per Draco fu come se finalmente quella parte del suo corpo che si era sempre preoccupato di nascondere diventasse improvvisamente fresca.

Non c’era condanna in quelle dita leggere e in quegli occhi limpidi che osservavano curiosi il suo braccio, ma c’era una comprensione di quanto stesse studiando.

La ragazza osservò per parecchi minuti il braccio, tanto che Draco tornò a chiudere gli occhi e a bearsi di quel tocco leggero.

-Ti ha fatto male?-

Domandò lei infine, con voce tremante.

Malfoy rimase ancora una volta stupito della domanda, inusuale rispetto a tutte quelle che poteva porgli, quindi rispose di rimando lui, sempre tenendo gli occhi chiusi, con la voce simile ad un sussurro:

-Abbastanza.-

Hermione rimase in silenzio ancora per qualche minuto, tanto che Draco iniziò a sospettare che se ne fosse andata.

Quando però una goccia calda colpì il marchio nero sul suo avambraccio il ragazzo sussultò aprendo gli occhi.

La ragazza aveva gli occhi pieni di lacrime da cui trapelava il profondo dolore che in quel momento stava provando.

-Granger, perché piangi?-

Domandò Draco a disagio, ritraendo il braccio e risistemando la maglietta in modo che non si vedesse quel segno indelebile sulla sua pelle.

-Perché non è giusto! Tu avevi diciassette anni! Non ti meritavi di ricevere un simile fardello!-

Spiegò lei con la voce strozzata dai singhiozzi.

Draco non riuscì a far altro che sorridere, stupito della reazione di Hermione, quindi quella proseguì:

-Eri poco più di un ragazzo! E ti ha marchiato come un animale da mandare al macello.-

-Probabilmente perché io ero quello per lui, non credi?-

Domandò di rimando Draco, calmo, cercando di studiare le reazioni della donna di fronte a se.

Non concepiva perché lei dovesse dispiacersi di una cosa del genere, nata per colpa delle convinzioni che la sua famiglia coltiva da generazioni, per di più proprio contro il sangue che scorreva nelle vene della ragazza.

-Mi dispiace! Mi dispiace aver sempre pensato che tu fossi uno stupido arrogante, spocchioso furetto!-

Mormorò lei tra le lacrime, gettandosi tra le braccia del biondo, che la strinse a se stringendola forte al suo petto.

Il ragazzo iniziò ad accarezzarle i capelli basito, stupendosi che lei si stesse scusando per quelle cose, quando era proprio lui a doverlo fare.

Si limitò a continuare a consolare quelle lacrime, che ben presto si spensero, lasciando il posto solo a brevi respiri spezzati.

-Draco.-

Sussurrò lei alzando gli occhi arrossati e incontrando quelli del ragazzo.

-Promettimi che non lo nasconderai mai più quel marchio.-

Il ragazzo la guardò confuso quindi lei spiegò:

-Promettimi che farai vedere al mondo come sei stato marchiato nonostante fossi un ragazzo, come sia ingiusto giudicare una persona senza sapere come sia accaduto.-

Draco non rispose ancora, guardando la ragazza attonito.

-Draco, promettimelo.-

Alla fine Malfoy si lasciò andare in un sorriso vero, mentre il cuore accelerava un po’ i battiti per quella ragazza di fronte a lui e rispose:

-Te lo prometto Granger.-

Lei sorrise veramente felice, ributtandosi poi sul petto di Draco e stringendolo forte a se.

Lui non seppe far altro che lasciare un breve bacio su quelle labbra, ringraziandola silenziosamente per aver accettato anche quella parte di lui.

***

-Io non so più cosa pensare di lei Theo.-

Affermò affranto Malfoy quella sera, lasciandosi cadere sulla sedia accanto alla scrivania nella camera da letto dell’amico.

Aveva appena raccontato all’amico tutti i dettagli di quel pomeriggio, di come Hermione l’avesse disarmato con le sue azioni, non tralasciando neppure il bacio.

-Beh, se non altro possiamo definirla unica nel suo genere.-

Rispose Nott continuando a sfogliare la Gazzetta Del Profeta sdraiato sul suo letto.

Draco si appoggiò al tavolo, nascondendo la testa tra le mani, per poi ammettere:

-Mi fa sentire sempre tanto stupido.-

Quell’affermazione sembrò risvegliare l’interesse dell’altro, che alzando gli occhi dal suo quotidiano domandò curioso:

-Come mai?-

Draco sbuffò alzandosi in piedi ed iniziando a misurare a grandi passi la stanza, infilando le mani in tasca pensieroso.

-Insomma ho passato anni ad odiarla quando lei mi sembra la persona che ci tiene di più a me dopo mia madre.-

Spiegò lui continuando a muoversi irrequieto.

Theo lo osservò per qualche secondo e poi rispose ovvio:

-E` una ragazza unica, penso tu l’abbia capito. Non per niente è la salvatrice del mondo magico.-

Draco non notò il leggero tono canzonatorio che Theodore impresse nelle ultime parole e rispose:

-Ma perché doveva capitare a me? La odio.-

Concluse il biondo lasciandosi cadere sul letto accanto all’amico, che scoppiò a ridere divertito.

-Anche tu sei unico Draco!-

Affermò quello tra le risate, scatenando le ire di Draco.


- To be continued

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Sea. ***


Il Draco della porta accanto.

Sea.


Il sole tramonta comunque.
Sia sul giorno migliore,
Sia sul giorno peggiore.
- Jeffery Deaver

 

-Cosa? Veramente non sei mai andato al mare?-

Domandò Hermione allibita inarcando leggermente la testa verso destra.

Lei e Draco stavano prendendo un gelato a casa della signora Simpson, la loro vicina di casa, per tenerle compagnia ora che i suoi nipoti erano andati in vacanza.

Quando Draco aveva fatto la scandalosa rivelazione di non essere mai andato al mare Hermione era rimasta più che basita, stupendosi che quel viziato di un Malfoy non fosse mai stato in vacanza.

-Mai e non mi sembra che le coste inglesi siano famose per i bagni che si possono fare!-

Ribatté lui sulla difensiva, non capendo cosa si fosse perso e il perché la ragazza risultasse tanto scandalizzata.

-Domani andremo al mare allora!-

Esclamò lei convinta, prendendosi un’occhiata perplessa dell’amico.

La signora Simpson nel frattempo si stava allontanando per andare in bagno, quindi Draco domandò scettico:

-Ma il mare è freddo e non ci sono neanche delle spiagge così belle, perché sprecare così una giornata?.-

-Ci smaterializziamo in Italia!-

Ribatté quella prontamente, zittendo con un’occhiataccia la risposta del ragazzo visto il ritorno della padrona di casa.

***

Il mattino dopo erano pronti a partire, con i costumi e dei vestiti leggeri da spiaggia, mentre Hermione teneva sotto braccio un grosso ombrellone da piantare nella sabbia.

Il pomeriggio prima era dovuta andare con Draco a comprargli un costume da bagno, operazione che lei aveva trovato esilarante e lui aveva odiato con tutto il cuore. Dopo almeno due ore di negozi diversi il ragazzo si era finalmente deciso per un bermuda blu notte che arrivava poco sopra il ginocchio.

Con un “pop” i due arrivarono in una radura, mentre un caldo prepotente li investiva.

-Eccoci! Questa è la riviera Toscana e siamo sul mar Tirreno!-

Affermò la ragazza allegra sistemandosi le pieghe del vestito ed uscendo dalla radura, diretta a colpo sicuro verso il mare.

Il paesaggio che si parò agli occhi del ragazzo apparve spettacolare. Si trovavano in una pineta, dove gli aghi coprivano il terreno rendendolo soffice sotto i loro piedi. Una lieve brezza rinfrescante si alzava dal mare, andando ad alleviare il caldo che provavano. Dopo pochi minuti di cammino nella pineta Hermione imboccò un vicolo e ben presto il terreno divenne solo sabbia finissima, che si infilava nelle scarpe dei due inglesi, che continuarono ad arrancare sul terreno soffice. Quando il ragazzo vide la linea blu del mare trattenne per un attimo il respiro, rendendosi conto che non aveva nulla a che fare con quello che aveva spesso visto in Inghilterra. Il sole splendeva sulle loro teste e rendeva quasi li accecava per via del riverbero sulla sabbia, mentre il vento ora soffiava sui loro volti senza più ostacoli.

Quando arrivarono a pochi passi dal mare Hermione lasciò cadere la sua borsa e, con l’aiuto dell’amico, iniziò a piantare l’ombrellone.

-Si muore di caldo qui Granger! Mi hai portato in una fornace!-

Si lamentò il ragazzo non appena l’ombrellone fu aperto e un grosso telo fu posizionato sulla sabbia per sedersi.

-Dai, spogliati e buttati in mare, vedrai che cambi idea!-

Rispose lei allegra, iniziando a sfilarsi i sandali dai piedi. Il biondo obbedì in silenzio, dirigendosi saltellando al mare per via del calore della sabbia.

Arrivò con una rincorsa all’acqua e si buttò dentro con un tuffo. La ragazza rimase ad osservarlo per qualche secondo mentre si stropicciava gli occhi per l’acqua salata, quindi si mise anche lei in costume.

-Granger entra! L’acqua è magnifica!-

Urlò il biondo dopo qualche minuto, nuotando felice avanti e indietro.

-Aspetto un momento! Prima prendo un po’ di sole!-

Rispose Hermione sdraiandosi al sole a chiudendo gli occhi beata.

La sua tranquillità durò poco più di un minuto, Draco infatti arrivò di soppiatto e prese in braccio Hermione, facendola riempire di brividi per il contatto con la pelle fresca e bagnata del ragazzo.

-Draco! Lasciami giù!-

Strillò Hermione cercando di sfuggire alle possenti braccia dell’amico, ma lui la teneva ben salda, mentre sogghignava divertito.

-Draco per favore no! Entro io da sola ti prego!-

Ma le suppliche non sembravano servire, quindi cambiò tattica e si strinse al collo del biondo, in modo che non potesse buttarla in acqua.

-Nessun problema Granger!-

Rise quello buttandosi completamente in acqua assieme a lei.

Quando tornarono in superficie lei era ancora aggrappata al collo del ragazzo, a pochi centimetri dal suo volto.

Lo fulminò con lo sguardo, mentre cercava di non notare il bruciore agli occhi per via del sale, quindi iniziò inviperita:

-Questa me la paghi mio caro! Oh si che me la paghi! Non dovevi provare a buttarmi dentro! Giuro che non cucinerò mai più..-

Ma in quel momento la sua bocca venne chiusa dalle labbra di Draco, che si presero tutto l’ossigeno che aveva in corpo. Lui si staccò dopo qualche secondo, mentre lei, ancora più arrabbiata per via dell’imbarazzo, si staccò pronta a tornare all’asciugamano senza più una parola.

Il ragazzo però la trattenne per un braccio e coprì in pochi istanti la distanza che li separava e le diede un altro bacio, incredibilmente diverso da tutti gli altri che si era concesso fino a quel momento.

Prese le labbra con dolcezza, riempiendo i contorni di piccoli baci simili a carezze, prima di dedicarsi a pieno a quelle labbra sottili. Con una mano andò a cercare il fianco della ragazza, avvicinandola impercettibilmente a se, per non permetterle di scappare. Con l’altra si infilò agilmente nei capelli bagnati della ragazza, obbligandola a non ritrarsi da quel bacio.

Hermione però non si sarebbe allontanata, incantata dalla tenerezza che Draco era riuscito ad imprimere in quel gesto inaspettato. Si lasciò guidare dai suoi movimenti fluidi ed esperti, mentre circondava il collo del ragazzo con le braccia e aderiva più strettamente a lui.

Una scarica di brividi percorse la scena di Draco quando la ragazza iniziò a mordicchiargli il labbro inferiore e in quel momento sentì che se avesse potuto avrebbe fermato per sempre quel momento, in cui si sentì finalmente bene.

Si staccarono con il fiatone, ancora con quel sapore salmastro sulle labbra, misto al loro irrimediabilmente mischiato. Non si guardarono negli occhi, per paura di non leggere quello che desideravano vedere negli occhi dell’altro, si limitarono a prendersi per mano ed uscire dall’acqua, andando sulla spiaggia a scaldarsi.

***

-Draco! E’ tardissimo! Ci siamo addormentati entrambi! Muoviamoci a tornare a casa, è già ora di cena!-

Squittì Hermione nel panico scuotendo Draco per svegliarlo, ancora sdraiati sul telo mare su cui si erano stesi all’ombra dopo pranzo.

Avevano passato il resto della giornata a giocare in acqua, poi, dopo un giro sul lungomare, si erano appisolati vicini, lasciandosi andare ad un po’ di riposo.

A quanto pare però avevano dormito troppo, infatti il sole si era già notevolmente spostato verso il mare, allungando i suoi raggi verso la spiaggia.

Quello aprì un occhio pigro e rispose con la voce ancora impastata dal sonno:

-Dai Granger, restiamo qua a cena. Te la offro io.-

Hermione si bloccò, arrossendo leggermente, quindi annuì con un mezzo sorriso.

Dopo una decina di minuti i due avevano radunato tutte le loro cose ed Hermione fece sparire l’ingombrante ombrellone nella sua borsetta, raggiungendo poi Draco che la precedeva di qualche passo.

-Dove vuoi andare a mangiare?-

Chiese lui con tono incolore, infilandosi le mani in tasca non sapendo bene dove metterle.

Si sentiva come un ragazzino al primo appuntamento, quando l’imbarazzo del non saper bene come comportarsi aleggiava tra loro.

Alla fine optarono per andare in un ristorantino sul mare, dove presero la pizza e passarono la cena a scherzare su aneddoti di Hogwarts, su come passavano le loro giornate. Hermione scoprì che vivere tra i serpeverde non era semplice, tutti erano pronti a pugnalarti alle spalle scoprendo le tue debolezze, quindi non aveva sviluppato delle grandi amicizie a parte che con Nott e Zabini.

Finirono di cenare in fretta, quindi decisero di passare la fine della serata sulla spiaggia, prima di tornare a Londra e far concludere così la loro giornata di mare.

Il sole ormai era pronto a tuffarsi nella distesa blu ai suoi piedi, quindi i due ragazzi lo ammiravano in silenzio seduti sulla sabbia.

Le due mani si cercarono timide, Draco non poteva far passare quel contatto come necessario, come aveva fatto a Diagon Alley per trascinarla più velocemente.

Sarebbe stata un’ammissione che lui, in fondo, ad Hermione ci teneva.

Eppure quando sentì le dita fresche della ragazza sotto i suoi polpastrelli non esitò ad incrociarle con le sue, vedendo in quel contatto tutto quello che mancava per star bene.

-Draco, non è bellissimo? Non penso di aver mai visto nulla di così bello.-

Sussurrò la ragazza guardando il sole iniziare la sua discesa nell’acqua.

Il ragazzo sorrise, voltandosi leggermente verso di lei e rimanendo per un secondo senza fiato osservando i due grandi occhi cioccolato trasformarsi in oro mentre venivano accarezzati dai raggi del sole morente.

-Anche io.-

Ripose lui con un soffio, appoggiando la guancia sulla testa della ragazza appoggiata alla sua spalla.

E in quel momento sembrò tutto perfetto.

Non c’era nessuno intorno a loro, solo i granelli di sabbia sotto le loro dita e il mare di fronte a loro, dove il sole si era appena tuffato, stanco ma soddisfatto di quella giornata.

Nonostante il sole fosse già tramontato e ormai le ombre si stendevano sempre di più sulla spiaggia i due rimasero li, immobili, a godersi la musica che le onde creavano infrangendosi sugli scogli vicini o trasformandosi in spuma sulla sabbia.

Hermione fu percorsa da brividi quando una lieve brezza fresca iniziò a soffiare, quindi Draco, interrompendo quel silenzio disteso, affermò:

-E` ora di andare Granger, comincia a fare fresco.-

Lei annuì, senza una parola e prese la mano che Malfoy le porgeva per alzarsi.

I due sistemarono le ultime cose nella grossa borsa da spiaggia della ragazza, poi diedero un ultimo saluto silenzioso al mare, prima di smaterializzarsi con un “pop”.

Si ritrovarono sul pianerottolo di casa, tirando un sospiro di sollievo nel trovarlo vuoto.

-E` stata veramente una bella giornata, anche se mi sei riuscita a spillare una cena!-

Scherzò lui con un sorriso.

-L’hai offerta di tua spontanea volontà!-

Rispose lei sorridendo imbarazzata.

C’era un clima d’intimità in quel momento che non avevano mai provato. Era successo spesso che uscissero assieme, ma solo in quel momento si stavano rendendo conto che si erano comportati da veri fidanzati.

Draco si avvicinò di un passo e le baciò la fronte.

-Buonanotte Granger.-

Sussurrò, lei alzò lo sguardo e con un sorriso rispose:

-Buonanotte Draco.-

E gli baciò una guancia, per poi richiudere la porta dietro di se, pronta a passare un’intera notte insonne a ripensare a tutti gli avvenimenti della giornata.

***

-Granger!-

Strillò la mattina seguente Draco bombardando coi pugni la porta di casa della vicina.

-Cosa c’è?-

Rispose lei assonnata, aprendo la porta e trovandosi di fronte un Draco in versione pomodoro.

-Brucia ovunque! Tu e il tuo stupido mare! Sembro un peperone!-

La ragazza scoppiò a ridere osservando attentamente la pelle arrossata, non riuscendo a trattenersi per via della situazione ai suoi occhi ridicola.

-Non hai voluto la protezione solare te! Ti avevo detto di mettertela! Entra che ti do la crema idratante!-

Concluse lasciandolo passare e invitandolo ad accomodarsi sul divano, per entrare poi in bagno.

La ragazza tornò dopo qualche minuto con una crema idratante in mano, che lasciò cadere sul divano accanto al fidanzato per tornare poi a dedicarsi alla sua colazione.

-Granger, la schiena!-

Si lamentò lui sventolando la crema per attirare la sua attenzione. La ragazza si alzò sbuffando, iniziando poi a spalmare delicatamente la crema sulla schiena scottata dell’amico.

In quel momento un vecchio barbagianni entrò in planata verso la ragazza, portando la Gazzetta Del Profeta tra le zampe.

Dopo aver pagato il quotidiano e concluso di spalmare la crema sulla schiena di Draco, la ragazza srotolò il giornale per iniziare a leggerlo.

-Siamo finiti di nuovo sulla Gazzetta del Profeta!-

Esclamò Hermione irritata porgendo i fogli al ragazzo.

-“Malfoy e Granger si prendono una vacanza al mare!”.-

Lesse il ragazzo ad alta voce il titolo in caratteri cubitali. Nella foto accanto all’articolo erano raffigurati loro due che passeggiavano chiacchierando sulla spiaggia.

-Ma ci seguono ovunque eh!-

Osservò il ragazzo irritato, mentre Hermione ringraziava silenziosamente che non avessero fotografato quel bacio passionale avvenuto in acqua, che solo al ricordo la riempiva ancora di brividi.

-Odio i pettegolezzi! Cosa gliene frega a loro se io sto con te o se vado al mare?-

Esclamò irritato Draco, proseguendo poi:

-A volte mi piacerebbe tornare a vivere nel mondo magico per vedere se è il fatto di vivere qui che tanto li irrita.-

Hermione gli sfilò il giornale dalle mani e proseguì a leggere a mezza voce:

-“La coppia più discussa del momento non teme di far parlare ancora di se. I due fidanzatini infatti si sono concessi un giorno di puro relax sulla costa Toscana, in Italia, che hanno passato a passeggiare e a prendere il sole, senza però concedersi nessun gesto romantico in pubblico. Si vocifera che i due siano prossimi al matrimonio, mentre altre fonti non accreditate affermano che i due si siano già sposati in segreto.”-

Concluse lei con una mezza risata. Vedendo però Draco ancora scuro di rabbia affermò allegra:

-Ma si dai! Devi vederla dal lato divertente e cosa si inventano pur di far leggere a qualcuno l’articolo.-

-Se la trovi così divertente la prossima volta dirò che sei rimasta incinta eh!-

La prese in giro lui, ridendo ancora di più nel vedere il suo volto che si imporporava tanto quanto la sua schiena.

 

- To be continued.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Night. ***


Il Draco della porta accanto.

Night.
 

Non potremo mai più odiare chi abbiamo veduto dormire.
- Elias Canetti.


 


Non avevano mai dormito assieme.

Si poteva dire che fossero quasi una normale coppia, a volte lui la baciava per zittirla e lei ricambiava sempre quel bacio e nell’ultimo periodo era diventata più polemica, forse per ricevere più baci.

Giravano spesso assieme, qualche volta si prendevano la mano e più spesso si insultavano.

Erano una coppia particolare, sempre che coppia si potessero definire.

Probabilmente il fatto di passare tutta la giornata assieme aiutava il farli sentire coppia, ma non avevano mai dormito insieme, mai.

Non fu un caso, ma piuttosto uno scherzo congegnato dal buon vecchio Zabini il metterli in camera assieme dopo una festa nella sua villa, dove il nero aveva gentilmente offerto agli amici più stretti di restare a dormire, in modo che il giorno seguente potessero tornare a casa in tutta calma.

-Granger, io dormo in boxer.-

Sibilò Draco senza ammettere repliche, irritato ancora per lo scherzo giocatogli dal migliore amico. Se non aveva mai dormito con Hermione un motivo di fondo c’era, ossia che non voleva condividere qualcosa di così intimo e personale con lei.

-Nessun problema, tanto è grande il letto, basta che tu resti nella tua metà.-

Rispose lei tranquilla, per non ricevere poi risposta dal ragazzo.

Hermione sbuffò e dopo essersi velocemente messa un semplice pigiama in bagno si accoccolò nella sua parte del letto.

-Buonanotte Draco.-

-Mmf.-

Rispose lui sdraiandosi nella sua parte del letto, visibilmente di cattivo umore.

Draco maledisse ancora una volta tra i denti Blaise, che “pensava non ci fossero problemi a far dormire insieme due fidanzati e che sicuramente non pensava non l’avessero mai fatto.”.

-Granger, stai dormendo?-

Sussurrò lui a quella massa di capelli scompigliati.

-Non riesco..-

-Neanch’io..-

Rispose lui girandosi ancora una volta nel letto.

-Sai cos’è? E` strano dormire con una persona in questo modo..-

Sussurrò lei più a se stessa che all’amico.

-In questo modo come?-

Chiese lui girandosi nuovamente verso di lei.

-Così, nel letto con una persona mantenendo le distanze..-

-Oh, capisco il tuo disagio. Di solito io ci trombo con le persone e non ci dormo insieme!-

Rispose lui franco, scandalizzandola per la schiettezza, mentre un rossore assaliva le sue guance.

-Draco! Non voglio sapere i dettagli della tua vita sentimentale..!-

Sbottò lei stizzita, lui quindi rispose brusco:

-Taci Granger e fammi finire di parlare..! Mi sembra strano dormire e basta con una persona, ma non mi dispiace così tanto farlo con te.-

-Come scusa?-

Chiese lei voltandosi verso di lui e osservandolo preoccupata.

-Hai capito benissimo, non mi dispiace la tua compagnia. Non mi fare dire altre cose compromettenti!-

Si lamentò lui continuando a fissare il soffitto per non darle la soddisfazione di vedere l’imbarazzo che provava in quel momento.

-Ma se sono sempre io che mi comprometto!-

Disse lei divertita avvicinandosi a lui fino a poter scorgere il suo profilo nella semi oscurità.

-Allontanati Granger, mi spaventi!-

Lei scoppiò a ridere e si avvicinò ancora lasciando solo pochi centimetri tra i loro nasi.

-Dai, ridimmelo che non ti dispiace! Devo vederti mentre lo dici!-

-Non lo farò Granger, lo sai anche tu!-

Lei sbuffò, ma poi i suoi occhi si illuminarono per un’idea e Draco iniziò a preoccuparsi dei malvagi piani di quella ragazza.

-Dimmelo, per favore..-

Sussurrò lei con voce seducente avvicinandosi ancora fino a sfiorare il naso del ragazzo.

Draco si stava per allontanare per non farsi più scocciare dalla ragazza quando lei gli posò un semplice bacio sulla labbra e sussurrò di nuovo, con un tono sensuale che fece venire i brividi a Draco:

-Per favore..-

La ragazza si umettò le labbra con la lingua, sapendo che il gesto non sarebbe passato inosservato dal ragazzo. Draco non ce la faceva, lo stava facendo impazzire. Si avvicinò alla ragazza per strapparle un bacio ma lei si sottrasse e sorridendo sussurrò:

-Prima devi dirmelo.-

-Granger non scocciarmi!-

Commentò lui girandosi dall’altra parte per sfuggire dalle grinfie di quell’arpia, ma lei non si lasciò scoraggiare. Allungò una mano e sfiorò il fianco del ragazzo, riempiendo la sua schiena di brividi.

-Smettila Granger, non te la darò vinta!-

-Per favore..-

Soffiò lei dolcemente sulla sua schiena sfiorandola con le labbra. Sapeva che stava facendo un gioco pericoloso, che stava giocando col fuoco e sarebbe rimasta scottata. Ma quel gioco la stava riempiendo di vita e divertendo come non faceva da tempo, senza contare il fatto che aveva veramente bisogno sia di sentirsi dire che fosse importante, sia aveva una voglia matta di baciare le labbra di Draco Malfoy.

Dal canto suo Draco stava impazzendo e ormai il suo autocontrollo era a pezzi.

Quella maledetta sapeva i suoi punti deboli e gli stava sfruttando al meglio.

Hermione appoggiò le labbra tra le scapole del ragazzo, lasciando un bacio leggero che abbatté tutte le rimanenti difese del biondo.

-Granger devi smetterla per il tuo bene!-

Esclamò lui girandosi e facendola ricadere sul cuscino, per poi bloccare qualsiasi suo movimento con un braccio. Lei sorrise vittoriosa e chiese con un’aria da angelo:

-Allora me lo dici?-

-Cosa vuoi sentirti dire, sentiamo!-

-Lo sai anche tu quello che ho bisogno di sentirmi dire.-

Mormorò lei mentre gli occhi si velavano di lacrime d’insicurezza e fragilità.

Draco la osservò per qualche istante, indeciso sul da farsi.

Se le avesse detto quello che voleva sentirsi dire si sarebbe compromesso, non sarebbe stato più un Malfoy degno del suo nome. Ma non poteva non dirle quanto ci tenesse a lei vedendola li così fragile e insicura.

-Granger, non ti dirò quello che vuoi sentirti dire.-

Iniziò lui mentre la ragazza si rabbuiava.

-..Solo per dartela vinta. Quello che penso di te lo sai e non hai bisogno di una mia conferma a riguardo!-

-No che non lo so! Tu sei l’uomo più scostante al mondo! Un giorno mi tratti come una pezza da scarpe e il giorno dopo come se fossi veramente la tua fidanzata! Io devo capire Draco! Perché io ti voglio bene e tu lo sai, ma sono stanca che ci giochi su questa cosa. Ho bisogno di sentirmi dire se me ne vuoi anche tu o no.-

Concluse dura guardandolo negli occhi. Lui sospirò chiudendo gli occhi, poi la guardò serio e rispose:

-Granger, come ti ho già detto milioni di volte certe cose non c’è bisogno di dirle.-

E prima che lei potesse ribattere qualsiasi cosa si tuffò nelle sue labbra, strappandole un bacio mozzafiato.

Subito dopo il bacio Hermione si divincolò per non riceverne un altro e mormorò:

-Smettila di fare così. Non me ne frega dei tuoi baci se dietro non c’è niente di più.-

-Sei insopportabile Granger..! Neanche i baci ti zittiscono più! Secondo te ti sopporterei ancora se veramente non mi interessasse di te?-

Hermione sorrise e rispose:

-Ci sei quasi, basta che mi dici tre semplici paroline! “ti voglio bene”! Non ha mai ucciso nessuno!-

-Ti ho già detto fin troppo per questa notte. Ora vedi di dormire..!-

Concluse sdraiandosi e chiudendo gli occhi stanco. Lei si accoccolò in un angolo del letto, senza però riuscire a prendere sonno.

Fu un gesto quasi spontaneo per lui prenderla e attirarla a se per abbracciarla, perché in fondo erano mesi che sognava di dormire con lei in quel modo.

I capelli ricci della ragazza gli invasero subito il volto, ma si accorse di come fossero morbidi.

Hermione sorrise e dandogli un bacio sul naso mormorò:

-Buonanotte furetto odioso..!-

-Buonanotte piccola scocciatura..!-

Concluse lui dandole un bacio sulla fronte e chiudendo gli occhi stanco, mentre la stringeva ancora un po’ di più a se.

 

***

Fu un risveglio particolare il loro.

Draco si svegliò in un cespuglio di capelli, che avevano optato per un anarchia nella notte. Non appena tornò a respirare ossigeno notò che, non solo stava abbracciando la Granger, ma si stavano anche tenendo una mano. Senza che avesse il tempo di divincolarsi e potersi alzare la porta venne spalancata da Zabini, pronto a catturare momenti compromettenti tra la coppia.

Una luce di delusione passò nello sguardo del nero vedendo che Hermione era in pigiama, però poi si riprese vedendo che almeno erano abbracciati.

-Ma che bei piccioncini Draco!-

Lo prese in giro l’amico, meritandosi un’occhiata torva dal biondo.

-Taci e sparisci che sta ancora dormendo!-

Sibilò di rimando facendo scappare a gambe levate Zabini, ben consapevole che la sua punizione presto o tardi sarebbe giunta inesorabile.

Quell’intrusione svegliò però Hermione, che aprì gli occhi assonnati e quasi si spaventò nel trovare Draco al suo fianco.

-Draco?-

-Hai perso la memoria? Siamo a casa di Zabini..-

Iniziò lui a riassumerle brevemente, nella speranza che lei non desse troppo peso a quell’abbraccio.

-Ah già..-

Commentò lei assonnata, riprendendo la mano che Draco aveva tolto e usandola per auto abbracciarsi.

-Granger fossi in te starei attenta. Non sei l’unica ad essersi appena svegliata.-

Disse Malfoy con sguardo serio, facendo rendere conto solo dopo qualche istante Hermione di cosa realmente intendesse.

Immediatamente lasciò la mano del ragazzo e si allontanò, rossa in volto. 

Draco scoppiò a ridere divertito, avvicinandosi ruffiano alla ragazza.

-Però non bisognerebbe sprecare queste occasioni Granger. Non sei per niente una brava fidanzata..-

-Sprecare quali occasioni?-

Domandò Hermione con la voce più alta di un’ottava, che lasciò intendere a Draco che la grifona avesse capito benissimo le sue intenzioni.

-Non capita tutte le mattine di trovarsi un Malfoy nel letto.-

Iniziò lui avvicinandola a se, per poi continuare:

-Per di più non so perché, ma vederti così spettinata e con questo faccino assonnato mi fa impazzire.-

-Che intenzioni hai Draco?-

Domandò Hermione leggermente spaventata.

-Non mi dire che il tuo cervello che ti ha reso la studentessa più brillante di Hogwarts non abbia capito.-

Osservò lui mentre un sorriso strafottente si dipingeva sulle sue labbra.

Senza aspettare una risposta Draco baciò appassionatamente la ragazza, andando subito a cercare la sua pelle sotto le lenzuola.

-No Draco.-

Sussurrò lei scostandolo.

-Non è per te, te lo giuro.-

Si premurò immediatamente di rassicurarlo la ragazza vedendo lo sguardo mortalmente offeso di Draco.

-Perché allora?-

Domandò lui gelido.

-Potrebbe entrare chiunque, poi non mi sento sicura qua a casa di Zabini, non so perché. Se fossimo a casa ti assicuro che..-

Il rossore sulle sue guance raggiunse livelli mai visti da Draco, che rise di gusto mettendosi a sedere sul letto.

-Mi diverte un sacco quando sei così in imbarazzo!-

La prese in giro lui, facendola infuriare e scostare da lui malamente.

-Dai non te la prendere Granger! Dovrei essere io quello mortalmente offeso, visto che sono stato rifiutato!-

La rimbeccò riportandola indietro e dandole un bacio sui capelli arruffati.

-Anche se ora fai tutto il carino un no resta un no.-

In quel momento la porta si spalancò nuovamente e Zabini apparse sulla soglia curioso, prendendosi di rimando una fattura da Draco, che riuscì a bruciacchiarli le sopracciglia.

-Non c’è niente da vedere maledetto!-

Gli urlò dietro il biondo, ringraziando il fatto che non stesse facendo nulla di compromettente con la fidanzata.
 

- To be continued.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Basket. ***


Il Draco della porta accanto.


Basket.
 

Accetto di sbagliare, tutti possono sbagliare,
Ma non accetto di non poter tentare.
- Michael Jordan

 

Hermione era in leggera ansia, per quella sera aveva invitato Draco a mangiare e lui aveva particolarmente fatto il prezioso per concederle la sua presenza, affermando di avere degli impegni inderogabili per quel pomeriggio. Non se la sarebbe presa se fosse stata una normale cena, avrebbe semplicemente rimandato, ma quel giorno per lei era speciale.

Era il giorno del suo compleanno e anche se era sicura che Draco non ne avesse idea lei voleva poter passare la serata con il suo fidanzato, magari comportandosi in modo un po’ più romantico del solito.

E ora il ragazzo era in ritardo di quasi un quarto d’ora, cosa che non era mai accaduta da quando lo conosceva.

Aveva passato il pranzo in giro per Diagon Alley con Harry, Ginny e Ron per festeggiare quel giorno speciale e quel weekend sarebbe andata dai suoi genitori in Australia.

Aveva cucinato con tutto l’impegno possibile, ricercando i piatti preferiti dal biondo, che ora tardava ad arrivare.

Si era anche vestita in modo più accurato del solito, indossando un vestitino color aranciato, pettinando i capelli in modo da domarli, fino ad ottenere un risultato soddisfacente.

Improvvisamente sentì bussare alla porta e scattò in piedi, andando ad aprire, mentre il cuore aumentava i battiti, sentendosi come una ragazzina al suo primo appuntamento.

Draco apparve all’ingresso con indosso un paio di jeans e una camicia bianca, con un mazzo di rose che porse subito ad Hermione.

-Buon compleanno Granger.-

Borbottò quello in leggero imbarazzo non appena la ragazza aprì la porta, porgendole i fiori che lei prese con mani tremanti.

Era una composizione di venti rose bianche, con al centro un’unica rosa rossa.

-Draco tu.. Ti sei ricordato?-

Il ragazzo sorrise strafottente e rispose:

-Cosa pensavi Granger? Da un Malfoy ci si deve sempre aspettare l’inaspettato!-

Hermione gli balzò al collo stampandogli un lungo e passionale bacio sulle labbra, che lui ricambiò soddisfatto.

Non appena la ragazza si staccò per riprendere fiato con le lacrime agli occhi mormorò:

-Grazie Draco, grazie.-

Lui scoppiò a ridere, entrando in casa e tirandosi dietro la mora, chiudendo poi la porta alle loro spalle.

-E di che? È il tuo compleanno Granger, era dovere del tuo fidanzato farlo!-

La ragazza sorrise radiosa e lo prese per mano, trascinandolo in salotto dove il ragazzo spalancò la bocca stupito vedendo il tavolo apparecchiato con tutte le sue leccornie preferite.

-Granger! Cos’hai fatto?-

Domandò lasciandole la mano e guardando con occhi sognanti il cibo davanti a se.

-Ho passato un po’ di tempo in cucina!-

Ammise lei affiancandolo con un sorriso imbarazzato. Draco per tutta risposta la guardò ed esclamò entusiasta:

-Se fai questo per il tuo compleanno non vedo l’ora del mio!-

La ragazza mise le rose in un grosso vaso, ammirandole ancora una volta, iniziando poi la cena. Il pasto fu piacevole, i due chiacchierarono e ben presto si ritrovarono sul divano per vedere un po’ di tv e per digerire.

Il film che Hermione aveva scelto venne però seguito per meno di mezz’ora, perché poi, probabilmente aiutato da vino, Draco iniziò a darle il primo bacio sul collo. Un brivido percorse la schiena della ragazza, mentre i loro occhi si incrociarono per qualche istante.

Quello che sancì l’inizio di quell’atto fu quell’occhiata, in cui i due trovarono soltanto lo stesso desiderio.

Un sorriso strafottente spuntò sulle labbra di Draco, che aggredì quelle della fidanzata con bramosia, pronto a regalarle un compleanno indimenticabile.

Sapevano entrambi dove volessero arrivare, quindi quando si ritrovarono in camera da letto impiegarono pochi minuti a ritrovarsi completamente svestiti, mentre continuavano a riempirsi di baci.

Hermione aveva sempre immaginato Draco a letto come una persona rude, a cui interessava soltanto arrivare alla conclusione dell’atto, ma quella notte scoprì una nuova parte del ragazzo che ancora non conosceva.

La dolcezza e il rispetto che metteva in ogni atto la stupì, rendendo il tutto ancora più terribilmente perfetto e facendole conoscere un nuovo Draco, che era sicura che quasi nessuna conoscesse.

Quando conclusero rimasero abbracciati a lungo, godendosi l’uno la presenza dell’altro, mentre Hermione sonnecchiava.

Un senso di pace aleggiava per la camera, mentre tutte le parole non dette tra i due sembravano a quel punto inutili.

-Ah, ti avevo preso anche un’altra cosa!-

Annunciò Draco sporgendosi dal letto e frugando nei suoi jeans buttati per terra li vicino, mentre Hermione apriva gli occhi pigra e si chiedeva cos’altro potesse averle preso quel ragazzo.

-To’-

Annunciò brusco, tirandole in mano una scatoletta infiocchettata con una carta gialla e un fiocco argento.

-Un altro regalo?-

Domandò lei con gli occhi che brillavano emozionati nella penombra, quindi lui le sorrise e la baciò dolcemente.

-Beh, le rose appassiscono mentre..-

-Un diamante è per sempre.-

Sussurrò lei estasiata aprendo la scatoletta e ammirando la sottile libellula appoggiata sul cuscinetto in velluto, con la testolina formata da un piccolo diamante.

-Draco.. Ma cos.. E’ bellissima.-

Sussurrò alla fine, ammirando quel ciondolo senza parole.

-Ma sei pazzo!-

Reagì poi, quasi urlando.

-Avrai speso un capitale! Non dovev..-

Ma lui la interruppe mettendole una mano sulla bocca, quindi prese dal cuscinetto la catenella che teneva il ciondolo e gliela passò attorno al collo.

-Buon compleanno Hermione.-

Le sussurrò prima di tuffarsi nei suoi capelli e tornare a baciarla con passione.

*

Draco era palesemente irritato da quel sovraffollamento di esseri umani ad Hogsmead, tutti li riuniti perché come la sua fidanzata avevano letto sulla Gazzetta Del Profeta che quella notte la cittadina avrebbe mostrato le migliori decorazioni e scherzi di tutto l’ultimo secolo per halloween. George Weasley aveva personalmente lavorato per più di tre mesi per quell’evento, sponsorizzato da tutti i negozi della cittadina, compresa la prima filiale dei Tiri Vispi Weasley aperta al posto del vecchio Zonko.

Nonostante tutto Hermione sembrava una ragazzina, raggiante nel vedere tutte quelle cose e quindi sospettava che valesse la pena sopportare la ressa attorno a lui.

Accadde quando si separarono per qualche minuto che Hermione incontrò il Ministro della magia in persona.

-Signor ministro, buonasera!-

Salutò Hermione allegra Kingsley, che si aprì in un sorriso:

-“Signor ministro”, quante ossequiosità Hermione, pensavo che ormai avessimo passato questo passaggio.-

La ragazza sorrise imbarazzata e rispose:

-Mi scusi, è che non ci si vedeva da un po’ di tempo.-

L’uomo le sorrise paterno e rispose tranquillo:

-Effettivamente saranno un paio d’anni.. Sono felice di vederti tornata qui, hai trovato la tua strada?-

Chiese con un sorriso che lasciava intendere che la sapesse molto più lunga di quanto dovesse.

-Diciamo che finalmente mi sono decisa a incamminarmi.-

Ammise lei guardando di sfuggita Draco poco distante che si serviva al buffet. A Kingsley non sfuggì la cosa, quindi rispose:

-Sono anche molto felice di vedere come non solo tu abbia ritrovato la strada, ma anche qualcun altro si sia deciso a tornare tra noi.-

La ragazza lo spiazzò con un sorriso veramente felice e ammise:

-Diciamo che io e Draco ci siamo aiutati a vicenda.-

-E ora che intenzioni avete?-

Chiese curioso l’uomo, ricordando come lei fosse stata particolarmente brillante durante i suoi studi. Aveva sempre ritenuto che fosse uno spreco il fatto che non fosse entrata al ministero, perché aveva tutte le carte per poter far carriera.

-Non ci abbiamo ancora pensato sinceramente.-

Rispose lei francamente, quindi Kingsley prese la palla al balzo e propose:

-Non ti andrebbe un posto al ministero? Sai che le tue capacità non dovrebbero essere sprecate.-

La ragazza arrossì impercettibilmente e rispose:

-A dirla tutta non ho mai accantonato l’idea di entrare al ministero, mi piacerebbe poter far qualcosa di concreto per la lotta per la liberazione degli elfi domestici e per l’accettazione dei babbani.-

L’uomo annuì pienamente d’accordo, proponendole:

-Ti andrebbe di venirne a parlare con me un giorno? Persy mi parla sempre così bene di te. Se poi hai convinto Draco Malfoy allora non puoi che riuscire a convincere chiunque.-

Concluse l’uomo congedandosi subito dopo. Draco tornò dopo qualche minuto, con un sacchetto pieno di caramelle che porse alla fidanzata.

-Di che cosa parlavi con Kingsley?-

Chiese leggermente irritato lui, come se non preannunciasse nulla di buono quell’incontro.

-Niente di che, ha detto che è molto felice di vederci qui entrambi.-

La ragazza non si rese conto immediatamente di aver mentito a Draco, o almeno, di aver omesso un’importante informazione.

Non si riusciva a spiegare il perché l’avesse fatto, ma aveva paura che lui potesse arrabbiarsi sapendo che a lei non sarebbe dispiaciuto tornare nel mondo magico per sempre. Non gli aveva mai mentito, nel loro rapporto si erano sempre detti tutto, anche se quello andava a ferire i sentimenti dell’altro. Eppure in quel momento lei non se la sentiva di essere sincera, perché sarebbe significato che il loro rapporto esclusivo tra i babbani si sarebbe interrotto.

-Vieni, vuole conoscerti un’amica di mia madre, per capire come hai fatto a conquistarmi.-

Affermò Draco ridestandola dai suoi pensieri, quindi trotterellò dietro di lui fino a raggiungere una donna con i capelli neri raccolti in uno chignon e un portamento regale.

La prima cosa che provò Hermione fu un senso di irritazione, perché quella donna incarnava tutti i pregiudizi contro cui lei aveva sempre lottato.
Nonostante tutto la ragazza si presentò con un sorriso, porgendole la mano, che la donna fece finta di non vedere.

-Quindi tu sei Hermione Granger.-

Sibilò secca la donna a cui Draco l’aveva appena presentata, fissandola con sguardo critico, facendola sentire nel posto sbagliato. La conversazione fu breve e gelida, quindi Hermione riuscì a congedarsi in modo educato, con suo immenso sollievo.

-Era la madre di Astoria quella.-

Spiegò Draco quando si furono allontanati abbastanza, quindi Hermione rispose divertita:

-Ecco perché era così felice di vedermi!-

Ironizzò la ragazza ancora irritata da quella donna.

-Non mi è sembrato così terribile.-

Ribatté lui, ma Hermione commentò:

-Certo, perché tu non avevi quegli occhi puntati addosso come se qualcuno volesse staccarti la testa a morsi.-

-Quello è lo sguardo che hanno sempre le persone che conosco io.-

Spiegò lui, come se fosse la cosa più naturale al mondo per lui. Un brivido le percorse la schiena, ricordando quando lo stesso sguardo spietato era in quegli occhi grigi che così spesso osservava.

-Certo, quello sguardo schifato come se stessero guardando un rifiuto.-

Sbottò lei, irritata dal ricordo, lasciando la mano di Draco e incrociando le braccia arrabbiata.

-Dai, è solo perché tu sei una nata babbana. E’ ovvio che ti guardano così.-

La parola “ovvio” fece infiammare Hermione, che sibilò:

-No, non è ovvio. Non mi sembra che i signori Weasley abbiano mai avuto quella faccia quando entravo in casa loro.-

Lo sguardo del ragazzo si contrasse in una smorfia solo al sentire il nome Weasley.

-Non fare quella faccia, ti fa tanto sembrare la signora Greengras!-

Lui la squadrò con astio e rispose gelido:

-Tornatene dai tuoi Weasley se sono tanto migliori!-

-Non me lo faccio ripetere.-

Rispose lei con il medesimo tono gelido, allontanandosi nera di rabbia.

*

Hermione si guardò allo specchio, sistemandosi le pieghe del maglioncino che indossava e controllando di essere in ordine.

Era passato quasi un mese da quando avevano litigato a Hogsmeade ed entrambi avevano fatto finta che non fosse successo nulla, ancora troppo convinti del fatto che le loro idee fossero quelle giuste. Avevano optato per un’altra tregua, che per ora funzionava.

Draco l’aveva invitata fuori, non volendo dirle dove l’avrebbe portata, quindi non sapeva se si sarebbero diretti nel mondo babbano o in quello magico.

Aveva controllato e quella sera non c’erano incontri di quiddich degni di nota a cui Draco voleva assistere, quindi non l’avrebbe portata allo stadio. A teatro non c’erano particolari rappresentazioni quindi anche quella meta era esclusa.

Draco le aveva detto di vestirsi normalmente, ma la cosa la insospettiva ancora di più.

Sentì finalmente bussare alla porta e quando aprì si stupì di trovare Draco con indosso un’ampia felpa bianca e blu.

Non era abituata a vederlo in tenuta così sportiva, ma la cosa non le dispiaceva affatto.

-Allora sei pronta?-

Domandò lui con un sorriso malizioso sulle labbra, che fece arrossire Hermione, timorosa di quello che le sarebbe potuto succedere nel restare sola con quel ragazzo.

I due entrarono in ascensore, dove Draco dichiarò:

-Dobbiamo prendere una passaporta, si attiverà tra cinque secondi schiacciando il pulsante “5”. Attaccati al mio braccio.-

Hermione, visibilmente nervosa, si aggrappò alla manica di Draco, che la strinse a se schiacciando poi il bottone.

Impiegò qualche istante per trovare l’equilibrio, ma le forti braccia del ragazzo non la fecero cadere.

-Dove siamo?-

Domandò spaesata, cercando di capire dove si trovavano.

Erano in una cabina telefonica in un vicolo molto buio e stretto, da cui si vedevano diverse macchine sfrecciare nella strada di fronte.

Draco si aprì in un sorriso e rispose:

-Siamo molto lontano da casa, molto molto. Non per altro sono dovuto ricorrere d una passaporta e non alla smaterializzazione.-

Hermione lo guardò confusa, non capendo ancora dove si trovassero, finché due ragazzi non passarono sul marciapiede ad una decina di metri da loro chiacchierando.

La ragazza spalancò gli occhi stupita e domandò:

-Siamo in America? Quell’accento era inconfondibile!-

Draco si aprì in un sorriso e rispose allegro:

-Stiamo per vedere i Chicago allo United Center!-

La ragazza indietreggiò di un passo e guardò con la bocca spalancata il ragazzo, per poi boccheggiare:

-Ma tu sei pazzo!-

Draco scoppiò a ridere divertito, rispondendo poi con un’alzata di spalle:

-Dai, oggi è l’anniversario del nostro armistizio! Facciamo un anno! È un mio piccolo regalo per te, visto che mi nutri sempre.-

La ragazza arrossì impercettibilmente, passandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.

-Beh, grazie.-

Mormorò lei non sapendo bene cosa dire. Malfoy non sembrò far caso alla risposta ma prese per mano la ragazza iniziando a trascinarla verso lo stadio, sventolandole sotto il naso i due biglietti.

Prima di entrare nello stadio i due acquistarono due cappellini dei Chicago, ma Hermione si rifiutò di comprare il caratteristico dito da stadio che metà degli americani già indossava con orgoglio.

Il clima era festoso, mentre decine di persone entravano nello stadio intonando cori in onore della loro squadra.

Malfoy prese per mano la ragazza per non perderla, finché non trovarono i loro posti su cui si accomodarono raggianti.

-Draco sarà magnifico! Grazie!-

-Incorniciamo il momento allora!-

Propose lui prendendo la macchina fotografica e scattando una fotografia per rendere immortale il momento.

La partita iniziò una mezz’oretta dopo ed entrambi si sgolarono per fare il tifo alla loro squadra, mentre la serata scivolava velocemente.

In quel momento la litigata che aleggiava sempre nell’aria sembrava lontana anni luce, ma nessuno dei due sapeva come si sarebbero evolute le cose da li a poco.

 

To be continued.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Crack. ***


Il Draco della porta accanto.

Crack.
 

E la vita continua anche senza di noi,
Che siamo lontano ormai
Da tutte quelle situazioni che ci univano
Da tutte quelle piccole emozioni che bastavano
Da tutte quelle situazioni che non tornano mai!
Perché col tempo cambia tutto lo sai
Cambiamo anche noi.
Cambiamo anche noi.
-Vasco Rossi

Ma è quando le cose sembrano andare per il meglio che accade il peggio.
Incontri, parole, paure, pregiudizi, sangue.

 

-Come mai questa cena speciale? Si vede che sei un po’ agitata.-
Hermione deglutì a disagio, rendendosi conto di come ormai quel ragazzo la capisse al volo.
Sorrise incoraggiante e iniziò il discorso che da un paio di giorni continuava a riprovare davanti allo specchio:
-Allora, hai presente che Kingsley mi aveva proposto una chiacchierata?-
Il ragazzo annuì, alzando un sopracciglio annoiato, sapendo già dove sarebbe andata a parare la conversazione, mentre iniziava distrattamente a giocare con il cibo nel piatto.
-Beh, ecco, noi abbiamo discusso a lungo, ha tirato in ballo la mia carriera scolastica a Hogwarts, i miei voti eccellenti, il fatto che sia Percy che la professoressa Mc Granitt gli hanno sempre parlato molto bene di me..-
Iniziò Hermione agitata, contorcendosi le mani mentre cercava di incanalare il discorso nel modo giusto.
-Granger taglia corto, ho capito.-
La interruppe lui acido, per poi proseguire glaciale:
-Hai deciso di accettare qualche lavoro la dentro, giusto?-
Hermione annuì a disagio, notando con che sdegno avesse definito il ministero “la dentro”, come se fosse portatore di qualche grave malattia contagiosa.
-Bene, non ci voleva una cena così ben preparata per dirmi che mi molli in asso in mezzo ai babbani.-
Sbottò lui alzandosi e lasciando cadere il tovagliolo a terra, visibilmente arrabbiato.
-Draco non ti mollo in asso! Continuerò a vivere qui, ci vedremo tutte le sere e tutti i weekend!-
Protestò lei alzandosi a sua volta, pronta a inseguirlo se se ne fosse andato. Sapeva che lui l’avrebbe presa male, ma non pensava che facesse una scenata del genere. In fondo Draco sapeva da tempo che sarebbe successo, non era così stupido da non vedere che Hermione aveva ripreso la bacchetta e stava tornando ad usare la magia, come per riprendere la mano. Sapeva di essere stata scorretta a non confidargli subito la novità, ma voleva rimandare il più possibile tutto quello.
-Non essere ridicola. Inizierai a dover frequentare determinate persone e io diventerò presto
una pedina scomoda.-
Sibilò lui iniziando a camminare per la stanza nervosamente, mentre Hermione lo seguiva apprensiva con lo sguardo.
-Non dire stupidaggini! Io non farei mai una cosa del genere.-
Protestò lei indignata, ma lui la gelò con lo sguardo.
-Si, come no. Quando inizi?-
-Col nuovo anno.-
Ammise lei a malincuore, nella speranza di non mettersi a piangere e rendendosi conto solo in quel momento che era già metà novembre passato e mancava decisamente troppo poco.
-Bene. Ottima cena grazie. Ci vediamo domani.-
Sibilò Draco prima di uscire e tornò a casa sua, senza più una parola, chiudendo quella porta per mettere in chiaro di non seguirlo, perché aveva bisogno solo di tanto tempo da solo.

*

Era già iniziato il freddo da qualche settimana e il natale si avvicinava velocemente, rendendo il clima sempre più freddo.
I rapporti tra Draco ed Hermione si erano parecchio logorati da quando lei aveva annunciato il suo ritorno nel mondo magico, quindi la ragazza non si stupì particolarmente quando, tornando assieme dal college, con le mani in tasca lui affermò scontroso:
-Granger, guarda che questo weekend non ci sarò.-
La ragazza alzò gli occhi dalla strada di fronte a se e domandò curiosa:
-Come mai?-
-Fatti miei.-
La liquidò Draco freddamente. Decise di non indagare oltre, vista la poca collaborazione che avrebbe trovato al suo fianco.
Era ormai raro vederli ridere insieme o anche solo chiacchierare amichevolmente. Si limitavano a condividere la strada per andare e tornare dal college, spesso pranzavano divisi e ormai le cene insieme si limitavano al sabato sera dalla signora Simpson, la loro anziana vicina di casa.
A Hermione mancava tutto quello che c’era stato e sempre più spesso si chiedeva se ne fosse valsa la pena, ma come le aveva fatto presente Ginny per Draco era ora di crescere e capire che non aveva l’esclusiva della sua vita.
Sospirò sconsolata, mentre un bruttissimo presentimento si faceva largo in lei.

*

-Padre! Sei tornato.-
Esclamò il rampollo Malfoy entrando nel salotto del Malfoy Manor e osservando il genitore dalla porta.
Lucius sembrava invecchiato di almeno vent’anni, quando invece ne erano passati quasi quattro. Profonde occhiaie solcavano gli occhi leggermente sporgenti, che emanavano un luccichio sinistro, quasi folle; la pelle era giallognola e tirata e anche la statura di cui l’uomo era sempre andato fiero sembrava essere scomparsa.
Era l’ombra del grande Lucius Malfoy che era stato, un’esile figura impaurita.
Gli occhi dei due si scrutarono per qualche secondo e quando Draco mosse il primo passo verso il padre quello sibilò inviperito, con una forza che non gli sembrava propria:
-Non avvicinarti.-
Draco si immobilizzò e osservò il genitore con sguardo confuso.
Perché non doveva avvicinarsi al padre? Cos’aveva fatto?
-Non provare a toccarmi con quelle mani!-
Urlò il più anziano dei due, ritraendosi anche al tocco della moglie che lo affiancava.
-Cosa stai dicendo padre?-
Domandò il ragazzo spaesato dall’improvviso astio del padre.
Si aspettava un’accoglienza un po’ più calorosa, visto che ormai era quasi un anno che non si vedevano.
Sicuramente non si aspettava abbracci o scambi di baci, ma neanche così tanta freddezza.
-Cosa sei diventato Draco? Tu eri il mio orgoglio e ora ti sei schierato con il nemico.-
-Con.. Il nemico?-
Chiese Draco con un filo di esitazione nella voce.
-Non far finta di non capire!-
Sbraitò l’uomo, iniziando subito a tossire per lo sforzo.
Narcissa in un attimo fu affianco al marito e lo invitò a sedersi per calmarsi, lanciando a Draco un’occhiata che chiedeva comprensione.
-Siediti Lucius, non fa bene alla tua salute arrabbiarsi.-
-Padre, non vedo perché devi definire Hermione il nemico!-
Ribatté il giovane duro, non preoccupandosi dell’occhiata di rimprovero che gli venne subito lanciata dalla madre, a cui non diede peso. Sapeva di essere arrabbiato con Hermione perché aveva accettato quel posto al ministero anziché continuare a studiare con lui, ma non per questo avrebbe lasciato che il padre la insultasse.
-Cosa mi tocca sentire? Mio figlio, il mio unico figlio, che pronuncia il nome di una mezzosangue e la difende! Quella mezzosangue ha fatto in modo che noi finissimo ad Azkaban! Ha umiliato la nostra famiglia e il nostro nome! Come puoi familiarizzare con lei e fidanzarti addirittura? Ero lo zimbello di tutta Azkaban! Che ne hai fatto del mio Draco?-
Il tono straziato del padre penetrò nel profondo a Draco, facendolo tornare con la mente al passato.
Ricordò il rispetto reverenziale che lui aveva sempre avuto per il padre e che tutti avevano sempre avuto per lui, prima che loro due finissero ad Azkaban.
Quante volte si era riempito di orgoglio pensando alle sue origini pure.
E si rese conto che lui era cambiato, molto più di quanto dovesse.
Non era più Draco Lucius Malfoy ultimo baluardo della nobile casata di cui portava il nome.
Era una feccia, come i Weasley, che aveva accettato i babbani.
-Ti sei dimenticato il tempo che hai passato in quella prigione? Gli scherni, gli sputi, le umiliazioni che abbiamo subito noi Malfoy per colpa di gente come quella mezzosangue? Dimmelo Draco! Te ne sei dimenticato?-
L’uomo urlava con voce imperiosa, rotta solo dal profondo odio che provava.
-Ma padre! Lei non ha mai neanche provato a comportarsi così con me!-
La cercò di difendere Draco, ma nella sua voce non c’era tutta la convinzione che c’era stata qualche minuto prima, quando aveva affermato che la ragazza non fosse il nemico.
Negli occhi di Lucius passò una saetta di luce, capendo che il dubbio si era insinuato nella mente di Draco, quindi rincarò nuovamente:
-Lei non ti ha mai umiliato? Lei ha fatto di peggio. È stata vicino a te per finta pietà, per mostrare al mondo quanto lei fosse buona. Lei è l’eroina del mondo magico, quella dalla parte dei buoni. Ti avrà fatto credere di sentirsi sola, cambiata dopo la guerra.. Ma sono tutte palle. Stronzate di una mezzosangue.-
Gli occhi di Draco erano vitrei, ora che il dubbio stava iniziando a logorarlo e la sua mente stava iniziando a lavorare febbrilmente per ricostruire tutto il tempo passato con lei.
-E` una donna meschina, nient’altro.-
Sibilò Lucius capendo di aver vinto.
Draco uscì dalla stanza senza una parola, allontanandosi dalla casa della sua infanzia con passo veloce, per poi smaterializzarsi via.
Apparse in una via della periferia di Londra, dove si imbucò nel primo squallido locale e chiese la prima vodka di quella lunga giornata.
Aveva bisogno di pensare e di ritrovare le certezze nel liquido trasparente del suo bicchiere, convincersi nuovamente che lei non volesse fargli del male, che non stesse con lui per un doppio fine. Il Serpeverde era lui, non lei. Lei era una Grifondoro, quindi quei pensieri meschini non dovevano sfiorare la sua mente.
Eppure a quanto pareva non era realmente così.
Rientrò a casa a notte fonda, pallido in volto e stanco, con la testa che girava per il troppo alcool ingerito, mentre si godeva quella sensazione della mente annebbiata e senza pensieri.
Crollò sul letto per tuffarsi in un sonno agitato, pieno di ricordi e di rancore, in cui Hermione e suo padre si susseguivano veloci, mentre la prima lo tradiva e il genitore cercava di difenderlo. Hermione si trasformò poi in un gigantesco serpente che provò ad azzannarlo, ferendolo a morte.
Il mattino venne svegliato da i raggi del sole che penetravano dalle tende non tirate. Aveva il volto sudato e i brividi e quando si provò ad alzare in piedi un cerchio alla testa e una profonda nausea lo invasero.
Immediatamente corse in bagno, dove rimise tutto l’alcool del giorno prima, pentendosi di tutto quello che aveva bevuto, ma capendo che aveva ormai fatto una scelta.

*

Una cappa di nuvole occupava il cielo londinese, facendolo apparire ancora più grigio e tetro.
Un vento gelido sferzava sulle caviglie dei pendolari che anche quella mattina invernale andavano a lavorare, allietati però dalle decorazioni natalizie in ogni angolo.
Quella mattina Draco aveva nuovamente evitato accuratamente Hermione, quindi quando lei lo vide sulla strada del ritorno lo inseguì per chiedergli:
-Draco! Perché è da due giorni che mi eviti?-
Domandò quella irritata, stanca della lunaticità del ragazzo di quell’ultimo periodo. Era stufa di sopportare quegli sbalzi d’umore che sancivano le loro giornate, quindi era pronta a mettere in chiaro quella cosa.
-Granger, ti devo parlare.-
Rispose lui deciso, stupendola per quell’affermazione.
-Dimmi pure!-
Rispose lei leggermente preoccupata per l’espressione grave dell’amico.
-Granger, probabilmente noi dovremmo stare con le persone a noi destinate. Tu con uno come Weasley, che ti accetta per quello che sei, che non ti ha disprezzata per anni. Magari col fratello maggiore di Weasley che lavora al ministero, forse lui sarebbe il tuo uomo ideale.-
Hermione aggrottò la fronte e ribatté:
-Ma se tu hai sempre affermato il contrario!-
Non un’emozione passò sul volto di Draco, che rispose sbrigativo:
-Mi sbagliavo. Tu dovresti stare con uno così, come io dovrei stare con Astoria. Mi hai sempre detto tu che lei era stata creata apposta per me. Io sono fatto per stare con una come lei, non con te, come tu sei fatta per stare con un Weasley e non con me. Non è un caso se ad Hogwarts siamo finiti nelle due case rivali, non pensi?-
Concluse lui come se fosse l’ovvia conclusione di tutto.
-Draco, cosa stai blaterando?-
Chiese la ragazza confusa, non capendo dove volesse arrivare.
Non aveva mai fatto un discorso del genere, aveva anzi sempre negato tutte quelle cose.
-Sto dicendo l’ovvio, quello che non avrei dovuto far mai cominciare. E` iniziato come un dispetto per i tuoi amichetti, non pensavo la cosa sarebbe potuta andare avanti e diventare così seria.-
Ribatté lui, mentre un’ombra gli offuscava il volto.
La ragazza stava per rispondere, ma lui proseguì con aria sprezzante:
-Granger, io ti ho usata senza farmi problemi di alcun tipo, hai riabilitato il mio nome quanto ne avevo bisogno, ora non mi fai più comodo mi spiace.-
Eppure, anche se era una frase tipica da Draco Malfoy, che ad Hogwarts sarebbe risultato credibile, in quel momento non convinse pienamente Hermione.
Non poteva essere così di nuovo, non dopo tutto quello che avevano passato insieme.
Lo sguardo che si trovò davanti però la lasciò senza fiato, facendo morire in un solo istante anche la sua ultima speranza che fosse tutta una menzogna.
-Perché mi stai dicendo questo? Cos’è successo?-
Domandò lei esitante, alla ricerca di una nota di pentimento negli occhi del ragazzo.
Draco non rispose, ma i suoi occhi di ghiaccio fecero capire ad Hermione che non c’erano speranze di contrattare.
Non versò una lacrima la ragazza, non una.
Lo guardò per un’ultima volta e con un sorriso amaro mormorò:
-E io che mi ero innamorata di te Draco, pensavo che fossi cambiato. Mi ero completamente sbagliata. Addio.-
Si girò e si allontanò velocemente, scomparendo dalla vista del ragazzo. Non una lacrima solcò il suo viso fino a casa, dove si lasciò andare sul letto a tutte le lacrime amare che aveva trattenuto.
Draco la osservò scappare via, senza un’espressione sul volto pallido. I capelli accuratamente pettinati lo facevano apparire come quel Draco Malfoy che aveva frequentato la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Non una lacrima solcò il suo viso, non un ripensamento attraversò la sua mente.
Aveva drasticamente chiuso quell’aborto di relazione che non sarebbe mai dovuto nascere e l’aveva fatto da vincente.
Ricacciò in fondo alla sua testa le ultime parole di Hermione “E io che mi ero innamorata di te Draco”, in modo che non riaffiorassero mai più e mai più andassero ad intralciarlo.

*

A volte l’orgoglio uccide, l’orgoglio frega, l’orgoglio distrugge.
Si, l’orgoglio distrugge inesorabilmente perché esistono persone come Draco Malfoy che resteranno sempre incatenate a quell’orgoglio che fa straziare l’anima.
Quel giorno disse addio a quella donna che per quel breve periodo aveva cambiato la sua vita, che l’aveva reso felice.
La causa di quell’addio fu il suo orgoglio.
Perché l’orgoglio non è sempre qualcosa di buono.
Mise a tacere quel urlo straziante del suo cuore con una risata quasi isterica, rabbiosa. Lui era un Malfoy e aveva vinto anche questa volta. Aveva fatto sua quella donna, l’aveva fatta innamorare di lui e ora l’aveva lasciata, distrutta, ferita.
Era uscito dalla sua vita con quel suo sorriso strafottente, che lo faceva sentire superiore a quel mondo pieno di sentimenti. 
Perché lui era superiore, lui era un purosangue, non era una feccia come tanti altri. Faceva parte dell’élite del mondo, quella che poteva decidere dei sentimenti altrui.
E quell’urlo non si presentò più alle sue orecchie.
Perché lui era Draco Malfoy, perché lui era un purosangue che non si sarebbe mai mischiato seriamente con qualcuno di sporco come quella ragazzina.

-To be continued?

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Encounters, again. ***


Il Draco della porta accanto. 

Encounters, again.

 

Certe offese non feriscono,
Certi abbracci non coinvolgono,
Certi sorrisi non rallegrano,
E una mano sopra un’altra non significa nulla.
Certo, dipende di chi è la mano in questione.
Ecco perché questo tocco, leggero e delicato,
Brucia.
 -Dorotea De Spirito




Il tempo passa senza che una persona se ne accorga, i giorni volano, le stagioni segnano e gli anni infine si aggiungono.

Ne erano passati già due da quel giorno in cui Draco Malfoy fece un cambio radicale nella sua vita, troncando qualsiasi rapporto con l’allora fidanzata Hermione Granger.

Da allora aveva ripreso la sua “vecchia vita”, tornando a frequentare gli ex compagni Serpeverde e a camminare a testa alta, guardando tutti dall’alto in basso. Aveva trovato lavoro al ministero, senza però gli agganci del padre, ma mostrando semplicemente le sue capacità, come suo malgrado gli aveva insegnato a fare la Granger.


Draco Malfoy entrò a passo sicuro nella sala dei ricevimenti del ministero della magia, sfoggiando uno smoking color crema e il suo ghigno migliore.

Stringeva al suo fianco una raggiante Astoria Greengrass, al culmine della sua bellezza, racchiusa in un sinuoso vestito nero, che lasciava intravedere le curve perfette del suo corpo.

Mentre i due entravano nella stanza gli occhi dei presenti venivano attirati da tanta bellezza nobile e tutti erano d’accordo sul fatto che fossero semplicemente perfetti assieme.

Le malelingue però non mancavano, chi diceva che fosse solo un fidanzamento di comodo, chi mormorava che in realtà entrambi fossero impegnati in altre relazioni clandestine.

Ma le offese non scalfivano i due, pieni com’erano di orgoglio per gli occhi ammiranti che nonostante tutto li seguivano.

Draco e Astoria avevano fatto loro un aforisma di un famoso poeta babbano “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli.” e di loro sicuramente tutti parlavano.

Dalla parte opposta della stanza, quasi nello stesso momento, entrarono due coppie, che attirarono tanto l’attenzione quanto l’entrata in scena di Draco e Astoria.

A passo sicuro avanzavano Harry Potter e Ginny Weasley, neo sposini dopo diversi anni di fidanzamento. La rossa indossava un abito lungo e blu, che contrastava con i suoi capelli, rendendola così ancora più luminosa e se ci si soffermava sul suo ventre si poteva cogliere una leggera pancia, che lasciava intendere che qualcuno stesse iniziando a crescere.

Il marito al suo fianco era rinchiuso in uno smoking nero, abbinato ad una cravatta dello stesso blu del vestito di Ginny. I capelli perennemente scompigliati dell’uomo donavano un tocco giovanile alla sua figura, assieme agli occhi verdi che spuntavano dietro le lenti degli occhiali.

Alle loro spalle c’erano Viktor Krum ed Hermione Granger, che avanzavano chiacchierando tra loro, tenendosi a braccetto.

Victor ed Hermione erano tornati a frequentarsi da circa sei mesi, ma nessuno sapeva che rapporto intercorresse realmente tra i due. Si frequentavano e spesso apparivano assieme agli eventi mondani, ma nessuno aveva mai visto i due scambiarsi effusioni.

Gli occhi di molti si puntarono su questa coppia dalla storia tempestosa, nata dopo la fine della relazione tra Draco Malfoy ed Hermione Granger, di cui nessuno sapeva la vera causa della fine e se veramente fosse mai esistita una storia tra due individui tanto diversi.

Nessuno dei due sembrava avere il cuore spezzato quando avevano annunciato la loro separazione e, se da Draco Malfoy tutti si aspettavano una reazione del genere, non in molti si aspettavano una tale freddezza da parte della ragazza.

Avevano entrambi ripreso le loro vecchie relazioni, senza fare mai parola di quell’anno che avevano passato insieme, come se fosse stato un inciso tralasciabile nelle loro vite.

Dopo i convenevoli il ministro della magia e la moglie aprirono le danze, venendo poi raggiunti da tutte le altre coppie.

Astoria strinse più forte al suo fianco il fidanzato vedendo arrivare i fotografi e Draco tentò di scostarsi un po’ da quell’abbraccio soffocante, cercando di non far notare la cosa ad occhi esterni.

Non amava il contatto fisico, soprattutto in pubblico, soprattutto con lei.

-Dai Draco, sorridi ai fotografi!-

Cinguettò Astoria mettendosi in posa con lui, che l’assecondò con il sorriso più falso che trovò.

Aveva caldo in quella stanza piena di persone e non aveva alcuna voglia ne di ballare, ne di farsi immortalare in qualsiasi fotografia, ma a quanto sembrava la sua fidanzata non se n’era accorta. Avrebbe preferito il tranquillo salotto della sua villa, magari con qualche lettura interessante sul quiddich, ma quella sera gli era toccato presenziare all’evento mondano, quasi fosse un suo dovere in quanto Malfoy.

Per sfuggire ai fastidiosi flash Draco trascinò la ragazza nel mezzo della sala da ballo, in quel momento ai suoi occhi come il minore dei mali.

Intravide poco distante una ragazza di spalle, con un lungo vestito verde smeraldo. Non capiva chi potesse essere, eppure gli ricordava qualcuno.

Sicuramente si trattava di una ex Serpeverde, visto il colore del suo vestito e probabilmente l’aveva già vista ad Hogwarts anni prima, anche se non ricordava nessuna della sua casa con quel colore di capelli.

La sua attenzione fu immediatamente catturata dalla risata di Ginny Weasley che rideva di cuore a una battuta del marito. Si incantò a guardare la scena, rendendosi conto di come Astoria non ridesse quasi più e, soprattutto, che lui non si lasciava mai ad andare a battute con lei.

Era diversa quando stavano insieme alla scuola di magia e stregoneria, non era più quell’adolescente innamorata, ma ormai era una donna matura. I difetti che un tempo intravedeva in lei ora erano più marcati, parte del suo carattere, e spesso questa cosa lo irritava in modo spropositato.

Facevano fatica a trovare dei compromessi, entrambi troppo egoisti per piegarsi al volere dell’altro, o magari entrambi per nulla interessati a cercare di accontentare l’altro.

La vista di Ginny lo mise davanti all’evidenza che lui non sarebbe mai riuscito ad essere così con la sua donna, ma cercò di mascherare il tutto con un ghigno orgoglioso, tornando a concentrarsi sul ballo e lanciando uno sguardo sdegnato a quei due ballerini troppo rumorosi.

Si accorse dopo pochi secondi che le coppie si stavano scambiando e quindi prese la mano più vicina, lasciando Astoria a un muscoloso giocatore di Quiddich.

Era un tocco leggero e delicato, quindi strinse la manina fresca prima di sentirla irrigidirsi. La sua attenzione si spostò quindi sulla ragazza di fronte a lui, che si accorse con sorpresa era quella con il vestito verde smeraldo che aveva notato prima.

La mano che prima sembrava così fresca divenne in un attimo bollente e Draco allentò la presa.

Gli occhi che aveva di fronte erano uno specchio di ghiaccio e subito fu consapevole che quelli erano gli occhi che lui aveva creato.

Si bloccò in mezzo alla pista, non sapendo come comportarsi, mentre Hermione Grager, di fronte a lui, lo osservava glaciale.

Dopo qualche secondo iniziò a muoversi lentamente in cerchio, come se stesse ballando, sfiorando il fianco della ragazza con la mano, ma stando attendo a non toccare quella stoffa leggera. Lei invece, più coraggiosa da vera grifondoro qual era stata, appoggiò la mano libera sulla spalla del ragazzo, mascherando perfettamente il brivido che la percorse nel compiere quel gesto.

-Hermione Granger.-

Sibilò Draco inchiodando quegli occhi cioccolato nei suoi.

-Draco Malfoy.-

Commentò lei di rimando con il medesimo tono. Sul volto del biondo si dipinse un sorriso divertito, mentre continuavano a volteggiare lentamente per la sala.

-Ti trovo bene.-

Osservò Malfoy, analizzando ogni centimetro di stoffa a sua disposizione, per poi aggiungere:

-Un ottimo colore il tuo vestito grifona.-

Lei scoppiò a ridere divertita, per poi rispondere calma, ma con quella punta di acidità che a Draco non sfuggì:

-E` stato un regalo di un amico, nonostante l’avrei preferito di un bel rosso fuoco. Non mi si addice il colore delle serpi.-

Il biondo non fece in tempo a rispondere che Hermione sfuggì alle sue braccia per capitare tra quelle di Harry.

Restò ad osservarla volteggiare via per qualche secondo, mentre un vago senso di malessere si impossessava di lui.

-Stavi ballando con Malfoy?-

Chiese il ragazzo sopravvissuto stupito all’amica, che rispose secca:

-Scherzi del destino. Non c’è altra ragione.-

-O semplice destino?-

Domandò il ragazzo con una punta di malizia nella voce, mentre gli occhi gli scintillavano divertiti.

-Oh, non ricominciare con questi discorsi Harry. Io e lui non eravamo fatti per stare insieme, lui è il purosangue per eccellenza, mentre io sono una mezzosangue. Lui era una serpe, io una grifona. Lui un mangiamorte, io dall’altra parte. Non era cosa che io e lui stessimo insieme.-

Rispose irritata la ragazza, sapendo di aver già ripetuto quelle cose all’amico decine di volte. Non capiva come mai Harry, che aveva sempre odiato Malfoy con tutto se stesso, da quando si erano lasciati provava un’innata simpatia nei confronti dei biondo e ad ogni discussione cercava di mettere una buona parola per lui.

-Eppure ci siete stati! E non mi dire che non eravate innamorati!-

Osservò Potter con tono ovvio.

-No Harry.-

Ribatté Hermione gelida per chiudere il discorso. Vedendo però che l’amico stava aprendo la bocca per ribattere aggiunse:

-Se fossimo stati innamorati innanzitutto lui non mi avrebbe lasciata e soprattutto io l’avrei inseguito per convincerlo a restare con me.-

-Non l’avete fatto perché siete due testoni.-

Ribatté lui convinto, ma Hermione alzò un sopracciglio scettica e ribatté:

-O perché eravamo consapevoli che fosse tutto sbagliato?-

-Herm.. Non è da te reagire in questo modo.-

Implorò lui stanco, nella vana speranza che l’amica si lasciasse intenerire.

-Harry è passato. Non ci voglio più pensare e l’unica cosa che voglio fare ora è godermi la vita.-

Concluse la Granger fermandosi e andando a prendere da bere dall’altra parte della stanza.

Era irritata dall’insistenza di Harry nel sostenere che lei e Draco fossero stati innamorati. Non era vero, se no non sarebbe finita in quel modo.

Venne riscossa dai suoi pensieri quando la voce famigliare di Butler, l’uomo a capo dell’ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani, non che capo di Hermione.

-Hermione cara, il vestito che ti ho regalato ti sta d’incanto! Sono proprio felice tu l’abbia indossato questa sera.-

La ragazza sorrise imbarazzata e rispose:

-E` veramente magnifico! Peccato per il colore le ripeto..!-

Concluse lei scherzosa. Butler la trattava come la nipote che non aveva mai avuto, riempiendola di attenzioni e guardandola orgoglioso per ogni suo successo. Alla ragazza quelle attenzioni non dispiacevano perché, visto che i suoi genitori erano ancora in Australia, il suo capo era la figura più simile ad un genitore che potesse avere.

-Sei proprio un’ex grifondoro mia cara! Volevo cogliere l’occasione di questo party per poterti presentare il tuo nuovo partner.-

-Mi spiace veramente tanto che Baldwin si sia infortunato la scorsa settimana, se avessi saputo che era un lavoro così pericoloso ci sarei andata io al suo posto. Starà fermo per molto tempo?-

Chiese la ragazza preoccupata, quindi l’altro la rassicurò:

-Non è così grave, ha però deciso di prendersi una pausa e recuperare il mese di ferie che aveva in arretrato. Lo rivedrai prima di quanto pensi. Nel frattempo ti presento il tuo nuovo partner!-

Cinguettò gioioso l’uomo prendendo sotto braccio Hermione e portandola verso un gruppetto di persone appartate in un angolo della sala.

-Eccoci qua!-

Esclamò attirando l’attenzione del gruppetto.

Hermione osservò distrattamente il gruppo che aveva di fronte e riconobbe delle vecchie conoscenze serpeverde.

Theodore Nott era appoggiato al muro e le sorrideva amichevolmente, quindi la mora ricambiò con un sorriso sincero, contenta nel rivederlo.

Alla sua destra stava Goyle che squadrava in modo ostile la ragazza, che lo evitò accuratamente.

Il resto del gruppo era formato da Pansy Parkinson, Millicent Bulstrode, le sorelle Daphne e Astoria Greengrass, che dedicarono uno sguardo sdegnato alla ragazza, ed infine proprio Draco.

Hermione si sentì gettata nel covo delle serpi, sentendo addosso gli sguardi ostili dei presenti, ad eccezione di quello amichevole di Theodore e menefreghista di Draco, che era concentrato su un punto lontano alle sue spalle.

Non riusciva a capire come il suo nuovo partner potesse appartenere a quel gruppo, lei lavorava con i babbani e i presenti odiavano i babbani, ad eccezione di Nott, che ricordava gli trovasse “esseri dalle curiose abitudini”, non che quella fosse una descrizione lusinghiera.

Restò impietrita mentre Butler allungava il braccio e prendeva quello di Malfoy per avvicinarlo.

-So che vi conoscete già! Hermione, Draco Malfoy è il tuo nuovo partner! Lui si che è un buon partito, mica come il bulgaro che frequenti!-

Concluse scherzoso, per smorzare l’aria pesante che aveva captato.

Lo sguardo delle sorelle Greengrass stava traforando l’ex grifondoro, ma lei sembrò non darci peso, infatti si aprì in un sorriso falso e rispose ironica:

-Oh si, signor Butler, proprio un ottimo partito Malfoy. E poi non si lamenti che Viktor le regala sempre i biglietti per vedere la Bulgaria!-

L’anziano scoppiò a ridere e rispose:

-E` vero, lo ammetto! E` molto conveniente il tuo fidanzato per uno come me!-

-Non è il mio fidanzato..!-

Si lamentò Hermione e Butler ribatté ridendo:

-Certo, tra voi giovani non si usa dire di essere fidanzati! Ci si frequenta!-

Concluse ridendo ed allontanandosi con la ragazza, prendendola a braccetto.

-Ci vediamo presto signor Malfoy, non si preoccupi!-

Il biondo rimase intontito dalla scena appena accaduta, quindi Theodore lo strattonò via dicendo:

-Io e Draco andiamo ad affogare le nostre sofferenze nell’alcool signore! A tra poco!-

Quando le orecchie indiscrete furono abbastanza distanti Theo domandò:

-Quindi?-

Draco lo guardò scontroso e commentò:

-Quindi sembra che la mia fortuna, come sempre, stia giocando a scacchi contro di me.-

To be continued.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Cowardly. ***


Il Draco della porta accanto.

Cowardly.

Non l’amavi.
Perché non si distrugge la persona che si ama.
-Grey’s Anatomy

-Buongiorno!-
Tuonò una massa di lunghi capelli rossi irrompendo nel tranquillo appartamento di Hermione Granger, andando ad accomodarsi sul divano e depositando sul tavolino di fronte a lei due cappuccini compresi di brioches.
Dei tiepidi raggi del sole filtravano dalle tende tirate, creando una penombra molto intima all’interno del salotto.
Era mattina presto, infatti Hermione si era appena alzata da letto ed era ancora in pigiama. Dovette socchiudere gli occhi quando la luce del pianerottolo l’accecò e Ginny le si parò davanti, scansandola poi agilmente.
-Ti ho portato la colazione Herm!-
Trillò quella allegra, osservando la faccia assonnata e un po’ sbigottita per quell’irruzione in casa dell’amica.
-Ginny, cosa ci fai qui?-
Domandò quindi confusa la padrona di casa, sedendosi sulla poltrona.
-Te l’ho detto! Ti ho portato la colazione!-
Ripeté allegra Ginny, aprendo il sacchettino delle brioches e sistemando dei tovaglioli sul tavolo, pronta ad aggredire la sua colazione, mentre il profumo dei dolci iniziava ad aleggiare nella stanza.
-Non ti dico che fatica ho fatto a svegliarmi a quest’ora! Ho bisogno di tanto, tanto caffè!-
La mora sorrise, cercando di svegliarsi per star dietro al fiume di parole della migliore amica, e prendendo la sua parte di colazione iniziò a mangiare con calma. Ginny la intrattenne con tutti i pettegolezzi che aveva scoperto la sera prima alla festa del ministero, che andavano dalla nuova fiamma di Padma Patil alla carriera lavorativa di Jimmy Peakes.
-Non ti dico quante domande mi abbiano fatto su te e Viktor! Ma ho risposto che siete amici e se volevano sapere qualcosa di chiedere a te!-
Concluse la rossa stiracchiandosi sulla poltrona e mettendosi più comoda.
-Sei stata magnifica!-
Ribatté l’amica finendo di masticare la brioches.
Con quel clima le due conclusero la colazione, finché la mora ammise un po’ in imbarazzo:
-Grazie per avermi tirato su Ginny. Avevo bisogno di qualcuno che mi distraesse.-
-Ti va di parlarne?-
Chiese quella preoccupata, accarezzando il ginocchio di Hermione, ben sapendo quanto dovesse averla scossa il fatto di non solo rivedere ma anche di dover ballare con Malfoy.
-È stato strano vedere Draco, non l’avevo più incontrato da quando è successo. Avevo accuratamente evitato i posti che poteva frequentare e al massimo l’avevo intravisto in giro per il ministero, ma non avevamo mai parlato. È stato parecchio strano.–
Ripeté Hermione, visibilmente ancora confusa dagli avvenimenti della sera precedente.
-Ce l’hai su con lui?-
Domandò quindi senza giri di parole Ginny, che tra tutte le sue qualità possedeva anche il dono della schiettezza. Gli occhi castani della ragazza, contornati da quelle lentiggini che Hermione adorava, la scrutavano attenti.
-No, affatto. È come se nel mio cuore sapessi sin dall’inizio che sarebbe finita in questo modo. Insomma non mi fidavo così tanto di lui.-
Cercò di tergiversare la più grande delle due, per non dover ammettere la cruda verità.
-Eppure eri felice.-
Sbottò Ginny ancora una volta troppo schiettamente, aprendosi poi in un sorriso di scuse per lo scarso tatto.
-Dai Herm, siamo sincere. Non ti ho mai vista così contenta come in quel periodo, anche se tu fai fatica ad ammetterlo. Dovresti dargli una seconda possibilità, almeno come amico!-
La mora scoppiò a ridere, sentendo come proprio una Weasley stesse difendendo Draco Malfoy.
Hermione si alzò e si stiracchiò, annunciando poi:
-Vedrò cosa fare, visto che molto presto me lo ritroverò in ufficio.-
Ginny sogghignò e aggiunse:
-Sarà molto divertente!-

*

Quella mattina fu per Draco Malfoy strana.
Aveva dormito male, la notizia della sera prima l’aveva parecchio scosso facendolo cadere in un sonno agitato e pieno di sogni che si fondevano ai ricordi.
Non aveva più rivolto la parola ad Hermione da quando l’aveva lasciata ed era stato quindi quasi imbarazzante la sera prima ritrovarsi a ballare con lei.
La sua faccia tosta aveva però avuto la meglio come sempre, impedendo a tutti quei sentimenti che l’avevano torturato tutta notte di tornare a galla.
La sorpresa più grande era stata però il ritrovarsi come suo partner.
Sapeva che l’avrebbero presto trasferito di ruolo, ma non avrebbe mai immaginato che l’avrebbero lasciato nel dipartimento dei babbani. Avevano usato la scusa che lui, avendoci vissuto in mezzo per un anno, conosceva meglio di molti altri le loro strambe abitudini.
Non aveva però collegato che proprio Hermione Granger era a capo di quella divisione.
Sbuffò guardandosi allo specchio e osservando i tratti del suo volto.
Era sciupato in quel periodo, non come dopo Azkaban, ma aveva sicuramente visto giorni migliori. Gli occhi erano leggermente infossati, mentre delle occhiaie iniziavano ad intravedersi sotto la pelle color porcellana.
I capelli erano sempre fili d’orati, ma avevano perso qualcosa della loro lucentezza, apparendo quasi bianchi quando restava sotto il sole.
E fu col cuore pesante che quella mattina entrò al ministero.
-Buongiorno Granger.-
-Malfoy.-
Rispose quella facendo un cenno col capo, senza distogliere l’attenzione dallo studio di un pallone in cuoio stregato.
Il biondo si accomodò su una sedia di fronte alla scrivania della collega ed attese in silenzio.
Lo studio in cui si trovavano era un posto angusto e senza abbastanza ricambio d’aria per i gusti di Draco. Una parete era quasi totalmente occupata da un ampio armadio a muro, mentre le altre erano piene di mensole grondanti di fogli e raccoglitori e pergamene dall’aria consunta.
In fondo alla stanza erano posizionate due scrivanie poste a L tra loro e in quella principale Hermione era impegnata nel suo lavoro, quindi Draco suppose che l’altra fosse quella destinata a lui.
Dopo una decina di minuti in cui il biondo si limitò a guardarsi in giro la ragazza alzò gli occhi sospirando e considerando finalmente il nuovo arrivato.
-Eccomi qua Malfoy, scusa l’attesa. Innanzitutto benvenuto.-
Annunciò con tono piatto, che non lasciava trasparire neanche un po’ di quell’entusiasmo che avrebbe dovuto dimostrare nel dare il ben arrivato ad un nuovo membro del suo team.
Il ragazzo biascicò un “grazie” altrettanto poco convinto, ma lei sembrò non accorgersene e prendendo un grosso manuale e appoggiandolo sulla scrivania di Draco iniziò a parlare a raffica:
-Allora il nostro lavoro consiste nello scoprire gli oggetti babbani che sono stati stregati, dobbiamo quindi assicurarci che dati oggetti vengano isolati e resi innocui. Il pallone di prima per esempio era stato stregato da un ragazzino, che aveva fatto in modo che solo lui fosse in grado di farlo finire nella porta. Dobbiamo poi compilare milioni di scartoffie per ogni caso che affrontiamo.-
Gli occhi scuri di Hermione erano stati ben attenti a non incrociare mai quelli chiari del ragazzo, che invece la fissavano intensamente.
-Capito.-
Mormorò Draco quando lei s’interruppe, come per captare un suo segno d’approvazione.
Sorrise soddisfatta e riprese velocemente:
-Allora se non ci sono domande al lavoro! Nella cesta affianco alla tua scrivania ci sono degli oggetti babbani che sospettiamo siano stregati, devi capire cos’abbiano che non va, anche consultando le cartelline che troverai in allegato, in modo da poter trovare la contro fattura e sistemarli. Per ogni oggetto, come ti accennavo prima, dovrai poi compilare il fascicolo che trovi sul tavolo. Dimmi pure se hai problemi.-
Detto ciò Hermione tornò a concentrarsi sui suoi fogli o oggetti, comportandosi come se Draco non esistesse affatto, lasciandolo interdetto.
Il biondo si scompigliò i capelli irritato dalla poca considerazione e si mise al lavoro in silenzio, sicuro che sarebbe stata una lunga e pesante mattinata.
Dopo pranzo il clima nella stanza non era affatto cambiato e Draco aveva il principio di un mal di testa che lo irritava notevolmente.
Si decise quindi a chiedere quello che da tutta la giornata martellava nella sua testa.
-Non sei arrabbiata con me?-
Chiese Draco titubante, avendo anch’esso paura della risposta che poteva ricevere.
La ragazza si bloccò con la piuma ancora premuta sulla pergamena, alzando gli occhi ma stando ancora ben attenta a non incontrare quelli del ragazzo.
-Perché dovrei? Cosa mi sarei potuta aspettare da un codardo come te?-
Hermione lo chiese con semplicità, mista ad una freddezza che non le era propria.
Draco non rispose.
Si sarebbe aspettato una scenata, come quando era tornato da Astoria, si sarebbe aspettato di essere chiamato “porco”, “pezzo di merda”, ma non codardo.
Perché quella parola lo feriva veramente, sapendo di esserlo sempre stato nella sua vita.
Era sempre scappato da tutto.
Come un codardo.
Hermione capì di aver vinto quella battaglia, visto il silenzio del ragazzo e quindi proseguì con la compilazione delle carte sulla sua scrivania.
Avrebbe potuto inferire, ma non lo fece, perché lei non era una serpe.
-L’ho fatto per mio padre.-
Affermò serio Draco dopo parecchi minuti, continuando a leggere una cartellina che aveva tra le mani.
Hermione non rispose, quindi quello proseguì:
-Me lo chiese quando già stava male. Non potevo dirgli di no.-
-Draco, non voglio giustificazioni.-
Ribatté lei seria, guardandolo per la prima volta negli occhi.
Un brivido gli percorse la schiena sentendosi chiamare ancora una volta per nome.
Lei riusciva a mettere in quel nome qualcosa di più di tutti gli altri. Non era un nome quello che chiamava lei, era una persona vera e propria.
Quegli occhi poi lo lasciarono per un momento interdetto, ricordandogli quante volte si era specchiato nella loro sincerità e lealtà.
Quella Hermione che aveva conosciuto anni prima era ancora la, nascosta sotto una corazza per non essere ferita ancora una volta.
-Non servono ora. Tu mi hai detto che non eravamo fatti per stare insieme ed effettivamente avevi pienamente ragione. Ti ho detto che non sono arrabbiata ne ho risentimenti verso di te, quindi smettila di pensarlo.-
Spiegò lei categorica, ravvivandosi i capelli con una mano.
-Granger..-
Biascicò il ragazzo, non sapendo neanche lui come proseguire quella frase.
-Lavoriamo, che ci sono mille scartoffie in arretrato, per favore.-
Lo interruppe lei seccata da tutto quel parlare.
Draco sbuffò annoiato.
Aveva voglia di chiacchierare con Hermione, anche di argomenti stupidi, perché in quell’anno che avevano passato insieme aveva imparato a distendere i nervi parlando con lei, a dimenticarsi per un attimo di tutti i suoi problemi.
Hermione però non era della stessa idea, troppo ligia al dovere com’era, e, nonostante avesse detto di non essere arrabbiata con lui, Draco era consapevole che lei gli serbasse del rancore.
Il biondo rincominciò a compilare i moduli, cercando di distrarsi da tutti i pensieri che gli affollavano la mente e facendo così concludere il pomeriggio.

*

-Allora, com’è andato il tuo primo giorno di lavoro? E la tua capa troppo sexy?-
Scherzò Theodore buttandosi su una poltrona del salotto Malfoy.
Draco era tornato a vivere al Manor dopo aver abbandonato il mondo babbano, dove gli elfi lo veneravano e sua madre lo viziava come aveva sempre fatto. Non gli mancavano le lotte con la lavatrice, che più di una volta aveva fatto sparire qualche suo calzino, quasi come se anche lei agognasse la libertà. Non gli mancava neanche doversi sistemare il letto da solo o addirittura tenere pulita la casa. Il Manor era tutto quello che desiderava.
Il biondo gli lanciò un’occhiataccia, mentre riponeva nella vetrinetta il whisky incendiario con cui aveva riempito il suo bicchiere.
Quando anche il rampollo Malfoy si fu adagiato sulla poltrona accanto all’amico, Theo chiese nuovamente:
-Allora? Sei in silenzio stampa?-
Draco sbuffò irritato dall’insistenza dell’amico e, dopo aver inghiottito buona parte del liquido presente nel suo bicchiere, rispose:
-Come vuoi che sia andata? E` un’odiosa secchiona come è sempre stata! Tutta concentrata sul suo lavoro senza considerare nessun altro.-
Il moro scoppiò a ridere sinceramente divertito dalla caparbietà dell’amico e rispose, in modo da stuzzicarlo:
-Perché devi mentire a te stesso? So benissimo che ti piace ancora.-
-Non dire cazzate.-
Sibilò Draco fulminandolo con gli occhi ridotti a due fessure, nella vana speranza di chiudere l’argomento.
-Io sto con Astoria, nessun’altra.-
-Non metto in dubbio che tu stia con la Greengrass e il tuo orgoglio non te la farebbe mai tradire, ma non sei felice.-
Draco si scolò un altro bicchiere di whisky incendiario e non rispose, quindi l’altro proseguì:
-Io non voglio una risposta, voglio solo che tu sia sincero con te stesso. Draco, ci conosciamo da anni ormai e penso di poterti definire il mio migliore amico, quindi voglio solo il tuo bene ricordalo. Con Astoria tu sei felice come lo sei stato con la Granger?-
Draco sbuffò, appoggiando il bicchiere sul tavolo davanti a lui ed accavallando le gambe, calando sul viso una perfetta maschera di freddezza e orgoglio tipica dei Malfoy, quindi rispose:
-Theo, io non l’amavo. Perché non si distrugge la persona che si ama. Non l’avrei lasciata per così poco, avrei convinto mio padre di quanto lei fosse eccezionale. Ma non l’ho fatto.-
Nott si mise dritto sulla poltrona, quindi inchiodando Draco con gli occhi rispose schietto:
-Non l’hai fatto perché hai avuto paura, non perché non le volessi bene. Hai scelto la strada semplice, quella che sei sempre stato convinto fosse stata fatta per te. Non hai cercato di cambiare il tuo destino come avresti dovuto.-
Draco non rispose, quindi Theo si alzò e gli versò un altro bicchiere di whisky, senza una parola.
-Oggi ha detto di non essere arrabbiata con me, perché non si poteva aspettare altro da un codardo come me.-
Sussurrò Draco guardando fisso il liquido ambrato nel suo bicchiere, mentre una ruga solcava la fronte liscia.
-Avrei preferito che mi avesse cruciato o insultato in qualsiasi lingua.-
Proseguì come immerso nei suoi pensieri, mentre l’amico lo osservava preoccupato. Sembrava improvvisamente invecchiato facendo quelle affermazioni, come se tutte le sue preoccupazioni fossero riflesse sul suo viso.
-Io so che non l’ho fatto per mio padre ma perché sono un codardo. Ma lei non doveva capirlo.-
Concluse alzando lo sguardo vitreo e fissando Theo, come in cerca di una rassicurazione.
Nott non sapeva come comportarsi. Draco non si era mai confidato con lui, non così apertamente almeno.
Nonostante spesso lui avesse provato a farlo parlare di se era sempre molto riservato, come se avesse paura che mostrando le sue insicurezze non sarebbe più stato un Malfoy.
Eppure ora era li, distrutto, che aspettava una risposta da lui che lo rassicurasse.
-Draco la Granger non è stupida, non si sarebbe bevuta la storia di tuo padre. Sicuramente sa che una parte nella faccenda ce l’ha, ma non così importante. Malgrado tutto ti ha conosciuto bene, quanto io ti ho conosciuto in anni e anni, perché con lei ti sei lasciato andare veramente. Ora, anche se non dice di essere arrabbiata è per lo meno risentita per il trattamento che ha ricevuto. Ma è possibile rimediare. L’hai conquistata una volta, quando entrambi avevate enormi pregiudizi, quindi puoi farlo anche ora, facendole capire che non farai gli stessi sbagli.-
Draco si agitava irrequieto sulla poltrona mentre l’amico parlava e quando concluse il suo discorso di incoraggiamento il biondo rimase in silenzio a elucubrare le informazioni.
-Non ne sono convinto.-
Concluse infine il biondo, abbattuto.
-Draco, ti avevo detto che se due persone sono destinate a stare insieme allora lo staranno, no?-
Domandò Nott insolitamente serio, ma Draco ribatté irritato:
-Non dire stronzate Theo, basta fare il romantico.-
-Vi siete rincontrati quando tu sei in crisi con Astoria, non ti sembra un segno?-
Domandò ancora il moro, cercando di apparire convincente.
-Theo smettila per favore.-
Sbuffò il biondo prendendosi la testa tra le mani, ammettendo di essere un uomo distrutto.
-Anche se fai finta di non ascoltarmi lo sai anche te. Probabilmente dovresti pensarci. Ricorda che lei non è il tipo che ha bisogno che sia facile, perché sa che con te non potrebbe mai esserlo. Lei ha bisogno che tu le dimostri che ne valga la pena.-
Concluse Nott lapidario lasciando la stanza e Draco ai suoi pensieri.

- To be continued.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Cleaning. ***


Il Draco della porta accanto.

Cleaning.

 

Se non ci metterà troppo,
L’aspetterò tutta la vita.
-  O. Wilde

 
Draco entrò nell’angusto ufficio immerso nella confusione. Non vide immediatamente la partner lavorativa, ma captò la sua presenza nel grosso armadio addossato alla parete.

-Granger?-

Domandò titubante nella speranza che quella presenza fosse veramente lei e non qualche spiritello fastidioso.

-Si, sono qui!-

Esclamò lei riemergendo da un mucchio di fogli, tossendo per la polvere.

-Hanno stregato questo armadio per farci stare più cose possibili, ma non hanno pensato di tenere ordine!-

Squittì stizzita tornando ad immergersi nelle carte. Draco rimase in piedi per qualche secondo, indeciso sul da farsi.

Alla fine si affacciò all’armadio, in cui poté scorgere una biblioteca dal numero di fogli presenti, e chiese titubante:

-Hai bisogno d’aiuto?-

Hermione si girò, con i capelli scompigliati che le cadevano sulle spalle in modo ribelle e i vestiti pieni di polvere.

-Se vuoi. Sto dividendo tutte le pratiche in ordine cronologico.-

Tagliò corto lei abbastanza scontrosa, irritata per la mole di lavoro che l’aspettava.

Draco sbuffando lanciò la giacca sulla sua sedia e rimboccò le maniche della camicia, pronto a darsi da fare in mezzo a quella montagna di scartoffie.

La giornata passò velocemente mentre pian piano gli immensi scaffali all’interno dell’armadio venivano sistemati.

A fine giornata il lavoro era quasi concluso e i due ragazzi erano distrutti. La camicia bianca di Draco aveva assunto un colorino grigiastro e i capelli, normalmente accuratamente pettinati, cadevano scompigliati sulla fronte liscia.

I due si lasciarono cadere quasi in contemporanea nelle loro poltrone, sospirando esausti.

Non si erano quasi mai rivolti la parola, a parte qualche rara volta in cui si erano parlati per sapere dove mettere determinati raccoglitori.

L’aria non era pesante solo per la polvere, ma anche per il clima che imperversava tra i due.

In quel momento si aprì la porta e sbucò Harry con aria abbastanza trafelata.

-Hermione! C’è bisogno di voi in Bryanston Street, è successo un casino con la Polvere Volante, hanno provato a fabbricarne in casa ed è successo un casino.-

La ragazza balzò in piedi, nonostante fosse visibilmente stanca, invitando con un’occhiata Draco a seguirla.

I tre uscirono di corsa dal ministero, dove si smaterializzarono arrivando in Bryanston Street.

Lo spettacolo che si presentò ai loro occhi non fu dei migliori, almeno una decina di babbani erano rimasti coinvolti nell’incidente, mentre la squadra di Obliviatori era già all’opera per sistemare il tutto.

Hermione diede ordine a Draco di andare in casa a vedere la situazione, mentre lei discuteva con le autorità babbane.

In quel momento Harry, che era ancora affianco alla ragazza, la prese in giro:

-C’era proprio una bella atmosfera nel tuo ufficio quando sono arrivato! Avrei potuto tagliare con un coltello la tensione che c’era tra voi!-

La ragazza lo guardò storto e si difese infastidita:

-Non sono fatti tuoi Harry. Io non sono pronta ad avere un rapporto civile con lui, non dopo tutto quello che è successo.-

Ad Harry scappò un sorriso divertito e rispose sincero:

-Diciamo pure che sei ancora mortalmente offesa per come è finita.-

-Non sono offesa.-

Sbottò lei visibilmente irritata, per poi proseguire:

-Sono rimasta delusa da una persona che pensavo migliore, tutto qui.-

-Dare una seconda possibilità non fa mai male, lo sai vero?-

Consigliò il ragazzo, togliendole dai capelli una ragnatela probabilmente finita li durante le pulizie dell’armadio.

-Gliel’ho già data due anni fa.-

Ribatté lei, perentoria.

-No, li gli hai dato la prima due anni fa, ad Hogwarts non si può dire che tu gliel’abbia data.-

La ragazza lo guardò storto, girandosi poi e iniziando un’animata conversazione con il poliziotto di fronte a lei, cercando di convincerlo che fosse tutto sotto controllo e che non dovesse chiamare rinforzi.

L’uomo non sembrava convinto, quindi la ragazza dovette ricorrere ad un incantesimo non verbale, confondendolo che tutto fosse normale in quel modo.

In quel momento Draco arrivò starnutendo e sibilò inviperito:

-Granger quei dementi ne hanno tirata fuori altra, ora li ho immobilizzati, ma se non vuoi che muoia qualcuno vai dentro.-

La ragazza impallidì e corse dentro, dove una nube di polvere la invase, facendola iniziare a tossire. In quel momento si sentì tirare una manica e Draco le porse un fazzoletto con cui tapparsi il naso, che lei accettò grata.

Quando arrivò in salotto vide il camino che continuava a sparare fuori polvere grigia, quindi tirò fuori la bacchetta e iniziò a tentare con diversi incantesimi, mentre Draco iniziava a fare lo stesso.

Sembrava che però nessuno di quelli avesse effetto, anzi, la polvere continuava ad aumentare, mentre i due iniziavano a lacrimare per quel fastidio. Finalmente Draco lanciò una fattura che mise a tacere improvvisamente il camino, lasciando la polvere presente nella stanza ad appoggiarsi lentamente a terra.

Hermione si girò verso il biondo, mentre una risata le nasceva sulle labbra.

-Malfoy, non sei più biondo!-

Riuscì a dire con una risata, quindi il biondo cercò uno specchio, ma tutto li dentro era coperto di polvere grigia, quindi si avvicinò ad una finestra e con una mano spolverò i granellini giusto il necessario per poter vedere il suo riflesso, che appariva come un Draco completamente con i capelli neri.

Dopo un primo momento di sgomento scoppiò a ridere anche lui, scrollandosi un po’ di polvere dai capelli, prima che entrambi tornassero in silenzio ricordandosi che non erano più amici da troppo tempo e che quindi non era normale ridere insieme. Tornò improvvisamente il clima pesante che c’era stato in ufficio qualche ora prima, dovuto a quel loro rapporto sbagliato.

Non erano più fidanzati, ma neanche amici, eppure nessuno dei due odiava l’altro tanto da non rivolgersi la parola. Erano in un limbo, in cui nessuno dei due aveva ancora deciso come fosse giusto comportarsi.

Per scrollarsi di dosso quelle sensazioni andarono a recuperare i colpevoli, pronti a portarli in stato di fermo al ministero.

Quando riuscirono a tornare in ufficio era mezzanotte passata e i due dovevano ancora compilare tutti i moduli del caso prima di poter tornare a casa. Hermione era visibilmente stanca, ma andò spedita in ufficio per concludere il lavoro.

-Granger! Vai a casa, qui finisco io.-

Affermò Draco con un tono che non ammetteva repliche, sfilandole dalle mani un plico di fogli da compilare.

-Non essere stupido, devo finire.-

Lui alzò gli occhi al cielo, maledicendo la testardaggine di quella secchiona e rispose:

-Granger, si tratta di compilare mille scartoffie, penso di essere in grado di farlo.-

La ragazza non sembrava convinta, ma la stanchezza ebbe il sopravvento e lei acconsentì. Prima di andarsene però si bloccò incerta e dopo qualche attimo di esitazione disse:

-Comunque se vuoi puoi farti una doccia, i bagni degli auror le hanno e possiamo usarle tutti se è necessario.-

Lui la ringraziò cortese e la osservò allontanarsi, prima di fiondarsi sul lavoro da concludere.

*

Malfoy si stiracchiò le spalle annoiato, mentre continuava a tamponarsi i capelli appena lavati, dopo quella giornata piena di polvere di tutti i tipi. Era ancora bloccato al ministero fino all’arrivo delle nuove guardie di Azkaban che li avrebbero trattenuti dentro per la notte, dopo che aveva dovuto compilare duemila fogli inutili.

-Non è strano tornare a lavorare con Hermione?-

Domandò amichevolmente Harry arrivando con una grossa tazza di caffè stretta tra le mani, mentre con un sorriso si accomodava su una sedia vicino a quella del biondo.

-Potter, ma tu non ti fai mai i fatti tuoi?-

Sbottò quello irritato alla vista dell’ex nemico, che voleva essere così tanto amichevole.

Lui e Harry avevano continuato a rivolgersi la parola anche dopo la rottura con Hermione, istaurando un rapporto di reciproca sopportazione, ma in quel caso Draco avrebbe polverizzato il prescelto con immenso piacere.

-Dai, sto solo lavorando per farti un favore!-

Si lamentò il moro, prendendo un altro lungo sorso dalla bevanda che aveva tra le mani.

-Che favore mi vorresti fare?-

Domandò Draco curioso, ancora però diffidente per quell’incontro improvviso.

-Ovvio, farti fare pace con Hermione!-

Rispose Harry con un sorriso immenso, che si tirò contro un’occhiata di fuoco del biondo.

-Non mi interessa nulla di far pace con la Granger e tra parentesi non abbiamo neanche litigato.-

Ribatté lui gelido, quindi il moro rispose con tono confidenziale:

-Lei anche se non sembra è abbastanza ben disposta nei tuoi confronti, avrebbe bisogno di far pace con te!-

Draco alzò gli occhi al cielo esasperato, ma una punta di curiosità si era insinuata in lui, sentendo che secondo Harry la ragazza aveva bisogno di far pace con lui.

Mise da parte il suo orgoglio e domandò:

-E in che modo potrei far pace con lei?-

Ad Harry spuntò un sorriso vittorioso e iniziò ad esporgli il suo piano.

*

-Buongiorno Granger!-

Esclamò Draco allegro entrando in ufficio il giorno seguente, nonostante fosse evidente che aveva dormito ben poco quella notte.

Notò immediatamente, con suo immenso sollievo, che l’armadio era chiuso e le carte sulle due scrivanie erano in ordine.

La ragazza alzò gli occhi e salutò con un cenno del capo, per poi tornare a concentrarsi sul suo lavoro.

-Ti ho portato la colazione!-

Proseguì quello appoggiando sul tavolo un bicchiere di cappuccino fumante e una brioche alla crema.

-Cappuccio senza zucchero e croissant alla crema, come piace a te.-

La ragazza alzò un sopracciglio scrutandolo divertita e rispose, accettando la brioches:

-Malfoy, non è solo dimostrando che ti ricordi cosa mangio a colazione che ti farai perdonare, lo sai vero?-

-Diciamo che però ti addolcisco almeno un po’.-

Scherzò lui addentando il suo croissant al cioccolato, facendola sorridere.

-Ecco vedi? Un sorriso! Non ne avevo ancora visto uno!-

Esclamò lui balzando in piedi vittorioso, facendola ridere.

-Non fare l’idiota Draco. Dobbiamo lavorare!-

-Mi hai anche chiamato Draco! Ormai è fatta!-

Esultò lui, facendola arrossire leggermente.

La ragazza lo guardò di sbieco e rispose:

-Ora lavora, se no non ti rivolgo la parola come nei giorni scorsi.-

-Signorsì signora!-

Ribattè lui serio, lanciandosi al suo posto e iniziando a controllare le carte accumulate il giorno precedente, mentre la ragazza lo osservava di nascosto con un mezzo sorriso, felice.

*

-Astoria, tesoro!-

Trillò Pansy correndo ad abbracciare l’amica.

Le due ragazze si baciarono sulle guance scambiandosi qualche risolino e saluto, dopodiché l’attenzione della padrona di casa passò sull’uomo alle loro spalle.

-Che sorpresa! Ci sei anche tu Draco!-

Proseguì andando incontro anche a lui, che precedette l’abbraccio tendendo la mano per salutarla.

Lui e Astoria erano stati invitati a bere un the da Pansy una domenica pomeriggio, in cui una pioggerellina leggera cadeva fastidiosamente. Dopo una lunga discussione Draco aveva ceduto ed era andato, nonostante il suo cattivo umore fosse palese.

-Ancora restio agli abbracci, eh!-

Scherzò la ragazza stringendogli la mano e andando a baciarlo sulla guancia senza essere ricambiata.

-Sai che non amo il contatto fisico Pansy.-

Spiegò lui con il tono meno acido che trovò, prendendosi comunque un’occhiataccia dalla fidanzata.

-Oh si, ricordo tesoro!-

Rispose strizzandoli l’occhio e ridendo in modo stridulo, facendo chiedere a Draco il perché fosse ancora li.

Detto ciò si avviò per il lungo corridoio ombroso e invitò gli ospiti a seguirla:

-Venite a sedervi cari, siete giusto in tempo per il the!-

I due entrarono in salotto, dove trovarono una ragazza corpulenta seduta su una poltrona.

Quella alzò gli occhi bovini dal piattino di biscotti e sorrise ai nuovi arrivati.

-Millicent, guarda chi sono arrivati.-

Trillò Pansy con un entusiasmo che a Draco parve fuori luogo, ma salutò comunque in modo civile la ragazza.

-Malfoy sei beato tra le donne!-

Affermò Millicent Bulstrode con una risatina roca, facendo irritare ulteriormente Draco, mentre quello osservava il fatto che sembrasse più lei un uomo rispetto a lui.

-Che fortuna eh..-

Rispose lui con una punta di troppo di sarcasmo.

-Non fare lo scorbutico dai! È la convivenza che lo rende così?-

Chiese la Bulstrode divertita.

-Diciamo che mette alla prova la mia pazienza la convivenza! A volte è proprio puntiglioso!-

Osservò Astoria, mentre Draco cercava di concentrarsi sui biscotti al cioccolato che sembravano dei mattoni.

Il pomeriggio continuava a scorrere lento, finché la padrona di casa domandò cortese:

-Draco! Dovrei spostare un divano su di sopra, non è che offriresti i tuoi poderosi muscoli per questa nobile causa?-

Il ragazzo accettò di buon grado, ringraziando il fatto di potersi per lo meno sgranchire le gambe e sfuggire ai pettegolezzi per qualche minuto.

Lo spostamento del divano richiese una decina di minuti, mentre Pansy dava indicazioni su come procedere e dove posizionarlo.

-Sai Draco, spesso ti penso..-

Iniziò allusiva la ragazza, sfiorandogli una mano, mentre lui si riposava dopo l’ultimo sforzo. Malfoy fece finta di non aver sentito nulla, ma lei proseguì convinta:

-Sei stato il miglior amante che io abbia mai avuto, sai? Nessuno mi ha mai fatta godere come facevi te, neanche Zabini.-

-E` un onore, visto tutti quelli che ti sei scopata.-

Osservò acido il ragazzo, cercando di far allontanare la ragazza.

-Non essere cattivo, sai benissimo che anche se per te ero solo un passatempo io ero innamorata di te.-

Sussurrò lei accarezzandogli un braccio, mentre lui si alzava per allontanarsi.

-Davvero? Non l’ho mai notato.-

Osservò gelido, riuscendo finalmente a mantenere le distanze dal polipo.

-Non ti andrebbe di ricordare quei bei vecchi tempi, su questo letto che hai già provato più volte?-

Propose lei accarezzando le lenzuola sotto di lei, mentre sbatteva gli occhi con fare affascinante.

-Pansy avremo scopato al massimo cinque volte, non mi sembra tutta questa storia. Poi ti ricordo che io sono fidanzato e convivo con Astoria, che è al piano di sotto.-

Le fece presente lui stanco di quei discorsi vuoti.

-Povero Draco, così innamorato della sua donna. Pensi che da quando siete tornati insieme per lei sia lo stesso? Sei un bruto che le ha portato via il suo dono più grande, per poi lasciarla per una mezzosangue. E` cambiata da quella ragazzina che era, mi stupisce che tu non te ne sia accorto!-

Sibilò lei inviperita dal fatto che Draco non reagisse alle sue avances. Lui si indurì e rispose gelido:

-Non parlerei con te dei miei problemi neanche se fossi l’ultima persona sulla terra. Quindi cambia argomento se non vuoi che me ne vada.-

-Stai attento alle tue amicizie Draco, i migliori potrebbero tradirti.-

Sussurrò enigmatica la ragazza avvicinandosi alla porta.

-Smettila Pansy, non mi infastidire.-

Sbottò lui guardandola uscire dalla porta e passargli accanto ancheggiando.

-Ricorda Draco, le donne sono creature vendicative. Non perdonano facilmente.-

Concluse quella indispettita, tornando in salotto dalle amiche.

-Il tuo muscoloso fidanzato mi è servito! Non riuscivo proprio a spostare il divano da sola!-

Trillò Pansy con un sorriso ad Astoria, che commentò guardandolo freddamente:

-Non me lo rubare però! Il mio Draco mi è già stato sottratto una volta!-

Lui sembrò non dar peso alla cosa e si accomodò in un angolo, tornando a torturare i mattoni biscotti.

*

Draco bussò alla porta della villa di Zabini, dove si sarebbe incontrato con lui e Nott per andare a vedere insieme una partita di Quiddich.

-Non c’è la tua Astoria?-

Chiese il nero facendolo entrare in casa con un sorriso.

-Non è mica il mio cagnolino che mi porto in giro!-

Ribatté acido Draco, andando ad accomodarsi in salotto e notando con irritazione che Theodore non fosse ancora arrivato.

-Stai calmo amico! Ti trovo teso!-

Osservò Zabini, iniziando a massaggiarli le spalle per distenderlo.

-Guarda Pansy mi ha fatto saltare i nervi oggi.-

Raccontò Draco, chiudendo gli occhi e ringraziando silenziosamente le mani magiche dell’amico.

-E` innamorata follemente di te lei!-

Scherzò Blaise, ricordando come ad Hogwarts la ragazza impazzisse per lui.

-Lo so. Ha iniziato ad insinuare che Astoria mi tradisce con un mio caro amico, come se fossero fatti suoi!-

Concluse Draco ancora infastidito per quelle insinuazioni. In quel momento però sentì Zabini irrigidirsi alle sue spalle, bloccandosi per qualche istante. Il nero riprese subito a massaggiarli le spalle, ma quell’esitazione aveva detto fin troppo al rampollo Malfoy.

-Ma che si inventa quella? E’ proprio disperata!-

Osservò Blaise con tono noncurante. In quel momento bussarono alla porta e Zabini fece entrare Theodore, che affermò allegro:

-Che ci fai li imbambolato Draco? Il quiddich ci aspetta!-

Draco si alzò pigramente dalla poltrona, mentre i suoi occhi freddi andavano ad osservare Blaise, visibilmente teso. Avrebbe avuto il tempo per scoprire la verità e sarebbe stata micidiale la sua vendetta.

- To be continued.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Suspect. ***


Il Draco della porta accanto.


Suspect.

 

Uno può pure averne mille di donne,
Però se ti manca quella veramente importante,
Quella che ti fa stare bene,
E` come se fossi solo.
- Willwoosh

 

-Sono un po’ gelosa che tu vada a cena con la Granger..-

Affermò una sera di qualche giorno dopo la fidanzata di Draco mentre toglieva dall’ampio armadio a muro una camicia accuratamente stirata e appoggiandola sul letto, pronta per essere indossata dal ragazzo.

Quella sera Draco era stato invitato ad una cena dal signor Butler, che come faceva il professor Lumacorno amava circondarsi di giovani talenti e di anziani ricchi, facendo incontrare le due generazioni.

 -Vai tranquilla Astoria, sai che io non ti tradisco, non sono il tipo. Piuttosto ti lascerei, non sono così subdolo da tradire io.-

Spiegò lui tranquillamente iniziando a sbottonare l’indumento per indossarlo, osservandosi poi allo specchio mentre la infilava.

-Non penso mica che tu mi tradisca! Penso che la Granger potrebbe provarci con te, tutto qui!-

Ribatté Astoria stizzita sedendosi sul letto e iniziando a cercare i gemelli del ragazzo nel suo comodino.

-Perché? Tu ti fidi di me?-

Domandò Draco curioso, osservandola con la coda dell’occhio.

-Certo! Non farmi domande sciocche Draco! Ti stai comportando in modo strano!-

Rispose lei irritata, porgendo al ragazzo i gemelli appena trovati.

-Io? Sarà la tua immaginazione cara.-

Rispose Draco in tono calmo, mentre un sorriso divertito si dipingeva sulle sue labbra sottili.

-Dovresti stare attenta a Pansy piuttosto, Zabini afferma che lei sia innamorata di me.-

Continuò il ragazzo andando a scegliere nell’anta dell’armadio la cravatta da abbinare al suo smoking scuro.

-Non sono gelosa di quella, non è abbastanza sveglia per te.-

Affermò glaciale Astoria ravvivandosi i capelli davanti allo specchio.

-Zabini invece lo è abbastanza.-

Sibilò Draco gelido, sistemandosi la cravatta allo specchio e facendo qualche passo indietro per osservarsi con aria compiaciuta dopo qualche secondo.

-Come scusa?-

Domandò Astoria indispettita, non sicura di aver sentito bene il fidanzato.

-Niente cara, non ti preoccupare.-

La rassicurò lui con un sorriso.

La ragazza alzò le spalle e si diresse in bagno poco convinta, mentre Draco apriva un cassetto per prendere un fazzoletto da portarsi dietro. Voleva quello abbinato alla cravatta ed era certo di averlo da qualche parte, quindi iniziò a frugare, finché una risata quasi isterica uscì dalle sue labbra, mentre i suoi occhi restavano incollati ad un indumento all’interno del cassetto.

-Cos’è successo?-

Chiese la fidanzata dal bagno, con tono allarmato.

-Nulla, sembra solo che da qualche giorno a questa parte il destino sia contro di me.-

Rispose il biondo chiudendo il cassetto dentro al quale aveva appena visto la maglia di Michael Jordan che tanto tempo prima Hermione gli aveva regalato. A volte si dimenticava che aveva conservato gelosamente quel regalo, nonostante avesse fatto di tutto per dimenticare tutti i ricordi a quello correlati.

Con un sospiro profondo il ragazzo uscì di casa quella sera, pronto ad andare a prendere la partner lavorativa per arrivare insieme alla cena di quella sera.

Sarebbe stata una cena di beneficenza, nella quale sarebbero stati presenti diversi streghe e maghi parecchio anziani, che però erano i massimi sostenitori di quelle occasioni.

Era stata quindi chiesta la presenza sia sua che di Hermione, che essendo due brillanti giovani facevano un bell’effetto come immagine del ministero.
Il ragazzo era andato quindi a prelevare la collega sotto casa, in modo da presentarsi insieme e non finire tra sconosciuti vecchi e noiosi.
Dopo qualche minuto di attesa la ragazza scese con addosso un vestitino color acquamarina molto estivo.

-Granger finalmente sei arrivata!-

Sbottò Draco stizzito quando Hermione chiuse il portone del palazzo in cui abitava e lo salutò cordiale.

-Iniziavo a pensare ti fossi addormentata!-

Aggiunse maligno il ragazzo, prendendosi un’occhiata obliqua dall’amica.

-Quante storie, sono in ritardo giusto di qualche minuto!-

Rispose la ragazza sorridente, prendendolo a braccetto e annunciando che era pronta ad andare.

I due quindi si smaterializzarono, arrivando ben presto nell’ampio giardino della cena.

Subito l’organizzatore li raggiunse, riempiendo di complimenti la ragazza, quella sera particolarmente carina.

-Oggi dovrai tenerti stretta la tua partner!- Disse ad un certo punto a Draco -Non sai quanti corteggiatori ha! Non ci sono molte streghe brillanti e single sulla piazza!-

-Signor Butler non dica stupidate!-

Si intromise lei arrossendo imbarazzata, ma quello con una gomitata nelle costole del ragazzo ribadì:

-Credi a me Draco!-

-Non si preoccupi che la cercano solo perché non sanno che scocciatura è in realtà questa ragazza!-

Rispose sincero il biondo, con un sorriso malefico in volto, mentre lei lo fulminava con lo sguardo.

-Non sono una scocciatura! Sei tu ad essere un furetto borioso!-

Rispose lei tagliente, facendo sparire il sorriso spavaldo dal volto del collega.

-Suvvia non litigate! E` una serata importante per conoscere tutto il team.-

Intervenne Butler accomodante, spedendoli a sedersi in un tavolo pieno di anziane streghe.

La cena era iniziata da una decina di minuti, quando Hermione per caso intercettò uno stralcio di conversazione di Draco con la vecchia signora alla destra del ragazzo.

-Stia tranquilla signora Green, sono ancora fidanzato con Astoria, lei è la mia partner lavorativa.-

-Per fortuna! Astoria è un così buon partito! Non che io abbia qualcosa contro i nati babbani, non di questi tempi, ma mi sembrano così diversi da noi maghi.-

Gracchiò l’anziana, che non ricevendo una risposta dal ragazzo continuò:

-Draco caro, sinceramente non mi convince questo tuo ruolo, non so quanto possa giovare ad uno del tuo lignaggio!-

Hermione non volle ascoltare altro, quindi irritata si girò verso la sua vicina e iniziò ad esporle i suoi progetti sui diritti degli elfi, che a differenza di quanto si aspettava ricevette il suo appoggio.

-Non hai mai pensato di fare l’Auror nella vita?-

Domandò l’anziano seduto di fronte ad Hermione, curioso. Gli piaceva quella ragazza, aveva un ottimo potenziale. Non era partito prevenuto perché era stata una del trio che aveva combattuto Voldemort, ma aveva voluto conoscerla da zero, facendo quindi una squisita scoperta.

Hermione scoppiò a ridere e, vedendo l’occhiata glaciale che le lanciò il suo interlocutore, spiegò paziente:

-No, scusi. E` che l’unica persona che mi ha detto che sarei un ottimo auror è stato un mangiamorte travestito da professore di Difesa Contro Le Arti Oscure. Quindi mi sembra strano sentirmelo dire, tutto qui.-

L’uomo si addolcì e le sorrise, svelando poi:

-Conoscevo Barty Junior, ero un vecchio amico di suo padre prima che succedesse il tutto.-

L’uomo iniziò quindi a raccontarle vecchi aneddoti, intrattenendola per una buona mezz’ora.

Dopo il primo Hermione si alzò dicendo che andava a sgranchirsi le gambe, stanca di tutte quelle chiacchiere.

Si diresse verso la parte più appartata del grosso giardino, verso un dondolo.

-Granger, aspettami ti prego. La Green mi ha letteralmente prosciugato.-

-Ma se adulava la tua fidanzata!-

Scherzò lei, cercando di far finta di non aver sentito i commenti maligni della donna su di lei.

-Si, la mia fidanzata..!-

Sbuffò Draco scocciato lasciandosi cadere sul dondolo.

Hermione rimase indecisa per qualche istante se tenergli il muso o se essere comprensiva con lui, ma poi decise e si accomodò affianco a lui.

-C’è qualcosa che non va con Astoria?-

Chiese Hermione guardando l’amico negli occhi e lui non fu capace di mentire.

-Penso mi tradisca con Zabini.-

Rispose lui semplicemente, dicendole quello che non era riuscito a confidare neanche a Theodore. Un peso sembrò togliersi dal suo cuore, ora che era riuscito a condividere con qualcuno quel fatto.

-Draco non sono cose belle da pensare!-

Lo rimproverò subito la ragazza, stupendolo di come difendesse Astoria nonostante non la sopportasse.

-Mi ha messo la pulce nell’orecchio la Parkinson, anche se lo sospettavo da tempo.-

Ammise lui, dandosi una spinta sul dondolo per iniziare ad oscillare.

-Non mi sembri così dispiaciuto o geloso. Non dovresti essere innamorato di lei?-

Domandò Hermione schietta, che più che disperato o geloso lo vedeva semplicemente stanco.

-Hai detto bene “dovresti”. Lei è cambiata da quando l’ho lasciata tempo fa, è diventata come tutte le altre.-

-In che senso?-

Domandò lei aggrottando la fronte confusa, quindi lui spiegò meglio:

-Si cura delle apparenze, di apparire sui giornali con me, di far vedere come siamo la coppia più bella, ma non capisce che dovrebbe preferire essere la più felice e non sembrarlo.-

Nonostante quello che Draco le stava raccontando avrebbe dovuto rattristarla sulle sue labbra spuntò un sorriso, quindi prendendogli una mano e guardandolo negli occhi lei ammise:

-Sei proprio cambiato rispetto al furetto che ho conosciuto ad Hogwarts, seriamente.-

Draco si sentì arrossire e sperò che la penombra coprisse il tutto, quindi scoppiò a ridere.

-Non mi riconosco più. Un Malfoy che si confida con una mezzosangue? Non esiste.-

Osservò lui con una faccia stranita che la fece ridere.

-Siamo cambiati entrambi e probabilmente ci siamo cambiati a vicenda.-

Ammise lei infine, sospirando e togliendo la mano da quella del ragazzo per lisciarsi le pieghe del vestito, improvvisamente in imbarazzo. Si era resa conto che non era normale che due colleghi facessero discorsi del genere su un dondolo al chiaro di luna e che potesse apparire molto compromettente agli occhi di tutti.

-Si, sono riuscito a renderti più cinica e ne sono orgoglioso!-

Si gongolò lui, facendola sorridere divertita.

-Non sono cinica!-

Si lamentò lei.

-Lo sei diventata Granger. La Granger di un tempo mi avrebbe ribaltato per non essere innamorato della mia fidanzata.-

Concluse lui lapidario alzandosi dal dondolo e tornando verso il tavolo.

-Granger, ci conviene tornare se no Butler ci scuoia vivi.-

La ragazza si alzò trotterellandogli dietro, ripensando alle sue parole.

Non si era realmente arrabbiata perché era cambiata o perché si era sentita sollevata nello scoprire che tra i due c’era una crisi?

*

Draco era andato a trovare i genitori al Manor, sperando di distrarsi un po’ da tutti quei pensieri controversi che gli attraversavano la testa in quei giorni.

A dispetto di quanto sperava venne accolto da suo padre furioso, che lo inchiodò sulla porta, mentre Narcissa cercava di calmarlo.

-Sei tornato con quella?-

Sibilò Lucius puntando la bacchetta sul collo di Draco, che indietreggiò di qualche passo spaesato.

-Quella chi?-

Domandò il figlio sorpreso, portando però la mano automaticamente alla tasca dove teneva la bacchetta.

-Quella mezzosangue amica di Potter.-

Sibilò Lucius con disprezzo, stringendo gli occhi furioso.

-Ah, Hermione.-

Draco calcò volutamente su quel nome, per mettere in evidenza come lui non avesse problemi a chiamarla per nome e irritando quindi volutamente il padre.

Non era più disposto a farsi mettere i piedi in testa, non quella volta.

-Beh, siamo partner lavorativi se intendi questo.-

Lo liquidò Draco con un sorriso affabile.

-“Partner lavorativi”?-

Domandò Lucius irato, mentre delle scintille spuntavano dalla punta della sua bacchetta.

-Sapevo che eri finito in un infido ufficio del ministero, ma avevo pensato che in fondo per riabilitare il nostro nome fossi disposto anche a sopportarlo per qualche tempo, ma il fatto che tu passi l’intera serata con la mezzosangue, quando hai tutti gli occhi del ministero addosso non posso perdonartelo. Quando hai Astoria a casa che ti aspetta!-

Concluse il padre inviperito, facendo uscire di testa Draco che sibilò di rimando:

-Ho passato una serata in compagnia della mia collega, non vedo cosa ci sia di male. Non penso di aver fatto nulla di sconveniente se non coltivare il rapporto con la mia diretta superiore.-

Draco si interruppe solo per prendere fiato, ormai aveva iniziato a buttare fuori tutto quello che provava, quindi proseguì:

-Mi dispiace che tu mi consideri una vergona, che non potrai più uscire a testa alta. Ma io potrò continuare a guardare in faccia la gente solo se riuscirò a tornare suo amico. Senti la novità, non trovo sostanziali differenze tra me e lei, ma trovo addirittura la sua compagnia più piacevole di quella di Astoria, Pansy e molte altre purosangue!-

Il padre sbiancò a quest’ultima osservazione, quindi gli urlò contro:

-Sei una rovina per il nome Malfoy!-

-Cosa significa ora il nostro cognome?- Sbraitò il figlio di rimando -Per me è sempre significato un peso troppo grande da gestire, sia quando andavo ad Hogwarts, sia quando il Signore Oscuro voleva che io uccidessi Silente, sia ora che devo “riabilitare” questo nome!-

Draco aveva il fiato grosso, ma il più sconvolto dei due sembrava Lucius che sussurrò allibito:

-E non pensi al tuo sangue?-

-Cosa significa “il mio sangue”?- Gli fece il verso il figlio trattenendo una mezza risata -Mi sembra soltanto il compimento di troppi ideali che non voglio più seguire? Sono stanco padre! Stanco di vivere per far piacere agli altri! Stanco di tutto questo!-

Concluse alzando un braccio e indicando la casa ormai non più maestosa come cinquant’anni prima.

-Fuori da casa mia! Fuori! Per sempre!-

Gli urlò Lucius con gli occhi fiammeggianti.

-Con immenso piacere!-

Sibilò Draco di rimando andandosene a testa alta, finalmente più leggero per essersi liberato da quel peso che aveva sulle spalle da tutta la vita.

- To be continued.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Memories. ***


Il Draco della porta accanto.

Memories.

 

La malinconia non è altro che un ricordo inconsapevole.
- Gustave Flaubert


 

Hermione arrivò sugli spalti in perfetto orario, stringendosi nella sciarpa rosso oro che l’aveva sempre accompagnata a tutte le partite di quiddich a cui aveva assistito.
Un vento gelido tirava sulle tribune e quando la ragazza si accomodò al suo posto si rannicchiò in modo da riscaldarsi un po’.
Era andata a vedere Viktor ad una partita, dopo che lui aveva tanto insistito e le aveva regalato il biglietto per la tribuna d’onore, quindi non aveva potuto rifiutare.
Nonostante ciò la ragazza avrebbe di gran lunga preferito poter vedere la partita assieme ad Harry e Ron, come aveva sempre fatto. Guardare le partite di quiddich in solitaria non le piaceva, soprattutto perché quello sport non l’appassionava abbastanza.
Sospirò profondamente, osservando la nuvoletta prodotta dal suo fiato venire spazzata via in un secondo dal vento, quindi socchiuse gli occhi stanca.
Krum era uno dei migliori giocatori della squadra bulgara Vratsa Vultures, che quel giorno avrebbero sfidato gli inglesi del Falmouth Falcons per vincere un torneo.
Quando Hermione aveva svelato ad Harry che avrebbe assistito alla partita, per di più nella tribuna d’onore, quello era quasi morto d’infarto.
Per non parlare della reazione spropositata di Ron, che era ancora indeciso se odiare o venerare Krum, nonostante le cose tra lui ed Hermione si fossero calmate e chiarite.
Fu una voce nota a riscuoterla dal torpore in cui era caduta, facendola sobbalzare.
-Granger?-
Domandò una voce maschile, riparandola per un attimo dal vento con il suo corpo.
Hermione ci mise qualche secondo a mettere a fuoco la figura di fronte a se, ma poi spalancando gli occhi un po’ stupita salutò:
-Hey Nott! Cosa ci fai qui?-
-Io?-
Domandò quello stupito, sedendosi e lasciando un posto di distanza tra loro.
-Io vengo a vedere tutte le partite dei Falmouth Falcons da quando ero piccolo! Sono uno dei loro migliori fan!-
La ragazza sorrise divertita, immaginando un mini Theodore che faceva un tifo sfegatato per la sua squadra del cuore.
La partita stava per cominciare e la tribuna d’onore era ormai quasi piena, tranne che per il posto tra i due, quindi Hermione chiese:
-Puoi sederti qui, no? Non penso che arriverà qualcuno a quest’ora, la partita sta per cominciare..-
Theo rispose con un sorriso divertito, come se si aspettasse quell’affermazione.
-Nono sta per arrivare.-
Il sorriso sadico che si dipinse sulle labbra di Nott quando ingenuamente Hermione domandò “Chi?” le fece capire chi avrebbe occupato quel posto.
Prima che potesse dire qualsiasi cosa però i capelli biondo platino che stava per insultare apparvero assieme ad un Draco trafelato che si lasciò cadere nel posto vuoto esausto.
-Ho dovuto fare una corsa paurosa per arrivare in orario, maledetti babbani che comprano gli oggetti stregati. Gli obliviatori non mi volevano lasciare venir via, tutta colpa della Granger che si è presa il pomeriggio libero.-
Concluse brontolando lui, mentre Theodore cercava di trattenere le risate.
-Cosa ridi The..-
In quel momento però la voce di Hermione lo fece voltare e impallidire.
-Eh si, maledetta Granger che vuole un pomeriggio libero per la tua stessa ragione.-
Commentò lei ironica, facendo sobbalzare il biondo.
-Tu? Qui? Perché?-
Domandò lui leggermente allarmato, quindi lei rispose:
-Sono qui a vedere la partita, problemi a riguardo?-
-Certo! Sai che io non sopporto gli obliviatori, che si credono degli dei scesi in terra che arrivano per sistemare i problemi, quindi saresti dovuta essere li a darmi appoggio!-
La ragazza scoppiò a ridere divertita e rispose:
-Dev’essere stata una scena esilarante! Nott, dovresti vederlo quando ha che fare con loro!-
Lo prese in giro lei, facendolo iniziare a borbottare offeso e facendo scoppiare a ridere Theodore.
In quel momento uno scroscio di applausi riempì lo stadio, mentre le due squadre facevano il loro ingresso, interrompendo così la conversazione.
I giocatori si disposero in fila, una squadra di fronte all’altra, mentre i due capitani si stringevano la mano, dopodiché inforcarono le loro scope e iniziarono a fluttuare in aria, preparandosi alla partita.
Il fischio d’inizio perforò le orecchie ad Hermione, che se le tappò irritata, in quel momento Krum passò molto vicino alla tribuna, strizzando l’occhio alla ragazza, che ricambiò con un sorriso imbarazzato.
Il tutto non passò inosservato agli occhi di Draco che sibilò:
-Sei venuta per vedere quello?-
Concluse marcando con disprezzo il “quello”, mentre gli occhi chiari seguivano la figura di Krum per il cielo sgombro di nuvole, nella speranza che un fulmine lo colpisse.
Lei alzò le spalle e rispose semplicemente:
-Mi ha regalato il biglietto, non potevo rifiutare.-
La cosa non calmò affatto Draco, che borbottò irritato:
-Quindi è vero che c’è qualcosa tra voi due?-
La ragazza alzò nuovamente le spalle e rispose con tono innocente, osservando la reazione del ragazzo con la coda dell’occhio:
-Forse.-
Draco sembrava parecchio nervoso mentre la fissava e in quel momento Nott gli tirò la manica e sbraitò eccitato:
-Draco! Hai visto che virata il cacciatore? Quel bolide lo stava per disarcionare!-
-Come?-
Domandò il biondo tornando a concentrarsi sul campo e maledicendosi per essersi perso un’azione così interessante per colpa della vicina di posto.
-Draco, ti concentri? Mi sembra vi essere a vedere la partita con una ragazza!-
Si lamentò Nott alzandosi per applaudire un gol segnato dai Falcons, che in questo modo passarono in vantaggio per 10 a 0.
Malfoy fissò ostile l’amico senza ribattere e quando quello si accomodò nuovamente affermò allegro:
-Senza offesa eh Granger.-
Alla ragazza scappò un sorriso divertito, vedendo come Draco fosse indispettito, quindi rispose con un sorriso amabile:
-Nessun problema!-
In quel momento la loro attenzione fu catturata da un lancio in verticale di Krum e dell’altro cercatore, che inseguivano uno scintillio dorato.
L’intero stadio trattenne il respiro, osservando i due cercatori che si davano spallate per arrivare per primi al boccino.
In quel momento il sole calante abbagliò con l’ultimo raggio il campo, facendo sparire tra i suoi ultimi raggi il boccino, rendendo così inutile la corsa dei due cercatori.
Lo stadio si riempì di sbuffi delusi, ma subito il cacciatore dei Falcons, che non si era lasciato distrarre dal gioco segnò la seconda rete per loro.
Draco e Theodore scattarono in piedi raggianti, applaudendo radiosi, mentre Hermione osservava Krum deluso che continuava a vagare per il campo con aria cupa.
La partita proseguì senza ulteriori colpi di scena a lungo, finché il sole fu completamente tramontato e la notte calò sul campo illuminato però a giorno.
Hermione si strinse ulteriormente nel suo cappotto, infreddolita.
-Per quanto durerà ancora questa partita?-
Mormorò affranta più a se stessa che ai vicini di posto, osservando Krum che scrutava il cielo alla ricerca di uno scintillio dorato.
-Se il tuo bello non si sbriga a prendere quello stramaledetto boccino resteremo qui tutta notte.-
Sbottò irritato Draco, guardandola di sbieco.
-Non è il mio bello Draco.-
Lo rimbeccò subito lei, a sua volta contrariata.
-Oh, il gelo ti fa sciogliere la lingua?-
Commentò petulante Malfoy, facendo alzare gli occhi al cielo alla ragazza che rispose acida:
-No, è la burbera zitella al mio fianco. Io e Vicktor siamo amici, non so cosa non ti sia chiaro in questa parola. E soprattutto non so neanche perché nel caso ci fosse qualcosa tra me lui perché dovrebbe darti fastidio.-
Il ragazzo non rispose, facendo finta di non averla neanche sentita e lei non si preoccupò di fargli notare quanto fosse maleducata la cosa.
Dopo qualche minuto Hermione sentì caderle addosso qualcosa e girandosi si ritrovò un’ampia felpa grigia sulla spalla.
Draco, affianco a lei, chiuse borbottando tra se lo zaino da cui l’aveva tirata fuori, stando ben attento a non guardare Hermione per non darle nessuna soddisfazione.
La ragazza si aprì in un ampio sorriso e mormorò:
-Grazie Draco.-
Lui grugnì qualcosa in risposta, quindi lei si infilò l’indumento grata.
In quel momento lo stadio trattenne nuovamente il fiato, mentre i due cercatori si buttavano in picchiata inseguendo il boccino.
Tutta la fiacchezza di quella partita sparì in pochi istanti e tutti si ritrovarono in piedi incitando il cercatore della propria squadra.
Finalmente Viktor, dopo una virata magistrale, prese tra le dita la pallina dorata e il fischio di fine perforò l’aria.
-Finalmente è finita..-
Sussurrò Hermione stravolta applaudendo il cercatore che ora stava planando verso terra, con stretto in pugno il boccino d’oro, dove venne accolto dai suoi compagni di squadra raggianti.
-Peccato per i Falmouth Falcons! È stata veramente una bella partita!-
Ammise Theodore a malincuore, guardando Krum scendere a terra e alzare il pugno in segno di vittoria.
Draco non rispose, intento com’era ad osservare il bulgaro che tornava in scopa e si dirigeva verso di loro.
-Per te Her-mione.-
Affermò Krum raggiante porgendo il bottino alla Granger mentre l’attenzione dell’intero stadio si concentrava su di loro.
Le guance di Hermione si tinsero di un bel porpora, mentre accettava quello strano dono dal ragazzo e l’intero stadio approvava il gesto con un’ovazione.
Viktor salutò quindi la ragazza e tornò con calma verso la squadra che l’aspettava a terra, mentre Hermione cercava di scomparire nella felpa dall’imbarazzo.
Draco guardò con sdegno il cercatore della squadra bulgara che si allontanava, quindi sibilò acido:
-Bene, me ne vado a casa.-
Detto ciò, senza salutare ne riprendersi la felpa prestata, si alzò e si allontanò velocemente.
-Gli deve dare proprio i nervi Viktor! Strano, quando era venuto ad Hogwarts sembrava andassero d’accordo.-
Osservò Hermione vedendo allontanarsi Draco in fretta, visibilmente stanco e irritato.
-Granger, devi ancora capire tante cose te dell’universo maschile.-
Affermò Nott con il tono di chi la sapesse lunga su quello che stava succedendo in quel momento.
-Come scusa?-
Domandò la ragazza confusa e incuriosita, facendo scoppiare a ridere il suo interlocutore.
-Niente, solo che adoro questo tuo lato ingenuo!-
Spiegò Theodore con un sorriso paterno, iniziando a scendere i gradini seguito da Hermione, che ribatté stizzita:
-Non sono ingenua!-
Il ragazzo sorrise divertito e prendendola per le spalle iniziò:
-Allora ti dirò due cose: prima, Draco non parla mai durante le partite perché odia essere distratto, soprattutto quando giocano i Falcons.-
Il ragazzo si interruppe per qualche secondo in modo che la ragazza potesse assimilare l’informazione, quindi proseguì:
-Seconda, lui ha sempre adorato il modo di giocare di Krum.-
Hermione fissò Theodore senza rispondere, mentre le guance iniziavano a colorarsi di un rosa intenso.
-Ma.. Quindi?-
Nott scoppiò di nuovo a ridere vedendo le guance di Hermione colorarsi sempre di più e rispose:
-Non dire che ti ho detto queste cose perché mi ammazza.-
La ragazza annuì debolmente, salutando poi il ragazzo e smaterializzandosi in un vicolo vicino a casa.
Pochi minuti dopo entrò in casa lasciandosi cadere a peso morto sul divano in salotto, sospirando stancamente.
Era già notte inoltrata, visto che la partita era durata molto più del previsto.
Un grosso gatto rosso saltò sulle sue ginocchia, iniziando a fare le fusa affettuoso, subito accarezzato dalla mano della padrona.
-Grattastinchi, cosa sta succedendo?-
Sussurrò lei stringendolo in un abbraccio mentre quello miagolava indispettito.
La ragazza si alzò in una sorta di trance e arrivò fino al bagno dove si concesse un lunghissimo bagno caldo, nella speranza di riscaldarsi e di scacciare quel profumo presente sulla felpa che ancora la inebriava.
Non appena entrò in camera da letto, con addosso solo la biancheria, si buttò sul letto, sprofondando la testa nel cuscino.
In quel momento arrivò Grattastinchi che lasciò tutto fiero cadere qualcosa dalla bocca.
-Bel micione, mi hai portato in regalo una cavalletta?-
Domandò assonnata, accarezzando il gatto sul muso, che ricambiò con delle fusa.
Quando il gattone iniziò a tirarle testate si sforzò di aprire gli occhi, trovandosi di fronte una scatoletta rosso fuoco.
Prese tra le mani il regalo di Grattastichi e lo aprì, pendendosene subito dopo.
Il ciondolo a forma di libellula che le aveva regalato Draco al suo compleanno di due anni prima scintillò alla luce dei lampioni che filtrava dalle tende tirate, facendola brillare per un attimo.
La ragazza deglutì a vuoto, impedendosi di pensare a tutti i ricordi che quel ciondolo racchiudeva, fatti di tacite promesse, baci rubati e forse anche di amore.
Hermione lasciò cadere il ciondolo sul comodino, stringendo poi il suo gatto stretto in un abbraccio, mentre quello cercava inutilmente di divincolarsi miagolando irritato.
Quella notte diverse lacrime scivolarono fuori da quegli occhi orgogliosi, lacrime fatte di nostalgia, di delusioni, di paura, di rimpianti.

Ricordi.

Hermione Jane Granger non capiva come mai anche quelli non fossero bollati come maledizioni senza perdono.

- To be continued.



*Angolino piccino dell’autrice*
Chiedo scusa immensamente per il ritardo dell’aggiornamento ma da inizio Aprile ho iniziato una nuova esperienza lavorativa che mi ha risucchiata, facendo sparire quella cosa chiamata “tempo libero”.
Vi lascio quindi con uno dei miei capitoli preferiti, nonché quartultimo capitolo della storia! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Whack. ***


Il Draco della porta accanto.

Whack.

 

Chi comincia ad amare,
Deve essere pronto a soffrire.
- Antoine Gombaud



-Draco! Si smette a quindici anni di fare le risse!-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo maledicendo mentalmente la voce della donna che stava disinfettandogli il sopracciglio, che perdeva ancora sangue.
-Cosa ti è saltato in mente? Con Viktor poi!-
Proseguì quella, facendo letteralmente saltare i nervi al ragazzo con l’ultima frase.
-Con Viktor poi!-
Le fece il verso Malfoy, per poi aggiungere sibilando:
-Come se fosse questa grande forza. Se ci avessi fatto continuare gliene avrei date tante!-
Hermione scoppiò a ridere allegra, mettendo l’ultimo cerotto sulla guancia del biondo e rispose, con tono volutamente canzonatorio:
-Dai, te le stava dando!-
-Granger smettila. Non è nella mia filosofia picchiare le donne, ma potrei benissimo cominciare.-
Sibilò quello offeso alzandosi dalla sedia.
Era nell’appartamento di Hermione, avendo rimediato un bel po’ di lividi a causa del litigio con il giocatore di quiddich, avuta quasi un’ora prima.
Era successo mentre Malfoy stava per uscire dal lavoro, quando, aprendo la porta del suo ufficio che condivideva con Hermione, era stato assalito da un mazzo di rose rosse.

*

-Che è questo schifo?-
Sibilò Draco scostando con le mani i fiori che occupavano l’uscita, stanco per una lunga giornata al lavoro.
-Fermo idiota! Così rovini!-
Sbraitò qualcuno dall’altra parte di quella foresta floreale.
L’inglese era stentato, anche se notevolmente migliorato da quando Draco aveva ascoltato per la prima volta quella voce irritante.
-Taci Krum e togli questa roba dalla mia faccia!-
Sbottò quindi aggressivo il biondo, scostandosi dalla faccia quei fiori profumati. Per un momento un flashback attraversò la sua mente, ricordando la sera del compleanno di Hermione quando anche lui si era presentato con un mazzo di rose. Un senso di nostalgia lo invase, mentre con la mente tornava a quella notte d’amore che era seguita.
-Ah, sei te! Il sempreverde idiota!-
Una vena iniziò a pulsare sulla fronte del biondo sentendosi chiamare come un albero, quindi rispose acido:
-Si dice Serpeverde troglodita.-
Krum corrugò la fronte come a cercare di apprendere la nuova parola, mentre un ghigno divertito appariva sulle labbra di Draco.
-Tr.. Trogl.. Troglodito a chi?-
Domandò irritato Viktor parandosi davanti al biondo.
Quello, stanco dalla giornata negativa avuta al lavoro e già arrabbiato per altre questioni, rispose incrociando le braccia e guardando l’altro con superiorità:
-Significa abitante delle caverne, penso esistano solo quelle in Bulgaria o sbaglio?-
-Come osi?-
Urlò Krum prendendo il biondo per il colletto della camicia e sollevandolo da terra.
Nonostante ciò Draco non perse la calma e la faccia tosta e ribatté gelido:
-Come osi tu toccarmi?-
Nessuno seppe se fosse stato Viktor a tirare il primo pugno o fosse stato Draco, ma in pochi secondi i due ragazzi iniziarono a prendersi a pugni, attirando non poco l’attenzione dei lavoratori negli uffici vicini.
Nessuno provò però a fermarli, se non Hermione, che quando uscì dall’ufficio richiamata da quel trambusto gli separò con un urlo:
-Voi due! Cosa state combinando?!-
Dopodiché si mise in mezzo ed entrambi, per paura di colpirla e poi subire la sua vendetta si interruppero.
A Krum usciva sangue dal naso, mentre a Draco da un sopracciglio.
Entrambi avevano il fiatone e si guardavano in cagnesco, pronti a rincominciare a picchiarsi non appena Hermione si fosse tolta.
-Ha iniziato lui.-
Affermò il bulgaro sicuro, osservando la reazione di Draco, che però lo osservò con superiorità, quindi Viktor continuò:
-Mi ha aggredito perché io ti ho portare dei fiori.-
-Draco è vero?-
Domandò la ragazza allibita, inchiodandolo con quello sguardo schietto e sincero che la caratterizzava.
-Granger, secondo te? Quel troglodita mi ha dato dell’idiota e del “sempreverde” perché non riuscivo ad uscire dalla porta per la foresta che ti aveva raccolto.-
Spiegò Draco scrollandosi la polvere via dai vestiti. Hermione li osservò per qualche istante, soppesando la situazione, poi intimò con un tono che non ammetteva repliche:
-Vabbè, chiedetevi scusa e vicenda e stringetevi la mano.-
-Io non chiedo scusa.-
Affermò immediatamente Draco, scandalizzato per l’affermazione dell’amica.
-Neanch’io.-
Lo seguì subito il bulgaro, mentre gli occhi di Hermione si infiammavano di irritazione.

*

Krum era tornato a casa subito dopo le scuse che erano stati obbligati a scambiarsi, invitando Hermione a cena quella sera. La ragazza aveva accettato calmandolo, rimanendo da sola con Draco.
Il biondo voleva tornare a casa, ma lei aveva insistito perché si facesse medicare, ben sapendo che se no il ragazzo non l’avrebbe mai fatto.
Per quel motivo ora Draco era appena stato disinfettato da Hermione, ancora arrabbiato per non aver potuto finire di darsele con Krum, sentendosi ferito nell’orgoglio da quel bulgaro.
Il biondo in quel momento stava osservando quanto fosse cambiato eppure rimasto uguale l’appartamento di Hermione.
Si era riempito di fotografie attaccate alle pareti, per poter ricordare anche quando era lontana tutti i suoi amici e appariva quindi più caldo e familiare.
Allo stesso tempo però regnava sempre quell’ordine quasi maniacale che aveva sempre caratterizzato Hermione, dove non si riusciva a trovare neppure un granello di polvere.
-Hai attaccato briga con la persona sbagliata, lo sapevi anche tu che Vicktor è tutto muscoli!-
Rispose lei allegra, andando in bagno per appoggiare la cassetta delle medicazioni.
-La smetti di adulare Vicktor di qua e Vicktor di la? Lo trovo fin troppo snervante quel cavernicolo!-
Sbottò Draco osservando una foto di Hermione e Krum appesa alla parete, in cui si abbracciavano amichevolmente.
-Ti da così tanto i nervi?-
Chiese la mora riemergendo dal bagno, con un’espressione divertita.
-Quello li è un tutto muscoli senza un minimo di cervello! Ha un QI pari a quello di Goyle!-
-Non sta bene parlare male di un tuo amico!-
Lo rimproverò lei, ma il biondo non sembrò prestarle ascolto.
Tra i due calò il silenzio, mentre Draco scrutava con insistenza le foto sulla parete. Hermione, che si era seduta sul divano, si alzò ed indirizzò il ragazzo verso una mensola del mobile in mogano al lato della stanza, sollevando una cornice e porgendola al ragazzo.
Era una foto babbana di lei e Draco, dove, immobili, ridevano entrambi.
Era stata scattata tempo prima, il giorno in cui erano andati allo stadio a vedere i Chigago Bulls insieme.
Erano stretti tra una folla urlante, con i loro capellini da sole nuovi fiammanti della squadra tifata, e due sorrisi mentre mostravano orgogliosi i biglietti della partita.
Malfoy osservò la foto per qualche secondo, mentre un’espressione nostalgica invadeva il suo viso.
-Come mai non l’hai bruciata?-
Chiese Draco, appoggiando la cornice nuovamente sulla mensola, ponendo la sua attenzione sulla figura di Hermione, seduta sul divano.
-Sei stato mio amico, non vedo perché non avrei dovuto tenerla.-
Rispose lei alzando le spalle, mentre si concentrava su un punto indefinito della parete di fronte a lei, per non incontrare lo sguardo curioso del collega.
-Io ti ho mollata malamente, per quello avresti dovuto bruciarla.-
Spiegò ovvio il ragazzo.
-Ammetto che all’inizio l’ho confinata in un cassetto senza più intenzione di vederla, ma poi l’ho tirata fuori di nuovo, in fondo ero felice con te.-
Lo sguardo di Hermione era in pace con l’uomo che le si parava di fronte, nonostante il trascorso burrascoso tra i due, quindi proseguì:
-Sei stato importante per me, mi hai permesso di tornare quella che ero un tempo, facendomi tornare nel mondo magico e trovare la mia strada. Non ce l’avrei fatta senza di te, veramente.-
Concluse lei, con un sorriso che fece gelare il sangue nelle vene di Malfoy, mentre si rendeva conto di quanto fosse troppo per lui quella ragazza.
-Non sperare che io ti dica qualcosa del genere Granger.-
Sbottò il ragazzo a disagio per la situazione che si era venuta a creare.
-Non mi aspetto niente del genere, vai tranquillo.-
Rispose lei divertita, proseguendo poi:
-So come sei fatto, ormai ti conosco. So che ci tieni a me a modo tuo.-
-Mah, ho comunque i miei dubbi.-
Rispose lui impettito, facendola scoppiare a ridere.
-Ti va una tazza di the? Ho fatto anche i biscotti!-
Il volto di Malfoy si illuminò e annuì, lasciandosi cadere sul divano.
Hermione lo raggiunse dopo qualche minuto, con un piccolo piatto pieno di biscotti e due tazze di the fumante.
-Ti ricordi che una volta hai fatto a pugni con Ron?-
Chiese Hermione mescolando la bevanda dopo averla zuccherata.
-Con Weasley? E quando?-
Chiese Draco confuso, aggiungendo anche lui lo zucchero.
-Alla partita di quiddich Grifondoro-Tassorosso al primo anno! E lui ti ha fatto un occhio nero!-
Il ragazzo ricordò quella partita con un sorriso nostalgico e rispose sicuro, cercando di difendere il suo orgoglio:
-E io gli ho rotto il naso Granger!-
-Eri scarso dai. Pure io sono riuscita a tirarti un pugno!-
Obbiettò Hermione malignamente, prendendosi un’occhiataccia.
-Non te l’ho mai perdonata sappilo.-
La ragazza scoppiò a ridere e rispose divertita:
-Quanto eri odioso a quei tempi! E in più non perdevi occasione per insultarmi.-
-Che bei tempi!-
La prese in giro lui, con un mezzo sorriso, prendendosi un pizzicotto nel fianco.
In quel momento lo sguardo di Hermione andò a posarsi sull’orologio attaccato alla parete e lei si rabbuiò, prima di annunciare:
-Draco parlerei con te per ore, lo sai, ma devo andare a farmi una doccia che poi devo cenare con Vik.. Con Krum.-
Al biondo scappò un sorriso divertito, nel notare come la ragazza avesse intenzionalmente chiamato Krum per cognome.
-Va bene Granger, me ne vado. Ci vediamo domani in ufficio! Divertiti col tuo Viktor.-
Prima che potesse varcare l’ingresso però Hermione lo bloccò per una manica, tirandolo verso di lei.
Il ragazzo si voltò e lei approfittò del suo momento di smarrimento per abbracciarlo stretto.
Dopo un primo momento in cui Malfoy non seppe come comportarsi la strinse a se, rimanendo però rigido e leggermente a disagio.
-Sono felice che tu sia ancora lo stesso.-
Mormorò lei con un sorriso dopo che si fu staccata.
-Granger, sai che sono sempre il solito furetto borioso!-
Scherzò lui uscendo dalla porta e salutandola, lasciandole un bacio sulla fronte.
La Granger lo metteva in crisi, sempre.
Se ne usciva con quei gesti che lo facevano rimanere interdetto, che mettevano in crisi tutte le sue convinzioni.
Pensieroso arrivò a casa di Theodore e suonò il campanello senza nemmeno accorgersene.
-Hey Draco!-
Lo salutò allegro quello, invitandolo ad entrare.
-Cos’è quel sopracciglio rotto? Hai fatto a botte come ai vecchi tempi?-
-Sono fottuto Theo.-
Rispose Draco lapidario, con il volto solcato dalla preoccupazione.
-Hai picchiato un pezzo grosso e finirai ad Azkaban?-
Scherzò il moro, rendendosi poi contro che la situazione fosse grave dallo sguardo perso dell’amico.
-L’hai fatto veramente?-
Chiese quindi allarmato.
-Non dire stronzate. Ho fatto a botte con Krum, quel bulgaro senza cervello perché mi infastidiva.-
Theodore alzò un sopracciglio e domandò confuso:
-Ti infastidiva?-
-Si, ha portato un mazzo di rose alla Granger.-
Rispose il biondo come se fosse una cosa ovvia il fatto che lui l’avesse preso a botte per quel motivo.
-Quindi hai fatto a botte con lui per gelosia?-
Chiese malizioso Nott, che iniziava a divertirsi.
-Si, cioè no. Lui mi ha fatto irritare.-
Spiegò Malfoy in difficoltà, giocherellando con un galeone che aveva in tasca.
-E qual è il problema quindi?-
-Quale?- Domandò Draco quasi sconvolto per il fatto che l’amico non ci fosse arrivato da solo. -La Granger, ovvio!-
Theodore attese in silenzio e l’altro proseguì dopo qualche secondo, alzandosi dalla poltrona nervoso.
-Lei.. Lei mi spiazza! Non so mai cosa pensare quando sono con lei!-
-Cos’è successo?-
Draco raccontò brevemente l’accaduto, per poi concludere:
-Io non capisco. Che necessità aveva di abbracciarmi?-
-Nonostante tu sia stato un cretino lei ti vuole bene. Sei stato importante ed è felice di vedere che non sei tornato quello spocchioso purosangue che eri ad Hogwarts.-
Spiegò affabile il padrone di casa, osservando le sopracciglia di Draco che si corrugavano confuse.
-Perché Theo? Perché mi deve mettere in crisi?-
Mormorò il biondo spiazzando per un momento il ragazzo.
-Non ti do la risposta Draco, perché lo sai già benissimo, ma non l’hai ancora ammesso con te stesso.-
Ribatté Nott paziente, ben conscio che il ragazzo non l’avrebbe mai e poi mai ammesso se non messo alle strette.
-A proposito.. Oggi stavo passeggiando e ho incrociato Astoria. Mi stavo annoiando e quindi ho deciso di stuzzicarla un po’.-
Draco alzò gli occhi al cielo esibendosi in una smorfia. Nott non sapeva resistere ad infastidire le persone e nell’ultimo periodo la sua vittima preferita era Astoria.
Il padrone di casa scoppiò a ridere divertito e rispose:
-Come si è inviperita Astoria! Non so come fai a sopportarla sinceramente. Sembra una bambola di porcellana, sempre perfetta e in ordine. Io personalmente preferisco persone più “umane”.-
Al biondo scappò un sorriso e ribatté tranquillo:
-So che non ti va a genio Theo. Sei cambiato troppo da quando eri ad Hogwarts per poterla apprezzare ancora.-
-Come fai a starci assieme?-
Chiese il ragazzo con noncuranza allontanandosi dal bancone con l’amico.
-Come un tempo una ragazza mi disse “Sembra avere un etichetta in fronte con scritto “Creata apposta per Draco Lucius Malfoy.””.-
Nott scoppiò a ridere divertito.
La mente di Draco stava intanto tornando a quell’episodio di tanto tempo prima, quando aveva anche detto ad Hermione che Astoria l’avrebbe battuta in tutti i campi.
Ma, nonostante non volesse ammetterlo, si sbagliava.
Hermione era una ragazza indipendente, che se ne fregava dei pareri di molte persone, non avendo paura di mostrarsi per quello che era.
Era la rappresentazione della maga moderna, una donna in carriera che sapeva essere indipendente dagli uomini, che si era fatta largo solo con le sue forze, senza incoraggiamenti da parte dei genitori.
Astoria, al contrario, rappresentava quella parte di aristocrazia magica, formata ormai da ben pochi purosangue.
E anche lui apparteneva a quella parte del mondo magico, era quindi giusto che stesse con Astoria.
Doveva metterselo bene in testa, non farsi cogliere più da dubbi di quel genere.

- To be continued.

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Treason. ***


Il Draco della porta accanto.

Treason.

 

 

Dai grandi tradimenti hanno inizio i grandi rinnovamenti.
- Vasilij Rozanov


 

-Hai litigato con tuo padre?-

Domandò una mattina Hermione, mentre Draco entrava in ufficio di pessimo umore.

-Non sono fatti tuoi.-

Sibilò quello sedendosi al suo posto e chiudendo qualsiasi ponte con lei mettendosi a lavorare in silenzio.

Quella mattina aveva discusso con Astoria proprio per il litigio che aveva avuto con suo padre, perché Lucius aveva deciso di usare Astoria per far fare marcia indietro al figlio e Draco non l’aveva presa affatto bene.

Hermione lo osservò per qualche istante, quindi proseguì imperterrita:

-Lo prendo come un si. E nel caso tu voglia parlarne, voglia un consiglio o anche solo qualcuno con cui sfogarti o prendere un caffè sai che ci sono.-

Draco neanche grugnì in risposta, ma la ragazza non se la prese, ben conscia che se avrebbe voluto un appoggio gliene avrebbe parlato.

-Non penso che potrò mai più entrare in casa mia, al Manor.-

Affermò il biondo dopo un paio d’ore di silenzioso lavoro, facendo alzare gli occhi della collega dalle carte che riempivano la scrivania.

-Ho detto a mio padre come la penso di troppe cose e lui non l’ha presa bene.-

Lei lo guardò preoccupata per qualche istante, poi chiese apprensiva:

-Dove starai?-

Lui la guardò stranito. Si sarebbe aspettato qualsiasi risposta da lei, magari cosa si fossero detti, che non doveva farlo, che era un idiota, ma lei si era solo preoccupata di dove stesse lui ora che non poteva entrare in casa sua.

Un sorriso spuntò sulle sue labbra, quindi rispose:

-Vivo con Astoria, ricordi?-

-Ah già.-

Commentò un po’ acidamente Hermione, mentre tornava a concentrarsi sul suo lavoro. Draco la osservò curioso per qualche momento, quindi domandò:

-Ti sta così antipatica?-

-Non antipatica, diciamo che a parte la scritta in fronte “Per Draco Malfoy” non mi dice nient’altro.-

Spiegò Hermione sbrigativa, cercando di attribuire a quel fatto l’irritazione che provava nei confronti della fidanzata di Draco.

-Poi ovviamente mica deve piacere a me, ma a te!-

Aggiunse dopo qualche minuto, facendo ridere Draco, che rispose tristemente:

-Pensa invece che secondo lei i miei amici devono piacere a lei e non a me.-

Lei alzò un sopracciglio e chiese:

-Quindi io sono approvata?-

-Ovviamente no!-

Rispose lui subito con un sorriso.

-Quindi perché mi parli così amichevolmente?-

Chiese la ragazza confusa, ma lui le dedicò un sorriso strafottente e rispose:

-Mi piace infrangere le regole.-

Hermoine scoppiò a ridere spensierata e senza ragionarci troppo ammise:

-Mi sei mancato Draco.-

Lui impiegò un attimo ad assimilare l’informazione, ma poi con rispose saccente:

-Lo so, sono un articolo unico nel suo genere!-

Lei alzò gli occhi al cielo, esasperata dalla smodata autostima dell’amico, quindi si rimise a lavorare.

-Chi ha sbirrato comunque?-

Chiese Draco dopo qualche altro minuto di silenzioso lavoro.

-Potter.-

Commentò lei asciutta, osservando il sorriso sadico che preannunciava vendetta formarsi sulle labbra del vicino.

*

-Theo sei sicuro che sia un bene fargli una sorpresa?-

Domandò Draco titubante, seguendo l’amico che aveva appena aperto la porta d’ingresso dell’antica villa della famiglia Zabini con un semplice “alohomora”. Era un’ampia abitazione, che ricordava villa Malfoy, nello stesso stile antico e aristocratico. Aveva un che di abbandonato però quella villa, come se fosse abitata solo da degli spettri. A Draco aveva sempre dato i brividi, anche se ci aveva passato un sacco di tempo, forse potevano essere state le morti di tutti e sette i mariti della madre di Blaise che avevano reso quella villa così inquietante.

-Come mai sei così preoccupato?-

Domandò Nott con noncuranza facendo un incantesimo per silenziare i loro passi, mentre si aggiravano come due ladri per l’ingresso.

-Ho un brutto presentimento, non so.-

Lo liquidò Draco, che sentiva che quella sorpresa sarebbe costata cara e sarebbe sicuramente successo qualche casino. Era come un presentimento che aveva da quella mattina, sicuro che non sarebbe filato tutto liscio, in qualche modo.

-Non mi dire che le lezioni della Cooman ti hanno influenzato alla fine!-

Lo prese in giro l’amico con un filo di voce, mentre salivano la grande scalinata che portava fino alla camera di Blaise Zabini. Quel giorno era il compleanno del padrone di casa e i migliori amici avevano deciso di fargli una bella sorpresa piombando in camera sua con i loro regali, pronti a trascinarlo per un’intera giornata di festa.

Quando arrivarono alla porta della camera Nott lanciò uno sguardo d’intesa a Draco, che non fece in tempo a fermarlo prima che quello spalancasse l’uscio e urlasse:

-Hey Blaise! Buon compleanno! Sorpr..-

Il ragazzo si interruppe, mentre indietreggiava di qualche passo. Draco, che non aveva ancora varcato la soglia si alzò in punta dei piedi per spiare la scena da dietro la spalla dell’amico, non capendo il perché di quella reazione.

-Theo?-

Chiese confuso bloccandosi anche lui per un momento, mentre la scena che gli si parava davanti agli occhi gli faceva capire il motivo di tutti quei presentimenti.

Nella stanza aleggiava il silenzio, mentre nessuno dei presenti osava proferire parola.

Fu Draco ad interrompere quel silenzio scoppiando in una risata aspra e piena di odio.

-Buon compleanno “amico”.-

Disse con tono strafottente tirando il pacchetto che teneva in mano sul letto, non colpendo per poco Zabini e l’altra occupante del letto. Il ragazzo era infatti sotto le coperte in compagnia delle fidanzata di Draco Malfoy, che guardava il biondo con occhi sbarrati.

Astoria era immobile e senza parole, quando Draco si voltò e uscì prese un lenzuolo per coprirsi e si mise a rincorrerlo, gridandogli di aspettarla.

-Draco aspettami! Lascia che ti spieghi!-

Il ragazzo non si voltò finché la fidanzata non lo strattonò per una manica, obbligandolo a fermarsi. Gli occhi di fuoco di Draco incrociarono quelli chiari di Astoria, pieni di angoscia.

-Draco fammi spiegare.-

Mormorò lei con tono supplichevole, ma lui rispose con tono sprezzante:

-Cosa devi spiegarmi? Che sei “inciampata” nei pantaloni di Zabini? Che volevi fargli un regalo di compleanno?-

La ragazza rimase un attimo interdetta, non sapendo neanche lei come poteva spiegare la sua presenza in quel letto.

-Lo sapevo già che mi tradivi. Lo sospettavo da tempo, ma un paio di settimane fa ho avuto la conferma dal vostro comportamento.-

La ragazza sbiancò a disagio, boccheggiando poi:

-Perché non hai detto nulla?-

Draco si aprì in un sorriso che sembrava quasi una smorfia e rispose gelido:

-Perché così, per una volta, non sarei passato per lo stronzo io. Hai mostrato la tua faccia al mondo finalmente.-

-Non vorrai renderlo pubblico! Sai quanti pettegolezzi si creerebbero!-

Squittì lei indignata, fulminando il fidanzato, che per tutta risposta scoppiò a riderle in faccia.

-Saresti su tutti i giornali come piace a te. Comunque non lo renderò pubblico io. Theo piuttosto potrebbe farlo.-

Lei sbiancò, indrietteggiando di qualche passo, mentre la voglia di tornare da Nott per supplicarlo di non fare nulla la attanagliava. Draco strattonò via il braccio dalla sua presa, mentre un’immensa tristezza lo invadeva.

Si girò, per non permetterle di vedere la sua sofferenza e rispose con tono distaccato:

-Vai pure da Blaise. Non ti preoccupare che io faccia qualcosa, non mi interessa. Sei un nulla per me.-

La ragazza iniziò subito a correre, cercando di non inciampare nel lenzuolo, quindi Draco riprese a camminare.

A nessuno fu permesso di sentire il suo ultimo sussurro prima di lasciare quella casa.

-E grazie per esserti preoccupata anche questa volta più della tua fama che non di come mi possa sentire io.-

*

-Granger!-

Draco bussava irritato a casa della ragazza, che non si sbrigava ad aprire.

Finalmente l’uscio si spalancò ed apparse Hermione, leggermente truccata e vestita elegante.

Nonostante ciò era abbastanza pallida e sembrava sollevata nel vedere Draco, cosa che lo insospettì non poco.

-Draco, cosa ci fai qui? Entra pure!-

Esclamò allegra, cercando di sorridere in modo naturale, ma il ragazzo capì immediatamente che qualcosa non andava.

-Granger? Succede qualcosa?-

Chiese il biondo preoccupato entrando in salotto ed incontrando subito gli occhi color pece di Viktor Krum, che lo fissavano astiosi.

-Io ed Hermione stafamo parlando.-

Sibilò fulminando il ragazzo. Hermione si intromise prima che quei due potessero riprendere a litigare ed esclamò:

-Viktor avevamo appena concluso. Ti ho detto che ho bisogno di tempo per.. valutare!-

Draco vide l’irritazione negli occhi del bulgaro, che però rispose:

-Bene. Spero di afere una risposta presto Hermione. Buona serata.-

Detto ciò il ragazzo diede un bacio sulla guancia alla mora, che lo accompagnò alla porta e aspettò che arrivasse l’ascensore per salutarlo. Dopo di che tornò in casa e chiudendo la porta alle sue spalle tirò un sospiro di sollievo. Draco la stava osservando curioso e domandò:

-Era nero di rabbia! Cosa gli hai fatto?-

Chiese lui scherzoso andando a sedersi sul divano, subito seguito da un’esausta Hermione, che si lasciò cadere al suo fianco.

-Era nero perché sei arrivato tu a salvarmi..-

Ammise lei rannicchiando le gambe al petto e appoggiando la fronte alle ginocchia, come a chiudersi in un guscio di pace.

-In che senso?-

Chiese il ragazzo osservandola con curiosità:

-Mi ha chiesto di sposarlo.-

Lo liquidò lei senza guardarlo negli occhi, temendo come avrebbe potuto reagire.

Non capiva ancora bene come reagire a quanto successo, perché mai si sarebbe aspettata che Viktor, con cui non era neanche fidanzata, le avrebbe chiesto di sposarlo. Era confusa in quel momento, soprattutto a causa di quel biondo al suo fianco, che era in grado di frullare tutte le sue emozioni ogni volta in cui lo vedeva.

Draco balzò in piedi dilatando gli occhi e spalancando la bocca nel sentire la notizia.

-Come? E tu hai accettato? Ma mica non eravate fidanzati?-

Domandò il ragazzo a raffica, mentre un senso di odio si faceva largo in lui. Quel Krum non aveva nessun diritto di arrivare e chiedere ad Hermione di sposarla.

Non poteva punto.

Lui meno di tutti gli altri ragazzi che avrebbero potuto chiederglielo, se prima non avevano ottenuto il suo permesso.

E il suo permesso non l’avrebbe dato a nessuno.

-Ho detto che ci dovevo pensare e avevo bisogno di tempo. E ti confermo che non siamo fidanzati, ci frequentiamo come amici. Il fatto che poi sei spuntato te gli avrà fatto subito pensare che io dovessi pensarci perché ci fosse qualcosa tra noi due.-

Spiegò Hermione, ancora rinchiusa nel suo guscio protettivo, sempre più convinta che non sarebbe mai uscita da li.

-Granger, spero che non sposerai quell’idiota!-

Sbottò Draco, rendendosi conto di essere arrabbiato anche con lei per quella proposta.

-Non insultarlo!-

Ribatté lei alzando gli occhi, leggermente arrossati.

-Per favore! Sarebbe uno spreco fondere il tuo cervello con quello di quel bulgaro!-

La liquidò lui con un gesto della mano, sdegnato.

-Non è stupido Viktor!-

Lo difese immediatamente la ragazza, prendendosi un’occhiata traversa di Draco.

-Non ha mai brillato Granger, ammettiamolo. Comunque è una scelta tua, non mi intrometto.-

Sbottò lui offeso sedendosi sul divano, ben attento a lasciare le giuste distanze tra loro due. Il silenzio calò nella stanza, mentre entrambi rimuginavano sui fatti appena accaduti, sentendosi terribilmente soli.

-Tu perché sei venuto qui a quest’ora?-

Domandò lei dopo una decina di minuti, rompendo quel silenzio diventato pesante.

-Non sapevo dove andare.-

Rispose lui emergendo dai suoi pensieri, lei quindi lo osservò confusa e domandò:

-In che senso? Non vai a casa da Astoria?-

-Ho bisogno di asilo per la notte. Dovevo dormire da Zabini, ma l’ho trovato a letto con Astoria, quindi non posso ne dormire da lui ne tornare a casa da quella perché mi continuerebbe a stressare l’anima cercando scuse, da casa dei miei sono bandito e Theo doveva dormire dalla ragazza.-

Spiegò lui fissando il vuoto davanti a se.

-Quindi sono l’ultima spiaggia?-

Scherzò lei, smorzando l’atmosfera pesante che si era creata. Sul volto di Draco spuntò un sorriso divertito e rispose:

-Indovinato! Anche se non è carino che una ragazza che si sta per sposare con un famoso giocatore di quiddich dorma con il suo bellissimo e affascinante ex ragazzo!-

Lei scoppiò a ridere alzandosi e sistemando le pieghe del vestito.

-Puoi restare, vado a prenderti delle coperte e un pigiama.-

Affermò con voce materna, mentre si allontanava e andava a frugare nell’armadio.

-Non dormo con te?-

Chiese lui con tono fin troppo innocente, quindi lei ribatté divertita:

-Certo, così poi arrivano Viktor e Astoria che si uniscono a noi!-

-E Zabini! Non dimenticarlo!-

Concluse lui con una certa amarezza nella voce, che Hermione colse immediatamente.

Quando tornò fece cadere apposta la coperta in testa all’amico, che ne emerse indignato e con i capelli tutti spettinati.

-Granger cosa ti salta in mente?-

Ma in quel momento, approfittando della distrazione del ragazzo, si buttò sul divano e lo strinse forte in un abbraccio, lasciandogli un bacio sulle tempie.

Draco restò immobile per qualche istante, finché non si convinse ad appoggiare la testa sul petto della ragazza, che iniziò ad accarezzarlo con dolcezza.

-Come ti senti tu?-

Domandò lei apprensiva e in quel momento lui si concesse di aprirsi ancora una volta con lei, sapendo che avrebbe mantenuto tutti i suoi segreti, che non lo avrebbe lasciato solo in quel momento.

Si lasciò quindi andare parlandole di come si sentisse tradito da uno dei suoi migliori amici, di come non fosse arrabbiato ma solo deluso, di come avesse reagito Astoria. Lei lo ascoltò senza giudicare nessuno, rassicurandolo semplicemente quando ne aveva bisogno, facendogli capire che lei ci sarebbe sempre stata.

Quando concluse e si tranquillizzò Hermione andò a farsi una doccia, che tornò dopo una mezz’ora buona, con i capelli ancora umidi e un pigiama infantile.

-Pinguini?-

Domandò Draco divertito senza staccare gli occhi dallo schermo della tv ed Hermione si difese arrossendo leggermente:

-Non aspettavo ospiti!-

Lui sorrise, pensando che in fondo stava benissimo anche con quel pigiama.

-Vado a dormire Draco, se vuoi usare il bagno fai pure.-

-Ok.-

Rispose lui distratto dalla tv, quindi Hermione entrò in camera, ma prima che si allontanasse troppo Draco le disse:

-Buonanotte Granger. E grazie.-

Un sorriso spuntò sulle sue labbra e si addormentò stranamente tranquilla.
 

- To be continued.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Love. ***


Il Draco della porta accanto.
 

Love.

 

E poi,
Con una tenerezza che gli straziò il cuore,
Lo abbracciò stretto.
Rimasero lì per un po’ sulla poltrona,
Desiderando che quel momento durasse
Per sempre.
- Nicholas Sparks,


 

Draco non riusciva a prendere sonno, mentre continuava a rigirarsi sul suo giaciglio, alla ricerca della posizione ideale.
Quel letto improvvisato, quelle coperte, quell’intero appartamento sapevano troppo di Hermione per riuscire a dormire, per non parlare di tutte le preoccupazioni che gli frullavano in testa. Non sapeva se Theodore avesse deciso di spifferare tutto alla Gazzetta Del Profeta solo per il gusto di far impazzire Astoria e forse anche per vendicarsi dell’affronto fatto al suo migliore amico. Nott aveva tanti difetti, ma non poteva sopportare chi tradiva la fiducia che era stata data, quindi per lui, più ancora che per Draco, Zabini era un uomo morto. Un'altra preoccupazione era sulla reazione che Lucius avrebbe potuto avere vedendo che si erano lasciati, sicuramente avrebbe attribuito la colpa a Draco, che dedicava più tempo alla mezzosangue che non a lei.
A complicare il tutto c’era il dolce profumo della ragazza che gli penetrava nelle narici prepotente, facendogli tornare alla mente le poche notti d’amore passate insieme, dove quel profumo era per lui come ossigeno.
Restò sveglio a lungo, finché la stanchezza ebbe il sopravvento e gli occhi si chiusero, lasciandolo riposare in un breve sonno senza sogni.
Era notte fonda quando qualcuno iniziò a bussare insistente alla porta.
Inizialmente Hermione pensava si trattasse di un sogno, ma quando il bussare si fece più insistente si svegliò si soprassalto. Subito si alzò dal letto irritata per essere stata buttata giù dal letto a quell’ora immonda e aprì la porta sibilando un “Sii?”.
Si trovò davanti a lei Astoria Greengras, con due profonde occhiaie e un fazzoletto pieno di mascara e lacrime in mano.
La padrona di casa rimase sbigottita per qualche secondo, finché l’ospite sbottò, stizzita nel vederla:
-Granger.-
Draco spalancò gli occhi spaventato, sentendo la voce di Astoria e apparve nella parte illuminata dalla luce del pianerottolo, quindi la fidanzata lo vide.
-Draco!-
Strillò quella correndo in casa e abbracciandolo di slancio, senza dargli la possibilità di spostarsi.
-Che ci fai qui?-
Farfugliò quello irritato, ancora mezzo addormentato.
-Lo sapevo che eri da questa puttana!-
Sbraitò Astoria indicando Hermione con un dito senza staccarsi da lei.
-Tu brutta sgualdrina! Subito a sedurre il mio uomo appena si insinua una crisi tra noi! Ma non ti permetterò di portarmelo via schifosa!-
La Granger aveva gli occhi spalancati, mentre la bocca era leggermente aperta.
In quel momento si sentiva semplicemente basita.
Dopo un primo momento di confusione rispose, iniziando ad irritarsi:
-Io.. Cosa? Ma come ti permetti? Arrivare in casa mia in piena notte ed insultarmi pure! Ma con che faccia ti permetti di entrare?-
Astoria la fulminò con lo sguardo, sibilando in risposta:
-Taci sgualdrina! Andare con un ragazzo fidanzato, non ti vergogni?-
Hermione non ci vide più dalla rabbia, ma cercando di mantenere la calma rispose:
-Tra me e Draco non è successo assolutamente nulla. Io dormivo in camera mia e lui sul divano e sai perché? Perché quella che viene a dare a me della sgualdrina è andata a letto col suo migliore amico. Ora, non sono fatti miei e io non giudico, ma ho acconsentito a farlo dormire sul mio divano vista la situazione e mi farei un esame di coscienza su chi sia la sgualdrina. Ti chiedo comunque di uscire dalla mia casa in quanto non sei la benvenuta, prima che io debba ricorrere a metodi più convincenti.-
Concluse la padrona di casa gelida.
-Andiamocene Draco!-
Strillò la Greengrass inviperita, trascinando dietro di se un inerme Draco, che non aveva ancora capito cosa stesse succedendo.
Appena fu fuori dalla casa Astoria sibilò:
-Ci rivedremo mezzosangue.-
Subito dopo con un “pop” la ragazza si smaterializzò portandosi dietro Malfoy.
Hermione rimase per un attimo sulla porta, cercando di connettere tutto quello che era successo negli ultimi minuti.
Si rese conto improvvisamente che Draco se n’era andato con Astoria, senza una parola.
Se n’era andato lasciandola sola un’altra volta.
Chiuse la porta piano, per poi lasciarsi scivolare a terra, rannicchiandosi su se stessa e senza che se ne rendesse conto grosse lacrime iniziarono a rigarle il viso.
Illusa.
Si era illusa un’altra volta che lui fosse cambiato, che questa volta sarebbe rimasto.
Si trascinò distrutta fino al letto, lasciandosi cadere inerme sul cuscino, continuando a piangere come una bambina.

*

Hermione si svegliò quando i raggi del sole le arrivarono ad accarezzare il viso. Gli occhi impastati dalle lacrime della notte prima erano pesanti e con estrema difficoltà aprì le palpebre, mettendo a fuoco la stanza intorno a se.
Ricordava già perfettamente quanto fosse accaduto il giorno prima, quindi si rigirò nel letto malinconica, guardando l’orario sulla sveglia.
Era tardi, a quell’ora doveva già essere in marcia per andare al ministero, ma non aveva alcuna voglia di muoversi di li.
Dopo una decina di minuti si alzò dal letto, prese carta e penna e scrisse due righe veloci al signor Butler, in cui spiegava di non sentirsi bene e che preferiva restare a casa. Le affidò al barbagianni che teneva in una piccola gabbia e, dopo averlo fatto volare fuori, si ributtò sul letto.
Si sentiva stranamente stanca, spossata e senza voglia di fare nulla, quindi accese la televisione su un canale a caso, giusto per non dover sopportare ancora il peso del silenzio che aleggiava nell’appartamento.
Il momento di disperazione di quella notte era passato, lasciando in lei un senso di noia e vuoto.
Non era triste, soltanto rassegnata.
Passò le due ore seguenti a rigirarsi nel letto, guardando pigramente la tv.
Fu quando un picchiettio sul vetro la destò dai suoi pensieri che finalmente si alzò dal letto.  Aprì la finestra e lasciò entrare il gufo nero che continuava a cercare di attirare l’attenzione, quindi quello, dopo un elegante giravolta nella stanza, si andò ad accovacciare sul tavolo della ragazza. In bocca teneva una busta bianca, Hermione la prese e, dopo aver dato all’animale un po’ di becchime per premiarlo, si accomodò a leggere la lettera.
Era Viktor che le scriveva, chiedendole di vedersi quel pomeriggio, per ricevere l’agognata risposta. La ragazza sbuffò scompigliandosi i capelli, indecisa su cosa rispondere. Poteva fingersi ammalata, in fondo quel giorno non era neanche andata al lavoro, quindi la scusa reggeva abbastanza.
Aveva già iniziato a scrivere la risposta quando il suo barbagianni planò graziosamente sul tavolo, con la Gazzetta Del Profeta tra le zampe.
In prima pagina c’era una foto di Astoria e Draco che si abbracciavano, quindi Hermione lanciò via il giornale, senza alcuna intenzione di leggerlo o di sentire anche solo nominare quei due.
Subito dopo appallottolò la sua risposta e ne scrisse un’altra, in cui acconsentiva di vedersi quel pomeriggio.
Sentiva i brividi di rabbia che le percorrevano la schiena da quando aveva visto quella fotografia, quindi, con una nuova forza, iniziò a sistemare il letto e la camera, visto lo stato pietoso in cui erano dopo quella lunga notte. Dopo di che passò al salotto, dove prese le coperte usate da Draco e le buttò in un armadio, sistemando poi i cuscini del divano ancora stropicciati. Infine si buttò in vasca da bagno, dove si concesse un lunghissimo bagno rilassante.
Le quattro del pomeriggio arrivarono velocemente e per quell’ora uscì vestita di tutto punto, pronta a dare la sua fatidica risposta a Krum.

*

Quando Draco era stato smaterializzato da Astoria dentro casa sua  non era in se dalla rabbia.
-Ti rendi conto di quello che hai fatto?-
Urlò il ragazzo infuriato scostandosi dalla fidanzata, quasi con schifo.
Quella, per niente spaventata, rispose spavalda:
-Quello che era mio dovere fare. Ti ho impedito di fare stupidaggini con quella mezzosangue.-
-Non pensi che io abbia l’età per pensarci da solo?-
Sibilò lui in risposta, cercando di contenere la sua rabbia.
-Non eri in te per quello che era successo! Io ti ho solo aiutato!-
Sbraitò lei, pretendendo di essere dalla parte del giusto, ma la ragazza aveva passato il segno e il biondo domandò tagliente:
-Mi hai aiutato come? Trombando con uno dei miei migliori amici? Bell’aiuto grazie!-
-E` colpa tua se è successo!-
Si difese lei indispettita.
Draco scoppiò a ridere isterico e si lasciò cadere su una poltrona, dopo aver preso un bicchiere e del whisky incendiario dal tavolo li accanto.
-Colpa mia? Spiegamela questa.-
-Tu mi trascuravi!-
Spiegò lei con gli occhi fiammanti.
-E allora sei andata a letto con Zabini? Mi sembra un ottimo modo, perché mai gli esseri umani hanno passato secoli a parlarsi quando potevano semplicemente fare così?-
Chiese quello ironico, facendola infuriare.
-E allora ho dovuto trovare un modo per farti ingelosire! Tu pensavi solo alla mezzosangue e a rovinarti con le tue mani! L’ho fatto per il tuo bene.-
-Astoria ho sentito abbastanza.-
Sibilò quello alzandosi e iniziando ad allontanarsi.
-Puoi pure incolparmi di essere un bastardo e tutto quello che vuoi. Ma io mai ti avrei tradita, perché ti rispetto o almeno, ti rispettavo. Quindi hai questa notte per prendere le tue cose e per sparire dalla mia vita. Io vado da Theo. Addio.-
Concluse lui smaterializzandosi lontano da quella donna.

*

-Scusate il disturbo piccioncini, ma non ho altro posto in cui andare.-
Esordì Malfoy presentandosi a casa di Theodore quella mattina presto. Aveva passato tutta la notte a camminare per Londra, non avendo il coraggio di tornare da Hermione e neppure la faccia tosta di andare a svegliare Nott in piena notte.
-Entra pure Draco. Cos’è successo?-
Lo invitò il migliore amico in pigiama, mentre la fidanzata appariva alle sue spalle con indosso la vestaglia.
-Centra quella cosa successa con Astoria?-
Chiese veramente preoccupata Morag.
-Centra che è successo un casino. La Granger non mi vorrà mai più parlare.-
Esordì Draco, raccontando poi davanti ad una tazza di caffè caldo gli avvenimenti di quella notte.
I due concordarono sul fatto che Draco avesse bisogno di dormire, quindi Nott scrisse al ministero che quella mattina l’amico non sarebbe andato al lavoro.
Il biondo si svegliò in mezzo al pomeriggio e non trovando nessuno per casa decise di uscire a fare un giro.
Aveva milioni di pensieri e un’assoluta necessità di solitudine, quindi andò al parco, dove sperava di trovare la pace necessaria. Aveva bisogno di fare chiarezza su quello che provava per Hermione, una volta per tutte. Si accomodò sotto un albero ed iniziò a ragionare, mettendo a nudo tutto ciò che aveva sempre negato.
Il rapporto con Hermione lo aveva colto impreparato quando si erano trovati al college e senza che se ne rendesse conto era legato a lei più che ai suoi migliori amici e al tempo non era pronto ad accettarlo. Aveva negato tutti i sentimenti che provava per lei per la paura che lo facesse lei per prima dopo essere tornata nel mondo magico, lasciandolo e facendogli fare per l’ennesima volta la figura del debole. Eppure, a distanza di anni, tutti quei sentimenti che lentamente si erano sopiti, erano improvvisamente tornati prepotenti, aggravando la sua già instabile relazione con Astoria.
Ora doveva scegliere o di ammettere con lei quello che provava o di lascarla perdere una volta per tutte.
Mentre la sua decisione si delineava nella mente vide una coppia a una trentina di metri da lui che lo lasciò senza fiato.
Hermione e Krum avevano appena finito di parlarsi e ora lei lo stava abbracciando forte, mentre Draco sentiva qualcosa incrinarsi dentro di lui.
Gli tornò in mente la proposta di matrimonio di cui Hermione gli aveva parlato e capì che dopo la sua fuga di quella notte lei aveva scelto Krum e non lui. Si alzò con gli occhi bassi e se ne andò da quel parco, nella speranza di riuscire a distrarsi e di riuscire a ricostruire quello che una volta definiva il suo cuore.

*

-Granger!-
Draco piombò in casa dell’amica spalancando la porta, con sguardo furente.
La ragazza stava pigramente guardando la tv e rispose irritata:
-Bussare non è maleducazione eh!-
-Hai accettato la proposta di matrimonio di quell’idiota?-
Chiese apprensivo, senza badare minimamente al suo rimprovero.
Finalmente era riuscito a mettere da parte l’orgoglio e a salire a casa sua per porle la fatidica domanda che da quel pomeriggio l’opprimeva.
-Cosa te lo fa pensare?-
Domandò lei divertita dalla strana gelosia del ragazzo, mentre lui si logorava nei ricordi del parco.
-Eravate abbracciati!-
-E anche se fosse? Cosa dovrebbe importare a te che hai la tua Astoria? Non sei mica tornato a casa con lei questa notte?-
Chiese quella, spegnendo il televisore e sfidando il ragazzo piazzandosi davanti a lui a braccia incrociate. Stava tornando tutta la rabbia che aveva provato quella mattina verso quel viziato purosangue.
-Cosa centra?-
Chiese Draco, non capendo veramente il nesso tra le due cose.
-Cosa centra? Te ne sei andato con lei, se veramente ci avessi tenuto a me saresti rimasto e mi avresti dimostrato che non vale la pena Viktor!-
Ribatté quella con tono isterico, fulminandolo con lo sguardo ed iniziando a tremare di rabbia.
Era gelosa, tremendamente gelosa che lui quella notte se ne fosse andato con Astoria anziché rimanere con lei.
Non l’avrebbe perdonato facilmente e ora non capiva il perché venisse a lamentarsi con lei se avesse accettato la proposta di Viktor.
-Te l’avrei dimostrato? E come? Pregandoti in ginocchio?-
Rispose Draco a sua volta arrabbiato per il tono con cui lei gli stava rispondendo.
In quel momento la rabbia prese il posto del ragionamento nella formidabile testa di Hermione, che sbraitò:
-No! Così!-
Detto ciò prese il volto di Draco tra le mani e lo baciò.
Non era un bacio dolce come tutti quelli che lei gli aveva dato, era rabbioso, feroce, uno scontro tra labbra, bocche, lingue.
Dopo un primo momento di sorpresa Draco la strinse a se, baciandola allo stesso modo, con la stessa rabbia, ancora e ancora, finché entrambi rimasero completamente senza fiato, ma riluttanti a fermarsi a respirare.
Le mani di Hermione stringevano ancora il suo viso, per tenerlo vicino a lei e non permettergli di scappare di nuovo, premevano le sue tempie con una forza che Draco non avrebbe attribuito a quelle dita sottili.
Le bruciavano gli occhi e voleva piangere, piangere di rabbia perché lui era uno stupido testone.
Draco appoggiò la sua fronte su quella della ragazza, cercando di riprendere fiato, mentre chiudeva gli occhi e le mani continuavano a stringere i suoi fianchi, tenendola pericolosamente vicina a lui.
La mora sentiva le tempie di Malfoy pulsare sotto i suoi polpastrelli, il suo respiro affannoso sulle labbra e la barba ispida sotto i palmi.
Fu in quel momento che il cervello di Hermione riprese a funzionare e lei si staccò con violenza, rendendosi conto di quello che aveva fatto.
Draco spalancò gli occhi e la guardò allontanarsi di qualche passo, con negli occhi il panico.
-Scusa, io non dovevo.-
Iniziò a biascicare quella, sperando di non aver fatto nulla di irreparabile.
-Vai, per favore. Ho bisogno di stare da sola.-
Detto ciò aprì la porta d’ingresso, facendosi da parte per lasciare uscire il ragazzo.
Draco avanzò di qualche passo confuso, dirigendosi incerto verso la porta. Aveva ormai varcato la soglia, con una strana consapevolezza che se non avesse reagito in quel momento non sarebbe più entrato in quella casa. Hermione stava già chiudendo la porta, mentre un sospiro di sollievo sfuggiva dalle sue labbra.
Era l’ultima volta in cui si sarebbe concessa una qualsiasi debolezza con Draco, quando quella porta si sarebbe chiusa avrebbe chiuso fuori lui e tutti i loro ricordi per sempre.
Quando mancavano una decina di centimetri per chiudere la porta quella si bloccò, facendo sussultare la ragazza, che vide subito una scarpa che la fermava.
Draco spalancò la porta, sbattendola dietro di se.
-No Hermione, non me ne andrò un’altra volta.-
Un brivido corse lungo la schiena della ragazza nel sentirsi chiamare per nome, ma non fece in tempo ad arrivare alle ultime vertebre che il suo volto era imprigionato tra le ampie mani di Draco e una bacio dolce si posò sulle sue labbra.
Nella mente della ragazza si susseguirono troppe emozioni.
Paura che se ne stesse realmente andando.
Tirò uno schiaffo a Draco, che la guardò per qualche secondo incredulo, specchiandosi in due fessure infiammate, per tornare ad aggredire le sue labbra.
Rassegnazione a restare sola.
Sull’altra guancia del biondo arrivò dritto un altro schiaffo, che lo fece allontanare ancora di qualche centimetro.
Sollievo nel vederlo tornare.
-Sei un cretino.-
Sussurrò Hermione, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
Paura di perderlo nuovamente.
-Lo so. Ma non me ne andrò questa volta.-
Rispose quello serio come non era mai stato, guardandola dritta negli occhi e permettendole di leggere al loro interno la sua sincerità e convinzione.
Sorpresa nel sentire quelle parole.
Le lacrime iniziarono a scendere rapide, mentre un sorriso di gioia appariva sulle sue labbra tremanti.
Gioia nel assaporare di nuovo quelle labbra.
Il purosangue, sentendosi distrutto da quelle lacrime, aggredì con una dolcezza straziante quelle labbra, un’altra volta, con la paura di essere di nuovo rifiutato.
Le mani di Draco si allentarono leggermente quando percepì che lei stava ricambiando quel bacio, andando ad accarezzarle i capelli attirandolo a lui senza forza ma con estrema dolcezza.
La mora appoggiò le mani al suo petto, slacciando malandrina i primi bottoni della camicia di Draco, facendogli scappare un gemito ed un sorriso.
Improvvisamente Hermione si fermò e fece allontanare Draco di qualche centimetro, per poterlo guardare negli occhi.
In quel momento l’ossigeno entrò prepotente nei suoi polmoni, che bruciarono come quando si riprende fiato dopo una lunga apnea.
Il biondo cercò di riagganciare quelle labbra, incapace di farne a meno ora che le aveva riassaporate, ma lei lo tenne indietro.
-Draco, non ho accettato di sposare Viktor. Era un abbraccio per consolarlo quello.-
Una risata scoppiò sulla labbra di Malfoy, che rispose soffiandole in faccia:
-Avresti solo dovuto provarci.-
Lei lo guardò negli occhi, specchiandosi in quegli oceani chiari, mordendosi un labbro, divertita da quella risposta.
-Dannazione, mi sono innamorato di te Granger.-
Sussurrò lui scaldandosi negli occhi caldi della ragazza, che rispose con un soffio sulle sue labbra:
-Ti amo anche io, Draco.-
Lui scoppiò a ridere e la prese in braccio portandola nella sua camera da letto, dove la adagiò sul letto, iniziando a baciarla e a sfilarle la maglietta con bramosia.

*

I raggi del sole entravano di traverso nella stanza, dandole un’aria quasi malinconica in quel giorno di autunno, che stava pian piano morendo.
Draco era accoccolato sulla poltrona, mentre tra le sue braccia stringeva l’esile corpo di Hermione.
Nella casa regnava il silenzio, interrotto solo dal respiro leggero dei due ragazzi.
Draco appoggiò le labbra sui capelli di Hermione, ispirando a pieno il suo profumo delicato ed inebriandosi per qualche secondo.
E in un attimo si poté definire semplicemente completo.
Sentiva il cuore battere in sincronia con il corpo che stringeva a lui, con dolcezza e quasi reverenza legava a lui quelle mani, per non perderle un’altra volta.
-Draco è sbagliato..-
Sussurrò Hermione senza la convinzione che aveva sempre avuto, con un filo di voce.
-E che me ne frega se è sbagliato?-
Ribatté quello con tono strafottente, per poi proseguire:
-Ho un marchio nero tatuato sul braccio, anche quello è sbagliato, eppure lo sento mio. È sbagliato anche discriminare i nati babbani, eppure l’ho sempre fatto. È sbagliato entrare in acqua subito dopo mangiato, ma sai che non ho la pazienza di aspettare. È sbagliato dire “buon appetito” prima di mangiare, ma mi sembra più maleducato non farlo. Insomma, sono proprio un cattivo ragazzo, ma almeno questa volta sono felice di fare la cosa sbagliata.-
La mora sorrise, ricambiando la stretta di Draco e affondando di più le spalle nel petto nudo del ragazzo.
-È un ragionamento che non fa una piega.-
Mormorò Hermione con un sorriso, prima di suggellare quella muta promessa d’amore con un bacio.

-The end.

 

 

 

*Angolo dell’autrice*
27/11/2014 – 28/06/2017
Concludere una storia, soprattutto dopo più di trenta capitoli e a distanza di anni, ha sempre in se qualcosa di triste, quasi come se si lasciasse una parte di se scrivendo quel “the end.”. Era ormai quasi un’abitudine pubblicare questa storia, proseguire nelle vicende di questi due testoni, che dopo mille tempeste del cuore si sono finalmente ritrovati.
Tutto questo però non si sarebbe concluso senza il sostegno di tutti quelli che hanno letto, seguito, commentato questa storia. Sono stati tre anni intensi, in cui la mia vita è parecchio cambiata, in alcune cose assieme a quella dei due protagonisti, che alla fine sono cresciuti con me.
Siete veramente tantissimi tra persone che hanno recensito, inserito la storia nelle preferite, nelle ricordate o nelle seguite..
GRAZIE!
Sarugaki145

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2924840