Sei

di anqis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sei un continente ancora da scoprire. ***
Capitolo 2: *** La medicina che ci può salvare ***
Capitolo 3: *** Un'occasione che deve ancora arrivare ***



Capitolo 1
*** Sei un continente ancora da scoprire. ***





 


1. Sei un continente ancora da scoprire.


 

Sono le sei di mattina e Harry ha gli occhi aperti sul soffitto, le palpebre quasi viola per tutte le ore di sonno perse.
Cionononostante non si decide a dormire. Non può permetterselo. Non con il suo fiato che gli solletica i peli radi del braccio nudo, la mano che gli posa sull'addome in corrispondenza della farfalla. Le ali tremano appena ad ogni boccata di aria.
Non può dormire, non con lui al sul fianco e il ticchettio della sveglia sul comodino a contare i minuti che si consumano e li separeranno ancora l'uno dall'altro. Ed è vero che sono passati anni, è successo così tante volte che nemmeno sa più dove tatuarlo sulla pelle e sul cuore, ma è sempre come la prima volta. Separarsi è dura, ma gli attimi che precedono il momento sono i più difficili per Harry.
Si volta lentamente a guardarlo e alla fine non riesce a impedirsi quel sorriso da idiota - "innamorato" lo correggerebbe Niall - che puntualmente gli solleva gli angoli della bocca screpolata dal vento autunnale di quei giorni. Si inumidisce le labbra mentre con gli occhi percorre il viso di Louis: le palpebre pesanti e più scure rispetto alla carnagione dorata, le ciglia corte che fanno ombra sulle guance e la bocca leggermente aperta nel sonno. Vorrebbe baciarlo, o chiedergli di curargli le labbra di tutti i graffi del vento. Il suo pensiero deve essere così intenso perché la fronte rilassata di Louis si accartoccia in quelle rughe di fastidio che Harry ha imparato a riconoscere. Non si muove, sorride soltanto quando Louis sbatte le palpebre e apre gli occhi - per lui.
Buongiorno.
Si guardano. Secondi che passano e Harry che si innamora sempre di più. Si domanda se questo mai finirà: è un po' come essere miopi. Ti dicono che ad una certa età la miopia si ferma ad uno stadio, smette di crescere. Anche il suo amore smetterà di crescere? Harry preferisce diventare cieco, piuttosto.
Louis lo fissa nel silenzio mattutino che tutti hanno imparato a rispettare: nessuno si azzarda a rivolgergli la parola prima delle nove, se non interpellati. Nemmeno Niall che sulle spalle ha i segni impressi dall'errore. A Harry però piace osare, quindi azzarda un "dormi" che sembra invece innervosirlo. Forse non è l'unico a sentirsi così: in colpa per tutto il tempo sprecato.
Louis finalmente parla. "Sei inquietante" Harry sorride, vorrebbe baciargli una palpebra. "A fissarmi mentre dormo. Lo sai che non lo sopporto."
"Allora" comincia ridacchiando, "Preferisci sul palco?"
Louis si muove sotto le lenzuola, sistema le spalle contro i cuscini bianchi e pieni, ed incrocia le braccia sul petto nudo. Sbuffa scacciando una ciocca di capelli che gli ricade sulla fronte. "Come se non lo facessi comunque" lo accusa, ma già sorride.
Harry scuote la testa, affiancandolo e invadendo con presunzione lo spazio vitale dell'altro. Le pelli, quella fredda di Harry e quella ancora calda di Louis, si incontrano in un netto contrasto di colori. Si abbassa alla sua altezza e Louis chiude gli occhi, percependo il respiro e il naso dell'altro sfiorargli la guancia ruvida della barba che deve farsi, ma non ne ha la voglia, la forza e il pensiero. Seguite poi dalle sue labbra che scandiscono con voce roca del dopo sesso e una notte di pensieri taciuti: "Scusa. Sei bellissimo, Louis, e mi piace scoprirti."
Louis solleva gli occhi al cielo e si morde forte il labbro inferiore. È un colpo basso e si è appena svegliato: non ha le facoltà per rispondere. "Sono nudo, Harry-"
"Sì" lo interrompe, "Lo so. Lo sento. Intendo dire che mi piace scoprire altro. Dettagli."
"Mh?" è tutto ciò che Louis riesce a formulare, costretto a chiudere gli occhi alla vicinanza imposta da quello stronzo del suo ragazzo.
Harry lo interpreta come un permesso accordato. Il braccio, già attorno alla sua spalla, comincia un lento percorso lungo la schiena, finché le dita lunghe si stringono al fianco di Louis, tirandolo a sè. Brividi.
"Dettagli come i due nei allineati che hai qui" i polpastrelli camminano su quella porzione di pelle, giocose e sicure. "La voglia all'interno della coscia" un'altra carezza, "le occhiaie che ti spengono il viso (ma sei bello comunque)" la lingua che gli inumidisce le ciglia, come lacrime. "C'è così tanto, Louis."
"Ti stancherai."
I riccioli gli solleticano l'orecchio, in segno di negazione.
"Mai. Come l'uomo non ha smesso di stupirsi di questo pianeta ormai conosciuto."
Louis tace. Ha capito. È lo stesso anche per lui? Harry interpreta il bacio che gli preme sul collo, contro il neo sulla nuca nascosto dai capelli, come un sì.
"Sei un continenti ancora da scoprire."
Gli bacia la bussola tatuata all'interno del braccio.
È l'ennesimo addio, prima di perdersi.

 

(765 parole)





 



Buonasera, 
due parole veloci: progetto non impegnativo, one shots e flashfics senza troppi pensieri, solo voglia di scrivere (sciocchezze, appunto) e tanto romancitità e fluffuoso Larry, sì? Come spiegato nell'introduzione, questa raccolta si ispira alla canzone "Arrivi tu" di Alessandra Amoroso che non mi piace nemmeno, ma sembra parlare di loro: ad ogni capitolo è associato un verso delle strofe, il titolo è banale, ma penso sia chiaro. Spero comunque che vi piacciano, miei cari lettori, ogni vostro commento, recensione, pensiero è ben accettato, vi aspetto :)
Grazie, vi lascio qui i miei contatti:

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Anqis.





 

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Capitolo 2
*** La medicina che ci può salvare ***







3. La medicina che ci può salvare

 
 
È una brutta giornata. Per tutti, nessuno escluso. Liam siede su uno dei divani di pelle, le spalle rigide e il cellulare che stringe forte nella mano destra mentre fissa con insistenza un punto indefinito del muro. La mascella è ben definita, indurita dai tweets che devono averlo toccato di nuovo nel profondo: le crepe si aprono silenziose nelle vene in risalto delle mani. 
Zayn non ha ancora lasciato la sua cabina letto. Harry l'ha visto questa mattina o meglio, ha visto la schiena che gli ha rivolto quando ha tentato di svegliarlo. Lo ha lasciato da solo, comprensivo. La luce dello schermo del cellulare ha illuminato il suo viso stanco tutta la notte. Harry comunque non ha dormito. Non ci sarebbe comunque riuscito. 
Niall si é chiuso nella sala di registrazioni e sta suonando da ore. Harry si unirebbe a lui, anche solo per fare presenza, se solo non stesse momentaneamente attaccato al cellulare, in attesa di una risposta alla diverse chiamate che ha lasciato in segreteria a Louis. Louis che questa mattina ha varcato la porta con Paul alle sue spalle salutando con un cenno delle dita e ancora non si è visto in giro. Harry non è preoccupato, non ha accettato una sigaretta da Calum, nè ha allargato ulteriormente il buco dei jeans neri per il nervoso. 
Sospira, chiude gli occhi abbandonando la testa contro lo schienale della poltrona imbottita. È una brutta giornata: nemmeno lui con il suo buon umore pensa di riuscire a migliorarla. 
Sta già districando le cuffie che ha casualmente trovato sul tavolo basso davanti al divano, quando la porta si spalanca e la figura goffa di Zayn infagottata in felpa rossa e tuta nera viene spinta in avanti. Inciampa con stanchezza e riluttanza nei suoi stessi piedi. Dietro di lui, Louis sorride con gli occhi e "Heyyy" esclama attirando anche l'attenzione di Liam che sbatte gli occhi, confuso.
Il saluto di Louis non riceve risposta. A quel punto "Che gioia che siete" sbuffa sollevando gli occhi al cielo. 
Con un balzo si infila sul divano, tra il bracciolo e i piedi di Liam, il quale abbozza un sorriso. Zayn, ancora in piedi, scuote la testa e lo affianca, costringendo Louis a spostarsi di un posto e Liam a sedersi composto, le gambe allargate sul tappeto peloso. 
"Ho mandato un messaggio a Niall, ora ci raggiunge" spiega Louis scavando tra i cuscini del divano per trovare poi il telecomando con cui accende la televisione. "Cazzo, è inquietante" commenta quando la telecamera inquadra Lordie che impreca in diretta nazionale ai VMAs. 
Liam ridacchia, Zayn scuote nuovamente la testa e Harry vorrebbe alzarsi e baciarlo. In quel momento Louis si volta nella sua direzione e gli concede un occhiolino. Che grandissimo bastardo. 
"Quindi, oggi andiamo a fare bungee jumping" esordisce poi con un sorriso sornione, come se invece del bungee jumping avesse proposto loro di andare a fare la spesa. "Ah, prima passiamo per Tesco: sono finiti le noccioline, ho bisogno delle noccioline."
Ovviamente.
Niall decide di raggiungerli in quel momento. Scopre i denti bianchi nel vederli tutti e quattro insieme. Tiene aperta la porta e arretra di due passi. 
Louis che ha assistito alla scena, lo indica con un dito, minaccioso: "Non osare-" comincia, ma è troppo tardi. Niall prende la rincorsa e si butta su di loro con un grido primitivo. Solo Zayn si salva dal peso dell'irlandese, sollevandosi in tempo per evitarlo. Niall si parcheggia con eleganza su di loro, strappando un urlo frustrato a Louis - "i miei genitali, cazzo!" - e una risata fragorosa a Liam che chiude con un "ouch".
Harry lo ama veramente tanto mentre con stizza se lo scansa di dosso e si alza in piedi, cominciando a insultarlo pesantemente. Quanto lo ama.
 
 
Quando alla fine della giornata si trovano seduti di fronte ad un paesaggio mozzafiato, dopo del vero bungee jumping che ha visto Liam gridare con tutta la voce in corpo, Niall piangere e Zayn quasi cadere sulle gambe cedevoli, Harry gli bacia la tempia e gli sussurra Louis è la medicina che li potrà sempre salvare.

 
(684 parole) 




 
 
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un grazie,
Anqi.
 

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Capitolo 3
*** Un'occasione che deve ancora arrivare ***






 

2. Un'occasione che deve ancora arrivare


 

Louis è seduto sul divano di casa sua. È una giornata soleggiata quella che illumina i muri bianchi del salotto. Convincerlo ad uscire e respirare aria è stata più dura del previsto (qualche bacio, una doccia condivisa e qualche obbiettivo fotografico da depistare).
Le tende chiare del salotto si scostano appena, accogliendo la figura di sua madre con delle cesoie in mano ("mi annoio, Harry, e la vicina è veramente antipatica") e i capelli lunghi legati in una crocchia maldestra e frettolosa. Le rughe ai lati degli occhi si sono fatte più profonde, porta una taglia in più e non è mai stata così bella. Harry le sorride, con i gomiti poggiati al bancone della cucina e un toast tra le mani - ricetta di casa Styles.
"Allora" esordisce lei.
"Allora" risponde a sua volta con la bocca piena. Anne lo rimprovera inarcando un sopracciglio, ma l'espressione sul suo viso sembra tanto dire "sei ancora il mio bambino", e certo che lo è.
"Come va?" chiedono all'unisono. Ridono a bassa voce, guardando a terra.
Sua madre decide di parlare per prima. Si stringe nelle spalle e sospira piano. "La casa è così grande e vuota senza di voi. Mi sono iscritta ad un corso di burlesque e a tuo padre è preso un colpo."
Normalmente ad una affermazione del genere, un figlio rigetterebbe gran parte della verdura in bocca, esprimendo la propria sorpresa con un "mamma!" esclamato tra l'indignato e il disgustato. Harry ovviamente sgrana gli occhi e "Che grande idea, mamma!" esclama battendo le mani piene delle briciole che cadono costellando il parquet chiaro. "Perché non chiedi a Gemma di venire con te? È un tantino frustrata in questo ultimo periodo: insopportabile" traduce poi con un sorriso troppo dolce perché Anne lo rimproveri. È sempre stato il suo preferito e lo hanno sempre saputo tutti. La donna ride a gran voce.
"Concordo" si aggiunge la voce di Louis, varcando la porta aperta della cucina. Ha i capelli sconvolti che la mattina prima di uscire non si è nemmeno preoccupato di pettinare, i pantaloni larghi della tuta e una felpa che Anne è certa di aver visto nell'armadio di Harry, molto tempo prima. A confermare il suo pensiero è come Louis sembri annegarci in quella felpa. "Des ha finito la birra" spiega poi aprendo il frigorifero per afferrare con dita agili il collo di due bottiglie di vetro verde. "Ed io ho fame" aggiunge e con l'altra mano ruba l'ultimo toast dal piatto di Harry che esclama un lamento offeso. Louis sorride e si solleva sulle punte per lasciargli un bacio sulla base del collo, tra le clavicole definite. "Grazie" e Harry già sorride come un'idiota.
Anne assiste alla scena poggiata con il fianco al bancone, un angolo della bocca sollevato e gli occhi liquidi. Suo figlio si passa una mano dietro la nuca e sospira piano, incontrando poi il suo sguardo, consapevole. "Sei così innamorato."
Lui non nega. Annuisce e si stringe a sua volta nelle spalle larghe coperte dalla stoffa leggera di una maglietta bianca.
"Come va tra di voi?" domanda allora, avvicinandosi e occupando il fianco di suo figlio. Gli dà una leggera gomitata, spronandolo a parlare invece che tacere con quel sorriso da ebete che lo descrive ogni volta che Louis è nel suo campo visivo. Quattro anni e ancora si sente così stupido. Stordito da così tanto. Tanto amore. Troppo? No.
"L'appartamento è piccolo, ma anche poco appariscente e fuori dai radar dei paparazzi. Louis lascia vestiti ovunque ed io li raccolgo. La cucina è salva, però. Ha cucinato lui la sera scorsa. Pollo ancora, dopo quattro anni ancora pollo."
Anne ride poggiando la guancia sulla spalla di suo figlio. "Quindi convivete di nuovo?"
Harry annuisce. "Fin quando non lo considereranno un problema, sì. È un rischio, ma stiamo attenti" spiega, ma vorrebbe soltanto parlare di altro. Anne capisce ovviamente, gli cinge le spalle con un braccio.
"Non vagherai più di casa in casa" mormora, ricordando il pensiero di figlio che per colmare il vuoto e il silenzio tra mura troppo alte si presentava alla sua porta con quel sorriso di scuse che più volte aveva soffocato contro la sua spalla.
"No" risponde felice, ma c'è altro nella sua voce. Anne lo guarda di sottecchi e lo scopre ad osservare con premura e attenzione il profilo di Louis che ride ad una battuta di Des. Con lo stesso amore rivolge lo stesso sguardo a suo marito che è paonozzo per il ridere, e capisce. Capisce che suo figlio vuole solo vedere la persona che ama seduto sul divano della propria casa - la nostra - con gli occhi felici di chi ha tutto ciò che conta per se stesso.
"Voglio" tace dei secondi, "Voglio che sia mio. Che sia così, ma sempre. Voglio sposarlo."
"Arriverà il momento" lo rassicura stringendogli la mano destra. "È solo un'occasione che deve arrivare."


 

(797)





 


Buonasera a tutte, 
grazie per esservi fermate a leggere.
Mi domandavo se l'idea fosse così pessima, visto il poco interesse che la prima one shot ha suscitato. Non so se sia perchè le raccolte sono poco gettonate in questa categoria o sia per colpa dell'autrice stessa - in tal caso culpa mea - ma mi piacerebbe conoscere qualche parere in più, sia positivo che negativo. Come ho specificato sin dall'inizio, è un progetto che non mi impegna, ma rimane comunque una piccola delusione questo poco successo riscosso, che non mi fermerà dal pubblicare comunque perchè non è quella la priorità. Dopo questo, dico soltanto che amo il rapporto madre/figlio che intercorre tra Anne ed Harry e che è stato un piacere scrivere di questo scorcio di vita.
Grazie per tutti coloro che si sono fermati a leggere, a chi ha aggiunto la raccolta tra preferite/ricordate e seguite e chi ha recensito, grazie di cuore. Vi lascio i contatti dove potete trovarmi

Anqi.


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