Diventerò i tuoi occhi di Anna Mellory (/viewuser.php?uid=271)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 1 *** Capitolo I ***
Capitolo I
Ultimamente faceva fatica a distinguere gli oggetti.
Non se n’era accorto subito ma con gradualità.
Una volta Suigetsu aveva
cominciato a chiedere con insistenza una caffettiera e lui era tornato
a casa con una teiera. Eppure era convinto di aver controllato
l’immagine sulla scatola prima di afferrarla e dirigersi in tutta
fretta alla cassa ( un Uchiha in un supermercato era un bersaglio di
facile scherno ). Allora non aveva dato troppo peso all’evento ed
aveva sibilato epiteti decisamente poco carini all'indirizzo
dell’altro shinobi che, con teiera sulla testa, aveva cominciato
a camminare per casa prendendolo in giro.
Quando però si era accorto
di non riuscire più a leggere gli ideogrammi di Karin (che era
sempre riuscito a decifrare, data la scrittura netta e pulita della
ragazza) aveva iniziato a preoccuparsi.
Un calo di vista per uno shinobi
non era mai un buon evento; se poi ciò si verificava più
o meno una volta ogni due settimane, come nel suo caso, la faccenda
diventava ancora più grave.
Doveva fare qualcosa o sarebbe diventato cieco.
E, sebbene la cosa lo deprimesse
ed allo stesso tempo lo irritasse tremendamente, doveva chiedere aiuto
a qualcuno che non fosse se stesso, stavolta.
# # #
Calibrò con attenzione le
gocce di veleno e le fece scivolare nella provetta. Sospirò di
sollievo e, detergendosi il sudore della fronte con una mano,
iniziò a mescolare la miscela con una bacchetta di vetro.
Un leggero ma deciso bussare alla porta la fece fermare.
-Avanti- disse seccata; odiava essere interrotta durante la creazione di un nuovo antidoto.
La porta si aprì e Sasuke Uchiha entrò, la solita aria impassibile dipinta sul volto.
-Sasuke che ci fai qui?- chiese lei ricominciando ad armeggiare con boccette varie.
Il ragazzo si guardò intorno, poi si avvicinò di qualche passo.
-Non vi trattano molto bene a voi
ninja ricercatori- disse osservando con aria critica il laboratorio
disordinato e mal illuminato.
Sakura alzò le spalle: -
Finché mi forniscono le materie prime necessarie al mio lavoro,
mi possono anche mettere in una caverna per quel che mi interessa-
Sasuke la guardò in silenzio: da quando i suoi capelli erano diventati marroni?
-Mi passeresti quella boccettina arancione? -chiese la shinobi mentre riprendeva a mescolare la miscela.
Dopo qualche attimo si sentì toccare la spalla e vide il ragazzo porgerle una boccetta nera.
Rise leggermente:- Sasuke! Non ti ho chiesto quella, a meno che tu non voglia avvelenarmi!-
L’Uchiha la osservò
accigliato. Poi spostò lo sguardo sul tavolo su cui rimanevano
due boccette, una verde e quella arancione.
-Sicuro di stare bene? -chiese Sakura preoccupata, posandogli una mano sulla spalla.
-Io sto benissimo- mormorò
lui senza distogliere gli occhi dalle due bottigliette -ma sembra che i
miei occhi non la pensino allo stesso modo-
Seguì il silenzio.
A Sakura parve di aver capito male, non poteva essere vero!
-Vuoi forse dire che ti sta calando la vista?-
Sasuke sospirò, poi si voltò a guardarla: -Penso di sì -mormorò, infilando le mani nelle tasche.
Alla ragazza si riempirono gli occhi di lacrime e di slancio lo abbracciò.
-Mi dispiace così tanto- mormorò al suo orecchio, stringendolo forte.
Il ragazzo con lentezza
ricambiò il suo abbraccio ed affondò il viso tra i suoi
capelli, aspirando il profumo di vaniglia che emanavano.
-Sono sicura che Tsunade-hime saprà trovare una soluzione-
Sasuke la strinse più forte.
# # #
La notizia che Sasuke Uchiha
rischiava di divenire cieco alla tenera età di 19 anni aveva
fatto il giro di Konoha in una battibaleno. Non che Sakura fosse stata
indiscreta ma, si sa, in un ospedale gli esami di un paziente non sono
mai una faccenda privata.
Diverse erano state le reazioni.
C’era chi come Kiba Inuzuka
andava in giro con aria compiaciuta affermando che “alla fin fine
chi semina, raccoglie”. Chi si cospargeva il capo di cenere e
vagava per le strade del villaggio piangendo (tutte le componenti del
neo "Sasuke Uchiha fan club", sempre in lite con quello di Neji
Hyuuga). E chi infine non aveva nulla da dire e continuava ad
allenarsi, come Shino Aburame.
Sasuke era rimasto impassibile e
da più di due settimane attendeva di entrare in ospedale per
farsi operare chiuso in casa. Juugo e Suigetsu gli facevano compagnia
ma era più il tempo che passava da solo rispetto a quello che
trascorrevano assieme. D’altronde non avevano nulla da dirsi: lui
si era chiuso in un mutismo ferreo e loro, sebbene fossero suoi
compagni di squadra da più di tre anni, non sapevano trattare
con il dolore e l’orgoglio di un Uchiha.
Sollevato dalle sue mansioni di
genin, Sasuke passava le sue giornate a dormire, dato che Sakura gli
aveva proibito categoricamente anche solo di avvicinarsi ad un libro.
Le uniche visite che aveva
ricevuto fino a quel momento erano state quelle di Kakashi, che gli
aveva battuto una leggera pacca sulla spalla e gli aveva augurato buona
fortuna, e quella di Rock lee, che in un turbinio verde acido lo aveva
esortato a non lasciarsi andare ma di farsi pervadere dalla forza della
giovinezza.
Come se fosse così facile non abbattersi quando si fa fatica a distinguere il divano dal tavolo.
# # #
Erano le due del pomeriggio.
La casa era avvolta nel silenzio più completo.
Juugo e Suigetsu erano andati ad allenarsi e lui, con aria insonnolita,
si era sdraiato sulla veranda. Faceva caldo e voleva dannatamente
togliersi la maglietta ma il torpore della mente era riuscito a
paralizzargli anche gli arti.
Stava per appisolarsi quando un fruscio lo insospettì: chi c’era in giardino?
Guardingo, si mise a sedere sondando con lo sguardo il poco che i suoi occhi ancora percepivano.
Riuscì a malapena a reagire
quando qualcuno lo attaccò da destra; schivò un calcio e
con un balzo si portò velocemente al centro del giardino,
mettendosi in posizione d’attacco.
- Ma allora sei ancora vivo,teme!- esclamò una voce a lui terribilmente conosciuta.
-Baka- sibilò infastidito- che diavolo ci fai qui?- chiese, mentre a passi veloci si riparava di nuovo in veranda.
Il biondo sorrise: - Ma come? In
giro per Konoha ti danno per spacciato ormai e allora io sono venuto
qui a controllare la situazione. A chi mostrerò il mio cappello
da Hokage se tu mi diventi cieco?-
-Tsk, Hokage un paio di palle!
Sarà già tanto se non ti cacceranno via a calci
dall’esame per diventare ANBU-
Naruto sghignazzò: - Questa è solo invidia. In realtà daresti l’anima per essere al mio posto-
Sasuke sbuffò:- Sai,
dovresti metterti una ciabatta in bocca ogni tanto, così
eviteresti di sparare fesserie tutte le volte che ci vediamo- disse con
aria seccata mentre si sedeva di nuovo a terra.
L’aria divertita dell’altro si incrinò; si avvicinò a passi lenti e gli si sedette affianco.
-Sicuro di stare bene?-
Il moro lo guardò leggermente sorpreso, poi sospirò.
-Starò meglio quando tutto questo sarà finito- ammise piegandosi un poco in avanti.
Naruto gli posò una mano
sulla spalla: - Sono sicuro che andrà tutto bene
teme-disse comprensivo, mentre una fievole brezza cominciava a spirare
scompigliandogli la chioma dorata.
L’Uchiha rise piano: - Da quando sei così protettivo?- chiese voltandosi a guardarlo.
E si sorprese quando invece di
vedere i soliti contorni scuri sfumati si trovò innanzi gli
occhi tremendamente azzurri dell’altro che lo fissavano.
Perché vedeva solo quelli?
Sobbalzò quando si accorse
della mano che con riverenza gli carezzava la guancia, scendendo poi a
disegnare il contorno delle labbra.
- Naruto, cos…-
-Shhhh- lo zittì piano l’altro, prendendogli il volto tra le mani.
Poi lo baciò.
Fu un bacio semplice, uno
sfiorarsi leggero di labbra ma Sasuke inconsciamente chiuse gli occhi e
si aggrappò con le mani ai polsi dell’altro, non sapendo
se cacciarlo via o stringerlo ancora di più a sé.
-Vuoi che mi fermi?- gli sussurrò Naruto, il suo respiro caldo che gli mandava a fuoco le guance.
Il moro riaprì gli occhi e, dinanzi a tutto quell’azzurro, dovette cedere.
Fece un cenno di diniego col capo.
L’Uzumaki allora sorrise:
fece scivolare una mano dietro al suo collo attirandolo in un bacio
profondo, mentre lasciava passare l’altro braccio attorno alla
sua vita, facendoselo sedere in grembo.
Il caldo era ancora
insopportabile, ma Sasuke, con le mani di Naruto sotto la maglietta e
la sua lingua sul collo, si sentì rabbrividire.
# # #
Note
Arggh! Questa ff non doveva
essere a capitoli ma una one-shot, porca paletta! Mi rovino da sola, lo
ammetto. Di quanti capitoli sarà, non ne ho la più
pallida idea, ma non sarà lunghissima.
L’ho scritta di getto in
università (aspettavo l’inizio della lezione di chimica
organica ^^ ) e tutto m’aspettavo, meno che diventasse a
capitoli, ma questo l’ho già detto.
Il titolo avrà senso verso la fine.
Siate clementi e se avete tempo lasciate un commentino, ok?
Anna Mellory
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Capitolo 2 *** Capitolo II ***
Capitolo II
La stanza che gli
era stata assegnata era all’ultimo piano del vecchio ospedale.
Sapeva che era stata Sakura a fargli ottenere una camera in una
posizione così privilegiata ed una mattina, quando la ragazza
era passata a fargli una breve visita, le aveva stretto leggermente il
braccio in segno di riconoscenza.
Era spaziosa ed i rumori del paese non sembravano raggiungerla.
Il largo terrazzo che si
affacciava sul giardino interno era sprovvisto di imposte ed ogni sera
una brezza leggera cominciava a spirare, trasportando profumi che
spesso non riusciva ad identificare.
Il kotatsu in mezzo alla stanza
era preso sempre d’assalto da Naruto, che a mezzanotte lo veniva
a trovare con cinque porzioni di ramen sottobraccio. Seduto con una
ciotola fumante innanzi, gli raccontava la sua giornata, farcendo di
particolari immaginari anche le più semplici stupidaggini. Ogni
volta non riusciva a trattenersi e finiva per addormentarsi, la voce di
Naruto che gli scivolava nelle orecchie.
Il bagno era piccolo ma
confortevole. Alla mattina il bicchiere che conteneva gli spazzolini
veniva rovesciato per terra ( fortunatamente era di plastica), la
schiuma da barba finiva sul vetro. E puntualmente, ogni mattina, Sasuke
usciva dal bagno con espressione irata ed uno sbaffo di schiuma da
barba sul mento e tra i capelli.
Il letto, ad una piazza e mezza,
era posto vicino al muro con un comodino in legno su cui erano
appoggiati dei libretti che ormai non riusciva più a leggere.
Lì seduto, il giovane Uchiha si liberava del pigiama e con gesti
stizziti si vestiva, inutilmente, dato che pochi attimi dopo Naruto,
con asciugamano alla mano, gli piombava addosso, coinvolgendolo in una
battaglia di cuscinate. Dopo un po’, con la schiena sul materasso
e la camicia slacciata, si lasciava baciare dal compagno, le braccia
allacciate attorno al suo collo mentre le mani dell’altro
esploravano la sua schiena.
Nella vecchia sala d’aspetto
erano ammucchiati alla rinfusa padelle, libri di jutsu, riviste di moda
ed arrugginiti ferri da stiro. Erano anni che nessuno lo
riordinava e spesso Naruto, prima di andare al palazzo del hokage per
litigare con Tsunade, ci faceva una delle sue “visitine”.
Dopo aver rimestato per una buona mezz’ora tra le varie
cianfrusaglie, gli portava in dono una vecchia teiera od un gomitolo di
lana scolorito. Lui puntualmente gliele lanciava dietro, ma poteva
sentire, quasi toccare, il sorriso che si disegnava sulle labbra del
biondo mentre lo salutava con un gesto della mano ed un
‘ciao’ mormorato che spesso lo faceva fremere leggermente.
Trascorreva il resto della
giornata in completa solitudine, dato che l’unico altro abitante
era un vecchio jonin sordo che dormiva tutto il tempo nella stanza in
fondo al corridoio.
Ormai non vedeva più nulla.
Grazie ai suoi sensi di ninja,
riusciva ancora a comportarsi normalmente ma dopo una settimana di buio
più completo cominciava a perdere la cognizione del tempo. Non
si preoccupava neanche più di tenere le palpebre aperte: era
praticamente cieco, a che serviva fingere?
# # #
-Siete sicuri che non gli daremo
fastidio?- chiese Hinata timidamente, le fronde del bonsai che aveva
tra le braccia che ondeggiavano leggermente.
Shikamaru e Sai sbuffarono.
-Stai tranquilla Hina-chan, Sasuke sarà felicissimo di vederci- disse Ino circondandole le spalle con un braccio.
-Certo, non vede l’ora di vederci- mugugnò Shikamaru, accendendosi una sigaretta.
-Nara-san , guarda che siamo in ospedale, non si può fumare- gli fece notare Sai.
Il giovane fece spallucce e con
aria stanca percorse l’ultima rampa di scale. Giunto sul
pianerottolo, tirò un sospiro di sollievo (odiava fare le
scale), poi aprì la porta che dava sul corridoio
dell’ultimo piano.
- Non dovresti essere a letto?- chiese perplesso.
Sasuke, appoggiato ad una delle tante finestre che davano sul giardino,si voltò:-E tu non dovresti essere in missione?-
-Ragazzi state buoni- intervenne Ino che con un gesto veloce tolse la sigaretta dalla bocca di Shikamaru.
-Ciao, tutto bene?- disse poi guardando il giovane Uchiha.
Sasuke bofonchiò qualcosa e si staccò dal davanzale della finestra-
-Siete solo voi due?- chiese passandosi una mano sul volto.
-No, ci siamo anche noi-
Sai ed Hinata fecero finalmente la loro comparsa.
-Spero che la cosa non ti dispiaccia- continuò Sai amabilmente.
- No, nessun problema- disse Sasuke.
Cadde il silenzio e Shikamaru si
maledì mentalmente: nessuno di loro sapeva come trattare con
l’Uchiha, specie dopo il suo ritorno di un anno e mezzo prima.
Solo Sakura e Naruto avevano ripreso i contatti con lui, solo loro
sembravano aver dimenticato il suo tradimento.
- Volete un tè?- chiese l’Uchiha.
Hinata ed Ino sorrisero: -Perché no?- disse quest’ultima avvicinandosi all’ex compagno d’Accademia.
In un silenzio più confortevole, i quattro shinobi seguirono Sasuke nella sua stanza.
- E’ molto spaziosa- commentò Sai guardandosi in giro.
L’Uchiha, chinato dinanzi
alla credenza, annuì; poi si alzò e cominciò ad
armeggiare con un pentolino per l’acqua.
-Sasuke, non penso che basti per tutti e cinque quel pentolino- fece Ino avvicinandosi- Non ne hai uno più grande?-
Sasuke ci pensò un attimo e poi annuì lentamente: - Dovrebbe essere nella vecchia sala d‘aspetto-
-Ummh ok. Allora lo vado a prendere- concluse lei sorridendo.
La ragazza, canticchiando leggermente, raggiunse la stanza.
- Certo che ce n’é di
casino qui- mormorò osservando tutto il ciarpame ammonticchiato
alla rinfusa sul pavimento.
- Sembra che sia passato Naruto- commentò Shikamaru alle sue spalle.
Ino sorrise: - Già, è un sacco di tempo che nessuno mette a posto qui-
Il ragazzo la osservò
armeggiare due kunai arrugginiti ed un libro dalla copertina
stracciata, poi sospirò: - Pensi veramente che l’Uchiha
apprezzi questa nostra visita inaspettata?-
La Yamanaka, afferrato un
pentolino abbastanza grande, si voltò a guardarlo:- No, ma devi
prendere atto che le cose sono cambiate. Lui deve smettere di
considerarci dei nemici e noi dei traditori, altrimenti non cresceremo
mai- disse, superandolo ed uscendo dalla stanza.
- Come se fosse così facile- mormorò lui, grattandosi la nuca.
Una volta messa l’acqua a
bollire i cinque shinobi sedettero attorno al kotatsu ed Hinata ebbe
finalmente il coraggio di consegnare il piccolo bonsai che aveva
comprato dal fiorista vicino alla mansione Hyuuga. Sasuke,
stupito, la ringraziò e con gesti misurati riuscì a
posare la pianta sul comodino.
- Avete saputo che finalmente Neji e TenTen stanno assieme?- esclamò Ino mentre versava il tè nelle tazze.
-Era ora. D’altronde la
sempai TenTen è da sempre innamorata di Hyuuga-san, o almeno
così mi ha detto Sakura-chan -disse Sai, afferrando una tazza e
uno dei biscotti posti al centro del tavolino.
-Quello che non capisco è
perché Neji sia così restio a presentarla a tuo padre,
Hina-chan. In fondo TenTen è una brava ragazza, se ne vergogna
forse?- chiese Yamanaka, versandosi due cucchiaini di zucchero e
cominciando a rigirare il liquido bollente.
Hinata sorrise leggermente.
-Forse per la questione della cerimonia di presentazione?- le chiese Sasuke.
La giovane si ritrovò ad
annuire, poi, ricordandosi della condizione dell’altro shinobi,
mormorò un “già” poco convinto.
-Cos’è la cerimonia di presentazione?- chiese Sai curioso.
Shikamaru sospirò:-
E’ una vecchia tradizione delle famiglie nobili: gli eredi devono
presentare i loro promessi ai loro parenti in maniera ufficiale,
attraverso una cena di gala e rispettando le regole
dell’etichetta-
-I loro promessi? Ma si sono appena messi assieme!- esclamò Ino scandalizzata.
-Non ha importanza- intervenne di
nuovo il giovane Nara- Per le famiglie di alto rango non esistono
rapporti non ufficiali. Tutti gli eredi possono avere uno ed un solo
compagno o compagna. E probabilmente è per questo che lo Hyuuga
ci ha messo così tanto a decidersi-
Sai guardò Hinata e poi
Shikamaru: - Beh, se è veramente così, non lo invidio
affatto- concluse bevendo un po’ del suo tè.
-Sono d’accordo. Come si
può essere certi di riuscire ad amare una persona per il resto
della vita a vent’anni? Non sto parlando di Neji e TenTen in
particolare, ma questa tradizione mi sembra un po’ retrograda-
affermò Ino con veemenza.
Hinata si strinse nelle spalle, non sapendo cosa replicare.
-Ino, quando si parla di matrimoni
tra famiglie altolocate, spesso non c’è amore tra i due
coniugi, è solo una questione patrimoniale. La famiglia della
sposa fornisce una dote cospicua e quella dello sposo si impegna a
mantenerla per il resto della vita- disse Shikamaru, accendendosi
un’altra sigaretta.
-E’ una compravendita
insomma- affermò Sai, mentre Hinata iniziava ad agitarsi per la
piega che la discussione stava prendendo.
- Così però
esagerate- intervenne Sasuke- Non tutti i matrimoni tra famiglie
nobili sono fondati su basi economiche-
La giovane Hyuuga lo ringraziò mentalmente.
-Allora come spieghi la presenza
di concubine tra i capi delle famiglie più prestigiose?- chiese
Shikamaru, aspirando il fumo dalla bocca per poi ributtarlo fuori dal
naso.
-Shikamaru-san, non tutti i
capifamiglia hanno una concubina. Mio padre non ce l’ha ed
è molto fedele a mia madre- disse Hinata prendendo coraggio - Ed
Ino questa tradizione potrà sembrare retrograda ma in
realtà è anche un modo per tutelare i figli-
-Ed in che modo?- domandò la giovane leggermente ironica.
-Impedendogli di commettere
sciocchezze di cui poi potrebbero pentirsi- affermò Sasuke,
avvicinandosi inconsciamente ad Hinata - Se dici a tuo figlio che ha
una sola possibilità di scelta, ci penserà bene prima di
legarsi ad una persona con cui poi dovrà passare il resto della
sua vita-
La giovane Hyuuga annuì
e,senza pensarci, prese la mano dell’altro shinobi e la strinse
tra le proprie. Sasuke, sorprendentemente, non la allontanò ed
un impercettibile sorriso le si disegnò sulle labbra.
Sai li guardò e sorrise a
sua volta: - Sembra bella come sensazione, avere una famiglia che ti
guida nelle scelte amorose-
Ino rise leggermente: - Beh, Sai,
se proprio vuoi, potremmo istituire un comitato che ti guidi nella
scelta della compagna più adeguata-
-Umph, basta non metterci a capo
Naruto, quello sarebbe capace di farti fidanzare con la figlia di
Ichiraku per ottenere uno sconto sul ramen- affermò Shikamaru
facendo ridere tutti.
- Ehy guarda che ti ho sentito- esclamò una voce a loro conosciuta dalla porta.
-Naruto! Hai già finito la missione?- chiese Ino andando ad abbracciarlo.
-Avevi dubbi?- rispose quello
sbruffone, ricambiando l’abbraccio- E’ rimasto un po’
di tè?- chiese poi avvicinandosi agli altri quattro shinobi.
-Umh, no, ma se vuoi ti do il mio- si offrì Sai, sollevando la tazza.
-No, Sai, lascia stare, tu ci metti troppo zucchero. Vorrà dire che ne ruberò un po’ al teme-
Sasuke storse il naso: - E se io mi opponessi?-
-Non puoi opporti teme: sono il
più forte tra i due nonché futuro Hokage, quindi comando
io- disse il biondo sedendogli affianco.
L’Uchiha borbottò
qualcosa di offensivo sottovoce ma non protestò quando
l’altro gli tolse la tazza di mano. Hinata rise dolcemente alla
scena e strinse un poco la mano del ragazzo, quasi a volergli dare
conforto.
- Dunque di stavate parlando?- chiese Naruto, agguantando l’ultimo biscotto rimasto nel piatto.
-Di matrimoni forzati e concubine- disse Shikamaru, facendo scoppiare a ridere Ino.
-Mhhhhm, interessante, specie la
parte delle concubine- affermò il biondo, bloccando appena in
tempo la ginocchiata che Sasuke gli stava tirando da sotto il tavolo.
- Ah beh, Naruto, se ti piace
così tanto la seconda parte perché non ti sposi con
qualche riccona, così potrai avere tutte le concubine che vuoi-
intervenne Sai.
L’Uzumaki sorrise, poi si
voltò a guardare Shikamaru: - Penso che una cosa del genere si
addica di più a te, vecchio mio- disse, stringendo leggermente
la presa attorno alla gamba di Sasuke.
Il giovane Nara lo guardò
scettico: -Stai scherzando, spero! Già faccio fatica a
sopportare mia madre, figurati con una moglie ed una concubina che
inferno vivrei-
Ci fu un attimo di silenzio.
Poi, Ino e Naruto incrociarono lo
sguardo e cominciarono a ridere, trascinando con loro anche Sai e
Hinata, mentre Shikamaru con aria seccata andava a buttare la sigaretta
giù dal balcone.
# # #
Era scesa la sera.
Ino, Shikamaru, Sai e Hinata lo
avevano aiutato a rimettere a posto e poi se ne erano andati, la
giovane Hyuuga lo aveva addirittura abbracciato.
-E’ stato un pomeriggio
piacevole- esclamò Naruto, mentre con aria critica osservava la
scodella che fino a cinque minuti prima era piena di ramen fumante.
Sasuke terminò di mettersi il pigiama, poi si voltò.
- Sì,suppongo di sì-
Il biondo si alzò in piedi
e , con aria affranta ( avrebbe voluto mangiare ancora ramen!) , mise
la scodella nel lavandino.
- Non pensavo che tu e Hinata foste così amici, vi siete tenuti per mano per tutto il tempo-
- Sei forse geloso, usuratonkachi?-
Naruto si voltò ma le sue proteste morirono sul nascere. Rise leggermente.
-Che c’è?- chiese Sasuke stupito da un cambiamento d’umore così repentino.
Il biondo gli si avvicinò:
- C’è che hai allacciato male i bottoni del pigiama, teme-
rispose con tenerezza, mentre cominciava a sbottonargli la camicia del
pigiama.
Una volta finito, prese a riabbottonarli quando le mani dell’altro lo fermarono; lo guardò interrogativo.
- L’operazione è tra due giorni- mormorò Sasuke.
Naruto sospirò:- Lo so-
L’Uchiha tentennò: da
una parte voleva allontanarlo, andare a dormire e non pensare
più a nulla fino alla mattina dopo; dall’altra si sentiva
estremamente stanco.
Voleva tornare a vedere, anche qualcosa di insignificante.
Naruto lo guardò e gli si
strinse il cuore: Sasuke non meritava ciò che gli stava
accadendo. Aveva già pagato le sue colpe in mille modi diversi,
tutti egualmente dolorosi: lo sterminio del suo clan, Orochimaru, la
verità su Itachi,….
Qualunque persona avrebbe perso la testa.
Lui invece aveva resistito, aveva
compreso i suoi errori ed era tornato a casa,a Konoha. Ma nessuno
sembrava capire che cosa avesse dovuto affrontare ed, ancora adesso,
dopo più di un anno, lo guardavano con rabbia e diffidenza. A
Naruto veniva una gran voglia di menar le mani ogni volta che sentiva
qualcuno parlar male di lui.
Si liberò dalla presa dell’altro e finì di abbottonargli la camicia. Poi gli prese il volto tra le mani.
- Sasuke, guardami-
L’Uchiha aggrottò le sopracciglia perplesso.
-Baka , sono cieco, non ti ricordi?-
- Sas’ke non discutere ed apri quegli occhi- ringhiò il biondo avvicinandolo più a sé.
L’altro scosse il capo
sconsolato ma obbedì, le pupille opache che andarono a fissare
un punto poco al di sopra della spalla del compagno.
- Sas’ke- ripetè Naruto- tu non diventerai cieco, io non lo permetterò.
L’Uchiha si irrigidì
:- Non si tratta di permettere o meno, usuratonkachi. Se i miei occhi
sono troppo malati, tu puoi anche andare a pestare tutti i Kage di
questo mondo, ma io resterei sempre e comunque cieco-
- Questo lo so, Sas’ke, ma
io sono sicuro che andrà tutto bene, sono o non sono il futuro
hokage di Konoha?- rispose carezzandogli le guance.
Sasuke sospirò esasperato:
possibile che quell’idiota non capisse che non aveva bisogno di
proclamazioni di virilità e vanagloria, ma di un minimo di
comprensione?
-Perché non capisci mai un accidente?-
Il biondo lo guardò contrariato: - Sto solo cercando di aiutarti-
-Beh, se devi farlo in questo
modo, evita, mi incasini ancora di più l’esistenza-
rispose l’Uchiha liberandosi dalla sua stretta e voltandogli le
spalle.
- Bene- esclamò Naruto
irato- Allora non ti dispiacerà se “l’incasinatore
della tua esistenza” se ne va-
Sasuke si strinse nelle spalle: - Fa quello che ti pare- rispose mentre spegneva la luce sul comodino e si coricava a letto.
- Bene, allora ti auguro una buona operazione. Tanto io domani parto per una missione e dubito di ritornare prima di un mese-
Non ottenendo risposta, Naruto con stizza saltò giù dal balcone, scomparendo nel buio della notte.
- Sei un idiota- mormorò Sasuke, le mani strette a pugno sotto il cuscino.
# # #
Note
Sì sono decisamente due idioti, ma avevate dubbi?
O forse sono io che li ho resi troppo isterici, boh, non so!
Capitolo forse noiosetto (troppo discorsivo), ma l’ispirazione così mi dettava ed io non mi sono potuta opporre.
Nel prossimo l’esito
dell’operazione, ma non l’epilogo, ci sono troppe parentesi
aperte per chiudere questa ff in un capitolo solo ( a meno che non sia
di venti pagine,ma ne dubito!).
Ovviamente chiedo venia per il ritardo, cercherò di evitare in futuro.
Per Maoa:
ti ringrazio per aver recensito e spero di aver risposto almeno in
parte alla tua domanda. La risposta non è ancora completa, me ne
rendo conto ma ci arriverò coi prossimi capitoli, quindi abbi
pazienza ^^
Per Esty_Accidentally_in_Love:
sono felice di essere riuscita a farti trattenere il fiato! Però
fai troppi complimenti, poi mi monto la testa, eh! Grazie mille ^^
Per DarKAngel 91: grazie mille per avere recensito, sono felice che ti sia piaciuta!
Per Alexys 88:
NaruSasu forever cara mia! Per quanto riguarda Sasuke cieco, non ho
ancora deciso come andrà a finire, sarà
l’ispirazione a dettare le consegne (purtroppo!).
Ed ovviamente ringrazio anche coloro che hanno messo la fic tra i
preferiti. Continuate a leggerla e, come sempre, ma solo se potete,
lasciate un commentino!
Anna Mellory
|
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