La scrittrice e il pittore

di Zampa di lupo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Introduzione
Per chi scrive
Per chi disegna
La penna è un'arma. 
La scrittrice che con le sue parole
Come una tempesta gli animi scuote
Perché ciò che è scritto non si cancella
Il pittore raggiunge il cuore
Con i suoi magici dipinti
Perché l'arte è universale
Una penna,una matita...
Oppure una pericolosa arma?

Angolo della noiosa autrice. 
Come vi sembra? Da un po' questa poesia mi echeggiava in testa,così ho deciso di scriverla. Io la penso un po' così. Moti scrittori scrissero per aprire gli occhi degli altri,ad esempio Manzoni (io lo odio perché non mi piace il suo romanzo),e i pittori non sono stati mai da meno,u esempio può essere Piacasso quado dipinse l'esplosione della bomba nel suo paese. Avrò 14 anni,ma li vedo quasi come rivoluzionari,persone che erano in grado di cambiare il mondo. Questa storia è appunto su un pittore e una scrittrice che... Non ho intenzione di dire di più,a presto. 
P.s. Se potere mi direste cosa pensate della poesia? Non sono una brava poetessa,quindi mi piacerebbe sentire il parere di qualcuno dei lettori. 

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


capitolo 1
La neve candida imbiancava i tetti delle case di Neima. La stanchezza sembrava creare un manto di calma sulle vie tutte uguali,con porte e finestre sbarrate a causa del forte gelo. Le strade di solite trafficate e piene di mercanti,erano deserte. Il silenzio creava una trappola per i ribelli che di solito cercavano di vendere i loro giornali illegali. Le guardie erano calme,in attesa del giorno seguente,ansiose di essere pagate per aver protetto lo spietato re Naiko. Nessuno si sarebbe accorto degli avvenimenti di quel giorno.

Margaret non ci pensava mai due volte. Prendeva la penna e scriveva,cosa c'era di meglio? Nulla. Il suo cervello era una botte piena di idee che aspettavano di essrre scritte.

Giulio guardava la tela,inquadrava il dipinto e lascuava vmche fosse la mano a fare tutto,lei sapeva cosa fare. La sua mente era una botte di idee che volevano essere dipinte.

Margaret uscì di casa e si guardò intorno,nessuna guardia guardava nella sua direzione e lei ebbe tutto il tempo per correre verso la tipografia dei suoi genitori. Il romanzo era pronto.

Giulio uscì di casa con la tela sotto al braccio. Diede un'occhiata alla strada. niente guardie. Si mise a correre per raggiungere la galleria di suo padre.

Margaret stava per tirare un sospiro di sollievo per essere arrivata quando una voce la sorprese alle spalle: "Che ci fai qui?". Margaret si girò terrorizzata e disse: "Nulla",poi corse via.

Giulio era ormai arrivato,quando una mano lo afferrò e gli strappò il dipinto dalle mani. Gliulio imprecò, era stato trovato. Si mise a correre.

Margaret non aveva idea di dove stesse andando. Si era persa,era in una via che non conosceva. Il manoscritto sotto al braccio sembrava fremere dalla voglia di essere pubblicato, e lei lo capiva.

Giulio non aveva più la tela con sé. Non poteva tornare a casa,lo avrebbero trovato. Dove andare? Si ricordò di una ragazza,una scrittrice. Decise di cercarla,magari lei avrebbe saputo cosa fare.

La via era buia e tetra mentre i due correvano nella stessa direzione,senza accorgersi di essere sul punto di scontrarsi. Si scontrarono. Caddero a terra. Margaret raccolse le pagine sprapagliate a terra del suo manoscritto imprecendo. Giulio si chinò a terra per aiutarla. Le loro mani si sfiorarono,ma la ragazza ci fece poco caso. Il contrario di Giulio,che era molto imbarazzato. Quando finì di raccogliere Maragaret ringraziò Giulio. Vide gli occhi castani di lui,che incontrarono gli argentei di lei. Si erano trovati,la scrittrice e il pittore si erano trovati.

Angolo della noiosa autrice
Hello! Tutti saprete che sono la terribile autrice,quindi non dico di più. Sono perfida visto che non so quanto è passato. Grazie "il numero più alto esistente" a Little Devile. La recensione mi ha fatto piacere. Grazie anche a chi ha letto. Che ne dite? Ora (visto che è l'ultimo giorno di questo anno) Felice anno nuovo! Quanto mi odiate da 0 a 10 (si,spero in uno 0 inesistente. Bacioni lettori.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


capitolo 2

La casa di Margaret profumava di legno e rose. Il piccolo salotto,in cui ci si trovava appena varcata la soglia della casa,era piccolo e accogliente. Dal lato opposto alla porta si trovava un camino,in cui le fiamme scoppiettavano,in una strana danza. A circa metà strada si trovava un divano affiancato da una poltrona. Entrambi rivestuti in velluto nero,erano comodi,ma davano alla stanza un apetto lugubre,che stonava con il resto della casa. I corridoi che percorrevano la casa erano tutti identici,che per fortuna però non era delle più grandi. Le stanze,con mobili in legno e tappezzeria azzurra e blu,le davano un aspetto freddo ma accogliente.

Nessuno dei due osava muoversi. Seduti su quel divano stavano leggermente stretti,tanto da far sentire a Margaret,con ancora addosso il cappuccio,il bisogno di schacciarsi contro il bracciolo in legno. Giulio dal canto suo osservava tutto come un bambino in un negozio di caramelle,vorrebbe tutto ma non potrà avere molto. Gli occhi di Margaret rimasero fissi al fuoco scoppiettante fino a quando Giulio,stufo del continuo silenzio disse: "Hai una bella casa...". Margaret non mosse un muscolo e non diede segno di aver sentito. Il manoscritto era appiggiato sopra al camino,per essere sicura che il caldo scacciasse la poca umidità impressa su quei preziosi fogli. Giulio provò vari tentativi di intavolare una conversazione,ma la ragazza rimase zitta. Lui,impaziente le tolse il cappuccio,senza sapere di averle appena dichiarato guerra. Dal cappuccio calò una treccia nera,stretta in fondo da un fiocco dello stesso colore. La testa di Margaret scattò rapida nella direzione di Giulio,che non poté fare a meno di osservarne i linementi dolci,lasciando intendere che aveva commesso un errore. Prima che la ragazza potesse emettere un suono,la porta si aprì ed entrarono un uomo e una donna. Giulio dedusse che dovevano essere i genitori di Margaret,della scrittrice come lui ancora doveva chimarla. La ragazza scattò sull'attenti e il padre si rivolse a Giulio: "Tu non sei il pittore che ha fatto molto scalpore in tutto il regno?". Giulio annuì e l'uomo gli strinse la mano presentandosi: "Piacere,Loius Namer. La ragazza al tuo fianco",indicò Margaret,"è mia figlia,nonché scrittrice,Margaret. Questa invece",indicò la donna,"è mia moglie Mia". Giulio non sapeva bene il rango della famiglia che aveva davanti,così rimase immobile. Margaret si mise a ridere senza ritegno e sua madre la riprese: "Margaret! Quante volte ti devo dire che le signorine per bene non ridono così? ". Margaret non riusciva a smettere di ridere,e non smise nemmeno mentre diceva: "Mamma,quante volte ti devo dire che non puoi paragonarmi a quelle,visto che io sono una scrittrice e non dovrei? ". Le due iniziarono a ridere assieme,mentre Louis scuoteva la testa,rassegnato. La faccia confusa di Giulio le spinse a calmarsi. Lo invitarono a mangiare lì,e lui accettò di buon grado. Durante la cena Mia chiese a Margaret: "Di cosa parla il tuo nuovo romanzo?". Margaret non ci pensò due volte prima di dire: "Del re,della verità che lo riguarda. In fondo doveva succedere". Il padre le sorrise e disse: "Domani lo portiamo con noi e lo stampiamo". Margaret sorrise come se le avessero detto che aveva appena salvato il mondo. Giulio tornò a casa diverse ore dopo,guardandosi intorno circospetto. Continuava a pensare alla tela,raffigurava il re con un'ascia da boia sporca di sangue in mano,e il matello schizzato dello stesso liquido,un'espressione di pura ferocia sul viso. Sperava che le guardie non lo vedessero,e men che meno il re stesso,in fondo era una grave offesa alla maggiore autorità del regno.

Nel frattempo,mentre Giulio pensava al dipinto al cancello iniziò a sentirsi il primo fermento. Un ragazzo,sui quindici anni,ossrvava con attenzione il lavoro che stava facendo. Con attenzione legò il filo metallico alle due estremità del cancello. Chiunque fosse passato avrebbe preso una scossa. Il giovane sapeva che i cavalli avrebbero prontamente evitato il filo,il cocchiere era dei loro. Solo il re avrebbe urtato quei fili e,se tutto fosse andato secondo i piani,sarebbe morto fulminato. Sospirò,ripensando al fatto che il giornale necessitava di mani in grado di scalfire gli animi con le parole e con le immagini,insomma scrittori e pittori. Quello che il quindicenne non si sarebbe mai aspettato sarebbe successo di lì a poche ore.

Ma non poteva mancare il terzo avvenimento nella stesso momento. Infatti nel castello,a Dareina,la capitale il re ossrvava fuori dalla finestra il panorama. La distesa di boschi bruciati lo faceva fremere di felicità. Adorava il nero,era solo per quello che aveva risparmoto quella bimba,anni prima. La bimba dai capelli neri e gli occhi argentati che lo aveva guardato con odio,quando,senza alcuna pietà aveva ucciso il tenero cucciolo che camminava al fianco di lei perché gli aveva annusato le scarpe. Era vero,forse aveva esagerato,ma la bimba aveva fatto una bellissima espressione,rabbia e odio,mischiati a quella furiosa tristezza,come poteva uccidere una bambina così piccola? Rise,non era stata certo l'età a convincerlo. La bimba gli era stata molto simpatica,così le aveva rivelato il suo segreto. In quel momento però prese una decisione,deveva rrovarla e convincerla a stare zitta,non importava come. Tutto quello che doveva fare era che la ormai ragazza stesse zitta. Chiamò il suo servo,il migliore,oltre che essere in grado di servirlo benissimo era anche un ottimo guerriero. Fu felice che il giorno dopo lo attendesse la vista alla città della bimba,sapeva bene che non lo era più. Si chiese se fosse cresciuta come una bella ragazza o come un rospo. Si chiese molte cose e capì che non aveva nulla con cui catturarla,perché il solo pensare di ucciderla gli sembrava un errore. Alla fine il re si arrese e disse al servo: "Domani sai bene dove andremo,giusto?". Il servo annuì con rispetto e il re riprese: "Bene,cerco una ragazza,capelli neri e occhi argentati,vive lì. Portamela viva prima del tramonto,la missione inizierà al nostro arrivo. Mi serve viva,non te lo dimenticare!". Il servo rispose: "Certo Sire,come volete Sire". Ma il re dubitò di aver scelto bene quando notò un lampo amicida negli occhi del servo.

Angolo della noiosa autrice
Ciao,torno a rompere. Grazie "Il numero più alto esistente" a Scarlett_Brooks_39. Se lo hai letto spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Spero siate curiosi,lo sono pure io che scrivo. Ammetto che mi sembra corto. Spero di avervi messo addosso un po' di curiosità. Grazie a chi legge,grazie mille. Pubblicherò alla prima occasione,bacioni
Ps; Mi piacerebbe chiedervi una cosa,solo per curiosità: secondo voi chi era il ragazzo? Bacioni ancora!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
Il fermento nel villaggio di Neima era evidente. Ovunque si notava l'effige reale,due spade incrociate su uno sfondo rosso. Gli abitanti si muovevano stanchi per le vie ghiacciate. Il vento graffiava le imposte e le persiane alle finestre in cerca di un minimo spiraglio in cui infilarsi. La campana battè i dodici rintocchi che tutti temevano. Una folata di vento fece rabbrividire il villaggio come fosse formato da un'unica persona. Tra quelli però c'era qualcuno a cui il freddo non scalfiva minimamente,tutto quello che toccava quella persona era la paura. Sì, temeva il re.

Margaret si sentì gelare: lei temeva più di tutti gli altri abitanti messi insieme il re,temeva le facesse del male. Il romanzo non poteva ancora essere pubblicato perché con il sovrano in giro era la cosa più sciocca da fare. Una scarica di freddo la attraversò quando un quindicenne le si affiancò. Non si rivolsero che un piccolo sguardo. Il ragazzo con voce scocciata le sussurrò: "Ti sei decisa? Ti ricordo che la proposta non può reggere per sempre".
Margaret con uno sbuffo gli rispose: "Lo so. Ho scrito un libro,domani andrà in stampa. Ora ti pregherei di piantarla con questo continuo tartassarmi,ho altro a cui pensare". Il quindicenne scosse la testa ma non si arrese: "Dai,sai che siamo a corto di informazioni,ti prego". Questa volta fu il turno della scrittrice di scuotere la testa. Con un sospiro confidò: "Ne sono consapevole, ma non vedo come potrei aiutarvi". Solo a quel punto il ragazzo le rivolse uno sguardo. Il cappuccio le copriva come sempre la testa e a lui quella cosa dava molto sui nervi. Sospirò lasciando che una piccola nuvoletta si creasse davanti al suo viso. Parlò con quella sua voce che Margaret ricordava bene: "Margaret,sai così tanto che lo stesso re ti teme! Puoi fare molto,e poi non stai dalla nostra stessa parte?". La ragazza abbassò lo sguardo. Come faceva a dargli torto? Sapeva che il re non poteva che temerla. Con un moto di rabbia ringhiò: "Ti ho detto tutto quello che sapevo,ti ho rivelato tutto quello che il sovrano stesso mi ha detto". La loro chiacchierata stava diventando una delle tante discussioni che avevano avuto spesso da quando si erano conosciuti. Il quindicenne,quasi fosse un gatto soffiò: "Margaret,io e te sappiamo bene che il re ti direbbe di più,molto di più,tutti sanno...". Non portò a termine la frase, perché la carrozza del sovrano comparve davanti al cancello. Il cocchiere la fece entrare e fermò i bellissimi cavalli che la trainavano. Quando fu completamente ferma una piccola porta sul lato si spalancò e ne uscì un uomo, il re Naiko. Il villaggio intero si inchinò di malavoglia. Nessuno gli portava rispetto a parte le sue sciocche guardie. Margaret si calò meglio il cappuccio sul viso, mentre si inchinava leggermente. Il re ordinò che qualcuno prendesse i cavalli per metterli al caldo e dargli del cibo. I due animali in questione erano due purosangue,che lasciarono scrittrice incantata. Si avvicinò quasi senza volerlo,osservandone il pelo lucido. Il cocchiere la guardò e le porse le briglie. Il quindicenne,capendo che la ragazza non poteva portare due cavalli da sola corse ad aiutarla.

Giulio assistette senza fiatare alla scena,chiedendosi chi fosse il ragazzo con la scrittrice. Anche lui era rimasto incantato dai due purosangue, ma voleva tenersi lontano dallo sguardo del re. Naiko diede un ordine al suo servo,che scattò fulmineo tra la folla di persone. Passò di fianco a Giulio e si fermò chiedendogli se conoscesse una ragazza dagli occhi argentati e capelli neri. L'unica persona così nel raggio probabilmente di chilometri era Margaret. Senza degnare l'uomo di uno sguardo gli disse: "No,mi dispiace". Qualcosa gli diceva che il tizio non aveva buone intenzione. Poi era facile da trovare: una sola persona rispondeva a quella descrizione a Neima. Si riscosse dai suoi pensieri sentendo un urlo. Guardò verso il cancello,da cui proveniva. Un uomo,forse un altro servo del re,giaceva bruciacchiato a terra. Tutti si scambiavano sguardi perplessi. Notò con la coda dell'occhio Margaret tornare e pregò,per qualche strana ragione,che il tizio non la trovasse. Si avvicinò alla scrittrice notando solo in un secondo momento il ragazzo di fianco a lei. La salutò e lei ricambiò quasi con freddezza,poi ringhiò all'altro: "Ma come ti è saltato in mente? Sia a te che agli altri idioti come te?". Il quindicenne sbuffò annoiato e le suggerì: "Cambia battuta,dopo un po' stanca sentirsi dire sempre idiota". Sbuffarono nello stesso momento e all'unisono esclamarono: "È colpa tua! Colpa mia?! Come osi? Come osi fare il pappagallo? Non è vero,sei tu!". Il pittore stufo disse: "Smettetela di parlare assieme". Margaret e il ragazzo si voltarono dai lati opposti e incrociarono le braccia. Giulio notò quasi senza volerlo che lei aveva il cappuccio calato. Sempre senza volerlo chiese: "Scusate,ma vi conoscete?". I due annuirono. Margaret spiegò: "Da fin troppo tempo. Ho perso il conto degli anni". Il quindicenne le diede man forte: "Neppure io,ma forse ora è meglio che vada,sai... ho alcune cose da sistemare". Non fece in tempo a muovere un singolo muscolo che Margaret gli strinse il polso sussurrandogli con il volto improvvisamente tutt'altro che sereno: "No,ti prego resta,ho paura e tu sei l'unico che sa".
"Margy,lo sai che non posso. Quando il capo saprà cosa è successo mi ucciderà sul posto". Con un sorriso tirato la scrittrice ribattè: "Non è meglio rimandare?". Il ragazzo scosse la testa e dopo che lei gli ebbe lasciato il polso si allontanò.
Giulio le chiese: "Chi era?". Margaret sospirò quasi annoiata: "Luke". Non era soddisfatto della risposta ma non insistette.
"Sappi che però c'era un tizio che ti cercava". Subito lei si calò il cappuccio in testa spaventata. Giulio scosse la testa,stranito. Si chiese se avesse capito giusto,se le intenzioni dell'uomo fossero malvagie. Un pensiero fulmineo gli attraversò la mente: non aveva paura dell'uomo,ma del re. Margaret aveva un timore incredibile del re. 

Intanto,da qualche parte sotto a Neima ,Luke,inginocchiato al cospetto di un uomo seduto su una specie di trono deforme,diceva: "Sono spiacente,ho mancato l'obiettivo. Non capiterà più". L'uomo lo osservò con attenzione: "Quando Luke,quando? Hai detto la stessa cosa anche l'ultima volta! Non posso più fidarmi,sei sollevato dall'incarico". Il ragazzo chinò la testa, frustrato. Non ne combinava mai una giusta ,era un disastro. Sperò che Margaret fosse ancora in giro. Voleva conoscere il ragazzo dai capelli rossi e gli occhi castani.

Il servo del re girava Neima alla ricerca della ragazza dai capelli neri e gli occhi argentati. Chiese a molti e tutti dissero un nome: Margaret. Dicevano che lì lei era l'unica che rispondesse alla descrizione. Dicevano anche che era una persona testarda, ma dolce che teneva molto ad un ragazzo ,ma nessuno sapeva nè chi era nè cosa significasse per Margaret. Chi diceva il fratello,chi un amico, chi qualcosa di più; lui non sapeva quale fosse la verità. Fu un colpo di fortuna quando un uomo,anziano gli disse: "Margaret? Quella piccola peste,che avrà combinato ancora? Vive in fondo alla via, ma non credo sia a casa,più probabile in...". L'uomo si era bloccato e si era allontanato borbottando tra sé e sé. Ora il servo sapeva dove aspettarla. 

Angolo della noiosa autrice
Hola,torno e ringrazio Himenoshirotsuki per aver recensito i precedenti e per il favore che mi ha fatto. Detto questo saluto tutti e mi dileguo

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Margaret osservò il re Naiko muoversi per la citta,ma non gli si avvicinò mai. Aveva troppa paura per farsi avanti. Il cappuccio era ben calato sulla sua testa. Giulio dietro di lei la seguiva, capendo la sua riluttanza. In fin dei conti la provava anche lui. Ogni passo di Margaret era un passo verso il rischio di farsi vedere dal sovrano, ma in fondo come potevano fare altrimenti. Alla fine la scrittrice decise di andare a casa. Era stanca e incominciava a non sopportare più il re. Salutò Giulio e si avviò. Le sorprese però non le erano mai piaciute. Varcò con stanchezza la soglia e una voce la fece sobbalzare: "Ti aspettavo Margaret". Pronunciò il nome della ragazza quasi fosse velenoso. A lei diede fastidio. "Chi siete?"
"Non importa chi io sia,importa che tu sei colei che sa troppo sul grande re Naiko". La scrittrice rise di gusto quasi l'uomo avesse fatto una battuta. Lui non sembrò apprezzare. Estrasse un coltello e subito il riso le morì in gola. Aveva capito che quello era uno degli uomini del re. Fece per correre fuori dalla casa,ma il coltello la raggiunse conficcandosi affianco alla porta. Margaret si voltò terrorizzata. L'uomo le afferrò il polso. "Ora si va dal re" sibilò mentre la  trascinava con se.

Giulio pensò di fare un salto da Margaret anche se si erano appena salutati. Era estremamente preoccupato. Se quell'uomo l'avesse trovata? Non voleva neppure pensarci. Quando vide la casa della ragazza però trovò uno spettacolo terrificante. L'uomo che aveva chiesto di lei la trascinava verso la piazza e la carrozza. Verso il re. Sentiva con chiarezza le urla di Margaret. L'uomo lo vide e si mise a correre. Giulio prese a inseguirlo. Neima era enorme,ma era la sua città. Correva e si sentiva sempre più inutile. Una palla al piede.
La sua corsa per quelle vie sembrava anche a lui senza senso. Avrebbe dovuto fare qualcosa prima. Magari la scrittrice ora non sarebbe stata in quella situazione. Ormai non c'è la faceva più,non era abituato come l'altro a correre. Ogni passo era inutile come e più del precedente. Ogni passo lo affaticava come e più di tutti i precedenti. Stava lentamente crollando. Dopo l'ennesimo sforzopoi si accasciò stanco a terra.

Margaret tentava di liberarsi, ma non ci riusciva. Era impossibile, la stretta dell'uomo troppo salda. Si perse nei ricordi.

Una bambina camminava per la capitale con il suo tenero cucciolo. I genitori le avevano comprato quel cane perché aveva insistito molto e la bambina ne era felice. Il cucciolo le leccò la faccia e lei ridacchiò. In quel momento l'animaletto si staccò e annusò le scarpe di un uomo. Quello gli tirò un calcio. Il cane da quel momento smise di muoversi. La bambina guardò quell'uomo con i suoi occhi argentati. Era arrabbiata e triste. L'uomo si chinò per poter sussurrare. "Sai chi sono piccoletta? Io sono il re e posso fare tutto quello che mi pare"
"E quello era solo un cucciolo curioso"
"Sai,piccoletta,mi piaci. Ti dirò il mio segreto. Io amo uccidere. Vedere la vita che esce dal corpo di un essere vivente davanti ai miei occhi è inebriante. Mi rende più forte. Io sono un mago e tutti mi devono temere senza sapere il perché. Tu ora lo sai,e se prima non davo retta all'istinto perché non capivi ora sai". La bambina rabbrividì. "I mostri,si dica ciò che si vuole esistono. Io,ad esempio,ne ho uno davanti agli occhi"
"Fai attenzione bambina,io sono potente tu solo una ragazzina". La bambina prese il cucciolo in braccio e corse dai genitori che si arrabbiarono con il re. La bambina pensò una cosa che era qualcosa che non sarebbe dovuta venire in mente a una bambina. 'Io sarò una bambina,ma tu sei un idiota. Chi ti dice che io non lo dirò a tutti?'. Così era stato. Appena arrivata a Neima aveva raccontato tutto a Luke. La bambina non poteva sapere che Luke era da poco entrato tra i Ribelli.

Se ci pensava ora Margaret ammetteva che il re si era accorto del suo errore,ma con qualche anno di troppo di distanza. Ormai nessuno poteva impedire al romanzo di essere letto. E se il romanzo avesse fatto cilecca c'era sempre Luke con i ribelli. Sperò che sarebbe bastato. Appena dopo l'uomo cadde a terra Margaret iniziò a non capirci più nulla. Luke la raggiunse. "Chiamarmi no? Lo sai che...".
 Giulio li raggiunse con il fiatone. Vide l'uomo steso a terra cercare di rialzarsi e il ragazzino quindicenne e Margaret  intenti a discutere. Si avvicinò e gli tirò un calcio in testa. Quello biascicò qualcosa,poi svenne. I due litiganti gli sorrisero. " Qualcuno si è dimenticato di stenderlo". Luke sbuffò. "Che vuoi,almeno sei viva". Lei scosse la testa e il ragazzo continuò: "Giulio,ti piacerebbe unirti ai ribelli?". Gli occhi del pittore si spalancarono e dopo qualche secondo annuì. Luke sorrise,fece la linguaccia a Margaret e condusse Giulio verso il loro rifugio.

Giulio guardava i cunicoli con una vaga curiosità. Neri con tante fiaccole accese. Giunsero a una stanza,ampia,al cui centro vi era un trono. Sul trono c'era un uomo. Vestito di nero,il suo volto era coperto da una maschera e un cappuccio dello stesso colore. Guardò il ragazzo al suo fianco e chiese: "Chi è costui? Luke ti ho sospeso non venire mai più qui fino a che non ti cercherò"
"Portavo solo qualcuno che vuole unirsi alle nostre schiere,signore"
"Luke,io voglio la scrittrice. Io voglio Margaret perché lei sa e il re la teme. Io voglio sbattere giù quel bastardo,cosa me ne faccio di qualcuno che non sa nulla?". Giulio intervenne: "Margaret non è l'unica che sa qualcosa del re"
"Bene. Allora benvenuto. Dimmi quello che sai. In quanto a te Luke... Portatelo via. Non lo voglio vedere MAI più". Le guardie sorrisero. Quell'ordine era un modo per dire di ucciderlo.IL ragazzo dovette ricorrere a metodi drastici. Attivò il collegamento mentale con Margaret. Nessuno dei due aveva dei poteri,però erano in grado di chiamarsi con la mente e di trovarsi ovunque fossero. 'Margy,ho bisogno di una mano!'
'Cos'hai fatto stavolta? Ogni tanto mi chiedo come faccio a sopportarti'
'... Potresti venire a darmi una mano? Lo sai che ti ascoltano'
'Si,e mi chiedo ancora perché. Vengo a salvarti,un minuto... O di più... E sono da te'. Luke tirò un sospiro. Respinse le guardie fino a quando dalla porta entrò una Margaret a dir poco infuriata. "Sparite! Tu vieni via". Subito le guardie Ribelli lasciarono andare il quindicenne che corse via insieme alla scrittrice. 

Angolo della noiosa autrice 
Hola chicos y chicas. Grazie Himenoshirotsuki,sia per la precedente recensione sia per l'immenso favore che mi fai ogni volta,sei un angelo. *abbraccia a distanza*. Spero sia tutto chiaro,BACIONI!!!!!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


La scrittrice e il pittore
capitolo 5
I vicoli della base ribelle erano illuminati solo da qualche rara torcia. Giulio guardava tutto incuriosito e intimorito allo stesso tempo,come un bimbo che osserva un grosso cane. Quello che era il capo dei ribelli lo stava conducendo per quel labirinto sotterraneo con facilità,quasi fosse nato e vissuto lì. L'orientamento del ragazzo era ormai andato,non capiva più da che lato stesse andando; se l'uomo lo avesse condotto da qualche parte per ucciderlo non avrebbe avuto speranze di fuga,sarebbe morto tra quei vicoli. Dopo quelle che a Giulio parvero ore raggiunsero una porta in legno. L'uomo bussò e un voce gracchiante rispose dall'interno. "Entra pure,ti stavo aspettando". Il capo dei ribelli aprì la porta e fece cenno a Giulio di seguirlo. Il ragazzo entrò, mentre una vaga sensazione di terrore gli attanagliava le viscere. Si sentiva spaventato e non capiva la ragione di ciò. La stanza era spoglia,vi era solo un tavolo con una sedia,su cui era seduto un vecchio. L'anziano stava fissando con insistenza una sfera di cristallo,probabilmente  in cerca di risposte o con l'intenzione di vedere il futuro. Giulio rimase incantato dalla lunga tunica blu che l'uomo portava. La testa era quasi pelata e solo pochi e radi ciuffi di capelli bianchi osavano fare la loro comparsa. Il viso rugoso era stanco e affaticato,gli occhi quasi spenti e rassegnati. Ai piedi portava semplici sandali in cuoio,come se non avesse freddo. L'uomo chinò il capo in segno di rispetto. "Indovino,mi onora sapere che mi attendeva"
"Non te! Parlo del ragazzo! Lui è una delle due chiavi che ci porteranno alla vittoria sul re!". Giulio guardò quel vecchietto pazzo e l'uomo. Non stava capendo più nulla. Dov'era Luke quando serviva? Non c'era,semplicemente. L'indovino si rivolse a lui: "Ragazzo,cosa ti porta nella dimora dei ribelli?"
"La voglia di aiutare... credo". Giulio non sapeva cosa dire,si sentiva osservato come se fosse un fenomeno da baraccone. Cercò di riprendersi,ma tutti i suoi tentativi si rivelarono vani. Rispose a tutte le domande del vecchio,anche quelle più strane,e solo alla fine di quell'interrogatorio si sentì più calmo. L'uomo lo condusse fuori.

Margaret camminava per Neima nel tentetivo di trovare i suoi genitori,spariti nel nulla nella confusa massa di gente. Luke la seguiva guardingo. Quando il capo aveva dato ordine di ucciderlo si era sentito in trappola e ora gli sembrava di essere un cane braccato. Si chiese a cosa stesse pensando Margaret. Ogni volta che usavano il loro strano collegamento la ragazza si chiudeva in un bozzolo di silenzio in cerca di una disperata risposta,ed era proprio quello che stava facendo. Pensava alla prima volta che era successo. Era stato qualche giorno dopo il suo incontro con il re. Era accaduto per sbaglio.

Una bambina correva tra gli steli di grano,cercando un posto dove nascondersi in quel mare dorato. I suoi capelli neri risaltavano anche a chilometri di distanza in quel campo che ondeggiava sotto la leggera spinta del vento. L'abito lilla le arrivava alle caviglie e le dava fastidio ed era costretta a tenerlo sollevato. Aveva solo quattro anni,e amava giocare a nascondino con Luke.
"Margaret,adesso ti trovo!".La bimba si accucciò meglio che poté. Sentiva il bambino avvicinarsi. 'Non mi troverai mai!',pensò.  "Margy,ti ho sentita,ma come mai mi sembra tu sia qui? Non dubitare,ti troverò". Margaret rimase stupita: lei lo aveva solo pensato. 'Non può avermi sentito,ho solo pensato'
"Invece ti ho sentita,anche questa volta!"
'Luke,prova a pensare solamente'
'Ma cosa vuole dire?'
'Quello che hai appena fatto,io sto solo pensando!'. La bambina si alzò e Luke la raggiunse. Si osservarono cercando di capire cosa fosse successo. Si guardarono a lungo,poi cercarono un modo per sfruttare la cosa. Passò qualche mese e impararono a chiudere per brevi momenti il collegamento,fino a saperlo chiudere e aprire a piacimento.

Margaret si chiedeva se il re c'entrasse,o se fosse colpa... non sapeva nemmeno lei a cosa dare la colpa. Lanciò uno sguardo a Luke,e notò subito la sua concentrazione. Sembrava agitato,si guardava intorno di continuo. La scrittrice si voltò e si fermò. Il ragazzo  la osservò cercando di cogliere le motivazioni di lei. "Luke,i Ribelli non ti attaccheranno all'improvviso!"
"Che ne sai Margy? Magari si". Margaret sbuffò sonoramente. "Lo sai che non ti seguirebbero,non sono stupidi,sanno che mi metterei in mezzo e poi...". L'amico la guardò in attesa del resto. "Da quel che mi ricordo sei il miglior ribelle che si potesse contare tra le fila". Luke le sorrise. 'Come fai a sapere sempre come sollevare una situazione?'. Fece attenzione a non attivare il collegamento. 

Giulio era terrorizzato. Da quando aveva visto l'indovino una voce continuava a dargli consigli,anche inutili. La sua testa pulsava senza freno. Non sapeva più come zittire la vocina. Una mano gli si posò sulla spalla. 'Voltati e comportati bene'.Il pittore seguì il consiglio della vocina. Si voltò, trovandosi di fronte una ragazza dai capelli neri e gli occhi argentati molto simile a Margaret. La osservò sbigottito. "Ciao,io sono Lucy,lei deve essere Giulio"
"Si...",rispose titubante. No,quella ragazza non gli ricordava la scrittrice come atteggiamento,troppo educata. "Vuole che le faccia fare un giro della base?". Giulio annuì, voleva saperne di più, molto di più. 

Angolo della noiosa autrice
Grazie a Himenoshirotsuki sia per la recensione sia per le correzioni. Ammetto di essere molto cattiva. Chi sarà questa ragazza? Secondo chi ha letto (tutti grazie,non solo Himenoshirotsuki). Bacioni a presto. 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


La scrittrice e il pittore
Capitolo 6
Giulio osservava i cunicoli,seguendo la ragazza. Sembrava sapere molto bene che cosa succedeva là sotto e lui non poteva fare altro che sentirsi escluso. No,non era esatto,non escluso,si sentiva ignorante,e questo lo rendeva nervoso.
 "Lucy... Dove stiamo andando?"
"Lo scoprirà presto". Avrebbe voluto strangolarla. Sulla segretezza lei e Margaret... Perché le paragonava? Non aveva senso. La testa di Giulio iniziò a riempirsi di voci. 'Giulio,ascoltaci. Ti sta portando all'armeria,ti forniranno qualcosa con cui combattere". Il ragazzo era nervoso: come mai quelle voci sapevano tante cose? Si faceva domande su domande e a nessuna era in grado di rispondere.

Margaret iniziò a ridere come una matta. "Come mai Lucy si è schierata con i ribelli? Lei era la..."
"Lo hai detto Margy,era". La giovane era stupita da quello che Luke le aveva appena detto. Lucy era tra i ribelli. Non le sembrava possibile. Cambiò argomento. " Che tu sai perché il capo vorrebbe realmente spodestare il re? Non può essere solo per la libertà,voglio dire,ciò che sa non gli basta mai"
"I tuoi sospetti si potrebbero considerare fondati,ma devo ammettere che è sempre stato convinto che il re fosse un imbroglione,in fondo...". Luke non finì mai la frase perché si ritrovò con la lama di una spada puntata alla gola. "Sapevamo che ti avremmo trovato con la scrittrice"
"Non pensavo di essere così prevedibile. Sapete perché? Perché non lo sono!". Il ragazzo tirò una gomitata in pieno stomaco all'uomo armato e gli rubò la spada,portandola alla gola dell'altro. Il tempo sembrò fermarsi. "Cosa volete". Il tono di Luke non ammettea repliche. Margaret dovette dargli ragione:lo avevano attaccato senza motivo apparente...
 "Non possiamo dirti nulla,o non ci pagheranno"
"Non siete riusciti ad uccidermi. I soldi li scordate comunque,se parlate magari vi faccio meno male". Margaret iniziò a sospettare che Luke sapesse già qualcosa. "Chi ti dice che fosse quello l'intento?". Gli occhi di Luke ebbero un guizzo,un lampo. Non spiegò nulla alla ragazza e si mise a correre.

Giulio era teso,aveva troppe domande da fare da quando era entrato in quella stanza piena di armi di ogni genere. Non sapeva più da quanto cercava quella adatta. Aveva provato pugnali,spade e scudi. Le braccia gli facevano male,non le sentiva nemmeno più. "Forse questa?"
"Una mazza chiodata!?" urlò terrorizzato il ragazzo,"Non potrei mai sollevarla! Riesco appena con una spada! Le mie mani sono fatte per reggere pennelli,non armi"
"Bene,allora raccontaci tutto quello che sai su Naiko". Giulio iniziò a raccontare pur di lasciar perdere le armi.

"Non so quanti anni avessi,ero in giro per Marianne,il maggior porto del regno come sapete. Su una nave ho notato un marinaio molto diverso dagli altri. Era basso,mingherlino e lo stavano picchiando. Ho pensato di intervenire,ma mio padre mi ha detto che era meglio se non mi immischiavo e che era un ordine del re. Quando è finito io sono riuscito a sgattaiolare dal marinaio e gli ho chiesto cosa fosse successo". I presenti ascoltavano con interesse. "Lui mi ha raccontato che si era rifiutato di inginocchiarsi a Naiko,non facendo parte della nostra terra e aveva anche aggiunto che la sua fedeltà era rivolta ad altri. Mi ha raccontato le voci che giravano sul re. 'Un boia,pericoloso malvagio e crudele. Sanguinoso! A stare qui basta niente a essere ucciso'. Così ho iniziato a indagare, ma non mi bastava,volevo capire. Ho girato spesso con i miei e ho scoperto che il re è un mago,e che si nutre del sangue delle sue vittime. Lo beve come acqua. La cosa più terrificante è che... Ha smesso di bastargli,ma non so cosa faccia ora". Finito il racconto Giulio prese fiato. Ora doveva aspettare le reazioni.

Margaret era ancora stupita dalla corsa improvvisa in cui si erano lanciati. Dalle strade che stavano percorrendo la ragazza aveva ormai dedotto che la loro meta era la casa di Luke. Davanti a lei il ragazzo correva,facendo scansare rapidamente i pochi abitanti in giro. La neve scricchiolava a ogni loro passo. La casa si fece finalmente in vista,un edifico comunissimo,col comignolo fumante. Entrarono,trafelati dalla corsa,e lo spettacolo che li accolse fu orribile. Su un muro c'era una parola,scritta in rosso: 'Ribelli'. I pochi abitanti della casa erano seduti su delle sedie in legno,con mani e piedi legati ad esse. Luke corse in quella direzione.
 'Luke! Fermo! Pensaci,potrebbe essere una trappola'. Margaret non parlò,pensò e basta,sicura che il messaggio sarebbe arrivato al ragazzo. 'Margy... E se non lo fosse?'. Luke osservava i suoi familiari. Sua madre,suo fratello e suo padre. 'Vado io,non mi succederà di sicuro nulla. Sia i ribelli che il re mi vogliono viva... Sarà una passeggiata'. Luke la guardò di sbieco,poi acconsentì.

Giulio si aspettava reazioni strane,ma Lucy scosse la testa ridendo. "Non posso credere che circolino voci del genere su mio padre!". Fu allora che Giulio venne preso dal panico.

Margaret urlava come una pazza al ribelle che la teneva di lasciarla andare,si dimenava,mentre Luke dietro di lei era silenzioso. 'Luke reagisci! Non sentirti è terrificante!'. Ma ogni suo pensiero si schiantava contro una barriera. Quella che la mente di Luke aveva creato quando lui era svenuto. "Lasciami! Non voglio lavorare per voi!"
"Zitta,mi fai solo venire il mal di testa". Margaret iniziò a urlare e a tirare calci,nel tentativo di colpire l'uomo.
 'Margy,basta. Rischiamo solo di peggiorare la situazione'. Margaret si voltò e vide Luke mezzo intontito,ma vivo e sveglio. 'Mi hai fatto spaventare Luke,dobbiamo scappare o... Lo sai cosa ti faranno!'
'Non importa,era tanto che il capo cercava una scusa,ero troppo bravo e temeva per la sua posizione'. Margaret tirò un calcio a caso,e finalmente colpì il suo assalitore che la lasciò subito andare. Il suo amico era troppo frastornato per fare qualsiasi cosa,così il ribelle che lo teneva lo lasciò a terra per gettarsi su Margaret. 'Vai via,io li terrò occupati!'. Luke si alzò a fatica e si allontanò dallo scontro,preda di atroci sensi di colpa per l'avete lasciato la scrittrice da sola.

La porta dell'armeria di spalancò lasciando entrare due ribelli,che tenevano una ragazza dai capelli neri che urlava e si dibatteva come un leone. Giulio capì subito chi era: Margaret. I presenti non si mossero quando il ragazzo si fiondò verso la donna e nemmeno quando tentò invano di aiutarla a liberarsi,finendo a terra. Giulio sentì chiaramente Lucy ridere. "È inutile,Margaret sta ottenendo solo quello che si merita!"
"Lucy... Che piacere vederti... Fai schifo come l'ultima volta..."
"Siamo uguali,devo ricordartelo io?"
"Parlo di carattere,fai schifo come sempre". Margaret sputò addosso a Lucy,mentre tutti i presenti trattennero il fiato. Ciò che successe dopo non fu chiaro a nessuno se non alle due ragazze. Lucy tirò uno schiaffo a Margaret,che reagì tirandole un calcio in pancia. Lucy prese Margaret per i capelli e le disse: "Non mi ci vuole nulla a dire a mio padre dove sei,vuoi finire morta?".

Angolo della noiosa autrice
Ed ecco un altro capitolo. Grazie infinite a Himenoshirotsuki per le recensioni e la correzione. Ci si sente al prossimo capitolo,bacioni.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


La scrittrice e il pittore
Capitolo 7
La tensione nella stanza era palpabile. Giulio osservava le due ragazze agitato. Quella era la figlia di Naiko... Ma come ci era finita tra i Ribelli?
"Lucy... Se sei la figlia di Naiko si può sapere cosa ci fai qui?"
"Margaret lo sa, è colpa sua". La scrittrice,sentendosi chiamata in causa replicò: "Te sei la cercata!". Giulio si chiese cosa sarebbe successo se si fosse messo al centro. 'Nulla' gli rispose una di quelle voci che aveva iniziato a sentire troppo spesso. Si perse tra mille pensieri e ci volle un tonfo alle sue spalle per farlo tornare in sé. Il Ribelle che aveva trattenuto Margaret era a terra e si teneva una gamba. Le due ragazze si fissavano con la stessa espressione disegnata sul viso.

'Mi sembra di esser davanti ad uno specchio'
'Ti ricordo che siete uguali come aspetto e anche come gestualità. Avete la stessa espressione ora'. Lucy non seppe come prendere la risposta del padre. Lo sentiva telepaticamente da quando era entrata tra i Ribelli; ora stava solo aspettando che arrivasse e non mancava neppure tanto. Quegli stolti... Avevano così bisogno di notizie che si erano convinti che lei volesse aiutarli! Figurarsi, lei li odiava! Avevano ucciso così tanto soldati suoi amici! Però Lucy doveva stare calma, finse un sorriso e disse: "Non mi abbasso al tuo livello, Margaret. Non mi interessa quello che hai fatto ,possiamo essere amiche, no?"
"No. Io non mi fiderò mai di te. Sei la figlia del re, nessuno mi dice che tu sia davvero cambiata". Forse Lucy aveva sottovalutato la scrittrice.

Luke si trascinò fino a casa di Margaret ,dove riuscì a farsi aprire dai genitori di lei. Spiegò brevemente la situazione, mentre i due ascoltavano attenti. "Eravamo fuori quando ci hanno attaccato, volevano distrarmi. Ho capito che c'era qualcosa di strano, non erano lì per uccidermi. Sono corso a casa per avvertire che i Ribelli mi stavano cercando e di fare attenzione. Margy mi ha seguito e quando siamo arrivati erano tutti legati. Vostra figlia si è offerta di liberarsi visto che la volevano viva sia il re che i Ribelli. Ci hanno catturato e lei ha combattuto perché scappassi. Sapeva che mi avrebbero ucciso. Io...". Luke non finì la frase, nella sua mente si intromise la voce di Margaret. 'Luke scappa! Vai via,porta via tutti! Naiko ha trovato la base! E io so perché. Riprenditi, ti dirò dopo dove siamo!'
'Margaret...' Luke non finì il pensiero che la scrittrice aveva chiuso la connessione. Si rivolse a Louis e Mia: "Margaret è stata catturata dal re."

Margharet sentiva le risate di Lucy anche da dove si trovava ovvero il carro più distante dalla carrozza dei regali. Era con Giulio ,che si teneva la testa tra le mani, come se ad aver commesso un errore fosse stato lui, ma non era così.Aveva sbagliato lei,quando aveva sfidato da bambina Naiko. Avrebbe fatto bene a chiudergli la bocca allora, anche se non sapeva con cosa lo avrebbe potuto fare. Sospirò. "Giulio,non so per cosa tu ti senta in colpa ma...". Il ragazzo alzò la testa, la fronte era cosparsa da graffi, gli occhi erano rossi e vagamente gonfi. "Non è quello. Continuo a sentire delle voci e ho mal di testa, sto per svenire dal dolore, ma non voglio". La ragazza si guardò i polsi legati, per poi tornare a fissare il pittore. Sembrava quello messo meglio.

Quando Naiko era arrivato, circondato da una scorta di guardie armate fino ai denti, era iniziato uno scontro molto violento, dove molti Ribelli erano rimasti gravemente feriti. Lucy non era intervenuta, dimostrando corretta l'intuizione di Margaret. Non era cambiata di una virgola. Poteva dire quello che voleva, ma non era vero. Lucy era un forno per bugie, le cuoceva ben bene per servirle alle vittime ignare e ottenere i suoi scopi. La battaglia era finita con i Ribelli sfiniti e fatti prigionieri, Naiko vincitore e Lucy soddisfatta di vedere Margaret in catene obbligata a seguirla. Perché le cose erano sempre così difficili? La scrittrice aveva avvertito Luke della catastrofe avvenuta, ma aveva avuto l'accortezza di non dirgli che la loro meta non era il castello, ma la Fossa Nera, un burrone così profondo che si diceva non avesse fine. Ma lei e Luke sapevano che esisteva. Avevano lanciato un sasso giù, uno di quelli grossi e pesanti quanto un corpo e sapevano dell'utilizzo che ne facevano gli assassini. Ci erano voluto undici giorni perché sentissero il rumore del sasso ed era stato un caso. Erano solo passati di lì undici giorni dopo con l'intento di vedere l'assassino che girava in quel periodo. Avevano sentito il tonfo. Insomma li aspettavano circa undici giorni di caduta nel vuoto e poi uno schianto. Non era una bella prospettiva.

Giulio era chino in avanti e si teneva la testa, nel tentativo di far tacere le voci in testa. Ripetevano senza sosta: 'Undici giorni, agonia, fame, morte' e lui non le sopportava più, minimamente. Sentì a malapena la scrittrice chiedergli: "Cosa dicono? Magari è un consiglio." Le rispose a fatica ripetendo quel che le voci gli sussurravano, anche se lo trovava ben poco utile.
"Questo conferma la mia teoria. Quelle voci sanno più di quanto tu possa credere. Ci stanno portando alla Fossa Nera. Si pensa sia senza fondo ma non è vero, ci vogliono undici giorni di caduta libera prima di arrivare sul fondo". La fissò,chiedendosi come lo sapesse, ma dallo sguardo perso di lei decise di tenersi la domanda. 'Lei sa come sfuggire, sa cosa c'è sul fondo ma non lo sa'. Giulio sbuffò e le voci ripresero: 'Lei è caduta ed è viva! Chiedile! Chiedile!'. Giulio rimase paralizzato. "Margaret... Tu sai se qualcuno è mai risalito?". La scrittrice si lanciò un'occhiata intorno, per assicurarsi che nessuno sentisse. "Solo una persona, ed era un domatore di draghi. Cadde per sbaglio, immagino abbia richiamato una delle sue creature a salvarlo, ma in questa zona si sono estinti". La ragazza scrollò le spalle e il pittore sospirò. 'Non ha detto tutto! È una bugiarda! Chiedile chi era!'.
"Margaret... Tu sai chi era?"
"Sì, era il padre di Luke". 
Rimase silenzioso,aspettandosi che lei continuasse,ma alla fine gli parve chiaro che non ne aveva intenzione. "E... Che tu sappia tra i noi ci sono domatori di draghi?". Si pentì subito della domanda alla risata di Margaret, una risata isterica,terribile. "In questa carovana ce ne è uno solo, ed è Lucy".

Si fermarono dopo ore,solo per far riposare i cavalli che trainavano i carri e la carrozza, dei frisoni dal pelo lucido. Naiko e Lucy fecero scendere i prigionieri. Di vedeva una grande rabbia nei volti di tutti, cosa che fece piacere alla figlia del re. Ridacchiò alla vista di Margaret ammanettata. Avrebbe voluto sfigurarle quel visino così identico al suo. Lei e la scrittrice erano due facce della stessa medaglia, ma lei era toccato di fare la cattiva,e quello che faceva le piaceva particolarmente. La Fossa Nera era il posto migliore dove buttare quella mandria di pazzi e sciocchi. A vagare per sempre verso il fondo inesistente del burrone. Le piaceva l'idea: nessun freno,solo la consapevolezza che sarebbero morti lì dentro.

"Giulio... Voglio dirti una cosa,ma non devi dirla a nessuno". Più tempo passava più la scrittrice a Giulio sembrava pazza. Le si avvicinò con cautela, cercando di non fare movimenti bruschi. Suo padre gli diceva sempre che con i pazzi bisogna fare attenzione. Quando fu vicino la ragazza gli sussurrò: "Tutti qui sono Domatori. Il problema? Nessuno sa di cosa, nemmeno io so di cosa sono Domatrice. Però so cos'è il tuo. Normalmente dovresti scoprirlo da solo"
"Margaret... Cosa intendi? E da cosa avresti capito questa cosa?"
"Che tutti sono Domatori? Me lo ha rivelato il padre di Luke. Se invece ti riferisci a come ho capito cosa domi... Beh,le voci". Fu così improvviso che quasi Giulio ci perse il naso. Una guardia aveva calato l'ascia tra i due, ma Margaret lo aveva spinto e si era spostata con un salto. "Ai prigionieri è vietato parlare". Giulio maledì la guardia,ma appena se ne andò Margaret gli disse,con rapidità incredibile: "Sei un Domatore di..." 

Angolo della noiosa autrice
Ed eccolo finalmente. Grazie come sempre a Himenoshirotsuki,la mia miglior recensitrice,oltre che l'angolo a cui devo la mancanza di errori nei capitoli.  Ora vi saluto! Notte!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


La scrittrice e il pittore
Capitolo 8
Luke si chiese perché Margaret si fosse tenuta per sé l'informazione sulla meta a cui erano diretti lei e i Ribelli catturati. Era abbastanza ovvio che stessero andando al castello, no?
Sospirando cercò di non pensare a quanto gli facesse male ogni muscolo e continuò a camminare. Doveva trovare qualcuno disposto ad aiutarlo per andare a salvare Margaret e Giulio. I Ribelli, ormai, per lui potevano fare qualsiasi fine. (Se fosse riuscito a salvarlo però lo avrebbe fatto) CHE SOGNIFICA QUESTA FRASE? L'unico che meritava di morire in quella faccenda era Naiko. Lucy era ancora un' incognita a suo parere. Era vero che la scrittrice non ne aveva una grande stima,ma non poteva certo dare credito a tutto quello che diceva lei, assolutamente no. Si era rivelata utile agli scopi dei Ribelli, ma sembrava che li avesse traditi. Luke iniziò a chiedersi se non fosse tutto organizzato, se lei e Naiko si fossero tenuti in contatto...
Scacciò dalla testa quei pensieri lugubri e cercò di contattare Margaret, ma purtroppo lei aveva chiuso la mente e lui non riusciva a raggiungerla. Aveva lasciato i genitori della ragazza con la promessa di ritrovarla e portarla a casa, ma non era più così certo della riuscita.

"Idre." concluse la scrittrice lasciando Giulio vagamente perplesso. "Sono estinte,non ne esistono più. È una cosa possibile domare una creatura estinta?"
La scrittrice rise facendo preoccupare il pittore. "Non sono estinte, ne esiste ancora un esemplare. Purtroppo, però, lo sa solo Naiko dove sia. O almeno così si dice. L'idra alla Capitale,nei sotterranei del castello."
"Ed è lì perché...?"balbettò il pittore incerto.
Margaret lo guardò truce, ma lui non se ne curò e continuò a fissarla in attesa di una risposta. "Perché lui è come te. È un domatore di Idre."
Il tono ovvio in cui lo disse stupì Giulio che però non capiva perché quell'informazione tornasse utile.
'Lei sa, lei è caduta.'
"Margaret,tu sei per caso caduta dentro?"
Lei sembrò rifletterci un attimo poi sospirò. "In un certo senso".
La ragazza si sentì travolgere dai ricordi, come troppo spesso le stava capitando.
"Sì,è quasi successo. Mi sono calata giù. Non tanto,ero curiosa. Sono scesa un po',poi però ho perso la presa e sono caduta un paio di metri. Come vedi, però, ne sono uscita viva." sorrise, ma immeditamente un'espressione preoccupata comparve sul suo volto quando sentì qualcosa di appuntito pungerle la schiena.
"Pensavo fosse chiaro che i prigionieri non possono parlare tra di loro". Appena riconobbe la voce, Margaret desiderò rompere il naso a Lucy. "Posso sapere per quale ragione tu c'è l'hai con me?"
"Perché?! Chiedi pure perché?! Il nome Roland ti dice nulla?" sputò la sua interlocutrice.
Margaret tirò un sospiro. "È stato un incidente, Lucy! Mi stavo difendendo!"esclamò, allungandosi verso di lei con aria minacciosa.
 La sua sosia però non sembrava per niente convinta. La scrittrice sbuffò e incrociò le braccia. "Qualunque cosa io dica non cambierai idea,vero?" Lucy sorrise in maniera inquietante e le tirò un buffetto.
"Esatto." rispose voltandole le spalle e tornando dal Re.

Giulio aveva osservato attentamente la scena. Più conosceva Margaret più si accorgeva di non conoscerla affatto.
Entrambi vennero condotti nuovamente su un carro. La mente del ragazzo brulicava di domande che le voci gli dicevano di chiedere alla scrittrice e lui si decise a porle quella gli interessava maggiormente.
"Chi è Roland?"
"Chi era, vorrai dire." disse lei con un sospiro.
Giulio la guardò alzando un sopracciglio in cerca di spiegazioni. Margaret rilasciò un sospiro e prese a raccontare. "Roland era quello che si può definire il migliore amico di Lucy. Andavano d'accordo ed era raro vederli separati." la scrittrice abbassò vagamente lo sguardo. "Purtroppo successe un po' di caos e mentre era qui in visita per non ricordo quale motivo io e lui litigammo perché mi aveva scambiata per  lei. Appena capì lo sbaglio iniziò a darmi la colpa e passò a tentare di accoltellarmi."
Giulio si accorse dallo sguardo addolorato della scrittrice che c'era qualcosa che non aveva molta voglia di dire, ma stupendosi di se stesso non si curò dei sentimenti della scrittrice.
"Mi difesi come potei e andò a finire che per colpa mia il pugnale gli perforò lo stomaco. Lucy non me l'ha perdonata e posso capirla, ma non ha neppure voluto credermi quando dissi che era stato un incidente." Giulio capì che la situazione della scrittrice non era delle migliori, ma c'era un'altra domanda che gli premeva di farle
"Come hai conosciuto Lucy?"
Margaret aveva sempre sperato che nessuno le chiedesse nulla riguardo a quell'episodio,ma si trovò obbligata a parlare. "È stata a Neima per alcuni anni. Eravamo diventate amiche, avevamo continuato a scriverci, fino all'episodio di Roland dove mi ha rivelato di essere la figlia del re e che me l'avrebbe fatta pagare a caro prezzo."
"Questo spiega il perché lei odi te ma non viceversa."
"Sarà infantile, ma suo padre mi ha ucciso il cane e io non l'ho perdonato. Nella lettera in cui mi rivelò essere appunto la figlia di Naiko scrisse cose irripetibili. Mi disse cose che nessun essere umano normale avrebbe osato dire ad un altro ed io iniziai a capire che razza di persona fosse. Aveva approfittato di me per cercare di capire se solo lei e Naiko potevano parlare con il semplice pensiero, ed io le feci capire di no, che pure io e Luke potevamo. Iniziò a studiare questa nostra capacità, cercare di capire fino a che punto potevamo spingerci io e Luke. Tentò di ucciderlo mentre eravamo in collegamento, solo per tentare di capire cosa sarebbe successo se uno dei due fosse morto mentre eravamo in contatto, fortunatamente non riuscì nel suo scopo, ma io lo seppi solo quando lei me lo scrisse nella lettera, non capii bene le sue ragioni, forse per tentare di tagliare i ponti in maniera certa, e ricordo tutt'ora cosa provai quando Luke rischiò così..." Margaret era consapevole che quei fatti sarebbero parsi a molti un giusto motivo per odiare qualcuno, ma la verità era che le sarebbe piaciuto non fosse successo nulla e lei e Lucy non avessero iniziato ad odiarsi.
Giulio sospirò e la fissò. "Quindi tu e Lucy avete dei trascorsi poco piacevoli per entrambe?"
"Esatto. Ora credo che mi riposerò." disse la ragazza, cercando una posizione comoda per dormire un po'.

Giulio osservò la scrittrice addormentarsi tormentato dalle voci nella sua testa che gli dicevano di svegliarla e chiederle spiegazioni.
'No, ' pensò,'non è giusto. Se non mi vuole raccontare qualcosa avrà le sue ragioni!' le voci si zittirono, forse offese, forse perché avevano capito. Sempre che delle voci potessero capire.

Angolo della noiosa autrice
Io l'ho detto che il re e Lucy possono parlare con il pensiero.
Detto questo... Grazie come al solito a Himenoshirotsuki per la recensioni dello scorso capitolo e per la correzione di questo. Bacioni :*
Prilla

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