Malfoy Child

di vorabiza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incidente a Pozioni ***
Capitolo 2: *** Incontrare Vecchi Amici ***
Capitolo 3: *** Incubi ***
Capitolo 4: *** Alleati e Storie ***
Capitolo 5: *** Teorie ***
Capitolo 6: *** Il Potere delle Emozioni ***
Capitolo 7: *** Apparenze ***
Capitolo 8: *** Altri Incubi ***
Capitolo 9: *** Lezioni ***
Capitolo 10: *** Cambio di Ruolo ***
Capitolo 11: *** Shopping ***
Capitolo 12: *** Nuove sistemazioni ***
Capitolo 13: *** Ferito e Confuso ***
Capitolo 14: *** Cedere ***
Capitolo 15: *** Diario ***



Capitolo 1
*** Incidente a Pozioni ***


Lo so, questo capitolo l'avete già letto...ma non preoccupatevi!! l'ho solo postato di nuovo (con gli stessi errori, purtroppo...non odiatemi!!).


Declaimer: Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K. Rowling.

Autrice: Vorabiza

Traduttrice: dede

Beta: Resha

Storia in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795


Buona lettura!!




Boom!


La forte esplosione fece trasalire tutti gli studenti presenti nell’aula di pozioni e molti urlarono o cercarono nascondiglio sotto i banchi.


Harry si concesse un momento di indignazione quando realizzò che tutti avevano immediatamente guardato nella sua direzione come prima cosa, nonostante il fatto che il suono non fosse nemmeno venuto dalla sua parte della classe.


Comunque durò solo un momento perché lo sguardo orripilato di tutti si diresse verso il lato Serpeverde della classe – e con riluttanza verso Draco Malfoy.


Piton era subito entrato in azione e con un paio di colpi della sua bacchetta aveva eliminato la sostanza blu appiccicosa dal corpo di Malfoy e aveva pulito l’intera zona tranne per la sostanza rimasta nel calderone.


Tutti nella classe si erano bloccati sotto shock. Anche Piton sembrava essersi gelato sul posto dopo aver pulito il pasticcio, guardando, come tutti gli altri studenti, il corpo di Draco Malfoy cambiare negli ultimi trenta secondi fino a diventare un piccolo bambino con dei vestiti che ora gli stavano enormi.


Per qualche secondo, la classe rimase in completo silenzio. Draco sollevò la testa e guardò pieno di paura i suoi compagni di classe con i suoi occhi d’argento spalancati.


Gli sguardi orripilanti dei suoi compagni si trasformarono in scoppi di risate per la maggior parte dei presenti. I Grifondoro, ovviamente, pensarono che fosse divertente che il principe delle Serpi avesse finalmente avuto quello che si meritava. E tra tutte le cose proprio grazie a un incidente con una pozione. Molti sentivano che Malfoy si meritava quello che gli era appena successo per tutti i danni in pozioni che aveva causato ai grifoni per tutti gli anni trascorsi.


Sfortunatamente per Draco, anche tutti i suoi compagni Serpeverde stavano ridendo istericamente di lui come gli altri. Sembrava che trovassero divertente che il loro stimatissimo capo fosse stato trasformato in un bambino. Nessuno aveva mai detto che i Serpeverde non fossero crudeli anche con quelli appartenenti alla loro stessa casa.


C’erano solo due persone nella classe che non ridevano della situazione critica di Draco. Uno di loro era Piton che era corso nella piccola stanza fuori dalla stanza dove teneva un armadio contenente fiale di pozioni.


L’altra persona, che continuava a fissare orripilata il piccolo bambino, era niente di meno che Harry Potter. Mentre continuava a fissarlo, Draco cominciò a piangere. Draco sembrava spaventato, sperduto e solo come le lacrime che scivolavano silenziose lungo le sue guance. Lui aveva girato la testa per schermarsi in qualche modo da tutte quelle facce ridenti.


La mente di Harry si arrovellava ad un ritmo spaventoso mentre cercava di capire cosa fosse esattamente successo.


Harry era stato maltrattato e abbandonato durante le lunghe notti e i lunghi giorni passati dai Dursley la scorsa estate. Non è che avesse altro da fare dai Dursley, ed era stato davvero difficile capirlo, ma aveva finito per passar un’enorme quantità di tempo durante i suoi giorni solitari a pensare a Draco Malfoy. Infatti, aveva passato così tanto tempo a pensare a lui, che ‘Malfoy’ era diventato ‘Draco’ nella sua mente.


Mentre Harry fissava il piccolo bambino, gli sembrò di vedere se stesso. Quante volte nel suo passato era rimasto immobile al centro di un gruppo di persone mentre veniva deriso, a testa bassa, piangendo silenziosamente, non potendo fare altro che stare in piedi in vestiti troppo grandi per lui? E nessuno aveva mai cercato di proteggerlo. Nessuno gli aveva mai offerto un abbraccio o un qualche tipo di conforto. Avevano semplicemente continuato a ridere e a prenderlo in giro, o schernirlo, perché spaventati di aiutarlo a causa delle minacce di Dudley, o anche di Vernon. Così, era semplicemente rimasto lì così, in piedi, spaventato e solo – come stava adesso succedendo a Draco.


Pensò ai piani che aveva progettato per diventare amico di Draco una volta finita l’estate e tornati a scuola a Hogwarts. Non ce n’era nemmeno uno che includeva Draco trasformato in bambino.


Passarono molti secondi in cui cercò disperatamente di mettere i suoi pensieri in un ordine sensato. La scena era diversa da come l'aveva immaginata, ma pensò che Draco avesse davvero bisogno di lui, o di qualcun'altro, che fosse suo amico proprio adesso.


Harry non era sicuro di quanto senso avessero i suoi pensieri per gli altri, ma sapeva che quei pensieri apparentemente sconnessi e casuali avevano senso per lui.


“Smettetela! È solo un bambino!” urlò Harry.


Harry non poteva sopportare oltre che tutti deridessero Draco e si fece largo in mezzo agli studenti fino all'altro lato dell'aula di pozioni e si inginocchiò a terra per terra per poter guardare negli occhi il bambino piangente. Harry aprì le braccia, offrendo silenziosamente un abbraccio al piccolo ragazzino. Nessuno aveva mai offerto conforto a Harry quando era bambino, e ci era anche abbastanza abituato, ma era deciso a offrire a Draco quello che a lui non era mai stato offerto.


Draco esitò solo un momento prima di lanciarsi tra le braccia di Harry, buttargli le braccia intorno al collo e seppellire il viso nei vestiti di Harry.


La classe regredì in uno stato di shockato silenzio mentre tutti guardavano Harry Potter confortare Draco Malfoy.


Harry fece del suo meglio per ignorare il fatto che ancore una volta fossero presenti altre persone a guardarlo, sapendo perfettamente che questo avrebbe fatto partire altre chiacchiere in tutta la scuola. In un certo senso, in qualche modo era davvero preparato ad essere ancora l'argomento delle congetture degli altri. Quando sei Harry Potter e provi a organizzare dei piani per diventare amico di Draco Malfoy, sai che finirai per essere l'oggetto di un MUCCHIO di gossip.


Piton tornò in classe per vedere perché gli studenti fossero silenziosi e rimase pietrificato quando vide Harry seduto per terra con Draco in grembo.


“Potter, che stai facendo?” ringhiò Piton.


Harry guardò in su verso il suo professore di pozioni con aria di sfida. “Era spaventato perché tutti ridevano di lui. Anche i suoi affezionatissimi amici stavano ridendo di lui,” soffiò Harry, fulminando con lo sguardo i Serpeverde circostanti.


“Dallo a me, Potter,” ordinò Piton. Fece un passo avanti e cercò di staccare Draco dal collo di Harry, ma Draco non lasciò la presa.


“No, no, no,” cominciò a singhiozzare Draco.


Harry tenne stretto Draco e fulminò Piton con lo sguardo. “Lo sta spaventando,” soffiò Harry.


Piton ricambiò lo sguardo di Harry, ma fece un profondo respiro e calmò la voce per parlare con Draco. “Draco, vieni qui,” ordinò, ma con un tono molto più calmo rispetto a quello che aveva usato con Harry.


Draco scosse la testa violentemente, con la faccia ancora sepolta nei vestiti di Harry.


Piton lasciò per il momento i due studenti seduti sul pavimento e ordinò agli altri di pulire i loro banchi e andarsene. Harry lanciò uno sguardo di gratitudine a Hermione quando la ragazza pulì anche la sua parte e fece la sua borsa per lui. Semplicemente, lo guardò con aria preoccupata mentre faceva anche la propria borsa, poi lasciò la stanza.


Harry lanciò anche a Blaise uno sguardo di gratitudine e lo ringraziò silenziosamente quando Blaise si occupò di fare la borsa a Draco al posto suo. Presto se n'era andato, anche lui come il resto degli altri studenti.


Questo lasciò soli Harry ancora seduto sul pavimento con Draco e Piton, che stava esaminando il posto di lavoro di Draco, l'unico che non era stato pulito. Con calma, Harry dondolò Draco avanti e indietro e gli mormorò parole calmanti che sembrarono confortare e lentamente calmare il bambino piangente.


Mentre Piton prendeva dei campioni della pozione di Draco e trasferiva il contenuto del posto di lavoro di Draco nel suo personale laboratorio di pozioni, Harry cominciò a ripulire Draco.


Harry recuperò un fazzoletto stropicciato dalle profondità di una tasca dei suoi vestiti, asciugò le lacrime del ragazzino e lo aiutò a soffiarsi il naso.


“Draco? Ti senti meglio adesso?” chiese Harry.


Il ragazzino biondo annuì lentamente. Era ancora estremamente silenzioso e anche ancora leggermente incollato ad Harry.


“Draco, ho bisogno di portarti nell'ufficio del preside,” comandò Piton. “Lascia andare Potter e vieni con me.”


Draco scosse la testa e cominciò di nuovo a tremare. Harry lo strinse più forte e accarezzò la schiena di Draco con calmanti movimenti circolari, e guardò verso Piton.


“Per amor di Merlino! Potter, lascia andare il ragazzo,” ringhiò Piton.


“No! Lo sta spaventando! Semplicemente verrò con voi,” disse bruscamente Harry.


Piton si strinse la radice del naso e chiuse gli occhi per qualche momento. “D'accordo,” disse infine digrignando i denti.


Harry girò il ragazzino e se lo mise in grembo. “Ho bisogno che ti alzi, Draco,” disse sommessamente Harry. “Andiamo a vedere il preside e sentiremo che cosa può fare per aiutarti. Va bene?”


Draco guardò Piton con aria preoccupata, poi riportò lo sguardo su Harry. “Starai con me?” sussurrò.


Harry annuì e diede al ragazzo un sorriso. “Starò con te finché potrò, okay?”


Draco annuì con aria guardinga e provò ad arrampicarsi sul grembo di Harry solo per poi ingarbugliarsi nei propri vestiti.


“Professore, può stringergli i vestiti?” chiese Harry.


Piton gli lanciò uno sguardo sofferente ma tirò fuori la sua bacchetta, mormorando un paio di incantesimi. Draco fu presto vestito con gli stessi vestiti e mantello, ma adesso gli stavano correttamente.


Harry si alzò e scoccò un largo sorriso a Draco. “Sì, così va decisamente meglio. Vorresti tenermi la mano?” chiese, tendendo una mano a Draco.


Draco si morse le labbra e prese la mano che Harry gli offriva. “O posso portarti io, se preferisci,” si offrì Harry.


Draco guardò Harry pieno di speranza e questo sciolse il cuore di Harry. Harry sapeva già che provava qualcosa per il Draco più vecchio, e nell'istante in cui questa piccola versione di Draco lo guardò in quel modo, con quella speranza, i sentimenti di Harry semplicemente si intensificarono. Erano un pochino cambiati, certo, ma indubbiamente si erano anche intensificati.


I pensieri che aveva formulato Harry durante l'estate riguardo a Draco Malfoy giunsero alla conclusione che Draco sembrava un angelo con la sua pelle pallida, i capelli biondo platino e, nell'insieme, con il suo splendido aspetto. Harry avrebbe potuto paragonarlo a un Angelo della Morte considerando l'atteggiamento di Draco, ma pensò che sembrava lo stesso un angelo.


Quando questo Draco più giovane guardò in su verso di lui gli sembrò ancora di più un angelo, con il suo sguardo pieno di speranza e come l'immagine dell'innocenza. Draco sembrava un piccolo cherubino, e quel dolce, innocente viso poteva facilmente rimpiazzare tutti i dipinti di piccoli angeli che Harry aveva visto.


I pensieri di Harry si tramutarono involontariamente in parole quando parlò. “Vieni qui, angelo,” disse dolcemente Harry, raccogliendo un disponibile Draco e mettendoselo in braccio. Draco avvolse immediatamente le sue braccia intorno al collo di Harry e posò la testa sul suo petto.


Harry prese la borsa di Draco e se la mise sulla spalla e si preoccupò della propria mentre andava da uno spazientito Piton che li aspettava sulla porta della classe. “Siamo pronti,” disse Harry tranquillamente.


Sembrava un po' strano girare per i corridoi in coppia con Draco, anche in questa sua innocente forma, ma ad Harry piaceva lo stesso. Non era il modo in cui voleva diventare amico di Draco, ma a questo punto aveva deciso di lasciare che le cose procedessero senza interromperle. Comunque, Harry non era sicuro del fatto che qualche altra sua idea avrebbe davvero funzionato. Harry e le sue idee avevano un terribile passato alla spalle.


Piton girò sui tacchi e si incamminò per i corridoi dei sotterranei con Harry che si affrettava dietro di lui, tenendo strettamente il suo piccolo fagotto.


Draco teneva gli occhi serrati ma Harry vedeva tutti gli sguardi diretti a loro mentre seguivano il professore di pozioni attraverso l'ingresso. L'ovvia paura di Draco, che non sbirciava nemmeno per vedere dove stessero andando, preoccupava un po' Harry, ma non aveva esattamente tempo di soffermarsi su questo proprio adesso. Era occupato a fulminare tutti quelli che li fissavano, sapendo che ormai si era sparsa la voce riguardo quello che era successo nella classe nei sotterranei.


Abbastanza presto, stavano salendo le scale per l'ufficio di Silente. Piton bussò ed entrò quando sentì l'allegro “avanti” di Silente.


Harry lo seguì e fu contento di vedere per una volta un'espressione di shock sul volto di Silente. Anche così, lo shock non durò a lungo e fu presto rimpiazzato dall'espressione dagli occhi sempre-scintillanti mentre sorrideva ai due ragazzi.


“Avanti. Sedetevi, ragazzi miei,” Silente indicò le confortevoli sedie di fronte alla sua scrivania. Harry lasciò la sua borsa e quella di Draco e si sedette in una delle sedie con Draco in grembo.


“Tè?” chiese Silente, facendo comparire una teiera.


Harry scosse la testa ma guardò Draco. Gli tirò sul mento in modo da poterlo guardare negli occhi. “Hai sete? Se non vuoi del tè, scommetto che il Professor Silente potrebbe procurarti del succo di zucca.”



Draco guardò con aria guardinga il Preside, che con un colpo di bacchetta aveva fatto comparire una brocca di succo si zucca e un piccolo bicchiere che aveva riempito e fatto lievitare fino a Harry. “Ecco qua. Bevi,” disse Harry. “Qualche volta piangere mi fa venire sete, così magari questo farà sentire meglio anche te,” bisbigliò.


Draco annuì e, esitante, iniziò a bere il suo succo.


“Ora se i convenevoli sono finiti?” sogghignò Piton a Harry.


Harry semplicemente lo fulminò. Era solo preoccupato per Draco esattamente come Piton. La differenza sembrava essere il fatto che Harry voleva maggiormente provare ad alleviare le paure di Draco nella sua attuale condizione, mentre Piton era molto più focalizzato sul cercare di determinare il problema e la successiva soluzione.


Piton irritava Harry da morire, ma sapeva che Piton avrebbe fatto del suo meglio per aiutare Draco, e contava su questo fatto. Harry non poteva fare molto, ed era fiducioso nel fatto che Piton fosse capace di aiutare Draco. Intanto, Harry aveva ovviamente molto più tatto di Piton, come minimo, e stava facendo del suo meglio per aiutare Draco.


Mentre Harry e Piton si squadravano, Harry sperò che Piton potesse immaginare che stesse provando ad aiutare nell'unico modo che conosceva.


Silente si schiarì la gola guadagnandosi l'attenzione di Piton e Harry. “Forse, Harry, potresti presentarmi il tuo giovane carico.”


Harry sorrise a Draco, “Questo è Draco Malfoy, signore. C'è stato un incidente in classe questo pomeriggio. Draco, ti presento il Professor Silente.”


Draco sembrò riconquistare l'attenzione con le introduzioni. “Piacere di conoscerla, signore,” disse formalmente, con la sua voce sottile.


“Anche per me è un piacere conoscerti, ragazzo mio,” disse Silente, sorridendo gentilmente. “Posso chiederti quanti anni hai?”


“Ho quattro anni, signore,” rispose orgogliosamente Draco.


“Stupendo!” dichiarò Silente. Poi si girò verso Piton. “Potresti spiegare?” chiese Silente.


Piton descrisse quello che era successo nella classe. Harry ascoltò attentamente mentre Piton spiegava che senza ulteriori esami non era in grado si stabilire esattamente quello che era successo, lasciando stare il problema di come far tornare Draco alla sua forma normale.


“Harry, come mai hai accompagnato fino qui il Signor Malfoy?” chiese Silente curiosamente. “Onestamente, sono piuttosto sorpreso.”


Invece di curarsi della sorpresa di Piton, Harry guardò il Preside. “E' solo un bambino e nessun bambino merita di essere ridicolizzato o preso in giro. Anche i suoi così-detti amici stavano ridendo di lui, e il Professor Piton ha parlato con lui solo duramente.”


“Stavo cercando di aiutarlo,” ringhiò Piton.


“Sì, ma quel tono non aiuta di certo Draco a stare meglio. È spaventato,” borbottò Harry.


Da prima abbastanza tranquillo, Draco stava ora tremando ancora una volta tra le braccia di Harry. Harry mise da parte il bicchiere di succo su un piccolo tavolino appena apparso e coccolò Draco stringendolo a sé. “Va tutto bene, Draco. Nessuno ti farà del male,” disse Harry sommessamente.


Silente fissava tristemente i due ragazzi. “Mi dispiace così tanto, Harry. Ho fatto quello che credevo fosse la cosa migliore date le circostanze.” Harry sapeva che il Preside stava tentando di scusarsi per averlo lasciato con i Dursley, ma non si sentiva esattamente molto disposto al perdono al momento.


Pensando a tutto l'affetto e all'amore che non aveva ricevuto durante la sua vita con i Dursley, Harry diede un bacio sulla sommità della testa di Draco prima di volgere di nuovo il suo sguardo verso il Preside. “Sì, be', intendo fare tutto quello che posso per essere sicuro che Draco non venga trattato nello stesso modo in cui sono stato trattato io. So fin troppo bene come ci si sente, e mi spezzava il cuore vederlo impalato lì, nel mezzo della classe, circondato da tutti i suoi compagni che ridevano di lui.”


Piton aveva occhieggiato Harry e Silente sospettosamente per tutta la conversazione. “Potter, come puoi sapere come ci sente quando si viene ridicolizzati quando sei sempre stato trattato come un eroe?” sogghignò.


“Questo è quello che lei ha sempre pensato e sapendo come lei sia fissato con i vecchi rancori non vedevo il motivo per darmi la pena di provare a spiegarglielo, dal momento che lei non mi avrebbe mai creduto comunque.” sogghignò Harry di rimando.


Silente mise fine al litigio prima che potesse peggiorare ulteriormente. “Harry, forse potresti portare il giovane Draco da Madama Chips. Assicuriamoci che fisicamente vada tutto bene prima di prendere una qualsiasi decisione riguardo al problema. Ora vorrei discuterne ancora con il Professor Piton e poi vi raggiungeremo presto in infermeria.”


Harry annuì. Raccolse le due borse da terra e riprese Draco in braccio, uscendo dall'ufficio senza dire nessun'altra parola ai due uomini, ma parlando sommessamente per tranquillizzare Draco.


Quando Harry entrò nell'ala medica, Madama Chips arrivò animatamente e disse a Harry di mettere Draco sul letto più vicino, affermando che Silente era venuto da lei con la polvere volante e l'aveva aggiornata sui fondamentali di quello che era successo.


C'era un solo problema. Draco non voleva lasciare Harry.


“Va tutto bene, Draco. Madama Chips non ti farà affatto male. Muoverà semplicemente la sua bacchetta attorno a te e formulerà un sacco di incantesimi che le diranno che nel tuo corpo va tutto bene. Non ti farà male.” spiegò Harry gentilmente.


Draco aveva ancora gli occhi serrati e stava tremando violentemente.


Harry guardava il ragazzo tra le sue braccia preoccupato. “Andrebbe bene lo stesso se lo tenessi mentre lo esamina?” chiese Harry a Madama Chips.


La sua espressione si addolcì ed annuì. Parlò a Draco sommessamente. “Perché non lasci che Harry si sieda sul letto e non ti siedi davanti a lui e ti ci appoggi mentre ti esamino. Andrebbe bene?” chiese.


Draco aprì gli occhi e la guardò con aria sospetta. Poi guardò su verso Harry che sorrise rassicurante al bambino. “Andrà tutto bene, Draco, vedrai,” disse Harry.

Draco fissò Harry fiduciosamente e annuì con il capo. “Va bene,” sussurrò.


Così Harry si sedette sul letto sdraiandosi sui cuscini, piazzandosi Draco in mezzo alle gambe e facendo una leggera pressione sulle spalle del bambino, finché Draco non si sdraiò contro di lui. Con una mano ancora sulle spalle di Draco, l'altra mano di Harry accarezzò dolcemente i sottili capelli biondi da bambino di Draco, cercando di calmarlo con il suo tocco mentre Madama Chips faceva li suo esami.


Quindici minuti dopo annunciò di avere finito e Draco scese rapidamente dal letto e si nascose di nuovo nei vestiti di Harry. Harry era ancora seduto lì a coccolarlo e a parlargli per rassicurarlo quando Piton e Silente fecero il loro ingresso in corsia.


Harry ascoltò Madama Chips spiegare le sue scoperte ai due professori. Harry non capiva tutto a causa del gergo tecnico, ma capì che fisicamente Draco sembrava essere in perfetta salute per un bambino di quattro anni.


Silente si sedette alla fine del letto per parlare a Harry e Draco. “Harry, con sua madre morta e suo padre ad Azkaban, il tutore di Draco è in realtà il suo padrino,” spiegò Silente.

“Bene, chi è il suo padrino?” chiese Harry.


“Sono io,” disse Piton.


Sia Harry che Draco guardarono l'uomo con sorpresa.


“Sev'rus?” domandò Draco in confusione.


“Sì, Draco, sono io,” disse Piton con un tono dolce, finalmente. Un piccolo sorriso incurvò le sue labbra, e ciò fece spalancare maggiormente gli occhi di Harry.


Draco guardò l'uomo sospettosamente. “Tu non sembri lui,” disse diffidentemente.


“È il tuo padrino, te lo assicuro,” Silente rassicurò il ragazzino.


Draco guardò in su verso Harry. “È davvero lui?” gli chiese.


Harry stava pensando ancora una volta che Draco sembrasse un piccolo angelo, mentre lo guarda così pieno di fiducia. Harry aveva sentito le persone usare un sacco di differenti vezzeggiativi quando si riferivano a persone a cui tenevano e lui era piuttosto sicuro che 'angelo' fosse perfetto per Draco.


Harry diede a Draco una stretta e sorrise. “Sì, angelo, quest'uomo è Severus. È solo che fino adesso non sapevo che fosse il tuo padrino.”


Piton stava fulminando Harry con lo sguardo per aver osato usare il suo primo nome, ma il suo atteggiamento si ammorbidì quando Draco tornò a guardarlo. Draco annuì risoluto. “Se Harry dice che sei davvero tu, allora deve essere vero. Ma perché sembri diverso?” chiese.


Piton roteò gli occhi al primo commento di Draco. Perché Draco si fidava tanto di tutto quello che Harry Potter diceva – tra tutte le persone? Esitò, provando ad immaginare come spiegare a Draco perché sembrava così diverso al bambino di quattro anni.


“Draco, qual è l'ultima cosa che ti ricordi?” chiese Piton.


Draco aggrottò le sopracciglia. “Non so. Suppongo di essermi addormentato nel mio letto e poi mi sono semplicemente svegliato nel mezzo di quella stanza. Tutto quello che ricordo davvero è che stavo andando a dormire e tutto andava bene.”


“E dov'era il tuo letto?” chiese Piton.


Draco sollevò un sopracciglio, guardando Piton come se fosse stata una domanda davvero stupida. Harry dovette mordersi un labbro per evitare di scoppiare a ridere. Ovviamente Draco aveva imparato a usare quell'espressione davvero molto presto.


“Rispondi solo alla domanda, Draco,” disse bruscamente Piton.


Draco si rannicchiò ancora un volta, ma rispose come gli era stato detto. “Ero nel mio letto al Manor, signore,” disse formalmente.


Harry fulminò il suo professore per aver fatto rannicchiare Draco in quel modo, ma non disse niente.


Madama Chips parlò. “Da quello che sono stata capace di determinare, non ha ricordi che vanno oltre all'età che ha adesso. Una volta tornato normale, i suoi ricordi dovrebbero tornargli.”


“Non sono normale?” chiese Draco con voce sottile, lasciando cadere la testa.


Harry gli sollevò il mento e lo guardò con calma negli occhi. “Tu sei assolutamente normale, Draco. Sei un meraviglioso, intelligente e bellissimo bambino di quattro anni. Madama Chips non intendeva niente di male con quello che ha detto.” Harry guardò brevemente Silente e ricevette un assenso per andare avanti. Harry continuò con la usa spiegazione. “Voleva semplicemente dire che, normalmente, tu sei un meraviglioso, intelligente e bellissimo ragazzo di sedici anni.”


Draco fissò Harry con occhi spalancati. “Dovrei avere sedici anni?” squittì.


Harry annuì. “Sei cresciuto ma c'è stato un incidente nell'aula di pozioni oggi pomeriggio. Qualunque cosa sia andata storta con la pozione ti ha fatto tornare all'età di quattro anni invece del te stesso di sedici.”


Il sopracciglio di Draco era aggrottato ancora una volta mentre pensava a quello che Harry gli aveva detto. Gli altri stavano in silenzio mentre aspettavano che Draco assimilasse questa informazione. Infine, Draco guardò verso il suo padrino. “Ma come è potuto succedere? Mi piacciono le pozioni e tu non avresti mai lasciato che qualcosa andasse storto.”


Piton fissò il bambino mentre Harry e Silente ridacchiavano.


“Penso che tu assomigli al te di sedici anni molto più di quanto immagini,” disse Harry ridendo.


Draco guardò curiosamente Harry per un momento, poi rivolse lo sguardo nuovamente al suo padrino sperando in una risposta.


“Non sono sicuro di come sia successo, Draco, ma farò del mio meglio per scoprirlo,” rispose Piton.


“Il che ci riporta al nostro attuale problema,” disse Silente. “Draco, il tuo padrino sarà molto impegnato a cercare di scoprire quello che ti è successo e una relativa soluzione.”


“Questo significa che starò con Harry?” chiese speranzoso Draco.


“Se a Harry va bene,” disse gentilmente Silente, con gli occhi che scintillavano allegramente.


Draco guardò Harry con larghi, argentei occhi da cucciolo, implorando di poter stare con lui.


“Puoi stare con me,” disse Harry, sorridendo al bambino che stava facendo sciogliere il suo cuore ancora una volta.


Draco gli regalò un enorme sorriso e gli buttò le braccia al collo, abbracciando Harry il più stretto che poteva. “Grazie!”


Harry lo abbracciò di rimando e guardò Piton. Sembrava che avesse appena succhiato un limone, ma non disse niente.


“Eccellente!” dichiarò Silente. “Severus e io avevamo già discusso di questa possibilità prima nel mio ufficio. Harry, pensi ci sia qualche problema se Draco verrà a stare da te nella torre Grifondoro?”


Il viso di Harry si fece duro e determinato. “No, signore. Mi assicurerò che non ce ne siano.”


“E puoi garantirmi che non verrà fatto alcun male al mio figlioccio?” ringhiò Piton.


“Posso garantirle che farò del mio meglio in assoluto per proteggerlo da ogni male,” disse Harry, con la voce piena di convinzione.


Piton scrutò Harry con sospetto per qualche momento. “Perché vuoi prenderti cura di lui? Tu sei a conoscenza dei fatti, anche se lui non lo è,” chiese Piton.


Draco guardò preoccupato Harry. Il suo mento cominciò a tremare. “Harry?” chiese con voce sottile e tremante.


“Oh, angelo, va tutto bene,” lo calmò Harry, spostando una ciocca di capelli dagli occhi di Draco che erano troppo luminosi, e minacciavano di riempirsi ancora una volta di lacrime. “Voglio prendermi cura di te perché sei speciale. Non pensare mai altrimenti. Sì, abbiamo avuto un sacco di liti in passato, ma non preoccuparti di questo. Ho promesso che mi prenderò cura di te. Va bene?” chiese Harry.


Draco annuì con fermezza. “Va bene, Harry,” disse Draco con un sorriso.


Harry baciò Draco sul naso, facendoglielo arricciare e facendolo ridacchiare. “Andrà tutto bene, Draco.” rispose Harry sorridendo, poi tornò al professore.


Piton lo stava ovviamente guardando pieno di disgusto, ma Harry decise che non gliene importava un accidente. Harry non aveva mai nutrito troppa speranza di guadagnare l'approvazione dell'uomo, e questo riguardava Draco, non Piton. Harry ammetteva che riguardava anche lui stesso, in fondo. Non aveva mai avuto qualcuno che lo trattasse come lui stava ora trattando Draco, ma ci aveva fantasticato sopra mentre era stato rinchiuso nel sottoscala.


Harry non pensava che il suo comportamento nei riguardi Draco fosse l'unico motivo per cui Piton lo guardava stranamente. Harry non era particolarmente conosciuto per le sua manifestazioni di affetto, e lo sapeva. Ma ora si trattava di un bambino. Forse Harry si sentiva maggiormente motivato dal fatto che questo bambino era Draco.


“Professore, non sono sicuro che lei mi creda, ma stavo già progettando di migliorare i miei rapporti con Draco quest'anno. Ammetto che non ne avevo parlato con nessuno e questo è il primo giorno di scuola, perciò non ho ancora avuto molte possibilità di contattarlo. Non c'è nessuna ragione che la spinga a credermi, ma va bene.” Harry chiuse gli occhi.


“Nonostante quello che è successo l'anno scorso, voglio comunque offrirmi volontario per aiutare in ogni modo possibile un bambino piccolo, non importa quello che è successo. Anche se, forse, è perché lo faccio,” disse Harry pensieroso. “In ogni modo, prima non stavo né mentendo né esagerando quando ho detto che so cosa significa essere piccoli e non avere nessuno che si preoccupa per te.”


Harry aprì gli occhi che erano ora lucidi a causa delle lacrime non versate come lo erano stati prima quelli di Draco. “Non lo augurerei al mio peggior nemico, signore.”


Piton sembrava leggermente colpito dall'intensità delle parole di Harry. “Molto bene allora,” disse, annuendo brevemente a Harry.


“Harry?” chiese Draco esitante. Harry provò a girare la testa, ma Draco glielo impedì posandogli una mano sulla guancia e facendogli voltare la testa verso di lui. “Anch'io mi prenderò cura di te, Harry.”


Harry richiuse gli occhi e una lacrima gli scivolò lungo la guancia. Draco l'asciugò per poi sollevarsi sulle ginocchia e posare un bacio sul naso di Harry. “Andrà tutto bene, Harry.” Draco copiò le precedenti azioni e parole che Harry aveva prima usato con lui.


Harry aprì gli occhi e sorrise debolmente a Draco. “Certo che sì, angelo.”


“Harry,” disse Silente per guadagnare l'attenzione di Harry. Lo scintillio nei suoi occhi era piuttosto diminuito. “Sto lavorando per far arrivare un letto in più nel tuo dormitorio e anche un baule con abiti e cose adatte per Draco a questa età. Speriamo che questa situazione non duri a lungo, ma per adesso Draco starà con te praticamente tutto il tempo. Questo significa che lui non solo dormirà nel tuo dormitorio, ma parteciperà anche ai pranzi e alle lezioni con te. Parlerò con i professori e spiegherò loro la situazione. Se ci saranno problemi, puoi rivolgerti a me o al Professor Piton.”


Harry annuì. “Sì, signore. Grazie.”


“Prego, Harry. E devo ringraziarti per esserti preso questa responsabilità,” disse Silente.


“È un piacere, signore.” disse Harry sommessamente.


“Bene, penso che ormai sia ora di cena. Vi suggerisco di andare in Sala Grande,” disse Silente, con gli occhi di nuovo intensamente luminosi.


“Che ne dici, Draco? Hai fame?” chiese Harry al suo carico.


“Sì, Harry,” disse Draco. “Ma prima non devo cambiarmi per la cena?” chiese.


Harry lo guardò perplesso e fu Piton a rispondere alla domanda di Draco.


“No, Draco, non è necessario che ti cambi per la cena. Qui a Hogwarts le cose sono molto meno formali che a casa.” replicò Piton.


Gli occhi di Draco si spalancarono ancora. “Sono a Hogwarts?” chiese in soggezione.


Piton concesse un sorriso al suo figlioccio. “Sì, Draco. Sono sicuro che il Signor Potter ti mostrerà tutta la scuola.”


Harry sorrise. “Vieni, angelo. Salta giù e andiamo ad esplorare la Sala Grande e a cenare.”


Draco si buttò giù dal letto e aspettò Harry. Stava guardando il suo padrino con aria leggermente guardinga. Improvvisamente scattò in avanti e avvolse le braccia intorno alle gambe di Piton, ma prima che Piton potesse reagire Draco lo aveva già lasciato ed era tornato da Harry. Gli prese strettamente una mano.


Piton sembrava sorpreso, un atteggiamento molto insolito per l'austero professore di pozioni. Harry riconobbe che probabilmente, da quando l'aveva conosciuto, aveva visto più espressioni nel suo professore nelle ultime due ore che negli ultimi cinque anni.


Draco sembrava leggermente spaventato, come se avesse paura di venire punito per aver abbracciato il suo padrino. Harry abbassò la mano libera e sollevò il mento di Draco per poterlo guardare. “Hai fatto bene,” disse Harry facendogli l'occhiolino.


La lode fece gonfiare Draco di orgoglio e perse completamente l'aspetto spaventato quando Piton gli rispose con un autentico sorriso. “Buona cena, Draco.”


Harry e Draco uscirono dall'infermeria mano nella mano.

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Capitolo 2
*** Incontrare Vecchi Amici ***


Declaimer: Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K. Rowling.

Autrice: Vorabiza

Traduttrice: dede

Beta: Resha

Storia in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795


Per l'autorizzazione, contattatemi all'e-mail del mio account (dede).


Buona lettura!!




Mentre Harry e Draco si avvicinavano all'Ingresso, sempre più studenti si avviavano in quella stessa direzione. I sussurri che li circondavano diventarono sempre più insistenti mano a mano che le persone notavano il bambino che stringeva la mano di Harry.


Draco camminava sempre più vicino a Harry, e egli riconobbe facilmente il suo atteggiamento pieno di paura. Gli era già successo. In cima alle scalinate che portavano all'Ingresso, si spostò le borse su una spalla sola e prese in braccio il bambino Draco, infatti, si stava spaventando sempre di più a causa del numero, sempre maggiore, di studenti che si riversava nella Sala Grande sciamando attorno a loro.


Non che ci fosse qualcuno che camminasse davvero vicino a loro. Tutti gli studenti gli giravano alla larga, e Harry poteva camminare tranquillamente attraverso la folla. Superò con sicurezza le porte principali e si diresse al tavolo Grifondoro dove Ron e Hermione erano già seduti.


L'unica soluzione era comportarsi con sicurezza. Bé, aveva un'altra scelta, ma le cose potevano solo peggiorare se Harry non ci avesse messo attenzione. In ogni caso, sia che amasse distinguersi o meno, lui era il Golden Boy dei Grifondoro che improvvisamente si prendeva cura dell'Ice Prince dei Serpeverde, e questo comportava un certo numero di situazioni dagli sviluppi imprevedibili.


La cosa sorprendente era il fatto che tutta la sicurezza che Harry mostrava, non era del tutto una finzione. Era un pochino nervoso, ma non troppo. Ancora una volta, riconobbe che la situazione era davvero diversa da come se l'era immaginata, ma avrebbe fatto del suo meglio per prepararsi a controllare le reazioni dei suoi amici e della scuola a causa della sua amicizia con Draco.


C'era da dire che, il fatto che adesso Draco fosse un dolce bambino di quattro anni, poteva solo aiutare a costruire un rapporto tra i Grifondoro e i Serpeverde. Certamente era molto più semplice così di quando Draco era ancora il sarcastico bastardo che solitamente era. Come minimo, ora, Harry poteva contare sulla cooperazione di questo Draco più piccolo.


Il grifondoro fece sedere con calma il più piccolo sulla panca di fianco a Hermione prima di sedersi dall'altra parte. Ron sedeva dalla parte opposta del tavolo e Harry sapeva che Draco sarebbe stato molto più al sicuro vicino a Hermione, piuttosto che di fianco a Ron. Non aveva ancora finito di pensarlo che Ron parlò.


“Che cosa ci fa qui?” urlò.


“Ron! È solo un bambino e starà con me per i prossimi giorni. Lascialo stare,” disse bruscamente Harry. Sapeva che a Ron non sarebbe piaciuto. Aveva avuto davvero poco tempo per pensarci, ma non ne ebbe bisogno di molto altro per rendersi conto che erano Ron Weasley e Draco Malfoy, con una loro personale storia alle spalle.


“Ma è Malfoy,” disse il compagno ovviamente disgustato.


“Harry, sei sicuro che possa stare con te?” chiese Hermione con tono preoccupato, passando lo sguardo da Draco a Ron.


“Ne sono assolutamente certo, Hermione,” dichiarò con sicurezza.


“Ma, Harry,” si lagnò Ron. “Lui non appartiene a questo posto.”


Harry si accorse che Draco stava tremando ancora di paura.


“Maledizione, Ron!” esclamò sonoramente il moro. “Non potresti startene zitto almeno per una volta?”


Giusto perché si era preparato ad una situazione simile, eh?, pensò Harry dentro di sé roteando gli occhi mentalmente. Si sentiva male nel rispondere a quel modo ai suoi amici, specialmente considerando l'espressione shockata di Ron, e il fatto che tutti gli altri lo stavano ora fissando. Ma, anche tralasciando l'attuale circostanza, Harry era stanco dei continui ed estremi scoppi d'ira dell'amico.


Era anche piuttosto seccato e stanco che tutti cercassero di decidere quello che era meglio per lui. Non gli importava che nessuno capisse esattamente il perché di quello che faceva, decidendo di prendersi cura di Draco. Si arrabbiava perché sembrava che nessuno avesse fiducia del suo giudizio.


Sapeva molto bene che i suoi amici avevano buone intenzioni, ma ripeterselo tutta l'estate non l'aveva fatto sentire molto meglio. Hermione, Ron, Silente, e qualsiasi altra persona di grado inferiore, tutti avevano buone intenzioni e si preoccupavano per lui. Comunque, Harry era pronto a decidere per sé ormai.


La decisione riguardo al prendersi cura di Draco era molto importante per lui, per molte ragioni, e non avrebbe lasciato che nessuno si intromettesse sulla sua strada, anche i suoi benintenzionati amici.


Harry si alzò di nuovo, raccolse il bambino tremante e se lo mise tra braccia. La maggior parte degli studenti si era ormai raccolta nella Sala Grande a quell'ora, e tutti gli occhi e le orecchie erano per lui e il suo giovane carico.


Harry fulminò Ron con una dura luce negli occhi. Guardò gli altri al tavolo Grifondoro e agli altri studenti presenti a cena. “Se qualcuno ha un problema con lui, allora se la vedrà con me,” dichiarò con voce d'acciaio. Non un'anima dubitò delle sue parole.


Lasciando i suoi amici a fissarlo in stato di shock, Harry girò sui tacchi e aggirò la Sala Grande fino al tavolo Serpeverde. Sapeva che stava correndo un rischio enorme. Non era mai stato nemmeno lontanamente in buoni rapporti con i Serpeverde, ma questa era un'occasione per rimediare, sperando di poter cambiare le cose e, forse, stringere amicizia con loro.


Si diede una scossa mentale mentre attraversava per lungo la Sala Grande. Veniva sempre accusato di buttarsi nelle situazioni senza pensare. Onestamente, questa volta ci aveva pensato e aveva fatto dei piani. Che, però, ora stava buttando giù dalla finestra. Si domandò se la sua sorprendente capacità di salvarsi il culo lo avrebbe aiutato anche questa volta. Aveva sempre dato il massimo seguendo l'istinto, piuttosto che seguendo una logica o un piano.


Draco era un leader nella casa dei Serpeverde e, nonostante le risate di prima, Harry poteva solo sperare che sarebbero stati i benvenuti qui. L'ultima opzione era portare direttamente via Draco dalla Sala. Tirò un sospiro di sollievo nel momento in cui i Serpeverde fecero loro spazio quando si avvicinarono, e due sedie vennero liberate tra Tiger e Goyle. Sembrava che Harry avesse ragione sul fatto che i Serpeverde fossero leali tra di loro, anche se ciò comportava includere Harry Potter nel mix.


Harry lasciò cadere le borse e non provò nemmeno a lasciare Draco seduto da solo questa volta. Solamemte, si sedette e se lo aggiustò in grembo in una posizione confortevole. Il bambino stava piangendo di nuovo e Harry stava cercando di calmarlo con morbidi suoni silenziosi.


“Shhh, va tutto bene adesso, Draco. Guardami così posso pulirti e tu puoi finire la cena,” disse con calma Harry.


Draco alzò lentamente la testa e Harry gli asciugò delicatamente le lacrime e il moccolo dalla faccia. O almeno quelli che non erano stati asciugati dai suoi vestiti.


“Meglio, adesso?” chiese sommessamente.


Draco annuì e si guardò intorno con esitazione. “Stanno tutti fissando me, Harry,” sussurrò.


Il moro gli sorrise con aria rassegnata. “Sì, bé, non solo te, angelo. Stanno fissando anche me, perché di solito non mi siedo a questo tavolo.”


Draco lo guardò pieno di paura. “Avremo dei problemi per esserci seduti qui?” chiese con voce tremante.


Harry diede un'occhiata guardinga ai Serpeverde circostanti. Rimasero in silenzio, osservando l'interazione tra lui e Draco. Nessuno stava sogghignando o stava mostrando, in qualche modo, che non erano i benvenuti.


Harry i rivolse al più piccolo. “No, Draco. Tu appartieni a questo posto. Queste persone sono tue amiche.”


Draco sembrò sorpreso e guardò in su, attraverso la frangia, gli altri Serpeverde. “Davvero?” chiese. “Intendi di quando avrò sedici anni?”


“Sì. Ehm, non so se conoscevi qualcuno di loro quando avevi quattro anni,” ammise Harry. Indicò Pansy dall'altro lato del tavolo. “Questa è Pansy Parkinson, e di fianco a lei c'è Blaise Zabini, dall'altra parte c'è Millicent Bulstrode, e, ai nostri lati, ci sono Vincent Tiger e Gregory Goyle.”


gli occhi di Draco si spalancarono. “E io che pensavo che Sev'rus fosse cambiato,” esclamò. Tutti i suddetti Serpeverde ridacchiarono. “Sono davvero loro?” chiese a Harry.


Lui annuì. “Li riconosci?” chiese con curiosità. Harry non aveva nessun amico quando aveva quattro anni. Infatti, non ne aveva avuti fino a che non aveva incontrato Ron sul treno. Lanciò una brave occhiata dall'altra parte della sala e sospirò prima di tornare a Draco. Avrebbe parlato più tardi con i Grifondoro.


Il biondino stava silenziosamente studiando tutti i suoi amici. “Li riconosco,” ammise alla fine. “Qualche volta vengono al Manor quando c'è una festa o qualcos'altro, e mi è concesso giocare con loro per un po', finché non mi sporco.”


Harry aggrottò le sopracciglia e mise da parte quell'informazione, per pensarci in un secondo momento. Gli amici di Draco stavano annuendo.


“Ci era concesso giocare con te solo quando i tuoi genitori ospitavano un evento sociale,” concordò Pansy.


“Draco? Ti va di sederti e mangiare, adesso, così puoi parlare con i tuoi amici mentre mangiamo?” chiese Harry.


Draco gli strinse più forte i vestiti per un momento, ma poi annuì lentamente. Harry lo aiutò a scendere, a sedersi sulla sua sedia e cominciò a riempirgli il piatto, chiedendogli cosa preferisse e cosa volesse. Pansy gli versò un bicchiere di succo di zucca e Draco lo prese.


Harry riempì il proprio piatto e cominciò a mangiare, mentre ascoltava tranquillamente la conversazione tra Draco e i suoi amici. Il serpeverde sembrava ancora insicuro circa la situazione, e restava piuttosto silenzioso mentre i suoi amici gli raccontavano quello che ricordavano di quando era piccolo.


Draco gli sedeva ancora molto vicino e Harry gli mise il braccio sinistro attorno alle piccole spalle mentre mangiavano, provando a fornirgli un'ulteriore sicurezza. Appena finita la cena, Blaise fece finalmente la domanda di cui tutti agognavano la risposta.


“Draco, perché lasci che sia Potter a prendersi cura di te?” chiese. Harry dovette segnare un punto a suo favore, poiché fece solo una leggera smorfia quando pronunciò il suo nome.


Sfortunatamente, Draco la sentì, e strinse al fianco di Harry. “Lui non ha riso di me, e mi abbraccia, e mi chiama angelo, e mi lascia piangere, e non mi fa male e mi fa sentire al sicuro,” disse sulla difensiva tutto in una volta. “Mi fido di lui,” aggiunse con aria di sfida.


Il gruppo dei Serpeverde rimase interdetto dalla ferocia della sua risposta. Era la frase più lunga che avesse pronunciato e, l'intensità della sua risposta, ricordò a tutti il Draco di sedici anni.


Blaise deglutì rumorosamente. “Ci dispiace di aver riso di te a lezione, oggi, Draco. Non volevamo farti del male.”


Gli altri annuirono, tutti d'accordo, ma Draco non sembrava esattamente convinto della loro sincerità.


“Va bene che tu accetti le loro scuse, Draco. Ricorda, sono tuoi amici,” disse tranquillamente Harry, realizzando che probabilmente avrebbe dovuto tener fede al proprio consiglio. Non tirava una buona aria tra lui e i suoi amici al momento, ed era di gran lunga più facile dare a Draco consigli del genere, piuttosto che seguirli lui stesso. Oltretutto, non poteva permettere che l'altro rimanesse ulteriormente arrabbiato con i Serpeverde. Stavano accettando la situazione meglio di quanto si fosse aspettato, e non voleva né tornare indietro né che le cose peggiorassero.


I Serpeverde sembrarono sorpresi nel vederlo incoraggiare Draco a perdonarli, ma il biondino si fermò all'apparenza delle sue parole. Fece un respiro profondo. “Vi perdono,” disse ai Serpeverde. “Va bene così?” si lagnò, guardando Harry.


Harry non poté rispondere, così annuì semplicemente. Dovette coprirsi la bocca, provando a soffocare il sorriso che gli aveva increspato le labbra, causato dal modo in cui Draco si era sforzato di scusarsi. Notò che anche gli altri stavano provando a coprire i loro sorrisi. Pansy sorrise al suo piccolo amico. “Grazie, Draco,” disse formalmente.


“Hai finito di mangiare?” chiese Harry al serpeverde. “Dobbiamo ancora assicurarci che il tuo padrino e il Professor Silente abbiano provveduto a trovarti nuovi vestiti, come avevano promesso.” Gli diede un colpetto sul naso. “Tu, signorino, hai bisogno di andare a letto presto stasera. È stata una giornata davvero lunga per un bambino di quattro anni.”


Draco annuì e afferrò il suo bicchiere di succo per finirlo.


“Starà nel dormitorio Grifondoro con te?” chiese Pansy, orripilata alla sola idea.


Harry sospirò quando Draco appoggiò in fretta il bicchiere sul tavolo e si arrampicò sul suo grembo. Solo, lo abbracciò e mosse la mano con movimenti calmanti e circolari sulla sua schiena mentre rispondeva a Pansy.


“Sì,” disse tranquillamente, fulminandola con lo sguardo per aver di nuovo sconvolto Draco. “È stato sistemato dal Professor Silente e dal suo padrino.”


Con queste parole, i Serpeverde e Harry diedero un'occhiata al tavolo dei professori. Severus li aveva osservati attentamente durante l'intero pasto. Harry semplicemente fece un cenno verso il professore e l'uomo annuì di rimando, mantenendo comunque un volto privo di espressioni.


Gli amici di Draco tornarono a fissare Harry.


“Draco si sente al sicuro con me, e ho promesso di fare tutto quello che posso per proteggerlo,” disse, stringendo il bambino un po' più a sè. “Il suo padrino ha bisogno di concentrarsi per scoprire cos'è andato storto oggi in classe, e poi trovarvi una soluzione. Io mi sono offerto volontario di occuparmi Draco,” spiegò.


“Bé, perché non possiamo occuparci noi di lui?” chiese Blaise. “Siamo i suoi amici.”


“Io voglio Harry,” borbottò Draco sepolto tra i vestiti di Harry. Nonostante avesse solo borbottato, tutti sentirono la sua risposta.


Harry si strinse nelle spalle. “Draco vuole stare con me,” spiegò. “A parte questo, penso di capire cosa stia provando e che io sia dannato se lo lascerò soffrire a causa di tutto ciò,” disse, con un luccichio deciso negli occhi che confermava il suo tono determinato.


“Ma cos'è che tu puoi capire meglio di noi?” chiese Pansy, sembrando confusa.


Harry guardò in giù, verso Draco, prima di rivolgere il suo sguardo a Pansy. “Dopo,” disse brevemente.


Anche lei volse lo sguardo verso Draco e annuì con una riluttante accettazione.


“Andiamo, angelo. È ora di salire al dormitorio. Pronto?” chiese Harry.


L'altro annuì e lentamente scese dal suo grembo fino a terra. Guardò con aria guardinga i suoi amici. Harry gli sorrise brevemente mentre raccoglieva le loro borse e gli porgeva una mano, che venne prontamente afferrata.


“Saluta i tuoi amici. Li rivedrai domani,” disse.


“Ciao,” disse Draco con un timido sorriso.


“Ciao, Draco,” dissero in coro i suoi amici. “Ci vediamo domani,” disse Blaise, e il bambino annuì.


Harry si sorprese quando Tiger e Goyle si alzarono dai loro posti e si avviarono silenziosamente dietro di loro. Nessuno dei due tirapiedi aveva detto molto durante la cena e, ancora adesso, erano silenziosi. Harry li guardò con aria guardinga, ma i due si limitarono ad annuire mente continuavano a camminare con loro.


Dopo la terza rampa di scale, Draco si stava ovviamente stancando. Harry si fermò per prenderlo in braccio, e si sorprese quando Tiger fece scivolare le loro borse dalla sua spalla e se le caricò sulla propria. Il grifondoro inarcò un sopracciglio verso il largo Serpeverde, ma decise di non chiedere ulteriori spiegazioni.


Quando raggiunsero il ritratto della Signora Grassa, Tiger appoggiò le borse dietro Harry, e, insieme a Goyle, diede la buona notte a Draco per poi scivolare via, nella direzione da cui erano appena venuti.


Harry scosse la testa per il surrealismo di quello che era appena successo e disse la parola d'ordine per entrare nella sala comune Grifondoro, con Draco Malfoy tra le braccia.


C'erano poche persone nella sala comune già tornate dalla cena, e tutte interruppero le loro attività quando Harry entrò nella sala. Il moro annuì soltanto e salì velocemente le scale che conducevano al dormitorio dei ragazzi. Appena entrato nella stanza del sesto anno, sentì i rumori che riprendevano in sala comune. Chiuse la porta per lasciarlo fuori e tirò un sospiro di sollievo.


Fortunatamente, non c'è era nessuno su, al momento. Harry vide che un letto era stato messo vicino al suo, di fianco alla finestra, e si mosse per mettere Draco sul suo nuovo letto.


“Draco,” disse sommessamente. “Puoi aprire gli occhi, adesso.” Il biondino aveva tenuto la testa nascosta nei vestiti di Harry da quando lo aveva preso in braccio.


“Questa è la stanza che dividerai con me e alcuni dei miei amici,” spiegò. “E questo qui è il tuo nuovo letto,” disse con un sorriso, molleggiandosi un po' sul letto.


Draco ridacchiò quando sì senti saltellare. “Davvero?” chiese con curiosità, guardando la stanza. “Qual è il tuo letto?” chiese.


“Quello a destra del tuo,” disse Harry, indicando il suo letto.


Draco gli permise di appoggiarlo sul suo letto e Harry si alzò per controllare il baule che si trovava ai piedi del letto. “Guardiamo cosa hanno messo qui per te,” disse allegramente.


Draco gattonò ansiosamente fino alla fine del letto e scrutò oltre per guardare nel baule. Passarono i seguenti venti minuti a esplorarne il contenuto. C'erano abbastanza vestiti per qualche giorno, prodotti da bagno per un bambino di quattro anni, che includevano qualche dolce e profumato shampoo alla fragola, qualche libro da bambini, sia da mago che da babbano, qualche libro babbano da colorare, blocchi da disegno e pastelli che, pensò, erano sicuramente opera si Silente, e qualche gioco da mago che Harry non aveva mai visto prima, ma che Draco sembrò riconoscere.


Il grifondoro resistette alla tentazione di sbirciare i libri del Draco di sedici anni dalla sua borsa di scuola, e la vuotarono nel baule. Invece, al loro posto, misero abbastanza libri e cose per tranquille attività che Draco avrebbe potuto leggere o fare durante le ore di lezione mentre Harry era in classe. Il moro guardò pazientemente Draco mentre questi decideva con cura che cosa avrebbe messo nella borsa e cosa no.


Mentre lo guardava scegliere i libri, si domandò se Draco volesse che gli leggesse qualcosa prima di andare a dormire. Zia Petunia era solita farlo con Dudley quando era piccolo. Harry era preoccupato di fare qualcosa che aveva fatto anche Zia Petunia, dato il modo in cui era cresciuto Dudley, ma non aveva avuto molte altre esperienze riguardo all'abilità di genitore da cui prendere esempio.


Ovviamente, c'erano i telefilm che aveva guardato in qualche rara occasione. Quelle famiglie leggevano ai loro bambini prima di dormire, e quei bambini erano sempre felici.


Harry sbuffò leggermente pensando a sé stesso con beffardo divertimento. Zia Petunia e i telefilm – probabilmente avrebbe fatto meglio a seguire il suo istinto per cercare di prendersi cura di Draco nel modo in cui voleva.


Una volta che ebbero finito di preparare le borse per il giorno dopo, si misero in pigiama e, con i prodotti da bagno in mano, si fecero una doccia. Harry si tenne addosso i boxer ed entrò nella doccia con Draco per aiutarlo a lavarsi.


“Gli incantesimi di pulizia vanno bene per un po', e solo Merlino sa di quanto ne hai avuto bisogno questo pomeriggio, ma adesso hai bisogno di una doccia vera,” disse Harry. “Magari domani potrei rimediare la parola d'ordine per il bagno dei prefetti e potremmo fare una bagno, piuttosto che una doccia.”


Poco dopo erano entrambi puliti, il grifondoro con un asciugamano drappeggiato in vita e Draco, dolcemente profumato, avvolto in un enorme e soffice telo. Harry lo aiutò a mettersi un morbido e caldo pigiama di flanella. Era verde Serpeverde con piccoli boccini d'oro.


Anche se si sentiva un tantino stupido, per lui era ancora presto per dormire e progettava di tornare nella sala comune, Harry mise il suo pigiama. Una volta pronti per il letto, presero un paio di libri da leggere prima di dormire.


“Angelo, perché non prendiamo i tuoi libri e non ci rannicchiamo vicino al fuoco della sala comune a leggerli?” suggerì Harry. “Possiamo anche prendere queste soffici coperte che abbiamo trovato nel tuo baule.” Avevano trovato un copriletto estremamente soffice, ovviamente fatto apposta per un bambino che amava il Quidditch. Era azzurro cielo con bianche e gonfie nuvole, ed era decorato con manici di scope e palle da Quidditch.


“Ci saranno molte persone?” chiese nervosamente Draco.


Harry capiva i suoi sentimenti. Nemmeno lui voleva particolarmente scendere nella sala comune gremita di gente, ma aveva bisogno che gli altri si abituassero all'idea che avrebbero avuto Draco in giro, che gli piacesse o meno. Nonostante quello che era successo a cena con Ron, era sicuro che i suoi compagni Grifondoro si sarebbero adattati al bambino. Almeno sperava.


In realtà, sperava solo che, per una volta, nessuno avrebbe fatto scenate, spaventando Draco. Una volta che il bambino si fosse addormentato nel dormitorio, Harry sarebbe sceso per parlare loro, con Ron in particolare. Se non altro, era grato del fatto che l'avessero lasciato da solo nel dormitorio per tutto quel tempo.


“Probabilmente,” ammise Harry. “Ma andrà tutto bene. Non lascerò che nessuno ti faccia del male.”


Aspettò pazientemente mentre Draco sembrava combattere una guerra interiore. Infine, scivolò fuori dal letto su cui sedeva, e tese la mano coraggiosamente.


Harry la prese e sorrise. Si mise la coperta sul braccio, afferrò i libri che Draco aveva scelto e, insieme, si avviarono verso le scale che portavano alla sala comune.


Il grifondoro si fermò un paio di gradini prima del fondo delle scale. Dal suo avvantaggiato punto di vista, sapeva che nessuno, in sala comune, avrebbe potuto vederli. Ci fu un effetto di increspatura, non appena le persone li notarono e diedero di gomito ai loro vicini finché non ci fu un assoluto silenzio.


Harry si comportò come se le urla e gli avvertimenti al tavolo Grifondoro a cena non ci fossero mai stati, e come se non ci fosse qualcuno che conoscesse il bambino biondo accanto a lui.


“Ragazzi, questo è Draco Malfoy. Starà con me a tempo indeterminato,” lo presentò, mettendo in chiaro a Draco,e a tutti gli altri, che lui era felice del fatto che Draco fosse lì. “Spero che ognuno di voi lo faccia sentire il benvenuto,” aggiunse con una punta di avvertimento.


Si sorprese, ma gli fece piacere, quando Seamus si avvicinò e tese la sua mano a Draco. “Hey, ometto. Mi chiamo Seamus e dormo nello stesso dormitorio dove dormirai tu,” disse con il suo amichevole accento irlandese.


Draco deglutì rumorosamente e guardò in su verso Harry, per verificare che il ragazzo fosse okay. Harry annuì dolcemente e gli sorrise in incoraggiamento. Il bambino porse lentamente la sua mano libera e scosse quella di Seamus. “È un piacere conoscerti,” disse formalmente.


Seamus ridacchiò alla sua formalità e gli fece l'occhiolino. “Anche per me è un piacere conoscerti, ometto.”


Dean e Neville si erano accostati a Seamus. “Ciao, Draco. Io sono Dean e anch'io sono nel tuo stesso dormitorio,” disse Dean, offrendogli la mano. Draco la scosse, ripetendo le stesse formalità.


Harry notò che tutti, nella sala comune, rimanevano in silenzio, guardando gli avvenimenti con interesse. Stava cominciando a pensare che ci fossero state un sacco di chiacchiere giù mentre lui era al piano di sopra con Draco. Immaginò anche che dietro tutto questo ci fosse Hermione, dal momento che se ne stava sorridente di fianco al camino.


Dean e Seamus si fecero da parte, lasciando spazio a Neville per farsi avanti. Sfortunatamente, egli sembrava leggermente verde ed estremamente nervoso. Solo, se ne stava impalato a fissare Draco finché Draco stesso non si girò verso Harry.


“Harry, perché sembra spaventato quanto me?” bisbigliò. “Ho litigato anche lui?”


Nonostante avesse sussurrato, la stanza era così silenziosa che la sua voce giunse a tutti. Neville arrossì, ma Harry lo ignorò. Passò la coperta e i libri a Dean, poi si accovacciò sullo scalino di fianco a Draco in modo da poterlo guardare negli occhi.


“Ho paura di sì, Draco. Hai litigato più di una volta con Neville, ma adesso va tutto bene. Neville è solo nervoso perché non gli piace proprio combattere. Ma tu non combatterai con lui, giusto?” chiese Harry.


“Certo che no!” disse il serpeverde con indignazione.


Harry sorrise. “Bravo ragazzo! Perché non ti presenti, così magari Neville sarà un po' meno nervoso se vai per primo tu?” suggerì.


Draco deglutì mentre lo guardava, ma poi raddrizzò le spalle, cercando di alzarsi più che poteva, si girò verso Neville e gli porse la mano.

“Ciao, sono Draco Malfoy,” dichiarò correttamente.


Neville, ovviamente, aveva visto tutta la scena e gli sorrise brevemente, afferrando la sua mano e finendo le presentazioni.


“C'è solo un altro paio di persone che vorrei presentarti, poi andremo a leggere i tuoi libri,” promise Harry, prendendo in braccio Draco e portandolo attraverso il labirinto di persone presenti in sala comune. Si fermò di fronte al divano dove erano seduti Hermione e Ron.


La ragazza stava sorridendo, ma il rosso aveva ancora lo sguardo un po' scontroso. Harry gli lanciò un'occhiata di avvertimento. Troppo tardi. Draco li riconobbe dalla cena e prontamente seppellì il viso nel petto di Harry e cominciò a tremare di paura.


Il moro rivolse una smorfia di frustrazione al suo migliore amico. e si abbandonò sulla poltrona lasciata vuota per lui di fronte al camino. Cullò il bambino e gli baciò la sommità della testa. “Draco, guardami,” gli ordinò tranquillamente.


L'interessato sollevò lentamente la testa per guardarlo e Harry gli sorrise rassicurante. “Ti ricordi cosa ti ho detto?” chiese.


Draco annuì. “Che mi avresti protetto,” sussurrò.


“Esatto,” disse Harry. “Non permetterò a nessuno di farti del male. Capisco che sei spaventato a causa del litigio a cena, ma non devi più preoccuparti. Loro sono i miei migliori amici, e possiamo anche litigare, ma alla fine risolviamo sempre tutto. Più tardi parlerò con loro per sistemare tutto. Ma non importa, non lascerò che ti facciano del male. Mi capisci?”


Draco sollevò le sue piccole sopracciglia pensieroso. “Pensavano che avessi ancora sedici anni invece di quattro?” chiese.


“Più o meno,” ammise Harry. “Hai litigato parecchie volte anche con loro. Quasi quanto hai litigato con me,” disse con un ghigno.


Draco aggrottò le sopracciglia in confusione. “Ma tu non mi odi,” disse con voce sottile.


“Oh, angelo,” sospirò Harry. “No, non potrei mai odiarti,” disse, posandogli un bacio sulla fronte.


“Ma i tuoi amici mi odiano,” sussurrò Draco. “Quando mi ha guardato, ha fatto una smorfia come se avesse succhiato un limone invece di metterlo nel tè.”


Harry ridacchiò. Era una descrizione piuttosto precisa e molti trattennero il fiato in tutta la sala. Tutti stavano ancora ascoltando la loro conversazione. Harry lanciò un'occhiata a Ron, che sembrava indignato dal paragone.


Tornando serio provò a spiegare le cose a Draco. “Odiare è una parola terribilmente forte, Draco. Sono i miei migliori amici e, in realtà, stanno solo cercando di proteggermi come possono. Semplicemente, come io ho urlato con qualche persona oggi, cercando di proteggere te, Rom ha urlato cercando di proteggere me.”


“Tu hai urlato con tutti, anche con Sev'rus e Silente,” annuì saggiamente, facendo di nuovo trattenere il fiato a molti nella stanza, più per il fatto che Harry avesse urlato con Silente, che con il professore di Pozioni.


Il grifondoro non sembrava affatto dispiaciuto. “Sì, è vero. Probabilmente non è stato il modo migliore per risolvere le cose, ma lo farei di nuovo se dovessi. Ti ho detto che farò del mio meglio per assicurarmi che nessuno ti faccia del male,” disse.


Il più piccolo sollevò di nuovo le sopracciglia, pensieroso. “Perché avevano bisogno di proteggerti da me?” chiese in confusione.


“Bé, solo perché si erano dimenticati che avevi solo quattro anni invece di sedici,” spiegò Harry.


Draco spalancò gli occhi mentre ragionava su quello che gli era appena stato detto. “Perciò avevi bisogno di essere protetto da me quando avevo sedici anni?” chiese pieno di paura. “Sono così cattivo?”


Harry sorrise, ma rispose seriamente. “Non proprio. Avevi una certa reputazione, ma non credo che molti di noi ti conoscessero molto bene a sedici anni. Onestamente, penso che tu sia stato in qualche modo forzato a comportarti in un modo che ti faceva litigare spesso con le persone.”


Draco chinò la testa. “A causa di mio padre,” disse silenziosamente. Era un dato di fatto, più che una domanda. Anche a soli quattro anni, Draco ovviamente capiva che suo padre lo obbligava a comportarsi in certi modo verso le altre persone. Le sue successive parole lo confermarono. “Credo che mi facesse essere cattivo con le persone anche quando non volevo esserlo,” sussurrò.


Harry gli fece alzare il mento per vedergli di nuovo gli occhi pieni di lacrime. “Draco, tuo padre non è qui e tu non devi essere cattivo con nessuno. Devi solo essere te stesso, angioletto.”


Gli baciò la punta del naso, facendoglielo arricciare come aveva fatto dopo la seria conversazione che avevano avuto nell'ala dell'ospedale poco prima quel giorno. Draco sorrise, esitante. “Va bene, Harry.”


“Bene,” gli sorrise di riamando il moro. “Ora lascia che ti presenti molto velocemente i miei migliori amici, così dopo possiamo andare finalmente a leggere questi tuoi libri. Si sta facendo tardi e hai bisogno i dormire.”


Draco aggrottò le sopracciglia, ma si girò verso i due seduti sul divano. Hermione aveva pazientemente aspettato il suo turno, e si avvicinò, inginocchiandosi sul pavimento di fronte alla loro poltrona. Tese la sua mano e sorrise. “Ciao, Draco, il mio nome è Hermione Granger.”


Draco strinse la sua mano. “Piacere di conoscerti,” disse, con la sua sottile voce formale.


Gli sorrise. “È un piacere anche per me conoscere un così piccolo gentiluomo,” disse.


Draco finalmente sorrise timidamente alle sue parole.


A uno sguardo di Harry, Ron si sollevò dal divano e si accovacciò di fronte a Draco. Porse la sua mano. “Sono Ron Weasley e dormo anch'io su nel dormitorio,” disse.


Il più piccolo cercò lo sguardo di Harry per una rassicurazione e quando ricevette un assenso, strinse esitante la mano di Ron. “Sono Draco Malfoy.” poi sorprese tutti con le sue successive parole, deviando largamente dalle formali presentazioni tenute con gli altri.


“Mi dispiace di aver fatto male a Harry prima. Non lo farò di nuovo. Mi dispiace di aver fatto male a te o...” arricciò il naso in direzione di Hermione, ovviamente cercando di immaginare come si pronunciasse il suo nome.


“Chiamala solo Mione. Non le darà fastidio,” sussurrò Harry.


Draco annuì e ricominciò. “Mi dispiace di aver litigato con te e Mione,” disse, terminando le sue scuse.


Ron sembrava troppo shockato per parlare dopo aver ricevuto delle vere scuse da parte di Draco Malfoy, anche se aveva solo quattro anni al momento.

Hermione rispose per entrambi.


Gli sorrise dolcemente. “Scuse accettate,” disse sommessamente. “E anche noi siamo dispiaciuti per quello che abbiamo detto prima, a cena.” Ron annuì, ammutolito, d'accordo con lei.


“Va tutto bene,” disse Draco con un timido sorriso. Lanciò un'occhiata a Harry e poi ai suoi amici. “Ora capisco. Stavate solo cercando di proteggerlo e questa è una buona cosa.”


“Sì, lo è,” rispose Hermione, annuendo in accordo. “Ma sono ancora dispiaciuta, perché avremmo dovuto prenderci il tempo per capire le cose prima.”


Draco si strinse semplicemente nelle spalle.


“Allora, queste storie?” chiese Harry, e il serpeverde annuì.


Dean si spostò, ridando a Harry la coperta e i libri. Il moro avvolse Draco nella coperta con i ricami del Quidditch e iniziò a leggere. A metà del secondo libro, guardò giù verso il suo prezioso fagotto e si accorse che si era sonoramente addormentato. Mettendo da parte i libri, lo prese in braccio con cautela, lo portò su in dormitorio e lo mise a letto.



Mi scuso per non rispondere alle recensioni, ma vi ringrazio tutti!! Soprattutto coloro che mi segnalano errori grammaticali... ormai non riesco più a parlare in italiano! Sono tutta proiettata sull'inglese!! Dalla prossima volta risponderò!!

Grazie anche a chi legge e chi ha messo la storia tra i preferiti!!

dede

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Capitolo 3
*** Incubi ***


 Salve a tutti!! Scusate il ritardo, ma un virus si è infiltrato nel mio pc colpendo il sistema centrale e, al momento, sono senza mezzi!! Cercherò in ogni modo di continuare la traduzione, anche avvalendomi di aiuti esterni, ma potete immaginare che questo rallenterà la pubblicazione… Mi scuso ancora per i ritardi e un grande grazie a tutti quelli che lasciano recensioni, hanno messo la storia nei preferiti o, semplicemente, leggono!!!

A presto

Dede

* * * * *

Declaimer: Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K. Rowling.

Autrice: Vorabiza

Traduttrice: dede

Beta: Resha

Storia in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795

Buona lettura!!

* * * * *

Harry lasciò la porta del dormitorio aperta e tornò in sala comune. Ancora una volta la stanza era piuttosto rumorosa e piena di attività. Molte persone stavano studiando, ma c'erano altri gruppi che stavano giocando a scacchi, a sparaschiocco o che stavano semplicemente parlando con i loro amici. Harry tornò alla poltrona in cui si era seduto prima per parlare con i suoi amici.

“Il tuo “carico” assomiglia molto all'originale, Harry,” disse Hermione, non appena il ragazzo si sedette.

Il moretto sorrise. “Sì,” concordò.

“È tutto a posto tra noi, amico?” chiese esitante Ron.

Harry si strinse nelle spalle. “Sì, se lascerai Draco in pace.”

Ron alzò le mani in segno di sconfitta. “Non capisco, ma ho ricevuto il messaggio,” disse, arrendendosi.

“Bene,” rispose semplicemente Harry.

“Ma perché ti stai prendendo cura di lui?” riprese Ron. “È che proprio non capisco.”

“È perché sono anime gemelle,” si intromise Hermione.

Ron sbuffò, ma Harry annuì con aria pensierosa, così il rosso lo guardò in stato di shock.

“Non credi a questa stronzata, vero?” lo schernì.

“Bé, non so esattamente molto sulle anime gemelle,” ammise Harry. “Ma capisco come si senta.”

“Anche tu venivi deriso in classe quando eri piccolo, come tutti noi abbiamo riso di Draco oggi, vero?” chiese Hermione. In realtà, non era propriamente una domanda.

 Harry annuì. “Alle elementari, Dudley si assicurava sempre che io fossi al centro del ridicolo,” disse amaramente. Non era un bel posto in cui stare.”

 Ron sembrava orripilato. “Ridevano di te in quel modo?”

 “Sì, solo che non avevo mai fatto niente per meritarmelo. Ero sempre al centro delle prepotenze di Dudley e della sua banda e mi causavano un sacco di problemi. Me ne combinavano davvero tante a volte,” ammise.

 “E non avevi nemmeno nessuno a cui rivolgerti,” puntualizzò Hermione.

Harry scosse la testa e provò a riorganizzare i suoi pensieri per spiegare ai suoi amici come, in quei momenti, si era sentito. Non era abituato a parlare del suo passato, ma forse, a causa delle circostanze, era arrivato il momento giusto. Voleva davvero che Ron capisse, e, per farglielo capire, doveva raccontare del suo passato.

 “Sono cresciuto sentendomi spaventato, solo, insicuro e senza amore. È deprimente,” disse semplicemente. “Mi prendevo cura di me stesso, ma lo facevo perché non avevo nessun'altra scelta. Non avevo amici e venivo preso in giro e umiliato abitualmente. In cima a tutto questo, venivo trascurato e spesso punito duramente per cose di cui non avevo colpa, o, se facevo qualcosa di sbagliato, la punizione superava di gran lunga il crimine.”

 Harry scosse di nuovo la testa, provando a schiarire i vecchi ricordi che lo stavano deprimendo. “In ogni modo, è così che Draco si sente adesso – spaventato, solo, insicuro e senza amore. Come ho detto anche a Piton, non lo augurerei al mio peggior nemico. È solo un bambino. Per quello che sa, è stato trascinato via dal suo comodo letto e si è ritrovato al centro di una classe in cui tutti ridevano di lui.”

 “Anche i suoi amici,” puntualizzò Hermione.

 “Esatto,” disse Harry. “Sembra sdolcinato, ma mi ha fatto male al cuore vedere quel povero bambino ridotto così, e non potevo rimanere impalato lì e lasciare che tutti continuassero a fargli del male. Aveva bisogno che qualcuno fosse lì per lui.”

 “Va bene, adesso penso di poter capire perché vuoi prenderti cura di lui, ma perché si fida di te così tanto?” chiese Ron. “Sembra che non si fidi di nessun altro.”

 “Infatti. Sembra che non si fidi nemmeno del suo padrino.” Harry si strinse nelle spalle. “Onestamente, non sono sicuro del motivo per cui abbia scelto di fidarsi di me, ma immagino sia perché sono stato il primo ad aiutarlo, quando tutti gli altri ridevano di lui.”

 “Penso che sia così, ma credo anche che ci sia qualcosa di più,” disse Hermione sommessamente. “Harry, penso che Draco possa sentire che tu lo capisci davvero e che vuoi prenderti cura di lui. I bambini sanno queste cose. E con ogni tocco, ogni tua azione, ogni tua parola, gli stai dimostrando, volta per volta, che ti prendi cura di lui e che lo proteggerai. Lui lo sa, e si fida di te per questo.”

 Harry e Ron la stavano entrambi guardando ad occhi spalancati. Poi il moro sorrise al ricordo delle parole di Draco a cena. “Mi ha difeso a cena stasera. Quando gli è stato chiesto perché avrebbero dovuto lasciare che fossi io a prendermi cura di lui, ha accennato al fatto che era perché io non avevo riso di lui. Ma ha anche detto che era perché si sentiva al sicuro con me, lo chiamo angelo, lo abbraccio, gli permetto di piangere e non gli faccio del male. Per usare le sue parole, si fida di me affinché io mi prenda cura di lui.” Ron aveva ancora gli occhi spalancati, ma non riuscì a rispondere perché all'improvviso si sentirono delle urla piene di terrore venire dal dormitorio. Harry si alzò in un istante e saltò sul divano che si trovava sulla sua strada prima di volare su per le scale. Corse in dormitorio e raccolse Draco tra le sue braccia.

 Stava scannerizzando la stanza dal momento in cui era entrato, ma non sembravano esserci minacce nelle immediate. Bacchetta in mano, Ron e Hermione controllarono velocemente la camera e il bagno adiacente, solo per essere sicuri che non ci fossero percoli, prima di sedersi sul bordo del letto di Harry ed osservare silenziosi.

 Harry accarezzò la schiena di Draco avanti e indietro, mormorando parole calmanti. Quando il pianto del bambino si trasformò in sporadici singhiozzi, il grifondoro provò a capire cosa lo avesse davvero terrorizzato.

 “Cosa è successo, Draco?” chiese.

 Il biondo scosse la testa violentemente.

 “Hai avuto un un incubo?” provò di nuovo Harry.

 Draco annuì con la testa, tenendo gli occhi strizzati.

 “Puoi parlarmene?” chiese Harry.

 Di nuovo, L’altro scosse violentemente la testa.

 “Shhh, va tutto bene. Sei al sicuro adesso,” lo calmò. “Ricorda solo che gli incubi non sono davvero reali, e non possono farti del male.”

 Il biondino rabbrividì tra le sue braccia. Ron si era alzato e gli aveva versato un bicchiere d'acqua fresca dalla brocca sul lato del letto e glielo aveva passato. Harry gli lanciò uno sguardo di gratitudine e aiutò il bambino a bere.

 Pensò al brivido di poco prima e gli venne in mente un'idea spaventosa. “Draco, il tuo incubo riguardava qualcosa che è successo per davvero? Come un ricordo?” chiese.

 Il più piccolo esitò, ma poi annuì.

 “Puoi parlarmene?” chiese di nuovo, e ancora una volta Draco scosse la testa violentemente.

 “Shhh,” lo tranquillizzò. “Penso che ti sentiresti meglio se me ne parlassi, ma non ho intenzione di forzarti.”

 Harry lo cullò in silenzio per qualche momento prima di tornare a parlare. “Qualche volta anch'io faccio degli incubi su cose che sono davvero successe.” Draco rabbrividì tra le sue braccia, il grifondoro continuò a parlare sommessamente. “Di solito rimango piuttosto spaventato, anche se so che sono cose successe nel passato. Neanche a me piace particolarmente parlare dei miei incubi, perché è spaventoso anche solo pensarci, figuriamoci parlarne ad alta voce.” ammise.

 Lanciò un'occhiata ai suoi due migliori amici che ora sedevano silenziosamente sul suo letto, solo ascoltando, mentre parlava al bambino. Tutti e due lo stavano guardando con compassione. Si meravigliò di quanto stesse esponendo sé stesso, solo per il bene di Draco.

 Poteva facilmente immaginare Hermione che prendeva nota delle sue ammissioni e che veniva poi a perseguitarlo per parlare ancora dei suoi incubi. Però, improvvisamente, poteva capire meglio il suo punto di vista. Non voleva lasciare Draco ad affrontare i suoi incubi da solo. Sospirò e distolse lo sguardo dal suo fardello, che ora stava guardando verso di lui.

 “Davvero?” bisbigliò.

 “Sì, davvero,” sussurrò Harry di rimando. “Qualche volta è solo difficile parlarne di notte. Prova dimenticartene per adesso, e, forse domani riusciremo parlarne.” suggerì.

 Draco annuì. “Non voglio pensarci adesso,” disse sottovoce.

 “Ti sentiresti meglio se dormissi con me 'sta notte?” chiese Harry, con una leggera esitazione. Quando era piccolo aveva sempre odiato rimanere solo dopo aver avuto un incubo. Se doveva essere completamente onesto con sé stesso, odiava rimanere da solo anche adesso che era cresciuto.

 Il piccolo serpeverde lo fissò. “Me lo lasceresti fare?” chiese esitante.

 “Certo,” rispose. “Ma sono solo un po' preoccupato perché potrei svegliarti se facessi i miei incubi,” ammise.

 “Non c'è problema. Se avrai un incubo, allora ti proteggerò io,” disse il bambino coraggiosamente.

 Harry lo baciò sulla punta del naso e sorrise all’arricciamento che ne seguì, e che trovava così adorabile. Si domandò distrattamente se la ragione per cui lo trovava così adorabile, fosse perché sapeva che il Draco più grande sarebbe stato probabilmente sconcertato da un gesto del genere. Era piuttosto sicuro che i Malfoy non dovessero venire definiti 'adorabili'. “Andiamo, angelo. Spostiamoci nel mio letto, allora.”

 Ron e Hermione si spostarono, e Hermione spostò le coperte in modo da permettere a Harry di sdraiare Draco e poi mettersi a letto anche lui. Il moro avvolse, protettivo, le braccia intorno al bambino, questi si rannicchiò contro il suo calore mentre Hermione li copriva con le coperte e gliele rimboccava. Baciò sia Draco che Harry sulla fronte.

 “Harry?” sussurrò Draco.

 “Mmmm,” fu la sua risposta.

 “Mione ci sta mettendo a letto,” sussurrò. “E mi ha baciato sulla testa.”

 “Sì, fa cose di questo genere ogni tanto. È carino,” bisbigliò Harry di rimando.

 “Oh. Sì, è carino,” rispose, prima di rannicchiarsi ancora di più tra le coperte e chiudere gli occhi.

 Harry sorrise calorosamente a Hermione, poi chiuse gli occhi. Entrambi si addormentarono subito e non sentirono niente quando Ron e gli altri ragazzi entrarono e si prepararono per andare a dormire.

 * * * * *

 Harry si svegliò la mattina dopo sentendosi, per la prima volta da anni, completamente ristorato. Probabilmente era perché era tornato a Hogwarts ed era andato a letto piuttosto presto. Ma, non appena sentì il corpo caldo rannicchiato contro il suo fianco, e i ricordi del giorno prima gli inondarono la memoria, dovette ammettere a sé stesso che probabilmente aveva anche a che fare col bambino che ora era sotto la sua temporanea custodia.

Il bambino in questione si mosse e Harry aprì gli occhi per vederne un altro paio d’argento che lo fissavano. Sorrise a quegli occhi di bambino mentre l'intero viso di Draco si apriva in un sorriso radioso.

 “'Giorno,” disse allegramente.

 “Buongiorno, angelo,” disse Harry teneramente. Il bambino aveva già rubato una parte del suo cuore, e, per quanto suonasse sdolcinato perfino nella sua testa, non era sicuro di poterlo riavere indietro un giorno.

 “Pronto per il tuo primo giorno di lezione a Hogwarts?” chiese.

 Draco annuì con entusiasmo. “Non vedo l'ora!” esclamò.

 Harry sorrise all'entusiasmo del bambino. Una buona notte di riposo sembrava aver fatto meraviglie anche per l'altro. “Perché non prendi qualche vestito e non ti vesti, allora.” suggerì.

 Ridacchiò quando Draco scese di corsa dal letto e inciampò dalla fretta per raccogliere i suoi vestiti. Lanciò a Harry un largo sorriso mentre prendeva le sue cose. Il grifondoro scese dal letto e cominciò a raccogliere l’occorrente per la giornata.

 Lentamente. anche gli altri ragazzi nel dormitorio iniziarono a svegliarsi. Ron si alzò brontolando come al solito.

 “Perché siete così maledettamente allegri?” borbottò verso Draco, che stava sorridendo apertamente. Il suo sorriso vacillò alle sue parole.

 “Ignoralo,” disse Harry, abbottonandogli i vestiti. “Brontola con tutti la mattina.”

 Ron lo guardò storto. “Vedi, brontola anche con me,” disse il moro con un sorriso, mentre finiva con i bottoni e lisciava il davanti dei vestiti del più piccolo.

 Il rosso sbatté le palpebre un paio di volte per schiarirsi lo sguardo offuscato, e guardò di nuovo quello che Draco stava indossando. “Lo stai vestendo di rosso?” chiese, incredulo.

 Il serpeverde aggrottò le sopracciglia mentre fissava i suoi vestiti. “Li ho scelti io. C'è qualcosa che non va?” chiese tranquillamente.

 Seamus gli sorrise dalla sua parte della stanza. “Non c'è niente che non va, ometto. Ron è solo geloso perché tu stai molto meglio di lui con il rosso Grifondoro.” spiegò, ridendo mentre l'amico gli tirava un cuscino.

 “Non sono vestiti Grifondoro,” spiegò Harry. “Non sono come i nostri vestiti neri con lo stemma, Draco indossa vestiti da bambino. Sono solo rossi.” Stava solo cercando di ammettere a sé stesso che trovava la scelta del colore da parte del bambino davvero divertente.

 “È comunque un colore Grifondoro,” disse Ron ironicamente. “Non posso credere che si sia messo dei vestiti rossi.”

 “Io penso che gli stiano bene,” intervenne Neville tranquillamente. “È proprio vestito come un piccolo mago dovrebbe.”

 Alle parole del ragazzo, Draco perse finalmente lo sguardo accigliato e gli sorrise timidamente, e Neville ricambiò l’incurvarsi di labbra.

 Harry, da parte sua, gli regalò un sorriso pieno di gratitudine prima di tornare a Draco per raddrizzargli il cappuccio sui vestiti. “Vedi, ascolta Neville, Draco. Penso che tu sia fantastico. E se qualcuno cerca di darti fastidio a causa dei tuoi vestiti, puoi orgogliosamente dirgli che sei vestito proprio come un piccolo mago dovrebbe.”

Sorrise nel vedere l’espressione orgogliosa che il bambino stava mostrando. “Ora sbrigati e usa il bagno mentre finisco di prepararmi, così poi possiamo scendere a colazione,” disse Harry.

 Draco sgattaiolò via in bagno come gli era stato detto, mentre l'altro cominciava a vestirsi velocemente per la giornata.

 In poco tempo, Draco era orgogliosamente vestito, completo di borsa, con entrambe le braccia nelle cinghie così da appoggiarla comodamente sulla schiena. Infilò la mano in quella di Harry e insieme si diressero giù in sala comune con Ron al seguito, che ancora brontolava perché la mattina arrivava troppo presto.

 “Buongiorno, Draco,” disse radiosamente Hermione da dove li stava aspettando.

 “Buongiorno, Mione,” disse Draco, sorridendole timidamente.

 “Pronto per la colazione?” chiese.

 Il più piccolo annuì. “Muoio di fame.”

 “Ora sì che ragioniamo,” dichiarò Ron, facendo ridere Hermione e Harry, mentre aprivano il ritratto per uscire.

 Harry si sorprese solo leggermente quando Tiger e Goyle si avvicinarono, mentre i Grifondoro, insieme a Draco, giungevano all'ingresso. Era stupito che si fossero presentati lì così presto la mattina, ma, dopo tutto, avevano scortato lui e Draco fino alla torre Grifondoro la sera prima.

 Ron e Hermione, tuttavia, non lo sapevano, e rimasero completamente shockati alla vista dei due enormi Serpeverde.

 Il ragazzo sfoderò immediatamente la bacchetta. “Cosa ci fate voi due bestioni qui? Non siete un po' fuori dal vostro territorio?” urlò.

 I due si avvicinarono minacciosamente. “Non osare parlaci con quel tono,” intimò Tiger.

Draco si stava già stringendo con forza alla gamba di Harry e tentava di nascondersi dietro i suoi vestiti. Il moro non permise che la situazione peggiorasse. Per quello che ne sapeva, i serpeverde non avevano cattive intenzioni, e lui voleva stare dalla loro parte. Inoltre, la faccenda della rivalità stava diventando davvero una cosa vecchia.

 Così, si frappose tra Ron e i serpeverde, guardandoli tutti con sguardo duro. Fu piuttosto sorpreso quando funzionò.

 Il rosso era fuori dai gangheri quando lo sguardo di Harry funzionò su Tiger e Goyle  che indietreggiarono di un paio di passi, e, alla fine, anche Ron abbassò la bacchetta.

 Hermione era rimasta ferma lì a guardare, anche lei spalancò gli occhi quando i due Serpeverde indietreggiarono, senza neanche una parola da parte di Harry.

 “Buongiorno,” disse Harry ai due. Entrambi ricambiarono il saluto con un cenno nella sua direzione.

 “Draco,” chiamò sommessamente.

 Il bambino in questione spuntò cautamente da dietro il grifondoro. “Va tutto bene. Scendiamo a colazione,” disse Harry con calma.

 Draco alzò lo sguardo con aria guardinga attraverso la frangia verso gli altri quattro ragazzi e cercò a tastoni la mano del moro, che gli sorrise rassicurante e si incamminarono senza nessun'altra parola. Tiger e Goyle li raggiunsero immediatamente, affiancandoli uno per lato.

Hermione e Ron rimasero immobili, fissandoli per parecchi minuti.

 “Cosa significa tutto questo?” chiese il ragazzo, confuso dagli eventi.

 Hermione sembrava altrettanto sconcertata. “Credo si stiano solo preoccupando per il loro amico,” disse, stringendosi nelle spalle.

 “Ma da quando ascoltano Harry?” chiese Ron lamentoso.

 La ragazza si strinse nuovamente nellle spalle, impotente. “Non lo so.” Si scambiarono un’occhiata incerta, poi si affrettarono a raggiungere gli altri. Guardarono con aria guardinga Tiger e Goyle, ma si incamminarono al fianco di Harry e Draco.

 Il biondino probabilmente era un po' insicuro riguardo alle quattro persone che camminavano con loro, ma sembrava apprezzare comunque la protezione che offrivano. Mano a mano che si avvicinavano alla Sala Grande, aumentava anche il numero di persone presenti, e camminava sempre più vicino a Harry.

 Non appena entrarono in Sala Grande, il gruppo si fermò e il moro si inginocchiò al livello degli occhi del serpeverde. “Draco, dove vuoi sederti questa mattina?”

 Lo sguardo del biondino si spostò nervosamente dal tavolo Serpeverde a quello Grifondoro. Ovviamente, era guardingo riguardo ad entrambi. Anche Harry, per quello che valeva, lo era, ma voleva mettere Draco a proprio agio il più possibile.

 “Senti un po',” propose il più grande. “Potremmo fare colazione al tavolo Serpeverde e poi provare a pranzare a quello Grifondoro.”

 Draco spostò lo sguardo avanti e indietro ancora una volta, ma poi annuì in accordo. Harry gli sorrise e si rialzò.

 “Ragazzi, ci vediamo dopo colazione, poi andiamo a Trasfigurazione,” disse a Ron e Hermione.

 Ron lo guardava male e stava per dire qualcosa, prima che Hermione gli tirasse una gomitata nelle costole. “D'accordo,” disse. “Buona colazione, Draco,” continuò, sorridendogli. “Anche a te, Harry,” aggiunse, lanciando un'occhiata leggermente preoccupata al tavolo Serpeverde.

I due le sorrisero e, ignorando la faccia da pesce stupito di Ron, seguirono i due serpeverde fino al loro tavolo.

 Piton li aveva raggiunti dal tavolo degli insegnanti e li aveva fermati prima che potessero sedersi tra Tiger e Goyle.

 “Potter, perché il mio figlioccio è vestito di rosso?” chiese, storcendo la bocca in segno di disgusto.

 Draco si alzò orgogliosamente in tutta la sua altezza. “Ho scelto personalmente i miei vestiti questa mattina. Sono fantastico, vestito proprio come un piccolo mago dovrebbe,” disse altezzosamente, con il naso all'aria. Era un comportamento talmente simile al sé stesso di sedici anni, che molti Serpeverde trattennero il fiato sommessamente.

 Harry tossì, coprendosi la bocca con la mano, cercando di coprire il ghigno e le risate che stavano minacciando di sopraffarlo. Era ancora più divertente perché Draco stava ripetendo le parole sue e di Neville di quella mattina.

 Piton chiuse gli occhi e si afferrò la radice del naso. “Silente,” farfugliò.

 Harry annuì, cercando ancora di sopprimere il suo sorriso. “Non ho comprato io i suoi vestiti, signore.”

 Piton lo fulminò, ma poi sospirò e annuì. Abbassò gli occhi sul suo figlioccio. “Draco, sta andando tutto bene?” chiese al bambino.

 “Sto bene, signore,” rispose, avvicinandosi furtivamente un po' di più al moro.

 “Molto bene, allora,” disse Piton. “Potter, vieni immediatamente da me se ci sono problemi,” ordinò.

 “Sì, signore,” disse Harry con calma.

 Piton lo fissò per un momento, poi girò sui tacchi, con i vestiti che ondeggiavano dietro di lui.

 Il grifondoro sospirò e raccolse Draco per depositarlo sulla panca, aiutandolo a togliersi la borsa dalle spalle. Ringraziò quando Pansy gli passò un piatto già pieno per il più piccolo mentre anche lui si sedeva. Sarebbe stata un'altra lunga giornata se avesse continuato a confrontarsi con tutti.

 “Hai dormito bene?” chiese innocentemente Pansy dopo che tutti avevano cominciato a mangiare. Draco lasciò immediatamente cadere rumorosamente il cucchiaio nel piatto di porridge.

 Harry sospirò e appoggiò il proprio cucchiaio. Pansy lo guardò con aria interrogativa, e Blaise gli lanciò uno sguardo d'intesa. “Incubi?” chiese.

 Harry annuì, mentre si girava verso il bambino. “Draco, ti ho detto che potevamo parlarne oggi se volevi, ma certamente non ce ne preoccuperemo durante la colazione.”

 Aveva ancora la testa abbassata e Harry gli sollevò il mento, baciandolo sulla fronte sapendo che il gesto rassicurante lo avrebbe aiutato. “Dimenticatene per adesso e finisci di fare colazione. Ricorda, dobbiamo andare a lezione tra poco,” disse.

 Draco lo fissò per qualche momento, poi raddrizzò le spalle e tornò alla sua colazione.

 I tre ragazzi Serpeverde, che di solito dividevano il dormitorio con Draco, si scambiarono qualche occhiata. Blaise sollevò interrogativo un sopracciglio in direzione di Tiger e Goyle ed entrambi annuirono dopo aver lanciato una breve occhiata prima a Harry, poi a Draco. Il moro sollevò interrogativo il proprio sopracciglio dopo aver osservato il silenzioso scambio.

 Per qualche momento, Blaise sembrò ancora combattuto con sé stesso, poi annuì a Harry prima di rivolgersi al biondino.

 “Hey, Draco,” disse, guadagnandosi l'attenzione del bambino. “Ti dispiace se prendo in prestito Potter, ehm, Harry, per qualche minuto? Lo porto soltanto laggiù e potrai vederlo tutto il tempo,” continuò, indicando dall'altra parte della Sala Grande.

 Draco guardò il suo custode” con aria preoccupata.

 “Andrà tutto bene, angelo. Non sarò lontano e puoi semplicemente chiamarmi se hai bisogno di me. Ci metterò solo pochi minuti,” Harry provò a rassicurare il suo “carico”, che non aveva ancora lasciato il suo fianco dall’incidente del giorno. “Non gli farai del male?” chiese il più piccolo a Blaise, sospettoso.

 Quest’ultimo scosse la testa. “No, Draco. Ho uno spirito di sopravvivenza troppo sviluppato per provare a fare del male a qualcosa di tuo,” disse con sorriso compiaciuto in direzione di Harry.

 Il biondo lo guardò diffidentemente ancora per qualche momento, poi annuì. “Va bene,” disse a Blaise, anche se sembrava ancora un po' preoccupato.

Blaise si alzò e camminò intorno al tavolo mentre Harry dava a Draco un altro bacio sulla fronte, dicendogli di finire di mangiare mentre parlava con l’altro. I due si incontrarono a una cinquantina di metri da dove il piccolo Serpreverde li fissava preoccupato. Erano ancora vicini, ma abbastanza lontano per non venire ascoltati.

 “Sei consapevole di essere appena stato reclamato da un Malfoy?” chiese Blaise, sorridendo compiaciuto a Harry.

 Il Grifondoro roteò gli occhi. “Sì, ne sono davvero consapevole ormai mi ha intrappolato tra le sue piccole dita,” disse ironicamente.

 Blaise scoppiò in una risata sorpresa. “Te lo immagini meglio di quanto potessi prevedere,” sorrise. Poi tornò serio. “Così, capisci davvero che ciò che ho detto a Draco era la verità?”

 Harry lo guardò, confuso.

“Non scherzavo quando ho detto a Draco che ho uno spirito di sopravvivenza troppo sviluppato per fare del male a qualcosa di suo. E tu, adesso, sembri essere davvero essenziale per lui. Come minimo, la maggior parte di noi, se non tutti, ti lascerà stare mentre te ne prendi cura.” spiegò.

 Il grifondoro gli fu molto riconoscente per le sue parole. Se i Serpeverde volevano davvero lasciar perdere le rivalità, almeno per la durata della condizione di Draco, allora sarebbe stato tutto molto più facile per tutti. Comunque, non voleva farci troppo affidamento.

 Si strinse nelle spalle mentre guardava il bambino che li fissava ancora, preoccupato. Harry gli sorrise e lo salutò con la mano. “Ha bisogno di qualcuno, e ringrazio che quel qualcuno sia io,” disse sommessamente.

 “Farai tutto quello che puoi nel suo interesse, vero, Potter?” chiese il serpeverde.

 Harry annuì. “Farò tutto quello che sarà necessario per proteggerlo,” rispose con semplicità.

 “Sì, bé, l'abbiamo notato, ed è per questo che ho chiesto di parlarti,” disse l'altro, un pochino nervoso.

 “Che cosa devi dirmi, Zabini?” chiese.

 “Puoi chiamarmi 'Blaise'. Penso che Draco insisterà su questo, in ogni modo,” disse l'altro moro con un sorriso beffardo.

 “Vero, allora se puoi sopportare questo tormento, puoi chiamarmi 'Harry',” disse il grifondoro, con un sorriso compiaciuto verso Blaise.

 Questi roteò gli occhi, ma annuì lo stesso. “Ci vorrà un po' prima che mi ci abitui.”

 Harry si strinse nelle spalle. “Sì, ma è per il bene di Draco.”

Blaise lo guardò, contemplativo. “Buona risposta. Quello che sto per dirti è per il bene di Draco. Se ti azzardi ad usare quest’informazione contro di lui, in particolare quando sarà tornato sé stesso, la pagherai cara.”

 Harry ignorò facilmente la minaccia. “Non lo farei mai. Presumo che tu stia per darmi delle informazioni sui suoi incubi e, se puoi offrirmi questo aiuto, allora lo accetterò con piacere. Sia una persona di quattro anni che una di sedici non meritano di essere trattati in modo così miserabile.”

 Il serpeverde lo guardò sospettosamente. “Stai parlando per esperienza, vero?”

 Il moro si passò una mano tra i capelli, agitato, mentre un’espressione di dolore gli attraversava velocemente i lineamenti. “Sì,” guardò fisso il ragazzo di fronte a lui. “Non augurerei i miei incubi nemmeno al mio peggior nemico,” disse fermamente, la voce bassa e piena di convinzione. “E da quel poco che ho potuto capire dalla notte scorsa, Draco combatte con la sua personale tortura la notte quando dorme.”

 Blaise annuì lentamente e, quando parlò, la sua voce era bassa e intensa com’era stata quella di Harry. “Non mi ero accorto che gli incubi di Draco fossero cominciati così presto, ma ci combatte ancora abbastanza frequentemente. Tuttavia, speravo che fossero diminuiti da quando suo padre è stato rinchiuso ad Azkaban.”

 Il grifondoro chiuse gli occhi mentre l’altro continuava a parlare, confermando i suoi sospetti. “Gli incubi di Draco sono su suo padre. Lui lo puniva – abbastanza severamente.”

 “Era quello che temevo,” disse Harry con calma, passandosi entrambe le mani tra i capelli in agitazione, adesso. “Come dovrei aiutarlo a combattere con questo?” chiese impotente. Poteva sentire la frustrazione e la rabbia bruciargli dentro.

Blaise si strinse nelle spalle. “Non lo so, Harry. Pensavo solo che dovessi saperlo. Draco si rifiuta assolutamente di parlarne. L’unica ragione per cui lo so, in realtà, è perché qualche volta si dimenticava di mettere gli incantesimi silenzianti attorno al letto, e tutti potevamo sentirlo implorare pietà da suo padre, mentre dormiva.” Anche lui sembrava afflitto e impotente.

 Improvvisamente, Harry si voltò e tirò un pugno contro il muro di pietra, bisognoso di qualche cosa per sfogare la sua rabbia. “Odio quel fottutissimo uomo,” disse, la rabbia che gli ardeva negli occhi e la feroce espressione sul suo viso lo facevano sembrare pericoloso.

Il serpeverde lo guardò ad occhi spalancati. Draco arrivò correndo, avvolse le braccia intorno alle gambe di Harry, e guardò il compagno con sguardo accusatorio.

 “Hai detto che non gli avresti fatto del male,” disse più ferocemente che poté.

 Blaise era ancora senza parole per la dimostrazione della rabbia del moro, ma questi respirò profondamente e si inginocchiò per parlare col bambino. “Draco, Blaise non mi ha fatto male,” disse fermamente. “Sono stato io a colpire il muro perché ero arrabbiato per qualcosa, e non volevo fare del male a Blaise o a qualcun altro.”

 “Ma è stato Blaise che ti ha fatto arrabbiare,” il suo tono era ancora pieno di rabbia e scoccò un’altra occhiataccia al serpeverde.

 Harry si accorse che Piton era di fianco a loro, ma lo ignorò cercando di calmare il più piccolo.

 “No, Draco. Blaise mi ha detto delle cose che mi hanno fatto pensare a qualcun altro. È con quel qualcun altro che sono arrabbiato, non con lui.” Spiegò.

 Draco guardò prima lui, poi Blaise sospettosamente, prima di tornare a guardare il moro. “E quindi con chi sei arrabbiato?” chiese.

 “Solo con una mia vecchia conoscenza con cui ho litigato qualche volta nel passato. Non è nessuno che è qui adesso.” Spiegò. Non gli avrebbe detto che era arrabbiato proprio con suo padre. Fissò lo sguardo su di lui, assicurandosi di avere la sua completa attenzione. “Ricorda solo che non sono assolutamente arrabbiato con te,” disse dolcemente, ma con fermezza.

 Quando eri quello su cui le persone riversavano il loro furore, tendevi a spaventarti molto di più quando le persone si arrabbiavano. Harry sapeva che, probabilmente, sembrava ancora abbastanza irato, ma non voleva che Draco pensasse che fosse arrabbiato con lui, o che sarebbe rimasto ferito da tutto quello.

 Il bambino lo fissò per un momento, poi gettò le braccia intorno al collo del grifondoro, che lo abbracciò di rimando.

 “Potter. Vorrei parlarti in privato. Draco, torna con Blaise al tavolo e finisci la tua colazione,” ordinò Piton senza lasciare spazio a qualsiasi protesta.

 Draco sapeva che cosa significava quel tono e si allontanò da Harry. Sembrava orribilmente straziato e sull’orlo delle lacrime.

 “Stai con Blaise mentre parlo con il tuo padrino. Ti prometto che torno subito,” disse il moro, sorridendogli rassicurante.

 

* * * * *

 

RECENSIONI

 

cesarina89: Riferirò a Vorabiza!! Grazie e baci!!

 

DJKIKA: è incredibile quante persone conoscano Vorabiza…non credevo fossimo così tante!! Sono contenta di averti fatto ritrovare questa ff perché merita!! Grazie e baci!!

 

Alynna: grazie per la traduzione!! Hai ragione…è una vera faticaccia…infatti dai prossimi capitoli saremmo in due a tradurre, o comunque avrò un altro aiuto… sto perdendo il senso dell’italiano!! Draco è davvero “puccioso”, come dici tu…io lo trovo a dir poco adorabile!!!! Grazie e baci!!

 

999: sono contenta che ti sia piaciuta anche se non ti piace la coppia!! Significa che Vorabiza è riuscita ad affascinarti nonostante questo non sia il tuo genere preferito!! Grazie e baci!!

 

Desme: la ff non è mia, io sono solo la traduttrice di Vorabiza. Se ti piacciono le Harry/Draco ti suggerisco “Secrets”, sempre di Vorabiza. Purtroppo non so se questa ff ti piacerà andando avanti… potresti già odiare il terzo capitolo!! Aspetta… odiare no, ma potrebbe non piacerti per via di Lucius…ma sono interpretazioni, e Lucius cambia a seconda delle esigenze dell’autrice e della storia. Nell’altra che ti ho suggerito, sono sicura che ti piacerà di più!! Baci e grazie!!

 

Goten: grazie sia per la storia che per la traduzione!!! Baci!!

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Capitolo 4
*** Alleati e Storie ***


cap 4 FINITO

Scusate!!!!! No accadrà più, promesso!!! Il quinto e il sesto capitolo sono già pronti, quindi nessun ritardo almeno per un po'!!!!

baci dede

* * * * * 

Declaimer: Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K. Rowling.

Autrice: Vorabiza

Traduttrice: dede

Beta: Resha

Storia in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795

Buona lettura!!

* * * * * 


Draco tornò lentamente a sedersi al tavolo, continuando a lanciare a Harry sguardi preoccupati.
 
Piton mosse la sua bacchetta e lanciò un incantesimo Silenziante intorno a loro, in modo che non ci fosse alcuna possibilità di venire ascoltati. Il moro era leggermente sorpreso dal fatto che il professore volesse tenere la discussione nella Sala Grande, tuttavia era contento che l’uomo non l’avesse portato fuori dalla vista del bambino. Draco era già abbastanza spaventato, e, forse, anche Piton lo aveva capito. Il grifondoro non era sicuro di essere, o meno, nei guai.
 
“Adesso, ti dispiacerebbe dirmi che cosa ti ha fatto talmente arrabbiare da farti attaccare il muro? ” chiese tranquillamente il professore, con voce bassa ma terribilmente pericolosa.
Harry capì immediatamente che si sarebbe trovato in grossi guai se non avesse avuto una ragione pìù che valida, e e relativa a Draco, per la sua rabbia.
Forse si stava sbagliando, ma gli sembrava che l’uomo, in quel caso, avrebbe potuto chiudere un occhio sul suo comportamento, essendo più interessato a capire se ci fosse qualche problema riguardante il bambino. Non appena si ricordò ciò che Piton voleva sapere, la rabbia appena acquietata tornò a ribollire in superficie. Era già abbastanza in ansia per la salute di Draco, e l'odio che provava per Lucius Malfoy non lo aiutava a placare i suoi sentimenti.
 
Il grifondoro si mise a riflettere dando le spalle al bambino, abbassò la testa in modo da nascondergli l’espressione scura che, lo sapeva, si stava nuovamente dipingendo sul suo volto. “Con tutte le probabilità, Voldemort aiuterà presto i suoi Mangiamorte a scappare e, a quel punto, avrò un motivo in più per uccidere quel bastardo di Lucius Malfoy,” disse furioso.
 
Non registrò lo shock che, per qualche secondo, attraversò i lineamenti di Piton, ma lo fecero molti altri nella Sala Grande. Il professore scosse leggermente la testa e fissò intensamente Harry.
 
“Ti prego, dimmi, perché ti è venuta questa improvvisa voglia di commettere un omicidio?” chiese senza problemi.
 
Il grifondoro guardò tetro il suo insegnante, ma, per una volta, questi sembrò capire che quello sguardo non era davvero diretto a lui e lasciò passare. Harry sarebbe rimasto estremamente sorpreso se avesse potuto ascoltare i pensieri di Piton, che, al momento, si stava chiedendo se fosse una buona o una cattiva cosa che Lucius non fosse lì di fronte al ragazzo.
“Quell’uomo non merita di chiamare Draco figlio,” sputò fuori.
 
Gli occhi di Piton si strinsero, sospettosi. “Che cos’è che hai scoperto, di preciso?” chiese.
 
“Non quanto avrei voluto,se ho intenzione di dare veramente una mano a Draco, ma abbastanza per aiutare me stesso, farò tutto quello che posso per aiutarlo,” disse pieno di rabbia. Il professore lo esortò con gli occhi e il ragazzo continuò a spiegare quel poco che sapeva. “La scorsa notte Draco si è svegliato urlando per un incubo. Era assolutamente terrorizzato. Gli ho parlato, ma tutto quello che sono riuscito a fargli dire è dire è che si trattava di un sogno riguardante qualcosa di veramente accaduto. L’ho calmato e gli ho detto che ne avremmo parlato oggi.”
 
“E Blaise Zabini?” chiese Piton.

“Blaise non ne sa molto di più, ma voleva sapessi che Draco fa ancora gli stessi incubi, piuttosto frequentemente. Ha detto che l’unica ragione per cui ne è venuto a conoscenza  è che Draco, qualche volta, ha dimenticato di mettere incantesimi Silenzianti intorno al suo letto,” spiegò.
 
“Che altro?” domandò l’uomo, con gli occhi sempre più stretti.
 
In risposta, l’espressione del moro diventò ancora più scura; serrò saldamente i pugni lungo i fianchi. “Il fottuto bastardodeve aver punito Draco severamente, come minimo da prima che che avesse quattro anni. Blaise non sapeva nient’altro, a parte il fatto che, il paio di volte in cui ha sentito Draco avere i suoi incubi, l’ha sentito supplicare pietà a suo padre. Nessun bambino dovrebbe supplicare pietà al proprio padre."
 
Piton sembrava a metà tra l’essere orripilato e totalmente furibondo. Non era una combinazione gradevole. Anche lui si passò una mano tra i capelli, agitato, come aveva fatto prima il moro.
 
“Perché non lo sapevo?” chiese. La sua voce conteneva sia furia crescente che frustrazione. Harry sapeva quanto lui stesso si era arrabbiato per quella faccenda, e poteva solo immaginare cosa stesse provando l’uomo. Draco era il suo figlioccio, e non sapeva nemmeno che questi avesse degli incubi a causa di suo padre. Non sapevano nemmeno esattamente che cosa Lucius gli avesse fatto.
 
“È solo una supposizione, ma scommetterei che Lucius abbia minacciato la sua vita se l’avesse detto a qualcuno. Quel miserabile fottuto bastardo,” sputò Harry. “Inoltre, sono sicuro che Draco abbia minacciato Blaise e i suoi compagni di dormitorio se avessero detto qualcosa. A quanto mi ha detto, Draco si rifiutava di parlarne.”
 
Il fatto che non stesse nemmeno commentando era una testimonianza di quanto Piton stesso fosse furioso con Lucius, senza contare il fatto che non stava togliendo punti per il linguaggio o l’atteggiamento di Harry.
 
“Così, perché Blaise te l’ha detto?” indagò il professore.
 
Il grifondoro riservò all’uomo uno sguardo omicida che rivaleggiava con il suo. “Perché Blaise ha immaginato che farò  tutto quello che posso per Draco. Forse, spera che io possa aiutarlo vedendo come Draco sia propenso a parlare a quest’età, o almeno come ci riesca con me.”
 
Improvvisamente, il pugno dell’insegnante colpì il muro di pietra e il moro spalancò gli occhi, shockato dal fatto che Severus Piton, il largamente riconosciuto Signore del Controllo stesso, aveva reagito come lui. Sapeva che c’erano dei maschi che tendevano a colpire le cose quando si arrabbiavano molto, ma non si sarebbe mai aspettato quel tipo di reazione parte di quell’uomo. Se lo aspettava da persone come Zio Vernon e Dudley, ma sicuramente non da un uomo come Piton.
 
Harry non era esattamente orgoglioso del proprio comportamento, avrebbe potuto scommettere che il professore non sarebbe stato contento di sé per aver perso il controllo in quel modo – specialmente per il fatto di aver imitato la sua reazione. Probabilmente non era l'unica persona che cedeva a sfoghi violenti nei momenti di rabbia.
 
Che altro avrebbe dovuto fare? Sfoderare la sua bacchetta e iniziare a maledire Harry e Blaise in qualità di messaggeri? Probabilmente avrebbe proprio voluto farlo, e il grifondoro sentiva di essere dannatamente grato del fatto che stava invece colpendo il muro. Se non altro, alla fineHarry sapeva che, ora, non l’avrebbe punito per il suo comportamento.
 
Qualunque fosse la ragione per cui aveva colpito il muro, la frustrazione e il furore di Piton avevano ovviamente raggiunto il punto in cui c’era il bisogno di qualche tipo di sfogo. Il moro non ne era particolarmente sorpreso, immaginava che la sua frustrazione potesse aver facilmente sorpassato il livello di massima sopportazione all’idea che proprio Harry Potter, tra tutte le persone, fosse quello di cui Draco si fidava, piuttosto che lui stesso;senza contare tutto il resto.
 
I due non avevano una buona storia alle spalle, ma in quell’esatto momento, il ragazzo sentì una certa affinità con l’uomo. Harry inarcò un sopracciglio. “Non aiuta molto, ma da un minimo di soddisfazione, vero?” chiese.
 
Piton annuì brevemente. Sfoderò la bacchetta e lanciò un incantesimo che guarì la sua mano, la mosse in direzione di quella dell’altro che guarì allo stesso modo.
 
“Mi terrai informato in tempo reale non appena scoprirai qualcosa,” disse brevemente.
 
Harry annuì semplicemente.
 
“E, Potter,” disse l’altro con molta calma. “Ti aiuterò personalmente a ucciderlo.”
 
Il ragazzo annuì di nuovo, non esattamente sorpreso da quella dichiarazione. “Sì, signore.”
 
Il professore mosse di nuovo la bacchetta, facendo svanire l’incantesimo Silenziante. Insieme si voltarono e tornarono ai loro rispettivi tavoli. Il grifondoro capì due cose in un solo momento. Draco stava piangendo mentre Blaise stava cercando di trattenerlo e il resto della sala era assolutamente silenziosa mentre li fissava in stato di shock. Al momento, non si curò di essere sotto lo sguardo di tutti e focalizzò la sua attenzione sul bambino.
 
Appena Blaise capì che la sua attenzione era sul bambino, lo lasciò andare e il piccolo fagotto volò tra le braccia del più grande. Questi si abbandonò sulle ginocchia e abbracciò forte il bambino piangente, seppellendo la faccia nei suoi capelli, come stava facendo Draco con i suoi vestiti. Il grifondoro gli mormorò parole rassicuranti e, gradualmente, il piccolo iniziò a tranquillizzarsi e a singhiozzare di meno.
 
“Harry,” lo richiamò Blaise da dietro. Il moro alzò lo sguardo e vide che l’altro gli stava tendendo un fazzoletto. lo prese e cominciò ad asciugare il viso al bambino ad aiutare il bambino ad asciugare il viso e soffiare il naso.
 
“Dovrò comprarne un po’ di questi,” mormorò a sé stesso.
 
Il serpeverde lo sentì e gli sorrise. “Draco ne ha a tonnellate giù nei dormitori.”
 
Il piccolo preso in questione guardò verso l’alto con curiosità. “Ho delle cose qui?” chiese. Ovviamente non ci aveva pensato.
 
Blaise annuì. “Hai un sacco di cose giù nei dormitori di Serpeverde, che aspettano solo il tuo ritorno.”
 
“Ti piacerebbe andare a darci un’occhiata più tardi?” chiese Harry. “Se non altro, risolverò il problema dei fazzoletti,” mormorò.
 
Il serpeverde gli sorrise, ma si rivolse al piccolo. “Posso portarvi lì entrambi oggi dopo lezione, se vi va,” si offrì.
 
Gli occhi di Draco si accesero un po’. “Mi piacerebbe,” disse timidamente.  Poi, però, si girò verso il suo custode ricordando gli eventi della mattinata. Afferrò la mano del ragazzo, esaminandola più da vicino.
 
“La mia mano sta bene. Anche il tuo padrino sta bene. Ci ha guariti entrambi, siamo come nuovi,” disse allegramente.
 
Il mento del piccolo tremò un po’. “Avevo paura. Sembravate entrambi così arrabbiati,” sussurrò.
 
In quel momento, era come se Harry si fosse colpito da solo. “Draco,” disse fermamente, fissando il bambino negli occhi. “Non importa quanto sia arrabbiato. Non ti farò mai del male. Non sono arrabbiato con te e, anche se lo fossi, non ti farei mai comunque soffrire.”
 
“E Severus?” chiese con voce veramente sottile. “Lui è amico di mio padre.”
 
Solo per il bene del biondo il grifondoro riuscì a nascondere i suoi sentimenti dietro una maschera. Draco non se ne accorse, fortunatamente, ma Blaise notò che il ragazzo aveva improvvisamente serrato i pugni dietro la schiena del più piccolo.
 
“Draco, lo stesso vale per Severus. Non importa se è amico di tuo padre o meno. Non ti farà mai del male, anche se fosse arrabbiato con te, o con qualcun altro, come oggi,” spiegò il moro.
 
Il piccolo serpeverde sembrava ancora preoccupato e il più grande cercò un modo per calmare questo bambino che gli stava spezzando il cuore(per calmarlo poiché il vederlo così gli stava spezzando il cuore). “Draco, hai visto che abbiamo entrambi colpito il muro?” chiese.
 
Questi annuì.
 
“Bè, vedi, l’abbiamo fatto perché eravamo arrabbiati e non volevamo fare del male a nessuno. Proprio come me, se Severus si arrabbia troppo e vuole picchiare qualcuno, piuttosto che farlo colpisce il muro.”
 
Sia Harry che Blaise notarono che il biondo aveva sobbalzato quando il ragazzo aveva pronunciato la parola picchiare. I pugni del moro si serrarono ancora più strettamente dietro al più piccolo. Senza saperlo, Draco stava confermando i loro sospetti. Sembrava che Lucius Malfoy avesse la tendenza a fargli del male in qualche modo.
 
Però il bambino sembrava finalmente più calmo, e aveva un’espressione pensierosa in viso. “Così, se finisco nei guai, Sev’rus non mi farà del male? Darà solo un pugno al muro se si arrabbierà troppo?” chiese tranquillamente.
 
Il grifondoro semplicemente annuì.
 
Draco si voltò verso il compagno di casa. “E tu davvero non hai fatto niente per fare del male a Harry?” chiese.
 
“No, Draco, ti ho detto che non avrei fatto niente del genere e non l’ho fatto,” rispose l’altro sommessamente.
 
Il biondino sospirò. “Quindi è tutto a posto?” chiese a Harry.
 
Questi sorrise dolcemente. “Sì, è tutto a posto. Penso che la colazione sia ormai finita. Che cosa ne dici di andare a prendere le nostre borse e andare di corsa in classe? Te la senti ancora?” chiese.
 
Draco si rimise in piedi e annuì vigorosamente, correndo a prendere la sua borsa. Harry sbatté le palpebre, un po’ stupefatto che il suo umore potesse cambiare così facilmente.
 
“Siamo nei guai con Piton?” chiese Blaise in fretta e silenziosamente.
 
L’altro scosse la testa. “No. È solo arrabbiato con Lucius.”
 
Non ebbero tempo per continuare la conversazione mentre arrivavano al tavolo. Draco stava lottando per far passare il braccio attraverso la tracolla della borsa. Harry lo aiutò a mettere lo zaino poi raccolse il suo.
 
Tese la mano al bambino. “Andiamo?” chiese allegramente, pronto a partire e mettendo da parte ciò che era appena successo per pensarci più tardi.
 
“Sì!” esclamò il più piccolo.
Il grifondoro rise. “Vorrei avere la tua stessa voglia di andare a lezione la mattina,” disse con aria rassegnata mentre camminavano.

“Anche io,” mormorò Blaise, procedendo dall’altra parte di Draco. Tiger e Goyle li stavano tranquillamente seguendo. Appena si avvicinarono alle porte principale, Hermione e Ron si avvicinarono mettendosi dall’altro lato.

"Voglio vedervi fare magie," disse il bambino eccitato.

Il moro gli sorrise. "Forse non ci sarà bisogno di tenerti occupato con le tue cose a lezione oggi. Sarai troppo occupato a guardare tutti," disse spiritoso.

"Se non che avete Ruf oggi. Ma non ci sarà comunque alcun bisogno di tenerlo occupato perchè si addormenterà esattamente come tutti gli altri," disse Blaise ridendo.

Harry e Ron risero con lui, mentre Hermione gli lanciava un'occhiataccia. Il moro era leggermente impressionato dal fatto che Ron stesse ridendo invece di guardarli male. Si chiese quanto l’amica lo avesse istruito durante colazione. Qualunque fosse la ragione per cui tutti stavano andando d'accordo, almeno temporaneamente, Harry ne era grato.

Era anche estremamente grato che Hermione e Ron non lo stessero tartassando per avere spiegazioni su quello che era appena successo nella Sala Grande. Sia lui che Draco si erano già abbastanza nervosi da bastare per tutta la giornata a venire, e per una volta i suoi amici sembravano averlo capito. Oltre a questo, sapevano che sarebbe esploso se si fossero azzardati a sconvolgere nuovamente il bambino interrogandolo proprio adesso.

"Nessun altro prende appunti in classe oltre a me?" sbuffò la ragazza.

Blaise guardò il piccolo con aria rassegnata. "In realtà, di solito lo fa Draco, quindi immagino di essere nei guai finchè non sistemeremo la faccenda. Pansy di solito prende appunti, forse potrei parlarle per convincerla a passarli," disse pensieroso.

"Allora farai meglio a pensare a quello che dovrai darmi in cambio," disse la ragazza appena nominata comparendo alle spalle del compagno di casa.

Questi girò su sè stesso e tornò indietro, affrontandola faccia a faccia. "Ah, andiamo, Pansy cara. Tu sai che vuoi passarmeli perchè mi ami," disse dolcemente, sbattendo le sue lunghe ciglia scure per lei.

La ragazza sbuffò in modo molto poco femminile. "Nei tuoi sogni, Zabini," disse bruscamente, anche se stava cercando di sopprimere un sorriso.

Blaise le fece l'occhiolino prima di voltarsi e tornare di nuovo dagli altri.

Harry stava ridendo. "Merlino, ho un certo senso di déjà vu. Sembra che non importi a quale casa si appartenga, le suppliche per gli appunti sono sempre le stesse." Ron e Hermione fulminarono il loro amico.

"Non guardarmi così, Ron," disse ridendo. "Imploriamo Hermione nello stesso identico modo, come Blaise ha appenna implorato Pansy. E vorrei scommettere che anche lei finirà per cedere, proprio come fa Hermione, perchè hanno pietà di noi poveri senza speranza, che siamo colpiti da un incantesimo soporifero pochi minuti dopo essere entrati nella classe di Ruf."

Risero tutti a quelle parole, ma entrambe le ragazze si chinarono un po' in avanti e si scambiarono uno sguardo.

"Penso che dovremmo farli soffrire," disse colloquialmente la serpeverde all'altra.

"O farli pagare molto," condordò questa.

Le due annuirono tra loro, poi andarono dritte per la loro strada, ignorando i ragazzi.

"Merlino, Harry! Perchè hai dovuto aprire quella tua boccaccia?" esclamò Ron.

"Già, Harry! Ora siamo fottuti!" gridò Blaise.

"Mi dispiace! Non volevo! Stavo solo cercando di farvi notare che i membri delle nostre due case non sono poi così diversi come abbiamo sempre pensato," disse senza speranza l'accusato. Ironia della sorte, facendo fronte comune contro di lui, in quel momento tutti stavano andando d’accordo.

"Sì, adesso tutti noi idioti siamo bloccati senza appunti di storia," ringhiò il rosso per finta.

"Quando troveremo qualcun'altro a cui scroccare gli appunti, Weasley, dovremo solo lasciare Harry fuori dal giro," disse il serpeverde.

"D'accordo," disse l'altro risoluto.

Poteva stare al gioco, pensò l'altro grifondoro con un intimo sorriso. Guardò dispiaciuto il più piccolo del gruppo, che era stato ad ascoltare lo scambio di battute con occhi spalancati. "Bè, Draco, immagino che saremo solo tu ed io. Dovrò contare su di te per tenermi sveglio durante Storia della Magia dopotutto, così potrò davvero prendere appunti tanto per cambiare."

"Certo, gioca la carta del bambino di quattro anni," lo prese in giro Pansy.

Harry si strinse nelle spalle. "Bè, se potessi guardare gli appunti di qualcun'altro...," disse, seguendo lentamente il velato suggerimento.

"Bene!" sbuffò Hermione, ignorandolo. "Non ti approfitterai di un bambino."

"Non ti lascerò usare Draco," sbuffò anche Pansy, fingendo di non prenderlo in considerazione.

Blaise e Ron soppressero un ghigno verso il vile tentativo del moro di usare Draco come leva, mentre il ragazzo rivolse di nuovo il suo sguardo verso il bambino. "Ce l'abbiamo fatta per un soffio," gli sussurrò con fare cospiratorio. "Dobbiamo moltissimo alle ragazze perchè hanno appena salvato il nostro pisolino della lezione di Ruf."

"Hai dannatamente ragione," Pansy mise un finto broncio, mentre Hermione annuì in accordo).

"Ah, riuscirò a ripagarvi in qualche modo," promise il ragazzo con un sorriso.

"Penso che te la saresti cavata piuttosto egregiamente a Serpeverde," disse Blaise con ammirazione.

Harry gli strizzò scaltro l'occhio e sorrise malizioso. "Lo so," disse semplicemente. Gli altri si fermarono di botto e lo fissarono in shock, ma il moro non diede loro la possibilità di fargli domande mentre entrava nell’aula di Trasfigurazione con Draco.

Scelse dei posti centrali nell'ultima fila. Nel mezzo, perchè sarebbero stati a metà tra le parti Grifondoro e Serpeverde della classe. In ultima fila, perchè sperava di riuscire a tenere il bambino lontano dai riflettori, almeno un po'.

Hermione e Ron si sedettero dalla parte di Harry e Blaise e Pansy da quella di Draco. Tiger e Goyle, silenziosi come sempre, si sedettero direttamente di fronte ai due. Il grifondoro era grato che la stazza dei due Serpeverde lo avrebbe aiutato a schermare il bambino dal resto della classe. Si chiese brevemente se si fossero seduti lì per quel motivo e decise che doveva essere così. Non erano nient'altro che leali verso Draco. In quella giornata non avevano fatto altro che rinforzare quel giudizio.

Harry aiutò il piccolo a togliersi lo zaino prendere i pennarelli e qualche foglio bianco in modo da permettergli di disegnare durante l’ora, qualora lo avesse voluto. Era la prima lezione dell'anno e immaginava di dover prendere un sacco di appunti, almeno per un po', se non per tutto il tempo.

Mentre il bambino iniziava allegramente a colorare, Hermione catturò la sua attenzione. Lei e Ron lo stavano guardando con aria preoccupata.

"Stai bene?" sussurrò silenziosamente la ragazza.

Harry annuì. "Sto bene."

"Ci dirai che cosa cavolo è successo questa mattina?" chiese Ron.

"Abbiamo visto quanto Draco fosse sconvolto e non ci siamo azzardati a chiedertelo prima," aggiunse Hermione, lanciando al bambino uno sguardo preoccupato.

Anche Harry gli lanciò un’occhiata. "Credo che nemmeno adesso sia un buon momento," disse senza far rumore.

"Rispondi solo a una domanda," disse Ron. "Tu e Piton stavate davvero andando d'accordo?" chiese, con il viso contratto in una smorfia. La sola idea sembrava incredibile.

L'espressione di Harry si scurì per un momento prima di riuscire a mascherarla. "Diciamo solo che siamo d'accordo su almeno una cosa," disse. Lanciò un'altra occhiata al bambino. "Facciamo due," aggiunse.

La professoressa McGranitt iniziò la lezione, il che non lasciò alcuna opportunità di continuare la conversazione. Draco guardava con occhi sgranati l'iguana su cui il moro si stava esercitando e li spalancò al massimo quando la fece evanescere. "Wow!" sussurrò. Sicuramente sapeva come dare a Harry la sensazione di essere davvero riuscito a combinare qualcosa. Si misero a sorridere insieme mentre guardavano gli altri esercitarsi negli incantesimi.

Dopo Trasfigurazione, i due seguirono Ron e Hermione alla temuta lezione di Storia della Magia che era stata oggetto di discussione quella mattina. Il grifondoro non si prese nemmeno la briga di tirare fuori le sue cose e quelle del bambino. Se lo prese in grembo e,subito, questi si addormentò sonoramente. Poco dopo lo seguì anche il più grande che, con la testa ciondolante su quella del biondino, lo continuava a tenere fermamente abbracciato.

Hermione lanciò loro uno sguardo e, semplicemente, sorrise dolcemente prima di tornare ai suoi appunti. Ruf non notò nemmeno che in classe fosse presente un bambino, lasciando da parte il fatto che stesse dormendo sul grembo di un altro studente addormentato che non stava seguendo affatto.

Dopo un po’, Hermione gli diede una gomitata per svegliarlo. Questi richiamò gentilmente il piccolo e si diressero a pranzo. Draco si avvicinò al tavolo Grifondoro nervosamente, Harry invece lo fece con sicurezza. Era certo che avrebbero ricevuto un'accoglienza decisamente migliore della sera prima, specialmente da quando le lezioni erano andate bene per tutta la mattina, senza che nessuno creasse agitazione.

Il più grande mise il piccolo a sedere tra lui e Hermione con Ron seduto dall'altra sua parte. Sia che fosse il tavolo Grifondoro o Serpeverde, Draco era in mezzo a persone che lo avrebbero protetto.

Mentre Harry cominciava a riempirgli il piatto, Neville, Seamus, Dean e Ginny si sedettero dall'altra parte del tavolo.

"Ehi, ometto," salutò Seamus allegramente, con i suoi soliti modi turbolenti.

Draco gli sorrise timidamente. "Ciao Seamus," disse semplicemente.

Il ragazzo gli fece l'occhiolino. "Tu e Harry avete fatto un buon pisolino?" chiese.

"Sì, grazie tante," replicò Harry, rispondendo per Draco.

Ginny si alzò e offrì la mano al bambino dall'altra parte del tavolo. "Non siamo ancora stati presentati," disse. "Io sono Ginny Weasley, la sorella minore di Ron."

Il serpeverde le strinse la mano con aria grave. "Io sono Draco Malfoy. Piacere di conoscerti," disse con la sua voce formale, adorabile per un bambino di quattro anni.

"Anche io sono felice di conoscerti, Draco," disse la ragazza con un sorriso mentre tornava a sedersi.

"Stai cercando di tenere Harry lontano dai guai?" chiese perfida, facendo l'occhiolino a Harry.

Seamus sbuffò. "Non con lo spettacolo che ha messo in scena questa mattina."

Il moro scosse la testa, ma i suoi compagni Grifondoro ovviamente non recepirono il messaggio. "Già, Harry, che cosa è successo 'sta mattina?" chiese Dean.

"Niente," disse l'interrogato brevemente.

Questo ovviamente causò un altro sbuffo da parte di Seamus. "Sì giusto. Tu e Piton stavate soltanto tirando pugni al muro. Che cosa cavolo è successo?"

Draco aveva abbandonato la forchetta e stava di nuovo tremando al ricordo di quello che era successo la mattina. Harry fulminò Seamus, poi tornò a guardare il piccolo. Gli sollevò il mento. "Ricordi quello che ti ho detto questa mattina?" chiese.

Il serpeverde annuì.

"Non c'è nessun motivo per cui tu debba avere paura. Devi solo ricordare che né Severus né io ti faremo mai del male e non lasceremo nemmeno che te ne faccia qualcun'altro," disse fermamente il moro.

Questi era a conoscenza che i Grifondoro circostanti avevano spalancato gli occhi nel sentirlo chiamare il professore con il suo primo nome, ma li ignorò, rimanendo concentrato su Draco.

"Ricordo," rispose sommessamente.

"Bene," disse Harry. "Ora ricordi quello che ti ho detto riguardo a come, a volte, le persone dicano certe cose perchè stanno cercando di proteggere le persone che amano?" chiese.

Il biondino aggrottò le sopracciglia in confusione, ma annuì. "Sì," disse di nuovo.

"Bè, come tu ti sei preoccupato per quello che è successo 'sta mattina, anche i miei amici si sono preoccupati," spiegò. "Non stanno cercando di spaventarti. Proprio come te, vogliono solo sapere se sto bene dopo quello che è successo. Sono anche un po' curiosi perchè di solito non vado in giro a tirare pugni ai muri," disse ironico.

"Oh," esclamò Draco, mentre un lampo di comprensione gli attraversava il viso. "E scommetto che sono preoccupati anche perchè di solito discuti con Sev'rus."

Il grifondoro gli sorrise con aria rassegnata. "Sì, angelo, quella è una delle ragioni per cui stanno facendo domande," ammise.

"Okay, bene allora," disse il piccolo, girandosi a fronteggiare gli altri. Prese un profondo respiro poi si lanciò nella spiegazione. "Bene, prima Blasie ha allontanato Harry dicendo che aveva qualcosa da dirgli e io ho pensato volesse fargli male. All'inizio non volevo che andasse ma poi mi ha detto che sarebbe andato tutto bene. Però dopo ha colpito il muro e ho pensato che Blaise avesse fatto qualcosa per farlo arrabbiare. Harry però ha detto che non era andata così. Ha detto che lui gli aveva solo dato delle informazioni e si era arrabbiato pensandoci."

Draco diventò pensieroso per un attimo. "Però non so ancora quali siano queste informazioni che Blaise gli ha dato. Ma non credo importi," disse, scuotendo la testa, rispondendo alla sua stessa domanda. Prese un altro respiro profondo e tornò alla sua spiegazione.

"Bene, allora Harry mi ha spiegato e mi ha detto che andava tutto bene e che Blaise non aveva fatto niente di male. Mi ha detto che non avrebbe mai fatto nulla per farmi del male, ma non pensavo comunque che l'avrebbe mai fatto. Avevo solo paura che Blaise avesse fatto male al mio Harry. Allora ho pensato che le cose stessero andando bene, ma poi sono peggiorate." fece una pausa per prendere un respiro profondo.

Harry stava sorridendo divertito alla versione che il più piccolo stava dando di quello che era successo la mattina. Una volta che aveva cominciato, era divertente ascoltare la sua parlantina. Gli altri Grifondoro lo stavano fissando in vari stati di divertimento, uniti a confusione e meraviglia. Il moro pensava che tutti avessero notato che Draco l'aveva chiamato "il mio Harry". Aveva visto i loro occhi spalancarsi leggermente di più alla quella calma dichiarazione nel bel mezzo della storia.

"Bè, Sev’rus è arrivato e mi ha fatto portare al tavolo da Blaise. Voleva che Harry gli dicesse quello che aveva appena appreso. Non volevo che Harry se ne andasse di nuovo, ma lui mi ha detto solo che sarebbe andato tutto bene come era successo prima. Non sono sicuro che quel che aveva detto avesse importanza, perchè quando Sev'rus ti dice di fare una cosa in quel modo, è come un ordine," dichiarò il biondino, annuendo con testa con enfasi.

Harry sorrise mentre tutti i Grifondoro insieme annuivano automaticamente, in accordo con il Serpeverde. E, a dire la verità, sapevano tutti molto bene come Piton ordinava di fare qualcosa. Ascoltavi o, se non lo facevi, sapevi che ci sarebbero state delle conseguenze da pagare.

"Ho ascoltato Sev'rus perchè non mi azzardavo a non farlo." continuò. "Ma Harry non mi avrebbe detto che sarebbe andato tutto bene se non fosse stato vero. Lui mi dice la verità. Bè, comunque, Blaise mi ha riportato al tavolo e Harry se n'è andato con Sev'rus. Ma poi mi sono di nuovo spaventato tanto. Harry sembrava davvero spaventoso ma sapevo che non mi avrebbe fatto del male. Ma Sev'rus," Draco si fermò momentaneamente mentre un brivido gli scuoteva il corpo.

Il più grande gli mise un braccio intorno alle spalle, rassicurandolo, e il piccolo riprese da dove si era fermato.

"Sev'rus sembrava davvero spaventoso," bisbigliò, "Avevo davvero, davvero paura che potesse fare del male al mio Harry, o a qualcun'altro."

Draco prese una pausa dal suo discorso e prese un altro respiro profondo. Questa era la parte brutta della storia e tutti pendevano dalle sue labbra, mentre ricordava il suo terrore.

Hermione diede un colpetto al braccio del bambino. "Va tutto bene, Draco. Ti capiamo perchè faceva davvero paura anche a noi."

Il biondino annuì ardentemente. "Bè, è proprio vero. Sembrava davvero così spaventoso e anche Harry lo sembrava, e pensavo che stesse per succedere qualcosa di davvero brutto. Poi Sev'rus ha colpito il muro proprio come Harry. Immagino che sia stato a causa dell'informazione; deve aver fatto pensare a Sev'rus la stessa persona perchè si era arrabbiato davvero tanto. Poi ha guarito la sua mano e quella di Harry. Quello mi ha reso davvero felice ma ero ancora spaventato. E poi hanno finalmente finito di parlare e Harry è tornato indietro e mi ha stretto e mi ha lasciato piangere. E ho pianto veramente, perchè avevo davvero tanta paura," disse.

Dopo un altro respiro profondo, "Bè, quando ho smesso di piangere, Harry mi ha parlato e mi ha spiegato tutto. Ha detto che Sev'rus non mi avrebbe mai fatto del male, proprio come non lo avrebbe mai fatto lui. Anche se si fosse arrabbiato davvero, davvero tanto e anche se si fosse arrabbiato con me," disse, con gli occhi di nuovo spalancati al pensiero che il suo padrino non gli avrebbe mai fatto del male.

Scosse la testa. "Harry ha detto che non importava se Sev'rus era amico di mio padre. Non mi avrebbe fatto del male e io credo in Harry. Lui non mi racconterebbe mai una bugia così."

"No, non lo farei," Harry si inserì nella storia di Draco. "E tu devi solo ricordartene," disse, dandogli un buffetto sotto il mento.

Il moro non sapeva se tutti l'avessero recepito, ma sapeva che Hermione, almeno, aveva capito le implicazioni di quello che il piccolo stava dicendo. Aveva visto un lampo di comprensione nei suoi occhi quando lui aveva nominato suo padre. Con uno sguardo intorno al tavolo vide che anche Ginny aveva capito, a causa dell'espressione orripilata sul suo viso.

Però, nessuno dei ragazzi sembrava aver intuito qualcosa. Forse le ragazze avevano uno spirito di osservazione più acuto, pensò. In ogni modo, era giunto il momento di finire quella storia.

"Magia il tuo pranzo, Draco. Non hai mangiato poi così tanto a colazione, con tutto quel trambusto." disse, riportando l'attenzione del bambino sul pasto.

Draco seguì il consiglio e riprese il pranzo con entusiasmo. Harry lo guardò silenziosamente per un momento, poi Hermione catturò il suo sguardo. Anche lei stava guardando il più piccolo con un nuovo senso di compassione. Lanciando un'occhiata a Ginny attraverso il tavolo, vide che anche lei lo stava guardando in quel modo. Il moro ringraziò il fatto che entrambe le ragazze sapessero tenere un segreto.

Decise di seguire il proprio consiglio e anche lui si si dedicò al suo pranzo. Dopo che tutti ebbero finito, la Professoressa McGranitt si fermò dal loro tavolo. "Signor Potter, Silente vorrebbe vederti nel suo ufficio quando avrai finito di mangiare," disse stringendo le labbra.

Con uno sguardo Harry capì che non doveva aver approvato il suo comportamento di quella mattina. Inghiottì gravemente prima di rispondere. "Sì, signora." Lei annuì e continuò per la sua strada.

La mente del grifondoro stava lavorando velocemente. Sapeva che avrebbe dovuto parlare di quello che era successo e, sperava, anche di quello che aveva trasformato Draco in un bambino di quattro anni. Per quest'ultima cosa non c'era bisogno della presenza del piccolo,  non aveva proprio voglia di discutere dell'accaduto di fronte a lui.

Lui sarebbe stato stato molto più esigente dei Grifondoro riguardo alle risposte. Molti di loro avevano semplicemente accettato la versione dei fatti del biondino, e non sembravano aver capito di non aver realmente scoperto il motivo per cui Harry si fosse arrabbiato a quel modo.

Questi guardò il tavolo Serpeverde. Forse Blaise avrebbe potuto aiutarlo. Probabilmente, Draco era più abituato al suo amico che a tutti gli altri. Però, dopo gli eventi della mattinata, non osava nemmeno allontanarsi da Draco per parlargli.

"Hermione," Harry attirò la sua attenzione. "Mi faresti un enorme favore? Andresti a dire a Blaise del mio incontro e chiedergli se verrebbe con me?" chiese, lanciando uno sguardo significativo verso il piccolo.

Lei annuì in accordo, ma poi guardò nervosamente il tavolo Serpeverde. "Torno subito," disse con decisione.

Il moro la guardò avvicinarsi ai Serpeverde che, per quel che poteva dire, non dissero niente di offensivo, ma lei continuò dritta fino a Blaise. Parlarono per qualche minuto e il ragazzo si girò, catturando gli occhi di Harry, e annuì. Hermione tornò subito.

"Ha detto che ti aiuterà e ti ringrazia per avergli dato una scusa per evitare di andare a lezione di Erbologia questo pomeriggio." disse ironicamente.

Il moro scoppiò in un'improvvisa risata e si girò a sorridere a verso Blaise, che gli stava sorridendo compiaciuto. Il serpeverde incontrò Harry e Draco all'ingresso e si avviarono lentamente per le scale verso l'ufficio di Silente. Anche con l'aiuto dell'altro ragazzo, il grifondoro non era ancora sicuro di come avrebbe distratto Draco dall'incontro nell'ufficio del preside.


* * * * *

RECENSIONI

Hollina: Grazie per la recensione!! Hai scritto aggiorna presto... direi che tre mesi non rientra in “presto”... mi dispiace!! Cercherò di essere più diligente!!


Summers84: Draco bambino è davvero adorabile... mi verrebbe da spupazzarmelo all'infinito!


Nika_night : Grazie di recensire!! Comunque Draco è così facile da amare... sia nella versione adulta che in quella ridotta!! Che ne dici del continuo della storia di Lucius? Ti ispira? Bacio


PAMPAM: Grazieeee!!! A volte volte tradurre è una vera impresa... perdo il senso dell'italiano... per questo devo ringraziare la mia beta: Resha!!


desme: Lucius purtroppo è una nota dolente nell'infanzia di Draco, credo sia una ferita sanguinante che solo Harry può guarire, e per il momento si sta proprio impegnando!! Ho adorato questa ff non solo per la storia, ma anche per come Vorabiza sviluppa i caratteri secondari, come Tiger, Goyle e Blaise... e aspetta di leggere di Piton!! XD


DJKIKA: Harry trova sempre una soluzione!!


Alynna: Credo di averti tenuta fin troppo sulle spine con la domanda “ma cosa vorrà Piton”...ma credo che questo capitolo ne sia valsa la pena!! E, mi dispiace tanto, ma Draco ha ancora tante lacrime da versare...ma ci sarà Harry a consolarlo!! Comunque adesso che sono di nuovo da sola a tradurre potrebbe scapparmi qualche vocabolo in inglese!! =P


hay_chan: Haha!! Ti fai le domande poi ti rispondi da sola!! Ti adoro...

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Capitolo 5
*** Teorie ***


Un paio di comunicazioni importanti: Resha, la mia beta, purtroppo è stata allontanata da casa a causa del terremoto, quindi, almeno per qualche mese, non potrà corregere le mie traduzioni. A lei e a tutti gli altri sfollati vanno il mio sostegno, il mio pensiero e i miei più sinceri auguri. La seconda è che isabato 18 ho un esame di analisi e non avrò molto tempo da dedicare alla correzione del sesto capitolo, già tradotto. conto di postarlo tra 10 giorni, diciamo.

a presto

baci

dede

* * * * *

Declaimer: Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K. Rowling.

Autrice: Vorabiza

Traduttrice: dede

Beta: Resha

Storia in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795

Buona lettura!!

* * * * * 

Blaise mostrò di avere capito la situazione e si rivolse a Draco. “Hey, Draco, ti piacerebbe venire a fare un giro con me, mentre Harry va ai suoi noiosi incontri? Posso mostrarti qualche ritratto interessante che ha sempre dei gossip favolosi,” disse, provando ad attirare il bambino.

Draco sembrava intrigato, ma non si fidava ad allontanarsi dal grifondoro. Guardò in su verso di lui con aria preoccupata. “Andrà tutto bene, finché non andrai troppo lontano,” disse il più grande, accondiscendente, cercando di placare la paura del biondino.

“Ah, non lo porterò lontano,” disse Blaise. “I ritratti con i gossip migliori sono vicini all’ufficio di Silente. Ci allontaneremo solo di poco. Qui vicino ci sono anche delle statue.” Sussurrò al piccolo, “Sono sicuro che una sia un drago incantato.”

Gli occhi di Draco si illuminarono. “Proprio come il mio nome,” disse sottovoce.

Il moro annuì con aria d’intesa. “Sì, so che a sedici anni pensavi che fosse davvero incantato,” disse, indorando la pillola.(*)

Harry ringraziò il cielo, dato che il piano di Blaise per distrarre Draco sembrava funzionare in modo da evitargli di presenziare all’incontro, ma, da una parte, gli dispiaceva non poter partecipare all’esplorazione lui stesso. “Sembra che ti divertirai un sacco, angelo,” disse.

Il biondo annuì entusiasticamente, ma poi tornò a preoccuparsi. Arrivati ai gargoyle di pietra  Harry gli s’inginocchiò accanto. “Sarò giusto qui nell’ufficio di Silente. Se avrai bisogno di me, Blaise ti riporterà subito indietro,” disse.

Il bambino guardò il suo compagno di casa. “Promesso?” chiese.

“Promesso,” disse questi solennemente

“Va bene, allora,” rispose Draco, di nuovo allegro.

Harry guardò con aria rassegnata i gargoyle di pietra e realizzò di non aver chiesto la parola d’ordine alla McGranitt. “Puoi andare a fare un giro con Blaise, ma prima faremo un piccolo gioco,” disse.

“Che tipo di gioco?” chiese il più piccolo con interesse.

“Inizieremo nominano tutti i tipi di dolci che ci vengono in mente,” spiegò. “Ti va?”

Draco annuì entusiasticamente e iniziò ad elencare tutti i tipi di dolci magici.

Blaise inarcò un sopracciglio con aria interrogativa, ma Harry scosse la testa e continuò ad ascoltare il biondino. Gli venne in mente che avrebbe dovuto portare il bambino a Hogsmeade. Avrebbe adorato Mielandia, anche perché il grifondoro era sicuro che fossero stati inventati molti altri dolci da quando Draco aveva quattro anni. Harry non era sicuro che questo avrebbe funzionato davvero perché, forse, Silente avrebbe potuto facilmente usare uno dei più recenti dolci come parola d’ordine.

Però, Draco sembrava avere trovato la parola giusta infine, quando ‘palle di gelatina’ fece muovere il gargoyle. Il piccolo rimase senza fiato e sgranò gli occhi, guardando la statua.

Harry sorrise. “Ora devi solo ricordarti ‘palle di gelatine’ se hai bisogno di venire da me prima che abbia finito. Non dovrei metterci molto.”

Il più piccolo annuì solennemente. “Farò il bravo con Blaise e non andrò lontano,” promise.

Il suo custode lo baciò sulla fronte. “So che farai il bravo, angelo. Ora vai e divertiti.”

Blaise sorrise e offrì la mano al bambino. Questi la accettò, questa volta, e insieme si diressero giù verso l’ingresso. Draco si guardò dietro le spalle una volta e Harry lo salutò prima che arrivasse alle scale mobili.

Merlino, perdere di vista il bambino lo spaventava almeno quanto il biondino stesso era spaventato all'idea di allontanarsi da lui. Non erano passate neanche ventiquattro ore e il grifondoro si era già irrimediabilmente attaccato al ragazzino. Non voleva nemmeno pensare a quello che sarebbe successo una volta che Draco fosso tornato ad essere quello di una volta.

La porta in cima alle scale era aperta e Silente lo invitò ad entrare. “Entra, ragazzo mio, e siediti. Potrei chiedere dove si trova il Signor Malfoy?” chiese.

Harry lanciò un’occhiata a Piton, che lo stava fissando. “Non volevo che Draco assistesse a questo incontro. Sembra fidarsi abbastanza di Blaise e, insieme, abbiamo fatto in modo di fargli fare un giro intorno a questa zona del castello. Ha accettato finché non si fosse allontanato troppo.”

“Ah, e immagino che il Signor Zabini gli abbia promesso di mostrargli la statua del drago,” disse Silente nel suo esasperante modo in cui sembrava sapere tutto, con gli occhi scintillanti di malizia.

Il moro lo guardò sospettosamente. “Sì, sembrava un’idea divertente per Draco.”

“Non mi sorprende, è il preferito del signor Malfoy,” disse Silente. “Ma, forse, dovremmo parlare di cose serie prima che tornino.”

Harry e Piton annuirono. “Harry, ti dispiacerebbe spiegarci esattamente che cosa è successo questa mattina?”

Il ragazzo inspirò profondamente e descrisse gli avvenimenti della mattina. L’unico dettaglio importante che tralasciò, fù il suo desiderio di uccidere Lucius Malfoy e il successivo supporto di Piton per la faccenda. Quando ebbe finito di raccontare, stava di nuovo fremendo di rabbia a causa di quello che il maggiore dei Malfoy aveva fatto a suo figlio. Era così arrabbiato che non aveva nemmeno chiesto i dettagli di come esattamente il bambino fosse stato punito.

“Severus, è un resoconto accurato?”chiese Silente più come formalità. Se non fosse stata accurata, sapevano tutti che Piton l’avrebbe corretto immediatamente. Quest’ultimo annuì brevemente, e Harry realizzò che l’espressione di Piton era scura e arrabbiata come era stata la mattina. Se Lucius Malfoy fosse stato di fronte a loro in quel momento, entrambi l'avrebbero ucciso volentieri.

“Bene ragazzi miei, il vostro comportamento è piuttosto comprensibile, adesso,” disse Silente grave. “Sfortunatamente,non sono sicuro che ci sia molto che possiamo fare. Nient’altro oltre a quello che sta già facendo Harry, provando a far parlare Draco e confidarsi riguardo a quello che gli è successo, sperando che il bambino possa davvero guarire.”

“Albus, io non sono un tuo ragazzo,” digrignò Piton tra i denti.

Silente sventolò semplicemente una mano nella sua direzione. Harry cercò di trattenersi dal sogghignare, ma avrebbe scommesso che avevano già avuto questa discussione prima di allora.

“Devo chiedervi di astenervi dall’avere questo tipo di discussioni nella Sala Grande, in futuro,” disse Silente. “Capisco che Draco è ancora abbastanza insicuro nello stare lontano da Harry, e questo fatto influenza molto il luogo della discussione di questa mattina. Inoltre, la vostra rabbia è decisamente comprensibile, ma anche abbastanza inquietante da vedere, in modo particolare se non se ne conoscono i motivi.”

“Capisco, Albus,” disse Piton, annuendo brevemente.

“Sì, Preside,” concordò Harry.

“Ora che le formalità della vostra punizione sono finite, credo che ci sia altro i cui parlare riguardo all’attuale condizione del Signor Malfoy.”

Di soprassalto, il grifondoro realizzò che Silente stava ponendo lui e Piton alla pari, rivolgendosi loro in quel modo riguardo all’incidente di quella mattina, e la rivelazione più sorprendente era che Piton non sembrava aver nulla da ridire. Harry scosse la testa, riportando la sua attenzione alle parole del Preside.

“Capisco che hai scoperto alcune informazioni, Severus,” disse Silente dirigendo la conversazione.

Piton annuì. “Sì, ma devo ammettere che non le capisco completamente. Ho controllato la pozione di Draco l’altra notte e ho scoperto che era un preparato perfetto di una pozione ringiovanente. È una pozione estremamente difficile, in parte perché richiede precisi ingredienti che vanno aggiunti in un preciso momento per ottenere il numero desiderato di anni da diminuire. La pozione di Draco era fatta perfettamente per togliergli dodici anni, per portarlo alla sua attuale età di quattro.”

Piton inarcò un sopracciglio. “Non mi sorprende che il ragazzo sia stato capace di preparare questa pozione. Conosce le sue pozioni. Ma è proprio questo che mi confonde. Sono sicuro che fosse a conoscenza di quello che stava preparando. Alcuni degli ingredienti di cui aveva bisogno li avevamo usati per la pozione che avevo assegnato ieri, ma non tutti. È solo che non capisco come possa avere accidentalmente sbagliato a preparare questa pozione.” Concluse.

“Stai ipotizzando che abbia fatto la pozione deliberatamente?” chiese preoccupato Silente.

Piton si strinse nelle spalle, impotente, e Harry si sfregò gli occhi, chiedendosi se si stava immaginando le cose. Il Potion Master che conosceva non era mai insicuro di qualcosa, ma adesso stava mostrando di essere umano come il resto di loro – di fronte a Harry, non di meno.

“Non ha assolutamente senso che abbia fatto la pozione deliberatamente, ma non vedo come potrebbe essere altrimenti. Sono sicuro che il ragazzo dovesse sapere esattamente come far esplodere il calderone senza alterare le proprietà della pozione stessa,” spiegò Piton. “Inoltre, Draco è stato l’unico a essere colpito dalla pozione, era dosata. Non me lo sono domandato fino all’altra notte, ma quando sono tornato su quello che era successo, mi sono accorto che la pozione era evidentemente riservata soltanto a lui.”

“Presumo che ci sia un antidoto,” chiese Silente.

Piton annuì. “Questa è l’altra cosa che non capisco. Se Draco ha fatto questa pozione deliberatamente, sono sicuro che sapesse anche che l’antidoto che gli avrebbe permesso di tornare alla sua età è, sfortunatamente, una pozione che richiede quattro mesi per essere preparata correttamente. Ci vuole molta attenzione nel processo di preparazione e deve essere bevuta ventiquattro ore dopo che l’ingrediente finale sia stato aggiunto. Invecchiare è molto meno semplice che ringiovanire.”

“Questo, almeno, ha senso,” disse Silente. “Generalmente, persone vogliono essere più giovani, non più vecchie. Supporrei che la lunga preparazione dissuada gli adolescenti, in particolare, dal provare ad aggiungersi un paio d’anni.”

Piton annuì assente. “Sì, credo che questi siano fattori da furono considerati quando la pozione originale fu creata. Ma perché Draco si è sottoposto a una pozione come questa, sapendo che ci sarebbero voluti quattro mesi prima di poterlo fare tornare al suo stato originale?”

La stanza rimase silenziosa per un paio di minuti mentre i tre pensavano a quello che era appena stato detto.

“Se questo è quello che ha fatto, penso di capirne il perché,” disse Harry sommessamente.

Entrambi gli uomini si voltarono verso di lui con sorpresa. “Perché pensi che l’abbia fatto deliberatamente?” chiese Silente preoccupato.

“Lei ha detto che probabilmente avrebbe ricordato tutto quando sarebbe tornato grande, giusto?” chiese il grifondoro.

“Sì, considerando quello che non sappiamo di ieri, non possiamo saperlo con certezza, ma con queste pozioni, è sicuro che ricorderà tutto quello che accadrà mentre è ringiovanito,” spiegò Piton, scivolando facilmente nella modalità professore.

Il grifondoro annuì. “Allora, penso che anche solo questa ragione potrebbe essere sufficiente per fargli considerare l’idea. Più conosco Draco, più conosco suo padre, e riesco a capire il suo desiderio di tornare indietro e, essenzialmente, ricrearsi delle migliori memorie d’infanzia,” spiegò quasi malinconicamente.

Piton e Silente sembravano aver capito le possibili motivazioni di Draco, adesso, ma il ragazzo continuò. “Sfortunatamente, non conosco Draco così bene come invece vorrei conoscerlo, ma posso immaginare molte altre ragioni per cui l’abbia fatto. Non so quanto fosse vicino a sua madre prima che morisse questa estate, ma so che non ha chiesto di lei nemmeno una volta dall’incidente. A questo punto, entrambi i suoi genitori sono morti. Deve essere difficile farci l’abitudine, sia che li si ami o no. I genitori sono genitori e li si ama lo stesso, che lo si voglia o meno,” disse sommessamente.

Deglutì rumorosamente prima di continuare, poiché non gli piaceva quello che stava rivelando su sé stesso parlando di Draco. “Non sappiamo esattamente che cosa abbia fatto Lucius a suo figlio durante tutti questi anni,ma sappiamo che è stato qualcosa di brutto. Draco era arrabbiato con me perché avevo spedito suo padre ad Azkaban, la scorsa primavera, ma potrei scommettere che fosse solo una facciata, e che, dentro, se ne sentisse sollevato. No, anche se avesse davvero voluto suo padre in prigione, si sarebbe vendicato di ogni affronto subito, come un vero Malfoy, ma nel profondo, secondo me, era felice di averlo in un posto dove non poteva fargli del male, quest’estate."

“Penso che tu capisca Draco meglio di quanto pensi,” disse Piton tranquillamente.

Harry si strinse nelle spalle. “Ho passato un sacco di tempo pensando a lui durante l’estate.”

Il professore sollevò un sopracciglio con aria interrogativa, ma il moro lo ignorò e continuò con le sue teorie riguardanti le ragioni per cui il serpeverde avrebbe assunto la pozione ringiovanente. “Sono sicuro che Draco ci abbia pensato molto quest’estate. Con un padre improvvisamente in prigione e una madre morta, chiunque si sarebbe seduto a pensare e a rivalutare la propria vita. E se avesse realizzato che non gli piaceva particolarmente quello che vedeva e avesse voluto un nuovo inizio? Un metodo decisamente inusuale forse, ma tornare indietro e ricreare una parte della propria infanzia ha abbastanza senso quando ci si ferma a pensarci.”

Harry guardò Piton, piuttosto sorpreso del fatto che lo stesse lasciando divagare sulle sue teorie, ma continuò lo stesso. Aveva il vantaggio di aver speso innumerevoli ore pensando a Draco durante l’estate, e questa storia della pozione ringiovanente si stava davvero inserendo bene nei suoi pensieri riguardo a lui.

“Draco è a Serpeverde per una ragione. Nella sua posizione, sarebbe stato un piano davvero astuto ritornare all’età di quattro anni. Sa molto bene che, nell’insieme, non è molto ben-voluto nella scuola al di fuori della sua casa. Gli ci vorrebbero molto più di quattro mesi per convincere le persone del fatto di aver cambiato atteggiamento, se è quello che aveva scelto di fare. Invece, se avesse preso la pozione, sarebbe potuto diventare un adorabile bambino di quattro anni con molte più possibilità di farsi piacere dalla gente. Sapendo che non avrebbe ricordato niente del suo passato tornando all’età di quattro anni, avrebbe anche avuto l’occasione di sapere come sarebbe stato vivere senza l’influenza di suo padre. Bè, non la stessa influenza, in ogni caso. Se Draco avesse deciso di voler cambiare, doveva sapere che le sue abitudini ormai radicate sarebbero state difficili da interrompere. Particolarmente se suo padre avesse provveduto a radicargliele personalmente,” finì Harry, scuro in viso.

“Penso che la tua teoria sia davvero valida, ragazzo mio,” disse Silente con aria contemplativa.

Piton guardò il ragazzo con occhi stretti. “Potter, come hai fatto ad arrivare a queste conclusioni da solo? Sei sicuro che la tua casa non dovesse essere Serpeverde?” chiese sospettosamente.

Harry sorrise. “Sta dicendo che la mia teoria riguardo al possibile piano di Draco è degna di un serpeverde?” chiese.

Il professore lo fissò e il grifondoro cedette, ancora sogghignando. “Il Cappello Parlando voleva mettermi a Serpeverde,” ammise.

Piton si strinse la radice del naso e chiuse gli occhi. “È ovvio,” mormorò. “Solo un serpeverde avrebbe potuto immaginare un piano simile, e sia che fosse questo il piano di Draco o no, tu hai dedotto questa teoria da solo. Merlino, non mi sorprende che io abbia lottato con te tutti questi anni. Continui a scivolarmi tra le dita perché hai l’astuzia di un dannato serpeverde,” continuò mormorando.

“Grazie, signore,” disse Harry sfacciatamente, il suo sorriso ancora più largo, se possibile.

L’uomo lo fulminò con lo sguardo ma al ragazzo sembrò vero solo per metà. Piton si girò all’improvviso verso Silente. “Tu lo sapevi, vero, Silente?” chiese, aspettando la risposta.

Gli occhi di Silente scintillavano come pazzi. Annuì.”Sì, credo di avere avuto una discussione con Harry riguardo ciò alla fine del suo secondo anno.”

“Questo spiega molte cose,” mormorò l’altro, scuotendo la testa.

Harry decise di avere pietà dell’uomo e tornò alle sue teorie riguardo al bambino. “Credo di poter ipotizzare un’altra ragione per cui Draco avrebbe fatto qualcosa di così drastico,” disse.

“E sarebbe?” chiese Silente.

"Draco sarebbe al sicuro da Voldermort, in particolare durante le vacanze natalizie. Se avesse scelto di non seguire i passi di suo padre, allora sarebbe stato sicuro di essere un perfetto bersaglio. Un bambino di quattro anni sarebbe molto più al sicuro del figlio sedicenne del braccio destro di Voldemort. Se non altro, sarebbe stato libero dal ricevere il Marchio Nero per almeno i prossimi quattro mesi,” spiegò.

“Bene, sembrerebbe che il Signor Malfoy avesse un certo numero di ragioni per scegliere di fare qualcosa di così drastico,” disse Silente. “E molte di queste sono abbastanza valide e valgono il rischio.”

“Sono sicuro che abbia valutato tutte le opzioni accuratamente, signore,” disse Harry. “Se è stata una scelta deliberata, allora sono sicuro che abbia minimizzato i rischi per quanto gli sia stato possibile. Questo potrebbe essere anche il perché della sua scelta di averlo voluto fare a scuola. Durante l’estate sarebbe stato troppo vulnerabile come bambino. Qui, sapeva che sarebbe stato protetto. Inoltre, c’è da aggiungere che quest’anno non ci sono né i GUFO né i MAGO. Lui è estremamente intelligente. Perderà metà anno, ma avrà anche il resto dell’anno per recuperare. Scommetto che ha già studiato accuratamente tutto il programma di quest’anno prima dell’inizio della scuola e che, probabilmente, non è molto lontano dal finirlo.”

Piton era tornato ad occhieggiare il grifondoro sospettosamente, quasi con curiosità. “Potter, odio ammetterlo, ma, a questo punto, penso di dover ammettere che sia tu il miglior custode per il mio figlioccio durante i prossimi quattro mesi. Sembra che lo capisca molto meglio di quanto mi sarei mai aspettato da te.”

“Grazie, signore,” disse Harry solennemente, riconoscendo l’enorme complimento che l’uomo gli aveva appena fatto.

Silente si schiarì la gola, riportando l’attenzione su di lui. “Bene, sembra che le cose si siano stabilizzate per quanto possibile. Penso che la possibilità che quello che è successo sia stata una scelta deliberata, piuttosto che un incidente, debba rimanere tra noi tre. Non c’è alcun bisogno di mettere il bambino in ulteriore pericolo. Harry, Draco continuerà a rimanere sotto le tue cure per i prossimi quattro mesi, finché l’antidoto non sarà pronto.”

Harry annuì. “Sarà un piacere, signore, ma posso chiedere un favore?”

“Certamente, ragazzo mio,” disse il preside.

“Mi stavo chiedendo se potessi portare Draco a Hogsmeade, sabato, per fare un po’ di shopping. So che questo non è un weekend in cui c’è la visita a Hogsmeade, ma se dovrà rimanere un bambino di quattro anni per i prossimi quattro mesi, allora avrà bisogno di molte più cose,” disse, spiegando la sua risposta, tralasciando il fatto che voleva comprare dei dolci per il bambino.

“Specialmente nuovi vestiti che non siano rossi,” mormorò Piton.

Harry e Silente sorrisero entrambi. In quel momento, sentirono, attraverso il vano della porta ancora aperta, le scalinate iniziare a muoversi. Pochi secondi dopo, Draco si gettò di corsa in grembo al grifondoro. Allacciò le braccia intorno al suo collo. Il suo “Mi sei mancato, Harry,” fu attutito dai vestiti del più grande.

Questi accarezzò i suoi setosi capelli. “Anche tu mi sei mancato, angelo.” Si accomodò meglio il bambino in grembo in modo da poterlo guardare. “Ti sei divertito con Blaise?” chiese.

Draco sorrise e annuì. “Mi ha mostrato un sacco di cose. Il drago era fantastico, Harry,” sussurrò.

Il moro sorrise di rimando. “Allora devi mostrarlo anche a me, più tardi.”

“Va bene. Inoltre, non mi sembrava corretto divertirmi senza di te,” disse l’altro sommessamente.

Harry lanciò uno sguardo interrogativo a Blaise, che si era seduto nella sedia che Silente aveva evocato per lui. Il serpeverde si strinse nelle spalle. “È andato tutto bene per un po’, ma poi ha iniziato a diventare sempre più ansioso di tornare da te. L’ho distratto per un po’ per darti più tempo, ma non sono stato particolarmente bravo,” ammise.

“Non volevo essere distratto,” disse Draco con aria di sfida. “Voleva stare con il mio Harry.”

Blaise sorrise compiaciuto al grifondoro. “Ti avevo detto che sei stato rivendicato da un Malfoy.”

“E io ho detto a te che ero già pienamente consapevole del fatto che mi tiene stretto tra le sue piccole dita,” replicò l’altro.

Draco si guardò le mani curiosamente, facendo ridacchiare gli altri.

Piton sbuffò. “E vuoi portare questo bambino a fare shopping?” chiese.

Harry sorrise con aria rassegnata. “Non ho mai detto che non sarebbe stata una costosa seduta di shopping.”

“In realtà, Harry, questo solleva la questione delle finanze di Draco,” iniziò Silente, ma Harry agitò semplicemente una mano nella sua direzione.

“I soldi non sono importanti. Ho sia la camera dei Potter che quella dei Black a disposizione. Potrò divertirmi a svuotarle con Draco,” disse senza problemi, chiarendo il fatto che, per lui, non era un gran problema. Veramente, stava pensando che Sirius avrebbe approvato il fatto che stava per spendere un po’ dei suoi soldi.

Blaise stava farfugliando, comunque. Harry lo guardò con aria interrogativa. “Che c’è?” chiese.

Il serpeverde prese un profondo respiro cercando di ritrovare le parole. “Tu hai ereditato la camera dei Black?” chiese finalmente.

“Sì, perché?” chiese Harry, confuso dalla reazione dell’altro.

Blaise guardò Piton. “Non glielo ha detto nessuno?” chiese al professore di pozioni.

Piton scosse la testa. “Non credo, non sembra che gli importi molto.”

Silente sorrise, annuendo in accordo. “In realtà, Harry non ha assistito alla lettura del testamento. La perdita dell’ultimo membro della sua famiglia è stato molto più importante dell’eredità. Sirius Black era il suo padrino.”

Harry rimase stupido dal fatto che Piton, nel sentire tutto questo, provò a non sogghignare verso di lui. Questo non fermò la fitta di dolore causata dal ricordo di quel giorno, o della perdita di Sirius in primo luogo, ma il dolore era sopportabile adesso ed era ancora impressionato dall’assenza del solito sogghigno da parte del Potion Master quando fu menzionato il nome di Sirius. In qualche modo lo fece sentire meglio, nonostante il fatto che Piton e Silente, in realtà, stessero rivelando molte cose su di lui. Si meravigliò che, per come stavano andando le cose, più informazioni venivano rivelate su di lui più succedeva lo stesso per ciò che riguardava Draco. La rapida evoluzione dei suoi pensieri fu deragliata dalla successiva reazione di rabbia di Blaise che catturò la sua attenzione.

Gli occhi del serpeverde si allargarono ancora di più. “Sirius Black era il suo padrino?!” esclamò incredulo.

Piton annuì brevemente, e Harry aggrottò le sopracciglia, chiedendosi perché Piton e Silente gli stessero rivelando queste informazioni. Era questo il loro modo di dimostrare a Harry che poteva fidarsi di Blaise?

“Merlino, Harry, ho imparato molte più cose su di te nelle ultime ventiquattro ore più di quante ne avrei mai potute immaginare in un milione di anni,” disse l’altro ragazzo.

“Nessuno avrebbe potuto,” mormorò Piton.

Harry si strinse solo nelle spalle. “Le persone vedono solo quello che vogliono vedere, o credono a quello che leggono su di me. Non sono tanti quelli che si prendono il tempo di capire chi sono davvero.”

Blaise lo studiò per un momento. “Vorrei averne la possibilità,” disse, sorridendogli amichevolmente.

“Sicuro,” disse Harry sorridendo di rimando.

“Sì, sembra che avrete abbastanza tempo nei prossimi quattro mesi per imparare a conoscervi meglio mentre vi prenderete cura di Draco,” disse Silente.

“Quattro mesi?!” esclamò Blaise.

Piton annuì con aria grave. “Sì, sfortunatamente ci vorrà tutto quel tempo per preparare l’antidoto.”

“Wow!” sussurrò il serpeverde.

“Rimarrò un bambino di quattro anni per i prossimi quattro mesi?” chiese Draco tranquillamente.

“Sì, Draco,” disse il professore. “Potter si prenderà cura di te durante questo periodo, finché non avrò finito l’antidoto.”

“Oh! Bè, andrà tutto bene se rimarrò con Harry,” disse il bambino, rannicchiandosi più stretto nel grembo del grifondoro.

Piton roteò gli occhi. “Mi fa piacere che tu trovi l’organizzazione e la tua difficile situazione così piacevole,” disse sarcasticamente, ma il sarcasmo scivolò su Draco e sorrise al suo padrino, facendogli semplicemente ruotare di nuovo gli occhi.

Il professore guardò Silente e respirò profondamente. “Forse, Albus, potrei portare questi tre ragazzi a Diagon Alley questo sabato.”

Tutti e tre i ragazzi in questione colsero la palla al balzo e guardarono speranzosi il preside, aspettando la risposta. “Penso che sia un’eccellente idea, Severus,” disse Silente, gli occhi scintillanti di malizia. Harry era sicuro che il vecchio uomo pensasse che non solo Piton si sarebbe divertito a portarli a fare shopping, ma anche che desiderasse davvero farlo.

“Bene. Potter, Zabini, ci troviamo alle nove di sabato mattina, pronti a partire,” disse Piton bruscamente.

“Sì, signore,” dissero in coro.

“Fantastico! Penso che sia tutto per questo pomeriggio,” disse Silente con un sorriso benigno. Tutti si alzarono per andarsene. “Oh, e Signor Zabini, farò sapere alla Professoressa Sprite dov’era questo pomeriggio e che mi è stato di prezioso aiuto.”

“Grazie, signore,” disse Blaise. Con tutto il trambusto, si era dimenticato che sarebbe dovuto andare a lezione.

Quando furono di nuovo nell’ingresso, Blaise chiese se volessero ancora scendere nel dormitorio Serpeverde. Harry e Draco si dichiararono d’accordo, e, insieme, cominciarono la discesa nei sotterranei.


* * * * *

RECENSIONI

Alynna: I bambini piccoli sono sempre adorabili!!! Se poi si chiamano Draco Malfoy è ancora meglio... XD Comunque, se vuoi ti fornisco la legna per il rogo... sono tua alleata!!!

E adesso sono anche senza beta... ma me la caverò!!


hay_chan: direi che 10 giorni sono accettabili dai!!!


alicesimone: Il gruppo misto è fantastico!! Li adoro tutti... e ho sempre pensato che i Serpeverde fossero fantastici...


Hollina: Grazie per la solidarietà!! bacio


Nika_night: Di spazio per Lucius ce ne sarà...non ti preoccupare!!


Shin_86: Grazie!! Mi sono commossa... sono davvero gratificanti commenti come i tuoi!! continua pure!! XD


DJKIKA: dai, sei mesi, non un anno!! =P


EWILAN: eccolo qui!!


Taila: Grazie per i complimenti!! Con tutte le persone che vogliono morto Lucius potremmo fare un gruppo sub Facebook!! =P


PAMPAM: Piton diventa ogni giorno più umano!! mi fa piacere che le mie traduzioni si leggano bene... bacio


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Capitolo 6
*** Il Potere delle Emozioni ***


cap 6

Comunicazioni: Questo capitolo l'ho corretto da sola, quindi siate clementi!! Per il settimo capitolo vi dovrò fare aspettare un pochino di più, perchè la traduzione è ancora in corso... ma direi due settimane... il week-end del 2 maggio non credo lavorerò perchè mi darò alla pazza gioia per il mio 20esimo compleanno!! se volete raggiungermi, sarò allo shaky makaky a pinarella di cervia!!

grazie per la vostra pazienza

baci

dede

* * * * *

Declaimer: Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K. Rowling.

Autrice: Vorabiza

Traduttrice: dede

Storia in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795

Buona lettura!!

* * * * *

Testa di Idra.” Blaise pronunciò la parola d’ordine ed entrarono nella sala comune Serpeverde.


Harry si guardò intorno. Non sembrava per niente cambiata da quando c’era stato con i suoi amici il secondo anno. Non si era ancora completamente abituato, ma doveva ammettere che sembrava molto più allettante adesso di quando vi era stato l’ultima volta. Forse era cambiato più di quanto pensasse.


Il Serpeverde più grande lo guardò con sospetto. “Non sembri particolarmente… sorpreso.”


L’altro si strinse nelle spalle. “Sono già stato qui una volta e ho la stessa impressione oggi come allora.”


Cosa?!” esclamò Blaise tranquillamente. “Quando mai sei stato nella sala comune Serpeverde?”


Harry gli fece lo stesso scaltro occhiolino e lo stesso sorriso malizioso di quando, quella mattina, il moro si era complimentato con lui per il suo intuito Serpeverde. “Un buon Serpeverde non rivela mai tutti i suoi segreti. Forse te lo dirò una volta o l’altra,” sorrise compiaciuto.


Porca puttana, Harry!” praticamente urlò. Fortunatamente non c’erano molti studenti in giro a quell’ora. Molti di loro erano ancora a lezione o in biblioteca. Quelli presenti stavano guardando attentamente Blaise, Harry e Draco. Tutti quanti trasalirono alla reazione di rabbia del compagno di casa.


Il Grifondoro continuò a sorridere e si divertì nel vedere la reazione di rabbia e lo shock che aveva provocato. “È solo un’altra cosa che non sapevi su Harry Potter.”


Draco stava guardando la sala silenziosamente. Il più grande lo condusse sulle poltrone dagli alti schienali intorno al largo camino, mentre Blaise li seguiva farfugliando tra sé osservazioni riguardanti le attitudini Serpeverde di Harry sulle quali non sapeva niente. Il moro lo ignorò, tirò su il bambino e lo mise sulla sedia nel centro del gruppo di mobili.


Scommetto che è qui che ti siedi quando tieni udienza,” disse Harry al bambino con un sorriso.


Questi sembrava confuso, ma curioso, e studiò la sedia dove era seduto e l’area circostante. “Udienza? Come un re?” chiese.


Più come un principe, ma sì, quel genere di udienza,” disse l’altro. “Ti piace essere il principe Serpeverde e ordinare alle persone di eseguire i tuoi ordini.”


Draco arricciò il naso. “Perché dovrei dare ordini alle persone?”


Oh, è solo un gioco per te,” disse il Grifondoro, non sapendo come poterlo definire altrimenti. Si accovacciò e guardò il piccolo seriamente. Pensò di poter usare questa opportunità a suo favore per impartirgli una piccola lezione. “Penso che sarai un bellissimo piccolo principe, ma non quel tipo di principe che da ordini alle persone intorno a lui. Sarai un principe gentile.”


Il biondino annuì. “Non voglio essere cattivo. Alle persone non piace quando si è cattivi con loro.”


Giusto,” disse Harry con soddisfazione. “Però, puoi ancora essere un piccolo principe,” continuò, sorridendogli. “In ogni caso, interpreti bene la parte.” Si allungò e gli scompigliò i capelli.


Draco si mise a ridere. “È vero?” chiese, guardando Blaise che, a sua volta, stava guardando l'altro ragazzo con stupore.


Sì, Draco. Non sono sicuro di come Harry lo sapesse, ma quella è la sedia su cui ti sedevi sempre e su cui spesso facevi quel gioco,” disse Blaise. Questi scosse la testa come se stesse cercando di chiarirsi le idee. “Bene, piccolo principe, che cosa ne dici? Vuoi andare a esplorare il dormitorio dove sono tutte le tue cose?” chiese.


Il bambino annuì entusiasticamente e scese di corsa dalla sedia. Prese automaticamente la mano di Harry, poi cercò anche quella di Blaise, esitante. Quest’ultimo prese la mano che gli veniva offerta con un sorriso e li condusse giù, per un lungo corridoio. Alla fine, aprì una porta e li fece entrare in un grande dormitorio.


Nell’insieme, Harry pensò che non fosse così diverso dal suo. La forma della stanza era differente, questa era molto più lunga, ma aveva comunque cinque letti, con ognuno un baule ai piedi. C’era un guardaroba per ogni studente. Un solo sguardo disse al moro qual era l’area di Draco. Indicò in fondo alla stanza.


Quello là in fondo deve essere il tuo letto,” disse a Draco.


Blaise, questa volta, non si sorprese quando il Grifondoro indovinò e gli rispose con un largo sorriso mentre si dirigevano verso lo spazio del biondo. Nel muro dalla parte opposta del letto c’erano due larghi guardaroba con un enorme specchio che andava dal pavimento al soffitto, attaccato al muro in mezzo a loro. Uno era tutto pieno di cassetti e l’altro era più un enorme armadio per contenere i vestiti.


In cima ai guardaroba c’erano diverse sculture di draghi, tutte diverse, alcune piccole e altre piuttosto grandi. Erano tutti pezzi meravigliosi. Harry si ricordò di averne una di un Ungaro Spinato sepolta da qualche parte nel suo baule che Draco avrebbe assolutamente adorato.


Si sedette in fondo al letto e si accorse che il soffice piumone nero era di velluto di lusso. Era incredibilmente morbido e caldo. Controllò e, abbastanza sicuro, vide che anche le lenzuola erano di seta nera. Roteò gli occhi. Era ovvio che Draco avesse tutti i beni primari più cari, come costose lenzuola e coperte. E non avevano ancora guardato nei guardaroba.


Draco era salito sul letto di fianco a lui. “Wow,” sussurrò. “Sembra il mio letto.”


Blaise sorrise al bambino. “Bé, effettivamente è il tuo letto. Hai portato tutte le lenzuola e le coperte da casa,” ammise.


Possiamo metterle nel tuo letto, Harry?” chiese il piccolo, speranzoso.


Il Grifondoro aggrottò le sopracciglia in confusione. Avere qualcosa di famigliare sembrava una cosa molto confortante per il biondo. Anche a lui piaceva avere cose famigliari intorno, e il piccolo Serpeverde era stato strappato senza cerimonie da tutto quello a cui era abituato. “Capisco che tu voglia le tue solite coperte, ma non le vorresti nel tuo solito letto?” chiese.


Oh, già, sì,” disse con voce piccola, chinando la testa.


Ah,” disse Harry, capendo. “Draco, volevi dormire di nuovo nel mio letto?”


Questi annuì lentamente. “Non mi pace stare solo quando arrivano gli incubi,” disse, quasi impercettibilmente.


Il Grifondoro scambiò uno sguardo con Blaise. Questi si allontanò e prese un fazzoletto da un cassetto e, tranquillamente, lo porse all’altro prima di sedersi ai piedi del letto. Harry si mosse e si appoggiò alla fine del letto e fece segno a Draco di venire a sedersi con lui. Il bambino si avvicinò volentieri e si rannicchiò nel suo grembo.



Draco, penso che adesso sia una buona occasione per parlare di quegli incubi,” disse tranquillamente. Non si sorprese quando il bambino cominciò di nuovo a tremare.


Non voglio,” borbottò.


So che non vuoi, ma penso che ti farà bene. E io non posso aiutarti se non mi dici cosa c’è che non va,” disse il moro con calma.


Il biondo stava piangendo di nuovo e Harry non era sicuro di come convincerlo a parlare. Si stava guardando intorno, spremendosi il cervello in cerca di idee, quando posò gli occhi sopra un serpente intagliato nel cassetto del tavolo di fianco al letto.


Draco, ti ricordi quando ho detto che anche io ho degli incubi, e che riguardano cose che sono successe davvero?” chiese.


Il bambino annuì contro il petto del più grande. “Come ricordi,” la sua voce era attutita.


Sì, come ricordi,” disse il moro, accarezzandogli i capelli, provando a calmarlo. “Se ti racconto uno dei miei incubi, me ne dici uno dei tuoi?” chiese.


Draco si allontanò un po’ per guardarlo, la fronte aggrottata mentre contemplava l’idea. “Sì,” disse infine con decisione.


Harry guardò Blaise, che lo osservava con aria interrogativa. Ovviamente, il Serpeverde non era così sicuro che fosse una buona idea. Nemmeno l’altro ne era certo al cento per cento, ma non voleva di certo raccontare al bambino i suoi incubi peggiori. Tornò a guardarlo.


Bé, quando avevo dodici anni mi successe una cosa e fu estremamente spaventosa,” cominciò. “Sai che cos’è un basilisco, Draco?” chiese.


Il piccolo spalancò gli occhi. “È un serpente davvero, davvero grande,” mormorò.


Il Grifondoro annuì. “Sì, lo è. Hai paura dei serpenti?”


Draco scosse la testa. “No, ma uno di quelli mi farebbe paura. Uccidono le persone con gli occhi.”


Harry annuì di nuovo. “Hai ragione. Bé, una mia amica era in trappola e io volevo salvarla, ma c’era un basilisco là e non potevo raggiungerla. Ero molto spaventato e non volevo che il basilisco la prendesse, ma non volevo nemmeno che prendesse me. Arrivò una fenice che colpì i suoi occhi in modo che non potessero più uccidere, ma era ancora molto pericoloso. Mi arrampicai su una statua enorme e trovai una spada. Quando il basilisco si scagliò su di me, riuscì a trafiggergli la bocca con la spada e a ucciderlo.”


Il piccolo aveva gli occhi fuori dalle orbite. “Wow, eri come un principe che salva la principessa,” esclamò.


Il moro sorrise con aria rassegnata. “Lo dicono in molti, ma non era come mi sentivo.” Tornò di nuovo serio. “Ero spaventato oltre ogni limite. Avevo paura perché credevo sarei morto anche dopo aver ucciso il basilisco perché uno dei suoi denti aguzzi mi aveva ferito al braccio. Sono estremamente velenosi. Stavo malissimo e stavo per morire.”


Cosa successe?” mormorò il più piccolo.


Ricordi che ti ho detto che c’era una fenice? Lei arrivò e pianse sul mio braccio. Le lacrime di fenice possono guarire e mi fecero stare meglio,” spiegò Harry.


Draco sembrava pensieroso, mentre cercava di assorbire il tutto. L’altro guardò Blaise che lo stava osservando con accortezza. Era piuttosto sicuro che il ragazzo gli avrebbe chiesto il resto della storia, più tardi. Ma Piton sembrava pensare che fosse degno di fiducia e anche a lui questo Serpeverde piaceva abbastanza.


Così è su questo che sono i tuoi incubi?” chiese Draco.


Harry annuì. “Questo è uno dei tanti. Temo di avere un sacco di incubi, angelo.” Si morse le labbra, guardando la sommità della testa del bambino dove aveva di nuovo appoggiato la testa. Decise di correre il rischio.


Faccio anche incubi su un uomo davvero spaventoso che ho incontrato più volte,” disse.


Non si sorprese quando Draco ricominciò a tremare. Si era calmato durante il suo racconto, siccome sembrava essere un qualche tipo di favola. Adesso, stava pensando a uomini spaventosi e ai suoi incubi ancora una volta.


Mi parlerai dei tuoi incubi adesso?” chiese tranquillamente.


Il bambino iniziò a scuotere la testa, ma si fermò. Gli stava dicendo che l’avrebbe fatto. Harry semplicemente lo abbracciò e aspettò pazientemente.


Non dovrei parlarne,” bisbigliò.


Il Grifondoro chiuse gli occhi con forza. Non sarebbe stato facile per nessuno dei due. “Qualcuno ti ha fatto del male e non l’hai detto a nessuno?” chiese.


Draco annuì con esitazione.


Non è giusto, Draco. Nessuno dovrebbe farti del male – mai. È sbagliato che qualcuno ti faccia del male e che ti dica di tenerlo segreto,” disse il più grande con voce piatta.


Ma se non lo avessi tenuto segreto, allora mi avrebbe fatto anche più male,” sussurrò.


Harry lo abbracciò stretto. “Draco, mi prendo cura io di te adesso e nessuno di farà del male. Andrà tutto bene se me ne parli.”


Aspettò. Dopo qualche minuto, finalmente cominciò a parlare.


Qualche volta sono cattivo e così devo essere punito. Mio padre mi punisce quando sono cattivo. L’incubo dell’altra notte, è stato quando ruppi un bicchiere a tavola e fu molto grave perché avevamo ospiti. Mio padre si arrabbiò molto. Mi svegliò nel cuore della notte e mi portò giù nei sotterranei del Manor. È molto freddo e molto spaventoso là,” disse, e un brivido percorse tutto il suo corpo.


Il moro continuò ad abbracciarlo stretto. Non osava dire niente. Per una volta, non voleva interromperlo ora che aveva finalmente iniziato a parlare. Inoltre, non era sicuro di riuscire a rimanere calmo se avesse aperto bocca. Così, lo strinse e ascoltò tranquillamente la sottile, tremante voce che raccontava la storia.


Draco prese un profondo respiro e continuò dopo che fu passato qualche momento. “È nei sotterranei che mio Padre punisce le persone. C’era… c’era un corpo laggiù ed era tutto insanguinato. Ed era tutto così sbagliato,” spiegò, mentre tutto il suo corpo tremava di una paura palpabile. Lacrime scivolarono lungo il suo viso.


Harry aveva un pugno serrato dietro i vestiti del bambino, ma si costrinse a rimanere calmo e, con l’altra mano, gli mise gentilmente una ciocca di capelli allentata dietro l’orecchio. “Raccontami il resto, angelo,” sussurrò.


Il piccolo Serpeverde chiuse strettamente gli occhi. “Mio padre mi disse che avrei fatto la fine di quel corpo se avessi mai raccontato a qualcuno dei sotterranei. Lui… lui usò la bacchetta su di me e mi lanciò una Cruciatus,” disse, con la gola serrata. “Faceva male, Harry,” la sua voce si ruppe con un singhiozzo e nascose il viso nei vestiti del più grande, mentre altri singhiozzi gli scuotevano il corpo.


Anche lungo le guance di Harry scorrevano lacrime mentre cullava il bambino, mormorando qualsiasi frase calmante e suono a cui riusciva a pensare. Avvertì un movimento e guardò mentre Blaise si dirigeva al guardaroba e tornava indietro con altri due fazzoletti. Ne passò uno a lui e l’altro lo tenne per sé, mentre tornava a sedersi tranquillamente. Con una mano, il Grifondoro si asciugò gli occhi e si soffiò il naso.


Draco stava ancora piangendo ma i singhiozzi erano diminuiti. Il più grande gli tirò gentilmente indietro la testa e lo aiutò a soffiarsi il naso.


Harry non voleva far soffrire ulteriormente il bambino, ma aveva bisogno di sapere. “Draco, tuo padre ti ha punito molte volte con la Cruciatus?” chiese.


Questi annuì.


Ti faceva male in qualche altro modo?” chiese di nuovo.


Il piccolo scosse la testa. “Diceva che la Cruciatus non poteva essere vista,” disse a fatica.


Il Grifondoro annuì e prese un profondo respiro. Si ricordò quanto facesse male e quanto lo facesse arrabbiare quando aveva scoperto che suo padre era stato un po’ più di semplice bullo quando andava a scuola. Questo era assolutamente niente in confronto a quello, ma gli permise di capire almeno un po’. Come minimo, sperava di essere sulla via giusta per dire quello aveva in mente. “Draco, voglio che tu mi ascolti molto attentamente.”


Questi lo guardò e Harry lo fissò intensamente. “Quello che tuo padre ha fatto è molto, molto sbagliato. So che lo ami e che questo fa ancora più male. Ma solo perché lo ami, non rende giusto quello che ti ha fatto. Capisci?” chiese attentamente.


Draco tirò su col naso e annuì esitante.


Non lascerò che tuo padre di faccia di nuovo del male. Ti proteggerò e ti terrò al sicuro. Non devi più avere paura,” disse con forza e convinzione.


Il più piccolo inghiottì rumorosamente. “Ma mio padre trova sempre un modo,” disse nervosamente. “Ciò che un Malfoy vuole, un Malfoy ottiene,” fece la parodia.


Non questa volta,” ringhiò Harry, e il letto dove sedevano vibrò un po’, sorprendendoli tutti.


Il bambino aveva gli occhi un po’ spalancati ma sembrò davvero rassicurato dalla ferocia della risposta del moro. Guardò verso il fondo del letto dove sedeva Blaise, che decise di parlare.


Draco, ho la sensazione che Harry possa essere pericoloso quanto tuo padre,” disse, anche lui con gli occhi un po’ spalancati. Poteva praticamente vedere l’energia magica che l’altro stava provando a trattenere. “Non ho dubbi sul fatto che sia abbastanza forte e abbastanza potente da proteggerti da lui.”


Draco annuì solennemente e si accoccolò il più vicino possibile a Harry. Questi gli accarezzò i capelli e gli massaggiò la schiena con movimenti circolari rilassanti. In pochi minuti il bambino si era addormentato, svuotato dalle emozioni dell’ora appena trascorsa.


Il moro respirò a fondo un paio di volte in un vano tentativo di calmarsi. Era più arrabbiato di quanto fosse mai stato in tutta la sua vita. Sollevò con attenzione Draco dal suo grembo e lo mise sotto le coperte nel suo letto. Poi uscì dalla stanza e percorse il lungo corridoio, con Blaise che lo seguiva con cautela.


Il Grifondoro si fermò bruscamente quando giunse in sala comune e colpì il muro con un pugno. Destro, sinistro, destro, sinistro. Non serviva. Sollevò entrambi i pugni in aria. “Fottuto bastardo!” urlò.


Ogni globo verde che pendeva dal soffitto iniziò improvvisamente a tremare, facendo piovere vetro su tutta la stanza. Urla e strilli riempirono la sala, che si era affollata da quando erano stati lì l’ultima volta. L’unica luce veniva ora dal camino.


Harry prese la bacchetta dalla tasca e la agitò violentemente. Tutti i vetri prontamente scomparirono. Un altro colpo e tutti i tagli che erano stai inflitti dai vetri rotti guarirono. Un altro violento colpo e tutti i globi furono riparati e la sala di nuovo illuminata.


Tutti, sotto shock, stavano ora fissando il ragazzo in silenzio. Questi era fermo lì, con il petto che si sollevava mentre ansimava pesantemente. I suoi occhi luccicavano pericolosamente. La sua espressione era totalmente scura e pericolosa. Entrambe le mani strette a pugno sembravano rotte e il sangue gocciolava sul pavimento di pietra.


Il moro non aveva la più pallida idea di come fosse stato capace di fare quello che era appena successo. Non era la prima volta che la sua magia si manifestava da sola quando si arrabbiava, ma questo era molto diverso da tutto quello che era successo in passato. In qualche modo, gonfiare Zia Marge non era nemmeno nella stessa scala e, sfortunatamente, non si sentiva nemmeno lontanamente in controllo, anche dopo la sua esplosione di magia.


Devo trovare Piton. Controlla Draco,” ordinò a Blaise. “Se si sveglia, digli solo che tornerò presto e che sono solo andato a chiedere al suo padrino se possiamo prendere alcune delle sue cose su alla torre.”


Blaise annuì, guardandolo con preoccupazione. Tiger e Goyle si avvicinarono senza una parola e si schierarono ai lati di Harry mentre si girava e lasciava la stanza.


Questi percorse i corridoi dei sotterranei fino all’ufficio di Piton. Sfortunatamente, l’uomo non era lì, e non era nemmeno nell’aula di pozioni. Il ragazzo si fermò, poi si voltò bruscamente e uscì dai sotterranei. Doveva prendere la mappa e trovare l'uomo.


Si avviò lungo i corridoi, ringraziando gli studenti che si scansavano dalla sua strada. Nel suo subconscio, capì che doveva avere un aspetto orribile perché si scansassero dalla sua strada in quel modo, ma non gli importava. Immaginò che, probabilmente, sembrava anche strano il fatto che avesse le due guardie del corpo di Draco Malfoy ai suoi lati. Non gli importava nemmeno di questo. Voleva solo trovare Piton e raccontargli quello che aveva scoperto, e sperò con tutto sé stesso che il professore potesse ridargli il controllo della sua magia.


Una volta raggiunto il ritratto della Signora Grassa, Harry ringhiò la parola d’ordine e passò attraverso il buco con Tiger e Goyle dietro di lui.


Qualcuno strillò alla vista dei due enormi Serpeverde che entravano nella sala comune. “Che cosa fanno qui?” urlò uno del settimo anno.


Il moro si irrigidì ancora di più di quanto fosse già e ringhiò pericolosamente. Tiger e Goyle presero ognuno un braccio del ragazzo e lo alzarono di peso di un paio di centimetri da terra, facendo urlare un altro paio di ragazze.


Harry, però, chiuse gli occhi e respirò profondamente. Capì che i due stavano cercando di aiutarlo a prevenire quello che era successo nella sala comune Serpeverde, qualunque cosa fosse. Non capiva, ma riconobbe che il loro tocco sembrava davvero aiutarlo a mantenere il controllo in qualche modo.


La rabbia stava ancora minacciando di sopraffarlo, e la magia fuori controllo non lo stava aiutando a rimanere calmo. Prese un altro profondo respiro, fingendo che potesse dargli una parvenza di calma. Aveva davvero bisogno di trovare Piton il prima possibile.


Quando annuì lentamente, i due Serpeverde lo appoggiarono a terra e lo lasciarono andare. Quando riaprì di nuovo gli occhi, Hermione e Ron erano in piedi di fronte a lui.


"Harry?" chiese la ragazza esitante, guardandolo con aria preoccupata. Il rosso sembrava non riuscire a decidere se preoccuparsi dell'amico o arrabbiarsi con i due energumeni che aveva sempre catalogato come bulli.


"Ron, portami la mappa," ordinò il moro. L'altro ragazzo esitò solo per un momento, poi corse su per le scale.


"Harry, va tutto bene?" chiese la ragazza con ansia.


"Starò bene," sbottò. Non era dell'umore giusto per essere gentile.


"Dov'è Draco? Gli è successo qualcosa?" chiese preoccupata.


L'espressione di Harry si rabbuiò ancora di più e la sua energia magica diventò di nuovo palpabile. Prima che i due Serpeverde potessero afferrarlo, le finestre della sala comune iniziarono a tremare.


" 'Fanculo!" esclamò mentre gli studenti si mettevano a urlare. Sfoderò di nuovo la bacchetta e l'agitò violentemente un paio di volte, pulendo e riparando i danni come aveva fatto nella sala comune Serpeverde.


"Draco è con Blaise e sta bene," ringhiò. "Ho solo bisogno di trovare Piton."


Ron si fece avanti con cautela, tendendo la mappa. Il moro gliela strappò di mano e girò sui tacchi, dirigendosi a grandi passi fuori dall'ingresso e lasciandosi dietro, questa volta, una stanza piena di sbalorditi Grifondoro.


"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni," disse, colpendo la mappa con la bacchetta. Tiger e Goyle erano di nuovo in piedi al suo fianco ma ora gli stavano tenendo leggermente le braccia con una mano. Il Grifondoro non si prese il disturbo di scrollarseli di dosso, sapendo che stavano cercando di tenerlo con i piedi per terra e, almeno prima, aveva funzionato.


Hermione e Ron sembravano spaventati, ma si misero di fronte a lui e lo aiutarono a perlustrare la mappa.


"È nell'ala dell'infermeria," disse la ragazza, indicando il nome di Piton nella pergamena.


Harry spinse la mappa nelle sue mani e iniziò a correre. Appena arrivarono in infermeria, Hermione e Ron si precipitarono avanti, aprendo le porte e tenendole spalancate per l'amico e i due Serpeverde.


Piton era lì, stava osservando Madama Chips mentre si prendeva cura di un paio di studenti che probabilmente erano state vittime di un incidente a pozioni. Tutti, sotto shock, guardarono il gruppo di studenti entrare in corsia. Il professore si fece subito avanti.


Il suo sguardo passò sopra il furioso Grifondoro e notò le mani degli altri due ragazzi che lo trattenevano. Poteva sentire il potere che il moro stava emanando. "Potter, devi ritrovare il controllo di te stesso," disse bruscamente.


"L'ho capito," sbottò. "Sfortunatamente, non ho nessuna fottutissima di idea di come farlo. Tra le altre cose, speravo che potesse dirmelo lei."


L'uomo annullò lo spazio tra loro e gli strinse le spalle. Tiger e Goyle lo lasciarono andare e si allontanarono.


"Guardami," ordinò. Occhi scuri di smeraldo si fissarono in occhi profondi di ossidiana. "Legilimens," disse tranquillamente Piton.


A quella parola, Harry si aspettava la solita invasione nella sua mente. Invece poté sentire l'insegnante connettersi con lui a un livello molto più profondo. Non aveva idea di come stesse succedendo, ma era come se riuscisse a sentire l'uomo spingerlo nel profondo del suo corpo, finché tutto quello che riuscì a sentire non fu altro che la sua magia che circondava lui e il professore. Piton iniziò a spingere tutta l'energia magica del ragazzo indietro fino al centro della sua essenza. Harry non poteva vedere o udire niente, ma poteva sentire quello che stava succedendo. Imitò l'uomo e iniziò a spingere la sua magia indietro al luogo a cui apparteneva e dove era stabile.


Lentamente, raccolsero tutti i fili della sua magia nel suo nucleo magico. Quando fu di nuovo stabilizzata, Piton spinse di nuovo il ragazzo in superficie e uscì dalla sua mente, interrompendo la connessione. Lentamente aprirono entrambi gli occhi e il professore fece un passo indietro.


"Merlino, Potter," mormorò fissandolo intensamente. "Da dove viene tutto quel potere?" chiese, essendosi dimenticato di tutti quelli nella stanza.


Harry si strinse nelle spalle, impotente. "Non lo so. Credo di averla sempre avuta, ma è come se avessi sentito qualcosa spezzarsi dentro prima. Mi sono arrabbiato come mai prima nella mia vita e la mia magia è solo... esplosa."


Tiger, Goyle, Ron e Hermione sbuffarono, facendo scattare Harry e Piton e ricordando loro della loro presenza. L'uomo strinse gli occhi. "Penso che dovremmo finire questa discussione nel mio ufficio. Vieni con me," ordinò.


I due si misero in cammino, sorprendentemente all'unisono, con gli altri quattro nella loro scia. Una volta giunti all'ufficio, Piton ordinò al ragazzo di sedersi nella sedia dietro la scrivania ed evocò altre sedie per gli altri, mentre lui rimase in piedi di fianco alla scrivania.


"Posso azzardarmi a supporre il motivo per cui eri così arrabbiato," disse a Harry, con un tono leggermente interrogativo.


Il luccichio pericoloso tornò nei suoi occhi mentre il moro annuiva.


Il pozionista chiuse gli occhi, stringendosi la radice del naso. "Ne parleremo più tardi." gli disse.


"Sì, signore," replicò regolarmente.


Piton aprì gli occhi e guardò gli altri quattro ragazzi. "Al momento, mi piacerebbe sapere che cosa è successo questo pomeriggio, e che cosa voi quattro trovate così divertente."


"Non divertente, signore," rispose Hermione. "Era solo una descrizione piuttosto accurata. La magia di Harry è esplosa nella sala comune Grifondoro."


"Anche in quella Serpeverde," aggiunse Tiger.


L'uomo lanciò un'occhiata al ragazzo preso in causa che, semplicemente, si strinse nelle spalle.


"Spiega," ordinò a Tiger.


Tiger e Goyle spiegarono a turno quello di cui erano stati testimoni nella sala comune Serpeverde. Nel menzionare il fatto che Harry aveva preso a pugni il muro, Piton ispezionò la mano del Grifondoro e prese un paio di pozioni, passandogliele mentre continuava ad ascoltare. Hermione e Ron continuarono le spiegazioni da quando il loro compagno e i Serpeverde erano entrati nella sala comune Grifondoro.


Prima di poter finire di spiegare, qualcuno bussò alla porta dell'ufficio. Il professore imprecò, ma si diresse alla porta e la spalancò. Blaise era in piedi con un Draco in lacrime tra le braccia.


L'uomo si fece indietro, invitandoli a entrare, e Blaise sospirò di sollievo alla vista di Harry.


"Oh, Draco!" esclamò questi. Il bambino alzò la testa di scatto mentre il Serpeverde si piegava per metterlo giù. Harry tese le braccia e il piccolo vi si gettò. Gli altri guardavano in silenzio mentre il moro lo cullava e lo calmava.


"Mi sono svegliato e tu non c'eri più," singhiozzò il biondino.


"Blaise non ti ha detto che ero solo andato a chiedere a Severus se potevamo prendere un po' delle tue cose su alla torre?" chiese, mentre fissava Blaise che si era stretto nelle spalle e aveva annuito, impotente.


"Sì, ma non tornavi più e te n'eri andato da così tanto," disse piangendo.


"Si è svegliato poco dopo che n'eri andato," spiegò l'altro ragazzo, allungandogli un altro fazzoletto.


"Mi dispiace di averti fatto preoccupare, angelo. È solo che non sono riuscito a trovare subito Severus, così sono dovuto andare fin su alla torre Grifondoro a prendere la mia mappa speciale per trovarlo," spiegò, asciugandogli la faccia.


"Mappa speciale?" chiese il piccolo, improvvisamente interessato.


Harry sorrise. "Perché non la controlli e chiedi a Hermione di mostrarti come farla funzionare. Una volta che saprai come usarla, allora potremo continuare quello che abbiamo lasciato in sospeso prima di cena."


Lo sguardo di Hermione e Ron, increduli, stava rimbalzando tra Harry e Piton, ma il loro amico semplicemente annuì. Al momento, Draco era sufficientemente distratto dalle sue paure dall'idea di questa mappa speciale. Il piccolo Serpeverde gli lanciò comunque un'occhiata nervosa.


"Non andrò da nessuna parte. Aspetterò proprio qui finché non saprai come usare la mappa, poi andremo insieme," disse con calma.


Draco si sentì abbastanza rassicurato e andò via con la ragazza, che prese la mappa e iniziò a fargli vedere come usarla.


Piton si avvicinò al Grifondoro.


"Può dirle Blaise quello che abbiamo scoperto prima nel dormitorio," sussurrò il moro con calma. "C'era anche lui e ha sentito tutto quello che Draco ha detto. Non oso lasciarlo di nuovo solo al momento. In realtà, non avrei nemmeno dovuto lasciarlo solo prima, ma ero troppo arrabbiato per potergli rimanere vicino in quel momento."


L'uomo annuì, d'accordo. "Parlerò con loro e mi farò dire il resto della storia prima di cena. Dopo parlerò con il Preside e gli farò sapere il necessario e discuterò con lui di quello che sarà opportuno fare per aiutarti a controllare la tua magia."


"Grazie, signore," disse l'altro tranquillamente. "Oh, il motivo per cui ho detto a Draco che sarei venuto a cercarla - sarebbe un problema se prendessimo un po' delle sue cose su alla torre? Precisamente, ha riconosciuto il letto che si è portato da casa. Penso che avere qualche cosa di famigliare attorno potrebbe essere confortante per lui," spiegò.


"Sarebbe accettabile. In ogni modo, non permetterò che succeda niente ai suoi beni," avvertì.


"Certo che no, signore," disse Harry. "Voglio solo aiutarlo ad abituarsi al nuovo ambiente. Uh, signore? A Draco è permesso avere la sua bacchetta a quest'età?" chiese.


Piton lo guardò con curiosità. "Non avevi un bacchetta quando eri piccolo?" chiese.


Il ragazzo sbuffò. "No. Non sapevo nemmeno di essere un mago fino al mio undicesimo compleanno quando Hagrid mi ha rintracciato per darmi la lettera di Hogwarts."


L'insegnante e Blaise, che era rimasto ad ascoltare, lo guardarono, shockati dalle sue parole. "Non sapevi nemmeno di essere un mago?" chiese l'uomo, suonando confuso.


Harry scosse la testa. "Ma questa è un'altra storia. Voglio solo sapere se Draco può usare la sua bacchetta. Tecnicamente, per usare la mappa ne avrebbe bisogno. Proprio adesso, Hermione gli sta lasciando usare la sua per farlo." disse, indicando dall'altra parte della stanza.


"Sì, può usare la bacchetta. Effettivamente, molti giovani maghi e streghe non ricevono la loro finché non iniziano Hogwarts per via delle leggi riguardo all'uso minorile della magia. Ai bambini, però, non è vietato possederne una e possono usarla in ambienti come la scuola. Draco aveva la sua e aveva iniziato a usarla già da molto piccolo perché le barriere a Malfoy Manor gli permettevano di farlo," spiegò il professore. "Avevo sempre supposto che anche le barriere alla tua residenza ti avessero permesso di praticare la magia."


Il Grifondoro sembrava incredulo. "Non ci è andato nemmeno minimamente vicino," disse, passandosi una mano tra i capelli. "Pensavo sapesse che l'anno scorso sono stato giudicato davanti a l'intera corte del Wizengamot per aver usato la magia da minorenne perché avevo usato un Incanto Patronus per allontanare una coppia di dissennatori che stavano inseguendo me e mio cugino."


Non aveva idea del perché Piton non lo sapesse. Pensava che tutti, specialmente i membri dell'Ordine, lo avessero saputo. Ma l'uomo aveva sempre cercato di evitare tutto quello che avesse avuto a che fare con Harry Potter, pensò amaramente.


"Stai scherzando," disse il direttore di Serpeverde duramente. "Non proverebbero nemmeno a portare un ragazzo di quindici anni davanti a tutta la corte solo per una cosa come questa."


"Lo farebbero se il suo nome fosse Harry Potter e Caramell e la Umbridge fossero quelli al potere," sbottò.


"Harry?" chiamò Draco esitante.


"L'hai già scoperto?" chiese il ragazzo in modo radioso, abbandonando la discussione con Piton.


Il bambino annuì. "Sì, ma non ho la mia bacchetta."


Blaise gli fece l'occhiolino. "Bé, si da il caso che io abbia l'appena trovata nella tasca della tua borsa," disse, estraendola con un gesto drammatico.


Gli occhi del biondino si accesero mentre il compagno di casa gliela porgeva.


"Allora sei pronto per le esplorazioni, angelo?" chiese Harry sorridendo.


"Adesso sono pronto," disse con un sorriso, tenendo in una mano la bacchetta e nell'altra la mappa.


"Bene, allora andiamo a vedere quello che riusciamo a scoprire prima di cena," disse il moro. Insieme uscirono dall'ufficio del professore, lasciando gli altri a finire di spiegarli quello che era successo.


Harry e Draco esplorarono per un po' usando la mappa. In linea di massima, cercavano il nome di una persona abbastanza vicina e andavano a verificare che quella fosse davvero lì. Il piccolo si stupiva tutte le volte quando la mappa si dimostrava precisa. Dopo quarantacinque minuti, era arrivata l'ora di andare a cena.


"È ora di mettere via la mappa, Draco, così possiamo andare a mangiare," disse il più grande.


Il Serpeverde sorrise e prese la bacchetta dalla tasca. "Fatto il misfatto," disse, colpendo la pergamena.


"Buon lavoro," disse l'altro con un sorriso. Draco gli tese la mappa con orgoglio, e il moro la ripose nella borsa. Poi, mano nella mano, si diressero verso la Sala Grande. Il pranzo era stato con i Grifondoro, il che voleva dire che sarebbero tornati a quello Serpeverde per cena. Harry poteva solo sperare che sarebbe proceduta senza problemi, ma non pensava sarebbero stati così fortunati, considerando che tutti avrebbero parlato di quello che aveva combinato nella sala comune Serpeverde e Grifondoro.

* * * * *

RECENSIONI

emogirl in pink: credo che approfitterò della tua offerta per il settimo capitolo... grazie!!

DJKIKA: e dire che quando leggevo e basta maledicevo chi non aggiornava!! adesso mi si sta ritorcendo tutto contro... =P  purtroppo per lo shopping ci sarà ancora da aspettare un po'...

PAMPAM: mi fa piacere di esserti utile!! devo ammettere che alcune parti sono difficili da mettere giù in italiano, ma ce la metto tutta!!

Shin_86: grazie!! quasi quasi mi commuovo... comunque credo che anche questo capitolo sia piuttosto intenso... spero di aver reso bene la parte in cui Piton aiuta Harry a ritrovare il controllo..!!

Hollina: Adoro il Piton che Vorabiza ha creato!!

hay_chan: i personaggi di Vorabiza sono magnifici!! e ti fa scoprire lati di ognuno che ti fanno innamorare!!

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Capitolo 7
*** Apparenze ***


cap 7 finished

Comunicazioni: Scusate per il ritardo! la scorsa settimana ho avuto anche l'influenza, quindi il mio laboro è stato ritardato ulteriormente!! Ormai le mie scuse sono diventate un'abitudine... In ogni caso, ho una nuova beta che è stata ultra rapida a correggere questo capitolo!! grazie!!

baci

dede

* * * * *

Declaimer: Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K. Rowling.

Autrice: Vorabiza

Traduttrice: dede

Beta: emogirl in pink

Storia in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795

Buona lettura!!

* * * * * 

Solo un quarto degli studenti era presente in Sala Grande quando Harry e Draco arrivarono. Tiger e Goyle li stavano già aspettando al tavolo Serpeverde e il moro sospirò, sollevato. Salutò con la mano Ron e Hermione e andò a sedersi. I suoi amici risposero al saluto, ma, sfortunatamente, gli altri studenti avevano smesso di chiacchierare e stavano guardando il ragazzo con aria guardinga.


Mentre i ragazzi affluivano nella Sala Grande, Harry riempì i piatti per sé e Draco. Pansy e Millicent arrivarono e si sedettero di fronte a loro, ma sembrava avessero imparato la lezione quella mattina e non dissero niente che potesse turbare il piccolo. Invece, Pansy si informò su come Draco avesse trovato le lezioni. Blaise arrivò dieci minuti dopo e parlò con lui delle esplorazioni che avevano appena fatto.


Nessuno nel loro gruppo disse niente che disturbò il piccolo, che stava finalmente iniziando a mangiare la cena in pace. In ogni caso, Harry era consapevole di tutti gli sguardi diretti a lui e di tutti i mormorii che attraversavano la sala. Avrebbe dovuto aver fame, ma non aveva per nulla appetito mentre ripensava agli eventi del pomeriggio.


Erano successe troppe cose e non aveva avuto il tempo di assimilarle. Proprio in quel momento, era seduto al tavolo Serpeverde, tra tutti i posti possibili, a cenare con un Draco Malfoy di quattro anni. In qualche modo, stava andando d'accordo con gli amici del bambino e perfino con Piton. Essere l'oggetto dei pettegolezzi e degli sguardi era ormai diventata un'abitudine, ma la ragione... quella sì che era strana. Gli spettacoli di magia che aveva tenuto nelle due sale comuni avrebbero fatto parlare per molto tempo.


In ogni modo, non pensava che il motivo principale della sua mancanza di appetito avesse qualcosa a che fare con quello che era successo con Draco. Era solo che non poteva credere che un padre potesse fare una cosa come quella al proprio figlio. Si chiese che altro avesse fatto quell'uomo al bambino in tutti quegli anni, ma si costrinse a smettere di pensarci prima di perdere di nuovo il controllo.


Rimase tranquillamente seduto, giocando col cibo, mentre provava a prestare attenzione alla conversazione che il piccolo stava avendo con Pansy e Blaise.


Non stai mangiando perché ci stanno di nuovo fissando?” chiese tranquillamente Draco.


Il moro ridacchiò con aria rassegnata. “Non esattamente. Stavo solo pensando,” rispose. Si guardò intorno, lanciando un'occhiata a tutti gli studenti che li stavano fissando. “Temo di essere piuttosto abituato a venire fissato. Ho imparato a fare del mio meglio per ignorarli.”


Perché ci stanno fissando?”


Harry gli scompigliò i capelli. “Si stanno tutti chiedendo come ho fatto ad essere così fortunato da potermi prendere cura di te,” disse sorridendo.


Il Serpeverde lo guardò sospettosamente. “Mi stai prendendo in giro,” lo accusò.


Il più grande sorrise. “Forse, ma penso comunque di essere fortunato. Finisci di mangiare, e forse Blaise ci aiuterà a prendere un po' delle tue cose su alla torre,” disse.


Certo che lo farò,” disse il compagno di casa allegramente. Si sporse in avanti e mormorò con fare cospiratorio a Draco. “Ho già parlato con gli elfi domestici e le tue coperte e le tue lenzuola dovrebbero già essere nel letto di Harry adesso,” disse facendogli l'occhiolino.


Il suo viso si illuminò. “Grazie!” esclamò.


Pansy li guardò con aria interrogativa, ma non commentò: qualsiasi cosa pur di farlo felice ed Harry concordava pienamente!

Con quel pensiero in testa, si sforzò di mangiare la cena. Fu ricompensato quando il Serpeverde gli regalò un sorriso enorme.


Messi da parte i fastidiosi pensieri e i costanti sguardi e il bisbiglio attorno a loro, la cena procedette davvero meglio di come il moro si era aspettato. Finito di mangiare, i due tornarono nei dormitori Serpeverde insieme a Blaise.


Il più piccolo si arrampicò allegramente sul suo vecchio letto che adesso aveva coperte e lenzuola normali, come gli altri letti del dormitorio.


Allora, diamo un'occhiata qui intorno,” disse il Grifondoro. “Che cosa potremmo prendere con noi?” chiese.


Posso prendere un drago?” chiese il biondino speranzoso.


Penso che dovresti riuscire a prenderne almeno un paio,” disse l'altro, scompigliandogli i capelli. “Potresti prendere i due che preferisci adesso e Blaise potrebbe dirti quelli che preferivi quando avevi sedici anni.”


Sicuro,” disse questi accondiscendente. “Vieni qui che ti prendo su e te li faccio vedere, così ti dirò quello che so su di loro.” Tese le braccia verso il bambino, che si lasciò sollevare per poter vedere meglio.


L'altro ragazzo si avvicinò al guardaroba e aprì l'anta da cui aveva visto il Serpeverde più grande prendere i fazzoletti, prima. “Merlino, non stavi scherzando,” farfugliò.


Blaise gli lanciò un'occhiata e sorrise. “Ti avevo detto che era pieno di fazzoletti. Ne stai usando un bel numero con lui, dovresti prenderne qualche pacchetto,” disse.


Il Grifondoro gli sorrise, beffardo, e procedette a prendere dei fazzoletti dal cassetto. Li appoggiò sul letto, poi tornò a controllare gli altri cassetti per curiosità. Se non altro, si sarebbe potuto fare un'idea di cosa comprare sabato. Sapeva di non avere alcun senso dello stile. Era proprio lì che il compagno di casa del bambino avrebbe dovuto rendersi utile. Non solo sembrava avere il senso della moda, ma conosceva anche Draco.


Si stupiva sempre più mentre apriva tutti i cassetti. In quello in cima, insieme ai fazzoletti, c'erano due scompartimenti contenenti altri accessori, come cravatte e polsini. Scoprì file perfettamente ordinate di calzini sistemati per colore e boxer di seta. In un altro cassetto trovò diversi pigiami di seta di vari colori. La sua ricerca rivelò anche un cassetto pieno di pesanti calzini invernali, alcuni pigiami di soffice e calda lana e molte sciarpe verdi-argentate che mettevano i Serpeverde. Il moro ne prese un paio e le aggiunse alla pila di fazzoletti sul letto.


Bé, Draco, sei decisamente... organizzato,” disse.


Aspetta di vedere l'altro guardaroba,” disse Blaise sogghignando. Il più piccolo stava stringendo un piccolo drago e il ragazzo lo mise sul letto per lui prima di spostarsi all'altro guardaroba.


Harry prese un profondo respiro in previsione di quello che avrebbero trovato. Aprì lentamente le ante e fissò ammutolito il contenuto. Il guardaroba doveva essere stato incantato per poter contenere tutta quella roba. Era pieno, ma, fin dal primo sguardo, era ovvio che fosse ben organizzato. Tutto era disposto con estremo ordine, tutto molto preciso.


I vestiti erano stati sistemati per tipo di abbigliamento e poi per colore. C'erano camicie, poi maglioni, poi vesti appese con cura. Era anche ovvio che tutto era di alta qualità. Molte cose sembravano di seta o di lana pregiata. Sul fondo erano presenti anche due raffinati abiti da cerimonia. Il moro era sicuro che molte cose, se non tutte, fossero state fatte su misura per Draco.


Questi aveva già una delle sue vesti Serpeverde rimpicciolita alla sua taglia, ma Harry ne prese altre. Sarebbe rimasto piccolo per altri quattro mesi e non voleva che il piccolo rimanesse senza.


C'erano altri due cassetti sul fondo del guardaroba e il Grifondoro li aprì per trovarvi golf piegati ordinatamente.


Ma Draco non ha nessun vestito normale?” chiese, suonando confuso. “Insomma, qualcosa che sia almeno leggermente meno formale? So che non gli piacciono i Babbani, ma dovrebbe avere almeno un paio di jeans.”


Blaise annuì e l'altro si accorse di un paio di bauli quasi nascosti dai mantelli che pendevano dalle grucce. “Apri il primo,” disse il Serpeverde con un sorriso malizioso.


Il Grifondoro inarcò un sopracciglio con aria interrogativa e aprì il baule che gli era stato indicato. Non appena alzò il coperchio, un odore di pelle cominciò a diffondersi nella stanza. Spalancò gli occhi con piacevole sorpresa quando vide il contenuto. C'erano qualche paio di jeans Babbani, qualche camicia Babbana e qualche maglietta.


Ma la vera sorpresa era la pelle. C'erano una giacca di pelle e un impermeabile. Quello che trovò più interessante furono però i pantaloni di pelle. Avrebbe adorato averne un paio tutto suo. Ne prese fuori un paio di pelle nera e chiuse gli occhi, immaginando il Draco più grande mentre li indossava. Era una cosa che gli sarebbe piaciuto vedere.


Draco li mette qualche volta, quando facciamo qualche festa nella sala comune,” spiegò Blaise. “Provali,” disse.


L'altro lo guardò con aria confusa. “Non potrei mai,” protestò.


Certo che puoi. È ovvio che ti piacciono e penso che tu e Draco abbiate la stessa taglia. Su, provali,” disse incoraggiandolo.


Ma sono di Draco, non miei,” obbiettò.


Dai,” si strinse nelle spalle. “Tanto non li metterà per un bel po'. Inoltre, ne ha in abbondanza.”


Harry lo guardò, combattuto. “Non credo che a Draco farebbe piacere se Harry Potter si provasse i suoi vestiti.” protestò senza forza.


Bé, io sono Draco e io dico che puoi provarli se vuoi,” disse il più piccolo altezzosamente.


Il Grifondoro gli sorrise debolmente e poi fece quello che gli era stato detto. Si tolse velocemente le scarpe da ginnastica mentre si sbottonava. Si tolse i pantaloni e si infilò in quelli di pelle. Mentre se li abbottonava, si mise di fronte allo specchio per vedere come gli stavano.


Blaise aveva ragione, gli stavano bene. Harry aveva un sorriso stampato in faccia mentre ammirava i pantaloni di pelle. L'altro ragazzo aveva rovistato tra i vestiti nell'armadio e gli passò una camicia di seta verde smeraldo a maniche lunghe .


Prova anche questa, ma non infilarla nei pantaloni,” ordinò, poi si accucciò di fianco al letto, rovistandoci sotto.


Si alzò con un grido di trionfo e l'altro si girò per vedere quale fosse la grande scoperta. “Mettiti questi,” ordinò, spingendo avanti un paio di stivali di pelle di drago nera che arrivavano alle caviglie.


Harry lo guardò con aria di protesta, ma l'amico gli indicò gli stivali con aria di comando. Sospirò e si sedette sul letto per metterli. Una volta infilati, si alzò e fece un paio di passi. Gli stavano davvero bene.


Improvvisamente, Blaise fece un fischio di apprezzamento. “Merlino, Harry. Ti sei sicuramente ripulito.”


Il moro lo guardò, sorpreso.


Sei fantastico!” dichiarò Draco.


Grazie, angelo,” disse il più grande, sorridendogli dolcemente e scompigliandogli i capelli.


Tornò di fronte allo specchio e fissò il suo riflesso. “Wow!” mormorò. “Sembro davvero a posto.”


Blaise ridacchiò. “Sembri molto più che a posto. Sei fantastico. E il verde ti sta bene perché riprende i tuoi occhi.” Lo guardò con aria critica. “Staresti anche meglio senza gli occhiali, secondo me.”


Harry si strinse nelle spalle. “Probabilmente. Avevo preso in considerazione di comprare delle lenti a contatto, ma non ho concluso nulla.”


Cosa sono le lenti a contatto?” chiese l'altro ragazzo con aria confusa.


Sono pezzi di plastica che vanno messi negli occhi. Ti correggono la vista come fanno gli occhiali, ma non si vedono,” spiegò.


Oh. Bé, perché non le hai prese, allora?”


Non riuscirei mai a convincere i miei parenti ad accompagnarmi a comprarle, e non pagherebbero,” spiegò. “Oltre a questo, trascorro la maggior parte dell'anno a Hogwarts e il resto del tempo sono così dannatamente protetto che non posso andare da nessuna parte,” disse piuttosto amaramente.


Okay, capisco la protezione e capisco Hogwarts. Ma non capisco perché i tuoi parenti non ti porterebbero a comprarle, e hai tanti soldi quanto Draco con i valori dei Black,” disse Blaise, confuso.


Il Grifondoro sbatté le palpebre in sorpresa. “Ho tanti soldi quanto i Malfoy?” chiese, incredulo.


Il Serpeverde sorrise compiaciuto. “Sì, ecco perché ero così sorpreso questo pomeriggio nell'ufficio di Silente. Comunque, avevi anche accesso ai valori dei Potter . Hai più soldi di quanti potresti spenderne, non potevi informarti?”


Harry sospirò e guardò il più piccolo, che non stava ascoltando la loro conversazione e stava tranquillamente giocando con i draghi che aveva scelto di prendere. Capiva davvero il perché volesse rivivere quattro mesi della sua infanzia in condizioni migliori.


È una lunga storia,” disse a Blaise. “Ma, fondamentalmente, i miei parenti mi odiano e mi hanno sempre considerato un peso che non volevano. In generale, i Babbani sono buoni, ma è a causa di persone come loro che hanno una brutta reputazione. Non mi hanno mai dato niente di più se non il minimo indispensabile. E intendo davvero il minimo necessario,” disse amaramente. “Mi vestivo con i vecchi abiti del mio grasso e sudicio cugino, e questo era tutto quello che ricevevo da loro. Mi davano anche abbastanza cibo per sopravvivere, credo,” aggiunse pensieroso.


Era perso nei suoi pensieri mentre provava a descrivere i motivi principali a Blaise e non notò l'ombra di orrore che gli attraversò il viso. Continuò.


Sono anche avidi. Non mi azzarderei mai a fargli sapere che possiedo dei soldi o troverebbero un modo di prendermeli. Sono i miei custodi dopo tutto, che mi piacciano o meno. Anche se avessi la possibilità di comprarmi cose nuove, non le porterei mai in quella casa ed è necessario che ci torni ogni estate. Per la mia sicurezza,” disse sarcastico.


L'altro ragazzo non sembrava felice, ma sembrava iniziare a capire. “Non sei mai andato a comprarti dei vestiti, vero?” chiese, indicando con un ampio gesto i vestiti del biondo.


Harry sbuffò. “No, nemmeno una volta, a parte quando ho comprato le vesti per la scuola, ma è tutto qui. Ho imparato a non farci caso. Non avrei potuto fare altrimenti. Comunque, non è che abbia una gran senso dello stile,” aggiunse, spiritoso.


Tieni quello che hai addosso,” disse l'altro ragazzo risoluto. “Potresti metterlo quando andremo a fare shopping sabato. E quando andremo, prenderemo dei vestiti anche per te, oltre che per Draco.”


Come se Piton potesse mai lasciarci del tempo per farlo.”


Lo farà,” insistette il moro. “Inoltre, il fatto che tu abbia la stessa taglia di Draco ci renderà le cose più semplici,” disse, scaltramente.


Perché?” chiese Harry, sospettoso.


Perché tutti i negozi conoscono Draco e le sue misure. Tutto quello che dovrò fare sarà dire ai commessi di prendere tutti i vestiti che Draco approverebbe e, praticamente, saranno loro a fare shopping al posto tuo. Tutto quello che dovrai fare sarà pagare,” disse, sorridendo compiaciuto.


Ma non sarei mai a mio agio in vestiti così formali, non come lo è Draco,” protestò l'altro, rabbrividendo alla sola idea. Draco stava bene vestito formale, sì, e Harry poteva vestirsi così, ma di certo non era il suo stile.


Blaise si limitò a muovere una mano per liquidare la faccenda. “Puoi prendere qualche vestito formale, ma ammetto che non sia il tuo stile. Richiederemo solo qualcosa di casual e conoscono già i negozi Babbani in cui va Draco,” disse, indicando il baule ancora aperto nell'angolo.


Il Grifondoro sospirò, rassegnandosi all'idea di comprarsi dei vestiti nuovi, ma poi si illuminò un po'. “Non dovrò più indossare gli abiti di Dudley per il resto dell'anno,” disse con meraviglia.


Assolutamente no! Finalmente avrai un guardaroba tutto tuo,” disse l'altro con un sorriso.


Anche il moro sorrise. “Non sono sicuro che mi piaccia l'idea di comprarmi dei vestiti, ma mi ci potrei abituare.”


Il Serpeverde lo guardò, scaltro. “Inoltre, ricorda che, per i prossimi quattro mesi, ti prenderai cura del numero uno di Hogwarts in fatto di moda. Non ti farà male seguire i consigli dei suoi stilisti. Quando tornerà ad avere sedici anni, ti ringrazierà per averlo vestito bene. Suona vanitoso, ma Draco è così,” disse, stringendosi nelle spalle.


Harry fece una smorfia. “Hai ragione. Non sono sicuro di voler pensare a quale sarà la sua reazione riguardo a questi quattro mesi.”


Si girarono entrambi a guardare il bambino, che stava ancora giocando tranquillamente sul letto. “Non so davvero come reagirà,” disse Blaise sommessamente. “Ma so che stai facendo molto per lui. E lo fai bene.”


Ci sto provando,” disse l'altro allo stesso modo. Poi lanciò uno sguardo all'orologio dietro di loro. “In realtà, devo portalo di sopra, lavarlo e metterlo a letto. Siamo stati giù molto tempo e non avevo visto fosse già così tardi.”


Non hai ancora guardato negli altri bauli,” protestò il moro.


Non sono sicuro di essere a mio agio frugando nei suoi bauli personali,” ammise. “Non ho nemmeno guardato quello che aveva in borsa.”


Non ci hai guardato?” chiese Blaise, sorpreso.


L'altro scosse la testa. “No, non mi sembrava giusto. Il Draco di sedici anni non accetterebbe mai che proprio io, tra tutte le persone, guardassi tra le sue cose.”


Il moro scosse la testa con aria rassegnata. “Proprio quando inizio a pensare che saresti un buon Serpeverde, ecco che ti comporti da nobile Grifondoro.”


Harry sorrise. “Non ho mai detto di non poter essere tutte e due le cose.”


Non puoi!”


Perché no? È quello che sono,” disse con sorriso perfido. “Parleremo dopo dei bauli. Adesso aiutami ad impacchettare le cose e a portarle su prima che si faccia troppo tardi. Abbiamo fatto bene a dormire un po' oggi,” mormorò.


Blaise prese un'altra borsa da sotto il letto e aiutò l'altro ragazzo a impacchettare tutto quello che avevano deciso di prendere. Harry mise i vestiti e le scarpe nella sua borsa, ma si infilò la veste senza preoccuparsi di chiuderla.


Misero i draghi in qualche fazzoletto per proteggerli, ma Draco ne tenne uno da portare in mano. In poco tempo furono pronti a partire. Il Serpeverde giunse nella sala comune con loro, salutando gli altri, ma Pansy fermò Harry prima che se ne andasse.


Fermo!”


Che c'è?” chiese sulla difensiva. Lo stava guardando in modo strano e il ragazzo non sapeva che pensare. Aveva dato spettacolo prima e non sapeva che fare se qualcuno avesse voluto affrontarlo. In ogni modo, sarebbe stato decisamente felice di ignorare le occhiate e i mormorii e fingere che niente fosse mai successo.


Togliti i vestiti.”


Cosa?!” esclamò abbastanza forte da attirare l'attenzione di tutti quelli presenti nella sala comune che non li stavano ancora guardando.


Credo voglia vedere i tuoi nuovi vestiti,” sorrise compiaciuto Blaise.


Il Grifondoro arrossì. Non aveva la minima voglia di fare mostra di sé e non era sicuro di quello che Pansy avrebbe detto del fatto che stesse indossando i vestiti di Draco. Ma decise di buttarsi. Per una volta nella vita, sapeva di stare bene e, rispetto ad altre volte, non avrebbe fatto una brutta figura. Guardò Draco, che gli sorrideva orgoglioso, e questo lo convinse. Posò le borse e si tolse la veste.


Quindi, che ne pensi?” le chiese con un sorriso malizioso mentre girava su sé stesso nei suoi vestiti nuovi.


Ricevette dei fischi di apprezzamento e miagolii da gatto e sorrise a Pansy che lo stava guardando a bocca aperta. Sbatté le palpebre un paio di volte.


Merlino, Potter,” sospirò. “Vestito così stai bene quanto Draco .”


Il moro si inchinò con fare drammatico. “Lo prenderò come un complimento definitivo, my lady,” disse, facendole l'occhiolino mentre si rialzava.


La ragazza ridacchiò mentre gli dava uno schiaffo su un braccio. “Se Draco non avesse quattro anni, giurerei che ti stia dando lezioni.”


Harry sorrise. “No! È che al momento mi sento bene,” dichiarò.


Draco stava ridacchiando per le battute di Harry e anche Blaise stava ridendo, godendosi lo show.


È arrivata l'ora per me e il piccolo principe di andare,” disse altezzosamente, anche se sorrideva. Si rimise la veste e riprese le borse. “Ci vediamo domani. È il tuo turno di salutare,” sussurrò al piccolo.


Questi ridacchiò e salutò tutti prima di lasciare la sala comune mentre gli altri continuavano a ridere. Tiger e Goyle li seguirono silenziosamente e li scortarono alla torre.


Harry scosse la testa, incredulo, ripensando a quello che aveva appena fatto, ma sorridendo allegramente. Blaise aveva detto che faceva bene al bambino, ma, forse, quest'esperienza faceva bene anche a lui.


Fu colpito da un senso di déjà vu quando entrarono nella sala comune Grifondoro. Hermione li aveva individuati non appena entrati dal ritratto e il moro non riuscì ad andare molto lontano prima che la ragazze urlasse “Fermo!”


Harry si girò verso di lei.


Togliti i vestiti.”


Il ragazzo guardò Draco, facendolo ridere mentre faceva quello che gli era stato detto. Appoggiò le borse a terra, si tolse la veste e l'appoggiò sulle borse. Girò su sé stesso mostrando il nuovo look, ricevendo altri fischi e approvazioni.


Stai benissimo, Harry!” urlò Seamus.


Gli sorrise. “Grazie!”


Hermione lo stava fissando a bocca aperta, come Pansy prima.


Sei fantastico!” esclamò infine. “Non sapevo ti fossi risistemato così bene.”


Si inchinò a lei come aveva fatto con la Serpeverde. “Vi ringrazio, my lady,” replicò elegantemente.


Hermione stette al gioco e si appoggiò il dorso della mano sulla fronte. “Oh, mio coraggioso, bellissimo cavaliere con la scintillante armatura,” disse, fingendo di svenire.


Il ragazzo la prese tra le braccia. “Grazie, oh nobile cavaliere, per avermi salvata,” disse l'amica senza fiato.


È il mio dovere, dear lady. Qualsiasi cosa per salvare le damigelle in pericolo,” dichiarò.


La riccia si rimise in piedi e gli diede un colpo sul braccio. “Non sono una damigella in pericolo,” disse sorridendo.


Il moro le sorrise mentre i Grifondoro scoppiavano a ridere per la loro performance. Se comportarsi in modo ridicolo aiutava gli altri a rilassarsi, allora ne valeva la pena.


Prese il piccolo Draco tra le braccia e gli scompigliò i capelli. “Il mio piccolo principe è pronto per andare a letto?” chiese.


Prima di dargli il tempo di rispondere, Hermione pose un'altra domanda.


Non così veloce,” disse. “E i vestiti? Ti stanno bene, ma da dove vengono e perché li hai addosso?”


Blaise pensava mi chiamassi Ken,” disse con aria rassegnata.


La maggior parte degli studenti non capì le sue parole, ma la ragazza e Dean, insieme ad altri figli di Babbani, scoppiarono a ridere. La riccia rideva così forte da avere le guance rigate di lacrime.


Che cosa c'è di così divertente?” chiese Seamus a Dean.


Ken è un gioco Babbano. È un bambolotto che le bambine vestono in diversi modi,” spiegò.


Il che significa, dato quello che Harry ha detto, che Blaise ha praticamente giocato a vestirlo,” aggiunse Hermione.


Anche Ron sembrava pensare che fosse divertente. “Vuol dire che Zabini ti ha vestito come una bambola?” chiese, incredulo.


Harry annuì e decide di spiegare meglio. “Stavano guardando tra le cose di Draco in modo da trovargli qualcosa di famigliare da portare qui.”


Il rosso lo interruppe. “Questo spiega perché adesso hai lenzuola di seta nera e un copriletto di velluto?” chiese.


Sì,” rispose, guardando il bambino e facendogli l'occhiolino. “Prima erano nel suo letto nel dormitorio Serpeverde e le ha riconosciute.”


Figurarsi se Malfoy non aveva lenzuola di seta,” borbottò l'amico.


Il moro lo fulminò con lo sguardo. “Spero lo facciano sentire più a suo agio qui. Le sue coperte, almeno, sono una delle poche cose che gli sono famigliari. Sono sicuro che, quando avevi quattro anni, anche a te piaceva avere intorno cose familiari.”


Ron alzò le mani in segno di sconfitta e non disse altro.


Harry si fermò per dare un bacio sulla fronte a Draco per rassicurarlo. Il bambino lo stava stringendo leggermente più forte da quando aveva avvertito un po' di tensione.


In ogni modo, stavamo rovistando tra le varie cose quando abbiamo trovato i pantaloni di pelle. Ne ho sempre desiderati un paio,” disse stringendosi nelle spalle, arrossendo imbarazzato. “Blaise e Draco hanno voluto che me li provassi, dal momento che abbiamo la stessa taglia. Ma poi Blaise non ha lasciato perdere e ha voluto che completassi il look con la camicia e gli stivali. Mi ha anche detto di tenerli.”


Ma Draco non si arrabbierà visto che hai preso i suoi vestiti?” chiese Hermione, preoccupata.


Io sono Draco,” disse il bambino con aria di sfida. “E io dico che può tenerli. Penso gli stiano bene.”


Il più grande sorrise e indicò con il braccio libero il piccolo tra le sue braccia. “E questa è la ragione per cui li ho ancora indosso. Ho provato a protestare, ma ho perso.”


I Grifondoro risero. Molti sarebbero stati disposti ad ammettere che era difficile vincere con quel bambino adorabile, anche se sapevano che tecnicamente era il Draco Malfoy che li aveva tormentati per tutti quegli anni.


La ragazza sorrise dolcemente al piccolo. “Mi scuso per aver dimenticato che sei davvero Draco.”


Questi si strinse nelle spalle. “Va tutto bene. Succede, a volte,” disse.


La riccia non smise di sorridere. “Ne sono sicura. Ma hai ragione, sai. Harry sta davvero bene con i tuoi vestiti ed è stato carino da parte tua darglieli.”


Oh, e non ti ho ancora ringraziato a dovere. Che cosa stavo pensando?” disse Harry, battendosi la fronte con la mano. “Grazie, Draco.”


Prego, Harry,” disse sommessamente, sorridendogli davvero dolcemente. Il moro lo baciò di nuovo sulla fronte prima di abbracciarlo stretto. Ignorò gli “ooohh” che giunsero da Hermione e da molte ragazze Grifondoro.


Che altro hai trovato, Draco?” chiese la ragazza, curiosa, indicando l'oggetto che il piccolo stava ancora stringendo in mano.


Draco alzò gli occhi. “Ho trovato i miei draghi! Harry ha detto che potevo portarne qualcuno qui.” Tese orgogliosamente il suo drago per farglielo vedere. “Questo l'ho ricevuto per il mio quarto compleanno. È un Dentiaguzzi Peruviano. È il drago più piccolo, ma è il più veloce nel volo.”


È fantastico!” esclamò la riccia, sorridendo all'entusiasmo del ragazzo per il suo drago. “Ti piacciono davvero molto i draghi, vero?”


Il bambino annuì, entusiasta. “Sì, avrei pensato fossero fantastici anche se il mio nome non fosse stato Draco. Non posso farti vedere gli altri perché Harry dice che è ora di andare a letto e che non li svolgeremo stasera, ma posso farteli vedere domani,” disse, speranzoso.


Mi piacerebbe,” disse Hermione sorridendo.


Va bene, angelo. Hai ragione,è davvero arrivata l'ora di andare a letto. È stata una giornata davvero lunga,” disse Harry. La ragazza gli allungò la veste e le borse. Diedero la buona notte e si avviarono per le scale.


Il più grande gli mise velocemente il pigiama, prima di gattonare sul letto con un paio di libri. Si appoggiò alla testata per leggere, ma non fece nemmeno in tempo a finire il primo libro che Draco si era già addormentato. Mise i libri e gli occhiali sul comodino e si sdraiò accanto al piccolo. Anche lui si addormentò velocemente, abbracciandolo protettivo, entrambi raggomitolati nel caldo del copriletto di velluto.

* * * *  *

Note: Ho lasciato alcune parole in inglese perché, secondo me, rendono di più il linguaggio arcaico e teatrale che Harry sta cercando di usare, e il nome del drago "Dentiaguzzi"... sì, l'ho preso da "La Valle Incantata"... in originale è "Toothviper" ossia denti di vipera, ma non mi piaceva la traduzione staccata, quindi mi sono affidata all'ammaginario italiano con il nome che ho scelto.

* * * * * 

RECENSIONI

DJKIKA: Harry arrabbiato è molto sexy anche...quanto avrei voluto essere lì!! Ed è fantastico con Draco...è la cosa migliore che gli potesse capitare!! vorrei capitasse anche a me.. =P

YoruGirl: Draco è assolutamente adorabile!! Lo confermano anche gli "ooohh"!! =P Comunque, prego!!

Persefone Fuxia: Mi sono commossa... grazie!! A volte è tremendamente difficile rendere in italiano alcune espressioni... sono contenta che ragazze come te mi confermino che i miei sforzi sono andati a buon fine!! La scelta deliberata sottolinea un nuovo carattere di Draco davvero profondo direi... e poi, è vero, è pucciosissimo!!

Hollina: In questo capitolo ci sono un po' meno scoperte, ma in un certo senso lo prefersico!! XD

emogirl in pink: grazie del lavoro fantastico!! e comunque... w azkaban!!

PAMPAM: grazie ancora!

Shin_86: Grazie per i complimenti! fanno sempre piacere!! Hai ragione...era ora che Piton aprisse gli occhi!!

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Capitolo 8
*** Altri Incubi ***


cap 8

Declaimer: Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K. Rowling.

Autrice: Vorabiza

Traduttrice: dede

Beta: emogirl in pink

Storia in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795

Buona lettura!!

* * * * *

Sfortunatamente, non fu una notte facile per nessuno dei due: Draco si svegliò gridando per colpa di un incubo poco dopo la mezzanotte. I suoi urli di terrore erano un suono inusuale ed orribile, e tutti i ragazzi si svegliarono di soprassalto.


Harry lo cullò e lo calmò, massaggiandogli la schiena con calma e accarezzandogli i capelli mentre piangeva. Neville, che a modo suo era un gentiluomo di sangue puro quanto Draco Malfoy, gli passò un fazzoletto per pulire il viso al piccolo.


Ron poteva anche avere ancora dei problemi a rapportarsi col biondino e non sapeva come comportarsi con i bambini, ma aveva avuto modo di fare esperienza con gli incubi dopo aver trascorso con Harry la maggior parte dell'anno. Urlare lasciava la gola arida e rauca, e il rosso versò un bicchiere d'acqua e si sedette sul letto, offrendolo a Draco.


Un altro incubo?” chiese il moro sommessamente.


Il più piccolo annuì sul suo petto. Ogni tanto singhiozzava ancora, ma aveva smesso di piangere.


Sempre lo stesso?”


Il biondino scosse la testa, ma poi annuì. Harry lanciò un'occhiata a Ron, seduto sul letto di fianco a loro, a Neville, Dean e Seamus, che al momento erano seduti sul bordo del letto del rosso. Gli ammonì con lo sguardo affinché non dicessero niente.


Era di nuovo con tuo padre,ma è successo qualcosa di diverso?” provò a indovinare.


Draco tirò su con il naso e annuì.


Perché non me ne parli, così posso preoccuparmene io per te e tu non dovrai più averne paura?” suggerì.


Il Serpeverde non si mosse né emise alcun suono per almeno un minuto. Poi annuì e parlò sommessamente. “Lui... lui mi stava punendo di nuovo, perché ero stato cattivo.”


Harry chiuse gli occhi. Ron stava iniziando a capire quello che era successo il giorno prima perché stava iniziando a sentire il potere crescere nell'amico. Si mosse silenziosamente e gli posò una mano sulle spalle, sperando di tenerlo a terra prima che perdesse il controllo.


Che cosa avresti fatto di cattivo?” chiese il moro con calma.


Ho sporcato i vestiti nuovi mentre ero fuori. Mio padre mi aveva detto di stare attento e non lo sono stato,” ammise.


Il moro prese un respiro profondo. “Ti ha di nuovo portato nei sotterranei?”


Il bambino fu scosso da brividi, il che fornì una risposta sufficiente.


Ha di nuovo usato la Cruciatus su di te?” chiese senza cambiare tono. La presa di Ron sulla spalla dell'amico si serrò dolorosamente, ma Harry ne fu grato perché lo stava aiutando a tenere i piedi per terra meglio di quanto avrebbe mai potuto pensare.


Draco annuì. “Ma non c'era nessun corpo questa volta,” mormorò.


La presa del rosso di strinse ancora di più per l'orrore, ma quelle parole fecero davvero sentire meglio l'amico, almeno un po' più calmo. Almeno il Serpeverde non aveva dovuto vedere un cadavere insanguinato questa volta.


È tutto?” chiese il Grifondoro.


Il più piccolo annuì ancora una volta, e il moro lo abbracciò più stretto. “Sei stato bravo a parlarmene, angelo. Sono fiero di te.”


Lo spinse un po' indietro e gli inclinò la testa per poterlo guardare. Draco incontrò il suo sguardo volentieri e fiducioso. “Ricorda quello che ti ho detto. Ti terrò al sicuro e tuo padre non ti farà più del male. So che gli vuoi bene ed è giusto, ma non è giusto che lui ti faccia del male in quel modo. È davvero sbagliato che ti punisca così severamente.”


Ma mi aveva detto di stare attento e non lo sono stato,” mormorò il biondino.


Harry scosse la testa. “Non importa. Quello che hai fatto non era così grave da causare una punizione così severa. Inoltre, tuo padre avrebbe dovuto sapere che i bambini si sporcano a volte. È quello che i bambini fanno,” disse.


Davvero?” chiese il piccolo, sembrando sorpreso all'idea.


Il moro ridacchiò leggermente, il che aiutò distendere la tensione nella stanza. Ron avvertì la magia dell'amico ritirarsi.


Sì, davvero,” disse con un sorriso. “Quando avevo la tua età, mi sporcavo sempre.”


Draco lo guardò con meraviglia.


Anche io,” intervenne il rosso. “Ero sporco la maggior parte del tempo perché mi piaceva stare all'aperto ed esplorare i campi intorno a casa nostra. Mi sporcavo, ma mi divertivo un sacco.”


Dean decise di inserirsi nella conversazione per aiutare a distrarre il bambino. “Di solito, la mia sorella maggiore voleva che giocassi con lei, anche se non sempre mi piaceva, ma lo adoravo quando fingevamo di fare dolci di fango. C'era sempre un casino incredibile dopo,” disse ridendo.


E a tuo padre non importava?” chiese Draco, scettico .


No!” disse l'altro con un ghigno. “Sia lui che mia madre mi buttavo nella vasca per ripulirmi, e basta.”


Io ero come te, Draco,” disse Neville tranquillamente. “Sarei dovuto essere un appropriato mago purosangue e non mi era permesso sporcarmi.”


Questo, il bambino lo capiva. “E se ti sporcavi, come ti punivano?” chiese sommessamente.


Bé, ricordo che una volta mi sono sporcato i vestiti nuovi perché non ero stato attento. Ho dovuto lavarli da solo così mi sarei ricordato di non sporcarli di nuovo,” rispose tranquillamente.


Oh,” disse Draco. Guardò Harry. “È questo che intendevi con 'non così severo'?” chiese.


Sì,” affermò il più grande. “A Neville non è piaciuta la sua punizione, ma non è stata né così dura né così severa come la tua.”


Il bambino aveva le sopracciglia aggrottate mentre ci pensava. “A te era permesso sporcarti?” chiese a Seamus, volendo anche l'opinione dell'ultimo rimasto.


A volte sì, a volte no,” disse. “A volte mi dicevano di uscire a giocare e non importava quanto mi sporcavo. Ma, altre volte, ad esempio quando avevamo ospiti, dovevo rimanere pulito.”


Ecco, questa è probabilmente la cosa migliore,” disse il moro. “Ci sono volte in cui puoi sporcarti e altre no. Ma, qualche volta, gli incidenti accadono e ti sporchi anche quando non dovresti. Gli incidenti, però, non sono colpa tua e non dovresti essere punito in quel modo.” disse fermamente. Guardò il biondo negli occhi. “E per nessun motivo dovresti venir punito in modo così doloroso. Capisci?”


Draco prese un respiro profondo e annuì. Poi sbadigliò.


Penso che sia ora di tornare a dormire, ometto,” disse Seamus con un sorriso. Il suo sbadiglio stava facendo sbadigliare anche i ragazzi più grandi. Era quasi l'una di notte ormai. Il Serpeverde aveva già chiuso gli occhi e aveva iniziato a sonnecchiare sul petto del più grande ancora prima che Seamus avesse finito di parlare.


Tutto bene, amico?” sussurrò Ron.


Sì, grazie,” disse con gratitudine.


Nessun problema,” rispose, stringendogli la spalla prima di andare.


Si è già addormentato?” chiese Neville, mentre gli altri si alzavano e tornavano a dormire.


Harry guardò in giù, controllando il piccolo, e sorrise dolcemente. “Sì. È stata una giornata piuttosto dura per lui.”


È stata piuttosto dura anche per te, amico,” disse Seamus con aria di intesa.


Il moro sospirò. “Già. Sentite, ragazzi, promettete di non dire niente su Draco e suo padre?” chiese.


Non diciamo niente suoi tuoi incubi, e non parliamo dei tuoi segreti; non diremo niente neanche su questo,” disse Dean, e tutti annuirono, d'accordo.


Grazie,” disse con sospiro di sollievo.


La causa di tutto quel casino di ieri è suo padre, vero?” chiese Ron.


L'espressione dell'amico si scurì ma rimase calmo con Draco tra le braccia. “Sì,” rispose semplicemente.


Il rosso annuì. Non avrebbe chiesto altro e lasciò perdere. Tornò al suo letto e gli altri fecero lo stesso. L'altro si stese e si sistemò per bene con il bambino.


La sua magia era fortunatamente sotto controllo, ma non lo era la sua mente. Giaceva pensando a tutto quello che era successo. Era ancora incredibilmente arrabbiato, ma, questa volta, avendo saputo quello che avrebbe sentito e con Ron che lo aveva aiutato a tenere i piedi per terra, era riuscito a tenere la sua magia sotto controllo mentre parlava col piccolo dei suoi incubi.


Credeva che tutti gli shock causati dalle scoperte che aveva fatto avessero contribuito alla sua perdita di controllo. Quello a colazione, quando aveva scoperto che Lucius faceva del male a Draco, aveva portato oltre il limite della sopportazione sia lui che Piton.


Lo shock ancora maggiore causato dalla scoperta di come Lucius facesse del male al figlio lo aveva sconvolto e fatto arrabbiare talmente tanto che aveva avuto bisogno non solo di uno sfogo fisico, ma anche la sua magia era cresciuta con l'intensità delle sue emozioni.


Sperava che Piton e Silente fossero riusciti a immaginare esattamente cosa fosse successo alla sua magia e quello che avrebbe dovuto fare per tenerla sotto controllo. Non voleva assolutamente ferire qualcuno accidentalmente.


Avrebbe però adorato rilasciare la sua magia su Lucius Malfoy. L'uomo non meritava nessuna pietà dopo quello a cui aveva sottoposto il suo bambino. Lo aveva minacciato e obbligato a vedere corpi torturati e senza vita mentre lo torturava con la maledizione Cruciatus. Era crudele e incredibile, e Harry non aveva dubitato di una sola parola di quello che il Serpeverde gli aveva detto.


Sapeva che Lucius Malfoy era un uomo freddo e crudele, ma non aveva mai pensato che sottoponesse anche il suo stesso figlio a una tale crudeltà. Rabbrividì pensando a che altro Draco era stato sottoposto mentre cresceva. Poteva facilmente immaginare che mentre cresceva, questi fosse obbligato a guardare suo padre torturare e uccidere.


Mentre giaceva continuando a pensare a queste cose, capì che il biondo non aveva ancora chiesto dove fossero suo padre o sua madre. Aveva così tanta paura di loro da non volere sapere, o era abituato alle loro lunghe assenze da non notarle nemmeno più? Non era difficile credere che i suoi genitori lo lasciassero spesso da solo con l'unica compagnia degli elfi domestici o qualche persona a pagamento, come bambinaie e insegnanti privati.


In ogni caso, Harry era determinato a rendergli piacevoli i prossimi quattro mesi. Con quel pensiero fisso in testa, iniziò a sonnecchiare con il viso nascosto nei soffici capelli del bambino e lo abbracciò un po' più stretto mentre finalmente scivolava di nuovo nel sonno.


Sfortunatamente, quel piacevole pensiero non rimase. Il suo subconscio era,ovviamente, ancora focalizzato su Lucius Malfoy, e i suoi incubi si riempirono con i ricordi dei suoi incontri passati con l'uomo. Insieme alle vere memorie c'erano terrificanti immagini dei due Draco, quello giovane e quello cresciuto, in terra, urlanti di dolore, mentre Lucius, tenendo la bacchetta puntata sul ragazzo, rideva crudelmente. La risata cambiò lentamente fino a suonare in modo nauseabondo come quella acuta di Voldemort.


Si svegliò urlando. Si sedette di scatto e fissò con gli sgranati quello che aveva intorno, stringendosi la testa pulsante. Ansimando leggermente, prese gli occhiali del comodino e li mise, tentando disperatamente di ritrovare l'equilibrio.


Mentre metteva a fuoco la camera buia, realizzò che tutti erano di nuovo svegli. Neville sedeva alla fine del suo letto mentre cercava di calmare un Draco in lacrime. Ron gli sedeva accanto e capì che, probabilmente, l'amico aveva provato a svegliarlo per almeno un paio di minuti. Dean e Seamus erano in piedi ai lati del suo letto, spostandosi nervosi e preoccupati.


Hai bisogno di vedere Silente?” chiese il rosso con ansia.


Harry scosse la testa, ma se ne pentì immediatamente, e si riprese la testa tra le mani, stringendosi la fronte. Tese l'altra mano a Draco e il bambino si gettò immediatamente tra le sue braccia.


Harry, sei sicuro di non avere bisogno di vedere Silente?” Ron non sembrava essersi rilassato.


No, stava solo ridendo dei miei incubi,” disse con la gola secca. L'amico e gli altri sembravano tutti terrorizzati. Avevano capito benissimo chi fosse il soggetto della frase. Anche Dean e Seamus capirono abbastanza, anche se non sapevano tutto quello che Voltermort aveva fatto al compagno di Casa.


Neville e Ron sapevano quanto profondamente il mago potesse colpire il ragazzo. Avendo preso parte a quello che era successo la scorsa primavera, Neville aveva scoperto quello di cui Voldemort era capace.


Nessuna visione?” chiese questi nervosamente.


No, solo un doppio incubo,” rispose il moro amaramente.


Il rosso gli tese un bicchiere d'acqua, che Harry bevve con gratitudine. Il liquido freddo gli calmò meravigliosamente la gola secca.


Stai bene?” mormorò Draco tra le lacrime. “Avevo tanta paura.”


Harry provò a ignorare il dolore alla fronte e avvolse le braccia intorno al piccolo Serpeverde, tranquillizzandolo. “Shhh, sto bene. Non intendevo spaventarti. Ecco perché ero preoccupato che tu dormissi con me, perché anche io, come te, faccio degli incubi. Mi dispiace di averti svegliato e spaventato. Shhh, va tutto bene adesso.”


Si sentiva malissimo per avere turbato il piccolo e si vedeva che era triste. Draco alzò le piccole mani e le posò sulle guance del Grifondoro. “Va tutto bene, Harry. Avevo paura per te perché urlavi così forte e non ti svegliavi. Avevo paura stessi male davvero.”


Il moro gli sorrise debolmente. “Sto bene, angelo.”


Il biondino si sollevò e lo baciò sulla fronte, poi lo avvolse con le braccia, abbracciandolo stretto. Ron gli passò un altro fazzoletto e l'amico pulì il viso del bambino prima di rimetterlo a letto. Harry si stupì della sua resistenza, quando il Serpeverde si addormentò subito, rassicurato dal fatto che il più grande stesse bene e che lui stesso fosse al sicuro.


Dean e Seamus erano tornati ai loro letti non appena avevano capito che il compagno stava bene. Ron e Neville, però, lo stavano ancora guardando un po' con ansia.


Sei sicuro di stare bene, amico?” chiese il rosso, una volta sicuro che Draco si fosse addormentato. “Tu-Sai-Chi non ti ha mandato nessuna visione o altro?”


No, Ron,” rispose stancamente. “Dopo tutto quello che è successo ieri stavo sognando Lucius e tutte le volte che ho avuto a che fare con quel bastardo. Solo che, questa volta, l’ho anche visto torturare Draco, sia di quattro che di sedici anni, con la maledizione Cruciatus. Stava ridendo crudelmente di suo figlio, ma poi la risata si è trasformata in quella di Voldemort ed è in quel momento che mi sono svegliato.”


I due ragazzi trattennero il respiro al nome di Voldemort, e il moro roteò gli occhi. Però non commentò, perché entrambi sembravano già abbastanza terrorizzati e leggermente verdi all'idea che il mago si fosse di nuovo connesso all'amico tramite il collegamento con la sua mente.


Capisco la vostra preoccupazione, ma sto bene. Bé, non esattamente bene, ma non c'è nessuna emergenza. Non ho bisogno di vedere Silente e non c'è nient'altro da fare. Solo tornare a letto. Mi dispiace di avervi svegliato di nuovo stanotte.”


Nessun problema, amico. Siamo qui per te quando hai bisogno di noi,” disse Ron, e Neville annuì. Sembravano ancora preoccupati, ma tornarono entrambi lentamente ai loro letti.


Non passò molto tempo prima che Harry sentisse tutti dormire di nuovo tranquillamente. Sapeva che non sarebbe riuscito a riaddormentarsi, se non altro per il fatto che la testa gli stava ancora pulsando. Si assicurò che il piccolo fosse ben coperto e scese con cautela dal letto.


Rovistò nel suo baule finché non trovò quello che stava cercando. Prese dell'inchiostro e una piuma dalla borsa, poi si sedette sul letto inutilizzato del Serpeverde. Tirò le tende per evitare che la luce svegliasse qualcuno, ma le lasciò abbastanza aperte per vedere Draco e tenerlo d'occhio.


Si appoggiò alla testata del letto e si coprì con le coperte per stare caldo, mettendosi comodo. Solo allora guardò quello che aveva recuperato del baule. Era un diario in pelle che Hermione gli aveva regalato per il suo compleanno. I diari erano roba da ragazze, ma l'amica aveva detto di averglielo dato perché, forse, lo avrebbe potuto aiutare a superare la perdita di Sirius. Scrivere era terapeutico, aveva detto.


Il moro fece scorrere la mano sulla pelle nuova e sul lucchetto d'oro. Serviva una chiava ma la ragazza lo aveva incantato in modo da farlo aprire con una qualsiasi parola d'ordine Harry avesse scelto e un colpo di bacchetta. Funzionava come la Mappa del Malandrino.


Non aveva mai scritto un diario. L'idea di scriverne uno gli ricordava troppo quello che aveva fatto Riddle. E non erano certo ricordi piacevoli.


Adesso, in ogni caso, sedeva fissando il diario sul suo grembo. Non stava pensando a Riddle, Hermione e nemmeno a Sirius. Stava pensando a Draco, e alla propria infanzia.


Non esisteva nulla che testimoniasse la sua esistenza per i primi dieci anni della sua vita. Non esistevano foto, souvenir di alcun tipo, e certamente nessuno che si fosse mai preoccupato di raccontargli episodi della sua infanzia. Aveva perso i genitori e non aveva nessun loro ricordo. Aveva avuto Sirius per così poco tempo. Remus era l'unico rimasto e persino lui era riuscito a dirgli solo poche cose riguardo al suo primo anno di vita.


Lanciò un'occhiata al bambino addormentato pacificamente nel suo letto. Il Grifondoro non poteva essere sicuro di quello che fosse successo a Draco Malfoy, ma sospettava fortemente che desiderasse una seconda opportunità. Impossibile esserne sicuri, ma anche la vita del biondo era stata piuttosto impossibile. Di quello Harry ne era sicuro.


Risoluto, aprì il diario e iniziò a scrivere tutto quello che era successo da quando il calderone del Serpeverde era esploso. Nel bene e nel male, scrisse tutto. Esitò solo brevemente mentre decideva cosa inserire dei propri pensieri e sentimenti riguardanti il bambino. Non sarebbe stato lo stesso senza un tocco personale, così decise di metterli. Ovviamente, non inserì nulla di troppo personale.


Due ore dopo, chiuse il diario e lo bloccò con quel senso di soddisfazione che si ha dopo aver fatto qualcosa di buono. Inoltre, decise che lo avrebbe chiamato giornale invece di diario. La parola 'diario' aveva connotazioni troppo brutte. Sbuffò, realizzando che, tecnicamente, non importava come lo chiamasse.


Erano quasi le sette del mattino e iniziò a preparare le sue cose e quelle di Draco. Svegliò il piccolo addormentato, che non era ancora pronto per alzarsi, e lo mise sotto la doccia. Era quasi contento di non aver avuto tempo per una doccia, la sere prima, mentre l'acqua lo aiutava a ristorarsi e a svegliare un po' entrambi. Sebbene nessuno dei due fosse particolarmente all'erta, stavano sicuramente meglio.

* * * * * 

RECENSIONI

DJKIKA: grazie!!! mi fa un sacco piacere che tu dica questo!!

PAMPAM: è in piacere tradurre per ricevere poi i vostri ringraziamenti... grazie a voi...

Hollina: cosa darei per farmi un giro nella sua stanza...

YoruGirl: se ti stanchi di aspettare i miei aggiornamente puoi andare sul sito originale!! XD ci sono storie che rendeno si più se lette in lingua madre, per questo cerco di attenermi a una traduzione letterale evitando troppe traduzioni a sentimento!!

Persefone Fuxia: Sì, la recita mi aveva mandata un po' in crisi, volevo renderla un po' Shakespeariana ma non credo di esserci riuscita troppo bene... riguardo al giocattolo, che tradotto letteralmete ha un nome davvero pessimo, nemmeno io lo darei  a mio figlio, ma c'è da dire che la famigia di Draco non è proprio normale subito...

Shin_86: tutto vestito di pelle.... sbaaaaaaav!!! XD e immagina Draco...

emogirl in pink: sempre fantastica!!

Taila: non preoccuparti del ritardo!! Adoro il nuovo trio Blaise/Draco/Harry, sono irresistibili!! una volta li ho definiti "belli, impossibili...e in gradazione di colore"... e sì, Harry è simpatico!! La Rowling lo rende troppo musone...invece sa giocare!! riguardo a Lucius... credo che più o meno tutte quelle che leggono questa fic loo vogliano morto...o comunque vorrebbero vederlo torturato moooolto dolorosamente!!

lumamo64: e quale sarà la sua reazione davanti al diario?? ihih!!


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Capitolo 9
*** Lezioni ***


Declaimer: Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K. Rowling.

Autrice: Vorabiza

Traduttrice: dede

Beta: emogirl in pink

Storia in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795

Buona lettura!!



* * * * *

Quella mattina, il dormitorio era insolitamente tranquillo mentre i cinque compagni di Casa e Draco si vestivano e si preparavano per la giornata. In qualche modo, erano riusciti a mettersi d'accordo e ad entrare tutti insieme in sala comune, dove Hermione e Ginny li stavano aspettando. Harry non ne era sicuro, ma pensava che i suoi amici si fossero deliberatamente stretti a lui e al bambino quella mattina, per assicurarsi che i due stessero bene dopo gli incubi della notte precedente.

Le due ragazze aggrottarono le sopracciglia alla vista dello stanco gruppo. “Va tutto bene?” chiese la riccia. Tutti si girarono verso Harry. Anche Draco guardò verso di lui.

Il moro roteò gli occhi, pensando che la loro preoccupazione fosse eccessiva, anche se sembrava leggermente imbarazzato per avere svegliato tutti durante la notte. “Certo. Siamo solo un po' più stanchi questa mattina. È tutto,” disse, troncando il discorso. Non avrebbe detto altro, specialmente con il bambino presente. 

La preoccupazione sul viso delle ragazze non diminuì, ma non dissero altro. Si diressero tutti insieme fuori dalla sala comune per andare a colazione. Nessuno sembrava particolarmente sorpreso di vedere Tiger e Goyle aspettare Harry e Draco, anche se i Grifondoro li osservavano con aria guardinga. Il piccolo Serpeverde e il moro diedero loro il buongiorno, e condussero lo strano gruppo giù per le scale. 

Hermione e Ginny rimasero indietro con Ron e gli altri ragazzi Grifondoro. Il moro sapeva che stavano cercando di scoprire quello che era successo durante la notte. Non gli dava fastidio che indagassero, almeno fino a che non lo avessero fatto di fronte al piccolo. Inoltre, non gli piaceva parlare di sé, quindi, che chiedessero pure.

Giunti alla Sala Grande, Harry e Draco si separarono dai due Serpeverde per dirigersi al tavolo Grifondoro. Il più grande gli riempì il piatto con bacon, uova e toast e gli versò un po' di succo prima di occuparsi di sé stesso. Mentre facevano colazione la loro parte di tavolo rimase piuttosto silenziosa.

Il Grifondoro lanciò un'occhiata a Piton che li stava fissando con sguardo indagatore, gli occhi ridotti a due fessure. Harry sapeva che il professore aveva notato lo strano, stanco gruppo. Guardando il tavolo Serpeverde, incontrò lo sguardo di Blaise, che fissava il gruppo con aria preoccupata. Gli sorrise e il Serpeverde ricambiò, senza però che la preoccupazione lasciasse i suoi occhi.

Harry riportò l'attenzione sulla colazione, assicurandosi prima che Draco stesse ancora bene. Trasalirono entrambi quando Edvige atterrò improvvisamente di fronte a loro.

Il bambino la guardava in soggezione. Il moro ridacchiò. “Questa è la mia civetta. Si chiama Edvige. Perché non le dai un pezzo di bacon, Draco?” suggerì.

Il Grifondoro le slegò la lettera dalla zampa mentre il piccolo guardava con meraviglia l'animale mangiare il bacon che gli aveva dato. “Puoi accarezzarla se vuoi,” lo incoraggiò.

Posso?” chiese ansiosamente.

Certo, le piace essere accarezzata,” rispose con un sorriso, e lo guardò mentre allungava una mano per toccarla. Edvige si lasciò accarezzare e sembrava che il piccolo le piacesse. Abbastanza presto, Harry la allontanò, mandandola di nuovo nella gufiera, e promettendo al bambino che lo avrebbe portato a vedere lei e il resto dei gufi. Gli disse di finire la colazione e il biondo tornò a mangiare con rinnovato entusiasmo. Il Grifondoro sorrise, fermandosi a guardarlo per un momento, poi dedicò la sua attenzione alla lettera che aveva appena ricevuto.

Chi te la manda?” chiese Hermione, curiosa.

Piton,” rispose l'amico con aria assente, stava ancora leggendo.

Stai davvero facendo amicizia con quel lurido schifoso,” commentò Ron con una smorfia.

Harry gli lanciò un'occhiataccia e controllò Draco, che, fortunatamente, non aveva sentito l'insulto lanciato al suo padrino.

Il rosso roteò gli occhi. “Allora, che ha da dirti?”

Riguarda quello che è successo ieri?” chiese preoccupata la ragazza.

L'amico annuì assente, ripreso dalla lettura. Una volta finito, si passò agitato una mano tra i capelli. Piegò la lettera e se la mise in borsa.

Quindi?” chiese Ron per primo.

Fu il turno dell'altro di roteare gli occhi. L'amico era decisamente insistente.

In linea di massima, oggi devo controllare le mie emozioni per quello che è successo ieri. Dice anche che devo vedermi con lui e Silente questo pomeriggio alle quattro e Draco è autorizzato a venire,” disse, illuminando i suoi amici.

Quello che non aveva detto loro era che doveva anche evitare di lanciare qualsiasi incantesimo e che doveva stare estremamente attento se invece fosse successo, perché c'era il pericolo piuttosto elevato che perdesse di nuovo il controllo della sua magia. Inoltre, non doveva evocare incantesimi ad alta voce come dovevano fare gli altri per molte formule. “Parla piano” era stato sottolineato tre volte. Era stato anche enfatizzato il fatto che doveva fare ancora più attenzione nelle vicinanze del suo figlioccio. Nel pomeriggio avrebbero cercato dei modi per controllare la sua magia.

Hermione lo stava guardando sospettosamente, come se sapesse che non stava dicendo loro tutto, ma non chiese nulla. Avere Draco accanto aveva i suoi lati positivi. Aiutava decisamente a trattenere la ragazza dal fare troppe domande. Il moro le sorrise e finì il suo succo di zucca.

Il piccolo aveva già finito e stava guardando con stupore il cielo incantato sopra di loro.

Sei pronto per la lezione, angelo?” chiese il più grande.

Il Serpeverde annuì e scese dalla panca. L'altro lo aiutò a mettersi la borsa sulle spalle e furono pronti ad andare. Pansy, Blaise, Tiger e Goyle si incontrarono con il gruppo Grifondoro mentre uscivano tutti per Cura delle Creature Magiche.

Mentre si avvicinavano al capanno di Hagrid, a Harry venne in mente una cosa. “Sai, Draco,” cominciò colloquiale. “Per una volta, voglio che oggi tu faccia attenzione durante Cura delle Creature Magiche.”

Il piccolo annuì con entusiasmo. Era felice di stare all'aria aperta.

Il moro sorrise e aspettò che gli altri capissero. Avendo usato un tono da conversazione, gli altri ci misero un paio di secondi per capire quello che l'amico aveva esattamente detto. Improvvisamente scoppiò una risata che risuonò tra le rocce.

Per una volta!” sghignazzò Ron.

Il moro fu felice nel vedere che anche i Serpeverde stavano ridendo.

Devo ammetterlo, questa è la prima volta che vedo Draco impaziente di andare a lezione,” disse Blaise, ridendo con i suoi amici.

Gli farà bene,” commentò freddamente Hermione.

In realtà, credo che la lezione gli piacerà. Sembra che gli piacciano le creature. È solo che non gli è mai piaciuto Hagrid. Date le circostanze, immagino che non potesse permettersi di mostrarsi interessato nemmeno se avesse voluto.” disse il moro, dando agli altri qualcosa a cui pensare mentre il mezzo gigante si dirigeva verso di loro, pronto per iniziare la lezione.

Alla fine, tutti trovarono la lezione piuttosto divertente. Hagrid aveva trovato un gruppo di Clabbert {*1*} da fare studiare loro per un po'. Erano creature dall'aspetto buffo, con tratti di scimmia e rana. Oggi avrebbero portato in giro le creature al guinzaglio, ma, data la loro propensione ad arrampicarsi e a saltare tra gli alberi, sarebbe stata una “camminata” piuttosto interessante. Tutti impararono ben presto a tenerli lontani dagli alberi e a trascinarli in spazi aperti.

In realtà, erano creature orribili ma non particolarmente pericolose, cosa di cui erano tutti grati. Non avrebbero fatto del male a nessuno. I loro denti affilati servivano loro solo per mangiare meglio i loro pasti composti da lucertole e uccelli. La loro difesa era più divertente che pericolosa. Quando avvertivano un pericolo nelle vicinanze, le orribili pustole che avevano sulla fronte iniziavano a illuminarsi.

Draco ridacchiò per tutta la durata della lezione, cosa che catturò l'attenzione di tutti, anche di quelli che aspettavano, frustrati, che il Professore recuperasse i loro Clabbert dai rami degli alberi. Harry aiutò il piccolo a portarne uno in giro e sia il bambino che la creatura non fecero altro che saltellare tutto il tempo.

Quando fecero ritorno al castello, a lezione finita, i ragazzi erano decisamente più felici. Mentre si avvicinavano alla classe di Incantesimi per la lezione successiva, il moro iniziò ad essere un po' nervoso. Come poteva evitare di usare la bacchetta durante questa lezione? In Incantesimi servivano molti “stupidi movimenti di bacchetta”.

Il Grifondoro fece in modo di occupare l'ultimo banco per lui e Draco e, per una volta, sperò che la lezione consistesse solo nel prendere appunti. Sapeva che non sarebbe successo, perché, se il Professor Vitious voleva che prendessero appunti, questo succedeva solo durante la prima parte della lezione e avrebbero passato il resto del tempo facendo pratica.

Oggi presero appunti solo per poco tempo. Avrebbero di nuovo fatto pratica con l'incantesimo di Levitazione ma con una leggera modifica. Vitious aveva fatto prendere appunti mentre descriveva come e cosa era necessario per far levitare oggetti più pesanti. Durante il primo anno avevano cominciato facendo levitare delle piume. Adesso, avrebbero fatto levitare dei mattoni incantati per farli pesare di più e, gradualmente, avrebbero dovuto far volare mattoni pesanti quanto una persona adulta.

Harry non voleva provare a far volare mattoni pesanti proprio quando doveva fare attenzione con la magia. Piton non aveva specificato cosa poteva andare storto, ma il ragazzo non voleva scoprirlo da solo.

Fissò il mattone per un bel po', poi lanciò un'occhiata a Draco, controllandolo. Il bambino aveva abbandonato il disegno che aveva cominciato mentre gli altri prendevano appunti e adesso stava guardando affascinato i tentativi di levitazione. Il più grande sorrise e si girò verso Hermione, seduta dall'altro lato.

Hey, Mione. Potresti evocare una piuma per me?” chiese velocemente.

La ragazza gli rivolse uno sguardo stranito ma fece quello che le era stato chiesto.

Grazie!” disse velocemente prima di afferrare la piuma e girarsi verso il Serpeverde.

Hey, Draco,” disse, catturando la sua attenzione. “Ti piacerebbe provare?” chiese, sventolando la piuma.

Il bambino spalancò gli occhi. “Posso?” chiese eccitato.

Certo,” rispose il più grande con un sorriso. “Prendi la tua bacchetta.”

Hermione lo colpì su una spalla. “Harry,” sibilò. “Quello che dovrebbe esercitarsi sei tu, non lui. Non dovrebbe farlo.”

Anche Draco merita una possibilità,” rispose. “e Piton mi ha detto che era autorizzato a usare la bacchetta qui.” si girò verso il piccolo. Per alcuni minuti lavorarono solo su come dire correttamente l'incantesimo. Harry e Ron si scambiarono un sorriso quando il moro dovette enfatizzare il Win-gar-dium Levi-o-sa – non Levi-osa, facendo sbuffare la ragazza, ma anche facendola sorridere.

Una volta imparato, Harry si mise dietro il bambino e gli afferrò il polso, facendogli vedere come muovere la bacchetta. Poi, una volta imparato anche il movimento, il più grande lo lasciò finalmente provare a far levitare la piuma per conto suo.

Il Grifondoro lo osservò con attenzione e riconobbe il fiero sguardo di determinazione sul suo viso. L'aveva visto molte volte anche su quello del Draco di sedici anni. Dopo parecchi tentativi, il bambino riuscì a far muovere la piuma, e dopo un altro paio di tentativi la fece levitare qualche centimetro dal tavolo prima che cadesse.

Oh, ben fatto!” esclamò il Professor Vitious, facendo un giro e notando la levitazione di Draco. “Un bambino di quattro anni che esegue un incantesimo che si impara il primo anno. Un lavoro eccellente!”

Il piccolo sorrise orgoglioso. “Ottimo lavoro, Draco,” disse Harry, sorridendo orgoglioso del suo risultato, abbracciando e dandogli un bacio sulla fronte.

Essendo totalmente concentrato sul bambino, il Professore non chiese al più grande di mostrargli i suoi progressi. Fortunatamente la lezione era quasi finita. Il Grifondoro era riuscito a evitare di usare la bacchetta e si diressero a pranzo. Nel pomeriggio avrebbero avuto doppie pozioni e poi l'incontro con Piton e Silente, quindi non doveva preoccuparsi di dover evocare qualsiasi incantesimo prima di aver capito esattamente cosa stesse succedendo.

A fine giornata, Harry dovette portare il piccolo in braccio fino alla Sala Grande poiché, nonostante l'entusiasmo di essere riuscito ad avocare un in incantesimo, si era di nuovo stancato molto. Era stata una notte movimentata e avevano dormito troppo poco per poter affrontare una mattinata così piena e attiva. Anche il moro stava cominciando a sentirsi piuttosto esausto.

Si diresse al tavolo Serpeverde, appoggiò con cautela il bambino addormentato di fianco a Goyle e poi si lasciò scivolare sulla panca.

Potter, hai un aspetto orribile,” dichiarò Pansy mentre posava un piatto pieno di cibo di fronte al piccolo.

 Il Grifondoro la guardò di sbieco. “Grazie,” disse sarcasticamente.

Sia la ragazza che Blaise, preoccupati, non facevano altro che spostare lo sguardo da Draco a Harry, ma questi li ignorò e si riempì il piatto. Non mangiò molto e finì con l'appoggiare la testa su una mano e guardare il piccolo per qualche minuto. Quando la testa di questi iniziò a ciondolare e si addormentò, il moro si arrese. Erano al tavolo da appena dieci minuti e nessuno dei due aveva mangiato, ma la cosa non stava funzionando.

Andiamo,” dichiarò il più grande sommessamente, raddrizzandosi.

Draco lo guardò. “Harry, sono stanco,” borbottò con aria assonnata.

Lo so, angelo. Resisti solo un altro minuto e ti lascerò fare un riposino,” disse. Si alzò e afferrò velocemente le loro borse prima di prendere il bambino in braccio e stringerselo al petto. In pochi secondi si era addormentato.

Ci vediamo a pozioni. Vado solo a cercare un posto tranquillo per farlo dormire un po',” disse. “Oh, puoi prendere qualche frutto o qualcosa da mangiare per quando Draco si sveglia?”chiese.

Blaise annuì e parecchie paia di occhi in tutta la Sala Grande guardarono con preoccupazione Harry uscire portando con sé un Draco addormentato.

* * * * *

Quando Piton girò l'angolo che portava al corto corridoio che precedeva l'aula di pozioni, si imbatté in una vista davvero insolita. E in un insolito suono. Si fermò bruscamente, osservando la scena. Di solito, mentre gli studenti aspettavano che arrivasse, non facevano altro che parlare. Con la combinazione Serpeverde/Grifondoro, e particolarmente questo anno, finivano spesso col litigare per un motivo o per un altro. Ma adesso, l'atrio era quasi silenzioso e gli studenti stavano in fila, aspettando silenziosamente.

Guardarono tutti il Professore quando lo sentirono girare l'angolo, poi tornarono a fissare la coppia seduta sul pavimento vicino alla porta.

Harry era appoggiato al muro con la testa piegata di lato, la guancia adagiata sulla testa di Draco. Questi si era rannicchiato comodamente nel grembo del moro e le braccia del ragazzo lo avvolgevano come a volerlo proteggere, le mani allacciate dietro il bambino per tenerlo fermo. Erano entrambi sonoramente addormentati.

Piton chiuse gli occhi per qualche istante e si afferrò la radice del naso. Non era sicuro di come voler gestire la situazione. Aprendo di nuovo gli occhi, si diresse verso la classe. “Lasciateli stare,” ordinò semplicemente mentre apriva la porta, permettendo agli studenti di entrare.

Questi presero posto silenziosamente e aspettarono ulteriori indicazioni. L'uomo sfoderò la bacchetta e la picchiettò sulla lavagna. “Le istruzioni sono sulla lavagna. Iniziate a copiarle e quando avrete finito potrete cominciare a preparare la pozione,” ordinò, e i ragazzi cominciarono a muoversi per recuperare strumenti, pergamene e inchiostro.

Signor Weasley, vieni con me,” ordinò Piton, dirigendosi di nuovo alla porta e poi fuori dall'aula. Mentre Ron lo seguiva. Il rosso sapeva perché era stato lui quello che era stato chiamato fuori, ma non lo rendeva comunque più volenteroso di parlare con l'uomo.

Una volta nell'atrio, il Professore evocò una sfera silenziante attorno a loro, il che non diminuì la paura che Ron aveva di parlare con lui. Era stata Hermione a preoccuparsi delle spiegazioni il giorno prima e la cosa gli era andata benissimo.

Signor Weasley, puoi spiegarmi perché questi due sono così stanchi oggi?” chiese Piton, indicando Harry e Draco ancora addormentati sul pavimento.

Il ragazzo inghiottì rumorosamente. “Sì, signore.”

Bene allora, illuminami,” sogghignò con impazienza.

Prendendo un profondo respiro, Ron raccontò degli incubi della notte prima. Grazie al Professore che poneva specifiche domande, il rosso riuscì a raccontare tutto quello che ricordava. Il che includeva i dettagli di entrambi gli incubi, la loro discussione con Draco, quello che il moro aveva detto al piccolo, e quello che aveva detto a Ron sulle incursioni di Voldemort nei suoi incubi.

Il ragazzo descrisse come avevano entrambi urlato, ma mentre il bambino si era svegliato velocemente, ci aveva messo molto più tempo a svegliare Harry. Quando gli venne chiesto, Ron ammise che non aveva idea di quanto tempo era passato prima che l'amico riprendesse sonno dopo ogni incubo, ma raccontò di come il Grifondoro era riuscito ad attenuare la paure del biondo e che questi si era riaddormentato piuttosto velocemente entrambe le volte. Alla fine, Piton sembrava soddisfatto di quello che era riuscito a scoprire.

Prova a svegliare Potter senza svegliare Draco,” disse allo studente, dissolvendo la bolla silenziante. Ron inarcò le sopracciglia ma fece quello che gli era stato detto.

Harry,” disse sommessamente vicino all'orecchio dell'amico. “Svegliati, Harry.” riprovò, dandogli dei leggeri colpetti sulla guancia, provando a catturare la sua attenzione e a svegliarlo.

Il ragazzo sbatté leggermente le palpebre e alzò lentamente la testa. Guardò Ron, poi notò Piton. Dando un'occhiata al corridoio realizzò che la lezione doveva essere già cominciata e si ingobbì. “Mi dispiace, signore,” disse semplicemente.

Signor Weasley, puoi tornare in classe,” disse il Professore licenziandolo. Il rosso lanciò all'amico uno sguardo compassionevole e tornò in classe.

Signor Potter, questo pomeriggio decideremo quando farti ricominciare le lezioni di Occlumanzia,” annunciò l'uomo risoluto, con un tono che non ammetteva repliche.

Grazie, signore,” disse Harry, sorprendendolo. Il ragazzo si prese la testa tra le mani. “Volevo parlargliene anche io. Non posso continuare così, senza conoscerla. Ho già fallito una volta e ho ancora più motivi per volerla imparare adesso,” continuò con calma, accarezzando teneramente i capelli di Draco.

Il ragazzo si sentiva in netto svantaggio a stare seduto per terra mentre Piton lo troneggiava dall'alto, ma continuò a guardarlo. “Le chiedo scusa per essermi introdotto nel suo pensatoio allora. Non invaderò nuovamente la sua privacy. È stato un terribile errore e non ho nessuna buona scusa. Posso solo chiederle scusa e dirle che non ho mai raccontato niente a nessuno.”

Si fermò e l'uomo rimase in silenzio, fissandolo pensieroso, gli occhi ridotti a due fessure. “Mi fido di lei, signore, e sia che mi creda o no, la rispetto. Sfortunatamente, l'ho capito solo negli ultimi mesi, dopo essermi fatto un'esame di coscienza ed essere cresciuto un po', e ho pagato caro per non essermi fidato e non aver creduto in lei l'anno scorso.” Strinse visibilmente le braccia intorno al bambino. “Non commetterò di nuovo lo stesso errore. Se lei sarà ancora disposto a insegnarmi, allora io farò del mio meglio per imparare. Non posso continuare così,” ripeté sommessamente.

Il Professore rimase in silenzio per alcuni istanti. “Molto bene, Potter. Per adesso, entra in classe. Puoi copiare gli appunti dalla Signorina Granger nel tuo tempo libero.” 

Sì, signore,” rispose semplicemente. Mentre l'uomo lo guardava, Harry sistemò meglio Draco e gli tolse il mantello. Mettendosi le borse e i mantelli su una spalla, si alzò con cautela con il bambino ancora addormentato tra le braccia.

Fatto un passo all'interno dell'aula si fermò, vedendo che Hermione stava lavorando insieme a Ron e Pansy insieme a Millicent, ma Blaise era solo nel tavolo in fondo alla classe e stava cercando di richiamarlo muovendo la mano. Il Grifondoro appoggiò i mantelli per terra di fronte al miro dietro di loro e l'altro capì al volo. Questi li stese per bene ed evocò un incantesimo Ammorbidente su di loro prima che Harry adagiasse il piccolo, per poi avvolgerlo con i mantelli stessi.

Finalmente seduto al suo posto, il moro realizzò che la stanza era insolitamente tranquilla mentre tutti lo guardavano. Si strinse nelle spalle, lasciando perdere, e cominciò a seguire le istruzioni per la pozione che Blaise gli sussurrava.

Era una classe completamente diversa da quella di due giorni prima. Il sesto anno Grifondoro e Serpeverde avevano stabilito una relazione di collaborazione, se non di amicizia. Stavano andando d'accordo per il bene dei loro leader, Harry e Draco.

Effettivamente, non sarebbe stato lo stesso se quello ringiovanito fosse stato il moro, ma con il suo bel discorso sul benessere del bambino e le sue dolci cure, aveva creato un ponte tra le due Case.

Adesso, quindi, nella classe dove di solito regnavano prese in giro, insulti, e calderoni sabotati, gli studenti erano silenziosi, rispettosi del bambino addormentato. I ragazzi lavoravano diligentemente, facendo sperare in una lezione senza incidenti.

Con le sopracciglia inarcate per la sorpresa, Piton entrò nell'aula e realizzò che le pozioni erano riuscite correttamente. Aveva pensato che l'insolito inizio della lezione avrebbe comportato un enorme scompiglio. Invece sembrava fosse successo esattamente il contrario. Harry stesso stava lavorando diligentemente con Blaise piuttosto che lasciare che il Serpeverde facesse il lavoro al posto suo.

Mentre lavoravano, il moro disse silenziosamente all'altro ragazzo quello che era successo la notte prima. Non gli raccontò dell'incursione di Voldemort nella sua testa e nemmeno che non era riuscito a riprendere sonno dopo il suo incubo, ma che gli ci era voluto un po' di tempo prima di riaddormentarsi dopo quello di Draco. Blaise sembrava preoccupato, ma commentò solo dicendo che la loro nottata non lo sorprendeva considerando tutte le scoperte del giorno prima.

Dopo quarantacinque minuti di lezione, il piccolo finalmente si svegliò. Il Grifondoro passò il mestolo all'amico e prese in braccio il bambino, sedendosi sullo sgabello con Draco in grembo.

Ti senti meglio dopo il sonnellino?” chiese sorridendo dolcemente.

Il Serpeverde annuì e gli sorrise dolcemente a sua volta. Blaise ripassò il mestolo a Harry e Draco osservò affascinato mentre il più grande mescolava la pozione. L'altro ragazzo rovistò nella sua borsa, tirò fuori una mela e la offrì al piccolo con un sorriso.

Grazie,” disse con un timido sorriso, prendendo la mela.

Sono sicuro che hai fame dato che ti sei addormentato durante il pranzo,” disse il Grifondoro. “Per adesso, mangia la mela e dopo lezione ti troverò qualcos'altro da mangiare.”

Harry prese un altro sgabello dalla fine del tavolo e vi mise a sedere il bambino. Draco mangiò felicemente la sua mela e osservò tranquillamente i due ragazzi finire la pozione.

Poco prima del termine della lezione, Piton si avvicinò al loro tavolo e informò il moro che, dopo la lezione, sarebbero andati insieme nell'ufficio di Silente. Quando il ragazzo espresse le sue proteste riguardo al fatto che doveva prima trovare qualcosa da mangiare per il piccolo, il Professore replicò semplicemente che era sicuro che se ne sarebbe occupato il Preside.


* * * * *

 
NOTE

 {*1*} => Il clabbert è una creatura aborigena che sembra un incrocio tra una scimmia e una rana. La sua pelle liscia è venata di verde. Il clabbert ha piccoli corni e una larga bocca sogghignante. Le sue lunghe braccia e le meni e i piedi palmati gli permettono di muoversi con grazia tra gli alberi. Sulla fronte del clabbert, c'è una grossa pustola che diventa rossa ogni volta che la creatura avverte il pericolo, inclusi i babbani.

* * * * * 

COMMENTI

zippolino: anche io la trovo fantastica!! del resto, ho scelto di tradurla per farla conoscere anche alle persone che non se la cavano abbastanza bene con l'inglese proprio per questo... il seguito è arrivato, un bel po' in ritardo, ma per il prossimo capitolo ci sarà da aspettare meno!

Alicesimone: direi che in questi mesi hai avuto tutto il tempo per recuperare... =P Al momento non ci sono nuovi moventi per volere morto Lucius, ma quelli che ci sono direi che sono già più che abbastanza!! adoro le serpi quando dimostrano la loro lealtà verso il loro principe... a presto!! baci

StElLiNa_LoSt: purtroppo l'aggiornamento non è arrivato presto, ma è arrivato! E il prossimo sarà più veloce... Lucius deve morire!!! e aspetta il prossimo chappy per vedere il rapporto tra Harry e Severus... è fantastico!! ma così ti sto solo facendo morire di curiosità, quindi smetto... =P baci!!

slayer87: ti sono davvero grata per il tuo commento. Perché non è solo un commento... è una critica, e come diceva la mia prof di lettere, le critiche non sono né buone né cattive, sono solo costruttive e aiutano a crescere chi le riceve, quindi... un grazie di cuore. E non smettere!!
partiamo dall'impaginazione...spero di averla impostata meglio questa volta! ho voluto lasciare gli spazi per rispettare l'impaginazione di Biza...mi dispiace ti diano fastidio!!però ho cercato di ridurli...
e ora la traduzione...purtroppo so di non essere nemmeno lontanamente vicina al livello di traduzione di Lori e Grace... trovo che il loro stile vada oltre la pura traduzione, mentre il mio... bé... al momento sono ancora troppo legata alle parole (hai ragione, non è molto che metto per iscritto le mie traduzioni) e ho paura di stravolgere quello scritto da Biza. Ma mi accorgo anche che, così, non riuscirò mai a trasmettere quello che Biza riesce a dare in inglese... ma mi sto impegnando. Grazie a Lori e Grace, che rappresentano il livello da emulare, e a persone come te, ho la spinta a migliorarmi. So che non tutti possono cogliere la differenza tra una traduzione come la intendi tu e la mia (per mancanza di paragoni, non perchè sono simili!) e quindi, a volte, “mi adagio sugli allori”... ti prego di continuare a commentare/criticare per aiutarmi a dare il meglio, per me, per le lettrici, per Biza e per te... così soffrirai meno nel leggere la mia traduzione!! =P
spero di avere risposto a quello che mi hai scritto... “degnamente”!
Baci
dede
P.S. Mi farebbe molto piacere se continuassi comunque a seguire la storia!!

DJKIKA: beata te che sei andata in francia... che bella!! le notti di incubi di Harry e Draco sono davvero devastanti... infatti, data la mancanza di sonno, visto che è successo?? :D io li trovo a dir poco ADORABILI!!! il diario è una gran mossa... =P baci

Hollina: Draco diventa sempre più dolce!! amore!!

Persefone Fuxia: Harry dovrebbe fare scorta a vita di fazzoletti!! non fanno altro che piangere poverini...ma poi si consolano, dolci!! il diario è fantastico... e vedrai anche il suo utilizzo più avanti!! =P il mio è ancora nel cassetto della mia scrivania... a volte ci scrivo ancora!! eheh!! grazie per i complimenti... baci!!

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Capitolo 10
*** Cambio di Ruolo ***


cap 11

Declaimer: Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K. Rowling.

Autrice: Vorabiza

Traduttrice: dede

Beta: emogirl in pink

Storia in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795

Buona lettura!!


* * * * *

Poco tempo dopo, Draco e Harry stavano mangiando affamati panini e patatine nell'ufficio di Silente. Mentre i giovani erano occupati, Piton prese da parte il Preside e, dai pezzi di conversazione che il ragazzo riusciva a sentire, il Professore lo stava informando degli avvenimenti della notte precedente. Probabilmente era stato Ron a informarlo, ed ecco spiegato perché, al suo risveglio, aveva trovato l'amico nel corridoio con lui.

Quando Silente e Piton ripresero posto, il Preside si schiarì la voce, catturando l'attenzione del ragazzo. “A quanto pare, saranno necessarie altre lezioni di Occlumanzia,” disse grave.

Harry appoggiò quello che rimaneva del panino nel piatto. “Sì, signore. Sappiamo tutti che, l'anno scorso, ho commesso un grave errore non prendendo abbastanza seriamente le lezioni del Professor Piton. Non è un errore che ho intenzione di commettere due volte. Con il permesso del Professor Piton,” disse con un cenno del capo verso l'uomo, “Riprenderò le lezioni e darò tutto me stesso per imparare, questa volta.”

Il Preside lo guardò con aria preoccupata. “Harry, sai che quello che è successo a Sirius non è stata colpa tua?” chiese, con aria interrogativa.

Il moro lo fissò, di nuovo arrabbiato, anche se, quando parlò, mantenne la voce calma. “Quello che so è che, tecnicamente, è stata colpa di Bellatrix. Lei ha lanciato la maledizione che l'ha fatto cadere attraverso il velo, e pagherà per questo.” disse, minaccioso.

La sua espressione diventava sempre più scura mentre continuava a fissare il vecchio. “Comunque, in definitiva, non riesco a togliermi dalla testa quello che è successo quella notte. Anche se molti altri fattori hanno contribuito a quello sviluppo degli eventi, i quali includono molte persone coinvolte, sono io la ragione per cui è successo tutto. Parte tutto da me e da Voldemort. Lo so io, lo sa lei e lo sa anche lui.”

Prese un profondo respiro, provando a ritrovare l'equilibrio. “Tutti mi hanno detto quanto fosse importante per me imparare l'Occlumanzia. Ho permesso ai miei sentimenti e rancori personali di interferire con qualcosa che sapevo di aver bisogno di imparare, anche se non capivo pienamente perché ne avevo bisogno. Ho recitato la parte dell'adolescente pieno di rancore, e forse, per questo, avevate ragione a trattarmi come un bambino. So che voleva che io avessi un'infanzia,” sbuffò all'idea, ma continuò. “Ma quel tempo è finito. Non mi piace, ma, a questo punto, accetto le responsabilità che sono mio dovere portare.”

il suo sguardo non vacillò mentre guardava i due uomini che lo fissavano intensamente, anche quando il bambino si arrampicò sul suo grembo. Lo abbracciò e continuò. “È una mia responsabilità ma so anche che ho bisogno del vostro aiuto. Ho bisogno di imparare l'Occlumanzia, se non altro per il fatto che sono stanco di essere torturato a intervalli regolari. Voldemort si è già divertito abbastanza come me in questi mesi. So che è stato relativamente tranquillo, ma ha goduto parecchio nel mostrarmi episodi del passato.” chiuse gli occhi e appoggiò la testa su quella di Draco.

Come fai a dire che è stato tranquillo?” chiese Silente con aria grave.

Ironicamente, adesso riesco a capire quando le visioni che mi manda sono solo immagini fasulle o se sono suoi ricordi. Non chiedetemi come, perché non ne sono davvero sicuro. Succede così spesso che ormai avverto la differenza. Sono anche piuttosto sicuro che spesso non si accorga nemmeno della mia presenza. Ho assistito a numerosi incontri tra Mangiamorte e so che sta deliberatamente agendo con calma, ora che la comunità magica è a conoscenza del suo ritorno. Spera che tutti si illudano che non sia davvero tornato, dandogli il tempo di progettare un piano che gli consenta un'entrata spettacolare. Piton è già a conoscenza dei piani di cui ho sentito parlare, quindi sono sicuro che stiate già programmando un contrattacco,” disse stancamente.

Ha quanti incontri hai assistito, esattamente?” chiese il Professore duramente.

Il ragazzo alzò lentamente la testa per incontrare lo sguardo dell'uomo. “Ne ho visti abbastanza,” disse senza mezzi termini, facendo fare una smorfia all'altro. “Onestamente, per quanto io desideri imparare l'Occlumanzia per tenere il bastardo fuori dalla mia testa, non so sia una scelta del tutto saggia a questo punto.”

Severus?” chiese interrogativo Silente. “C'è qualcosa di cui non sono stato informato?”

Ignorando l'uomo più anziano, Piton continuò a fissare intensamente Harry, ma nessuno dei abbassò lo sguardo. Al giovane sembrava di essere entrato in un territorio sconosciuto, e una volta ancora si stava esponendo, ma questa volta era estremamente importante. Aveva visto gli incontri dei Mangiamorte e sapeva che Voldemort dubitava seriamente della lealtà del Professore. Molte persone sarebbero rimaste sconcertate dal suo repentino cambio d'opinione sull'uomo, incluso lui stesso, ma non poteva lasciare perdere senza dire niente.

Ho bisogno di lei, signore,” disse sommessamente. Abbassò lo sguardo sul bambino nel suo grembo, poi tornò a fissare gli occhi di ossidiana dell'altro. “E molto più importante, Draco ha bisogno di lei.”

A quelle parole, Piton si prese la testa nelle mani, i gomiti appoggiati alle ginocchia. “Non hai bisogno di me, Potter,” mormorò. Harry inghiottì rumorosamente. Se l'uomo si comportava così, allora era ovvio che la sua vita fosse pericolosamente a rischio al momento. Quella piccola dimostrazione, che il più grande avrebbe visto come una debolezza, convinse il giovane di dovergli assolutamente parlare.

Tranquillizzò brevemente Draco prima di alzarsi, mettendolo a sedere su una sedia. Poi si inginocchiò davanti al Professore. Questo lo fece sentire vulnerabile, ma, allo stesso tempo, lo aiutò a sentirsi un po' più vicino a Piton. “Professore?” disse silenziosamente. Piton spostò le mani e guardò giù verso il ragazzo.

Mi sono comportato da vero bastardo con te, Potter,” disse, senza usare il suo solito tono velenoso.

Il Grifondoro gli sorrise leggermente. “Questa è solo una divergenza di opinioni,” replicò, facendo contrarre le labbra dell'altro.

Professore, bastardo o no, lei è stato una delle poche costanti della mia vita. Sirius, bé, era Sirius. Ha fatto del suo meglio per trattarmi come avrebbe fatto un padre, amandomi e proteggendomi, ma non poteva essere sempre presente.” si fermò e tentò di inghiottire il nodo doloroso che gli si era formato in gola. “Penso che, se anche non è mai andato nemmeno vicino a volermi bene, almeno è sempre stato presente negli ultimi cinque anni.”

Piton sbuffò, facendo alzare lo sguardo al ragazzo e facendolo sogghignare. “Professore, posso non essere d'accordo con i suoi metodi, ma ho sempre avuto bisogno di lei. Mi ha salvato la vita in numerose occasioni e sia che abbia voluto o meno, ha fatto del suo meglio per proteggermi. Apprezzo tutto quello che ha fatto per me.”

Il moro spostò lo sguardo sulla finestra, senza però vederla davvero. “Rispetto anche tutto quello che ha fatto per l'Ordine. Sono certo che me lo dirà se sbaglio, ma credo di essere uno dei pochi che capisce veramente l'inferno in cui si è messo per il bene della Luce. L'ho visto,” disse con la voce piena di dolore. “Ho visto e sentito quello che ha dovuto sopportare.”

Scosse la testa come per allontanare immagini che non voleva più rivedere. “Signore, che lei creda o no che io abbia ragioni personali per non volerla vedere morto, c'è anche il fatto che ho bisogno che lei mi insegni e mi alleni. Non voglio vederla morta e sappiamo entrambi che è molto probabile che venga ucciso se continuerà a tornare là.”

Sev'rus,” si intromise una piccola, debole voce. “Nemmeno io voglio che muori.” Draco esitò brevemente ma poi gettò le braccia attorno al collo del suo padrino e lo abbracciò con forza.

L'uomo sembrava un po' insicuro su cosa fare con il piccolo fagotto, ma poi lo avvolse con le braccia e lo strinse a sé.

Signore, non è una decisione che spetta a me, ma non credo che dovrebbe tornare là. Al diavolo tutto quello che ho detto. È lui la ragione per cui non dovrebbe!” disse Harry, indicando il bambino.

Harry,” disse dolcemente Silente. “Forse tu e Draco potete tornare dopo cena in modo da discutere dei tuoi poteri.”

Il moro annuì e si alzò per recuperare la sua borsa e quella del piccolo. Quando Draco lasciò il suo padrino, il Grifondoro gli prese la mano e lasciarono tranquillamente l'ufficio del Preside.

Nel poco tempo prima di cena, Harry mostrò al bambino la statua del drago e gironzolarono un po', dirigendosi lentamente verso la Sala Grande. Avevano mangiato non troppo tempo addietro, ma entrambi sentirono di nuovo i morsi della fame quando si sedettero al tavolo Grifondoro, prima di tornare nell'ufficio di Silente.

Il giovane entrò guardingo, non sapendo quale sarebbe stata la reazione di Piton. Questi semplicemente annuì e disse loro di sedersi.

Harry, viste le circostanze, abbiamo ritenuto più opportuno allontanare Piton dai suoi doveri. Sfortunatamente, come tu sembri già sapere, questo significa che altre responsabilità graveranno sulle tue spalle,” disse gravemente il Preside.

L'interpellato annuì. “Lo so, signore, e lo accetto.”

Allora sono sicuro che sei anche a conoscenza del fatto che dovrai venire da noi immediatamente non appena avrai altre visioni durante la notte,” continuò il vecchio.

L'altro annuì, guardando con gli occhi ridotti a due fessure l'uomo, i cui occhi stavano di nuovo scintillando.

Silente sorrise benigno. “In luce di queste circostanze e di altri eventi recenti, pensiamo che sarebbe meglio se tu e Draco vi spostaste nelle stanze del Professor Piton.”

Harry spalancò gli occhi incredulo e girò di scatto la testa verso l'altro uomo.

E lei è d'accordo?” chiese.

Questi annuì. “Specialmente dopo gli avvenimenti della notte scorsa, non credo che nessuno farà domande riguardo la vostra nuova collocazione. Il sonno dei vostri compagni di dormitorio verrà sicuramente interrotto di meno.”

Il moro fece una smorfia. “Sì, siamo stati proprio gentili a tenerli svegli.”

Hai detto a qualcuno per quanto tempo Draco rimarrà a quest'età?” chiese Silente.

Il Grifondoro scosse la testa. “No, non ero sicuro se andasse già bene dirlo in giro.”

A questo punto, il fatto darà credito al motivo del tuo trasferimento,” puntualizzò il Professore. “Questo mi permetterà di aiutare Draco come si deve e sarò facilmente rintracciabile per aiutare te con le visioni del Signore Oscuro. Inoltre, ogni sera, dopo aver messo Draco a dormire, potremmo lavorare sull'Occlumanzia. Credo di riuscire a insegnarti come chiudere la mente in modo che Voldemort non possa entrarvi e mandarti false informazioni, lasciandoti, però, la possibilità di entrare nella sua.

Harry sospirò e annuì, rassegnandosi alla situazione. Tutto quello che era stato detto aveva perfettamente senso. “Sì, signore. Quando ci trasferiremo?”

Le vostre cose verranno trasferite domani mentre sarete fuori a fare compere.” disse il Preside, sorridendogli. “Una volta tornati, il Professor Piton vi farà vedere la vostra nuova stanza. Adesso, credo che dovremmo parlare dei tuoi poteri.”

Piton sogghignò. “Dal momento che non ho ricevuto resoconti di incidenti, posso dedurre che sei riuscito a non usare la magia, oggi?”

Il ragazzo sorrise. “L'unico problema era la lezione di Incantesimi, ma ho deviato l'attenzione di tutti da me su Draco,” disse compiaciuto.

Il Professore inarcò un sopracciglio con aria interrogativa e Silente lo guardò incuriosito.

Può evocare una piuma per me, signore?” chiese il giovane al più anziano, che eseguì l'incantesimo volentieri e gli passò la piuma.

Il Grifondoro si girò verso il bambino e sorrise. “Ti va di farci vedere cosa hai imparato a lezione oggi?” chiese.

Draco era rimasto seduto in silenzio. Gli si illuminarono gli occhi quando capì quello che il suo tutore gli stava chiedendo e annuì allegramente, sfoderando la bacchetta. Harry mise la piuma sul tavolino e il piccolo le si mise di fronte, sul viso di nuovo un'espressione di determinazione.

Wingardium Leviosa!” pronunciò. La piuma si sollevò di un paio di centimetri dal tavolo prima di ricadervi.

Il ragazzo fece un sorriso radioso. “Questa è stata la volta in cui ti è riuscito meglio! Ottimo lavoro!” esclamò, abbracciandolo.

Draco si girò verso il padrino e Silente, sorridendo orgogliosamente.

Sono piuttosto impressionato,” disse Piton, per una volta mostrando davvero di essere impressionato.

Davvero eccellente,” concordò il Preside, sorridendo ad entrambi i giovani con orgoglio. “È piuttosto impressionante che tu sia stato capace di impararlo, Draco, ed è anche impressionante che tu sia stato capace di insegnarlo ad un bambino di quattro anni, Harry.”

Non ho fatto niente,” rispose questi, sorridendo orgogliosamente al piccolo. “Draco ha fatto tutto da solo.”

Ma il Professore stava scuotendo la testa. “So di fatto che Draco non ha imparato quell'incantesimo finché non è stato più grande e non senza l'aiuto dei tutori. Hai ovviamente fatto qualcosa di diverso per essere riuscito a insegnarglielo.”

Harry fece l'occhiolino al bambino. “Formiamo solo una buona squadra.”

Così sembrerebbe,” disse Silente, gli occhi che scintillavano maliziosi. “Adesso, Harry, dobbiamo discutere della tua magia. Il Professor Piton mi ha già informato dell'interessante magia che hai eseguito ieri.”

L'espressione del giovane divenne un po' imbarazzata. “Non sono sicuro di quello che è successo, signore. Non ho mai usato la magia in quel modo. Ho solo perso il controllo.”

Piton strinse gli occhi. “Come conoscevi l'incantesimo con cui hai riparato tutto e guarito tutti in una volta sola?”

Il ragazzo si strinse nelle spalle. “Non ne ho idea. Sapevo quello che era successo e volevo solo fare tutto il necessario per riparare i danni. Non sono nemmeno sicuro di aver pronunciato qualche incantesimo.”

Harry, fai levitare la piuma di Draco per noi,” gli ordinò il più anziano.

Il moro sfoderò la bacchetta e con un ‘ruota e colpisci’ disse l'incantesimo. La piuma schizzò immediatamente al soffitto e sia le sopracciglia sue che quelle del bambino raggiunsero l'attaccatura dei capelli. Comunque, né Piton né Silente sembrarono particolarmente sorpresi dal risultato.

Il Preside pronunciò qualche incantesimo che sembrò dirgli qualcosa in più sul potenziale magico del giovane. Harry non era esattamente sicuro di cosa significasse ma l'uomo sembrava straordinariamente compiaciuto del risultato. Quello che catturò maggiormente l'attenzione del Grifondoro fu la reazione dell'altro uomo.

Potter, sembra che io abbia preso la giusta decisione. Spenderò molto meglio il mio tempo allenando te, piuttosto che continuando a strappare al Signore Oscuro informazioni che puoi ottenere comunque,” disse.

Non furono solo le sue parole a stupire il ragazzo. Fu l'espressione sul suo viso – era quasi... soddisfatta, eccitata.

Professore?” chiese Harry, inclinando la testa da una parte, provando a capire cosa stava succedendo.

Silente parlò delicatamente, ma con un largo sorriso. “Sembra che il tuo professore abbia finalmente trovato qualcosa che gli stia facendo sperare in una fine della guerra favorevole per noi.”

Il moro spalancò gli occhi verdi che scattarono tra i due uomini. “Credete davvero che io abbia una possibilità di batterlo?”

L'espressione di Piton tornò calcolatrice per un momento. “Una volta imparato a controllare la tua magia, e con un allenamento adeguato, sarà il Signore Oscuro a non avere possibilità,” disse con un ghigno.

Non sono ancora sicuro di avere capito perché sembra che io sia più potente adesso,” disse il Grifondoro. “O perché sono riuscito a fare quello che ho fatto ieri.”

Harry, durante la tua crescita, hai avuto periodiche incontrollabili esplosioni di magia, giusto?” chiese Silente.

Il ragazzo si strinse nelle spalle. “Sì, ma non le ho riconosciute per quelle che erano all'epoca. Di solito succedeva quando ero spaventato o arrabbiato. Come quando ho gonfiato Zia Marge.”

L'anziano stava annuendo. “La tua magia, in particolare, sembra crescere in relazione alle tue emozioni, in modo molto maggiore di molti altri maghi e streghe. Negli ultimi giorni, sei stato costantemente sono tensione e oso dire che le tue emozioni hanno fatto esplodere la tua magia come mai prima d'ora, senza seguire alcuna regola.”

Harry si trattenne appena dal roteare gli occhi. Era ovvio che la sua magia non seguiva alcuna regola – era Harry Potter e certamente non era mai stato normale.

Silente continuò. “Generalmente, le emozioni riescono a influenzare la magia fino a un certo punto, ma sembra che, almeno al momento, siano proprio le tue emozioni ha controllare la tua magia.”

Il giovane farfugliò. “Ma non posso continuare così. Qualcuno si farà male,” protestò.

Esattamente, Potter,” disse Piton lanciandogli uno sguardo. “Ed è per questo che hai bisogno di riportare la tua magia in un posto dove poterla controllare in modo corretto. La tua rabbia, e apparentemente il tuo profondo bisogno di proteggere Draco, l'hanno portata fuori controllo. Hai fin troppo potere a tua disposizione, devi imparare a trattenere la magia e imparare a usarla molto più efficientemente di quanto tu abbia fatto in passato.”

Harry, ho già detto prima che uno dei tuoi punti di forza consiste nella tua capacità di provare dolore,” disse il Preside con calma. “La dimostrazione di magia di ieri ha semplicemente provato che la tua capacità di amare si manifesta in modi davvero potenti. Adesso devi solo imparare a controllarla.”

Così, nel seguente paio d'ore, Piton e Silente lo guidarono attraverso il processo che gli avrebbe permesso di connettersi al suo nucleo magico come il Professore aveva fatto nell'infermeria. L'adolescente imparò solo le basi di come lanciare incantesimi che già conosceva controllandoli pienamente. Più avrebbe imparato come controllarsi, più potere avrebbe messo nell'incantesimo.

Quando, la sera, lasciò l'ufficio del Preside, non si sentiva sicuro di sé al cento per cento, ma sentiva almeno che aveva fatto qualcosa per controllare la sua magia. Però, avrebbe ancora dovuto allenarsi a lungo per ottenere maggiore controllo. Doveva solo cercare di capire come tenere rinchiuse le emozioni. Più facile a dirsi che a farsi.

E adesso doveva solo informare i suoi amici che il giorno dopo si sarebbe trasferito nei sotterranei.

* * * * *

Cosa?!” urlò Ron.

Harry lo fulminò con gli occhi. “Non ti azzardare a svegliarlo.”

Il ragazzo era seduto in Sala Comune con Draco addormentato sul suo grembo. Aveva appena finito di dire ai suoi amici che, il giorno dopo, si sarebbe trasferito nei sotterranei.

Hermione si stava torcendo le mani nervosamente. “Sembra una soluzione un po' estrema, Harry,” disse con aria insicura.

L'amico sbuffò. “Sì, e non è un po' estremo anche il fatto che Draco ed io svegliamo tutti con i nostri incubi ogni notte, vero?” chiese sarcasticamente.

Possiamo trovare una soluzione,” disse il rosso lanciandogli un'occhiataccia. “Non devi trasferirti da quello schifoso bastardo solo per questo.”

Il moro scosse la testa e sospirò. “Ron, è il padrino di Draco. Piton non è così male e sta cercando di aiutare. Inoltre, il dormitorio è troppo affollato con una persona in più.” Tese una mano col palmo rivolto verso il compagno per prevenirne la replica. “E, no, non smetterò di prendermi cura di Draco solo perché Silente vuole che ci trasferiamo nei sotterranei con Piton, quindi non provare nemmeno a suggerirlo.”

Ron chiuse la bocca e si afflosciò sul divano, incrociando le braccia sul petto.

Harry, sei sicuro che sia una cosa saggia da fare? Piton non ti tratta esattamente bene,” disse la ragazza con ansia.

Harry sbuffò di nuovo. “Come mai ti è venuta in mente un'idea simile?” chiese sarcasticamente.

La domanda sembrò far rilassare l'amica che gli lanciò un'occhiataccia. “Harry James Potter, penso che tu stia passando troppo tempo in compagnia dei Serpeverde,” sbottò.

L'altro sospirò. “Sentite, è già tutto deciso. Silente ha già organizzato tutto e dovrò fare quello che mi dice, che mi piaccia o meno. Non abbandonerò un bambino di quattro anni solo perché Piton mi ha trattato come una merda negli ultimi cinque anni, o perché Draco stesso è stato un vero stronzo ossessivo. Non stavo chiedendo il vostro permesso, ragazzi. Ho già dato il mio consenso.”

Ron e Hermione sedettero come congelati, fissando l'amico.

Draco rimarrà bambino per i prossimi quattro mesi,” disse il moro con calma. “È temporaneo, ma non sarà per pochi giorni. Non è giusto che i miei compagni di dormitorio ci debbano sopportare. Non è nemmeno giusto che Draco stia lontano dal suo padrino per così tanto tempo, soprattutto viste le circostanze. Ma anche se Piton avesse il tempo e la voglia di prendersi cura di un bambino di quattro anni, Draco non si sentirebbe del tutto a suo agio e preferirebbe stare con me. Questo è il miglior compromesso per tutti quanti.”

Passò una mano tra i capelli del piccolo e glieli lisciò sulla fronte.

È davvero così importante per te, Harry?” chiese Hermione, notando quanto dolcemente l'amico trattasse il Serpeverde.

Non distolse lo sguardo dal bambino ma annuì.

Ron rilasciò di scatto il respiro. “Non ti capisco, Harry!” esclamò. Ora sembrava più confuso che arrabbiato e l'amico lo guardò, sorridendogli in modo beffardo.

Non credo che nessuno potrà mai capirmi completamente, ma va bene,” disse. “Vorrei solo non perdere i miei amici. Quello che ho bisogno che voi capiate è che è davvero importante per me.”

Siamo solo preoccupati per te,” disse la ragazza sommessamente.

E lo apprezzo. Dico davvero, ma non è necessario che vi preoccupiate adesso. So quello che faccio,” rispose l'amico semplicemente.

Bene,” disse il rosso. “Ma penso ancora che tu sia un pazzo a trasferirti da Piton.”

Siamo con te,” confermò Hermione con un dolce sorriso.

Harry sorrise. “È tutto quello che chiedo.”

* * * **

4 Settembre

Bé, Draco, questa è stata un'altra giornata interessante. E davvero lunga. Sono successe molte cose e non so proprio da dove cominciare. Credo di dover iniziare dicendoti che, per una volta, ti sei divertito a Cura delle Creature Magiche. Sono sicuro che sarà abbastanza shockante come ricordo! Ah! Eri adorabile mentre saltellavi in giro e...

Sono stato molto orgoglioso di te, oggi. Ti sei impegnato molto per imparare l'incantesimo di levitazione...

Lo trovo un po' agrodolce, ma tu sarai felice, immagino, che questa sia la tua ultima notte nella torre Grifondoro. Domani ci trasferiamo nei sotterranei...

Sono completamente esausto, ma mentre sono qui seduto a scrivere, continuo a guardarti. Sembra che ti piaccia quando ti chiamo angelo e, guardandoti adesso, devo dire che sembri davvero un angioletto...

Buona notte, angelo.

* * * * *

La mattina dopo, sia Harry che Draco si svegliarono molto più riposati. Voldemort aveva lasciato stare il ragazzo e il bambino aveva fatto solo un incubo, a notte non troppo fonda. Grazie alle rassicurazioni e all'affetto del più grande, si era riaddormentato velocemente. Anche l'altro si era addormentato subito dopo.

Il Grifondoro si svegliò per primo e rimase disteso tranquillamente per un po', pensando che quella sarebbe stata probabilmente la sua ultima mattina nel dormitorio. Almeno per un bel po' di tempo. Non c'erano garanzie che Voldemort se ne sarebbe andato presto.

Certo, tutti pensavano che si trasferisse solo a causa di Draco e che il compagno sarebbe tornato per le vacanze di Natale.

Sapeva che probabilmente avrebbe dovuto spiegare a Ron e Hermione le altre ragioni per cui si trasferiva nelle stanze di Piton, ma non riusciva a convincersi. Non sapevano esattamente quanto Voldemort fosse penetrato nella sua mente e non voleva che si preoccupassero ulteriormente.

Sospirò e guardò il bambino. Il trasferirsi nei sotterranei avrebbe fatto bene almeno a lui. Sarebbe stata una buona opportunità per conoscere meglio il suo padrino. Lo sarebbe stata anche per Piton, per quello che valeva.

Mentre lo guardava, Draco iniziò ad aprire gli occhi, sbattendo lentamente le palpebre.

Buon giorno, angelo,” disse Harry, sorridendogli calorosamente.

Il piccolo gli rispose a sua volta con un dolce sorriso. “Buon giorno.”

Faremo shopping questa mattina. Dovresti alzarti così ci prepariamo,” disse il più grande.

Ancora prima che l'altro avesse finito di parlare, il biondo aveva già allontanato le coperte ed era sceso dal letto, facendo ridere il ragazzo vedendo l'entusiasmo del bambino. In realtà, anche lui non vedeva l'ora di andare a fare shopping. Fecero la doccia e iniziarono a prepararsi per la giornata.

Cercando tra i vestiti del Serpeverde, Harry si accorse che non aveva molti vestiti che sarebbero andati bene per la Londra Babbana. Aveva inoltre il forte sospetto che Silente avesse comprato anche vestiti e pigiami colorati per il piccolo, ma che li avesse messi negli altri bauli.

Decise infine per un paio di soffici pantaloni grigi e una camicia di seta bianca, giurando a sé stesso che gli avrebbe comprato dei vestiti più appropriati per un bambino di quattro anni.

Il moro indossò gli abiti che Blaise gli aveva scelto due sere prima. Scivolò nei pantaloni di pelle nera e si infilò la camicia di seta verde, completando il tutto con gli stivali neri.

Andò davanti allo specchio, controllando di stare bene.

Fidati di me, sei sexy,” disse Seamus.

Il compagno sorrise, guardandosi intorno e notando che l'irlandese muoveva le sopracciglia malizioso.

Lo dici solo perché vuoi il mio corpo,” disse il moro, ridendo del comportamento dell'altro.

Ovvio,” replicò questi, il che fece ridere anche gli altri ragazzi nel dormitorio. Seamus era famoso per la sua tendenza al flirt.

Harry si assicurò di avere la chiave della camera di sicurezza in borsa, insieme alla sacca dei soldi, e uscì dal dormitorio con Draco.

Le persone presenti in sala comune trattennero il respiro alla sua comparsa. Hermione e Ginny, che stavano aspettando Ron e Dean, lo fissarono con aria soddisfatta.

Sei fantastico, Harry,” disse la riccia.

Già, hai un appuntamento galante o roba simile?” chiese l'altra con un sorriso stuzzicante.

Il moro sorrise. “O roba simile,” rispose. “Blaise e io portiamo Draco a fare shopping, oggi. Piton ci porterà a Diagon Alley, ma dovremo andare anche nella Londra Babbana,” spiegò.

Sembra divertente,” disse Ginny.

Lo spero. Se non altro dovrebbe essere interessante,” replicò il ragazzo stringendosi nelle spalle.

Uscì dal buco del ritratto con Draco, salutando Tiger e Goyle prima di avviarsi lungo il corridoio.

Aspetta!” lo chiamò Hermione.

Si fermò, si girò e vide che tutti i ragazzi Grifondoro, insieme alla ragazza e Ginny, erano finalmente scesi e adesso stavano cercando di raggiungerlo. Inarcò un sopracciglio con aria interrogativa.

Pensavi che volessimo perderci la reazione del resto della scuola? Sei pazzo,” disse Seamus con un ghigno.

Harry roteò gli occhi e continuò per la sua strada.

Poco tempo dopo, quando fece il suo ingresso in Sala Grande, dovette riconoscere che i suoi amici avevano appena guadagnato un punto. Metà dei presenti nella sala era rimasta a bocca aperta e la scena era davvero piuttosto divertente.

Il Grifondoro incrociò lo sguardo di Blaise e sorrise. Si inchinò come riconoscimento dell'attenzione su di lui, come aveva fatto nella sala comune Grifondoro e Serpeverde, poi si diresse al tavolo verde-argentato mentre la folla rispondeva con ululati e versi felini. Si sentiva un po' stupido, ma metà della scuola lo aveva già visto vestito così e preferiva che lo stuzzicassero in questo modo piuttosto che avessero paura di lui a causa dei suoi improvvisi scoppi di magia.

Nemmeno Draco ha mai fatto un'entrata del genere,” disse Blaise, sorridendogli.

Il Grifondoro gli sorrise in risposta. “Invece sì. È solo che riceveva meno apprezzamenti vocali. Inoltre, sono tutti abituati a un Draco spettacolare. Ho addosso i suoi vestiti, dopo tutto,” rispose ironicamente.

Sì, ma non hai il suo stesso atteggiamento,” disse Pansy mentre lo soppesava. “Insomma, laddove Draco fa mostra di grazia elegante, tu fai mostra di... grazia animale.”

Harry la guardò con aria interrogativa, come se fosse impazzita.

No, ha ragione, Harry,” intervenne Blaise. “I movimenti di Draco sono sempre raffinati ed eleganti. Tu hai più una grazia selvaggia. Ti muovi come se fossi una... pantera nera.”

Oooh, è perfetta!” strillò la ragazza. “Specialmente con la sua carnagione e quei setosi capelli neri.”

Forse è solo il potere grezzo in sottofondo che irradia,” suggerì l'amico.

Pansy e Blaise annuirono entrambi guardandolo pensierosi. Harry roteò gli occhi. “Non posso credere che voi due riusciate a dire cose del genere restando seri,” disse ironicamente.

Harry,” intervenne Draco silenziosamente. “Ci stanno di nuovo fissando tutti.”

Va tutto bene, angelo,” rispose il moro, sorridendogli con aria rassicurante. “È solo che non sono abituati a vedermi vestito bene.”

No, stanno cercando di capire come hanno fatto a non accorgersi per tutto questo tempo che stavi nascondendo un corpo del genere sotto il mantello e i tuoi vecchi vestiti,” disse sorridendo l'altro ragazzo.

Harry roteò di nuovo gli occhi. “Non è assolutamente vero. Non ascoltarlo, Draco. Pensano solo che i tuoi vestiti mi stiano bene. Hai buon gusto con i vestiti,” disse, dandogli un colpetto sul naso, facendolo ridacchiare. “Finisci la colazione, così possiamo andare e prenderti altri vestiti che ti andranno bene e che saranno più adatti per un bambino della tua età.”

* * * * *

COMMENTI

Persefone Fuxia: che ne dici del trasloco? Non rende la situazione molto più intrigante? E Harry è davvero maturato... e aggiungerei un “finalmente”!!

PiccolaSerpe: grazie per aver lasciato una recensione!! comunque hai ragione.. secrets è ineguagliabile, sotto ogni punto di vista!! grazie per per il sostegno... è sempre gratificante!! :)

DJKIKA: che ne dici della soluzione di Silente?? :)

angama: Draco piccolo è adorabile... ma Lucius è un vero bastardo!

Hollina: tra le vacanze e gli esami ho lasciato un po' da parte la traduzione... ma ora che non ho più la distrazione del mare (e dei ragazzi in costume!! XD) riprenderà il ritmo!!

loux74: ormai ho cominciato!! ci saranno momenti di stop ma finirò di tradurla!!

sumire01: eccoti qui un nuovo capitolo!!

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Capitolo 11
*** Shopping ***


Traduttrice: Leli
Beta: duedicoppe

Summary: Un incidente di pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prenderà cura di lui per i successivi quattro mesi.

Rated: Innocent-ish - PG-13
Categories: Harry/Draco
Characters: Draco, Harry, Severus
Genres: Romance, Drama
Warnings: Violenza, Liguaggio
Chapters: 21

 

Allora... beh, ehm... è la mia prima vera traduzione. E... beh, devo ringraziare Dede che mi ha permesso di continuarla, e xhuxhuxhu che mi ha passato le consegne.

Non ho toccato il lavoro di chi mi ha preceduto e mi scuso se la traduzione non avrà lo stesso stile dei capitoli precedenti. Spreo... beh, spero che possa comunque essere di vostro gradimento. Vi prego di farmi notare ogni errore, imprecisione e bruttura. Grazie.

Sono sicura di dover dire qualcosaltro, ma sono talmente tanto impanicata da non ricordarmelo più... ah, sì, l'aggiornamento! Uno al mese, finchè non finisco di tradurre, nella speranza di cercare di essere puntuale. Poi proverò ad intensificare la pubblicazione. Inoltre, altra cosa importante, io solitamente NON traduco i nomi, quindi se trovate, ogni tanto, uno Snape al posto di un Piton o un Gryffindor al posto di Grifondoro, vi prego di farmelo notare.

Ora... oddio, ora pubblico...

 

... credo di sentirmi male.

BUONA LETTURA

 


 

Capitolo 11: Shopping

"Dove accidenti stiamo andando, Blaise?" chiese Harry irritato. "Esiste una ragione per cui ci stai trascinando nella Londra Babbana proprio adesso? Siamo appena usciti dalla Gringott."

Blaise gli lanciò un luminoso sorriso da sopra la spalla, mentre fendeva la folla. "Tu sbrigati o faremo tardi," lo chiamò.

"Tardi per cosa?" gridò, senza ottenere risposta.

Harry guardò Piton attendendo spiegazioni, ma l'uomo sogghignò soltanto ed Harry non osò annoiarlo con altre domande. Così, si volse in basso verso Draco, che stava facendo del suo meglio per tenere il passo: se lo tirò in braccio, facendolo sedere contro il proprio fianco.

"Sai dove stiamo andando, angelo?" improvvisò, non aspettandosi certamente una risposta. Ma Draco addirittura ridacchiò, nonostante scuotesse la testa, dimostrandogli che era davvero il caso di porsi la domanda.

Rassegnato a seguire ciecamente, Harry iniziò ad additare cose a Draco non appena ebbero superato Diagon Alley, poi dentro nel Paiolo Magico e di nuovo fuori, nella Londra Babbana.

Non sapeva dove Blaise li stesse trascinando, ma si stava divertendo alle reazioni di Draco a tutto ciò che incontravano.

"Wow!" soffiò. "Cosa sono quelle cose?" chiese. "Sono certo che vanno veloci quanto una scopa."

Harry sorrise. "Si chiamano macchine. È il mezzo con cui i Babbani si muovono velocemente. E hai ragione: possono andare persino più veloci di un scopa, a volte," sussurrò cospiratorio.

Ottenne la reazione sperata: gli occhi di Draco crebbero fino a divenire rotondi, fissando affascinati le automobili muoversi sulla strada.

"Siamo arrivati!" esclamò Blaise trionfante, alcuni isolati dopo.

Harry osservò l'insegna, prima di fissarlo incredulo. "Ci hai trascinati fin qui per far visita a uno studio oculistico?"

"Sì," affermò soddisfatto. "Stai finalmente per sbarazzarti di quegli occhiali e prendere quei cosi a contesto."

"Contatto," corresse automaticamente. "Ma io non ho un appuntamento," fece presente sconcertato dalla piega degli eventi. "Dovrei portare Draco a far shopping, non farlo per me stesso."

"Tu hai un appuntamento tra... due minuti da ora," riferì Blaise compiaciuto.
"Come? Come facevi a sapere dove andare e che avevo bisogno di un appuntamento?" chiese Harry corrucciando la fronte.

"Granger," ammise con un sorriso imbarazzato. "Sembrava sapere cosa fare e come prendere un appuntamento per te."

Harry, che l'aveva fissato con stupore fino a quel momento, scoppiò in una risata improvvisa. "Sei troppo forte, Blaise!"

"Era tempo che te n'accorgessi," dichiarò altezzoso, prima di sorridere rovinando la messinscena. "E ora andiamo!" Esclamò, trascinandolo nell'edificio.

Furono un paio d'ore interessanti; appena entrati, Harry capì che per l'oculista ed il suo assistente, quanto il proprio gruppo fosse strano.

Almeno in parte, scoprì anche, perché Piton non aveva posto questioni con quell'appuntamento, nonostante fosse per lui. Fu certo la visita durò il doppio del tempo normale, con tutte le domande che Piton pose ai due uomini. E quando non si stava informando sulle abilità dei due medici, le loro conoscenze o apparecchiature, controllava ogni passo dell'esame con occhi d'aquila.

Harry pensò che la curiosità fosse soprattutto riguardo la tecnologia babbana, ma ci furono un paio di domande che gli fecero pensare che l'uomo fosse in realtà concentrato su di lui.

Anche Blaise e Draco erano entrati nella stanza dell'esame poiché, ovviamente, Piton non aveva alcuna intenzione di farli rimanere nella sala d'aspetto da soli e Draco non era particolarmente entusiasta all'idea di lasciare Harry fuori dal proprio campo visivo. Quindi, entrambi i ragazzi si sedettero al suo fianco, guardando affascinati l'intera procedura.

"Merlino, Harry! Come riuscivi a vedere qualcosa prima?" Esclamò Blaise quando l'oculista evidenziò quale fosse la sua reale capacità visiva.

"Semplicemente compensando, credo," rispose sulla difensiva.

"Avrebbe decisamente avuto bisogno di questo esame parecchi anni fa," spiegò pazientemente l'oculista. L'uomo, che era rimasto seccato dall'idea di far entrare l'intera comitiva, si era presto ricreduto e, a dir il vero, si stava quasi affezionato a quello strano gruppo che aveva invaso il suo ufficio.

Aggiunse, tentando di far maggior chiarezza: "Gli occhi possono essere abbastanza complicati e frequentemente la vista cambia con la crescita del bambino. Nel caso di Harry, la vista si è deteriorata da quando questi occhiali sono stati fatti per lui e la prescrizione è un poco cambiata."

"Prescrizione?" chiese Piton, le braccia incrociate in modo autoritario.

"Sì, la prescrizione," spiegò l'oculista, per nulla intimidito, capendo che l'uomo considerava i tre ragazzi sotto la propria tutela. Illustrò cosa intendesse per prescrizione, con parole chiare affinché tutti capissero. Dimostrò, regolando il proprio equipaggiamento e mostrando prima come fosse la vista di Harry coi propri vecchi occhiali e quindi regolando nuovamente per evidenziare come sarebbe stata con la nuova prescrizione

Blaise sbuffò. "Ti ho detto che avresti dovuto farlo da tempo."

"Sì, e sai perché non ne ho mai avuti prima," rispose bruscamente, irritato più con i Dursley che con lui. "Ad ogni modo, non era poi così tanto male. Non è che non potessi veder nulla."

L'altro lo guardò tristemente e l'oculista li osservò entrambi con curiosità prima di intervenire. "La tua vista coi vecchi occhiali non era oltraggiosamente malvagia, ma noterai che le cose sono molto più nitide ed a fuoco di quanto non fossero precedentemente."

Quando finalmente si mossero, Piton rimase un passo indietro, osservando impassibile come Blaise e Draco facessero del loro meglio per aiutare Harry a scegliere una nuova montatura per cambiare gli occhiali e come gli fecero passare un momento d'inferno mentre tentava di mettersi le nuove lenti a contatto.

Dopo la dimostrazione, l'assistente aveva lasciato Harry a far pratica e, una volta riuscito, si guardò allo specchio per poi sorridere orgogliosamente agli altri. "Quindi, come sto?"

"Penso tu sia favoloso senza quei vecchi occhiali," dichiarò Blaise con un sorriso vittorioso.

"Anche io," se ne uscì Draco, con un largo sorriso.

Se n'erano stati in una stanza tranquilla, mentre Harry imparava ad andare d'accordo con le lenti a contatto e Piton sogghignò loro "Ancor più importante, ritengo che le lenti siano preferibili in una situazione di battaglia."

L'espressione di Harry virò alla rassegnata accettazione del fatto che Piton avesse ragione. Tornò silenziosamente indietro iniziando ad impacchettare tutto quanto. Nessuna meraviglia che Piton approvasse la visita odierna.

"Sev'rus, perché hai dovuto dire così?" domandò la voce sottile di Draco, "Era felice e l'hai fatto diventare triste di nuovo."

Harry rispose per Piton. "No, Draco." Disse quietamente. "Il tuo padrino ha ragione. Forza, andiamocene." Non notò lo sguardo che gli altri due ragazzi rifilarono a Piton per averlo fatto deprimere nuovamente. Anche se l'avesse notato, non avrebbe potuto essere certo di cosa significasse l'espressione di Piton.

Una volta pagato il conto, chiese alla receptionist di chiamargli un taxi e, poco dopo, erano al negozio di vestiti che Blaise gli aveva riferito essere frequentato da Draco nella Londra Babbana.

Il motivo si rivelò essere che a mandare avanti il negozio Babbano erano una coppia di streghe. Harry si fece indietro, aspettando con Draco che Blaise finisse di parlare con loro.

Velocemente, si ritrovarono entrambi in una stanza sul retro per farsi prender le misure e provare tonnellate di vestiti

Harry fu in breve sopraffatto e gli occhi sbarrati ne erano la dimostrazione. Non ci volle molto, però, prima che abbandonasse ogni idea di imbarazzo, lasciando che le cose facessero il loro corso, visto che tanto lo facevano comunque, che lui avesse o meno qualcosa da ridire. Blaise si affaccendava quasi quanto le due assistenti che avevano assegnato loro, ordinando ad Harry di provare questo o quello, ma non entrambi insieme, ancora e ancora.

Draco, d'altra parte, stava subendo lo stesso trattamento, ma sembrava calato nel proprio elemento, non che fosse cosa di cui sorprendersi. Harry riuscì a far capire alle assistenti che voleva che Draco avesse qualche abito da gioco. Blaise non sembrava aver del tutto compreso cosa intendesse ma le donne sì, e si affaccendarono alla ricerca di ancora altri vestiti.

"Cosa intendi per 'abiti da gioco'?" gli chiese perplesso. "Può giocare anche in quei vestiti," disse indicando la pila di quelli che Harry aveva considerato essere troppo formali.

Harry ruotò gli occhi. "Draco ha bisogno di qualche jeans e qualche vestito resistente," cercò di spiegarsi. "Vestiti di cui non debba preoccuparsi, qualsiasi cosa gli accada. Abiti eleganti e camicie di seta non sono ciò che considero abiti da gioco. Una tuta confortevole e pantaloni antigrinza possono essere degli abiti da gioco."

"Antigrinza?" Chiese Blaise sollevando le sopracciglia "Non è nemmeno una parola, figuriamoci un tipo di vestiario." Ma gli stava comunque sorridendo, ovviamente interessato.

"Beh, è una parola nel mio vocabolario, anche se non rientra nelle categorie mentali di Draco," replicò, ghignando.

Harry e Draco finirono per comprare alcuni vestiti eleganti come pantaloni con la piega e camicie di seta, ma presero anche un'abbondante collezione di Jeans, una varietà di magliette colorate, maglioni e felpe con cappuccio.

Blaise tentava, in qualche modo, di accordare le loro preferenze e Harry si ritrovò a prendere cose come pigiami di seta, mentre Draco scelse una tutina da notte con piedini di soffice lana; la trovò sbalorditiva perché gli avrebbe tenuto i piedi caldi e non avrebbe dovuto indossare le pantofole. Le scelte del guardaroba di Draco venivano ridimensionate mentre Harry veniva tirato a lucido.

Da qualche parte durante l'intero processo, dei pantaloni di pelle vennero aggiunti alla crescente pila di indumenti che avrebbero comprato. Stivali di cuoio di drago si accucciarono accanto a banali scarpe da ginnastica.

Harry non era certo di sapere da dove venissero, ma gli abiti da mago fecero la loro comparsa e loro ne selezionarono parecchi. Scelsero addirittura qualche abito formale nonostante Harry non riuscisse a vederne la necessità

Piton rimase poggiato contro il muro più lontano, limitandosi ad osservare tutta la procedura. Non dispensò commenti di alcun tipo, né negativi, né positivi. Non aprì bocca nemmeno quando Draco scelse un golf rosso e oro che si sarebbe abbinato con uno di quelli selezionati da Harry. Né sopravvennero sferzate quando questi ne prese uno verde e argento.

Draco finì per fare un sonnellino mentre gli altri due disquisivano su cosa effettivamente prendere e cosa no, ma alla fine tutto venne comprato e pagato e buste e scatole vennero rimpicciolite ed infilate in un'unica borsa. Harry rimise gli abiti con cui era arrivato, ma Draco indossò blu jeans, maglietta, felpa verde con cappuccio e piccole scarpe da ginnastica bianche.

Quando finalmente abbandonarono il negozio, Blaise prese in consegna la borsa e Harry prese in braccio il bambino stanco. "Draco, sapevi che andare a comprare vestiti fosse un lavoro così massacrante?" gli chiese con un sorriso stanco.

Annuì con fervore. "Oh, sì! Ma solitamente non è così divertente!"

Harry rise e lo strinse a sé. "Anch'io suppongo sia stato divertente, in un certo senso. Ma non lo rifaremo molto presto," aggiunse fingendosi serio.

"Voi due avete abbastanza vestiti da tirare avanti per un bel po'," dichiarò Blaise.

Harry lo fissò. "Beh, non certamente per causa mia. Io avrei preso un paio di jeans e magliette, un po' di calzini e biancheria e questo probabilmente sarebbe stato tutto, al riguardo."

"Quindi è stata una buona cosa che sia venuto io, non è così?" replicò sfacciatamente.

Harry scosse la testa e gli diede un sorriso rassegnato. "Andiamo a mangiare qualcosa. È passata da un pezzo l'ora di pranzo. Non mi sarei mai aspettato che comprare vestiti fosse una cosa tanto lunga."

"Sì, sono affamato," dichiarò Draco.

"C'è un McDonald's proprio laggiù," propose Harry, puntando agli archi dorati dall'altra parte della strada e stabilendo la rotta.

"Saresti pregato di spiegare cosa sia un 'McDonald's'." sogghignò Piton.

Harry ricambiò. "È un ristorante Fast Food che vende cibo. Hamburger con salsa e patatine unte. Credo che mio cugino Dudley abbia preso su metà del suo peso solamente in questo posto. In una memorabile occasione portarono qualcosa anche a me. È davvero buono!"

Blaise lo guardò curiosamente non appena iniziarono a camminare automaticamente verso il posto. "Non ci sei effettivamente mai stato?" chiese.

"Uhm, beh, no," ammise sommessamente, non avendo realizzato fino a quel momento di aver lasciato trapelare qualcos'altro sul suo passato. Ancora una volta fu sgradevolmente consapevole che Piton lo stesse guardando con un luccichio calcolatore negli occhi, e Harry riportò velocemente lo sguardo su Blaise.

"Bene, quindi abbiamo definitivamente deciso di andare a mangiare in questo McDonald's," disse questi allegramente. Harry l'avrebbe abbracciato per aver capito e per aver lasciato cadere la questione.

Poco dopo erano seduti in un separé e i tre ragazzi stavano divorando i loro panini e le loro patatine bisunte. Harry fece del suo meglio per nascondere il proprio divertimento nell'osservare Piton guardare con avversione il proprio cibo. Andò al bancone e, quando tornò, posò un'insalata con qualche cibo irriconoscibile al suo interno difronte a Piton, senza dire una parola. Tentò senza successo di smorzare il sorriso quando Piton gli riservò un'occhiata riconoscente.

Al contrario di Piton, Draco era entusiasta del suo Happy Meal. Affamato, aveva divorato tutto il suo panino e le patatine e si era felicemente scolato la sua root beer, iniziando a far marciare la sorpresa su tutto il tavolo.

"Harry, cos'è quello?" Gli chiese improvvisamente. "Cosa stanno facendo?"

Harry vide che Draco stava puntando l'area giochi all'esterno. "E' l'area giochi per permettere ai bambini di giocare. Puoi arrampicarti su per quei tunnel e venire giù per gli scivoli," Harry cercò di spiegare.

"Perché lo stanno facendo?" Gli chiese, la sua fronte aggrottata dalla confusione.

Harry lo guardò con un sorriso mesto. "Perché è divertente, angelo. Ce n'era una più o meno così alla scuola dove andavo, ma era molto più piccola. A volte andavo a giocarci e gli scivoli sono davvero uno spasso."

Draco continuava a guardare con aria incuriosita i bambini che stavano fuori e Harry lanciò un'occhiata a Piton. Avrebbe voluto portarlo fuori e mostrarglieli, ma non era sicuro che l'uomo l'avrebbe permesso. Era stato sufficientemente accomodante per tutto il giorno e Harry non aveva voglia di tirare ulteriormente la corda.

Piton gli fece un piccolo segno d'assenso alla sua domanda inespressa.

"Grazie!" un nuovo sorriso sorse ad illuminargli i tratti. Si rivolse a Draco. "Vuoi andare a provarli?" gli chiese.

"Sì!" esclamò.

Blaise li seguì fuori ed i tre rimasero a guardare la gigantesca struttura. "Quindi, cosa dovrei fare?" Chiese Draco intimorito.

Harry gli si accovacciò vicino e spiegò. "Vedi quel buco lì?"

Draco annuì.

"Comincia da lì e sali lungo tutto il muro fino in cima. Poi scivola giù," gli suggerì, indicandogli la strada da seguire. Draco sembrava ancora un po' insicuro.

"Vai con lui,"  suggerì Blaise.

"Sono troppo grande." Protestò Harry.

Blaise ruotò gli occhi. "Vai!"

"Sì, vieni con me, Harry," piagnucolò Draco, tirando la mano di Harry.

Harry sorrise improvvisamente. "Va bene." Gli lasciò la mano e si incamminò verso la struttura. "Scommetto che non mi prendi," lo sfidò, prima di voltarsi e correre attraverso il tunnel aperto.

Draco gli corse appresso, ridacchiando. Harry gattonò attraverso i tunnel, Draco gli si inerpicava appresso, cercando di catturarlo. Raggiunsero la cima e il più grande attese solo pochi secondi prima che Draco gli saltasse addosso. "Ti ho preso!" Urlò felice.

Harry gli fece il solletico, facendolo squittire, lo scroscio di risate echeggiò nei tunnel.

"H-Harry, ba-basta!" Ansò tra le risate.

Ridendo egli stesso, Harry smise e voltò Draco per fargli vedere oltre la cupola trasparente dove erano al momento. "Guarda, angelo," lo incoraggiò.

"Wow!" boccheggiò. Improvvisamente iniziò a salutare e Harry vide Blaise sorridere salutandoli a sua volta e ricambiò il gesto ed il sorriso.

"Che ne dici, Draco? Vogliamo scendere e chiedere a Blaise di giocare con noi?" Gli chiese.

"Sì!" Urlò entusiasta.

Harry si sedette in cima allo scivolo e mosse Draco fino a farlo accoccolare davanti a lui. "Andiamo. Puoi scivolare con me per la tua prima volta."

I due scesero in picchiata sullo scivolo... solo per sbattere i loro posteriori sul fondo.

"Ahio!" Disse Harry, sfregandosi il sedere come tornò in piedi.

"Non ha fatto per niente male, Harry!" Esclamò Draco.

"Non per te," replicò. "Ho fatto da cuscino per il tuo atterraggio."

Harry stava però ridendo, guardando le guance di Draco infiammarsi al suo abbagliante sorriso. "Andiamo a prendere Blaise, così possiamo tornare a giocare ancora," gli sussurrò con fare cospiratorio.

I due corsero a placcare un impreparato Blaise e il caracollante trio finì per lottare, inseguire, abbrancare, scalare, scivolare e soprattutto ridere per tutta l'ora seguente.

Piton, che ad un certo punto era uscito a guardarli si ritrovò con il trio crollato davanti alla panchina dove si era seduto. Erano sporchi, sudati, arruffati... e stavano sorridendo felici, nonostante fossero stanchi.

Piton sollevò un sopracciglio nel vederli, ma non commentò. Harry gliene fu grato. Non voleva che l'uomo rovinasse il divertimento di Draco e sospettò fosse l'unico motivo per cui non gli stava scagliando caustici insulti. Si domandò se gli sarebbe toccato ascoltare le critiche sul suo folle comportamento successivamente.

Nuovamente in strada, stavano aspettando di agganciare un taxi per tornare al Paiolo Magico e quindi a Diagon Alley, quando individuarono un negozio di giocattoli un paio di vetrine più in là.

"No," dichiarò Piton energicamente. "Ho acconsentito a portarvi a Diagon Ally per prendere gli accessori necessari per Draco. Ho accettato di prendere un appuntamento per l'esame degli occhi di Potter. Avete comprato i vostri vestiti qui, nella Londra Babbana. In qualche modo ho tollerato che mi portaste in... questa struttura," sputò, osservando disgustato il McDonalds dietro di loro. "Non andremo in un negozio di giocattoli. Si è fatto tardi e dobbiamo tornare a Diagon Alley, ora."

I tre ragazzi abbassarono la testa sconsolati, ma nessuno osò ribattere. Harry si piegò verso terra e raccolse Draco, abbracciandolo e mormorandogli parole calmanti non appena il bambino iniziò a tirar su col nasino.

"Siamo pronti, signore," riferì Blaise sommessamente, gli occhi tristemente abbassati.

"Oh, per...!" esclamò Piton.

Harry, Draco e Blaise accennarono a guardare l'uomo che aveva iniziato borbottare fra sé.

"Avete trenta minuti," sogghignò Piton. "Non un minuto di più e poi torniamo di filato a Diagon Alley dove mi seguirete in silenzio mentre io finisco di prendere il necessario. Avete capito?"

"Sissignore." Annuirono tutti e tre velocemente. Harry e Blaise si scambiarono uno sguardo prima di procedere spediti verso il negozio di giocattoli. Si bloccarono immediatamente appena entrati, osservando sconvolti ciò che li circondava. Quindi Harry mise giù Draco e gli afferrò la mano fortemente, così da non poterlo perdere.

"Andiamo!" Disse Harry sorridendo.

Acquistò velocemente puzzle e tonnellate di blocchi da costruzioni, prima di spostarsi verso i libri e, rapidamente, radunarne una larga selezione. Blaise rimase affascinato dall'ampio scaffale di auto e camion e ne ammucchiò un po' nel loro carrello che iniziava rapidamente a traboccare. Draco era estasiato dalla scoperta di un drago di pezza e lo tenne con forza. Li guidò anche verso la sezione di hobbystica e Harry aggiunse un rifornimento supplementare di carta, forbici, colla e qualunque altro materiale colpisse la sua fantasia o quella di Draco.

Ventotto minuti dopo, erano nuovamente fuori, in piedi di fronte a Piton, abbandonando ai suoi piedi buste e buste di giochi. Draco non avrebbe sentito la mancanza di cose da fare per i prossimi quattro mesi.

Piton roteò gli occhi alla loro esuberanza e li tirò verso un vicoletto oscuro così da poter restringere tutto e riempire un'unica busta. Ora dovevano portarsi appresso unicamente una per i giochi e l'altra per i vestiti.

Fedeli alla parola data, i tre ragazzi lo seguirono quietamente per Diagon Alley, completando i loro acquisti visitando l'Apotecario, il negozio di penne e pochi altri. Terminarono i propri acquisti velocemente in ciascun negozio. Il solo momento in cui ci fu esitazione fu quando rallentarono automaticamente davanti al negozio del Quidditch. Piton gli lanciò un'occhiataccia e loro ripresero immediatamente il passo.

Lo strano gruppo ricevette molti sguardi curiosi, ma nessuno si avvicinò. Harry realizzò che le occhiate assassine di Piton poteva essere utile in alcuni casi.

Infine, fecero un pasto veloce al Paiolo Magico prima di prendere la Metropolvere per tornare ad Hogwarts.

"Avete passato una buona giornata, ragazzi?" chiese Silente non appena uscirono dal camino.

"Sì," mormorò Harry spossato, completamente esausto dalle attività della giornata. Draco era profondamente addormentato tra le sue braccia ed il solo motivo per cui non ruzzolò, una volta fuori dal camino, fu perché Piton, passato per primo, l'aveva preso al volo.

Blaise annuì leggermente, ma non si disturbò nemmeno a cercare di dare una risposta verbale.

Silente rivolse loro un sorriso caloroso. "Sembra che la vostra gita sia stata un successo, Severus."

Piton ruotò gli occhi. "Le stanze sono pronte?" chiese, ignorando i commenti del preside.

"Sì, sì, ogni cosa è stata spostata oggi, mentre voi eravate via," rispose semplicemente.

Piton ammassò i propri carichi verso la porta senza altre parole e li condusse verso i sotterranei. Prendendo le buste da Blaise, Piton lo spedì al suo dormitorio prima di guidare Harry verso le proprie stanze. Con gli occhi a malapena aperti, il ragazzo semplicemente si lasciò condurre, senza prestare la minima attenzione a quello che lo circondava, finché improvvisamente Piton non tolse attentamente Draco dalle sue braccia.

Harry trasalì nel vedere Piton posarlo su un letto ed iniziare a rimuovere prima le scarpe del bambino e poi gli altri vestiti. Il letto aveva lenzuola e copriletto che Harry riconobbe e velocemente si spogliò rimanendo in boxer, troppo stanco per cercare i pigiami, infilandosi nel letto senza prestare attenzione al professore. Quando Piton posò Draco sotto le coperte, vicino a lui, Harry semplicemente avvolse un braccio attorno al piccolo, in maniera protettiva, senza nemmeno aprire gli occhi.

Sia Harry che Draco caddero immediatamente addormentati e nessuno dei due realizzò che Piton rimase a guardarli per molto tempo quella notte. Harry nemmeno lo vide nelle ombre scure, quando il più piccolo si svegliò urlando, un paio d'ore dopo che si erano addormentati.

Intontito, si mise automaticamente seduto, spingendo Draco sul suo grembo, mormorando parole confortanti al bambino in lacrime finché il pianto non divenne che un occasionale gemito singhiozzante. Harry sbatté le palpebre vedendo il fazzoletto appoggiato vicino al bicchiere ed alla brocca d'acqua sul comodino; sbalordito si ricordò che gli elfi domestici avevano spostato la loro roba fino al sotterraneo. Ovviamente, si erano ricordati di lasciar fuori quelle cose per Harry.

"Dovrò ringraziare Dobby, dopo," mormorò Harry mentre versava a Draco un bicchiere d'acqua e l'aiutava a bere. Usò poi il fazzoletto per asciugargli la faccina e lo guardò attentamente.

Era così stanco ma completamente concentrato su Draco da non accorgersi dell'uomo che li osservava intensamente dall'ombra più lontana della stanza.

"Meglio ora?" chiese sommessamente.

Draco singhiozzò, poi annuì piano, ma tenne la testa bassa.

"Puoi parlarmene?" gli chiese.

Scosse la testa con fervore e Harry sospirò. "E' stato un incubo diverso, questa volta?"

Draco rimase silenzioso ed immobile, teso nelle sue braccia.

Non aveva alcun indizio su come stesse gestendo gli incubi di Draco, ma doveva comunque provare a far qualcosa.

"Draco, ricordati che ti ho detto che se mi racconti dei tuoi incubi li caccerò via, in modo che tu non debba preoccupartene mai più," gli disse dolcemente.

Sentì la piccola testa bionda annuire piano contro il proprio petto.

"Puoi raccontarmeli, allora?"

"Non era come un ricordo," rivelò la voce sottile rispondendo alla domanda di Harry.

"Solo perché non si tratta di un ricordo, non significa che non debba essere spaventoso," confidò dolcemente. "Io ho tanti incubi che non sono davvero ricordi."

Enormi occhi argentei sbirciarono Harry. "Davvero?"

Harry gli restituì un sorriso triste. "Cavvero. A volte le cose ci spaventano anche quando sappiamo che non sono vere. E specialmente quand'ero piccolo, avevo tantissimi incubi. Alcuni perché semplicemente non sapevo alcune delle cose che conosco ora che sono grande. Molte cose possono essere spaventose quando si è piccoli e non le si capisce."

"Come cosa?" Chiese lievemente.

Harry rise piano. "Va bene, mio piccolo Serpeverde, lo facciamo ancora a modo tuo. Io te lo dico, ma poi tu mi racconti il tuo incubo, promesso?"

Draco tremò tra le sue braccia, ma poi annuì risoluto. "Promesso," disse, sebbene ancora tremante.

Harry chiuse gli occhi per pochi istanti, cercando di trovare qualcosa da raccontargli senza spaventarlo più di quanto già non fosse. Non si era reso conto che Piton li stava guardando ed ascoltando intensamente.

"Mio cugino aveva l'abitudine di maltrattarmi parecchio," iniziò, sperando di non star sbagliando a raccontarlo a Draco.

"Ti affatturava?" lo interruppe Draco con curiosità.

"Ehm, no," rispose. "E' un Babbano, quindi non può fare alcun tipo di magia."

"Quindi come ti maltrattava?" gli chiese, le sopracciglia aggrottate per la confusione.

Harry osservò il piccolo bambino con divertimento beffardo. "Sei davvero venuto su a magia e nient'altro, Draco."

"Non capisco," si accigliò.

Se non altro, questo lo aveva fatto tornare nuovamente calmo, pensò con aria rassegnata.

"Volevo solo dire che sei cresciuto con la magia attorno a te. Solo questo," spiegò. "Prima che diventassi grande, io nemmeno sapevo che la magia era una cosa vera."

Draco lo guardò con occhioni spalancati. "Davvero?"

Harry ridacchiò al ritorno al punto di partenza. "Sì, davvero."

Draco si accigliò nuovamente. "Quindi, come ti maltrattava?"

"Non è davvero importante,"  riprese. "Diciamo semplicemente che era solito chiamarmi con tanti brutti nomignoli e generalmente gli piaceva essere cattivo con me."

"Non mi piace quando le persone sono cattive," si incupì.

"Lo so, angelo," Harry gli fece un piccolo sorriso, prima di tornar serio. "Ad ogni modo, non sapevo nulla della magia e nemmeno lo sapeva mio cugino, ma nei miei incubi era come se non fossimo a conoscenza di ciò. Suppongo tu possa dire che sognavo che mi affatturava. Non è il modo in cui lo chiamerei io e non erano vere maledizioni perché non conoscevo la vera magia, ma sognavo che usava la magia per farmi del male."

"Essere affatturato è pauroso,"  annuì piano.

"Lo so," convenne Harry. "Ed era ancora più pauroso per me, specialmente poiché non ero in grado di capirlo."

"Quindi, i tuoi incubi erano su qualcuno che ti malediva?" chiese teneramente, ritornando a parlare di Draco.

Che rabbrividì leggermente, di nuovo. "No. Stavo correndo," sussurrò, abbassando il capo.

Harry non era intenzionato di permetterlo e gli risollevò la testa. "Dimmelo." Soffiò piano.

Draco riuscì a stento ad inghiottire. "Stavo solo correndo, e correndo, e correndo," disse, finalmente pronto a raccontare il suo incubo. "Era la sola cosa che potessi fare, ma continuavo ad inciampare. Poi mi ritiravo su e ricominciavo a correre prima di cadere ancora. E sapevo di non poter andare da nessuna parte, ma continuavo a correre comunque. Ero così spaventato, Harry," riferì, ricominciando a piangere sommessamente.

Harry lo cullò piano e fece scivolare la propria mano su e giù sulla sua schiena. "Sono certo fosse davvero pauroso. Draco, sapevi da cosa stavi scappando?" chiese, sospettando già la risposta.

"Mio padre," mormorò, confermandone i sospetti.

La mano di Harry si chiuse a pugno dietro la schiena del piccolo, ma il suo tono rimase calmo e tranquillizzante. "Non ho intenzione di lasciare che tuo padre ti faccia mai più del male, angelo. Ritrovarti a temere di dover scappare via da lui."

"Ma ho paura, Harry," piagnucolò Draco.

"Shhh, lo so che hai paura, e va bene essere spaventati a volte," lo rassicurò.

"Lo è?" chiese, aggrottando le sopracciglia, guardandolo.

Harry sorrise leggermente. "Sì, è naturale aver paura e tutti hanno paura qualche volta."

"Anche Sev'rus?" chiese Draco, un po' scettico.

"Sì, sono certo che anche Severus è spaventato a volte," rispose Harry, sorridendo beffardo.

Persino in quel momento, nessuno dei due si rese conto dell'uomo nell'ombra che si era irrigidito ulteriormente alle parole di Harry,

"Ma non è mai impaurito da nulla," protestò Draco.

"Probabilmente non lo dà a vedere," replicò gentilmente.

"E cosa potrebbe spaventarlo?" gli chiese.

"Io so che è spaventato da tutto quello che potrebbe accaderti," rispose, baciando Draco sulla fronte. "Esattamente come io sono spaventato che qualcosa possa ferirti."

"Oh," sbatté le palpebre alla volta di Harry.

"Quindi vedi, tutti possono essere spaventati a volte. Devi solo stare attento che le tue paure non ti sopraffacciano."

Draco arricciò il nasino esprimendo la propria confusione. Harry ridacchiò piano e lo baciò proprio sul naso. "Uhm, va bene essere spaventati ogni tanto, ma non devi spendere tutto il tuo tempo pensando alle cose che ti spaventano." Anche Harry arricciò il naso, cercando di capire se le cose che stava dicendo avessero senso o meno. "Ci sono molte altre cose che si possono fare invece che esser spaventati," aggiunse.

Draco annuì e sembrò capire almeno un po' meglio

"E adesso, dovremmo smettere di parlare di esser spaventati e rimetterci a dormire," propose Harry con tono leggero, ammiccando.

Draco rise.

Harry sorrise tirato. "Allora, questo tuo ridacchiare significa che ti senti pronto per tornare a nanna?"

"Sì," dichiarò Draco. "Non sarò più spaventato d'ora in poi."

"Ottima scelta," disse Harry, tornando a sdraiarsi sotto le coperte. "Dormi bene, angelo," augurò dolcemente.

"Notte, Harry," mormorò Draco.

Entrambi caddero nuovamente addormentati. Piton li guardò per un poco prima di abbandonare la stanza, avendo ottenuto alcune risposte alle sue molteplici domande; ma la conversazione dei due ragazzi ne aveva persino create di nuove.

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Capitolo 12
*** Nuove sistemazioni ***


Traduttrice: Leli
Beta: duedicoppe

Summary: Un incidente di pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prenderà cura di lui per i successivi quattro mesi.

Rated: Innocent-ish - PG-13
Categories: Harry/Draco
Characters: Draco, Harry, Severus
Genres: Romance, Drama
Warnings: Violenza, Liguaggio
Chapters: 21

Pubblico sul filo del rasoio, poiché il Romics mi ha distrutta.
Proprio per questo vi lascio immediatamente alla storia

BUONA LETTURA




Capitolo 12: Nuove sistemazioni

 

"Harry, dove siamo?" Chiese Draco, svegliandolo.

Il ragazzo sbatté confusamente le palpebre, andando a recuperare automaticamente i proprio occhiali prima di realizzare che stava già vedendo chiaramente ogni cosa. Questo nuove lenti a contatto a lunga durata erano addirittura meglio di quanto non avesse im-maginato. Ammiccò nuovamente e gli oggetti erano ancora a fuoco. Sorrise improvvisamente, facendo trasalire il bambino.

Harry s'incupì. "Draco, che succede?" Domandò, sedendosi e lanciando una lunga occhiata a Draco.

"Non so dove sono." Rispose impaurito.

"Oh, angelo, va tutto bene. Severus ci ha portato qui l'altra notte. Questa è una delle camere nelle sue stanze, credo," gli disse "Ti ricordi che ci saremmo dovuti spostare nei sotterranei con lui?"

Draco si rilassò ed annuì "L'avevo dimenticato," ammise piano.

"Va bene," lo rassicurò, sollevato che fosse riuscito a tranquillizzarlo così facilmente.

Entrambi guardarono curiosamente la stanza. Era grande, probabilmente grande quanto lo era stato il dormitorio di Harry, ma aveva un unico letto. Harry si chiese se Silente avesse allargato una delle camere di Piton, o se quella stanza fosse stata lì il giorno prima.

Il letto in cui erano ancora seduti si trovava sul fondo; due paia di guardaroba erano posizionati ad entrambi i lati. Harry roteò gli occhi notando come quello a sinistra avesse in cima tutti i draghi di Draco. Gli elfi domestici avevano mosso letteralmente tutte le loro cose, inclusi tutti i vestiti del Draco sedicenne.

I bauli extra di Draco, pieni di roba di ogni genere, erano in un angolo, mentre l'unico di Harry era dall'altro lato del letto. C'era un caminetto, loro dirimpetto, con un assortimenti di mobili sistemati di fronte.

C'era una coppia di scrivanie da un lato, uno più piccolo per Draco ed uno per i compiti di Harry. Un paio di librerie affiancavano i tavoli. Sulla mensola vicino a quello di Harry c'erano i suoi libri di scuola e tutti quelli che erano stati nei suoi bauli, insieme ad altro materiale, come ulteriori pergamene, inchiostro e penne. Dalla parte di Draco, già disfatti, c'erano i libri ed il materiale artistico che avevano comprato il giorno prima.

Al centro era situata una grande area giochi, su misura per Draco. Per terra, accantonati lungo il muro, stavano tutti i suoi giochi. Un piccolo tavolo era piazzato davanti al mucchio ed era grande a sufficienza da poter essere usato per fare i puzzle, per usare le costruzione o per qualsiasi altra cosa avesse voluto.

C'erano due porte all'inizio della stanza. Una, a parer di Harry, doveva condurre al bagno e l'altra alla stanza da pranzo di Piton. Si ricordava vagamente di averla attraversata la notte precedente. Per il momento, era tempo di verificare se effettivamente l'altra porta conduceva ad un bagno.

Era effettivamente il bagno e Harry stabilì velocemente che non avrebbe mai più avuto bisogno di trovare il tempo per portare Draco nel Bagno dei Prefetti: avevano ora accesso alla loro personale sala da bagno che rivaleggiava con quello dei Prefetti, con un'enorme vasca/piscina. Ad ogni modo, Harry apprezzò la presenza della doccia.

Non appena furono pronti per il giorno, Harry si rese conto di sentirsi più felice di quanto non avesse pensato di poter essere traslocando nei sotterranei. Con una stanza come quella, era più facile accettare di star vivendo, tecnicamente, con Piton.

Una volta vestiti, andarono alla ricerca dell'uomo e della colazione, trovando entrambi in attesa subito fuori dalla stanza. Il soggiorno aveva un piccolo angolo cottura con un piccolo tavolo da pranzo. Piton vi era seduto, sorseggiando tè e leggendo la Gazzetta del Profeta. I piatti della colazione stavano lì, evidentemente in attesa di Harry e Draco.

Improvvisamente, Harry fu nuovamente a disagio. Si sentiva decisamente fuori posto nei suoi quartieri personali del proprio professore. Draco invece era chiaramente a proprio agio e corse verso le sedie salutando allegramente il padrino.

Harry sospirò, sentendosi vicino a Draco ed iniziando a riempirgli pesantemente il piatto. Sperava, fortemente, che Piton gli avrebbe fatto il piacere di smetterla di fissarlo per tutto il tempo. Versò del succo di zucca per sé e per Draco, prima di iniziare a prendere qualche cosa ed iniziare a mangiare.

"Perché stiamo mangiando qui?" Draco fece la domanda che Harry stava cercando di evitare.

"Ho sempre consumato la colazione nelle mie stanze di Domenica mattina, Draco" rispose Severus pacatamente. "E' uno dei pochi momenti che concedo a me stesso, lontano dagli studenti."

Harry sobbalzò lievemente e riabbassò le posate che erano a mezza strada per la sua bocca. "Non ho problemi a salire in Sala Grande," disse tranquillamente, osservando Piton attraverso la propria frangia. Veramente, veramente non aveva alcuna intenzione di imporsi a quell'uomo.

"Potter, mi piacerebbe poter passare col mio figlioccio quel poco di tempo che ho a disposizione," sogghignò "Nella situazione attuale, questo sembra equivalere a... prevedere anche la tua compagnia. Puoi restare."

Harry tornò ad osservare le proprie posate, non sentendosi più particolarmente affamato. Davvero, non si sarebbe dovuto sentire offeso da quelle parole. Sapeva che l'uomo lo detestava, e Harry aveva acconsentito a quella specie di armistizio giusto perché Draco si sentisse al sicuro? Harry poté sentire quegli occhi soffermarsi svogliatamente su di lui per parecchi, lunghi momenti, probabilmente in attesa di qualche sua risposta sgarbata, prima di spostare la sua attenzione su Draco e chiedergli se la nuova stanza gli piaceva.

Il bambino iniziò a chiacchierare a vanvera, felice della nuova sistemazione. Harry sbuffò interiormente quando realizzò che Piton vi si era riferito definendo la stanza "di Draco" mentre il bambino la considerava come appartenente ad entrambi.

Harry rimane silenzioso perché veramente, al momento, non voleva entrare in  alcun argomento con l'uomo, specialmente in un territorio sconosciuto e così familiare per Piton. Dovette ricordare nuovamente a se stesso che era lì per il bene di Draco.

Draco o meno, Harry si stava davvero chiedendo se non avesse commesso un errore a volersi trasferire nei sotterranei. La tensione in realtà non valeva i vantaggi della bella camera. Harry osservò il viso luminoso di Draco che raccontava, estremamente eccitato, di tutti i giochi che avrebbe fatto con le cose acquistate il giorno prima e le labbra di Harry si sollevarono in un leggero sorriso. Dopotutto ne valeva la pena, probabilmente.

Sospirò e concentrò la propria attenzione nuovamente sul proprio piatto prendendo un paio di piccoli bocconi. Non aveva voglia di mangiare.

"Potete scusarmi?" chiese Harry in una pausa in cui Draco stava mangiando invece che chiacchierando col padrino.

Piton gli lanciò un'occhiata affilata, le sopracciglia solleva per la sorpresa. Harry avrebbe voluto urlare che, sì, aveva un briciolo di buone maniere, ma rimase in silenzio, aspettando per la risposta.

"Stai bene, Harry?" gli chiese il piccolo, preoccupato, notando che Harry non aveva mangiato molto. Il bambino era troppo attento alle sue abitudini alimentari.

"Sto bene, Draco." Rispose Harry pazientemente. "Voglio solo andare ad iniziare alcuni dei miei compiti per casa e avere così molto tempo per poter giocare con te, più tardi."

"Quali compiti? Non ti ho mai visto fare i compiti," notò confusamente Draco.

Harry chiuse gli occhi, non sentendosi più molto paziente, ma tentando ancora valorosamente di esserlo. "Sono quelli che i professori hanno assegnato a noi studenti da fare oltre l'orario di lezione. Non ho avuto molto tempo per lavorare ai miei in questi ultimi giorni." Spiegò.

"Per colpa mia," sussurrò Draco.

Argh! Harry avrebbe voluto urlare. Era estremamente consapevole degli occhi di Piton puntati nuovamente contro e, semplicemente, aveva voglia di andarsene. Ma non poteva lasciare che Draco si sentisse insicuro.

Harry gli diede un piccolo abbraccio. "Certo, non ho avuto molto tempo poiché ho dovuto trovare degli accorgimenti per questa nuova situazione con te."

La testa del bambino si afflosciò e Harry dovette posare due dita sotto il suo mento, sollevandolo per premetterlo nuovamente guardare negli occhi. "Gli ultimi giorni sono stati davvero importanti per me, Draco, e non c'era verso che sprecassi il mio tempo sgobbando sui compiti quando potevo passarlo con te."

Harry s'arrischiò a lanciare una veloce occhiata a Piton e la faccia dell'uomo era leggermente corrucciata, ovviamente indecisa se urlare contro Harry o rimanere calmo per Draco. Poi gli occhi tornarono ad incontrare quelli del piccolo. "Devo iniziare ad utilizzare un po' più del mio tempo libero per studiare, ma troveremo un sistema per fare in modo che le cose vadano al meglio per entrambi. Va bene?"

"Ma lo studio è importante," fece presente Draco con una vocina piccola piccola.

Harry chiuse gli occhi brevemente, nuovamente intenzionato ad affatturare Lucius Malfoy. "Studiare è importante, ma nulla è più importante di te," gli spiegò.

"Davvero?" chiese Draco, le sopracciglia arricciate.

"Davvero," rispose Harry con un sorriso. Si stava abituando a questo davvero che avevano iniziato a usare.

"OK, Harry," si rilassò Draco tornando a sorridergli.

"Ora, può non essere importante, ma ho davvero bisogno di provare a farne alcuni," continuò Harry, sorridendo per rassicurare Draco. "Sarò proprio oltre la porta," riprese, indicando. "Così saprai esattamente dove trovarmi, ma potrai terminare con calma la tua colazione e passare anche un po' di tempo col tuo padrino."

Harry si alzò, non curandosi più di non esser stato scusato.

"Ma vai via senza mangiare?" chiese Draco innocentemente prima che potesse fuggire

Argh! L'urlo disperato era tornato. "Uhm, mi sa che non ho davvero fame stamattina," gli rispose.

Draco annuì in assenso e, infine, tornò a mangiare.

Harry si rifiutò categoricamente di guardare Piton, tornando finalmente nella nuova camera. Ma invece di iniziare i suoi compiti, come avrebbe dovuto, tirò fuori il diario: non aveva avuto l'occasione di scrivervi la notte precedente. Oltretutto, si sentiva nervoso per la situazione con Piton ed aveva bisogno di buttar giù qualche riga prima di focalizzarsi sui propri compiti.

 

* * * * *

5 Settembre

In realtà, oggi sarebbe il 6, ma ero praticamente un sonnambulo quando siamo arrivati qui l'altra notte, così mi ritrovo a scrivere questa mattina. Posso praticamente sentirti ripetere, nella mia testa, che sono un idiota Grifondoro che non è in grado di seguire correttamente l'ordine dei giorni.

Ma in quanto bambino di quattro anni, hai avuto una giornata faticosa ieri...

 

* * * * *

Quando Draco irruppe nella stanza, un'ora dopo, Harry aveva posato il diario e stava lavorando ai suoi compiti di Incantesimi. Pose la propria piuma sul tavolo e spostò la sedia per metterglisi di fronte.

"Quindi, cosa vuoi fare per primo?" gli chiese, sorridendo.

Draco s'accigliò. "Non hai del lavoro da fare? Giocherò per conto mio."

Le parole fecero accigliare Harry, in risposta. "Giochi da solo di solito, giusto?"

Draco scrollò un poco le piccole spalle. "Ho sempre giocato da solo. Non c'era mai nessun altro attorno"

Lo sguardo di Harry divenne torvo. Sarebbe giunto il giorno in cui Harry Potter avrebbe ucciso Lucius Malfoy, e lo avrebbe fatto davvero con gioia.

"Beh, ci sono io attorno, ora," dichiarò Harry. "E ho anche tanta voglia di giocare, al momento."

Draco ridacchiò al finto atteggiamento di Harry, prima di passare a guardare gli scaffali. "Non so nemmeno come giocare con alcuni di questi," ponderò "Ho molti giocattoli e cose, ma nulla come questi."

Harry si batté un dito sul mento osservandolo pensosamente, prima di guardare le cose sugli scaffali. "Beh, secondo me potremmo iniziare con queste costruzioni. Scommetto che riusciremo a creare qualcosa di carino almeno a giudicare dalle figure sulla scatola."

"Sembrano meravigliosi," annuì fervente.

"Facciamo così: questa mattina vediamo cosa possiamo costruire insieme e, oggi pomeriggio, puoi vedere cosa riesci a costruire da solo mentre finisco qualcun altro dei miei compiti," suggerì.

"Affare fatto!" accettò con un sorriso brillante.

Passarono il resto della mattinata ricreando attentamente i disegni presenti su parecchi libretti illustrati. Harry aveva comprato l'intera serie dei castelli della Lego e Draco sembrava affascinato da essi.

"Harry!" urlò eccitato, mostrandogli sotto il naso una scatola che aveva appena tirato via dalla mensola "In questa possiamo costruire un drago! Vedi?!"

Ridendo, Harry spostò la scatola di parecchi centimetri, così che potesse effettivamente vederla "Wow! Hai ragione Draco! Nemmeno la ricordavo questa qui!" Gli rivolse un sorriso rassegnato. "Ad ogni modo, non ricordo il novanta per cento di quello che abbiamo preso poiché stavamo semplicemente afferrando le cose al volo."

"Già," concordò Draco distrattamente, completamente concentrato sulla figura sulla scatola. "Possiamo fare questo, Harry?" chiese.

"Certo che possiamo," rispose sorridendo al bambino rapito dal drago. A dire il vero, Harry era altrettanto interessato al suo personale piccolo drago.


* * * * *

"Potter."

Harry osservò l'uomo in piedi nella porta. "Sì, signore?"

"La password della stanza è ‘zanne di serpente snudate'. Non la darete a nessuno," ordinò, la voce trattenuta in un avvertimento mortale. "Né porterete mai nessuno in queste stanze. Avete capito?"

"Sì signore." Rispose piano. Aveva già immaginato un simile scenario, anche se Piton non gli avrebbe mai creduto se anche gliel'avesse detto; sapeva bene di essere sostanzialmente in isolamento con Draco. E Piton.

"Dovrete anche fare attenzione quando uscirete per pranzo, così che possiate sapere come tornare: sono pressoché certo che l'altra notte eravate a malapena consapevoli dei dintorni."

"Sì, signore." Ripeté ancora. Piton rimase nello specchio della porta per un lungo momento prima di voltarsi sui propri piedi e lasciarli, la veste fluttuante dietro di lui.

Harry continuò a scrutare la porta aperta. Come aveva potuto pensare che quell'uomo avesse allentato la presa nei suoi confronti?

Draco gli tirò una manica della veste per far tornare la sua attenzione al drago che stavano ancora costruendo.


* * * * *

"Dove siete stati, Harry?" gli chiese Ron prima ancora che entrambi avessero la possibilità di sedersi al tavolo.

Harry lo osservò curiosamente. "Ehm, Ron, lo sai che siamo stati trasferiti nei sotterranei."

"Sì, ma nessuno vi ha più visti da ieri mattina," Hermione diede forma alla loro preoccupazione.

"Harry alzò le spalle. "Ieri siamo stati fuori tutto il giorno e questa mattina ho fatto un po' dei miei compiti e ho giocato alle costruzioni con Draco." Gli fece l'occhiolino facendolo ridacchiare. Era felice di poter essere in grado di sentire quel suono sempre più spesso, giorno dopo giorno.

"E perché non eravate a colazione?" cercò di capire Ron.

Harry tentò fortemente di eliminare la smorfia dal proprio volto. "Abbiamo, uh, fatto colazione con," lanciò un'occhiata al bambino "Severus questa mattina, così che potessero passare del tempo insieme."

"Perché dovevi stare lì? Non è che lui voglia spendere altro tempo con te." Replicò l'altro.

Harry sobbalzò lievemente. Sì, sapeva davvero bene quanto poco il professore di Pozioni lo volesse attorno. "Sto cercando di rendere le cose più facili per Draco." Sbottò, più irritato di quanto non intendesse.

Ron ruotò gli occhi. "Tutto quanto gira attorno a lui ora?"

Harry lo fissò. "Non cominciare, Ron. Solo, non cominciare."

Con occhi colmi di dolore, lo sguardo di Ron si fissò su di lui. "Non è colpa mia se gli Slytherin stanno diventando i più importanti per te, tutto d'improvviso."

Draco li stava osservando spaventato, ma cinguettò. "Harry ha detto che sono più importante dei compiti." Disse tentando di aiutare, non capendo davvero per cosa Ron fosse realmente sconvolto.

Sembrava però ancora addolorato, anche se le sue labbra ebbero uno spasmo guardando Draco. "Ha detto così?"

"Veramente," disse serio. "Scommetto che anche tu sei più importante dei compiti."

Harry fece cadere la propria testa nella propria mano. Non vide Ron guardare incuriosito, quasi speranzoso, verso Draco. Né vide lo sguardo deciso di Hermione mutarsi in un rollio di occhi all'assurdità dell'intera conversazione.

"Parlando di compiti, Harry." Proruppe Hermione. "Ho portato le mie note di pozioni, in modo che tu possa copiarle questo pomeriggio."

"Già. Mi ha fatto fare i compiti di pozioni, di Domenica, cosicché tu potessi prendere le sue note oggi." Li informò Ron con aria rassegnata.

"Certamente non ti ha fatto male l'aver svolto il tuo tema di pozioni tanto presto, per una volta, invece di aspettare sempre l'ultimo minuto." Replico Hermione.

"Ha fatto male," mormorò Ron così che solo Harry potesse udirlo.

Lui ridacchiò e ringraziò Hermione: sapeva che avrebbe capito che il suo ringraziamento di cuore non era per le note di pozioni, ma per averlo aiutato a non fa precipitare la situazione. Il resto del pranzo trascorse relativamente in pace, con Harry e Draco che raccontarono la loro giornata di shopping.


* * * * *

"Potter."

Harry era seduto alla scrivania, cercando finalmente di finire i suoi compiti. Ne aveva completati una discreta quantità quel pomeriggio, sfruttando il riposino di Draco, ma ne aveva tralasciati molti durante la settimana.

Aveva preparato Draco per la notte almeno una ventina di minuti prima e, considerando che lo aveva inviato a dare la buonanotte al suo padrino, era certo che Piton sapesse che si era ormai addormentato.

Quando chiamò il suo nome, Harry lo guardò e, quando gli fece segno di seguirlo nel soggiorno, riluttante si alzò.

"Devi essere in grado di chiudere la mente così che il Signore Oscuro non possa penetrarla," disse senza alcun preambolo una volta che il ragazzo fu nella stanza.

Harry non replicò nulla, non capendo dove Piton volesse andare a parare. Avevano già discusso di questo.

"Imparerai esattamente come farlo, a partire da questa notte," sogghignò.

"Questa notte? Ma..." protestò.

Ma Piton lo interruppe. "Sì, Potter, inizierai questa notte. È stata una delle principali ragioni che vi hanno condotto ai miei quartieri," gli ricordò freddamente.

Harry fissò il proprio insegnate, voleva protestare che non si era aspettato di iniziare immediatamente. Voleva protestare che aveva ancora dei compiti da completare. Voleva protestare che semplicemente detestava il periodo di insegnamento dell'Occlumanzia.

Gli faceva male. Faceva male al suo corpo che cadeva ogni volte che era attaccato, la sua cicatrice finiva sempre per pungere e sembrava estremamente sensibile dopo, le sue difese sembravano abbassarsi completamente e, di solito, si sentiva assolutamente traballante e malato.

A parte quella breve apparizione nei suoi sogni, poche notti prima, non aveva avuto a che fare con Voldemort per tutta la settimana. Era stato tranquillo, e Harry l'aveva molto apprezzato.

Sapeva che aveva bisogno di studiare Occlumanzia, ma Voldemort non sarebbe divenuto molto più attivo una volta resosi conto che la mente di Harry si era spenta? Le visioni sarebbero state molto più orribili da sostenere? Potevano morire molte più persone?

Forse, ma non aveva modo di scoprirlo ora. Aveva bisogno di scoprire cosa Voldemort stesse escogitando ed aveva bisogno di poter fare affidamento sulle informazioni ottenute, piuttosto che sprecare tempo a tentare di distinguere le informazioni reali da quelle impiantate.

Harry guardò il pavimento e sospirò, rassegnato ad una notte di dolore e miseria. "Sì, signore." Annuì piano, mentre faceva scivolare la propria bacchetta fuori dalla tasca dei suoi jeans.

"Siediti," ordinò Piton. "Inizieremo stanotte esplorando i metodi che ti permettano di sgombrare la mente, per riuscire a proteggerla dagli attacchi."

Harry lo osservò sorpreso ma velocemente gli ubbidì, occupando la sedia che Piton gli aveva indicato, direttamente difronte a lui.

"Questo non ti impedirà di scivolare nella sua mente, ma dovrebbe prevenire la possibilità che lui penetri nella tua," spiegò, utilizzando il suo miglior tono da professore.

Harry ascoltò attentamente e si impegnò per apprendere le tecniche di meditazione che, volendo essere ottimisti,  avrebbero potuto aiutarlo. La lezione notturna fu sia interessante che utile: l'atteggiamento di Piton era freddo e a volte denigratorio, ma oltre a parte questo non fu la lezione crudele che non gli aveva fatto capire nulla l'anno prima.

Venne però avvertito che, una volta acquisite alcune di quelle tecniche, non si sarebbe risparmiato quando gli avrebbe lanciato il Legilimens e l'avrebbe addestrato per fargli incrementare le sue abilità. Le successive lezioni non sarebbero state altrettanto gradevoli.

Harry semplicemente annuì il proprio riconoscimento: capiva le lezioni ‘senza risparmi' e se le aspettava. Ciò di cui era sorpreso era che Piton gli avesse insegnato qualcosa di utile in un modo che anche lui potesse capire. Certamente non si sarebbe lamentato di ciò.

Era quasi mezzanotte quando venne rispedito in camera.


* * * * *

6 settembre

In realtà è stata una giornata abbastanza tranquilla per te oggi. Ho già scritto di questa mattina e della nostra nuova stanza. Io ho avuto una specie di inizio difficile di giornata e la sua fine è stata abbastanza interessante, ma tu hai avuto davvero una bella giornata...


* * * * *

 




Come sempre, i commenti servono non solo per proclamara il vostro imperituro amore alla sottoscritta, ma anche per criticare - costruttivamente - il mio operato.
Un bacio
Leli

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Capitolo 13
*** Ferito e Confuso ***


Traduttrice: Leli
Beta: duedicoppe

Summary: Un incidente di pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prenderà cura di lui per i successivi quattro mesi.

Rated: Innocent-ish - PG-13
Categories: Harry/Draco
Characters: Draco, Harry, Severus
Genres: Romance, Drama
Warnings: Violenza, Liguaggio
Chapters: 21

Se il mese scorso era il Romics, questa volta ci si è messo il Lucca Comics a bloccare sia me che la mia beta. Scusatemi.
Per questo non vi tolgo più nemmeno un minuto,

BUONA LETTURA




Capitolo 13: Ferito e Confuso

 

"Harry Potter."

Harry capì che era stato intrappolato da Voldemort. Guardandosi intorno realizzò di essere nella sua versione di una sala del trono: il posto gli era noto e lo riconobbe immediatamente perché presente in moltissime visioni.

In realtà però, Voldemort non l'aveva mai convocato in quel posto. Aveva impiantato visioni per lui, lo aveva schernito per i suoi incubi, sapeva che era spesso testimone di ciò che accadeva lì, ma non l'aveva mai richiamato.

Non sapeva spiegarsi esattamente come, ma sapeva che stava succedendo a prescindere dal fatto che lui capisse o meno.

"Cosa vuoi?" gli chiese provocatorio, e non fu esattamente sorpreso che Voldemort potesse udirlo. Quella piccola conversazione era una cosa nuova e lo stava inquietando.

"Harry Potter, sono così compiaciuto che tu ti sia unito a me, stanotte," gli rispose freddamente.

Il ragazzo rabbrividì, chiedendosi contemporaneamente come potesse sentirsi rabbrividire. "Cosa vuoi?" Ripeté.

"Vorrei poter parlare con te," replicò disinvolto, facendolo nuovamente tremare nel ricordarsi che quel grumo di male era stato una volta un uomo. Completamente uomo.

"Allora parla, così posso andarmene," gli urlò contro.

"Non c'è bisogno di urlare, Potter," lo riprese Voldemort. "Siamo soli, qui."

Harry scrutò l'uomo dai freddi occhi rossi odiando il fatto di essere intrappolato lì e di non potersene andare. Attese. Avrebbe lasciato che il bastardo faccia di serpente gli dicesse quello che voleva, per potersene poi andare.

"Sono abbastanza curioso di conoscere il motivo per cui sogni il mio braccio destro, ultimamente," riprese freddamente. "E come sia possibile che tu conosca l'intricata situazione tra Lucius e suo figlio. Cosa esattamente ti lega al giovane Malfoy, che presto sarà parte delle mie schiere?"

"Non ti dirò nulla che riguardi Draco," gli urlò provocatorio.

Voldemort lo guardò interessato. "Sembrerebbe tu sia affezionato a Draco. Non ero consapevole che fossi addirittura arrivato ad usare il nome proprio con lui. C'è dell'altro? O è qualcosa di unilaterale da parte tua?"

Harry continuò a fulminarlo con lo sguardo, ma rimase in silenzio. Nonostante volesse urlargli contro, non aveva intenzione di lasciargli altre munizioni.

"Uhm, forse dovrei cercare di scoprire di più su cosa stia esattamente succedendo a Hogwarts quest'anno," rifletté ad alta voce. "Probabilmente dovrei anche liberare Lucius, così che possa controllare di persona suo figlio. Mi secca non avere il mio braccio destro a portata di mano."

Harry continuò a rimanere in silenzio, osservandolo con aria di sfida.

"Mi ha molto disturbato quella tua piccola prodezza," riprese con tono pericoloso. "Ma dopotutto, io riavrò Lucius indietro e tu non vedrai mai più Black, quindi suppongo non tutto sia perduto."

Harry poté sentire la colpa, la rabbia, la paura pesargli sulle spalle, trascinandolo verso il baratro. "In ogni caso, non hai avuto la profezia," urlò.

"Sono davvero arrabbiato che tu mi abbia perso la profezia," rispose freddamente.

"Già, è stato davvero tremendo che tu non abbia avuto l'opportunità di sentirla, altrimenti sapresti di star combattendo una causa persa." Sbottò avventatamente.

Voldemort divenne ben più che furioso dopo quella dichiarazione e in qualche modo precipitò nuovamente Harry nella propria mente... o comunque funzionasse.

Harry si svegliò nel proprio letto e si gettò prontamente di lato per vomitare, indifferente a tutto ciò che non fossero le emozioni che gli turbinavano dentro, e la bruciante sofferenza che si allargava dalla cicatrice.

Si accorse vagamente di una mano gentile che lo aiutava a non collassare mentre svuotava il contenuto del suo stomaco. Stava per pulirsi la bocca col dorso, quando un tessuto fresco gli venne messo in mano. Si passò il fazzoletto su tutto il volto e riprovò a sedersi. Nuovamente, quelle mani gentili lo aiutarono a sistemarsi contro i cuscini.

Gradualmente divenne più consapevole di ciò che lo circondava, ritrovandosi a fissare con sguardo assente il Professore di Pozioni, non capacitandosi che fosse Piton colui che l'aveva aiutato. Sobbalzò quando, guardandosi intorno, realizzò che Draco stava singhiozzando dall'altro lato del letto, ed il suono iniziò a penetrare la sua mente sovraccarica.

"Draco?" chiese rauco.

Il bambino si fiondò attraverso il letto per atterrargli in grembo. Venne stretto forte, mentre la mente di Harry ancora cercava di dare un senso a tutto quanto.

"Potter, è necessario che chiami Silente?" gli domandò Piton pacatamente, pretendendo comunque una risposta.

Harry scosse la testa poi, freneticamente, si premette una mano sulla fronte. "No, signore," provò a gracchiare.

Piton gli scoccò uno sguardo affilato, per poi voltarsi velocemente, abbandonando la stanza e lasciando il ragazzo a stringersi la fronte con una mano e Draco con l'altra. Fu presto di ritorno, pronto ad aiutarlo a reggersi mentre gli dava da bere la pozione che gli aveva portato. Harry non esitò nemmeno un momento prima di trangugiarla, senza notare la lieve sorpresa di Piton per quel fatto.

Passarono giusto pochi istanti prima che il dolore scemasse e lo stomaco iniziasse a calmarsi. Quando Piton gli passò un bicchiere d'acqua, Harry la bevve avidamente. Si sentiva ancora profondamente scosso, anche se stava molto meglio rispetto a prima.

Fissò Piton, aspettandosi di essere interrogato, ma l'uomo fece un cenno con la testa in direzione di Draco, ordinandogli così di occuparsi prima di lui.

Harry prese un profondo respiro, sperando di riuscire a calmarsi un po' di più per poi recuperare uno dei fazzoletti lasciati sul comodino.

"Stai bene, Draco?" si assicurò.

Draco non rispose ed il cuore di Harry si strinse.

"Mi dispiace tanto, angelo," mormorò infelice. "Sapevo che sarebbe stata una cattiva idea lasciarti dormire con me."

Draco lo guardò, gli occhi enormi, scintillanti di lacrime. Harry le asciugò, guardandolo tristemente.

"Non voglio dormire da nessun'altra parte," tentennò il bambino con voce sottile.

"Ma sto continuando a spaventarti e io non voglio vederti spaventato," ribatté tristemente. "Non è giusto per me svegliarti nel mezzo della notte, né per te vedermi in questo stato."

"Ma io ti sveglio nel bel mezzo della notte e tu mi vedi piangere," replicò Draco, la sua piccola mano allungata ad asciugare le lacrime che Harry non si era nemmeno accorto di stare versando.

"Non è la stessa cosa, Draco," riprese dolcemente. "Sono più grande di te e si suppone che io debba prendermi cura di te. E non sto facendo un buon lavoro se ti spavento e ti faccio piangere."

"Non è diverso," lo sfidò con la voce. "Dovremmo prenderci cura l'uno dell'altro. Tu ti preoccupi per me per cui io posso prendermi cura di te, se voglio."

Harry gli restituì un sorriso fugace, sebbene fosse ancora triste. "Sono più grande di te, angelo. Non dovrei far pesare i miei problemi su un bambino di quattro anni."

Draco aggrottò le sopracciglia. "Quindi, poiché tu sei più vecchio non hai bisogno di qualcuno che si occupi di te? O c'è qualcun'altro che si occupa di te oltre a me? Chi dovrebbe abbracciarti e occuparsi di te quando hai gli incubi la notte?"

Harry alzò lo sguardo verso Piton, sul fondo del letto, là dove l'uomo s'era seduto per osservarli. Non sapeva se avrebbe trovato biasimo nello sguardo dell'uomo o aiuto nel gestire Draco. In entrambi i casi rimase deluso, vedendo come il viso di Piton fosse una maschera vuota, senza alcuna indicazione di cosa stesse pensando; né gli stava dicendo nulla, che fosse di aiuto o altro. 

Harry sospirò accantonandolo nuovamente in un angolo della propria mente, nel tentativo di trovare un modo per spiegare la situazione a Draco. "E' complicato. Non è che io non voglia che qualcuno si prenda cura di me, però sono abituato a non avere nessuno e quindi ho imparato, molto tempo fa, ad affrontare le cose da solo come meglio posso."

Draco era fortemente concentrato sulle sue parole, inducendolo a sospirare nuovamente prima di continuare. "Non voglio che tu ti trovi ad affrontare da solo le cose come ho dovuto fare io, ecco perché voglio essere presente quando ti svegli spaventato la notte ma non voglio che ti spaventi a causa mia."

Draco continuò ad osservarlo confuso, portandolo a passarsi per la frustrazione una mano tra i capelli. "Non sono il grado di spiegarlo meglio."

La fronte del bambino s'aggrottò pensierosa. "Mi sono spaventato, ma non è la stessa cosa. Non mi spaventi tu, Harry: ero spaventato che tu lo fossi quanto me. Tu mi fai sentire al sicuro, quindi vorrei farti sentire allo stesso modo."

Harry si ritrovò a guardare il piccolo sbattendo le palpebre, cercando di dare un senso a ciò che gli aveva detto, e non del tutto certo riguardo cosa avrebbe dovuto rispondere.

Poi lui lo guardò, implorandolo con lo sguardo. "Per favore, Harry, non farmi andare via," supplicò, il labbro inferiore tremante e nuovamente sull'orlo delle lacrime. "Persino quando sono spaventato mi sento al sicuro con te. Non dirmi di andarmene."

"Draco..." provò Harry.

"No! Non voglio andarmene! Non mi importa se mi spavento quando hai gli incubi. Anche io ho gli incubi, lo capisco, davvero! Per favore non mandarmi via!" disse ansioso, spaventato, preoccupato e supplicante.

Harry si portò nuovamente Draco vicino e lo circondò in uno stretto abbraccio. "Shhh. Non ti faccio andare da nessuna parte. Continuerò a essere qui, qualunque cosa accada. Ho solo pensato che forse dovresti provare a dormire sul tuo letto. Voglio sempre esserci per te, ma voglio anche evitare di doverti svegliare la notte. "

"Ma è triste e spaventoso stare da solo," disse Draco semplicemente. "E mi sveglio molto più spesso quando sto da solo."

Harry sospirò pesantemente. "Allora continueremo così per un altro po'. Non so quanto sia giusto, ma..." gli baciò il cocuzzolo della sua piccola testa bionda. "Perché, ora, non torni a dormire?"

"Stai bene, Harry?" domandò preoccupato.

"Starò bene, angelo," rispose dolcemente. "Dormi ora."

Draco gli premise di infilarlo nuovamente sotto le coperte e, dopo una manciata di minuti, stava dormendo nuovamente.

"Potter," lo chiamò Piton non appena il piccolo crollò.

"Sissignore," rispose Harry piano, uscendo dal letto. Si era aspettato di dover parlare dell'attuale visione e in ogni caso non v'era modo che potesse tornare a dormire tanto presto.

Prese con sé il morbido plaid di Draco per avvolgervisi mentre seguiva Piton verso la camera da pranzo. Si rannicchiò in un angolo del divano, la coperta stretta attorno al corpo, tentando di prepararsi mentalmente all'interrogatorio che sarebbe sicuramente seguito.

Era riuscito a bloccarli, mentre si prendeva cura di Draco, ma ora tutte le sensazioni ed i pensieri derivati dalla visione di Voldemort lo stavano nuovamente sopraffacendo.

Piton lo fece trasalire quando si sedette sul divano e lo guardò nervosamente.

"Descrivimi la tua visione," ordinò con calma.

Chiuse gli occhi ed esitante iniziò a spiegare tutto ciò che aveva visto e che era stata la prima volta che accadeva in quel modo, con Voldemort che lo tirava ovunque fosse.

Non durò veramente a lungo, ma Harry era un disastro prima ancora che finisse. Pensieri su Sirius, preoccupazioni per Draco, paura di ciò che Voldemort avrebbe fatto successivamente, furia contro Lucius che sarebbe stato fatto fuggire da Azkaban: tutto questo lo stava sopraffacendo.

Harry iniziò a singhiozzare rendendosi vagamente conto di aver perso il controllo davanti a Piton, tra tutti, ma non riuscì a smettere. Era esausto, la cicatrice ancora formicolava per la rabbia di Voldemort, e fu semplicemente troppo.

Nonostante ciò, i suoi occhi si spalancarono quando sentì le mani avvolgersi attorno alle sue braccia, ma fu fin troppo scioccato per lottare contro Piton, che lo raccolse e se lo pose in grembo, proprio come Harry aveva fatto con Draco.

Non riuscì a parlare e, malgrado l'assoluta assurdità della situazione, collassò contro il petto di Piton, singhiozzando il suo senso di colpa, rabbia, frustrazione e confusione. Poteva anche essere Piton che lo teneva stretto, a Harry non sembrava realmente importare: si sentiva bene ad avere qualcuno che lo abbracciasse e che, per una volta, si prendesse cura di lui. Quando smise di piangere, crollò addormentato, ancora al sicuro tra le braccia dell'uomo.

Harry si svegliò un paio di ore dopo, nel proprio letto, con Draco che lo scrollava.

"Harry, è tempo di svegliarsi," gli disse urgentemente. "Andiamo, Harry. Sev'rus  dice che devi svegliarti o farai tardi per la lezione."

Harry si svegliò velocemente, ricordandosi la notte precedente. Inghiottì rumorosamente. Si preannunciava essere una giornata veramente lunga.

"Sbrigati, Harry," ribadì Draco. "Sev'rus mi ha aiutato a prepararmi e mi ha detto di non svegliarti troppo presto, ma ora devi sbrigarti se non vuoi far tardi."

Harry gemette e fuoriuscì dal letto, vestendosi velocemente per la giornata, prima di seguire Draco nell'altra stanza. Inghiottì nuovamente quando lo vide seduto alla piccola tavola dove la colazione fu servita: lui e Draco avevano evidentemente già mangiato.

"Uhm, signore?" tentennò.

"Non sprecare le parole, Potter," sogghignò. "Suggerisco di prendere velocemente qualcosa da mangiare per strada mentre vai in classe. Hai solo venti minuti prima di fare tardi." *

"Sissignore," proferì esitante. Prendendo un arancio e qualche toast si chiese se avesse solo immaginato la gentilezza di Piton della notte precedente. Inoltre c'era anche da considerare il fatto che l'avesse lasciato dormire quella mattina, per poi sogghignare nel vederlo correre. Quell'uomo lo confondeva enormemente.

Recepì il messaggio, comunque: non avrebbe dovuto far trasparire che Piton l'aveva stretto la notte prima mentre lui cadeva in pezzi. Come se Harry volesse realmente parlarne.

 

* * * * *

 

Harry e Draco finirono per arrivare alla classe di Trasfigurazione con un solo minuto di ritardo, i loro amici già seduti ai loro posti in attesa dell'inizio della lezione.

"Dove eravate voi due?" sibilò Hermione. "Eravamo preoccupati quando non vi abbiamo visti a colazione."

"Harry ha avuto un incubo e Sev'rus l'ha lasciato dormire di più quindi abbiamo fatto tardi," spiegò Draco velocemente.

Harry lasciò cadere la propria testa sul banco con un forte thunk.

"Piton ti ha veramente lasciato dormire?" domandò Pansy sorpresa.

"Un incubo?" chiese Ron ansiosamente.

Harry voltò leggermente la propria testa e lanciò uno sguardo in direzione dell'amico. Non era né il tempo né il luogo per avere una discussione su incubi o visioni.

Harry voltò la testa dall'altra parte perché Draco gli stava tirando la manica. Lo guardava preoccupato. "Potevo dirglielo, vero?"

"Se non l'avessi fatto tu, probabilmente avrei dovuto pensarci da solo," lo rassicurò con aria rassegnata.

Draco venne rassicurato ma tutti gli altri sembravano lanciare ad Harry degli sguardi preoccupati. Non ci fu altro posto per domande poiché la McGranitt entrò in classe per iniziare la lezione.

 

* * * * *

 

"Non riesco a credere che Piton ti abbia veramente lasciato dormire," Pansy a pranzo riprese la conversazione della mattina.

"Fortunatamente abbiamo Rüf oggi, così ci sarà posto per un ulteriore sonnellino, oggi," sorrise loro Blaise.

"Vero," confermò Harry ricambiandolo.

"Eppure, davvero, posso immaginarmi Piton che lascia dormire Draco, ma non Harry," ribadì Pansy, ancora perplessa.

"E' stata una notte movimentata," si scusò

"Quando non è una notte movimentata per voi due?" sbuffò Blaise.

Harry gli fece la linguaccia. "Sta zitto, Blaise."

I Serpeverde che lo circondavano stavano tutti ridacchiando alla suo comportamento infantile.

"E noi che credevamo fosse Draco il bambino, qui," il tono di Pansy era davvero divertito.

"Ma io sono il bambino," Draco li osservò, le sopracciglia corrugate in confusione.

"Certo che lo sei," disse Blaise consolandolo, le labbra arricciate bizzarramente nel tentativo di bloccare un sorriso. "Ma tu tendi a comportanti in modo molto più maturo di quanto non faccia Harry."

"Lo faccio?" tentò di sincerarsi.

Harry ruotò gli occhi. "Ignorali, Draco. Non importa quanti anni hai, a chiunque dovrebbe essere permesso di comportarsi come un bambino, una volta ogni tanto."

"Oh, è per questo che sei così bravo a giocare coi miei giocattoli?" domandò quindi innocentemente.

Harry avvampò leggermente mentre tutti scoppiarono a ridere forte, attirando l'attenzione della Sala.

Harry lo spintonò. "Non mi stai esattamente aiutando, angelo," disse in un divertimento rassegnato.

"Perché no? Tu giochi con me quando nessun altro l'ha mai fatto. Mi piace quando giochi con me coi miei balocchi," disse teneramente, sentendosi però un poco insicuro ora.

Harry gli si appoggiò e gli baciò la fronte mentre lo circondava per rassicurarlo. "E io continuerò a giocare con te, non m'importa ciò che diranno," proferì in tono di sfida.

Il sorrisone di Draco divenne radioso mentre gli altri lo ricambiavano.

Quello di Harry divenne malizioso, un perfido luccichio negli occhi di smeraldo. Gli altri lo notarono e si fecero guardinghi.

"Forse, Draco, potremmo portare qualcuno dei tuoi giocattoli nella Sala Comune Serpeverde questa sera," propose innocentemente. "Scommetto che troverai qualcuno con cui giocare mentre io finisco i miei compiti. Non ho intenzione di negargli la possibilità di allietarsi coi tuoi divertimenti."

"Davvero?" gli chiese speranzoso.

"Davvero," gli fece il verso, incapace di nascondere l'enorme ghigno.

"Magari Pansy può aiutarti con uno dei tuoi puzzle, o Blaise può far correre una delle macchinine che ti ha aiutato a scegliere. O scommetto che Tiger e Goyle possono aiutarti a costruire una torre enorme con i mattoncini delle tue costruzioni. Sono molto più alti di me, dopotutto," propose Harry, sorridendo compiaciuto alla volta dei Serpeverde.

Questi lo fissarono con gli occhi sbarrati, incapaci al principio di credere che fosse stato in grado di rivoltare le carte in tavola così bene ma, con un Draco così evidentemente eccitato all'idea, sorrisero sconfitti.

"Giochereste davvero con me?" chiese eccitato.

"Certo, scegli qualcosa da portare in Sala Comune stasera e lasceremo Harry a svolgere i suoi compiti mentre noi giochiamo," acconsentì Pansy serenamente.

"Dopotutto, stavo aspettando di poter vedere quelle macchine che abbiamo scelto," dichiarò Blaise.

Tiger e Goyle semplicemente annuirono il loro consenso.

"Tu, davvero, saresti dovuto essere un Serpeverde," aggiunse ironicamente Blaise a Harry.

Compiaciuto, Harry gli sorrise. "Credo mi sarei trovato piuttosto bene a Serpeverde," fu d'accordo.

"Questo significa che puoi vestire gli abiti Serpeverde così che possiamo abbinarci, qualche volta?" chiese Draco. "Io ho dei vestiti Grifondoro da indossare."

Harry non fu il solo che iniziò a farfugliare. "Uhm, ecco, non sono sicuro che ci sia qualcuno che possa apprezzare che io mi vesta con abiti Serpeverde," disse strangolandosi.

"Ma io ho una marea di vesti che ti starebbero bene," argomentò innocentemente.

"Ma non sono un Serpeverde," protestò l'altro.

"Blaise però ha detto che potresti esserlo," ribatté.

"Potrei esserlo, ma in realtà sono un Grifondoro," provò a spiegargli.

"Perché non puoi essere entrambi?" chiese Draco. "Sediamo sia al tavolo Serpeverde che a quello Grifondoro tutti i giorni, quindi perché non puoi vestire i colori Serpeverde alcuni giorni e quelli Grifondoro gli altri?"

"Uhm, ecco..." strascicò, non avendo esattamente alcuna buona risposta da dare. Quello che Draco aveva detto, in realtà, aveva un minimo di senso. "Non sono sicuro che le altre persone vogliano vedermi in quelle vesti. Potrebbero seccarsi."

Gli altri stavano ascoltando intensamente il modo come cercava di spiegarlo a Draco.

"Perché si dovrebbero arrabbiare?" domandò.

Harry sospirò. Come faceva a finire costantemente in questo tipo di discussioni con lui? Davvero non voleva dar fastidio ai Serpeverde con cui stava finalmente iniziando a fare amicizia.

"Non ne sarebbero arrabbiati," rispose lentamente.

"Giusto, perché mai dovrebbero esserlo? " chiese, pressando per una risposta migliore.

Come spiegare la rivalità tra le case ad un bambino di quattro anni? Come spiegare che si supponeva lui fosse il Ragazzo d'Oro di Grifondoro, il Salvatore del Mondo Magico con una reputazione da difendere?

Ma poi, dopotutto, Harry aveva già infranto le tradizioni sedendosi al tavolo Serpeverde. E la scuola sembrava averlo tollerato abbastanza bene. Tutti sapevano che Harry si stava prendendo cura di un bambino di quattro anni e sembravano rispettarlo abbastanza, nel complesso. Aiutava considerevolmente il fatto che Harry avesse in realtà l'appoggio sia della casa Grifondoro che di quella Serpeverde.

E davvero, se tutti avevano rispettato in generale la sua affiliazione ai Serpeverde, perché non avrebbe potuto portare la cosa un po' oltre e mostrare il suo supporto alla casa vestendo coi loro abiti?

Avrebbe davvero distrutto la sua immagine? Gliene importava veramente qualcosa? La gente aveva pensato molte cose su di lui negli anni, incluso che si fosse votato al lato oscuro, ma alla fine gli tornavano sempre attorno, continuando ad aspettarsi che lui indossasse nuovamente i panni dell'eroe.

Però, avrebbe davvero causato così tanto trambusto nella scuola e più litigi e duelli? Vi erano ancora alcune teste calde in entrambe le case che avevano avuto da ridire sulla sua affiliazione con i Serpeverde. Avrebbero causato problemi?

I Grifondoro si sarebbero sentiti insultati? E i Serpeverde?

"Harry?" provò a richiamarlo Draco, tirandogli la veste.

Questi sbatté le palpebre focalizzandosi nuovamente sui suoi vicini, con tutti che lo fissavano.

"Sai cosa, Draco?" Rispose. "Credo tu abbia ragione. Non penso che qualcuno potrebbe arrabbiarsi, e se succedesse non me ne importerebbe poi molto. Non ho alcun problema nel mostrare un po' di orgoglio Serpeverde con te, qualche volta. Dopotutto, mi sento piuttosto onorato di poter essere parte sia della Casa Grifondoro che di quella Serpeverde."

Draco sorrise ma i Serpeverde sembravano allibiti dalle sue parole.

"Harry, non puoi vestire abiti Serpeverde," protestò Pansy, con voce carica di stupore.

"Perché no?" chiese Harry, con la fronte aggrottata.

"Perché non sei un Serpeverde!" stridette.

Tutti quelli accanto a lei fecero una smorfia.

"Potrebbe tranquillamente esserlo, " replicò Blaise alzando le spalle, sembrando infervorato all'idea.

"Ma non lo è," protestò Pansy, molto più calma.

"Credo debba vestire abiti Serpeverde se lo vuole," acconsentì Goyle.

Harry sobbalzò e fece a Goyle un sorriso sorpreso per essersi messo dalla sua parte. Tiger e Goyle parlavano veramente poco, per quel che Harry aveva potuto constatare.

Si voltò per guardare Tiger, seduto dall'altro lato di Draco. "Cosa ne pensi, Tiger?" gli chiese sommessamente.

Tiger inghiottì nervosamente. Osservò guardingo gli altri Serpeverde prima di fissarlo fermamente. "Credo potrebbe aiutare a mostrare al resto della scuola che forse non siamo tanto male come tutti credono." Ancora una volta, inghiottì nervosamente prima di continuare. "Tu sei una... una specie di celebrità nella scuola. La gente ti nota, eccetera, e già così abbiamo una specie di trattamento migliore." Scrollò le spalle a disagio.

Harry gli sorrise caldamente. Si era realmente un poco affezionato ai due larghi Serpeverde che, negli anni, l'avevano minacciato fisicamente così tante volte.

"Se tu vestissi abiti Serpeverde, saremmo con te nel caso qualcuno tentasse di assalirti," aggiunse Goyle, minacciando, col solo tono, chiunque avesse creato fastidi.

Harry rise. "Grazie ragazzi." Era estremamente strano essere da questa parte delle loro prepotenze. "Solo, proviamo a non ferire sul serio qualcuno, va bene? Vogliamo migliorare le cose, non renderle peggiori."

"Come dici tu, Harry." Acconsentì Tiger.

Harry tornò a guardare Blaise e Pansy e rise fortemente alle loro espressioni sconcertate.

Il ragazzo fu il primo a riprendersi: "Certo, come dici tu, Harry," ridacchiò. "Saremo con te."

"Dei, quand'è che le cose si sono messe in questo modo?" s'informò Pansy scontenta. "Avrei giurato che Harry fosse il leader della casa Grifondoro, non di quella Serpeverde."

"Non sono per niente il leader della Casa Serpeverde," ridacchiò.

Pansy lo guardò curiosamente. "Certo, beh, sto iniziando a crederlo," disse seriamente. "E siamo solo alla seconda settimana di scuola di quest'anno."

"Pansy, non sto cercando di interferire o altro," cercò di spiegare a disagio. "Sto solo cercando di fare del mio meglio e di prendermi cura di Draco."

Pansy inspirò. "Lo so questo. E se non fosse per Draco, non saremmo qui a parlare con te tanto facilmente."

Fu Harry a sentirsi a disagio ora. Ancora una volta gli venne ricordato che quelle persone erano amichevoli unicamente per l'attaccamento che Draco provava per lui. In realtà, tutta la situazione era andata molto più liscia di quanto si sarebbe potuto immaginare, se avesse mai pensato ad un simile scenario.

"Mi dispiace di essermi intromesso," disse debolmente, iniziando a fissare il tavolo. Era stato assorbito dalla conversazione e fino a quel momento non aveva mangiato molto: ora non aveva proprio più fame. Perché tutti dovevano ricordargli che non era voluto?

Si perse lo sguardo che Blaise, Tiger, Goyle e Draco rivolsero a Pansy. Il più piccolo non aveva compreso perfettamente tutto quello che era successo, ma aveva capito che era stata colpa di Pansy se Harry era triste di nuovo.

"Harry, non volevo dire quello che ho detto," tentò, realizzando che cosa aveva esattamente detto e come Harry l'avesse interpretato.

"No, hai ragione. Sappiamo tutti perché sono qui. Devo solo esservi riconoscente che abbiate preso così bene tutto questo sconvolgimento degli eventi. Tutto questo è per Draco, non per me," terminò semplicemente.

"Harry..." iniziò Pansy.

"No." la interruppe, tendendo la mano per fermare qualunque cosa volesse aggiungere. "Non ho voglia di parlarne ancora. Avevo ovviamente bisogno di ricordarmi quale fosse il mio posto qui."

Harry davvero sperò di potersene semplicemente andare, ma doveva ricordarsi di Draco. "Hai finito, Draco?"

Annuì, guardandolo tristemente, non capendo quello che era successo ma comprendendo che Harry non era nelle condizioni di rispondere alle sue domande. Rimase in silenzio, alzandosi e infilandosi la propria borsa.

"Harry, rimani," lo implorò Blaise.

"No, grazie," rispose piano. "Dovevo comunque andare a prendere dei compiti che ho dimenticato per la prossima lezione."

Sapevano tutti perfettamente bene che Harry non aveva dimenticato i suoi compiti ma lo guardarono silenziosamente lasciare la Sala Grande con Draco.

 

* * * * *

 




* In questa frase ho riscontrato il solito problema del YOU inglese. L'ho tradotto con "TU" perché mi sembrava difficile attribuire il "VOI" o il "LEI" in una situazione simile, dopo che Harry ha passato una notte a piangere in grembo all'uomo, dopo che Severus l'ha lasciato dormire più del dovuto, con Draco che se li guarda impaziente coi suoi occhioni d'argento. Spero che sia la traduzione migliore, ma se qualcuno la pensasse diversamente, sarei molto felice di saperlo, per potermi confrontare anche con voi e non solo con la mia Beta ^^
Spero il capitolo vi sia piaciuto quanto è piaciuto a me ♥
Un bacio
Leli

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Capitolo 14
*** Cedere ***


Traduttrice: Leli
Beta: duedicoppe

Summary: Un incidente di pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prenderà cura di lui per i successivi quattro mesi.

Rated: Innocent-ish - PG-13
Categories: Harry/Draco
Characters: Draco, Harry, Severus
Genres: Romance, Drama
Warnings: Violenza, Liguaggio
Chapters: 21

Perdonate la latitanza.

BUONA LETTURA




Capitolo 14: Cedere

 

Harry arrivò intenzionalmente con un minuto di ritardo alla lezione di Pozioni, per non esser costretto a trattare con nessuno. Aveva avuto una nottata difficile; era stanco, confuso e in generale, al momento, si sentiva instabile e ferito. 

"Signor Potter, dieci punti da Grifondoro per essere in ritardo," sogghignò Piton.

Harry annuì appena, sedendosi con Draco ad un tavolo vuoto dietro il lato Grifondoro dell'aula, ignorando Blaise che cercava di fargli segno di andarsi a mettere acconto a lui, ignorando gli altri Serpeverde, i Grifondoro, il sopracciglio alzato di Piton alla scelta del posto.

Piton tornò alla lettura e Harry tirò fuori velocemente la pergamena, la piuma e l'inchiostro iniziando a prendere appunti, non prima di aver aiutato Draco a tirar fuori le stesse cose così che potesse disegnare. Ignorò ogni sguardo preoccupato o curioso lanciato nella sua direzione e si limitò a prendere gli appunti necessari.

"Rimani qui," ordinò a Draco, dolcemente. "Devo andare a prendere alcuni ingredienti aggiuntivi per la pozione."

"Ok, Harry," gli rispose semplicemente.

Prese dunque un profondo respiro e si diresse verso l'armadio delle scorte per gli studenti insieme a metà della classe. Sia Pansy che Hermione lo bloccarono.

"Harry, cosa c'è che non va?" gli chiese Hermione preoccupata.

"E' arrabbiato con me," rispose debolmente Pansy.

"Hai solo detto la verità," la riprese Harry, stancamente. "Non sono arrabbiato con te per aver detto la verità."

"Harry, non intendevo in quel senso," sussurrò Pansy, non volendo che Piton origliasse. "Mi dispiace."

Hermione li stava fissando con le sopracciglia inarcate.

"Senti, lascia perdere. Sono solamente di pessimo umore perché ho avuto una nottata movimentata," minimizzò, arraffando gli ingredienti dagli scaffali.

"E perché la scorsa notte è stata tanto male?" domandò Hermione ansiosamente.

"Non ho voglia di parlarne," sbottò Harry irritato.

"Hai ancora intenzione di venire in sala comune dopo cena?" chiese Pansy preoccupata.

Harry sospirò.

"Signor Potter," Piton irruppe nella loro conversazione. "Sembra che oggi abbia intenzione di disturbare l'intera classe. Quindi saranno altri dieci punti, ora torni al suo posto immediatamente."

Harry gli scoccò un'occhiataccia, ma voltò le spalle alle due ragazze senza aggiungere altro e tornò al proprio posto. Si accigliò con se stesso rendendosi conto che gli sembrava di star pagando il prezzo per aver ricevuto un po' di conforto la notte prima.

Mentre si dirigeva verso il suo tavolo da lavoro, vide Draco guardarlo con un'espressione sconsolata. Sapeva che avrebbe dovuto lavorare sodo per cercare di far virare nuovamente il suo atteggiamento, per il suo bene, se non per il proprio.

Posò gli ingredienti aggiuntivi gli ingredienti in più e lo guardò. "Te la senti di aiutarmi a preparare una pozione ora?" gli chiese.

"Davvero?" esalò Draco.

"Davvero," gli rispose con un piccolo sorriso.

Gli mise davanti un mortaio e un pestello e gli mostrò come macinare lo scarabeo mentre lui iniziava a tritare la radice di margherita di cui aveva bisogno.

Harry chiuse fuori tutti gli altri e, realmente, passò un'ora praticamente piacevole lavorando sulla sua pozione con Draco. Era d'aiuto più di quanto si fosse aspettato ma, realizzò, avrebbe dovuto prevederlo. Draco mostrava un'attrazione verso le pozioni e lavorava con una concentrazione intensa su ogni compito che gli veniva affidato. Ascoltava anche ogni singola parola, attento a non commettere alcun errore.

Piton li raggiunse e guardò nel calderone. "Sembrerebbe che persino all'età di quattro anni, il signor Malfoy sia in grado di aiutarla a distillare correttamente una pozione," sogghignò alla volta di Harry.

Harry osservò la superficie del suo lavoro, sentendosi punto dall'insulto. Le cose erano tornate, ancora una volta, decisamente normali nella classe di Pozioni. Si rifiutò di dire una sola parola e, dopo pochi tesi momenti, Piton passò finalmente oltre.

Quando ebbero finito, Harry mandò Draco a portare la fiala alla cattedra, rimanendo a pulire. Ciò lo fece sentire importante e, allo stesso tempo, tenne Harry lontano da Piton e da chiunque altro.

Quando l'ora terminò, Harry non era riuscito a sentirsi propriamente meglio, ma stava cercando di fare uno sforzo ulteriore e di pensare positivo per il bene di Draco. Non si era ovviamente aspettato di subire un agguato dopo la lezione.

Stava ancora finendo di pulire e riordinare le cose sue e di Draco quando Ron, Hermione, Pansy e Blaise provarono a raggiungerlo.

"Signor Potter, dovrete rimanere dopo la lezione," ordinò Piton, mentre tutti stavano ancora raccogliendo le proprie cose.

"Ma io..." cominciò Harry, l'occhiata di Piton gli fece cambiare idea. "Sì, signore," annuì pacatamente.

"Voi quattro potete aspettarlo fuori," sogghignò.

Harry terminò velocemente di suddividere le loro cose nelle rispettive borse, e prese la mano di Draco per raggiungere la cattedra con lui.

Piton vi sedeva dietro e li studiò per un minuto, con le mani intrecciate* sotto il mento.

"Draco, mi farebbe immensamente piacere se volessi aiutarmi con le mie pozioni questo pomeriggio, soltanto noi due," affermò sorprendendoli entrambi.

"Mi lascerai davvero aiutarti?" gli chiese, con gli occhi illuminati.

Piton annuì riservando al suo figlioccio un leggero sorriso. "Sì, Draco, assistendo il Signor Potter questo pomeriggio, hai provato che puoi essere di grande aiuto in laboratorio."

La fronte di Draco si aggrottò. "Ma perché Harry non può rimanere?"

"Il Signor Potter non è altrettanto affascinato dalle pozioni quanto te," rispose senza problemi. "Non credo che invidierà il tempo che passerai lavorando con me dal momento che lui preferirebbe utilizzare il suo tempo in altro modo."

"Non ti piacciono le pozioni, Harry?" domandò Draco stupito.

"Ehm, beh, a volte, ma non è che abbia molta voglia di ricominciare a lavorare su una nuova pozione proprio ora," ammise Harry, non capendo esattamente cosa stesse succedendo. D'altra parte, aveva avuto l'impressione di essere costantemente spiazzato dal comportamento di Piton nei suoi confronti, durante tutta la settimana.

"Il Signor Potter può tornare qui e riunirsi a te prima di cena," propose a Draco.

"Ti ricorderai di venirmi a prendere, Harry?" Chiese ansiosamente.

L'altro sorrise e si inginocchiò per dargli un abbraccio. "Ma certo, angelo. Spero ti divertirai a preparare le pozioni con Severus."

"Ok, Harry," lo salutò Draco, rassicurato ed eccitato all'idea di poter ancora lavorare su nuove pozioni.

Harry si apprestava ad andarsene quando Piton lo fermò con uno sguardo. "Draco, ho tenuto un calderone fuori. Vai avanti e inizia a prendere gli strumenti di misura da quella mensola lì," ordinò, indicandogli la mensola.

Il bambino si mosse ansiosamente per ubbidire e Piton si rivolse a Harry. "Qualunque sia il suo problema con loro," ghignò, indicando la porta oltre la quale Ron, Hermione, Pansy e Blaise stavano sicuramente aspettando. "Le suggerisco di venirne a capo prima di cena."

Non gli diede la possibilità di replicare, muovendosi per andare ad aiutare Draco. Harry lo guardò con occhi enormi, sorpreso. Piton stava facendo qualcosa per aiutarlo? Dopo averlo trattato schifosamente durante la lezione? Sempre più confuso, si voltò per andarsene.

Stava ancora pensando a lui, dimenticandosi praticamente della presenza dei quattro che lo stavano aspettando, e quando li vide non fu più così sicuro di apprezzare il fatto che Piton lo stesse aiutando, sempre che lo stesse facendo davvero.

"Dov'è Draco?" chiese Blaise.

"Con Piton," rispose tranquillamente. "Devo tornare a prenderlo per cena."

"Bene," sentenziò Hermione afferrandolo per una mano.

Pansy si attaccò all'altra. "Perché dobbiamo andare a parlare."

"Ma..." provò a protestare e a riprendersi le proprie mani, ma le ragazze non lo mollarono e Blaise lo interruppe.

"No, tu vieni, Harry," affermò. "E' per il tuo bene."**

"Ron?" cercò di implorare, guardandolo alla ricerca di aiuto.

Ma questi alzò le spalle. "Mi dispiace, socio. Anch'io voglio sapere che diamine sta succedendo."

Harry sospirò pesantemente e si lasciò trascinare dalle due ragazze. Finirono nella Stanza delle Necessità, territorio neutrale per Grifondoro e Serpeverde. Era divenuta una rilassante stanza che Ron finì di creare con un largo camino e confortevoli divani.

Hermione e Pansy finalmente lo lasciarono andare e lui si gettò su uno di essi.

"Posso almeno fare un riposino?" chiese, ricevendo un coro di "no" come risposta.

"Ma, lo ammetto, sembra tu ne abbia davvero bisogno," replicò Hermione preoccupata. "Persino nonostante il sonnellino durante Storia della Magia di questa mattina."

"E dopo che Piton ti ha permesso di dormire fino a tardi," aggiunse Pansy, ancora sconvolta dalla notizia.

"Hai avuto davvero un incubo la scorsa notte?" chiese Ron ansiosamente.

"Ron, vuoi davvero che ti risponda?" rilanciò Harry irritato.

Ron e Hermione guardarono gli altri due nervosamente.

"Non hai avuto realmente un incubo, non è così?" chiese Blaise tranquillamente.

"Sentite, ditemi perché voi quattro mi avete trascinato qui," sbottò Harry. "Perché non mi ricordavo che voi andaste nemmeno lontanamente d'accordo."

Tutti e quattro si spostarono nervosamente e lo osservarono guardinghi.

Fu Ron a rispondere, sorprendendo gli altri. "Da quel che ho capito, tu vuoi che io vada d'accordo con i Serpeverde. Perlomeno con loro due e Tiger e Goyle," spiegò irritato, gesticolando alla volta di Blaise e Pansy. "Ancora non capisco proprio tutto, ma hai reso abbastanza chiaro che devo  provare a cambiare idea su di loro, perché tu non hai intenzione di cambiarla riguardo a Draco."

"E noi stiamo cercando di andare d'accordo con Granger e Weasley perché sappiamo che siete un pacchetto unico," rispose piano Blaise.

"Non mi importa se andiate d'accordo o no," sbottò Harry. "Voglio solo essere in grado di prendermi cura di Draco. Tutto qui. Niente problemi né complicazioni. Perché tutti quanti non mi lasciate semplicemente in pace?"

"Harry, che è successo?" chiese Hermione preoccupata. "Questo non è da te."

"Cosa vuoi sentirmi dire, Mione?" esplose.

Fulminò con lo sguardo ognuno di loro. "Vuoi sapere cosa c'è che non va? Sono incastrato tra i Grifondoro che si risentono del fatto che frequento dei Serpeverde e i Serpeverde che mi tollerano solo per la presenza di Draco." Urlò.

"Non è vero," lo corressero immediatamente sia Hermione che Pansy, ma Harry le ignorò.

"E' una situazione che va avanti da una settimana, e ho continuato a pensare che, tutto considerato, andasse più che bene. Ma poi Piton arriva e mi ricorda che sono tollerato solo per la presenza di Draco. Ma con lui c'è tutta un'altra marea di cose che mi mandano completamente in confusione," le sue sopracciglia aggrottate la mostravano per intero. Scosse la testa e la rabbia tornò preponderante.

"Poi Ron s'ingelosisce e se la prende con me perché spendo del tempo con i Serpeverde, togliendolo a lui. Pansy viene a ricordarmi che il solo motivo per cui mi parlano e si comportano amichevolmente è Daco. Draco che vuole che ogni tanto mi vesta con abiti Serpeverde e ho davvero pensato potesse essere una buona idea," urlò forte tutta la propria frustrazione e la propria rabbia. "Ma poi, com'è che tutto questo dovrebbe avere a che fare con tutti gli altri?"

Si fermò, osservando gli altri senza preoccuparsi del fatto che gli altri si sentissero a disagio di fronte alle sue urla. "Al momento non c'è un cane che mi vuole," affermò gravemente. "Draco è il solo che lo fa, ma solo perché non si ricorda fottutamente nulla."

"Harry, cosa accidenti è successo l'altra sera che ti ha indotto a pensarla così?" chiese Hermione preoccupata.

"Ancora una volta, vuoi davvero che ti risponda?" le rigirò la domanda furioso.

Nuovamente, Hermione osservò incerta Blaise e Pansy.

"Esattamente," sbottò Harry. "Siamo riusciti ad instaurare un rapporto appena amichevole in questa settimana. ho fiducia nel fatto che loro non diranno nulla, ma voi l'avete?"

"Beh, come fai a fidarti di loro?" chiese Hermione esitante.

"Lo faccio. Semplicemente. Non è che loro stiano smaniando dalla voglia di diventare dei piccoli Mangiamorte," sogghignò.

"Ma hai detto che a malapena ti tollerano," s'arrabbiò Ron. "Come puoi fidarti di loro?"

"Perché sono leali con Draco e Draco con me," replicò ugualmente arrabbiato. "Non andranno a fare o dire nulla che potrebbe danneggiarlo."

"Oh," Ron si sgonfiò. Ovviamente quelle parole avevano fatto scattare qualcosa in Ron e Harry alzò gli occhi al cielo.

"Harry, possiamo anche aver iniziato a parlare con te a causa di Draco, ma ti considero un amico ora, indipendentemente dal resto," s'intromise onestamente Blaise.

"Anche io," aggiunse velocemente Pansy. "Ho provato a scusarmi con te per tutto il pomeriggio. Non intendevo ferire i tuoi sentimenti a pranzo."

"Davvero?" chiese Harry, rendendosi conto di star scimmiottando il gioco del 'davvero' di Draco.

"Davvero," rispose Blaise, un sorriso strano, riconoscendo anche lui il medesimo gioco.

"E' tutto così confuso," ammise, lasciando cadere la propria testa tra le mani. "Mi dispiace d'esser stato tanto triste e arrabbiato."

"Va tutto bene, amico," lo rassicurò Blaise.

Ron osservò Pansy e Blaise e annuì a se stesso, come se avesse preso una decisione. "Hai avuto un'altra visione l'altra notte, non è così?" gli chiese.

Harry lo guardò sorpreso e mosse la testa tra lui e i due Serpeverde.

Ron alzò le spalle. "Se puoi fidarti di loro, posso farlo anche io."

L'amico lo guardò, stupefatto dal corso degli eventi. "Chi sei tu e che ne hai fatto di Ron?" chiese.

Ron arrossì quando Pansy, Blaise e persino Hermione iniziarono a ridacchiare. "Mi hai semplicemente ricordato che gli amici devono essere leali. Ho già rischiato di buttar via la tua amicizia perché ero geloso e non mi sono fidato delle cose che mi dicevi. Sto cercando, in ogni modo, di non fare ancora lo stesso errore."

Harry rimase semplicemente ad osservarlo, quindi Ron si schiarì la gola e continuò. "So che mi sono comportato più o meno male questa settimana, e mi dispiace. Se dici che Parkinson e Zabini sono a posto, allora anche se mi sembra un po' strano che tu ti fidi di loro, dovrei fare del mio meglio per credere in te."

Poi sorrise. "D'altra parte, immagino che probabilmente mi dovrei fidare nel tuo giudizio dato che ho sperimentato di persona quanto tu sia bravo nello sceglierti gli amici."

Harry e gli altri furono sorpresi dalle risate.

Hermione guardò Ron raggiante di orgoglio. "Credo che tu sia finalmente cresciuto, Ron."

Questi scambiò uno sguardo con Harry ed entrambi alzarono gli occhi al cielo, per poi finire per sorridere a Hermione. E fu il suo turno di ruotare gli occhi con finta esasperazione.

"Harry è una di quelle persone che ispirano lealtà, vero?" chiese Blaise con calma a Ron e Hermione.

Gli sorrisero entrambi. "Sì, è un bravo ragazzo," annuì Hermione dolcemente.

"Siamo iniziando a capirlo," replicò Pansy placidamente.

Harry ne fu estremamente imbarazzato ma anche compiaciuto. "Grazie. Immagino che avessi davvero bisogno di sentirmelo dire, oggi."

"L'abbiamo notato," garantì Hermione. "Cos'è successo, Harry? Sei stato giù di corda e non ti sei comportato come al solito per tutto il pomeriggio e hai anche saltato la colazione stamattina. Ovviamente c'è qualcos'altro che non va."

"Perché dovrebbe esserci qualcos'altro?" mise il broncio.

"Perché so che ti piacciono Pansy e Blaise e, da quello che ho capito, hai reagito in modo spropositato a pranzo," spiegò Hermione. "Stavi bene il minuto prima e male il seguente. Abbiamo fatto il girotondo con te per tutto il giorno."

Harry sospirò pesantemente e iniziò a spiegare; tutto. Non passò molto che si ritrovò stretto tra Hermione e Pansy, non appena ricominciò a piangere quando arrivò a raccontare della suo senso di colpa e del dolore per Sirius riaffiorati mentre Voldemort lo scherniva. La sua rabbia verso Voldemort e Lucius. La sua preoccupazione per Draco e per se stesso, insieme a tutto il resto.

Spiegò loro della visione, della consolazione di Draco, dell'essere stato tenuto stretto da Piton (tutti loro giurarono assoluta segretezza, o Piton li avrebbe uccisi tutti), la sua confusione riguardo il repentino cambio di trattamento dell'uomo nei suoi confronti, concludendo con il commento di Pansy a pranzo.

"Dannato inferno, socio," inveì Ron, quando Harry tornò silenzioso e riuscì in qualche modo a calmarsi nuovamente. "Devi sentirti meglio dopo esserti tolto questi pesi dal petto."

Harry gli fece un pallido sorriso. "Penso di sì. Anche se, in realtà, mi sento abbastanza ridicolo per esser crollato... di nuovo."

"Hai avuto una settimana pesante," disse Hermione con aria d'intesa. "E' stato lo stress a portarti a questo punto."

Pansy sbuffò. "Specialmente dal momento che Tu-Sai-Chi ha deciso di onorarti di una visita privata. Io ne sarei stata dannatamente terrorizzata e mi sarei nascosta sotto il letto, se fosse successo a me, e invece tu sei venuto a lezione e hai persino provato a far finta che tutto fosse normale."

Gli altri annuirono, concordi. Ma Harry, semplicemente, alzò le spalle.

"Potremmo parlare di qualcos'altro ora?" chiese, stufo di dover affrontare tutto quello e già assolutamente sfinito, sia fisicamente che emotivamente.

"Sicuro," rispose Pansy, comprensiva. "Vuoi ancora venire nella sala comune Serpeverde stasera?" chiese.

"Se per voi va bene, sì. Draco se l'aspetta, ora," rispose.

"Per noi va più che bene ," rassicurò Blaise con un ghigno birichino. "Magari dovresti vestirti con qualcosa di Draco per mimetizzarti."

Harry e Pansy iniziarono a ridere e questi spiegò la richiesta di Draco a Ron e Hermione. Persino Ron finì per supportare l'idea. Sorprendentemente, Hermione fu d'accordo dal primo momento: secondo lei sarebbe stata una buona cosa per l'unità della scuola e s'incaricò di parlarne, più tardi quella notte, agli altri Grifondoro per spiegar loro la faccenda.

Ron e Harry si scambiarono uno sguardo e sorrisero. Quando Hermione faceva propria un'idea, non c'era molto che si potesse fare per fermarla. I Grifondoro sarebbero stati felici di sostenere Harry in abiti Serpeverde fin dal coprifuoco di quella sera, anche solo per il fatto che Hermione li avrebbe già terrorizzati tutti.

Tutti insieme sfilarono verso i sotterranei per permettere a Harry di recuperare Draco e, per strada, decisero che i due avrebbero passato serate alterne nelle due differenti sale comuni come alternavano il posto tavola durante i pasti. Sembrava un piano decente per permettere a Harry di rimanere in contatto con i Grifondoro e, nel contempo, con i suoi nuovi amici Serpeverde.

Velocemente, Harry recuperò il proprio equilibrio. Realizzò che si sentiva decisamente meglio: aveva due nuovi amici in aggiunta ai due vecchi amici che gli erano rimasti accanto. E avrebbe potuto raccontare loro ogni cosa gli sarebbe successa, e loro l'avrebbero capita e accettata. Persino Ron si fidava di lui e Harry non si sarebbe più dovuto sentire bloccato nel mezzo.

Sì, pensò con un sorriso, si sentiva decisamente meglio. Non gli era piaciuto crollare davanti a tutti loro, ma ne era valsa la pena.

 

 

* il termine inglese rende molto meglio l'idea. Se esistesse, in Italiano sarebbe una cosa tipo "accampanilate" J

** Grazie a tutte quelle che mi hanno dato una mano con questa frase! Grazie, grazie di cuore!





Un bacio
Leli

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Capitolo 15
*** Diario ***


Traduttrice: Leli
Beta: duedicoppe

Summary: Un incidente di pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prenderà cura di lui per i successivi quattro mesi.

Rated: Innocent-ish - PG-13
Categories: Harry/Draco
Characters: Draco, Harry, Severus
Genres: Romance, Drama
Warnings: Violenza, Liguaggio
Chapters: 21

La vita reale è stata bastarda nell'ultimo periodo, impedendomi a più riprese di continuare questa traduzione. Se a questo ci si aggiunge che questo capitolo non è esattamente il mio preferito... diciamo che tradurre, nei momenti di calma, non era esattamente una priorità. Volevo porò tranquillizzarvi: non la abbandono. Ho ricominciato a tradurre e, ormai, manca poco!

Spero che questo capitolo - almeno a voi - possa piacere tanto ^_____^

BUONA LETTURA




Capitolo 15: Diario

 

11 Settembre

Le cose sembrano essersi sistemate in una specie di routine per noi. Siamo alla fine della prima piena settimana di lezione di quest'anno e in qualche modo siamo sopravvissuti. Sei assolutamente fantastico in classe. Sono contento che tu lì riesci a gestirti da solo, poiché rende le cose un po' più semplici, ma allo stesso tempo mi sconvolge.

Sei mai stato un bambino, Draco?

Ne sarei stupito. Un ragazzino di quattro anni non dovrebbe essere così... padrone di sé? Sotto controllo? Non riesco a spiegarlo in altro modo. Sei talmente ben educato, e suppongo che questa sia una buona cosa, ma tu sembri cresciuto semplicemente troppo in fretta.

Mi disturba doverti costantemente ricordare che non è sbagliato sporcarsi. Mi disturba doverti ricordare così di frequente che va bene interrompermi mentre sto lavorando se hai bisogno di qualcosa o se, semplicemente, hai voglia di giocare.

Stai imparando, ma sono cose che un bambino di quattro anni dovrebbe già conoscere. Ehi, non è che io le sapessi queste cose quando avevo quattro anni. Ma tu sei estremamente più disciplinato di quanto non fossi io. Diamine, sei più disciplinato di quanto io non sia ora.

Sei stato addestrato, in così tenera età, ad essere perfetto in ogni momento.

Io? Io sono stato addestrato, fin dall'inizio, al fatto che non importava cosa facessi, non sarei mai stato sufficientemente adeguato, men che mai perfetto...

 

12 Settembre

Il tuo drago di pezza ha finalmente un nome. L'hai chiamato Wuffle. Perché? Bella domanda di cui non ho alcuna risposta. So solo che hai impiegato un'infinità di tempo per cercare il nome perfetto ed è uscito Wuffle.

Devo ammettere che sei adorabile quando chiedi dove sia il tuo Wuffle, ma ora dormo con due draghi ogni notte, e uno dei due si chiama Wuffle. Quand'è che la mia vita è diventata così assurda...

 

13 Settembre

Oh dei, Draco! Questo deve essere stato il più bel giorno da quando siamo tornati a scuola. Ti ho portato fuori a volare, oggi. È meraviglioso esser tornato a cavallo di una scopa! E anche per te. Ti ho portato in sella con me, e ti sei divertito un mondo.

Sai cos'altro mi ha messo in soggezione? Come bambino di quattro anni  hai mostrato una completa e totale fiducia nei miei riguardi.

Piton mi avrebbe sicuramente ucciso se mi avesse visto lì con te. Abbiamo passato ore in aria e prima di tornare a terra, ho persino provato la finta Wronski con te sulla scopa. Ehi, a ripensarci adesso, spaventa persino me.

Ma nessuno dei due si è spaventato mentre eravamo lì e avremmo continuato per ore. Mi chiedo se riuscirei a  farla franca se ti portassi con me agli allenamenti quando saranno iniziati? Dopo oggi credo che probabilmente potrei effettivamente riuscirci. . .

 

15 Settembre

Non riesco a credere di star girando per la scuola con l'uniforme di Serpeverde. Credo di esser riuscito a confonderli tutti, almeno un poco. Diamine, io stesso sono confuso. Non ci tengo molto a stare al centro dell'attenzione ma temo che dovrò abituarmi in fretta.

È un pensiero strano. Me ne vado in giro per la scuola con questo delizioso bambino (sì, tu!) e mi sembra di avere il sostegno di tutti quanti. Credo di non essere il solo a non saper resistere al tuo fascino infantile. Ma comunque, sono qui, Harry Potter, ragazzo d'oro di Grifondoro, che si aggira ogni notte attorno ai dormitori Serpeverde.

Molti studenti mi hanno supportato, ma non sono stupido. E no, non ho voglia di sentirti dire il contrario, anche solo nella mia testa. Ad ogni modo, so che una buona parte degli studenti, semplicemente, è di nuovo spaventata da me. Ma cosa dovrei fare?

In qualche modo non sono riuscito ad evitare quegli scoppi di magia accidentale, e alcuni degli studenti si sono spaventati. Però credo che molti di loro la vedano come una cosa buona. Se riesco a produrre simili effetti magici, allora potei anche essere in grado di sconfiggere Voldemort. O di trasformarmi in un Signore Oscuro a mia volta. Come ho detto, sono riuscito a confondere tutti.

So che persino quello che sto scrivendo suona confuso, ma non so che farci. Mi è piombata addosso un po' troppa roba in questo paio di settimane.

È anche più strano perché ho i tuoi vecchi tirapiedi a protezione per tutto il tempo. Chi mai si sarebbe potuto immaginare che Tiger e Goyle mi seguissero ovunque, e non in attesta di farmi diventare una poltiglia sanguinolenta. Mi piacciono davvero ma, sicuro come l'inferno, non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi a farmeli amici. Credo che anche loro siano un poco perplessi da questa nuova amicizia. . .

 

16 Settembre

Piton mi sta mandando fuori di melone, cazzo!!! Argh! Alcune volte potrei tranquillamente affermare di non aver bisogno che ci sia Voldemort a provare ad uccidermi, perché ci sta già pensando Piton. Praticamente ogni maledetta notte, dopo che sei andato a letto, finisco per esercitarmi con lui per circa un ora o due. Te l'ho già detto? Non mi ricordo.

Onestamente, il mio cervello sembra un po' sfasato stanotte, dopo che Piton l'ha fottuto per benino. E no, al momento non ho bisogno di sentirmi dire che ero già sfasato in partenza.

Odio profondamente le lezioni di Occlumanzia. Quell'uomo sta cercando ammazzarmici. Si suppone che debba essergli grato che abbia deciso di ricominciare ad addestrarmi, quest'anno, dandomi qualche nozione aggiuntiva su come, effettivamente, dovrei fare. Come liberare la mente invece di ordinarmi banalmente di farlo. Ovviamente, continua anche a darmi quell'ordine.

Circa venti minuti fa ho ricevuto l'ordine di liberare la mente ed andare a dormire, ma sapevo di non essere ancora in grado di addormentarmi. Mi lascia sempre con la sensazione di essere un po' traballante quando passa un'ora o giù di lì a irrompere nella mia mente, e questa notte è stato addirittura più duro del solito. Mi sento ancora sovraccarico e ho bisogno di calmarmi.

Allora, che cosa posso raccontarti di quello che hai fatto oggi...

 

19 Settembre

Sono finalmente riuscito a parlare con Colin Canon.  Lo so, non ho voglia di sentirlo. Se non avessi voluto quelle foto così tanto non l'avrei mai avvicinato. Persino così, mi ci è voluto un sacco.

Farà la foto per me e io gli darò dei soldi così che possa ordinare via gufo la mia macchinetta e mostrarmi come si usa.

Non preoccuparti! E' sotto minaccia di morte se solo una tua foto esce da qui.

Ma voglio la foto. Non so, forse riderai di me. Una marea di gente a Grifondoro al momento mi sta già prendendo in giro.  Ma vedi, nessuno mi ha mai fatto delle foto da bambino, per questo mi per me  è tanto importante...

 

22 Settembre

Ti ho finalmente portato in guferia, oggi. L'hai semplicemente adorata! Sinceramente, hai nascosto davvero bene il tuo amore per gli animali in questi anni. È davvero difficile per me associare il dolore che hai causato a Hagrid per la questione Fierobecco, con il ragazzino che è rimasto incantato dai gufi oggi.

Mi fa pensare e preoccupare per cos'altro ti abbia fatto tuo padre negli anni. Quanto di te è un semplice riflesso della volontà di tuo padre? Quanto di questo dolce, amabile bambino di quattro anni è ancora in te?

Credo che tu abbia ancora molto di questa dolcezza e di questo amore. Me lo sono chiesto per tutta l'estate, sai? Probabilmente sarai sorpreso di quanto tempo abbia passato pensando a te. Dei, non è che, ad ogni modo, avessi molto altro da fare, oltre che stare coi Dursley. Ma questa è un'altra storia, per un altro giorno.

Ad ogni modo, ho pensato molto a te. Uhm, al momento ci sto un po' ripensando all'idea di condividere con te questo diario. Credo dovrò togliere un sacco di cose prima di mostrartelo.

Perché, vedi, beh, l'ho iniziato perché dovevo far pace con la mia sessualità. Dei, ti sento sbuffare divertito nella mia testa. Sono sicuro che troveresti esilarante l'intera storia.

Le cose non sono andate esattamente bene con Cho l'anno scorso. Ed è difficile dire che sia preso dalle ragazze quando la sola cosa che avessi da dire sul suo bacio era che fosse umido. Esatto. Umido. Quindi quest'estate ho pensato anche a questo. Ho cercato di capire perché fosse la sola cosa che mi fosse venuta in mente baciandola. Era lei? Ero io? Ad un certo punto m'è passato per la testa che, semplicemente, non fossi interessato alle ragazze.

E così mi son messo a pensare ai ragazzi. Credo saresti abbastanza sconvolto dallo scoprire che quei pensieri mi hanno portato a realizzare di quanto fossi affascinante. Dei, sei uno schianto, Draco! Non che questo sia una novità per te, considerato quanto sei dannatamente vanitoso!

Beh, puoi immaginarti l'angoscia che m'è venuta quando mi sono reso conto di esser attratto dal mio peggior rivale degli ultimi cinque anni. Non ne ero esattamente compiaciuto, all'inizio, e ho speso tantissimo tempo a elencarmi tutte le ragioni per cui non avrei dovuto essere attratto da te. Da qualche parte, sul filo del discorso, il pensiero è scivolato ed ho iniziato a cercare i motivi per cui *potessi* essere attratto da te.

Mi dispiace ma temo di averti all'incirca psicoanalizzato, quest'estate. Ho come l'impressione che non ti piacerebbe saperlo. Eppure è ciò che ho fatto. Ho cercato di immaginarmi cosa può aver formato il tuo carattere. Sono tornato indietro a ripercorrere ogni nostro incontro. Persino prima delle rivelazioni delle ultime due settimane, ho realizzato come tuo padre abbia giocato un ruolo enorme nella tua vita.

Forse sono completamente fuori strada. Forse ho solo razionalizzato perché attratto da te. Non lo so. Ma sono giunto alla conclusione che non mostri al mondo il vero Draco Malfoy. Non è stato esattamente difficile capire che ti nascondi dietro un sacco di maschere. Non dopo aver permesso a me stesso di pensarci, perlomeno. Cosa che non ho fatto negli ultimi cinque anni.

Ma quest'estate ho rimediato. Ti stai nascondendo, Draco. Persino prima che tornassimo a scuola avevo deciso che non eri davvero il piccolo aspirante Mangiamorte che ho sempre pensato tu fossi. Eh, credo tu ti sia nascosto davvero bene nel corso degli anni, perlomeno da me.

Il tuo ammorbarci quotidiano su tuo padre, declamare il suo valore, mi aveva convinto. Ma quando ci ho pensato, qualcosa non sembrava al suo posto. Non potevo esser sicuro di cosa fosse, benché ora ne conosca una piccola parte. Ma tu non sei come tuo padre, Draco.

Non sto dicendo che non puoi essere un bastardo, quando vuoi! Ma persino le tue peggiori trovate durante questi anni non sono state né crudeli né sadiche come lo è tuo padre. E ricorda, ho già incontrato tuo padre. Una volta, anche in un cimitero. No, non voglio pensarci.

Dei, non ho la minima voglia di parlare di tuo padre adesso. Ad ogni modo, come avevo iniziato questa pagina? Oh, sì, perché credo che tu indossi la maschera di tuo padre ma che non ti si addica molto. Cazzo quanto suona banale, eppure per me ha davvero senso.

Non so, Draco. Credo di aver semplicemente pensato di mettermi  nei tuoi panni. Anche senza conoscere gli abusi di cui sei stato vittima, potevo vederlo inculcarti tutte le sue abitudini aristocratiche, cercando di controllarti come un bambolotto. Di tuo, hai davvero poca personalità. Potrebbe suonare crudele, o forse no.

Posso vederti cercare di ottenere l'approvazione di tuo padre, io avrei fatto la stessa cosa al tuo posto. Diavolo, io ho cercato l'approvazione degli altri per tutto il tempo! Non vorrei pensare a Sirius ma so che se fosse stato mio padre avrei cercato di essere come lui, avrei tentato di renderlo orgoglioso, di non deluderlo.

Sfortunatamente, non ti ci vedo proprio a rendere tuo padre orgoglioso di te. Non per qualcosa che tu hai fatto o non hai fatto, ma semplicemente perché a tuo padre non potrebbe importare meno di così di nessuno, a parte se stesso. Lui è il braccio destro di Voldemort e da qualche parte, tanto tempo fa, ha perso il proprio cuore.

È lui a perderci. Perché tu sei estremamente intelligente, fantastico su una scopa, sei un leader e inspiri lealtà nei tuoi amici. Credo tu avresti un fantastico senso dell'umorismo, se non fosse costantemente rivolto contro di me e i miei amici. Posso solo immaginare quanto potresti essere divertente se solo evitassi gli insulti. Ti ho anche visto affascinare le persone. Non con me, ovvio, ma puoi essere davvero molto accattivante.

Sono certo che saresti stupito dal venire a conoscenza del fatto che sono tornato a Hogwarts, quest'anno, con l'intenzione di conoscerti meglio. Di fare amicizia con te. Non che qualcuno possa davvero crederci. Beh, dovranno crederci ora, considerando quanto veemente sia stata la mia richiesta di prendermi cura di te, fin dal principio.

Eh, gli strani intrecci che la mia vita decide di prendere...

 

28 Settembre

Saresti impressionato da Ron. Beh, ok, probabilmente non è vero. È solo che sta lavorando davvero molto per cercare di eliminare i vecchi pregiudizi. L'ho persino visto parlare con altri Serpeverde oggi -  non Pansy, Blaise, Tiger o Goyle. So che inizialmente faceva del suo meglio per non insultarli a causa mia. Ma ora sembra che abbia davvero cambiato atteggiamento, anche perché non credo pensasse davvero che tutti i Serpeverde fossero dei malvagi bastardi.

E strano come Ron e il resto di noi sia cresciuto un poco quando tu sei ringiovanito così tanto. Questo tuo piccolo progetto cala-età ha prodotto molti più cambiamenti di quanti tu non avessi preventivato.

Oh, non ti ho ancora raccontato tutte le mie teorie riguardo il tuo "incidente di pozioni"? Le ho già riferite a Piton e a Dumbledore il giorno dopo l'incidente. E quello stesso giorno Piton ha detto di dover ammettere che probabilmente sarei stato il miglior tutore per il suo figlioccio, perché sembrava ti capissi meglio di quanto si sarebbe mai immaginato. 

Quindi, vuoi sentire le mie teorie riguardo al perché l'hai fatto? Chissene se lo vuoi o meno, te lo racconto lo stesso perché non ho voglia di lavorare ai miei compiti di Incantesimi al momento...

 

30 Settembre

Sai una cosa? Sono finalmente riuscito in Occlumanzia. Tre settimane di intenso lavoro, ogni notte, credo abbiano a che fare con la riuscita. Per due notti di fila, Piton non è riuscito ad attraversare le mie barriere. Nemmeno una volta.

Spero di non portarmi sfiga da solo, ma non ho avvertito Voldemort da più di una settimana. Né le consuete visioni né altro. Spero ardentemente che non possa mai più raggiungermi. Almeno non intenzionalmente.

Credici o no, spero ancora di poter entrare nelle visioni degli incontri dei Mangiamorte e simili. Non è che li voglia vedere, ma abbiamo bisogno di sapere cosa succede.

Sono anche un po' preoccupato perché Voldemort è stato tranquillo ultimamente. Se pensa che non possa più sentirlo né sbirciare i suoi piani, comincerà a farne di più? Dei, spero di no.

 

2 Ottobre

Questa è stata una notte molto Grifondoro. Ti sei divertito un casino! Ok, credo che praticamente chiunque nella torre si sia divertito un casino. Dal momento che è un venerdì sera, abbiamo coinvolto un sacco di gente. Nessuno sta davvero pensando seriamente ai compiti, e tutti cercano qualcosa di diverso da fare. È rimasta coinvolta persino Mione. Eh, questo non farà altro che rafforzare l'idea che i Grifondoro sono un branco immaturi, ma, oh, beh.

Ad ogni modo, tutti gli Elfi Domestici ci hanno aiutato a portare ogni tuo singolo blocco fin sulla torre. Mione ha eseguito una specie di complicato, temporaneo, incantesimo di trasfigurazione per la duplicazione, o qualcosa di simile. Non ho capito cosa abbia esattamente fatto, ma per il resto della serata abbiamo finito con l'avere più blocchi di prima.

Sempre più persone erano coinvolte nella costruzione. Alla fine avevamo messo assieme un grosso leone. Che poi è stato messo da parte per iniziare un enorme castello medievale. Ovviamente mi hai aiutato a realizzare i draghi da metterci sopra!

È strano a volte pensare che tu stai così bene in mezzo ai Grifondoro. Ovviamente non è lo stesso, ma...

 

10 Ottobre

A-ah! Beccato! Non potrai più dire che solo i Grifondoro sono degli immaturi! Il tuo piccolo adorabile te stesso ha manipolato i Serpeverde con paroline dolci per incastrarli in un costruzioni-party come quello avuto coi Grifondoro Venerdì scorso. Ovviamente, potrei averli influenzati un poco quando ho insinuato che i Serpeverde probabilmente non sarebbero riusciti a essere altrettanto creativi.

Ammetto che ci è voluto un po' più tempo per sciogliere alcuni di loro, ma la maggior parte hanno finito per aiutarci nelle costruzioni come mai mi sarei aspettato. È stato carino vederli fare qualcosa di sciocco, solo per divertimento.

Quanti, tra voi ragazzi Serpeverde, sono cresciuti senza essere autorizzati a fare qualcosa di simile? Ho paura di chiedere a Blaise, proprio perché temo di conoscere già cosa mi direbbe...

 

13 ottobre

Sai una cosa, Draco? Mi manchi. Chiunque direbbe che sono fuori di testa a dire così, ma è vero. Non è che non ti adori  come bambino di quattro anni, ma mi manca vederti girovagare per scuola. Non sembra nemmeno esser più la stessa senza di te in giro.

Beh, non è proprio vero perché tu sei in giro e tutto è semplicemente fuori dal normale proprio a causa tua. Sto sorridendo, perché so che saresti compiaciuto dell'impatto e della confusione che hai causato quest'anno...

 

17 ottobre

Avevo detto che le cose con Piton erano migliorate? Mentivo! Sta solo cercando di tirarmi in trappola col suo essere civile per poi farmi fuori. O sta cercando di capire quanto lentamente può uccidermi. Oppure, semplicemente, gli piace torturarmi. Lo so, niente di nuovo sotto il sole.

ARGH! Mi sta facendo andare fuori di testa! E mi sta facendo diventare matto. Nel bel mezzo della notte, dopo una visione, è gentile, mi stringe e si prende cura di me. Poi cambia completamente atteggiamento e mi insulta e mi sminuisce appena può.

Hermione e Pansy sono concordi nel pensare che sta solo compensando perché non sa gestire le emozioni troppo bene. Dicono che se sarò paziente le cose forse miglioreranno.

Ah! Quell'uomo sarà sempre un dannato arrogante bastardo. Non mi aspetto che possa diventare sempre assolutamente gentile. Solo non mi piace quando pare che ce l'abbia a morte con me quando mi tratta peggio di quanto abbia mai fatto...

 

19 ottobre

Sì, è stato il nostro primo fine settimana a Hogsmeade. Stavo aspettando di portarti lì da quando ti sei trasformato in un bambino di quattro anni. È stato divertente per un po' ma, oh dei, non t'immagini quanto stupido io sia stato. Abbiamo preso tonnellate e tonnellate di diverse caramelle da Mielandia, non così stupida come idea. Ma lasciarti mangiare quella caramella per farti contento? Quella è stata la cosa più stupida che abbia mai fatto da sempre.

Non avrei mai immaginato di poter vedere Draco Malfoy, a qualunque età, letteralmente rimbalzare su delle dannate pareti.

Devo ammettere che hai fatto un ottimo lavoro nell'intrattenere i tuoi amici per un bel po' di tempo. Pensavano che le tue buffonate fossero divertenti e quei maledetti hanno deciso che fosse decisamente comico vedermi cercare di acchiapparti. E a nessuno di loro gli fosse venuto in mente di aiutarmi. Troppo occupati a rotolarsi a terra dalle risate. Che razza di amici sono? Sì, sto tenendo il broncio. No, non mi interessa...

 

21 ottobre

Sono stufo marcio e stanco dell'allenamento. Praticamente ogni singola fottuta notte Piton mi allena in qualcosa o qualcos'altro. Sapevi che aveva un'altra stanza nei suoi appartamenti? Voglio dire, sappiamo che c'è la nostra stanza, la sua, un paio di bagni, la sala da pranzo e il piccolo cucinotto e l'ufficio dove lavora.

Credo che quel piccolo ufficio l'abbia posizionato lì dopo che siamo arrivati così da poterci tenere d'occhio.

Ad ogni modo, credo che lo stesso dannato Dumbledore abbia messo quella stanza negli appartamenti di Piton che è diventata la mia accidenti di stanza d'allenamento. Posso dirti quanto eccitato sia?

Non credo di potermi davvero lamentare. Ho bisogno di essere allenato. Penso che avrei potuto addirittura chiederlo io stesso. Anche se al momento sto cercando di ricordare perché avrei dovuto chiederlo proprio a Piton. Quell'uomo è dannatamente spietato con me. Sicuro come l'inferno, non mi concederà mai quartiere.

Ok, ammetto di star imparando anche molto e posso controllare la mia magia decisamente meglio.  Sta persino tentando un po' di addestramento negli incantesimi senza bacchetta. Ma continuo a sentirmi ben lontano dall'essere in grado di sconfiggere Voldemort. Come potrei mai essere in grado di sconfiggerlo come si suppone che faccia...

 

26 ottobre

Abbiamo guardato la partita di Quidditch Serpeverde/Corvonero e Serpeverde ha vinto! Hai idea di quanto sia stato strano sedersi in mezzo ai Serpeverde, tifando per Serpeverde? Posso tranquillamente sentirti ridere fino alle lacrime fin da qui.

Blaise ha momentaneamente preso il tuo posto in squadra. Non è male e oggi ha catturato lui il boccino. Ma non è nemmeno lontanamente paragonabile a te e se non fosse stato per il fatto che il Cercatore Corvonero fa davvero schifo, non sono così sicuro che Serpeverde avrebbe vinto. Persino Blaise mi ha confidato di non vedere l'ora che torni in squadra.

Sono davvero contento che Serpeverde non debba giocare contro Grifondoro fino alla primavera. Non mi sembrerebbe giusto giocare contro qualcun altro. Uhm, beh, pensandoci, non sono sicuro che vorrei nuovamente giocare contro di te. Tu te la prenderesti nuovamente perché ti ho battuto e non ho voglia di tornare alla vecchia rivalità.

Non mi importa se giocare contro di te sia l'unica mia vera sfida come Cercatore. Preferisco esserti amico, o...

 

27 ottobre

Quanto ti ho sconvolto dicendoti che voglio tantissimo essere qualcosa di molto più che amico? Dannazione, non sono nemmeno sicuro che tu voglia essere anche solo mio amico.

Temo sarà un terribile risveglio il tuo, quando tornerai ai tuoi 16 anni. Non ho idea se avrai voglia di darmi una chance di essere perlomeno amici, o se mi odierai persino di più.

Probabilmente ti manderebbe completamente fuori di testa  dirti che credo di essermi perdutamente innamorato di te. Non del bambino di 4 anni, ma del ragazzo di 16.

Parlo con te ogni giorno. Non era mia intenzione quando ho iniziato questo diario, e sto cercando di capire come fare per farne una copia eliminando tutte le parti come queste prima di consegnartela. Credo che durante le feste di Natale, quando avrò più tempo, lo riscriverò così che tu possa avere una registrazione della tua seconda infanzia.

Credo sarà un simpatico regalo di Natale, insieme ad un album con tutte le foto che sono state fatte. Ma quando sarà Natale, il tuo tempo qui  come bambino di quattro anni sarà davvero poco. Il diario e l'album credo potranno essere delle cose che apprezzerai ad entrambe le età.

Ovviamente, come ho detto, devo trovare un modo per eliminare tutte le parti incriminate. Suppongo che sarebbe stato molto più semplice se non le avessi inizialmente prese, o se cominciassi ora un altro diario. Ma nessuno potrà mai accusarmi di fare le cose in modo semplice.

Mi sono appena accorto di trovarmi abbastanza bene a parlare con te in questo modo. So che probabilmente è stupido, ma non riesco a fermarmi ora. Forse non sono davvero innamorato di te, forse mi sono solo innamorato di una versione idealizzata di te, creata nella mia mente.

Ehi, non che io ti stia esattamente idealizzando. So benissimo che anche se non avessi avuto tuo padre a soffiarti sul collo  saresti ancora un inutile stronzetto vanitoso capace di essere un vero e proprio cretino antipatico, a volte.

Ma ho ascoltato Pansy e Blaise quando parlano di te. Abbassi la guardia quando sei circondato dagli amici. Loro, insieme a Tiger e Goyle, sembrano conoscerti meglio di chiunque altro.

Ammetto, li ho spudoratamente ascoltati mentre ti raccontavano di come sei a sedici anni. Sei molto più carino di quanto mostri al mondo, ma continui a essere un vero idiota a volte. Ovviamente, quelle storie sono solitamente quelle che Blaise mi racconta da parte. Sarai così arrabbiato anche con Blaise!

 

29 Ottobre

A volte mi chiedo come riesco a fare i miei compiti. Gli allenamenti notturni non mi fanno dormire abbastanza e a te e ai tuoi amici dedico tutto tempo possibile. E, dannazione, aggiungici tutto il tempo che impiego per  questo diario.

Sai alla fine cosa mi ha stupito? Non ho avuto nemmeno una punizione quest'anno. Nemmeno una. Le punizioni solitamente mi portano via buona parte del mio tempo, e ora non ne ho avuta nemmeno una. Ovviamente, si potrebbe anche dire che io sia in punizione permanente fino a gennaio, eppure...

 

31 Ottobre

Avresti dovuto vedere i tuoi occhi questa notte, angelo. Era assolutamente incantato dalla festa di Halloween. Ho fatto delle foto e non vedo l'ora di scoprire come sono venute. Hai amato ogni istante dei festeggiamenti di questa sera.

Beh, a parte quando ti ho detto che avresti dovuto limitarti con le caramelle. Mi sei sembrato irritato per un momento finché non sei stato nuovamente catturato dall'eccitamento. Ovviamente sono stato preso in giro a morte per quelle dannate caramelle.

Ma, mai più.

Potrai metterti a scalciare, urlare e metter su un capriccio da re, ma non te ne darei nemmeno un altro. Non che tu faccia questo genere di cose. Sembra che tu sia diventato un marmocchio viziato solo ultimamente!

Però, ti sei dimostrato un terribile golosone. Tiger e Goyle mi hanno detto dove nascondi la tua scorta di cioccolata nel tuo dormitorio. Stanotte, prima di cominciare a scrivere, sono andato  controllare lo scomparto segreto del tuo baule. Oh dei, Draco! Non riesco a credere al numero di dolci che hai accatastato. Ringrazio Merlino che tu non ti ricordi di questo scompartimento o non sarei più riuscito a tenerti a bada.

 

1 Novembre

La notte scorsa è stata tremenda. Veramente tremenda. Sembra che davvero Halloween sia un'orribile giornata per me. Anche se è stata decisamente peggiore per gli altri. Ho avuto una visione. Una tremenda. Voldemort ha deciso all'ultimo di inviare i suoi seguaci in un raid. Piton è riuscito in qualche modo a tirarmi fuori da lì e ad informare Dumbledore che ha quindi inviato sia i membri dell'Ordine che gli Auror.

Mi hanno detto che sono riusciti a salvare un sacco di vite. Ma non hanno potuto salvarli tutti. Non sono riuscito a smettere di tremare per tutto il giorno. Tutti quanti continuano a dirmi che non è colpa mia. Continuano a dire che la mia visione in realtà è stata davvero d'aiuto.

E allora? La gente continua a morire. Lo so perché sono stato costretto a guardarli morire. È stato orribile, Draco.

Scusami, devo andare. Piton mi ha concesso solo cinque minuti prima che venga di persona a farmi trangugiare la pozione Sonno Senza Sogni...

 

10 Novembre

Mi sento abbastanza bene oggi. Le cose vanno meglio. O forse le so solo gestire meglio, non lo so. So che non sarei stato altrettanto bene se non fosse stato per te. I nostri amici sono stati di supporto e di sostegno anche Piton lo è stato a modo suo.

Ma se non fosse stato per te... Come penso si possa capire da quello che ho scritto la scorsa settimana, sono stato in grado di elaborare. Quando dovrò tagliare i pezzi di questo diario per te credo eliminerò tutti i dettagli grafici di quella visione. Ma scriverne mi è servito... tipo per estirparlo dal mio organismo.

Ho un bisogno disperato di parlare con te questa settimana. Il diario aiuta. Vorrei però che tu fossi realmente qui. Vorrei che mi rispondessi. Vorrei che potessi avvolgermi tra le tue braccia e semplicemente stringermi. Vorrei una serie di cose che probabilmente non accadranno mai.

Almeno, ho il te stesso di quattro anni disposto ad abbracciarmi regolarmente. E ho bisogno ed apprezzo ogni singolo abbraccio. Ho cercato di rimettermi insieme per il tuo bene. È stata dura ma dovevo farlo.

Suppongo che in parte oggi mi senta molto meglio perché dopo la visione che ho avuto sul meeting di Mangiamorte di un paio di notti fa, gli Auror e i membri dell'Ordine sono stati in grado di prevenire un altro raid. Piton appena mi ha comunicato poco fa che nessuno è rimasto ferito e che sono stati in grado di catturare alcuni Mangiamorte...

 

14 Novembre

Questa è stata una notte rilassante. Mentre tu giocavi con le macchinine con Blaise, ho passato il tempo chiacchierando con Tiger e Goyle. E sono stati loro a parlare per tutto il tempo. È difficile farli parlare, a volte. Ah, Draco, in questi anni hai addestrato due bravi teppisti. Addestrati a eseguire gli ordini e a starsene tranquilli se non ne hanno.

Ho scoperto che sono sempre stati estremamente silenziosi, ma non credi che avresti potuto incoraggiarli a parlare per se stessi, almeno di tanto in tanto? Per lo meno ora so che, a differenza degli altri, di loro ti importa.

Questo è uno di quei giorni in cui non riesco a decidere se essere totalmente irritato dal vostro comportamento o molto soddisfatto...

 

26 Novembre

Ti rendi conto che abbiamo avuto un'intera settimana senza incubi? Nessuno di noi? WOW, è meraviglioso potersi fare una normale dormita.

Sono così contento per te. Hai percorso una lunga strada negli ultimi tre mesi. Difficile credere che sia stata tanto lunga. E mi spaventa pensare a quello che accadrà tra poco più di un mese.

Voglio che tu torni normale, ma so che mi mancherà il piccolo te. E ho paura che tu mi odierai di nuovo.

E che faranno Pansy, Blaise, Tiger e Goyle? Se mi odierai ancora, rimarranno miei amici? La loro lealtà va completamente a te, Draco, e l'ho sempre saputo. Ho paura di perdere tutto...

 

30 Novembre

Sono davvero un idiota! Sei d'accordo? Bene, perché lo sono. Stavamo tutti stravaccati nella Stanza delle Necessità, oggi. Sono ancora il solo Grifondoro cui è permesso entrare nel dormitorio Serpeverde e tu sei ancora il solo Serpeverde ammesso in quello Grifondoro, quindi quando vogliamo incontrarci tutti insieme andiamo nella Stanza delle Necessità, come oggi. È sabato e ci siamo presi un po' di tempo lontano dallo studio per gli esami che si avvicinano.

Sì, sto tergiversando. So che sai del nostro punto di ritrovo e credo persino di averti detto che studiamo insieme per gli esami.

Oh, cazzo! Me lo sono lasciato scappare, Draco. Tutti sanno ora. Tutti i nostri amici sanno che sono gay. Tutti sanno che ti amo. Come ho potuto essere così stupido da dirglielo?

Stavano tutti parlando di ragazze e di ragazzi e di sesso e in qualche modo me lo sono lasciato scappare. Non volevo dirglielo. Non volevo che qualcuno sapesse. Sono sicuro che saranno tutti disgustati da me in questo momento.

Ehm, in realtà non lo so per certo. Vedi, li ho tipo scioccati tutti e, mentre mi stavano ancora fissando tutti senza parole, sono scappato. In momenti come questo, è veramente bello vivere nei quartieri di Piton, dove nessuno dei nostri amici mi può seguire. Le cose erano andate così bene negli ultimi tempi. Perché devo essere così stupido. . .

 

1 Dicembre

Credi ancora che io sia un idiota? Bene, perché, pensa, lo sono. Piton mi ha obbligato ad andare a pranzo dove ho dovuto affrontarli tutti e loro mi hanno trascinato di nuovo nella Stanza delle Necessità, dove sono stato subito sgridato per non aver maggiore fiducia nei miei amici.

Anche se credo che le mie paure avessero qualche fondatezza, perché da quanto che ho capito Hermione ha passato tutta la notte scorsa a parlare con Ron al riguardo. Non credo avesse problemi col fatto che fossi gay, ma credo pensi che sia un idiota perché mi sono innamorato di te.

Forse lo sono. Non so ancora cosa succederà tra un mese...

 

4 Dicembre

Non riesco a credere a quanto siano cambiate le cose tra me e Piton. Riesci a credere che mi abbia dato il permesso di chiamarlo Severus quando siamo nelle sue stanze? Ovviamente l'ho già chiamato Severus la metà delle volte da quando sono qui, ma solo per il bene del piccolo te stesso. È diverso ora.

Sembra abbia superato qualsiasi diatriba e le sue ambiguità verso di me. Forse sono semplicemente riuscito a dimostrargli che valgo qualcosa. Posso quasi affermare che mi rispetti, ora. Siamo andati sempre più d'accordo con il passare del tempo e ora è quasi piacevole.

Oggi mi ha anche chiesto del diario. Credo poiché mi sento abbastanza tranquillo da portarlo con me in sala da pranzo per scriverci ogni tanto. Inizialmente lo facevo unicamente nella nostra stanza e non ho mai scritto da nessun'altra parte. Effettivamente, solo tu e Piton sapete che lo sto tenendo.

Mi ha lanciato quella dannata bizzarra alzata di sopracciglia quando gli ho detto che lo tengo da quando sei diventato di quest'età, ma mi è sembrato che pensasse fosse una buona idea quando gli ho detto che l'avrei riscritto durante le vacanze così da potertelo consegnare per Natale.

La maggior parte del tempo passa pacificamente con Piton, ora. Ha ancora il suo tipico cattivo umore e le sue sessioni di allenamento sono assolutamente terribili...

 

6 Dicembre

Sai quanto sei adorabile, Draco? Non importa quello che accadrà nei prossimi mesi, intanto mi godrò questo po' di tempo col mio piccolo angelo. Anche solo questo credo ti faccia venir la voglia di vomitare, ma non mi importa.

Adoro dormire con te. Quando te ne stai col tuo pigiama coi piedini e profumi ancora del bagnetto, tu e Wuffle vi accoccolate con me sotto le coperte soffici e leggiamo in silenzio. È solo che sei così adorabile e dolce e innocente.

E 'un po' dolceamaro  però. Sarei ancora più contento, credo, se si potesse tornare alla normalità e se tu indossassi alcuni dei tuoi pigiami di seta, tutto rannicchiato nel letto con me. In realtà, potresti anche fare a meno del pigiama di seta.

Non so se Blaise stia cercando di farmi un favore o se mi voglia torturare, ma mi ha svelato che hai un album di foto in uno dei tuoi bauli. Limitiamoci a dire che ho trovato le immagini. Non è che tu sia esattamente nudo o altro, ma dei, Draco. Hai idea di quanto tu sia figo! Sì, lo so che abbiamo già da tempo stabilito che tu ne sia perfettamente conscio.

Ho una discreta immagine di te nella mia testa, ma è stato un leggero colpo vedere quelle foto. Continui a mancarmi, dannato idiota...

 

7 Dicembre

Non capisco perché non ho chiesto delle tue foto prima. Sei rapito dalle tuo stesse foto. Ah! Non una grande sorpresa dopotutto! Credo proprio che il te stesso di quattro anni sia tanto fanatico quanto quello di 16.

Merlino, mi sono stufato di parlare di te come di due persone diverse. Sei uguale e diverso e diventa dannatamente confuso a volte.

Credo tu sia diventato un poco ansioso di tornare grande. È contemporaneamente una sensazione bella e brutta e aumenta al diminuire del tempo...


* * * * *



Scusatemi ancora per la latitanza, ma davvero non è stato un bel periodo. -♥
Prima o poi troverò il tempo per rispondere alle vostre recensioni, promesso!
Un abbraccio a tutti voi che leggete, un bacio a voi che recensite ♥
Leli

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