Malfoy Child di vorabiza (/viewuser.php?uid=58412)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incidente a Pozioni ***
Capitolo 2: *** Incontrare Vecchi Amici ***
Capitolo 3: *** Incubi ***
Capitolo 4: *** Alleati e Storie ***
Capitolo 5: *** Teorie ***
Capitolo 6: *** Il Potere delle Emozioni ***
Capitolo 7: *** Apparenze ***
Capitolo 8: *** Altri Incubi ***
Capitolo 9: *** Lezioni ***
Capitolo 10: *** Cambio di Ruolo ***
Capitolo 11: *** Shopping ***
Capitolo 12: *** Nuove sistemazioni ***
Capitolo 13: *** Ferito e Confuso ***
Capitolo 14: *** Cedere ***
Capitolo 15: *** Diario ***
Capitolo 1 *** Incidente a Pozioni ***
Lo
so, questo capitolo l'avete già letto...ma non
preoccupatevi!!
l'ho solo postato di nuovo (con gli stessi errori, purtroppo...non
odiatemi!!).
Declaimer:
Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono
proprietà
di J. K. Rowling.
Autrice:
Vorabiza
Traduttrice:
dede
Beta:
Resha
Storia
in originale:
http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795
Buona
lettura!!
Boom!
La
forte esplosione fece
trasalire tutti gli studenti presenti nell’aula di pozioni e
molti
urlarono o cercarono nascondiglio sotto i banchi.
Harry
si concesse un
momento di indignazione quando realizzò che tutti avevano
immediatamente guardato nella sua direzione come prima cosa,
nonostante il fatto che il suono non fosse nemmeno venuto dalla sua
parte della classe.
Comunque
durò solo
un momento perché lo sguardo orripilato di tutti si diresse
verso il lato Serpeverde della classe – e con riluttanza
verso
Draco Malfoy.
Piton
era subito entrato
in azione e con un paio di colpi della sua bacchetta aveva eliminato
la sostanza blu appiccicosa dal corpo di Malfoy e aveva pulito
l’intera zona tranne per la sostanza rimasta nel calderone.
Tutti
nella classe si
erano bloccati sotto shock. Anche Piton sembrava essersi gelato sul
posto dopo aver pulito il pasticcio, guardando, come tutti gli altri
studenti, il corpo di Draco Malfoy cambiare negli ultimi trenta
secondi fino a diventare un piccolo bambino con dei vestiti che ora
gli stavano enormi.
Per
qualche secondo, la
classe rimase in completo silenzio. Draco sollevò la testa e
guardò pieno di paura i suoi compagni di classe con i suoi
occhi d’argento spalancati.
Gli
sguardi orripilanti
dei suoi compagni si trasformarono in scoppi di risate per la maggior
parte dei presenti. I Grifondoro, ovviamente, pensarono che fosse
divertente che il principe delle Serpi avesse finalmente avuto quello
che si meritava. E tra tutte le cose proprio grazie a un incidente
con una pozione. Molti sentivano che Malfoy si meritava quello che
gli era appena successo per tutti i danni in pozioni che aveva
causato ai grifoni per tutti gli anni trascorsi.
Sfortunatamente
per
Draco, anche tutti i suoi compagni Serpeverde stavano ridendo
istericamente di lui come gli altri. Sembrava che trovassero
divertente che il loro stimatissimo capo fosse stato trasformato in
un bambino. Nessuno aveva mai detto che i Serpeverde non fossero
crudeli anche con quelli appartenenti alla loro stessa casa.
C’erano
solo due
persone nella classe che non ridevano della situazione critica di
Draco. Uno di loro era Piton che era corso nella piccola stanza fuori
dalla stanza dove teneva un armadio contenente fiale di pozioni.
L’altra
persona, che
continuava a fissare orripilata il piccolo bambino, era niente di
meno che Harry Potter. Mentre continuava a fissarlo, Draco
cominciò
a piangere. Draco sembrava spaventato, sperduto e solo come le
lacrime che scivolavano silenziose lungo le sue guance. Lui aveva
girato la testa per schermarsi in qualche modo da tutte quelle facce
ridenti.
La
mente di Harry si
arrovellava ad un ritmo spaventoso mentre cercava di capire cosa
fosse esattamente successo.
Harry
era stato
maltrattato e abbandonato durante le lunghe notti e i lunghi giorni
passati dai Dursley la scorsa estate. Non è che avesse altro
da fare dai Dursley, ed era stato davvero difficile capirlo, ma aveva
finito per passar un’enorme quantità di tempo
durante i suoi
giorni solitari a pensare a Draco Malfoy. Infatti, aveva passato
così
tanto tempo a pensare a lui, che ‘Malfoy’ era
diventato ‘Draco’
nella sua mente.
Mentre
Harry fissava il
piccolo bambino, gli sembrò di vedere se stesso. Quante
volte
nel suo passato era rimasto immobile al centro di un gruppo di
persone mentre veniva deriso, a testa bassa, piangendo
silenziosamente, non potendo fare altro che stare in piedi in vestiti
troppo grandi per lui? E nessuno aveva mai cercato di proteggerlo.
Nessuno gli aveva mai offerto un abbraccio o un qualche tipo di
conforto. Avevano semplicemente continuato a ridere e a prenderlo in
giro, o schernirlo, perché spaventati di aiutarlo a causa
delle minacce di Dudley, o anche di Vernon. Così, era
semplicemente rimasto lì così, in piedi,
spaventato e
solo – come stava adesso succedendo a Draco.
Pensò
ai piani che
aveva progettato per diventare amico di Draco una volta finita
l’estate e tornati a scuola a Hogwarts. Non ce
n’era nemmeno uno
che includeva Draco trasformato in bambino.
Passarono
molti secondi
in cui cercò disperatamente di mettere i suoi pensieri in un
ordine sensato. La scena era diversa da come l'aveva immaginata, ma
pensò che Draco avesse davvero bisogno di lui, o di
qualcun'altro, che fosse suo amico proprio adesso.
Harry
non era sicuro di
quanto senso avessero i suoi pensieri per gli altri, ma sapeva che
quei pensieri apparentemente sconnessi e casuali avevano senso per
lui.
“Smettetela!
È
solo un bambino!” urlò Harry.
Harry
non poteva
sopportare oltre che tutti deridessero Draco e si fece largo in mezzo
agli studenti fino all'altro lato dell'aula di pozioni e si
inginocchiò a terra per terra per poter guardare negli occhi
il bambino piangente. Harry aprì le braccia, offrendo
silenziosamente un abbraccio al piccolo ragazzino. Nessuno aveva mai
offerto conforto a Harry quando era bambino, e ci era anche
abbastanza abituato, ma era deciso a offrire a Draco quello che a lui
non era mai stato offerto.
Draco
esitò solo
un momento prima di lanciarsi tra le braccia di Harry, buttargli le
braccia intorno al collo e seppellire il viso nei vestiti di Harry.
La
classe regredì
in uno stato di shockato silenzio mentre tutti guardavano Harry
Potter confortare Draco Malfoy.
Harry
fece del suo meglio
per ignorare il fatto che ancore una volta fossero presenti altre
persone a guardarlo, sapendo perfettamente che questo avrebbe fatto
partire altre chiacchiere in tutta la scuola. In un certo senso, in
qualche modo era davvero preparato ad essere ancora l'argomento delle
congetture degli altri. Quando sei Harry Potter e provi a organizzare
dei piani per diventare amico di Draco Malfoy, sai che finirai per
essere l'oggetto di un MUCCHIO di gossip.
Piton
tornò in
classe per vedere perché gli studenti fossero silenziosi e
rimase pietrificato quando vide Harry seduto per terra con Draco in
grembo.
“Potter,
che stai
facendo?” ringhiò Piton.
Harry
guardò in su
verso il suo professore di pozioni con aria di sfida. “Era
spaventato perché tutti ridevano di lui. Anche i suoi
affezionatissimi amici stavano ridendo di lui,”
soffiò
Harry, fulminando con lo sguardo i Serpeverde circostanti.
“Dallo
a me, Potter,”
ordinò Piton. Fece un passo avanti e cercò di
staccare
Draco dal collo di Harry, ma Draco non lasciò la presa.
“No,
no, no,”
cominciò a singhiozzare Draco.
Harry
tenne stretto Draco
e fulminò Piton con lo sguardo. “Lo sta
spaventando,”
soffiò Harry.
Piton
ricambiò lo
sguardo di Harry, ma fece un profondo respiro e calmò la
voce
per parlare con Draco. “Draco, vieni qui,”
ordinò, ma con
un tono molto più calmo rispetto a quello che aveva usato
con
Harry.
Draco
scosse la testa
violentemente, con la faccia ancora sepolta nei vestiti di Harry.
Piton
lasciò per
il momento i due studenti seduti sul pavimento e ordinò agli
altri di pulire i loro banchi e andarsene. Harry lanciò uno
sguardo di gratitudine a Hermione quando la ragazza pulì
anche
la sua parte e fece la sua borsa per lui. Semplicemente, lo
guardò
con aria preoccupata mentre faceva anche la propria borsa, poi
lasciò
la stanza.
Harry
lanciò anche
a Blaise uno sguardo di gratitudine e lo ringraziò
silenziosamente quando Blaise si occupò di fare la borsa a
Draco al posto suo. Presto se n'era andato, anche lui come il resto
degli altri studenti.
Questo
lasciò soli
Harry ancora seduto sul pavimento con Draco e Piton, che stava
esaminando il posto di lavoro di Draco, l'unico che non era stato
pulito. Con calma, Harry dondolò Draco avanti e indietro e
gli
mormorò parole calmanti che sembrarono confortare e
lentamente
calmare il bambino piangente.
Mentre
Piton prendeva dei
campioni della pozione di Draco e trasferiva il contenuto del posto
di lavoro di Draco nel suo personale laboratorio di pozioni, Harry
cominciò a ripulire Draco.
Harry
recuperò un
fazzoletto stropicciato dalle profondità di una tasca dei
suoi
vestiti, asciugò le lacrime del ragazzino e lo
aiutò a
soffiarsi il naso.
“Draco?
Ti senti meglio
adesso?” chiese Harry.
Il
ragazzino biondo annuì
lentamente. Era ancora estremamente silenzioso e anche ancora
leggermente incollato ad Harry.
“Draco,
ho bisogno di
portarti nell'ufficio del preside,” comandò Piton.
“Lascia
andare Potter e vieni con me.”
Draco
scosse la testa e
cominciò di nuovo a tremare. Harry lo strinse più
forte
e accarezzò la schiena di Draco con calmanti movimenti
circolari, e guardò verso Piton.
“Per
amor di Merlino!
Potter, lascia andare il ragazzo,” ringhiò Piton.
“No!
Lo sta
spaventando! Semplicemente verrò con voi,” disse
bruscamente
Harry.
Piton
si strinse la
radice del naso e chiuse gli occhi per qualche momento.
“D'accordo,”
disse infine digrignando i denti.
Harry
girò il
ragazzino e se lo mise in grembo. “Ho bisogno che ti alzi,
Draco,”
disse sommessamente Harry. “Andiamo a vedere il preside e
sentiremo
che cosa può fare per aiutarti. Va bene?”
Draco
guardò Piton
con aria preoccupata, poi riportò lo sguardo su Harry.
“Starai
con me?” sussurrò.
Harry
annuì e
diede al ragazzo un sorriso. “Starò con te
finché
potrò, okay?”
Draco
annuì con
aria guardinga e provò ad arrampicarsi sul grembo di Harry
solo per poi ingarbugliarsi nei propri vestiti.
“Professore,
può
stringergli i vestiti?” chiese Harry.
Piton
gli lanciò
uno sguardo sofferente ma tirò fuori la sua bacchetta,
mormorando un paio di incantesimi. Draco fu presto vestito con gli
stessi vestiti e mantello, ma adesso gli stavano correttamente.
Harry
si alzò e
scoccò un largo sorriso a Draco. “Sì,
così va
decisamente meglio. Vorresti tenermi la mano?” chiese,
tendendo una
mano a Draco.
Draco
si morse le labbra
e prese la mano che Harry gli offriva. “O posso portarti io,
se
preferisci,” si offrì Harry.
Draco
guardò Harry
pieno di speranza e questo sciolse il cuore di Harry. Harry sapeva
già che provava qualcosa per il Draco più
vecchio, e
nell'istante in cui questa piccola versione di Draco lo
guardò
in quel modo, con quella speranza, i sentimenti di Harry
semplicemente si intensificarono. Erano un pochino cambiati, certo,
ma indubbiamente si erano anche intensificati.
I
pensieri che aveva
formulato Harry durante l'estate riguardo a Draco Malfoy giunsero
alla conclusione che Draco sembrava un angelo con la sua pelle
pallida, i capelli biondo platino e, nell'insieme, con il suo
splendido aspetto. Harry avrebbe potuto paragonarlo a un Angelo della
Morte considerando l'atteggiamento di Draco, ma pensò che
sembrava lo stesso un angelo.
Quando
questo Draco più
giovane guardò in su verso di lui gli sembrò
ancora di
più un angelo, con il suo sguardo pieno di speranza e come
l'immagine dell'innocenza. Draco sembrava un piccolo cherubino, e
quel dolce, innocente viso poteva facilmente rimpiazzare tutti i
dipinti di piccoli angeli che Harry aveva visto.
I
pensieri di Harry si
tramutarono involontariamente in parole quando parlò.
“Vieni
qui, angelo,” disse dolcemente Harry, raccogliendo un
disponibile
Draco e mettendoselo in braccio. Draco avvolse immediatamente le sue
braccia intorno al collo di Harry e posò la testa sul suo
petto.
Harry
prese la borsa di
Draco e se la mise sulla spalla e si preoccupò della propria
mentre andava da uno spazientito Piton che li aspettava sulla porta
della classe. “Siamo pronti,” disse Harry
tranquillamente.
Sembrava
un po' strano
girare per i corridoi in coppia con Draco, anche in questa sua
innocente forma, ma ad Harry piaceva lo stesso. Non era il modo in
cui voleva diventare amico di Draco, ma a questo punto aveva deciso
di lasciare che le cose procedessero senza interromperle. Comunque,
Harry non era sicuro del fatto che qualche altra sua idea avrebbe
davvero funzionato. Harry e le sue idee avevano un terribile passato
alla spalle.
Piton
girò sui
tacchi e si incamminò per i corridoi dei sotterranei con
Harry
che si affrettava dietro di lui, tenendo strettamente il suo piccolo
fagotto.
Draco
teneva gli occhi
serrati ma Harry vedeva tutti gli sguardi diretti a loro mentre
seguivano il professore di pozioni attraverso l'ingresso. L'ovvia
paura di Draco, che non sbirciava nemmeno per vedere dove stessero
andando, preoccupava un po' Harry, ma non aveva esattamente tempo di
soffermarsi su questo proprio adesso. Era occupato a fulminare tutti
quelli che li fissavano, sapendo che ormai si era sparsa la voce
riguardo quello che era successo nella classe nei sotterranei.
Abbastanza
presto,
stavano salendo le scale per l'ufficio di Silente. Piton
bussò
ed entrò quando sentì l'allegro
“avanti” di
Silente.
Harry
lo seguì e
fu contento di vedere per una volta un'espressione di shock sul volto
di Silente. Anche così, lo shock non durò a lungo
e fu
presto rimpiazzato dall'espressione dagli occhi sempre-scintillanti
mentre sorrideva ai due ragazzi.
“Avanti.
Sedetevi,
ragazzi miei,” Silente indicò le confortevoli
sedie di
fronte alla sua scrivania. Harry lasciò la sua borsa e
quella
di Draco e si sedette in una delle sedie con Draco in grembo.
“Tè?”
chiese
Silente, facendo comparire una teiera.
Harry
scosse la testa ma
guardò Draco. Gli tirò sul mento in modo da
poterlo
guardare negli occhi. “Hai sete? Se non vuoi del
tè,
scommetto che il Professor Silente potrebbe procurarti del succo di
zucca.”
Draco
guardò con
aria guardinga il Preside, che con un colpo di bacchetta aveva fatto
comparire una brocca di succo si zucca e un piccolo bicchiere che
aveva riempito e fatto lievitare fino a Harry. “Ecco qua.
Bevi,”
disse Harry. “Qualche volta piangere mi fa venire sete,
così
magari questo farà sentire meglio anche te,”
bisbigliò.
Draco
annuì e,
esitante, iniziò a bere il suo succo.
“Ora
se i convenevoli
sono finiti?” sogghignò Piton a Harry.
Harry
semplicemente lo
fulminò. Era solo preoccupato per Draco esattamente come
Piton. La differenza sembrava essere il fatto che Harry voleva
maggiormente provare ad alleviare le paure di Draco nella sua attuale
condizione, mentre Piton era molto più focalizzato sul
cercare
di determinare il problema e la successiva soluzione.
Piton
irritava Harry da
morire, ma sapeva che Piton avrebbe fatto del suo meglio per aiutare
Draco, e contava su questo fatto. Harry non poteva fare molto, ed era
fiducioso nel fatto che Piton fosse capace di aiutare Draco. Intanto,
Harry aveva ovviamente molto più tatto di Piton, come
minimo,
e stava facendo del suo meglio per aiutare Draco.
Mentre
Harry e Piton si
squadravano, Harry sperò che Piton potesse immaginare che
stesse provando ad aiutare nell'unico modo che conosceva.
Silente
si schiarì
la gola guadagnandosi l'attenzione di Piton e Harry. “Forse,
Harry,
potresti presentarmi il tuo giovane carico.”
Harry
sorrise a Draco,
“Questo è Draco Malfoy, signore. C'è
stato un
incidente in classe questo pomeriggio. Draco, ti presento il
Professor Silente.”
Draco
sembrò
riconquistare l'attenzione con le introduzioni. “Piacere di
conoscerla, signore,” disse formalmente, con la sua voce
sottile.
“Anche
per me è
un piacere conoscerti, ragazzo mio,” disse Silente,
sorridendo
gentilmente. “Posso chiederti quanti anni hai?”
“Ho
quattro anni,
signore,” rispose orgogliosamente Draco.
“Stupendo!”
dichiarò
Silente. Poi si girò verso Piton. “Potresti
spiegare?”
chiese Silente.
Piton
descrisse quello
che era successo nella classe. Harry ascoltò attentamente
mentre Piton spiegava che senza ulteriori esami non era in grado si
stabilire esattamente quello che era successo, lasciando stare il
problema di come far tornare Draco alla sua forma normale.
“Harry,
come mai hai
accompagnato fino qui il Signor Malfoy?” chiese Silente
curiosamente. “Onestamente, sono piuttosto
sorpreso.”
Invece
di curarsi della
sorpresa di Piton, Harry guardò il Preside. “E'
solo un
bambino e nessun bambino merita di essere ridicolizzato o preso in
giro. Anche i suoi così-detti amici stavano ridendo di lui,
e
il Professor Piton ha parlato con lui solo duramente.”
“Stavo
cercando di
aiutarlo,” ringhiò Piton.
“Sì,
ma quel
tono non aiuta di certo Draco a stare meglio. È
spaventato,”
borbottò Harry.
Da
prima abbastanza
tranquillo, Draco stava ora tremando ancora una volta tra le braccia
di Harry. Harry mise da parte il bicchiere di succo su un piccolo
tavolino appena apparso e coccolò Draco stringendolo a
sé.
“Va tutto bene, Draco. Nessuno ti farà del
male,” disse
Harry sommessamente.
Silente
fissava
tristemente i due ragazzi. “Mi dispiace così
tanto, Harry.
Ho fatto quello che credevo fosse la cosa migliore date le
circostanze.” Harry sapeva che il Preside stava tentando di
scusarsi per averlo lasciato con i Dursley, ma non si sentiva
esattamente molto disposto al perdono al momento.
Pensando
a tutto
l'affetto e all'amore che non aveva ricevuto durante la sua vita con
i Dursley, Harry diede un bacio sulla sommità della testa di
Draco prima di volgere di nuovo il suo sguardo verso il Preside.
“Sì,
be', intendo fare tutto quello che posso per essere sicuro che Draco
non venga trattato nello stesso modo in cui sono stato trattato io.
So fin troppo bene come ci si sente, e mi spezzava il cuore vederlo
impalato lì, nel mezzo della classe, circondato da tutti i
suoi compagni che ridevano di lui.”
Piton
aveva occhieggiato
Harry e Silente sospettosamente per tutta la conversazione.
“Potter,
come puoi sapere come ci sente quando si viene ridicolizzati quando
sei sempre stato trattato come un eroe?” sogghignò.
“Questo
è quello
che lei ha sempre pensato e sapendo come lei sia fissato con i vecchi
rancori non vedevo il motivo per darmi la pena di provare a
spiegarglielo, dal momento che lei non mi avrebbe mai creduto
comunque.” sogghignò Harry di rimando.
Silente
mise fine al
litigio prima che potesse peggiorare ulteriormente. “Harry,
forse
potresti portare il giovane Draco da Madama Chips. Assicuriamoci che
fisicamente vada tutto bene prima di prendere una qualsiasi decisione
riguardo al problema. Ora vorrei discuterne ancora con il Professor
Piton e poi vi raggiungeremo presto in infermeria.”
Harry
annuì.
Raccolse le due borse da terra e riprese Draco in braccio, uscendo
dall'ufficio senza dire nessun'altra parola ai due uomini, ma
parlando sommessamente per tranquillizzare Draco.
Quando
Harry entrò
nell'ala medica, Madama Chips arrivò animatamente e disse a
Harry di mettere Draco sul letto più vicino, affermando che
Silente era venuto da lei con la polvere volante e l'aveva aggiornata
sui fondamentali di quello che era successo.
C'era
un solo problema.
Draco non voleva lasciare Harry.
“Va
tutto bene, Draco.
Madama Chips non ti farà affatto male. Muoverà
semplicemente la sua bacchetta attorno a te e formulerà un
sacco di incantesimi che le diranno che nel tuo corpo va tutto bene.
Non ti farà male.” spiegò Harry
gentilmente.
Draco
aveva ancora gli
occhi serrati e stava tremando violentemente.
Harry
guardava il ragazzo
tra le sue braccia preoccupato. “Andrebbe bene lo stesso se
lo
tenessi mentre lo esamina?” chiese Harry a Madama Chips.
La
sua espressione si
addolcì ed annuì. Parlò a Draco
sommessamente.
“Perché non lasci che Harry si sieda sul letto e
non ti
siedi davanti a lui e ti ci appoggi mentre ti esamino. Andrebbe
bene?” chiese.
Draco
aprì gli
occhi e la guardò con aria sospetta. Poi guardò
su
verso Harry che sorrise rassicurante al bambino.
“Andrà
tutto bene, Draco, vedrai,” disse Harry.
Draco
fissò Harry
fiduciosamente e annuì con il capo. “Va
bene,” sussurrò.
Così
Harry si
sedette sul letto sdraiandosi sui cuscini, piazzandosi Draco in mezzo
alle gambe e facendo una leggera pressione sulle spalle del bambino,
finché Draco non si sdraiò contro di lui. Con una
mano
ancora sulle spalle di Draco, l'altra mano di Harry
accarezzò
dolcemente i sottili capelli biondi da bambino di Draco, cercando di
calmarlo con il suo tocco mentre Madama Chips faceva li suo esami.
Quindici
minuti dopo
annunciò di avere finito e Draco scese rapidamente dal letto
e
si nascose di nuovo nei vestiti di Harry. Harry era ancora seduto
lì
a coccolarlo e a parlargli per rassicurarlo quando Piton e Silente
fecero il loro ingresso in corsia.
Harry
ascoltò
Madama Chips spiegare le sue scoperte ai due professori. Harry non
capiva tutto a causa del gergo tecnico, ma capì che
fisicamente Draco sembrava essere in perfetta salute per un bambino
di quattro anni.
Silente
si sedette alla
fine del letto per parlare a Harry e Draco. “Harry, con sua
madre
morta e suo padre ad Azkaban, il tutore di Draco è in
realtà
il suo padrino,” spiegò Silente.
“Bene,
chi è il
suo padrino?” chiese Harry.
“Sono
io,” disse
Piton.
Sia
Harry che Draco
guardarono l'uomo con sorpresa.
“Sev'rus?”
domandò
Draco in confusione.
“Sì,
Draco, sono
io,” disse Piton con un tono dolce, finalmente. Un piccolo
sorriso
incurvò le sue labbra, e ciò fece spalancare
maggiormente gli occhi di Harry.
Draco
guardò
l'uomo sospettosamente. “Tu non sembri lui,” disse
diffidentemente.
“È
il tuo
padrino, te lo assicuro,” Silente rassicurò il
ragazzino.
Draco
guardò in su
verso Harry. “È davvero lui?” gli chiese.
Harry
stava pensando
ancora una volta che Draco sembrasse un piccolo angelo, mentre lo
guarda così pieno di fiducia. Harry aveva sentito le persone
usare un sacco di differenti vezzeggiativi quando si riferivano a
persone a cui tenevano e lui era piuttosto sicuro che 'angelo' fosse
perfetto per Draco.
Harry
diede a Draco una
stretta e sorrise. “Sì, angelo, quest'uomo
è Severus.
È solo che fino adesso non sapevo che fosse il tuo
padrino.”
Piton
stava fulminando
Harry con lo sguardo per aver osato usare il suo primo nome, ma il
suo atteggiamento si ammorbidì quando Draco tornò
a
guardarlo. Draco annuì risoluto. “Se Harry dice
che sei
davvero tu, allora deve essere vero. Ma perché sembri
diverso?” chiese.
Piton
roteò gli
occhi al primo commento di Draco. Perché
Draco si fidava tanto di tutto quello che Harry Potter diceva
– tra
tutte le persone? Esitò, provando ad immaginare come
spiegare
a Draco perché sembrava così diverso al bambino
di
quattro anni.
“Draco,
qual è l'ultima cosa che ti ricordi?” chiese Piton.
Draco
aggrottò le sopracciglia. “Non so. Suppongo di
essermi
addormentato nel mio letto e poi mi sono semplicemente svegliato nel
mezzo di quella stanza. Tutto quello che ricordo davvero è
che
stavo andando a dormire e tutto andava bene.”
“E
dov'era il tuo letto?” chiese Piton.
Draco
sollevò un sopracciglio, guardando Piton come se fosse stata
una domanda davvero stupida. Harry dovette mordersi un labbro per
evitare di scoppiare a ridere. Ovviamente Draco aveva imparato a
usare quell'espressione davvero molto presto.
“Rispondi
solo alla domanda, Draco,” disse bruscamente Piton.
Draco
si rannicchiò ancora un volta, ma rispose come gli era stato
detto. “Ero nel mio letto al Manor, signore,” disse
formalmente.
Harry
fulminò il suo professore per aver fatto rannicchiare Draco
in
quel modo, ma non disse niente.
Madama
Chips parlò. “Da quello che sono stata capace di
determinare, non ha ricordi che vanno oltre all'età che ha
adesso. Una volta tornato normale, i suoi ricordi dovrebbero
tornargli.”
“Non
sono normale?” chiese Draco con voce sottile, lasciando
cadere la
testa.
Harry
gli sollevò il mento e lo guardò con calma negli
occhi.
“Tu sei assolutamente normale, Draco. Sei un meraviglioso,
intelligente e bellissimo bambino di quattro anni. Madama Chips non
intendeva niente di male con quello che ha detto.” Harry
guardò
brevemente Silente e ricevette un assenso per andare avanti. Harry
continuò con la usa spiegazione. “Voleva
semplicemente dire
che, normalmente, tu sei un meraviglioso, intelligente e bellissimo
ragazzo di sedici anni.”
Draco
fissò Harry con occhi spalancati. “Dovrei avere
sedici
anni?” squittì.
Harry
annuì. “Sei cresciuto ma c'è stato un
incidente
nell'aula di pozioni oggi pomeriggio. Qualunque cosa sia andata
storta con la pozione ti ha fatto tornare all'età di quattro
anni invece del te stesso di sedici.”
Il
sopracciglio di Draco era aggrottato ancora una volta mentre pensava
a quello che Harry gli aveva detto. Gli altri stavano in silenzio
mentre aspettavano che Draco assimilasse questa informazione. Infine,
Draco guardò verso il suo padrino. “Ma come
è potuto
succedere? Mi piacciono le pozioni e tu non avresti mai lasciato che
qualcosa andasse storto.”
Piton
fissò il bambino mentre Harry e Silente ridacchiavano.
“Penso
che tu assomigli al te di sedici anni molto più di quanto
immagini,” disse Harry ridendo.
Draco
guardò curiosamente Harry per un momento, poi rivolse lo
sguardo nuovamente al suo padrino sperando in una risposta.
“Non
sono sicuro di come sia successo, Draco, ma farò del mio
meglio per scoprirlo,” rispose Piton.
“Il
che ci riporta al nostro attuale problema,” disse Silente.
“Draco,
il tuo padrino sarà molto impegnato a cercare di scoprire
quello che ti è successo e una relativa soluzione.”
“Questo
significa che starò con Harry?” chiese speranzoso
Draco.
“Se
a Harry va bene,” disse gentilmente Silente, con gli occhi
che
scintillavano allegramente.
Draco
guardò Harry con larghi, argentei occhi da cucciolo,
implorando di poter stare con lui.
“Puoi
stare con me,” disse Harry, sorridendo al bambino che stava
facendo
sciogliere il suo cuore ancora una volta.
Draco
gli regalò un enorme sorriso e gli buttò le
braccia al
collo, abbracciando Harry il più stretto che poteva.
“Grazie!”
Harry
lo abbracciò di rimando e guardò Piton. Sembrava
che
avesse appena succhiato un limone, ma non disse niente.
“Eccellente!”
dichiarò Silente. “Severus e io avevamo
già discusso
di questa possibilità prima nel mio ufficio. Harry, pensi ci
sia qualche problema se Draco verrà a stare da te nella
torre
Grifondoro?”
Il
viso di Harry si fece duro e determinato. “No, signore. Mi
assicurerò che non ce ne siano.”
“E
puoi garantirmi che non verrà fatto alcun male al mio
figlioccio?” ringhiò Piton.
“Posso
garantirle che farò del mio meglio in assoluto per
proteggerlo
da ogni male,” disse Harry, con la voce piena di convinzione.
Piton
scrutò Harry con sospetto per qualche momento.
“Perché
vuoi prenderti cura di lui? Tu sei a conoscenza dei fatti, anche se
lui non lo è,” chiese Piton.
Draco
guardò preoccupato Harry. Il suo mento cominciò a
tremare. “Harry?” chiese con voce sottile e
tremante.
“Oh,
angelo, va tutto bene,” lo calmò Harry, spostando
una ciocca
di capelli dagli occhi di Draco che erano troppo luminosi, e
minacciavano di riempirsi ancora una volta di lacrime.
“Voglio
prendermi cura di te perché sei speciale. Non pensare mai
altrimenti. Sì, abbiamo avuto un sacco di liti in passato,
ma
non preoccuparti di questo. Ho promesso che mi prenderò cura
di te. Va bene?” chiese Harry.
Draco
annuì con fermezza. “Va bene, Harry,”
disse Draco con un
sorriso.
Harry
baciò Draco sul naso, facendoglielo arricciare e facendolo
ridacchiare. “Andrà tutto bene, Draco.”
rispose Harry
sorridendo, poi tornò al professore.
Piton
lo stava ovviamente guardando pieno di disgusto, ma Harry decise che
non gliene importava un accidente. Harry non aveva mai nutrito troppa
speranza di guadagnare l'approvazione dell'uomo, e questo riguardava
Draco, non Piton. Harry ammetteva che riguardava anche lui stesso, in
fondo. Non aveva mai avuto qualcuno che lo trattasse come lui stava
ora trattando Draco, ma ci aveva fantasticato sopra mentre era stato
rinchiuso nel sottoscala.
Harry
non pensava che il suo comportamento nei riguardi Draco fosse l'unico
motivo per cui Piton lo guardava stranamente. Harry non era
particolarmente conosciuto per le sua manifestazioni di affetto, e lo
sapeva. Ma ora si trattava di un bambino. Forse
Harry si
sentiva maggiormente motivato dal fatto che questo bambino era Draco.
“Professore,
non sono sicuro che lei mi creda, ma stavo già progettando
di
migliorare i miei rapporti con Draco quest'anno. Ammetto che non ne
avevo parlato con nessuno e questo è il primo giorno di
scuola, perciò non ho ancora avuto molte
possibilità di
contattarlo. Non c'è nessuna ragione che la spinga a
credermi, ma va bene.” Harry chiuse gli occhi.
“Nonostante
quello che è successo l'anno scorso, voglio comunque
offrirmi
volontario per aiutare in ogni modo possibile un bambino piccolo, non
importa quello che è successo. Anche se, forse, è
perché lo faccio,” disse Harry pensieroso.
“In ogni modo,
prima non stavo né mentendo né esagerando quando
ho
detto che so cosa significa essere piccoli e non avere nessuno che si
preoccupa per te.”
Harry
aprì gli occhi che erano ora lucidi a causa delle lacrime
non
versate come lo erano stati prima quelli di Draco. “Non lo
augurerei al mio peggior nemico, signore.”
Piton
sembrava leggermente colpito dall'intensità delle parole di
Harry. “Molto bene allora,” disse, annuendo
brevemente a Harry.
“Harry?”
chiese Draco esitante. Harry provò a girare la testa, ma
Draco
glielo impedì posandogli una mano sulla guancia e facendogli
voltare la testa verso di lui. “Anch'io mi
prenderò cura di
te, Harry.”
Harry
richiuse gli occhi e una lacrima gli scivolò lungo la
guancia.
Draco l'asciugò per poi sollevarsi sulle ginocchia e posare
un
bacio sul naso di Harry. “Andrà tutto bene,
Harry.” Draco
copiò le precedenti azioni e parole che Harry aveva prima
usato con lui.
Harry
aprì gli occhi e sorrise debolmente a Draco.
“Certo che sì,
angelo.”
“Harry,”
disse Silente per guadagnare l'attenzione di Harry. Lo scintillio nei
suoi occhi era piuttosto diminuito. “Sto lavorando per far
arrivare
un letto in più nel tuo dormitorio e anche un baule con
abiti
e cose adatte per Draco a questa età. Speriamo che questa
situazione non duri a lungo, ma per adesso Draco starà con
te
praticamente tutto il tempo. Questo significa che lui non solo
dormirà nel tuo dormitorio, ma parteciperà anche
ai
pranzi e alle lezioni con te. Parlerò con i professori e
spiegherò loro la situazione. Se ci saranno problemi, puoi
rivolgerti a me o al Professor Piton.”
Harry
annuì. “Sì, signore. Grazie.”
“Prego,
Harry. E devo ringraziarti per esserti preso questa
responsabilità,”
disse Silente.
“È
un piacere, signore.” disse Harry sommessamente.
“Bene,
penso che ormai sia ora di cena. Vi suggerisco di andare in Sala
Grande,” disse Silente, con gli occhi di nuovo intensamente
luminosi.
“Che
ne dici, Draco? Hai fame?” chiese Harry al suo carico.
“Sì,
Harry,” disse Draco. “Ma prima non devo cambiarmi
per la cena?”
chiese.
Harry
lo guardò perplesso e fu Piton a rispondere alla domanda di
Draco.
“No,
Draco, non è necessario che ti cambi per la cena. Qui a
Hogwarts le cose sono molto meno formali che a casa.”
replicò
Piton.
Gli
occhi di Draco si spalancarono ancora. “Sono a
Hogwarts?” chiese
in soggezione.
Piton
concesse un sorriso al suo figlioccio. “Sì, Draco.
Sono
sicuro che il Signor Potter ti mostrerà tutta la
scuola.”
Harry
sorrise. “Vieni, angelo. Salta giù e andiamo ad
esplorare la
Sala Grande e a cenare.”
Draco
si buttò giù dal letto e aspettò
Harry. Stava
guardando il suo padrino con aria leggermente guardinga.
Improvvisamente scattò in avanti e avvolse le braccia
intorno
alle gambe di Piton, ma prima che Piton potesse reagire Draco lo
aveva già lasciato ed era tornato da Harry. Gli prese
strettamente una mano.
Piton
sembrava sorpreso, un atteggiamento molto insolito per l'austero
professore di pozioni. Harry riconobbe che probabilmente, da quando
l'aveva conosciuto, aveva visto più espressioni nel suo
professore nelle ultime due ore che negli ultimi cinque anni.
Draco
sembrava leggermente spaventato, come se avesse paura di venire
punito per aver abbracciato il suo padrino. Harry abbassò la
mano libera e sollevò il mento di Draco per poterlo
guardare.
“Hai fatto bene,” disse Harry facendogli
l'occhiolino.
La
lode fece gonfiare Draco di orgoglio e perse completamente l'aspetto
spaventato quando Piton gli rispose con un autentico sorriso.
“Buona
cena, Draco.”
Harry
e Draco uscirono dall'infermeria mano nella mano.
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Capitolo 2 *** Incontrare Vecchi Amici ***
Declaimer:
Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono
proprietà
di J. K. Rowling.
Autrice:
Vorabiza
Traduttrice:
dede
Beta:
Resha
Storia
in originale:
http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795
Per
l'autorizzazione, contattatemi all'e-mail del mio account (dede).
Buona
lettura!!
Mentre Harry e Draco si
avvicinavano
all'Ingresso, sempre più studenti si avviavano in quella
stessa direzione. I sussurri che li circondavano diventarono sempre
più insistenti mano a mano che le persone notavano il
bambino
che stringeva la mano di Harry.
Draco camminava sempre
più
vicino a Harry, e egli riconobbe facilmente il suo atteggiamento
pieno di paura. Gli era già successo. In cima alle scalinate
che portavano all'Ingresso, si spostò le borse su una spalla
sola e prese in braccio il bambino Draco, infatti, si stava
spaventando sempre di più a causa del numero, sempre
maggiore,
di studenti che si riversava nella Sala Grande sciamando attorno a
loro.
Non che ci fosse qualcuno
che
camminasse davvero vicino a loro. Tutti gli studenti gli giravano
alla larga, e Harry poteva camminare tranquillamente attraverso la
folla. Superò con sicurezza le porte principali e si diresse
al tavolo Grifondoro dove Ron e Hermione erano già seduti.
L'unica soluzione era
comportarsi con
sicurezza. Bé, aveva un'altra scelta, ma le cose potevano
solo
peggiorare se Harry non ci avesse messo attenzione. In ogni caso, sia
che amasse distinguersi o meno, lui era il Golden Boy dei Grifondoro
che improvvisamente si prendeva cura dell'Ice Prince dei Serpeverde,
e questo comportava un certo numero di situazioni dagli sviluppi
imprevedibili.
La cosa sorprendente era il
fatto che
tutta la sicurezza che Harry mostrava, non era del tutto una
finzione. Era un pochino nervoso, ma non troppo. Ancora una volta,
riconobbe che la situazione era davvero diversa da come se l'era
immaginata, ma avrebbe fatto del suo meglio per prepararsi a
controllare le reazioni dei suoi amici e della scuola a causa della
sua amicizia con Draco.
C'era da dire che, il fatto
che adesso
Draco fosse un dolce bambino di quattro anni, poteva solo aiutare a
costruire un rapporto tra i Grifondoro e i Serpeverde. Certamente era
molto più semplice così di quando Draco era
ancora il
sarcastico bastardo che solitamente era. Come minimo, ora, Harry
poteva contare sulla cooperazione di questo Draco più
piccolo.
Il grifondoro fece sedere
con calma il
più piccolo sulla panca di fianco a Hermione prima di
sedersi
dall'altra parte. Ron sedeva dalla parte opposta del tavolo e Harry
sapeva che Draco sarebbe stato molto più al sicuro vicino a
Hermione, piuttosto che di fianco a Ron. Non aveva ancora finito di
pensarlo che Ron parlò.
“Che cosa ci fa
qui?” urlò.
“Ron!
È solo un bambino e
starà con me per i prossimi giorni. Lascialo
stare,” disse
bruscamente Harry. Sapeva che a Ron non sarebbe piaciuto. Aveva avuto
davvero poco tempo per pensarci, ma non ne ebbe bisogno di molto
altro per rendersi conto che erano Ron Weasley e Draco Malfoy, con
una loro personale storia alle spalle.
“Ma è
Malfoy,” disse il
compagno ovviamente disgustato.
“Harry, sei
sicuro che possa stare
con te?” chiese Hermione con tono preoccupato, passando lo
sguardo
da Draco a Ron.
“Ne sono
assolutamente certo,
Hermione,” dichiarò con sicurezza.
“Ma,
Harry,” si lagnò Ron.
“Lui non appartiene a questo posto.”
Harry si accorse che Draco
stava
tremando ancora di paura.
“Maledizione,
Ron!” esclamò
sonoramente il moro. “Non potresti startene zitto almeno per
una
volta?”
Giusto perché si
era preparato
ad una situazione simile, eh?, pensò Harry dentro di
sé
roteando gli occhi mentalmente. Si sentiva male nel rispondere a quel
modo ai suoi amici, specialmente considerando l'espressione shockata
di Ron, e il fatto che tutti gli altri lo stavano ora fissando. Ma,
anche tralasciando l'attuale circostanza, Harry era stanco dei
continui ed estremi scoppi d'ira dell'amico.
Era anche piuttosto seccato
e stanco
che tutti cercassero di decidere quello che era meglio per lui. Non
gli importava che nessuno capisse esattamente il perché di
quello che faceva, decidendo di prendersi cura di Draco. Si
arrabbiava perché sembrava che nessuno avesse fiducia del
suo
giudizio.
Sapeva molto bene che i
suoi amici
avevano buone intenzioni, ma ripeterselo tutta l'estate non l'aveva
fatto sentire molto meglio. Hermione, Ron, Silente, e qualsiasi altra
persona di grado inferiore, tutti avevano buone intenzioni e si
preoccupavano per lui. Comunque, Harry era pronto a decidere per
sé
ormai.
La decisione riguardo al
prendersi cura
di Draco era molto importante per lui, per molte ragioni, e non
avrebbe lasciato che nessuno si intromettesse sulla sua strada, anche
i suoi benintenzionati amici.
Harry si alzò di
nuovo, raccolse
il bambino tremante e se lo mise tra braccia. La maggior parte degli
studenti si era ormai raccolta nella Sala Grande a quell'ora, e tutti
gli occhi e le orecchie erano per lui e il suo giovane carico.
Harry fulminò
Ron con una dura
luce negli occhi. Guardò gli altri al tavolo Grifondoro e
agli
altri studenti presenti a cena. “Se qualcuno ha un problema
con
lui, allora se la vedrà con me,”
dichiarò con voce
d'acciaio. Non un'anima dubitò delle sue parole.
Lasciando i suoi amici a
fissarlo in
stato di shock, Harry girò sui tacchi e aggirò la
Sala
Grande fino al tavolo Serpeverde. Sapeva che stava correndo un
rischio enorme. Non era mai stato nemmeno lontanamente in buoni
rapporti con i Serpeverde, ma questa era un'occasione per rimediare,
sperando di poter cambiare le cose e, forse, stringere amicizia con
loro.
Si diede una scossa mentale
mentre
attraversava per lungo la Sala Grande. Veniva sempre accusato di
buttarsi nelle situazioni senza pensare. Onestamente, questa volta ci
aveva pensato e aveva fatto dei piani. Che, però, ora stava
buttando giù dalla finestra. Si domandò se la sua
sorprendente capacità di salvarsi il culo lo avrebbe aiutato
anche questa volta. Aveva sempre dato il massimo seguendo
l'istinto, piuttosto che seguendo una logica o un piano.
Draco era un leader nella
casa dei
Serpeverde e, nonostante le risate di prima, Harry poteva solo
sperare che sarebbero stati i benvenuti qui. L'ultima opzione era
portare direttamente via Draco dalla Sala. Tirò un sospiro
di
sollievo nel momento in cui i Serpeverde fecero loro spazio quando si
avvicinarono, e due sedie vennero liberate tra Tiger e Goyle.
Sembrava che Harry avesse ragione sul fatto che i Serpeverde fossero
leali tra di loro, anche se ciò comportava includere Harry
Potter nel mix.
Harry lasciò
cadere le borse e
non provò nemmeno a lasciare Draco seduto da solo questa
volta. Solamemte, si sedette e se lo aggiustò in grembo in
una
posizione confortevole. Il bambino stava piangendo di nuovo e Harry
stava cercando di calmarlo con morbidi suoni silenziosi.
“Shhh, va tutto
bene adesso, Draco.
Guardami così posso pulirti e tu puoi finire la
cena,” disse
con calma Harry.
Draco alzò
lentamente la testa e
Harry gli asciugò delicatamente le lacrime e il moccolo
dalla
faccia. O almeno quelli che non erano stati asciugati dai suoi
vestiti.
“Meglio,
adesso?” chiese
sommessamente.
Draco annuì e si
guardò
intorno con esitazione. “Stanno tutti fissando me,
Harry,”
sussurrò.
Il moro gli sorrise con
aria
rassegnata. “Sì, bé, non solo te,
angelo. Stanno
fissando anche me, perché di solito non mi siedo a questo
tavolo.”
Draco lo guardò
pieno di paura.
“Avremo dei problemi per esserci seduti qui?”
chiese con voce
tremante.
Harry diede un'occhiata
guardinga ai
Serpeverde circostanti. Rimasero in silenzio, osservando
l'interazione tra lui e Draco. Nessuno stava sogghignando o stava
mostrando, in qualche modo, che non erano i benvenuti.
Harry i rivolse al
più piccolo.
“No, Draco. Tu appartieni a questo posto. Queste persone sono
tue
amiche.”
Draco sembrò
sorpreso e guardò
in su, attraverso la frangia, gli altri Serpeverde.
“Davvero?”
chiese. “Intendi di quando avrò sedici
anni?”
“Sì.
Ehm, non so se conoscevi
qualcuno di loro quando avevi quattro anni,” ammise Harry.
Indicò
Pansy dall'altro lato del tavolo. “Questa è Pansy
Parkinson,
e di fianco a lei c'è Blaise Zabini, dall'altra parte
c'è
Millicent Bulstrode, e, ai nostri lati, ci sono Vincent Tiger e
Gregory Goyle.”
gli occhi di Draco si
spalancarono. “E
io che pensavo che Sev'rus fosse cambiato,”
esclamò. Tutti i suddetti Serpeverde ridacchiarono.
“Sono davvero loro?” chiese a
Harry.
Lui annuì.
“Li riconosci?”
chiese con curiosità. Harry non aveva nessun amico quando
aveva quattro anni. Infatti, non ne aveva avuti fino a che non aveva
incontrato Ron sul treno. Lanciò una brave occhiata
dall'altra
parte della sala e sospirò prima di tornare a Draco. Avrebbe
parlato più tardi con i Grifondoro.
Il biondino stava
silenziosamente
studiando tutti i suoi amici. “Li riconosco,”
ammise alla fine.
“Qualche volta vengono al Manor quando c'è una
festa o
qualcos'altro, e mi è concesso giocare con loro per un po',
finché non mi sporco.”
Harry aggrottò
le sopracciglia e
mise da parte quell'informazione, per pensarci in un secondo momento.
Gli amici di Draco stavano annuendo.
“Ci era concesso
giocare con te solo
quando i tuoi genitori ospitavano un evento sociale,”
concordò
Pansy.
“Draco? Ti va di
sederti e mangiare,
adesso, così puoi parlare con i tuoi amici mentre
mangiamo?”
chiese Harry.
Draco gli strinse
più forte i
vestiti per un momento, ma poi annuì lentamente. Harry lo
aiutò a scendere, a sedersi sulla sua sedia e
cominciò
a riempirgli il piatto, chiedendogli cosa preferisse e cosa volesse.
Pansy gli versò un bicchiere di succo di zucca e Draco lo
prese.
Harry riempì il
proprio piatto e
cominciò a mangiare, mentre ascoltava tranquillamente la
conversazione tra Draco e i suoi amici. Il serpeverde sembrava ancora
insicuro circa la situazione, e restava piuttosto silenzioso mentre i
suoi amici gli raccontavano quello che ricordavano di quando era
piccolo.
Draco gli sedeva ancora
molto vicino e
Harry gli mise il braccio sinistro attorno alle piccole spalle mentre
mangiavano, provando a fornirgli un'ulteriore sicurezza. Appena
finita la cena, Blaise fece finalmente la domanda di cui tutti
agognavano la risposta.
“Draco,
perché lasci che sia
Potter a prendersi cura di te?” chiese. Harry dovette segnare
un
punto a suo favore, poiché fece solo una leggera smorfia
quando pronunciò il suo nome.
Sfortunatamente, Draco la
sentì,
e strinse al fianco di Harry. “Lui non ha riso di me, e mi
abbraccia, e mi chiama angelo, e mi lascia piangere, e non mi fa male
e mi fa sentire al sicuro,” disse sulla difensiva tutto in
una
volta. “Mi fido di lui,” aggiunse con aria di sfida.
Il gruppo dei Serpeverde
rimase
interdetto dalla ferocia della sua risposta. Era la frase
più
lunga che avesse pronunciato e, l'intensità della sua
risposta, ricordò a tutti il Draco di sedici anni.
Blaise deglutì
rumorosamente.
“Ci dispiace di aver riso di te a lezione, oggi, Draco. Non
volevamo farti del male.”
Gli altri annuirono, tutti
d'accordo,
ma Draco non sembrava esattamente convinto della loro
sincerità.
“Va bene che tu
accetti le loro
scuse, Draco. Ricorda, sono tuoi amici,” disse
tranquillamente
Harry, realizzando che probabilmente avrebbe dovuto tener fede al
proprio consiglio. Non tirava una buona aria tra lui e i suoi amici
al momento, ed era di gran lunga più facile dare a Draco
consigli del genere, piuttosto che seguirli lui stesso. Oltretutto,
non poteva permettere che l'altro rimanesse ulteriormente arrabbiato
con i Serpeverde. Stavano accettando la situazione meglio di quanto
si fosse aspettato, e non voleva né tornare indietro
né
che le cose peggiorassero.
I Serpeverde sembrarono
sorpresi nel
vederlo incoraggiare Draco a perdonarli, ma il biondino si
fermò
all'apparenza delle sue parole. Fece un respiro profondo. “Vi
perdono,” disse ai Serpeverde. “Va bene
così?” si lagnò,
guardando Harry.
Harry non poté
rispondere, così
annuì semplicemente. Dovette coprirsi la bocca, provando a
soffocare il sorriso che gli aveva increspato le labbra, causato dal
modo in cui Draco si era sforzato di scusarsi. Notò che
anche
gli altri stavano provando a coprire i loro sorrisi. Pansy sorrise al
suo piccolo amico. “Grazie, Draco,” disse
formalmente.
“Hai finito di
mangiare?” chiese
Harry al serpeverde. “Dobbiamo ancora assicurarci che il tuo
padrino e il Professor Silente abbiano provveduto a trovarti nuovi
vestiti, come avevano promesso.” Gli diede un colpetto sul
naso.
“Tu, signorino, hai bisogno di andare a letto presto stasera.
È
stata una giornata davvero lunga per un bambino di quattro
anni.”
Draco annuì e
afferrò il
suo bicchiere di succo per finirlo.
“Starà
nel dormitorio
Grifondoro con te?” chiese Pansy, orripilata alla sola idea.
Harry sospirò
quando Draco
appoggiò in fretta il bicchiere sul tavolo e si
arrampicò
sul suo grembo. Solo, lo abbracciò e mosse la mano con
movimenti calmanti e circolari sulla sua schiena mentre rispondeva a
Pansy.
“Sì,”
disse tranquillamente,
fulminandola con lo sguardo per aver di nuovo sconvolto Draco.
“È
stato sistemato dal Professor Silente e dal suo padrino.”
Con queste parole, i
Serpeverde e Harry
diedero un'occhiata al tavolo dei professori. Severus li aveva
osservati attentamente durante l'intero pasto. Harry semplicemente
fece un cenno verso il professore e l'uomo annuì di rimando,
mantenendo comunque un volto privo di espressioni.
Gli amici di Draco
tornarono a fissare
Harry.
“Draco si sente
al sicuro con me, e
ho promesso di fare tutto quello che posso per proteggerlo,”
disse,
stringendo il bambino un po' più a sè.
“Il suo
padrino ha bisogno di concentrarsi per scoprire cos'è andato
storto oggi in classe, e poi trovarvi una soluzione. Io mi sono
offerto volontario di occuparmi Draco,” spiegò.
“Bé,
perché non
possiamo occuparci noi di lui?” chiese Blaise.
“Siamo i suoi
amici.”
“Io voglio
Harry,” borbottò
Draco sepolto tra i vestiti di Harry. Nonostante avesse solo
borbottato, tutti sentirono la sua risposta.
Harry si strinse nelle
spalle. “Draco
vuole stare con me,” spiegò. “A parte
questo, penso di
capire cosa stia provando e che io sia dannato se lo lascerò
soffrire a causa di tutto ciò,” disse, con un
luccichio
deciso negli occhi che confermava il suo tono determinato.
“Ma
cos'è che tu puoi capire
meglio di noi?” chiese Pansy, sembrando confusa.
Harry guardò in
giù,
verso Draco, prima di rivolgere il suo sguardo a Pansy.
“Dopo,”
disse brevemente.
Anche lei volse lo sguardo
verso Draco
e annuì con una riluttante accettazione.
“Andiamo, angelo.
È ora di
salire al dormitorio. Pronto?” chiese Harry.
L'altro annuì e
lentamente scese
dal suo grembo fino a terra. Guardò con aria guardinga i
suoi
amici. Harry gli sorrise brevemente mentre raccoglieva le loro borse
e gli porgeva una mano, che venne prontamente afferrata.
“Saluta i tuoi
amici. Li rivedrai
domani,” disse.
“Ciao,”
disse Draco con un timido
sorriso.
“Ciao,
Draco,” dissero in coro i
suoi amici. “Ci vediamo domani,” disse Blaise, e il
bambino
annuì.
Harry si sorprese quando
Tiger e Goyle
si alzarono dai loro posti e si avviarono silenziosamente dietro di
loro. Nessuno dei due tirapiedi aveva detto molto durante la cena e,
ancora adesso, erano silenziosi. Harry li guardò con aria
guardinga, ma i due si limitarono ad annuire mente continuavano a
camminare con loro.
Dopo la terza rampa di
scale, Draco si
stava ovviamente stancando. Harry si fermò per prenderlo in
braccio, e si sorprese quando Tiger fece scivolare le loro borse
dalla sua spalla e se le caricò sulla propria. Il grifondoro
inarcò un sopracciglio verso il largo Serpeverde, ma decise
di
non chiedere ulteriori spiegazioni.
Quando raggiunsero il
ritratto della
Signora Grassa, Tiger appoggiò le borse dietro Harry, e,
insieme a Goyle, diede la buona notte a Draco per poi scivolare via,
nella direzione da cui erano appena venuti.
Harry scosse la testa per
il
surrealismo di quello che era appena successo e disse la parola
d'ordine per entrare nella sala comune Grifondoro, con Draco Malfoy
tra le braccia.
C'erano poche persone nella
sala comune
già tornate dalla cena, e tutte interruppero le loro
attività
quando Harry entrò nella sala. Il moro annuì
soltanto e
salì velocemente le scale che conducevano al dormitorio dei
ragazzi. Appena entrato nella stanza del sesto anno, sentì i
rumori che riprendevano in sala comune. Chiuse la porta per lasciarlo
fuori e tirò un sospiro di sollievo.
Fortunatamente, non
c'è era
nessuno su, al momento. Harry vide che un letto era stato messo
vicino al suo, di fianco alla finestra, e si mosse per mettere Draco
sul suo nuovo letto.
“Draco,”
disse sommessamente. “Puoi
aprire gli occhi, adesso.” Il biondino aveva tenuto la testa
nascosta nei vestiti di Harry da quando lo aveva preso in braccio.
“Questa
è la stanza che
dividerai con me e alcuni dei miei amici,” spiegò.
“E
questo qui è il tuo nuovo letto,” disse con un
sorriso,
molleggiandosi un po' sul letto.
Draco ridacchiò
quando sì
senti saltellare. “Davvero?” chiese con
curiosità,
guardando la stanza. “Qual è il tuo
letto?” chiese.
“Quello a destra
del tuo,” disse
Harry, indicando il suo letto.
Draco gli permise di
appoggiarlo sul
suo letto e Harry si alzò per controllare il baule che si
trovava ai piedi del letto. “Guardiamo cosa hanno messo qui
per
te,” disse allegramente.
Draco gattonò
ansiosamente fino
alla fine del letto e scrutò oltre per guardare nel baule.
Passarono i seguenti venti minuti a esplorarne il contenuto. C'erano
abbastanza vestiti per qualche giorno, prodotti da bagno per un
bambino di quattro anni, che includevano qualche dolce e profumato
shampoo alla fragola, qualche libro da bambini, sia da mago che da
babbano, qualche libro babbano da colorare, blocchi da disegno e
pastelli che, pensò, erano sicuramente opera si Silente, e
qualche gioco da mago che Harry non aveva mai visto prima, ma che
Draco sembrò riconoscere.
Il grifondoro resistette
alla
tentazione di sbirciare i libri del Draco di sedici anni dalla sua
borsa di scuola, e la vuotarono nel baule. Invece, al loro posto,
misero abbastanza libri e cose per tranquille attività che
Draco avrebbe potuto leggere o fare durante le ore di lezione mentre
Harry era in classe. Il moro guardò pazientemente Draco
mentre
questi decideva con cura che cosa avrebbe messo nella borsa e cosa
no.
Mentre lo guardava
scegliere i libri,
si domandò se Draco volesse che gli leggesse qualcosa prima
di
andare a dormire. Zia Petunia era solita farlo con Dudley quando era
piccolo. Harry era preoccupato di fare qualcosa che aveva fatto anche
Zia Petunia, dato il modo in cui era cresciuto Dudley, ma non aveva
avuto molte altre esperienze riguardo all'abilità di
genitore
da cui prendere esempio.
Ovviamente, c'erano i
telefilm che
aveva guardato in qualche rara occasione. Quelle famiglie leggevano
ai loro bambini prima di dormire, e quei bambini erano sempre felici.
Harry sbuffò
leggermente
pensando a sé stesso con beffardo divertimento. Zia Petunia
e
i telefilm – probabilmente avrebbe fatto meglio a seguire il
suo
istinto per cercare di prendersi cura di Draco nel modo in cui
voleva.
Una volta che ebbero finito
di
preparare le borse per il giorno dopo, si misero in pigiama e, con i
prodotti da bagno in mano, si fecero una doccia. Harry si tenne
addosso i boxer ed entrò nella doccia con Draco per aiutarlo
a
lavarsi.
“Gli incantesimi
di pulizia vanno
bene per un po', e solo Merlino sa di quanto ne hai avuto bisogno
questo pomeriggio, ma adesso hai bisogno di una doccia vera,”
disse
Harry. “Magari domani potrei rimediare la parola d'ordine per
il
bagno dei prefetti e potremmo fare una bagno, piuttosto che una
doccia.”
Poco dopo erano entrambi
puliti, il
grifondoro con un asciugamano drappeggiato in vita e Draco,
dolcemente profumato, avvolto in un enorme e soffice telo. Harry lo
aiutò a mettersi un morbido e caldo pigiama di flanella. Era
verde Serpeverde con piccoli boccini d'oro.
Anche se si sentiva un
tantino stupido,
per lui era ancora presto per dormire e progettava di tornare nella
sala comune, Harry mise il suo pigiama. Una volta pronti per il
letto, presero un paio di libri da leggere prima di dormire.
“Angelo,
perché non prendiamo
i tuoi libri e non ci rannicchiamo vicino al fuoco della sala comune
a leggerli?” suggerì Harry. “Possiamo
anche prendere
queste soffici coperte che abbiamo trovato nel tuo baule.”
Avevano
trovato un copriletto estremamente soffice, ovviamente fatto apposta
per un bambino che amava il Quidditch. Era azzurro cielo con bianche
e gonfie nuvole, ed era decorato con manici di scope e palle da
Quidditch.
“Ci saranno molte
persone?” chiese
nervosamente Draco.
Harry capiva i suoi
sentimenti. Nemmeno
lui voleva particolarmente scendere nella sala comune gremita di
gente, ma aveva bisogno che gli altri si abituassero all'idea che
avrebbero avuto Draco in giro, che gli piacesse o meno. Nonostante
quello che era successo a cena con Ron, era sicuro che i suoi
compagni Grifondoro si sarebbero adattati al bambino. Almeno sperava.
In realtà,
sperava solo che, per
una volta, nessuno avrebbe fatto scenate, spaventando Draco. Una
volta che il bambino si fosse addormentato nel dormitorio, Harry
sarebbe sceso per parlare loro, con Ron in particolare. Se non altro,
era grato del fatto che l'avessero lasciato da solo nel dormitorio
per tutto quel tempo.
“Probabilmente,”
ammise Harry. “Ma
andrà tutto bene. Non lascerò che nessuno ti
faccia del
male.”
Aspettò
pazientemente mentre
Draco sembrava combattere una guerra interiore. Infine,
scivolò
fuori dal letto su cui sedeva, e tese la mano coraggiosamente.
Harry la prese e sorrise.
Si mise la
coperta sul braccio, afferrò i libri che Draco aveva scelto
e,
insieme, si avviarono verso le scale che portavano alla sala comune.
Il grifondoro si
fermò un paio
di gradini prima del fondo delle scale. Dal suo avvantaggiato punto
di vista, sapeva che nessuno, in sala comune, avrebbe potuto vederli.
Ci fu un effetto di increspatura, non appena le persone li notarono e
diedero di gomito ai loro vicini finché non ci fu un
assoluto
silenzio.
Harry si
comportò come se le
urla e gli avvertimenti al tavolo Grifondoro a cena non ci fossero
mai stati, e come se non ci fosse qualcuno che conoscesse il bambino
biondo accanto a lui.
“Ragazzi, questo
è Draco
Malfoy. Starà con me a tempo indeterminato,” lo
presentò,
mettendo in chiaro a Draco,e a tutti gli altri, che lui era felice
del fatto che Draco fosse lì. “Spero che ognuno di
voi lo
faccia sentire il benvenuto,” aggiunse con una punta di
avvertimento.
Si sorprese, ma gli fece
piacere,
quando Seamus si avvicinò e tese la sua mano a Draco.
“Hey,
ometto. Mi chiamo Seamus e dormo nello stesso dormitorio dove
dormirai tu,” disse con il suo amichevole accento irlandese.
Draco deglutì
rumorosamente e
guardò in su verso Harry, per verificare che il ragazzo
fosse
okay. Harry annuì dolcemente e gli sorrise in
incoraggiamento.
Il bambino porse lentamente la sua mano libera e scosse quella di
Seamus. “È un piacere conoscerti,” disse
formalmente.
Seamus ridacchiò
alla sua
formalità e gli fece l'occhiolino. “Anche per me
è un
piacere conoscerti, ometto.”
Dean e Neville si erano
accostati a
Seamus. “Ciao, Draco. Io sono Dean e anch'io sono nel tuo
stesso
dormitorio,” disse Dean, offrendogli la mano. Draco la
scosse,
ripetendo le stesse formalità.
Harry notò che
tutti, nella sala
comune, rimanevano in silenzio, guardando gli avvenimenti con
interesse. Stava cominciando a pensare che ci fossero state un sacco
di chiacchiere giù mentre lui era al piano di sopra con
Draco.
Immaginò anche che dietro tutto questo ci fosse Hermione,
dal
momento che se ne stava sorridente di fianco al camino.
Dean e Seamus si fecero da
parte,
lasciando spazio a Neville per farsi avanti. Sfortunatamente, egli
sembrava leggermente verde ed estremamente nervoso. Solo, se ne stava
impalato a fissare Draco finché Draco stesso non si
girò
verso Harry.
“Harry,
perché sembra
spaventato quanto me?” bisbigliò. “Ho
litigato anche lui?”
Nonostante avesse
sussurrato, la stanza
era così silenziosa che la sua voce giunse a tutti. Neville
arrossì, ma Harry lo ignorò. Passò la
coperta e
i libri a Dean, poi si accovacciò sullo scalino di fianco a
Draco in modo da poterlo guardare negli occhi.
“Ho paura di
sì, Draco. Hai
litigato più di una volta con Neville, ma adesso va tutto
bene. Neville è solo nervoso perché non gli piace
proprio combattere. Ma tu non combatterai con lui, giusto?”
chiese
Harry.
“Certo che
no!” disse il serpeverde
con indignazione.
Harry sorrise.
“Bravo ragazzo! Perché
non ti presenti, così magari Neville sarà un po'
meno
nervoso se vai per primo tu?” suggerì.
Draco deglutì
mentre lo
guardava, ma poi raddrizzò le spalle, cercando di alzarsi
più
che poteva, si girò verso Neville e gli porse la mano.
“Ciao, sono Draco
Malfoy,” dichiarò
correttamente.
Neville, ovviamente, aveva
visto tutta
la scena e gli sorrise brevemente, afferrando la sua mano e finendo
le presentazioni.
“C'è
solo un altro paio di
persone che vorrei presentarti, poi andremo a leggere i tuoi
libri,”
promise Harry, prendendo in braccio Draco e portandolo attraverso il
labirinto di persone presenti in sala comune. Si fermò di
fronte al divano dove erano seduti Hermione e Ron.
La ragazza stava
sorridendo, ma il
rosso aveva ancora lo sguardo un po' scontroso. Harry gli
lanciò
un'occhiata di avvertimento. Troppo tardi. Draco li riconobbe dalla
cena e prontamente seppellì il viso nel petto di Harry e
cominciò a tremare di paura.
Il moro rivolse una smorfia
di
frustrazione al suo migliore amico. e si abbandonò sulla
poltrona lasciata vuota per lui di fronte al camino. Cullò
il
bambino e gli baciò la sommità della testa.
“Draco,
guardami,” gli ordinò tranquillamente.
L'interessato
sollevò lentamente
la testa per guardarlo e Harry gli sorrise rassicurante. “Ti
ricordi cosa ti ho detto?” chiese.
Draco annuì.
“Che mi avresti
protetto,” sussurrò.
“Esatto,”
disse Harry. “Non
permetterò a nessuno di farti del male. Capisco che sei
spaventato a causa del litigio a cena, ma non devi più
preoccuparti. Loro sono i miei migliori amici, e possiamo anche
litigare, ma alla fine risolviamo sempre tutto. Più tardi
parlerò con loro per sistemare tutto. Ma non importa, non
lascerò che ti facciano del male. Mi capisci?”
Draco sollevò le
sue piccole
sopracciglia pensieroso. “Pensavano che avessi ancora sedici
anni
invece di quattro?” chiese.
“Più o
meno,” ammise Harry.
“Hai litigato parecchie volte anche con loro. Quasi quanto
hai
litigato con me,” disse con un ghigno.
Draco aggrottò
le sopracciglia
in confusione. “Ma tu non mi odi,” disse con voce
sottile.
“Oh,
angelo,” sospirò Harry.
“No, non potrei mai odiarti,” disse, posandogli un
bacio sulla
fronte.
“Ma i tuoi amici
mi odiano,”
sussurrò Draco. “Quando mi ha guardato, ha fatto
una smorfia
come se avesse succhiato un limone invece di metterlo nel
tè.”
Harry ridacchiò.
Era una
descrizione piuttosto precisa e molti trattennero il fiato in tutta
la sala. Tutti stavano ancora ascoltando la loro conversazione. Harry
lanciò un'occhiata a Ron, che sembrava indignato dal
paragone.
Tornando serio
provò a spiegare
le cose a Draco. “Odiare è una parola
terribilmente forte,
Draco. Sono i miei migliori amici e, in realtà, stanno solo
cercando di proteggermi come possono. Semplicemente, come io ho
urlato con qualche persona oggi, cercando di proteggere te, Rom ha
urlato cercando di proteggere me.”
“Tu hai urlato
con tutti, anche con
Sev'rus e Silente,” annuì saggiamente, facendo di
nuovo
trattenere il fiato a molti nella stanza, più per il fatto
che
Harry avesse urlato con Silente, che con il professore di Pozioni.
Il grifondoro non sembrava
affatto
dispiaciuto. “Sì, è vero. Probabilmente
non è
stato il modo migliore per risolvere le cose, ma lo farei di nuovo se
dovessi. Ti ho detto che farò del mio meglio per assicurarmi
che nessuno ti faccia del male,” disse.
Il più piccolo
sollevò di
nuovo le sopracciglia, pensieroso. “Perché avevano
bisogno
di proteggerti da me?” chiese in confusione.
“Bé,
solo perché si
erano dimenticati che avevi solo quattro anni invece di
sedici,”
spiegò Harry.
Draco spalancò
gli occhi mentre
ragionava su quello che gli era appena stato detto.
“Perciò
avevi bisogno di essere protetto da me quando avevo sedici
anni?”
chiese pieno di paura. “Sono così
cattivo?”
Harry sorrise, ma rispose
seriamente.
“Non proprio. Avevi una certa reputazione, ma non credo che
molti
di noi ti conoscessero molto bene a sedici anni. Onestamente, penso
che tu sia stato in qualche modo forzato a comportarti in un modo che
ti faceva litigare spesso con le persone.”
Draco chinò la
testa. “A causa
di mio padre,” disse silenziosamente. Era un dato di fatto,
più
che una domanda. Anche a soli quattro anni, Draco ovviamente capiva
che suo padre lo obbligava a comportarsi in certi modo verso le altre
persone. Le sue successive parole lo confermarono. “Credo che
mi
facesse essere cattivo con le persone anche quando non volevo
esserlo,” sussurrò.
Harry gli fece alzare il
mento per
vedergli di nuovo gli occhi pieni di lacrime. “Draco, tuo
padre non
è qui e tu non devi essere cattivo con nessuno. Devi solo
essere te stesso, angioletto.”
Gli baciò la
punta del naso,
facendoglielo arricciare come aveva fatto dopo la seria conversazione
che avevano avuto nell'ala dell'ospedale poco prima quel giorno.
Draco sorrise, esitante. “Va bene, Harry.”
“Bene,”
gli sorrise di riamando il
moro. “Ora lascia che ti presenti molto velocemente i miei
migliori
amici, così dopo possiamo andare finalmente a leggere questi
tuoi libri. Si sta facendo tardi e hai bisogno i dormire.”
Draco aggrottò
le sopracciglia,
ma si girò verso i due seduti sul divano. Hermione aveva
pazientemente aspettato il suo turno, e si avvicinò,
inginocchiandosi sul pavimento di fronte alla loro poltrona. Tese la
sua mano e sorrise. “Ciao, Draco, il mio nome è
Hermione
Granger.”
Draco strinse la sua mano.
“Piacere
di conoscerti,” disse, con la sua sottile voce formale.
Gli sorrise.
“È un piacere
anche per me conoscere un così piccolo
gentiluomo,” disse.
Draco finalmente sorrise
timidamente
alle sue parole.
A uno sguardo di Harry, Ron
si sollevò
dal divano e si accovacciò di fronte a Draco. Porse la sua
mano. “Sono Ron Weasley e dormo anch'io su nel
dormitorio,”
disse.
Il più piccolo
cercò lo
sguardo di Harry per una rassicurazione e quando ricevette un
assenso, strinse esitante la mano di Ron. “Sono Draco
Malfoy.”
poi sorprese tutti con le sue successive parole, deviando largamente
dalle formali presentazioni tenute con gli altri.
“Mi dispiace di
aver fatto male a
Harry prima. Non lo farò di nuovo. Mi dispiace di aver fatto
male a te o...” arricciò il naso in direzione di
Hermione,
ovviamente cercando di immaginare come si pronunciasse il suo nome.
“Chiamala solo
Mione. Non le darà
fastidio,” sussurrò Harry.
Draco annuì e
ricominciò.
“Mi dispiace di aver litigato con te e Mione,”
disse, terminando
le sue scuse.
Ron sembrava troppo
shockato per
parlare dopo aver ricevuto delle vere scuse da parte di Draco Malfoy,
anche se aveva solo quattro anni al momento.
Hermione rispose per
entrambi.
Gli sorrise dolcemente.
“Scuse
accettate,” disse sommessamente. “E anche noi siamo
dispiaciuti
per quello che abbiamo detto prima, a cena.” Ron
annuì,
ammutolito, d'accordo con lei.
“Va tutto
bene,” disse Draco con un
timido sorriso. Lanciò un'occhiata a Harry e poi ai suoi
amici. “Ora capisco. Stavate solo cercando di proteggerlo e
questa
è una buona cosa.”
“Sì,
lo è,” rispose
Hermione, annuendo in accordo. “Ma sono ancora dispiaciuta,
perché
avremmo dovuto prenderci il tempo per capire le cose prima.”
Draco si strinse
semplicemente nelle
spalle.
“Allora, queste
storie?” chiese
Harry, e il serpeverde annuì.
Dean si spostò,
ridando a Harry
la coperta e i libri. Il moro avvolse Draco nella coperta con i
ricami del Quidditch e iniziò a leggere. A metà
del
secondo libro, guardò giù verso il suo prezioso
fagotto
e si accorse che si era sonoramente addormentato. Mettendo da parte i
libri, lo prese in braccio con cautela, lo portò su in
dormitorio e lo mise a letto.
Mi scuso per non rispondere
alle
recensioni, ma vi ringrazio tutti!! Soprattutto coloro che mi
segnalano errori grammaticali... ormai non riesco più a
parlare in italiano! Sono tutta proiettata sull'inglese!! Dalla
prossima volta risponderò!!
Grazie anche a chi legge e
chi ha messo
la storia tra i preferiti!!
dede
|
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Capitolo 3 *** Incubi ***
Salve a
tutti!! Scusate il ritardo, ma un virus si è
infiltrato nel mio pc colpendo il sistema centrale e, al momento, sono
senza
mezzi!! Cercherò in ogni modo di continuare la traduzione,
anche avvalendomi di
aiuti esterni, ma potete immaginare che questo rallenterà la
pubblicazione… Mi
scuso ancora per i ritardi e un grande grazie a tutti quelli che
lasciano
recensioni, hanno messo la storia nei preferiti o, semplicemente,
leggono!!!
A
presto
Dede
*
* * * *
Declaimer:
Harry
Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K.
Rowling.
Autrice:
Vorabiza
Traduttrice:
dede
Beta:
Resha
Storia
in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795
Buona
lettura!!
*
* * * *
Harry
lasciò la porta del
dormitorio aperta e tornò in sala comune. Ancora una volta
la stanza era
piuttosto rumorosa e piena di attività. Molte persone
stavano studiando, ma
c'erano altri gruppi che stavano giocando a scacchi, a sparaschiocco o
che
stavano semplicemente parlando con i loro amici. Harry tornò
alla poltrona in
cui si era seduto prima per parlare con i suoi amici.
“Il
tuo “carico” assomiglia
molto all'originale, Harry,” disse Hermione, non appena il
ragazzo si sedette.
Il
moretto sorrise. “Sì,”
concordò.
“È
tutto a posto tra noi,
amico?” chiese esitante Ron.
Harry
si strinse nelle
spalle. “Sì, se lascerai Draco in pace.”
Ron
alzò le mani in segno di
sconfitta. “Non capisco, ma ho ricevuto il
messaggio,” disse, arrendendosi.
“Bene,”
rispose semplicemente
Harry.
“Ma
perché ti stai prendendo
cura di lui?” riprese Ron. “È che
proprio non capisco.”
“È
perché sono anime
gemelle,” si intromise Hermione.
Ron
sbuffò, ma Harry annuì
con aria pensierosa, così il rosso lo guardò in
stato di shock.
“Non
credi a questa
stronzata, vero?” lo schernì.
“Bé,
non so esattamente
molto sulle anime gemelle,” ammise Harry. “Ma
capisco come si senta.”
“Anche
tu venivi deriso in
classe quando eri piccolo, come tutti noi abbiamo riso di Draco oggi,
vero?”
chiese Hermione. In realtà, non era propriamente una domanda.
Harry
annuì. “Alle
elementari, Dudley si assicurava sempre che io fossi al centro del
ridicolo,”
disse amaramente. Non era un bel posto in cui stare.”
Ron
sembrava orripilato.
“Ridevano di te in quel modo?”
“Sì,
solo che non
avevo mai fatto niente per meritarmelo. Ero sempre al centro delle
prepotenze
di Dudley e della sua banda e mi causavano un sacco di problemi. Me ne
combinavano davvero tante a volte,” ammise.
“E
non avevi nemmeno
nessuno a cui rivolgerti,” puntualizzò Hermione.
Harry
scosse la testa e
provò a riorganizzare i suoi pensieri per spiegare ai suoi
amici come, in quei
momenti, si era sentito. Non era abituato a parlare del suo passato, ma
forse,
a causa delle circostanze, era arrivato il momento giusto. Voleva
davvero che
Ron capisse, e, per farglielo capire, doveva raccontare del suo passato.
“Sono
cresciuto
sentendomi spaventato, solo, insicuro e senza amore. È
deprimente,” disse
semplicemente. “Mi prendevo cura di me stesso, ma lo facevo
perché non avevo
nessun'altra scelta. Non avevo amici e venivo preso in giro e umiliato
abitualmente. In cima a tutto questo, venivo trascurato e spesso punito
duramente per cose di cui non avevo colpa, o, se facevo qualcosa di
sbagliato,
la punizione superava di gran lunga il crimine.”
Harry
scosse di nuovo
la testa, provando a schiarire i vecchi ricordi che lo stavano
deprimendo. “In
ogni modo, è così che Draco si sente adesso
– spaventato, solo, insicuro e
senza amore. Come ho detto anche a Piton, non lo augurerei al mio
peggior
nemico. È solo un bambino. Per quello che sa, è
stato trascinato via dal suo
comodo letto e si è ritrovato al centro di una classe in cui
tutti ridevano di
lui.”
“Anche
i suoi amici,”
puntualizzò Hermione.
“Esatto,”
disse Harry.
“Sembra sdolcinato, ma mi ha fatto male al cuore vedere quel
povero bambino
ridotto così, e non potevo rimanere impalato lì e
lasciare che tutti
continuassero a fargli del male. Aveva bisogno che qualcuno fosse
lì per lui.”
“Va
bene, adesso penso
di poter capire perché vuoi prenderti cura di lui, ma
perché si fida di te così
tanto?” chiese Ron. “Sembra che non si fidi di
nessun altro.”
“Infatti.
Sembra che
non si fidi nemmeno del suo padrino.” Harry si strinse nelle
spalle.
“Onestamente, non sono sicuro del motivo per cui abbia scelto
di fidarsi di me,
ma immagino sia perché sono stato il primo ad aiutarlo,
quando tutti gli altri
ridevano di lui.”
“Penso
che sia così,
ma credo anche che ci sia qualcosa di più,” disse
Hermione sommessamente.
“Harry, penso che Draco possa sentire che tu lo capisci
davvero e che vuoi
prenderti cura di lui. I bambini sanno queste cose. E con ogni tocco,
ogni tua
azione, ogni tua parola, gli stai dimostrando, volta per volta, che ti
prendi
cura di lui e che lo proteggerai. Lui lo sa, e si fida di te per
questo.”
Harry
e Ron la stavano
entrambi guardando ad occhi spalancati. Poi il moro sorrise al ricordo
delle
parole di Draco a cena. “Mi ha difeso a cena stasera. Quando
gli è stato
chiesto perché avrebbero dovuto lasciare che fossi io a
prendermi cura di lui,
ha accennato al fatto che era perché io non avevo riso di
lui. Ma ha anche
detto che era perché si sentiva al sicuro con me, lo chiamo
angelo, lo
abbraccio, gli permetto di piangere e non gli faccio del male. Per
usare le sue
parole, si fida di me affinché io mi prenda cura di
lui.” Ron aveva ancora
gli occhi spalancati, ma non riuscì a rispondere
perché
all'improvviso si sentirono delle urla piene di terrore venire
dal dormitorio. Harry si alzò in un istante e
saltò sul divano che si trovava
sulla sua strada prima di volare su per le scale. Corse in dormitorio e
raccolse Draco tra le sue braccia.
Stava
scannerizzando
la stanza dal momento in cui era entrato, ma non sembravano esserci
minacce
nelle immediate. Bacchetta in mano, Ron e Hermione controllarono
velocemente la
camera e il bagno adiacente, solo per essere sicuri che non ci fossero
percoli,
prima di sedersi sul bordo del letto di Harry ed osservare silenziosi.
Harry
accarezzò la schiena
di Draco avanti e indietro, mormorando parole calmanti. Quando il
pianto del
bambino si trasformò in sporadici singhiozzi, il grifondoro
provò a capire cosa
lo avesse davvero terrorizzato.
“Cosa
è successo,
Draco?” chiese.
Il
biondo scosse la
testa violentemente.
“Hai
avuto un un
incubo?” provò di nuovo Harry.
Draco
annuì con la
testa, tenendo gli occhi strizzati.
“Puoi
parlarmene?”
chiese Harry.
Di
nuovo, L’altro
scosse violentemente la testa.
“Shhh,
va tutto bene.
Sei al sicuro adesso,” lo calmò.
“Ricorda solo che gli incubi non sono davvero
reali, e non possono farti del male.”
Il
biondino rabbrividì
tra le sue braccia. Ron si era alzato e gli aveva versato un bicchiere
d'acqua
fresca dalla brocca sul lato del letto e glielo aveva passato. Harry
gli lanciò
uno sguardo di gratitudine e aiutò il bambino a bere.
Pensò
al brivido di
poco prima e gli venne in mente un'idea spaventosa. “Draco,
il tuo incubo
riguardava qualcosa che è successo per davvero? Come un
ricordo?” chiese.
Il
più piccolo esitò,
ma poi annuì.
“Puoi
parlarmene?”
chiese di nuovo, e ancora una volta Draco scosse la testa violentemente.
“Shhh,”
lo tranquillizzò.
“Penso che ti sentiresti meglio se me ne parlassi, ma non ho
intenzione di
forzarti.”
Harry
lo cullò in
silenzio per qualche momento prima di tornare a parlare.
“Qualche volta anch'io
faccio degli incubi su cose che sono davvero successe.” Draco
rabbrividì tra le
sue braccia, il grifondoro continuò a parlare sommessamente.
“Di solito rimango
piuttosto spaventato, anche se so che sono cose successe nel passato.
Neanche a
me piace particolarmente parlare dei miei incubi, perché
è spaventoso anche
solo pensarci, figuriamoci parlarne ad alta voce.” ammise.
Lanciò
un'occhiata ai
suoi due migliori amici che ora sedevano silenziosamente sul suo letto,
solo
ascoltando, mentre parlava al bambino. Tutti e due lo stavano guardando
con
compassione. Si meravigliò di quanto stesse esponendo
sé stesso, solo per il
bene di Draco.
Poteva
facilmente
immaginare Hermione che prendeva nota delle sue ammissioni e che veniva
poi a
perseguitarlo per parlare ancora dei suoi incubi. Però,
improvvisamente, poteva
capire meglio il suo punto di vista. Non voleva lasciare Draco ad
affrontare i
suoi incubi da solo. Sospirò e distolse lo sguardo dal suo
fardello, che ora
stava guardando verso di lui.
“Davvero?”
bisbigliò.
“Sì,
davvero,” sussurrò
Harry di rimando. “Qualche volta è solo difficile
parlarne di notte. Prova
dimenticartene per adesso, e, forse domani riusciremo
parlarne.” suggerì.
Draco
annuì. “Non
voglio pensarci adesso,” disse sottovoce.
“Ti
sentiresti meglio
se dormissi con me 'sta notte?” chiese Harry, con una leggera
esitazione. Quando
era piccolo aveva sempre odiato rimanere solo dopo aver avuto un
incubo. Se
doveva essere completamente onesto con sé stesso, odiava
rimanere da solo anche
adesso che era cresciuto.
Il
piccolo serpeverde
lo fissò. “Me lo lasceresti fare?”
chiese esitante.
“Certo,”
rispose. “Ma
sono solo un po' preoccupato perché potrei svegliarti se
facessi i miei incubi,”
ammise.
“Non
c'è problema. Se
avrai un incubo, allora ti proteggerò io,” disse
il bambino coraggiosamente.
Harry
lo baciò sulla
punta del naso e sorrise all’arricciamento che ne
seguì, e che trovava così
adorabile. Si domandò distrattamente se la ragione per cui
lo trovava così
adorabile, fosse perché sapeva che il Draco più
grande sarebbe stato
probabilmente sconcertato da un gesto del genere. Era piuttosto sicuro
che i
Malfoy non dovessero venire definiti 'adorabili'. “Andiamo,
angelo. Spostiamoci
nel mio letto, allora.”
Ron
e Hermione si
spostarono, e Hermione spostò le coperte in modo da
permettere a Harry di
sdraiare Draco e poi mettersi a letto anche lui. Il moro avvolse,
protettivo,
le braccia intorno al bambino, questi si rannicchiò contro
il suo calore mentre
Hermione li copriva con le coperte e gliele rimboccava.
Baciò sia Draco che
Harry sulla fronte.
“Harry?”
sussurrò
Draco.
“Mmmm,”
fu la sua
risposta.
“Mione
ci sta mettendo
a letto,” sussurrò. “E mi ha baciato
sulla testa.”
“Sì,
fa cose di questo
genere ogni tanto. È carino,” bisbigliò
Harry di rimando.
“Oh.
Sì, è carino,”
rispose, prima di rannicchiarsi ancora di più tra le coperte
e chiudere gli
occhi.
Harry
sorrise
calorosamente a Hermione, poi chiuse gli occhi. Entrambi si
addormentarono
subito e non sentirono niente quando Ron e gli altri ragazzi entrarono
e si
prepararono per andare a dormire.
*
* * * *
Harry
si svegliò la
mattina dopo sentendosi, per la prima volta da anni, completamente
ristorato.
Probabilmente era perché era tornato a Hogwarts ed era
andato a letto piuttosto
presto. Ma, non appena sentì il corpo caldo rannicchiato
contro il suo fianco,
e i ricordi del giorno prima gli inondarono la memoria, dovette
ammettere a sé
stesso che probabilmente aveva anche a che fare col bambino che ora era
sotto
la sua temporanea custodia.
Il
bambino in questione si
mosse e Harry aprì gli occhi per vederne un altro paio
d’argento che lo
fissavano. Sorrise a quegli occhi di bambino mentre l'intero viso di
Draco si
apriva in un sorriso radioso.
“'Giorno,”
disse
allegramente.
“Buongiorno,
angelo,”
disse Harry teneramente. Il bambino aveva già rubato una
parte del suo cuore,
e, per quanto suonasse sdolcinato perfino nella sua testa, non era
sicuro di
poterlo riavere indietro un giorno.
“Pronto
per il tuo
primo giorno di lezione a Hogwarts?” chiese.
Draco
annuì con
entusiasmo. “Non vedo l'ora!” esclamò.
Harry
sorrise
all'entusiasmo del bambino. Una buona notte di riposo sembrava aver
fatto
meraviglie anche per l'altro. “Perché non prendi
qualche vestito e non ti
vesti, allora.” suggerì.
Ridacchiò
quando Draco
scese di corsa dal letto e inciampò dalla fretta per
raccogliere i suoi
vestiti. Lanciò a Harry un largo sorriso mentre prendeva le
sue cose. Il
grifondoro scese dal letto e cominciò a raccogliere
l’occorrente per la
giornata.
Lentamente.
anche gli
altri ragazzi nel dormitorio iniziarono a svegliarsi. Ron si
alzò brontolando
come al solito.
“Perché
siete così
maledettamente allegri?” borbottò verso Draco, che
stava sorridendo
apertamente. Il suo sorriso vacillò alle sue parole.
“Ignoralo,”
disse
Harry, abbottonandogli i vestiti. “Brontola con tutti la
mattina.”
Ron
lo guardò storto.
“Vedi, brontola anche con me,” disse il moro con un
sorriso, mentre finiva con
i bottoni e lisciava il davanti dei vestiti del più piccolo.
Il
rosso sbatté le
palpebre un paio di volte per schiarirsi lo sguardo offuscato, e
guardò di
nuovo quello che Draco stava indossando. “Lo stai vestendo di
rosso?” chiese,
incredulo.
Il
serpeverde aggrottò
le sopracciglia mentre fissava i suoi vestiti. “Li ho scelti
io. C'è qualcosa
che non va?” chiese tranquillamente.
Seamus
gli sorrise
dalla sua parte della stanza. “Non c'è niente che
non va, ometto. Ron è solo
geloso perché tu stai molto meglio di lui con il rosso
Grifondoro.” spiegò,
ridendo mentre l'amico gli tirava un cuscino.
“Non
sono vestiti
Grifondoro,” spiegò Harry. “Non sono
come i nostri vestiti neri con lo stemma,
Draco indossa vestiti da bambino. Sono solo rossi.” Stava
solo cercando di
ammettere a sé stesso che trovava la scelta del colore da
parte del bambino
davvero divertente.
“È
comunque un colore
Grifondoro,” disse Ron ironicamente. “Non posso
credere che si sia messo dei
vestiti rossi.”
“Io
penso che gli
stiano bene,” intervenne Neville tranquillamente.
“È proprio vestito come un
piccolo mago dovrebbe.”
Alle
parole del
ragazzo, Draco perse finalmente lo sguardo accigliato e gli sorrise
timidamente, e Neville ricambiò l’incurvarsi di
labbra.
Harry,
da parte sua,
gli regalò un sorriso pieno di gratitudine prima di tornare
a Draco per
raddrizzargli il cappuccio sui vestiti. “Vedi, ascolta
Neville, Draco. Penso
che tu sia fantastico. E se qualcuno cerca di darti fastidio a causa
dei tuoi
vestiti, puoi orgogliosamente dirgli che sei vestito proprio come un
piccolo
mago dovrebbe.”
Sorrise
nel vedere l’espressione
orgogliosa che il bambino stava mostrando. “Ora sbrigati e
usa il bagno mentre
finisco di prepararmi, così poi possiamo scendere a
colazione,” disse Harry.
Draco
sgattaiolò via
in bagno come gli era stato detto, mentre l'altro cominciava a vestirsi
velocemente per la giornata.
In
poco tempo, Draco
era orgogliosamente vestito, completo di borsa, con entrambe le braccia
nelle
cinghie così da appoggiarla comodamente sulla schiena.
Infilò la mano in quella
di Harry e insieme si diressero giù in sala comune con Ron
al seguito, che
ancora brontolava perché la mattina arrivava troppo presto.
“Buongiorno,
Draco,”
disse radiosamente Hermione da dove li stava aspettando.
“Buongiorno,
Mione,”
disse Draco, sorridendole timidamente.
“Pronto
per la
colazione?” chiese.
Il
più piccolo annuì.
“Muoio di fame.”
“Ora
sì che
ragioniamo,” dichiarò Ron, facendo ridere Hermione
e Harry, mentre aprivano il
ritratto per uscire.
Harry
si sorprese solo
leggermente quando Tiger e Goyle si avvicinarono, mentre i Grifondoro,
insieme
a Draco, giungevano all'ingresso. Era stupito che si fossero presentati
lì così
presto la mattina, ma, dopo tutto, avevano scortato lui e Draco fino
alla torre
Grifondoro la sera prima.
Ron
e Hermione,
tuttavia, non lo sapevano, e rimasero completamente shockati alla vista
dei due
enormi Serpeverde.
Il
ragazzo sfoderò
immediatamente la bacchetta. “Cosa ci fate voi due bestioni
qui? Non siete un
po' fuori dal vostro territorio?” urlò.
I
due si avvicinarono
minacciosamente. “Non osare parlaci con quel tono,”
intimò Tiger.
Draco
si stava già
stringendo con forza alla gamba di Harry e tentava di nascondersi
dietro i suoi
vestiti. Il moro non permise che la situazione peggiorasse. Per quello
che ne
sapeva, i serpeverde non avevano cattive intenzioni, e lui voleva stare
dalla
loro parte. Inoltre, la faccenda della rivalità stava
diventando davvero una
cosa vecchia.
Così,
si frappose tra
Ron e i serpeverde, guardandoli tutti con sguardo duro. Fu piuttosto
sorpreso
quando funzionò.
Il
rosso era fuori dai
gangheri quando lo sguardo di Harry funzionò su Tiger e
Goyle che
indietreggiarono di un paio di passi, e,
alla fine, anche Ron abbassò la bacchetta.
Hermione
era rimasta
ferma lì a guardare, anche lei spalancò gli occhi
quando i due Serpeverde
indietreggiarono, senza neanche una parola da parte di Harry.
“Buongiorno,”
disse
Harry ai due. Entrambi ricambiarono il saluto con un cenno nella sua
direzione.
“Draco,”
chiamò
sommessamente.
Il
bambino in
questione spuntò cautamente da dietro il grifondoro.
“Va tutto bene. Scendiamo
a colazione,” disse Harry con calma.
Draco
alzò lo sguardo
con aria guardinga attraverso la frangia verso gli altri quattro
ragazzi e
cercò a tastoni la mano del moro, che gli sorrise
rassicurante e si
incamminarono senza nessun'altra parola. Tiger e Goyle li raggiunsero
immediatamente, affiancandoli uno per lato.
Hermione
e Ron rimasero
immobili, fissandoli per parecchi minuti.
“Cosa
significa tutto
questo?” chiese il ragazzo, confuso dagli eventi.
Hermione
sembrava
altrettanto sconcertata. “Credo si stiano solo preoccupando
per il loro amico,”
disse, stringendosi nelle spalle.
“Ma
da quando
ascoltano Harry?” chiese Ron lamentoso.
La
ragazza si strinse nuovamente
nellle spalle, impotente. “Non lo so.” Si
scambiarono un’occhiata incerta, poi
si affrettarono a raggiungere gli altri. Guardarono con aria guardinga
Tiger e
Goyle, ma si incamminarono al fianco di Harry e Draco.
Il
biondino
probabilmente era un po' insicuro riguardo alle quattro persone che
camminavano
con loro, ma sembrava apprezzare comunque la protezione che offrivano.
Mano a
mano che si avvicinavano alla Sala Grande, aumentava anche il numero di
persone
presenti, e camminava sempre più vicino a Harry.
Non
appena entrarono
in Sala Grande, il gruppo si fermò e il moro si
inginocchiò al livello degli
occhi del serpeverde. “Draco, dove vuoi sederti questa
mattina?”
Lo
sguardo del
biondino si spostò nervosamente dal tavolo Serpeverde a
quello Grifondoro.
Ovviamente, era guardingo riguardo ad entrambi. Anche Harry, per quello
che
valeva, lo era, ma voleva mettere Draco a proprio agio il
più possibile.
“Senti
un po',” propose
il più grande. “Potremmo fare colazione al tavolo
Serpeverde e poi provare a pranzare
a quello Grifondoro.”
Draco
spostò lo
sguardo avanti e indietro ancora una volta, ma poi annuì in
accordo. Harry gli
sorrise e si rialzò.
“Ragazzi,
ci vediamo
dopo colazione, poi andiamo a Trasfigurazione,” disse a Ron e
Hermione.
Ron
lo guardava male e
stava per dire qualcosa, prima che Hermione gli tirasse una gomitata
nelle
costole. “D'accordo,” disse. “Buona
colazione, Draco,” continuò, sorridendogli.
“Anche a te, Harry,” aggiunse, lanciando
un'occhiata leggermente preoccupata al
tavolo Serpeverde.
I
due le sorrisero e,
ignorando la faccia da pesce stupito di Ron, seguirono i due serpeverde
fino al
loro tavolo.
Piton
li aveva raggiunti
dal tavolo degli insegnanti e li aveva fermati prima che potessero
sedersi tra
Tiger e Goyle.
“Potter,
perché il mio
figlioccio è vestito di rosso?” chiese, storcendo
la bocca in segno di
disgusto.
Draco
si alzò
orgogliosamente in tutta la sua altezza. “Ho scelto
personalmente i miei
vestiti questa mattina. Sono fantastico, vestito proprio come un
piccolo mago dovrebbe,”
disse altezzosamente, con il naso all'aria. Era un comportamento
talmente
simile al sé stesso di sedici anni, che molti Serpeverde
trattennero il fiato
sommessamente.
Harry
tossì,
coprendosi la bocca con la mano, cercando di coprire il ghigno e le
risate che
stavano minacciando di sopraffarlo. Era ancora più
divertente perché Draco
stava ripetendo le parole sue e di Neville di quella mattina.
Piton
chiuse gli occhi
e si afferrò la radice del naso.
“Silente,” farfugliò.
Harry
annuì, cercando
ancora di sopprimere il suo sorriso. “Non ho comprato io i
suoi vestiti,
signore.”
Piton
lo fulminò, ma
poi sospirò e annuì. Abbassò gli occhi
sul suo figlioccio. “Draco, sta andando
tutto bene?” chiese al bambino.
“Sto
bene, signore,”
rispose, avvicinandosi furtivamente un po' di più al moro.
“Molto
bene, allora,”
disse Piton. “Potter, vieni immediatamente da me se ci sono
problemi,” ordinò.
“Sì,
signore,” disse
Harry con calma.
Piton
lo fissò per un
momento, poi girò sui tacchi, con i vestiti che ondeggiavano
dietro di lui.
Il
grifondoro sospirò
e raccolse Draco per depositarlo sulla panca, aiutandolo a togliersi la
borsa
dalle spalle. Ringraziò quando Pansy gli passò un
piatto già pieno per il più
piccolo mentre anche lui si sedeva. Sarebbe stata un'altra lunga
giornata se
avesse continuato a confrontarsi con tutti.
“Hai
dormito bene?”
chiese innocentemente Pansy dopo che tutti avevano cominciato a
mangiare. Draco
lasciò immediatamente cadere rumorosamente il cucchiaio nel
piatto di porridge.
Harry
sospirò e
appoggiò il proprio cucchiaio. Pansy lo guardò
con aria interrogativa, e Blaise
gli lanciò uno sguardo d'intesa.
“Incubi?” chiese.
Harry
annuì, mentre si
girava verso il bambino. “Draco, ti ho detto che potevamo
parlarne oggi se
volevi, ma certamente non ce ne preoccuperemo durante la
colazione.”
Aveva
ancora la testa
abbassata e Harry gli sollevò il mento, baciandolo sulla
fronte sapendo che il
gesto rassicurante lo avrebbe aiutato. “Dimenticatene per
adesso e finisci di
fare colazione. Ricorda, dobbiamo andare a lezione tra poco,”
disse.
Draco
lo fissò per
qualche momento, poi raddrizzò le spalle e tornò
alla sua colazione.
I
tre ragazzi
Serpeverde, che di solito dividevano il dormitorio con Draco, si
scambiarono
qualche occhiata. Blaise sollevò interrogativo un
sopracciglio in direzione di
Tiger e Goyle ed entrambi annuirono dopo aver lanciato una breve
occhiata prima
a Harry, poi a Draco. Il moro sollevò interrogativo il
proprio sopracciglio
dopo aver osservato il silenzioso scambio.
Per
qualche momento,
Blaise sembrò ancora combattuto con sé stesso,
poi annuì a Harry prima di
rivolgersi al biondino.
“Hey,
Draco,” disse,
guadagnandosi l'attenzione del bambino. “Ti dispiace se
prendo in prestito
Potter, ehm, Harry, per qualche minuto? Lo porto soltanto
laggiù e potrai
vederlo tutto il tempo,” continuò, indicando
dall'altra parte della Sala
Grande.
Draco
guardò il suo
custode” con aria preoccupata.
“Andrà
tutto bene,
angelo. Non sarò lontano e puoi semplicemente chiamarmi se
hai bisogno di me.
Ci metterò solo pochi minuti,” Harry
provò a rassicurare il suo “carico”, che
non aveva ancora lasciato il suo fianco dall’incidente del
giorno. “Non
gli farai del male?” chiese il più piccolo a
Blaise, sospettoso.
Quest’ultimo
scosse la
testa. “No, Draco. Ho uno spirito di sopravvivenza troppo
sviluppato per
provare a fare del male a qualcosa di tuo,” disse con sorriso
compiaciuto in
direzione di Harry.
Il
biondo lo guardò diffidentemente
ancora per qualche momento, poi annuì. “Va
bene,” disse a Blaise, anche se
sembrava ancora un po' preoccupato.
Blaise
si alzò e camminò
intorno al tavolo mentre Harry dava a Draco un altro bacio sulla
fronte,
dicendogli di finire di mangiare mentre parlava con l’altro.
I due si
incontrarono a una cinquantina di metri da dove il piccolo Serpreverde
li
fissava preoccupato. Erano ancora vicini, ma abbastanza lontano per non
venire
ascoltati.
“Sei
consapevole di
essere appena stato reclamato da un Malfoy?” chiese Blaise,
sorridendo
compiaciuto a Harry.
Il
Grifondoro roteò
gli occhi. “Sì, ne sono davvero consapevole ormai
mi ha intrappolato tra le sue
piccole dita,” disse ironicamente.
Blaise
scoppiò in una
risata sorpresa. “Te lo immagini meglio di quanto potessi
prevedere,” sorrise.
Poi tornò serio. “Così, capisci davvero
che ciò che ho detto a Draco era la
verità?”
Harry
lo guardò,
confuso.
“Non
scherzavo quando ho
detto a Draco che ho uno spirito di sopravvivenza troppo sviluppato per
fare
del male a qualcosa di suo. E tu, adesso, sembri essere davvero
essenziale per
lui. Come minimo, la maggior parte di noi, se non tutti, ti
lascerà stare
mentre te ne prendi cura.” spiegò.
Il
grifondoro gli fu
molto riconoscente per le sue parole. Se i Serpeverde volevano davvero
lasciar
perdere le rivalità, almeno per la durata della condizione
di Draco, allora
sarebbe stato tutto molto più facile per tutti. Comunque,
non voleva farci
troppo affidamento.
Si
strinse nelle
spalle mentre guardava il bambino che li fissava ancora, preoccupato.
Harry gli
sorrise e lo salutò con la mano. “Ha bisogno di
qualcuno, e ringrazio che quel
qualcuno sia io,” disse sommessamente.
“Farai
tutto quello
che puoi nel suo interesse, vero, Potter?” chiese il
serpeverde.
Harry
annuì. “Farò
tutto quello che sarà necessario per proteggerlo,”
rispose con semplicità.
“Sì,
bé, l'abbiamo
notato, ed è per questo che ho chiesto di
parlarti,” disse l'altro, un pochino
nervoso.
“Che
cosa devi dirmi,
Zabini?” chiese.
“Puoi
chiamarmi
'Blaise'. Penso che Draco insisterà su questo, in ogni
modo,” disse l'altro
moro con un sorriso beffardo.
“Vero,
allora se puoi
sopportare questo tormento, puoi chiamarmi 'Harry',” disse il
grifondoro, con
un sorriso compiaciuto verso Blaise.
Questi
roteò gli
occhi, ma annuì lo stesso. “Ci vorrà un
po' prima che mi ci abitui.”
Harry
si strinse nelle
spalle. “Sì, ma è per il bene di
Draco.”
Blaise
lo guardò,
contemplativo. “Buona risposta. Quello che sto per dirti
è per il bene di
Draco. Se ti azzardi ad usare quest’informazione contro di
lui, in particolare
quando sarà tornato sé stesso, la pagherai
cara.”
Harry
ignorò
facilmente la minaccia. “Non lo farei mai. Presumo che tu
stia per darmi delle
informazioni sui suoi incubi e, se puoi offrirmi questo aiuto, allora
lo
accetterò con piacere. Sia una persona di quattro anni che
una di sedici non
meritano di essere trattati in modo così
miserabile.”
Il
serpeverde lo
guardò sospettosamente. “Stai parlando per
esperienza, vero?”
Il
moro si passò una
mano tra i capelli, agitato, mentre un’espressione di dolore
gli attraversava
velocemente i lineamenti. “Sì,”
guardò fisso il ragazzo di fronte a lui. “Non
augurerei i miei incubi nemmeno al mio peggior nemico,” disse
fermamente, la
voce bassa e piena di convinzione. “E da quel poco che ho
potuto capire dalla
notte scorsa, Draco combatte con la sua personale tortura la notte
quando
dorme.”
Blaise
annuì
lentamente e, quando parlò, la sua voce era bassa e intensa
com’era stata
quella di Harry. “Non mi ero accorto che gli incubi di Draco
fossero cominciati
così presto, ma ci combatte ancora abbastanza
frequentemente. Tuttavia, speravo
che fossero diminuiti da quando suo padre è stato rinchiuso
ad Azkaban.”
Il
grifondoro chiuse
gli occhi mentre l’altro continuava a parlare, confermando i
suoi sospetti.
“Gli incubi di Draco sono su suo padre. Lui lo puniva
– abbastanza
severamente.”
“Era
quello che
temevo,” disse Harry con calma, passandosi entrambe le mani
tra i capelli in
agitazione, adesso. “Come dovrei aiutarlo a combattere con
questo?” chiese
impotente. Poteva sentire la frustrazione e la rabbia bruciargli dentro.
Blaise
si strinse nelle
spalle. “Non lo so, Harry. Pensavo solo che dovessi saperlo.
Draco si rifiuta
assolutamente di parlarne. L’unica ragione per cui lo so, in
realtà, è perché
qualche volta si dimenticava di mettere gli incantesimi silenzianti
attorno al
letto, e tutti potevamo sentirlo implorare pietà da suo
padre, mentre dormiva.”
Anche lui sembrava afflitto e impotente.
Improvvisamente,
Harry
si voltò e tirò un pugno contro il muro di
pietra, bisognoso di qualche cosa
per sfogare la sua rabbia. “Odio quel fottutissimo
uomo,” disse, la rabbia che
gli ardeva negli occhi e la feroce espressione sul suo viso lo facevano
sembrare pericoloso.
Il
serpeverde lo guardò ad
occhi spalancati. Draco arrivò correndo, avvolse le braccia
intorno alle gambe
di Harry, e guardò il compagno con sguardo accusatorio.
“Hai
detto che non gli
avresti fatto del male,” disse più ferocemente che
poté.
Blaise
era ancora
senza parole per la dimostrazione della rabbia del moro, ma questi
respirò
profondamente e si inginocchiò per parlare col bambino.
“Draco, Blaise non mi
ha fatto male,” disse fermamente. “Sono stato io a
colpire il muro perché ero
arrabbiato per qualcosa, e non volevo fare del male a Blaise o a
qualcun
altro.”
“Ma
è stato Blaise che
ti ha fatto arrabbiare,” il suo tono era ancora pieno di
rabbia e scoccò
un’altra occhiataccia al serpeverde.
Harry
si accorse che
Piton era di fianco a loro, ma lo ignorò cercando di calmare
il più piccolo.
“No,
Draco. Blaise mi
ha detto delle cose che mi hanno fatto pensare a qualcun altro.
È con quel
qualcun altro che sono arrabbiato, non con lui.”
Spiegò.
Draco
guardò prima
lui, poi Blaise sospettosamente, prima di tornare a guardare il moro.
“E quindi
con chi sei arrabbiato?” chiese.
“Solo
con una mia vecchia
conoscenza con cui ho litigato qualche volta nel passato. Non
è nessuno che è
qui adesso.” Spiegò. Non gli avrebbe detto che era
arrabbiato proprio con suo
padre. Fissò lo sguardo su di lui, assicurandosi di avere la
sua completa
attenzione. “Ricorda solo che non sono assolutamente
arrabbiato con te,” disse
dolcemente, ma con fermezza.
Quando
eri quello su
cui le persone riversavano il loro furore, tendevi a spaventarti molto
di più
quando le persone si arrabbiavano. Harry sapeva che, probabilmente,
sembrava
ancora abbastanza irato, ma non voleva che Draco pensasse che fosse
arrabbiato
con lui, o che sarebbe rimasto ferito da tutto quello.
Il
bambino lo fissò
per un momento, poi gettò le braccia intorno al collo del
grifondoro, che lo
abbracciò di rimando.
“Potter.
Vorrei
parlarti in privato. Draco, torna con Blaise al tavolo e finisci la tua
colazione,” ordinò Piton senza lasciare spazio a
qualsiasi protesta.
Draco
sapeva che cosa
significava quel tono e si allontanò da Harry. Sembrava
orribilmente straziato
e sull’orlo delle lacrime.
“Stai
con Blaise
mentre parlo con il tuo padrino. Ti prometto che torno
subito,” disse il moro,
sorridendogli rassicurante.
* * *
* *
RECENSIONI
cesarina89:
Riferirò a Vorabiza!! Grazie e baci!!
DJKIKA:
è incredibile quante persone conoscano
Vorabiza…non
credevo fossimo così tante!! Sono contenta di averti fatto
ritrovare questa ff
perché merita!! Grazie e baci!!
Alynna:
grazie per la traduzione!! Hai ragione…è una vera
faticaccia…infatti dai prossimi capitoli saremmo in due a
tradurre, o comunque
avrò un altro aiuto… sto perdendo il senso
dell’italiano!! Draco è davvero
“puccioso”, come dici tu…io lo trovo a
dir poco adorabile!!!! Grazie e baci!!
999:
sono contenta che ti sia piaciuta anche se non ti piace
la coppia!! Significa che Vorabiza è riuscita ad
affascinarti nonostante questo
non sia il tuo genere preferito!! Grazie e baci!!
Desme:
la ff non è mia, io sono solo la traduttrice di
Vorabiza. Se ti piacciono le Harry/Draco ti suggerisco
“Secrets”, sempre di Vorabiza.
Purtroppo non so se questa ff ti piacerà andando
avanti… potresti già odiare il
terzo capitolo!! Aspetta… odiare no, ma potrebbe non
piacerti per via di
Lucius…ma sono interpretazioni, e Lucius cambia a seconda
delle esigenze
dell’autrice e della storia. Nell’altra che ti ho
suggerito, sono sicura che ti
piacerà di più!! Baci e grazie!!
Goten:
grazie sia per la storia che per la traduzione!!!
Baci!!
|
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Capitolo 4 *** Alleati e Storie ***
cap 4 FINITO
Scusate!!!!! No
accadrà più, promesso!!! Il quinto e il sesto
capitolo sono già pronti, quindi nessun ritardo almeno per
un po'!!!!
baci dede
* * * * *
Declaimer:
Harry
Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K.
Rowling.
Autrice:
Vorabiza
Traduttrice:
dede
Beta:
Resha
Storia
in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795
Buona
lettura!!
* * * * *
Draco tornò lentamente a sedersi al tavolo, continuando a
lanciare a Harry sguardi preoccupati.
Piton mosse la sua bacchetta e lanciò un incantesimo
Silenziante intorno a loro, in modo che non ci fosse alcuna
possibilità di venire ascoltati. Il moro era leggermente
sorpreso dal fatto che il professore volesse tenere la discussione
nella Sala Grande, tuttavia era contento che l’uomo non
l’avesse portato fuori dalla vista del bambino. Draco era
già abbastanza spaventato, e, forse, anche Piton lo aveva
capito. Il grifondoro non era sicuro di essere, o meno, nei guai.
“Adesso, ti dispiacerebbe dirmi che cosa ti ha fatto talmente
arrabbiare da farti attaccare il muro? ” chiese
tranquillamente il professore, con voce bassa ma terribilmente
pericolosa.
Harry capì immediatamente che si sarebbe trovato in grossi
guai se non avesse avuto una ragione pìù che
valida, e e relativa a Draco, per la sua rabbia.
Forse si stava sbagliando, ma gli sembrava che l’uomo, in
quel caso, avrebbe potuto chiudere un occhio sul suo comportamento,
essendo più interessato a capire se ci fosse qualche
problema riguardante il bambino. Non appena si ricordò
ciò che Piton voleva sapere, la rabbia appena acquietata
tornò a ribollire in superficie. Era già
abbastanza in ansia per la salute di Draco, e l'odio che provava per
Lucius Malfoy non lo aiutava a placare i suoi sentimenti.
Il grifondoro si mise a riflettere dando le spalle al bambino,
abbassò la testa in modo da nascondergli
l’espressione scura che, lo sapeva, si stava nuovamente
dipingendo sul suo volto. “Con tutte le
probabilità, Voldemort aiuterà presto i suoi
Mangiamorte a scappare e, a quel punto, avrò un motivo in
più per uccidere quel bastardo di Lucius Malfoy,”
disse furioso.
Non registrò lo shock che, per qualche secondo,
attraversò i lineamenti di Piton, ma lo fecero molti altri
nella Sala Grande. Il professore scosse leggermente la testa e
fissò intensamente Harry.
“Ti prego, dimmi, perché ti è venuta
questa improvvisa voglia di commettere un omicidio?” chiese
senza problemi.
Il grifondoro guardò tetro il suo insegnante, ma, per una
volta, questi sembrò capire che quello sguardo non era
davvero diretto a lui e lasciò passare. Harry sarebbe
rimasto estremamente sorpreso se avesse potuto ascoltare i pensieri di
Piton, che, al momento, si stava chiedendo se fosse una buona o una
cattiva cosa che Lucius non fosse lì di fronte al ragazzo.
“Quell’uomo non merita di chiamare Draco
figlio,” sputò fuori.
Gli occhi di Piton si strinsero, sospettosi. “Che
cos’è che hai scoperto, di preciso?”
chiese.
“Non quanto avrei voluto,se ho intenzione di dare veramente
una mano a Draco, ma abbastanza per aiutare me stesso, farò
tutto quello che posso per aiutarlo,” disse pieno di rabbia.
Il professore lo esortò con gli occhi e il ragazzo
continuò a spiegare quel poco che sapeva. “La
scorsa notte Draco si è svegliato urlando per un incubo. Era
assolutamente terrorizzato. Gli ho parlato, ma tutto quello che sono
riuscito a fargli dire è dire è che si trattava
di un sogno riguardante qualcosa di veramente accaduto. L’ho
calmato e gli ho detto che ne avremmo parlato oggi.”
“E Blaise Zabini?” chiese Piton.
“Blaise non ne sa molto di più, ma voleva sapessi
che Draco fa ancora gli stessi incubi, piuttosto frequentemente. Ha
detto che l’unica ragione per cui ne è venuto a
conoscenza è che Draco, qualche volta, ha
dimenticato di mettere incantesimi Silenzianti intorno al suo
letto,” spiegò.
“Che altro?” domandò l’uomo,
con gli occhi sempre più stretti.
In risposta, l’espressione del moro diventò ancora
più scura; serrò saldamente i pugni lungo i
fianchi. “Il fottuto bastardodeve aver punito Draco
severamente, come minimo da prima che che avesse quattro anni. Blaise
non sapeva nient’altro, a parte il fatto che, il paio di
volte in cui ha sentito Draco avere i suoi incubi, l’ha
sentito supplicare pietà a suo padre. Nessun bambino
dovrebbe supplicare pietà al proprio padre."
Piton sembrava a metà tra l’essere orripilato e
totalmente furibondo. Non era una combinazione gradevole. Anche lui si
passò una mano tra i capelli, agitato, come aveva fatto
prima il moro.
“Perché non lo sapevo?” chiese. La sua
voce conteneva sia furia crescente che frustrazione. Harry sapeva
quanto lui stesso si era arrabbiato per quella faccenda, e poteva solo
immaginare cosa stesse provando l’uomo. Draco era il suo
figlioccio, e non sapeva nemmeno che questi avesse degli incubi a causa
di suo padre. Non sapevano nemmeno esattamente che cosa Lucius gli
avesse fatto.
“È solo una supposizione, ma scommetterei che
Lucius abbia minacciato la sua vita se l’avesse detto a
qualcuno. Quel miserabile fottuto bastardo,” sputò
Harry. “Inoltre, sono sicuro che Draco abbia minacciato
Blaise e i suoi compagni di dormitorio se avessero detto qualcosa. A
quanto mi ha detto, Draco si rifiutava di parlarne.”
Il fatto che non stesse nemmeno commentando era una testimonianza di
quanto Piton stesso fosse furioso con Lucius, senza contare il fatto
che non stava togliendo punti per il linguaggio o
l’atteggiamento di Harry.
“Così, perché Blaise te l’ha
detto?” indagò il professore.
Il grifondoro riservò all’uomo uno sguardo omicida
che rivaleggiava con il suo. “Perché Blaise ha
immaginato che farò tutto quello che posso per
Draco. Forse, spera che io possa aiutarlo vedendo come Draco sia
propenso a parlare a quest’età, o almeno come ci
riesca con me.”
Improvvisamente, il pugno dell’insegnante colpì il
muro di pietra e il moro spalancò gli occhi, shockato dal
fatto che Severus Piton, il largamente riconosciuto Signore del
Controllo stesso, aveva reagito come lui. Sapeva che c’erano
dei maschi che tendevano a colpire le cose quando si arrabbiavano
molto, ma non si sarebbe mai aspettato quel tipo di reazione parte di
quell’uomo. Se lo aspettava da persone come Zio Vernon e
Dudley, ma sicuramente non da un uomo come Piton.
Harry non era esattamente orgoglioso del proprio comportamento, avrebbe
potuto scommettere che il professore non sarebbe stato contento di
sé per aver perso il controllo in quel modo –
specialmente per il fatto di aver imitato la sua reazione.
Probabilmente non era l'unica persona che cedeva a sfoghi violenti nei
momenti di rabbia.
Che altro avrebbe dovuto fare? Sfoderare la sua bacchetta e iniziare a
maledire Harry e Blaise in qualità di messaggeri?
Probabilmente avrebbe proprio voluto farlo, e il grifondoro sentiva di
essere dannatamente grato del fatto che stava invece colpendo il muro.
Se non altro, alla fineHarry sapeva che, ora, non l’avrebbe
punito per il suo comportamento.
Qualunque fosse la ragione per cui aveva colpito il muro, la
frustrazione e il furore di Piton avevano ovviamente raggiunto il punto
in cui c’era il bisogno di qualche tipo di sfogo. Il moro non
ne era particolarmente sorpreso, immaginava che la sua frustrazione
potesse aver facilmente sorpassato il livello di massima sopportazione
all’idea che proprio Harry Potter, tra tutte le persone,
fosse quello di cui Draco si fidava, piuttosto che lui stesso;senza
contare tutto il resto.
I due non avevano una buona storia alle spalle, ma in
quell’esatto momento, il ragazzo sentì una certa
affinità con l’uomo. Harry inarcò un
sopracciglio. “Non aiuta molto, ma da un minimo di
soddisfazione, vero?” chiese.
Piton annuì brevemente. Sfoderò la bacchetta e
lanciò un incantesimo che guarì la sua mano, la
mosse in direzione di quella dell’altro che guarì
allo stesso modo.
“Mi terrai informato in tempo reale non appena scoprirai
qualcosa,” disse brevemente.
Harry annuì semplicemente.
“E, Potter,” disse l’altro con molta
calma. “Ti aiuterò personalmente a
ucciderlo.”
Il ragazzo annuì di nuovo, non esattamente sorpreso da
quella dichiarazione. “Sì, signore.”
Il professore mosse di nuovo la bacchetta, facendo svanire
l’incantesimo Silenziante. Insieme si voltarono e tornarono
ai loro rispettivi tavoli. Il grifondoro capì due cose in un
solo momento. Draco stava piangendo mentre Blaise stava cercando di
trattenerlo e il resto della sala era assolutamente silenziosa mentre
li fissava in stato di shock. Al momento, non si curò di
essere sotto lo sguardo di tutti e focalizzò la sua
attenzione sul bambino.
Appena Blaise capì che la sua attenzione era sul bambino, lo
lasciò andare e il piccolo fagotto volò tra le
braccia del più grande. Questi si abbandonò sulle
ginocchia e abbracciò forte il bambino piangente,
seppellendo la faccia nei suoi capelli, come stava facendo Draco con i
suoi vestiti. Il grifondoro gli mormorò parole rassicuranti
e, gradualmente, il piccolo iniziò a tranquillizzarsi e a
singhiozzare di meno.
“Harry,” lo richiamò Blaise da dietro.
Il moro alzò lo sguardo e vide che l’altro gli
stava tendendo un fazzoletto. lo prese e cominciò ad
asciugare il viso al bambino ad aiutare il bambino ad asciugare il viso
e soffiare il naso.
“Dovrò comprarne un po’ di
questi,” mormorò a sé stesso.
Il serpeverde lo sentì e gli sorrise. “Draco ne ha
a tonnellate giù nei dormitori.”
Il piccolo preso in questione guardò verso l’alto
con curiosità. “Ho delle cose qui?”
chiese. Ovviamente non ci aveva pensato.
Blaise annuì. “Hai un sacco di cose giù
nei dormitori di Serpeverde, che aspettano solo il tuo
ritorno.”
“Ti piacerebbe andare a darci un’occhiata
più tardi?” chiese Harry. “Se non altro,
risolverò il problema dei fazzoletti,”
mormorò.
Il serpeverde gli sorrise, ma si rivolse al piccolo. “Posso
portarvi lì entrambi oggi dopo lezione, se vi va,”
si offrì.
Gli occhi di Draco si accesero un po’. “Mi
piacerebbe,” disse timidamente. Poi,
però, si girò verso il suo custode ricordando gli
eventi della mattinata. Afferrò la mano del ragazzo,
esaminandola più da vicino.
“La mia mano sta bene. Anche il tuo padrino sta bene. Ci ha
guariti entrambi, siamo come nuovi,” disse allegramente.
Il mento del piccolo tremò un po’.
“Avevo paura. Sembravate entrambi così
arrabbiati,” sussurrò.
In quel momento, era come se Harry si fosse colpito da solo.
“Draco,” disse fermamente, fissando il bambino
negli occhi. “Non importa quanto sia arrabbiato. Non ti
farò mai del male. Non sono arrabbiato con te e, anche se lo
fossi, non ti farei mai comunque soffrire.”
“E Severus?” chiese con voce veramente sottile.
“Lui è amico di mio padre.”
Solo per il bene del biondo il grifondoro riuscì a
nascondere i suoi sentimenti dietro una maschera. Draco non se ne
accorse, fortunatamente, ma Blaise notò che il ragazzo aveva
improvvisamente serrato i pugni dietro la schiena del più
piccolo.
“Draco, lo stesso vale per Severus. Non importa se
è amico di tuo padre o meno. Non ti farà mai del
male, anche se fosse arrabbiato con te, o con qualcun altro, come
oggi,” spiegò il moro.
Il piccolo serpeverde sembrava ancora preoccupato e il più
grande cercò un modo per calmare questo bambino che gli
stava spezzando il cuore(per calmarlo poiché il vederlo
così gli stava spezzando il cuore). “Draco, hai
visto che abbiamo entrambi colpito il muro?” chiese.
Questi annuì.
“Bè, vedi, l’abbiamo fatto
perché eravamo arrabbiati e non volevamo fare del male a
nessuno. Proprio come me, se Severus si arrabbia troppo e vuole
picchiare qualcuno, piuttosto che farlo colpisce il muro.”
Sia Harry che Blaise notarono che il biondo aveva sobbalzato quando il
ragazzo aveva pronunciato la parola picchiare. I pugni del moro si
serrarono ancora più strettamente dietro al più
piccolo. Senza saperlo, Draco stava confermando i loro sospetti.
Sembrava che Lucius Malfoy avesse la tendenza a fargli del male in
qualche modo.
Però il bambino sembrava finalmente più calmo, e
aveva un’espressione pensierosa in viso.
“Così, se finisco nei guai, Sev’rus non
mi farà del male? Darà solo un pugno al muro se
si arrabbierà troppo?” chiese tranquillamente.
Il grifondoro semplicemente annuì.
Draco si voltò verso il compagno di casa. “E tu
davvero non hai fatto niente per fare del male a Harry?”
chiese.
“No, Draco, ti ho detto che non avrei fatto niente del genere
e non l’ho fatto,” rispose l’altro
sommessamente.
Il biondino sospirò. “Quindi è tutto a
posto?” chiese a Harry.
Questi sorrise dolcemente. “Sì, è tutto
a posto. Penso che la colazione sia ormai finita. Che cosa ne dici di
andare a prendere le nostre borse e andare di corsa in classe? Te la
senti ancora?” chiese.
Draco si rimise in piedi e annuì vigorosamente, correndo a
prendere la sua borsa. Harry sbatté le palpebre, un
po’ stupefatto che il suo umore potesse cambiare
così facilmente.
“Siamo nei guai con Piton?” chiese Blaise in fretta
e silenziosamente.
L’altro scosse la testa. “No. È solo
arrabbiato con Lucius.”
Non ebbero tempo per continuare la conversazione mentre arrivavano al
tavolo. Draco stava lottando per far passare il braccio attraverso la
tracolla della borsa. Harry lo aiutò a mettere lo zaino poi
raccolse il suo.
Tese la mano al bambino. “Andiamo?” chiese
allegramente, pronto a partire e mettendo da parte ciò che
era appena successo per pensarci più tardi.
“Sì!” esclamò il
più piccolo.
Il grifondoro rise. “Vorrei avere la tua stessa voglia di
andare a lezione la mattina,” disse con aria rassegnata
mentre camminavano.
“Anche io,” mormorò Blaise, procedendo
dall’altra parte di Draco. Tiger e Goyle li stavano
tranquillamente seguendo. Appena si avvicinarono alle porte principale,
Hermione e Ron si avvicinarono mettendosi dall’altro lato.
"Voglio vedervi fare magie," disse il bambino eccitato.
Il moro gli sorrise. "Forse non ci sarà bisogno di tenerti
occupato con le tue cose a lezione oggi. Sarai troppo occupato a
guardare tutti," disse spiritoso.
"Se non che avete Ruf oggi. Ma non ci sarà comunque alcun
bisogno di tenerlo occupato perchè si
addormenterà esattamente come tutti gli altri," disse Blaise
ridendo.
Harry e Ron risero con lui, mentre Hermione gli lanciava
un'occhiataccia. Il moro era leggermente impressionato dal fatto che
Ron stesse ridendo invece di guardarli male. Si chiese quanto
l’amica lo avesse istruito durante colazione. Qualunque fosse
la ragione per cui tutti stavano andando d'accordo, almeno
temporaneamente, Harry ne era grato.
Era anche estremamente grato che Hermione e Ron non lo stessero
tartassando per avere spiegazioni su quello che era appena successo
nella Sala Grande. Sia lui che Draco si erano già abbastanza
nervosi da bastare per tutta la giornata a venire, e per una volta i
suoi amici sembravano averlo capito. Oltre a questo, sapevano che
sarebbe esploso se si fossero azzardati a sconvolgere nuovamente il
bambino interrogandolo proprio adesso.
"Nessun altro prende appunti in classe oltre a me?" sbuffò
la ragazza.
Blaise guardò il piccolo con aria rassegnata. "In
realtà, di solito lo fa Draco, quindi immagino di essere nei
guai finchè non sistemeremo la faccenda. Pansy di solito
prende appunti, forse potrei parlarle per convincerla a passarli,"
disse pensieroso.
"Allora farai meglio a pensare a quello che dovrai darmi in cambio,"
disse la ragazza appena nominata comparendo alle spalle del compagno di
casa.
Questi girò su sè stesso e tornò
indietro, affrontandola faccia a faccia. "Ah, andiamo, Pansy cara. Tu
sai che vuoi passarmeli perchè mi ami," disse dolcemente,
sbattendo le sue lunghe ciglia scure per lei.
La ragazza sbuffò in modo molto poco femminile. "Nei tuoi
sogni, Zabini," disse bruscamente, anche se stava cercando di
sopprimere un sorriso.
Blaise le fece l'occhiolino prima di voltarsi e tornare di nuovo dagli
altri.
Harry stava ridendo. "Merlino, ho un certo senso di
déjà vu. Sembra che non importi a quale casa si
appartenga, le suppliche per gli appunti sono sempre le stesse." Ron e
Hermione fulminarono il loro amico.
"Non guardarmi così, Ron," disse ridendo. "Imploriamo
Hermione nello stesso identico modo, come Blaise ha appenna implorato
Pansy. E vorrei scommettere che anche lei finirà per cedere,
proprio come fa Hermione, perchè hanno pietà di
noi poveri senza speranza, che siamo colpiti da un incantesimo
soporifero pochi minuti dopo essere entrati nella classe di Ruf."
Risero tutti a quelle parole, ma entrambe le ragazze si chinarono un
po' in avanti e si scambiarono uno sguardo.
"Penso che dovremmo farli soffrire," disse colloquialmente la
serpeverde all'altra.
"O farli pagare molto," condordò questa.
Le due annuirono tra loro, poi andarono dritte per la loro strada,
ignorando i ragazzi.
"Merlino, Harry! Perchè hai dovuto aprire quella tua
boccaccia?" esclamò Ron.
"Già, Harry! Ora siamo fottuti!" gridò Blaise.
"Mi dispiace! Non volevo! Stavo solo cercando di farvi notare che i
membri delle nostre due case non sono poi così diversi come
abbiamo sempre pensato," disse senza speranza l'accusato. Ironia della
sorte, facendo fronte comune contro di lui, in quel momento tutti
stavano andando d’accordo.
"Sì, adesso tutti noi idioti siamo bloccati senza appunti di
storia," ringhiò il rosso per finta.
"Quando troveremo qualcun'altro a cui scroccare gli appunti, Weasley,
dovremo solo lasciare Harry fuori dal giro," disse il serpeverde.
"D'accordo," disse l'altro risoluto.
Poteva stare al gioco, pensò l'altro grifondoro con un
intimo sorriso. Guardò dispiaciuto il più piccolo
del gruppo, che era stato ad ascoltare lo scambio di battute con occhi
spalancati. "Bè, Draco, immagino che saremo solo tu ed io.
Dovrò contare su di te per tenermi sveglio durante Storia
della Magia dopotutto, così potrò davvero
prendere appunti tanto per cambiare."
"Certo, gioca la carta del bambino di quattro anni," lo prese in giro
Pansy.
Harry si strinse nelle spalle. "Bè, se potessi guardare gli
appunti di qualcun'altro...," disse, seguendo lentamente il velato
suggerimento.
"Bene!" sbuffò Hermione, ignorandolo. "Non ti approfitterai
di un bambino."
"Non ti lascerò usare Draco," sbuffò anche Pansy,
fingendo di non prenderlo in considerazione.
Blaise e Ron soppressero un ghigno verso il vile tentativo del moro di
usare Draco come leva, mentre il ragazzo rivolse di nuovo il suo
sguardo verso il bambino. "Ce l'abbiamo fatta per un soffio," gli
sussurrò con fare cospiratorio. "Dobbiamo moltissimo alle
ragazze perchè hanno appena salvato il nostro pisolino della
lezione di Ruf."
"Hai dannatamente ragione," Pansy mise un finto broncio, mentre
Hermione annuì in accordo).
"Ah, riuscirò a ripagarvi in qualche modo," promise il
ragazzo con un sorriso.
"Penso che te la saresti cavata piuttosto egregiamente a Serpeverde,"
disse Blaise con ammirazione.
Harry gli strizzò scaltro l'occhio e sorrise malizioso. "Lo
so," disse semplicemente. Gli altri si fermarono di botto e lo
fissarono in shock, ma il moro non diede loro la possibilità
di fargli domande mentre entrava nell’aula di Trasfigurazione
con Draco.
Scelse dei posti centrali nell'ultima fila. Nel mezzo,
perchè sarebbero stati a metà tra le parti
Grifondoro e Serpeverde della classe. In ultima fila, perchè
sperava di riuscire a tenere il bambino lontano dai riflettori, almeno
un po'.
Hermione e Ron si sedettero dalla parte di Harry e Blaise e Pansy da
quella di Draco. Tiger e Goyle, silenziosi come sempre, si sedettero
direttamente di fronte ai due. Il grifondoro era grato che la stazza
dei due Serpeverde lo avrebbe aiutato a schermare il bambino dal resto
della classe. Si chiese brevemente se si fossero seduti lì
per quel motivo e decise che doveva essere così. Non erano
nient'altro che leali verso Draco. In quella giornata non avevano fatto
altro che rinforzare quel giudizio.
Harry aiutò il piccolo a togliersi lo zaino prendere i
pennarelli e qualche foglio bianco in modo da permettergli di disegnare
durante l’ora, qualora lo avesse voluto. Era la prima lezione
dell'anno e immaginava di dover prendere un sacco di appunti, almeno
per un po', se non per tutto il tempo.
Mentre il bambino iniziava allegramente a colorare, Hermione
catturò la sua attenzione. Lei e Ron lo stavano guardando
con aria preoccupata.
"Stai bene?" sussurrò silenziosamente la ragazza.
Harry annuì. "Sto bene."
"Ci dirai che cosa cavolo è successo questa mattina?" chiese
Ron.
"Abbiamo visto quanto Draco fosse sconvolto e non ci siamo azzardati a
chiedertelo prima," aggiunse Hermione, lanciando al bambino uno sguardo
preoccupato.
Anche Harry gli lanciò un’occhiata. "Credo che
nemmeno adesso sia un buon momento," disse senza far rumore.
"Rispondi solo a una domanda," disse Ron. "Tu e Piton stavate davvero
andando d'accordo?" chiese, con il viso contratto in una smorfia. La
sola idea sembrava incredibile.
L'espressione di Harry si scurì per un momento prima di
riuscire a mascherarla. "Diciamo solo che siamo d'accordo su almeno una
cosa," disse. Lanciò un'altra occhiata al bambino. "Facciamo
due," aggiunse.
La professoressa McGranitt iniziò la lezione, il che non
lasciò alcuna opportunità di continuare la
conversazione. Draco guardava con occhi sgranati l'iguana su cui il
moro si stava esercitando e li spalancò al massimo quando la
fece evanescere. "Wow!" sussurrò. Sicuramente sapeva come
dare a Harry la sensazione di essere davvero riuscito a combinare
qualcosa. Si misero a sorridere insieme mentre guardavano gli altri
esercitarsi negli incantesimi.
Dopo Trasfigurazione, i due seguirono Ron e Hermione alla temuta
lezione di Storia della Magia che era stata oggetto di discussione
quella mattina. Il grifondoro non si prese nemmeno la briga di tirare
fuori le sue cose e quelle del bambino. Se lo prese in grembo e,subito,
questi si addormentò sonoramente. Poco dopo lo
seguì anche il più grande che, con la testa
ciondolante su quella del biondino, lo continuava a tenere fermamente
abbracciato.
Hermione lanciò loro uno sguardo e, semplicemente, sorrise
dolcemente prima di tornare ai suoi appunti. Ruf non notò
nemmeno che in classe fosse presente un bambino, lasciando da parte il
fatto che stesse dormendo sul grembo di un altro studente addormentato
che non stava seguendo affatto.
Dopo un po’, Hermione gli diede una gomitata per svegliarlo.
Questi richiamò gentilmente il piccolo e si diressero a
pranzo. Draco si avvicinò al tavolo Grifondoro nervosamente,
Harry invece lo fece con sicurezza. Era certo che avrebbero ricevuto
un'accoglienza decisamente migliore della sera prima, specialmente da
quando le lezioni erano andate bene per tutta la mattina, senza che
nessuno creasse agitazione.
Il più grande mise il piccolo a sedere tra lui e Hermione
con Ron seduto dall'altra sua parte. Sia che fosse il tavolo Grifondoro
o Serpeverde, Draco era in mezzo a persone che lo avrebbero protetto.
Mentre Harry cominciava a riempirgli il piatto, Neville, Seamus, Dean e
Ginny si sedettero dall'altra parte del tavolo.
"Ehi, ometto," salutò Seamus allegramente, con i suoi soliti
modi turbolenti.
Draco gli sorrise timidamente. "Ciao Seamus," disse semplicemente.
Il ragazzo gli fece l'occhiolino. "Tu e Harry avete fatto un buon
pisolino?" chiese.
"Sì, grazie tante," replicò Harry, rispondendo
per Draco.
Ginny si alzò e offrì la mano al bambino
dall'altra parte del tavolo. "Non siamo ancora stati presentati,"
disse. "Io sono Ginny Weasley, la sorella minore di Ron."
Il serpeverde le strinse la mano con aria grave. "Io sono Draco Malfoy.
Piacere di conoscerti," disse con la sua voce formale, adorabile per un
bambino di quattro anni.
"Anche io sono felice di conoscerti, Draco," disse la ragazza con un
sorriso mentre tornava a sedersi.
"Stai cercando di tenere Harry lontano dai guai?" chiese perfida,
facendo l'occhiolino a Harry.
Seamus sbuffò. "Non con lo spettacolo che ha messo in scena
questa mattina."
Il moro scosse la testa, ma i suoi compagni Grifondoro ovviamente non
recepirono il messaggio. "Già, Harry, che cosa è
successo 'sta mattina?" chiese Dean.
"Niente," disse l'interrogato brevemente.
Questo ovviamente causò un altro sbuffo da parte di Seamus.
"Sì giusto. Tu e Piton stavate soltanto tirando pugni al
muro. Che cosa cavolo è successo?"
Draco aveva abbandonato la forchetta e stava di nuovo tremando al
ricordo di quello che era successo la mattina. Harry fulminò
Seamus, poi tornò a guardare il piccolo. Gli
sollevò il mento. "Ricordi quello che ti ho detto questa
mattina?" chiese.
Il serpeverde annuì.
"Non c'è nessun motivo per cui tu debba avere paura. Devi
solo ricordare che né Severus né io ti faremo mai
del male e non lasceremo nemmeno che te ne faccia qualcun'altro," disse
fermamente il moro.
Questi era a conoscenza che i Grifondoro circostanti avevano spalancato
gli occhi nel sentirlo chiamare il professore con il suo primo nome, ma
li ignorò, rimanendo concentrato su Draco.
"Ricordo," rispose sommessamente.
"Bene," disse Harry. "Ora ricordi quello che ti ho detto riguardo a
come, a volte, le persone dicano certe cose perchè stanno
cercando di proteggere le persone che amano?" chiese.
Il biondino aggrottò le sopracciglia in confusione, ma
annuì. "Sì," disse di nuovo.
"Bè, come tu ti sei preoccupato per quello che è
successo 'sta mattina, anche i miei amici si sono preoccupati,"
spiegò. "Non stanno cercando di spaventarti. Proprio come
te, vogliono solo sapere se sto bene dopo quello che è
successo. Sono anche un po' curiosi perchè di solito non
vado in giro a tirare pugni ai muri," disse ironico.
"Oh," esclamò Draco, mentre un lampo di comprensione gli
attraversava il viso. "E scommetto che sono preoccupati anche
perchè di solito discuti con Sev'rus."
Il grifondoro gli sorrise con aria rassegnata. "Sì, angelo,
quella è una delle ragioni per cui stanno facendo domande,"
ammise.
"Okay, bene allora," disse il piccolo, girandosi a fronteggiare gli
altri. Prese un profondo respiro poi si lanciò nella
spiegazione. "Bene, prima Blasie ha allontanato Harry dicendo che aveva
qualcosa da dirgli e io ho pensato volesse fargli male. All'inizio non
volevo che andasse ma poi mi ha detto che sarebbe andato tutto bene.
Però dopo ha colpito il muro e ho pensato che Blaise avesse
fatto qualcosa per farlo arrabbiare. Harry però ha detto che
non era andata così. Ha detto che lui gli aveva solo dato
delle informazioni e si era arrabbiato pensandoci."
Draco diventò pensieroso per un attimo. "Però non
so ancora quali siano queste informazioni che Blaise gli ha dato. Ma
non credo importi," disse, scuotendo la testa, rispondendo alla sua
stessa domanda. Prese un altro respiro profondo e tornò alla
sua spiegazione.
"Bene, allora Harry mi ha spiegato e mi ha detto che andava tutto bene
e che Blaise non aveva fatto niente di male. Mi ha detto che non
avrebbe mai fatto nulla per farmi del male, ma non pensavo comunque che
l'avrebbe mai fatto. Avevo solo paura che Blaise avesse fatto male al
mio Harry. Allora ho pensato che le cose stessero andando bene, ma poi
sono peggiorate." fece una pausa per prendere un respiro profondo.
Harry stava sorridendo divertito alla versione che il più
piccolo stava dando di quello che era successo la mattina. Una volta
che aveva cominciato, era divertente ascoltare la sua parlantina. Gli
altri Grifondoro lo stavano fissando in vari stati di divertimento,
uniti a confusione e meraviglia. Il moro pensava che tutti avessero
notato che Draco l'aveva chiamato "il mio Harry". Aveva visto i loro
occhi spalancarsi leggermente di più alla quella calma
dichiarazione nel bel mezzo della storia.
"Bè, Sev’rus è arrivato e mi ha fatto
portare al tavolo da Blaise. Voleva che Harry gli dicesse quello che
aveva appena appreso. Non volevo che Harry se ne andasse di nuovo, ma
lui mi ha detto solo che sarebbe andato tutto bene come era successo
prima. Non sono sicuro che quel che aveva detto avesse importanza,
perchè quando Sev'rus ti dice di fare una cosa in quel modo,
è come un ordine," dichiarò il biondino, annuendo
con testa con enfasi.
Harry sorrise mentre tutti i Grifondoro insieme annuivano
automaticamente, in accordo con il Serpeverde. E, a dire la
verità, sapevano tutti molto bene come Piton ordinava di
fare qualcosa. Ascoltavi o, se non lo facevi, sapevi che ci sarebbero
state delle conseguenze da pagare.
"Ho ascoltato Sev'rus perchè non mi azzardavo a non farlo."
continuò. "Ma Harry non mi avrebbe detto che sarebbe andato
tutto bene se non fosse stato vero. Lui mi dice la verità.
Bè, comunque, Blaise mi ha riportato al tavolo e Harry se
n'è andato con Sev'rus. Ma poi mi sono di nuovo spaventato
tanto. Harry sembrava davvero spaventoso ma sapevo che non mi avrebbe
fatto del male. Ma Sev'rus," Draco si fermò momentaneamente
mentre un brivido gli scuoteva il corpo.
Il più grande gli mise un braccio intorno alle spalle,
rassicurandolo, e il piccolo riprese da dove si era fermato.
"Sev'rus sembrava davvero spaventoso," bisbigliò, "Avevo
davvero, davvero paura che potesse fare del male al mio Harry, o a
qualcun'altro."
Draco prese una pausa dal suo discorso e prese un altro respiro
profondo. Questa era la parte brutta della storia e tutti pendevano
dalle sue labbra, mentre ricordava il suo terrore.
Hermione diede un colpetto al braccio del bambino. "Va tutto bene,
Draco. Ti capiamo perchè faceva davvero paura anche a noi."
Il biondino annuì ardentemente. "Bè, è
proprio vero. Sembrava davvero così spaventoso e anche Harry
lo sembrava, e pensavo che stesse per succedere qualcosa di davvero
brutto. Poi Sev'rus ha colpito il muro proprio come Harry. Immagino che
sia stato a causa dell'informazione; deve aver fatto pensare a Sev'rus
la stessa persona perchè si era arrabbiato davvero tanto.
Poi ha guarito la sua mano e quella di Harry. Quello mi ha reso davvero
felice ma ero ancora spaventato. E poi hanno finalmente finito di
parlare e Harry è tornato indietro e mi ha stretto e mi ha
lasciato piangere. E ho pianto veramente, perchè avevo
davvero tanta paura," disse.
Dopo un altro respiro profondo, "Bè, quando ho smesso di
piangere, Harry mi ha parlato e mi ha spiegato tutto. Ha detto che
Sev'rus non mi avrebbe mai fatto del male, proprio come non lo avrebbe
mai fatto lui. Anche se si fosse arrabbiato davvero, davvero tanto e
anche se si fosse arrabbiato con me," disse, con gli occhi di nuovo
spalancati al pensiero che il suo padrino non gli avrebbe mai fatto del
male.
Scosse la testa. "Harry ha detto che non importava se Sev'rus era amico
di mio padre. Non mi avrebbe fatto del male e io credo in Harry. Lui
non mi racconterebbe mai una bugia così."
"No, non lo farei," Harry si inserì nella storia di Draco.
"E tu devi solo ricordartene," disse, dandogli un buffetto sotto il
mento.
Il moro non sapeva se tutti l'avessero recepito, ma sapeva che
Hermione, almeno, aveva capito le implicazioni di quello che il piccolo
stava dicendo. Aveva visto un lampo di comprensione nei suoi occhi
quando lui aveva nominato suo padre. Con uno sguardo intorno al tavolo
vide che anche Ginny aveva capito, a causa dell'espressione orripilata
sul suo viso.
Però, nessuno dei ragazzi sembrava aver intuito qualcosa.
Forse le ragazze avevano uno spirito di osservazione più
acuto, pensò. In ogni modo, era giunto il momento di finire
quella storia.
"Magia il tuo pranzo, Draco. Non hai mangiato poi così tanto
a colazione, con tutto quel trambusto." disse, riportando l'attenzione
del bambino sul pasto.
Draco seguì il consiglio e riprese il pranzo con entusiasmo.
Harry lo guardò silenziosamente per un momento, poi Hermione
catturò il suo sguardo. Anche lei stava guardando il
più piccolo con un nuovo senso di compassione. Lanciando
un'occhiata a Ginny attraverso il tavolo, vide che anche lei lo stava
guardando in quel modo. Il moro ringraziò il fatto che
entrambe le ragazze sapessero tenere un segreto.
Decise di seguire il proprio consiglio e anche lui si si
dedicò al suo pranzo. Dopo che tutti ebbero finito, la
Professoressa McGranitt si fermò dal loro tavolo. "Signor
Potter, Silente vorrebbe vederti nel suo ufficio quando avrai finito di
mangiare," disse stringendo le labbra.
Con uno sguardo Harry capì che non doveva aver approvato il
suo comportamento di quella mattina. Inghiottì gravemente
prima di rispondere. "Sì, signora." Lei annuì e
continuò per la sua strada.
La mente del grifondoro stava lavorando velocemente. Sapeva che avrebbe
dovuto parlare di quello che era successo e, sperava, anche di quello
che aveva trasformato Draco in un bambino di quattro anni. Per
quest'ultima cosa non c'era bisogno della presenza del
piccolo, non aveva proprio voglia di discutere dell'accaduto
di fronte a lui.
Lui sarebbe stato stato molto più esigente dei Grifondoro
riguardo alle risposte. Molti di loro avevano semplicemente accettato
la versione dei fatti del biondino, e non sembravano aver capito di non
aver realmente scoperto il motivo per cui Harry si fosse arrabbiato a
quel modo.
Questi guardò il tavolo Serpeverde. Forse Blaise avrebbe
potuto aiutarlo. Probabilmente, Draco era più abituato al
suo amico che a tutti gli altri. Però, dopo gli eventi della
mattinata, non osava nemmeno allontanarsi da Draco per parlargli.
"Hermione," Harry attirò la sua attenzione. "Mi faresti un
enorme favore? Andresti a dire a Blaise del mio incontro e chiedergli
se verrebbe con me?" chiese, lanciando uno sguardo significativo verso
il piccolo.
Lei annuì in accordo, ma poi guardò nervosamente
il tavolo Serpeverde. "Torno subito," disse con decisione.
Il moro la guardò avvicinarsi ai Serpeverde che, per quel
che poteva dire, non dissero niente di offensivo, ma lei
continuò dritta fino a Blaise. Parlarono per qualche minuto
e il ragazzo si girò, catturando gli occhi di Harry, e
annuì. Hermione tornò subito.
"Ha detto che ti aiuterà e ti ringrazia per avergli dato una
scusa per evitare di andare a lezione di Erbologia questo pomeriggio."
disse ironicamente.
Il moro scoppiò in un'improvvisa risata e si girò
a sorridere a verso Blaise, che gli stava sorridendo compiaciuto. Il
serpeverde incontrò Harry e Draco all'ingresso e si
avviarono lentamente per le scale verso l'ufficio di Silente. Anche con
l'aiuto dell'altro ragazzo, il grifondoro non era ancora sicuro di come
avrebbe distratto Draco dall'incontro nell'ufficio del preside.
* * * * *
RECENSIONI
Hollina: Grazie per la
recensione!! Hai
scritto aggiorna presto... direi che tre mesi non rientra in
“presto”... mi dispiace!! Cercherò di
essere più diligente!!
Summers84: Draco bambino
è davvero
adorabile... mi verrebbe da spupazzarmelo all'infinito!
Nika_night : Grazie di
recensire!!
Comunque Draco è così facile da amare... sia
nella versione adulta
che in quella ridotta!! Che ne dici del continuo della storia di
Lucius? Ti ispira? Bacio
PAMPAM: Grazieeee!!! A
volte volte
tradurre è una vera impresa... perdo il senso
dell'italiano... per
questo devo ringraziare la mia beta: Resha!!
desme: Lucius purtroppo
è una nota
dolente nell'infanzia di Draco, credo sia una ferita sanguinante che
solo Harry può guarire, e per il momento si sta proprio
impegnando!!
Ho adorato questa ff non solo per la storia, ma anche per come
Vorabiza sviluppa i caratteri secondari, come Tiger, Goyle e
Blaise... e aspetta di leggere di Piton!! XD
DJKIKA: Harry trova sempre
una
soluzione!!
Alynna: Credo di averti
tenuta fin
troppo sulle spine con la domanda “ma cosa vorrà
Piton”...ma
credo che questo capitolo ne sia valsa la pena!! E, mi dispiace
tanto, ma Draco ha ancora tante lacrime da versare...ma ci
sarà
Harry a consolarlo!! Comunque adesso che sono di nuovo da sola a
tradurre potrebbe scapparmi qualche vocabolo in inglese!! =P
hay_chan: Haha!! Ti fai le
domande poi
ti rispondi da sola!! Ti adoro...
|
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Capitolo 5 *** Teorie ***
Un paio di
comunicazioni importanti: Resha, la mia beta,
purtroppo è stata allontanata da casa a causa del terremoto,
quindi, almeno per qualche mese, non potrà corregere le mie
traduzioni. A lei e a tutti gli altri sfollati vanno il mio sostegno,
il mio pensiero e i miei più sinceri auguri. La seconda
è che isabato 18 ho un esame di analisi e non
avrò molto tempo da dedicare alla correzione del sesto
capitolo, già tradotto. conto di postarlo tra 10 giorni,
diciamo.
a presto
baci
dede
* * * * *
Declaimer:
Harry
Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K.
Rowling.
Autrice:
Vorabiza
Traduttrice:
dede
Beta:
Resha
Storia
in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795
Buona
lettura!!
* * * * *
Blaise mostrò di avere capito la situazione e si rivolse a
Draco. “Hey, Draco, ti piacerebbe venire a fare un giro con
me, mentre Harry va ai suoi noiosi incontri? Posso mostrarti qualche
ritratto interessante che ha sempre dei gossip favolosi,”
disse, provando ad attirare il bambino.
Draco sembrava intrigato, ma non si fidava ad allontanarsi dal
grifondoro. Guardò in su verso di lui con aria preoccupata.
“Andrà tutto bene, finché non andrai
troppo lontano,” disse il più grande,
accondiscendente, cercando di placare la paura del biondino.
“Ah, non lo porterò lontano,” disse
Blaise. “I ritratti con i gossip migliori sono vicini
all’ufficio di Silente. Ci allontaneremo solo di poco. Qui
vicino ci sono anche delle statue.” Sussurrò al
piccolo, “Sono sicuro che una sia un drago
incantato.”
Gli occhi di Draco si illuminarono. “Proprio come il mio
nome,” disse sottovoce.
Il moro annuì con aria d’intesa.
“Sì, so che a sedici anni pensavi che fosse
davvero incantato,” disse, indorando la pillola.(*)
Harry ringraziò il cielo, dato che il piano di Blaise per
distrarre Draco sembrava funzionare in modo da evitargli di presenziare
all’incontro, ma, da una parte, gli dispiaceva non poter
partecipare all’esplorazione lui stesso. “Sembra
che ti divertirai un sacco, angelo,” disse.
Il biondo annuì entusiasticamente, ma poi tornò a
preoccuparsi. Arrivati ai gargoyle di pietra Harry gli
s’inginocchiò accanto. “Sarò
giusto qui nell’ufficio di Silente. Se avrai bisogno di me,
Blaise ti riporterà subito indietro,” disse.
Il bambino guardò il suo compagno di casa.
“Promesso?” chiese.
“Promesso,” disse questi solennemente
“Va bene, allora,” rispose Draco, di nuovo allegro.
Harry guardò con aria rassegnata i gargoyle di pietra e
realizzò di non aver chiesto la parola d’ordine
alla McGranitt. “Puoi andare a fare un giro con Blaise, ma
prima faremo un piccolo gioco,” disse.
“Che tipo di gioco?” chiese il più
piccolo con interesse.
“Inizieremo nominano tutti i tipi di dolci che ci vengono in
mente,” spiegò. “Ti va?”
Draco annuì entusiasticamente e iniziò ad
elencare tutti i tipi di dolci magici.
Blaise inarcò un sopracciglio con aria interrogativa, ma
Harry scosse la testa e continuò ad ascoltare il biondino.
Gli venne in mente che avrebbe dovuto portare il bambino a Hogsmeade.
Avrebbe adorato Mielandia, anche perché il grifondoro era
sicuro che fossero stati inventati molti altri dolci da quando Draco
aveva quattro anni. Harry non era sicuro che questo avrebbe funzionato
davvero perché, forse, Silente avrebbe potuto facilmente
usare uno dei più recenti dolci come parola
d’ordine.
Però, Draco sembrava avere trovato la parola giusta infine,
quando ‘palle di gelatina’ fece muovere il
gargoyle. Il piccolo rimase senza fiato e sgranò gli occhi,
guardando la statua.
Harry sorrise. “Ora devi solo ricordarti ‘palle di
gelatine’ se hai bisogno di venire da me prima che abbia
finito. Non dovrei metterci molto.”
Il più piccolo annuì solennemente.
“Farò il bravo con Blaise e non andrò
lontano,” promise.
Il suo custode lo baciò sulla fronte. “So che
farai il bravo, angelo. Ora vai e divertiti.”
Blaise sorrise e offrì la mano al bambino. Questi la
accettò, questa volta, e insieme si diressero giù
verso l’ingresso. Draco si guardò dietro le spalle
una volta e Harry lo salutò prima che arrivasse alle scale
mobili.
Merlino, perdere di vista il bambino lo spaventava almeno quanto il
biondino stesso era spaventato all'idea di allontanarsi da lui. Non
erano passate neanche ventiquattro ore e il grifondoro si era
già irrimediabilmente attaccato al ragazzino. Non voleva
nemmeno pensare a quello che sarebbe successo una volta che Draco fosso
tornato ad essere quello di una volta.
La porta in cima alle scale era aperta e Silente lo invitò
ad entrare. “Entra, ragazzo mio, e siediti. Potrei chiedere
dove si trova il Signor Malfoy?” chiese.
Harry lanciò un’occhiata a Piton, che lo stava
fissando. “Non volevo che Draco assistesse a questo incontro.
Sembra fidarsi abbastanza di Blaise e, insieme, abbiamo fatto in modo
di fargli fare un giro intorno a questa zona del castello. Ha accettato
finché non si fosse allontanato troppo.”
“Ah, e immagino che il Signor Zabini gli abbia promesso di
mostrargli la statua del drago,” disse Silente nel suo
esasperante modo in cui sembrava sapere tutto, con gli occhi
scintillanti di malizia.
Il moro lo guardò sospettosamente. “Sì,
sembrava un’idea divertente per Draco.”
“Non mi sorprende, è il preferito del signor
Malfoy,” disse Silente. “Ma, forse, dovremmo
parlare di cose serie prima che tornino.”
Harry e Piton annuirono. “Harry, ti dispiacerebbe spiegarci
esattamente che cosa è successo questa mattina?”
Il ragazzo inspirò profondamente e descrisse gli avvenimenti
della mattina. L’unico dettaglio importante che
tralasciò, fù il suo desiderio di uccidere Lucius
Malfoy e il successivo supporto di Piton per la faccenda. Quando ebbe
finito di raccontare, stava di nuovo fremendo di rabbia a causa di
quello che il maggiore dei Malfoy aveva fatto a suo figlio. Era
così arrabbiato che non aveva nemmeno chiesto i dettagli di
come esattamente il bambino fosse stato punito.
“Severus, è un resoconto
accurato?”chiese Silente più come
formalità. Se non fosse stata accurata, sapevano tutti che
Piton l’avrebbe corretto immediatamente.
Quest’ultimo annuì brevemente, e Harry
realizzò che l’espressione di Piton era scura e
arrabbiata come era stata la mattina. Se Lucius Malfoy fosse stato di
fronte a loro in quel momento, entrambi l'avrebbero ucciso volentieri.
“Bene ragazzi miei, il vostro comportamento è
piuttosto comprensibile, adesso,” disse Silente grave.
“Sfortunatamente,non sono sicuro che ci sia molto che
possiamo fare. Nient’altro oltre a quello che sta
già facendo Harry, provando a far parlare Draco e confidarsi
riguardo a quello che gli è successo, sperando che il
bambino possa davvero guarire.”
“Albus, io non sono un tuo ragazzo,”
digrignò Piton tra i denti.
Silente sventolò semplicemente una mano nella sua direzione.
Harry cercò di trattenersi dal sogghignare, ma avrebbe
scommesso che avevano già avuto questa discussione prima di
allora.
“Devo chiedervi di astenervi dall’avere questo tipo
di discussioni nella Sala Grande, in futuro,” disse Silente.
“Capisco che Draco è ancora abbastanza insicuro
nello stare lontano da Harry, e questo fatto influenza molto il luogo
della discussione di questa mattina. Inoltre, la vostra rabbia
è decisamente comprensibile, ma anche abbastanza inquietante
da vedere, in modo particolare se non se ne conoscono i
motivi.”
“Capisco, Albus,” disse Piton, annuendo brevemente.
“Sì, Preside,” concordò Harry.
“Ora che le formalità della vostra punizione sono
finite, credo che ci sia altro i cui parlare riguardo
all’attuale condizione del Signor Malfoy.”
Di soprassalto, il grifondoro realizzò che Silente stava
ponendo lui e Piton alla pari, rivolgendosi loro in quel modo riguardo
all’incidente di quella mattina, e la rivelazione
più sorprendente era che Piton non sembrava aver nulla da
ridire. Harry scosse la testa, riportando la sua attenzione alle parole
del Preside.
“Capisco che hai scoperto alcune informazioni,
Severus,” disse Silente dirigendo la conversazione.
Piton annuì. “Sì, ma devo ammettere che
non le capisco completamente. Ho controllato la pozione di Draco
l’altra notte e ho scoperto che era un preparato perfetto di
una pozione ringiovanente. È una pozione estremamente
difficile, in parte perché richiede precisi ingredienti che
vanno aggiunti in un preciso momento per ottenere il numero desiderato
di anni da diminuire. La pozione di Draco era fatta perfettamente per
togliergli dodici anni, per portarlo alla sua attuale età di
quattro.”
Piton inarcò un sopracciglio. “Non mi sorprende
che il ragazzo sia stato capace di preparare questa pozione. Conosce le
sue pozioni. Ma è proprio questo che mi confonde. Sono
sicuro che fosse a conoscenza di quello che stava preparando. Alcuni
degli ingredienti di cui aveva bisogno li avevamo usati per la pozione
che avevo assegnato ieri, ma non tutti. È solo che non
capisco come possa avere accidentalmente sbagliato a preparare questa
pozione.” Concluse.
“Stai ipotizzando che abbia fatto la pozione
deliberatamente?” chiese preoccupato Silente.
Piton si strinse nelle spalle, impotente, e Harry si sfregò
gli occhi, chiedendosi se si stava immaginando le cose. Il Potion
Master che conosceva non era mai insicuro di qualcosa, ma adesso stava
mostrando di essere umano come il resto di loro – di fronte a
Harry, non di meno.
“Non ha assolutamente senso che abbia fatto la pozione
deliberatamente, ma non vedo come potrebbe essere altrimenti. Sono
sicuro che il ragazzo dovesse sapere esattamente come far esplodere il
calderone senza alterare le proprietà della pozione
stessa,” spiegò Piton. “Inoltre, Draco
è stato l’unico a essere colpito dalla pozione,
era dosata. Non me lo sono domandato fino all’altra notte, ma
quando sono tornato su quello che era successo, mi sono accorto che la
pozione era evidentemente riservata soltanto a lui.”
“Presumo che ci sia un antidoto,” chiese Silente.
Piton annuì. “Questa è
l’altra cosa che non capisco. Se Draco ha fatto questa
pozione deliberatamente, sono sicuro che sapesse anche che
l’antidoto che gli avrebbe permesso di tornare alla sua
età è, sfortunatamente, una pozione che richiede
quattro mesi per essere preparata correttamente. Ci vuole molta
attenzione nel processo di preparazione e deve essere bevuta
ventiquattro ore dopo che l’ingrediente finale sia stato
aggiunto. Invecchiare è molto meno semplice che
ringiovanire.”
“Questo, almeno, ha senso,” disse Silente.
“Generalmente, persone vogliono essere più
giovani, non più vecchie. Supporrei che la lunga
preparazione dissuada gli adolescenti, in particolare, dal provare ad
aggiungersi un paio d’anni.”
Piton annuì assente. “Sì, credo che
questi siano fattori da furono considerati quando la pozione originale
fu creata. Ma perché Draco si è sottoposto a una
pozione come questa, sapendo che ci sarebbero voluti quattro mesi prima
di poterlo fare tornare al suo stato originale?”
La stanza rimase silenziosa per un paio di minuti mentre i tre
pensavano a quello che era appena stato detto.
“Se questo è quello che ha fatto, penso di capirne
il perché,” disse Harry sommessamente.
Entrambi gli uomini si voltarono verso di lui con sorpresa.
“Perché pensi che l’abbia fatto
deliberatamente?” chiese Silente preoccupato.
“Lei ha detto che probabilmente avrebbe ricordato tutto
quando sarebbe tornato grande, giusto?” chiese il grifondoro.
“Sì, considerando quello che non sappiamo di ieri,
non possiamo saperlo con certezza, ma con queste pozioni, è
sicuro che ricorderà tutto quello che accadrà
mentre è ringiovanito,” spiegò Piton,
scivolando facilmente nella modalità professore.
Il grifondoro annuì. “Allora, penso che anche solo
questa ragione potrebbe essere sufficiente per fargli considerare
l’idea. Più conosco Draco, più conosco
suo padre, e riesco a capire il suo desiderio di tornare indietro e,
essenzialmente, ricrearsi delle migliori memorie
d’infanzia,” spiegò quasi
malinconicamente.
Piton e Silente sembravano aver capito le possibili motivazioni di
Draco, adesso, ma il ragazzo continuò.
“Sfortunatamente, non conosco Draco così bene come
invece vorrei conoscerlo, ma posso immaginare molte altre ragioni per
cui l’abbia fatto. Non so quanto fosse vicino a sua madre
prima che morisse questa estate, ma so che non ha chiesto di lei
nemmeno una volta dall’incidente. A questo punto, entrambi i
suoi genitori sono morti. Deve essere difficile farci
l’abitudine, sia che li si ami o no. I genitori sono genitori
e li si ama lo stesso, che lo si voglia o meno,” disse
sommessamente.
Deglutì rumorosamente prima di continuare, poiché
non gli piaceva quello che stava rivelando su sé stesso
parlando di Draco. “Non sappiamo esattamente che cosa abbia
fatto Lucius a suo figlio durante tutti questi anni,ma sappiamo che
è stato qualcosa di brutto. Draco era arrabbiato con me
perché avevo spedito suo padre ad Azkaban, la scorsa
primavera, ma potrei scommettere che fosse solo una facciata, e che,
dentro, se ne sentisse sollevato. No, anche se avesse davvero voluto
suo padre in prigione, si sarebbe vendicato di ogni affronto subito,
come un vero Malfoy, ma nel profondo, secondo me, era felice di averlo
in un posto dove non poteva fargli del male, quest’estate."
“Penso che tu capisca Draco meglio di quanto
pensi,” disse Piton tranquillamente.
Harry si strinse nelle spalle. “Ho passato un sacco di tempo
pensando a lui durante l’estate.”
Il professore sollevò un sopracciglio con aria
interrogativa, ma il moro lo ignorò e continuò
con le sue teorie riguardanti le ragioni per cui il serpeverde avrebbe
assunto la pozione ringiovanente. “Sono sicuro che Draco ci
abbia pensato molto quest’estate. Con un padre
improvvisamente in prigione e una madre morta, chiunque si sarebbe
seduto a pensare e a rivalutare la propria vita. E se avesse realizzato
che non gli piaceva particolarmente quello che vedeva e avesse voluto
un nuovo inizio? Un metodo decisamente inusuale forse, ma tornare
indietro e ricreare una parte della propria infanzia ha abbastanza
senso quando ci si ferma a pensarci.”
Harry guardò Piton, piuttosto sorpreso del fatto che lo
stesse lasciando divagare sulle sue teorie, ma continuò lo
stesso. Aveva il vantaggio di aver speso innumerevoli ore pensando a
Draco durante l’estate, e questa storia della pozione
ringiovanente si stava davvero inserendo bene nei suoi pensieri
riguardo a lui.
“Draco è a Serpeverde per una ragione. Nella sua
posizione, sarebbe stato un piano davvero astuto ritornare
all’età di quattro anni. Sa molto bene che,
nell’insieme, non è molto ben-voluto nella scuola
al di fuori della sua casa. Gli ci vorrebbero molto più di
quattro mesi per convincere le persone del fatto di aver cambiato
atteggiamento, se è quello che aveva scelto di fare. Invece,
se avesse preso la pozione, sarebbe potuto diventare un adorabile
bambino di quattro anni con molte più possibilità
di farsi piacere dalla gente. Sapendo che non avrebbe ricordato niente
del suo passato tornando all’età di quattro anni,
avrebbe anche avuto l’occasione di sapere come sarebbe stato
vivere senza l’influenza di suo padre. Bè, non la
stessa influenza, in ogni caso. Se Draco avesse deciso di voler
cambiare, doveva sapere che le sue abitudini ormai radicate sarebbero
state difficili da interrompere. Particolarmente se suo padre avesse
provveduto a radicargliele personalmente,” finì
Harry, scuro in viso.
“Penso che la tua teoria sia davvero valida, ragazzo
mio,” disse Silente con aria contemplativa.
Piton guardò il ragazzo con occhi stretti.
“Potter, come hai fatto ad arrivare a queste conclusioni da
solo? Sei sicuro che la tua casa non dovesse essere
Serpeverde?” chiese sospettosamente.
Harry sorrise. “Sta dicendo che la mia teoria riguardo al
possibile piano di Draco è degna di un
serpeverde?” chiese.
Il professore lo fissò e il grifondoro cedette, ancora
sogghignando. “Il Cappello Parlando voleva mettermi a
Serpeverde,” ammise.
Piton si strinse la radice del naso e chiuse gli occhi.
“È ovvio,” mormorò.
“Solo un serpeverde avrebbe potuto immaginare un piano
simile, e sia che fosse questo il piano di Draco o no, tu hai dedotto
questa teoria da solo. Merlino, non mi sorprende che io abbia lottato
con te tutti questi anni. Continui a scivolarmi tra le dita
perché hai l’astuzia di un dannato
serpeverde,” continuò mormorando.
“Grazie, signore,” disse Harry sfacciatamente, il
suo sorriso ancora più largo, se possibile.
L’uomo lo fulminò con lo sguardo ma al ragazzo
sembrò vero solo per metà. Piton si
girò all’improvviso verso Silente. “Tu
lo sapevi, vero, Silente?” chiese, aspettando la risposta.
Gli occhi di Silente scintillavano come pazzi.
Annuì.”Sì, credo di avere avuto una
discussione con Harry riguardo ciò alla fine del suo secondo
anno.”
“Questo spiega molte cose,” mormorò
l’altro, scuotendo la testa.
Harry decise di avere pietà dell’uomo e
tornò alle sue teorie riguardo al bambino. “Credo
di poter ipotizzare un’altra ragione per cui Draco avrebbe
fatto qualcosa di così drastico,” disse.
“E sarebbe?” chiese Silente.
"Draco sarebbe al sicuro da Voldermort, in particolare durante le
vacanze natalizie. Se avesse scelto di non seguire i passi di suo
padre, allora sarebbe stato sicuro di essere un perfetto bersaglio. Un
bambino di quattro anni sarebbe molto più al sicuro del
figlio sedicenne del braccio destro di Voldemort. Se non altro, sarebbe
stato libero dal ricevere il Marchio Nero per almeno i prossimi quattro
mesi,” spiegò.
“Bene, sembrerebbe che il Signor Malfoy avesse un certo
numero di ragioni per scegliere di fare qualcosa di così
drastico,” disse Silente. “E molte di queste sono
abbastanza valide e valgono il rischio.”
“Sono sicuro che abbia valutato tutte le opzioni
accuratamente, signore,” disse Harry. “Se
è stata una scelta deliberata, allora sono sicuro che abbia
minimizzato i rischi per quanto gli sia stato possibile. Questo
potrebbe essere anche il perché della sua scelta di averlo
voluto fare a scuola. Durante l’estate sarebbe stato troppo
vulnerabile come bambino. Qui, sapeva che sarebbe stato protetto.
Inoltre, c’è da aggiungere che
quest’anno non ci sono né i GUFO né i
MAGO. Lui è estremamente intelligente. Perderà
metà anno, ma avrà anche il resto
dell’anno per recuperare. Scommetto che ha già
studiato accuratamente tutto il programma di quest’anno prima
dell’inizio della scuola e che, probabilmente, non
è molto lontano dal finirlo.”
Piton era tornato ad occhieggiare il grifondoro sospettosamente, quasi
con curiosità. “Potter, odio ammetterlo, ma, a
questo punto, penso di dover ammettere che sia tu il miglior custode
per il mio figlioccio durante i prossimi quattro mesi. Sembra che lo
capisca molto meglio di quanto mi sarei mai aspettato da te.”
“Grazie, signore,” disse Harry solennemente,
riconoscendo l’enorme complimento che l’uomo gli
aveva appena fatto.
Silente si schiarì la gola, riportando
l’attenzione su di lui. “Bene, sembra che le cose
si siano stabilizzate per quanto possibile. Penso che la
possibilità che quello che è successo sia stata
una scelta deliberata, piuttosto che un incidente, debba rimanere tra
noi tre. Non c’è alcun bisogno di mettere il
bambino in ulteriore pericolo. Harry, Draco continuerà a
rimanere sotto le tue cure per i prossimi quattro mesi,
finché l’antidoto non sarà
pronto.”
Harry annuì. “Sarà un piacere, signore,
ma posso chiedere un favore?”
“Certamente, ragazzo mio,” disse il preside.
“Mi stavo chiedendo se potessi portare Draco a Hogsmeade,
sabato, per fare un po’ di shopping. So che questo non
è un weekend in cui c’è la visita a
Hogsmeade, ma se dovrà rimanere un bambino di quattro anni
per i prossimi quattro mesi, allora avrà bisogno di molte
più cose,” disse, spiegando la sua risposta,
tralasciando il fatto che voleva comprare dei dolci per il bambino.
“Specialmente nuovi vestiti che non siano rossi,”
mormorò Piton.
Harry e Silente sorrisero entrambi. In quel momento, sentirono,
attraverso il vano della porta ancora aperta, le scalinate iniziare a
muoversi. Pochi secondi dopo, Draco si gettò di corsa in
grembo al grifondoro. Allacciò le braccia intorno al suo
collo. Il suo “Mi sei mancato, Harry,” fu attutito
dai vestiti del più grande.
Questi accarezzò i suoi setosi capelli. “Anche tu
mi sei mancato, angelo.” Si accomodò meglio il
bambino in grembo in modo da poterlo guardare. “Ti sei
divertito con Blaise?” chiese.
Draco sorrise e annuì. “Mi ha mostrato un sacco di
cose. Il drago era fantastico, Harry,” sussurrò.
Il moro sorrise di rimando. “Allora devi mostrarlo anche a
me, più tardi.”
“Va bene. Inoltre, non mi sembrava corretto divertirmi senza
di te,” disse l’altro sommessamente.
Harry lanciò uno sguardo interrogativo a Blaise, che si era
seduto nella sedia che Silente aveva evocato per lui. Il serpeverde si
strinse nelle spalle. “È andato tutto bene per un
po’, ma poi ha iniziato a diventare sempre più
ansioso di tornare da te. L’ho distratto per un po’
per darti più tempo, ma non sono stato particolarmente
bravo,” ammise.
“Non volevo essere distratto,” disse Draco con aria
di sfida. “Voleva stare con il mio Harry.”
Blaise sorrise compiaciuto al grifondoro. “Ti avevo detto che
sei stato rivendicato da un Malfoy.”
“E io ho detto a te che ero già pienamente
consapevole del fatto che mi tiene stretto tra le sue piccole
dita,” replicò l’altro.
Draco si guardò le mani curiosamente, facendo ridacchiare
gli altri.
Piton sbuffò. “E vuoi portare questo bambino a
fare shopping?” chiese.
Harry sorrise con aria rassegnata. “Non ho mai detto che non
sarebbe stata una costosa seduta di shopping.”
“In realtà, Harry, questo solleva la questione
delle finanze di Draco,” iniziò Silente, ma Harry
agitò semplicemente una mano nella sua direzione.
“I soldi non sono importanti. Ho sia la camera dei Potter che
quella dei Black a disposizione. Potrò divertirmi a
svuotarle con Draco,” disse senza problemi, chiarendo il
fatto che, per lui, non era un gran problema. Veramente, stava pensando
che Sirius avrebbe approvato il fatto che stava per spendere un
po’ dei suoi soldi.
Blaise stava farfugliando, comunque. Harry lo guardò con
aria interrogativa. “Che c’è?”
chiese.
Il serpeverde prese un profondo respiro cercando di ritrovare le
parole. “Tu hai ereditato la camera dei Black?”
chiese finalmente.
“Sì, perché?” chiese Harry,
confuso dalla reazione dell’altro.
Blaise guardò Piton. “Non glielo ha detto
nessuno?” chiese al professore di pozioni.
Piton scosse la testa. “Non credo, non sembra che gli importi
molto.”
Silente sorrise, annuendo in accordo. “In realtà,
Harry non ha assistito alla lettura del testamento. La perdita
dell’ultimo membro della sua famiglia è stato
molto più importante dell’eredità.
Sirius Black era il suo padrino.”
Harry rimase stupido dal fatto che Piton, nel sentire tutto questo,
provò a non sogghignare verso di lui. Questo non
fermò la fitta di dolore causata dal ricordo di quel giorno,
o della perdita di Sirius in primo luogo, ma il dolore era sopportabile
adesso ed era ancora impressionato dall’assenza del solito
sogghigno da parte del Potion Master quando fu menzionato il nome di
Sirius. In qualche modo lo fece sentire meglio, nonostante il fatto che
Piton e Silente, in realtà, stessero rivelando molte cose su
di lui. Si meravigliò che, per come stavano andando le cose,
più informazioni venivano rivelate su di lui più
succedeva lo stesso per ciò che riguardava Draco. La rapida
evoluzione dei suoi pensieri fu deragliata dalla successiva reazione di
rabbia di Blaise che catturò la sua attenzione.
Gli occhi del serpeverde si allargarono ancora di più.
“Sirius Black era il suo padrino?!”
esclamò incredulo.
Piton annuì brevemente, e Harry aggrottò le
sopracciglia, chiedendosi perché Piton e Silente gli
stessero rivelando queste informazioni. Era questo il loro modo di
dimostrare a Harry che poteva fidarsi di Blaise?
“Merlino, Harry, ho imparato molte più cose su di
te nelle ultime ventiquattro ore più di quante ne avrei mai
potute immaginare in un milione di anni,” disse
l’altro ragazzo.
“Nessuno avrebbe potuto,” mormorò Piton.
Harry si strinse solo nelle spalle. “Le persone vedono solo
quello che vogliono vedere, o credono a quello che leggono su di me.
Non sono tanti quelli che si prendono il tempo di capire chi sono
davvero.”
Blaise lo studiò per un momento. “Vorrei averne la
possibilità,” disse, sorridendogli amichevolmente.
“Sicuro,” disse Harry sorridendo di rimando.
“Sì, sembra che avrete abbastanza tempo nei
prossimi quattro mesi per imparare a conoscervi meglio mentre vi
prenderete cura di Draco,” disse Silente.
“Quattro mesi?!” esclamò Blaise.
Piton annuì con aria grave. “Sì,
sfortunatamente ci vorrà tutto quel tempo per preparare
l’antidoto.”
“Wow!” sussurrò il serpeverde.
“Rimarrò un bambino di quattro anni per i prossimi
quattro mesi?” chiese Draco tranquillamente.
“Sì, Draco,” disse il professore.
“Potter si prenderà cura di te durante questo
periodo, finché non avrò finito
l’antidoto.”
“Oh! Bè, andrà tutto bene se
rimarrò con Harry,” disse il bambino,
rannicchiandosi più stretto nel grembo del grifondoro.
Piton roteò gli occhi. “Mi fa piacere che tu trovi
l’organizzazione e la tua difficile situazione
così piacevole,” disse sarcasticamente, ma il
sarcasmo scivolò su Draco e sorrise al suo padrino,
facendogli semplicemente ruotare di nuovo gli occhi.
Il professore guardò Silente e respirò
profondamente. “Forse, Albus, potrei portare questi tre
ragazzi a Diagon Alley questo sabato.”
Tutti e tre i ragazzi in questione colsero la palla al balzo e
guardarono speranzosi il preside, aspettando la risposta.
“Penso che sia un’eccellente idea,
Severus,” disse Silente, gli occhi scintillanti di malizia.
Harry era sicuro che il vecchio uomo pensasse che non solo Piton si
sarebbe divertito a portarli a fare shopping, ma anche che desiderasse
davvero farlo.
“Bene. Potter, Zabini, ci troviamo alle nove di sabato
mattina, pronti a partire,” disse Piton bruscamente.
“Sì, signore,” dissero in coro.
“Fantastico! Penso che sia tutto per questo
pomeriggio,” disse Silente con un sorriso benigno. Tutti si
alzarono per andarsene. “Oh, e Signor Zabini, farò
sapere alla Professoressa Sprite dov’era questo pomeriggio e
che mi è stato di prezioso aiuto.”
“Grazie, signore,” disse Blaise. Con tutto il
trambusto, si era dimenticato che sarebbe dovuto andare a lezione.
Quando furono di nuovo nell’ingresso, Blaise chiese se
volessero ancora scendere nel dormitorio Serpeverde. Harry e Draco si
dichiararono d’accordo, e, insieme, cominciarono la discesa
nei sotterranei.
* * * * *
RECENSIONI
Alynna: I bambini piccoli
sono sempre
adorabili!!! Se poi si chiamano Draco Malfoy è ancora
meglio... XD
Comunque, se vuoi ti fornisco la legna per il rogo... sono tua
alleata!!!
E adesso sono anche senza
beta... ma me
la caverò!!
hay_chan: direi che 10 giorni sono
accettabili dai!!!
alicesimone: Il gruppo misto è
fantastico!! Li adoro tutti... e ho sempre pensato che i Serpeverde
fossero fantastici...
Hollina: Grazie per la solidarietà!!
bacio
Nika_night: Di spazio per Lucius ce ne
sarà...non ti preoccupare!!
Shin_86: Grazie!! Mi sono commossa...
sono davvero gratificanti commenti come i tuoi!! continua pure!! XD
DJKIKA: dai, sei mesi, non un anno!! =P
EWILAN: eccolo qui!!
Taila: Grazie per i complimenti!! Con
tutte le persone che vogliono morto Lucius potremmo fare un gruppo
sub Facebook!! =P
PAMPAM: Piton diventa ogni giorno più
umano!! mi fa piacere che le mie traduzioni si leggano bene... bacio
|
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Capitolo 6 *** Il Potere delle Emozioni ***
cap 6
Comunicazioni: Questo
capitolo l'ho corretto da sola, quindi siate clementi!! Per il settimo
capitolo vi dovrò fare aspettare un pochino di
più, perchè la traduzione è ancora in
corso... ma direi due settimane... il week-end del 2 maggio non credo
lavorerò perchè mi darò alla pazza
gioia per il mio 20esimo compleanno!! se volete raggiungermi,
sarò allo shaky makaky a pinarella di cervia!!
grazie per la vostra
pazienza
baci
dede
* * * * *
Declaimer:
Harry
Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K.
Rowling.
Autrice:
Vorabiza
Traduttrice:
dede
Storia
in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795
Buona
lettura!!
* * * * *
“Testa
di Idra.” Blaise pronunciò la parola
d’ordine ed entrarono nella
sala comune Serpeverde.
Harry
si guardò intorno. Non sembrava per niente cambiata da
quando c’era
stato con i suoi amici il secondo anno. Non si era ancora
completamente abituato, ma doveva ammettere che sembrava molto
più
allettante adesso di quando vi era stato l’ultima volta.
Forse era
cambiato più di quanto pensasse.
Il
Serpeverde più grande lo guardò con sospetto.
“Non sembri
particolarmente… sorpreso.”
L’altro
si strinse nelle spalle. “Sono già stato qui una
volta e ho la
stessa impressione oggi come allora.”
“Cosa?!”
esclamò Blaise tranquillamente. “Quando mai sei
stato nella sala
comune Serpeverde?”
Harry
gli fece lo stesso scaltro occhiolino e lo stesso sorriso malizioso
di quando, quella mattina, il moro si era complimentato con lui per
il suo intuito Serpeverde. “Un buon Serpeverde non rivela mai
tutti
i suoi segreti. Forse te lo dirò una volta o
l’altra,” sorrise
compiaciuto.
“Porca
puttana, Harry!” praticamente urlò. Fortunatamente
non c’erano
molti studenti in giro a quell’ora. Molti di loro erano
ancora a
lezione o in biblioteca. Quelli presenti stavano guardando
attentamente Blaise, Harry e Draco. Tutti quanti trasalirono alla
reazione di rabbia del compagno di casa.
Il
Grifondoro continuò a sorridere e si divertì nel
vedere la reazione
di rabbia e lo shock che aveva provocato. “È solo
un’altra cosa
che non sapevi su Harry Potter.”
Draco
stava guardando la sala silenziosamente. Il più grande lo
condusse
sulle poltrone dagli alti schienali intorno al largo camino, mentre
Blaise li seguiva farfugliando tra sé osservazioni
riguardanti le
attitudini Serpeverde di Harry sulle quali non sapeva niente. Il moro
lo ignorò, tirò su il bambino e lo mise sulla
sedia nel centro del
gruppo di mobili.
“Scommetto
che è qui che ti siedi quando tieni udienza,”
disse Harry al
bambino con un sorriso.
Questi
sembrava confuso, ma curioso, e studiò la sedia dove era
seduto e
l’area circostante. “Udienza? Come un
re?” chiese.
“Più
come un principe, ma sì, quel genere di udienza,”
disse l’altro.
“Ti piace essere il principe Serpeverde e ordinare alle
persone di
eseguire i tuoi ordini.”
Draco
arricciò il naso. “Perché dovrei dare
ordini alle persone?”
“Oh,
è solo un gioco per te,” disse il Grifondoro, non
sapendo come
poterlo definire altrimenti. Si accovacciò e
guardò il piccolo
seriamente. Pensò di poter usare questa
opportunità a suo favore
per impartirgli una piccola lezione. “Penso che sarai un
bellissimo
piccolo principe, ma non quel tipo di principe che da ordini alle
persone intorno a lui. Sarai un principe gentile.”
Il
biondino annuì. “Non voglio essere cattivo. Alle
persone non piace
quando si è cattivi con loro.”
“Giusto,”
disse Harry con soddisfazione. “Però, puoi ancora
essere un
piccolo principe,” continuò, sorridendogli.
“In ogni caso,
interpreti bene la parte.” Si allungò e gli
scompigliò i capelli.
Draco
si mise a ridere. “È vero?” chiese,
guardando Blaise che, a sua
volta, stava guardando l'altro ragazzo con stupore.
“Sì,
Draco. Non sono sicuro di come Harry lo sapesse, ma quella è
la
sedia su cui ti sedevi sempre e su cui spesso facevi quel
gioco,”
disse Blaise. Questi scosse la testa come se stesse cercando di
chiarirsi le idee. “Bene, piccolo principe, che cosa ne dici?
Vuoi
andare a esplorare il dormitorio dove sono tutte le tue
cose?”
chiese.
Il
bambino annuì entusiasticamente e scese di corsa dalla
sedia. Prese
automaticamente la mano di Harry, poi cercò anche quella di
Blaise,
esitante. Quest’ultimo prese la mano che gli veniva offerta
con un
sorriso e li condusse giù, per un lungo corridoio. Alla
fine, aprì
una porta e li fece entrare in un grande dormitorio.
Nell’insieme,
Harry pensò che non fosse così diverso dal suo.
La forma della
stanza era differente, questa era molto più lunga, ma aveva
comunque
cinque letti, con ognuno un baule ai piedi. C’era un
guardaroba per
ogni studente. Un solo sguardo disse al moro qual era l’area
di
Draco. Indicò in fondo alla stanza.
“Quello
là in fondo deve essere il tuo letto,” disse a
Draco.
Blaise,
questa volta, non si sorprese quando il Grifondoro indovinò
e gli
rispose con un largo sorriso mentre si dirigevano verso lo spazio del
biondo. Nel muro dalla parte opposta del letto c’erano due
larghi
guardaroba con un enorme specchio che andava dal pavimento al
soffitto, attaccato al muro in mezzo a loro. Uno era tutto pieno di
cassetti e l’altro era più un enorme armadio per
contenere i
vestiti.
In
cima ai guardaroba c’erano diverse sculture di draghi, tutte
diverse, alcune piccole e altre piuttosto grandi. Erano tutti pezzi
meravigliosi. Harry si ricordò di averne una di un Ungaro
Spinato
sepolta da qualche parte nel suo baule che Draco avrebbe
assolutamente adorato.
Si
sedette in fondo al letto e si accorse che il soffice piumone nero
era di velluto di lusso. Era incredibilmente morbido e caldo.
Controllò e, abbastanza sicuro, vide che anche le lenzuola
erano di
seta nera. Roteò gli occhi. Era ovvio che Draco avesse tutti
i beni
primari più cari, come costose lenzuola e coperte. E non
avevano
ancora guardato nei guardaroba.
Draco
era salito sul letto di fianco a lui. “Wow,”
sussurrò. “Sembra
il mio letto.”
Blaise
sorrise al bambino. “Bé, effettivamente
è il tuo letto. Hai
portato tutte le lenzuola e le coperte da casa,” ammise.
“Possiamo
metterle nel tuo letto, Harry?” chiese il piccolo, speranzoso.
Il
Grifondoro aggrottò le sopracciglia in confusione. Avere
qualcosa di
famigliare sembrava una cosa molto confortante per il biondo. Anche a
lui piaceva avere cose famigliari intorno, e il piccolo Serpeverde
era stato strappato senza cerimonie da tutto quello a cui era
abituato. “Capisco che tu voglia le tue solite coperte, ma
non le
vorresti nel tuo solito letto?” chiese.
“Oh,
già, sì,” disse con voce piccola,
chinando la testa.
“Ah,”
disse Harry, capendo. “Draco, volevi dormire di nuovo nel mio
letto?”
Questi
annuì lentamente. “Non mi pace stare solo quando
arrivano gli
incubi,” disse, quasi impercettibilmente.
Il
Grifondoro scambiò uno sguardo con Blaise. Questi si
allontanò e
prese un fazzoletto da un cassetto e, tranquillamente, lo porse
all’altro prima di sedersi ai piedi del letto. Harry si mosse
e si
appoggiò alla fine del letto e fece segno a Draco di venire
a
sedersi con lui. Il bambino si avvicinò volentieri e si
rannicchiò
nel suo grembo.
“Draco,
penso che adesso sia una buona occasione per parlare di quegli
incubi,” disse tranquillamente. Non si sorprese quando il
bambino
cominciò di nuovo a tremare.
“Non
voglio,” borbottò.
“So
che non vuoi, ma penso che ti farà bene. E io non posso
aiutarti se
non mi dici cosa c’è che non va,” disse
il moro con calma.
Il
biondo stava piangendo di nuovo e Harry non era sicuro di come
convincerlo a parlare. Si stava guardando intorno, spremendosi il
cervello in cerca di idee, quando posò gli occhi sopra un
serpente
intagliato nel cassetto del tavolo di fianco al letto.
“Draco,
ti ricordi quando ho detto che anche io ho degli incubi, e che
riguardano cose che sono successe davvero?” chiese.
Il
bambino annuì contro il petto del più grande.
“Come ricordi,”
la sua voce era attutita.
“Sì,
come ricordi,” disse il moro, accarezzandogli i capelli,
provando a
calmarlo. “Se ti racconto uno dei miei incubi, me ne dici uno
dei
tuoi?” chiese.
Draco
si allontanò un po’ per guardarlo, la fronte
aggrottata mentre
contemplava l’idea. “Sì,”
disse infine con decisione.
Harry
guardò Blaise, che lo osservava con aria interrogativa.
Ovviamente,
il Serpeverde non era così sicuro che fosse una buona idea.
Nemmeno
l’altro ne era certo al cento per cento, ma non voleva di
certo
raccontare al bambino i suoi incubi peggiori. Tornò a
guardarlo.
“Bé,
quando avevo dodici anni mi successe una cosa e fu estremamente
spaventosa,” cominciò. “Sai che
cos’è un basilisco, Draco?”
chiese.
Il
piccolo spalancò gli occhi. “È un
serpente davvero, davvero
grande,” mormorò.
Il
Grifondoro annuì. “Sì, lo è.
Hai paura dei serpenti?”
Draco
scosse la testa. “No, ma uno di quelli mi farebbe paura.
Uccidono
le persone con gli occhi.”
Harry
annuì di nuovo. “Hai ragione. Bé, una
mia amica era in trappola e
io volevo salvarla, ma c’era un basilisco là e non
potevo
raggiungerla. Ero molto spaventato e non volevo che il basilisco la
prendesse, ma non volevo nemmeno che prendesse me. Arrivò
una fenice
che colpì i suoi occhi in modo che non potessero
più uccidere, ma
era ancora molto pericoloso. Mi arrampicai su una statua enorme e
trovai una spada. Quando il basilisco si scagliò su di me,
riuscì a
trafiggergli la bocca con la spada e a ucciderlo.”
Il
piccolo aveva gli occhi fuori dalle orbite. “Wow, eri come un
principe che salva la principessa,” esclamò.
Il
moro sorrise con aria rassegnata. “Lo dicono in molti, ma non
era
come mi sentivo.” Tornò di nuovo serio.
“Ero spaventato oltre
ogni limite. Avevo paura perché credevo sarei morto anche
dopo aver
ucciso il basilisco perché uno dei suoi denti aguzzi mi
aveva ferito
al braccio. Sono estremamente velenosi. Stavo malissimo e stavo per
morire.”
“Cosa
successe?” mormorò il più piccolo.
“Ricordi
che ti ho detto che c’era una fenice? Lei arrivò e
pianse sul mio
braccio. Le lacrime di fenice possono guarire e mi fecero stare
meglio,” spiegò Harry.
Draco
sembrava pensieroso, mentre cercava di assorbire il tutto.
L’altro
guardò Blaise che lo stava osservando con accortezza. Era
piuttosto
sicuro che il ragazzo gli avrebbe chiesto il resto della storia,
più
tardi. Ma Piton sembrava pensare che fosse degno di fiducia e anche a
lui questo Serpeverde piaceva abbastanza.
“Così
è su questo che sono i tuoi incubi?” chiese Draco.
Harry
annuì. “Questo è uno dei tanti. Temo di
avere un sacco di incubi,
angelo.” Si morse le labbra, guardando la sommità
della testa del
bambino dove aveva di nuovo appoggiato la testa. Decise di correre il
rischio.
“Faccio
anche incubi su un uomo davvero spaventoso che ho incontrato
più
volte,” disse.
Non
si sorprese quando Draco ricominciò a tremare. Si era
calmato
durante il suo racconto, siccome sembrava essere un qualche tipo di
favola. Adesso, stava pensando a uomini spaventosi e ai suoi incubi
ancora una volta.
“Mi
parlerai dei tuoi incubi adesso?” chiese tranquillamente.
Il
bambino iniziò a scuotere la testa, ma si fermò.
Gli stava dicendo
che l’avrebbe fatto. Harry semplicemente lo
abbracciò e aspettò
pazientemente.
“Non
dovrei parlarne,” bisbigliò.
Il
Grifondoro chiuse gli occhi con forza. Non sarebbe stato facile per
nessuno dei due. “Qualcuno ti ha fatto del male e non
l’hai detto
a nessuno?” chiese.
Draco
annuì con esitazione.
“Non
è giusto, Draco. Nessuno dovrebbe farti del male –
mai. È
sbagliato che qualcuno ti faccia del male e che ti dica di tenerlo
segreto,” disse il più grande con voce piatta.
“Ma
se non lo avessi tenuto segreto, allora mi avrebbe fatto anche
più
male,” sussurrò.
Harry
lo abbracciò stretto. “Draco, mi prendo cura io di
te adesso e
nessuno di farà del male. Andrà tutto bene se me
ne parli.”
Aspettò.
Dopo qualche minuto, finalmente cominciò a parlare.
“Qualche
volta sono cattivo e così devo essere punito. Mio padre mi
punisce
quando sono cattivo. L’incubo dell’altra notte,
è stato quando
ruppi un bicchiere a tavola e fu molto grave perché avevamo
ospiti.
Mio padre si arrabbiò molto. Mi svegliò nel cuore
della notte e mi
portò giù nei sotterranei del Manor. È
molto freddo e molto
spaventoso là,” disse, e un brivido percorse tutto
il suo corpo.
Il
moro continuò ad abbracciarlo stretto. Non osava dire
niente. Per
una volta, non voleva interromperlo ora che aveva finalmente iniziato
a parlare. Inoltre, non era sicuro di riuscire a rimanere calmo se
avesse aperto bocca. Così, lo strinse e ascoltò
tranquillamente la
sottile, tremante voce che raccontava la storia.
Draco
prese un profondo respiro e continuò dopo che fu passato
qualche
momento. “È nei sotterranei che mio Padre punisce
le persone.
C’era… c’era un corpo laggiù
ed era tutto insanguinato. Ed era
tutto così sbagliato,” spiegò, mentre
tutto il suo corpo tremava
di una paura palpabile. Lacrime scivolarono lungo il suo viso.
Harry
aveva un pugno serrato dietro i vestiti del bambino, ma si costrinse
a rimanere calmo e, con l’altra mano, gli mise gentilmente
una
ciocca di capelli allentata dietro l’orecchio.
“Raccontami il
resto, angelo,” sussurrò.
Il
piccolo Serpeverde chiuse strettamente gli occhi. “Mio padre
mi
disse che avrei fatto la fine di quel corpo se avessi mai raccontato
a qualcuno dei sotterranei. Lui… lui usò la
bacchetta su di me e
mi lanciò una Cruciatus,”
disse, con la gola serrata. “Faceva male, Harry,”
la sua voce si
ruppe con un singhiozzo e nascose il viso nei vestiti del
più
grande, mentre altri singhiozzi gli scuotevano il corpo.
Anche
lungo le guance di Harry scorrevano lacrime mentre cullava il
bambino, mormorando qualsiasi frase calmante e suono a cui riusciva a
pensare. Avvertì un movimento e guardò mentre
Blaise si dirigeva al
guardaroba e tornava indietro con altri due fazzoletti. Ne
passò uno
a lui e l’altro lo tenne per sé, mentre tornava a
sedersi
tranquillamente. Con una mano, il Grifondoro si asciugò gli
occhi e
si soffiò il naso.
Draco
stava ancora piangendo ma i singhiozzi erano diminuiti. Il
più
grande gli tirò gentilmente indietro la testa e lo
aiutò a
soffiarsi il naso.
Harry
non voleva far soffrire ulteriormente il bambino, ma aveva bisogno di
sapere. “Draco, tuo padre ti ha punito molte volte con la
Cruciatus?”
chiese.
Questi
annuì.
“Ti
faceva male in qualche altro modo?” chiese di nuovo.
Il
piccolo scosse la testa. “Diceva che la Cruciatus
non poteva essere vista,” disse a fatica.
Il
Grifondoro annuì e prese un profondo respiro. Si
ricordò quanto
facesse male e quanto lo facesse arrabbiare quando aveva scoperto che
suo padre era stato un po’ più di semplice bullo
quando andava a
scuola. Questo era assolutamente niente
in
confronto a quello, ma gli permise di capire almeno un po’.
Come
minimo, sperava di essere sulla via giusta per dire quello aveva in
mente. “Draco, voglio che tu mi ascolti molto
attentamente.”
Questi
lo guardò e Harry lo fissò intensamente.
“Quello che tuo padre ha
fatto è molto, molto sbagliato. So che lo ami e che questo
fa ancora
più male. Ma solo perché lo ami, non rende giusto
quello che ti ha
fatto. Capisci?” chiese
attentamente.
Draco
tirò su col naso e annuì esitante.
“Non
lascerò che tuo padre di faccia di nuovo del male. Ti
proteggerò e
ti terrò al sicuro. Non devi più avere
paura,” disse con forza e
convinzione.
Il
più piccolo inghiottì rumorosamente.
“Ma mio padre trova sempre
un modo,” disse nervosamente. “Ciò che
un Malfoy vuole, un
Malfoy ottiene,” fece la parodia.
“Non
questa volta,” ringhiò Harry, e il letto dove
sedevano vibrò un
po’, sorprendendoli tutti.
Il
bambino aveva gli occhi un po’ spalancati ma
sembrò davvero
rassicurato dalla ferocia della risposta del moro. Guardò
verso il
fondo del letto dove sedeva Blaise, che decise di parlare.
“Draco,
ho la sensazione che Harry possa essere pericoloso quanto tuo
padre,”
disse, anche lui con gli occhi un po’ spalancati. Poteva
praticamente vedere l’energia magica che l’altro
stava provando a
trattenere. “Non ho dubbi sul fatto che sia abbastanza forte
e
abbastanza potente da proteggerti da lui.”
Draco
annuì solennemente e si accoccolò il
più vicino possibile a Harry.
Questi gli accarezzò i capelli e gli massaggiò la
schiena con
movimenti circolari rilassanti. In pochi minuti il bambino si era
addormentato, svuotato dalle emozioni dell’ora appena
trascorsa.
Il
moro respirò a fondo un paio di volte in un vano tentativo
di
calmarsi. Era più arrabbiato di quanto fosse mai stato in
tutta la
sua vita. Sollevò con attenzione Draco dal suo grembo e lo
mise
sotto le coperte nel suo letto. Poi uscì dalla stanza e
percorse il
lungo corridoio, con Blaise che lo seguiva con cautela.
Il
Grifondoro si fermò bruscamente quando giunse in sala comune
e colpì
il muro con un pugno. Destro, sinistro, destro, sinistro. Non
serviva. Sollevò entrambi i pugni in aria.
“Fottuto bastardo!”
urlò.
Ogni
globo verde che pendeva dal soffitto iniziò improvvisamente
a
tremare, facendo piovere vetro su tutta la stanza. Urla e strilli
riempirono la sala, che si era affollata da quando erano stati
lì
l’ultima volta. L’unica luce veniva ora dal camino.
Harry
prese la bacchetta dalla tasca e la agitò violentemente.
Tutti i
vetri prontamente scomparirono. Un altro colpo e tutti i tagli che
erano stai inflitti dai vetri rotti guarirono. Un altro violento
colpo e tutti i globi furono riparati e la sala di nuovo illuminata.
Tutti,
sotto shock, stavano ora fissando il ragazzo in silenzio. Questi era
fermo lì, con il petto che si sollevava mentre ansimava
pesantemente. I suoi occhi luccicavano pericolosamente. La sua
espressione era totalmente scura e pericolosa. Entrambe le mani
strette a pugno sembravano rotte e il sangue gocciolava sul pavimento
di pietra.
Il
moro non aveva la più pallida idea di come fosse stato
capace di
fare quello che era appena successo. Non era la prima volta che la
sua magia si manifestava da sola quando si arrabbiava, ma questo era
molto diverso da tutto quello che era successo in passato. In qualche
modo, gonfiare Zia Marge non era nemmeno nella stessa scala e,
sfortunatamente, non si sentiva nemmeno lontanamente in controllo,
anche dopo la sua esplosione di magia.
“Devo
trovare Piton. Controlla Draco,” ordinò a Blaise.
“Se si
sveglia, digli solo che tornerò presto e che sono solo
andato a
chiedere al suo padrino se possiamo prendere alcune delle sue cose su
alla torre.”
Blaise
annuì, guardandolo con preoccupazione. Tiger e Goyle si
avvicinarono
senza una parola e si schierarono ai lati di Harry mentre si girava e
lasciava la stanza.
Questi
percorse i corridoi dei sotterranei fino all’ufficio di
Piton.
Sfortunatamente, l’uomo non era lì, e non era
nemmeno nell’aula
di pozioni. Il ragazzo si fermò, poi si voltò
bruscamente e uscì
dai sotterranei. Doveva prendere la mappa e trovare l'uomo.
Si
avviò lungo i corridoi, ringraziando gli studenti che si
scansavano
dalla sua strada. Nel suo subconscio, capì che doveva avere
un
aspetto orribile perché si scansassero dalla sua strada in
quel
modo, ma non gli importava. Immaginò che, probabilmente,
sembrava
anche strano il fatto che avesse le due guardie del corpo di Draco
Malfoy ai suoi lati. Non gli importava nemmeno di questo. Voleva solo
trovare Piton e raccontargli quello che aveva scoperto, e
sperò con
tutto sé stesso che il professore potesse ridargli il
controllo
della sua magia.
Una
volta raggiunto il ritratto della Signora Grassa, Harry
ringhiò la
parola d’ordine e passò attraverso il buco con
Tiger e Goyle
dietro di lui.
Qualcuno
strillò alla vista dei due enormi Serpeverde che entravano
nella
sala comune. “Che cosa fanno qui?” urlò
uno del settimo anno.
Il
moro si irrigidì ancora di più di quanto fosse
già e ringhiò
pericolosamente. Tiger e Goyle presero ognuno un braccio del ragazzo
e lo alzarono di peso di un paio di centimetri da terra, facendo
urlare un altro paio di ragazze.
Harry,
però, chiuse gli occhi e respirò profondamente.
Capì che i due
stavano cercando di aiutarlo a prevenire quello che era successo
nella sala comune Serpeverde, qualunque cosa fosse. Non capiva, ma
riconobbe che il loro tocco sembrava davvero aiutarlo a mantenere il
controllo in qualche modo.
La
rabbia stava ancora minacciando di sopraffarlo, e la magia fuori
controllo non lo stava aiutando a rimanere calmo. Prese un altro
profondo respiro, fingendo che potesse dargli una parvenza di calma.
Aveva davvero bisogno di trovare Piton il prima possibile.
Quando
annuì lentamente, i due Serpeverde lo appoggiarono a terra e
lo
lasciarono andare. Quando riaprì di nuovo gli occhi,
Hermione e Ron
erano in piedi di fronte a lui.
"Harry?"
chiese la ragazza esitante, guardandolo con aria preoccupata. Il
rosso sembrava non riuscire a decidere se preoccuparsi dell'amico o
arrabbiarsi con i due energumeni che aveva sempre catalogato come
bulli.
"Ron,
portami la mappa," ordinò il moro. L'altro ragazzo
esitò solo
per un momento, poi corse su per le scale.
"Harry,
va tutto bene?" chiese la ragazza con ansia.
"Starò
bene," sbottò. Non era dell'umore giusto per essere gentile.
"Dov'è
Draco? Gli è successo qualcosa?" chiese preoccupata.
L'espressione
di Harry si rabbuiò ancora di più e la sua
energia magica diventò
di nuovo palpabile. Prima che i due Serpeverde potessero afferrarlo,
le finestre della sala comune iniziarono a tremare.
"
'Fanculo!" esclamò mentre gli studenti si mettevano a
urlare.
Sfoderò di nuovo la bacchetta e l'agitò
violentemente un paio di
volte, pulendo e riparando i danni come aveva fatto nella sala comune
Serpeverde.
"Draco
è con Blaise e sta bene," ringhiò. "Ho solo
bisogno di
trovare Piton."
Ron
si fece avanti con cautela, tendendo la mappa. Il moro gliela
strappò
di mano e girò sui tacchi, dirigendosi a grandi passi fuori
dall'ingresso e lasciandosi dietro, questa volta, una stanza piena di
sbalorditi Grifondoro.
"Giuro
solennemente di non avere buone intenzioni," disse, colpendo la
mappa con la bacchetta. Tiger e Goyle erano di nuovo in piedi al suo
fianco ma ora gli stavano tenendo leggermente le braccia con una
mano. Il Grifondoro non si prese il disturbo di scrollarseli di
dosso, sapendo che stavano cercando di tenerlo con i piedi per terra
e, almeno prima, aveva funzionato.
Hermione
e Ron sembravano spaventati, ma si misero di fronte a lui e lo
aiutarono a perlustrare la mappa.
"È
nell'ala dell'infermeria," disse la ragazza, indicando il nome
di Piton nella pergamena.
Harry
spinse la mappa nelle sue mani e iniziò a correre. Appena
arrivarono
in infermeria, Hermione e Ron si precipitarono avanti, aprendo le
porte e tenendole spalancate per l'amico e i due Serpeverde.
Piton
era lì, stava osservando Madama Chips mentre si prendeva
cura di un
paio di studenti che probabilmente erano state vittime di un
incidente a pozioni. Tutti, sotto shock, guardarono il gruppo di
studenti entrare in corsia. Il professore si fece subito avanti.
Il
suo sguardo passò sopra il furioso Grifondoro e
notò le mani degli
altri due ragazzi che lo trattenevano. Poteva sentire il potere che
il moro stava emanando. "Potter, devi ritrovare il controllo di
te stesso," disse bruscamente.
"L'ho
capito," sbottò. "Sfortunatamente, non ho nessuna
fottutissima di idea di come farlo. Tra le altre cose, speravo che
potesse dirmelo lei."
L'uomo
annullò lo spazio tra loro e gli strinse le spalle. Tiger e
Goyle lo
lasciarono andare e si allontanarono.
"Guardami,"
ordinò. Occhi scuri di smeraldo si fissarono in occhi
profondi di
ossidiana. "Legilimens,"
disse tranquillamente Piton.
A
quella parola, Harry si aspettava la solita invasione nella sua
mente. Invece poté sentire l'insegnante connettersi con lui
a un
livello molto più profondo. Non aveva idea di come stesse
succedendo, ma era come se riuscisse a sentire l'uomo spingerlo nel
profondo del suo corpo, finché tutto quello che
riuscì a sentire
non fu altro che la sua magia che circondava lui e il professore.
Piton iniziò a spingere tutta l'energia magica del ragazzo
indietro
fino al centro della sua essenza. Harry non poteva vedere o udire
niente, ma poteva sentire quello che stava succedendo. Imitò
l'uomo
e iniziò a spingere la sua magia indietro al luogo a cui
apparteneva
e dove era stabile.
Lentamente,
raccolsero tutti i fili della sua magia nel suo nucleo magico. Quando
fu di nuovo stabilizzata, Piton spinse di nuovo il ragazzo in
superficie e uscì dalla sua mente, interrompendo la
connessione.
Lentamente aprirono entrambi gli occhi e il professore fece un passo
indietro.
"Merlino,
Potter," mormorò fissandolo intensamente. "Da dove viene
tutto quel potere?" chiese, essendosi dimenticato di tutti
quelli nella stanza.
Harry
si strinse nelle spalle, impotente. "Non lo so. Credo di averla
sempre avuta, ma è come se avessi sentito qualcosa spezzarsi
dentro
prima. Mi sono arrabbiato come mai prima nella mia vita e la mia
magia è solo... esplosa."
Tiger,
Goyle, Ron e Hermione sbuffarono, facendo scattare Harry e Piton e
ricordando loro della loro presenza. L'uomo strinse gli occhi. "Penso
che dovremmo finire questa discussione nel mio ufficio. Vieni con
me," ordinò.
I
due si misero in cammino, sorprendentemente all'unisono, con gli
altri quattro nella loro scia. Una volta giunti all'ufficio, Piton
ordinò al ragazzo di sedersi nella sedia dietro la scrivania
ed
evocò altre sedie per gli altri, mentre lui rimase in piedi
di
fianco alla scrivania.
"Posso
azzardarmi a supporre il motivo per cui eri così
arrabbiato,"
disse a Harry, con un tono leggermente interrogativo.
Il
luccichio pericoloso tornò nei suoi occhi mentre il moro
annuiva.
Il
pozionista chiuse gli occhi, stringendosi la radice del naso. "Ne
parleremo più tardi." gli disse.
"Sì,
signore," replicò regolarmente.
Piton
aprì gli occhi e guardò gli altri quattro
ragazzi. "Al
momento, mi piacerebbe sapere che cosa è successo questo
pomeriggio,
e che cosa voi quattro trovate così divertente."
"Non
divertente, signore," rispose Hermione. "Era solo una
descrizione piuttosto accurata. La magia di Harry è esplosa
nella
sala comune Grifondoro."
"Anche
in quella Serpeverde," aggiunse Tiger.
L'uomo
lanciò un'occhiata al ragazzo preso in causa che,
semplicemente, si
strinse nelle spalle.
"Spiega,"
ordinò a Tiger.
Tiger
e Goyle spiegarono a turno quello di cui erano stati testimoni nella
sala comune Serpeverde. Nel menzionare il fatto che Harry aveva preso
a pugni il muro, Piton ispezionò la mano del Grifondoro e
prese un
paio di pozioni, passandogliele mentre continuava ad ascoltare.
Hermione e Ron continuarono le spiegazioni da quando il loro compagno
e i Serpeverde erano entrati nella sala comune Grifondoro.
Prima
di poter finire di spiegare, qualcuno bussò alla porta
dell'ufficio.
Il professore imprecò, ma si diresse alla porta e la
spalancò.
Blaise era in piedi con un Draco in lacrime tra le braccia.
L'uomo
si fece indietro, invitandoli a entrare, e Blaise sospirò di
sollievo alla vista di Harry.
"Oh,
Draco!" esclamò questi. Il bambino alzò la testa
di scatto
mentre il Serpeverde si piegava per metterlo giù. Harry tese
le
braccia e il piccolo vi si gettò. Gli altri guardavano in
silenzio
mentre il moro lo cullava e lo calmava.
"Mi
sono svegliato e tu non c'eri più," singhiozzò il
biondino.
"Blaise
non ti ha detto che ero solo andato a chiedere a Severus se potevamo
prendere un po' delle tue cose su alla torre?" chiese, mentre
fissava Blaise che si era stretto nelle spalle e aveva annuito,
impotente.
"Sì,
ma non tornavi più e te n'eri andato da così
tanto," disse
piangendo.
"Si
è svegliato poco dopo che n'eri andato," spiegò
l'altro
ragazzo, allungandogli un altro fazzoletto.
"Mi
dispiace di averti fatto preoccupare, angelo. È solo che non
sono
riuscito a trovare subito Severus, così sono dovuto andare
fin su
alla torre Grifondoro a prendere la mia mappa speciale per trovarlo,"
spiegò, asciugandogli la faccia.
"Mappa
speciale?" chiese il piccolo, improvvisamente interessato.
Harry
sorrise. "Perché non la controlli e chiedi a Hermione di
mostrarti come farla funzionare. Una volta che saprai come usarla,
allora potremo continuare quello che abbiamo lasciato in sospeso
prima di cena."
Lo
sguardo di Hermione e Ron, increduli, stava rimbalzando tra Harry e
Piton, ma il loro amico semplicemente annuì. Al momento,
Draco era
sufficientemente distratto dalle sue paure dall'idea di questa mappa
speciale. Il piccolo Serpeverde gli lanciò comunque
un'occhiata
nervosa.
"Non
andrò da nessuna parte. Aspetterò proprio qui
finché non saprai
come usare la mappa, poi andremo insieme," disse con calma.
Draco
si sentì abbastanza rassicurato e andò via con la
ragazza, che
prese la mappa e iniziò a fargli vedere come usarla.
Piton
si avvicinò al Grifondoro.
"Può
dirle Blaise quello che abbiamo scoperto prima nel dormitorio,"
sussurrò il moro con calma. "C'era anche lui e ha sentito
tutto
quello che Draco ha detto. Non oso lasciarlo di nuovo solo al
momento. In realtà, non avrei nemmeno dovuto lasciarlo solo
prima,
ma ero troppo arrabbiato per potergli rimanere vicino in quel
momento."
L'uomo
annuì, d'accordo. "Parlerò con loro e mi
farò dire il resto
della storia prima di cena. Dopo parlerò con il Preside e
gli farò
sapere il necessario e discuterò con lui di quello che
sarà
opportuno fare per aiutarti a controllare la tua magia."
"Grazie,
signore," disse l'altro tranquillamente. "Oh, il motivo per
cui ho detto a Draco che sarei venuto a cercarla - sarebbe un
problema se prendessimo un po' delle sue cose su alla torre?
Precisamente, ha riconosciuto il letto che si è portato da
casa.
Penso che avere qualche cosa di famigliare attorno potrebbe essere
confortante per lui," spiegò.
"Sarebbe
accettabile. In ogni modo, non permetterò che succeda niente
ai suoi
beni," avvertì.
"Certo
che no, signore," disse Harry. "Voglio solo aiutarlo ad
abituarsi al nuovo ambiente. Uh, signore? A Draco è permesso
avere
la sua bacchetta a quest'età?" chiese.
Piton
lo guardò con curiosità. "Non avevi un bacchetta
quando eri
piccolo?" chiese.
Il
ragazzo sbuffò. "No. Non sapevo nemmeno di essere un mago
fino
al mio undicesimo compleanno quando Hagrid mi ha rintracciato per
darmi la lettera di Hogwarts."
L'insegnante
e Blaise, che era rimasto ad ascoltare, lo guardarono, shockati dalle
sue parole. "Non sapevi nemmeno di essere un mago?" chiese
l'uomo, suonando confuso.
Harry
scosse la testa. "Ma questa è un'altra storia. Voglio solo
sapere se Draco può usare la sua bacchetta. Tecnicamente,
per usare
la mappa ne avrebbe bisogno. Proprio adesso, Hermione gli sta
lasciando usare la sua per farlo." disse, indicando dall'altra
parte della stanza.
"Sì,
può usare la bacchetta. Effettivamente, molti giovani maghi
e
streghe non ricevono la loro finché non iniziano Hogwarts
per via
delle leggi riguardo all'uso minorile della magia. Ai bambini,
però,
non è vietato possederne una e possono usarla in ambienti
come la
scuola. Draco aveva la sua e aveva iniziato a usarla già da
molto
piccolo perché le barriere a Malfoy Manor gli permettevano
di
farlo," spiegò il professore. "Avevo sempre supposto che
anche le barriere alla tua residenza ti avessero permesso di
praticare la magia."
Il
Grifondoro sembrava incredulo. "Non ci è andato nemmeno
minimamente vicino," disse, passandosi una mano tra i capelli.
"Pensavo sapesse che l'anno scorso sono stato giudicato davanti
a l'intera corte del Wizengamot per aver usato la magia da minorenne
perché avevo usato un Incanto Patronus per allontanare una
coppia di
dissennatori che stavano inseguendo me e mio cugino."
Non
aveva idea del perché Piton non lo sapesse. Pensava che
tutti,
specialmente i membri dell'Ordine, lo avessero saputo. Ma l'uomo
aveva sempre cercato di evitare tutto quello che avesse avuto a che
fare con Harry Potter, pensò amaramente.
"Stai
scherzando," disse il direttore di Serpeverde duramente. "Non
proverebbero nemmeno a portare un ragazzo di quindici anni davanti a
tutta la corte solo per una cosa come questa."
"Lo
farebbero se il suo nome fosse Harry Potter e Caramell e la Umbridge
fossero quelli al potere," sbottò.
"Harry?"
chiamò Draco esitante.
"L'hai
già scoperto?" chiese il ragazzo in modo radioso,
abbandonando
la discussione con Piton.
Il
bambino annuì. "Sì, ma non ho la mia bacchetta."
Blaise
gli fece l'occhiolino. "Bé, si da il caso che io abbia
l'appena
trovata nella tasca della tua borsa," disse, estraendola con un
gesto drammatico.
Gli
occhi del biondino si accesero mentre il compagno di casa gliela
porgeva.
"Allora
sei pronto per le esplorazioni, angelo?" chiese Harry
sorridendo.
"Adesso
sono pronto," disse con un sorriso, tenendo in una mano la
bacchetta e nell'altra la mappa.
"Bene,
allora andiamo a vedere quello che riusciamo a scoprire prima di
cena," disse il moro. Insieme uscirono dall'ufficio del
professore, lasciando gli altri a finire di spiegarli quello che era
successo.
Harry
e Draco esplorarono per un po' usando la mappa. In linea di massima,
cercavano il nome di una persona abbastanza vicina e andavano a
verificare che quella fosse davvero lì. Il piccolo si
stupiva tutte
le volte quando la mappa si dimostrava precisa. Dopo quarantacinque
minuti, era arrivata l'ora di andare a cena.
"È
ora di mettere via la mappa, Draco, così possiamo andare a
mangiare," disse il più grande.
Il
Serpeverde sorrise e prese la bacchetta dalla tasca. "Fatto il
misfatto," disse, colpendo la pergamena.
"Buon
lavoro," disse l'altro con un sorriso. Draco gli tese la mappa
con orgoglio, e il moro la ripose nella borsa. Poi, mano nella mano,
si diressero verso la Sala Grande. Il pranzo era stato con i
Grifondoro, il che voleva dire che sarebbero tornati a quello
Serpeverde per cena. Harry poteva solo sperare che sarebbe proceduta
senza problemi, ma non pensava sarebbero stati così
fortunati,
considerando che tutti avrebbero parlato di quello che aveva
combinato nella sala comune Serpeverde e Grifondoro.
* * * * *
RECENSIONI
emogirl in pink: credo che
approfitterò della tua offerta per il settimo capitolo...
grazie!!
DJKIKA: e dire che quando
leggevo e basta maledicevo chi non aggiornava!! adesso mi si sta
ritorcendo tutto contro... =P purtroppo per lo shopping ci
sarà ancora da aspettare un po'...
PAMPAM: mi fa piacere di
esserti utile!! devo ammettere che alcune parti sono difficili da
mettere giù in italiano, ma ce la metto tutta!!
Shin_86: grazie!! quasi
quasi mi commuovo... comunque credo che anche questo capitolo sia
piuttosto intenso... spero di aver reso bene la parte in cui Piton
aiuta Harry a ritrovare il controllo..!!
Hollina: Adoro il Piton che
Vorabiza ha creato!!
hay_chan: i personaggi di
Vorabiza sono magnifici!! e ti fa scoprire lati di ognuno che ti fanno
innamorare!!
|
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Capitolo 7 *** Apparenze ***
cap 7 finished
Comunicazioni:
Scusate per
il ritardo! la scorsa settimana ho avuto anche l'influenza, quindi il
mio laboro è stato ritardato ulteriormente!! Ormai le mie
scuse
sono diventate un'abitudine...
In ogni caso, ho una nuova beta che è stata
ultra rapida a correggere questo capitolo!! grazie!!
baci
dede
* * * * *
Declaimer:
Harry
Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K.
Rowling.
Autrice:
Vorabiza
Traduttrice:
dede
Beta: emogirl
in pink
Storia
in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795
Buona
lettura!!
* * * * *
Solo
un quarto degli studenti era presente in Sala Grande quando Harry e
Draco arrivarono. Tiger e Goyle li stavano già aspettando al
tavolo
Serpeverde e il moro sospirò, sollevato. Salutò
con la mano Ron e
Hermione e andò a sedersi. I suoi amici risposero al saluto,
ma,
sfortunatamente, gli altri studenti avevano smesso di chiacchierare e
stavano guardando il ragazzo con aria guardinga.
Mentre
i ragazzi affluivano nella Sala Grande, Harry riempì i
piatti per sé
e Draco. Pansy e Millicent arrivarono e si sedettero di fronte a
loro, ma sembrava avessero imparato la lezione quella mattina e non
dissero niente che potesse turbare il piccolo. Invece, Pansy si
informò su come Draco avesse trovato le lezioni. Blaise
arrivò
dieci minuti dopo e parlò con lui delle esplorazioni che
avevano
appena fatto.
Nessuno
nel loro gruppo disse niente che disturbò il piccolo, che
stava
finalmente iniziando a mangiare la cena in pace. In ogni caso, Harry
era consapevole di tutti gli sguardi diretti a lui e di tutti i
mormorii che attraversavano la sala. Avrebbe dovuto aver fame, ma non
aveva per nulla appetito mentre ripensava agli eventi del pomeriggio.
Erano
successe troppe cose e non aveva avuto il tempo di assimilarle.
Proprio in quel momento, era seduto al tavolo Serpeverde, tra tutti i
posti possibili, a cenare con un Draco Malfoy di quattro anni. In
qualche modo, stava andando d'accordo con gli amici del bambino e
perfino con Piton. Essere l'oggetto dei pettegolezzi e degli sguardi
era ormai diventata un'abitudine, ma la ragione... quella sì
che era
strana. Gli spettacoli di magia che aveva tenuto nelle due sale
comuni avrebbero fatto parlare per molto tempo.
In
ogni modo, non pensava che il motivo principale della sua mancanza di
appetito avesse qualcosa a che fare con quello che era successo con
Draco. Era solo che non poteva credere che un padre potesse fare una
cosa come quella al proprio figlio. Si chiese che altro avesse fatto
quell'uomo al bambino in tutti quegli anni, ma si costrinse a
smettere di pensarci prima di perdere di nuovo il controllo.
Rimase
tranquillamente seduto, giocando col cibo, mentre provava a prestare
attenzione alla conversazione che il piccolo stava avendo con Pansy e
Blaise.
“Non
stai mangiando perché ci stanno di nuovo
fissando?” chiese
tranquillamente Draco.
Il
moro ridacchiò con aria rassegnata. “Non
esattamente. Stavo solo
pensando,” rispose. Si guardò intorno, lanciando
un'occhiata a
tutti gli studenti che li stavano fissando. “Temo di essere
piuttosto abituato a venire fissato. Ho imparato a fare del mio
meglio per ignorarli.”
“Perché
ci stanno fissando?”
Harry
gli scompigliò i capelli. “Si stanno tutti
chiedendo come ho fatto
ad essere così fortunato da potermi prendere cura di
te,” disse
sorridendo.
Il
Serpeverde lo guardò sospettosamente. “Mi stai
prendendo in giro,”
lo accusò.
Il
più grande sorrise. “Forse, ma penso comunque di
essere fortunato.
Finisci di mangiare, e forse Blaise ci aiuterà a prendere un
po'
delle tue cose su alla torre,” disse.
“Certo
che lo farò,” disse il compagno di casa
allegramente. Si sporse in
avanti e mormorò con fare cospiratorio a Draco.
“Ho già parlato
con gli elfi domestici e le tue coperte e le tue lenzuola dovrebbero
già essere nel letto di Harry adesso,” disse
facendogli
l'occhiolino.
Il
suo viso si illuminò. “Grazie!”
esclamò.
Pansy
li guardò con aria interrogativa, ma non
commentò: qualsiasi cosa
pur di farlo felice ed Harry concordava pienamente!
Con
quel pensiero in testa, si sforzò di mangiare la cena. Fu
ricompensato quando il Serpeverde gli regalò un sorriso
enorme.
Messi
da parte i fastidiosi pensieri e i costanti sguardi e il bisbiglio
attorno a loro, la cena procedette davvero meglio di come il moro si
era aspettato. Finito di mangiare, i due tornarono nei dormitori
Serpeverde insieme a Blaise.
Il
più piccolo si arrampicò allegramente sul suo
vecchio letto che
adesso aveva coperte e lenzuola normali, come gli altri letti del
dormitorio.
“Allora,
diamo un'occhiata qui intorno,” disse il Grifondoro.
“Che cosa
potremmo prendere con noi?” chiese.
“Posso
prendere un drago?” chiese il biondino speranzoso.
“Penso
che dovresti riuscire a prenderne almeno un paio,” disse
l'altro,
scompigliandogli i capelli. “Potresti prendere i due che
preferisci
adesso e Blaise potrebbe dirti quelli che preferivi quando avevi
sedici anni.”
“Sicuro,”
disse questi accondiscendente. “Vieni qui che ti prendo su e
te li
faccio vedere, così ti dirò quello che so su di
loro.” Tese le
braccia verso il bambino, che si lasciò sollevare per poter
vedere
meglio.
L'altro
ragazzo si avvicinò al guardaroba e aprì l'anta
da cui aveva visto
il Serpeverde più grande prendere i fazzoletti, prima.
“Merlino,
non stavi scherzando,” farfugliò.
Blaise
gli lanciò un'occhiata e sorrise. “Ti avevo detto
che era pieno di
fazzoletti. Ne stai usando un bel numero con lui, dovresti prenderne
qualche pacchetto,” disse.
Il
Grifondoro gli sorrise, beffardo, e procedette a prendere dei
fazzoletti dal cassetto. Li appoggiò sul letto, poi
tornò a
controllare gli altri cassetti per curiosità. Se non altro,
si
sarebbe potuto fare un'idea di cosa comprare sabato. Sapeva di non
avere alcun senso dello stile. Era proprio lì che il
compagno di
casa del bambino avrebbe dovuto rendersi utile. Non solo sembrava
avere il senso della moda, ma conosceva anche Draco.
Si
stupiva sempre più mentre apriva tutti i cassetti. In quello
in
cima, insieme ai fazzoletti, c'erano due scompartimenti contenenti
altri accessori, come cravatte e polsini. Scoprì file
perfettamente
ordinate di calzini sistemati per colore e boxer di seta. In un altro
cassetto trovò diversi pigiami di seta di vari colori. La
sua
ricerca rivelò anche un cassetto pieno di pesanti calzini
invernali,
alcuni pigiami di soffice e calda lana e molte sciarpe
verdi-argentate che mettevano i Serpeverde. Il moro ne prese un paio
e le aggiunse alla pila di fazzoletti sul letto.
“Bé,
Draco, sei decisamente... organizzato,” disse.
“Aspetta
di vedere l'altro guardaroba,” disse Blaise sogghignando. Il
più
piccolo stava stringendo un piccolo drago e il ragazzo lo mise sul
letto per lui prima di spostarsi all'altro guardaroba.
Harry
prese un profondo respiro in previsione di quello che avrebbero
trovato. Aprì lentamente le ante e fissò
ammutolito il contenuto.
Il guardaroba doveva essere stato incantato per poter contenere tutta
quella roba. Era pieno, ma, fin dal primo sguardo, era ovvio che
fosse ben organizzato. Tutto era disposto con estremo ordine, tutto
molto preciso.
I
vestiti erano stati sistemati per tipo di abbigliamento e poi per
colore. C'erano camicie, poi maglioni, poi vesti appese con cura. Era
anche ovvio che tutto era di alta qualità. Molte cose
sembravano di
seta o di lana pregiata. Sul fondo erano presenti anche due raffinati
abiti da cerimonia. Il moro era sicuro che molte cose, se non tutte,
fossero state fatte su misura per Draco.
Questi
aveva già una delle sue vesti Serpeverde rimpicciolita alla
sua
taglia, ma Harry ne prese altre. Sarebbe rimasto piccolo per altri
quattro mesi e non voleva che il piccolo rimanesse senza.
C'erano
altri due cassetti sul fondo del guardaroba e il Grifondoro li
aprì
per trovarvi golf piegati ordinatamente.
“Ma
Draco non ha nessun vestito
normale?” chiese, suonando confuso. “Insomma,
qualcosa che sia
almeno leggermente meno
formale? So che non gli piacciono i Babbani, ma dovrebbe avere almeno
un paio di jeans.”
Blaise
annuì e l'altro si accorse di un paio di bauli quasi
nascosti dai
mantelli che pendevano dalle grucce. “Apri il
primo,” disse il
Serpeverde con un sorriso malizioso.
Il
Grifondoro inarcò un sopracciglio con aria interrogativa e
aprì il
baule che gli era stato indicato. Non appena alzò il
coperchio, un
odore di pelle cominciò a diffondersi nella stanza.
Spalancò gli
occhi con piacevole sorpresa quando vide il contenuto. C'erano
qualche paio di jeans Babbani, qualche camicia Babbana e qualche
maglietta.
Ma
la vera sorpresa era la pelle. C'erano una giacca di pelle e un
impermeabile. Quello che trovò più interessante
furono però i
pantaloni di pelle. Avrebbe adorato averne un paio tutto suo. Ne
prese fuori un paio di pelle nera e chiuse gli occhi, immaginando il
Draco più grande mentre li indossava. Era una cosa che gli
sarebbe
piaciuto vedere.
“Draco
li mette qualche volta, quando facciamo qualche festa nella sala
comune,” spiegò Blaise.
“Provali,” disse.
L'altro
lo guardò con aria confusa. “Non potrei
mai,” protestò.
“Certo
che puoi. È ovvio che ti piacciono e penso che tu e Draco
abbiate la
stessa taglia. Su, provali,” disse incoraggiandolo.
“Ma
sono di Draco, non miei,” obbiettò.
“Dai,”
si strinse nelle spalle. “Tanto non li metterà per
un bel po'.
Inoltre, ne ha in abbondanza.”
Harry
lo guardò, combattuto. “Non credo che a Draco
farebbe piacere se
Harry Potter si provasse i suoi vestiti.” protestò
senza forza.
“Bé,
io sono Draco
e io dico che puoi
provarli se vuoi,” disse il più piccolo
altezzosamente.
Il
Grifondoro gli sorrise debolmente e poi fece quello che gli era stato
detto. Si tolse velocemente le scarpe da ginnastica mentre si
sbottonava. Si tolse i pantaloni e si infilò in quelli di
pelle.
Mentre se li abbottonava, si mise di fronte allo specchio per vedere
come gli stavano.
Blaise
aveva ragione, gli stavano bene. Harry aveva un sorriso stampato in
faccia mentre ammirava i pantaloni di pelle. L'altro ragazzo aveva
rovistato tra i vestiti nell'armadio e gli passò una camicia
di seta
verde smeraldo a maniche lunghe .
“Prova
anche questa, ma non infilarla nei pantaloni,”
ordinò, poi si
accucciò di fianco al letto, rovistandoci sotto.
Si
alzò con un grido di trionfo e l'altro si girò
per vedere quale
fosse la grande scoperta. “Mettiti questi,”
ordinò, spingendo
avanti un paio di stivali di pelle di drago nera che arrivavano alle
caviglie.
Harry
lo guardò con aria di protesta, ma l'amico gli
indicò gli stivali
con aria di comando. Sospirò e si sedette sul letto per
metterli.
Una volta infilati, si alzò e fece un paio di passi. Gli
stavano
davvero bene.
Improvvisamente,
Blaise fece un fischio di apprezzamento. “Merlino, Harry. Ti
sei
sicuramente ripulito.”
Il
moro lo guardò, sorpreso.
“Sei
fantastico!” dichiarò Draco.
“Grazie,
angelo,” disse il più grande, sorridendogli
dolcemente e
scompigliandogli i capelli.
Tornò
di fronte allo specchio e fissò il suo riflesso.
“Wow!” mormorò.
“Sembro davvero a posto.”
Blaise
ridacchiò. “Sembri molto più che a
posto. Sei fantastico. E il
verde ti sta bene perché riprende i tuoi occhi.”
Lo guardò con
aria critica. “Staresti anche meglio senza gli occhiali,
secondo
me.”
Harry
si strinse nelle spalle. “Probabilmente. Avevo preso in
considerazione di comprare delle lenti a contatto, ma non ho concluso
nulla.”
“Cosa
sono le lenti a contatto?” chiese l'altro ragazzo con aria
confusa.
“Sono
pezzi di plastica che vanno messi negli occhi. Ti correggono la vista
come fanno gli occhiali, ma non si vedono,” spiegò.
“Oh.
Bé, perché non le hai prese, allora?”
“Non
riuscirei mai a convincere i miei parenti ad accompagnarmi a
comprarle, e non pagherebbero,” spiegò.
“Oltre a questo,
trascorro la maggior parte dell'anno a Hogwarts e il resto del tempo
sono così dannatamente protetto che non posso andare da
nessuna
parte,” disse piuttosto amaramente.
“Okay,
capisco la protezione e capisco Hogwarts. Ma non capisco
perché i
tuoi parenti non ti porterebbero a comprarle, e hai tanti soldi
quanto Draco con i valori dei Black,” disse Blaise, confuso.
Il
Grifondoro sbatté le palpebre in sorpresa. “Ho
tanti soldi quanto
i Malfoy?” chiese, incredulo.
Il
Serpeverde sorrise compiaciuto. “Sì, ecco
perché ero così
sorpreso questo pomeriggio nell'ufficio di Silente. Comunque, avevi
anche accesso ai valori dei Potter . Hai più soldi di quanti
potresti spenderne, non potevi informarti?”
Harry
sospirò e guardò il più piccolo, che
non stava ascoltando la loro
conversazione e stava tranquillamente giocando con i draghi che aveva
scelto di prendere. Capiva davvero il perché volesse
rivivere
quattro mesi della sua infanzia in condizioni migliori.
“È
una lunga storia,” disse a Blaise. “Ma,
fondamentalmente, i miei
parenti mi odiano e mi hanno sempre considerato un peso che non
volevano. In generale, i Babbani sono buoni, ma è a causa di
persone
come loro che hanno una brutta reputazione. Non mi hanno mai dato
niente di più se non il minimo indispensabile. E intendo
davvero il
minimo necessario,”
disse amaramente. “Mi vestivo con i vecchi abiti del mio
grasso e
sudicio cugino, e questo era tutto quello che ricevevo da loro. Mi
davano anche abbastanza cibo per sopravvivere, credo,”
aggiunse
pensieroso.
Era
perso nei suoi pensieri mentre provava a descrivere i motivi
principali a Blaise e non notò l'ombra di orrore che gli
attraversò
il viso. Continuò.
“Sono
anche avidi. Non mi azzarderei mai a fargli sapere che possiedo dei
soldi o troverebbero un modo di prendermeli. Sono i miei custodi dopo
tutto, che mi piacciano o meno. Anche se avessi la
possibilità di
comprarmi cose nuove, non le porterei mai in quella casa ed
è
necessario che ci torni ogni estate. Per la mia sicurezza,”
disse
sarcastico.
L'altro
ragazzo non sembrava felice, ma sembrava iniziare a capire.
“Non
sei mai andato a comprarti dei vestiti, vero?” chiese,
indicando
con un ampio gesto i vestiti del biondo.
Harry
sbuffò. “No, nemmeno una volta, a parte quando ho
comprato le
vesti per la scuola, ma è tutto qui. Ho imparato a non farci
caso.
Non avrei potuto fare altrimenti. Comunque, non è che abbia
una gran
senso dello stile,” aggiunse, spiritoso.
“Tieni
quello che hai addosso,” disse l'altro ragazzo risoluto.
“Potresti
metterlo quando andremo a fare shopping sabato. E quando andremo,
prenderemo dei vestiti anche per te, oltre che per Draco.”
“Come
se Piton potesse mai lasciarci del tempo per farlo.”
“Lo
farà,” insistette il moro. “Inoltre, il
fatto che tu abbia la
stessa taglia di Draco ci renderà le cose più
semplici,” disse,
scaltramente.
“Perché?”
chiese Harry, sospettoso.
“Perché
tutti i negozi conoscono Draco e le sue misure. Tutto quello che
dovrò fare sarà dire ai commessi di prendere
tutti i vestiti che
Draco approverebbe e, praticamente, saranno loro a fare shopping al
posto tuo. Tutto quello che dovrai fare sarà
pagare,” disse,
sorridendo compiaciuto.
“Ma
non sarei mai a mio agio in vestiti così formali, non come
lo è
Draco,” protestò l'altro, rabbrividendo alla sola
idea. Draco
stava bene vestito formale, sì, e Harry poteva vestirsi
così, ma di
certo non era il suo stile.
Blaise
si limitò a muovere una mano per liquidare la faccenda.
“Puoi
prendere qualche vestito formale, ma ammetto che non sia il tuo
stile. Richiederemo solo qualcosa di casual e conoscono già
i negozi
Babbani in cui va Draco,” disse, indicando il baule ancora
aperto
nell'angolo.
Il
Grifondoro sospirò, rassegnandosi all'idea di comprarsi dei
vestiti
nuovi, ma poi si illuminò un po'. “Non
dovrò più indossare gli
abiti di Dudley per il resto dell'anno,” disse con meraviglia.
“Assolutamente
no! Finalmente avrai un guardaroba tutto tuo,” disse l'altro
con un
sorriso.
Anche
il moro sorrise. “Non sono sicuro che mi piaccia l'idea di
comprarmi dei vestiti, ma mi ci potrei abituare.”
Il
Serpeverde lo guardò, scaltro. “Inoltre, ricorda
che, per i
prossimi quattro mesi, ti prenderai cura del numero uno di Hogwarts
in fatto di moda. Non ti farà male seguire i consigli dei
suoi
stilisti. Quando tornerà ad avere sedici anni, ti
ringrazierà per
averlo vestito bene. Suona vanitoso, ma Draco è
così,” disse,
stringendosi nelle spalle.
Harry
fece una smorfia. “Hai ragione. Non sono sicuro di voler
pensare a
quale sarà la sua reazione riguardo a questi quattro
mesi.”
Si
girarono entrambi a guardare il bambino, che stava ancora giocando
tranquillamente sul letto. “Non so davvero come
reagirà,” disse
Blaise sommessamente. “Ma so che stai facendo molto per lui.
E lo
fai bene.”
“Ci
sto provando,” disse l'altro allo stesso modo. Poi
lanciò uno
sguardo all'orologio dietro di loro. “In realtà,
devo portalo di
sopra, lavarlo e metterlo a letto. Siamo stati giù molto
tempo e non
avevo visto fosse già così tardi.”
“Non
hai ancora guardato negli altri bauli,” protestò
il moro.
“Non
sono sicuro di essere a mio agio frugando nei suoi bauli
personali,”
ammise. “Non ho nemmeno guardato quello che aveva in
borsa.”
“Non
ci hai guardato?” chiese Blaise, sorpreso.
L'altro
scosse la testa. “No, non mi sembrava giusto. Il Draco di
sedici
anni non accetterebbe mai che proprio io, tra tutte le persone,
guardassi tra le sue cose.”
Il
moro scosse la testa con aria rassegnata. “Proprio quando
inizio a
pensare che saresti un buon Serpeverde, ecco che ti comporti da
nobile Grifondoro.”
Harry
sorrise. “Non ho mai detto di non poter essere tutte e due le
cose.”
“Non
puoi!”
“Perché
no? È quello che sono,” disse con sorriso perfido.
“Parleremo
dopo dei bauli. Adesso aiutami ad impacchettare le cose e a portarle
su prima che si faccia troppo tardi. Abbiamo fatto bene a dormire un
po' oggi,” mormorò.
Blaise
prese un'altra borsa da sotto il letto e aiutò l'altro
ragazzo a
impacchettare tutto quello che avevano deciso di prendere. Harry mise
i vestiti e le scarpe nella sua borsa, ma si infilò la veste
senza
preoccuparsi di chiuderla.
Misero
i draghi in qualche fazzoletto per proteggerli, ma Draco ne tenne uno
da portare in mano. In poco tempo furono pronti a partire. Il
Serpeverde giunse nella sala comune con loro, salutando gli altri, ma
Pansy fermò Harry prima che se ne andasse.
“Fermo!”
“Che
c'è?” chiese sulla difensiva. Lo stava guardando
in modo strano e
il ragazzo non sapeva che pensare. Aveva dato spettacolo prima e non
sapeva che fare se qualcuno avesse voluto affrontarlo. In ogni modo,
sarebbe stato decisamente felice di ignorare le occhiate e i mormorii
e fingere che niente fosse mai successo.
“Togliti
i vestiti.”
“Cosa?!”
esclamò abbastanza forte da attirare l'attenzione di tutti
quelli
presenti nella sala comune che non li stavano ancora guardando.
“Credo
voglia vedere i tuoi nuovi vestiti,” sorrise compiaciuto
Blaise.
Il
Grifondoro arrossì. Non aveva la minima voglia di fare
mostra di sé
e non era sicuro di quello che Pansy avrebbe detto del fatto che
stesse indossando i vestiti di Draco. Ma decise di buttarsi. Per una
volta nella vita, sapeva di stare bene e, rispetto ad altre volte,
non avrebbe fatto una brutta figura. Guardò Draco, che gli
sorrideva
orgoglioso, e questo lo convinse. Posò le borse e si tolse
la veste.
“Quindi,
che ne pensi?” le chiese con un sorriso malizioso mentre
girava su
sé stesso nei suoi vestiti nuovi.
Ricevette
dei fischi di apprezzamento e miagolii da gatto e sorrise a Pansy che
lo stava guardando a bocca aperta. Sbatté le palpebre un
paio di
volte.
“Merlino,
Potter,” sospirò. “Vestito
così stai bene quanto Draco .”
Il
moro si inchinò con fare drammatico. “Lo
prenderò come un
complimento definitivo, my lady,” disse, facendole
l'occhiolino
mentre si rialzava.
La
ragazza ridacchiò mentre gli dava uno schiaffo su un
braccio. “Se
Draco non avesse quattro anni, giurerei che ti stia dando
lezioni.”
Harry
sorrise. “No! È che al momento mi sento
bene,” dichiarò.
Draco
stava ridacchiando per le battute di Harry e anche Blaise stava
ridendo, godendosi lo show.
“È
arrivata l'ora per me e il piccolo principe di andare,” disse
altezzosamente, anche se sorrideva. Si rimise la veste e riprese le
borse. “Ci vediamo domani. È il tuo turno di
salutare,” sussurrò
al piccolo.
Questi
ridacchiò e salutò tutti prima di lasciare la
sala comune mentre
gli altri continuavano a ridere. Tiger e Goyle li seguirono
silenziosamente e li scortarono alla torre.
Harry
scosse la testa, incredulo, ripensando a quello che aveva appena
fatto, ma sorridendo allegramente. Blaise aveva detto che faceva bene
al bambino, ma, forse, quest'esperienza faceva bene anche a lui.
Fu
colpito da un senso di déjà vu quando entrarono
nella sala comune
Grifondoro. Hermione li aveva individuati non appena entrati dal
ritratto e il moro non riuscì ad andare molto lontano prima
che la
ragazze urlasse “Fermo!”
Harry
si girò verso di lei.
“Togliti
i vestiti.”
Il
ragazzo guardò Draco, facendolo ridere mentre faceva quello
che gli
era stato detto. Appoggiò le borse a terra, si tolse la
veste e
l'appoggiò sulle borse. Girò su sé
stesso mostrando il nuovo look,
ricevendo altri fischi e approvazioni.
“Stai
benissimo, Harry!” urlò Seamus.
Gli
sorrise. “Grazie!”
Hermione
lo stava fissando a bocca aperta, come Pansy prima.
“Sei
fantastico!” esclamò infine. “Non sapevo
ti fossi risistemato
così bene.”
Si
inchinò a lei come aveva fatto con la Serpeverde.
“Vi ringrazio,
my lady,” replicò elegantemente.
Hermione
stette al gioco e si appoggiò il dorso della mano sulla
fronte. “Oh,
mio coraggioso, bellissimo cavaliere con la scintillante
armatura,”
disse, fingendo di svenire.
Il
ragazzo la prese tra le braccia. “Grazie, oh nobile
cavaliere, per
avermi salvata,” disse l'amica senza fiato.
“È
il mio dovere, dear lady. Qualsiasi cosa per salvare le damigelle in
pericolo,” dichiarò.
La
riccia si rimise in piedi e gli diede un colpo sul braccio.
“Non
sono una damigella in pericolo,” disse sorridendo.
Il
moro le sorrise mentre i Grifondoro scoppiavano a ridere per la loro
performance. Se comportarsi in modo ridicolo aiutava gli altri a
rilassarsi, allora ne valeva la pena.
Prese
il piccolo Draco tra le braccia e gli scompigliò i capelli.
“Il
mio piccolo principe è pronto per andare a letto?”
chiese.
Prima
di dargli il tempo di rispondere, Hermione pose un'altra domanda.
“Non
così veloce,” disse. “E i vestiti? Ti
stanno bene, ma da dove
vengono e perché li hai addosso?”
“Blaise
pensava mi chiamassi Ken,” disse con aria rassegnata.
La
maggior parte degli studenti non capì le sue parole, ma la
ragazza e
Dean, insieme ad altri figli di Babbani, scoppiarono a ridere. La
riccia rideva così forte da avere le guance rigate di
lacrime.
“Che
cosa c'è di così divertente?” chiese
Seamus a Dean.
“Ken
è un gioco Babbano. È un bambolotto che le
bambine vestono in
diversi modi,” spiegò.
“Il
che significa, dato quello che Harry ha detto, che Blaise ha
praticamente giocato a vestirlo,” aggiunse Hermione.
Anche
Ron sembrava pensare che fosse divertente. “Vuol dire che
Zabini ti
ha vestito come una bambola?” chiese, incredulo.
Harry
annuì e decide di spiegare meglio. “Stavano
guardando tra le cose
di Draco in modo da trovargli qualcosa di famigliare da portare
qui.”
Il
rosso lo interruppe. “Questo spiega perché adesso
hai lenzuola di
seta nera e un copriletto di velluto?” chiese.
“Sì,”
rispose, guardando il bambino e facendogli l'occhiolino.
“Prima
erano nel suo letto nel dormitorio Serpeverde e le ha
riconosciute.”
“Figurarsi
se Malfoy non aveva lenzuola di seta,” borbottò
l'amico.
Il
moro lo fulminò con lo sguardo. “Spero lo facciano
sentire più a
suo agio qui. Le sue coperte, almeno, sono una delle poche cose che
gli sono famigliari. Sono sicuro che, quando avevi quattro anni,
anche a te piaceva avere intorno cose familiari.”
Ron
alzò le mani in segno di sconfitta e non disse altro.
Harry
si fermò per dare un bacio sulla fronte a Draco per
rassicurarlo. Il
bambino lo stava stringendo leggermente più forte da quando
aveva
avvertito un po' di tensione.
“In
ogni modo, stavamo rovistando tra le varie cose quando abbiamo
trovato i pantaloni di pelle. Ne ho sempre desiderati un
paio,”
disse stringendosi nelle spalle, arrossendo imbarazzato.
“Blaise e
Draco hanno voluto che me li provassi, dal momento che abbiamo la
stessa taglia. Ma poi Blaise non ha lasciato perdere e ha voluto che
completassi il look con la camicia e gli stivali. Mi ha anche detto
di tenerli.”
“Ma
Draco non si arrabbierà visto che hai preso i suoi
vestiti?”
chiese Hermione, preoccupata.
“Io
sono Draco,”
disse il bambino
con aria di sfida. “E io dico che può tenerli.
Penso gli stiano
bene.”
Il
più grande sorrise e indicò con il braccio libero
il piccolo tra le
sue braccia. “E questa è
la ragione per cui li ho ancora indosso. Ho provato a protestare, ma
ho perso.”
I
Grifondoro risero. Molti sarebbero stati disposti ad ammettere che
era difficile vincere con quel bambino adorabile, anche se sapevano
che tecnicamente era il Draco Malfoy che li aveva tormentati per
tutti quegli anni.
La
ragazza sorrise dolcemente al piccolo. “Mi scuso per aver
dimenticato che sei davvero Draco.”
Questi
si strinse nelle spalle. “Va tutto bene. Succede, a
volte,”
disse.
La
riccia non smise di sorridere. “Ne sono sicura. Ma hai
ragione,
sai. Harry sta davvero bene con i tuoi vestiti ed è stato
carino da
parte tua darglieli.”
“Oh,
e non ti ho ancora ringraziato a dovere. Che cosa stavo
pensando?”
disse Harry, battendosi la fronte con la mano. “Grazie,
Draco.”
“Prego,
Harry,” disse sommessamente, sorridendogli davvero
dolcemente. Il
moro lo baciò di nuovo sulla fronte prima di abbracciarlo
stretto.
Ignorò gli “ooohh” che giunsero da
Hermione e da molte ragazze
Grifondoro.
“Che
altro hai trovato, Draco?” chiese la ragazza, curiosa,
indicando
l'oggetto che il piccolo stava ancora stringendo in mano.
Draco
alzò gli occhi. “Ho trovato i miei draghi! Harry
ha detto che
potevo portarne qualcuno qui.” Tese orgogliosamente il suo
drago
per farglielo vedere. “Questo l'ho ricevuto per il mio quarto
compleanno. È un Dentiaguzzi Peruviano. È il
drago più piccolo, ma
è il più veloce nel volo.”
“È
fantastico!” esclamò la riccia, sorridendo
all'entusiasmo del
ragazzo per il suo drago. “Ti piacciono davvero molto i
draghi,
vero?”
Il
bambino annuì, entusiasta. “Sì, avrei
pensato fossero fantastici
anche se il mio nome non fosse stato Draco. Non posso farti vedere
gli altri perché Harry dice che è ora di andare a
letto e che non
li svolgeremo stasera, ma posso farteli vedere domani,”
disse,
speranzoso.
“Mi
piacerebbe,” disse Hermione sorridendo.
“Va
bene, angelo. Hai ragione,è davvero arrivata l'ora di andare
a
letto. È stata una giornata davvero lunga,” disse
Harry. La
ragazza gli allungò la veste e le borse. Diedero la buona
notte e si
avviarono per le scale.
Il
più grande gli mise velocemente il pigiama, prima di
gattonare sul
letto con un paio di libri. Si appoggiò alla testata per
leggere, ma
non fece nemmeno in tempo a finire il primo libro che Draco si era
già addormentato. Mise i libri e gli occhiali sul comodino e
si
sdraiò accanto al piccolo. Anche lui si
addormentò velocemente,
abbracciandolo protettivo, entrambi raggomitolati nel caldo del
copriletto di velluto.
* * * * *
Note:
Ho
lasciato alcune parole in inglese perché, secondo me,
rendono di
più il linguaggio arcaico e teatrale che Harry sta cercando
di
usare, e il nome del drago "Dentiaguzzi"... sì, l'ho preso
da
"La Valle Incantata"... in originale è "Toothviper" ossia
denti
di vipera, ma non mi piaceva la traduzione staccata, quindi mi sono
affidata all'ammaginario italiano con il nome che ho scelto.
* * * * *
RECENSIONI
DJKIKA: Harry arrabbiato
è molto
sexy anche...quanto avrei voluto essere lì!! Ed è
fantastico con Draco...è la cosa migliore che gli potesse
capitare!! vorrei capitasse anche a me.. =P
YoruGirl: Draco
è assolutamente adorabile!! Lo confermano anche gli
"ooohh"!! =P Comunque, prego!!
Persefone Fuxia: Mi sono
commossa...
grazie!! A volte è tremendamente difficile rendere in
italiano
alcune espressioni... sono contenta che ragazze come te mi confermino
che i miei sforzi sono andati a buon fine!! La scelta deliberata
sottolinea un nuovo carattere di Draco davvero profondo direi... e poi,
è vero, è pucciosissimo!!
Hollina: In questo capitolo
ci sono un po' meno scoperte, ma in un certo senso lo prefersico!! XD
emogirl in pink: grazie del
lavoro fantastico!! e comunque... w azkaban!!
PAMPAM: grazie ancora!
Shin_86: Grazie per i
complimenti! fanno sempre piacere!! Hai ragione...era ora che Piton
aprisse gli occhi!!
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Capitolo 8 *** Altri Incubi ***
cap 8
Declaimer:
Harry
Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K.
Rowling.
Autrice:
Vorabiza
Traduttrice:
dede
Beta: emogirl
in pink
Storia
in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795
Buona
lettura!!
* * * * *
Sfortunatamente,
non fu una notte facile per nessuno dei due: Draco si
svegliò
gridando per colpa di un incubo poco dopo la mezzanotte. I suoi urli
di terrore erano un suono inusuale ed orribile, e tutti i ragazzi si
svegliarono di soprassalto.
Harry
lo cullò e lo calmò, massaggiandogli la schiena
con calma e
accarezzandogli i capelli mentre piangeva. Neville, che a modo suo
era un gentiluomo di sangue puro quanto Draco Malfoy, gli
passò un
fazzoletto per pulire il viso al piccolo.
Ron
poteva anche avere ancora dei problemi a rapportarsi col biondino e
non sapeva come comportarsi con i bambini, ma aveva avuto modo di
fare esperienza con gli incubi dopo aver trascorso con Harry la
maggior parte dell'anno. Urlare lasciava la gola arida e rauca, e il
rosso versò un bicchiere d'acqua e si sedette sul letto,
offrendolo
a Draco.
“Un
altro incubo?” chiese il moro sommessamente.
Il
più piccolo annuì sul suo petto. Ogni tanto
singhiozzava ancora, ma
aveva smesso di piangere.
“Sempre
lo stesso?”
Il
biondino scosse la testa, ma poi annuì. Harry
lanciò un'occhiata a
Ron, seduto sul letto di fianco a loro, a Neville, Dean e Seamus, che
al momento erano seduti sul bordo del letto del rosso. Gli
ammonì
con lo sguardo affinché non dicessero niente.
“Era
di nuovo con tuo padre,ma è successo qualcosa di
diverso?” provò
a indovinare.
Draco
tirò su con il naso e annuì.
“Perché
non me ne parli, così posso preoccuparmene io per te e tu
non dovrai
più averne paura?” suggerì.
Il
Serpeverde non si mosse né emise alcun suono per almeno un
minuto.
Poi annuì e parlò sommessamente.
“Lui... lui mi stava punendo di
nuovo, perché ero stato cattivo.”
Harry
chiuse gli occhi. Ron stava iniziando a capire quello che era
successo il giorno prima perché stava iniziando a sentire il
potere
crescere nell'amico. Si mosse silenziosamente e gli posò una
mano
sulle spalle, sperando di tenerlo a terra prima che perdesse il
controllo.
“Che
cosa avresti fatto di cattivo?” chiese il moro con calma.
“Ho
sporcato i vestiti nuovi mentre ero fuori. Mio padre mi aveva detto
di stare attento e non lo sono stato,” ammise.
Il
moro prese un respiro profondo. “Ti ha di nuovo portato nei
sotterranei?”
Il
bambino fu scosso da brividi, il che fornì una risposta
sufficiente.
“Ha
di nuovo usato la Cruciatus
su di te?” chiese senza cambiare tono. La presa di Ron sulla
spalla
dell'amico si serrò dolorosamente, ma Harry ne fu grato
perché lo
stava aiutando a tenere i piedi per terra meglio di quanto avrebbe
mai potuto pensare.
Draco
annuì. “Ma non c'era nessun corpo questa
volta,” mormorò.
La
presa del rosso di strinse ancora di più per l'orrore, ma
quelle
parole fecero davvero sentire meglio l'amico, almeno un po'
più
calmo. Almeno il Serpeverde non aveva dovuto vedere un cadavere
insanguinato questa volta.
“È
tutto?” chiese il Grifondoro.
Il
più piccolo annuì ancora una volta, e il moro lo
abbracciò più
stretto. “Sei stato bravo a parlarmene, angelo. Sono fiero di
te.”
Lo
spinse un po' indietro e gli inclinò la testa per poterlo
guardare.
Draco incontrò il suo sguardo volentieri e fiducioso.
“Ricorda
quello che ti ho detto. Ti terrò al sicuro e tuo padre non
ti farà
più del male. So che gli vuoi bene ed è giusto,
ma non è giusto
che lui ti faccia del male in quel modo. È davvero sbagliato
che ti
punisca così severamente.”
“Ma
mi aveva detto di stare attento e non lo sono stato,”
mormorò il
biondino.
Harry
scosse la testa. “Non importa. Quello che hai fatto non era
così
grave da causare una punizione così severa. Inoltre, tuo
padre
avrebbe dovuto sapere che i bambini si sporcano a volte. È
quello
che i bambini fanno,” disse.
“Davvero?”
chiese il piccolo, sembrando sorpreso all'idea.
Il
moro ridacchiò leggermente, il che aiutò
distendere la tensione
nella stanza. Ron avvertì la magia dell'amico ritirarsi.
“Sì,
davvero,” disse con un sorriso. “Quando avevo la
tua età, mi
sporcavo sempre.”
Draco
lo guardò con meraviglia.
“Anche
io,” intervenne il rosso. “Ero sporco la maggior
parte del tempo
perché mi piaceva stare all'aperto ed esplorare i campi
intorno a
casa nostra. Mi sporcavo, ma mi divertivo un sacco.”
Dean
decise di inserirsi nella conversazione per aiutare a distrarre il
bambino. “Di solito, la mia sorella maggiore voleva che
giocassi
con lei, anche se non sempre mi piaceva, ma lo adoravo quando
fingevamo di fare dolci di fango. C'era sempre un casino incredibile
dopo,” disse ridendo.
“E
a tuo padre non importava?” chiese Draco, scettico .
“No!”
disse l'altro con un ghigno. “Sia lui che mia madre mi
buttavo
nella vasca per ripulirmi, e basta.”
“Io
ero come te, Draco,” disse Neville tranquillamente.
“Sarei dovuto
essere un appropriato mago purosangue e non mi era permesso
sporcarmi.”
Questo,
il bambino lo capiva. “E se ti sporcavi, come ti
punivano?”
chiese sommessamente.
“Bé,
ricordo che una volta mi sono sporcato i vestiti nuovi
perché non
ero stato attento. Ho dovuto lavarli da solo così mi sarei
ricordato
di non sporcarli di nuovo,” rispose tranquillamente.
“Oh,”
disse Draco. Guardò Harry. “È questo
che intendevi con 'non così
severo'?” chiese.
“Sì,”
affermò il più grande. “A Neville non
è piaciuta la sua
punizione, ma non è stata né così dura
né così severa come la
tua.”
Il
bambino aveva le sopracciglia aggrottate mentre ci pensava.
“A te
era permesso sporcarti?” chiese a Seamus, volendo anche
l'opinione
dell'ultimo rimasto.
“A
volte sì, a volte no,” disse. “A volte
mi dicevano di uscire a
giocare e non importava quanto mi sporcavo. Ma, altre volte, ad
esempio quando avevamo ospiti, dovevo rimanere pulito.”
“Ecco,
questa è probabilmente la cosa migliore,” disse il
moro. “Ci
sono volte in cui puoi sporcarti e altre no. Ma, qualche volta, gli
incidenti accadono e ti sporchi anche quando non dovresti. Gli
incidenti, però, non sono colpa tua e non dovresti essere
punito in
quel modo.” disse fermamente. Guardò il biondo
negli occhi. “E
per nessun motivo dovresti venir punito in modo così
doloroso.
Capisci?”
Draco
prese un respiro profondo e annuì. Poi sbadigliò.
“Penso
che sia ora di tornare a dormire, ometto,” disse Seamus con
un
sorriso. Il suo sbadiglio stava facendo sbadigliare anche i ragazzi
più grandi. Era quasi l'una di notte ormai. Il Serpeverde
aveva già
chiuso gli occhi e aveva iniziato a sonnecchiare sul petto del
più
grande ancora prima che Seamus avesse finito di parlare.
“Tutto
bene, amico?” sussurrò Ron.
“Sì,
grazie,” disse con gratitudine.
“Nessun
problema,” rispose, stringendogli la spalla prima di andare.
“Si
è già addormentato?” chiese Neville,
mentre gli altri si alzavano
e tornavano a dormire.
Harry
guardò in giù, controllando il piccolo, e sorrise
dolcemente. “Sì.
È stata una giornata piuttosto dura per lui.”
“È
stata piuttosto dura anche per te, amico,” disse Seamus con
aria di
intesa.
Il
moro sospirò. “Già. Sentite, ragazzi,
promettete di non dire
niente su Draco e suo padre?” chiese.
“Non
diciamo niente suoi tuoi incubi, e non parliamo dei tuoi segreti; non
diremo niente neanche su questo,” disse Dean, e tutti
annuirono,
d'accordo.
“Grazie,”
disse con sospiro di sollievo.
“La
causa di tutto quel casino di ieri è suo padre,
vero?” chiese Ron.
L'espressione
dell'amico si scurì ma rimase calmo con Draco tra le
braccia. “Sì,”
rispose semplicemente.
Il
rosso annuì. Non avrebbe chiesto altro e lasciò
perdere. Tornò al
suo letto e gli altri fecero lo stesso. L'altro si stese e si
sistemò
per bene con il bambino.
La
sua magia era fortunatamente sotto controllo, ma non lo era la sua
mente. Giaceva pensando a tutto quello che era successo. Era ancora
incredibilmente arrabbiato, ma, questa volta, avendo saputo quello
che avrebbe sentito e con Ron che lo aveva aiutato a tenere i piedi
per terra, era riuscito a tenere la sua magia sotto controllo mentre
parlava col piccolo dei suoi incubi.
Credeva
che tutti gli shock causati dalle scoperte che aveva fatto avessero
contribuito alla sua perdita di controllo. Quello a colazione, quando
aveva scoperto che Lucius faceva del male a Draco, aveva portato
oltre il limite della sopportazione sia lui che Piton.
Lo
shock ancora maggiore causato dalla scoperta di come
Lucius facesse del male al figlio lo aveva sconvolto e fatto
arrabbiare talmente tanto che aveva avuto bisogno non solo di uno
sfogo fisico, ma anche la sua magia era cresciuta con
l'intensità
delle sue emozioni.
Sperava
che Piton e Silente fossero riusciti a immaginare esattamente cosa
fosse successo alla sua magia e quello che avrebbe dovuto fare per
tenerla sotto controllo. Non voleva assolutamente ferire qualcuno
accidentalmente.
Avrebbe
però adorato rilasciare la sua magia su Lucius Malfoy.
L'uomo non
meritava nessuna pietà dopo quello a cui aveva sottoposto il
suo
bambino. Lo aveva minacciato e obbligato a vedere corpi torturati e
senza vita mentre lo torturava con la maledizione Cruciatus. Era
crudele e incredibile, e Harry non aveva dubitato di una sola parola
di quello che il Serpeverde gli aveva detto.
Sapeva
che Lucius Malfoy era un uomo freddo e crudele, ma non aveva mai
pensato che sottoponesse anche il suo stesso figlio a una tale
crudeltà. Rabbrividì pensando a che altro Draco
era stato
sottoposto mentre cresceva. Poteva facilmente immaginare che mentre
cresceva, questi fosse obbligato a guardare suo padre torturare e
uccidere.
Mentre
giaceva continuando a pensare a queste cose, capì che il
biondo non
aveva ancora chiesto dove fossero suo padre o sua madre. Aveva
così
tanta paura di loro da non volere sapere, o era abituato alle loro
lunghe assenze da non notarle nemmeno più? Non era difficile
credere
che i suoi genitori lo lasciassero spesso da solo con l'unica
compagnia degli elfi domestici o qualche persona a pagamento, come
bambinaie e insegnanti privati.
In
ogni caso, Harry era determinato a rendergli piacevoli i prossimi
quattro mesi. Con quel pensiero fisso in testa, iniziò a
sonnecchiare con il viso nascosto nei soffici capelli del bambino e
lo abbracciò un po' più stretto mentre finalmente
scivolava di
nuovo nel sonno.
Sfortunatamente,
quel piacevole pensiero non rimase. Il suo subconscio era,ovviamente,
ancora focalizzato su Lucius Malfoy, e i suoi incubi si riempirono
con i ricordi dei suoi incontri passati con l'uomo. Insieme alle vere
memorie c'erano terrificanti immagini dei due Draco, quello giovane e
quello cresciuto, in terra, urlanti di dolore, mentre Lucius, tenendo
la bacchetta puntata sul ragazzo, rideva crudelmente. La risata
cambiò lentamente fino a suonare in modo nauseabondo come
quella
acuta di Voldemort.
Si
svegliò urlando. Si sedette di scatto e fissò con
gli sgranati
quello che aveva intorno, stringendosi la testa pulsante. Ansimando
leggermente, prese gli occhiali del comodino e li mise, tentando
disperatamente di ritrovare l'equilibrio.
Mentre
metteva a fuoco la camera buia, realizzò che tutti erano di
nuovo
svegli. Neville sedeva alla fine del suo letto mentre cercava di
calmare un Draco in lacrime. Ron gli sedeva accanto e capì
che,
probabilmente, l'amico aveva provato a svegliarlo per almeno un paio
di minuti. Dean e Seamus erano in piedi ai lati del suo letto,
spostandosi nervosi e preoccupati.
“Hai
bisogno di vedere Silente?” chiese il rosso con ansia.
Harry
scosse la testa, ma se ne pentì immediatamente, e si riprese
la
testa tra le mani, stringendosi la fronte. Tese l'altra mano a Draco
e il bambino si gettò immediatamente tra le sue braccia.
“Harry,
sei sicuro di non avere bisogno di vedere Silente?” Ron non
sembrava essersi rilassato.
“No,
stava solo ridendo dei miei incubi,” disse con la gola secca.
L'amico e gli altri sembravano tutti terrorizzati. Avevano capito
benissimo chi fosse il soggetto della frase. Anche Dean e Seamus
capirono abbastanza, anche se non sapevano tutto quello che
Voltermort aveva fatto al compagno di Casa.
Neville
e Ron sapevano quanto profondamente il mago potesse colpire il
ragazzo. Avendo preso parte a quello che era successo la scorsa
primavera, Neville aveva scoperto quello di cui Voldemort era capace.
“Nessuna
visione?” chiese questi nervosamente.
“No,
solo un doppio incubo,” rispose il moro amaramente.
Il
rosso gli tese un bicchiere d'acqua, che Harry bevve con gratitudine.
Il liquido freddo gli calmò meravigliosamente la gola secca.
“Stai
bene?” mormorò Draco tra le lacrime.
“Avevo tanta paura.”
Harry
provò a ignorare il dolore alla fronte e avvolse le braccia
intorno
al piccolo Serpeverde, tranquillizzandolo. “Shhh, sto bene.
Non
intendevo spaventarti. Ecco perché ero preoccupato che tu
dormissi
con me, perché anche io, come te, faccio degli incubi. Mi
dispiace
di averti svegliato e spaventato. Shhh, va tutto bene adesso.”
Si
sentiva malissimo per avere turbato il piccolo e si vedeva che era
triste. Draco alzò le piccole mani e le posò
sulle guance del
Grifondoro. “Va tutto bene, Harry. Avevo paura per te
perché
urlavi così forte e non ti svegliavi. Avevo paura stessi
male
davvero.”
Il
moro gli sorrise debolmente. “Sto bene, angelo.”
Il
biondino si sollevò e lo baciò sulla fronte, poi
lo avvolse con le
braccia, abbracciandolo stretto. Ron gli passò un altro
fazzoletto e
l'amico pulì il viso del bambino prima di rimetterlo a
letto. Harry
si stupì della sua resistenza, quando il Serpeverde si
addormentò
subito, rassicurato dal fatto che il più grande stesse bene
e che
lui stesso fosse al sicuro.
Dean
e Seamus erano tornati ai loro letti non appena avevano capito che il
compagno stava bene. Ron e Neville, però, lo stavano ancora
guardando un po' con ansia.
“Sei
sicuro di stare bene, amico?” chiese il rosso, una volta
sicuro che
Draco si fosse addormentato. “Tu-Sai-Chi non ti ha mandato
nessuna
visione o altro?”
“No,
Ron,” rispose stancamente. “Dopo tutto quello che
è successo
ieri stavo sognando Lucius e tutte le volte che ho avuto a che fare
con quel bastardo. Solo che, questa volta, l’ho anche visto
torturare Draco, sia di quattro che di sedici anni, con la
maledizione Cruciatus. Stava ridendo crudelmente di suo figlio, ma
poi la risata si è trasformata in quella di Voldemort ed
è in quel
momento che mi sono svegliato.”
I
due ragazzi trattennero il respiro al nome di Voldemort, e il moro
roteò gli occhi. Però non commentò,
perché entrambi sembravano
già abbastanza terrorizzati e leggermente verdi all'idea che
il mago
si fosse di nuovo connesso all'amico tramite il collegamento con la
sua mente.
“Capisco
la vostra preoccupazione, ma sto bene. Bé, non esattamente
bene, ma
non c'è nessuna emergenza. Non ho bisogno di vedere Silente
e non
c'è nient'altro da fare. Solo tornare a letto. Mi dispiace
di avervi
svegliato di nuovo stanotte.”
“Nessun
problema, amico. Siamo qui per te quando hai bisogno di noi,”
disse
Ron, e Neville annuì. Sembravano ancora preoccupati, ma
tornarono
entrambi lentamente ai loro letti.
Non
passò molto tempo prima che Harry sentisse tutti dormire di
nuovo
tranquillamente. Sapeva che non sarebbe riuscito a riaddormentarsi,
se non altro per il fatto che la testa gli stava ancora pulsando. Si
assicurò che il piccolo fosse ben coperto e scese con
cautela dal
letto.
Rovistò
nel suo baule finché non trovò quello che stava
cercando. Prese
dell'inchiostro e una piuma dalla borsa, poi si sedette sul letto
inutilizzato del Serpeverde. Tirò le tende per evitare che
la luce
svegliasse qualcuno, ma le lasciò abbastanza aperte per
vedere Draco
e tenerlo d'occhio.
Si
appoggiò alla testata del letto e si coprì con le
coperte per stare
caldo, mettendosi comodo. Solo allora guardò quello che
aveva
recuperato del baule. Era un diario in pelle che Hermione gli aveva
regalato per il suo compleanno. I diari erano roba da ragazze, ma
l'amica aveva detto di averglielo dato perché, forse, lo
avrebbe
potuto aiutare a superare la perdita di Sirius. Scrivere era
terapeutico, aveva detto.
Il
moro fece scorrere la mano sulla pelle nuova e sul lucchetto d'oro.
Serviva una chiava ma la ragazza lo aveva incantato in modo da farlo
aprire con una qualsiasi parola d'ordine Harry avesse scelto e un
colpo di bacchetta. Funzionava come la Mappa del Malandrino.
Non
aveva mai scritto un diario. L'idea di scriverne uno gli ricordava
troppo quello che aveva fatto Riddle. E non erano certo ricordi
piacevoli.
Adesso,
in ogni caso, sedeva fissando il diario sul suo grembo. Non stava
pensando a Riddle, Hermione e nemmeno a Sirius. Stava pensando a
Draco, e alla propria infanzia.
Non
esisteva nulla che testimoniasse la sua esistenza per i primi dieci
anni della sua vita. Non esistevano foto, souvenir di alcun tipo, e
certamente nessuno che si fosse mai preoccupato di raccontargli
episodi della sua infanzia. Aveva perso i genitori e non aveva nessun
loro ricordo. Aveva avuto Sirius per così poco tempo. Remus
era
l'unico rimasto e persino lui era riuscito a dirgli solo poche cose
riguardo al suo primo anno di vita.
Lanciò
un'occhiata al bambino addormentato pacificamente nel suo letto. Il
Grifondoro non poteva essere sicuro di quello che fosse successo a
Draco Malfoy, ma sospettava fortemente che desiderasse una seconda
opportunità. Impossibile esserne sicuri, ma anche la vita
del biondo
era stata piuttosto impossibile. Di quello Harry ne era sicuro.
Risoluto,
aprì il diario e iniziò a scrivere tutto quello
che era successo da
quando il calderone del Serpeverde era esploso. Nel bene e nel male,
scrisse tutto. Esitò solo brevemente mentre decideva cosa
inserire
dei propri pensieri e sentimenti riguardanti il bambino. Non sarebbe
stato lo stesso senza un tocco personale, così decise di
metterli.
Ovviamente, non inserì nulla di troppo
personale.
Due
ore dopo, chiuse il diario e lo bloccò con quel senso di
soddisfazione che si ha dopo aver fatto qualcosa di buono. Inoltre,
decise che lo avrebbe chiamato giornale invece di diario. La parola
'diario' aveva connotazioni troppo brutte. Sbuffò,
realizzando che,
tecnicamente, non importava come lo chiamasse.
Erano
quasi le sette del mattino e iniziò a preparare le sue cose
e quelle
di Draco. Svegliò il piccolo addormentato, che non era
ancora pronto
per alzarsi, e lo mise sotto la doccia. Era quasi contento di non
aver avuto tempo per una doccia, la sere prima, mentre l'acqua lo
aiutava a ristorarsi e a svegliare un po' entrambi. Sebbene nessuno
dei due fosse particolarmente all'erta, stavano sicuramente meglio.
* * * *
*
RECENSIONI
DJKIKA:
grazie!!! mi fa un sacco piacere che tu dica questo!!
PAMPAM:
è in piacere tradurre per ricevere poi i vostri
ringraziamenti... grazie a voi...
Hollina:
cosa darei per farmi un giro nella sua stanza...
YoruGirl:
se ti stanchi di aspettare i miei aggiornamente puoi andare sul sito
originale!! XD ci sono storie che rendeno si più se lette in
lingua madre, per questo cerco di attenermi a una traduzione letterale
evitando troppe traduzioni a sentimento!!
Persefone
Fuxia: Sì, la recita mi aveva mandata un po' in crisi,
volevo renderla un po' Shakespeariana ma non credo di esserci riuscita
troppo bene... riguardo al giocattolo, che tradotto letteralmete ha un
nome davvero pessimo, nemmeno io lo darei a mio figlio, ma
c'è da dire che la famigia di Draco non è proprio
normale subito...
Shin_86:
tutto vestito di pelle.... sbaaaaaaav!!! XD e immagina Draco...
emogirl
in pink: sempre fantastica!!
Taila:
non preoccuparti del ritardo!! Adoro il nuovo trio Blaise/Draco/Harry,
sono irresistibili!! una volta li ho definiti "belli, impossibili...e
in gradazione di colore"... e sì, Harry è
simpatico!! La Rowling lo rende troppo musone...invece sa giocare!!
riguardo a Lucius... credo che più o meno tutte quelle che
leggono questa fic loo vogliano morto...o comunque vorrebbero vederlo
torturato moooolto dolorosamente!!
lumamo64:
e quale sarà la sua reazione davanti al diario?? ihih!!
|
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Capitolo 9 *** Lezioni ***
Declaimer:
Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di J.
K. Rowling.
Autrice:
Vorabiza
Traduttrice:
dede
Beta:
emogirl in pink
Storia
in originale:
http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795
Buona
lettura!!
* * * * *
Quella mattina, il dormitorio era
insolitamente tranquillo mentre i cinque compagni di Casa e Draco si
vestivano
e si preparavano per la giornata. In qualche modo, erano riusciti a
mettersi
d'accordo e ad entrare tutti insieme in sala comune, dove Hermione e
Ginny li
stavano aspettando. Harry non ne era sicuro, ma pensava che i suoi
amici si
fossero deliberatamente stretti a lui e al bambino quella mattina, per
assicurarsi che i due stessero bene dopo gli incubi della notte
precedente.
Le
due ragazze aggrottarono le sopracciglia
alla vista dello stanco gruppo. “Va tutto bene?”
chiese la riccia. Tutti si
girarono verso Harry. Anche Draco guardò verso di lui.
Il
moro roteò gli occhi, pensando che la
loro preoccupazione fosse eccessiva, anche se sembrava leggermente
imbarazzato
per avere svegliato tutti durante la notte. “Certo. Siamo
solo un po' più
stanchi questa mattina. È tutto,” disse, troncando
il discorso. Non avrebbe
detto altro, specialmente con il bambino presente.
La
preoccupazione sul viso delle ragazze
non diminuì, ma non dissero altro. Si diressero tutti
insieme fuori dalla sala
comune per andare a colazione. Nessuno sembrava particolarmente
sorpreso di
vedere Tiger e Goyle aspettare Harry e Draco, anche se i Grifondoro li
osservavano con aria guardinga. Il piccolo Serpeverde e il moro diedero
loro il
buongiorno, e condussero lo strano gruppo giù per le scale.
Hermione
e Ginny rimasero indietro con Ron
e gli altri ragazzi Grifondoro. Il moro sapeva che stavano cercando di
scoprire
quello che era successo durante la notte. Non gli dava fastidio che
indagassero, almeno fino a che non lo avessero fatto di fronte al
piccolo.
Inoltre, non gli piaceva parlare di sé, quindi, che
chiedessero pure.
Giunti
alla Sala Grande, Harry e Draco si
separarono dai due Serpeverde per dirigersi al tavolo Grifondoro. Il
più grande
gli riempì il piatto con bacon, uova e toast e gli
versò un po' di succo prima
di occuparsi di sé stesso. Mentre facevano colazione la loro
parte di tavolo
rimase piuttosto silenziosa.
Il
Grifondoro lanciò un'occhiata a Piton
che li stava fissando con sguardo indagatore, gli occhi ridotti a due
fessure.
Harry sapeva che il professore aveva notato lo strano, stanco gruppo.
Guardando
il tavolo Serpeverde, incontrò lo sguardo di Blaise, che
fissava il gruppo con
aria preoccupata. Gli sorrise e il Serpeverde ricambiò,
senza però che la
preoccupazione lasciasse i suoi occhi.
Harry
riportò l'attenzione sulla colazione,
assicurandosi prima che Draco stesse ancora bene. Trasalirono entrambi
quando
Edvige atterrò improvvisamente di fronte a loro.
Il
bambino la guardava in soggezione. Il
moro ridacchiò. “Questa è la mia
civetta. Si chiama Edvige. Perché non le dai
un pezzo di bacon, Draco?” suggerì.
Il
Grifondoro le slegò la lettera dalla
zampa mentre il piccolo guardava con meraviglia l'animale mangiare il
bacon che
gli aveva dato. “Puoi accarezzarla se vuoi,” lo
incoraggiò.
“Posso?”
chiese ansiosamente.
“Certo,
le piace essere accarezzata,”
rispose con un sorriso, e lo guardò mentre allungava una
mano per toccarla.
Edvige si lasciò accarezzare e sembrava che il piccolo le
piacesse. Abbastanza
presto, Harry la allontanò, mandandola di nuovo nella
gufiera, e promettendo al
bambino che lo avrebbe portato a vedere lei e il resto dei gufi. Gli
disse di finire
la colazione e il biondo tornò a mangiare con rinnovato
entusiasmo. Il
Grifondoro sorrise, fermandosi a guardarlo per un momento, poi
dedicò la sua
attenzione alla lettera che aveva appena ricevuto.
“Chi
te la manda?” chiese Hermione,
curiosa.
“Piton,”
rispose l'amico con aria
assente, stava ancora leggendo.
“Stai
davvero facendo amicizia con
quel lurido schifoso,” commentò Ron con una
smorfia.
Harry
gli lanciò un'occhiataccia e
controllò Draco, che, fortunatamente, non aveva sentito
l'insulto lanciato al
suo padrino.
Il
rosso roteò gli occhi. “Allora, che ha
da dirti?”
“Riguarda
quello che è successo
ieri?” chiese preoccupata la ragazza.
L'amico
annuì assente, ripreso dalla
lettura. Una volta finito, si passò agitato una mano tra i
capelli. Piegò la
lettera e se la mise in borsa.
“Quindi?”
chiese Ron per primo.
Fu
il turno dell'altro di roteare gli
occhi. L'amico era decisamente insistente.
“In
linea di massima, oggi devo
controllare le mie emozioni per quello che è successo ieri.
Dice anche che devo
vedermi con lui e Silente questo pomeriggio alle quattro e Draco
è autorizzato
a venire,” disse, illuminando i suoi amici.
Quello
che non aveva detto loro era che
doveva anche evitare di lanciare qualsiasi incantesimo e che doveva
stare
estremamente attento se invece fosse successo, perché c'era
il pericolo
piuttosto elevato che perdesse di nuovo il controllo della sua magia.
Inoltre,
non doveva evocare incantesimi ad alta voce come dovevano fare gli
altri per
molte formule. “Parla piano” era stato sottolineato
tre volte. Era stato anche
enfatizzato il fatto che doveva fare ancora più attenzione
nelle vicinanze del
suo figlioccio. Nel pomeriggio avrebbero cercato dei modi per
controllare la
sua magia.
Hermione
lo stava guardando sospettosamente,
come se sapesse che non stava dicendo loro tutto, ma non chiese nulla.
Avere
Draco accanto aveva i suoi lati positivi. Aiutava decisamente a
trattenere la
ragazza dal fare troppe domande. Il moro le sorrise e finì
il suo succo di
zucca.
Il
piccolo aveva già finito e stava
guardando con stupore il cielo incantato sopra di loro.
“Sei
pronto per la lezione, angelo?”
chiese il più grande.
Il
Serpeverde annuì e scese dalla panca.
L'altro lo aiutò a mettersi la borsa sulle spalle e furono
pronti ad andare. Pansy,
Blaise, Tiger e Goyle si incontrarono con il gruppo Grifondoro mentre
uscivano
tutti per Cura delle Creature Magiche.
Mentre
si avvicinavano al capanno di
Hagrid, a Harry venne in mente una cosa. “Sai,
Draco,” cominciò colloquiale.
“Per una volta, voglio che oggi tu faccia attenzione durante
Cura delle
Creature Magiche.”
Il
piccolo annuì con entusiasmo. Era felice
di stare all'aria aperta.
Il
moro sorrise e aspettò che gli altri
capissero. Avendo usato un tono da conversazione, gli altri ci misero
un paio
di secondi per capire quello che l'amico aveva esattamente detto.
Improvvisamente scoppiò una risata che risuonò
tra le rocce.
“Per
una volta!” sghignazzò Ron.
Il
moro fu felice nel vedere che anche i
Serpeverde stavano ridendo.
“Devo
ammetterlo, questa è la prima
volta che vedo Draco impaziente di andare a lezione,” disse
Blaise, ridendo con
i suoi amici.
“Gli
farà bene,” commentò freddamente
Hermione.
“In
realtà, credo che la lezione gli
piacerà. Sembra che gli piacciano le creature. È
solo che non gli è mai
piaciuto Hagrid. Date le circostanze, immagino che non potesse
permettersi di
mostrarsi interessato nemmeno se avesse voluto.” disse il
moro, dando agli
altri qualcosa a cui pensare mentre il mezzo gigante si dirigeva verso
di loro,
pronto per iniziare la lezione.
Alla
fine, tutti trovarono la lezione
piuttosto divertente. Hagrid aveva trovato un gruppo di Clabbert {*1*}
da fare
studiare loro per un po'. Erano creature dall'aspetto buffo, con tratti
di
scimmia e rana. Oggi avrebbero portato in giro le creature al
guinzaglio, ma,
data la loro propensione ad arrampicarsi e a saltare tra gli alberi,
sarebbe
stata una “camminata” piuttosto interessante. Tutti
impararono ben presto a
tenerli lontani dagli alberi e a trascinarli in spazi aperti.
In
realtà, erano creature orribili ma non
particolarmente pericolose, cosa di cui erano tutti grati. Non
avrebbero fatto
del male a nessuno. I loro denti affilati servivano loro solo per
mangiare
meglio i loro pasti composti da lucertole e uccelli. La loro difesa era
più
divertente che pericolosa. Quando avvertivano un pericolo nelle
vicinanze, le
orribili pustole che avevano sulla fronte iniziavano a illuminarsi.
Draco
ridacchiò per tutta la durata della
lezione, cosa che catturò l'attenzione di tutti, anche di
quelli che
aspettavano, frustrati, che il Professore recuperasse i loro Clabbert
dai rami
degli alberi. Harry aiutò il piccolo a portarne uno in giro
e sia il bambino
che la creatura non fecero altro che saltellare tutto il tempo.
Quando
fecero ritorno al castello, a
lezione finita, i ragazzi erano decisamente più felici.
Mentre si avvicinavano
alla classe di Incantesimi per la lezione successiva, il moro
iniziò ad essere
un po' nervoso. Come poteva evitare di usare la bacchetta durante
questa lezione?
In Incantesimi servivano molti “stupidi movimenti di
bacchetta”.
Il
Grifondoro fece in modo di occupare
l'ultimo banco per lui e Draco e, per una volta, sperò che
la lezione
consistesse solo nel prendere appunti. Sapeva che non sarebbe successo,
perché,
se il Professor Vitious voleva che prendessero appunti, questo
succedeva solo
durante la prima parte della lezione e avrebbero passato il resto del
tempo
facendo pratica.
Oggi
presero appunti solo per poco tempo.
Avrebbero di nuovo fatto pratica con l'incantesimo di Levitazione ma
con una
leggera modifica. Vitious aveva fatto prendere appunti mentre
descriveva come e
cosa era necessario per far levitare oggetti più pesanti.
Durante il primo anno
avevano cominciato facendo levitare delle piume. Adesso, avrebbero
fatto
levitare dei mattoni incantati per farli pesare di più e,
gradualmente,
avrebbero dovuto far volare mattoni pesanti quanto una persona adulta.
Harry
non voleva provare a far volare
mattoni pesanti proprio quando doveva fare attenzione con la magia.
Piton non
aveva specificato cosa poteva andare storto, ma il ragazzo non voleva
scoprirlo
da solo.
Fissò
il mattone per un bel po', poi lanciò
un'occhiata a Draco, controllandolo. Il bambino aveva abbandonato il
disegno
che aveva cominciato mentre gli altri prendevano appunti e adesso stava
guardando affascinato i tentativi di levitazione. Il più
grande sorrise e si
girò verso Hermione, seduta dall'altro lato.
“Hey,
Mione. Potresti evocare una
piuma per me?” chiese velocemente.
La
ragazza gli rivolse uno sguardo stranito
ma fece quello che le era stato chiesto.
“Grazie!”
disse velocemente prima di
afferrare la piuma e girarsi verso il Serpeverde.
“Hey,
Draco,” disse, catturando la
sua attenzione. “Ti piacerebbe provare?” chiese,
sventolando la piuma.
Il
bambino spalancò gli occhi. “Posso?”
chiese eccitato.
“Certo,”
rispose il più grande con un
sorriso. “Prendi la tua bacchetta.”
Hermione
lo colpì su una spalla. “Harry,”
sibilò. “Quello che dovrebbe esercitarsi sei tu,
non lui. Non dovrebbe farlo.”
“Anche
Draco merita una possibilità,”
rispose. “e Piton mi ha detto che era autorizzato a usare la
bacchetta qui.” si
girò verso il piccolo. Per alcuni minuti lavorarono solo su
come dire
correttamente l'incantesimo. Harry e Ron si scambiarono un sorriso
quando il
moro dovette enfatizzare il Win-gar-dium Levi-o-sa
– non
Levi-osa, facendo sbuffare la ragazza, ma anche facendola sorridere.
Una
volta imparato, Harry si mise dietro il
bambino e gli afferrò il polso, facendogli vedere come
muovere la bacchetta.
Poi, una volta imparato anche il movimento, il più grande lo
lasciò finalmente
provare a far levitare la piuma per conto suo.
Il
Grifondoro lo osservò con attenzione e
riconobbe il fiero sguardo di determinazione sul suo viso. L'aveva
visto molte
volte anche su quello del Draco di sedici anni. Dopo parecchi
tentativi, il
bambino riuscì a far muovere la piuma, e dopo un altro paio
di tentativi la
fece levitare qualche centimetro dal tavolo prima che cadesse.
“Oh,
ben fatto!” esclamò il Professor
Vitious, facendo un giro e notando la levitazione di Draco.
“Un bambino di
quattro anni che esegue un incantesimo che si impara il primo anno. Un
lavoro
eccellente!”
Il
piccolo sorrise orgoglioso. “Ottimo
lavoro, Draco,” disse Harry, sorridendo orgoglioso del suo
risultato,
abbracciando e dandogli un bacio sulla fronte.
Essendo
totalmente concentrato sul bambino,
il Professore non chiese al più grande di mostrargli i suoi
progressi.
Fortunatamente la lezione era quasi finita. Il Grifondoro era riuscito
a
evitare di usare la bacchetta e si diressero a pranzo. Nel pomeriggio
avrebbero
avuto doppie pozioni e poi l'incontro con Piton e Silente, quindi non
doveva
preoccuparsi di dover evocare qualsiasi incantesimo prima di aver
capito
esattamente cosa stesse succedendo.
A
fine giornata, Harry dovette portare il
piccolo in braccio fino alla Sala Grande poiché, nonostante
l'entusiasmo di
essere riuscito ad avocare un in incantesimo, si era di nuovo stancato
molto.
Era stata una notte movimentata e avevano dormito troppo poco per poter
affrontare una mattinata così piena e attiva. Anche il moro
stava cominciando a
sentirsi piuttosto esausto.
Si
diresse al tavolo Serpeverde, appoggiò
con cautela il bambino addormentato di fianco a Goyle e poi si
lasciò scivolare
sulla panca.
“Potter,
hai un aspetto orribile,”
dichiarò Pansy mentre posava un piatto pieno di cibo di
fronte al piccolo.
Il
Grifondoro la guardò di sbieco.
“Grazie,” disse sarcasticamente.
Sia
la ragazza che Blaise, preoccupati, non
facevano altro che spostare lo sguardo da Draco a Harry, ma questi li
ignorò e
si riempì il piatto. Non mangiò molto e
finì con l'appoggiare la testa su una
mano e guardare il piccolo per qualche minuto. Quando la testa di
questi iniziò
a ciondolare e si addormentò, il moro si arrese. Erano al
tavolo da appena
dieci minuti e nessuno dei due aveva mangiato, ma la cosa non stava
funzionando.
“Andiamo,”
dichiarò il più grande
sommessamente, raddrizzandosi.
Draco
lo guardò. “Harry, sono stanco,”
borbottò con aria assonnata.
“Lo
so, angelo. Resisti solo un altro
minuto e ti lascerò fare un riposino,” disse. Si
alzò e afferrò velocemente le
loro borse prima di prendere il bambino in braccio e stringerselo al
petto. In
pochi secondi si era addormentato.
“Ci
vediamo a pozioni. Vado solo a
cercare un posto tranquillo per farlo dormire un po',” disse.
“Oh, puoi
prendere qualche frutto o qualcosa da mangiare per quando Draco si
sveglia?”chiese.
Blaise
annuì e parecchie paia di occhi in
tutta la Sala Grande guardarono con preoccupazione Harry uscire
portando con sé
un Draco addormentato.
*
* * * *
Quando
Piton girò l'angolo che portava al
corto corridoio che precedeva l'aula di pozioni, si imbatté
in una vista
davvero insolita. E in un insolito suono. Si fermò
bruscamente, osservando la
scena. Di solito, mentre gli studenti aspettavano che arrivasse, non
facevano
altro che parlare. Con la combinazione Serpeverde/Grifondoro, e
particolarmente
questo anno, finivano spesso col litigare per un motivo o per un altro.
Ma
adesso, l'atrio era quasi silenzioso e gli studenti stavano in fila,
aspettando
silenziosamente.
Guardarono
tutti il Professore quando lo
sentirono girare l'angolo, poi tornarono a fissare la coppia seduta sul
pavimento vicino alla porta.
Harry
era appoggiato al muro con la testa
piegata di lato, la guancia adagiata sulla testa di Draco. Questi si
era
rannicchiato comodamente nel grembo del moro e le braccia del ragazzo
lo
avvolgevano come a volerlo proteggere, le mani allacciate dietro il
bambino per
tenerlo fermo. Erano entrambi sonoramente addormentati.
Piton
chiuse gli occhi per qualche istante
e si afferrò la radice del naso. Non era sicuro di come
voler gestire la
situazione. Aprendo di nuovo gli occhi, si diresse verso la classe.
“Lasciateli
stare,” ordinò semplicemente mentre apriva la
porta, permettendo agli studenti
di entrare.
Questi
presero posto silenziosamente e
aspettarono ulteriori indicazioni. L'uomo sfoderò la
bacchetta e la picchiettò
sulla lavagna. “Le istruzioni sono sulla lavagna. Iniziate a
copiarle e quando
avrete finito potrete cominciare a preparare la pozione,”
ordinò, e i ragazzi
cominciarono a muoversi per recuperare strumenti, pergamene e
inchiostro.
“Signor
Weasley, vieni con me,”
ordinò Piton, dirigendosi di nuovo alla porta e poi fuori
dall'aula. Mentre Ron
lo seguiva. Il rosso sapeva perché era stato lui quello che
era stato chiamato
fuori, ma non lo rendeva comunque più volenteroso di parlare
con l'uomo.
Una
volta nell'atrio, il Professore evocò
una sfera silenziante attorno a loro, il che non diminuì la
paura che Ron aveva
di parlare con lui. Era stata Hermione a preoccuparsi delle spiegazioni
il
giorno prima e la cosa gli era andata benissimo.
“Signor
Weasley, puoi spiegarmi
perché questi due sono così stanchi
oggi?” chiese Piton, indicando Harry e
Draco ancora addormentati sul pavimento.
Il
ragazzo inghiottì rumorosamente. “Sì,
signore.”
“Bene
allora, illuminami,” sogghignò
con impazienza.
Prendendo
un profondo respiro, Ron raccontò
degli incubi della notte prima. Grazie al Professore che poneva
specifiche
domande, il rosso riuscì a raccontare tutto quello che
ricordava. Il che
includeva i dettagli di entrambi gli incubi, la loro discussione con
Draco,
quello che il moro aveva detto al piccolo, e quello che aveva detto a
Ron sulle
incursioni di Voldemort nei suoi incubi.
Il
ragazzo descrisse come avevano entrambi
urlato, ma mentre il bambino si era svegliato velocemente, ci aveva
messo molto
più tempo a svegliare Harry. Quando gli venne chiesto, Ron
ammise che non aveva
idea di quanto tempo era passato prima che l'amico riprendesse sonno
dopo ogni
incubo, ma raccontò di come il Grifondoro era riuscito ad
attenuare la paure
del biondo e che questi si era riaddormentato piuttosto velocemente
entrambe le
volte. Alla fine, Piton sembrava soddisfatto di quello che era riuscito
a scoprire.
“Prova
a svegliare Potter senza
svegliare Draco,” disse allo studente, dissolvendo la bolla
silenziante. Ron
inarcò le sopracciglia ma fece quello che gli era stato
detto.
“Harry,”
disse sommessamente vicino
all'orecchio dell'amico. “Svegliati, Harry.”
riprovò, dandogli dei leggeri
colpetti sulla guancia, provando a catturare la sua attenzione e a
svegliarlo.
Il
ragazzo sbatté leggermente le palpebre e
alzò lentamente la testa. Guardò Ron, poi
notò Piton. Dando un'occhiata al
corridoio realizzò che la lezione doveva essere
già cominciata e si ingobbì.
“Mi dispiace, signore,” disse semplicemente.
“Signor
Weasley, puoi tornare in
classe,” disse il Professore licenziandolo. Il rosso
lanciò all'amico uno
sguardo compassionevole e tornò in classe.
“Signor
Potter, questo pomeriggio
decideremo quando farti ricominciare le lezioni di
Occlumanzia,” annunciò
l'uomo risoluto, con un tono che non ammetteva repliche.
“Grazie,
signore,” disse Harry,
sorprendendolo. Il ragazzo si prese la testa tra le mani.
“Volevo parlargliene
anche io. Non posso continuare così, senza conoscerla. Ho
già fallito una volta
e ho ancora più motivi per volerla imparare
adesso,” continuò con calma,
accarezzando teneramente i capelli di Draco.
Il
ragazzo si sentiva in netto svantaggio a
stare seduto per terra mentre Piton lo troneggiava dall'alto, ma
continuò a
guardarlo. “Le chiedo scusa per essermi introdotto nel suo
pensatoio allora.
Non invaderò nuovamente la sua privacy. È stato
un terribile errore e non ho
nessuna buona scusa. Posso solo chiederle scusa e dirle che non ho mai
raccontato niente a nessuno.”
Si
fermò e l'uomo rimase in silenzio,
fissandolo pensieroso, gli occhi ridotti a due fessure. “Mi
fido di lei,
signore, e sia che mi creda o no, la rispetto. Sfortunatamente, l'ho
capito
solo negli ultimi mesi, dopo essermi fatto un'esame di coscienza ed
essere
cresciuto un po', e ho pagato caro per non essermi fidato e non aver
creduto in
lei l'anno scorso.” Strinse visibilmente le braccia intorno
al bambino. “Non
commetterò di nuovo lo stesso errore. Se lei sarà
ancora disposto a insegnarmi,
allora io farò del mio meglio per imparare. Non posso
continuare così,” ripeté
sommessamente.
Il
Professore rimase in silenzio per alcuni
istanti. “Molto bene, Potter. Per adesso, entra in classe.
Puoi copiare gli
appunti dalla Signorina Granger nel tuo tempo libero.”
“Sì,
signore,” rispose semplicemente.
Mentre l'uomo lo guardava, Harry sistemò meglio Draco e gli
tolse il mantello.
Mettendosi le borse e i mantelli su una spalla, si alzò con
cautela con il
bambino ancora addormentato tra le braccia.
Fatto
un passo all'interno dell'aula si
fermò, vedendo che Hermione stava lavorando insieme a Ron e
Pansy insieme a
Millicent, ma Blaise era solo nel tavolo in fondo alla classe e stava
cercando
di richiamarlo muovendo la mano. Il Grifondoro appoggiò i
mantelli per terra di
fronte al miro dietro di loro e l'altro capì al volo. Questi
li stese per bene
ed evocò un incantesimo Ammorbidente su di loro prima che
Harry adagiasse il
piccolo, per poi avvolgerlo con i mantelli stessi.
Finalmente
seduto al suo posto, il moro
realizzò che la stanza era insolitamente tranquilla mentre
tutti lo guardavano.
Si strinse nelle spalle, lasciando perdere, e cominciò a
seguire le istruzioni
per la pozione che Blaise gli sussurrava.
Era
una classe completamente diversa da
quella di due giorni prima. Il sesto anno Grifondoro e Serpeverde
avevano
stabilito una relazione di collaborazione, se non di amicizia. Stavano
andando
d'accordo per il bene dei loro leader, Harry e Draco.
Effettivamente,
non sarebbe stato lo stesso
se quello ringiovanito fosse stato il moro, ma con il suo bel discorso
sul
benessere del bambino e le sue dolci cure, aveva creato un ponte tra le
due
Case.
Adesso,
quindi, nella classe dove di solito
regnavano prese in giro, insulti, e calderoni sabotati, gli studenti
erano
silenziosi, rispettosi del bambino addormentato. I ragazzi lavoravano
diligentemente, facendo sperare in una lezione senza incidenti.
Con
le sopracciglia inarcate per la sorpresa,
Piton entrò nell'aula e realizzò che le pozioni
erano riuscite correttamente.
Aveva pensato che l'insolito inizio della lezione avrebbe comportato un
enorme
scompiglio. Invece sembrava fosse successo esattamente il contrario.
Harry
stesso stava lavorando diligentemente con Blaise piuttosto che lasciare
che il
Serpeverde facesse il lavoro al posto suo.
Mentre
lavoravano, il moro disse
silenziosamente all'altro ragazzo quello che era successo la notte
prima. Non
gli raccontò dell'incursione di Voldemort nella sua testa e
nemmeno che non era
riuscito a riprendere sonno dopo il suo incubo, ma che gli ci era
voluto un po'
di tempo prima di riaddormentarsi dopo quello di Draco. Blaise sembrava
preoccupato, ma commentò solo dicendo che la loro nottata
non lo sorprendeva
considerando tutte le scoperte del giorno prima.
Dopo
quarantacinque minuti di lezione, il
piccolo finalmente si svegliò. Il Grifondoro
passò il mestolo all'amico e prese
in braccio il bambino, sedendosi sullo sgabello con Draco in grembo.
“Ti
senti meglio dopo il sonnellino?”
chiese sorridendo dolcemente.
Il
Serpeverde annuì e gli sorrise
dolcemente a sua volta. Blaise ripassò il mestolo a Harry e
Draco osservò
affascinato mentre il più grande mescolava la pozione.
L'altro ragazzo rovistò nella
sua borsa, tirò fuori una mela e la offrì al
piccolo con un sorriso.
“Grazie,”
disse con un timido
sorriso, prendendo la mela.
“Sono
sicuro che hai fame dato che ti
sei addormentato durante il pranzo,” disse il Grifondoro.
“Per adesso, mangia
la mela e dopo lezione ti troverò qualcos'altro da
mangiare.”
Harry
prese un altro sgabello dalla fine
del tavolo e vi mise a sedere il bambino. Draco mangiò
felicemente la sua mela
e osservò tranquillamente i due ragazzi finire la pozione.
Poco
prima del termine della lezione, Piton
si avvicinò al loro tavolo e informò il moro che,
dopo la lezione, sarebbero
andati insieme nell'ufficio di Silente. Quando il ragazzo espresse le
sue
proteste riguardo al fatto che doveva prima trovare qualcosa da
mangiare per il
piccolo, il Professore replicò semplicemente che era sicuro
che se ne sarebbe
occupato il Preside.
*
* * * *
NOTE
{*1*}
=> Il clabbert è una creatura
aborigena che sembra un incrocio tra una scimmia e una rana. La sua
pelle
liscia è venata di verde. Il clabbert ha piccoli corni e una
larga bocca
sogghignante. Le sue lunghe braccia e le meni e i piedi palmati gli
permettono
di muoversi con grazia tra gli alberi. Sulla fronte del clabbert,
c'è una
grossa pustola che diventa rossa ogni volta che la creatura avverte il
pericolo, inclusi i babbani.
*
* * * *
COMMENTI
zippolino:
anche io la trovo fantastica!! del resto, ho scelto di tradurla per
farla conoscere anche alle persone che non se la cavano abbastanza
bene con l'inglese proprio per questo... il seguito è
arrivato, un
bel po' in ritardo, ma per il prossimo capitolo ci sarà da
aspettare
meno!
Alicesimone:
direi che in questi mesi hai avuto tutto il tempo per recuperare...
=P Al momento non ci sono nuovi moventi per volere morto Lucius, ma
quelli che ci sono direi che sono già più che
abbastanza!! adoro le
serpi quando dimostrano la loro lealtà verso il loro
principe... a
presto!! baci
StElLiNa_LoSt:
purtroppo l'aggiornamento non è arrivato presto, ma
è arrivato! E
il prossimo sarà più veloce... Lucius deve
morire!!! e aspetta il
prossimo chappy per vedere il rapporto tra Harry e Severus...
è
fantastico!! ma così ti sto solo facendo morire di
curiosità,
quindi smetto... =P baci!!
slayer87:
ti sono davvero grata per il tuo commento. Perché non
è solo un
commento... è una critica, e come diceva la mia prof di
lettere, le
critiche non sono né buone né cattive, sono solo
costruttive e
aiutano a crescere chi le riceve, quindi... un grazie di cuore. E non
smettere!!
partiamo dall'impaginazione...spero di averla impostata meglio questa
volta! ho voluto lasciare gli spazi per rispettare l'impaginazione di
Biza...mi dispiace ti diano fastidio!!però ho cercato di
ridurli...
e ora la traduzione...purtroppo
so di non essere nemmeno lontanamente vicina al livello di traduzione
di Lori e Grace... trovo che il loro stile vada oltre la pura
traduzione, mentre il mio... bé... al momento sono ancora
troppo
legata alle parole (hai ragione, non è molto che metto per
iscritto
le mie traduzioni) e ho paura di stravolgere quello scritto da Biza.
Ma mi accorgo anche che, così, non riuscirò mai a
trasmettere
quello che Biza riesce a dare in inglese... ma mi sto impegnando.
Grazie a Lori e Grace, che rappresentano il livello da emulare, e a
persone come te, ho la spinta a migliorarmi. So che non tutti possono
cogliere la differenza tra una traduzione come la intendi tu e la mia
(per mancanza di paragoni, non perchè sono simili!) e
quindi, a
volte, “mi adagio sugli allori”... ti prego di
continuare a
commentare/criticare per aiutarmi a dare il meglio, per me, per le
lettrici, per Biza e per te... così soffrirai meno nel
leggere la
mia traduzione!! =P
spero
di avere risposto a quello che mi hai scritto...
“degnamente”!
Baci
dede
P.S.
Mi farebbe molto piacere se continuassi comunque a seguire la
storia!!
DJKIKA:
beata te che sei andata in francia... che bella!! le notti di incubi
di Harry e Draco sono davvero devastanti... infatti, data la mancanza
di sonno, visto che è successo?? :D io li trovo a dir poco
ADORABILI!!! il diario è una gran mossa... =P baci
Hollina:
Draco diventa sempre più dolce!! amore!!
Persefone
Fuxia:
Harry dovrebbe fare
scorta a vita di fazzoletti!! non fanno altro che piangere
poverini...ma poi si consolano, dolci!! il diario è
fantastico... e
vedrai anche il suo utilizzo più avanti!! =P il mio
è ancora nel
cassetto della mia scrivania... a volte ci scrivo ancora!! eheh!!
grazie per i complimenti... baci!!
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Capitolo 10 *** Cambio di Ruolo ***
cap 11
Declaimer:
Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di J.
K. Rowling.
Autrice:
Vorabiza
Traduttrice:
dede
Beta:
emogirl in pink
Storia
in originale:
http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795
Buona
lettura!!
* * * * *
Poco
tempo dopo, Draco e Harry stavano
mangiando affamati panini e patatine nell'ufficio di Silente. Mentre i
giovani
erano occupati, Piton prese da parte il Preside e, dai pezzi di
conversazione
che il ragazzo riusciva a sentire, il Professore lo stava informando
degli
avvenimenti della notte precedente. Probabilmente era stato Ron a
informarlo,
ed ecco spiegato perché, al suo risveglio, aveva trovato
l'amico nel corridoio
con lui.
Quando
Silente e Piton ripresero posto, il
Preside si schiarì la voce, catturando l'attenzione del
ragazzo. “A quanto
pare, saranno necessarie altre lezioni di Occlumanzia,” disse
grave.
Harry
appoggiò quello che rimaneva del
panino nel piatto. “Sì, signore. Sappiamo tutti
che, l'anno scorso, ho commesso
un grave errore non prendendo abbastanza seriamente le lezioni del
Professor
Piton. Non è un errore che ho intenzione di commettere due
volte. Con il
permesso del Professor Piton,” disse con un cenno del capo
verso l'uomo,
“Riprenderò le lezioni e darò tutto me
stesso per imparare, questa volta.”
Il
Preside lo guardò con aria preoccupata.
“Harry, sai che quello che è successo a Sirius non
è stata colpa tua?” chiese,
con aria interrogativa.
Il
moro lo fissò, di nuovo arrabbiato,
anche se, quando parlò, mantenne la voce calma.
“Quello che so è che,
tecnicamente, è stata colpa di Bellatrix. Lei ha lanciato la
maledizione che
l'ha fatto cadere attraverso il velo, e pagherà per
questo.” disse, minaccioso.
La
sua espressione diventava sempre più
scura mentre continuava a fissare il vecchio. “Comunque, in
definitiva, non
riesco a togliermi dalla testa quello che è successo quella
notte. Anche se
molti altri fattori hanno contribuito a quello sviluppo degli eventi, i
quali
includono molte persone coinvolte, sono io la
ragione per cui è successo
tutto. Parte tutto da me e da Voldemort. Lo so io, lo sa lei e lo sa
anche
lui.”
Prese
un profondo respiro, provando a
ritrovare l'equilibrio. “Tutti mi hanno detto quanto fosse
importante per me
imparare l'Occlumanzia. Ho permesso ai miei sentimenti e rancori
personali di
interferire con qualcosa che sapevo di aver bisogno di imparare, anche
se non
capivo pienamente perché ne avevo bisogno. Ho recitato la
parte
dell'adolescente pieno di rancore, e forse, per questo, avevate ragione
a
trattarmi come un bambino. So che voleva che io avessi
un'infanzia,” sbuffò
all'idea, ma continuò. “Ma quel tempo è
finito. Non mi piace, ma, a questo punto,
accetto le responsabilità che sono mio dovere
portare.”
il
suo sguardo non vacillò mentre guardava
i due uomini che lo fissavano intensamente, anche quando il bambino si
arrampicò sul suo grembo. Lo abbracciò e
continuò. “È una mia
responsabilità ma
so anche che ho bisogno del vostro aiuto. Ho bisogno di imparare
l'Occlumanzia,
se non altro per il fatto che sono stanco di essere torturato a
intervalli
regolari. Voldemort si è già divertito abbastanza
come me in questi mesi. So
che è stato relativamente tranquillo, ma ha goduto parecchio
nel mostrarmi
episodi del passato.” chiuse gli occhi e appoggiò
la testa su quella di Draco.
“Come
fai a dire che è stato
tranquillo?” chiese Silente con aria grave.
“Ironicamente,
adesso riesco a capire
quando le visioni che mi manda sono solo immagini fasulle o se sono
suoi
ricordi. Non chiedetemi come, perché non ne sono davvero
sicuro. Succede così
spesso che ormai avverto la differenza. Sono anche piuttosto sicuro che
spesso
non si accorga nemmeno della mia presenza. Ho assistito a numerosi
incontri tra
Mangiamorte e so che sta deliberatamente agendo con calma, ora che la
comunità
magica è a conoscenza del suo ritorno. Spera che tutti si
illudano che non sia
davvero tornato, dandogli il tempo di progettare un piano che gli
consenta
un'entrata spettacolare. Piton è già a conoscenza
dei piani di cui ho sentito
parlare, quindi sono sicuro che stiate già programmando un
contrattacco,” disse
stancamente.
“Ha
quanti incontri hai assistito,
esattamente?” chiese il Professore duramente.
Il
ragazzo alzò lentamente la testa per
incontrare lo sguardo dell'uomo. “Ne ho visti
abbastanza,” disse senza mezzi
termini, facendo fare una smorfia all'altro. “Onestamente,
per quanto io
desideri imparare l'Occlumanzia per tenere il bastardo fuori dalla mia
testa,
non so sia una scelta del tutto saggia a questo punto.”
“Severus?”
chiese interrogativo
Silente. “C'è qualcosa di cui non sono stato
informato?”
Ignorando
l'uomo più anziano, Piton
continuò a fissare intensamente Harry, ma nessuno dei
abbassò lo sguardo. Al
giovane sembrava di essere entrato in un territorio sconosciuto, e una
volta
ancora si stava esponendo, ma questa volta era estremamente importante.
Aveva
visto gli incontri dei Mangiamorte e sapeva che Voldemort dubitava
seriamente
della lealtà del Professore. Molte persone sarebbero rimaste
sconcertate dal
suo repentino cambio d'opinione sull'uomo, incluso lui stesso, ma non
poteva
lasciare perdere senza dire niente.
“Ho
bisogno di lei, signore,” disse
sommessamente. Abbassò lo sguardo sul bambino nel suo
grembo, poi tornò a
fissare gli occhi di ossidiana dell'altro. “E molto
più importante, Draco ha
bisogno di lei.”
A
quelle parole, Piton si prese la testa
nelle mani, i gomiti appoggiati alle ginocchia. “Non hai
bisogno di me,
Potter,” mormorò. Harry inghiottì
rumorosamente. Se l'uomo si comportava così,
allora era ovvio che la sua vita fosse pericolosamente a rischio al
momento.
Quella piccola dimostrazione, che il più grande avrebbe
visto come una
debolezza, convinse il giovane di dovergli assolutamente parlare.
Tranquillizzò
brevemente Draco prima di
alzarsi, mettendolo a sedere su una sedia. Poi si
inginocchiò davanti al
Professore. Questo lo fece sentire vulnerabile, ma, allo stesso tempo,
lo aiutò
a sentirsi un po' più vicino a Piton.
“Professore?” disse silenziosamente.
Piton spostò le mani e guardò giù
verso il ragazzo.
“Mi
sono comportato da vero bastardo
con te, Potter,” disse, senza usare il suo solito tono
velenoso.
Il
Grifondoro gli sorrise leggermente. “Questa
è solo una divergenza di opinioni,”
replicò, facendo contrarre le labbra
dell'altro.
“Professore,
bastardo o no, lei è
stato una delle poche costanti della mia vita. Sirius, bé,
era Sirius. Ha fatto
del suo meglio per trattarmi come avrebbe fatto un padre, amandomi e
proteggendomi, ma non poteva essere sempre presente.” si
fermò e tentò di
inghiottire il nodo doloroso che gli si era formato in gola.
“Penso che, se
anche non è mai andato nemmeno vicino a volermi bene, almeno
è sempre stato
presente negli ultimi cinque anni.”
Piton
sbuffò, facendo alzare lo sguardo al
ragazzo e facendolo sogghignare. “Professore, posso non
essere d'accordo con i
suoi metodi, ma ho sempre avuto bisogno di lei. Mi ha salvato la vita
in
numerose occasioni e sia che abbia voluto o meno, ha fatto del suo
meglio per
proteggermi. Apprezzo tutto quello che ha fatto per me.”
Il
moro spostò lo sguardo sulla finestra,
senza però vederla davvero. “Rispetto anche tutto
quello che ha fatto per
l'Ordine. Sono certo che me lo dirà se sbaglio, ma credo di
essere uno dei
pochi che capisce veramente l'inferno in cui si è messo per
il bene della Luce.
L'ho visto,” disse con la voce piena di dolore. “Ho
visto e sentito quello che
ha dovuto sopportare.”
Scosse
la testa come per allontanare
immagini che non voleva più rivedere. “Signore,
che lei creda o no che io abbia
ragioni personali per non volerla vedere morto, c'è anche il
fatto che ho
bisogno che lei mi insegni e mi alleni. Non voglio vederla morta e
sappiamo
entrambi che è molto probabile che venga ucciso se
continuerà a tornare là.”
“Sev'rus,”
si intromise una piccola,
debole voce. “Nemmeno io voglio che muori.” Draco
esitò brevemente ma poi gettò
le braccia attorno al collo del suo padrino e lo abbracciò
con forza.
L'uomo
sembrava un po' insicuro su cosa
fare con il piccolo fagotto, ma poi lo avvolse con le braccia e lo
strinse a
sé.
“Signore,
non è una decisione che
spetta a me, ma non credo che dovrebbe tornare là. Al
diavolo tutto quello che
ho detto. È lui la ragione per cui non dovrebbe!”
disse Harry, indicando il
bambino.
“Harry,”
disse dolcemente Silente.
“Forse tu e Draco potete tornare dopo cena in modo da
discutere dei tuoi
poteri.”
Il
moro annuì e si alzò per recuperare la
sua borsa e quella del piccolo. Quando Draco lasciò il suo
padrino, il
Grifondoro gli prese la mano e lasciarono tranquillamente l'ufficio del
Preside.
Nel
poco tempo prima di cena, Harry mostrò
al bambino la statua del drago e gironzolarono un po', dirigendosi
lentamente
verso la Sala Grande. Avevano mangiato non troppo tempo addietro, ma
entrambi
sentirono di nuovo i morsi della fame quando si sedettero al tavolo
Grifondoro,
prima di tornare nell'ufficio di Silente.
Il
giovane entrò guardingo, non sapendo
quale sarebbe stata la reazione di Piton. Questi semplicemente
annuì e disse
loro di sedersi.
“Harry,
viste le circostanze, abbiamo
ritenuto più opportuno allontanare Piton dai suoi doveri.
Sfortunatamente, come
tu sembri già sapere, questo significa che altre
responsabilità graveranno
sulle tue spalle,” disse gravemente il Preside.
L'interpellato
annuì. “Lo so, signore, e lo
accetto.”
“Allora
sono sicuro che sei anche a
conoscenza del fatto che dovrai venire da noi immediatamente non appena
avrai
altre visioni durante la notte,” continuò il
vecchio.
L'altro
annuì, guardando con gli occhi
ridotti a due fessure l'uomo, i cui occhi stavano di nuovo scintillando.
Silente
sorrise benigno. “In luce di queste
circostanze e di altri eventi recenti, pensiamo che sarebbe meglio se
tu e
Draco vi spostaste nelle stanze del Professor Piton.”
Harry
spalancò gli occhi incredulo e girò
di scatto la testa verso l'altro uomo.
“E
lei è d'accordo?” chiese.
Questi
annuì. “Specialmente dopo gli
avvenimenti della notte scorsa, non credo che nessuno farà
domande riguardo la
vostra nuova collocazione. Il sonno dei vostri compagni di dormitorio
verrà
sicuramente interrotto di meno.”
Il
moro fece una smorfia. “Sì, siamo stati
proprio gentili a tenerli svegli.”
“Hai
detto a qualcuno per quanto
tempo Draco rimarrà a quest'età?”
chiese Silente.
Il
Grifondoro scosse la testa. “No, non ero
sicuro se andasse già bene dirlo in giro.”
“A
questo punto, il fatto darà
credito al motivo del tuo trasferimento,”
puntualizzò il Professore. “Questo mi
permetterà di aiutare Draco come si deve e sarò
facilmente rintracciabile per
aiutare te con le visioni del Signore Oscuro. Inoltre, ogni sera, dopo
aver
messo Draco a dormire, potremmo lavorare sull'Occlumanzia. Credo di
riuscire a
insegnarti come chiudere la mente in modo che Voldemort non possa
entrarvi e
mandarti false informazioni, lasciandoti, però, la
possibilità di entrare nella
sua.
Harry
sospirò e annuì, rassegnandosi alla
situazione. Tutto quello che era stato detto aveva perfettamente senso.
“Sì,
signore. Quando ci trasferiremo?”
“Le
vostre cose verranno trasferite
domani mentre sarete fuori a fare compere.” disse il Preside,
sorridendogli.
“Una volta tornati, il Professor Piton vi farà
vedere la vostra nuova stanza.
Adesso, credo che dovremmo parlare dei tuoi poteri.”
Piton
sogghignò. “Dal momento che non ho
ricevuto resoconti di incidenti, posso dedurre che sei riuscito a non
usare la
magia, oggi?”
Il
ragazzo sorrise. “L'unico problema era
la lezione di Incantesimi, ma ho deviato l'attenzione di tutti da me su
Draco,”
disse compiaciuto.
Il
Professore inarcò un sopracciglio con
aria interrogativa e Silente lo guardò incuriosito.
“Può
evocare una piuma per me,
signore?” chiese il giovane al più anziano, che
eseguì l'incantesimo volentieri
e gli passò la piuma.
Il
Grifondoro si girò verso il bambino e
sorrise. “Ti va di farci vedere cosa hai imparato a lezione
oggi?” chiese.
Draco
era rimasto seduto in silenzio. Gli
si illuminarono gli occhi quando capì quello che il suo
tutore gli stava
chiedendo e annuì allegramente, sfoderando la bacchetta.
Harry mise la piuma
sul tavolino e il piccolo le si mise di fronte, sul viso di nuovo
un'espressione
di determinazione.
“Wingardium
Leviosa!”
pronunciò. La
piuma si sollevò di un paio di centimetri dal tavolo prima
di ricadervi.
Il
ragazzo fece un sorriso radioso. “Questa
è stata la volta in cui ti è riuscito meglio!
Ottimo lavoro!” esclamò, abbracciandolo.
Draco
si girò verso il padrino e Silente,
sorridendo orgogliosamente.
“Sono
piuttosto impressionato,” disse
Piton, per una volta mostrando davvero di essere impressionato.
“Davvero
eccellente,” concordò il
Preside, sorridendo ad entrambi i giovani con orgoglio.
“È piuttosto
impressionante che tu sia stato capace di impararlo, Draco, ed
è anche
impressionante che tu sia stato capace di insegnarlo ad un bambino di
quattro
anni, Harry.”
“Non
ho fatto niente,” rispose
questi, sorridendo orgogliosamente al piccolo. “Draco ha
fatto tutto da solo.”
Ma
il Professore stava scuotendo la testa.
“So di fatto che Draco non ha imparato quell'incantesimo
finché non è stato più
grande e non senza l'aiuto dei tutori. Hai ovviamente fatto qualcosa di
diverso
per essere riuscito a insegnarglielo.”
Harry
fece l'occhiolino al bambino.
“Formiamo solo una buona squadra.”
“Così
sembrerebbe,” disse Silente,
gli occhi che scintillavano maliziosi. “Adesso, Harry,
dobbiamo discutere della
tua magia. Il Professor Piton mi ha già informato
dell'interessante magia che
hai eseguito ieri.”
L'espressione
del giovane divenne un po'
imbarazzata. “Non sono sicuro di quello che è
successo, signore. Non ho mai
usato la magia in quel modo. Ho solo perso il controllo.”
Piton
strinse gli occhi. “Come conoscevi
l'incantesimo con cui hai riparato tutto e guarito tutti in una volta
sola?”
Il
ragazzo si strinse nelle spalle. “Non ne
ho idea. Sapevo quello che era successo e volevo solo fare tutto il
necessario
per riparare i danni. Non sono nemmeno sicuro di aver pronunciato
qualche
incantesimo.”
“Harry,
fai levitare la piuma di
Draco per noi,” gli ordinò il più
anziano.
Il
moro sfoderò la bacchetta e con un ‘ruota
e colpisci’ disse l'incantesimo. La piuma schizzò
immediatamente al soffitto e
sia le sopracciglia sue che quelle del bambino raggiunsero
l'attaccatura dei
capelli. Comunque, né Piton né Silente sembrarono
particolarmente sorpresi dal
risultato.
Il
Preside pronunciò qualche incantesimo
che sembrò dirgli qualcosa in più sul potenziale
magico del giovane. Harry non
era esattamente sicuro di cosa significasse ma l'uomo sembrava
straordinariamente compiaciuto del risultato. Quello che
catturò maggiormente
l'attenzione del Grifondoro fu la reazione dell'altro uomo.
“Potter,
sembra che io abbia preso la
giusta decisione. Spenderò molto meglio il mio tempo
allenando te, piuttosto
che continuando a strappare al Signore Oscuro informazioni che puoi
ottenere
comunque,” disse.
Non
furono solo le sue parole a stupire il
ragazzo. Fu l'espressione sul suo viso – era quasi...
soddisfatta, eccitata.
“Professore?”
chiese Harry,
inclinando la testa da una parte, provando a capire cosa stava
succedendo.
Silente
parlò delicatamente, ma con un
largo sorriso. “Sembra che il tuo professore abbia finalmente
trovato qualcosa
che gli stia facendo sperare in una fine della guerra favorevole per
noi.”
Il
moro spalancò gli occhi verdi che
scattarono tra i due uomini. “Credete davvero che io abbia
una possibilità di
batterlo?”
L'espressione
di Piton tornò calcolatrice
per un momento. “Una volta imparato a controllare la tua
magia, e con un
allenamento adeguato, sarà il Signore Oscuro a non avere
possibilità,” disse
con un ghigno.
“Non
sono ancora sicuro di avere
capito perché sembra che io sia più potente
adesso,” disse il Grifondoro. “O
perché sono riuscito a fare quello che ho fatto
ieri.”
“Harry,
durante la tua crescita, hai
avuto periodiche incontrollabili esplosioni di magia,
giusto?” chiese Silente.
Il
ragazzo si strinse nelle spalle. “Sì, ma
non le ho riconosciute per quelle che erano all'epoca. Di solito
succedeva
quando ero spaventato o arrabbiato. Come quando ho gonfiato Zia
Marge.”
L'anziano
stava annuendo. “La tua magia, in
particolare, sembra crescere in relazione alle tue emozioni, in modo
molto
maggiore di molti altri maghi e streghe. Negli ultimi giorni, sei stato
costantemente sono tensione e oso dire che le tue emozioni hanno fatto
esplodere la tua magia come mai prima d'ora, senza seguire alcuna
regola.”
Harry
si trattenne appena dal roteare gli
occhi. Era ovvio che la sua magia non seguiva alcuna regola –
era Harry Potter
e certamente non era mai stato normale.
Silente
continuò. “Generalmente, le
emozioni riescono a influenzare la magia fino a un certo punto, ma
sembra che,
almeno al momento, siano proprio le tue emozioni ha controllare la tua
magia.”
Il
giovane farfugliò. “Ma non posso
continuare così. Qualcuno si farà
male,” protestò.
“Esattamente,
Potter,” disse Piton
lanciandogli uno sguardo. “Ed è per questo che hai
bisogno di riportare la tua
magia in un posto dove poterla controllare in modo corretto. La tua
rabbia, e
apparentemente il tuo profondo bisogno di proteggere Draco, l'hanno
portata
fuori controllo. Hai fin troppo potere a tua disposizione, devi
imparare a
trattenere la magia e imparare a usarla molto più
efficientemente di quanto tu
abbia fatto in passato.”
“Harry,
ho già detto prima che uno
dei tuoi punti di forza consiste nella tua capacità di
provare dolore,” disse il
Preside con calma. “La dimostrazione di magia di ieri ha
semplicemente provato
che la tua capacità di amare si manifesta in modi davvero
potenti. Adesso devi
solo imparare a controllarla.”
Così,
nel seguente paio d'ore, Piton e
Silente lo guidarono attraverso il processo che gli avrebbe permesso di
connettersi al suo nucleo magico come il Professore aveva fatto
nell'infermeria. L'adolescente imparò solo le basi di come
lanciare incantesimi
che già conosceva controllandoli pienamente. Più
avrebbe imparato come
controllarsi, più potere avrebbe messo nell'incantesimo.
Quando,
la sera, lasciò l'ufficio del
Preside, non si sentiva sicuro di sé al cento per cento, ma
sentiva almeno che
aveva fatto qualcosa per controllare la sua magia. Però,
avrebbe ancora dovuto
allenarsi a lungo per ottenere maggiore controllo. Doveva solo cercare
di
capire come tenere rinchiuse le emozioni. Più facile a dirsi
che a farsi.
E
adesso doveva solo informare i suoi amici
che il giorno dopo si sarebbe trasferito nei sotterranei.
*
* * * *
“Cosa?!”
urlò Ron.
Harry
lo fulminò con gli occhi. “Non ti
azzardare a svegliarlo.”
Il
ragazzo era seduto in Sala Comune con
Draco addormentato sul suo grembo. Aveva appena finito di dire ai suoi
amici
che, il giorno dopo, si sarebbe trasferito nei sotterranei.
Hermione
si stava torcendo le mani
nervosamente. “Sembra una soluzione un po' estrema,
Harry,” disse con aria
insicura.
L'amico
sbuffò. “Sì, e non è un po'
estremo
anche il fatto che Draco ed io svegliamo tutti con i nostri incubi ogni
notte,
vero?” chiese sarcasticamente.
“Possiamo
trovare una soluzione,”
disse il rosso lanciandogli un'occhiataccia. “Non devi
trasferirti da quello
schifoso bastardo solo per questo.”
Il
moro scosse la testa e sospirò. “Ron, è
il padrino di Draco. Piton non è così male e sta
cercando di aiutare. Inoltre,
il dormitorio è troppo affollato con una persona in
più.” Tese una mano col
palmo rivolto verso il compagno per prevenirne la replica.
“E, no, non smetterò
di prendermi cura di Draco solo perché Silente vuole che ci
trasferiamo nei
sotterranei con Piton, quindi non provare nemmeno a
suggerirlo.”
Ron
chiuse la bocca e si afflosciò sul
divano, incrociando le braccia sul petto.
“Harry,
sei sicuro che sia una cosa
saggia da fare? Piton non ti tratta esattamente bene,” disse
la ragazza con
ansia.
Harry
sbuffò di nuovo. “Come mai ti è
venuta in mente un'idea simile?” chiese sarcasticamente.
La
domanda sembrò far rilassare l'amica che
gli lanciò un'occhiataccia. “Harry James Potter,
penso che tu stia passando
troppo tempo in compagnia dei Serpeverde,” sbottò.
L'altro
sospirò. “Sentite, è già
tutto
deciso. Silente ha già organizzato tutto e dovrò
fare quello che mi dice, che
mi piaccia o meno. Non abbandonerò un bambino di quattro
anni solo perché Piton
mi ha trattato come una merda negli ultimi cinque anni, o
perché Draco stesso è
stato un vero stronzo ossessivo. Non stavo chiedendo il vostro
permesso,
ragazzi. Ho già dato il mio consenso.”
Ron
e Hermione sedettero come congelati,
fissando l'amico.
“Draco
rimarrà bambino per i prossimi
quattro mesi,” disse il moro con calma.
“È temporaneo, ma non sarà per pochi
giorni. Non è giusto che i miei compagni di dormitorio ci
debbano sopportare.
Non è nemmeno giusto che Draco stia lontano dal suo padrino
per così tanto
tempo, soprattutto viste le circostanze. Ma anche se Piton avesse il
tempo e la
voglia di prendersi cura di un bambino di quattro anni, Draco non si
sentirebbe
del tutto a suo agio e preferirebbe stare con me. Questo è
il miglior
compromesso per tutti quanti.”
Passò
una mano tra i capelli del piccolo e
glieli lisciò sulla fronte.
“È
davvero così importante per te,
Harry?” chiese Hermione, notando quanto dolcemente l'amico
trattasse il
Serpeverde.
Non
distolse lo sguardo dal bambino ma
annuì.
Ron
rilasciò di scatto il respiro. “Non ti
capisco, Harry!” esclamò. Ora sembrava
più confuso che arrabbiato e l'amico lo
guardò, sorridendogli in modo beffardo.
“Non
credo che nessuno potrà mai
capirmi completamente, ma va bene,” disse. “Vorrei
solo non perdere i miei
amici. Quello che ho bisogno che voi capiate è che
è davvero importante per
me.”
“Siamo
solo preoccupati per te,”
disse la ragazza sommessamente.
“E
lo apprezzo. Dico davvero, ma non
è necessario che vi preoccupiate adesso. So quello che
faccio,” rispose l'amico
semplicemente.
“Bene,”
disse il rosso. “Ma penso
ancora che tu sia un pazzo a trasferirti da Piton.”
“Siamo
con te,” confermò Hermione con
un dolce sorriso.
Harry
sorrise. “È tutto quello che chiedo.”
*
* * **
4
Settembre
Bé,
Draco, questa è stata un'altra
giornata interessante. E davvero lunga. Sono successe molte cose e non
so
proprio da dove cominciare. Credo di dover iniziare dicendoti che, per
una
volta, ti sei divertito a Cura delle Creature Magiche. Sono sicuro che
sarà
abbastanza shockante come ricordo! Ah! Eri adorabile mentre saltellavi
in giro
e...
Sono
stato molto orgoglioso di te,
oggi. Ti sei impegnato molto per imparare l'incantesimo
di
levitazione...
Lo
trovo un po' agrodolce, ma tu
sarai felice, immagino, che questa sia la tua ultima notte nella torre
Grifondoro. Domani ci trasferiamo nei sotterranei...
Sono
completamente esausto, ma
mentre sono qui seduto a scrivere, continuo a guardarti. Sembra che ti
piaccia
quando ti chiamo angelo e, guardandoti adesso, devo dire che sembri
davvero un
angioletto...
Buona
notte, angelo.
*
* * * *
La
mattina dopo, sia Harry che Draco si
svegliarono molto più riposati. Voldemort aveva lasciato
stare il ragazzo e il
bambino aveva fatto solo un incubo, a notte non troppo fonda. Grazie
alle
rassicurazioni e all'affetto del più grande, si era
riaddormentato velocemente.
Anche l'altro si era addormentato subito dopo.
Il
Grifondoro si svegliò per primo e rimase
disteso tranquillamente per un po', pensando che quella sarebbe stata
probabilmente la sua ultima mattina nel dormitorio. Almeno per un bel
po' di
tempo. Non c'erano garanzie che Voldemort se ne sarebbe andato presto.
Certo,
tutti pensavano che si trasferisse
solo a causa di Draco e che il compagno sarebbe tornato per le vacanze
di
Natale.
Sapeva
che probabilmente avrebbe dovuto
spiegare a Ron e Hermione le altre ragioni per cui si trasferiva nelle
stanze
di Piton, ma non riusciva a convincersi. Non sapevano esattamente
quanto
Voldemort fosse penetrato nella sua mente e non voleva che si
preoccupassero
ulteriormente.
Sospirò
e guardò il bambino. Il trasferirsi
nei sotterranei avrebbe fatto bene almeno a lui. Sarebbe stata una
buona
opportunità per conoscere meglio il suo padrino. Lo sarebbe
stata anche per
Piton, per quello che valeva.
Mentre
lo guardava, Draco iniziò ad aprire
gli occhi, sbattendo lentamente le palpebre.
“Buon
giorno, angelo,” disse Harry,
sorridendogli calorosamente.
Il
piccolo gli rispose a sua volta con un
dolce sorriso. “Buon giorno.”
“Faremo
shopping questa mattina.
Dovresti alzarti così ci prepariamo,” disse il
più grande.
Ancora
prima che l'altro avesse finito di
parlare, il biondo aveva già allontanato le coperte ed era
sceso dal letto,
facendo ridere il ragazzo vedendo l'entusiasmo del bambino. In
realtà, anche
lui non vedeva l'ora di andare a fare shopping. Fecero la doccia e
iniziarono a
prepararsi per la giornata.
Cercando
tra i vestiti del Serpeverde,
Harry si accorse che non aveva molti vestiti che sarebbero andati bene
per la
Londra Babbana. Aveva inoltre il forte sospetto che Silente avesse
comprato
anche vestiti e pigiami colorati per il piccolo, ma che li avesse messi
negli
altri bauli.
Decise
infine per un paio di soffici
pantaloni grigi e una camicia di seta bianca, giurando a sé
stesso che gli
avrebbe comprato dei vestiti più appropriati per un bambino
di quattro anni.
Il
moro indossò gli abiti che Blaise gli
aveva scelto due sere prima. Scivolò nei pantaloni di pelle
nera e si infilò la
camicia di seta verde, completando il tutto con gli stivali neri.
Andò
davanti allo specchio, controllando di
stare bene.
“Fidati
di me, sei sexy,” disse
Seamus.
Il
compagno sorrise, guardandosi intorno e
notando che l'irlandese muoveva le sopracciglia malizioso.
“Lo
dici solo perché vuoi il mio
corpo,” disse il moro, ridendo del comportamento dell'altro.
“Ovvio,”
replicò questi, il che fece
ridere anche gli altri ragazzi nel dormitorio. Seamus era famoso per la
sua
tendenza al flirt.
Harry
si assicurò di avere la chiave della
camera di sicurezza in borsa, insieme alla sacca dei soldi, e
uscì dal
dormitorio con Draco.
Le
persone presenti in sala comune
trattennero il respiro alla sua comparsa. Hermione e Ginny, che stavano
aspettando Ron e Dean, lo fissarono con aria soddisfatta.
“Sei
fantastico, Harry,” disse la
riccia.
“Già,
hai un appuntamento galante o
roba simile?” chiese l'altra con un sorriso stuzzicante.
Il
moro sorrise. “O roba simile,” rispose.
“Blaise e io portiamo Draco a fare shopping, oggi. Piton ci
porterà a Diagon
Alley, ma dovremo andare anche nella Londra Babbana,”
spiegò.
“Sembra
divertente,” disse Ginny.
“Lo
spero. Se non altro dovrebbe
essere interessante,” replicò il ragazzo
stringendosi nelle spalle.
Uscì
dal buco del ritratto con Draco,
salutando Tiger e Goyle prima di avviarsi lungo il corridoio.
“Aspetta!”
lo chiamò Hermione.
Si
fermò, si girò e vide che tutti i
ragazzi Grifondoro, insieme alla ragazza e Ginny, erano finalmente
scesi e
adesso stavano cercando di raggiungerlo. Inarcò un
sopracciglio con aria
interrogativa.
“Pensavi
che volessimo perderci la
reazione del resto della scuola? Sei pazzo,” disse Seamus con
un ghigno.
Harry
roteò gli occhi e continuò per la sua
strada.
Poco
tempo dopo, quando fece il suo
ingresso in Sala Grande, dovette riconoscere che i suoi amici avevano
appena
guadagnato un punto. Metà dei presenti nella sala era
rimasta a bocca aperta e
la scena era davvero piuttosto divertente.
Il
Grifondoro incrociò lo sguardo di Blaise
e sorrise. Si inchinò come riconoscimento dell'attenzione su
di lui, come aveva
fatto nella sala comune Grifondoro e Serpeverde, poi si diresse al
tavolo
verde-argentato mentre la folla rispondeva con ululati e versi felini.
Si
sentiva un po' stupido, ma metà della scuola lo aveva
già visto vestito così e
preferiva che lo stuzzicassero in questo modo piuttosto che avessero
paura di
lui a causa dei suoi improvvisi scoppi di magia.
“Nemmeno
Draco ha mai fatto
un'entrata del genere,” disse Blaise, sorridendogli.
Il
Grifondoro gli sorrise in risposta.
“Invece sì. È solo che riceveva meno
apprezzamenti vocali. Inoltre, sono tutti
abituati a un Draco spettacolare. Ho addosso i suoi
vestiti, dopo
tutto,” rispose ironicamente.
“Sì,
ma non hai il suo stesso
atteggiamento,” disse Pansy mentre lo soppesava.
“Insomma, laddove Draco fa
mostra di grazia elegante, tu fai mostra di... grazia
animale.”
Harry
la guardò con aria interrogativa,
come se fosse impazzita.
“No,
ha ragione, Harry,” intervenne
Blaise. “I movimenti di Draco sono sempre raffinati ed
eleganti. Tu hai più una
grazia selvaggia. Ti muovi come se fossi una... pantera nera.”
“Oooh,
è perfetta!” strillò la
ragazza. “Specialmente con la sua carnagione e quei setosi
capelli neri.”
“Forse
è solo il potere grezzo in
sottofondo che irradia,” suggerì l'amico.
Pansy
e Blaise annuirono entrambi
guardandolo pensierosi. Harry roteò gli occhi.
“Non posso credere che voi due
riusciate a dire cose del genere restando seri,” disse
ironicamente.
“Harry,”
intervenne Draco
silenziosamente. “Ci stanno di nuovo fissando
tutti.”
“Va
tutto bene, angelo,” rispose il
moro, sorridendogli con aria rassicurante. “È solo
che non sono abituati a
vedermi vestito bene.”
“No,
stanno cercando di capire come
hanno fatto a non accorgersi per tutto questo tempo che stavi
nascondendo un
corpo del genere sotto il mantello e i tuoi vecchi vestiti,”
disse sorridendo
l'altro ragazzo.
Harry
roteò di nuovo gli occhi. “Non è
assolutamente vero. Non ascoltarlo, Draco. Pensano solo che i tuoi
vestiti mi
stiano bene. Hai buon gusto con i vestiti,” disse, dandogli
un colpetto sul
naso, facendolo ridacchiare. “Finisci la colazione,
così possiamo andare e
prenderti altri vestiti che ti andranno bene e che saranno
più adatti per un
bambino della tua età.”
*
* * * *
COMMENTI
Persefone
Fuxia: che
ne dici del
trasloco? Non rende la situazione molto più intrigante? E
Harry è
davvero maturato... e aggiungerei un “finalmente”!!
PiccolaSerpe:
grazie per aver lasciato una recensione!! comunque hai ragione..
secrets è ineguagliabile, sotto ogni punto di vista!! grazie
per per
il sostegno... è sempre gratificante!! :)
DJKIKA:
che ne dici della soluzione di Silente?? :)
angama:
Draco piccolo è adorabile... ma Lucius è un vero
bastardo!
Hollina:
tra le vacanze e gli esami ho lasciato un po' da parte la
traduzione... ma ora che non ho più la distrazione del mare
(e dei
ragazzi in costume!! XD) riprenderà il ritmo!!
loux74:
ormai ho cominciato!! ci saranno momenti di stop ma finirò
di
tradurla!!
sumire01:
eccoti qui un nuovo capitolo!!
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Capitolo 11 *** Shopping ***
Traduttrice: Leli Beta: duedicoppe
Summary: Un incidente di pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prenderà cura di lui per i successivi quattro mesi.
Rated: Innocent-ish - PG-13 Categories: Harry/Draco Characters: Draco, Harry, Severus Genres: Romance, Drama Warnings: Violenza, Liguaggio Chapters: 21
Allora... beh, ehm... è la mia prima vera traduzione. E... beh, devo ringraziare Dede che mi ha permesso di continuarla, e xhuxhuxhu che mi ha passato le consegne.
Non ho toccato il lavoro di chi mi ha preceduto e mi scuso se la traduzione non avrà lo stesso stile dei capitoli precedenti. Spreo... beh, spero che possa comunque essere di vostro gradimento. Vi prego di farmi notare ogni errore, imprecisione e bruttura. Grazie.
Sono sicura di dover dire qualcosaltro, ma sono talmente tanto impanicata da non ricordarmelo più... ah, sì, l'aggiornamento! Uno al mese, finchè non finisco di tradurre, nella speranza di cercare di essere puntuale. Poi proverò ad intensificare la pubblicazione. Inoltre, altra cosa importante, io solitamente NON traduco i nomi, quindi se trovate, ogni tanto, uno Snape al posto di un Piton o un Gryffindor al posto di Grifondoro, vi prego di farmelo notare.
Ora... oddio, ora pubblico...
... credo di sentirmi male.
BUONA LETTURA
Capitolo 11: Shopping "Dove accidenti stiamo andando, Blaise?" chiese Harry irritato. "Esiste una ragione per cui ci stai trascinando nella Londra Babbana proprio adesso? Siamo appena usciti dalla Gringott."
Blaise gli lanciò un luminoso sorriso da sopra la spalla, mentre fendeva la folla. "Tu sbrigati o faremo tardi," lo chiamò.
"Tardi per cosa?" gridò, senza ottenere risposta.
Harry guardò Piton attendendo spiegazioni, ma l'uomo sogghignò soltanto ed Harry non osò annoiarlo con altre domande. Così, si volse in basso verso Draco, che stava facendo del suo meglio per tenere il passo: se lo tirò in braccio, facendolo sedere contro il proprio fianco.
"Sai dove stiamo andando, angelo?" improvvisò, non aspettandosi certamente una risposta. Ma Draco addirittura ridacchiò, nonostante scuotesse la testa, dimostrandogli che era davvero il caso di porsi la domanda.
Rassegnato a seguire ciecamente, Harry iniziò ad additare cose a Draco non appena ebbero superato Diagon Alley, poi dentro nel Paiolo Magico e di nuovo fuori, nella Londra Babbana.
Non sapeva dove Blaise li stesse trascinando, ma si stava divertendo alle reazioni di Draco a tutto ciò che incontravano.
"Wow!" soffiò. "Cosa sono quelle cose?" chiese. "Sono certo che vanno veloci quanto una scopa."
Harry sorrise. "Si chiamano macchine. È il mezzo con cui i Babbani si muovono velocemente. E hai ragione: possono andare persino più veloci di un scopa, a volte," sussurrò cospiratorio.
Ottenne la reazione sperata: gli occhi di Draco crebbero fino a divenire rotondi, fissando affascinati le automobili muoversi sulla strada.
"Siamo arrivati!" esclamò Blaise trionfante, alcuni isolati dopo.
Harry osservò l'insegna, prima di fissarlo incredulo. "Ci hai trascinati fin qui per far visita a uno studio oculistico?"
"Sì," affermò soddisfatto. "Stai finalmente per sbarazzarti di quegli occhiali e prendere quei cosi a contesto."
"Contatto," corresse automaticamente. "Ma io non ho un appuntamento," fece presente sconcertato dalla piega degli eventi. "Dovrei portare Draco a far shopping, non farlo per me stesso."
"Tu hai un appuntamento tra... due minuti da ora," riferì Blaise compiaciuto. "Come? Come facevi a sapere dove andare e che avevo bisogno di un appuntamento?" chiese Harry corrucciando la fronte.
"Granger," ammise con un sorriso imbarazzato. "Sembrava sapere cosa fare e come prendere un appuntamento per te."
Harry, che l'aveva fissato con stupore fino a quel momento, scoppiò in una risata improvvisa. "Sei troppo forte, Blaise!"
"Era tempo che te n'accorgessi," dichiarò altezzoso, prima di sorridere rovinando la messinscena. "E ora andiamo!" Esclamò, trascinandolo nell'edificio.
Furono un paio d'ore interessanti; appena entrati, Harry capì che per l'oculista ed il suo assistente, quanto il proprio gruppo fosse strano.
Almeno in parte, scoprì anche, perché Piton non aveva posto questioni con quell'appuntamento, nonostante fosse per lui. Fu certo la visita durò il doppio del tempo normale, con tutte le domande che Piton pose ai due uomini. E quando non si stava informando sulle abilità dei due medici, le loro conoscenze o apparecchiature, controllava ogni passo dell'esame con occhi d'aquila.
Harry pensò che la curiosità fosse soprattutto riguardo la tecnologia babbana, ma ci furono un paio di domande che gli fecero pensare che l'uomo fosse in realtà concentrato su di lui.
Anche Blaise e Draco erano entrati nella stanza dell'esame poiché, ovviamente, Piton non aveva alcuna intenzione di farli rimanere nella sala d'aspetto da soli e Draco non era particolarmente entusiasta all'idea di lasciare Harry fuori dal proprio campo visivo. Quindi, entrambi i ragazzi si sedettero al suo fianco, guardando affascinati l'intera procedura.
"Merlino, Harry! Come riuscivi a vedere qualcosa prima?" Esclamò Blaise quando l'oculista evidenziò quale fosse la sua reale capacità visiva.
"Semplicemente compensando, credo," rispose sulla difensiva.
"Avrebbe decisamente avuto bisogno di questo esame parecchi anni fa," spiegò pazientemente l'oculista. L'uomo, che era rimasto seccato dall'idea di far entrare l'intera comitiva, si era presto ricreduto e, a dir il vero, si stava quasi affezionato a quello strano gruppo che aveva invaso il suo ufficio.
Aggiunse, tentando di far maggior chiarezza: "Gli occhi possono essere abbastanza complicati e frequentemente la vista cambia con la crescita del bambino. Nel caso di Harry, la vista si è deteriorata da quando questi occhiali sono stati fatti per lui e la prescrizione è un poco cambiata."
"Prescrizione?" chiese Piton, le braccia incrociate in modo autoritario.
"Sì, la prescrizione," spiegò l'oculista, per nulla intimidito, capendo che l'uomo considerava i tre ragazzi sotto la propria tutela. Illustrò cosa intendesse per prescrizione, con parole chiare affinché tutti capissero. Dimostrò, regolando il proprio equipaggiamento e mostrando prima come fosse la vista di Harry coi propri vecchi occhiali e quindi regolando nuovamente per evidenziare come sarebbe stata con la nuova prescrizione
Blaise sbuffò. "Ti ho detto che avresti dovuto farlo da tempo."
"Sì, e sai perché non ne ho mai avuti prima," rispose bruscamente, irritato più con i Dursley che con lui. "Ad ogni modo, non era poi così tanto male. Non è che non potessi veder nulla."
L'altro lo guardò tristemente e l'oculista li osservò entrambi con curiosità prima di intervenire. "La tua vista coi vecchi occhiali non era oltraggiosamente malvagia, ma noterai che le cose sono molto più nitide ed a fuoco di quanto non fossero precedentemente."
Quando finalmente si mossero, Piton rimase un passo indietro, osservando impassibile come Blaise e Draco facessero del loro meglio per aiutare Harry a scegliere una nuova montatura per cambiare gli occhiali e come gli fecero passare un momento d'inferno mentre tentava di mettersi le nuove lenti a contatto.
Dopo la dimostrazione, l'assistente aveva lasciato Harry a far pratica e, una volta riuscito, si guardò allo specchio per poi sorridere orgogliosamente agli altri. "Quindi, come sto?"
"Penso tu sia favoloso senza quei vecchi occhiali," dichiarò Blaise con un sorriso vittorioso.
"Anche io," se ne uscì Draco, con un largo sorriso.
Se n'erano stati in una stanza tranquilla, mentre Harry imparava ad andare d'accordo con le lenti a contatto e Piton sogghignò loro "Ancor più importante, ritengo che le lenti siano preferibili in una situazione di battaglia."
L'espressione di Harry virò alla rassegnata accettazione del fatto che Piton avesse ragione. Tornò silenziosamente indietro iniziando ad impacchettare tutto quanto. Nessuna meraviglia che Piton approvasse la visita odierna.
"Sev'rus, perché hai dovuto dire così?" domandò la voce sottile di Draco, "Era felice e l'hai fatto diventare triste di nuovo."
Harry rispose per Piton. "No, Draco." Disse quietamente. "Il tuo padrino ha ragione. Forza, andiamocene." Non notò lo sguardo che gli altri due ragazzi rifilarono a Piton per averlo fatto deprimere nuovamente. Anche se l'avesse notato, non avrebbe potuto essere certo di cosa significasse l'espressione di Piton.
Una volta pagato il conto, chiese alla receptionist di chiamargli un taxi e, poco dopo, erano al negozio di vestiti che Blaise gli aveva riferito essere frequentato da Draco nella Londra Babbana.
Il motivo si rivelò essere che a mandare avanti il negozio Babbano erano una coppia di streghe. Harry si fece indietro, aspettando con Draco che Blaise finisse di parlare con loro.
Velocemente, si ritrovarono entrambi in una stanza sul retro per farsi prender le misure e provare tonnellate di vestiti
Harry fu in breve sopraffatto e gli occhi sbarrati ne erano la dimostrazione. Non ci volle molto, però, prima che abbandonasse ogni idea di imbarazzo, lasciando che le cose facessero il loro corso, visto che tanto lo facevano comunque, che lui avesse o meno qualcosa da ridire. Blaise si affaccendava quasi quanto le due assistenti che avevano assegnato loro, ordinando ad Harry di provare questo o quello, ma non entrambi insieme, ancora e ancora.
Draco, d'altra parte, stava subendo lo stesso trattamento, ma sembrava calato nel proprio elemento, non che fosse cosa di cui sorprendersi. Harry riuscì a far capire alle assistenti che voleva che Draco avesse qualche abito da gioco. Blaise non sembrava aver del tutto compreso cosa intendesse ma le donne sì, e si affaccendarono alla ricerca di ancora altri vestiti.
"Cosa intendi per 'abiti da gioco'?" gli chiese perplesso. "Può giocare anche in quei vestiti," disse indicando la pila di quelli che Harry aveva considerato essere troppo formali.
Harry ruotò gli occhi. "Draco ha bisogno di qualche jeans e qualche vestito resistente," cercò di spiegarsi. "Vestiti di cui non debba preoccuparsi, qualsiasi cosa gli accada. Abiti eleganti e camicie di seta non sono ciò che considero abiti da gioco. Una tuta confortevole e pantaloni antigrinza possono essere degli abiti da gioco."
"Antigrinza?" Chiese Blaise sollevando le sopracciglia "Non è nemmeno una parola, figuriamoci un tipo di vestiario." Ma gli stava comunque sorridendo, ovviamente interessato.
"Beh, è una parola nel mio vocabolario, anche se non rientra nelle categorie mentali di Draco," replicò, ghignando.
Harry e Draco finirono per comprare alcuni vestiti eleganti come pantaloni con la piega e camicie di seta, ma presero anche un'abbondante collezione di Jeans, una varietà di magliette colorate, maglioni e felpe con cappuccio.
Blaise tentava, in qualche modo, di accordare le loro preferenze e Harry si ritrovò a prendere cose come pigiami di seta, mentre Draco scelse una tutina da notte con piedini di soffice lana; la trovò sbalorditiva perché gli avrebbe tenuto i piedi caldi e non avrebbe dovuto indossare le pantofole. Le scelte del guardaroba di Draco venivano ridimensionate mentre Harry veniva tirato a lucido.
Da qualche parte durante l'intero processo, dei pantaloni di pelle vennero aggiunti alla crescente pila di indumenti che avrebbero comprato. Stivali di cuoio di drago si accucciarono accanto a banali scarpe da ginnastica.
Harry non era certo di sapere da dove venissero, ma gli abiti da mago fecero la loro comparsa e loro ne selezionarono parecchi. Scelsero addirittura qualche abito formale nonostante Harry non riuscisse a vederne la necessità
Piton rimase poggiato contro il muro più lontano, limitandosi ad osservare tutta la procedura. Non dispensò commenti di alcun tipo, né negativi, né positivi. Non aprì bocca nemmeno quando Draco scelse un golf rosso e oro che si sarebbe abbinato con uno di quelli selezionati da Harry. Né sopravvennero sferzate quando questi ne prese uno verde e argento.
Draco finì per fare un sonnellino mentre gli altri due disquisivano su cosa effettivamente prendere e cosa no, ma alla fine tutto venne comprato e pagato e buste e scatole vennero rimpicciolite ed infilate in un'unica borsa. Harry rimise gli abiti con cui era arrivato, ma Draco indossò blu jeans, maglietta, felpa verde con cappuccio e piccole scarpe da ginnastica bianche.
Quando finalmente abbandonarono il negozio, Blaise prese in consegna la borsa e Harry prese in braccio il bambino stanco. "Draco, sapevi che andare a comprare vestiti fosse un lavoro così massacrante?" gli chiese con un sorriso stanco.
Annuì con fervore. "Oh, sì! Ma solitamente non è così divertente!"
Harry rise e lo strinse a sé. "Anch'io suppongo sia stato divertente, in un certo senso. Ma non lo rifaremo molto presto," aggiunse fingendosi serio.
"Voi due avete abbastanza vestiti da tirare avanti per un bel po'," dichiarò Blaise.
Harry lo fissò. "Beh, non certamente per causa mia. Io avrei preso un paio di jeans e magliette, un po' di calzini e biancheria e questo probabilmente sarebbe stato tutto, al riguardo."
"Quindi è stata una buona cosa che sia venuto io, non è così?" replicò sfacciatamente.
Harry scosse la testa e gli diede un sorriso rassegnato. "Andiamo a mangiare qualcosa. È passata da un pezzo l'ora di pranzo. Non mi sarei mai aspettato che comprare vestiti fosse una cosa tanto lunga."
"Sì, sono affamato," dichiarò Draco.
"C'è un McDonald's proprio laggiù," propose Harry, puntando agli archi dorati dall'altra parte della strada e stabilendo la rotta.
"Saresti pregato di spiegare cosa sia un 'McDonald's'." sogghignò Piton.
Harry ricambiò. "È un ristorante Fast Food che vende cibo. Hamburger con salsa e patatine unte. Credo che mio cugino Dudley abbia preso su metà del suo peso solamente in questo posto. In una memorabile occasione portarono qualcosa anche a me. È davvero buono!"
Blaise lo guardò curiosamente non appena iniziarono a camminare automaticamente verso il posto. "Non ci sei effettivamente mai stato?" chiese.
"Uhm, beh, no," ammise sommessamente, non avendo realizzato fino a quel momento di aver lasciato trapelare qualcos'altro sul suo passato. Ancora una volta fu sgradevolmente consapevole che Piton lo stesse guardando con un luccichio calcolatore negli occhi, e Harry riportò velocemente lo sguardo su Blaise.
"Bene, quindi abbiamo definitivamente deciso di andare a mangiare in questo McDonald's," disse questi allegramente. Harry l'avrebbe abbracciato per aver capito e per aver lasciato cadere la questione.
Poco dopo erano seduti in un separé e i tre ragazzi stavano divorando i loro panini e le loro patatine bisunte. Harry fece del suo meglio per nascondere il proprio divertimento nell'osservare Piton guardare con avversione il proprio cibo. Andò al bancone e, quando tornò, posò un'insalata con qualche cibo irriconoscibile al suo interno difronte a Piton, senza dire una parola. Tentò senza successo di smorzare il sorriso quando Piton gli riservò un'occhiata riconoscente.
Al contrario di Piton, Draco era entusiasta del suo Happy Meal. Affamato, aveva divorato tutto il suo panino e le patatine e si era felicemente scolato la sua root beer, iniziando a far marciare la sorpresa su tutto il tavolo.
"Harry, cos'è quello?" Gli chiese improvvisamente. "Cosa stanno facendo?"
Harry vide che Draco stava puntando l'area giochi all'esterno. "E' l'area giochi per permettere ai bambini di giocare. Puoi arrampicarti su per quei tunnel e venire giù per gli scivoli," Harry cercò di spiegare.
"Perché lo stanno facendo?" Gli chiese, la sua fronte aggrottata dalla confusione.
Harry lo guardò con un sorriso mesto. "Perché è divertente, angelo. Ce n'era una più o meno così alla scuola dove andavo, ma era molto più piccola. A volte andavo a giocarci e gli scivoli sono davvero uno spasso."
Draco continuava a guardare con aria incuriosita i bambini che stavano fuori e Harry lanciò un'occhiata a Piton. Avrebbe voluto portarlo fuori e mostrarglieli, ma non era sicuro che l'uomo l'avrebbe permesso. Era stato sufficientemente accomodante per tutto il giorno e Harry non aveva voglia di tirare ulteriormente la corda.
Piton gli fece un piccolo segno d'assenso alla sua domanda inespressa.
"Grazie!" un nuovo sorriso sorse ad illuminargli i tratti. Si rivolse a Draco. "Vuoi andare a provarli?" gli chiese.
"Sì!" esclamò.
Blaise li seguì fuori ed i tre rimasero a guardare la gigantesca struttura. "Quindi, cosa dovrei fare?" Chiese Draco intimorito.
Harry gli si accovacciò vicino e spiegò. "Vedi quel buco lì?"
Draco annuì.
"Comincia da lì e sali lungo tutto il muro fino in cima. Poi scivola giù," gli suggerì, indicandogli la strada da seguire. Draco sembrava ancora un po' insicuro.
"Vai con lui," suggerì Blaise.
"Sono troppo grande." Protestò Harry.
Blaise ruotò gli occhi. "Vai!"
"Sì, vieni con me, Harry," piagnucolò Draco, tirando la mano di Harry.
Harry sorrise improvvisamente. "Va bene." Gli lasciò la mano e si incamminò verso la struttura. "Scommetto che non mi prendi," lo sfidò, prima di voltarsi e correre attraverso il tunnel aperto.
Draco gli corse appresso, ridacchiando. Harry gattonò attraverso i tunnel, Draco gli si inerpicava appresso, cercando di catturarlo. Raggiunsero la cima e il più grande attese solo pochi secondi prima che Draco gli saltasse addosso. "Ti ho preso!" Urlò felice.
Harry gli fece il solletico, facendolo squittire, lo scroscio di risate echeggiò nei tunnel.
"H-Harry, ba-basta!" Ansò tra le risate.
Ridendo egli stesso, Harry smise e voltò Draco per fargli vedere oltre la cupola trasparente dove erano al momento. "Guarda, angelo," lo incoraggiò.
"Wow!" boccheggiò. Improvvisamente iniziò a salutare e Harry vide Blaise sorridere salutandoli a sua volta e ricambiò il gesto ed il sorriso.
"Che ne dici, Draco? Vogliamo scendere e chiedere a Blaise di giocare con noi?" Gli chiese.
"Sì!" Urlò entusiasta.
Harry si sedette in cima allo scivolo e mosse Draco fino a farlo accoccolare davanti a lui. "Andiamo. Puoi scivolare con me per la tua prima volta."
I due scesero in picchiata sullo scivolo... solo per sbattere i loro posteriori sul fondo.
"Ahio!" Disse Harry, sfregandosi il sedere come tornò in piedi.
"Non ha fatto per niente male, Harry!" Esclamò Draco.
"Non per te," replicò. "Ho fatto da cuscino per il tuo atterraggio."
Harry stava però ridendo, guardando le guance di Draco infiammarsi al suo abbagliante sorriso. "Andiamo a prendere Blaise, così possiamo tornare a giocare ancora," gli sussurrò con fare cospiratorio.
I due corsero a placcare un impreparato Blaise e il caracollante trio finì per lottare, inseguire, abbrancare, scalare, scivolare e soprattutto ridere per tutta l'ora seguente.
Piton, che ad un certo punto era uscito a guardarli si ritrovò con il trio crollato davanti alla panchina dove si era seduto. Erano sporchi, sudati, arruffati... e stavano sorridendo felici, nonostante fossero stanchi.
Piton sollevò un sopracciglio nel vederli, ma non commentò. Harry gliene fu grato. Non voleva che l'uomo rovinasse il divertimento di Draco e sospettò fosse l'unico motivo per cui non gli stava scagliando caustici insulti. Si domandò se gli sarebbe toccato ascoltare le critiche sul suo folle comportamento successivamente.
Nuovamente in strada, stavano aspettando di agganciare un taxi per tornare al Paiolo Magico e quindi a Diagon Alley, quando individuarono un negozio di giocattoli un paio di vetrine più in là.
"No," dichiarò Piton energicamente. "Ho acconsentito a portarvi a Diagon Ally per prendere gli accessori necessari per Draco. Ho accettato di prendere un appuntamento per l'esame degli occhi di Potter. Avete comprato i vostri vestiti qui, nella Londra Babbana. In qualche modo ho tollerato che mi portaste in... questa struttura," sputò, osservando disgustato il McDonalds dietro di loro. "Non andremo in un negozio di giocattoli. Si è fatto tardi e dobbiamo tornare a Diagon Alley, ora."
I tre ragazzi abbassarono la testa sconsolati, ma nessuno osò ribattere. Harry si piegò verso terra e raccolse Draco, abbracciandolo e mormorandogli parole calmanti non appena il bambino iniziò a tirar su col nasino.
"Siamo pronti, signore," riferì Blaise sommessamente, gli occhi tristemente abbassati.
"Oh, per...!" esclamò Piton.
Harry, Draco e Blaise accennarono a guardare l'uomo che aveva iniziato borbottare fra sé.
"Avete trenta minuti," sogghignò Piton. "Non un minuto di più e poi torniamo di filato a Diagon Alley dove mi seguirete in silenzio mentre io finisco di prendere il necessario. Avete capito?"
"Sissignore." Annuirono tutti e tre velocemente. Harry e Blaise si scambiarono uno sguardo prima di procedere spediti verso il negozio di giocattoli. Si bloccarono immediatamente appena entrati, osservando sconvolti ciò che li circondava. Quindi Harry mise giù Draco e gli afferrò la mano fortemente, così da non poterlo perdere.
"Andiamo!" Disse Harry sorridendo.
Acquistò velocemente puzzle e tonnellate di blocchi da costruzioni, prima di spostarsi verso i libri e, rapidamente, radunarne una larga selezione. Blaise rimase affascinato dall'ampio scaffale di auto e camion e ne ammucchiò un po' nel loro carrello che iniziava rapidamente a traboccare. Draco era estasiato dalla scoperta di un drago di pezza e lo tenne con forza. Li guidò anche verso la sezione di hobbystica e Harry aggiunse un rifornimento supplementare di carta, forbici, colla e qualunque altro materiale colpisse la sua fantasia o quella di Draco.
Ventotto minuti dopo, erano nuovamente fuori, in piedi di fronte a Piton, abbandonando ai suoi piedi buste e buste di giochi. Draco non avrebbe sentito la mancanza di cose da fare per i prossimi quattro mesi.
Piton roteò gli occhi alla loro esuberanza e li tirò verso un vicoletto oscuro così da poter restringere tutto e riempire un'unica busta. Ora dovevano portarsi appresso unicamente una per i giochi e l'altra per i vestiti.
Fedeli alla parola data, i tre ragazzi lo seguirono quietamente per Diagon Alley, completando i loro acquisti visitando l'Apotecario, il negozio di penne e pochi altri. Terminarono i propri acquisti velocemente in ciascun negozio. Il solo momento in cui ci fu esitazione fu quando rallentarono automaticamente davanti al negozio del Quidditch. Piton gli lanciò un'occhiataccia e loro ripresero immediatamente il passo.
Lo strano gruppo ricevette molti sguardi curiosi, ma nessuno si avvicinò. Harry realizzò che le occhiate assassine di Piton poteva essere utile in alcuni casi.
Infine, fecero un pasto veloce al Paiolo Magico prima di prendere la Metropolvere per tornare ad Hogwarts.
"Avete passato una buona giornata, ragazzi?" chiese Silente non appena uscirono dal camino.
"Sì," mormorò Harry spossato, completamente esausto dalle attività della giornata. Draco era profondamente addormentato tra le sue braccia ed il solo motivo per cui non ruzzolò, una volta fuori dal camino, fu perché Piton, passato per primo, l'aveva preso al volo.
Blaise annuì leggermente, ma non si disturbò nemmeno a cercare di dare una risposta verbale.
Silente rivolse loro un sorriso caloroso. "Sembra che la vostra gita sia stata un successo, Severus."
Piton ruotò gli occhi. "Le stanze sono pronte?" chiese, ignorando i commenti del preside.
"Sì, sì, ogni cosa è stata spostata oggi, mentre voi eravate via," rispose semplicemente.
Piton ammassò i propri carichi verso la porta senza altre parole e li condusse verso i sotterranei. Prendendo le buste da Blaise, Piton lo spedì al suo dormitorio prima di guidare Harry verso le proprie stanze. Con gli occhi a malapena aperti, il ragazzo semplicemente si lasciò condurre, senza prestare la minima attenzione a quello che lo circondava, finché improvvisamente Piton non tolse attentamente Draco dalle sue braccia.
Harry trasalì nel vedere Piton posarlo su un letto ed iniziare a rimuovere prima le scarpe del bambino e poi gli altri vestiti. Il letto aveva lenzuola e copriletto che Harry riconobbe e velocemente si spogliò rimanendo in boxer, troppo stanco per cercare i pigiami, infilandosi nel letto senza prestare attenzione al professore. Quando Piton posò Draco sotto le coperte, vicino a lui, Harry semplicemente avvolse un braccio attorno al piccolo, in maniera protettiva, senza nemmeno aprire gli occhi.
Sia Harry che Draco caddero immediatamente addormentati e nessuno dei due realizzò che Piton rimase a guardarli per molto tempo quella notte. Harry nemmeno lo vide nelle ombre scure, quando il più piccolo si svegliò urlando, un paio d'ore dopo che si erano addormentati.
Intontito, si mise automaticamente seduto, spingendo Draco sul suo grembo, mormorando parole confortanti al bambino in lacrime finché il pianto non divenne che un occasionale gemito singhiozzante. Harry sbatté le palpebre vedendo il fazzoletto appoggiato vicino al bicchiere ed alla brocca d'acqua sul comodino; sbalordito si ricordò che gli elfi domestici avevano spostato la loro roba fino al sotterraneo. Ovviamente, si erano ricordati di lasciar fuori quelle cose per Harry.
"Dovrò ringraziare Dobby, dopo," mormorò Harry mentre versava a Draco un bicchiere d'acqua e l'aiutava a bere. Usò poi il fazzoletto per asciugargli la faccina e lo guardò attentamente.
Era così stanco ma completamente concentrato su Draco da non accorgersi dell'uomo che li osservava intensamente dall'ombra più lontana della stanza.
"Meglio ora?" chiese sommessamente.
Draco singhiozzò, poi annuì piano, ma tenne la testa bassa.
"Puoi parlarmene?" gli chiese.
Scosse la testa con fervore e Harry sospirò. "E' stato un incubo diverso, questa volta?"
Draco rimase silenzioso ed immobile, teso nelle sue braccia.
Non aveva alcun indizio su come stesse gestendo gli incubi di Draco, ma doveva comunque provare a far qualcosa.
"Draco, ricordati che ti ho detto che se mi racconti dei tuoi incubi li caccerò via, in modo che tu non debba preoccupartene mai più," gli disse dolcemente.
Sentì la piccola testa bionda annuire piano contro il proprio petto.
"Puoi raccontarmeli, allora?"
"Non era come un ricordo," rivelò la voce sottile rispondendo alla domanda di Harry.
"Solo perché non si tratta di un ricordo, non significa che non debba essere spaventoso," confidò dolcemente. "Io ho tanti incubi che non sono davvero ricordi."
Enormi occhi argentei sbirciarono Harry. "Davvero?"
Harry gli restituì un sorriso triste. "Cavvero. A volte le cose ci spaventano anche quando sappiamo che non sono vere. E specialmente quand'ero piccolo, avevo tantissimi incubi. Alcuni perché semplicemente non sapevo alcune delle cose che conosco ora che sono grande. Molte cose possono essere spaventose quando si è piccoli e non le si capisce."
"Come cosa?" Chiese lievemente.
Harry rise piano. "Va bene, mio piccolo Serpeverde, lo facciamo ancora a modo tuo. Io te lo dico, ma poi tu mi racconti il tuo incubo, promesso?"
Draco tremò tra le sue braccia, ma poi annuì risoluto. "Promesso," disse, sebbene ancora tremante.
Harry chiuse gli occhi per pochi istanti, cercando di trovare qualcosa da raccontargli senza spaventarlo più di quanto già non fosse. Non si era reso conto che Piton li stava guardando ed ascoltando intensamente.
"Mio cugino aveva l'abitudine di maltrattarmi parecchio," iniziò, sperando di non star sbagliando a raccontarlo a Draco.
"Ti affatturava?" lo interruppe Draco con curiosità.
"Ehm, no," rispose. "E' un Babbano, quindi non può fare alcun tipo di magia."
"Quindi come ti maltrattava?" gli chiese, le sopracciglia aggrottate per la confusione.
Harry osservò il piccolo bambino con divertimento beffardo. "Sei davvero venuto su a magia e nient'altro, Draco."
"Non capisco," si accigliò.
Se non altro, questo lo aveva fatto tornare nuovamente calmo, pensò con aria rassegnata.
"Volevo solo dire che sei cresciuto con la magia attorno a te. Solo questo," spiegò. "Prima che diventassi grande, io nemmeno sapevo che la magia era una cosa vera."
Draco lo guardò con occhioni spalancati. "Davvero?"
Harry ridacchiò al ritorno al punto di partenza. "Sì, davvero."
Draco si accigliò nuovamente. "Quindi, come ti maltrattava?"
"Non è davvero importante," riprese. "Diciamo semplicemente che era solito chiamarmi con tanti brutti nomignoli e generalmente gli piaceva essere cattivo con me."
"Non mi piace quando le persone sono cattive," si incupì.
"Lo so, angelo," Harry gli fece un piccolo sorriso, prima di tornar serio. "Ad ogni modo, non sapevo nulla della magia e nemmeno lo sapeva mio cugino, ma nei miei incubi era come se non fossimo a conoscenza di ciò. Suppongo tu possa dire che sognavo che mi affatturava. Non è il modo in cui lo chiamerei io e non erano vere maledizioni perché non conoscevo la vera magia, ma sognavo che usava la magia per farmi del male."
"Essere affatturato è pauroso," annuì piano.
"Lo so," convenne Harry. "Ed era ancora più pauroso per me, specialmente poiché non ero in grado di capirlo."
"Quindi, i tuoi incubi erano su qualcuno che ti malediva?" chiese teneramente, ritornando a parlare di Draco.
Che rabbrividì leggermente, di nuovo. "No. Stavo correndo," sussurrò, abbassando il capo.
Harry non era intenzionato di permetterlo e gli risollevò la testa. "Dimmelo." Soffiò piano.
Draco riuscì a stento ad inghiottire. "Stavo solo correndo, e correndo, e correndo," disse, finalmente pronto a raccontare il suo incubo. "Era la sola cosa che potessi fare, ma continuavo ad inciampare. Poi mi ritiravo su e ricominciavo a correre prima di cadere ancora. E sapevo di non poter andare da nessuna parte, ma continuavo a correre comunque. Ero così spaventato, Harry," riferì, ricominciando a piangere sommessamente.
Harry lo cullò piano e fece scivolare la propria mano su e giù sulla sua schiena. "Sono certo fosse davvero pauroso. Draco, sapevi da cosa stavi scappando?" chiese, sospettando già la risposta.
"Mio padre," mormorò, confermandone i sospetti.
La mano di Harry si chiuse a pugno dietro la schiena del piccolo, ma il suo tono rimase calmo e tranquillizzante. "Non ho intenzione di lasciare che tuo padre ti faccia mai più del male, angelo. Ritrovarti a temere di dover scappare via da lui."
"Ma ho paura, Harry," piagnucolò Draco.
"Shhh, lo so che hai paura, e va bene essere spaventati a volte," lo rassicurò.
"Lo è?" chiese, aggrottando le sopracciglia, guardandolo.
Harry sorrise leggermente. "Sì, è naturale aver paura e tutti hanno paura qualche volta."
"Anche Sev'rus?" chiese Draco, un po' scettico.
"Sì, sono certo che anche Severus è spaventato a volte," rispose Harry, sorridendo beffardo.
Persino in quel momento, nessuno dei due si rese conto dell'uomo nell'ombra che si era irrigidito ulteriormente alle parole di Harry,
"Ma non è mai impaurito da nulla," protestò Draco.
"Probabilmente non lo dà a vedere," replicò gentilmente.
"E cosa potrebbe spaventarlo?" gli chiese.
"Io so che è spaventato da tutto quello che potrebbe accaderti," rispose, baciando Draco sulla fronte. "Esattamente come io sono spaventato che qualcosa possa ferirti."
"Oh," sbatté le palpebre alla volta di Harry.
"Quindi vedi, tutti possono essere spaventati a volte. Devi solo stare attento che le tue paure non ti sopraffacciano."
Draco arricciò il nasino esprimendo la propria confusione. Harry ridacchiò piano e lo baciò proprio sul naso. "Uhm, va bene essere spaventati ogni tanto, ma non devi spendere tutto il tuo tempo pensando alle cose che ti spaventano." Anche Harry arricciò il naso, cercando di capire se le cose che stava dicendo avessero senso o meno. "Ci sono molte altre cose che si possono fare invece che esser spaventati," aggiunse.
Draco annuì e sembrò capire almeno un po' meglio
"E adesso, dovremmo smettere di parlare di esser spaventati e rimetterci a dormire," propose Harry con tono leggero, ammiccando.
Draco rise.
Harry sorrise tirato. "Allora, questo tuo ridacchiare significa che ti senti pronto per tornare a nanna?"
"Sì," dichiarò Draco. "Non sarò più spaventato d'ora in poi."
"Ottima scelta," disse Harry, tornando a sdraiarsi sotto le coperte. "Dormi bene, angelo," augurò dolcemente.
"Notte, Harry," mormorò Draco.
Entrambi caddero nuovamente addormentati. Piton li guardò per un poco prima di abbandonare la stanza, avendo ottenuto alcune risposte alle sue molteplici domande; ma la conversazione dei due ragazzi ne aveva persino create di nuove.
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Capitolo 12 *** Nuove sistemazioni ***
Traduttrice: Leli Beta: duedicoppe
Summary: Un incidente di pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prenderà cura di lui per i successivi quattro mesi.
Rated: Innocent-ish - PG-13 Categories: Harry/Draco Characters: Draco, Harry, Severus Genres: Romance, Drama Warnings: Violenza, Liguaggio Chapters: 21
Pubblico sul filo del rasoio, poiché il Romics mi ha distrutta. Proprio per questo vi lascio immediatamente alla storia
BUONA LETTURA
Capitolo 12: Nuove sistemazioni
"Harry, dove siamo?" Chiese Draco, svegliandolo.
Il ragazzo sbatté confusamente le palpebre, andando a recuperare automaticamente i proprio occhiali prima di realizzare che stava già vedendo chiaramente ogni cosa. Questo nuove lenti a contatto a lunga durata erano addirittura meglio di quanto non avesse im-maginato. Ammiccò nuovamente e gli oggetti erano ancora a fuoco. Sorrise improvvisamente, facendo trasalire il bambino.
Harry s'incupì. "Draco, che succede?" Domandò, sedendosi e lanciando una lunga occhiata a Draco.
"Non so dove sono." Rispose impaurito.
"Oh, angelo, va tutto bene. Severus ci ha portato qui l'altra notte. Questa è una delle camere nelle sue stanze, credo," gli disse "Ti ricordi che ci saremmo dovuti spostare nei sotterranei con lui?"
Draco si rilassò ed annuì "L'avevo dimenticato," ammise piano.
"Va bene," lo rassicurò, sollevato che fosse riuscito a tranquillizzarlo così facilmente.
Entrambi guardarono curiosamente la stanza. Era grande, probabilmente grande quanto lo era stato il dormitorio di Harry, ma aveva un unico letto. Harry si chiese se Silente avesse allargato una delle camere di Piton, o se quella stanza fosse stata lì il giorno prima.
Il letto in cui erano ancora seduti si trovava sul fondo; due paia di guardaroba erano posizionati ad entrambi i lati. Harry roteò gli occhi notando come quello a sinistra avesse in cima tutti i draghi di Draco. Gli elfi domestici avevano mosso letteralmente tutte le loro cose, inclusi tutti i vestiti del Draco sedicenne.
I bauli extra di Draco, pieni di roba di ogni genere, erano in un angolo, mentre l'unico di Harry era dall'altro lato del letto. C'era un caminetto, loro dirimpetto, con un assortimenti di mobili sistemati di fronte.
C'era una coppia di scrivanie da un lato, uno più piccolo per Draco ed uno per i compiti di Harry. Un paio di librerie affiancavano i tavoli. Sulla mensola vicino a quello di Harry c'erano i suoi libri di scuola e tutti quelli che erano stati nei suoi bauli, insieme ad altro materiale, come ulteriori pergamene, inchiostro e penne. Dalla parte di Draco, già disfatti, c'erano i libri ed il materiale artistico che avevano comprato il giorno prima.
Al centro era situata una grande area giochi, su misura per Draco. Per terra, accantonati lungo il muro, stavano tutti i suoi giochi. Un piccolo tavolo era piazzato davanti al mucchio ed era grande a sufficienza da poter essere usato per fare i puzzle, per usare le costruzione o per qualsiasi altra cosa avesse voluto.
C'erano due porte all'inizio della stanza. Una, a parer di Harry, doveva condurre al bagno e l'altra alla stanza da pranzo di Piton. Si ricordava vagamente di averla attraversata la notte precedente. Per il momento, era tempo di verificare se effettivamente l'altra porta conduceva ad un bagno.
Era effettivamente il bagno e Harry stabilì velocemente che non avrebbe mai più avuto bisogno di trovare il tempo per portare Draco nel Bagno dei Prefetti: avevano ora accesso alla loro personale sala da bagno che rivaleggiava con quello dei Prefetti, con un'enorme vasca/piscina. Ad ogni modo, Harry apprezzò la presenza della doccia.
Non appena furono pronti per il giorno, Harry si rese conto di sentirsi più felice di quanto non avesse pensato di poter essere traslocando nei sotterranei. Con una stanza come quella, era più facile accettare di star vivendo, tecnicamente, con Piton.
Una volta vestiti, andarono alla ricerca dell'uomo e della colazione, trovando entrambi in attesa subito fuori dalla stanza. Il soggiorno aveva un piccolo angolo cottura con un piccolo tavolo da pranzo. Piton vi era seduto, sorseggiando tè e leggendo la Gazzetta del Profeta. I piatti della colazione stavano lì, evidentemente in attesa di Harry e Draco.
Improvvisamente, Harry fu nuovamente a disagio. Si sentiva decisamente fuori posto nei suoi quartieri personali del proprio professore. Draco invece era chiaramente a proprio agio e corse verso le sedie salutando allegramente il padrino.
Harry sospirò, sentendosi vicino a Draco ed iniziando a riempirgli pesantemente il piatto. Sperava, fortemente, che Piton gli avrebbe fatto il piacere di smetterla di fissarlo per tutto il tempo. Versò del succo di zucca per sé e per Draco, prima di iniziare a prendere qualche cosa ed iniziare a mangiare.
"Perché stiamo mangiando qui?" Draco fece la domanda che Harry stava cercando di evitare.
"Ho sempre consumato la colazione nelle mie stanze di Domenica mattina, Draco" rispose Severus pacatamente. "E' uno dei pochi momenti che concedo a me stesso, lontano dagli studenti."
Harry sobbalzò lievemente e riabbassò le posate che erano a mezza strada per la sua bocca. "Non ho problemi a salire in Sala Grande," disse tranquillamente, osservando Piton attraverso la propria frangia. Veramente, veramente non aveva alcuna intenzione di imporsi a quell'uomo.
"Potter, mi piacerebbe poter passare col mio figlioccio quel poco di tempo che ho a disposizione," sogghignò "Nella situazione attuale, questo sembra equivalere a... prevedere anche la tua compagnia. Puoi restare."
Harry tornò ad osservare le proprie posate, non sentendosi più particolarmente affamato. Davvero, non si sarebbe dovuto sentire offeso da quelle parole. Sapeva che l'uomo lo detestava, e Harry aveva acconsentito a quella specie di armistizio giusto perché Draco si sentisse al sicuro? Harry poté sentire quegli occhi soffermarsi svogliatamente su di lui per parecchi, lunghi momenti, probabilmente in attesa di qualche sua risposta sgarbata, prima di spostare la sua attenzione su Draco e chiedergli se la nuova stanza gli piaceva.
Il bambino iniziò a chiacchierare a vanvera, felice della nuova sistemazione. Harry sbuffò interiormente quando realizzò che Piton vi si era riferito definendo la stanza "di Draco" mentre il bambino la considerava come appartenente ad entrambi.
Harry rimane silenzioso perché veramente, al momento, non voleva entrare in alcun argomento con l'uomo, specialmente in un territorio sconosciuto e così familiare per Piton. Dovette ricordare nuovamente a se stesso che era lì per il bene di Draco.
Draco o meno, Harry si stava davvero chiedendo se non avesse commesso un errore a volersi trasferire nei sotterranei. La tensione in realtà non valeva i vantaggi della bella camera. Harry osservò il viso luminoso di Draco che raccontava, estremamente eccitato, di tutti i giochi che avrebbe fatto con le cose acquistate il giorno prima e le labbra di Harry si sollevarono in un leggero sorriso. Dopotutto ne valeva la pena, probabilmente.
Sospirò e concentrò la propria attenzione nuovamente sul proprio piatto prendendo un paio di piccoli bocconi. Non aveva voglia di mangiare.
"Potete scusarmi?" chiese Harry in una pausa in cui Draco stava mangiando invece che chiacchierando col padrino.
Piton gli lanciò un'occhiata affilata, le sopracciglia solleva per la sorpresa. Harry avrebbe voluto urlare che, sì, aveva un briciolo di buone maniere, ma rimase in silenzio, aspettando per la risposta.
"Stai bene, Harry?" gli chiese il piccolo, preoccupato, notando che Harry non aveva mangiato molto. Il bambino era troppo attento alle sue abitudini alimentari.
"Sto bene, Draco." Rispose Harry pazientemente. "Voglio solo andare ad iniziare alcuni dei miei compiti per casa e avere così molto tempo per poter giocare con te, più tardi."
"Quali compiti? Non ti ho mai visto fare i compiti," notò confusamente Draco.
Harry chiuse gli occhi, non sentendosi più molto paziente, ma tentando ancora valorosamente di esserlo. "Sono quelli che i professori hanno assegnato a noi studenti da fare oltre l'orario di lezione. Non ho avuto molto tempo per lavorare ai miei in questi ultimi giorni." Spiegò.
"Per colpa mia," sussurrò Draco.
Argh! Harry avrebbe voluto urlare. Era estremamente consapevole degli occhi di Piton puntati nuovamente contro e, semplicemente, aveva voglia di andarsene. Ma non poteva lasciare che Draco si sentisse insicuro.
Harry gli diede un piccolo abbraccio. "Certo, non ho avuto molto tempo poiché ho dovuto trovare degli accorgimenti per questa nuova situazione con te."
La testa del bambino si afflosciò e Harry dovette posare due dita sotto il suo mento, sollevandolo per premetterlo nuovamente guardare negli occhi. "Gli ultimi giorni sono stati davvero importanti per me, Draco, e non c'era verso che sprecassi il mio tempo sgobbando sui compiti quando potevo passarlo con te."
Harry s'arrischiò a lanciare una veloce occhiata a Piton e la faccia dell'uomo era leggermente corrucciata, ovviamente indecisa se urlare contro Harry o rimanere calmo per Draco. Poi gli occhi tornarono ad incontrare quelli del piccolo. "Devo iniziare ad utilizzare un po' più del mio tempo libero per studiare, ma troveremo un sistema per fare in modo che le cose vadano al meglio per entrambi. Va bene?"
"Ma lo studio è importante," fece presente Draco con una vocina piccola piccola.
Harry chiuse gli occhi brevemente, nuovamente intenzionato ad affatturare Lucius Malfoy. "Studiare è importante, ma nulla è più importante di te," gli spiegò.
"Davvero?" chiese Draco, le sopracciglia arricciate.
"Davvero," rispose Harry con un sorriso. Si stava abituando a questo davvero che avevano iniziato a usare.
"OK, Harry," si rilassò Draco tornando a sorridergli.
"Ora, può non essere importante, ma ho davvero bisogno di provare a farne alcuni," continuò Harry, sorridendo per rassicurare Draco. "Sarò proprio oltre la porta," riprese, indicando. "Così saprai esattamente dove trovarmi, ma potrai terminare con calma la tua colazione e passare anche un po' di tempo col tuo padrino."
Harry si alzò, non curandosi più di non esser stato scusato.
"Ma vai via senza mangiare?" chiese Draco innocentemente prima che potesse fuggire
Argh! L'urlo disperato era tornato. "Uhm, mi sa che non ho davvero fame stamattina," gli rispose.
Draco annuì in assenso e, infine, tornò a mangiare.
Harry si rifiutò categoricamente di guardare Piton, tornando finalmente nella nuova camera. Ma invece di iniziare i suoi compiti, come avrebbe dovuto, tirò fuori il diario: non aveva avuto l'occasione di scrivervi la notte precedente. Oltretutto, si sentiva nervoso per la situazione con Piton ed aveva bisogno di buttar giù qualche riga prima di focalizzarsi sui propri compiti.
* * * * * 5 Settembre
In realtà, oggi sarebbe il 6, ma ero praticamente un sonnambulo quando siamo arrivati qui l'altra notte, così mi ritrovo a scrivere questa mattina. Posso praticamente sentirti ripetere, nella mia testa, che sono un idiota Grifondoro che non è in grado di seguire correttamente l'ordine dei giorni.
Ma in quanto bambino di quattro anni, hai avuto una giornata faticosa ieri...
* * * * * Quando Draco irruppe nella stanza, un'ora dopo, Harry aveva posato il diario e stava lavorando ai suoi compiti di Incantesimi. Pose la propria piuma sul tavolo e spostò la sedia per metterglisi di fronte.
"Quindi, cosa vuoi fare per primo?" gli chiese, sorridendo.
Draco s'accigliò. "Non hai del lavoro da fare? Giocherò per conto mio."
Le parole fecero accigliare Harry, in risposta. "Giochi da solo di solito, giusto?"
Draco scrollò un poco le piccole spalle. "Ho sempre giocato da solo. Non c'era mai nessun altro attorno"
Lo sguardo di Harry divenne torvo. Sarebbe giunto il giorno in cui Harry Potter avrebbe ucciso Lucius Malfoy, e lo avrebbe fatto davvero con gioia.
"Beh, ci sono io attorno, ora," dichiarò Harry. "E ho anche tanta voglia di giocare, al momento."
Draco ridacchiò al finto atteggiamento di Harry, prima di passare a guardare gli scaffali. "Non so nemmeno come giocare con alcuni di questi," ponderò "Ho molti giocattoli e cose, ma nulla come questi."
Harry si batté un dito sul mento osservandolo pensosamente, prima di guardare le cose sugli scaffali. "Beh, secondo me potremmo iniziare con queste costruzioni. Scommetto che riusciremo a creare qualcosa di carino almeno a giudicare dalle figure sulla scatola."
"Sembrano meravigliosi," annuì fervente.
"Facciamo così: questa mattina vediamo cosa possiamo costruire insieme e, oggi pomeriggio, puoi vedere cosa riesci a costruire da solo mentre finisco qualcun altro dei miei compiti," suggerì.
"Affare fatto!" accettò con un sorriso brillante.
Passarono il resto della mattinata ricreando attentamente i disegni presenti su parecchi libretti illustrati. Harry aveva comprato l'intera serie dei castelli della Lego e Draco sembrava affascinato da essi.
"Harry!" urlò eccitato, mostrandogli sotto il naso una scatola che aveva appena tirato via dalla mensola "In questa possiamo costruire un drago! Vedi?!"
Ridendo, Harry spostò la scatola di parecchi centimetri, così che potesse effettivamente vederla "Wow! Hai ragione Draco! Nemmeno la ricordavo questa qui!" Gli rivolse un sorriso rassegnato. "Ad ogni modo, non ricordo il novanta per cento di quello che abbiamo preso poiché stavamo semplicemente afferrando le cose al volo."
"Già," concordò Draco distrattamente, completamente concentrato sulla figura sulla scatola. "Possiamo fare questo, Harry?" chiese.
"Certo che possiamo," rispose sorridendo al bambino rapito dal drago. A dire il vero, Harry era altrettanto interessato al suo personale piccolo drago.
* * * * * "Potter."
Harry osservò l'uomo in piedi nella porta. "Sì, signore?"
"La password della stanza è ‘zanne di serpente snudate'. Non la darete a nessuno," ordinò, la voce trattenuta in un avvertimento mortale. "Né porterete mai nessuno in queste stanze. Avete capito?"
"Sì signore." Rispose piano. Aveva già immaginato un simile scenario, anche se Piton non gli avrebbe mai creduto se anche gliel'avesse detto; sapeva bene di essere sostanzialmente in isolamento con Draco. E Piton.
"Dovrete anche fare attenzione quando uscirete per pranzo, così che possiate sapere come tornare: sono pressoché certo che l'altra notte eravate a malapena consapevoli dei dintorni."
"Sì, signore." Ripeté ancora. Piton rimase nello specchio della porta per un lungo momento prima di voltarsi sui propri piedi e lasciarli, la veste fluttuante dietro di lui.
Harry continuò a scrutare la porta aperta. Come aveva potuto pensare che quell'uomo avesse allentato la presa nei suoi confronti?
Draco gli tirò una manica della veste per far tornare la sua attenzione al drago che stavano ancora costruendo.
* * * * *
"Dove siete stati, Harry?" gli chiese Ron prima ancora che entrambi avessero la possibilità di sedersi al tavolo.
Harry lo osservò curiosamente. "Ehm, Ron, lo sai che siamo stati trasferiti nei sotterranei."
"Sì, ma nessuno vi ha più visti da ieri mattina," Hermione diede forma alla loro preoccupazione.
"Harry alzò le spalle. "Ieri siamo stati fuori tutto il giorno e questa mattina ho fatto un po' dei miei compiti e ho giocato alle costruzioni con Draco." Gli fece l'occhiolino facendolo ridacchiare. Era felice di poter essere in grado di sentire quel suono sempre più spesso, giorno dopo giorno.
"E perché non eravate a colazione?" cercò di capire Ron.
Harry tentò fortemente di eliminare la smorfia dal proprio volto. "Abbiamo, uh, fatto colazione con," lanciò un'occhiata al bambino "Severus questa mattina, così che potessero passare del tempo insieme."
"Perché dovevi stare lì? Non è che lui voglia spendere altro tempo con te." Replicò l'altro.
Harry sobbalzò lievemente. Sì, sapeva davvero bene quanto poco il professore di Pozioni lo volesse attorno. "Sto cercando di rendere le cose più facili per Draco." Sbottò, più irritato di quanto non intendesse.
Ron ruotò gli occhi. "Tutto quanto gira attorno a lui ora?"
Harry lo fissò. "Non cominciare, Ron. Solo, non cominciare."
Con occhi colmi di dolore, lo sguardo di Ron si fissò su di lui. "Non è colpa mia se gli Slytherin stanno diventando i più importanti per te, tutto d'improvviso."
Draco li stava osservando spaventato, ma cinguettò. "Harry ha detto che sono più importante dei compiti." Disse tentando di aiutare, non capendo davvero per cosa Ron fosse realmente sconvolto.
Sembrava però ancora addolorato, anche se le sue labbra ebbero uno spasmo guardando Draco. "Ha detto così?"
"Veramente," disse serio. "Scommetto che anche tu sei più importante dei compiti."
Harry fece cadere la propria testa nella propria mano. Non vide Ron guardare incuriosito, quasi speranzoso, verso Draco. Né vide lo sguardo deciso di Hermione mutarsi in un rollio di occhi all'assurdità dell'intera conversazione.
"Parlando di compiti, Harry." Proruppe Hermione. "Ho portato le mie note di pozioni, in modo che tu possa copiarle questo pomeriggio."
"Già. Mi ha fatto fare i compiti di pozioni, di Domenica, cosicché tu potessi prendere le sue note oggi." Li informò Ron con aria rassegnata.
"Certamente non ti ha fatto male l'aver svolto il tuo tema di pozioni tanto presto, per una volta, invece di aspettare sempre l'ultimo minuto." Replico Hermione.
"Ha fatto male," mormorò Ron così che solo Harry potesse udirlo.
Lui ridacchiò e ringraziò Hermione: sapeva che avrebbe capito che il suo ringraziamento di cuore non era per le note di pozioni, ma per averlo aiutato a non fa precipitare la situazione. Il resto del pranzo trascorse relativamente in pace, con Harry e Draco che raccontarono la loro giornata di shopping.
* * * * * "Potter."
Harry era seduto alla scrivania, cercando finalmente di finire i suoi compiti. Ne aveva completati una discreta quantità quel pomeriggio, sfruttando il riposino di Draco, ma ne aveva tralasciati molti durante la settimana.
Aveva preparato Draco per la notte almeno una ventina di minuti prima e, considerando che lo aveva inviato a dare la buonanotte al suo padrino, era certo che Piton sapesse che si era ormai addormentato.
Quando chiamò il suo nome, Harry lo guardò e, quando gli fece segno di seguirlo nel soggiorno, riluttante si alzò.
"Devi essere in grado di chiudere la mente così che il Signore Oscuro non possa penetrarla," disse senza alcun preambolo una volta che il ragazzo fu nella stanza.
Harry non replicò nulla, non capendo dove Piton volesse andare a parare. Avevano già discusso di questo.
"Imparerai esattamente come farlo, a partire da questa notte," sogghignò.
"Questa notte? Ma..." protestò.
Ma Piton lo interruppe. "Sì, Potter, inizierai questa notte. È stata una delle principali ragioni che vi hanno condotto ai miei quartieri," gli ricordò freddamente.
Harry fissò il proprio insegnate, voleva protestare che non si era aspettato di iniziare immediatamente. Voleva protestare che aveva ancora dei compiti da completare. Voleva protestare che semplicemente detestava il periodo di insegnamento dell'Occlumanzia.
Gli faceva male. Faceva male al suo corpo che cadeva ogni volte che era attaccato, la sua cicatrice finiva sempre per pungere e sembrava estremamente sensibile dopo, le sue difese sembravano abbassarsi completamente e, di solito, si sentiva assolutamente traballante e malato.
A parte quella breve apparizione nei suoi sogni, poche notti prima, non aveva avuto a che fare con Voldemort per tutta la settimana. Era stato tranquillo, e Harry l'aveva molto apprezzato.
Sapeva che aveva bisogno di studiare Occlumanzia, ma Voldemort non sarebbe divenuto molto più attivo una volta resosi conto che la mente di Harry si era spenta? Le visioni sarebbero state molto più orribili da sostenere? Potevano morire molte più persone?
Forse, ma non aveva modo di scoprirlo ora. Aveva bisogno di scoprire cosa Voldemort stesse escogitando ed aveva bisogno di poter fare affidamento sulle informazioni ottenute, piuttosto che sprecare tempo a tentare di distinguere le informazioni reali da quelle impiantate.
Harry guardò il pavimento e sospirò, rassegnato ad una notte di dolore e miseria. "Sì, signore." Annuì piano, mentre faceva scivolare la propria bacchetta fuori dalla tasca dei suoi jeans.
"Siediti," ordinò Piton. "Inizieremo stanotte esplorando i metodi che ti permettano di sgombrare la mente, per riuscire a proteggerla dagli attacchi."
Harry lo osservò sorpreso ma velocemente gli ubbidì, occupando la sedia che Piton gli aveva indicato, direttamente difronte a lui.
"Questo non ti impedirà di scivolare nella sua mente, ma dovrebbe prevenire la possibilità che lui penetri nella tua," spiegò, utilizzando il suo miglior tono da professore.
Harry ascoltò attentamente e si impegnò per apprendere le tecniche di meditazione che, volendo essere ottimisti, avrebbero potuto aiutarlo. La lezione notturna fu sia interessante che utile: l'atteggiamento di Piton era freddo e a volte denigratorio, ma oltre a parte questo non fu la lezione crudele che non gli aveva fatto capire nulla l'anno prima.
Venne però avvertito che, una volta acquisite alcune di quelle tecniche, non si sarebbe risparmiato quando gli avrebbe lanciato il Legilimens e l'avrebbe addestrato per fargli incrementare le sue abilità. Le successive lezioni non sarebbero state altrettanto gradevoli.
Harry semplicemente annuì il proprio riconoscimento: capiva le lezioni ‘senza risparmi' e se le aspettava. Ciò di cui era sorpreso era che Piton gli avesse insegnato qualcosa di utile in un modo che anche lui potesse capire. Certamente non si sarebbe lamentato di ciò.
Era quasi mezzanotte quando venne rispedito in camera.
* * * * * 6 settembre
In realtà è stata una giornata abbastanza tranquilla per te oggi. Ho già scritto di questa mattina e della nostra nuova stanza. Io ho avuto una specie di inizio difficile di giornata e la sua fine è stata abbastanza interessante, ma tu hai avuto davvero una bella giornata...
* * * * *
Come sempre, i commenti servono non solo per proclamara il vostro imperituro amore alla sottoscritta, ma anche per criticare - costruttivamente - il mio operato.
Un bacio
Leli
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Capitolo 13 *** Ferito e Confuso ***
Traduttrice: Leli Beta: duedicoppe
Summary: Un incidente di pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prenderà cura di lui per i successivi quattro mesi.
Rated: Innocent-ish - PG-13 Categories: Harry/Draco Characters: Draco, Harry, Severus Genres: Romance, Drama Warnings: Violenza, Liguaggio Chapters: 21
Se il mese scorso era il Romics, questa volta ci si è messo il Lucca Comics a bloccare sia me che la mia beta. Scusatemi.
Per questo non vi tolgo più nemmeno un minuto,
BUONA LETTURA
Capitolo 13: Ferito e Confuso
"Harry Potter."
Harry capì che era stato intrappolato da Voldemort. Guardandosi intorno realizzò di essere nella sua versione di una sala del trono: il posto gli era noto e lo riconobbe immediatamente perché presente in moltissime visioni.
In realtà però, Voldemort non l'aveva mai convocato in quel posto. Aveva impiantato visioni per lui, lo aveva schernito per i suoi incubi, sapeva che era spesso testimone di ciò che accadeva lì, ma non l'aveva mai richiamato.
Non sapeva spiegarsi esattamente come, ma sapeva che stava succedendo a prescindere dal fatto che lui capisse o meno.
"Cosa vuoi?" gli chiese provocatorio, e non fu esattamente sorpreso che Voldemort potesse udirlo. Quella piccola conversazione era una cosa nuova e lo stava inquietando.
"Harry Potter, sono così compiaciuto che tu ti sia unito a me, stanotte," gli rispose freddamente.
Il ragazzo rabbrividì, chiedendosi contemporaneamente come potesse sentirsi rabbrividire. "Cosa vuoi?" Ripeté.
"Vorrei poter parlare con te," replicò disinvolto, facendolo nuovamente tremare nel ricordarsi che quel grumo di male era stato una volta un uomo. Completamente uomo.
"Allora parla, così posso andarmene," gli urlò contro.
"Non c'è bisogno di urlare, Potter," lo riprese Voldemort. "Siamo soli, qui."
Harry scrutò l'uomo dai freddi occhi rossi odiando il fatto di essere intrappolato lì e di non potersene andare. Attese. Avrebbe lasciato che il bastardo faccia di serpente gli dicesse quello che voleva, per potersene poi andare.
"Sono abbastanza curioso di conoscere il motivo per cui sogni il mio braccio destro, ultimamente," riprese freddamente. "E come sia possibile che tu conosca l'intricata situazione tra Lucius e suo figlio. Cosa esattamente ti lega al giovane Malfoy, che presto sarà parte delle mie schiere?"
"Non ti dirò nulla che riguardi Draco," gli urlò provocatorio.
Voldemort lo guardò interessato. "Sembrerebbe tu sia affezionato a Draco. Non ero consapevole che fossi addirittura arrivato ad usare il nome proprio con lui. C'è dell'altro? O è qualcosa di unilaterale da parte tua?"
Harry continuò a fulminarlo con lo sguardo, ma rimase in silenzio. Nonostante volesse urlargli contro, non aveva intenzione di lasciargli altre munizioni.
"Uhm, forse dovrei cercare di scoprire di più su cosa stia esattamente succedendo a Hogwarts quest'anno," rifletté ad alta voce. "Probabilmente dovrei anche liberare Lucius, così che possa controllare di persona suo figlio. Mi secca non avere il mio braccio destro a portata di mano."
Harry continuò a rimanere in silenzio, osservandolo con aria di sfida.
"Mi ha molto disturbato quella tua piccola prodezza," riprese con tono pericoloso. "Ma dopotutto, io riavrò Lucius indietro e tu non vedrai mai più Black, quindi suppongo non tutto sia perduto."
Harry poté sentire la colpa, la rabbia, la paura pesargli sulle spalle, trascinandolo verso il baratro. "In ogni caso, non hai avuto la profezia," urlò.
"Sono davvero arrabbiato che tu mi abbia perso la profezia," rispose freddamente.
"Già, è stato davvero tremendo che tu non abbia avuto l'opportunità di sentirla, altrimenti sapresti di star combattendo una causa persa." Sbottò avventatamente.
Voldemort divenne ben più che furioso dopo quella dichiarazione e in qualche modo precipitò nuovamente Harry nella propria mente... o comunque funzionasse.
Harry si svegliò nel proprio letto e si gettò prontamente di lato per vomitare, indifferente a tutto ciò che non fossero le emozioni che gli turbinavano dentro, e la bruciante sofferenza che si allargava dalla cicatrice.
Si accorse vagamente di una mano gentile che lo aiutava a non collassare mentre svuotava il contenuto del suo stomaco. Stava per pulirsi la bocca col dorso, quando un tessuto fresco gli venne messo in mano. Si passò il fazzoletto su tutto il volto e riprovò a sedersi. Nuovamente, quelle mani gentili lo aiutarono a sistemarsi contro i cuscini.
Gradualmente divenne più consapevole di ciò che lo circondava, ritrovandosi a fissare con sguardo assente il Professore di Pozioni, non capacitandosi che fosse Piton colui che l'aveva aiutato. Sobbalzò quando, guardandosi intorno, realizzò che Draco stava singhiozzando dall'altro lato del letto, ed il suono iniziò a penetrare la sua mente sovraccarica.
"Draco?" chiese rauco.
Il bambino si fiondò attraverso il letto per atterrargli in grembo. Venne stretto forte, mentre la mente di Harry ancora cercava di dare un senso a tutto quanto.
"Potter, è necessario che chiami Silente?" gli domandò Piton pacatamente, pretendendo comunque una risposta.
Harry scosse la testa poi, freneticamente, si premette una mano sulla fronte. "No, signore," provò a gracchiare.
Piton gli scoccò uno sguardo affilato, per poi voltarsi velocemente, abbandonando la stanza e lasciando il ragazzo a stringersi la fronte con una mano e Draco con l'altra. Fu presto di ritorno, pronto ad aiutarlo a reggersi mentre gli dava da bere la pozione che gli aveva portato. Harry non esitò nemmeno un momento prima di trangugiarla, senza notare la lieve sorpresa di Piton per quel fatto.
Passarono giusto pochi istanti prima che il dolore scemasse e lo stomaco iniziasse a calmarsi. Quando Piton gli passò un bicchiere d'acqua, Harry la bevve avidamente. Si sentiva ancora profondamente scosso, anche se stava molto meglio rispetto a prima.
Fissò Piton, aspettandosi di essere interrogato, ma l'uomo fece un cenno con la testa in direzione di Draco, ordinandogli così di occuparsi prima di lui.
Harry prese un profondo respiro, sperando di riuscire a calmarsi un po' di più per poi recuperare uno dei fazzoletti lasciati sul comodino.
"Stai bene, Draco?" si assicurò.
Draco non rispose ed il cuore di Harry si strinse.
"Mi dispiace tanto, angelo," mormorò infelice. "Sapevo che sarebbe stata una cattiva idea lasciarti dormire con me."
Draco lo guardò, gli occhi enormi, scintillanti di lacrime. Harry le asciugò, guardandolo tristemente.
"Non voglio dormire da nessun'altra parte," tentennò il bambino con voce sottile.
"Ma sto continuando a spaventarti e io non voglio vederti spaventato," ribatté tristemente. "Non è giusto per me svegliarti nel mezzo della notte, né per te vedermi in questo stato."
"Ma io ti sveglio nel bel mezzo della notte e tu mi vedi piangere," replicò Draco, la sua piccola mano allungata ad asciugare le lacrime che Harry non si era nemmeno accorto di stare versando.
"Non è la stessa cosa, Draco," riprese dolcemente. "Sono più grande di te e si suppone che io debba prendermi cura di te. E non sto facendo un buon lavoro se ti spavento e ti faccio piangere."
"Non è diverso," lo sfidò con la voce. "Dovremmo prenderci cura l'uno dell'altro. Tu ti preoccupi per me per cui io posso prendermi cura di te, se voglio."
Harry gli restituì un sorriso fugace, sebbene fosse ancora triste. "Sono più grande di te, angelo. Non dovrei far pesare i miei problemi su un bambino di quattro anni."
Draco aggrottò le sopracciglia. "Quindi, poiché tu sei più vecchio non hai bisogno di qualcuno che si occupi di te? O c'è qualcun'altro che si occupa di te oltre a me? Chi dovrebbe abbracciarti e occuparsi di te quando hai gli incubi la notte?"
Harry alzò lo sguardo verso Piton, sul fondo del letto, là dove l'uomo s'era seduto per osservarli. Non sapeva se avrebbe trovato biasimo nello sguardo dell'uomo o aiuto nel gestire Draco. In entrambi i casi rimase deluso, vedendo come il viso di Piton fosse una maschera vuota, senza alcuna indicazione di cosa stesse pensando; né gli stava dicendo nulla, che fosse di aiuto o altro.
Harry sospirò accantonandolo nuovamente in un angolo della propria mente, nel tentativo di trovare un modo per spiegare la situazione a Draco. "E' complicato. Non è che io non voglia che qualcuno si prenda cura di me, però sono abituato a non avere nessuno e quindi ho imparato, molto tempo fa, ad affrontare le cose da solo come meglio posso."
Draco era fortemente concentrato sulle sue parole, inducendolo a sospirare nuovamente prima di continuare. "Non voglio che tu ti trovi ad affrontare da solo le cose come ho dovuto fare io, ecco perché voglio essere presente quando ti svegli spaventato la notte ma non voglio che ti spaventi a causa mia."
Draco continuò ad osservarlo confuso, portandolo a passarsi per la frustrazione una mano tra i capelli. "Non sono il grado di spiegarlo meglio."
La fronte del bambino s'aggrottò pensierosa. "Mi sono spaventato, ma non è la stessa cosa. Non mi spaventi tu, Harry: ero spaventato che tu lo fossi quanto me. Tu mi fai sentire al sicuro, quindi vorrei farti sentire allo stesso modo."
Harry si ritrovò a guardare il piccolo sbattendo le palpebre, cercando di dare un senso a ciò che gli aveva detto, e non del tutto certo riguardo cosa avrebbe dovuto rispondere.
Poi lui lo guardò, implorandolo con lo sguardo. "Per favore, Harry, non farmi andare via," supplicò, il labbro inferiore tremante e nuovamente sull'orlo delle lacrime. "Persino quando sono spaventato mi sento al sicuro con te. Non dirmi di andarmene."
"Draco..." provò Harry.
"No! Non voglio andarmene! Non mi importa se mi spavento quando hai gli incubi. Anche io ho gli incubi, lo capisco, davvero! Per favore non mandarmi via!" disse ansioso, spaventato, preoccupato e supplicante.
Harry si portò nuovamente Draco vicino e lo circondò in uno stretto abbraccio. "Shhh. Non ti faccio andare da nessuna parte. Continuerò a essere qui, qualunque cosa accada. Ho solo pensato che forse dovresti provare a dormire sul tuo letto. Voglio sempre esserci per te, ma voglio anche evitare di doverti svegliare la notte. "
"Ma è triste e spaventoso stare da solo," disse Draco semplicemente. "E mi sveglio molto più spesso quando sto da solo."
Harry sospirò pesantemente. "Allora continueremo così per un altro po'. Non so quanto sia giusto, ma..." gli baciò il cocuzzolo della sua piccola testa bionda. "Perché, ora, non torni a dormire?"
"Stai bene, Harry?" domandò preoccupato.
"Starò bene, angelo," rispose dolcemente. "Dormi ora."
Draco gli premise di infilarlo nuovamente sotto le coperte e, dopo una manciata di minuti, stava dormendo nuovamente.
"Potter," lo chiamò Piton non appena il piccolo crollò.
"Sissignore," rispose Harry piano, uscendo dal letto. Si era aspettato di dover parlare dell'attuale visione e in ogni caso non v'era modo che potesse tornare a dormire tanto presto.
Prese con sé il morbido plaid di Draco per avvolgervisi mentre seguiva Piton verso la camera da pranzo. Si rannicchiò in un angolo del divano, la coperta stretta attorno al corpo, tentando di prepararsi mentalmente all'interrogatorio che sarebbe sicuramente seguito.
Era riuscito a bloccarli, mentre si prendeva cura di Draco, ma ora tutte le sensazioni ed i pensieri derivati dalla visione di Voldemort lo stavano nuovamente sopraffacendo.
Piton lo fece trasalire quando si sedette sul divano e lo guardò nervosamente.
"Descrivimi la tua visione," ordinò con calma.
Chiuse gli occhi ed esitante iniziò a spiegare tutto ciò che aveva visto e che era stata la prima volta che accadeva in quel modo, con Voldemort che lo tirava ovunque fosse.
Non durò veramente a lungo, ma Harry era un disastro prima ancora che finisse. Pensieri su Sirius, preoccupazioni per Draco, paura di ciò che Voldemort avrebbe fatto successivamente, furia contro Lucius che sarebbe stato fatto fuggire da Azkaban: tutto questo lo stava sopraffacendo.
Harry iniziò a singhiozzare rendendosi vagamente conto di aver perso il controllo davanti a Piton, tra tutti, ma non riuscì a smettere. Era esausto, la cicatrice ancora formicolava per la rabbia di Voldemort, e fu semplicemente troppo.
Nonostante ciò, i suoi occhi si spalancarono quando sentì le mani avvolgersi attorno alle sue braccia, ma fu fin troppo scioccato per lottare contro Piton, che lo raccolse e se lo pose in grembo, proprio come Harry aveva fatto con Draco.
Non riuscì a parlare e, malgrado l'assoluta assurdità della situazione, collassò contro il petto di Piton, singhiozzando il suo senso di colpa, rabbia, frustrazione e confusione. Poteva anche essere Piton che lo teneva stretto, a Harry non sembrava realmente importare: si sentiva bene ad avere qualcuno che lo abbracciasse e che, per una volta, si prendesse cura di lui. Quando smise di piangere, crollò addormentato, ancora al sicuro tra le braccia dell'uomo.
Harry si svegliò un paio di ore dopo, nel proprio letto, con Draco che lo scrollava.
"Harry, è tempo di svegliarsi," gli disse urgentemente. "Andiamo, Harry. Sev'rus dice che devi svegliarti o farai tardi per la lezione."
Harry si svegliò velocemente, ricordandosi la notte precedente. Inghiottì rumorosamente. Si preannunciava essere una giornata veramente lunga.
"Sbrigati, Harry," ribadì Draco. "Sev'rus mi ha aiutato a prepararmi e mi ha detto di non svegliarti troppo presto, ma ora devi sbrigarti se non vuoi far tardi."
Harry gemette e fuoriuscì dal letto, vestendosi velocemente per la giornata, prima di seguire Draco nell'altra stanza. Inghiottì nuovamente quando lo vide seduto alla piccola tavola dove la colazione fu servita: lui e Draco avevano evidentemente già mangiato.
"Uhm, signore?" tentennò.
"Non sprecare le parole, Potter," sogghignò. "Suggerisco di prendere velocemente qualcosa da mangiare per strada mentre vai in classe. Hai solo venti minuti prima di fare tardi." *
"Sissignore," proferì esitante. Prendendo un arancio e qualche toast si chiese se avesse solo immaginato la gentilezza di Piton della notte precedente. Inoltre c'era anche da considerare il fatto che l'avesse lasciato dormire quella mattina, per poi sogghignare nel vederlo correre. Quell'uomo lo confondeva enormemente.
Recepì il messaggio, comunque: non avrebbe dovuto far trasparire che Piton l'aveva stretto la notte prima mentre lui cadeva in pezzi. Come se Harry volesse realmente parlarne.
* * * * *
Harry e Draco finirono per arrivare alla classe di Trasfigurazione con un solo minuto di ritardo, i loro amici già seduti ai loro posti in attesa dell'inizio della lezione.
"Dove eravate voi due?" sibilò Hermione. "Eravamo preoccupati quando non vi abbiamo visti a colazione."
"Harry ha avuto un incubo e Sev'rus l'ha lasciato dormire di più quindi abbiamo fatto tardi," spiegò Draco velocemente.
Harry lasciò cadere la propria testa sul banco con un forte thunk.
"Piton ti ha veramente lasciato dormire?" domandò Pansy sorpresa.
"Un incubo?" chiese Ron ansiosamente.
Harry voltò leggermente la propria testa e lanciò uno sguardo in direzione dell'amico. Non era né il tempo né il luogo per avere una discussione su incubi o visioni.
Harry voltò la testa dall'altra parte perché Draco gli stava tirando la manica. Lo guardava preoccupato. "Potevo dirglielo, vero?"
"Se non l'avessi fatto tu, probabilmente avrei dovuto pensarci da solo," lo rassicurò con aria rassegnata.
Draco venne rassicurato ma tutti gli altri sembravano lanciare ad Harry degli sguardi preoccupati. Non ci fu altro posto per domande poiché la McGranitt entrò in classe per iniziare la lezione.
* * * * *
"Non riesco a credere che Piton ti abbia veramente lasciato dormire," Pansy a pranzo riprese la conversazione della mattina.
"Fortunatamente abbiamo Rüf oggi, così ci sarà posto per un ulteriore sonnellino, oggi," sorrise loro Blaise.
"Vero," confermò Harry ricambiandolo.
"Eppure, davvero, posso immaginarmi Piton che lascia dormire Draco, ma non Harry," ribadì Pansy, ancora perplessa.
"E' stata una notte movimentata," si scusò
"Quando non è una notte movimentata per voi due?" sbuffò Blaise.
Harry gli fece la linguaccia. "Sta zitto, Blaise."
I Serpeverde che lo circondavano stavano tutti ridacchiando alla suo comportamento infantile.
"E noi che credevamo fosse Draco il bambino, qui," il tono di Pansy era davvero divertito.
"Ma io sono il bambino," Draco li osservò, le sopracciglia corrugate in confusione.
"Certo che lo sei," disse Blaise consolandolo, le labbra arricciate bizzarramente nel tentativo di bloccare un sorriso. "Ma tu tendi a comportanti in modo molto più maturo di quanto non faccia Harry."
"Lo faccio?" tentò di sincerarsi.
Harry ruotò gli occhi. "Ignorali, Draco. Non importa quanti anni hai, a chiunque dovrebbe essere permesso di comportarsi come un bambino, una volta ogni tanto."
"Oh, è per questo che sei così bravo a giocare coi miei giocattoli?" domandò quindi innocentemente.
Harry avvampò leggermente mentre tutti scoppiarono a ridere forte, attirando l'attenzione della Sala.
Harry lo spintonò. "Non mi stai esattamente aiutando, angelo," disse in un divertimento rassegnato.
"Perché no? Tu giochi con me quando nessun altro l'ha mai fatto. Mi piace quando giochi con me coi miei balocchi," disse teneramente, sentendosi però un poco insicuro ora.
Harry gli si appoggiò e gli baciò la fronte mentre lo circondava per rassicurarlo. "E io continuerò a giocare con te, non m'importa ciò che diranno," proferì in tono di sfida.
Il sorrisone di Draco divenne radioso mentre gli altri lo ricambiavano.
Quello di Harry divenne malizioso, un perfido luccichio negli occhi di smeraldo. Gli altri lo notarono e si fecero guardinghi.
"Forse, Draco, potremmo portare qualcuno dei tuoi giocattoli nella Sala Comune Serpeverde questa sera," propose innocentemente. "Scommetto che troverai qualcuno con cui giocare mentre io finisco i miei compiti. Non ho intenzione di negargli la possibilità di allietarsi coi tuoi divertimenti."
"Davvero?" gli chiese speranzoso.
"Davvero," gli fece il verso, incapace di nascondere l'enorme ghigno.
"Magari Pansy può aiutarti con uno dei tuoi puzzle, o Blaise può far correre una delle macchinine che ti ha aiutato a scegliere. O scommetto che Tiger e Goyle possono aiutarti a costruire una torre enorme con i mattoncini delle tue costruzioni. Sono molto più alti di me, dopotutto," propose Harry, sorridendo compiaciuto alla volta dei Serpeverde.
Questi lo fissarono con gli occhi sbarrati, incapaci al principio di credere che fosse stato in grado di rivoltare le carte in tavola così bene ma, con un Draco così evidentemente eccitato all'idea, sorrisero sconfitti.
"Giochereste davvero con me?" chiese eccitato.
"Certo, scegli qualcosa da portare in Sala Comune stasera e lasceremo Harry a svolgere i suoi compiti mentre noi giochiamo," acconsentì Pansy serenamente.
"Dopotutto, stavo aspettando di poter vedere quelle macchine che abbiamo scelto," dichiarò Blaise.
Tiger e Goyle semplicemente annuirono il loro consenso.
"Tu, davvero, saresti dovuto essere un Serpeverde," aggiunse ironicamente Blaise a Harry.
Compiaciuto, Harry gli sorrise. "Credo mi sarei trovato piuttosto bene a Serpeverde," fu d'accordo.
"Questo significa che puoi vestire gli abiti Serpeverde così che possiamo abbinarci, qualche volta?" chiese Draco. "Io ho dei vestiti Grifondoro da indossare."
Harry non fu il solo che iniziò a farfugliare. "Uhm, ecco, non sono sicuro che ci sia qualcuno che possa apprezzare che io mi vesta con abiti Serpeverde," disse strangolandosi.
"Ma io ho una marea di vesti che ti starebbero bene," argomentò innocentemente.
"Ma non sono un Serpeverde," protestò l'altro.
"Blaise però ha detto che potresti esserlo," ribatté.
"Potrei esserlo, ma in realtà sono un Grifondoro," provò a spiegargli.
"Perché non puoi essere entrambi?" chiese Draco. "Sediamo sia al tavolo Serpeverde che a quello Grifondoro tutti i giorni, quindi perché non puoi vestire i colori Serpeverde alcuni giorni e quelli Grifondoro gli altri?"
"Uhm, ecco..." strascicò, non avendo esattamente alcuna buona risposta da dare. Quello che Draco aveva detto, in realtà, aveva un minimo di senso. "Non sono sicuro che le altre persone vogliano vedermi in quelle vesti. Potrebbero seccarsi."
Gli altri stavano ascoltando intensamente il modo come cercava di spiegarlo a Draco.
"Perché si dovrebbero arrabbiare?" domandò.
Harry sospirò. Come faceva a finire costantemente in questo tipo di discussioni con lui? Davvero non voleva dar fastidio ai Serpeverde con cui stava finalmente iniziando a fare amicizia.
"Non ne sarebbero arrabbiati," rispose lentamente.
"Giusto, perché mai dovrebbero esserlo? " chiese, pressando per una risposta migliore.
Come spiegare la rivalità tra le case ad un bambino di quattro anni? Come spiegare che si supponeva lui fosse il Ragazzo d'Oro di Grifondoro, il Salvatore del Mondo Magico con una reputazione da difendere?
Ma poi, dopotutto, Harry aveva già infranto le tradizioni sedendosi al tavolo Serpeverde. E la scuola sembrava averlo tollerato abbastanza bene. Tutti sapevano che Harry si stava prendendo cura di un bambino di quattro anni e sembravano rispettarlo abbastanza, nel complesso. Aiutava considerevolmente il fatto che Harry avesse in realtà l'appoggio sia della casa Grifondoro che di quella Serpeverde.
E davvero, se tutti avevano rispettato in generale la sua affiliazione ai Serpeverde, perché non avrebbe potuto portare la cosa un po' oltre e mostrare il suo supporto alla casa vestendo coi loro abiti?
Avrebbe davvero distrutto la sua immagine? Gliene importava veramente qualcosa? La gente aveva pensato molte cose su di lui negli anni, incluso che si fosse votato al lato oscuro, ma alla fine gli tornavano sempre attorno, continuando ad aspettarsi che lui indossasse nuovamente i panni dell'eroe.
Però, avrebbe davvero causato così tanto trambusto nella scuola e più litigi e duelli? Vi erano ancora alcune teste calde in entrambe le case che avevano avuto da ridire sulla sua affiliazione con i Serpeverde. Avrebbero causato problemi?
I Grifondoro si sarebbero sentiti insultati? E i Serpeverde?
"Harry?" provò a richiamarlo Draco, tirandogli la veste.
Questi sbatté le palpebre focalizzandosi nuovamente sui suoi vicini, con tutti che lo fissavano.
"Sai cosa, Draco?" Rispose. "Credo tu abbia ragione. Non penso che qualcuno potrebbe arrabbiarsi, e se succedesse non me ne importerebbe poi molto. Non ho alcun problema nel mostrare un po' di orgoglio Serpeverde con te, qualche volta. Dopotutto, mi sento piuttosto onorato di poter essere parte sia della Casa Grifondoro che di quella Serpeverde."
Draco sorrise ma i Serpeverde sembravano allibiti dalle sue parole.
"Harry, non puoi vestire abiti Serpeverde," protestò Pansy, con voce carica di stupore.
"Perché no?" chiese Harry, con la fronte aggrottata.
"Perché non sei un Serpeverde!" stridette.
Tutti quelli accanto a lei fecero una smorfia.
"Potrebbe tranquillamente esserlo, " replicò Blaise alzando le spalle, sembrando infervorato all'idea.
"Ma non lo è," protestò Pansy, molto più calma.
"Credo debba vestire abiti Serpeverde se lo vuole," acconsentì Goyle.
Harry sobbalzò e fece a Goyle un sorriso sorpreso per essersi messo dalla sua parte. Tiger e Goyle parlavano veramente poco, per quel che Harry aveva potuto constatare.
Si voltò per guardare Tiger, seduto dall'altro lato di Draco. "Cosa ne pensi, Tiger?" gli chiese sommessamente.
Tiger inghiottì nervosamente. Osservò guardingo gli altri Serpeverde prima di fissarlo fermamente. "Credo potrebbe aiutare a mostrare al resto della scuola che forse non siamo tanto male come tutti credono." Ancora una volta, inghiottì nervosamente prima di continuare. "Tu sei una... una specie di celebrità nella scuola. La gente ti nota, eccetera, e già così abbiamo una specie di trattamento migliore." Scrollò le spalle a disagio.
Harry gli sorrise caldamente. Si era realmente un poco affezionato ai due larghi Serpeverde che, negli anni, l'avevano minacciato fisicamente così tante volte.
"Se tu vestissi abiti Serpeverde, saremmo con te nel caso qualcuno tentasse di assalirti," aggiunse Goyle, minacciando, col solo tono, chiunque avesse creato fastidi.
Harry rise. "Grazie ragazzi." Era estremamente strano essere da questa parte delle loro prepotenze. "Solo, proviamo a non ferire sul serio qualcuno, va bene? Vogliamo migliorare le cose, non renderle peggiori."
"Come dici tu, Harry." Acconsentì Tiger.
Harry tornò a guardare Blaise e Pansy e rise fortemente alle loro espressioni sconcertate.
Il ragazzo fu il primo a riprendersi: "Certo, come dici tu, Harry," ridacchiò. "Saremo con te."
"Dei, quand'è che le cose si sono messe in questo modo?" s'informò Pansy scontenta. "Avrei giurato che Harry fosse il leader della casa Grifondoro, non di quella Serpeverde."
"Non sono per niente il leader della Casa Serpeverde," ridacchiò.
Pansy lo guardò curiosamente. "Certo, beh, sto iniziando a crederlo," disse seriamente. "E siamo solo alla seconda settimana di scuola di quest'anno."
"Pansy, non sto cercando di interferire o altro," cercò di spiegare a disagio. "Sto solo cercando di fare del mio meglio e di prendermi cura di Draco."
Pansy inspirò. "Lo so questo. E se non fosse per Draco, non saremmo qui a parlare con te tanto facilmente."
Fu Harry a sentirsi a disagio ora. Ancora una volta gli venne ricordato che quelle persone erano amichevoli unicamente per l'attaccamento che Draco provava per lui. In realtà, tutta la situazione era andata molto più liscia di quanto si sarebbe potuto immaginare, se avesse mai pensato ad un simile scenario.
"Mi dispiace di essermi intromesso," disse debolmente, iniziando a fissare il tavolo. Era stato assorbito dalla conversazione e fino a quel momento non aveva mangiato molto: ora non aveva proprio più fame. Perché tutti dovevano ricordargli che non era voluto?
Si perse lo sguardo che Blaise, Tiger, Goyle e Draco rivolsero a Pansy. Il più piccolo non aveva compreso perfettamente tutto quello che era successo, ma aveva capito che era stata colpa di Pansy se Harry era triste di nuovo.
"Harry, non volevo dire quello che ho detto," tentò, realizzando che cosa aveva esattamente detto e come Harry l'avesse interpretato.
"No, hai ragione. Sappiamo tutti perché sono qui. Devo solo esservi riconoscente che abbiate preso così bene tutto questo sconvolgimento degli eventi. Tutto questo è per Draco, non per me," terminò semplicemente.
"Harry..." iniziò Pansy.
"No." la interruppe, tendendo la mano per fermare qualunque cosa volesse aggiungere. "Non ho voglia di parlarne ancora. Avevo ovviamente bisogno di ricordarmi quale fosse il mio posto qui."
Harry davvero sperò di potersene semplicemente andare, ma doveva ricordarsi di Draco. "Hai finito, Draco?"
Annuì, guardandolo tristemente, non capendo quello che era successo ma comprendendo che Harry non era nelle condizioni di rispondere alle sue domande. Rimase in silenzio, alzandosi e infilandosi la propria borsa.
"Harry, rimani," lo implorò Blaise.
"No, grazie," rispose piano. "Dovevo comunque andare a prendere dei compiti che ho dimenticato per la prossima lezione."
Sapevano tutti perfettamente bene che Harry non aveva dimenticato i suoi compiti ma lo guardarono silenziosamente lasciare la Sala Grande con Draco.
* * * * *
* In questa frase ho riscontrato il solito problema del YOU inglese. L'ho tradotto con "TU" perché mi sembrava difficile attribuire il "VOI" o il "LEI" in una situazione simile, dopo che Harry ha passato una notte a piangere in grembo all'uomo, dopo che Severus l'ha lasciato dormire più del dovuto, con Draco che se li guarda impaziente coi suoi occhioni d'argento. Spero che sia la traduzione migliore, ma se qualcuno la pensasse diversamente, sarei molto felice di saperlo, per potermi confrontare anche con voi e non solo con la mia Beta ^^
Spero il capitolo vi sia piaciuto quanto è piaciuto a me ♥
Un bacio
Leli
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Capitolo 14 *** Cedere ***
Traduttrice: Leli Beta: duedicoppe
Summary: Un incidente di pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prenderà cura di lui per i successivi quattro mesi.
Rated: Innocent-ish - PG-13 Categories: Harry/Draco Characters: Draco, Harry, Severus Genres: Romance, Drama Warnings: Violenza, Liguaggio Chapters: 21
Perdonate la latitanza.
BUONA LETTURA
Capitolo 14: Cedere Harry arrivò intenzionalmente con un minuto di ritardo alla lezione di Pozioni, per non esser costretto a trattare con nessuno. Aveva avuto una nottata difficile; era stanco, confuso e in generale, al momento, si sentiva instabile e ferito. "Signor Potter, dieci punti da Grifondoro per essere in ritardo," sogghignò Piton. Harry annuì appena, sedendosi con Draco ad un tavolo vuoto dietro il lato Grifondoro dell'aula, ignorando Blaise che cercava di fargli segno di andarsi a mettere acconto a lui, ignorando gli altri Serpeverde, i Grifondoro, il sopracciglio alzato di Piton alla scelta del posto. Piton tornò alla lettura e Harry tirò fuori velocemente la pergamena, la piuma e l'inchiostro iniziando a prendere appunti, non prima di aver aiutato Draco a tirar fuori le stesse cose così che potesse disegnare. Ignorò ogni sguardo preoccupato o curioso lanciato nella sua direzione e si limitò a prendere gli appunti necessari. "Rimani qui," ordinò a Draco, dolcemente. "Devo andare a prendere alcuni ingredienti aggiuntivi per la pozione." "Ok, Harry," gli rispose semplicemente. Prese dunque un profondo respiro e si diresse verso l'armadio delle scorte per gli studenti insieme a metà della classe. Sia Pansy che Hermione lo bloccarono. "Harry, cosa c'è che non va?" gli chiese Hermione preoccupata. "E' arrabbiato con me," rispose debolmente Pansy. "Hai solo detto la verità," la riprese Harry, stancamente. "Non sono arrabbiato con te per aver detto la verità." "Harry, non intendevo in quel senso," sussurrò Pansy, non volendo che Piton origliasse. "Mi dispiace." Hermione li stava fissando con le sopracciglia inarcate. "Senti, lascia perdere. Sono solamente di pessimo umore perché ho avuto una nottata movimentata," minimizzò, arraffando gli ingredienti dagli scaffali. "E perché la scorsa notte è stata tanto male?" domandò Hermione ansiosamente. "Non ho voglia di parlarne," sbottò Harry irritato. "Hai ancora intenzione di venire in sala comune dopo cena?" chiese Pansy preoccupata. Harry sospirò. "Signor Potter," Piton irruppe nella loro conversazione. "Sembra che oggi abbia intenzione di disturbare l'intera classe. Quindi saranno altri dieci punti, ora torni al suo posto immediatamente." Harry gli scoccò un'occhiataccia, ma voltò le spalle alle due ragazze senza aggiungere altro e tornò al proprio posto. Si accigliò con se stesso rendendosi conto che gli sembrava di star pagando il prezzo per aver ricevuto un po' di conforto la notte prima. Mentre si dirigeva verso il suo tavolo da lavoro, vide Draco guardarlo con un'espressione sconsolata. Sapeva che avrebbe dovuto lavorare sodo per cercare di far virare nuovamente il suo atteggiamento, per il suo bene, se non per il proprio. Posò gli ingredienti aggiuntivi gli ingredienti in più e lo guardò. "Te la senti di aiutarmi a preparare una pozione ora?" gli chiese. "Davvero?" esalò Draco. "Davvero," gli rispose con un piccolo sorriso. Gli mise davanti un mortaio e un pestello e gli mostrò come macinare lo scarabeo mentre lui iniziava a tritare la radice di margherita di cui aveva bisogno. Harry chiuse fuori tutti gli altri e, realmente, passò un'ora praticamente piacevole lavorando sulla sua pozione con Draco. Era d'aiuto più di quanto si fosse aspettato ma, realizzò, avrebbe dovuto prevederlo. Draco mostrava un'attrazione verso le pozioni e lavorava con una concentrazione intensa su ogni compito che gli veniva affidato. Ascoltava anche ogni singola parola, attento a non commettere alcun errore. Piton li raggiunse e guardò nel calderone. "Sembrerebbe che persino all'età di quattro anni, il signor Malfoy sia in grado di aiutarla a distillare correttamente una pozione," sogghignò alla volta di Harry. Harry osservò la superficie del suo lavoro, sentendosi punto dall'insulto. Le cose erano tornate, ancora una volta, decisamente normali nella classe di Pozioni. Si rifiutò di dire una sola parola e, dopo pochi tesi momenti, Piton passò finalmente oltre. Quando ebbero finito, Harry mandò Draco a portare la fiala alla cattedra, rimanendo a pulire. Ciò lo fece sentire importante e, allo stesso tempo, tenne Harry lontano da Piton e da chiunque altro. Quando l'ora terminò, Harry non era riuscito a sentirsi propriamente meglio, ma stava cercando di fare uno sforzo ulteriore e di pensare positivo per il bene di Draco. Non si era ovviamente aspettato di subire un agguato dopo la lezione. Stava ancora finendo di pulire e riordinare le cose sue e di Draco quando Ron, Hermione, Pansy e Blaise provarono a raggiungerlo. "Signor Potter, dovrete rimanere dopo la lezione," ordinò Piton, mentre tutti stavano ancora raccogliendo le proprie cose. "Ma io..." cominciò Harry, l'occhiata di Piton gli fece cambiare idea. "Sì, signore," annuì pacatamente. "Voi quattro potete aspettarlo fuori," sogghignò. Harry terminò velocemente di suddividere le loro cose nelle rispettive borse, e prese la mano di Draco per raggiungere la cattedra con lui. Piton vi sedeva dietro e li studiò per un minuto, con le mani intrecciate* sotto il mento. "Draco, mi farebbe immensamente piacere se volessi aiutarmi con le mie pozioni questo pomeriggio, soltanto noi due," affermò sorprendendoli entrambi. "Mi lascerai davvero aiutarti?" gli chiese, con gli occhi illuminati. Piton annuì riservando al suo figlioccio un leggero sorriso. "Sì, Draco, assistendo il Signor Potter questo pomeriggio, hai provato che puoi essere di grande aiuto in laboratorio." La fronte di Draco si aggrottò. "Ma perché Harry non può rimanere?" "Il Signor Potter non è altrettanto affascinato dalle pozioni quanto te," rispose senza problemi. "Non credo che invidierà il tempo che passerai lavorando con me dal momento che lui preferirebbe utilizzare il suo tempo in altro modo." "Non ti piacciono le pozioni, Harry?" domandò Draco stupito. "Ehm, beh, a volte, ma non è che abbia molta voglia di ricominciare a lavorare su una nuova pozione proprio ora," ammise Harry, non capendo esattamente cosa stesse succedendo. D'altra parte, aveva avuto l'impressione di essere costantemente spiazzato dal comportamento di Piton nei suoi confronti, durante tutta la settimana. "Il Signor Potter può tornare qui e riunirsi a te prima di cena," propose a Draco. "Ti ricorderai di venirmi a prendere, Harry?" Chiese ansiosamente. L'altro sorrise e si inginocchiò per dargli un abbraccio. "Ma certo, angelo. Spero ti divertirai a preparare le pozioni con Severus." "Ok, Harry," lo salutò Draco, rassicurato ed eccitato all'idea di poter ancora lavorare su nuove pozioni. Harry si apprestava ad andarsene quando Piton lo fermò con uno sguardo. "Draco, ho tenuto un calderone fuori. Vai avanti e inizia a prendere gli strumenti di misura da quella mensola lì," ordinò, indicandogli la mensola. Il bambino si mosse ansiosamente per ubbidire e Piton si rivolse a Harry. "Qualunque sia il suo problema con loro," ghignò, indicando la porta oltre la quale Ron, Hermione, Pansy e Blaise stavano sicuramente aspettando. "Le suggerisco di venirne a capo prima di cena." Non gli diede la possibilità di replicare, muovendosi per andare ad aiutare Draco. Harry lo guardò con occhi enormi, sorpreso. Piton stava facendo qualcosa per aiutarlo? Dopo averlo trattato schifosamente durante la lezione? Sempre più confuso, si voltò per andarsene. Stava ancora pensando a lui, dimenticandosi praticamente della presenza dei quattro che lo stavano aspettando, e quando li vide non fu più così sicuro di apprezzare il fatto che Piton lo stesse aiutando, sempre che lo stesse facendo davvero. "Dov'è Draco?" chiese Blaise. "Con Piton," rispose tranquillamente. "Devo tornare a prenderlo per cena." "Bene," sentenziò Hermione afferrandolo per una mano. Pansy si attaccò all'altra. "Perché dobbiamo andare a parlare." "Ma..." provò a protestare e a riprendersi le proprie mani, ma le ragazze non lo mollarono e Blaise lo interruppe. "No, tu vieni, Harry," affermò. "E' per il tuo bene."** "Ron?" cercò di implorare, guardandolo alla ricerca di aiuto. Ma questi alzò le spalle. "Mi dispiace, socio. Anch'io voglio sapere che diamine sta succedendo." Harry sospirò pesantemente e si lasciò trascinare dalle due ragazze. Finirono nella Stanza delle Necessità, territorio neutrale per Grifondoro e Serpeverde. Era divenuta una rilassante stanza che Ron finì di creare con un largo camino e confortevoli divani. Hermione e Pansy finalmente lo lasciarono andare e lui si gettò su uno di essi. "Posso almeno fare un riposino?" chiese, ricevendo un coro di "no" come risposta. "Ma, lo ammetto, sembra tu ne abbia davvero bisogno," replicò Hermione preoccupata. "Persino nonostante il sonnellino durante Storia della Magia di questa mattina." "E dopo che Piton ti ha permesso di dormire fino a tardi," aggiunse Pansy, ancora sconvolta dalla notizia. "Hai avuto davvero un incubo la scorsa notte?" chiese Ron ansiosamente. "Ron, vuoi davvero che ti risponda?" rilanciò Harry irritato. Ron e Hermione guardarono gli altri due nervosamente. "Non hai avuto realmente un incubo, non è così?" chiese Blaise tranquillamente. "Sentite, ditemi perché voi quattro mi avete trascinato qui," sbottò Harry. "Perché non mi ricordavo che voi andaste nemmeno lontanamente d'accordo." Tutti e quattro si spostarono nervosamente e lo osservarono guardinghi. Fu Ron a rispondere, sorprendendo gli altri. "Da quel che ho capito, tu vuoi che io vada d'accordo con i Serpeverde. Perlomeno con loro due e Tiger e Goyle," spiegò irritato, gesticolando alla volta di Blaise e Pansy. "Ancora non capisco proprio tutto, ma hai reso abbastanza chiaro che devo provare a cambiare idea su di loro, perché tu non hai intenzione di cambiarla riguardo a Draco." "E noi stiamo cercando di andare d'accordo con Granger e Weasley perché sappiamo che siete un pacchetto unico," rispose piano Blaise. "Non mi importa se andiate d'accordo o no," sbottò Harry. "Voglio solo essere in grado di prendermi cura di Draco. Tutto qui. Niente problemi né complicazioni. Perché tutti quanti non mi lasciate semplicemente in pace?" "Harry, che è successo?" chiese Hermione preoccupata. "Questo non è da te." "Cosa vuoi sentirmi dire, Mione?" esplose. Fulminò con lo sguardo ognuno di loro. "Vuoi sapere cosa c'è che non va? Sono incastrato tra i Grifondoro che si risentono del fatto che frequento dei Serpeverde e i Serpeverde che mi tollerano solo per la presenza di Draco." Urlò. "Non è vero," lo corressero immediatamente sia Hermione che Pansy, ma Harry le ignorò. "E' una situazione che va avanti da una settimana, e ho continuato a pensare che, tutto considerato, andasse più che bene. Ma poi Piton arriva e mi ricorda che sono tollerato solo per la presenza di Draco. Ma con lui c'è tutta un'altra marea di cose che mi mandano completamente in confusione," le sue sopracciglia aggrottate la mostravano per intero. Scosse la testa e la rabbia tornò preponderante. "Poi Ron s'ingelosisce e se la prende con me perché spendo del tempo con i Serpeverde, togliendolo a lui. Pansy viene a ricordarmi che il solo motivo per cui mi parlano e si comportano amichevolmente è Daco. Draco che vuole che ogni tanto mi vesta con abiti Serpeverde e ho davvero pensato potesse essere una buona idea," urlò forte tutta la propria frustrazione e la propria rabbia. "Ma poi, com'è che tutto questo dovrebbe avere a che fare con tutti gli altri?" Si fermò, osservando gli altri senza preoccuparsi del fatto che gli altri si sentissero a disagio di fronte alle sue urla. "Al momento non c'è un cane che mi vuole," affermò gravemente. "Draco è il solo che lo fa, ma solo perché non si ricorda fottutamente nulla." "Harry, cosa accidenti è successo l'altra sera che ti ha indotto a pensarla così?" chiese Hermione preoccupata. "Ancora una volta, vuoi davvero che ti risponda?" le rigirò la domanda furioso. Nuovamente, Hermione osservò incerta Blaise e Pansy. "Esattamente," sbottò Harry. "Siamo riusciti ad instaurare un rapporto appena amichevole in questa settimana. ho fiducia nel fatto che loro non diranno nulla, ma voi l'avete?" "Beh, come fai a fidarti di loro?" chiese Hermione esitante. "Lo faccio. Semplicemente. Non è che loro stiano smaniando dalla voglia di diventare dei piccoli Mangiamorte," sogghignò. "Ma hai detto che a malapena ti tollerano," s'arrabbiò Ron. "Come puoi fidarti di loro?" "Perché sono leali con Draco e Draco con me," replicò ugualmente arrabbiato. "Non andranno a fare o dire nulla che potrebbe danneggiarlo." "Oh," Ron si sgonfiò. Ovviamente quelle parole avevano fatto scattare qualcosa in Ron e Harry alzò gli occhi al cielo. "Harry, possiamo anche aver iniziato a parlare con te a causa di Draco, ma ti considero un amico ora, indipendentemente dal resto," s'intromise onestamente Blaise. "Anche io," aggiunse velocemente Pansy. "Ho provato a scusarmi con te per tutto il pomeriggio. Non intendevo ferire i tuoi sentimenti a pranzo." "Davvero?" chiese Harry, rendendosi conto di star scimmiottando il gioco del 'davvero' di Draco. "Davvero," rispose Blaise, un sorriso strano, riconoscendo anche lui il medesimo gioco. "E' tutto così confuso," ammise, lasciando cadere la propria testa tra le mani. "Mi dispiace d'esser stato tanto triste e arrabbiato." "Va tutto bene, amico," lo rassicurò Blaise. Ron osservò Pansy e Blaise e annuì a se stesso, come se avesse preso una decisione. "Hai avuto un'altra visione l'altra notte, non è così?" gli chiese. Harry lo guardò sorpreso e mosse la testa tra lui e i due Serpeverde. Ron alzò le spalle. "Se puoi fidarti di loro, posso farlo anche io." L'amico lo guardò, stupefatto dal corso degli eventi. "Chi sei tu e che ne hai fatto di Ron?" chiese. Ron arrossì quando Pansy, Blaise e persino Hermione iniziarono a ridacchiare. "Mi hai semplicemente ricordato che gli amici devono essere leali. Ho già rischiato di buttar via la tua amicizia perché ero geloso e non mi sono fidato delle cose che mi dicevi. Sto cercando, in ogni modo, di non fare ancora lo stesso errore." Harry rimase semplicemente ad osservarlo, quindi Ron si schiarì la gola e continuò. "So che mi sono comportato più o meno male questa settimana, e mi dispiace. Se dici che Parkinson e Zabini sono a posto, allora anche se mi sembra un po' strano che tu ti fidi di loro, dovrei fare del mio meglio per credere in te." Poi sorrise. "D'altra parte, immagino che probabilmente mi dovrei fidare nel tuo giudizio dato che ho sperimentato di persona quanto tu sia bravo nello sceglierti gli amici." Harry e gli altri furono sorpresi dalle risate. Hermione guardò Ron raggiante di orgoglio. "Credo che tu sia finalmente cresciuto, Ron." Questi scambiò uno sguardo con Harry ed entrambi alzarono gli occhi al cielo, per poi finire per sorridere a Hermione. E fu il suo turno di ruotare gli occhi con finta esasperazione. "Harry è una di quelle persone che ispirano lealtà, vero?" chiese Blaise con calma a Ron e Hermione. Gli sorrisero entrambi. "Sì, è un bravo ragazzo," annuì Hermione dolcemente. "Siamo iniziando a capirlo," replicò Pansy placidamente. Harry ne fu estremamente imbarazzato ma anche compiaciuto. "Grazie. Immagino che avessi davvero bisogno di sentirmelo dire, oggi." "L'abbiamo notato," garantì Hermione. "Cos'è successo, Harry? Sei stato giù di corda e non ti sei comportato come al solito per tutto il pomeriggio e hai anche saltato la colazione stamattina. Ovviamente c'è qualcos'altro che non va." "Perché dovrebbe esserci qualcos'altro?" mise il broncio. "Perché so che ti piacciono Pansy e Blaise e, da quello che ho capito, hai reagito in modo spropositato a pranzo," spiegò Hermione. "Stavi bene il minuto prima e male il seguente. Abbiamo fatto il girotondo con te per tutto il giorno." Harry sospirò pesantemente e iniziò a spiegare; tutto. Non passò molto che si ritrovò stretto tra Hermione e Pansy, non appena ricominciò a piangere quando arrivò a raccontare della suo senso di colpa e del dolore per Sirius riaffiorati mentre Voldemort lo scherniva. La sua rabbia verso Voldemort e Lucius. La sua preoccupazione per Draco e per se stesso, insieme a tutto il resto. Spiegò loro della visione, della consolazione di Draco, dell'essere stato tenuto stretto da Piton (tutti loro giurarono assoluta segretezza, o Piton li avrebbe uccisi tutti), la sua confusione riguardo il repentino cambio di trattamento dell'uomo nei suoi confronti, concludendo con il commento di Pansy a pranzo. "Dannato inferno, socio," inveì Ron, quando Harry tornò silenzioso e riuscì in qualche modo a calmarsi nuovamente. "Devi sentirti meglio dopo esserti tolto questi pesi dal petto." Harry gli fece un pallido sorriso. "Penso di sì. Anche se, in realtà, mi sento abbastanza ridicolo per esser crollato... di nuovo." "Hai avuto una settimana pesante," disse Hermione con aria d'intesa. "E' stato lo stress a portarti a questo punto." Pansy sbuffò. "Specialmente dal momento che Tu-Sai-Chi ha deciso di onorarti di una visita privata. Io ne sarei stata dannatamente terrorizzata e mi sarei nascosta sotto il letto, se fosse successo a me, e invece tu sei venuto a lezione e hai persino provato a far finta che tutto fosse normale." Gli altri annuirono, concordi. Ma Harry, semplicemente, alzò le spalle. "Potremmo parlare di qualcos'altro ora?" chiese, stufo di dover affrontare tutto quello e già assolutamente sfinito, sia fisicamente che emotivamente. "Sicuro," rispose Pansy, comprensiva. "Vuoi ancora venire nella sala comune Serpeverde stasera?" chiese. "Se per voi va bene, sì. Draco se l'aspetta, ora," rispose. "Per noi va più che bene ," rassicurò Blaise con un ghigno birichino. "Magari dovresti vestirti con qualcosa di Draco per mimetizzarti." Harry e Pansy iniziarono a ridere e questi spiegò la richiesta di Draco a Ron e Hermione. Persino Ron finì per supportare l'idea. Sorprendentemente, Hermione fu d'accordo dal primo momento: secondo lei sarebbe stata una buona cosa per l'unità della scuola e s'incaricò di parlarne, più tardi quella notte, agli altri Grifondoro per spiegar loro la faccenda. Ron e Harry si scambiarono uno sguardo e sorrisero. Quando Hermione faceva propria un'idea, non c'era molto che si potesse fare per fermarla. I Grifondoro sarebbero stati felici di sostenere Harry in abiti Serpeverde fin dal coprifuoco di quella sera, anche solo per il fatto che Hermione li avrebbe già terrorizzati tutti. Tutti insieme sfilarono verso i sotterranei per permettere a Harry di recuperare Draco e, per strada, decisero che i due avrebbero passato serate alterne nelle due differenti sale comuni come alternavano il posto tavola durante i pasti. Sembrava un piano decente per permettere a Harry di rimanere in contatto con i Grifondoro e, nel contempo, con i suoi nuovi amici Serpeverde. Velocemente, Harry recuperò il proprio equilibrio. Realizzò che si sentiva decisamente meglio: aveva due nuovi amici in aggiunta ai due vecchi amici che gli erano rimasti accanto. E avrebbe potuto raccontare loro ogni cosa gli sarebbe successa, e loro l'avrebbero capita e accettata. Persino Ron si fidava di lui e Harry non si sarebbe più dovuto sentire bloccato nel mezzo. Sì, pensò con un sorriso, si sentiva decisamente meglio. Non gli era piaciuto crollare davanti a tutti loro, ma ne era valsa la pena. * il termine inglese rende molto meglio l'idea. Se esistesse, in Italiano sarebbe una cosa tipo "accampanilate" J ** Grazie a tutte quelle che mi hanno dato una mano con questa frase! Grazie, grazie di cuore!
♥
Un bacio
Leli
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Capitolo 15 *** Diario ***
Traduttrice: Leli Beta: duedicoppe
Summary: Un incidente di pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prenderà cura di lui per i successivi quattro mesi.
Rated: Innocent-ish - PG-13 Categories: Harry/Draco Characters: Draco, Harry, Severus Genres: Romance, Drama Warnings: Violenza, Liguaggio Chapters: 21
La vita reale è stata bastarda nell'ultimo periodo, impedendomi a più riprese di continuare questa traduzione. Se a questo ci si aggiunge che questo capitolo non è esattamente il mio preferito... diciamo che tradurre, nei momenti di calma, non era esattamente una priorità. Volevo porò tranquillizzarvi: non la abbandono. Ho ricominciato a tradurre e, ormai, manca poco!
Spero che questo capitolo - almeno a voi - possa piacere tanto ^_____^
BUONA LETTURA
Capitolo 15: Diario 11 Settembre Le cose sembrano essersi sistemate in una specie di routine per noi. Siamo alla fine della prima piena settimana di lezione di quest'anno e in qualche modo siamo sopravvissuti. Sei assolutamente fantastico in classe. Sono contento che tu lì riesci a gestirti da solo, poiché rende le cose un po' più semplici, ma allo stesso tempo mi sconvolge. Sei mai stato un bambino, Draco? Ne sarei stupito. Un ragazzino di quattro anni non dovrebbe essere così... padrone di sé? Sotto controllo? Non riesco a spiegarlo in altro modo. Sei talmente ben educato, e suppongo che questa sia una buona cosa, ma tu sembri cresciuto semplicemente troppo in fretta. Mi disturba doverti costantemente ricordare che non è sbagliato sporcarsi. Mi disturba doverti ricordare così di frequente che va bene interrompermi mentre sto lavorando se hai bisogno di qualcosa o se, semplicemente, hai voglia di giocare. Stai imparando, ma sono cose che un bambino di quattro anni dovrebbe già conoscere. Ehi, non è che io le sapessi queste cose quando avevo quattro anni. Ma tu sei estremamente più disciplinato di quanto non fossi io. Diamine, sei più disciplinato di quanto io non sia ora. Sei stato addestrato, in così tenera età, ad essere perfetto in ogni momento. Io? Io sono stato addestrato, fin dall'inizio, al fatto che non importava cosa facessi, non sarei mai stato sufficientemente adeguato, men che mai perfetto... 12 Settembre Il tuo drago di pezza ha finalmente un nome. L'hai chiamato Wuffle. Perché? Bella domanda di cui non ho alcuna risposta. So solo che hai impiegato un'infinità di tempo per cercare il nome perfetto ed è uscito Wuffle. Devo ammettere che sei adorabile quando chiedi dove sia il tuo Wuffle, ma ora dormo con due draghi ogni notte, e uno dei due si chiama Wuffle. Quand'è che la mia vita è diventata così assurda... 13 Settembre Oh dei, Draco! Questo deve essere stato il più bel giorno da quando siamo tornati a scuola. Ti ho portato fuori a volare, oggi. È meraviglioso esser tornato a cavallo di una scopa! E anche per te. Ti ho portato in sella con me, e ti sei divertito un mondo. Sai cos'altro mi ha messo in soggezione? Come bambino di quattro anni hai mostrato una completa e totale fiducia nei miei riguardi. Piton mi avrebbe sicuramente ucciso se mi avesse visto lì con te. Abbiamo passato ore in aria e prima di tornare a terra, ho persino provato la finta Wronski con te sulla scopa. Ehi, a ripensarci adesso, spaventa persino me. Ma nessuno dei due si è spaventato mentre eravamo lì e avremmo continuato per ore. Mi chiedo se riuscirei a farla franca se ti portassi con me agli allenamenti quando saranno iniziati? Dopo oggi credo che probabilmente potrei effettivamente riuscirci. . . 15 Settembre Non riesco a credere di star girando per la scuola con l'uniforme di Serpeverde. Credo di esser riuscito a confonderli tutti, almeno un poco. Diamine, io stesso sono confuso. Non ci tengo molto a stare al centro dell'attenzione ma temo che dovrò abituarmi in fretta. È un pensiero strano. Me ne vado in giro per la scuola con questo delizioso bambino (sì, tu!) e mi sembra di avere il sostegno di tutti quanti. Credo di non essere il solo a non saper resistere al tuo fascino infantile. Ma comunque, sono qui, Harry Potter, ragazzo d'oro di Grifondoro, che si aggira ogni notte attorno ai dormitori Serpeverde. Molti studenti mi hanno supportato, ma non sono stupido. E no, non ho voglia di sentirti dire il contrario, anche solo nella mia testa. Ad ogni modo, so che una buona parte degli studenti, semplicemente, è di nuovo spaventata da me. Ma cosa dovrei fare? In qualche modo non sono riuscito ad evitare quegli scoppi di magia accidentale, e alcuni degli studenti si sono spaventati. Però credo che molti di loro la vedano come una cosa buona. Se riesco a produrre simili effetti magici, allora potei anche essere in grado di sconfiggere Voldemort. O di trasformarmi in un Signore Oscuro a mia volta. Come ho detto, sono riuscito a confondere tutti. So che persino quello che sto scrivendo suona confuso, ma non so che farci. Mi è piombata addosso un po' troppa roba in questo paio di settimane. È anche più strano perché ho i tuoi vecchi tirapiedi a protezione per tutto il tempo. Chi mai si sarebbe potuto immaginare che Tiger e Goyle mi seguissero ovunque, e non in attesta di farmi diventare una poltiglia sanguinolenta. Mi piacciono davvero ma, sicuro come l'inferno, non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi a farmeli amici. Credo che anche loro siano un poco perplessi da questa nuova amicizia. . . 16 Settembre Piton mi sta mandando fuori di melone, cazzo!!! Argh! Alcune volte potrei tranquillamente affermare di non aver bisogno che ci sia Voldemort a provare ad uccidermi, perché ci sta già pensando Piton. Praticamente ogni maledetta notte, dopo che sei andato a letto, finisco per esercitarmi con lui per circa un ora o due. Te l'ho già detto? Non mi ricordo. Onestamente, il mio cervello sembra un po' sfasato stanotte, dopo che Piton l'ha fottuto per benino. E no, al momento non ho bisogno di sentirmi dire che ero già sfasato in partenza. Odio profondamente le lezioni di Occlumanzia. Quell'uomo sta cercando ammazzarmici. Si suppone che debba essergli grato che abbia deciso di ricominciare ad addestrarmi, quest'anno, dandomi qualche nozione aggiuntiva su come, effettivamente, dovrei fare. Come liberare la mente invece di ordinarmi banalmente di farlo. Ovviamente, continua anche a darmi quell'ordine. Circa venti minuti fa ho ricevuto l'ordine di liberare la mente ed andare a dormire, ma sapevo di non essere ancora in grado di addormentarmi. Mi lascia sempre con la sensazione di essere un po' traballante quando passa un'ora o giù di lì a irrompere nella mia mente, e questa notte è stato addirittura più duro del solito. Mi sento ancora sovraccarico e ho bisogno di calmarmi. Allora, che cosa posso raccontarti di quello che hai fatto oggi... 19 Settembre Sono finalmente riuscito a parlare con Colin Canon. Lo so, non ho voglia di sentirlo. Se non avessi voluto quelle foto così tanto non l'avrei mai avvicinato. Persino così, mi ci è voluto un sacco. Farà la foto per me e io gli darò dei soldi così che possa ordinare via gufo la mia macchinetta e mostrarmi come si usa. Non preoccuparti! E' sotto minaccia di morte se solo una tua foto esce da qui. Ma voglio la foto. Non so, forse riderai di me. Una marea di gente a Grifondoro al momento mi sta già prendendo in giro. Ma vedi, nessuno mi ha mai fatto delle foto da bambino, per questo mi per me è tanto importante... 22 Settembre Ti ho finalmente portato in guferia, oggi. L'hai semplicemente adorata! Sinceramente, hai nascosto davvero bene il tuo amore per gli animali in questi anni. È davvero difficile per me associare il dolore che hai causato a Hagrid per la questione Fierobecco, con il ragazzino che è rimasto incantato dai gufi oggi. Mi fa pensare e preoccupare per cos'altro ti abbia fatto tuo padre negli anni. Quanto di te è un semplice riflesso della volontà di tuo padre? Quanto di questo dolce, amabile bambino di quattro anni è ancora in te? Credo che tu abbia ancora molto di questa dolcezza e di questo amore. Me lo sono chiesto per tutta l'estate, sai? Probabilmente sarai sorpreso di quanto tempo abbia passato pensando a te. Dei, non è che, ad ogni modo, avessi molto altro da fare, oltre che stare coi Dursley. Ma questa è un'altra storia, per un altro giorno. Ad ogni modo, ho pensato molto a te. Uhm, al momento ci sto un po' ripensando all'idea di condividere con te questo diario. Credo dovrò togliere un sacco di cose prima di mostrartelo. Perché, vedi, beh, l'ho iniziato perché dovevo far pace con la mia sessualità. Dei, ti sento sbuffare divertito nella mia testa. Sono sicuro che troveresti esilarante l'intera storia. Le cose non sono andate esattamente bene con Cho l'anno scorso. Ed è difficile dire che sia preso dalle ragazze quando la sola cosa che avessi da dire sul suo bacio era che fosse umido. Esatto. Umido. Quindi quest'estate ho pensato anche a questo. Ho cercato di capire perché fosse la sola cosa che mi fosse venuta in mente baciandola. Era lei? Ero io? Ad un certo punto m'è passato per la testa che, semplicemente, non fossi interessato alle ragazze. E così mi son messo a pensare ai ragazzi. Credo saresti abbastanza sconvolto dallo scoprire che quei pensieri mi hanno portato a realizzare di quanto fossi affascinante. Dei, sei uno schianto, Draco! Non che questo sia una novità per te, considerato quanto sei dannatamente vanitoso! Beh, puoi immaginarti l'angoscia che m'è venuta quando mi sono reso conto di esser attratto dal mio peggior rivale degli ultimi cinque anni. Non ne ero esattamente compiaciuto, all'inizio, e ho speso tantissimo tempo a elencarmi tutte le ragioni per cui non avrei dovuto essere attratto da te. Da qualche parte, sul filo del discorso, il pensiero è scivolato ed ho iniziato a cercare i motivi per cui *potessi* essere attratto da te. Mi dispiace ma temo di averti all'incirca psicoanalizzato, quest'estate. Ho come l'impressione che non ti piacerebbe saperlo. Eppure è ciò che ho fatto. Ho cercato di immaginarmi cosa può aver formato il tuo carattere. Sono tornato indietro a ripercorrere ogni nostro incontro. Persino prima delle rivelazioni delle ultime due settimane, ho realizzato come tuo padre abbia giocato un ruolo enorme nella tua vita. Forse sono completamente fuori strada. Forse ho solo razionalizzato perché attratto da te. Non lo so. Ma sono giunto alla conclusione che non mostri al mondo il vero Draco Malfoy. Non è stato esattamente difficile capire che ti nascondi dietro un sacco di maschere. Non dopo aver permesso a me stesso di pensarci, perlomeno. Cosa che non ho fatto negli ultimi cinque anni. Ma quest'estate ho rimediato. Ti stai nascondendo, Draco. Persino prima che tornassimo a scuola avevo deciso che non eri davvero il piccolo aspirante Mangiamorte che ho sempre pensato tu fossi. Eh, credo tu ti sia nascosto davvero bene nel corso degli anni, perlomeno da me. Il tuo ammorbarci quotidiano su tuo padre, declamare il suo valore, mi aveva convinto. Ma quando ci ho pensato, qualcosa non sembrava al suo posto. Non potevo esser sicuro di cosa fosse, benché ora ne conosca una piccola parte. Ma tu non sei come tuo padre, Draco. Non sto dicendo che non puoi essere un bastardo, quando vuoi! Ma persino le tue peggiori trovate durante questi anni non sono state né crudeli né sadiche come lo è tuo padre. E ricorda, ho già incontrato tuo padre. Una volta, anche in un cimitero. No, non voglio pensarci. Dei, non ho la minima voglia di parlare di tuo padre adesso. Ad ogni modo, come avevo iniziato questa pagina? Oh, sì, perché credo che tu indossi la maschera di tuo padre ma che non ti si addica molto. Cazzo quanto suona banale, eppure per me ha davvero senso. Non so, Draco. Credo di aver semplicemente pensato di mettermi nei tuoi panni. Anche senza conoscere gli abusi di cui sei stato vittima, potevo vederlo inculcarti tutte le sue abitudini aristocratiche, cercando di controllarti come un bambolotto. Di tuo, hai davvero poca personalità. Potrebbe suonare crudele, o forse no. Posso vederti cercare di ottenere l'approvazione di tuo padre, io avrei fatto la stessa cosa al tuo posto. Diavolo, io ho cercato l'approvazione degli altri per tutto il tempo! Non vorrei pensare a Sirius ma so che se fosse stato mio padre avrei cercato di essere come lui, avrei tentato di renderlo orgoglioso, di non deluderlo. Sfortunatamente, non ti ci vedo proprio a rendere tuo padre orgoglioso di te. Non per qualcosa che tu hai fatto o non hai fatto, ma semplicemente perché a tuo padre non potrebbe importare meno di così di nessuno, a parte se stesso. Lui è il braccio destro di Voldemort e da qualche parte, tanto tempo fa, ha perso il proprio cuore. È lui a perderci. Perché tu sei estremamente intelligente, fantastico su una scopa, sei un leader e inspiri lealtà nei tuoi amici. Credo tu avresti un fantastico senso dell'umorismo, se non fosse costantemente rivolto contro di me e i miei amici. Posso solo immaginare quanto potresti essere divertente se solo evitassi gli insulti. Ti ho anche visto affascinare le persone. Non con me, ovvio, ma puoi essere davvero molto accattivante. Sono certo che saresti stupito dal venire a conoscenza del fatto che sono tornato a Hogwarts, quest'anno, con l'intenzione di conoscerti meglio. Di fare amicizia con te. Non che qualcuno possa davvero crederci. Beh, dovranno crederci ora, considerando quanto veemente sia stata la mia richiesta di prendermi cura di te, fin dal principio. Eh, gli strani intrecci che la mia vita decide di prendere... 28 Settembre Saresti impressionato da Ron. Beh, ok, probabilmente non è vero. È solo che sta lavorando davvero molto per cercare di eliminare i vecchi pregiudizi. L'ho persino visto parlare con altri Serpeverde oggi - non Pansy, Blaise, Tiger o Goyle. So che inizialmente faceva del suo meglio per non insultarli a causa mia. Ma ora sembra che abbia davvero cambiato atteggiamento, anche perché non credo pensasse davvero che tutti i Serpeverde fossero dei malvagi bastardi. E strano come Ron e il resto di noi sia cresciuto un poco quando tu sei ringiovanito così tanto. Questo tuo piccolo progetto cala-età ha prodotto molti più cambiamenti di quanti tu non avessi preventivato. Oh, non ti ho ancora raccontato tutte le mie teorie riguardo il tuo "incidente di pozioni"? Le ho già riferite a Piton e a Dumbledore il giorno dopo l'incidente. E quello stesso giorno Piton ha detto di dover ammettere che probabilmente sarei stato il miglior tutore per il suo figlioccio, perché sembrava ti capissi meglio di quanto si sarebbe mai immaginato. Quindi, vuoi sentire le mie teorie riguardo al perché l'hai fatto? Chissene se lo vuoi o meno, te lo racconto lo stesso perché non ho voglia di lavorare ai miei compiti di Incantesimi al momento... 30 Settembre Sai una cosa? Sono finalmente riuscito in Occlumanzia. Tre settimane di intenso lavoro, ogni notte, credo abbiano a che fare con la riuscita. Per due notti di fila, Piton non è riuscito ad attraversare le mie barriere. Nemmeno una volta. Spero di non portarmi sfiga da solo, ma non ho avvertito Voldemort da più di una settimana. Né le consuete visioni né altro. Spero ardentemente che non possa mai più raggiungermi. Almeno non intenzionalmente. Credici o no, spero ancora di poter entrare nelle visioni degli incontri dei Mangiamorte e simili. Non è che li voglia vedere, ma abbiamo bisogno di sapere cosa succede. Sono anche un po' preoccupato perché Voldemort è stato tranquillo ultimamente. Se pensa che non possa più sentirlo né sbirciare i suoi piani, comincerà a farne di più? Dei, spero di no. 2 Ottobre Questa è stata una notte molto Grifondoro. Ti sei divertito un casino! Ok, credo che praticamente chiunque nella torre si sia divertito un casino. Dal momento che è un venerdì sera, abbiamo coinvolto un sacco di gente. Nessuno sta davvero pensando seriamente ai compiti, e tutti cercano qualcosa di diverso da fare. È rimasta coinvolta persino Mione. Eh, questo non farà altro che rafforzare l'idea che i Grifondoro sono un branco immaturi, ma, oh, beh. Ad ogni modo, tutti gli Elfi Domestici ci hanno aiutato a portare ogni tuo singolo blocco fin sulla torre. Mione ha eseguito una specie di complicato, temporaneo, incantesimo di trasfigurazione per la duplicazione, o qualcosa di simile. Non ho capito cosa abbia esattamente fatto, ma per il resto della serata abbiamo finito con l'avere più blocchi di prima. Sempre più persone erano coinvolte nella costruzione. Alla fine avevamo messo assieme un grosso leone. Che poi è stato messo da parte per iniziare un enorme castello medievale. Ovviamente mi hai aiutato a realizzare i draghi da metterci sopra! È strano a volte pensare che tu stai così bene in mezzo ai Grifondoro. Ovviamente non è lo stesso, ma... 10 Ottobre A-ah! Beccato! Non potrai più dire che solo i Grifondoro sono degli immaturi! Il tuo piccolo adorabile te stesso ha manipolato i Serpeverde con paroline dolci per incastrarli in un costruzioni-party come quello avuto coi Grifondoro Venerdì scorso. Ovviamente, potrei averli influenzati un poco quando ho insinuato che i Serpeverde probabilmente non sarebbero riusciti a essere altrettanto creativi. Ammetto che ci è voluto un po' più tempo per sciogliere alcuni di loro, ma la maggior parte hanno finito per aiutarci nelle costruzioni come mai mi sarei aspettato. È stato carino vederli fare qualcosa di sciocco, solo per divertimento. Quanti, tra voi ragazzi Serpeverde, sono cresciuti senza essere autorizzati a fare qualcosa di simile? Ho paura di chiedere a Blaise, proprio perché temo di conoscere già cosa mi direbbe... 13 ottobre Sai una cosa, Draco? Mi manchi. Chiunque direbbe che sono fuori di testa a dire così, ma è vero. Non è che non ti adori come bambino di quattro anni, ma mi manca vederti girovagare per scuola. Non sembra nemmeno esser più la stessa senza di te in giro. Beh, non è proprio vero perché tu sei in giro e tutto è semplicemente fuori dal normale proprio a causa tua. Sto sorridendo, perché so che saresti compiaciuto dell'impatto e della confusione che hai causato quest'anno... 17 ottobre Avevo detto che le cose con Piton erano migliorate? Mentivo! Sta solo cercando di tirarmi in trappola col suo essere civile per poi farmi fuori. O sta cercando di capire quanto lentamente può uccidermi. Oppure, semplicemente, gli piace torturarmi. Lo so, niente di nuovo sotto il sole. ARGH! Mi sta facendo andare fuori di testa! E mi sta facendo diventare matto. Nel bel mezzo della notte, dopo una visione, è gentile, mi stringe e si prende cura di me. Poi cambia completamente atteggiamento e mi insulta e mi sminuisce appena può. Hermione e Pansy sono concordi nel pensare che sta solo compensando perché non sa gestire le emozioni troppo bene. Dicono che se sarò paziente le cose forse miglioreranno. Ah! Quell'uomo sarà sempre un dannato arrogante bastardo. Non mi aspetto che possa diventare sempre assolutamente gentile. Solo non mi piace quando pare che ce l'abbia a morte con me quando mi tratta peggio di quanto abbia mai fatto... 19 ottobre Sì, è stato il nostro primo fine settimana a Hogsmeade. Stavo aspettando di portarti lì da quando ti sei trasformato in un bambino di quattro anni. È stato divertente per un po' ma, oh dei, non t'immagini quanto stupido io sia stato. Abbiamo preso tonnellate e tonnellate di diverse caramelle da Mielandia, non così stupida come idea. Ma lasciarti mangiare quella caramella per farti contento? Quella è stata la cosa più stupida che abbia mai fatto da sempre. Non avrei mai immaginato di poter vedere Draco Malfoy, a qualunque età, letteralmente rimbalzare su delle dannate pareti. Devo ammettere che hai fatto un ottimo lavoro nell'intrattenere i tuoi amici per un bel po' di tempo. Pensavano che le tue buffonate fossero divertenti e quei maledetti hanno deciso che fosse decisamente comico vedermi cercare di acchiapparti. E a nessuno di loro gli fosse venuto in mente di aiutarmi. Troppo occupati a rotolarsi a terra dalle risate. Che razza di amici sono? Sì, sto tenendo il broncio. No, non mi interessa... 21 ottobre Sono stufo marcio e stanco dell'allenamento. Praticamente ogni singola fottuta notte Piton mi allena in qualcosa o qualcos'altro. Sapevi che aveva un'altra stanza nei suoi appartamenti? Voglio dire, sappiamo che c'è la nostra stanza, la sua, un paio di bagni, la sala da pranzo e il piccolo cucinotto e l'ufficio dove lavora. Credo che quel piccolo ufficio l'abbia posizionato lì dopo che siamo arrivati così da poterci tenere d'occhio. Ad ogni modo, credo che lo stesso dannato Dumbledore abbia messo quella stanza negli appartamenti di Piton che è diventata la mia accidenti di stanza d'allenamento. Posso dirti quanto eccitato sia? Non credo di potermi davvero lamentare. Ho bisogno di essere allenato. Penso che avrei potuto addirittura chiederlo io stesso. Anche se al momento sto cercando di ricordare perché avrei dovuto chiederlo proprio a Piton. Quell'uomo è dannatamente spietato con me. Sicuro come l'inferno, non mi concederà mai quartiere. Ok, ammetto di star imparando anche molto e posso controllare la mia magia decisamente meglio. Sta persino tentando un po' di addestramento negli incantesimi senza bacchetta. Ma continuo a sentirmi ben lontano dall'essere in grado di sconfiggere Voldemort. Come potrei mai essere in grado di sconfiggerlo come si suppone che faccia... 26 ottobre Abbiamo guardato la partita di Quidditch Serpeverde/Corvonero e Serpeverde ha vinto! Hai idea di quanto sia stato strano sedersi in mezzo ai Serpeverde, tifando per Serpeverde? Posso tranquillamente sentirti ridere fino alle lacrime fin da qui. Blaise ha momentaneamente preso il tuo posto in squadra. Non è male e oggi ha catturato lui il boccino. Ma non è nemmeno lontanamente paragonabile a te e se non fosse stato per il fatto che il Cercatore Corvonero fa davvero schifo, non sono così sicuro che Serpeverde avrebbe vinto. Persino Blaise mi ha confidato di non vedere l'ora che torni in squadra. Sono davvero contento che Serpeverde non debba giocare contro Grifondoro fino alla primavera. Non mi sembrerebbe giusto giocare contro qualcun altro. Uhm, beh, pensandoci, non sono sicuro che vorrei nuovamente giocare contro di te. Tu te la prenderesti nuovamente perché ti ho battuto e non ho voglia di tornare alla vecchia rivalità. Non mi importa se giocare contro di te sia l'unica mia vera sfida come Cercatore. Preferisco esserti amico, o... 27 ottobre Quanto ti ho sconvolto dicendoti che voglio tantissimo essere qualcosa di molto più che amico? Dannazione, non sono nemmeno sicuro che tu voglia essere anche solo mio amico. Temo sarà un terribile risveglio il tuo, quando tornerai ai tuoi 16 anni. Non ho idea se avrai voglia di darmi una chance di essere perlomeno amici, o se mi odierai persino di più. Probabilmente ti manderebbe completamente fuori di testa dirti che credo di essermi perdutamente innamorato di te. Non del bambino di 4 anni, ma del ragazzo di 16. Parlo con te ogni giorno. Non era mia intenzione quando ho iniziato questo diario, e sto cercando di capire come fare per farne una copia eliminando tutte le parti come queste prima di consegnartela. Credo che durante le feste di Natale, quando avrò più tempo, lo riscriverò così che tu possa avere una registrazione della tua seconda infanzia. Credo sarà un simpatico regalo di Natale, insieme ad un album con tutte le foto che sono state fatte. Ma quando sarà Natale, il tuo tempo qui come bambino di quattro anni sarà davvero poco. Il diario e l'album credo potranno essere delle cose che apprezzerai ad entrambe le età. Ovviamente, come ho detto, devo trovare un modo per eliminare tutte le parti incriminate. Suppongo che sarebbe stato molto più semplice se non le avessi inizialmente prese, o se cominciassi ora un altro diario. Ma nessuno potrà mai accusarmi di fare le cose in modo semplice. Mi sono appena accorto di trovarmi abbastanza bene a parlare con te in questo modo. So che probabilmente è stupido, ma non riesco a fermarmi ora. Forse non sono davvero innamorato di te, forse mi sono solo innamorato di una versione idealizzata di te, creata nella mia mente. Ehi, non che io ti stia esattamente idealizzando. So benissimo che anche se non avessi avuto tuo padre a soffiarti sul collo saresti ancora un inutile stronzetto vanitoso capace di essere un vero e proprio cretino antipatico, a volte. Ma ho ascoltato Pansy e Blaise quando parlano di te. Abbassi la guardia quando sei circondato dagli amici. Loro, insieme a Tiger e Goyle, sembrano conoscerti meglio di chiunque altro. Ammetto, li ho spudoratamente ascoltati mentre ti raccontavano di come sei a sedici anni. Sei molto più carino di quanto mostri al mondo, ma continui a essere un vero idiota a volte. Ovviamente, quelle storie sono solitamente quelle che Blaise mi racconta da parte. Sarai così arrabbiato anche con Blaise! 29 Ottobre A volte mi chiedo come riesco a fare i miei compiti. Gli allenamenti notturni non mi fanno dormire abbastanza e a te e ai tuoi amici dedico tutto tempo possibile. E, dannazione, aggiungici tutto il tempo che impiego per questo diario. Sai alla fine cosa mi ha stupito? Non ho avuto nemmeno una punizione quest'anno. Nemmeno una. Le punizioni solitamente mi portano via buona parte del mio tempo, e ora non ne ho avuta nemmeno una. Ovviamente, si potrebbe anche dire che io sia in punizione permanente fino a gennaio, eppure... 31 Ottobre Avresti dovuto vedere i tuoi occhi questa notte, angelo. Era assolutamente incantato dalla festa di Halloween. Ho fatto delle foto e non vedo l'ora di scoprire come sono venute. Hai amato ogni istante dei festeggiamenti di questa sera. Beh, a parte quando ti ho detto che avresti dovuto limitarti con le caramelle. Mi sei sembrato irritato per un momento finché non sei stato nuovamente catturato dall'eccitamento. Ovviamente sono stato preso in giro a morte per quelle dannate caramelle. Ma, mai più. Potrai metterti a scalciare, urlare e metter su un capriccio da re, ma non te ne darei nemmeno un altro. Non che tu faccia questo genere di cose. Sembra che tu sia diventato un marmocchio viziato solo ultimamente! Però, ti sei dimostrato un terribile golosone. Tiger e Goyle mi hanno detto dove nascondi la tua scorta di cioccolata nel tuo dormitorio. Stanotte, prima di cominciare a scrivere, sono andato controllare lo scomparto segreto del tuo baule. Oh dei, Draco! Non riesco a credere al numero di dolci che hai accatastato. Ringrazio Merlino che tu non ti ricordi di questo scompartimento o non sarei più riuscito a tenerti a bada. 1 Novembre La notte scorsa è stata tremenda. Veramente tremenda. Sembra che davvero Halloween sia un'orribile giornata per me. Anche se è stata decisamente peggiore per gli altri. Ho avuto una visione. Una tremenda. Voldemort ha deciso all'ultimo di inviare i suoi seguaci in un raid. Piton è riuscito in qualche modo a tirarmi fuori da lì e ad informare Dumbledore che ha quindi inviato sia i membri dell'Ordine che gli Auror. Mi hanno detto che sono riusciti a salvare un sacco di vite. Ma non hanno potuto salvarli tutti. Non sono riuscito a smettere di tremare per tutto il giorno. Tutti quanti continuano a dirmi che non è colpa mia. Continuano a dire che la mia visione in realtà è stata davvero d'aiuto. E allora? La gente continua a morire. Lo so perché sono stato costretto a guardarli morire. È stato orribile, Draco. Scusami, devo andare. Piton mi ha concesso solo cinque minuti prima che venga di persona a farmi trangugiare la pozione Sonno Senza Sogni... 10 Novembre Mi sento abbastanza bene oggi. Le cose vanno meglio. O forse le so solo gestire meglio, non lo so. So che non sarei stato altrettanto bene se non fosse stato per te. I nostri amici sono stati di supporto e di sostegno anche Piton lo è stato a modo suo. Ma se non fosse stato per te... Come penso si possa capire da quello che ho scritto la scorsa settimana, sono stato in grado di elaborare. Quando dovrò tagliare i pezzi di questo diario per te credo eliminerò tutti i dettagli grafici di quella visione. Ma scriverne mi è servito... tipo per estirparlo dal mio organismo. Ho un bisogno disperato di parlare con te questa settimana. Il diario aiuta. Vorrei però che tu fossi realmente qui. Vorrei che mi rispondessi. Vorrei che potessi avvolgermi tra le tue braccia e semplicemente stringermi. Vorrei una serie di cose che probabilmente non accadranno mai. Almeno, ho il te stesso di quattro anni disposto ad abbracciarmi regolarmente. E ho bisogno ed apprezzo ogni singolo abbraccio. Ho cercato di rimettermi insieme per il tuo bene. È stata dura ma dovevo farlo. Suppongo che in parte oggi mi senta molto meglio perché dopo la visione che ho avuto sul meeting di Mangiamorte di un paio di notti fa, gli Auror e i membri dell'Ordine sono stati in grado di prevenire un altro raid. Piton appena mi ha comunicato poco fa che nessuno è rimasto ferito e che sono stati in grado di catturare alcuni Mangiamorte... 14 Novembre Questa è stata una notte rilassante. Mentre tu giocavi con le macchinine con Blaise, ho passato il tempo chiacchierando con Tiger e Goyle. E sono stati loro a parlare per tutto il tempo. È difficile farli parlare, a volte. Ah, Draco, in questi anni hai addestrato due bravi teppisti. Addestrati a eseguire gli ordini e a starsene tranquilli se non ne hanno. Ho scoperto che sono sempre stati estremamente silenziosi, ma non credi che avresti potuto incoraggiarli a parlare per se stessi, almeno di tanto in tanto? Per lo meno ora so che, a differenza degli altri, di loro ti importa. Questo è uno di quei giorni in cui non riesco a decidere se essere totalmente irritato dal vostro comportamento o molto soddisfatto... 26 Novembre Ti rendi conto che abbiamo avuto un'intera settimana senza incubi? Nessuno di noi? WOW, è meraviglioso potersi fare una normale dormita. Sono così contento per te. Hai percorso una lunga strada negli ultimi tre mesi. Difficile credere che sia stata tanto lunga. E mi spaventa pensare a quello che accadrà tra poco più di un mese. Voglio che tu torni normale, ma so che mi mancherà il piccolo te. E ho paura che tu mi odierai di nuovo. E che faranno Pansy, Blaise, Tiger e Goyle? Se mi odierai ancora, rimarranno miei amici? La loro lealtà va completamente a te, Draco, e l'ho sempre saputo. Ho paura di perdere tutto... 30 Novembre Sono davvero un idiota! Sei d'accordo? Bene, perché lo sono. Stavamo tutti stravaccati nella Stanza delle Necessità, oggi. Sono ancora il solo Grifondoro cui è permesso entrare nel dormitorio Serpeverde e tu sei ancora il solo Serpeverde ammesso in quello Grifondoro, quindi quando vogliamo incontrarci tutti insieme andiamo nella Stanza delle Necessità, come oggi. È sabato e ci siamo presi un po' di tempo lontano dallo studio per gli esami che si avvicinano. Sì, sto tergiversando. So che sai del nostro punto di ritrovo e credo persino di averti detto che studiamo insieme per gli esami. Oh, cazzo! Me lo sono lasciato scappare, Draco. Tutti sanno ora. Tutti i nostri amici sanno che sono gay. Tutti sanno che ti amo. Come ho potuto essere così stupido da dirglielo? Stavano tutti parlando di ragazze e di ragazzi e di sesso e in qualche modo me lo sono lasciato scappare. Non volevo dirglielo. Non volevo che qualcuno sapesse. Sono sicuro che saranno tutti disgustati da me in questo momento. Ehm, in realtà non lo so per certo. Vedi, li ho tipo scioccati tutti e, mentre mi stavano ancora fissando tutti senza parole, sono scappato. In momenti come questo, è veramente bello vivere nei quartieri di Piton, dove nessuno dei nostri amici mi può seguire. Le cose erano andate così bene negli ultimi tempi. Perché devo essere così stupido. . . 1 Dicembre Credi ancora che io sia un idiota? Bene, perché, pensa, lo sono. Piton mi ha obbligato ad andare a pranzo dove ho dovuto affrontarli tutti e loro mi hanno trascinato di nuovo nella Stanza delle Necessità, dove sono stato subito sgridato per non aver maggiore fiducia nei miei amici. Anche se credo che le mie paure avessero qualche fondatezza, perché da quanto che ho capito Hermione ha passato tutta la notte scorsa a parlare con Ron al riguardo. Non credo avesse problemi col fatto che fossi gay, ma credo pensi che sia un idiota perché mi sono innamorato di te. Forse lo sono. Non so ancora cosa succederà tra un mese... 4 Dicembre Non riesco a credere a quanto siano cambiate le cose tra me e Piton. Riesci a credere che mi abbia dato il permesso di chiamarlo Severus quando siamo nelle sue stanze? Ovviamente l'ho già chiamato Severus la metà delle volte da quando sono qui, ma solo per il bene del piccolo te stesso. È diverso ora. Sembra abbia superato qualsiasi diatriba e le sue ambiguità verso di me. Forse sono semplicemente riuscito a dimostrargli che valgo qualcosa. Posso quasi affermare che mi rispetti, ora. Siamo andati sempre più d'accordo con il passare del tempo e ora è quasi piacevole. Oggi mi ha anche chiesto del diario. Credo poiché mi sento abbastanza tranquillo da portarlo con me in sala da pranzo per scriverci ogni tanto. Inizialmente lo facevo unicamente nella nostra stanza e non ho mai scritto da nessun'altra parte. Effettivamente, solo tu e Piton sapete che lo sto tenendo. Mi ha lanciato quella dannata bizzarra alzata di sopracciglia quando gli ho detto che lo tengo da quando sei diventato di quest'età, ma mi è sembrato che pensasse fosse una buona idea quando gli ho detto che l'avrei riscritto durante le vacanze così da potertelo consegnare per Natale. La maggior parte del tempo passa pacificamente con Piton, ora. Ha ancora il suo tipico cattivo umore e le sue sessioni di allenamento sono assolutamente terribili... 6 Dicembre Sai quanto sei adorabile, Draco? Non importa quello che accadrà nei prossimi mesi, intanto mi godrò questo po' di tempo col mio piccolo angelo. Anche solo questo credo ti faccia venir la voglia di vomitare, ma non mi importa. Adoro dormire con te. Quando te ne stai col tuo pigiama coi piedini e profumi ancora del bagnetto, tu e Wuffle vi accoccolate con me sotto le coperte soffici e leggiamo in silenzio. È solo che sei così adorabile e dolce e innocente. E 'un po' dolceamaro però. Sarei ancora più contento, credo, se si potesse tornare alla normalità e se tu indossassi alcuni dei tuoi pigiami di seta, tutto rannicchiato nel letto con me. In realtà, potresti anche fare a meno del pigiama di seta. Non so se Blaise stia cercando di farmi un favore o se mi voglia torturare, ma mi ha svelato che hai un album di foto in uno dei tuoi bauli. Limitiamoci a dire che ho trovato le immagini. Non è che tu sia esattamente nudo o altro, ma dei, Draco. Hai idea di quanto tu sia figo! Sì, lo so che abbiamo già da tempo stabilito che tu ne sia perfettamente conscio. Ho una discreta immagine di te nella mia testa, ma è stato un leggero colpo vedere quelle foto. Continui a mancarmi, dannato idiota... 7 Dicembre Non capisco perché non ho chiesto delle tue foto prima. Sei rapito dalle tuo stesse foto. Ah! Non una grande sorpresa dopotutto! Credo proprio che il te stesso di quattro anni sia tanto fanatico quanto quello di 16. Merlino, mi sono stufato di parlare di te come di due persone diverse. Sei uguale e diverso e diventa dannatamente confuso a volte. Credo tu sia diventato un poco ansioso di tornare grande. È contemporaneamente una sensazione bella e brutta e aumenta al diminuire del tempo... * * * * *
Scusatemi ancora per la latitanza, ma davvero non è stato un bel periodo. -♥
Prima o poi troverò il tempo per rispondere alle vostre recensioni, promesso!
Un abbraccio a tutti voi che leggete, un bacio a voi che recensite ♥
Leli
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