I Hope

di perrieyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** First Chapter; ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Prologo.
 
La luce della mattina attraversava la grande finestra del salotto e illuminò il grande quadro posto dalla parte opposta.
Una ciocca bionda scappava dalla mia coda che teneva i capelli legati.
La casa era in gran fermento per il ritorno del loro primogenito maschile della famiglia Malik.
Il giovane ragazzo che avevo visto solo in foto stava tornando da una lunga vacanza durata ben tre anni.
Sarebbe tornato a Londra per prendere il posto del suo anziano padre nell’azienda di famiglia.
Non avevo idea che quel ragazzo mi avrebbe cambiato la vita.
 
Tenevo in mano un piumino color porpora che passavo attentamente sulle porcellane esposte sul tavolino circondato da tre divani bianchi.
Mi spostavo continuamente la ciocca bionda che mi ricadeva davanti gli occhi sbuffando ogni tanto.
Mi ero svegliata all’alba per aiutare mia madre, Debbie con le faccende domestiche.
Delle urla mi fecero spaventare leggermente mi voltai di scatto giuso in tempo per vedere le sorelle Malik correre giù dalle scale con i loro accappatoi rosa, lilla e azzurro mentre tra le mani tenevano dei vestiti.
 
«Perrie, aiutaci! » esclamò Doniya mentre venendomi incontro con un asciugamano bianco legato a forma di turbante per tenere i capelli bagnati lontano dalle sue spalle e un accappatoio rosa legato ben stretto in vita.
Mi mise sotto il naso i due vestiti che teneva tra le mani, uno bianco e uno nero.
Le altre due annuirono assieme alla sorella per poi prendermi dalle braccia iniziando a tirarmi assieme a loro su per le scale.
 
Le sorelle Malik di certo non possedevano pochi abiti, avevano una stanza solo per tutti i loro vestiti e scarpe.
Doniya sempre con l’asciugamano bianco in testa inizio a provare i due abiti che mi aveva mostrato poco prima e accennai un sorriso mentre toccai la gonna di seta di uno di essi.
Chissà come sarebbe uscire tutti i giorni con dei vestiti così preziosi e costosi ma dovrò accontentarmi dei miei vecchi levis.
 
Socchiusi gli occhi immaginandomi in un vestito color rosso scendere lentamente una scalina come quella delle principesse della disney e mentre tenevo una mano sul corrimano un ragazzo con un mazzo di fiori talmente grandi che coprivano il suo volto mi aspettava alla fine.
 
«Ei » mi scrollò da una spalla Waliyha che aveva indossato un vestito rosa confetto fin troppo corto per la sua età e alzai leggermente un sopracciglio guardandola per poi scuotere la testa «Non pensi che i tuoi slip si vedano un po’ troppo?» domandai alla ragazza mentre le sorelle si portarono la mano davanti alla bocca per trattenere delle risate provocate dalla mia domanda.
La mora arrossi leggermente per poi avvicinarsi a me intrecciando le braccia dietro al mio collo e si strinse a me appoggiando la sua guancia sulla mia «Sai che sei la mia fatina della fortuna e senza il tuo consenso non indosserei mai un vestito del genere ma è solo per il ritorno di mio fratello» sussurro al mio orecchio accennando una piccola risata alla fine, scossi con decisione la testa per poi sospirare scompigliandole i capelli neri e lisci.
Ero rimasta sola con Safaa che mi guardava con i suoi occhietti dolci e mi inginocchiai per essere alla sua stessa altezza e misi le mani sulle sue braccia «Piccola, tu non vuoi chiedermi nulla?» domandai guardando attentamente il suo viso.
Safaa sin dal primo giorno che la conobbi è sempre stata silenziosa e impaurita del giudizio altrui.
Era insicura e molto timida ma per questo mi inteneriva sempre di più, le sue sorelle le davano della principessina viziata essendo l’ultima figlia dei coniugi Malik era la più coccolata.
Mi ricordo ancora quando l’avevo vista la prima volta.
 
Mia madre ha sempre lavorato per la famiglia Malik ma io non avevo idea di chi fossero visto che da quando ero nata mi avevano cresciuta i miei nonni materni.
Nonna Amelì mi raccontava sempre di questa grande famiglia e segretamente sognavo di essere una Malik.
All’età di novant’anni mia nonna morì proprio come mio nonno mesi fa.
La sera prima della sua morte la vidì guardare attentamente una soap opera venezuelana, le lascia un veloce bacio sulla guancia per poi andare verso la porta d’ingresso uscendo velocemente mentre compose un numero sul iphone bianco.
 
Quando tornai dal mio lavoro notturno in un pub fuori Londra la trovai nella stessa posizione di ieri, risi leggermente pensando che si fosse addormentata con gli occhiali per guardare la televisione sulla punta del naso.
«Nonna, svegliati » dissi divertita mentre posavo sul tavolo la giacca di pelle e la borsa che aveva in mano, mi morsi leggermente il labbro non sentendo la sua risposta.
Mi avvicinai con cautela al divano per poi emettere un urlo vedendo gli occhi di mia nonna ormai completamente aperti, mi misi una mano davanti alla bocca iniziando a piangere disperatamente.
 
«Perrie, ti ricordi la prima volta che ci siamo viste?» domandò timidamente la bambina prendendomi la ciocca di capelli biondi tra le dita e annui leggermente per poi alzare gli angoli della bocca in un sorriso.
Mi infili l’uniforme grigia che mi arrivava sopra al ginocchio e mi legai un piccolo grembiule sopra di esso.
Mia madre era riuscita a farmi assumere in casa Malik subito dopo  la morte di mia nonna, misi una mano sul ciondolo a forma di cuore che aveva legato attorno a un cordoncino nero.
Quel ciondolo era una regalo di un anno fa da parte di nonna Amelì ed era l’unico modo per sentirla ancora vicino.
Mi asciugai con rapidi una lacrima che mi era scesa lungo la guancia sinistra feci un respiro profondo e aprì la porta di  servizio per uscire.
Camminai per il grande giardino di casa Malik e si fermai a qualche passo da una bambina china su un libro e mi avvicina a quest’ultima.
«Ciao» dissi accennando un piccolo sorriso alla bambina.
Quando alzò gli occhi dal libro mi scrutò attentamente per poi alzare un sopracciglio «Sono la nuova cameriera, Perrie, la figlia di Debbie» le porsi la mano fin troppo bianca per essere nel mese di luglio «Safaa» sussurrò la bambina per poi guardarmi la mano e stortò leggermente il naso.
Mi sembrò subito una bambina silenziosa ma piano piano riuscì a sciogliersi un po’.
 
Il rumore della porta mi fece alzare di colpo sistemandomi con cautela l’uniforme blu e tolsi la mano da quella della bambina.
I signori Malik erano molto rigidi sull’educazione dei propri figli e non volevano che perdessero troppo tempo assieme a una ragazzotta con me.
Trisha Malik entrò nella stanza con addosso un pantalone nero e una giacca bianca legata con un bottone ci guardò in modo interrogativo per poi guardare la figlia «Safaa, vai con le tue sorelle a prepararti» ordinò la donna indicando con un dito la porta.
La bambina eseguì l’ordine e prima di uscire mi guardò accennando un piccolo sorriso e dopo pochi secondi sparì dalla mia vista e riportai il mio sguardo sulla donna «Perrie, ricordati che sei qui solo per lavorare e non per perdere tempo o meglio non sei qui per far perdere tempo alle mie figlie» disse la donna avvicinandosi a me per poi girarmi attorno «Stiamo facendo un favore a tua madre ma ricordati che alla prima mossa falsa sei fuori» mi disse dopo aver finito di girare attorno a me, annui velocemente con la testa «Non si preoccupi signora Trisha» la donna annuì lentamente per poi uscire dalla stanza sbattendo leggermente la porta.
Sospirai per poi prendere gli abiti che le ragazze avevano lasciato a terra e gli appesi alle grucce degli armadi.
 
 
**
Mi sistemai scocciata il ciuffo biondo da davanti agli occhi, da un’ora sto facendo avanti indietro dalla cucina al salotto con un vassoio pieno di bicchieri da champagne.
L’ospite speciale non era ancora arrivato e tutti scalciavano i piedi spazientiti del ritardo del giovane, la porta di servizio si aprì e una valigia fu lanciata sul pavimento della cucina, spaventata si allontanai leggermente da essa e presi tra le mani il vassoio vuoto.
Sentì due voci parlare tranquillamente e lasciai cadere il vassoio dopo che un ragazzo e una ragazza fecero il loro ingresso dalla porta «Perché siamo dovuti entrare dalla porta di servizio come dei poveracci?»  domandò leggermente nervosa la ragazza mora che aveva ai piedi dei vertiginosi tacchi bianchi, il ragazzo moro si passò una mano tra i lunghi capelli neri e si morse  il labbro inferiore con gli incisivi.
Non si erano ancora accorti della mia presenza così avanzai verso il salotto ma prima che potessi fare qualcosa mi andai a scontrare con mia madre che fece cadere  il vassoio e successivamente me.
«Perrie!» esclamò mia madre vedendo a terra e sbuffai leggermente vedendo i pezzi di bicchiere a terra e sulle mie gambe, borbottai qualcosa iniziando a togliere i pezzi di cristallo dalle mie gambe.
Mentre toglievo i pezzi di vetro dalla mia gamba sinistra due mani si posarono sulla mia gamba destra togliendomi rapidamente dei pezzi, voltai il viso verso quello del mio aiutante.
Dischiusi leggermente le labbra notando il ragazzo moro di prima aiutarmi con attenzione e cautela, abbassai lo sguardo sulla mia gamba e il suo colore di pelle contrastava con il mio fin troppo bianco.
Una volta tolte le schegge di cristallo dalle gambe mi alzai attentamente tenendo una mano sul bancone di marmo  «Grazie» dissi alzando il viso verso la persona che mi aveva aiutato.
Dischiusi leggermente le labbra vedendo il volto del ragazzo moro dalla carnagione olivastra, i suoi lunghi capelli coprivano la sua fronte e con un gesto veloce della mano destra se li sposto all’indietro passandosi poi la punta della lingua sul labbro inferiore.
Non so per quanto rimasi incantata a guardarlo ma a un certo momento vidi mia madre andare incontro a questo ragazzo abbracciandolo istintivamente.
Abbassai lo sguardo per poi collegare chi fosse quel bel ragazzo, Zayn Malik.
Il primogenito della famiglia Malik.
Mia madre si stacco lentamente dall’esile corpo del ragazzo e gli accarezza entrambe le guance con le mani «Come sei diventato bello» disse mia madre guardandolo con la testa china di lato mentre il moro si lasciò scappare una risata «Debbie, mi sei mancata terribilmente!» disse lasciandole un bacio sulla guancia destra e successivamente la ragazza entrata assieme a lui tossì per attirare l’attenzione su di lei.
«Lei è la mia ragazza: Ariana» disse il ragazzo prendendola per mano presentandola a mia madre, scossi leggermente il capo vedendo mia madre abbracciare questa sconosciuta.
Presi la scopa che era dietro alla porta e inizia a spazzare i cocchi di cristallo mentre mi spostavo una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio sentendo le chiacchere tra mia madre e i due ragazzi «Ma che diavolo state combinando qui?» domandò Trisha Malik entrando in cucina come una furia visto che è da diversi minuti che nessuna delle sue due cameriere non entrava in salotto con i vassoio pieni di champagne.
Mi guardò in cagnesco vedendomi con la scopa in mano e prima che potesse dire qualcosa la sua attenzione fu catturata da suo figlio che la guarda con un sorriso raggiante e in giro di pochi minuti le forti braccia del ragazzo catturarono il corpo della madre.
 
**
Stavo rimboccando le coperte di Safaa che era andata a letto prima del termine della festa e mi stava raccontando di quando sia felice del ritorno  di suo fratello.
«Da quando parli così tanto?» domandai divertita mentre mi sedetti vicino a lei sul letto «Lo so ma sono troppo contenta che sia tornato il mio fratellone» la guardai dolcemente passando una mano tra i suoi morbidi capelli neri «Zayn è come un principe azzurro che salva le principesse in pericolo» continuò la bambina fin troppo emozionata per i ritorno del fratello e mi morsi il labbro sentendo la descrizione della bambina, mi alzai dal letto lasciandole un bacio sulla fronte «Ora dormi e domani potrai passare tutto il tempo con tuo fratello» la bambina annuì salutandomi con la manina e uscì lentamente dalla stanza chiudendo con delicatezza la porta bianca con delle stelline rosa attaccate ad essa.
«Sta già dormendo?» sobbalzai sentendo questa domanda e mi voltai di scatto vedendo il ragazzo di prima accennare un sorriso, annui velocemente con la testa «Con permesso» dissi prima di allontanarmi da lui, sentivo qualcosa di strano alla bocca dello stomaco e mi era successo da quando i miei occhi avevano incontrato i suoi «Aspetta» mi sentì richiamare e mi fermai di colpo voltandomi lentamente verso di lui, il moro avanzò verso di me continuando a sorridere.
«Non so il tuo nome» disse porgendomi la mano, aveva un tatuaggio su tutto il dorso ed emessi una leggera smorfia di disgusto per poi stringerla saldamente «Perrie, la figlia di Debbie» il ragazzo dischiuse leggermente la bocca alla mia affermazione e fece cadere la mano lungo il fianco mentre si avvicinava pericolosamente  a me.
 
Che diavolo saltava in mente a questo ora?
Camminai all’indietro mentre lui si avvicinava con cautela a me «Non ti ricordi proprio di me, vero?» la sua  domanda mi colse di sorpresa e mi fermai a un passo dal primo gradino delle scale che portavano al salone dove si stava svolgendo la festa.
 
Il ragazzo scosse successivamente la testa non sentendo una mia risposta e mi passò accanto procurandomi una scossa che attraversò tutto il mio corpo.
 
Avevo già conosciuto prima di allora Zayn?
Scossi il capo di nuovo per poi scendere velocemente le scale, notai i signori Malik ballare un valzer come la maggior parte degli invitati, camminai tra gli ospiti danzanti cercando di non essere colpita da nessuno.
Mi fermai sulla soglia della cucina ammirando le sorelle Malik ballare assieme a due ragazzi biondi, sicuramente gemelli e cercai con lo sguardo il ragazzo moro che mi aveva fatto tremare solo con un leggero tocco.
Mi alzai sulle punte dei piedi per cercarlo e lo vidi ballare assieme alla sua fidanzata che aveva presentato poco prima a mia madre.
Chiusi lentamene gli occhi immaginando di essere tra quegli ospiti a ballare un lento valzer.
 
Stavo ballando da sola con un vestito bianco con una gonna che mi scivolava lungo le gambe e mi  muovevo lentamente a occhi chiusi sorridendo come una bambina.
A un certo punto sentì una mano sul mio fianco e l’altra nella mia mano che penzolava in aria, aprì lentamente gli occhi guardando due occhi castani così profondi che passerei ore a vedere.
Il mio sorriso aumentò mentre tutti gli invitati sparivano e rimanevamo solo io e lui, eravamo come Cenerentola e il suo principe azzurro, due persone e un unico cuore.
 
Una caduta mi fece tornare alla realtà, aprì velocemente gli occhi vedendomi per la seconda volta in una sera a terra, mi guardai attorno imbarazzata accorgendomi di alcuni occhi puntati addosso a me.
Cercai di alzarmi senza fare altri danni e una mano si presa il braccio aiutandomi ad alzarmi, voltai il viso verso il braccio per poi alzarlo dischiudendo leggermente le labbra.
Zayn per la seconda volta mi stava aiutando.
 
Chi diavolo era veramente quel ragazzo e perché correva sempre in mio aiuto?
L’unica cosa certe e che il mio cuore palpitava più velocemente quando eravamo assieme.
 
HELLO PEOPLE:)
Sono tornata con una nuova storia, oh yeah.
Non vi dirò mai come mi è venuta in mente quest’idea.
La storia sarà leggermente diversa da Freedom ad esempio non ci saranno quasi mai gli altri componenti della band.
Lo so che Trisha o le sorelle Malik non sono veramente così ma è tutto frutto della mia fantasia.
Ditemi se vi piace se no non la continuo, aha.
Scusate eventuali errori,
un bacio.
 

Twitter: @vivodiperrie
 
 
 

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Capitolo 2
*** First Chapter; ***


    

Le grandi feste a casa Malik non mancavano mai.
Questa sera si sarebbe tenuta la tanto agognata ‘pesca di beneficenza’ che poi di beneficenza ce n’era ben poca.
I soldi dei ricavati la maggior parte andava a tutte le associazioni che partecipavano prestando il proprio nome e il resto andava alle ricerche per le malattie.
Stavo camminando per le strade di Londra alla ricerca del negozio per ritirare gli abiti delle donne Malik e mentre mi guardavo attorno mi sentivo sempre più fuori luogo.
Tutte le ragazze che camminavano lungo quella strada indossavano dei vestiti corti oppure dei jeans con la targhetta ‘Armani Jeans’ mentre i miei pataloncini corti venivano da ‘Topshop’ come la maglietta nera che indossavo, sbuffai leggermente quando una ragazza dall’altra parte mi indicò all’amica e ridacchiarono.
Mi aggiustai il cappellino borgogna sui capelli biondi e continuai a camminare fino al negozio che mi avevano detto, alzai lo sguardo verso la scritta e mi morsi leggermente il labbro inferiore ‘Chanel’.
 
Mi guardai attorno meravigliata da tutte le luci che emettevano quelle vetrine.
Era il 23 Dicembre e stavo camminando assieme a mio nonno teneva la mia mano stretta per paura di perdermi, avevo solo dieci anni ma sognavo di indossare quei vestiti e di poter camminare assieme a un ragazzo per quelle vie così belle e illuminate.
Lascia la mano di mio nonno per salire i pochi gradini che c’ero e dischiusi leggermente la bocca guardando la vetrina illuminata mentre dei manichini neri indossavano dei vestiti bianchi o rosa cipria, la mia bocca si chiuse e un sorriso mi spuntò sul viso, due mani si posarono sulle mie spalle e alzai lo sguardo per vedere mio nonno guardarmi con un dolce sorriso «Mia piccola Perrie anche tu un giorno indosserai questi vestiti» mi sembrò una promessa e annui con  la testa per poi voltarmi così da abbracciarlo e mentre posavo la guancia sulla suo petto vidi una donna uscire assieme a un bambino che teneva per mano e aveva un bellissimo sorriso mentre un uomo dietro portava due borse con sopra la scritta ‘Chanel’.
 
Mossi leggermente la testa per non pensare alla mia infanzia e sospirai per poi salire ancora una volta quei pochi gradini, le vetrine erano illuminate da tante piccole luci bianche che mostravano i vestiti di alta moda posti sui manichini neri.
Mi morsi il labbro ripensando un’ultima volta a mio nonno e posai una mano sulla maniglia della porta e chiusi per un secondo gli occhi mentre spingevo la porta così da entrare.
Quando fui dentro mi guardai attorno meravigliata da quanto un negozio potesse essere bello, non era come i negozi che frequentavo con le mie amiche.
Nell’aria c’era un profumo sconosciuto ma così buono che avrei voluto immergermi in una vasca piena di tutto quel profumo, camminai lentamente su un tappetto nero e mi avvicinai alla cassa richiamando l’attenzione di due donne.
La prima che si girò era una donna sulla trentina con i capelli castani che mi guardò leggermente scocciata mentre alzava il sopracciglio destro e l’altra si voltò poco dopo alzando leggermente un labbro inferiore.
Erano scocciate dalla mia presenza perché non ero una loro cliente abituale.
«Hai sbagliato negozio, il centro commerciale è più avanti» disse la prima commessa e mossa le dita sopra la cassa rigorosamente di nero leccato e provocò un fastidioso rumore con le unghie dipinte di un rosso scuro «Dovrei ritirare degli abiti per le signore Malik» le due donne si guardarono per poi annuire all’unisono e la mora scomparì dietro una porta nera.
Mi guardai attorno con occhi sognanti e con un dito arricciavo una piccola ciocca di capelli che mi ricadeva lungo la guancia «Ti piacciono?» domandò la donna che non aveva ancora emesso parola, voltai il viso verso di lei per annuire con la testa.
La voce della donna era dolce non come quella della sua collega e uscì da dietro la cassa, era più alta di me e indossava un tubino nero con delle calzamaglie color carne che aveva abbinato a delle ballerine nere con un piccolo fioco vicino alla punta «Vieni» fece un piccolo gesto con la mano e la seguì in silenzio, mi portò vicino a un mobile pieno di scarpe alte e mi fece accomodare su una poltroncina nera «Che numero porti?» domandò mentre guardava le varie scarpe esposte «37» risposi leggermente dubbiosa al riguardo e la donna si abbassò per prendere una scatola bianca con sopra la scritta in nero.
Sposto il coperchio e mi mostro delle deliziose decolletè nere e le  poso vicino sul tavolino avanti a me «Togli quegli orribili scarponi dai piedi e prova queste» dischiusi leggermente la bocca per poi fare come mi aveva detto e una volta tolte le calze bianchi presi tra le mani la scarpa destra e la guardai attentamente.
Era nera e lucida e il tacco non era neanche molto alto con molta delicatezza posai le due calzature sul davanti a me e successivamente infila i piedi dentro, il numero era perfetto ed era molto comode, mi alzai per provare a camminare e con grande sorpresa riuscì a camminare fino allo specchio posto al centro del negozio, le mie gambe sembrano più slanciate e i miei polpacci sembravano molto più magri, un sorriso spuntò sul mio volto e mi morsi leggermente il labbro inferiore con gli incisivi «Visto? Sei molto più carina senza quei scarponi neri» disse la donna dietro di me che teneva le mani sui fianchi e annuiva con la testa «Sono bellissime ma non posso permettermele» dissi leggermente dispiaciuta e mi passa una mano sui capelli mossi e camminai verso la poltroncina di prima e levai con attenzione le scarpe per poi posarle nella scatola e mi infilai di nuovo le calze e gli anfibi neri.
La donna era tornata dietro la cassa e io camminai verso di lei per aspettare l’altra con i vestiti.
Qualche minuto dopo uscì da Chanel con quattro borse pieni di vestiti e accessori, camminai sul marciapiede di prima e non mi sentivo così osservata come prima, sembravo una di loro ma non ero una loro e non lo sarei mai stata.
 
**
 
Entrai dalla grande porta bianca di casa Malik e posai i sacchetti sul divano per poi bussare alla porta dello studio dove solitamente si trovavano i coniugi e aspettai un ‘avanti’ per poi entrare e vidi Trisha parlare con suo figlio.
«Scusi il disturbo signora ma ho ritirato i vestiti per stasera e volevo avvisarla» la donna annui lentamente con la testa «Grazie Perrie, puoi portarli nella mia stanza e dare gli altri alle mie figlie» annui guardandola e spostai  per qualche secondo gli occhi su Zayn, aveva un viso ancora stanco per le poche ore di sonno e arrossì quando i suoi occhi incontrarono i miei così uscì velocemente dallo studio per poi riprendere le buste e salì lentamente le scale e mi avvicinai alla stanza di Doniya e bussai per due volte alla sua porta e dopo poco la ragazza mi venne ad aprire e mi prese da un braccio per farmi entrare «Doniya!» esclamai dopo esser entrata nella sua stanza e la guardai alzando un sopracciglio «Scusa Perrie ma devo parlare con qualcuno o altrimenti scoppio» disse buttandosi sul letto con le mani tra i capelli, posai le buste sulla sua poltroncina viola e mi sedetti vicino a lei «Che succede?» domandai attentamente guardando il viso della ragazza «Questa sera ci sarà anche quello stupido di Heric » confessò poco dopo la ragazza e sbuffò dopo aver nominato quel nome.
Heric Harrison, quante volte avevo sentito  il suo nome uscire dalla bocca della ragazza.
Doniya ne era inconsciamente innamorata ma non l’avrebbe mai ammesso, soprattutto a se stessa.
Tutti consideravano Heric un figlio di papà che si vantava delle sue ricchezze e dei possedimenti che aveva il padre ma sotto tutta quella apparenza anche Doniya sapeva che si nascondeva un ragazzo insicuro e fragile.
Dopo essermi subita mezz’ora di discussione su Heric lascia il suo vestito e quello di Waliyha nella stanza e uscì da essa chiudendomi alle porte alle spalle per poi andare verso la stanza di Safaa, bussai una volta e la bambina mi venne ad aprire sorridendo «Perrie!» esclamò la bambina dopo avermi visto, aprì la porta e finalmente entrai posando la busta sul tappetto rosa e mi sedetti sul suo letto a balconcino e mi misi a gambe incrociate guardandola alzando leggermente il sopracciglio «Allora? Vai a provare il vestito che voglio vederti» Safaa alzò ancora di più gli angoli delle labbra e prese il sacchetto e corse verso il suo bagno per cambiarsi, accennai una piccola risata.
Restai per qualche minuto nella stessa posizione per poi sentire la porta del bagno aprire e Safaa camminò lentamente verso il letto con addosso un meraviglioso vestitino lilla, aveva le maniche corte e la gonna era leggermente gonfia e portava delle graziose ballerine con una piccola rosa disegnata sulla punta «Sei bellissima così» dissi sorridendo e inizia a battere le mani mentre la bambina arrossì leggermente, scesi dal letto e mi abbassai per essere alla sua stessa altezza prendendole le mani «Ti ricordi com’era la canzone?» domandai guardandola attentamente, lei scosse la testa.
Scossi leggermente la testa divertita e dischiusi leggermente la bocca per poi cantare una piccola strofa della canzone tratta dal cartone ‘La Principessa e La Povera’.
Safaa annui sorridendo, mi buttò le braccia al collo e la strinsi forte a me chiudendo gli occhi.
 
Era quasi l’ora della ‘fantastica’ festa di beneficenza e stavo aiutando lo chef di casa, Christopher.
«Mi raccomando Perrie, non far cadere nulla» mi raccomando per l’ennesima volta l’uomo dai capelli brizzolati, annuì ancora sbuffando leggermente «Non sono così imbranata, Christopher» mi lamentai per la poca fiducia ripostami, l’uomo scosse la testa ridendo leggermente  e alzai un sopracciglio per poi portare i piatti puliti nella sala da pranzo.
Posai i piatti in ordine come mi aveva insegnato mia madre e successivamente mi sedetti su una sedia passandomi una mano tra i capelli biondi, questa stupida festa mi aveva stancato.
«Anche tu sei già stufa di questa festa?» domandò una voce alle mie spalle sobbalzai sulla sedia per poi alzarmi di scatto così da far cadere delle posate e voltai il viso verso quello della voce, dischiusi leggermente le labbra quando gli occhi di Zayn incontrarono i miei, abbassai lo sguardo e notai le  posate a terra e mi abbassai per raccoglierle «Ti aiuto» disse il moro prima di abbassarsi davanti a me «Non si preoccupi, signorino».
Il ragazzo alzò un sopracciglio guardandomi leggermente stranito «Signorino? Abbiamo la stessa età»  dissi in una piccola risata e scrollai successivamente le spalle «Lei è il padrone e io la domestica» il moro mi porse una mano per aiutarmi ad alzare ma la rifiutai e mi alzi facendo finta di niente «E ora mi scusi» dissi prima di sorpassarlo per entrare in cucina, buttai le poche posate nel lavandino e sbuffai rumorosamente «Perrie, ti avevo detto di stare attenta» disse Christopher dopo aver visto le posate in argento nel lavandino «Non è stata colpa sua» disse il ragazzo dopo esser entrato in cucina per prendere un bicchiere dalla credenza e il cartone di latte dal frigorifero «Zayn, figliolo, ti rovinerai l’appetito così» disse l’uomo togliendogli il cartone di latte dalle mani, il moro alzò gli occhi al cielo per poi posare di nuovo il bicchiere nella credenza e ordinò all’uomo di andare a prendergli la giacca nella sua stanza.
Dopo qualche lamentela l’uomo uscì dalla cucina così da lasciarci da soli ancora una voltai, il mio cuore perse un battito quando le mani del ragazzo si posarono sulle mie spalle «Cambierai opinione su di me» disse al mio orecchio per poi soffiarci sopra e si staccò prima che sua madre fece l’ingresso, chiusi gli occhi per qualche secondo.
Trisha parlava col figlio di quanto fosse bella Ariana e di come era ben educata mentre il ragazzo annuiva spostando qualche volta lo sguardo su di me.
Il campanello suonò e la padrona di casa mi ordinò di andare ad aprire, feci una breve corsa fino alla porta bianca di casa Malik e l’aprì dandola la buona sera, una donna dalla carnagione olivastra mi guardò attentamente per poi togliersi il cappotto di pelliccia bianca e me la porse, l’afferrai e andai verso la cabina armadio che tra pochi minuti si sarebbe riempita di costosi soprabiti.
Quando tornai in salotto vidi Ariana scendere le scale con un vestito estremamente corto di colore nero, si intravedeva una scritta dorata ‘moschino’, sospirai leggermente per poi attraversare il salotto.
Entrai in cucina e posai le mani sul mobile di marmo socchiudendo leggermente gli occhi, mi sentivo sempre così fuori posto durante queste feste, tutte le ragazze presenti mi lanciavano delle occhiatacce  e poi ridacchiavano tra di loro e il mio imbarazzo aumentava notevolmente.
 
Ero seduta sullo sgabello bianco della cucina già da una buona mezz’ora e tra poco avrei dovuto servire la cena per tutta quella gente e il mio cuore palpitava velocemente.
Avevo paura di poter fare una figuraccia ed essere umiliata davanti a tutti.
«Perrie, dobbiamo servire la cena» mi avverti mia madre entrando in cucina con un vassoio pieno di calici da champagne e appoggiò il tutto sul lavello, mia madre lavorava qui da prima della nascita di Zayn quindi l’aveva sempre considerato un ‘figlioccio’ o qualcosa del genere.
Mi avvicinai ai piatti da antipasto che erano posati sul tavolo rotondo in mezzo alla cucina e presi tre piatti per poi portarli dell’altra stanza, l’aria era viziata da profumi da donna molto costosi e sigari di alcuni uomini accessi, scossi leggermente il capo prima di fare un grande respiro e inizia a servire delle donne alla mia sinistra.
E andò avanti così per due ore.
 
Durante la solita asta di beneficenza io e mia madre eravamo in piedi in fondo alla sala e guardavamo attentamente tutte le offerte che la gente più ricca della città proponeva.
Trisha dopo un quarto d’ora lascio il posto a suo figlio, osservai Zayn prendere il posto della madre e mi sembrò che tutti i presenti fossero scomparsi.
Il ragazzo stava parlando delle cure di alcuni dottori americani che stavano svolgendo sui bambini malati di leucemia e che per continuare queste cure servissero altri fondi.
In meno di mezz’ora aveva guadagnato più soldi di quanto sua madre facesse ogni anno, mi morsi il labbro inferiore e lascia sola mia madre per poi salire velocemente le scale.
Entrai nella mia stanza e mi abbassai davanti al letto coperto da un piumone bianco e tirai fuori una scatola di velluto rosa e sollevai il coperchio così da prendere una busta bianca che conteneva dei piccoli risparmi.
 
**
Dopo aver ripulito il salotto da tutti i bicchieri vuoti e le briciole che gli invitati avevano lasciato sul salotto, salì veloce sulle scale e attraversai il corridoio fino alla stanza che fino al giorno prima era rimasta rigorosamente chiusa.
Bussai con delicatezza cercando di non fare troppo rumore e si morsi leggermente il labbro inferiore con gli incisivi e dondolai leggermente sui talloni aspettando che la porta si aprisse.
Pochi minuti dopo la porta si aprì e il moro resto leggermente sorpreso della mia visita e accennai una piccola risata, il moro si fece leggermente da parte e così entrai nella stanza.
Mi guardai attorno notando i vari poster appesi alle pareti e dei cd su una mensola nera «Perrie?» mi richiamò il moro sedendosi sulla sedia girevole nera «Ah, si!» esclamai leggermente imbarazzata per poi passarsi una mano sul braccio «Ecco, ho sentito il tuo discorso prima e volevo darti questo» dissi prima di prendere la busta bianca dalla tasca del mio grembiule e gliela porsi «Non è molto o non sono come le somme dei tuoi amici però volevo contribuire» lo guardai accennando un piccolo sorriso e mi passai una mano tra i capelli dopo che il ragazzo prese la busta osservando il contenuto «Grazie Perrie!» esclamò il ragazzo dopo aver alzato il viso per regalarmi un sincero sorriso «Sono i piccoli gesti che fanno la differenza» continuò dopo essersi alzato dalla sedia e si avvicinò a me per lasciarmi un leggero bacio sulla guancia, arrossi velocemente dopo il suo gesto e sorrisi leggermente imbarazzata così da far uscire una smorfia sul mio volto «Buonanotte» sussurrai a testa bassa e uscì velocemente dalla stanza per poi incamminarmi verso la mia.
 
Perché quel ragazzo mi fa questo strano effetto? Eppure ho sempre criticato la gente come lui ma ha qualcosa di nascosto che io scoprirò.
 
HELLO GUYS!
Sono tornata dopo mesi, lo so..
Mi dispiace, davvero.. ma non trovavo tempo e non trovavo ispirazione ma ora ho in mente tante nuove idee e anche qualche one shot, oh yes.
Buon San Valentino!
E questo è il mio piccolo regalo per voi.
Presto pubblicherò su youtube il trailer di questa storia.
Vi lascio il link del mio canale di youtube dove troverete dei video (nuovi) su Perrie, Zelfie e presto anche un nuovo video Zerrie: https://www.youtube.com/channel/UCEBfwpRkateA2ANdGbmhV1w
Scusate eventuali errori,
un bacio.
 
Twitt
er: @vivodiperrie
 

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