le cronache delle terre dimenticate- i gemelli divisi

di La custode del Cuore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la lacrima d'oro ***
Capitolo 2: *** 1 ***



Capitolo 1
*** la lacrima d'oro ***


Se stai leggendo ci sono solo tre possibilità
1 sei pazzo/a almeno quanto la sottoscritta quindi siamo simili
2 Sei autolesionista fino al midollo o vuoi perdere peso a furia di vomitare per questo orrore qui sotto
3 Non mi ricordo più -.-'
Se non ti sei riconosciuto/a nei punti 1/2 allora...
Compilemti per il coraggio o voi che leggete. Per chi non lo avesse capito sono pazza e con una pessima autostima quindi se non vi ho fatto scappare prima e se non scapperete per la storia per favore lasciatemi una recensione. #occhioni da gatto con gli stivali# Buona lettura e buona fortuna. PROLOGO

Nashia stava tenendo in braccio i suoi due figli. Kuina e Riuga. I due piccini stavano dormendo beatamente. Le guance della regina delle terre di Mercurio erano rigate dalle lacrime. Sapeva perfettamente che anche le ultime difese del suo regno erano crollate. Sapeva che da li a poco doveva scendere in battaglia. Sapeva che sarebbe morta. Ma aveva la certera voleva morire per i suoi ideali combattendo rispetto che arrendersi e morire nelle segrete di Midgorn. Nasha era certa che i suoi figli dovevano soportare tutta la desolazione, l'odio e il dolore che si stava creando. Nasha era certa che suo marito Frank sarebbe stato d'accordo. Così chiamò quattro tra i suoi più fidati sudditi. Emis un ragazzino di 13 anni, Riccard un ragazzo di 17 anni, Olympia una ragazzina di poco più di 12 anni ed infine sua nipote, la figlia di sua sorella Susann una ragazza di ormai 18 anni. Nashia affidò i suoi unici figli a quei quattro ragazzi che nonostante la giovane età avrebbero protetto gli ultimi eredi del trono di Plantea. La regina prese in disparte la nipote e il suo fidanzato e disse:
-Suann, Riccard dovete andare sulla Terra. Vi sto chiedendo di fare un salto dimensionale. E di proteggere non solo i miei figli ma anche Olympia ed Emis. Sono i più piccoli ancora in vita della nostra gente. Non voglio che muoiano per la scellerata guerra che ha iniziato Midgorn
-Come vuole lei mia regina- risposero all'unisolo i due ragazzi.
I quattro ragazzi più i neonati salirono su quattro cavalli e partirino verso il lago delle gorgoni. L'unico posto dove si poteva fare un salto dimensionale per la Terra.
Nashia dopo essere stato sicura che i sei giovani erano abbastanza lontani tornò nell'armeria dove si mise la sua armatura di cuoio incantato abbastanza leggero da poter muoversi in modo libero ma abbastanza resistente da fungere da armatura. La regini di quelle terre così aride ed inispitali che non sarebbero mai interessate a nessuno se non avesse una posizione strategica nelle terre dimenticate più in cui c'era vita. Se solo Midgorn non avesse avuto tanta sete di potere adesso il popolo delle terre di Mercurio non sarebbe nel regno di Thanotos*. Nashia sentiva le urla degli orcho. Nashia sentiva che era giunta la sua ora. Ma la regina del trono di Plantea sapeva che non si sarebbe arresa, sapeva che avrebbe combatutto fino alla fine. Nashia sapeva che i suoi uomini la avrebbero seguita fino alla fine. Per il loro popolo. Per la loro famiglia. Per la libertà. E per un futuro migliore che con molta probabilità non esisteva neanche più ma a cui loro credevano ancora. Era la loro speranza. Perchè quando non c'è niente per cui restare se cerchi bene trovi sempre la speranza che ti porta verso un futuro migliore ma che a volte ti imbroglia e ti da una speranza che non esiste neanche. Nashia lo sapeva bene che quella era la loro speranza. Nashia sapeva che quella guerra avrebbe portato solo morte. Lo sapevano anche i suoi soldati ma stavano comunque combattendo. Stavano comunque sperando. Stavano comunque morendo. É così cho finì il regno di Plantea. Sotto le mazze degli orchi, le freccie degli efli oscuri e con il sottofondo di spade che cozzavano, urla di dolore, pianti di neonati e la risata di Midgorn. Nashia si riscosse aveva due freccie nell'addome e il labbro che sanguinava ma riconosceva benissimo quel pianto. Era il piando di Ruiga. Del suo piccolo. Infatti era li inbraccio a Midgorn che rideva felice mentre quella dolce craturina dai capelli pece e gli occhi ambrati piangeva. È questa l'ultima cosa che la regina Nashia vide prima di morire. Midgorn aveva vinto si era impossessato del suo regno e di suo figlio. Con il suo ultimo soffio di vita Nashia pregò che almeno sua figlia Kuina non fosse nelle mani di quel monstro. Che almeno la sua piccola avesse una vita normale. Che almeno lei non dovesse conoscere la desolazione della sua terra natale. Nashia morì con un ultima lacrima color ambra che gli rigava il volto. Da quella lacrima sarebbe nato un grande salice piangente il simbolo della sua famiglia. Il simbolo della libertà che non era riuscita a dare al suo popolo.

*Thanoto: dio della morte raffigurato come un angelo con una falce. Dio che verrà nominato più volte nella storia in quanto sarà il dio più importante.





ANGOLO SCRITTRICE INFLUENZATA
Salve a tutti e complimenti per essere arrivati fino a qui sanza vomitare. (si sono così ottimista ma è una mia caratteristica) .Questa è una mia semi prova per una storia che si può con siderare una storia ad un capitolo ma non lo è. Infatti questo è il primo cap della serie "Cronache delle terre dimenticate" se volete sapere il continuo aspettate una settimana o più dipende dall'ispirazione. Voglio aggiungere che verrà anche nominato più volte il mio rap preferito Emis Killa per motivi che capirete più avanti. E ke ripetizioni le ho scritte apposta.
Kiss la custode del cuore<3

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Capitolo 2
*** 1 ***


LACRIME PER UN AMORE APPARENTEMENTE MORTO

Gli elfi oscuri avevano ucciso i cavalli. Olympia e Susan erano dietro con Riuga che stavano correndo mentre Riccard e Emis con Kuina davanti. Mancava poco al lago delle gorgoni. Alla libertà. Ma a quanto pare le creature oscure non la pensavano così. Infatti i trol attaccarono i quattro ragazzi. I due maschi erano riusciti a raggiungere le coste del lago delle gorgoni per un pelo. Emis non voleva lasciare la sua amica Olympia. Non voleva abbandonare l'unica persona a cui voleva bene ancora viva ma Riccard non la pensava allo stesso modo. Infatti il diciasettenne aveva parlato telepaticamente con Susan la quale gli aveva detto chiaramente di andare con Kuina e Emis. Mentre lei, Olympia e Riuga se la sarebbero cavata. Ma stava mentendo. Sia Emis che Riccard lo sapevano. Ma Riccard non voleva ammetterlo. Mentre Emis si era arrabbiato urlando
-Rick, non dirmi che ritorneranno. Non dire che bugie. Sappiamo entrambi che non ritorneranno a quest' ora saranno morte. Le crature oscure non fanno sopravvisuti e tu lo sai bene come lo so io come lo sapevano Susan e Olympia.
-Emis non è vero. Io sono sopravvisuto, tu sei sopravvisuto le ragazze sono sopravvisute all'attacco di quei mostri. O non ti ricodi la distruzione del tuo villaggio. Io a differenza tua si. Mi ricordo lo spargimento di sangue. Le urla di dolore dei miei amici, della mia famiglia di mia sorella. Ma se ho capito una cosa è che bisogna Amare ogni giorno della nostra Vita,Ridere* difronte alle sventure ma soprattutto ricordarsi le persone morte a cui si è voluto bene.-Riccard stava piangendo. Voleva sembrare forte ma era debole. Non riusciva a sopportare una vita senza la sua Susan. Ma ormai era li senza di lei. Doveva portare avanti la missione. Doveva salvare gli ultimi bambini delle terre di Mercurio.
-Fa come vuoi Rik io me ne vado.-
-Emis dove hai intenzione di andare? Sentiamo?-
-Riccard siamo dei maghi oltre che dei soldati. Siamo in grado di soggiogare le menti delle persone. È così che mi creerò una vita... E non chiamarmi più Emis da oggi sono Emiliano non te lo dimenticare. Anzi no dimenticatelo come ti devi dimenticare di me.-
-Aspetta...-
-Rik se non lo hai capito io non voglio più aver a che fare con te. Con la missione o con le nostre terre. Non ti voglio vedere, sentire o sentir parlare di te. Adesso ti dico addio.
Riccard osservò il tredicenne scappare via. Poi osservò il fagotto che aveva tra le braccia e sorrise. La bambina gli stava sorridendo. Aveva due surreali occhi color ambra e i capelli nero corvino. Il ragazzo sorrise alla neonata ed esclamò:
-Per un bel po' dovremo convivere. Quindi cerca di non riempire tanti pannolini e di imparare presto ad usare il vasino.- la bambina gli sorrise ma fece una grande puzzette- Iniziamo bene. Allora Kuina andiamo a cercare casa.- e così iniziò la difficile convivenza tra la piccola Kuina e Riccard. Ma il giovane mago-gueriero sentii un messaggio della sua Susan che diceva "Siamo vive ma non per molto. Hanno preso Riuga."

*frase copiata da smemo


ANGOLO DELLA SCRITTRICE INFLUENZATA
Salve a tutti. Per prima cosa ringrazio Vyolet e Dreamer_10 che hanno recensito la mia storia e Dreamer_10 che ha messo tra i preferiti la storia. Adesso passiamo la storia qui Emis, Riccard e Kuina sono arrivati sulla Terra e tra i due ragazzi è partita una discussiine non piccola. Olympia, Susan e Riuga sono stati catturati ma le due ragazze saranno veramente morte? Lo scopriprete nella prossimo orribile capitolo col titolo "TREDICI ANNI DOPO"
Kiss la custode del cuore<3
P.s. Chiedo scusa per la cortezza del cap qui sopra ma è solo di passaggio

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