La solitudine degli Holmes

di alexisriversong
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Meduse tra i pesci rossi ***
Capitolo 2: *** Numeri primi gemelli ***



Capitolo 1
*** Meduse tra i pesci rossi ***


WARNING!!! - In questa storia Sherlock e Mycroft sono innamorati anche se sono fratelli se non vi piace non leggete u.u

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Sherlock sapeva che al mondo non c'era nessuno per lui, che nessuno avrebbe mai potuto amarlo, era troppo asociale, il suo genio spaventava la gente comune, era diverso da tutti. Per questo si era rinchiuso in se stesso, per questo era cascato nella droga ed era fuggito dalla vita sociale a cui volevano costringerlo i suoi genitori.

Dopo la seconda overdose, si risvegliò in ospedale, Mycroft era li, che lo guardava con quei suoi occhi intelligenti quanto i suoi. Come un suo pari. Erano entrambi uguali anche se fisicamente diversi.

"Fratellino... perchè ti vuoi fare del male in questo modo?" chiese con una voce più gentile del normale. Era chiaramente triste e preoccupato per lui.

"Che senso ha..." cercò di rispondere Sherlock ma la gola era secca e non riuscì a continuare fino a che Mycroft non gli diede un cubetto di ghiaccio "Che senso ha vivere se sono solo in un mondo di idioti?" Riuscì finalmente a dire.

Mycroft scosse la testa. "Fratellino, non lo capisci? Non sei solo... Ci sono io... noi siamo uguali... la gente è come pesci rossi uguali e monotoni, noi siamo le meduse, quelli diversi. La gente può chiamarci con milioni di appellativi diversi ma noi avremmo sempre qualcosa in più di loro che non saranno in grado di comprendere..."

Sherlock guardò per la prima volta suo fratello e lo dedusse, era ovvio il suo stress, le occhiaie marcate sotto il viso, la perdita importante di peso, suo fratello non era mai stato così magro, quasi debole, si sentì in colpa per la prima volta in vita sua, non pensava che suo fratello tenesse così tanto a lui. L'idea dei pesci rossi e le meduse l'aveva compresa gia da tempo, sapeva che l'unica persona come lui era suo fratello ma non poteva farci nulla, non potevano mica essere una coppia, non potevano amarsi, o forse si?

"Ma tu non ci sei mai per me"

"Tu scappi"

"Tu non mi insegui"

"Lo sai che ti tengo d'occhio costantemente"

"Ma non sei li con me"

Rimasero in silenzio per un po' senza sapere che altro aggiungere. Fu Mycroft a interrompere il silenzio.

"Che cosa dovrei fare fratellino? Io ti vorrei con me ogni istante, ogni giorno, ogni notte... Ti vorrei in modi che per un fratello sono inappropriati, non posso fare a meno che pensare che siamo unici, destinati a stare insieme, ma la legge lo proibisce, non possiamo..."

"Ma se io volessi stare con te in quel modo?"

"Non sarebbe comunque legale Sherlock"

"E da quando a noi importa la legge? Noi siamo diversi dagli altri, perchè dovremmo rispettare le loro regole?"

Mycroft chiuse gli occhi e appoggiò la fronte sulle mani. "Mycroft perchè non sono in ospedale? Perchè sono a casa tua?"

"Non era un overdose grave, ti ho portato qui, era più vicino..."

"Siamo soli..."

"E allora?"

"Nessuno lo saprà mai che ci amiamo se lo teniamo nascosto"

Il maggiore degli Holmes guardò il minore con gli occhi spalancati.

"Ci amiamo?"

"Sono sempre stato convinto che per me non ci fosse nessuno Mycroft, ma credo di aver sempre sbagliato a reprimere i miei sentimenti per l'unica persona che possa mai essere adatta a me. Non siamo bravi con le emozioni, non lo siamo mai stati, ma non dubitare mai del mio amore, anche se ti tratterò male, dirò che sei il mio arcinemico, quando saremo fuori da questa stanza. In questa casa saremo noi stessi che ne dici?"

Si sorrisero, Mycroft allungò il braccio e toccò la mano del fratello per la prima volta da anni. Entrambi avevano bisogno di contatto umano. Sherlock si spostò un po' nel letto facendo posto al fratello. Mycroft esitò un attimo prima di togliersi i vestiti (non poteva mica sgualcirli) appoggiarli accanto a quelli del fratello (l'aveva spogliato prima di metterlo a letto) e infilarsi nello spazio che questi gli aveva lasciato.

Sherlock si accoccolò contro il petto nudo dell'altro come aveva sempre desiderato di fare. Per una volta Mycroft non si trattenne e lo abbracciò forte contro di se, entrambi felici del loro nuovo contatto. Esitando, Sherlock alzò il volto e premette le labbra contro il collo dell'altro. Mycroft tremò sotto di lui, gli infilò le mani tra i capelli e lo incoraggiò a baciare più in alto, sulla mascella ed infine sulle labbra. Si baciarono a lungo quella notte.

Sherlock sapeva che finalmente, non sarebbe più stato da solo.

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Capitolo 2
*** Numeri primi gemelli ***


Questa parte della storia è ciò che successe veramente, in realtà Mycroft non cedette mai ai suoi sentimenti per il fratello...

Mycroft sapeva che non era possibile. Sherlock era suo fratello, era la persona che più amava al mondo, l'unica persona simile a se stesso. Non poteva fare nulla per averlo però. L'incesto era illegale, non c'era nulla da fare, con la sua posizione nel governo non si potevano mettere di certo insieme, era in gioco la sua posizione.

Quando Sherlock venne da lui quel fatidico giorno, lui lo respinse. Sherlock cercò di convincerlo in tutti i modi, gli parlò di quanto lo desiderasse, di quanto fossero compatibili, di quanto lo amasse. Mycroft fu irremovibile, gli disse che non potevano stare insieme, che erano come numeri primi gemelli, così vicini e simili ma sempre separati da un ostacolo insormontabile. Doveva esserci qualcuno la fuori per lui. Qualcuno che non era suo fratello. Ogni parola di rifiuto che diceva era una fitta al cuore.

"I sentimenti sono uno svantaggio terribile Sherlock, non posso rischiare la mia carriera per una cosa come l'amore" Vide il dolore sul volto del suo fratellino, lo vide diventare rabbia e poi voglia di scappare.

"Come puoi dirmi questo? Perchè fai così?"

"Perchè è la verità"

"No, stai mentendo!" Mycroft lo guardò tristemente e Sherlock capì che doveva andarsene, quello non era il suo posto. Mycroft vide come il suo fratellino crollava nella droga, giorno dopo giorno trasformandosi nell'ombra di se stesso, senza più una ragione per continuare, lo vide separarsi sempre di più da lui.

Il dolore che gli provava la loro separazione era sempre più grande ma fu contento di vederlo tornare in se, iniziare a fare il consulente detective, conoscere il Dottor Watson e innamorarsi.

Mycroft non smise mai di amare Sherlock, come probabilmente il detective non smise mai di amare suo fratello, ma lo nascondevano bene, nella profondità dei loro cuori, sapendo che non avrebbero mai potuto trovare qualcun'altro allo stesso modo.

Il fatto che Sherlock fosse riuscito comunque a trovare un compagno, lasciò qualche speranza anche al piu grande degli Holmes che guardava con speranza ad un certo Ispettore di NSY dai capelli argentati. Magari anche lui poteva trovare un modo per riempire un po' di quel vuoto che l'impossibile amore per suo fratello gli aveva lasciato nel cuore.

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Ho amato scrivere questa storia che mi ha promptato Siona Porto nel Drabble Weekend del gruppo facebook "We are Johnlocked" dovrò davvero leggere "La solitudine dei numeri primi"

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