Yume

di marynana89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: L'inizio della loro storia ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Ricordi e incontri ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Il micio Taka ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: L'inizio della loro storia ***


Capitolo 1: L'inizio della loro storia








 
Dicono che io sia un ragazzo molto sensibile, attento ad ogni sfaccettatura dell'animo umano, che riesca a vedere cose che altre persone non riescono.
Io non mi vedo così.
Mi odio per quello che sono.
Per colpa mia, i miei genitori morirono in un incidente stradale e il mio patrigno, amico d'infanzia dei miei, si occupò di me e dovette provvedere a farmi cambiare di scuola per colpa di un incidente che non doveva mai succedere.
Fu molto gentile con me, lo era sempre stato, ma in quell'occasione mi disse che non era colpa mia se avevo un cuore puro, che amavo la giustizia e che anche lui, al mio posto, avrebbe fatto lo stesso.
Sarà stato anche così, ma se non l'avessi fatto, sicuramente non avrei dato tutti questi disturbi a Jiraya – il mio patrigno – e soprattutto, non avrei incontrato lui.




E mi accorgo di essere felice nel pensare a questo perchè, nel dolore degli altri, io avevo incontrato lui.












Un ragazzo biondo, diverso da tutti i suoi coetanei per il suo aspetto, aveva appena varcato i cancelli della scuola della sua nuova città, la Konoha High School.
Era arrivato un po' in ritardo anche se era il suo primo giorno di scuola e doveva essere presentato alla sua nuova classe, visto che aveva dovuto cambiare scuola per quell'incidente, ma sembrava non aver alcuna fretta di entrare.
Ormai era in ritardo, tanto valeva che se la prendesse comoda.
Fu mentre entrava che intravide un ragazzo seduto sul giardino, sotto un albero, a guardare in alto, verso le grandi finestre della scuola.
Fu incuriosito subito da quel ragazzo, non solo per la sua bellezza immortale che lo faceva sembrare un Dio sceso in terra, ma anche perchè le lezioni erano già iniziate da un pezzo e lui non era in aula.
Che fosse uno di quei tipi che marinano la scuola?
Ma allora perchè era a scuola e non come tutti gli altri in giro, fuori dalle mura scolastiche?
Voleva proprio andare a chiederlo, anche se era sicuro che non erano fatti suoi, ma quel ragazzo con quei lineamenti così delicati, quei capelli neri e quello sguardo così...triste, gli aveva smosso una curiosità che era sempre stata in lui ma che aveva cercato sempre di nascondere davanti agli altri.
Non sapeva perchè, ma c'era qualcosa di strano in quel ragazzo e lui voleva proprio scoprire cosa fosse.
Aveva la sensazione che doveva andare da lui per alleviare quelle sofferenze che il suo sguardo stava emanando.
Mosse i primi passi per andare da lui ma una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare.


“Lei deve essere Naruto Uzumaki, giusto?”


Si voltò a guardare la donna che l'aveva chiamato per nome e cognome, riconoscendo in una vecchia foto del suo patrigno, Tsunade, la sua vecchia compagna di classe e ora preside della scuola.
La donna, per un favore ottenuto da Jiraya stesso, aveva ammesso in classe il biondo anche se era già iniziata la scuola da un bel pezzo e avesse già saltato tre mesi.
Aveva i capelli biondi, legati in due code basse ai lati, due occhi verdi, nascosti sotto a degli occhiali, anche se si vedeva lontano un miglio che fosse arrabbiata, e il viso molto levigato, tanto che non sembrava che avesse più di cinquant'anni.
La sentì picchiettare con un piede nervosamente a terra, mentre incrociò le mani sotto il prosperoso seno, aspettando una risposta.


“S-sì, sono io”


Disse, deglutendo a fatica un grosso nodo alla gola, visto che quella sembrava fulminarla con lo sguardo.


“In ritardo di ben 37 minuti e già volevi andare a bighellonare per la scuola senza entrare in classe?”


Stava per rispondergli che non stava andando a zonzo per la scuola ma per andare a parlare con quell'altro ragazzo, quando pensò che l'avrebbe messo nei guai e scosse la testa.


“Mi ero leggermente perso”


Mentì, portandosi una mano dietro la testa a scombinarsi i capelli già ribelli di suo.
Era un vizio che aveva da bambino e che non si era mai tolto.
La donna sospirò e per quella volta, decise di lasciar perdere.


“Vieni con me, ti presento alla classe ma vedi di arrivare in orario da domani”
“Sì, signora”


Rispose con tono teatrante il ragazzo, seguendola poi in silenzio.
Si voltò a guardare le mura di quella nuova scuola, memorizzando la strada per arrivare in classe.
Salirono la prima rampa di scale, poi svoltarono a destra e continuarono ad andare avanti.
Tre aule dopo, la preside si fermò e bussò alla porta.
Il permesso di entrare fu dato subito dopo e la donna entrò, seguita a ruota dal biondo.
La classe si alzò in piedi e si inchinò per rispetto.


“Comodi ragazzi.”


Diede così il permesso di far sedere gli alunni e indicò il ragazzo affianco a lui.


“Questo è Naruto Uzumaki, trasferitosi dalla sua scuola per vari motivi. Spero che farete conoscenza con lui.”


Naruto guardò la classe, tutti i ragazzi che rimanevano imbambolati ad osservarlo.
Beh, era normale se in una scuola giapponese entrasse in classe un ragazzo biondo, occhi azzurri, di un azzurro che sembrava un mare limpido che ti strascina al largo con le sue maree lente e delicate, e soprattutto abbronzato come lo era lui.
Si inchinò in segno di rispetto e li guardò sorridendo a trentadue denti.


“Salve a tutti, mi chiamo Uzumaki Naruto, amo tantissimo il ramen e fare amicizia con nuove persone. Odio lo studio e la scuola, ma visto che devo per forza laurearmi, credo che dovrò convivere con questa scuola e l'università per qualche anno ancora. Spero di fare amicizia anche con voi.”


Si inchinò leggermente di nuovo, riuscendo a far ridere e sorridere i nuovi compagni, della quale cominciarono a tartassarlo di domande, tipo da dove vieni, oppure, che lavoro vorresti fare da grande, ma non riuscì a rispondere perchè l'insegnante richiamò tutti i presenti.


“Ragazzi, avete la ricreazione per poter parlare con il vostro compagno di classe, quindi tornate al posto. Naruto Uzumaki, io sono il professor Hatake Kakashi, insegnante di lettere e coordinatore di classe.”
“Piacere di conoscerla”
“Spero che ti troverai bene in questa classe. Il tuo banco è quello, vicino ad Haruno, la ragazza con i capelli rosa e quel banco vuoto.”
“Sì, la ringrazio.”


Seguì l'indicazione del suo insegnante e si sedette accanto alla ragazza.
La donna gli sorrise cordiale.


“Benvenuto, Naruto, io mi chiamo Sakura Haruto, è un piacere conoscerti”
“Il piacere è tutto mio, visto che ho appena conosciuto una ragazza bellissima.”


Gli fece l'occhiolino e la ragazza arrossì, tornando a guardare il libro che aveva sul banco e spostandosi una ciocca di capelli rosa dietro l'orecchio.
Capì che l'aveva messa in imbarazzo e non insistette più di tanto.
Lui era il tipo di persona che non riusciva a ferire l'altra se lo volesse, ma solo involontariamente, quando non si accorgeva di qualcosa che gli era sfuggita.
Una cosa che incuriosì il ragazzo fu il banco vuoto accanto a lui.
Non credeva possibile che ci fosse un altro ragazzo che sarebbe entrato a metà giugno a scuola, dopo tre mesi come lui, il che non capiva perchè fosse lì.
Che il ragazzo fosse malato e per questo assente?
Eppure il professore non aveva accennato a nessun compagno malato quando gli aveva indicato il posto, aveva detto proprio banco vuoto, perchè?
Che fosse capitato qualcosa a quello o quella che era seduto/a in quel banco?
Non ebbe il tempo di cercare di capire, che riprese la lezione e dovette concentrarsi in quello che veniva spiegato.


Il resto della giornata passò in modo semplice e tranquillo, a parte per l'ora di pranzo che venne accerchiato da tutti i compagni di classe e gli venne chiesto tutto, perfino che taglia portasse di slip.
Rise tutto il tempo e a fine scuola venne accompagnato dal suo nuovo amico Kiba a casa, visto che gli veniva di strada.
Lo salutò e gli disse che si sarebbero incontrati il giorno dopo davanti a casa sua per andare a scuola.
Si erano ritrovati molto simili, e quindi avevano legato subito, come se fossero stati insieme per molto tempo.
Appena rientrato a casa si tolse le scarpe e andò a preparare la cena, visto che Jiraya lavorava e sarebbe tornato per l'ora di cena.
Scelse qualcosa di semplice, del riso in bianco e vari contorni, come la frittata d'uovo, oltre che al suo ramen precotto.
Non avrebbe saputo vivere senza.
Mentre aspettava, si mise a fare i compiti.
Voleva diventare un primario di un ospedale e salvare quante vite possibili.
Era stato l'incidente dei suoi genitori a fargli prendere quella decisione.
Parecchi anni addietro, quanto aveva solo dieci anni, i suoi genitori morirono per colpa di un pirata della strada.
Stavano tornando a casa, dopo aver esaudito il suo desiderio e avergli comprato quel peluche a forma di rana che aveva visto qualche giorno prima nel negozio di giocattoli della città, e che stavano portando in dono per il suo decimo compleanno.
Un uomo ubriaco, correva a forte velocità dall'altro lato della strada.
Dovette addormentarsi, oppure si sentì male mentre guidava, fatto sta che, durante la curva, lui andò dritto e colpì la macchina dei suoi genitori, facendola finire giù per la scarpata.
Inutile furono i tempestivi interventi, visto che entrambi erano morti sul colpo, così come l'uomo alla guida dell'altra vettura.
Naruto, credendo che fosse colpa sua e del suo stupido desiderio di avere quel peluche, non se lo perdonò per giorni interi, piangendo sul letto dei loro genitori, rimanendo solo.
Era stato l'Ero-sennin – soprannome dato da Naruto a Jiraya – a dargli una nuova forza per andare avanti.


Se ti senti in colpa, vivi per loro, diventa qualcuno in grado di salvare le vite delle persone, così i tuoi genitori saranno davvero contenti di averti fatto nascere e di averti amato.”


Ricordava ancora quelle parole come se le avesse sentite in quel momento stesso e lui, in quel istante, decise di diventare un medico, un medico capace di curare le persone e di salvare numerose vite.
Lo doveva a loro e anche se sarebbe stato duro, ce l'avrebbe fatta.
Adesso era all'ultimo anno del liceo e doveva diplomarsi con il maggiore dei voti, se voleva avere qualche speranza di entrare alla facoltà di medicina, visto che era a numero chiuso e solo pochi eletti potevano entrarvi.


Jiraya lo trovò in cucina, immerso nello studio, tanto che non lo sentì nemmeno entrare dalla porta.
Era un uomo sulla cinquantina, con dei capelli bianchi lunghi, segno che non se l'era quasi mai tagliati, e anche se li teneva legati dietro la schiena, erano davvero ribelli e sbucavano da tutte le parti.


“Eccoti, come è andato il tuo giorno di scuola?”


Il ragazzo biondo sobbalzò, colto alla sprovvista, visto che non l'aveva sentito arrivare.


“Ero-sennin, non ti ho sentito entrare”
“Lo so, eri troppo concentrato su quei libri”
“Già. Devo essere il migliore della scuola e realizzare il mio sogno.”
“Bene bene, cominciando così sei già a metà dell'opera. Allora? Ci sono ragazze carine in classe? Hai già fatto amicizia?”
“Certo che ho già fatto amicizia e di ragazze carine ce ne sono davvero tante, anche se mi piace di più una ragazza di nome Sakura.”
“Perfetto. Allora invitala a qualche appuntamento, magari nasce qualcosa tra di voi.”
“Lo farò, ma prima voglio riprendere tutto il programma che in questi tre mesi non ho fatto e poi ci penserò.”
“Va bene, ho capito. Che ne dici di cenare, mentre mi racconti quello che è successo a scuola?”


Naruto annuì e tolse i libri, preparando poi la tavola e mettendosi a parlare di tutto quello che gli era successo.
A metà racconto, si fermò.


“Ah! Mi sono dimenticato!”
“Di cosa?”
“All'entrata, oggi, ho visto un ragazzo seduto sotto un albero a guardare le finestre della scuola. Aveva un aria molto triste, chissà perchè era lì”
“Qualunque fosse il motivo, sicuramente tu riuscirai a farglielo dimenticare con la tua allegria. È giù successo molte volte, e lo sai”
“Sì, ma io non lo conosco neanche”
“Lo conoscerai presto e diventerai amico anche con lui.”


Il biondo annuì più rilassato e riprese a parlare della giornata trascorsa.
Infondo, ci sarebbe stato anche il giorno dopo per incontrarlo di nuovo, no?















*Angolo di Mary*
Salve a tutti, rieccomi con una nuova storia, stavolta molto diversa dalle altre.
Non sarà tanto lunga, sulle 5 paginette, credo, ma comunque giù di lì.
Sarà particolare e spero che piacerà.
Metto l'OOC per evenienza, anche se, in questo primo capitolo non mi sembra che ce ne sia di bisogno, almeno spero.
Per il rating, credo che rimarrà verde, se succede qualcosa, lo alzerò a secondo se il capitolo ne viene chiesto.
Che dire d'altro? Ah, sì.
Non so quando aggiornerò, anche perchè non riesco a leggere nemmeno delle storie che sto seguendo e che pubblicano altre scrittrici di EFP.
Spero, comunque, di fare presto.
Un bacione da marynana89

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Ricordi e incontri ***


Capitolo 2: Ricordi e incontri











Venne svegliato dal suo gatto tigrato rosso e bianco che gli si mise sul grembo e cominciò a fare le fusa.
Per Naruto, svegliarsi la mattina presto alle 6 per via delle attenzioni che gli riversava Kyuubi -questo il nome della gatta- non era mai troppo bello, anche se, mentre l'accarezzava, cambiava umore e diventava più felice.
Era stato tramite quell'incidente che l'aveva incontrata.
Chiuse gli occhi accarezzandola e rimembrando quel fatto anche se lui non voleva, perché doloroso.







Stava tornando a casa, dopo aver finito il suo turno delle pulizie a scuola ed era ormai pomeriggio inoltrato.
I raggi del sole che tramontava, rendevano tutto infuocato, rosso, facendo nascere in lui un sentimento di bruciante passione per il mondo.
La natura sembrava dirgli che non era solo, che era insieme a lui e che non doveva essere triste.
Era da una settimana o più che era più triste del solito, visto che era passato da poco l'anniversario della morte dei suoi genitori ed era andato a portargli dei fiori sulla loro tomba con l'Ero-Sennin.
Non aveva pianto, le lacrime erano solo per deboli e lui non poteva piangere davanti al suo patrigno e nemmeno davanti ai suoi genitori.
Doveva essere forte e diventare quello che si era prefissato, ovvero un medico, e solo quando avrebbe salvato anche una sola vita, lui avrebbe potuto piangere per felicità.
Il senso di nostalgia e malinconia, però, quelli non riuscì a toglierli dall'anima per tutti quei giorni passati, infondo gli mancavano i suoi genitori.
Mentre era sovrappensiero, sentì un piccolo urlo di un gattino e, senza pensare alcunché, andò in quella direzione.
Quello che vide lo fece tremare di rabbia.
Tre ragazzi, più o meno della sua età, colpivano quel povero gattino rosso e bianco con dei sassi, mentre aveva le zampe immobilizzate da una corda.
Il gattino era ancora piccolo, un cucciolo, e poco distante da lui, vi erano altri gatti, ma dal sangue che vi colava, capì che ormai erano morti e non si poteva più fare niente per salvarli.
Gli occhietti del gattino, di un color azzurro così chiaro che ti facevano perdere, lo guardarono chiedendogli una muta richiesta d'aiuto.
Senza pensarci, in un attimo fu sopra i ragazzi a menarli per quello che avevano fatto.
Non erano stati gli occhi del gatto a farlo scattare, ma solo la sua voglia di salvarlo.
Odiava chi faceva del male agli altri, specialmente se questi erano indifesi.
Non potevano fare del male ad essere innocenti e passarla liscia.
Avevano già fatto del male agli altri gattini, questo l'avrebbe salvato.
Combatté al massimo delle sue forze e, dopo averli stesi, corse a liberare il gattino.
Quest'ultimo, spaventato, l'aveva morso ma quando vide che non gli faceva del male, ma anzi, l'aveva salvato, aveva leccato il morso in segno di scuse.
Lo prese tra le braccia e lo portò dal primo veterinario, curandogli le ferite che quelli gli avevano fatto.
Quando tornò a casa, pieno di lividi e con il gatto, Jiraya, preoccupato, si fece dire quello che era successo, dandogli tutta la ragione che lui avesse.
Purtroppo a scuola, non fu così.
I tre ragazzi diedero una versione diversa dei fatti, oltre al fatto che a fine della scuola, lo aspettavano per dargli ancora una lezione.
Lui, però, non ci stava a farsi del male da solo, quindi si azzuffava in continuazione e, il suo patrigno, pensò bene di toglierlo da quella scuola e iscriverlo in un altra, cambiando addirittura casa,andando dall'altra parte della città cosicché quei ragazzi non sarebbero più riusciti a fargli del male.
Jiraya, in quel modo, doveva viaggiare ogni mattina per andare a lavoro.






Ricordando questo, sospirò stanco ma era comunque contento, perché era riuscito a salvare una vita.
Jiraya non ce l'aveva con lui e poteva quindi guardare avanti tranquillamente.
Infondo, adesso, aveva un nuovo amico, Kiba e se ne sarebbero aggiunti altri.


Era ormai tardi e si alzò dal letto, togliendosi il pigiama e andando a farsi una doccia calda, che sapeva, l'avrebbe rilassato.
Quando finì, andò in cucina a fare colazione con quello che era già in tavola.
Il suo padrino si alzava presto per andare a lavoro, visto che doveva fare il giro della città, quindi era lui a preparargli la colazione.
Il pranzo, visto che entrambi erano chi a scuola, chi a lavoro, mangiavano quello che trovavano, che fossero panini o pizze o altre schifezze che trovavano in giro e alla mensa.
Si erano divisi i ruoli così da non dover essere sempre uno a fare le faccende domestiche.
Si riscaldò del latte e mangiò qualche fetta di pane con marmellata, diede da mangiare anche a Kyuubi visto che sarebbe stato a scuola fino alle 17 del pomeriggio, si sistemò la cartella con i libri e prese ad aspettare il suo amico Kiba.
Questi arrivò tutto trafelato con un cane enorme.


"Perché corri, Kiba?"
"Perché...volevo farti vedere...il mio cane. Si chiama Akamaru"


Il cane color bianco sporco e con le orecchie marrone lo salutò prima abbaiando, poi strusciandogli tra le gambe.
Aveva sentito dall'odore che Naruto era un ragazzo buono.
Il biondo l'accarezzò.


"È davvero un bel cane, e anche buono. Io ho trovato un gatto, l'ho chiamato Kyuubi."
"Anche tu un animale domestico? Sapevo di aver incontrato un vero amico"


Si sorrisero entrambi, per poi riaccompagnare il cane a casa e andare finalmente a scuola.
Parlarono del più e del meno quando, appena varcato l'ingresso, Naruto si bloccò di nuovo, guardando quel ragazzo bruno seduto sotto lo stesso albero, così come l'aveva incontrato ieri.
Sembrava un dipinto.
La scena di un dipinto che raffigurava l'immortalità di una persona e del paesaggio.
Si sa che il tempo cambia le cose, ma un dipinto su una tela rimane immutato nel tempo.
Era proprio quello che lui, seduto sotto quell'albero, dava come impressione appena il suo sguardo si posò su di lui.


Dovette rimanere imbambolato per chissà quanto tempo, visto che Kiba gli passò una mano davanti agli occhi, facendolo sussultare.


"Ehi, perché non mi ascolti?"
"Eh? Ah, niente tranquillo"
"Avevi la testa fra le nuvole"
"Sì, è che non mi capacito di sapere che sono in questa bella scuola"
"Non è così bella. Devi studiare e studiare. È una palla assurda"
"Hai ragione, ma io devo studiare perché voglio diventare medico"
"Davvero?"


Gli occhi di Kiba si illuminarono e gli annuì convinto.


"Sì."


Ricevette una pacca non troppo leggera sulla schiena.


"Bravo il mio amico Naruto. Quando verrò da te, mi farai gli sconti vero?"
"No, a te farò pagare il doppio"
"Perché così crudele?"


Fece finta di piangere e scoppiarono a ridere.
In quel momento, suonò la campagna e Kiba e Naruto si apprestarono ad entrare.
Il biondo cercò ancora con lo sguardo quel ragazzo, magari vedeva in quale classe andava, ma non lo vide più.
Chissà dove si era cacciato.


Era diventata una specie di ossessione per lui.
Non aveva fatto che pensare al ragazzo che aveva visto per tutta la prima ora, venendo rimproverato visto che aveva la testa fra le nuvole.
Durante l'ora di ginnastica, mentre correvano in cerchio per la scuola, si mise ad osservare le finestre basse per vedere se riusciva a capire in quale classe fosse, ma oltre a non trovarlo, inciampò su di una radice e cadde a terra, sbucciandosi le ginocchia e le mani.
E durante la pausa pranzo, scappò in mensa, cercandolo lì ma non trovandolo.
Stava per arrendersi, quando gli venne in mente dove potesse essere e corse in quella direzione urtando il suo amico Kiba.


"Ehi, Naruto dove scappi? Non mangiamo insieme?"
"Scusa Kiba, ma ho una cosa urgente da fare."


Lo lasciò con lo sguardo allibito, continuando a correre per uscire in cortile, andando in quell'albero, dove l'aveva visto per la prima volta.
Svoltato l'angolo, lo vide.
Era lì, come se l'era immaginato, sempre nello stesso luogo, in quell'immutata atmosfera che sembrava sempre più innaturale ad ogni passo che lo avvicinava.
Sembrava un essere venuto da chissà quale mondo, un Dio di qualche religione a lui sconosciuta tanto bello da distruggerti la mente e farti morire tra le sue braccia.
Naruto non aveva mai fatto distinzione tra sessi, non aveva mai pensato a quelle convenzioni che se uno è un uomo deve cercare solo la donna e viceversa.
Aveva avuto sempre la mentalità aperta, grazie anche al suo patrigno che gli aveva sempre detto di seguire il cuore e non il cervello, perché prima o poi se ne sarebbe pentito.
Il cervello può dirti di sbagliare, ma il cuore si muove per istinto e per sentimenti.
Sbagliare con il cuore è più doloroso, ma ti fa capire che sei vivo, che hai messo a nudo le tue emozioni e vuol dire che ci hai provato con tutte le tue forze, senza avere nessun rimpianto dopo molti anni.
Era per questo che se fosse stato maschio o femmina, per lui non avrebbe avuto nessuna importanza.
Quel ragazzo davanti a lui era bello veramente e non credeva possibile che fosse sempre da solo.
Doveva essere senza dubbio uno spirito.
Quando gli fu abbastanza vicino, cercò di fare un respiro profondo.
Non sapeva perché ma gli metteva soggezione.
Fece un colpo di tosse per attirare la sua attenzione, ma non ebbe nessuna reazione da parte dell'altro, quindi si apprestò a parlare.


"Ehm... Ciao, come mai tutto solo? Non vai a mangiare in mensa?"


Lo vide sussultare e guardarlo come se fosse un fantasma.
Che diavolo significava?
Lo vide tornare a guardare a terra e lo sentì sbuffare.


"Non sono cose che ti riguardano"


Disse in modo brusco, arrabbiato.
Ora capiva il perché fosse sempre solo visto il caratteraccio che aveva.
Mise il broncio e stava per dirgliene quattro, quando si ricordò che il moro aveva ragione.
Non si conoscevano e lui non poteva certo dire il perché fosse lì ad uno sconosciuto.
Sospirò, cercando di calmarsi e gli porse una mano, dopo che l'aveva pulita con i pantaloni della sua divisa.


"Mi chiamo Naruto Namikaze-Uzumaki, piacere di conoscerti."


Il moro lo fissò ancora, per poi voltarsi di nuovo.


"Non mi importa chi sei. Lasciami in pace"
"Ti hanno mai detto che sei scorbutico? Volevo solo conoscerti, visto che sono nuovo."
"E io non voglio conoscerti, dobe."


Mise il broncio e incrociò le braccia sul petto.


"Sei proprio un teme scorbutico e arrogante!"
"Sempre meglio di un certo dobe che continua a rompere le palle a qualcuno che chiama teme scorbutico"


Naruto stava cominciando a perdere le staffe.
Quello che non riusciva a mandare giù erano gli insulti senza motivo.
Li odiava perché non avevano il diritto di ferire le persone senza una ragione.
Prima di prenderlo a pugni, si voltò dandogli le spalle e si incamminò per tornare in mensa, decretando che quello stronzo sarebbe rimasto lì da solo per sempre!


Si fermò un attimo e lo guardò di sottecchi.
Era seduto sul prato con le gambe incrociate, appoggiato alla corteccia dell'albero e lo sguardo vuoto mentre sembrava guardare il nulla.
Si vedeva lontano un miglio che lui era solo e si sentiva triste.
Ritornò sui suoi passi e di sedette accanto a lui senza parlare.
Il ragazzo lo guardò un po, poi sbuffò e fece finta di niente e infine sospirò.


"Sta finendo la pausa pranzo. Perché perdi tempo con me?"
"Perché ho la sensazione che il mio posto sia accanto a te."


Il moro lo guardò ancora e sospirò, facendo increspare le labbra in quello che somigliava ad un leggero sorriso, anche se molto acerbo.
Ritornò nella posizione com'era prima e calò il silenzio.


"Sasuke Uchiha"


Disse ad un tratto il moro e Naruto distese le labbra in un dolce sorriso.
Finalmente sapeva il suo nome e poteva diventargli amico.














 
Dovevo fare attenzione e non bruciarmi con lui,
lo so,
ma ero attratto come una falena dal fuoco e,
a lungo andare,
sarei rimasto scottato dal suo fuoco,
cadendo giù nell'inferno.














*Angolo di Mary*
Salve a tutti ed eccomi finalmente ad aggiornare questa storia :)
Spero davvero che piaccia anche questo capitolo :)
Se ci sono errori, segnatemeli, che scrivendo con il cellulare e con il correttore automatico, mi cambia molte cose.
Per esempio, al posto di “età” mi aveva scritto “era”, mah.
Finalmente Sasuke e Naruto si sono incontrati e conosciuti.
Cosa accadrà più avanti?
Cosa nascerà tra i due?
Spero di aggiornare presto anche le altre storie ^^
Un bacione da marynana89

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Il micio Taka ***


Capitolo 3: Il micio Taka













Cominciò a passare qualche giorno e Naruto non faceva altro che, nell'ora pranzo, andare in quel posto, in quell'albero dove avrebbe trovato lui.
Sasuke Uchiha era un ragazzo molto chiuso in sé, molto silenzioso che non parlava quasi mai.
Naruto, al contrario suo, cominciava a riempirlo di chiacchiere per tutto il tempo della pausa pranzo, riempiendo la sua mente di parole su parole, a volte senza senso, che lo facevano sentire meno solo.


"Perché stai sempre con me?"


Domandò ad un certo punto, interrompendo il flusso di parole che sembra senza fine di Naruto.


"Come perché? Perché siamo amici e gli amici parlano insieme."
"Avrai altri amici con cui parlare, io sto quasi sempre zitto. Ti stancherai prima o poi."
"Mh, invece no. Credo che sia un bene il fatto che non parli molto, perché mi lasci sfogare e mi ascolti. Sei il primo a farlo senza volere nulla in cambio ed è per questo che sei mio amico e mi trovo bene con te."


Il sorriso che rivolse Naruto a Sasuke fu così luminoso che parve brillare più del sole.
Il moro lo guardò imbambolato anche se nei suoi occhi si leggevano sentimenti contrastanti.
Era strano che quegli occhi così scuri, riuscissero ad esprimere sentimenti tanto profondi. Sembravano un mare in tempesta.
Sembrava che avesse un qualche conflitto dentro di sé, incapace di capire cosa fare o come comportarsi.
Alla fine decise di abbassare il viso e nascondere il suo sguardo.
Lo sentì bisbigliare ma la sua voce venne coperta dal suono della campanella.


"Hai detto qualcosa?"


Il moro alzò la testa e lo guardò annuendo.


"È tardi e devi andare"


Voltò lo sguardo, portandolo a terra.
Sembrava che fosse arrabbiato perché dovevano separarsi.
Il biondo stava per dire qualcosa ma una voce lo chiamò.


"Naruto, sbrigati. La campana è suonata e ora c'è il professore Orochimaru. Quello ti mette la nota!"


Era Kiba che si sbracciava dall'ingresso della scuola.
Naruto tremò.
Sapeva quanto era terribile quel professore e si alzò di scatto.


"Scusa Sasuke, ci vediamo domani"


Si avviò senza aspettare risposta e corse in classe con Kiba, non accorgendosi dell'amico che lo guardava triste e restava seduto in quel posto.
Arrivarono in tempo, poco prima dell'arrivo del professore e seguirono la lezione.
Naruto guardava sempre alla sua sinistra, nel banco vuoto di cui non aveva mai visto chi vi sedeva.
Era anche strano, perché quando chiamavano l'appello, non veniva nominato nessuno di assente.
Era come se non vi fosse nessuno seduto su quel banco.
Sembrava un posto vuoto e basta, quindi pensò che forse qualcuno si sarebbe trasferito a metà mese come era successo a lui.
Quando la scuola finì, lui e Kiba si incamminarono per andare a casa.


"Mi togli una curiosità?"


Chiese all'improvviso Kiba, fermandosi a guardarlo.
Naruto, di riflesso, si fermò anche lui.


"Cosa c'è?"
"Cosa fai nella pausa pranzo? Perché non mangi con me?"
"Oh, scusa amico, è che ho fatto amicizia con uno che non è della nostra classe e volevo parlargli. Tutto qui."
"Sì, capisco."
"Se vuoi te lo presento."
"Molto volentieri"


Naruto sorrise.
Kiba era davvero un buon amico.


"Ah, senti Naruto. Oggi stavamo pensando di fare una cosa stanotte, visto che domani è domenica."
"Cosa?"
"È una prova di coraggio. Sai, nella nostra scuola dicono che vi sia un fantasma e vogliamo vedere se sia vero"


Kiba ghignò un po per poi guardarlo sbiancare.
Rise più forte, tenendosi la pancia.


"Ahahahahah! Oddio, Naruto, non credevo che avessi paura dei fantasmi. Ahahahahah"
"Smettila di ridere. Io ho il terrore di queste cose!"
"Ahahahahah. Allora devi venire per forza."
"Non ci penso nemmeno!"
"Eddai, non lasciarmi solo"
"Nonono! Io non ci vengo."


Il castano mise un broncio e fece finta di piangere.
Naruto sospirò, era stato incastrato.


"Ok, va bene, ma mi soccorri tu se per caso dovessi svenire."
"Va bene amico mio, sarà fatto"


Il castano tornò pimpante e raggiante, riempiendolo di parole fino al suo arrivo a casa.
Si salutarono e Naruto entrò in casa, trovando Kyuubi che, quando lo vide, prese a miagolare, andandogli incontro e strofinandosi tra le sue gambe.
La prese tra le braccia e l'accarezzò, portandola poi in cucina per dargli da mangiare.
La posò a terra e prese le ciotole, cambiandogli l'acqua e sciacquando quelle per i croccantini e le scatolette.
Le appoggiò per terra e aprì lo scaffale, cercando qualcosa da mangiare e vide che non aveva niente, visto che la scatola dei croccantini l'aveva buttata ieri.
Sospirò, si mise il giubbotto e prese alcuni spiccioli che Jiraya sempre lasciava a casa per la spesa o altre cose urgenti come quella di comprare da mangiare alla gatta e, salutata Kyuubi con una carezza, uscì da casa, chiudendo a chiave la porta.
Si mise le mani in tasca e camminò per le strade della città.
Anche se era da poco che si era trasferito, trovava familiare camminare in quei posti come se vi fosse cresciuto.
Trovo facilmente il supermercato, riuscendo anche a trovare la marca preferita dei croccantini e delle scatolette di quella piccola peste viziata.
Era un gatto fin troppo viziato.
Se cambiava marca ed era più scadente, lei non ne mangiava, prendendo a piangere per la fame e lui non faceva altro che cambiargliela e dargli quella che voleva.
Che ci poteva fare se era così sensibile verso di lei?
Si faceva comandare a bacchetta.
Sorrise e riprese il suo cammino, uscendo dal supermercato.
Con la busta in mano, attraversò una via piuttosto benestante.
Adorava girare per vie nuove, così da scoprire sempre cose nuove e respirare l'aria nuova.
Si sentiva un esploratore e questo lo divertiva.
Si fermò di scatto, sperando di aver udito male.
Sentì di nuovo un miagolio e il suo istinto gli disse di cercare quel gatto.
Sapeva che stava per cacciarsi di nuovo nei guai, ma non poteva andarsene facendo finta di niente.
Seguendo il miagolio, trovò un piccolo parco e un gattino nero arrampicato su di un albero, in un ramo verso la cima.
Sbuffò.
Come al solito i gatti sono bravi ad arrampicarsi ma si spaventano a scendere, come la sua.


"Non piangere, adesso vengo a salvarti io"


Cercò di tranquillizzarlo.
Posò la spesa accanto all'albero e cominciò a studiare da dove salire.
Alla fine trovò il ramo più basso e vi saltò sopra, aggrappandosi con entrambe le mani, facendo vibrare l'albero.
Con i piedi appoggiati alla corteccia, si diede la spinta per salire sopra al ramo che era anche uno più spesso e da esso passò ad un altro.
Fortunatamente il gattino non era troppo alto e, quando arrivò alla sua altezza, cercò di prenderlo.
Il gattino, spaventato, prese a graffiarlo, ma Naruto non se ne curò e lo afferrò, portandolo sul suo petto.
Il micio, sentendo il calore del ragazzo, capì che lo stava salvando e artigliò la maglia con le unghie.
Naruto fece piano a riscendere, saltando quando non aveva più rami a disposizione, atterrando a terra con il piccolo animale.
Il gattino miagolò spaventato all'inizio, poi si calmò con le carezze del biondo.


"Taka"


Il gattino alzò la testa e si girò a guardare la persona che aveva parlato, miagolando.
Capì che era il suo padrone e lo lasciò andare a terra, così che lui lo raggiungesse.
Il gattino Taka, infatti, andò da quel ragazzo alto e con i capelli scuri e gli si strofinò sulle gambe.
Il ragazzo doveva essere più grande di lui di qualche anno, vestiva di scuro, gli occhi erano neri come i capelli.
Solo quando si abbassò a prendere il micio si videro che i capelli erano lunghi e legati in una coda bassa.
Dovevano arrivargli a metà schiena.
Quando si rialzò e guardò Naruto, il biondo vide che somigliava tantissimo a qualcuno, ma non ricordava chi.


"Ho visto le tue imprese. Ti ringrazio per aver salvato Taka"


Lo vide sorridere con tutto il viso, segnando di più quei solchi laterali che aveva sul viso, sicuramente dovuto a tanti dolori che si portava dentro.
Quel ragazzo più grande doveva essere qualcuno di animo davvero gentile e Naruto sorrise di rimando.


“Ho fatto solo quello che andava fatto. Miagolava, voleva scendere, aveva paura e io sono andato a riprenderlo. Credo che l'avrebbe fatto chiunque”
“Non è vero. Taka ha l'abitudine di arrampicarsi e chiamare per farsi prendere. Di solito ci pensa mio fratello, ma per il momento non c'è. Credo che sia per questo che si è arrampicato, come se volesse chiamarlo.”
“Ah, allora credo di sì. Di solito i gatti sono molto vanitosi e vogliono essere sempre al centro dell'attenzione del proprio padrone. Ho la mia che quando studio, mi salta sui libri perchè vuole essere accarezzata oppure giocare, impedendomi di studiare. Forse sono anche troppo viziati.”


Il sorriso di Naruto contagiò anche quello del nuovo venuto.


“Come ti chiami, ragazzo?”
“Naruto”
“Bene, Naruto, io mi chiamo Itachi. Credo che dovresti avere la stessa età di mio fratello. Peccato che non ti abbia conosciuto prima di quel giorno...”
“Giorno?”
“Ah, scusa. Devo tornare dentro che sono in ritardo. Ci becchiamo in questi giorni”


Lo vide voltarsi e andare via.

“Sì, ci rivedremo Itachi.”
“Lo credo anche io, Naruto”


Anche Taka miagolò come a salutarlo.
Lo vide sparire dietro l'angolo e sospirò.
Chissà chi era il fratello che di Itachi e cosa gli era successo...
Beh, lo avrebbe incontrato di certo.
Adesso doveva tornare a casa, dare da mangiare a Kyuubi e prepararsi per la serata horror che gli aspettava.
Brividi di paura lo fecero tremare sul posto e sospirando, prese forza per tornare a casa.
Sarebbe stata una lunga notte...











 
Come potevo essermi dimenticato di una cosa così importante?
Come potevo essermi dimenticato di lui,
lui che era sempre al centro dei miei pensieri?
Eppure, anche se so il vero motivo,
non posso che prendermela con me stesso.
Perchè ero così cieco in quel periodo?

























*Angolo di Mary*
Salve a tutti, eccomi finalmente a questo nuovo capitolo.
Stavolta ci sono stata tanto per scriverlo, non si voleva proprio scrivere, scusate XD
Spero che il prossimo riuscirò a scriverlo più velocemente :)
Credo che saranno più di 5 capitoli la storia XD
Mi vengono in mente sempre nuove cose da aggiungere, quindi si allunga, anche se serviranno più avanti a Naruto per arrivare ad una conclusione.
Non dico altro però XD

Adesso vi saluto, lasciandovi la mia pagina facebook https://www.facebook.com/pages/MaryNana89-Efp/757917397609078 e un grosso bacio a tutti voi :)
Un bacione da marynana89

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