E se Draco... da Il Calice di Fuoco

di Soul97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Coppa del Mondo di Quidditch ***
Capitolo 2: *** Il Marchio Nero. ***
Capitolo 3: *** Caos Al Ministero. ***
Capitolo 4: *** Sull'Hogwarts Express. ***
Capitolo 5: *** Il Torneo Tremaghi ***
Capitolo 6: *** Malocchio Moody. ***
Capitolo 7: *** Le Maledizioni Senza Perdono Pt.1. ***
Capitolo 8: *** Le Maledizioni Senza Perdono Pt.2. ***



Capitolo 1
*** La Coppa del Mondo di Quidditch ***


Erano tutti là -Hermione, Harry, Ron e il resto della famiglia Weasley tranne Molly-, seduti sulle tribune d'onore in trepida attesa per l'inizio della finale della Coppa Del Mondo di Quidditch, in cui si sarebbero sfidate le squadre dell'Irlanda e della Bulgaria.
Mentre attendevano tranquilli, Hermione sentì chiaramente Harry pronunciare un nome: Dobby.
Dobby era un elfo domestico -gli elfi sono piccole creature esteticamente non bellissime, ma molto umili e costretti a servire i maghi e le streghe-, che due anni prima aveva più volte aiutato il suo amico, avvertendolo riguardo gli strani avvenimenti causati da Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
Contemporaneamente sia lei che Ron si girarono per poterlo vedere, dato che Harry gliene aveva parlato spesso, ma a quanto pareva non si trattava di lui: era Winky, un'elfa femmina. Aveva un naso grande e schiacciato ed enormi occhi marroni, che copriva spaventata con le proprie mani a causa della sua paura dell'altezza che poi rivelò.
Parve strano, in effetti, che nonostante la sua paura si trovasse lì, a quell'altezza; ma poi spiegò che era costretta a tenere il posto al suo padrone senza poter disobbedire. Hermione trovò ciò molto cattivo da parte del padrone di Winky, chiunque potesse essere.
Nel frattempo, si mise a consultare il suo programma rivestito di vellutto e infiocchettato.

" 'Prima della partita avraà luogo un'esibizione delle mascotte delle squadre' ", lesse in modo da farsi sentire dagli altri.
"Oh, vale sempre la pena di vederla", disse il signor Weasley. "Le squadre nazionali portano creature della loro terra d'origine, sapete, per fare un po' di scena".
Dopo circa una mezz'oretta, in cui le tribune continuarono a riempirsi, si vide arrivare il Ministro della Magia Cornelius Fudge in compagnia del Ministro della Magia bulgaro, che non sembrava capire una parola di inglese, né Fudge capiva qualcosa di bulgaro.
"Non sono un granché nelle lingue, ho bisogno di Barty Crouch per questo genere di cose" affermò in effetti.
"Ah, vedo che la sua elfa domestica gli sta tenendo il posto... ah, ecco Lucius!"

Hermione e i suoi amici si girarono in fretta. Tra i posti dietro il signor Weasley si stavano infilando Draco, suo padre Lucius e una donna che mai avevano visto e che Hermione intuì fosse la signora Malfoy.
Draco era il peggior nemico di Harry, ma non gli veniva risparmiato neanche l'odio provato da Ron e soprattuto da Hermione (che a quanto pareva ricambiava).
Lui e la sua famiglia erano Purosangue, ovvero, coloro che non hanno alcun componente Babbano nel loro albero genealogico, e a loro questo bastava per potersi sentire superiori rispetto ai mezzosangue (coloro con almeno un parente di sangue babbano) e i NatiBabbani (coloro che non hanno alcun parente magico nella loro famiglia). Soprattutto a quest'ultimi (di cui faceva parte Hermione) che non si risparmiavano di chiamarli con il termine dispregiativo "Sanguemarcio".
Intanto, Lucius presentava moglie e figlio a Fudge, e quest'ultimo presentò ai Malfoy il ministro bulgaro, e poi aggiunse:
"E poi, vediamo un po'... credo che tu conosca Arthur Weasley".
Ci fu un momento di tensione: i due non si amavano particolarmente, anzi. 
A mo' di scherno, sapendo delle condizioni economiche dei Weasley, Lucius disse: 
"Santo cielo, Arthur, che cos'hai dovuto vendere per avere i biglietti in tribuna d'onore? Di sicuro la tua casa non valeva tanto...". Sfortunatamente Fudge non sentì e spiegò che i Malfoy erano suoi ospiti.
"Che... bel gesto" disse Arthur con un sorriso tirato e poco convincente. Lucius poi posò gli occhi su Hermione, che si sentì arrossire e non poco, ma sostenne lo sguardo con fermezza; sapeva perché la guardava, per le sue origini. Data però la presenza del ministro, non disse nulla, fece solo un cenno beffardo ad Arthur e raggiunse i suoi posti. Draco scoccò ad Hermione uno sguardo che lei mai aveva visto prima: di solito la guardava sprezzante, con aria altezzosa. Quella volta no. La guardava quasi curioso, ma pensò fosse solo una sua impressione, perché sarebbe stata davvero una cosa impossibile.

Presero tutti a sedere definitivamente: stava per iniziare l'entrata delle mascotte.
"Chissà cos'avranno portato" disse il signor Weasley, curvandosi in avanti per vedere meglio. 
"Aaah! Veela!" ed entrarono le mascotte della bulgaria: delle donne bellissime, meravigliose (sicuramente non umane) che iniziarono a danzare. Hermione trovò tutto molto bello e affascinante, quando si voltò e solo allora lo vide:
Harry stava per buttarsi giu dalla tribuna.
Prontamente gli chiese "Harry, cosa stai facendo?". La musica cessò, ed Hermione vide anche Ron in posa come se volesse tuffarsi da un trampolino. Improvvisamente tutti iniziarono ad urlare di rabbia, non volevano smettere di vedere le Veela! Perfino Ron era furioso e stava cercando di fare a pezzi il suo cappello verde dell'irlanda, fermato poi da suo padre. Hermione emise uno sbuffo di disapprovazione, si alzò e portò Harry a sedersi "Insomma!". Successivamente, entrarono in scela le mascotte irlandesi: i Lepricani.
I Lepricani sono piccoli ometti vestiti di foglie caratteristici dell'Irlanda. Sembravano formare una saetta oro e verde che sfrecciò nello stadio. Crearono un arcobaleno, che poi sbiadì, e infine formarono un enorme trifoglio, da cui poi piovvero monete d'oro.

I Lepricani a questo punto si dissolsero, e fu quindi annunciato che la partita sarebbe cominciata. Vennero chiamati uno alla volta i giocatori della Bulgaria, di cui faceva parte Viktor Krum -Aveva solo 18 anni ma si trovava già nella Nazionale- e poi quelli dell'irlanda.
Subito dopo arrivò l'arbitro, Hassan Mustafa, che fece risuonare il suo fischietto: la partita era ininiziata.

La partita era cominciata a favore dell'Irlanda, che segnava gol dopo gol. Ci furono parti emozionanti, finte di Krum (il cercatore Bulgaro) che distrussero quasi letteralmente Lynch (il cercatore Irlandese).
Anche la Bulgaria segnò qualche punto. Ci furono anche scontri tra le mascotte delle squadre, dove le Veela mostrarono la loro vera forma: i loro volti erano lunghe teste d'uccello, e ali squamose spuntarono dalle loro schiene. Sfortunatamente ci finì per mezzo anche Mustafa. Ma sarebbero riusciti a fermare la guerriglia.
L'Irlanda nel frattempo era in vantaggio, ma successe qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato:
Krum aveva preso il boccino.
" BULGARIA 160 - IRLANDA 170". Krum aveva preso il boccino ma aveva vinto l'Irlanda!
Furono tutti molto entusiasti e scoppiò un coro da stadio. Ron si chiese perche avesse preso il Boccino quando era palese che non avrebbero potuto vincere, ed Harry di rimando gli disse che, probabilmente, aveva agito in quel modo perché sapeva che non avrebbero potuto recuperare.
"E' stato molto coraggioso, vero?" disse Hermione sporgendosi per vedere Krum.
Si previdero festeggiamenti per tutta la notte.

"Be', abiamo giocato bene", si sentì una voce dietro le loro spalle. Era il Ministro blugaro. Rimasero tutti stupefatti, soprattutto Fudge, infuriato dal fatto che fosse stato costretto a gesticolare tutto il giorno.
"Lei parla inglese! E mi ha fatto parlare a gesti per tutto il giorno!"
"Be', ha stato divertente" affermò invece il Ministro bulgaro.

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Capitolo 2
*** Il Marchio Nero. ***


Presto, Hermione e gli altri, si trovarono tra la folla che cercava con difficoltà di uscire dalle tribune. Canti si levavano in aria e i Lepricani continuavano a sfrecciare nel cielo notturno. Quando raggiunsero le tende, si presero un'ultima cioccolata calda, quando poi Ginny crollò rovesciando tutta la sua cioccolata, il signor Weasly decise che era il momento di andare a dormire. Hermione e Ginny andarono nella tenda affianco a quella dei ragazzi e del signor Weasley.
"E' stato bellissimo, però non ne potevo piu di rimanere sveglia..." affermò Ginny assonnata, intenta a sbadigliare.
"Sì, ma è stato così emozionante!" rispose Hermione, stanca anche lei dopotutto.
Andarono a coricarsi e si addormentarono entrambe quasi subito.

"Ragazze, ragazze! Svegliatevi, forza! Non c'eè tempo da perdere!".
Era la voce del signor Weasley, che sembrava parecchio agitato.
"Che cosa succede?" dissero entrambe le ragazze stropicciandosi gli occhi ancora pieni di sonno.
"Non c'è tempo per spiegare, so solo che sta succedendo un disastro! Presto uscite!"
Hermione e Ginny si precipitarono fuori alla tenda, dove si trovavano Harry e Ron, che raggiunsero di corsa mentre si infilavano le giacche sulle camicie da notte, con il signor Weasley alle loro spalle. Videro degli uomini incappucciati di nero, che facevano galleggiare dei corpi a mezz'aria. In quel momento uscirono anche Bill, Charlie e Percy.
Il signor Weasley disse che lui e i ragazzi sarebbero andati a dare una mano al Ministero e, rivolgendosi a loro, disse di entrare nel bosco e di restare uniti. Sarebbe tornato a prenderli.
"Andiamo" disse Fred prendendo Ginny per mano e indirizzandosi verso il bosco. Hermione, Harry, Ron e George li seguirono. 

Mentre camminavano (sentendosi spingere dalla folla terrorizzata), sentirono Ron urlare.
"Che cosa è successo?" esclamò Hermione agitata, fermadosi così di colpo che Harry le rovinò addosso
"Ron, dove sei? Oh, che stupida... Lumos!" dalla sua bacchetta uscì una luce che puntò su Ron. Quest'ultimo era disteso per terra, e disse di essere inciampato in una radice.
"Be', con dei piedi di quelle dimensioni è difficile evitarlo" disse una voce alle loro spalle. Era Malfoy.
Era rilassato e con le braccia incrociate. Probabilmente aveva seguito tutta la scena dagli alberi.
Ron lo mandò benissimamente a quel paese, al che Draco lo invitò a moderare il suo linguaggio. Poi guardo Hermione e le sorrise dolcemente.
'Aspetta, cosa?!' Pensò Hermione.
Ma non ebbe tempo di rifletterci più di tanto che Draco aggiunse:
"Non è meglio che vi muoviate, adesso? Non vorrete che riconoscano anche lei, vero?" disse indicando Hermione.
"E cosa vorresti dire?" disse lei cercando di far sembrare il suo un tono di sfida, ma molto probabilmente non ci riuscì, dato che era ancora perplessa per quel sorriso che le era rimasto stampanto nella mente.
"Granger, stanno cercando i Babbani"
"Hermione è una strega" sibilò Harry
"Vedila come ti pare, Potter. Se credi che non possano riconoscere una NataBabbana, restate pure dove siete"

In quell'istante Hermione ebbe un colpo: 'NataBabbana'?! Quand'è stata l'ultima volta che l'aveva chiamata cosi? 
NESSUNA, ERA QUESTO IL PUNTO.
L'aveva sempre insultata e chiamata Sanguemarcio, cos'era tutto questo perbenismo ora? E poi perché avrebbe dovuto aiutarli rivelando tali informazio?
Ma gli altri non dovettero farci troppo caso, perché Ron ed Harry si limitarono solo a guardarlo male.
Nel frattempo si levavano altre urla, e Draco commentò:
"Si spaventano per un nonnulla, vero? Immagino che tuo padre abbia detto a tutti quanti di nascondersi -riferendosi a Ron-... Che cosa sta facendo? Cerca di salvare i Babbani?"
"Dove sono i tuoi genitori?" disse Harry arrabbiato. "Là fuori con il cappuccio in testa?"
Draco lo guardò beffardo: ecco il solito Malfoy.
"Be'... se lo fossero, non verrei a dirlo a te, vero, Potter?"
"Oh, insomma!" intervenne Hermione scoccando uno sguardo misto tra l'arrabbiato e l'incredulo, "andiamo a cercare gli altri"
"Mi raccomando, tieni giù la testa, cara Hermione" disse con una risatina a metà tra un sogghigno e un sorriso.
Oh, fantastico. Ora anche per nome la chiamava. Si chiedeva se si divertisse a comportarsi in questo modo.
"Andiamo" ripeté Hermione trascinando gli altri due.

"Secondo me suo padre è uno di quelli incappucciati" disse Ron rosso di rabbia.
"Con un po' di fortuna quelli del Ministero lo prenderanno!" disse Hermione sicura. "Non posso crederci. Dove sono gli altri?"
Fred, George e Ginny erano spariti.
Improvvisamente, Harry fu colto di sopresa da una ragazza che le chiese "Ou est Madame Maxime? Nous l'avons perdue..."
Ma Harry non capì, quel che disse fu solo "Hem, cosa?"
"Oh..." la ragazza sembrava molto delusa, e gli voltoò le spalle. Poi la sentirono chiaramente dire "Hogvarts"
"Beauxbatons" borbottò Hermione.
"Come hai detto?" le chiese Harry.
"Devono essere di Beuxbatons. Sai... l'Accademia della Magia di Beuxbatons... Ho letto delle cose su Compendio sull'istruzione magica in Europa".
"Certo..." disse Harry.

"Fred e George non devono essere lontani", disse Ron prendendo la bacchetta e facendola illuminare.
"Ah, no, non è possibile... Ho perso la bacchetta!" esclamò Harry.
"Scherzi?"
Hermione e Ron cercarono di far più luce possibile, ma nulla, non c'era.
"Forse è rimasta nella tenda" optò Ron
"Forse ti è caduta dalla tasca" suggerì Hermione.
Poi sentirono un fruscio. Era Winky che cercava di scappare, ma con difficoltaà. Probabilmente il suo padrone, Crouch, le aveva ordinare di rimanere in tenda e lei gli stava disobbedendo, quindi era come se una forza magica cercasse di fermarla.
"Gli elfi sono trattati in maniera brutale!" esclamò Hermione indignata.
"Be', gli elfi sono conteti così, vero? Hai sentito Winky alla partita... 'Gli elfi domestici non devono divertirsi'"
"E' la gente come te, che appoggia sistemi marci e ingiusti, perché troppo pigra per.."
Ci fu un'esplosione.
"Muoviamoci da qui, ok?" disse Ron.
Continuarono a cercare i gemelli e Ginny.

Arrivarono dove non c'era nessuno. "Direi che possiamo aspettare qui, sentiremo chiunque si avvicini ad 1 km di distanza".
"Spero che gli altri stiano bene" disse Hermione.
"Staranno benissimo" rispose Ron.
Mentre parlottavano su come il Ministero avrebbe risolto quel guaio, Hermione s'interruppe. Si guardarono attorno; era come se qualcuno avanzasse barcollando, e all'improvviso...

"MORSMORDRE!" 

E qualcosa si levoò sopra nelle loro teste: un teschio colossale verde smeraldo, con un serpente che gli usciva dalla bocca come una lingua.
I ragazzi incominciarono a scappare nel bosco, senza una meta, quando si ritrovarono circondati da una ventina di maghi.
"Giù!" ed Harry buttò Hermione e Ron per terra, quando i maghi scagliarono insieme l'incantesimo Stupeficium.

"Basta! Quello è mio figlio!" Era il signor Weasley. "Ron... Harry... Hermione... state bene?
"Togliti di mezzo Arthur" disse una voce. Era il signor Crouch. "Chi di voi è stato?". Era ovvio che sospettasse di loro. Arthur cercò però di farlo ragionare: l'incantesimo eseguito poteva essere messo in atto solo da maghi molto potenti. Dei ragazzini non avrebbero mai potuto, ma ciò non bastò.
Arthur domando da dove fosse venuto il Marchio Nero (era quello il nome del teschio verde, ed era simbolo di Voi-Sapete-Chi), ed Hermione indico il punto.
"Si saranno smaterializzati" disse una strega in vestaglia.
"Non credo".
A parlare era Amos Diggory, un collega di Arthur, nonché padre di Cedric, compagno di scuola dello stesso anno di Hermione e gli altri, appartenente alla casa di Tassorosso.
Questoi optò per lanciare degli Schiantesimi e così fecero. Andarono a cercare. Poco dopo sentirono un "Li abbiamo presi!"
Era Winky, l'elfa di Crouch, priva di sensi, che poi parve rianimarsi.
"Non è possibile" disse Crouch.
Amos iniziò subito ad accusare Winky, anche perché le trovarono una bacchetta (quella di Harry tra l'altro) e controllando il suo ultimo incantesimo videro che aveva evocato il Marchio. Ma era improbabile, perche gli elfi non sanno usare le bacchette.
Nonostante ciò, aveva disobbedito a Crouch: era scappata, e quest'ultimo decise di licenziarla. Hermione era molto contrariata.
Tornarono nella tenda e raccontarono il resto agli altri (tra cui i gemelli e Ginny, che erano sani e salvi) e poi andarono a dormire.

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Capitolo 3
*** Caos Al Ministero. ***


Hermione fu svegliata dal signor Weasley, nonostante avessero dormito poco. Ripiegarono velocemente le tende con la magia e si diressero verso la passaporta che li avrebbe condotti a Stoatshead Hill, dove da lì sarebbero tornati a casa.
Una volta usata la passaporta, si incamminarono verso La Tana, che apparve alla curva del sentiero. Li c'era la signora Weasley che li corse incontro urlando: "Oh, grazie al cielo, grazie al cielo!" mentre teneva in una mano aveva stretta una copia della Gazzetta del Profeta.
"Arthur... ero così preoccupata". Le cadde il giornale di mano, e i ragazzi diedero un'occhiata veloce, scoprendo che tutto ciò che era accaduto quella notte, era stato riportato sul giornale.
Rientrarono in casa, ed Hermione iniziò a preparare del Thé (corretto al Whisky) da dare alla signora Weasley per farla calmare un po'.

Nel frattempo il signor Weasley leggeva l'articolo su quanto fosse accaduto quella notte.
"Lo sapevo", riportando ad alta voce ciò che c'era scritto; in poche parole, non parlavano così bene del Ministero.
"Di chi è? Ah... ma certo... Rita Skeeter".
"Quella donna ce l'ha con il Ministero!" esclamò Percy, che iniziò a parlare di quanto secondo lei stiano perdendo tempo a cavillare sullo spessore dei calderoni.
"Facci il favore, Perce" disse Bill stanco.
"Sono citato" disse il signor Weasley. "Non con nome e cognome".

Lesse l'articolo, che diceva che un rappresentante del Ministero -Arthur-, presentatosi parecchio tempo dopo, non aveva lasciato abbastanza dichiarazioni.
"Molly, dovrò andare in ufficio, ci sarà bisogno di calmare le acque".
"Vengo con te, papà" aggiunse Percy.
Harry poi chiese se fosse per caso arrivata Edvige, ma non c'era. Ron ed Hermione lo guardarono incuriositi.
"Va bene se vado a sistemare la mia roba in camera tua, Ron?"
"Sì... credo che verro anch'io. Hermione?"
"Sì" disse anche lei, e si diressero per le scale.

"C'è una cosa che non vi ho detto" disse Harry. "Sabato mattina mi sono svegliato con la cicatrice che mi faceva male"
Hermione inizioò a dare subito consigli letti su enciclopedie e quant'altro. Ron invece era ammutolito.
"Ma... non era là, vero?"
"Sono sicuro che non era a Privet Drive" rispose Harry. "Ma l'ho sognato... lui e Peter- Codaliscia. Ora non ricordo tutto... ma progettavano di uccidere... qualcuno".
Per qualche motivo Hermione sospettò che Harry stesse pensando di dire che sarebbe stato lui quello che avrebbero voluto uccidere.
Ron lo incoraggiava dicendo che era stato solo un sogno, ma Harry spiegò che solo 3 giorni dopo l'accaduto erano arrivati i Mangiamorte (questo era il nome dei servitori di Voi-Sapete-Chi, gli uomini incappucciati alla Coppa del Mondo di Quidditch).
Infine, gli raccontò anche di una profezia rivelatagli dalla professoressa Trelawney -la professoressa di Divinazione- l'anno precedente, in cui diceva che il Signore Oscuro sarebbe risorto perche il suo servo sarebbe tornato da lui. Infatti, quella stessa notte, Codaliscia riuscì a scappare.
Calò il silenzio, ed Hermione pensò di domandare:
"Perché hai chiesto di Edvige?" ed Harry raccontò del fatto che aveva pensato di chiedere aiuto a Sirius, il suo padrino, cos^ aveva deciso di mandargli una lettera. L'unico problema è che non sapeva dove si trovasse.

Per il resto della settimana, Arthur e  Percy furono poco presenti. Si svegliavano prima di tutti gli altri e tornavano molto dopo l'orario di cena.
Presto arrivò l'ultimo giorno di vacanza prima di tornare ad Hogwarts, ed Hermione incominciò a sistemare -insieme a Ginny- i propri libri e la sua divisa scolastica, più un abito da cerimonia.
"Ma a che cosa ci serve un abito da cerimonia?" domandò scettica Hermione.
"Sinceramente non lo so... forse c'e qualche evento important-... oddio ma è bellissimo!". Ginny si era appena voltata e aveva visto l'abito da cerimonia di Hermione.
"Oh, grazie mille" le disse sorridendo. "Anche il tuo è bello!" indicando il vestito di Ginny.
Si prepararono per andare a dormire e poi si coricarono.

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Capitolo 4
*** Sull'Hogwarts Express. ***


Nel frattempo andarono a posare i bagagli e a prendere posto, per poi riscendere e dare gli ultimi saluti.
"Può darsi che ci vediate prima di quanto pensiate" disse Charlie.
"Perché?" chiese Fred giustamente incuriosito.
"Lo vedrete. Ma non dite a Percy che ve ne ho parlato... sono 'informazioni riservate, almeno fino al momento in cui il Ministero non riterrà opportuno renderle note, dopotutto'" rispose Charlie imitando Percy.
"Sì, vorrei tanto tornare a Howgwarts quest'anno" aggiunse Bill.
"Perché?" insistette George.
"Sarà un anno interessante per voi" disse Bill sognante. "Potrei perfino prendermi una vacanza per venire a dare un'occhiata..."
"Un'occhiata a cosa?" chiese Ron, ma in quel momento il treno fischiò, e vennero spinti verso le porte dalla signora Weasley.
"Grazie per averci ospitati, signora Weasley" disse Hermione, mentre salivano e si sporgevano dai finestrini per gli ultimi saluti.
"Sì, grazie di tutto" aggiunse Harry.
"Oh, è stato un piacere, cari. Vi inviterei per Natale ma... be', suppongo che vorrete tutti restare a Hogwarts, visto che... insomma, fra una cosa e l'altra".
"Mamma! Che cosa sapete voi tre che noi non sappiamo?"
"Immagino lo scoprirete stasera. Sarà molto eccitante- badate, sono molto felice che le regole siano cambiate..."
"Quali regole?" chiesero Harry, Ron e i gemelli in coro.
"Sono sicura che Silente ve lo diraà. Ora fate i bravi". Il treno iniziò a muoversi.
"Dicci cosa succedera a Hogwarts!" urlò Fred spenzolandosi dal finestrino, ma prima che il treno svoltasse l'angolo, Bill, Charlie e Molly si smaterializzarono.

Hermione, Ron ed Harry tornarono nel loro scompartimento. Leo continuava a fare chiasso, così Ron prese il suo abito da cerimonia (un lungo abito marrone ricamato di pizzo) e lo gettò sulla gabbia per zittirlo.
Mentre parlavano di cosa volesse dire Bill prima, Hermione sentii delle voci familiari e zittì tutti, poggiandosi un dito sulle labbra. Hermione indicò lo scompartimento accanto ed Harry e Ron tesero le orecchie e riconobbero una voce: Malfoy.
"... Mio padre ha seriamente preso in considerazione l'idea di mandarmi a Durmstrang invece che a Howgwarts, sapete. Conosce il preside, ma... io non sono poi così sicuro di lasciare la nostra scuola. Credo di aver cambiato idea su molte cose -e persone. Per fortuna che mia madre è intervenuta dicendo che non voleva mandarmi in un posto troppo lontano".
Hermione si alzò, raggiunse in punta di piedi la porta dello scompartimento e la fece scorrere, chiudendo fuori la voce di Malfoy, poi tornò a sedersi.
'Credo di aver cambiato idea su molte cose -e persone'. Ma cosa voleva dire? Che significava che aveva cambiato idea su cose e persone? A quanto pare anche gli altri se lo chiedevano.
"Ma cosa è preso a Malfoy?" disse Ron un po' incredulo. "Non è da lui parlare in questo modo..."
"Durmstrong è un'altra scuola di magia?" chiese invece Harry
"Sì" rispose Hermione pensierosa, "e ha una pessima fama. Secondo Compedio sull'istruzione magica in Europa, dà una grande importanza alle arti oscure".
"In che paese si trova?" Aggiunse Ron
"Nessuno lo sa... scuole come Durmstrang e Beauxbatons preferiscono rimanere nascoste, come Hogwarts".
Mentre parlavano la pioggia si fece sempre più fitta, e parecchi dei loro amici vennero a salutarli, tra cui Seamus Finningan, Dean Thomas e Neville Longbottom. Dopo una mezz'ora, Hermione, stanca delle interminabili chiacchiere sul Quidditch, decise di immergersi nella lettura del libro Manuale degli Incantesimi; del Quidditch ne aveva abbastanza e non le andava di parlarne, tanto valeva imparare qualcosa di più istruttivo.

Ron nel frattempo raccontava a Neville (che non era presente alla Coppa del Mondo) tutto quello che avevano fatto:
"Eravamo in tribuna d'onore..."
"Per la prima e ultima volta in vita tua, Weasley". Era Draco, assieme Crabbe e Goyle.
A quanto pare avevano origliato la conversazione dalla porta, che Dean e Seamus avevano lasciato socchiusa.
"Non mi pare di averti invitato qui, Malfoy" disse Harry freddamente.
"Weasley... cos'è quella?" disse Draco, indicando la gabbia di Leo, da cui si intravedeva una manica del suo abito da cerimonia.
Ron cercò di nascondere il tutto, ma Draco fu più veloce e lo prese.
"Mh... non penserai davvero di metterti questo?"
"Va a mangiare la cacca, Malfoy!" disse Ron, che aveva le guance arrossate dalla rabbia.
Malfoy ridacchiò, e sorprese il gruppo dei tre ancora una volta: la sua non era una risata di scherno, come avrebbe fatto di solito. Sembrava, sì, divertito, ma sembrava tanto una di quelle risate che si fanno tra amici (cosa che loro non erano affatto).
"Allora, hai intenzione di partecipare? C'e anche del denaro sai..."
"Di cosa stai parlando?" sbottò Ron.
"Hai intenzione di partecipare?" ripetè Malfoy. "Immagino che tu ci sarai , Potter"
Hermione non ne poté piu e aggiunse: "Dicci cosa vuoi o sparisci, Malfoy" con il viso sprofondato nel libro che stava leggendo.
Un sorriso gioioso si aprì sul volto di Draco. "Non dirmi che non lo sai -disse a Ron-, hai padre e un fratello al Ministero e non lo sai?" si girò verso Hermione e continuò:
"Granger, non dirmi che neanche tu lo sai. Di solito sei così informata, com'è che la cosa ti sfugge?" disse con un sorriso quasi impercettibile, mentre lei si sentiva arrossire e non poco, ma non rispose.
"Va bene. Weasley, Potter... ciao, Hermione" li guardò tutti e tre un'ultima volta e se ne andò.

Ron scattò in piedi e chiuse la porta scorrevole così forte che il vetro si ruppe.
"Ron!" esclamò Hermione, che provvide ad aggiustare il vetro con l'incantesimo Reparo.
" 'Non penserai davvero di metterti questo, gne gne, gne gne' " fece Ron a mo' di imitazione di Malfoy.
"Dai... voleva solo provocarti un po'" disse Hermione. "Piuttosto... sono io paranoica, o lo avete notato anche voi?" Chiese.
"Sì" affermò Harry.
"Ti ha chiamato 'Hermione'. Ma che gli piglia a quello? Insomma, prima fa lo sbruffone e poi fa il signorino per bene. Ho ragione o no?". Harry ed Hermione annuirono.
Il cattivo umore di Ron durò tutto il viaggio, così come l'incredulità di Hermione riguardo il comportamento di Draco.
Finalmente arrivarono ad Hogsmade, il villaggio dei maghi. Una volta scesi, salutarono Hagrid, intento ad accompagnare quelli del primo anno, che per tradizione arrivavano al castello in barca.
"Oooh, non mi piacerebbe affatto attraversare il lago con questo tempo".  Loro invece salirono su una carrozza senza cavallo -in compagnia di Neville- che li portò dritti al castello.

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Capitolo 5
*** Il Torneo Tremaghi ***


Le carrozze avanzavano superando cancelli e cinghiali alati scolpiti. Hermione cercava di vedere il castello attraverso il finestrino, nonostante la fitta pioggia che rendeva quansi impossibile vederlo.
Appena arrivati lei, Harry, Ron e Neville si precipitarono all'interno.
"Miseriaccia!" Ron era fradicio, e mentre scuoteva la testa per far cadere un po' d'acqua dai capelli... SPLASH; gli cadde un grosso palloncino proprio sulla testa, che urtò Harry. Hermione per poco non veniva investita anche lei da un altro palloncino, che però le cadde accanto ai piedi, inzuppandole i calzini.
Guardarono verso l'alto e capirono: era opera di Peeves, il Poltergeist che infestava il castello. Nel frattempo, tutti gli altri cercarono di scansarsi dalla linea di tiro, e in quel momento arrivò la professoressa McGonogall
"PEEVES! Vieni giù IMMEDIATAMENTE!". Fece per avvicinarsi, ma il pavimento era bagnato e la professoressa per non cadere si aggrappò al collo di Hermione, che si sentì portare giù e mancare il fiato.
"Oops... Chiedo scusa, signorina Granger..."
"Non è niente, professoressa!" disse massaggiandosi ancora il collo.
"Peeves, scendi SUBITO!". Ma questo, dopo varie minacce da parte della professoressa di chiamare il Preside, fece una linguaccia e scappò.
Almeno adesso poterono entrare in Sala Grande.

Era magnifica e decorata per il banchetto d'inizio anno. C'erano quattro tavolate per ogni casata, e una frontale dove risiedevano gli insegnanti e il Preside.
Arrivò al tavolo anche Nick-Quasi-Senza-Testa, che li salutò.
"Sapete una cosa? Spero che si sbrighino con lo smistamento. Sto morendo di fame!" disse Ron.
Poi, fece la sua comparsa Colin Creevey. Era un ragazzo del terzo anno di Grifondoro che tartassava Harry appena lo vedeva. Per lui era come un eroe, e in quell'occasione gli volle raccontare del fatto che anche suo fratello quell'anno sarebbe arrivato ad Hogwarts.
'Meno male che non sono nei suoi panni!' penso Hermione.
"Dov'è il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure?" disse Hermione guardando verso il tavolo degli insegnanti. In effetti il posto riservato all' insegnante di quella materia era vuoto.
"Be', forse non sono riusciti a trovare nessuno!" aggiunse.

Poco dopo cominciò lo smistamento, introdotto dalla filastrocca del Cappello Parlante (che decideva a quale sarebbero stati assegnati gli studenti), e questa cambiava ogni anno.
Iniziarono a smistare i nuovi arrivati- fradici fino all'osso- fin quando non arrivò il turno del fratellino di Colin, Dennis, che venne disegnato a Grifondoro.
Una volta finito lo smistamento, il Preside, Silente, ebbe solo una parola da dire:
"Abbuffatevi" e Ron non ci pensò due volte.
Mentre cenavano e chiacchieravano, Hermione venne a sapere che ad Hogwarts c'erano elfi domestici che cucinavano e pulivano, così per protesta decise di non mangiare più.
"Lavoro da schiavi" borbottava tra sè e sè.

A fine pasto, Silente si alzò e annunciò:
"Dunque! Ora che siamo sazi e dissetati ("Hmph!" borbottò Hermione), devo richiamare ancora una volta la vostra attenzione su alcuni avvisi". Fece la lista di tutti gli oggetti proibiti, che la foresta ai margini del castello era proibita agli studenti e che lo era anche il villaggio di Hogsmeade per gli studenti appartenenti al primo e al secondo anno.
Concluse dicendo che, inoltre, non si sarebbe tenuto il Campionato di Quidditch.
A quest'affermazione furono tutti furiosi, ma Silente spiegò:
"Ciò è dovuto ad un evento che prenderà il via in ottobre e continuerà per tutto l'anno scolastico: ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. Ho il piacere di comunicarvi che quest'anno a Hogwarts..."
Ma in quel momento si sentì un tuono e le porte della Sala Grande si aprirono. Hermione trattenne il respiro.

C'era un uomo, con il viso pieno di cicatrici e una gamba artificiale (dato il suono secco che faceva quando questo poggiava la gamba sinistra a terra).
Oltre alle cicatrici, gli mancava anche un pezzo di naso. Ma la cosa più sconvolgente era che, al posto di un normale occhio sinistro, ne aveva uno enorme, a palla e con l'iride azzurra (a differenza di quello vero che l'aveva scura) che sfrecciava su, giu, a destra, a sinistra e anche dietro, lasciando visibile solo la parte bianca.
Si avvicinò a Silente e parlò con lui, per poi sedersi dietro la tavolata degli insegnanti; era il nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure.
I ragazzi non ne furono molto entusiasti. Comunque, Silente continuò il discorso interrotto:
"Come dicevo, nei prossimi mesi avermo l'onore di ospitare un evento assai emozionante, che non ha luogo da più di un secolo: il Torneo Tre Maghi avrà luogo ad Hogwarts."
Tutti scoppiarono a ridere, pensando fosse uno scherzo; ma non era così.
Silente spiegò che i giochi sarebbero iniziati ad ottobre, e che avrebbero ospitato gli studenti di Durmstrang e Beauxbatons. Erano tutti molto eccitati, quando il preside diede la triste notizia che solo gli studenti dai 17 anni in poi potevano partecipare. Erano tutti molto contrariati, ma i giochi erano davvero troppo pericolosi per i ragazzi più piccoli.
Infine, spiegò che si sarebbero scelti tre campioni/campionesse per ogni scuola, scelti da un giudice imparziale.

Dopo il discorso di Silente, andarono tutti nei propri dormitori. Fred e George confabulavano come poter ingannare il giudice, chiedendo a Harry e Ron se volessero provare anche loro.
Ormai erano arrivati nella propria sala comune e, stanchi, si salutarono.
Hermione entrò nel dormitorio femminile dove c'erano altre sue compagne già pronte per dormire, si preparò e si coricò.

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Capitolo 6
*** Malocchio Moody. ***


Il giorgno dopo la tempesta era finalmente passata, anche se il tempo non era migliorato così tanto.
Nel frattempo, Hermione e gli altri, studiavano i nuovi orari scolastici nella Sala Grande.
"Accidenti, Cura delle Creature Magiche con i Serpeverde" disse Ron.
"Due ore di Divinazione oggi pomeriggio" gemette Harry. Quasi nessuno amava quella materia.
"Avreste dovuto mollarla come ho fatto io. Cosiì fareste qualcosa di sensato come Aritmanzia" disse Hermione convinta.
All'improvviso si sentì un fruscio sopra le loro teste: erano i gufi che stavano consegnando la posta; Hermione ricevette una lettera dai suoi genitori.
Mentre l'apriva, notò il barbaggianni di Malfoy posarsi sulla sua spalla, si girò e vide Harry, che sembrava deluso dal fatto che di Edvige non c'era traccia.

Poco dopo si incamminarono per la lezione di Erbologia con i Tassorosso. Erano alle prese con delle piante bruttissime: i Bubotuberi.
Sembravano lumache giganti in verticale e piantate nel terreno. Avevano delle bolle e queste dovevano essere schiacciate, in modo da poterne prendere il pus (utile per pozioni contro l'acne), anche se farlo era davvero rivoltante.
La campana riecheggiò, dovevano andare da Hagrid per la lezione di Cura delle Creature Magiche.
Arrivati laà, ebbero un'altra sorpresa dopo i Bubotuberi: gli Schiopodi Sparacoda. Somigliavano a delle aragoste deformi senza corazza, pallide e viscide, con le zampe che spuntavano in punti molto strani e apparentemente senza testa.
"Sono appena usciti dall'uovo, così potete tirarli su voi! Ho pensato che poteva essere una bella ricerca" disse Hagrid, che era l'insegnante di quella materia solo dall'anno precedente.
"E perché dovremmo desiderare di allevarli?" disse una voce. Malfoy. "Cioé, che fanno?"
"Quella sarà la prossima lezione, Malfoy. Oggi dovete solo darci da mangiare. Dovrete provare a darci delle cose diverse - io non ne ho mai tenuti prima, non so che cosa ci piace. Io ho qua uova di formica e fegato di rana e un po' di biscie: provate un po' di tutto."
I ragazzi iniziarono, ma ci furono subito complicazioni: a volte agli Schiopodi esplodeva la coda, altri avevano il pungiglione (probabilmente quelli erano i maschi) mentre altri avevano una specie di bocca sulla pancia per succhiare il sangue (invece quelle forse erano le femmine)
"Be', adesso capisco perche stiamo cercando di tenerli vivi. Chi non vorrebbe un animaletto che brucia, punge e morde contemporaneamente?" disse Draco disgustato.
"Solo perche non sono carini non vuol dire non servano a niente. Il sangue di drago e straordinariamente magico, ma non per questo vorresti un drago come animale da compagnia, no?" disse Hermione, ed ebbe come risposta da Draco un sorriso.
"Ma che fa? Ti sorride?" disse quasi disgustato Ron, come se al solo pensiero che lui le potesse sorriderle gli venisse la nausea.
"Non ne ho idea Ron... ultimamentte è così strano!" disse Hermione guardando Draco un'ultima volta mentre si occupava degli Schipodi.

Dopo la lezione andarono in Sala Grande a pranzare. Hermione pensò di fare un salto in biblioteca per fare delle ricerche.
Iniziò a divorare tutto per fare il prima possibile. Ron era scandalizzato dall'idea che Hermione, il primo giorno di scuola, volesse già andare a fare ricerche (che tra l'altro non erano neanche compiti, visto che i professori non ne avevano ancora assegnati).
Finì di mangiare e salutò Harry e Ron che sarebbero andati a fare ben due ore di Divinazione. Hermione era davvero contenta di non doverci più andare; la professoressa Trelawney diceva sempre che non era adatta alla Divinazione, che non aveva "l'occhio interiore".
"Oh, al diavolo!" Pensoò Hermione subito dopo.
Arrivò in biblioteca e andò a cercare il libro che le serviva. "Mh... allora, vediamo... Ah, eccolo!" e sprofondò nella lettura.
Era così presa che non volle distaccare lo sguardo dal libro neanche per andarsi a sedere - e in effetti rimase in piedi. Poco dopo sentì dei passi, ma non ci fece troppo caso: probabilmente era qualcuno che durante quell'ora non aveva materie e se n'era andato in biblioteca proprio come aveva fatto lei.
I passi si fermarono, ma Hermione era troppo concentrata per accorgersene, quando poi:
"Ehi Granger".
Hermione alzò lo sguardo di colpo: Era Draco a distanza ravvicinata. Spaventata (be', chi non si spaventerebbe a ritrovarsi qualcuno praticamente sotto il naso senza accorgersene?), sobbalzò all'indietro.
"Ah! M-Malfoy... che ci fai qui?!"
"Niente. Ero solo venuto a farti una visita. Che fai di bello?"
Hermione lo guardò un po' incredula, e mantenendo le distanze rispose:
"... Sto facendo delle ricerche. Perché dovresti venirmi a far visita?"
"Mah, così. Insomma, sei una tipa davvero curiosa. E' già da un po' che pensavo di venirti a parlare, solo non trovavo mai l'occasione giusta".
"Ah". rispose Hermione scettica
"Che c'è, non mi credi?"
"No... be'... forse. Non è da te, isomma... non è mai stato da te" disse Hermione, guardandolo un po' male.
"Oh, Granger, Granger... si vede che non mi conosci proprio - be', non che tu abbia avuto modo di conoscermi più di tanto"
"E in effetti non ho neanche l'intenzione di conoscerti meglio, Malfoy" disse Hermione. Ora si stava innervosendo.
"Ehi, ma cos'hai?" chiese Draco realmente sorpreso, ma Hermione credeva la stesse prendendo in giro.
"Senti, hai finito di prendermi in giro? Non sei divertente, Malfoy"
"Ma io..."
"Prima perseguiti me e i miei amici, mi offendi chiamandomi Sanguemarcio, sei crudele con Ron conoscendo benissimo la sua situazione economica...". Andava avanti e indietro vicino alla libreria da cui aveva preso il libro "E poi fai tutto il carino, 'volevo farti una visita'. Insomma, smetti di prenderti gioco di..."
Hermione sentì un tonfo vicino al suo orecchio sinistro e chiuse gli occhi abbassando il capo, ritrovandosi con le spalle poggiate alla libreria.
Aprì gli occhi e alzò lo sguardo lentamente: Malfoy aveva allungato la mano facendola poggiare su uno scaffale, alla sinistra di Hermione, l'altra mano poggiata sul proprio fianco.
"M-Malfoy che cosa..."
"Non sapevo come zittirti!" gli disse mostrandogli un sorrisone. Hermione era un po' perplessa.
"Capisco quello che pensi, ma lasciami spiegare: io non penso più quelle cose, Hermione. L'anno scorso ho iniziato a  frequentare una ragazza della mia casata. Andavamo d'accordissimo -ho sentito dire che le piacessi, anche se io non ho mai ricambiato e stavamo bene anche come amici. Poco dopo l'inizio delle vacanze abbiamo continuato a sentirci via gufo quando poi..." Fece una pausa. "Quando poi mi rivelo di essere una NataBabbana".
Hermione lo guardò attenta, e lui continuò: "Diceva di non avermelo detto prima per paura che non le rivolgessi più la parola, e là ho capito: non è diversa da me." Ad Hermione si illuminarono gli occhi.
"Ho iniziato quindi a rivedere tutti i miei pensieri, i miei pregiudizi... e ho capito che erano sbagliati. Ed ho sbagliato con te e volevo chiederti scusa. Questo e tutto" disse concludendo Draco, che aveva tolto la mano dallo scaffale.
"Be', sembri sincero Draco. Quindi, vedrò di accettare le tue scuse. Ma non pensare che questo voglia dire che ora siamo amici"
"Pff... e va bene, Hermione -mi spiace ma ora ti chiamerò sempre per nome e aspetto che tu faccia altrettanto. Comunque, non credo smetterò di prendermi gioco di Weasley. Insomma, e così spassoso quando si arrabbia! Ahahahahah!" disse Draco trattenendosi dalle risate.
"Si, ma... non è affatto carino."
"Eddai, non sono di certo serio."
"Hmpf, va bene" disse infine Hermione. "Credo che ora dovremmo tornare in Sala Grande"
"Si, hai ragione".
"Ma cerchiamo di essere disinvolti: non credo che Ron ed Harry mi vedrebbero di buon occhio se mi vedessero con te. Né le Serpi vedrebbero bene te."
"Non hai tutti i torti in effetti. Affare fatto" e si incamminarono verso la Sala Grande.

Entrarono in Sala Grande, ed Hermione si avvicinò ad Harry e Ron.
"Per le mutande di Merlino, Hermione! Che ci facevi con Draco?" disse Ron
"Di cosa stai parlando Ron?" chiese Hermione tesa.
"Siete entrati insieme in Sala Grande!"
"Oh... Ron! Semplicemente stavamo arrivando in Sala Grande nello stesso momento!"
"Va bene Hermione..."
"Be'... tanti compiti?"
"Sì" disse Harry. "Ci è stato dato da fare un'analisi dettagliata del modo in cui ci influenzeranno i movimenti dei pianeti planetari del prossimo mese, con riferimento alla nostra mappa personale... e tutto ciò per lunedi!"
"Io ve l'ho detto che avreste dovuto mollare!" disse lei. Poi una voce gridò:
"Ehi Weasley! Tuo padre è sul giornale!" era Draco. "Ascolta un po'!" :

Pare che i guai del Ministero della Magia non siano ancora finiti, scrive Rita Skeeter, inviato speciale. Recentemente sotto accusa per lo scarso controllo alla Coppa del Mondo di Quidditch, e ancora incapace di giustificare la sparizione di una delle sue streghe, il Ministero è sprofondato di nuovo nell'imbarazzo ieri a opera di Arnold Weasley, dell'ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani.

"Non sono neanche riusciti a dare il nome giusto!" ridacchiò Malfoy, e poi continuò:

Arnold Weasley, che due anni fa fu accusato di possesso di un'auto volante, ieri è stato coinvolto da una zuffa con parecchi protettori della legge babbani ('poliziotti') a causa di alcuni bidoni della spazzatura altamente aggressivi. Pare che il signor Weasley sia intervenuto in aiuto di 'Malocchio' Moody, l'anziano ex Auror che è andato in pensione dal Ministero quando non è stato più in grado di distinguere una stretta di mano da un tentato omicidio. Com'era prevedibile, il signor Weasley ha dovuto modificare parecchie memorie, ma si è rifiutato di rispondere alle domande della Gazzetta del Profeta sul perché abbia coinvolto il Ministero in una scena tanto indegna.

"C'è anche la foto, Weasley! Una foto dei tuoi... tua madre potrebbe perdere qualche chilo!"
Ron tremava di rabbia.
"Potter, tu sei stato a casa sua. Sua madre è davvero così cicciona, o e solo la foto?".
Ron ora era così infuriato che doveva essere trattenuto da Harry ed Hermione, e quest'ultima lanciava occhiate a Draco come a pregarlo di smetterla.
Mentre Draco se la rideva, arrivò Malocchio che intervenì tempestivamente lo trasformò in un furetto bianco per punizione!
Lo faceva levitare su e giù, a destra e a sinistra... ma poi arrivò la professoressa McGonogall che lo fermò, e fece tornare Draco normale.
"Mio padre lo verrà a sapere..." borbottò lui pieno di rancore.
"Ah, davvero? Be', conosco tuo padre da molto tempo, ragazzo... digli che Malocchio tiene d'occhio suo figlio".
"Non dite niente" sussurrò Ron ad Harry e Hermione
"Perché?"
"Perché voglio fissare tutto questo nella memoria per sempre"
"Poteva fargli male sul serio, a Malfoy, però. E' stato un bene, veramente, che la professoressa McGonogall l'abbia fatto smettere..."
"Hermione! Stai sciupando il momento più bello della mia vita!" disse Ron.
Hermione sbuffò e riprese a mangiare a tutta velocità.
"Non dirmi che torni in biblioteca" domandò Ron.
"Devo" disse Hermione con la bocca piena. Quando ebbe finito, si alzò, salutò i ragazzi e si diresse nuovamente in biblioteca.

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Capitolo 7
*** Le Maledizioni Senza Perdono Pt.1. ***


Hermione si recò quindi in biblioteca. Una volta arrivata, trovò Draco seduto su una delle panche, e aveva un'aria piuttosto pensierosa.
"Perché sei di nuovo qui?" Gli chiese.
"Perché non so dove andare e... sapevo che saresti tornata. Devi completare la ricerca, no?"
"Be'... sì."
"Ecco... avrei dovuto dar retta a te, sai..." s'interruppe un attimo. "...Sul prendere in giro Weasley... non ti ho ascoltato ed ecco cos'è successo!"
"Visto? Ora che sei cambiato, a tuo dire, cerca di darmi retta, qualche volta".
"Va bene, hai vinto tu".
Hermione prese il libro che le serviva e si sedette accanto a Draco: "Ti dispiace se non parliamo? Sai, è un po' difficile leggere altrimenti..."
"Oh, fa pure, non preoccuparti" ed Hermione sprofondò nella lettura.
Draco la guardava, mentre lei era intenta a leggere. Sentirsi osservata in quel modo la faceva imbarazzare al quanto, ma cercava di non pensarci.
Una volta finito di leggere scambiò ancora qualche chiacchiera con Draco, per poi darsi appuntamento nei prossimi giorni.

I due giorni successivi trascorsero senza gravi incidenti. Gli studenti di Grifondoro del quarto anno aspettavano la prima lezione di Moody con tanta ansia che il giovedì arrivarono subito dopo pranzo e si disposero in fila davanti alla sua classe.
Solo Hermione mancava, quando poi sbucò all'improvviso "Ero in..."
"...biblioteca" completò Harry. "Dai, muoviti, o non troveremo posti decenti".
Si affrettarono a occupare tre sedie proprio davanti alla cattedra, estrassero la loro copia di Le Forze Oscure: guida all'autodifesa, e attesero. Presto udirono il tonfo dei passi disuguali di Moody che percorreva il corridoio, ed entrò in classe.
"Potete metterli via" borbottò "quei libri. Non vi serviranno".
Rimisero i libri nelle borse. Moody estrasse il registro, allontano la lunga chioma brizzolata dal viso contorto e sfigurato e prese a fare l'appello.
"Allora" disse, quando l'ultimo fu dichiarato presente, "ho ricevuto una lettera dal professor Lupin a proposito di questa classe. Mi pare che abbiate una preparazione piuttosto solida nell'affrontare le Creature Oscure - avete fatto i Mollicci, i Berretti Rossi, i Fuochi Fatui, gli Avvincini, i Kappa e i lupi mannari... ma siete indietro sulle maledizioni" disse Moody. 
"Quindi sono qui per spiegarvi nel dettaglio quello che i maghi possono farsi gli uni agli altri. Ho un anno per insegnarvi le Forze..."
"Come, non rimarrà?" disse Ron d'impulso.
L'occhio magico di Moody roteo per fissarsi su Ron, che cambio faccia, spaventato ma dopo un attimo Moody sorrise: era la prima volta che lo faceva. Ron parve molto sollevato.
"Tu devi essere il figlio di Arthur Weasley, eh? Tuo padre mi ha tirato fuori da un bel guaio qualche giorno fa... sì, mi fermo solo quest'anno. Un favore speciale a Silente... un anno, e poi torno alla mia vita tranquilla da pensionato. Allora, cominciamo subito. Le maledizioni. Assumono forze e forme diverse. Ora, secondo il Ministero della Magia dovrei insegnarvi le contromaledizioni e fermarmi li. Non dovrei mostrarvi come sono fatte le Maledizioni Oscure illegali prima del sesto anno. Si ritiene che non siate grandi abbastanza da affrontarle fino ad allora. Ma il professor Silente ha un'opinione più alta dei vostri nervi, pensa che possiate farcela e prima sapete che cosa dovrete fronteggiare meglio è, dico io. Come potete difendervi da qualcosa che non avete mai visto? Un mago che sta per scagliarvi contro una maledizione illegale non vi dirà cosa ha intenzione di fare. Non ha intenzione di comportarsi lealmente. Dovete essere preparati. Dovete essere vigili e attenti. Allora... qualcuno di voi sa a quali maledizioni corrispondono le pene piu gravi secondo la legge magica?"
Parecchie mani si alzarono, tra cui quelle di Ron ed Hermione. Moody indcò Ron.
"Hem, papà me ne ha spiegata una... si chiama la Maledizione Imperius, mi pare?"
"Ah, sì". Moody si alzò, aprì il cassetto della scrivania ed estrasse un barattolo di vetro con dentro tre ragni neri. Moody ne prese uno in modo che tutti lo vedessero. Poi puntò la bacchetta contro di lui e disse "Imperio !". Il ragno balzò sulla mano di Moody, fece un salto all'indietro atterrando sulla scrivania e si mise a ballare la Tap Dance.
"Anni fa, c'erano un sacco di maghi e streghe controllati dalla Maledizione Imperius" disse Moody, e Hermione penso si riferisse al periodo di massimo potere di Voldemort.
"La Maledizione Imperius può essere contrastata e io vi insegnerò come, ma ciò richiede carattere. VIGILANZA COSTANTE!" abbaiò, e tutti sussultarono.
Moody raccolse il ragno e lo rimise nel barattolo. "Qualcun'altro ne sa una?" e, con sorpresa di tutti, Neville alzò la mano. "Ce n'è una... la Maledizione Cruciatus" disse.
"Tu sei Longbottom?" disse Malocchio e Neville annuì.
"La Maledizione Cruciatus" disse Moody prendendo il secondo ragno. "Deve essere un po' piu grosso, in modo che possiate vedere. Engorgio!" e il ragno si ingrandì. Infine, si udì "Crucio!".
D'un tratto, le zampe del ragno si piegarono sotto il suo corpo e si contorse, dondolando da parte a parte. Hermione era sicura che l'animale stesse soffrendo, così urlò "Basta!" con voce stridula.
Malocchio sollevò la bacchetta e il ragno si rilassò. "Reducio" e tornò anche della sua consueta stazza.
"Dolore. Non c'è bisogno di pinze schiacciapollici o coltelli per torturare qualcuno se sapete scagliare la Maledizione Cruciatus. Bene, qualcuno ne conosce altre?"
Hermione tremava, mentre alzava la mano, sospettando cosa avesse intenzione di fare il professore.
"Sì?"
"Avada Kedavra..." sussurrò lei.
"Ah. Sì, l'ultimo, e il peggiore... la Maledizione Mortale".
Infilò la mano nel barattolo e prese il ragno rimasto. Levò la bacchetta e: "Avada Kedavra !" ruggì Moody. Ci furono un lampo di luce verde e un rumore improvviso.
"Non è bello. Non è piacevole. E non c'è contromaledizione. Non c'è modo di fermarla. Solo una persona, che io sappia, è mai sopravvissuta, e questa persona è seduta qui di fronte a me" disse lui tranquillamente.
Hermione si girò, guardando Harry.
"Ora, se non esiste contromaledizione, perché ve l'ho mostrata? Perché dovete sapere. Dovete capire che cos'é il peggio. Non dovete trovarvi in una situazione in cui dobbiate affrontarlo. VIGILANZA COSTANTE!" ruggì, e la classe sobbalzò nuovamente.
"Ora, queste maledizioni, sono note come le Maledizioni Senza Perdono. L'uso su un essere umano è sufficiente per beccarsi una condanna a vita ad Azkaban... fuori le penne... ricopiate...".
Passarono il resto della lezione a prendere appunti. Nessuno parlò fino al suono della campanella, quando esplosero in un torrente di chiacchiere.


Tutti lo avevano trovato eccitante, ma non Hermione e Harry. 
"Muovetevi" disse lei nervosamente a Harry e Ron.
"Non di nuovo quella maledetta biblioteca?"
"No" disse Hermione asciutta. "Neville".
Neville era da solo in mezzo al passaggio e fissava il muro di pietra. Durante la lezione era rimasto scioccato e aveva gli stessi occhi sgranati e pieni di orrore di quando Moody aveva dato la dimostrazione della Maledizione Cruciatus.
"Neville?" disse Hermione dolcemente. Lui si guardò intorno "Oh, ciao". Lei gli chiese se stesse bene, ma lui iniziò a farfugliare frasi illogiche, fino all'arrivo di Moody che lo invitò a prendere del Thè.


Arrivarono in Sala Grande e, mentre Harry e Ron discutevano sul da farsi riguardo Divinazione, Hermione mangiò in tutta fretta e partì ancora alla volta della biblioteca.

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Capitolo 8
*** Le Maledizioni Senza Perdono Pt.2. ***


Una volta arrivata trovò già lì seduto Malfoy ad aspettarla.
"Ciao, da quanto sei qui?" disse lei abbastanza indifferente.
"Oh, da non molto, non preoccuparti" rispose lui.
Nel frattempo Hermione aveva già preso il libro che le serviva e si accomodò accanto a Draco.
"Senti un po'" sibilò lui. "Ma a cosa ti serve di preciso quel libro? E' da giorni che lo leggi e io ancora non ho capito che intenzioni hai".
Hermione rispose: "Sto lavorando per creare un comitato contro l'abuso degli elfi come schiavi e per farlo mi sto documentano un po'. Ho quasi finito però, ho solo da dargli un nome... e magari fare delle spille per i membri che vi partecipano! Mi aiuteresti?"
A Draco iniziarono a brillare gli occhi "Ma certo! Allora, avevi già pensato a qualche nome?"
"Be', sì... avevo pensato a 'Fermiamo il Vergognoso Abuso dei Nostri Compagni Magici', oppure 'Campagna per il Mutamento del Loro Status Legale'. Ma dimmi un po’… tu non eri quello che aveva un elfo domestico che, tra l’altro, veniva trattato malissimo? Com’è che ora vuoi aiutarmi?” terminò Hermione dubbiosa.
“Ricordi quando ho accennato al fatto che ho cambiato idee su molte cose? Ecco, questa è una di quelle. Ci ho riflettuto vedendo Winky allo stadio.” Rispose lui.
“Oh, capisco” disse Hermione accennando un sorriso e sentendosi soddisfatta.
“Dai! Mi occupo delle spille, tu continua pure”.
Hermione lo ringraziò e i due si misero entrambi all’opera. Hermione aveva quasi terminato quando venne interrotta da Malfoy “Ehi, nessuno dei due loghi entra nelle spille… credo che dovremmo cambiare nome.”
Hermione ci pensò un po’ su e poi disse ‘Comitato per la Riabilitazione degli Elfi Proletari e Alienati’?”
“Ora vedo”. Poco dopo Malfoy esclamò “C'entra! Solo… c’è un piccolo problemino”.
“Quale?”
“Be’… che se prendiamo le iniziali esce fuori ‘crepa’”
“Oh, ma si dovrà leggere C-R-E-P-A, pronunciando lettera per lettera!”
“Sì, questo è vero… ma va bene, sarà l’augurio che riceverà in automatico chiunque non aderisca a questo comitato!”
Hermione scoppiò a ridere insieme a Draco. Non si aspettava un tale senso dell’umorismo da parte sua. Una volta terminato il lavoro, i due si salutarono e tornarono nelle proprie Sale Comuni.
 
Hermione giunse nella sala comune di Grifondoro e ad accoglierla trovò il suo gatto Grattastinchi, che si mise a fare le fusa. Entrando, vide che Ron ed Harry erano ancora intenti a fare i compiti.
Be’, per modo di dire: per i compiti di Divinazione si erano inventati delle predizioni di sana pianta!
“Non ti aspetta un gran bel mese, vero?” disse lei.
“Ah be’, almeno sono avvisato” rispose Ron.
“A quanto pare anneghi due volte” notò Hermione.
“Oh, davvero? Allora meglio cambiarne una, potrei farmi calpestare da un Ippogrifo imbizzarrito”.
A un certo, Harry domandò ad Hermione: “Che cosa c’è nella scatola?”. Lei l’aprì e mostrò il contenuto ai ragazzi. Dentro c’erano una cinquantina di spille, tutte di colori diversi ma tutte con le stesse lettere “CREPA”.
“Crepa?” disse Harry. “Che roba è?”
“Non ‘Crepa’, è C-R-E-P-A. Sta per Comitato per la Riabilitazione degli Elfi Proletari e Alienati" rispose Hermione impaziente.
“Mai sentito nominare” disse Ron.
“Per forza, l’ho appena fondato”.
“Davvero? E quanti membri conta?” chiese Harry.
“ Be’… se vi iscrivete voi due… fanno quattro” disse lei.
“Be’, se io, Harry e te facciamo tre membri… chi è il quarto?”
Hermione a questo non aveva pensato. E ora che si sarebbe inventata?
“Hem… una ragazza del primo anno di Corvonero! L’ho conosciuta in biblioteca…”
Ron la fissò per qualche momento.
“Va bene” Rispose infine. Ma aveva ancora da ridire: “E tu credi che gireremo con delle spille con su scritto ‘crepa’?”
C-R-E-P-A” sbottò Hermione. Avevo pensato ad altri nomi, ma non ci stavano. Ho fatto molte ricerche e ho scoperto che gli elfi sono stati resi schiavi secoli fa. Incredibile che nessuno abbia voluto cambiare la situazione fino ad ora”.
“Hermione, ascolta… A-Loro-Piace. A loro piace stare in schiavitù” gli disse Ron di tutta risposta.
Ma Hermione, ignorandolo, spiegò che il loro scopo era quello di assicurare agli elfi condizioni dignitose e modifcare la legge che gli vieta l’utilizzo della bacchetta e altri obiettivi che Hermione si era posta.
“E come le facciamo tutte queste cose?” chiese Harry.
“Cominciamo raccogliendo adesioni. L’iscrizione potrebbe costare due zellini, spilla inclusa, in modo tale che il ricavato possa finanziare la nostra campagna di volantinaggio. Tu, Ron, sarai il tesoriere. Harry, tu il segretario, così puoi mettere a verbale anche ciò che ho appena detto per la nostra prima riunione”.
Hermione concluse con un sorriso a trentadue denti, mentre Ron era ammutolito. Era sicura che Harry fosse combattuto, non sapendo chi appoggiare. Il silenzio fu poi rotto da un picchiettio: era Edvige che batteva il becco sulla finestra! Harry le corse incontro, facendola entrare. Erano tutti curiosi della risposta di Sirius, ed Harry lesse ad alta voce:

Harry,
     volo immediatamente a nord. La notizia della tua cicatrice è l’ultima di una serie di voci che mi sono giunte fin qui. Se ti fa ancora male, vai subito da Silente: dicono abbia convinto Malocchio a tornare a lavoro, il che significa che ha colto i segnali, anche se è l’unico.
     Mi farò vivo presto. I miei più cari saluti a Ron e Hermione.
Tieni gli occhi aperti, Harry.

                                                                                                                                                                                                                     Sirius



Hermione e Ron rimasero piuttosto perplessi mentre Harry si struggeva perché in questo modo lo aveva convinto a tornare, in quanto credeva si trovasse nei guai, mettendolo quindi in pericolo.
Hermione provò a calmarlo, ma lui la interruppe annunciando che sarebbe andato a dormire, e salutò i due.

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