Final Friends

di y s witches
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima diretta ***
Capitolo 2: *** Il mondo di Final Friends ***
Capitolo 3: *** Prima settimana ***
Capitolo 4: *** Prima settimana (segue) ***



Capitolo 1
*** La prima diretta ***


ATTENZIONE:

ATTENZIONE:

Mi sono accorta navigando qua e là nel sito che la nostra stessa idea è stata avuta da un’altro autore, Kay. Ho dato una lettura veloce al suo primo capitolo e mi sono accorta che sono strutturate abbastanza diversamente come fan fiction per fortuna…quello che volevo solo dire è che non abbiamo copiato la sua idea, in quanto il nostro lavoro è nato l’ estate dell’anno scorso (2003), la fic è on line in un altro sito da molti mesi (gennaio mi pare) e nel novembre dell’anno scorso ne abbiamo portate delle copie del primo capitolo anche a Lucca Comics.

Questo solo per evitare accuse di plagi o spiacevoli incomprensioni, è normale che prima o poi possa capitare di avere la stessa idea per un soggetto, ma trattandosi di modi di scrivere e protagonisti differenti mi auguro che entrambe le nostre fan fiction possano essere lasciate in questo stesso sito per la gioia di chi le legge e di noi che le scriviamo anche per donare un po’ di svago agli altri.

Quistisy’s witches-

Ringraziamenti

Ringraziamenti!

 

Come iniziare una cosa del genere? Dunque…^_^ Ringraziando! (Come dice il titolo, è_é ehi permettetemi di creare un po’ di pathos no?) Per prima cosa ringrazio chi ha incoraggiato questa mia follia, nata in un pomeriggio, su una spiaggia, con la musica di una piccola radiolina nelle orecchie e la testa persa da qualche parte. Ed ecco scattare la solita molla…una storia, che abbia in se tutti i ragazzi più famosi di quel fantastico modo che è Final Fantasy.

Ma forse sarebbe rimasta solo un’idea divertente con cui trastullarsi un pomeriggio se non ci fosse stato qualcuno ad appoggiare questa mia follia…Quistis, la mia adorata piccola maestra ^_^! Chi più di lei ha mai assecondato i miei progetti da scienziata pazza?Credo che abbia una grande pazienza e che certe volte sia anche più pazza di me, ma è lei che devo ringraziare in prima persona, è lei che mi ha spianato la strada per permettere che tutto ciò diventi…*_* realtà! HAHAHAHAHA...Grazie Quis, per la tua razionalità e per essere il mio faro nel buio…la mia torcia nella notte…^O^ il funghetto del mio bosc…scusate.

Ed ecco Glen…che dire di Glen…la nostra illustratrice, la ragazza che ha dato vita a quello che vedremo, la sua mano sta dando vera e propria esistenza a tutto quanto con quei suoi splendidi disegni che mi fanno passare notti insonni a rotolarmi nel letto crucciandomi ahimè che questa gente non potrò (;_; che tristezza…) mai stringerla fra le braccia (un fazzolettino prego T_T). ^_^ Ma grazie a lei il mio cuore ha metà della consolazione necessaria perché almeno posso vederli belli come il sole, grazie Glen per essere fuori di testa quanto noi, ^_^ se tu non lo fossi a quest’ora probabilmente avresti pure cambiato città pur di essere più lontana da due matte tanto pericolose. E Grazie anche (ogni tanto bisogna essere seri!) per darci l’opportunità di condividere questo tuo talento! Un giorno avrai ciò che meriti! Sarai una grande fumettista! La Square ti verrà a grattare alla porta pur di averti mia cara! ^O^ WHAHAHA! Credici!

E poi…ultimo ma non meno importante un grazie gridato con tanto di calcione alla nuca al nostro Squall, l’uomo fra le dame!(Su con la vita, Squacchan, so che con il nostro affetto verso lo yaoi ormai ti stiamo facendo ammattire ma pensa che un uomo fra tante dame deve avere un gran bel salame! ^_^) Chi meglio di te con le tue piccole stravaganze quotidiane ci può fornire continuamente precise idee, spunti e battute? Ha…^_^ tieniti pronto ad essere spiato e ascoltato anche nei momenti più insospettabili, sarai il pozzo da cui attingere acqua quando le nostre gole saranno riarse dalla sete…*_* Grazie anche te per tutta la pazienza…preparati ad averne tanta! ^_^

Ha ecco…ho già sbagliato…a chi va un altro grazie gigante prima di concludere questa chiacchierata? Mh? Ma naturalmente a chi sta leggendo e a chi leggere queste pagine! ^___^ grazie a TE! Perché noi tutti i partecipanti a questo gioco speriamo di tutto cuore che tu possa goderti fino in fondo la fantastica avventura di…

 

 

 

INTRODUZIONE

 

Inizia con un nome sparato a bruciapelo nella confusione ma che riesci a percepire chiaro quanto uno sparo nel deserto.

E’ cominciata, ma potrebbe già finire, è quello che pensi mentre ti dirigi verso quel puntino disegnato sulla lucida plastica del palco, devi raggiungerlo e fermarti lì.

Per conoscere il tuo destino.

Cosa sarà della tua vita? Dei tuoi sogni e dell’impegno, è il momento adesso.

C’è un applauso, ma non ci fai caso perché il rumore sembra svanire e sbiadire mentre l’unico suono che puoi sentire sono i tuoi passi che quasi sembrano rimbombare in un silenzio sovrannaturale che esiste solo dentro di te.

Il cuore è come un tuono nel petto, che diventa sempre più veloce mentre dalla fronte nasce una goccia di sudore e scivola via come una lacrima.

Non riesci a vedere nulla tranne che quel puntino che i tuoi piedi stanno raggiungendo nonostante la voglia di scappare via e rimandare almeno di qualche secondo quel momento tanto atteso.

Lo hai raggiunto e adesso alzi gli occhi, guardi i visi pressoché senza volto davanti a te, c’è una busta che viene aperta con scrupolosa insopportabile lentezza, c’è un breve momento di vero silenzio e poi ancora il tuo nome che ti colpisce e ti fa vibrare.

Ogni secondo diventa un ora lunga quanto un anno intero ma poi ecco che arriva, breve e conciso il verdetto che potrà essere di liberazione o di condanna.

Ce l’hai fatta, farai parte…della nostra scuola!”

E finalmente la tua bocca che pareva tanto arida da sgretolarsi al minimo accenno di parola si apre in un grido.

Non è più un sogno.

Ora è la realtà in cui sei dentro.

Alzi un braccio in aria, le dita in segno di vittoria perché parlare è ancora troppo difficile.

Ti inchini e finalmente hai la forza di vedere tutto.

Sei anche tu

di un passo più vicino alle stelle!

 

 

Capitolo I

 

 

Seduta là, su quel pavimento trasparente, fra tutti quei ragazzi stranamente silenziosi, aveva iniziato a pensare a un milione di cose quasi senza accorgersene. Cose che non c’entravano nulla con la situazione in cui si trovava. Aveva portato con lei in valigia il libro che stava leggendo? A che ora doveva chiamare la sua scuola di danza dopo aver saputo se sarebbe rimasta o meno? Si era ricordata di dare alla sua amica quei CD che le aveva chiesto? Aveva salutato tutti prima di andare via? Nemmeno un momento le era passato per la testa la domanda cruciale: che avrebbe fatto se le valigie fossero stato da rifare e quel treno che l’aveva portata lì fosse stato da riprendere? Forse, in realtà, stava pensando solo e soltanto a quello ma cercava di distrarre se stessa con quel mare di interrogativi.

 

Aveva raccolto le gambe al petto posando la fronte sul tessuto morbido di quella tuta…chissà perché le stava venendo sonno, con tutta probabilità era la troppa tensione che aveva a malapena sopportato in quei giorni.

 

Non era abituata a sentirsi così, odiava la competizione e quelle ultime cinque settimane dopo il provino che l’aveva portata in finale, la competizione sembrava lo scopo primario della sua vita. Non era fatta per le gare, ogni volta che qualcuno veniva scartato e lei invece no, si trovava a dispiacersi, a consolare, a pensare perfino di cedere il suo posto… ma non era sempre così. Certe volte si era ritrovata a sperare quasi disperatamente di essere la migliore, quando iniziava la musica e il suo corpo a muoversi, l’unico obiettivo che soverchiava tutti gli altri era dare il meglio di sé, nessuna pietà per nessuno, nessun favore per nessuno.

 

Si era di colpo ridestata, fissando il ragazzo davanti a lei che si era alzato in piedi e si era posizionato davanti alla commissione di insegnanti, le larghe spalle ben dritte, non poteva vederlo in viso ma si ricordava la sua faccia. Appena era arrivata quella mattina lo aveva trovato intento a prendere a calci un distributore automatico di bevande, quando l’aveva vista avvicinarsi gli aveva rivolto un ghigno presuntuoso e le aveva detto: “Sta indietro Barbie, non vorrei farti un occhio nero.” Era uno di quei ragazzi che credono di avere il mondo in mano e guarda caso il più delle volte è proprio così.

 

“Seifer Almasy…sei stato ammesso alla nostra scuola. Lui era passato. Ed ecco che le affiorava nel petto un altro sentimento pressochè sconosciuto fino a quel momento: invidia. Non era quasi mai stata invidiosa di nessuno, ma adesso era tutta un'altra storia. Il ragazzo aveva alzato un pugno e si era voltato verso di loro…evidentemente quel sogghigno non era una cosa esclusivamente per lei, perché in quel momento lo stava mostrando a tutti quanti, ai rimanenti 45 ragazzi che ancora aspettavano il verdetto. Cinquantacinque ragazzi erano già stati chiamati, quarantaquattro erano stati mandati a casa con la frase di rito –non sei stato ammesso allo nostra scuola-, dodici erano già disposti nei banchi con sorrisi talmente radiosi che quando li guardava non poteva fare a meno di sorridere lei stessa. Mancavano ancora undici ragazzi a quei banchi.

 

Il biondino (, biondino non era l’aggettivo giusto per definire quel ragazzo, altissimo, scolpito…carino. Peccato per l’insolenza!) aveva preso posto in un banco vuoto infilandosi la maglietta azzurra da titolare e aveva dato un’occhiata ai banchi intorno a lui.

 

Cosa avrebbe dato per essere al suo posto? Si stava innervosendo. Poteva sentire le mani ghiacciarsi e una morsa fastidiosa serrarle il petto, ed ecco finalmente che la consapevolezza di essere davvero arrivata alla fine che avrebbe preceduto…un'altra fine, o un nuovo inizio.

 

Il ragazzo seduto accanto a lei di certo non la stava aiutando, era da mezz’ora che continuava a dondolarsi avanti e indietro, mangiucchiandosi le unghie due mani alla volta con uno sguardo fisso completamente terrorizzato, ogni volta che il coordinatore si preparava ad annunciare un nuovo nome iniziava a dimenarsi quasi avesse le convulsioni! E più di una volta si era trovata sul punto di imitarlo…non si sarebbe trattenuta per sempre. Qualcuno le aveva detto di non preoccuparsi e di avere fiducia in se stessa perché soltanto così poteva vincere.

 

Si era guardata attorno in cerca della piccola figura dell’unica persona con cui poteva dire di aver legato in quei pochi giorni.

 

Selphie.

 

 

\\ Flashback//

Era il primo provino lì per lei, non sapeva assolutamente se quello era il posto dove doveva trovarsi e non aveva un’idea di cosa le avrebbero chiesto di fare. Quello che la lasciava completamente spaesata e senza fiato era la moltitudine di ragazze e di ragazzi che si muovevano tutto attorno a lei, ragazze splendide che parevano cigni avvolte in tutù di velluto e ragazzi dalle gambe lunghissime che ballavano come elfi delle fiabe tanto eleganti quanto le ragazze.

 

Appena arrivata era rimasta talmente presa da quello spettacolo che per parecchi minuti era rimasta sulla porta a occhi bene aperti con il cuore che si scaldava ad ogni passo di danza che le scorreva davanti…finchè non aveva sentito una mano sulla spalla che l’aveva fatta scattare spaventata.

 

“Tutto bene?” il padrone della mano era un ragazzo con profondissimi occhi di una tenue sfumatura rossastra e lunghi capelli neri e setosi. Le aveva sorriso, un piccolo sorriso delicato e malinconico che l’aveva spinta subito ad annuire con foga.

 

“Certo! E’ solo che…sono un po’nervosa. E’ la prima volta che vengo qui.” Aveva aggiunto infine distogliendo lo sguardo facendolo vagare su tutti e nessuno in particolare.

 

Improvvisamente l’aveva colpita come un pugno la consapevolezza di non essere minimamente paragonabile ad almeno tre quarti delle ragazze in quella stanza, con la sua semplice tutina di una sfumatura rosa pastello, i suoi vecchi scaldamuscoli porta fortuna e le scarpette troppo sciupate da danza con la punta gessata di sua madre, scarpe da usare per le occasioni speciali.

 

“Non farti spaventare da tutti questi pizzi. L’importante è quello che sai fare davvero. Di nuovo il ragazzo aveva sorriso appena le aveva sfiorato la spalla con una mano e subito si era dileguato nella frenesia della stanza.

 

Con un profondo sospiro si era andata a sedere in un angolo, accingendosi ad infilare scalda muscoli e scarpe tanto per iniziare a provare qualche passo, giusto per essere sicura di non aver dimenticato…era una cosa stupida da credere dato che ballava da quando era riuscita a fare i primi passi.

 

Si era consolata con le immagini sbiadite di sua madre che le insegnava a stare sulle punte, il primo tutù, la collanina che le era stata regalata dopo il suo primo vero spettacolo. Era ancora lì appesa al suo collo, e il piccolo ciondolo a forma di cuore era stretto ora nel suo palmo rassicurante come un abbraccio.

 

“CIAO!”

 

Oddio! Era schizzata di nuovo via, spaventata da una vocetta che l’aveva strappata via dalla sua piccola calda coperta di ricordi. Una ragazzina con due occhi verdi grandissimi era giusto davanti alla sua faccia a quattro zampe e un sorrisone smagliante sul visino vivace.

 

“Ciao…”

 

“Sei qui tutta sola? Non ti sei ancora fatta qualche amica? Guarda che non va per niente bene sai!!?” l’aveva rimproverata la ragazza sventolandole sotto al naso l’indice smaltato di celeste. Ogni dito in realtà aveva un colore diverso.

 

“Sono appena arrivata.” Aveva spiegato alzandosi in piedi, aveva battuto leggermente la punta della sua scarpetta sul pavimento. La ragazza aveva sgranato gli occhioni e si era lasciata andare in un estasiato “WHAAAA!!!” che aveva attirato l’attenzione più o meno di metà delle persone.

 

“Che belle scarpeee!!! Sono quelle da ballerina brava!!!”

 

Finalmente era riuscita a ridere, aveva annuito sorridendo e si era sollevata su entrambe le punte per la gioia della brunetta che aveva applaudito forsennatamente. “Brava Stella!”

 

“Io sono…”

 

“Sono sicura che ti prenderanno!!! Sei così alta! Sembri una principessa!! Dai ti prego fammi vede un giro! Così!” si era alzata e aveva fatto un paio di giri su se stessa per cadere quasi subito scoordinatamente sul pavimento. “Whops!!”

 

Aveva eseguito quattro o cinque giri con quella grazia che soltanto una ballerina classica può possedere, finendo con un aggraziato inchino, le braccia aperte e il naso che quasi toccava le ginocchia mandando la sua nuova amichetta in estasi per la seconda volta.

 

“Brava! Brava! Sei fortissima Micia! Mica come quelle là tutte vestite bene ma che fanno solo corse di qua e di là! Le ho guardate sai, più sono hanno vestitini belli e meno sanno fare! Selphie vi ha viste imbroglione!” Bene, e così Selphie era il suo nome? Selphie si era girata verso alcune ragazze che si erano fermate a guardare la fonte di tutto quel baccano e aveva mostrato la lingua tirandosi con le dita i lati degli occhi…subito le ragazze si erano disperse gettandosi occhiatacce alle spalle.

 

“Chi vi credete di essere!” Selphie si era alzata con un saltello e aveva riprovato a fare qualche volteggio finendo ripetutamente a gambe all’aria ridendo e mostrando le mutandine a tutti.

 

“Selphie…sei Selphie vero?”

 

“E’ vero! Ma come hai fatto a sapere come mi chiamo?” le aveva chiesto tutta eccitata ancora stesa sul pavimento.

 

“Me l’ha detto una fatina.” Aveva scherzato rivolgendo il dito verso l’alto, Selphie aveva seguito la direzione del suo dito a bocca aperta e poi aveva annuito.

 

“Eh…parlano molto vero?”

 

“Proprio così.” Questa ragazza non doveva essere una ballerina. Ma visto la potenza limpida di quegli strilli con tutta probabilità era una cantante. “Cosa ci fai qui?”

 

“Fra cinque minuti mi chiamano! Ho la mia prova!” Selphie aveva ridacchiato alzandosi e spolverandosi le ginocchia. “Hu guarda! Mi sa che mi tocca scappare via! Ma ci vedremo a scuola Milly! Sei tanto brava quindi abbi fiducia in te stessa! Capito? Solo così vincerai! Ciao ciao!” Selphie aveva raggiunto la porta a grandi passi poi era tornata di corsa indietro e le aveva preso la mano.

 

“Siamo amiche vero!??”

 

“Certo! Io però mi chiamo…”

 

Selphie le aveva scosso la mano tanto forte da scioglierle i capelli. “Ha che bellezza!!! Fai la brava Cindy!”

 

Le aveva dato un bacio sul naso e di nuovo era corsa via veloce come un razzo senza preoccuparsi della gonnellina gialla che si alzava mostrando quello che c’era sotto. Non che non lo avesse già mostrato a tutti…

 

Si sentiva completamente sicura di sé ora…non sarebbero stati pizzi e capelli perfetti ad impressionare la sua giuria.

\\ fine flashback//

 

 

Lulu Guardians.”

 

Per un momento si era quasi alzata in piedi lei al posto della ragazza chiamata. Era arrossita solo immaginando di che dimensioni catastrofiche sarebbe stata la sua figura, c’era mancato poco, doveva stare attenta!

 

La ragazza in questione sembrava la statua di una Venere, alta e formosissima, con  espressione severa, senza tradire il benchè minimo cenno di nervosismo si era silenziosamente piazzata davanti al microfono. Cosa avrebbe dato per poter tenere un comportamento tanto regale quando sarebbe toccato a lei?

 

Poteva anche inciampare, o mettersi a piangere o peggio del peggio svenire la nel bel mezzo di quel palco. Davanti a tutti. Oh oh. Non ci voleva proprio pensare.

 

Lulu Guardians sei stata ammessa alla nostra scuola. Aveva proclamato solennemente Auron dalla sua postazione. Lulu aveva soltanto fatto un piccolo inchino e sempre con quella postura contenuta aveva ritirato la sua maglietta da titolare. Un’attrice…ha, che avrebbe dato per vedere come recitava? Doveva essere bravissima! In ogni caso l’avrebbe vista, in prima persona o dietro lo schermo della televisione.

 

Altri cinque nomi, nessuno dei quali però aveva potuto sedersi in uno di quegli aspirati banchi. E tutti quei ragazzi erano ballerini. Si era rabbuiata e aveva cercato fra i ragazzi Selphie…eccola là assolutamente a suo agio, le gambe raccolte al petto a chiacchierare sotto voce con un ragazzo dai lunghi capelli candidi che la fissava impietrito, uno strano luccichio omicida negli occhi stretti quasi a fessura. Aveva uno strano spazio vuoto intorno, Selphie a parte ovviamente che era gomito a gomito con lui.

 

Kuja Foolhead.”

 

Un ragazzo con i capelli lilla! Truccato. Oh. Prima di avviarsi verso il microfono aveva strizzato un occhio a loro tutti e li aveva salutati brevemente con la mano. Ancheggiando si era posizionato al suo posto e aveva attesa sorridendo con una mano sul fianco il suo verdetto.

 

Kuja Foolhead sei stato ammesso alla nostra scuola.

 

Kuja aveva sollevato le braccia al cielo in una postura da diva e con un gridolino gioioso si era precipitato ad abbracciare uno per uno tutti i professori quasi dimenticando la sua maglietta… era piuttosto piccolino come ragazzo, chissà se ce l’avrebbe mai fatta a sollevare una come lei? Non che fosse grassa, tutt’altro, aveva una corporatura esile e slanciata…il ragazzo aveva avuto un’esitazione prima di sedersi, aveva soppesato con lo sguardo tutti i vari banchi e alla fine era partito speditissimo verso il banco di…come si chiamava? Seifer? Seifer Almasy, che lo aveva fulminato palesando la sua infelicità. Lo aveva visto muovere le labbra ma non era riuscita a leggerle.

 

“Quistis Trepe.”

 

Chissà cosa gli aveva mai detoh. Si era sentita percorrere da un brivido, un fulmine e una cascata di acqua gelata tutta in una volta. Ecco che arrivava il giudizio, era ora di alzarsi e mettersi di fronte a quella porta ancora chiusa. Era riuscita a sollevarsi in piedi solo un momento prima che il suo nome venisse ripetuto la seconda volta e con gambe di legno come non aveva mai avuto era riuscita a farsi largo fra i rimanenti ragazzi.

 

Non aveva sollevato mai gli occhi, li aveva tenuti ben piantati sul pavimento di piastrelle trasparenti in cerca del suo puntino rosso, dove le avevano detto di mettersi. Eccolo là, ben visibile, ed ecco anche l’asta scintillante del microfono. Era rimasta immobile quasi senza respirare, il labbro inferiore tormentato dai denti mentre serrava le mani a pugno più e più volte.

 

Perché ci mettevano così tanto? Di solito quando ci mettevano più tempo era un sì o era un no? Non ci aveva fatto caso!

 

“Quistis Trepe…sei stata ammessa alla nostra scuola.

 

Aveva chiuso gli occhi. Sì. Era stata ammessa, la porta era stata aperta e adesso poteva finalmente vedere cosa c’era oltre essa. Si era inchinata profondamente senza nemmeno rendersi conto di quel che faceva, il cuore era solo un lontano ronzio, batteva così forte che nemmeno ne distingueva più i battiti…la bella maglietta le era stata piazzata in mano, tanti sorrisi, la applaudivano! Applaudivano anche lei come gli altri!

 

Si era voltata verso i ragazzi seduti e aveva lanciato un bacio in direzione di Selphie che stava applaudendo più forte di tutti quasi schiaffeggiando il misterioso ragazzo di fianco a lei che continuava a rimanere fermo e silenzioso.

 

Si era seduta in uno dei banchi in prima fila ancora vuoto…se Selphie fosse stata ammessa avrebbe  tanto desiderato averla vicina!

 

Anche adesso che l’attesa era finita le mani continuavano a rimanere gelate… ogni tanto il suo cuore ripartiva in un accelerata quando la colpevolezza di che cosa era successo la colpiva, non riusciva veramente a crederci! Aveva incrociato le dita e aveva iniziato a pregare in silenzio per la sua piccola nuova amica.

 

Altri dieci nomi erano stati chiamati e altri due ragazzi avevano preso posto nelle file di banchi, per primo quel ragazzino biondo dal viso tatuato, aveva fatto un salto mortale all’indietro quando finalmente era stato chiamato, e aveva fatto tantissimo rumore quando aveva sentito il verdetto di avvenuta ammissione. L’altro ragazzo l’aveva già incontrato…era quello che il giorno del provino l’aveva scossa dall’emozione (impedendole forse di rimanere là impalata per tutto il tempo…per fortuna!), anche in quell’occasione il sorriso era stato timido e malinconico, prima che si sedesse in uno dei banchi in fondo a fianco della ragazza formosa (non si ricordava proprio più il nome…, ora poteva dire di avere un pochino di tempo per impararli!) gli aveva rivolto un cenno del capo. Vincent, così si chiamava, le aveva sorriso in modo leggermente più vivace quasi arrossendo.

 

“Seifer c’è qualche problema? Dove stai andando?” Auron fissava il suddetto ragazzo che sembrava intento a cercare una via di fuga alla chetichella fra i banchi, aveva già quasi raggiunto il banco dietro di lui ma era stato colto in flagrante. Aveva scosso la testa tornando sui suoi passi, le spalle curve e un’espressione scornatissima sul volto.

 

Il ruolo di disturbatore della quiete sembrava essere stato assegnato.

 

Erano stati chiamati altri ragazzi, una delle quali, Rinoa qualcosa, si era seduta accanto a lei, ma non aveva accennato né a guardarla in faccia né a rivolgerle la benchè minima parola, prima di lei era stata chiamata anche un'altra ragazza, una ballerina, aveva visto casualmente un suo provino e le era piaciuto anche se le sembrava un po’ troppo sicura di sé…lei e Rinoa erano sedute vicine prima di essere chiamate, Tifa però (ricordava bene il nome perché quando la giuria di professori l’aveva ammessa lo studio era esploso in un’ovazione assordante) non aveva voluto rischiare di esporsi troppo e si era piazzata in seconda fila.

 

“Selphie Tilmitt.”

 

Aveva trattenuto il respiro stringendo i denti…si sentiva quasi agitata quanto lo era stata per se stessa! Selphie invece non lo sembrava per niente, aveva salutato allegramente il pubblico e aveva fatto un mezzo inchino alzando un po’ la gonnellina, guadagnandosi qualche fischio di apprezzamento.

 

“Selphie Tilmitt sei stata ammessa alla nostra scuola.

 

“YEEEEEEEEEE!” non si era affatto trattenuta Selphie, aveva fatto un salto e aveva improvvisato una specie di balletto mentre ritirava la maglietta e andava a prendere posto accanto alla ragazzina bionda seduta nel banco davanti vicino al suo. Mentre passava Selphie le aveva fatto un largo sorriso. “Visto ciccia? Lo sapevo che ci saremmo divertite insieme!”.

 

Per ultimi erano stati chiamati tre ragazzi…non poteva che sentirsi felice, sicuramente se si soffriva di solitudine questa scuola poteva farti sentire più sollevata: il primo era stato il ragazzo con i lunghissimi capelli bianchi che aveva rischiato gli occhi vicino a Selphie, poi era stato il turno di un bel ragazzo, un attore…no, bel ragazzo non era la definizione esatta, MERAVIGLIOSO andava molto meglio, e quando era passato le aveva perfino ammiccato, o per lo meno aveva creduto così, Rinoa infatti si era agitata tutta sulla sedia e aveva riammiccato indietro…forse in effetti si era sbagliata.

 

In ultimo i rimanenti  sei ragazzi e ragazze erano stati fatti mettere in fila, a uno di loro era stato chiesto di fare un passo avanti, un ragazzo biondo dal viso vivace, che subito si era rattristato pensando di essere uno degli scartati dato che era stato il primo ad essere chiamato, invece Auron lo aveva proclamato ultimo allievo idoneo ad entrare nella scuola.

 

Il ragazzo si era perfino gettato per terra baciando il palco e ci era voluta tutta la buona volontà e la pazienza dei professori per calmarlo, gli avevano consegnato la maglietta e solo allora aveva occupato l’ultimo posto, in ultima fila, a fianco di un ragazzo dall’aria molto tranquilla.

 

Solo quando tutti quanti erano stati seduti si era sentita meglio, un peso le si era levato dallo stomaco e così aveva avuto la possibilità di darsi un occhiata intorno mentre Auron spiegava che il tempo rimanente lo avrebbero impegnato nella scelta delle camere e dando la possibilità al pubblico di fare qualche domanda.

 

In prima fila, nel banco di fianco a quello dove stava Selphie e Rikku (si era accorta solo in quel momento che sul davanti nel banco erano stati messi dei piccoli visori digitali su cui era apparso il nome), erano seduti un ragazzo e una ragazza che apparentemente sembravano conoscersi già dato che si tenevano la mano, la ragazza era molto carina, con lunghissimi capelli scuri, il ragazzo era un biondino dagli occhi vispi che si esprimeva a grandi gesti e riempiva di pacche sgraziate sulla spalla la povera ragazza che di tanto in tanto gli dava un’occhiataccia e gli bisbigliava qualche cosa.

 

Nel banco dietro di loro, a fianco di Zell era seduta una ragazza con i capelli corti castano chiari che dall’inizio della trasmissione non aveva fatto che guardare alla sua destra verso l’ultimo banco della stessa fila, esattamente verso suo fratello, se aveva capito bene, sembrava assolutamente sofferente, pronta a schizzare in piedi e raggiungere il ragazzo…aveva aguzzato la vista per osservare il nome…Squall.

 

Per un attimo i loro occhi si erano incrociati, ma subito Squall si era voltato da un'altra parte, più per disinteresse che per imbarazzo (causa per cui si era subito girata lei). Non la sorprendeva affatto, quando lo avevano chiamato si era comportato al pari di Lulu, rigido, composto, senza mostrare nessun segno di gioia o emozione. Vicino a lui stava un altro biondo con due occhi grandi e azzurrissimi, Cloud, che sembrava seriamente sul punto di addormentarsi, probabilmente per via dello sciogliersi della tensione, stava mezzo steso sul banco con il mento retto dalle mani.

 

Nel banco centrale vicino a Tifa invece c’era una ragazza dai bellissimi capelli boccoluti, l’aveva già notata fra le altre e se si ricordava bene l’aveva già vista esibirsi nel provino subito dopo il suo ed era stata eccezionale, lei era un’attrice…il display diceva Beatrix.

 

La fila dopo era occupata dagli ultimi chiamati, a partire da destra Lulu e Vincent, Kuja e Seifer (che non avevano fatto altro che battibeccare per tutto il tempo dopo la disastrosa fuga di Seifer) e per ultimi Irvine e una ragazza che nella sua agonia di spettatrice non aveva notato, Aeris. A quanto pareva ad Irvine Aeris piaceva parecchio dato che sembrava prontissimo a saltarle addosso.

 

Ultima fila…evidentemente  il povero Sephiroth era condannato a trovarsi fra i piedi ragazzine iperattive perché la piccoletta vicino a lui, Yuffie, lo stava tormentando con una specie di oggettino rotondo che faceva comparire e scomparire in una mano in un gioco di magia, Sephiroth la osservava con lo stesso sguardo minaccioso con cui aveva osservato poco più di mezz’ora ora prima Selphie, e Yuffie, come Selphie, sembrava assolutamente non preoccuparsene. Anzi…era passata a far scomparire ben due oggetti alla volta. Poi veniva subito di fianco il banco di Tidus che ancora di tanto in tanto chiedeva un cinque al suo compagno di banco, Zack, che divertito ogni volta glielo concedeva prima di ridacchiare e scuotere la testa. Per ultimi sedevano un'altra strana coppia, Wakka, un ragazzo dai capelli rossi e dritti che parlava con un bizzarro accento, e Yuna, con una perenne aria dolce sul viso, molto femminile. Loro però a differenza di Zidane e Garnet non sembravano stare insieme.

 

Chissà quanti intrighi amorosi si sarebbero venuti a creare con il tempo…chissà se anche lei…

 

“Ora chiameremo sei ragazzi che decideranno tre compagni di stanza…E naturalmente, le camere non sono miste signor Kinneas, può anche abbassare la mano grazie! Come primo nome, Tidus.”

 

Tidus chiamato in causa si era subito alzato di scatto in piedi, aveva quasi creduto di vederlo portare la mano alla fronte ma non lo aveva fatto. Si era guardato attorno e si era schiarito forte la gola nel microfono facendo sghignazzare un po’ di gente. “Posso dire che mi pare?”

 

“Sì, naturalmente.”

 

E se non vogliono stare con me?” aveva obiettato preoccupato.

 

“Credo che potranno dirlo.”

 

“Allora scelgo Zidane, Cloud e…Squall.”

 

Squall aveva appena voltato il viso per dare uno sguardo a Tidus ma non si era scomposto per niente, nessuno aveva avuto da ridire per quella sistemazione e Auron era proceduto con il secondo nome.

 

“Zell, puoi dire chi vorresti in camera?”

 

“Oh…non ci avevo pensato!” Zell si era quasi inciampato nella sedia ed era rimasto in piedi per miracolo, quando era stato di nuovo in equilibrio aveva guardato agitato i suoi compagni. “Io dico…Zack, Irvine e…”

 

C’era stato un verso strozzato…Seifer ovviamente. Il fatto con tutta probabilità era che se non fosse stato scelto da Zell sarebbe finito con il suo compagno di banco che, si era capito benissimo, non gli stava troppo simpatico. Seifer si era voltato in direzione di Zell e gli aveva puntato un dito contro. “Scegli me gallinaccio o muori!” aveva sibilato coprendo con la mano il microfono, Zell aveva fatto un gran sorriso e lentamente aveva scandito la sua ultima scelta.

 

Wakka.”

 

“Molto bene…Seifer hai qualche problema? Vuoi spiegarcelo?” Auron aveva apostrofato con pazienza Seifer ma si sentiva un vago malessere di sottofondo. Seifer pure doveva averlo notato perché aveva incassato silenziosamente il colpo. “L’ultima camera per esclusione sarà formata da: Seifer, Kuja, Vincent e Sephirot.

 

Ora toccava alle ragazze scegliere. Aveva di nuovo iniziato a sperare, Selphie le aveva lanciato un’occhiata e le aveva mostrato il pollice alzato…con un pochino di fortuna magari finivano insieme!

 

“Ellone, dì pure chi vuoi…”

 

Ellone era sembrata riemergere dalla sua adorazione da lontano del fratello e si era portata le mani al petto, si era data un rapido sguardo intorno e apparentemente aveva gettato lì i primi tre nomi che aveva letto. “Aeris, Beatrix e Yuffie.”

 

Anche stavolta non c’erano state lamentele da parte delle ragazze. Auron aveva appuntato sulla cartellina i componenti della nuova stanza e aveva sparato un altro nome. “Quistis, vuoi dire chi vuoi in camera?”

 

Sì! Aveva interpellato Selphie con lo sguardo che subito si era aggrappata alle spalle della sua amica di banco, due le aveva ne mancava un'altra…non ci pensava minimamente a dire il nome di Rinoa dato che non si era dimostrata molto felice di starle vicino, quindi…poteva funzionare. “Selphie, Rikku e Lulu.”

 

Lulu era sembrata molto sorpresa, si era voltata verso di lei con le sopracciglia alzate e magicamente le aveva sorriso, in modo molto dolce. Aveva annuito sempre sorridendo… meno male! Non aveva fatto danni allora!!

 

“L’ultima stanza per esclusione sarà composta da  Rinoa, Garnet, Tifa e Yuna.”

 

Per un momento si era sentita un po’ dispiaciuta per Yuna, che era sembrata leggermente disperata…va bene, decisamente disperata per via di quella sistemazione ma purtroppo lei aveva già fatto la sua scelta e ne era molto felice.

 

Adesso iniziava tutto.

 

 

Si era attardata qualche minuto nel bagno dello studio prima di raggiungere il pullman che li aspettava fuori, giusto per vedere la sua faccia…era sempre la stessa? Difficile da credere che quella Quistis da ora in poi avrebbe avuto una vita completamente diversa da quella di prima. Ora oltrechè ballare, avrebbe anche dovuto…cantare, non una cosa semplice per lei che si sentiva tanto in imbarazzo davanti agli altri, l’idea di recitare poi la scombussolava completamente.

 

Aveva tenuto qualche secondo le mani sotto l’acqua fredda e se le era portate alle guance in fiamme…stava così, in uno stato di esaltazione, da quando finalmente era riuscita ad assimilare il fatto che ce l’aveva fatta…una come lei!

 

Un'altra fuggevole occhiata allo specchio, non era più necessario tenere i capelli raccolti così li aveva lasciati cadere sciolti sulle spalle, sistemando alcune ciocche dietro le orecchie. Quando si era voltata per andarsene si era trovata faccia a faccia con il ragazzo dai capelli lilla, Kuja, che si era portato una mano al petto e le aveva sorriso.

 

“Oh, non fare caso a me tesoro! Meglio se ti affretti al pullman o perderai i posti migliori!” le aveva strizzato l’occhio scomparendo dentro uno dei bagni.

 

Era rimasta a fissarlo per qualche secondo, almeno finchè non si era resa conto di due cose: numero uno non era molto educato stare lì ad ascoltare…numero due, aveva scambiato il bagno degli uomini con quello delle donne!

Era scappata fuori di corsa a testa bassa, per fermarsi solo a metà corridoio e dare una sbirciatina ai simboli sulle porte: gonnellina a destra, pantaloni a sinistra. Ma…non aveva sbagliato! , in ogni caso meglio rasi una mossa, non voleva di certo essere rimproverata subito…iniziare con il piede sbagliato non era proprio una buona idea.

 

 

Fuori dal lungo pullman azzurro e bianco (che sfoggiava su tutta la fiancata la scritta Final Friends) c’erano quattro ragazzi, Seifer fumava (mentre uno dei professori lo rimproverava pacatamente, era Laguna , il loro insegnante di recitazione, sembrava un uomo molto tranquillo, Seifer doveva averlo capito dato che lo ascoltava continuando tranquillamente a fumare) Irvine sembrava preso a chiacchierare con Edea con un’espressione piuttosto afflitta sul viso, per finire Rinoa e Tifa.

 

Le aveva salutate con un piccolo accenno di sorriso alzando anche la mano ma era stata completamente ignorata a parte un breve sguardo, le due ragazze erano poi salite sul pullman lasciandola ancora con la mano congelata in cenno di saluto.

 

“Lasciale perdere.” Le aveva detto una voce alle sue spalle. Doveva sembrare piuttosto infelice dato Cid il professore di canto l’aveva presa a braccetto e aveva iniziato a portare pure lei verso l’entrata del bus. “Tu sei quella ballerina…sai anche cantare bene?”

 

“Io…ci provo.” Aveva scosso le spalle in imbarazzo cercando di riprendersi da quella piccola delusione.

 

“Brava, bella risposta, forza adesso, fra cinque minuti partiamo! Vado a dare due calci nel sedere al mio cantante che fuma ora…” Cid si era allontanato sogghignando e lei era salita finalmente.

 

Un putiferio, un apoteosi di grida, gambe e braccia che spuntavano da tutte le parti e oggetti che volavano. In prima fila con aria piuttosto preoccupata se ne stavano Zack e Vincent entrambi impegnati a togliersi dai capelli dei pezzettini di carta, dall’altra parte in prima posizione c’erano Zidane e Garnet che, appiattiti nei loro sedili per non ricevere oggetti contundenti sulla nuca, chiacchieravano sorridenti…un amore nuovo o un amore che esisteva già da molto tempo? Ha…era troppo curiosa. Doveva preoccuparsi di lei adesso.

 

Aveva lanciato un rapido sguardo e arrivata circa in fondo, nella parte destra, non ce l’aveva fatta a non lasciarsi andare in una risatina.

 

Sephiroth era in trappola. Sembrava una statua di ghiaccio, lo sguardo perso nel vuoto, pericoloso, pareva mandar fulmini e saette. Seduto vicino a lui nel seggiolino che dava sul corridoio centrale, c’era Yuffie, non esattamente seduta…era inginocchiata sul sedile e aveva il viso spiaccicato sul finestrino, ciò implicava l’occupazione dello spazio vitale di Sephiroth che pareva essersi rimpicciolito pur di non entrare in contatto fisico con la ragazza. Dietro di lui, fonte di rumore maggiore di tutte le altre, Selphie e Rikku stavano cantando a tutto volume una canzoncina che coinvolgeva farfalle, tulipani e chissà che altro…la situazione nei sedili davanti non era migliore, Tidus e Zell avevano costruito con rotoli di carta delle spade e a quanto parevano stavano giocando a guerre stellari visti gli strani suoni che strillavano ogni volte che le…hem…spade, entravano in collisione.

 

Era riuscita a passare quasi incolume a parte un’involontaria ginocchiata su un fianco da parte di Cloud che si era quasi prostrato a terra per scusarsi…aveva trovato il suo sedile libero a fianco a quello di Yuffie, vicino a Lulu che era sembrata molto sollevata quando l’aveva vista arrivare.

 

“Per fortuna sei arrivata tu…non volevo avere vicino qualche stupida. Lulu le aveva dato un colpetto sulla spalla con la mano e le aveva sorriso. “A proposito, grazie per avermi scelta come compagna di stanza.

 

“Sono contenta di star simpatica a qualcuno!” aveva dovuto gridare per sovrastare la confusione crescente…sembrava di stare nel bus della scuola elementare.

 

“Fra poco qualcuno morirà.” Lulu aveva fatto un cenno con la testa verso Yuffie che si dimenava e strillava brandendo qualcosa come una corda con attaccato in fondo un ciondolo rotondo con una spirale disegnata, lo stava sventolando davanti al viso pallidissimo di Sephiroth che sembrava davvero sul punto di menare le mani. Non gli dava tutti i torti poveretto.

 

“Magari sviene…” aveva parlato quasi soprappensiero, Lulu aveva riso, cioè…aveva fatto qualcosa di molto simile al ridere e l’aveva fissata per poi girarsi verso l’entrata ancora aperta del pullman.

 

Seifer era passato avvolto in una nuvola di fumo e subito dietro di lui, ancheggiante e leggiadro, era passato Kuja avvolto in una nuvola di profumo. A quanto pareva il ragazzo stava cercando di sedersi vicino a Seifer che però pur di non permetterglielo si era steso sui due sedili rivolgendo occhiate in cagnesco a Kuja che aveva dovuto ripiegare e accontentarsi di stare vicino a Wakka che…incredibile. Dormiva, con la bocca aperta e la fascia tirata giù sugli occhi.

 

“RAGAZZI!”

 

Oh…che pace, il silenzio improvviso le aveva quasi ferito le orecchie, Auron era chino sul microfono, poteva vedere la sua schiena larga sotto la giacca rossa. Il silenzio si stava già trasformando in un brusio, qualche colpo di tosse…

 

“Stiamo per partire, impiegheremo circa mezz’ora per arrivare all’albergo quindi datevi una calmata. Auron aveva chiuso l’audio al microfono…subito Laguna era schizzato a levarglielo dalle mani in una sorta di illuminazione.

 

“Facciamo le canzoncine!!!! Allora… Noi siamo i ragazziiii i più bravi che ci sooon! Forza andiamo al più al largooo verso al nostro albergooo…”

 

Cid era intervenuto dopo quelle prime strofe, semi disperato, cercando di portar via il microfono a Laguna che non aveva mollato la presa e sebbene venisse trascinato verso al suo sedile aveva continuato a cantare quell’improbabile canzoncina. Subito era stato ancora il caos, molto meno di quello iniziale ma abbastanza da desiderare di perdere l’udito.

 

Lulu sembrava stordita e comunque quel suo silenzio non la metteva per nulla a disagio, aveva il vago sentore che non fosse una ragazza chiacchierona. Fuori dal finestrino il paesaggio sfrecciava confuso, una macchia di colore…

 

\\ Flash back \\

Aveva le gambe che tremavano, non aveva idea di come avrebbe fatto a ballare con quelle persone a fissarla…e tutti gli altri ragazzi. Quando si era presentata davanti alla commissione aveva sentito diverse ragazze ridacchiare, era perfettamente consapevole di apparire un po’ trasandata rispetto a loro, ma non per questo si sentiva imbarazzata.

 

“Signorina…Quistis vero?”

 

“Sì.” Aveva sussurrato. Altre risatine al suono della sua voce arrochita dall’emozione, la donna che aveva parlato con lei, Edea Kramer, aveva fatto un gesto brusco verso i ragazzi zittendoli all’istante, gliene era stata subito grata.

 

“Il tuo curriculum è molto, molto promettente. Quindi non mi perdo in chiacchiere e iniziamo subito, la base sarà sempre la stessa che abbiamo usato per gli altri, hai preparato qualche cosa?”

 

“Sì certo…” si era guardata attorno rendendosi conto che non sapeva esattamente dove mettersi per partire ma di nuovo Edea era stata tanto gentile da correre in suo aiuto.

 

“Mettiti pure dove vuoi. Quando sei pronta fai un cenno e partirà la base, buona fortuna!”

 

Ed ecco che iniziava la magia. Sparivano i sussurri. Le risate. Le persone intorno a lei. Ogni fibra del suo corpo si caricava di quell’energia sottile e vibrante, non tremava più, ora era salda, la punta di gesso della sua scarpetta di un rosa sbiadito sfiorava il pavimento mentre l’altro poggiava sicuro, le braccia si alzavano come ali, leggere come l’aria…e poi la musica e niente di più.

 

Le note entravano nelle sue dita e…aveva iniziato a ballare.

 

Aveva ballato senza pensarci, non era vero che aveva preparato qualcosa, se solo lo avesse fatto in quel momento non sarebbe comunque contato perché le sue gambe si muovevano da sole e lo facevano così bene…non c’erano stati errori e non c’erano state esitazioni.

 

Quando alla fine aveva sollevato gli occhi, ancora immobile nell’improvviso silenzio, non aveva più sentito risatine.

 

Si era inchinata…quel silenzio era un bene o era un male? Edea sembrava così seria!

 

“Grazie. Bene Quistis puoi andarti a sedere.”

 

Ora dovevano esibirsi altre due ragazze e poi le avrebbero richiamate tutte quante, e comunicato chi avrebbe passato questo provino, il primo di una serie che avrebbe dato accesso al programma in prima serata.

 

Non appena si era seduto aveva ricominciato a tremare. A tremare così tanto che aveva dovuto stringersi le mani intorno al corpo quasi si trovasse nel bel mezzo di una tempesta di neve…

\\ Fine Flashback \\

 

“…MAAAAAALE!!!”

 

Si era voltata di scatto, ed eccola là Yuffie, ancora in ginocchio sul suo sedile con un colorito piuttosto malsano tendente al verdolino sul viso. Non per questo però aveva smesso di agitarsi e contorcersi aggiungendosi di tanto in tanto alla canzoncina che stavano gridando Selphie e Rikku.

 

La suddetta canzoncina aveva coinvolto anche Zell e Tidus e lo stesso valeva per Cloud e Irvine.

 

Era arrossita intensamente quando quest’ultimo, colto in flagrante il suo sguardo, le aveva fatto ciao ciao con la mano con un grandissimo sorriso. Tutto quello che era riuscita a fare era sorridere e distogliere subito lo sguardo.

 

Yuffie si era lamentata ancora questa volta con un suono strozzato molto minaccioso…a quel punto Sephiroth che pareva congelato nel suo dolore, si era come risvegliato e appiattito contro al finestrino.

 

“…guai a te ragazzina! Non su di me!”

 

Ooohhhurgh!” Yuffie in tutta risposta si era portata una mano alla bocca piegandosi in avanti verso il ragazzo che era schizzato in piedi, pallido, aveva scosso la testa senza in muto profondo orrore.

 

“Non…farlo!”

 

“…hnnmaaale!”

 

“Non farlo!” aveva tuonato ancora Sephiroth puntando un lungo dito verso la ragazzina che continuava a produrre una serie di piccoli rumori acquosi…per quanto possibile aveva iniziato a sbiancare ancora di più finchè anche lui non aveva iniziato ad acquisire una brutta cera verde pallido.

 

“…hn!”

 

“…”

 

Pippi, ma stai bene?” Selphie si era sporta per dare una pacca sulle spalle di Sephiroth (una pacca piuttosto potente a dire il vero) che era quasi caduto su Yuffie, era riuscito per un pelo a tenersi in equilibrio evitando il disastro, un secondo dopo il ragazzo con un balzo atletico aveva scavalcato Yuffie e si era dato ad una fulminea fuga verso la toilette del bus.

 

Che è capitato?” La testa di Laguna era sbucata da uno dei sedili all’improvviso silenzio. Anche la testa di Seifer aveva fatto capolino da sopra uno dei poggia testa, ma subito dopo aver mostrato il dito medio a Zell era scomparso.

 

“Qualcuno non si sente bene?” Auron finalmente aveva preso in mano la situazione e aveva raggiunto la loro zona, aveva dato un rapido sguardo al posto vuoto accanto a Yuffie che pareva leggermente meno sofferente, rendendosi poi conto che dagli individui lì intorno non avrebbe avuto nessun aiuto aveva guardato lei.“Chi c’era seduto qui?”

 

“Sephiroth…credo che non stia molto bene.

 

“Vai a dare un’occhiata, eventualmente chiamami.”

 

Lei? Si era girata verso Lulu che in tutta risposta le aveva fatto un sorrisino e aveva sollevato le sopracciglia… va bene, del resto se non si fosse mosso nessuno entro dieci secondi si sarebbe comunque alzata lei per controllare che non ci fosse bisogno di aiuto.

 

Aveva bussato appena alla porta della toilette assolutamente silenziosa. “Ehm…tutto bene?”

 

La porta si era aperta di una fessura e un occhio turchese gelido e torvo l’aveva fissata dall’alto. “Che vuoi?”

 

“Solo sapere se stai bene.” Aveva sussurrato a voce roca gettandosi uno sguardo intorno mentre inconsapevolmente il suo cervello cercava un passaggio per una rapida fuga in caso di necessità.

 

“Benissimo. Non voglio vedere i fluidi corporei di nessuno. Quindi qui sto benissimo.” La porta si era chiusa sbattendo di colpo facendola sobbalzare energicamente. Aveva deglutito e si era subito spostata da là, evidentemente Sephiroth stava bene là e non c’era nessun motivo per disturbarlo adesso.

 

Lulu l’aveva accolta con un sorrisino divertito nascosto da una mano. “Allora dolcezza…come sta il poverino?”

 

“Oh dice che sta bene e che vuole stare in un bagno minuscolo piuttosto che qui con noi.

 

“Lo capisco.”

 

“Sì, anche io.”

 

Nel frattempo il gioioso cantare e il lancio di oggetti era ricominciato…

 

 

 

L’albergo che li avrebbe ospitati in quei mesi non era assolutamente come se lo aspettava…era di gran lunga più lussuoso! La hall era di un bel color panna, il pavimento quasi interamente ricoperto da tappeti dai colori pastello, qua e là vasi di piante verdi e colonne dallo stile raffinato, divani dall’aspetto più che comodo e subito di fianco al bancone di ricevimento una larghissima scalinata.

 

A loro sarebbe stato destinato il quarto piano. Era rimasta un po’ imbarazzata al pensiero di essere nello stesso piano dei ragazzi ma…faceva tutto parte dell’avventura, sarebbe stato molto più divertente essere tutti così vicini.

 

Auron dopo aver parlato brevemente con la signorina alla reception era tornato da loro con in mano delle chiavi appese a ciondoli a forma di dado dall’aspetto pesantissimo (ma…non era pericoloso dare un oggetto così spigoloso e pesante in mano a Selphie…a Zell…a Rikku! Non voleva pensarci). “Nella stanza 404 Quistis con le sue tre compagne, nella 402 Ellone e le altre del suo gruppo naturalmente mentre le ultime ragazze nella 406. I ragazzi saranno nella 405 Tidus e compagni, nella 407 Zell e nella 403 ovviamente Kuja. Per il momento non sono ammessi cambiamenti ma se ci saranno problemi potrete comunque comunicarmeli…”

 

“Io voglio cambiare camera!” Seifer si era affrettato verso Auron con aria disperata, aveva guardato i suoi compagni di camera poi si era rigirato verso Auron con occhi imploranti. “Sono disposto anche a dormire nello sgabuzzino delle scope ma per favore non fatemi dormire con Miss Lilla, Dracula e Terminator…”

 

“Vedo che non ci sono problemi. Andate pure, se avete fame per stasera la cena è già stata servita ma potete rivolgervi al pub all’interno dell’albergo. Mi raccomando cercate di dimostrarvi tutti quanti adulti o sarà necessario prendere dei provvedimento. Domani comunque vi forniremo del regolamento riguardante la scuola e il comportamento all’interno dell’albergo. Grazie a tutti e buona notte, noi professori in caso di bisogno saremo al piano di sotto, bussate pure a una delle camere a caso, visto che non sappiamo esattamente ancora la nostra distribuzione. Non vi trattengo oltre. La sveglia comunque vi sarà fornite tramite una telefonata dalla reception.”

 

Auron era un tipo molto esplicativo.

 

Selphie si era precipitata su per le scale correndo come una pazza e perdendo via via alcuni oggettini dallo zaino, Rikku le era corsa dietro raccogliendoli ma…perdendo a sua volta diverse cose dalle borse e borsette…lei e Lulu si erano scambiate uno sguardo corrucciato e con molta tranquillità si erano affrettate a recuperare ciò che era stato perso. Non si sarebbero annoiate sicuramente. Nemmeno per un secondo.

 

 

La sua nuova casa, per un po’. Non aveva avuto esattamente la possibilità di scegliersi il suo letto visto che Selphie e Rikku si erano fiondate a saltare sui primi due a portata di mano, il primo più vicino alla porta Selphie ovviamente che era sempre stata in testa a Rikku, la quale si era accontentata del letto vicino al muro sulla parete a nord.

 

Lei e Lulu si erano scambiate l’ennesimo sguardo divertito e stanco e in silenzio si erano prese i loro letti, Lulu di fronte a Selphie e lei naturalmente l’ultimo rimasto, che fra l’altro le andava benissimo, era quello più…protetto.

 

Aveva posato la sua borsa sul materasso morbido e aveva sfiorato con una mano il lenzuolo rosa pallido, aveva un buon profumo di pulito e di nuovo.

 

“Guardate quaaa!!!! Waaaaah!!!! Sono così gonfi questi cuscini!” Selphie aveva abbracciato stretto un cuscino tuffandovi dentro il viso e ridendo forte. “Visto Ricchan??? Ti piace qui vero?”

 

Rikku si era alzata in piedi sul letto e aveva sventolato una mano in aria con le dita a V e l’altra mano piazzata su un fianco, poi si era lasciata cadere di peso rimbalzando, ovviamente, giù dal letto con un tonfo sordo, Lulu aveva sghignazzato sotto i baffi mentre già si avventurava dentro alla porticina che dava nel bagno.

 

Al centro della stanza c’era un bel tavolo ovale, con un foglio plastificato al centro (lista dei numeri utili dell’albergo e orari per avere la colazione e ordinare pranzo e cena in camera) sulla parete più a sud, un armadio diviso in due parti subito accanto un mobiletto con un Tv piuttosto grossa e accanto alla Tv un armadio identico al primo.

 

Selphie aveva appiccicato sulla sua parte di armadio un adesivo con un gattino giallo e vi aveva praticamente rovesciato la valigia dentro, poi aveva proseguito affiggendo un adesivo a forma di cigno rosa sulla parte di armadio scelto per lei, per segnare la parte di Lulu aveva appiccicato una pantera lilla e per quella di Rikku un coniglietto verde. “Visto Jinny??Ne ho uno anche per tutti gli altri!”

 

Ce l’aveva con lei. “Mi chiamo Quistis! E non so quanto gli altri gradiranno avere…” La sua allegra sentenza era stata troncata di netto dall’intrusione di qualcuno molto trafelato nella loro stanza. Qualcuno che somigliava tantissimo a Squall Leonheart, con un borsone dall’aria pesante fra le braccia, che a testa bassa si era diretto in direzione del suo letto. Vi aveva posato sopra la borsa e solo allora aveva sollevato gli occhi.

 

“…”

 

“…”

 

Si erano fissati l’un l’altro totalmente sorpresi, poi molto lentamente Squall aveva appena voltato gli occhi sentendo la presenza anche di altre persone intorno a lui, aveva nuovamente riportato lo sguardo su di lei.

 

“Ciao.” Le aveva detto, prima di ripigliare al volo la sua borsa e catapultarsi fulmineo fuori dalla porta. C’era stato un momento di silenzio, Lulu che aveva osservato tutto dalla porta del bagno aveva scosso la testa.

 

…non so se essere triste o contenta che sia andato via.

 

Rikku si era precipitata alla porta aprendola e mettendo fuori la testa. “Ehiii! Guarda che se vuoi i letti sono spaziosi! Ti mettiamo con Quissy-Trissy-Chan che lei è tanto buona! Eeehi!” si era voltata con un espressione triste sul viso. “Credo abbia sbagliato ancora camera…la sua non era di fronte alla nostra?”

 

A quanto pareva Squall non aveva molto senso dell’orientamento. Se solo avesse avuto un diario sarebbe stato utile prendere appunti su tutti quanti.

 

“Oh…vuol dire che mi procurerò altri adesivi carini da mettere sulle porte! Così è più facile trovare le stanze!”

 

“Selphie…non penso che saranno contentissimi quelli dell’albergo di trovare roba incollata alle porte lo sai?” Lulu aveva iniziato a tirare fuori le cose dalla sua valigia, sembrava così tranquilla e rilassata!

 

Lei si sentiva come un blocco di cemento pronto a sgretolarsi, aveva paura che a guardarsi troppo attorno all’improvviso si sarebbe svegliata nel suo letto, a casa sua…già, chissà quando avrebbe rivisto la sua casa! Per quanto si sforzasse però…non riusciva a sentirne la mancanza!!

 

Quissy sei triste perché non ti piace il cigno rosa? Se vuoi ti posso dare l’ochetta bianca ma volevo darla a Rinoa. Selphie le era praticamente seduta in braccio e le dava delle pacche sulla schiena per confortarla.

 

“Non sono triste…mi stavo chiedendo che adesivo avevi per Squall!”

 

“Un leoncino nero!”

 

“Molto appropriato. Non glielo vai a dare?”

 

Ok! E poi ho anche una missione da compiere adesso!” Selphie si era improvvisamente fatta seria, un piccolo pugno stretto in aria davanti a lei. “Devo scoprire…chi si tinge i capelli e chi non lo fa!!!!

 

E un secondo dopo, prima che Lulu potesse tuffarsi a bloccarla la ragazza era andata. “…morirà!”

 

Noooo…mi ha detto che le hanno messo una placca di metallo in testa quando era piccola!” Rikku sembrava molto convinta e così per il momento avevano cercato di non deluderla.

 

“YO!”Un altro intruso!!! Non male per la prima sera. Una testa bionda sbucava sulla porta due grandi occhioni azzurri che si guardavo attorno si erano puntati su di lei e avevano ammiccato gioiosi. Tidus. “Salve ragazze, sono passato a dirvi che l’albergo ci ha preparato giù al pub una piccola festa di benvenuto! Tutto gratis! Vi consiglio di correre prima che Zell e quella tipa strana che abbassa i pantaloni alla gente si mangino tutto quanto!”

 

…non ci possiamo perdere una festa di ben venuto no?” Lulu le aveva rivolto uno sguardo placido ben sapendo cosa le passava per la testa: laggiù ci sarebbero stato alcune persone che ormai era chiaro non gradivano molto la sua presenza e in quel momento si sentiva un po’ troppo stanca per sottoporsi a quel tipo di giochino bisbigli e risatine.

 

“Io…magari prima riordino qui le mie cose…”

 

Tidus era entrato con tutto quanto il resto di se stesso nella stanza (probabilmente era l’unico essere umano a cui stava bene una felpa arancione quasi fluorescente) e l’aveva presa per un braccio iniziando a trascinarsela dietro. “Non può mancare nessuno…anzi sto cercando Squall perché non ha ancora portato la sua valigia in camera…lo abbiamo perso di vista nella hall, chissà dov’è finito?”

 

“Prima è passato di qui.”

 

Non c’era via di scampo, pure Lulu la stava spingendo fuori nel corridoio…si erano imbattuti proprio in Squall con accanto sua sorella Ellone che rideva. Squall le aveva lanciato un’occhiatina e si era infilato finalmente nella sua camera per depositare la valigia. Era forse…arrossito? No probabilmente.

 

“…se tocchi anche con un dito il mio letto ti butto tutti i trucchi giù per il cesso è chiaro? Fai finta che intorno al mio letto ci siano le fiamme!”  A chi poteva appartenere quella voce tonante se non a Seifer Almasy? Kuja gli stava accanto quasi minuscolo, ma con un sorriso smagliante sul viso, per nulla intimorito dal volume di voce.

 

“Non essere maleducato tesorino…non si toccano mai i trucchi degli altri!” Lo aveva apostrofato allungando una mano verso un bicipite muscoloso, quasi distrattamente. Seifer lo aveva bruscamente evitato con un saltello, si era reso conto di essere osservato e aveva piazzato sulla faccia il suo ghigno sprezzante.

 

“Ma guarda…Barbie ballerina, la complice della pazza, Balcone e gallinaccio numero due! C’è qualcosa di interessante da vedere qui? Circolare!!!”

 

Avevano subito girato sui tacchi, anche in fretta e si erano diretti verso le scale, solo Lulu aveva lanciato una lunga occhiataccia superba nella direzione di Seifer e non aveva risparmiato nemmeno un sorriso freddissimo che però Seifer aveva accolto allargando il suo ghigno e simulando un inchino.

 

Quando Lulu li aveva raggiunti aveva parlato abbastanza forte da farsi sentire. “Chi disprezza compra! Odio le checche isteriche.”

 

“Sta attenta a non affogare nelle tue tette mentre scendi le scale!” gli aveva gridato dietro Seifer quasi cadendo giù lui dalle scale per la foga di scendere i gradini e non aver dietro di lui Kuja che lo seguiva ridacchiando molto da vicino.

 

 

Avevano trovato subito il pub dell’albergo per via della musica e della confusione, Selphie era sull’attenti accanto alla porta d’ingresso, la busta con gli adesivi stretta al petto e sorriso gigantesco sul viso. Aveva consegnato a Tidus il suo adesivo (un delfino arancio) spiegando molto accuratamente dove doveva metterlo.

 

Gli altri ragazzi erano distribuito un po’ nei tavoli, un po’ in piedi al bancone, mancava ancora qualcuno, Vincent forse e Garnet, si era accorta subito invece che Rinoa e Tifa c’erano eccome e l’avevano istantaneamente presa di mira, lanciando occhiatine e iniziando a chiacchierare fisso. Quello che la preoccupava non era tanto quel tipo di silenzio nei suoi confronti…era il fatto che prima o poi avrebbero dovuto interagire e tutto sarebbe stato molto peggio.

 

“Tu sei una ballerina di classico come me vero?” Yuna si era avvicinata con un sorriso amichevole al suo gruppetto, le aveva stretto la mano e aveva guardato verso Rinoa e Tifa. “Come mai ti puntano così? Qualche vecchio…rancore?”

 

Mha…non lo so. Non che io sappia.” Aveva sospirato, sentendosi quasi sollevare in aria per la gioia di sapere che la ragazza con cui avrebbe condiviso tantissimo del suo tempo non la odiava. Yuna aveva scosso la testa e con aria allegra si era fatta strada verso un lungo tavolo, tutti l’avevano seguita a parte Selphie che era corsa verso Vincent che entrava in quel momento per consegnargli il suo pipistrellino nero e rosso. Aveva trattenuto il fiato…ma per fortuna Selphie sembrava aver momentaneamente mollato la sua missione vediamo chi si tinge i capelli e chi no…Vincent non sarebbe mai sopravvissuto ad una cosa del genere in pubblico.

 

Sephiroth se ne stava quasi immobile perso in chissà quali pensieri seduto su un alto seggiolino al bancone del bar, con un bicchierino lungo e appannato in mano, vodka! Chissà quanti anni poteva avere…se gli avevano servito un alcolico del genere più di 18 sicuramente! Selphie lo aveva puntato immediatamente e gli aveva piazzato in mano un adesivo a forma di serpentello celeste. Sephiroth era rimasto confuso a fissarla mentre la ragazza gli spiegava inarrestabile l’utilizzo del suddetto adesivo…e per qualche strana ragione lui non l’aveva gettato via, lo aveva semplicemente infilato in tasca.

 

“Quel ragazzo è…interessante non trovi?” Yuna era tesa in avanti sul tavolo per poter guardare Sephiroth. “Fa un po’ paura.”

 

“E’ carino…” aveva risposto timidamente, senza guardare…per qualche ragione veniva sempre scoperta quando decideva di osservare qualcuno.

 

“No, non è carino. E’ bellissimo!” Una voce alla sua destra l’aveva fatta sobbalzare di colpo, Irvine Kinneas era seduto comodamente accanto a lei, il suo cappello da Cow boy posato sul tavolo, il ragazzo aveva un braccio sullo schienale della panca, dietro alle sue spalle! Si era irrigidita sentendosi infiammare in volto. “Ciao ciao, scusate se mi metto qui con voi…posso offrirvi qualche cosa da bere signorine?”

 

“Un Martini?” aveva subito risposto Lulu.

 

Ha-a! Spiacente piccola, ma al massimo posso portarti un acqua tonica, io ho 16 anni…, quasi 17!...ma…quindi…”

 

“Quindi non chiamarmi più piccola o ingoierai il tuo cappello.

 

Lulu si era alzata per andare a recuperare da sola la sua bibita, Irvine l’aveva seguita con lo sguardo e si era girato verso di lei. “Moccioso no?”

 

“Per stavolta te lo ha risparmiato.”

 

“A te dici che daranno qualche cosa da bere di più ragionevole di un’aranciata?”

 

“Suppongo di sì.”

 

“Perfetto!!! Ti ci vedo benissimo vestita da cameriera sexy!! Per me lo stesso di quell’angelo là…come si chiama?”

 

“Sephiroth.”

 

“Molto appropriato!!!

 

Con pazienza aveva ascoltato tutte le ordinazioni dei suoi amici…aveva un vago sentore che il giorno dopo ci sarebbe stato un piccolo discorsetto sull’uso degli alcolici, ma in fondo quella era una festa di ben venuto e non le andava di fare la guasta feste.

 

Mentre raggiungeva il bancone aveva assistito una scena che l’aveva messa decisamente di buon umore: Rinoa stava flirtando in modo più che evidente con Squall, il quale la stava considerando quanto un granello di polvere sulla punta dello stivale, il bello era che la ragazza sembrava non accorgersene proprio. Beata ingenuità!

 

Era trascorsa meno di un’ora da quando aveva messo piede dentro a quel pub, gli occhi si erano abituati alla luce leggermente rossastra e fioca ma si sentiva come immersa in una nuvola di fumo, anche se naturalmente nessun stava fumando.

 

I professori avevano fatto un piccolo giretto di controllo ma alla fine visto che l’atmosfera era più o meno rilassata avevano chiuso un occhio su chi aveva o non aveva davanti più bicchieri di quanti avesse dovuto ed erano tornati nelle loro camere.

 

Il primo ad uscire tutto solo, era stato Vincent, Kuja lo stava leggermente tormentando e probabilmente era stata quella la causa di quella fuga affrettata, non appena l’aggraziato ballerino era scomparso dietro alle porte di vetro, Kuja era passato alla sua vittima preferita, cioè Seifer che stava cercando costantemente di provocare Squall il quale però gli stava beatamente riservando lo stesso trattamento che aveva riservato a Rinoa.

 

Ellone era seduta accanto al fratello, appiccicata quasi, e di tanto in tanto l’aveva vista appoggiargli la testa su una spalla, più che una coppia di fratelli quei due sembravano due fidanzati! Un po’ li invidiava, in una situazione simile avere una persona conosciuta accanto era una fortuna inestimabile.

 

Irvine era passato dal braccio intorno alle spalle al braccio intorno alla vita, ma dato che sembrava più sul punto di addormentarlesi addosso che sedurla l’aveva pazientemente lasciato fare nonostante l’imbarazzo iniziale.

 

Yuna alla fine si era rivelata una persona dolcissima e non aveva fatto che rassicurarla del fatto che stava simpatica a un sacco di ragazzi e che ascoltando qua e là qualcuno non la considerava solo simpatica ma anche molto carina…non sapeva se era la verità o un modo per tirarle su il morale ma comunque si sentiva felice.

 

Tidus era completamente fuori di testa e stava raccontando un sacco di storielle divertenti agitandosi così tanto da far cadere addosso a Lulu un po’ di succo di pompelmo, il restante succo rimasto miracolosamente nel bicchiere Lulu lo aveva versato sulla testa del povero Tidus che non ce l’aveva fatta a salvarsi, Selphie aveva riso talmente tanto che era scivolata sotto al tavolo e aveva iniziato a stuzzicarla toccando qua e là, cosa che naturalmente tutti i ragazzi al tavolo avevano gradito con fischi e applausi e la richiesta del bis.

 

“C’è posto qui?” Seifer che era rimasto a cercare di attaccar briga tutto quel tempo con Squall si era improvvisamente avvicinato al loro tavolo e aveva spostato piuttosto malamente Irvine che però non se l’era presa per niente.

 

“Oh…mi piacciono tanto i maschi che ti prendono e ti mettono dove vogliono.

 

“Non me la fai amico, non fingere di essere una checca solo per cacciarmi perché non ce la farai. Seifer si era seduto e aveva preso il bicchiere di Selphie contenente un drink rosa con ombrellino e cannuccia e aveva iniziato a bere, Selphie aveva cercato di riprendersi il bicchiere ma non era stata svelta.

 

“Cattivo Selly!”

 

Seifer l’aveva ignorata e si era voltato verso di lei, squadrandola in silenzio mentre continuava a bere e schivare gli attacchi di Selphie. “Cosa ci fa una brava bambolina in una tavola di matti come questi? Non dovresti stare con quelle donnine là e parlar male delle altre?” Le donnine intese nel discorso erano ovviamente Rinoa e Tifa. Aveva fatto per difendersi ma Lulu a quanto pareva aveva deciso di assumere il titolo di mamma-sostituta e l’aveva preceduta.

 

E tu, non dovresti stare con Kuja e i suoi amici?”

 

“Mi stai dando del finocchio, tettona?”

 

“Mi stai dando della tettona, finocchio?”

 

Seifer se era appoggiato con la schiena alla panca e aveva lanciato un occhiata profonda a Lulu che non si era scomposta di una sola virgola, aveva continuato a rimescolare con il lungo bastoncino fluorescente il contenuto del suo bicchiere.

 

“Aggiungerò Lulu alla lista.”

 

“Che lista?” aveva subito chiesto Selphie allungandosi in avanti per sputare dentro al bicchiere che prima era suo. Lo aveva mancato di netto beccando invece una mano di Rikku che aveva ridacchiato e si era ripulita sulla felpa di Tidus che non se n’era accorto e aveva sorriso alla ragazza.

 

“La lista del mio sogno romantico…ah!” Seifer era schizzato in piedi con un’espressione sconvolta quando Kuja arrivato di soppiatto alle sue spalle gli aveva baciato il collo. Quel ragazzo se continuava a comportarsi in quel modo avrebbe dato il via ad una serie di voci complicate da spiegare… “Brutto pervertito!”

 

“Volevo solo dirti che me ne vado a letto perché mi sento tanto stanco!!! Vuoi venire con me?”

 

“Se mi fai di nuovo una proposta del genere con questo tono ti prendo per i piedi e con la tua testa ci scopo tutto l’albergo…”

 

“Va bene! Se si tratta di scopare sono pronto!” Kuja gli aveva strizzato l’occhio mettendosi in posa con una mano sul fianco.

 

Ma che schifo, sei malato cazzo!”

 

…a quanto pareva Kuja era una specie di repellente anti-Seifer e funzionava perfettamente perché Seifer era sparito tanto in fretta più di quanto era apparso. Che soggetto divertente però! Così spigliato e strano!

 

Irvine aveva osservato interessato la scena e a quel punto aveva infilato in testa il suo cappello da Cow Boy e le aveva baciato il dorso della mano. “Se non vi dispiace signore io mi ritiro prima di imbarazzare me stesso russando con la faccia schiacciata sul tavolo…” per un attimo quando l’aveva guardata era sembrato sul punto di aggiungere qualche cosa ma aveva sorriso e con passo strascicato e un po’ zigzagante era andato via.

 

Si era aspettata di peggio, invece nessuno sembrava ridotto particolarmente male e quasi tutti stavano iniziando ad andare via.

 

Cosa si fa? Andiamo via anche noi?”

 

“Rimango un altro po’ giusto per finire il mio drink. Lulu le aveva dato un colpetto sulla spalla. “Se hai sonno vai pure!”

 

“In effetti…io vado ragazze, ci vediamo in camera!”

 

Rikku e Selphie errano impegnate a fare disegnini sulle braccia di Tidus che non aveva avuto il cuore di sottrarsi, Yuna si era alzata invece e le era andata subito dietro.

 

“Ti accompagno! Non si sa mai che ci sia qualche maniaco…non ci siamo solo noi in questo albergo!”

 

“Grazie…”

 

Si erano incamminate fianco a fianco su per la scala fino alla porta della sua camera, solo allora si era accorta di non aver chiesto le chiavi a Selphie…era quasi stata sul punto di darsi una pacca sulla fronte per il disappunto quando si era accorta che la porta non era chiusa, ma solo accostata.

 

Lei e Yuna si erano guardate. “Forse l’abbiamo lasciata aperta prima…sai, con la fretta…”

 

“Sicuramente!” Yuna aveva sorriso ma non aveva accennato ad entrare nella stanza…in effetti quella era la sua stanza quindi toccava a lei entrare. Giusto. E se per caso un ladro era entrato e le aveva rubato tutti i soldi e anche i vestiti? E se…fosse stato ancora dentro la camera? Senza stare ad aspettare oltre e fare la figura della sciocca davanti alla sua nuova amica aveva spalancato la porta di colpo tutta quanta e subito aveva acceso la luce.

 

Sorpresa!

 

Tutte e due aveva gridato spaventate…ma subito si erano bloccate, riconoscendo cosa fosse la piccola sorpresa: Squall.

 

Addormentato a faccia in giù nel suo letto, un braccio a penzoloni e gli scarponi ancora addosso.

 

Si erano avvicinate in silenzio, più meravigliate che altro, continuando a scambiarsi occhiatine perplesse…se non si era svegliato con quegli strilli probabilmente…o era profondamente addormentato o era abbastanza ubriaco.

 

“Ehm…credi che…dovrei svegliarlo?”

 

“A meno che tu non lo voglia lasciare qui…se vuoi posso tornar giù a chiamare Tiddy dato che è in stanza con lui…no?” Yuna era stata lì per mettersi a ridere ma era riuscita a trattenersi. “Sei proprio fortunata Quistis…”

 

“Stai scherzando?” si era chinata a fianco del letto e aveva scosso dolcemente la spalla di Squall che non si era mosso di un millimetro, non aveva prodotto nemmeno nessun suono che la tranquillizzasse…le era balzata in mente la sconvolgente idea che potesse essere morto. Morto nel suo letto. L’aveva scosso decisamente più forte e a quel punto un debole mugolio aveva calmato il panico che aveva rischiato di farla balzare sul telefono e chiamare la croce rossa, l’ambulanza, i vigili del fuoco, la polizia… “Squall?”

 

Il ragazzo aveva girato il viso dalla sua parte ma aveva continuato a dormire, il respiro che usciva dalle sue labbra aveva un distinto liquoroso profumo…si era seduta per terra con un sospiro. Yuna continuava a guardarla sorridendo. “E’ partito?”

 

“Assolutamente sì.”

 

“…lo trasciniamo in camera sua? Non sembra pesante.”

 

“Aspetta provo a svegliarlo l’ultima volta.

 

Questa volta gli aveva toccato il viso leggermente rosato sulle guance e sul naso. “Squall?”

 

“…lascia stare…Ellone…”

 

“Non sono Ellone sono Quistis.”

 

Mh. Ok.”

 

“Sei nella mia camera. Nel mio letto…io…ecco…”

 

Squall aveva lentamente aperto gli occhi e aveva sbattuto alcune volte le palpebre mettendola a fuoco, aveva chiuso ancora gli occhi per poi riaprirli di scatto, si era subito drizzato a sedere quasi cadendo dal letto se non ci fosse stata Yuna pronta a prenderlo al volo.

 

“…”

 

“Mi sa che hai sbagliato camera.”

 

“…”

 

“Tutto bene?”

 

“Sì.”

 

Un lungo silenzio era calato su di loro finchè Squall non aveva iniziato con molta fatica ad alzarsi, lanciandosi occhiate imbarazzate attorno.

 

“Vuoi una mano?”

 

“No.” Ed eccolo nuovamente ad uscire (un po’ più malfermo della prima volta) dalla sua stanza, prima di farlo comunque si era voltato aveva alzato una mano per salutare e gli aveva rivolto un sorrisone. “Ciao.” E via. La porta si era chiusa con un click metallico.

 

Erano passati pochi secondi quando Lulu era entrata precipitosamente in camera inseguita da Selphie e Rikku, l’aveva guardata con un sopracciglio alzato e il pollice puntato indietro ad indicare il punto in cui era sparito Squall, poi aveva visto Yuna e subito la sua espressione si era addolcita. “Pensavo avessi trovato un principe azzurro.

 

“Un bell’addormentato piuttosto.” Aveva ridacchiato Yuna. “Io vado nella mia camera prima che i professori mi vengano a strappar via di qui a forza! Ciao ragazze! Ciao Quis!”

 

“Ciao farfallina!” l’aveva salutata Selphie con la manina imitata da Rikku.

 

“Quel ragazzo deve avere qualche problema. Aveva borbottato Lulu frugando nell’armadio. Si era incamminata verso al bagno con una camicia da notte viola che subito Selphie aveva esaminato estasiata.

 

“Io ho il pigiama giallo!!! Io ce l’ho giallo! Tu Quissy scommetto che ne hai uno rosa!” si era precipitata al suo armadio e aveva iniziato a rovistare vivacemente…i suoi poveri abiti ben ripiegati e stirati…addio. Con un sospiro si era alzata e aveva trovato la sua magliettona rosa che fungeva da pigiama.

 

“Bello!” nemmeno a dirlo Selphie aveva iniziato a spogliarla da sé…l’aveva fermata appena in tempo prima che le sparissero di dosso anche le mutandine. Lulu d’altro canto che era appena uscita dal bagno aveva fatto un rapido dietro front chiudendo la porta a chiave dietro di lei forse per paura di ricevere lo stesso trattamento.

 

Rikku invece si stava infilando come nulla fosse sotto le coperte, siccome non ce lo aveva  un pigiama verde, si era messo il suo pigiama fucsia e si era legata intorno alla testa una banda verde per consolarsi.

 

“Voi! Avete smesso di fare le matte?” aveva gridato Lulu da dietro la porta sottolineando le parole con dei colpetti.

 

Lulluby puoi anche venir fuori prometto di non farti giochini!”

 

Lulu era uscita piuttosto sulla difensiva…meravigliosa nella sua femminilissima camicia da notte di seta, aveva dato un’occhiatina di avvertimento a Selphie che però stava sbadigliando già sopra al suo letto piegata in una strana posizione.

 

Alla fine lei era l’unica ancora in piedi.

 

Aveva dato uno sguardo alla stanza già in disordine, alle sue amiche sotto le coperte, i volti stanchi…aveva sospirato chiudendo gli occhi per un attimo, questa volta non aveva immaginato di trovarsi in un altro posto, aveva raggiunto l’interruttore della luce e l’aveva spenta.

 

Buona notte. Ben venuta a Final Friends Quistis.

 

 

 


YUNA:*_* allora? Vi piace? Vi piace? Vi è piaciuto? Guardate che se non vi piace…

QUIS: Yuna non puoi minacciare i lettori ^^””” perdonatela, è che è stato un lavoro MOOOOLTO impegnativo…

YUNA:-_- mmh…va bene. ^_____^ Cari, belli, vi è piaciuto questo primo capitoletto?? Ditelo a zia Yunie! ^__^ (è_é provatevi a dire di no…).

QUIS: -________- non c’è speranza…vabbè, non preoccupatevi, è innocua!^__- Cmq volevamo dirvi 2 paroline…

YUNA:^_^ ha sì? Che cosa?

QUIS: O_O#…=___= hemm…sui ruoli del gruppo…no????

YUNA: (T_T quant’è brava e intelligente Quis sa anche il latino antico!) ^_^ ha giusto il gruppo! ^_^…^_^…^_^ il gruppo?

QUIS: T___________T sì, le Y’S WITCHES, te, Glen e me…noi tre!!!Le autrici...

YUNA:^_^ Ma certo Quis ! Hai ragione tu! (<_<…>_> ma che sta dicendo??).

QUIS: O_O Questa vuole far passare ME x matta!!!Mi arrendo e ve lo dico io: questa opera è nata dalla mente di Yuna come avete letto nei suoi ringraziamenti, ma è poi diventata l’occasione x inaugurare il nostro trio in maniera ufficiale. Glen è l’illustratrice di cover, pin-up e quant’altro ammirerete non solo in questa fic (ma anche in tutte le altre di Yuna), io mi occupo di suggerimenti, commenti, svarioni (come la cartina della classe o dell’albergo che presto vedrete), correzioni, impaginazioni, operazioni di management…insomma sono la capo-redattrice, infine Yuna è il tutto: l’autrice che scrive!^__^ e questo è il nostro trio…ora ricordi Yuna???

YUNA:^_^ Ricordavo pure prima ma siccome sono pigra ho fatto finta…he, capito?

QUIS: -_____-“””””””””””…e allora, x punizione scrivi tutto tu riguardo all’altra cosa che dovevamo dire!Avanti, su!

YUNA:*_* hn! -_- hummmm….hummhe…ecco…^_^ ha già! è_é se non vi piace questa storia vi farò tutti fritti nella mia padella da strega cattivissima! è_é come sono andata Quis? Sono stata brava?

QUIS:=________= sigh…che c’entra Yuna?

YUNA: ^_^’’ non era quell’altra cosa che dovevo dire?

QUIS:NO!Ti do un indizio: CLASSIFICA

YUNA:^_^’’’ hahahah sì avevo capito! Hehehe scherzavo! (-_- hn!) ^_^ Se volete potete votare il vostro preferito scrivendoci al nostro indirizzo e-mail (usatelo anche se volete mandarci commenti!):

y_s_witches@yahoo.it

oppure potete scriverlo anche qui nello spazio delle recensioni (^O^ ora sono stata brava Quissy-chan?)

QUIS: sì, ma non hai ancora detto tutto…

YUNA:^O^’’’…heeeee….T_T ho madò! Che cosa?

QUIS: Che se vogliono possono votare ben 6 personaggi…continui tu?

YUNA:^O^ ora ci sono! Ora ci sono! ^_^ Questi sei personaggi dovranno essere scritti in ordine di gradimento…insomma una mini classifica x intenderci! ^O^ poi noi si fa quel che ci pare…

QUIS: O_O MA CHE DICI????-___- Credo intendesse dirvi che conteggiamo i voti che saranno valutati così: al 1° 6 punti, al 2° 5 punti etc fino ad un solo punto al 6° che voterete. E così avremo la classifica ogni capitolo se ci vorrete aiutare ^-^!

YUNA:^_^ sennò noi si fa quel che si vuole…

QUIS:=___= , le autrici siamo noi, è ovvio che alla fin fine la storia vada anche come si decide, ma detto così non è carino…sembra che i loro voti vadano nel pattume!E invece li terremo di gran conto!grazie a tutti quelli che non solo leggeranno la fic, ma che anche voteranno!

YUNA:^_^ Sì!!! Grazie!!! Vincerete un pupazzino!…è_é e invece no! hahahahaha!

QUIS: è una scrittrice, è un po’…^^”””” un po’….pazza diciamo!^__- Direi che è davvero tutto…

YUNA & QUIS:^O^ Ciao a tuttiiiiiii!!!!!!

 

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Capitolo 2
*** Il mondo di Final Friends ***


LE STANZE DEI RAGAZZI NELL’ALBERGO

 

 

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LA SCUOLA DI FINAL FRIENDS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Prima settimana ***


1° SETTIMANA

1° SETTIMANA

 

 “Credo che si debba provare tutto nella vita, non voglio trovarmi cinquantenne, con i capelli bianchi e la brutta sensazione di essermi lasciato qualcosa alle spalle.”

Irvine Kinneas

 

 

Era una stanza grandissima, ricoperta di velluti colorati, cuscini soffici come le nuvole, letti e divani che sembravano un vero totem al relax, un grido che osannava all’abbandono del corpo, e tutte quelle ragazze, dalla pelle bianca come la neve e gli occhi…oh quegli occhi tutti puntati su di lui, le piccole manine affusolate che lo chiamavano invitandolo fra loro per assaggiare quelle belle bocche fresche e ammalianti…tante sirenette tentatrici che lo stregavano senza nemmeno dover dar voce al loro canto magico.

 

“SVEGLIA! ALZATEVI PRODI E RAPACI COMPARI! YO!”

 

Questo però non era esattamente una voce suadente di sirena, sembrava più il verso sgraziato di un pellicano arrabbiato. Il segreto era affondare un po’ di più il viso nel cuscino e girarsi dall’altra parte, tirare su le coperte fino al mento e riaffondare in quel paradisiaco sogno…dunque…le ragazze che lo chiamavano, lo chiamavo

 

Ehi! Irvine! Irvine Kinneas!”

 

Oh ! Chiamatemi mie zuccherose caramelle, deliziate le mie labbra con la vostra dolcezza, saziatemi di baci…

 

Irvine!”

 

Mmh…un bacio tesoro…”

 

“Non credo proprio sai.”

 

Però che voce grossa aveva questa bella signorina bionda, comunque gli occhi azzurri erano una favola, così vicini, così grandi che perdercisi sarebbe stato più che divertente. Aveva afferrato la mano che lo stava scuotendo troppo forte e aveva cercato di portarsela alla guancia per una carezza, ma a quanto pareva la bella biondina era timida e voleva la sua mano tutta per sé.

 

“Alzati pezzo di idiota! O arriverai in ritardo il primo giorno di lezione!”

 

Ma questo qui NON era una ragazza! Si era seduto di colpo, i capelli che scendevano come una tendina a impedirgli ancora qualche secondo di scorgere il mondo attorno a lui. Aveva aperto un occhio, poi anche l’altro strofinandosi il viso e gemendo quando una fastidiosa fitta di dolore gli aveva attraversato le tempie. Ora stava iniziando a rimettere a fuoco la realtà…la serata al pub, prima ancora, la trasmissione, la sua ammissione alla scuola. Yahoo!!! Il cuore gli era balzato in gola e si era trovato sveglissimo, con ancora i capelli scarmigliati a impedirgli di vedere bene dove metteva i piedi e…si era trovato faccia a terra, mezzo morto, grazie ad uno scarpone lasciato proprio accanto al letto.

 

Woohoo boy!! Calmati o ti ucciderai prima di colazione!” Quello che lo stava rialzando praticamente di peso quasi fosse una bamboletta di stoffa era Wakka, con addosso solo un paio di boxer gialli costellati di tante piccole api sorridenti.

 

“Scusate, mi ci vuole un po’ prima di svegliarmi. Si era dato un po’ di contegno gettandosi i capelli dietro le spalle e stiracchiando le braccia in alto sopra la testa, quei letti erano comodi ma forse troppo poco morbidi per i suoi gusti.

 

Zell se ne stava in piedi con le mani sui fianchi a guardarlo storto, un panino in bocca e un paio di tennis assurdamente colorate con le stringhe slacciate…ah, giusto. Lo stava guardando così perché solo qualche minuto prima gli aveva chiesto un bacetto.

 

Senza preoccuparsi dei pantaloni del pigiama troppo bassi sui fianchi, gli si era languidamente avvicinato per poi passargli un braccio intorno alla vita…non pareva ma quel ragazzo era davvero tanto muscoloso! “Scusami Zell non volevo offenderti, puoi darmi un bacio anche se sei un ragazzo se vuoi!”

 

Zell si era liberato, facendo smorfie e saltellando, sempre divorando il suo panino alla mortadella e salame, nemmeno gli aveva risposto tanto era impegnato a mangiare, ma i pugni agitati minacciosamente verso di lui la dicevano lunga.

 

Uno…due e tre... Un letto era fatto di tutto punto, chiaro segno che qualcuno forse non aveva dormito lì…Wakka aveva seguito la direzione del suo sguardo e aveva fatto una grossa risata scuotendo la testa irta di capelli rossicci che sfidavano la forza di gravità. Oh…probabilmente era l’unico ragazzo della scuola che doveva sopportare il duro compito di farsi la barba di prima mattina. “No amico, Zack ha già rifatto il letto e ha raggiunto i professori, ha detto che voleva sapere cosa avremmo fatto oggi…sai, per prepararsi psicoticamente…”

 

“Psicologicamente vuoi dire…” l’aveva affabilmente corretto tirando fuori dalla valigia il primo paio di pantaloni e il primo maglione che gli capitavano in mano, tanto una volta arrivato a scuola avrebbe indossato la sua divisa, era inutile preoccuparsi troppo per l’abbigliamento (e comunque gli stava tutto benissimo addosso, lui era Irvine Kinneas…no?)

 

“E’ quello che ho detto!” aveva serenamente replicato Wakka alzando il pollice e sorridendo felice. Il signor Seymour, professore di dizione avrebbe avuto il suo bel daffare…povero Wakka, non avrebbe mai voluto essere nei suoi panni, quell’uomo era inquietante quando non faceva niente di particolare, se si irritava…meglio non pensarci.

 

 

Una volta preparata la borsa con scarpe, quaderni e tuta di ricambio pulita, aveva felicemente scoperto che non era poi così presto, anzi, cinque minuti e il pullman sarebbe partito. Quel pullman.

 

La prima volta che ci era salito era stato un trauma, qualcosa di infelicemente sconvolgente perfino per un tipo come lui. C’era poi quella ragazzina che aveva iniziato a minacciare di sentirsi male…insomma, non voleva proprio ripassarci.

 

 

Era riuscito ad arrivare al pullman un secondo prima dell’appello beccandosi un’occhiataccia da Auron che però non aveva detto nulla, ed eccolo là il suo posticino accanto a…ops gli sfuggiva momentaneamente il nome ma quello che contava era che quel ragazzo era un tipo tranquillo.

 

Si era fatto spazio nello stretto corridoio evitando un calcione e si era seduto con la sua borsa in grembo salutando con un sorriso il suo compagni di sedile. “Appena in tempo!”

 

“In realtà questa è la seconda volta che Auron fa l’appello. Il ragazzo era arrossito mentre parlava e aveva accuratamente evitato il suo sguardo. Che carino!Ah giusto, ora ricordava il suo nome, Vincent. Il poveraccio che divideva la stanza con quei due pazzi di Kuja e Seifer, una fine che non avrebbe mai voluto fare.

 

“Com’è andata la prima notte in compagnia?”

 

“…Seifer voleva uccidere Kuja perché gli si stava infilando nel letto. Aveva risposto Vincent scuotendo la testa con grazia, aveva tirato un profondo sospiro e aveva ritentato un contatto con gli occhi fallendo miseramente. “Se quel ragazzo continua in quel modo credo che non arriverà alla fine.

 

…però è ammirevole che non nasconda le sue…come dire? Preferenze!”

 

Vincent l’aveva improvvisamente fissato con due grossi occhi spaventati e si era affrettato a chinare il capo nascondendosi dietro a quella pioggia di capelli d’ebano. Forse aveva toccato un tasto sbagliato…avrebbe avuto modo di rimediare all’errore ma ora era meglio stare attenti e non farsi richiamare due volte dal capo, onde evitare di apparire come il rompiscatole di turno.

 

 

Erano infine partiti con dieci minuti di ritardo, gli ultimi a salire sul pullman erano stati Tifa (con la scusa di essersi persa per l’albergo) Seifer (che aveva risposto seccamente: “Che c’è? Sono arrivato ora e basta!”) e Beatrix che si era scusata mille volte ripetendo che aveva perso la chiave della stanza e le dispiaceva uscire lasciando tutto aperto.

 

Auron non aveva preso troppo tragicamente la cosa liquidando i ritardatari con occhiatacce e un: “Spero non si ripeterà più.”. Il viaggio era stato piuttosto tranquillo forse perché un po’ tutti avevano ricominciato a sonnecchiare sulle comode poltroncine imbottite, niente guerre e bombardamenti dunque!

 

Vincent era rimasto silenzioso per tutto il viaggio verso la scuola, con la faccia quasi incollata al finestrino e gli occhi persi in chissà quali pensieri e lui non lo aveva disturbato, non voleva sembrare troppo aggressivo, anche se gli dispiaceva aver iniziato tanto male l’amicizia con lui. Con calma Irvine…c’era ancora tanto tempo!

 

 

 

La prima cosa che aveva avuto il piacere di vedere nella scuola era stata la cosiddetta sala relax. Auron li aveva guidati lungo tutto il corridoio, le pareti trasparenti gli avevano offerto scorci di aule attrezzate per ogni disciplina…aveva riconosciuto subito l’aula di recitazione, era quella con più poltroncine e il piccolo palchetto appena rialzato dal pavimento. Come sarebbe stato recitare in un posto diverso dalla sua scuola? In fin dei conti non lo aveva mai fatto, a parte a casa sua e nel teatro dove ogni tanto facevano i loro spettacoli, ma nulla a confronto con quella piccola aula che avrebbe visto tutto il mondo.

 

Tutto il mondo. Un brivido gli era scivolato addosso quando alzando gli occhi aveva incontrato l’unico occhio nero di una telecamera che li seguiva con diligente precisione. Aveva subito distolto lo sguardo prima di iniziare a farsi prendere dal panico…

 La sala relax aveva larghi materassoni colorati, alcuni divanetti e poltroncine, sulle pareti erano disposte delle macchinette per bevande fredde e calde e macchinette per la distribuzione di merendine. Zell sembrava aver già puntato una macchinetta con la bava alla bocca, ma Auron aveva alzato una mano per attirare l’attenzione di tutti e li aveva fatti sedere.

 

Che. Espressione. Truce. Si era seduto accanto a Yuna…OH! Quando la ragazza lo aveva salutato con lo sguardo (e agitando deliziosamente una manina) aveva notato il colore dei suoi occhi: uno azzurro e uno verde! “Buongiorno a te! Dormito bene?”

 

“Non molto sono troppo nervosa…” Yuna si era stretta le gambe al petto appollaiata sulla poltroncina, lui le aveva ammiccato dal pavimento e l’aveva imitata, in effetti quella posizione lo faceva sentire molto meglio.

 

“Per prima cosa ragazzi, la scena di questa mattina NON si dovrà ripetere! Non voglio ritardi d’accordo?”

 

Un brusio di assenso da parte di tutti i ragazzi, lui se ne era rimasto in silenzio con consapevole di essere arrossito…Auron 1, Irvine 0.

 

“Secondo, da ora in poi ricordatevi che siamo in televisione, il linguaggio che userete sarà importante, quindi vedetevi bene dall’usare vocaboli volgari e parole offensive in generale. Se voi volete fare gli artisti dovete usare un modo di fare appropriato; in più un linguaggio volgare potrebbe portarvi a prendere una nota di demerito e questa influirà quando farete un esame. Non voglio far nomi, hai capito Seifer?”

 

Seifer aveva bloccato a metà (molto dolorosamente) uno sbadiglio e aveva annuito preso così alla sprovvista, si era guardato in giro trucemente quando erano scattati alcuni risolini.

 

“Poi, il microfono…attenzione ragazzi, il microfono è uno strumento delicato, lo dovrete indossare praticamente tutta la giornata, è molto importante. Voglio che lo teniate con cura e cercate di non lasciarlo in giro perché fra l’altro è un apparecchio molto costoso. Vi faccio presente anche una parte del regolamento che vieta di toglierlo o di metterci la mano sopra in modo da coprire l’audio…assolutamente NON dovete fare queste cose se non è uno dei professori a dirvelo. Ragazze…avete capito? Anche se si deve parlar male di qualcuno lo dovrete fare NEL microfono e prendervi le vostre responsabilità.”

 

Non era necessario alzare gli occhi per vedere che Yuna era rimasta assolutamente impassibile a quella provocazione. Auron aveva inesorabilmente continuato con il suo calorosissimo discorso di ben venuto.

 

“Fumare: è molto facile, qui NON si fuma. Il cellulare non può essere tenuto accesso e va lasciato nel proprio armadietto quando si entra. Mi dispiace molto per chi avrà difficoltà a seguire queste semplici regole, ma quando molte persone stanno insieme per molto tempo è necessario stabilire una serie di norme in cui ci si deve comportare. Io avrò il compito di far funzionare questa scuola e sarò assolutamente severo.

 

Alcuni secondi di silenzio finalmente. Auron li aveva fissati uno ad uno in viso, dopodichè il suo volto si era un po’ rilassato e si era fatta vedere l’ombra di un sorriso. “Bene…detto questo, vi dico che sono molto contento di avervi come allievi in questa scuola, vi auguro buona fortuna e che ognuno di voi possa trarre il massimo beneficio da questa esperienza! Ora ragazzi, raggiungete le vostre aule, l’orario della settimana vi sarà fornito dai vostri insegnanti! Buona lezione a tutti!”

 

Bene.

 

Gli ci erano voluto 30 secondi per riprendersi e alzarsi in piedi come gli altri ragazzi che già stavano sfollando la sala relax.

 

“Ti vedo un po’ provato ragazzo!” Lulu! Aveva subito cercato di gettarle le braccia al collo ma la ragazza l’aveva bloccato per un polso e l’aveva fatto roteare su se stesso.

 

Ma Luuuuulu…”

 

“Ti riprendi troppo in fretta per i miei gusti. Cerca di fare il bravo ragazzino se non vuoi ti prenda a schiaffi. Ovviamente l’aveva detto scherzando. Vero? Aveva ridacchiato, un po’ più rilassato…ora voleva andare a vedere la sua aula e iniziare subito la lezione!

 

 

Come inizio non c’era proprio stato male…non appena aveva varcato la soglia dell’aula designata alle lezioni di recitazione si era trovato davanti un sedere……coperto da un paio di sfolgoranti pantaloni blu naturalmente, ma comunque un sedere.

 

Rinoa si era improvvisamente fatta strada e lo aveva spostato e si era aggraziatamente mossa fin dietro il loro professore, si era piazzata le mani sui fianchi e si era chinata come per parlare direttamente a quella determinata parte del corpo che si era  mostrata a loro per prima (il resto del corpo era nascosto sotto una specie di cattedra impegnato in chissà quali attività…). “PROFESSORE!”

 

Tump! Laguna si era alzato in tutta fretta dimenticando sotto cosa si s trovasse…hehhe…che distratto! Si era trattenuto a fatica dallo sghignazzare, soprattutto quando il viso stravolto del loro professore si era rivolto a loro. “Oh…OH! Giusto! Tocca a me! Ciao ragazzi…ehm…un momentino che raccolgo questi fogli che mi sono cadut…” nel girarsi la sua testa aveva cozzato nuovamente in modo piuttosto violento contro la cattedra. Laguna si era grattato la testa e aveva sorriso imbarazzato, ma non aveva rinunciato dall’apparente difficilissima operazione di raccogliere i suoi appunti.

 

Lulu si era gentilmente prestata ad aiutarlo e lui ovviamente aveva approfittato della situazione sbirciando un pochino quella meraviglia…solo un pochino.

 

“Ecco fatto!!! Bene dunque…voi siete?” Laguna aveva sorriso con aria leggermente smarrita tutti quanti loro.

 

“I suoi…allievi?” aveva azzardato cercando di capire se era una trappola.

 

“Bravo! Hai proprio ragione! Dunque siete i miei attori!” Laguna li aveva velocemente guardati uno per uno finalmente sorridente poi aveva battuto le mani e si era seduto su una poltroncina accanto al piccolo palco al centro della stanza.”Forza bambini! Tutti seduti in cerchio attorno a me! Ho due cosette da spiegarvi! Allora…io sono Laguna Loire e sono il vostro professore di recitazione!”

 

In effetti un tipo così strano doveva per forza essere un attore, Zidane vicino a lui si era dimenato apparentemente insofferente ad un altro discorsetto, Beatrix che si trovava accanto a lui gli aveva allungato una gomitata e il ragazzo aveva cercato di abbracciarla beccandosi qualcosa di doloroso che non era riuscito ad identificare. Sentiva un paio di occhi piantati nella sua schiena ma non si azzardava per il momento a muoversi troppo…che sensazione strana il disagio e la timidezza per uno come lui!

 

“Dopo ci presenteremo tutti per bene non vi preoccupate…adesso ho qualche cosa da leggervi…anche se dovevo impararlo a memoria ma sapete…ho dimenticato tutto!!! Hahahaha…allora: le vostre vacanze inizieranno il 21 Dicembre e finiranno l’11 Gennaio…non male!” Laguna aveva abbandonato la sedia e si era seduto pure lui per terra vicino a Ellone che non aveva dato segni di vita. “Al rientro chiunque avesse un’insufficienza o più in qualche materia dovrà sostenere un esame , se lo supererà naturalmente resterà nella scuola sennò purtroppo dovrà tornare a casa! Ma non abbiate paura che vi aiuterò a diventare bravissimi!” L’uomo aveva assestato una sonora pacca sulla schiena Ellone che quasi aveva stramazzato al suolo tossendo. “Scusa signorina!!! Scusami tanto!”

 

“Non è niente.” Aveva subito minimizzato lei continuando a tossicchiare e cercando di recuperare il suo stato di coma apparente.

 

“…che stavo dicendo??

 

Che se non superiamo l’esame sloggiamo!” aveva subito risposto Zidane con un sorriso spavaldo…beato lui che era così tranquillo e sicuro!

 

“Sì….esatto! Per dieci settimane avremo esami che testeranno l’idoneità dell’ultimo in classifica, dopodiché inizieranno le puntate serali con sfide ad eliminazione diretta…” Laguna era schizzato in piedi sollevando un pugno in alto. “Eh! Sarà una dura battaglia!!! Ma noi siamo in gamba e non abbiamo paura!”

 

Aveva visto Lulu incrociare le braccia e sollevare le sopracciglia scuotendo la testa piano…in effetti era proprio un professore esuberante! Quindi…di sicuro era un bravo professore. Laguna gli si era avvicinato con fare cospiratorio. “Tu chi sei?”

 

“Ehm…Irvine.”

 

“Sei bravo?”

 

“Spero di sì.” Ed ecco che tutti quanti gli occhi dei ragazzi si puntavano su di lui, non era arrossito solo perché era troppo preoccupato di quello che lo aspettava.

 

E dimmi, per caso pensi di aver rubato il posto a qualcun altro?”

 

Era rimasto qualche secondo in silenzio riflettendo sulla domanda che gli aveva fatto Laguna. Lui aveva lavorato a lungo, per tanti anni, sacrificandosi molto per poter fare ciò che gli piaceva: recitare. Si era perfino allontanato dalla sua famiglia, forse facendosi odiare dai suoi genitori che ormai vedeva pochissimo…no. Aveva lottato troppo per quel posto nella scuola. “Credo di essermi guadagnato il mio posto qui.

 

Laguna aveva annuito con un espressione soddisfatta. “Bellissima risposta! Qualcuno di voi invece la pensa diversamente da Irvine?”

 

Beatrix aveva timidamente alzato la mano. “Io…credo…che molti altri si meritassero un posto in questa scuola. Almeno quanto me. Comunque sono contenta di essere stata scelta e sono sicura che un motivo ci sia!”

 

Infatti ragazzi! Tutti voi siete stati scelti perché noi professori vi abbiamo ritenuti i migliori…oh! Ho detto tutto quello che mi aveva chiesto Auron! Quindi ora vado a prendermi un panino…ciao ciao.”

 

E laguna se ne era andato. Per qualche secondo erano rimasti tutti seduti in silenzio.

 

“…perfetto.” Aveva commentato Lulu alzandosi in piedi. Si era avvicinata allo specchio e aveva iniziato a controllare il suo viso. E adesso? Dovevano andare via da quell’aula? Senza badare alla crescente confusione che facevano gli altri se ne era rimasto seduto ad aspettare.

 

 

Dieci minuti dopo quando ormai la situazione pareva degenerare velocemente, Laguna era ricomparso preoccupato sulla porta dell’aula, con ancore le briciole intorno alla bocca e una lattina di the in mano. “…ma allora eravate voi che facevate così rumore? Non era meglio se vi preparavate?”

 

Un silenzio imbarazzato era improvvisamente calato su tutti loro, c’era stato uno scambio di sguardi interrogativi generale finchè Zidane non era intervenuto a sbloccare la situazione. “Prepararci in che cosa?”

 

“Alla dimostrazione delle vostre capacità di fronte ai vostri amici. No?” Laguna aveva annuito convinto e sorridente, poi aveva continuato ad annuire un po’ meno convinto e sorridente finchè il sorriso non gli si era spento del tutto sulle labbra. “…non ve l’ho detto?”

 

“No. Ma non fa nulla! Se siamo veramente bravi attori ci basterà concentrarci qualche secondo.” Di nuovo Lulu gli era sembrata più che sicura delle sue abilità…qualcuno l’aveva fulminata ma al momento anche lui non si sentiva troppo felice. Se toccava a lui per primo si sparava.

 

Irvine! Dai vieni tu che mi sembri il più tranquillo!”

 

Peccato non avesse un fucile con lui. “Proprio io?” Eccolo di nuovo l’impulso di girare i tacchi e nascondersi nel posticino più buio e piccolo che avesse trovato. Aveva tirato un profondo respiro e aveva chiuso gli occhi qualche secondo, Lulu aveva ragione, doveva solo concentrarsi. “Devo improvvisare? Oppure devo recitare un pezzo preciso?”

 

“Qualunque cosa ti passi adesso per la testa va benissimo.” Laguna si era seduto tranquillamente sulla sua seggiolina incrociando le dita in grembo. “Prenditi tutto il tempo che ti occorre, la prima volta può non essere facile lo so!”

 

“D’accordo. Bene.”

 

Si era portato in mezzo a tutti i suoi compagni mentre il cuore iniziava già a battere un po’ più forte e le mani si ghiacciavano perdendo sensibilità, quella però non era un emozione negativa, era quell’emozione che gli permetteva di trasmettere ciò che voleva. Aveva fatto in modo di perdere il suo sguardo in lontananza verso un immaginaria figura, e quando finalmente quella figura era comparsa nitida davanti ai suoi occhi aveva iniziato a parlare, modulando la voce fino a farla diventare soffice e lievemente malinconica.

 

“Spero ancora che… i miei figli siano felici. Voi che recitate le preghiere eterne… razza alata che anima il cielo… schiudete le ali che portano l’amore. Io vi prometto che… un giorno ci rivedremo. Non dimenticheremo mai le emozioni che ci hanno legato. Le persone care che si riuniscono strette da un solo destino. Né dei né uomini…quelli che sono nati nell’amore abbagliante si chiamano angeli…” [Angel sanctuary 26 - dialogo finale] aveva chinato il capo facendo cadere i capelli davanti al viso. Ops…perché nessuno diceva niente? Aveva fatto proprio così schifo da lasciarli tutti quanti senza parole?

 

“Wow…sei bravo.”

 

“Sì…”

 

Quando si era azzardato a guardare i suoi compagni di classe non era stato schifo quello che aveva trovato sui loro visi, era stato…stupore! Aveva dato un’occhiatina anche al suo professore e lo aveva sorpreso con uno smagliante sorriso e gli occhi brillanti, le braccia incrociate sul petto. Si stava sbagliando o anche lui era…contento? “…mio caro Irvine…la tua dizione è più che ottima, il tuo portamente è impeccabile, hai una bella voce e bella presenza. AHA! BRAVO!” Laguna era balzato dalla sua seggiolina e in men che non si dica lo aveva abbracciato mollandogli qualche pacca sulla schiena. “Bene bene bene!!!! Non vedo l’ora di sentire voialtri!Chi? Chi si offre?”

 

Si era seduto in fretta prima di far notare a qualcuno che gli tremavano le gambe.

 

Era rimasto così scosso ed emozionato che a malapena aveva seguito quello che facevano gli altri, Lulu qualcosa riguardante un film che conosceva ma di cui non riusciva a ricordare il titolo (un altro scherzo della memoria), doveva essere stata brava visto le facce degli altri, dopodichè gli altri avevano tutti improvvisato qualcosa, Zidane aveva preso in prestito Beatrix mettendo in scena un falso corteggiamento (che alla fine forse non era così falso), Ellone aveva recitato una poesia di Flaubert e Beatrix…che aveva fatto? Hehehe…doveva davvero darsi una bella calmata. Gli pareva di aver ricevuto un colpo in testa. Era una sensazione che andava e veniva, stati di lucidità sostituiti da testa leggera…

 

“…bene?”

 

“Cos…” Lulu lo stata scuotendo leggermente con una mano sulla sua spalla. Più che preoccupata pareva accigliata, ma apprezzava comunque l’interessamento.

 

“Sì. Cioè…Sono un po’…” si era agitato un dito di fianco ad una tempia. Non era qualcosa che poteva descrivere, ma Lulu aveva annuito a quel gesto sorridendo leggermente.

 

“Allora riprenditi, qui si comincia a fare lezione sul serio.

 

“Sono a posto adesso! Davvero!” uhm dunque…perché tutti si stavano mettendo da parte? Oh, giusto, l’esercizio. Sì ma, che esercizio? Almeno questa volta pregava di non dover essere il primo un altro black out del genere non ci voleva! Lui era Irvine Kinneas non poteva comportarsi come un pivello. Aveva cercato la sua immagine allo specchio e si era scrutato qualche secondo per assicurarsi che era tutto in ordine. Sorriso perfetto, capelli in ordine, sguardo affascinante…bene!

 

“Allora, miei talentuosi studenti! Per iniziare, un piccolo esercizio semplice semplice che ci servirà davvero tantissimo…avete mai sentito parlare di –diaframma-?”

 

Oh fantastico, un esercizio semplice semplice?  Si era dimenato a disagio nel suo posto con un vago senso di fastidio alla bocca dello stomaco. Questo era davvero uno strazio, era appena riuscito a controllare la sua emozione e ci si metteva un esercizio semplice semplice di diaframma a buttare tutti i suoi sforzi al vento.

 

Ricordava di averli fatti, ma erano una memoria troppo sbiadita e confusa al momento per poter trovare un qualsiasi appoggio. Hehe…stava iniziando a sudare. Irvine Kinneas non può sudare!

Non può proprio! Troppo poco elegante! Non poteva farsi vedere da delle signore con cerchi di sudore sotto le ascelle…la morte piuttosto. Con aria noncurante aveva controllato la maglietta…per il momento ancora non era stato compromesso nulla.

 

“Stai per dare i numeri?” Rinoa. La ragazza lo stava fissando attentamente a poco più di qualche centimetro di distanza stringendo gli occhi in modo minaccioso. Aveva scosso la testa in fretta abbozzando un sorriso, cercando di ridacchiare mentre si spostava indietro su mani e piedi.

 

Laguna aveva finito di disegnare sulla lavagna di plastica bianca un omino bruttissimo, tale omino (con un testone gigante e un’ espressione di gioia imbarazzante) aveva un cerchio rosso all’altezza dello sterno. Laguna aveva preso a picchiettare il suo pennarello dentro al cerchio. “Il diaframma si trova qui! Per chi non lo sapesse, il diaframma è…”

 

Zidane aveva alzato la mano sventolandola in aria. “Lo so!! Lo so!”

 

“Sentiamo allora!”

 

“E’ un metodo anticoncezionale che usano le donne.”

 

Silenzio. Tutti quanti avevano fissato Zidane, ancora con la mano levata in alto e un largo sorriso compiaciuto stampato di faccia, un sorriso sincero purtroppo, il che significava che quella non era assolutamente una battuta. Laguna si era schiarito la voce, rosso acceso in viso, con il suo pennarello stretto al petto. “N-no…ehm…io…vedi il disegnino? In tutti i casi quello non sarebbe…lì…dico bene?”

 

Zidana aveva aggrottato le sopracciglia mentre la sua espressione gioiosa si smontava rapidamente. Aveva scosso tristemente la testa e aveva sospirato. “Ho sbagliato.

 

“Sul serio?” aveva ribattuto acidamente Rinoa a denti stretti fulminandolo con gli occhi. Lulu invece sembrava presa a sconfiggere un duro attacco di ridarella…non stava ridendo ma la sua faccia si stava contorcendo in smorfie bizzarre per non darlo a vedere.

 

“Dicevamo…il diaframma è quel muscolo che divide la cavità toracica da quella addominale e serve principalmente per l’inspirazione. Sembra complicato ma in realtà si tratta sul serio di un esercizio semplice, ora…vieni Zidane vediamo di rimediare al piccolo errore di poco fa…vieni qui!”

 

Zidane aveva obbedito ben volentieri, anche perché star seduto fra tutte quelle ragazze che lo guardavano con leggero rancore non doveva essere piacevole. Laguna gli aveva posizionato una mano sul corpo giusto sul punto indicato sul disegno e lo aveva fatto inspirare alcune volte per farlo capire meglio.

 

Gli era quasi venuta l’idea di provare quella cosa con Lulu, ma probabilmente finire in infermeria con la mandibola fratturata giusto il primo giorno di scuola non era un modo per farsi voler bene. Né da Lulu né dal resto del mondo. Ha…se solo fosse stato una ragazza nessuno avrebbe pensato male di lui!

 

L’esercizio era proceduto tranquillamente, a turno Laguna li aveva aiutati a capire come utilizzare il diaframma in modo da non sciupare la voce anche in momenti di affaticamento, prima li aveva fatti parlare correndo, li aveva fatti parlare in modo lento, veloce, piano e forte sempre utilizzando il diaframma per regolare la voce.

 

In effetti non c’era stato nulla di complicato e tutti quanti quasi subito avevano accolto al volo il meccanismo dell’esercizio, il loro professore era stato piacevole e divertente per tutto il tempo, non aveva mai dato segni di impazienza né di irritazione. Si vedeva subito però che quello doveva essere un uomo paziente e molto gentile.

 

 

L’ora di pranzo era arrivata in un lampo, Laguna li aveva lasciati andare cinque minuti prima per familiarizzare subito con la scuola perché (come aveva detto lui) – un attore è un bravo attore quando si muove in un ambiente che conosce e in cui sa muoversi -…era stato felicissimo di andare a curiosare i suoi compagni, anzi, era sulle spine per la voglia di vedere come se la cavavano…le ragazze. E qualcun altro ancora…in fondo ciò che è bello è bello e guardare e non toccare è una cosa che sempre si può fare!

 

Le uniche persone già in corridoio erano Seifer Almasy con la sua faccia perennemente accigliata e Kuja…di cui non ricordava assolutamente il cognome. Se ne stavano uno di fronte all’altro, Seifer che borbottava maledizioni a catena e Kuja che sghignazzava e sorrideva maliziosamente senza dar segno di prendersela.

 

Perché non vai in bagno a rifarti il trucco? Hai la riga dell’occhio sbavata!” evidentemente Seifer stava cercando di disfarsi della compagnia del suo…uhm…ambiguissimo compagno di stanza. Aveva fatto finta di non prestar attenzione alla scenetta e si era affacciato alla prima parete trasparente che aveva trovato, Tifa Yuffie e Zell stavano facendo alcuni esercizi a ritmo di musica…WOW! Mai visto un essere umano aprirsi tanto! Nh…si stava distraendo…

 

“Devi sempre essere così rozzo?”Kuja aveva aggiunto un languido sbattere di ciglia e aveva posato una mano sul fianco.

 

“Non dire rozzo. Mi fai impressione. E non usare quelle posizioni da femmina davanti a me…”

 

“Non ti piacciono le femmine?”

 

“No…cioè…sì…non su di te!” Seifer aveva iniziato a guardarsi attorno nella speranza di trovare qualcosa con cui distrarre Kuja e guarda caso…non appena lo aveva visto gli si era diretto contro a passo sveltissimo tanto che sulle prime aveva creduto volesse picchiarlo, invece quando gli era stato di fronte gli aveva rivolto un’occhiata compatita. “Scusa amico, niente di personale!” Gli aveva afferrato un braccio e lo aveva praticamente trascinato di peso fin davanti a Kuja. “Guarda…è tutto tuo!”

 

A quel punto era stato Seifer a  fuggire nel bagno e lui Kuja erano rimasti a scrutarsi a vicenda in silenzio, lui imbarazzato, Kuja sorpreso e…interessato. Già. “Ehm…dovrei andare…”

 

“I tuoi amici attori sono rimasti tutti in classe?”

 

“Sì…infatti.” Aveva dato uno sguardo nervoso alle telecamere puntate con attenzione su di loro. “Magari torno in classe anche…”

 

“Quando ti ho visto ho pensato subito che eri un attore.” Kuja gli aveva messo una mano sulla spalla e aveva pericolosamente avvicinato il viso al suo…era una bene che ci fosse un bel dislivello di altezza! “Spero tanto che reciteremo insieme io e te. Anche se sono solo un ballerino me la sono sempre cavata bene a recitare.”gli aveva strizzato un occhio e con un passo aggraziato si era avviato giù per il corridoio verso la sala relax.

 

Meraviglioso…il suo fascino irresistibile aveva colpito ancora! Aveva sospirato: Kuja non si rendeva bene conto probabilmente a cosa andava incontro a comportarsi così… liberamente. Certe volte le persone risultano molto più intolleranti quando sei…diverso. Purtroppo non poteva dire che non fosse per esperienza  personale che la pensava in quel modo. Lui era un ragazzo complicato.

 

Dalla sala di canto si era alzata una voce limpida e tenorile, davvero stupenda…aveva sbirciato subito quasi appiccicando la faccia sul vetro, ed eccolo lì il dio dai lunghi capelli di platino! Non ci poteva far niente quel ragazzo era così irresistibilmente misterioso. E adesso scopriva che aveva anche molto talento.

 

Era rimasto ad ascoltare in rapito silenzio finchè non era suonata la campana…la prima ad uscire dalla sua aula era stata Selphie che gli era passata di corsa di fianco e lo aveva salutato con una pacca sul sedere…si era incamminato lentamente verso l’uscita per raggiungere la mensa, avevano un’ora tonda per mangiare e poi di nuovo al lavoro.

 

 

Il primo pranzo alla scuola di Final Friends era stata pasta al pomodoro (ottima a vedersi), bistecche di pollo con piselli e patate al forno, una fetta di torta di mele e da bere acqua o spremuta di pompelmo a scelta.

 

Si era guardato in giro cercando di tenere in equilibrio il vassoio mentre si spostava…i vassoio non erano proprio il suo forte: adesso inciampava e come minimo spalmava il suo bel pranzo sulla schiena di Squall Leonheart; e aveva il sospetto che un incidente simile gli avrebbe procurato qualche frattura.

 

Non lo aveva fatto alla fine. Era arrivato incolume fino al tavolo più vicino, Yuna non appena lo aveva visto arrivare aveva sgomitato Quistis che gli aveva sorriso in quel suo modo incerto e timido, aveva i capelli sciolti sulle spalle e un espressione vagamente frastornata…un po’ come tutti comunque!

 

I professori erano tutti quanti seduti ad un tavolo leggermente distaccati dai ragazzi e sembravano intenti più a parlare che a mangiare…stavano parlando di loro. Meglio non pensarci o gli si strizzava lo stomaco. Si era seduto davanti a Quistis, accanto a Zell chino sul piatto assolutamente rapito dalle sue bistecchine, incredibilmente aveva già spazzolato via tutto il primo, per salutarlo gli aveva assestato una pacca sulle spalle e un –hao- a bocca piena.

 

“Allora ragazze come è andata?”

 

Quistis è bravissima!” Yuna aveva battuto le mani e aveva rivolto uno sguardo ammirato all’amica che aveva subito preso a scuotere la testa.

 

“Non…non è vero…insomma…”

 

“Sono sicuro che hai ragione!” aveva strizzato un occhio a Yuna che aveva ridacchiato.

 

“Ehi Zell! Zell guardami subito!” Selphie, seduta a capotavola aveva preso la faccia di Zell fra le mani e se l’era tirato di fronte a lei. “Incidente in galleria!” e detto fatto aveva aperto la bocca di fronte agli occhi allibiti di Zell che si era divincolato dalla sua presa accartocciando la faccia disgustatissimo.

 

Piantala!”

 

Aveva consumato in fretta il suo pranzo, Selphie e Zell avevano continuato a disgustarsi a vicenda, Yuna era rimasta per almeno mezz’ora a fissare con un’aria leggermente preoccupata il continuo flirtare di Tifa e Tidus e Quistis…lei aveva continuato a guardarlo quando lui voltava lo sguardo e gli aveva pacatamente fatto raccontare quello che avevano fatto quella mattina.

 

 

Le ultime ore di lezione di quel giorno esattamente dalle 14:00 (dato che cibo della mensa era davvero ottimo in quelle ultime ore si sentiva molto più rilassato e allegro!) fino alle 18:00 lo avevano passato a fare un giochetto molto interessante.

 

Laguna li aveva divisi a coppie, lui e Beatrix, Rinoa e Zidane, Lulu ed Ellone. Si erano disposti uno di fronte all’altro occhi negli occhi e poi…

 

Beatrix lo aveva guardato a lungo, seria e pensierosa prima di parlare. “Credo che tu sia un ragazzo molto espansivo con gli altri…sei gentile, sai di essere un ragazzo carino quindi sei sicuro di te. E poi sei vanitoso.

 

“Ehi! Non è vero!” Aveva aggrottato le sopraccigli guardando gli altri suoi compagni che avevano dato man forte a Beatrix.

 

Laguna aveva solo sorriso alzando le mani in difesa. “Ti sta solo dicendo qual è la sua prima impressione, non ti conosce e può sbagliarsi…tu non puoi dire niente però, quindi per il momento porta pazienza!” gli aveva strizzato l’occhio.

 

Ok…vai avanti.” Vanitoso? Lui? Tsk tsk…lui non era per niente vanitoso, figurarsi! Si era guardato allo specchio mentre Beatrix prendeva tempo per continuare e non appena si era accorto di quello che stava facendo si era girato di scatto scoprendo che la ragazza lo guardava soddisfatta. Beccato.

 

“Sei anche un po’ permaloso, ti piace l’idea che gli altri abbiano un alta opinione di te. Mi piace molto come sai recitare perché anche se sei nervoso sai dare molte emozioni, hai un modo di fare molto…elegante. Ma sei un po’ distratto.

 

“Molto bene. Tocca a te Irvine.”

 

Ciò che era sembrato più facile in realtà era risultato almeno il doppio più difficile di quello che lo aveva innervosito tanto. Poteva avere qualcosa da dire a Lulu, aveva due paroline anche per Zidane…ma le altre tre ragazze erano completamente punti interrogativi.

 

“Sei una ragazza…riservata. Ti impegni molto in quello che fai, hai paura di non essere all’altezza quindi stai un po’ in disparte, ma non sei timida. Non sei una che ama mettersi in mostra…ma fai molto bene quello che ti dicono di fare, sei precisa e scrupolosa…e hai dei bellissimi capelli!” aveva concluso allungando una mano ad accarezzare un boccolo soffice che ricadeva sulla spalla della ragazza che era avvampata e aveva chinato lo sguardo ai piedi. …forse un po’ timida lo era!

 

 

 

Nel viaggio di ritorno verso l’albergo erano rimasti quasi tutti tranquilli…a parte Zell che si era aggirato freneticamente fra i sedili mendicando un po’ di cibo, si era trovato seduto accanto a Tifa (qual’era la sua specializzazione? Ballo o canto? Non riusciva a ricordarselo!) e davanti a lui, meraviglia delle meraviglie Sephiroth e quella scatenata di Rikku.

 

Le uniche parole che erano uscite dalla bocca di Sephiroth era stato un torvissimo: “chiudi quella bocca” che Rikku aveva mitigato con una scompigliata di capelli (ha! Invidia!) e una frizzante risata. La sua vicina era rimasta per tutto il viaggio semi addormentata con la testa posata contro al freddo finestrino di vetro mentre lui era sprofondato nel suo sedile, ad occhi chiusi cullato dal chiacchiericcio tranquillo dei suoi compagni e il vago vibrare del pullman.

 

 

La prima cosa che aveva fatto quando era rientrato nella sua camera era stato disfarsi di tutti i suoi vestiti e gettarsi a faccia in giù sul letto e abbracciare il suo cuscino…era un modo come un altro per scaricare completamente la tensione e le preoccupazioni del giorno…in un'altra occasione sarebbe stato molto meglio avere, al posto del cuscino, magari…una ragazza. Ma non poteva subito pretendere di avere tutte le signorine ai suoi piedi.

 

“Ehi amico stanco?” Wakka era uscito dalla porta del bagno con indosso un paio di bermuda giallo fluorescente ancora umidiccio per la doccia…quel ragazzo era un flash!

 

“No…teso.”

 

“OH, giusto! Vuoi un massaggio?”

 

Senza nemmeno sentire la sua risposta Wakka gli era stato a cavalcioni e aveva iniziato a strapazzarlo vivacemente, ignorando lo scricchiolio disperato delle sue ossa e i miagolii leggermente agonizzanti che gli scappavano di bocca quando premeva un nervo particolarmente rigido. “Wakyaaa! Attento si romp…”

 

Tsk tsk tsk!! Lascia fare a zio! Qui ci vuole un lavoro profondo!”

“Non fa niente!” aveva boccheggiato cercando di divincolarsi dal suo massiccio amico che gli aveva assestato una botta frastornante fra le scapole appena sotto al collo che gli aveva assorbito tutte quante le rimanenti forze.

 

“Adesso sì che ti sento disteso!” aveva esclamato Wakka soddisfattissimo con quel suo strano accento Hawaiano più spiccato che mai. “Io sono un vero professionista!”

 

“Ehi! Bestione cosa fai? Un rodeo?” Zell era improvvisamente irrotto nella stanza quasi a testa bassa e si era lanciato a delfino sul letto e sulla schiena di Wakka. Le sue ossa avevano prodotto altri patetici e allarmanti crack…che bello, morire così senza un perché in una camera di albergo ridotto ad un budino senza nemmeno aver assaggiato una di quelle belle dolci e talentuose pollastrelle…senza aver assaporato il profumo di quei capelli…

 

“Oh. Un’orgia. Guarda un po’.”

 

Si era irrigidito aspettando il crack finale, quello della sua povera spina dorsale che finalmente cedeva, ma non c’era stato nulla. Ansimando leggermente aveva torto il collo in modo da dare un occhiata all’ultimo arrivato, ed eccolo là Zack, con la sua lunga chioma scura e il viso pacato ad osservare il suo assassinio.

 

“Com’è andata ragazzi?”

 

“Perfettamente bene! Ma è soltanto il primo giorno, non ci sono stati voti. Zell grazie a Dio aveva perso interesse ed era finalmente sceso dal suo letto per dirigersi verso il piccolo frigo, Wakka gli aveva assestato un altro paio di pacche e anche lui lo aveva finalmente lasciato libero.

 

E tu? Com’è andata?”

 

“Siamo tutti molto bravi! Mi sono stupito, non mi aspettavo…”

 

“Il più bravo?” si era debolmente seduto, pensando a come avrebbe tirato avanti per i prossimi mesi se gli fossero stati fatti altri servizietti del genere.

 

Zack era rimasto un momento concentrato sui disegni del pavimento dopodichè aveva alzato le spalle. “Spero io.” Gli aveva fatto un largo sorriso e si era finalmente gettato sul suo letto. Una bella risposta decisamente. “Ha…Zell?”

 

Mh?” Zell si era girato con mezzo tramezzino in bocca e una lattina di thè in una mano.

 

“Ho un messaggio da parte di Seifer Almasy: gallinaccio ti spiumerò fino all’ultima delle tue dannatissime penne gialle.”

 

Si era ben guardato dal mettersi a ridere…quella era una vera e propria dichiarazione di guerra! Zell aveva sporto per un attimo il labbro inferiore poi aveva azzannato furiosamente il suo panino e trangugiato la bibita. “Gli scatenerò contro tutti i gay del mondo finchè non si vestirà da donna!”

 

“Devo riferirglielo?” Zack aveva preso un foglio di carta dal suo quaderno sempre assolutamente tranquillo e aveva iniziato a piegarlo in modo elaborato. Zack era un vero ambasciatore…

 

Chissà perché ma quel ragazzo gli sfuggiva completamente non riusciva ad inquadrarlo. Wakka si capiva quale genere di ragazzo fosse, l’amicone sempre disponibile e tranquillo come una grossa mucca (non in termine offensivo), Zell era il tipo iperattivo, vivace e rumoroso…Zack…era calmo e basta.

 

Per più di un’ora aveva finto di guardare la TV mentre Wakka e Zell si facevano una partita insieme ad un giochetto elettronico che Zell aveva rubato a Selphie, mentre loro erano occupati a giocare e ad infuriarsi ogni volta che la musichetta triste annunciava il game over, lui era rimasto in contemplazione di Zack che a sua volta era stato occupatissimo a leggere un pezzo di carta.

“Ehi Zack che cos’è quel foglio?”

 

E’ il programma della settimana, non te lo ha dato il tuo professore?”

 

Glielo aveva dato? Certo che glielo aveva dato, esattamente un secondo prima che suonasse la campana (aveva il sospetto che Laguna fosse un po’ distratto per questi dettagli tecnici), senza spiegare però che cosa fosse. “Sì…non sapevo fosse il programma.”

 

“Dopodomani ci daranno i primi voti con le prove di ingresso su tutte le materie, spero che tu sia preparato.” Zack non aveva mai nemmeno una volta tradito simpatia né indifferenza…era sempre esattamente con la stessa faccia e lo stesso tono. Forse…era un robot mandato a spiare il loro comportamento? Aveva dato un’occhiata nervosa a Zell che si stava scatenando in un balletto della sconfitto molto, molto, molto sgraziato mentre Wakka si massaggiava la pancia ridendo in modo molto Babbonatalesco.

 

“Pensi ci siano telecamere nascoste qui?” aveva fatto vagare lo sguardo sul soffitto bianco e sui faretti spenti che sembravano puntare minacciosi verso di lui.

 

“Non penso sia legale non dirci dove sono telecamere. Ok…allora era davvero lui il robot, scommetteva che se lo avesse fissato per più di dieci minuti avrebbe scoperto qualche lucetta strana e sentito qualche rumore metallico.

 

Invece l’unico rumore che in quel momento era risuonato nella stanza, chiaro e limpido come un colpo di cannone era stato il poderoso rutto di Zell.

 

“Ma fai proprio schifo!” gli aveva lanciato un cuscino che però Zell aveva schivato con un salto…mandando la lampada del comodino di Zack in mille pezzettini sul pavimento. Tutti quanti avevano fissato il disastro sul pavimento in muto terrore…solo dopo qualche secondo, con il braccio ancora teso nel tiro traditore, aveva avuto il coraggio di guardare Zack.

 

Il robot era rimasto impassibile. “Ho…si è rotta.

 

“SCUSA! Scusa perdonami non volevo! Andrò dire subito che è stata colpa mia!” aveva iniziato subito a raccattare i pezzetti di lampada rotti facendo MOLTA attenzione a non tagliarsi ma raccolti i primi pezzi, Zack gli aveva posato una mano sulla spalla e l’aveva gentilmente spostato.

 

“Non preoccuparti non è nulla. Ne procurerò un'altra.

 

“Ti do la mia magari…”

 

“Leggi il tuo programma invece, non vorrai arrivare impreparato domani.

 

Zell e Wakka intanto avevano continuato imperterriti a fissare la lampada sul pavimento come se stessero aspettando grida e fulmini. Ovviamente non c’era stato niente di niente. Era…inquietante.

 

La cena era stata annunciata con una telefonata da parte di una signorina con voce piuttosto sexy (con la quale aveva flirtato un pochettino, purtroppo la sola cosa che aveva scoperto era si chiamava Morgana!). Era stato l’ultimo quindi a lasciare la stanza, molto soddisfatto di sé…

 

Vincent era intento a chiudere la porta della sua camera con non poca difficoltà, aveva borbottato un pochino finchè la chiave non si era decisa a girare nella toppa, allora aveva sorriso fra sé e sé…per ritrovarsi disperatamente a lottare per potersi riprendere la sua chiave.

 

Era così preso nel litigare con la sua porta che non si era minimamente accorto di lui finchè non aveva posato una mano sulla sua stretta sulla maniglia. Aveva fatto un salto indietro a quel contatto, non poco spaventato… “Scusami…ti ho visto in difficoltà e…”

 

N-no…non preoccuparti.” Finalmente Vincent aveva sorriso portandosi comunque una mano al petto. Nervosetto he?

 

“Deve essere difettosa.”

 

“Seifer l’ha usata per levare delle viti dal letto di Kuja, voleva romperglielo…e ci è anche riuscito infatti e…” Vincent era improvvisamente arrossito quando lui era scoppiato a ridere, gli ci era voluto qualche attimo per imitarlo e ridacchiare a sua volta. “Quei due non fanno che stuzzicarsi.”

 

“Sì, l’ho notato. Sarà meglio che tu ti faccia cambiare questa chiave!”

 

“Lo farò.”

 

Mh, Vincent?” Il ragazzo si era girato verso di lui, piegando di lato il viso, non gli sembrava particolarmente ostile verso di lui, ma comunque era meglio togliersi ogni dubbio. “Per caso stamattina ti ho detto qualcosa di sbagliato?”

 

“…no.” Vin aveva scosso la testa e aveva sorriso appena, alzando le spalle e abbassando lo sguardo. “Non far caso a me, di mattina sono piuttosto scontroso.”

 

, forse non era la verità, ma se c’era stata qualche incomprensione  fra loro ora sembrava dimenticata. “Chi non lo è? Ora andiamo…sto cominciando ad aver fame.

 

Mentre scendevano le scale fianco a fianco non aveva potuto fare a meno di notare quei suoi lunghi, setosi capelli neri come l’ebano. Argh! Invidia profondissima, chissà quante donne si perdeva a fissare quei bei capelli!

 

 

Era stata più che silenziosa quella cena, nemmeno Selphie si era esibita in scherzi o scenette divertenti e si era limitata a fregare un po’ di cibo dal piatto di Zell di tanto in tanto che ogni volta tentava di sbranarle la mano con un morso, ma per fortuna lei era una signorina veloce e non c’erano stati incidenti.

 

Purtroppo non aveva visto la ragazza del telefono ma poteva ritenersi soddisfatto della chiacchierata con Quis sulla sua giornata…lei era davvero una ragazza gentilissima! Quistis poteva dire cose interessanti anche senza che fossero maliziose, poteva fare battute divertenti senza che fossero per forza porno e non diceva molte parolacce…in più gli aveva lasciato fare una treccia ai suoi capelli quando avevano finito di mangiare e si erano intrattenuti con qualche chiacchiera in più.

 

Zell era misteriosamente scomparso subito finito di cenare giusto per perdersi l’ennesimo sketch  fra Seifer e Kuja: il primo aveva minacciato il secondo di struccarlo se si azzardava a sedersi accanto a lui…Kuja aveva fatto un'altra minaccia che nessuno aveva sentito ma aveva lasciato Seifer senza parole per almeno trenta secondi prima di far scaturire dalla bocca una serie di epiteti tutti significanti la stessa parola.

 

Non era rimasto a far baldoria…forse la tensione, forse tutte quelle novità in una volta sola lo aveva strapazzato non poco e si era trovato più di una volta a fissare un punto pericolosamente vicino al…ehm…davanti di Lulu (non lo faceva di proposito però!), quindi per evitare di beccarsi del maniaco guardone prima del tempo (prima o poi sarebbe capitato, che volete farci ragazzi!) aveva salutato tutti quanti, aveva dato un’occhiata in giro (per motivi suoi) e con un ultimo baciamano alla sua nuova biondissima amica era tornato in camera sua.

 

Ovviamente non era riuscito ad andarsene direttamente a letto come si era prefissato di fare.

 

Non appena aveva messo piede nella stanza si era trovato a fissare Zell…, vestito solo con una specie di lenzuolo avvolto addosso come una tunica. Se ne stava là, a gambe e braccia incrociate sul letto fermo immobile.

 

Erano rimasti a fissarsi per parecchio tempo…finchè lui non si era deciso ad avanzare lentamente, leggermente spaventato dall’immobilità del suo amico.

 

“…Zell?”

 

“Sì.”

 

“…” aveva annuito come per riconfermare a se stesso che quello era sul serio Zell. Doveva per forza essere lui ma…adesso che doveva esattamente fare? Ridere? Scappare urlando? Piangere? Far finta di niente? “Cosa…cosa stai…uhm…facendo esattamente…conciato così?”

 

“E’ un rito propiziatorio per avere fortuna.

 

“Giusto.”

 

Si era seduto accanto all’amico sforzandosi di non fare gesti inconsulti ma era piuttosto difficile capire se Zell fosse serio o se lo stava semplicemente prendendo in giro.

 

Zell?”

 

“Sì?”

 

“Chi…ti ha insegnato questo…rito della fortuna?”

 

Selphie.”

 

“Oh. Ho capito.”

 

“Vuoi che ti insegni?”

 

“No…no. Grazie. Il mio…rito è fare una doccia molto calda e molto lunga.

 

Mh. Mi piace.”

 

“Tu adesso…devi star qui?”

 

“Sì, un’ora esatta! Ho puntato il mio orologio.”

 

“Bravo…io vado a guadagnarmi la mia fortuna di là allora.

 

Zell gli aveva mostrato serissimo il pollice alzato e aveva ripreso la sua statuaria posizione da genio della lampada. Lui si era immediatamente precipitato nel bagno chiudendo la porta dietro di se, aveva afferrato al volo un asciugamano aprendo l’acqua della doccia al massimo…e aveva riso per cinque minuti buoni finchè i muscoli dell’addome non avevano iniziato a fargli male.

 

Si era liberato di tutti i vestiti gettandoli a terra in un mucchio scomposto e si era ficcato sotto l’acqua fumante della doccia, aveva sopportato il contatto bollente sulla pelle che subito si era arrossata e si era appoggiato con la schiena alle piastrelle fredde del muro. Aveva aspettato il rapido flash di tutto quello che era successo quel giorno…ed eccolo che fedelmente arrivava, insieme a quella vibrante sensazione che qualcosa di sensazionale era appena accaduto.

 

Chissà cosa pensava la gente di lui. Quante persone lo avevano guardato? Qualcuno aveva già chiamato per votarlo o sarebbe stato il primo –ultimo- di quel sabato? E i suoi compagni di scuola…era già antipatico a qualcuno oppure…

 

“Ehi maaaaaan!!!

 

Gli era preso un colpo quando Wakka aveva spalancato di colpo la tenda della vasca. “Ciao Wakka.”

 

Che gli è preso a Zell? Dice che è un rito propositorio!”

 

“Propiziatorio.”

 

“Sì, io che ho detto? Propinatorio! Che significa comunque?” Wakka si era grattato il testone storcendo un po’ la bocca in quella che poteva essere preoccupazione. Gli aveva dato un’umida pacca sulla spalla per rassicurarlo.

 

“Serve per avere sicurezza con se stesso. Non ti preoccupare non è diventato matto.

 

Ha meno male….uh! OH! Scusa tanto amico non avevo visto che eri nudo. Wakka gli aveva richiuso la tenda ed era uscito in fretta dal bagno. Bene…se ci si metteva anche lui raggiungevano un record: quattro su quattro erano tutti svitati.

 

 

Aveva finito con calma la doccia e quando era uscito anche Zack era già sotto le coperte semi-addormentato (si vede che era programmato così!) lo aveva comunque salutato con un sorriso. Forse finalmente era arrivata ora della nanna…si era coricato fra le lenzuola morbide e si era raggomitolato sperando di chiudere gli occhi e addormentarsi all’istante. Non era successo.

 

“Ragazzi…”

 

He?” Zell aveva girato la testa verso di lui facendo uscire un piede da sotto le coperte.

 

“Devo confessarvi una cosa.”

 

Perfino Zack gli aveva rivolto un’occhiata leggermente più sveglia ed interessata.

 

“Ho bisogno…di fare l’amore.” Aveva borbottato cercando una posizione più comoda.

 

“…dopo 2 giorni che sei qui sei già in astinenza?!Zell si era messo seduto scompigliandosi con una manata i capelli già scompigliati e lunghi fin quasi a coprirgli gli occhi.

 

“Ho così tante belle persone intorno che…poi…” aveva sospirato piuttosto irritato, non era proprio il momento di parlare di certe cose, ma aveva provato a fare quel discorso giusto per vedere se qualcuno la pensava come lui.

 

“Non c’è nessuna ragazza precisa che ti piace?” Zack aveva gettato la mano come per accedere la lampada che però non c’era più…quando se ne era reso conto aveva scrollato le spalle e si era semplicemente le mani dietro la testa.

 

“Un sacco.”

 

“Amico…non ci sono solo le ragazze…no?” Wakka dal suo letto gli aveva strizzato l’occhio…oh? Eppure sembrava il più ingenuo, come mai questa affermazione così audace?

 

Dici che dovrei cercarmi un ragazzo?” aveva azzardato con un sorrisino malizioso sistemandosi in una nuova posizione ancora.

 

“No…non dicevo quello! Dicevo che la mano ti dà una mano!” aveva sventolato le dita nella sua direzione con aria furba…oh questa!! Irvine Kinneas che deve darsi una mano con una mano? Noooo era fuori questione proprio.

 

“Aah…che tristezza.”

 

Però ha ragione.” Aveva borbottato Zell.

 

“…niente rumori strani stanotte Zell, non mi interessa se Selphie ti ha detto che portano fortuna!”

 

E così si era concluso il discorso. E lui che voleva fare altro. Meglio cercare di non pensare a niente invece e dormire…la prima lezione di dizione aspettava gli attori quella mattina. E la dizione…era qualcosa di incredibilmente spaventoso.

Eccole lì le parole traditrici…poteva vedere la preoccupazione anche sugli altri volti segno che non solo lui si trovava in difficoltà. Se iniziavano a sudargli le mani avrebbe sciupato il foglio e tutti avrebbero visto le impronte umidicce…si era guardato sospettosamente in giro prima di asciugarsi di nascosto le mani sui pantaloni.

 

“Leggete con attenzione e quando uno di voi si sente pronto può venire da me. Seymour li scrutava con attenzione, le dita delle mani incrociate in un non so che di minaccioso, perfino la sua voce inquietava non poco…quel modo di scandire lentamente le parole e marcare la fine di ogni frase…

 

In fondo era la prima volta che si incontravano, se faceva schifo non era colpa sua, d’accordo aveva già fatto molto teatro ma nulla di eclatante, non erano spettacoli importanti, se ogni tanto sbagliavano un accento non se ne accorgeva nessuno.

 

“Allora?” ecco che iniziava a spazientirsi…lo vedeva dal modo in cui aveva iniziato a tamburellare le dita.

 

“Ieri il primo è stato lui.”

 

NO! Aveva girato lentamente il viso verso la persona che aveva parlato: Rinoa. Gli puntava contro un dito spietato…la sua condanna! Non il primo di nuovo! Donna infame! Che cascasse il mondo non gli avrebbe mai concesso di avere il suo corpo! Per qualche secondo aveva pensato di afferrare la piccola seggiola contro alla parete e scagliargliela sul dito…

 

N-no…aspetta…” aveva allargato gli occhi il più possibile e li aveva diretti verso il basso per lanciarle un disperato messaggio: -abbassa quella mano!- ma Rinoa aveva sorriso e aveva sporto il mento con cocciutaggine continuando a puntarlo.

 

A quel punto si era pateticamente rivolto a Seymour che non aveva potuto non notarlo. “Sei il coraggioso del gruppo?”

 

“Ehm…no, sono quello sfortunato.”

 

“Allora vieni qui adesso se ti senti pronto così ti levi il pensiero! Non aver paura tanto non c’è voto, non vi giudicherò per questa cosa.

 

Alla fine non era così terribile come appariva! Si era girato verso Rinoa e nonostante le telecamere si era esibito in una linguaccia da vero uomo maturo. Dopodichè si era spostato verso il suo insegnate ancora leggermente intimorito di come sarebbero andate le cose.

 

Si era schiarito la voce prima di iniziare la lettura dopodichè aveva inspirato profondamente e aveva iniziato.

 

(Da un antologia di racconti di H. P Lovecraft –L’abitatore del buio-)

 

Cóntinuando a muoversi quasi senza rèndérséne cònto, Blake strisciò attravèrso la finestrella, lasciandósi cadére sul sóttostante paviménto di céménto cópèrto di pólvere e róttami. Il sottérranéo dal soffitto a volta era molto ampio e senza pareti divisorie; nell’angolo più lontano, alla sua destra, óve le ómbre si facévano più fitte, Blake scórse un néro archivólto…”

 

“La O deve essere aperta in entrambi i casi Irvine. Comunque può bastare così, sei stato molto bravo…alla fine suppongo tu abbia sbagliato per…distrazione. O per emozione.”

 

Seymour si era alzato per avvicinarsi di più agli altri studenti e aveva fissato Rinoa. “Vediamo cosa sai fare tu.

 

Non era riuscito a non sghignazzarle in faccia quando i loro occhi si erano incrociati…aveva fatto l’infame e adesso si beccava le conseguenze delle sue azioni! Seymour era stato abbastanza duro con lei, correggendola per ogni piccolissimo errore, cose che con lui probabilmente aveva evitato di fare…ogni tanto il mondo girava dalla parte giusta.

 

 

Per il resto della mattina si erano esercitati in piccoli semplici esercizi di dizione e avevano imparato una cosa molto importante: non rifare, o cercare di non rifare, tre volte consecutive lo stesso errore perché caso mai fosse successo, Seymour estraeva da una tasca nascosta chissà dove una trombetta potentissima e te la infilava in un orecchio gridando –NOOOOOO!!!!- a tutto volume. La prima volta ti scioccava, la seconda ti mandava all’ospedale con un timpano fra le mani.

 

Se non altro una persona non avrebbe commesso errori con leggerezza!

 

 

Continua…

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Capitolo 4
*** Prima settimana (segue) ***


Il pensiero che le ultime ore di lezione le avrebbero trascorse con Laguna era molto, molto rincuorante comunque

Il pensiero che le ultime ore di lezione le avrebbero trascorse con Laguna era molto, molto rincuorante comunque. Chissà cosa aveva preparato per loro? In fondo era già martedì magari aveva già deciso cosa far fare a loro attori per lo speciale del sabato! Sperava in una parte interessante, e ancora di più sperava in una parte che gli avrebbe permesso per così dire di…di…

 

“Questa volta pensi a qualcosa di sconcio non è vero?” Lulu gli aveva dato un colpo secco giusto sullo sterno, il suo povero diaframma si era contratto tanto da farlo tossire ma non per questo l’espressione dura della ragazza si era addolcita.

 

“Non è vero!” aveva protestato subito con forza…Lulu era rimasta impassibile come una sfinge, aveva solo strizzato gli occhi per dimostrargli che non gli credeva proprio. “Solo un pochino…che male c’è?”

 

“Non fare il bugiardo con me ragazzino, non sono scema. Lulu gli aveva schiaffeggiato la spalla…wow…che donna manesca! Adorava le ragazze che sapevano usare le maniere forti!

 

“Abbiamo un’ora di riposo giusto prima di pranzo…cosa fai?”…magari un giretto con me? Dove ci sono poche telecamere? Aveva sorriso il più angelicamente possibile, Lulu aveva alzato una sopracciglia e aveva sospirato.

 

“Vado a vedere come se la cava Quistis. E levati dalla faccia quell’espressione da innocentino che non ti crede nessuno.

 

Lulu vuoi dire…che preferisce vedere una donna che balla attraverso un vetro piuttosto che intrattenerti da qualche parte con un giovane maschio volenteroso come me?”

 

“Dieci volta di più.”

 

“Oh. D’accordo. Vengo a guardare anche io.

 

Stavolta era riuscito a strappare un sorrisino dalle labbra di Lulu…la ragazza si era gettata alcune treccine dietro alla schiena e aveva percorso il corridoio fino alla finestra dell’aula di danza.

 

“LULU!”

 

Cosa diavolo strilli?”

 

“Mi fai vedere i capelli sciolti?” le si era attaccato ad un braccio con gli occhi scintillanti e un espressione speranzosa in viso. “Saranno lunghi no?”

 

Cosa sei, un feticista dei capelli?”

 

“No.  Però mi piacciono tanto i capelli lunghi. Dai Lulu fammi vedere come stai!”

 

“No.”

 

Che ti costa?” aveva piagnucolato sporgendo in fuori il labbro…Lulu aveva inorridito e si era immediatamente scostata da lui.

 

“Non fare il moccioso! Non mi convincerai così!” con un’ultima occhiataccia piuttosto dura lo aveva piantato nel bel mezzo del corridoio. Si era tristemente girato verso la prima finestra  che gli si presentava di fronte giusto per vedere Rikku seduta per terra ad esaminarsi con scrupolosa attenzione i piedi. Aveva bussato con le nocche sul vetro e subito la ragazza lo aveva salutato tutta sorridente sventolando la manina.

 

Ah, che carina!!

 

Dopo averlo vivacemente salutato Rikku aveva indicato il suo piede e aveva scosso la mano. Lui aveva piegato la testa  incuriosito…si era fatta male? Si era presa una storta? Rikku si era  improvvisamente alzata in piedi e aveva quasi incollato un piede al vetro  proprio di fronte alla sua faccia (era davvero snodata quella ragazza!) per mostrargli il danno.

 

Ebbene. Non era stata una bella idea. Aveva per prima cosa sentito la mascella rilassarsi e intorpidirsi mentre il sangue defluiva dal suo viso ai suoi piedi, tutto d’un colpo.

 

Il piede sanguinante continuava a stare di fronte ai suoi occhi e Rikku continuava animatamente ad indicarlo ignara del suo travaglio interiore. In quel momento Seifer Almasy era uscito dalla sua aula di canto e aveva iniziato a guardarlo…poteva sentirlo anche senza distogliere lo sguardo da quel macello di piede.

 

Aveva inspirato un paio di volte prima di iniziare a sentire quella vaga sensazione di volteggiare, mentre tutte le parti del corpo diventavano insensibili, prima fra tutte le gambe che gli si erano piegate di scatto sotto al peso del corpo, prima ancora di trovarsi steso per terra, insensibile a suoni e colori aveva sentito un elegantissimo –Porca puttana- venire dalla bocca di Seifer.

 

C’era stato un momento di vuoto che poteva essere un secondo come dieci minuti nei quali si era trovato Rikku, Tidus, Tifa, Seifer e…com’è che si chiamava l’insegnante di ballo moderno color caffelatte?? Oooh che bel capelli pieni di ricciolini

 

“…giuro che non gli ho fatto niente! E’ andato giù all’improvviso!”

 

“L’avrai offeso!” l’aveva accusato Tifa spintonando indietro Seifer.

 

“Starà morendo?” Rikku aveva la voce rotta probabilmente sul punto di mettersi a piangere, era il momento di tranquillizzare la gente. Peccato che non gli riuscisse bene di collegare bocca e cervello. A quel punto il signor Kiros (ecco come si chiamava!) lo aveva schiaffeggiato leggermente, giusto qualche colpetto appena accennato sulle guance.

 

Irvine? Ci senti?”

 

Aveva sbattuto le palpebre, si sentiva ancora galleggiare ma il modo stava riprendendo le forme e i colori giusti. Stavano arrivando altri ragazzi…uno spettacolo da protagonista senza ombra di dubbio! “Tutto ok…” era infine riuscito a borbottare con voce rauca, aveva provato ad alzarsi ma lo stomaco aveva fatto una brutta capriola e aveva subito rinunciato, invece aveva alzato un po’ le gambe per non rimanere immobile sul pavimento.

 

“Cos’è successo?” Auron era accorso al suo fianco e ora lo scrutava dall’alto con il suo volto severo che però in quel momento sembrava preoccupato e basta.

 

“Tutto ok.” Aveva di nuovo ripetuto iniziando a sorridere stupidamente, senza però accennare ad alzarsi.

 

“Ehm…sì, ma cos’è successo? Ti senti male?”

 

“Tutto ok!”

 

Evidentemente non li aveva convinti con il suo tutto ok, Seifer e Auron si erano parlati mentre gli altri avevano iniziato ad indietreggiare e qualche secondo dopo (perdendosi qualche passaggio) si era trovato in braccio a Seifer.

 

“Dove si va?” aveva bofonchiato leggermente irritato da quel movimento ondulatorio, e soprattutto da quella posizione un po’ scomoda.

 

“Non svenire adesso perché io ti mollo capito?” aveva mormorato Seifer fra i denti…poveretto evidentemente lo impressionavano le persone mezze morte! Se fosse stato meglio avrebbe volentieri fatto la prova se lo lasciava cadere per terra sul serio, ma poteva avvertire già un lieve pulsante dolore, elegantemente parlando, al fondo alle chiappe dove evidentemente era non proprio caduto con dolcezza. “Oh…ci sei?”

 

Mmh…posso camminare da me.”

 

“Perfetto.”

 

Anche se non era sembrato molto convinto l’aveva posato con sorprendente gentilezza, continuando a tenerlo per un braccio, Auron era già sulla porta dell’infermeria che li aspettava tenendo aperta la porta. Forse per il primo che finiva in infermeria avevano un premio!

 

“Stenditi nel letto Irvine…ho già chiamato la Dotteressa che dovrebbe essere qui fra poco era all’ospedale per un’urgenza, intanto c’è l’infermiera che starà con te. Ti senti meglio adesso?”

 

“Sì, tutto o…ehm mi sento meglio.”

 

Seifer era già sparito, Auron lo aveva guardato adagiarsi nel letto poi era uscito chiudendo piano la porta.

 

Che.

 

Vergogna.

 

Si era nascosto il viso nell’incavo del braccio stringendo le labbra in un moto di stizza. Chi lo conosceva probabilmente aveva già capito come mai era svenuto. Sangue. Odiava il sangue più di qualsiasi cosa, gli bastava vedere un po’ di sangue per trovarsi steso per terra…il piede di Rikku era praticamente coperto di sangue! Meglio non ripensarci o sveniva di nuovo.

 

“Ciao!”

 

Era sobbalzato nel letto sentendo quella vocetta da cartone animato, quando aveva tolto il braccio dalla faccia si era trovato davanti una ragazzina con i capelli scuri e un espressione troppo allegra per la situazione.

 

“Oh! Io sono l’infermiera! E tu sei l’ammalato giusto?”

 

Questa non era completamente normale. Il suo comportamento era vagamente simile a quello di Selphie. Adesso gli infilava un paio di occhiali con naso e baffi e gli diceva che era a posto.

 

“Io…mi sento già benissimo.”

 

Sei candido come la neve. Non va per niente bene!” la ragazza gli aveva sventolato un dito sotto al naso con una mano ben piantata sul fianco. Si era girata per andare a prendere qualcosa facendo cadere a terra alcuni strumenti da dottore piazzati su un vassoio di metallo sopra ad un carrellino. “Oh oh oh!!! Che sbadata!!!”

 

Aiuto.

 

“Com’è che ti chiami?”

 

Irvine.”

 

Ok. Non preoccuparti Irvine ci penso io a t…” SBAM! La faccia della ragazza era arrivata di schianto sulla porta  aperta dello studio della dottoressa, il cappellino che aveva in testa era volato via…ma quella aveva iniziato a ridere tenendosi la faccia con una mano.

 

Aiuto!!!

 

“Magari torno dopo…” aveva chiesto debolmente.

 

“Dopo…no no no! Devo assolutamente farti una puntura prima.

 

“Ah, una puntura…COME una puntura?” adesso scoppiava a piangere. Non avrebbe dato in mano a Selphie una siringa FINTA figurarsi dare a questa qui una siringa vera! Non voleva morire!

 

“Non ci pensare…io sono brava! Però non ricordo più dove sono le punture. Si era fermata guardandosi attorno con tristezza, poi si era seduta su una seggiolina accanto al suo letto con le braccia incrociate sul petto. “Chissà dove le ho messe…”

 

Stava quasi cominciando a sentirsi dispiaciuto per lei quando era arrivata tutta trafelata la dottoressa Kadowaki, ancora con il cappotto addosso. “Oh…per fortuna sei ancora vivo!”

 

“COME!?

 

“Scherzavo. La nostra Yulai è bravissima!…cos’è questo disastro per terra?”

 

Yulai aveva fatto un faccia stupita quando aveva scorso ciò che aveva fatto inavvertitamente fatto cadere qualche secondo prima quasi non fosse stata lei, poi aveva iniziato a ridacchiare. “Oh!! Me n’ero scordata! Ora raccolgo tutto! Ci pensa lei a questo adorabile malatino!”

 

Era stata la prima ragazza  (da quando non aveva più cinque anni) che gli aveva dato un buffetto sulla guancia.

 

 

Purtroppo nonostante avesse più di una volta rassicurato Auron che ormai stava benissimo non c’era stato verso di cambiare il suo destino: era dovuto per forza ritornare in albergo per “riposarsi” e poter affrontare “con più serenità” la sua lezione l’indomani.

 

Nessuno per il momento aveva insinuato che il suo svenimento era esclusivamente dovuto a quel piede ferito della povera Rikku e la cosa gli permetteva almeno in parte di tirare un sospiro di sollievo, quello che lo preoccupava però era il fatto che fino al ritorno dei suoi compagni non avrebbe saputo se Laguna aveva assegnato le parti…e se non lo avesse inserito nello spettacolo del sabato?

 

Si era premuto il cuscino sulla faccia disturbatissimo da questo pensiero, non voleva proprio essere lasciato da parte! Non tanto per paura della classifica, ma più per la distanza che sarebbe venuta a crearsi fra lui e i suoi compagni! Tutti si sarebbero esibiti e lui invece no.

 

“…hmm…”

 

Aveva abbracciato il cuscino stringendolo forte tanto per strizzare fra le braccia qualcosa di morbido e tiepido, però non aveva funzionato molto. Era un come un uomo nel deserto senza una borraccia, un fiore senza stelo, un gambero senza fiume, una cornice senza quadro, un lecca lecca senza…

 

C’era stato il lieve rumore metallico della serratura che scattava, poi della porta che si apriva e chiudeva. Qualcuno era entrato nella sua stanza. Impossibile che fosse uno dei suoi compagni di classe quindi per forza doveva essere…un ladro!

 

“FERMO DOVE SEI!” Era schizzato in piedi afferrando la prima cosa che gli capitava in mano (i calzini appallottolati che Zell aveva lanciato prima di andar via…li aveva cercati tanto!) e aveva fissato la persona davanti a lui.

 

Una ragazza guardava tranquillissima e leggermente accigliata la palla di calze che lui gli stava minacciosamente brandendo contro. “Sai…non credo che con quella mi faresti molto male.

 

“…sei…sei…”

 

“Io lavoro qui! Salve sono Morgana!” OOOh!!! Era lei dunque la signorina dalla voce sexy della sera prima! L’aveva raggiunta e invece di stringergli soltanto la mano si era esibito in un cerimonioso baciamano con tanto di inchino.

 

E io sono Irvine dolcezza!”

 

La ragazza era arrossita improvvisamente impietrita, aveva balbettato qualcosa nervosamente (che non aveva ben capito) e aveva preso a passarsi da una mano all’altra una specie di libriccino dalle pagine verde mela.

 

“Fai pure quello che devi fare!”

 

“Ero venuta per rifare i letti…ma in uno ci sei tu e gli altri sono rifatti…”

 

“Non li ho rifatti io! E’ stato Zack…lui…” si era bloccato rendendosi conto per prima cosa che la signorina Morgana non poteva conoscere Zack e quindi il suo bla bla stava diventando inutile, seconda cosa che lo aveva totalmente perdutamente irrimediabilmente distratto da quello che stava dicendo erano stati i lunghissimi capelli castani chiari e il grande…bhè, quella ragazza gli ricordava Lulu. “Hai dei capelli davvero lunghissimi…” Li aveva sfiorati con una mano facendoli scivolare fra le dita, di nuovo Morgana era tornata nel suo stato di Gargoile rosso rubino. “Scusami sono inopportuno…”

 

N-nono no…no henohooo…figurati.”

 

Subito dopo quasi a testa bassa evitando accuratamente di guardarlo la ragazza aveva fatto il giro della camera sistemando un po’ qua e là. Piano piano era sembrata calmarsi…aveva aspettato di vederla completamente immersa nel suo lavoro prima di ricominciare a parlarle (lui era un osservatore…quindi anche guardare in fondo gli andava benissimo!). “Ci vorrebbe una candela…”

 

“Cosa!?” Morgana si era voltata sgranando gli occhi e lasciandosi scappare quasi il libriccino verde di mano.

 

“Ho…rotto una lampada. Non pretendo di averne un'altra, mi basta qualcosa da fare un po’ di luce…”

 

“Oh…non c’è problema vi farò avere una lampada nuova prima di stasera! E…OH NO!” Morgana aveva guardato con aria terrorizzata l’orologio.

 

“Che c’è??allarmatissimo era stato quasi tentato di riafferrare la sua pallina di calze, ma aveva lasciato perdere.

 

“Sono in ritardo di quasi tre minuti sulla mia tabella di marcia! CAPISCI?Non lo sopporto!”

 

“Magari una di queste sere beviamo qualcosa insieme che ne dici?”

 

“Vedremo! Ora vado allora! Grazie ancora Irvine.

 

“Di nulla fata Morgana.” Gli aveva strizzato l’occhio, Morgana era nuovamente arrossita, gli aveva sorriso ed era uscita in tutta fretta scarabocchiando sul suo libriccino. Lui aveva sospirato, nuovamente solo…però che bei capelli morbidi…sperava di rivederla prestissimo!

 

 

Si stava giusto per spogliare e infilarsi in doccia quando una mandria di gente si era riversata vociante nella stanza quasi travolgendolo…Zell, Wakka, Selphie, Rikku, Kuja, Zidane, Yuffie, Tidus, Yuna e Quistis lo avevano accerchiato in quello che sembrava un tornado di rumore, più o meno cercando tutti quanti insieme di avere informazioni sulla sua salute e nello stesso tempo lo toccavano per accertarsi di persona che stava bene… la parte del toccare gli piaceva più di quel fracasso.

 

“Ci hai fatto prendere uno spavento!” Yuna gli stava accarezzando una spalla con garbo e Quistis alle sue spalle gli stava sorridendo con una sottile ombra di preoccupazione sul viso stanco.

 

“Te l’avevo detto che non era morto no?” Zell aveva colpito Wakka con aria trionfante poi gli si era seduto accanto con aria cospiratrice. “Sai…Wakka aveva detto che probabilmente stavi molto molto male e stavi per morire ed entrare in questa scuola era il tuo grande sogno…solo che ce l’avevi fatta appena in tempo e ora il tuo tempo era…insomma…ti toccava crepare dopo pochi giorni di felicità capisci?”

 

C’era stato un secondo di ammutolimento generale dopodichè tutte le donne (Kuja compreso ma…insomma) avevano colpito la nuca di Zell quasi scaraventandolo via.

 

Povero Mimmo, certo che schiantarsi così per terra…è stato proprio forte!” Selphie gli era saltata in collo e aveva preso a fargli le treccine litigandosi di tanto in tanto con Rikku mentre lui rispondeva un po’ a tutti (evitando di specificare il vero motivo di quello scompenso naturalmente).

 

Non appena i suoi amici si erano quietati e avevano preso posto un po’ dappertutto nella stanza (la presenza di Kuja alle sue spalle era vagamente inquietante e immersa in un legger profumo di lavanda e violetta)  si era rivolto letteralmente sulle spine a Zidane, che stranamente aveva evitato un solo argomento: lo speciale del sabato.

 

Era stato messo da parte per la sua assenza proprio il giorno della distribuzione delle parti? O aveva ottenuto almeno una particina nonostante tutto? Si era fatto coraggio sentendo la punta delle dita iniziare a ghiacciarsi e quasi con noncuranza aveva gettato lì la domanda.

 

Senti Zidane…avete avuto le vostre parti?”

 

“Oh…Già. Sarà una bella cosa!”

 

“…e…e cosa sarà?

 

“Sogno di una notte di mezza estate. Direi che cominciamo alla grande! Laguna è sul serio forte…”

 

Che bello…ma…le parti…”

 

“Sa tutto Lulu.” Aveva risposto sbrigativamente Zidane allontanandosi da lui e spedendogli un chiaro messaggio: FINE DISCORSO.

 

ODDIO.

 

Questo aumentava almeno al novanta per cento i suoi sospetti di essere stato escluso.

 

Quistis gli si era accoccolata ai piedi “Sei pallido…non ti senti ancora bene?”

 

“Sì…tutto ok.”

 

Aveva appena finito di parlare quando Lulu aveva fatto il suo solito ingresso, viso truce, occhiata gelida per scovare nemici e busto ben eretto per poter eventualmente incutere terrore a qualcuno, solo quando aveva visto che lì non c’erano scontri di sangue da fare si era rilassata un po’ e con passo svelto gli aveva messo in mano sbrigativamente un foglio molto simile ad un copione, il fatto però che continuasse ad essere così seria era difficilmente interpretabile.

 

Meglio sdrammatizzare.

 

“Che bello Lulu sei venuta a trovarmi anche tu! Vuoi sapere come sto??” aveva cinguettato tutto miele e fiorellini.

 

Sei vivo no? Quindi stai benissimo. Sono venuta solo per mostrarti le parti che ci sono state assegnate nel pezzo che dovremo esibire sabato.

 

“Come sei cattiva Lulu…”

 

“Poche chiacchiere e guarda.”

 

Ok!” aveva fissato con insistenza il seno di Lulu, finchè lei non se n’era accorta (dopo che se n’erano accorti tutti gli altri e già aspettavano la reazione violenta nascondendo i sorrisini) e ovviamente aveva cercato di dargli un cazzotto fra gli occhi. “Ma me l’hai detto tu di guardare scusa! Non puoi picchiarmi dopo avermi dato il permesso!”

 

“Il copione! Ragazzino pervertito maniaco sessuale.

 

“Oh…e…ci sono brutte sorprese nel copione?”

 

“Dipende…” Lulu si era presa una seggiola (sbattendo per terra Zidane) e si era posizionata accanto a Quistis.

 

Aveva aperto finalmente il copione ignorando il nodo alla gola e gli sguardi fissi su di lui. Ecco lì, tutti i nomi in fila con a fianco la parte che avrebbero dovuto interpretare.

Zidane sarebbe stato l’elfo Puk, Beatrix, Ellone e Rinoa sarebbero stata le fatine, Lulu avrebbe interpretato Titania la regina delle fate e…c’era anche lui. Lui sarebbe stato Oberon lo STRA-FICHISSIMO-SBALLOSO-GRANDISSIMO re degli alfi! C’era! C’era! C’era c’era c’era!

 

A quel punto non aveva potuto non farlo! Aveva gettato in aria il copione con un grido vittorioso e si era girato schioccando un bacio alla prima persona che gli capitava di fianco. Guarda caso…la persona che gli stava di fianco in quel momento, il caso volle si trattasse di Kuja (perché se il destino lo avesse spinto a baciare la persona che si trovava dalla parte opposta si sarebbe trovato a che fare con Selphie). Meno male che il dislivello fra le loro altezze lo aveva portato a baciare il naso del ragazzo che subito gli aveva gettato le braccia al collo gridando –OH, Tesoro!- scatenando subito dopo uno scroscio di risate e anche un applauso.

 

Sabato sarebbe stato il suo giorno per la trasformazione. Sarebbe stato un RE.

 

 

Erano passati più veloci di un lampo quei giorni che lo separavano dal…debutto! Un po’ banale come pensiero me era esattamente quello che gli passava nel cervello ad intervalli regolari come una scritta di avviso partenze all’aeroporto: Blin Blon “ preghiamo i gentili passere di allacciare la cintura, ringraziamo per aver scelto Final Friends, buon viaggio.”

 

Un viaggio non tranquillo di sicuro. Se la stava facendo sotto. Strano come le viscere inizino a contorcersi mentre ascolti tutta quella gente che applaude e grida (qualcuno anche il suo nome gli era parso, ma poteva essere uno scherzo dell’emozione), poteva passare alla storia come l’allievo più malandato: prima sveniva, magari adesso ci stava pure bene un collasso o ancora meglio fare uno shampoo di Hot dog sulla magliettina attillata di Tifa che non la smetteva di saltellare e fare gridolini che sembrano conficcarglisi nelle orecchie.

 

“C’è tanta gente, ci puoi scommettere amico!” Wakka aveva fatto un paio di salti e aveva respirato forte mentre faceva un po’ di riscaldamento.

 

La conduttrice del programma, Aki, stava entrando, avrebbe fatto il suo discorsetto introduttivo e poi sarebbe partita la musica, i cantanti sarebbero entrati cantando, i ballerini ballando e gli attori pure…del resto non potevano mica entrare recitando no?

 

Perché tutti quanti sembravano più rilassati di lui?

 

Rikku, Selphie e Yuffie se ne stavano accovacciate a spiare fuori da una fessura della scenografia e ridacchiavano tutte eccitate, Lulu era placida e serena, sembrava perfino lì per sorridere, i due fratellini, Squall ed Ellone erano uno di fianco all’altra e sembravano parlottare di qualcosa di importante. Wakka Zell e Tidus si scambiavano occhiate cariche di esaltazione, Quistis e Yuna si tenevano per mano, agitate ma nel limite del consentito, Kuja sembrava aver voglia di prendersi due schiaffi visto che se ne stava dietro a Seifer (che a sua volta sembrava aver voglia di attaccar briga con Zell) a fissare il suo fondoschiena con le mani che si muovevano irrequiete ai suoi fianchi pronte a scattare, Sephiroth se ne stava in disparte controllando il trio di ragazzine e spostandosi il più lontano possibile da loro ogni volta che queste cambiavano posizione, Aerith Tifa e Rinoa gli davano la schiena e anche loro sembravano occupate a chiacchierare concitatamente e animatamente (ma niente panico), Beatrix e Garnet stavano in silenzio, concentrate. Zidane sembrava immerso in un monologo (probabilmente ripassava la sua parte…cosa che avrebbe dovuto fare anche lui invece che badare ai fatti degli altri), Cloud…non riusciva proprio a vederlo, Zack stava in piedi silenzioso a braccia conserte e lo sguardo fisso davanti a lui, calmo.

 

Tutti sembravano completamente padroni di sé e sicuri delle loro capacità…a parte lui.

 

“…non posso. Non posso proprio…non si può…devo andar via…ora me ne vado…”

 

A parte lui e Vincent che se la stava filando via. O che sperava di farlo dato che con un salto lo aveva raggiunto afferrandolo per le braccia e voltandolo verso di sé. “Dove pensi di andare? Tocca a noi.”

 

“Sì? Che bello…tanti auguri ma io non…vado via…ciao…” Vincent aveva cercato di scrollarsi (fallendo miseramente), visto che non lo mollava gli aveva gettato uno sguardo terrorizzato. Voleva dirgli qualcosa di spiritoso tanto per sdrammatizzare quel momento ma guardano le pupille dilatate del ragazzo aveva rinunciato con un tremolante sospiro.

 

“Te ne vai così?” Vincent aveva solo continuato a respirare faticosamente, facendo scattare gli occhi da lui al sipario meccanico che di lì a pochi secondi si sarebbe alzato. “Non sei in coppia con Quistis per la sigla d’inizio?”

 

“…sì…”

 

“Se scappi, farai fare un brutta figura anche a lei. C’era stato un piccolo lampo di consapevolezza nel viso quasi distorto dal panico di Vincent, ma era stato molto molto veloce. “Ho paura anche io. Tutti qui hanno una gran paura. Ma nessuno se ne andrà. Non lo farai nemmeno tu…ehi Vin…tutta la fatica che hai fatto per arrivare fin qui, la vuoi buttare via?”

 

Ecco che i meccanismi del sipario iniziavano a ronzare e i cantanti prendevano posto i prima fila, alternati ragazzi e ragazze. Dietro i ballerini…Vincent aveva fissato di nuovo lui, poi il suo posto accanto a Quistis che in quel momento si era voltata e…, probabilmente era stato il suo sorriso assolutamente colmo di felicità a convincere il quasi-disertore a tornare sui suoi passi, al suo fianco.

 

Era un eroe.

 

Irvine! Moccioso! Qui! Subito!”

 

Aveva sibilato Lulu…lui era in coppia con lei in questo balletto. Avrebbe preferito un bel sorriso, gioioso ma quello passava la casa e quello gli stava bene comunque.

 

Tre. Due. Uno.

 

Via.

 

 

In realtà una volta superato lo shock di dover ballare davanti a tanta gente che si agitava e si scaldava non era stato così difficile. Forse la sua natura di attore stava maturando tanto da dargli un pizzico di sicurezza in più, forse era la rassegnazione di un kamikaze che anche con la paura nelle vene non rinuncia all’onore…fatto sta che di errori non ne aveva fatti e dal rumore degli applausi nemmeno i suoi amici dovevano averne commessi. Almeno non visibili dal pubblico.

 

Prima puntata, sigla iniziale…OK.

 

Si era seduto nel suo angoletto, accanto ad Aerith tutta rossa in viso e leggermente tremolante, peccato per i capelli raccolti a coda di cavallo, avrebbe preferito fluenti capelli sciolti da accarezzare un pochino giusto per sciogliere maggiormente i nervi…si era allungato per riuscire a tuffare le mani nella testa davanti a lui (quella di Beatrix), ma era appena aveva sfiorato con le dita gli invitanti boccoloni si era visto smisuratamente grande sul tabellone appeso in alto per mostrare le trasmissione anche agli spettatori seduti più lontani…TA-DAN! Beccato e affondato.

 

“Allora…Irvine! Bravo fai bene, bisogna mettere subito in chiaro i ruoli in questa scuola!” la grande presentatrice nonché conosciutissima nel campo degli show giovanili, abilissima nel mettere in imbarazzo anche l’essere umano più svergognato (a parte Kuja probabilmente) lo stava fissando con un bel sorriso divertito, trattenendo a malapena gli sghignazzi. “Che cosa stai facendo?”

 

“Niente!” aveva risposto lui allegramente rimettendosi seduto composto da bravo bambino incrociando le mani sul banco davanti a lui. Molta gente aveva iniziato a ridere e qualcuno (non aveva capito se un ragazzo o una ragazza) aveva gridato –sei bello da morireeee- cosa che aveva provocato una scroscio ancora più grande di risate e che grazie a Dio aveva distolto momentaneamente l’attenzione della signorina Aki che era scattata alla ricerca della voce.

 

“Chi è il fan di Irvine? Chi è che ha gridato? Sei stata tu? O sei stato tu? Vieni pure!”

 

Una ragazzina tutta gongolante con treccine, jeans e magliettina a righe si era quasi rotta la testa scendendo a due a due i gradini per fermasi a fianco di Aki che subito con aria quasi crudelmente  raggiante gli aveva fatto un gesto con la mano di scendere pure lui. “Vieni anche tu Irvine così tutti si convincono che adesso stai benissimo…stai bene no?”

 

“Sì . Benissimo.” La ragazza subito gli aveva afferrato la mano con una luce rapace negli occhi e sotto lo sguardo soddisfatto della presentarice, si erano dati i soliti bacetti schioccati di rito e la ragazzina se ne era tornata tutta contenta al suo posto.

 

“Hai già dei fans scatenati Irvine, sei contento?”

 

“Certo, se poi mi votano ancora di più.” Aveva gettato un’occhiatina di sfuggita ai vari cartelloni…a occhio e croce ce n’erano un sacco su Tidus, Squall, Seifer, un paio per Lulu e uno bello grosso quasi in prima fila per Vincent! “Votatemiii!!!” Altre risate e un fischio da una ragazza con i capelli rossi che probabilmente lo odiava già follemente.

 

“Ehi, torna al tuo posto!” Non desiderava altro!

“Va bene…continuiamo subito dicendo qualcosa dei ragazzi, visto che abbiamo iniziato solo da una settimana sarà difficile già giudicare le loro capacità, ve li presenterò ad uno ad uno…dopodichè inizieremo con la prima esibizione, i voti e tutto il resto!”

 

 

C’erano stati alcuni interventi durante la presentazione più o meno gentili, Lulu si era beccata dell’arrogante, Rinoa era stata definita troppo eccentrica, Seifer era stato sgridato da una signora di mezza età con l’accusa (non a torto) di essere sboccato e maleducato e lui si era limitato a sorridere freddamente, dopodichè avevano definito Vincent insignificante, Selphie aveva ricevuto due complimenti sulla sua bravura e un rimprovero per il suo comportamento da bambina piccola (ma se l’avessero vista toccare le chiappe a tutti i ragazzi nessuno escluso in modo scherzoso ma comunque……-_-…e avessero sentito quello che diceva quando ogni tanto irrompeva di sera nelle stanze dei maschietti avrebbero cambiato idea subito), Tifa era stata oggetto dell’invidia di due amichette che l’avevano sepolta di insulti velati ma che avevano raggiunto il bersaglio visto il muso che poi la povera Tifa aveva sfoggiato per almeno mezz’ora. Con Kuja era stato tutto molto…educato ma comunque l’intolleranza verso il suo modo di fare era comparsa fin dalla prima puntata, un uomo gli aveva chiesto quasi imbarazzato: “ Ma tu devi comportarti per forza così?” Kuja aveva sfarfallato le ciglia sorridendo con dolcezza e aveva ribattuto. “Scusami, potresti essere più preciso?” E l’uomo dimenandosi sul suo posto di rimando aveva risposto “Sei un po’ ridicolo...

 

Aki aveva allora alzato la mano interrompendo il signore, le sopracciglia aggrottate in modo quasi infantile. “Le assicuro che se avesse visto il suo modo di ballare la parola ridicolo non le sarebbe mai passata per la testa, passiamo oltre…qualche altro commento intelligente questa volta?”

 

Ooooh sì! Adorava questa donna!!! Erano stati tutti quanti avvertiti sul modo in cui potevano difendersi dagli attacchi del pubblico (inevitabili quanto la morte)e cioè: star zitti, incassare e fare bel viso a cattivo gioco. In fin dei conti era il pubblico a decidere di loro, era il pubblico a rendere possibile quel Programma e ancora era il pubblico ad aver sempre ragione anche quando aveva torto marcio…quelle erano condizioni da accettare se volevano stare in televisione. Così andava la vita!

 

C’erano stati alcuno adorabili accorgimenti anche su di lui ovviamente, che doveva pensare di più a studiare che a star dietro a tutte le ragazze (benissimo! Allora poteva sempre star dietro ai ragazzi così nessuno gli avrebbe detto niente?), di atteggiarsi di meno a divo del cinema (non si era accorto di farlo…ma se avevano ragione loro, dovevano aver ragione loro) e in ultimo aveva dovuto incassare il duro colpo della rossa che lo odiava sul serio, che gli aveva detto che lui stava lì giusto per la sua faccia non di certo per le sue doti.

 

Come mai si ricordava soltanto gli insulti?

 

La tortura del pubblico era appena finita e già si presentava la seconda prova: le esibizioni.

 

 

Tidus e Rikku si erano posizionati uno di fronte all’altro per fare il loro balletto in coppia sulle note di Please forgive me, l’aveva intravisto durante le prove e non poteva fare a meno di  rabbrividire. Soprattutto ora…se a Tiddy scappava una mano di Rikku, o non la prendeva per bene durante una di quelle prese acrobatiche…non ci voleva nemmeno pensare.

 

“Quando siete pronti ragazzi potete farci un segnale e facciamo partire la base!” Aki aveva aspettato tutta allegra che Tidus annuisse appena con la testa per dare il via, subito la musica era partita e così avevano fatto loro.

 

Si erano abbracciati, poi Rikku si era fatta scivolare a terra in modo incredibilmente sensuale (non si sarebbe mai detto che uno scricciolino scalmanato poteva anche essere sexy!) aggrappandosi infine ad una gamba di Tidus che non si sa come era riuscito prima a scavalcarla con un salto da lasciarlo quasi senza fiato per lo spavento (non poteva fare a meno di pensare a che sarebbe successo se qualcuno si faceva male…erano in diretta porca miseria!) poi l’aveva sollevata in alto, sopra la testa, Rikku era rimasta sorridente e sicura, si era lasciata trasportare e rigirare come una bambolina  incredibilmente snodata senza mai incertezza, e il gran finale…spettacolare, una presa mozzafiato dove Tidus  si chinava in avanti incrociando le braccia davanti al viso e Rikku preso lo slancio si gettava su di lui, schiena contro schiena più o meno nella stessa posizione ma  all’incontrario. Bravissimi!

 

Il pubblico aveva risposto con grida e applausi, niente fischi per i due ballerini, che si erano inchinati tenendosi per mano sorridentissimi e affannati…e poi ecco che i professori si irrigidivano dietro alla lunga cattedra e scrutavano pensierosi i loro allievi.

 

“Ci sarà un voto per questa esibizione? Mentre voi professori chiacchierate e decidete…Rikku vuoi dire qualcosa?”

 

He? Sì, l’ho sentito molto!”

 

Aki aveva fatto una strana faccia quasi sconvolta, rimanendo silenziosa per un secondo. “In…in che senso?”

 

Che ci siamo trovati bene!”

 

Aaah…sì infatti si è visto! E tu Tidus che ne pensi?”

 

“Siamo stati bravi!”

 

“Noi avremmo deciso il voto…” Kiros aveva improvvisamente parlato ottenendo un bel silenzio irrequieto. “Per prima cosa devo dire che vi siete comportati molto bene perché avete affrontato per la prima volta la diretta e questo influenza tantissimo  espesso le esibizioni…con voi quest’influenza è stata più che positiva, io volevo più che altro vedere feeling e c’è stato anche quello, perciò vi do 7 per iniziare!”

 

Non poteva fare a meno che sorridere come uno scemo di fronte ai salti dei suoi due compagni…un sette era un bel voto per iniziare! Lui ci avrebbe fatto una firma grande così per un sette ma sospettava che non sarebbe andata così liscia per lui. Ecco una gocciolina di sudore che gli imperlava la fronte…perfetto.

 

“Bene ragazzi…un momento di pausa per la pubblicità e poi di nuovo qui!” Aki aveva salutato le telecamere con un mezzo inchino e non appena era arrivato il segnale di scollegamento dalla diretta era corsa a parlare con i professori. Adesso a chi toccava? Ai ragazzi con la loro canzone oppure alle ragazze?

 

Non appena aveva sollevato gli occhi era rimasto qualche secondo pensieroso di fronte alla sedia vuota davanti a lui…Ellone era scappata? OH MIO DIO ELLONE ERA SCAPPATA! Una sua fatina si era data alla macchina! Aveva afferrato con forza il bordo del banco e aveva iniziato freneticamente a guardarsi intorno quasi facendosi prendere dal panico quando aveva notato la figurina minuta della ragazza chinata accanto a Squall a parlare fitto fitto con il fratello…grazie signore la sua fatina era…era ancora lì, che baciava…in bocca…il suo…ehm. Fratellino.

OH MIO DIO.

 

Forse Ellone era più espansiva di quanto si credesse, certe ragazze salutavano sempre così i loro amici giusto? Niente di cui preoccuparsi, peccato che Vincent subito dietro Squall sembrasse sul punto di dare di stomaco o di svenire lì subito. Ma Vinny era un ragazzo dolce ed emotivo e sicuramente era tutto preoccupato a pensare alla sua esibizione giusto?

 

Ecco cosa capitava ai ficcanasi come lui, ci avrebbe perso il sonno per quella cosa…

 

“Ehi la smetti di guardarti in giro?”

 

A chi altri poteva appartenere se non a Seifer quella vocina così graziosamente feroce e aggressiva? Si era girato in fretta incrociando le mani sul banco come lo scolaro più bravo del mondo mentre Aki ritornava al centro del palcoscenico e veniva dato il segnale di applauso al pubblico.

 

Rieccoci qui…pronti per l’esibizioni dei nostro cantanti…Sephiroth, Cloud, Seifer. Squall e Zack…prego ragazzi.”

 

Quando avrebbe sentito il suo di nome ci sarebbe stato da lottare contro l’infarto, la scaletta delle esibizioni gli era tornata in mente con l’orrenda realizzazione che dopo di loro c’era proprio la loro piccola recita, avrebbe fatto volentieri una buona iniezione di sangue freddo di Lulu o di qualunque altra cosa scorresse nelle vene di quella ragazza…

 

La base di –Guilty- era partita, il primo a cantare da solista era stato Sephiroth, la sua vociona stranamente addolcita e più soffice, poi aveva seguito Cloud, con un bel timbro giovane e fresco, all’inizio la sua voce aveva leggermente tremato ma era stato solo un attimo e fortunatamente si era ripreso, Squall e Zack si erano aggiunti al coro delle altre tre voci (Squall aveva un altro pezzo come solista più tardi se l’emozione non gli aveva portato via le ultime malconce cellule celebrali), per ultimo Seifer aveva concluso in maniera eccellente, super sicuro di sé, sorridente ed estremamente coinvolgente ( e adesso chi l’avrebbe sentito più?).

 

“Bravi! Davvero sono stupita mi aspettavo di peggio…Seifer sei stato davvero bravo! Come mai?”

 

Aveva iniziato a sghignazzare come un matto quando Seifer da gonfio d’orgoglio che era si era bruscamente sgonfiato e per un attimo la sua naturale faccia tosta si era sgretolata, ma giusto un secondo…

 

Ma come! Io sono il più bravo per forza l’ho fatto bene!” stranamente il pubblico aveva applaudito, c’erano stati giusto un paio di fisco e Seifer era rifiorito miracolosamente gongolandosi negli applausi…Aki si era allontanata un po’ senza ribattere ma ghignando sotto i baffi segno che si era presa gioco di proposito del povero Seifer…quella lì doveva avere un qualcosina di sadico sotto sotto! Ora però veniva la parte più seria e perigliosa…il voto. Perfino Seifer si era messo serio serio e composto in fila con i suoi compagni.

 

Raine aveva passato il cartoncino dei voti a Cid che si era schiarito la gola. “Allora! A voi ragazzi che avete solo fatto da supporto come coro mi dispiace ma non do voto…non preoccupatevi però che siete stati bravi! Iniziamo da Sephiroth…sei riuscito ad avere un tono molto meno aggressivo del tuo solito perciò visto il tuo impegno ti do un 7 anche se avresti potuto fare decisamente meglio, con il tempo faremo grandi cose! CloudCloud che è successo? Emozionato?”

 

Cloud era arrossito violentemente e aveva strusciato un piede a terra senza alzare gli occhi…sarebbe stato brutto avere un 5 subito la prima puntata! Aveva incrociato le dita per lui.

 

“Dai non preoccuparti! Per incoraggiarti ti diamo un 6 e mezzo, hai una bellissima voce devi solo controllare di più le tue emozioni! Vediamo…Seifer…anche nelle prove sei stato bravo, ma ora hai davvero superato te stesso, essere sotto pressione ti migliora drasticamente, quindi, complimenti, avrai un 7 e mezzo – otto!”

 

Seifer aveva aperto la bocca probabilmente per mollare una parolaccia (non perché non fosse contento ma perché non c’era molta differenza di linguaggio da arrabbiato a contento) poi aveva annuito e se ne era tornato insieme agli altri a posto…aveva lanciato uno sguardo assolutamente provocatorio verso Squall ( che non aveva battuto ciglio) poi aveva alzato il dito medio di nascosto per salutare Zell che invece si era immusonito e rattrappito nel suo banco per la rabbia.

 

“Qualcuno ha qualcosa da dire? La ragazza con la magliettina rossa lassù perfavore…” Aki aveva indicato una ragazzina tutta codini e mollettine.

 

“Io…volevo dire a Sephiroth che…ecco…fa un pochino paura…è come se fosse sempre arrabbiato!”

 

Sephiroth era rimasto immobile, assolutamente e perfettamente statico.

 

Silenzio tombale nello studio mentre tutti aspettavano una qualsiasi risposta da Sephiroth.

 

Che non era arrivata.

 

Ovvio.

 

“Va …si vede che ti dà ragione, chi tace acconsente non è vero Sephiroth? Che c’è Selphie?”

 

“Io volevo difendere Sephy poverino! Lui non è arrabbiato e non fa nemmeno paura, lui è molto timido e sta zitto perché ha il vocione e quindi ha paura di spaventare i bambini! E poi è tanto carino, sembra un coniglietto bianco…”

 

Aki aveva praticamente tappato la bocca di Selphie prima che continuasse nel suo delirante sproloquio…ed eccola pronta ad annunciare la prova di recitazione.

 

Ora tutti i ragazzi di recitazione si esibiranno recitando un brano tratto dall’opera di Shakespeare intitolata –Sogno di una notte di mezza estate-…siete già pronti?”

 

Rinoa aveva annuito per tutti arrivando per prima sul palco tutta impettita, si era disposta in mezzo al palco insieme a Ellone e Beatrix (le sue 3 fatine) lei in piedi e le altre due sedute…giocherellando e lisciandosi i capelli (facendo quello che ci si aspetterebbe da delle fatine no?) Lui e Lulu erano rimasti per il momento al bordo del palco, Lulu impassibile e concentrata da un lato, lui con un volare fastidioso di farfalle nella pancia dall’altro…aiuto!

 

Ed ecco Zidane-Puck che correva a centro della scena quasi investendo Rinoa, balzando via per poi fare un piccolo inchino. “Heylà spiritelli, dove andate???

 

“Per colli, per valli, per rovi e verzieri…” Beatrix-fatina aveva scrollato la bella testolina ricciuta ed era balzata in piedi anche lei per nascondersi dietro a Rinoa. “…per parchi boschetti e sentieri…”

 

Rinoa-fatina aveva alzato un braccio agitandolo appena come se possedesse una bacchetta magica. “Veloce e leggera di qua e di là…”

 

Ellone aveva porso le mani alle altre due fatine e si era alzata con un saltello. “Più lieve, più chiara

di un raggio lunar…”

 

Tutte e tre a braccetto si erano chinate in avanti inchinandosi pure loro di fronte e Zidane. “Servo Titania, regina delle Fate!” avevano esordito tutte insieme.

 

Zidane si era portato le mani ai fianchi sfoggiando un sapiente sorriso di scherno. “Hey!Il re farà festa qui stanotte, preoccupatevi che la regina si tenga alla larga. Oberon, il re, è su tutte le furie perché Titania s’è presa come paggio un certo ragazzo…” aveva roteato gli occhi e scrollato le spalle dimostrando una certa insofferenza (e qui quasi aveva applaudito…che bravo! E anche le ragazze stavano facendo una bellissima figura!).

 

“Un AMORE di ragazzo!!!Che ella ha rapito al re dell’India…” Rinoa aveva strizzato un occhio ridacchiando.

 

Oberon, geloso, vorrebbe quel ragazzo per sé…” Zidane aveva fatto cenno con la testa verso di lui.

 

“Ma Titania non lo cede, se lo tiene stretto stretto…” aveva ribattuto seria Beatrix.

 

“A causa di ciò, ora quei due non possono incontrarsi senza far baruffe!” Zidane aveva allargato le braccia avvicinandosi con qualche saltello da vero folletto alle fatine che erano arretrate ridacchiando.

 

“Ma…M’inganno, o tu sei quel folletto bisbetico, bugiardo e malandrino che tutti chiamano..Ellone e le altre avevano avvicinato i visi per esclamare in coro: “Puck?!?

 

“Brava, proprio così!Io sono Puck, l’allegro vagabondo della notte!” si era pavoneggiato Zidane facendo qualche passo di danza.

 

Ed ecco che arrivava il suo momento…era ora di chiudere fuori per qualche minuto i pensieri di Irvine e tirare fuori il suo Oberon, il suo re. Aveva iniziato ad avanzare, lento, sinuoso e più sensuale che mai…non era una parte così difficile in fondo per lui! Bastava dimenticare le centinaia di persone che guardavano e sarebbe stato perfetto.

 

“Guarda!Giunge per questa via il tuo sovrano…” Rinoa era arretrata avvicinandosi alle altre fatine.

 

Ellone aveva inclinato il capo verso Lulu che in quel momento si affrettava a passo svelto e regale verso di loro. “E per quest’altra la nostra regina!”

 

Aveva ignorato le fatine, il viso ben sollevato e le labbra appena piegate in un sorriso freddo e misurato, aveva sfiorato con una mano la spalla di Zidane che si era sollevato dall’inchino che gli stava facendo. “Mal incontrata al chiar di luna, orgogliosa Titania.”

 

Lulu-Titania aveva fatto un gesto sbrigativo con la mano e aveva scosso i lunghi capelli intrecciati, le fatine che si erano subito spostate dietro di lei. “Oberon!Il geloso!Voliamo via mia fatina, di costui ho ripudiato il letto e la compagnia!”Lulu si era volata per andar via.

 

Lui aveva fatto un passo in avanti assumendo un tono stizzito e stringendo appena gli occhi astiosamente. “Ferma, sfrontata!non sono io il tuo signore?” si era avvicinato di qualche passo ancora per fronteggiare la sua consorte ribelle.

 

“Allora io sono la tua signora.” Lo aveva preso in giro Lulu “Ma come mai sei qui?Com’è che sei tornato dalle montagne dell’India???” aveva alzato l’indice socchiudendo le labbra “MA certo! Perché qui la tua bella Ippolita, la tua fiera amichetta, deve sposarsi con Teseo.”

 

Titania, vergognati!” aveva replicato lui sempre più stizzito serrando i pugni lungo i fianchi. “Come osi alludere al mio affetto per Ippolita, quando sai bene che conosco la tua passione per Teseo?”

 

“Ecco un’altra invenzione della tua gelosia!E così dal principio di questa mezza estate non è

mai accaduto una volta che non arrivassi tu a guastarci la festa!” Lulu aveva fatto un ampio gesto con le braccia indicando anche le fatine che aveva annuito vigorosamente tutte e tre insieme.

 

Zidane aveva fatto una smorfia prendendole in giro.

 

“Allora mettici un riparo, sta in te.” Aveva sospirato. “Perché Titania dovrebbe esasperare il suo Oberon?In fondo non chiedo che un ragazzetto…” aveva sorriso dolcemente cercando di accarezzare Lulu che era scivolata via sorridendo a sua volta ma in modo cattivo.

 

“Mettiti il cuore in pace, non darei quel fanciullo nemmeno in cambio di tutto il paese delle Fate.” Lulu gli aveva rivolto la schiena per poi sbirciare da sopra la spalla mentre parlava. “Se desideri assistere, ma buono e tranquillo, ai nostri riti lunari vieni pure Oberon, altrimenti, stammi lontano!”

 

“Dammi quel ragazzo e vengo con te.” Si era avvicinato di nuovo a Lulu parlando la voce più profonda e intensa che gli riusciva.

 

“Nemmeno per tutto il tuo regno.” Lulu aveva iniziato a camminare veloce verso il bordo del palco seguita a ruota dalle ragazze. “Andiamo fatina, un altro po’ e ci sbraniamo noi due!”

 

, và per la tua strada. Non uscirai da questo bosco senza che io non ti abbia castigata per

questa offesa.” Aveva sibilato dietro a Lulu. Erano rimasti soli lui e Zidane e per qualche secondo aveva passeggiato avanti e indietro nervosamente per poi rivolgersi al suo servo. “Vieni qui Puck, mio fedele folletto. Ascolta: la scorsa estate, una notte, io vidi Cupido, armato d’arco e faretra, mirò dritto ad una splendida Vestale e scoccò il suo dardo amoroso con un impeto da trapassare centomila cuori. Invece, il dardo infuocato si smorzò ai casti raggi della luna e la Vestale passò incolume, libero il cuore, assorta in casti pensieri. Io vidi ove andò a cadere il colpo di Cupido: cadde sopra un piccolo fiore che da bianco-latte si tinte d’un tratto di color sangue vivo. Ascolta, il succo di quel fiore, versato su palpebre chiude nel sonno, fa sì che l’uomo o la donna, al risveglio,

s’innamori pazzamente della prima creatura che vede. Ora , cercami quel fiore e portamelo

in un batter di ciglio.” Era riuscito a dire tutto senza errori, con una bella pronuncia ammaliante, il suo Oberon non lo aveva tradito.

 

Zidane aveva annuito. “In 40 minuti metterò una cintura intorno alla pancia della terra!” era uscito dalla scena correndo lasciandolo solo alle sue ultime battute.

 

Aveva fronteggiato il pubblico con un bel sorriso innocente nel modo più falso possibile. “E io, quando avrò quel fiore, ne spremerò il succo sulle ciglia di Titania. Così, al risveglio,

qualunque sia la persona che le cadrà sotto gli occhi essa lo braccherà innamorata. E non le

toglierò l’incantesimo prima che m’abbia ceduto quel suo paggetto.”

 

Alla fine aveva chiuso gli occhi, aveva atteso uno, due secondi che anche gli altri lo raggiungessero e tutti insieme si erano inchinati, accogliendo gli applausi scroscianti del pubblico…WOW! Vittoria! Sembravano tutti quanti contenti! Cavolo…avevano fatto una figura splendida! Meravigliosa!

 

“Bravissimi! Davvero tutti bravissimi ragazzi mi siete piaciuti davvero!!! Bravi!” Aki si era affiancata a loro applaudendo anch’essa. “Voi due poi sembravate davvero due innamorati che litigano! Ma non è che c’è una storia fra di voi?”

 

“Proprio no.” Lulu aveva fissato gelidamente la povera Aki che si era subito levata di mezzo. Ed ecco i professori che si accingevano a fare il loro lavoro. Per quanto sapesse di avercela messa tutta si sentiva tremare. Il suo era solo un parere più che modesto e soprattutto interessato.

 

Laguna e Seymour erano tutti un sorriso…quindi o li stavano prendendo in giro oppure le cose erano andate bene!

 

“Bravi i miei ragazzi! Non vi faccio soffrire e quindi dico subito alle fatine che avranno un 6 e mezzo, sono state tutte bravissime ma le loro parti erano molto piccole…un piccolo appunto per Ellone…dovresti essere più…espansiva ecco!! Per Zidane…sei stato un eccellente folletto! Quindi un 7 per te perché puoi fare molto di meglio! E infine per Irvine e Lulu…siete stati ottimi ragazzi…c’è stato molto feeling e soprattutto avete trasmesso tutte le emozioni che dovevano essere trasmesse, 7 e mezzo-otto!”

 

“Grazie!! Grazie!!!” non era riuscito a non dare un bacio a Laguna e un altro bacio a Seymour, poi aveva provato anche a baciare Lulu che però l’aveva tenuto a distanza di braccio ignorando le sue braccine teste per tirarla a sé…di nuovo aveva fatto ridere un po’ di persone.

 

Che dire. Alla fine, se l’era cavata. Era stato tutto più semplice di come se l’era immaginato…era stato…naturale.

 

Per fortuna però si era seduto, le gambe non lo avrebbero retto un secondo di più.

Prima che potesse rendersene conto i banchi si erano quasi completamente svuotati quando tutti quanti i suoi amici ballerini e  metà dei cantanti avevano lasciato i loro posti per dirigersi sul palco… questo era il pezzo forte in cui avrebbero dimostrato il loro livello, qualunque esso fosse. I dieci ballerini avrebbero ballato sulla base di "Bring me to life" mentre le ragazze avrebbero cantato la canzone con l’aiuto di Zack che avrebbero eseguito i pochi pezzi rap.

Si sentiva più che agitato per loro… aveva spiato assiduamente durante tutta la settimana gli esercizi per poter fare quel pezzo e si era quasi assiduamente aggrappato al bordo della finestra che dava sulla stanza di ballo per paura che qualcuna di quelle poverine si sfracellasse al suolo. Non era uno scherzo per niente… a confronto ciò che lui aveva fatto era una bazzecola da nulla, cosa era mai un pezzettino di recita con tutti quei salti, voli e prese?

La musica era iniziata, la prima ad attaccare, con grande energia e sicurezza era stata la piccola Selphie, assolutamente stupenda sullo sfondo illuminata dalle luci di scena mentre i suoi amici ballerini, immobilissimi, iniziano sulla melodia della sua voce ad aprirsi come un fiore. Un cerchio più grande, uno più piccolo e da sola al centro Rikku, l’ultima a muoversi… l’effetto era quello di un fiore che lentamente sbocciava… i ballerini maschi (tutti in pantaloncini corti corti e neri) avevano attirato a sé le loro compagne, alzandole con le braccia sopra le loro teste in un improbabile equilibrio… nessuna delle ragazze era caduta, per il momento.

Non appena la parte di Selphie era finita aveva attaccato Garnet, che incredibilmente non era sembrata intimidita, il suo ardore era più che ammirevole e la sua voce limpida e bella come quella di un usignolo… era stato distratto dalla canzone quando i ballerini si erano tutti quanti disposti in ginocchio, per poi muoversi in inquietanti movimenti scattanti e tormentati… lui era solo un povero attore, non sapeva ancora il nome di quei passi e saltelli ma gli sembravano tutti magici e perfetti… così coinvolgenti che i suoi piedi sotto il banco si torcevano per la voglia di ballare.

La canzone era stata eseguita in modo perfetto da Aerith che aveva concluso perfettamente, Zack aveva accompagnato abilmente le ragazze quasi fosse stato un vero rapper e il balletto era stato indiscutibilmente meraviglioso.

Ma di nuovo, il suo non era che il parere di un attore che di ballo ne sapeva poco e niente. Ora i professori si stavano consultando a bassa voce tenendo sulle spine i suoi amici. Solo dopo un paio di minuti (nel quale Aki aveva amabilmente raccolto qualche critica sul serio cattiva sul conto di Yuna), Kiros aveva attirato a sé l’attenzione dando segno che era pronto a riferire il verdetto della loro discussione.

"Per i ballerini volevo fare un piccolo appunto… dovete essere più consapevoli dello spazio, avete ballato tutti molto lontani. Non dovete aver paura di colpirvi… comunque essendo la prima volta che vi esibivate qui, siete stati bravi. Vi diamo un sette."

Non era brutto un sette per iniziare! Aveva applaudito contento per loro, accompagnato dal pubblico e dai pochi ragazzi restanti… certo però che un sette per tutti quei voli così pericolosi, gli pareva sul serio poco! Si sentiva in colpa per aver preso un voto più alto del loro… ma del resto erano i professori che decidevano e loro per forza dovevano sapere il fatto loro, giusto?

"Per le nostre cantanti…" aveva seguitato sorridente Cid ammiccando con gentilezza alle ragazze tutte strette le une alle altre "Un altro bel 7! Brave signorine mi avete soddisfatto moltissimo! Do anche un 6 e mezzo a Zack… ma non temere è simbolico, giusto per non lasciarti senza voto e anche tu sei stato molto bravo. Complimenti a tutti!"

Nessuna insufficienza per ora! Stavano facendo una figura davvero splendida! Alla faccia di chi aveva tanto da criticare, era solo invidia!

"Adesso dovrebbe esserci l’ultima prova di canto, ovveroFeel”… dico bene?" Aki aveva dato un occhiata alla sua cartellina ignorando bellamente una signora che sventolava il braccio per richiedere parola… aveva una faccia cattiva quindi il fatto che non le fosse concesso il microfono lo rallegrava parecchio. "Squall vieni pure, sei pronto?"

Squall si era portato sul palco con tutta la tranquillità del mondo senza scalfire nemmeno per un attimo la sua impassibile espressione di ghiaccio, nemmeno un piccolo segno che potesse tradire nervosismo o sentimenti di alcunché.

Perfino dalla sua postazione aveva notato un certo dimenarsi di Seifer che si era spostato indietro sulla sua seggiola con un ghigno satanico stampato in faccia mentre con un espressione da lupo di Cappuccetto rosso, fissava Squall. Kuja lo aveva colpito leggermente con una mano e Seifer gli aveva strofinato il dito medio sulla schiena con un espressione schifata… quei due erano sul serio un amore insieme, una coppietta che sarebbe diventata di sicuro famosa!

Che dire della canzone di Squall? Era stato ineccepibile, un cantante degno di quel nome, era stato ancor più sorprendente che nelle prove. Man mano che procedeva con la sua esibizione vedeva Seifer rabbuirasi finchè non si era piantato un broncio cattivo in faccio e aveva incrociato le braccia sul petto.

L’applauso alla fine aveva solo rafforzato il suo parere… Squall era un grande. Niente da ridire.

"Come ti sembra di essere andato?" Aki sembrava volerlo stuzzicare, ma Squall si era limitato a scrollare le spalle e gettare un’occhiata ai suoi professori che già erano prontissimi, microfoni alla mano per dargli il voto meritato.

"Sei stato quasi perfetto!!" aveva esordito Cid annuendo tutto contento. "Perciò ti meriti 8, avrebbe potuto essere anche di più ma so che puoi fare perfino di meglio!"

"Grazie." Ovviamente era stato un grazie sbrigativo, Squall non aveva concesso nemmeno un piccolo sorriso e si era levato in fretta dal palco per ritornare al suo banco, ignaro dell’aura omicida che si irradiava velenosa dalla postazione di Seifer Almasy.

L’espressione agghiacciata di Seifer era allarmante. Sembrava dover schizzare da un momento all’altro dalla sua sedia per avventarsi alla gola del povero Squall che nemmeno lo aveva guardato (o forse lo aveva ignorato volutamente? Tutti si erano accorti di quella tensione, perfino Aki che subito si era voltata verso di loro).

"Cos’hai Seifer? Devi andare in bagno?"

"No." aveva borbottato lui stringendosi ancora le braccia al petto, gli occhi puntati come lance sulla nuca di Squall che se ne stava sporto in avanti sul banco con il meno posato ai palmi delle mani.

"Perché allora hai quella faccia arrabbiata? Cos’hai fatto?"

Seifer si era dato uno sguardo intorno in cerca forse di qualche possibile alleato (nessuno ovviamente lo stava guardando), quando si era accorto della sua solitudine aveva indurito la sua espressione allargando la bocca in un sorriso arrogante. "Tutto benissimo!"

"D’accordo… allora procediamo con l’ultima esibizione, un passo a due di danza classica, sulle note de -lo schiaccianoci- eseguito da Quistis e Vincent. Prego ragazzi!"

C’era stato uno scambio di sguardi fra lui e Quistis…la ragazza si era voltata con un espressione vagamente preoccupata (probabilmente più per Vincent che per se stessa) e lui le aveva mostrato il pollice e le aveva gettato un bacio strappandole un sorriso. Erano entrambi bravi, non avevano nulla da temere!

Aveva tenuto comunque le dita incrociate per scaramanzia, stringendo i denti… e aveva funzionato! Non c’erano stati intoppi, le prese erano riuscite tutte e i suoi due amici avevano danzato come farfalle, in un modo fluido e denso come il miele cosa che solo dei ballerini di danza classica potevano fare… non poteva sbagliarsi quello era di sicuro un bel voto alto!

Nemmeno per loro c’era voluto molto, infatti Edea da brava insegnante che non ama far soffrire inutilmente i suoi protetti aveva subito assegnato il sette e mezzo meritato. Vincent sembrava addirittura lì per piangere, Quistis lo aveva abbracciato con trasporto e fortunatamente erano entrambi tornati sorridenti ai loro posti. Avrebbe voluto tanto correre ad abbracciarli ma si era tenuto buono buono seduto, arrotolando distrattamente una ciocca dei capelli di Aerith su un dito.

"Ora c’è la classifica…" gli aveva improvvisamente sussurrato la sua compagna di banco che accortasi del giochetto che stava facendo con i suoi capelli era arrossita un po’ sorridendogli.

"Paura?"

"Un po’… pensi di essere in alto?"

"Chi lo sa? Dai non ti preoccupare ora." Le aveva strizzato l’occhio liberandole la ciocca incriminata e rivolgendosi composto verso il mega-schermo che recava già la scritta di CLASSIFICA nonostante fosse in corso il pubblicità.

Iniziava ad avvertire una certa sofferenza ma non voleva sembrare troppo nervoso… portava sfortuna fare previsioni troppo pessimistiche!!! E comunque quella classifica era troppo imprevedibile per potersene preoccupare.

"Eccoci ancora a questa prima puntata di Final Friends! Iniziamo subito la classifica perché vedo troppe facce sofferenti… allora… iniziamo dal numero quattroLulu!"

!!! Lulu si meritava quella posizione così alta! Lulu si era voltata verso di lui con un sorriso vagamente sollevato e lui le aveva gettato un bacio come aveva fatto con Quistis, Lulu aveva fatto una smorfia disgustatissima e si era voltata. Che donna!!

"Numero cinque…Vincent! Vincent sei contento?"

Vincent era contento sì, dato che stava quasi per piangere, era arrossito intensamente e aveva annuito in fretta rimpicciolendo nel suo posticino.

La classifica era continuata in fretta. Al settimo posto si era classificato Zell, all’ottavo posto Quistis (gli dispiaceva un po’ per lei, ma non era male!), al nono posto Rikku e al decimo posto Sephirot. Dopodichè Aki era simpaticamente tornata indietro al secondo posto proclamando uno straordinario ex-equo fra Squall e nientemeno che Seifer!!! Di nuovo Seifer aveva avuto il suo daffare a non iniziare a picchiare selvaggiamente Squall, ma lo aveva visto mormorare una sequela di insulti irripetibili aggrappato al banco.

"Contento Seifer?"

"Perché il mio nome è sotto a quello di  Squall se il mio cognome inizia per A? Cos’è… è per via del voto?" la sua voce quasi vibrava tanto era lo sforzo per tenerla normale.

"Mha… li abbiamo messi così a caso. Non credevamo fosse un problema… siete rivali voi due?"

"No." aveva biascicato Seifer pallido di rabbia repressa… ancora un po’ e si metteva a schiumare dalla bocca. Squall… nemmeno si era voltato. Nessuna reazione.

"Riprendiamo la classifica… al primo posto Tidus! Bravo Tidus!"

Tidus si era guardato un giro sorpresissimo sollevandosi dal banco su cui era spaparanzato e aveva guardato il suo nome a bocca aperta, incredulo.

Finalmente era apparso anche il suo nome all’undicesimo posto, cosa che gli andava benissimo e lo faceva sentire meno in colpa per il voto alto. Subito dopo di lui al dodicesimo, si era classificata Selphie, al tredicesimo posto Zidane, al quattrordicesimo Kuja (che era sembrato felicissimo nonostante tutto), al quindicesimo Wakka e al sedicesimo Cloud. Per ultimi seguivano tristemente Aerith, Yuna, Rinoa, Garnet, Ellone, Tifa, Beatrix e ultimissima, con il nome illuminato di un accusatorio rosso, la povera Yuffie.

Il programma si era concluso poco dopo, la gente per un po’ aveva continuato a blaterare su chi doveva più essere in alto di chi…e c’erano state altre frasi cattive. Aki aveva provveduto a sedare con pacata tranquillità alcune scalmanate pronte a scannare (per qualche oscura ragione) Zidane, dandogli dell’incompetente incapace buono solo a flirtare.

Quella era solo la prima puntata? 

 

"Sei soddisfatto?" Quistis si era seduta vicino a lui sul pullman stranamente silenzioso. Tutti erano troppo intenti a rimuginare su ciò che era accaduto e sugli sviluppi delle loro situazioni. Anche lui non aveva quasi parlato ma fare due chiacchiere con lei non lo dispiaceva affatto.

"Direi di sì. E tu lo sei?" le aveva spostato una ciocca di capelli setosi dietro la schiena sorridendole dolcemente.

"…sì. Poteva andare peggio. Mi dispiace solo per Yuffie…" aveva guardato indietro verso gli ultimi posti del pullman dove Yuffie chiacchierava con Rikku cercando di nascondere la tristezza.

"Recupererà in fretta vedrai. Sei carina a preoccuparti così per lei…" davvero tanto carina. Così carina che avrebbe tanto voluto appoggiare la testa sulle sue ginocchia e addormentarsi per un po’, ma non sapeva se lei ne sarebbe stata felice e così… le aveva accarezzato una spalla contento del paravento che dava loro il buio.

"Sono davvero stanca. Speriamo che la gente si tranquillizzi un po’ nelle prossime puntate… oggi sono volate certe parole grosse…"

"Sarà sempre peggio!" aveva esclamato lui allegramente strappando un sorrisino a Quistis che aveva sollevato sorpresa le sopracciglia sottili.

"E ne sei felice?"

"Le critiche fanno crescere l’artista e lo rendono più forte."

"… probabilmente è così. Ma è dura lo stesso."

Ha… qui ci voleva un bell’abbraccio. Aveva circondato le spalle di Quistis con un braccio e l’aveva attirata a sé. Lei aveva ricambiato affabilmente la stretta.

"Coraggio Quis… non sei sola no?"

"Per fortuna."

E’ vero… per fortuna nessuno di loro era solo. Aveva capito una cosa, dopo una settimana in quella scuola: l’unico e solo modo per andare avanti fino in fondo, era affidarsi agli altri, era dare aiuto a chi ne aveva bisogno e conforto a chi lo chiedeva… e anche a chi non lo chiedeva.

Più tardi quella sera sarebbe passato a salutare Kuja, quando lo aveva visto salire sul pullman la sua espressione era triste. Mentre ora (dato che Quistis era scappata via dalla sua amica Selphie, he he he… paura di non resistere al suo fascino?) avrebbe tirato su il morale a Yuffie.

Se non ci riusciva lui non poteva riuscirci nessuno!

 

 

 

Eccoci ancora ^_^

Come avete visto grazie ai vostri voti Tidus è in testa alla classifica!Siete contenti???No?Allora sotto con le votazioni e fate salire il vostro preferito ^_^

Yunie: “Haaa…^_^… L’anima della commerciante!”

Quissy: “^^”””””””” , via…mica ci guadagniamo  niente se votano…non sono così avida!”

Yunie:”^_^ Guadagniamo onore e considerazione, vuoi mettere?”
Quissy “ovvio…giudizi e commenti e partecipazione dei lettori sono cose preziose per noi!”

Yunie: sì… ^-^ più o meno…*o* whahahahahahaaha!”

Quissy: “^^”””””””” sì…andiamo avanti coi saluti he…(qui si degenera sennò…)

Yunie:”*o* Zack è inutile perciò smettete di votarlo!!! Che non so che fargli fareeeeeee!!!!”

Quissy [schioccando la frusta per terra vicino a Yuna): “ BASTA CON QUESTA STORIA!Zack è al pari degli altri e TU LO TRATTERAI COME LORO!Quindi sentitevi LIBERISSIMI di votarlo quanto volete…potrebbe persino VINCERE!^o^ oh oh oh…”

Yunie:” Certo…è_é se non gli capita un incidente…. ^o^ ho ho ho….”

Quissy: lo dicevo che avremmo finito per degenerare…-____- Voi però non datele ascolto, votate chi volete ^____^

Grazie ancora e a presto!!!!!!

 

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