Al tuo fianco

di RoloChan105
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Al tuo fianco

grerarrerre

-Prologo-


Fra tutte le donne di Londra, sicuramente lei era la più strana quanto eccentrica.

Da quando sua madre era morta, aveva preso le redini di tutta la casa e amministrato alla perfezione i suoi averi.

Nonostante fossero passati cinque anni dalla sua scomparsa però, sentiva quell'ambiente ancora sconosciuto, quasi freddo.

La sua entrata in società anni or sono, aveva fatto clamore e per mesi non si parlava d'altro che di lei, in modo, però, sempre e solo positivo.

Aveva avuto pretendenti a non finire, ma si era sempre detta che era troppo presto: una ragazzina di soli quindici anni non era ancora adatta per il matrimonio e inoltre, tutti quegli uomini erano troppo vecchi per lei.

Noiosi, spocchiosi e, per quanto pieni di soldi, erano solo dei grassi quanto stupidi boriosi, interessati solo ed esclusivamente al suo patrimonio.

Essere una ragazzina sola era un rischio, ma con il suo meraviglioso intelletto e forza di volontà, era sempre riuscita ad andare avanti e tirarsi fuori dagli impicci.

Non le piaceva legare con le persone in società e per questo aveva poche amicizie.

Nonostante ciò, però, quasi ogni settimana riceveva inviti per partecipare a balli, saggi o esibizioni.

La sua presenza era stata sempre sinonimo di qualità, fino a quel momento.

Man mano che gli anni passavano, le lettere diminuivano e i corteggiatori scemavano.

E tutto questo, lo capiva da sola, non era un bene.

Per quanto fosse un abile donna che se l'era sempre cavata da sola, superare l'età media per prendere marito era stata una sconsideratezza.

Con un sonoro sbuffo, osservò la sua immagine riflessa allo specchio e imprecò sonoramente.

Ringraziò il cielo che le sue serve si fossero già ritirate e che l'attendessero nel salone.

Odiava i balli.

Li aveva sempre odiati.

Non sopportava esibirsi in sciocche danze sembrando una stupida oca, con il rischio di ritrovarsi con i piedi mozzati dai terribili quanto inesperti passi degli accompagnatori.

Ma doveva, e ricevere quell'invito era stato un miracolo.

Fra poco meno di un mese avrebbe compiuto vent'anni, lo scadere perfetto dei suoi giorni.

Quel compleanno equivaleva solo a un nomignolo: “zitella”.

No, proprio no.

Non l'avrebbe accettato.

Forse riuscirò a trovare qualcuno”, pensò tra sé e sé, illuminandosi un poco.

Magari non un vecchio con un piede nella fossa, ma neanche un uomo di mezz'età.

Se proprio doveva trovare marito, sperava che fosse almeno suo coetaneo.

Piacente, intelligente, di bella presenza e, perché no, ricco.

Una persona insomma di cui non si doveva vergognare ad avere accanto.

Non appena i rintocchi del campanile lì vicino scandirono le sei di sera, decise di lasciare perdere la sua figura.

Aveva indosso un abito blu notte, molto stretto e molto coprente.

Per quanto odiasse l'acconciatura che quella servetta le aveva costruito, tutto ciò era necessario.

Con fare annoiato afferrò i guanti e lesta, li indossò diretta verso l'uscita dove una carrozza l'attendeva per essere portata al ballo.



Questa fan fiction fa parte delle role attuate su facebook.

La modificherò ovviamente, ma come le altre, non so quando potrò aggiornala. Mi sarebbe piaciuto riscattarmi, mostrarmi di nuovo attiva come ho fatto con Destiny, ma al momento, non ne ho proprio il tempo.

Ho trovato, si può dire, un lavoro e mi prenderà molto tempo.

Almeno per un mese sarò impegnata per bene, staremo a vedere quel succederà insomma.

In quanto alla fic, ringrazio Place per avermela betata! Grazie compare!


-Immagine originale di Tsukasa velvet, modificata da me-






La leggenda narra di un luogo incantato: lo yaoi era rinchiuso in un anfratto remoto, e veniva aperto raramente e mai per porre la sacra Quarta Spada dentro, o sotto, altri portatori di sciabole.
I mandarini non venivano trafugati da Super Nove ambigue o da cuochi pervertiti, men che meno da capitani senza cervello.
Un luogo in cui, archeologhe, goth circondate da fantasmini, pozzi senza fondo in gonnella, manici di scopa quattrocchi o altre non esistevano.
Il rosso maialo brulicava, allegri canti sulla Sacra Quarta Spada allietavano le notti e navigatrici urlanti di piacere erano possedute da spadaccini diabolicamente passionali.
Un regno incantato in cui solo una legge regnava: la legge dello Zonami.
Una landa lontana e indescrivibile per le gioie e le meraviglie che racchiudeva questo e ben altro.
Tutto ciò era, ed è tutt'ora, il... MIDORI MIKAN!!!


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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***



Capitolo 1



Troppa gente”.

Era questo che pensava a gran voce Nami voltandosi con fare annoiato in tutte le direzioni.

Per quanto per lei fosse un bene, tutto ciò l'annoiava.

Fin dalla sua prima apparizione, aveva definito il tutto “falso” e mai impressione le era sembrata più esatta.

Vedeva con quanta finzione le novizie cinguettavano tra di loro dando sfoggio della misera istruzione ricevuta. Non sopportava di vedere i classici “uomini d'affari” litigare o scambiare pareri sulle aziende degli altri.

In più, tollerava ben poco le frecciatine delle dame che in ogni discorso ostentavano le loro ricchezze.

Per sua grande fortuna, aveva trovato una sedia non molto lontano dalla tavola imbandita e di minuto in minuto, si avvicinava sempre più all'angolo delle cibarie.

Era una stupida scemenza: perchè doveva attendere che qualche nobile cavaliere la servisse quando poteva farlo da sola?

Non aveva senso, ma l'etichetta le impartiva questo. Prima che qualcuno l'avesse finalmente notata, sarebbe morta di fame.

Con fare annoiato e sconsolato, osservò le favolose gonne delle dame alzarsi di passo in passo nel mezzo nella sala.

Tutti adoravano ballare. Lei no.

Tutti adoravano le feste. Ancora no.

Non l'aveva mai preso come un piacere, ma come un dovere.

Anche la ricerca di un marito poteva definirsi tale sotto un lungo quanto preciso ragionamento.

Con occhi attenti, saettò a fissare tutti gli uomini presenti nella sala, trovando si e no pochi candidati a tale onore.

Il primo, se ben ricordava, era il duca di Barattie.

Biondo, sopracciglia a ricciolo e un fastoso quanto fastidioso accento francese. Per quanto piacente, era stato additato da molte donne come un libertino, intaccando notevolmente la società di famiglia.

Sanji, seppur di bella presenza e colto, non lo vedeva al suo fianco.

Non avrebbe capito e ogni qual volta lei gli avesse girato le spalle, si sarebbe sicuramente ritrovata tradita con un altra donna.

Sbuffando, piegò il volto da una parte, cercando con occhi stanchi un altro uomo.

Il barone Portuguese D. Ace non era male invece.

Aveva sempre un bel sorriso e sebbene fosse stato adottato dal nobile Capitano Newgate, era un uomo che si era “costruito da solo” il proprio futuro.

Sfortuna volesse che aveva già gli occhi puntati su un altra donna e mai, si sarebbe sognata di spezzare un amore così vero e puro. Un matrimonio era già una tortura, senza amore sarebbe stato un vero e proprio castigo.

Il bel conte Trafalgar Law, però, nei vari ricevimenti l'aveva affascinata non poco.

Aveva un bel volto certo e il suo modo di fare era impeccabile. Molte volte si era chiesta se lui non nutrisse qualche interesse nei suoi riguardi, attratta come lei da quell'aria magnetica che emanava. Ma sfortuna volesse che quell'uomo sembrava non notarla, anzi, quasi pareva che sapesse a malapena della sua esistenza.

Non si era mai fatta illusioni su di lui, ma Law, sarebbe stato tra i tanti un ottimo partito.

Oltre a quei pochi, tra gli altri giovani nessuno aveva posizioni o ricchezze che li mettessero in rilievo, in più ognuno di loro era estremamente barboso.

Anche il parlare faceva parte del corteggiamento e solo in pochi potevano vantarsi di saper padroneggiare con indiscussa padronanza quell'arte.

Con un sospiro stanco, abbassò lo sguardo sul suo abbigliamento.

Odiava i colori vivaci, ma non poteva certo dire che quell'abito le stesse male. Aveva caldo in quell'ambiente chiuso, ma nessun uomo sano di mente poteva permettersi di non darle almeno un occhiata.

Che preferissero quelle scialbe, quanto frivole donnicciole?

Cosa avrebbero fatto loro al suo posto? Si sarebbero messe abiti striminziti e avrebbero dato sfoggio di tutta la loro (inesistente) grazia?

Si sarebbero vendute in quella maniera per una misera presenza al loro fianco?

Si”, si rispose da sola non appena adocchiò la figura di Law completamente circondata da dame e fanciulle di ogni età. Nonostante lui sorridesse cordiale, qualcosa di sinistro quanto mortale passava inosservato sul suo volto.

-Un istinto omicidio...-Si borbottò da sola Nami impettendosi con la schiena. Non poté biasimarlo e tutt'altro, lei stessa avrebbe dato di matto.

Anche se era presente alla festa da una sola oretta, non vedeva l'ora di rincasare. Ripensò alla confortante carrozza che l'attendeva all'ingresso e alla magnifica sensazione dei suoi piedi finalmente liberi da quegli stivaletti così stretti.

Desiderava fuggire da lì, subito, immediatamente.

Ma non poteva.

Al diavolo i balli, gli inviti e l'etichetta”, sbraitò mentalmente cercando di mantenere una parvenza calma e posata.

Ma poco le durò in volto non appena captò una strana sensazione nell'aria.

Era ormai abituata ad essere osservata anche se da lontano, ma mai circondata da così tante persone aveva ricevuto uno sguardo del genere. La metteva a disagio non riuscire a trovarne la fonte, ma non poteva guardarsi attorno in modo frenetico o urlare a tutti: “CHI DIAVOLO MI FISSA?”.

L'etichetta le imponeva di restare calma e di accettare uno sguardo del genere.

Il suo buon senso invece le suggeriva di guardarsi attorno con cura ma non in modo azzardato.

Una volta individuato l'artefice, si sarebbe confusa tra la folla e si sarebbe spinta al sicuro...o molto probabilmente all'attacco.

Con fare scaltro, si alzò in piedi e tenendo un finto sorriso, si confuse tra le danze al centro della sala. Immediatamente, la mano di uno sconosciuto l'afferrò e seguendo la musica, la fece volteggiare per poi, cambiare a tempo il turno con un altro. Era un ottima copertura anche se rischiava di pestare un piede a qualcuno, ma così forse poteva avere più chance per individuarlo.

Nonostante la musica non finisse, così come i cavalieri che l'accompagnarono in quella danza, ancora non riusciva a trovare quell'uomo.

Si, ne era certa, era sicuramente un uomo.

Un occhiata così pressante e carica di desiderio, poteva essere solo autore di un genere maschile.

Un nuovo arrivato forse, che per la prima volta aveva posato lo sguardo sul suo meraviglioso corpo. O forse altro.

Dopo alcuni volteggi, finalmente riuscì a comprendere la direzione di quell'occhiata e si sorprese di trovarne infine la fonte.

Si appuntò mentalmente la sua posizione e appena la musica terminò, strisciò in un angolo per poterlo osservare.

Come immaginato, non lo aveva mai visto e nemmeno sembrava molto lieto di trovarsi in quell'ambiente. A differenza di lei che voleva in qualche modo, anche se per bisogno, attirare l'attenzione, lui passava, addossato a quella colonna, inosservato.

Che volesse mantenere un basso profilo o meno, il suo aspetto era decisamente singolare quanto incredibile. Il suo volto era piacente, molto più di tutti quei baldanzosi uomini presenti in sala e i suoi occhi, così neri come la pece, avevano una sfumatura rossastra. Inquietante, ma predatore.

Inoltre, quell'uomo ce l'aveva messa tutta per attirare la sua attenzione.

Valeva la pena sapere di più sul suo conto e premiarlo per quella sua insolenza.

Con un ghigno, afferrò le gonne e baldanzosa, si avvicinò all'uomo che saettava con lo sguardo tra la folla per ritrovarla.

Amava l'effetto sorpresa e avere la prima mossa a disposizione, un po' come gli scacchi.



L'angolo dell'autore:


Ebbene eccomi qua con il primo vero appuntamento di questa fan fiction!

Immagino che vi sarete annoiati a leggere tutto questo papiro di descrizioni, ma volevo che comprendeste un po' l'ambiente che circonda Nami.

Non ci saranno i Mugiwara in questa fic e semmai li inserirò, sarà solo per ruoli marginali ( vedi Sanji). Questo perchè? Semplicemente non mi interessano e non sono necessari all'interno della storia e poi, risulterebbero veramente ooc dato che ho poca dimestichezza con loro.

Tornano al discorso fic, ringrazio chiunque si sia messo a leggere questa fan fiction, un altra long nel mio lungo repertorio.


Ringrazio chi ha avuto il coraggio di recensire, la pazienza di inserire questa fic nelle vostre pagine e di aver anche solo dato un piccolo sguardo al forum.


Il midori mikan significa tanto sia per me, che per gli utenti.


Adesso mi dilungherò un pochino, per cui, se non ve ne frega una mazza, potete anche chiudere che il capitolo è terminato.


Dunque, parlando per prima cosa della storia, noterete che ho cambiato il titolo.

Non mi piaceva e come mi aveva detto Place, non tornava molto.

Detto fatto! Cambiato. PAM! Ho avuto ispirazione per una volta a trovare qualcosa di decente. OVVIAMENTE, si rifarà alla fan fiction.


Ebbene, come avrete potuto leggere dalle note, ho inserito l'avvertimento ( rating che può cambiare a parte, ma dubito...) dark e sovrannaturale.

Non vi dirò nient'altro, ma dall'immagine penso che possiate concludere da soli che tipo di fiction verrà fuori.

Ovviamente se nel testo vedrete errori o quant'altro avvertitemi che cambio!

( ho cambiato anche la premessa perchè una parte non mi tornava molto).


Parlando di fic, informo ( come ho fatto nella mia home) che sto cancellato alcune mie fan fiction. Non quelle recenti, ma quelle più datate (2007-2009/10).

Non mi soddisfano più insomma, non le finirò e semmai, le riscriverò.

Se volete, potrete trovarle nel mio portfolio:

Rolo's house

http://roloshouse.forumfree.it


E in tema forum... parliamo del Midori Mikan.

Voi lettori vi starete chiedendo: cos'è e sopratutto: perchè ci state mazzuolando le palle con sta settimana?!


È cominciato tutto da un idea di Hime ( http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=54585 ) e mia. Non ricordo bene di che cavolate si parlava, ma 4 anni fa, abbiamo ideato lo zonami day in data 13 febbraio. Il primo banner --->( http://i45.tinypic.com/t7ogw2.png )

è quindi una ricorrenza che da molto tempo ha preso piede su efp.

Da un giorno però, siamo finiti ad allungarla ad una settimana: chi perchè quel giorno non poteva, chi perchè non c'era.

Insomma, lo zonami week si è espanso e anche quest'anno tutti voi ( lettori e scrittori) vi siete dati un gran da fare.

Non posso non definirmi fiera di tutti voi perchè da una piccola idea di due persone, è nata questa collettività che si riunisce per mostrare a tutti quanto sia bella questa coppia.


Se anche voi, come me e tutti gli altri amate questa coppia, venite a trovarci o ad iscrivervi a questo magnifico forum.

Saremo una grande famiglia di marimi e arancini!

Penso di aver terminato quanto avevo da dire... se ho dimenticato qualcosa, perdonatemi!

Un bacione a tutti quanti e a presto con il secondo capitolo!


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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2



Lo sguardo di stupore che comparve sul suo volto era genuino e sorpreso.

Evidentemente, l'aveva realmente persa in mezzo alla folla di gente presente nella stanza. Non dava però alcun segno di turbamento o di imbarazzo, come capitava spesso a molti uomini colti con le mani nel vaso della marmellata quando se la ritrovò davanti gli occhi.

Osservandolo finalmente in un ottica più aperta e approfondita, Nami si domandò mentalmente perchè, esattamente come Law, lo sconosciuto non ricevesse lo stesso interesse da parte degli altri invitati.

Spiccava in mezzo a tutti, sia per la sua notevole altezza sia per lo strambo quanto sorprendente colore di capelli. Eppure, l'insieme non era male, anzi. Senza ritegno, lo squadrò da capo a piedi appuntandosi mentalmente che l'uomo aveva un fisico molto robusto. Sicuramente, non era un normale lord.

-Ebbene...?-Parlò la rossa accennando un colpo di tosse per poter richiamare la sua attenzione. D'altronde, era stato lui ad irretirla con quello sguardo, lui che l'aveva fatta sentire a disagio e sopratutto, lui che l'aveva fatta allontanare dal tavolo delle cibarie.

Quell'uomo doveva prendersi le sue responsabilità.

-Mi dispiace milady-Il suo tono di voce era basso e roco. Non le capitava spesso di provare dei brividi così intensi per una sola frase...una frase del tutto scontata. -Non ho potuto fare a meno di rimanere incantato dalla vostra bellezza.-

Ah, mossa sbagliata.

L'arte del corteggiamento era difficile e se quel tipo partiva subito in quarta in modo così sfrontato, doveva allora essere un gran casanova.

-Ma davvero?-Domandò incrociando le braccia al petto e sollevando incredula un angolo della bocca. Le lusinghe con lei non funzionavano. Specialmente lusinghe già ascoltate e riascoltate a non finire.

-Ha la mia parola-Annuì socchiudendo sensualmente gli occhi.-è raro trovare una persona con un così buon gusto...-Il suo sguardo scese verso il suo vestito-Un colore così scuro non è apprezzato da molti-Osservò, come aveva fatto lei, gli abiti color pastello che intasava quella stanza.-La stoffa proviene sicuramente dal lontano regno di Alabasta...-

Che le venisse un colpo.

Come diavolo aveva fatto a indovinare?

-è così-Assentì ammorbidendo il tono di voce.- è mai stato in quel regno?-

-Si, ho viaggiato molto in questi ultimi anni...-Si prese una pausa-...Finalmente però, sono tornato nel mio paese natio.-

Ma davvero? E allora perchè non lo aveva mai visto?

-La sua casa è qua vicino?-Forse non era il caso di prendersi così tante libertà, ma la curiosità era una sua pecca. Inoltre, come già detto, la colpa era sua.

-Ho ereditato il castello di mio Zio-Le voltò le spalle invitandola a seguirlo sulla terrazza. Seguendolo, subito se ne pentì e si maledì più e più volte. Faceva freddo, molto freddo.

Il vento autunnale si era alzato e portava con se i primi venti gelidi della stagione.

Addio abiti scollati e gonne comode.

-Quello laggiù-Indicò con l'indice, in mezzo alle montagne il simbolo della città.

-COSA?!-Sbraitò ad alta voce sporgendosi dalla balaustra-Scherza!?- Quello era pazzo! Non poteva quel castello essere suo! Prima di tutto era inabitato da anni e secondo, era un ammasso di ruderi che si reggeva a stento.

-No, non sto scherzando.-Ridacchiò compiaciuto.-E dentro non è così male come sembra.-

-Devono esserci un sacco di spifferi...-

-Niente spifferi.-La rassicurò- Mesi prima del mio arrivo ho ingaggiato dei restauratori. Molte parti del castello adesso sono agibili e possiedo un sacco di stanze.-Si strinse nelle spalle-I soldi non mi mancano e per me, quell'ammasso di rocce significano molto.- Lento, tornò a fissare Nami e con un ghigno da predatore, allungò una mano verso di lei.

-Roronoa Zoro-Si presentò-Perdoni la mia scortesia.-

Gli occhi di Nami balenarono al solo sentire quel nome. Con altrettanta grazia, depositò la mano guantata nella sua e chinò leggermente il volto.

-Nami Cocoyashi-Si rivelò abbozzando un leggero sorriso. Nell'udire il suo nome, gli occhi del verde tremolarono di rosso. Che fosse solo un banale effetto della luce?

Con delicatezza, sfilò la mano dalla sua e riprese a fissare il castello in lontananza. Poco sapeva di quel lord se non il suo nome, ma la storia di quei ruderi invece, era tutt'altra storia.

Cospirazioni, malattie, guerre e uccisioni.

Tutto, per un semplice ammasso di mattoni.

-Ha detto che è rincasato da poco?-Tornò a concentrarsi su di lui per cercare qualche informazione sulla sua persona.

-è così-Assentì voltandosi anche lui verso quel magnifico panorama.

-Non ha mai partecipato ad un ballo vero?-Le sue supposizioni erano quasi sempre esatte e poi, non le occorreva certo un detective per comprendere quanto non fosse avvezzo a quell'ambiente.

-Già-Annuì di nuovo lasciandosi scappare un sospiro.-Proprio questa mattina, è arrivata una lettera della signorina Perona- Spiegò- E non avendo potuto contattarla in tempo, ho dovuto per forza prendere parte alla festa.-

Perona.

Per quanto avesse un aspetto carino e all'apparenza tanto sensuale, lei la trovava la classica oca senza cervello. Con la coda dell'occhio, si voltò verso la sua direzione, trovandola tutta impegnata a civettare con molti partiti abbastanza discutibili.

Al contrario delle altre dame però, lei usava sempre e solo colori tendenti o derivanti del rosa.

Mai che cambiasse o che sgarrasse.

Ma d'altronde, aveva soldi e per quanto eccentrica fosse e lo era e oltre al rosa, era fissata con gli ombrelli, lei poteva permetterselo.

-La notizia del suo arrivo è arrivata in fretta in città- Strano però. I suoi servi e informatori, non le avevano fatto sapere niente. Che in realtà fosse arrivato da più giorni? O solo ed esclusivamente quella sera?

-Accidenti...-Mormorò portandosi la mano guantata sulla nuca-...Pensavo di prendermi un po' di libertà dopo così tanto tempo distante da casa.-Un ennesimo sospiro si impossessò di lui.-Evidentemente mi sbagliavo.-

Era bravo, doveva ammetterlo.

-è un male ricevere un invito dall'alta società?- Per quanto li odiasse, per lei erano fondamentali. L'immagine prima di tutto.

-No certo-Si strinse nelle spalle-Ma è difficile trovare accettabile o meglio, amabile conversare con così tante persone che poco tendono a volerti conoscere sul serio...- Abbassò gli occhi verso di lei-Tutti mirano al denaro qui...- Un brivido freddo attraversò la schiena di Nami.

Diavolo, ma cosa era? Un sensitivo? Oppure era così palese il suo bisogno di accasarsi?

-Lei dice?-Fece la finta tonta restando ad ammirare la luna.

-Anche per lei è lo stesso no?-Osservò abbozzando un ghigno. -Non è forse in età da marito?-

I muscoli della mascella di Nami si contrassero.

Come osava quello sconosciuto smascherare con così tanta facilità le sue intenzioni. Ma come già spiegato, lei ne aveva bisogno, anche solo per la facciata che a tutti mostrava.

-Non lo nego-Si ritrovò ad ammettere indirizzando il suo sguardo nei suoi occhi color pece.-E si, sono in età da marito-

-Ha già qualche partito in mente? Qualcuno si è fatto avanti con lei?- Come mai tutto questo interessamento nei suoi confronti?

-Ebbene no, o almeno, nessuno che ritengo al mio pari-Sospirò in modo affranto, dando mostra comunque dei suoi standard. Un altra folata freddo di vento la investì e di buon grado, tornarono nella stanza.

-Eppure...-Mormorò Zoro osservando l'ampia sala-Siete sicuramente una donna che spicca in mezzo a tutto questo ciarpame...-

Ciarpame? Ripetè mentalmente stupita dalle sue parole. Sebbene fosse arrivato da così poco tempo, sembrava aver compreso il ritmo e il tenore di vita di tutte le persone presenti in quello spazio. Mele marce dell'alta società, tutti che mirano al denaro, alla scalata sociale, al potere...

-Milady-Le afferrò lesto una mano avvicinandosi a lei-Io potrei...-Le elargì un seducente sorriso-Essere... un buon partito?-





E di nuovo, scusatemi per il ritardo per questa storia.

Ma come ho annunciato sia nel mio portfolio, che qua su EFP e sul midori, il mio tempo per scrivere sarà molto ridotto adesso.

La voglia scarseggia, il tempo pure e la vostra Rolo finalmente, non è più un anima solitaria.


Passando alla storia, i personaggi iniziano a muovere i primi passi!

Eheheh!

Stupefacente!


Allora, non so bene se lo avevo detto, ma nel caso mi ripeto: questa storia fa parte della serie “ROLE ATTUATE SU FB”, quindi la storia è già finita...

Devo solo riportarla qua!

Il problema è che la parte di dialogo di chi ha attuato Zoro, non esiste più ( o perchè si è cancellato o perchè lo ha reso privato, insomma, chissene frega).

Io me lo ricordo, ma ovviamente, tratterò la storia in modo ben diverso perchè è sempre e comunque una mia idea.

Bene, buona lettura e grazie per i commenti, recensioni o “mi piace” che mettete per questa storia! Grazie a tutti!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Sgranò gli occhi Nami a sentire quelle parole.

Non poteva credere davvero alle sue orecchie...stava forse scherzando? Eppure, fissandolo attentamente in volto, poteva comprendere che quella domanda era genuina, senza malizia. Il puro interesse di un uomo verso il sesso opposto.

Come poteva, però, averlo colpito? Il suo abito? Il suo essere schietta e diretta?

O che in realtà sapesse ben più da che dava a vedere?

-Lei si sta prendendo gioco di me...-Mormorò abbozzando un delicato sorriso.

-Lei pensa questo?-Domandò lui piegando da un lato la testa.

-Esattamente-Cercò di sfilare via la mano dalla sua.-Non si prenda gioco di me Conte.-

Gli occhi di lui brillarono per quelle parole.

-Potrei mai?- Per quanto affascinante, quell'uomo le dava proprio quell'impressione. Dialogare con lui sarebbe stata una lotta, un vero e proprio scontro verbale.

E lei amava gli scontri.

Non appena giunsero nella sala, una dolce musica iniziò a pizzicare l'aria. Sospirò pesantemente, immaginandosi di dover prendere parte a quell'assurdo ballo.

Doveva.

Doveva dar mostra di sé.

-Odio i balli...-Affermò Roronoa cacciandosi le mani nelle tasche, un gesto decisamente poco raffinato. Bene, a quelle parole si rincuorò: evidentemente non era l'unica ad odiare quella falsa. Inoltre, anche lei odiava ballare.

-Vuole per caso...?- Si avvicinò a lei sfiorandole un fianco per poter essere udito.

-Ballare?-Finì per lui la frase. -Preferirei evitarlo...-Ammise abbozzando un altro sorriso. -Ma penso di non poterne fare a meno...- Con eleganza, la mano di lui salì verso il suo braccio, sfiorando in modo quasi sfacciato la stoffa del suo vestito.

Se fosse stato qualcun'altro, non avrebbe esitato a colpirlo, ma quell'uomo, nel suo insieme l'affascinava.

-Balliamo allora.-Le afferrò la mano e la trascinò con se verso la pista da ballo.

Un enorme lampadario di cristallo volteggiava sopra le loro teste e Nami, nemmeno sapeva più da quanto quella prospettiva era sparita dai suoi occhi.

Nessuno più le chiedeva di ballare o di instaurare una conversazione.

Tutti gli invitati partivano in quarta con la mentalità di un conquistatore dei bassi fondi. Gli istinti, per quanto nobile e pieno di soldi un uomo potesse essere, erano uguali per tutti.

Più della metà dei presenti non perdeva tempo con la proprio moglie, ma si dedicava a sotterfugi o tradimenti con persone dalla bassa moralità.

I soldi erano sicuramente una forza che spingeva le persone a fare qualunque cosa, anche la più umiliante.

Perplessa, fissò l'uomo vicino a sé domandandosi se anche quel conte era dello stesso avviso.

Aveva soldi, era bello e sembrava molto intelligente.

Non tanto se aveva destato il suo interesse, ma cosa lo aveva spinto ad una proposta di matrimonio?

E cosa ancora più strabiliante, non lo aveva ancora rifiutato.

Non era una battuta e nemmeno una presa in giro.

Quelle parole erano state dettate con un vero interesse... Doveva solo conoscere meglio il partito in questione.

-Vi state annoiando?-

-Eh?-Mormorò distratta.

-Non vi state concentrando sulla danza e i vostri passi sono del tutto scoordinati.-

Ok, non stava prestando attenzione.

La sua mente era impegnata in altre elucubrazioni.

-Come ho già detto, non amo ballare...- Gli ricordò tornando a fissare i suoi occhi neri.

-Non avete mai preso lezioni di ballo?- In verità si, ma quando sua madre era morta aveva dovuto abbandonare quelle attività.

-Qualcosina...-Si strinse nelle spalle non appena la musica terminò.

Nervosamente, un cumulo di stoffe rosa volò verso la sua direzione. Sospirò nel riconoscere i “leggiadri” passi di Perona e velocemente, si scostò dalle sue braccia.

-Ecco dove eri finito!- Urlò nervosa additando irrispettosamente Zoro.-Ti ho cercato tutta la sera!-Al solo sentire quelle parole, il verde sbuffò.

-Sono desolato milady...- Si scusò abbandonando la presa che aveva su Nami.

-Potresti essere in mia compagnia e cosa ti trovo a fare invece!? Stai a perdere tempo con questa zitella!- Imbestialita, schioccò la lingua verso la rossa.-Sono davvero sconvolta!-

Gli occhi di Nami si ridussero a due fessure.

Ok, non era mai andata d'accordo con lei e non si sopportavano granchè. Anche se aveva una così alta posizione sociale, doveva per forza umiliarla in quella maniera?

Zitella aveva detto poi...Zitella a lei?!

Con un brivido, ricordò il mese che mancava all'esserlo veramente.

-La signorina Nami è un ottima oratrice-La elogiò fissandola con interesse. -Inoltre, volevo sapere se era in grado o meno di ballare...-

-Dovresti ballare con me invece!-Sbraitò attirando l'attenzione dei presenti.-Io sono la “regina” del ballo! La festa è mia!-

-Allora, prima del termine della serata, vedrò di ottenere un ballo da vostra signoria...-Mormorò educato mantenendo un tono calmo e cortese.

-Non alla fine, adesso Roronoa!-

Una bambina capricciosa e viziata. Ecco che cosa era diventata Perona.

I suoi genitori, così come i suoi, erano morti in una traversata, ma a differenza sua, non le pareva di aver ottenuto una personalità così presuntuosa.

-è stato veramente un grande onore ballare con voi conte-Mormorò Nami facendo qualche passo indietro. -Sono davvero molto stanca e vedrò di ritirarmi più presto del solito.- Informò Perona che scocciata, ancora attendeva che levasse le tende.

-Bene, grazie per essere venuta-Sbuffò in tono schietto artigliando Zoro per un braccio.-Adesso andiamo!-




Nella settimana che passò, i nervi di Nami non smisero di essere tesi.

Si sentiva nervosa, infastidita, completamente assente verso i suoi lavori di amministratrice della propria casa. Sebbene i domestici pensassero a tutto ogni giorno, di persona si ostinava ad andare ad aprire alla porta, nella speranza di un nuovo invito.

Ma niente.

Niente di niente.

Per quanto i giornali scrivessero di balli festosi nei giorni a venire, lei non era invitata.

Che Perona le avesse fatto cattiva pubblicità? Che avesse messo in giro qualche strana voce?

Il conte poi, non l'aveva cercata.

Molte volte aveva pensato e ripensato alla sua proposta ma sempre, era giunta alla conclusione che si era preso gioco di lei.

I giorni trascorrevano veloci e tediosi e lo scadere della data era ormai prossima.

Quale sarebbe stato il suo futuro quindi?

Sola, in quella grande casa? Presto i soldi sarebbero terminati e con solo la produzione di mandarini non poteva andare avanti.

Non che il suo secondo “lavoro” non le portasse un reddito alto, ma presto, la gente avrebbe cominciato a nutrire dei dubbi.

In un remoto futuro, nel caso avesse anche solo preso in considerazione l'idea di Rorona, sarebbe stato, ne era certa, tutto un casino.

Un enorme, grande, stratosferico casino.

Sarebbe stata addirittura una contraddizione di se stessa.

Eppure, aveva visto a centinaio di uomini come lui, perchè si doveva fare scrupoli?

Per il momento poi, i suoi informatori non le avevano riportato niente e nulla la spingeva ad agire. Non appena i suoi dubbi sarebbero stati colmati però, sarebbe passata all'azione.

-Mia signora!-Una domestica entrò in tutta fretta nel piccolo salottino privato.-Mia signora è arrivato!- Con il battito accelerato, Nami si alzò dalla poltrona.-Ecco-Le porse la lettera-Tenete!-

Veloce, Nami strappò la busta e una finissima carta pregiata finì tra le sue mani.

Inarcando le sopracciglia, si calmò: non era quella che aspettava.

Paziente, però, si mise a leggere il contenuto e poco le mancò l'aria quando lesse il nome di Roronoa tra le righe. Non c'erano nella lettera fronzoli o poesie, ma solo un luogo, una data e un orario.


Roronoa's Castel.

Questa sera alle 8.00.

L'attendo.


Roronoa Zoro




Allora, scusate il ritardo, come sempre, ma davvero! Non ho più tempo per scrivere niente!

Ho trovato un pomeriggio libero e l'ho speso per portare avanti questa storia.

Place me l'ha chiesta da un po', ma sai benissimo che sono piena di impegni.

Spero che se anche non ho utilizzato questo breve spazio di temporare per ruolare, questa sorpresa ti possa piacere ugualmente.

Non ti avvertirò: dovrai accorgertene da sola.


Già immagino il predicozzo...


Che dire lettori, vi ringrazio per aver inserito questa storia tra i preferiti, le seguite e le ricordate.

Non si comprende ancora molto bene la trama, ma vedrete, il bello arriverà dopo... sempre ammesso che ci arrivi a scriverla.

E con questo, vi saluto!

Vado a rispondere alle vostre recensioni :D

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4


Solo dopo aver ricevuto quella lettera, Nami era tornata l'energica quanto malandrina padrona che i suoi servi conoscevano bene.

A gran voce aveva chiesto che un meraviglioso bagno agli estratti di mandarino fosse pronto per le sei, un nuovo vestito adatto per la serata da trovare già sistemato nella propria stanza e un acconciatura adeguata che la rendesse sublime.

Si era come rianimata e i servi, non potevano che esserne felici.

Dopo essersi agghindata con uno scuro quanto magnifico abito color smeraldo e ammirata allo specchio almeno una decina di volte, dette il proprio consenso per partire alla volta del castello.

Stava per dare l'ordine al cocchiere di preparare la carrozza, quando i nitriti di quattro cavalli neri la fece fermare. Sbalordita, corse alla finestra e si sorprese nel vedere una carrozza nera che l'attendeva davanti all'entrata.

A quanto sembrava, Roronoa voleva del tutto giocare in casa quella sera.

Un sorriso compiaciuto si dipinse sul suo volto e rassicurando i suoi servi, scese le scalette e montò sulla carrozza davanti a se.

-Non aspettarmi alzato-Mormorò al maggiordomo che negli anni, aveva imparato il significato di quella frase. -Segui piuttosto le solite istruzioni...-Concordò con un cenno del capo. L'uomo, sorrise e flettendo il busto in avanti, abbozzò un inchino.

-Certo mia signora.-

-Molto bene.-Sospirò soddisfatta per poi annunciare al cocchiere che potevano partire.



Il suo cuore batteva all'impazzata.

Non poteva farci niente.

Era eccitazione mista a paura. Inoltre, i problemi che già aveva non le semplificavano certo il lavoro. Prima di tutto, doveva pensare bene se accettare o meno quell'impegno.

Per quanto Roronoa sembrasse una bella persona, lei conosceva bene la natura dei tipi come lui. Ammaliatori, splendidi e colti. Parlantina amabile e un inconcepibile sicurezza.

Era senza dubbio un “esemplare” davvero meraviglioso...

Nell'arrivare al castello, il riflesso della luna sulla superficie del lago Sheltz, le mozzò il respiro.

Nessuna nuvola in cielo e nessun segno di voler piovere.

Una maestosa quanto misteriosa falce di luna illuminava tutto il percorso della montagna rendendo più facile la traversata.

In pochi minuti, raggiunsero il castello e ad attenderla, quasi stentando a crederci, non c'era nessuno.

Zoro non poteva essersi dimenticato di lei e men che meno i suoi servitori. Da sola, scese le scalette della carrozza e sempre da sola, si avviò verso l'entrata, scoccando un occhiataccia alla maleducazione dell'uomo a cassetta.

Avvolto da un nero mantello, l'uomo la ignorò limitandosi ad un ghigno poco fiducioso.

Alzandosi le gonne, salì quei pochi scalini e sbiancò, quando si rese conto dell'immensità del luogo.

Il giardino era il triplo del suo e molti fiori, alberi e siepi adornavano quello sprazzo verde. Il castello beh...era davvero un enorme castello.

Pensava che scherzasse, che in realtà fosse più una villa, esattamente come la sua, ma si era sbagliata. Poteva vedere i segni del tempo sulla costruzione e molte pietre e l'intonaco, così come le colonne, erano ancora da riparare.

Della luce però sembrava provenire dall'interno segno che per l'appunto, qualcuno c'era.

Con la mano guantata, si avvicinò all'enorme batacchio e con forza, lo smosse producendo un suono forte e allo stesso tempo baritonale.

Nervosa, si distanziò dal portone e attese che qualcuno le aprisse.

Dopo una decina di minuti, ancora nessuno si era presentato.

Ok, tutto era strano...molto strano.

Che Roronoa fosse in realtà un cafone? O peggio, si era preso gioco di lei?

Sbuffante, provò a battere nuovamente qualche colpo e finalmente, la porta si aprì.

Per poco non le andò la saliva di traverso quando incrociò il profondo sguardo di Zoro in persona. A differenza di quello che aveva pensato però, non sembrava proprio in condizioni di attendere ospiti, tanto meno lei.

-Nami...-Contrasse le sopracciglia quando catturò il suo sguardo.-Ma...-

-No.-Lo fermò alzando velocemente una mano-Non dirmelo...-Una rabbia cocente si formò dentro di lei. Che fosse maledetto...che fossero tutti maledetti.

Con determinazione, si voltò dandogli le spalle e scendendo i gradini.

Come poteva essersi anche solo illusa in quel modo? Che diavolo di pensieri si era fatta!?

Era tutto troppo assurdo e per poco, non c'era cascata!

Si diresse a passo svelto, ignorando le urla di Zoro, verso la carrozza per farsi riportare a casa, ma si bloccò quando si accorse che questa...era sparita.

Impotente, si morse le labbra e sobbalzò quando Zoro le afferrò il polso.

-Può gentilmente spiegarmi...?-

Accidenti, come poteva spiegare se anche lei poco ci aveva capito?

Bloccando un imprecazione e cacciandosi in volto un sorriso di circostanza, chinò il capo in segno di scuse.

-Mi dispiace...a quanto pare forse, ci devono essere stati dei...problemi.-

Non sapeva come definirli se non tali.

Problemi.

Grossi problemi.

Di natura enormi, quasi quanto un elefante.

-Problemi?-Una folata di vento gelido le strappò dalle labbra un gemito. Il vestito, per quanto bello e lavorato, non era proprio adatto a quel clima.-Venga dentro, parleremo con calma...-



In imbarazzo, mostrò a Roronoa la lettera che aveva ricevuto e rimase sorpresa di vederlo stralunato almeno quanto lei.

-Decisamente, non è la mia firma-Spiegò massaggiandosi la mascella e ammirando la grafia.-Non è elegante come sembra, è grossolana e imprecisa in alcuni tratti.- Alzò gli occhi verso di lei per riconsegnargliela-Inoltre...-Sospirò indicando l'intero maniero-Non lo chiamerei mai Roronoa's Castel... ha già un nome.-

Ok.

In poche parole aveva messo a crudo che quell'invito, non l'aveva scritto lui. Si vergognava non poco per la sua presenza nella sua abitazione, sopratutto perchè, come specificato prima, non era in condizioni ottimali di ricevere ospiti.

Una finissima camicia di flanella copriva o meglio, cercava di celare il perfetto fisico che dal primo bottone si poteva intravedere. Dei semplici pantaloni neri e degli stivali gli adornavano le gambe e nessuna giacca o cravatta, così come un doppiopetto e i guanti, erano presenti addosso a lui.

Un look veramente semplice da mostrare ad amici o a persone molto intime.

E lei non lo era.

A differenza sua che si sentiva a proprio agio, Nami invece si sentiva del tutto fuori luogo conciata in quel modo.

Tutta elegante e sfolgorante per...per cosa alla fine? Niente? Solo uno spreco di denaro, tempo e fantasticherie.

-Sono veramente spiacente...-Mormorò stringendo le mani e chinando di poco il volto.

Dannazione, spiacente era poco per definire come si sentiva.

Umiliata, illusa e per di più ferita.

-Quello spiacente sono io in realtà-Ammise con un sospiro.-Avrei dovuto sul serio invitarvi...-Con attenzione, accavallò le gambe e un sospiro pesante si liberò nell'aria.-Non è finito molto bene il nostro incontro...-Un sorriso sghembo gli incorniciò il volto.-Siete fuggita via lasciandomi nelle fauci di quella bisbetica.-

Cosa cosa cosa?!

Aveva appena dato della “bisbetica” a Perona?

-Sembravate molto intimi...-Si limitò Nami a stringersi nelle spalle-E la mia presenza era come...superflua.-

-Non lo eravate e sono stato stupido a non farmi risentire-Smentì con poche parole tutte le sue paure.-Volevo rivedervi...-Ammise con difficoltà-Ma...-Si fermò.

-Ma?- Lo incalzò a continuare con il cuore in gola.

-Avevo il timore che voi mi odiasse...- Si protese in avanti e intrecciò le dita della sua mano.-Forse la mia proposta è stata troppo audace?- Il respiro per poco non le si mozzò a quelle parole. Allora lui...in verità pensava ancora alla loro unione.

-Non vi odio...-Lo rassicurò abbozzando un timido sorriso.-Ma questo invito-lo indicò-Insomma, chi può essere stato?-Si mordicchiò nervosa le labbra-Ho visto solo un uomo che mi ha portato qua ma...-

-Un uomo?-La interruppe alzandosi in piedi all'istante.

-Beh...si.-Iniziò a descriverlo.-Sedeva in cassetta e aveva un lungo mantello nero drappeggiato addosso. Non l'ho visto in volto purtroppo ma ho pensato che fosse vostro servo e che...-

-No-Scosse preoccupato la testa iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza. -Non fa parte della mia servitù.- A tal proposito, si domandò Nami guardandosi attorno, dove erano finiti tutti i servi?-Stasera rimarrete qua al castello-Le ordinò con voce dura avvicinandosi a lei-Qualunque sia l'obbiettivo o la trama dietro questo piano, le prometto che qui, sarà al sicuro.- E per la prima volta in vita sua, Nami quasi ci credette a quelle parole.




E anche questo capitolo è nato.

Lo sentite come piange?

Ha fame di un continuo?

O piange per la disperazione di non aver tempo e voglia? Molto più probabile la seconda ipotesi.

Dunque, grazie a tutti quelli che continuano a seguire questa storia.

Pace, amore e piss en lo(v) ← dite le prime due in inglese e capirete il significato nascosto!

( indovinello birbone della sera)

soluzione:(ollesip)

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5


Il castello, per quanto sembrasse da fuori immenso, all'interno il tutto era più raccolto.

Zoro aveva avviato da mesi dei lavori di restauro ma, come le aveva spiegato, un ala del castello era ancora un rudere. Per sua fortuna, era molto più a sud di dove si trovavano.

-Non ho personale stasera-Le spiegò tenendo in mano una lampada ad olio e accompagnandola in una delle stanze che il castello disponeva.

-Come mai, se non sono indiscreta?-Domandò tenendosi una mano sullo stomaco. Per educazione, aveva taciuto sul fatto che fosse a digiuno accontentandosi quindi di una misera tazza di thè caldo e dei biscotti.

-Ho poco personale e non abitano qua al castello. Lo definiscono...maledetto.- Ridacchiò per quella frase.-Superstizioni...-

-Il ceto basso crede molto a queste storie...-Annuì con lui non riuscendo a trattenere un sorriso.-Ma penso che questo castello, dopo il lavoro che ha fatto, sia magnifico...-

-Lo trova anche lei?-Si voltò appena mostrando il suo viso nella penombra della fiamma.

-Si.-Guardò dalle grandi vetrate la luna che si poteva scorgere in cielo.-è senza dubbio molto suggestivo...- Accettando le sue lusinghe e dopo aver camminato per altri minuti, finalmente si ritrovarono davanti ad una porta finemente lavorata.

Il pomello, così come gli intarsi, erano in oro.

-Questa sarà la sua stanza Milady.-Le posò cauto una mano dietro la schiena, spingendola a posare la mano sul freddo pomello.-La più bella di tutto il castello a mio parere...-

-Troppo gentile Conte.-Lo ringraziò con un sorriso, per poi, prendere coraggio e aprire.

Le pesanti tende di broccato rosso erano fermate da delle maestose corde color oro, lasciando spazio alla magnifica vista sul lago.

Quasi ipnotizzata, mosse un passo all'interno, correndo verso le enormi vetrate per poterne ammirare il panorama.

Esattamente come era arrivata, quel lago e quella luce così suggestiva l'aveva colpita come raramente accadeva. Il fatto che Zoro le avesse concesso quella lussuosa stanza piena di tutti i comfort e il paesaggio, le scaldava il cuore.

-Io...-Mormorò quasi senza parole.-Non so come ringraziarla...-Ammise portandosi una mano al petto. Con un sorriso, Roronoa posò la lampada sopra al comò e si avvicinò anche lui alle vetrate.

-è stata questa vista a conquistarmi...-Ammise.-Mai nei miei lunghi viaggi ho potuto vedere uno scenario più bello...- Il suo sguardo si spostò verso di lei.-E con la luna che tinge la vostra pelle, siete ancora più bella...- Immediatamente, il cuore di Nami prese a battere forte. Strinse le labbra e incrociò lo sguardo al suo.

-Non prendetemi in giro...-Lo pregò.

-Non vi sto prendendo in giro Nami...-Ebbe l'ardire di avvicinarsi a lei e prenderle la mano. Esattamente come la sera del loro primo incontro, Zoro portava i guanti, ma poteva sentire il freddo provenire dal suo tocco.

-Conte...-Le mancarono le parole non appena Zoro si avvicinò la mano alla bocca donandole un bacio.

-Le mie intenzioni sono serie con lei Milady-La rassicurò socchiudendo gli occhi.-Dunque non pensi che io la voglio ingannare...- Con garbo, Nami tolse la mano dalla sua stretta e in imbarazzo, si voltò verso il lago.

-Ci sono così tante donne in società...-Ammise con una stretta al cuore.-Più belle, con più elevatura sociale...-Storse il naso per poi cacciare fuori quel nome- Perona ad esempio...-Sussurrò-Lei è decisamente tutto quello che un uomo del suo ceto cercherebb...-

-E se quello che cerco invece è proprio qui davanti ai miei occhi?-Zoro posò entrambe le mani sulle sue spalle nude, avvicinandosi crudelmente al suo orecchio.-E se non volessi nient'altro che lei...Nami?- Rabbrividì nel sentirlo pronunciare il suo nome con così tanta convinzione.

-Conte...-

-Io voglio lei Nami...-Ripetè i suoi desideri avvicinandosi al suo collo.-Lei ha bisogno di me...-

-Zoro...-

-Io ho promesso...- Con il naso, annusò la sua pelle dall'aroma di mandarino e lento ed estenuante, si avvicinò alle sue labbra.-Mi prenderò cura di lei Nami...- Senza più difese, Nami incastonò gli occhi nei suoi e ingoiando a vuoto si avvicinò come ammaliata alle sue labbra.

Un casto bacio colse entrambi alla sprovvista, increduli della morbidezza e del sapore del rispettivo compagno. Lente, le mani di Zoro scesero verso il basso, abbracciando con entrambe le braccia la vita di Nami e avvicinandola al suo petto.

Completamente addossato alla sua schiena, si spinse a chiederle di più, osando cercare di dischiuderle le labbra. Inesperta, decise di accogliere la sua richiesta, seguendo il suo ritmo e la sua audacia da bravo predatore qual'era.

Il cuore le batteva all'impazzata e per poco non svenne nel sentire il sapore del compagno intrecciarsi al suo. Gentilmente, Zoro la fece voltare ed esperto, le afferrò le mani conducendole verso il suo collo, in modo da essere del tutto presa da lui. Staccandosi dalle sue labbra, osservò i suoi occhi che esattamente come i suoi, cercavano conferma di quella scelta.

Un caldo riflesso rosso passò davanti gli occhi del conte ed impressionata, si avvicinò al suo volto.

-Forse stiamo sbagliando tutto...-Ammise, quasi impaurita da quei sentimenti.

-Non mi sembrava così sbagliato quel bacio...-Ridacchiò lui cercando di allentare la tensione.

-Intendo...-Si corresse Nami scuotendo il volto.-Che forse non ci conosciamo abbastanza...- Si tolse dalle sue braccia.-Mi avrà preso per una svergognata...-Si portò una mano al volto.-Penserà che io cerchi un marito solo per salvarmi la faccia e il primo che mi capita può andar bene...-

-So quello che state cercando-Si avvicinò di nuovo a lei.-E anche se mi userete come facciata, a me non dispiace.- Afferrò la sua mano.

-Sono così confusa...-

-Lo sono anch'io ma sento che questo è giusto...- Le sfiorò con l'altra mano il volto.-Nami-Sospirò il suo nome-Farò di tutto per rendervi felice...-



Dopo quell'affermazione, Nami non potè resistere alla passione.

Come ubriacata dalle sue parole e dai sentimenti che pian piano stavano nascendo, si gettò tra le sue braccia e nuovamente, le loro bocche si unirono.

I corpi di entrambi si avvicinarono l'un l'altro, quasi a volersi fondere. Famelici, entrambi cercavano la bocca dell'altro, mai sazi di quei baci così dolci e carichi di promesse.

In pochi minuti, le mani di entrambi iniziarono ad esplorare il corpo del rispettivo compagno e la strada verso il maestoso letto che Nami nemmeno aveva notato inizialmente, fu colmata a breve.

In un fruscio di stoffe, Nami cadde tra quei morbidi cuscini di seta e Zoro in pochi attimi la raggiunse. Nostalgico delle sue labbra, la danza riprese e con mani tremanti, Nami iniziò a svestirlo. La bianca camicia che indossava venne pian piano sbottonata, rivelando sotto a quella stoffa un corpo snello e muscoloso al tempo stesso.

Mai aveva visto un fisico così perfetto e la cicatrice che da parte a parte attraversava i suoi pettorali la trovò perfetta.

Curiosa, avvicinò una mano a quella linea, causando dei brividi intensi a Zoro. Le sue dita erano calde, bollenti e il suo tocco lo stava scombussolando.

-Come?-Ebbe il coraggio di chiedergli scendendo verso l'abbottonatura dei pantaloni.

-Un agguato in uno dei miei tanti viaggi.-Le rispose prendendole le mani e portandole verso l'alto.-Ero solo un giovane e inesperto ragazzino arrogante...-

Non faticò a credergli. Vedeva in un passato remoto il suo volto più giovane e il suo corpo fasciato da abiti costosi e pregiati. Una lingua lunga e un arroganza che, poteva scommetterci, era nascosta ancora da qualche parte.

-Vi ha fatto male?-Domandò scendendo con lo sguardo ad ammirarla di nuovo.

-Si-Si strinse nelle spalle.-Ma è successo anni fa...- Si chinò con il volto verso il suo.-Anche lei era una monella da ragazza?-

-Mi sta dando della vecchia?-Lo becchettò prontamente assottigliando lo sguardo.

-No di certo...-Sorrise sfiorando il naso con il suo-Ho l'impressione che in voi invece non è cambiato niente. Caparbia, coraggiosa, leale e sopratutto, schietta. -Depose un bacio sulle sue morbide labbra per poi, tornare a guardarla.-Non ho forse ragione?-

-Perfettamente conte...-Annuì debolmente arpionandogli il collo.

-Accettate dunque, Milady coraggiosa -Incastonò serio gli occhi nei suoi- a volervi unire a me?-

Le guance le si tinsero per quella frase.

Non credeva di certo nel sesso dopo il matrimonio e quello in tutto e per tutto sarebbe stato il suo futuro marito e niente sarebbe stato sbagliato alla fine...ma...

-Non stiamo correndo?-Cercò di riportarlo al suo posto.

-Forse dovremmo farlo invece e recuperare questa settimana che, me ne dispiaccio, l'ho lasciata sola...- Umh, in effetti, poteva essere una buona idea...

-Beh...-Voltò la testa verso le vetrate e nuovamente rimase ammaliata da quello splendido panorama.

-Vi desidero Nami...-Le sussurrò languido ad un orecchio. -In questa stanza, in questo momento, siete perfetta, tutto di voi è perfetto e magnifico.- Le baciò il collo raggiungendo le sue mani e stringendole.

-Anche io Zoro...- Chiuse gli occhi mordendosi le labbra.-Ma...per favore...-Titubò stringendo la presa.-Fate piano...è la mia prima volta.-



Il pesante abito di Nami venne a piccoli passi smembrato.

Era una lotta riuscire a capire come togliere quel pregiato vestito, ma la passione era così frenetica che poco importava ad entrambi di qualche grinza o sfilacciatura.

Appena anche l'ultimo pezzo di crinolina fu tolto, Nami riprese a respirare. Il solido corpetto le teneva stretti tra di loro i seni perfetti e a quella vista, Zoro per poco non impazzì.

La sottoveste bianca copriva il suo candido intimo e i suoi piedini, erano ancora imprigionati da quei dolorosi stivaletti.

A differenza di lei però, il vestiario di Zoro era molto più semplice e facile da togliere.

La camicia era volata in chissà quale parte della stanza e guanti a parte, era rimasto in pantaloni e stivali.

-Toglieteli...-Mormorò Nami coprendosi il volto.-I vostri guanti...-

-Ho le mani fredde...-Si scusò.-Potrei...-

-Non importa-Frettolosa, le afferrò e lesta li sfilò via prima che potesse cambiare idea.

Non appena sfiorò la sua mano, callosa e piena di cicatrici, quella scoperta la fece tornare in sé.

-Non sono certamente mani da nobile.-La precedette.

-I suoi continui viaggi?-Si limitò a domandare muovendo un angolo della bocca.

-Già...- Avvicinò la mano al suo viso. Era una mano dura, ferma e decisa, non certamente le mani di burro che tutti i nobili avevano in società.

-Va bene così...-Lo fece avvicinare a se per poi, indicare il corpetto- Potreste...-

-Oh...-Zoro annuì-Certo...-

Con concentrazione, iniziò a sfilare i lacci del corpino, rivelando man mano sempre più porzione di pelle scoperta. Con lussuria, si chinò a baciare quella morbida pelle, non smettendo di sciogliere quelle delizie.

Non appena l'ultimo laccio venne slacciato, restò senza fiato nel poter ammirare i seni perfetti di Nami. La pelle del color dell'argento e i capezzoli, duri e rosei solo per lui.

Con più attenzione, cercò di toglierle il corpino da sotto la schiena e strabuzzò gli occhi nel vedere l'ultima cosa che mai si sarebbe immaginato...

Con velocità, Nami lo estrasse e impugnandolo con la mano destra, scattò dritta verso di lui.

Tempestivo, Zoro riuscì a scansarsi non riuscendo però ad evitare di ferirsi.

Un sangue dal colore scarlatto iniziò ad imbrattare il lucido pavimento in marmo e nascosta dalle ombre della luna, osservò con un ghigno la donna che ancora nel letto, teneva saldo il paletto.

-Nami la cacciatrice...-Ridacchiò con gusto-Mi chiedevo per quanto ancora volessi continuare questa messa in scena...- In risposta, con un gesto brusco Nami gli mostrò il dito medio.

-Chiudi quella bocca dannato succhiasangue!-





Ebbene, siamo arrivati al tema della storia!

Rolo, un altra fic sui vampiri?! Che cazzo, è la millemillesima che scrivi!

Lo so, lo so...

Ma mi piacciono troppo e come ho detto, questa storia fa parte del circolo : role!

Quindi, sto solo procedendo per gradi...

Ebbene, l'ooc che era sconfinato a metà capitolo ( come anche ad inizio storia) è stato ben giustificato con una perfetta recita della nostra Nami. ( Nami verginella poi? Ma andiamo!)

E Zoro? Tutto questo bon ton? Anche lui ovviamente ha recitato la sua parte...

Ma chi in realtà voleva avvicinare chi?

E siamo dunque riapprodrati sul classico: La cacciatrice e il vampiro.

Come continuerà questa fic? Mha, bho... si vedrà!

Se notate, il capitolo è più lungo dei precedenti...perchè non sapevo come cappero concluderla! Ahahaha (ride)!


Dedico il capitolo a Place che mi spacca i marun quasi ogni giorno per poter aggiornare questa storia. Farò del mio meglio! Giurin giurello! XD

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