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To Disguise One’s Sorrow- Nascondere il proprio dolore
ToDisguiseOne’sSorrow-Nascondere il proprio dolore
Prologo
Londra,
stazione diKing’sCross.
Come
ogni anno, il primo di settembre gli studenti si
ritrovavano dopo le vacanze estive, al binario 9 ¾, in attesa
di
prendere l’espresso che li avrebbe portati alla Scuola di Magia e
Stregoneria diHogwarts.
Due
nuovi studenti, un ragazzo ed una ragazza, avevano fatto la loro comparsa,
sulla banchina, con le rispettive famiglie.
Famiglie
che erano ormai entrambe famose nel Mondo Magico, perché avevano avuto modo di
essere legate al nome
diHarryPotter.
La
famiglia deiMalfoye
quella deiWeasley.
Il
ragazzo,Scorpius, era il figlio unico diDracoed AstoriaMalfoy.
Camminava tra i suoi genitori, indossando un cappotto
scuroabbottonato
fino alla gola. SembravaDraco, quando aveva la sua età.
Capelli biondi, pelle diafana, occhi grigi,
portamento austero.
La
ragazza, Rose, era la primogenita dei coniugi Ronald
edHermioneWeasley. Camminava davanti ai
suoi genitori,
indossandoun paio di jeansbabbanied un golfino color crema.
Assomigliava a sua madre, fisico snello,
occhi color cioccolato, capelli castani.
Al
contrario diHermione, però, i suoi capelli erano lisci e
fluenti, con ciocche più chiare, che risplendevano alla luce del sole.
DracoMalfoyaveva visto la famigliaWeasleyavvicinarsi ed aveva rivolto loro uno
sguardo e un cenno di saluto,
soffermandosiun attimo di più sulla figura diHermione. Lei aveva ricambiato il
saluto con un altrettanto lieve cenno
della testa.Ma
nell'attimo che era durato quel saluto appena abbozzato, gli occhi diDracoedHermioneavvinti da una
forza più grandedella loro
volontà, si erano rattristati. Nessuno però, tranne loro, aveva colto quello
sguardo.
PoiDracoaveva salutato il figlio, una mano a
stringere la spalla del ragazzo, raccomandandogli di studiare e di
stare tranquillo,che neiSerpeverdesi sarebbe trovato bene. Astoria invece, lo aveva stretto a sé, in un abbraccio
meno
formale e lo aveva baciatosulla fronte.
Esauriti i saluti, lo avevano invitato a salire sul treno
prima degli altri studenti,
così
da potersi scegliere un buon postoper godersi il lungo viaggio. Scelse uno scompartimento vuoto e si
era seduto
vicino al finestrino.
Hermioneaveva stretto aséla figlia, con forza, come a volerle
trasmettere tutto l’affetto che sentiva per lei. Ron,
dal
canto suo,le aveva sfiorato la guancia
con un bacio, raccomandandole di non dare confidenza alla CasaSerpevede.
La moglie, disapprovandoin
pieno la raccomandazione del marito, lo aveva colpito con uno sberleffo sul
braccio.
Per
quanto riguardava eventualiraccomandazioni
sullo studio, entrambi non ne avevano espresse: Rose,
oltre alla bellezza,
aveva ereditato anche l'intelligenzadella madre. Per cui non ci sarebbero stati
problemi in quel campo. Salutati ancora
una
volta i genitori, la ragazza era salita sul trenoassieme ai suoi cugini, prendendo posto accanto ai suoi parenti.
Era
arrivata l’ora della partenza, le undici in punto.
L’espresso
aveva fatto un lungo fischio e aveva iniziato a lasciare la stazione. Cenni e
urla dei ragazzi si sprecavano
dai
finestriniaperti del treno, per un
ultimo saluto ai familiari. Solo un ragazzino era rimasto seduto composto,
come
del resto non si eranoscomposti i
suoi genitori sulla banchina della stazione:ScorpiusMalfoy.
Il
viaggio, lo sapevano tutti, sarebbe statolungo. Cosìi
nuovi studenti avevano iniziato a chiacchierare tra loro,
coscientiche, di lì a breve, sarebbero potute nascere grandi amicizie o, in
alcuni casi, utili collaborazioni.
Rose,
dopo un ora di viaggio seduta accanto ai suoi rumorosi
cugini James eAlbus, aveva deciso di alzarsi
e
fare un giroper i vagoni del treno.
-HeiRosie!
Dove vai?- le aveva chiesto James.
-Sono stufa
di sentire i vostri discorsi. Vado a sedermi in qualche posto più tranquillo,
dove possa leggere
in
paceStoria diHogwarts!- aveva risposto al cugino, con un pizzico
di fastidio nella voce.
-Rose,
tu sei strana forte!-, e James si era
girato di nuovo verso il fratelloAlbus. Tornando ad occuparsi
di dare delle dritte
al fratellominore, su formazioni e
manovre diQuidditch.
Rose
si era incamminata lungo il corridoio del treno con il
libro tra le mani, cercando uno scompartimento che
non
fosse pienodi ragazzi rumorosi e in vena
di scherzi. Certi studenti, infatti, stavano usando pallottole puzzole,
pasticchevomitosee nuoveinvenzioni acquistate, sicuramente, nel negozio di suo zio George.
Stava
proprio per perdere le speranze, quando aveva visto unoscompartimentocon le tende tirate. Sembrava
non
ci fosse nessuno,dato che dal
suo interno non proveniva alcun rumore. Bene, aveva trovato il posto giusto
per
potersi rilassare e leggere il suo libro in pace. Aveva aperto la porta dello
scompartimento, persa nei suoi pensieri
e
non si era accorta subito del ragazzo, anche luiun espressione pensierosa, seduto vicino al finestrino.
-Ehi! Non ti
è stato insegnato che se trovi una porta chiusa, bisogna bussare prima di
entrare?- così l'aveva
apostrofata
il ragazzino,palesemente
infastidito dalla sua intrusione.
-Oh,
scusa...non immaginavo ci fosse qualcuno!- aveva
risposto sorpresa Rose.
-Un evidente mancanza di buone maniere da parte tua. Vivi per
caso in una caverna?- e dopo il fastidio,
era con un tonomellifluo
che le aveva nuovamente rivolto la parola.
-Il
maleducato, mi sembra sia tu, caro il mio signorino tutto di un pezzo! Ti
chiedo scusa per essere entrata
senza bussare.
-Restail fatto però che non c'era bisogno di farmelo pesare così...
offendendomi senza darmi la possibilità
di spiegare!. –
Rose, invece, aveva assunto un tono di voce offeso ed anche unpo’infuriato.
-Come osi!
Tu… tu…non sai chi sono io!- la voce del ragazzo si
era fatta minacciosa.
-Questa Poi!
E chi saresti tu!- aveva ribattuto, sempre più
infuriata, Rose .
-SonoScorpiusMalfoy!
Unico discendente della grande famigliaMalfoy!-.
-Ah sì?
Bella famiglia, la tua!- ora c'era un sorriso di scherno sulle labbra della
ragazza - Una famiglia di
Mangiamorteche
è statafedele aVoldemort!-.
-Insolente!
Come ti permetti di affermare tale infamia! Mio nonno
e mio padre sono stati scagionati da tutte
quelle false
accuse!-queste parole, erano uscite come un
ringhio dalla bocca diScorpius.
-Un
momento, calma!- Rose fece un sonoro respiro ispirando l’aria.- Abbiamo
iniziato con il piede sbagliato.
Mi dispiace per quello che ho detto, non volevo essere offensiva,ma mi sono sentita aggredita, ed è una cosa
che non
sopporto…e che mi porta ad esagerare! Scusami, ancora.-
Il
ragazzo era tornato ad assumere un'espressione pensierosa
-Mmm! Accetterò le tue scuse...-.
-RoseWeasley.-
-Weasley? Ora capisco!- ed era scoppiato in una fragorosa risata.
- Prego?-,
lo aveva guardato Rose stizzita.- Che intendi con “capisco”?-.
-Che Tuu…dolce
fanciulla,fai
parte di quella famigliaFilobabbanaa cui mio nonno fa sempre riferimento,
per citare ad esempiouna famiglia di traditori del proprio sangue! O come dice lui :“gliWeasley, una famiglia
dal sangue annacquato”. Oppure: “unafamigliadi Maghi, come la loro, hanno
contribuito alla rovina
del Mondo Magico”. Ma
non vado avanti oltre... sai non vorreidiventaredavverooffensivo!-.
-Tuo
nonno è unMangiamorte! Odia e disprezza tutti quelli che non
hannoSanguepuro. Anche mio nonno
mi ha raccontato
cosemolto offensivesul signorLuciusMalfoy!
Devo dedurre che anche tu, la pensi come lui?-
-No… Penso che mio nonno esageri. Ma mio padre, mi chiede sempre di assecondarlo, altrimenti
gli prenderebbe
un colpo! Papà,infatti, non è della sua stessa opinione.-
-Strano…credevo che la vostra famiglia odiasse
dal profondo del cuore i Mezzosangue. Tanto che mio
papà
mi ha sempre raccontatoche il signor Malfoy
e mia madre non si sopportavano, proprio per il fatto che lei era figlia
dibabbani-e sul volto di Roseera comparsa un'espressione pensierosa.
-Da
quando io abbia memoria, non ho mai sentito mio padre
denigrare la signora Weasley. Anzi, un giorno mi
disse
che
la ammirava.Nonostante fosse una Mezzosangue era più dotata di
certi maghi Purosangue, tanto da essere
la
prima della classe. Mi disse che c'era della sana
rivalità tra loro.
Silenzio.
I loro pensieri avevano preso direzioni diverse: ognuno stava immaginando i
propri genitori adHogwarts.
Quando eranostati
ragazzi, poco più grandi di loro, alle prese con l'odio, il dolore e il terrore
che aleggiava in quegli anni,
a causa
del SignoreOscuro. Tutto
ciò che aveva scatenato la
Seconda Guerra Magica. Portando morte
e distruzione
su
entrambi i fronti.
Ma
ora era tutto finito. La pace nel Mondo Magico durava da quasi venti anni, da
quando il ragazzo della profezia
HarryPotter,aveva sconfitto LordVoldemort.
AScorpius,
improvvisamente gli venne un attacco di asma, gli
mancata l'aria e aveva sentito l'esigenza di sbottonare
il
cappotto, rimasto sinora allacciatofin sotto la gola. Ma le sue mani
sembravano incapacidi liberare i
bottoni dalle asole.
Quasi
che la cosa volesse ricordargli che unMalfoy, difficilmente, si
lasciava andare.
Rose,
si era accorta della difficoltà momentanea del
ragazzo. E, senza proferire parola, si era avvicinata
a lui per aiutarlo.
Quando finalmente, il cappotto si era sbottonato, aScorpiusera sembrato di poter tornare a
respirare liberamente senza
aiuto pozioni, quasi avessetolto un macigno.
A quel punto Rose, riprendendo in mano il suo libro, aveva indicato uno sei posti vuoti
davanti a lui.
- Posso proseguire qui, con te,il mio viaggio?-
-Se proprio ci
tieni, fai pure.- le aveva risposto, con aria indifferente ma che dentro di se ne era felice.
Rose
con una alzata di spalle aveva riaperto il libro e
aveva ripreso la sua lettura.
Il ragazzoaveva iniziato ad osservarla. Era come se
da lei provenisse un'energia, in grado di farlo stare meglio.
E
per un breve attimo,un pensiero si
era affacciato: forse sarebbe stata proprio lei a liberarlo dallecateneche lo tenevano
avvinto ad una vitadi obblighi e
doveri. La vita che ci si aspettava da unSanguepurocome lui. Anche
un altro pensiero,
forse ancora più sfuggentedel primo, aveva fatto capolino: Rose era la metà della sua“mela”*
come diceva la leggenda?
Il
viaggio era durato a lungo, proprio come i rispettivi
genitori avevano prospettato. Ma per Rose eScorpius,
era parso
Volareil tempo. Forseperchè, dopo
l'iniziale silenzio, si erano ritrovati a parlare di loro. E
quello che avevano scoperto
di
entrambi,rappresentava un'assoluta novità. La
ragazza si era ritrovata a raccontare di una vita libera, quasi selvaggia
e il giovane di una vita fattadi regole ed obblighi, derivanti dal peso
del suo cognome. Si erano ritrovati anche a parlare
come
se fosseroamici che si conoscevano da
sempre. Tra loro si era creata un'alchimia, di cui nemmeno loro,
avrebbero saputo individuarnegli ingredienti.
Solo
poco prima che il viaggio giungesse al termine, Rose era tornata dai cugini. In
compagnia diScorpius,
per
poterglielopresentare. La reazione dei due
fratelli era stata la medesima: sia JamescheAlbus, inizialmente erano rimasti
sorpresi davantial giovane con
quel cognome, ma poi lo avevano salutato senza pregiudizi.
Scorpius, dal canto suo, aveva trovato subito
simpatico quel ragazzino dagli gli occhi verdi, AlbusPotter.
Ed
era sicuro che anchesuo fratello
maggiore,James, lo fosse.
Insieme,
si erano ritrovati sulla banchina della stazione diHogsmeade,
che ormai era buio. Avevano visto comparire
l'enorme
figura diHagrid, il guardiacaccia e insegnante di Cura delle
Creature Magiche che dava loro il benvenuto.
A
quel punto, però, dovettero salutarsi. James, insieme
ai suoi compagni di dormitorio, avrebbe raggiuntoHogwarts
su
di una carrozza. Rose,AlbuseScorpius, con gli altri studenti
del primo anno, avrebbero invece seguitoil guardiacaccia
sulle sponde del lagoNero.
Una volta lì, sarebbero saliti sulla barca che li avrebbe portati alla scuola
di magia e stregoneria.
Così,
come era già avvenuto per generazioni di studenti, i
tre avevano vistola scuola per
la prima volta, ergersi imponente
sulle rivedel grande lago.
Dopo essere attraccati, erano stati condotti verso la grande scalinata,
illuminata su entrambi i lati
da
lanterne.Per i nuovi arrivati, trovarsi sotto quel
castello con le finestre tutte illuminate, era bellissimo. Ogni passo fatto,
da
lì in poi, sarebbestato un passo
che li avrebbe condotti più vicini ad momento molto importante per tutti loro:
la
cerimonia di Smistamento.
Ad
attendere i ragazzi nella Sala di Ingresso c’era un
vecchio professore corpulento e stempiato, che li accolse
con
un sorrisosincero.
-Benvenuti
adHogwartsmiei
cari ragazzi. Sono il professorLumacornoe sarò io a condurvi nella Sala Grande
dove
si terrà il vostroSmistamento
nelle quattro case. Prego da questa parte. Gli altri studenti vi stanno già
aspettando.-
Le
grandi porte di quercia, davanti a loro, si erano aperte .
Rose eScorpiusavevano
sgranato gli occhi per la meraviglia.
Migliaiadi candele fluttuavano
nell’aria, il soffitto della sala era un cielo stellato. E gli studenti di tutte le Case, già seduti
ai
loro tavoli,osservavano incuriositi i
nuovi arrivati. Vennero fatti sfilare nel sala
centrale, fino a trovarsi davanti al tavolo
degli insegnanti.
Ad
attenderli c’era uno sgabello con sopra un cappellomalconcio e rattoppato in più punti:
il famoso Cappello Parlante.
La
presideMcGranittaveva
dato loro il benvenuto. Era una donna di una certa età, ma che aveva mantenuto
uno sguardo
Pienodi vitalità e sicurezza.
In
ordine alfabetico, il prof.Lumacornoinvitava i nuovi studenti a sedersi
sullo sgabello ed ad indossare il Cappello,
il
quale, dopo un'attenta riflessione, proclamava la casa a cui sarebbe appartenuto
lo studente d'ora in avanti.
Come
per tutti, era arrivato il turno diScorpiusMalfoy.
Prima di andare verso lo sgabello, il ragazzo aveva guardato
un'ultimavolta Rose. Lei, gli aveva sorriso
fiduciosa e lui si era sentito più leggero. Era pronto ad affrontare lo
Smistamento.
Si
era sedutoe il professore aveva
appoggiato il Cappello sulla sua testa.
-Oh
bene! UnMalfoy dopo tanti anni. –
aveva pronunciato il Cappello. Il ragazzo si era irrigidito,perchèora sottovoce
si
stavarivolgendo solo a lui.- Sei ambizioso come
tuo padre, ragazzo, ma sento che hai molte qualità che lui non
possedeva…- a vocepiù alta, aveva
esclamato -Serpeverde!-. E dal tavolo della casa di appartenenza
erano sopraggiunti
applausi e urla di consenso.
Scorpiussi era diretto al suo tavolo e aveva preso posto tra i suoi nuovi compagni.
-AlbusSeverusPotter!
- TuonòLumacorno.
Tutta
la sala si era fatta silenziosa.Albus, nonostante fosse piccolo e
timido, era riuscito comunque a sistemarsi sullo
sgabello senzacombinare
danni. Anche per lui, il Cappello stava prendendo tempo, quasi che, come era stato per suo padre,
non
riuscisse a trovarel'esatta casa
di appartenenza. Poi però aveva esclamato un tonante.- E’ deciso,Serpeverde!-.
Scorpius, dal tavolo dei Serpeverde, era stato l'unico ad esserne contento.
Gli altri, infatti, erano rimasti basiti dalla scelta
del
Capello Parlante.
I
Grifoni, dal canto loro, erano convinti che anche il giovane Potter, al pari di James, sarebbe
stato smistato nella loro Casa.
Così
gli unici ad applaudire il poveroAlbus, che quasi in lacrime stava
raggiungendo i suoi compagni,erano stati gli studenti
diTassorossoeCorvonero. Ovviamente, nemmeno lui
si aspettava di capitare in quella Casa. L'unica cosa che ebbe il potere
di
confortarlo, seppur in minima parte, fu la pacca amichevole che gli riservò il
suo nuovo amico,Scorpius.
-RoseWeasley!-Lumacornostava chiamando l'ultima studentessa
da smistare. Il ragazzo si era concentrato su di lei,
sperandoquasi di poter influenzare la scelta del Cappello Parlante.
-Grifondoro!- era stata la sentenza,
quasi immediata.
Sentenza che aveva fatto scoppiare dal tavoloGrifondoro
urla di gioia assordanti.
Lo stesso James, ora fischiava forte.
Così,una Rose, imbarazzatissima
dal comportamento del cugino, aveva raggiunto il tavolo, cercando di
sprofondare
tra
gli altristudenti, per nascondere la vergogna.
Non
si era accorta dello sguardo desolato con cui l'aveva seguitaMalfoy,
che aveva sperato fortemente nel suo
Smistamentonei Serpeverde.
La
cerimonia era terminata. La preside aveva tenuto il suo discorso di benvenuto e
di apertura dell'anno scolastico,
poi
le tavolesi era magicamenteimbanditedi ogni leccornia possibile ed
immaginabile.
Solo
dopo la ricca cena, i Caposcuola di ogni Casa, avevano
radunato i nuovi studenti per accompagnarli nei rispettivi
dormitori.
Così,
Rose tra iGrifondoro, si era ritrovata a salire la grande
scalinata di marmo che portava verso la loro torre.
ScorpiusedAlbus, tra iSerpeverde,
si erano ritrovati a scendere per le scale che conducevano ai loro sotterranei.
Non
c'era stato per i due ragazzi il tempo di salutare la loro rispettiva amica e
cugina, ma l'indomani ci sarebbe stata
la
prima lezionein comune. E lì, si sarebbero potuti rivedere, per commentare il loro
smistamento.
(*) Ognuno di noi ha la propria anima gemella, la metà
della mela, la fuori, sparsa chissà dove sulla Terra.
Il mito della mela nasce nella notte dei tempi, in Grecia, con il filosofo
Platone. Il grande pensatore racconta che
all'inizio del mondo l'uomo fu creato come un'unica mela, intera,
completa, autosufficiente in tutto e per questo felice. Un giorno gli Dei invidiosi della sua felicità decisero di dividerlo
in due parti uguali e di sparpagliare le metà in giro per la terra,
cosicché l'uomo, per ritrovare la sua felicità, avrebbe dovuto trascorrere
la sua esistenza alla ricerca della sua metà della mela.
Angolo dell’amica di piuma
LafictionParla della nuova generazione. Principali protagonisti saranno Rose eScorpiusche dal prossimo capitolo
li racconterò in prima persona.
DracoedHermioneavranno una bellafetta diquesta fanfic,
ma solo più avanti. Prima conoscerete meglio i loro figli
e la loro cerchia di amici, che
porteranno aiuto nella loro storia.
Grazie per l’affetto che mi avete comunicato
per la mia fanfic“ti odioGranger”.
Stava per
iniziare il mio quinto anno. Ero stato nominato Prefetto della Casa Serpeverde e mi avevano assegnato una camera singola, come
previsto dalla mia posizione. Così ero in procinto di abbandonare la stanza che
avevo condiviso con i miei compagni.
Ancora non mi
capacitavo che erano già passati quattro anni dalla prima volta che ne avevo
varcato la
soglia. Perché ancora
ricordavo nettamente la sensazione di aver trovato meno difficoltoso entrare in
questa stanza, piuttosto che varcare la soglia della Sala Comune. Come allora,
cinque bauli erano posizionati ai piedi di altrettanti letti a baldacchino, con
le loro tende e le loro coperte nei colori verde-argento.Mi dispiaceva dover abbandonare i miei
compagni: con Potter, Zabini, Flitt
e Nott avevamo passato intere serate a divertirci,
sfottendo i Grifondoro, parlando di Quidditch o a scambiarci confidenze come se fossimo più che
amici. Quasi fossimo fratelli, quelli che non avevo potuto avere, ma che in
loro avevo trovato.
Ma quelle serate erano finite. Tutto stava per cambiare.
Perché avevo accettato di essere Prefetto? Cosa mi era
saltato in mente? Forse volevo rendere orgogliosi i miei genitori? O forse
volevo essere come mio padre? Ma la risposta la conoscevo, anche se un po’ mi
faceva paura: lo avevo fatto per lei, Rose. Era diventata Prefetto anche lei, della Casa Grifondoro e pensai che
avremmo avuto, così, molto più tempo da passare assieme.
Rose si era rivelata sin da subito una persona importante per me.
Un’amica che aveva impiegato poco tempo a trasformarsi nella mia “migliore”
amica. Infatti era in grado di capirmi davvero. L’unica che
solo ascoltandomi, potesse capire quale fosse il mio vero stato d’animo. L’unica
ad infondermi, con la sua sola presenza, sicurezza e serenità.
Ora però, questa definizione, iniziava a stridere con alcune
sensazioni che provavo. Come quando mi capitava di sfiorarla casualmente,
passandole dei libri e sentivo il mio cuore fare una capriola. O quando
capitava di studiare insieme mi ritrovavo a fissarla, incapace di distogliere
lo sguardo dalle sue labbra. O ancora, quando camminando, la sua abitudine di
prendermi per mano, mi provocava l’istantanea voglia di intrecciare le mie dita
alle sue.
Il primo problema quindi era che, dopo quattro anni di
amicizia, la parola con cui avrei voluto definire il nostro rapporto,
all’inizio di questo quinto anno, era cambiata. L’amicizia, si era
trasformato in amore. Il secondo problema era capire cosa rappresentavo tuttora
per lei. Ero ancora il suo migliore amico o potevo essere qualcosa di
più per lei? A volte capitava che incrociandoci per i corridoi, mi abbracciasse
quasi con irruenza, sorridendomi e dicendomi che mi voleva bene. Ma, quasi allo
stesso modo, gliel’avevo visto fare con suo fratello Hugo. Insomma, non
capivo se quel “quasi” potesse indicare che con me c’era qualcosa di più di un
amore fraterno oppure che fosse solo una mia illusione.
Ma più di tutto, quello che non avrei mai voluto, era che
questo mio cambiamento nei suoi confronti, questa amicizia trasformatasi in
amore, potesse rovinare quello che c’era tra noi. Non avrei mai voluto correre
il rischio che il mio sentimento spazzasse via ciò che avevamo costruito
nei quattro anni precedenti.
Perciò, decisi che mi sarei dichiarato solo se si fosse
presentata la giusta occasione. Altrimenti, mi sarei fatto bastare di essere
già, per lei, una delle poche persone a cui non avrebbe mai rinunciato.
Per tutte le vacanze estive non ci eravamo visti. Lei, come
ogni anno, aveva trascorso le sue giornate dai suoi nonni alla Tana. Io, avevo
passato le mie a MalfoyManor,
tra un ricevimento e l’altro. Durante i quali, i mie genitori, mi avevano
introdotto nell’alta società, come conveniva all’erede di una delle famiglie
più antiche e Purosangue della Comunità Magica.
Serate orribili, in cui mi ero sentito come un cane durante
una mostra. Esposto al giudizio di persone che avrebbero espresso un voto in
base al portamento e alla razza pura.
Accentuando così la sensazione di disagio e di soffocamento
che puntualmente provavo ad ogni mio ritorno in famiglia. Una sensazione che
scompariva altrettanto puntualmente non appena salivo sull’espresso per Hogwarts, in compagnia di Rose e del suo sorriso sincero.
Nella mia testa, al ricordo della vacanza, una voce era
tornata a farsi sentire: “Questa foto, Scorpius, farò finta di non averla mai trovata, in camera
tua. Sopratutto non ne parlerò mai con tua madre! Ma tu, devi giurarmi, che non
ti innamorerai mai di Rose Weasley.” Chiedere a
mio padre il perché di un simile giuramento era stato quasi ridicolo. Sapevo
già la risposta, che infatti era giunta puntuale “Lei appartiene ad una diversa classe sociale. Tu sei un Malfoy, non devi mai dimenticarlo”. Per Merlino!
Possibile che fosse, davvero, così ottuso? Da non comprendere la parola “amore”?
Da credere veramente in una vita fatta solo di regole da rispettare, senza mai
lasciare spazio ai sentimenti? Possibile che mio nonno, con il passare degli
anni, fosse riuscito a renderlo proprio come lui?
-Scorpius. Stai
preparando il baule per trasferirti?-
Qualcuno mi stava riportando al presente ed era NarcissusZabini. Figlio di BlaiseZabini e DaphneGreengrass. Cugino da
parte di mia madre. I nostri genitori, però, avevano smesso di frequentarsi a
causa di un colossale litigio avvenuto tra le nostre madri. Essendo state
entrambe innamorate di mio padre, ai tempi del loro soggiorno ad Hogwarts, l’astio tra loro era stato inevitabile.
Io e Narcissus invece, ignorando il
rispettivo divieto imposto dalle nostre madri, ci eravamo avvicinati.
Stringendo un’amicizia, che speravamo, potesse contribuire a riavvicinare la famiglia Zabini
a quella dei Malfoy.
-Sì, è giunto il momento di cambiare vita. - dissi - Perciò d’ora in poi… stai in guardia!
Le tue uscite notturne avranno vita breve!-
-…Non dirai sul serio?! –
-Puoi scommetterci. Non mi farò scrupoli a togliertipunti se ti troverò vicino alle cucine…
magari insieme ad una bella Tassorosso di tua
conoscenza.
Narcissus mi stava guardando come se fossi
impazzito. Non senza però anche un velo di malizia.
-Il potere ti ha dato alla testa per caso? Oppure… vuoi
entrare nelle grazie di un Prefetto di tua
conoscenza?-
Narcissus mi conosceva bene… anzi, forse
troppo! Rimanere serio con lui, era impossibile. Così scoppiai in una fragorosa risata.
- Va bene… ma cerca di essere discreto, almeno quando sarò
di turno!-
Anche lui iniziò a ridere.
-Lo sono sempre! Dai, ti do una mano a portare il baule
nella nuova stanza.-
Narcissus era diventato anche lui un grande
amico, tanto che era l’unico a cui mi ero sentito di confidare i miei
nuovi sentimenti verso Rose. Da quel momento, non aveva fatto altro che
incoraggiarmi e sostenermi.
-Grazie.-
-Figurati… almeno arriveremo puntuali alla prima lezione di
Difesa…
Difesa contro le Arti Oscure! Maledizione! Come avevo potuto
scordarmi che era quella la nostra prima lezione?!
-Non dirmi che te ne
eri scordato?!-
Con tutte le novità che mi stavano accadendo, me ne ero dimenticato. Difesa anziché Pozioni. Non potevamo rischiare di fare
tardi.
-Narcissus, lasciamo perdere il baule! Ci
penseremo più tardi… ora dobbiamo correre!- avevo afferrato i libri al
volo e lo incitavo a seguirmi.
Quel giorno avremmo conosciuto il nuovo insegnante di Difesa.
Il vecchio professor Greymen era andato in pensione dopo anni di onorato
insegnamento.
Arrivati al secondo piano entrammo in classe col fiatone, dopo l’estenuante
corsa su per le scale. I nostri compagni stavano chiacchierando, significava che il professore non era ancora arrivato. Splendido.
Rose sedeva al primo banco assieme alla McCain. La testa era china sul
libro aperto -come se non lo sapesse già a memoria!- e leggeva concentrata. Mi sedetti dietro di lei, come sempre. E Rose come sempre, aveva avvertito
subito la mia presenza. Si voltò per guardarmi e io mi persi
nell’ambra dei suoi occhi.
-Sei in ritardo. Inizi bene il primo giorno di scuola Sig. Prefetto.- mi apostrofò, cercando di rimanere seria, ma con scarsi risultati. Perché c’erano quegli occhi a sorridermi. Ed io ero il privilegiato.
-Non ricordi che i Malfoy non sono mai in ritardo?-
e nel risponderle, appoggiai le braccia sul banco, proteso verso di
lei.
-Sono gli altri che arrivano in anticipo… Sì, lo so. – Si era cimentata in
una mia perfetta imitazione, ripetendo la scusa che adottavo per
mascherare i miei ritardi.
-Esattamente. Noto che non ti perdi una battuta di quello che dico.- Presi una ciocca dei suoi lunghi capelli fra le dita e le feci l’occhiolino.
Era arrossita paurosamente, abbassando lo sguardo.
Che significava la sua reazione? Ma non ebbi il tempo di pensare ad altro, la porta si aprì improvvisamente, per poi richiudersi con
un colpo secco.
-Buongiorno, Signori.- Una donna si era diretta con passo deciso verso la cattedra,
osservandoci uno ad uno, con un’espressione penetrante. L’ombra di
un sorriso sulle lebbra.
A primo acchito dava l’impressione di essere una persona aperta. Ma io sentii un brivido attraversami da capo a piedi. Per me era un chiaro
segno che la sua, fosse soltanto una maschera. Sin da bambino,
avevo scoperto di possedere una capacità particolare: quella di “avvertire” gli
stati d’animo delle persone. Il loro modo di essere, si riversava in me come se
fosse energia. Poteva essere piacevole, quando era Rose ad
essermi accanto o poteva diventare oscura e sgradevole, come in quel momento, in presenza di quella donna.
-Per cortesia, lei e lei.- stava già indicando Nott
e Flitt, mentre ancora non aveva finito di posare la
borsa sulla cattedra. – Vi scambierete di posto….-
I due ragazzi si erano guardati sorpresi ed avevano esclamato
contemporaneamente. - Ma professoressa…-
- Con leie lei.- e stava indicando
Rose e la sua compagna, senza dar segno di aver notato la reazione sorpresa dei
due ragazzi.
Era stato inevitabile che anche le due ragazze rimanessero sorprese. Del
resto, noi tutti lo eravamo per questo cambiamento inspiegabile ed immediato.
- Professoressa, noi…-
- Le ricordo che si alza la alza la mano per chiedere parola. – con quella frase pronunciata in tono mellifluo, la professoressa aveva interruppe Rose.
-Mi scusi, ma…- Rose arrosì, ma non si scoraggiò.
- La regola è questa: lei alza la mano per chiedere di parlare, io le
accordo il permesso… solo allora parla, Sig.na Weasley-
Tutto ciò l’aveva pronunciato con lo stesso tono mellifluo e senza perdere il
finto sorriso gioviale.
Con poche frasi, fece capire all’intera classe, con chi avevamo a
che fare. Soprattutto perché – e non so se ero l’unico ad averlo notato –
sapeva esattamente i cognomi dei compagni invitati a scambiarsi di banco. A
differenza di noi, che non sapevamo come si chiamasse.
Rose e la McCain si erano alzate per effettuare lo scambio con Nott e Flitt. Rose fece in
tempo a rivolgermi uno sguardo interrogativo, prima di darmi nuovamente le
spalle.
Ora davanti a me sedeva Edward Nott. Figlio di TheodoreNott e Pansy Parkinson. Quest’ultima era stata la ragazza fissa di
mio padre, negli anni trascorsi ad Hogwarts. Ma la
sua famiglia, finita la scuola, aveva dato corso ai progetti matrimonialiche avevano già stabilito per lei: sposare,
appunto, Theodore. Unico erede della potente famiglia
Nott. Accanto ad Edward, Edmund Flitt.Figlio di Marcus Flitt
e MillicentBulstrode. Anche i suoi genitori erano stati
compagni di mio padre.
Come per mio padre con i loro genitori, feci amicizia con entrambi, sin dal primo giorno.
Tornai a fissare la nuova professoressa. Era
una donna giovane e di bell’aspetto, capelli neri lunghi, occhi scuri, ma che stridevano, però, con il finto sorriso: erano penetranti, quasi ostili. Si erano appuntati su di me, sembravano quasi scavarmi dentro. E nel dubbio
che fosse un’abile Legilimens, stavo per distogliere
lo sguardo, quando poi cambiò espressione. Il sorriso si trasformò apertamente, in un ghigno. mi ricordò qualcuno, senza però riuscire
a ricordare davvero chi fosse.
-Bene Signori, lasciate che mi presenti. Sono la nuova insegnante di Difesa
contro le Arti Oscure, Avalon Cooper. Sono lieta di
essere qui e sono sicura che riusciremo ad instaurare un buon rapporto. Soprattutto perché esiste un'unica regola, per me, che può portare a questo: studiare sodo. Fatelo e sarete premiati. Non fatelo e saranno solo
dispiaceri per voi.
Ci aveva nuovamente guardato uno ad uno, come per sfidarci a
controbattere le sue parole.
-Domande? – aveva insistito. Accentuando la sensazione
negativa che già mi pervadeva
-No? Allora possiamo iniziare.
Aprite il vostro libro a pagina 143,” I Vampiri, come riconoscerli e selezionarli”.-
La lezione non era ancora giunta alla fine della seconda ora e già la tensione
in classe era palpabile. In poco tempo, quella donna ci aveva fatto capire
che con lei non si scherza e, se qualcuno avesse osato farlo, le punizioni sarebbero state molto dure. Il sorriso, che non aveva più perso da
quando aveva iniziato a spiegare, non ingannò nessuno: poteva essere tutto, tranne che simpatica.
Finalmente Nott aveva smesso di leggere e potei risollevare lo sguardo dal libro, immediatamente volato a cercare la
figura di Rose, più lontana. Mi sentii sprofondare. La sua mano a sostenersi il viso, nonostante ne vedessi solo il profilo, mi accorsi che
era di un pallore quasi mortale. La sua compagna le stava sussurrando qualcosa,
mentre di sottecchi guardava la Prof. Appariva evidente il suo timore di
interromperla, per avvertirla del malore di Rose.
Timore che non mi aveva nemmeno sfiorato.
-Professoressa! Weasley non si sente bene.-
-Signor Malfoy!
Come prima con gli altri, non aveva avuto nessun dubbio su chi fossi.
-È davvero perspicace nel riconoscere un malessere, oppure devo
supporre che stesse guardando la Sig.na Weasley, anziché
seguire la lettura come il resto dei suoi compagni? – lo aveva detto con un tono mieloso che non era
riuscito, però, a nascondere del tutto una punta di fastidio.
Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere.
-Visto il suo interessamento per la salute della compagna, le
concedo il permesso di accompagnarla in infermeria- Il tono continuava ad essere mieloso.
Ma lo sguardo aveva tutta un’altra sfumatura- Rimane il fatto, purtroppo, che sia lei che la Sig.na Weasley
avete contribuito ad interrompere la lezione. Temo, quindi, che questo vi costerà
dieci punti in meno… indipendentemente dal fatto che il malore della Sig.na Weasley sia reale o meno.- e con un sorriso meno evidente aveva ripreso a spiegare. Liquidando così la questione.
Non persi tempo nel ribattere come avrei voluto. Avrei
ottenuto come unico risultato, quello di perdere altri punti e soprattutto
altro tempo prezioso. Mi alzai per raggiungere Rose ed accompagnarla fuori,
sostenendola per la
vita. Nonostante mi
avesse rivolto un sorriso, la sentivo debole, tanto che era quasi completamente
abbandonata nella mia stretta. Che le accadeva? Era normale stamattina. Un colpo di tosse, inconfondibilmente seccato, mi aveva indotto a
girarmi un attimo per guardare la Cooper. Quello che avevo trovato nel suo sguardo, aveva fatto montare un’onda di energia malevola dentro di me: i suoi occhi mi stavano chiaramente dicendo che sapevano benissimo essere reale il
malore di Rose.
Possibile che la causa del malessere di Rose fosse dovuto a lei?
Rose si accasciò improvvisamente su di me, priva di sensi. Fu un chiaro segnale che dovevo portarla fuori di lì, al più presto. La sollevai senza sforzo e con lei tra le braccia uscimmo dall'aula.
Stava suonando la campana della fine dell’ora di lezione mentre salivo le scale che portavano all’infermeria, quando un rumore di passi affrettati, mi
aveva indotto a voltarmi.
-Scorpius, aspetta!- Albus si dirigeva verso di noi. – Ti
aiuto a portarla, da solo è troppo pesante.-
- GrazieAl, ma ce la faccio, è leggerissima.
Però sarebbe meglio se venissi lo stesso con noi.- Albus,
il cugino di Rose, esibiva anche lui un’espressione preoccupata. In quegli anni era cresciuto in
altezza, mi superava almeno di un palmo. I capelli erano sempre in disordine,
ma per i Potter, era quasi un marchio di famiglia.
Finalmente eravamo arrivati . Albus spalancò la porta con irruenza ed eravamo piombati davanti ad una stupita M.meChips
-Cosa le è successo, ragazzi?-
-Si è sentita male durante la lezione.- rispose Albus, bruciandomi sul tempo.
Madama Chips mi indicò un
lettino lì vicino, su cui deposi delicatamente Rose. Non aveva ancora
ripreso i sensi. M.meChips
era stata irremovibile e ci aveva fatto uscire, dicendoci di stare tranquilli,
che avrebbe pensato lei a Rose.
-Posso, almeno, salutarla?-
Albus si era già incamminato. Io rivolsi quest’ultima richiesta a M.meChips, probabilmente con uno sguardo così preoccupato che
non ebbe cuore di negarmelo.
-Va bene, ma si
sbrighi Sig. Malfoy.-
Mi avvicinai e notai che aveva riacquistato un
po’ di colore.
- Rose torno subito dopo le lezioni, non ti preoccupare-mi venne spontaneo sussurrarle quelle
parole in un orecchio. Senza sapere se avrebbe potuto sentirle. Forse erano
servite più a me che non a lei. Le ero così vicino, che senza quasi rendermene
conto, mi ero ritrovato a depositarle un leggero bacio sulla guancia. Delicato
ma pieno dell’amore che sentivo per lei. Avrei potuto baciarla sulle labbra, ma
non volevo che il suo primo bacio, fosse un bacio rubato.
-Tornerò presto Rosie.- le rinnovai
nuovamente la promessa, non appena possibile
e mi rialzai. Quasi scappavo via da quei sentimenti
impetuosi per un unico bacio, seppure così casto, avevano suscitato in me il desiderio...
Una volta fuori dall'infermeria tornai ad occuparmi di quello che era
accaduto nella classe. Ero quasi certo che Rose fosse stata male per colpa
della Prof. Cooper. L’energia negativa che mi aveva investito, non appena i
nostri sguardi si erano incrociati, risuonava come mille campanelli d’allarme.
Dovevo capire al più presto chi fosse quella donna, perché era giunta qui ad Hogwarts e soprattutto, perché sembrava decisa a mettere in
pericolo la vita della mia Rose.
Angolo
dell’amica di piuma.
Ben ritrovati e scusate il mio ritardo nel postare
le storie. ç_ç
Ringrazio di cuore la mia beta Hunterd(senza di te la mia sintassi farebbe pena!)
Nel disegno ho voluto descrivere l’imbarazzo e l’intraprendenza
dei due protagonisti. Spero vi piaccia. xd
Questo capitolo originariamente doveva essere di 19
pagine, che comprendeva anche il punto di vista di Rose.
Purtroppo il mio collegamento internet sta andando
e peggiorando, decidendo così di postare almeno il punto di vista di Scorpius. Al più presto possibile avrete anche la seconda
parte che diventerà il secondo capitolo. Prometto!
La storia sta prendendo piede. Abbiamo conosciuto i
principali protagonisti Rose e Scorpius, ma intorno a
loro ritroviamo anche le discendenze di altri personaggi del mondo di Harry
Potter. Ci saranno molti misteri da scoprire e con l’andare avanti della storia
saranno sempre più intricate.
Ringraziamenti speciali;
@ Ombrosa- grazie dei complimenti. Ho scelto
di smistare Rose nei Grifoni perché lei è coraggiosa ma anche predisposta a
violare le regole come la madre.^^ Albus e Scorpius sono nei Serpeverde . Il perché
si scoprirà più avanti (non sempre la
luce corrisponde al bene e l’oscurità al male). Spero che continuerai a
seguirmi!xd
@ mollicadipane- principessa! Noi ci sentiamo spesso e abbiamo
già parlato. Xd“Ti odio Granger”
prometto che continuerà. Devo decidere in che anno di scuola potrebbe strare
giusto. Baci.
@ sam05- grazie
cara! Credimi Rose e Scorpius non si odieranno anzi…soffriranno
ma il loro odio andrà ad altre persone! Ho detto troppo .ops!
@ MorwenBlood-grazie
di seguirmi spero che questo capitolo ti sia piaciuto!^^
Un ringraziamento in generale va a chi mi segue e
mi ha inserito tra i preferiti.
Mi svegliai verso sera, sdraiata su un
lettino dell’infermeria. Il sole era tramontato e le candele erano accese.
Cosa era accaduto? Stavo ascoltando la
lezione di Difesa e prendevo appunti come facevo di solito, quando tutto ad un
tratto si fece buio; l’oscurità mi circondava, non riuscivo a respirare.
Mi capitò un'altra volta, durante una
vacanza anni fa, in campeggio con la mia famiglia, sulle rive del lago diLochNess.
Avevo otto anni. Stavo dentro la tenda con
i miei cugini che parlavano del campionato deiChudleyCannon. Mi stavo annoiando. Così ero scivolata
fuori, senza farmi notare e mi allontanai per andare sulle rive del lago a
buttare dei sassi e farli rimbalzare come mi aveva insegnato il mio papà. Il
sole stava tramontando e creava magnifici giochi di luce sulla superficie dell’
acqua cristallina. La mia attenzione venne distolta da un movimento furtivo,
dietro la bassa boscaglia, a pochi metri da me. Sbucò uno strano animale, che
mi ricordava un enorme gatto. Era trasparente come un fantasma e si muoveva
aggraziato su e giù lunga la riva, chinando la testa sul pelo dell’acqua, come
se stesse bevendo. Mi avvicinai per accarezzarlo, ma quando gli ero abbastanza
vicina da poterlo fare, si volse a me con voce umana, facendomi sobbalzare per
lo spavento: -“sei mia.”- aveva detto,
solo quelle due parole, prima che perdessi l’equilibrio cadendo in acqua. Quel
punto il lago era profondo e cercai di chiamare aiuto, di urlare per richiamare
l’attenzione dei miei parenti, ma ogni volta che aprivo bocca affogavo. Era
sopraggiunto il panico e cercavo di stare a galla, muovendomi senza controllo.
Poi tutto si era fatto scuro e mi sono sentita sprofondare. Non avvertivo più
nulla, né paura né dolore. La vita mi stava scivolando via . Quando pensavo di
essere giunta alla fine, mi afferrarono per un braccio e una presa solida mi
tirò fuori di peso dall’acqua, per poi adagiarmi sul prato. Delle voci confuse
erano riuscite a penetrare il silenzio ed il buio che mi avvolgevano. Voci che
stavano litigando: quella femminile aveva un tono isterico e gracchiante;
l’altra, una maschile, era calda e preoccupata, ma si rivolgeva a quella
femminile con un tono arrabbiato, che incuteva un certo timore. Non riuscivo a
capire che cosa stessero dicendo, solo verso la fine, ero riuscita a cogliere delle
parole, pronunciate dalla voce maschile: - Stai alla larga da lei. Non ti
permetterò di farle del male! –
Una risata agghiacciante aveva accolto quelle
parole. E la voce altrettanto fredda aveva ribattuto: - Prima o poi riuscirò a
prenderla. Non potrai sempre vegliare su questa
piccola Mezzosangue!.-
Mi sentii prendere in braccio, forse dalla
persona che aveva preso le mie difese e che, correndo, mi stava portando via.
Appoggiata al suo petto sentivo chiaramente i battiti del suo cuore; in quella
oscurità, da cui non riuscivo a liberarmi, quel battito regolare era come un
ancora di salvezza a cui aggrapparsi. Mi sentivo…
bene in quell’abbraccio forte, come se mi proteggesse con il suo calore.
Dopo breve tempo la corsa divenne solo un
passo veloce. Una voce a me familiare aveva rotto di nuovo il silenzio. - Cosa
è successo?! Mio Dio,Rosie, mi senti? Sono la mamma!- Sentivo il suo
terrore, presa dal panico nel vedermi in quello stato.- Cosa gli ha fatto,
parla!- il tono era brusco, rivolgendosi
all’uomo che ancora mi teneva tra le braccia.
– Stava seguendo unPatronum. E’ caduta nel lago e stava per affogare.-
aveva risposto la voce calda dell’uomo.
-Dalla a me. Ora vai via e fai in modo che
Lei non si avvicini più alla mia bambina o non
avrò paura di ucciderla! Perché la morte, è quello che merita.- Non avevo mai
sentito tanto odio e tanta determinazione nella voce di mia madre.
Riuscivo a sentire, ma ancora non riuscivo
a muovermi, né aprire gli occhi. Riuscii solo ad emettere un flebile lamento.
-Sta rinvenendo…
abbiate cura di voi. Addio.- Mia madre mi prese tra le sue braccia,
stringendomi. Segno che l’uomo se ne stava andando. Avrei voluto ringraziarlo
per avermi salvato la vita, ma non ne avevo avuto la forza.
La nostra vacanza finì in quel momento. Mi
portarono tramite unaPassaporta, al San Mungo. Il medimagomi aveva trovato affaticata e debilitata
dall’esperienza vissuta. Ero quasi annegata, dopotutto. Aveva rassicurato i
miei genitori che mi sarei ristabilita in un paio di giorni, anche grazie
all’aiuto di una pozione rigeneratrice che mi avrebbe prescritto.
Adesso…, mi ritrovavo nuovamente in un letto di
ospedale, riportando alla luce il ricordo di quella brutta esperienza, che
avevo relegato in un angolo della mia mente.
Non ricordavo come ci fossi arrivata in
infermeria. L’ultima cosa che rammento era il viso diScorpiuspreoccupato,
mentre mi aiutava ad alzarmi dal banco. Doveva essere stato lui a portarmi qui.
Lui che era molte cose per me: il mio migliore amico, il mio confidente, il mio
principe. Fin dal nostro primo incontro avevo capito quanto fosse speciale. Un
anima imprigionata tra obblighi e doveri, che soffriva in silenzio, ma con la
voglia di liberarsi. Non era come i miei cugini, sempre propensi a godersi il
divertimento spensierato di questi anni di scuola, tra scherzi eQuidditch,
lui era diverso.Scorpiusleggeva moltissimi libri - come me - mi
aveva descritto l’enorme biblioteca diMalfoyManor,
ricca di volumi antichi, collezionati negli anni dalle varie generazioni deiMalfoy,
come il luogo più amato di tutta casa sua . Dentro quella stanza passava intere
giornate, tra l’ odore particolare che solo le pagine antiche, con il passare del tempo,
prendevano. Anche qui adHogwarts, amava stare in disparte e studiare,
ottenendo ottimi risultati in tutte le materie. Amava ilQuidditche faceva parte della squadraSerpeverde,
come Cercatore, ma di questo non ne parlava molto con me, conoscendo il mio
scarso interesse per lo sport – forse dettato dal fatto che i miei cugini ne
parlavano sempre, mi risparmiava.
Per capirci, bastava solo uno sguardo tra
di noi. Sono arrivata a questa intesa con Scorpius, perché gli voglio molto bene. Purtroppo,
non riuscivo a capire che direzione avesse preso questo mio sentimento per lui… o meglio, forse lo sapevo ma non riuscivo a
capacitarmene. Quando gli stavo accanto, delle farfalle impazzite
svolazzavano nella pancia. Quando non era accanto a me, era peggio, perché al
posto delle farfalle, si formava un nodo d’ansia causato dalla sua
assenza. Così, accolsi le vacanze estive come una pausa di riflessione. Un
periodo lontano daHogwartse lontano da lui, da poter fare un minimo
di chiarezza dentro me. Mi dedicai ad attivitàBabbanecome il trekking, lunghe passeggiate in
mezzo ai boschi in compagnia di mio nonno Arthur ; la frequentazione della
biblioteca pubblica di Londra per approfondire la storia sugli usi e costumi del mondo babbano. Insomma, feci in modo che tutte le mie
attività mi portassero lontano dal mondo magico e dai suoi luoghi, che mi
avrebbero ricordato,sempre e solo una
persona:ScorpiusMalfoy.
Impazzivo dalla voglia di vederlo, ma
dovevo capire come i miei sentimenti si erano modificati nei suoi confronti. Di
giorno avevo trovato il modo di non pensare a lui riempiendo il mio tempo di
attività, la notte le cose prendevano una direzione diversa. Riuscivo solo a
pormi domande: cosa stava facendo? Combatteva con le solite pressioni
familiari, perché si trasferisse alla scuola di Magia di Durmstrang? Una scuola più adatta ad unMalfoy,
quale era? Avrebbe finalmente ceduto a quella parte più oscura di lui, che
restava in ombra adHogwarts, ma che ritornava presente rientrando in
famiglia? Il ragazzodolce e gentile che conoscevo, avrebbe
tenuto testa al ragazzofreddo e cinico in cui lo voleva
trasformare suo nonno?
Poi l’estate, con tutti i suoi dubbi e
incertezze, terminò. Ed io giunsi ad una decisione: essere solo la sua migliore
amica non era più sufficiente per me. Volevo di più, volevo che diventasse
davvero il mio principe. Il problema era capire se avrei potuto essere qualcosa
di più per lui o se sarei rimasta sempre e solo la sua migliore amica. Nei
quattro anni trascorsi, quando lo abbracciavo, dicendogli che gli volevo bene, Scorp reagiva sorridendomi e che provava lo stesso affetto.
Ogni volta che stringevo la sua mano, ricambiava la stretta, ma nulla di più.
Avrei voluto un gesto che mi facesse capire qualcosa di più, ma era solo capace
di sorridermi e darmi un buffetto, certo tenero e dolce, ma che avrebbe potuto
dare benissimo anche ad una bambina.
Così, sull’espresso che ci stava
riportando adHogwarts, lo avevo rivisto dopo tre mesi di
lontananza. Era creciuto, più alto e simile a suo
padre,DracoMalfoy.
Il viso si era leggermente affilato, gli occhi esprimevano una determinazione
diversa, il sorriso appariva meno giocoso e più consapevole di una maturità
nuova. Forse una maturità dettata anche dal suo nuovo ruolo. Al pari di me, era
diventato Prefetto della sua Casa,Serpeverde. Questo avrebbe comportato per entrambi
nuove responsabilità… ma anche molto più tempo da
trascorrere insieme. E di questo ne ero strafelice. Sarebbe stata una buona occasione
per capire i suoi sentimenti e magari potergli confessare i miei.
Purtroppo, lo avevo solo visto, ma non riuscii
a parlargli. Il nostro nuovo ruolo di Prefetto ci aveva portato a dover tenere
sotto controllo l’esuberanza sia dei nuovi arrivati, sia degli studenti degli
altri anni. All’arrivo in stazione, avevamo preso carrozze diverse. In Sala
Grande, durante la cerimonia di Smistamento e di apertura dell’anno scolastico,
lo avevo potuto solo osservare, seduto al tavolo Serpeverde, tra i suoi compagni. Parlava e rideva
soprattutto conAlbuse con il suo amicoZabini.
Ero andata a letto con l’unica
consolazione che gli avrei potuto parlare sicuramente il giorno dopo, alla
prima lezione di Difesa contro le arti Oscure. Comunque non mi aveva aiutato a
prendere sonno, perché mi ero ritrovata a contare le ore che mi dividevano dal
nostro incontro.
Scorpius, aveva l’abitudine di arrivare spesso in
ritardo alle lezioni, non aveva fatto eccezioni neanche per questa mattina.
Solo qualche minuto prima che la lezione cominciasse, avvertii la sua presenza
dietro di me. Come negli anni precedenti, il mio banco si trovava davanti al
suo. E mi piaceva sentire il suo sguardo su di me, mi faceva sentire protetta.
Mi girai verso di lui e ci guardammo. Mi perdevo in quel grigio degli occhi,
ricordava il colore del mare in tempesta, forte ed impetuoso. Dovevo rinsavire!
Non potevo sciogliermi così davanti al suo sguardo o avrebbe capito subito come
i miei sentimenti erano cambiati.
-Sei in ritardo. Inizi bene il primo
giorno di scuola Sig. Prefetto.- optai che sfotterlo era un buon modo per
nascondere ciò che il suo sguardo mi aveva provocato.
-Non ricordi che iMalfoynon sono mai in ritardo?- la sua risposta,
la solita con cui giustificava sempre i suoi ritardi. Aveva appoggiato le
braccia sul banco per protendersi verso di me. Il mio cuore aveva iniziato a
battere più forte ed avevo spostato lo sguardo sulle sue mani, per non rivelare
quanto mi turbasse la cosa.
-Sono gli altri che arrivano in anticipo… sì, lo so. – avevo trovato la voce per
controbattere, imitando il suo modo di parlare, sempre cercando di non lasciar
travedere il mio stato d’animo.
-Esattamente. Vedo che non ti perdi una
battuta di quello che dico.- si era avvicinato ancora di più, prendendo una
ciocca dei miei capelli tra le dita e giocandoci. Non potevo più parlare,
nemmeno deglutire, praticamente mi si era azzeratala salivazione. Sentivodi essere arrossita, come avvertivo
distintamente di avere i palmi delle mani sudati per l’agitazione. Ma quegli
occhi, quegli occhi per me speciali,bé… non li avevo mai visti così determinati
nel guardarmi. Lo sguardo diScorpiusappariva diverso, più sicuro, più maturo… più intenso. Non avrei saputo che fare, quando il
rumore della porta che si apriva, mi era venuta in aiuto…
-Rose, finalmente sei sveglia. Eravamo
tutti preoccupati.-
La voce di Hugo mi stava riportando al
presente. Insieme a lui c’erano James e Lily. Avevano tutti una faccia seria e
preoccupata. Stavo così male? Non ricordavo nulla, come se mi fossi svegliata
da un lungo sonno senza sogni.
-Sto bene ragazzi. Forse è stata la stanchezza o un calo di
pressione. Ma ora è tutto a posto, non dovete stare in penacosì.-Parlai sfoggiando uno dei miei sorrisi
migliori. Per rassicurarli davvero.
-Non sai che peso ci togliRosie!-
disseHugo.-Da quello che ci avevano riferito sembrava
che ti avessero lanciato una maledizione.Albusera convinto che qualcuno ti avesse fatto
del male di proposito.
- Ma non ricordi nulla di quello che è
successo?- Fu James a rivolgermi la domanda, ma capivo che anche Hugo e Lily
erano ansiosi di sentire la mia versione.
-No…ricordo solo che stavo seguendo la lezione della
nuova docente e prendevo appunti sulla pergamena. Ad un certo punto mi sono
sentita mancare, respirare è diventato difficile, proprio come se stessi
soffocando e …bè,
la verità è che non ricordo molto altro, solo cheScorpiusmi ha aiutato ad alzarmi e poi si è fatto
tutto buio.-
Ora che me lo avevano chiesto, stavo
cercando di ricordare, ma le uniche cose venute in mente, erano quelle dette
anche a loro.
-GiàMalfoy! Sembrava impazzito. Ha chiesto a tutti i
vostri compagni di classe se avessero notato qualcosa di sospetto. Ora è
rinchiuso in biblioteca nella sezione proibita, a cercare delle conferme ad
alcune sue pazze ipotesi… o almeno è quello che ha
detto aZabini…-. Il tono con cui aveva parlato James, era
inequivocabilmente sarcastico.
- James? Che hai? E’ diScorpiusche stai parlando! Hai presente quel
ragazzo che è nostro amico da quattro anni…- avevo
cercato di essere scherzosa, ma la sua reazione mi aveva lasciato sorpresa .
- So bene chi èScorpius!
Ma quest’anno ha qualcosa di diverso! Lui è…ha… insomma, sembra un vero Serpeverde, ecco! Ha tirato fuori questo modo
arrogante di fare. Poco fa, per esempio, quando si è messo a fare il terzo
grado ai ragazzi presenti in classe.-
Ero sempre più sorpresa e… confusa.
-Era preoccupato per Rose ed è abbastanza
comprensibile, quindi ha avuto quella reazione.- Lily si era rivolta al
fratello maggiore, con la sua proverbiale sufficienza.- Sei uguale a zio Ron.
Non hai la minima capacità di intuire i sentimenti altrui. Il minimo che
potresti fare, è tacere! Non sparare giudizi a caso su chi si preoccupa così
tanto per nostra cuginaRosie.- ed il tono da sufficiente, aveva
assunto una sfumatura rabbiosa.
James era rimasto allibito davanti alle
parole di sua sorella: Lily difficilmente esprimeva un suo parere ad alta voce.
Di solito se ne stava in silenzio, lasciando, a chi le parlava, il compito di
capire cosa pensasse. Questo suo modo di fare, la faceva apparire
molto più matura dei suoi quattordici anni.
Lily Luna Potter era stata smistata nella
CasaCorvonero,
sotto lo sguardo sconfortato deiGrifondoro, che vedevano un altro Potter acquisire
colori differenti dal rosso-oro. Mi aveva confessato, tempo dopo, che era
contenta: il peso del nome che portava era già abbastanza gravoso, senza che
diventasse anche unaGrifondoro. Mi aveva inoltre confessato di aver
espresso questo desiderio, quando le era stato fatto indossare Il Cappello Parlante.
Evidente che il suo desiderio era stato tenuto in considerazione.
- Ehi! È ora di cena! Se non ci sbrighiamo
non troveremo più nulla da mangiare!Rosieci vediamo domani, ti voglio bene.- Hugo,
mio fratello aveva la stessa età di Lily. Lui era stato smistato neiTassorossoe la cosa lo aveva reso felice. Tanto che
le sue prime parole, dopo lo Smistamento, erano state “Sarò vicino alle
cucine! Credi che gli elfi mi prepareranno da mangiare anche di notte?”. La
sua caratteristica era quella di pensare principalmente al cibo. Si ingozzava
perennemente di porcherie di tutti i generi. Una delle battute che giravano su
di lui, ne era l’esempio lampante “Il proprietario diMielandia, chi
teme più di unDissennatore,? HugoWeasley!”.
-Andate! Non voglio che rimaniate a
digiuno per colpa mia. Sto molto meglio, davvero.- Lo avevo detto sorridendo,
rivolgendomi a tutti e tre.
- Allora a domaniRosie.
Porterò io il tuo baule nella nuova stanza da Prefetto, stai tranquilla. Pensa
solo a riposarti.- James mi aveva stretto la mano affettuosamente, mentre Hugo
mi aveva rifilato un sonoro bacio sulla guancia e si avviarono verso la porta.
- A domani. Buona notte.- Lily mi
aveva mandato un bacio al volo, prima di seguirli.
Quando la porta si era richiusa dietro di
loro, mi ritrovai nuovamente sola.
M.meChipsera andata a cena, lasciandomi un vassoio
accanto al letto con un foglietto, raccomandandomi di mangiare tutto per
rimettermi prima. Io, però, non avevo fame. Mi sentivo così scombussolata che
non avrei potuto bere nemmeno un succo di zucca.
Avevo solo voglia di riposare e mi sdraiai
sul fianco, dando la schiena alla porta. Con la mente ero tornata aScorpius.
Da quello che aveva detto James, stava cercando di capire cosa avrebbe potuto
provocare il mio malessere. Si stava preoccupando – e molto - per me. A dimostrazione,
e ci speravo, che teneva a me, tanto quanto io tenevo a lui. Avrei voluto
ringraziarlo per quello che stava facendo, ma non avevo il permesso di lasciare
l’infermeria. A quell’ora, poi, sicuramente era a cena, insieme ai suoi
compagni. Poi si sarebbe diretto nei sotterranei nella sua nuova stanza,
lasciandosi scivolare tra le lenzuola, nel suo nuovo letto…e
poi devo smetterla di pensarci! L’idea diScorpiusche scivola tra le lenzuola mi provoca uno
strano calore e…
Il rumore della porta che si apriva mi
aveva distratto. Qualcuno entrava. ProbabilmenteM.meChips mi
portava la pozione per riposare. Mi girai, ma le tende semitirate mi impedivano
di vedere bene chi fosse. Quando entrò nella mia visuale, il cuore aveva iniziato
a battermi all’impazzata. Scorpius, che abbandonata la divisa, indossava dei
jeans, una polo verde ed un giubbotto di pelle. E non lo avevo mai trovato così
affascinante, come in questo momento. Solo gli occhi, erano contornati da
un’ombra scura, come se fossero affaticati. Possibile che fosse stato davvero
in biblioteca tutto il giorno?
-Ciao. Come ti senti?- la voce era
preoccupata. E le mani stringevano con forza la sponda ai piedi del letto.
Tanto che le nocche erano sbiancate.
- Bene. Sto bene te l’assicuro. -
Sembrava non credermi. Le mani
continuavano nervosamente a stringere la sponda.
-Scorpiussto bene, davvero. E se fossi in te, non
distruggerei quella sponda… è pur sempre una
proprietà di Hogwarts!. – Avevo nuovamente cercato di essere
scherzosa, sorridendogli come stamattina, per spazzare via il turbamento che mi
aveva provocato la sua preoccupazione.
Scorpiusaveva mollato la presa e finalmente sorrise
anche lui. Quel sorriso caldo e scherzoso, che solo lui possedeva.- Bel
pigiama. Sei molto carina.- disse.
-Detto così, mi fai sentire una bambina...-
Il viso stava sicuramente assumendo lo stesso colore del pigiama – un color
fucsia- quelle parole mi erano sfuggite e davano voce al pensiero che che mi vedesse in tante altre maniere…
ma non sicuramente come una bambina!
-Posso sedermi accanto a te?- sembrava non
aver colto il mio rossore, che forse era anche aumentato, per via della sua
richiesta.
– Certo! Scusami, non ci ho pensato.
Sposta pure i miei vestiti dalla sedia… - ma si era
già seduto sul letto, accanto a me. - Ah… certo, va bene…
a-anches-sulletto…- aggiungo balbettando. Speravo che il
cuore reggesse a tanta emozione.
All’improvviso si passò nervosamente le
mani tra i capelli, rimanendo poi con il capo tra le mani, chino su se stesso.
- Mi spiace Rose. Ho cercato nella sezione proibita dei libri che mi aiutassero
a capire la causa del tuo malessere, ma purtroppo non ne ho ricavato molto.- sollevò
il viso per guardarmi.- Ci sono più di trenta incantesimi e maledizioni che
hanno lo stesso effetto, ma tutti hanno un punto in comune: bisogna possedere
qualcosa della persona che si vuole colpire. Un po’ del suo sangue, ma possono
andare bene anche i capelli o le unghie…ma è
impossibile che quella donna avesse in suo possesso qualcosa di tuo. Oggi è
stata la prima volta che l’abbiamo vista.-
-Scorpius… credo che tu stia esagerando nel
preoccuparti! Addirittura una maledizione… e dalla
nuova Professoressa! E’ probabile che sia stata la
stanchezza! Stanotte non sono riuscita a dormire molto….-
certo non potevo confessargli che lui era la causa del mio mancato sonno. Come
non potevo confessargli che la sua preoccupazione, su quello che mi era
accaduto, non era del tutto ingiustificata: perché oltre a lui, anche mio
fratello e i miei cugini, si sarebbero preoccupati.
-Rose, come faccio a non preoccuparmi!
Forse tu non ti rendi conto di quello che ti è successo! Cinque minuti prima
stavi benissimo! Eri la Rose di sempre, sorridente e scherzosa! Cinque minuti
dopo, eri ridotta come larva! E vuoi convincermi che non devo preoccuparmi?! Io
non solo lo faccio, ma ti posso anche dire che da adesso in poi, non passerà un
momento senza che io ti tenga d’occhio! C’è qualcosa che non mi convince in
tutta questa storia e non lascerei mai che ti accadesse qualcosa di grave! -mi prese
una mano tra le sue, parlando. E la stava stringendo con forza…
e con particolare enfasi.
Potevo sperare che fosse così?. Che il mio
desiderio si stesse avverando in questo momento? Che ancheScorpius… no, non può essere. Stavo dando io un
significato sbagliato alle sue parole ed al suo gesto.Scorpiussi sta preoccupando per la sua migliore
amica. Come avrebbe fatto anche perAlbuso perNarcissuso per James.
Comunque stessero le cose, era
rassicurante averlo accanto a me. E non avevo resistito all’impulso di
avvicinarmi di più a lui, per sussurrargli in un orecchio un “grazie”, in cui
avrei voluto metterci tutte le emozioni che stavo provando. Emozioni che non
erano state niente, in confronto a quella che mi aveva colto nel sentire il
profumo della sua pelle, che ricordava qualcosa di buono e di fresco. Avevo il
cuore a mille, dopo essermi allontanata. Forse per la paura di aver osato
troppo. Un gesto troppo intimo, anche per la nostra amicizia.
Scorpiusmi fissava ancora. Come se stesse
memorizzando ogni più piccolo particolare del viso. Il silenzio tra noi, era colmo
di parole inespresse. Qualcosa che andava oltre ogni mia capacità logica,
qualcosa che mi lasciava assolutamente confusa.
-Sarà meglio che vada…è
tardi e per colpa mia non hai toccato cibo- lui interruppe per primo quel
momento. E per me fu inevitabile pensare che, forse, non aveva avvertito le
stesse sensazioni.
- No…io… io non ho fame. – E poi non riuscii a trattenermi. -
Scusami se ti ho messo in imbarazzo… cioè volevo dire…che, non so…uffa… non so
nemmeno io, cosa voglio dire davvero!- stavo indubbiamente straparlando, senza
in realtà dire nulla di concreto.
-Credo di aver capito. E non c’è nulla per
cui scusarti. Anzi... – Portò la mia mano verso la bocca, sfiorandola con le
labbra. Un tocco leggero, che però percepii come una bruciatura. Di più, al
pari di una marchiatura a fuoco. - Ma ora non è il momento giusto per parlarne.
Tu sei ancora troppo debole, hai bisogno di rimanere tranquilla e di riposare.-
Lasciò andare delicatamente la mia mano
sulla coperta e si alzò.
-Perciò, a domani mia principessa. Ora
pensa solo a fare sogni d’oro. – Mi aveva rivolto un sorriso che, da solo,
avrebbe potuto riscaldarmi nella giornata più gelida.
-Bu-Buona notte anche a te…-
non riuscivo a dire altro, mentreScorpius, camminando all’indietro per guardarmi
sino all’ultimo, era arrivato alla porta scomparendo.
Ha detto che sono la sua principessa!
Cioè, lui ha pensato a me come la sua principessa. Come io pensavo di lui, il
mio principe! Un principe dolce, gentile, intelligente, premuroso, forte
e bello. Che sembra impossibile appartenere
a questo mondo. poteva essere più un angelo custode. Ma principe o angelo,
quello su cui non ho più dubbi, è quanto lo amassi. AmoScorpiuse lo desideravo sempre accanto amé.
Mi sdraiai consapevole di quanto, questa
nuova realtà, mi rendesse pienamente felice. Tanto felice che ero certa, non
avrei avuto alcun problema nel prendere sonno.
Soprattutto perché con il sonno, sarebbero
arrivati i sogni… e con i sogni, sarebbe arrivato
lui, Scorpius… l’amore che finalmente avevo scoperto.
Angolo dell’amica di piuma
Ben ritrovati cari lettori.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Volevo
descrivere l’amore che Rose prova perScorpius. Spero di esserci riuscita. Il primo amore, gli
imbarazzanti silenzi con la persona che ti piace, il
batticuore e le farfalle nella pancia.
Ho dovuto rispolverare nella mia memoria quelle
sensazioniU_Uormai nascoste dal
passare del tempo… ma mi è piaciuto rivivere l’amore
che fa male e che fa bene (mi sembra che fosse una canzone deiLitfiba…)
ti agita e ti fa sentire vivo.
Il disegno rappresenta il bacio che Rose da aScorpnell’infermeria. Mi piace che i protagonisti vestano i
colori delle loro Case anche senza essere in divisa. Poi amo il verde e argento
e trovo che aScorpiusgli
stia da dio! (^v^)
@-mollicadipane. Grazie principessa! Ti devo rivelare una cosa:
quandoScorpchiama principessaRosie, ho pensato a te!xd
Il prossimo capitolo sarà il punto di vista di lui. Ci
saranno delle scoperte riguardo la nuovaprof.saCooper.
Per il disegno:Quando vuoi! Mi piace disegnareDracoedHermione^_^.Tvb.P.s.solo oggi sono
riuscita a leggere la tua ff. recensiscosubitissimoooo.Sorry-
@-sam05- grazie per i complimenti. mi viene naturale
ritrarre i personaggi, soprattutto quei due ragazzi innamorati. Comepromesssoquesta
volta ho aggiornato subito. Grazie di seguire la mia storia.
@-MorwenBlood- sono contenta che ti piaccia. La storia sta iniziando
ad ingranare. Spero che continuerai a seguirmi!xd
Come sempre ringrazio anche chi mi ha aggiunto ai
preferiti e tra le storie seguite.
Il giorno dopo il malore di Rose, mi
sentivo straccio. Non riuscii a chiudere occhio, se non per un paio d’ore.
La mia nuova stanza di Caposcuola era
arredata con un mobilio molto simile alla stanza che occupavo con gli altri,
l’unica differenza consisteva nella presenza di un camino e di un bagno
privato. Mi alzai, direzione quest’ultimo e aprii l’acqua della doccia. Sperando
che l’acqua calda contribuisse a sciogliere la tensione che sentivo.
Tolto il pigiama, rimasi con i boxer.
Appoggiando il pigiama accanto al lavandino, vidi il mio riflesso allo specchio:
un ragazzo biondo, che assomigliava sempre più a suo padre. Avevo visto foto,
della mia età, la somiglianza era impressionante.
Tolti i boxer, mi infilai sotto la doccia,
alzando il viso verso il getto caldo dell’acqua, ripensando alla notte appena
trascorsa.
La causa della mia insonnia era dovuta
alla brutta sensazione, che tuttora mi procurava un nodo allo stomaco. Avevo la
certezza che stesse per accadere qualcosa di negativo. Tutti i segnali di
allarme che le mie capacità stavano inviando, avevano sicuramente lo scopo di
mettermi in guardia. Dovevo rimanere vigile, senza permettermi alcuna
distrazione.
Dovevo essere al massimo, per vegliare
soprattutto su Rose.
Lei, l’altra causa della mia notte
insonne. Col pensiero tornai alla visita che le avevo fatto in infermeria ieri
sera.
Seduta sul letto, con quel pigiama
delizioso, suscitava in me sentimenti contrastanti. Sembrava una bambina,
indifesa ed innocente, ma con il corpo e il viso di un angelo
tentatore. Uscivo dalla biblioteca, pensando al tempo sprecato senza trovare
alcun indizio per il suo malore e mi ritrovai a percorrere il corridoio che
portava in infermeria, senza che ne fossi del tutto cosciente. Il mio corpo
aveva preso la direzione che la mia mente, inconsciamente, gli aveva indicato.
Ero nervoso ed arrabbiato, per non aver
trovato una risposta ai miei sospetti. E vederla ancora così pallida e provata,
mi aveva ulteriormente alterato. Senza accorgermi che questo mio stato d’animo
era più che evidente agli occhi di Rose. “Scorpius
sto bene, davvero. E se fossi in te, non distruggerei quella sponda… è pur sempre una proprietà di Hogwarts!”.
Le sue parole, scherzose come sempre, avevano avuto il potere di indurmi alla
calma. Il suo sorriso: una combinazione in grado di spazzare via il mio lato
oscuro.
Così, mi sedetti vicino a lei. Non senza
notare un certo suo imbarazzo per la mia vicinanza. Imbarazzo mascherato
attraverso la domanda “Scorpius, perché ti preoccupi
così per me?”, la cui risposta avrebbe dovuto essere “perché sei tutta la mia
vita”. Perchè lei è l’aria che occorre per respirare,
il sole capace di riscaldare, il porto sicuro in cui trovare rifugio.
Non potevo usare parole così esplicite, ma
potevo provare a farle capire come mi sentissi, prendendole una mano e
stringendola forte a me.
Dopo un primo sguardo sorpreso, era
tornata a sorridere,come sempre. Non ero riuscito a
trasmetterle ciò che provavo, lì con lei. Le lasciai la mano, sospirando.
Quasi nello stesso momento, mi aveva
completamente spiazzato: si era avvicinata e in un orecchio mi aveva sussurrato
un “grazie”, a cui era seguito un bacio. Non quel tipo di bacio che era solita
dare a me o agli amici, in occasione di qualche saluto veloce . No, questo era
stato decisamente un bacio diverso . Ma come si era avvicinata, così si era già
allontanata. Però c’erano i nostri sguardi a farci rimanere vicini, incapaci di
distogliersi. Potevo sperare che anche lei sentisse quello che provavo? Oppure
era solo frutto della mia immaginazione? Non ebbi il coraggio di svelare ciò
che si agitava dentro di me.
Il protrarsi del silenzio stava minando il
mio autocontrollo, così lo spezzai con una scusa, quella di andarmene per
permetterle di cenare in pace.
La sua reazione fu altrettanto
sorprendente come il bacio: era arrossita paurosamente e si scusava per il suo
gesto. Come se lo stesso, avesse messo in discussione qualcosa tra noi.
Non immaginava quanto. E nella maniera che
io desideravo. Così, oltre a dirle che non c’era niente
di cui scusarsi, avevo osato dirle che ne avremmo potuto parlare in seguito,
quando fosse stata più in forze. Anche perché, non ritenevo l’infermiera, il
posto migliore dove confessarle i miei sentimenti. Mi concessi di riprenderle
la mano e baciarle il palmo, con la stessa intensità, con cui lei aveva baciato
me sulla guancia.
Vedere quegli occhi color dell’ambra
spalancarsi stupiti, davanti al mio gesto, mi provocarono un sorriso spontaneo.
Anche la sua bocca formava una “o” perfetta. Le accarezzaile
dita, prima di lasciarla andare, e le diedi la buonanotte chiamandola “mia
principessa”. Non riuscii a tenere per me, il modo in cui pensavo a lei. Indietreggiai,
sino alla porta, per poterla osservare fino all’ultimo istante.
Variai il getto dell’acqua da caldo a
freddo. Il mio corpo, stava inevitabilmente reagendo in un’unica maniera, al
ricordo di Rose. Per tutti i troll! Possibile che fosse così difficile gestire
il mio rapporto con Rose? L’amavo, eppure continuavo a rimandare il momento di
confessarglielo. Era più facile pensare di affrontare un ippogrifo inferocito,
che riuscire a gestire le mie emozioni davanti a lei.
Ancora con i capelli umidi mi infilai la
divisa e uscii per fare colazione in Sala Grande. Appena entrai , il mio
sguardo era volato al tavolo Grifondoro e con mia
grande delusione, di lei non c’era traccia. Dirigendomi al mio tavolo, notai
che Narcissus sedeva al solito posto, mentre Albus no. Dato che era sempre il primo ad arrivare, la sua
assenza, forse, stava a significare che era andato a trovare Rose. Ragion per
cui mancava. Diedi uno sguardo al tavolo degli insegnanti. Avalon
Cooper stava parlando con il Prof. Lumacorno. Come se avvertisse il mio sguardo, smise di
parlare, per girarsi e fissarmi. Distolsi per primo, rivolgendomi a Narcissus, che avevo raggiunto nel frattempo: -La Coopersembra percepire la minima attenzione su
di sé!
-Scorp, se qualcuno fissasse te, come tu fissavi
lei, lo avresti percepito lo stesso!.- rispose esasperato, sicuramente anche
dal mio comportamento del giorno prima. Poi riprese a mangiare le sue uova,
ignorandomi.
Feci velocemente colazione, per poi
recarmi alla lezione di Divinazione, tenuta da Fiorenzo, il centauro che aveva
sostituitola vecchia Prof.saCooman.
L’aula era disposta al pianoterra, vicino alla
Sala Grande, non avrei dovuto fare molta strada. Dalla scalinata principale scese
Albus o meglio scapicollandosi a perdifiato.
-Sono in ritardo? – fu la sua prima
preoccupazione.
- No. Però mi piacerebbe sapere perché
arrivi così di fretta dai piani superiori… quando il
nostri dormitori si trovano un piano ancora più sotto rispetto a questo.
- Avrò modo di dirtelo, ma più tardi. Ti
posso solo anticipare che ho fatto delle scoperte interessanti riguardo tu sai chi… Ora, però, è meglio entrare in classe.
- Parli della Cooper?- annuì, spronandomi
ad entrare.
L’aula del prof. Fiorenzo, era uno
spettacolo; sembrava di stare all’aperto, in mezzo ad una radura sotto un cielo
stellato. Ci sedemmo per terra e qualcuno su dei tronchi poggiati nel prato.
L’insegnate, passandoci accanto, aveva
iniziato a parlare. - Ben ritrovati cari studenti. Per voi quest’anno sarà
durò; infatti gli esami G.U.F.O.avranno come materia di supplemento
proprio Divinazione. Al Ministero hanno stabilito che oramaila Chiromanziae lo studio degli astri, è una materia
precisa e utile per certe persone che hanno più predisposizione nel prevedere
il futuro.- Si girò rivolgendomi uno sguardo penetrante. Fiorenzo sapeva del
mio dono e da quando lo aveva scoperto, si era proposto di aiutarmi a
potenziare queste capacità. Mi disse, che ognuno di noi nasce con la capacità
di avvertire “l’energia della natura”, ma che con il passare degli anni,
crescendo, questa capacità andava scemando. Questo perché la razza umana e i
maghi soprattutto, tendevano più a fidarsi delle cose materiali – come pozioni
e bacchette magiche- anziché alle capacità sensoriali innate in ognuno di noi.
A parte quell’occhiata intenzionale, la
lezione di Fiorenzo scivolò via veloce. La prossima sarebbe stata Erbologia.
Mi affiancai subito ad Albus,
per riprendere la conversazione interrotta prima:- Allora? Di che si tratta?-
- Come sai, ho ricevuto in dono da mio
padre degli oggetti…speciali diciamo. Gli erano stati
utili durante il suo soggiorno qui a Hogwarts- sussurrava,
guardandosi intorno.
- Parli del Mantello dell’invisibilità e
della Mappa del Malandrino. Albus, non farla tanto
lunga, conosco quanto te quegli “oggetti”! Allora?-
- E allora, stamattina ho fatto una
visitina nell’ufficio della nuova insegnante. Ho visto sulla mappa che era
nella Sala Grande con gli altri docenti, per fare colazione; ho preso dal
nostro dormitorio il Mantello Invisibile e sono salito al terzo piano,
sono entrato nel suo ufficio per saperne di più su di lei.-
- Cosa hai scoperto?- non riuscii a
nascondere l’impazienza.
-La Cooperha avuto molti riconoscimenti da parte del
Ministero per aver aiutato degli Auror, un consulente
esterno. È una TroubadourMentium!
Descrive nei minimi particolari i caratteri dei ricercati, ma aiuta anche
agenti babbani come veggente. Con l’Occlumanzia è entrata nella mente di ex Mangiamorte
scappati dopola Secondaguerra. Azkaban
ha molti ospiti grazie a lei.- lo disse tutto d’un fiato, nella voce una nota
di vero stupore.
- Sembrerebbe un’Auror
perfetto! Perché allora non lo è diventata? Con le sue capacità mi sembra
strano che il Ministero se la sia lasciata sfuggire.- più che chiederlo ad Albus, il mio era un ragionare ad alta voce.
- Non saprei…ma
in biblioteca dovrebbero esserci vecchie copie della Gazzetta del Profeta,
magari potremmo saperne qualcosa di più.- anche lui sembrava seguire il filo
dei suoi pensieri.
- Vado io. Voglio scoprire tutto su di
lei. Sai che quando ho un brutto presentimento, il più delle volte ho ragione.-
- Sai Scorp, la
tua reazione mi sembra un tantino esagerata. Forse la nuova insegnante non ha a
che vedere in nessun modo con il mancamento di Rose, e tu invece, stai traendo
certe supposizioni perché di mezzo c’è proprio Rosie.-
- Se la pensi in questo modo posso
benissimo continuare da solo. Ti ringrazio… . - mi
stavo alterando.
- Ehi… guarda
che anche io sono stato in pena per Rose, ma ora sta meglio. Questo è
l’importante.-
Non ero d’accordo con lui. Avevo fatto un
giuramento a me stesso, proteggere Rose, e l’avrei mantenuto. Qualcosa, in
questa storia non quadrava e sarei andato fino in fondo.
Arrivammo nel cortile di Trasfigurazione,
che portava alle serre di Erbologia. Ad attenderci
seduta su una panchina c’era proprio lei, Rose. Quando ci vide arrivare, comparve
quel sorriso, che mi faceva balzare il cuore in gola. Si alzò, per venirci
incontro.
- Non dirle nulla, okay?- sottovoce apostrofai
Albus. Lui annuì di rimando.
- Ciao Ragazzi! Sono uscita un ora fa
dall’infermeria! Come è andata la lezione di Divinazione?-
- Sono contento di vederti in forma.- fu
la risposta di Albus.
- Tranquilla. Ho preso degli appunti, non
sia mai che tu ti perda qualcosa….- le tesi la pergamena trascritta per lei. La
conoscevo troppo bene, per non sapere che il suo pensiero sarebbe andato alle
mancate lezioni.
- Oh Scorp! Sei
un tesoro.- vederla sorridere divertita, come stava facendo ora, era un
piacere. Sembravala Rosedi sempre.
- Ancora non ho avuto modo di vedere la
mia nuova stanza di Caposcuola. La tua come è messa?- si lanciò nel suo solito
chiacchiericcio entusiasta.
- Niente di particolare. Buia e umida come
tutte le stanze nei sotterranei…no scherzo! È
asciutta e spaziosa, in più ha il bagno privato. Finalmente avrò la mia
privacy, vero Al?-
- Come no! Puoi anche sognartelala privacy Scorp!
Verremo più spesso di quanto tu creda... o speravi che saresti scampato alle
nostre “chiacchierate” notturne?- nel dirlo, Albus
era scoppiato a ridere.
Intanto, entrammo nella classe del Prof. Neville Paciock.
Rose e Albus lo stavano salutando con un caloroso
abbraccio che lui ricambiava. Rose e Al, spesso, agivano quasi in simbiosi come
fossero gemelli. A riprova del fatto che erano cresciuti assieme, in una
famiglia che li aveva amati e protetti in egual misura.
La fine della lezione era coincisa con
l'ora di pranzo. In Sala grande ci eravamo separati, per pranzare ognuno al
proprio tavolo. Dopo aver terminato, noi Serpeverde
avevamo un paio di ore senza lezioni, mentre i Grifondoro
avevano Cura delle Creature Magiche insieme ai Corvonero
con il Prof. Hagrid. Ne approfittai per andare in
biblioteca, lasciando Albus e Narcissus
in cortile, a godersi uno degli ultimi pomeriggi tiepidi, prima che arrivasse
l'autunno. Volevo scoprire più cose possibile e in breve tempo sulla Cooper.
Entrato nel salone mi ero avvicinato al
bancone, dove l'anziana M.me Pince era solita stare.
Chiesto ciò che mi interessava, mi ero recato nel reparto "attualitàeriviste magiche", vicino agli scafali di storia babbana, per prelevare le copie del Profeta che risalivano
a cinque anni fa. Sicuramente se ci fosse stata qualche notizia sulle sue
prodezze, era lì che potevo trovarla.
Cercavo tra i fatti di cronaca, quando la
mia attenzione venne attirata da una foto. Il Ministro della magia Herbert Chorleystringeva
la mano ad una ragazza. Era lei, certo più giovane, ma erala Cooper. I suoi occhi non erano cambiati
nel corso degli anni, erano sempre due pozze nere impenetrabili. Mi tuffai
nella lettura:
“Arrestato un ex Mangiamorte"
“Dopo
diciasette anni, durante i quali le ricerche non
avevano condotto a nessun risultato, l'ufficio Auror
ha deciso di affidarsi alla consulenza esterna della Sig.na Avalon
Cooper (19 anni), per catturare il pericoloso ex mangiamorteWaldenMacNair. Nonostante
la sua giovane età, la sig.na Cooper è riuscita in un solo giorno ad
individuare il pluriricercatoMacNair,
grazie alle sue doti innate di Legilimanzia.
Recatasi
ad Azkaban, con un permesso speciale del Ministero
per parlare con un compagno di MacNair, Anthony Mulciber, è stata capace di penetrare nella sua mente e,
nonostante i danni provocati dai dissennatori,
ricostruire i suoi ultimi contatti. Scoprendo, così, l’ultimo discorso tra lui
e MacNair, con lo stesso che lo informava della sua
intenzione di lasciare il Paese e fuggire in sud America.
Alla
Sig.na Cooper venne richiesto di seguire sul campo l'operazione degli Auror, incaricati della sua cattura.
Il
ricercato aveva aperto un negozio di articoli di negromanzia in un villaggio
turistico babbano. Per creare un diversivo, alla
sig.na Cooper venne proposto di fingersi una turista e trattenere McNair il tempo necessario per arrestarlo.
La proposta
non solo fu accolta da Avalon Cooper senza alcun
indugio, ma arrivò a prendere parte attiva all'operazione, lanciando sul
ricercato un incantesimo paralizzante non appena si rese conto del suo
tentativo di fuga davanti all'ingresso degli Auror.
Permettendone così l'arresto senza ulteriori difficoltà.
Al
ritorno in patria della coraggiosa ragazza, il Ministro le propose di fare
parte della squadra di Auror con cui aveva
collaborato, mala Cooperrifiutò l’offerta per
proseguire i suoi studi e le ricerche in ambito archeologico come i suoi
genitori, i coniugi Thorphin e Katrina
Cooper , docenti di Antiche Rune e Aritmanzia alla
scuola di Magia e Stregoneria di Salem (Massachusetts). Originari di Manchester, dopo due anni dalla
nascita della loro unica figlia, si trasferirono a Salem chiamati per insegnare
alla scuola di magia di cui sono ancora docenti.
Fino
ai quindici anni la sig.na Cooper ha vissuto e frequentato la suddetta scuola
di Salem, per finire poi i suoi ultimi due anni di apprendimento come
studentessa straniera, presso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui si diplomò con il massimo dei voti durante i M.A.G.O., diventando di fatto la studentessa più brillante
del suo anno scolastico.
Noi
della Gazzetta del Profeta, siamo sicuri che sentiremo ancora parlare di Avalon Cooper. Ragazza assai coraggiosa ed intelligente.
Rita
Skeeter.”
Proseguendo nella ricerca, trovai altre
notizie simili. Tutto indicava che Avalon
Cooper era vista dal mondo magico come una bravissima, ma modesta, strega che
non aveva nessuna intenzione di approfittare della sua notorietà per arrivare
al successo.
Anziché rasserenarmi, tutto ciò mi incupì
ancora di più. Avevo sbagliato nel giudicare quella donna? Stavo cercando
qualcosa nel suo passato, che non c'era? Era solo una mia fantasia, perché di
mezzo c’era Rose, oppure era successo veramente qualcosa in quell'aula?
Continuavo a pormi nuove domande, senza aver trovato risposta nemmeno alle
precedenti.
Smisi di cercare e abbandonai la biblioteca
con la stessa frustrazione del giorno prima. Le lezioni erano terminate e gli
studenti si stavano dirigendo nello loro rispettive Sale Comuni.
Mi diressi all'ingresso e uscii, passando
il ponte sospeso e dirigendomi al Circolo di Pietra. Da lì, si vedeva benissimo
la capanna del prof. Hagrid, davanti alla quale,
oltre a lui, sedevano Rose, Albus, Lily ,James ed
Hugo. Hagrid era stato amico dei loro genitori ed era
ovvio che fosse molto affezionato anche ai loro figli. Passavano la maggior
parte del tempo libero insieme a lui. Molte volte Rose mi aveva chiesto di andare
con loro, trovando divertenti gli aneddoti che Hagrid
raccontava sulle creature che abitavanola Foresta Oscura. Macortesemente disdegnavo tale invito. Non a
causa del loro amico, ma perché mi sarei sentito fuori posto. Quello era il
loro piccolo mondo privato. Potevano farne parte solo loro. Essendo un Malfoy non mi era concesso partecipare. Tornai indietro per
andare nella mia Sala Comune.
Non mi giudicavo un ragazzo molto
divertente, ero più il tipo che si lasciava coinvolgere nel divertimento degli
altri. Anche a scuola, era l’atmosfera intorno a me ad essere serena e festosa.
Perché io, a volte, avvertivo come se ci fosse un enorme blocco di ghiaccio
dentro me, incapace di sciogliersi anche in un ambiente così rilassato. Temevo
che fosse una mia incapacità di provare sentimenti positivi, di essere davvero
incapace di rapportarmi agli altri.
Anche adesso, vedendo Rose, insieme agli altri,
lo avevo provato. Mi ero sentito di nuovo solo, incapace di rimuovere quel
blocco di ghiaccio. Incapace di lasciarmi andare ai miei sentimenti, nonostante
fossero passati quattro lunghi anni. Avrei potuto raggiungerla, ma ero scappato
di nuovo. Fuggivo da tutto ciò che, invece, volevo con così tanta forza.
- Voglio stare con lei, voglio stare con
lei,voglio stare con lei!-
Lo ripetevo a me stesso come un mantra, come
un invito a cambiare. Perché Rose, durante questi quattro anni, aveva saputo
dimostrare di saperlo fare. Mentre a me sembrava di essere sempre al punto di
partenza, di essere ancora lo Scorpius chiuso e
solitario di quel primo giorno, quando ci eravamo incontrati sull’espresso per Hogwarts, Rose era ulteriormente cambiata. Era diventata
ancora più solare e aperta, affrontava la vita con tutta la sua consapevolezza
di volerne vivere ogni attimo.
Lei era l’unica a possedere il calore
sufficiente per sciogliere quel ghiaccio dentro di
me.
Era il sole, che in questi quattro anni,
mi aveva attirato sempre più a sé, riscaldando anche le parti più buie e fredde
del mio animo.
Ero innamorato di lei. Oltre ogni limite
possibile.
Questa stessa sera, durante il nostro
turno da prefetti, non avrei più indugiato: le avrei rivelato di essere quel
sole, di cui ormai, non potevo più fare a meno.
Angolo
dell’amica di piuma
Ben
ritrovati.
Scusate
il ritardo ma a causa di una brutta influenza ho dovuto rallentare i tempi di
pubblicazione dei capitoli.
In
più ora non ho il collegamento internet a casa e devo trasferire tutti i
capitoli tramite il pc dell’ufficio.
Ringrazio
la mia cara amica Hunterd per le correzioni, sei un
tesoro!
Ringrazio
tutti voi che mi seguite, oggi faccio un saluto generale perché ho il tempo
contato! Ma rimedierò al più presto, siete fantastici!!!
Il
disegno che si trova all’inizio, spero che esprima i sentimenti di Scorpius verso Rose…in più ora
vedete per la prima volta AlbusSeverus
Potter!