To disguise one's sorrow - Nascondere il proprio dolore

di Mary Lunanera
(/viewuser.php?uid=77819)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo uno ***
Capitolo 3: *** capitolo due ***
Capitolo 4: *** capitolo tre ***
Capitolo 5: *** capitolo quattro ***
Capitolo 6: *** capitolo cinque ***
Capitolo 7: *** capitolo sei ***
Capitolo 8: *** capitolo sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8- Avalon Cooper ***
Capitolo 10: *** capitolo nove ***
Capitolo 11: *** capitolo dieci ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Image and video hosting by TinyPic To Disguise One’s Sorrow- Nascondere il proprio dolore

To Disguise One’s Sorrow- Nascondere il proprio dolore

 

 

Prologo

Londra, stazione di King’s Cross.

Come ogni anno, il primo di settembre gli studenti si ritrovavano dopo le vacanze estive, al binario 9 ¾, in attesa

di prendere l’espresso che li avrebbe portati alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Due nuovi studenti, un ragazzo ed una ragazza, avevano fatto la loro comparsa, sulla banchina, con le rispettive famiglie.

Famiglie che erano ormai entrambe famose nel Mondo Magico, perché avevano avuto modo di essere legate al nome

di Harry Potter.

La famiglia dei Malfoy e quella dei Weasley.

Il ragazzo, Scorpius, era il figlio unico di Draco ed Astoria Malfoy. Camminava tra i suoi genitori, indossando un cappotto

scuro abbottonato fino alla gola. Sembrava Draco, quando aveva la sua età. Capelli biondi, pelle diafana, occhi grigi,

portamento austero.

La ragazza, Rose, era la primogenita dei coniugi Ronald ed Hermione Weasley. Camminava davanti ai suoi genitori,

indossandoun paio di jeans babbani ed un golfino color crema. Assomigliava a sua madre, fisico snello,

occhi color cioccolato, capelli castani.

Al contrario di Hermione, però, i suoi capelli erano lisci e fluenti, con ciocche più chiare, che risplendevano alla luce del sole.

Draco Malfoy aveva visto la famiglia Weasley avvicinarsi ed aveva rivolto loro uno sguardo e un cenno di saluto,

soffermandosi un attimo di più sulla figura di Hermione. Lei aveva ricambiato il saluto con un altrettanto lieve cenno

della testa. Ma nell'attimo che era durato quel saluto appena abbozzato, gli occhi di Draco ed Hermione avvinti da una

forza più grande della loro volontà, si erano rattristati. Nessuno però, tranne loro, aveva colto quello sguardo.

Poi Draco aveva salutato il figlio, una mano a stringere la spalla del ragazzo, raccomandandogli di studiare e di

stare tranquillo, che nei Serpeverde si sarebbe trovato bene. Astoria invece, lo aveva stretto a sé, in un abbraccio

meno formale e lo aveva baciato sulla fronte. Esauriti i saluti, lo avevano invitato a salire sul treno prima degli altri studenti,

così da potersi scegliere un buon posto per godersi il lungo viaggio. Scelse uno scompartimento vuoto e si era seduto

 vicino al finestrino.

Hermione aveva stretto a  la figlia, con forza, come a volerle trasmettere tutto l’affetto che sentiva per lei. Ron,

dal canto suo, le aveva sfiorato la guancia con un bacio, raccomandandole di non dare confidenza alla Casa Serpevede. 

La moglie, disapprovando in pieno la raccomandazione del marito, lo aveva colpito con uno sberleffo sul braccio.

Per quanto riguardava eventuali raccomandazioni sullo studio, entrambi non ne avevano espresse: Rose, oltre alla bellezza,

aveva ereditato anche l'intelligenza della madre. Per cui non ci sarebbero stati problemi in quel campo. Salutati ancora

una volta i genitori, la ragazza era salita sul treno assieme ai suoi cugini, prendendo posto accanto ai suoi parenti.

Era arrivata l’ora della partenza, le undici in punto.

L’espresso aveva fatto un lungo fischio e aveva iniziato a lasciare la stazione. Cenni e urla dei ragazzi si sprecavano

dai finestrini aperti del treno, per un ultimo saluto ai familiari. Solo un ragazzino era rimasto seduto composto,

come del resto non si erano scomposti i suoi genitori sulla banchina della stazione: Scorpius Malfoy.

Il viaggio, lo sapevano tutti, sarebbe stato lungo. Così i nuovi studenti avevano iniziato a chiacchierare tra loro,

coscienti che, di lì a breve, sarebbero potute nascere grandi amicizie o, in alcuni casi, utili collaborazioni.

Rose, dopo un ora di viaggio seduta accanto ai suoi rumorosi cugini James e Albus, aveva deciso di alzarsi

e fare un giro per i vagoni del treno.

         - Hei Rosie! Dove vai?- le aveva chiesto James.

- Sono stufa di sentire i vostri discorsi. Vado a sedermi in qualche posto più tranquillo, dove possa leggere

 in pace Storia di Hogwarts! - aveva risposto al cugino, con un pizzico di fastidio nella voce.

-         Rose, tu sei strana forte!-, e James si era girato di nuovo verso il fratello Albus. Tornando ad occuparsi

  di dare delle dritte al fratello minore, su formazioni e manovre di Quidditch.

Rose si era incamminata lungo il corridoio del treno con il libro tra le mani, cercando uno scompartimento che

non fosse pieno di ragazzi rumorosi e in vena di scherzi. Certi studenti, infatti, stavano usando pallottole puzzole,

pasticche vomitose e nuove invenzioni acquistate, sicuramente, nel negozio di suo zio George.

Stava proprio per perdere le speranze, quando aveva visto uno scompartimento con le tende tirate. Sembrava

non ci fosse nessuno, dato che dal suo interno non proveniva alcun rumore. Bene, aveva trovato il posto giusto

per potersi rilassare e leggere il suo libro in pace. Aveva aperto la porta dello scompartimento, persa nei suoi pensieri

e non si era accorta subito del ragazzo, anche lui un espressione pensierosa, seduto vicino al finestrino.

- Ehi! Non ti è stato insegnato che se trovi una porta chiusa, bisogna bussare prima di entrare?- così l'aveva

 apostrofata il ragazzino, palesemente infastidito dalla sua intrusione.

- Oh, scusa...non immaginavo ci fosse qualcuno!- aveva risposto sorpresa Rose.

- Un evidente mancanza di buone maniere da parte tua. Vivi per caso in una caverna?- e dopo il fastidio,

era con un tono mellifluo che le aveva nuovamente rivolto la parola.

-         Il maleducato, mi sembra sia tu, caro il mio signorino tutto di un pezzo! Ti chiedo scusa per essere entrata

 senza bussare.

-            Resta il fatto però che non c'era bisogno di farmelo pesare così... offendendomi senza darmi la possibilità

 di spiegare!. –

Rose, invece, aveva assunto un tono di voce offeso ed anche un po’ infuriato.

- Come osi! Tu… tu…non sai chi sono io!- la voce del ragazzo si era fatta minacciosa.

- Questa Poi! E chi saresti tu!- aveva ribattuto, sempre più infuriata, Rose .

- Sono Scorpius Malfoy! Unico discendente della grande famiglia Malfoy!-.

- Ah sì? Bella famiglia, la tua!- ora c'era un sorriso di scherno sulle labbra della ragazza - Una famiglia di 

  Mangiamorte che è stata fedele a Voldemort!-.

         -Insolente! Come ti permetti di affermare tale infamia! Mio nonno e mio padre sono stati scagionati da tutte

  quelle false accuse!- queste parole, erano uscite come un ringhio dalla bocca di Scorpius.

    -Un momento, calma!- Rose fece un sonoro respiro ispirando l’aria.- Abbiamo iniziato con il piede sbagliato.

     Mi dispiace per quello che ho detto, non volevo essere offensiva, ma mi sono sentita aggredita, ed è una cosa

     che non sopporto…e che mi porta ad esagerare! Scusami, ancora.-

Il ragazzo era tornato ad assumere un'espressione pensierosa

- Mmm! Accetterò le tue scuse...-.

- Rose Weasley .-

- Weasley? Ora capisco!- ed era scoppiato in una fragorosa risata.

-  Prego?-, lo aveva guardato Rose stizzita.- Che intendi con “capisco”?-.

- Che Tuu dolce fanciulla, fai parte di quella famiglia Filobabbana a cui mio nonno fa sempre riferimento,

per citare ad esempio una famiglia di traditori del proprio sangue! O come dice lui :“gli Weasley, una famiglia

dal sangue annacquato”. Oppure: “una famiglia di Maghi, come la loro, hanno contribuito alla rovina

del Mondo Magico”.  Ma non vado avanti oltre... sai non vorrei diventare davvero offensivo!-.

-Tuo nonno è un Mangiamorte! Odia e disprezza tutti quelli che non hanno Sanguepuro. Anche mio nonno

  mi ha raccontato cose molto offensive sul signor Lucius Malfoy! Devo dedurre che anche tu, la pensi come lui?-

 -No… Penso che mio nonno esageri. Ma mio padre, mi chiede sempre di assecondarlo, altrimenti gli prenderebbe

 un colpo! Papà, infatti, non è della sua stessa opinione.-

 -Strano…credevo che la vostra famiglia odiasse dal profondo del cuore i Mezzosangue. Tanto che mio papà

 mi ha sempre raccontato che il signor Malfoy e mia madre non si sopportavano, proprio per il fatto che lei era figlia

di babbani- e sul volto di Rose era comparsa un'espressione pensierosa.

-Da quando io abbia memoria, non ho mai sentito mio padre denigrare la signora Weasley. Anzi, un giorno mi disse

che la ammirava. Nonostante fosse una Mezzosangue era più dotata di certi maghi Purosangue, tanto da essere

la prima della classe. Mi disse che c'era della sana rivalità tra loro.

Silenzio. I loro pensieri avevano preso direzioni diverse: ognuno stava immaginando i propri genitori ad Hogwarts.

Quando erano stati ragazzi, poco più grandi di loro, alle prese con l'odio, il dolore e il terrore che aleggiava in quegli anni,

a causa del Signore Oscuro. Tutto ciò che aveva scatenato la Seconda Guerra Magica. Portando morte e distruzione

su entrambi i fronti.

Ma ora era tutto finito. La pace nel Mondo Magico durava da quasi venti anni, da quando il ragazzo della profezia

Harry Potter, aveva sconfitto Lord Voldemort.

A Scorpius, improvvisamente gli venne un attacco di asma, gli mancata l'aria e aveva sentito l'esigenza di sbottonare

il cappotto, rimasto sinora allacciato fin sotto la gola. Ma le sue mani sembravano incapaci di liberare i bottoni dalle asole.

Quasi che la cosa volesse ricordargli che un Malfoy, difficilmente, si lasciava andare.

Rose, si era accorta della difficoltà momentanea del ragazzo. E, senza proferire parola, si era avvicinata a lui per aiutarlo.

Quando finalmente, il cappotto si era sbottonato, a Scorpius era sembrato di poter tornare a respirare liberamente senza

aiuto pozioni, quasi avesse tolto un macigno.

A quel punto Rose, riprendendo in mano il suo libro, aveva indicato uno sei posti vuoti davanti a lui.

- Posso proseguire qui, con te, il mio viaggio?-

- Se proprio ci tieni, fai pure.- le aveva risposto, con aria indifferente ma che dentro di se ne era felice.

Rose con una alzata di spalle aveva riaperto il libro e aveva ripreso la sua lettura.

Il ragazzo aveva iniziato ad osservarla. Era come se da lei provenisse un'energia, in grado di farlo stare meglio.

E per un breve attimo, un pensiero si era affacciato: forse sarebbe stata proprio lei a liberarlo dalle catene che lo tenevano

avvinto ad una vita di obblighi e doveri. La vita che ci si aspettava da un Sanguepuro come lui. Anche un altro pensiero,

forse ancora più sfuggente del primo, aveva fatto capolino: Rose era la metà della sua“mela”* come diceva la leggenda?

Il viaggio era durato a lungo, proprio come i rispettivi genitori avevano prospettato. Ma per Rose e Scorpius, era parso

Volare il tempo. Forse perchè, dopo l'iniziale silenzio, si erano ritrovati a parlare di loro. E quello che avevano scoperto

di entrambi, rappresentava un'assoluta novità. La ragazza si era ritrovata a raccontare di una vita libera, quasi selvaggia

e il giovane di una vita fatta di regole ed obblighi, derivanti dal peso del suo cognome. Si erano ritrovati anche a parlare

come se fossero amici che si conoscevano da sempre. Tra loro si era creata un'alchimia, di cui nemmeno loro,

avrebbero saputo individuarne gli ingredienti.

Solo poco prima che il viaggio giungesse al termine, Rose era tornata dai cugini. In compagnia di Scorpius,

per poterglielo presentare. La reazione dei due fratelli era stata la medesima: sia James che Albus, inizialmente erano rimasti

sorpresi davanti al giovane con quel cognome, ma poi lo avevano salutato senza pregiudizi.

Scorpius, dal canto suo, aveva trovato subito simpatico quel ragazzino dagli gli occhi verdi, Albus Potter.

Ed era sicuro che anche suo fratello maggiore, James, lo fosse.

Insieme, si erano ritrovati sulla banchina della stazione di Hogsmeade, che ormai era buio. Avevano visto comparire

l'enorme figura di Hagrid, il guardiacaccia e insegnante di Cura delle Creature Magiche che dava loro il benvenuto.

A quel punto, però, dovettero salutarsi. James, insieme ai suoi compagni di dormitorio, avrebbe raggiunto Hogwarts

su di una carrozza. Rose, Albus e Scorpius, con gli altri studenti del primo anno, avrebbero invece seguito il guardiacaccia 

sulle sponde del lago Nero. Una volta lì, sarebbero saliti sulla barca che li avrebbe portati alla scuola di magia e stregoneria.

Così, come era già avvenuto per generazioni di studenti, i tre avevano visto la scuola  per la prima volta, ergersi imponente

sulle rive del grande lago. Dopo essere attraccati, erano stati condotti verso la grande scalinata, illuminata su entrambi i lati

da lanterne. Per i nuovi arrivati, trovarsi sotto quel castello con le finestre tutte illuminate, era bellissimo. Ogni passo fatto,

da lì in poi, sarebbe stato un passo che li avrebbe condotti più vicini ad momento molto importante per tutti loro:

la cerimonia di Smistamento.

Ad attendere i ragazzi nella Sala di Ingresso c’era un vecchio professore corpulento e stempiato, che li accolse

con un sorriso sincero.

-         Benvenuti ad Hogwarts miei cari ragazzi. Sono il professor Lumacorno e sarò io a condurvi nella Sala Grande

dove si terrà il vostro Smistamento nelle quattro case. Prego da questa parte. Gli altri studenti vi stanno già aspettando.-

Le grandi porte di quercia, davanti a loro, si erano aperte . Rose e Scorpius avevano sgranato gli occhi per la meraviglia.

Migliaia di candele fluttuavano nell’aria, il soffitto della sala era un cielo stellato. E gli studenti di tutte le Case, già seduti

ai loro tavoli, osservavano incuriositi i nuovi arrivati. Vennero fatti sfilare nel sala centrale, fino a trovarsi davanti al tavolo

degli insegnanti.

Ad attenderli c’era uno sgabello con sopra un cappello malconcio e rattoppato in più punti: il famoso Cappello Parlante.

La preside McGranitt aveva dato loro il benvenuto. Era una donna di una certa età, ma che aveva mantenuto uno sguardo

Pieno di vitalità e sicurezza.

In ordine alfabetico, il prof. Lumacorno invitava i nuovi studenti a sedersi sullo sgabello ed ad indossare il Cappello,

il quale, dopo un'attenta riflessione, proclamava la casa a cui sarebbe appartenuto lo studente d'ora in avanti.

Come per tutti, era arrivato il turno di Scorpius Malfoy. Prima di andare verso lo sgabello, il ragazzo aveva guardato

un'ultima volta Rose. Lei, gli aveva sorriso fiduciosa e lui si era sentito più leggero. Era pronto ad affrontare lo Smistamento.

Si era seduto e il professore aveva appoggiato il Cappello sulla sua testa.

-         Oh bene! Un Malfoy dopo tanti anni. – aveva pronunciato il Cappello. Il ragazzo si era irrigidito, perchè ora sottovoce

si stava rivolgendo solo a lui.- Sei ambizioso come tuo padre, ragazzo, ma sento che hai molte qualità che lui non

possedeva…- a voce più alta, aveva esclamato - Serpeverde!-.  E dal tavolo della casa di appartenenza erano sopraggiunti

applausi e urla di consenso.

Scorpius si era diretto al suo tavolo e aveva preso posto tra i suoi nuovi compagni.

- Albus Severus Potter! -  Tuonò Lumacorno.

Tutta la sala si era fatta silenziosa. Albus, nonostante fosse piccolo e timido, era riuscito comunque a sistemarsi sullo

sgabello senza combinare danni. Anche per lui, il Cappello stava prendendo tempo, quasi che, come era stato per suo padre,

non riuscisse a trovare l'esatta casa di appartenenza. Poi però aveva esclamato un tonante.- E’ deciso, Serpeverde!-.

Scorpius, dal tavolo dei Serpeverde, era stato l'unico ad esserne contento. Gli altri, infatti, erano rimasti basiti dalla scelta

del Capello Parlante.

I Grifoni, dal canto loro, erano convinti che anche il giovane Potter, al pari di James, sarebbe stato smistato nella loro Casa.

Così gli unici ad applaudire il povero Albus, che quasi in lacrime stava raggiungendo i suoi compagni,  erano stati gli studenti

di Tassorosso e Corvonero. Ovviamente, nemmeno lui si aspettava di capitare in quella Casa. L'unica cosa che ebbe il potere

di confortarlo, seppur in minima parte, fu la pacca amichevole che gli riservò il suo nuovo amico, Scorpius.

-         Rose Weasley!- Lumacorno stava chiamando l'ultima studentessa da smistare. Il ragazzo si era concentrato su di lei,

sperando quasi di poter influenzare la scelta del Cappello Parlante.

- Grifondoro!- era stata la sentenza, quasi immediata.

Sentenza che aveva fatto scoppiare dal tavolo Grifondoro urla di gioia assordanti. Lo stesso James, ora fischiava forte.

Così, una Rose, imbarazzatissima dal comportamento del cugino, aveva raggiunto il tavolo, cercando di sprofondare

tra gli altri studenti, per nascondere la vergogna.

Non si era accorta dello sguardo desolato con cui l'aveva seguita Malfoy, che aveva sperato fortemente nel suo

Smistamento nei Serpeverde.

La cerimonia era terminata. La preside aveva tenuto il suo discorso di benvenuto e di apertura dell'anno scolastico,

poi le tavole si era magicamente imbandite di ogni leccornia possibile ed immaginabile.

Solo dopo la ricca cena, i Caposcuola di ogni Casa, avevano radunato i nuovi studenti per accompagnarli nei rispettivi

dormitori.

Così, Rose tra i Grifondoro, si era ritrovata a salire la grande scalinata di marmo che portava verso la loro torre.

Scorpius ed Albus, tra i Serpeverde, si erano ritrovati a scendere per le scale che conducevano ai loro sotterranei.

Non c'era stato per i due ragazzi il tempo di salutare la loro rispettiva amica e cugina, ma l'indomani ci sarebbe stata

la prima lezione in comune. E lì, si sarebbero potuti rivedere, per commentare il loro smistamento.

 

 

  • (*) Ognuno di noi ha la propria anima gemella, la metà della mela, la fuori, sparsa chissà dove sulla Terra. 
    Il mito della mela nasce nella notte dei tempi, in Grecia, con il filosofo Platone. Il grande pensatore racconta che all'inizio del mondo l'uomo fu creato come un'unica mela, intera, completa, autosufficiente in tutto e per questo felice. Un giorno gli Dei invidiosi della sua felicità decisero di dividerlo in due parti uguali e di sparpagliare le metà in giro per la terra, cosicché l'uomo, per ritrovare la sua felicità, avrebbe dovuto trascorrere la sua esistenza alla ricerca della sua metà della mela. 

 

 

 

Angolo dell’amica di piuma

La fiction Parla della nuova generazione. Principali protagonisti saranno Rose e Scorpius che dal prossimo capitolo

li racconterò in prima persona.

Draco ed Hermione avranno una bella fetta di questa fan fic, ma solo più avanti. Prima conoscerete meglio i loro figli

e la loro cerchia di amici, che porteranno aiuto nella loro storia.

Grazie per l’affetto che mi avete comunicato per la mia fan fic “ti odio Granger”.

Non immaginavo tanto successo! Sono commossa ^^.

Ringrazio DrachettaDance   dawn_summers90  anna96 Debora93 Sweet Me  kakka  Kikyo90   per i vostri commenti.

Voi mi avete convinto a proseguire la loro storia d’amore. E soprattutto Ranerottola

grazie amore ti stimo come persona e come scrittrice. 

a presto. Lunanera

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo uno ***


Image and video hosting by TinyPic

Capitolo uno

Hogwarts, quattro anni dopo.

 

- POV SCORPIUS -

Stava per iniziare il mio quinto anno. Ero stato nominato Prefetto della Casa Serpeverde e mi avevano assegnato una camera singola, come previsto dalla mia posizione. Così ero in procinto di abbandonare la stanza che avevo condiviso con i miei compagni.

Ancora non mi capacitavo che erano già passati quattro anni dalla prima volta che ne avevo varcato la soglia. Perché ancora ricordavo nettamente la sensazione di aver trovato meno difficoltoso entrare in questa stanza, piuttosto che varcare la soglia della Sala Comune. Come allora, cinque bauli erano posizionati ai piedi di altrettanti letti a baldacchino, con le loro tende e le loro coperte nei colori verde-argento.  Mi dispiaceva dover abbandonare i miei compagni: con Potter, Zabini, Flitt e Nott avevamo passato intere serate a divertirci, sfottendo i Grifondoro, parlando di Quidditch o a scambiarci confidenze come se fossimo più che amici. Quasi fossimo fratelli, quelli che non avevo potuto avere, ma che in loro avevo trovato.

Ma quelle serate erano finite. Tutto stava per cambiare.

Perché avevo accettato di essere Prefetto? Cosa mi era saltato in mente? Forse volevo rendere orgogliosi i miei genitori? O forse volevo essere come mio padre? Ma la risposta la conoscevo, anche se un po’ mi faceva paura: lo avevo fatto per lei, Rose. Era diventata Prefetto anche lei, della Casa Grifondoro e pensai che avremmo avuto, così, molto più tempo da passare assieme.

Rose si era rivelata sin da subito una persona importante per me. Un’amica che aveva impiegato poco tempo a trasformarsi nella mia “migliore” amica. Infatti era in grado di capirmi davvero. L’unica che solo ascoltandomi, potesse capire quale fosse il mio vero stato d’animo. L’unica ad infondermi, con la sua sola presenza, sicurezza e serenità.

Ora però, questa definizione, iniziava a stridere con alcune sensazioni che provavo. Come quando mi capitava di sfiorarla casualmente, passandole dei libri e sentivo il mio cuore fare una capriola. O quando capitava di studiare insieme mi ritrovavo a fissarla, incapace di distogliere lo sguardo dalle sue labbra. O ancora, quando camminando, la sua abitudine di prendermi per mano, mi provocava l’istantanea voglia di intrecciare le mie dita alle sue.

Il primo problema quindi era che, dopo quattro anni di amicizia, la parola con cui avrei voluto definire il nostro rapporto, all’inizio di questo quinto anno, era cambiata. L’amicizia, si era trasformato in amore. Il secondo problema era capire cosa rappresentavo tuttora per lei. Ero ancora il suo migliore amico o potevo essere qualcosa di più per lei? A volte capitava che incrociandoci per i corridoi, mi abbracciasse quasi con irruenza, sorridendomi e dicendomi che mi voleva bene. Ma, quasi allo stesso modo, gliel’avevo visto fare con suo fratello Hugo. Insomma, non capivo se quel “quasi” potesse indicare che con me c’era qualcosa di più di un amore fraterno oppure che fosse solo una mia illusione.

Ma più di tutto, quello che non avrei mai voluto, era che questo mio cambiamento nei suoi confronti, questa amicizia trasformatasi in amore, potesse rovinare quello che c’era tra noi. Non avrei mai voluto correre il rischio che il mio sentimento spazzasse via ciò che avevamo costruito nei quattro anni precedenti.

Perciò, decisi che mi sarei dichiarato solo se si fosse presentata la giusta occasione. Altrimenti, mi sarei fatto bastare di essere già, per lei, una delle poche persone a cui non avrebbe mai rinunciato.

Per tutte le vacanze estive non ci eravamo visti. Lei, come ogni anno, aveva trascorso le sue giornate dai suoi nonni alla Tana. Io, avevo passato le mie a Malfoy Manor, tra un ricevimento e l’altro. Durante i quali, i mie genitori, mi avevano introdotto nell’alta società, come conveniva all’erede di una delle famiglie più antiche e Purosangue della Comunità Magica.

Serate orribili, in cui mi ero sentito come un cane durante una mostra. Esposto al giudizio di persone che avrebbero espresso un voto in base al portamento e alla razza pura.

Accentuando così la sensazione di disagio e di soffocamento che puntualmente provavo ad ogni mio ritorno in famiglia. Una sensazione che scompariva altrettanto puntualmente non appena salivo sull’espresso per Hogwarts, in compagnia di Rose e del suo sorriso sincero.

Nella mia testa, al ricordo della vacanza, una voce era tornata a farsi sentire: “Questa foto, Scorpius, farò finta di non averla mai trovata, in camera tua. Sopratutto non ne parlerò mai con tua madre! Ma tu, devi giurarmi, che non ti innamorerai mai di Rose Weasley.” Chiedere a mio padre il perché di un simile giuramento era stato quasi ridicolo. Sapevo già la risposta, che infatti era giunta puntuale “Lei appartiene ad una diversa classe sociale. Tu sei un Malfoy, non devi mai dimenticarlo”. Per Merlino! Possibile che fosse, davvero, così ottuso? Da non comprendere la parola “amore”? Da credere veramente in una vita fatta solo di regole da rispettare, senza mai lasciare spazio ai sentimenti? Possibile che mio nonno, con il passare degli anni, fosse riuscito a renderlo proprio come lui?

-         Scorpius. Stai preparando il baule per trasferirti?-

Qualcuno mi stava riportando al presente ed era Narcissus Zabini. Figlio di Blaise Zabini e Daphne Greengrass. Cugino da parte di mia madre. I nostri genitori, però, avevano smesso di frequentarsi a causa di un colossale litigio avvenuto tra le nostre madri. Essendo state entrambe innamorate di mio padre, ai tempi del loro soggiorno ad Hogwarts, l’astio tra loro era stato inevitabile.

Io e Narcissus invece, ignorando il rispettivo divieto imposto dalle nostre madri, ci eravamo avvicinati. Stringendo un’amicizia, che speravamo, potesse contribuire a riavvicinare la famiglia Zabini a quella dei Malfoy.

-Sì, è giunto il momento di cambiare vita. -  dissi - Perciò d’ora in poi… stai in guardia! Le tue uscite notturne avranno vita breve!-

-…Non dirai sul serio?! –

-Puoi scommetterci. Non mi farò scrupoli a toglierti  punti se ti troverò vicino alle cucine… magari insieme ad una bella Tassorosso di tua conoscenza.

Narcissus mi stava guardando come se fossi impazzito. Non senza però anche un velo di malizia.

-Il potere ti ha dato alla testa per caso? Oppure… vuoi entrare nelle grazie di un Prefetto di tua conoscenza?-

Narcissus mi conosceva bene… anzi, forse troppo! Rimanere serio con lui, era impossibile. Così scoppiai in una fragorosa risata.

- Va bene… ma cerca di essere discreto, almeno quando sarò di turno!-

Anche lui iniziò a ridere.

-Lo sono sempre! Dai, ti do una mano a portare il baule nella nuova stanza.-

Narcissus era diventato anche lui un grande amico, tanto che era l’unico a cui mi ero sentito di confidare i miei nuovi sentimenti verso Rose. Da quel momento, non aveva fatto altro che incoraggiarmi e sostenermi.

-Grazie.-

-Figurati… almeno arriveremo puntuali alla prima lezione di Difesa…

Difesa contro le Arti Oscure! Maledizione! Come avevo potuto scordarmi che era quella la nostra prima lezione?!

 -Non dirmi che te ne eri scordato?!-

Con tutte le novità che mi stavano accadendo, me ne ero dimenticato. Difesa anziché Pozioni. Non potevamo rischiare di fare tardi.

-Narcissus, lasciamo perdere il baule! Ci penseremo più tardi… ora dobbiamo correre!- avevo afferrato i libri al volo e lo incitavo a seguirmi.

Quel giorno avremmo conosciuto il nuovo insegnante di Difesa. Il vecchio professor Greymen era andato in pensione dopo anni di onorato insegnamento.

Arrivati al secondo piano entrammo in classe col fiatone, dopo l’estenuante corsa su per le scale. I nostri compagni stavano chiacchierando, significava che il professore non era ancora arrivato. Splendido.

Rose sedeva al primo banco assieme alla McCain. La testa era china sul libro aperto -come se non lo sapesse già a memoria!- e leggeva concentrata. Mi sedetti dietro di lei, come sempre. E Rose come sempre, aveva avvertito subito la mia presenza. Si voltò per guardarmi e io mi persi nell’ambra dei suoi occhi.

-Sei in ritardo. Inizi bene il primo giorno di scuola Sig. Prefetto.- mi apostrofò, cercando di rimanere seria, ma con scarsi risultati. Perché c’erano quegli occhi a sorridermi. Ed io ero il privilegiato.

-Non ricordi che i Malfoy non sono mai in ritardo?- e nel risponderle, appoggiai le braccia sul banco, proteso verso di lei.

-Sono gli altri che arrivano in anticipo… Sì, lo so. – Si era cimentata in una mia perfetta imitazione, ripetendo la scusa che adottavo per mascherare i miei ritardi.

-Esattamente. Noto che non ti perdi una battuta di quello che dico.- Presi una ciocca dei suoi lunghi capelli fra le dita e le feci l’occhiolino. Era arrossita paurosamente, abbassando lo sguardo.

Che significava la sua reazione? Ma non ebbi il tempo di pensare ad altro, la porta si aprì improvvisamente, per poi richiudersi con un colpo secco.

-Buongiorno, Signori.- Una donna si era diretta con passo deciso verso la cattedra, osservandoci uno ad uno, con un’espressione penetrante. L’ombra di un sorriso sulle lebbra.

A primo acchito dava l’impressione di essere una persona aperta. Ma io sentii un brivido attraversami da capo a piedi. Per me era un chiaro segno che la sua, fosse soltanto una maschera. Sin da bambino, avevo scoperto di possedere una capacità particolare: quella di “avvertire” gli stati d’animo delle persone. Il loro modo di essere, si riversava in me come se fosse energia. Poteva essere piacevole, quando era Rose ad essermi accanto o poteva diventare oscura e sgradevole, come in quel momento, in presenza di quella donna. 

-Per cortesia, lei e lei.- stava già indicando Nott e Flitt, mentre ancora non aveva finito di posare la borsa sulla cattedra. – Vi scambierete di posto….-

I due ragazzi si erano guardati sorpresi ed avevano esclamato contemporaneamente. - Ma professoressa…-

- Con lei  e lei.- e stava indicando Rose e la sua compagna, senza dar segno di aver notato la reazione sorpresa dei due ragazzi.

Era stato inevitabile che anche le due ragazze rimanessero sorprese. Del resto, noi tutti lo eravamo per questo cambiamento inspiegabile ed immediato.

- Professoressa, noi…-

- Le ricordo che si alza la alza la mano per chiedere parola. – con quella frase pronunciata in tono mellifluo, la professoressa aveva interruppe Rose.

-Mi scusi, ma…- Rose arrosì, ma non si scoraggiò.

- La regola è questa: lei alza la mano per chiedere di parlare, io le accordo il permesso… solo allora parla, Sig.na Weasley- Tutto ciò l’aveva pronunciato con lo stesso tono mellifluo e senza perdere il finto sorriso gioviale.

Con poche frasi, fece capire all’intera classe, con chi avevamo a che fare. Soprattutto perché – e non so se ero l’unico ad averlo notato – sapeva esattamente i cognomi dei compagni invitati a scambiarsi di banco. A differenza di noi, che non sapevamo come si chiamasse.

Rose e la McCain si erano alzate per effettuare lo scambio con Nott e Flitt. Rose fece in tempo a rivolgermi uno sguardo interrogativo, prima di darmi nuovamente le spalle.

Ora davanti a me sedeva Edward Nott. Figlio di Theodore Nott e Pansy Parkinson. Quest’ultima era stata la ragazza fissa di mio padre, negli anni trascorsi ad Hogwarts. Ma la sua famiglia, finita la scuola, aveva dato corso ai progetti matrimoniali  che avevano già stabilito per lei: sposare, appunto, Theodore. Unico erede della potente famiglia Nott. Accanto ad Edward, Edmund Flitt.  Figlio di Marcus Flitt e Millicent Bulstrode. Anche i suoi genitori erano stati compagni di mio padre.

Come per mio padre con i loro genitori, feci amicizia con entrambi, sin dal primo giorno.

Tornai a fissare la nuova professoressa. Era una donna giovane e di bell’aspetto, capelli neri lunghi, occhi scuri, ma che stridevano, però, con il finto sorriso: erano penetranti, quasi ostili. Si erano appuntati su di me, sembravano quasi scavarmi dentro. E nel dubbio che fosse un’abile Legilimens, stavo per distogliere lo sguardo, quando poi cambiò espressione. Il sorriso si trasformò apertamente, in un ghigno. mi ricordò qualcuno, senza però riuscire a ricordare davvero chi fosse.

-Bene Signori, lasciate che mi presenti. Sono la nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, Avalon Cooper. Sono lieta di essere qui e sono sicura che riusciremo ad instaurare un buon rapporto. Soprattutto perché esiste un'unica regola, per me, che può portare a questo: studiare sodo. Fatelo e sarete premiati. Non fatelo e saranno solo dispiaceri per voi.

Ci aveva nuovamente guardato uno ad uno, come per sfidarci a controbattere le sue parole.

-Domande? – aveva insistito. Accentuando la sensazione negativa che già mi pervadeva

 -No? Allora possiamo iniziare. Aprite il vostro libro a pagina 143,” I Vampiri, come riconoscerli e selezionarli”.-

La lezione non era ancora giunta alla fine della seconda ora e già la tensione in classe era palpabile. In poco tempo, quella donna ci aveva fatto capire che con lei non si scherza e, se qualcuno avesse osato farlo, le punizioni sarebbero state molto dure. Il sorriso, che non aveva più perso da quando aveva iniziato a spiegare, non ingannò nessuno: poteva essere tutto, tranne che simpatica.

Finalmente Nott aveva smesso di leggere e potei risollevare lo sguardo dal libro, immediatamente volato a cercare la figura di Rose, più lontana. Mi sentii sprofondare. La sua mano a sostenersi il viso, nonostante ne vedessi solo il profilo, mi accorsi che era di un pallore quasi mortale. La sua compagna le stava sussurrando qualcosa, mentre di sottecchi guardava la Prof. Appariva evidente il suo timore di interromperla, per avvertirla del malore di Rose.

Timore che non mi aveva nemmeno sfiorato.

-Professoressa! Weasley non si sente bene.-

-Signor Malfoy!

Come prima con gli altri, non aveva avuto nessun dubbio su chi fossi.

-È davvero perspicace nel riconoscere un malessere, oppure devo supporre che stesse guardando la Sig.na Weasley, anziché seguire la lettura come il resto dei suoi compagni? –  lo aveva detto con un tono mieloso che non era riuscito, però, a nascondere del tutto una punta di fastidio.

Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere.

-Visto il suo interessamento per la salute della compagna, le concedo il permesso di accompagnarla in infermeria- Il tono continuava ad essere mieloso. Ma lo sguardo aveva tutta un’altra sfumatura  - Rimane il fatto, purtroppo, che sia lei che la Sig.na Weasley avete contribuito ad interrompere la lezione. Temo, quindi, che questo vi costerà dieci punti in meno… indipendentemente dal fatto che il malore della Sig.na Weasley sia reale o meno.- e con un sorriso meno evidente aveva ripreso a spiegare. Liquidando così la questione.

Non persi tempo nel ribattere come avrei voluto. Avrei ottenuto come unico risultato, quello di perdere altri punti e soprattutto altro tempo prezioso. Mi alzai per raggiungere Rose ed accompagnarla fuori, sostenendola per la vita.  Nonostante mi avesse rivolto un sorriso, la sentivo debole, tanto che era quasi completamente abbandonata nella mia stretta. Che le accadeva? Era normale stamattina. Un colpo di tosse, inconfondibilmente seccato, mi aveva indotto a girarmi un attimo per guardare la Cooper. Quello che avevo trovato nel suo sguardo, aveva fatto montare un’onda di energia malevola dentro di me: i suoi occhi mi stavano chiaramente dicendo che sapevano benissimo essere reale il malore di Rose.                                          

Possibile che la causa del malessere di Rose fosse dovuto a lei?

Rose si accasciò improvvisamente su di me, priva di sensi. Fu un chiaro segnale che dovevo portarla fuori di lì, al più presto. La sollevai senza sforzo e con lei tra le braccia uscimmo dall'aula.

Stava suonando la campana della fine dell’ora di lezione mentre salivo le scale che portavano all’infermeria, quando un rumore di passi affrettati, mi aveva indotto a voltarmi.

-Scorpius, aspetta!- Albus si dirigeva verso di noi. – Ti aiuto a portarla, da solo è troppo pesante.-

- Grazie  Al, ma ce la faccio, è leggerissima. Però sarebbe meglio se venissi lo stesso con noi.- Albus, il cugino di Rose, esibiva anche lui un’espressione preoccupata.                                                                    
In quegli anni era cresciuto in altezza, mi superava almeno di un palmo. I capelli erano sempre in disordine, ma per i Potter, era quasi un marchio di famiglia.

Finalmente eravamo arrivati . Albus spalancò la porta con irruenza ed eravamo piombati davanti ad una stupita M.me Chips

-Cosa le è successo, ragazzi?-

-Si è sentita male durante la lezione.- rispose Albus, bruciandomi sul tempo.

Madama Chips mi indicò un lettino lì vicino, su cui deposi delicatamente Rose. Non aveva ancora ripreso i sensi. M.me Chips era stata irremovibile e ci aveva fatto uscire, dicendoci di stare tranquilli, che avrebbe pensato lei a Rose.

-Posso, almeno, salutarla?-

Albus si era già incamminato. Io rivolsi quest’ultima richiesta a M.me Chips, probabilmente con uno sguardo così preoccupato che non ebbe cuore di negarmelo.

 -Va bene, ma si sbrighi Sig. Malfoy.-

Mi avvicinai e notai che aveva riacquistato un po’ di colore.

- Rose torno subito dopo le lezioni, non ti preoccupare-  mi venne spontaneo sussurrarle quelle parole in un orecchio. Senza sapere se avrebbe potuto sentirle. Forse erano servite più a me che non a lei. Le ero così vicino, che senza quasi rendermene conto, mi ero ritrovato a depositarle un leggero bacio sulla guancia. Delicato ma pieno dell’amore che sentivo per lei. Avrei potuto baciarla sulle labbra, ma non volevo che il suo primo bacio, fosse un bacio rubato.

-Tornerò presto Rosie.- le rinnovai nuovamente la promessa, non appena possibile e mi rialzai. Quasi scappavo via da quei sentimenti impetuosi per un unico bacio, seppure così casto, avevano suscitato in me il desiderio... 

Una volta fuori dall'infermeria tornai ad occuparmi di quello che era accaduto nella classe. Ero quasi certo che Rose fosse stata male per colpa della Prof. Cooper. L’energia negativa che mi aveva investito, non appena i nostri sguardi si erano incrociati, risuonava come mille campanelli d’allarme. Dovevo capire al più presto chi fosse quella donna, perché era giunta qui ad Hogwarts e soprattutto, perché sembrava decisa a mettere in pericolo la vita della mia Rose.

 

 

Angolo dell’amica di piuma.

Ben ritrovati e scusate il mio ritardo nel postare le storie. ç_ç

Ringrazio di cuore la mia beta Hunterd (senza di te la mia sintassi farebbe pena!)

Nel disegno ho voluto descrivere l’imbarazzo e l’intraprendenza dei due protagonisti. Spero vi piaccia. xd

Questo capitolo originariamente doveva essere di 19 pagine, che comprendeva anche il punto di vista di Rose.

Purtroppo il mio collegamento internet sta andando e peggiorando, decidendo così di postare almeno il punto di vista di Scorpius. Al più presto possibile avrete anche la seconda parte che diventerà il secondo capitolo. Prometto!

La storia sta prendendo piede. Abbiamo conosciuto i principali protagonisti Rose e Scorpius, ma intorno a loro ritroviamo anche le discendenze di altri personaggi del mondo di Harry Potter. Ci saranno molti misteri da scoprire e con l’andare avanti della storia saranno sempre più intricate.

Ringraziamenti speciali;

 @ Ombrosa- grazie dei complimenti. Ho scelto di smistare Rose nei Grifoni perché lei è coraggiosa ma anche predisposta a violare le regole come la madre.^^  Albus e Scorpius sono nei Serpeverde . Il perché  si scoprirà più avanti (non sempre la luce corrisponde al bene e l’oscurità al male). Spero che continuerai a seguirmi!xd

@ mollicadipane- principessa! Noi ci sentiamo spesso e abbiamo già parlato. Xd  “Ti odio Granger” prometto che continuerà. Devo decidere in che anno di scuola potrebbe strare giusto. Baci.

@ sam05- grazie cara! Credimi Rose e Scorpius non si odieranno anzi…soffriranno ma il loro odio andrà ad altre persone! Ho detto troppo .ops!

@ MorwenBlood- grazie di seguirmi spero che questo capitolo ti sia piaciuto!^^

Un ringraziamento in generale va a chi mi segue e mi ha inserito tra i preferiti.

Grazie a voi posso continuare.

Alla prossima (molto presto).

lunanera

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo due ***



Image and video hosting by TinyPic

Capitolo due

I mio principe.

 

POV ROSE

 

Mi svegliai verso sera, sdraiata su un lettino dell’infermeria. Il sole era tramontato e le candele erano accese.

Cosa era accaduto? Stavo ascoltando la lezione di Difesa e prendevo appunti come facevo di solito, quando tutto ad un tratto si fece buio; l’oscurità mi circondava, non riuscivo a respirare.

Mi capitò un'altra volta, durante una vacanza anni fa, in campeggio con la mia famiglia, sulle rive del lago di Loch Ness.

                     

Avevo otto anni. Stavo dentro la tenda con i miei cugini che parlavano del campionato dei Chudley Cannon. Mi stavo annoiando. Così ero scivolata fuori, senza farmi notare e mi allontanai per andare sulle rive del lago a buttare dei sassi e farli rimbalzare come mi aveva insegnato il mio papà. Il sole stava tramontando e creava magnifici giochi di luce sulla superficie dell’ acqua cristallina. La mia attenzione venne distolta da un movimento furtivo, dietro la bassa boscaglia, a pochi metri da me. Sbucò uno strano animale, che mi ricordava un enorme gatto. Era trasparente come un fantasma e si muoveva aggraziato su e giù lunga la riva, chinando la testa sul pelo dell’acqua, come se stesse bevendo. Mi avvicinai per accarezzarlo, ma quando gli ero abbastanza vicina da poterlo fare, si volse a me con voce umana, facendomi sobbalzare per lo spavento: -“sei mia.”-  aveva detto, solo quelle due parole, prima che perdessi l’equilibrio cadendo in acqua. Quel punto il lago era profondo e cercai di chiamare aiuto, di urlare per richiamare l’attenzione dei miei parenti, ma ogni volta che aprivo bocca affogavo. Era sopraggiunto il panico e cercavo di stare a galla, muovendomi senza controllo. Poi tutto si era fatto scuro e mi sono sentita sprofondare. Non avvertivo più nulla, né paura né dolore. La vita mi stava scivolando via . Quando pensavo di essere giunta alla fine, mi afferrarono per un braccio e una presa solida mi tirò fuori di peso dall’acqua, per poi adagiarmi sul prato. Delle voci confuse erano riuscite a penetrare il silenzio ed il buio che mi avvolgevano. Voci che stavano litigando: quella femminile aveva un tono isterico e gracchiante; l’altra, una maschile, era calda e preoccupata, ma si rivolgeva a quella femminile con un tono arrabbiato, che incuteva un certo timore. Non riuscivo a capire che cosa stessero dicendo, solo verso la fine, ero riuscita a cogliere delle parole, pronunciate dalla voce maschile: - Stai alla larga da lei. Non ti permetterò di farle del male! –

Una risata agghiacciante aveva accolto quelle parole. E la voce altrettanto fredda aveva ribattuto: - Prima o poi riuscirò a prenderla.  Non potrai sempre vegliare su questa piccola Mezzosangue!.-

Mi sentii prendere in braccio, forse dalla persona che aveva preso le mie difese e che, correndo, mi stava portando via. Appoggiata al suo petto sentivo chiaramente i battiti del suo cuore; in quella oscurità, da cui non riuscivo a liberarmi, quel battito regolare era come un ancora di salvezza a cui aggrapparsi. Mi sentivo… bene in quell’abbraccio forte, come se mi proteggesse con il suo calore.

Dopo breve tempo la corsa divenne solo un passo veloce. Una voce a me familiare aveva rotto di nuovo il silenzio. - Cosa è successo?! Mio Dio, Rosie, mi senti? Sono la mamma!- Sentivo il suo terrore, presa dal panico nel vedermi in quello stato.- Cosa gli ha fatto, parla!- il tono  era brusco, rivolgendosi all’uomo che ancora mi teneva tra le braccia.

– Stava seguendo un PatronumE’ caduta nel lago e stava per affogare.- aveva risposto la voce calda dell’uomo.

-Dalla a me. Ora vai via e fai in modo che Lei non si avvicini più alla mia bambina o non avrò paura di ucciderla! Perché la morte, è quello che merita.- Non avevo mai sentito tanto odio e tanta determinazione nella voce di mia madre.

Riuscivo a sentire, ma ancora non riuscivo a muovermi, né aprire gli occhi. Riuscii solo ad emettere un flebile lamento.

-Sta rinvenendo… abbiate cura di voi. Addio.- Mia madre mi prese tra le sue braccia, stringendomi. Segno che l’uomo se ne stava andando. Avrei voluto ringraziarlo per avermi salvato la vita, ma non ne avevo avuto la forza.

La nostra vacanza finì in quel momento. Mi portarono  tramite una Passaporta, al San Mungo. Il medimago mi aveva trovato affaticata e debilitata dall’esperienza vissuta. Ero quasi annegata, dopotutto. Aveva rassicurato i miei genitori che mi sarei ristabilita in un paio di giorni, anche grazie all’aiuto di una pozione rigeneratrice che mi avrebbe prescritto.

 

Adesso…, mi ritrovavo nuovamente in un letto di ospedale, riportando alla luce il ricordo di quella brutta esperienza, che avevo relegato in un angolo della mia mente.

Non ricordavo come ci fossi arrivata in infermeria. L’ultima cosa che rammento era il viso di Scorpius preoccupato, mentre mi aiutava ad alzarmi dal banco. Doveva essere stato lui a portarmi qui. Lui che era molte cose per me: il mio migliore amico, il mio confidente, il mio principe. Fin dal nostro primo incontro avevo capito quanto fosse speciale. Un anima imprigionata tra obblighi e doveri, che soffriva in silenzio, ma con la voglia di liberarsi. Non era come i miei cugini, sempre propensi a godersi il divertimento spensierato di questi anni di scuola, tra scherzi e Quidditch, lui era diverso. Scorpius  leggeva moltissimi libri - come me - mi aveva descritto l’enorme biblioteca di Malfoy Manor, ricca di volumi antichi, collezionati negli anni dalle varie generazioni dei Malfoy, come il luogo più amato di tutta casa sua . Dentro quella stanza passava intere giornate, tra l’ odore particolare che solo le  pagine antiche, con il passare del tempo, prendevano. Anche qui ad Hogwarts, amava stare in disparte e studiare, ottenendo ottimi risultati in tutte le materie. Amava il Quidditch e faceva parte della squadra Serpeverde, come Cercatore, ma di questo non ne parlava molto con me, conoscendo il mio scarso interesse per lo sport – forse dettato dal fatto che i miei cugini ne parlavano sempre, mi risparmiava.

Per capirci, bastava solo uno sguardo tra di noi. Sono arrivata a questa intesa con Scorpius, perché gli voglio molto bene. Purtroppo, non riuscivo a capire che direzione avesse preso questo mio sentimento per lui… o meglio, forse lo sapevo ma non riuscivo a capacitarmene. Quando gli stavo accanto,  delle farfalle impazzite svolazzavano nella pancia. Quando non era accanto a me, era peggio, perché al posto delle farfalle, si formava un nodo d’ansia causato dalla sua assenza. Così, accolsi le vacanze estive come una pausa di riflessione. Un periodo lontano da Hogwarts e lontano da lui, da poter fare un minimo di chiarezza dentro me.  Mi dedicai ad attività Babbane come il trekking, lunghe passeggiate in mezzo ai boschi in compagnia di mio nonno Arthur ; la frequentazione della biblioteca pubblica di Londra per approfondire la storia  sugli usi e costumi del mondo babbano. Insomma, feci in modo che tutte le mie attività mi portassero lontano dal mondo magico e dai suoi luoghi, che mi avrebbero ricordato,  sempre e solo una persona: Scorpius Malfoy.

Impazzivo dalla voglia di vederlo, ma dovevo capire come i miei sentimenti si erano modificati nei suoi confronti. Di giorno avevo trovato il modo di non pensare a lui riempiendo il mio tempo di attività, la notte le cose prendevano una direzione diversa. Riuscivo solo a pormi domande: cosa stava facendo? Combatteva con le solite pressioni familiari, perché si trasferisse alla scuola di Magia di Durmstrang? Una scuola più adatta ad un Malfoy, quale era? Avrebbe finalmente ceduto a quella parte più oscura di lui, che restava in ombra ad Hogwarts, ma che ritornava presente rientrando in famiglia? Il ragazzo dolce e gentile che conoscevo, avrebbe tenuto testa al ragazzo freddo e cinico in cui lo voleva trasformare suo nonno?

Poi l’estate, con tutti i suoi dubbi e incertezze, terminò. Ed io giunsi ad una decisione: essere solo la sua migliore amica non era più sufficiente per me. Volevo di più, volevo che diventasse davvero il mio principe. Il problema era capire se avrei potuto essere qualcosa di più per lui o se sarei rimasta sempre e solo la sua migliore amica. Nei quattro anni trascorsi, quando lo abbracciavo, dicendogli che gli volevo bene, Scorp reagiva sorridendomi e che provava lo stesso affetto. Ogni volta che stringevo la sua mano, ricambiava la stretta, ma nulla di più. Avrei voluto un gesto che mi facesse capire qualcosa di più, ma era solo capace di sorridermi e darmi un buffetto, certo tenero e dolce, ma che avrebbe potuto dare benissimo anche ad una bambina.

Così, sull’espresso che ci stava riportando ad Hogwarts, lo avevo rivisto dopo tre mesi di lontananza. Era creciuto, più alto e simile a suo padre, Draco Malfoy. Il viso si era leggermente affilato, gli occhi esprimevano una determinazione diversa, il sorriso appariva meno giocoso e più consapevole di una maturità nuova. Forse una maturità dettata anche dal suo nuovo ruolo. Al pari di me, era diventato Prefetto della sua Casa, Serpeverde. Questo avrebbe comportato per entrambi nuove responsabilità… ma anche molto più tempo da trascorrere insieme. E di questo ne ero strafelice. Sarebbe stata una buona occasione per capire i suoi sentimenti e magari potergli confessare i miei.

Purtroppo, lo avevo solo visto, ma non riuscii a parlargli. Il nostro nuovo ruolo di Prefetto ci aveva portato a dover tenere sotto controllo l’esuberanza sia dei nuovi arrivati, sia degli studenti degli altri anni. All’arrivo in stazione, avevamo preso carrozze diverse. In Sala Grande, durante la cerimonia di Smistamento e di apertura dell’anno scolastico, lo avevo potuto solo osservare, seduto al tavolo Serpeverde, tra i suoi compagni. Parlava e rideva soprattutto con Albus e con il suo amico Zabini.

Ero andata a letto con l’unica consolazione che gli avrei potuto parlare sicuramente il giorno dopo, alla prima lezione di Difesa contro le arti Oscure. Comunque non mi aveva aiutato a prendere sonno, perché mi ero ritrovata a contare le ore che mi dividevano dal nostro incontro.

Scorpius, aveva l’abitudine di arrivare spesso in ritardo alle lezioni, non aveva fatto eccezioni neanche per questa mattina. Solo qualche minuto prima che la lezione cominciasse, avvertii la sua presenza dietro di me. Come negli anni precedenti, il mio banco si trovava davanti al suo. E mi piaceva sentire il suo sguardo su di me, mi faceva sentire protetta. Mi girai verso di lui e ci guardammo. Mi perdevo in quel grigio degli occhi, ricordava il colore del mare in tempesta, forte ed impetuoso. Dovevo rinsavire! Non potevo sciogliermi così davanti al suo sguardo o avrebbe capito subito come i miei sentimenti erano cambiati.

-Sei in ritardo. Inizi bene il primo giorno di scuola Sig. Prefetto.- optai che sfotterlo era un buon modo per nascondere ciò che il suo sguardo mi aveva provocato.

-Non ricordi che i Malfoy non sono mai in ritardo?- la sua risposta, la solita con cui giustificava sempre i suoi ritardi. Aveva appoggiato le braccia sul banco per protendersi verso di me. Il mio cuore aveva iniziato a battere più forte ed avevo spostato lo sguardo sulle sue mani, per non rivelare quanto mi turbasse la cosa.

-Sono gli altri che arrivano in anticipo… sì, lo so. – avevo trovato la voce per controbattere, imitando il suo modo di parlare, sempre cercando di non lasciar travedere il mio stato d’animo.

-Esattamente. Vedo che non ti perdi una battuta di quello che dico.- si era avvicinato ancora di più, prendendo una ciocca dei miei capelli tra le dita e giocandoci. Non potevo più parlare, nemmeno deglutire, praticamente mi si era azzerata la salivazione. Sentivo di essere arrossita, come avvertivo distintamente di avere i palmi delle mani sudati per l’agitazione. Ma quegli occhi, quegli occhi per me speciali,  non li avevo mai visti così determinati nel guardarmi. Lo sguardo di Scorpius appariva diverso, più sicuro, più maturo… più intenso. Non avrei saputo che fare, quando il rumore della porta che si apriva, mi era venuta in aiuto…

-Rose, finalmente sei sveglia. Eravamo tutti preoccupati.-

La voce di Hugo mi stava riportando al presente. Insieme a lui c’erano James e Lily. Avevano tutti una faccia seria e preoccupata. Stavo così male? Non ricordavo nulla, come se mi fossi svegliata da un lungo sonno senza sogni.

-Sto bene ragazzi. Forse è  stata la stanchezza o un calo di pressione. Ma ora è tutto a posto, non dovete stare in pena così.- Parlai sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori. Per rassicurarli davvero.

-Non sai che peso ci togli Rosie!- disse Hugo.- Da quello che ci avevano riferito sembrava che ti avessero lanciato una maledizione. Albus era convinto che qualcuno ti avesse fatto del male di proposito.

- Ma non ricordi nulla di quello che è successo?- Fu James a rivolgermi la domanda, ma capivo che anche Hugo e Lily erano ansiosi di sentire la mia versione.

-No…ricordo solo che stavo seguendo la lezione della nuova docente e prendevo appunti sulla pergamena. Ad un certo punto mi sono sentita mancare, respirare è diventato difficile, proprio come se stessi soffocando e , la verità è che non ricordo molto altro, solo che Scorpius mi ha aiutato ad alzarmi e poi si è fatto tutto buio.-

Ora che me lo avevano chiesto, stavo cercando di ricordare, ma le uniche cose venute in mente, erano quelle dette anche a loro.

-Già Malfoy! Sembrava impazzito. Ha chiesto a tutti i vostri compagni di classe se avessero notato qualcosa di sospetto. Ora è rinchiuso in biblioteca nella sezione proibita, a cercare delle conferme ad alcune sue pazze ipotesi… o almeno è quello che ha detto a Zabini…-. Il tono con cui aveva parlato James, era inequivocabilmente sarcastico.

- James?  Che hai? E’ di Scorpius che stai parlando! Hai presente quel ragazzo che è nostro amico da quattro anni…- avevo cercato di essere scherzosa, ma la sua reazione mi aveva lasciato sorpresa .

- So bene chi è Scorpius! Ma quest’anno ha qualcosa di diverso! Lui è… ha… insomma, sembra un vero Serpeverde, ecco! Ha tirato fuori questo modo arrogante di fare. Poco fa, per esempio, quando si è messo a fare il terzo grado ai ragazzi presenti in classe.-

Ero sempre più sorpresa e… confusa.

-Era preoccupato per Rose ed è abbastanza comprensibile, quindi ha avuto quella reazione.- Lily si era rivolta al fratello maggiore, con la sua proverbiale sufficienza.- Sei uguale a zio Ron. Non hai la minima capacità di intuire i sentimenti altrui. Il minimo che potresti fare, è tacere! Non sparare giudizi a caso su chi si preoccupa così tanto per nostra cugina Rosie.- ed il tono da sufficiente, aveva assunto una sfumatura rabbiosa.

James era rimasto allibito davanti alle parole di sua sorella: Lily difficilmente esprimeva un suo parere ad alta voce. Di solito se ne stava in silenzio, lasciando, a chi le parlava, il compito di capire cosa pensasse.  Questo suo modo di fare, la faceva apparire molto più matura dei suoi quattordici anni.

Lily Luna Potter era stata smistata nella Casa Corvonero, sotto lo sguardo sconfortato dei Grifondoro, che vedevano un altro Potter acquisire colori differenti dal rosso-oro. Mi aveva confessato, tempo dopo, che era contenta: il peso del nome che portava era già abbastanza gravoso, senza che diventasse anche una Grifondoro. Mi aveva inoltre confessato di aver espresso questo desiderio, quando le era stato fatto indossare Il Cappello Parlante. Evidente che il suo desiderio era stato tenuto in considerazione.

- Ehi! È ora di cena! Se non ci sbrighiamo non troveremo più nulla da mangiare! Rosie ci vediamo domani, ti voglio bene.- Hugo, mio fratello aveva la stessa età di Lily. Lui era stato smistato nei Tassorosso e la cosa lo aveva reso felice. Tanto che le sue prime parole, dopo lo Smistamento, erano state “Sarò vicino alle cucine! Credi che gli elfi mi prepareranno da mangiare anche di notte?”. La sua caratteristica era quella di pensare principalmente al cibo. Si ingozzava perennemente di porcherie di tutti i generi. Una delle battute che giravano su di lui, ne era l’esempio lampante “Il proprietario di Mielandia, chi teme più di un Dissennatore,? Hugo Weasley!”.

-Andate! Non voglio che rimaniate a digiuno per colpa mia. Sto molto meglio, davvero.- Lo avevo detto sorridendo, rivolgendomi a tutti e tre.

- Allora a domani Rosie. Porterò io il tuo baule nella nuova stanza da Prefetto, stai tranquilla. Pensa solo a riposarti.- James mi aveva stretto la mano affettuosamente, mentre Hugo mi aveva rifilato un sonoro bacio sulla guancia e si avviarono verso la porta.

 - A domani. Buona notte.- Lily mi aveva mandato un bacio al volo, prima di seguirli.

Quando la porta si era richiusa dietro di loro, mi ritrovai nuovamente sola.

M.me Chips era andata a cena, lasciandomi un vassoio accanto al letto con un foglietto, raccomandandomi di mangiare tutto per rimettermi prima. Io, però, non avevo fame. Mi sentivo così scombussolata che non avrei potuto bere nemmeno un succo di zucca.

Avevo solo voglia di riposare e mi sdraiai sul fianco, dando la schiena alla porta. Con la mente ero tornata a Scorpius. Da quello che aveva detto James, stava cercando di capire cosa avrebbe potuto provocare il mio malessere. Si stava preoccupando – e molto - per me. A dimostrazione, e ci speravo, che teneva a me, tanto quanto io tenevo a lui. Avrei voluto ringraziarlo per quello che stava facendo, ma non avevo il permesso di lasciare l’infermeria. A quell’ora, poi, sicuramente era a cena, insieme ai suoi compagni. Poi si sarebbe diretto nei sotterranei nella sua nuova stanza, lasciandosi scivolare tra le lenzuola, nel suo nuovo letto…e poi devo smetterla di pensarci! L’idea di Scorpius che scivola tra le lenzuola mi provoca uno strano calore e…

Il rumore della porta che si apriva mi aveva distratto. Qualcuno entrava. Probabilmente M.me Chips mi portava la pozione per riposare. Mi girai, ma le tende semitirate mi impedivano di vedere bene chi fosse. Quando entrò nella mia visuale, il cuore aveva iniziato a battermi all’impazzata. Scorpius, che abbandonata la divisa, indossava dei jeans, una polo verde ed un giubbotto di pelle. E non lo avevo mai trovato così affascinante, come in questo momento. Solo gli occhi, erano contornati da un’ombra scura, come se fossero affaticati. Possibile che fosse stato davvero in biblioteca tutto il giorno?

-Ciao. Come ti senti?- la voce era preoccupata. E le mani stringevano con forza la sponda ai piedi del letto. Tanto che le nocche erano sbiancate.

- Bene. Sto bene te l’assicuro. -

Sembrava non credermi. Le mani continuavano nervosamente a stringere la sponda.

 - Scorpius sto bene, davvero. E se fossi in te, non distruggerei quella sponda… è pur sempre una proprietà di Hogwarts!. – Avevo nuovamente cercato di essere scherzosa, sorridendogli come stamattina, per spazzare via il turbamento che mi aveva provocato la sua preoccupazione.

Scorpius aveva mollato la presa e finalmente sorrise anche lui. Quel sorriso caldo e scherzoso, che solo lui possedeva.- Bel pigiama. Sei molto carina.- disse.

-Detto così, mi fai sentire una bambina...- Il viso stava sicuramente assumendo lo stesso colore del pigiama – un color fucsia- quelle parole mi erano sfuggite e davano voce al pensiero che che mi vedesse in tante altre maniere… ma non sicuramente come una bambina!

-Posso sedermi accanto a te?- sembrava non aver colto il mio rossore, che forse era anche aumentato, per via della sua richiesta.      

– Certo! Scusami, non ci ho pensato. Sposta pure i miei vestiti dalla sedia… - ma si era già seduto sul letto, accanto a me. - Ah… certo, va bene… a-anche s-sul letto…- aggiungo balbettando. Speravo che il cuore reggesse a tanta emozione.

All’improvviso si passò nervosamente le mani tra i capelli, rimanendo poi con il capo tra le mani, chino su se stesso. - Mi spiace Rose. Ho cercato nella sezione proibita dei libri che mi aiutassero a capire la causa del tuo malessere, ma purtroppo non ne ho ricavato molto.- sollevò il viso per guardarmi.- Ci sono più di trenta incantesimi e maledizioni che hanno lo stesso effetto, ma tutti hanno un punto in comune: bisogna possedere qualcosa della persona che si vuole colpire. Un po’ del suo sangue, ma possono andare bene anche i capelli o le unghie…ma è impossibile che quella donna avesse in suo possesso qualcosa di tuo. Oggi è stata la prima volta che l’abbiamo vista.-

-Scorpius credo che tu stia esagerando nel preoccuparti! Addirittura una maledizione… e dalla nuova Professoressa! E’ probabile che sia stata la stanchezza! Stanotte non sono riuscita a dormire molto….- certo non potevo confessargli che lui era la causa del mio mancato sonno. Come non potevo confessargli che la sua preoccupazione, su quello che mi era accaduto, non era del tutto ingiustificata: perché oltre a lui, anche mio fratello e i miei cugini, si sarebbero preoccupati.

-Rose, come faccio a non preoccuparmi! Forse tu non ti rendi conto di quello che ti è successo! Cinque minuti prima stavi benissimo! Eri la Rose di sempre, sorridente e scherzosa! Cinque minuti dopo, eri ridotta come larva! E vuoi convincermi che non devo preoccuparmi?! Io non solo lo faccio, ma ti posso anche dire che da adesso in poi, non passerà un momento senza che io ti tenga d’occhio! C’è qualcosa che non mi convince in tutta questa storia e non lascerei mai che ti accadesse qualcosa di grave! -mi prese una mano tra le sue, parlando. E la stava stringendo con forza… e con particolare enfasi.

Potevo sperare che fosse così?. Che il mio desiderio si stesse avverando in questo momento? Che anche Scorpius no, non può essere. Stavo dando io un significato sbagliato alle sue parole ed al suo gesto. Scorpius si sta preoccupando per la sua migliore amica. Come avrebbe fatto anche per Albus o per Narcissus o per James.

Comunque stessero le cose, era rassicurante averlo accanto a me. E non avevo resistito all’impulso di avvicinarmi di più a lui, per sussurrargli in un orecchio un “grazie”, in cui avrei voluto metterci tutte le emozioni che stavo provando. Emozioni che non erano state niente, in confronto a quella che mi aveva colto nel sentire il profumo della sua pelle, che ricordava qualcosa di buono e di fresco. Avevo il cuore a mille, dopo essermi allontanata. Forse per la paura di aver osato troppo. Un gesto troppo intimo, anche per la nostra amicizia.

Scorpius mi fissava ancora. Come se stesse memorizzando ogni più piccolo particolare del viso. Il silenzio tra noi, era colmo di parole inespresse. Qualcosa che andava oltre ogni mia capacità logica, qualcosa che mi lasciava assolutamente confusa.

-Sarà meglio che vada…è tardi e per colpa mia non hai toccato cibo- lui interruppe per primo quel momento. E per me fu inevitabile pensare che, forse, non aveva avvertito le stesse sensazioni.

- No… io… io non ho fame. – E poi non riuscii a trattenermi. - Scusami se ti ho messo in imbarazzo… cioè volevo dire…che, non so…uffa… non so nemmeno io, cosa voglio dire davvero!- stavo indubbiamente straparlando, senza in realtà dire nulla di concreto.

-Credo di aver capito. E non c’è nulla per cui scusarti. Anzi... – Portò la mia mano verso la bocca, sfiorandola con le labbra. Un tocco leggero, che però percepii come una bruciatura. Di più, al pari di una marchiatura a fuoco. - Ma ora non è il momento giusto per parlarne. Tu sei ancora troppo debole, hai bisogno di rimanere tranquilla e di riposare.-

Lasciò andare delicatamente la mia mano sulla coperta e si alzò.

-Perciò, a domani mia principessa. Ora pensa solo a fare sogni d’oro. – Mi aveva rivolto un sorriso che, da solo, avrebbe potuto riscaldarmi nella giornata più gelida.

- Bu- Buona notte anche a te…- non riuscivo a dire altro, mentre Scorpius, camminando all’indietro per guardarmi sino all’ultimo, era arrivato alla porta scomparendo.

Ha detto che sono la sua principessa! Cioè, lui ha pensato a me come la sua principessa. Come io pensavo di lui, il mio principe! Un principe dolce, gentile, intelligente, premuroso, forte e  bello. Che sembra impossibile appartenere a questo mondo. poteva essere più un angelo custode. Ma principe o angelo, quello su cui non ho più dubbi, è quanto lo amassi. Amo Scorpius e lo desideravo sempre accanto a .

Mi sdraiai consapevole di quanto, questa nuova realtà, mi rendesse pienamente felice. Tanto felice che ero certa, non avrei avuto alcun problema nel prendere sonno.

Soprattutto perché con il sonno, sarebbero arrivati i sogni… e con i sogni, sarebbe arrivato lui, Scorpius l’amore che finalmente avevo scoperto.

 

 

Angolo dell’amica di piuma

Ben ritrovati cari lettori.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Volevo descrivere l’amore che Rose prova per Scorpius. Spero di esserci riuscita. Il primo amore, gli imbarazzanti  silenzi con la persona che ti piace, il batticuore e le farfalle nella pancia.

Ho dovuto rispolverare nella mia memoria quelle sensazioni U_U ormai nascoste dal passare del tempo… ma mi è piaciuto rivivere l’amore che fa male e che fa bene (mi sembra che fosse una canzone dei Litfiba) ti agita e ti fa sentire vivo.

Il disegno rappresenta il bacio che Rose da a Scorp nell’infermeria. Mi piace che i protagonisti vestano i colori delle loro Case anche senza essere in divisa. Poi amo il verde e argento e trovo che a Scorpius gli stia da dio! (^v^)

@-mollicadipane. Grazie principessa! Ti devo rivelare una cosa: quando Scorp chiama principessa Rosie, ho pensato a te!xd

Il prossimo capitolo sarà il punto di vista di lui. Ci saranno delle scoperte riguardo la nuova prof.sa Cooper.

Per il disegno:Quando vuoi! Mi piace disegnare Draco ed Hermione ^_^. Tvb. P.s. solo oggi sono riuscita a leggere la tua ff. recensisco subitissimoooo. Sorry-

@-sam05- grazie per i complimenti. mi viene naturale ritrarre i personaggi, soprattutto quei due ragazzi innamorati. Comepromessso questa volta ho aggiornato subito. Grazie di seguire la mia storia.

@-MorwenBlood- sono contenta che ti piaccia. La storia sta iniziando ad ingranare. Spero che continuerai a seguirmi!xd

Come sempre ringrazio anche chi mi ha aggiunto ai preferiti e tra le storie seguite.

Al prossimo aggiornamento.

Baci. lunanera

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo tre ***


Image and video hosting by TinyPic

Capitolo tre

Pazzo di te.

 

Pov Scorpius

 

Il giorno dopo il malore di Rose, mi sentivo straccio. Non riuscii a chiudere occhio, se non per un paio d’ore.

La mia nuova stanza di Caposcuola era arredata con un mobilio molto simile alla stanza che occupavo con gli altri, l’unica differenza consisteva nella presenza di un camino e di un bagno privato. Mi alzai, direzione quest’ultimo e aprii l’acqua della doccia. Sperando che l’acqua calda contribuisse a sciogliere la tensione che sentivo.

Tolto il pigiama, rimasi con i boxer. Appoggiando il pigiama accanto al lavandino, vidi il mio riflesso allo specchio: un ragazzo biondo, che assomigliava sempre più a suo padre. Avevo visto foto, della mia età, la somiglianza era impressionante.

Tolti i boxer, mi infilai sotto la doccia, alzando il viso verso il getto caldo dell’acqua, ripensando alla notte appena trascorsa.

La causa della mia insonnia era dovuta alla brutta sensazione, che tuttora mi procurava un nodo allo stomaco. Avevo la certezza che stesse per accadere qualcosa di negativo. Tutti i segnali di allarme che le mie capacità stavano inviando, avevano sicuramente lo scopo di mettermi in guardia. Dovevo rimanere vigile, senza permettermi alcuna distrazione.

Dovevo essere al massimo, per vegliare soprattutto su Rose.

Lei, l’altra causa della mia notte insonne. Col pensiero tornai alla visita che le avevo fatto in infermeria ieri sera.

Seduta sul letto, con quel pigiama delizioso, suscitava in me sentimenti contrastanti. Sembrava una bambina, indifesa ed innocente, ma con il corpo e il viso di un angelo tentatore. Uscivo dalla biblioteca, pensando al tempo sprecato senza trovare alcun indizio per il suo malore e mi ritrovai a percorrere il corridoio che portava in infermeria, senza che ne fossi del tutto cosciente. Il mio corpo aveva preso la direzione che la mia mente, inconsciamente, gli aveva indicato.

Ero nervoso ed arrabbiato, per non aver trovato una risposta ai miei sospetti. E vederla ancora così pallida e provata, mi aveva ulteriormente alterato. Senza accorgermi che questo mio stato d’animo era più che evidente agli occhi di Rose. “Scorpius sto bene, davvero. E se fossi in te, non distruggerei quella sponda… è pur sempre una proprietà di Hogwarts!”. Le sue parole, scherzose come sempre, avevano avuto il potere di indurmi alla calma. Il suo sorriso: una combinazione in grado di spazzare via il mio lato oscuro.

Così, mi sedetti vicino a lei. Non senza notare un certo suo imbarazzo per la mia vicinanza. Imbarazzo mascherato attraverso la domanda “Scorpius, perché ti preoccupi così per me?”, la cui risposta avrebbe dovuto essere “perché sei tutta la mia vita”. Perchè lei è l’aria che occorre per respirare, il sole capace di riscaldare, il porto sicuro in cui trovare rifugio.

Non potevo usare parole così esplicite, ma potevo provare a farle capire come mi sentissi, prendendole una mano e stringendola forte a me.

Dopo un primo sguardo sorpreso, era tornata a sorridere, come sempre. Non ero riuscito a trasmetterle ciò che provavo, lì con lei. Le lasciai la mano, sospirando.

Quasi nello stesso momento, mi aveva completamente spiazzato: si era avvicinata e in un orecchio mi aveva sussurrato un “grazie”, a cui era seguito un bacio. Non quel tipo di bacio che era solita dare a me o agli amici, in occasione di qualche saluto veloce . No, questo era stato decisamente un bacio diverso . Ma come si era avvicinata, così si era già allontanata. Però c’erano i nostri sguardi a farci rimanere vicini, incapaci di distogliersi. Potevo sperare che anche lei sentisse quello che provavo? Oppure era solo frutto della mia immaginazione? Non ebbi il coraggio di svelare ciò che si agitava dentro di me.

Il protrarsi del silenzio stava minando il mio autocontrollo, così lo spezzai con una scusa, quella di andarmene per permetterle di cenare in pace.

La sua reazione fu altrettanto sorprendente come il bacio: era arrossita paurosamente e si scusava per il suo gesto. Come se lo stesso, avesse messo in discussione qualcosa tra noi.

Non immaginava quanto. E nella maniera che io desideravo.  Così, oltre a dirle che non c’era niente di cui scusarsi, avevo osato dirle che ne avremmo potuto parlare in seguito, quando fosse stata più in forze. Anche perché, non ritenevo l’infermiera, il posto migliore dove confessarle i miei sentimenti. Mi concessi di riprenderle la mano e baciarle il palmo, con la stessa intensità, con cui lei aveva baciato me sulla guancia.

Vedere quegli occhi color dell’ambra spalancarsi stupiti, davanti al mio gesto, mi provocarono un sorriso spontaneo. Anche la sua bocca formava una “o” perfetta. Le accarezzaile dita, prima di lasciarla andare, e le diedi la buonanotte chiamandola “mia principessa”. Non riuscii a tenere per me, il modo in cui pensavo a lei. Indietreggiai, sino alla porta, per poterla osservare fino all’ultimo istante.

Variai il getto dell’acqua da caldo a freddo. Il mio corpo, stava inevitabilmente reagendo in un’unica maniera, al ricordo di Rose. Per tutti i troll! Possibile che fosse così difficile gestire il mio rapporto con Rose? L’amavo, eppure continuavo a rimandare il momento di confessarglielo. Era più facile pensare di affrontare un ippogrifo inferocito, che riuscire a gestire le mie emozioni davanti a lei.

Ancora con i capelli umidi mi infilai la divisa e uscii per fare colazione in Sala Grande. Appena entrai , il mio sguardo era volato al tavolo Grifondoro e con mia grande delusione, di lei non c’era traccia. Dirigendomi al mio tavolo, notai che Narcissus sedeva al solito posto, mentre Albus no. Dato che era sempre il primo ad arrivare, la sua assenza, forse, stava a significare che era andato a trovare Rose. Ragion per cui mancava. Diedi uno sguardo al tavolo degli insegnanti. Avalon Cooper  stava parlando con il Prof. Lumacorno. Come se avvertisse il mio sguardo, smise di parlare, per girarsi e fissarmi. Distolsi per primo, rivolgendomi a Narcissus, che avevo raggiunto nel frattempo: - La Cooper sembra percepire la minima attenzione su di sé!

-Scorp, se qualcuno fissasse te, come tu fissavi lei, lo avresti percepito lo stesso!.- rispose esasperato, sicuramente anche dal mio comportamento del giorno prima. Poi riprese a mangiare le sue uova, ignorandomi.

Feci velocemente colazione, per poi recarmi alla lezione di Divinazione, tenuta da Fiorenzo, il centauro che aveva sostituito la vecchia Prof.sa Cooman.

L’aula era disposta al pianoterra, vicino alla Sala Grande, non avrei dovuto fare molta strada. Dalla scalinata principale scese Albus o meglio scapicollandosi a perdifiato.

-Sono in ritardo? – fu la sua prima preoccupazione.

- No. Però mi piacerebbe sapere perché arrivi così di fretta dai piani superiori… quando il nostri dormitori si trovano un piano ancora più sotto rispetto a questo.

- Avrò modo di dirtelo, ma più tardi. Ti posso solo anticipare che ho fatto delle scoperte interessanti riguardo tu sai chi… Ora, però, è meglio entrare in classe.

- Parli della Cooper?- annuì, spronandomi ad entrare.

L’aula del prof. Fiorenzo, era uno spettacolo; sembrava di stare all’aperto, in mezzo ad una radura sotto un cielo stellato. Ci sedemmo per terra e qualcuno su dei tronchi poggiati nel prato.

L’insegnate, passandoci accanto, aveva iniziato a parlare. - Ben ritrovati cari studenti. Per voi quest’anno sarà durò; infatti gli esami G.U.F.O.  avranno come materia di supplemento proprio Divinazione. Al Ministero hanno stabilito che oramai la Chiromanzia e lo studio degli astri, è una materia precisa e utile per certe persone che hanno più predisposizione nel prevedere il futuro.- Si girò rivolgendomi uno sguardo penetrante. Fiorenzo sapeva del mio dono e da quando lo aveva scoperto, si era proposto di aiutarmi a potenziare queste capacità. Mi disse, che ognuno di noi nasce con la capacità di avvertire “l’energia della natura”, ma che con il passare degli anni, crescendo, questa capacità andava scemando. Questo perché la razza umana e i maghi soprattutto, tendevano più a fidarsi delle cose materiali – come pozioni e bacchette magiche- anziché alle capacità sensoriali innate in ognuno di noi.

A parte quell’occhiata intenzionale, la lezione di Fiorenzo scivolò via veloce. La prossima sarebbe stata Erbologia.

Mi affiancai subito ad Albus, per riprendere la conversazione interrotta prima:- Allora? Di che si tratta?-

- Come sai, ho ricevuto in dono da mio padre degli oggetti…speciali diciamo. Gli erano stati utili durante il suo soggiorno qui a Hogwarts- sussurrava, guardandosi intorno.

- Parli del Mantello dell’invisibilità e della Mappa del Malandrino. Albus, non farla tanto lunga, conosco quanto te quegli “oggetti”! Allora?-

- E allora, stamattina ho fatto una visitina nell’ufficio della nuova insegnante. Ho visto sulla mappa che era nella Sala Grande con gli altri docenti, per fare colazione; ho preso dal nostro dormitorio il Mantello Invisibile e sono salito al terzo piano, sono entrato nel suo ufficio per saperne di più su di lei.-

- Cosa hai scoperto?- non riuscii a nascondere l’impazienza.

- La Cooper ha avuto molti riconoscimenti da parte del Ministero per aver aiutato degli Auror, un consulente esterno. È una Troubadour Mentium! Descrive nei minimi particolari i caratteri dei ricercati, ma aiuta anche agenti babbani come veggente. Con l’Occlumanzia è entrata  nella mente di ex Mangiamorte scappati dopo la Seconda guerra. Azkaban ha molti ospiti grazie a lei.- lo disse tutto d’un fiato, nella voce una nota di vero stupore.

- Sembrerebbe un’Auror perfetto! Perché allora non lo è diventata? Con le sue capacità mi sembra strano che il Ministero se la sia lasciata sfuggire.- più che chiederlo ad Albus, il mio era un ragionare ad alta voce.

 - Non saprei…ma in biblioteca dovrebbero esserci vecchie copie della Gazzetta del Profeta, magari potremmo saperne qualcosa di più.- anche lui sembrava seguire il filo dei suoi pensieri.

- Vado io. Voglio scoprire tutto su di lei. Sai che quando ho un brutto presentimento, il più delle volte ho ragione.-

- Sai Scorp, la tua reazione mi sembra un tantino esagerata. Forse la nuova insegnante non ha a che vedere in nessun modo con il mancamento di Rose, e tu invece, stai traendo certe supposizioni perché di mezzo c’è proprio Rosie.-

- Se la pensi in questo modo posso benissimo continuare da solo. Ti ringrazio… . - mi stavo alterando.

- Ehi… guarda che anche io sono stato in pena per Rose, ma ora sta meglio. Questo è l’importante.-

Non ero d’accordo con lui. Avevo fatto un giuramento a me stesso, proteggere Rose, e l’avrei mantenuto. Qualcosa, in questa storia non quadrava e sarei andato fino in fondo.

Arrivammo nel cortile di Trasfigurazione, che portava alle serre di Erbologia. Ad attenderci seduta su una panchina c’era proprio lei, Rose. Quando ci vide arrivare, comparve quel sorriso, che mi faceva balzare il cuore in gola. Si alzò, per venirci incontro.

- Non dirle nulla, okay?- sottovoce apostrofai Albus. Lui annuì di rimando.

- Ciao Ragazzi! Sono uscita un ora fa dall’infermeria! Come è andata la lezione di Divinazione?-

- Sono contento di vederti in forma.- fu la risposta di Albus.

- Tranquilla. Ho preso degli appunti, non sia mai che tu ti perda qualcosa….-  le tesi la pergamena trascritta per lei. La conoscevo troppo bene, per non sapere che il suo pensiero sarebbe andato alle mancate lezioni.

- Oh Scorp! Sei un tesoro.- vederla sorridere divertita, come stava facendo ora, era un piacere. Sembrava la Rose di sempre.

- Ancora non ho avuto modo di vedere la mia nuova stanza di Caposcuola. La tua come è messa?- si lanciò nel suo solito chiacchiericcio entusiasta.

- Niente di particolare. Buia e umida come tutte le stanze nei sotterranei…no scherzo! È asciutta e spaziosa, in più ha il bagno privato. Finalmente avrò la mia privacy, vero Al?-

- Come no! Puoi anche sognartela la privacy Scorp! Verremo più spesso di quanto tu creda... o speravi che saresti scampato alle nostre “chiacchierate” notturne?- nel dirlo, Albus era scoppiato a ridere.

Intanto, entrammo nella classe  del Prof. Neville Paciock. Rose e Albus lo stavano salutando con un caloroso abbraccio che lui ricambiava. Rose e Al, spesso, agivano quasi in simbiosi come fossero gemelli. A riprova del fatto che erano cresciuti assieme, in una famiglia che li aveva amati e protetti in egual misura.

La fine della lezione era coincisa con l'ora di pranzo. In Sala grande ci eravamo separati, per pranzare ognuno al proprio tavolo. Dopo aver terminato, noi Serpeverde avevamo un paio di ore senza lezioni, mentre i Grifondoro avevano Cura delle Creature Magiche insieme ai Corvonero con il Prof. Hagrid. Ne approfittai per andare in biblioteca, lasciando Albus e Narcissus in cortile, a godersi uno degli ultimi pomeriggi tiepidi, prima che arrivasse l'autunno. Volevo scoprire più cose possibile e in breve tempo sulla Cooper.

Entrato nel salone mi ero avvicinato al bancone, dove l'anziana M.me Pince era solita stare. Chiesto ciò che mi interessava, mi ero recato nel reparto "attualità e riviste magiche", vicino agli scafali di storia babbana, per prelevare le copie del Profeta che risalivano a cinque anni fa. Sicuramente se ci fosse stata qualche notizia sulle sue prodezze, era lì che potevo trovarla.

Cercavo tra i fatti di cronaca, quando la mia attenzione venne attirata da una foto. Il Ministro della magia Herbert Chorley  stringeva la mano ad una ragazza. Era lei, certo più giovane, ma era la Cooper. I suoi occhi non erano cambiati nel corso degli anni, erano sempre due pozze nere impenetrabili. Mi tuffai nella lettura:

 “Arrestato un ex Mangiamorte"

“Dopo diciasette anni, durante i quali le ricerche non avevano condotto a nessun risultato, l'ufficio Auror ha deciso di affidarsi alla consulenza esterna della Sig.na Avalon Cooper (19 anni), per catturare il pericoloso ex mangiamorte Walden MacNair. Nonostante la sua giovane età, la sig.na Cooper è riuscita in un solo giorno ad individuare il pluriricercato MacNair, grazie alle sue doti innate di Legilimanzia.

Recatasi ad Azkaban, con un permesso speciale del Ministero per parlare con un compagno di MacNair, Anthony Mulciber, è stata capace di penetrare nella sua mente e, nonostante i danni provocati  dai dissennatori, ricostruire i suoi ultimi contatti. Scoprendo, così, l’ultimo discorso tra lui e MacNair, con lo stesso che lo informava della sua intenzione di lasciare il Paese e fuggire in sud America.

Alla Sig.na Cooper venne richiesto di seguire sul campo l'operazione degli Auror, incaricati della sua cattura.                                                                                                                     

Il ricercato aveva aperto un negozio di articoli di negromanzia in un villaggio turistico babbano. Per creare un diversivo, alla sig.na Cooper venne proposto di fingersi una turista e trattenere McNair il tempo necessario per arrestarlo.

La proposta non solo fu accolta da Avalon Cooper senza alcun indugio, ma arrivò a prendere parte attiva all'operazione, lanciando sul ricercato un incantesimo paralizzante non appena si rese conto del suo tentativo di fuga davanti all'ingresso degli Auror. Permettendone così l'arresto senza ulteriori difficoltà.

Al ritorno in patria della coraggiosa ragazza, il Ministro le propose di fare parte della squadra di Auror con cui aveva collaborato, ma la Cooper rifiutò l’offerta per proseguire i suoi studi e le ricerche in ambito archeologico come i suoi genitori, i coniugi Thorphin e Katrina Cooper , docenti di Antiche Rune e Aritmanzia alla scuola di Magia e Stregoneria di Salem (Massachusetts). Originari di Manchester, dopo due anni dalla nascita della loro unica figlia, si trasferirono a Salem chiamati per insegnare alla scuola di magia di cui sono ancora docenti.

Fino ai quindici anni la sig.na Cooper ha vissuto e frequentato la suddetta scuola di Salem, per finire poi i suoi ultimi due anni di apprendimento come studentessa straniera, presso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui si diplomò con il massimo dei voti durante i M.A.G.O., diventando di fatto la studentessa più brillante del suo anno scolastico.

Noi della Gazzetta del Profeta, siamo sicuri che sentiremo ancora parlare di Avalon Cooper. Ragazza assai coraggiosa ed intelligente.

Rita Skeeter.”

 

Proseguendo nella ricerca, trovai altre notizie simili.  Tutto indicava che Avalon Cooper era vista dal mondo magico come una bravissima, ma modesta, strega che non aveva nessuna intenzione di approfittare della sua notorietà per arrivare al successo.

Anziché rasserenarmi, tutto ciò mi incupì ancora di più. Avevo sbagliato nel giudicare quella donna? Stavo cercando qualcosa nel suo passato, che non c'era? Era solo una mia fantasia, perché di mezzo c’era Rose, oppure era successo veramente qualcosa in quell'aula? Continuavo a pormi nuove domande, senza aver trovato risposta nemmeno alle precedenti.

Smisi di cercare e abbandonai la biblioteca con la stessa frustrazione del giorno prima. Le lezioni erano terminate e gli studenti si stavano dirigendo nello loro rispettive Sale Comuni.

Mi diressi all'ingresso e uscii, passando il ponte sospeso e dirigendomi al Circolo di Pietra. Da lì, si vedeva benissimo la capanna del prof. Hagrid, davanti alla quale, oltre a lui, sedevano Rose, Albus, Lily ,James ed Hugo. Hagrid era stato amico dei loro genitori ed era ovvio che fosse molto affezionato anche ai loro figli. Passavano la maggior parte del tempo libero insieme a lui. Molte volte Rose mi aveva chiesto di andare con loro, trovando divertenti gli aneddoti che Hagrid raccontava sulle creature che abitavano la Foresta Oscura. Ma cortesemente disdegnavo tale invito. Non a causa del loro amico, ma perché mi sarei sentito fuori posto. Quello era il loro piccolo mondo privato. Potevano farne parte solo loro. Essendo un Malfoy non mi era concesso partecipare. Tornai indietro per andare nella mia Sala Comune.

Non mi giudicavo un ragazzo molto divertente, ero più il tipo che si lasciava coinvolgere nel divertimento degli altri. Anche a scuola, era l’atmosfera intorno a me ad essere serena e festosa. Perché io, a volte, avvertivo come se ci fosse un enorme blocco di ghiaccio dentro me, incapace di sciogliersi anche in un ambiente così rilassato. Temevo che fosse una mia incapacità di provare sentimenti positivi, di essere davvero incapace di rapportarmi agli altri.

Anche adesso, vedendo Rose, insieme agli altri, lo avevo provato. Mi ero sentito di nuovo solo, incapace di rimuovere quel blocco di ghiaccio. Incapace di lasciarmi andare ai miei sentimenti, nonostante fossero passati quattro lunghi anni. Avrei potuto raggiungerla, ma ero scappato di nuovo. Fuggivo da tutto ciò che, invece, volevo con così tanta forza.

- Voglio stare con lei, voglio stare con lei,voglio stare con lei!-

Lo ripetevo a me stesso come un mantra, come un invito a cambiare. Perché Rose, durante questi quattro anni, aveva saputo dimostrare di saperlo fare. Mentre a me sembrava di essere sempre al punto di partenza, di essere ancora lo Scorpius chiuso e solitario di quel primo giorno, quando ci eravamo incontrati sull’espresso per Hogwarts, Rose era ulteriormente cambiata. Era diventata ancora più solare e aperta, affrontava la vita con tutta la sua consapevolezza di volerne vivere ogni attimo.

Lei era l’unica a possedere il calore sufficiente per sciogliere quel ghiaccio dentro di me.                                                                       

Era il sole, che in questi quattro anni, mi aveva attirato sempre più a sé, riscaldando anche le parti più buie e fredde del mio animo.

Ero innamorato di lei. Oltre ogni limite possibile.

Questa stessa sera, durante il nostro turno da prefetti, non avrei più indugiato: le avrei rivelato di essere quel sole, di cui ormai, non potevo più fare a meno.

 

Angolo dell’amica di piuma

Ben ritrovati.

Scusate il ritardo ma a causa di una brutta influenza ho dovuto rallentare i tempi di pubblicazione dei capitoli.

In più ora non ho il collegamento internet a casa e devo trasferire tutti i capitoli tramite il pc dell’ufficio.

Ringrazio la mia cara amica Hunterd per le correzioni, sei un tesoro!

Ringrazio tutti voi che mi seguite, oggi faccio un saluto generale perché ho il tempo contato! Ma rimedierò al più presto, siete fantastici!!!

Il disegno che si trova all’inizio, spero che esprima i sentimenti di Scorpius verso Rose…in più ora vedete per la prima volta Albus Severus Potter!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Un bacio e a presto.

Lunanera.

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo quattro ***


Image and video hosting by TinyPic

Il primo bacio

Pov Rose

 

Dopo aver trascorso l’intero pomeriggio con Hagrid e i miei parenti, ascoltando aneddoti sulle avventure dei nostri genitori durante il loro soggiorno ad Hogwarts, mi sentivo sollevata al pensiero di potermi finalmente rilassare un po’ nella nuova stanza. Erano successe troppe cose in pochi giorni e desideravo stare un po’ da sola, per cercare di riordinare i pensieri.

Salutati Lily, Hugo e Albus. James ed io ci incamminammo verso la torre Grifondoro, nella nostra Sala Comune.

- Allora Rose, stasera ci sarà il tuo primo turno come Prefetto?- chiese divertito.

- Sì. E stasera saranno guai per te, se ti trovo a sgattaiolare fuori dal dormitorio.- fu la mia risposta semiseria, pensando ai suoi spostamenti notturni.

- Così mi ferisci cugina! Gli affari sono più propizi la notte, non vorrai rovinarmi!- finse di essere spaventato dalla mia minaccia.

- A prescindere che ancora non ho capito cosa combini nel cuore della notte, spero per il tuo bene che non sia niente di illegale e pericoloso. Mi dispiacerebbe far perdere dei punti alla nostra Casa per colpa dei tuoi “affari”! Poi… devo forse pensare che sei in contatto con lo zio George, per qualche strana collaborazione?

- Sai che non farei mai nulla che possa nuocere all’incolumità degli studenti…- tornò a sorride – Ma sullo zio hai fatto centro! Hops… ho parlato troppo. Fai finta di non aver sentito e ti prometto che durante i tuoi giri di ronda farò il bravo.- scoppiò a ridere, contagiando anche me. Nel frattempo eravamo arrivati davanti alla Signora Grassa: pronunciata la parola d’ordine, ci lasciò passare.

Una volta dentro, salutai James, per dirigermi, finalmente, verso la nuova stanza da Prefetto. Varcata la soglia, ero rimasta sorpresa dalla grandezza della camera. La parete era tappezzata di rosso e oro, il letto a baldacchino era più grande del dormitorio, con cuscini ed una coperta che richiamava gli stessi colori della Casa Grifondoro. Anche un caminetto e un bagno privato, proprio come mi aveva detto Scorpius, descrivendomi la sua.

Quella stanza, nei due anni successivi, sarebbe stata il mio rifugio, la mia isola felice lontano da tutto… 

Il bagno era spazioso, sulla sinistra un lavandino sormontato da un enorme specchio, di fronte una vasca da bagno, perfetta imitazione, ma più piccola del Bagno dei Prefetti. L’idea di rilassarmi nella vasca era diventata alquanto allettante e senza pensarci due volte avevo aperto il rubinetto facendo scendere dell’acqua calda dai colori ciclamino e turchese.

Deposta la divisa ai piedi del letto, presi l’accappatoio, rientrai nella nuvola di vapore che si era creata in bagno. Mi abbandonai ai fluttui ed alle bolle di schiuma profumata. Dopo pochi minuti mi sentivo già rilassata: l’acqua, calda al punto giusto, il buon profumo mi avvolgeva e mi appoggiai con la testa al bordo della vasca.

Purtroppo la mente non riusciva a smettere di pensare e ben presto, una persona tornò al centro delle mie attenzioni. Quella sera avrei visto Scorpius. Saremmo stati soli, in giro per i corridoi della scuola ed avrei avuto l’ occasione per rivelargli quello che sentivo per lui. Ero stanca di nascondere ancora i miei sentimenti e non c’era momento migliore di quella notte, affrontando i miei timori.

Provai imbarazzo al pensiero della sua reazione. Avrebbe accettato la mia dichiarazione o si sarebbe preso gioco di me? No. Lui era un ragazzo troppo gentile. Se mi respingesse, dispiaciuto di non provare quello che provo, non mi canzonerebbe. Ma allora… cosa avrei fatto? Sicuramente la figura della stupida, rovinando anche la nostra amicizia…ma d’altronde così non può continuare. Anche se soffrissi per il suo rifiuto, mi sarei liberata di un peso. Il sentimento è troppo forte e non è più possibile tenerlo nascosto.

Altre ragazze nei vari anni gli si erano dichiarate, ma lui aveva sempre rifiutato ogni loro tentativo di conquista, con gentilezza. Sapevo tutto grazie ad Albus, che mi teneva informata sulle studentesse che nutrivano dell’ interesse. Ovviamente ne ero sollevata, non perché ne fossi innamorata, ma perché temevo di perdere il mio migliore amico. Con il passare del tempo, però, quel timore si tramutò in gelosia! Anche questo contribuì a farmi capire quanto fosse necessario chiarire i miei sentimenti.

Mi ritrovai accaldata, e non a causa del bagno. Pensare a Scorpius mi procurava strane sensazioni: ricomparivano le farfalle nella pancia, uno strano calore mi divampava nel ventre. Tanto che il bagno rilassante aveva perso il suo effetto, ritrovandomi più agitata di prima.

Uscita dalla vasca, mi avvolsi nel morbido accappatoio di spugna e mi sdraiai al centro del nuovo letto, supina, fissando il baldacchino. Chiusi gli occhi, cercando di riacquistare un po’di controllo e mi addormentai.

Mi svegliai dopo un paio d’ore. Erano già le sette. Dopo cena, tutti i prefetti si sarebbero radunati nella sala apposita, per programmare l’orario settimanale delle ronde, iniziando con il primo turno.

Rimisi la divisa ed uscii. Nel corridoio, avevo incrociato le mie ex compagne del dormitorio: Layla Charson, Sylvia Donec, Virginia Ewan e Roxanne McCain.

- Ehi, Signor Prefetto! Allora, sente la nostra mancanza tutta sola nella nuova stanza?- chiese scherzosamente, Layla.

- Ovviamente. Ma questo è il prezzo da pagare per avere una mega-vasca da bagno personale.- ribattei con lo stesso tono scherzoso.

- Dai Prefetto andiamo a mangiare… ne hai sicuramente bisogno per rimetterti più in fretta da quello che ti è successo. Se devo essere sincera, anche adesso non hai una bella cera… ti sei sentita di nuovo male?- Roxanne sembrava preoccupata.

- No. Sto una meraviglia, tranquilla, va tutto bene.- Come sempre sdrammatizzavo, per non preoccuparle.- Andiamo? Dopo cena devo recarmi in Sala Prefetti per la prima riunione.

Okay…immagino che tutta questa fretta sia causata da un motivo in particolare. Forse ha anche un nome… che inizia per “S”?!- Roxanne era al corrente della mia situazione sentimentale e sperava che fosse vicino il momento di una possibile dichiarazione.

Tra risate, tutte più serene, eravamo giunte in Sala Grande. A cena, come sempre, il mio sguardo andava al tavolo Serpeverde.

Puntualmente incrociavo un paio di occhi grigi ed un sorriso di sghembo, che avevano il potere di incatenarmi. Anch’io mi ritrovavo a sorridergli. Ed era uno dei momenti più belli della giornata: nella confusione della Sala Grande, il gioco di sguardi, creava un’intimità tra noi.

Finalmente, giunse l’ora di andare alla riunione. Tutti noi prefetti lasciammo i rispettivi compagni, che si accingevano a rientrare nelle Sale Comuni per la sera: chi giocava a scacchi, chi organizzava in gruppi di studio per ripassare, chi semplicemente conversava.

Giunta in Sala Prefetti, presi posto intorno al tavolo, sedendomi di fronte a Scorpius. Il Caposcuola CorvoneroCaleb Legend, depose sul piano l’orario settimanale che avremmo seguito. Insieme ai Prefetti, ogni settimana, si sarebbero avvicendati anche i docenti, facendo da supervisori. Notai che la Prof.ssa Cooper aveva più ore settimanali degli altri insegnanti. Pensai che questo fosse dovuto alla sua giovane età, avrebbe risparmiato agli altri professori più anziani turni noiosi. Il Prof. Fiorenzo e Hagrid si sarebbero alternati fuori dalla scuola e al pensiero di poter capitare con loro, mi rese felice.

Poi, Legend richiamò la nostra attenzione, pronto a leggere i turni per l’immediato.

- Questa sera, l’ala nord sarà presidiata dai Prefetti Owen, Tassorosso e Cross, Corvonero. L’ala est da Miles, Serpeverde e Stuart, Grifondoro. L’ala sud da Young, Tassorosso e dal sottoscritto. Infine, l’ala ovest da Weasley, Grifondoro e MalfoySerpeverde. È tutto chiaro? Avete domande?- Tutti facemmo cenno di no.

- Bene, vi auguro buon lavoro. Ricordate che entro la mezzanotte potrete lasciare i vostri rapporti scritti in questa sala, per poi ritornare nei vostri alloggi.-

Salutandoci, ogni coppia si incamminò verso l’ala da presidiare.

Nell’ala ovest, quella che avremmo presidiato io e Scorpius, si trovavano la Torre di Astronomia, la Biblioteca, l’aula di Incantesimi, il corridoio che portava al Cortile di Trasfigurazione con l’adiacente aula e le Serre di Erbologia. Come primo turno di ronda non era niente male.

- Rose, mi hai sentito?- Scorpius parlava, ma io, persa dietro ai pensieri, non me ne resi conto.

- Oh, scusami! Stavo facendo mente locale sui posti che dovremmo presidiare.- Finalmente eravamo soli. Avrei potuto parlargli. Fortunatamente la poca luce nei corridoi impedì che notasse quanto fossi arrossita.

- Mi dicevi?-  sorrisi mentre assumevo un aria seria.

- Ti stavo proponendo, di iniziare dal Cortile di Trasfigurazione, per poi finire il nostro giro nella Torre di Astronomia. Così sarai più vicina alla Torre Grifondoro e in poco tempo saremo a letto.-

- A l-letto? Come a letto?- Merlino!  Che intendeva dire? Immaginai lui che mi seguiva in camera e… .

         - Certo, se finissimo la ronda in Biblioteca o nelle Serre dovremmo fare molta più strada per arrivare ai dormitori.- mi fissava intensamente e il cuore continuava a correre dietro all’immagine di lui, nella mia stanza…

- Stai bene, Rose? Mi sembri agitata…- Pose la mano sulla fronte ed io la scostai.

- Perché chiedete tutti se sto bene!? Sono due giorni che mi sento il fiato sul collo! È frustrante rispondere sempre alla stessa maniera. Sto benissimo! anzi in questo momento sto una meraviglia…- persi le staffe davanti a lui. Non avrei voluto, ma la tensione accumulata, mi gravò addosso all’improvviso, a causa della sua domanda...Mi pentii immediatamente.

Perdonami…non volevo… che stupida… proprio con te! Non so come scusarmi…-  dalla rabbia ero passata al pianto. Non riuscii a trattenere le lacrime.

Scorpius rimase in silenzio. Avevo rovinato tutto. Tutti i miei propositi di parlargli, erano andati in fumo. Ero una frana. Anziché approfittare del suo interessamento, l’avevo aggredito. Che stupida. Stupida… Nel tentativo di non fargli vedere che stavo male, mi voltai, dandogli le spalle.

Due braccia forti scivolarono intorno alla mia vita, attirandomi contro il suo torace. Sobbalzai per contatto inaspettato.

-Piccola Rosie, è tutto ok. Non devi scusarti, sfogati pure quanto vuoi. Mi stupisco che tu non lo abbia fatto prima. Pensavi davvero di ingannarmi con quell’aria tranquilla? Sapevo che non era così. Sono sollevato che finalmente ti sia lasciata andare, con me. Piangi quanto vuoi Principessa… rimango qui, con te.

Mi sussurrò all’orecchio e sedemmo su una panca, nel corridoio dove ci abbracciammo dolcemente. Mi tenne stretta. Il viso premuto sul suo torace, avvolta dal suo abbraccio, piangendo come una bambina. Aveva ragione, sfogarmi mi fece sentire meglio. Sentivo la tensione scivolare via insieme alle lacrime, lasciando il posto ad un piacevole torpore.

Scorpius mi cullava e canticchiava all’orecchio una melodia che, sembrava familiare, arrivava a toccarmi il cuore. Poco a poco riacquistai tranquillità e serenità. Con un sospiro liberatorio, scostai leggermente il viso, appoggiando solo la fronte al suo torace.

- Bentornata Principessa. Va meglio?- mi strinse ancora di più tra le sue braccia.

- Decisamente meglio…- sarei stata volentieri così tutta la notte, abbracciata a lui. Ma ben presto il senso del dovere si era risvegliato, inducendomi rompere l’incanto.

- Dobbiamo riprendere il nostro giro. Incamminarci verso il cortile, come hai detto tu. Se ci dovesse sorprendere qualche insegnante, in questo atteggiamento, anziché adempiere ai nostri doveri… ci toglierebbero cinquanta punti a testa -

Senza guardarlo, avvertivo  il suo sorriso divertito. Si distaccò e il mio corpo si ribellava soffrendo per la mancanza. Mi porse  il suo fazzoletto di seta ricamato con le sue iniziali, per asciugare le ultime lacrime. Dovevo essere un disastro.

- Hai ragione Prefetto Weasley. Il dovere prima di tutto!

Si alzò, porgendomi la mano. L’accettai, seguendolo a mia volta. Non mi lasciò andare, anzi intrecciò le sue dita alle mie, come dolci catene.

Tutto era tranquillo, nessuno sembrava voler lasciare il proprio dormitorio. Il cortile sarebbe stato deserto, se non fosse stato per noi. La Torre dell’Orologio stava battendo le dieci e trenta. L’aula di Trasfigurazione, con le sue gabbie posizionate ai lati della stanza, di notte assumevano un aria spaventosa. In Biblioteca, come al solito, i libri vagavano da uno scafale all’altro con il solito fruscio dei fogli svolazzanti; tutto era tranquillo. Le Serre erano piene di vita, dato che la maggior parte delle piante erano di specie notturne; facemmo attenzione a non essere attaccati da qualche Aconito o Bobotubero. Anche il Tranello del Diavolo aveva tentacoli pronti a scattare al minimo movimento e le Mandragole urlavano il loro disappunto per essere state disturbate. Giungemmo nell’aula di Incantesimi; qualche oggetto animato volava da ogni parte da prassi. Come ultima tappa, la Torre che sormontava il cortile di Trasfigurazione.

La ronda terminò. Purtroppo, il mio sfogo, seguito dal pianto liberatorio, mi impedirono di trovare la forza necessaria per parlare con Scorpius. Immaginai che sarebbe passato altro tempo, prima di potermi trovare di nuovo sola con lui.

- Come primo giorno, direi che è andata bene. I nostri compagni hanno fatto i bravi.Stava sorridendo a metà tra il divertito ed il soddisfatto.

- Già. Avevo il timore di vedere James e i suoi amici sbucare da qualche passaggio segreto. Fortunatamente ha mantenuto la promessa che mi aveva fatto.- fui sollevata.

- Un discorso simile l’ho avuto con Zaini, un giorno fa. La sua simpatia per una signorina dei Tassorosso , tende a farlo sgattaiolare un po’ troppo spesso fuori dal nostro dormitorio! In fondo, lo farebbero in tanti se non ci fossero le regole da rispettare.-

Nel silenzio che ne seguì, entrambi ci fissammo intensamente.

- Mi vuoi far credere che anche tu lo faresti per vedere una ragazza,? Sgattaiolare fuori dal dormitorio? Infrangendo le regole?Glielo domandai, ancor prima di realizzare che lo pensavo.

Scorpius, lo sguardo fisso nel mio, mi strinse la mano.

- Assolutamente. Nessuna regola, Caposcuola o professore mi terrebbe lontano dalla ragazza che mi piace.

Non scherzava affatto. Quegli occhi grigi erano tremendamente seri.

Ero confusa dalle sue parole. Si stava riferendo a qualche ragazza in particolare? Mi ero persa qualcosa?

Qu-quella ragazza allora è davvero fortunata…la conosco?- domandai facendomi coraggio.

- Oh sì, la conosci. Mi é sempre stata vicino. La sua spontaneità e allegria, sono vitali per me. È dolce, gentile…fa vibrare la mia anima. Ed è la ragazza più bella che abbia mai visto. Penso di averle voluto bene sin dalla prima volta che i suoi occhi si posarono su di me, quattro anni fa, in un vagone del treno diretto qui ad Hogwarts.-

Mi paralizzai, tanto da trattenere il respiro. Solo il cuore batteva furiosamente. Le sue parole rimbalzavano nella testa, procurandomi brividi lungo la schiena. Le gambe sembravano sul punto di cedermi.

Lo sguardo di Scorpius continuava a tenermi incatenata. Poi sollevò le nostre mani, ancora intrecciate, all’altezza del petto. Le slegò, inducendomi ad aprire la mia. Depose un bacio delicato nel mio palmo, per poi scendere lentamente fino al polso, nel punto in cui il sangue pulsa frenetico. Non riuscii a trattenere il gemito di sorpresa, la sensazione che provocavano in me quei baci: Dove le sue labbra si erano posate, sembrava che la pelle fosse diventata incandescente. Un fuoco si propagava velocemente a tutto il resto del corpo.

-Hai capito a chi mi riferisco?- Posò la mia mano sul suo petto, all’altezza del cuore. – Vuoi che le dimostri quanto mi piace?- La sua voce aveva assunto un tono più basso, roco, mandandomi definitivamente in tilt. Riuscii solo ad annuire.

La poca distanza tra noi, diminuiva. Le mani affondarono tra i miei capelli, accarezzandoli. Il suo viso,vicino al mio. La perfezione del suo volto, la sua pelle diafana… ero ammaliata. Chiusi gli occhi, davanti alle emozioni così intense. Le sue labbra, dolcemente, si erano posate sulle mie. Tutto aveva smesso di esistere, al di fuori di noi due e del bacio.

Il cuore prese il volo, le mie mani si aggrapparono alla sua camicia, per attirarlo più vicino, approfondendo il contatto. La ragione aveva lasciato il passo all’istinto. Le sue labbra continuavano a baciarmi con delicatezza, ma, sentivo di volere di più. Da troppo tempo attendevo. Con la lingua, mi assaporò il labbro inferiore, per poi mordicchiarlo. Socchiusi la bocca invitandolo a proseguire. Rispose con un suono gutturale, allontanandomi, lentamente da lui. Immediatamente aprii gli occhi, temendo di aver esagerato. Trovai i suoi occhi grigi, di una sfumatura più scura e fumosa.

- Il nostro primo bacio. Non immagini quanto l’ho sognato e desiderato.- nel dirlo, mi accarezzava il viso.

-S-sei rimasto d-deluso? Mi spiace, non sono stata molto brava a…- non riuscii a terminare la frase, mi baciò di nuovo e questa volta con più intensità. La sua lingua stava cercando la mia. In cerca di una risposta. In cerca di un’intimità assoluta. Assaporavo e mi inebriavo nel suo profumo. Le sue mani scivolarono dietro la schiena, avvicinandoci di più. Dal canto mio, gli passai le braccia intorno al collo, per poterlo stringere a me.

Entrambi, con il fiato corto, interrompemmo il secondo bacio appassionato.

- Devo dire… che hai superato di gran lunga…ogni mia aspettativa.- disse affannato. Appoggiai il viso sul suo torace. Mi persi nel suo odore.- Quanto ho aspettato questo momento Rose. Tenerti tra mie braccia, esprimere i sentimenti che provo. Sei la mia vita.- Affondò il viso tra i miei capelli.

- Per me è lo stesso, Scorpius. Stavo impazzendo senza potertelo dire. – posai un lieve bacio sul suo collo.

- Cosa provi in questo istante?- lo sentii sorridere soddisfatto. Voleva di più. Quella domanda ne era una prova.

- Mi piaci da impazzire Scorpius Malfoy. Tanto da farmi male il petto. Sei il mio primo pensiero quando mi sveglio e l’ultimo quando vado a dormire… e nel mezzo, non faccio altro che sognarti. Quando mi sfiori, provo sensazioni così forti... da non trovare le parole per descriverle. Sei sempre stato speciale ai miei occhi.- fui assolutamente e totalmente sincera. Così sicura di quello che dicevo, da non perdermi nel mio solito balbettare timido ed incerto.

Le campane della Torre dell’Orologio stavano rintoccando la mezzanotte. Il nostro turno era finito.

- E’ meglio che ti accompagni all’entrata della Sala Comune.lo disse con un sorriso mai visto prima. Mi sciolse dall’abbraccio e riprese la mano.

- Prima dobbiamo fare rapporto in Sala Prefetti e…- mi fece tacere posando un dito sulle labbra. Il semplice tocco era bastato a procurarmi nuovamente brividi lungo la schiena.

- Me ne occuperò io, stai tranquilla. O forse non ti fidi di me?

Finse di offendersi. Ma non riuscì a trattenere un sorriso malizioso.

- Ora, il mio unico pensiero, è accompagnarti e darti il bacio della buonanotte.

Scoprire questo nuovo Scorpius, intraprendente e sfacciato, mi fece arrossire. Non tanto d’ imbarazzo, quanto di piacere.

- Non vedo l’ora, ma dubito che stanotte riuscirò a dormire.gli sussurrai.

- Ho la netta sensazione che sarà reciproco. Sarai nei miei pensieri per il resto della notte, Principessa.- mi accarezzò di nuovo il viso.

- Conterò le ore che mi separano da te.- accarezzavo i morbidi fili d’oro. Quante volte sognavo di affondare le mani nei suoi capelli.

Troppo presto, ci eravamo ritrovati davanti al quadro della Signora Grassa.

- Buonanotte Rosie.- sfoderò uno dei suoi sorrisi mozzafiato.

- Buonanotte Scorpius.- risposi imbambolata dal suo sorriso, dai suoi baci, dall’idea che la serata era iniziata male, per finire nell’unico modo che tanto desideravo e speravo.

Si avvicinò, posando le mani sui mie fianchi, attirandomi dolcemente verso di lui. Mi baciò. Delicatamente, un bacio morbido, avvolgente. Gli passai le braccia intorno alle spalle per sentirlo più vicino, fondermi con lui, essere un tutt’uno.

All’improvviso sentii la sua tensione. Smise di baciarmi, ma senza lasciarmi andare.

- Che succede? mi bloccai davanti alla sua espressione preoccupata, tesa.

- Sento una presenza, qui intorno! Ostile….- e sfoderò la bacchetta, perlustrando con lo sguardo la scalinata. L’atmosfera era cambiata. Avvertivo la sua stessa sensazione.

- Forse si tratta di Pix… ama fare dispetti, nascosto nell’ombra.- dissi poco convinta.- O magari, è Gaza…che ha la mania di spiare gli studenti per sorprenderli.

Con lo sguardo vigile e in posizione di difesa, Scorpius si mise davanti a me, come per farmi da scudo contro un eventuale pericolo. Voltandosi  un momento per guardarmi, abbassò la bacchetta, ma nei suoi occhi la preoccupazione rimase.

-Hai ragione. Ma è meglio che rientri, ci vediamo domani per colazione.-  Si voltò del tutto, per stringermi forte a sé, posandomi un bacio sulla fronte.

Attendeva sulla rampa di scale, fino a quando entrai dietro il quadro. Fece un ultimo cenno di saluto, sorridendomi. Solo che non riuscì ad ingannarmi: il sorriso non raggiunse i suoi occhi, segno che non si era affatto tranquillizzato.

Entrata nella mia stanza, ero ancora turbata da quanto successo. Ma, il mio umore cambiò rapidamente, ripensando alla serata appena trascorsa. Mi sentivo confusa, ma meravigliosamente. Il cuore palpitava ripensando al bacio, anzi, ai baci che ci eravamo scambiati. Sarei stata volentieri l’intera notte con lui, baciarlo e dimostrargli tutto il mio amore… che imbarazzo! Quando sono diventata così sfacciata? Il mio più grande desiderio si era avverato. Il mio Principe amava me, come io amavo lui.

Con i pensieri felici mi tolsi la divisa e messo il pigiama, scivolando tra le lenzuola che profumavano di lavanda. Abbracciai il cuscino, immaginando che ci fosse lui tra le mie braccia. Le farfalle erano tornate a farsi sentire nella pancia, rendendo ancora più bello il pensiero che l’indomani ci saremmo rivisti. Avrei cercato il modo di passare il maggior tempo possibile con lui. Volevo baciarlo, desideravo tenerlo stretto a me, toccarlo, sentire la sensazione della sua pelle a contatto con la mia. Lo amavo di un amore incondizionato; avevo assaporato la vera felicità e non ne potevo più fare a meno. Ne volevo ancora.

-A domani Scorpius, ti amo.- lo dissi  ad alta voce, stringendo il cuscino, come se in qualche modo l’invocazione potesse arrivargli. Mi addormentai con il sorriso sulle labbra, sperando di sognare lui.

Sognare la sua mano, che non aveva lasciato la mia neppure una volta.

Ma non sapevo… non potevo ancora sapere che quello, sarebbe stato l’inizio della fine...

 

Angolo dell’amica di piuma

Ciao a tutti. Purtroppo non ho più il collegamento internet! E non posso postare regolarmente…sigh

Grazie a tutti voi che avete letto la mia ff e ringrazio tutti quelli che hanno commentato.

Un mega grazie va alla mia beta unterd tvb

Grazie a mollicadipane per i complimenti. tvb principipessa – ci sono molti riferimenti a te nel capitolo XD-

MorwenBlood grazie cara! Ora entriamo nel vivo della storia!!!

sam05 e emmajane

  grazie di cuore. Spero che continuerete a seguirmi anche in futuro

a tutti colore che vogliono lasciare un commentino grazie e cerchero di rispondere alle vostre recensioni

un bacio

lunanera

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo cinque ***


Image and video hosting by TinyPic

Capitolo cinque

Hear You Me

 

Pov Scorpius

 

Lasciata Rose all’entrata del dipinto, mi diressi a grandi falcate verso la fonte dove proveniva l’ostilità, sentivo sul mio corpo brividi sgradevoli e dietro la nuca i peli si erano rizzati come se si fosse formato del ghiaccio. In fondo al corridoio del settimo piano, una figura indistinta si allontanava dal posto dove proveniva una negatività carica di odio e rancore: aleggiava ancora nell’ambiente un essenza dolciastra che mi dava la nausea, in modo indefinito, opprimendomi d’angoscia.

Con il cuore che batteva veloce per l’adrenalina, rincorsi l’ombra che fuggiva, sembrava non toccasse suolo. Girato l’angolo scomparve. Chiunque fosse sparì, come smaterializzato - il ché era impossibile, all’interno della scuola ci sono sigilli imposti dalla preside -. Perlustrai i corridoi in lungo e in largo un paio di volte, cercando qualche passaggio segreto di cui ero all’oscuro, ma purtroppo non c’erano indizi che mi portassero a pensare che ci fossero scorciatoie o vie di fuga.

Innervosito dal fatto, andai in Sala prefetti con grande ritardo rispetto all’orario prestabilito. Legend mi attendeva in piedi vicino al tavolo, dove gli altri colleghi avevano consegnato le pergamene.

- Hai idea di che ore sono? Siete gli ultimi che consegnano…ma dove è la Weasley?- chiese con voce irritata.

- Si é sentita male. Ho pensato fosse meglio accompagnarla sua Casa per non rischiare una ricaduta. È ancora debilitata.- risposi nervoso.

- Non m’importa della salute della WeasleyMalfoy solo che ho passato il tempo ad aspettare i tuoi comodi e che non hai preparato il resoconto della ronda.- disse velenoso.

Lo spocchioso arrogante osava fare il superiore! - Ti assicuro che la pergamena sarà pronta tra breve… non immaginavo che ti mancassi, Legend. Sei stato gentile a preoccuparti ma … vedi, preferorei che al tuo posto si fosse preoccupata Kim Young. Tendo a preferire le ragazze.

La frecciata arrivò dritta colpendolo in pieno. La Caposcuola Tassorosso era la ragazza di cui era interessato.

– Come ti permetti Malfoy!  Sono un Caposcuola, ti sono superiore di anni ed esperienza. Non transigo errori o dimenticanze riguardanti i doveri scolastici.

- Ti ripeto, che il resoconto della serata sarà pronto nel minor tempo possibile! Puoi tornare alla tua Sala Comune, mi occuperò personalmente di chiudere la Sala Prefetti. Non vorrei rovinarti le tue ore di sonno, altrimenti avrai le occhiaie e la tua perfezione verrà messa a dura prova.- dissi fissandolo con disprezzo come solo i Malfoy erano capaci di fare.

- Sarà meglio per te Scorpius!-  sibilò e uscì sbattendo la porta dietro di se.

La mia competizione con Legend si estendeva chiaramente oltre il campo di Quidditch. Non mandava giù che lo scorso anno i Serpeverde vinsero la Coppa delle Case contro i Corvonero  con pochi punti di distacco.

Presi a compilare controvoglia la pergamena messa a disposizione per la mia ala di sorveglianza: nulla di anomalo nelle ore di ronda, ma una presenza estranea al di fuori dell’orario di guardia nei corridoi del settimo piano. Il giorno dopo qualcuno si sarebbe mosso per scoprire di cosa si trattava, ma anch’ io avrei fatto le mie indagini in privato.

Andai nei sotterranei ed entrai nella mia stanza. Mi spogliai della divisa ed andai a letto. Accantonai  la sensazione sgradevole che provai seguendo quella creatura, perdendomi nei ricordi piacevoli che riguardavano la mia ragazza. Si, finalmente potevo definirla la mia ragazza.

La serata risultò una vittoria su tutta la linea. Avevo confessato il mio amore, ero riuscito ad aprire il cuore alla donna che era tutto il mio mondo. Il primo bacio…i nostri baci, un crescendo di calore che divampava. Lei, calda e passionale, baciava come se fossi stato il suo stesso respiro…la sua lingua ghermiva la mia con tale foga da lasciarmi sbalordito. Mi mordicchiava le labbra come se volesse approfondire il bacio ancora, e ancora. Se avessi dato retta al mio istinto l’avrei presa e trascinata via con me, per tutta la notte: diventando un essere unico con lei, fondendomi dentro di lei, baciando la sua morbida pelle, esplorando ogni suo anfratto, perdendomi nei suoi occhi d’ambra, sentire le sue mani delicate mentre l’avvolgo in un caldo abbraccio. Per fortuna o sfortuna, il buon senso mi fece trasalire nell’ essere avventato. Si meritava di meglio, ci saremmo amati con il tempo e avrei conosciuto ogni parte di lei, ogni suo punto più sensibile, sentendo il suo piacere intorno a me, la sua anima entrarmi dentro.

Mi eccitai come mai prima di allora, al solo pensiero di Rose. Dopo qualche minuto, le tensioni dei giorni passati, la stanchezza prese il sopravvento, di lì a poco ero morto per il mondo, cadendo in un sonno senza sogni.

 

                                                                                     *****************

 

 

Il mattino dopo, entrai nella Sala Grande. Come sempre, il mio sguardo vagò verso il suo tavolo. Era circondata dalle amiche, riuscivo solo a intravedere la sua chioma. Mi sedetti al solito posto.

Come un falco sulla preda, Narcissus si avvicinò posandomi una mano sulla spalla: -Ciao amico. Hai notato? Stamattina c’è una strana atmosfera al tavolo dei Grifoni.

-Già, le ragazze del quinto sono su di giri – convenni - é successo qualcosa?

-La Weasley. Non ha il suo solito sorriso spensierato, sembra sotto un incantesimo Confundus. Le compagne le chiedono che cosa abbia ma sembra che risponda a monosillabi. L’unica che se la gode di gusto è la McCain, guardala!

Aveva ragione. Quando si girava verso Rosie faceva un sorriso compiaciuto, poi guardava me di sottecchi, ridendo e continuava a fare colazione. Deve aver saputo. Essendo la sua migliore amica era inevitabile che non le sfuggisse un minimo cambiamento da parte sua. Sorrisi di rimando. Non mi dispiaceva che si sapesse di noi due.

Zabini mi fissò per un lasso di tempo abbastanza lungo. Io con indifferenza mangiavo senza far trapelare il mio stato d’animo, facendo finta di niente. Dall’altro lato si sedette Albus salutandoci come ogni mattina.

-Non ci posso credere. Per Salazar, il nostro Scorpius è riuscito nel suo intento! – urlò improvvisamente Narcissus

Mi guardava come se fossi stato una star.

- Abbassa la voce. Sei impazzito! Che vuoi dire?- feci lo gnorri.

- Non darmela a bere, cugino. Ti conosco. Ieri sera deve essere accaduto qualcosa con la Weasley. Avanti puoi dirmelo, finalmente non fai più parte verginelli?

VerginelliZabini! da quando sei un esperto in relazioni?

- Da quando ho notato che tira una strana aria tra te e Rose! Lei è diversa, tu non guardi come al solito nella sua direzione: sembri sempre un assetato alla sorgente… e adesso sorridi addirittura! Deduco che tra di voi sono volate scintille stanotte. Sbaglio?

Non potevo dargli torto. Mi sentivo diverso. Ero diverso. Fu come se mi fossi liberato da uno dei miei tanti macigni che mi opprimevano.

-Sai, Zabini? A volte sembri una delle zie di mia madre, che mette il naso negli affari altrui- risposi prendendolo in giro.

-Se non mi vuoi rivelare nulla…  chiederò direttamente dalla seconda fonte. Sai che posso essere persuasivo con le ragazze!

-Non oserai spero!

-Mettimi alla prova e vedrai!- mi sfidò con un ghigno beffardo.

Albus si alzò improvvisamente, lasciando il cibo a metà, dirigendosi verso l’uscita della Sala. Non riuscii a capire che cosa gli fosse preso, non proferì parola nemmeno una volta durante il nostro battibecco. Zabini ed io ci guardammo, pensando di aver esagerato. Ci incamminammo verso Sala Pozioni, la prima lezione del giorno.

Recuperato i libri dalla mia stanza - distanziava poco dall’aula- ritornai nei corridoi dei sotterranei. Vidi Rose all’entrata della classe. McCain vedendomi arrivare varcò la soglia, lasciandola sola. Mi avvicinai,  e mi regalò un sorriso da mozzandomi il fiato.

- Sei in ritardo Signor Prefetto.

- Un Malfoy non è mai in ritardo.

- Sono gli altri che arrivano in anticipo!- dicemmo ad un isono, si mise a ridere; avevo imparato a conoscerla in quegli anni trascorsi assieme, ogni suo modo di essere.

Le porsi la mano e lei intrecciò le sue dita con le mie,come la sera prima, senza riservo né timidezza, come se lo facessimo da sempre.

- Come hai trascorso la notte? Spero che tu sia riuscita a dormire.

- Oh si. Ho dormito come una bimbina.- rispose- E tu? Hai avuto problemi a causa della mia assenza con il Caposcuola Legend?

- Niente di preoccupante, è andato tutto liscio.- Non dissi in che cosa mi ero imbattuto nei corridoi e proseguii come se nulla fosse.

- Sarà meglio entrare o penseranno che vogliamo saltare la le lezioni.- la mia diligente Rose mi richiamava al dovere.

- Sai, l’idea non mi dispiacerebbe affatto. Con i nostri voti possiamo permetterci di perdere qualche ora.- Sorrisi e con un braccio le cinsi la vita, attirandola a me. Fece un leggero risolino. Mi cingevo a depositarle un bacio sulle labbra.

- Scusate. Ma devo entrare in classe. E anche voi!- Albus ci stava fermo davanti, con lo sguardo torvo che balzava da me a Rose.

Ci allontanammo e lui vi passò in mezzo, diretto verso la porta dell’aula di Pozioni. Potter doveva darmi delle spiegazioni riguardo i suoi modi acidi di primo mattino.

Sospirando ci guardammo, feci passare per la soglia prima Rose poi entrai. In mezzo a quei vapori, il prof. Lumacorno disponeva degli ingredienti sul suo tavolo per creare la pozione della settimana, il resto della classe era ordinata nei loro rispettivi tavoli con i calderoni pronti all’uso. Narcissus quando ci vide entrare sorrise malizioso e mi fece un cenno con il pollice all’insù: un modo Babbano di assenso, a quanto mi spiegò Rosie tempo addietro.

        -La Pozione della Verità, mie cari ragazzi, o Veritaserum, costringono chi la beve a dire la verità. La lingua si scioglie e il povero mago, contro la sua volontà è costretto a non mentire: creando questa pozione dovrete stare attenti alle esalazioni, anch’esse abbastanza potenti come la stessa, ma meno efficaci. Ho disposto gli ingredienti sul mio tavolo. Sta a voi realizzare il prezioso liquido dal colore rubino. Ci vorrà tempo per prepararla a dovere, infine passerò davanti ai calderoni per constatare le vostre opere. Buon lavoro a tutti.-

Con il libro di Pozioni Avanzate in mano mi cingevo a scegliere gli ingredienti. La procedura era complessa rispetto a quelle dell’anno prima: bruchi dorati dell’Irlanda, foglie di menta piperita, succo di melograno, uova di Ashwinder, corna tritati di unicorno, ali abbrustolite di Doxi. Polverizzavo e mescolavo perfettamente sul tavolo di lavoro, deponevo gli ingredienti dentro il calderone mescolando con cura, la fiamma era bassa per non rovinare le essenze. In aula si stava formando il vapore della pozione, l’odore era gradevole grazie alla menta, mi faceva sentire stranamente tranquillo. Accidenti! Il professore aveva ragione. Dovevo cercare di non inalare quegli odori. Non avevo nessuna intenzione di rendere partecipi gli altri dei miei segreti.

Albus, accanto a me era nervoso, mescolava il calderone facendo uscire gocce di liquido vischioso, imbrattando anche i libri che poggiavano sul piano di lavoro.

-Hei Al, datti una calmata. Si può sapere che hai? Ti sei alzato dal letto con il piede sbagliato?

-Oooh il grande Malfoy mi chiede che cosa abbia? Va bene ti accontento. Ho che mi hai rotto le palle! Avrei preferito non aver sentito i pettegolezzi di Zabini  su mia cugina. Non deve nemmeno nominarla, e tu stai attento a quello che fai con Rosie o te ne pentirai!- mi puntò il dito sul petto per poi strattonarmi la divisa, sfidandomi.

Con estrema lentezza e distaccato dissi:- Levami le mani di dosso o sarai tu a pentirti delle conseguenze, ritrovandoti senza un dito-.

Albus si ritrasse stralunato, si voltò uscendo dalla classe, sotto gli occhi impressionati degli studenti e del professore.

- Sig. Potter! Dove va?- disse Lumacorno sorpreso dal suo strano atteggiamento.

- Professore, vado a recuperare Potter e lo riporto qui.- dissi.

- Si, Sig. Malfoy. Lo faccia ritornare in aula, o sarò costretto a dargli una “T” nel compito.

Seguii Albus fuori dall’aula. Mi diressi nella nostra Sala Comune, nel dormitorio, ma non c’era. Ricordai, che i primi mesi del primo anno di scuola, Albus aveva un posto particolare dove si nascondeva. Andai nel passaggio segreto dietro i quadro di Ethelred il Sempre-Pronto, entrando poi nell’ala ovest. Salii in cima alla torre ed entrai nella Guferia. Le assi di legno del vecchio pavimento scricchiolavano sotto i miei piedi. Era lì, in piedi dando da mangiare delle noci di carne a Vlad, il mio gufo reale. Sapeva che ero presente ma non si girò, accarezzava le piume del petto di Vlad.

-Ero certo di trovarti qui…

Silenzio

Lumacorno vuole che torni in classe, devi continuare la pozione.

- …Non mancherò. Ho solo bisogno di sbollire il nervosismo. Prima di partire da Londra avevo comprato queste noci nell’Emporio del Gufo, non volevo che andassero a male.

Albus. Potrei sapere, se è lecito, a cosa è dovuto questo comportamento? Non ti ho mai visto in questo stato…di stronzaggine!

- Noto con stupore che i gerghi Babbani  fanno parte del tuo vocabolario di Sanguepuro! Sono impressionato.- Esagerava di proposito. Sapeva che non sopportavo essere apostrofato come un mago Purosangue.

- Ho avuto degli ottimi insegnanti e tu sei tra quelli.- risposi trattenendomi per non insultarlo.

Si girò avvicinandosi a passo veloce, gli occhi si erano fatti delle fessure. Era più alto di me e dovetti sollevare la testa per guardarlo in faccia.

Riuscivo a sentire il suo stato d’animo: contrariato, dispiaciuto, triste.

Scorpius. Ti avverto, se solo proverai a far soffrire Rose, se la renderai infelice o tradirai la sua fiducia, ti starò addosso. Sarò tuo nemico a vita! Tengo a mia cugina più di quanto credi. Se la farai piangere te la faccio pagare cara, è una promessa! Niente magia, ne bacchette, ma a mani nude, ti farò a pezzi!

-E’ una minaccia, Albus? Non sopporto che qualcuno lo faccia o che mi dia ordini, soprattutto un amico come te. Ti consiglio di abbassate il tono; posso capire, che ti stia a cuore Rose ma io la amo. Hai capito bene, sono innamorato di lei e non farei mai nulla che possa affliggerla, in nessun modo. Hai la mia parola.

Mi fissava come se mi vedesse per la prima volta. Le mie parole erano sincere e pensai che pure Albus se ne rendesse conto.

-Ti credo... anche se avrei preferito da parte tua un Voto Infrangibile.-  i suoi occhi scintillarono e capii che dentro di lui c’era una vena di pazzia. Ma chi ero per giudicare?

- Siamo ancora amici?- mi porse la mano in attesa.

- Ovvio, ma la prossima volta che avrai un atteggiamento del genere avvisami, così non sarò costretto a farti rinsavire a forza di pugni, amico! Ti fa un brutto effetto l’esalazione della pozione di oggi. - risposi stringendogli la mano.

- Si, dovrei tapparmi il naso con una delle mollette che usa Lily per i capelli.- convenne.- ma anche tu non scherzi…hai dichiarato che ami Rose.

-Aah. Stai zitto Potter.- sorrisi.

Ci incamminammo a ritroso verso i sotterranei, il resto della giornata proseguì serenamente.

 

                                                                                         ****************

 

 

Quel pomeriggio, dopo le lezioni, trovai Rose in biblioteca. Finalmente ero libero di trascorrere del tempo con lei, prima dell’inizio delle nuove selezioni di Quidditch.

Quando mi vide sorrise e fece cenno di avvicinarmi.

-Scorp! Questo fine settimana andrò a Hogsmeade. Mio zio ha aperto una filiale di “Tiri Vispi Weasley” anche qui. Ora capisco perché James era così indaffarato. Mio padre mi ha mandato un gufo dicendomi che sarà in paese per organizzare gli oggetti nella nuova bottega. Vuole che vada a trovarlo.- prese un lungo respiro - Magari…dopo, noi due potremmo andare nel nuovo locale che hanno aperto gli ex giocatori di Quidditch. È situato vicino al Piede di Porco, si chiama il “Valhalla”, dicono che è arredato con riferimenti mitologici e ci sono delle fate dei boschi che leggono il futuro…sempre se ti va.

Si fece silenziosa all’improvviso. Sorrisi guardandola arrossire.

-…Scusa, quando sono nervosa parlo sempre più del dovuto.

- Perché sei nervosa? Per caso ti metto a disagio?

- No. ...e che non so come comportarmi…è tutto così… nuovo!

- Per me è lo stesso. Non ho mai avuto una ragazza…-

Il viso di Rose si tinse di un color porpora.

-…Sono la tua ragazza, allora?

- Sei la mia ragazza.- Mi piaceva dirlo ad alta voce, possedevo qualcosa di sincero, senza compromessi.- Quando sono con te mi sento felice.- aggiunsi.

- Ma capiterà così a tutti? Ogni momento che passa sento di volerti sempre accanto…guardare il tuo viso, toccarti… e baciarti. 

- Nonostante la tua timidezza te la cavi bene con le parole. Queste frasi dovrei pronunciarle io, nei tuoi confronti.-

Avvicinai il viso al suo:- Quando sei assorta nello studio…- le posai un bacio sul candido viso.- Imbronciata…- un bacio sulla mascella. - Allegra…- un bacio dietro l’orecchio.- Triste…- mi avvicinai alle labbra donandole un casto bacio- sei e resti sempre bellissima nella tua innocenza e spensieratezza.

-Oh…Scorp…

Ansimava profondamente e i suoi occhi si fecero velati. Sentivo i suoi pensieri, uguali ai miei, volevo donarle il piacere che desiderava. Che io desideravo.  

-… Sbaglio o sta cominciando a fare caldo tra questi scafali?- chiesi a poca distanza dalla sua bocca.

-Si, decisamente caldo…- convenne, con la voce affannosa e tremante.

Chiusi gli occhi per baciarla di nuovo. Ma la mia attenzione si spostò verso una presenza che stava arrivando nella nostra direzione. Seguii il mio primo istinto. Senza pensarci due volte, presi Rose per un braccio trascinandola via con me. Non ebbe nemmeno il tempo di chiedere che cosa stessi facendo che ci ritrovammo a sgattaiolare tra i reparti della biblioteca: il reparto della invisibilità, quello di letteratura sui draghi. L’unica via d’uscita era aprire le porte della sezione proibita. Sentivo i passi dietro di noi che si avvicinavano, non era Madama Chips, ne ero certo, lei era una strega anziana, non avrebbe potuto starci dietro così velocemente. Sfoderai la bacchetta sussurrando Alohomora per poi entrare varcando la soglia del reparto.

Mi appoggiai con le spalle alla porta richiusa, tenevo Rose fra le braccia, la sua schiena poggiava sul mio petto. Rimasi in attesa, sperando che chiunque fosse non entrasse per scoprirci. Sembra stupido scappare come dei ladri per avere udito dei semplici passi, ma la nostra posizione di prefetti e il non aver percepito prima chi fosse, mi spiazzava. Facevo troppo affidamento su i miei sensi, trascurando il resto.

Scorpius, mi vuoi spiegare perché ci siamo nascosti come dei criminali? Finiremo in grossi guai se ci scoprono qui dentro!

Sssh. Zitta. Qualcuno è proprio dietro la porta.- per non continuare a parlare le misi la mano sulla sua bocca.

[…]

Passarono dei lunghi secondi senza che sentissi alcun rumore, poi si aggiunsero altri passi frettolosi.

- Professoressa! Finalmente l’ho trovata.- era il Caposcuola Legend. Accidenti. Ci stava seguendo una docente.

- Sig. Legend. Non deve correre come un primino senza regole, si ricordi che deve dare l’esempio agli altri studenti.

- Mi scusi prof.ssa Cooper, ma avevo fretta di trovarla per riferirle una notizia.

La Cooper ci stava seguendo, con il mio dono non riuscii a sentirla. La sua alta protezione rendeva invisibile la sua presenza. Era degna della sua fama, come avevo letto sulla Gazzetta.

-Va bene. La ascolto Sig. Legend.

- Devo avvisarla che da stasera arriveranno ad Hogwards degli Auror dal Ministero. Presiederanno per un periodo indeterminato tutte le notti nelle ronde in giro per il castello, a causa di un avvistamento irregolare nei corridoi del settimo piano.

-“Avvistamento irregolare”?- chiese la Cooper.

- Si, uno dei prefetti la notte scorsa ha scritto nel suo resoconto, di avere visto qualcosa di forma umana che si allontanava nei corridoi. L’Ufficio Regolazione, stamattina ha mandato degli Investigamago  per constatare se ci fosse qualche indizio. Affermano che c’era davvero qualcosa che poteva essere classificato tra le Creature Oscure.

- Interessante. Grazie di avermi riferito le novità. Un ultima cosa, Sig. Legend. Chi era il prefetto che ha fatto la segnalazione?

-…Malfoy, Miss. Scorpius Malfoy.

- Il Sig. Malfoy. Davvero uno studente diligente e attento, non c’è che dire…può andare Sig. Legend. Grazie del riferimento.

Ma…i nostri turni serali? Dovremo lavorare insieme agli Auror?- il tono della voce di Legend divenne pieno di speranza. Era sempre in cerca di fama e gloria, poteva essere la sua occasione per farsi notare al Ministero.

- No. Gli Auror si muovono da soli. Dopotutto è il loro lavoro. Tutti i prefetti saranno liberi dagli impegni notturni fino a nuovo ordine che verrà impartito direttamente dal Primo Segretario del Ministro della Magia-.

La Cooper era informatissima, come se lavorasse presso il Ministero da anni.

- Capisco... Buona sera Professoressa.

Legend si allontanò ma la Cooper non seguì il suo esempio, rimase al suo posto.

Malfoy. Che prefetto diligente...- ripeté ridendo delle sue parole e sentii come se graffiasse la porta dietro di me. Aveva intuito che ero nascosto la dentro oppure stava facendo delle deduzioni personali ad alta voce?

Finalmente si allontanò anche lei, i passi si fecero sempre più lontani per udirli. Tirai un sospiro di sollievo. Nel frattempo Rosie  si era appoggiata sul mio petto. Riuscivo a sentire il suo cuore agitato.

- Se ne sono andati?

- Si, siamo fuori pericolo, possiamo uscire e ritornare nei nostri dormitori. Come tu stessa hai sentito, stasera non avremo i nostri

consueti turni.

- Se devo essere sincera, mi dispiace…

- Ti dispiace?

- Si, mi dispiace non passare la serata insieme…

Hei. Devi smetterla di anticipare sul tempo i miei pensieri.- La strinsi più forte tra le braccia, lasciandomi andare e inspirando il profumo dei suoi capelli. Si girò di fronte di me, lentamente. Le sue mani scivolarono sul mio petto. Mi chinai e seguii sfiorandola con il naso la linea del collo. Gemeva leggermente, affondando le unghie sulla mia camicia. Il bacio che ci scambiammo fu diverso dai precedenti. Fu travolgente, la assaggiavo, mi insinuavo con la lingua dentro la sua bocca con estrema dolcezza, godendo di ogni secondo del suo contatto. Emisi un suono profondo e senza rendermi conto la mano scese ad accarezzarle il petto, le strappai un gemito e le nostre labbra si staccarono per poter immettere ossigeno nei polmoni.

- La.. tua mano…

- Scusa. Non volevo metterti a disagio-

-Non sono a disagio…e che non me lo aspettavo, tutto qui- affondò il viso sul mio petto come per nascondersi.

-Un giorno, succederà che faremo l’amore… Rose.- fui con me stesso, volevo fare l’amore con lei.

Rose strabuzzo gli occhi e non sapeva che dire. Dovevo assolutamente allentare la situazione…ero andato troppo oltre.

- Hai notato che ci scambiamo baci nei posti più particolari della scuola?- mi guardai intorno e iniziai a ridere di cuore per sciogliere la tensione che la mia dichiarazione le aveva provocato.

         -…Hai ragione, la nostra storia dopo tutto non si può definire meno che noiosa e monotona. Scegli sempre i luoghi più assurdi per scambiarci

          tenerezze… I bravi ragazzi non fanno di queste cose.

-Ti ho dato l’impressione di essere un bravo ragazzo? Sono pur sempre un Serpeverde, non tentarmi piccola Grifondoro.

- Altrimenti, che fanno le Serpi?- stava sfidando il mio autocontrollo, guardandomi languidamente e passandomi le mani tra i capelli.        

- Fanno molto di più.- la sollevai alla mia altezza, mi girai e la spinsi, con il peso del mio corpo sulla parete, tenendola per la vita. Ci baciammo con ardore, le lingue si cercavano affannosamente. Sentii la mia erezione mentre poggiava sul suo ventre. Anche lei la sentì, infatti smise di baciarmi per guardarmi negli occhi. Entrambi senza fiato,

la lasciai andare per riportarla a terra, facendola scivolare volontariamente sul mio corpo.

-…Ora sai l’effetto che provochi quando mi sei accanto.- dissi con voce rauca dall’eccitazione.

Non parlò, ma nello sguardo mi sembrò di intravedere… un filo di soddisfazione?.

Sciolsi il mio abbraccio per darle modo di ricomporsi. Feci lo stesso ma non potevo ancora uscire dalla biblioteca come se nulla fosse: -Dammi un minuto Rosie. In queste condizioni mi è impossibile.- le turbe ormonali erano ormai al limite della ragionevolezza.

- Oh mi dispiace. Posso fare qualcosa?- chiese in modo innocente.

Sorrisi. Pensai che mi stava tentando ma non avrei rispettato il giuramento di poco prima:- Potresti allontanarti un po’? Il solo vederti mi risveglia la voglia di… “ continuare a baciarti”.-  o di saltarti addosso dovrei affermare.

         -Oh…forse è meglio che vada in Sala Grande per la cena e tu ci raggiungerai…quando sarai apposto, hemm… si, ecco…ok.- farfugliò.

- Ottima idea. Rose… Ritornando al discorso precedente, la mia risposta e si. Andremo insieme al Valhalla, spero di non incontrare delle Valchirie. - le feci l’occhiolino.

- Penserò io a proteggerti da loro. Tu sei il mio guerriero.

- Perciò, tu sei la mia Dea protettrice…

Prima di lasciarci le  accarezzai le labbra con il pollice. Rose le schiuse al mio passaggio, lasciandosi andare. Mi mancò il fiato ed una scossa mi pervase il corpo.

Rosie…stai mettendo a dura prova…il mio controllo.- la gola si fece secca e non riuscii ad aggiungere altro.

Con riluttanza si allontanò, sorridendo maliziosa.

-Ho sempre sostenuto che la tua vera Casa doveva essere Serpeverde, sei un angelo tentatore principessa… Prima mi hanno chiesto di recarmi al campo per scegliere con il capitano i nuovi giocatori…devo cercare di essere concentrato per le selezioni… almeno ci proverò. Ci vediamo a cena.

Presi la mano di Rose posandole un bacio sul dorso, prima che lei sgattaiolasse dalla porta, sospirando. La sua presenza era il mio respiro.

Aspettai il tempo necessario e uscii dalla sezione proibita per dirigermi a destinazione.

Ripensando alla Cooper, ero certo che sapesse che mi nascondevo dentro la sezione proibita, altrimenti non avrebbe graffiato di proposito la porta e pronunciato ad alta voce il mio nome. La prossima mossa stava a lei. Mi avrebbe punito o avrebbe fatto finta di nulla per poi magari

ricattarmi in qualche maniera? I miei dubbi aumentavano. Ormai non sapevo più cosa pensare di Avalon Cooper.

 

 

Angolo dell’amica di piuma

.

In questo capitolo ci sono molti riferimenti a varie serie di libri:

-Morto per il mondo- il titolo del quarto libro che è stata tratta la serie di True Blood

-I bravi ragazzi non fanno di queste cose- dal  film “il diario di Bridget Jones”, quando lei bacia Mark sotto la neve.^^

 

Ora passiamo ai ringraziamenti:

 MorwenBlood

: come vedi, i nostri piccioncini sono sempre interrotti, ma sanno rimediare abbastanza bene!XD

sam05 ciao cara! Grazie dei complimenti. Nel disegno si intuisce che Avalon sa tutto. Ora la faccenda diventerà complicata.

mollicadipane Ciao principessa. Mi manchi tantissimo e spero di leggere le tue meravigliose opere al più presto. Ancora non ho il collegamento internet e devo arrangiarmi come posso.  tvb

nefertari83 la Cooper sarà una spina nel fianco per ancora tanto tempo. Ma c’è un motivo ben preciso, che più avanti scoprirete…^^

Ringrazio coloro che mi seguono  e che mi hanno inserito tra i preferiti anche senza recensire

lunanera

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo sei ***


Image and video hosting by TinyPic

Capitolo sei

The road to Valhalla

 

Pov Rose

 

Arrivò il weekend. Terminate le lezioni i ragazzi del terzo anno erano tutti eccitati perché potevano visitare Hogsmeade per la prima volta. Dopo aver studiato la lezione di Trasfigurazione della prossima settimana, fremevo nello stesso modo ma, per un diverso motivo: era il mio primo appuntamento con Scorpius! Ok, dovevo vedere mio padre nel nuovo negozio di zio George, ma il resto della giornata era dedicata al mio ragazzo. Scelsi con cura il vestito che avrei indossato nel pomeriggio: dolcevita di cashmere, gonna tartan e stivali neri col tacco. Organizzai un programma perfetto: prima tappa Mielandia, l’ideale; poi saremmo andati ai Tre Manici di Scopa, per prendere il tè insieme agli amici e per finire il nuovo locale, il Valhalla.

Uscii dal dipinto della Sala Comune con dieci minuti di anticipo sull’ora prestabilita. Portai anche la giacca di pelle di drago perché le giornate stavano diventando sempre più fredde: a fine di ottobre e l’aria la sera era gelida. Con mia grande sorpresa Scorpius aspettava già alla fine della scalinata.

La sua visione mi fece sobbalzare il cuore in gola. Bello come un dio pagano, i capelli biondi incorniciavano il viso perfetto, l’abito casual sembrava cucito apposta per lui. All’improvviso mi sentii  inadeguata… avrei dovuto scegliere un abito elegante, alla sua altezza... Ebbi l’impulso di tornare indietro e scegliere un altro vestito per non farlo sfigurare. La sindrome del brutto anatroccolo si impossessò di me!

- Rosie. Sei bellissima.- la sua voce fu come una carezza di seta sul mio corpo. Bellissima…? Non era il modo in cui mi sarei definita in quel momento.

-Grazie Scorp…tu sei perfetto, come sempre del resto.

Non riuscivo ancora a credere che un ragazzo come lui ricambiava il mio amore. Pensavo a lui tutto il giorno, per la gioia di Roxanne e i suoi modi per estorcermi novità, sapeva del mio interesse per Scorpius. Mi sosteneva, infondeva coraggio  e dove servisse un intervento di autostima. 

-Ci incamminiamo? Qual è la nostra meta?- chiese sorridendo.

-Potremmo andare a MiIelandia…- facevo la vaga.

-Ok, oggi sarai la mia guida. Andai una volta in quel negozio… vorrei acquistare  dei Zuccotti di zucca e delle Api Frizzole. E’ vero che queste ultime ti facciano levitare?

-Credo di si…- non avevo bisogno delle Api Frizzole per galleggiare a mezz’aria; quando stavo insieme a lui mi sentivo allo stesso modo.

Per tutto il tragitto da Hogwards a Hogsmade non proferimmo parola. Intorno a noi c’erano altri studenti entusiasti che correvano, coppie che si tenevano per mano. Scorpius invece aveva le mani in tasca mentre io tenevo le braccia strette al petto… ero tesa. Troppo tesa!

Mi sentivo a disagio. Con la coda dell’occhio lo guardavo camminare di fianco a me. Era perfetto nel suo metro e ottanta di altezza.  Sentivo di volerlo sempre di più. Volevo avvicinarmi, tenergli la mano ma temevo che non volesse far sapere agli altri che stavamo insieme. In fondo erano passati quattro giorni da quando ci siamo scambiati il primo bacio. Mi imposi che sarei riuscita a resistere all’impulso di prendergli la mano. Non era ancora una storia ufficiale. Come l’avrebbero presa i miei genitori sapendo che stavo frequentando Scorpius? Mio padre sbraiterebbe il suo disgusto e disappunto perché era un Malfoy, a nonno Arthur gli sarebbe venuto un infarto. Si prospettava un futuro di litigi familiari. Sospirai frustrata.

-Qualcosa non và? Sei stranamente silenziosa oggi.- Scorp, mi guardò preoccupato.

-Nulla in particolare…pensavo che tra poco rivedrò mio padre. Mi sarebbe piaciuto che ci fosse stata anche la mamma. Sento la sua mancanza.

-Sai, assomigli molto a tua madre. Ogni anno, quando partiamo da Londra, ti guarda come se fossi il suo sole…poi diventa triste, mentre sali in treno.- parlava con mestizia - Siete una bella famiglia. Ho sempre invidiato la vostra libertà di esprimere i sentimenti, senza nasconderli, solo per il fatto che non è conveniente davanti all’altra gente.

Non sapevo che dire… Riuscì a cogliere lo stato d’animo di mia madre vedendola alla stazione per pochi minuti, ogni anno? Il suo volto si rabbuiò. Come poteva crescere un bambino, senza l’affetto dei genitori? Ricordo chiaramente come era Scorpius a undici anni: un ragazzino sospettoso, altezzoso con tutti quelli che si azzardavano ad avvicinarlo. Pensava che volessero la sua amicizia solo perché discendente della nobile Casata dei Malfoy. Non capiva che ragazzo meraviglioso fosse. Ci volle tempo prima di vedergli nascere un sorriso spontaneo. Al suo posto, non sarei riuscita a sopravvivere senza correre e saltare in libertà. Non seguivo l’etichetta come i Sanguepuro. Per la società Magica ero una Mezzosangue come mia madre e ne andavo fiera! I miei nonni Babbani sono dolcissimi.

Entrammo a Mielandia. Pullulava  di studenti urlanti, pieni di roba appiccicosa tra le mani. Quando ci videro, molti persero il sorriso. Eravamo i prefetti della scuola e temevano ripercussioni per il loro esagerato entusiasmo. Feci un sorriso ai poveri ragazzini allibiti; fuori  dai doveri scolastici ero una ragazza come loro e quel giorno la responsabilità da prefetto era l’ultimo dei miei pensieri: non fu una bella idea immergerci in quel caos…

Giunse  il momento di andare da “Tiri Vispi Weasley & Co”. Ci mettemmo d’accordo per vederci più tardi ai Tre Manici di Scopa insieme ai nostri amici. Improvvisamente vidi il suo viso vicino al mio. Senza pensarci mi ritrassi di colpo dal bacio che voleva porgermi.

-…Scusa.- Il gesto d’affetto mi prese alla sprovvista. Dopo tutti i flash mentali, di non rendere ancora il nostro rapporto ufficiale, un bacio da parte sua, davanti a tutti, non lo avevo previsto.

-Allora, a dopo.- rispose Scorpius con il tono di voce cupa. Si voltò e percorse la strada per la locanda di Madama Rosmerta.

L’avevo ferito… Con il mio stupido comportamento si sentiva respinto. Era l’ultima cosa che volevo, vista la sua infanzia priva di affetto.  Prima che potessi fermarlo, per spiegarmi, era sparito. Il morale mi scese sotto i piedi. Dovevo rimediare al disastro, non volevo pensasse che non lo amavo più.

Arrivai afflitta alla bottega di zio George. Con mio stupore, vidi in mezzo ai grandi pacchi imballati, James che si affrettava a trasportare i suoi nuovi brevetti dentro il locale. Papà stava sul camion Babbano del nonno,  con la sua bacchetta formava una pila di pacchi, catalogandoli per genere. Lo zio faceva fluttuare in aria la nuova insegna, sopra l’entrata, posizionandola modo giusto.

-Ragazzi! Come stanno andando le grandi manovre?

-Rosie! Sei arrivata.- Papà scese dal camion per abbracciarmi con impeto.

-Mi sei mancata piccola mia. Fatti guardare…tesoro! mi sembri diversa…hai fatto qualcosa ai capelli?

-…No, sono uguali a un mese fa!- non era perspicace, ma qualcosa aveva intuito.

-Eppure, vedo che qualcosa è cambiato… sembri la mamma quando si perde nei suoi pensieri complicati. Cosa ti succede, stai studiando troppo?

- Papà! E’ interrogatorio? Se avessi immaginato un terzo grado, non sarei neanche passata a salutare!- risposi in tono grave.

-Mi dispiace Rose. Sai come sono apprensivo. Voglio solamente il tuo bene, tutto qua.

-Grazie, lo apprezzo davvero... a proposito, come sta la mamma?- cambiai discorso per distrarlo.

- Tua madre sta bene. E’ stata promossa di grado e si è trasferita al quinto livello del Ministero, nell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale.- 

Era il suo sogno, ma per amore della famiglia, di noi figli, accantonò la sua brillante carriera. Ero contenta per la sua promozione, se lo meritava.

- Mia cara nipote. Che te ne pare del nuovo negozio? - Zio George era sempre il solito.- Per la barba di Merlino! Sei sempre più carina. Fortunatamente non hai preso niente da Ron, ma tutto da tua madre!

-Ciao zio. Sono felice di vederti.- gli diedi un bacio.- Come sta il cugino Fred?

-Benissimo! E sai la novità? Sara lui a gestire questo negozio. Lo vedrai molto spesso.

- Io gli darò una mano il fine settimana.- si intromise con entusiasmo il caro James- Ora sai a cosa stavo lavorando nelle sere passate…Beh, sorpresa!

-Carino! Me l’hai fatta sotto il naso per tutto questo tempo.- risposi sorridendo.

-Vieni ti faccio vedere l’interno.- papà mi prese sottobraccio e mi accompagnò dentro il negozio.

 

                                                                                              **********************

 

Arrivai  ai Tre Manici di Scopa, dopo un ora: annuivo ad ogni loro variazione o proposta sul negozio, ma con il cuore ero da Scorpius, immaginando di stargli accanto.

Entrai nella locanda, gremita da ragazzi seduti ai tavoli con le loro Burrobirre , mangiando stuzzichini e dolci presi a Mielandia. Intravidi il tavolo dove Scorpius sedeva. Assieme a lui, AlbusNarcissus chiacchieravano… e un gruppo di ragazze facevano da contorno al quadretto! Sembrava di vedere degli  Avvincini  con le prede. Una biondina del terzo anno, della sua Casa, stava appoggiando le mani sulle sue spalle!

Mi feci strada tra i tavoli con rabbia e gelosia. L’avrei volentieri schiantata con un Stupeficium, se avessi avuto con me la bacchetta.

-Ciao Rosie. Sei arrivata finalmente.- Albus  mi vide per primo. Lui riusciva a leggere in faccia come mi sentivo e con grande sforzo, cercai di celare il nervosismo.

-Sai come siamo noi Weasley. Dobbiamo controllare nei minimi particolari in qualsiasi cosa, credimi, ora come nasce una Puffola Pigmea!

Al e Narcissus risero alla mia battuta. Scorpius mi dava le spalle e non potei vedere la sua espressione. La “Avvincina bionda” stava ancora con mano sulla sua spalla e si chinava per dirgli qualcosa all’orecchio. Le avrei staccato il braccio a morsi se me avessero dato l’occasione. Improvvisamente la rabbia si sgretolò, lasciando strada al dolore per l’immagine di lui con un'altra ragazza accanto. Sentii le lacrime fare capolino. Non volevo che mi vedessero e andai a passo spedito oltre il loro tavolo. la mia meta erano i bagni della locanda, dove potevo piangere in tutta libertà.

-Rose dove vai?- mi chiamò Roxanne ,seduta al bancone del bar con Kim Young.

Non risposi. Corsi verso la porta delle donne. Le lacrime sgorgarono appena mi chiusi dentro. Mi stringeva il cuore e non riuscivo a smettere. Poco dopo sentii bussare.

-Rose, sono io. Apri per favore.- Roxanne mi aveva seguito. Non sentivo la necessità di confidarmi ma aprii ugualmente.

-Tesoro, tu piangi? Hai un aspetto terribile, hai litigato con Scorpius?- come sempre, dritta al punto.

-No… non ho litigato con lui. Sono solo… stupida!- ricominciai a piangere.

-Se è per quella biondina del terzo anno che gli sta sopra, non devi preoccuparti. Non le ha dato peso, anzi, l’ha respinta a malo modo quando sei entrata qui. Per di più, non ha parlato con nessuno da quando é arrivato nella taverna.

Sai che le ragazze, quando vedono i Tre Bocconcini Serpeverde, fanno di tutto per mettersi in mostra. Sono la gioia degli occhi di ogni ragazza e qualcuna più intraprendente delle altre prova ad attaccare discorso con loro.

Bussarono alla porta.

-Occupato!- disse Roxy in tono che non ammetteva repliche.

-Parli… come se ti piacesse…uno di loro…

Roxanne si morse le labbra visibilmente a disagio.

-Roxy… Chi è?

-Ooooh  e va bene! Mi piace Zabini. Lo trovo divertente. Solo una cieca non si accorgerebbe di quanto è speciale!  che il mio, è un amore impossibile: richiesto e ammirato com’è dalle ragazze della scuola, non ho chance. Gioca con loro, ha tante storie, poi le lascia per passare ad un altra preda più interessante. Non nutro speranze, ma, sono contenta del sentimento che provo per lui… patetica, vero? Sapendo che è un amore a senso unico, spero che un giorno si accorga che esisto.

- Sei meravigliosa. Il tuo è un amore incondizionato, senza pretese... mi piacerebbe avere il tuo carattere forte, fare chiarezza dentro di me, non essere sempre impacciata con Scorpius.- Roxy era decisamente più matura di me.

-Rose. Scorpius ti ama. Si vede lontano un miglio che gli piaci! Così come sei… Se volesse una sicura di se, tutta di un pezzo non sarebbe attratto da te. Ti guarda con adorazione, l’affetto che prova e visibile a tutti. È cambiato da quando lo conosco, e in meglio. Sei stata tu a fare il miracolo.- prese le mie mani tra le sue infondendomi il suo affetto.

-…Grazie Roxanne…sei l’amica migliore che potessi desiderare. Spero di non aver rovinato tutto, ed essere ancora in tempo per rimediare al guaio che ho combinato.

Roxy guardava aspettando di spiegarle a cosa mi riferivo, ma non volevo indugiare di più. Dopo essermi asciugata le lacrime uscii dai bagni con il mio solito sorriso.

Albus fece cenno di avvicinarci. Presi la mano di Roxy e ci sedemmo accanto a loro. L’avvincina bionda era sparita. Scorpius mi guardava serio e pensieroso.

-Che cosa ordinate ragazze?-  chiese Narcissus.

-Per me uno sciroppo di ciliegia con seltz. Mi piacciono gli ombrellini che mettono sulla coppa.- rispose allegra Roxanne.

- Io invece… prenderò dell’ idromele aromatico…

Zabini scrisse la nostra ordinazione su uno dei foglietti magici a disposizione sul nostro tavolo. appena finì di scrivere, i foglio si sollevò e schizzò verso il bancone del bar.

Parlammo del più e del meno. Infine Zabini sotto l’effetto di qualche alcolico, ci espose i suoi personali aforismi sull’amore:

-Sentite questa: Bisognerebbe essere sempre innamorati. Questa è la ragione per cui non bisognerebbe mai sposarsi.

-A mio parere tieni una mente distorta, riguardo le relazioni, Zabini.- disse Albus. Ma lui fece spallucce e continuava imperterrito.

-Il legame di ogni rapporto, sia nel matrimonio sia nell’amicizia, sta nella conversazione.

Quell’ultimo detto sembrava rivolto a me… Per tutto il tempo ho parlato con i miei amici tranne che con Scorpius. Mi limitavo a sorridergli mentre mi guardava pensoso. Sotto il suo sguardo mi sentivo febbricitante, faceva caldo la dentro o forse ero io che ero accaldata? Mi allungai sul tavolo per afferrare il piatto dei biscotti, magari potevo distrarmi mangiando. Prontamente Scorpius mi porse il piattino.

-Grazie…- presi un biscotto allo zenzero, sfiorai casualmente le sue dita. Sentii una scossa elettrica che mi attraversò la spina dorsale fino alla testa. Scostai la mano dalla sua troppo velocemente. Scorp corrucciò la fronte. Merlino! Stavo continuando a ferirlo. Sentivo la faccia in fiamme dalla vergogna.

-Scusate… vado a rinfrescarmi un attimo…- dissi alzandomi dalla sedia e recandomi nuovamente ai bagni.

Arrivata a destinazione, Mi accasciai sui divanetti, tenendo la testa tra le mani. Stavo rovinando tutto grazie alla situazione che avevo generato io stessa.

La porta del bagno si aprì, pensai che qualche ragazza stava entrando. Sentii chiudere la porta e chiave. Solo allora sollevai la testa per vedere chi fosse. Scorpius… Torreggiava davanti a me con le braccia conserte, guardandomi in maniera truce.

-Perché ti stai comportando così? Se questo è il tuo modo, per farmi capire che non vuoi più stare con me, hai già perso in partenza. Non ti permetterò di lasciarmi; tu sarai sempre mia! Sai quanto ho patito prima di dichiararmi? Quanto ho sofferto tenendo il mio amore chiuso in un angolo del cuore? Quanto ho atteso prima che tu diventassi la mia ragazza? Non hai il permesso di lasciarmi, te lo impedirò ad ogni costo, non ho nessuna intenzione di perderti! Anche se mi eviti, non m’importa. Mettiti il cuore in pace, non m’interessa quali siano i tuoi sentimenti! Non ti cederò a nessun altro ragazzo!

Rimasi allibita da l’impatto delle sue parole. Era la prima volta che Scorpius esprimeva il suoi Sentimenti in maniera così diretta. Duro, intransigente, egoista… un Malfoy arrogante. Ma… dannatamente eccitante. Mi sentivo febbricitante. Il mio corpo ribolliva come un vulcano pronto ad esplodere. Si, ero malata di amore per Scorpius Hyperion Malfoy. Qualcuno poteva dirmi se esisteva la cura per la folle passione che provavo per quel ragazzo?

Mi alzai dal divanetto, mettendomi di fronte a lui. Tremava, i suoi occhi si fecero di un grigio intenso, le nocche erano bianche per la forza con cui stringeva le mani. Ridussi la distanza che ci divideva, sollevai le braccia per aggrapparmi alle sue spalle. Stringendolo a me gli sussurrai all’orecchio:

- Non voglio lasciarti, per nessuna ragione al mondo. Apparterrò per sempre a te. Quando hai dichiarato di volermi bene sono stata la strega più felice del mondo, il ragazzo che amavo mi ricambiava. Non mi perderai, sono tua,corpo e anima…non ti sbarazzerai tanto presto di me. Non ti lascerò mai solo.

-…Allora poco fa? Perché sembravi disgustata quando mi hai sfiorato la mano? Perché non hai voluto che ti baciassi?

-Non ti stavo evitando. E che, non sapevo cosa fare. Mi vergognavo. Pensavo che non volessi far sapere di noi, della nostra storia agli altri. Quando ti ho visto chino su di me per baciarmi non volevo ferirti,  ma, mi avevi preso alla sprovvista. Se fosse di peso da me, passerei tutte le ore del giorno a baciarti. Credimi!

Le braccia si strinsero sui miei fianchi, sollevandomi come in biblioteca. Mi cinsi al suo collo. Ci guardammo, perdendoci l’uno negli occhi dell’altro.

- Quando mi tocchi sento d’impazzire, il mio corpo risponde al tuo, come se tu possedessi un energia capace di risvegliare ogni fibra del mio essere. E’ possibile innamorasi ancora di più della stessa persona?-

- A me succede ogni volta che ti vedo. Ora baciami, Principessa.

Ci baciammo con dolcezza, mi sfiorava con la lingua ed io schiusi le labbra copiando i suoi gesti, umida e calda, entrava dentro la mia bocca, saggiando ed esplorando; aveva un sapore misto di mele e spezie… mi sentivo spasimare di desiderio, sentivo crescere dentro di me la necessità e l’urgenza di qualcosa di più.

Ansante mi staccai da lui. Avevo le guance in fiamme e i suoi occhi brillavano. Morivo dalla voglia di sentire il suo corpo premuto sul mio.

-Voglio toccarti.- disse con desiderio. .

-Anche io, non sai quanto.- risposi accaldata, con un gemito soffocato.

Fu lui a prendere l’iniziativa,  cominciò dal collo, baciando e leccando. Io presi a sbottonare con audacia i bottoni della camicia dalle asole, una per una, lentamente, mettendo finalmente in mostra il suo petto liscio e muscoloso. Era bellissimo con gli abiti, ma non lo avevo mai visto mezzo nudo! Lo accarezzai come ipnotizzata, toccandolo con la punta dei polpastrelli sulla pelle liscia, i muscoli si contraevano, frementi al mio passaggio. Posai le labbra sui bicipiti. Sulle spalle. Sui pettorali. Scorp emise un gemito soffocato, poi inspirò con un sibilo. Quel suono mi fece continuare l’esplorazione.

-Oh …Rosie…che cosa mi sta facendo?- respirava a fatica, ansimando tutto accaldato quanto lo ero io.

-Vuoi …che smetta?

Ci baciammo con foga presi da una smania incontrollabile. Le sue mani presero a muoversi freneticamente sul mio dolcevita. Si fece strada sopra il seno massaggiando e stuzzicandolo, creando una frizione con il tessuto. Gemetti. Non poteva essere la mia voce.. Non sembrava nemmeno la mia voce! Mi sentivo strana tra le gambe… stavo perdendo il controllo di me stessa. Incrociai il suo sguardo. Mi fissava con gli occhi sgranati e pieni di desiderio.

Si insinuò sotto il maglione toccando la pelle nuda. Le mani erano bollenti, accarezzavano la pancia e la schiena, ma non bastava. Non mi bastava. Sollevai le braccia sopra la testa. Intuendo il gesto, Scorpius sfilo bruscamente l’ indumento, rimanendo esposta davanti ai suoi occhi, solo con il reggiseno, non il solito corpetto che usavo a scuola.

-Rosie… non ho mai provato quello che sto provando ora…. Sei bellissima…da mozzare il fiato.

L’imbarazzo era di nuovo dietro l’angolo. Era la prima volta che vedevo il suo corpo mezzo nudo e lui… la prima volta che vedeva me mezza nuda! Misi le braccia davanti al petto come per nascondermi.

-No. Non coprirti. Voglio guardarti, toccarti. Avvicinati Rosie.

Fece scorrere l’indice sotto la spallina del reggiseno, facendomi venire la pelle d’oca. Mi accarezzava lentamente come se volesse imprimere nel tatto ogni parte di me. Ci abbracciammo. Pelle contro pelle. Il contatto dei nostri corpi fu qualcosa di magico. Sentivo il suo calore passare attraverso me e viceversa.

L’idilliaco momento venne infranto da una voce che proveniva dall’esterno.

-Hem… Rose scusa, ma io torno a scuola con Albus e Narcissus…

-…Si…Roxy. Ci vediamo più tardi…- provai a snocciolare qualche frase comprensibile.

-Fai con calma. A dopo… ciao anche a te Scorpius.

-Grazie McCain.

-È  stato un piacere ragazzi.

Guardai Scorp. Come faceva Roxy a sapere che c’era anche lui con me? Intuendo la mia domanda disse:

-Mi ha detto di seguirti per…parlare con te.

-Le sarò grata in eterno, giuro.

Scorpius iniziò a ridere, contagiando anche me, senza sapere a cosa era dovuta l’euforia.

-Avevo ragione. Mi fai perdere la testa nei posti più inconsueti e meno romantici che possano esistere al mondo. In più, veniamo sempre interrotti in extremis. Mi sembra così… assurdo! da non crederci.

-Può darsi che… il dover aspettare renda la situazione più eccitante, quando noi…ecco…

-Faremo l’amore?- sussurrò tra i miei capelli.

-…Esattamente…- affondai il viso nel suo petto e mi ricordai che eravamo ancora mezzi nudi!

- Forse… dovremmo rivestirci…

-Sarebbe decisamente il caso… se non vogliamo proseguire…, almeno per ora.- si scostò dal mio corpo con riluttanza, per abbottonarsi  velocemente la camicia che, con tanta pazienza ero riuscita a slacciare. Un vero peccato…

Ripresi dal divano il mio dolcevita per rimetterlo addosso.

-Aspetta ti aiuto.- si propose.

-SigMalfoy. Sta cercando scuse per portare al massimo la mia temperatura corporea?!

-Al contrario. Voglio cuocerti a fuoco lento, molto lento. – fece scivolare le mani sul reggiseno.

-Sono già cotta da quel lato...- risposi maliziosa.

-Non tentarmi Rose. Sono sempre un uomo. Ribadisco che saresti stata bene tra i Serpeverde! Hai tutte le carte in regola per essere una di noi: maliziosa, intelligente, accattivante, tentatrice, passionale e dannatamente sexy. Sopratutto con i colori della mia Casa. Ti comprerò un completo intimo verde smeraldo, starebbe benissimo con la tua carnagione dorata...

- Ma sono una Grifondoro. Dubito che nella mia famiglia, ci fosse mai stato un fan dei colori verde/argento.

-Sei nata per me. Ho questa certezza da quando ti ho vista per la prima volta. Ora ne ho la conferma. Insieme possiamo essere completi. Sei la mia metà. Non ti ho scelta, ti ho trovata.

- …Io sono te, tu sei me.- poggiammo i nostri palmi. Avevamo trovato la nostra metà mancante.

 

Uscimmo dal locale che era il crepuscolo.- Peccato. Dobbiamo tornare a scuola senza andare al Valhalla… mi sarebbe piaciuto vederlo.- dissi delusa.

-…Stasera, prima delle 22.00, gli Auror saranno nella sala Prefetti, incontriamoci al terzo piano davanti  alla statua di Gunhilda di Gorsemoor.

-Perché?- che aveva in mente con il viso serafico?

-Sarà una sorpresa. Ti fidi di me?.-

- Sempre-

Sigillò l’accordo con un bacio delicato, poi mi prese per mano sotto gli occhi increduli di molti studenti uscimmo dalla taverna. Ci incamminammo in direzione Hogwards.

 

********************

 

 

Aspettando di fronte alla  statua della strega gobba, mi domandavo per quale motivo Scorp mi avesse dato appuntamento durante l’orario del coprifuoco.

 Di giorno quegli ambienti erano pieni di vita, di notte facevano impressione. I fantasmi della scuola vagavano su e giù per il castello. Non tutti erano cordiali come Nick quasi senza testa o il Prof. Rüf. Il Barone Sanguinario ogni volta che lo incontravo nei sotterranei mi dava i brividi: la gelosia lo rese pazzo, uccidendo il sua amata…condannandolo per l’eternità...

Sentii qualcosa dietro le spalle. Mi girai di scatto, non vidi nessuno per i corridoi. Improvvisamente sentii una mano sulla spalla. Cercai di urlare ma una seconda mano mi coprì la bocca impedendomelo. Decisi di mordere per fuggire. Stavo affondando i denti quando parlò:

-Sono io Rosie!- Vidi solo un paio di mani  che fluttuavano a mezz’aria.

-…Scorp! Ti ha dato di volta al cervello? Mi hai fatto morire di paura, ma… hai il mantello dell’invisibilità di Albus?!

- Non credevo che reagissi violentemente. Sei una gattina selvaggia, principessa.- disse togliendo il cappuccio.

- Che avrei dovuto fare? Vieni di soppiatto dietro le spalle! Spiegami, perché ci troviamo qui?

- Entra sotto il mantello. Dobbiamo uscire all’esterno.

-Èeeeeh!? Ci sono gli Auror in giro per il castello. Non voglio passare guai per…per cosa poi?

-Rose. Dove è finito il coraggio dei Grifondoro  di cui tanto vi vantate? Saremo di ritorno prima della ronda delle Case.

- Mi fido. Ma odio essere tenuta all’oscuro!- mi infilai sotto il mantello dove lui mi accolse tra le braccia con un bacio mozzafiato, capace di farmi dimenticare il tempo e lo spazio. Se era il suo modo per tranquillizzarmi, beh, ci riuscì in pieno.

Mi lasciai trascinare senza dire una parola, fino al cortile, di fronte al Platano Picchiatore, a pochi metri dalle serre. Guardai Scorpius, sorrideva soddisfatto.

-Mi hai portato qui per vedere…questo?- dissi seccata, indicando l’albero.

-Sai che cosa è?

-Certo che lo so! È un Platano Picchiatore, albero molto violento che attacca qualunque cosa sia a portata di… ramo. Venne piantato nel 1971 da Albus Silente in persona. Avvicinarsi all’albero è troppo pericoloso per gli studenti…

-…Sai Rosie. A volte mi fai paura.

- È scritto tutto sul libro “Storia di Hogwards”, sembrerebbe che non lo hai preso in considerazione come lettura, mi sorprendi.

- Tu sei meglio di qualsiasi libro.

-Era un complimento o mi stai prendendo in giro?

-Non oserei mai…- scoppiò a ridere guardando il mio broncio. Nonostante tutto, mi piaceva vederlo allegro.

- Ok. Torniamo seri...hai con te la bacchetta?

-Si capisce.

-Sai perché l’albero è stato piantato proprio in questa parte del cortile? C’è scritto anche questo nel libro?

-…No? Esiste una ragione precisa?

- Sotto le sue radici, si trova un passaggio segreto.

- Come fai a saperlo con tanta certezza?

-Il tuo caro cugino Albus è pieno di sorprese... Non immagineresti mai di cosa è capace. Ora punta la bacchetta verso quel nodo nel tronco, in basso. Lanciagli un Depulso. Io mi occuperò di trattenerlo.

Lanciai l’incantesimo. L’albero che poco prima sia agitava, si fermò di colpo. Entrammo nel piccolo passaggio ai piedi delle radici. Usammo Lumos per fare luce. C’era freddo, le pareti erano viscide, strette, con piccoli animali si muovevano nell’oscurità. Seguivo Scorpius, sapendo che con lui non correvo rischi, mi fidavo del suo buon senso.

-Ci siamo quasi.- salimmo delle scale lerce che finivano su una porta fatiscente. Forse era l’occasione di preoccuparmi, almeno un po’…

Aprì la porta con una spallata. Entrammo e mi ritrovai nel sottoscala una casa  buia e lurida.

-Scorpius… dove siamo?

-Questa è la vecchia Stamberga Strillante, alle porte di HogsmeadeSeguimi.

Uscimmo dalla porta principale. Il freddo era pungente, ma mi sentii avvolgere nel suo caldo abbraccio. Delle luci e musica celestiale, infondo al sentiero, attirarono la mia attenzione.

-Santo cielo! Quello è il Valhalla? Vuoi davvero entrare lì? Adesso?

- Non volevo aspettare la prossima settimana, dopotutto era il tuo programma della giornata fin dal principio.

-Scorp, finiremo nei guai, in grossi guai, se ci trovano fuori dalla scuola. Potremmo essere espulsi!

-Tranquilla. Diamo solo un occhiata. Vieni.- mi prese per mano e seguimmo il sentiero che portava al locale.

Era uno spettacolo. Statue e glifi raffiguranti scene di mitologia nordica sormontavano la facciata frontale. Scritte runiche erano dipinte  ovunque. Traducendole si potevano leggere antiche preghiere per la  fortuna e la prosperità. Purtroppo all’entrata trovammo un impedimento. Riconobbi due Elfi della Nuova Zelanda, controllavano le persone che entravano nel locale con il dono dei loro occhi magici, sapevano senza dubbio chi mentiva o chi aveva qualcosa da nascondere. Non potevamo correre il rischio di essere scoperti.

-Torniamo a scuola Scorpius.- lo tirai indietro.- Grazie per aver esaudito il mio sciocco desiderio. Come vedi è un locale notturno, non possiamo entrare!

- Non è affatto uno sciocco desiderio… tu ci tenevi.- mi abbracciò stretta a lui  cominciando a tornare alla Stamberga.

Una voce melodiosa ci fece voltare.- Desiderate sinceramente entrare al Valhalla?-

Una donna…o una dea, usciva dal locale. Bellissima ed eterea, nonostante il freddo della notte, la sua tunica sembrava leggera e delicata. Si muoveva piano dandomi la sensazione che fosse fatta di pura aria. Ci guardava sorridendo con occhi materni, mi fece sentire il pace con il mondo.

-SeguiteCi umani. Dobbiamo parlare ad entrambi.- come sotto un incanto la seguimmo all’interno, mano nella mano.    

Il Valhalla era arredato con sculture in legno dorato, raffiguravano gli dei del nord, Odino,la sensuale Freya, la dea madre Frigg, il tonante Thor, il biondo Balder. L’ambiente era suddiviso in diverse aree. C’erano i clienti seduti ai tavoli, decorati in stile celtico, delle donne bellissime vestite in modo bizzarro accompagnavano la gente appena arrivata. L’aria era satura di incensi, dal profumo inebriante, la musica si diffondeva magicamente, i fuochi fatui di color azzurro producevano giochi di ombre, le tende di organza color pastello, davano al posto la sensazione di un sogno ad occhi aperti.

-Quelle suppongo che siano le Valchirie… - sussurrai a Scorpius.

-Sembrerebbe così.- rispose.

La bella Signora ci fece cenno di seguirla in un luogo appartato. Dietro delle tende, in terra, trovammo tappeti e cuscini. Scritture runiche facevano da padrone sulle pareti e nel pavimento. Si sedette leggiadra sui cuscini deposti ad arte.

-Prego accomodatevi accanto a Noi- parlava i plurale. Forse era la Regina di un Mondo magico.

Ci sedemmo. Scorpius non lasciò la mia mano. Sentivo la sua forza affluirmi dentro. Se non ci fosse stato, non avrei mai acconsentito di entrare da sola.

-Voi siete speciali. Seguiamo la vostra vita dalla nascita con interesse, la vostra venuta era segnata nelle stelle.- Come faceva a conoscerci?

-Vi conosciamo, sappiamo ogni cosa degli umani, possiamo intervenire nel fato, dando consigli a chi desidera interpellarci.

-…Chi è lei?- dissi con un filo di voce, ma sapevo già la risposta, avendo letto di loro in biblioteca.

-Come hai ammesso tu stessa, Noi, siamo le Norne.

Le Norne divinità antiche, paragonabili alle Moire dei greci e le Parche dei romani. Presiedono al destino dell’uomo e degli dei.

Perché voleva vederci? Che cosa ci faceva una divinità in un posto come questo? Le domande  mi si attanagliavano, creandomi disagio dove prima non c’era.

-Piccola umana. Sei stata attirata qui grazie a Noi. A breve, la tua vita subirà un cambiamento. Sta a te decidere che strada intraprendere. Hai due possibilità da scegliere, ti porteranno in direzioni  ben distinte, l’una dall’altra. La tenacia sarà la tua forza. Tu, giovane umano. Figlio di Yggdrasill, hai nelle mani il destino della ragazza e degli umani al tuo fianco. Gli dei ti hanno donato un immenso potere, capace di costruire, ma anche di annientare. Dipende da te proseguire nella ricerca della verità o vivere nell’Utopia.  

-…Mia Signora…parla ad enigmi. Significa che qualcuno o qualcosa vuole farci del male?- Scorpius era visibilmente scosso dalle parole della Norna.

-PorgeteCi la mano sinistra.- allungai la mano con indugio.

Anche Scorp parve esitare di fronte alla richiesta. Vedendo la mia offerta alla bella Signora, acconsentì.

La Norna prese le nostre mani tra le sue, fredde come il ghiaccio, facendomi rabbrividire.

-Le vostre vite sono legate insieme da un doppio filo.-  alzò la testa e posò gli occhi penetranti su di me.

 

-Và ad afferrare una stella cadente,

Impregna una radice di mandragola,

Dimmi ove son tutti gli anni passati,

O chi fendette il piede del diavolo,

Insegnami a udire il canto delle Sirene,

O a evitare la trafittura d’invidia,

E trova

Qual vento

Occorra per far progredire  un animo onesto.

Decidi di cosa si tratta

Scrivi tu stessa la seconda strofa.

 

Poi si rivolse a Scorpius:

-Se tu sei nato a strane visioni,

A vedere cose invisibili,

Cavalca giorni e notti diecimila,

Finché vecchiezza nevichi su te bianchi crini.

Tu, al tuo ritorno, mi racconterai

Tutti i portenti strani che ti accaddero,

E giurerai

Che in nessun luogo

Vive donna fedele e bella

Quanto la tua rosa.

 

Rimasi in silenzio dopo aver udito le parole della divinità di fronte a noi. Scorpius al mio fianco, era sbiancato terribilmente. Riuscivo a vedere il sudore che gli imperlava il volto. Non ero capace di trovare il senso di quella profezia, cieca e ingenua davanti al futuro.

Lasciando andare le nostre mani, la Norna ci sorrise di nuovo:

-La via è segnata. Andate, i tempi sono maturi. Vi incontreremo ancora nel corso della vostra vita.- fece un rapido cenno della mano. Mi sentii risucchiare l’aria dai polmoni e la vista si appannò. Il calore del locale si dissolse, lasciando il posto a freddo e gelo. Riaprii gli occhi. Scorpius mi teneva stretta a se, intorno vidi un panorama familiare. Eravamo dentro Hogwards, di fronte alle serre di Erbologia.

-…Ci siamo smaterializzati?- chiesi.

-Non credo sia possibile… penso sia un potere delle Norne.- rispose.- All’interno della scuola non si può usare la Smaterializzazione, incantesimi di protezione lo impediscono.

-Perché le Norne sono interessate a noi? Che significavano quelle strofe?

Avevo paura. I versi che rivolse a me, riguardavano il passato, il mio passato. I versi rivolti a Scorpius  guardavano al futuro, un futuro di solitudine…senza di me. Senza un Noi.

-Non temere Rose, staremo insieme qualunque cosa accada. La mia vita ora è completa, ora che il mondo…mi ha dato te.- sorrise abbracciandomi con tenerezza.

Affondai la testa nel suo petto come di consuetudine, inebriata dal  suo profumo. Tenendomi stretta, accarezzava i capelli, sollevai il viso incrociando i suoi occhi gentili e rassicuranti.

-Ti amo, cuore mio. Non posso fare a meno di amarti- sussurrò poggiando delicatamente le labbra sulle mie.

Sentivo il suo amore, sentivo lui, sentivo me stessa, perdutamente innamorata di Scorpius, per la vita.

Sotto il mantello dell’invisibilità rientrammo all’interno della scuola, appena in tempo, come promesso, prima della ronda serale nelle Case.

Poggiai la testa sul cuscino. Nell’oscurità della camera sentivo le lacrime rigarmi il viso. La parte di me smarrita da anni, stava venendo a galla, lentamente. Non volevo ricordare…

Quella notte sognai.

Sognai di un tempo passato.

Sognai una vita non mia.

Sognai un amore che consumava l’anima fin nel profondo.

Sognai… mia madre.

                                                                                     ******************

 

La parte riguardante il sogno di Rose, lo troverete in questi link:  href=" http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=470909&i=1   ">    Come what may- i will love you until my dying day

 Potete leggerlo come un proseguimento o una storia a se, visto che si tratta di una Dramione rating rosso. Cronaca di una DraMione annunciata! Un intero capitolo solo per loro. 

 

 

Angolo dell’amica di piuma

Salve! Ben ritrovati in questo  nuovo capitolo di The disguise one’s sorrow. Grazie, vi sono infinitamente grata  per il vostro sostegno. Mi fa piacere che apprezziate anche le mie immagini manga all’ inizio di ogni capitolo^^.

Apro questa premessa  per  spiegarvi  il significato del nome che ho dato al locale di cui parla Rose e i riferimenti connessi ad esso, perché non tutti conosconola Mitologia Nordica.

·        Asgardhr:  fortezza degli dei (gli Asi), situata al centro del mondo nel cielo.

·        Il Valhalla : uno dei due templi di Asgardhr; la “Dimora della Felicità” appartiene ad Odino (padre degli Asi e degli uomini), è tutto splendente di oro zecchino. Nel tempio vengono accolti i guerrieri, accompagnati dalle Valchirie, divinità guerriere.

Tratto dal capitolo cinque: Andremo insieme al Valhalla, spero solo che non ci siano le Valchirie.

Scorpius fa riferimento alle Valchirie per far ingelosire Rose. A sua volta lei lo definisce guerriero, perché solo essi potevano oltrepassare i Valhalla.

Il resto del significato dei nomi che leggerete in seguito li troverete alla fine del capitolo, nel mio angoletto dell’amica di piuma.

 

Citazioni da librifilms,

·       Gli aforismi sull’amore.- Oscar Wilde: li trovo perfetti per il personaggio di Zabini.

·        La gelosia lo rese pazzo- Moulin Rouge:in questo periodo ho la fissa per quel film. Ho inserito anche qualche frase delle meravigliose canzoni.

·       Le strofe che Norne rivolgono a Scorpius e Rose- Canzone. Lirica di John Donne: massimo esponente della poesia metafisica inglese del Seicento. Ho leggermente  cambiato l’ultima frase di entrambi i sonetti per adattarli ai personaggi, anche questi adeguati per le parole di una divinità.

Sarebbe stato più logico citare la mitologia Celtica, essendo ambientato nelle isole Britanniche, ma ho preferito citare i miti dei Vichinghi. Avendo visto delle similitudini ho cercato di mischiare le due religioni per adeguarli alla storia.   

 Nomi dei Miti del Nord.

Odino: padre degli Asi e degli uomini, marito di Frigg, ebbe altre mogli, amanti e parecchi figli. Dio della guerra, dei viaggi, della magia, del canto, della morte e della vita.

Frigg: Dea degli Asi, moglie di OdinoMdre di Balder.

Freya:Dea dei Vani (stirpe di dei), figlia di Njördhir, sorella di Freyr, moglie di Odhr, dea dell’amore, della lussuria e della fertilità.

Thor:Dio degli Asi, figlio di Odino e Jördh, sposo di Sif. Dio del tuono, della legge e dell’ordine, nemico dei giganti e dei nani.

Balder:Dio degli Asi, figlio di Odino e di Frigg, sposo di Nanna, padre di Forsetti. Bellissimo e buono. Muore ma ritornerà per regnare sul nuovo mondo dopo il crepuscolo degli dei.

Norne: sono le divinità del fato, il destino che determina la vita di tutti gli uomini. Le tre più famose si prendono cura dello Yggdrasill. Le Norne sono tante e con diverse origini: alcune appartengono alla stirpe dei Vani, altre a quella degli Asi,altre ancora a quella degli Elfi; alcune sono buone, altre cattive.

Le Norne buone, stabiliscono destini buoni, proteggono le partorienti e stabiliscono al sorte del neonato al momento della nascita.

Yggdrasill: Albero del Mondo, frassino gigantesco che unisce i nove mondi. I suoi rami e le chiome ricoprono tutto il cielo. Le Norne si prendono cura di lui somministrandoli dell’acqua e dell’argilla per evitare che si secchi  o che marcisca. Finché l’albero del mondo resterà saldo non ci saranno da temere cambiamenti terribili e i nove mondi potranno convivere.

 

Utopia: il termine nasce dal libro L’utopia di Tommaso Moro (nel 1516 circa). Una società organizzata razionalmente. Una Repubblica in cui vige la pace e la comunione dei beni.

Ringraziamenti

nefertari83: ciao cara. La pazzia mi sa proprio che è presa da entrambi le parti. Come avrai letto il capitolo èabbastanzaintenso, ma devo rimanere nel rating arancione! Grazie della tua fiducia. ^^

Molicadipane:ciao principessa. Grazie dei complimenti. Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Per la tuagioiail prossimo sarà interamente dedicata al nostro Draco ed Hermione.

Stasera leggo il tuo nuovo cappy. Sono certa che è bellissimo come sempre. kiss

Hunterd: grazie amica mia. Ho cercato di tenere Scorpius distaccato dal nostro draco, perché ovviamente è suo figlio con il carattere più morbido e ma pieno di controversie interiori.

Ti ringrazio per correggermi. Grazie a te sto migliorando (spero),ho riletto non so quante volte il capitolo. Ormai lo so a memoria! kiss

Sam05: Cara Samantha. Mi piace il tuo entusiasmo. I nostri ragazzi si scopriranno più innamorati che mai, una passione che li porterà… chissà.

Ti ringrazio dei complimenti. Amo disegnare i due protagonisti. Soprattutto Scorpius che assomiglia un po’ aDraco.XD

A presto. ^^

MorwenBlood: per la tua gioia, anche questa volta sono interrotti dalla amica. Mancava questo personaggio! Dai il prossimo cappy i loro genitori “consumeranno” quello che i figli iniziano! Hihihi

Grazie a coloro che hanno inserito la mia storia tra le seguite e tra le preferite.

Commentate, commentate. Bastano pochi minuti e mi renderete felice, anche le critiche sono ben accette, servono per migliorare.

Alla prossima.

Lunanera.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo sette ***


Image and video hosting by TinyPic

La parte che riguarda il sogno/ricordo di Rose lo trovate sulla mia pagina con il titolo:


                                                      Come what may- i will love you until my dying day

 

Potete leggerla come il seguito o come una Dramione autoconclusiva.

Il rating è rosso, perciò non l’ho inserita nella storia principale.

Grazie a chi la leggerà o lascerà una recensione J

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8- Avalon Cooper ***


La stella del mattino.

La lezione per la preparazione ai M.A.G.O era terminata, Avalon Cooper finì di mettere apposto i libri sulla scrivania. Quanto doveva continuare? Si domandò. Nel Mondo Magico stava accadendo qualcosa di grosso e nessuno voleva parlarne apertamente. I suoi mal di testa la tormentavano da anni ma grazie a loro riusciva a incanalare i poteri di Legilimens. Andò nella sua stanza, prese il pacchetto di sigarette che teneva nel comodino accanto al letto. Quando lavorò nel mondo babbano era normale fumare e scoprì che attenuava il dolore.. Chiuse gli occhi e si lasciò avvolgere dal profumo dolciastro che emanava la sigaretta.

Pensò a Scorpius e alle voci che giravano sul suo conto: il ragazzino era empatico e anche molto furbo. Doveva stare attenta e non fare passi falsi, non era ancora tempo… Si appoggiò comodamente alla testiera del letto; estrasse da sotto il cuscino un nastro di seta nero, lo avvolse intorno alle dita, accarezzandolo.

-“Mio nipote...”-, sorrise. Lei e Scorpius non erano consanguinei, ma lo considerava tale e riusciva a scorgergli ogni piccolo cambiamento di umore.

Nella solitudine del suo ufficio che fungeva anche da camera da letto, ripensò al suo passato e di come Bellatrix Black Lastrange, l'avesse presa con sé in tenera età.

                                                                                                                           •

La seconda guerra magica impazzava in quei terribili tempi; Lord Voldemort, si recò ad Hogwarts e decise di porre fine alle suoi preoccupazioni, uccidendo Potter. Intanto i suoi fedeli Mangiamorte, cruciavano o uccidevano maghi filo-babbani che intralciavano la loro strada verso la conquista del  Mondo Magico. Bellatrix Black, fedele braccio destro del Signore Oscuro e Rodolphus Lestrange, suo perverso compagno di vita, erano evasi da Azkaban, e si scoprirono i più terribili e temuti tra le sue schiere.

Bellatrix aveva l'abitudine di usare Cruciatus su chiunque non riferisse notizie al suo amato padrone; maghi e streghe furono sottoposte a terribili torture, tanto da farli impazzire del tutto. La famiglia Paciock, anni addietro, fu quella che fece più scalpore, considerando che facevano entrambi parte dell'Ordine della Fenice, unico baluardo insieme agli Auror contro Lord Voldemort e i Mangiamorte. NevillePaciock infine, venne affidato alle cure della nonna, mentre i genitori finirono rinchiusi al San Mungo. Molte famiglie di maghi vennero torturate con il medesimo accanimento. Durante la seconda guerra una famiglia fu la mia...

Il Signore Oscuro era visto come un faro, la promessa di un nuovo mondo, dove i Purosangue e degni Mezzosangue potevano sperare in un futuro migliore.

Ricordo vagamente mio padre. Lavorava al Ministero e all'inizio collaborava con i Mangiamorte: Indicava persone sospette, sperando che il mondo sarebbe cambiato per il meglio e i Sanguepuro potessero ritornare al loro antico splendore. I babbani ormai stavano spopolando nelle nostre città, sempre più forti e prolifici, sconsiderati e superficiali mettevano il pericolo l'intera Comunità Magica. Purtroppo i suoi ideali vennero spazzati via, considerandolo inutile ai loro scopi.

Mia madre...la mia vera madre: occhi come il cielo, capelli castani che li ricadevano morbidi sulle spalle, il viso regale; le sue mani, calde e amorevoli, mi accarezzavano con dolcezza, ed io attaccandomi alle sue dita giocavo con l’ anello a forma di boccino doro. Avevo sei anni. Ricordo ancora il profumo, mentre mi avvolgeva nei caldi abbracci: rosa antica e ambra grigia. Mi sentivo tranquilla e facevo molti sogni che, oramai sono un pallido ricordo.

Tutto finì da un giorno all'altro... Mi risvegliai tra le braccia di un altra persona, un altra donna...un altra mamma. Ma non profumava come la mia. Il suo odore acre e pungente, mi faceva stare male.

Non c'erano più baci, ne carezze, ma solo abbandono e indifferenza.

Dormivo sola, in un letto che non era il mio, in una camera sconosciuta, circondata da strane creature che affollavano la mia fantasia di bambina. Piangevo in silenzio con la paura di rivedere quella donna oscura. Volevo tornare a casa mia e Infilavo la testa sotto le coperte desiderandolo con tutto il cuore, lasciando scorrere le lacrime sul cuscino, fino ad addormentarmi stremata.

Dopo la fuga di Potter con suoi amici dal Ministero della Magia e la Profezia distrutta per sempre, Bellatrix uscì di senno ancora di più. Schiantava e cruciava tutti quelli che le si avvicinavano. Entrò nella stanza dove trascorrevo le mie tristi giornate, mi prese in braccio, stringendomi forte, tanto da far male. Urlava contro chi cercava di farla ragionare. Piangeva disperata, aveva deluso il suo amato Signore. Nemmeno le mie urla riuscirono a farle lasciare la presa. Dopo qualche tempo in quello stato, davanti a noi si materializzarono due persone, che, agli occhi di una bambina potevano sembrare angeli del  paradiso: entrambi biondi, il viso diafano e leggiadri nelle movenze. Cercarono di ragionare con la donna che mi asfissiava in un abbraccio possessivo. La signora bionda si rivolgeva a “madre” con affetto, alleggerendo ogni sua parola, chiamandola con l'appellativo di “cara” oppure “ tesoro”. La sua stretta, man mano si stava indebolendo e, lentamente scivolavo giù. Prontamente un paio di mani mi presero, attutendo la caduta. Venni sollevata con gentilezza e ripulita dalle ferite e dalle lacrime con un fazzoletto morbido e profumato. Riaprii gli occhi, sentendo il tocco gentile che mi accarezzava la testa. Vidi l’altro l'angelo. I suoi occhi di quanto erano limpidi e chiari riflettevano la mia immagine, ma lo sguardo era impassibile. I capelli sembravano filamenti d’oro che scendevano lisci sulle spalle. Senza alcun motivo, sollevai il braccio, toccarli, scoprendo quanto erano morbidi e setosi.

Con la poca voce dissi: -Sei un angelo?-. L'uomo volse il suo sguardo su di me e cercò di sorridere, malgrado la situazione. Mi accarezzò la guancia con il tocco delicato di una piuma e rispose con voce calda: “No, bambina. Mi chiamo Lucius. Sono tutto fuorché un angelo, ma puoi considerami… tuo zio.

                                                                                                                     •

Lucius. Mai nome fu più azzeccato: l'angelo che si ribellò a Dio, che venne scacciato dal Paradiso, diventando il Signore degli Inferi, la stella del mattino, il portatore di luce.

Per Avalon, negli anni avvenire trascorsi in America, affidata alle cure di fedeli amici della famiglia MalfoyLucius, divenne la luce che illuminava la sua oscurità.

                                                                                                                     •

Abitai a villa Malfoy per soli due anni. La prima volta che vidi Draco Malfoy era nel salotto dell’ufficio con sua madre, Narcissa. Aveva quindici anni, biondo come i suoi genitori e con l'aria tormentata da ragazzino viziato. Quando mi vide fece una faccia disgustata. Si avvicinò, mi squadrò dalla testa ai piedi, come per studiarmi. Per lui ero una mocciosetta che usurpava la sua vita familiare. Per mia fortuna, avevo una forte perspicacia fin da bambina e dopo Bellatrix non mi facevo spaventare da niente e da nessuno. Gli pestai un piede e fuggii via lasciandolo urlante. Correvo sempre, dietro ai folletti che si nascondevano nel bosco che circondava la villa, mi arrampicavo sugli alberi per  prendere dei vermicoli e tirarli agli elfi domestici, mi nascondevo nei luoghi più assurdi che, per poterne uscire dovevano farmi levitare. Ero una forza della natura e facevo esasperare Lady Narcissa. Mi diceva sempre: “Un Malfoy non deve abbassarsi a certi livelli; Un Malfoy ha sempre il contegno quando appare davanti alla gente.” All’inizio non le davo retta, ma col tempo, iniziai a sentire i primi mal di testa, riuscivo a percepire i pensieri altrui e mi faceva stare male. La bambina selvaggia stava scomparendo, lasciando spazio a una ragazzina con il viso tedioso e serio. Nessuna emozione dovevo trasparire e niente doveva essere lasciato al caso.

Presi il cognome dei Black dopo la morte di Bellatrix. Non avendo figli volle, in qualche modo lasciare le sue eredità a un degno Purosangue. Ma odiavo quella donna: volevo l'affetto dei miei veri genitori, strappati alla vita con ferocia da quella strega di cui ora portavo il cognome. Cercavo affetto, ma Lady Narcissa lo divideva solo con il figlio e non con una orfanella. Il padrone di casa, zio Lucius. si vedeva raramente nella villa, venni a sapere poi che fu imprigionato ad Azkaban per qualche tempo. Lui non svolgeva nessuna professione, un tempo fu membro del Consiglio di Hogwrast, ma non era un lavoro. Lucius Malfoy possedeva un patrimonio tanto consistente da poter vivere più che agiatamente senza muovere un dito, ricco di famiglia, non si era arricchito lavorando. Dopo la scarcerazione, la maggior parte del giorno la passava al Ministero, ritornando a casa solo a tarda sera. Era l'unico che mi considerava. Per me aveva sempre una parola dolce, una carezza sulla testa, cioccorane a volontà. Forse mi viziava perché con Draco non lo aveva mai fatto, essendo il futuro erede della casata non poteva lasciarsi trasportare dalle emozioni. Ero felicissima con zio Lucius. Ogni suo gesto, ogni suo sguardo era rivolto solo a me insegnandomi anche a volare con la scopa. Usavo la vecchia scopa di Draco che trovai nella rimessa. Due volte alla settimana mi prendeva per mano diretti al grande parco dietro la villa. Mi affidava la scopa, impartendomi nozioni sul il modo di volare, frenare o simulare una fuga da qualche possibile nemico. Diventai brava e lui ne era orgoglioso.

La vita proseguì tranquilla fino all'arrivo di una lettera... gli ex mangiamorte e diretti parenti dovevano sottoporsi al bando generale del Mondo Magico, pena, perdevano ogni beneficio accumulato. Per risparmiarmi  da quell’onta, vittima ignara che portava il peso di un nome detestato da tutti, Lucius mise in atto un piano: farmi uscire dal Paese con un’ identità falsa, affidandomi a dei suoi fidati amici che si trasferivano nel Nuovo Mondo. Una coppia senza figli, dove sarei diventata la loro figlia. Altri genitori. L'unica afflizione era che non avrei più potuto vedere il mio angelo…

La sera prima della partenza andai nel suo studio. Mi accolse come suo solito, con il sorriso che rivolgeva soltanto a me. Mi accomodai nella poltrona vicino al camino e parlammo del futuro che mi attendeva. Alla fine, mi chiese un favore:- Promettimi che un giorno tornerai qui e terrai alto il nome delle nostre famiglie. Hai coraggio piccola mia, sono certo che saprai sostenere questo peso.- Sorrisi e risposi:- Lo prometto zio, farò in modo che la famiglia Malfoy e Black venga ripulita da ogni onta subita in passato, ad ogni costo.- Lucius  mi prese in braccio come fece la prima volta che ci siamo conosciuti. Gli cinsi le braccia intorno al collo, ringraziandolo dell’affetto . -Desidero che tu, mi faccia un altra promessa. - aggiunse sottovoce:-Diventa la grande strega che sogno per il tuo avvenire, non farti influenzare dal passato ma dai il meglio per te stessa. -Il suo tono era triste.- Non sottostare mai a nessuno, sei l'unica che puoi decidere della tua vita. Promettimelo piccola mia.

Piccola mia...amavo quell'appellativo:- Lo prometto... Diventerò forte e sarai orgoglioso di me!

Soddisfatto della risposta, mi depose delicatamente di nuovo a terra, lasciandomi con un ultima carezza sulla testa. Ma feci un ultima promessa a me stessa: “Quando studierò, quando farò incantesimi, quando volerò sulla scopa, quando sarò diventata una strega degna del suo nome, sarà per Lucius Malfoy, finché non sarò cresciuta...e lo rivedrò di nuovo.”

Studiai  con impegno presso la scuola di Magia e Stregoneria di Salem. Dopo il quinto anno, mi trasferii ad Hogwarts come studentessa straniera per lo scambio culturale ma in realtà tornavo a casa. Il mio nuovo cognome, Cooper, non destava nessuna preoccupazione nei maghi, ignari della mia vera identità. Studiai assiduamente, ricevendo elogi da tutto il corpo insegnante e diplomandomi con il massimo dei voti. A diciassette anni, prima di rientrare in America ritornai a villa Malfoy, volevo rivederlo…il mio angelo. Erano passati otto anni, ero cresciuta e il mio affetto insieme ad esso. Ansiosa di rivederlo varcai i cancelli e la grande porta che dava al salone principale. Draco si era sposato anni prima e aveva avuto un figlio, abitava in un ala della villa, l’altra ala era rimasta al padrone di casa e sua moglie. Ma la povera Narcissa venne a mancare subito dopo la nascita del nipote.

Era nel suo studio, seduto nella sua poltrona preferita. Mi dava le spalle, perso nel ricordo della moglie, pensai. Silenziosamente mi avvicinai e lo toccai sulla spalla, si girò e mi vide. Per un po’ stentò a riconoscermi, ma guardandomi meglio si illuminò; alzandosi in piedi mi abbracciò. Gli cinsi le braccia intorno al collo…Ero di nuovo insieme al mio angelo caduto. L’affetto che provavo da bambina si era trasformato in qualcosa di più grande. Nessun ragazzo mi faceva battere il cuore all’impazzata come lui, tra le sue braccia.

-Piccola mia. Ci lasciammo che eri uno scricciolo e ritrovo una ragazza, sbocciata come la più bella delle rose…- Lasciò la mia presa ricomponendosi e accarezzandomi la testa come sua abitudine. Non era cambiato Lucius, il suo portamento nobile, l’accenno di un sorriso che era solo per me. Solo una piccola ruga aveva fatto la comparsa tra le sopracciglia. Quante volte sei stato corrucciato in questi anni…

Mi accomodai accanto a lui e parlammo tutto il pomeriggio fino a sera inoltrata: raccontai dei miei anni di esilio, la promessa che gli avevo fatto, la rinuncia di diventare Auror, per principio. Lucius ascoltava sorridendo e sospirando orgoglioso della strada che avevo intrapreso. - Avalon, sei la mia gioia. Sei diventata la ragazza forte che speravo-. Divampai di orgoglio, mi elogiava tenendomi la mano. Ero felicissima, ma nel suo sguardo e nella sua mente sentivo che qualcosa non andava. Avevo imparato a leggere le menti altrui tenendo sotto controllo i forti mal di testa. La legilimanzia era la materia che preferivo e divenni brava a scavare nell’animo dei maghi:- Ce qualcosa che ti turba…non è solo per la morte di tua moglie. Me ne vuoi parlare? - Accennò un sorriso e mi accostai a lui. Poggiai la testa sulle sue gambe, come facevo da piccola quando ascoltavo le fiabe della notte. Il suo profumo mi inebriava. Aspettai, non volevo sconvolgere la sua mente cercando la verità.- Piccola mia, quanto mi sei mancata. Con te potrei aprirmi senza essere giudicato…Penso, di essere stato io l’artefice della morte di Narcissa. Lei, per anni mi tenne nascosto un deplorevole avvenimento che riguardava Draco.-

-Cosa ha fatto Draco?.- Conoscendo il suo carattere volubile e capriccioso doveva essersi messo nei guai. Lucius tentennò per un po’, ma gli presi la mano per fargli capire di continuare.

-Draco l’ultimo anno di scuola voleva fuggire con quella Granger. Rinunciare al suo nome, mettere al mondo figli illegittimi, dei sangue sporco che avrebbero la rovina nella nostra famiglia, trascinandoci nel fango per colpa di una lurida mezza babbana! -Tremava di rabbia repressa. Non sopportava l’onta e il disonore da parte del suo unico figlio che doveva tramandare il suo cognome, unendosi con un'altra Purosangue, degna dei Malfoy. È questo il destino delle nobili e antiche famiglie, lo sapevo bene ed in un certo senso ero favorevole.

-Ma non è successo. Ora è un uomo sposato, con una Purosangue come lui e hanno un degno erede della famiglia Malfoy, come volevi tu… Perché ti reputi colpevole della morte di Lady Narcissa? Non capisco.- Tentennò a quella domanda. Provava vergogna, lo sentivo dentro di me. –dopo la nascita di Scorpius trovai tra i libri una lettera di Draco. Annunciava a sua madre che sarebbe fuggito con la mezzosangue, infischiandosene di tutti noi. L’amava! Aveva perso la testa per l’amica di Potter e del figlio di quei pezzenti degli Weasley. Era troppo per me, persi la ragione e aggredì verbalmente mia moglie, incolpandola di essere stata troppo protettiva con nostro figlio, viziandolo per ogni suo capriccio. Perché è di questo che si trattava. Un ennesimo capriccio di Draco.- Ripensando agli eventi passati, Lucius si alterò. Mi sollevai mettendomi di fronte a lui e presi il suo viso tra le mani :- No Lucius, non fare così, sei qui con me ora. Non hai nessuna colpa. Narcissa era una brava madre e voleva solo il bene di vostro figlio. Sono certa che lo fece ragionare, altrimenti ora non sarebbe spostato con la una nobile moglie. Draco è sempre stato orgoglioso e di certo ci avrà ripensato. In fondo è tuo figlio, dovresti dargli fiducia.- Sospirò, i nervi si sciolsero e ricominciò a respirare normalmente. Chiuse gli occhi sotto il mio tocco, ed io mi accoccolai di nuovo accanto a lui.

Lucius riprese ad accarezzarmi la testa, giocando con i capelli, facendoli scivolare tra le dita. Che bella sensazione…da quando entrò nella sua vita questo era il gesto d’affetto che amavo di più: le sue grandi mani protettive, le braccia che mi sostenevano, il suo petto ampio che emana calore. Ero a casa.

Nel silenzio della sera, il fuoco che scoppiettava nel grande camino, il tepore…c’era qualcosa di diverso in me, sentivo nascere una nuova consapevolezza. I mie sentimenti  erano mutati; ero una donna e Lucius mi trasmetteva forti sensazioni. Sollevai la testa per guardarlo: si era assopito, il viso disteso e tranquillo.

Lucius…per me sei amore puro. Ho cercato di reprimerlo per tutto questo tempo; eri sposato con una bellissima donna, buona e paziente, che ti rispettava. Non ho mai interposto il mio malessere quando ti vedevo insieme a lei, ero rassegnata ad un amore non corrisposto… ma ora Narcissa non c’è più, lasciandoti nella solitudine. Vorrei colmare io il tuo vuoto. Mi è permesso sperare che tu mi veda sotto un'altra luce? Come una compagna che ti ama per la vita? Ti desidero ardentemente e vederti abbattuto mi si stringe il cuore…”

 Mi alzai silenziosamente accostandomi al suo viso… più vicino, così vicino, così perfetto. Con cautela posai le dita sulla sua guancia ed iniziai ad esplorare: la leggera ruvidezza della barba che iniziava a crescere… la mascella pronunciata che gli dava il suo aspetto nobile, gli occhi chiari socchiusi che mi imprigionarono dalla prima volta che lo vidi, il suo naso dritto senza imperfezioni, la sua bocca… capace di umiliarti o farti sognare. Come se una forza mi attirasse accostai le labbra alle sue, esitai per qualche secondo, ma non resistetti a lungo. Un piccolo bacio rubato, lo ammetto, ma era quello che sentivo di fare e sono l’unica che decide della mia vita, lo promisi a lui. Il mio angelo caduto.

Lucius riaprì gli occhi, il loro colore limpido mi fece sciogliere all’istante. Era sbalordito del mio gesto, mi vedeva come una ragazzina da guidare nella vita, mentre io lo consideravo un uomo da amare.- Avalon…perché lo hai fatto? Ti faccio pena e vuoi consolarmi in questo modo?-

-No, Lucius non provo pena… Sei speciale per me, lo sei sempre stato. Non voleva essere un consolo ma esprimerti quello che provo per te, da quando ho memoria. Sei la persona a cui tengo di più, non riesco a trovare le parole giuste per farti capire come mi fai sentire…-

-Piccola mia, tu stai confondendo il voler bene con qualcosa di più grande. Potrei essere tuo padre, mi hai considerato tale per anni…-

-Non sei mio padre! Non lo sei mai stato. Per me eri un amico, un confidente, mi proteggevi, stavi in mia compagnia quando tutti mi voltavano le spalle. La prima volta che ti ho visto…sono rinata quando mi hai preso tra le braccia. Capii che ero nata per te.- Per la prima volta in vita sua Lucius rimase senza parole, non sapeva che fare, mentre io lo sapevo bene. Mi sedetti sulle sue gambe e infilai le dita tra i suoi capelli, sciogliendo il nastro di seta nero che li teneva legati e venni immersa in una cascata di fili d’oro. Scesi nuovamente su di lui che teneva le mani rigide sui braccioli del della poltrona. Lo baciai con audacia, assaporando le sue labbra perfette, che lentamente si aprivano, lasciandosi andare. Finalmente le sue braccia mi attirarono a lui, mi strinse a con possesso ed io mi sentivo trasportata da una tempesta di emozioni che volevano prendere il comando del mio corpo. Quanto sognai quel momento.

Bruscamente si staccò da me, inarcando le sopracciglia con cattiveria, mi spinse via e ruzzolai a terra disorientata.  -Vai in camera tua Avalon. Le circostanze sono cambiate, non puoi più rimanere qui. Domani mattina lascerai questa casa.- Mi stava mandando via? Mi     rifiutava?  Impossibile. Era consenziente, lo sentivo, mi voleva come io volevo lui. Le sue emozioni si scontravano con i doveri ed era confuso. Mi  rialzai, ricomponendomi, e decisi di seguire il suo consiglio, sarei andata via l’indomani. Quando avrà capito i suoi sentimenti, quello che prova per me, io sarò lì per lui. Stringeva nuovamente braccioli della poltrona finemente lavorata, le nocche erano bianche, gli occhi scintillavano ardenti, sentivo la passione strisciare sotto pelle come un serpente.

-Come vuoi tu Lucius , me ne vado.- dissi affannata- Domani tornerò in America. Proseguirò gli studi: farò domanda al Ministero della Magia per interagire con il Ministero dei babbani. Voglio conoscere anche quel mondo, tanto diverso dal nostro. Farò un tirocinio per diventare un insegnante. Chissà, magari un giorno insegnerò proprio ad Hogwarts.- Sorrisi facendo spallucce. Mi chinai, presi da terra il suo nastro di seta nero facendolo passare tra le dita, deposi un bacio delicato e lo nascosi dentro la camicetta. Prima di varcare la soglia mi voltai per un ultima volta. Era fermo, seduto, impassibile, solo gli occhi tradivano il suo stato, due tizzoni ardenti.:- Ricorda questo: ti amo e farei di tutto vederti felice. Arrenderò con pazienza, capisco di essere una ragazzina ai tuoi occhi, ma ti aspetterò perché sono tua. Addio, per ora. - Avevo una piccola speranza, il mio bacio non casto era stato corrisposto, non gli ero indifferente. Capisco di essere ancora piccola per lui ma crescerò, degna di essere la sua compagna per la vita.

Il giorno dopo, di primo mattino, lasciai la mia vecchia camera. Quando aprii la porta, trovai una rosa che levitava, in attesa. Sollevai la mano e si depose delicatamente sul palmo: era bianca con sfumature azzurre all’interno, risplendeva di luce propria ed emanava lo stesso profumo che sentivo su mia madre da piccola. A contatto con la mia mano apparve una piccola pergamena. La calligrafia elegante riportava:

 Si chiama vAvalon. L.M.”.  Aveva dato il mio nome alla rosa…una delle più belle del suo giardino, creata pensando a me? La infilai tra i capelli e mi incamminai verso l’entrata della villa per potermi smaterializzare. Non mi voltai, ma percepivo che da una delle grandi finestre Lucius mi stava guardando.

                                                                                                                           .

Passarono gli anni e Avalon divenne forte, coraggiosa e orgogliosa, ma la notte, quando la mente vagava nei sogni più reconditi, il muro che innalzava nelle ore di veglia per proteggersi, crollava. I pensieri le l'attanagliavano il cervello: brutti ricordi, per la maggior parte, ma quelli su Lucius erano il supplizio peggiore per il corpo e per la mente, nessuno doveva vederla in quelle condizioni...debole e vulnerabile.

Si rialzò dal letto. Ripose il nastro delicatamente sotto il cuscino e si preparò per andare in Sala Grande insieme agli altri insegnanti.

Le giornate a scuola passavano lente, Scorpius e quella ragazzina, stavano spesso insieme, scambiandosi sguardi languidi. Una faccenda interessante dal suo punto di vista, si sarebbe divertita nonostante tutto. Quei due erano uno dei suoi molti incarichi. Sentiva che intorno a loro forze oscure erano in attesa, pronti a scatenarsi e il mal di testa non le dava tregua.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** capitolo nove ***


Image and video hosting by TinyPic

Heart and soul.

 

POV ROSE

 

Mi svegliai con un misto di tristezza e torpore. Era un sogno? Il frutto della mia fervida immaginazione, o erano ricordi? Non miei, questo era certo… Draco Malfoy e mia madre… amanti, innamorati. Impossibile! Volevo una spiegazione.

Mi alzai dal letto, presi e vestiti e mi preparai per uscire. Dovevo mettermi in contatto con la mamma. Avevo bisogno di parlarle, avere una conferma o solo la certezza dell’impossibilità di tale evento.

Uscii dal dormitorio; c’era silenzio, i ragazzi ancora dormivano nei propri letti. Sgattaiolai fuori dalla Sala Comune e scesi la scalinata, sapevo che cosa fare e presi coraggio. I passaggi che usava James non erano un segreto per me, quello dietro l’arazzo al sesto piano faceva a caso mio. M’intrufolai; dopo un lungo passaggio uscii fuori dalla scuola, nel grande parco, dopo il ponte sospeso. La guferia si ergeva davanti ai miei occhi. Il freddo pungente del mattino mi pizzicava il viso e il vento soffiava più prepotentemente ad ogni passo che facevo, verso la cima, fino alla porta. Vedendomi sull’uscio, il mio gufo lasciò il nido e si posò nel trespolo accanto alle pergamene. Ne presi una e scrissi a mia madre. Volevo vederla, sapere. Ne avevo diritto dopotutto. Porsi il messaggio al gufo e lo prese nel becco. Gli sussurrai: –Hermione Granger, Ministero della Magia, Londra.- Appena lo dissi il rapace sbatté le ali e prese il volo. La stessa sera, al massimo avrei avuto sue notizie.

Ritornai sui miei passi e rientrai dall’arazzo. Era già ora di colazione e scesi nella Sala Grande, che poco a poco si stava riempiendo di studenti. Presi posto al mio tavolo e cominciai a mangiare. Non riuscivo togliermi dalla testa le immagini del sogno, le sensazioni che provai: ero spettatrice ma in certi momenti  ne ero protagonista in prima persona…un tutt’uno con la mamma. Erano così giovani, quasi della mia stessa età, tutta la vita davanti, sarebbero potuti scappare ma le regole e i rimpianti per le persone care hanno infranto il loro destino. Lasciai cadere una lacrima, solcandomi la guancia. Avevo il cuore colmo di tristezza.

Sentii i suoi occhi che cercavano i miei, sapevo anche senza vederlo che Scorpius era entrato in Sala. Sollevai la testa ed era li, davanti alla grande porta di quercia che mi fissava con gli occhi sgranati. Perché aveva quell’espressione? Poco dopo si sedette al tavolo dei Serpeverde e non accennò una parola con gli altri commensali.

Andai alla prima lezione della giornata con molta ansia. Nel corridoio che portava alla aula di Trasfigurazione venni presa da un braccio e trascinata leggermente. Fissai i suoi capelli biondi tanto simili a suo padre, la stessa corporatura, le sue mani nervose che mi obbligavano a seguirlo. Lo lasciai fare. Andammo nel cortile interno, vicino alla statua del cinghiale alato. Solo in quel momento Scorpius si girò per guardarmi: era decisamente agitato e non riusciva a proferire parola. Provò a dire qualcosa ma iniziò a imperlarsi il viso di sudore. Non capivo il motivo e lo fissai in attesa di spiegazioni.

-Devo…dirti una cosa. Ma non so da dove iniziare, è talmente assurdo che stento a crederci…è impossibile!

-Che è successo Scorp? Mi spaventi così… Poco fa a colazione mi guardavi in una maniera strana… ti  senti male?- presi il mio fazzoletto dalla tasca e glielo passai sulla fronte umida. Era molto caldo. – Merlino ma tu hai la febbre!-

-No, sto bene. Sono solo agitato a causa di uno strano sogno che ho fatto stanotte… volevo parlarne con te.

-Un sogno? Che tipo di sogno?- non poteva essere… non lo stesso che avevo fatto io.

-Vediamoci prima di pranzo nel bagno di Mirtilla. Ora devo andare a lezione ma ti prometto che ne riparleremo. Ti basti sapere che per me non cambia nulla…-

Mi abbracciò, dandomi un bacio sulla fronte. Scappò via lasciandomi sola e senza parole.  Sapevo che i sogni di Scorpius a volte, erano profezie e per tutte le ore di lezione avevo l’animo in pena.

Le lezioni erano finite e tutti si dirigevano a pranzare in sala Grande. Come d’accordo, andai verso i bagni del terzo piano. Entrai con riluttanza; feci molte ipotesi tutta la mattina e ognuna di esse era negativa. Era li, appoggiato ad una colonna che guardava oltre la finestra. Sentendo chiudersi la porta si girò verso di me, sembrava meno agitato della mattina; sospirò facendomi cenno di avvicinarmi. Tesi la mano e la prese, accarezzandole il dorso. L’altra, l’appoggiai sul suo viso, costringendolo a guardarmi negli occhi che fino ad allora erano abbassati.

-         Cosa volevi dirmi? Ti ascolto…

-         Sediamoci.- indicò la panca li accanto. Sopra c’era un piatto con dei sandwich.- Ho pensato che potevi aver fame, gli elfi sono stati così gentili da prepararli.-

-         Scorp…ti ringrazio ma, ora la mia priorità sei tu. Dimmi che succede.-

-         Okay.- ci sedemmo e mi abbracciò. Accoccolandomi a lui attesi che parlasse. – Questa notte ho fatto un sogno… ma, non so se considerarlo tale. Sembrava così reale che stento ancora a crederci.

Ebbi un fremito ma non dissi nulla, attendevo la sua versione senza interromperlo.

         -Ho sognato mio padre e… tua madre. Era come se mi trovassi dentro un Pensatoio e vedessi scorrere i loro ricordi. Uno spettatore colpevole di spiare i più intimi segreti altrui… Erano amanti, Rose. Si amavano con passione; in tutta la vita non avevo mai intravisto in mio padre un tale fuoco negli occhi: pura forza, ardore e non curanza delle regole. Pazzo d’amore per la sua donna, sarebbe andato contro la famiglia pur di stare con lei per sempre. Avevano deciso di scappare e lasciare tutto alle spalle, gli bastava averla tra le braccia…-

Mi strinse più forte a sé e continuò:- Purtroppo i suoi piani non andarono a buon fine. Per proteggere il suo amore dalla ferocia del nonno e dal disonore che ne sarebbe scaturito, incolpando tua madre, decise di morire dentro. Rinchiudere il suo amore in un angolo del cuore, rimpiangendo, in silenzio quello che ha perso, nascondendo il dolore dietro una maschera d’indifferenza… ma prima, si scambiarono una promessa. Si sarebbero rivisti almeno una volta negli anni avvenire, per amarsi nuovamente. Salutò tua madre dicendole: “ Ti lascio il mio cuore, apparterrà sempre a te”.

-“Si… e tu avrai il mio”.- accennai sussurrando la risposta di mia madre.

Scorpius si staccò leggermente guardandomi sbalordito. - Come fai a saperlo?!-

-Ho fatto lo stesso sogno… mia madre amava profondamente il signor Malfoy. La sua anima si spezzò quando decise di lasciarlo per mio padre… non voleva che nessuno soffrisse per il suo egoismo, ed ora so che sacrificò la sua felicità.-

Abbracciai nuovamente Scorp.- Penso che non sia stato un semplice sogno, erano ricordi, i loro ricordi che in qualche modo sono arrivati a noi nel momento in cui la mente abbassa le sue difese, quando ci si addormenta…

         -Lo penso anch’io. Queste mura, Hoghwarts, racchiude le storie di tutti i studenti entrati qui. E come se ci volesse avvisare… ma di cosa? Poi quella strana donna al locale ieri, la Norna. Sapeva di più di quanto desse a vedere.

         -Già…- sospirai.- Stamattina ho mandato una missiva a mia madre. Voglio parlarle di persona. Chissà quanto deve aver sofferto in questi anni.

         -Si, pure io vedrò mio padre. Gli innumerevoli segreti che cela dietro la sua indifferenza, voglio delle spiegazioni.-

Sentii accarezzarmi la schiena delicatamente.- Quando vedrai tua madre?-

         -Spero questo fine settimana. Non voglio attendere oltre. Ho molte cose da chiederle e da dire: tu sei tra questi.- Lo baciai, assaporando il suo respiro. Era tutto il giorno che volevo farlo.

Scorpius mi cinse la vita senza staccare le sue labbra dalle mie e mi costrinse a sedermi tra le sue ginocchia, in modo da stare più comoda e assaporare di più il nostro contatto. Mi allentò la cravatta, sbottonò il primo bottone della camicia, mi accarezzò delicatamente, scendendo verso sud e baciava il collo. Ansimavo spudoratamente, lui era l’artefice del mio abbandono, seguivo i suoi movimenti. Volevo sentire le emozioni della notte scorsa dentro di me, bruciare con lui… ma un attimo! Le sensazioni del sogno? Stavo confondendo le mie emozioni con quelle di mia madre e Draco Malfoy?

         -Aspetta…- intraposi la mano tra di noi.

         -Che succede Principessa?-

         -Dopo quello che è successo ai nostri genitori…magari Hogwarts assorbirà anche i nostri ricordi. Se vedessero anche noi?

         -Bhe… diranno che hanno sognato il vero amore, puro e senza limiti.- riprese a baciarmi con più audacia.

Sapeva dove e come toccarmi per perdere ogni inibizione. Sussurrava parole infuocate che non mi sarei immaginata da un tipo come lui. Sarei stata pronta a concedermi in quel momento. Desideravo sentirlo, consumarci insieme.

         -Questo è il colmo! Ora usate anche il mio bagno?!-

Tirai un urlo vedendo apparire la testa evanescente della povera Mirtilla Malcontenta dal muro. Scorpius imprecò Salazar sentendo la sua voce stridula.

-Sono stufa di stare zitta e vedere voi mortali divertirvi alle mie spalle! La stupida Mirtilla tanto non sa cosa si perde vero? Lei è morta senza avere avuto un ragazzo da amare. Vero? Ora basta! Tutti voi, vi intrufolate qui di nascosto e pretendete che non dica nulla? No e no! Ne ho abbastanza!- svolazzò per il bagno e fece esplodere i water e i rubinetti dell’acqua.

Uscimmo correndo dai bagni interamente fradici, ci guardammo a vicenda sconcertati per qualche secondo, poi ci mettemmo a ridere.

- Abbiamo sconvolto Mirtilla.-

-Almeno non ha fatto da spettatrice. Immagina le chiacchiere tra i fantasmi della scuola…

-Oh Scorp, non farmici pensare, se arriverebbe la notizia all’orecchio della Preside ci espellerebbero.

-La solita esagerata, ma è anche per questo che ti adoro.-

Arrossii. Sapeva sempre cosa pensassi. Poi ricordai: -I sandwich! Li abbiamo lasciati la dentro… saranno zuppi ormai.-

         -Tranquilla. Vado nelle cucine e ti faccio preparare qualcosa di meglio. Ma prima, sarebbe il caso di cambiarci. Non abbiamo la bacchetta appresso e dovremo andare nei dormitori.

         -Si è necessario…- Scostai la gonna appiccicata alle gambe e strizzai l’acqua in eccesso.

         -A dopo Piccola- Mi diede un altro bacio, decisamente non casto, lasciandomi senza fiato e andò verso i sotterranei.

Salii la gradinata principale lasciando pozze d’acqua al mio passaggio. Se mi avesse scoperto Gaza si sarebbe arrabbiato e cinque punti in meno ai Grifondoro li avrebbero tolti di sicuro…

Quella sera, come previsto, il gufo tornò con la risposta di mia madre: “Piccola mia, come mai hai urgenza di vedermi? Anche io non vedo l’ora di riabbracciarti. Questo week-end chiederò un permesso e verrò ad Hogsmeade con nonno Arthur. Ti voglio bene.”

Il dardo era tratto. Gli eventi futuri dipendevano dalla mamma e le sue parole.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** capitolo dieci ***


Image and video hosting by TinyPic

Diritti e doveri di un Malfoy

 

Pov Scorpius

Dopo aver trascorso del tempo con Rose e parlato degli avvenimenti tra i nostri rispettivi genitori, mi sentii sollevato. Ammetto che rimasi sconvolto e confuso dal comportamento di mio padre. Lui, uomo taciturno, incapace di dimostrare i propri sentimenti, specchio di mio nonno Lucius, riusciva ad amare e lottare per esso. Tutte le incertezze, le incomprensioni  che mi portavo dietro fin da bambino vacillarono. Iniziai a riconsiderare la sua figura: forte, sconsiderato, passionale, protettivo e soprattutto innamorato.  Padre, chi sei veramente?

Rose voleva avere un confronto con la madre e nessuno mi impediva di fare altrettanto. La sera stessa chiamai a mio cospetto l’elfo che mi venne affidato alla nascita; potevo chiamarlo quando volevo, ma prima di allora non ho mai approfittato del privilegio donatomi. Il suo nome… combaciava con un elfo del passato.

-         Quinzy! Ho bisogno di te!

Con un sonoro puff il piccolo elfo apparve di fronte a me. Quinzy alloggiava ad Hogwarts dall’inizio del mio secondo anno a scuola. Fu mandato da mia madre per usufruire dei suoi servigi, ma promisi a Rose di non schiavizzarlo e lo lasciai libero, donandogli un indumento. Per la gratitudine del mio gesto, promise di essermi fedele in eterno e ogni qual volta lo avessi desiderato mi avrebbe aiutato con gioia.

-         Signorino, quale onore!- esclamò inchinandosi.

-         Come stai Quinzy? Ti trattano bene gli altri elfi del castello?

-         Sono tutti gentili, signorino, sono felice di vivere qui con lei.

-         Mi fa piacere…senti, vorrei che mi facessi un favore, se sei d’accordo.

-         Un favore? Ma certo signorino! Quinzy farà tutto quello che gli verrà chiesto.

-         Te ne sono grato. Voglio che ti rechi a casa mia, devi dire a mio padre che ho necessità di vederlo al più presto.

-         Devo…parlare con il padrone?

-         Si. È di primaria importanza.

-         Va bene…-pigolòQuinzy lo farà per il Signorino Scorpius.

-         Grazie. Devi parlare solo con lui, hai capito?

Con un nuovo inchino, fece un debole sorriso e si smaterializzò con uno schiocco delle dita. Ebbi  l’impressione che temesse di ritornare alla villa.

A cena, quella sera, tutto sembrava scorrere tranquillo: Narcissus parlava in continuazione di ragazze, Albus mangiava e ascoltava accondiscendente il suo sproloquio ed io buttavo ogni tanto l’occhio al tavolo di Rosy, dove lei faceva altrettanto. Il nostro era un messaggio silenzioso ma sapevamo entrambi cosa significasse e più passava il tempo, più il nostro bisogno di contatto cresceva. Al tavolo degli insegnanti i docenti mangiavano, parlando del più e del meno e la Cooper era indifferente a quello che le succedeva attorno, tranne a qualche sguardo che lanciava di sfuggita nella mia direzione. All’inizio mi metteva a disagio ma dopo aver scoperto che tipo fosse, poteva essere un abitudine del suo vecchio lavoro.

La posta  via gufo della sera arrivò dopo aver mangiato. Rose ricevette una lettera, forse proprio quella che aspettava da sua madre e anche io stranamente ne ricevetti una. Mi sembrava improbabile che mio padre avesse già mandato una missiva dopo aver parlato con Quinzy, non mandava mai lettere. Infatti non era mio padre che scriveva, ma mio nonno. Mi invitava a recarmi la sera stessa presso l’ufficio della preside perché aveva urgente bisogno di vedermi. Non capivo il motivo di tale fretta: forse aveva messo sotto torchio il povero elfo vedendolo ritornare a Villa Malfoy o era successo qualcosa di grave alla mia famiglia? Era decisamente strano. Nonno Lucius assomigliava come una goccia d’acqua a mio padre. Dopo la morte della nonna divenne taciturno e rimaneva sempre nella ala opposta della casa. Solo, con i suoi ricordi e i rimpianti del passato;  non ha mai avuto una grande considerazione di me e mi parve alquanto strano ricevere da lui un richiamo.

Un ora dopo mi recai di fronte alla porta dell’ufficio della preside. A ricevermi c’era proprio lei, con il solito cispiglio.

-Buonasera Sig. Malfoy. Di norma non ammetto che i parenti degli alunni possano conversare con gli studenti quando sono sotto la tutela della scuola, ma si da il caso, che suo nonno ha ancora…una certa influenza presso il Ministero, è non ho potuto oppormi.

-Sono mortificato Preside…

- Non è colpa sua, stia tranquillo. Ora la lascio, così da poter parlare in privato con il Signor Malfoy.

-La ringrazio e scusi ancora…

Chiuse la porta ed io mi avvicinai davanti al camino dell’ufficio, attorniato dai quadri dei vecchi presidi. Mi guardavano dalle loro tele senza proferire parola, silenti e attenti a quella novità.

Sentì bussare poco dopo, vidi entrare Avalon Cooper con in mano un anfora finemente lavorata.

-Buonasera Sig. Malfoy. La preside McGranitt mi ha chiesto di darle la polvere volante rilasciatami dal Ministero della Magia.

-Buona sera a lei… professoressa. Si, devo vedere una persona.

-Immagino che saprà che è proibita tale forma di privilegio.

-Non è mia intenzione approfittarne.

-Immagino.- sorrise inarcando un sopraciglio.- Le va bene se l’appoggio sulla scrivania?

-Si, professoressa Cooper.- ero incapace di parlare con naturalezza di fronte a lei.

-Deve essere una persona importante, il suo misterioso interlocutore, per aver ottenuto il permesso che va contro l’ordinanza della scuola.

-Abbastanza…si tratta di mio nonno.

-Lucius Malfoy deve parlare con lei?- Annuii  mentre la Cooper continuava a preparare la polvere color smeraldo come se niente fosse, ma qualcosa era cambiato nel tono della voce.- Fatto. Quando avrete finito dovrà far subito ritorno nel suo dormitorio.

-Va bene Signorina.

Avalon uscì dall’ufficio, con il resto della polvere magica rimasta nell’anfora, lanciandomi un ultima occhiata di sottecchi e con uno strano ghigno. A volte faceva paura e continuava a ricordarmi una persona che conoscevo in passato, ma che non riuscivo a rammentare.

Di nuovo solo, aspettai la visita del nonno, in piedi con le mani dietro la schiena, immobile come sempre in sua presenza. Non si fece attendere; un lampo color smeraldo illuminò il camino e tutto l’ufficio facendo apparire la sua figura. Aveva il mantello e il suo bastone da passeggio, gli occhi impassibili, incapaci di trapelare alcuna emozione; non sono mai riuscito a capire il suo animo, come del resto quello di mio padre.

            -Buonasera nonno. A che devo la visita?

Uscì dal camino, si tolse il mantello passandomi davanti senza degnarmi di uno sguardo e si sedette nella poltrona dietro di me. Mi voltai per non dargli le spalle, in attesa. Ancora senza guardarmi inizio a parlare:

            -Sono venuto a conoscenza di un grave fatto, commesso da te, e volevo sentire dalla tua bocca se equivale al vero.

            -Un grave fatto? Non mi risulta; ho sempre seguito le lezioni diligentemente, senza recare alcun offesa alla nostra famiglia.

            -Ne sono sicuro.- ghignò- Io mi sto riferendo al tuo interessamento verso la giovane Weasley. È vero che vi state frequentando? - Il suo tono era pungente.

            - Si, e vorrei che le mie faccende private rimanessero tali.

            - Il tuo comportamento non si addice ad un Malfoy.-Sollevò gli occhi glaciali, per guardarmi-  Sei stato sconsiderato e ti impongo di tagliare il tuo legame con quella ragazzina.

            -Mai! Non ho idea di cosa tu abbia sentito, ma io voglio stare con lei e nessuno, neanche voi potrete impedirlo!

            -Come osi! La decisione non spetta a te. Sei in dovere di rispettare la Famiglia, e la ragazzina non rientra nel piano; se lo desideri, potrà essere solo un piacevole passatempo.

            -Rose un passatempo? Perché trattate le persone come se fossero futili oggetti? Ho scoperto di amarla, è la ragazza giusta per me e mi rende finalmente felice.

            -Tu cosa?-ride- Caro nipote, la persona giusta non esiste. Non esiste né in terra, né in cielo, né da nessuna altra parte, puoi starne certo. Esistono soltanto le persone, e in ogniuna c’è un pizzico di quella giusta, ma in nessuna c’è tutto quello che ci aspettiamo e speriamo. Nessuna racchiude in sé tutto questo, e non esiste quella certa figura, l’unica, la meravigliosa, la sola che potrà darti la felicità.

Rimasi senza fiato. Che uomo crudele e calcolatore riusciva a pensare tali eresie sull’amore? Soltanto lui, incapace di dare affetto a sua moglie, a suo figlio…spingendolo a rinunciare alla sua metà del cielo.

            -E’ inutile continuare la conversazione con voi… non tutte le strade conducono nell’abisso che mi volete imporre. È giunto il momento di alzarmi. Non rifarò gli stessi errori di vostro figlio!

            -Che vuoi dire? Perché tiri in ballo Draco, ora?

            -Lo sapete benissimo, nonno! Io non accetterò mai la ragione che mi obbligate, affronterò le sfide impossibili, non temo gli ostacoli e non ascolterò i vostri consigli.

Lucius Malfoy mi guardava con disprezzo, stringendo i pugni e trattenendo la sua rabbia che affluiva in me. Lo sentivo, ma cercai in tutti i modi di resistere. Non dovevo abbassare la guardia e ripetere lo stesso sbaglio di mio padre.

            -Se abbiamo terminato, vorrei tornare al mio dormitorio.

Mi voltai incamminandomi verso la porta dell’ufficio e l’aprii.

            -E’ la tua ultima parola Scorpius? – la sua voce era graffiante.

            -Si. Lei sarà sempre il mio solo destino, posso soltanto amarla, senza nessun freno. Arrivederci nonno.

Chiusi la porta dietro le mie spalle. C’era qualcuno o qualcosa che mi guardava dall’oscurità del corridoio; era la solita sensazione che mi accompagnava dall’inizio dell’anno, ma si affievolì mentre ritornavo nei sotterranei.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=417649