Rumori di fondo

di screaming_underneath
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Phone (eventually -sex) ***
Capitolo 2: *** In the night ***
Capitolo 3: *** Hellhounds ***
Capitolo 4: *** Neighbours ***
Capitolo 5: *** Desperate Housewives ***
Capitolo 6: *** Pets ***



Capitolo 1
*** Phone (eventually -sex) ***


Phone
(eventually -sex)




Il martedì inizia alle cinque e zerosei con il glorioso squillo del suo cellulare.

C'è Rufus in linea, e grida qualcosa che suona come un “Sono in Ohio, vieni a prendermi”. Dall'altro capo del telefono, nessuno si premura di dargli una risposta, ovviamente. Certe cose sono troppo persino per uno con la pazienza di un santo come Bobby Singer.

Bobby che comunque fa appena in tempo a chiudere la comunicazione, imprecando con la voce impastata di sonno, prima che squilli il telefono, quello dell'FBI.

Stavolta sono i ragazzi. Lavorano su di un caso, blablabla, il poliziotto locale vuole una conferma che una morte per sospetto soffocamento sia un caso da federali. È faticoso stare dietro ai discorsi che Dean gli propina, cercando un minimo di collaborazione, ma Bobby riesce a dare le credenziali richieste senza smettere di domandarsi se stavolta i Winchester non abbiano un po' esagerato. Non gli pare di ricordare di nessun mostro o affine che soffochi le sue vittime, ma ehi, c'è una prima volta per tutto e di certo lui alle cinque del mattino non è in grado di fare i giusti collegamenti logici.

Torna a letto, borbottando tra sé e sé che il crimine e i cattivoni (e anche i bravi ragazzi che lottano contro i cattivoni) non dormono mai ma che, se permettono, almeno lui vorrebbe riuscire a farsi un pisolino.


Riesce a riprendere sonno fino quasi alle sei.

Ormai albeggia, e quando la suoneria del telefono di casa parte, Bobby sa già che sarà una brutta giornata. Una di quelle tipo call-center, insomma, solo che lui non viene pagato, non ha diritto a giorni di ferie o malattia e sembra non possedere neanche la libertà di farsi sei ore di sonno consecutive. I cacciatori alle volte sono dei succhiasangue peggiori dei vampiri.

«Buongiorno, Robert.» Una voce calda gli rimbomba ovunque quando porta la cornetta alle orecchie e allora capisce che sì, sarà una giornata infernale in tutti i sensi.

«Che vuoi, Crowley?» ringhia, cercando di non dare a vedere quanto sia irritato.

Il demone ha ormai preso l'abitudine di chiamarlo. Non solo piomba a casa sua ad ogni ora del giorno e della notte, non solo sfrutta in modo del tutto imbarazzante la sua doccia, non solo lo costringe ad eliminare trappole del diavolo da tappeti e soffitti, affinché non debba correre a liberarlo ogni due passi. In quel suo modo fottutamente da stalker, ormai ha appreso che il modo migliore per deconcentrarlo e farlo imbufalire è chiamarlo al telefono, distraendolo dai milioni di impegni della sua giornata. A detta sua, sono almeno duecento anni che non si divertiva così.

Perché lui lo asseconda, capite?

«Volevo darti il buongiorno. Non è un buongiorno?» chiede lui sornione. Bobby sa che sta sorridendo il suo miglior sorriso soddisfatto. Lo ha svegliato prima del solito. Un nuovo record da appendere alla parete delle torture con dicitura “Singer”.

«... Stronzo.»

«Anche a t-»


Fino alle sette e mezza c'è calma piatta.

Bobby riesce a farsi un caffé un litro, in effetti e a dare un'occhiata ad una pila di documenti rimasti a giacere abbandonati sul tavolo dalla sera prima mentre fa colazione, il che gli fa ben sperare in un falso allarme. Magari persino Crowley lo lascerà libero. Strano che non abbia già richiamato, solo per il gusto di farlo incazzare ancora un po'.

Forse sarà solo un giorno come un altro”, pensa, “pesante, infinito e a tratti insopportabile ma con possibilità di schiarite”. È quasi ottimista, così rilascia i muscoli già in tensione delle spalle mentre sciacqua la pila di piatti sporchi nel lavabo.

In quel momento, il display del cellulare si illumina. Nuova chiamata.

«Ciao, George, di cosa hai bisogno?»


Non si ferma un attimo fino quasi le sei del pomeriggio.

Tra una pila di libri ed un'altra, una visita dello sceriffo Mills, chiacchiere varie ed eventuali con e per conto dei federali, della guardia forestale, di un detective della polizia poco sveglio, un altro litro di caffé e parecchi improperi verso la sua proverbiale sprecisione nel riporre manuali di vitale importanza, Crowley lo chiama quattro volte.

La prima volta Bobby buttà giù dopo la seconda sillaba. Ormai riconoscerebbe quella voce profonda in una stanza chiusa piena di scozzesi, e non è una cosa di cui vorrebbe vantarsi in giro. Se pensa a Dean e a Sam, a quello che potrebbero dire se sapessero il genere di rapporti che intercorrono tra lui e il re dell'Inferno...

La seconda e la terza volta Crowley gli legge le barzette dal Times di New York. Ride talmente forte da forargli un timpano e l'unica cosa che Bobby si chiede è se questo dannato martedì finirà mai. Ha l'impressione di essere in piedi da almeno settantadue ore, non dieci.

L'ultima volta sta ormai per crollare dalla stanchezza, con la guancia posata direttamente sulla cornetta del telefono dove, all'altro capo, Sam Winchester aspetta ormai da quasi trenta minuti che Bobby scovi le informazioni che gli servono. Si sta anche lamentando di qualcosa che ha a che vedere con suo fratello, ma questa è prassi. Le sviolinate tra quei due si sprecano; ormai risponde in automatico, senza davvero ascoltare ciò che gli dice.

Così quando la voce di Crowley, all'altro capo del cellulare, chiede «Cosa stai indossando, darling?» all'inizio il cervello di Bobby non processa bene.

«Cosa sto COSA?» abbaia al telefono quello sbagliato. Sam, sbigottito, prova a controbattere con un tono di voce decisamente sproporzionalo alla sua taglia che no, non c'è davvero bisogno che si arrabbi per avergli proposto di fare una pausa, risentirsi più tardi, ma Bobby ha già chiuso la comunicazione.

«Stai davvero cercando di fare quel che penso?» chiede, schiaffandosi una mano sugli occhi mentre afferra il telefono giusto dal piano della cucina. Questa è una novità. Non avrebbe mai creduto che Mr sono-il-re-degli-Inferi-tutti sarebbe arrivato ad un tale livello di volgarità.

«Prego?» chiede l'altro, pieno d'innocenza da far invidia ad un pargolo.

Bobby trattiene uno sbadiglio, fissa la caraffa ormai vuota del caffé e scuote la testa, come se potesse vederlo. «Sesso. Al telefono.» specifica, sospirando pesantemente.

«Ah. Quello. Vedi, è solo un punto di vista. Io lo chiamerei con un nome un po' più-»


Beep. Il cordless, con un tempismo perfetto, si scarica definitivamente, troncando a metà Crowley e Bobby accarezza per un attimo l'idea di staccare le comunicazioni per il resto della serata, riempire ogni spazio di atterraggio utile per quel demone figlio di... strega di trappole e ogni angolo di casa di sale e semplicemente fingere di non esistere agli occhi del mondo.

Farsi una doccia infinita, comprarsi una confezione da sei di birra... la partita in tv...

«... Raffinato. Robert, tu ed io dobbiamo parlare di questa tua mania di attaccarmi in faccia.»

Il Re gli appare davanti. Stringe ancora il cellulare in mano, palesemente scocciato. Ed è... beh. Diciamo, per usare un termine raffinato, deshabillé.

Bobby non batte ciglio. Non è la prima volta che il demone gli si propone davanti in modi poco consoni; l'unica cosa che non sa spiegarsi è perché continui a lasciarlo fare, frenando l'istinto primordiale di ficcarlo in una vasca d'acqua santa e intonare l'Exorcizamus te con il suo brio migliore.

Invece dice: «Non è il momento, Crowley», voltandogli le spalle per allungarsi verso il libro che deve ancora finire di spulciare.

«Allora me andrò a farmi una doccia.»


Lo sente cantare a squarciagola la versione estesa di Radio Ga Ga tre volte, prima che il telefono squilli di nuovo e lo deconcentri dalla stima approssimativa dei litri d'acqua calda consumati dal demone in quei diciotto minuti e spiccioli.

Un giorno di questi gli girerà la bolletta all'Inferno. O forse direttamente l'esattore delle tasse che verrà a riscuotere a casa sua, così, per avere un po' di carne fresca su cui esercitarsi.

«FBI, parla Willis.»

«Agente, l'acqua è fantastica quassù, proprio certo di non volersi unire?»


Crowley ride, Bobby lancia il telefono fuori dalla finestra imprecando.

È martedì, e sono solo le sei del pomeriggio.

A questo ritmo, prevede un esaurimento nervoso entro le nove di sera.





Due parole

Ringrazio la Elisa per promptarmi quintali e quintali di Crobby bellerrime, che pian piano fillerò tutte perché sì, andiamo, non si può proprio dirle di no. 
In realtà dovrebbero essere drabble, ma non credo lo saranno tutte. Questa, per esempio, mi è proprio sfuggita di mano, dall'iniziale prompt "Cosa stai indossando, darling?" (aka Crowley cerca di fare sesso telefonico con Bobby, ma Bobby non ne è contento)  - non è bellissimo, eh? Eh?
La citazione alla doccia viene da un'altra mia Crobby, di cui è colpevole anche stavolta la Eli. Se volete, la trovate sempre nella stessa serie di questa raccolta qua.
La citazione ai Queen, invece, era di dovere per il buon Crowley di Good Omens!

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Capitolo 2
*** In the night ***


IThe Night




Dorme talmente profondamente che in un primo momento crede di averlo sognato.

Mentre squarcia la cortina del sonno, tornando lucido, la prima cosa che registra è un avvallamento molto, molto pronunciato sia alla sua sinistra che alla sua destra. Come se il materasso avesse ceduto di schianto. «Che diavolo...» inizia, prima che gli manchi il fiato.

C'è un caldo allucinante nella stanza. Anzi, adesso che è più sveglio si rende conto di essere letteralmente pressato nel mezzo di qualcosa che sembra lanoso. Come una coperta di plaid, solo che è Agosto e lui dorme senza neanche il lenzuolo.

 

«Scusa, darling. Non volevamo svegliarti ma ― sul serio ― dovresti comprarti un letto più grande.»

La voce di Crowley è un bisbiglio educato del tutto inutile, visto che ormai è del tutto riemerso dall'incoscienza.

«Devi smetterla di piombarmi addosso così mentre dormo, dannazione. Cosa vuoi, eh Crowley?» chiede, prima di rendersi conto di non aver fatto la domanda più importante.

Volevamo?

«Dormire in compagnia?» azzarda il demone, lievemente malizioso.

«Tu non dormi, idiota. E che è 'sta storia del volevamo?» grugnisce, mentre un filo d'inquietudine inizia a trapassarlo. Il caldo torrido... come se fosse avvolto nel...

«Oh, intendo io, Juliet e Big Jim. I cuccioli non volevano proprio saperne di lasciarmi andare, stasera.»

pelo di cane.





 

Due parole.
As usual, cuori e amore alla Eli per il prompt che ha dato vita a questa doppia drabble: "Dovresti proprio comprare un letto più grande, darling".
E un cuore grande così a chi segue, chi commenta e chi ama questa coppia, ovviamente ^_~

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Capitolo 3
*** Hellhounds ***


Hellhounds


«Fuori di qui».

«Non credo proprio».

«Quei cagnacci hanno quasi staccato una gamba allo sceriffo Mills. Non li voglio in giro per la mia proprietà un minuto di più».

«Vanno dove vado io, Robert. Non posso mandarli a casa».

«Allora, fuori anche tu. Capisco che dilaniare umani sia nella loro natura fin da cuccioli, ma se non sei capace di tenerli a bada, non ti voglio nelle mie proprietà. Jody è mia amica».

«E' solo un graffietto. Se vuoi, posso curarla».

«Non possederai proprio nessuno, Crowley. Toglietelo dalla testa».

«Volevo solo ripare al dan-»

«Se vuoi farmi piacere, perché non fai fuori quei bastardi? Quello sarebbe gradito!»

«Stai scherzando, spero. Ti adorano».

«Adorano?»

«Perché pensi che l'abbiano fatto? Ti stavano salvando. Quella ti è sempre tra i piedi».

«Non ti seguo. Anzi... no, guarda, non voglio seguirti Sparisci, da bravo. Non voglio fare il cacciatore cattivo».

«E sia».

«Finalmente. Dannato demone».

 

«Oh, Robert. Prima che sparisca per sempre... Mai sentito parlare di gelosia, genio?»









Due parole.
Ogni tanto mi vengono fuori cose così, drabble tutte dialogo che credo dipendano dal fatto che il mio cervello accantona un sacco di chiacchiere e situazioni tra questi due e poi me le risputa fuori così. Ovviamente non è nulla di che, ma il prompt della Eli era puccerrimo e qualcosa è nato. 
Crowley geloso dello sceriffo Mills era troppo-troppo per non scriverci XD
Grazie a chi legge, commenta, segue e preferisce.
A presto!

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Capitolo 4
*** Neighbours ***


Neighbours




Sembra carina.

È questo che lo frega; fresco nella sua testa è il ricordo di Marcy, quella della torta di pesche.

Forse è colpa sua ― non che Marcy, dopo il fatto dell'okami e della cippatrice, sia fuggita in altro stato, quello era palese. Forse voleva solo credere di meritarsi una vicina perbene, gentile e a modino, che non lo considerasse uno psicopatico.

Invece succede che Bobby abbassi la guardia e che la vicina perbene, gentile e a modino sia una fottuta mutaforma, con il desiderio di strappargli la faccia dal resto del corpo senza grandi complimenti. E tante grazie.

 

«Oh, poor sweeheart, proprio zero fortuna con le donne, eh?» lo canzona Crowley mentre si medica. Il demone siede sul divano e accarezza un invisibile ed enorme mastino infernale. «Ringrazia che lei ti sia ancora fedele, persino dopo che ci hai esiliato fuori di casa» sospira, scuotendo teatralmente la testa.

«Avrei potuto cavarmela, tante grazie» righia umiliato Bobby. Farsi trovare svenuto tra le braccia di una donna era stato orribile. Non fosse stato per il cagnaccio di Crowley...

«Non lo racconterò in giro, tranquillo» lo rassicura, ghignando, il Re.

 

Poi sparisce, lasciando la bestia, e Bobby si domanda se non sia il caso di premiarla in qualche modo.

… Non è sicuro di voler sapere cosa mangia un segugio dell'Inferno.







Due parole.
Grazie un milione a chi mi lasciato due parole, chi segue e chi preferisce. Siete persone preziose e belle, perché shippate Crobby!

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Capitolo 5
*** Desperate Housewives ***


Desperate Housewives

 




Arriva profumo di cibo ― vero, mica robaccia fastfood ― sin dal vialetto, di quella qualità da salivazione profusa che dopo la morte di Karen non hai più assaporato.

Lo trovi in cucina; potresti quasi esserne felice, in realtà, se...

Se non mettesse quel grembiule, ad esempio

(se lo mettesse senza nulla sotto, almeno)

che lo fa sembrare un'infelice copia ― piuttosto gaia ― della classica mogliettina americana anni cinquanta.

E poi...

«È inspido, Cristo!» imprechi, quando Crowley ti ficca in bocca l'ultimo dei suoi ritrovati culinari ― cui come sempre manca il sale.

«Suvvia, darling. Ti aiuterà coi tuoi problemi di pressione!»

(Hai già detto “casalinga gaia anni cinquanta?”) 

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Capitolo 6
*** Pets ***


Pets




Vede l'avvallamento del divano, e tanto le basta.

«No, Crow. Non voglio quella belva in casa mia» ringhia, ostinata.

«Oh, ma Julius è un bravo ragazzo... Non è vero, cocco?» la Regina muove le dita nell'aria, presumibilmente nel punto in cui orecchie da canide amano essere grattate. «Visto? È felice di stare qua. Non ha neanche sbranato il tuo prezioso tappeto da dieci dollari!» Un guaito gioioso, seguito da un'alitata pazzesca che puzza letteralmente di morte, sembra voler confermare quelle parole.

«Siete qui da circa settantacinque secondi, non credo che abbia ancora familiarizzato con l'ambiente». Roberta Singer alza un sopracciglio, incrocia le braccia. Come se ci fosse bisogno di puntualizzare che no, non vuole che un Segugio Infernale familiarizzi con lei come un qualsiasi animale domestico, fosse persino solo per un week-end.

«Ha un vero e proprio fiuto per le persone. Ha distrutto il giardino di un cliente, una volta, quella roba feng-shuai o come diamine si pronuncia lo stava facendo diventare matto... non è vero, povero il mio piccino?»

Piccino. Piccino una cosa immensa che pare avere il muso, da seduta sul divano, alla stessa altezza degli occhi di Robbie. «Non succederà. Mai. Fuori di qui».

«Ma, darling...»

«Fuori, prima che riempia il culo di entrambi di sale grosso» minaccia la cacciatrice, indicando la doppietta (sicura disinserita) poggiata sul tavolo alle sue spalle.

«E io che credevo di averti addolcita a dovere, stanotte» mormora la demone, posandole un bacio sulla guancia e facendo accuratamente in modo di mettere in mostra il seno prosperoso, strizzato in un tailleur da svariate centinaia di dollari.
«Non abbastanza da farmi credere che l'Inferno crollerà, se ritaglierai dieci minuti del tuo tempo per un “Bisognini Break”» puntualizza Roberta, cercando di non lasciarsi distrarre da quella dannata scollatura. Dove cazzo è l'autocontrollo quando serve? Chiude gli occhi, massaggiandosi le tempie nel tentativo di non cedere alla tentazione di buttarsi sugli alcolici alle otto di mattina.

«Benvenuta nel magico mondo del possedere animali, Crowie. Credevi che fosse solo lanci di palline da tennis e riporto di cadaveri umani deturpati?»

Le risponde un latrato interessato e null'altro. La pressione dei meravigliosi, morbidi, invitanti seni della Regina su di lei è scomparsa, così come il resto del corpo di quella maledetta.


L'ha lasciata con una bestia enorme ed invisibile e potenzialmente mortale sul divano e una voglia insoddisfatta.

E nessuna idea di come risolvere la prima situazione. 






Due parole.
Elisa mi lascia fantastici prompt per fem!Crobby e io non posso non prenderli al volo

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