'Cause Nothing really ends

di r e d_a p p l e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'invito ***
Capitolo 2: *** Villa Conchiglia ***
Capitolo 3: *** La festa ***
Capitolo 4: *** Confidenze ***
Capitolo 5: *** Il piano ***



Capitolo 1
*** L'invito ***


Avevo già provato a pubblicare questa storia, ma avevo avuto un blocco e piuttosto che lasciarla lì a marcire ho preferito eliminarla. Sto provando a ripostarla perché ci tengo a questa storia, ma ho diviso i precedenti capitoli per rendere la lettura meno pesante.

Non era passata neanche una settimana da quando le vacanze estive erano iniziate, e Josceline già non vedeva l'ora di tornare a Hogwarts; viveva nell'insensato terrore che il padre cambiasse idea e cancellasse la sua iscrizione alla scuola non permettendole più di frequentarla. Per lei sarebbe stata una vera e propria tragedia, ma sapeva quanto il padre avesse faticato per accettare il suo essere speciale, ed aveva paura che potesse cambiare idea da un momento all'altro; certo, sua madre era sempre pronta a difenderla ma, in fin dei conti, lei aveva ceduto all'intolleranza del marito nei confronti della magia abbandonando praticamente tutto ciò che faceva parte del mondo magico, non c'era niente che le vietasse di cedere anche per quanto riguardava la figlia. Be', certo, Josceline sapeva quanto la madre le volesse bene e quando fosse felice di vederla far parte di quello che era sempre stato il suo mondo, però continuava a temere che, per amore del marito, tirasse fuori violentemente la figlia da quel sogno meraviglioso in cui era piombata quattro anni prima.

La ragazza non riusciva a credere che fossero passati già quattro anni da quando era stata smistata a Hogwarts nella casata dei Grifondoro; ricordava la gioia che aveva provato anche in quel momento, anche quattro anni dopo, come se il suo Smistamento fosse avvenuto solo qualche settimana prima. Poteva sentire ancora il cuore perdere un colpo quando Fred Weasley jr l'aveva invitata a sedersi accanto a lui e poteva ancora sentire sulla lingua il sapore della prima cena che aveva consumato tra quelle mura; erano passati quattro anni, ma Joss ancora non credeva alla meravigliosa vita che stava vivendo.
Mentre era persa tra i suoi pensieri, Mr. Phelps bussò col becco alla finestra: Mr. Phelps era un assiolo (era un gufo in miniatura che l'aveva affascinata fin da subito ma che, doveva ammetterlo, non era un campione di grandi spedizioni) che aveva acquistato quattro anni prima durante la sua prima volta a Diagon Alley; non sapeva perché gli avesse dato quel nome buffo, ma le piaceva all'epoca e, con suo sommo stupore, le piaceva anche adesso. Saltò giù dal letto e corse alla finestra aprendola per far entrare il gufetto che, dopo averle fatto prendere la lettera, volò dritto nella sua gabbia e si posizionò davanti al ventilatore per rinfrescarsi un po': lo faceva spesso, e Joss era sempre più convinta che, prima o poi, si sarebbe preso un raffreddore gigantesco, sempre che i gufi potessero avere il raffreddore, s'intende. Si lanciò di nuovo sul letto prima di leggere la lettera che scoprì essere, anche se se l'aspettava, di Dominique; Joss era conscia del fatto che, anche se Dom non si fosse firmata, sarebbe stata in grado di riconoscere una sua lettera non appena l'avesse guardata: aveva una grafia molto elegante, anche se un po' pesante per via di tutti i ghirigori che amava mettere alle "a" o alle "o", nonché del tutto diversa da qualsiasi altra lei avesse mai visto. Come al solito, la lettera era molto breve e, sempre come al solito, conteneva un invito:

"Cara Joss,
come va? Qui tutto bene, anche se mia sorella Victoire è completamente in delirio per un ragazzo di cui non vuole parlarci e Louis passa le giornate sulla scopa perché vuole assolutamente diventare battitore nella squadra di Quidditch di Grifondoro: uomini.
Comunque volevo invitarti qui da noi per qualche giorno (quanto vuoi, come sempre) se non hai paura di impazzire!
Un bacio,
Dom

PS: Saluta i tuoi e dì loro che possono accompagnarti in casa, anche se abbiamo discendenza Veela giuro che non tenteremo di sedurre tuo padre!"

A Josceline piaceva fare parte, anche se non nel vero senso della parola, di quella famiglia perché, nonostante sembrassero tutti incredibilmente posati, in realtà ognuno di loro aveva una parte un po' "sfasata"; la signora Weasley, (o meglio Fleur, come diceva sempre di voler essere chiamata) essendo francese, aveva un'eleganza innata, ma quando non riusciva a tenere sotto controllo la situazione gridava, e lo faceva così forte e con un tono di voce talmente acuto che Joss era pronta a scommettere che le finestre di Villa Conchiglia erano incantate: delle finestre babbane sarebbero sicuramente esplose se fossero state esposte ad un suono simile.
Che poi fondamentalmente non è che non le piacesse la sua vera famiglia, solo che sua madre non aveva mai alzato la voce né con lei né con nessun altro, e suo padre non era esattamente un tipo "reattivo", nel senso che le sue reazioni erano molto contenute se c'erano, perché tendenzialmente era una di quelle persone che si lasciano scivolare tutto addosso senza preoccuparsi troppo di ciò che succede; be', a volte anche Bill Weasley si lasciava scivolare addosso le marachelle dei figli e la conseguenza isteria della moglie, ma quest'ultima riusciva a fargli cambiare idea con un solo sguardo, e così Bill si rassegnava e rimproverava i figli, seppur con un sorriso. Senza contare poi che lei era figlia unica ed era sempre stata una bambina tranquilla: a quanto ricordavano i suoi genitori non c'erano mai state vere e proprie tragedie quando lei era ancora piccola, forse solo qualche scenata legata alla stanchezza, ma comunque sia niente di paragonabile a ciò che Joss era abituata a vedere nel corso dei giorni trascorsi dai Weasley; ricordava perfettamente la scena che si era trovata al suo arrivo a Villa Conchiglia l'anno precedente:
Victoire correva in giro per la casa alla disperata ricerca del suo vestito preferito che aveva sicuramente nascosto Louis, Dominique stava sbraitando in francese perché sua madre aveva quasi decapitato il suo gufo (non era esattamente un pozzo di scienza quella povera bestia) mentre rimetteva a posto le stoviglie e Louis stava ascoltando l'ultimo pezzo delle Sorelle Stravagarie a tutto volume incurante dei rimproveri del padre. Joss aspettò qualche minuto che un membro della famiglia si accorgesse di lei ma, quando capì che non c'erano molte possibilità che ciò accadesse, si accomodò in salotto aspettando che la situazione si calmasse; aspettò un'ora e mezza, poi Bill si accorse di lei e, dopo averla salutata ed essersi scusato, richiamò l'intera famiglia all'ordine e disse a tutti di scusarsi.
Sinceramente, nonostante l'aria di dilagante pazzia, Josceline non poteva fare a meno di pensare che doveva essere quantomeno divertente vivere lì dentro, ed era felice di poterlo fare per un po'; dopo aver rievocato quei bei ricordi, si sistemò alla scrivania e, dopo aver recuperato carta ed inchiostro, scrisse la breve risposta all'amica:

"Cara Dom,
qui tutto bene, niente di emozionante come al solito... Be' se ti va, potremmo indagare insieme: riusciremo a smascherare Victoire, tranquilla! E dì a Louis di stare tranquillo: il capitano della squadra è Fred, vedrai anche andrà tutto bene.
Sarò felice di unirmi a voi, ormai non potrei vivere senza! Ci vediamo tra un paio di settimane.
Un bacio,
Joss
PS: Molto carino da parte vostra! Allora verranno volentieri. Saluta i tuoi e ringraziali dell'ospitalità.
"

Rilesse la lettera per essere sicura di non aver dimenticato niente e poi la legò alla zampa di Mr. Phelps che uscì dalla finestra volando con aria svogliata.

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Capitolo 2
*** Villa Conchiglia ***


Il viaggio verso Villa Conchiglia era molto piacevole: già il fatto che fosse in riva al mare la faceva essere bella da raggiungere, ed i luoghi che si dovevano attraversare per raggiungerla lo erano, se possibile, ancora di più. Di solito i signori Light accompagnavano Joss fino al luogo in cui si trovava la casa e poi se ne andavano lasciandola entrare da sola; quella volta invece avevano deciso di accompagnarla grazie all'invito di Dominique, così avrebbero potuto incontrare i signori Weasley. In realtà sua madre li conosceva già entrambi abbastanza bene e Joss sperava che le avrebbe fatto piacere incontrarli dopo tanto tempo; suo padre non era esattamente entusiasta di avventurarsi in un posto magico, ma avrebbe fatto uno sforzo per conoscere i genitori della migliore amica della figlia, anche se probabilmente avrebbe desiderato non rivederli mai più dopo quel giorno.
Appena entrarono in casa Joss notò subito che c'era molta calma: probabilmente volevano mostrarsi al meglio agli occhi di Cho Chang e Matthew Light, forse perché avevano paura che la loro follia li spaventasse, e Joss si diceva che sicuramente avrebbe spaventato suo padre vederli delirare come al solito; i quattro adulti si strinsero la mano e si spostarono in salotto per un tè mentre Joss salì in camera di Dominique. Come sempre Fleur aveva sistemato un altro letto accanto a quello della figlia: a Villa Conchiglia non c'era una stanza per gli ospiti, ma a Joss stava bene così perché dormire accanto a Dominique le faceva pensare di essere ancora a Hogwarts; entrò in camera e, dopo aver sistemato tutte le sue cose iniziò a spettegolare con Dominique e ad organizzare, con la complicità di Louis, un piano per scoprire l'amore segreto di Victoire: le giornate a Villa Conchiglia erano sempre frizzanti, tanto da far rimpiangere a Josceline di non avere neanche un fratello.
Come succedeva ogni estate da quattro anni a quella parte, Joss si trattenne a Villa Conchiglia per due settimane, se non altro perché le dispiaceva lasciare i suoi genitori a casa da soli, dando loro l'impressione di preferire la compaginia dei Weasley; durante quelle due settimane non avevano scoperto molto del nuovo fidanzato di Victoire, se non che aveva due anni più di lei ed aveva quindi finito Hogwarts: Dominique era comunque fiduciosa e convinta del fatto che, una volta arrivati a Hogwarts, avrebbe scoperto l'identità dell'individuo. Mentre Josceline rimetteva nella valigia tutta la sua roba, Dominique si precipitò in camera bagnata fradicia: a quanto pareva suo padre e suo fratello le avevano fatto uno scherzo babbano che aveva insegnato loro un amico di Louis «Simpatici questi babbani.» Si lamentò Dominique prima di scoppiare a ridere: era bella per questo, anche se le facevi uno scherzo lei ci rideva su, doveva essere una qualità dei Weasley, anche e Victoire non era assolutamente tipo da scherzi «Joss il 7 di Agosto è il mio compleanno, vuoi venire?» Le chiese cambiandosi i vestiti e tendendoli fuori dalla finestra; era la stessa domanda che le ripeteva ogni anno, ed ogni anno Joss acconsentiva: si chiedeva perché continuasse a chiederlo come se fosse la prima volta «Ovvio!» Le rispose sorridente Josceline continuando a mettere in ordine le sue cose «Quest'anno voglio fare le cose in grande.» Le spiegò la rossa asciugandosi i capelli con una salvietta «Sai molti dei miei cugini entreranno a Hogwarts a Settembre, e ho deciso di unire l'utile al direttevole.» «Forse volevi dire dilettevole.» La corresse Josceline con un sorriso: Dominique amava usare espressioni babbane, ma non riusciva quasi mai a dirle nella maniera corretta «Fa lo stesso.» Le rispose tirandole la salvietta zuppa sui vestiti non ancora sistemati: Joss la fece una linguaccia prima di gettare l'asciugamano a terra «In ogni caso, unirò una specie di festa di benvenuto con il mio compleanno, così da fare una grande festa in famiglia.» Concluse buttandosi sul letto come se fosse stanca morta: le parole di Dominique preoccuparono un po' la mora che sapeva quanto fosse grande la famiglia Weasley. Doveva ammettere però che le faceva piacere partecipare ad un evento così grande, avrebbe sicuramente conosciuto un sacco di gente; e poi avrebbe passato del tempo con Fred, e quella era la parte migliore di tutto.


Ho l'impressione di essere troppo descrittiva e di mettere  pochi dialoghi: mi piacerebbe se qualcuno commentasse questa mia "particolarità" così da capire se devo continuare su questa strada oppure se devo cercare di essere un po' meno prolissa per le descrizioni.
E un'altra cosa: so che il titolo di questo capitolo è un titolo di "Harry Potter e i Doni della Morte", è una cosa voluta (;

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Capitolo 3
*** La festa ***


Josceline era una bella ragazza, anche se non nel senso convenzionale della parola: si sa, le ragazze per essere belle devono essere magre, e lei magra non lo era per niente; aveva un viso incredibilmente bello però, anche se questo sembrava non bastare: aveva i lineamenti morbidi, il mento delicato, le labbra carnose al punto giusto, il naso proporzionato e le sopracciglia sottili. La parte più strabiliante però erano gli occhi: erano di un azzurro intenso e meraviglioso ed erano grandi, tanto da sembrare innaturali; Louis diceva che aveva gli occhi grandi come quelli di un elfo domestico, anche se era senza dubbio un'esagerazione: restava comunque il fatto che i suoi occhi erano davvero grandi, e forse questa era un po' una debolezza. Non poteva dirsi certa che le due cose fossero connesse, ma aveva scoperto nel corso degli anni che, anche solo guardandola negli occhi, la gente riusciva a capire perfettamente come si sentiva: non riusciva a nascondere niente e non le piaceva affatto, visto e considerato che si definiva una persona riservata. Un altro punto forte erano i capelli: erano molto lunghi ed avevano una sfumatura che si trovava tra il moro e il castano; nonostante avessero un colore quantomeno indefinibile erano indubbiamente molto belli, soprattutto quando erano esposti alla luce del sole che portava loro dei riflessi di un rosso molto scuro. Era bella, ma non aveva successo con molti ragazzi, e soprattutto non ce l'aveva con l'unico ragazzo che le interessava davvero: Fred Weasley jr era il suo migliore amico, ma per lei c'era molto, molto di più; ricordava perfettamente il giorno in cui l'aveva visto per la prima volta, le era piaciuto subito più di quanto sarebbe stata pronta ad ammettere. Quando aveva scoperto che lui e la sua amica Dominique erano cugini ne era stata felice perché sapeva che avrebbe potuto stargli vicino, in un modo o nell'altro; chiaramente non aveva mai rivelato i suoi sentimenti a Fred, e probabilmente non l'avrebbe mai fatto. Negli anni aveva conosciuto le ragazze che piacevano al suo amico: solitamente erano alte tutto almeno dieci centimetri più di lei, pesavano una quindicina di chili in meno, avevano i capelli biondi e lunghissimi e, soprattutto, erano stupide; lui era bello, riscuoteva abbastanza successo tra le ragazze, ed era praticamente ovvio che gli piacessero le ragazze più popolari e desiderate della scuola, e Josceline non era assolutamente in quella cerchia. Ad essere onesti era abbastanza conosciuta all'interno del castello, ma lo era proprio in qualità di migliore amica di Fred e non è che la cosa la entusiasmasse; aveva anche lei degli spasimanti, ma solitamente non erano esattamente definibili popolari: riscuoteva successo tra i Corvonero per la sua intelligenza, tra i Tassorosso per la sua gentilezza e, ad essere onesti, anche tra i Grifondoro non andava malissimo, ma Fred proprio non la guardava, non nel modo in cui lei avrebbe voluto comunque. E dire che cercava sempre di sistemarsi al meglio quando si trattava di Fred, ma la sua reazione era sempre la stessa «Hai dei capelli bellissimi.» Continuava a ripeterle, come se si fosse presentata davanti a lui completamente nuda e i capelli fossero l'unica cosa che la copriva; in realtà le piaceva che Fred apprezzasse i suoi capelli se non altro perché, quando la sera erano a rilassarsi nella Sala Comune dei Grifondoro, Fred adorava accarezzarli facendo rabbrividire Josceline ogni volta, e quello era il contatto migliore che potesse avere con lui. Quella sera, per il compleanno di Dominique, aveva scelto un outfit (http://www.polyvore.com/josceline/set?id=117488149) che sperava sarebbe piaciuto a Fred, anche se nel profondo sapeva che ciò non sarebbe mai successo; arrivò in anticipo per aiutare Dominique a sistemarsi, anche se non ne aveva davvero bisogno e, quando tutti furono arrivati, scese in giardino insieme all'amica. Per l'occasione era stato montato un grande gazebo bianco appena fuori dalla porta di casa: era stato decorato con delle lanterne a forma di tulipano che galleggiavano a pochi centimetri dal tetto e la sabbia era stata coperta con un telo bianco che doveva essere incantato in modo da fargli avere la consistenza di un vero e proprio pavimento; al centro della struttura c'era un enorme tavolo in grado di far sedere tutti gli ospiti, e poco distante, era stato posizionato un tavolo da buffet su cui erano posizionati piatti contenenti svariati tipi di cibo. La famiglia Weasley era veramente enorme e la cosa rendeva Josceline entusiasta: la sua famiglia era molto piccola, quindi non aveva la minima idea di cosa significasse fare una festa con ventiquattro persone che erano tutti parenti; sapeva che l'esperienza le sarebbe piaciuta. E fu così, le piacque passare quella serata in compagnia di quelle persone, si divertì molto e conobbe un sacco di persone tra i quali il famoso Harry Potter, Hermione Granger e Ron Weasley che le confidò, dopo aver scoperto chi era sua madre, che lei e Harry avevano avuto una piccola relazione durante il quinto anno di quest'ultimo, rivelazione che fece arrossire la ragazza in tempo da record: a giudicare dall'espressione di sua moglie, Ron era un amante dei pettegolezzi, una cosa che non l'accomunava di certo a Joss; purtroppo, come succede nei migliori film, la serata non finì come lei avrebbe sperato. Dopo cena infatti tutti i ragazzi si misero intorno ad un falò evocato da chissà chi ed iniziarono a raccontarsi aneddoti: quando arrivò il turno di Fred, Joss impallidì perché aveva il vago presentimento di ciò che avrebbe sentito di lì a poco; ed infatti Fred iniziò a raccontare delle sue conquiste, come non mancava certo di fare quando ne aveva l'occasione, scendendo anche in dettagli piccanti, seppur non espliciti. Dopo venti minuti passati ad ascoltare i racconti d'amore di Fred, Josceline iniziò ad avere l'irrefrenabile bisogno di vomitare e corse in bagno rischiando di spezzarsi una gamba più di una volta per colpa della sabbia alta; si gettò letteralmente sul water e vomitò tutto ciò che aveva mangiato quel giorno, dalla colazione in poi probabilmente. Stava piangendo, stava tremando e non riusciva a fermare i conati di vomito che ormai non portavano più a niente, dato che nel suo stomaco non era rimasta la benché minima traccia di cibo; dopo un'ora passata in bagno qualcuno bussò alla porta «Joss, ti senti bene?» Ci mancava solo che venisse lui a cercare di consolarla: se avesse avuto ancora qualcosa da vomitare l'avrebbe fatto in quel momento. Non rispose, ed aveva intenzione di non farlo, ma sentire la voce di Fred che continuava a chiamarla fuori dalla porta le fece scattare qualcosa; spalancò la porta con tanta violenza da far muovere i capelli del rosso che le stava sorridendo «Ti odio!» Si limitò a gridargli prima di sbattere di nuovo la porta e crollare a sedere sul pavimento: non riusciva a smettere di piangere, faticava a respirare e non sapeva come scacciare il ragazzo che continuava a pregarle di uscire dal bagno e di "fare quattro chiacchiere"; non voleva vederlo né in quel momento né mai più nel corso dell'estate, aveva solo voglia di picchiarlo, ma non poteva certamente farlo. Così si tolse le scarpe e, con molta cautela, uscì dalla finestra senza farsi sentire per poi correre sulla spiaggia quanto più lontano possibile; corse finché l'illuminazione di Villa Conchiglia diventò incredibilmente fioca e poi crollò sulla sabbia gettando le scarpe un po' più in là. Cosa le stava succedendo? Fred le era sempre piaciuto e lui le aveva sempre raccontato delle sue conquiste, ma prima di allora non c'era mai rimasta così male; forse, anche se ancora non riusciva ad accettarlo fino in fondo, si stava innamorando di Fred, e la cosa le faceva paura.

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Capitolo 4
*** Confidenze ***


Non rimase sola a lungo come avrebbe sperato; dopo non molto infatti sentì dei passi avvicinarsi ed una voce incredibilmente familiare rivolgersi a lei: si girò di scatto pronta a scacciare Fred in malo modo, ma l'uomo davanti a lei non era decisamente il suo amico, e i dieci centimetri buoni di altezza in più non erano l'unica cosa che le fece capire che stava parlando con George, il padre del suo ormai ex migliore amico «Ciao.» Le disse semplicemente lui sedendole accanto sulla sabbia che stava diventando sempre più fredda per via dell'umidità «Ciao.» Bofonchiò lei affondando i piedi in cerca di sabbia più calda; si appoggiò sui gomiti iniziando a guardare le stelle per distrarsi un po': sapeva che George Weasley non era esattamente un chiacchierone, non se si parlava di cose serie almeno, quindi non si aspettava di fare grossi discorsi con lui «Non mi chiede perché sono scappata?» Gli chiese lei di punto in bianco, tanto per spezzare il silenzio: era riservata, questo sì, ma parlare con gli adulti le piaceva, la faceva sentire in qualche modo protetta; George, per tutta risposta, scosse la testa ridendo «Non vedo perché dovrei. Io so perché sei venuta qui.» Le rispose poi guardandola negli occhi: lei si accorse solo in quel momento di quanto fossero simili a quelli di Fred «Immaginavo.» Rispose la ragazza sorridendo a sua volta e stringendosi nel giubbotto un po' troppo leggero «Credo che lui sia l'unico a non averlo capito.» Constatò amaramente la ragazzaa: era vero, senza ombra di dubbio, e non solo perché parlava a Dominique di Fred continuamente; insomma, gli adulti presenti alla festa erano, appunto, adulti e non potevano non averlo capito, Victoire e Louis sospettavano qualcosa da chissà quanto e tutti gli altri be', forse anche loro non l'avevano capito, ma lei trovava che fosse più grave il fatto che non se ne accorgesse Fred che era l'interessato, piuttosto che non se ne accorgessero i suoi cugini che, in fin dei conti, non c'entravano niente «È ancora troppo piccolo.» Disse il rosso scuotendo subito dopo la testa «Nel senso, pur avendo quindici anni è ancora al punto in cui si sceglie una ragazza per la sua apparenza.» Tentò di spiegarle: Joss sapeva che non lo pensava davvero, ma con quelle parole sembrava voler dire che lei non fosse esattamente bella; come leggendo nei suoi pensieri, George si corresse di nuovo «Tu sei bellissima, non fraintendermi.» Disse passandosi una mano tra i capelli «Però non sono magra, né popolare. Lo so.» Concluse la frase la ragazza, senza davvero essere scoraggiata da quelle parole: era una realtà con cui conviveva da anni, iniziava ad abituarcisi; George Weasley non era un tipo che arrossiva facilmente, ma Joss era quasi certa che in quel momento il suo collo si fosse tinto di rosso: era buffo, ma in quelle poche volte in cui arrossiva, era solo il collo a cambiare colore «Non credo di essere stato molto d'aiuto.» Si arrese facendo spuntare un mezzo sorriso alla ragazza «Ma posso assicurarti che un giorno Fred si accorgerà di quanto sei speciale.» Concluse poi alzandosi e togliendosi la sabbia dai pantaloni spazzolandoli con le mani: lei invece rimase seduta, tanto non aveva proprio voglia di tornare alla villa e si sarebbe fatta venire a prendere di lì a poco «Hai bisogno di un passaggio?» Le chiese l'uomo tendendole la mano: non ricordava di aver visto veicoli nei pressi di Villa Conchiglia, ma quando vide il sorriso spuntare sul viso di George al suo sguardo interrogativo, capì che si sarebbero smaterializzati; non l'aveva mai fatto prima, ma ricordava di aver letto che non fosse una sensazione molto piacevole. Di positivo c'era che il suo stomaco era vuoto, quindi sicuramente non avrebbe vomitato sulle scarpe del rosso; prese la mano dell'uomo e, dopo mezzo secondo più o meno, i due si trovavano nel bosco dietro casa della ragazza: le girava violentemente la testa e le mancava l'aria, ma per il resto non era andata male «Buonanotte Josceline.» La salutò George Weasley prima di sparire di nuovo: lei non riuscì a salutarlo perché si sentiva ancora intontita, quindi si limitò ad accennare un sorriso che l'uomo probabilmente non vide neanche e poi si diresse barcollante verso la porta sul retro della sua abitazioe: sperava che nessuno la vedesse, avrebbero sicuramente pensato che fosse ubriaca fradicia.

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Capitolo 5
*** Il piano ***


Joss passò il resto delle vacanze estive ad ignorare le lettere di Fred e a cercare di non far preoccupare né i suoi genitori né Dominique: non era cambiata dal compleanno della rossa, era sempre la stessa ragazza non troppo gioiosa né troppo aperta, ma erano comunque tutti preoccupati per lei; anche Fred lo era, ma non le interessava. Cioè, in realtà le interessava eccome, solo che non voleva ammetterlo: stava facendo un personale corso di autoconvincimento che consisteva nel far credere a se stessa che non si era innamorata di Fred Weasley jr e che non doveva stare male, ma non stava avendo molto successo. Piangeva senza volerlo ogni sera, stando ben attenta a non farsi sentire da sua madre, e al mattino si faceva sempre una lunga doccia per calmarsi e giustificare gli occhi rossi; non era quello che voleva, non si era mai vista come una persona debole e soprattutto non piangeva molto spesso, ma dalla sera del compleanno non sembrava in grado di fare altro. Va bene, probabilmente non era più la stessa, anzi non lo era di sicuro, ma non voleva che le persone si preoccupassero per lei, se l'era sempre cavata da sola fin da piccola (per quanto possibile), e voleva che almeno quel lato del suo carattere non cambiasse neanche in quella circostanza; comunque fu abbastanza brava a nascondersi, o forse era quello che sua madre voleva farle credere, perché non ci fu mai una conversazione con i suoi genitori che gravitasse sul perché la sera andasse sempre a dormire presto e scendesse a colazione sempre per ultima, e ormai che le vacanze estive erano finite, non c'erano possibilità che i suoi genitori cercassero una conversazione di quel tipo e lei ne era certamente felice.
La mattina del primo Settembre arrivò a King's Cross decisamente in anticipo così da celare fin proprio all'ultimo il suo cambiamento ai genitori: sentiva che in mezzo alla gente sarebbe stato tutto più facile, anche se tra quella gente poteva esserci anche Fred, circostanza che sicuramente avrebbe fatto colare a picco tutti i suoi buoni propositi sul non far preoccupare nessuno; al suo arrivo Dominique era già arrivata, così salirono insieme sul treno tenendo i posti ai suoi fratelli e a Rose ed Albus, così da non dover far sopportare a Joss la presenza di Fred. Dal canto suo doveva ammetterle che le dispiaceva molto lasciare Fred in disparte, ma sapeva che non avrebbe retto se avesse continuato a chiederle che cosa aveva, ed era sicura che l'avrebbe fatto; non se la sentiva di affrontarlo, di comportarsi come se non fosse successo niente o più semplicemente di passarci del tempo assieme, voleva evitarle di parlargli in più a lungo possibile, e sapeva bene che sarebbe stata l'unica cosa possibile da fare, se non altro perché frequentavano le stesse lezioni ed erano compagni di Casa, quindi si vedevano più di quanto lei desiderasse. Aveva semplicemente deciso che l'avrebbe ignorato il più possibile, fin quando non si fosse decisa a rccontargli tutto, semmai l'avesse fatto, o fin quando lui non l'avrebbe ossessionata a tal punto da farle sputare il rospo; per come la vedeva in quel momento, era molto più probabile che fosse lui a farla parlare, piuttosto che la sua volontà.
Josceline iniziò a fingere di dormire non appena il treno partì, così da non essere disturbata dal rosso: sperava vivamente che funzionasse, e avendo dalla sua parte tutto il suo scompartimento (Albus era stato meno facile da convincere, ma alla fine aveva ceduto) sentiva che sarebbe filato tutto liscio; dopo una ventina di minuti di viaggio, sentì la porta dello scompartimento aprirsi «Joss, credo che...» Iniziò a parlare Fred, prima che Dominique lo zittisse in malo modo «Lo vedi che sta dormendo?» Lo rimproverò a bassa voce: era molto strano che la mora dormisse durante il viaggio, infatti non era mai successo prima «Dice che Mr. Phelps è stato male stanotte e ha dovuto accudirlo.» Affermò seria la rossa: Josceline era pronta a scommettere che stava anche annuendo per rinforzare la sua affermazione, così come era pronta a scommettere che il resto dello scompartimento si stesse sforzando di non ridere, chi masticando una gomma chi fingendosi divertito da quello che stava leggendo «Parleremo all'arrivo allora.» Si arrese il rosso prima di lasciare lo scompartimento «Che scusa originale.» Disse sarcastica Victoire, sfogliando rumorosamente la sua copia della Gazzetta del Profeta: Dominique le lanciò uno sguardo tagliente «Lei non si stava intrattenendo con Teddy Lupin, contrariamente a qualcun altro qui dentro.» Replicò acida battendo subito dopo il cinque con Louis che, per punizione, si beccò una "gazzettata" in testa; Joss aprì leggermente gli occhi e sussurrò un "grazie" all'amica, che le sorrise facendole l'occhiolino. La mora passò tutto il resto del viaggio con gli occhi chiusi non riuscendo a non pensare al momento in cui avrebbe dovuto parlare con Fred, perché quel momento sarebbe arrivato, e quella nuova certezza nasceva dal fatto che il rosso aveva intenzione di capire cosa stava succedendo e, per quanto Hogwarts fosse grande, non potevi scappare per sempre.
Non appena il treno di fermò quattro dei sei compagni di scompartimento di Josceline, lei compresa ovviamente, corsero verso le carrozze (Rose ed Albus, essendo al primo anno, avrebbero usato le barche, poveri loro) riuscendo a salire su quella che si trovava in testa alla fila ancor prima che Fred riuscisse a scendere dal treno: la mora iniziò a pensare che quella fuga fosse divertente, ma non poteva negare di avere un po' di paura che Fred la trovasse prima di quanto lei volesse. Non appena misero piede nella Sala Grande si sedettero in formazione compatta facendo sedere tutti gli altri Grifondoro attorno a loro in modo da non lasciare posto per Fred: erano sicuri che lui non sarebbe arrivato troppo presto perché avevano lasciato a James il compito di fargli perdere un po' di tempo, compito che il giovane aveva accettato con entusiasmo; Joss si sentiva un po' in compla, anzi ad essere onesti si sentiva tremendamente in colpa: insomma, per colpa sua Fred veniva escluso e preso in giro dalla sua famiglia, ed in quel momento si rese conto di quanto fosse squallido, tanto da dire a Dom, Victoire e Louis che, da quel momento in poi, avrebbe evitato Fred senza che loro fossero costretti a tagliarlo fuori. L'unica a protestare fu la rossa che le disse che per lei era importante aiutarla, ma Joss in fondo sapeva che voleva molto bene a Fred, e non voleva che il loro rapporto si deteriorasse per una sciocchezza simile, così disse all'amica che poteva farcela anche senza mettere loro in mezzo; dopo quel veloce chiarimento, che le tolse un enorme peso dallo stomaco, iniziarono a prestare attenzione allo Smistamento. Sorrisero quando Rose venne smistata tra i Grifondoro e rimasero di stucco, tutti compresa Josceline, quando Albus venne smistato tra i Serpeverde: anche lui sembrò rimanerci male e se ne andò sconsolato al tavolo dei Serpeverde; la mora era sicura che, anche se nessun membro del "clan" Weasley-Potter apparteneva alla casata dei Serpeverde, Albus non sarebbe mai stato lasciato solo da nessun membro della sua famiglia ed il sorriso, velato di tristezza per la separazione, di tutti i suoi cugini le fece capire che sarebbe stato esattamente così. Lo Smistamento finì poco dopo e, dopo un breve discorso della professoressa McGranitt, il banchetto ebbe inizio; Josceline non aveva fame, ma non ne se ne preoccupò molto: era da un po' che era diventata inappetente, e la cosa non le dava particolarmente fastidio. I suoi amici non sembrano particolarmente preoccupati, dato che avevano evidentemente fame e non avevano di certo tempo da perdere, ma Dominique la guardò strano, come se fosse preoccupata, e probabilmente lo era «Non mangi?» Le chiese servendosi un po' di tacchino: la mora impiegò un po' a rispondere, aveva piantato gli occhi nel vuoto estraniandosi dall'intera Sala Grande «Uhm? Oh no, non ho fame.» Le rispose sorridente: la rossa alzò le spalle continuando a mangiare, mentre Joss diede un piccolo morso ad una mela prima di iniziare a giocherellarci vdendola ingiallire senza riuscire a darle neanche un altro morso; vedendo che Fred aveva finito di mangiare il suo abbondante pasto, la mora si alzò in fretta e furia e si precipitò per le scale: il rosso la inseguì, anche se non correndo per non dare nell'occhio, ma quando lei aveva già raggiunto il sesto piano, lui stava ancora correndo a rotta di collo per le scale del terzo; non appena arrivò davanti al ritratto della Signora Grassa, la ragazza si rese conto di non avere la minima idea di quale fosse la parola d'ordine, così si spostò di corsa in un corridoio buio e deserto pregando che qualcuno dei suoi amici arrivasse al più presto a coprirle le spalle. Sentiva Fred imprecare davanti al ritratto della Signora Grassa, probabilmente non sapendo a sua volta la parola d'ordine e si disse che, se qualcuno non fosse arrivato al più presto, lui avrebbe finito per trovarla, e lei non era pronta ad affrontarlo.

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