Una storia come tante

di Rosmary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Troll ***
Capitolo 2: *** Scadente ***
Capitolo 3: *** Accettabile ***
Capitolo 4: *** Oltre Ogni Previsione ***
Capitolo 5: *** Eccezionale ***



Capitolo 1
*** Troll ***


I personaggi presenti in questa raccolta sono proprietà di J.K. Rowling;
il racconto non è scritto a scopo di lucro.



 

Troll

 
 
12 novemebre 1995
 
Era un banale pomeriggio di novembre e la Sala Comune Grifondoro brulicava di laboriosi studenti alle prese con ripassi e temi da scrivere. Hermione, diversamente dagli altri, osservava con apparente interesse la timida fiamma del camino e carezzava un Grattastinchi in vena di dolci attenzioni.

“Battiamo la fiacca, Prefetto?”

“Ciao anche a te, Fred,” ribatté Hermione.

Fred esibì quel suo ghigno impertinente e s’accomodò accanto alla ragazza, preoccupandosi di indirizzare una smorfia dispettosa al peloso gatto, che rispose drizzando il pelo e accennando un miagolio di disappunto.

“A quel gatto io non piaccio,” considerò Fred.

Hermione sorrise. “Neanche alla padrona, sai?”

“Ah, no? E come mai?”

“Perché sei un Troll.”



 

NdA (che ho dimenticato di aggiungere alla pubblicazione!): credo siano passati mesi dall'ultima volta che ho scritto di Fred ed Hermione, quindi, rieccomi con questa raccolta su di loro!
In realtà, avrei voluto iniziare la pubblicazione di una long (di cui ho pronto il primo capitolo), ma non avendo tempo per portarla avanti e curarla nel modo giusto, ho preferito le drabbles (sono diventate flashfic) al nulla!
Grazie a chiunque è giunto sin qui!, alla prossima :)

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Capitolo 2
*** Scadente ***


Scadente

 
 
23 novembre 1995
 
Scadente,” esordì Fred, appena giunto al tavolo Grifondoro in Sala Grande.

Hermione sollevò lo sguardo dal grosso volume di Rune, stranita che Fred stesse impalato al suo cospetto con un’espressione apertamente sarcastica in volto. Prima che potesse dir qualcosa, lui le sedette di fronte, preoccupandosi anche di chiuderle il librone. Hermione s’accigliò seccata: non gradiva che qualcuno toccasse i suoi tomi.

“Cos’è che sarebbe scadente?” chiese irritata.

“Il tuo tentativo di attirare la mia attenzione, bella mia.”

Strabuzzare gli occhi e tatuarsi un punto interrogativo in viso furono reazioni istintive per la strega. “Hai bevuto Burrobirra scaduta?”

“Fa’ pure la finta tonta, ma questa, me l’hai mandata tu!” chiarì tronfio, mostrandole una pergamena.

“Quella è un avvertimento,” ribatté quieta lei, cogliendo al volo cosa stringesse Fred tra le dita. “Se tu e George continuerete con i Tiri Vispi, invierò la copia di quella lettera a Molly, informandola così del vostro traffico illegale.”

“E questo non è attirare la mia attenzione, secondo te?!”

“È fare il mio dovere,” obiettò Hermione, tentando di non infervorarsi – quel ragazzo riusciva a farla imbestialire!

Fred ghignò con malizia, sventolando l’incriminata lettera dinanzi all’espressione vagamente corrucciata della strega. “E allora, Prefetto, mi dici dov’è l’avvertimento di George? A noi è arrivata solo questa, e il destinatario sono solo io.”

Colta alla sprovvista, e realmente incapace di spiegare finanche a se stessa perché avesse dimenticato di indicare anche il nome di George, Hermione non seppe far altro che tentennare per un breve istante, tossicchiare e riaprire veloce il libro, immergendovi la testa. “Sciocchezze,” liquidò, e il sorriso sghembo di Fred s’ampliò.

“Mi sa che ti piacciono i Troll, Prefetto!” affermò a voce alta, mentre si dileguava dalla Sala Grande.

Hermione digrignò i denti similmente a Grattastinchi quando si ritrovava gemello Troll dinanzi, ma non rispose affatto alla provocazione – strano.


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Capitolo 3
*** Accettabile ***


Accettabile


 
25 dicembre 1995
 
In tutta Grimmauld Place non v’era eco alcuno di risate, schiamazzi, vita. L’aggressione ad Arthur aveva reso tutti muti, spaventati, arrabbiati.
Hermione, raggiunta da missive che le comunicavano il pessimo stato d’animo di Harry, non aveva esitato a raggiungere la sede dell’Ordine, carica della predisposizione utile ad affrontare il mutismo del migliore amico, il volto livido di Ron, gli occhi orgogliosamente asciutti di Ginny, l’inquieta indolenza di Sirius… Lei s’era preparata a tutto, eppure riuscì comunque a impalarsi scioccamente dinanzi a una sofferenza solitaria e silenziosa che non aveva proprio previsto.
Tentennando sull’uscio della piccola stanza, la strega si concesse alcuni istanti per scrutare con maggiore attenzione il ragazzo seduto ai piedi del letto: avvicinarlo o meno?, palesarsi o no? Cosa fare?
 
“Hai intenzione di fissarmi tutto il giorno?”
 
Hermione sobbalzò, scuotendo sorpresa il capo. “Scusami. Stai… stai bene?”
 
“Domanda idiota,” disse, rivolgendole lo sguardo. “Puoi fare di meglio.”
 
“Dov’è George?” provò, dando sfogo alla perplessità più grande. Lo vide incurvare le labbra sottili in un sorrisetto esausto e scrollare le spalle. “Non lo sai?”
 
“Dovrei saperlo?”
 
“Beh… ecco… no?” chiese tentennante, sentendosi decisamente stupida. In fondo, non erano un’unica persona, non era così scontato che dovessero essere insieme in ogni circostanza; Hermione s’accorse con stupore di saperlo bene, e di saperlo da tempo. “Credo che ti farò compagnia,” disse d’un tratto, godendosi l’espressione perplessa di Fred mentre si sedeva accanto a lui.
 
“Perché fai compagnia proprio a me?” chiese il ragazzo, cingendole le spalle con un braccio e facendole così intuire che non voleva affatto vederla andare via.
 
“Ha importanza?” ribatté lei, colta alla sprovvista da una domanda di cui, a dirla tutta, non conosceva la risposta.
 
Lui ghignò, dopo ore trascorse in silenzio e in apatia era riuscito a racimolare una convincente accozzaglia di motivi per sorridere sghembo.
A entrambi tornò alla mente lo strambo scambio di battute di quasi un mese prima, relativo a una pergamena e a un Troll; nessuno parlò, ma Fred si preoccupò di avvicinarla ancor più a sé, Hermione di arrossire appena, chiedendosi se quel martellante rumore che sentiva provenisse solo dal proprio cuore o anche da quello del ragazzo.
 
“Mi dispiace che questo Natale sia andato così,” disse piano lei, vogliosa di coprire l’imbarazzante tum tumlo sentiva anche lui?
 
“Sta’ tranquilla. Papà guarirà, starà bene, e poi…”
 
“E poi?”
 
La guardò Fred, inclinando il viso verso di lei. Hermione, anche se intimidita dalla vicinanza, non fuggì agli occhi altrui, percependo il sangue affluirle traditore alle gote. Istintivo, lui le posò un casto bacio sulla fronte e lei poté solo serrare le palpebre e, per una ragione inspiegabile, deglutire vinta da un forte quanto breve capogiro.
 
“È un Natale accettabile, diciamo così,” concluse Fred.



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Capitolo 4
*** Oltre Ogni Previsione ***


Oltre Ogni Previsione

 
19 gennaio 1996
 
“OOP…”
 
“Come?”
 
“Beh… OOP… Oltre Ogni Previsione… è il tuo voto, Hermione,” biascicò sorpreso e un po’ intimorito Ron, come se sbirciare il voto dell’amica e trovarvi un non-Eccezionale fosse stato un torto troppo grande nei suoi riguardi.
 
Ma l’amica in questione non batté ciglio, limitandosi a infilare la pergamena nella borsa e uscire dall’aula di Incantesimi, lasciando Ron e Harry impalati e confusi: Hermione Granger aveva appena preso una O e non aveva dato di matto?, a dir poco strano.
In verità, da circa un mese, erano diversi gli atteggiamenti etichettabili come ‘strani’ in Hermione, che aveva preso abitudini come il ritirarsi in camera appena dopo cena, il preferire la compagnia di alcuni compagni non Grifondoro e il detrarre punti a Fred e George senza rimbeccarli. A Grifondoro, qualcuno aveva ipotizzato che la strega fosse stata colpita da un virus sconosciuto.
 
“Ehi, Prefetto, hai fretta anche oggi?!”
 
Quelle parole dal tono divertito furono accompagnate da dita che si strinsero celeri attorno al polso di Hermione, impedendole di varcare il ritratto della Signora Grassa e costringendola ad abbandonare i propri pensieri. La ragazza si voltò, fissò l’importuno studente e, riconoscendolo, arrossì.
 
“Ti occorre qualcosa?” domandò lei, tentando di liberarsi dalla mano che le impediva di procedere.
 
Lui sorrise ammirato da tanto finto autocontrollo e non le permise di allontanarsi, nonostante i tentativi più che decisi. “In effetti, sì. Sono preoccupato per te, mia adorabile Prefetto! Mangi poco, vai a dormire presto, non piangi disperata per un voto più basso della E... Mi preoccupi! E poi non mi urli più contro da troppo tempo! Qui sono iniziate le scommesse! Pensa, c’è chi crede che tu abbia qualche rara malattia!”
 
“Molto divertente, ora potrei andare?”
 
“No.”
 
Hermione fissò truce Fred, chiedendosi per quale sadico scherzo del destino dovesse interessarsi proprio lui, tra le centinaia di studenti in quella scuola, alla propria salute. Lei sarebbe stata bene tra qualche mese, quando Hogwarts avrebbe chiuso i suoi cancelli e lei avrebbe potuto tenersi lontana dal folle che ora le teneva stretto il polso e l’avvicinava sempre più a sé. Non sapeva perché, ma poteva ben dire, non senza inorridire, di provare qualcosa per Fred almeno dal Natale appena trascorso.
 
“Devo andare in camera mia.”
 
“Sei malata?”
 
“Fred…”
 
“Rispondi,” insisté.
 
“No, non sono malata. E quelle scommesse sono una vera sciocchezza.”
 
Sorrise una seconda volta lui, e lei si stranì. “Infatti io non ho scommesso sulla tua malattia. Secondo me, hai solo qualcuno per la testa!”
 
“È una sciocchezza anche questa,” ribatté velocissima, desiderando ardentemente di svanire nel nulla.
 
“Tu dici?” chiese Fred retorico, ghignando e chinandosi a baciarle una guancia, sfiorandole l’angolo della bocca. “Io dico di sapere anche chi è! Bei gusti, Prefetto, non ti smentisci mai: punti sempre al meglio!”
 
Si congedò con quelle parole, allontanandosi svelto e liberando così Hermione della propria presenza, lasciandola col volto in fiamme e l’espressione tipica di chi si risveglia dopo essere stato colpito da un Bolide.

 

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Capitolo 5
*** Eccezionale ***


Eccezionale

 
14 febbraio 1996
 
“Stupido gatto, vieni subito qui o ti prendo a calci!”
 
Grattastinchi preparò gli artigli e saltò elegante sul divano, continuando a masticare il guanto preferito di Fred, che estrasse bellicoso la bacchetta.
 
“Conto fino a tre e ti pietrifico.”
 
Alla minaccia, qualche studente ridacchiò divertito, ma un’occhiataccia di Fred bastò a zittirlo: non era concesso ridere di lui e nessuno sembrava disposto a contraddirlo. Nessuno tranne lei.
Entrata in Sala Comune, Hermione aveva assistito silenziosa alla scenetta tra Grattastinchi e Fred, scoppiando a ridere quando il ragazzo era arrivato al fatidico tre.
 
“Ti diverti, Prefetto? Ti sto per schiantare il gatto.”
 
“Non riuscirai mai a schiantarlo,” ribatté allegra Hermione, “è più veloce e astuto di te.”
 
S’imbronciò Fred, indirizzando altre occhiate astiose all'animale. “Devo riavere quel guanto,” disse. “Sul serio,” chiarì allo scetticismo di lei.
 
Hermione sospirò e s’avvicinò a Grattastinchi, che al tocco della padrona lasciò andare l’ostaggio. “L’ha solo morso un po’, ma è intatto.”
 
“Va bene lo stesso. È il guanto che avevo al primo provino di Quidditch, lo tengo nel baule, non so come ci sia arrivato lì quel demonio peloso.”
 
La semplicità con cui aveva parlato stupì Hermione, che si domandò perché avesse condiviso con lei quella confidenza. Riuscì solo ad annuire, sedendosi sul divano che aveva occupato Grattastinchi. Fred la imitò, ripulendo con un incantesimo il guanto e guardando malizioso Hermione.
 
“Sono contento, sai?” esordì retorico. “Hai finalmente smesso d’ignorarmi.”
 
“Non ti ho mai ignorato,” ribatté celere Hermione, riassaporando la spiacevole sensazione di aver preso un Bolide in testa. “Davvero,” aggiunse, obbligandosi a non distogliere lo sguardo da lui, nonostante stesse spudoratamente mentendo – lo aveva ignorato, eccome! Anzi, gli era fuggita del tutto dall’ambiguo ‘hai solo qualcuno per la testa’.
 
Lui sorrise, stringendole delicatamente il mento tra pollice e indice. “Quante bugie, Prefetto! Per punizione, ora facciamo il gioco della verità!”
 
“Fred…”
 
“Inizio io,” continuò ignorandola. “Detesto San Valentino, c’è troppo miele e zucchero nell’aria, eppure ho sperato comunque di incontrare te, di incontrarti oggi.”
 
“E… e perché?”
 
“Bugiarda e vanitosa, vuoi sentirtelo dire,” disse scherzoso, sorridendo nel vederla imporporarsi. “Mi piaci, tutto qui.”
 
Tutto qui?” gli fece eco Hermione, completamente intontita. A lei non sembrava affatto un tutto qui, ma un per tutti gli anni di Flamel!
 
“A questo punto, dovresti dire anche tu mi piaci, bellissimo Fred!” aggiunse sempre più divertito, scimmiottando la voce di Hermione.
 
Rise anche lei, lei che gli era sempre più vicina e ammaliata da ogni particolare del suo volto. Per un istante, ebbe la sensazione che l’imbarazzo fuso all’improvvisa felicità l’avessero inebetita per sempre. Poi ricordò d’essere una Grifondoro e che un Grifondoro è ricco di audacia, e lo baciò. Fred la strinse di lì a un secondo, colpito e attratto dall’inaspettata intraprendenza.
Hermione si ripromise di rimangiarsi tutto ciò che aveva detto alla Skeeter, a Harry e a chiunque avesse incontrato quel giorno: San Valentino non era né sciocco, né fastidioso, né una perdita di tempo. San Valentino era un giorno Eccezionale.








 
NdA: eccoci giunti all'ultimo capitolo di questa breve raccolta! Grazie a tutti voi che mi avete seguita sia con commenti stupendi (a cui corro a rispondere!) che in silenzio. Grazie di tutto. Una storia come tante non è riuscita a convincermi del tutto, ho anche questa volta, come alla pubblicazione dello scorso capitolo, la voglia di cancellarla. Forse, rileggendola tra qualche tempo, capirò cosa c'è in lei che mi fa dubitare del mio scritto.
Nonostante tutto, è stato bellissimo tornare a pubblicare un racconto a più capitoli su Fred e Hermione. Spero davvero di aver meritato una piccola parte del vostro tempo.
Alla prossima :)

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