Ugualmente cambiato

di Themagicintome
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una stupida ed un'indelicata ***
Capitolo 2: *** Blaise Zabini ***
Capitolo 3: *** Poi l'abbracciò ***
Capitolo 4: *** Boato ***
Capitolo 5: *** La quiete prima della tempesta ***
Capitolo 6: *** Assolutamente ***



Capitolo 1
*** Una stupida ed un'indelicata ***


Quella mattina Hermione andava di fretta.
Si era svegliata molto tardi ed aveva appena fatto in tempo ad indossare la divisa,i suoi capelli erano completamente arruffati, non c’erano più boccoli, solo nodi.
Il mantello lo aveva abilmente indossato con la mano destra mentre con quella sinistra era impegnata a sorreggere la borsa e a chiudere la porta, e tra le labbra stringeva dei fogli ornati da una calligrafia tonda, precisa e ordinata che si posava  delicatamente sulle righe.
“Mi sono persa proprio quella dannata gira tempo, che mi era straordinariamente utile in mattine come questa!
Ormai sono in ritardo,ho una fame da lupi e di certo non salto la colazione per quel pallone gonfiato di Piton!
…Ehm…voglio dire…per il professor Piton , il nostro adorabile e simpatico professore di pozioni! “
E mentre si dirigeva in sala grande autoconvincendosi che Piton era un professore comprensivo e che non l’avrebbe sgridata se fosse arrivata in ritardo, vide Draco che dal tavolo dei serpe verde la guardava con scherno insieme a quegli idioti di Tiger e Goyle.
Accanto al serpeverde c’èra Pansy Parkinson che la guardava con occhi disgustati e pieni di ira.
 Hermione però nella sua saggezza e stufa della dose di battibecchi giornaliera , decise di lasciar perdere perché quella non era la mattinata giusta per litigare in mezzo alla sala grande, e non aveva la minima voglia di andare a finire alle bacchette con quella scimmia ammaestrata della Parkinson.
Ma chiaramente se il barone Malfoy avesse continuato anche dopo a far lo spaccone,gli avrebbe risposto per le rime.
Con naso al vento e portamento fiero si diresse al tavolo dei grifondoro, ma non trovò nessuno dei suoi amici, non c’èra traccia nemmeno di Ginny,la lezione era incominciata da sette minuti e di sicuro erano già dentro l’aula di pozioni.
Così vedendo i posti vuoti dei suoi amici la “riccia” si rinsavii, afferrò un toast e mentre mangiava come una forsennata si diresse verso l’aula di pozioni.
Appena arrivata l’accolse galantemente il professor Piton:
-Buongiorno signorina Granger.
Probabilmente è in ritardo per le premurose cure donate ai suoi capelli questa mattina… prego, prenda posto …-
Con quella battutina sarcastica suscitò le risa di tutti i serpeverde e naturalmente Draco non si lasciò sfuggire l’occasione aumentando il volume delle sue risa prestando particolare premura a farsi sentire dalla grifoncina.
 Hermione fece un respiro e socchiuse le palpebre per mantenere la calma, e si sedette davanti ad Harry e Ron.
L’ora di pozioni continuò in tutta la sua noiosità e come al solito la “riccia” prendeva gli appunti intenta ad ascoltare e quei fogli e quei libri se li lisciava con le mani per paura di sgualcirli.
Finalmente terminato quel supplizio la ragazza arruffata si alzò dalla sedia e finì di riordinare le sue cose.
-Herm,non vieni con noi in sala comune?- Le domandò Harry angelico stampandole un bacio sulla guancia.
-Si infatti,abbiamo un’ora di buco!- cinguettò Ron in tono d’invito.
-No, ragazzi vado a fare una sosta in giardino! Vi raggiungo dopo! Ciao, ciao!-
Tutta contenta si diresse verso il giardino canticchiando, ogni tanto aveva bisogno di stare un po’ da sola, non che fosse una tipa eccessivamente solitaria, ma lo considerava un modo per riflettere e meditare su sé stessa e sulla sua persona.
Si maledisse quando vide il biondo arrogante seguito dal suo solito codazzo:
-Ma guarda qua chi abbiamo! Ehi mezzosangue sei venuta a sfoggiare la criniera? Certo che sei proprio una sudicia,sanguesporco,zoticona!-
E tutti i suoi “tirapiedi” a quel punto risero di gusto.
“Nemmeno l’esperienza con quei squilibrati dei mangiamorte e quel mostro di Lord Voldemort è riuscita ad addrizzarlo e a farlo maturare…ormai non cambia più.”
Pensò la grifoncina, e, si rese conto che Draco gli faceva pena, ”Povero celebroleso”. Ormai le offese dell’algido ossigenato non la toccavano più,ma era di sua consuetudine ribattere e in quell’istante aveva deciso che non ci sarebbe andata affatto leggera…
-Caro Malfoy,sarò pure una sudicia sanguesporco,non lo nego, ma tu sei uno schifoso,viscido,codardo ex-Mangiamorte.-
Notò tranquilla e soddisfatta che i seguaci di Malfoy si erano zittiti tutti e che la faccia del biondo in un primo momento tornò seria e poi mutò in una smorfia di rabbia mista a stupore.
Non si aspettava che una grifondoro ci andasse così sul pesante...
La “riccia” non potè non notare che i suoi occhi si stavano velando di lacrime.
Dopo quella visione la sua aura di soddisfazione sparì, “Misà che ho esagera…”
Non fece in tempo a formulare il pensiero che il biondo smise di fronteggiare lo sguardo di Hermione,abbassò gli occhi grigi,quasi bianchi,e, a passo svelto se ne andò, svoltando un corridoio a caso.
 Il codazzo di Malfoy era ancora gelato,mentre la ragazza arruffata non poteva farsi vedere dispiaciuta,così da brava grifondoro orgogliosa, fece un sorriso che sapeva di sfida vinta,e, stringendo i libri al petto se ne andò.
 Un sorriso che non aveva fatto trasparire il suo retrogusto pentito.
 Perché lei si pentiva di offendere Malfoy quando lui le ha reso per sette anni la vita scolastica un inferno?
 Ma stavolta Malfoy ci era rimasto male,ne era certa.
“Va bene Hermione, sta calma, se proprio non ce la fai domani lo cerchi e non gli chiedi scusa, ma gli dici che hai esagerato.”
Con quel pensiero in testa la grifoncina raggiunse i suoi amici in sala comune, era decisa;l’indomani sarebbe andata da Malfoy a mostrarsi dispiaciuta. Ma si rese conto che sarebbe stata una lunghissima giornata; sentiva sullo stomaco il peso di un grosso mattone, ricordando gli occhi gelidi di Draco bagnarsi di lacrime.
-Hey,Herm,che cos’hai?Ti vedo sovrappensiero!-  esclamò spontaneamente il bambino sopravvissuto scrutandola con uno sguardo che non lasciava via di scampo a chiunque avesse inventato sotterfugi o solite giustificazioni e avvicinandosi alla faccia della grifondoro tenace cercando di cogliere qualche strana, ma intuitiva, smorfia.
-No,Harry non ti preoccupare sto benissimo sono solo un po’ stanca.-
 -No, secondo me no. Non ci vuoi dire cosa ti turba.-frecciò Ron dispiaciuto e rassegnato.
-Ron,Harry sembrate due pazzi! Vi sto dicendo che non ho assolutamente nulla! Apprezzo la vostra premura e tutto quello che fate per me, ma non deve esserci sempre qualcosa che mi cruccia l’animo!- Hermione pronunciò con estrema lentezza e calma quelle parole, per cercare di sembrare credibile il più possibile.
-Hai ragione, scusaci Herm…-  biascicarono Ron ed Harry all’unisono, apparentemente dispiaciuti, perché per tutta la cena la riccia si era sentita lo sguardo dei due migliori amici puntato solo ed esclusivamente su di lei, due amici che erano delle volpi, delle faine, poiché in men che non si dica si erano accorti che quella sera qualcosa tappava lo spruzzo di gioia e determinazione dai pori della ragazza coraggiosa.
I sospetti dei suoi amici non erano infondati.
“Una stupida ed un’indelicata.
Ecco cosa sei Hermione Jane Granger”.

 

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Capitolo 2
*** Blaise Zabini ***


Quella mattina Hermione si alzo dal letto preoccupata e insonnolita, dato che durante la notte non era stata capace di dormire, ma di formulare  continuamente il seguente dialogo interiore: “Vado.No, non posso. Diamine io sono una grifondoro,non posso rovinare la reputazione alla mia casa per non affrontare Malferret!Ma non posso…no vado e basta!Si,no,si,no,si,no...”Ma ormai la sua grande parte interiore da grifondoro,diventata troppo indisponente (forse perche gli aveva dato troppo spesso ascolto e lasciato sempre campo libero)si era intromessa ed era riuscita ad attirarla a sè per la milionesima volta.
La riccia,stavolta ben pettinata (ma solo grazie al ritrovo della sua giratempo) scese in anticipo per approfittare della situazione e fare tana a Malferret.
Niente.
Non si trovava da nessuna parte,era come volatilizzato,sembrava non fosse più a scuola,non si era presentato nemmeno a colazione in sala grande!Hermione non poteva farsi notare più di tanto da Harry,Ron o Ginny di guardare continuamente verso il tavolo di Salazar per cercare di scorgere una testolina bionda che spiccava fra le tante, ma nessun ragazzo dai capelli platinati si fece vivo.
“Un momento…c’è Blaise…se non sbaglio il migliore amico di Draco…nonché suo compagno di stanza…quindi…due più due fa quattro!
Certo!
Gli chiederò notizie di Draco quando se ne andranno tutti,compresi i miei amici.”
Non appena Hermione frenò le meningi e finì di pianificare il tutto sollevata nell’aver trovato una soluzione,ecco che Blaise si alza dal tavolo.
 No.
Non poteva alzarsi anche lei e piantare i suoi amici lì!
Avrebbe destato troppi sospetti! E il bambino fulminato (sia in fronte che nel cervello) avrebbe voluto sicuramente vederci più chiaro,e con l’aiuto del rossino e della piccola Weasley avrebbe indagato,ficcando il naso in affari che non gli riguardavano.
Ma al diavolo i sospetti,al diavolo tutti! Che indagassero! Che scoprissero che sono andata a cercare Malfoy per rifilargli delle scuse!
 Doveva assolutamente vedere il serpeverde, si sentiva in debito con l’algido biondo,e, lei era una ragazza che sanava sempre i debiti e saldava sempre i conti.
“Scusami tu sei Blaise Zabini o sbaglio?” cinguettò la grifoncina con fare ambiguo al serpeverde, un ragazzo alto, scuro di carnagione e con degli occhi talmente scuri, che non li aveva mai visti.
“Oh,si sono io! Ciao! Tu devi essere Hermione Granger!”Il tono di Blaise era completamente diverso da quello di Draco,più disinvolto, il suo sorriso era un sorriso vero,divertito ma comunque un modo di fare che escludeva lo schernire, non era il classico ghigno tipico della casa serpe verde,pieno di vanità ed altezzosità.
-Si.- L’audace ragazza si sentì tranquillizzata dall’espansività di Blaise.
Si strinsero la mano e mentre la riccia guardava Zabini notò che il giorno prima non era fra il codazzo di Draco,quel codazzo che amava tanto ferire e prendere in giro le persone.
“Ma certo guarda come è diverso da loro, lui è simpatico e non aggressivo e vanitoso. Come fa ad essere un serpeverde? E soprattutto, come fa ad essere amico di Malfoy-il-furetto!Forse ha saputo lavorarselo talmente bene quel furetto dagli occhi di ghiaccio che si è guadagnato il suo rispetto…e questa operazione richiede molta astuzia…ecco perché è un serpeverde…”
-Bhè, suppongo che non a caso mi sei venuta a cercare,cosa devi dirmi Hermione?-
  Zabini le frecciò questa domanda con un teppismo ed una velocità unici,cogliendo la grifoncina impreparata e di nuovo in balia del suo cervello,fortunatamente il suo cervello era però anche se in minima parte sul pianeta terra,sufficientemente per udire di sottofondo alle sue orecchie la domanda postagli da Blaise.
-Oh, si, bhè, ecco, io…insomma…cercavo Malfoy.Ho bisogno di parlargli, è molto importante.-
Blaise corrucciò la fronte e spalanco la bocca sbigottito.
La sua faccia era tutta un programma.
Dalle lamentele del suo migliore amico sapeva benissimo che c’era di una ragazza di nome Hermione Granger che litigava continuamente con lui, anche solo se si guardavano.
Malfoy con Blaise la chiamava la-mezzosangue-so-tutto-io oppure la-sanguesporco-so-tutto-io.
 Dai racconti di Draco però aveva intuito che questa Granger era davvero una ragazza tenace che non si sarebbe mai fatta mettere i piedi in testa.
Ed era proprio questa, una delle sfaccettature del carattere della riccia, che Draco non riusciva a sopportare.
 Che strano pensò Blaise, sette anni di scuola e non ho mai parlato con Hermione, ci conosciamo solo di vista, questa scuola è più grande di quanto pensassi! Ma si ridestò subito dal pensiero, per un momento credette di essere in un’altra dimensione date le volontà della grifondoro; quella di voler vedere Draco e di volergli parlare.E non sembrava alterata, anzi.
-Draco? Vuoi parlare con Draco? E sapere dove sta? Draco?-Blaise non riuscì a controllare il suo tono stupito.
-Lo so , lo so, bhè a quanto pare Malferret ti avrà “parlato” di me, sai Zabini per quanto strano possa sembrare…SI! Devo parlare con Draco!- La grifoncina osservando la buffa faccia di Blaise, scoppiò in una fragorosa risata.
-Ehi! Che c’è? Non ti devi preoccupare, domani ricominceremo ad entrare in scena, anzi se tutto va “bene” (non ti prometto niente) forse anche questo pomeriggio!- cinguettò Hermione mentre per le risate sentiva lo stomaco contorcersi, e più guardava il viso di Blaise, più gli era impossibile trattenersi.
A quel punto anche il serpeverde cambiò espressione, ed abbozzò un sorriso.
-Va bene ti dico dove sta Draco, ma solo perché mi sei simpatica Hermione!- frecciò Blaise con l’indice in alto con finto tono serio.
-Draco è nella sua stanza, dice di sentirsi poco bene, è da ieri mattina , poco dopo l’ora di pozioni si è rintanato nella stanza del dormitorio,non vuole socializzare, se gli chiedo qualcosa non mi risponde o grugnisce, rifiuta qualsiasi tipo di attenzione!
Gli avevo chiesto se era successo qualcosa,e gli avevo garantito la mia spalla,rassicurandolo,dicendogli che si poteva sfogare,e lui lo sai cosa ha fatto?Prima mi ha lanciato un bel “Vaffanculo rompipalle!” e poi senza esitazione mi ha alzato davanti alla faccia entrambi i diti medi!
Non so cosa gli sia successo,ma sta attenta mi raccomando!-
 Detto questo Blaise si congedò con la riccia,che si sentiva ancora più in colpa.
Malfoy non aveva detto niente a Blaise, ma era chiaro…era a pezzi per ciò che gli aveva detto,pensò Hermione ed una fitta la colpì in pieno petto.
Si era mostrata davvero come una ragazza senza un briciolo di cuore, perché era anche a conoscenza di quanto il biondo si fosse pentito dell’essersi fatto marchiare. Appena finì di elaborare la riflessione, era giunta nei sotterranei.
-Signor Gazza, mi scusi , devo urgentemente parlare con Draco Malfoy. Può concedermi una ventina di minuti nel dormitorio dei serpeverde?-
Anche Gazza,dato che aveva fatto da arbitro durante molte liti del biondo ossigenato e della grifoncina, cancellò dal viso la sua aria di sfida e rimase basito. Era rimasto talmente basito che acconsentì senza farla strisciare.
-Granger, è assurdo quello che mi hai chiesto,non mi sembra possibile, ma se proprio hai questa necessità…-
Gazza la condusse all’interno del dormitorio,dova faceva un freddo cane, chissà come facevano quelle serpi a dormire a una tale temperatura,e, dopo poco si ritrovo davanti alla camera del furetto.
 Gazza ghignò:
 -Fa pure Granger, accontentata.-E la grifoncina vide Gazza allontanarsi fino a quando non sparì. Tirò un sospiro,drizzò spalle e testa, poi busso alla porta.

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Capitolo 3
*** Poi l'abbracciò ***


Nessuna risposta.
Bussa di nuovo.
 -Malfoy sono Hermione, aprimi per favore.-
 Nessuna risposta.
 -Malfoy?-Bussa di nuovo.
“Quello stupido di Blaise.
Dannato serpeverde.
Lo sapevo che c’era qualcosa sotto la sua simpatia.
Si era messo d’accordo con Malferret per ridere di me ed andare insieme a sbandierare ai quattro venti che Hermione Granger la sangue sporco è andata implorante a bussare nella loro stanza con i piedi e supplicando di farsi aprire!
Ma adesso gli faccio vedere io!
Distruggo la porta del dormitorio a lui e al suo amico furetto a suon di cazzotti e sfogando tutta la rabbia della presa in giro dato che con un Bombarda Maxima non riesco nell’intento!
Poi entro e distruggo tutto ciò che mi capita nelle mani!
Dalla pietra della resurrezione all’ottavo horcrux!”
Hermione si lasciò sfuggire un urlo rabbioso e comincio a prendere a calci e a pugni la porta della stanza di Draco.
Ma non era abbastanza forte da portare a termine il suo obbiettivo, le gambe dopo cinque minuti di violenti calci contro il legno gli duolevano, le nocche erano completamente rosse e graffiate.
Sentendo le sue gambe cedere la grifoncina si sedette a terra per qualche minuto con la testa fra le mani per recuparare tutta la calma e l’autocontrollo persi.
Mentre era seduta però un dubbio le attraversò la mente: “E se Blaise non mi avesse detto una bugia?Se Malfoy è dentro davvero e si rifiuta di aprirmi?Devo verificare. Sicuramente violerò la privacy , ma starò attenta che nessuno mi veda e farò alla svelta, giusto per vedere se Malfoy è in stanza. Tanto so che non c’è! Quindi non lo saprà nessuno.”
La riccia si decise e sospirando si alzò dal pavimento:
-Alohomora.- Mormorò a bassa voce guardandosi attorno preoccupata e scrutando la sua ombra per il timore che qualcuno irrompesse all’improvviso dietro di lei.
Il pomello girò dopo il colpo di bacchetta ed Hermione accompagnò l’apertura della porta.
Quando varcò la soglia della stanza accosto la porta, poi cominciando la sua ispezione si accorse che le luci erano tutte spente e le tende erano state chiuse perfettamente con lo scopo di non far passare il minimo raggio di luce, ma qualcosa colpì l’attenzione della grifondoro.
Qualcuno era disteso sulla pancia, sotto una coperta molto pesante e aveva la testa quasi schiacciata dal cuscino. Quel qualcuno era di sicuro Malfoy.
Per un attimo la grifoncina si domandò come facesse a respirare.
-Mal…Malfoy?- Era paralizzata e sbalordita allo stesso tempo, non lo aveva mai visto in condizioni simili.
-Granger, non ti permettere mai più di entrare nella mia camera senza permesso o senza che sia io ad aprirti la porta. Vattene.
-No, Malfoy non posso andare via ti devo parlare,per favore, ascoltami io…-
 -Ho detto vattene!-
 -Non me ne andrò finchè non mi ascolti, ho solo poche parole da dirti niente di pi…- Ma Hermione non potette finire la frase perché si ritrovò a un palmo dal viso un Draco inferocito.
Stavolta digrignava e i suoi occhi promettevano omicidio.
-Che cosa vuoi dirmi, eh mezzosangue? Vuoi ancora rinfacciarmi il codardo mangiamorte che sono? Quello è stato un capitolo della mia vita ormai archiviato, ci ho messo un punto…sto cercando di dimenticarlo! E tu che cosa fai? Rinvanghi pur sapendo del mio pentimento, dell’odio verso i miei genitori, mio padre in particolare che ha fatto tutte le scelte appartenenti alla mia vita, obbligandomi con l’aiuto del signore oscuro a marchiarmi il braccio!
Io ogni volta che vedo quel teschio, quel simbolo, tutto il dolore e tutto lo sgomento in me si ridestano.
La sola parola “Mangiamorte” mi provoca il familiare senso di nausea che mi costringeva a chiudermi nel bagno di Mirtilla durante il sesto anno! Tu non hai nessun diritto di ricordarmi tutti i Cruciatus, quelle invisibili lame bollenti che il signore oscuro mi scagliava contro anche se solo respiravo in maniera inadeguata.
Non hai nessun diritto di ferirmi menzionando i momenti più brutti della mia vita!- Poi Draco scoppiò a piangere come un bambino e si rannicchiò a terra in posizione fetale.
-Draco,- si era appena accorta che per la tenerezza che gli faceva lo aveva appena chiamato Draco - tranquillo,non fare così, ti prego, ero venuta solo per dirti che ieri mattina ho esagera…che mi dispiace per ieri,scusa Draco.-
A quelle parole Hermione si accucciò e vide che Malfoy singhiozzava.
Gli scostò le mani dal viso e fu lei ad asciugargli le lacrime. In quel momento Draco pensò che quella era davvero un’azione sentita, una specie di dimostrazione d’affetto verso di lui, dal mostrarsi dispiaciuta al consolarlo.
Nessuno si era mai mostrato così affettuoso nei suoi confronti, e,  necessitò di un contatto in più.
 La guardò ,poi l’abbracciò forte.
La grifoncina era sbigottita dal comportamento del furetto, non si era mai mostrato così debole, nemmeno quella notte sulla torre di astronomia di fronte a Silente.
Dopo qualche esitazione ricambiò anche lei l’abbraccio.
La sensazione di calore che quest’ultimo provocava piaceva a tutti e due. Hermione continuava a mormorare a bassa voce frasi che esprimevano pentimento, rassicurazioni :“Non ti preoccupare Draco, ormai è passato tutto”, promesse: “Quando litigheremo di nuovo, ti risponderò a tono in maniera diversa, non ti preoccupare” e tranquillizzazioni.
Dopo quattro minuti circa, l’abbraccio si sciolse a causa di quel ficcanaso-magonò di Gazza:
 -Allora Granger? Vuoi sbrigarti? Che hai da raccontare di tanto coinvolgente? Avanti esci subito!-
 La grifoncina e il furetto si accorsero che Gazza era dietro la porta, lei dovette congedarsi.
-Scusa ancora,Draco. A domani.- Raccolse la bacchetta che le era caduta dopo essersi accasciata per osservare meglio il biondo, in quel momento davvero fragile, lo guardò un ultima volta, apri la porta e se la richiuse alle spalle.
-Granger, hai già saltato mezz’ora di erbologia,ti ho concesso dieci minuti extra (come puoi ben ricordare mi avevi assicurato di impiegare venti minuti), quindi ora ti puoi ritenere più che soddisfatta!E’ ora che vai a lezione!
-Si, signor Gazza.- E si diresse verso l’aula di erbologia per assistere all’ultima mezz’ora di lezione poco più serena. Draco era stato, e sta, così male per le sue parole, per la sua cattiveria, per la sua foga nel colpirgli l’animo.

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Capitolo 4
*** Boato ***


-Splendido.
Davvero splendido.
Ormai manca poco.-
Una donna dai capelli corvini e ricci e dai denti completamente marci parlò con un ghigno soddisfatto ed esaltato allo stesso tempo.
-Si, esatto. Fra une decina di giorni libereremo demoni e dissennatori. Senza contare che abbiamo persuaso quest’ultimi a sottoporre al bacio chiunque le capiti fra le grinfie. Così allargheremo la stirpe di “gente” al nostro servizio.
Intanto i demoni con i più potenti incantesimi e fatture della magia nera, faranno il loro bel genocidio.-
Tutte le persone sedute in una lunga tavolata risero di gusto e fecero un brindisi.
-Alla stupidità di chi credeva fosse finita qui!- E un tintinnio continuo di bicchieri si unì alle risate esaltate dei partecipanti.

Intanto, la grifoncina camminava svelta verso l’aula di erbologia, ma si sentiva osservata.
Infatti non si sbagliava.
Harry era lì, a pochi passi da lei, l’aveva spiata, gli pareva davvero strano che non fosse stata la prima ad entrare in classe accompagnata da Neville, così, incrociandola per il corridoio dopo esser uscita dalla sala grande tutta affannata aveva colto l’occasione, l’aveva seguita e aveva visto che era scesa nei sotterranei ed era entrata nel dormitorio dei serpeverde con consenso di Gazza.
 Al ragazzo sopravvissuto gli stava scoppiando la testa, continuava a farsi domande che forse non avrebbero mai ricevuto risposta, perché si sa, Hermione quando vuol tenersi un affare per sé,  ti fa morire di crepacuore.
Mentre Harry continuava a non capire e non riuscire a ricollegare nulla, ormai erano entrambi di fronte alla porta della classe, lasciò che la riccia entrasse per prima, in seguito avrebbe fatto la sua entrata lui, buttando giù una scusa abbastanza credibile per il ritardo e cercando di non destare sospetti.
Dopo circa tre minuti dell’entrata della grifondoro, Harry si parò davanti alla porta dell’aula ansimando e tenendosi una mano sulla pancia:
-Mi…scusi…professoressa…qualcuno deve avermi polverizzato la sveglia …c…con un …incantesimo.-
-Questa deve essere la prima e l’ultima volta Potter!- Sputò rabbiosa la professoressa Beery.
-Si,professoressa- disse remissivo il prescelto.
Quando il ragazzo si sedette, osservo Hermione confuso, ma lei sembrò non accorgersi della sua faccia stralunata, e gli sorrise.

-Sai, la Granger ti stava cercando.- Frecciò malizioso Blaise, ghignando davanti al letto dove era disteso Draco, che, ora sembrava più rilassato.
-E’ venuta da te per cercarmi?Comunque dieci minuti fa era ancora qui.-
- Uuuhh, Draco, davvero?- cinguettò il moro facendo smorfie sdolcinate.
-Non farti strane idee, mi doveva parlare.- mugugnò il biondo facendo un gesto incurante con la mano.
-Secondo i miei calcoli dovresti essere ancora più aggressivo dopo essere stato in contatto con (come la chiami tu) la mezzosangue-so-tutto-io, invece ora sei molto più civile e…-
-FINISCILA BLAISE!Hai saltato la lezione di erbologia con i grifondoro per venire a rompere le palle a me! VATTENE!- L’espressione e la frequenza respiratoria di Malfoy erano rabbiose.
-Va bene, va bene, me ne vad…ma che diamine…?
La terra tremò poi un enorme boato, e uno scoppio che sicuramente proveniva dai piani bassi del castello, gli spaccò i timpani.

Nella parte bassa del castello, c’era il caos totale. Tutti erano usciti dalle aule nel panico, specialmente quelle oche di serpeverde, come la Parkinson, che dopo l’esplosione era uscita dall’aula urlando come una gallina spennacchiata:
 -Draco! Dov’è il mio Draco?Dracoooo!!!- E intanto le sue amiche si graffiavano le guance e si tappavano le orecchie correndo qua e là come forsennate.
Harry, Hermione e Ron furono gli unici che si accorsero cosa era successo senza perdere tempo a gridare e fare scena.
Qualcuno aveva bombardato il corridoio e la serra della professoressa Sprite e la parte inutilizzata e bassa del castello, dove erano custoditi i più antichi ed importanti tesori di Hogwarts.
-Harry, questo è un avvertimento, qualcuno vuole attaccare Hogwarts.- La grifoncina pronunciò quelle parole deglutendo a vuoto, in preda alla certezza che qualcuno stesse tramando per loro qualcosa di sadico.
-No, Herm, non è possibile i nostri nemici sono stati sconfitti tutti!Non possiamo trarre delle conclusioni così affrettate! Sono convinto che si tratti solo di un incidente! Sicuramente qualche Pianta Tentaculum della Sprite si sarà arrampicata ed avrà arraffato qualche siero pericoloso,rovesciandolo e causando tutto questo disastro. Cavolo ora di tutte le piante della Sprite non ne è rimasta una singola foglia.- Disse Harry tutto d’un fiato ma in modo rassicurante.
“Chissà se Draco dai sotterranei avrà sentito il boato...” Domandò Hermione a se stessa, e subito dopo si era posta il quesito del perché tutta questa curiosità per Malferret.
Scosse la testa a quei pensieri e quando tornò a guardare i suoi amici si accorse che il bambino sopravvissuto e il rossino la guardavano con le ciglia aggrottate, perché conoscevano la loro amica ma non riuscivano a capire che cosa avesse per il capo.

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Capitolo 5
*** La quiete prima della tempesta ***


-Così non c’è gusto però!- disse una donna dai capelli crespi,osservando con un’ampolla gli studenti ed ascoltando i loro dialoghi riferiti all’accaduto “Un boato e uno scoppio!”
-Pensano che sia un incidente!
Addirittura anche Potter sostiene la teoria delle piante rampicanti di quella ciccia-bomba della Sprite!
Solo quella sudicia mezzosangue ha dei sospetti, che nessuno prenderà in considerazione …
Sarebbe perfetto un bell’attacco ai dormitori dei grifondoro, facendo saltare in aria tutti i sangue-sporco affollati in quella casa ormai insudiciata, dai tempi di quell’idiota di Godric! Ah!-
-No, non possiamo fare un altro attacco a distanza di così poco tempo. Silente capirebbe, e, prenderebbe provvedimenti per difendere Hogwarts e preparerebbe Auror e studenti ad una nuova battaglia. E il nostro scopo è quello di coglierli impreparati, indebolirli, e farli tutti fuori, riscattando il signore oscuro!- disse un uomo, con gli occhi ridotti a due fessure ed un ghigno malefico sul viso.
–Ora, amore, torniamo dagli altri.- E baciò con passione la donna che rise fragorosamente e che con il palmo della mano lisciò l’ampolla e la posò su un tavolo di mogano.

Silente e la Mc Granitt, dopo aver riassettato il piano terra e aver calmato con un discorso più che convincente tutti gli studenti in preda al panico,e, dopo averli invitati tutti a recarsi nelle classi da cui erano evacuati per recuperare i libri abbandonati senza timore, annunciarono che almeno la cena in sala grande (dato che il pranzo e le lezioni pomeridiane erano saltate perché tutti i maghi dai più piccoli ai più grandi erano prede di crisi nervose, pianti improvvisi e gridi di rabbia, mentre molti non proferivano parola e se ne stavano accucciati in un angolo o si nascondevano dietro le colonne perché in stato confusionale, altri osservavano il corridoio e la serra della Sprite fumanti) si sarebbe svolta in tutta la sua normalità.

- E dai Herm!!
-Vi ho già detto di no!
-Ti preghiamo, ti supplichiamo, faremo tutto quello che vuoi se ci aiuti a finire questo compito di trasfigurazione!
Hermione dapprima osservò con un cipiglio severo i suoi due amici, poi con disgusto le loro due pergamene, completamente macchiate di inchiostro, scarabocchi, cancellature e frasi sconnesse che secondo loro dettavano i vantaggi e gli svantaggi ad essere un Metamorphomagus.
-Vi avevo avvisato! Dovevate anticipavi il lavoro! Avreste dovuto cominciarlo almeno tre giorni fa! Invece siete stati a poltrire, mangiare e a parlare di quidditch per tutto il tempo!
Ne aveva abbastanza di far copiare i lavori che aveva fatto sacrificando intere nottate, anche se si trattava dei suoi migliori amici, c’era un limite a tutto.
-Adesso devo andare a fare la ronda con Hannah Abbott…a dopo. Ah! Dimenticavo! Harry?Ron?
-Si? I due risposero in coro con gli occhi pieni di stelline sicuri che la loro migliore amica avesse cambiato idea. Erano salvi, già potevano vedere il loro adorato letto a baldacchino…finalmente a dormire…
-Maturate!
E con questa frase li piantò in asso in mezzo alla sala comune per dirigersi al suo appuntamento con Hannah Abbott in sala grande.
I turni di ronda era stati stabiliti all’inizio dell’anno dalla professoressa Mc Granitt e da Silente. Avevano fatto in modo con il loro programma che tutti i prefetti si incontrassero.
L’azione (si sapeva) era mirata a sanare i conflitti e le inimicizie fra le case, specie tra Grifondoro e Serpeverde.
Hermione scese correndo le scale –era in ritardo di tre minuti e mezzo e questo non poteva succedere- e arrivò in sala grande, dove una sorridente Hannah Abbott la stava aspettando.
-Pronta per il giro turistico? Chiese quella scherzosamente alla riccia.
-Si, cara! Rispose quella ridendo e salutandola con un bacio sulla guancia. –Andiamo.
Mentre giravano per il castello e imboccavano i corridoi della scuola parlavano del più e del meno, Hannah Abbott era intelligentissima ed Hermione lo aveva notato.
Era perfetta per Neville, simpatica, dolce e dallo sguardo rassicurante, proprio quello che serviva ad un ragazzo impacciato e goffo come lui, ma nello stesso tempo anche coraggiosa, spavalda e pronta a difendere la causa per cui credeva a spada tratta.
Di nuovo proprio come Neville.
Il coraggio che il ragazzo aveva mostrato durante la guerra era una cosa intaccabile; rimarrà sempre nella mente di tutti il suo sguardo combattivo, la faccia sporca di fango, il suo sorriso allungato in modo grottesco e orribile dalla cicatrice che aveva lasciato il coltello di Alecto Carrow.
Neville, così pasticcione e coraggioso, Neville che poteva rappresentare la caricatura di Ron…
Ma tra Hermione e Ronald niente aveva funzionato.
Si è vero, si erano scambiati un bacio nel bel mezzo della battaglia, ed all’inizio lei aveva creduto che finalmente si fossero riconciliati, per tutte le volte che si erano insultati, per tutte le volte che si erano scontrati, e così è stato.
Ma non è stato un bacio d’amore, più e più volte ci scherzavano sopra, ne ridono, naturalmente perché nessuno dei due nutre sentimenti d’amore per l’altro.
Scoprirlo in quel modo era stata la cosa che più aveva deluso ed incollerito Hermione; lei che piangeva per lui dal terzo anno, lei che credeva di amarlo, di essersi innamorata, che credeva che fosse lui la persona giusta per lei, no, ci era servita una guerra ed anche la prova di un bacio per poterci arrivare!
Hermione scacciò quei pensieri dato che la tristezza e la rabbia incominciavano ad ombrargli il sorriso.
-Hannah che ore sono?
-E’ mezzanotte, stiamo scendendo nei sotterranei. Se dovessimo pescare qualche serpeverde in giro lo rispediamo nel dormitorio senza ingaggiare discussioni. Se ci rivolgono degli insulti, ignoriamoli, diamogli corda il meno possibile.
Quella ragazza cominciava a piacere sempre di più ad Hermione ed annuì e sorrise, pienamente d’accordo con lei.
Scesero le scale che portavano ai sotterranei e controllarono, nessuno.
-Ah! Per fortuna non c’è nessuno! La grifondoro tirò un sospiro di sollievo, con quel sonno non avrebbe mai retto un battibecco con la Bullstrode, o meglio, con quell’arpia della Parkinson.
-Eh si, per fortuna! Io sto morendo di sonno, non ero proprio in vena di liti!
La mora prima di sorridere guardo la tasso rosso sbigottita; si, erano state separate alla nascita!
“Che ronda tranquilla stasera!” pensò la Granger mentre con la sua compagna percorreva il corridoio esterno. Lo aveva solo pensato, eppure il signore aveva deciso di fargliela scontare lo stesso; Draco Malfoy fischiettava a testa bassa nel cortile della scuola prendendo a calci i sassi.
Alzò la testa.
Le vide.
Ghignò.

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Capitolo 6
*** Assolutamente ***


 
Salve a tutti! Mi scuso per il netto ritardo, ma purtroppo sono stata molto impegnata con la scuola! Comunque, a tutti coloro che seguono la mia storia, volevo dare una bella notizia: dato che fra una decina di giorni è natale e non aprirò libro, aggiornerò due o tre capitoli durante le vacanze! E a tutti coloro che leggeranno: lasciate un commento, positivo o negativo che sia. E' molto importante per me, per migliorarmi e cercare di ottimizzare le mie prestazioni informatiche! Anche due parole: E' carina, Fà schifo.
Grazie a tutti, ci risentimo fra una decina di giorni!
Daphne <3
 




Lucius Malfoy faceva avanti e indietro per il suo studio.
Non era possibile, quasi non ci voleva credere … i mangiamorte, capeggiati da sua cognata, stavano tornando all’attacco.
Voldemort era morto ormai!
Era un uomo libero, finalmente.
Solo ora stava vivendo la sua vita matrimoniale con felicità e stava ripristinando i rapporti con suo figlio; Draco, il suo bambino Draco. Si, perché lui avrebbe continuato a vederlo come un bambino anche all’età di quarant’anni.
Quel bimbetto biondo a cui, anni fa, aveva detto di no tante volte e negato in molti modi il suo affetto.
 Non aveva mai abbracciato, né baciato, suo figlio, no.
Non sapeva che odore aveva la sua pelle, se le sue mani erano calde o fredde …
Nemmeno ora che era diventato un uomo aveva mai dialogato con lui, come fa con un padre con un figlio, con qualche bicchierino di Wiskey Incendiario vicino, mai.
 Lo aveva cresciuto sentendolo come un peso, educandolo con rigidità eccessiva,  impartendogli ordini, lodandolo quando era spietato ed arrogante, sbeffeggiandolo quando si comportava con generosità.
Schiavo di quel potente mago, per salvare la sua famiglia si era dovuto sacrificare molte volte, e molte volte aveva dovuto anche ignorare l’amore che provava.
 Per fortuna Narcissa lo aveva sempre capito.
Si era ritrovato davanti un Draco cresciuto, bellissimo e maturo; non avrebbe più avuto la possibilità di giocare con lui, di insegnargli a salire sulla scopa giocattolo, di giocarci con la neve …

Assolutamente. Lucius Abraxas Malfoy non avrebbe più permesso a niente e nessuno di intromettersi nella sua famiglia e cercare di distruggerla.

Pensò a lungo e profondamente e poi prese la sua decisione:
-Caro Lord Voldemort, per me puoi pure andare a fanculo!- urlò feroce.
“Chiederò aiuto a Silente, che protegga mio figlio Draco e mia moglie Narcissa.
Io cercherò di farmi accettare tra i membri dell’ordine, voglio trucidare gli ultimi pazzi rimasti. E non mi importa se quella lì fuori è la sorella di mia moglie, tanto gli ha sempre dato preoccupazioni e dolore.
Se nessuno mi ascolterà, arrivederci.
Troverò un altro modo.
 Morirò, e con me anche Draco e Narcissa.
Tutto pur di non ricadere nelle grinfie di quel pazzo.”

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