I love you to the moon and back!

di GoldSunshine
(/viewuser.php?uid=787970)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Un nuovo brivido ***
Capitolo 2: *** 2. Sorrisi ***



Capitolo 1
*** 1- Un nuovo brivido ***


I love you to the moon and back!

1- Un nuovo brivido.

L'estate è agli sgoccioli, la scuola si avvicina, ultimo anno, diploma, test d'ammissioni all'università. Tutta sta cambiando, un cambiamento lento, ma radicale. 
Melinda è il nome con cui i miei genitori, diciotto anni fa, hanno deciso di segnarmi profondamente. Parliamoci chiaro, dopo sei ore di travaglio, ti portano il tuo fagottino che tanto desideri e ami, la guardi e decidi di chiamarla Melinda?! Ma che razza di nome è? Anzi che razza di malata sei tu, per aver scelto questo nome?!
beh, tralasciando che è pur sempre mia madre, ho smesso di farle una colpa per il mio nome e mi sono concentrata su altro: sul trovarmi un soprannome carino, un diminutivo accettabile, o semplicemente dopo la morte di mio padre e la depressione di mia madre ho smesso di provare imbarazzo per il mio nome e ho cercato di essere il suo bastone. Sempre pronta a tirarla su. 
Sono passati sei anni e le cose sembrano migliorare, dopo un periodo di riabilitazione mia madre è tornata a vivere con me e mia nonna, anche se la sua presenza spesso ha solo peggiorato le cose.
Da quasi tre anni, le mie batteglie non erano più solo "mie". Liam è appunto il mio PRIMO vero ragazzo, il mio primo amore, il mio tutto. Ha saputo prendersi cura di me, quando io ero troppo occupata per farlo e si, mi ha salvata. 
Tra una settimana ricomincerà la scuola e il mio unico obbiettivo è quello di raggiungere il miglior punteggio ai test finali per vincere la borsa di studio in una delle tre università più prestigiose del paese. 
Non pecco di presunzione, non sono un genio, né una secchiona, ma ho una media decente e con molta forza di volontà potrei anche riuscirci. 
Sono seduta sull'altalena che ho in giardino, mi muovo appena e ho gli occhi puntati sulla casa dei miei vicini. Teoricamente non ho dei vicini, la casa è ancora vuota, ma si vocifera in città che entro un paio di giorno dovrebbero arrivare una nuova famiglia. La notizia è trapelata dalle nostre informatrici di paese, un gruppo di dolci anziane che in un modo o nell'altro sanno sempre tutto. Un dottore e sua moglie casalinga con i loro due figli. 
Il rumore della porta del cortile mi distoglie dai pensieri, vedo entrare Liam, con una rosa rossa tra le mani e il sorriso più bello del mondo. Sono profondamente e completamente innamorata di lui, di questo bellissimo ragazzo dagli occhi nocciola che mi ha stregato il cuore, rapito l'anima e inondato la vita d'amore e felicità.
- Che ci fai tu qui? - mi azo andando verso di lui, sorridendogli come un'ebete alla vista del suo meraviglioso sorriso.
- Volevo farti una piccola sorpresa. - mi bacia la guancia e mi porge la rosa. L'annuso. 
- Non dovevi, ma grazie. - mi alzo in punta di piedi e lascio un dolce e tenero bacio sulle sue meravigliose e perfette labbra.
La sua mano accarezza la mia guancia e io gli tengo stretta la manosul fianco. Credo di poter volare davvero ogni volta che lo bacio, ho un milione di farfalle nello stomaco che svolazzano e sono troppo felice.
- Stasera ti va di andare al cinema? - mi chiede mentre mi prende la mano e ci avviciniamo al cancello.
- Certo - annuisco
- Passo a prenderti alle nove, non tardare piccola. - mi bacia di nuovo ed esce dal mio cortile. 
Rientro in casa, e mia madre e mia nonna sono entrambe sedute in salotto, a bere un the. Io entro saltellando in casa peggio di una scolaretta al ritorno a casa al suo primo giorno di scuola.
Mia madre si volta sorridendomi. 
- Liam? - indica la rosa che ho in mano.
- Si - sorrido a trecentoventisei denti.
- Finirai per sposarlo, me lo sento. - sospira mia nonna, aggiungendo uno dei suoi dolci sorridi.
- Mamma, non dire così, sai che porta sfortuna. - mia madre la zittisce subito, ma io scrollo le spalle. Quello che c'è tra me e Liam è qualcosa che va ben oltre l'amore, è qualcosa di unico, che abbiamo solo io e lui e mai nessuno potrà dividerci o eguagliare questo sentimento.
Subito dopo cena, salgo in camera per prepararmi, voglio essere sempre carina quando esco con lui. Spazzolo i capelli, lasciandoli sciolti, raccolti sulla spalla destra, trucco un po' il mio viso e mi vesto.
Quando sento il clacson dell'auto, mi affretto ad uscire di casa, ma mi sorprende vedere che non è lui a bussare, bensì i nostri nuovi vicini.
Vedo la macchina e un furgone accostati fuori casa, alcuni uomini iniziano a scaricare dei mobili, mentre una donna e un uomo stanno già parlando con mia madre e mia nonna, mi avvicino a loro per non essere maleducata.
- Salve - sorrido avvicinandomi a mia madre.
Li guardo negli occhi, un uomo e una donna molto affascinanti, non più di quarant'anni, si tengono per mano.
- Lei è mia figlia, Melinda. - mi presenta mia madre.
- Ciao Melinda, io sono Roger Tomlinson e lei è mia moglie RoseMary. - mi stringono entrambi le mani.
Sento di nuovo un clacson e questa volta è Liam, mi volto e salutando tutti cortesemente, mi avvicino alla macchina. Liam e mia madre si sorridono da lontano e prima che io possa aprire la portiera, vedo uscire dalla casa un giovane ragazzo. Un brivido mi percorre lungo tutta la schiena e non so il motivo, ma quando i suoi occhioni azzurri incontrano i miei perdo il senso di ciò che sto facendo, il senso dell'orientamente e quasi l'uso della parola. Lo fisso per qualche secondo e lui fissa me, poi entro in macchina. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Sorrisi ***


2. Sorrisi

 - I nuovi vicini hanno organizzato un party per conoscere meglio il vicinato - dice allegramente mia madre mentre prepara il pranzo - Disdici tutti gli impegni che hai per questa sera, devi venire con me e tua nonna e non voglio sentire storie, intesi signorina? - minacciosamente mi rivolge uno sguardo, ma si addolcisce subito.
- D'accordo - scrollo le spalle - Infondo stasera Liam ha già un mezzo impegno con la squadra di basket - aggiungo.
E poi, non posso lasciare mia madre e mia nonna sole, stasera. Sarebbero capaci di qualsiasi cosa, anche far scappare la nuova famiglia.
Mancano pochi giorni al rientro a scuola e la mia camera è già un disastro, libri ovunque e quaderni pieni zeppi di appunti che ho scaricato online. Ho deciso di giocare d'anticipo iniziado a studiare questa estate parte del programma delle materie più complesse, così dovrei muovermi meglio tra i vari test e verifiche per poi dedicarmi al secondo semestre solo ed esclusivamente sui test d'ammissione. Liam scoppiò in una grossa risata quando vide le condizioni della mia camera, ma vedremo chi riderà sul serio, a fine anno.
Riordino velocemente quel poco che mi sembra in condizione disastrose rispetto al resto della stanza e corro velocemente a pranzare.
Il pomeriggio trascorre velocemente ed è quasi ora del "Party". Sento il cellulare suonare.
- Pronto? - rispondo. 
- Piccola - sento dall'altro lato del telefono e rido, sentendo la sua voce - Stasera hai programmi? - aggiunge.
- Stasera accompagno mia madre e mia nonna al party dei vicini, il quartiere ha organizzato un comitato di benvenuto e non posso lasciarle sole, sai come sono. Potrebbero combinare guai peggio di due adolescenti - scoppio a ridere.
- D'accordo, allora ti lascio al tuo party - ride a sua volta - Se cambi idea, chiamami. Ti amo - riaggancia.
Quando mia madre bussa alla mia porta è già pronta, bellissima e sorridente come non mai.
Il corpo fasciato da un bellissimo abito color lavanda e dei sandaletti bianchi con un accenno minimo di tacco, i capelli raccolti in uno chignon spettinato e un filo di rossetto rosso sulle labbra.
- Mamma, ma sei bellissima - le sorrido guardandola sulla soglia della porta. Lei arrossisce, è da tanto tempo che non la vedevo così.
- Grazie tesoro - sorride ancora - Tu, piuttosto, sei pronta? - mi scruta attentamente.
- Ehm... - mi guardo velocemente allo specchio e dubito che il pigiama sia adatto per un party. La fisso sorridendo sarcasticamente.
- Hai dieci minuti, poi ritorno a prenderti con qualsiasi cosa tu indossi - chiude la porta e so per certo, che è una minaccia.
Apro l'armadio e prendo letteralmente le prime cose che mi capitano, un jeans bianco con degli strappi sulle ginocchia, stile mi ha morso il cano o sono caduta dalla bici, e una camicetta rosa cipria. Mischiare due stili diversi è da me. Sciolgo i capelli raccolti da un elastico e lascio che i morbidi ricci cadano lungo le mie spalle, legano con due forcine solo il lato sinistro, mascara, gloss e infilo le scarpe. Scendo le scale e le mie due donne sono già alla porta pronte per uscire.
- Molto meglio così - mia madre mi accarezza i capelli e mia nonna, molto dolcemente, mi sistema la camicetta.
- Sei bellissima - aggiunge al mio orecchio.
- Anche tu, nonna - le sorrido. Ed è davvero così. Ha quasi settant'anni, ma non li dimostra per niente: è una donna forte, nonostante la sua statura, ha i capelli scuri e gli occhi color cielo più belli che io abbia mai visto. 
Usciamo di casa e ci addentriamo nella casa dei vicini, quasi del tutto vuota. Ci sono soltato gli Smith, che abitano a poche case di distanza: marito, moglie e un neonato. 
Noi ci avviciniamo ai proprietari della casa, emozionati e felici allo stesso tempo.
- Salve, siamo davvero contenti di avervi con noi oggi - Roger porge la mano a mia madre e sorride a mia nonna, mentre sua moglie mi sorride calorosamente.
- Grazie a voi per averci invitate - aggiunge mia madre - La casa è davvero bellissima - sorride guardandosi intorno.
- Vi andrebbe di fare un giro per la casa? - RoseMary invita mia madre e mia nonna con un gesto di mano, mentre io rimango con l'uomo della situazione.
- Melinda, posso presentarti i miei figli? - mi sorride mentre mi invita ad entrare in giardino.
- Certo - annuisco.
Ed è lì che lo vedo. Seduto accanto a suo fratello, vicino al tavolo dei pasticcini. Ridono e scherzano. Ci avviciniamo sempre di più e mi sento come una calamita. 
- Ragazzi, lei è Melinda - Roger mi sorride e io a mia volta sorrido a lui - La figlia della nostra vicina di casa - continua.
- Ciao - l'altro ragazzo mi porge la mano - Lucas - la stringe.
- Piacere mio - continuo e i miei occhi si posano sui suoi. Elettricità pura, attrazione fatale, incantesimo, magia, non so cosa sia.
- Louis - mi sorride afferrando la mano, e con una carezza la lascia, quasi con dispiacere.
-Vi lascio fare amicizia - Roger si allontana.
Il silenzio è quasi inevitabile ed è imbarazzante, ma sono come stregata.
- Raccontaci un po' della città, Melinda - scandisce il mio nome come se volesse guastarlo e fisso le sue labbra affascinata.
- Non c'è molto da dire - scrollo le spalle ed infilo le mani nelle tasche posteriori dei jeans - Qui tutto sanno tutto di tutti, c'è gente che sapeva del vostro arrivo da quasi un mese - sorrido appena, notando il meraviglioso sorriso che compare su entrambi i fratelli.
- Come ci si diverte? - mi chiede Lucas, molto carino anche lui, fascino da filosofo con lo sguardo profondo e il sorriso malizioso. 
- Di tanto in tanto si organizzano feste, ma non ti aspettare party hollywoodiani. Musica, pizza e il massimo della trasgressione è la birra - rido ancora.
- Vuol dire che movimenteremo noi questa città - aggiunge Louis fissandomi come se potesse sciogliermi da un momento all'altro.
- Lo spero - aggiungo sorridendo.
Quando il party inizia a prendere un po' di spessore, decido di avvicinarmi a mia madre e tenerla sott'occhio. Il più delle volte, la vedo conversare con Roger o con sua moglie. E beve. E se mia madre beve, è un problema. Qualche anno fa eravamo convinte che stesse diventando per lei una vera e propria dipendenza, poi smise totalmente senza molti problemi. Ma ogni qual volta il suo organismo entri in contatto con un solo goccio di quella roba, reagisce in modi esplosivi.
- Mamma, che ne dici di smetterla? - le prendo il bicchiere da mano mentre nessuno ci vede, mentre mia nonna si avvicina a noi.
- Sono d'accordo. Smettila - sussurra verso di noi.
- E' solo un po' di vino, tranquille - sospira rumorosamente ed io e mia nonna intuiamo che è arrivato per noi il momento di tornare a casa.
- Grazie di tutto, ci siamo divertite molto, magari domani sera potreste cenare da noi, se vi va - mia madre stringe la mano di Roger e abbraccia RoseMary.
- Certo, ci farebbe davvero piacere -  rispondono in coro.
Io saluto velocemente i due genitori, per poi voltarmi verso i loro figli.
- Grazie della conversazione, ragazzi - sorrido diventando un po' rossa.
- A domani - mi sorridono entrambi.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2939003