The Strange Case of Elizabeth Storm

di Audrey White
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


            The Strange Case of Elizabeth Storm

                                                             Prologo

​​
Tutto cominciò quando ero piccola, ero in una casa in montagna con la mia famiglia. Il paesino, dove passavamo la maggior parte della giornata, era a due passi da noi. 
Era lì che facevamo compere, i miei genitori sciavano e mi lasciavano con una badante insopportabile e vecchia! 


Un giorno però, anzi una sera, decisi di fare un giro nel boschetto vicino, avevo solo sei anni e, non so perché, non avevo paura di nulla, persino i miei dicevano che era un bosco dove ci si perdeva difficilmente, lo consideravano un giardino.. mi permisero quindi di andare a giocare. 
Così mi inoltrai nel bosco, camminai per un po' di tempo per poi udire degli strani suoni, mi incamminai verso essi.. 

Quando lo vidi.. Una strana figura nera accovacciata che teneva qualcosa tra le mani, un qualcosa di rosso, calava del sangue e sembrava che l'uomo divorasse quella strana cosa rossa. 
 
Imprudente come non mai ebbi  la grande geniale idea di avvicinarmi a lui, di strattonarlo per farlo voltare e gli chiesi: ''Scusi signore, posso sapere che sta facendo? Magari le faccio compagnia?'' 

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Feci un sorriso sincero ma quando si voltò la mia espressione cambiò di colpo. 
Ero terrorizzata, pallida, e lui era lì, fermo a fissarmi.. O almeno credevo mi stesse fissando perché.. non aveva volto! Solo un gran sorriso a trentadue denti.. aguzzi! 
Dalla bocca uscivano rivoli di sangue, probabilmente per quello che stava mangiando, o meglio, divorando a brandelli pochi attimi prima.

Indietreggiai di due passi con la faccia terrorizzata, gli occhi fissi e immobili su di lui e la bocca spalancata. 
Non riuscivo a capire come facessi a respirare dato che avevo tutti i muscoli contratti e paralizzati. 
Ci fissammo per qualche secondo che pareva un infinità di tempo dopodichè allungò una mano lentamente verso di me ma prima che potesse anche solo sfiorarmi cacciai un urlo e scappai più veloce che potevo percorrendo la strada di ritorno verso casa. 

Non mi voltai neanche un istante fino a quando non fui davanti alla porta di casa, sbattei i pugni un paio di volte.. ok molte volte.. e solo dopo mi voltai ma di quell'essere nessuna traccia, ma non so come percepivo ancora la sua presenza. Mi stava inseguendo!

Dopo un po' finalmente mia madre aprì la porta, come entrai la spostai bruscamente e chiusi la porta, tutto in un secondo.
Cominciai, finalmente, a respirare e mi appoggiai di spalle alla porta, ero stremata, mi sentivo la nausea.

''Che è successo, tesoro?'' chiese mia madre.
''Ho visto un mostro!''
''Ahahahaha''
Non riuscii a capire cosa ci fosse di tanto divertente in questo.
''Se i mostri le fanno ridere.. contenta lei.''  Pensai. 
Continuò. ''Ma amore, i mostri non esistono..''
''Ma io l'ho visto, ti dico!'' ''Dai, ora non pensarci più.''
Durante la serata di famiglia, che consisteva nel guardare la TV tutti assieme, non riuscii a smettere di pensare a quello strana figura nel bosco.
Arrivata l'ora di dormire mi trovavo sotto le coperte quando entrò mio fratello Jake urlando come un idiota! Alchè mi spaventai. ''AAAAAAAAAAH!''
''Hahahahahaha mamma me l'ha detto, sai? Che hai visto un mostro hahahahaha''
''Anche tu non ci credi?'' Mi sorprese perché Jake adorava i mostri! Quando eravamo piccoli li amava, desiderava vederli, io avrei potuto raccontare la mia storia.. la mia piccola avventura.. ma a quanto pare non avrebbe avuto interesse ad ascoltarla. Ormai aveva 13 anni.. posso capirlo.. ma quando avevo sei anni no. Mi pareva veramente strano che mio fratello non amasse più i mostri come una volta.. Mi venne quasi nostalgia..
Dopo varie sue risate chiuse la porta dicendomi che ero una sfigata.. Ah. Bel fratello. Se ci ripenso vorrei menarlo!
Poi la porta si aprì di nuovo, convinta fosse di nuovo mio fratello ringhiai: ''Cosa vuoi ancora?'' Ma non era lui.. Era.. un ombra! Ma se un ombra veniva riflessa sulla porta.. in corrispondenza della finestra.. allora..
Mi voltai verso la finestra di scatto, quasi volessi togliermi il pensiero.. ma non c'era nessuno. Cominciai a pensare che quello strano essere fosse solo una mia immaginazione.. insomma.. era troppo surreale.. troppo strano.. troppo.. fuori dal comune!
La porta si aprì di nuovo e cacciai un urlo.
''Tesoro ma che hai oggi?'' Era solo mia madre.. 
''Scusa mamma.. Non.. Non..'' Cominciai a piangere ''Non voglio più fare le gite in montagna!'' ''Va bene amore, mai più!'' Venne ad abbracciarmi
Mi cantò poi una ninna nanna.. narrava della befana che mi teneva una settimana intera. E di un uomo nero che mi teneva un anno intero.. 
Come un anno intero? Mi venne in mente di nuovo l'uomo nel bosco.. Quell'uomo voleva tenermi un anno intero? Perché? Cosa avevo fatto? ''Mamma ti prego, non cantare più''
Quella canzoncina invece di conciliarmi il sonno mi aveva fatto rimanere ad occhi spalancati.. pallida in volto.. Mia madre, però, non se ne accorse per via del buio.
Meglio così! Tanto non mi avrebbe creduto nuovamente.

Una volta chiusa la porta, mi salì nuovamente il panico ma a breve mi addormentai.
Sognai di boschi, vidi una luce che mi conduceva da un uomo in smoking...
Convinta fosse solo un sogno, in realtà non avevo la minima idea che quell'uomo, l'avrei rivisto molto presto.. e che quella notte nel bosco non era che l'inizio di una serie di eventi che non dimenticherò mai. 


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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


The Strange Case of Elizabeth Storm

Capitolo 1

Sono passati esattamente dieci anni da quella terribile notte, quella notte che segnò la mia vita, la mia intera esistenza.
Da quel giorno non ho mai vissuto normalmente come una semplice ragazzina. Avevo un trauma, un trauma che credo mi porterò avanti per sempre.


- Amore, sei sveglia! Come stai? - 
Non parlai, non dissi nulla. Ero ancora scossa per il giorno prima. Non sapevo se quello fosse stato un sogno oppure no, ma una cosa era certa: qualcosa era
cambiato in me. Non ero più la stessa. 
Durante la colazione rimasi impassibile guardando la mia famiglia felice e allegra come sempre, ma io no, non mi sentivo più come loro. Non ero più una semplice
bambina. Mi sentivo diversa, cambiata dentro. Non saprei definirlo ma non avevo più nulla di cui essere felice.


E anche ora, mentre tutti erano felici a guardare la televisione io pensavo a quella strana creatura nel bosco, ormai erano passati dieci anni da quell'incontro eppure ero ancora sconvolta, non ricordo l'ultima volta che sorrisi dopo quella volta... Probabilmente non sorrisi mai neanche più per quel che ricordo.
- Amore, tutto bene? - Mia madre ruppe il rumore dei miei pensieri.
- Sì.. sì.. - Oramai i miei genitori e mio fratello erano abituati a vedermi taciturna.. non seppero mai perché lo fossi, ne me lo chiedettero mai. Ma si erano abituai all'idea di vedermi così, di vedermi infelice. 
- Ok amore, allora adesso corri a sistemarti.. e in fretta anche! Non vorrai perdere lo scuolabus, vero? - 
Ormai avevo sedici anni eppure i miei mi trattavano come fossi ancora una bambina, come se non fossi mai cresciuta dopo quella notte.
- Certo mamma. - risposi


Ricordo ancora che mia madre dopo una settimana che mi ebbe visto in quello stato pianse, non riusciva a spiegarsi perché ero diventata così, così chiusa, così fredda,non ero più la bambina allegra, spienserata di dieci anni fa. Ero un'altra persona ormai. 
Mentre gli altri bambini conducevano una vita normale e serena, i miei genitori, durante tutta la mia infanzia, mi portavano dal psicologo per capire cosa mi succedeva,
per capire perché non ero più la stessa, perché ero cambiata così di impeto da un giorno all'altro. Io non risposi. Nessuno seppe mai cosa mi successe veramente quella notte, la notte del mio cambiamento.


Mi vestii con una felpa grigia, jeans neri e vans nere. Poi indossai il mio cappello preferito: a puffo bianco.
Presi lo zaino e corsi verso la porta di casa, mi ritornarono in mente le scene di quella notte.


- Devo correre! Devo correre! O quell'essere mi prenderà! - 

Non mi accorsi di aver pronunciato quelle parole ad alta voce.
- Certo che devi correre scema! O farai tardi a scuola! - era stato Jake a parlare.
- Perché non ti fai i fatti tuoi una buona volta? Cretino! - corsi via sbattendo la porta.


Aspettai l'autobus che come al solito tardava. Avrei voluto spaccare tutto. Quella mattina mi sentivo stanca, amareggiata.. quasi le stesse sensazioni di quella notte..
No! Non dovevo più pensarci. Quella notte faceva parte del mio passato. Di un passato che nessuno saprà mai e che presto dovrò dimenticare.


L'autobus finalmente arrivò. Non avrei voluto immaginare dove i miei pensieri potessero andare a finire. Non riuscivo mai a pensare a cose belle.. solo
a disgrazie. 


Mi sedetti all'ultimo posto dell'autobus e mi venne un leggero mal di testa.. perché? Che mi succede? Decisi di non pensarci. Ma dopo un paio di minuti il mal di testa aumentò. Mi voltai verso il finestrino.. e .. vidi delle gambe.. un uomo era seduto affianco a me.. da quando era seduto? non me ne sono accorta.
Poi realizzai che quelle gambe erano alquanto familiari.. erano.. 
- Non di nuovo tu! Vattene! - urlai. Ma quando alzai la testa verso dove doveva esserci il volto non c'era più nessuno accanto a me. Ma allora che cosa avevo visto?


Arrivata a scuola, guardai l'orologio. Merda! Ero in ritardo.. come al solito.. 
Corsi veloce verso la mia classe e la professoressa Stickens di Biologia mi fece la predica. Ma io non la ascoltai nemmeno.. ero ancora sconvolta da quello che 
avevo visto in autobus. Possibile che.. sia ritornato? Perché!? No.. non poteva essere.
Una volta seduta, Amy, la mia compagna di banco nonchè migliore amica mi salutò come solo lei sapeva fare. Solo con lei mi divertivo, ma le mie risate non erano
mai sincere. C'era sempre qualcosa che mi bloccava dal ridere di gusto.. 
- La mia Elizabeth! Tutto bene? - 
- Certo Amy! Grazie.. - Lei sì che mi voleva bene, anche se ero una povera insulsa depressa. - Ma ti ho già detto che puoi chiamarmi Ellie, mi piace di più haha - 
- D'accordo Ellie! Guarda - mi indicò la rivista di moda che teneva - Questa è una famosa modella che si è tinta, era corvina come te, ora si è fatta rossa.. secondo me anche tu saresti molto bella con i capelli rossi! - 
- Tu dici? Non so, mi piacciono i miei capelli neri. - 
- Come vuoi allora, tanto sei sempre bella. - 
Amy Williams era la mia migliore amica fin dall'asilo. Aveva i capelli color rosso naturale, vestiva punk. Quel giorno indossava un top nero con una giacca jeans sopra, calze a rete nere con pantaloncini neri e delle vans nere. Anche lei amava i cappelli, a puffo nero però. Era molto bella e radiosa. Tutti le facevano il filo.
E lo credo!
Ma non eravamo solo noi due, eravamo in tutto quattro ragazze. 
Io, Elizabeth Storm, finalmente mi sono presentata! 
Poi Catherine Vail, castana con occhi verdi, era timidissima e tenera. 
Ed infine Alice Smith, anche lei castana ma con occhi color ambra, era l'intellettuale del gruppo e molto saggia.
- C'erano compiti per oggi? - mi voltai rivolgendomi a Alice, seduta dietro di me.
- Sì, signorina Storm.. - fu la professoressa a parlare. - Venga alla lavagna. - 
Quella donna mi odiava. Sembrava avesse sulla trentina d'anni, molto graziosa e raffinata, ma purtroppo non con gli alunni. Diventava un generale tedesco.
Soprattutto con me, forse perché emanavo un'aura.. bhè.. non celestiale e molto pessimistica, ma non era colpa mia.
- Oggi avevo pensato di interrogare sui cromosomi.. Me ne parli.. - 
- Ehm.. - Ovviamente non avevo studiato.
Mi voltai verso la classe e vidi Amy farmi degli strani gesti. Voleva suggerirmi. 
Alla fine riuscii solo a dire che i cromosomi avevano una forma di X. Per questo mi presi una bella F.
- Sa che dovrà studiare per la prossima volta signorina Storm? - 
- Sì, Miss StiCazzi - 
- Come scusa? - 
Tutti a scuola la chiamavano StiCazzi perché rompeva sempre. 
Percui ero abituata a quel soprannome.
La classe scoppiò in una fragorosa risata.
- Ho detto.. sì signorina Sti.. StiC.. - 
Non riuscivo a ricordare il suo vero nome.. 
La mia mente che ripeteva solo: - StiCazzi, StiCazzi.. - 
Così tagliai corto con - Sì, prof! - 
- Bene.. vai a posto.. E voi perché ridete, basta! -
In mezzo a loro la risata di Amy risultava la più fragorosa. L'avevo fatta divertire, nonostante fossi solo una povera depressa.. Amy riusciva sempre a tirarmi su il morale, continuava a ridere ancora e sempre più forte sotto le sfuriate di Miss Stickens che la rimproverava. 
Risi anche io.. ma la mia felicità durò pochissimo.. cominciai a vedere sfocato.. e mi venne una terribile nausea.
L'immagine allegra della classe stava per scomparire sotto ai miei occhi. 


Così dopo aver chiesto all'insegnante di poter andare al bagno mi sciaquai la faccia, ma stranamente non mi sentii meglio.. alzai lo sguardo verso lo specchio e lo vidi!
Il volto era a pochi centimetri da me ma riflesso nello specchio. Come se il mostro fossi io. 
Non capii subito e rimasi a guardare paralizzata, ma quando tutto il mio corpo realizzò che quello davanti a me non era una visione ne un sogno urlai.
Le gambe molli mi fecero cadere sul pavimento del bagno e riguardai sullo specchio, non c'era nulla.
Mi sciaquai nuovamente il volto, ma appena aprii il rubinetto sgorgò un liquido rosso. Lo chiusi all'istante.
Mi voltai per andarmene ed eccolo di fronte a me che occupava tutta la porta d'uscita del bagno.. ero in trappola!
Ma ormai non ero più una bambina, avevo sedici anni, che diamine!
Mi feci forza e gridai: - Cosa vuoi da me?! Lasciami in pace, vattene! - 
Lui tirò fuori i tentacoli scaraventadomeli contro, chiusi gli occhi, sarei morta! Non era giusto. 
Dopo un po' li riaprii, ero ancora viva.. nel bagno.. non c'era nessuno.

Stavo sognando?
Sentii comunque la sua presenza e corsi verso la classe, al sicuro. In mezzo agli altri. Non volevo stare da sola!
Dovetti scendere infinite scale perché il bagno si trovava al terzo piano, mentre la mia classe al primo! 
Durante la corsa le immagini scorrevano veloce, mi trovavo di nuovo nel bosco! Dopo qualche passo nuovamente per le scale della scuola, poi nel bosco..
Aprii quindi la porta di casa ma dentro c'era la mia classe.


Tutti mi guardarono sgomento come se avessi appena visto un fantasma. Bè, in effetti era così, solo che.. se avessi visto Casper di certo non sarei scappata!
Mi diressi verso miss Stickens che, in quel momento, mi pareva la cosa più bella di questo mondo. Poteva mettermi tutte le F che voleva! Basta che non avrei
rivisto più...
- Miss.. - allungai la mano verso di lei, come se cercassi aiuto e in effetti era vero! Ma poi, cominciai a vedere appannato, poi nero e svenni.


Quando mi risvegliai ero in infermieria.
La dottoressa accanto a me.
- Oh finalmente ti sei ripresa.. meno male.. sei svenuta in classe, mi ha detto l'insegnante, balbettando come una pazza.. -
Quella prof di merda! Volevo solo aiuto.
Comunque non risposi.
- Ora ti senti meglio? - 
- Sì grazie.. - 
- Sei nuova qui? Non ti ho mai vista.. - 
- No, frequento il terzo anno.. Sono sempre stata qua.. - 
- Wow, non ti ho visto in infermieria nemmeno una volta.. Nessuno non ha mai avuto bisogno di fare un salto qui.. - 
- Si vede che io ho un corpo iperattivo! - Strano, a giudicarsi dal mio umorismo sempre nero.
- Hahahaha e sei anche molto simpatica! - 
Mi sapeva di falsa così tacqui senza far intendere alcuna emozione. Però sapevo che giravano buone voci su di lei, tutti dicevano che uscita dall'infermieria ti sentivi rinascere.
Già.. mi sarebbe servito.
- Ok ti porto acqua e zucchero.. hai solo avuto un semplice calo di pressione.. nulla di grave.. acqua e zucchero ti rimetteranno in sesto.. - 
Già, come no. Non era la pressione che non funzionava.. era per colpa di.. quel.. 
- Torno subito - 
Aspettai una buona mezz'ora, intanto nella mia mente erano impresse le immagini di lui nel bagno.. ma perché è ritornato? Cosa vuole da me..
Vidi che la dottoressa tardava ad arrivare così mi alzai scombussolata e mi diressi verso il suo ufficio.
Aprii la porta e vidi che era tutto buio.. scorsi l'insegnante in un angolo.. girata di spalle.. ma che stava facendo?
- Dottoressa, tutto bene? - la strattonai per farla voltare.
Mi sentii come quella volta nel bosco...


- Signore, tutto bene? Vuole che le faccia compagnia? - 

La dottoressa si girò e vidi che sorrideva, non un sorriso normale bensì un sorriso troppo marcato, troppo strano, troppo.. inquietante! Lo stesso sorriso di... 
Corsi verso l'interruttore della stanza e accesi la luce. Non c'era più nessuno al muro, ma la dottoressa sedeva sulla sua scrivania.
- Oh eccoti cara.. scusa se ci ho messo un po', ho avuto da fare.. prego siediti. -
Mi sedetti davanti a lei.. 
- Ma .. lei .. non era.. - indicai il muro. 
- Come tesoro? - 
- No.. fa nulla.. - 
Che quell'essere si fosse tramutato nella dottoressa? 
Ma allora significava che adesso era davanti a me!


Quel mostro mi fissa, mi vuole fare del male, non mi guardare, non mi guardare! 

- Tesoro tutto bene? - 
- La smetta di chiamarmi tesoro! - 
- Ma che ti prende.. - 
- Nulla, mi dia le medicine, voglio tornare a casa.. - 
- Certo, capisco.. -
Mi diressi poi verso la porta dell'infermieria con gli occhi della dottoressa alle spalle che mi puntavano contro.
Rabbrividii e accellerai il passo verso la porta ma ecco essere bloccata trattenuta dal cappuccio della mia felpa. Urlai.
- Hahahaha come sei sciocchina! Ti ho fermato perché ti era caduto il cappello.. ecco tieni! - me lo porse.
- Gra.. grazie. - 
- Di nulla - mi sorrise e chiuse la porta.
La mia piccola avventura nell'infermieria poteva dirsi conclusa. 


Andai quindi verso i bidelli per chiamare casa. Mi accorsi poi che mi trovavo nel lungo corridoio della scuola e che ero sola, così mi voltai verso le scale.
- Eri tu prima vero!? Fatti vedere, non ho paura di te. - Ma non ci fu risposta, dopo un po' uscirono vari studenti dalle loro classi.
- Chi è quella scema che ha urlato? - 
Ovviamente ero io, quella scema.
- Oh è lei.. - tutti a fissarmi. Dopo vari insulti tornarono in classe.
Bene! Adesso mezza scuola che mi prendeva per pazza e quell'essere non si è fatto nemmeno vedere! Proprio ora che ero pronta a riceverlo! 
Corsi veloce verso la bidelleria, la figura di merda per oggi l'avevo fatta.
Talmente infuriata non vidi dove andai a sbattere e caddi per terra.
- Eccoti.. - alzai lo sguardo - finalmen.. - rimasi allibita.
- Ti conviene abbassare il tono di voce e tornare in classe, scemetta! - 
Fu una bidella a parlare.
- Scu.. scusi.. - Credevo fosse quell'essere! Ma insomma, perché non si faceva vedere ora che ero pronta psicologicamente?! Avrei voluto diglierne di tutti i colori,
non ero più una bambina, non poteva nuocermi come un tempo. Non poteva più! O ero solo io a crederlo?..
- Torna in classe! - 
- Non posso, devo andare in segreteria, vorrei tornare a casa adesso. Ho bisogno della giustifica. -
- Ah va bene, in tal caso seguimi. - 
La seguii per poi voltarmi verso le scale... ed eccolo lì!
Quel bastardo l'aveva fatto apposta! Sapeva che assieme alla bidella non avrei certo potuto andare di matto prendendomela con lui.
Ma gli mostrai comunque quanto fosse bello il mio dito medio con lo smalto nero.
Arrivati in segreteria l'essere, ovviamente, era scomparso.
- Aspetta qui, chiamo il personale. - 
- D'accordo - mi sedetti accanto ad una ragazzo con la testa china.. aveva i miei stessi jeans e vans ma la felpa bianca. I capelli, lunghi fino alle spalle, gli coprivano il volto.
- Ehi.. - mi fece.
- Ehi.. -
- Come mai qui? - 
- Vorrei ritornare a casa.. e tu? - 
- Capisco.. -
Non aveva risposto alla domanda.
- Di che colore sono i tuoi occhi? - mi fece ancora.
- Alza lo sguardo e vedi tu stesso, no? - In realtà volevo vedere se era carino. 
Non rispose.
- Azzurri come il cielo - dissi allora. - E i tuoi? - 
- Neri come la pece e piccoli come insetti. - 
Ah... non poteva scegliere paragone più bello.
- Sei carina sai.. -
- Come fai a dirlo se non.. - Mi bloccai, tanto non avrebbe mai alzato il volto. - Vabbè, non importa. - 
Rise, sembrava sincero.
- Ti ho già visto in giro, ma il colore dei tuoi occhi non sono mai riuscito a capirlo.. perché ogni volta esprimevano emozioni diverse.. - 
E' un filosofo?
- E cosa ti esprimeva? - 
- Diverse emozioni che però avevano qualcosa in comune.. - 
- E cosa? - 
- Erano tutte tristi, spente, vuote. Tu dici che li hai azzurri come il cielo, ma a me son sempre sembrati grigi come le nuvole che portano la pioggia. Spenti, vuoti.- 
- Sicuro di stare bene? - 
- E tu invece? Tu sei veramente sicura di stare bene? - 
Mi diede l'impressione che quel ragazzo mi conoscesse meglio di chiunque altro.. eppure non l'avevo mai visto.
- Scusa ma.. chi sei? - 
- Non ha importanza.. -
- Forza vieni! Tua madre verrà a prenderti. - Era la bidella.
Mi alzai verso di lei e salutai il ragazzo che mi ringraziò.
- Per cosa? - feci.
- E' da molto che non parlavo con una persona... mi sento fortunato ad aver incontrato te, spero ci rivedremo molto presto. - 
- Lo.. lo spero anche io.. - Quel ragazzo per quanto strambo mi aveva incuriosito.
Una volta arrivata sulla soglia della segreteria mi voltai a guardare indietro per scrutare ancora una volta il ragazzo... che non c'era più.
Ma.. 
- Ah una cosa.. - fece le bidella - perché parlavi da sola? - 
- Come da sola? Parlavo con il ragazzo di fianco a me.. - 
Rimase atterrita.
- Lo ha visto anche lei, no? - 
Nessuna risposta. Mi aveva presa per pazza. Bene! Altra figura di merda. Ma possibile che fosse ancora lui allora... Me l'aveva fatta di nuovo, quel bastardo.
Eppure sembrava buono.. che oltre a quell'essere ce ne fosse un altro che ha deciso di perseguitarmi? Rabbrividii.


Aspettai mia madre spazientita e infuriata. Quello era uno di quei giorni da dimenticare! Ma tutte a me dovevano capitare?
Una volta tornata a casa con mia madre mi sembrò di stare in paradiso. Addio scuola maledetta! Era il caso di dire casa dolce casa.
- Amore tutto bene? Non credo di aver mai visto una persona più bianca in volto di te.. - 
- Evidentemente non conosci un certo mio amico.. -

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Lo Strano Caso di Elizabeth Storm

Chapter 2

Come al solito andai a fare colazione e come al solito non guardai in faccia nessuno.
Quell'idiota di un ominobianco mi aveva letteralmente scocciato. Non solo ero già depressa di mio su una cosa successa dieci anni fa.. adesso la stessa situazione
era capitata il giorno prima!
- Amore.. come stai oggi? Per fortuna il pallore di ieri se n'è andato.. ma ti vedo un po' giù.. cos'hai? - 
Mio padre e mio fratello la guardarono increduli. Io ero sempre giù quindi perché fare una domanda del genere?
Mia madre aveva capito.. quindi riformulò la domanda..
- Più giù del solito.. - 
I due tornarono a guardare nel loro piatto.
- Se te lo dicessi mamma.. non ci crederesti mai.. - La guardai con occhi vuoti. 
Mia madre mi diede l'impressione che si fosse irritata o addirittura schifata del mio sguardo. Come darle torto? Mi facevo schifo anch'io dopotutto.
- Amore.. sai che con la mamma puoi parlare di qualsiasi cosa.. vero? - 
- Tzè.. come quella volta.. quando non mi hai creduto.. quando sono iniziati i miei problemi.. - 

- Mamma! Mamma! Ho visto un mostro! - 
- Ahahahahah - 

- Ma tesoro.. non dire così.. Io.. - Fece per toccarmi ma io mi scansai in tempo.
- Basta! Non sono più una bambina! Basta! - Scappai fuori casa per attendere l'autobus. Avevo pensato di chiedere a mia madre se quel giorno avrei potuto starmene a 
casa.. ma sinceramente era meglio la scuola! Era meglio lui che i miei genitori.. Perché anche se non sembrava mi sentivo viva con lui nei dintorni, mi sentivo diversa, speciale per qualcuno.



- Corso di .. Arte.. Non riesco a capire perché mia madre mi abbia iscritto proprio qua.. Io faccio schifo in disegno, accidenti! - 
- Non prenderla come una tragedia.. è bello disegnare invece! - constatò Amy.
- Tu dici?.. Mah.. - 
- Pff.. a te non piace mai nulla! - 
- Sarà.. ma avrei preferito rugby a 'sto punto.. tutto l'odio che ho dentro potevo sfogarlo almeno.. - 
- Solita esagerata! - 
- Oggi potrete fare un disegno a vostra scelta. Avete un quarto d'ora. Buon lavoro -  Ecco l'insegnante che dava le istruzioni per il compito di oggi. Amy, appena la prof
 aveva finito di parlare, aveva già iniziato a disegnare. Mi venne in mente di disegnare il mio amico bianco. Non so perchè, ma più che spaventata ora ne ero attratta, 
quella strana cosa bianca mi incuriosiva sempre più. Lo disegnai, quindi, in primo piano con lo sfondo di un parco giochi perchè si diceva colpisse nelle zone
 maggiormente frequentate da bambini. Utilizzai solo tonalità di grigio quindi potevo fare il tutto in matita. Amy finì prima di me, mostró il disegno all'insegnante tutta 
contenta, si guadagnó una B+, aveva realizzato un bel vestito da abbinare con una acconciatura con chignon e diadema, adatto ad una festa insomma.
 Mi alzai anche io imbarazzata, sembrava di essere ancora alle elementari a mostrare disegni idioti alla maestra, era per questo che non sopportavo Arte. 
La prof rimase soddisfatta del mio lavoro, le piaceva l'originalità dell'opera, del.. mostro. Gli feci notare che era un mostro che nel web già esisteva (e non solo nel web..) 
cosi invece della A- che mi sarei potuta guadagnare mi mise una misera C.
- Ellie, Ellie. La tua sincerità te l'ha messa in quel posto - era Amy.
- Si, dovevo starmene zitta. Peró avrebbe potuto controllare sul web se esisteva o meno e il giorno dopo mi avrebbe messo una F. - 
- Questo è vero ma ti pare che a lei freghi qualcosa di cercare sul web?.. -
In effetti l'insegnante odiava il computer, preferiva fare le cose a mano. E disprezzava tantissimo paint e photoshop. Diceva sempre "Una foto è bella cosi com'e', perchè modificarla?" E ancora "Non vedo perchè i bambini debbano disegnare su paint quando ci sono i fogli di carta fatti apposta per quello." 


Suonó la campanella. Ora di Musica.
Mi sedetti vicino ad un ragazzo di nome Ryan, era carino e mi faceva il filo dal primo anno, non sapendo se gli piacessi ancora lo evitavo e ci parlavamo poco. 
Lui mi salutó con il suo sorriso sgarciante. Del tipo lui sorride e i denti gli brillano. Il solito narciso. Anche per questo lo evitavo. 
- Ciao Elizabeth - mi fece. 
- Ciao Ryan, ti pregherei di non chiamarmi col nome di nascita, accetto Ellie - 
- Ah va bene Ellie -
Dopo un pó durante la lezione continuava a farmi dei cuori, io feci finta di niente poi sul quaderno scrisse "My darling Ellie" con tanto di cuore accanto. 
Lo cancellai col bianchetto. Ryan adesso mi aveva veramente stufato. Era un donnaiolo, si diceva che ogni notte stava con una diversa. 
Quindi potete immaginare quale fosse l'unica cosa che volesse da me.
- Suoni con me? - eravamo nella lezione di Musica quindi per altri poteva risultare una domanda del tutto innocua dato che nelle lezioni ognuno portava uno strumento e 
suonavamo dei brani. Io avevo il clarinetto e lui la chitarra. 
Non gli risposi. Lui continuó.
- Oh andiamo.. Lo so che adori suonare il flauto... - 
- Io suono il clarinetto, tesoro, che guarda caso è bello lungo. Non il tuo piccolo flauto dolce. -
- Tsk.. Pompina..d'oh! - gli diedi un calcio sulla gamba.
Era sempre il solito. Quando mi presero nel gruppo di clarinetti lo trovavo interessante, ma quando conobbi Ryan avevo il terrore facesse battute a doppio senso sul mio
povero.. hmm.. strumento.. musicale.

Finalmente era finita la lezione, intervallo. Potevo andare in bagno per parlare con "mister faccia di marmo" quando mi sentii una mano appoggiata sulla mia schiena. 
Era Amy. 
- Vieni con noi? Andiamo in giardino a fare merenda. - Con lei c'erano Catherine e Alice.
- No, scusa, devo andare un attimo in bagno. Vi raggiungo dopo."
Corsi in fretta e furia, da dietro Amy che urlava - Oook - 
Arrivata in bagno, era tutto affollato, ragazze chiuse nei bagni, altre che si truccavano, altre che facevano foto e dicevano: - Questa è bella! La mettiamo su Facebook. - 
Che palle. Dovevo aspettarmelo che le ragazze all'intervallo stavano nei bagni. 
Rassegnata uscii dal bagno e andai in giardino. Mi ero ripromessa di ritornarvi appena finite le lezioni. 
Divertita con le amiche, la campanella suonó. Avevo.. biologia, cazzo. 

Passata mezz'ora chiesi alla Signorina Stickens di andare nuovamente al gabinetto.
 Con mia grande sorpresa non mi sgridó e mi permise di andare. Arrivata al bagno, mi misi davanti al  rubinetto del giorno prima. 
Respirai a fatica, alzai lo sguardo, sullo specchio non c'era nessuno. 
Cosi mi voltai ed eccolo lì. Respirai a fatica, le gambe stavano cedendo. Mi fissava, come se sapesse che avrei voluto sfogarmi con lui, aspettava la mia risposta. 
Con le mani mi reggevo ai bordi del lavandino. Mi feci coraggio, volevo dirgli che per colpa sua non vivevo più come prima, che da quella notte mi sentivo diversa, 
se ora non riuscivo a cercare la felicità nelle piccole cose era colpa sua.
 Ma tutto quello che riuscii a dire fu: - Pe-per colpa tua.. Io.. - cominciai a piangere. 
Abbassai lo sguardo, respirai per poi rialzarlo per continuare il discorso ma lui non c'era più. Avevo sprecato un occasione... 
"Quell'idiota vuole solo prendermi in giro."
Rassegnata tornai in classe.


Finita la scuola Amy mi invitó a uscire con lei, decidemmo per le tre. Con noi sarebbero venute anche Catherine e Alice. Tornata da scuola mi distesi sul letto. 
Cercai in tasca dove fosse il cellulare.
- Dove l'ho messo? Ah eccolo.. - quando lo presi accanto al cellulare c'era anche un foglietto di carta stroppicciato, lo aprii piano.. C'era... Lui! Disegnato. 
Non era il mio disegno, era un piccolo omino dal volto bianco con lo smoking che non poteva che ricordare lui. Lo aprii ancora un pó, c'erano delle scritte. 
Non volevo leggerle. Così richiusi il foglio e me lo rimisi in tasca. Toc, toc. Era mia madre: - Posso entrare? -
- Si mamma vieni pure. -
Parlammo per un pó, mi chiese come era andata a scuola. Gli parlai della C che avevo preso, ovviamente della F non lo seppe mai. 
- Ellie, piccola mia..  Se hai bisogno di qualcosa, sappi che io ci sono sempre per te - mi sorrise, ma che gli era preso? - Lo so mamma, grazie - ci abbracciammo. 

Arrivò l'ora, come promesso mi recai alla piazza dove, con le mie amiche, avevo stabilito l'incontro. Appena Amy mi vide venne ad abbracciarmi.
- Ehiiiiii - 
Anche le altre fecero lo stesso.
- Ciao ragazze - dissi.
Amy aveva pianificato tutto: shopping era il primo punto della sua lista. 
- Ragazze, oggi avevo intenzione di fare qualcosa di diverso da solito.. ma per smuoverci un po' prima shopping! -  
Amy e Cathe erano estasiate, io e Alice per nulla.
Che cosa avremmo fatto di diverso?

 Entrammo in un centro commerciale. Rimasi con la bocca aperta, era alto quattro piani, quattro piani belli pieni che erano collegati da un scala mobile lunghissima. 
Nel primo piano c'erano solo negozi per bambini. Passammo al secondo.
La scala mobile era stupenda e mi divertivo a vedere le persone da cosi in alto che manmano diventavano tanti puntini neri. Al secondo piano c'erano per lo più negozi
 di videogiochi, io, Amy e Cathe eravamo già dentro a uno di essi appena salimmo con la scala mobile. Amy prese un videogioco per Wii che consisteva nel premere 
la nota giusta al momento giusto impugnando il telecomando Wii come una chitarra elettrica. Cathe notó invece un videogioco che portava il suo nome. 
- Oh questo si chiama come me! - Io e Amy la raggiungemmo. Indicava un videogioco per Play Station 2 di nome "Catherine",lo conobbi subito.
- Oh si, io ci ho giocato, è un po' horror, non credo proprio ti possa piacere. - le dissi. 
- Vabbè, me lo compro - 
- Ma guarda che è difficile da.. - mi interruppe.
- Non posso prendere quello che voglio?! - 
- Si.. Peró.. - lei mi fissó contrariata - Vabbè se poi non ci sai giocare non chiedermi aiuto - 
- Non c'è ne sarà bisogno -  Vabbè, evitai di rispondere, tanto sapevo che mi avrebbe chiesto aiuto per il gioco e magari anche scusa. 
Mi guardai anch'io attorno, ne trovai uno per il PC.
"Slender The Arrival" si chiamava. Non potevo crederci.. in effetti sapevo che di Slenderman se ne parlasse molto in web.. ma addirittura un videogioco...
Avrei voluto comprarlo, come già detto la figura dello Slender mi attirava ma preferii lasciar perdere.
Come me ne andai, mi voltai un secondo per ammirare di nuovo il gioco.
Ed ecco che.. vidi la custodia aprirsi, lo Slender uscire direttamente da lì.
- Ma... - feci, non era possibile! Non qui! - E' sicuramente una soggezione... - Cercai di convincermene mentre mi saliva la nausea. 
Ad un tratto ebbi un mal di testa fortissimo che non mi permise di reggermi in piedi e caddi. 
- Elizabeth... - Cos'era quella voce?! Possibile che abbia parlato.. lui?! Lo Slender era davanti a me..
- Va-vattene via! Sparisci, accidenti! - 
- "Ma come.. Non volevi forse parlarmi..?"
- Non.. non ora! Ti prego, vattene! - Indietreggiai con le gambe appoggiate al pavimento. 
Immaginatevi un uomo alto due metri guardare una povera ragazzina distesa a terra. 
- Vatteneeeee! - urlai.
Di quel che accadde dopo, purtroppo, non lo ricordai mai.


- Ellie.. tutto bene?! - era Amy dietro di me. 
- Do.. dove sono? - 
- Nel bagno del McDonald's.. era l'unico bagno più vicino. -
- Ah.. capisco. Ma dove sono stata appoggiata?.. - 
- Ehm.. - guardò le altre.
- Cosa?! Mi avete lasciato sul cesso!? Cristo che schifo! - 
- Dai su, mangiamo qualcosa, ti va? - 
- Ok.. - 

Uscite dal centro commerciale Amy finalmente rivelò quali furono le sue intenzioni fin dall'inizio.
- Vi ricordate che vi ho detto che oggi avremmo fatto qualcosa di diverso.. Ecco, ho pensato di andare a fare un giro.. nel bosco più vicino! - 
Le altre rimasero allibite. Io ricevetti una breve scossa in testa, come se delle onde sonore mi avessero perforato il cranio. 
Un tizio di mia conoscenza probabilmente era d'accordo con Amy.
Ma allora.. ci stava spiando? 
Mi guardai attorno, come potevo vederlo tra la folla..?
- Ma cosa andiamo a fare? - fu Alice a parlare. 
- Io amo i boschi! Ellie oggi ha disegnato un mostro nell'ora di Arte.. così mi è venuta voglia! Sarebbe ancora piú figo se ci andassimo di notte. - 
Catherine trattenne un piccolo urlo, Amy se ne accorse.
- Ok magari di notte no.. - fece - Ma ora si. Sono solo le cinque! È pieno giorno ancora. - 
 Rimanemmo tutte perplesse a fissarci.. Solo Amy sembrava veramente convinta dell'idea. 
- Non credo sia una buona idea... -  Sbottai io 
- Quante storieee! - Amy poi guardò verso le altre - Allora siamo d'accordo!.. - 
''Ma perché?''

Così aspettammo l'autobus che ci avrebbe portato a una stazione radio affacciata alla foresta.
Una volta arrivato, mentre salivamo, Cathe cambiò espressione, non sembrava più tanto convinta della scelta presa precedentemente. 
- Tra poco è buio... - bisbigliò. Ci sedemmo, io accanto a lei. Ero l'unica che si era accorta della sua incertezza e paura... Cosi le dissi: - Tutto bene, Cathe? - 
- Sii.. - sembrava non riuscisse più a respirare, aveva gli occhi paralizzati verso il basso. Era visibilmente inorridita e stranamente pallida.
- A me non sembra.. - feci io.
- Ti dico che sto bene! - 
- Ok.. - 
Arrivammo davanti alla stazione radio. 
- Siamo venuti fin qui per.. Questo? - fece Alice - E il bosco? Dov'è il bosco? - 
- Signoreee, voltateviii... ORA! - Amy sembrava veramente entusiasta così la ascoltammo e ci girammo. Rimanemmo meravigliate. 
Mentre Cathe era stesa lì per terra.. Di fianco a noi..
- Hai visto Ca.. Oh cazzo, è svenuta!! - quasi lo dissi urlando.
- Tsk, è più fifona di te Ellie, e ce ne vuole hahahaha. Lasciala lì e andiamo noi - scherzò di cattivo gusto Amy.
- Senti - ora il suo atteggiamento mi aveva stufato - Cathe se l'è fatta sotto! E apparte te e Alice non mi pare che noi altre avessimo tanta voglia di andare nel bosco... - 
- Dici cosi solo perchè hai paura di vedere.. Lui?! - Amy mi aveva lasciato di stucco. Solo a lei avevo rivelato di aver visto "tutto scheletro niente faccia" da piccola. 
Meno male che ancora non gli avevo detto di averlo visto anche a scuola recentemente, esattamente la mattina stessa in bagno. 
- Amy.. Per favore, non fare la stupida.. - 
- Ahahahahahah ma tu pensi sul serio che ti creda? .. Secondo me son tutte palle per stare al centro dell'attenzione, vorresti essere ''speciale per qualcuno'' 
ma non lo sei! Quindi smettila di raccontare troiate solo per farti notare! Sei una ''normalissima'' ragazza come tutte noi.. Quindi non darti arie! - 
- Magari fossi davvero come voi.. - bisbigliai. Lei non sapeva che era tutto vero. Volevo veramente vivere una vita come la loro... 
- Sei patetica! Andiamo Alice! - 
La seguì.

Poco dopo Catherine si riprese.. 
- Ahia la testa.. dove sono? - 
- Distesa su una panchina, ti ci ho messo io.. Ahah, sai eri svenuta.. - 
- Hahaha.. Prima te, poi io.. Che ci è preso? Hahaha.. - 
- Già vero! Hahaha - E stranamente anche per motivi molto simili.
- Scusa per prima. - 
- Non devi dirmi nulla, so che avevi paura.. - Da felice che ero, divenni rabbuiata. 
- Piuttosto.. Amy e le altre sono andate nel bosco, io.. No.. - 
- Avevi paura? - 
- No.. Ehm.. Si.. - 
Ridemmo assieme. 
- Scusa di nuovo per.. quell'altra cosa..  -  Continuó lei.
- Mh? - 
- Per il videogioco, non voglio litigare con te per una sciocchezza simile. - 
- Oh ma non ti preoccupare, non ci stavo già più pensando. - 
Già! Peccato che mi rivenne in mente il gioco di Slender e mi sentii male di nuovo.
- Ellie, tutto apposto? .. - 
- Sì, sì, scusami.. - 
Aspettammo l'autobus e tornammo a casa.

Verso le 11 di sera, io ero già a letto ma non dormivo ancora e sentii mia madre parlare al telefono..
- Come? Amy?...  No, non è a casa nostra, perchè?... Come sparita?! Non è più tornata a casa?! Oddio... Chiama la polizia, io faró lo stesso. - 
Avevo giá capito tutto.
Slenderman l'aveva presa.
Cosi mi ritornó in mente quel bigliettino. Lo cercai nella maglia e lo aprii. C'era scritto: "Woods". Girai il foglio.. C'era scritto altro:"HELP ME!!!!" Il biglietto parlava chiaro, mi aveva letto nel pensiero. Salvare Amy era già nei miei piani e il fogliettino mi stava provocando. Voleva mandarmi in quel bosco. Lui voleva mandarmi in quel bosco. Avremmo potuto finire il nostro discorso.. esattamente dove l'avevamo lasciato. Probabilmente lo sapeva già... 
Ed io avrei accettato il suo invito.. con molto piacere. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Lo Strano Caso di Elizabeth Storm


Chapter 3

Mi misi una felpa blu, pantaloni a cavallo grigi e vans blu. 
Poi mi guardai allo specchio, feci un respiro profondo ed indossai il cappellino a puffo nero. Presi anche un piccolo zaino nero dove misi una torcia e.. un coltello da cucina!
Ero certa potesse servire. Slender, di sicuro, non si sarebbe dimostrato servizievole e loquace.
Uscii di casa. Mentre mia madre parlava con la polizia al telefono, cercai di aprire lentamente la porta poi la richiusi dietro di me ma fece un forte rumore. 
Sentivo i passi di mia madre andare verso la porta. Se non mi nascondevo avrebbe chiesto spiegazioni e mi sarei cacciata in un mare di guai. 
Così, tutta in ansia manco fossi in un horror, mi nascosi nel cespuglio dietro il muro dove si affacciava la porta. 
Rimasi in silenzio, poi sentii sbattere la porta. Mi affacciai fuori, non c'era nessuno. Evidentemente mia madre aveva dato un'occhiata fuori per vedere chi ci fosse, non trovando nessuno era rientrata. 
Sentii freddo, mi ero scordata la giacca! Così provai ad entrare dalla finestra che, fortunatamente, trovai aperta. Presi la prima giacca che trovai, lunga e verde, poi uscii di nuovo passando dalla finestra. Corsi verso la fermata dell'autobus.

Una volta arrivata a destinazione ero davanti alla stazione radio, sospirai profondamente e mi voltai. Eccolo lì, davanti a me, l'immenso bosco nero e terrificante. 
Vidi un lampo seguito dal suono di un fulmine ed ebbi ancora più paura. Ma dovevo farlo, per Amy. Era stata presa da Slenderman in quel bosco.
E molto probabilmente con lei c'era anche Alice. Fortuna che Catherine era rimasta a casa.
Così mi incamminai, una volta entrata nel bosco, presi la torcia e la accesi. Avevo paura. Mi tremavano le gambe e sentivo la nausea. 
In quelle condizioni non ero per nulla sicura di poter affrontare Slenderman. 
Continuai a camminare poi sentii frusciare tra gli alberi. Ora me la stavo facendo davvero sotto. Chiedere "c'è nessuno?" non sarebbe servito, è ovvio che il nemico non ti risponderebbe " Si, sono qui, vieni che sto prendendo un thè?". 
E allora continuai a camminare con la torcia puntata verso il cespuglio che pareva muoversi! Continuava a dimenarsi cosi mi avvicinai con cautela con il sudore in fronte.
Ero nauseata. 
All'improvviso qualcuno uscì velocemente dal cespuglio e corse... verso di me!! Urlai e feci dietro-front correndo come una pazza,  "Non posso tornare a casa senza Amy, non posso!"
Così deviai e mi buttai in un cespuglio, con la torcia illuminavo l'interno dello zaino, con l'altra mano rovistavo per cercare il coltello da cucina. 
I passi, intanto, si facevano sempre più intensi, erano più veloci, chiunque fosse si stava avvicinando! 
Riuscii a prendere il coltello ma quando mi voltai il tipo era già davanti a me! Urlai e svenni...

Quando mi risvegliai mi trovavo distesa su un tronco, mi alzai, mi pulii i vestiti. Purtroppo era ancora buio. Mi voltai verso destra, 
seduto accanto a me c'era una persona, urlai di nuovo. Lui continuava a tenere la testa china.. Lo guardai meglio. No, non era possibile! 
- Tu.. Tu sei.. - balbettai.
- Già, proprio io.. Il ragazzo della segreteria. Sorpresa? -
- Mo-molto.. - 
- Che ci fai qui? - 
- Ti rigiro la domanda. - 
- Senti.. - sospirò -  Io.. Io vengo molto spesso qui la notte... -
- A fare?.. Voglio dire..questo posto è da brivido e tu ci vieni come se niente fosse?! -
- ... Vedo che anche tu fai lo stesso.. - 
- Beh, la mia situazione è un tantino diversa.. sono qui per uno scopo. E non me ne andrò fin quando non l'avrò portato a termine... - Mi guardai le mani imbarazzata.
- Comunque.. Prima ti ho visto svenire.. Sembravi la bella addormentata nel bosco...  - Si accorse della coincidenza della battuta e rise - Quindi.. il tuo principe potrei essere io... - 
- Già, la bella addormentata è già sveglia, mi dispiace per te! E non ha intenzione di starsene nel bosco... ciao. - Mi voltai per andarmene.
- Eri davvero bella mentre dormivi... - 
Mi voltai per guardarlo stupefatta. Dopo un po' giocai con le dita arrossita. - Gra.. grazie.. - 
Lui sorrise.  - Sai, sono rare le ragazze che sanno ancora arrossire.. -
- Già, l'hanno detto anche a me.. Comunque io sono qui perchè.. No vabbè niente..devo andare. - 
- Ehi aspetta! - mi fermai - Per caso .. Hmmm .. C'entra con..ehm..una tua amica è stata presa da.. da lui? -
Sobbalzai, sapeva di Slenderman? Poi mi ricordai che in segreteria era scomparso in un secondo, c'entrava qualcosa con il paranormale! 
Era troppo misterioso e non alzava mai lo sguardo. Non sapevo com'era in volto nonostante fosse la seconda volta che ci parlavo. 
- Sì.. - gli risposi guardandolo di sbieco. 
- Se vuoi..ti posso aiutare.. - 
Feci per dire "no, me la sbrigo da sola." Ma poi capii che forse era il momento giusto per rivelarsi a me.
- Va bene ma.. Devo vedere il volto.. Non puoi certo aiutarmi tenendo la testa china tutto il tempo, ti pare? - 
- Lo so.. - 
- Che vuoi dire con "lo so"?! Allora fatti vedere no?! - mi voltai...
Urlai, poi indietreggiai.  - Stai lontano da me!!! Non ti avvicinare!!! - 
Lui si avvicinava con cautela tenendo le mani all'altezza del petto. 
- Mi dispiace Ellie, non volevo mi vedessi mai, ma se vuoi che ti aiuti devi accettare il.. Il mio aspetto. - 
Respirai a fatica. 
- Come fai a sapere il mio nome?! E ti prendi tutte ste confidenze chiamandomi Ellie?! Per te sono Elizabeth. - Scandii bene le sillabe.
- Ok.. Però ora calmati. - 
- Ti ho detto di non avvicinarti! Non ti avvicinare cazzoooo! - 
Invece lo fece, sempre più velocemente fino a ritrovarsi ad un passo da me... 

Ero terrorizzata, mi sentivo sul punto di svenire, sapevo che era..innocuo..scappare non sarebbe servito, mi avrebbe raggiunto come aveva già fatto. 
Si allontanò.
- Senti mi dispiace! Non sono il ragazzo figo che volevi.. Sono.. Sono un mostro, mi dispiace..è solo che.. Io volevo aiutarti e invece ho solo peggiorato la situazione... -
- Già, l'hai fatto.. Ma il tuo aiuto mi serve percui.. Accetterò il tuo aspetto. - 
- Sul serio? - Mi guardò sorpreso. - Oh grazie Ellie.. - venne per abbracciarmi. 
Lo fermai in tempo.. - Però non devi farmi scherzi... e per te sono Elizabeth. - 
- D'accordo.. Comunque mi chiamo Jeff, Jeff the Killer mi chiamano. - 
- Sì, avevo immaginato fossi lui... Cioè tu... Cioè.. Hai capito. - Rise 
- Ma come fai a saperlo? - 
- Sei famoso in web.. So anche la tua storia, ti facevo cattivo però..  - 
- Oh andiamo! La storia sul web solo in parte è vera. Dopotutto l'hanno transformata in un horror ma qui siamo nella realtà ed io non sono un assassino. - 
- Ok.. - ancora non ci credevo, avevo Jeff davanti! Il famoso Jeff! Avevo paura di trovarmelo davanti da quando lessi la sua storia sul web..ed ora eccolo qui.. 
- Posso capire che tu sia ancora spaventata ma.. Ora devi calmarti e farti aiutare altrimenti la tua amica se ne va a farsi benedire. Hai capito? - 
- Sì.. Hai ragione.. - 

Ci inoltrammo sempre più nel bosco. 
Intanto lo fissavo, aveva capelli neri lunghi fino alle spalle, il viso bianco, completamente bianco, con due occhi grandi, le piccole pupille potevano saltare subito all'occhio, contornati di nero come se avesse messo tre quintali di mascara. Alla fine non era tanto brutto se non fosse per le labbra rigate ai lati di rosso. 
In sostanza, nel complesso, sembrava la brutta copia di Joker. 
Lui si voltò verso di me. Io abbassai lo sguardo, rabbrividendo ed arrossendo all'unisono.
- Perchè mi guardi così? - sorrise -  Alla fine riconosci che non sono niente male, vero? Ahaha - mi diede una gomitata amichevole. Ma io non ci trovavo proprio niente di amichevole in lui.  
- Hai proprio poco da vantarti, guarda! - 
- Oh Ellie.. Volevo solo sdrammatizzare - 
- Ti ho già detto che mi devi chiamare Elizabeth. E il solo motivo per cui parlo con te è per trovare la mia amica! - 
Accellerai il passo senza voltarmi. Forse avevo esagerato ma.. non lo conoscevo nemmeno! Ed avere confidenza con lui non mi faceva certo sentire meglio anche se sembrava il suo obiettivo. 
Continuammo, comunque, a camminare, ad un certo punto mi fece:  - Hai sentito? - 
- No, cosa? - 
- Deve esserci qualcuno tra i cespugli... - 
- Sei sicuro? Io non ho sentito proprio niente. - 
- Se hai paura...aggrappati a me, ok? - 
- Ti piacerebbe.. - 
- Bè, magari un po' si.. - 
- Come scusa?! - 
- No..niente.. - si grattò la nuca.
Sentii un rumore tra i cespugli..mi salì l'ansia.
- Vado a controllare, tu resta qui, ok? - 
- No..io ho paura.. - 
- Scema.. ci sono io, stai tranquilla.. - mi sorrise.
- E' proprio perchè ci sei tu che non sono tranquilla! - il suo sorriso si spense, ok, ora stavo davvero esagerando.
- Dai scusami...è solo che ho molta paura. -
- Non ti preoccupare. - 
Si incamminò verso il cespuglio, io mi rannicchiai sotto un albero.
Dopo un po' ebbi una sensazione di nausea incredibile, cominciai a vedere doppio per poi vedere scuro, come se non bastasse il buio del bosco. 
Mi alzai, probabilmente quell'essere si stava avvicinando..sentivo la sua presenza. Cercai, quindi, di avvertire Jeff. 
- Jeff.. -
- Un attimo solo.. - 
- Jeff...! - 
- Un attimo! Sto controllando nel cespuglio. - 
- Jeff ascoltami, lui.. -
- Oh guarda, uno scoiattolino! - si voltò verso di me.
- Jeff! È dietro di te! -
Lui si voltò, Slenderman, nascosto tra gli alberi, si rivelò a noi. Urlai. Ma questo aveva solo peggiorato la situazione perché dalle sue spalle partirono diversi tentacoli che velocemente mi raggiunsero, non so come, riuscii a scansarli.
Jeff mi raggiunse e mi prese per mano: - Corri!! - 
Corremmo. Sentivamo la sua presenza, lui era dietro di noi! Ci seguiva! Mi voltai un secondo... Era davvero così! Ci stava inseguendo! Utilizzando i tentacoli come zampe di ragno per muoversi, lievitava. Faceva ancora più... Terrore.
Continuammo a correre, poi una volta seminato, o almeno così credevamo, ci infilammo in un cespuglio. Prese il suo coltello, non era sporco di sangue come dicevano sul web ma anzi era addirittura più lucente del mio che non l'avevo manco usato.
- Che cosa credi di fare? - cominciai.
- Ucciderlo, no? - 
- Ahahahah, non ce la faresti. -
- ...Hai un idea migliore? - 
- No..ma..di sicuro morirai se tenti di ucciderlo con un banale coltello da cucina. - 
- Vuoi provare? - me lo puntò contro.
- È banale su Slendy, non su di me! - 
- Sle.. AHAHAHAHAHAHA.. - 
- Shhh idiota! Vuoi farci scoprire?! - 
- Ahahahahahahahahaha "Slendy" lo chiami, meno male che ero io che non dovevo prendermi confidenze e tu chiami Slendy uno che vuole ucciderci ahahahahahah...      Ok, non faceva ridere. - 
- Decisamente no! .... Secondo me dovremmo farci prendere. - 
Jeff alzó gli occhi stupito: - Cosa?! - 
- Ciccio, vai tranquillo che hai capito! In questo modo potrebbe portarci dalla mia amica! - 
- L'avrà già mangiata.. - 
- Co-cosa?! Non è detto comunque, e poi se pensi che sia già morta perchè vuoi aiutarmi?- 
- Volevo solo farti un favore. - 
- Ma da quanto ho capito per te è una causa persa. Perció sparisci, me la sbrigo da sola. -
Feci per alzarmi ma lui mi trattenne dal polso.
- Non voglio che giri per il bosco da sola a quest'ora della notte con lui intorno, per giunta! - 
Aveva di nuovo fatto la voce sexy e premurosa, così senza volerlo arrossii, fortunatamente, essendo buio Jeff non se ne accorse.. Credo.
Ci alzammo per inoltrarci nuovamente nel bosco, Jeff camminava davanti a me e sembrava sorridere. Ok, se n'era accorto. 
Feci finta di niente...
- Senti - cominciai - E' vero che hai... Ucciso... - 
- Non ho ucciso proprio nessuno! ... - Eppure non mi convinceva. 
- Quindi... La tua famiglia è viva? - 
- Sì... Dopo aver preso questo aspetto sono scappato di casa perchè facevo paura persino ai miei... E a mio fratello. Cosi cominciai a vivere nei boschi, tentando di stare alla larga da Slenderman. -
- E come sapevi che... Voglio dire, sapevi di me. - 
- Mi piace seguire le vittime dello Slenderman, alcune le ho salvate e loro in cambio... Bè, in base al tipo di vittima mi davano qualcosa, invece se mi stavano antipatiche non li aiutavo. - 
- Che intendi per "in base al tipo di vittima"? - 
- Se erano ragazzi mi facevo pagare, se erano ragazze... Bè penso tu abbia capito. -
Mi guardò con sorriso convinto.
- Porco! - 
- Ahahaha solo qualche bacietto, sono stato ragazzo anche io dopotutto... - 
- Perché scusa, ora non lo sei più? - 
- Curioso che tu mi creda ancora un ragazzo dopo avermi visto in volto.. - 
- Beh.. Anche se fai schifo, sei pur sempre un ragazzo... - Con lui mi sentivo in dovere di non avere peli sulla lingua.
- Ehm.. suppongo di doverti ringraziare.. Sì, diciamo che lo prendo per un complimento! - 
- Figurati! - Risposi ironicamente. - ... E quindi ti aspetti che anche io ti debba dare "qualche bacietto" ? - 
- Se vuoi... Da te non voglio essere pagato in alcun modo. - 
- Ah.. Strano.. e perché? - 
- Perché tu.. - 
Sentimmo qualcosa dai cespugli.
- É lui. - fece Jeff. Ci girammo ed eccolo lì.
- Facciamoci prendere. - 
- Ok.. - Jeff sembrava poco convinto ma non avevamo altra scelta.
Così Slenderman ci prese dal ventre con i tentacoli correndo veloce su di essi e ci portò via. Finalmente sarei entrata nel covo dove, probabilmente, teneva tutte le sue vittime. 


Durante il lungo tragitto dove venivo sballottata a destra e manca assieme a Jeff, lo vidi guardarmi male come se volesse dirmi "Hai sbagliato, non doveva finire così."
Ma non potevamo batterlo in alcun modo, ci avrebbe rincorso all'infinito e sicuramente ci avrebbe preso, prima o poi.
Non potevamo nemmeno abbandonare il bosco perché dovevo recuperare Amy.
Dopo un po' lo Slenderman si fermò di colpo e ci lanciò in mezzo ad una piazzetta d'erba contornata da alberi. Ci illuminava il viso la luce della Luna.
Avevo paura, quindi abbracciai Jeff.
Dello Slenderman si vedevano solo le gambe fino ai piedi. Il resto del suo corpo era al buio. Ma piano piano fece dei passi verso di noi e lentamente potei scorgere il ventre, il petto, le braccia, il collo... ed infine il viso. Quel fottuto viso!
Anche se non era come l'ultima volta che l'avevo visto. Non aveva più un enorme sorriso.
Era completamente bianco.
Non mi spaventava più. Quindi retratti le braccia da Jeff e mi alzai lentamente.
Lui era fermo a fissarci. Ricordai quello che dicevano sul web: "Don't look it..or it takes you."
Ma ormai ci aveva già preso...
Si dicevano tante cose dello Slenderman quante di Jeff. Eppure Jeff era mio alleato e lo Slenderman non mi aveva ancora divorato.
Jeff non faceva nulla. Lo fissava.
Feci per dire di non fissarlo perché probabilmente avrebbe attaccato ma quando fissai Slenderman notai che scrutava me. Ok, Jeff era fuori pericolo.
Slenderman ce l'aveva con me.
- Jeff..che facciamo? - chiesi.
Lui se ne stava immobile, in piedi, con la mano destra estrasse qualcosa dalla tasca sinistra. Sapevo benissimo che cosa!
- No Jeff, fermo!
Ma lui era già partito contro lo Slenderman ma quando fece per colpirlo lui gli prese il polso e glielo storpiò con forza. Jeff urlò di dolore, non potevo sopportare quella scena così urlai: - Mollalo! - 
Per poi pentirmene amaramente, quindi mi tappai la bocca. Ora Slenderman avrebbe fatto del male anche a me.
Mi fissò, trasalii. Poi mollò la presa e buttò Jeff accanto a me. Manco fosse un sacchetto della spazzatura.
Quindi mi chinai: - Jeff, tutto bene? - 
- Sì.. -
Sì un cazzo! Il polso era diventato nero, nero. E meno male che lui è bianchissimo. Ma presuntuoso com'è non ammetteva niente. Anche senza un braccio avrebbe risposto uguale. Lo conoscevo da qualche ora, eppure mi pareva di conoscerlo da sempre.
Mi alzai.
- Dov'è Amy? -
La Luna illuminò il punto in cui ci trovavamo e io vidi scorgere sugli alberi tanti corpi appesi per le braccia quasi come fossero crocifissi. Non erano alberi, erano muri.
Ed eravamo circondati da essi. Dunque ci trovavamo in una casupola senza tetto in mezzo al bosco con tanto di corpi in putrefazione appesi. Nulla di più bello!
Alcune catene però erano vuote con della polvere sul fondo, evidentemente quei corpi oramai erano già belli che andati.
Quello che sapevo con certezza era che tra questi non poteva esserci quello di Amy siccome era stata presa la notte stessa.
- Dimmi dove hai messo Amy.. Te ne prego. - sbottai inutilmente.
Avevo paura che si avvicinasse a me ma non lo fece, per il momento.
Jeff era immobile, mi prese per mano, io gliela strinsi. Avevo paura di non fare ritorno a casa.
Slenderman non rispose. Ero infuriata adesso.
- Senti! Non puoi prendere Amy e pensare di... - Scomparve. 

Per poi riapparire davanti a me, troppo vicino ma allo stesso tempo troppo lontano perchè era talmente alto che addirittura da quell'altezza avevo l'impressione che non mi avrebbe nemmeno sentito.
Urlai. Volevo scappare via ma avevo le gambe paralizzate.
Sul suo viso vidi le sue guancie manmano allargarsi formando un enorme sorriso dove usciva un marea di sangue, mi sentii svenire ma mi feci forza, la mia amica prima di tutto!
Vidi quell'enorme sorriso, sfocato ormai davanti ai miei occhi dolenti che non sopportavano quell'abominio. Mi ricordò il sorriso di dieci anni fa, quel sorriso che, da quel giorno, non mi faceva dormire. Quel sorriso che volevo dimenticare.
Ed ora eccolo lì!
Allungò il dito, come quella volta in cui ero scappata via. Ma ora non mi sentivo le gambe. Chiusi gli occhi oramai rassegnata. "Don't look it..or IT TAKES YOU."
Chi l'avrebbe mai detto? Quella frase inutile, deprimente, noiosa che faceva il giro del Web ora sembrava essere indirizzata a me. 
Mi ha preso.


- Hai davvero un viso delicato. -  Aprii gli occhi, ma che-?! No, chi ha parlato?! Fermi tutti, chi-ha-parlato?!
Manmano le immagini davanti a me, divennero più nitide, mi guardai attorno. Ero ancora nel bosco, accanto a me Jeff e davanti a me l'essere.
- Volevi solo toccarmi il viso!? Ma porca troia! Tutto sto casino per questo!? Ditemi che è una candid che me torno a casa! - 
Mi guardarono allibiti. Pure con i mostri facevo le figure di merda, stupendo.
- Senti tu... - cominciai, ma in un istante portò il suo volto sul mio.
Oh cazzo! Ora sì che ero terrorizzata, me la stavo facendo sotto, avevo veramente paura e cosa peggiore, lui lo percepiva.
- Non aver paura.. Sono solo un mostro..
- Solo?! Già questo basta e avanza per avere paura di te. - 
- Gli umani temono ciò che è diverso da loro. Lo so bene.
Non lo facevo colto.
- Perspicace.. - 
Continuò: - Ma vedi, io in passato ero esattamente...come te.
- Ne dubito! - 
- Che vuoi dire? -fece Jeff.
- Dovresti saperlo meglio di me... - si allontanò da me, finalmente! Grazie a  Dio! -  Anche tu prima eri...hum.. normale, no?
Jeff abbassò lo sguardo e Slenderman continuò.
- Anche per me è così.. Ho un vago ricordo del mio passato ma so che era un passato normale. Dopotutto, tutti noi nasciamo "normali" Sono il tempo, l'ambiente, le persone che, talvolta, ci cambiano, no?
- L'hai presa da Tumblr sta frase, vero? - 
- Cosa?! Cos'è?
- Se eri umano anche tu, lo saprai. - 
- Bhè sai, non credo che tutti lo conoscano questo.. Tumblr.. e poi è da molto che ormai giro nei boschi con questo aspetto... - abbassò lo sguardo, forse triste forse no, non possedendo una faccia non si potrà mai sapere.
- Ti si legge in faccia che dici un sacco di balle!! - fece Jeff trattenendo poi una risata.
Mi portai una mano in fronte, stupidi doppi sensi.
- Lascialo perdere - feci - Vuole solo fare il simpatico... - poi lo guardai - con scarsi risultati oltretutto. 
- Voglio solo?! Io sono simpatico. - 
- Senti - feci allo Slenderman ignorando Jeff - Ora mi puoi dire dov'è Amy? - 
Non rispose.
- Te ne prego...  - Ho perso il conto delle volte che gliel'ho chiesto.
- Se te la ridarò.. Tu non verrai più a farmi visita.. Io volevo solo avere un pò di compagnia ma tu... Mi abbandonerai.
"Dunque era per quello che mi inseguiva sempre?!"
- Sì..
- Cosa!? - 
- Ho detto sì, ti inseguivo per quello.
Ma io non avevo detto nulla. 
"Vuoi vedere che è telepatico?!"
- Ancora sì..
"Sigh.."
- OK! La buffonata finisce qui!  - Ci interruppe Jeff.
- Ellie andiamocene.. - 
- No, voglio Amy salva! Devo convincere lo Slendy! - 
Jeff si girò a fissarmi.
- Che c'è? - feci.
- L'hai chiamato.. Da-davanti a lui poi.. - lo indicò. Oh Cristo!
Slenderman si limitò a tacere portandosi una mano all'altezza delle labbra.. 
"Si sta trattenendo dal ridere o cosa!? Oh andiamo... Non ha le labbra!"
- Non significa che non possa trovarti ridicola.
Divenni rossa.
- Beh comunque sia.. - Guardai verso il basso deglutendo. - Dimmi dov'è Amy!! - 
- Tornerai da me?
- Ma anche no! Prima mi trascini qua, mi spaventi tutto il tempo, non posso mai stare in pace e adesso mi chiedi anche questo?! Dopo che mi hai detto che ero anche ridicola. - 
- Mmm.. Gli umani amano ricevere attenzioni pertanto, se vuoi, ti chiederò scusa.
- Beh.. io sono diversa dagli altri umani..Non voglio le tue scuse! - 
- Ecco perchè ti trovo interessante...
- Perché non voglio le tue scuse? - 
- ... 

Ohhh, si riferiva al fatto dell'essere diversa dagli altri. 
"Dio, ma oggi tutte le figure le faccio io!"
- Coraggio.. - insistette - Non voglio stare da solo nei boschi...
- Ci dovevi pensare prima. - fece Jeff - Invece di farti quella orrenda faccia! - 
- Jeff - feci - Non mi pare tu sia messo meglio. - 
- Io almeno non mi lamento se ora sono solo! - 
Slenderman abbassò lo sguardo, che anche lui provi sentimenti? Wow.
- Pensala come vuoi  - fece poi - ma sappi che un giorno capirai che...
- E basta con ste frasi prese dai baci Perugina! - 
- Jeff!! - 
- Mi sono stancato di voi. Io me ne vado. - 
- Bravo, non avresti dovuto nemmeno accompagnarmi, sei stato inutile, ti sei solo lamentato finora! - 
Jeff si rattristò di colpo, oh mamma, l'avevo offeso sul serio?
- Mi dispiace - fece - Volevo aiutare...Ma sono stato solo inutile - Si voltò e corse via.
- Jeff aspetta - lo seguii ma vidi un tentacolo enorme nero sbarricarmi la strada.
- Non volevi Amy indietro?
In effetti ero venuta per lei. Jeff doveva attendere, volevo tanto seguirlo ma non potevo. 
Ora mi trovavo da sola, faccia a faccia con lo Slenderman per la resa dei conti.


- Slender.. te lo dirò un'ultima volta.. Voglio Amy! - 
- Slendy mi piaceva di più... comunque dovrai venire da me se la rivuoi..
- Io..non posso.. - 
- Allora no! Vattene! Non la rivedrai mai più.
- Cerca di comprendermi. - 
- Posso capire tu abbia una vita, hai da fare altro ma almeno una volta alla settimana, una volta al mese...
- Io odio il bosco, mi fa paura. - 
- Mi faccio trovare all'entrata se vuoi...
- Ma... - 
- Come ti ho già detto o accetti o la tua amica sarà mia, scegli: te o lei. In ogni caso non sarò più solo d'ora in poi...
- Ma perchè proprio me?! - 
- Come sei presuntuosa... Non c'è un motivo in particolare, voglio solo qualcuno che mi tenga compagnia, che non abbia paura del mio aspetto, mi sei capitata tu ora, ma anche un'altra mi andrebbe bene ugualmente...Non sei la prima adolescente mia vittima, sai?
- Allora trovane un'altra!.. - feci per andarmene. 
E lui aprì la bocca ferocemente, provocando uno stridio che avrebbe fatto sanguinare le orecchie a chiunque, sguainando i tentacoli. Mi fece rabbrividire. Quello era pure un suono?! Una cosa l'avevo capita però, MAI-FARLO-ARRABBIARE-MAI!
Mi prese da un braccio ringhiando - Ormai ho te! L'ultima ragazzina ora è adulta, e gli adulti non credono più ai..mostri..e se li vedessero..beh... non avrebbero più la stessa  espressione spaventata che ha invece un bambino.. i bambini.. loro non si spaventano, anzi mi seguono..  Per me i bambini sono molto interessanti...
- Ma io non sono una bambina. - 
- Lo dici tu...Per me hai il viso di una bambina. Mi diverti. Sapevo che una ragazzina sarebbe venuta per l'"amica" - lo disse con una punta di spirito -  mentre una donna adulta avrebbe preferito chiamare la polizia o fregarsene direttamente dell'amica, gli umani sono così prevedibili, è vero... ma i bambini ancora di più..e mi piace. Son creature così innocenti... - Sembrò avere un qualcosa di perverso quel suo discorso...
Ma erano comunque parole che mi colpirono profondamente e accettai di andarlo a trovare.
Mi sorrise, un sorriso di quelli sinceri, non faceva affatto paura. Si fece da parte andando ad appoggiarsi sul muro sinistro e così potei vedere le mie amiche distese per terra. Mi avvicinai ad Amy, era addormentata. Accanto a lei c'era pure Alice! 
- Sono solo svenute - fece lui.
Lo ringraziai, anche se dopo mi sembrò alquanto strano, ringraziare colui che mi aveva fatto prendere solo infarti fin dal nostro primo incontro.
Non riuscivo a smettere di pensare che volesse solo uccidermi aspettando il momento giusto.
Comunque cercai di svegliarle e, ad una ad una, si svegliarono.
Quando si ripresero per bene mi voltai ma Slenderman non c'era più, era stato gentile così sorrisi ancora una volta pensandoci.
Ma poi mi rattristai, sarei dovuta andare a fargli visita di tanto in tanto.. cosa impossibile! Ma non era comunque il momento di pensarci.
- Dove siamo? - disse Amy - Ellie?! Che ci fai qui? Non eri venuta nel bosco con noi. - 
"Tutti perspicaci oggi."
- Sì, ma non ritornavate più cosi sono venuta a cercarvi, vi ho trovate che dormivate ahah, tua madre è preoccupata per te...e sicuramente anche la tua, Alice. - 
Prendemmo l'autobus e finalmente tornammo a casa.
Arrivata, mia madre mi diede uno schiaffo. Ok, ci stava. Dopotutto ero fuggita di casa nel cuore della notte. L'importante era che ora le mie amiche stavano bene. 
Mi sentivo un eroina.
L'incubo però era appena cominciato...Ripensai alla richiesta dello Slenderman.
Nonostante tutto, con mio grande stupore, quella notte feci sogni tranquilli.





Bene! Sono arrivata al terzo capitolo! Sono contentissima di aver ricevuto delle recensioni. Grazie di cuore <3
Questo capitolo era un po' comico.. beh, a me piaceva così.. Spero sia comunque di vostro gradimento! Ditemi che ne pensate magari :3
Alla prossima! :*


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


 LO STRANO CASO DI ELIZABETH STORM


Capitolo 4


L'indomani mi avrebbe chiamata di Biologia la signorina Stickens ed ovviamente non sapevo nulla, ed ovviamente presi una F, ed ovviamente non lo dissi a mia madre.
Le giornate trascorrevano così: tra F, amiche e litigate con i miei. Sembrava davvero una vita tranquilla, finalmente, una vita come tutte le adolescenti, 
anche se scommetto che le altre vadano meglio a scuola.
Ma insomma, non ci si poteva lamentare...se non per il fatto che una mia vecchia fiamma si trasferì nella mia scuola.
Alchè cominciai a dare di matto...
''KATYYYYYYY!!''-urlai a squarciagola mentre correvo lungo il corridoio con la bidella che in sottofondo diceva ''non si corre!!''. Tra vari ''permesso'',
''pistaaa'' e gonne che si alzavano al mio passaggio manco fossi una Ferrari riuscii ad arrivare proprio davanti all'armadietto di Catherine che frugava dentro, glielo chiusi
 in faccia e la presi in disparte. Sembrerà strano il fatto che abbia cercato lei e non Amy con la quale mi confidavo di più ma dato che mi aveva dato della scema 
nel credere ai mostri decisi di chiudere con lei per un pò. Non potevo fidarmi più.
''Kate..''- avevo un ''leggero'' fiatone-''Sai Alex? Di cui ti avevo parlato?''
''Hhhhhhhhmmmmmm.....''
''Bè?..''
''Haaaammmmm...''
''Insomma?! Te lo ricordi o no?''
''Aspetta....hhhmmmm....No.''
Ma che cazz..
''Ma come no?! Quello con cui stavo in prima...''
''Ahhhhhh... quel Alex.......E bè?''
''E'...QUI...''
''Mh?!''
''Kate.. a volte mi chiedo se ci sei o ci fai.. Comunque! Si è trasferito nella nostra scuola....Di nuovo!! NON POTEVA RIMANERE IN CANADA, DICO IO?! 
Noooo, doveva ritornare! Uffa!!''
''Ma ti piace ancora, si?''
.........
''Hmmmmmm....''
''Dai Ellie...''
''Hhhhmmmmm......sì.''
''WAAAAAAAAAA!''- insieme urlammo contente.
Ma un istante dopp mi fermai sentendo una forte scossa in testa, cominciai a vedere sfocato, le voci rumorose che aleggiavano nel corridoio da parte degli studenti in 
fermento, probabilmente per l'arrivo di Alex, (le notizie passavano veloci, wow!) cominciavano a sentirsi meno e per un attimo ebbi la sensazione di cadere nel vuoto, 
mi voltai verso sinistra e in fondo, alle scale, vidi un ombra. Sbattei le palpebre e la voce di Katy la sentivo sempre più vicina.
''Ellie! Ellie!'' Finchè non ritornò tutto normale.
''Ellie, tutto bene?''
''Sì, scusami.. comunque non dovrei essere contenta del suo ritorno...''- cercai di ritornare al nostro argomento, non avevo ben capito che cosa fosse successo.
''E perché?''
''Perché io non voglio più vederlo.''
''Certo...aspetta che ci credo.''
''Se ci siamo lasciati secondo te perché?''
''Perché sei una cogliona?''
''Katy! Mi meraviglio di te!''- no, non mi meravigliavo affatto, faceva sempre così, solo che volevo farla sentire in colpa.
''Oh andiamo Ellie!.. Come si fa a lasciare un bonazzo simile?!''
''Proprio perché è un bonazzo simile che ci siamo lasciati!''
''Che vuoi dire?''
''Voglio dire che proprio per la sua bellezza tutte le andavano appresso e lui mi tradiva!''
''Già, ora ricordo, erano circolate le voci che ti tradisse.. Mi dispiace, dovertelo far ricordare solo perchè io non capivo, scusami.''
''Ma no, non è colpa tua. Solo avrei preferito rimanesse in Canada, non capisco perché è ritornato negli Stati Uniti, qui per giunta, di nuovo.''
Guardai verso il basso sconsolata, Katy mi diede una pacca sulla spalla, non sapeva cosa dire, in effetti con le parole non era proprio portata, era una ragazza con 
casini più grandi dei miei, figurarsi se aveva tempo per consolarmi quando non riusciva a consolare se stessa. E la capivo.
''E pensare che eravamo pure amici d'infanzia..''-continuai.
Catherine non disse nè fece nulla.
''Vabbè, vorrà dire che lo eviterò.''- feci per non farla sentire in imbarazzo.


All'intervallo uscimmo dalla classe, ci fu un silenzio tremendo, davanti agli armadietti c'erano tutti. 
Tutta la scuola! Aspettavano l'entrata in scena di Alex?!
No, andiamo.. non erano così.. idioti.
Ma appena si sentì aprire la porta d'ingresso ci fu un urlo pazzesco da parte delle ragazze e.. anche da qualche ragazzo! 
Salutavano qualcuno.. Non potevo vedere perchè la gente era tutta ammassata davanti al portone d'ingresso.
''Deve essere lui..''- mi bisbigliò Katy, che non riusciva a vedere nemmeno lei.
Non volevo crederci..
Uscito dalla folla, infatti, lo vidi.
Identico com'era un tempo, due anni fa. Ma non aveva più i capelli laccati, aveva mantenuto il suo riccio..  riccioli d'oro al maschile... con due grandi e intensi occhi 
azzurri.. Il fisico dannatamente perfetto.
Portava jeans blu, vans nere, T-shirt azzurra. Accanto a lui  c'era un altro ragazzo: Sean. Anche lui era un nostro amico d'infanzia. Ed anche lui era un mio ex! 
Semplicemente perché, appena Alex partì, fu Sean a starmi vicino...
Incrociai lo sguardo dei due, rimasi paralizzata, non mi sentivo più le gambe, avevo paura di cadere da un momento all'altro in classico stile "Svengo ai suoi piedi, my Lord."
Loro forse se ne accorsero  perchè risero, brutti stronzi! Così mi voltai per andarmene.
''Ellie aspetta!''-era la voce di Alex.. da mozzare il fiato.
Mi aveva davvero chiamata?! A me!? Mi voltai ancora verso di lui, fece qualche passo verso di me con il braccio teso ma fu fermato da un gruppetto di ragazze. 
''Oohhhhh Alex! Ci sei mancato! Come staii??''
Mi voltai ancora, sempre per andarmene, avevo visto abbastanza. Dato che l'ingresso era bloccato da tutta quella gente, passai con Katy
dal retro.
Forse per rompere il ghiaccio, forse perché lo voleva davvero mi chiese di uscire il giorno stesso.
Mi serviva, in effetti, una giornata tra amiche, quegli attimi di fronte a lui nonostante fossero una manciata di secondi mi sembravano un infinità di tempo, ed ero troppo 
scossa.
Così accettai.


Quel giorno facemmo un giro al Luna Park, dopo aver provato qualche giostra Katy ricevette una telefonata.
''Chi era?"- chiesi.
''..Sean''
"Ah.. che t'ha detto?"
"Vengono qua.."
''Chi?!''
''Tutti e due.''
''Cosa?!''
''Oh Ellie.. a volte mi chiedo se ci sei o ci fai..''
Ebbi un dejavù.
Katy continuò:''Alex e Sean, chi se no?''
''NOOOOOOOOOOOO!''
Ripensandoci, stare con Slenderman per sempre non è una cosa così brutta. Potremmo giocare a nascondino tutto il tempo, i posti per nascondersi in un bosco sono 
tanti dopotutto.....
Ok, Ellie, stai dando di matto ora! 
Avrei rivisto Sean e Alex tra qualche minuto, mi sentivo di nuovo male, l'uso delle gambe era andato a farsi benedire cosi mi sedetti su una panchina lì vicino.
Datti un contegno, Ellie, hai affrontato pericoli peggiori finora, no?


Ed eccoli lì. Arrivare assieme.
Strinsi il braccio di Katy che intanto li salutava con l'altro, ma come faceva ad essere così tranquilla?! Ah già, gli ex sono i miei non i suoi...
Per quanto ne sapevo, Katy, nonostante fosse timida e insicura allontanando così le ragazze, riusciva ad essere dannatamente dolce avvicinando così i ragazzi 
e dunque aveva sempre mantenuto un buon rapporto con entrambi.
Arrivati, Katy scambiò due baci sulla guancia con Alex che si voltò, poi, verso di me per fare lo stesso.. trasalii.
''Ciao.. Ellie..''- fece, lo disse con un tale tono che, veramente, se non fosse stato per il mio orgoglio, l'avrei baciato all'istante... Ma perchè è sempre così sexy?!
Anche solo per dire ''Ciao'' ti fa cadere letteralmente ai suoi piedi. 
Comunque, si limitò solo a sorridermi e salutarmi, niente bacio sulla guancia. Meglio così.
Ci fissammo per un po', poi lo sentii sospirare e guardare nuovamente Katy.. Mi sembrò stesse arrossendo.. Cos'è? Ti stai pentendo di avermi tradito?
IDIOTA! 
Come si allontanò sentii di nuovo una scossa alla testa, tutto divenne sfocato e quando mi voltai accanto a me avevo un ombra, urlai. 

Quando mi ripresi era tutto normale, l'ombra non c'era più e mi trovavo distesa su una panchina. 
''Ellie? Ma cosa hai oggi?''- era Catherine.
''Gli è successo anche stamattina?''- fece Alex. Stava studiando medicina, o almeno quando frequentava i corsi qua da noi erano tutti riferiti alla medicina, roba 
di un altro mondo per una come me. Cosa voleva? Vedere i miei sintomi? Mi era bastata la visita all'infermiera di qualche giorno prima. 
Appena mi alzai, cauta, vidi Sean davanti a me.
''Tutto bene?''- parlò. Sean era moro, portava una ciocca davanti all'occhio a mo di emo che nascondeva uno dei suoi occhi, dannatamente belli, color ambra.
E' sempre stato uno che ama divertirsi, chissà con quante è stato a Londra..
Però in fondo è comunque molto simpatico, e infatti, non si limitò a salutarmi solo... come Alex.
Appena notò che mi ero ripresa, subito mi stritolò: ''ELLIEEEEEEEEEEEE!''
Io arrossii, sembravo un peperone.. spremuto! Perchè Sean mi stava letteralmente togliendo il fiato dalla sua morsa letale quanto accogliente... 
Elizabeth Storm! E' pregata di calmare i suoi bollenti spiriti.
''Sai Ellie, mi eri veramente mancata...''- disse lui, anche se sinceramente poteva evitarselo visto che più rossa di com'ero non si poteva fare, ah no, potrei svenire
di nuovo. Giusto!
Però ammisi a me stessa che la loro presenza era sgradevole quanto piacevole, non saprei spiegarmi, mi erano mancati anche loro, e tanto. 
Da piccola mi sentivo persa senza loro e il fatto che entrambi si siano trasferiti dopo 14-15 anni passati assieme mi ha traumatizzata, erano un punto di riferimento per 
me.
E il bello è che ora mi parlavano come se non fosse successo nulla!
Non potevo però nascondere ciò che provavo di buono per loro...
''Anche tu mi sei mancato tanto''- risposi, ancora abbracciati, guardandoci negli occhi e io terribilmente imbarazzata. 
Poi mi staccai, per un attimo scordai che erano presenti anche Catherine e Alex, che figura!
''Allora''- continuò Sean probabilmente imbarazzato quanto me - ''Che facciamo di bello? Ho saputo che ci sono delle montagne russe nuove qui, andiamo?''
Catherine tutta emozionata parlò:''Si! Sono stupende infatti, andiamoci assolutamente! Meno male che siete venuti, Ellie non voleva salirci, ora sarà costretta! Hahaha!'' - mi fece l'occhiolino.
''Bene allora! Andiamo!''- fece Alex.
Facemmo la fila  che durò un infinità, poi il momento decisivo, dopo aver dato i biglietti dovevamo decidere come ci saremmo divisi a coppie visto che i sedili 
erano due per fila. 
Io guardai imbarazzata il pavimento, era molto più interessante che scervellarsi per scegliere.
Katy imbarazzata sorrise ad entrambi, evidentemente per lei era uguale.
Così cominciò a parlare Alex:''Mmmh..Siccome è da due anni che non vedo la mia migliore amica d'infanzia'' - appoggiò una mano sulla mia testa - ''sto con lei.'' 
Sorrise mentre mi voltò verso di lui, incrociammo lo sguardo e arrossii, lui sembrava essere calmo, sorridente, quel sorriso sensuale di uno che sa quel che vuole
e come ottenerlo. Ci era riuscito.
''D'accordo..''- balbettai.
Katy sembrò estasiata, sarebbe stata con Sean, posso capire perché per lei fosse indiffirente, erano entrambi bei ragazzi.
Ci sedemmo, Alex voleva stare in prima fila, io però sapevo che se l'avessimo fatto Katy da dietro avrebbe controllato ogni nostra mossa, se ci baciavamo o meno, quindi gli chiesi se potevamo metterci in seconda fila inventando che la prima fila mi faceva paura.
''Hahahaha, sciocchina che sei, vieni!''- mi prese per un braccio e caddi sul sedile accanto al suo, guardai davanti, prima fila, cazzo. In effetti ora avevo veramente paura, cadere nel vuoto da quell'altezza non era il massimo! Anche se eravamo inchiodati con le cinture. Tremavo e Alex se ne accorse perchè fece:
''Tranquilla piccola, ci sono io.''- mise la sua mano sulla mia. D'accordo. Non ti fai vedere da due anni e ti prendi già confidenze? Ok.
La levai subito:''Non ti preoccupare.''- feci e guardai da un altra parte, non volevo dargliela vinta, non dopo avermi tradito, non dopo essere sparito per due anni!
Il ''trenino'' o come lo volete chiamare partì. Ansia.
Dapprima camminando piano poi arrivati all'estremo, o meglio a quel che sembrava l'estremo della corsia eccolo sfrecciare verso il basso a tutta velocità.
Mi sentivo vomitare, i biglietti consistevano in due giri gratis quindi tra un quarto d'ora saremmo partiti di nuovo.
Sean e Katy estasiati come non mai furono gli unici a divertirsi, perchè chiunque li avrebbe sentiti anche a chilometri di distanza che urlavano come non so cosa durante  il giro, io invece me ne stavo appicicata alla cintura emettendo gemiti ogni tanto per soffocare urla di terrore.
Alex probabilmente faceva lo stesso perchè non l'ho sentito per tutto il giro, pareva di essere soli in prima fila ed era ancora peggio, ovviamente il coraggio di voltarmi 
a fissarlo non lo avevo siccome ero morta paralizzata. Chiusi gli occhi e mi venne di nuovo mal di testa.
"Elizabeth.. Non sei venuta a trovarmi.."
Co-cosa?!


''Do-dove sono andati?''- feci a Alex.
''A prendere da mangiare, hanno tempo visto che servono da mangiare proprio qua vicino per quelli che finiscono il giro.''
''Ah.. D'accordo.. E perchè non siamo andati con loro?''
''Beh.. io sarei andato.. ma non potevo mica lasciarti qui.. visto che, appena finito il giro, sei rimasta sbiancata a guardare il vuoto, e lo sei ancora..
e stai tenendo ancora le mani attaccate alla cintura'' - indicò - ''Beh, non rispondevi nemmeno, così ho detto che sarei rimasto con te. Meglio così...''
''Cosa..?'' - Cazzo. Non me ne ero accorta. 
''No, nulla..'' - fece lui appoggiandosi al sedile.
Era di profilo così ne approfittai per scrutarlo meglio.
Pelle perfetta e abbronzata che  faceva risaltare i suoi occhi, e quei capelli ricci.. Avrei voluto toccarglierli e giocarci uno ad uno.
Mi morsi il labbro. Di nuovo la scossa. Questa volta però meno intensa e per un attimo mi parve di scrutare un ombra al posto di Alex.
''Ehm..''- fece lui - ''Perchè non parliamo un pò? Intanto che loro tornano.''
''D'accordo, di cosa vuoi parlare?''
''Non lo so, tipo..humm..di noi?''
''Di noi?''
''Sì''- fece convinto non più incerto. - ''Di noi.''
''Ok.. E cosa dovremmo dirci?'' - Avevo capito dove voleva andare a parare.
''Per il fatto che mi sono dovuto trasferire e non ci siamo più sentiti... Sai, ho pensato a te così a lungo...''- Sembrava dispiaciuto. 
''Co-cosa?!'
''...''
''...Senti, i numeri di telefono li avevamo, se non ci siamo più sentiti sai bene perché, qual'è il vero motivo del perchè non abbiamo tenuto.. una re..no, niente.''
''No, dimmi!.. Il motivo del perché non abbiamo tenuto una relazione a distanza, dici?''
''Sì..''
''Uff..''
''Lo sai perché! E' perché mi hai tradito!!''
''Ancora? Cazzo Ellie, io non ti ho mai tradito!''
''Bugiardo! Lo sapevano tutti a scuola! E io stupida che sono stata l'ultima a scoprirlo.''
''Ma non è vero niente! A scuola i ragazzi sono invidiosi di me e inventano ste cose per farmi passare per un donnaiolo. Alle ragazze i donnaioli piacciono, 
e quindi i ragazzi si sono fregati da soli haha, ma comunque siccome alla gente ste storie piacciono hanno alimentato la dose che persino le altre scuole del quartiere
sono venute a saperlo. Ma non è vero niente. Sono stato malissimo, io cerco sempre di far felice i miei, essere uno studente modello, diligente, intelligente 
e invece ricevo solo insulti, stronzo, donnaiolo, belloccio, bho..tutte cose che mi fanno passare per un superficiale ma io non sono così, non sono  un superficiale,
ti ho amato veramente e... ti amo ancora.''
A quelle parole se prima ero sbiancata di mio ora dovevo essere un misto tra il rosso e il bianco... viola?
Avrei voluto rispondergli ma un tonfo ci fece tornare alla realtà.
''Cosa è stato?''- chiesi preoccupata.
''Non lo so''
Ad un tratto sentimmo la corsia rompersi, manmano dal fondo della pista fin verso di noi si svitava tutto, il trenino cominciò quindi a cadere seguendo dapprima la pista verso il basso poi.. il nulla.


Lo sapevo. Prima o poi sarei dovuta morire, solo non con Alex, lui doveva vivere.
E invece mi svegliai, ancora sul trenino indolenzita, accanto a me... Alex!
''Ehi, ehi Alex! Svegliati, ti prego!''
''Svegliarlo? No, non si sveglierà.'' - A parlare non era Alex, era stato.. qualcun'altro.. mi voltai per vedere dove mi trovavo, ero in un parco giochi! Grigio,
tutto aveva tonalità di grigio.
E davanti... lui!
Credevo di non rivederlo mai più, Alex e gli altri mi avevano fatto dimenticare per un pomeriggio che io non ero come loro, perchè loro non sapevano, non conoscevano chi si celava dietro ogni ombra, dietro ogni cespuglio, dietro ogni muro, dietro ogni persona, persino dietro di te!
Slenderman! Quel viscido verme che non mi aveva mai lasciato in pace, a vivere la mia vita come tutti, da 10 anni.
''Tu! Cosa vuoi ancora?! Basta, i-io ho una vita, accidenti.''
Nonostante fossi infuriata lui, calmo e sicuro di sé ignorò ciò che dissi: ''Non hai mantenuto la tua parola, sciocca insolente.''
''Co-cosa?''
''Di venire a trovarmi...''
Cazzo. E' vero.
''Ma ci siamo messi d'accordo solo ieri, una volta al mese ti andava bene, hai detto.''
''Sì, ma sapevo ti saresti dimenticata... infatti ora se non te l'avessi detto io, tu non ci avresti pensato... figuriamoci tra un mese. E comunque è strano, 
i bambini non scordano mai un qualcosa che li colpisce particolarmente... come un mostro. 
Possibile che tu sia così sfacciata e ritardata da dimenticarti di rispettare un accordo preso con un mostro che potrebbe ucciderti appena tu venissi meno alla parola data?''

''Ehm...sì.''
''Sciocca insolente!'' - fece per saltarmi addosso ma poi si fermò. ''Devo dire che però questo mi incuriosisce, sei diversa dagli altri bambini, tu.. non mi temi. Mi piace! Ho fatto bene a sceglierti..''
''...Lo so che un giorno o l'altro mi ucciderai..''
''Se avessi voluto ucciderti ora non saresti col tuo <> mia cara''
In effetti sul Web c'era scritto che Slenderman stalkerasse per poi uccidere, non si era parlato di tenere conversazioni con la propria vittima. Wow.
Gli stavo simpatica tutto sommato.
''Simpatica è una parola grossa. Diciamo che, di questi tempi, voglio conoscere meglio le mie vittime.''
Ah già, dimenticavo che legge nel pensiero.
''E comunque non sono uno stalker...''
''Ah no? E una persona che osserva ogni movimento della propria vittima come vorresti chiamarla?''
''...''
''Aspetta.. Quindi eri tu.. L'ombra al luna park..Cazzo! Persino in un giorno importante sai sempre come rovinarmi l'esistenza.''
''I mostri servono a questo, tesoro, se non l'avessi ben capito.''
''...''
''Ti ricordi di questo?''- tirò fuori un disegno....Era il mio! 
''Come puoi averlo tu?!''
''...Perchè non facciamo un gioco?''
''Non cambiare argomento! E no, non facciamo nessun gioco. Piuttosto come siamo finiti qui? No-non è possibile..''
''Non era possibile nemmeno che esistessi, giusto?'' - trattene un risolino - ''Con me tutto è possibile, Elizabeth. Ho ricreato l'ambiente del tuo disegno,
un parco giochi grigio.... Non potevi scegliere un ambiente migliore, che ragazzina interessante, riesci a farti paura da sola anche senza il mio aiuto,
insomma chi mai avrebbe disegnato un parco giochi così inquietante se non tu, forse è per quello che non mi temi, forse è per questo che mi interessi.''

''...Da quando ti ho visto, quella volta, nel bosco...E' stato difficile dimenticarti... e come vedi non ci sono riuscita... e credo non ci riuscirebbe nessuno...
E comunque che mondo è questo?''
"Non è di dovere dirtelo...Non sei riuscita a dimenticarmi, eh? Così mi lusinghi... Sapere che conserverai il ricordo di me... per sempre.'' -
lo disse con un tono che mi fece trasalire. Non era vero che non lo temevo, ho sempre avuto paura davanti a lui, sempre, anche in quel momento, 
possibile che non se ne accorgeva? O semplicemente era una scusa del perché mi trovasse interessante?
''Facciamo un gioco!''- continuò.
''Che?!''
''Giochiamo a nascondino...se vinci ritornerai nel tuo mondo e potrai continuare ciò che hai interrotto col tuo ragazzo...''
''...Ok..''
''Ma se vinco io...ti ucciderò.''
Ok..Ok! Finalmente Slenderman si era rivelato per ciò che era veramente, come diceva il Web, un assassino.
''E io che ti facevo buono..''
''Mia cara, ho resistito più che potevo.. Volevo conoscerti, per capire a che punto poteva arrivare l'intelligenza umana ma ora mi sono stufato.
O muori per mano mia o la tua vita non avrà mai pace con me che ti tormento... Scegli: una vita di sofferenza o la morte... In entrambi i casi l'avrò vinta.''

''D'accordo.. giochiamo.''



Ed anche il quarto capitolo pubblicato :D fatemi sapere che ne pensate, ringrazio HoshiGoredo per avermi recensito ancora una volta :3
E grazie a chi, la storia, la sta semplicemente leggendo ;)
A presto :*

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