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Erano
tutti poco adatti al piccolo che velocemente cresceva nel suo ventre.
Il
bambino, perché sicuramente sarebbe stato un maschio, avrebbe dovuto avere come
nome qualcosa d'importante.
Qualcosa
che urlasse al mondo che fosse speciale.
Sapeva
che quei momenti di lucidità, dove la sua mente non era annebbiata dal dolore,
erano brevi e sfuggenti e scegliere un nome in quello stato era straziante.
Poi un
flash.
Renesmee.
Se fosse
stato una lei, si disse, sicuramente quel nome sarebbe stato perfetto.
Salve salvino…
Ecco la
prima drabble di questa raccolta.
Bella sta
scegliendo il nome al suo bambino, visto che
all’inizio era convinta che fosse un maschio!
Era una
sensazione strana quella di posare le mani fredde nel ventre di Bella,
accarezzarlo delicatamente mentre la piccola pensava al momento in cui avrebbe
visto per la prima volta la luce del sole.
Le piace la mia voce.
Sua figlia
trovava piacevole la sua voce.
Edward
ripeteva quella parola nella sua mente come se fosse uno spartito nuovo.
Non si era
mai accorto della musicalità che aveva quel termine.
“Figlia”.
Da allora
non riusciva a non amarla, come poteva odiare il frutto del suo amore?
Per un
attimo dimenticaVa che era colpa sua se lentamente il cuore di Bella si spegneva.
L’essere
che senza volerlo aveva tentato diuccidere l’unica donna che aveva amato,
adesso dormiva nelle sue braccia, il visino piccolo schiacciato contro il suo
petto possente.
La piccola
Nessie, la figlia di Bella.
Avvolte la
voglia di ridere arrivava come un tuono, di tante persone non aveva mai pensato
di avere l’imprinting con lei.
Era
geneticamente impossibile.
Accarezzò
la testa riccioluta della piccola, sistemandola meglio fra le sue braccia.
Non
riusciva a non provare una gioia immensa a trattenerla a sé.
Eh già, il
destino è bastardo ma piacevolmente bastardo.
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Grazie a chi ha commentato le
precedenti Drabble e alle 14 persone che hanno messo la fanfiction nei preferiti *-*
La prima
volta che l’aveva osservato aveva pensato che fosse buffo.
Non aveva
capito perché l’espressione infuriata di lui era cambiata nel battito di un
ciglio, non aveva capito perché lentamente si era avvicinato a lei.
Eppure
fidarsi di quel gigante era stato facile, meno
complicato di imparare a parlare e anche molto più piacevole.
Aveva riso
quando per la prima volta l’aveva chiamata Nessie, aveva avvicinato la sua
manina nella guancia di lui.
Ma amarlo
era stato, a detta sua, ancora più semplice.