Electric souls

di Straightandfast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo Due. ***
Capitolo 4: *** Capitolo Tre. ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quattro. ***
Capitolo 6: *** Capitolo Cinque. ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sei. ***
Capitolo 8: *** Capitolo Sette. ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove. ***
Capitolo 10: *** Capitolo Otto. ***
Capitolo 11: *** Capitolo Dieci. ***
Capitolo 12: *** Capitolo Undici. ***
Capitolo 13: *** Capitolo Dodici. ***
Capitolo 14: *** Capitolo Tredici. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Electric souls.
 
"Don't waste your time on me,
you're already the voice inside my head."
Blink 182-I miss you.
 
Andrea se la ricorda bene la prima volta che si è ubriacato;era giusto il sabato successivo al loro primo incontro,e lui ancora non sapeva quanto quei capelli rossicci e quelle lentiggini infantili lo avrebbero tormentato per tutto il corso degli anni successivi.
Aveva quindici anni,la stessa banale ribellione appartenente ad ogni adolescente che sente di essere il re del mondo e che odia qualsiasi cosa non riguardi se stesso,i suoi amici e i suoi sogni. Aveva quindici anni e indossava una maglietta nera con una scritta assurda,che a pensarci bene forse ha ancora da qualche parte in fondo all’armadio;aveva bevuto solo due birre,ma ricorda perfettamente la sensazione ormai familiare che lo aveva fatto sentire per la prima volta leggero. Aveva quindici anni,una scritta ridicola che campeggiava sul suo petto,gli occhi lucidi e un sorriso stampato sul volto causato da due Heineken ma si sentiva leggero. Insieme a lui c’erano gli amici di una vita,quelli veri,che ancora oggi sopportano i suoi viaggi mentali e cercano di entrare nella sua mente tanto complicata da sembrare il labirinto del Minotauro.
Ricorda che a un certo punto della serata,fuori dal locale frequentato da tutti gli adolescenti di Genova,avevano incontrati un gruppo di ragazze,che con difficoltà aveva riconosciuto come sue nuove compagne di classe;le avevano salutate,e lui si era sforzato di ricordarsi il nome di almeno una di esse. Era un po’ brillo,aveva fumato troppo e conosceva quelle ragazze da meno di una settimana;nonostante la confusione dettata da tutti quei volti nuovi,cercò con i suoi occhi curiosi un viso in particolare che,chissà poi perché, ricordava bene e che era stato oggetto di una discussione tra i suoi amici poco prima. La sua ricerca,però,si era conclusa  con un fallimento e così aveva ripreso ad interessarsi al discorso che una ragazza dai capelli scuri e dal naso un po’ grosso –era quasi sicuro si chiamasse Giovanna- stava portando avanti da almeno dieci minuti,con una voce squillante che aveva già avuto modo di notare in quei primi tre giorni di scuola. Si ricorda anche di essersi addormentato,quella notte,con una strana sensazione all’altezza dello stomaco della quale si era poco curato,preso com’era dall’eccitazione dettata da quella nuova classe,quella nuova esperienza e quella nuova vita.

 
Adesso,sei anni dopo,è finalmente riuscito a conquistare quel diploma tanto sudato,ha un lavoro come cassiere part-time in un grande supermercato nel centro della sua città e probabilmente ha qualche neurone in meno di quella sera di sei anni prima. Non ha combinato niente della sua vita,come spesso gli rammentano i suoi genitori,ma a lui sta bene così. Ha un lavoro fisso,anche se fa schifo,ed ha la sicurezza di poter chiamare in ogni momento gli stessi tre amici di sempre che nel corso di quegli anni non l’hanno mai abbandonato. I suoi occhi blu non osservano più con curiosità il mondo,ma si limitano a lanciare qualche sguardo del tutto disinteressato ogni tanto,giusto per vedere se qualcosa è cambiato,o se tutto è sempre al suo posto. E’ indifferente praticamente a tutto e a tutti,Andrea. Il suo sguardo impassibile rimane tale in ogni occasione,frutto di un esercizio costante portato avanti negli anni. Rimaneva impassibile quando a scuola prendeva un tre o una nota,e rimaneva impassibile quando i professori lo prendevano da parte per cercare di capire cosa impedisse a quella mente brillante di mettersi al lavoro. Rimane impassibile anche ora,quando i suoi genitori lo guardano sconsolati e gli chiedono per l’ennesima volta cosa vuole fare della sua vita. Rimane impassibile quando ogni venerdì sera ed ogni sabato sera beve troppo,si ubriaca e vomita in un angolo della strada,e rimane impassibile anche quando i poliziotti lo fermano per vedere se ha del fumo con sé.
Rimane impassibile semplicemente perché niente lo sorprende,niente gli interessa. Non gli interessava della scuola o dei professori,tanto quando adesso non gli interessa dei genitori,delle sbronze troppo frequenti e della polizia,che al massimo lo porta in questura ma poi lo lascia sempre andare. Non si preoccupa di niente,così che niente possa ferirlo.
Non è da tutti,alla fine,riuscire ad anestetizzare il cuore,raggiungere un tale equilibrio delle emozioni. Andrea è arrivato a quella famosa atarassia con cui i filosofi greci lo torturavano al liceo,e non ha nemmeno dovuto sforzarsi tanto. Non prova niente,il suo cuore non è toccato nè dalla tristezza nè dalla gioia;non è uno di quelli che provano compassione per i barboni in strada,anzi a volte non li vede neppure. Andrea è così e nessuno è riuscito a capirlo,ma neanche questo a lui interessa,perlomeno la maggior parte delle volte.

 
Quel giorno fa caldo e Andrea è in maniche corte,è seduto a un tavolo di un bar nel centro della città e sta aspettando i suoi amici. Fuma una sigaretta,che poi diventano due,e poi tre. Insieme alla sigaretta si fuma anche la vita poco per volta,non godendosi nemmeno un attimo,ma limitandosi a guardarla passare,come uno spettatore costretto ad assistere allo spettacolo,ma completamente disinteressato. Non è sempre stato così,non sa perché sia diventato quello che è e non sa neanche quando ciò sia avvenuto;sa solo che i suoi occhi proprio non riescono a concentrarsi sul gruppo di studenti che gli passano davanti e ridono sguaiatamente,sulla cameriera che gli lancia delle occhiate interessate o sulle parole di sua madre che “guarda che i soldi per l’università li abbiamo messi da parte,se tu vuoi..”
A volte vorrebbe essere una di quelle persone sempre con il sorriso stampato sul viso,gli occhi vigili e attenti a cogliere ogni movimento intorno a sé;quelli a cui non sfugge niente e nessuno,che ricordano nomi e facce e che alla sera si limitano a bere solo un drink,magari una Pina colada che ha meno alcool del Negroni sbagliato che lui ha appena ordinato. Quelli che hanno un lavoro sicuro o vanno all’università,hanno una fidanzata che amano e da cui sono amati e di cui i genitori parlano sempre con gli amici per vantarsi. Quelli che non tardano mai agli appuntamenti,che vanno a lavoro in giacca e cravatta e la cosa più trasgressiva che abbiano mai fatto è mentire ai genitori sul voto di latino di fine anno,al liceo.Quelli che di sicuro non finiscono a lavorare part-time in un supermercato,con gli occhi sempre arrossati e le mani perennemente sporche di tabacco.
Prendi Marco,ad esempio.
Andava a scuola con lui e i suoi amici,stessa classe e per tutto il liceo aveva cercato in ogni modo di entrare nel loro gruppo,pur essendo palesemente lontano anni luce da loro;con i suoi pantaloni portati col risvolto e la camicia bianca sempre allacciata fino all’ultimo bottone aveva ben poco a che fare con loro quattro,sempre mezzi sballati e con le magliette bucate perche così faceva più figo. Ecco,Marco spesso esce ancora con loro,a volte si ubriaca,ride con loro e li trova sinceramente divertenti,probabilmente vuole più bene a loro che ai suoi amici di infanzia,tutti Vespa e cene dal giapponese;però poi frequenta Giurisprudenza all’università,ha la media del 30 e lode e una fidanzata dai tempi del liceo,sempre perfettamente truccata,mai volgare né sciatta.
 
Quindi se lo chiede,ogni tanto,come sarebbe vivere così,non è che non ci pensi proprio,anzi. E’ solo che tanto lo sa che lui non ci riuscirebbe mai a vivere in un mondo fatto di ragazze truccate,di appuntamenti e di orari fissi;non ce la potrebbe fare arriverebbe alla pazzia,lo sa benissimo. Perché lui è un coglione e un buono a nulla,ma alla fine gli piace dover contare i soldi per offrire il drink a quella tipa bionda perché altrimenti non è sicuro di arrivare a fine mese. E gli piace fumare in camera da solo a petto nudo,addosso un paio di pantaloncini da calcio mai usati per quello per cui sono stati creati e la finestra aperta sul mare di Genova,che così l’aria gli sfiora il viso,a volte gentilmente a volte no,ma va bene uguale. E gli piace andare a vedere il mare di inverno,quando sulle spiagge non c’è nessuno e chiedersi cosa succederebbe se salisse su una nave o su un aereo con niente in mano se non il passaporto e una cartina del mondo così,senza dire niente a nessuno,tanto per fare. E gli piace ascoltare musica che nessuno conosce,mangiare fino all’inverosimile e bere più di qualsiasi altra persona di sua conoscenza. Gli piace vivere così,senza un obbiettivo né uno scopo,trascorrere le sue giornate seduto sulle sedie di quel bar in centro o dietro alla cassa del suo supermercato,mangiare quando ha fame,fumare e bere quando ne ha voglia,fare sesso per risvegliarsi da quel torpore che gli intorpidisce le membra e non dover rendere conto a niente e a nessuno.
 
Per un attimo,un secondo di poca attenzione,pensa che se qualcuno glielo chiedesse, se lei glielo chiedesse,forse potrebbe anche cambiare,provare a bere di meno e a fare più sport,magari potrebbe addirittura smettere di fumare. Il pensiero prende forma nella sua mente,riuscendo a rompere per pochi attimi quel muro di impassibilità che si è costruito attorno,come una mura di cinta,per proteggersi.
 
Ed è in quel momento di temporanea vulnerabilità che finalmente i suoi amici arrivano,buttandosi stravaccati sulle sedie di quel locale che ormai è un po’ come casa loro,attirando l’attenzione delle ragazze attorno e la disapprovazione di mamme e papà con il loro fare scanzonato e le sigarette appena girate che pendono dalle loro labbra consumate. Lo prendono in giro per la sua espressione pensierosa,scherzando sulle sue dubbie doti da filosofo e ricordando con un briciolo di malinconia e tanta ironia i tempi della scuola,quando le interrogazioni di filosofia,appunto,sembravano il simbolo di ogni male che poteva loro capitare. Ordinano anche loro da bere ed iniziano a parlare di qualsiasi cosa passi loro per la testa. Andrea sta zitto e li guarda.
Guarda Daniele,il suo migliore amico,gli occhi verdi simili a quelli di un gatto e i capelli scuri che fa tagliare almeno ogni due settimane;lo osserva sorridere malizioso alla cameriera che porta loro i drink,alzare gli occhi al cielo quando lei risponde alle sue battutine provocatorie con un’occhiataccia,e rivolgere subito il suo sguardo ad un’altra ragazza,un altro corpo,altra carne. Guarda Francesco,i baffetti che si sta facendo crescere e la barba incolta che gli copre gran parte del viso dai lineamenti diritti;lui è l’amico di sempre,quello dei primi anni di liceo,delle cazzate dell’ultimo banco e delle conversazioni sussurrate nel cuore della notte. E infine c’è Leonardo,capelli biondi,occhi azzurri e una faccia da cinema,non si accorge degli sguardi che gli rivolgono le ragazze perché al di sotto di tutta quella apparente sfacciataggine e sicurezza c’è una fragilità che solo in pochi conoscono. Andrea li guarda ed è grato,perché anche se è un coglione e buono a nulla ha avuto la fortuna di conoscerli;è grato perché sono in pochi a sapere che dietro all’immagine di dongiovanni irreprensibile di Daniele c’è una storia,che la famiglia di Francesco non è poi così perfetta se la si guarda bene e che la simpatia dirompente di Leonardo è sintomo di una continua ricerca di approvazione. Sono in pochi a sapere queste cose,e lui è uno di questi. E si sente grato.
 
E poi il pomeriggio passa veloce,che quando il sole inizia a tuffarsi nel mare loro si alzano e lasciano i soldi sul tavolino,scappando come bambini di fronte alle occhiate di rimprovero della cameriera,seccata dalle continue malizie insinuate nelle parole di Daniele,alle quali poi si sono aggiunte anche quelle degli altri tre,perché loro i coglioni li sanno fare solo insieme. E camminano ancora un po’ per le vie strette di Genova,fumano altre sigarette osservando con distacco la perfezione dei vicoli che si immettono l’uno nell’altro con una geometria tanto studiata che probabilmente ammirerebbero per un’intera giornata,se solo quelle strada non appartenessero a loro da quando sono nati. Poi arrivati vicino al porto si separano,lasciandosi con la promessa di rivedersi il giorno successivo,ad una festa di cui ad Andrea importa ben poco ma alla quale sa che verrà trascinato dall’incredibile entusiasmo dei suoi amici,e alla fine ne è contento.
Sale sul suo motorino mezzo rotto,reduce di innumerevoli nottate nelle quali l’aveva guidato da ubriaco o da fumato e non sempre gli era andata bene;fa la sopraelevata per tornare a casa,e sente con chiarezza il profumo del mare,il sapore salato di quella distesa azzurra che gli si infila nelle narici e gli stuzzica la gola. E’ quello il sapore della sua vita,pensa Andrea.
Se fosse un poeta potrebbe scriverci una poesia sopra,potrebbe fare del profumo del mare un correlativo oggettivo,come Eliot e Montale,per descrivere la sua vita,che alla fine è proprio così;pungente,a volte fastidiosa ma sua. Ma Andrea non è un poeta e non ha nemmeno mai avuto il desiderio di diventarlo,anche se ai tempi del liceo il suo professore di italiano aveva definito “visionario” il suo modo di scrivere e così si limita ad inspirare più che può quel profumo e a cercare di fissarlo nella memoria.
Sente il cellulare vibrare nella tasca destra dei pantaloni e sbuffa,infastidito;sa che è Marta e che probabilmente vorrà chiedergli di andare insieme a quella festa,il giorno successivo. Sa anche che le risponderà di no,perché non ha proprio voglia di sentire le sue mani intrecciate alle sue o il profumo di vaniglia che si ostina a mettersi addosso anche se a lui fa schifo,e lei lo sa. Sa che lei non si abbatterà di fronte al suo “no” secco,e alla fine alla festa si presenterà da sola o con un gruppo di amiche,gli si avvicinerà e gli porgerà il suo drink preferito;poi si metteranno a parlare,lui non l’ascolterà ma a lei non interesserà,poi ci sarà un bacio,poi altri e altri ancora,fino a quando si sveglierà con il corpo di Marta al suo fianco,e un sorriso disteso stampato su quel viso provocante,che sembra trovare tranquillità solo con lui. Sa anche che poi si sentirà uno schifo,perché alla fine Marta non è cattiva,solo un po’ stupida e irrimediabilmente innamorata di lui e che uscirà di soppiatto dalla camera che quella notte condivideranno. Infine,sa che lei fingerà di prendersela,lo insulterà e gli scriverà messaggi pieni di punti esclamativi e appellativi poco carini nei suoi confronti,ma poi tornerà perché Marta senza Andrea proprio non ci sa stare. Perché a lei un po’ piacciono le cause perse,pensa sempre di essere l’eccezione;quindi anche con lui pensa di poterlo riaggiustare,di poter rimmettere in moto il suo cuore,di essere un po’ la sua salvatrice. Quello che non sa,però,è che Andrea non ha nessuna voglia di essere salvato,nessuna voglia di essere riaggiustato,o perlomeno non da lei. O forse Marta lo sa,perché alla fine è stupida,non cieca,e lo vede anche lei che non è la sua eccezione,che non può essere la sua salvatrice,perchè quel ruolo è già stato ricoperto,anche se inconsapevolmente,da qualcun altro. Da qualcun'altra.

 
Perché quello che sanno tutti,che sa Marta,che sa Andrea,che sanno i suoi amici, i suoi genitori e perfino i suoi professori del liceo,è che per Andrea c’è già un’eccezione e che lui ha già individuato la sua salvatrice. L’unica a non saperlo è proprio lei.
 
 
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Okay,buonasera a tutti,sono Chiara :)
Ho già pubblicato delle storie su questo sito,ma mai nella sezione "romantico",quindi sono un po' emozionata :D
Il capitolo qui sopra è un po' noioso,forse un po' troppo descrittivo,ma prometto che era solo l'inizio,
giusto per introdurre un po' il protagonista della storia,il mio adorato Andrea.
Spero che non vi annoi troppo e che non vi fermiate alla prima apparenza :)

Questa storia è totalmente autobiografica,Andrea e i suoi amici sono persone con cui io ho a che fare tutti i giorni,
e la protagonista femminile è molto,molto simile a me.
Per questo non ho nessun prestavolto per la storia,perchè i visi dei personaggi sono il mio e quello dei miei amici.
Ho scritto questa storia per ripagare in qualche modo Andrea,
per provare a ricambiare tutto l'amore che lui ha provato per me per tanto,tantissimo tempo.
Sentitevi liberi di rivolgermi qualsiasi commento,positivo o negativo che sia,
qualunque cosa è ben accetta.
Alla prossima settimana,
buona lettura

Chiara!
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo Uno. ***


Electric souls.
"Darling I'll bathe your skin 
I'll even wash your clothes 
Just give me some candy 
before I go "
Paolo Nutini-Candy

 
E' un venerdì pomeriggio,il sole splende su Genova,i bambini fanno castelli di sabbia sulla spiaggia e Andrea sta lavorando da quasi tre ore. Tre ore che non fa altro che dire “buongiorno” e “arrivederci” e fare il conto della spesa abbondante della madre di famiglia o di quella a base di birra e patatine degli studenti universitari stranieri;sente il bisogno di fumare e fra poco passa a prenderlo Daniele per andare a quella festa di cui gli ha parlato ieri,perciò fa un cenno indicando l’uscita con la mano alla sua collega,Erica,che sospira rumorosamente e annuisce rassegnata.
La esaspera ma la diverte anche quel ragazzo dai capelli ricci e neri,dagli occhi così blu che spesso si ha l’impressione di affogarci dentro,e con un’espressione apatica che difficilmente lascia il suo viso.Lo ha visto poche volte sorridere davvero,non solo con i denti ma anche con gli occhi:si ha quasi l'impressione che li conservi per chissà quale occasione,per chissà quale persona,quei sorrisi immensi,che Erica ha potuto ammirare solo quando ha visto gironzolare fuori dal negozio un gruppo di ragazzi,probabilmente suoi amici.

Fuori dal supermercato l’aria calda di inizio Giugno investe Andrea e lo lascia boccheggiante per qualche secondo,nel quale valuta la possibilità di ritornare dietro quella dannata cassa,avvolto dal fresco proveniente dall’aria condizionata,che si trova proprio sopra la sua postazione;decide di rimanere fuori non appena scorge una figura conosciuta muoversi nella sua direzione e salutarlo con la mano in un gesto distratto. Daniele cammina verso di lui,le mani in tasca e gli occhi da sole sul viso; è il suo migliore amico e lui ha l'impressione che lo sarà per sempre,anche se è arrogante,egocentrico ed egoista. Sa essere davvero odioso a volte,ma ad Andrea non importa. Ciò che gli interessa è che Daniele è sempre stato un amico fedele e che,a suo modo,lo ha tirato fuori da casini che probabilmente lo avrebbero annientato,altrimenti. Inoltre,il carattere forte e deciso dell’altro gli permette di ritrarsi nella sua apatia,e questo è ciò di cui Andrea sente di aver bisogno,fondamentalmente.

“Riesci a staccare un po’ prima?Dobbiamo essere lì per le otto.”Gli chiede l’amico,sedendosi su un muretto accanto a lui e offrendogli una delle sue sigarette. L’orario di Andrea dovrebbe durare fino alle otto,appunto,ma spesso Erica ha compassione di quel ragazzo che sembra soffrire così tanto chiuso in quelle quattro mura,e lo lascia andare via prima. Quella sera non c’è stato tanto afflusso di gente e la sua collega sembra di buonumore,perciò,il riccio annuisce,sapendo quanto i suoi occhioni blu abbiano potere ogni volta su quella signora tanto simile a sua mamma.
“Oh,guarda chi c’è!”Esclama Daniele,con quel suo tono sarcastico che a volte è capace di far innervosire in un modo inverosimile Andrea;lui alza gli occhi verso il punto nel quale lo sguardo dell’amico è diretto,pronto a scorgere la figura di una delle innumerevoli fidanzate del ragazzo dagli occhi verdi.
Non appena però individua quel corpo sottile,quei capelli rossicci e un po’ incasinati e quel naso piccolo ornato da un anellino,l’espressione annoiata che aveva stampata sul viso viene sostituita da un vortice di emozioni inesplicabili. Lei li ha notati già da un po’,e lui si diverte a vedere come la sua fronte si sia corrugata mentre i suoi occhi si sono posati nella direzione di Daniele;si avvicina sempre di più,ed ora lei sta guardando solo lui. Un piccolo sorrisetto compare sul suo viso da bambina,e lui osserva come quel vestitino a fiori che ha indosso cada perfettamente sul suo corpo magro e fasci alla perfezione il suo seno abbondante. 
“Ciao ragazzi!”Li saluta lei non appena arriva davanti a loro;il riccio lo sa quanto lei si sia sforzata nel rivolgere il suo saluto ad entrambi e non solo a lui,perciò odia davvero tanto Daniele quando lo vede assumere la sua solita espressione antipatica che riserva solo ed esclusivamente a lei e lanciarle un sorriso divertito.
“Ciao Ali.”Risponde Andrea,ben determinato a non farla sentire a disagio come invece il suo amico sta cercando di fare;le chiede come sta andando l’università e lei risponde entusiasta,iniziando a parlare a manetta di quanto i corsi siano interessanti,di come si trovi magnificamene bene con i nuovi compagni,di quanto alla fine non sia poi così scomodo fare avanti e indietro da Genova a Savona come invece aveva pensato.
Andrea un po’ la ascolta e un po’ si perde a guardarla;è da tanto che non la vede,qualche mese,e si era quasi dimenticato quanto gesticolasse quando inizia un discorso che le interessa particolarmente. Lei continua a parlare e poi dice che deve andare a comprare qualcosa prima che il supermercato chiuda;Andrea la segue e si riposiziona dietro alla cassa,che le sembra meno noiosa,ora,meno grigia. La guarda muoversi a passo veloce fra i vari reparti,afferrare con la punta delle mani un pacco di pasta e,dopo essersi fermata circa cinque minuti con un’espressione dolcissima sul viso,prendere con un sorriso infantile una scatola di pan di stelle;sembra un piccolo elfo mentre percorre le varie file,i capelli svolazzanti sulle spalle e sul viso e la gonna del vestito che si apre ad ogni suo movimento. Quando arriva alla cassa gli sorride a trentadue denti,iniziando a chiedergli qualcosa di lui:Andrea risponde,anche se in realtà non c’è molto da dire,ma si bea comunque dell’espressione interessata della ragazza. Erica dalla sua postazione li osserva incuriosita e divertita al tempo stesso,chiedendosi chi diavolo sia quella piccoletta che riesce a concentrare su di se tutte le attenzioni del suo “collega”:
“Stasera c’è una festa a Nervi..Ti va di venire?”Chiede il riccio incerto,mentre afferra i soldi che Alice gli sta porgendo,dopo aver frugato nella sua borsa enorme per almeno due minuti e aver tirato fuori da essa almeno un milioni di oggetti che il ragazzo avrebbe definito inutili. Non la guarda negli occhi,mentre aspetta la sua risposta,addirittura le volta le spalle impiegando molto più tempo del dovuto a cercare il resto che le deve dare.
“Oh non lo sai?Vengo insieme a voi,Leo mi ha chiamata oggi e mi ha chiesto se venivo. Le ragazze sono già lì,perciò ho accettato un passaggio!”Afferma lei contenta,usando un tono dolce ed affettuoso nel nominare le ragazze,le sue amiche dai tempi del liceo,compagne di classe di entrambi. Lui annuisce piano,impassibile,registrando le sue parole;saluta velocemente Erica,raccoglie le sue cose e si avvia a fianco della ragazza fuori dal supermercato. "Spero non ti dispiaccia."Mormora poi incerta,osservandolo dubbiosa da sotto le sue ciglia allungate con un filo di mascara;lui ancora una volta non permette ai suoi occhi di posarsi su quel viso,mentre con le mani fa un gesto di diniego,rispondendo così alla sua ingenua insinuazione.
“Non sapevo tu e Leo vi sentiste.”Borbotta poi,poco prima di attraversare le porte e di arrivare sulla strada;lascia involontariamente trasparire del nervosismo dalle sue parole,e se ne pente l’attimo dopo. Lei gli rivolge uno sguardo divertito e lui sa,lo sa cosa sta pensando e abbassa gli occhi in risposta,colpevole,come sempre con lei;come sempre dal primo giorno che si sono visti forse,sicuramente da quando lei gli ha chiesto se aveva una sigaretta e poi aveva iniziato a parlare di quanto in realtà facesse male fumare e lui aveva trovato estremamente adorabile il modo che aveva di gesticolare e di contraddire le sue parole con le azioni.
“Sì,ogni tanto ci sentiamo sai,per mantenere i contatti.” Dichiara lei poi,rivolgendogli un’occhiata dolce e riducendo un po’ il suo nervosismo;tuttavia,mentre si avvicinano a Daniele lui non può fare a meno di pensare che con lui non ha cercato di mantenere i contatti.
Non si sono più sentiti da quando è finita la scuola,nonostante fossero stati abbastanza legati,almeno per i primi tre anni di liceo;poi la comparsa di Daniele nella classe e la sua amicizia con Andrea li avevano fatti allontanare,dal momento che Alice non sembrava riuscire a buttare giù quel fatto. Le vorrebbe dire che potrebbero sentirsi anche loro ogni tanto,"sai per mantenere i contatti" e che lui potrebbe guardarla mentre studia, che poi potrebbero ascoltare un po’ del suo Paolo Nutini,lui fumerebbe un po’ e lei parlerebbe a voce alta,come piace a lei, poi riderebbe sguaiatamente con la gente che si girerebbe a guardarla,e potrebbero andare sulla spiaggia,visto che c’è il sole e i suoi capelli rossi diventerebbero ancora più luminosi e lui si potrebbe mettere gli occhiali,così lei gli direbbe che no,senza sta meglio,perché i suoi occhi blu-blu,come li chiama lei,si vedono meglio. E invece non le dice niente,un po’ perché non ha il coraggio,un po’ perché Daniele è li vicino e un po’ perché lei riceve una chiamata e si allontana di qualche passo da loro.
“Certo che se non fosse così stronza,io un pensierino ce lo farei.”Commenta il suo migliore amico,comparendo al suo fianco;Andrea intercetta il suo sguardo,posato sul fondoschiena e sulle gambe della ragazza,e istintivamente si para davanti al suo viso,coprendogli la visuale. Daniele se ne accorge e anche lui gli rivolge un sorriso divertito borbottando un “sei sempre il solito”. E sì,è sempre il solito Andrea,su questo non c’è dubbio. E' sempre il solito ed adesso è nervoso,perchè non si aspettava di vedere Alice quella sera e perchè si sta chiedendo per quale diavolo di motivo Leonardo non gli ha mai detto che hanno mantenuto i contatti,loro due. Cerca di calmarsi mentre Daniele,osservandolo di sottecchi,gli porge un'altra sigaretta,percependo il suo nervosismo dal modo veloce in cui muove la gamba e dalla mascella contratta. Piano piano Andrea riesce a riprendere la sua espressione apatica,e ottiene in cambio un sorriso di incoraggiamento dal suo migliore amico,che è stronzo ma non scemo e certe cose le sa anche se non gliele ha mai dette.Indossa anche gli occhiali da sole,fingendo di non notare l'espressione contrariata che si è dipinta sul viso di Alice e limitandosi a salutare con un cenno della mano Leonardo,che arriva con la macchina e inizia a parlare a manetta con tutti. Continua a sparare battute una dopo l'altra e sono così belle che Andrea riderebbe di gusto,se solo non sapesse che sono pensate dal biondo solo ed esclusivamente per la presenza della loro ex compagna di classe in macchina.Daniele,al suo fianco,invece ride e per la prima volta in tutta la loro vita,riesce addirittura a scherzare con Alice,che sembra un po' meno rigida adesso,un po' meno bacchettona.

Andrea guarda fuori dal finestrino,ignora le occhiate curiose e un po' preoccupate che Leonardo gli lancia dallo specchietto retrovisore,si concentra un po' sul paesaggio e sente forte la voglia di andarsene,lasciare tutto. Allora abbandona la testa sul sedile,chiude gli occhi e va via,non è più in quella macchina inondata dalle risate dei suoi amici;è una cosa che ha imparato a fare piuttosto bene,durante i cinque anni di liceo.Tutti non fanno altro che ripetere di quanto il classico apre la mente,e alla fine anche Andrea ne è sicuro,né è davvero convinto;semplicemente non a lui. Lui deve avere qualche malformazione,deve essere fatto al contrario,perché  lì,in quella scuola,ha imparato a chiuderla,la mente. Gli basta chiudere gli occhi per qualche secondo,e immaginare di essere in camera sua,nel silenzio più completo,una sigaretta tra le labbra e una birra tra le mani e lui è lì,è lì per davvero;e allora chissene frega se hai preso 3 di greco o di latino,se hai la maturità quest’anno ma ti senti infantile come un bambino,se la ragazza di cui sei innamorato non lo sa,o forse fa finta di non saperlo,se quella con cui esci è assillante o se il tuo migliore amico è un coglione e forse dovresti un po’ odiarlo. Chissene frega.
E lo stesso principio può essere applicato ad ogni situazione,anche alle più disparate;e così chissene frega se la festa a Nervi fa schifo e il drink che Francesco gli ha appena portato è uno strano intruglio che gli è andato di traverso al primo sorso,da quanto è disgustoso. Chissene frega anche se Alice si è dileguata insieme alle sue amiche e se la ragazza con cui sta parlando riesce ad essere davvero fastidiosa fino all'inverosimile;Andrea è così annoiato dalla conversazione che stanno portando avanti da almeno dieci minuti che si apre in un grande sorriso non appena scorge la figura esile di Marta muoversi tra la folla e dirigersi nella sua direzione. Lascia con un veloce saluto la sua noiosa interlocutrice e si avvicina anche lui a Marta,a dir poco felice di vederlo;come lui aveva già predetto il giorno prima,in mano ha il suo drink preferito e alla festa è venuta da sola,perchè le sue amiche sono fuori città e dice che non aveva voglia di restarsene a casa sul divano,ma lui sa,anche se lei questo non lo dice,che non si sarebbe persa un'occasione per stare con lui in ogni caso. La serata poi passa via velocemente,un drink dopo l'altro e le immagini si confondono nella mente del ragazzo,adesso che si trova sdraiato sul letto con il corpo nudo e caldo di Marta al suo fianco;sa di essere a casa sua,ma non ha idea di come ci è arrivato,dal momento che i ricordi sono decisamente appannati. Leonardo che offre da bere a tutti,la sigaretta fumata in compagnia di alcune sue vecchie compagne di classe,Alice che parla con un ragazzo mai visto prima,Alice che balla insieme alle sue amiche,Alice che fa delle facce buffe,Marta che lo prende per il braccio e gli toglie l'ennesimo bicchiere dalla mano,la strada che scorre davanti ai suoi occhi,il letto,l'eccitazione,i gemiti di Marta sotto di lui,il vuoto... tutte le immagini si susseguono una all'altra,si accavallano e si confondono reciprocamente.

Andrea apre un po' la finestra della camera,guarda la distesa di mare scuro,quasi nero,che gli si presenta davanti agli occhi,fuma una sigaretta e ossserva un aereo volare sorpa la sua testa;domani ha il turno di mattina al supermercato,perciò la sveglia suonerà presto,alle sette e mezza,ma nonostante ciò non ha alcuna voglia di dormire.
Sono le quattro di notte,gli occhi sono pesanti,le palpebre sembrano macigni e non desiderano altro che chiudersi;lui però non vuole,ha voglia di stare ancora lì,con il mare davanti e i gabbiani che volano piano in cielo. Sente ancora la testa che gli gira per il troppo alcool ingerito,perciò si appoggia con una mano al ripiano vicino alla sua scrivania,per evitare di cadere a terra come i barboni ubriachi;prende in mano il cellulare e scorre velocemente con gli occhi i numeri che ha salvato in rubrica,associati a nomi di persone che spesso non si ricorda neppure. Alla fine,il suo sguardo si fissa su una particolare sequenza di cifre,che pensava di aver dimenticato ma che ritorna subito nella sua mente e che è sempre la stessa di quando,a quindici anni,aveva imparato quel numero a memoria;preme piano il tasto verde,spinto da un'incontrollato bisogno di sentire quella voce,di sapere cosa fa quella persona,dov'è,con chi è. Trattiene il respiro,mentre il suono metallico del telefono rimbomba nel suo orecchio,sembra riempire tutta la stanza;poi all'improvviso quel "tu-tu" secco viene interrotto da una voce addormentata e confusa che borbotta un "pronto" leggermente sorpreso. Andrea sente quel suono dolce e riattacca,appoggiando con un sospiro il telefono sulla scrivania e riportando il suo sguardo vuoto sulla città che dorme davanti ai suoi occhi.

Osserva Genova e alla fine pensa che poteva andargli peggio;la sua vita fa schifo,la sua ragazza è innamorata di lui ma non è ricambiata,i suoi genitori sono delusi e il suo lavoro è una merda,ma alla fine lui ha la sua città,la sua distesa di acqua che sarà sempre lì. Perchè le spiagge della Sardegna piacciono a tutti,ma il mare di Genova è solo dei genovesi,è solo suo;è rabbioso,dolce,violento,distruttivo,potente,ma è casa.
Poi butta via la cicca della sigaretta,richiude piano la finestra,lancia un'ultima occhiata al paesaggio al di fuori di essa e si sdraia accanto a Marta;lei mugugna qualcosa e poi con gli occhi chiusi cerca il suo braccio con la mano e lo avvicina un po' di più a sè. Andrea la lascia fare,sospira e chiude gli occhi;poco prima di addormentarsi pensa che anche se non è felice e realizzato come a quindici anni si era immaginato che sarebbe stato,ha ancora un posto che può chiamare "casa" con sicurezza,e una persona da svegliare nel pieno della notte,una voce da ascoltare con la stessa concentrazione con cui si ascolta la propria canzone preferita e un viso da osservare con lo stesso stupore da sempre.
E gli basta.


 
___________________________________________________________
Ehilà,bella gente,eccomi di nuovo qui!
Avviso già che probabilmente non riuscirò ad aggiornarne fino a Giovedì prossimo,
perchè domani inizio l'università e -come Alice-non la faccio a Genova,bensì a Savona, e sarò perennemente sul treno :D

Comunque,grazie mille a chiunque abbia letto la storia,
e soprattutto a chi l'ha commentata,siete fantastici!
In questo capitolo conosciamo Alice,scopriamo qualcosa delle sue/mie passioni e 
forse,si capisce qualcosa in più anche sul nostro Andrea.
Che dire,spero vi piaccia e non sto a ripetervi quanto sia importante per me questa storia
e le persone che ne fanno parte,soprattutto Andrea.
Fatemi sapere cosa ne pensate,non siate timidi,
sono super curiosa!
Un bacio enormissimo,
Chiara
 

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Capitolo 3
*** Capitolo Due. ***


Electric souls.

"Your vows of silence fall all over 
The look in your eyes makes me crazy 
I feel the darkness break upon her 
I'll take you over if you let me"
Blink 182-Down

 
E' passata una settimana dalla festa in spiaggia e Andrea ha di nuovo il turno di mattina,quel giorno;la sera prima è uscito con gli amici e anche se non ha toccato un goccio di alcool,ha fatto comunque tardi e sente le palpebre pesanti come macigni di cemento.
Erica poco fa gli ha sorriso dolcemente,proprio solo come una mamma può fare e  ha posato un caffè davanti ai suoi occhi cerchiati da delle occhiaie violacee,che gli donano decisamente poco;dopo averne bevuto qualche sorso si sente un po' meglio e fa passare pigramente sul rullo della sua cassa i prodotti che una giovane ragazza ha selezionato con cura negli scompartimenti del supermercato. Lei lo guarda,incuriosita,un grande sorriso a colorarle il viso e cerca di capire se c'è qualcosa dietro quella sua aria scontrosa;prova ad intavolare una conversazione con lui,scherzando sulla sua poca capacità di fare calcoli matematici velocemente,ma il ragazzo seduto alla cassa non sembra cogliere nè apprezzare il suo tentativo.
Andrea,infatti,è completamente immerso nei suoi pensieri tutt'altro che piacevoli;da una settimana evita Marta,non risponde alle sue chiamate nè ai suoi messaggi ma sa che prima o poi dovrà affrontarla. Il problema è che non riesce a trovare le parole per dire a quella povera ragazza quello che infondo lei già sa,e probabilmente non ci riuscirà mai ;è da tempo,ormai,che non prende decisioni nette,da tempo che non deve concentrarsi per parlare con una persona.
Rivolge delle risposte monosillabiche per contribuire al monologo che la giovane alla cassa sta elaborando da almeno cinque minuti,ed è pronto a riimmergersi nel suo torpore,non appena lei smette di parlare;poi però le porte del supermercato si aprono e lasciano comparire una figura minuta,un visino da bambina costellato da lentiggini atteggiato in un'espressione serena e dei capelli mossi ed incasinati. Compare Alice,con dei pantaloncini corti,cortissimi dai quali Andrea si impone in tutti i modi di distogliere lo sguardo e con le All star slacciate,portate come se fossero ciabatte;compare Alice, e Andrea riemerge dai suoi pensieri e le rivolge un'occhiata strana,che si potrebbe definire speranzosa,se solo il soggetto in questione fosse un altro. Se ne accorge Erica e se ne accorge la ragazza che ha appena finito di infilare tutta la sua spesa nei sacchetti;Alice lo saluta con la mano e poi si dirige all'interno del negozio,scomparendo tra gli scaffali alti dal quale è costituito. Il riccio beve un altro sorso di caffè e lancia un'occhiata di sfida alla sua collega,che ora lo sta guardando con degli occhi curiosi;il suo sguardo cade sull'orologio appeso al muro,che scandisce le sue giornate con un ticchettio a dir poco fastidioso e con gioia si rende conto che il suo turno è finito da quasi cinque minuti. Inizia a rollarsi una sigaretta,muovendo velocemente le mani con gesti esperti pronto ad uscire da quella prigione;in quel momento Alice ricompare nel suo campo visivo,stringendo in mano un pacco di pasta,un sacchetto di Gocciole,del sugo al pomodoro e un pacchetto di assorbenti. Andrea non riesce a fare a meno di sorridere nel notare il suo imbarazzo quando pone sul rullo anche quell'ultimo prodotto,ma si limita ad osservarla divertito mentre con la punta della lingua lecca la cartina e chiude con un movimento esperto la sigaretta;fa passare i prodotti nel rullo e ,mentre lei sistema le sue cose nei sacchetti,saluta Erica con un cenno della mano e si avvia fuori,aspettando la ragazza all'ingresso.

"Mi son sempre chiesta come facessi a farle così velocemente."Esordisce Alice dopo essere uscita dalle porte scorrevoli,sedendosi accanto a lui sul muretto fuori dal supermercato e indicando con un dito la sigaretta che il ragazzo tiene stretto tra le labbra.
Andrea la guarda attentamente e scrolla le spalle,rispondendo così alla sua domanda curiosa.
"Vai al mare?"Le chiede poi,indicando con un gesto del capo il collo della ragazza,sul quale si chiudono i lacci di quello che ha tutto l'aspetto di essere un costume.
Alice scrolla le spalle,in risposta,imitando il movimento che poco prima era stato eseguito dal ragazzo. "Le ragazze mi hanno dato buca,perciò mi sa che tornerò a casa.."Spiega poi,accompagnando le parole con un'espressione sconsolata del viso.
Andrea la guarda e lo sa,lo sa per certo,che quello che gli sta passando per la testa è completamente sbagliato,che dovrebbe vedere Marta e parlarle del loro strano rapporto,che dovrebbe andare a fare qualsiasi altra cosa ma non quella. Lo sa perfettamente,davvero.Ma poi non riesce a fare a meno di pensare al fatto che è estate e lui non è ancora andato al mare pur avendolo a pochi metri di distanza,che proprio il giorno prima ha trovato un asciugamano che credeva di aver perso e inizia a domandarsi quale sia il colore del costume di Alice,che non riesce a individuare bene da vestita. 
Così aspira l'ultimo tiro dalla sigaretta,butta la cicca a terra e la guarda di sottecchi. "Se vuoi vengo io con te. Al mare,intendo."Dice poi,sorprendendo un po' anche se stesso;Alice gli sorride felice ma sembra comunque soppesare il suo invito,come è abituata ogni volta che la vita le offre un'alternativa. Poi si ricorda del tatuaggio che ha fatto da poco,dietro al gomito, e quel "why not?" che ha scritto sulla pelle la spinge a sorridere ancora di più e a annuire con forza;così salgono sulla moto di Andrea che si sforza di andare piano,si fermano a casa del ragazzo dove lui prende un costume e si dirigono verso il mare.
Nessuno dei due ha idea di quello che succederà,cosa mai si diranno due ragazzi che non si sono visti per quasi un anno e che non hanno quasi niente in comune,fatta eccezione per la classe del liceo e alcuni amici;il riccio non ci pensa mentre guida e cerca un posto per la sua moto nel parcheggio affollato di fronte ad una delle spiagge più frequentate della loro città. Finalmente lo trova e Alice a quel punto quasi corre verso il mare,felice come una bimba il giorno di natale di essere riuscita ad andarci,alla fine;stendono gli asciugamani l'uno accanto all'altro e corrono in acqua,proprio come fanno i ragazzini che sfuggono alle loro madri,costrette a rincorrerli brandendo le creme in mano.
Andrea e Alice però non hanno nesssuno che li rincorre,sono solo loro due e le loro solitudini, perciò si prendono tutto il tempo del mondo;lui si tuffa subito,immerge la testa in acqua e poi si ferma ad osservare il visino della ragazza,il mare che le arriva a metà coscia e gli occhi fissi su quella distesa piatta sotto di lei. Piano piano entra sempre di più in acqua,e quando finalmente alza lo sguardo su di lui,Andrea è costretto ad allontanare i suoi occhi dal corpo liscio e perfetto di Alice;le sorride e la invita ad avvicinarsi a lui,lì dove non si riesce a toccare il fondale con i piedi. Restano in acqua almeno un'ora e quando finalmente si decidono ad uscire hanno le mani ed i piedi tutti raggrinziti;si sdraiano al sole e Andrea si incanta a guardare come le goccioline salate del mare sulla pancia piatta di Alice si asciughino piano piano con il calore. Per cercare di tenere la sua mente -e i suoi occhi- occupati,tira fuori dallo zaino il tabacco,una cartina e un filtro e in pochi secondi la sua sigaretta è gia pronta per essere fumata;si accorge solo in un secondo tempo che la ragazza al suo fianco ha osservato ogni suo gesto con grande attenzione,riparandosi gli occhi dalla luce del sole con una mano
"Dai,fammi provare anche a me!"Esclama poi,tirandosi a sedere di scatto e allungandosi per prendergli di mano l'occorrente;lui sbuffa un po' e si lamenta per quello spreco di tabacco,ma la lascia comunque fare perchè  è  qualcosa di paradisiaco osservare la sua espressione concentrata,proprio come ai tempi della scuola quando lei seguiva le lezioni con un'attenzione quasi maniacale e lui cercava in tutti i modi di distrarla. La fissa senza pudore,e lei un po' se ne accorge ma è troppo presa dalla sua sigaretta per pensare ad altro;proprio mentre,con gli occhi socchiusi e il nasino arricciato sta passando la lingua sulla cartina per chiuderla,il telefono di Andrea squilla e dopo pochi secondi la voce di Daniele gli rimbomba nelle orecchie. Non ascolta realmente ciò che il suo amico ha da dirgli,e si limita a borbottare qualcosa in risposta ad una domanda che non ha nemmeno sentito;alla fine chiude la telefonata,infastidito dalla sua voce seccata e dalla sua continua insistenza a sapere con chi si trova.
"Era Daniele."Spiega,notando l'occhiata incuriosita di Alice;lei,non appena sente il nome del suo ex compagno di classe,alza gli occhi al cielo con fare esasperato,non riuscendo in alcun modo a reprimere l'odio da lei provato nei confronti di quel ragazzo. Andrea se ne accorge e si trova un attimo spiazzato,di fronte a quell'espressione tanto familiare:nonostante sia un po' più matura,nonostante abbia già avviato compiutamente la sua carriera universitaria,Alice è quella di sempre,quella del primo anno di liceo.E' lui ad essere cambiato,è lui che da qualche anno ha iniziato a girare con Daniele e con lei quasi non ci parla più,è lui che non andava mai a scuola,è lui che cambia ragazza ogni settimana.
“Non riesco ancora a capire come hai fatto a diventare amico di quello.”Mormora lei,manifestando per l’ennesima volta tutta la sua disapprovazione;da quando Daniele era finito in classe loro,al terzo anno,lei aveva provato subito un’odio profondo per quel ragazzo dagli occhi verdi,troppo sicuro di sé e pronto a deridere chiunque non fosse conforme alle sue idee. Lo aveva odiato ancora di più quando aveva fatto soffrire tre sue amiche senza pietà,senza vergogna,usandole come oggetti inutili;non si capacitava di come Andrea,il ragazzo dagli occhi azzurri,il suo amico,potesse andare d’accordo con uno come lui.
“E io non riesco ancora a capire perché tu lo odi così tanto.”Risponde il riccio,salutando con finta gentilezza e palese disinteresse un gruppo di ragazze che lo stanno guardando con attenzione e desiderio;deve averle conosciute da qualche parte,probabilmente sono amiche del suo migliore amico,oggetto della discussione con Alice,ma non si ricorda minimamente di loro. Come sempre i suoi occhi le hanno viste,ma non le hanno guardate davvero.
“Cristo,Andrea,dici sul serio?”Esclama Alice,esasperata,puntando i suoi occhi scuri in quelli chiari di lui:lui per sfuggire a quello sguardo di disapprovazione si gira a frugare nello zaino,alla ricerca dell'accendino e poi si avvicina alla sigaretta appena fabbricata dalla ragazza e gliela accende. "Pensavo peggio,dai.."Mormora poi ad un passo dalle sue labbra,indicando proprio la sigaretta e facendola sorridere soddisfatta;dopo questa piccola discussione il clima torna disteso tra i due,e restano ancora lì al mare qualche ora.Quando alla fine decidono di recarsi alla moto sono le sei del pomeriggio,Andrea ha fame e Alice deve tornare a casa prima che esca sua sorella,altrimenti rimane fuori dalla porta,visto che non ha ancora corretto il suo terribile vizio di dimenticarsi le chiavi. Quando però arrivano finalmente al mezzo ammaccato del ragazzo,una sorpresa sgradita si presenta di fronte ai loro occhi;Marta li guarda strabuzzando gli occhi,altrettanto stupita, e dopo qualche secondo di stasi si dirige a passo veloce verso di loro,capendo fin troppo bene la situazione.

"Ciao.."Borbotta Andrea decisamente imbarazzato,evitando di guardarla negli occhi. Cerca in tutti i modi di allontanarsi da Alice,ma nonostante lei sia distante da loro qualche metro,le urla di Marta quando inizia a parlare la raggiungono facilmente.
"Ciao?Non ti fai vedere per una settimana,non mi rispondi alle chiamate per una settimana e l'unica cosa che hai da dirmi è ciao?"Grida lei,indignata e ferita,sul viso un'espressione distrutta;le pieghe che si formano intorno alle labbra e il tremito nella voce tradiscono la sua necessità di piangere ma lei,con un coraggio che Andrea non credeva le appartenesse,caccia indietro le lacrime e continua a fissarlo,fiera. "Io lo sapevo che cercare di cambiarti era impossibile e so che tu per me provi un affetto simile a quello che senti per il tuo orso di peluche,ma cristo santo io mi sono innamorata di te,Andrea e questo deve pur contare qualcosa!Tu..tu non puoi fare  così..tu devi dirmelo se vuoi lasciarmi,non puoi aspettare che io lo capisca da sola,perchè io sarei capace di non capirlo mai."Continua decisa,abbassando un po' il tono della voce,portando in qualche modo rispetto al suo dolore,alla sua sofferenza. "Quindi dimmelo. Dimmi che vuoi lasciarmi,e io me ne vado."Conclude.
E per quanta fierezza abbia ostentato,per quanto coraggio sia stata capace di mostrare,non riesce a impedire ad una piccola lacrima di scivolare sulla sua guancia e distoglie lo sguardo da quegli occhi blu dai quali non ha mai ricevuto del calore vero e proprio;Andrea la guarda,ammutolito,pensando mille cose,mille discorsi,ma non riuscendo a formularne nemmeno uno. Vede quella lacrima cadere dai suoi occhi e vorrebbe davvero accarezzarla e levarle via tutta quella tristezza,ma qualcosa lo tiene attaccato al terreno,gli impedisce di muoversi;Marta aspetta due minuti,poi tre,quattro e cinque. Poi alza lo sguardo e non vuole credere che il ragazzo di cui si è così perdutamente innamorata è talmente fifone,talmente vigliacco da non avere nemmeno il coraggio di lasciarla. Gli lancia un'occhiata carica di disprezzo e lo sorpassa,inspirando il suo odore di sigarette per un'ultima volta e mormorando un "vaffanculo,Andrea.";poi si allontana,lasciando finalmente libero sfogo alle sue lacrime. Vede a pochi passi da lei Alice,che la guarda con un'espressione carica di dolcezza e tenerezza e la odia ancora di più in quella veste di amica che in quella di rivale;così quando le passa accanto lancia un "e vaffanculo anche a te",che la rossa incassa senza battere ciglio. La scena sembra essere congelata,tutta la gioia che fino a qualche minuto prima aveva abbracciato i due ragazzi è scomparsa e Andrea,sempre più vigliacco,non ha il coraggio di guardare Alice in faccia per vedere quale emozione traspare dai suoi occhi. Alla fine lei si avvicina alla moto,indossa il casco del genoa che lui le ha prestato e lo guarda in viso,cercando di capire se sia davvero così come Marta lo ha appena descritto e chiedendosi come sia possibile che il ragazzo dagli occhi blu fosse diventato tanto insensibile. Lui non dice niente,sale sul motorino e guida pensieroso fino a casa della ragazza;lì lei scende,osservandolo di sottecchi con la stessa espressione di prima e lui si sente giudicato,immobilizzato.
"Scusa per prima..Marta è un po'..esagerata,ogni tanto."Bofonchia lui,non riuscendo a formulare una frase più sensata,intimorito da quello sguardo indagatore.
Lei scuote la testa con energia,in segno di diniego. "No,ha ragione. E' la tua ragazza e tu hai appena passato tutta la giornata con me. Anche io avrei frainteso."Dice lei sicura,gesticolando in quel modo tanto familiare.
"Oh ma lei non è..insomma noi non stiamo insieme!"Precisa Andrea. Capisce di aver detto la cosa sbagliata subito dopo aver pronunciato quelle parole;Alice infatti,assume un'espressione perplessa inarcando il sopracciglio destro.
"Davvero Andrea?Esci con lei,la baci,le tieni la mano e scopi con lei tutte le sere da quasi un anno e ti ostini a non considerarla la tua ragazza?"Chiede incredula. Andrea mentre la guarda,ancora una volta messo KO da una ragazza,non può fare a meno di notare quanto quel verbo volgare sia decisamente fuori luogo,pronunciato dalle labbra morbide e rosse di Alice. "Dovevo immaginare che frequentando Daniele saresti diventato come lui. Ti credevo diverso"La punta di delusione nella sua voce è sottolineata dall'espressione disgustata che si dipinge sul suo viso,mentre si allontana,dopo avergli lanciato un'ultima occhiata e aver mormorato un "grazie per la giornata".
Andrea la guarda salire le scale del condominio elegante in cui abita e dopo averla vista sparire dietro al portone rimane ancor qualche minuto immobile prima di ripartire. Sente un nodo allo stomaco e fa fatica a deglutire,tanto la gola è stretta in una morsa mortale. Perchè l'unica persona di fronte alla quale non è mai riuscito ad essere impassibile,l'unica persona in grado di sciogliere il gelo della sua anima con una sola parola,l'unica persona capace di risvegliarlo dal suo torpore semi-perenne è Alice. E adesso lei l'ha guardato delusa,con un'espressione di disprezzo che fino a quel momento aveva riservato solo a Daniele ogni volta che lo vedeva con una sua nuova conquista;e Andrea può sopportare ogni cosa,tutto davvero,non ha problemi. Eccetto lo sguardo deluso e sprezzante di quell'unica ragazza,in grado di sconvolgerlo più di chiunque altro.

Così con nella mente gli occhi scuri di lei e i suoi capelli rossicci,si precipita dentro casa,tira fuori un borsone dall'armadio e vi infila alla rinfusa tutti i vestiti che gli compaiono davanti agli occhi;come sotto effetto di una sostanza stupefacente si muove velocissimo e quasi barcollando,aprendo il cassetto della camera dove ha raccolto tutti i soldi che possiede,frutto del lavoro al supermercato e di risparmi degli anni del liceo. Ha ancora in mente la prima volta che ha incontrato Alice,di fronte alla classe che li avrebbe ospitato per i cinque anni successivi,e ricorda ogni istante di cui sono stati protagonisti insieme,mentre scrive velocemente un biglietto per i suoi genitori;sa che loro capiranno,e si ripromette di chiamarli il più presto possibile per rassicurarli.
Poi,il borsone sulle spalle,una sigaretta tra le labbra e gli occhiali da sole a riparare i suoi occhi blu,sale sul motorino,dirigendosi verso l'aereoporto di Genova. Per strada compra anche una cartina del mondo,e negli occhi ha un'espressione determinata. Non ha idea di ciò che farà,nè di dove andrà,ma per la prima volta dopo anni,si sente finalmente libero.

 
________________________________________________
Eccomi qui,come promesso :)
Allora,innanzitutto grazie mille a chi ha commentato gli scorsi capitoli,
mi fate davvero felice :3
Questo capitolo non mi piace un granchè,l'ho riscritto parecchie volte ma non sono mai riuscita a raggiungere il livello che avrei voluto quindi..mi scuso in anticipo con voi :)
In ogni caso,Andrea e Alice passano una giornata insieme al mare,
anche se poi incontrano Marta e succede un po' un casino.
Vorrei sottolineare che Andrea non è uno stronzo,è solo vigliacco -cosa che forse è anche peggio-,
è soprattutto è bloccato nella sua apatia verso il mondo intero,e la presenza di Alice lo manda un po' in crisi.
Non odiatelo,per favore.

Spero che vi piaccia,prometto che il prossimo sarà migliore
e  niente..ci vediamo giovedì prossimo!
Tanto tanto love per voi,
Chiara
 

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Capitolo 4
*** Capitolo Tre. ***


Electric souls.




"You know I'll find my corner,
and that tonight I'll call you after my blood is drowing into alcohol."
Ed Sheeran-Give me love.

 
Per la prima volta dopo sei mesi Andrea apre la porta di casa e viene subito investito dal profumo del pesto che sua madre ha voluto preparare per festeggiare il suo ritorno;nell'ingresso viene assalito dai suoi amici che lo riempono di pacche sulla spalla e lo assordano con cori da stadio. Dopo cinque minuti di urli,finalmente riesce a farsi strada tra i corpi mai cambiati di Leonardo,Francesco e Daniele e arriva in cucina,dove trova sua mamma,il grembiule sporco di verde e un grande sorriso materno. La guarda e cerca di cacciare indietro le lacrime,perchè davvero non è il caso di piangere per così poco,e affonda il viso tra i suoi capelli ricci e scuri,così simili ai suoi. 
Li raggiunge anche suo padre,che si è preso un giorno libero dal lavoro solo per quel pranzo un po' speciale,per accogliere quel figlio tutto strambo,che sei mesi prima li ha lasciati con un biglietto scritto di fretta trovato in cucina;i ragazzi riempono di domande Andrea,che non si sottrae e risponde entusiasta,mentre li guarda uno ad uno cercando in ciascuno un segno di risentimento nei suoi confronti. Nota gli occhi verdi di Daniele osservarlo allo stesso modo ed intuisce che forse non gli ha ancora perdonato il fatto di non averlo nemmeno salutato prima di partire;Andrea però non sa come spiegargli che allontanarsi da Genova,dai suoi genitori e sì,anche da loro,i suoi amici,era la cosa giusta da fare per lui e che non sarebbe riuscito a farla davvero se si fosse fermato a ragionare. Così gli sorride,mentre racconta di quanto faccia caldo a Los Angeles,anche in pieno Dicembre,e come i newyorkesi sembrino sempre e in ogni occasione di fretta. Gli sorride mentre spiega con pazienza alla madre il lavoro che aveva trovato a San Francisco e mentre cerca di rassicurarla sul fatto che no,fare il barman non è di certo un lavoro pericoloso. Gli sorride mentre racconta come la neve cada fittissima in Canada e come sia incredibile quanto sia grande quel paese.Gli sorride quando i suoi genitori gli chiedono se ha trovato anche una ragazza,in tutto quel girovagare,e mentre scuote la testa in segno di diniego. Daniele ascolta ogni parola,riempendosi di tutte quelle notizie che per sei mesi gli sono state negate;sa che dovrebbe odiare il suo migliore amico per non averlo avvisato,per non aver risposto alle sue chiamate per molto tempo e per non averlo coinvolto in quel viaggio. Però,all'ennesimo sorriso che Andrea gli rivolge,non può fare a meno di notare come i suoi occhi siano tornati di quel blu intenso degli anni migliori e di come il suo sorriso sia vero,sincero,e non ha niente a che fare con quello che mostrava prima di partire.Lo vede vivo e capisce anche lui che l'unico modo che Andrea aveva per ritornare in sè era quello. Così risponde al suo sorriso e gli chiede qualcosa anche lui. E lo perdona.
Nel pomeriggio il quartetto,dopo sei lunghi mesi finalmente ricomposto,si dirige in centro e si ferma nel bar della loro adoloscenza,quello nel quale si rinchiudevano quando bigiavano a scuola e non sapevano dove nascondersi da eventuali professori;i proprietari li salutano con un sorriso caloroso,felici di vedere quel gruppo ben amalgamato tornare dopo tanto tempo. Adesso è il turno di Andrea di chiedere ai suoi amici cosa sia successo in quella città che tanto le è mancata durante la sua assenza;così Francesco si lancia nelle sue famose pittoresche descrizioni delle serate genovesi,mentre Leonardo e Daniele si limitano ad inserirsi ogni tanto con dei commenti. Il riccio scopre così che Leo ha iniziato una scuola di recitazione,seguendo le orme del padre e che le cose sembrano andargli bene,adesso;viene a sapere che Francesco ha iniziato con successo il secondo anno della sua università e che Daniele si vede con una loro ex compagna di classe da qualche mese,forse quella giusta finalmente. Dopo un'oretta circa Andrea esce dal bar per fumare una sigaretta e si prende qualche minuto per assaporare il sapore salato di Genova;alza il viso,mentre lascia andare il fumo fuori dalle labbra screpolate,ed osserva i tetti delle case dei vicoli,così vicini da toccarsi quasi.Fissa lo sguardo su quel pezzettino di cielo che riesce a insinuarsi tra la fessura lasciata libera dalle grondaie e sospira piano:dopo tanto girovagare,dopo tanti posti visti,ammirati e a volte anche odiati,dopo tante facce,persone,amici,colleghi,compagni di viaggio,dopo tanto inquieto cercare,finalmente è a casa. Non saprebbe descrivere quale sensazione gli susciti rivedere quei marciapiedi sbeccati,quelle insegne storte e le prostitute agli angoli delle strade;sa solo che quella,per lui,è casa.
Con gli occhi ancora in aria sente la porta del bar aprirsi e poco dopo la figura familiare di Daniele si accomoda al suo fianco,sfregandosi le mani una contro l'altra per riscaldarsi;il vento di Genova a Dicembre può essere davvero freddo e violento,ma Andrea scopre di aver sentito la mancanza anche di questo. I due amici non dicono niente,rimangono semplicemente a fumare l'uno accanto all'altro,lanciandosi ogni tanto un'occhiata di sottecchi;Andrea si è immaginato così tanto come sarebbe stato il loro incontro che adesso che sta avvenendo ha l'impressione di vivere la situazione come una spettatore,e non come il principale protagonista quale dovrebbe essere. Si guardano un po' negli occhi scrutando l'uno i cambiamenti dell'altro ma scoprendosi sempre gli stessi:alla fine,dopo tutto quell'osservare e quel silenzio,il viso di Daniele si apre in un sorriso ed il suo corpo si avvicina a quello di Andrea,stringendolo in un abbraccio impacciato e fraterno. Iniziano a parlare l'uno sopra all'altro,iniziando a raccontare ciascuno le proprie esperienze,tutto ciò che in quei sei mesi avrebbero voluto confidarsi:finisce la sigaretta e ne riaccendono un'altra,incuranti del freddo e della pioggia che è iniziata a cadere,quasi fossero due innamorati al primo appuntamento. Dopo l'ennesima sigaretta cade di nuovo un silenzio tra di loro,ma questo è sereno,tranquillo,serve a fare chiarezza nella mente di entrambi.
Poi Daniele lancia un'occhiata penetrante ad Andrea e "lei non sa che sei tornato"dice pronto a cogliere ogni espressione che il viso del suo migliore amico assume. Lui sente le ossa scricchiolare e mescolarsi le une alle altre,però rimane impassibile,si limita ad abbassare lo sguardo e a chiedere "chi?". Riesce a non tremare nemmeno quando il suo amico ride senza allegria e "L'unica lei che il tuo cervellino riesce a considerare. Alice,chi se no?"dice,un po' rassegnato. Andrea rimane in silenzio,riesce solo ad annuire un po',colpito dalla potenza di quelle cinque lettere che accostate le une alle altre riescono a fargli male più di centinaia di coltellate. Si lascia avvolgere dalla magia che quel semplice nome riesce a richiamare nella sua mente e rivolge un sorriso incerto a Daniele,che un po' è sollevato di ritrovare il suo migliore amico uguale nelle sue debolezze ed un po' invece vorrebbe sollevarlo sulle sue spalle per ripararlo da quel dolore. Rimangono ancora un po' in silenzio e in quei pochi istanti Andrea ha quasi la sensazione di percepire il profumo dolce di Alice penetrargli nelle narici,trasportato dal vento:scuote la testa e fa cenno a Daniele di rientrare nel loro bar,da sempre rifugio da ogni brutto pensiero.
Gli amici sono gli amici,alla fine,e se Andrea quella notte rientra a casa con un sorriso felice,la testa che gli gira e la sicurezza di aver fatto la cosa giusta a tornare nel suo bel paese,è solo grazie a loro. Gli hanno organizzato una festa a sorpresa in un locale che frequentavano molto assiduamente prima che lui partisse,e anche se ha incontrato Marta e i suoi occhi tristi,il resto è andato tutto bene. Siede sul letto e si sente un po' strano lì,in quella camera dalla quale è fuggito per sei lunghi mesi;accende una sigaretta,massaggia un po' le tempie nel tentativo di far defluire il mal di testa che lo ha colpito a causa dei troppi drink che gli sono stati offerti e accende il cellulare. Lo ha tenuto spento per tutti quei mesi che è stato lontano,in America ne aveva comprato uno a pochi dollari che usava solo per chiamare i suoi genitori;niente numeri,niente amici,niente tentazioni assurde. Ora però si sente abbastanza pronto e decide di riaccenderlo,di vedere cosa è successo durante quei sei mesi all'interno di quel aggegio elettronico;scorre la lista dei messaggi e delle chiamate,e ci trova miliardi di cose. Ci trova la frustrazione e la rabbia di Daniele,la preoccupazione di Francesco e Leonardo e la disperazione di Marta. Si sente libero di rabbrividire e gioire interiormente quando scova addirittura sei messaggi che gli sono stati indirizzati da Alice:trema senza ritegno al suo "Andre,sono preoccupata davvero,dove cazzo sei finito?Devo parlarti." e si riempe la testa di interrogativi nel leggere un conciso "devo parlarti sul serio,chiamami." 
E lo sa che ha la testa che gira troppo furiosamente,che l'ultimo messaggio che lei gli ha inviato è datato più di cinque mesi prima,che ha bevuto davvero troppo e che sono le tre di notte,ma le sue dita sono meno codarde di lui e sanno già cosa fare. Con sicurezza premono il tasto verde e attendono,ansiose:Andrea ha già in mente centinaia di discorsi,migliaia di parole,di punti e virgole,ma non appena sente una voce incerta e timorosa mormorare "pronto?" seguita da un mugolio infastidito di chiara provenienza maschile,gli si mozza il fiato e l'unica cosa giusta che gli sembra di poter fare è borbottare uno "scusa",che peraltro gli esce sbiascicato dal momento che la sua lingua è stata intorpidita dall'alcool,e chiudere la chiamata. Dopo rimane una manciata infinita di minuti con il cellulare in mano e gli occhi fissi sui messaggi che Alice gli ha inviato cinque mesi prima:si riempe la testa di frasi che incominciano tutte con un "se.."e rinnega così la sua natura da fatalista. Chissà cosa sarebbe successo se avesse letto quei messaggi subito,chissà cosa sarebbe successo se avesse ascoltato cosa Alice aveva da dirgli,chissà cosa sarebbe successo se non fosse partito senza dire una parola. Non fa nemmeno caso alla neve che è iniziata a cadere fuori dalla sua finestra,non si accorge nemmeno dello splendore di quei fiocchi bianchi che si posnao sul balcone della sua stanza. Il cellulare squilla nelle sue mani,vibra carico di speranza e si illumina con quelle cinque lettere che lo inchiodano al letto e gli impediscono di rispondere alla chiamata:dopo sette squilli e mezzo -sette squilli e mezzo che sembrano 100 alle sue orecchie- Alice chiude la telefonata,e quasi Andrea può immaginare la smorfia di disappunto che probabilmente si è fatta spazio sul suo viso,le labbra imbronciate e un sospiro rumoroso incastrato tra la gola e il palato.

Rimane seduto sul letto ancora per un'ora,le scarpe ancora addosso e gli occhi allucinati:finalmente,alle quattro di notte,si sdraia ancora vestito ed i suoi occhi si chiudono,pronti ad immergersi in quei sogni ormai familiari,li stessi da circa sette anni.



 
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Ho pochissimo tempo,devo scappare fra pochissimo perchè ho un appuntamento per il mio secondo tatuaggio,quindi faccio giusto un saluto breve.
Innanzitutto grazie,grazie davvero a chi sta seguendo la storia,
e grazie ancora di più a chi addirittura commenta e riesce a seguire i miei deliri,siete fantastiche.

Andrea è partito,ha fatto un giro in America ed è tornato.
E' cambiato,come forse avrete notato e come sicuramente noterete nei capitoli successivi,
ma qualche traccia del vecchio Andrea c'è ancora.
Scopriamo,come forse avevate già capito,che la destinataria delle sue chiamate notturne è Alice,
e anche questo non è cambiato nonostante i sei mesi in America.
In questo capitolo c'è una specie di ode alla città,cosa che in realtà si può riscontrare nell'intera storia,
e in quel momento gli occhi di Andrea sono un po' i miei..
Niente,dopo questo delirio che dire..
Spero vi piaccia,di non annoiarvi e di non perdermi troppo in cose personali di cui non frega niente a nessuno..Nel caso fatemelo sapere!
Vi voglio bene,grazie di seguirmi,
Chiara

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Capitolo 5
*** Capitolo Quattro. ***


Electric souls.
 
"And all the ways I got to know
your pretty face and eletric soul. [..]
All that grace,all that body,
all that face makes me wanna party."
Lana Del Rey-Young and beautiful

 
"Ti dico che devi venire,sarà una festa strafiga e si dice che Marco non abbia badato a spese,per quanto riguarda gli alcolici!"

La voce di Daniele gli arriva entusiasta filtrata dal cellulare che ha da poco ripreso ad usare e Andrea non può fare a meno di sorridere di fronte alla sua allegria un po' infantile:sente in sottofondo Leonardo e Francesco emettere dei versi di apprezzamento e di condivisione con le parole del suo migliore amico,e così alla fine accetta.
Si fa ripetere dove e quando si deve fare trovare fra poche ore e ride quando Daniele gli intima di vestirsi "con qualcosa che non ti faccia sembrare un barbone appena uscito dal cassonetto.";dopo aver chiuso la telefonata mette a soqquadro il suo armadio,alla ricerca dell'unica camicia da lui posseduta e l'unica cosa del suo abbigliamento che sua madre abbia mai giudicato quantomeno accettabile. Nonostante abbia cercato di evitarla fino all'ultimo minuto,non può negare di essere felice di andare alla festa di quella sera:Marco,il loro compagno di liceo,l'ha organizzata per inaugurare la nuova villa che i suoi genitori hanno comprato per lui e la sua fidanzata. E' pronto a rispondere alle migliaia di domande che senza dubbio lo investiranno riguardo il suo viaggio in America,e si è gia preparato risposte in grado di deviare subito la conversazione su qualcos'altro:è felice di rivedere gran parte della sua classe del liceo ed è curioso di vedere quanto sei mesi abbiano cambiato ciascuno di loro. Dentro di sè,sa perfettamente che causa della sua felicità e anche della sua agitazione,è in realtà rivedere una sola persona,della cui presenza si è accertato quel giorno stesso,parlandone con Daniele,ma cerca in tutti i modi di nascondere ciò anche a se stesso.

Qualche ora dopo lancia un'ultima occhiata all'immagine che lo specchio del bagno gli restituisce del suo viso:ha tagliato i capelli da poco,così  i suoi occhi blu spiccano sul viso e sono liberi di brillare senza incontrare ostacoli,particolarmente accentuati dal colore azzurro della camicia che ha indossato. I suoi skinny jeans neri cadono alla perfezione sulle sue adorate e insostituibili Vans nere,allacciate solo per l'occasione mentre il piede destro batte nervosamente il marciapiede sotto di sè,seguendo un ritmo tutto suo:finalmente dopo qualche minuto e due sigarette fumate,Leo arriva,la macchina completamente sfasciata sulla fiancata e un grande sorriso sul volto da bambino. Andrea sale di fretta e si sistema sul sedile posteriore accanto a Daniele e a Giulia,anche lei vecchia compagna di classe:il suo migliore amico gli rivolge un sorriso d'intesa ed indica con gli occhi la sua mano posata in un gesto familiare sul ginocchio della ragazza. Andrea lascia passare lo sguardo su di loro e nota subito i loro corpi troppo vicini e le gambe di lei leggermente appoggiate alle caviglie di lui;sorride un po' sorpreso al suo amico,ed intuisce che la ragazza di cui lui gli ha parlato deve essere proprio la dolce e testarda Giulia. Qualsiasi parola che fiorisce sulle sue labbra riguardo alla nuova e sorprendente coppia,viene interrotta dall'esclamazione di Leonardo che ha appena fermato la macchina di fronte alla loro destinazione.
 
La villa di Marco è enorme,la sua fidanzata bellissima e lui li accoglie con il sorriso gentile e aperto di chi nella vita è sereno,tranquillo,addirittura felice. Come da copione rivolge diverse domande ad Andrea riguardo al viaggio che lo ha portato in giro per l'America mentre li guida dentro la sua casa tanto simile ad un labirinto. Poco dopo,però,il campanello del citofono ricomincia a suonare,e Marco è costretto a lasciare i suoi amici per andare ad accogliere i nuovi arrivati;Andrea si sente in uno strano stato di trepidante attesa,mentre beve con gli altri la meravigliosa sangria che Sara,la fidanzata del proprietario di casa,ha preparato egregiamente. Nel tentativo di scacciare da sè quella sensazione che lo fa fremere dalla punta dei piedi a quella dei capelli,parla con tutti,beve un altro bicchiere di sangria e poi,invitato calorosamente dai suoi tre amici,trangugia velocemente uno shot rhum e pera. Daniele si avvicina più volte,durante quelle prime due ore,per fargli vedere delle ragazze da lui giudicate particolarmente interessanti e ancor più spesso per presentargli giovani donne che lo guardano con occhi vogliosi;Andrea sorride a tutte,ma rivolge subito gli occhi altrove,poco interessato ai loro vestiti scollati e alle gambe scoperte. Daniele scuote la testa,divertito dal modo gentile e disinteressato con cui il suo migliore amico si approccia a ragazze a dir poco meravigliose,ma non dice niente: nonostante la presenza di Giulia riesca,per motivi a lui totalmente sconosciuti,a placare il suo animo ribelle e a donargli una tranquilla serenità,anche lui sente una strana sensazione all'altezza dello stomaco e anche lui,come Andrea,lancia spesso delle occhiate alle  persone circostanti,nella speranza di individuare una chioma rossiccia tra la folla. 
Alla fine dopo circa due ore dall'inizio della festa,abbandonandosi ad un sospiro frustrato che solo i suoi tre amici percepiscono e comprendono fino in fondo,Andrea indica con un cenno del capo la porta finestra che da sul terrazzo e dopo aver rivolto un ultimo sorriso poco convinto al gruppetto di gente con cui si trovava,si allontana in quella direzione,girandosi una sigaretta tra le mani. Cammina con la testa bassa,il viso e gli occhi concentrati sul tabacco appena posizionato all'interno della cartina, e si accorge della presenza di un'altra persona solo quando finalmente la sua sigaretta è pronta per essere accesa. La sua mente individua un vestito lungo verde ed una schiena lasciata completamente scoperta da uno scollo profondo,mentre il suo cuore e tutto il suo corpo sembrano pronti a dare una festa tanto gioiscono nel ritrovare finalmente quel viso infantile e quei capelli rossi,lasciati ricadere dolcemente su una spalla. Lei lo sta guardando già da un po',e la sua espressione è pressochè impenetrabile:Andrea si prende un po' di tempo per osservare al meglio la sua figura,splendidamente esaltata dal vestito che la ragazza indossa. I suoi occhi si posano desiderosi sul suo volto,sulle sue labbra leggermente colorate da un rossetto rosso e sul naso all'insù,adornato sempre dallo stesso anellino:lei continua a scrutarlo impassibile,fissando i suoi occhi scuri su quelli color del mare del ragazzo.

"Ho sentito che sei stato in America."Afferma lei,con quel tono sicuro che solo le persone ferite sanno ostentare con tanta fierezza. Andrea non sa dire niente,di fronte alle sue gambe lunghe rese ancora più slanciate dalle scarpe coi tacchi che la ragazza indossa,nè tantomeno di fronte alla sensualità dei gesti con cui Alice avvicina alle labbra una sigaretta appena accesa. Così annuisce piano,come quando a scuola il professore gli rivolgeva una domanda che lui non capiva.
"Hai mai letto i messaggi che ti ho mandato?"Chiede poi lei,privandolo della gioia di rivedere il suo volto dopo tanto tempo e voltandosi dall'altra parte con un gesto nervoso:Andrea scruta il suo profilo e osserva il modo in cui le luci si riflettono sul viso della ragazza,giocando con i suoi lineamenti dolci mentre ripensa a quei messaggi. La voce di Alice,però,è fredda e per un attimo il ragazzo avrebbe giurato di aver sentito un tremolio triste farsi spazio tra le sue parole e insinuarsi in quella domanda.
Sospira piano,sempre più convinto che lui,quella ragazza, non la capirà mai e "ho tenuto il cellulare spento per sei mesi,l'ho riacceso solo ieri notte,quando ti ho chiamato." risponde,uscendo un po' allo scoperto per non nascondersi più dietro quelle telefonate fatte nel cuore della notte,troppe. Sente un brivido percorrergli la schiena nel confessare ciò che fino a quel momento era rimasto segreto;quelle telefonate notturne erano sempre rimaste implicite,non ne hanno mai parlato come invece stanno per fare ora,sotto quella luna un po' complice e un po' nemica.
"Avevi bevuto?Quando mi hai chiamato,intendo."Mormora lei,guardandolo con un cipiglio strano,una luce ricca di speranza agli angoli degli occhi:Andrea non lo sa qual'è la risposta giusta da dare,ma vede dal modo in cui lei lo guarda,offrendogli nuovamente piena visione del suo viso,che per lei è fondamentale. Ancora una volta si trova incapace di dire qualcosa ad alta voce e si limita ad annuire piano con il capo. Lei si lascia andare ad un sospiro esasperato,e stringe nervosamente la sigaretta tra l'indice ed il medio;lo osserva da sotto le ciglia allungate con il mascara e nonostante il vestito da incanto che indossa,si sente piccola.
"Perchè mi chiami sempre quando sei ubriaco,Andrea?"Esala in un'ennesimo sospiro,appoggiando la parte inferiore del corpo al muretto in un gesto carico di abbandono;si sforza di fissare i suoi occhi scuri in quelli chiari di Andrea e prova a trovare in n essi le risposte a tutte quelle domande che da mesi,anni,la attanagliano,lasciandola incapace quasi di respirare. Lui boccheggia di fronte a quell'interrogativo così diretto e questa volta è lui a sottrarsi allo sguardo della ragazza:punta i suoi occhi al di là del muretto che recinta la terrazza,lasciandoli vagare sulla sua Genova incapace di trovare una risposta ragionevole alla domanda di Alice. Perchè ha ragione,ha dannatamente ragione,e lo sanno entrambi:l'ha sempre chiamata di notte,da ubriaco,per poi pentirsene l'istante dopo. E non lo sa perchè lo fa,non lo sa davvero:sa solo che ogni volta che sente quel "pronto?" assonnato,che sia carico di interrogativi,dolcezza o rabbia,si sente di nuovo a casa. Ogni volta che sente quel "pronto?"assonnato,riesce quasi ad immaginarsi cosa possa essere averla accanto a sè,in un letto durante la notte,e un brivido di felicità gli percorre la spina dorsale. Sa solo che ogni volta che sente quel "pronto?" riesce quasi a capire cosa può voler dire averla tutta per sè,notte e giorno,e sentire il suo respiro durante il sonno e saperla sua. Non lo sa perchè lo fa,sa solo che gli piace farlo.

"Andre,vieni dentro ti devo presentare un'amica di Giulia che sono sicuro che ti piacer..Oh,ciao Ali!"L'esclamazione allegra di Daniele interrompe l'intimità del momento e costringe i due a voltarsi di scatto,gli occhi lucidi e i fiati corti,quasi fossero stati scoperti a fare qualcosa di illecito:Andrea,nonostante sia seccato con l'amico per aver rovinato il suo momento con Alice,non riesce a fare a meno di sorridere stupito quando lo vede avvicinarsi alla ragazza e lasciarle un bacio amichevole sulla guancia.
"Voi due..vi parlate?"Chiede poi,lo stupore alle stelle ben visibile sul suo viso. Entrambi ridono di fronte alla sua esclamazione e il suo cuore si ferma un attimo,di fronte alla meraviglia in lui suscitata dall'ascolto della risata di Alice.
"E' la migliore amica di Giulia.Diciamo che ho dovuto imparare a sopportare questa rompipalle."Spiega velocemente Daniele,lanciando un'occhiata divertita alla ragazza e accendendosi una sigaretta:Alice in tutta risposta gli lancia un pugnetto sul braccio,indispettita dall'appellativo con cui l'ha chiamata e si lascia andare ad una nuova risata. Poi cade il silenzio su di loro,i corpi di Andrea e Alice finalmente vicini come lui desidera e un sorriso rivolto solo a lui che compare sul volto della ragazza.Andrea sta quasi per lasciarsi andare a quella sensazione di felicità che sta cercando di farsi spazio nella sua mente da quando ha visto Alice;ma come sempre,i desideri del riccio,giusto un attimo prima di venire almeno in parte realizzati,vengono distrutti. In questo caso il responsabile della loro distruzione è un ragazzo alto,biondo con gli occhi azzurri che indossa una camicia bianca leggermente aperta sul petto abbronzato:si avvicina nella loro direzione con gli occhi puntati su Alice e l'espressione sicura di chi nella vita non si deve sforzare troppo per ottenere ciò che vuole.

"Alice,cazzo,ti sto cercando da ore. Dai,dobbiamo andare."Dice,rivolgendosi solo alla ragazza e non degnando nemmeno di uno sguardo gli altri due:Andrea vorrebbe prendergli la faccia a pugni perchè ora lui ha preso la mano di Alice e sta intrecciando le sue dita con quelle della ragazza,perchè gli ha lasciato un bacio sulle labbra e perchè,cazzo!,ha riconosciuto la sua voce. E' la stessa che ha sentito quella notte al telefono quando  ha chiamato la rossa e vaffanculo,adesso Andrea vorrebbe davvero spaccare tutto:sente Alice salutarli con un sussurro,ma lui non la guarda nemmeno. Si limita a stringere tra le dita la sigaretta e a emettere un grugnito di rabbia:Daniele sta in silenzio,guarda il suo amico e vorrebbe fare qualcosa,qualsiasi cosa per farlo stare meglio.

"Stanno insieme da un mese,ma lei non è presa per niente."Dice alla fine;sa che non è un granchè come argomentazione,e sospira quando vede l'amico rimanere immobile nella sua posizione plastica,per nulla toccato dalle sue parole."Sai,le ragazze si parlano,e Giulia mi ha detto che Ali non è per niente convinta e da quando lui si è praticamente trasferito a casa sua le cose vanno ancora peggio."Continua. Capisce di aver fatto un errore non appena vede il capo di Andrea alzarsi e scorge in quei pozzi azzurri una disperazione che ha visto troppo spesso,in quei sette anni.
"Loro..loro vivono insieme?"Chiede in un sospiro spezzato,quasi pronunciare quelle parole gli avesse consumato tutta l'energia che fino a quel momento aveva posseduto. Il ricordo dell'intimità che gli sembrava di aver raggiunto con Alice pochi minuti prima su quella terrazza diventa semplice polvere di fronte a quella che la ragazza vive ogni giorno a casa sua con quel dannato ragazzo.Chiude gli occhi e cerca di smettere di pensare,ma questa volta il processo di astrazione dal mondo intero risulta molto più complicato del previsto.
"Mi dispiace."Mormora piano Daniele,maledicendosi per avergli dato quell'informazione in più sulla quale disperarsi;rabbrividisce quando vede Andrea raddrizzare la schiena,buttare la cicca della sigaretta e sorridere nel modo più convincente possibile e dire "è ok."
"No,lo so che non è ok. E' una merda."Lo corregge Daniele,con la voce forte e sicura.Vederlo cercare di fingere e recitare una parte anche di fronte a lui è quasi più doloroso che vederlo soffrire. Andrea sembra riflettere un po',con il capo chino,mentre lascia che le parole pronunciate dall'amico si imprimano bene nella sua mente.
"Certo che è una merda."Ammette alla fine,per poi riprendere. "Ma in fondo sono sette anni che va avanti così,ormai ci sono..abituato,immagino."Sospira,atteggiando la bocca in una smorfia infastidita nel pronunciare quell'aggettivo;in realtà lo sa bene lui e lo sa bene anche Daniele che non si abituerà mai a vedere Alice insieme a qualcuno che non sia lui,ma sanno entrambi che non c'è molto altro da fare. Daniele guarda il suo migliore amico con uno sguardo carico di dolcezza e piano piano gli si avvicina;avvolge con il braccio le sue spalle ricurve verso il basso quasi dovesse portare un peso enorme su di esse e lo conduce dolcemente verso l'interno della casa. Gli basta lanciare un rapido sguardo a Leo e Francesco perchè loro capiscano ogni cosa;del resto,in quegli ultimi sette anni ogni volta che vedevano Andrea in quella situazione era sempre per lo stesso motivo.Non dicono niente,si limitano solo a offrirgli da bere ed entrambi si sforzano con tutti se stessi di sfoderare dal loro repertorio immenso le battute più divertenti,nella speranza di veder aprire il suo viso in un sorriso.

La festa dopo qualche ora finisce,i ragazzi rientrano in macchina e dopo circa mezz'ora Andrea è di nuovo tra le mura calde della sua camera,la testa che ancora una volta gli gira e le mani che corrono al cellulare. Ha una voglia matta di sentire la voce assonnata di Alice,ma riesce a controllare i suoi istinti e getta il cellulare per terra,in un gesto nervoso accompagnato da un ringhio basso;si leva camicia e pantaloni e rimane in boxer. Si abbandona sul letto,trovando sollievo nelle lenzuola fresche;chiude gli occhi e prova ad anestetizzare ogni singola parte del suo corpo. Prova a non sentire niente,a non provare alcuna emozione;si concentra per non pensare al colore del vestito di Alice,alla sua schiena magra lasciata scoperta da esso e al suo seno che premeva sotto la stoffa. Si sforza di non soffermarsi sulla fossetta che si forma sulla sua guancia destra quando sorride, o sul suo modo di aggrottare la fronte quando non capisce qualcosa.
Si impegna davvero,questa volta.
Quando però finalmente il sonno lo avvolge,l'ultima immagine di cui ha memoria è quella di Alice che gli rivolge un sorriso timido,prima di andarsene.


 
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Hey,beautiful people!
Eccomi qua,in perfetto orario come ogni giovedì con il nuovo capitolo di questa storia un po' particolare..
Devo ammettere che questo capitolo -stranamente-mi piace,
e quindi sono ancora più nervosa all'idea di leggere i vostri commenti!
Ricompare Alice,con un vestito meraviglioso e mille domande per la testa..
Purtroppo,si intuisce che la voce maschile che Andrea aveva sentito non era dfrutto della sua gelosia,
ma una persona in carne ed ossa,che abbiamo avuto modo di conoscere un po' meglio..
Inoltre,viene spiegato (spero al meglio) il motivo delle chiamate nel cuore della notte,
che Andrea ha il coraggio di fare quando ha un po' di alcool in corpo.

La canzone a inizio capitolo è Young and beautiful di Lana del Rey,da cui è anche tratto il titolo della storia,vi consiglio di ascoltarla mentre leggete,perchè dà un pò l'idea dell'atmosfera che c'è alla festa del nostro Marco :)
Vi abbraccio forte,grazie per ogni cosa al prossimo giovedì,
Chiara

P.s: se avete voglia di dare un volto alla protagonista della storia,
fatevi un giro sulla mia pagina di Instagram: 
http://instagram.com/chiaralobs
e seguitemi se vi va,così ci possiamo parlare in santa pacee!

Tanto lovee!
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo Cinque. ***


Electric souls.

"Beauty queen of only eighteen,
she has some trouble with herself.
He was always there to help her,
she always belongs to someone else."
Maroon 5-She will be loved
 
Dopo due settimane a Genova,Andrea ha scoperto che in quei mesi di assenza poche cose sono cambiate davvero nella sua città;tra queste,non vi è di sicuro il vento impetuoso,che accompagna i suoi ricordi sin dalla primissima infanzia. Il vento di Genova non è mai nè dolce nè gentile,ma assomiglia tanto a una di quelle mamme sempre di fretta,troppo impegnate ad andare da qualche parte per occuparsi dei propri figli;il vento di Genova schiaffeggia,rovescia,sconcerta e soprattutto ferisce. Andrea,quella sera di metà Febbraio ne è particolarmente infastidito;la sua moto è ufficialmente morta quel giorno stesso e così adesso è costretto ad andare in centro a piedi,sotto una pioggia torrenziale. Cammina a capo chino per evitare che i soffi di aria sferzino con violenza il suo viso e affonda le mani dentro la giacca verde militare che ha sin dai tempi del liceo;ai piedi le sue Etnies sfondate sembrano piccole spugne create per assorbire quanta più acqua possibile. E pensare che lui,quella sera,se ne sarebbe stato volentieri a casa,un bel libro in mano e il tepore proveniente dai caloriferi casalinghi;invece,come sempre,si è lasciato convincere da quei pazzi dei suoi migliori amici ad andare in un locale che ha aperto durante la sua assenza e che -a loro detta-,è assolutamente imperdibile. 
Quando finalmente raggiunge la strada che i suoi amici gli hanno indicato,riesce a riconoscere il fantomatico locale dall'incredibile folla che vi si trova davanti;facendosi spazio con dei "permesso" gentili e poi con delle gomitate non altrettanto cortesi,riesce finalmente a raggiungere una testa bionda che continua a muoversi a destra e a sinistra e che ha subito individuato come quella di Leonardo. I suoi amici lo accolgono con un coro da stadio e Andrea nota subito come le loro guance siano decisamente troppo rosse e i loro occhi troppo lucidi per essere solo al primo drink come loro si affrettano a promettere;saluta anche Giulia che gli sorride di rimando e alza gli occhi al cielo quando i tre incominciano a cantare a squarciagola. Il riccio ridacchia tra se e se e si lascia trascinare verso l'interno del locale,dal quale proviene della musica a tutto volume;per sua fortuna,dopo qualche minuto che è dentro scopre con piacere che il DJ del locale sembra aver preso in presto il suo Ipod per quella sera,dal momento che ogni pezzo che giunge alle sue orecchie fa parte della sua playlist preferita. Così,mentre beve il suo Mojito e si guarda attorno con aria contenta si abbandona alle note di "Sex on fire" dei Franz Ferdinand;si lancia in una danza scatenata e ben poco aggraziata con Leo e Francesco,mentre Daniele si lascia condurre fuori dalla mano dolce di Giulia. Nel bel mezzo di uno dei suoi movimenti goffi,Andrea nota con la coda dell'occhio Marta,che lo guarda e gli rivolge un sorriso timido;rimane lì,imbambolato per qualche secondo e poi finalmente riesce a ricambiare il saluto. Ancora una volta si stupisce dell'incredibile forza che possono avere le donne;forse per la prima volta da quando la conosce prova una sorta di rispetto nei confronti di Marta,della quale riconosce un coraggio a cui non aveva mai prestato grande attenzione.Nonostante lui non l'abbia mai incoraggiata in alcun modo,quella ragazza tanto caparbia ha combattuto strenuamente per la loro relazione,e solo quando si è resa conto che ogni sforzo era pressochè inutile ha abbandonato la lotta con fierezza. Le lancia un'ultima occhiata piena di dispiacere alla quale lei risponde con un gesto della mano con il quale sembra dire "non importa,davvero" e poi si volta verso Leo,che da qualche minuti cerca di attirare la sua attenzione colpendogli il braccio con un pugnetto.
"Che c'è?"Chiede alla fine,rivolgendo il suo sguardo azzurro al suo migliore amico.
"Penso che dovresti uscire un attimo."Dichiara Leonardo,guardandolo dritto negli occhi e stupendosi ancora una volta di come tutta l'indifferenza alla quale era stato abituato sia stata invece sostituita con uno sguardo vivo e attento. Andrea aggrotta la fronte,senza capire mentre sia Leo sia Francesco lo spingono verso l'uscita mormorando dei concitati "su,su vai." Quando si ritrova fuori dal locale,la situazione che gli si presenta di fronte è più o meno la stessa di quando è entrato;una grande folla che fuma,ride,scherza e parla a voce troppo alta. Con la mente sempre più confusa si allontana un po' da quell'ammasso di gente,cercando un angolino dove poter fumare una sigaretta senza correre il rischio di venir coinvolto all'interno di una discussione tra ubriachi;trova così uno stretto vicolo proprio a ridosso del locale,dal quale ancora si sentono degli schiammazzi. Mentre si accende la sua tanto agognata sigaretta,però,la sua attenzione viene attirata da una ragazza seduta sul marciapiede,rannicchiata su se stessa,le ginocchia a toccarle il petto e il mento appoggiato su di esse. Gli occhi guardano un punto fisso davanti a sè,ma sono vitrei e Andrea non li ha mai visti così freddi e distaccati:si avvicina a lei lentamente,mentre il suo cervello registra dettagli della sua figura. I capelli legati in una crocchia disordinata,la gonna lunga azzurra e la maglietta bianca che le lascia scoperta un pezzo di schiena,la sigaretta fra le labbra e l'espressione apatica.

"Alice.."Mormora piano,sedendosi accanto a lei sull'asfalto freddo. Nota la pelle d'oca sulle sue braccia lasciate scoperte dalle maniche corte della maglietta e,sentendosi uno squallido protagonista di un altrettanto squallido film,si toglie la sua giacca per posargliela sulle spalle. Lei sembra voler dire qualcosa,ma quando apre la bocca nessun suono riesce ad andare oltre la sua gola,perciò si limita a sorridergli nel modo più caldo che conosce,ringraziandolo mentalmente.
"Stai bene?"Le chiede lui,indicando con un gesto della mano i suoi occhi vitrei e la posizione abbandonata nella quale l'ha trovata.
"Credo.."Inizia a dire lei. La sua voce sembra simile a quella di una rana,tanto è gracchiante a causa delle lacrime che ha appena finito di versare,così deglutisce rumorosamente prima di continuare. "Credo di essere appena diventata single. A quanto pare l'hobby segreto del mio ragazzo era farmi le corna." Mormora mentre un'espressione amara si fa spazio sul suo volto. Andrea la guarda e cerca di trovare un motivo serio che lo trattenga lì e che gli impedisca di rientrare in quel locale,cercare quel cazzone e riempirgli la faccia di botte. Alice sembra leggere le sue intenzioni perchè gli posa dolcemente una mano sulla sua,che si era appena contratta a pugno e mormora un "non ne vale la pena,fidati."che riesce a spezzargli il cuore tanto è sussurrato e deciso. A proposito della fierezza delle donne..
"Non so neanche perchè sto piangendo,infondo l'ho sempre saputo che era un coglione."Borbotta poi,asciugandosi con un gesto stizzito della mano delle lacrime che,suo malgrado,hanno iniziato ad uscire dai suoi occhi marroni. "Ma ho sempre fatto schifo a scegliere i ragazzi..immagino sia una specie di talento o qualcosa del genere."conclude poi,sospirando. Andrea non sa se ce la farà ancora per molto ad ascoltare la ragazza più incredibile dell'intero universo parlare di se stessa come se fosse uno schifo. Tira fuori una sigaretta,cercando qualcosa da dire che possa esserle di conforto e allo stesso tempo non le faccia capire quale sia il motivo reale per cui lui si è sempre interessato così tanto a lei. Alice gli si avvicina e allunga una mano per estrarre una sigaretta dal suo pacchetto,rivolgendogli un sorriso gentile;Andrea non può fare a meno di rispondere allo stesso modo,anche se quella era l'ultima sigaretta che gli è rimasta,e gli porge l'accendino. La osserva con la coda dell'occhio mentre cerca per cinque volte di seguito a far girare la rotellina,senza risultato;ridendo piano le si avvicina ancora di più,rubandogli l'accendino dalle mani e accendondola subito al primo tentativo. Lei lo guarda con degli occhi tristi mentre sbuffa lontano una nuvola di fumo e "sono proprio un disastro" mormora sconfitta,appoggiando piano la sua testa sulla spalla del ragazzo; Andrea cerca di far finta di non sentire il formicolio di felicità che ha preso possesso del suo corpo con quel semplice contatto ma non riesce a fare a meno di affondare la mano libera dalla sigaretta tra i suoi capelli già scompigliati dal vento e accarezzarli piano mentre sussurra un "invece sei bellissima." di cui si pente l'attimo dopo. Dopo qualche secondo di silenzio trova il coraggio di sbirciare,intimorito,il viso di Alice e con sorpresa trova che esso si è illuminato da un sorriso sincero e i suoi occhi sono un po' meno tristi,adesso;rimangono nella stessa posizione anche quando le loro sigarette sono ridotte ad un mozzicone e una leggera pioggerellina inizia a bagnare le loro teste ed i loro volti. Andrea solleva un po' la giacca che ha posato sulle spalle di Alice per cercare di ripararla al meglio e lei si trova a sorridere ancora di più,sotto quella capanna improvvisata.

"Non lo pensavo davvero."Dichiara poi,ricevendo un'occhiata interrogativa da parte del ragazzo. "Quel giorno,quando ti ho detto che sei diventato uguale a Daniele,non lo pensavo davvero." Spiega allora,ritornando a più di sei mesi prima,dopo la giornata al mare,quando aveva cercato di ferirlo il più possibile,esattamente come si era sentita ferita lei a vederlo così vigliacco e codardo. "E alla fine neanche Daniele è così male."
"Questo pensavo sul serio che non te lo avrei mai sentito dire!"Esclama Andrea,lasciandosi andare alla sua splendida risata gutturale che lui non lo sa,ma ha un certo ascendente su praticamente qualsiasi ragazza del mondo. "Ma comunque avevi ragione,mi sono comportato veramente da stronzo con Marta. Un po' con tutti,in realtà. Non ne vado molto fiero." Borbotta poi,accendendosi una sigaretta e cercando di sbuffare il fumo più lontano possibile dal viso della ragazza. Lei non dice niente,non trovando niente di abbastanza intelligente da dire,e così si limita a muovere piano su e giù la mano sul braccio di Andrea,in un gesto che il riccio trova splendidamente simile ad una carezza. Rimangono in silenzio per dieci,venti minuti ognuno immerso nei propri pensieri;Alice pensa che il suo smalto è completamente sbeccato,che la ragazza con cui ha visto Michele appena un'ora prima non era poi un granchè e che il braccio di Andrea accanto al suo le dona un senso di calore al quale non è abituata. Lui,invece,pensa che il profumo di Alice è diverso da quello che si ricordava,che le gambe della ragazza sono veramente splendide e che il colore dei suoi capelli quando sono bagnati è molto più scuro del solito.Vorrebbe ancora spaccare la faccia di quel coglione perchè l'espressione ferita che ha visto sul viso di Alice è quanto di più terribile i suoi occhi abbiano mai osservato,ma il modo dolce e forse inconsapevole con cui lei sta ancora lasciando girovagare la sua mano su e giù per il suo braccio riesce a calmare i suoi muscoli e la tensione che prova verso Michele.

"Ali,sei qui! Cazzo,stavo morendo di paura,ti sto cercando da ore!"La voce preoccupata di Giulia fa alzare lo sguardo ad entrambi e Andrea posa gli occhi sulla figura della ragazza che corre verso di loro,seguita da Daniele. Il suo migliore amico sta per rivolgergli un'occhiata radiosa e maliziosa insieme,nel vederlo così vicino ad Alice,ma non appena scorge l'espressione devastata della ragazza il suo viso cambia subito colore,diventando preoccupato.
"Scusa,non volevo farti preoccupare..Volevo solo prendere una boccata d'aria.."Mormora lei in risposta,riabbassando piano il capo sentendosi improvvisamente in colpa per aver lasciato da sola per così tanto tempo la sua migliore amica. Giulia,invece,si lancia in un dialogo silenzioso con Andrea che mima un "quel coglione di Michele" con le labbra e si lascia andare ad un sospiro arrabbiato.
"Sto bene,tesoro,davvero."Afferma Alice,rispondendo ad alta voce alla domanda implicitamente contenuta negli occhi scuri della sua migliore amica,velati da un visibile strato di ansia e di rabbia. "Vorrei solo andare a casa."Dichiara,lasciandosi andare ad un sospiro stanco e alzandosi dal marciapiede;Andrea la segue subito a ruota e si offre di accompagnarla a casa,ricordandosi solo in un secondo momento della sua temporanea mancanza di mezzi. Daniele,che sembra comprendere misteriosamente ogni singolo pensiero che passa nella mente del suo migliore amico,gli appoggia una mano sul braccio e mormora un "prendi la mia moto,è in fondo alla via.",dopo avergli fatto scivolare le chiavi nella tasca dei pantaloni. Andrea ha giusto il tempo per lanciargli uno sguardo di ringraziamento prima che i due si allontanino,lasciandoli nuovamente soli.

La strada verso casa di Alice è breve,ed il viaggio in moto procede silenziosamente;una volta arrivati sotto l'edificio,la ragazza scende con qualche difficoltà dalla moto e si leva il casco,liberando i capelli che vengono scompigliati dal vento,così che il profumo della ragazza viene portato fino al viso di Andrea,che se ne bea. Si perde un attimo,immerso in quella fragranza delicata che sa di pesca e un altro elemento che non riesce a distinguere,così si accorge solo in un secondo tempo dell'espressione sofferente sul viso di Alice;segue la direzione del suo sguardo,puntato su un appartamento al terzo piano,nel quale le finestre lasciano trasparire una luce accesa,unica in tutto l'edificio.
"Tutto bene?"Chiede per la seconda volta nella stessa sera,a distanza di poco più di un'ora. Ancora una volta riceve in risposta un sospiro e un lieve cenno del capo,in segno di diniego.
"Immagino che Michele sia a casa e..diciamo che non muoio dalla voglia di vederlo,stasera."Spiega,mordicchiandosi nervosamente il labbro e giocherellando con le dita,cosa che lui sa che fa solo quando si trova a disagio per qualche motivo. Andrea non riesce a pensare a niente,se non che nemmeno lui muore dalla voglia che lei e Michele si vedano,nè quella sera nè mai,perciò non dice niente,si limita a porgerle di nuovo il casco e a indicarle con un gesto della mano il posto sulla moto dietro di lui. "Se vuoi,puoi dormire a casa mia,stanotte." spiega,quando vede i suoi occhi interrogativi. Lei sembra soppesare un po' la proposta,lo guarda a lungo scrutandolo nei minimi particolari,cercando chissà quale risposta sul suo viso,nei suoi occhi. Alla fine si lascia andare ad un sospiro e con un gesto lento,quasi stesse ancora chiedendosi se sia la scelta giusta,infila il casco e sale sulla moto.

Quando Andrea sente le mani della ragazza appoggiarsi piano sui suoi fianchi e le sue gambe scontrarsi con quelle di Alice,non riesce a fare a meno di tremare un po'. Lei forse se ne accorge o forse no,in ogni caso dopo qualche minuto appoggia anche la testa sulla schiena calda del ragazzo;lui cerca di memorizzare ogni istante di quel semplice contatto,registrandolo senza ombra di dubbio tra i momenti più belli della sua vita.

 
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Eccomi qua :)
Aggiorno qualche ora prima del solito perchè sono super impegnata,tra l'università,l'aiuto che porto alla mia città alluvionata ed il mio nuovo lavoro e ho dieci minuti solo ora :)
Allora,intanto ringrazio chiunque legga la storia,e soprattutto chi la commenta.
Qua abbiamo una scena tra Andrea e Alice che io reputo semplicemente dolcissima,
e ogni volta che la leggo mi si scioglie un po' il cuore quindi..
niente,spero piaccia anche a voi!
Mi raccomando,recensite che mi fate sempre superissimamente felice,davvero!
Vi voglio benee,
Chiara


 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo Sei. ***


Electric souls.
 
"Right from the start you were a thief,
you stole my heart and I was your willing victim."
Pink-Give me a reason


Per Andrea non c'è mai stato risveglio più bello di quello. Ritrovarsi nel suo letto da una piazza e mezza con il corpo caldo di Alice avvolto in un paio di suoi pantaloni della tuta e una sua maglietta poco distante dal suo,è la sensazione più bella del mondo.Mentre stropiccia pigramente i suoi occhi ancora assonnati,ricorda la discussione avuta la sera prima per decidere dove avrebbero dormito;Andrea si era offerto di cederle il suo letto e di dormire per terra dentro un sacco a pelo,ma Alice,gli occhi saettanti e l'espressione indignata,aveva replicato che non glielo avrebbe permesso per niente al mondo. Così,con un po' di inevitabile imbarazzo,si erano sdraiati l'uno accanto all'altro e Andrea aveva sentito che dopo pochi secondi il respiro della ragazza era diventato leggermente più pesante e aveva capito che si era addormentata;per tutta la notte aveva cercato con tutto se stesso di trattenersi dall'avvicinarsi al suo corpo dormiente e dal sfiorarle piano con un dito la guancia.
Anche adesso,si sforza di non guardarla troppo,i capelli scompigliati sul cuscino e la bocca semichiusa;con un sospiro indecifrabile si alza dal letto e cercando di fare il meno rumore possibile esce dalla camera. Ancora leggermente frastornato si dirige in cucina,dalla quale proviene un familiare rumore di pentole e stoviglie e la musica di una canzone inglese canticchiata a bassa voce da sua madre.

"Buongiorno!Caffè?"Esclama sua madre ad un volume di voce così alto che spinge Andrea a porsi istintivamente un dito sulle labbra,intimandole di fare silenzio.
"Di là c'è ehm..c'è una ragazza."Borbotta sedendosi a tavola,mentre sente forse per la prima volta in vita sua che le sue guance stanno assumendo quel colorito rossastro che ha sempre osservato sul viso di Alice;in quel momento comprendo come mai la ragazza gli aveva sempre detto che quel continuo arrossire non aveva niente di grazioso nè carino,ma era anzi una grande seccatura. Sua mamma lo guarda con un'espressione stupita,seccata e intenerita;rimane qualche secondo in silenzio,cercando di digerire la notizia che suo figlio,proprio suo figlio,ha portato una ragazza a dormire. "Ieri sera ha avuto problemi con il suo ragazzo,con cui convive e non sapeva dove andare quindi.."Sa benissimo che la spiegazione che sta adducendo è molto debole,ma non sa come altro spiegarle la storia in breve.
"Il suo ragazzo l'ha trattata male?"Chiede lei,assumendo l'espressione apprensiva e materna che tante volte ha visto prendere posto sul suo viso;si intenerisce quando,dopo aver annuito in segno di conferma sente la madre borbottare "allora sarà meglio che cucini le mie crespelle per questa povera bambina..". Poco dopo la vede mettersi al lavoro e iniziare a tirare fuori dal ripiano la padella delle occasioni speciali,per cucinare quella che Andrea e suo padre definiscono "l'ottava meraviglia del mondo" ossia una crespella piena di burro e marmellata. L'attenzione di sua madre,dunque,viene completamente assorbita da ciò che deve cucinare e ignora completamente suo figlio;d'altra parte,pochi secondi dopo,Andrea smette subito di fare la sua faccia imbronciata a causa della poca attenzione che gli viene riservata per aprirsi in un sorriso intenerito. Una dolcissima Alice è appena arrivata in cucina e gli sorride con uno sguardo assonnato,appoggiandosi allo stipite della porta;il viso reca ancora i segni del cuscino,i capelli sono scompigliati,i pantaloni che le ha prestato ieri sono così lunghi che le fanno da strascico,il suo sguardo è intimidito e lei è bellissima.Andrea si prende qualche secondo per ammirare la meraviglia di poterla vedere appena sveglia e poi "mamma,lei è Alice." dichiara,mentre la invita a sedersi accanto a lui. Sua madre si gira e si apre nel sorriso più dolce e materno del suo repertorio nel vedere quel cosino rossiccio avvolto nei vestiti di suo figlio;la osserva non riuscendo a reprimere la sua curiosità mentre Andrea le rivolge delle domande sussurrate che non riesce a sentire. Mentre finisce di mettere la marmellata sulla crespella continua a guardarla,notando lo sguardo intimidito con cui lancia delle occhiate tutto attorno e le ricorda tanto un passero sperduto;quando però le mette davanti al viso il piatto con la sua colazione quella piccola ragazzina si apre in un sorriso immenso. Mamma Agnese perde il conto delle volte in cui Alice la ringrazia e si scusa per il disturbo recatole;Andrea le guarda lanciarsi in una fervida discussione riguardo ad un argomento che il suo cervello non è nemmeno riuscito ad afferrare,tanto veloce è il chiacchericcio delle due donne. Felice di vederle ridere insieme ed essendosi reso conto che la sua presenza lì è pressochè inutile si congeda brevemente e si butta sotto la doccia.

Mentre il getto di acqua calda scivola sul suo corpo,cerca di decidere cosa debba fare;portare Alice a casa e far sì che -suo malgrado- si veda con Michele e chiariscano la situazione o stare ancora con lei tutto il giorno e farla rimanere a casa sua ancora per una notte?Dal momento che,dopo essere uscito dalla doccia e aver allacciato un asciugamano intorno ai fianchi non ha ancora preso una decisione, decide di parlarne con la ragazza e far scegliere a lei;in fondo,tra i due,è sicuramente lei quella più brava a fare sempre le scelte giuste. Solo quando ormai ha già la mano sulla maniglia della porta di camera sua si accorge che il chiacchericcio che fino a poco prima proveniva dalla cucina è scomparso;quando realizza ciò che questo potrebbe significare,però,è troppo tardi poichè la sua mano ha già abbassato la maniglia della porta e lui ha già fatto un passo dentro la stanza. Davanti a sè trova Alice con addosso solo una maglietta, mentre piega con grande attenzione i pantaloni della tuta che lui le ha prestato;si gira di scatto quando lo sente entrare e lui cerca con tutto se stesso di concentrarsi a non posare gli occhi sulle sue gambe nude.In realtà dovunque cada il suo sguardo trova qualcosa di incredibilmente attraente,almeno per  lui;i suoi capelli ancora scompigliati,la sua espressione sorpresa,il labbro inferiore torturato dai denti che continuano a mordicchiarlo,la maglietta che sta indossando che è sua,è proprio sua,ed è anche la sua preferita.

"Ehm..io..scusa,immagino che avrei dovuto bussare." borbotta poi,decidendosi ad abbassare lo sguardo sui suoi piedi,decisamente meno attraenti della ragazza che si trova di fronte a lui.
"No!E' camera tua,è colpa mia!"Esclama mentre gli volta la schiena nella disperata ricerca delle dannatissime collant che indossava la sera prima. "Ero nell'altro bagno,ma ho dimenticato i vestiti qua così ho pensato di..ma ecco,ora me ne vado!"Continua,gridando quasi dalla gioia quando finalmente riesce ad acciuffare l'estremità delle sue collant;senza alzare lo sguardo sul ragazzo seminudo che si trova nel mezzo della stanza ad esattamente quattro passi e mezzo di distanza da lei,esce fuori dalla camera e quasi corre verso il bagno. Mentre si veste concede alla sua mente il permesso di pensare al petto chiaro e pieno di goccioline d'acqua di Andrea e di giocare con quella immagine;poi si guarda allo specchio,sbuffa un po' a causa del rossore che ricopre le sue stupide guance e cerca inutilmente di neutralizzarlo con un po' di acqua fresca.L'umiliazione subita la sera prima è ancora vivida nella sua mente,ma in quella casa sono tutti così straordinariamente gentili che sente quasi che il dolore si è un po' attenuato. In fondo,se ci pensa ora,non sa nemmeno cosa ci avesse trovato in quel biondino tutto muscoli,carino certo,ma decisamente superficiale. Si guarda un'ultima volta nello specchio e scaccia via dai suoi occhi scuri anche la più piccola traccia di nostalgia verso Michele;le viene in mente che si è sempre chiesta come si sarebbe comportata in caso di tradimento ed ora non ha dubbi. Non ha alcuna intenzione di perdonarlo nè tantomeno di passare sopra alla questione;crede nella fiducia in una persona ancor di più che nell'amore e non potrebbe mai iniziare una relazione con qualcuno di cui non si fida.

Così quando,dopo aver raccolto i capelli in una coda disordinata e essere uscita dal bagno,Andrea le chiede cosa vuole fare per il resto della giornata, il suo cervello si concentra solo per una brevissima frazione di secondo sulla possibilità di stare fuori per tutto il giorno e trovarsi un posto per dormire quella notte.Poi però scaccia via dalla sua mente la codardia che ogni tanto fa capolino in lei e decide di chiudere la storia con Michele il prima possibile;Andrea aspetta in silenzio,con una pazienza che non gli appartiene e alla quale lui stesso non è abituato. Quando poi lei gli comunica di voler andare a casa sua per parlare con il suo ex ragazzo e cacciarlo definitivamente via dalla sua vita,annuisce con calma,il volto impassibile che non lascia trasparire la sua reale delusione:sa benissimo che prima parla con Michele meglio è,ma aveva la piccola speranza di poter passare ancora una giornata insieme a lei. Poi però lei si apre in un sorriso gentile e "però stasera potresti venire a casa mia. Vengono Giulia e Daniele a cena,ci eravamo messi d'accordo settimane fa e non ho alcuna intenzione di cancellarla." dice e Andrea la vorrebbe abbracciare,sollevarla da terra e girare su se stesso con lei tra le braccia. Le annuisce entusiasta e poi le chiede se vuole un passaggio a casa;Alice rifiuta con decisione,dicendo che camminando verso il suo appartamento avrà modo di schiarirsi le idee e di prepararsi un discorso per Michele.
Alle undici di mattina,così,Andrea accompagna Alice alla porta e guarda la sua schiena allontanarsi;rientra in casa solo dopo aver fumato una sigaretta e aver cercato di farsi una seduta psicologica da solo. Non appena entra nell'ingresso del loro appartamento sente la voce di sua mamma che lo richiama in cucina;dopo pochi secondi Andrea la raggiunge in quella stanza,facendo capolino con la sua testa riccia e scura e con i suoi occhioni blu.

"Che c'è,mà?"Chiede con urgenza,frettoloso di rinchiudersi in camera sua,fumare un'altra sigaretta guardando il mare e magari cercare di disegnare tutto il casino che ha in testa,cosa che non fa da tempo.
"Quella ragazza,Alice..è carina.."Borbotta sua mamma,improvvisamente presa da un incredibile imbarazzo nel parlare di questo genere di cose con suo figlio. Decide però di farsi coraggio e di guardarlo negli occhi mentre lo vede annuire piano con il capo e lasciarsi andare ad un sospiro;l'espressione affranta sul suo viso la spinge a porgli la domanda che da quando Alice è entrata in cucina la sta tormentando. "Da quanto tempo sei innamorato di lei?". Andrea sussulta quasi impercettebilmente,ma il movimento nervoso delle spalle non sfugge a sua madre che capisce di aver fatto centro con la sua domanda e attende con pazienza;lui abbassa lo sguardo sulle sue scarpe,emettendo un verso frustrato e "tu come fai a saperlo?"chiede. Si vergogna perfino a guardare sua madre in faccia,sconvolto e sorpreso in quella verità che tiene segreta da tanto,tantissimo tempo;nessuno lo ha mai fatto uscire così allo scoperto,ed adesso si sente vuoto,nudo.
"Avevo già dei sospetti,tu non hai mai fatto venire nessuna ragazza a dormire a casa nostra. Ma poi ho visto il modo in cui l'hai guardata quando è entrata in cucina,e non ho più avuto dubbi. Sembrava quasi che con il tuo sguardo volessi cullarla,tenerla al sicuro,proteggerla da ogni male che ci sia sulla faccia della terra. Il modo in cui la guardi è..una delle cose più dolci che io abbia mai visto." Spiega lei,riprendendo a cucinare per evitare di finire in lacrime di fronte a suo figlio;ripensando però al modo adorante,tenero ed innamorato con cui Andrea aveva posato il suo sguardo su quella ragazzina assonnata,una lacrima esce piano dai suoi occhi. Vedere il proprio figlio così innamorato l'ha stupita e commossa allo stesso tempo.
"Sette anni."Ammette alla fine lui,abbassando un poco la voce,confidandole il suo segreto;sa benissimo che i suoi amici lo sanno,sa benissimo che probabilmente lo sanno anche i loro compagni di classe,Marta e chiunque abbia mai avuto modo di parlargli per più di dieci minuti,ma non l'hai mai confessato apertamente a nessuno. Che sia innamorato di Alice è una verità inconfutabile,come il fatto che il cielo sia blu,il cioccolato marrone e che gli uccelli volino. Nessuno ha mai sentito il bisogno di chiedergli spiegazioni o di parlarne con lui,tanto è sempre stato considerato un fatto ovvio.
Agnese sospira,e pensa al suo bambino,capace di tenere dentro di sè un amore così grande per tanto tempo;la sorprende la sua forza e capisce di averlo educato bene.Non pensava che qualcuno -e soprattutto suo figlio- potesse essere in grado di provare così tanto amore senza ricevere nulla in cambio. "Dovresti dirglielo."dichiara poi,senza "se" e senza "ma". Andrea la guarda negli occhi per la prima volta da quando è iniziato il discorso,e la lascia libera di indagare in quei pozzi blu,di scoprire cosa c'è nel suo cuore,nella sua anima;infine,sconfitto,mormora un "lo so.."triste e se ne va. Entra in camera,chiude la porta e si siede sulla sua scrivania davanti alla finestra che da sul mare;quel giorno le onde sono grosse,il vento sembra fare la lotta con la schiuma e i gabbiani volano nel cielo emettendo versi striduli e fastidiosi. Andrea tira fuori dal cassetto i colori e un foglio bianco e,dopo almeno due anni,disegna su quel foglio tutte le sue emozioni. Il risultato è una specie di labirinto,al cui centro si trova una ragazza dai capelli rossicci e il piercing al naso.
Guardando il disegno per l'ennesima volta Andrea sospira.
 
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Eccomi qua bellezze!
Allora,anche questa settimana sono riuscita ad aggiornare in tempo,anche se ho davvero pochissimo tempo da dedicare a questa e all'altra storia che sto scrivendo..
L'università mi sta già uccidendo :s
Anyway,qui abbiamo un capitolo un po' di passaggio,ma che mi serviva per sviluppare un po' l'intera storia..
Come potete vedere dalla scena in camera di Andrea,forse Alice non è completamente immune al fascino del nostro ragazzo dagli occhi blu.. lui inoltre confida alla madre il suo amore per Alice e probabilmente confessare questo segreto a voce alta gli fa capire quanto questo sentimento sia vero e distruttivo.

Che dire..
Grazie a chi legge,commenta e mette la storia tra le preferite/seguite/ricordate,siete fantastici!
Spero che vi piaccia anche questo capitolo,chiunque abbia da fare delle critiche o da dare dei consigli,non abbia paura,si faccia avanti :)
Un bacione enorme,
Chiara
 

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Capitolo 8
*** Capitolo Sette. ***


Electric souls.

"Tu mi hai tirato su dal fondo alla cima,
non è che salvi il mondo però è meglio di prima.
Chi mi conosce da sempre,ora si sorprende,
mi metti a posto ma non sposti niente."
Due di picche-Fare a meno di te

E' il compleanno di Daniele e i fantastici quattro hanno organizzato in suo onore una festa coi fiocchi in un locale alternativo sul lungomare di Genova;è da settimane che Leo,Francesco e Andrea girano la città alla ricerca del posto migliore in cui festeggiare il loro migliore amico,e alla fine l'hanno trovato. Hanno pagato loro per ogni cosa e si sono fatti aiutare da Giulia per la lista degli invitati e le faccende estetiche per le quali il tocco femminile è sempre fondamentale;adesso stanno fumando tutti e quattro insieme e Andrea pensa che non ha mai visto Daniele così tranquillo,così sereno. Forse è a causa degli anni in più,che hanno portato un po' di maturità anche in quello scapestrato del suo migliore amico,o la presenza di Giulia al suo fianco,capace di placare il suo animo ribelle con un solo sorriso. Qualunque sia la causa,niente può rovinare la bolla di felicità nella quale Daniele vive quella sera.

La festa è gia cominciata da qualche ora,gli invitati sono già tutti arrivati e Andrea si è già scambiato qualche sorriso e una mezza parola con Alice;non la vede da una settimana,dalla famosa cena a casa sua insieme a Daniele e Giulia. Si sono mandati qualche messaggio relativo alla festa del loro amico e niente di più anche se lui ha preso il telefono in mano per chiamarla almeno dieci volte,rinunciando solo all'ultimo minuto;quella sera lei ha indosso una gonna nera e un maglione verde e ha il visino aggrottato in un'espressione pensierosa. Lui la guarda aggirarsi per il locale con una sua amica e afferrare uno stuzzichino ogni tanto,mentre la musica esce a tutto volume fuori dalle casse;la vede mentre viene trascinata a ballare controvoglia e la osserva muoversi a tempo di musica e ridere insieme alle sue amiche. Le sorride brevemente quando lei si volta verso la sua direzione ma poi subito dopo esce sul terrazzino,sperando di placare i suoi pensieri con l'ennesima sigaretta;il suono della musica è un po' meno forte lì fuori,e così lui riesce a sentire il rumore del mare che si infrange sugli scogli della costa. Pensa che tutta la sua vita è stata scandita da quel suono rilassante e non riesce a ricordare un'istante di essa che non sia in qualche modo legato al mare;sta pensando che avrebbe una gran voglia di immergersi in quella distesa scura e forse è quasi sul punto di farlo quando una voce preoccupata lo distoglie dai suoi pensieri.

"Andre,puoi venire un attimo dentro?Ali ha un problema.."Francesco richiama la sua attenzione indicandogli con un cenno nervoso del capo l'interno del locale;Andrea getta velocemente la sigaretta a terra e si dirige a passo spedito verso il capannello di persone che si è formato proprio al centro della pista. Si fa spazio con poca gentilezza a furia di gomitate e arriva finalmente di fronte alla causa di tanta confusione;davanti ad una Alice particolarmente tesa e nervosa c'è Michele,che la guarda con una finta espressione disperata.La ragazza,al contrario,lo squadra con occhi pieni di disgusto,ma i suoi pugni serrati e il labbro inferiore tremolante fanno subito capire ad Andrea che si sta trattenendo con tutta se stessa dal piangere. Si avvicina a lei e con delicatezza le pone una mano sul suo braccio,noncurante delle occhiate omicide che Michele gli sta rivolgendo da quando è entrato nel suo campo visivo.
"Ali,tutto bene?"Le chiede dolcemente cercando di trattenere la sua voglia di abbracciarla quando incrocia i suoi occhi lucidi ed esitanti. La guarda annuire debolmente,sussurrare un "sì,tutto a posto" veramente poco convinto e lasciare la sala a passo di marcia,seguita dalle sue inseparabili amiche.

"Tu dovresti imparare a farti i cazzi tuoi,te l'hanno mai detto?"Ringhia Michele rivolgendosi con il muso duro e gli occhi incendiati di rabbia nella sua direzione,incolpandolo evidentemente dei suoi problemi con la ragazza;Andrea è preso da un immenso desiderio di prenderlo a pugni e insultarlo a più non posso,ma un attimo prima di avventarsi su di lui nota con la coda dell'occhio un ciuffo di capelli rossi salire le scale che portano fuori dal locale e la sua attenzione si catalizza immediatamente su Alice.Così borbotta un "ma sta zitto,coglione" tra i denti,lascia Michele ad affrontare un'incazzatissimo Daniele e improvvisa una cosa molto simile ad una corsa mentre sale gli scalini a due a due,rischiando di rompersi l'osso del collo almeno quattro volte lungo il tragitto. Non appena arriva sul lungomare non deve impegnarsi troppo per capire dove sia finita la ragazza dai capelli rossi;scorge subito su una panchina cinque sue amiche che stanno cercando in tutti i modi di calmarla e di trattenerla dall'andare a insultare Michele,o almeno così suppone lui. Andrea si avvicina a loro a passo spedito e limitandosi a rivolgere uno "scusate" generale alle cinque ragazze,prende per la mano Alice e la trascina lontano da lì;continua a camminare velocemente lontano dal locale,tenendo le sue dita ben intrecciate a quelle della ragazza. Sente distintamente il suo sguardo puntato sul viso,e può perfettamente immaginare l'espressione sorpresa,incuriosita e forse un po' irritata che le si deve essere dipinta su quel musetto costellato di lentiggini;tuttavia,pur sapendo perfettamente tutte queste cose decide di rimanere in silenzio e di aspettare pazientemente che sia lei a tirare fuori tutti i suoi dubbi.
"Si può sapere cosa era questo?"Sbotta infatti lei dopo qualche minuto,fermandosi in mezzo alla strada e costringendolo a fare lo stesso;lei lo guarda,leggermente irritata. L'ha trascinata via senza darle spiegazioni e senza nemmeno lasciarle il tempo di ringraziare e salutare le sue amiche che fino a quel momento si erano tanto impegnate per cercare di consolarla e calmarla.
"Questo -risponde placidamente lui,riprendendo le sue testuali parole- ero io che ti invito ad andare a prendere un gelato con me." Dichiara,ostentando una sicurezza che in realtà non gli è mai appartenuta,almeno non con lei;le sorride dolcemente e quando vede il suo viso aprirsi un po' e le rughette che le si erano formate sulla fronta distendersi,capisce di aver fatto la cosa giusta ad allontanarla dal locale. Lei ridacchia tra sè e sè scuotendo la testa,probabilmente riflettendo su quanto possa essere strano,ma comunque non scioglie la presa tra le loro mani e riprende a camminare verso una meta a lei sconosciuta.
"E non potevi chiederlo come tutte le persone normali?"Gli chiede,mentre continua a sorridere tra sè e sè,estremamente divertita dalla situazione;lo vede scrollare le spalle in segno di risposta e sorriderle ancora. Entrano in una gelateria-pasticceria,e ordinano una quantità industriale di cibo;si siedono ad un tavolino sulla terrazza,mentre Andrea si accende una sigaretta e Alice si concentra con tutta se stessa per rollarne una da sola. Stanno in quella gelateria almeno due ore e in quello spazio di tempo lui ha modo di scoprire un sacco di cose su di lei che prima non sapeva;innanzitutto,capisce che deve avere lo stomaco molto più grande della maggior parte delle ragazze,a giudicare dal numero di dolci che riesce a ingurgitare quella sera. Poi scopre che ama cantare,ma non sa come sia la sua voce perchè lei diventa tutta rossa quando lui le chiede di cantargli qualcosa e si rifiuta categoricamente;scopre che tiene un diario su cui segna tutti i suoi pensieri,delle foto e delle citazioni che le piacciono. Si appunta mentalmente che ha una passione smodata per il the alla menta,e che è disperata perchè nei supermercati genovesi è pressochè impossibile da trovare.
Poi ci sono tutta una serie di cose che lui impara semplicemente guardandola o sentendo il suo profumo;ad esempio,impara che quando una cosa non le piace storce tutto il naso verso destra,lo arriccia un po' e strizza gli occhi,cosa che fa quando lui le offre un pezzo del suo krapfen. Impara che il suo profumo è dolce,molto dolce,e che lo shampoo che ha usato è alla pesca o all'albicocca. Intuisce dal modo dolce con cui pronuncia il nome di sua sorella che è estremamente legata a lei e che sarebbe pronta a dare via il suo braccio destro,per lei. E infine ci sono tutte quelle sue espressioni buffe,il modo impacciato di gesticolare mentre parla di qualcosa che la appassiona,le guance che le si colorano di rosso non appena si accorge di aver concentrato tutta la sua attenzione su di sè,il modo tenero e infantile di sfregare le mani l'una contro l'altra quando vede qualche piatto che le piace. Andrea la guarda,la osserva,si inserisce ogni tanto nei suoi discorsi per farle capire che la sta ascoltando e intanto si appunta mentalmente ogni singolo gesto,ogni espressione e ogni movimento che lei fa. E' così impegnato a registrare ogni cosa che la riguardi che quando lei interrompe il suo discorso e gli fa una domanda,rimane decisamente spiazzato,la bocca aperta e l'espressione confusa stampata sul viso;lei lo guarda un secondo con un cipiglio divertito,e un sorriso soddisfatto,quasi fosse riuscita a confermare una sua idea.

"Lo sapevo che non mi stavi ascoltando!"Esclama. Dai suoi occhi divertiti e il suo sorriso sghembo Andrea capisce che fortunatamente non è arrabbiata per non essere stata ascoltata per praticamente 3/4 del suo discorso,nè tantomeno ha capito cosa abbia distratto così tanto la sua attenzione. Lui si limita ad alzare le spalle e rivolgerle un sorriso colpevole,sgranando i suoi occhioni blu che le piacciono tanto;rimangono in silenzio qualche secondo, in cui Andrea si lascia cullare dal rumore di piatti proveniente dall'interno della gelateria e dal profumo dolce di Alice. Ad un tratto lei getta un'occhiata distratta all'orologio colorato che porta al polso sinistro e strabuzza gli occhi nel notare che sono le tre passate,e lei sarebbe dovuta essere a casa già da almeno due ore. Mentre si alza,raccoglie le sue cose,getta tutto alla rinfusa nella borsa e corre verso il bancone per pagare,gli spiega velocemente che sua sorella vive con lei da quando Michele se ne è andato e che le aveva promesso che sarebbe tornata non più tardi dell'una:Andrea,un po' stordito dal vortice di parole che lo ha sovrastato,la accompagna a passo di marcia verso la sua moto e le porge un casco. Mentre lui guida verso casa sua il più velocemente possibile ed infrangendo praticamente tutte le leggi stradali,lei continua a urlargli dei "grazie" nelle orecchie e a rispondere freneticamente ai messaggi che sua sorella,sull'orlo di una crisi di panico per la preoccupazione,le ha inviato. Finalmente,dopo aver rischiato più volte la vita ed aver ricevuto -a causa della sua velocità-improperi dai pochi autisti in giro alle tre di notte,Andrea riesce a parcheggiare sano e salvo di fronte a casa di Alice;lei sfila il casco velocemente,liberando i suoi capelli rossi un po' ribelli che quella sera sembrano ancora più disordinati del solito. Lo guarda un po' con un sorrisetto strano quasi a soppesare chissà quale decisione fondamentale;gli si avvicina per restituirgli il casco e poi tutto accade così velocemente che lui,quando poi due ore dopo ci pensa a letto in una notte insonne,pensa che forse se lo è sognato.Ma invece no,è tutto vero e Alice veramente gli si avvicina e gli lancia le braccia al collo e lui davvero la stringe un po' a sè,respirando da vicino il suo profumo e affondando la testa nell'incavo tra il suo collo e il viso;i suoi capelli sono più morbidi di quello che pensava e le sue mani sono freddissime. La sente sorridere contro il suo petto e poi mormorare un "mi sono sempre piaciuti i tuoi abbracci";lui ride un po',con la sua risata roca,ma comunque non la libera,le sue braccia ancora strette alla sua vita. A lei si allarga ancora di più il sorriso nel sentire quella risata partire proprio dal punto in cui il suo orecchio è appoggiato e si sente un po' in pace con il mondo nell'assorbire il suo odore impregnato di tabacco. Alla fine,Andrea la sente emettere un mugugno di disapprovazione e sciogliere la stretta che li legava,guardandolo con degli occhi già nostalgici e pensa che non ha mai visto creatura più bella di lei.

"Sai,sei molto più di quello che tu pensi,Andrea."Mormora la ragazza,prima di allontanarsi e di lanciarsi in una corsa a perdifiato sulle scale del suo palazzo,presagendo già i rimproveri della sorella. Andrea fissa ancora un po' il punto nel quale lei è sparita,ripetendosi come una sorta di mantra le parole con le quali lei si è congedata;quando finalmente arriva a casa sua e si getta a peso morto sul suo letto già sfatto,decide che quelle parole,quella voce e il tono con cui lei gli ha parlato,diventeranno la sua nuova ninna nanna.
E non c'è mai stata notte migliore di quella.

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Okaaay,eccomi qui :)
Come sempre,sono un po' di fretta e non ho molto tempo per scrivere questo spazio autrice..
Comunque,questo capitolo non mi entusiasma,è un po' di passaggio e vi prometto che nel prossimo ci sarà qualcosa di sorprendente,giusto per movimentare un po' le cose. 
Ringrazio moltissimo chi legge questa storia,chi la mette tra le seguite/preferite/ricordate e sopratutto chi la recensisce,siete dolcissime e io vi adoro!
Un bacio enorme a tutte,
Chiara

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove. ***


Electric souls.
"Cause all of me loves all of you,
all your curves and all your edges,
all your perfect imperfections."
John Legend-All of me.

 
Andrea è chiuso nella sua camera da così tanto tempo che ha finito la sua riserva praticamente inesauribile di sigarette,ha disegnato su qualsiasi superficie si prestasse al suo estro artistico e ha consumato tutte le matite che possiede. Adesso è passata esattamente una settimana e lui ha voglia di fumare,così decide che finalmente potrebbe essere arrivato il momento di uscire da quello che è stato il suo rifugio più sicuro in quegli ultimi giorni;ha fatto entrare solo sua madre che gli portava i pasti e gli lanciava certe occhiate dolci che solo le mamme sono capaci di dare.
Quando Agnese sente dei passi in corridoio e poi vede Andrea comparire in cucina,prendere una tazza di caffè e borbottare un "faccio la doccia e poi esco",non riesce a contenersi dalla gioia;nessuna madre vorrebbe vedere il proprio figlio con il cuore spezzato,tantomeno lo avrebbe voluto lei. Lui ritorna poco dopo in cucina,le lascia un bacio sulla guancia,consapevole di quanto dolore le abbia causato in quegli ultimi giorni e poi esce di casa. Agnese,per la prima volta nella sua vita,ringrazia il vizio del fumo che suo figlio ha preso all'età di 14 anni;se non avesse avuto un'incredibile voglia di nicotina,probabilmente sarebbe ancora chiuso in quella camera.
Andrea viene letteralmente abbagliato dal sole di inizio Giugno e non esita un secondo ad indossare i suoi Rayban scuri;mentre si dirige verso il tabacchino all'angolo della strada decide di riaccendere finalmente il suo telefono,rimasto spento per tutto il periodo di "reclusione" in camera sua. Trova una miriade di chiamate e messaggi di amici,conoscenti e anche qualcuno della vodafone;tra i diversi nomi che si susseguono,quello di Daniele svetta tra gli altri per il numero di volte in cui compare e per la preoccupazione che traspare dai messaggi che Andrea legge velocemente. Nella strada di ritorno verso casa,decide che è arrivato il momento di chiamarlo,perlomeno per fargli sapere che è ancora vivo.
"Cazzo,Andrea,mi stavo seriamente preoccupando!Dove sei finito?"La voce di Daniele è ad un volume altissimo e la sua frustrazione giunge perfettamente alle orecchie di Andrea,che si sente terribilmente in colpa per non avergli parlato per così tanto tempo;del resto,sa perfettamente che Daniele è l'unico che può capire il suo bisogno di stare solo. Lui infatti dopo avergli fatto una ramanzina lunga due minuti,sembra passare sopra all'accaduto e perdonarlo nel modo semplice e veloce a cui Andrea è abituato. Quando alla fine della telefonata lui gli chiede se ha voglia di uscire con loro quella sera,Andrea sorprende perfino se stesso accettando con un "sì" sicuro. Del resto,ha già avuto modo di sperimentare il fatto che rimanere chiuso in camera sua limitando il più possibile ogni contatto con l'esterno per dimenticare quella stupida ragazzina imbranata non sia servito ad un granchè;così inizia a pensare che forse la cosa giusta da fare sia uscire con gli amici,comportarsi come ogni ragazzo normale che non abbia per la testa Alice.
E' per questo motivo che alle dieci e mezza di quel sabato sera di Giugno,in perfetto orario,Andrea è già in sella sul suo motorino,diretto verso il centro della città;durante il tragitto cerca di stamparsi sul viso un sorriso convincente,che possa sviare le domande inopportune su quei sette giorni in cui nessuno l'ha visto. Quando,dopo esser riuscito quasi per miracolo a trovare parcheggio dopo soli cinque minuti di ricerca,lancia un'occhiata alla sua immagine riflessa nello specchietto della moto,è abbastanza soddisfatto dell'espressione fintamente allegra con la quale è riuscito ad atteggiare il suo viso e si autodichiara pronto ad immergersi nella bolgia tipica del sabato sera della sua città.
Hanno trascorso praticamente tutte le serate della loro adolescenza nel locale in cui si sono dati appuntamento quella sera,perciò Andrea non ha alcun dubbio su quale sia il luogo dove si trovano i suoi amici;si dirige con passo deciso verso un tavolino all'aperto,posto al centro del locale e leggermente in discesa,cosa che non li ha comunque mai distolti dall'eleggerlo il loro tavolo preferito. Quando,avvicinandosi,riesce a scorgere la testa bionda di Leo muoversi ad un ritmo completamente diverso da quello della musica che esce dalle casse e nota l'espressione di derisione con cui Francesco e Daniele sembrano guardare il loro amico,il sorriso che aveva con tanta fatica stampato sul viso,diventa immediatamente sincero. Loro lo accolgono con tanto di cori e urla da stadio,facendo cenno al cameriere che li conosce bene e sa perfettamente cosa debba portare a quel riccio dagli occhi blu;infatti,dopo pochi minuti,Andrea si vede comparire davanti il suo amato Black Russian,compagno inseparabile delle sue bevute in quel posto.
La serata procede tranquilla e più volte Andrea si chiede se Daniele abbia imposto a tutti i loro amici e conoscenti di non chiedergli niente riguardo ai sette giorni appena trascorsi,dal momento che nessuno si azzarda nemmeno a nominare il lungo periodo in cui nessuno l'ha visto.Rallegrato da ciò,si dirige verso l'interno del locale,dopo aver promesso ai suoi amici un giro di shottini offerto esclusivamente da lui.

"Ciao!"La ragazza con i capelli scuri e gli occhi dello stesso colore,seduta su uno degli sgabelli di fronte al bancone lo guarda in un modo che non lascia alcun dubbio;sta parlando proprio con lui.Nell'istante esatto in cui Andrea inizia a chiedersi chi sia e dove potrebbe averla conosciuta,lei si lascia andare ad una risata fragorosa. "Non ci conosciamo,tranquillo." Lo rassicura,sporgendosi un po' di più sullo sgabello. "Però possiamo rimediare subito,se vuoi. Io sono Angelica."Gli si avvicina con un sorriso divertito,appoggiandogli la mano sul suo braccio con fare provocante.
"Andrea."Risponde lui,mentre pensa che quella ragazza seminuda,tutta curve e con quello sguardo lì,non ha proprio niente di angelico. Lei gli si avvicina ancora,mentre inizia a parlare di cose alle quali lui non presta assolutamente attenzione;ciò su cui invece si sta concentrando,sono i loro corpi assurdamente vicini e le lentiggini che cospargono il viso esageratamente truccato della ragazza,le cui intenzioni non sono tanto difficili da intuire. Per un attimo il pensiero di Alice fa capolino nella sua mente e lo spinge ad allontanarsi da quel corpo così vicino;poi però si ricorda che il motivo per cui si trova lì,quella sera,è proprio dimenticare Alice e la sua reazione della settimana precedente. Si avvicina di nuovo ad Angelica,rispondendo con un cenno di assenso e un ghigno divertito quando lei gli mormora all'orecchio un "ci divertiamo insieme?". Così,mentre lui si allunga sul bancone per pagare gli shottini che ha appena ordinato,lei inizia a mordicchiargli il collo,lasciando ogni tanto piccoli baci qua e là;poi con la lingua giocherella con il lobo dell'orecchio,e Andrea lo sa che non è la cosa giusta da fare,sa benissimo che Angelica non è la ragazza che vorrebbe con lui in quel momento. Eppure,quando lei passa alla mascella e si avvicina alla sua bocca,lui la lascia fare;però,proprio nel momento in cui le loro bocche arrivano ad essere vicine,vicinissime e lei ha già chiuso gli occhi per baciarlo,Andrea sente con chiarezza la pressione di due mani piccolissime sul petto,che lo allontanano senza tante cerimonie dal corpo della ragazza.
E lui sa che dovrebbe odiarla,disprezzarla o perlomeno provare un minimo di astio nei suoi confronti,ma quando riconosce in quei capelli scarmigliati,in quelle guance rosse per l'irritazione e in quegli occhi fiammeggianti la figura di Alice,non riesce a controllarsi e a impedire al suo stupido cuore di fare una capriola sul posto e mettersi a ballare la samba all'interno della cassa toracica. Alice lo guarda con un'espressione imperscrutabile, rivolge un'ultima occhiata irritata in direzione di Angelica,e poi lo trascina fuori con forza.

"Che cazzo stavi facendo?"Ringhia non appena si trovano lontani da tutta quella folla di gente,pestando un piede a terra ed agitando con enfasi le mani;la sua voce alterata attira l'attenzione dei passanti,soprattutto turisti,che si fermano qualche istante per cercare di capire cosa possa averla turbata tanto. 
"Stavo per baciare quella ragazza."Risponde lui placidamente,ben consapevole di farla innervosire ancora di più;lei infatti inizia a mordicchiarsi nervosamente le pellicine intorno alle unghie,inspirando ed espirando come a cercare di calmarsi, e poi gli lancia un'occhiata omicida che lo inchioda sul posto.
"Sei proprio stronzo." Dichiara poi,senza staccare i suoi occhi da quelli del ragazzo;quella constatazione sicura,la voce ferma con cui lei pronuncia le parole e la sicurezza nella sua espressione fanno andare Andrea fuori di sè. Si concentra qualche secondo per trattenersi dal mettersi a urlare con rabbia ed attirare ancora di più l'attenzione della gente attorno a loro.
"Ti ho baciato,Alice. Ti ho baciato,ti ho detto che sono innamorato di te da sempre e tu sei scappata. Chi è il più stronzo tra i due?"Sbotta poi alla fine,lasciando andare tutta la sua esasperazione e frustrazione;del resto non ha più niente da perdere,non con lei. "Ora,se vuoi scusarmi,torno a fare quello che stavo facendo prima che tu ti mettessi in mezzo."Borbotta nervosamente.In realtà,la sua intenzione è quella di tornare al tavolo con i suoi amici che si staranno sicuramente chiedendo dove è finito,non ha più alcuna voglia di passare la serata con quella ragazza appena conosciuta e incapace di fargli provare delle emozioni.
La sua mezza corsa verso il locale,però,viene frenata da un paio di mani che per la seconda volta in quella sera lo fermano con decisione;Alice gli si para davanti,guardandolo qualche minuto con uno sguardo indeciso e quasi intimidito,sul viso una strana espressione nervosa che lui non le ha mai visto addosso.
"No,senti aspetta un attimo.."Lo ferma,quasi supplicandolo con i suoi occhi scuri. "Non mi va che torni da quella,mi fa incazzare vederti con qualcun'altra."Borbotta poi,mentre le sue guance si tingono di un familiare colore rosso.
"E questo che cazzo vorrebbe dire?"Sbotta ancora lui,troppo innervosito dai suoi comportamenti inspiegabili per fermarsi davvero a riflettere sull'unico,vero significato che quelle parole potrebbero avere.
"Che..Oh,insomma..Tu mi piaci,Andrea."Dichiara poi lei con un filo di voce,quasi quell'ammissione le fosse costata molto di più di quanto vuole far vedere. "E' solo che mi hai spiazzata,l'altra sera. Non me l'aspettavo,io non lo so mi sono sentita stupida..mi sono sentita stupida e..soppraffatta. Ero soppraffatta da tutte le tue parole,dai tuoi gesti e la cosa più intelligente da fare mi sembrava scappare.Io non so nemmeno se sono capace di provare un amore grande come quello che tu dici di provare per me,e così ho avuto paura. Però tu mi piaci,dico davvero. E pensavo che magari noi potremmo..pensavo che magari noi potremmo provarci,insieme." Conclude,cercando inutilmente di coprire con le mani il rossore che ormai si è impadronito delle sue guance si prende gioco di lei,mettendola ancora più in imbarazzo. Alice non osa alzare lo sguardo,intimorita com'è dalla visione degli occhi di Andrea;ha paura che quelle pozze blu che a lei tanto piacciano la possano trattare con freddezza come ha fatto pochi minuti prima.

Lui,stordito,stupito e con il cuore a mille si allontana un po' da lei,ridendo tra se e se.
"Credo di essermi fermato al -tu mi piaci-,non ho capito praticamente una parola di quello che hai detto dopo.."Mormora poi,guardandola da sotto le sue ciglia lunghe e scure e scoprendola ancora più meravigliosa del solito,dopo quello che gli ha detto.
"Effettivamente ho sempre sospettato che tu avessi un disturbo dell'attenzione,sin dai tempi del lic.."Alice inizia a parlare a raffica,come le succede sempre quando è nervosa,ma viene subito bloccata da Andrea;le mette una mano sui fianchi,avvicinandola un po' di più a sè,guardandola con un'espressione di completa adorazione.
"Io ti piaccio."Afferma poi,con voce sussurrata e un tono così speranzoso che lei si chiede come diavolo abbia fatto a non accorgersi del modo in cui lui l'ha sempre guardata;annuisce un po',sorridendogli felice nel vederlo aprirsi in un'espressione di completo appagamento.
"E mi sembra di aver capito che tu..sì insomma,hai detto che potremmo anche provare io e te..cioè noi due,no?"Chiede poi lui,cercando di ripescare le sue parole nella memoria offuscata da quella calda felicità che lo ha appena preso d'assalto.
"Facendo le cose con calma sì,se a te va sì."Esclama,mentre sente un tremolio di felicità impadronirsi del suo corpo nel vedere quale dolcissimo sorriso lui le riserva dopo aver sentito le sue parole;Andrea,da parte sua mormora un "mi va,cazzo,mi va." che racchiude gli ultimi sette anni della sua vita e poi si lascia andare ad un sospiro incredulo.
"Dio,quanto sei bella.."Si lascia scappare,dopo aver osservato con attenzione ogni minima parte del suo volto;lei sorride e non cerca più di coprirsi,anche se le sue guance rischiano di diventare sempre più surriscaldate.
Lui ha le gambe che gli tremano,la testa che non capisce più niente e le mani sudate,ma non gli interessa ;l'unica cosa che riesce a vedere è la bocca semi aperta di Alice a pochi centimetri dalla sua e le sue labbra screpolate che profumano di burro di cacao alla fragola. E non è che non abbia mai baciato una ragazza,anzi,nella sua ancora breve vita ha assaggiato diverse labbra,giocato con diverse lingue;ma quando,la sua bocca incontra quella di Alice e le loro lingue iniziano a giocare insieme,rincorrersi e riunirsi,sente il cuore esplodergli nel petto.Lei gli circonda il busto con le braccia e lui sorride,capendo che si è messa in punta di piedi per arrivare meglio alla sua altezza;intreccia un dito tra i suoi capelli e la sente ridere tra sè e sè quando le tira una ciocca. Continua a baciarla mentre sente di nuovo la sensazione che ogni cosa sta andando al posto giusto;sembra quasi che ogni cassetto dentro di lui si sia aperto e che piano piano le cose stiano rientrando negli scompartimenti giusti in modo del tutto naturale.E' una strana sensazione,di completa pace,che non ha mai provato prima.
 Si staccano piano,dolcemente,con gli occhi già nostalgici di chi ne vorrebbe ancora. Lui affonda la testa tra i suoi capelli,mentre lei mugugna qualcosa abbandonandosi sul suo petto;quando lui mormora un "dormi con me,stanotte?" lei si mette a ridere e si allontana un po',con uno sguardo divertito sul viso.
"Non avevamo detto di fare le cose con calma?"Lo prende in giro,mentre con una mano gli accarezza il braccio lasciato scoperto dalla maglietta a maniche corte.
"Solo dormire,giuro."Afferma lui con convinzione,atteggiando il viso con gli occhi sporgenti e un'espressione supplicante che lo rende incredibilmente buffo e tenero;Alice sembra soppesare un po' la questione tra sè e sè,ma alla fine annuisce per poi ridere di fronte alla reazione di esultanza di Andrea.
Poi lui le volta le spalle e,dopo averle fatto segno di seguirlo e averle preso con delicatezza la mano,si dirige con passo deciso verso il tavolo dei suoi amici,impaziente di rimanere solo con lei: quando lo vedono arrivare,i loro visi si aprono in espressioni di gioia,che vengono subito rimpiazzati da sguardi preoccupati e confusi non appena realizzano chi è la ragazza che sta tenendo per mano. Lui li guarda con un'aria rassicurante e promettendo loro le giuste spiegazioni,in un gioco di sguardi silenziosi da cui è escluso chiunque non faccia parte dei fantastici quattro;poi li saluta con un veloce gesto della mano e si allontana di fretta dal locale,trascinando Alice con sè.
Qualche ora dopo,Andrea è ancora sveglio,gli occhi fissi sul soffitto sopra di sè e le palpebre che si chiudono per il sonno;sono le 4.23 di notte,e lui non è ancora riuscito ad addormentarsi senza venir svegliato il secondo immediatamente successivo. Alice,infatti,non fa altro che parlare nel sonno,rubare le coperte,muoversi inconsciamente e lanciare calci a destra e a manca;sembra riassumere in sè tutte le cose che Andrea odia e per le quali si è sempre dichiarato disposto ad uccidere.
Sono le 4.23,non ha ancora chiuso occhio e la ragazza accanto a lui ha anche appena iniziato a russare.
Non è mai stato così felice.

 
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Ciao,dolcezze!
Sono puntuale come al solito,e devo dire che questa settimana ero stata tentata addirittura di anticipare un po',dal momento che ho un'altra storia in cantiere e mi piacerebbe farvela leggere a breve,non appena finisce questa..
Alla fine,però,ho deciso di rispettare i miei soliti tempi,
quindi eccomi qua.
Lo so,forse ciò che succede in questo capitolo è un po' scontato ma non mi interessa,
perchè nella realtà non è andata davvero così e,come ho detto nel primo capitolo,
ho scritto questa storia per ricambiare nell'unico modo che conosco l'amore di Andrea perciò..eccoci qui.
Alice scopre di aver fatto un errore ad allontanare il nostro amico ricciolino,
e torna da lui -dopo aver mezzo ammazzato la ragazza del bar (ecco,questo è l'unico particolare che è successo davvero :) ).

Detto questo,anche se lo spazio autrice sta diventando super mega iper lunghissimo,volevo ringraziarvi,davvero.
Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate,
grazie a chi segue la storia in silenzio,
ma soprattutto grazie a chi commenta,davvero.
Non sapete quanto sono felice ogni volta che vedo che c'è una recensione nuova,
potrei mettermi a fare i salti di gioia,se non fosse che le leggo praticamente sempre in giro,sul treno o sull'autobus.
Quindi,niente,solo grazie.
Un grande bacio a tutte,
recensite,fatemi sapere qualcosa in più su di voi che se no mi sento troppo egocentrica a parlare solo di me in questa storia ahah :D
Chiara

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Capitolo 10
*** Capitolo Otto. ***


Electric souls.
 
"Nobody said it was easy,
oh it's such a shame for us to part..

Nobody said it was easy,
no one ever said it would be this hard."

Coldplay-The scientist

 
Sono passati tre mesi,la primavera è arrivata e già quasi se ne sta andando,i ragazzi nelle scuole hanno quasi finito,il sole è sempre più caldo e Andrea e Alice sono felici. Cosa ancora più spettacolare,sono felici insieme. Hanno vissuto le giornate degli ultimi tre mesi praticamente sempre insieme,anche quando proprio non c'era niente da fare;Agnese si è ormai abituata a vedere entrare in casa sua quella piccola elfetta dai capelli rossi e spesso si diverte ad insegnarle le sue ricette segrete,quelle che pensava non avrebbe mai raccontato a nessuno. Ma quella piccoletta tutta lentiggini e modi di fare impacciati l'ha conquistata,c'è poco da fare;spesso guarda lei e suo figlio giocare insieme alla Play station o mangiare un gelato dalla stessa vaschetta. In quei momenti così perfetti,lancia sempre un'occhiata incoraggiante ad Andrea alla quale lui risponde ogni volta con un segno di diniego con il capo e un sospiro sconfitto;Agnese sospira a sua volta,e pensa che un giorno l'altro glielo dice lei,ad Alice,quanto amore suo figlio prova per lei. Poi però decide di ritornare a fare la mamma e si rimmerge nella sua cucina,cercando di dimenticare i problemi di quei due ragazzi.
E così le giornate di Andrea e Alice si sono succedute l'una simile all'altra;lui ha perso il conto delle volte che ha cercato di insegnarle a guidare la moto e di quelle in cui ha dovuto aspettarla almeno mezz'ora sotto casa sua a causa del suo ritardo cronico. Lei,invece,non si ricorda nemmeno più quante volte lui le ha prestato un suo maglione per non farle prendere freddo di ritorno da una delle loro gite e quanto spesso hanno litigato riguardo al futuro di Andrea. I loro amici si sono abituati a vederli sempre insieme e anche se ancora sperano che un giorno o l'altro il riccio esprima i suoi sentimenti ad Alice,cercano di non intromettersi troppo nei loro problemi,proprio come mamma Agnese.
Quella sera,come ogni venerdì sera,i due ragazzi e i loro amici sono nel locale che hanno conosciuto qualche mese prima con la festa di Daniele e di cui sono diventati assidui frequentatori;Alice e Andrea sono arrivati da circa un'oretta dopo aver passato l'intera giornata al mare,su una spiaggia deserta a causa della temperatura ancora troppo poco alta. Adesso le casse emettono a tutto volume "Without me" di Eminem,Andrea è al bancone insieme a Francesco e ad una ragazza di cui francamente proprio non riesce a ricordare il nome e guarda Alice che sta ridendo mentre fa delle mosse stupide al centro della pista,insieme alle sue amiche. 
"Leo mi ha detto che lavori da Farbeik!"Esclama la biondina avvicinandosi pericolosamente al suo viso;sospetta che abbia bevuto un po' troppo,dal momento che i suoi gesti sono molto più lenti e strascicati del normale e c'è una strana disconnessione tra le sue parole e il movimento della bocca. Andrea guarda il suo amico e mima con le labbra uno sconcertato "ma chi è?",indicandola,al quale Francesco risponde con un'alzata di spalle e un'espressione noncurante stampata sul viso.
"Sì,ho iniziato circa un mese fa.."Risponde lui,del tutto disinteressato alla conversazione;il suo cervello,infatti,trova molto più interessante il fatto che Alice,con un paio di skinny jeans e una maglietta nera,stia camminando proprio nella sua direzione,guardando la sua nuova amica con un'espressione indecifrabile e vagamente intimidatoria.Tuttavia,spiega con pazienza e con dovizia di particolari quale sia il ruolo ed il compito di un commesso all'interno di un negozio di abbigliamento,sotto lo sguardo divertito e derisorio di quella che è diventata da qualche mese qualcosa di molto simile ad una migliore amica. La nota osservare di sottecchi con uno sguardo leggermente irritato la ragazza bionda che ormai gli si è praticamente avvinghiata al braccio e il cui viso è pericolosamente vicino al suo;se non la conoscesse così bene da sapere che non può essere certamente così,penserebbe che è infastidita -quasi gelosa- da quella sconosciuta che gli si è appiccicata con tanto entusiasmo.
"Andre,vieni a ballare?"Gli chiede alla fine Alice,strattonandolo per un braccio e allontanandolo con un gesto secco dalla biondina,sulla quale continua a puntare i suoi occhi saettanti. Lui annuisce e si allontana insieme a lei,sotto lo sguardo perplesso e sorpreso di Francesco e Leonardo che non hanno mai visto Andrea ballare in tutta la loro lunga amicizia. Quest'ultimo,appena arrivato,guarda l'amico con un'espressione stupita e mormora "quale strano potere ha Alice su Andrea?" al quale Francesco risponde con un sorriso e una scrollata di capo. Nel frattempo,al centro della pista,i due ragazzi stanno ballando l'uno vicino all'altra;si dondolano piano,ad un tempo tutto loro che a ben poco a che vedere con il ritmo incalzante che proviene dalle casse. Macklemore e la sua "Can't hold us" vanno veloci,incitano la gente a scatenarsi;loro due,invece,sembrano immersi in una bolla tutta loro,indistruttibile. Si muovono piano,lentamente,spostando dolcemente il peso da un piede all'altro,mentre i loro occhi rimangono incatenati;Alice circonda il collo di Andrea con le braccia e lui viene ancora una volta soppraffatto dal suo profumo. Sa di pesca,sigarette e sudore ed è la miscela più paradisiaca che abbia mai sentito. Si guardano ancora e chissà come si avvicinano sempre di più;i loro occhi sono così vicini che quasi sembrano fondersi,il marrone e il blu formano una miscela e danno vita ad un nuovo colore,un nuovo paio d'occhi. 
E poi Andrea non lo sa cosa succede. Non sa perchè è successo,non saprebbe nemmeno spiegare come  è successo. Sa solo che gli occhi di Alice si chiudono e le sue labbra si aprono un po' mentre abbandona la testa muovendola a tempo di musica;non sa cosa l'abbia spinto a farlo,non sa perchè improvvisamente le sembrasse l'unica cosa giusta da fare. Sa solo che finalmente,dopo sette lunghissimi anni di attesa,agonia e soffocamento,finalmente alle 12.45 di quel venerdì sera di Maggio,le sue labbra incontrano quelle leggermente screpolate di Alice. Lui rimane un po' lì così,fermo,non osa muovere nemmeno un muscolo del suo viso,ne tantomeno della sua bocca,temendo di rovinare in qualche modo la sensazione di assoluta perfezione e pace che sta provando;sente che ogni cosa si sta rimettendo al suo posto,ora che le sue labbra sono posate su quelle dell'amore della sua vita. Sente che la sua vita non fa così schifo,che il suo lavoro in quel negozio può essere quasi divertente,che il suo portafoglio non è poi così vuoto e che in fondo c'è sempre tempo per girare il mondo. 
Poi,però,Alice si stacca,allontana il suo corpo dal suo e scioglie la presa delle braccia attorno al suo collo. Lo guarda con un'espressione confusa e aggrotta la fronte,facendo sì che si formino su di essa tutta una serie di rughette;continua a fissarlo stupita e lui vorrebbe morire,sotterrarsi e scappare. Qualsiasi cosa,pur di non trovarsi di fronte a lei.
"Che cazzo hai fatto?"Sbotta lei,dopo averlo trascinato di fretta sul terrazzino.
"Ti ho baciata."Risponde lui,accendendosi una sigaretta e guardando in qualsiasi punto possibile,qualsiasi davvero,tranne viso di Alice. Scorge i visi preoccupati dei suoi tre migliori amici che,avendo seguito tutta la scena,sono pronti ad intervenire in ogni momento.
"E perchè?"Il suo tono innervosito e allo stesso tempo confuso convincono Andrea ad alzare finalmente il viso e a puntare i suoi occhi blu su di lei. In fondo,si dice mentre sta per risponderle,prima o poi il momento della confessione sarebbe dovuto arrivare in ogni cosa;sperava solo che non fosse così difficile. Inoltre,la confusione evidente sul volto di lei lo mandano ancora più in bestia e gli fanno andare il sangue al cervello;si chiede come una ragazza intelligente come lei possa dimostrarsi così stupida e limitata in una situazione come quella.
"Sul serio Alice?Sul serio mi stai chiedendo perchè?"Grida lui esasperato,pronto a far uscire ogni sua emozione,ogni sentimento che ha dolorosamente soffocato per sette anni. "Perchè sono stanco di passare le notti ad immagine come potrebbe essere baciarti e poi convincermi che è meglio rimanere solo amici. Sono stanco di vederti uscire con altri ragazzi e poi consolarti quando finisce con loro. Sono stanco di dormire insieme a te e non poterti abbracciare o accarezzare i capelli. Sono stanco di non poter tenerti per mano,baciarti o fare l'amore con te. Sono stanco di nascondermi e non ho più intenzione di farlo."Mormora alla fine,riuscendo con chissà quale coraggio a non abbassare nemmeno una volta lo sguardo.
"Non capisco cosa stai dicendo.."Sussura lei in risposta,soffiando le parole fuori dalla sua bocca mentre sbatte ripetutamente le palpebre con aria confusa e stordita. Se solo non l'amasse con tutto se stesso,probabimente Andrea sarebbe preso da una voglia irrefrenabile di prenderla a schiaffi;si limita solo a sospirare esasperato e ad alzare la voce fino ad arrivare ad urlare,quando le risponde.
"Sto dicendo che ti amo,cazzo! E devi smetterla di comportarti come se non lo sapessi,cristo!"Grida,guardandola con degli occhi fiammeggianti che lei non gli ha mai visto.
E adesso che dopo sette anni ha confessato il segreto che in realtà tutti sapevano,Andrea non si sente nè più leggero nè più libero nè niente del genere;in realtà ha solo voglia di vomitare,dormire e rinchiudersi nella sua camera a disegnare per il resto della sua vita. Si sente uno schifo perchè Alice lo sta guardando con un'espressione incredula e una strana smorfia di disappunto stampata sul viso;negli occhi ha quasi un cipiglio pieno di compassione e lui vorrebbe sotterrarsi perchè quel sentimento è proprio l'ultimo che avrebbe voluto che lei gli riservasse. Poi Alice fa qualche passo indietro,apre la bocca più volte come per dire qualcosa ma poi la richiude,si gira e scappa via dal locale;lui guarda il punto in cui lei se ne è andata mentre la vista gli si fa appannata e sente la prima di una lunga serie di lacrime bagnargli le guance ed arrivare fino alla maglietta bianca che ha indossato qualche ora prima a casa di Alice,in uno spazio e in un tempo che sembrano lontani anni luce ora.
Al suo fianco sono già comparsi Daniele,Leonardo e Francesco,ognuno con una bottiglia di birra in mano pronta per lui e una sigaretta da offrirgli;Andrea li guarda dal dietro di quella coltre annebbiata che hanno creato le lacrime e cerca alzare gli angoli della bocca per rivolgere loro un sorriso. Il suo tentativo di dimostrare che va tutto bene è così commovente che i suoi amici senteno anche i loro occhi pizzicare e lo stringono nell'abbraccio più lungo e caloroso che si siano mai scambiati. Mormorano nelle sue orecchie frasi come "vedrai che andrà tutto bene" o "presto passerà" o ancora "non è niente..". Nessuno di loro,nè tantomeno Andrea,è realmente convinto di ciò che sta dicendo nè pensa che tutto si sistemerà velocemente. In fondo hanno imparato cos'è il vero amore dal modo in cui il loro migliore amico si è preso cura di Alice,l'ha guardata,l'ha ammirata e aiutata incodizionatamente per anni,senza ricevere nessun segno che il suo amore fosse ricambiato;per questo nonostante i sorrisi traballanti che lui continua a rivolgere loro e le battute ironiche che riesce a tirare fuori anche in quella situazione,possono solo immaginare come lui si senta dentro.Loro lo assecondano,parlando di qualsiasi cosa tranne che di Alice,evitando qualsiasi argomento possa anche solo portarla alla mente del loro amico;Daniele invia un messaggio ad Agnese con il cellulare di Andrea avvisandola che si sarebbe fermato a dormire da lui. In realtà passano la notte tutti e quattro insieme,tra risate,discorsi strampalati e bar che li sbattono fuori perchè anche per loro è arrivato l'orario di chiusura. Quando infine Leonardo e Francesco ritornano a casa,rimangono solo Andrea e Daniele sdraiati su una panchina,l'uno con i piedi in direzione della testa dell'altro,a contemplare le stelle.
Il pianto di Andrea inizia come un sussurro sommesso,quasi un piccolo rantolo pieno di dolore,di cui Daniele non comprende subito la provenienza;poco dopo si fa più intenso e infine così disperato da diventare un grido quasi insopportabile da sentire. Daniele si tira su a sedere,guarda il suo amico negli occhi e gli stringe la mano piano,poi sempre più forte;piange insieme a lui,silenziosamente,riempendo di lacrime calde le loro mani unite. Lo guarda e non c'è niente che possa lenire il suo dolore;vorrebbe essere capace di uscirsene con qualche parola magica che lo possa consolare e possa togliere quell'espressione disperata dal volto del suo migliore amico,ma sa che non c'è niente che potrebbe farlo.
Tutti sanno che ognuno ha un grande amore,solo uno,in tutta la sua vita;poi ci possono essere quelli minori,quelli che ti fanno battere il cuore ma non sono in grado di cambiarlo nel profondo e di sconvolgere totalmente l'animo. Così tutti hanno un grande amore nella vita.
E Alice,il grande amore di Andrea,è scappata quando lui glielo ha detto.
Non c'è niente che Daniele possa fare per cambiare questa piccola,crudele realtà.
 
 
Eccomi qui,con un po' di ritardo rispetto al solito,
visto che EFP non ha funzionato per gran parte del pomeriggio,ma comunque..
eccolo,finalmente il capitolo (spero) tanto atteso è arrivato:
il nostro Andrea ha confessato i suoi sentimenti ad una incredula Alice che..bè,reagisce a modo suo.
Non odiatela troppo e cercate di pensare che per lei è davvero uno shock,non se lo aspettava anche se forse ha sempre sospettato qualcosa,e non ha idea di come reagire.
Sono molto curiosa di leggere le vostre recensioni al riguardo quindi su,forza,
fatevi avanti e ditemi ciò che pensate!
Un grosso abbraccio a tutte quante,
siete davvero dei tesori e io vi ringrazio immensamente.
Chiara :3
 

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Capitolo 11
*** Capitolo Dieci. ***


Electric souls.
 
"She makes me smile,she thinks the way I think,
that girl makes me wanna be a better man.
Took her down Bleeker Street,so she drank the way I drink,
I kiss the sky to send her blu a letter.
She's fearless,she's free,oh she is a real life wire,
and that girl she's got me feeling so much better."
Paolo Nutini-Better man

http://www.youtube.com/watch?v=Nsx-JVymaGk
 


Sono passati due mesi e gli amici di Andrea stanno ancora cercando di abituarsi alla sua espressione serena e tranquilla e ai suoi nuovi modi di fare gentili e rilassati;lui,dal canto suo,si è già abituato a questa nuova versione di se stesso. A dire il vero,gli viene naturale essere tranquillo,sereno,gentile e rilassato quando in giro c'è Alice che gli tiene la mano e gli accarezza il braccio non appena si agita un po'. Non ha più alcun motivo di essere scontroso,irascibile o inquieto ora che può chiamare Alice ogni volta che vuole,ora che sa che i girasoli sono i suoi fiori preferiti e che ha una strano odio per tutto ciò che è arancione,fatta eccezione per le carote. Ora che quando è nervosa per un esame gli chiede di dormire insieme a lei e poi iniziano a cantare insieme la prima canzone che viene loro in mente fino a quando lei non si addormenta.Per sette lunghissimi anni si è chiuso in se stesso,convinto di non poter ottenere l'unica cosa che desiderasse davvero;ora,però,ce l'ha e non ha più alcun motivo di nascondersi dietro un muro di impassibilità.
Adesso sta guidando la macchina che sua madre gli presta ogni tanto e si sta sforzando di prestare attenzione a Daniele che,seduto al suo fianco,sta passando in rassegna tutto ciò che la sua povera fidanzata potrebbe volere per il suo compleanno. Andrea ha distolto l'attenzione quando il discorso ha iniziato a prendere una strana piega,ossia quando il suo migliore amico ha iniziato a prendere seriamente in considerazione l'idea di regalare alla povera Giulia un cestino porta frutta. E' così assorto nei suoi pensieri da non accorgersi nemmeno della vibrazione incessante del suo cellulare che gli segnala l'arrivo di una chiamata;fortunatamente Daniele preme il tasto verde e quello del vivavoce,rispondendo al posto suo,e pochi secondi dopo la voce squillante di Alice risuona nell'abitacolo.
"Sei con Daniele?"Non aspetta nemmeno la risposta che già ricomincia a parlare. "Bè,se sei con lui,sappiate che Giulia è praticamente innamorata di un vestito che abbiamo visto in un negozio in centro l'altro giorno,e credo che sarebbe felicissima se il suo ragazzo si presentasse con quello stasera alla festa." Andrea si perde come sempre nell'ascoltare il dolcissimo suono della sua voce e nel sorridere al suo modo tenero di pronunciare le "r",leggermente più arrotate del normale. Al suo fianco Daniele sta chiedendo informazioni su informazioni ringraziandola nel frattempo almeno dieci volte.
"Ah,amore,riesci a passarmi a prendere alle otto?Giulia è in crisi e dice che dobbiamo essere lì almeno mezz'ora prima per aiutarla."Chiede,giusto un secondo prima di chiudere la chiamata;Andrea non ha nemmeno il tempo di rispondere con un "sì" sconvolto ed euforico che lei ha già interrotto la comunicazione.
Lui rimane con lo sguardo fisso sulla strada,mentre sente con distinzione le sue mani tremare sul volante e il cuore dentro al petto che sembra in preda ad una crisi epilettica. Daniele lo guarda di sottecchi con un sorriso divertito e curioso,ma lo lascia qualche secondo da solo prima di interrompere il silenzio.
"Come ci si sente ad essere chiamati -amore- dalla donna della tua vita?"Chiede alla fine,godendosi la reazione del suo migliore amico nel sentire quelle parole;vedere Andrea arrossire è uno spettacolo più unico che raro e Daniele non può che ringraziare Alice per ciò.
"In realtà è la prima volta.."Borbotta poi,mentre con una manovra veloce parcheggia la macchina,cercando in tutti i modi di far smettere ad ogni singola fibra del suo corpo di tremare così tanto;non avrebbe mai pensato che ci sarebbe mai stato qualcosa di più meraviglioso che vedere il viso di Alice appena sveglia,ma sentirla pronunciare la parola amore rivolta a lui è più sconvolgente e straordinario di qualsiasi droga abbia mai provato.
"Bè,ci sono voluti sette lunghissimi anni,un sacco di incazzature,un po' di ragazzine passate per il tuo letto,due suoi fidanzati e un milione e mezzo di bestemmie ma alla fine ce l'hai fatta."Dichiara Daniele,uscendo dalla macchina e fermandosi esattamente di fronte a lui. "Ce l'hai fatta. E' tua."
Andrea annuisce con fare distratto,godendosi la meraviglia di questa consapevolezza;Alice,la ragazza dei suoi sogni,l'amore grande della sua vita,quella che ha desiderato per sette anni senza mai smettere,è sua.
La vita è davvero una cosa meravigliosa.

Dall'altra parte della città Alice è sdraiata sul letto con un cuscino spiaccicato sul viso da almeno cinque minuti;per la precisione,si trova in quella posizione da quando si è lasciata scappare quell' "amore" al telefono con Andrea,a seguito del quale ha spento velocemente la telefonata. Da quel momento si sta autoinsultando senza sosta,rivolgendosi i peggiori insulti che riesce a trovare;fortunatamente,dopo qualche altro minuto di imprecazioni rivolte a se stessa,il campanello di casa sua suona e Giulia viene a salvarla dalla sua seduta di autocommiserazione.
Passano il pomeriggio tra vestiti e trucco,guardando diversi tutorial di youtube per cercare di acconciare i capelli di entrambe in petttinature che sfidano la forza di gravità;è il compleanno di Giulia,e  la festeggiate vuole essere meravigliosa per la festa che verrà celebrata quella sera stessa. Alla fine,però,devono arrendersi alle loro scarse doti come parrucchiere,e smettono di torturare i loro lunghi capelli;Alice li lega in una coda alta,cosa che fa molto più spesso del lecito,da quando Andrea le ha fatto capire che le piace molto pettinata così. Si abbandona stancamente sul letto,scorrendo con scarso interesse la sua home di facebook,mentre Giulia mette letteralmente sottosopra il suo armadio,alla ricerca di un vestito da farle indossare quella sera;alla fine,una foto pubblicata da una sua compagna di classe delle medie attira la sua attenzione.
"Ali,hai intenzione di rimanere lì imbambolata ancora per molto?"Quasi urla Giulia per richiamare la sua attenzione;ha finalmente trovato il vestito giusto per la sua amica e muore dalla voglia di vederla con quella meraviglia blu addosso.
"Scusa,mi sono distratta.E' che sono così belli.."Esala Alice,lasciandosi andare ad un sospiro sognante. Nella foto,Angelina Jolie sta sorridendo con fierezza ai fotografi,mentre Brad Pitt le cinge il fianco con un braccio e la guarda con un'espressione di completa adorazione e ammirazione. "Il modo in cui lui la guarda è..la cosa più totalizzante che io abbia mai visto."
Giulia le si avvicina e lancia un'occhiata veloce alla foto che sta facendo tanto sognare la sua migliore amica,e poi si apre in un sorriso divertito.
"Ali,a volte sei proprio cieca,sai?"La rimprovera,emettendo un grugnito di disperazione quando si rende conto che l'eyeliner che sta cercando di applicare sulla palpebra è completamente scarico.
"Cosa intendi?"Chiede Alice,un'espressione confusa nel viso mentre cerca di decidere se mettere il rossetto rosso o quello rosa chiaro;si chiede quale preferirebbe Andrea,e alla fine opta per quello rosso.
"Che sogni l'amore da favola ma non ti accorgi di quello che hai sotto il naso."Risponde con sicurezza Giulia,guardando l'amica attraverso lo specchio. "Andrea ti guarda esattamente così,e lo fa da sette lunghissimi anni."Conclude poi,indicando con un gesto veloce della mano lo schermo del portatile di Alice,su cui campeggia ancora la foto dei due attori sorridenti. "Non ti sei mai chiesta come mai tutti sapessero che è innamorato di te anche se lui non l'ha mai detto esplicitamente a nessuno?"Continua Giulia,ben decisa ad aprire gli occhi della sua amica,così assurdamente insicura anche di fronte all'evidenza di un amore così grande.
"Io ero convinta che l'avesse detto a qualcuno,almeno a Daniele,e che poi la notizia fosse circolata.."Risponde,scuotendo la testa in segno di diniego.

Giulia si siede sul letto,facendole segno di fare lo stesso e la guarda con dolcezza,sorridendole piano.
"Non l'ha mai detto a nessuno,ma lo sapevamo tutti,e sai perchè?Il modo in cui ti guarda."Spiega,sorridendo ancora di più di fronte all'espressione sempre più confusa che si fa spazio sul viso di Alice. "Ti guarda come se fossi la creatura più incredibile ed interessante del pianeta. Inclina la testa e spalanca gli occhi,come se volesse catturare ogni tuo gesto ed ogni tua parola. Il suo corpo si muove sempre di riflesso al tuo e non c'è mai un momento in cui i suoi occhi non siano posati su di te. E' innamorato di te da quando aveva quindici anni,Alice,e lo è nel modo più totalizzante e commovente possibile. E' tuo,lo è sempre stato,senza chiedere niente in cambio."
La ragazza rimane seduta sul letto con lo sguardo fisso davanti a sè,lasciando che le parole di Giulia le si imprimano dentro nel modo più profondo possibile;sente distintamente gli occhi che le si inumidiscono un po',mentre pensa ad Andrea,alla sua dolcezza incredibile e a tutto l'amore che è capace di provare. Se solo non ci fosse la sua migliore amica con lei in questo momento,probabilmente inizierebbe a sbattere la testa contro il muro e si insulterebbe con i peggiori appellativi per non essersi accorta prima di lui;certo,i suoi occhioni blu li ha sempre notati,così come il modo dolce con cui la guardano,ma non avrebbe mai pensato che dietro al muro di cemento che Andrea si era costruito negli anni ci fosse un sentimento così forte nei suoi confronti.
E' sempre stato suo,e non se ne è mai accorta.

Il compleanno di Giulia prosegue tranquillamente,tra i mille regali che Daniele ha voluto comprare a tutti i costi per la sua fidanzata e la torta rigorosamente al cioccolato che Alice è dovuta passare a prendere all'ultimo minuto;verso mezzanotte alla fine,dopo essersi limitato a sorriderle e a sussurrarle qualcosa all'orecchio per tutta la sera,Andrea riesce a rubare per sè la migliore amica della festeggiata e la conduce dolcemente sulla terrazza del locale. Alice è bellissima,con i capelli raccolti in quella coda alta che lo fa impazzire ed un vestito blu che le sta a pennello;si prende del tempo per guardarsela un po' e sorride dolcemente quando la vede arrossire sotto il suo sguardo ammirato.
Alice affonda il viso nel suo petto grande e lui la accoglie tra le sue braccia,facendola quasi scomparire tanto è piccolina;lei inspira un po' del suo odore e si bea delle carezze che lui le lascia tra i capelli.
"Tu mi ami."Afferma Alice alla fine. Andrea non può fare a meno di notare la nota di infantile sorpresa che emerge dalle sue parole,ma non aspetta nemmeno un secondo prima di rispondere con un sicuro "Già."
"E da quando?"Chiede allora lei,cercando disperatamente di capire per quanto tempo è stata così irrimediabilmente cieca,troppo concentrata su di sè per accorgersene.
Andrea adesso sospira,temendo di spaventarla con la sua verità.
"Già il primo giorno di scuola mi avevi colpito. Avevi i capelli raccolti in una treccia laterale e una maglia azzurra un po' scollata ed io ricordo che tutti noi maschi della classe eravamo rimasti diciamo..attratti dal tuo seno." Comincia poi,facendosi un po' coraggio e facendola sorridere con questo suo inizio volutamente leggero. "Poi,qualche giorno dopo ti ho incontrata nella libreria del centro. Tu non mi avevi visto,ed io non so perchè sono rimasto ipnotizzato a guardarti..ti muovevi tra gli scaffali pieni di libri come un piccolo elfetto,avevi i capelli davanti al viso e il passo leggero. Eri bellissima,davvero bellissima. Quel giorno,per la prima volta,ho provato la voglia di baciarti." Conclude ricordando con dolcezza quella ragazzina,sette anni più giovane di adesso,che si muoveva con gesti decisi in quell'immensa libreria,completamente inconsapevole del fascino che sprigionava.
Alice,dal canto suo,rimane con il viso affondato nel maglione verde del ragazzo,mentre le mani le tremano un po' e la salivazione sembra essersi azzerata;improvvisamente viene presa da un'immensa paura di sbagliare ogni cosa.
"Ali,che c'è?"Le chiede lui con dolcezza,posandole un dito sotto il mento per farle alzare il viso e fare in modo che i loro occhi si incontrino;Alice si sente tremare ancora di più,quando incontra quel blu limpido,così bello da fare male.
"Io..insomma,tu..tu mi hai aspettato per così tanto tempo che adesso io ho paura di non essere all'altezza.."Borbotta poi,fregandosene altamente del tono lamentoso da bambina che ha assunto e dalle piccole lacrime che stanno uscendo dai suoi stupidi occhi.
Andrea ride tra se e se nel sentire quale sia il motivo di tanta preoccupazione e la stringe un po' di più a sè,ancora incapace di capacitarsi della possibilità di abbracciarla,baciarla e accarezzarla.
"Ali,tu sei molto di più che all'altezza. Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata,e non lo dico tanto per dire..da quando sono con te,io sono ritornato a vivere. Sei la donna più bella,generosa e intelligente che io abbia mai conosciuto,o almeno lo sei per me,e  non c'è niente che tu possa fare per convincermi del contrario. Niente."Spiega lui,guardandola dritta negli occhi,con una luce ricca di felicità nello sguardo.
Alice si sente un po' più di sicura,e si avvicina piano al viso di Andrea per lasciargli un dolcissimo bacio sulle labbra;lui,come se non avesse aspettato altro per tutta la sera (cosa che effettivamente è vera),afferra dolcemente i fianchi della ragazza,nell'istante esatto in cui lei pone le labbra sulle sue,e passa a lasciarle una scia di baci sul collo lasciato libero dai capelli.
"Sai,ora che ci penso..c'è qualcosa che potresti fare per ripagarmi del tempo che ho aspettato in tutti questi anni.."Le soffia piano sul collo,con una voce roca che fa venire i brividi sulla pelle di Alice;lui sorride tra sè e sè,incredibilmente compiaciuto dalla reazione della ragazza,ma fa finta di niente,continuando a lasciarle piccoli baci sul collo.
"Mmmh?"Mormora lei,vergognandosi come una ladra di non riuscire a pronunciare una frase di senso compiuto;il collo è sempre stato il suo punto debole,e il modo dolce in cui Andrea la sta torturando la rende incapace di pensare decentemente a qualsiasi cosa che non siano le sue labbra su di lei.
"Puoi iniziare con il promettermi che da questo momento in poi non guarderai,toccherai,nè tantomeno flirterai con nessun altro uomo. Nessuno,eccetto me." La sua voce roca pronuncia ogni singola parola con decisione,ma in realtà Andrea trema dentro di sè, e interrompe un istante la scia di baci mentre aspetta con impazienza e speranza la risposta di Alice. 
Lei,grazie alla momentanea interruzione del contatto tra le labbra del ragazzo e il suo collo,riesce a riordinare i suoi pensieri in senso logico e la risposta da dargli le esce dalle labbra ancora prima di arrivare alla mente.
"Te lo prometto."Dichiara con sicurezza,affondandogli piano le mani tra i capelli. "E sia ben chiaro..nemmeno i tuoi begli occhioni blu si dovranno posare su alcun essere di sesso femminile della terra,eccetto me." Continua poi,ponendo un dito sotto al suo mento per fare in modo di incontrare quelle due pozze blu che tanto le piacciono.
"Oh,mia stupida,ingenua ragazzina.. I miei occhi non hanno mai guardato nessun'altra al mondo nel modo in cui guardano te.Mai,nemmeno per sbaglio,anche se a volte ho cercato di farlo."Confessa lui,facendo nascere un sorriso splendente sul viso lentigginoso di Alice. "E puoi stare certa,che non guarderanno mai nessuno come guardo te.Oltre a non volerlo,credo proprio di non esserne capace."Conclude.

Alice,ancora una volta,non sa bene cosa dire e,ancora una volta,decide che i gesti siano più importanti delle azioni;così,nel modo più dolce che conosca,lo stringe a sè,circondandogli il collo con le braccia e iniziando a dondolare sul posto,seguendo il ritmo della canzone che piano piano sgorga dalle sue labbra.
Andrea la ascolta commosso,riconoscendo quasi con le lacrime agli occhi le parole che Alice pronuncia,mentre ricorda un pomeriggio del loro ultimo anno di liceo;avevano appena finito di studiare insieme e lei aveva acceso l'ipod,selezionando una canzone del suo adorato Paolo Nutini,"Better Man". Aveva voluto ascoltarla in religioso silenzio e Andrea l'aveva scoperta con le lacrime agli occhi alla fine della canzone;era una delle canzoni d'amore più belle mai scritte,e anche lui ne era rimasto colpito,tanto che ne avrebbe voluto dedicare ogni singola parola a lei. Alice,vergognandosi un po' per le lacrime che,come ogni volta,le erano uscite,gli aveva confessato,sussurando,che avrebbe voluto cantare quella canzone all'uomo con cui avrebbe voluto passare il resto della sua vita,non appena l'avesse trovato.
Così,è con un tremore evidente nella voce che Andrea si unisce a lei nel canto,commosso e felice oltre ogni limite per il significato contenuto nel gesto di Alice.

"Oh you'd trade all the money in the world,
just to see this girl's smile
all the while she'll make you feel so much better."

Alice alza il viso per incrociare il blu dei suoi occhi e gli sorride con timidezza quando insieme intonano il ritornello.
"Oh,that girl makes me wanna be a better man,
and sure she sees,
i'm gonna treat her like a real man can."

E le parole contenute in quell'ultima frase vengono pronunciate da Andrea come una promessa e Alice lo sa.
Alice lo sa e sorride.
Felice.

 
____________________________________________________________________
 Eccomi qui bellezze!
Lo so,sono in anticipo di un giorno,ma domani avrò una giornata lunghissima ed infernale all'università,
e non sarei riuscita ad aggiornare quiiindiii ho dovuto sconvolgere un po' i piani :)
Allora,eccovi qui un dolcissimo capitolo (almeno spero),e sì,prima di tutto voglio dirvi che sono leggermente fissata con Paolo Nutini,nel caso non si fosse capito,
e giuro che il capitolo ha un tocco in più se mettete in sottofondo la canzone "Better Man" di cui vi ho messo il link all'inizio :)

Non ho nient'altro da dire sul capitolo,
spero solo che vi piaccia,davvero.
Vi ringrazio moltissimo per la dolcezza dei vostri commenti,riuscite sempre a farmi spuntare un sorrisone,
non sapete quanto bene mi fate :)
Fatemi sapere che ne pensate,
vi voglio bene
Chiara :3

P.s questa non è la foto di Angelina Jolie e Brad Pitt (sono l'amore) di cui parla Alice nel capitolo perchè non sono più riuscita a trovarla,
ma loro sono davvero carini anche in questa!
 

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Capitolo 12
*** Capitolo Undici. ***



Electric souls.
"Cause your sex takes me to paradise,
yeah your sex takes me to paradise and it shows
that you make me feel like
I've been locked out of heaven for too long."
Bruno Mars-Locked out of heaven


E' passata un'altra settimana,è venerdì sera e Alice e Andrea sono a cena fuori,in un bellissimo ristorante sul mare;lui lo conosce da un sacco di anni,e quella sera,portandoci Alice,ha realizzato un sogno che era nel suo cassetto da parecchio tempo.
Lei ha i capelli legati in alto e un vestito primaverile a righe bianche e blu che lascia leggermente scoperta la schiena e,come sempre,è bellissima. Lui ha indossato addirittura una camicia bianca,ha i suoi soliti skinny jeans neri e,come sempre,è innamorato pazzo di lei.

Hanno mangiato quella che Alice ha definito "la pasta al pesto più buona della mia vita",si sono guardati con timidezza,sono arrossiti l'uno sotto lo sguardo dell'altra,hanno riso dei loro rossori e si sono continuati a spiare. Adesso Andrea si è alzato per andare a pagare il conto e la rossa sta mandando messaggi disperati alla sua migliore amica,alla ricerca di un po' di coraggio;ha intenzione di proporre qualcosa ad Andrea,quella sera,ma ogni volta che ha provato a iniziare il discorso,si è bloccata come solo un'imbranata come lei può fare.
Lui torna poco dopo al tavolo ed insieme escono dal ristorante,avviandosi lentamente mano nella mano verso la moto;Alice si accende una sigaretta e finge di non notare il sopracciglio inarcato di Andrea,che sa perfettamente la sua abitudine di fumare quando è nervosa per qualcosa. Sta in silenzio,aspettando che sia lei a parlargli di ciò che la preoccupa,pur non nascondendo la sorpresa di vederla fumare;quando arrivano di fronte alla moto e lui le porge il casco,finalmente Alice decide che è arrivato il momento di parlare.

"Stavo pensando a una cosa.."Borbotta per prendere tempo. Sente lo sguardo curioso di Andrea su di sè,e inizia a dondolarsi piano sul posto per cercare di scaricare il nervosismo in qualche modo.
"Pensavo che magari stasera potremmo..sì,insomma,se ti va potresti venire a dormire da me,se hai voglia." Riesce finalmente ad esalare,le guance a fuoco,mentre si costringe a mantenere gli occhi fissi sul viso del ragazzo.
Lui deglutisce rumorosamente,mentre sente una specie di campanellino d'allarme che inizia a trillare rumorosamente all'interno del suo cervello;hanno dormito insieme parecchie volte,così tante che adesso sa perfettamente che Alice parla nel sonno e che ha l'abitudine di dormire con una mano appoggiata sotto al viso.Maè sempre successo a casa sua,con i suoi genitori nella stanza accanto,che avrebbero sentito qualsiasi cosa fosse accaduta tra loro.Il tremore nella voce della ragazza,il modo timido con cui lei lo sta guardando e le sue guance rose dall'imbarazzo aumentano la sua speranza;del resto,la desidera da così tanto tempo che ora che -forse- lei è finalmente pronta,ha paura di aver capito male.
Così "a casa tua?"chiede,con la voce che gli trema in un modo decisamente patetico. La domanda implicitamente contenuta in quella da lui espressa ad alta voce viene colta immediatamente da Alice,che non batte ciglio e afferma "sì,a casa mia."

E poi,per Andrea,è un'esplosione di luce in cui non capisce più nulla;è il viaggio in moto con un nodo in gola e le mani che gli sudano. E' sentire con una certezza tutta nuova il corpo caldo di Alice premere contro il suo durante il tragitto verso casa,è la risata imbarazzata con cui lei si scusa quando non riesce ad aprire la porta di casa perchè -anche a lei- tremano le mani. E' baciarla sulla porta di casa e lasciarsi guidare con dolcezza nella sua stanza,sentire le sue mani su di sè e rabbrividire quando lei gli slaccia ad uno ad uno i bottoni della camicia. E' sentire ogni fibra del suo corpo vibrare dall'emozione non appena toccano il letto insieme,e rischiare di svenire per il piacere solo nel passare le mani lungo le sue gambe tirando su il vestito fino a scoprire le cosce. E' togliersi i pantaloni e toglierle il vestito,è guardarla con adorazione,viaggiare  con gli occhi tra quelle curve che ha sempre immaginato e che non pensava avrebbe mai visto. E' rendersi conto che i suoi sogni non le avevano mai reso giustizia,perchè -cazzo-,Alice nuda è assolutamente la cosa più incredibilmente meravigliosa esistente sulla terra,Andrea ne è sicuro.
La guarda con adorazione,le loro fronti a contatto e i loro occhi immersi gli uni negli altri,mentre entra piano dentro di lei.
E forse è l'espressione di assoluto piacere che si dipinge sul suo viso lentigginoso,forse sono le pupille dilatate,forse è la sua bocca semichiusa e la punta della lingua che esce,o forse è semplicemente perchè lei è l'amore della sua vita e stare dentro di lei è fantastico. Qualsiasi sia il motivo,dopo soli trenta secondi Andrea sente un calore devastante entrargli nel petto e scendere a tutta velocità verso le sue parti intime;riesce a realizzare in tempo,anche se con stupore,cosa stia succedendo,ed esce velocemente da Alice,prima di ricoprire le lenzuola di un familiare liquido bianco.

Chiude gli occhi con vergogna,con uno scatto nervoso si alza dal letto e va in corridoio alla ricerca del  bagno,evitando accuratamente di incontrare gli occhioni scuri di Alice,che -lo sa per certo- lo sta fissando;non ha alcuna voglia di scoprire quale sfumatura abbia preso il suo viso,in quale espressione si siano contorti i suoi lineamenti. Entra in bagno e si sciaqua velocemente,la mente piena di punti interrogativi e nervosismo;si guarda allo specchio ed incontra il suo stesso sguardo rabbioso,il suo viso rosso per il nervosismo. Dopo dieci minuti sente un "toc toc" leggero e bofonchia un "no,Ali,non adesso." che a malapena riesce ad udire lui stesso;non può sopportare l'idea di iniziare una conversazione con lei,di trovare un'espressione di compassione sul suo viso. Non può sopportare l'idea di aver aspettato per gran parte della sua vita per una cosa che,in soli trenta secondi,è riuscito a rovinare. 
Rimane una buona mezz'ora chiuso in quel bagno,sforzandosi di non prendere a calci e pugni qualsiasi cosa gli capiti sotto gli occhi,fino a quando decide di affrontare la situazione;da quel "toc toc" quasi intimidito non ha più sentito alcun rumore che segnalasse la presenza di Alice,perciò si stupisce quando,aperta la porta del bagno,la trova seduta per terra,appoggiata al muro con gli occhi fissi sulla sua figura. Non batte ciglio quando lui si lascia andare ad un sospiro e si siede accanto a lei,con la testa tra le mani.

"Sono patetico."Mormora poi,gli occhi puntati sul parquet sotto i suoi piedi,il corpo distante da quello di Alice,in modo da non far nemmeno sfiorare la loro pelle. Con la coda dell'occhio nota che lei ha indossato la sua camicia,ma la vergogna che prova è più forte della gioia di vederla con qualcosa di suo addosso.
"No invece,non lo sei."Dichiara lei,con sicurezza. "Quello che è successo stasera..è la dichiarazione d'amore più bella che potessi farmi,dico davvero."
Le sue parole sono così diverse da quelle che lui si era immaginato,che lo costringono ad alzare il viso e a squadrare con sospetto gli occhi della ragazza,per cercare di capire cosa voglia intendere.
"Significa che non sei andato a letto con nessun altro da un bel po' di tempo. E che mi vuoi almeno la metà di quanto ti voglio io. E che ti è piaciuto stare dentro di me,ti è piaciuto tanto."Spiega,notando l'espressione confusa del riccio.
Lui abbassa di nuovo lo sguardo,riflettendo sulle sue parole;come sempre,lei è più intelligente di lui e,come sempre,sa vedere le cose con un occhio tutto suo. "E tanto per informazione..è piaciuto tanto anche a me."Borbotta,arrossendo un po' in quella confessione.
"Immagino che sia il risultato di sette anni di attesa e di preliminari."Trova abbastanza coraggio per fare una battuta,e questo fa sorridere Alice,che ridacchia insieme a lui. "Ti assicuro che di solito non è così."Afferma poi,guardandola negli occhi.
"Oh,fidati,lo so."Il viso di lei si contorce in un'espressione infastidita,e Andrea osserva con curiosità il modo buffo con cui strizza gli occhi e storce il naso verso destra. "Al liceo circolavano diverse voci riguardo alle tue capacità.."Spiega allora Alice,ricordando le conversazioni nei bagni della scuola delle ragazze che avevano avuto la fortuna di essere scelte dal moro con gli occhi blu.

Andrea ride,la sua vergogna spazzata via dagli occhi da cerbiatta di Alice e dalla sua mano gentile che lascia delle carezze sul suo braccio.In silenzio le si avvicina un po' di più,ed ora che la sua mente è un po' meno offuscata dalla rabbia e dalla vergogna per aver fallito così miseramente,riesce a godersi lo spettacolo di averla di fronte a lui,seminuda e bellissima.
"Credi che saresti disposta a darmi una seconda chance?"Le chiede poi con la sua voce roca,provocandole dei deliziosi brividi a fior di pelle;non smette di guardarla negli occhi nemmeno un secondo,mentre le slaccia con una lentezza esasperante i bottoni della camicia. 
"Mmmh.."Mugugna Alice,resa muta dalle carezze di Andrea che adesso le ha levato completamente la camicia e,dopo aver ammirato la perfezione del seno della ragazza,ha iniziato a torturare dolcemente i capezzoli con le mani. Nel frattempo le lascia dei baci bagnati sul collo,appoggiandola con delicatezza sul pavimento freddo sotto di loro;si sdraia sopra di lei puntellandosi con i gomiti per non pesarle troppo. Sente le gambe di Alice circondargli con forza il bacino e ride contro il suo collo,divertito dall'impazienza della ragazza;pur desiderando con tutto se stesso entrare nuovamente in lei il più velocemente possibile,cerca di rendere il momento speciale e passa i successivi venti minuti ad esplorare ogni centimetro della pelle di Alice. La accarezza ovunque,non trascurando nemmeno un centimetro della sua pelle,mentre con le labbra continua a lambirle il collo,prima di passare con dolcezza a leccare i capezzoli. La sente gemere e il suo cuore prende a battere all'impazzata,reso matto dal suono incredibilmente erotico della voce di Alice stravolta dal piacere. Con ancora le labbra sul seno di lei,fa scendere le mani sulla sua pancia,fino ad arrivare al sottile bordo delle mutandine che ha indossato;con una delicatezza che non ha mai usato con nessuna in questa situazione,abbassa lentamente le mutandine percorrendo con le sue dita sottili le gambe lunghe e leggermente abbronzate di Alice. Si libera con molta più velocità dei suoi boxer,e si ferma qualche istante ad ammirare la meraviglia del corpo nudo della donna che ama;Alice ha i capelli sparsi sul pavimento sotto di lei,i seni arrossati dai morsi che lui le ha lasciato,le gambe leggermente divaricate impazienti di accoglierli e le pupille dilatate dal piacere.
Nota gli occhi blu di lui su di lei e gli sorride dolcemente,mormorando piano un "sei molto bello." che lo fa sorridere divertito;sentirsi descrivere con un aggettivo del genere dalla persona più meravigliosa del pianeta ha qualcosa di ironico,ma non gli importa un granchè.

Alice,la donna della sua vita,il sogno della sua vita,è sotto di lui,sta aspettando impazientemente che lui la faccia sua e gli ha appena sussurrato un "sei molto bello." che ha fatto tremare il suo cuore ancora più del solito e non c'è niente di meglio al mondo;entra dentro di lei,piano,con dolcezza e calma,scoprendo un modo tutto nuovo di fare sesso con qualcuno. Mentre la sente mormorare piano il suo nome,mentre la vede contorcersi sotto di lui e lasciarsi andare a gemiti di piacere puro e mentre lei si apre in un sorriso estasiato quando arriva all'apice,capisce cosa c'è di diverso in quel nuovo modo di stare dentro una persona,in quelle spinte più dolci e in quella continua preoccupazione nell'accertarsi se ogni cosa è a posto anche per l'altra persona,in quel nuovo altruismo che non ha niente a che vedere con il suo solito egoismo a letto.

Capisce che quella sera ha fatto l'amore,probabilmente per la prima volta in vita sua. Ha fatto l'amore per la prima volta in vita sua,non riesce a smettere di sorridere e affonda il naso tra i capelli leggermente sudati alla radice di Alice.
Ha fatto l'amore per la prima volta in vita sua e,Dio,quanto è felice.
 
____________________________________________________________________________
Hola chicas!
Anche questa settimana ho preferito pubblicare di mercoledì,
e penso che continuerò a farlo fino alla fine (mancano ancora circa tre capitoli) :)
Sto ancora decidendo se iniziare già a pubblicare la mia nuova storia,con la quale torno sui One Direction,
o se aspettare fino a che non finisco questa.. i consigli sono ben accetti :)

Per quanto riguarda il capitolo,cosa posso dire.
Ho voluto descrivere la prima volta di Alice e Andrea in un modo un po' diverso rispetto al solito in cui vengono descritte queste scene,
perchè insomma,una cosa del genere può anche succedere qualche volta e io voglio essere il più aderente alla realtà possibile.
Comunque il nostro Andrea si riprende subito dopo,
perciò nessuno dei due si sentirà troppo deluso :D
Non ho molto altro da dire,se non un enorme,gigantesco grazie a chiunque abbia perso del tempo nel leggere la mia storia..
essere ascoltata,essere letta è una delle cose più belle della mia vita,
perciò grazie.
Vi voglio bene,
Chiara

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Capitolo 13
*** Capitolo Dodici. ***


Electric souls.

"Kisses that queen,
her walk is so mean,and every jaw drops when she's in those jeans."
One Direction- Steal my girl

 



Qualche mese  dopo è Settembre,il sole che splende nel cielo,Alice e Luca a fare colazione in un bar con vista sul mare e la serenità di essere una coppia. Lei ha ordinato una crepes alla nutella che straborda brufoli e cellulite da tutti i pori  cosa che l'aveva quasi convinta a prendere una più salutare macedonia,e lui,dopo averla zittita con un bacio e aver incassato il suo schiaffo divertito senza battere ciglio,ha preso una crostata all'albicocca,che alla fine ha finito per mangiare lei. Andrea,per niente disturbato,si è perso a guardarla,irrimediabilmente innamorato,sempre di più;lei ha tirato fuori la sua agendina rossa e sta scrivendo qualcosa che non gli farà mai leggere,mentre mangia distrattamente prima la crepes e poi la crostata che il suo ragazzo,con una generosità che esce fuori solo quando è con lei,ha gentilmente spostato verso la sua forchetta tesa alla ricerca di qualcosa da ingerire. Alice,però, è così persa nella scrittura che non si è nemmeno accorta di aver finito la sua crepe e di aver iniziato il dolce di Andrea;inutile dire che lui la trova estremamente adorabile,per questo.
Con suo grandissimo disappunto,dopo aver lanciato un'occhiata di sbieco all'orologio rosso al polso di Alice,scopre che sono le quattro e trentacinque e lui è quindi in un incredibile ritardo per la sua lezione;avvisa la ragazza,la quale probabilmente non recepisce nemmeno le sue parole,e si dirige verso la cassa per pagare.

La rossa,pur non avendo alzato nemmeno per un secondo lo sguardo dalla sua adorabile agendina molto simile al diario di Tom Riddle,ha percepito con chiarezza le poche parole che Andrea ha pronunciato prima di allontanarsi verso l'interno del bar;con un sospiro,scrive l'ultima parola e ripone la sua fedele compagna di giornate all'interno della sua tracolla di pelle marrone,altrettanto storica. Si abbandona pigramente sulla schiena,allungando le gambe e si accorge solo in quel momento di quanto effettivamente fossero indolenzite;con impazienza lancia un'occhiata alla coda per pagare e con disappunto scopre che Andrea si trova esattamente alla fine di essa,segno che non tornerà da lei per i prossimi dieci minuti. Prende in mano il cellulare,ben decisa a distrarsi nell'attesa guardando qualche foto delle blogger italiane che lei segue su Instagram e per le quali il suo ragazzo prova un odio sconfinato;nel frattempo accende anche una sigaretta,sospirando di nuovo rumorosamente. Si vergogna,si vergogna davvero dello stato in cui la sua mente e il suo corpo si trovano ora che Andrea è lontano;ha passato tanti anni senza considerarlo niente più che un amico -un caro amico,certo,ma solo quello- e adesso che ha scoperto cosa possa significare stare con lui,non può fare a meno di soffrire fisicamente e mentalmente quando lui,per qualche motivo,si trova distante da lei. Anche adesso,pur sapendo perfettamente quanto questa sofferenza sia insensata e irragionevole,dal momento che Andrea è probabilmente a meno di cinque metri da lei,non può fare a meno di sbuffare innervosita. Decide di concentrare tutta la sua attenzione sulla nuova foto che Chiara Biasi ha caricato su Instagram e si diverte un po' nel leggere i commenti sotto di essa;sta ancora ridendo tra se e sè quando qualcuno si ferma esattamente accanto al suo tavolino,coprendole con la propria ombra i raggi del sole che fino a quel momento cadevano sul suo viso. Alice alza lo sguardo,pronta a incrociare gli occhi adoranti di Andrea e a rivolgergli un sorriso altrettanto dolce;è con grande disappunto e sorpresa che scopre che la persona che la sta fissando insistentemente non è Andrea.

"Ciao!Hai bisogno di qualcosa?"Chiede incerta al ragazzo di fronte a lei,squadrando con curiosità i suoi lineamenti duri e i suoi occhi scuri,alla ricerca di qualche dettaglio che le possa far capire chi diavolo è.
"Ciao!E' da un po' che ti guardo dal mio tavolino laggiù e non ho potuto fare a meno di notare che sei davvero molto bella."Esclama lui,facendola inarcare ancora di più il sopraccigglio e rendendo,se possibile,la sua espressione ancora più perplessa.
"Grazie,sei molto gentile." E sfacciato e poco originale,senza contare che non me ne può fregar di meno di quello che tu abbia notato o non abbia notato.. Pensa tra sè e sè Alice,mentre continua a fissare il ragazzo davanti a lei,che non sembra per nulla infastidito nè reso meno coraggioso dal tono sbrigativo e noncurante con cui lei lo sta liquidando.
"E' quasi ora di pranzo,potremmo mangiare qualcosa insieme,che ne dici?"Incalza lui,continuando a sorriderle in un modo a dir poco plastificato,mentre lei si deve trattenere con tutta se stessa per non alzare gli occhi al cielo.
"Ho già mangiato,grazie di nuovo."Afferma con decisione,indicando con la mano i piatti che si trovano di fronte a lei;lancia un'occhiata alla coda di fronte alla cassa,cercando con i suoi occhi la figura di Andrea. Lo trova poco dopo,mentre porge i soldi alla cassiera e risponde con un sorriso tirato a qualcosa che lei sta dicendo;anche a questa distanza,Alice percepisce chiaramente il suo nervosismo,sottolineato dalla sua gamba che si muove nervosamente e dalla mascella contratta. Non ha bisogno di sforzarsi troppo per capire quale sia la causa dell'improvviso nervosismo del riccio;in pochi secondi si alza,raccoglie le sue cose e squadra per un ultima volta il ragazzo impertinente in piedi di fronte a lei.
"Ora,ti chiedo scusa ma devo proprio scappare. Il mio ragazzo mi sta aspettando."Non si preoccupa di non lasciar trapelare il nervosismo che si è impossessato di lei;muove un passo fuori da quella situazione scomoda,ma il ragazzo la ferma gentilmente,stringendole il braccio con una mano. Lei sbuffa,ormai completamente noncurante di apparire maleducata,mentre tutto il suo corpo scalpita,troppo impaziente di stare di nuovo accanto ad Andrea.
"Nel caso cambiassi idea,questo è il mio numero."Le sussurra nell'orecchio,risultando ancora più sgradevole di quanto già non fosse stato,mentre le porge un foglietto stropicciato su cui sono scribacchiati dei numeri a cui Alice non presterà mai alcuna attenzione. La rossa,infatti,si libera con uno scatto nervoso dalla presa in cui lui l'ha rinchiusa e gli volta le spalle,mentre appallottola con rabbia il foglietto che lui le ha dato. In quell'istante viene raggiunta da Andrea che incenerisce con lo sguardo il ragazzo alle sue spalle e la strattona con violenza per toglierla dal campo visivo di quel potenziale nemico.

"Chi cazzo era quello?E che cazzo voleva?"Alice sospira piano,aggredita con violenza da Andrea,reso completamente pazzo da ciò che ha visto poco prima. Sa benissimo che trattare la sua ragazza in questo modo non risolverà niente e che,probabilmente,ha travisato ciò che ha visto come fa sempre,ma non ci riesce,non ci riesce proprio a calmarsi.
"Era solo un coglione..adesso andiamo,arriverai in ritardo a lezione.."Mormora lei,intimidita dalle saette che sembrano uscire dagli occhi blu del ragazzo;spera di riuscire a distrarlo con la scusa dell'università,sapendo perfettamente quanto lui ci tenga a seguire ogni lezione dall'inizio alla fine. Da quando lo ha convinto ad iscriversi alla facoltà di architettura,il suo ragazzo non si perde un'ora di università,e lei non può che essere felice di averlo aiutato a trovare la sua strada.Il suo tentativo di distrarlo,però,fallisce miseramente,dal momento che Andrea rimane immobile con lo sguardo adirato fisso su di lei.
"Ti stava guardando nella scollatura." Le parole fuoriscono con rabbia dalle labbra del ragazzo,mentre lui con una mano indica la canottiera nera attillata che Alice ha indossato quella mattina:è così perfetta,con quel pezzetto di stoffa che le risalta le curve,i pantaloni modello boyfriend larghi e strappati e i sandali ai piedi che Andrea davvero non può sopportare che qualcun altro posi lo sguardo su di lei.
"Te l'ho detto,era solo un coglione."Prova ancora a convincerlo lei,avviandosi verso la moto del riccio mentre gli prende dolcemente la mano con la sua. Lui,però,si libera con uno scatto dalla sua presa,sciogliendo l'intreccio di mani che lei aveva creato.
"E tu permetti che un "coglione" ti guardi le tette e il culo senza dire niente?"Le chiede,infuriato,alzando la voce ben più del dovuto. "Scommetto che ti è anche piaciuto,vedere come lui ti guardava,vero?Cos'è,ti sei sentita bella?Ha risolto i tuoi stupidi problemi di autostima essere guardata in quel modo?"
Ha esagerato,e lo sa.
Lo sa ancora prima che gli occhi di Alice diventino lucidi di lacrime,che il suo sguardo deciso cominci a vacillare e che lei inizi a tirare su con il naso,in un gesto di tristezza che lui conosce bene. Lo sa ancora prima che lei lo guardi con degli occhi feriti e la bocca tremante,e lo sa ancora prima che lei mormori "sei proprio un coglione" e si allontani da lui. 
Ha esagerato e lo sa,perchè l'ha visto anche lui il modo in cui Alice ha guardato quel coglione non appena lui si è avvicinato a lei,perchè si è accorto delle occhiate dolci che rivolgeva nella sua direzione anche mentre quello le parlava,perchè ha visto che lei ha appallotolato il foglietto che lui le ha offerto. Lo sa perchè è geloso,geloso marcio,ma questo non lo giustifica dall'averla ferita così profondamente. Mettere in dubbio la buona fede di Alice non è stata già di per sè una gran bella idea,ma addirittura far leva su quei problemi di autostima di cui lei così tanto spesso gli ha parlato,deve essere stato per lei come ricevere una pugnalata,e Andrea lo sa.
Con una rabbia che rivolge con violenza a se stesso,sale sulla sua moto e si dirige verso il centro della città,sperando che la lezione riesca a risolvere il labirinto formatosi nella sua mente intricata;il suo intento,però,non ha successo e tre ore dopo,quando il professore di architettura ha finito di parlare il suo foglio di appunti è completamente bianco e la sua attenzione è ancora disastrosamente concentrata su Alice e sui suoi occhi feriti di qualche ora prima.Fuma una sigaretta insieme ai suoi compagni di corso,ma il nervosismo riesce a offuscargli completamente la mente,e allora proprio non è in grado di vedere i loro volti,sentire i loro discorsi,intervenire,addirrittura. Così,li saluta velocemente e si dirige a passo svelto verso la sua moto;dopo pochi minuti arriva sotto casa di Alice. 

Non ha nessun discorso preparato,nessuna scaletta da seguire;sa solo che vuole scacciare via dal suo viso quell'espressione ferita e riportare quella luce sbarazzina nei suoi occhi.  Deve suonare il campanello tre volte,prima che la porta si apra e riveli la figura di Alice;la ragazza ha i capelli raccolti in una coda scarmigliata,una maglietta orribile con disegnato sopra un cane,dei pantaloni della tuta con una macchia di caffè in bella vista e gli occhiali storti sul naso. Andrea non ha bisogno di arrivare ai suoi occhi lucidi,per capire quanto la situazione sia grave;Alice è una di quelle ragazze a cui piace vestirsi carine anche quando sono sole in casa da giorni,e vederla con addosso la maglietta più terribile del suo armadio è abbastanza esplicativo di come si debba sentire.
Andrea la guarda negli occhi per un periodo di tempo infinito,cercando di esprimere con essi tutto ciò che è incapace a dire ad alta voce;Alice,però,non è disposta a perdonarlo così facilmente e sostiene il suo sguardo con un'aria di sfida così sconfitta che costringe Andrea a guardare altrove.

"Sono un coglione,e ti chiedo scusa."Mormora alla fine. Lei rimane immobile,il suo sguardo non si addolcisce nemmeno per un istante. "Sono geloso marcio e il modo in cui quello ti stava guardando mi ha mandato in pappa il cervello. E lo so che è assurdo,che non posso rinchiuderti in una prigione solo perchè sei bellissima e tutti vorrebbero portarti a letto. Ma..immagino di essere come un neonato,ho bisogno di avere sempre delle conferme della tua presenza,del fatto che vuoi stare con me,del fatto che tu mi.." Andrea si blocca all'improvviso,consapevole di aver parlato troppo e di aver esplicitato ad alta voce quale sia il vero problema della faccenda.
"Tu sei insicuro perchè io non ti ho ancora detto ti amo."Esclama Alice,inarcando un sopracciglio mentre la rabbia e la tristezza sul suo viso lasciano il posto alla sorpresa. In un attimo la consapevolezza di quale sia il motivo del malumore che ha investito Andrea negli ultimi giorni si manifesta sul volto della ragazza;lui continua a fissarla,cercando in tutti i modi di rimanere impassibile e non lasciar trasparire nessuna delle emozioni provocate dalle parole di Alice.
"Senti,Ali,ascoltami.."Inizia piano,ben deciso a proseguire e a risolvere la situazione tra di loro.
"No,adesso stai zitto e mi ascolti tu. Devi smettere di mettere in dubbio i miei sentimenti,okay? Mi manda in bestia questa cosa,proprio non riesco a sopportarla..sembra che solo perchè hai provato dei sentimenti per me per così tanto tempo e mi hai detto -ti amo-,tu abbia il diritto di mettere in dubbio quello che provo io,o addirittura la mia fedeltà.Sono tua cazzo,andrea. E lo so che per sette anni non lo sono stata,e dio solo sa quanto mi senta in colpa per averti fatto soffrire per così tanto tempo ma,cazzo!,non puoi aprire gli occhi un attimo e vedere che tutto è cambiato,che sono tua? Sono qui,ora,e sono tua. Dovresti davvero smettere di guardare quello che non è successo per anni,e vedere quello che sta succedendo ora. Sono tua,Andrea,e provo dei sentimenti davvero forti verso di te,non importa se le parole che possano definirli non sono ancora uscite dalle mie labbra,ci sono punto e basta. E non è carino da parte tua continuare a paragonarli con ciò che provi te,metterli in dubbio o spingere perchè io li esprima ad alta voce. Ti ci sono voluti sette anni per dirmi ciò che provavi,non credi che potresti concedere un po' di tempo anche a me?"
E non è la rassegnazione che emerge dal tono della sua voce,nè la tristezza delle lacrime che scorrono sul suo volto a far capire ad Andrea che sì,forse ha ragione lei,come sempre;è la stanchezza che emerge da ogni suo movimento,la dolcezza con cui lo guarda e la sincerità che esprimono i suoi occhi.

"Tutto il tempo che vuoi." Mormora lui piano,avvicinandosi a lei e guardandola con dolcezza;e non importa se Alice si era ripromessa di non cedere troppo facilmente,non importa se ha appuntamento con Giulia fra dieci minuti e rischia di arrivare in ritardo. Non importa niente,perchè Andrea l'ha presa in braccio,le ha cosparso il viso di baci dolcissimi,le ha messo una mano sul fondoschiena e l'ha trascinata in camera da letto. Alice si lascia spogliare,sentendosi sciogliere sotto lo sguardo blu del suo ragazzo,che riesce a farla sentire bella e desiderata come non mai;lui continua a baciarla da tutte le parti,alternando ad ogni bacio uno "scusa" sussurrato,che ripara tutte le ferite apertesi quel giorno a causa delle sue parole.
Alice si abbandona senza ritegno alle coccole di Andrea e mentre fa l'amore con lui pensa,tra se e se,che sarebbe proprio il momento di tirare fuori quelle due paroline che stanno facendo penare entrambi allo stesso modo;apre la bocca per dirle ad alta voce,tira fuori il coraggio e si sente quasi pronta. Poi però Andrea la guarda negli occhi senza paura e mormora il "ti amo" più dolce del mondo,e Alice ancora una volta pensa che no,non ce la farà mai a dire ad alta voce che sì,un po' lo ama anche lei.
Allora gli dice altre tre parole,che magari sono meno difficili da dire ma non meno importanti. 

"Sono solo tua",sussurra nell'orecchio di lui. E anche se nella sua mente sono altre le parole che avrebbe voluto pronunciare,con un po' di coraggio in più,sente comunque Andrea sorridere contro la sua spalla. Non gli ha ancora detto "ti amo",ma è solo sua. E questo,ad Andrea,basta.

 
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Ciao dolcezze!
Non ho molto tempo,perciò il mio spazio autrice sarà brevissimi,almeno per una volta.
Eccovi il nuovo capitolo,è il penultimo della storia,perciò godetevelo,
la prossima settimana arriveremo già alla fine :(
Spero vi piaccia,davvero,
e vi ringrazio infinitamente per tutto l'appoggio e l'affetto che mi date,siete fantastiche :3
Un bacio enorme,
Chiara

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Capitolo 14
*** Capitolo Tredici. ***


Electric souls.

"You got the kind of look in your eyes as if no one know anything about us.
Should this be the last thing I want you to know it's enough  for me,
'cause all that you are is all that I ever need.
I'm so in love,so in love,so in love,love love love,so in love."
Ed Sheeran- Tenerife sea


Passano altri mesi -tre per la precisione- arriva Dicembre,ricominciano gli esami all'università e Alice e Andrea sono ancora felici insieme. Ormai stanno insieme da abbastanza tempo  così che anche i loro amici e le loro famiglie si sono abituati alla loro relazione e nessuno si stupisce più nel vederli arrivare insieme ad una festa,le mani intrecciate e i sorrisi di chi si è presentato all'ultimo minuto perchè ha svolto qualche sana attività fisica sul letto.
Per quanto tempo sia passato,comunque,non è mai abbastanza per Andrea,il quale ancora non riesce ad abituarsi di fronte a certi piccoli gesti carichi di quotidinità tipici delle coppie. Per esempio,riesce ancora a provare la stessa gioia primitiva degli inizi,quando di ritorno da una giornata particolarmente stancante all'università trova Alice ad accoglierlo sulla porta di quella che è diventata la loro casa,con in mano una birra ghiacciata e sulla tavola un piatto di pasta al pomodoro che sì,okay,forse manca un po' di sale,ma è perfetto comunque,perchè l'ha cucinato lei. Ancora non è riuscito ad abituarsi a passare le serate insieme a lei,sul suo divano a guardare uno di quelle commedie romantiche di cui ormai dovrebbe avere la nausea. Vederla scarmigliata,con un paio di leggins consumati e una maglia larga e sformata mentre fa le pulizie per la casa la fa sembrare la ragazza più adorabile del mondo ai suoi occhi,esattamente come la prima volta che l'ha vista. Nonostante il tempo passato,avere la possibilità di stringerla a sè durante la notte,di osservarla studiare,di fare l'amore con lei ogni volte che ne hanno voglia,di baciarla sulla fronte prima di uscire di casa o semplicemente di poterla presentare ai suoi amici come "la mia fidanzata",riesce a farlo sentire perfettamente sereno.
Quella è una delle loro solite sere,hanno appena finito di mangiare il sushi che Alice ha comprato nel nuovo cinese che ha aperto all'angolo,stanno sparecchiando e lei ha appena spedito Andrea a mettere il cd di Ed Sheeran alla radio,affermando che i lavori di casa si fanno meglio con della musica in sottofondo. Lui scuote la testa divertito e obbedisce,anche se delle canzoni di quel rosso inglese ormai ha la nausea dal momento che la sua ragazza non ascolta altro. Sta già allontanandosi dalla radio quando il suo sguardo viene catturato dalla famosa agendina di Alice posta su quello stesso scaffale,lasciata aperta su una pagina scritta con una grafia ordinata e fitta. La testa di Andrea viene pervasa da un miliardo di pensieri;quella agendina è una sorta di mistero,per lui,dal momento che la sua ragazza non ha mai voluto fargliela leggere,chissà per quale motivo,poi. Sa solo che dentro di essa ci sono tutti i pensieri di Alice e lui,anche se sa che è sbagliato,ha una maledetta voglia di conoscerli.Così,fingendo di sistemare la pila di cd pericolosamente posti l'uno sopra l'altro accanto alla radio,lancia delle occhiate veloci alla pagina piena di inchiostro nero;dopo essersi accertato che Alice è troppo presa a litigare con la lavastoviglie per preoccuparsi di cosa lui stia realmente facendo,decide di abbandonare ogni traccia di finzione e si avvicina ancora di più all'agendina,deciso a leggere il più possibile. 

"Hai presente quella canzone dei Coldplay,quella bella che un po' di anni fa ascoltavano tutti? "Every teardrop is a waterfall",esatto. Ecco,in quella canzone lì c'è una frase che a me è sempre piaciuta e che per un po' di tempo ho trascritto ovunque,ero un po' ossessionata forse..Vabbè,ad ogni buon conto,la frase era "I'd rather be a comma,than a full stop.". Preferirei essere una virgola,piuttosto che un punto fermo."
Andrea sorride un attimo,ormai completamente preso dalla lettura di quelle frasi sconclusionate ed incasinate;sorride perchè se lo ricorda perfettamente il periodo in cui Alice non faceva altro che scrivere quel verso ovunque.
"Ecco a me questa frase è sempre piaciuta,sin dalla prima volta che l'ho ascoltata,perchè ho sempre avuto l'idea che sì,è sempre meglio essere una virgola,qualcosa in movimento,qualcosa che cambia,piuttosto che un punto. E' così,l'ho sempre pensata così io,non ho mai voluto essere qualcosa di statico e di definitivo. Diciamo che le cose definitive mi hanno sempre un po' spiazzato e probabilmente ne ho sempre avuto una paura folle,ed è per questo che mi sono andata a cercare ragazzi con cui era evidente che non ci sarebbe potuto mai essere qualcosa di definitivo."
Andrea lancia ancora un'occhiata ad Alice,preoccupato di essere colto sul fatto,ma la trova ancora completamente occupata a cercare di infilare una padella di dimensioni enormi all'interno della lavastoviglie più piccola della storia. Sorride dolcemente,guardandola,e poi si immerge nuovamente nella lettura.
"Ecco,forse ora ti starai chiedendo perchè ho iniziato questo svarione assurdo,che non ha capo nè coda. Il motivo è chiaro e semplice.
Da qualche tempo a questa parte,sta succedendo una cosa assurda nel mio cervellino. Da qualche tempo a questa parte,non sento più alcun bisogno di essere una virgola. Anzi,cosa ancora più stupefacente,mi piacerebbe essere un punto fermo.
Io non lo so da cosa dipenda questa cosa qui,so solo che con te,Andrea,mi piacerebbe tanto essere un punto fermo,di quelli fissi,che non cambiano mai. Di quelli definitivi.
Ecco,mi piacerebbe essere una cosa definitiva per te,e anche se io ho sempre avuto paura di questa parola,con te non ne ho più. E non lo so perchè. O forse sì,e lo sappiamo entrambi,tu sicuramente meglio di me.
Ecco,sì mi sa che è per quello,ma non te lo dico qui. 
Meglio dirlo a voce."


"Che fai lì impalato?"La voce di Alice lo fa riemergere dalla trama fitta di parole nella quale stava nuotando,cercando di capire cosa volesse dire la ragazza con quelle ultime frasi. Lei sembra competamente ignara di ciò che il suo ragazzo ha fatto e letto fino a quel momento e lo trascina sul divano,obbligandolo a sedersi accanto a lei;gli appoggia la testa sul petto e inizia a riempirlo di parole,come praticamente ogni sera,riuscendo alla fine a distrarlo da ciò che ha appena letto.
Dopo pochi minuti,Andrea sta lottando per convicerla a vedere un film d'azione,qualunque esso sia,ma Alice è pressochè irremovibile;ha appena scoperto che su Italia 1 danno Harry Potter e il prigioniero di Azkaban,in assoluto il suo preferito della saga,e non ha nessuna intenzione di perderlo.Così,mentre il ragazzo continua a protestare e borbottare imprecazioni,lei accende la televisione e seleziona il canale del suo film preferito;Andrea si lamenta ancora un po',ma poi lei sfodera i suoi occhioni supplicanti e mette il labbro inferiore leggermente sporgente,assumendo quell'espressione che riesce a farlo capitolare ogni volta. Così,alla fine,Andrea sospira con fare rassegnato,mentre lei già si fionda sulle sue labbra,regalandogli un bacio di ringraziamento così spettacolare che Andrea sente con distinzione il suo cuore battere come un pazzo.
"Lo faccio solo perchè ti amo,eh."Precisa mentre si sistema più comodo sul divano;al suo fianco Alice si irrigidisce lievemente,e sembra pronta a dire qualcosa e Andrea pensa che sì,è il momento giusto per chiederle cosa diavolo volesse significare le ultime parole di ciò che ha scritto sulla sua agendina,perchè lui davvero non riesce a capire. Si chiede se lei l'abbia fatto apposta,se l'abbia lasciato in giro e aperto su quella pagina apposta,di modo che lui lo trovasse e potesse capire un po' meglio i suoi sentimenti. Il modo in cui lei ha parlato di sè,di come con lui abbia improvvisamente voglia di essere qualcosa di definitivo,gli ha dato maggiore sicurezza. Sta per chiederle se quello che ha letto sull'agendina significhi proprio quello che lui ha inteso quando lei riapre la bocca per dire qualcosa. Poi,però,la richiude e i suoi occhi ritornano allo schermo della televisione,dove il suo trio preferito si è appena riunito dopo un lungo tempo;tra di loro cala il silenzio per una buona mezz'ora,dal momento che Alice non sopporta chi parla durante i film. Durante la pausa pubblicitaria,però,la rossa si accoccola sul corpo del suo ragazzo,iniziando a cospargere lentamente il suo collo di baci dolci;lui le circonda il corpo con un braccio,facendo scivolare con dolcezza la sua mano sotto la maglietta di lei,accarezzandole piano la schiena. Pochi minuti e i baci di Alice arrivano al lobo dell'orecchio di Andrea,stuzzicandolo con la lingua e mordicchiandolo; lui sorride tra sè e sè,mentre scosta per un istante il viso lentigginoso della ragazza dal suo collo.
"Credi che sarebbe tanto terribile se perdessi il finale del film?"Le sussurra sul viso,rivolgendole un sorriso malandrino;Alice scuote la testa divertita,mentre pensa che il soffio del suo fiato sul suo viso,quel sorriso malizioso e il suo corpo caldo sotto di lei potrebbero provocarle un attacco di cuore.
Lui ride,soddisfatto della risposta della ragazza e la prende in braccio,posandole senza tanto cerimonie le mani sul fondoschiena,diretto verso la camera da letto;quando si allunga per raggiungere il telecomando e spegnere la televisione Alice finge un mugugno contrariato,nel veder scomparire dalla sua visuale la figura dei gemelli Weasley.
"Lo faccio solo perchè ti amo,eh."Mormora,quasi senza pensarci,riprendendo le parole da lui pronunciate pochi minuti prima.
Andrea si irrigidisce all'istante,il viso ancora affondato nell'incavo tra la spalla e il viso della ragazza,il naso immerso tra i suoi capelli;rimangono immobili per un periodo di tempo indefinito,resi incapaci di muoversi dalle parole uscite dalla bocca di Alice. Andrea prende un respiro profondo,strofinando piano il naso contro il collo della ragazza,riuscendo a far distendere i muscoli di Alice;poi,con una lentezza accorta,si sposta,portando il suo viso di fronte a quello della sua fidanzata. La guarda con degli occhi incerti,illuminati da una piccola scintilla di speranza e lei si sente rabbrividire sotto quello sguardo color del mare che la scruta con attenzione,quasi volesse accertarsi che no,non se l'è sognato,ha davvero pronunciato quelle parole.
"Tu mi ami?"Sussurra,ad un volume di voce così basso che Alice ha davvero difficoltà ad intuire ciò che le ha chiesto;del resto,quella è l'unica domanda che lui avrebbe potuto farle,con quello sguardo incerto e il respiro mozzato. Lei,insicura come lui -se non di più-,si limita ad annuire lentamente,un sorriso dolce ad ornarle il viso lentigginoso. Andrea si lascia andare ad un grido incredulo,e la guarda un'ultima volta in quegli occhi che ama tanto,prima di illuminarsi di un sorriso felice e di riempirle la faccia di baci. Non capisce più niente,Andrea,non capisce davvero più niente;la sente ridere felice,mentre la trascina con irruenza e dolcezza in camera da letto e la vede che ride ancora mentre si butta sul materasso e gli fa cenno di seguirla. Fanno l'amore in un modo nuovo,gioioso ancora di più del solito,leccandosi e baciandosi ovunque,con un'ingordigia che è solo loro;raggiungono l'apice del piacere insieme,lasciandosi andare ad un gemito forte. Si guardano negli occhi mentre gridano insieme l'uno immerso nel colore,nelle sfumature dell'altro.

Poco dopo si abbandonano sul letto,la schiena in giù e il viso verso il soffitto,sdraiati l'uno accanto all'altro.
"A che pensi?"Sussurra Alice,ancora tremante per la forte scarica di piacere che l'ha scossa qualche minuto prima.
"A quella sera alla festa di Marco,quando ti ho rivista dopo sei mesi. Eri bellissima con quel vestito."Risponde Andrea con sicurezza,ricordando quel vestito verde che le copriva i piedi,lasciandole completamente libera la schiena e facendola sembrare una bellissima sirena. Alice sorride tra sè e sè,pronta a svelare un segreto.
"L'avevo messo per te."Confessa. Ricorda l'agitazione che l'aveva presa quando Giulia le aveva detto che ci sarebbe stato anche Andrea alla festa,e la decisione di indossare quel vestito meraviglioso che non aveva mai avuto il coraggio di mettere prima. 

Andrea gira il viso verso di lei e nel sentire quelle parole i suoi occhi blu si spalancano di sorpresa e le sue labbra si aprano in un sorriso pieno di dolcezza.
 E Alice lo vede,lo vede davvero e capisce tutto.
Finalmente,dopo sette anni,riesce a vedere lo sguardo con cui lui la guarda e capisce cosa intende Giulia,cosa intendono tutti;i suoi occhi si posano su di lei come se fosse la creatura più interessante dell'universo,e Alice non sa se si merita quell sguardo,non sa se sarà all'altezza delle aspettative che lui si è fatto su di lei in sette anni,non sa nemmeno se ne varrà la pena ma..vuole decisamente provarci
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THE END,FINEEEEE :)
Okay,ne vengo da una giornata devastante all'università e sono riuscita a pubblicare questo capitolo quasi per miracolo,perciò perdonate qualsiasi errore,please :)
Che dire,anche Andrea e Alice sono finiti.
Provo una strana sensazione nel chiudere questa storia,forse perchè quando l'ho iniziata io e il vero Andrea eravamo amici e ci vedevamo spesso mentre adesso lui è arrabbiato con me ed io lo sono con lui,forse perchè entrambi abbiamo capito che non è possibile essere quello che ciascuno dei due vorrebbe. 
Perciò,la fine di questa storia è diventata quasi anche la fine di me e Andrea,quello vero,e un modo per dirgli che forse,in un mondo parallelo,un mondo fatto solo di parole,io mi sarei potuta innamorare di lui.
Sono triste e sto per piangere ma non voglio chiudere senza prima avere ringraziato tutti.
Ringrazio chiunque abbia letto la storia silenziosamente,senza mai lasciare un commento.
Ringrazio chi l'ha messa tra le seguite,preferite o ricordate.
Ringrazio chi l'ha commentata,siete state fantastiche e mi avete spronata a cercare di migliorare sempre,per voi.
Ovviamente ringrazio Andrea,per la persona che è,per tutto quello che mi ha dato in sei anni,per gli sguardi,i sorrisi,per avermi tenuto la fronte mentre vomitavo,per avermi accarezzata nei momenti giusti,per avermi difesa di fronte a tutti e per avermi dimostrato il suo amore incondizionato sempre e comunque. Grazie e,per quello che può servire,scusami se non sono stata in grado di ricambiare.
Sono felice e triste perchè odio gli addii,ma fortunatamente questo è solo un arrivederci.
Pubblicherò nella sezione "one direction" una nuova storia che -personalmente- amo moltissimo e sto ancora cercando di decidere se pubblicarla domenica,martedì o aspettare qualche altra settimana. Fatemi sapere cosa preferireste nel caso mi voleste seguire anche in questa nuova avventura.
Un bacio enorme un po' malinconico,

Chiara

 

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