Il mio incubo più bello

di debblovers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 2: *** La sofferenza di edward ***
Capitolo 3: *** Comunicazione a Charlie ***
Capitolo 4: *** Scoperta Sconcertante ***
Capitolo 5: *** Un pò di speranza, Edward ***
Capitolo 6: *** Sorpresa ***
Capitolo 7: *** Jacob ***
Capitolo 8: *** Cosa ti ha chiesto Edward? ***
Capitolo 9: *** Dolore e Confusione ***
Capitolo 10: *** Ha bisogno di cosa...? ***
Capitolo 11: *** Finalmente stai meglio.. piccolino.. ***
Capitolo 12: *** Nomi, costole rotte, e imbarazzo altrui.. ***
Capitolo 13: *** AVVISO ***
Capitolo 14: *** Chiamate, famiglia e congetture... ***
Capitolo 15: *** Non ci posso credere!! ***



Capitolo 1
*** Ritorno a casa ***


Ciao a tutti!
Questa FF è frutto della mia mente bacata che si è immaginata tutta la gravidanza completa vista da bella invece che da Jacob, spero che vi piaccia 

Attenzione!!! Spoiler Breaking Dawn


Il mio incubo più bello
Capitolo 1

Ritorno a casa

[…] trovai il numero che cercavo, un numero che mai avevo chiamato in vita mia. Premetti il tasto e incrociai le dita.
“Pronto?”, rispose una voce simile al suono di campane dorate.
“Rosalie?”, sussurrai. “Sono Bella. Ti prego. Devi aiutarmi”.
Dall’altra parte del telefono ci fu un attimo di silenzio. Sicuramente dovevo averla colpita con la mia chiamata… ma non sapevo che altro fare, e poi solo lei poteva capire cosa significasse volere un bambino così ardentemente, tanto da morire per lui.
“Bella? Cos’è successo?”
“Rosalie…. Per favore devi aiutarmi… Edward è fuori ma potrebbe tornare tra pochissimo…”
“Avanti… dimmi cosa ti serve.”
“Sono incinta Rosalie…”
Silenzio.
Chissà se si stava domandando se avessi fatto sesso con qualcun altro. Ma non mi importava adesso. Avevo bisogno di lei, a qualsiasi costo.
“Per favore Rosalie, solo tu puoi aiutarmi!”
“Ho sentito prima che ne… ma come diavolo è…. “
“Per favore….”
“Okay Bella…. Non preoccuparti, dovranno passare sul mio cadavere se vogliono uccidere il bambino.”
“Oddio! Grazie Rosalie, veramente… non avrei saputo come fare… io…” improvvisamente mi bloccai, non solo per il conato di vomito che mi saliva su per la gola, ma per un movimento impercettibile che sentivo venire da fuori.
Edward stava tornando.
“Rose, Edward sta…”
Tuuuuuuu….. tuuuuuuuuuuu…..
Aveva messo giù immediatamente, e questa volta non era perché non volesse sentire la mia voce, ma perché se Edward avesse sentito la sua si sarebbe insospettito.
Misi già il telefono e mi precipitai in bagno, subito di fianco a me che rigettavo trovai Edward, forse accorso a vedere cosa fosse successo per mettermi a correre improvvisamente.
Mi alzai dalla tazza del water, mi girai per sciacquarmi il viso e mi vidi allo specchio, avevo un colorito quasi verde. Edward dietro di me aveva un’espressione addolorata e infuriata insieme.
“Vedrai tesoro, fra poche ore sarà tutto finito, ti salverai, non succederà nulla. Te lo giuro.”
 Non riuscii ad aprire la bocca. Come poteva dire o solo pensare una cosa del genere? Il mio… il NOSTRO bambino… e lui voleva ucciderlo…
Mi limitai ad annuire.
Mi prese in braccio e cominciò a correre attraverso la foresta, sicuramente per raggiungere la piccola barca che ci aveva condotti li. Ed infatti poco dopo eccoci arrivare. Mi mise giù solo una volta dentro e mi coprì con una coperta.
Lo guardai stupita.
“Ma non fa freddo, siamo in piena esta..”
“Lo so, ma non voglio che tu stia male più di quanto tu non stia già.”
Sapevo che sarebbe stato inutile ribattere, così mi accoccolai alla coperta e dopo poco mi addormentai, con le mani in grembo, a proteggere il mio piccolino dal mondo.
Mi svegliai solo per pochi minuti, quando Edward mi prese in braccio e mi mise sul taxi, e poi mi riaddormentai. Poco dopo, mi sentii chiamare dalla voce del mio angelo.
“Bella? Bella… non posso portarti in braccio in aeroporto, penseranno che ti ho rapita…”
“Umpf, okay.”
Mi alzai a stento, guardai le mie mani appoggiate alla pancia, e subito mi resi conto di una cosa, era più rotonda.
Edward seguì con lo sguardo il mio, e emise un basso ringhio che gli usciva dalle profondità del petto. Gli misi una mano sul petto, per cercare di calmarlo, e sul viso apparve di nuovo quell’espressione tormentata, ma non disse nulla.
Una volta fatto il check-in salimmo sull’aereo, e mi addormentai immediatamente su quegli splendidi sedili. Ma prima che il sonno prendesse il sopravvento mi chiesi come avrebbe reagito alla notizia che avrei tenuto il bambino, ma non riuscii ad immaginarmi la sua reazione perché la sua ninna nanna sussurrata al mio orecchio mi fece smettere di pensare e mi fece addormentare.

Mi svegliai dopo un po’ di tempo con la voce dell’hostess che diceva di allacciarsi le cintura perché si stava per atterrare, ma me le trovai già allacciate, ed Edward che sorrideva triste.
Guardai oltre il suo viso meraviglioso e vidi nell’oblo che eravamo finalmente a Seattle.
Ora era arrivato il momento della verità.
Ora avrei visto come avrebbe reagito.
Ora era il momento di mettermi in gioco per la vita del nostro bambino/a, e speravo ardentemente che Rosalie mi avrebbe aiutata come aveva promesso.
Edward mi aiutò ad alzarmi visto che ero ancora piuttosto intorpidita e lentamente dietro la coda di gente, scendemmo dall’aereo. Sulla scaletta vidi tutti i Cullen, la stessa maschera di dolore dipinta su ogni viso. Tranne su quello di uno. O meglio di una. Rosalie mi sorrideva comprensiva, e in quel momento capii che mi ero messa in buone mani. All’istante però inorridii. E se Edward avesse letto i pensieri di Rosalie prima che l’avessi raggiunta? Cosa diavolo sarebbe successo allora in quel caso?
Lo guardai di sottecchi, ma dal suo sguardo capì solo che era felicissimo di vedere Carlisle, poiché era a lui che rivolgeva tutta la sua attenzione.
Sospirai, mi guardò incuriosito, ma non mi chiese niente.
Scesi dalla scaletta vidi Rosalie ampliare il sorriso, e ancora prima di abbracciare Esme o Alice, mi permisi di fare un gesto mai fatto, ma che le avrebbe fatto capire quanto le fossi grata: corsi verso di lei e l’abbracciai. E lei non mi allontanò come avrebbe fatto di solito, con uno sguardo di odio, ma anzi lo ricambiò.
Dietro i suoi capelli vedevo lo sguardo esterrefatto di Alice. Mi dispiace Alice, ma tu non mi avresti mai aiutata, e da quello sguardo si capisce. Vuoi troppo bene ad Edward per metterti contro di lui e accettare la mia decisione. Per questo mi sono rivolta a Rosalie. Mi serviva un giudizio imparziale. Dietro di me improvvisamente sento arrivare un ringhio. Sapevo a chi apparteneva, era la prima cosa che mi sarei aspettata da lui, infatti mi girai e lo trovai in posizione acquattata, con i muscoli tesi, la stessa che aveva usato in passato per proteggermi. Vidi immediatamente Emmett mettersi davanti a Rose, non avrebbe mai permesso che le si fosse torto un capello.
Fu Carlisle a cercare di calmarlo.
“Edward per favore controllati. Siamo in un luogo pubblico. Torniamo a casa e parleremo in pace.”
“Carlisle! Non permetterò che quella vipera di Rosalie aiuti mia moglie a morire!”
“Edward vedi di abbassare i toni!”
Questa volta a parlare era stato Emmett, aveva in viso uno sguardo furioso e addolorato insieme. Sapevo quanto gli costasse mettersi contro Edward, perché gli voleva bene, ma non voleva nemmeno che attaccasse Rose, la sua unica ragione di vita.
Edward continuava a ringhiare lanciandomi sguardi imploranti.
Lo so cosa mi stai chiedendo Edward. Ma non posso. Mi dispiace ma questa volta non esistono compromessi. Come sono sempre stata disposta a dare la mia vita per te, sarà lo stesso per il nostro bambino.
All’improvviso non sentii più ringhiare. Lo vidi guardarsi intorno, e solo in quel momento che c’era quasi una folla radunata intorno a noi, incuriosita e spaventata dalla posizione innaturale di Edward.
Cercò immediatamente di riprendere un minimo controllo di sé. E stessa cosa fece Emmett.
“Andiamo a casa!” disse Edward con uno sguardo furioso.
Rose mi prese sottobraccio e delicatamente mi accompagnò alla sua macchina. Edward subito si bloccò quando vide che sarei salita con Emmett e Rose, ma subito sentii una calma innaturale che scendeva su tutti noi, capii subito che era stato Jasper, e lo ringraziai con un sorriso, che lui ricambiò, ma nel suo c’era una vena addolorata. In quel momento avrei voluto sapere cosa provava Edward. Lo vidi girarsi dall’altra parte, furioso, e salì in macchina con gli altri. L’ultima a salire fu Alice, che mi lanciò uno sguardo che non seppi interpretare. Dopo che furono tutti saliti, salimmo anche noi tre.
All’interno sentii Rose spiegare a Emmett cosa era successo e quali erano le mie ragioni, e le sue, per aver accettato di aiutarmi. Non sapevo se lui fosse d’accordo o meno con la mia decisione, ma disse che era un mio diritto decidere cosa avessi voluto fare, non avrebbero potuto obbligarmi con la forza a fare il contrario. Non adesso che c’erano Emmett e Rose dalla mia parte.
Senza quasi rendermene conto eravamo arrivati a casa Cullen. Dio come mi era mancata. Vidi gli altri cinque vampiri scendere dalla Mercedes. Chissà cosa si erano detti nel frattempo.
Sapevo solo che adesso sarebbe stato il momento decisivo, anche se la mia decisione era stata presa. E nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. Nemmeno il vampiro che avevo sempre amato e che avrei amato per sempre.


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Capitolo 2
*** La sofferenza di edward ***


sofferenza edward

                                                                            Capitolo 2

 

                                                                                   La sofferenza di Edward

 

 

 

Scesi lentamente dall’auto, avevo paura di vedere la delusione in quegli occhi che mi avevano stregata, e intanto gli altri erano già entrati senza aspettarci.

Rose mi cinse la vita con un braccio e mi spinse dolcemente dentro casa, mentre faceva cenno a Emmett di mettersi all’altro mio lato.

In soggiorno erano già tutti seduti, in posizione ancora più rigida del solito, mentre Edward era in piedi, le braccia lungo i fianchi. I pugni chiusi. Come i suoi occhi. Sembrava che stesse cercando di rilassarsi, ma appena misi piede nella stanza vidi che i suoi sforzi erano andati in fumo all’istante.

Mi si avvicinò con un movimento che non vidi nemmeno. Un secondo prima era tra i due divani, un attimo dopo mi stringeva il viso tra le sue mani di ghiaccio. Subito Rosalie lo scacciò violentemente e finii a terra.

Edward aveva uno sguardo che non gli avevo mai visto addosso, e non mi stupii affatto quando vidi Emmett mettersi davanti a noi, acquattato.

Questa volta però Edward non si mise contro suo fratello, che leggesse in lui quanto gli costasse fare tutto questo?

Ma si rivolse a me.

“Per favore Bella. Cerca di ragionare. Non voglio perderti.”

“Lo so, ma non mi perderai. Per favore Edward, cerca di capire. Anzi no. Dovresti aver già capito. È il nostro bambino! Come puoi anche solo pensare di ucciderlo?”

“Non è un bambino! È un mostro! Tu non hai capito cosa ha detto Kaure, ma come pensi che potrei sopravvivere sapendo quello che ti succederà per colpa di quello che tu chiami bambino? Per favore ragiona, Bella!”

Se prima mi fossi chiesta cosa avesse detto Kaure, ora non me lo chiedevo più. Non solo perché avevo immaginato cosa fosse, ma non volevo neanche saperlo. Non perché avessi paura di quello che avrei potuto sentire, ma perché nulla di quello che avrei sentito mi avrebbe fatto cambiare idea.

“Non morirò. Il veleno ha salvato tutti voi, perché non dovrebbe dare una nuova vita anche a me? Mi dispiace, Edward.”

Il suo sguardo si fece sofferente, lo stesso che aveva quando era in balia dello sguardo torturatore di Jane.

A quel punto intervenne Esme, con il suo sguardo materno che correva da me a colui che riteneva il suo vero figlio.

“Edward, tesoro. Deve scegliere lei cosa voler fare. Non possiamo costringerla con la forza a fare ciò che non vuole. E quello che non vuole è perdere questo bambino. Cerca di capirla. Avrà quello che io e Rosalie agogniamo da un secolo. E poi ha ragione, anche se quella Kaure avesse ragione con quelle leggende, il veleno la salverà. L’ha fatto con tutti noi; eravamo ridotti tutti malissimo, ed ora guardaci. Siamo vivi. Non nella forma che intendono gli umani, ma ci siamo. Cerca di capirla Edward.”

“Esme non capisci. Tu.. “ non trovava le parole, sembrava che stesse annegando nel dolore e nella crudele scoperta che anche sua madre era contro di lui. “Quella cosa la ucciderà, e non ti ho detto come. Se lo sapessi saresti dalla mia parte. Ti prego, Carlisle, aiutami almeno tu.” E si rivolse con uno sguardo implorante a Carlisle. Mi faceva male vederlo così, ma mi avrebbe fatto ancora più male uccidere il frutto del nostro amore.

“Mi dispiace, Edward. Ma Esme ha ragione. Non possiamo costringerla con la forza.” Ammutolii sotto lo sguardo scettico del figlio. “Hai ragione Edward, potremmo con facilità, ma pensi che ci guarderà ancora in faccia dopo aver scoperto ciò che le abbiamo fatto? Non voglio che mi odi. Le voglio bene, come voglio bene ad ognuno di voi, e come voi volete bene a lei. Non voglio essere la causa della sua infelicità. Se le hai detto cosa rischia, e lei comunque vuole continuare con la decisione che ha preso, allora non possiamo fare niente, e il veleno salverà lei come ha salvato noi.”

Edward però non demordeva, sembrava che non volesse farsi entrare in testa quelle parole.

Si rivolse ad Alice e Jasper.

“Ragazzi. Almeno voi. Per favore.”

“Edward non voglio mettermi contro nessuno. Secondo me se Bella vuole avere il bambino che lo abbia. È una sua decisione, e se anche volessi aiutarti, non saprei cosa fare, non sono un medico, e nemmeno tu lo sei, nonostante gli studi teorici, per cose come queste non basta la teoria.”

Mentre Jasper parlava sentivo una calma che non mi apparteneva invadermi.

Edward sembrava d’accordo, seppur a malincuore. Gli rimaneva l’ultima speranza, Alice, colei, l’unica che avrebbe potuto vedere come sarebbe finita questa faccenda. Si girò lentamente verso di lei.

Alice per tutta risposta chiuse gli occhi, ma li riaprì quasi subito.

Lo sguardo di Edward si fece, se ormai era possibile, ancora più addolorato.

“Non vedo il suo futuro. Il feto… non riesco a vederlo, come i licantropi.”

“Ma dovrai pur vedere Bella!” le ringhiò contro infuriato Edward.

Alice si ritrasse di un passo.

“Non posso vederla. Il suo futuro è inevitabilmente legato a quello della creatura.”

Edward cadde a terra, portandosi le mani sugli occhi, e ancora in quella posizione mi supplicò un’ultima volta.

“Ti prego, Bella. Fallo per me. Non morire per qualcosa che non conosci. Ti supplico.”

Sembrava che stesse piangendo. Ed ero sicura che se fosse stato umano non avrebbe smesso di piangere nemmeno un minuto. La sua voce procedeva a singhiozzi mentre mi parlava.

Quella visione mi fece più male di qualsiasi cosa avessi mai visto, e mi impedì di rispondergli che comunque, la mia decisione non era cambiata.

Sentii le lacrime riempirmi il viso e un dolore acuto al grembo. Lo vidi alzare la testa e abbassare le mani, speranzoso, spiazzato dal momento di esitazione che avevo avuto. Ma non riuscivo a parlare. Il dolore al grembo stava aumentando man mano che le mie lacrime scorrevano più veloci.

Poi non vidi più nulla.

Sentii solo buio e dolore.

 

 

 

Grazie mille per chi mi ha recensito! XD non credevo che la mia FF sarebbe piaciuta così tanto!

 

Ringrazio di cuore:  

saraligorio1993

mistica88

cassandra 287

 

e in modo particolare Wind che gentilmente ha accettato di pubblicare la mia storia! Senza di te sarebbe rimasta nel mio computer! XD

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Capitolo 3
*** Comunicazione a Charlie ***


cap3                                                                                     Capitolo 3


                                                                Comunicazione a Charlie


Sentivo solo confusione intorno a me. Ma poi distinsi una voce dolce che mi parlava piano all’orecchio.

“Bella?” chiese Esme. “Bella, cara. Riprenditi.”

Oltre alla sua voce sentivo quella di due persone che si urlavano contro.

“Non capisci, idiota! Morirà! È questo che vuoi? So benissimo che non ti importa niente di lei! Vuoi solo ciò che porta in grembo!” la voce di Edward era dura, distorta dalla rabbia.

“Non morirà. La salverai. E io la proteggerò!”

Volevo che la smettessero di litigare, perciò aprii gli occhi, e subito Esme li avvisò.

“Si è svegliata grazie a voi.”

Subito ebbi vicini i due litiganti.

“Stai bene tesoro?” mi chiese Edward.

“Si, si. Sto bene.”

“No invece. Non vedi come ti ha già ridotto? Ti prego. Almeno questa volta ascoltami!”

“Per favore Edward. Ti prego. Non posso.”

“Ma Bella….” Iniziò, ma fu interrotto immediatamente da Rose.

“Non l’ha ridotta così il bambino, ma tu idiota! Con le tue scenate da malato mentale che si crea i problemi in testa!”

Edward sibilò.

“Ti consiglio di smetterla, Rose. Potresti ritrovarti ridotta in fumo senza che tu te ne accorga!”

“Provaci, Cullen! Vediamo cosa sai fare!”

E detto questo si acquattarono entrambi.

Io scoppiai immediatamente a piangere e corsi a mettermi in mezzo a loro. Avevo sentito dire che le donne incinte aumentavano la percezione delle loro sensazioni.

Si rimisero immediatamente in piedi e Rose mi fu accanto.

“Non preoccuparti, va tutto bene. Rilassati. Jasper?” lo chiamò lanciandogli in occhiata eloquente.

Subito mi rilassai. “Adesso andiamo in camera. Dobbiamo sistemare un paio di cose.” S’interruppe per girarsi verso gli altri. “Carlisle ed Edward. Non voglio che vi avviciniate a lei senza il mio controllo. Sono stata chiara?”

Carlisle annui.

Edward invece la fissò rabbioso.

“Dovrei chiederti il permesso per stare vicino a mia moglie??”

“Non per starle vicino. Perché tu non le starai vicino da solo. Non mi staccherò mai da lei.”

Edward cominciò a ringhiare, ma Rose con un atteggiamento indifferente mi prese in braccio e mi portò verso la sua camera da letto.

Mi depositò gentilmente sulle coperte ricamate e di inginocchiò per fissarmi negli occhi.

“Stai bene?”

“S-si…”

“Bene. Adesso viene Esme per restare un po’ con te.” E subito sulla porta si materializzò la mia mamma acquisita.

“Tu dove vai?”

“Devo parlare con Carlisle per vedere cosa fare.” Notò la mia espressione interrogativa e mi spiegò. “Non possiamo portarti in ospedale per i controlli. Non sappiamo che tipo di bambino sia. Perciò dobbiamo trovare il modo per attrezzare la casa con tutto quello che ci serve per far procedere la gravidanza nel modo migliore possibile.”

“Ah ok..”

Si rivolse ad Esme.

“Non lasciare mai Bella da sola. Devi restare sempre con lei. Per nessun motivo poi devi lasciarla da sola con Edward. Avrà pure solo gli studi teorici. Ma potrebbe fare qualsiasi cosa.”

“Non ti preoccupare, Rose. Non mi muovo.” E detto ciò si sedette sulla poltroncina in velluto rosso sangue che si trovava nell’angolo.

Rose annuii soddisfatta e andò di sotto. Immediatamente sentii la porta d’ingresso sbattere delicatamente e un auto allontanarsi.

Pochi secondi dopo arrivarono gli altri, tranne Edward. Chissà dov’era.

“Esme cosa facciamo con Charlie?” chiesi ansiosa. Ecco un’altra cosa dolorosa da affrontare.

“Io e Carlisle prima ne abbiamo parlato, cara. Diremo a Charlie che hai contratto una grave malattia contagiosa in Sud America e che sei in quarantena. Perciò non potrò vederti. Anzi. Adesso lo chiamo per dirglielo.”

“Esme per favore potresti mettere il vivavoce? Vorrei sentire come reagisce?” chiesi con voce debole.

“Certo tesoro.”

Prese un bellissimo cellulare di ultima generazione e premette alla velocità della luce un numero, immagino che fosse quello di Charlie, poi premette un tasto per il vivavoce.

“Pronto?”

“Pronto Charlie? Sono Esme.”

“Ciao Esme! Che bello sentirti! Allora come stanno i due novelli sposini? Ancora nessuna intenzione di tornare?” e si lasciò andare ad una risata spensierata. Ancora non sapeva che probabilmente il mondo gli sarebbe crollato addosso.

“Ecco… Ehm.. si Charlie. Ti ho chiamato proprio per questo.” Era bravissima a fingere dolore.

“Cosa è successo Esme?” improvvisamente la sua voce si fece grave.

“Non si sa come, ma Bella ha contratto una malattia molto grave in luna di miele. È in quarantena. Carlisle si sta occupando di lei a casa nostra.”

Dall’altra parte del telefono silenzio.

“Charlie?” chiese Esme, questa volta ansiosa sul serio. Io stavo per scoppiare di nuovo a piangere, mi alzai e tesi una mano verso Esme. Volevo il telefono. Gli avrei parlato io. Ma lei fece segno di no con la testa.

“Esme… come sta? Che tipo di malattia è?”

“Sta abbastanza bene, Charlie, è piuttosto debilitata, non riesce praticamente a muoversi. Grazie al cielo Edward conosceva un vaccino e gliel’ha somministrato subito, ma anche con quello la malattia continua. Comunque è meglio che tu non sappia che effetti avrà in futuro se non viene curata a dovere.”

“C’è… c’è il rischio che possa mo-morire?” lo sentivo singhiozzare, e iniziai anche io, non volevo che soffrisse così.

“Non si sa ancora Charlie. Carlisle vuole parlare con alcuni specialisti di Atlanta, ed è molto probabile che la trasferiscano lì.”

“Voglio vederla.” Disse Charlie co voce decisa.

“Mi dispiace, rischieresti di venire infettato anche tu.”

“E allora chi le sta vicino? L’avete lasciata al suo destino?” chiese con voce rabbiosa, che non era per niente naturale nel mio papà dolce e impacciato.

“Come puoi pensare anche solo ad una cosa del genere? Pensi che non le vogliamo bene?” Esme assunse un’aria veramente offesa.

“Io.. ecco… non volevo dire questo Esme. Scusami. Ho solo paura di perderla.”

“Non preoccuparti. Siamo tutti nella stessa condizione. Edward non riesce a darsi pace. Direi che è quello che sta peggio. Mi hai chiesto chi le sta vicino. Bhe Carlisle ha alcune conoscenza, ed è riuscito a farsi dare 3 flaconi di vaccino. Uno per lui, uno per me e uno per Edward. È stata un’eccezione che ce l’abbiano dato. Di solito lo tengono solo per le emergenze.”

“Capisco. Ma io non posso proprio vederla?”

“No Charlie.”

“Ma come posso dormire stanotte senza sapere se mia figlia sia ancora viva o no? Come puoi chiedermi questo?”

“Mi dispiace veramente molto Charlie. Come ti ho detto prima stiamo tutti male per quello che è successo. Nessuno di noi riesce a fare nulla. Sembriamo come morti.”

“Capisco, Esme. Per favore dille che.. che le voglio bene, e che gliene vorrò per sempre. E di non darsi per vinta, perché lei è forte. Ce la farà. Ce la deve fare!” e poi iniziò a singhiozzare.

“Certo Charlie. Adesso vado di la a vedere se ha bisogno e glielo dico immediatamente. Sarà felice di sapere che ho parlato con te. Mi raccomando Charlie. Cerca di sollevarti il morale. Ti siamo tutti vicini.”

“Grazie, Esme. Vi sono debitore di tutto. Se vi servono dei soldi per pagare le sue cure… non ho moltissimo ma spero di potervi aiutare.”

“Non ti preoccupare. Abbiamo abbastanza risparmi per permetterci tutte le migliori cure. E poi lo facciamo con il cuore. Bella per noi è come una figlia. Non riusciremmo più a vivere se… bhe.. adesso devo andare Charlie. Devo vedere come sta. Ti terrò aggiornato, e ti chiamerò appena mi sarà possibile.”

“Grazie mille, Esme. Grazie di tutto.”

E poi Esme mise giù il cellulare. In tutto questo non ero riuscita a spiccicare parola. Non sopportavo che mio padre dovesse stare così male. Faceva male anche a me. Ma non potevo pensarci. Per adesso dovevo solo pensare alla salute del bambino.

Volevo vedere Edward. Volevo che mi dicesse di volere questo bambino. Volevo che mi facesse quel sorriso sghembo che non vedevo da 2 giorni e che mi faceva andare il cuore a 1000.

Come ad eco dei miei pensieri, eccolo entrare nella stanza. Di certo non ha il mio sorriso sghembo, ma almeno non ha più quell’espressione torturata. Addolorata. Affranta. Mi guardava con gli occhi tristi dallo stipite della porta, e io come segno dì incoraggiamento gli feci un sorriso timido. Lui non sorrise. Ma entrò nella stanza.



Grazie ancora a chi ha recensito! =) mi fa piacere che la mia storia sia seguita, motivo in più per mettermi d'impegno!! alla prossima! kiss      
ringrazio:
cassandra287   
ledyang
mistica88
saraligorio1993
Wind          

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Capitolo 4
*** Scoperta Sconcertante ***


cap 4

Ciao ragazze! i vostri commenti mi fanno sempre piacere... soprattutto sapere che la mia storia vi piaccia.

In questo capitolo ho dovuto mettere un pò di cose mediche, e mi scuso in anticipo se le cose non sono completamente esatte, ma non sono un medico, perciò più di così non sono riuscita a fare. =) spero che anche questo capitolo vi piaccia! baciotti!                 

                                              Capitolo 4

                                    Scoperta sconcertante

Edward entrò in camera. Era la calma fatta a persona, ancora una volta si muoveva con lentezza, quasi come se un movimento brusco mi facesse scappare.

Mi guardò con aria afflitta e si sedette sul bracciolo della poltrona dove era seduta Esme. Da li parlò agli altri, con  voce smorta, senza nessuna tonalità.

“Carlisle e Rosalie sono andati in ospedale a fare una scorta di sangue per Bella, se magari avesse bisogno di trasfusioni. Poi chiameranno un centro per cercare di ottenere qualche attrezzatura ospedaliera da mettere in casa.”

Proprio in quel momento sentii sbattere la porta d’ingresso, e immediatamente entrarono in camera Rose e Carlisle.

“Ho appena chiamato, riescono a darci il macchinario per la tac, la macchina per le radiografie, e quella per le ecografie, vari contenitori per la flebo e un lettino ospedaliero. Ho comprato anche lo 0 positivo, per le trasfusioni. Adesso vado a montare tutto.”

“Ti aiuto.” Si offrì Esme.

“Bene, inizia a farle un po’ di controlli tra dieci minuti.” Rispose Edward, sempre apatico.

“Io non mi stacco da lei!” ribatté Rose.

“Stai insinuando che potrei farle del male solo?” ringhiò Edward.

“Con quello che ti passa in testa adesso non si sa mai.

“Ok, ragazzi. Smettetela.” Intervenne Alice.

Ma loro continuarono a ringhiarsi addosso, mentre io piangevo come una fontana. Mi sentivo un groppo alla gola.

“Ora smettetela! Non immaginate quanto male le fate comportandovi così!” a ringhiare queste parole fu Jasper.

Subito mi fu accanto, e mentre ero sbalordita, mi abbracciò gentilmente. Aveva smesso di respirare, ma mi abbracciava con la stessa dolcezza con cui lo faceva Esme.

Questo, combinato all suo potere, mi fece immediatamente rilassare e sentire meglio. Lo circondai con le braccia. Ma avevo fatto un passo di troppo, lo sentii irrigidirsi e allontanarsi di scatto.

“Scusa, Bella. Ma più di così non posso sopportare.” E mi sorrise.

Annuii e gli feci un sorriso timido.

Tutti intanto erano ammutoliti, forse spaventati da quello che avrebbe potuto fare Jasper. Ma io di lui mi fidavo.

Dalla porta intanto sbucò Carlisle.

“Le attrezzature sono pronte. Rose, posso portarle di sopra?” chiese Carlisle.

“Certo, vengo anche io.” Detto questo mi prese in braccio e mi portò quasi volando su per una scalinata che non avevo mai notato. Era piccola, stretta e bianca. Sembrava che portasse ad un piccolo e basso sottotetto. Invece portava in una stanza enorme, anche questa decorata in stile “Cullen”. Le pareti erano bianche e questa, a differenza del resto della casa, aveva il pavimento in parquet.

Dentro c’era una macchina enorme con un lungo buco all’interno. La riconobbi subito. Era il macchinario per fare la tac. Di fronte c’era un lettino, e tutt’intorno varie macchinette che non sapevo a cosa sarebbero potute servire. Ma d’altronde non ero un medico.

Rose mi depositò sul lettino, subito fui raggiunta da Carlisle, che aveva in mano una siringa.

Rose gli fece un cenno, come a dirgli che poteva procedere.

La siringa era vuota, perciò poteva servire a solo una cosa.

“Per primo controllo ti farò l’esame del sangue, è il più basilare, e ci dice immediatamente se nel tuo sangue ci sia qualcosa che non va. Hai paura delle punture?” mi chiese premuroso.

“In effetti si.. ma non preoccuparti. Ce la posso fare.” Risposi cercando di fare la coraggiosa.

“Non c’è bisogno che tu stia male. Abbiamo un anti-paura. Jasper?”

Subito mi sentii rilassata, come se stessi per addormentarmi.

“Ho finito. Visto? Non hai sentito niente.”

Mi chiesi se mi stesse prendendo in giro. Era passato meno di un secondo, e non avevo sentito nemmeno l’ago entrare. Ma poi ricordai come una stupida che ero circondata da vampiri.

Carlisle esaminò brevemente il mio campione. E annuii a sé stesso.

“Non ci sono anomalie, solo un brusco calo di globuli bianchi. Ma non è una cosa grave.”

Sentii Edward fare un sospiro di sollievo. Nello stesso istante sentii un piccolo colpetto dall’interno. Il mio piccolino aveva già imparato a scalciare. E subito notai una cosa a cui non avevo fatto caso mentre ero occupata ad ascoltare le varie liti. La pancia mi era cresciuta ancora. Probabilmente di minimo 10 centimetri.

Mi portai le mani in grembo mentre Rose proponeva a Carlisle di farmi una tac per avere una panoramica di tutto. Carlisle si dichiarò subito d’accordo. Mi prese in braccio e mi mise sul lettino che sarebbe entrato in quel tunnel.

Carlisle azionò la macchina, e il lettino si spostò lentamente all’interno del buco.

Dopo venti minuti mi fecero uscire da quel buco maledetto. Sentivo che stavo per diventare claustrofobica.

Mi rialzai e Rose mi riaccompagnò al lettino.

Mi sedetti e fissai Carlisle. Che improvvisamente aveva un aria sconvolta. Edward era lo specchio della faccia di Carlisle, solo che il suo dolore era più profondo.

“Cosa c’è? Cos’è successo? il bambino sta male?” domandai allarmata. Avevo paura di averlo perso. Ma Jasper come al solito mi calmò.

“N-non si vede nulla Bella. Sembra che il tuo stomaco e gli organi che lo circondano siano spariti.” Mi rispose sconvolto Carlisle.

“Cosa vuol dire?” chiese Rose al posto mio. Io non riuscivo a parlare.

Questa volta rispose Edward.

“Che attorno al bambino c’è una pelle dura come la nostra che non è possibile attraversare. Non potremmo mai sapere cosa sarà questo bambino. Dobbiamo andare avanti brancolando nel buio.”

Ero sconvolta. Ma la cosa non mi spaventava più di tanto. Non avevo perso il bambino, ed era questa la cosa più importante.

Ma gli altri non sembravano del mio stesso avviso.

Mi fissarono tutti sconvolti. Persino Rose.

 

 

Ancora mille grazie ragazze per chi recensisce! =)

Cassandra 287
Fairyire
Lady marty
Ledyang
Mistica 88
Saraligorio1993
Wind

 

 

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Capitolo 5
*** Un pò di speranza, Edward ***


cap 5

                                                                    Capitolo 5

                                                 Un pò di speranza, Edward

 

Dopo la tac Carlisle insistette per farmi anche una radiografia e l’ecografia.

Con la radiografia si vedeva che non avevo ossa rotte, almeno questo fece rassicurare tutti. Ma l’ecografia ebbe la stessa funzionalità della tac. Non si vedeva assolutamente nulla.

Questa volta non si sconvolsero più di tanto, perché avevano già avuto la botta della tac.

Edward osservava con occhi attenti e addolorati tutto ciò che gli accadeva intorno. E Rose osservava lui.

Quando Carlisle finii tutto ero stanchissima. Quasi non mi resi conto che un paio di braccia immortali mi prendevano in braccio e mi depositavano sul lettino. Non ebbi nemmeno la forza di guardare chi fosse.

 

 

Il mattino dopo mi svegliai, affamatissima.

Mi misi seduta, e tutt’intorno a me vidi che c’era tutta la famiglia Cullen al completo.

“Buongiorno..” bofonchiai assonnata.

“Buongiorno!” risposero insieme sette voci melodiose.

Solo una mi fece venire il magone. L’unica che avrei voluto che fosse allegra di avere questo bambino. L’unica che invece sembrava quella di un automa.

“Hai fame, cara?” mi chiese dolcemente Esme.

“Si, un pochino.”

“Vado subito a prepararti qualcosa. C’è qualcosa in particolare che vorresti?”

“Avete delle uova?” chiesi quasi sorridendo.

Per un attimo pensai che anche Edward potesse sorridere, in ricordo dell’isola Esme. Ma come potevo benissimo immaginare non fu così.

“Certo cara. Torno subito.”

Le sorrisi, e mi concentrai di nuovo sui visi degli altri. Emmett mi guardava in modo strano. Sembrava che soffrisse per me.

“Cosa c’è, Emmett?”

“Ehm.. non nulla. Non preoccuparti piccoletta!” e cercò di rifilarmi un sorriso finto.

“Smettila di fare smorfie, Emmett.”

“Quali smorfie? Ti ho fatto un bellissimo sorriso, degno da prima pagina.”

“Quello non era un sorriso, ma una smorfia. E pure brutta.”

A quel punto ridacchiò.

“Dai, sul serio.. cosa c’è che non va?” chiesi improvvisamente allarmata. Perché diavolo continuavano a guardarmi così? “Sapete qualcosa che non so?”

“Non è nulla, Bella. Rilassati. È solo che la tua pancia è cresciuta molto durante la notte. Te l’ho misurata.. si sono aggiunti altri 7 centimetri.” Mi rispose Carlisle.

Ecco perché mi sentivo così appesantita.

“Ed è un male? Cioè lo so anche io che la pancia di una donna incinta non cresce così velocemente. Sembro incinta di 4-5 mesi.. vero?”

“È un male solo perché così non si sa quando potrebbe avvenire il parto. Comunque si.. esattamente di 4 mesi e 15 giorni.”

“Bhe lo sapremo.. no? Quando si romperanno le acque..”

“Se non lo avessi notato Bella, questa gravidanza non è come le solite. Non sappiamo cosa ti cresce dentro alla velocità della luce, non sappiamo quando verrà fuori, sappiamo solo come verrà fuori.”

La durezza nelle parole di Edward mi fece stare di nuovo male. Ma cercai di controllarmi.

“Come.. come viene fuori?”

I suoi occhi si riempirono di dolore e dolcezza.

“Non ti preoccupare.. ce ne occuperemo a tempo debito.”

In quel momento tornò Esme con le mie uova.

Avevano un odore delizioso. Cercai di alzarmi, ma sentii un gran male dappertutto, e subito Rose mi aiutò.

“Ah.. un’altra cosa, Bella. Sei dimagrita 4 chili durante la notte. E si vede anche dal tuo viso.”

M’informò Carlisle.

“Rose, prendimi uno specchio.”

Lei riluttante me lo porse.

Avevo un aspetto cadaverico. Sembravo malata. Molto. Avevo profonde occhiaie.

Poi improvvisamente squillò il telefono.

Esme andò subito di sotto e ritornò subito.

“È Charlie. Cosa faccio?”

Rimanemmo tutti allibiti. Credo che nessuno di noi avesse preso in considerazione il fatto che Charlie potesse chiamare dopo appena 17 ore.

Il primo a riprendersi fu Carlisle.

“Rispondi, Esme.”

Sul suo viso vi era un’espressione confusa, ma rispose.

“Pronto?”

Mentre Esme parlava con mio padre, Carlisle mi venne vicino e mi disse che ci avrei potuto parlare, dovevo solo cercare di avere una voce stanca.

“Charlie, Bella non sta meglio, ma neanche peggio.. Carlisle dice che è stabile. Se mi prometti che non dirai niente che possa far peggiorare la sua salute, te la passo.”

Attimo di silenzio.

“Okay, Bella? C’è Charlie al telefono.”

E me lo passò.

“Pronto? Papà?” la mia voce uscii stanca e strascicata senza che mi sforzassi. Mi resi conto da sola che stavo lentamente peggiorando.

“Pronto? Bella? Bambina mia.. come stai?” la sua voce si interruppe varie volte. Ma sembrava che non volesse farmelo notare.

“Abbastanza bene.. tu?”

“Io sto male perché ho paura di perderti.. ma non stiamo parlando di me! Esme mi ha detto che sei stabile.. ma come hai fatto a prenderti questa rara malattia? Non hanno saputo dirmelo..”

“Ehm..”

Carlisle bisbigliò qualcosa in merito a delle alghe o coralli..

“Sull’isola dove siamo andati c’erano delle alghe strane. Infatti ho fatto il bagno in mare solo una volta, perché queste alghe non convincevano Edward. Poi 4 giorni dopo bhe..” mi rifiutai di andare oltre. La mia immaginazione era finita.

“Ah.. ma Edward non poteva scegliere con più attenzione il posto in cui andare?”

“Papà smettila. Non è colpa sua!”

Mi arrabbiai. Non era colpa sua. Non era colpa di nessuno.

Immediatamente sentii un colpo secco all’interno del mio corpo. Emisi un gemito di dolore e mi piegai in due. Subito tutti mi furono vicini.

“Bella? Bella?! Cos’è successo?” chiese Charlie allarmato.

“Nu-nulla papà..” sentivo troppo male per continuare a parlare. Passai il telefono a Carlisle, che spiegò a mio padre un qualcosa che mi era successo. intanto tutti intorno a me cercavano di capire dove mi fossi fatta male. Rosalie mi alzò la maglia, e poi vidi Edward inginocchiarsi, con le mani sul volto perfetto. Anche in un momento del genere non riuscivo a non guardare la bellezza del suo viso. Ma subito mi ripresi.

Mi guardai il grembo, e vidi un enorme macchia violacea.

Guardai terrorizzata Rose. Non perché mi fossi fatta male, ma perché avevo paura per il mio bambino.

Lei mi rassicurò.

“il bambino sta bene, Bella. È molto forte, e perciò nei suoi spostamenti ti procura dei lividi.”

Sospiro di sollievo. Ma Edward non sembrava pensarla come me. Mi alzai dal lettino. Rose cercò di aiutarmi, ma con un cenno la fermai. Io continuai a barcollare verso il mio amore.

Mi inginocchiai di fronte a lui. Lui tolse le mani dal viso e mi fissò, con espressione sofferente.

Gli accarezzai il volto, avvicinai il mio viso al suo e gli sussurrai “ti amo”. Poi lo abbracciai, cercando di trasmettergli un po’ della mia speranza. Non so se funzionò, ma lui mi abbracciò con più dolcezza e attenzione di quanto facesse di solito.

Ed ecco a voi un altro capitolo! le vostre recensioni mi fanno arrossire sempre di più.. tutti questi complimenti... =) vi ringrazio tutte!

grazie a chi recensisce:

AlexiaLil

Cassandra 287
Fairyire
Lady marty
Ledyang
Mistica 88
Saraligorio1993
Wind

e grazie anche a chi ha messo la mia storia tra i suoi preferiti:

                                           akane_val
                                    bellemorte86
                                    Bepycka
                                    cassandra 287
                                    clodiina85
                                    crusade
                                    deneb91
                                    Djibril88
                                    Fairyire
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                                    Honey Evans
                                    Kathys
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                                    mistica88
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                                    sackiko_chan
                                    saraligorio1993

                                             sarwen

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Capitolo 6
*** Sorpresa ***


cap 6

Ciao ragazze! Oggi mi scuso se questo capitolo è molto corto, ma è di transizione, mi serve solo per collegarmi con la parte di Jacob, che da oggi inizia ufficialmente, perciò siate buone! =)

Oggi voglio rispondere ad un po’ di commentini.. sono tutti bellissimi.. uh dio.. non so che dirvi.. XD tranne grazie! Vi voglio bene!

Saraligorio1993: già.. Edward se la passa proprio male.. e questo non è che l’inizio… XD sono troppo cattiva.. poveretto.. con tutto quello che passa mi ci metto pure io..

Sackiko_chan: oddio tutti questi complimenti! Spero di meritarmeli proprio! =) sei gentilissima!!!

Mistica88: sei normalissima! XD anche io mi agito facendo questi capitoli.. e detto da me può sembrare che mi vanti.. ma ti assicuro che non è così.. mi sembra di essere li con loro.. quasi di sentire le mani fredde di Edward.. mmm.. se le sentissi sul serio credo che i farei qualche bel pensierino… XD baci

Ledyang: bhe grazie mille! =) ovviamente non ho la pretesa di essere paragonata a Stephanie.. ma ti ringrazio veramente!!!!

AlexiaLil: sono tenerissimi… e poi quando… bhe.. ecco… non voglio dire troppo… XD kiss

                     Capitolo 6

 

                                                Sorpresa

 

Le giornate passarono senza troppi cambiamenti.

Rose non si allontanava mai da me, restava sempre protettiva al mio fianco, e gliene ero grata. A volte si allontanava per andare a parlare con Carlisle, ma non voleva mai dirmi di cosa parlavano.

Durante questi momenti la sostituiva la dolce e materna Esme. Carlisle sembrava sempre esausto, cominciai a chiedermi se i vampiri avessero bisogno di riposo.

Alice non si avvicinava mai troppo a me, mi faceva soffrire vederla così distante; vedere la mia migliore amica-sorella-cognata che appena si poteva allontanare, lo faceva.

Jasper non andava mai con la sua amata quando lei andava via, restava sempre in disparte, nell’angolo più lontano della stanza, lontano da me. Lontano dal mio odore.

Emmett cercava di mettermi di buon umore, diceva sogghignando che ero diventata troppo musona.

Ma non era colpa mia, o meglio era mia, ma in particolare dei miei ormoni iper-sensibili da donna incita.

Perché vedere Edward in quelle condizioni mi faceva male.

Non aveva più lo sguardo sofferente, sembrava che stesse esercitando su se stesso tutto l’autocontrollo possibile che conteneva in corpo. Sembrava un automa, si muoveva a scatti e in vari momenti sembrava fosse sul punto di uccidere Rose. Ero sicura al 1000% che se fosse stato certo che il suo gesto non mi avesse fatto male, l’avrebbe uccisa con le sue stesse mani. Ed essendo un vampiro non sarebbe stato difficile.

Intanto la mia pancia continuava a crescere, ma dopo le prime 24 ore, ad un ritmo più lento, 2 o massimo 3 centimetri al giorno.

Però continuavo a dimagrire ad un ritmo impressionante, vedevo smagrire il mio viso ogni giorno di più, e ormai nemmeno le battutine di Emmett riuscivano a farmi arrossire.

Una cosa che mi faceva stare meglio erano le chiamate giornaliere di Charlie. Era sempre preoccupato per me, ma cercava di tirarmi sempre su di morale.

Passò così una settimana, nella quale continuavano a farmi controlli su controlli. Non si scopriva mai niente di nuovo.

La domenica convinse Carlisle a farmi trasportare in salotto. Ero stufa di trascorrere le giornate in quella soffitta, volevo vedere un po’ di foresta intorno all’enorme vetrata.

Rose mi prese in braccio e volando mi portò sul divano in salotto e mi depose con delicatezza. Tutti mi stavano sempre intorno, tranne per Esme, che spesso si allontanava per lavare i panni o prepararmi da mangiare.

Edward mi stava sempre vicino. Era seduto per terra, vicino alla mia pancia. Rose mi si muoveva intorno, gli altri erano tutti vicini, immobili come statue. Ad un certo punto sembrarono tutti attenti, guardinghi; poi si guardarono l’un l’altro d’un tratto ansiosi, quasi si stessero consultando mentalmente. Io non avevo sentito niente, ma probabilmente avevo perso qualche pezzo. Edward disse con voce morta:

“Vai tu, Carlisle?”

“Certo.”

Stavo per chiedere chi fosse, quando Carlisle aprii la porta.

“Ciao, Jacob. Come va?”

Immediatamente mi sentii felice, come se finalmente l’ultimo pezzo del puzzle fosse stato collegato a tutti gli altri.

“Ho sentito dire che Bella è sana e salva.”

Quando poi sentii la sua voce roca, a me così tanto familiare, mi sentii completamente a casa. La mia famiglia era finalmente riunita.

Naturalmente anche oggi ringrazio tutte le fanciulline che recensiscono:

AlexiaLil

Cassandra 287
Fairyire
Lady marty
Ledyang
Mistica 88
Sackiko_chan
Saraligorio1993
Wind

e poi tutti quelli che hanno messo la storia tra i preferiti:
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Capitolo 7
*** Jacob ***


cap 7

Buonasera ragazze! Anche oggi un piccolo spazio dedicato alle risposte dei commenti, ma prima di tutto vi voglio dire che questo capitolo è piuttosto lungo, per farmi perdonare del precedente! Ma bando alle cance!! XD

Wind: eh si.. adesso lo avremo sempre in mezzo.. ma cosa ci vuoi fare.. i cuccioli hanno bisogno di affetto e attenzioni.. XD

Saraligorio1993: grazie mille! Spero che questo mi faccia perdonare!! Kiss

Ledyang: oddio grazie! Sei dolcissima! Spero veramente di meritare questo onore! Mi raccomando.. fammi sapere se anche questo ti piace.. non vorrei deluderti!! Baci! =)

Mistica88: io e te siamo unite telepaticamente!! XD mamma mia che bel ragazzuolo..sinceramente neanche io capisco perché Bella faccia così quando entra in scena Jacob, saranno i suoi ormoni impazziti..ma secondo me dalla vita vuole anche un amaro lucano.. XD

 

 

                                                

                                                Capitolo 7

                           Jacob

[…]

“Ehm, Jacob, non è il momento. Possiamo occuparcene dopo?” Carlisle aveva la voce stanchissima.

Jacob non rispose. Chissà a cosa stava pensando. Ma comunque era uno di famiglia, perché tenergli nascosto ciò che stava succedendo?

Allora mi rivolsi a Edward.

“Perché no? Abbiamo dei segreti anche per Jacob? Che motivo c’è?” mi accorsi che la mia voce era molto rauca.

Nessuno mi rispose. Si guardarono tutti ansiosi. Ma nessuna risposta. Allora decisi di agire per mia iniziativa.

“Jacob, entra pure.” Gracchiai a voce un po’ più forte, per farmi sentire da lui. Poi mi ricordai che era un licantropo, quindi aveva lo stesso udito finissimo dei vampiri, perciò non dovevo sgolarmi per farmi sentire da lui.

Sentii Jacob dire qualcosa a Carlisle, ma grazie al mio udito da umana non sentii cosa.

Quando Jacob entrò rimase per un attimo spiazzato al centro della stanza. Si guardò intorno.

Il primo volto su cui si soffermò fu quello di Edward, e non mi sembrò una bella idea che vedesse lui per primo. Edward era l’unico tra tutti che aveva uno sguardo.. non sapevo nemmeno come descriverlo, ma sicuramente Jacob avrebbe interpretato l’espressione del suo volto in un modo catastrofico. D’altronde era sempre il solito esagerato.

Poi mi guardò. Spalancò gli occhi e non disse nulla.

Rosalie continuava a girarmi intorno. Cercando di proteggermi da questa nuova minaccia. Ma Jacob non lo era, era solo un amico, e poi non aveva nessuna laurea in medicina o campi simili. La guardai e cercai di farla rilassare.

Ma subito, sentii qualcosa salirmi su per la gola, un altro conato di vomito. Oddio per favore no. Pietà, sono stufa di vomitare in ogni angolo della casa!

Rosalie capii tutto dalla mia espressione e prese una bacinella per metterla immediatamente sotto la mia bocca, in modo che ci rigurgitassi dentro.

Edward si inginocchio immediatamente accanto a me, con uno sguardo addolorato. Conoscevo quello sguardo. Era quello che mi lanciava quando stavo particolarmente male, o vomitavo. Lo sguardo con la quale si malediva per ciò che mi aveva fatto. Rosalie sollevò immediatamente una mano, e in quel gesto intendeva di non esagerare con la vicinanza.

Ma non mi ero dimenticata di Jacob.

Alzai la testa e gli mormorai imbarazzata per lo spettacolo che era stato costretto a vedere:

“Scusami tanto.”

Edward iniziò a gemere piano, affondò la testa nel mio ventre, attento a non farmi male. Gli poggiai una mano sulla guancia, era naturale che volessi consolarlo, si sentiva tremendamente in colpa, e le mie condizioni di salute che peggioravano ogni ora, di certo non aiutavano a farlo stare meglio.

Jacob intanto si era avvicinato troppo per gli standard di Rosalie, che si mise tra me e lui con un sibilo rivolto al licantropo. Non volevo che ci fosse un’altra lite in casa.

“Rose, no” bisbigliai. “Va tutto bene.”

Rosalie si mise da parte, ma si vedeva dal suo sguardo che non ne era per niente contenta, era pronta a lanciarsi su Jacob se solo avesse osato sfiorarmi.

Jacob aveva una faccia terrorizzata. Ma di certo non per la minaccia di Rose.

“Bella, cosa ti è successo?” bisbigliò. E si mise in ginocchio vicino a me prendendomi la mano gelida. “Stai bene?”

Sinceramente Jacob? Non so se sto bene. Da una parte mi sento felicissima, da un’altra non faccio altro che stare male. Perciò non gli risposi. Cambiai risposta cercando di evitare l’argomento.

“Sono felice che tu sia venuto a trovarmi Jacob”.

Edward iniziò a gemere di nuovo sulla coperta, non so se per reazione alle mie parole verso Jacob, o altro.

“Che cosa c’è, Bella?” mi fece la stessa domanda di prima ma cambiando le parole. Lo sapevo che non si sarebbe arreso così presto..

Non sapevo come impostargli la cosa. Non potevo semplicemente dirgli:

Sai Jacob, sono incinta, di un bambino che voglio per forza, anche se mi fa stare peggio ogni minuto che passa.

Non potevo.. e poi non mi piaceva. Perciò mi misi a guardare i volti immobili come statue della mia famiglia. Avevano tutti uno sguardo ansioso e perplesso. Mi arresi, cercando di non fa arrabbiare Rose e chiesi aiuto a lei.

“Mi aiuti, Rose?”

Rose tese le labbra scoprendo i denti, e guardò Jacob con aria omicida.

“Ti prego, Rose”

Lei arricciò il naso, ma si chinò verso di me, cingendomi le spalle, mentre Edward rimaneva immobile dov’era.

“No. Non alzarti.” Disse Jacob, aveva paura che potessi cadere da un momento all’altro, oppure che fossi troppo debole per muovermi. Ma non mi andava che mi sottovalutasse così, soprattutto che sottovalutasse Rose, pensando anche solo per un minuto che mi avrebbe lasciata cadere..

“Sto rispondendo alla tua domanda.” Gli risposi seccata.

Rose mi aiutò ad alzarmi dal divano, con molta fatica. Il pancione era diventato molto ingombrante. La coperta cadde per terra. Edward non si mosse, anzi si lasciò cadere, affondando il suo viso perfetto tra i cuscini che mi sostenevano quando volevo restare seduta.

Portai le mani al pancione, una sopra la sporgenza, e una sotto.

Solo in quel momento Jacob parve capire. Ma cosa aveva pensato che fosse la sporgenza nascosta dalla coperta?

Restai perplessa di fronte alla sua sorpresa. Certo.. forse stava facendo i conti come avessi potuto inglobare 9 mesi in 1.. ma con tutta la faccenda delle creature leggendarie che in realtà si rivelavano vere, avrei creduto anche se mi avessero detto che in quel preciso istante c’era un maialino che mi volava sopra la testa. E soprattutto Jacob, che apparteneva alla stirpe leggendaria, come poteva meravigliarsi di fronte ad una cosa simile? Ero assolutamente sbalordita, forse più di lui.

Ma ad un tratto, Edward si mise in piedi davanti a Jacob con furia.

“Usciamo, Jacob.” Gli ringhiò.

Anche Jacob si alzò.

“D’accordo.”

Immediatamente mi sentii male. Ecco perché Edward si era alzato così di scatto. Doveva aver ascoltato i pensieri di Jacob, e considerata la furia con la quale gli ringhiò contro, non dovevano essere dei pensieri lusinghieri per nessuno di noi.

Lo conoscevo. Di sicuro stava pensando che quello che mi cresceva dentro era un mostro. Come d’altronde era convinto Edward. Ma avrei fatto come al solito. Avrei lasciato che le sue parole mi entrassero in un orecchio e che uscissero dall’altro. Non volevo che combattessero a causa mia. Non potevo sopportare di perderli. Nessuno dei due.

“No.” Rantolai perdendo l’equilibrio, mentre cercavo di trattenere Edward per un braccio. Subito Rose mi prese, senza permettere che mi abbassassi anche di un solo centimetro.

“Devo solo parlargli, Bella.” Mi rassicurò Edward sottovoce. Mi sfiorò il viso dolcemente e mi implorò.

“Non stancarti, riposati per favore. Fra qualche minuto saremo di ritorno.”

Avevo paura. Paura che combattessero, paura che uno di loro morisse. Però esaminai attentamente gli occhi di Edward. In quell’oceano d’oro non c’era nessuna traccia di menzogna. Erano completamente sinceri. Perciò gli credetti.

Annuii e mi accasciai lentamente sul divano, Rose mi sistemò meglio sui cuscini, in modo che non avessi male anche ala schiena, oltre alle altre innumerevoli parti.

Poi fissai Jacob.

“Fate i bravi, e poi tornate qui.”

Jacob non mi rispose, distolse lo sguardo dal mio viso, e seguii Edward che intanto si era avviato verso la porta.

Non mi piaceva che non mi rispondesse, ma non gli dissi niente. Chissà cosa voleva dirgli Edward. Ero molto curiosa.

“Sentite cosa si dicono?”

Tutti allungarono le orecchie alla mia richiesta. Ma immediatamente afflosciarono impercettibilmente le spalle. Sembravano tutti delusi.

“Mi dispiace, Bella. Devono essersi messi lontano dalla nostra portata.” M’informò Carlisle

Annuii delusa.

“Sono sicuro che ti diranno quando tornano cosa si sono detti.” Mi disse dolcemente. E aggiunse. “E poi lo sai meglio di me che Jacob ti ha sempre detto tutto. Mi sbaglio?”

“No, non ti sbagli mai..” e gli feci un sorriso radioso.

Da fuori non si sentiva nessun rumore.

Gli altri intanto si muovevano lentamente nella stanza, come se fossero impazienti di sapere cosa stesse succedendo là fuori. Ma di certo non potevano essere più impazienti di me.

Poi improvvisamente vidi due sagome avvicinarsi verso la porta. Tirai un sospiro di sollievo vedendo che erano tornati senza graffi.

Edward aveva ancora quell’espressione robotica, mentre Jacob sembrava interdetto.

Ma non sembrava che avessero litigato.

Entrarono in salone, e tutti noi aspettavamo di sapere cosa ci eravamo persi.

 

Ringrazio anche oggi le donzelle che recensiscono:

AlexiaLil
Cassandra 287
Fairyire
Lady marty
Ledyang
Mistica 88
Sackiko_chan
Saraligorio1993
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E naturalmente anche quelle che hanno messo la storia tra i preferiti:

1 - akane_val
2 - AlexiaLil
3 - bellemorte86
4 - Bepycka
5 - cassandra 287
6 - clodiina85
7 - crusade
8 - deneb91
9 - Djibril88
10 - Fairyire
11 - francy94
12 - ginny89potter
13 - Honey Evans
14 - ka chan
15 - Kathys
16 - ki9
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21 - Mnemophobia
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Capitolo 8
*** Cosa ti ha chiesto Edward? ***


cap 8

Scusate, scusate, scusate!!! Non sono riuscita a postare in questi due giorni perchè domani ho interrogazione di Filosofia, Psicologia e Sociologia... mi dispiace veramente tanto ragazze.. però spero di farmi perdonare con questo capitolo super mega lungo!!! 

Mistica88: nemmeno io riesco a capirlo.. ma ho appena sviluppato una teoria.. magari la meyer quando ha scritto quel pezzo aveva fumato qualcosa.. sisi.. ne sono certa, era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.. XD

saraligorio1993: =) è per questo che ho deciso di fare questa FF... volevo vedere cosa sarebbe successo nella mia testolina in quel momento.. 

ledyang: grazie ancora! =) spero che questo capitolo ti piaccia...

              Capitolo 8

                                    Cosa ti ha chiesto Edward?

 

Edward e Jacob camminavano lentamente. Uno sembrava sempre distrutto, nessuna mutazione nel suo viso d’angelo, ormai da molto tempo non vi vedevo passare un sorriso, anche fugace. Mentre l’altro, sembrava che stesse riflettendo su qualcosa, e le dedicava ogni pensiero. Li fissai ansiosa. Guardai un secondo Jacob, ma poi rivolsi tutta la mia attenzione ad Edward, preoccupata.

Attorno a me gli altri erano molto perplessi, e Jacob, vedendo questa perplessità mi sembrò quasi sollevato.

Chissà cosa gli aveva detto Edward da farlo vergognare nel caso che gli altri avessero sentito.

Poi Edward parlò, sempre con quella voce robotica. Pensava che non mi accorgessi che faceva di tutto per non farmi vedere i suoi veri sentimenti? Comunque gli ero in un certo senso grata, almeno non stavo male più di tanto.

“Lasciamo Jacob e Bella da soli, devono parlare in privato.”

Come previsto la reazione di Rose fu immediata.

“Prima dovete passare sulle mie ceneri.” Ringhiò, e mi mise una mano ghiacciata sulla guancia. Ebbi un fremito.

Ma Edward fece come se non avesse parlato.

“Bella, Jacob vuole parlarti. Hai paura di restare da sola con lui?”

Ero confusa. Cosa aveva da dirmi Jacob, da non poterne parlare davanti agli altri? Lo guardai, e poi guardi Rose.

“Rose, è tutto apposto. Jake non ci farà del male. Vai con Edward.” Dissi fiduciosa.

Rosalie non approvava.

“Potrebbe essere un trabocchetto.”

“Mi pare improbabile.” Le risposi. Ed era vero. Jacob non era un medico, non aveva esperienza, e poi che non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Credo. Se d’altronde voleva farla Edward, che era il padre del bambino, perché non avrebbe dovuto farlo Jacob, che era in senso lato un estraneo? Ma queste supposizioni fu meglio non dirle ad alta voce. Non sapevo come avrebbero reagito.

“Potrai tenere me e Carlisle sott’occhio, Rosalie. Siamo noi che le facciamo paura.” La voce che prima era robotica, ora si era rotta, rivelando in realtà quanto gli facessi male. Iniziai a non riuscire a respirare bene. Iniziai a sentirmi male.

“No.. no, Edward. Io non..” iniziai. Non sapevo come potermi spiegare. Non avevo paura di lui. Solo paura che potesse uccidere il mio bambino. O meglio dire nostro..

Edward scosse la testa di fronte alla mia disperazione e fece un debole sorriso. “Mi sono espresso male, Bella. Tranquilla, io sto bene. Non preoccuparti per me.”

Non è vero!! Volevo urlargli. So benissimo che menti! Ma come al solito non dissi nulla.

“Tutti, per favore.” Ripeté Edward con un gesto verso la porta. Tutti immediatamente obbedirono alla sua richiesta. Rose esitava, naturalmente non si fidava, e Edward la aspettava sulla soglia della porta.

“Rose, voglio che tu vada.”

Lei lanciò un’occhiataccia a Edward e gli fece cenno di precederla verso l’uscita, e sulla soglia, guardò male Jacob.

Quando tutti andarono via mi voltai a guardare Jacob, che nel frattempo si era seduto sul pavimento, vicino a me. Mi prese dolcemente le mani, ormai gelide come quelle dei vampiri, e le strinse nelle sue, bollenti.

“Grazie, Jake. Così va meglio.”

Lui fece una specie di smorfia.

“Non ti mentirò, Bells. Sei orrenda.” Chiamandomi con quel soprannome mi fece ricordare immediatamente Charlie. Mi sarebbe piaciuto risentirlo.

Ma sospirai.

“Lo so. Faccio paura.”

“Già, sembri il mostro della palude.”

Scoppiai a ridere, una risata contenuta, schietta. Mi mancava ridere. E per questo gli ero grata.

“Che bello che sei qui. Questa risata mi fa quasi sentire bene. Non so per quanto tempo ancora riuscirò a sopportare la tensione.”

Jacob alzò gli occhi al cielo. Il solito movimento che faceva con me.

“Okay, okay. Sono io la causa del mio male.” Gli concessi, e in un certo senso era vero.

“Si, è così. Cosa ti passa per la testa, Bells? Seriamente!”

Dovevo aspettarmelo.

“Ti ha chiesto lui di sgridarmi?” gli chiesi esasperata.

“In un certo senso. Anche se non capisco perché crede che mi darai ascolto, visto che non l’hai mai fatto.”

Sospirai.

“Te l’avevo detto..”

Ma non lo lasciai finire. Non volevo che mi dicesse che Edward era un mostro per avermi fatto questo.

“Lo sai che te l’avevo detto ha un fratello, Jacob? Si chiama chiudi il becco.”

“Buon questa.”

Sorrisi. “Non è farina del mio sacco.. l’ho sentita in una vecchia puntata dei Simpson.”

“Me la sono persa.”

“Peccato, era molto divertente.”

Nessuno di noi parlo per un momento.

Volevo ardentemente sapere cosa si erano detti.

“Davvero ti ha chiesto di parlarmi?”

Lui annuii. “Mi ha chiesto di farti ragionare. Una battaglia persa in partenza.”

Lo guardi confusa.

“Allora perché hai acconsentito?”

Jacob non rispose. Ma credo si sapere quale fosse la sua risposta. Era ossessionato dal fatto di potermi perdere. E questo fatto improvviso che lui non aveva calcolato, accelerava i tempi. Volevo rassicurarlo come avevo fatto con tutti gli altri.

“Andrà tutto bene. Ne sono sicura.”

“La demenza è uno dei sintomi?” mi chiese improvvisamente arrabbiato.

Ma io risi. Volevo alleggerire l’atmosfera che si stava lentamente cerando.

“Forse. Non dico che sarà facile, Jake. Ma dopo tutto quello che ho passato, è naturale che io creda nella magia.”

“Magia?”

Non si rendeva conto che lui, come tutta la mia famiglia faceva parte di una parte magica? Erano tutti così cocciuti a capirlo..

“Specialmente riguardo a te. Tu hai qualcosa di magico e vedrai che tutto andrà come deve anche per te.” Tolsi la mano dalla sua presa e gli accarezzai la guancia.

“Ma di che parli?”

Non la smettevo di sorridere. Aveva la testa di coccio.

“Una volta Edward mi ha spiegato come funziona l’imprinting. Mi ha detto che somiglia al Sogno di Una Notte di Mezza Estate, a una magia. Troverai anche tu la persona giusta, Jacob, la persona che stai aspettando, e allora, forse, tutto avrà un senso.”

Jacob mi rispose brontolando rabbioso.

“Se pensi che l’imprinting possa dare un senso a questa pazzia.. credi davvero che se incontrassi una sconosciuta e avessi l’imprinting, questo aggiusterebbe tutto?” mi puntò un dito al pancione.

“Allora dimmi a cosa è servito, Bella! Che senso ha avuto amarti? Che senso ha avuto il tuo amore per lui? Pensi che quando morirai tutto tornerà a posto? Che senso avrà avuto tanto dolore, mio, tuo, suo?! Non che me ne importi, ma finirai per uccidere anche lui.” Ebbi un fremito. Per favore, non ripetermi quelle parole. Mi sento soffocare al solo pensiero. Jacob continuò. “E a quel punto, la tua perversa storia d’amore a cosa sarà servita? Bella, se tu ci vedi un senso, per favore, mostralo anche a me, perché da solo non ci arrivo proprio.”

Lo lasciai sfogare. Sospirai. Perché tutti facevano così fatica a capire quanto questo bambino fosse importante?

“Non lo so, Jake. Ma sento.. che tutto questo porterà a qualcosa di buono, anche se ora non riusciamo a vedere cosa.” Riuscite corressi mentalmente. “Penso che sia quella che chiamano fede.”

Non ero mai stata particolarmente religiosa, a causa dei cambiamenti religiosi di Renèe, ma questa volta ero piuttosto fiduciosa. Soprattutto come gli avevo detto prima, riguardo la magia di cui costantemente ero circondata.

“Stai morendo per niente, Bella! Per niente!”

Era cieco e non aveva visto il mio pancione? Ma in fondo era un maschio.. non poteva di certo capire l’istinto materno che sorge dentro di te quando hai una vita che ti cresce dentro.

Per farglielo capire senza parole, tolsi lentamente la mano dal suo viso e la portai verso il grembo, accarezzandolo.

“Non morirò. Il mio cuore continuerà a battere. Sono forte abbastanza.”

“Stronzate, Bella. Nessun umano può farcela. E tu non sei abbastanza forte.”

Mi prese il viso tra le mani. Io potevo farcela.. avrei dovuto farcela. Per il mio bambino. Per Edward. Per la mia famiglia. E anche per Jacob.

“Posso farcela. Posso farcela.” Farfugliai.

“A me non pare proprio. Allora dimmi, qual è il tuo piano? Spero che tu ne abbia uno.”

Certo che ne avevo uno.. gli sembrava stupida fino a tal punto?

Perciò annuii ed evitai il suo sguardo. Non volevo che si arrabbiasse in anticipo.

“Lo sapevi che Esme si è buttata da una scogliera quando era ancora umana?”

“Quindi?”

Ancora non capiva.

“Era più morta che viva, tanto che non si sono nemmeno presi la briga di portarla al pronto soccorso: è finita dritta all’obitorio. Però il suo cuore pulsava ancora quando Carlisle l’ha trovata..”

“Quindi non è in forma umana che pensi di sopravvivere.”

Finalmente ci era arrivato.

“No, non sono stupida fino a quel punto. Ma presumo che tu la veda in maniera diversa.”

Ricordai ancora le parole che mi aveva detto qualche mese prima.

Brontolò. “Pronta vampirizzazione.”

“Con Esme ha funzionato. E anche con Emmett, con Rosalie e pure con Edward. Nessuno di loro era in forma smagliante, sai? Carlisle li ha trasformati perché se non lo avesse fatto sarebbero morti. Lui non mette fine alle vite, le salva.”

Non voleva demordere. Lo vedevo.

“Dammi retta, Bells. Non farlo. Non aspettare che sia troppo tardi, Bella. Non così. Vivi, okay? Vivi e basta. Non farmi questo. E non farlo a lui.” Poi improvvisamente alzò la voce. “Sai cosa farà quando morirai. Lo hai già visto. Vuoi che torni da quegli assassini italiani?”

Mi rannicchiai, respirai a fondo. Non volevo ricordare quei momenti spaventosi, vissuti nella paura di doverlo perdere se non fossi stata abbastanza veloce. Potevo sentire il sole che mi scaldava mentre correvo verso la sua salvezza. Non volevo pensarci. Perché me lo ricordava? Così mi faceva stare solo peggio.

Fece un respiro e proseguii.

“Ricordi quando mi sono fatto massacrare da quei neonati? Ricordi cosa mi hai detto?”

Ecco  un altro ricordo. Con Jacob era sempre così. Ti faceva ricordare tutto. Serrai le labbra e non risposi. Non volevo ripensare a tutte le mie insicurezze e a quanto lo avessi fatto soffrire.

“Mi hai detto di fare il bravo e dare ascolto a Carlisle. E io cos’ho fatto? Ho dato ascolto al vampiro. Per te.”

Ma come poteva paragonare quella situazione a quella attuale?

“Gli hai dato ascolto perché era la cosa giusta.”

“Okay, una ragione vale l’altra, scegli quella che preferisci.”

Feci un bel respiro.

“Ma ora non è la cosa giusta.” Guardai il pancione e bisbigliai. “Non lo ucciderò.”

“Oh, che bella notizia! Allora aspettiamo che nasca questo bel bambino che scoppia di salute. E sai che ti dico? I palloncini azzurri li porto io.”

Arrossii. Non avevo mai detto a nessuno del bambino del mio sogno. E non sapevo se era saggio parlarne a Jacob.

“Non so se è un maschio. L’ecografia non può dirlo. La membrana che lo avvolge è troppo dura, come la loro pelle. Perciò sarà una sorpresa. Ma nella mia mente vedo sempre un maschietto.” Non gli dissi del sogno.

“Non c’è un bel bambino li dentro, Bella.”

Non gliel’avrei data vinta. Come al solito.

“Vedremo.”

“Tu no di certo.”

Uffa.

“Sei molto pessimista, Jacob. Secondo me almeno una possibilità di farcela c’è.”

Non rispose e respiro profondamente.

Gli arruffai i capelli. “Jake, andrà tutto bene. Sssh. Andrà tutto bene.” Gli accarezzai una guancia.

“No, invece no.”

Sempre il solito testardo.

“Sssh.”

“Cosa c’è sotto, Bella? Ero convinto che non desiderassi altro che il tuo vampiro. E ora che fai? Ci rinunci? Non ha senso. Da quand’è che sei così smaniosa di diventare mamma? Se ci tenevi tanto, perché mai hai sposato un vampiro?”

Non riusciva a capire. Maschi.

“Non è così. Non m’importava di avere un figlio. Non ci pensavo neanche. Non di tratta di avere un bambino. Si tratta di, be’, questo bambino.”

“È un assassino, Bella. Guarda come ti ha ridotta.”

Mi fece arrabbiare. Il mio bambino non era un assassino.

“No, non è un assassino. Dipende da me. Sono debole e umana. Ma tengo duro, Jake, posso..” non mi fece nemmeno finire la frase.

“Oh, avanti! Sta’ zitta, Bella. Puoi incantare il tuo succhiasangue, ma non puoi infinocchiare me. Sai benissimo che non ce la farai.”

Aveva toccato perfettamente il mio punto debole. Volevo rassicurare Edward dicendo quelle parole, ma dentro di me avevo una certa paura che qualcosa non andasse come non doveva.

“No che non lo so. Ovviamente sono preoccupata.”

“Preoccupata.”

Dolore.

Sentivo un dolore acutissimo al centro del pancione. Mi afferrai il ventre, e senza che me ne accorgessi alzai un piccolo lembo di maglia.

“Sto bene, non è niente.”

Sapevo benissimo di avere dei lividi su tutta la pancia. E Jacob li stava fissando intensamente.

“È forte, tutto qui.”

Iniziò a balbettare.

“Bella.”

Lo fissai.

“Bella, non farlo.”

Si stava agitando troppo.

“Jake..”

“Ascoltami. Non ti arrabbiare, okay? Sta’ solo a sentirmi. E se..?”

Non completò la frase, ma dal tono mi sembrava una domanda.

“E se cosa?”

“E se ci fosse una possibilità? Se ci fosse un’alternativa? Se dessi retta a Carlisle, da brava, e sopravvivessi?”

Non riuscivo a capire dove volesse arrivare.

“Io non..”

“Non ho ancora finito. Intanto sopravvivi e poi si vedrà pensa che per questa volta non è andata. E magari, più in là, ci riproverai.”

Aggrottai le sopracciglia, alzai le dita e gli accarezzai la fronte. Questa volta a non capire ero io..

“Non capisco.. cosa vuol dire ci riproverai? Non penserai che Edward mi permetterà..? E che differenza farebbe? Sono sicura che qualsiasi bambino..” non mi lasciò di nuovo finire la frase.

“Si. Sarebbe lo stesso con qualsiasi suo bambino.”

Confusione totale.

“Cosa?”

Cercai di afferrare il senso delle sue parole.. qualsiasi suo bambino sarebbe come quello che portavo in grembo.. l’unica soluzione che vedevo era..

“Oh. Bleah! Ti prego, Jacob. Pensi che dovrei uccidere il mio bambino per sostituirlo con un surrogato? Magari ricorrendo all’inseminazione artificiale? Perché dovrei volere il figlio di uno sconosciuto, come fosse la stessa cosa? Pensi che un bambino valga l’altro?” mi stavo arrabbiando.

Non credo che sarei mai stata una madre perfetta. Ma questo proprio no.

“Non intendevo questo. Non il figlio di uno sconosciuto.”

“Allora cos’è che stai dicendo?”

“Niente. Non sto dicendo niente. Tanto per cambiare.”

Ma si vedeva lontano un miglio che stava mentendo.

“Come ti è venuto in mente?”

“Lascia perdere, Bella.”

Ecco. Avevo toccato il tasto giusto. Non era stata di certo una sua idea. Chi era che mi amava così tanto da essere disposto a qualsiasi cosa pur di farmi vivere?

“È stato lui, vero?”

“No, fidati. Non ha parlato di qualcosa di artificiale?”

Okay, non capivo. Ero stanchissima e mi lasciai sprofondare nei cuscini.

Non mi accorsi nemmeno di stare parlando ad alta voce..

“Farebbe qualsiasi cosa per me. E io lo sto facendo soffrire così… ma cosa crede? Che scambierei questo con quello di uno sconosciuto..”

“Non devi farlo soffrire. Puoi tornare a farlo felice, Bella. Penso che stia veramente perdendo la testa, sul serio.”

Mentre lui parlava io ripensavo alle sue parole, parola per parola. Sapevo che c’era un significato che stava cercando di nascondermi. Distrattamente disegnavo dei piccoli cerchi sul pancione. Oddio. Forse avevo capito. Ma che fosse disposto ad arrivare fino a quel punto? Possibile che.. dovevo chiederlo di nuovo.

“Non con uno sconosciuto? Cosa ti ha detto Edward esattamente?” Rabbrividii al solo pensiero di una risposta positiva.

“Niente. Pensava solo che magari mi avresti dato retta.”

Ah ah.. devi cambiare battuta, Jake.

“Sbagliato. Riprovaci.”

Lo guardai negli occhi, e lui cercò di negare ancora, ma senza troppa convinzione.

“Niente.”

Questo dimostrava che avevo ragione.

Schiusi la bocca per la sorpresa.

“Wow.”

Jacob non osava guardarmi. Scossi lentamente la testa.

“È veramente disposto a tutto, vero?”

Lui sembrò cedere. E mi confermò quello che ormai stavo iniziando a capire.

“Te l’ho detto che sta letteralmente impazzendo, Bells.”

“Mi stupisce che tu ti sia lasciato sfuggire l’occasione di fare subito la spia, per metterlo nei guai.”

Alzò lo sguardo in tempo per vedere sul mio viso scavato un ghigno.

“Ci avevo pensato.”

Eppure, nonostante Jacob sapesse che non avrei più cambiato idea, fece la stessa cosa che aveva fatto quando era venuto al matrimonio. Si era sacrificato pur di farmi felice. Soffriva lui al posto mio.

“Anche tu saresti disposto a tutto per me, eh?” sussurrai. “Non capisco proprio perché ti dia tanta pena. Non vi merito, non merito né lui né te.”

Di questo ero sicurissima. Entrambi si sarebbero sacrificati per la mia felicità, mentre io li facevo solo soffrire.

“Tanto non cambia niente, vero?” mi chiese.

“Non stavolta. Vorrei proprio spiegartelo in modo che tu capisca. Non posso fargli del male” indicai la mia pancia. “così come non poteri impugnare una pistola e sparare a te. Gli voglio bene.”

“Perché vuoi sempre bene alle persone sbagliate, Bella?”

“Non è così.” Ed era vero. Come poteva ritenere sbagliato voler bene a Edward, così dolce; a lui stesso, che si sacrificava sempre per me; alla mamma che tutti vorrebbero, Esme; al comprensivo Carlisle; alla piccola folletta Alice; all’orsacchiotto Emmett; a Rose, che mi aveva aiutata quando ne avevo bisogno; a Jasper che mi considerava come una sorella; al piccolo Seth, con quel suo faccino ancora da bambino? Come si poteva non voler bene a queste persone?

Ma lui, come in tutto non sembrava d’accordo.

“Invece si, fidati.”

Si alzò.

“Dove vai?” non volevo che andasse via. Aveva portato un po’ di normalità nella mia vita fatta di tensioni.

“È inutile che resti qui.”

Sollevai una mano. “Non andartene.”

“Questo non è il mio posto. Devo tornare a casa.”

“Perché sei venuto oggi?”

“Per vedere se eri viva davvero. Charlie ha detto che eri malata e non gli ho creduto.”

Sempre il mio solito Jacob.

“Tornerai, prima..”

Non mi lasciò finire.

“Bella, non me ne starò qui a guardarti morire.”

Trasalii a quelle parole.

“Hai ragione, hai ragione. È meglio che te ne vada.”

Si voltò verso la porta.

“Addio. Ti voglio bene, Jacob.”

Lo sentii farfugliare qualcosa mentre usciva e poi scomparii tra gli alberi.

Avrei voluto che fosse rimasto, ma non era giusto. Ero egoista, e gli stavo facendo ancora del male. Non bastava quanto gliene avessi già fatto? Ma adesso tutto era cambiato, io volevo solo il mio amico Jacob, non ero più innamorata di lui.

I Cullen rientrarono, e mi guardavano perplessi. Non avevano sentito una parola della nostra discussione, e non volevo certo mettere in imbarazzo Edward. Rose mi venne immediatamente al fianco mentre io guardavo Edward. Doveva averlo capito anche lui che non avevo accettato la sua richiesta indiretta, e tornò uno sguardo addoloratissimo.

“Cosa ti ha detto il cane?”

“Nulla, Rose. Solo che non credeva alla storia di Charlie.”

Sbuffò.

Non dissi nient’altro.

Poi vidi Rose allontanarsi improvvisamente, e tornare subito dopo, con una spugna e una bacinella con dell’acqua. La guardai confusa.

“Puzzi di cane, Bella.”

Tutti tranne Edward ci lasciammo andare ad una lieve risata, almeno fino a quando non si udii uno strano rumore provenire dall’interno del grembo, che mi fece piegare in due dal dolore.

Ringraziamenti:

- a chi recensisce: (per ogni capitolo scrivo chi ha recensito per quello precedente..)

ledyang
mistica88
saraligorio1993

- e naturalmente chi mi ha messo tra i preferiti:

1 - akane_val
2 - AlexiaLil
3 - bellemorte86
4 - Bepycka
5 - cassandra 287
6 - clodiina85
7 - crusade
8 - deneb91
9 - Djibril88
10 - Fairyire
11 - francy94
12 - ginny89potter
13 - Honey Evans
14 - ibiscus
15 - ka chan
16 - Kathys
17 - ki9
18 - ledyang
19 - lisepotter
20 - miss lovett
21 - mistica88
22 - Mnemophobia
23 - nene1964
24 - ninfea_82
25 - nixy
26 - Padfoot_07
27 - sackiko_chan
28 - saraligorio1993
29 - sarwen
30 - _HoneY_

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Capitolo 9
*** Dolore e Confusione ***


cap 9

Ciao ragazze!! ma quanti splendidi commenti!! sono veramente felicissima che la mia storia vi piaccia così tanto!! credo che posterò sempre ogni 2 giorni, perchè con la scuola non riesco a fare di meglio, cioè.. potrei postare ogni giorno.. ma verrebbe una schifezza secondo me, perciò preferisco fare le cose bene, con calma...
bhe adesso rispondiamo ai commentini... alla prossima! baci! =)

_Hysteria: una nuova fan, che bello!!! =) mi fa molto piacere che ti sia appassionata! spero che ti piaccia come andrò avanti... XD baci..

ledyang: bene bene!! =) così avrò sempre degli splendidi commenti!! grazie mille!!

saraligorio1993: grazie! =) anche io credo che la sottovalutino troppo... ma è il loro carattere.. come dice anche la Meyer, Bella è molto più forte di quanto si creda.. 

Wind: eh lo so.. per quanto possa avermi divertito la parte di jacob, sarebbe stata tutta un'altra cosa narrata da bella..

mistica88: sisi.. ricordo mamma mia che dolor... uh dio.. non voglio pensarci.. poveretta... mi stupisco che fosse rimasta semicosciente... 

                                                Capitolo 9

           Dolore e confusione

Il male alla pancia continuava a crescere. Emisi un altro gemito mentre tutti mi si raccoglievano attorno.

“Bella? Cosa ti senti?” mi chiese Rose.

“Non lo so.” Altro gemito. “Credo che si stia muovendo. Solo che mi fa male.”

Vidi Edward stringere le nocche e guardare il pancione con aria omicida. Ma Rose, troppo occupata a passarmi l’acqua sulla fronte, non a causa del mio odore canino, per fortuna non se ne accorse, altrimenti sarebbe scoppiata un’altra lite.

“Bella dobbiamo portarti di sopra a fare una lastra, per sicurezza.”

“È troppo rischioso continuare a trasportarla, Edward. Perché non portate tutte le attrezzature qua?”

“In effetti è una buona idea.”

“Emmett, Jasper e Edward, smontate tutto. Io e Alice facciamo spazio nella stanza.”

Immediatamente tutti si volatilizzarono, Edward qualche secondo più tardi. Forse non voleva lasciarmi sola, oppure aspettava che gli dicessi qualcosa riguardo la mia conversazione con Jacob.

Le ragazze si misero a spostare silenziosamente i mobili del salotto, mentre io, con le mani sul pancione, le fissavo muoversi.

Spostarono il tavolo in cucina, tolsero un divano e con particolare attenzione portarono di sopra il piano di Edward nello stesso momento in cui Emmett e Jasper portavano giù il lettino d’ospedale. Lo sistemarono davanti al divano.

Poi Emmett, prendendomi con tutti la delicatezza che aveva in corpo, mi prese tra le braccia e mi mise sul lettino, coprendomi con una coperta.

“Vedi di non far prendere il raffreddore al mio nipotino!” e mi fece un gran sorriso.

Io lo ricambiai.

Sapevo che Emmett soffrisse di fronte alla possibilità di perdermi, ma era comunque emozionato di diventare zio, e avere la possibilità di tenere un bimbo tra le sue braccia. La sua natura glielo negava. Perciò sperava di avere una piccola possibilità con il bimbo in arrivo.

Mentre gli sorridevo scese dalle scale il mio angelo, con dei monitor in mano, guardò male Emmett, e questo tossicchiò e andò di nuovo di sopra. Edward aveva sentito quello che aveva detto Emmett. Logico. Non sopportava tutta questa dolcezza verso la creatura che era la causa del mio dolore.

Mise i monitor su dei sostegni, mi guardò addolorato e tornò di sopra.

Dopo solo mezz’ora di spostamenti vari, la stanza era quella di un ospedale.

Rose si avvicinò.

“Dove sono Carlisle ed Esme?”

“Ne hanno approfittato per andare a caccia qualche ora nei dintorni. Se ci serve qualcosa ci può aiutare Edward.” Disse con una smorfia, come a voler dire che se fosse stato per lei, non si sarebbe mai avvicinato più di tre miglia.

Questo mi si avvicinò con il sacchetto della flebo in mano. Rose camminò verso di lui e glielo tolse dalle mani. Edward non fece una piega mentre lei lo annusava e glielo restituiva con un breve sorriso, ma mi sembrava di aver intravisto nei suoi occhi una strana luce, folle oserei dire. Edward non lo ricambiò poi si fermò vicino al lettino. Lo guardai supplichevole. La puntura no, per favore quella no.

“Edward, è proprio necessario?”

“Si, questi medicinali non li puoi bere. Mi dispiace molto, Bella. Ma non credo che questa sia l’unica puntura che dovrai sopportare. Dobbiamo controllare come funziona tutto il tuo organismo. Stai dimagrendo troppo velocemente, lo hai notato, vero?” parlava ancora con voce da automa.

Annuii. Da due giorni mangiavo pochissimo, qualsiasi cosa mi mettessero davanti mi dava una nausea terribile, ma mi avevano convinta a mangiarne almeno un pochino, per il bene del bambino e per il mio.

Edward mi mise la flebo al braccio sinistro, e accese tutti i vari monitor. Non facevano nessun rumore, segnalavano il battito del mio cuore e altre cose. L’unico rumore era quello della flebo, ma preferii non pensarci. Mentre stavo cercando qualcosa per farmi dimenticare quel rumore orrido, avvertii un leggero cambiamento nell’aria.

Poi improvvisamente tutti si misero all’erta. Cercai di ascoltare qualche rumore strano, ma da fuori veniva sempre il solito scricchiolio dei rami degli alberi, e naturalmente quello della maledettissima flebo.

“Emmett, Jasper, venite con me.” Disse Edward.

“Edward? Cos’è successo?” chiesi ansiosa.

“Nulla, non preoccuparti. Ti spiegherò tutto dopo.”

Annuii più ansiosa di prima, probabilmente Jasper se ne accorse immediatamente e diffuse una calma inopportuna in casa. Poi velocemente uscirono dalla porta.

Da fuori si sentiva ogni tanto qualche ringhio, che non sapevo collegare al suo proprietario.

Vicino a me, Rose e Alice impietrire ogni secondo di più. Si lanciarono uno sguardo che non seppi interpretare e poi dalla porta entrò Emmett. Non disse nulla. Si limitò ad andare al telefono e comporre un numero alla velocità della luce. Attese qualche secondo e poi iniziò a parlare velocissimo.. chi aveva chiamato?

Provai a parlare, ma Emmett uscii di nuovo, seguito poco dopo da Alice. Uffa. Che noia essere l’unica a non sentire..

I minuti passavano, e i miei occhi non reggevano più. Volevo aspettare che tornassero, ma la stanchezza mi assalii, e mi addormentai. Non sentii rientrare nessuno.

Entrai di nuovo in uno di quegli incubi che mi assillavano anche sull’isola Esme.

Avevo il mio bambino in braccio, i Volturi si avvicinavano sempre di più.

Ma non erano loro a preoccuparmi, bensì un’altra figura che si avvicinava. Non riuscivo a vedere chi fosse, a causa della forte nebbia. Ma a qualche metro di distanza lo riconobbi con un gemito. Era Edward, che avanzava verso di noi. Non riuscivo a capire dai suoi movimenti se le sue intenzioni erano buone o meno. A pochi passi da me si fermò e mi rivolse uno strano sorriso che mi fece sussultare. Poi non lo vidi più. Vedevo solo buio.

E finalmente la notte proseguii senza sogni.

Grazie mille a chi recensisce: 

_Hysteria
Ledyang
mistica88
saraligorio1993
Wind

e ovviamente anche a chi ha messo la storia tra i preferiti XD

1 - akane_val
2 - AlexiaLil
3 - bellemorte86
4 - Bepycka
5 - cassandra 287
6 - clodiina85
7 - crusade
8 - deneb91
9 - Djibril88
10 - Fairyire
11 - francy94
12 - ginny89potter
13 - Honey Evans
14 - ibiscus
15 - ka chan
16 - Kathys
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31 - _Hysteria

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Capitolo 10
*** Ha bisogno di cosa...? ***


cap 10

Haloa!! =)  i commenti sono sempre più belli!! Grazie mille per seguirmi..!! XD ecco un altro capitolo.. spero che vi piaccia come i precedenti.. ma ormai ne mancano pochini.. solo 6… sta di fatto che mi piace un mondo farmi leggere quello che è in grado di produrre il mio cervellino.. XD e vedere che vi piace così tanto mi fa veramente felice! Ora vi lascio al capitolo.. lo so che non volete starmi a sentire.. XD kiss

 
_Hysteria: grazie mille per i complimenti! =) non credevo di scrivere così bene! Cosa ne pensi di questo capitolo?!? Kiss

Ledyang: grazie grazie grazie!! =)

Saraligorio1993: Emmett è decisamente uno dei miei Cullen preferito.. quell’aria da orsacchiotto coccoloso la adoro!!

Wind: anche io non vedo l’ora di scriverlo.. e mi sta venendo una piccola ideuzza… sta cercando di farsi spazio tra i miei neuroni atrofizzati dalla matematica… ma si sta facendo strada… XD

Mistica88: ma che vecchiaia!! XD quanti anni hai?! Comunque è quel can.. ehm.. è quel bravo ragazzo di Jacob.. XD  (non si nota il mio rancore verso di lui vero?)

 

 

 

                                                               Capitolo 10

 

                                                              
                Ha bisogno di cosa…?

 

 

Mi risvegliai.

Sentivo dei bisbigli intorno a me, probabilmente non volevano che mi svegliassi.

Appena aprì gli occhi, subito Edward mi fu accanto.

“Buongiorno, amore. Come stai?”

Come stavo? Mi sentivo tremendamente stanca, non riuscivo nemmeno a trovare la forza di rispondere.

Ma dovevo farcela. Lui non doveva stare male. Non più di quanto non ci stesse già.

“Benino..” risposi con voce flebile.

“Hai fame?”

“Mhm.. non molta..”

“Bella..” mi rimproverò Rose. “Devi sforzarti, ricorda il bambino.”

Certo che ricordavo il bambino. Era il mio pensiero fisso. Come poteva solo insinuare che per un solo attimo non ci pensassi?? Ma preferii non dire nulla. D’altronde stava facendo così tanto per me, come potevo trattarla male?

“Va bene, vediamo cosa posso mangiare..”

In tre si volatilizzarono in cucina. Esme, Edward e Alice.

Alice come al solito appena aveva un occasione libera scappava via.

Tornarono prima ancora che potessi pensare al motivo per cui si comportava così.

Mi misero davanti un vassoio con su un piatto di pasta, uno di uova, e un bicchiere d’aranciata.

Sembrava tutto delizioso. Questo fino a quando non mi arrivò l’odore al naso. Era nauseante. Mi faceva schifo.

E subito un conato di vomito mi salii per la gola.

“R-Rose..” cercai di avvertirla di quello che stava per succedere.

Grazie al cielo capii e mi mise sotto una bacinella che prima non c’era. Probabilmente era andata a prenderla in un’altra stanza della casa.

Vomitai abbondantemente, poi tirai su la testa.

Mi sentivo stanchissima.

“Bella? Devi mangiare qualcosa.” Mi rimproverò Carlisle.

“Ci ho provato, te lo giuro. Ma non riesco.”

“Proviamo di nuovo.”

Ed Esme mi spinse di nuovo il vassoio sotto il naso.

Oh no. Lo sapevo. Li avevo avvisati. Uffa. Ero già abbastanza magra, se poi adesso non mangiavo e in più vomitavo, sarei dimagrita troppo.

Vomitai di nuovo.

Con la coda dell’occhio vidi Carlisle scuotere la testa.

“Okay. Proviamo per endovena.”

Ecco. Altra puntura. Ma non potevo oppormi. Avevo una fame tremenda. Come avrei fatto?

Carlisle fece esaminare il sacchettino della flebo a Rose, lei lo approvò, e poi mi piantò delicatamente un ago nel braccio. Ahi.

Vidi Carlisle fissare il cosino della flebo sconcertato. Edward aveva spalancato gli occhi della misura di due palle da bowling.

“Co-cosa c’è?”

Si fissarono interdetti.

“Ehm.. le vitamine non entrano nel tuo organismo. Non so perché. I medicinali si, e allora perché il cibo no?” quasi sembrava che stesse  parlando con se stesso.

Mi sentivo debolissima.

“Come possiamo fare?”

“Aspettare. Vediamo se riesci ad assorbirle.”

E tutti si dispersero nella casa. Chissà da quanto non si dedicavano ampiamente alle loro occupazioni.

Emmett, Alice e Jasper andarono insieme di sopra, come Esme, ma lei probabilmente doveva lavare i miei innumerevoli panni sporchi. Edward aveva in viso un’espressione che diceva chiaramente che non si sarebbe allontanato da me per nessuna ragione al mondo. Rose.. bhe lei non capivo se stava li perché era preoccupata per me o perché non voleva lasciarmi da sola con Edward. Carlisle si avviò verso la cucina, ma poi improvvisamente, si voltò verso la porta e si diresse fuori.

Guardi perplessa Edward.

“È arrivato Jacob.”

Annuii. Che bello. Era tornato. Mi faceva sentire felice. Portava un po’ di normalità in questa tensione.

Rosalie ed Edward erano attentissimi a sentire la conversazione che stava avvenendo fuori.

Poi, improvvisamente, Edward assunse un’espressione speranzosa. Lo fissai. Fissai quella nuova emozione che prendeva sempre più spazio in quel viso che era rimasto invariato in 3 settimane.

Si voltò  guardarmi. Quel sentimento ancora ben visibile sul suo volto d’angelo.

“Torno subito, Bella. Devo parlare con Carlisle. Ehm, Rosalie, vieni con me?”

Cosa stava succedendo? Fissai Rosalie, aspettandomi di vedere quel sentimento sul so viso, ma non ve ne era traccia. Allora Edward doveva aver sentito qualcosa nel pensiero di Carlisle, o di Jacob.

“Cosa c’è, Edward?” gli chiesi rauca.

“Niente di cui tu debba preoccuparti, amore. Ci metto un attimo. Rose, ti prego!”

Mi illuminai. Sentirmi chiamare amore con quell’espressione mi faceva sentire al settimo cielo.

Rose sembrò incuriosita.

“Esme? Mi dai il cambio con Bella?”

Esme fu subito al mio fianco. “Certo.”

Edward e Rose uscirono fuori, chiudendosi la porta alle spalle.

Esme sembrava sentire tutto. Quindi questa volta erano rimasti vicini. Avrei voluto chiederle cosa stesse sentendo, quando all’improvviso anche sul suo viso apparve quell’espressione felice, speranzosa, che aveva anche Edward. Perciò mi limitai a fissare quel viso, illuminato. Finalmente stava per succedere qualcosa di buono. Ma chissà cosa. Mi misi a fissare il vuoto, cercando di immaginare cosa sarebbe potuto succedere. Ma non mi venne in mente nulla. Mentre ero in quello stato, rientrarono tutti.

Si misero di nuovo tutti ai loro soliti posti, intorno a me.

“Cosa succede?” chiesi. Passai una mano scheletrica sul pancione, dove continuava a crescere il mio piccolino.

Fu Carlisle a rispondermi.

“Jacob ha avuto un’idea che potrebbe aiutarti. Non sarà piacevole, ma..”

“Ma aiuterà il bambino.” Lo interruppe Rose.

Aiuterà il bambino? Non riuscivo a capire come. Qualsiasi cosa avessimo provato non funzionava, e soprattutto cosa voleva dire..

“Non sarà piacevole?” tossì una risatina. E cosa nella mia vita era piacevole? Soprattutto quei tubi che avevo conficcati nel braccio dalla mattina alla sera. Li fissai e tossì un’altra risatina. “Grande novità!”  

Anche Rose rise con me. Da quanto tempo non c’era questa atmosfera in casa?

Edward mi si avvicinò immediatamente e mi prese la mano tra le sue.

“Bella, amore, stiamo per farti una richiesta mostruosa. Ributtante.”

Okay. Se lui diceva che era ributtante, allora qualcosa di brutto doveva essere per forza.

“È tanto brutto?”

Mi rispose Carlisle. “Pensiamo che l’appetito del feto sia più simile al nostro che al tuo. Può darsi che abbia sete.”

Battei le palpebre. Ah. Ecco cosa intendevano. Mi avrebbero dovuto fare un’altra puntura. Ma non riuscivo a collocare la parola mostruoso in tutto questo. Era solo un altro ago.

“Oh. Oh.”

“Le tue condizioni.. le vostre condizioni, ecco, peggiorano rapidamente. Non c’è tempo da perdere, non possiamo permetterci il lusso di affannarci alla ricerca di un metodo più invitante. Il modo più veloce per verificare la nostra teoria..”

Ecco.. capii cosa c’entrava quella parola in tutto questo. Ah.

“Devo berlo.” Mormorai. Ma annuii. Dovevo essere forte. Dovevo farlo soprattutto per lui. “Posso farcela. E nel frattempo mi alleno per il futuro, no?” guardai Edward, sperando che ricordasse con un sorriso, come me, quella scommessa che avevano fatto qualche mese prima Emmett e Jasper. Ma così non fu.

Rosalie sembrava impaziente, batteva il piede sul pavimento.

“Allora chi è che va a cacciarmi l’orso?” mormorai.

Vidi Edward e Carlisle scambiarsi uno sguardo fugace. Rosalie si immobilizzò.

“Che c’è?”

“Perché il test sia efficace, non dobbiamo prendere scorciatoie, Bella.” Mi disse mio suocero.

Ecco un’altra cosa che rendeva la parola mostruoso più brutto. Iniziai a capire.

“Se il feto brama sangue, non si accontenterà del sangue di un animale.”

Spalancai gli occhi. Avrei dovuto uccidere qualcuno?

“Chi?” e guardai Jacob.

Lui borbottò, al suo solito.

“Non sono venuto qui per immolarmi come donatore, Bella. E poi quella cosa vuole sangue umano, perciò non credo proprio che il mio faccia al caso suo..”

Rosalie interruppe anche Jacob.

“Abbiamo del sangue a portata di mano. Per te. Non si può mai sapere. Non preoccuparti di niente. Andrà tutto bene. Me lo sento, Bella. Sono sicura che il bambino starà molto meglio.”

Se lo diceva lei, allora, potevo fidarmi. Mi aveva aiutata fino a questo punto, perché adesso avrebbe dovuto mentirmi?

Portai adesso entrambe le mani al pancione, e lo accarezzai.

“Bene. Io sto morendo di fame, per cui suppongo che anche lui non veda l’ora di mangiare.” Sussurrai. Stavo veramente malissimo. Avevo una fame insopportabile. Mi feci forza.

“Forza. Sarà il mio primo gesto da vampira.”

Sperai che andasse tutto bene. Ma se Edward aveva avuto quell’espressione speranzosa, voleva pur dire qualcosa. Lo guardai. Adesso non ce l’aveva più, ma probabilmente era solo perché si preoccupava di come avrei reagito bevendo il sangue. Non avrei fatto la schizzinosa, perché se avrebbe fatto stare meglio il bambino, allora avrebbe fatto stare meglio anche me, e soprattutto avrei fatto vedere a Edward quanto fossi forte.

Si. Ce l’avrei fatta. Per tutti e tre.

 

Grazie di cuore a chi recensisce!

_Hysteria
Ledyang
Mistica88

saraligorio1993
wind

 

E anche a chi mi ha messo la storia tra i preferiti, che aumentano ogni giorno!!!

1 - akane_val
2 - AlexiaLil
3 - bellemorte86
4 - Bepycka
5 - cassandra 287
6 - clodiina85
7 - crusade
8 - deneb91
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10 - Fairyire
11 - Fiorellina94
12 - francy94
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19 - ki9
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Capitolo 11
*** Finalmente stai meglio.. piccolino.. ***


cap 11

Scusate ragazze!! Chiedo perdono umilmente per non aver aggiornato!!! È che giovedì ho la verifica sulla divina commedia, e c’è un sacco di roba.. sul serio.. mi dispiace da morire!! Spero che possiate perdonarmi… vi voglio bene! Kiss =)

 Bene passiamo a tutti questi bei commentini:

 
Wind: certo che non può lamentarsi.. XD la trattano come una regina.. che invidia… =)

Ledyang: anche io non vedo l’ora di scrivere quel capitolo! Ma pian piano ci stiamo arrivando!

_Hysteria: XD grazie mille per questi complimenti bellissimi che fai ogni volta.. =) mi dispiace tantissimo per aver tardato così tanto a postare, spero solo di non continuare a fare così tardi.. comunque grazie per avermelo fatto notare quell’errore.. va benissimo ricevere anche delle dritte e delle correzioni! XD

Mistica88: già che schifo.. guarda quando l’ho letto grazie al cielo non avevo ancora mangiato, altrimenti non so come avrebbe reagito il mio corpo davanti ad una cosa del genere.. XD

 

 

                                                        Capitolo 11

 

                                             Finalmente stai meglio… piccolino..

 

 

Appena pronunciai quelle parole, Rosalie e Carlisle sparirono al piano di sopra.

Che strano. Rosalie non si era mai allontanata da me, e se mi aveva lasciata con Edward voleva dire che magari stava iniziando a fidarsi un po’ di lui.

Edward mi prese la mano e mi fissò solamente. Io feci lo stesso. Mi dimenticai che Jacob e gli altri componenti della mia famiglia erano nella stessa stanza, perché in quel momento c’eravamo solo io e Edward.

O meglio io, Edward e il nostro piccolo brontolone.

Negli occhi di Edward vedevo tanto dolore nel vedermi in quella condizione. Ma il dolore non era per se stesso. Era sempre stato una creatura egoista, come adorava definirsi, ma in quel momento non riuscii a capire come potesse definirsi tale. Quel dolore così distruttivo che vedevo nei suoi occhi si preoccupava che io potessi stare troppo male. E mentre i nostri sguardi erano intrecciati, volevo fargli capire, come d’altronde in queste settimane, che la sua preoccupazione non serviva a nulla. Lui ce l’avrebbe fatta a salvarmi. Stavo riponendo tutta la mia vita, la mia anima, il mio cuore nelle sue mani, e conoscendolo, sapevo che li avrebbe trattati come se fossero il suo tesoro più prezioso. E dallo sguardo che mi rimandava mi correggeva. Non le avrebbe trattate come se fossero state il suo tesoro più grande, perché lo erano veramente. Sembrava che io fossi la causa della sua esistenza, perché se io non esistessi, allora nemmeno lui esisterebbe. Come me d’altronde. Non riuscivo nemmeno ad immaginare la mia vita prima di lui. Credo che non si potesse nemmeno chiamare vita quella che vivevo prima.

Rosalie, quando volò di nuovo di sotto, ci riportò alla realtà. Schizzo in cucina.

“Non trasparente, Rosalie.” Disse Edward.

A cosa si riferiva? Guardi Edward curiosa, ma lui scosse la testa. Uffa. A volte non sopportavo proprio la mi incapacità di sapere cosa mi succedeva attorno.

Mi voltai verso Jacob.

“E’ stata una tua idea?” sussurrai. Jacob si avvicinò, sembrava scocciato.

“Non è con me che devi prendertela. È stato il tuo vampiro a rubarmi certi commenti maligni dalla testa.”

Sorrisi quanto le mie forze mi permettevano.

“Non mi aspettavo di rivederti.”

“Già, neanch’io.”

Sapevo cosa aveva fatto. Me l’aveva raccontato brevemente, ma molto brevemente Edward.

“Edward mi ha detto cosa hai dovuto fare. Mi dispiace.”

Non mi piaceva l’idea che si fosse dovuto mettere contro la sua famiglia per proteggermi, ma in fondo era Jacob, ce l’aveva nel DNA.

“E’ tutto a posto. Probabilmente era solo questione di tempo. Prima i poi mi sarei ribellato a Sam.”

Ma non era l’unico.

“Anche Seth.”

“A dire il vero lui è molto felice di aiutaci.”

Già. Il piccolo e dolce Seth. Non riuscivo ancora ad immaginarlo come un enorme licantropo.

“Detesto essere la causa dei tuoi guai.”

Non mi piaceva per niente. Lo cacciavo sempre nei guai, e continuavo a farlo soffrire con la mia vicinanza costante.

Rise, ma era il suo latrato da lupo.

Non riuscivo quasi a respirare. Mi stavo indebolendo sempre di più. “Immagino che non sia una novità, vero?”

“No, in effetti non lo è.”

“Non sei costretto a guardare.”

Per un attimo fu titubante, come se una parte di lui volesse rimanere, e l’altra parte, scappare a gambe levate.

“Francamente non saprei dove andare. Da quando Leah si è unita a noi, la faccenda dei lupi è molto meno allettante.”

Eh?

“Leah?”

Jacob sembrò confuso, e guardò Edward. “Non gliel’hai detto?”

Edward che non aveva smesso di guardarmi, fece spallucce, come a dire che non era una notizia molto importante, paragonata a tutto quello che mi succedeva.

“Perché?” ansimai. Ero preoccupata, non le ero mai piaciuta.

“Per tenere d’occhio Seth.”
“Ma Leah ci odia.” Sorrisi mentalmente, ormai usavo il plurale senza accorgermene, e non me ne pentivo affatto. Eravamo tutti una grande famiglia.

“Leah non darà fastidio a nessuno. Appartiene al mio branco perciò fa quello che le dico di fare.”

Non ne ero per niente convinta.

“Hai paura di Leah ma sei diventata l’amichetta del cuore della bionda psicopatica?” mi chiese Jacob.

Corrugai la fronte. Non mi piaceva che parlasse così dell’unica che aveva accettato immediatamente di aiutarmi.

“No. Rose mi capisce.”

“Già. Capisce che stai per morire e non gliene importa un bel niente. Per lei conta solo che il mutante si salvi la pelle.”

Mutante?! Il mio piccolino?!

“Smettila di fare lo scemo, Jacob.”

“Lo dici come se fosse possibile.” E mi sorrise, o almeno cercò di farlo.

Apprezzai il tentativo e lo ricambiai.

L’arrivo di Carlisle e Rose mise fine alla nostra discussione. Carlisle aveva in mano un bicchiere con coperchio e cannuccia. Me lo porse interdetto. Scrutai quel semplice bicchiere e assunsi un’espressione di terrore.

“Possiamo provare con un altro metodo.” Mi disse Carlisle.

Sussurrai. Non avevo la forza per parlare ad alta voce, e comunque erano vampiri.

“No. No, prima proverò così. Non c’è tempo..” e mi toccai la pancia. Non mi sarebbe importato molto di me, se alla mia salute non fosse legata inevitabilmente a quella del mio piccolino.

Presi il bicchiere e cercai di appoggiarmi su un gomito. Ma non ce la facevo proprio. Per fortuna Rose mi cinse le spalle con una mano, e con l’altra mi resse la testa.

“Grazie.” Sussurrai. Lasciai vagare lo sguardo su tutto il mio pubblico.

“Non fare caso a loro.” M’incoraggiò Rose.

Mi feci coraggio. Sollevai il bicchiere e lo annusai, facendo una smorfia.

“Bella, tesoro, possiamo trovare un modo più semplice.” Mi disse il mio angelo, tendendo una mano per prendere il bicchiere.

Credeva che la mia smorfia fosse di disgusto. Invece era tutto il contrario.

Anche Rose sembrò capire che fosse di disgusto.

“Tappati il naso.”

Mi vergognavo ad ammetterlo.

“No, non è questo. È solo che..” feci un respiro profondo. “Ha un buon odore.” Ammisi.

“Ottimo, allora. Vuol dire che siamo sulla strada giusta. Forza, assaggia.”

Okay. Su. Coraggio.

Portai la cannuccia alle labbra. Automaticamente strizzai gli occhi e storsi il naso. Come quando il sangue mi faceva perdere i sensi. Ma quei tempi ormai non esistevano più.

Sorseggiai quel liquido denso che mi scendeva per la gola. Era caldo, e piacevole,

Edward mi sfiorò il viso.

“Bella, amore…”

“Va tutto bene.” Gli sussurrai, ed aprii gli occhi per rassicurarlo. Lo guardai e cercai in tutti i modi di mettere in quello sguardo tutte le mie scuse per ciò che stavo per dirgli.

“Ha anche un buon sapore.”

Oddio.. adesso chissà cosa avrebbero detto..

Ma almeno Rosali sembrava al settimo cielo.

“Bene, benissimo. Ottimo segno.”

Ma Edward sembrava non pensarla allo stesso modo. Mi mise la mano sulla guancia e me la avvolse, delicatamente.

Sospirai a quel tocco leggerissimo, e venni presa immediatamente dalla voglia di continuare a bere quella sostanza densa.

Avvicinai di nuovo le labbra alla cannuccia e iniziai a bere di nuovo. Stavo morendo di fame, non riuscivo a fermarmi.

“Come va lo stomaco? Hai la nausea?” mi chiese Carlisle.

Scossi il capo. Stavo benissimo.. altro che nausea!

“No, affatto. C’è sempre una prima volta, no?”

Rose era raggiante. “Magnifico.”
“Credo sia ancora presto per dirlo, Rosalie.” Mormorò Carlisle.

Presi un’altra grande sorsata, e nel frattempo lanciai un’occhiata a Edward.

“Questo intacca il mio punteggio? Oppure iniziamo a contare dopo che sarò diventata un vampiro?”

“Non c’è nessun punteggio, Bella. E comunque nessuno è morto per questo. La tua fedina penale è ancora immacolata.” E  mi fece un debole sorriso.

Sentii Edward mormorare qualcosa, ma non ne ero certa.

“Cosa?”

“Parlavo fra me.”

Parlava da solo?

mi voltai verso la finestra per evitare di incrociare gli sguardi degli altri mentre bevevo.

Ad un certo punto Edward ridacchiò.. okay, se adesso rideva anche da solo la cosa iniziava a farsi veramente seria, visto che non c’era niente di cui ridere. Però mi piaceva moltissimo risentire quella dolcissima melodia, perciò lo guardai e abbozzai un sorriso.

“Qualcosa di divertente?”

“Jacob.” Rispose Edward.

Allora lanciai all’interessato un sorriso. “Jacob è una sagoma.”

Brontolò qualcosa di indistinto.

Sorrisi e continuai a bere, poi con mio grande disappunto, il sangue finii.

“Fatto. Se lo trattengo, Carlisle, mi togli tutti gli aghi?”

Non ne potevo più di quelle spine conficcate nelle braccia 24 ore su 24.

“Al più presto, del resto, là dove sono non servono a molto.” Mi promise.

Che bello.

Rose mi accarezzo la fronte, e ci guardammo speranzose, forse questa era la volta buona.

Mi sentivo un po’ più in forze, e gli occhi di Edward si illuminarono definitivamente.

“Ne vuoi ancora?” mi chiese Rose.

Afflosciai le spalle. Mi vergognavo a chiederne dell’altro.

“Non devi berne subito dell’altro.” Mi disse Edward.

Dovevo ammetterlo.

“Si, lo so. Ma ne ho voglia.”

Rose mi passò una mano tra i capelli. “Non devi sentirti a disagio, Bella. Il tuo corpo ne ha una voglia matta, lo capiamo tutti. Chi non lo capisce non dovrebbe stare qui.”

Credo che quella battutina acida fosse rivolta a Jacob. Ma non ne ero sicura al 100 %.

Carlisle mi prese il bicchiere dalle mani. “Torno subito.”

Fissai Jacob.

“Jake, hai un aspetto pessimo.”
“Senti chi parla.”

“Sul serio... quando è stata l’ultima volta che hai dormito?”

Sembrò riflettere. “Uhm. Non lo so di preciso.”
“Oh, Jake. Adesso t’incasino anche la salute. Non comportarti da stupido. Riposati un po’, per favore. Di sopra ci sono le stanze da letto.. puoi scegliere quella che vuoi.”

“Grazie, Bells. Ma preferisco dormire per terra. Lontano dalla puzza, sai.”

Feci una smorfia. Già. La puzza che solo loro sembravano sentirsi addosso. Come avevo sempre ribadito, avevano, entrambe le specie, un odore a dir poco buonissimo. Bha.

“Giusto.”

Carlisle tornò, e afferrai il bicchiere e iniziai a bere con ingordigia. Mi tesi in avanti, facendo attenzione ai tubi, e mi misi seduta. Rose sembrò che volesse aiutarmi, ma sapevo che stavo riprendendo le forze a velocità impressionante. Poco dopo finii anche questo.

“Come ti senti?” mi chiese Carlisle.

“Non ho la nausea. Anzi, ho un po’ di fame. Però, non sono sicura se sia fame o sete, sai?”

Rose era a dir poco felicissima.

“Carlisle, guardala. È ovvio che è quello che vuole il suo corpo. Dovrebbe berne dell’altro.”

“È ancora umana, Rosalie. Ha bisogno anche di cibo. Diamole un po’ di tempo per vedere che effetto le fa e intanto possiamo provare a farle mangiare qualcosa. C’è niente che desideri, Bella?”

Sorrisi tra me e me. Chissà se a questa Edward avrebbe riso?

“Uova.” Risposi immediatamente, guardando Edward e facendogli un sorriso. E grazie al cielo lui lo ricambiò. Non era esattamente l’immagine della felicità, ma per il momento mi bastava. Carlisle andò in cucina, e Edward si rivolse a Jacob.

“Jacob, dovresti dormire. Come ha detto Bella, puoi sistemarti dove preferisci qui in casa, anche se probabilmente saresti più a tuo agio fuori. Non preoccuparti di nulla. Ti prometto che, se sarà necessario, verrò a cercarti.”

“Certo, certo.” Rispose lui.

Si avvicinò a me e misi la sua mano enorme e caldissima sopra la mia.

“Sembra che vada meglio.”

“Grazie, Jacob.” Gli strinsi la mano, la mia sembrava scheletrica al confronto.

Jake si girò e mentre andava verso la porta, brontolò.

“Procuratele una coperta.”

E poi uscii. Subito dopo ritornò Carlisle con il mio piatto di uova.

Improvvisamente Edward s’irrigidì.

Lo fissai. “Edward, cos’è successo?”

Aggrottò le sopracciglia.

“Dei licantropi sono venuti a parlare con Jacob, Seth e Leah. Vogliono convincerli a tornare nel branco di Sam.” Si fermò un attimo, si guardò intorno con aria pensierosa e poi aggiunse.

“Se attaccano, Rose ed Emmett, portate via Bella, in un luogo sicuro.”

Entrambi annuirono. Io ero terrorizzata. Non era troppo pericoloso spostarmi con questo pancione enorme? E poi mi dava una sensazione di dolore fortissimo dovermi separare da Edward, senza sapere che cosa gli sarebbe successo.

Ma di nuovo l’espressione di Edward cambiò, e grazie al cielo, era di sollievo.

“Sono andati via. Non attaccheranno. Jacob ha fatto un gran bel discorso.”

Era quasi orgoglioso di lui, ed ero felicissima del fatto che stavano sistemando i loro rapporti.

Finalmente, forse, sarebbero stati amici. Lo speravo con tutto il cuore.

 

 

Un milione di grazie a chi recensisce:

_Hysteria

Ledyang

Mistica88

Wind

 

E naturalmente anche a chi mi ha messa tra i preferiti:


1 - akane_val
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Capitolo 12
*** Nomi, costole rotte, e imbarazzo altrui.. ***


cap 12

Bene ragazze! Rieccomi qua.. non mi sono persa nella foresta tropicale prigioniera di indigeni. L’unica cosa che mi tiene prigioniera è la scuola.. grr..
Ma vi siete arrabbiate perché l’altra volta vi ho fatto aspettare tanto? Tranne la gentilissima _Hysteria nessuno ha recensito il mio ultimo capitolino… =(  Vi siete tanto arrabbiate?!? Scusate! Vi chiedo umilmente scusa! Non so come potermi scusare.. tranne che lasciarvi a questo capitoletto bello lungo.. =)
Spero che vi piaccia! Kiss ^-^

 

_Hysteria: dai.. addirittura di astinenza?! XD mi fa piacere che la mia storia ti appassioni fino a questo punto.. le cose si stanno facendo sempre più belle.. nella mia testolina.. XD bwahahaha! E non preoccuparti se le recensioni ti sembrano monotone, perché non lo sono affatto! XD Spero che ti piaccia anche questo! Mi raccomando fammi sapere.. vanno benissimo anche i commenti negativi se trovi qualcosa che non ti piace! Bacioni =)

 

 

                                                           Capitolo 12

 

                                    Nomi, costole rotte, e imbarazzo altrui..

 

Considerando il fatto che la mia dieta a base di sangue stava andando alla grande, Carlisle decise che la maggior parte delle attrezzature potevano essere riportate di sopra. Ormai non c’era più motivo di tenerle ad ingombrare il salotto quando la nuova medicina sperimentata aveva avuto un effetto così positivo.

Un effetto negativo però c’era. E Rose lo sapeva benissimo..

Poverina.. la stavo facendo impazzire!

Ogni ora, e anche di meno, a seconda di quanto sangue avessi bevuto dovevo andare in bagno.

Per Rose era una cosa assolutamente disgustosa, credo, tenermi in braccio mentre facevo la pipì.

E finalmente dopo tanto tempo, tutti sembravano molto più rilassati. La tensione che c’era stata per tanto tempo in casa sembrava che si stesse sciogliendo lentamente.

Alice, Emmett e Jasper erano andati di sopra. Il piccolo folletto voleva sistemare le varie camere che per un po’ di tempo erano rimaste abbandonate a sé stesse.

Esme e Carlisle erano vicino alla vetrata.

Io non potevo muovermi più di tanto, a sicuramente ero molto più in forza di qualche giorno prima.

Ero sdraiata sul divano, Edward con le mie gambe in grembo e Rose era seduta per terra vicino alla mia testa.

Tra lei ed Edward sembrava che ci fosse una sorta di tacito rispetto.

Ormai eravamo in questa posizione da qualche ora, e io mi ero anche addormentata. Ero troppo stanca.

Nonostante il sangue mi rimettesse in forze, dovevo continuarne a berlo per rimanerci.

Mi risvegliai nel tardo pomeriggio, e non mi stupii affatto di trovarci ancora in quelle posizioni.

Mi ero svegliata da poco più di mezz’ora quando sentii di nuovo sete. Uffa.

“Ehm.. Carlisle.. io ecco..” inizia balbettando. Mi vergognavo sempre tantissimo a chiedere del sangue. Non so il perché, ma non volevo che mi guardassero mentre bevevo, mi sentivo sempre in imbarazzo.

“Non ti preoccupare, Bella. Arrivo subito.” E volò subito di sopra.

Tornò prima ancora che io riuscissi a vedere dove si fosse diretto.

Iniziai a berlo, come al solito guardando verso la finestra. Era buonissimo. Non riuscivo a capire come facessero a resistere a starmi intorno quando bevevo una sostanza così dolce e sublime. Okay. Adesso basta. Grazie al cielo Edward non riusciva a leggermi nei pensieri, altrimenti cosa avrebbe pensato che avrebbe letto nella mia mente che non desideravo altro che sangue? Sicuramente sarebbe rimasto disgustato da sua moglie. In questo contesto iniziai a pensare a come potrebbe essere la sua espressione, la sua reazione durante la mia prima caccia.

Mi persi in questi pensieri continuando a bere.

Mi fissai sul volto di Edward e feci altre speculazioni. Come sarebbe stato il bambino?

Speravo ardentemente che assomigliasse a lui. Immaginavo un piccolo Edward stretto tra le mie braccia mentre lo cullavo intonandogli una canzoncina. Le sue manine paffute, il suo faccino morbido, e magari dei bellissimi capelli ramati.

Poi improvvisamente atterrii. E se non avessi potuto vederlo per mesi? Già mi sentivo estranea a lui, cosa sarebbe successo se non lo avessi visto per mesi? O magari anni? Perdermi la pronuncia della sua prima parolina, sentirmi chiamare mamma, vederlo gattonare e poi camminare. Mi sentii soffocare al solo pensiero, ma mi venne in mente una cosa importantissima a cui non avevo pensato.

Il nome.

Bhe, se sarebbe stato il bambino che immaginavo lo avrei chiamato con un nome che riprendesse due persone che mi erano state vicinissime.

Edward, l’amore della mia esistenza, mio marito, padre di mio figlio.

E Jacob, colui che mi aveva aiutato moltissimo da amico, e continuava a farlo. Colui che si era messo contro tutti per proteggermi, e che avevo fatto stare – e continuavo a farlo- malissimo per la mia decisione.

Abbreviato EJ. Un bel nome.

Poi c’era l’altra opzione, che sinceramente non avevo mai considerato veramente, quella di avere una bambina. Nei miei sogni c’era sempre e solo un bellissimo bambino, ma per quanto lo ritenessi improbabile potevo anche sbagliarmi, perciò bisognava pensare ad un nome da dare al mio piccolino se fosse venuto femmina.

Ci voleva anche qui un nome speciale. Degno di una creatura unica al mondo, di una creatura che non era mai esistita.

Mmm.. volevo qualcosa di particolare, ma non mi veniva in mente nien.. si invece.

Come ringraziare la donna che mi aveva messa al mondo e quella che da due anni a questa parte continuava a prendersi cura di me? E naturalmente anche le parti maschili che le avevano accompagnate in questo faticosissimo viaggio.

Avevo deciso. Se fosse stata una femmina l’avrei chiamata Renesmee Carlie. Un bel nome. Degno di una creatura della mitologia più bella.

A distogliermi dai miei auto-complimenti per aver trovato dei nomi così belli, ci pensò Edward, che si voltò e sorrise debolmente verso la porta.

Mi girai anche io e vidi Jacob. Ero felicissima di vederlo, e non potevo certo negargli un sorrisone.

Lui sembrò perplesso, e notai che si era cambiato i vestiti. Erano di Emmett, enormi per una persona normale, ma quasi stretti per Jacob, che di una persona normale, nella taglia, non aveva proprio niente.

“Volevano solo parlare. Niente attacchi in vista.” Borbottò, così piano che quasi non lo sentii.

“Si, ho sentito quasi tutto.” Gli rispose Edward.

“Come?”

“Ormai ti sento con più chiarezza: è una questione di familiarità e concentrazione. E poi, quando hai sembianze umane mi è più facile carpire i tuoi pensieri. Perciò ho afferrato quasi tutto quello che è successo là fuori.”

Lo dicevo che i loro rapporti stavano migliorando.

Ma in un certo senso Jacob sembrava scocciato.

“Ah. Bene. Odio ripetermi.”

Sembrava assolutamente esausto. Chissà da quante ore, o peggio giorni non dormiva.

“Ti direi di andare a dormire un po’, ma ho l’impressione che fra non più di sei secondi sverrai qui per terra, quindi non ne vale nemmeno la pena.”

Jacob si diresse verso la porta, e lo sentii scambiarsi una serie di bisbigli con Rosali. Senza girarsi disse:

“Sai come si fa ad annegare una bionda, Rosalie? Basta incollare uno specchio sul fondo di una piscina.”

E si chiuse la porta alle spalle.

Edward ridacchiò, ma io non ero sicura di aver captato le vere parole.

“Già sentita.” Gli urlò dietro Rose.

All’improvviso Edward si alzò e fece per seguire Jacob.

“Dove vai?” gli chiesi.

“Mi sono dimenticato di dirgli una cosa.”

“Lascialo dormire. Quello che devi dirgli può aspettare.”

Ma Edward proseguii imperterrito.

“Ci vorrà un attimo.”

Ed uscii dalla porta.

“Cosa si stanno dicendo, Rose?”

“Il tuo carissimo maritino sta dicendo al cagnaccio che di qualsiasi cosa abbia bisogno lui gliela darà. Che non deve farsi problemi.” Sbuffò. “Ma come è dolce. Di sicuro c’è un bagno in cui non puoi fare la doccia, cagnaccio puzzolente..”

Ma io stavo a sentirla per metà.

Annaspavo. Quasi non riuscivo a respirare, mi piegai in due dal dolore, e improvvisamente si sentii uno scrocchio fortissimo.

Ahi che dolore. Oh santo cielo.  Non riuscivo quasi a respirare. Immediatamente entrò Edward, seguito a ruota da Jacob.

Rose cercava di tenermi ferma, mentre attorno a me si erano riuniti Esme, Carlisle ed Edward.

Carlisle fece per avvicinarsi di più, ma non ce l’avrei fatta. Avevo bisogno di aria.

“Dammi un secondo, Carlisle.”

Ma lui era ansioso.

“Bella, ho sentito il rumore di qualcosa che s’incrinava. Devo dare un’occhiata.”

Io credevo di aver capito di cosa si trattasse.

“Quasi sicuramente.. una costola. Ahi. Si. Qui.” Ed indicai il mio lato sinistro. Ansimai, non riuscivo a parlare normalmente.

“Devo farti una lastra. Potrebbero esserci dei frammenti. Non vogliamo che ti perfori qualcosa.”

Respirai profondamente. “Okay.”

Rose mi sollevò dolcemente, nello stesso momento in cui si muoveva Edward per prendermi in braccio.

“L’ho già presa.”

Rosalie volò di sopra con me in braccio, e al seguito Carlisle ed Edward.

Nella saletta al piano di sopra, mi depositarono sul lettino. Carlisle prese a farmi una lastra. Dopo aver appurato che la costola incrinata era quella che gli avevo indicato io, la fasciò delicatamente.

Poi mi riportarono di sotto. Ero stanchissima.

Appena mi appoggiarono al divano mi addormentai.

 

 

Mi risvegliai poco dopo però. Avevo una gran fame. Ormai sapevo distinguere la fame dalla sete.

Edward si accorse che mi ero svegliata e mi fece un piccolo e stiracchiato sorriso, che era pur semper un sorriso.

“Edward.. avrei fame. C’è qualcosa da mangiare?”

S’illuminò debolmente.

“Ma certo, tesoro. Cosa ti andrebbe?”

“Omelette!”

Scosse la testa e si diresse in cucina.

Tornò pochi minuti dopo con una deliziosa omelette.

Mangiai qualche boccone e iniziai ad avere freddo.

Rose se ne accorse, e mi coprii con una coperta. Ma non bastava.

“Vado a chiamare Jacob.” Disse Edward.

Iniziai a battere i denti mentre mangiavo la mia squisita omelette. Poco dopo Edward tornò con il piccolo Seth. Piccolo per modo di dire.

“Ciao Bella! Come stai?” mi chiese con un sorriso.

“Bene, Seth. E tu?”

“Bene. Ero venuto a vedere che fine avesse fatto Jake, ma è crollato. Hai freddo?”

Si sedette vicino a me e mi passò un braccio intorno alle spalle.

“Vado subito.” Disse Edward.

A quale domanda pensata stava rispondendo?

Vidi Seth imbarazzato che abbassava lo sguardo.

“Mmm.. non preoccuparti, Edward. Mangerò qualcosa da quello che offre la natura.”

“Non se ne parla assolutamente. Mangerai. Cosa preferisci?” intervenne Esme.

Seth la guardò gentilmente.

“Quello che c’è in casa. Non ho preferenze particolari.”

Ma Edward fece un sorrisone come se gli avesse letto nella mente cosa volesse veramente.

Intanto Alice si era messa vicino a noi, con un’espressione tranquillissima in volto, e si sedette per terra vicino a Rosalie.

Edward tornò poco dopo con un piatto con omelette al formaggio e un tortino alla cannella.

Sorrisi anche io.

“Ti ho detto di fare come se fossi a casa tua, Seth.”

Lui sorrise, chiese timidamente.

“Non avete qualcosa che possa portare a Leah? Sapete.. non le piace molto mangiare da lupo..”

“Certo!” rispose Esme. Sparì in cucina e tornò immediatamente con un piatto coperto.

“Vado a portarle da mangiare e poi torno a scaldarti, Bella. Sei freddissima.”

Ed uscii di corsa.

Non notai il bicchiere di sangue finché Edward non lo mise tra di noi. Probabilmente era solo in caso che non avessi digerito l’omelette.

Seth tornò poco dopo, con uno sguardo leggermente colpevole, ma non disse nulla. Si sedette vicino a me ed iniziò a mangiare con una mano sola, mentre con l’altro braccio mi copriva le spalle.

Stavo iniziando a sudare. Ma era piacevolissimo avere questo calore addosso.

Rosalie borbottò qualcosa.

Feci per girarmi a chiederle cosa avesse detto, ma vidi entrare Jacob. Lui guardò sbalordito il braccio di Seth e poi Edward.

“Era venuto a cercarti. Ed Esme lo ha convinto a fermarsi per la colazione.”

Seth continuò.

“Si, Jake. Volevo solo vedere se era tutto apposto,  dato che non ti eri ritrasformato. Leah si stava preoccupando. Le ho detto che probabilmente eri crollato dal sonno mentre eri ancora umano, ma sai com’è fatta. Comunque avevano tutto questo cibo e, cavolo amico, tu si che sai cucinare.” Disse rivolgendosi ad Edward.

“Grazie.” Gli mormorò lui.

Seth improvvisamente mi tolse il braccio dalle spalle e iniziò a mangiare con entrambi le mani, mentre Jacob si avvicinava. Sicuramente, come al solito mi ero persa qualche battuta.

“Leah è di ronda?”

“Si. È tutto sotto controllo. Tranquillo. Se succede qualcosa, ci avverte ululando. Ci siamo dati il cambio verso mezzanotte. Ho corso per dodici ore.” Gli rispose Seth.

Oddio. Ma da quanto tempo non dormiva?

“Mezzanotte? Aspetta un attimo… che ora è?” chiese Jake.

“L’alba, più o meno.”

“Merda. Scusami, Seth. Sul serio. Avresti dovuto svegliarmi a calci.”

Che buffo. Si sentiva in colpa solo per aver dormito più del dovuto.

Anche Seth sembrava pensarla al mio stesso modo.

“Nah, avevi bisogno di dormire. Da quant’è che non prendevi una pausa? Dall’ultima notte in cui sei stato di ronda per Sam? Tipo quaranta ore? Cinquanta? Non sei unna macchina, Jake. E poi non ti sei perso proprio niente.”

Jake sembrava che non avesse voglia di ribattere alle parole di Seth, probabilmente perché erano vere, e si girò verso di me, e sentendomi in colpa gli sorrisi.

“Come va la costola?” mi chiese.

“Fasciata per bene. Neanche la sento.”

Alzò gli occhi al cielo, come se anche qui non avesse la voglia di controbattere.

“Cosa c’è per colazione? 0 negativo o AB positivo?” chiese sarcastico. Il Jake di sempre.

Non riuscii a trattenermi dal fargli la linguaccia. “Omelette.”

“Vai a fare colazione, Jake. In cucina c’è di tutto. Devi essere affamato.” Gli disse Seth.

Vidi Jake esaminare il contenuto del suo piatto, con uno sguardo sognante. E mi sembrò di sentire anche il suo stomaco brontolare.

“Cos’ha avuto Leah per colazione?” chiese rivolto a Seth. Sempre a pensare agli altri che a se stesso.

“Ehi, le ho portato da mangiare prima di soddisfare la mia pancia. Ha detto che avrebbe preferito divorare una carcassa putrida, ma scommetto che ha ceduto. Questo tortino alla cannella..” sembrò che avesse perso l’uso della parola.

Intanto era tornato Carlisle.

“Allora vado a caccia con lei.” Preferiva cacciare qualcosa e farle compagnia piuttosto che mangiare decentemente e lasciarla da sola.

Ma Carlisle lo bloccò.

“Puoi aspettare un attimo, Jacob?”

“Si?”

Carlisle gli si avvicinò ed Esme andò nell’altra stanza.

“A proposito di caccia. Per la mia famiglia comincia a diventare un problema. Mi rendo conto che al momento la tregua non è in vigore, perciò volevo il tuo parere. Sam ci darà la caccia fuori dal perimetro che hai creato? Non vogliamo correre il rischio di fare del male a un tuo familiare né di perdere qualcuno dei nostri. Se fossi nei miei panni, come procederesti?”

Tutti si voltarono a fissare Jake. Me compresa.

“È un rischio. Sam ha calmato gli animi, ma sono certo che nella sua testa il patto non vale più. Finché sarà convinto che la tribù, o qualsiasi altro essere umano, è in pericolo, non si farà tanti scrupoli, non so se mi spiego. Però, tutto sommato, la sua priorità resta La Push. E in realtà non sono abbastanza numerosi per vigilare come si deve sulla gente e contemporaneamente organizzare battute di caccia troppo pericolose. Credo che non si allontanerà molto.”

Carlisle annuii.

“Perciò, se posso dire la mia, uscite tutti assieme, non si sa mai. E magari di giorno, perché noi aspetteremmo il calare della notte. Classiche cose da vampiri. Siate veloci: vi basta superare le montagne e cacciare lontano. È improbabile che mandi qualcuno fin laggiù.”

“E Bella resterà da sola? Indifesa?”

“E noi che ci facciamo qui?”

Carlisle fece una breve risatina, ma immediatamente tornò serio, come se avesse capito esattamente il senso delle sue parole.

“Jacob, non puoi combattere contro i tuoi fratelli.”

“Non dico che non sarà dura, ma se venissero per ucciderla sarei in grado di fermarli.”

No. Anche questo per me no. Vederlo combattere contro Embry, o Quil, magari? O qualsiasi altro membro del branco a causa mia? Non potevo permetterlo, e neanche Carlisle l’avrebbe permesso.

Carlisle scosse la testa.

“No, non intendevo dire che non saresti in grado. Ma sarebbe sbagliato. Non posso avere una cosa simile sulla coscienza.”

Bravo, Carlisle. Convincilo!

“Non ce l’avresti tu, dottore. Ce l’avrei io. E potrei sopportarlo.”
“No, Jacob. Agiremo in modo che non sia necessario. Andremo tre alla volta. Probabilmente è la cosa migliore.”

Ma Jake non sembrava convinto.

“Non lo so, dottore. Separarsi non è esattamente una strategia vincente.”

Ma Carlisle sembrava che avesse già una strategia pronta in mente, e infatti non si smentì.

“Useremo le nostre doti per bilanciare l’inferiorità numerica. Se Edward sarà uno dei tre, potrà garantirci la sicurezza nel raggio di qualche chilometro.”

Si voltarono entrambi verso Edward, che li fulminò con lo sguardo, come a voler dire che se non avessero trovato un’altra maniera di organizzarsi, gli avrebbe staccato la testa a morsi.

“Sono certo che ci siano altri modi, naturalmente. Alice, immagino che tu possa vedere quali percorsi dovremmo evitare.” Disse Carlisle.

“Facile, quelli che scompaiono.” Annuii la vampira più piccola.

Fissai ansiosa Alice. E se si fosse sbagliata? E se si fossero messi in pericolo?

Jake sembrava che non vedesse l’ora di andare via.

“Bene, allora. È tutto sistemato. Io mi rimetto in marcia. Seth, ti aspetto al crepuscolo, quindi schiaccia un pisolino, okay?”

“Certo, Jake. Mi ritrasformo appena finisco. A meno che..” e si girò verso di me.

Tenero, dolce, premuroso Seth. “Hai bisogno di me?”

Io e Jake rispondemmo contemporaneamente, con una piccola differenza. Io gli risposi premurosa, Jake scocciato.

“Ha le coperte.” Rispose Jake.

“Sto bene, Seth, grazie.” Gli risposi io.

In quel momento tornò Esme con un piatto coperto in mano, si fermò timida dietro Carlisle, guardò Jake, e avvicinandosi gli porse il piatto.

“Jacob. So che per te è poco appetitosa l’idea di mangiare qui, per via dell’odore. Ma mi sentirei meglio se portassi con te un po’ di cibo. So che non puoi tornare a casa e la colpa è nostra. Per favore.. allevia il mio rimorso, almeno in parte. Prendi qualcosa da mangiare.” E gli porse il piatto.

Guardai Esme, ringraziando il cielo di avere una mamma adottiva buona e dolce come lei.

Jake sembrò rimanere senza parole.

“Certo, certo. Mi sa.. Forse Leah ha ancora fame.”

Allungò la mano per prendere il piatto.

Esme sembrò sollevata.

“Grazie, Jacob.” E gli sorrise.

Lui ancora una volta sembrò imbarazzato, ma credo che ringraziare i vampiri non sia una cosa da tutti i giorni. Soprattutto se sono i tuoi nemici mortali e baggianate del genere.

“Ehm, grazie a te.” E arrossii.

“Torni più tardi, Jake?” gli chiesi.

“Uhm, non lo so.”

Certo.. sempre a volersi far desiderare.

Cercai di trattenere un sorriso. “Dai.. potrei avere freddo.” Come Edward anche lui non sopportava di evitare di darmi qualcosa.

“Forse.”

Centro! Colpito e affondato!

Si voltò per andare via, ma lo chiamò di nuovo Esme, seguendolo.

“Jacob? Ho lasciato una cesta di vestiti in veranda. Sono per Leah. Sono appena lavati, ho cercato di toccarli il meno possibile. Ti dispiace portarglieli?”

Bofonchiò qualcosa e andò via.

Credo che si sentisse a disagio con tutta questa gentilezza che gli riservavano. In fondo gli avevano sempre insegnato che i vampiri erano brutti, cattivi e crudeli, che mangiano le persone.

Okay, non era proprio così, ma il senso era questo.

Ma sapevo che Jake sapeva che i vampiri, o almeno i Cullen, erano buoni, proprio come lui, e come tutti gli altri esseri umani.

Dovevano essere cattivi solo perché bevevano sangue animale?

Non era giusto, e questo lo sapeva anche Jake, altrimenti non sarebbe qui con noi.

A proteggerci.

Come si fa con una vera famiglia.

Perché ormai era questo che eravamo diventati.

Una grande famiglia.

Noi Cullen, Jake, Seth, e anche Leah, che assisteva a tutto dai bordi del campo, senza mai fare qualcosa in prima persona.

Si. Sapevano che erano buoni.

Un ringraziamento speciale a _Hysteria!

naturalmente anche a chi ha messo la mia storia tra i preferiti:

1 - akane_val 
2 - AlexiaLil 
3 - bellemorte86 
4 - Bepycka 
5 - cassandra 287 
6 - clodiina85 

7 - CreazyFreakOfNature 
8 - crusade 

9 - deneb91 

10 - Djibril88

11 - Fairyire 

12 - Fiorellina94 

13 - francy94 

14 - giagiotta 

15 - ginny89potter

16 - Honey Evans 
17 - ibiscus 

18 - ka chan 
19 - Kathys
20 - ki9 
21 - lamagica91 

22 - ledyang 
23 - lisepotter 

24 - luxu2 
25 - miss lovett 
26 - mistica88 
27 - Mnemophobia 

28 - nene1964 
29 - ninfea_82 
30 - nixy 
31 - Padfoot_07

32 - RockAngelz 

33 - sackiko_chan 
34 - saraligorio1993 

35 - sarwen 

36 - Shona 
37 - WaterAlch

38 - Wind 

39 - _HoneY_ 

40 - _Hysteria

Mi sono resa conto di non aver mai ringraziato tutte le persone che leggono semplicemente la mia fan fiction.. lo so.. sono maleducata.. =) comunque GRAZIE MILLE!!

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Capitolo 13
*** AVVISO ***


AVVISO Ciao ragazze! lo so... sono assolutamente imperdonabile.. non so nemmeno cosa dirvi.. a parte che l'unico motivo per cui non ho postato è la scuola.. mi sento terribilmente in colpa.. mi dispiace da matti... durante le feste non riesco ad aggiornare.. quindi probabilmente ci ritroveremo direttamente nell'anno nuovo! nel frattempo cerco di portarmi avanti il più possibile.. scusate ragazze.. spero che continuiate a seguirmi anche dopo! intanto vi auguro

UN BUON NATALE E UN FELICE 2009!!!

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Capitolo 14
*** Chiamate, famiglia e congetture... ***


cap 13

Lo so.. non dovrei nemmeno avere il coraggio di tornare a farmi viva dopo un mese intero senza aggiornamento, e vi assicuro che mi dispiace da morire.. è solo che la scuola mi distrugge, non riesco a trovare neanche un secondo di pace, quasi quasi non riesco più a mangiare.. sembra esagerato ma è la verità.. ed è solo la 3° superiore.. non immagino nemmeno cosa dovrò patire all’università! Mi hanno completamente riempita di compiti… fai questo saggio breve, fai il riassunto di questo libro, oh.. anche di quello, ripassa la parabola e le equazioni di secondo grado, e anche Boccaccio già che ci sei!!! Okay.. so che non ve ne frega assolutamente nulla!! XD XD

Comunque veramente scusatemi! E per rispetto nei vostri confronti devo avvertirvi che non so quando riuscirò a postare.. di certo non questa settimana, magari la prossima. Spero di riuscire a postare il più presto possibile, considerando che il prossimo sarà il dolcissimo incontro padre-figlia.. =) e mi dispiace informarvi che oltre a questo ci saranno solo 2 capitoli… forse 3, perché volevo fare il prossimo oltre che dal punto di vista di Bella, anche da quello di Edward.. ma devo vedere cosa ne viene fuori! E voi cosa mi dite?! Vi piacerebbe leggere un capitolo del genere?!  Un bacione a tutti!

 

Ora per la gioia (spero! XD) di tutti coloro che continuano a seguirmi e soprattutto per simlyme che non voglio diventi minacciosa, e alla quale lo dedico, ecco a voi il capitolo!! =) 

 

 

 

                                                        Capitolo 13



                                                Chiamate, famiglia e congetture...

 

Quando Jacob andò via Esme venne verso di me con il telefono in mano. Sillabando con le labbra mi informò che era Charlie.

Non mi disse nulla di nuovo. Era preoccupato per me e io cercai di essere il più convincente possibile. Ma infondo parlare al telefono mi permetteva più facilmente di mentirgli, e lui sembrava crederci. Mi chiese se per caso avevo chiamato Renèe.

“No, papà. L’ho chiamata agli inizi della malattia per dirle che stavo male ma poi basta. Parla ogni tanto con Carlisle per sapere come sto, ma lui preferisce non passarmela mai perché dice che poi capirebbe che sto troppo male e andrebbe nel panico.”

“Ah, okay, piccola. Allora io ho fatto bene a non dirle che mi chiamavi tutti i giorni.”

“Ti ha chiamato?” chiesi sorpresa; ma non più di tanto. Doveva essere molto preoccupata la mia mamma. Ma era meglio per lei non sentirmi così. Charlie invece era più forte. Non sarebbe scoppiato in una crisi isterica.

“Si, qualche giorno fa. Mi ha chiesto se ti avevo mai parlato, ma dal tono ho capito che con lei non l’avevi fatto perciò le ho detto di no.”

“Grazie, papà!” gli risposi profondamente grata.

“Bhe piccola, io adesso vado a trovare Sue, le faccio un po’ di compagnia.”

“Certo, papà. Non preoccuparti. Ci sentiamo il più presto possibile.”

“Ti voglio bene, piccola.”

“Anche io.” E misi giù, passando il telefono a Esme.

Mi sentivo bene quando parlavo con lui. Mi sentivo normale.

“Bella, hai fame?” mi chiese Rose.

“Un po’. Ma io la chiamerei sete.” E feci una mezza risatina, a cui si aggiunsero brevemente e un po’ nervose quelle degli altri.

Rose scomparve in cucina, e tornò poco dopo con il solito bicchiere coperto in mano, che più che ad un bicchiere somigliava ad un secchio, tanto era grande.  Me lo mise tra le mani, e iniziai a bere dalla cannuccia che sporgeva. Restammo tutti in silenzio, e mi accorsi che mancavano Jasper ed Emmett. Ogni tanto mi accorgevo della loro assenza. Stavano via svariate ore, ma non avevo mai chiesto dove andassero o cosa facessero.

“Edward?” volevo un minimo di contatto con lui. Da quando avevamo scoperti che il sangue umano mi faceva stare meglio, lui era tornato l’Edward calcolatore e freddo di quando avevo scoperto di essere incinta.

“Si, Bella?” voce che non cambiava mai di una virgola.

“Ecco, ehm.. mi chiedevo dove vanno Emmett e Jasper quando non sono con noi.”

“Sono nello studio di Carlisle, a tradurre antiche leggende.”

“Che tipo di leggende?”

“Cercano prove dell’esistenza di qualcosa di simile a quello che ti sta succedendo.”

“Ah, ci sono novità?”

“No.” Ma all’improvviso l’espressione del suo viso si fece dura, come se stesse ricordando qualcosa di tremendamente spiacevole.

“Okay.” E così chiusi la discussione. Non che lui si mettesse d’impegno per farla continuare. Così ricominciai a bermi la mia dose giornaliera di sangue.

Dopo poco sentii la mia vescica piena. Ecco uno dei difetti di bere un sacco di litri al giorno.

“Rose, dovrei andare in bagno, mi accompagneresti?”

Fece un sorrisetto sarcastico, ma non disse nulla. Mi prese in braccio delicatamente, e mi portò al bagno di sopra. Per quanto ogni volta mi prendesse delicatamente, sentivo un dolore fitto alla schiena e al ventre, ma mi trattenevo sempre dall’emettere qualche gemito; non riuscivo a controllare invece la smorfia che mi appariva sul viso, e che perennemente non sfuggiva ad Edward.

Entrammo in bagno, mi abbassò i fuseaux e mi fece sedere sul water. Dopo che ebbi finito, mi alzò i pantaloni e mi prese nuovamente in braccio. Sulle scale mormorò.

“Meraviglioso. Mi pareva di aver sentito un cattivo odore.” Disse con un ghignò.

Mi voltai verso colui che aveva provocato a Rosalie quelle parole, sicura al 108% che fosse Jacob. E infatti non mi sbagliai.

Ero felicissima di vederlo, e non potei trattenermi dal rivolgergli un enorme sorriso, che però lo fece un po’ oscurare.

Cercai di parlare normalmente, ma il dolore che sentivo non me lo permise.

“Jacob, sei venuto.”

“Ciao, Bella.”

Esme ed Edward si alzarono dal divano, su cui probabilmente si erano seduti dopo che ero andata in bagno.

Rosalie, mi fece stendere sul divano, ma non potei fare a meno di trattenere il respiro. Notai una coperta ai miei piedi. Me l’aveva fatta Esme nel suo immenso tempo libero. Era veramente bellissima, color crema con vari fiori di tutti i tipi e di tutti i colori.

Edward mi sfiorò delicatamente la fronte e poi il collo, e mi scostò i capelli. Ad ogni suo tocco non potevo fare a meno di reagire esattamente come la prima volta: il cuore iniziava a battere all’impazzata, con l’unica differenza che adesso non arrossivo a causa della mia magrezza.

“Hai freddo?” mormorò.

In effetti un po’ si, ma non esageratamente.

“Sto bene.”

Ma Rose sembrò capire che un po’ di freddo lo sentivo.

“Bella, hai sentito cos’ha detto Carlisle. Non devi minimizzare. Non ci aiuta a prenderci cura di voi.”

Giusto. Non volevo che il mio piccolo brontolone stesse male.

“Okay. Ho un po’ di freddo. Edward, mi passeresti quella coperta?”

A quel punto s’intromise Jacob.

“Sbaglio o è il motivo per cui sono qui?”

“Sei appena arrivato, dopo aver corso per tutto il giorno, immagino. Perciò riposati un attimo. Probabilmente mi scalderò nel giro di niente.”

Povero Jake. Sempre così esausto e sempre a pensare a farmi stare bene. Perciò degno del suo nome, fece finta di non avermi sentito, si sedette sul pavimento e stese il suo braccio vicino al  mio e mi mise l’altra mano sul mio viso.

Rabbrividii.

“Grazie, Jake.”

“Già.”

Edward si sedette sul bracciolo del divano accanto ai miei piedi, e non allontanava lo sguardo dal mio, mentre Alice era seduta dietro la spalliera del divano.

“Rosalie, perché non vai in cucina a prendere qualcosa per Jacob?” disse Alice.

“Grazie, Alice, ma non credo di voler mangiare qualcosa in cui ha sputato la bionda. Scommetto che il mio organismo non reagirebbe tanto bene al veleno.” Le rispose Jake.

“Rosalie non metterebbe mai Esme in imbarazzo, dando prova di una tale mancanza di ospitalità.”

“Certo che no.” Rispose Rose, ma con una voce dolcissima che non le avevo mai sentito usare, e mi fece pensare a qualche sua trovata.

E si volatilizzò in cucina.

Anche Jake sembrava del mio stesso avviso.

“Se lo avvelena me lo dici?”

Chiese Jake rivolto ad Edward, e questo gli rispose. “Si”

In cucina si sentii un fracasso incredibile, non riuscivo ad identificare cosa si stesse distruggendo.

Poi tornò Rose e si riuscì a scoprire l’arcano mistero. Aveva un ghignò in faccia che faceva accapponare la pelle, e una ciotola in metallo in mano. Sembrava una di quelle ciotole per cani che vendevano nei negozi. Dentro c’era una grossa bistecca e una patata al cartoccio. La mise accanto a Jacob.

“Buon appetito, bastardo.”

“Grazie, bionda.” Le rispose Jacob. Poi sembrò ripensarci e continuò. “Ehi, sai come si chiama una bionda con il cervello? Golden retriver.”

“Ho già sentito anche questa.” Ribatté lei.

“Ci riproverò.” Annunciò prima di fiondarsi sul cibo, che ingurgitò come se potesse scomparire. Aveva imparato ad abbassare la guardia in questa casa infestata di vampiri, finalmente iniziava a fidarsi. Poi l’occhio mi cadde sui suoi capelli, più lunghi del normale. Chissà da quanto tempo non si prendeva cura di se stesso. Sempre qui ad aiutare me. O come era meglio dire adesso che ero la Signora Cullen, ad aiutare noi. Ormai facevo parte della famiglia ufficialmente, nonostante fossi ancora umana, a differenza dei miei progetti iniziali. Mi chiesi cosa sarebbe successo una volta nato il mio piccolo brontolone. Magari sarei potuta restare umana per un altro po’.. giusto qualche mese, per non essere costretta ad allontanarmi dal mio bimbo con la paura di doverlo uccidere. Il MIO bambino.. mi faceva strano dirlo, o meglio, pensarlo. Io che non ci avevo mai pensato mi ritrovavo a diventare mamma tra poco. Sorrisi mentalmente e mi concentrai di nuovo sui capelli di Jake. Aveva finito di mangiare perciò potevo farlo parlare.

“E’ ora di tagliarli?” gli chiesi infilando una mano nei suoi capelli. “Ti sta crescendo il pelo. Forse..” volevo dire che forse uno della famiglia avrebbe potuto tagliarglieli, ma m’interruppe.

“Fammi indovinare. Qui c’è qualcuno che tagliava i capelli in un salone parigino?”

Ridacchiai. “Probabile.” Sinceramente non lo sapevo. Nessuno mi aveva mai accennato di aver svolto questa professione, ma sapendo che tutti erano in grado di fare tutto, avrebbero tagliato i capelli di Jake meglio di qualsiasi stilista di acconciature al mondo.

“No, grazie. Sono a posto ancora per qualche settimana.”

Uffa. Era inutile discutere con lui. Però ricordai quanto agli inizi della sua trasformazione li aveva tagliati, e non stava esattamente bene con i capelli corti. Lo preferivo con i capelli lunghi. Addolcivano i tratti scuri del suo viso Quileute.

Parlò e mi prese di sprovvista con la sua domanda.

“Allora.. uhm.. quel è la, ehm, data? Cioè, la data prevista per il mostriciattolo.”

Non risposi e preferii colpirlo alla nuca per aver chiamato il mio bimbo ‘mostriciattolo’. Come si permetteva? Mi venne in mente il bimbo del sogno. Bellissimo. Assomigliava ad Edward, perciò non sarebbe stato un ‘mostriciattolo’. Speravo solo che non prendesse nulla da me. Soprattutto la mia goffaggine. Doveva essere identico al padre. Bellissimo. Divino. Magnifico. Splendido. Non avevo altre parole per descrivere la bellezza di Edward. Era.. bhe.. semplicemente era.

“Dico sul serio. Voglio sapere per quanto dovrò restare qui.”

Colpita e affondata. Sapevo che in realtà avrebbe voluto chiedere quanto sarei rimasta IO qui. Ma grazie al cielo non l’aveva fatto. Avrebbe solo fatto stare male Edward. Anche se ricordando il suo potere extra, se l’aveva pensato, Edward lo aveva sentito comunque. Mi decisi a rispondere. Secondo i miei calcoli, ovvero di una che con la matematica andava a braccetto solo quando a Forks c’era il sole, il mio piccolo brontolone sarebbe nato tra all’incirca 4-5 giorni. Perciò decisi di dirgli solo i vari dati, sperando che almeno lui non riuscisse a fare il calcolo.

“Non lo so. Non con precisione. Ovviamente, non  segue il corso dei nove mesi e, senza ecografie, Carlisle deve calcolare a occhio, in base a quanto mi allargo. Le donne normali di solito raggiungono i quaranta centimetri.” Dissi e mi indicai il pancione. “quando il bambino ha completato la crescita. Un centimetro a settimana. Stamattina ero a trenta, e prendo più o meno un paio di centimetri al giorno, a volte anche di più..” mi fermai, sperando che non riuscisse a calcolare. Ma dall’espressione del suo volto capii che i miei tentativi erano stati vani.

“Tutto bene?” gli domandai.

Annuii. Sembrava che non fosse in grado di parlare. Poi, improvvisamente, vidi gocce lente che gli scendevano sugli zigomi ambrati.

“Andrà tutto bene.” Lo dissi per farlo stare meglio, ma lui non si faceva imbrogliare dalle mie parole. Perché lui era Jake. Il mio migliore amico, colui che aveva sacrificato se stesso pur di vedermi felice, e colui che mi conosceva meglio al mondo, ad eccezione di Edward.

“Si.” Mormorò.

Mi rannicchiai contro di lui.

“Non pensavo che saresti venuto. Seth diceva di si, e pure Edward, ma io non ci credevo.”

“Perché no?”

“Qui non sei felice. Ma sei venuto ugualmente.”

“Mi volevi.”

Certo. Che affermazione stupida. Lui era parte della mia famiglia. Era ovvio che lo volessi in questo particolare momento della mia vita.

“Lo so. Ma non eri obbligato. Non è giusto che io ti voglia qui. Avrei capito.”

Non mi rispose. Sembrava concentrato a pensare a qualcosa.

“Grazie per essere venuto.” Gli sussurrai.

Finalmente si decise a parlare.

“Mi dici soltanto una cosa?”

“Certo.” A lui era impossibile nascondere qualcosa quando te lo chiedeva così esplicitamente.

“Perché mi vuoi qui? Seth potrebbe riscaldarti e forse sarebbe meno in imbarazzo, il mocciosetto. Ma quando da quella porta entro io, sorridi come se io fossi la persona a cui vuoi più bene al mondo.”

Che sciocco. Ancora non riusciva a capire. Certo, dopo quello che avevamo passato per lui doveva essere stato difficile cercare di ignorare tutto per farmi stare meglio. Magari cercando di non volermi più bene. Ma io gli volevo bene come se fosse mio fratello.

“Sei una di quelle persone.”

“E’ una grande fregatura, lo sai.”

“Si. Mi dispiace.” Sospirai.

“Ma perché? Non hai risposto alla domanda.

“Mi sento completa quando ci sei tu, Jacob. Come se tutta la mia famiglia fosse riunita. Cioè, credo. Non ho mai avuto una famiglia numerosa prima d’ora. È bello. Ma se tu non ci sei, manca qualcosa.” E sorrisi brevemente.

“Non farò mai parte della tua famiglia, Bella.”

Certo, aveva ragione in un certo senso. Non sarebbe mai stato parte della famiglia come intendeva lui, ovvero come mio fidanzato e magari marito. Se prima questo pensiero mi faceva male perché lo vedevo come la vita che avrei potuto avere, adesso mi faceva male solo perché lui ci soffriva per entrambi.

Perciò gli diedi quella che sarebbe sempre dovuta essere la risposta.

“Hai sempre fatto parte della mia famiglia.” Come migliore amico, fratello, cugino.

“Che cazzo di risposta.” Jake non si smentiva mai. Perciò volevo sapere quale sarebbe stata secondo lui la risposta giusta.

“E qual è la risposta giusta?”

“Per esempio: ‘Jacob, adoro vederti soffrire’.”

Trasalii. Non volevo vederlo soffrire a causa mia. Odiavo vederlo stare male. Come poteva solo pensare ad una cosa del genere?

“L’avresti preferita?” biascicai.

“Sarebbe più facile. Mi sforzerei di farmene una ragione. Potrei provare ad accertarlo.”

Chiusi gli occhi. Era ora di esporgli ad alta voce quello che pensavo.

“Abbiamo perso la direzione, Jake. E l’equilibrio. Tu fai parte della mia famiglia: io lo so, e lo sai anche tu. Ma non così. Abbiamo commesso un errore. No, sono stata io. L’ho commesso io l’errore, e abbiamo perso la direzione..” cominciai a perdere le forze, e ad una velocità sovraumana mi ritrovai a dormire e russare.

I miei sogni erano solo figure sfuocate, che grazie al cielo non riconoscevo, e colori, tanti colori, che mi ricordavano meravigliosamente l’Isola Esme. Sentii un rumore improvviso, innaturale, e mi contorsi. E se era stato il bambino? Se si era fatto male? Poi in lontananza sentii una risata, tanto familiare quanto sconosciuta, perché non la sentivo da tantissimo tempo.

Jake rideva.

Ancora mezza addormentata chiesi:

“Che c’è di tanto divertente?”

“Le ho gettato del cibo nei capelli.” Mi rispose Jacob, e ricominciò a ridere.

“Non me ne dimenticherò, cane.” Sibilò minacciosa Rose.

“Non ci vuole tanto a cancellare la memoria di una bionda. Basta soffiarle in un orecchio.” Ribatte Jake.

Ma anche questa non sembrò intaccare minimamente Rosalie.

“Aggiorna il repertorio.” Gli rispose.

“Dai, Jake. Lascia in pace Ro..” mi interruppi e cercai di prendere aria. Sentivo un movimento fortissimo al centro del mio corpo. Edward mi fu subito accanto e mi tolse la coperta. Avevo la schiena curvata, mi muovevo come nei film si muovevano le persone con attacchi epilettici. Ma io sapevo benissimo che non era perché soffrivo di epilessia.

“E’ lui. Si sta solo.. distendendo.” Questa volta si mosse troppo velocemente. Cercai di trattenere l’urlo che stava per uscirmi serrando le labbra, e direi che ci riuscii egregiamente.

Edward mi prese il viso tra le mani, come di solito faceva quando voleva baciarmi, in tempi remoti, a confronti i dinosauri sembravano nostri contemporanei. Mi concentrai sulla sua presa sul mio viso per rilassarmi.

“Carlisle?” chiamò lui.

“Sono qui.” Ripose Carlisle.

Feci un piccolo respiro. Aveva smesso di muoversi.

“Okay. Credo sia finita. Povero piccolo, non ha abbastanza spazio, tutto qui sta diventando così grande.” Ero solo una semplice umana in fondo. Non potevo contenere un bambino tanto grande all’interno del mio corpo.

All’improvviso mi ricordai di una cosa che avevo notato in uno dei miei tanti pomeriggi di nullafacenti.

“Sai, Jacob, mi ricorda te.” Gli dissi in tono affettuoso.

“Non paragonarmi a quella cosa.”

…………. Non avevo altro per esprimere i miei sentimenti in quel momento. Ma continuai imperterrita.

“Mi riferivo al tuo sviluppo velocissimo. Sei cresciuto a vista d’occhio. Ti vedevo diventare più altro un minuto dopo l’altro. Anche lui è così. Cresce in fretta.”

Sembrava cercare di non lanciare qualcosa anche a me. E penso che preferii non rispondere.

“Mmm,” sentii mormorare Carlisle. E visto che rispose Jacob, dovetti immaginare che si riferisse a lui.

“Sai che ero curioso di conoscere la composizione genetica del feto, Jacob. Il numero di coppie di cromosomi.”

“Quindi?”

“Be’, tenendo conto le vostre analogie..”

“Analogie?” ringhiò Jacob.

“La crescita accelerata e il fatto che Alice non riesce a vedere nessuno dei due. Insomma, mi chiedo se non significhi che abbiamo trovato una risposta. Magari le analogie hanno radici genetiche.”

“Ventiquattro coppie.” S’intromise Edward.

“Non puoi saperlo.”

Iniziai a perdere di nuovo le forze.

“No, ma fare congetture è interessante.” Disse Carlisle.

Iniziai di nuovo a dormire, perciò non potei sentire la risposta che gli diede Jacob. Doveva essere stata colorita, anche se Jacob non avrebbe mai mancato di rispetto a Carlisle. Da quello che avevo potuto vedere lo stimava molto, forse perché lo aveva guarito, o forse per la luce di bontà che emanava ovunque.

Mi abbandonai al sonno, con l’immagine del mio bambino che spiccava dall’oscurità.

 

Ringrazio enormemente coloro che nonostante i ritardi continuano a seguirmi e quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti. GRAZIE INFINITE A TUTTI!!!!! =)
 

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Capitolo 15
*** Non ci posso credere!! ***


cap 14

Bhe rieccomi qua dopo un  ritardo non molto lungo.. ma mi devo scusare comunque! Chiedo perdono!! * me si inginocchia! * per farmi perdonare, come potete vedere è arrivato il magnifico capitolo in cui si sentono i pensierini del nostro piccolo tesoro!!! Che carino!!! XD

Devo assolutamente ringraziarvi per seguirmi ancora e per supportarmi!! Perciò ragazze questo capitolo è dedicato a tutte voi che continuate a leggere la mia storia nonostante gli enormi ritardi!!! Bhe che altro dire.. questo è il penultimo capitolo.. ma non vi dimenticherete presto di me.. infatti se guardate c’è un’altra storiella che si è creata nella mia testolina.. spero che vogliate darle un’occhiata! Bacioni! =)

 
Ora passiamo alle risposte per le vostre incoraggianti recensioni!!

 
Simlyme: certo che ti ho dedicato il capitolo!! XD mi sopporti sempre quando ti faccio commenti chilometrici alla tua FF!! comunque ti ringrazio veramente di cuore!! Cercherò di postare più spesso.. ma non so se mi sarà possibile.. ma cercherò di impegnarmi 1 perché manca pochissimo alla fine, 2 perché ho fan meravigliose come te che mi supportano!!
Mi dispiace tantissimo per il tuo ginocchio!! Mi raccomando cerca di rimetterti!! Bacioni!!
Ps: posso fare un po’ di pubblicità alla tua FF?!

Ledyang: grazie infinite!! =)

 
PrincessMarauders: oh che bello!! Due nuove fan!! Sono sempre felicissima quando qualcuno scopre la mia piccola FF!! spero che questo capitolo vi piaccia ragazze!! Kisses! XD

 

Mistica88: sono riuscita a postare appena ho potuto!! Fammi sapere se ti piace! =)

 
Sa chan: grazie mille per i complimenti e per averla inserita tra i preferiti!! Naturalmente ho continuato a leggere la tua FF, anche se non ho più commentato.. è che riesco a mettermi davanti al pc solo la sera, e non ho più la forza di commentare, solo di continuare a leggere le storie, perciò ti chiedo perdono se non commenterò molto spesso.. ma la scuola mi uccide... comunque la tua storia ha preso una piega che mi piace moltissimo!! Continua presto! È da tanto che non aggiorni.. (il bue dice cornuto all’asino… XD eh lo so.. sono così.. XD ) bacioni!!

 
Saraligorio1993: ciao! Grazie mille del complimento! E grazie soprattutto di continuare a seguirmi, credimi, ogni volta cerco di aggiornare il più presto possibile, e infatti appena ho un minuto libero corro a scrivere qualche frase, anche perché spunta sempre qualcosa che devo fare.. XD comunque grazie mille! Kisses!

 

 

 

       

                                     Capitolo 14

 

                                              Non ci posso credere!!

 

Mi svegliai senza Jacob al mio fianco, immaginai di essermi scaldata troppo. Edward, Rosalie e Alice erano intorno a me, silenziosi si muovevano per la stanza.

Cioè Alice danzava da una parte all’altra della stanza a sistemare gli innumerevoli fiori nei mille vasi, mentre Edward era seduto ai piedi del divano, con le mie gambe in grembo, e Rosalie era seduta sulla poltrona a fare zapping a 300 km/h.

Edward mi fissava, sembrava che non avesse allontanato gli occhi dal mio viso nemmeno un attimo. Era.. non so descrivere quali sentimenti vi fossero sul suo viso. Era tremendamente infelice, dispiaciuto, addolorato. Ecco.. forse era questo il sentimento prevalente in lui. Il dolore nel vedermi in quelle condizioni. Scorsi un’altra emozione. L’odio, la rabbia verso colui che era la causa del mio soffrire. Cercai mentalmente di calmarmi. Non volevo farlo addolorare e non volevo far star male il mio bimbo.

Mi fissava, e io lo fissavo di rimando. Come sempre ero ipnotizzata dai suoi occhi, non riuscivo a smettere di guardarli.

Mentre li fissavo erano solo indifferenti, e guardandoli ricordavo i momenti in cui il suo sguardo era brillante, felice, angelico. Come quando ci siamo sposati. Nulla avrebbe potuto descrivere l’emozione che vi lessi dentro. Erano assolutamente rapiti, felici, esulanti, meravigliati, quasi stupiti, come se io gli avessi fatto l’onore di sposarlo. In realtà ero io ad essere stata miracolata, perché mi era stato permesso di avere al fianco un angelo simile.

Ad un tratto però il suo sguardo cambiò. Divenne terrorizzato e infuriato.

“Carlisle!” urlò. Sobbalzai dallo spavento e dallo stupore.

Lui comparve immediatamente dalle scale.

“Cos’è successo?” chiese allarmato.

“Le deve aver rotto un’altra costola!” rispose adirato.

Ma cosa stava dicendo? Io non avevo sentito nessun dolore acuto come la volta precedente.

“Io non ho sentito niente Edward, sarà stato un rumore fuori.” Gli rispose Rose.

Ma lui la fulminò, si alzò e mi prese delicatamente in braccio. Rosalie ringhiò, ma ciò che probabilmente non li fece litigare, fu che io rantolai, e mi toccai il bacino.

“E’ il bacino!” disse Edward.

Subito si mosse il più velocemente possibile portandomi in mansarda.

Mi depositò delicatamente sul lettino e mi prese la mano mentre Carlisle iniziava a visitarmi.

Non c’erano rumori in casa, oltre alla macchinetta per i raggi X.

Dopo qualche minuto, Carlisle finii, e vidi la perplessità sul suo volto, come su quello di Edward.

“Edward, non si è rotta assolutamente niente.. sicuro di aver sentito qualche rumore?” chiese Carlisle scettico.

“Ti dico di si, Carlisle! Come quello dell’altra volta! Ne sono sicuro!!” sembrava inferocito, come se credesse che lui lo stesse deridendo. Era troppo preoccupato per me.

“Meglio se bevi questo, Bella. Sei troppo pallida.” Intervenne Rose. Mi mise tra le mani un bicchiere stra colmo di sangue, su cui mi avventai famelica, e nel frattempo osservavo tutto quello che succedeva intorno.

Carlisle non rispose ad Edward, come se sapesse che il figlio non era appieno delle sue facoltà mentali.

“Sono sicuro, Carlisle. Non mi invento le cose.”

“Non ho mai affermato il contrario figliolo, ma solo tu l’hai sentito. Tu, Rosalie?”

“No, nessuno. Sono sicurissima.”

“E io ti dico il contrario. Accidenti Rosalie, eri li, come hai potuto non sentire?”

Intanto Edward mi prese tra le braccia e si era avviato verso le scale.

“Ehi, ti ho detto che non ho sentito nessuno schiocco. Meglio che tu ti faccia controllare le orecchie, Edward.” Ribatté Rose.

Ma Edward preferì non risponderle. Io dal canto mio stavo concentrando tutte le energie che mi erano rimaste nel cercare di non urlare. Nonostante i movimenti fossero delicatissimi, mi faceva male tutto.

Poi vidi Edward fissare il piano di sotto, e seguii il suo sguardo. Trovai Jacob, nell’ingresso che guardava all’insù.

“Jake.” Sussurrai, sicura che potesse sentirmi, grazie al suo udito superfino.

Edward mi depositò molto dolcemente sul divano, mentre lui si sedette vicino a me, sul pavimento.

“Carlisle, siamo arrivati a metà strada per Seattle. Non c’è traccia del branco. Potete andare.”

“Grazie, Jacob. È il momento buono. Ne abbiamo davvero bisogno.”

“Secondo me, potete partire tranquilli e andare in più di tre alla volta. Sam si sta concentrando su La Push, ci scommetto.”

“Se ne sei convinto tu, va bene. Alice, Esme, Jasper e io  andremo ora. Poi Alice tornerà a prendere Emmett e Rose..”

Ero troppo concentrata a bere, che non feci caso alle sue parole, cosa che invece non sfuggì a Rose.

“Neanche per sogno. Emmett viene con voi adesso.” Sibilò.

“Dovresti andare a caccia.” Le rispose Carlisle.

“Andrò a caccia quando ci andrà lui.” Ringhiò voltandosi verso Edward che non fece una piega.

Jasper ed Emmett si posizionarono subito vicino a Carlisle, come Alice ed Esme. Dovevano avere proprio bisogno di andare. Stavo facendo stare male tutti. Rinunciavano a cacciare e fare le loro cose di tutti i giorni per stare dietro a me. Gliene ero profondamente grata, ma mi sentivo tremendamente in colpa.

Andarono via, volando oltre la finestra, e Jacob si sedette nella poltrona vicino a Rose.

Che non fece mancare il suo disgusto.

“Bleah. Qualcuno porti fuori il cane.”

“La sai questa, Psycho? Sai come muoiono i neuroni delle bionde?”

Ecco un’altra sciocca battuta per cercare di farle perdere la pazienza. Sorrisi tra me e me.

“Allora? L’hai già sentita o no?” chiese di nuovo, non avendo ottenuto nessuna risposta.

Così decise di appigliarsi a l’unico che poteva saperlo.

“L’ha già sentita?” chiese rivolgendosi a Edward.

Girai il viso verso il suo, e mi stava fissando.

“No.” Rispose, senza staccarmi gli occhi di dosso.

“Magnifico. Allora ti piacerà, succhiasangue. I neuroni delle bionde muoiono soli.”

Rosalie non sembrò per niente scossa.

“Ho ucciso centinaia di volte più di te, bestia schifosa. Non te lo scordare.”

“Un giorno, Miss Universo, ti stancherai di minacciarmi a vuoto. Non vedo l’ora che arrivi, quel giorno.”

Possibile che sapessero solo cercare un buon pretesto per uccidersi a vicenda?

“Basta, Jacob.”

Si girò verso di me.

“Vuoi che me ne vada?”

Perché aveva pensato ad una cosa simile?

“No! Certo che no.”

“Sembri stanco.”

“Morto.”

Jacob si lasciò cadere sulla sedia, e mise il piede vicino alla faccia di Rosalie.

“Rose, potresti riempirmi il bicchiere?”

E volò via.

Con la mente iniziai a divagare, per cercare di svagarmi. La prima cosa che mi venne in mente fu il ricordo dell’isola Esme. Ah. Così bella, pacifica, tutte quelle piume in giro soprattutto! Ricordo quanto mi trovai buffa. Sembravo una gallina.

“Hai detto qualcosa?” Edward interruppe le mie divagazioni.

Mi stava fissando, e io lo fissai di rimando. Ero completamente confusa. Che gli stesse succedendo qualcosa?

“Io non ho detto niente.”

Edward di mise in ginocchio, chino su di me.

“Che stai pensando ora?”

Ok. Adesso iniziava a spaventarmi. Possibile che i vampiri potessero impazzire?

“A niente. Che succede?”

“A cos’hai pensato un minuto fa?”

Oh oh. Ammetterlo o no?

“Solo.. all’Isola Esme. E alle piume.” e come al mio solito arrossii.

“Di qualcos’altro.” Mi mormorò.

Mi stava facendo preoccupare seriamente. Oh mio dio. Perché Carlisle era andato via proprio adesso? Avrebbe potuto visitarlo, capire cosa avesse!
“Ma cosa? Edward, che succede?”

Poi mi paralizzai dalla sorpresa. Edward, lentamente e delicatamente aveva appoggiato le mani sul pancione, come avrei voluto avesse fatto dal primo momento.

Dietro di lui vidi comparire Rose, completamente scioccata con il bicchiere in mano.

“Il fe.. Al.. al bambino piace il suono della tua voce.”

___________________ questo era il mio stato mentale. Ero completamente allibita. Per una frazione di secondo mi sembrò di non capire nulla di ciò che avesse detto. Poi collegai tutto, e non potei fare altro che urlare dalla gioia.

“Santo cielo, riesci a sentirlo!” ma me ne pentii. Il mio bimbo mi aveva dato un calcio bello forte. E sussultai.

“Sssh. Hai spaventato il.. lui.” Mi disse Edward. Vedevo una nuova luce nei suoi occhi mentre fissava il mio pancione enorme. Sembrava sorpreso, felice, entusiasta. Finalmente un’emozione diversa!
Appoggiai la mano nel punto in cui aveva scalciato.

“Scusa, piccolo.”

Edward intanto aveva praticamente appoggiato la testa sul pancione.

Rosalie ci fissava terrorizzata. Probabilmente credeva che quello di Edward fosse un trucco, ora che non c’erano gli altri a trattenerlo, sarebbe stato facile per lui far bloccare Rose da Jacob, che voleva la sua stessa cosa, e poi drogarmi per uccidere il bambino. Ma quest’idea non mi era passata per un solo secondo nella mente.

Non avevo dubitato nemmeno un attimo delle intenzioni di Edward. E poi l’espressione del suo viso diceva tutto. Nemmeno lui era in grado di fingere così bene.

Ero ansiosa di nuove informazioni. Finalmente poter conoscere il mio piccolo mi dava una gioia immensa.

“Cosa pensa ora?”

“La cosa.. lui, o lei è..” mi fissò negli occhi, completamente stupito e gioioso. “Felice.”

Mi si bloccò il respiro. Il mio bambino. Improvvisamente iniziai a piangere dalla gioia e sorridere. Non riuscivo a farne a meno.

Chissà se poteva sentirmi bene? Bhe perché non provare?

“Certo che sei felice, bel bambino, certo che lo sei. Come potresti non esserlo, così al sicuro, così al caldo, così amato? Ti amo tanto, piccolo EJ, certo che sei felice.” Utilizzai il suo nome, e Edward se ne accorse.

“Come lo hai chiamato?” mi chiese incuriosito.

Arrossii. “Gli ho dato una specie di nome. Non pensavo che volessi.. bè, ecco.” Non volevo ricordargli come si era comportato fino ad un attimo prima, non ora che era così felice ed euforico.

“EJ?”

“Anche tuo padre si chiamava Edward, no?”

Volevo portare avanti la tradizione, ma forse c’era qualcosa che non gli tornava, la J. Non c’era nessuno con la J in famiglia. Almeno non in quella biologica.

“Si. Ma cosa..?” si fermò e sorrise.

Sorrise. Il mio Edward aveva sorriso. Ecco. Adesso ero completamente e assolutamente felice. Ero sposata. Aspettavo un meraviglioso bambino. Jacob era tornato e sarei diventata presto una vampira. Non potevo chiedere altro dalla vita.

“Che c’è?”

“Gli piace anche la mia voce.”

Che sciocco. Come poteva non piacere al nostro bimbo piacere la voce del suo papà?

“Certo che gli piacce. Hai la voce più bella dell’universo. A chi non piacerebbe?”

Rose sembrava aver superato lo shock iniziale, e adesso sembrava fiduciosa nei confronti di Edward.

“Avete un piano di riserva? Che si fa se è una lei?”

Mi asciugai gli occhi che non volevano saperne di smettere di lacrimare.

“Qualche idea mi è venuta. Pensavo a un misto fra i nomi di Renèe ed Esme..”

“Resmé?”

“Ma no: Renesmee. Troppo strano?”

“No, mi piace. È bellissimo. E unico, quindi perfetto.”

“Comunque sono convinta che sia un Edward.”

Ne ero assolutamente certa. Altrimenti come spiegare il bambino presente nei miei sogni?

Guardai di nuovo Edward. La sua espressione era strana. Fissava il vuoto, come faceva Alice quando aveva una visione.

“Che c’è? Cosa pensa?”

Poi lo vidi appoggiare l’orecchio al centro del pancione. Che tenero!

“Ti vuole bene, ti adora indiscutibilmente.”

Annaspai. Ma questa volta non per il dolore. Ero felicissima. In quel momento non c’erano più Jacob e Rose, solo noi tre. La famiglia che dopo varie peripezie si era formata. Una famiglia speciale. Quante persone potevano vantarsi di averne una del genere? La risposta era solo una: nessuno.

“Ah.” Non capii a cosa si riferiva Edward. Che fosse successo qualcosa al bambino? Poi vidi il suo sguardo posato su Jacob. E capii. Lui odiava quella creatura, e adesso anche Edward era dalla mia parte. Lui era solo, a combattere una battaglia persa già prima di iniziarla.

Edward si spostò fino al tavolino, prese qualcosa di argentato dal cassetto e glielo lanciò.

“Vai, Jacob. Vai via di qui.” Non lo stava affatto cacciando via. Voleva farlo andare via per alleviare le sofferenze che gli stavo arrecando. Che io, con il mio egoismo gli infliggevo ogni giorno.

E scappò via, lontano dalle sofferenze che la vita gli aveva dato, lontano da tutti e tutto, ma soprattutto lontano da me.

Edward si rimise di nuovo al mio fianco, e si mise ad accarezzare il pancione. Rose decise che si poteva fidare di Edward e andò di sopra.

Non parlammo. Non ce n’era bisogno. Il nostro quadretto familiare era completo e felice.

Ma come si sa ogni cosa bella deve finire.

Edward si alzò e si posizionò davanti a me, con le braccia tese, e venne subito affiancato da Rose, scesa immediatamente dal piano di sotto.

Cosa diavolo stava succedendo?

La risposta alla mia domanda venne data quando vidi Leah trasformarsi davanti alla porta di casa e infilarsi velocemente un pezzo di stoffa per evitare di essere nuda. Ed entrò così, con una faccia infuriata e rabbiosa che non prometteva niente di buono.

 

 

Ringrazio infinitamente coloro che mi hanno messa tra i preferiti!!

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