We never go out of STYLE di Pretty_Blonde_Devil (/viewuser.php?uid=789947)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Success or not? ***
Capitolo 2: *** Far away from you. ***
Capitolo 1 *** Success or not? ***
27 ottobre 2014, ore 23:54
"Un grande brindisi in onore di Taylor!" gridò qualcuno dal centro della sala, scatenando urla e applausi da parte di tutti i presenti.
"Congratulazioni! Brava!" decine di bicchieri colmi di champagne si sollevarono da ogni angolo. Tutti mi guardavano, mentre sorridevo radiosa nel mio sfavillante vestito dorato.
Era un giorno importante per me, perché aveva visto l’uscita ufficiale del mio nuovo album musicale, 1989, perciò avevo pensato fosse doveroso dare un party a casa mia, nel mio appartamento privato sopra Times Square, per festeggiare con amici, parenti e collaboratori di lavoro.
Il disco era uscito solo da poche ore, eppure stava già scalando le classifiche mondiali e raggiungendo il podio in moltissimi paesi. Non potevo essere più felice e soddisfatta di così. Mi sentivo al settimo al cielo, orgogliosa, raggiante, apprezzata. Niente poteva andare storto.
Saltellando sui tacchi vertiginosi con un enorme sorriso stampato in viso, recuperai il mio Iphone che, abbandonato sul tavolo del rinfresco, non controllavo da qualche ora. Vidi comparire sul display le notifiche di più di trenta messaggi su whatsapp, sette chiamate perse e infinite menzioni su Twitter. Scorsi velocemente i tweet e vidi apprezzamenti al mio album da parte di star del calibro di Phoebe Tonkin, Nina Dobrev, One Republic... impossibile leggerli tutti e contenere la mia gioia. Lessi anche qualche messaggio, ne trovai uno di Ed, dove mi faceva i complimenti, carinissimo come sempre. Un altro era di Scott, il mio brillantissimo nonché omosessualissimo manager e assistente personale:
“Tutto il web sta impazzendo per te! Ottimo lavoro! Congratulazioni tesoro!!”. Sorrisi ancora di più immaginando il suo tono di voce tuttotrannecheetero che avrebbe usato se fosse stato lì a farmi gli auguri di persona.
Poi distrattamente diedi un’occhiata alle sette chiamate perse, e sussultai. Lessi un nome, quel nome, che mai avrei pensato di vedere spuntare nuovamente sullo schermo del mio cellulare. Harry Styles.
Harry mi aveva cercato sette volte nel giro di quell’ultima ora. Rimasi interdetta. Erano passati mesi, ormai... All’improvviso sentii la vibrazione fra le mie mani. Era ancora lui che mi chiamava. I battiti del mio cuore accelerarono, mentre rispondevo incerta:
"Ehi.." la voce mi uscì più flebile di quanto avessi voluto.
"Pensavi che non mi sarei accorto di niente?" sbottò, gelido. Il sorriso lentamente svanì dal mio viso. Improvvisamente non sentivo più le chiacchiere delle persone intorno a me, la musica, il tintinnio dei bicchieri. Sentivo solo quella voce familiare e graffiata.
"Volevi far soldi vendendo a tutti i media quello che c’è stato tra di noi?" proseguì tagliente. "Volevi metterti sotto i riflettori? Bene, ci sei riuscita. Ma ti avevo chiesto di lasciarmi fuori da tutta questa storia. Hai intitolato una canzone “Style”. Style! Dio, Taylor" alzò la voce, mentre un groppo in gola mi impediva di parlare.
"Pensi non abbia notato che parla di me? Anzi, che l’album intero sembra parlare di me, di noi? Mi hai usato! Mi hai usato per guadagnare palate di denaro e accrescere ancora di più la tua fama!" Ora stava letteralmente urlando. Non l'avevo mai sentito così furioso.
"Io... Non è come pensi tu" non riuscii quasi a proferire parola, ero troppo sconvolta anche solo per pensare a cosa dire.
"Senti, non è ripetendo “Take me home” o riempiendo i testi delle tue canzoni di altri palesi riferimenti alle mie che mi farai tornare da te. E’ finita, pensavo l’avessi capito da un pezzo". Quelle parole furono peggio di un pugno nello stomaco per me. Mi resi conto di essere rimasta con il telefono appoggiato all’orecchio, ma senza più nessuno dall’altro capo. Mi avvicinai alle enormi vetrate che sostituivano le pareti del soggiorno, e che si affacciavano sul panorama mozzafiato che offriva New York di notte. Mi sentivo come se un camion mi fosse appena passato sopra. Sentii una mano che si appoggiava delicatamente sulla mia spalla.
"Taylor, tesoro, va tutto bene?" era Abigail, la mia migliore amica, che mi scrutava con un’espressione preoccupata. Evidentemente si era accorta che qualcosa non andava.
"Sì. Sì certo, ho.. Ho solo bevuto qualche drink di troppo, credo, e mi gira un po’ la testa. Ma sto bene" mentii. Finsi un sorriso, per rassicurarla. In realtà mi sentivo morire dentro.
All’improvviso mi sembrò che l’uscita di 1989 non fosse più un evento così tanto bello da ricordare.
Ciao a tutti! (:
Questa è la mia prima fanfiction che pubblico, per cui ho bisogno di sapere se valga la pena proseguire oppure no. Come inizio può interessare a qualcuno? Continuo?
Se l’idea di sapere il seguito vi intriga, lasciatemi un commentino o qualsiasi altro tipo di segnale. Insomma, fatemelo sapere in qualche modo! Baci dalla vostra
Pretty Blonde Devil :* |
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Capitolo 2 *** Far away from you. ***
far away from you
"Tra noi è finita. Pensavo l'avessi capito da un pezzo" quelle
parole della sera precedente continuavano a rimbombarmi in testa,
trafiggendomi il corpo come mille lame appuntite. Chiusi gli occhi e mi
immersi nella vasca ancora più a fondo, facendo sprofondare
anche la testa giù, sempre più giù... nel vano
tentativo di scacciare quei pensieri dalla mia mente. Intorno a me solo
vapore, schiuma e bollicine di sapone. Pensavo che un bel bagno caldo
di mattina, con tanto di idromassaggio, mi avrebbe fatto bene. E invece
niente sembrava funzionare. Avevo scritto le nuove canzoni mettendoci il
cuore, ed ero così contenta del risultato finale da non aver
neanche lontanamente immaginato di poterlo mettere in imbarazzo. Ora
milioni di persone le stavano ascoltando e probabilmente ne avevano
già imparato a memoria le parole. Ed io dopo quella telefonata,
non potevo fare a meno di sentirmi in colpa, perché sapevo che lui aveva
ragione. Ma cosa diamine mi era saltato in testa? Lo sapevo che teneva
moltissimo alla privacy, avevamo litigato un sacco di volte per quel
problema... Eppure avevo scritto di lui, e lui adesso era arrabbiato
con me. Era colpa mia, me lo meritavo.
Un suono familiare mi giunse
ovattato a causa dell'acqua nella quale ero ancora immersa,
costrigendomi a smettere di struggermi nei miei piensieri. Riconobbi la
suoneria del mio iPhone, mi
sollevai e allungai un braccio per rispondere. Era Abigail.
"Buongiornooooo" mi stordì un timpano. Sorrisi del suo immancabile buon umore. "Che impegni hai oggi, sweetie?"
"Ciao Abby, come va? Non lo so, aspetta che controllo."
Misi in attesa la chiamata e scorsi sul cellulare fino a trovare l'sms
di Scott che, ogni mattina alle 8.00 in punto, mi inviava il programma
della giornata.
"Ore 10.30: servizio fotografico da Vogue per la promozione del disco.
Ore 19:00: intervista al David Letterman show. A più tardi. -S"
"Ehi tesoro, sei ancora lì? Oggi ho praticamente tutto il pomeriggio libero." la informai.
"Grandioso! Allora che ne dici di un pranzetto in centro e poi un po' di sano shopping nella Fifth Avenue?"
"Allettante. Ci sto!" confermai. "Facciamo per l'una e mezza?"
"Perfetto. Ho invitato anche Selena. A dopo Tay"
Chiusi la conversazione con un sorriso. Forse un normale pomeriggio tra
amiche, lontano dalla fama e dai problemi di cuore, era quello che mi ci voleva per distrarmi un po'.
Uscii dalla vasca da bagno e mi avvolsi in un asciugamano pulito. Mi
diressi verso lo specchio e presi un bel respiro profondo, guardando la
mia immagine riflessa: "Okay Tay, diamo inizio a questa giornata".
Neanche il tempo di asciugarmi i capelli ed ero già in ritardo.
Come al solito. Ricevetti in quel momento una chiamata di Scott.
"Tay? Dove sei?"
"Ehm, ciao! Sì sì, 10 minuti e arrivo"
"Sicura? Vuoi che ti mando una macchina?" mi chiese sospettoso. Evidentemente mi conosceva bene.
"No, tranquillo. Prendo un taxi! A più tardi"
Lasciai i capelli lisci ricadere morbidamente sulle spalle e poi volai a
razzo nel guardaroba accanto alla mia camera da letto. Optai per un
vestitino in fantasia Burberry, afferrai la borsa rossa di Michael Kors
e un paio di trochetti dello stesso colore. Mi truccai poco
perché tanto ero consapevole che a breve le truccatrici di
Vogue mi avrebbero sistemato sicuramente meglio, ma non potei rinunciare al
mio inseparabile rossetto rosso. Conclusi il tutto con un cappottino
color panna e gli occhiali da sole scuri, indispensabili per uscire
allo scoperto.
Mi fiondai sul primo taxi che passava, dimenticandomi delle mie due
macchine da ottantamila dollari chiuse in garage. Presa da mille
pensieri come ero, infatti, non avevo la benché minima voglia di
guidare. Non mi importava. Non ero mai stata una di quelle
celebrità che amano dar sfoggio della propria fama, né
mai lo sarei stata. Volevo solo guardare la gente indaffarata di New
York e le vie
della città che scorrevano sul finestrino.
Mi passò davanti agli occhi un enorme cartellone pubblicitario
che occupava gran parte della facciata di un edificio. Il mio nome
troneggiava al centro, scritto a caratteri cubitali insieme a quello
del nuovo album. Mi specchiai in me stessa, osservando una Taylor in
formato gigante ritratta sorridente in un abito blu. Ma non uno
qualsiasi, quell'abito blu.
Senza spalline, stretto in vita e poi lungo fin sotto i piedi. I
ricordi che quel vestito rievocò nella mia mente erano come un
uragano. Era lo stesso che indossavo quella sera di due anni prima,
agli Mtv Music Awards, l'inizio di tutto. Un sorriso amaro si dipinse
sul mio viso.
Settembre 2012, Los Angeles.
"Taylor, Taylor! Da questa parte! Per favore!"
Sentivo le grida dei miei fan che tentavano in qualche modo di attirare
la mia attenzione, e come sempre volevo fermarmi, stringere le mani
a tutti e firmare quanti più autografi potevo, volevo renderli
felici, ma ovviamente ciò non era possibile, vista la
quantità non indifferente di body-guards che mi circondavano da
ogni lato, tenendomi a debita distanza. Perciò li salutavo da
una distanza di sicurezza, come da routine, mentre sfilavo sorridente
sul red carpet, accecata dai flash di mille fotografi e giornalisti.
"Vedi Justin da qualche parte?" mi domandò Selena, una delle mie
migliori amiche nonché fedele compagna di eventi mondani, come
quello.
"Mmh, no non mi sembra." risposi. Socchiusi gli occhi nel marasma
generale nel tentativo di distinguere i capelli biondi del suo ragazzo,
quando mi soffermai su una limousine che stava arrivando in quel
momento ed era già stata immediatamente circondata dalla folla.
Qualche ragazzina urlò forte.
" Aspetta, ecco forse è arrivato... Oh." mi incantai. "No, non é lui."
La portiera dell'auto si era aperta e ne era uscito il più bel
ragazzo che avessi mai visto. Indossava una camicia nera leggermente
sbottonata che lasciava intravedere qualche ciondolo che pendeva dal
suo collo. Si passò una mano fra i capelli mossi, regalando un
sorriso mozzafiato alle fan, che urlarono ancora di più. Ci
sapeva fare.
"Oh my god, look at that face. You look like my next mistake..."
"Taylor? Ehi? Taylor!" Selena mi agitò una mano davanti agli occhi, quasi per riscuotermi dal mio stato di trance.
"Eh?" feci, interdetta. "Che c'è?"
"Stai letteralmente sbavando su Harry Styles." rispose, soffocando una risata. "Te ne sei accorta?"
"Cosa? Io.. No! No no, assolutamente" mi affrettai a precisare. "Pensavo fosse Justin" aggiunsi, con finta nonchalance.
In realtà proprio tutti i torti non li aveva. Ero uscita con
molti uomini, era vero, ma lui... Lui aveva qualcosa di diverso. Ed era
anche terribilmente sexy. Sapevo che i One Direction, la band di cui
faceva parte, erano entrati nel mondo della musica all'improvviso e in
poco tempo, sconvolgendolo completamente. La loro fama aveva raggiunto
livelli internazionali, e continuava a crescere. Però quella era
la prima volta che li vedevo di persona.
In quel momento mi sembrò che i suoi occhi si spostassero su di
me, e non appena incrociarono i miei, furono scintille. Spostai
frettolosamente lo sguardo, sperando non mi avesse beccata a fissarlo
in quel modo. Intanto lui avanzava disinvolto sul red carpet,
sorridendo ai fotografi con una naturalezza tale che sembrava
appartenere a quel mondo da sempre. Sussultai quando mi accorsi che era
venuto in mia direzione.
"Ciao. Ho sentito molto parlare di te." quella fu la prima volta che
sentii la sua voce dal vivo. Calda, roca, suadente. Alzai lo sguardo, incerta se credere o meno che si stesse rivolgendo a me, e
lui era lì proprio davanti al mio viso, con quel suo sorrisetto sghembo
e un po' malizioso. Non avrei mai immaginato che sarebbe venuto dritto
a parlarmi, ma purtroppo erano anche la sua spavalderia e il suo essere sfacciato ad attirarmi così
irrimediabilmente. "Io sono Harry..."
"So chi sei" risposi con un sorriso, piacevolmente sorpresa da quell'incontro. "Tutti lo sanno".
"Potrei dire la stessa cosa di te, Taylor". Un brivido mi corse lungo
la schiena quando pronunciò il mio nome. I suoi occhi verdi
erano
ancorati nei miei, c'era elettricità nell'aria. Un'intesa
visibile a occhio nudo.
"Harry, ci concedi una domanda?" un giornalista lo chiamò, porgendogli in avanti un microfono.
"Devo andare. Felice di averti conosciuta. Spero ci sia una prossima volta" mi disse, con complicità.
"Potrebbe." sorrisi tra me e me.
Come era prevedibile, non era passato molto tempo per quella "prossima
volta". Poche settimane dopo, al termine di un concerto che avevo
tenuto a Los Angeles, tornando dietro le quinte me lo ero ritrovata
lì, da solo, appoggiato alla porta del mio camerino. C'era stato
un primo bacio, e un altro, e un altro ancora, e in men che non si dica
ci eravamo già ritrovati avvinghiati l'uno all'altra, come se
nessuno dei due potesse più fare a meno delle labbra dell'altro.
Niente di eccessivamente romantico o programmato, niente bacio sotto le
stelle. Le uniche stelle eravamo noi, nate da quello che è
conosciuto come il crudele mondo dello spettacolo. Avrei dovuto
intuirlo, che quella sarebbe stata la nostra condanna.
"Signorina, siamo arrivati". La voce del taxista mi risvegliò dai miei ricordi.
Mi precipitai all'interno, dove trovai un impaziente Scott ad
aspettarmi, in compagnia di Anna Wintour, la direttrice di Vogue,
vestita di tutto punto ed elegantissima come sempre.
"Taylor, tesoro!" mi accolse lei a braccia aperte. "Diventi sempre
più splendida! E' sempre un piacere averti qui da noi."
"Ti ringrazio, Anna, lo è anche per me".
Il tempo di una ripassata in sala trucco, qualche ritocco ai capelli ed
ero già sul set fotografico, con gli sfavillanti abiti che le
stylist mi avevano fatto indossare per il servizio.
"Bene così. Guarda un po' più alla tua destra. Sguardo da
diva. Perfettooo, così. Meravigliosa" cercavo distrattamente di
seguire le istruzioni del fotografo, anche se il pensiero di Harry
costantemente nella mia testa me lo faceva risultare difficile.
Più lui mi riempiva di complimenti e mi intimava a pensare a
qualcosa di positivo per sorridere all'obiettivo, più il dolore
si riaffacciava prepotentemente, ed io lottavo con tutta me stessa per
ricacciare indietro le lacrime e sforzarmi di non mostrare gli occhi
lucidi.
Dopo un paio d'ore, mi stavo finalmente dirigendo in centro per
incontrare Abby e Sel. Le suole dei miei stivaletti calpestavano il
marciapiede umido di pioggia e le foglie secche. Fui colta da un
brivido e mi strinsi nel cappotto. Ero stata talmente assorbita dal
lancio del nuovo cd da non aver ancora realizzato che fosse già
autunno inoltrato. Notai le vetrine ai margini delle vie, illuminate a
festa e decorate per Halloween.
In effetti, mancavano solo pochi giorni.
Dopo un pranzo nel nostro ristorante di fiducia e la nostra dose di
gossip giornaliero, stavamo tutte e tre passeggiando lungo la Fifth
Avenue, reggendo con entrambe le mani gli inevitabili sacchetti frutto
dello shopping terapeutico. O almeno, terapeutico lo era stato per me,
visto che quel paio di sandali Prada appena acquistati mi facevano
sentire invincibile. Peccato però che quella sensazione
durò poco.
Stavamo tutte ridendo per una battuta appena fatta da Selena, quando Abigail improvvisamente tornò seria.
"Senti, Tay" iniziò. "Voglio che tu sappia che siamo le tue
migliori amiche, e che puoi sempre contare su di noi. Ieri sera da un
certo punto della festa, non sei stata più la stessa, e ce ne
siamo accorte entrambe. Hai detto di aver bevuto troppo, ma tu non bevi
quasi mai."
Smisi di ridere e abbassai lo sguardo, rabbuiandomi.
"Sappiamo che c'è qualcosa che non va. Non sei obbligata, ma sai
che puoi dirci tutto." aggiunse dolcemente Selena. Mi conoscevano
persino meglio di quanto immaginassi.
"Io... Sto bene, ragazze. Davvero. E' una cavolata, mi passerà."
"C'entra Harry, vero?" chiese Abby a bruciapelo. Okay, sapevano anche capire quando mentivo.
Il mio silenzio fece da conferma.
"Non... non ha apprezzato il fatto che abbia scritto canzoni su di lui.
E' stato fin troppo chiaro." dissi dopo una pausa. "Ed ora mi sento uno
schifo".
Mi abbracciarono in modo sincero, per poi lanciarsi in una serie di
commenti poco delicati circa quanto fosse idiota e quanto il successo
gli avesse dato alla testa. Apprezzai, anche se
dentro di me sapevo bene che non era così.
"Allora, Tay, che programmi hai per Halloween?" cambiò argomento Selena.
"In realtà, tra il cd e tutto il resto, non ho ancora avuto il tempo nemmeno di pensarci. Non ne ho davvero idea."
"Non hai impegni? Allora perfetto, verrai con noi alla festa di Cara!" dichiarò Abby allegramente.
"Cosa? Che festa?" domandai.
"Non hai visto il messaggio? Cara ne ha mandato uno a tutti come invito
per la festa in maschera che darà nella sua villa privata, qui in
città." mi spiegarono.
"Sul serio? Ne ho ricevuti talmente
tanti in questi giorni che deve essermi sfuggito... Non so, non ho
nemmeno un vestito..." esitai.
"Oh andiamo Taylor!" intervenne Sel. "Figurati se le tue stylist non
hanno qualcosa da tirar fuori per l'occasione... Non vorrai mica fare
la diva solitaria che festeggia a casa propria con il gatto, distribuisce
schifezze ai bambini e mangia vaschette di gelato davanti a uno di
quegli orribili film che passano in tv la sera del 31?!?!"
La prospettiva, in effetti, era piuttosto deprimente.
"No, hai ragione." mi convinse. "Verrò!"
"Bene. Ci sarà da divertirsi!" disse, raggiante. "Ci saranno
tutti. Tutte le celebrità del momento, dalle modelle colleghe di
Cara ad attori e naturalmente cantanti."
"Io ho sentito che verrà anche Lady Gaga..." aggiunse Abby.
"Sì, e in più si canta!" proseguì Sel.
"Si canta?" ripetei, interrogativa.
"Sì, nessuno scopo di lucro né di beneficienza. Niente di
simile." spiegò. "Siamo tra di noi, quindi semplicemente
intratteniamo la serata e ci divertiamo. Così mi ha detto Cara,
le è sembrata un'idea carina. Conoscendola avrà voluto
organizzare le cose in grande, avrà allestito un mega palco o
qualcosa del genere. Comunque, io e Justin cantiamo. Ho sentito
anche Ella - alias, Lorde - e credo canti anche lei. Può farlo
chi vuole!"
"Sembra divertente!" approvai con un sorriso. "Chi lo sa, magari lo farò anch'io".
Selena's point of view
"Pronto, amore?" Justin mi rispose dall'altro capo del telefono.
"Ehi, tutto bene?" gli chiesi.
"Certo, e tu? Mi hai chiamato per descrivermi come sei vestita?" sentii la sua voce maliziosa e sorrisi.
"Dai, stupido. E' per Taylor."
"Oh. Che è successo?"
"Hai presente ieri sera quando ha cambiato umore di punto in bianco?"
"Sì. Hai scoperto il motivo?"
"Già, ed era come sospettavamo. Lo sapevo!"
"Harry ha fatto ancora il coglione, ho capito." mi
sembrò di sentirlo roteare gli occhi. "Lo sanno tutti che non
è mai finita fra loro, tranne quei due".
"Esattamente. Senti, visto che sei amico loro, te ne occuperesti tu?"
"No problem, penso a tutto io piccola. A presto".
Sorrisi. Ecco perché lo amavo.
Taylor's point of view
Stesso giorno, ore 18:57.
Quando sei una delle cantanti più famose al mondo, ed è
un periodo in cui sei continuamente sotto i riflettori, a volte
vorresti solo tuffarti nel tuo letto morbido e rassicurante, che da te
non pretende né confessioni né finti sorrisi. Eppure la
tua giornata sembra non finire mai.
"Taylor, tra cinque minuti entri in scena tu." mi informarono.
"Okay." risposi, mentre una truccatrice finiva di incipriarmi il viso e
un paio di altre mani mi perfezionavano i boccoli ai capelli. Attorno a
me c'era tutto un via vai di tecnici, assistenti, addetti al make-up e
cameramen.
Nemmeno il tempo di salutare Abby e Sel ed ero già dovuta correre nello studio del David Letterman Show.
Come ogni volta prima di una mia apparizione in pubblico, ero
leggermente in ansia. Era quel tipo di emozione mista ad agitazione al
quale nessuna celebrità riesce mai ad abituarsi per davvero. E
in particolar modo in quel momento, quando sapevo perfettamente che le
domande dell'intervista sarebbero state piuttosto personali. Per quanto
il presentatore potesse essere un mio amico di ormai vecchia data, non
poteva certo astenersi dal pormele. Era il suo lavoro, e la gente
voleva sapere.
"Meno tre... due... uno... Sei in onda!" disse un assistente da dietro le quinte.
Vidi David sistemarsi il microfono sulla giacca per poi salutare il
pubblico lì presente e a casa con un caloroso
benvenuto. Appostata sul retro, attendevo il segnale per entrare
in scena.
"Questa sera abbiamo il piacere di ospitare nel nostro studio la
cantante più seguita e acclamata del momento. E' bionda, bella e
amatissima dai suoi fan... Signori e signore, TAYLOR SWIFT!"
Al suono del mio nome, feci il mi ingresso avanzando sui tacchi alti, accolta da uno scrosciare di applausi.
"Buonasera a tutti!" mi accomodai sulla poltroncina, che ormai conoscevo bene, davanti alla telecamera.
"Allora, Taylor, sappiamo che l'uscita del tuo ultimo album è
stata un successone. E, permettimi di dirlo, personalmente anche io lo
trovo magnifico".
"Ti ringrazio." sorrisi.
"Sono in moltissimi a pensare che tu riesca trasformare in musica
esattamente tutto ciò che le persone pensano, e che magari non
hanno mai avuto il coraggio di dire. Come vivi tutto ciò?" mi
chiese.
"Ne sono lusingata. E' un'enorme soddisfazione per me sapere che i
miei fan riescano a ritrovarsi nei miei testi, in ciò che
scrivo, in ciò che provo. Questo mi rende orgogliosa, il poter
aiutare delle persone, in qualche modo." dissi sincera. "Ed è
solo grazie a loro e al loro sostegno, che posso farlo." conclusi con
un sorriso, ricevendo altri applausi.
"Sai, si sta molto parlando dei testi delle tue nuove canzoni,
specialmente sul web. Ti sei ispirata a qualcosa che ti è
realmente accaduto, vero?"
Sapevo benissimo dove la gente voleva arrivare. Ma cercai, o meglio, mi imposi di mantenere il sangue freddo.
"Beh, io ritengo che nel nostro lavoro sia importante basarsi su certi
vissuti e farne tesoro. Spesso, è così che nascono le
meglio riuscite canzoni." risposi, in maniera non troppo dettagliata ma
sufficientemente chiara.
"Certo, capisco. Vuoi parlarci di qualche tua canzone in particolare? Style, per esempio. Cosa rappresenta per te?"
Il cuore mi balzò in gola non appena il conduttore ebbe pronunciato quel titolo. Deglutii, ma senza scompormi. "Ti
è già capitato, Taylor. Mantieni la calma. Sei una
celebrità e sai come funziona questo genere di cose. E sai
benissimo come districarti, lo hai imparato tempo fa."
"Style è una
canzone nella quale credo tutti si possano immedesimare." mi schiarii
la voce, facendo ben attenzione a non tradirmi da sola con qualche
espressione del viso. "Perché tutti hanno un amore dal quale
sanno che non si libereranno mai. Uno di quelli che sembra essere senza
fine..."
Harry's point of view
"...e che appunto per questo ho pensato di paragonare al
mondo dei trend e delle tendenze, come se fosse qualcosa che non
andrà mai fuori moda."
Ovviamente aveva evitato accuratamente di rispondere alla domanda sul che cosa significasse per lei.
"Tutti hanno quella persona che potrebbe anche ricomparire dal nulla per interrompere il tuo matrimonio." concluse.
A quell'ultima affermazione iniziai a vedere lo schermo del televisore
come se fosse appannato. Poi capii che ero io ad avere gli occhi
lucidi. Dannazione.
"E tu, Taylor? Ce l'hai questa persona?" le chiese il presentatore.
Primo piano su di lei. La vidi esitare. Non fiatai. Per un attimo credetti che si sarebbe lasciata scappare il mio nome.
"No, nessuno." rispose dopo una pausa che mi era sembrata interminabile. Sorrideva, ma il suo era un sorriso triste.
"Cosa danno di bello in tv?" Niall e Louis entrarono nella stanza con il loro consueto buonumore.
Mi riscossi e spensi bruscamente il televisore. "Niente." mi affrettai
a rispondere. Era stato un attimo, mi era già passata.
"Ehi, va tutto bene?" mi chiese Louis, notando evidentemente la mia espressione strana.
Fortunatamente lo squillo del mio cellulare mi salvò da quella domanda.
Afferrai l'iPhone e lessi dal display che si trattava di Justin.
"Ehi bro!" Salutai, felice di sentirlo. "Come stai?"
"Tutto a posto, grazie. E voi? Ti ho chiamato per chiedere una cosa a te e ai ragazzi. Dove siete ora?"
"Nel nostro appartamento a Londra. Abbiamo appena finito una riunione
col nostro produttore per decidere le tappe del prossimo tour e siamo
rincasati da poco. Zayn e Liam sono fuori sul balcone a fumare. Ah,
eccoli. Aspetta, ti metto in vivavoce. Fatto, dicci pure."
"Bene. Sentite, la notte del 31 ci si trova nella villa di Cara per una
festa in maschera. Ci saranno un po' tutti. Siete dei nostri?"
"E' vero, sì, avevo letto l'invito." si ricordò Liam.
"Ah, quest'anno non si replica all'Hollywood di Milano?!" intervenne Zayn.
Vidi Louis roteare gli occhi. "Tu non fai testo, eri ubriaco marcio quella sera."
Risate generali, me compreso.
"Andiamo, ragazzi. Non ci vediamo da un po' e questa è
l'occasione perfetta." insistette Justin dall'altro capo del telefono.
"Allora, che ne dite?"
"Sì infatti, hai ragione." presi in mano la situazione. "Nella villa di Cara dove?" chiesi.
"In quella di New York."
Esitai. Per un attimo mi chiesi se lei ci sarebbe stata. Ma ormai gli altri sembravano convinti, e non potevamo tirarci indietro.
"Va bene." acconsentii. "Ci saremo."
Sapevo di essermi messo in un guaio ancor prima di aver finito di pronunciare quelle parole.
Sono tornataaaa!
Scusatemi, so di avervi fatto aspettare tantissimo ma ero sotto esami ed è stato un periodaccio!
Il capitolo è piuttosto lunghetto, spero di non avervi annoiato D: e che anzi, abbia ripagato l'attesa.
Abbiamo scoperto, tramite un flash-back, il primissimo incontro tra
Taylor e Harry, anche se ancora non sappiamo cosa sia successo di
preciso tra quei due.
A fine capitolo c'è anche una parte di vicenda raccontata, per la prima volta, con gli occhi di Harry.
E come avrete intuito, i loro amici stanno architettando mille modi per farli trovare nello stesso posto e allo stesso momento.
Ho apprezzato molto le recensioni ricevute per il prologo.
Perciò, se la storia vi sta piacendo e se siete curiose di
scoprire cosa accadrà in questa fantomatica festa, se si
incontreranno oppure no... Beh, lasciatemi un piccolo commentino per
farmelo sapere, e io ne sarò felice.
Un bacione dalla vostra
Pretty Blonde Devil :*
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