I wanna be yours

di ANormalGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Daydream ***
Capitolo 2: *** Run in the rain ***
Capitolo 3: *** Beta Tau ***
Capitolo 4: *** The shades of his smile ***
Capitolo 5: *** What's happening? ***
Capitolo 6: *** Wake up ***
Capitolo 7: *** Get your guns ***
Capitolo 8: *** In the night ***
Capitolo 9: *** Disappointments ***
Capitolo 10: *** The world is wrong ***
Capitolo 11: *** The next morning ***
Capitolo 12: *** Brawl ***
Capitolo 13: *** Breaking down ***
Capitolo 14: *** Wonderwall ***
Capitolo 15: *** Wake up alone ***
Capitolo 16: *** Suicidal ***
Capitolo 17: *** I'm sorry ***
Capitolo 18: *** Waiting ***
Capitolo 19: *** The reason ***
Capitolo 20: *** Always ***



Capitolo 1
*** Daydream ***


I find it hard to tell you

I find it hard to take

When people run in circles

It's a very, very mad world mad world

 





Aprii gli occhi e il solito soffitto bianco, ormai ingiallito dal tempo, mi sovrastava provocando in me uno strano senso di oppressione.
Lo guardavo perdendomici come se fosse un oceano. Era un comune e monotono soffitto. Non vi era nulla di speciale eppure, in quel niente, si racchiudeva ogni mio pensiero.
Voltai appena il capo ed il letto, dall'altra parte della stanza, era ancora vuoto. Lanciai poi una rapida occhiata alla sveglia: 5.30
Sbuffai irritata. Avevo dormito più o meno tre ore e di certo non avrei ritrovato il sonno visto che nel mio cervello presero a vorticare i soliti pensieri.
Posai allora i piedi a terra. Quando sentii il legno freddo sotto alla mia pelle, un brivido percorse la mia schiena facendomi rabbrividire.
La leggera luce del sole filtrava dai listelli delle tapparelline. Un raggio del sole, che stava nascendo, illuminava la vecchia scrivania in legno della mia compagna di stanza. Un post-it giallo era incollato allo schermo del suo portatile.
"Sono da Lucas. 
Non preoccuparti, ci vediamo ad Economia. 
Baci, Shannon"

sorrisi beffarda e infastidita allo stesso tempo. Lucas McGrady non era un bel soggetto e il solo pensiero che la sfiorasse con le sue mani mi metteva i brividi.
Circolavano strane voci su di lui ma nessuno era certo di quello che si diceva.

Gli anfibi neri scricchiolavano ad ogni passo che facevo ed il cappello dello stesso colore penzolava all'indietro. I miei capelli, di un castano chiaro, ondeggiavano, cadendo sulle spalle.
Sistemai la borsa su una spalla e spinsi la porta della caffetteria della Brighton University.
Era un grande complesso di aule e dormitori in perfetto stile vittoriano e a pochi chilometri dal freddo mare della Manica.
Mi misi in fila al chiosco del caffè. Ero stata per ben tre ore a fissare quel maledetto soffitto e l'unica cosa di cui avessi bisogno in quel momento era della caffeina.
<< Ehi Madison! >> sentì esclamare alle mie spalle. Voltai appena il capo e Sean si affiancò a me.
Indossava la divisa della squadra di calcio e rimasi colpita notando i pantaloncini. Eravamo in pieno autunno e lui girava a gambe scoperte.
<< Che ci fai qui? >> domandai dandogli un bacio sulla guancia.
<< Perchè? Non vuoi vedermi? >> mi chiese sarcastico.
<< Smettila. Non hai l'allenamento? >> replicai portando le braccia al petto.
<< Infatti. Questa è solo una breve pausa >> guardò il grande orologio affisso nella caffetteria.
<< Devo scappare. Ci vediamo più tardi >> esclamò lui stampandomi un bacio sulle labbra per poi scomparire tra la folla.
Afferrai il mio caffè bollente e mi diressi verso l'aula di Economia. I corridoi, interamente in legno, erano colmi di studenti che camminavano frettolosi verso le loro classi. In lontananza vidi due ragazzi vicino alla porta della mia aula. Il biondo allungò un cellulare al ragazzo difronte a lui il quale, a sua volta, gli diede un paio di sterline per poi svignarsela.
<< Serve aiuto? >> domandò sarcastico mentre contava i suoi soldi. Alzai gli occhi al cielo ed entrai.
Alla lavagna c'era scritto, a caratteri cubitali, il nome del nuovo professore. Presi posto e assieme a me anche altri studenti. Quando la aula fu colma di persone, il professore Montgomery non fece in tempo ad aprir bocca che la porta si spalancò.
<< Lei deve essere Bower >> la voce di Montgomery si propagò nell'intera stanza.
<< Non sapevo di essere famoso >> ridacchiò seguitò dall'intera aula.
<< Si vada a sedere >> continuò freddo il professore. Bower fece un cenno di capo e poi, sotto lo sguardo di tutti, prese posto qualche fila più avanti della mia.
Improvvisamente mi ricordai di Shannon così, iniziai a guardarmi attorno ma di lei nemmeno l'ombra. 
Un ora e mezza dopo la lezione terminò ed io mi affrettai ad uscire. Passai accanto a Bower che, come sempre, si stava mettendo in mostra con le matricole. Poverette. 
Afferrai il cellulare e mi appoggiai ad una delle enormi finestre che si affacciavano sul corridoio.
"Mad, oggi non riesco a venire a lezione. A più tardi" diceva uno dei tanti messaggi di scusa di Shannon. Scossi il capo infuriata e gettai il telefono all'interno della borsa.
<< Che è quella faccia? >> mi sentii domandare. Sollevai il capo e vidi Michael guardarmi perplesso.
<< Shannon >> replicai riprendendo a camminare.
<< Ancora con Lucas? >> continuò il mio amico. Io annuii e lui posò la sua mano sulla mia spalla. Seguivamo l'onda di studenti che ordinatamente scendeva le scale. Imboccammo poi l'uscita e arrivammo al cortile principale.
Gli alberi stavano perdendo le loro foglie che ormai stavano a terra. Il prato verde era in netto contrasto con i tipici colori autunnali delle secche foglie.
Michael accese una sigaretta ed io feci lo stesso. 
<< Non è tornata sta notte? >> mi chiese quasi preoccupato.
<< Non lo so. Ma non credo visto che il letto era fatto e io ho dormito solo tre ore >> portai la sigaretta alla bocca e poi, espirai il fumo che a causa del freddo era di un bianco denso.
<< Ma che cazzo ha per la testa quella ragazza?! >> esclamò perdendo le staffe.
Lo guardai perplessa e poi sorrisi divertita.
<< Stai calmo. O ti verranno le rughe >> 
<< Hai ragione. Devo rilassarmi >> rise Mick.
<< Con Joshua? Tutto bene ? >> chiesi portandomi di nuovo la sigaretta alla bocca. Lui annuii con un enorme sorriso. Adoravo il modo in cui si illuminava quando parlava del suo fidanzato. Veniva catapultato in un altra dimensione.
<< E quel troglodita di Sean? >> domandò con un sorrisetto acido. A Michael non era mai piaciuto il mio ragazzo, diceva che aveva qualcosa che non lo convinceva fino in fondo. 
Feci spallucce.
<< Bene è all'allenamento di calcio...come sempre >> replicai gettando la sigaretta a terra per poi passarci sopra il piede.
In quel preciso istante Bower passò davanti a noi e Michael, senza farsi vedere, mi tirò una gomitata.
<< Quello è un bel bocconcino >> mi disse malizioso. Scoppiai a ridere.
<< O mio dio! >> esclami ritornando all'interno dell'edificio.
Salutai il mio amico e mi diressi alla mensa. Dopo aver preso il pranzo mi inoltrai tra i numerosi tavoli affollati in cerca di Sean.
Lo vidi seduto ad un tavolo con alcuni suoi amici. Lui mi notò a sua volta e alzò il braccio facendomi segno di raggiungerlo. 
<< Ciao Mad! >> 
Shannon mi superò fermandosi a pochi metri da me.
<< Dove stai andando? >> chiesi perplessa.
<< Da Lucas >> replicò lei su di giri. Scossi il capo.
<< Davvero? Shannon ma ti sei bevuta il cervello per caso?! >> tuonai con il sangue che ribolliva nelle vene.
<< Scusami Madison. Possiamo parlarne più tardi? >> mi disse voltandosi. La vidi dirigersi verso l'uscita così feci un passo per seguirla ma Sean mi bloccò la strada.
<< Mad, non è il momento di fare una scenata >> 
Lo fulminai con lo sguardo. Posai il vassoio sul tavolo pesantemente e poi lo scansai.
<< Madison! >> lo sentii chiamarmi ma lo ignorai ed uscii anche io da quel bordello.
Iniziai a correre lungo il corridoio desolato e quando uscii in cortile mi fermai vedendola salire in auto.
<< È andata >> commentò Bower. Stava seduto sui primi scalini e reggeva un libro tra le mani.
<< L'ho notato, grazie >> replicai fredda. Lui si voltò verso di me e mi osservò attentamente con i suoi occhi azzurri. I capelli biondi gli cadevano sul viso ma non feci fatica a notare il piercing al naso.
Allargai le braccia e lui sogghigno.
<< Che vuoi?! >> esclamai.
<< Nulla >> rispose. Chiuse il libro e, dopo aver afferrato lo zaino, salì i pochi gradini che ci separavano. Si fermò e si piegò verso di me.
<< Con andata, intendevo che non la riavrai più >> mi sussurrò all'orecchio. Lo sentii entrare all'interno ed io mi irrigidii. Riamasi titubante e piena di domande. Ma che diavolo stava dicendo?



*Spazio autrice*
Buona sera!
In questi giorni mi sono resa conto che io mi trovo molto meglio a scrivere di Jamie che di chiunque altro per cui ho deciso di iniziare questa nuova ff con lui come protagonista.
Spero che anche questa ff vi possa piacere.
Fatemi sapere che ne pensate.
Grazie mille.
Un bacio.
El. p.s Ho pubblicato la mia terza ff con Jamie 'October rain'

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Capitolo 2
*** Run in the rain ***


 

 

So if you want to love me then darlin' don't refrain

Or I'll just end up walkin' In the cold November rain

 


Il cielo grigio pesava sulla città.
Sentivo il cuore battere forte nel mio petto ed il respiro irregolare.
Sentivo le gambe pesanti e stanche ma non dovevo cedere, dovevo proseguire. La coda di cavallo dondolava da un lato e poi dall'altro. 
Il freddo vendo batteva contro il mio viso ma ero troppo concentrata per darci importanza. 
La musica dei 'My Chemical Romance' suonava forte nelle mie orecchie, così forte da estraniarmi dal mondo intero.
Correvo, correvo senza fermarmi e ogni tanto lanciavo uno sguardo al mare alla mia destra. Le sue onde grigie e fredde si infrangevano sugli scogli e solo pochi coraggiosi surfisti le sfidavano.
Era solito per me correre sul lungomare per l'intera mattinata, era un modo per liberare la mente e lasciare ogni pensiero in quella stanza, su quel soffitto.
Sentivo il fiato farsi sempre più corto, decisi così di fermarmi per pochi secondi su un muretto di pietra che separava la strada dalla spiaggia.
Inspirai più aria possibile. Chiusi gli occhi e mi rilassai sentendo il freddo venticello sfiorarmi il viso. 
Improvvisamente sollevai il viso e venni colpita in pieno da alcune gocce di pioggia. 
Ripresi a correre e più aumentavo la velocità più la pioggia cadeva su di me.
Arrivai all'interno del campus quando un tuonò risuonò sulla città. Velocemente mi riparai sotto alla veranda della biblioteca e mentre riprendevo fiato osservavo la pioggia cedere violenta sul prato. Le foglie che si trovavano sul'erba verde si muovevano ogni volta che venivano colpite dalle gocce. Mi sfilai le cuffiette, un lampo cadde in mezzo al mare e un tuono risuonò nell'aria.
Gli studenti correvano cercando riparo tranne uno: un ragazzo con indosso una misera felpa grigia e il cappuccio calato sulla testa veniva verso di me con passo sicuro.
La pioggia non lo infastidiva, anzi, sembrava che questa lo evitasse. Salì i pochi gradini e poi, quando sollevò il capo mi sorrise.
<< Ciao >> esclamò togliendosi il cappuccio. Io, che lo osservavo seduta su uno di quegli scalini sollevai lo sguardo.
<< Ciao >> ricambiai anche se poco convinta. Bower si passò una mano tra i capelli per ravvivarli ma questi erano troppo bagnati per assumere una piega dignitosa.
<< La tua amica? >> chiese sistemandosi lo zaino su una spalla. 
<< La mia amica cosa? >> ripetei perplessa.
<< Esce con McGrady no? Lo sa che quello non è un tipo affidabile? >> continuò lui guardandomi dall'alto.
<< E tu lo sei? >> domandai io.
<< Tu che pensi? >>
La nostra conversazione stava diventando un susseguirsi di domande inutili e acide così non risposi e tornai con lo sguardo verso il cortile.
<< Okay, scusami. Non dovevo intromettermi >> sentì digli, voltai appena il capo e lo vidi sedersi accanto a me. Mise lo zaino in mezzo alle sue gambe e poi rivolse lo sguardo difronte a sè.
<< Sono Jamie comunque >> vidi la sua mano allungarsi verso di me. La osservai per alcuni secondi e poi l'afferrai.
<< Madison >> replicai accennando appena un sorriso.
Tutto attorno a noi taceva, solo il rumore della pioggia che cadeva riempiva il silenzio che ormai si era formato tra noi due. Restammo lì, immobili a contemplare la pioggia per diversi secondi immersi nei nostri pensieri per poi essere interrotti dalla mia voce.
<< Cosa intendevi con quel 'non la riavrai più'? >> gli domandai. Vidi la sua bocca piegarsi in un sorrisetto beffardo. Abbassò lo sguardo per poi rivolgersi a me.
<< Beh, sai cosa si dice di Lucas no? >> 
<< Dicono che è stato al fresco per circa due anni per spaccio e rapina a mano armata >> replicai sottovoce. Jamie si voltò verso di me e annuì.
<< La tua amica lo sa? >> mi domandò serio.
Annuii e lui sollevò un sopracciglio sorpreso.
<< E allora perchè ci sta insieme? È come sapere con una cosa ti ucciderà ma la fai comunque >>
Mi strinsi nelle spalle e portai le gambe al petto.
<< Si chiama amore quello >> dissi iniziando a giocherellare con la collanina che portavo.
<< Amore? >> Jamie fece una pausa e poi rise.
<< Non so cosa sia >> finì estraendo un pacchetto di sigarette dallo zaino. Ne afferrò una e la portò alla bocca per poi accenderla.
<< Vuoi? >> chiese mostrandomi il pacchetto.
Scossi il capo tornando con lo sguardo sulle foglie.
<< Senti io non voglio dirti quello che devi fare ma Lucas è una bomba ad orologeria e la tua amica nelle sue mani è come...come questa sigaretta: inizia a bruciare e poi, quando il fuoco l'ha consumata. viene gettata via >>  la nube di fumo che uscì dalla sua bocca venne trasportata dal vento e spezzata dalla pioggia una volta uscita da sotto la veranda.
<< Non  mi ascolterà le se dico quello che già conosce. Mi serve qualcosa di più concreto >> esclamai. 
<< Tu, tu sei bravo con i computer vero? >> chiesi.
Jamie annuì perplesso ed io mi voltai completamente verso di lui.
<< Sai craccare un archivio? >> domandai aspettando impaziente la risposta.
<< Si, certo >> 
<< Riesci ad entrare nell'archivio delle polizia di Brighton e di Londra? >> continuai. 
Bower sgranò gli occhi ed iniziò a tossire.
<< Cosa? Sei pazza? Se vuoi ti alzo i voti, ti miglioro il curriculum ma craccare l'archivio delle polizia mai! >> esclamò Jamie quasi terrorizzato.
<< Ti prego. Mi serve il tuo aiuto! È necessario, ti scongiuro >>  iniziai a pregarlo di aiutarmi, era l'unico modo che conoscevo per poter dimostrare a Shannon chi era realmente il ragazzo con cui stava uscendo.
<< Farò tutto quello che vuoi...beh, forse non proprio tutto, possiamo accodarci >> continuai. 
<< Va bene >> m'interruppe Jamie. 
Sorrisi per poi gettare le mie braccia attorno al suo collo.
<< Grazie, grazie mille >> esclamai stringendolo forte.
<< Si, okay. Ho capito >> mi disse cercando di divincolarsi da me.
<< Ti faccio sapere io cosa voglio intesi? >>
 Io annuii e lui mi sorrise.
<< Hai due giorni >> lo informai e la sua espressione allegra si spense.
<< Scherzi? >> esclamò corrucciato.
<< So che puoi farcela >> replicai battendo la mano sulla sua spalla. Jamie scosse il capo sorridendomi divertito ed io mi persi in lui.



*Spazi autrice*
Eccomi qui!
Spero che anche questo capitolo vi piaccia.
Mi farebbe molto piacere si mi lasciaste qualche commento :)
BUON NATALE A TUTTI! Baci.
El
 

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Capitolo 3
*** Beta Tau ***


 
The faster we’re falling,
We’re stopping and stalling.

We’re running in circles again
 
 
<< Madison >> la voce di Sean mi riportò alla realtà. Mi voltai e lo vidi avvicinarsi sotto ad un grosso ombrello che portava lo stemma dell'università.
<< Vieni, ti accompagno al dormitorio >> continuò quando si fermò a pochi metri da noi. Annuii e poi posai lo sguardo su Jamie. Sorrisi e lui fece altrettanto. Feci una veloce corsetta per ripararmi sotto all'ombrello, Sean lanciò un'occhiataccia al biondo che noncurante continuava a fumarsi la sigaretta.
<< Conosci Bower? >> mi domandò mentre camminavamo uno accanto all'altro. Teneva il suo braccio attorno al mio collo mentre io mantenevo le mani ben salde nella tasca della felpa.
<< Frequenta il mio corso di Economia, nulla di più >> risposi facendo spallucce.
<< Tu lo conosci? >> continuai. Sean scosse il capo.
<< Lo conosco come conosco tutti gli altri all'interno del campus >> mi spiegò freddo. 
<< Certo, la star del calcio conosce tutti >> commentai sarcastica. 
Sean si voltò appena verso di me.
<< Cosa? >>
<< Nulla >> mi affrettai a dire. 
La pioggia batteva forte su di noi e, anche se l'ombrello faceva il suo lavoro, sulla mia felpa non mancavano le macchie umide lasciate dalla pioggia.
<< Questa sera c'è la festa della 'Beta Tau' e tu vieni con me no? >> sentii esclamargli e un sorriso comparve sul viso umido.
<< Mi sembra scontato che venga con te alla festa della confraternita >> sorrisi e lui annuì allegramente.
<< Ah ieri è arrivato David all'allenamento ed era tutto su di giri perchè aveva trovato i biglietti per la partita dell'Arsenal allora io... >>
Sean Terry era ossessionato dal calcio e da tutto quello che avveniva all'interno di quel mondo subdolo e finto. Entrare a far parte della 'Beta Tau' era come venir catapultati nel mondo di Gossip Girl, solo che  al posto delle borse firmate e dei gonnellini c'erano palloni da calcio e para stinchi.
Sean parlò per l'intero tragitto dei suoi ottusi compagni di squadra e a me non restava che annuire e far finta che almeno il 10% di quello che dicesse m'interessasse.
<< Allora ci vediamo sta sera >> gli dissi fermandomi davanti alla grande porta del dormitorio femminile. 
<< Okay, alle 9.30 sono da te >> Sean mi diede un lungo bacio per poi andarsene sotto la pioggia. Lo guardai per alcuni secondi e poi spinsi la pesante porta.
All'interno dell'edificio, appesi alle pareti, i grossi volantini ricordavano a tutti della festa. Era la più importante in quanto apriva la stagione calcistica e dava il via a tutte le altre feste che si sarebbero susseguite durante l'anno. Era come un rito d'iniziazione.
Mentre camminavo lungo il corridoio che sembrava interminabile, vidi alcune ragazze litigare contendendosi un abitino di pizzo nero. Più in là, qualche porta più avanti, Dylan Crosby usciva di soppiatto dalla stanza di Jenna Fitz. Scossi il capo divertita ed infilai le chiavi all'interno della serratura, avevo bisogno di una doccia e subito.

<< Mick no. No, ti ho detto che non l'ho ancora vista >> urlavo all'interno del cellulare. Dall'altra parte la voce infastidita di Michael implicava contro Shannon.
<< Magari va direttamente alla festa >> continuai lasciandomi cadere sul letto.
<< Io la uccido quella stronza >> gridò Mick perdendo le staffe. Allontanai il cellulare dal mio orecchio per evitare gli strilli poco maschili del mio amico.
<< Mick rilassati cazzo! >> dissi esasperata e  dall'altra parte il silenzio calò.
<< Ti stai già preparando? >> continuò lui, lanciai una veloce occhiata all'orologio digitale appeso alla parete.
<< No, è presto >> replicai sdraiandomi completamente sul letto.
<< Scherzi?! Tra venti minuti il tuo ragazzo sarà lì >> 
<< Michael mi bastano venti minuti. Devo andare ad una festa piena di ragazzini ubriachi, non ad Hollywood >> scossi il capo. 
<< Alza il culo e preparati! >> gridò prima di attaccarmi il telefono in faccia.
Rimasi immobile sul letto a fissare il soffitto per diversi minuti. Mancano circa dieci minuti ed io indossavo ancora la tuta. Sbuffando mi alzai dal letto, accesi la vecchia radio di Shannon e mi diressi in bagno.
Mi guardai allo specchio per alcuni secondi mentre lo speaker annunciò 'Welcome to my life' dei Simple Plan.
Afferrai il vestito nero che era appeso alla porta. Era lungo fino a metà coscia, partiva stretto per poi allargarsi alla vita. Non era per niente scollato sul davanti  ma dietro aveva un profonda scollatura che arrivava fino a metà schiena.
Misi l'eyeliner, un po' di mascara e mi pettinai velocemente i lunghi capelli. 
Il cellulare vibrò e la faccia di Sean comparve sullo schermo, significava che era di sotto e mi stava aspettando. Infilai i miei anfibi neri ed uscii.
<< Sei bellissima >> mi disse aprendomi la portiera della sua auto. Fortunatamente la pioggia aveva cessato di cadere e una luna opaca cercava di farsi spazio tra le nuvole che ancora coprivano la città.
La musica risuonava nell'aria. Molti ragazzi, già mezzi ubriachi, ricoprivano il prato anteriore e un'infinità di bicchieri rossi giacevano sull'erba. Il grosso edificio antico ricoperto di mattoni marroni si ergeva davanti a noi. 
Sean mi condusse all'interno dove il frastuono aumentò. Le scale che potavano alle camere al piano di sopra erano colme di persone e molti a cavalcioni sul corrimano scivolavano fin giù.
<< Eccoti fratello! Ora la festa può iniziare! >> gridò un suo compagno di squadra che teneva stretto in una mano un bicchiere colmo di birra. 
Le cheerleaders si riconoscevano a chilometri di distanza: vestitini succinti, tacchi vertiginosi e trucco da Drag Queen.
<< Vado a salutare un paio di persone. Fa come se fossi a casa tua >> mi disse. Se fossi stata a casa mia sarei stata sdraiata sul divano a mangiare patatine.
Mi guardai attorno in cerca di facce famigliari, qualcuno con cui parlare e poi la voce di Michael, mi scaldò il cuore.
<< Tesoro! >> esclamò abbracciandomi. Io sorrisi e notai il ragazzo che gli stava accanto. Mi guardava con con i suoi occhi verdi e un sorriso degno di una di quelle pubblicità del dentifricio.
<< Madison, lui è Joshua! >> gridò il mio amico per sovrastare il baccano. 
<< Piacere >> sorrisi stringendo la mano al ragazzo.
<< È un piacere conoscerti. Mick mi ha parlato moltissimo di te >> disse sorridendomi con quella dentatura perfetta, era bello come un modello.
<< Mad scusaci ma non stiamo più nella pelle di ballare >> Michael mi diede un veloce bacio sulla guancia e poi, tenendosi stretto Joshua, si diressero verso il soggiorno che era stato trasformato in una grossa pista da ballo ed io mi ritrovai sola, di nuovo.
Mi guardai attorno un paio di volte e di Shannon o di Lucas nemmeno l'ombra. Sbuffai.
<< Ehi, attento! >> ringhiai ad un ragazzo che, ubriaco da far schifo, mi era piombato addosso. 
Strinsi i pugni e infastidita decisi di spostarmi dall'entrata in cerca del mio ragazzo.  Mi feci largo tra un paio di persone gridandogli di spostarsi ma queste erano troppo occupate a bere e ballare per fare caso ad una come me.
Uscii in cortile, mi sollevai sulle punte ma non trovai nessuno. Rientrai dirigendomi in cucina dove fossi sicura di divertirmi.
Mi sedetti su uno di quegli alti sgabelli in legno, afferrai un bicchiere colmo di birra ed iniziai a berla. Uno, due, tre, al quarto ero ancora lucida e ancor più annoiata di prima.
<< Dopo ti ci dovranno portare in braccio a casa >>
Sollevai lo sguardo dal bicchiere rosso, guardai Bower con aria annoiata e dopo aver sorriso in modo acido bevvi un lungo sorso. Anche il quarto bicchiere se ne era andato.
<< Cazzo, tu si che sai come ci si diverte ad un festa >> continuò lui.
Afferrò un bicchiere e lo posizionò sotto al rubinetto dal quale uscì la bevanda alcolica.
Allungai il mio bicchiere verso di lui sorridendogli. Jamie alzò gli occhi al cielo e ne versò un po' anche a me.
<< Come mai qui tutta sola? >> chiese sedendosi difronte a me. Feci spallucce.
<< Meglio soli che mal accompagnati >> replicai portandomi il bicchiere di plastica alla bocca.
Bower sorrise annuendo.
<< Quante te ne sei fatte? >> domandò indicando la birra.
<< Cinque >> risposi bevendo un sorso.
<< Notevole per una ragazza >> commentò colpito seriamente. Io risi divertita.
<< Beh questi bicchieri contengo al massimo 250ml e alla fine questa birra è scadente >> replicai appoggiando il viso al palmo della mano.
La musica pompava forte nelle casse e moltissime persone affollavano la casa. 
Due ragazze si fermarono accanto a Bower. La mora posò le sua mano sul petto di Jamie mentre l'amica, ridendo, sussurrava qualcosa al suo orecchio.
<< Di sicuro la reggi meglio di quelle due >> commentò lui dopo averle mandate via.
<< Reggo bene l'alcol per merito di mio fratello >> risi quando mi vennero in mente vecchi ricordi.
<< A si?  >> esclamò lui bevendo un sorso di birra. Lo guardai perplessa ma vidi nei suoi occhi che era realmente interessato, così alzai gli occhi al cielo e presi fiato.
<< I miei genitori viaggiavano molto per lavoro ed io ero costretta a stare a casa con mio fratello Travis. All'epoca avevo sedici anni e lui frequentava l'università per cui le feste erano d'obbligo. Trav per non lasciarmi sola a casa mi portava con sè e mentre lui stava in giro a rimorchiare con i suoi amici idioti io me ne stavo in cucina con i giocatori della squadra di calcio a lanciare un pallina da ping pong nei bicchieri colmi di birra >> sorrisi quasi malinconica. Avevo lo guardo fisso sul bancone mentre, lentamente, mi portavo il bicchiere alla bocca.
<< Le mie amiche avevano paura a venire con noi e non le biasimavo: la maggior parte delle volte dovevo andare alla polizia a recuperarlo >> 
<< Allora non è un tipo affidabile >> sollevò malizioso un sopracciglio.
<< No anzi, si è laureato con i massimo dei voti ed ora è un avvocato penale di successo a New York. Credo che ogni volta finisse alla centrale di polizia si appassionasse di diritto e leggi >> continuai sotto lo sguardo attento di Jamie.
Guardai oltre le sue spalle e cercai nella folla la mia amica.
<< Stai cercando il tuo ragazzo? >> sentì domandarmi. 
<< Shannon, di Sean non mi preoccupo più di tanto, starà parlando di schemi e allenamenti con i suoi stupidi amici >> risposi distrattamente e quando mi resi conto di quello che avevo detto mi raddrizzai sulla sedia.
Jamie sogghignò divertito, si passò una mano tra i capelli arruffati e si scolò anche l'ultimo sorso di birra.
<< Io poco fa ho visto Lucas McGrady seduto sul muretto del vialetto >> 
<< Grazie >> esclamai mollando il bicchiere e scattando in piedi. 
Con passo sicuro scesi i pochi gradini che conducevano in casa. Mi diressi verso Lucas che stava ridendo con due ragazzi.
<< Lucas! >> esclami fermandomici davanti. Lui mi squadrò, come i suoi amici ai quali sorrisi acida.
<< Che hai Fray? >> chiese annoiato. 
Lanciai ancora un'occhiata ai suoi amici che, infastiditi, si allontanarono.
<< Dov'è Shannon? >> domandai dura.
<< E io che ne so >> replicò facendo spallucce.
<< Sei il suo ragazzo e non sai dov'è? >> tuonai infuriata.
<< Perchè tu sai dov'è Terry? >> continuò con aria di sfida. Annuii.
<< Okay...se solo ti azzardi a farle del male... >> non riuscì a terminare la frase che lui scoppiò in un'irritante risata.
<< L'unico dolore che prova è quando la sbatto al muro >> disse. 
L'espressione e il tono da viscido con cui me lo disse mi mandò su tutte le furie. Ero così infuriata che gli tirai un pugno in pieno volto.
<< Madison! No...ehi...basta >> la mano di Bower bloccava la mia.
<< Sei un pezzo di merda! Fai schifo McGrady! >> urlai mentre Jamie mi trascinava via, lontana da quella faccia da cazzo.
<< Mi vuoi lasciare?! >> gridai al biondo.
L'aria fredda della notte mi gelava il viso. La musica era così alta che risuonava dentro di me e le persone che ballavano mi facevano girare la testa.
<< Sei impazzita?! >> esclamò Bower mantenendo la sua mano attorno al mio polso.
<< Che succede? >> chiese Sean arrivandomi alle spalle. Scossi il capo.
<< Nulla >> dissi mantenendo lo sguardo fisso sul biondo.
<< A me non sembra e molla la mia ragazza >> ringhiò Terry strattonando il mio braccio, Jamie mollò la presa e sorridendo beffardo si rivolse a Sean.
<< Dovresti ringraziarmi, la tua ragazza ha appena tirato un pugno a McGrady >> esclamò Bower. Sean mi guardò allibito. 
<< Beh comunque sia, stalle lontano se ci tieni al tuo faccino. Andiamo Mad! >> mi prese la mano e velocemente mi trascinò via, verso l'interno. 
Non dovevo farlo, non avrei dovuto farlo eppure lo feci comunque: mi voltai e incrociai lo sguardo freddo di Jamie che mi penetrò nell'anima.
<< Cosa stai combinando? >> domandò Sean contraendo la mascella. Inarcai le sopracciglia.
<< Beh, quel coglione sta con la mia amica e io... >> urlai cercando di sovrastare il forte baccano.
<< No. No McGrady, io intendo con Bower >> m'interruppe. Sbarrai gli occhi e poi risi nervosamente guardandomi attorno.
<< Nulla ma che c'entra quel ragazzo? >> chiesi portando le braccia al petto. Terry sbuffò infastidito.
<< È la seconda volta che ti vedo con lui. Mi devo preoccupare? >> 
<< Mi prendi per il culo? Io ti vedo ogni giorno che scherzi e ridi con qualche cheerleader ed io non posso avere un amico? >> ribattei sconvolta dal suo atteggiamento. 
<< Ti accompagno al dormitorio >> continuò lui freddamente. Lo vidi allontanarsi così, dopo aver sbuffato, decisi di seguirlo.
Urtai un paio di persone mentre cercavo di raggiungere la porta d'ingresso. Scesi gli scalini a capo chino, infuriata ma più di tutto delusa dal comportamento di Sean.
Salii in auto e per metà strada nessuno parlò. La radio trasmetteva vecchie canzoni deprimenti le quali mi urtavano i nervi ancor di più. 
I fari dell'auto illuminarono l'entrata dal dormitorio, lo stemma dell'Università brillava fiero appeso all'imponente porta di legno e anche se erano la 1.30 di mattina c'era comunque un bel via e vai di persone.
<< Ci vediamo domani >> dissi esitando, posai la mano sulla maniglia della portiera e feci per tirarla ma la sua voce roca mi bloccò.
<< No, domani sono ad Oxford. Ho la partita >> 
<< Giusto, come ho fatto a scordarlo? Passi così tanto tempo con me... >> replicai acida. Sean si voltò completamente verso di me.
<< Madison sei tu che hai scelto così, sapevi a cosa andavi in contro. Se solo tu fossi...>>
<<...entrata nelle cheerleader non avremmo questi problemi. Si, lo so Sean, grazie per ricordarmelo ogni santo giorno! >> dissi con tono cantilenante. Aprii la portiera e la sbattei dietro di me. Avevo la vista appannata per via delle lacrime.
Salii le scale che portavano al piano superiore e quando arrivai davanti alla porta della mia stanza appoggiai la fronte ad essa. Feci lunghi respiri cercando di trattenere le lacrime ma era tutto inutile. 
La porta si spalancò e il viso stanco e pallido di Shannon comparve davanti a me.
<< Mad? Mio dio,  che è successo? >> domandò lei.
<< Shay >> dissi con la voce spezzata. La abbracciai così forte che credevo di averle spezzato le ossa. 
<< Calmati okay? Lo sai che Sean è un troglodita >> rise lei mentre passava la sua mano sulla mia schiena. Era da più di venti minuti che ero entrata in camera e indossavo ancora il vestito e gli anfibi. 
Le sorrisi asciugandomi le lacrime color mascara. 
<< Dov'eri finita? >> chiesi passandomi il dorso della mano sotto al naso in modo poco femminile.
<< Ieri sono stata a casa di Lucas, avevo un forte raffreddore, è per questo che non sono venuta alla festa questa sera >> mi spiegò lei. Il viso era pallido, il naso rosso e la montagna di fazzoletti che ricopriva il suo letto mi facevano capire che non stava mentendo.
<< Forza va a farti una doccia >> mi sorrise dandomi un colpetto sul sedere quando mi alzai dal letto.
Mi fermai sulla soglia del bagno e mi voltai verso di lei.
<< Shay...grazie >> sorrisi.
<< Se non ci si aiuta tra amiche >> sorrise a sua volta ed io mi sentii morire dentro perchè io, in fondo, non stavo facendo nulla per aiutarla.




*Spazio autrice*
Buona sera!
Ecco un'altro capitolo, spero che vi piaccia.
Lasciate un commento se vi va. 
Grazie mille!
Buona notte, El.

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Capitolo 4
*** The shades of his smile ***




 

If you believe it's my soul
I'd say all the words that I know
Just to see if it would show
That I'm trying to let you know
That I'm better off on my own

 


<< Per lunedì dovete consegnarmi il saggio. Buona giornata e buon weekend >> ci congedò il professore Montgomery. Afferrai la mia borsa e mi diressi verso la caffetteria. Camminavo a testa bassa, ogni tanto sbattevo contro qualcuno che dolcemente mi mandava a quel paese ma io ero troppo concentrata nei miei pensieri per badarci. Pensavo alla sera precedente, a Sean che non avevo ancora visto e a Jamie. Quel poveretto mi stava solo aiutando.
Entrai nella grande mensa e mi misi in fila.
Nella confusione, notai Bower aggirarsi tra i tavoli con aria persa. Lo raggiunsi reggendo il vassoio tra le mani, attenta a non rovesciarlo addosso a nessuno. Non so perchè mi diressi da lui,  forse perchè mi sentivo in colpa.
<< Jamie >> mi schiarii la voce quando lo affiancai. Lui mi ignorò continuando a guardarsi attorno.
<< Jamie,ehi! >> dissi afferrandogli il braccio.
<< Che stai facendo? >> chiese scettico osservando la mia mano. La ritrassi subito riportandola sul freddo vassoio di plastica.
<< Sto cercando di parlarti ma mi risulta difficile farlo se tu continui a evitarmi. È da questa mattina che cambi strada quando mi vedi >> replicai seguendolo per la caffetteria come un cagnolino.
<< Senti Madison, il tuo ragazzo è stato chiaro per cui lasciami in pace! >> ringhiò lui voltandosi verso di me.
<< Jamie >> mormorai.
<< Chiamami Bower okay? Bower! Jamie è solo per gli amici >> continuò infuriato. Posò pesantemente il vassoio con il pranzo su un carrello e sistemandosi lo zaino su una spalla uscì dalla caffetteria sbattendo la porta. Il suono che provocò risuonò in tutta la stanza. Rimasi ferma a cercare di capire che gli era preso. Non credevo affatto che era un tipo che si intimidiva così facilmente. Si, Sean non era per niente mingherlino ma alla fin fine non incuteva così tanto terrore.
Io ero invece una di quelle persone che odiava i segreti, pur avendone tanti, li detestava con tutta se stessa.
Mollai il mio vassoio sullo stesso carrello e lo seguii. Probabilmente mi avrebbe urlo di farmi i cazzi miei e ne avrebbe avuto tutto il diritto.
Lo vidi entrare in biblioteca così feci lo stesso. La vecchia signora stava seduta alla sua scrivania e ogni tanto lanciava occhiatacce ai poveri studenti intimorendoli.
Mi guardai attorno e mi avviai alla ricerca di Bower tra i numerosi scaffali. Passai in rassegna tutti quelli del genere Fantasy, Giallo e Romanzo per poi arrivare alla sezione Horror.
<< Mi stai seguendo? >> sentì sussurrarmi alle spalle. Sobbalzai voltandomi con il cuore in gola. Non mi era mai piaciuta la biblioteca del campus, era inquietante e non dava per niente tranquillità.
<< No..cioè si... >> risposi titubante. Jamie mi guardava attentamente, si passo il pollice e l'indice sul labbro inferiore.
<< Senti io non ti evito perchè ho paure di quel fighetto del tuo ragazzo è solo che io sto bene da solo >> continuò lui freddamente. Io annuii, la mia sicurezza e convinzione se ne era andata nel giro di pochi secondi.
<< Oh...ma ieri seri quando ti sei fermato a parlarmi non volevi stare solo >> ribattei acida.
<< Era la birra >> commentò freddo.
Scossi il capo.
<< No, la verità è che nessuno vuole rimanere solo >> 
Jamie sorrise beffardo.
<< Io si >>
<< No, nemmeno tu altrimenti non saresti qui a fare questa inutile conversazione >> gli feci notare e il sorrisetto sul suo viso sparì improvvisamente.
<< Sean oggi non è al campus per cui posso parlarti senza che tu scappi? >> chiesi.
<< Ci vediamo di nascosto come due amanti? >> 
<< No, approfittiamo solo della sua assenza che praticamente equivale a quella di tutti i giorni >> sorrisi.
Jamie mi osservava sorridendomi divertito.
<< Perchè quando sei con me parli sempre male del tuo ragazzo? >> domandò.
<< Non ne parlo male >> mi affrettai a dire. Lui sollevò un sopracciglio ed io sospirai.
<< Ne parlo male davvero? >> continuai.
<< Beh, in due conversazioni da circa dieci minuti l'una non ti ho mai senti dire qualcosa di carino >> 
In effetti non aveva tutti i torti e forse mi comportavo in quella maniera perchè ero stanca e colma fino all'orlo.
Ci guardammo per alcuni secondi, sentivo le guance avvampare dall'imbarazzo così spostai lo sguardo sull'infinità di libri che ci circondava.
<< Hai fame? >> mi domandò sottovoce. Inarcai le sopracciglia.
<< Qualcuno non mi ha fatto pranzare >> continuò lui facendo spallucce. Sorrisi portandomi le braccia al petto.
<< Beh, non ero io quella che scappava >> ribattei.
<< Touchè >> esclamò con sguardo furbo. Si passò la lingua sul labbro inferiore inumidendolo appena. Il piercing ad anello che portava al naso brillava sotto la luce artificiale degli antichi lampadari. Si passò uno mano tra i capelli mostrando l'orecchino per poi indicarmi la porta.
Alzai gli occhi al cielo e senza dire una parola mi voltai.
Il sole opaco ci illuminava riscaldandoci appena. Diversi studenti approfittavano della bella giornata per fare due tiri a pallone e stare seduti ai tavolini da picnic ad osservare le cheerleaders che provavano le loro prese.
<< Dove hai l''auto? >> chiesi osservando il parcheggio colmo di vetture.
<< Ho qualcosa di meglio >> amicò facendomi strada, pochi metri dopo si fermò e mi guardò fiero di sè.
<< Una moto? >> esclamai guardando oltre le sue spalle. Jamie scosse il capo indignato.
<< No. Non è una moto qualunque: è una Harley Davidson ed è la mia piccola >> replicò passando una mano sulla sua carrozzeria.
<< Okay >> sorrisi perplessa. Bower mi porse il casco ed io lo afferrai, senza esitare.
Salì in sella alla moto ed io feci lo stesso, mi allacciai il casco e poi misi le mani attorno alla sua vita.
<< Fai pure >> rise voltandosi verso di me.
<< Certo >> sorrisi, Jamie ricambiò divertito, si abbassò la visiera e poi partì a tutto gas.
Mi voltai appena e vidi l'istituto diventare sempre più piccolo alle nostre spalle. L'aria faceva ondeggiare i miei capelli che fuoriuscivano dal casco. Vedevo gli alberi che costeggiavano la strada sfrecciare via velocemente, ad ogni curva stringevo le mani attorno alla sua vita per paura di cadere a terra.
Mi sentivo bene e questo provocava in me una sensazione di frustrazione: perchè con Sean non provavo le stesse cose?
La moto si fermò davanti Green Chair, un grazioso locale in centro. Si trovava su una via abbastanza trafficata e molte persone erano già sedute all'interno.
<< Puoi scendere ora >> mi sorrise alzando la visiera. Annuii ricambiando. Era imbarazzante e strano il fatto che io notassi ogni piccola sfumatura del suo sorriso.
<< Prima le signore >> aprì la porta con un'espressione altezzosa. Ringraziai e scivolai all'interno. Jamie notò un tavolo libero e ci si tuffò a capo fitto. 
<< Allora io prendo un Burger Chicken con doppio bacon, patatine fritte e una cola media >> sorrise entusiasta al cameriere che diligentemente annotava le ordinazioni su un piccolo taccuino.
<< Per me un Sandwich e una cola >> dissi al ragazzo il quale annuì e si allontanò.
Pochi minuti dopo  tornò con le nostre ordinazioni.
<< Buon pranzo >> sorrise andandosene.
Addentai il mio sandwich e senza rendermene costo guardai Jamie: stava fissando fuori dalla vetrina, forse osservava il mare o forse il nulla.
<< Bower? >> esclami avvicinandomi con il busto. Lui scosse il capo e si voltò verso di me.
<< Il tuo panino >> continuai indicando il piatto.
<< Si, grazie >> disse iniziando a giocherellare con le patatine fritte.
<< Se ti do fastidio me ne vado. No, prima finisco il mio pranzo e poi me ne vado >> precisai.
<< No, scusami sono solo perso nei miei pensieri. Forza parla, fammi distrarre >> 
<< Che vuoi che ti dica? >> domandai dando un altro morso al panino che reggevo tra le mani.
Lui fece spallucce tenendo il capo chino.
Sollevai un sopracciglio, mi pulii le mani nel tovagliolo.
<< Sei un tipo di molte parole, vero? >> sorrisi.
<< Le persone parlando troppo >> replicò guardandomi con i suoi occhi azzurri.
<< E altre troppo poco >> 
<< E altre troppo poco >> ripeté lui sorridendo debolmente per poi portare il panino alla bocca. Finimmo di pranzare senza dire una parola. Poteva sembrare una situazione imbarazzante ma per me non lo era, anzi, mi trovavo a mio agio. Incontrare il suo sguardo era la conversazione più bella che potessi avere.
<< Allora, come va con la tua amica? >> chiese coprendosi le mani con il maglione grigio che, a dirla tutta, gli risaltava il fisico.
<< Ha il raffreddore e mi ha detto che è stata a casa di Lucas >> replicai posando il viso sul palmo della mano. 
<< Ci sei riuscito a fare quella cosa con il computer? >> domandai interessata.
<< Ho ancora un giorno >> 
<< No, questo è l'ultimo. Ieri era compreso >> spiegai divertita.
Jamie corrucciò la fronte e poi estrasse il cellulare. 
<< Allora ho ancora cinque ore >> continuò mostrandomi l'orologio del telefono. Io risi e lui mi seguì.
<< Comunque ho finito >> 
<< Davvero? >> il mio sorriso copriva l'intero viso. Lui annuii.
<< Grazie mille >> dissi con un sospiro di sollievo.
<< Si beh... dopo se vuoi fare un salto da me posso... >> non lo lasciai nemmeno finire che balzai in piedi.
<< Andiamo >> affermai sicura di me, Jamie, colto di sprovvista, si alzò e lasciò un paio di sterline sul tavolo. Io estrassi il portafoglio dalla mia borsa ma lui mi bloccò.
<< No, offro io >> 
<< Offri tu? >> chiesi incredula.
<< Si, è così strano? >>
Scossi il capo e riposi il portafoglio.
<< No, okay...grazie >> ribattei perplessa.
<< Quindi posso chiamarti Jamie? >> chiesi timidamente. Lui corrucciò la fronte.
<< Mi hai detto che solo gli amici possono chiamarti Jamie e questo mi fa capire tu non sei solo oppure è solo un modo di dire? >> iniziai a farneticare e lui, in risposta mise la sua mano sulla mia bocca.
<< Chiamami come vuoi >> rise.
Diversi minuti dopo arrivammo al campus. Scesi dalla moto e mi sfilai il casco. Passai le dita tra i capelli cercando di ravvivarli. 
Due ragazze passarono accanto a noi, le vidi fissarci e parlare sottovoce.
<< Ehi, Fray! Non hai sbagliato ragazzo? >> sentii dirmi da Dafne Lake, la Co-capitano delle cheerleaders.
<< E tu non hai messo troppa carta igienica nel reggiseno? >> sorrise acida. Jamie divertito si portò una mano sulla bocca cercando di non ridere.
Lei mi fulminò con lo sguardo e poi, muovendo il culo, si allontanò.
Guardai Jamie che sorridendomi mi fece strada all'interno del dormitorio maschile.
<< Notevole, davvero notevole. Hai altri talenti oltre al reggere l'alcol e a freddare le cheerleaders? >> domandò mentre salivamo le scale di legno.
<< Se il tuo ragazzo è la star dell'università devi saper tener testa alla stronzette >> replicai seria.
Seguii Bower fino ad una porta con incollati diversi adesivi tra cui uno rosso fuoco con la scritta bianca: Keep Out bitches.
Jamie girò la maniglia ed entrò seguito da me.
<< Campbell, non sai che mi è successo oggi io sono... >> il ragazzo poco più alto di me si bloccò quando mi vide.
Indossava una canottiera bianca, un paio di boxer blu con stampate delle assurde navicelle spaziali e i capelli erano quasi rasati.
Jamie chiuse la porta dietro di noi.
<< Ethan Mills lei è Madison Fray >> 
<< Sei la ragazza di Terry, giusto? >> mi chiese riducendo gli occhi color nocciola ad una fessura. Io inarcai le sopracciglia.
<< Si >> annuii per poi rivolgere lo sguardo a Jamie che si stava passando una mano sul viso.
<< Ehi amico stai commettendo un grosso sbaglio. Lei non è una qualunque troietta dal campus okay? >> disse sottovoce ma lo sentii comunque visto che sembrava avesse ingoiato un megafono.
<< Scusami? Sarei una troietta? >> gridai su tutte le furie avvicinandomi.
<< No, non lo sei >> intervenne Bower mettendosi in mezzo.
<< E tu chiudi quella cazzo di bocca >> si rivolse poi a Ethan.
<< Vi credete onnipotenti voi altri solo perchè giocate a calcio o fate parte del "club delle puttanelle", beh ho una novità: non siete nessuno! >> continuò Mills facendo schioccare le dita.
<< Ethan! >> esclamò il biondo appoggiandosi con la schiena contro la scrivania.
<< Come? Prima di tutto: che problemi hai? E secondo: io non faccio parte del "club delle puttanelle" per il quale avrei avuto sicuramente una grossa delusione per parlarne in questo modo. Per cui non azzardarti mai più a darmi della troia, montata intesi?! >> dissi infuriata stringendo i pugni.
<< Benissimo, ora che abbiamo fatto conoscenza io ti mostrerei quello che ho trovato >> Jamie mi prese per le spalle e mi fece sedere davanti alla scrivania.
<< Comunque secondo me potevi portarti una del corso di Economia in camera >> continuò Mills.
<< Ethan non l'ho porta qui per fare sesso okay?! Chiudi quella cazzo di bocca e va a leggere i tuoi stupidi giornaletti! >> esclamò Jamie perdendo le staffe. 
<< E poi io faccio parte del suo corso di Economia >> sorrise acida.
Mills fece una smorfia per poi gettarsi a capo fitto sul suo letto e afferrare uno di quei fumetti colorati.
<< Ne porti tante di ragazze qui? >> chiesi.
<< Quando non c'è lui però >> replicò accendendo il portatile. Mi voltai verso di lui.
<< No,non porto nessuno in camera mia. Sono io che vado da loro, di solito >> continuò tranquillamente.
<< Perchè? >>  chiesi e mentre aspettavo la risposta mi domandai cosa stessi facendo.
Jamie rise divertito. 
<< Questioni di principio Madison. Ragazze nel mio letto non ne voglio >> rispose schizzinoso ed io risi.
Con la coda dell'occhio vidi la sua bocca piegarsi appena all'insù.
<< Allora sono riuscito a craccare i sistemi di polizia di tutto il East Sussex >> annunciò fiero di sè.
Sbarrai gli occhi. Ero stupefatta e allo stesso tempo terrorizzata all'idea che un ragazzo di soli vent'anni era riuscito ad entrare nel sistema della polizia.
<< Hai trovato McGrady? >> chiesi raddrizzandomi sulla sedia girevole.
Bower mi guardò iniziando a giocherellare con il labbro inferiore per poi sorridermi. Mi pietrificai alla vista di quel sorriso tanto perfetto quando tremendo. Perchè? Perchè il mio cuore batteva così forte?
*Spazio autrice*
 
Salve a tutti!
Sono passati un po' di giorni dall'ultima volta che ho pubblicato per cui mi scuso.
Spero, come sempre, che anche questo capitolo possa piacervi. Fatemi sapere che ne pensate.
Ah, la prof d'italiano mi ha detto che il modo in cui scrivo non è niente male e credo che il merito lo devo a voi che mi correggete. Grazie.
Un bacione!
El. 

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Capitolo 5
*** What's happening? ***



 

I walk a lonely road,
the only one that I have ever know
don't know where it goes
but it's home to me and I walk alone
I walk this empty street 
on the Boulevard of broken dreams.

 
<< Quindi? >> chiesi sbuffando.
<< Tutto ha un costo >> esclamò appoggiando il gomito alla schienale in legno.
Piegai la bocca e lui sorrise.
Stavo aspettando proprio quel momento, probabilmente mi avrebbe chiesto dei soldi.
<< Tra due giorni ci sarà una festa a Londra. Devo andarci ma ci devo portare una ragazza >> mi disse. Nei suoi occhi brillava una luce, come se si stesse beffando di me ed io rimasi stupita. Dov'erano i soldi?
<< Quindi? >> 
<< Quindi devi venire come >> finì. Scossi il capo.
<< Perchè? Non puoi andarci da solo? >> esclamai stupita dalla sua richiesta. Jamie scoppiò in una fragorosa risata per poi farsi serio.
<< No, ci devo portare una ragazza. Non ti presenti ad una festa nei quartieri alti di Londra da solo >> mi spiegò ed io rimasi senza parole. Annuii, sforzandomi di capire
<< Quindi devo fingere di essere la tua ragazza? >>
<< No. Se mi serviva una troietta avrei chiesto alla prima che passava. Mi serve una ragazza sveglia e bella che mi faccia fare bella figura...e poi tu non parli più di tanto e non mi sembri una che si eccita facilmente >> finì.
Rimasi in silenzio per qualche secondo e poi annuii titubante.
<< Okay, ma non deve saperlo nessuno perchè fino a prova contraria io sono fidanzata >> gli dissi portando le braccia al petto. 
<< E poi hai amici strani >> continuai.
Bower sorrise per poi tornare con lo sguardo sul computer.
Aprì una serie di cartelle, inserì strani codici e qualche volta mi chiese di voltarmi così da non poterli leggere.
<< Ecco qui! >> sentii esclamare. Mi voltai, tornando con lo sguardo sul computer.
Vidi nell'angolo alto a destra il distintivo della polizia di Lewes.
<< Lewes? >> dissi perplessa. Jamie sorrise, fece scorrere la freccetta bianca verso il basso e poi inserì il nome McGrady.
Improvvisamente la pagina cambiò e diversi nomi comparvero su di essa. 
<< Henry Levis. Eugene Martin...chi diavolo si chiama Eugene ? >> commentò allibito Jamie. Risi divertita dandogli un colpetto sul braccio.
<< Continua >> dissi.
Bower fece scorrere ancora la freccetta verso il basso.
<< BAM! >> esclamò lui mimando l'esplosione con le mani. Ethan sobbalzò facendo cadere il giornaletto a terra.
<< Cazzo! Bower! >> gridò infuriato. Era pallido in volto e il respiro irregolare, sembrava avesse visto un fantasma.
<< Vai a farti una doccia che puzzi coglione! >> rise Jamie rivolgendosi al compagno di stanza.
<< Abbiamo un ospite e tu te ne stai in mutande. Che uomo di classe >> continuò divertito. Mills sollevò un sopracciglio e afferrò la biancheria pulita.
<< La prossima volta quando Madison Fray varcherà quella porta io avrò indosso il mio smoking okay? >> ribatté acido per poi chiudersi la porta dietro alla spalle. Jamie alzò gli occhi al cielo e sorrise dolcemente scuotendo appena il capo.
Improvvisamente mi sentii pervasa da una strana sensazione. Non riuscivo a staccare gli occhi dal quel sorriso che, appena accennato, schiudeva un mondo. Mi ritrovai a pensare a quello che gli potesse passare per la mente. Iniziai a pormi delle stupide domande e a chiedermi cosa pensasse quando si soffermava con lo sguardo su di me. Si sapeva: il biondo del corso di economia, bello quanto un angelo ma dannato come un demone, era famoso per le sue serate leggere con le ragazze del campus. Nessuno però lo conosceva fino in fondo, era un tipo solitario e nemmeno io ci avevo badato più di tanto, fino a quel momento.
<< Leggi qui >> disse serio indicando il desktop. 
Notai che, sul dito medio della mano sinistra, c'era tatuato un teschio bianco e nero. 
La pagina bianca portava diverse scritte. Il distintivo della polizia spiccava nell'angolo destro mentre in quello sinistro la foto segnaletica di Lucas ci fissava.
Iniziai così a leggere. Il documento risaliva al 2011. Scorsi velocemente tutte le informazioni che ritenevo inutili come l'altezza e il peso.
<< Arrestato per detenzioni, spaccio di sostanza stupefacenti e piccoli furti. Due settimane di arresti domiciliari e tre mesi di carcere minorile >> la voce profonda e roca di Jamie risuonò nella mia testa. 
Rimasi immobile, Bower cambiò pagina e finì nel database della polizia di Newhaven. Risaliva al 2013. 
<< Furto di auto e detenzione di sostanze stupefacenti. Arresti domiciliari: tre settimane. Riabilitazione Rescue Institute Newhaven: frequentato per tre settimane >> lesse ancora Jamie. 
Mi lasciai cadere sulla sedia, appoggiando del tutto la schiena. 
<< C'è anche quello di Londra? >> chiesi.
<< Si, l'ho già letto io e riporta le stesse cose: detenzione, spaccio e furto >>  si affrettò a rispondere Jamie. Annuii mantenendo gli occhi fissi sulla foto di McGrady. Sentivo lo sguardo di Bower pesare su di me. 
<< Mi dispiace >> disse con un filo di voce. Appoggiò la mano sulla mia spalla. Avevo gli occhi pieni di lacrime, mi morsi il labbro inferiore.
<< E ora come faccio? >> domandai a me stessa. 
<< Vuoi diglielo? >> 
<< Dovrei ma con che coraggio gli dico che il suo ragazzo è un drogato e ladro del cazzo? Insomma, lei lo ama! Lo vedo dal suo sguardo, è perdutamente innamorata di lui >> replicai. Nella mia mente iniziarono a vorticare mille pensieri e mi sembrava di non respirare lì dentro.
<< Devo andare. Grazie mille Jamie. Ci vediamo okay? >> esclamai balzando in piedi.
<< Figurati>> 
Il biondo spaesato annuii e mi seguì con lo sguardo fino alla porta, la chiusi con violenza dietro le mie spalle. Sollevai il cappuccio grigio che fuorusciva dal giubbotto di pelle nero e mi incamminai verso l'uscita.
Il sole aveva iniziato a calare e il buio stava scendendo sulla città. I lampioni del campus si accesero uno alla volta mentre camminavo sul viale principale. Mantenevo le mani ben salde nelle tasche. I capelli ondeggiavano sotto al berretto nero di cotone e il cuore batteva forte nel petto. Che cosa dovevo fare? Dovevo dirlo a Shannon oppure lasciare che se ne accorgesse da sola? E se poi le fosse successo qualcosa? Una buona amica l'avrebbe fatto ma una buona amica non avrebbe nemmeno spezzato il suo cuore. Mi fermai, accessi una sigaretta cercando di rilassarmi e poi ripresi a camminare.
Avevo la testa che scoppiava dalla mille domande. Feci diversi giri attorno al dormitorio in cerca di qualche risposta e a complicare il tutto fu l'arrivo di Sean.
<< Cazzo no >> dissi sottovoce quando la sua auto inchiodò nel parcheggio. Velocemente mi nascosi dietro ad un cespuglio. Mi sentivo ridicola ma non avevo tempo di ascoltare qualche suo stupido racconto. Rimase in auto con il motore acceso.
Poco dopo Dafne Lake uscì dalla porta del dormitorio. Indossava quei suoi soliti vestitini attillati, portava i lunghi capelli rossi raccolti in una alta coda molto stile anni 60. Alzò la mano e si diresse verso l'auto di Sean, aprì la portiera e salì. 
Seguii l'auto sfrecciare via verso la città. Che stava succedendo?
Entrai velocemente nel dormitorio e corsi su per le scale con le idee confuse. Voltai l'angolo e, in fondo al corridoio, trovai una delle amiche di Dafne.
<< Grace, hai visto Dafne? >> chiesi facendo finta di nulla.
La ragazza quando mi vidi sbiancò e il sorrisetto che aveva svanì. Sollevai un sopracciglio in attesa della risposta.
<< È uscita, credo >> fece spallucce mentendo gli occhi fissi sul cellulare .
<< Okay, e sai dov'è andata o con chi? >> 
<< No e poi a te che importa? >> si mise subito sulle difensive ed io scossi il capo.
<< Nulla, era per chiedere e strano che non sappia dove sia la tua ape regina >> mi voltai e tornai indietro, verso camera mia.
Spalancai la porta. Shay che stava seduta sul letto sobbalzò terrorizzata.
<< Che cazzo?! Mad! >> gridò. 
<< Scusami >> dissi cupa gettando la borsa sul letto. La girai svuotandola completamente. Frugai fra le cianfrusaglie e afferrai il cellulare.
<< Che stai facendo? >> sentii domandarmi dalla mia amica. Non le riposi e feci scorrere la rubrica fino alla lettera S.
<< Madison? >> 
<< Shhh >> l'azzittii portando il telefono all'orecchio. Fece diversi squilli e poi si inserì la segreteria telefonica.
<< Cazzo! >> esclamai gettandolo sul letto e poi sedendomici.
Shannon mi stava osservando sbalordita, aveva due occhi enormi, come un cerbiatto accecato dai fari di un'auto.
<< Dafne è salita in auto con Sean e lui non mi risponde al telefono >> spiegai velocemente.
<< Che stai insinuando? >> chiese riducendo gli occhi ad una fessura.
<< Nulla. Voglio solo sapere per quale motivo quella è salita in auto con il mio ragazzo >> replicai infuriata.
<< Beh magari c'è un qualche raduno della tifoseria >> commentò Shay alzandosi dal letto per posare il libro sullo scaffale.
<< Nah, lo escludo. Grace è qui >> replicai scuotendo il capo e sdraiandomi sul letto.
<< Non crederai che Sean abbia qualcosa con quella. Non può competere con te >> mi sorrise dolcemente.
<< Domani quando pranzerete insieme potrai chiedergli tutto quello che vuoi >> ammiccò. Afferrò la sua trousse e si diresse verso il bagno.
Sorrisi cercando di non preoccuparmi più di tanto ma la verità era che mi detestavo perchè ero io ad aver bisogno di lei quando invece dovevo essere io ad aprirgli gli occhi con Lucas.
Sbuffai infastidita da me stessa e mi persi in quel monotono soffitto.

*Spazio autrice*
Buona sera!
Ecco un altro capitolo. Come sempre spero che vi piaccia e se vi va lasciate un commento.
A parte questo volevo dirvi una cosa MOLTO importante.
Ieri (17-01-15) Jamie era a Milano per la settimana della moda e ho avuto la fortuna di incontrarlo fuori da un negozio. È stata una sensazione fantastica poterlo vedere dal vivo. Ho provato un'emozione unica e ho capito come si sentono le protagoniste delle mie ff quando gli stanno accanto. :)
Un bacione.
El.

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Capitolo 6
*** Wake up ***



 

As my memory rests
but never forgets what I lost
wake me up when Semptember ends.



 
<< Mad. Mad alzati o farai tardi >> la voce pacata di Shannon mi risuonò nelle orecchie.
Aprii a malapena un occhio e la guardai assonata. Ero sdraiata a pancia in giù e i capelli mi ricadevano sul viso. Un vero disastro.
<< Si, adesso mi alzo >> borbottai voltandomi dall'altra parte. Sentii Shay ridere e poi il tonfo della porta che si chiudeva. Sentivo gli occhi pesanti così li richiusi, dandomi ancora cinque minuti.
La rumorosa suoneria del cellulare mi fece sobbalzare. Lancia le coperte in fondo al letto. Lo afferrai maledicendo chiunque fosse dall'altro capo.
<< Pronto >> tuonai infastidita.
<< Ma dove sei? >> chiese Michael. Improvvisamente scattai in piedi. Guardai il display del cellulare e vidi l'ora : 7.45
Avevo si e no dieci minuti per prepararmi e ovviamente la tappa quotidiana al chiosco del caffè per quel giorno doveva saltare. 
<< Ehm...ho avuto un contrattempo. Arrivo >> riattaccai gettandolo sul letto. Mi precipitai in bagno. Lavai denti e faccia, mi pettinai velocemente e con la stessa velocità mi vestii. Un paio di jeans semi stracciati stinti e una maglia bianca con una stampa dei Nirvana. Infilai il giubbotto di pelle e i miei anfibi. Afferrai il cellulare, la borsa e correndo uscii dalla stanza.
<< Cazzo! >> esclamai, la mia voce risuonò nell'interro corridoio e un paio di ragazze si voltarono verso di me.
Con passo pesante tornai indietro e infilai le chiavi nella serratura, quando questa scattò le infilai in tasca e frettolosamente scesi quelle dannate scale.
<< Scusa. Permesso. Fammi passare. Diavolo ti sposti?! >> gridavo a chiunque si mettesse sul mio cammino.
Corsi per l'intero corridoio e scivolai all'interno dell'aula di Economia poco prima che il professore potesse chiudere la porta.
<< Buon giorno >> esclamò lui sorridendomi.
<< Salve >> replicai con un po' di fiatone. Cercando di riprendere fiato salii le scale verso l'unico posto libero dell'intera aula. Vidi Mick e Shannon ridere mentre mi osservavano. Sorrisi acida e, senza farmi vedere da Montogomery, sollevai il medio al quale i due scoppiarono a ridere.
<< Posso? >> chiesi al ragazzo con indosso un cappuccio grigio indicando la sedia sulla quale si trovava uno zaino nero.
<< Non c'è bisogno di chiedere >> la sua voce mi provocò un brivido e i suoi occhi azzurri mi portarono alla realtà.
<< Scusa, è che sono ancora un po' addormentata >> continuai sedendomici accanto.
<< Si e dal rumore che fa la tua pancia deduco che tu non abbia nemmeno fatto colazione >> commentò sarcastico Jamie. Aveva entrambi i gomiti appoggiati sul banco, ricurvo in avanti.
<< Non mi sono nemmeno truccata se è per questo >> commentai sottovoce.
<< Non fa differenza >> fece spallucce Bower. Annuii perplessa e poi estratti dalla borsa un quaderno e una penna.
<< Quello non mi piace >> sentii commentargli. 
<< Chi? Montgomery? >> chiesi spostando lo sguardo dalla lavagna al foglio.
<< Già. Ci prova con le ragazze >> continuò lui scrutandolo attentamente.
<< A si? >> ribattei distrattamente. Jamie si voltò completamente verso di me.
<< Non mi stai ascoltando >> 
<< Si invece: non ti piace il professore perchè ci prova con le ragazze. Ho capito >> ribattei continuando a scrivere.
Jamie bloccò la mia mano con la sua e mi guardò dritto negli occhi.
<< Non hai visto come ti ha guardato quando sei entrata? >> mi domandò serio. Incarnai le sopracciglia.
<< Lei con indosso il cappuccio, Bower giusto? >> la voce del professore ci interruppe.
<< La smetta di importunare la signorina o sarò costretto a mandarla fuori >> continuò lui.
Jamie contrasse la mascella per poi sorridere acidamente. Il professore mi sorrise e poi riprese la sua spiegazione.
<< Che ti ho detto? >> allargò le braccia scivolando lentamente sulla sedia. Feci spallucce e tornai con lo sguardo sulla lavagna. 
Afferrai la mia borsa e ci infilai il quaderno. Shannon e Michael mi salutarono urlando che ci saremmo visti a pranzo. Feci un cenno di capo e lentamente mi alzai dalla sedia.
<< Che hai ora? >> sentii chiedermi da Jamie.
<< Ehm...diritto >> replicai dopo averci pensato su. Scesi le poche scale e quando arrivai a pochi metri dalla porta il professore mi chiamò.
Mi voltai. Vidi Bower scendere le scale e fermarsi al mio fianco.
<< Si? >> esclamai perplessa avvicinandomi alla cattedra.
<< Il suo saggio sull'economia dei paesi in via di sviluppo l'ho trovato molto interessante. Uno dei migliori >> mi disse sorridendomi.
<< Oh..beh, grazie >> ribattei stupita.
<< Si, da una ragazza sveglia come lei mi aspetto questo ed altro >> improvvisamente mi vennero in mente le parole di Bower così indietreggiai.
<< Certo >> sorrisi diffidente. 
<< Mad >> la voce profonda di Jamie s'intromise. Mi voltai verso di lui. Stava sulla porta e teneva lo zaino su una spalla. I capelli biondi li cadevano sul viso e il cappuccio della felpa era appena appoggiato al capo.
Annuii.
<< Devo scappare. Ho lezione. Grazie comunque >> 
Raggiunsi Bower che, con un sorriso pieno di astio, si rivolse al professore.
<< Buona giornata >> 
<< Buona giornata >> ripeté Montgomery freddamente. 
Il corridoio era colmo di persone e ogni tanto dovevo allontanarmi da Jamie per poi ricongiungermi a lui.
<< Perchè lo odi così tanto? >> domandai.
<< Non lo odio >> rise beffardo. Sollevai un sopracciglio e mi fermai nel bel mezzo del corridoio.
<< No giusto, lo detesti >> mi corressi sarcastica. Lui mi guardò corrucciato.
<< Non mi piace quel tipo, tutto qui >> allargò le braccia. Scossi il capo e, senza volerlo, mi cadde l'occhio oltre le sue spalle. Sean stava vendendo dalla nostra parte e improvvisamente il mio cuore prese a battere all'impazzata.
Evidentemente diventai paonazza e Jamie se ne accorse. Si voltò appena e poi sospirò.
<< Ho capito: me ne vado >> alzò gli occhi al cielo e prese la direzione opposta di Terry. Feci per chiamarlo ma il mio ragazzo si fermò davanti a me.
<< Ancora con quello? >> chiese acidamente guardandolo allontanarsi.
<< È mio amico okay? >> ribattei portando le braccia al petto. Sean annuii sorridendo appena.
<< Okay >> mi diede un veloce bacio sulla bocca e poi portò il suo braccio attorno al mio collo.
<< Ti accompagno in aula >> disse allegramente. Durante il tragitto mi raccontò della partita di calcio, che avevano battuto la squadra di Oxford e che il gol della vittoria lo aveva dedicato a me. Mi finsi lusingata. Al'inizio amavo quando mi dedicava uno di quei gol spettacolari ma col passare del tempo iniziarono a diventare monotoni e senza senso.  La verità era che Sean non mi stupiva più. Era prevedibile.
Fortunatamente il tragitto era corto e dovette interrompere la sua avvincente storia di come Hoden si era fatto la ragazza del capitano della squadra avversaria.
<< Ci vediamo a pranzo >> esclamò per poi darmi un lungo bacio.
Lo vidi allontanarsi pensando a quanto successo la sera precedente. Si era comportato come sempre e questo mi fece pensare che forse quello che avevo visto non era affatto quello che pensavo fosse.
Mi liberai dei pensieri ed entrai in aula.
Un'ora e mezza dopo era libera. Mi diressi alla mensa e non appena misi piede all'interno mi misi in fila. Era il giorno della pizza e parecchi studenti attendevano il loro turno.
<< Ti aspetto al solito posto >> mi disse Sean prendendomi dentro. Annuii e poi tornai con lo sguardo sui numerosi studenti che si trovavano davanti a me.
Notai un chioma bionda così mi sollevai sulle punte. Jamie mi notò e, sorridendo appena, mi fece un cenno di capo. Sollevai la mano. Ethan, che stava accanto a lui, mi fulminò con lo sguardo così l'abbassi perplessa. Che problemi avevo quel ragazzo?
<< Quella fila era interminabile >> sbuffai sedendomi al tavolo. Era composta da altri due per cui era abbastanza lungo. Alla mia destra Shannon cercava di non far cadere la mozzarella dall'enorme fetta di pizza.
<< Tra due giorni andiamo al locale giù in città okay? >> esclamò Mick che era seduto davanti a Shay. Io iniziai a tossire.
<< Ehi, tutto okay? >> chiese Sean che si trovava davanti a me.
<< Certo >> annuii con le lacrime agli occhi.
<< Si va a ballare! >> gridò Darren dal centro del tavolo. Si sporse verso Sean e gli diede il cinque.
<< Sei dei nostri vero? >> mi chiese il mio ragazzo ed io diventai paonazza.
<< Ehm...non posso, devo andare a Londra a trovare mia zia Violet >> mentii.
In parte però era vero. Era vero il fatto che andassi a Londra, che avessi una zia di nome Violet e che abitava lì per cui non proprio mentendo ai miei amici.
<< Cazzo Mad, devi andarci per forza? >> si lamentò Terry. Mi corrucciai.
<< Si >> ribattei freddamente. Lui sbuffò alzando gli occhi al cielo.
Con la coda dell'occhio vidi Bower passare accanto al nostro tavolo. Lo guardai e lui fece lo stesso. Il viso era freddo e serio ma i suoi occhi erano beffardi.
<< Beh visto che io non posso venire puoi dare il mio invito a Dafne >> commentai rivolgendomi a Sean. Sbarrò gli occhi e smise di mangiare.
<< Dafne? Perchè ti è venuta in mente lei? >> chiese agitato. Guardai Shay che avevo l'aria perplessa.
<< Così, so che siete amici  >> sorrise fingendo. Lui annuì.
<< Oh...okay >> ribatté sorridendo imbarazzato a sua volta per poi ritornare a mangiare la sua pizza.

<< Credi ancora che non mi nasconda nulla? >> chiesi a Shannon entrando in stanza. Si lasciò cadere sul suo letto e poi sospirò.
<< Strano è strano >> 
<< Visto? Mi nasconde qualcosa. Lo sapevo! >> esclamai lanciando le scarpe accanto alla porta del bagno.
Shay mi guardò infastidita.
<< Dopo le metto al loro posto okay? Ho bisogno di una pausa >> replicai sdraiandomi sul letto.
<< Beh comunque sia: lui ha dei segreti con te e tu li hai con lui >> rise afferrando un rivista dal comodino. Rimasi in silenzio alcuni secondi e poi mi raddrizzai sollevando un sopracciglio.
<< Cosa intendi? >> chiesi. Lei trattenne una risata nascondendosi dietro al giornale. 
<< Ho visto quello scambio di sguardi tra te e quel biondo. Bower giusto? >> 
Mi corrucciai.
<< Frequenta il nostro corso di Economia, lo conosco abbastanza per poterlo guardare >> sorrisi acida. Lei in tutta risposta mi gettò un cuscino in pieno volto.
<< Falla finita Mad. Anche io sono nel suo stesso corso e non lo saluto nemmeno >> continuò lei divertita.
<< Se sei è associale non è colpa mia >> commentai ironicamente.
<< Madison Fray tu sei una stronza >> scoppiò a ridere seguita da me. Qualche secondo dopo si fece seria.
<< No comunque sarei felice se lasciassi Sean per quel ragazzo >> 
<< Shay non lo conosci nemmeno Jamie >> intervenni.
<< Oh siamo già alla fase " ti chiamo col tuo nome di battesimo perchè abbiamo superato la fase conoscenti" >> sorrise maliziosa.
<< O mio dio! Ma ti senti? Sei completamente pazza! >> allargai le braccia esasperata. Lei sorrise per poi tornare a leggere la rivista. Rimasi a fissare la faccia di Megan Fox in copertina. Gli occhi azzurri mi fissavo e provai un nodo alla gola.
<< E con Lucas? >> domandai sdraiandomi.
<< Tutto bene grazie >> replicò allegramente. Dal tono di voce sembrava andasse tutto per il verso giusto così cercai di rilassami. Ancora non sapevo se digli quello che avevo scoperto e comunque prima di farlo avrei dovuto pensare a come e a quando diglielo senza ferirla. Senza ferirla forse era troppo ambizioso.
Pochi secondi dopo ero già immersa nei pensieri mentre contemplavo il monotono soffitto. Non ricordo a cosa stessi pensando ma rimasi immobile, nella stessa posizione con gli occhi rivolti verso l'alto per diversi minuti. Con un gesto automatico infilai le cuffiette e a quel punto dissi addio al mondo che mi circondava.

 

*Spazio autrice*
Buona sera!
Come state? 
Ecco un'altro capitolo e come sempre spero che vi piaccia.
Volevo anche ringraziarvi perchè seguite la mia FanFiction e anche per il fatto che mi dite che scrivo bene, si insomma...io mai e poi mai avrei pensato che avrei iniziato a scrivere storie.
Un bacione.
El.

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Capitolo 7
*** Get your guns ***










 

Get your guns
Our time is up, c'mon
'Cause now it's time to run
We've gotta make it out tonight




 
Colpii la porta di legno un paio di volte e attesi.
Battevo nervosamente il piede a terra guardandomi attorno. 
<< Oh, andiamo >> borbottai battendo ancora alcuni colpi di su di essa. Questa si aprì lentamente e il viso di Jamie mi accolse.
<< Cosa vuoi? >> chiese. Lo spostai scivolando all'interno. Mi abbassai il cappuccio della felpa bordeaux e ravvivai i capelli.
<< Ehi Mills >> esclami sorridendo. 
Ethan mi guardò perplesso dalla scrivania e, dall'enorme quantità di libri che aveva, pensai che stesse studiando ma poi vidi uno di quei fumetti colorati sotto ad un quaderno.
<< Fray >> ricambiò perplesso. 
Guardò Jamie che fece spallucce. Chiuse la porta e ci si appoggiò con la schiena.
<< Mad che ci fai qui? >> domandò di nuovo. Io mi sedetti sulla sedia con le rotelle e feci un veloce giro.
<< Ho detto che andavo a trovare mia zia a Londra e uno non va dalla zia nel cuore delle notte. Non posso starmene in giro per il campo e in camera mia c'è Shannon >> spiegai facendo un'altro giro.
<< Allora vieni a rompere il cazzo a noi? >> sentii dire da Mills. Lo fulminai con lo sguardo e lui sorrise acido.
<< Non puoi andare in città? >> chiese Bower. Scossi il capo.
<< Escluso. Se mi vedesse qualcuno? >> 
<< Beh effettivamente sei intelligente. Ti sei nascosta in una stanza del campus. Ottimo piano >> intervenne Ethan alzando i pollici all'insù.
Aggrottai la fronte. Che diavolo voleva quel ragazzo dalla mia vita? 
<< Okay >> esclamò Jamie duramente.
<< Okay? Cedi così amico? Avevamo detto niente ragazze in stanza >> commentò allibito Mills. Jamie lo guardò freddo.
<< È diversa la faccenda >> 
Si passò una mano tra i capelli e si lasciò cadere sul letto. Appoggiò la schiena alla parete lasciando le gambe a penzoloni.
Ethan scosse il capo indignato e poi, sbuffando tornò a leggere il suo fumetto.
Mi guardai attorno e notai alcune bambole su una mensola.
<< Cosa sono? Barbie? >> chiesi indicandole. Jamie tranne una risata mentre Mills mi fulminò.
<< Sono Action Figures >> ringhiò a denti stretti. Sorrisi imbarazzata e spostai lo sguardo sveglia digitale che si trovava sulla scrivania. Erano solo le 15.30 e sarei dovuta stare per l'intero pomeriggio chiusa in quella stanza. I minuti passavano lentamente: Mills leggeva e giocava ai suoi stupidi videogiochi mentre Jamie faceva strane cose con il computer ed io...io restavo seduta a contemplare il paesaggio fuori dalla finestra.
Passò un ora e poi due.
Alle 17.30 Ethan ci lasciò soli per andare al corso di giornalismo che si teneva all'interno del campus.
<< Madison la puoi smettere di fare avanti e indietro? Sembri in prigione >> la voce pacata di Jamie mi bloccò.
<< Mi annoio! >> esclamai esausta gettandomi sul letto accanto a lui. Il biondo bloccò il cellulre e lo posò sul comodino. Si stiracchiò e poi si voltò verso di me. 
<< Che vuoi fare? >> domandò. Feci spallucce.
<< Nulla ma ti prego parliamo un po' almeno >> supplicai passandomi le mani sul viso.
<< Vuoi parlare? >> ripetè perplesso.
<< Si sai sono quei suoni che escono dalla bocca delle persone >> continuai con fare da superiore. Jamie rise divertito.
<< Perchè voi ragazze volete sempre parlare di qualcosa? >> chiese quasi esasperato. Si alzò in piedi e si sistemò sistemò i jeans.
<< A me non piace parlare, preferisco ascoltare e a volte non faccio nemmeno quello ma mi sto annoiando >> intervenni sdraiandomi sul suo letto. Jamie mi guardò incuriosito a braccia conserte.
<< Di cosa vuoi parlare? >> 
<< Ah, lascia stare >> sospirai passandomi una mano sul viso. Mi voltai e sprofondai la faccia nel cuscino. Inspirai più aria possibile e l'odore di un profumo maschile, forse One Million, si fermò sotto al mio naso. 
Sentii il letto abbassarsi di qualche millimetro e la presenza di qualcuno al mio fianco. Mi voltai e trovai Bower che mi osservava divertito.
<< Ma che stai facendo? >> rise con quel sorriso da capogiro.
<< Nulla, è questo il problema >> mi lamentai di nuovo.
<< Avrai tutta sera per divertirti >> posò la sua mano sulla mia schiena e poi, dopo avermi guardata per alcuni secondi, si alzò dirigendosi verso la porta.
<< Dove stai andando? >> domandai raddrizzandomi.
<< A prendere la cena. Ti piace giapponese vero? >> annuii.
<< Bene a dopo >> si infilò il suo giubbotto di pelle nera e aprì la porta.
<< Ma ti fidi a lasciarmi in camera tua da sola? >> esclamai sorpresa. Il biondo fece spallucce e poi sparì.
Rimasi a fissare la porta per diversi minuti. Era tutto così strano. Ero passata dall'ignorarlo ad aspettarlo in camera sua. Per un momento entrai in panico. Che stavo facendo? Scattai in piedi ed iniziai a camminare su e giù per la stanza. Perchè mi stavo agitando? In fondo eravamo solo due amici che cenavano insieme e allora perchè avevo un strana sensazione? Come se sotto ci fosse di più?
Casualmente mi cadde l'occhio sulla mensola che si trovava sopra il suo letto. Mi avvicinai e notai una foto dentro ad una vecchia cornice in legno laccata di nero.
La afferrai e la osservai attentamente: era una via, forse di Londra, abbastanza trafficata. In primo piano c'era un ragazzo con un paio di occhiali da sole neri. Più in fondo, con le braccia aperte e le gambe appena piegate, Jamie faceva una faccia buffa. Il berretto di lana rosso li copriva i capelli ma qualche ciocca fuoriusciva lo stesso. Accanto a lui c'era un ragazzo con l'aria imbarazzata che gli assomigliava parecchio e in fondo alla foto un altro ragazzo con indosso un cappuccio blu rideva a crepa pelle.
Sorrisi anche io, era un foto normale, non c'era nulla di speciale o forse era la felicità che trasmetteva che la rendeva speciale.
La porta si spalancò all'improvviso e Jamie fece capolino nella stanza.
<< Oh, scusami. Io non volevo...>> mi affrettai a riporre la foto. Lui chiuse la porta e posò il sacchetto sulla scrivania.
<< Non c'è problema >> sorrise dolcemente. Si sfilò il giubbotto e mi passò il contenitore di plastica e le bacchette.
<< Buon appetito >> esclamò sedendosi sul letto. Io feci lo stesso ed iniziai a mangiare il mio riso con le verdure saltate.
<< È bella come foto >> dissi con un filo d'imbarazzo. Tenevo lo sguardo fisso sui chicchi bianchi del mio riso. Jamie mi diede una leggera gomitata.
Alzai lo sguardo e incontrai il suo. I miei occhi si persero nei suoi azzurri come il cielo.
<< Sta sera li conoscerai >> commentò riprendendo a mangiare.
<< Il biondino è tuo fratello? >> chiesi con la bocca piena. Lui annuì.
<< Conoscerò anche lui? >> continuai. Jamie si voltò verso di me e sollevò un sopracciglio.
<< Ti interessa mio fratello? Guarda che è più piccolo  >> esclamò divertito.
<< No che non mi interessa. Era solo per sapere >> gli dissi dandogli un pacca sul braccio.
un paio d'ore dopo era arrivata finalmente il momento di partire per Londra. Scesi velocemente le scale del dormitorio femminile e quando uscii in cortile vidi Jamie aspettarmi nel parcheggio. Non avevo cambiato il mio look più di tanto: un top bianco, jeans, anfibi e giubbotto di pelle rigorosamente neri.
<< Niente moto? >> chiesi. 
<< No, Ethan mi ha prestato l'auto. Forza sali >> feci come mi disse e quando fummo entrambi nell'abitacolo Jamie accese la radio e partì a tutto gas.
<< Non ci metteremo tanto >> sorrise imboccando l'autostrada. 
Quasi due ore dopo i grattacieli della City ci sovrastavano. Vedevo le luci della città sfrecciare via veloci e un gran trambusto riempiva la città.
<< Camden Town lo chiami "quartieri alti di Londra?" >> esclami scendendo dall'auto.
<< Se te lo avessi detto tu non avresti accetto Mad >> intervenne Jamie chiudendo la portiera.
<< Ovviamente! Questo posto è per gente...strana >> continuai.
 Il biondo, stando dall'altra parte dell'auto, sollevò un sopracciglio .
<< Beh senti, con tutto il rispetto ma tu non sei molto "normale" >> sorrisi imbarazzata.
<< Nemmeno tu se è per questo. Ora andiamo! >> mi raggiunse e mi afferrò il braccio. Mi trascinò per alcuni metri e poi si fermò davanti ad una porta completamente coperta di graffiti.
<< Dirtbag >> lessi alzando lo sguardo. La scritta blue elettrico spiccava sullo sfondo nero.
<< Innovativo come nome >> commentai un po' perplessa. Jamie sorrise per poi aprire la porta. Guardai all'interno e diverse scale si perdevano nel buio. Sembrava quasi che portassero all'inferno. Il corrimano era composta da dei tubi contenenti lucine led blu e verdi.
Deglutii impaurita e indietreggiai. La mano di Jamie si fermò sulla mia schiena.
<< Mad >> esclamò.
<< Ma che posto è questo? È legale? >> domandai quasi terrorizzata. Jamie mi sorrise.
<< Vieni >> mi prese la mano e mi condusse giù per le scale. Aprì una seconda porta e scivolammo all'interno.
La musica alta, che pompava nelle casse, ci avvolse. La luce era completamente assente tranne quella della pista da ballo e quella che proveniva dal bar.
Mi guardai attorno: c'erano numerosi divanetti di pelle bianca con tavolini di legno nero che a mala pena si vedevano nella penombra. Le persone si dimenavano nel tentativo di imitare passi di ballo. Il locale era colmo di persone e per qualche secondo mi sentii persa. Guardai Jamie che mi sorrise.
<<  Ti presento delle persone >> 
E improvvisamente il mio cuore accelerò il battito. 
Jamie mi fece strada tra le persone e poi si  fermò al bancone del bar. 
<< Aaron, bello >> sorrise Jamie alzando la mano e un ragazzo alto, muscoloso con i capelli rasati e occhi verdi si fermò davanti a noi. Indossava una maglia aderente nera con il nome del locale. 
<< Ciao ragazzone >> sorrise continuando a strofinare un bicchiere.
<< Come stai? >> chiese Bower. Il ragazzo sopirò.
<< Solita vita J.  >> ammiccò lui.
<< Aaron ti presento Madison >> continuò Jamie allegramente. 
<< È un piacere tesoro. Vorrei stringerti la mano ma non è da un'ora e mezza che taglio frutta e preparo drink >> rise socchiudendo gli occhi. Ma che cavolo avevano i ragazzi da queste parti? Perchè avevano tutti un sorriso così bello?
<< Tranquillo non sono una di quelle che vuole il baciamano >> esclamai a voce alta per sovrastare il baccano. Aaron mi guardò ammirevole.
<< Cazzo, mi piaci ragazza. J. lasciala in pace okay? >> commentò severo Aaron riducendo gli occhi ad una fessura.
<< Non è la mia ragazza. Volevo solo compagnia per il viaggio >> ribatté. Io mi voltai verso di lui e portai le braccia al petto.
<< Ed ecco lo stronzo che tutti conosciamo. Tesoro abituatici, farà questo e molto peggio, credimi >>
<< A si? Raccontami, voglio sapere di più >> dissi ironicamente rivolgendomi al ragazzo. Jamie sbarro gli occhi.
<< Non mi sembra il caso >> intervenne agitato. Posai la mia mano sulla sua bocca e guardai incuriosita Aaron.
<< È famoso per fare lo stronzo con le ragazze >> rise lui.
<< Dimmi qualcosa che già non so >> 
Jamie si dimenò liberandosi della mia mano. 
<< Non è il momento Aaron >> lo ammonì il biondo. Mi corrucciai.
<< È per scherzare un po', rilassati >> esclami rivolgendomi a lui. Bower inarcò le sopracciglia e mi osservò con aria perplessa.
<< Sa come tenerti testa J. >> rise Aaron scomparendo per servire dei drink.
<< Non mettermi in ridicolo davanti ai miei amici >> mi disse Jamie allargando le braccia. Spalancai la bocca.
<< Ma se ti conosco da due giorni?! >> ribattei allibita. Lui scosse il capo e mi trascinò via da li per raggiungere i divanetti. 
Un ragazzo e una ragazza stavano ridendo allegramente seduti su uno di essi e, appoggianti al tavolino, i loro drink riflettevano le luci della pista.
<< Jamie! >> esclamò la ragazza mora. Scattò in piedi e gettò le braccia attorno al suo collo. 
Non era molto alta ma aveva lunghi capelli raccolti in una alta coda di cavallo, la frangetta le cadeva sul viso lasciando però libera visuale sugli enormi occhi verdi. 
<< Abigail, lei è Madison >> urlò Bower indicandomi. Io sorrisi, allungai la mano ma la ragazza preferì abbracciarmi.
<< Piacere! >> mi urlò nell'orecchio facendomi sobbalzare. 
Guardai il ragazzo che stava ancora seduto al divanetto. Indossava un capellino da baseball al contrario color bordeaux e da esso uscivano lunghi capelli biondi che raggiungevano le sue spalle.
<< Mad, lui è mio fratello Samuel >> continuò Jamie. Il ragazzo si alzò e mi allungò la mano.
<< Ciao, sono Sam...solo Sam >> sorrise timidamente. Io annuii.
<< Odia essere chiamato con il suo nome per intero >> mi fece notare Jamie alzando gli occhi al cielo.
Rimasi con lo sguardo fisso sul piccolo Bower: cazzo, erano identici.
<< Devo andare >> esclamò Jamie guardando lo schermo del cellulare. 
Io mi voltai verso di lui.
<< Come devi andare? Dove? >> chiesi entrando in panico. Non poteva lasciarmi da sola!
<< Vedrai >> ammiccò perdendosi poi nella folla. Lentamente mi voltai verso i due che mi stavano osservando. Sorrisi imbarazzata.
<< Siediti qui con noi Madison >> mi disse Abigail battendo la mano sul cuscino accanto a sè. Sorrisi di nuovo e mi lasciai cadere. 
Improvvisamente la musica sfumò e le luci si accesero. I presenti iniziarono a battere le mani e ad urlare esaltati.
<< Che stanno dicendo? >> chiesi alla ragazza non capendo il nome che da diversi secondi stavano urlando.
<< The darling buds >> mi rispose entusiasta. Con lo sguardo ritornai verso la pista da ballo e, sul palco difronte comparvero alcuni ragazzi.
<< Vai Tom! >> gridò Abigail.
<< È il mi ragazzo! >> continuò rivolgendosi a me. 
L'espressione divertita che avevo lasciò spazio ad una più perplessa e stupita.
<< Quello è Jamie? >> urlai senza rendermene conto. Il biondo era salito sul palco e aveva afferrato una chitarra.
<< Suona? >> continuai sempre più stupita.
<< E canta anche >> sentii dirmi da Sam che rideva, forse per la mia espressione buffa.
Lo vidi posizionarsi davanti all'asta del microfono. Solo in quell'istante mi resi conto che indossava una maglia a maniche corte bianca semi stracciata e i jeans neri tagliati sul ginocchio da dove si poteva vedere con chiarezza la rosa tatuata su uno di essi.
<< Siamo i The darling buds >> iniziò accolto da un forte boato.
<< E questa è Get your guns >> continuò. Le luci si abbassarono, Jamie si passò una mano tra i capelli, inumidì appena la labbra con la lingua e poi attaccò.
<< ... get your guns. Our time is up, c'mon cause now it's time to run. We gotta make it out tonight... >> 
Ero completamente senza parole, assistevo alla scena senza fiatare. Tutto attorno a me  sembrava che si stesse muovendo al rallentatore. Ma era reale? Dannazione, era bellissimo. I capelli ondeggiavano ad ogni mossa e il sorriso che si intravedeva dietro al microfono era la perfezione. Forse in quel momento mi resi conto che tutte quelle sensazione che avevo provato fino a quell'istante stavano prendendo forma. Mi stavo innamorando di Jamie.


*Spazio autrice*
Buona sera!
Ecco un'altro capitolo, spero che anche questo vi piaccia.
Lasciate un commento, se volete ovviamente.
Bacioni.
El.

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Capitolo 8
*** In the night ***




 
I want you to know, with everything I won't let this go.
These words are my heart and soul,
I hold on to this moment you know.
Cause I'd blee my heart out to show, that I won't let go.



 
La vibrazione del mio cellulare mi fece tremare la tasca posteriore dei jeans: era Shannon.
<< Tutto okay? >> mi domandò Abigail.
<< Si, devo uscire solo un attimo >> sorrisi. Indossai il giubbotto di pelle ed uscii dal locale. Salii velocemente le scale sperando che non riattaccasse.
<< Shay? >> esclami portando il cellulare all'orecchio. Dall'altra parte, la voce potente della mia amica, mi penetrò il timpano.
<< Madison cosa ti è saltato in mente?! >> 
Il sangue mi si gelò nelle vene.
<< Ehm >> mi schiarii la voce impaurita.
<< Come hai potuto tirare un pugno al mio ragazzo?! >> continuò ed io tirai un sospiro di sollievo. Mi appoggiai con la schiena contro il muro e chiusi gli occhi.
<< Shay ascolta...>> cercai di spiegarle ma lei mi interruppe. 
<< Mad sei pazza per caso? Ma che ti dice il cervello? >> tuonò su tutte le furie. 
La luce arancione dei lampioni illuminava la desolata via. Poche persone l'attraversavo per raggiungere i diversi locali. Un pullman rosso mi passò davanti facendomi ondeggiare i capelli.
<< Ero incazzata okay? Ha parlato di te con poco rispetto e... >> 
<< Non m'interessa Madison. Non dovevi farlo! >> m'interruppe di nuovo. Contrassi la mascella innervosita.
<< Cosa vuoi che ti dica? Vuoi che ti chiede scusa? >> domandai acida.
<< Si, sarebbe la cosa migliore >> 
<< Beh, scordatelo! Non chiederò mai scusa, non dopo quello che ha detto >> continuai.
<< Ma non vi conoscete nemmeno! Come puoi odiarlo se nemmeno lo conosci? >> 
<< Tu puoi dirmi ogni singolo giorno della mia inutile vita che ho fatto una cazzata a fidanzarmi con Sean ma io non posso dirlo a te? Cazzo Shannon lo sai cosa si dice su Lucas? Lo sai no?! >> urlai perdendo le staffe. Dall'altra parte ci fu un secondo di silenzio.
<< Sai cosa si dice su Sean, Mad? Dicono che se la fa con le cheerleaders ma tu credi a quelle voci Madison? No, allora io perchè dovrei credere a quelle su Lucas? >> 
<< Perchè forse sono vere! >> esclamai. Respirai affondo e abbassai lo sguardo.
Dall'altro lato del capo ci furono ancora alcuni secondi di silenzio.
<< Stai parlando di quale delle due? Beh, in qualunque caso va al diavolo Madison >> sentii dirmi da Shannon con estrema calma. Aprii appena la bocca per replicare ma chiuse la telefonata. 
<< Maledizione! >> gridai battendo un pugno contro il muro alle mie spalle. Chiusi gli occhi e alzai il viso, verso il cielo. Perchè stava andando tutto storto? 
<< Tutto bene? >> 
Mi passai la lingua sulle labbra per inumidirle e lentamente girai il capo.
<< A te cosa sembra? >> replicai fredda. Jamie annuii e chiuse la porta coperta di graffiti alle sue spalle.
<< Sanno che sei qui? >> chiese. Scossi il capo.
<< Shay ha scoperto che ho tirato un pugno al suo ragazzo >> risposi amareggia. 
<< Scusami, non volevo perdermi il tuo concerto >> dissi imbarazzata.
<< Non importa >> fece spallucce.
<< Invece importa perchè sembra che stia deludendo tutti >> continuai nervosamente. Sentivo gli occhi umidi così mi voltai dall'altra parte.
<< Andiamo a fare due passi >> Jamie mi toccò il gomito ed io, senza appormi, lo seguii nel buio delle notte.
Sentivo le lacrime scivolare lungo il mio viso  farsi sempre più fredde. 
Jamie infilò la mano nella tasca del giubbotto ed estrasse un pacchetto di sigarette. Ne sfilò una e la portò alla bocca. 
<< Vuoi? >> mi chiese tenendola stretta tra le labbra. Il fuoco dell'accendino gli illuminò il viso e poi, una densa nube di fumo si alzò in aria.
<< Ti farebbe bene >> mi disse. Io scossi il capo, era troppo stanca anche per fumare. Improvvisamente mi sentii stanca di tutto. Come se anche respirare fosse faticoso.
<< Sei il primo a cui sento dire che il fumo faccia bene >> 
<< No, io ho detto che a te farebbe bene >> precisò mentendo gli occhi bassi.
<< Ti rilasserebbe un po' >> continuò.
<< Tu fumi per rilassarti quindi? >> domandai. Jamie si voltò verso di me e sorrise beffardo.
<< Fumo per passatempo >> 
<< È un po' inusuale >> dissi sollevando un sopracciglio. Mi passai il dorso della mano sotto agli occhi cercando di asciugare le lacrime.
<< Qua c'è qualcosa di normale? >> replicò osservandomi ed io distolsi lo sguardo. 
Era una situazione strana. Di che stavamo parlando? Del fumo o di noi stessi?
<< Come puoi passare dall'essere la ragazza più allegra di questo mondo ad essere quella più triste? >> domandò portandosi la sigaretta alla bocca.
<< Forse perchè non sono poi così felice >> feci spallucce.
<< Allora Madison Fray cosa ti renderebbe felice? >> domandò facendo un tiro.
Mi guardai attorno in cerca di una risposta. 
<< Non lo so >> deglutii fermandomi. Jamie fece ancora alcuni passi e poi si voltò verso di me.
<< Non lo so >> ripetei entrando in panico. Dovevo sapere cosa dire e anche Bower sapeva benissimo cosa avrei dovuto rispondere ma non lo dissi. Non avevo il coraggio di farlo.
<< Qual è il problema tra di voi? Oltre a me, ovviamente >> continuò Jamie gettando la sigaretta in strada, infilò le mani in tasca e in attesa della mia risposta.
<< Come fai a sapere che abbiamo dei problemi? >> chiesi.
Jamie sogghignò beffardo. 
<< Mi sembra piuttosto evidente: alla festa della confraternita hai preferito stare per conto tuo a bere birra e sta sera sei qui con me >> replicò allargando le braccia. Il giubbotto di pelle si aprì di conseguenza lasciando vedere la maglia semi stracciata.
<< Possiamo tornare al locale? Mi sta venendo freddo >> dissi con un filo di voce. Mi portai le braccia al petto e tenni il capo basso. 
<< Se il tuo ragazzo fosse un vero fidanzato in questo momento ci sarebbe lui a tenerti caldo, ma aspetta tu hai preferito venire via con me , scappare da lui >> la voce fredda e acida con cui me lo disse mi provocò un nodo alla gola.
<< E non dirmi che ti sei sentita costretta a venire per la scommessa. Io non ho obbligato nessuno >> finì. Mi passò accanto e si incamminò verso il locale.
Come un cagnolino lo seguii a mia volta. 
Cazzo, aveva dannatamente ragione ma ero troppo orgogliosa per ammetterlo. Troppo testarda per accettare quello che stava accadendo.
Appena arrivammo davanti al locale Jamie si voltò ed io inchiodai colta alla sprovvista.
Mi guardò negli occhi.
<< Asciugati le lacrime. Altrimenti penseranno che sia colpa mia >> mi disse accennando appena un sorriso.
<< Sei uno stronzo >> risi passandolo il dorso della mano sulle guance.
<< È vero ma è questo che mi rende irresistibile a voi ragazze >> 
Alzai gli occhi al cielo e lo seguii all'interno del locale.
L'atmosfera che si respirava all'interno del locale era sicuramente più piacevole rispetto a quella di poco prima.
<< Jamie! Dove cazzo eri finito? >> esclamò un ragazzo alto quanto Bower. Lo guardai attentamente.
<< Scusami, sono Thomas >> mi sorrise il ragazzo grattandosi la nuca.
<< Sei il batterista? >> domandai. Lui annuii divertito.
<< Il ragazzo di Abigail >> continuai. Lui mi sorrise di nuovo ed io scossi il capo.
<< Scusa. Io sono Madison >> 
<< Lo so chi sei >> ammiccò. 
<< Okay torniamo dagli altri >> si affrettò a dire il biondo. Gli posò le mani sulle spalle e lo condusse al tavolino.
La pista da ballo era colma di persone, come il resto del locale. Le luci psichedeliche illuminavano a tratti i nostri volti e il fumo delle sigarette impregnava l'aria.
<< Vado a salutare un paio di persone. Mad vuoi qualcosa da bere? >> chiese Jamie allontanandosi dopo averci portato al tavolino al quale Abigail e Sam erano ancora seduti.
Tom diede un lungo e appassionato bacio alla sua ragazza e poi ci si sedette accanto.
<< No sono a posto, grazie >> sorrisi sedendomi a mia volta. Jamie annuii.
<< Grazie anche io sono a posto >> rise sue fratello. Bower scosse il capo divertito e poi si mischiò con la folla.
Alcuni minuti dopo, tra una chicchera e l'altra, Tom aggrottò la fronte.
<< Perchè è con la Barbie? >> ringhiò. Mi voltai e vidi Jamie con una bionda. Aveva un vestitino attillato e tacchi da capogiro. Abbassai gli occhi sui miei anfibi e poi tornai con lo sguardo su Thomas.
<< È una palla al piede quella >> continuò infastidito. Abigail mi sorrise notando la mia espressione perplessa.
<< Si chiama Grace Marshall ed è stata la ragazza di Jamie per un po' di tempo >> mi spiegò. Tom sbuffò.
<< Si era una storiella da una notte e via ma lei si è sempre nominata "fidanzata ufficiale" di J. >> intervenne nervosamente. Il suo sguardo si posò su i due. Attirata dalla curiosità mi voltai: Jamie stava ricurvo in avanti e lei gli parlava all'orecchio.
<< E perchè la odiate così tanto? >>
<< Vuole sempre essere al centro dell'attenzione >> mi rispose Abigail bevendo un sorso del suo drink.
<< È una troia >> sentii esclamare da Sam con estrema calma. Tutti e tre ci voltammo verso di lui che rimase sorpreso della nostra reazione.
<< Beh? Perchè mi guardate così? Sappiamo tutti che lo è ma mai nessuno lo dice >> continuò allargando le braccia. Io sorrisi divertita.
<< Non lo diciamo per rispetto di Jamie >> fece notare Abigail. 
<< Ma lui lo sa >> intervenne quasi annoiato Sam. 
<< Se le sceglie tutte così >> finì suo fratello.
Qualcosa si mosse accanto a me, girai appena il capo e vidi Jamie sedersi accanto a me.
<< Fanculo, mi ha bevuto metà drink >> esclamò furioso posandolo pesantemente sul tavolino.
<< Che voleva? >> chiese corrucciato Tom. Abigail gli diede una gomitata in pancia e lui la fissò truce.
<< Nulla. Mi ha chiesto se sta sera ero libero >> fece spallucce.
<< Voleva mostrarti il nuovo tatuaggio che si è fatto sopra al sedere? >> domandò Samuel sarcastico. Bower sollevò un sopracciglio e Thomas rimase a bocca aperta.
<< Tu l'hai visto? >> domandai senza rendermene conto. Abigail rise portandosi una mano davanti alla bocca.
<< No. Me lo ha detto Aaron >> replicò facendo spallucce. Improvvisamente diventò paonazzo e tutti scoppiammo a ridere. Poveretto.
<< Che cosa avrei detto? >> chiese il ragazzo comparendo alle sue spalle.
Sam sorrise imbarazzato e lentamente scivolò verso il basso coprendosi il viso con il berretto.
<< Ti sei portato a letto Grace Marshall >> rise Thomas. Aaron si sedette sul bracciolo del divanetto, posò lo strofinaccio sulla spalla e sorrise beffardo.
<< Chi non lo ha fatto qui dentro? >> esclamò ridendo.
Calò il silenzio e Sam alzò imbarazzato la mano. 
<< Sam...non ti ho insegnato proprio nulla >> sogghignò Bower. 
<< Ci deludi ragazzo >> commentò Tom dando il cinque a Jamie.
<< Siete tre coglioni >> scosse il capo Abigail.
Passammo il resto della serata a parlare e a ridere. Aaron raccontava le sue avventure amorose finite sempre in eclatanti disastri mentre Tom prendeva per il culo le ragazze di Jamie.
<< Mi piacciono i tuoi amici >> dissi camminando vero l'auto.
Chiusi la portiera e scivolai verso il basso. Appoggiai la testa allo schienale e chiusi gli occhi per alcuni secondi.
<< Che fai dormi? >> sentii domandarmi da Jamie. La portiera dal suo lato si chiuse con un tonfo e le luci del cruscotto si accesero non appena inserì le chiavi.
<< No, riposo gli occhi >> dissi priva d'interesse. Mi allungai verso la radio e, faticosamente, l'accessi. Bower inserì la retro ed uscì dal parcheggio.
Mentre cercavo una stazione radio degna della nostra attenzione Jamie guidava con estrema scioltezza.
<< Al diavolo >> borbottai lasciandomi cadere di nuovo sul sedile. Era inutile, alle 3.15 del mattino le radio dell'intero Regno Unito non mandavano nulla di interessante.
Spostai lo sguardo fuori dal finestrino e mi imbambolai fissando la striscia bianca a terra che correva veloce accanto a noi.
Improvvisamente la voce del cantante dei Sum 41 risuonò nell'abitacolo.
<< Alza! >> gridammo all'unisono. Guardai Jamie e sorrisi. 
"With me" suonava forte alla radio ed io, senza rendermene conto, iniziai a cantarla. Alcuni secondi dopo Jamie mi seguì ed io mi abbandonai alla musica. Appoggiai il capo al finestrino e cantando ogni singola parola mi persi nell'oscurità.
Quando riaprì gli occhi l'orizzonte si stava colorando di un leggero rosa. Il sole si intravedeva tra gli alberi e strane ombre veniva proiettate all'interno dell'automobile.
<< Ben tornata >> esclamò dolcemente Jamie.
<< È da quasi due ore che guidi, vuoi il cambio? >> 
Bower scosse il capo.
<< Siamo arrivati >> 
L'auto si fermò nel parcheggio del dormitorio femminile. 
<< Cosa hai intenzione di fare con Shannon? >> mi domandò prima che potessi aprire la portiera.
<< Non so. Ci penserò >> ribattei abbassando lo sguardo.
<< Grazie per l'uscita >> sorrisi dolcemente al biondo che ricambiò a sua volta.
Quando arrivai davanti al portone del dormitorio mi voltai: vidi l'auto sfrecciare via e quando la persi di vista entrai.

 

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Capitolo 9
*** Disappointments ***





 
Do you know what's worth fighting for
when it's not worth dying for?
Does it take you breath away
and you feel yourself suffocating?
Does the pain weight out the pride?
And you look for a place to hide?
Did someone break your heart inside?
You're in ruins.

 



 
Dei forti colpi, provenienti dalla porta, mi fecero aprire gli occhi. 
Non avevo dormito affatto ma ero comunque infastidita. Rimasi nel letto aspettando che chiunque fosse dall'altra parte smettesse e se ne andasse ma dopo altri dieci colpi dovetti alzarmi. Trascinai le gambe fino alla porta e apatica l'aprii.
<< Dov'è Shannon? >> chiese Michael entrando in modo prepotente in camera mia. Sollevai un sopracciglio e lo guardai truce.
<< Da Lucas ovviamente >> replicai acida andando a sdraiarmi di nuovo a letto.
<< Non usare quel tono. È colpa tua Madison. Voglio dire: che ti è saltato in mente? >> 
Voltai il capo verso di lui e lo guardai priva d'interesse.
<< Perchè sei qui Michael? >> domandai tornando con lo sguardo sul soffitto.
<< Per dirti che hai fatto una cazzata a colpire McGrady e anche per dirti come Shay è venuta a saperlo. Credo sia giusto che tu lo sappia >> sentii dirmi.
<< Ti ascolto >> sospirai.
<< Il tuo ragazzo, in un momento in cui era piuttosto su di giri, ha cantato come un usignolo >> 
Saltai giù dal letto e strinsi i pugni.
<< Sean ha fatto cosa?! Quel bastardo! >> urlai infuriata. Mi precipitai sulle Converse bianche e le infilai.
<< Dove vai? >> 
<< Da quel traditore! >>
<< E mi lasci qui? Così? >> esclamò preoccupato.
<< Le chiavi sono sulla scrivania. Se esci lasciale o sopra lo stipite della porta o nella pianta in corridoio >> mi affrettai a rispondere.
Aprii ferocemente il portone del dormitorio che per poco non finiva addosso ad una ragazza che passava di li.
<< Scusa >> dissi freddamente. Camminavo spedita, a passo pesante per il campus. Mancavano pochi minuti al termine dell'allenamento di calcio di Sean.
Attraversai la caffetteria con indosso i miei pantaloni del pigiama che però erano a tutti gli effetti i pantaloni di una vecchia tuta da ginnastica.
I miei lunghi capelli, raccolti in uno chignon, erano completamente scompigliati ma poco mi importava. Camminavo veloce tra le persone che mi squadravano da testa a piedi.
Il sole era alto nel cielo e i suoi raggi mi scaldavano il viso, come se non fosse già abbastanza bollente. Il sangue mi ribolliva nelle vene.
Camminai lungo la rete metallica che separava le tribune dal campo da calcio. Al centro di esso diversi ragazzi con indosso una maglia rossa correvano a destra e a sinistra. Mi fermai e appoggiai un piede sul piccola sporgenza del muretto.
Guardai corrucciata gli ultimi istanti dell'allenamento.
<< Grazie al cielo! >> esclamai quando sentii il coach mandare i suoi giocatori sotto le docce. Uno alla volta i calciatori che uscivano dal cancelletto accanto a me, mi guardavano perplessi ed io sorridevo acida a ognuno di loro.
<< Madison? Che ci fai qui? >> chiese sorpreso di vedermi Sean.
<< Sei una testa di cazzo! >> esclami tirandogli un pugno sulla spalla.
<< Ehi! Ma che ti prende? >> domandò massaggiandosi il punto in cui lo avevo colpito. Portai le braccia al petto e, dopo aver notato la mie espressione furiosa, sorrise imbarazzato.
<< Okay, vieni >> mi afferrò il braccio e mi trascinò sotto alle gradinate.
Il sole filtrava tra le travi di metallo proiettando ombre su di noi.
<< Come sei vestita? >> chiese osservandomi attentamente. 
<< Non ha importanza! Tu...tu sei un grandissimo coglione >> esplosi. Sean mi mise le mani sulle spalle cercando di azzittirmi.
<< Cosa avrei fatto? >> gridò spazientito. Sbarrai gli occhi e poi lo fissai truce. In quel momento avrei voluto prendere la sua bella faccina e riempirla di pugni.
<< Hai detto a Shay che ho picchiato Lucas! >> spiegai cercando di restare calma ma erano tutte energie buttate. Come potevo farlo? 
<< È quello che è successo Mad >> 
Sollevai un sopracciglio.
<< E poi io ero ubriaco, non mi ricordo nemmeno perchè siamo finiti sul discorso >> si giustificò imbarazzato.
<< Perchè sei un coglione, ecco perchè. Una cosa non dovevi dire e tu l'hai detta. Bravo! Adesso per colpa tua la mia migliore amica non mi parla più! >> gridai, strinsi i pugni e mi sporsi in avanti col busto.
<< Mi dispiace okay? >> esclamò alzando le spalle. 
<< Tu dovresti pensare prima di parlare. Non lo fai mai Sean! E poi perchè eri ubriaco? Non hai mai bevuto prima di una partita >> continuai cercando di calmarmi ma la rabbia che provavo era superiore a qualsiasi altro impulso positivo.
<< Era per divertirmi e poi Dafne mi ha offerto un paio di drink e... >> 
<< Dafne? Ti sei fatto offrire dei drink da Dafne? >> chiesi allibita. 
<< Si, cosa c'è che non va? >>
<< Io non ho mai potuto offrirti un cazzo perchè dicevi che non era carino ma a lei lo hai lasciato fare e in più ti sei ubriacato! Di bene in meglio eh?! >> ringhiai. Aveva superato il limite.
<< Madison è mia amica, le voglio bene e non è successo nulla di strano >> cercò di giustificarsi inutilmente, di nuovo.
<< Ovviamente, le vuoi bene come ne vuoi a me. O forse nemmeno. >> ribattei freddamente. Sean si fece serio. Si passò una mano sul capo e poi chiuse gli occhi per un istante.
<< Madison... >>
<< Lasciamo stare >> mi voltai e me ne andai. Lo sentii chiamarmi un paio di volte ma continuai sulla mia strada attenta a non voltarmi indietro.
Ero su tutte le furie e non capivo quale delle cause mi provocasse quell'istinto omicida. Spinsi la porta della caffetteria così forte che il suono di essa che si schiantava contro il muro, risuonò nell'intera stanza. I pochi studenti che erano seduti ai tavoli si voltarono verso di me. Attraversai l'intera caffetteria sotto lo sguardo perplesso dei presenti. Aprii la seconda porta e anche questa sbatté quando si chiuse dietro di me.
La aule erano completamente vuote. Le lezioni non si sarebbero tenute per cui non c'era motivo di incontrare persone poche desiderate così mi fermai davanti ai grandi finestroni. Appoggiai le mani ai freddi davanzali in marmo e respirai affondo. Iniziai a vedere appannato per via delle lacrime, scossi il capo cercando di scacciare i brutti pensieri.
<< Fanculo >> sussurrai passandomi la manica della felpa sotto agli occhi.
Che avevo fatto di male per meritarmi tutto questo? Ero sempre stata attenta a non ferire nessuno eppure nel giro di poche ore avevo litigato con la mia migliore amica e Mick mi aveva dato, anche se in modo implicito, della cazzona. Ci poteva essere qualcosa di peggiore? Ah, si...il mio ragazzo era un emerito cretino.
Mi passai le mani sul viso struccato e umido di lacrime ma una musica soave mi avvolse. Mi guardai attorno: le note delicate risuonavano nel corridoio deserto. Provenivano certamente da un pianoforte. Decisi di seguire quella musica tanto bella quando triste.
"Aula B125"
La porta era aperta così mi appoggiai allo stipite e osservai il ragazzo che, seduto al pianoforte, stava suonando dandomi le spalle.
<< C'è altro che dovrei sapere? >> domandai. 
La musica s'interruppe bruscamente.
<< Solo quello che ti è consentito >> rispose beffardo. Mi avvicinai. Sollevò lo sguardo e i suoi occhi azzurri si posarono su di me.
<< È bella ma un po' triste >> continuai portando le braccia al petto.
<< Come te  >>
Piegai appena il capo e sorrisi nervosamente ma quando vidi il suo sguardo duro smisi.
<< Beh quando le persone che ami si allontanano da te e ti deludono non ti resta altro da fare che intristirti >> replicai mordendomi il labbro.
Jamie appoggiò il gomito sul pianoforte e la guancia sulla sua mano chiusa a pugno.
<< Ma se uno piange per ogni persona che va via dalla sua vita o che la delude il mondo sarebbe depresso ogni singolo fottuto giorno >> continuò lui sicuro di sé. Non risposi, aveva ragione ed io mi sentii un bambina: piccola e stupida.
<< Ti lascio alla tua musica >> sorrisi debolmente.
<< Tu hai bisogno di aprirti Madison >> sentii dirmi quando raggiunsi la porta. Mi voltai verso di lui e lui fece lo stesso verso di me.
<< Tenere tutto dentro non fa bene. Accumuli e poi esplodi, credimi. L'ho provato >>
<< E cosa dovrei fare allora? Andare da uno psicoterapeuta? >> chiesi. 
Jamie accennò un sorrisetto. Si passò la mano colma di anelli tra i capelli.
<< Sta sera c'è la festa giù alla baia. Alle 22.30 fatti trovare davanti al distributore della birra. Non venire a stomaco vuoto >> si alzò dallo sgabello, mi passò accanto e si fermò a pochi centimetri da me.
<< Vediamo se sai reggere altro oltre alla birra >> mi sussurrò all'orecchio. Era così vicino a me che sentii le sue labbra sfiorarmi. Un brivido mi percorse la schiena e svanì quando anche lui se ne andò.
 
*Spazio autrice*
Buona sera!
Come sempre spero che leggiate questo capitolo e che vi piaccia. Io ci metto sempre molto impegno.

Comunque, domenica mattina sono rimasta a letto con la musica e tra un pensiero e l'altro mi è venuta una mezza idea per una nuova ff che probabilmente scriverò appena finirò questa (ovviamente con Jamie come protagonista)

Buona serata, bacioni!
El.

 

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Capitolo 10
*** The world is wrong ***





 
Everybody's got their problems
Everybody says the same thing to you
It's just a matter how you solve them
And knowing how to change the things you've been through


 


 
"Ora non posso rispondere. Lasciate un messaggio dopo il segnale" sentii dire dalla voce registrata di Shannon dall'altro capo del telefono. 
<< Sono sempre io. Ti prego ho bisogno di parlarti. Appena puoi e vuoi chiamami >> dissi col morale a terra e la voce stanca.
Avevo lasciato circa quattro messaggi ai quali non avevo ancora ottenuto una risposta. Staccai gli occhi dal cellulare e le luci della festa attirarono la mia attenzione. Il sole era già calato oltre l'orizzonte e il freddo mare della manica era più buio della notte stessa. Sentivo gli schiamazzi e la musica diffondersi nell'aria, interrotta dalle onde che si infrangevano sulla battigia.
Camminavo lentamente sul lungo mare con le mani nelle tasche posteriori dei jeans. 
Era metà ottobre e il freddo si faceva sentire ma fortunatamente il locale era al coperto e a breve tutti si sarebbero ubriacati e molto probabilmente il freddo non sarebbe più stato un problema.
Guardai l'ora sul cellulare: 22.00 
Sospirai ed entrai.
La musica era alta e le luci di diversi colori illuminavo i presenti e il tepore scaldò il mio corpo. 
Mentre cercavo di farmi spazio tra le persone sentivo i loro occhi puntati su di me. Evidentemente il mio look non era proprio idoneo all'occasione. Le ragazze indossavano tutti mini abiti con tacchi vertiginosi mentre io era vestita in tutt'altro modo: jeans nera aderenti, una leggera maglietta bianca, una camicia a scacchi rossa e nera legata in vita ed il mio adorato giubbotto di pelle.
Stanca di girare a vuoto in cerca di qualcuno con cui scambiare due parole mi fermai accanto al distributore della birra e afferrai un bicchiere.
<< No, lascialo giù >> sentii dirmi alle spalle. 
Improvvisamente Jamie comparve davanti a me, afferrò il bicchiere colorato, lo portò alla bocca e dopo aver bevuto un sorso lo posò sul tavolo.
<< Ma che fai? >> domandai infastidita.
<< Non oggi Mad. Sta sera sei mia per cui decido io  >> mi sorrise malizioso.
<< Si, ti piacerebbe >> replicai acidamente. Bower alzò gli occhi al cielo, mi afferrò le spalle e mi fece girare su me stessa.
<< Da quella parte >> indicò la porta d'uscita laterale. 
Quando la varcammo ci ritrovammo sulla spiaggia. La sabbia sotto ai nostri piedi era soffice e il mare davanti a noi si confondeva col cielo colmo di stelle.
<< Vieni >> mi disse facendomi strada. Lo seguii con fatica per diversi metri. Non avrei mai immaginato che camminare con un paio di anfibi sulla sabbia potesse risultare così pesante e faticoso.
Mi voltai indietro e vidi le luci della festa.
<< Prego >> disse indicando due sdraio di legno. Inarcai le sopracciglia e, non appena alzai lo sguardo, notai le altre numerose sdraio spare qua e là.
Jamie si lasciò cadere su una, portò la mano dietro allo schienale ed estrasse una bottiglia di Jack Daniel's.
<< Vuoi farmi ubriacare? >> domandai.
<< Siediti >> esclamò autoritario.
<< Dopo che mi avrai fatto bere mi violenterai? >> chiesi preoccupata. 
Jamie sbarrò gli occhi realmente sorpreso dalla mia affermazione ed io mi sentii in estremo imbarazzo.
<< Se voglio fare sesso con una ragazza mi basta chiedere. Ti vuoi sedere? >> finì.
Feci quello che chiese. Appoggiai la borsa a terra e sopirai.
<< Funziona così: un sorso di Jack Daniel's corrisponde a una cosa sbagliata della tua vita >> mi spiegò. Mi morsi il labbro un po' titubante.
Ma che avevo da perdere? 
<< Va bene, inizio io >> esclamò.
<< Un vero gentiluomo >> risi.
<< Okay, all'età di quindici anni venni espulso da scuola per aver mostrato il sedere alla signora Willson >> disse per poi portarsi la bottiglia alla bocca. Dopo che il liquido gli scivolò lungo la gola strizzò gli occhi e me la passò.
Titubante l'afferrai e la osservai. Passai il pollice sulla scritta nera e bianca e poi presi fiato.
<< Venni cacciata dal campus estivo quando avevo tredici anni. Dopo due settimane di campeggio si accorsero che ogni sera, da quando eravamo arrivati, io sgattaiolavo fuori dal bungalow per andare in riva al mare con quelli più grandi di me >> dissi. Appoggiai le labbra al collo della bottiglia e aprii appena la bocca. Il freddo liquido scivolò veloce giù, lungo la gola. Strinsi anche io gli occhi sentendo bruciare.
<< Cazzo! Tocca a te >> esclamai scuotendo il capo. Jamie sorrise divertito e afferrò la bottiglia.
<< Ero così ubriaco che feci una scommessa con Tom: io dovevo tatuarmi la scritta Bob Dylan sulla sedere e lui Beethoven. Ovviamente io persi e quando i miei genitori vennero a conoscenza del fatto mi misero in punizione per due mesi >>
<> domandai perplessa.
<< Avevo diciassette anni >> 
<< Ma chi tatua il sedere ad un ragazzino senza il consenso dei genitori? >> ribattei ancora più incredula.
<< Un tizio a Camden >> mi rispose facendo spallucce.
<< Oh...dovevo immaginarlo >> risi.
<< Si beh, quando vuoi vederlo... >> sorrise dietro la bottiglia di Jack Daniel's ed io risi.
Continuammo in quel modo per diversi minuti e l'alcool diminuiva sempre di più.
Sentivo la testa pesante ma toccava a me così, portai la bottiglia alla bocca e bevvi ancor prima di parlare.
<< Io e mio fratello abbiamo rubato al centro commerciale. Io un paio di occhiali da sole e lui un berretto >> feci una pausa, guardai il mare e poi ripresi.
<< Era un modo per attirare l'attenzione dei nostri genitori. Sono sempre stati così presi dal lavoro che quasi si dimenticavano di noi. Rubare e finire nei guai sembrava l'unico modo per riaverli a casa >> continuai bevendo un altro sorso. Iniziavo a sentire la testa fin troppo pesante.
<< Pensavo che crescendo le cose sarebbero migliorate e invece fa tutto tremendamente schifo >> finì. 
<< I tuoi genitori viaggiano ancora per lavoro? >> sentii domandarmi dal biondo.
Mi passai una mano tra i capelli, scossi il capo e cambiai discorso. Non ero certa se fossi io a parlare o l'alcol che avevo in corpo, sta di fatto che iniziai a sentirmi più... leggera.
<< Alle medie mi prendevano in giro. Mi chiamavano "sventola", dicevano che avevo le orecchie come quelle di Dumbo >> 
Jamie rise.
<< Scusa ma non è affatto vero >> esclamò.
<< Lo so e questo mi faceva andare su tutte le furie. È già da stronzi prendere in giro una persona per un suo difetto fisico, figuriamoci per un difetto che nemmeno ha >> 
<< Se ti fa sentire meglio a me davano della femminuccia perchè ero magro e con i capelli lunghi >> replicò Bower.
<< Non mi fa stare bene sapere che ti ferivano >> 
Jamie cambiò espressione, passò da quella spavalda a quella seria. Annuii e bevve un sorso di Jack Daniel's.
Ci furono diversi minuti di silenzio, solo il rumore delle onde ci teneva compagnia.
<< Dicono che Sean se la faccia con le cheerleaders ma io non ci credo, non ci voglio credere perchè questo mi darebbe la conferma che il mondo fa schifo >> la mia voce spezzata ruppe il silenzio delle notte. Sentivo gli occhi umidi e la testa girarmi. Jamie si voltò verso di me e mi guardò attentamente.
<< Dipende dalle persone che ti circondano >> replicò.
<< Se chiudessi gli occhi magari il mondo diventerebbe più bello >> esclamai bevendo un altro sorso.
<< No Mad. Sono le persone come te che lo rendono migliore >> mi sorrise.
<< Ho perso la mia migliore amica. Mick crede che sia una pazza che va in giro a picchiare le persone e il mio ragazzo probabilmente se la fa con la cheerleader. Come posso rendere questo luogo di merda un posto migliore se non so rendere la mia vita migliore? >> chiesi con le lacrime agli occhi. 
<< A volte mi sembra di vivere una vita che non mi appartiene affatto>> Portai la bottiglia una volta ancora alla bocca e questa volta bevvi un lungo sorso. Il liquido bruciava la mia gola ed io iniziai a tossire.
Mi alzai dalla sdraio e a stento riuscii a stare in piedi. 
<< Aspetta >> sentii dirmi da Jamie. Portò il suo braccio destro sulla mia schiena e la mano sinistra sulla mia spalla. 
Camminammo sulla spiaggia, al buio, per alcuni metri. La luce della luna si rifletteva nel tetro mare e in lontananza si potevano vedere le luci della città. Il dormitorio non ero molto lontano.
<< Non mi sento tanto bene >> dissi lanciando la testa all'indietro.
<< È l'alcool >> ribatté Bower. La testa mi girava e la vista era annebbiata.
<< Devo vomitare >> esclamai portandomi una mano sulla bocca. Mi voltai dal lato opposto in cui si trovava Jamie e mi lasciai cadere a terra atterrando sulle ginocchia.
Sapevo di essere ridicola ma ero così ubriaca che non riuscivo a evitarlo.
<< Mad, cazzo >> sentii borbottare da Jamie che prontamente si accasciò accanto a me. Mentre vomitavo sentivo le sue mani reggere i miei lunghi capelli.
<< Sono un disastro >> piansi portando le mani sul viso.
<< Shh, va tutto bene >> Jamie mi attirò a sé ed io appoggiai il viso contro il suo petto.
<< Andiamo. Ti aiuto io >> si alzò, mi allungò la mano ed io l'afferrai saldamente, feci per fare qualche passo ma lui mi bloccò.
Si piegò appena in avanti e mi fece cenno di salire sulla sua schiena Feci come mi disse e strinsi le mie braccia attorno al suo collo. 
<< Se devi vomitare avvisami però >> rise riprendendo a camminare.
Scostai i capelli che si riversavano sul mio viso e sorrisi stupidamente affondando il viso nel collo di Jamie.








*Spazio autrice*
Buona sera!
Mi scuso per averci messo così tanto ad aggiornare ma ho un sacco da fare e non ho avuto proprio tempo.
Spero che anche questo capitolo vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate.
Un bacione, buon weekend.
El

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Capitolo 11
*** The next morning ***





 
Oh Love, oh love
Won’t you rain on me tonight?
Oh life, oh life
Please don’t pass me by
Don’t stop, don’t stop
Don’t stop when the red lights flash
Oh ride, free ride
Won’t you take me close to you

 

Sentivo i caldi raggi del sole sul mio viso così lentamente aprii gli occhi.
<< La mia testa >> dissi passandomi una mano sul capo. Avevo le coperte fino al volto. Faticosamente cercai di sollevarmi. Mi sfregai gli occhi e mi guardai attorno. Ero  nella mia stanza. Ma come ci ero finita nel mio letto? Sul comodino c'era un post-it giallo, probabilmente uno di quelli che usava Shay.
"Sono lì per le 10.30
Non alzarti dal letto per nessun motivo.
J."
Lessi e improvvisamente l'ansia mi pervase. Scostai un ciocca di capelli che mi cadeva sul viso. Guardai la sveglia ed entrai ufficialmente in panico.
Spostai le coperte e posai i piedi a terra. Mi portai le mani al viso coprendomi con i lunghi capelli. 
<< Ma non hai letto il messaggio? >> sentii dirmi. Sollevai il capo e il viso di Jamie si fece serio quando incontrò il mio sguardo.
<< Tutto bene? >> continuò chiudendo la porta alle sue spalle.
<< Si >> risposi riaprendomi. Bower mi prese le gambe e le posò sul materasso.
<< Ti ho portato una spremuta d'arancia e un pastiglia per il mal di testa >> si sedette ai piedi del letto, mi allungò il bicchiere dello Starbucks con la cannuccia verde e mi sorrise.
<< Grazie >> esclami afferrandolo. 
Iniziai a giocherellare con la cannuccia e poi bevvi un sorso. Sentii l'asprezza del limone sulla punta della lingua.
Allungai la mano e afferrai la confezione bianca e blu delle pastiglie. Ne misi in bocca una e poi, per gettarla giù, bevvi un lungo sorso di spremuta. Avevo quasi svuotato l'intero bicchiere.
<< Perchè fai tutto questo? >> domandai osservando il biondo. Jamie sembrò colto alla sprovvista. Si passò una mano tra i capelli e mi sorrise. Il piercing al naso s'illuminò quando venne colpito da un raggio di sole.
<< Ti ho fatto bere. È il minimo >> 
<< Ma non mi hai costretto per cui non sei tenuto a farlo  >> 
<< Quando è successo a me i miei amici mi hanno aiuto. Tu, in questo momento, sei abbastanza sola. Non trovi? >> mi disse inclinando appena il capo. Io ridussi gli occhi ad una fessura e ci riflettei su. In fondo aveva ragione, le uniche tre persone che per me contavano si stavano allontanando.
<< Ti detesto lo sai? >>
<< Perchè? >> chiese allibito.
<< Perchè hai sempre pronta una risposta...intelligente tra l'altro >> sbuffai trattenendo una risata.
<< Si beh...ho molti talenti >>  rise a sua volta.
Ci fu una breve pausa nella quale finì la mia aranciata.
<< Come hai fatto ad entrare? >> domandai indicando la porta.
Jamie sorrise ricordandosi la notte precedente.
<< Il mio piano non era portarti dentro in camera e metterti a letto come un papà premuroso, ma tu ti sei addormentata sulle mie spalle e non mi sembrava carino abbandonarti in corridoio  >>
Jamie si alzò e infilò le mani nella tasca posteriore dei suoi jeans dalla quale estrasse una chiave. Si risedette sul letto e me la passò.
<< L'ho trovata sopra lo stipite della porta >> mi sorrise ed io ricambiai imbarazzata.
<< Beh, almeno indosso ancora i miei vestiti >> notai guardandomi.
<< Si, ho pensato che forse saresti andata su tutte le furie se ti avessi messo il pigiama così ti ho semplicemente tolto il giubbotto e le scarpe >> 
Un pensiero quasi perverso mi passò per la testa: Jamie Bower mi aveva sfilato il giubbotto e le scarpe ed io me lo ero perso. Chissà con che grazie lo aveva fatto.
Improvvisamente sentii le guancia avvampare dall'imbarazzo così distolsi lo sguardo. Ma a che stavo pensando? Forse avevo ancora un po' di alcol in corpo.
<< Che ti prende? >> 
Aprii appena la bocca ma mi resi conto che tra meno di un ora sarei dovuta andare a lezione.
<< Cazzo! Devo prepararmi! >> esclamai alzandomi dal letto. Jamie mi guardava divertito. Frugai nella cassettiera in cerca di qualcosa di pulito. Presi i prima jeans che trovai e mi diressi verso il bagno.
<< Dovrei farmi una doccia >> dissi voltandomi verso Bower.
<< Okay, non ho fretta. Ti aspetto >> afferrò la rivista di moda di Shannon e si sdraiò sul mio letto.
<< Megan Fox >> fischiò iniziando a sfogliare le pagine.
<< Okay...credo >> borbottai sottovoce entrando in bagno.
Aprii l'acqua della doccia e mi ci infilai sotto. Mi lavai molto velocemente e quando uscii mi avvolsi nell'asciugamano. Passai la mano sul vetro appannato e il cuore iniziò a battere a mille.
Jamie era dall'altra parte del muro ed io ero nuda in bagno. Era una situazione un po' strana.
Scacciai i pensieri e mi vestii. Allacciai il reggiseno e in filai la fascia nera.
<< Dove cazzo è la canottiera? >> borbottai scostando i vestiti sporchi e gli asciugamani.
Implicai quando mi resi conto di averla dimenticata nell'altra stanza.
Aprii la porta e uscii dal bagno. I capelli bagnati mi cadevano sulle spalle che come il resto del busto, eccetto il piccolo pezzo di stoffa che mi copriva il seno, erano nude.
Appena misi piede all'interno della stanza Jamie alzò gli occhi dalla rivista e fischiò estasiato.
<< Vieni a lezione così? No perchè in questo modo troveresti un nuovo ragazzo nel giro di tre secondi >> rise. Alzai gli occhi al cielo e mi diressi alla cassettiera.
<< Finiscila >> esclami.
<< Che ti prende? Ti da fastidio sentirti dire che sei una bella ragazza? >> lo  sentii alzarsi dal letto, gettare la rivista sul comodino e poi fermarsi accanto a me. Un brivido mi percorse la schiena quando iniziò a giocherellare con i miei capelli.
Non risposi e continuai la ricerca della mia canottiera bordeaux con la scritta punk. Feci per prenderla ma Jamie mi precedette.
<< Grazie >> dissi strappandogliela dalle mani. Lui mi rise e quando alzai le braccia per infilarla mi bloccò.
<< Che stai facendo?>> chiesi irritata.
<< Hai un tatuaggio? >> domandò alzandomi il braccio sinistro. Sentii le sue dita passare sotto al mio seno.
<< Si >> esclamai infilando la canottiera per poi richiudere il cassetto imbarazzata. Ritornai in bagno e iniziai a sistemare gli abiti che giacevano a terra.
<< Cos'è c'è scritto? >> sentii urlarmi.
<< Non hai letto? >>
<< Scusa se non ho fatto in tempo >>
Sospirai.
<< I believe in us because you believe in me >> risposi gettando gli indumenti nel cesto della biancheria sporca.
<< Mi piace >> 
<< Anche me >> sorrisi acida accendendo l'asciugacapelli. Mentre passavo le mani tra gli umidi capelli vedevo Jamie riflesso nello specchio che mi osservava. Era inquietante ma in un certo senso anche elettrizzante.

 
<< E quindi che hai intenzione di fare? >> mi domandò sedendosi ai tavolini da picnic. Il leggero sole brillava sulla città di Brighton e un leggero venticello spostava le foglie ormai ingiallite.
<< Non so, prima dovrei avere notizie di Shay >> risposi facendo spallucce e sedendomi difronte a lui.
Jamie annuii e poi afferrò il cellulare. Spostai lo sguardo oltre le sue spalle e notai Michael camminare a passo spedito verso l'edificio.
<< Arrivo subito >> gli dissi alzandomi. Feci una veloce corsetta verso il mio amico chiamandolo a voce alta.
<< Ehi >> esclamò quando mi fermai davanti a lui. Finse un sorriso e poi riprese a camminare.
<< Michael, aspetta >> dissi bloccandolo. 
<< Che succede Madison? >> mi domandò quasi infastidito da me. Sollevai un sopracciglio.
<< Beh, volevo sapere come stava Shannon. Non l' ho più sentita, le ho lasciato un sacco di messaggi ma non mi ha mai risposto >> spiegai.
<< Non c'è da stupirsi se si comporta in quella maniera. Hai tirato un pugno in pieno volto al suo ragazzo e sappiamo tutti che tu lo odi >> ribatté. Aggrottai la fronte.
<< Nemmeno a te piace Mick >> dissi con un filo di voce.
<< Già ma non lo picchio per questo. Dovresti chiederle scusa Mad >>
<< Come? Scherzi?! Non le chiederò scusa per quella cazzata! >> esclami scuotendo il capo. Michael mi guardò serio.
<< Non aspettarti che lei ritorni da te così facilmente Madison. L'hai ferita più di quanto non facessi quotidianamente dicendole che Lucas è solo un coglione >> mi disse ed io strinsi i pugni. Come osava dirmi quelle cose? Con che coraggio me le diceva guardandomi negli occhi?
Risi beffarda.
<< Ma certo, voi potete dirmi che sono una stupida a stare con Sean. Potete insultarlo, chiamarlo "troglodita" e "montato" ma io non posso dire nulla. Io devo sempre accettare e stare zitta? Siete patetici >> 
Michael contrasse la mascella e abbassò il capo.
<< Devo andare. Ho problemi più seri a cui pensare >> si voltò e velocemente entrò nell'edificio. Infuriata girai i tacchi e tornai da Jamie.
Afferrai la borsa che giaceva sul tavolo.
<< Dove vai? >> mi domandò perplesso.
<< A lezione! >> gridai infuriata.
<< Aspettami! >> urlò lui cercando di stare al mio passo. 
Aprii la porta con estrema violenza ed entrai all'interno. Camminavo a passo pesante tenendo lo sguardo fisso davanti a me.
<< Ma che è successo? >> mi chiese Jamie affiancandosi a me.
<< Ne parliamo più tardi okay? >> dissi mettendo un piede dentro la caffetteria.
<< No. Ne parliamo ora >> sentii dirgli con tono severo. Mi prese il polso e mi condusse fino all'aula di Economia che era ancora completamente vuota.
Alzai gli occhi al cielo infastidita.
<< Michael mi ha detto che ho fatto una cazzata, che dovrei chiedere scusa a Shannon e che non posso dire che Lucas è un emerito coglione quando loro lo dicono ogni singolo giorno di Sean. Poi mi ha anche detto che lui ha problemi più seri di questi >> dissi tutt'uno fiato.
Jamie mi osservò apatico e poi aggrottò la fronte, si passò il pollice e l'indice sul labbro inferiore.
<< Non ti azzardare a chiederle scusa Madison >> disse indicandomi. Sbarrai gli occhi stupida. Avevo capito bene?
<< Tu lo hai fatto perchè tieni a lei. Shannon dovrebbe capirlo e se non lo fa...beh, è una stupida >> continuò. 
<< Grazie! Uno che mi capisce! >> esclamai alzando le braccia al cielo.
<< Non potete entrare se il professore non è presente >> sentii esclamare alle mie spalle. Mi voltai e Montgomery stava sulla soglia della porta con la sua ventiquattro ore in mano.
<< Scusi, stavamo solo... >> 
<< Se dovete amoreggiare non fatelo qui dentro per favore >> sorrise acidamente.
<< Stavamo parlando >> s'intromise Jamie duro.
<< Certamente signor Bower. Lo vedo spesso parlare con le ragazze dietro alla confetteria >> continuò con tono di sfida. Incarnai le sopracciglia e guardai Jamie che, evidentemente, era infuriato.
<< Si beh...quello che faccio io non le deve riguardare >> ribattè Bower passandosi una mano tra i capelli.
<< Non è la prima volta che lo vedo infastidire la signorina Fray >> 
<< Non mi sta infastidendo. È mio amico e sono stata io a chiedergli di venire qui per parlare. Jamie non mi importunerebbe mai okay? Per cui...scusi se siamo entrati senza il suo permesso >> afferrai la mano di Jamie e lo condussi su per gli scalini. Dalla porta entrarono diversi studenti e noi prendemmo posto.
<< Primo o poi gli spacco la faccia a quello >> borbottò Bower appoggiandosi con i gomiti sul banco. Risi divertita.
<< Che ti prende? >> chiese infastidito. Io cercai di trattenermi.
<< Nulla >> esclamai scuotendo il capo e portandomi una mano sulla bocca per non ridere.
<< Okay. Mad. Basta, che ti prende? >> sorrise allegramente cercando di staccare la mia mano dalla bocca.
<< Mi fai ridere >> 
<< Ed è un bene o un male? >>
<< Un bene, a me piacciono i ragazzi che sanno far ridere >> 
Jamie piegò l'angolino della bocca all'insù ed io mi sentii in estremo imbarazzo.
<< Cioè...tutti i ragazzi che mi fanno ridere mi piacciono. Non nel senso che mi innamoro di tutti i ragazzi e con questo non sto dicendo che sono innamorata di te >> 
<< No, certo che no >> commentò ridendo Jamie. Era così bello quando rideva: socchiudeva appena gli occhi e si portava la mano davanti alla bocca alzando appena il capo.
<< Smettila >> risi dandogli una pacca sulla spalla.
Dalla porta vidi entrare Shannon. Camminava lentamente e con lo sguardo perso. I capelli rossi erano arruffati e il trucco era completamente assente.
<< Ma quella è Shannon? >> sentii dire da una ragazza che era seduta davanti a noi.
<< Ma che le è successo? >> continuò l'amica.
Seguii Shay con lo sguardo fino a quando non si sedette dalla parte opposta della stanza.
<< Dove vai? >> mi bloccò Jamie quando mi alzai dalla sedia.
<< A parlarle >> 
<< No. Sta seduta. Non è questo il momento >> tuonò autoritario. Sbuffai alzando gli occhi al cielo per poi tornare a sedermi.
Entrarono gli ultimi studenti ritardatari e poi la lezione iniziò.
Il professore Montgomery iniziò a parlare e molte delle ragazze presenti pendevano dalle sue labbra. Certo, non si poteva dire che fosse un uomo sgradevole, sia nei modi di fare sia fisicamente.
<< Finiscila >> mi sussurrò Bower. Mi voltai perplessa verso di lui.
<< Di fare? >> 
<< Di guardarlo in quel modo, sembri una stupida >> sollevai un sopracciglio e mi portai le braccia al petto.
<< È irritante okay? Smettila >> continuò appoggiando il capo sulla mano. 
<< Lo sto solo guardando >> 
<< Appunto. Guarda il muro, fuori dalla finestra ma non lui, non con quello sguardo >> replicò.
Ero affascinata da Montgomery ma d'altronde era bravo con le parole, riusciva a catturare l'attenzione di tutti tranne di quella di Jamie. Forse era l'odio che provava nei suoi confronti.
Scossi il capo incredula e decisi di fissare così il banco. Ci manca solo una lavata di capo da Bower.
Ben due ore dopo le lezioni terminarono. 
Gli studenti affamati si riversarono nella caffetteria ed io feci lo stesso. Mentre camminavo nella grande stanza in cerca di un tavolo notai Shannon uscire dalla porta sul retro. Cercai con lo sguardo Michael ma fu tutto vano. Trovai però Sean seduto al suo solito tavolo che continuava a ridere, come se nulla fosse. 
Alla fine riuscii a sedermi vicino alle vetrate. Mentre mangiavo quelli che dovevano essere maccheroni al formaggio mi accorsi che, fuori, due ragazzi discutevano animatamente.
Bevvi un sorso di acqua e strizzai gli occhi per cercare di vedere meglio. 
<< Ethan? >> dissi tra me e me. Stava discutendo con un coglione della squadra di calcio: Dylan Crosby.
Alcuni ragazzi si fermarono ad osservare la lite. Vidi Sean alzarsi dal tavolo seguito da Darren e Riley.
Raggiunsero i due che erano pericolosamente vicini.
Vidi Crosby spingere Ethan che rispose altrettanto. Improvvisamente scoppiò la rissa. Dylan si gettò su Mills che, stando a terra, cercava di ripararsi dai colpi. 
<< Cazzo! >> mi alzai dal tavolo e corsi fuori. 






*Spazio autrice*
Salve a tutti!
Mi scuso per averci messo così tanto tempo a pubblicare questo capitolo. Sono molto impegnata ultimamente, scusatemi.
Spero che questo capitolo vi piaccia :)
Bacioni, El.

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Capitolo 12
*** Brawl ***






 

And it's quite alright,
And goodbye for now.
Just look up to the stars
And believe who you are,
'Cause it's quite alright,
And so long goodbye.




 
Crosby e Mills erano pericolosamente vicini. La debole luce del sole andava e veniva per via delle numerose nuvole.
Estrassi il cellulare e composi il numero di Jamie ma quando raggiunsi il gruppo di persone, che stavo formando un cerchio attorno ai due, riattaccai vedendo Jamie farsi largo tra la folla infuriato.
<< Basta! >> urlò spingendo via Crosby che finì addosso a Darren. Bower aiutò l'amico a rialzarsi da terra.
<< Che cazzo vuoi?! >> urlò infuriato quel coglione di Dylan Corsby fermandosi a pochi centimetri da Jamie. Il biondo sorrise beffardo e girò il viso.
<< Amico, allontanati >> disse calmo.
<< Se no cosa mi fai? >> minacciò il ragazzo.
<< Dylan basta fare il coglione >> intervenne Sean posando la mano sulla sua spalla.
Crosby si divincolò dall'amico e si avvicinò ancor di più a Jamie che a stento riusciva a controllarsi. Attorno a loro i ragazzi, stupidamente, gli incitavano come se si trovassero ad un incontro di boxe. 
<< Ti ho detto di allontanarti >> ripeté Bower cercando di mantenere il controllo. 
<< Levati dal cazzo. Con lui non ho ancora finito >> disse beffardo scostandolo e avvicinandosi a Ethan.
<< Che succede qui? >> Lucas comparve all'interno del cerchio e improvvisamente calò il silenzio. Dylan lo guardò truce.
<< Che cazzo vuoi McGrady? >> chiese infastidito.
Lucas rise gettando la testa all'indietro e poi applaudì compiaciuto.
<< Sei patetico Crosby. Te la prendi con un sfigato? Così è troppo facile >> 
Dalla folla iniziò a levarsi in aria un leggero brusio. Mi guardai attorno e vidi molti studenti incuriositi.
<< McGrady tu non c'entri niente qui...non peggiorare la situazione >> intervenne Sean spavaldamente.
<< Chiudi quella bocca Terry parli troppo lo sai? >> 
Per un istante mi sentii in sintonia con Lucas. Darren iniziò a dire agli studenti di andarsene, che non c'era nulla da vedere. Molti fecero come disse mentre altri lo ignorarono, sicuri che a breve sarebbe scoppiata la vera rissa e purtroppo avevano ragione.
<< Cazzo. Qui finisce male >> sentii digli quando si avvicinò a me. Darren era sempre stato un tipo piuttosto pacato. Certo, era un mago nel soffiare le ragazze agli altri, ma non era mai arrivato alle mani.
<< Mills! Dove credi di andare?! >>  Dylan lo afferrò per il collo della felpa tenendolo a pochi centimetri dal volto.
<< Lasciami okay? >> disse a denti stretti.
<< Crosby basta >> Jamie si mise in mezzo, Dylan mollò la presa ma in risposta colpì in pieno volto Bower.
McGrady fischiò.
<< Hai fatto male >> commentò sorridendo appena.
Jamie si passò la lingua sul labbro inferiore e poi, notando il sangue, rimasto sul suo pollice si voltò verso Dylan con sguardo minaccioso.
Forse non era il momento ideale ma cazzo era estremamente sexy.
<< Io l'avevo detto: finirà male >> frignò di nuovo Darren, lo guardai scuotendo il capo.
<< Beh, fai qualcosa! >> esclamai.
<< Scherzi? Questi mi uccidono >> replicò mimando il segno della decapitazione.
<< Ne vuoi un altro? >> domandò spavaldo Dylan.
Jamie sorrise e, con la velocità di un lottatore professionista, schivò il destro di Crosby e poi il sinistro per colpirlo a sua volta in pieno volto.
Dylan cadde a terra con il naso sanguinante. Mi portai una mano sulla bocca incredula.
<< Che problemi hai? >> domandò minaccioso Sean.
<< Io? Che problemi ha il tuo amico?! >> gridò infuriato Jamie con il labbro sanguinante avvicinandosi pericolosamente a lui.
Terry colpì Jamie e i capelli biondi caddero sul suo viso coprendolo in parte. 
Con uno scatto Bower colpì a sua volta Sean che, prontamente gli si scagliò contro gettandolo a terra.
<< Sean! Sean! >> gridai. 
<< No, Mad. Stanne fuori >> cercò di fermarmi Darren, ma io mi divincolai e mi feci largo tra le persone.
<< Basta! Sean! Basta! >> dissi. Lo afferrai per la felpa della squadra di calcio cercando di staccarlo da Jamie.
Sean smise di colpire Bower ed i misi tra i due portando le mani sul suo petto.
<< Ti fai sottomettere dalla tua ragazza? >> chiese infuriato Dylan voltandosi verso Sean.
<< Non ti senti forte senza il tuo amichetto? Hai paura Crosby? >> domandò sarcastico McGrady.
<< Piantala! >> intervenne Jamie dandogli un colpo sulla spalla. 
<< Non finisce qui! >> commentò Sean indicando minacciosamente Jamie. Mi voltai appena e lo vidi osservarci mentre si passava il dorso della mano sul labbro pieno di sangue.
<< Ti spacco la faccia la prossima volta che ti vedo >> disse serio Dylan rivolgendosi a Ethan.
<< Sei un coglione >> disse Bower poco prima di scagliarsi su di lui. Iniziò a tempestare la sua faccia di pugni, uno dopo l'altro. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzita. Sean appoggiò le sue mani sulle mie spalle cercando di spostarmi per intervenire.
<< Non azzardarti a muoverti da qui >> dissi fredda con le lacrime agli occhi.
<< Okay. Bower, basta. Lo hai picchiato fin troppo >> McGrady staccò faticosamente Jamie da Crosby.
Darren trascinò lontano Dylan che, a denti stretti, implicava contro gli altri ragazzi.
Jamie sputò a terra il sangue che continuava ad uscire dal labbro inferiore. Prese Ethan sotto braccio e aiutandolo si allontanò.
<< Non c'è più niente da vedere gente. Tornate alla vostra insulsa vita universitaria >> gridò McGray prima di andarsene.
Le persone si dileguarono e nel cortile calò il silenzio.
<< Ti conviene metterci del ghiaccio >> dissi posando le mie mani sul volto di Sean. Passai il pollice sotto all'occhio sinistro che stava assumendo un color violaceo.
Sean contrasse la mascella. 
<< Cosa ci fai ancora qui? >> mi domandò chiudendo gli occhi. Inarcai le sopracciglia colta alla sprovvista.
<< Come? Dove dovrei essere? >>
<< Da Bower forse ma non qui con me. Non dopo quello che ho fatto >> rispose spostando lo sguardo altrove.
<< Ma che stai dicendo?  >> chiesi lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Sentivo il cuore battere forte nel petto.
<< Sean >> mi schiarì la voce.
<< Mad voglio che tu sappia che io ti ho amato okay? Che ti ho amato sul serio ma ci cose che non puoi impedire che accadano >> mi disse con la voce spezzata. 
I miei occhi si riempirono di lacrime. Scossi il capo.
<< Perchè sembra che tu mi stia dicendo addio? >> 
Sean mi prese le mani e le strinse nelle sue. Le portò alla bocca e le diede un leggero bacio.
<< Scusami per tutte le volte che ti ho fatto star male e ti ho fatto piangere >> continuò. 
<<  Mad, tu non meriti di soffrire ma io ti sto facendo solo del male. Voglio che tu sia felice ed io non ne sono più capace >> 
Le parole mi trafissero il cuore, era come se un pugnale si conficcasse in me ogni volta aprisse bocca ma rimasi in silenzio perchè capii che Sean aveva molto da dirmi.
<< Io non provo più quello che provavo prima. Perdonami Mad. Non ho mai avuto intenzione di ferirti e ho sempre cercato di metterti al primo posto anche se non sono mai stato capace ti fartelo capire, di dimostrartelo. Posso solo sperare che magari, più avanti, possa capire che ti ho dato il meglio di me >>
Sean portò le sue mani sul mio viso e mi guardò dritto negli occhi. Una lacrima scivolò lungo il mio viso e lui prontamente l'asciugò.
<< Non piangere per me Madison >> mi sussurrò.
<< Anche se sei un coglione sarei sempre una delle persone più importanti, questo lo sai vero? >> chiesi piangendo.
Sean mi sorrise dolcemente.
<< Si e vale anche per te >> mi attirò a sé e mi strinse in un caldo abbraccio. Le mie lacrime caddero sulla sua felpa, bagnandola.
<< Credo sia uno dei modi più carini per lasciare una persona >> risi asciugandomi le lacrime. Lui sorrise debolmente, si inchinò su di me e mi diede un lungo bacio sulla bocca.
<< Sei stata una delle parti migliori della mia vita >> mi baciò dolcemente sul capo e poi, dopo avermi sorriso, si allontanò tornando all'interno della caffetteria.
Io mi incamminai nella parte opposta, pochi secondi dopo mi portai una mano alla bocca e piansi.
Anche i miei sentimenti per lui stavano svanendo del tutto ma mi faceva comunque male. 
Mi fermai dietro all'edificio principale. Appoggiai la schiena contro il muro e scivolai lentamente giù, fino a sedermi a terra. Passai una mano tra i capelli e sospirai appoggiando la testa contro fredde mattonelle.
Estrassi una sigaretta dalla borsa e l'accesi. Il fumo si dissolse nell'aria fredda. I raggi del sole cadevano sul prato filtrando attraverso gli alberi spogli.
Era successo veramente? Sean mi aveva lasciata? Eravamo arrivati realmente a destinazione? 
Non riuscivo a rendermi conto, era tutto così strano e irreale che la testa iniziò a girarmi.
Feci un lungo respiro e gettai quel che rimaneva della sigaretta. Afferrai la borsa che giaceva accanto a me e mi alzai.
Entrai nel dormitorio maschile e mi fermai davanti alla stanza di Jamie. Rimasi a fissare la porta per alcuni secondi e poi, titubante, bussai un paio di volte.
<< Avanti >> sentii urlare dalla voce stanca di Ethan. Aprii la porta ma mi fermai sulla soglia.
<< Fray? Che ci fai qui? >> mi domandò perplesso dal letto.
<< Ehm..stavo cercando Jamie >> 
<< È uscito in moto. Ha detto che aveva bisogno di liberare la mente >> mi rispose. Annuii.
<< Come stai? >> domandai imbarazzata.
<< Sono stato meglio >> contrasse la mascella. 
<< Tu piuttosto stai bene? Sembra che hanno picchiato te >> rise per un'istante, io annuii poco convinta ed Ethan se ne accorse.
<< Non mi sembra ma farò finta di crederti >>
<< Beh, se vedi Jamie digli che l'ho cercato >> 
Mills annuii ed io feci per chiudere la porta ma la sua voce mi bloccò.
<< Fai bene a Bower, davvero >> mi sorrise, ricambiai e chiusi la porta dietro di me.
Scesi le scale in legno ed uscii. Camminai per alcuni metri immersa nei miei pensieri, decisi poi di sedermi su una panchina li vicino e fumare un'altra sigaretta, per rilassarmi.
Mi infilai le cuffiette nelle orecchie e mi abbandonai alla musica. 
Una Harley nera inchiodò davanti a me. Il ragazzo si sfilò il casco e dei capelli biondi si riversarono sul suo viso.
I suoi occhi azzurri incontrarono i miei e un debole sorriso comparve sul suo volto.
<< Ho saputo che mi hai cercato >> disse Jamie stando in sella alla sua moto.
<< Si >> replicai, il fumo denso che uscì dalla mia bocca si dissolse nell'aria, trasportato del leggero vento.
Jamie mi guardò attentamente.
<< Che ti successo? >> domandò sollevando un sopracciglio.
Non risposi. Mi portai la sigaretta alla bocca mantenendo lo sguardo fisso sul biondo. Bower sorrise beffardo evidenziando ancor di più il taglio roseo sul labbro. Scese dalla moto e si sedette accanto a me.
<< Parla, sono qui per te >> mi disse. Mi voltai verso di lui e lo guardai in quegli occhi così azzurri da far invidia al cielo.
<< Coraggio, non può essere peggio di una scazzottata >> piegò appena di lato il capo per poi afferrare la mia sigaretta e portarsela alla bocca, la mise nell'angolino e gettò il capo all'indietro rivolgendo gli occhi al cielo.
<< Ti ascolto >> finì aspirando.
<< Sean mi ha lasciato >> dissi prendendo fiato. Jamie inarcò le sopracciglia e abbassò il capo.
<< Ti ha piantato? Per quale motivo? >> chiese curioso. Avrei creduto che la sua reazione fosse di gioia, invece mi guardava come una madre premurosa.
Gli raccontai quello che Terry mi disse e quando finii Jamie non fece altro che osservarmi, come se stesse cercando di entrare nella mia anima.
<< Ma tu lo ami? >> mi domandò sporgendosi in avanti con il busto. Incrociò le dita in mezzo alle gambe mantenendo la sigaretta ben salda tra i denti.
<< No, non credo. Non più >> risposi scuotendo il capo.
<< E allora quel è il problema Madison? >> fece spallucce. Il fumo che uscì dalla sua bocca mi avvolse. Lo guardai per poi spostare altrove.
Sentii Jamie ridere.
<< Non ti capisco. Davvero Mad, io non ti capisco. Ero convinto di si ma non è così >> sentii dirmi. Mantenni gli occhi fissi a terra mentre lui mi parlava.
<< È incredibile. Cosa hai? La sindrome di Stoccolma per caso? Sean ti fa solo soffrire cazzo! Perchè ci stai male? Dovresti essere sollevata non essere seduta qui a piangerti addosso. Non sai nemmeno tu cosa vuoi. Sembri una bambina >> appena finì mi voltai.
<< Vaffanculo Jamie! >> gridai alzandomi di scatto. Bower spalancò gli occhi perplesso e stupito dalla mia reazione.
<< Sei uno stronzo, cazzo! Ti ho cercato perchè avevo bisogno di conforto non perchè  avevo bisogno di una persona che mi dicesse che sono una stupida. Ne ho già tante che lo fanno, non ne volevo un altra >> dissi infuriata.
Scossi il capo indignata.
<< Pensavo avresti capito. Pensavo fossi in grado di aiutarmi in qualche modo >> finii.
<< Avrei capito cosa? Che voi ragazze siete tutte lunatiche? >> replicò acidamente.
<< Lascia stare. Evidentemente ho corso troppo, io non ti conosco affatto >> dissi con la voce spezzata. Jamie guardò a terra e poi, lentamente si rivolse a me.
<< Si, tu non mi conosci Madison >> 
Ci guardammo negli occhi per alcuni secondi. Stanca ed infuriata afferrai la sigaretta che teneva tra le labbra, la gettai a terra e ci passai il piede sopra. Sorrisi indignata per poi andarmene.
Camminai fino al mio dormitorio e quando fui abbastanza vicina notai Shannon uscire dalla porta principale.
<< Shay! Shay! >> gridai correndo verso di lei. Non fece nemmeno in tempo ad accorgersene della mia presenza che gettai le braccia attorno al suo collo.
<< Mi dispiace di aver reagito in quel modo. Ti voglio bene e voglio solo il meglio per te. Perdonami >> dissi iniziando a singhiozzare.
Shannon mi strinse a sè iniziando ad accarezzarmi i capelli, cercando di tranquillizzarmi.
<< Andiamo di sopra >> mi disse.
Non appena entrammo in camera mi gettai sul letto e, sprofondando il viso nel cuscino, iniziai a piangere. 
<< Ehi, ma che è successo? >> mi domandò sedendosi accanto a me.
<< Dimmi che almeno tu mi perdoni >> dissi guardandola. Lei annuii sorridendomi dolcemente.
<< Ma certo Mad. Mi dispiace anche a me per averti trattata così male >> continuò passando una mano sulla mia schiena. Mi asciugai le lacrime e mi raddrizzai incrociando le gambe.
<< È tutto uno schifo Shay. Tu che eri infuriata con me, Mick che si comporta in modo strano, Sean mi ha lasciata e ho appena litigato con Bower >> dissi tutt'uno fiato. 
<< Aspetta, rallenta. Una cosa alla volta okay? Io sono qui, tutto a posto >> mi sorrise ed io ricambiai.
<< Micheal che ha? >> domandò mettendosi comoda sul letto.
<< Non lo so. È irascibile, mi ha trattata male e mi ha detto che lui ha problemi più seri a cui pensare >> spiegai facendo spallucce. Shannon sollevò un sopracciglio perplessa.
<< Okay, gli parleremo. Poi...che significa che Sean ti ha lasciata? >> 
<< Che Sean mi ha lasciata. Mi ha detto che lui non prova più niente per me e che non è in grado di rendermi felice per cui è meglio lasciarmi andare >> risposi sospirando.
<< Cazzo quel coglione per una volta ha fatto una cosa giusta >> rise Shay coinvolgendo anche me. Mi passai una mano tra i capelli per scostarli dal viso umido.
<< Bower? Che ha fatto? >> domandò e improvvisamente mi agitai.
<< Secondo lui sono una bambina che non sa cosa vuole perchè dice che non ama più Sean ma ci sta male perchè l'ha lasciata >> replicai iniziando a giocherellare con i bracciali in cuoio.
<< Magari è solo geloso. Si, insomma magari lui prova qualcosa per te e vederti piangere per Terry, sapendo come ti ha trattato, lo rende nervoso >> 
Era una teoria interessante quella della mia amica ma io ero sicura che Jamie per me non provava nulla. Quasi sicuramente io, per lui, era solo una delle tante ragazze.
<< Non prendertela con te stessa. Sean, stranamente, ha fatto la cosa più gentile e amorevole che potesse fare lasciandoti andare e vedrai che a Bower passerà. Infondo non può resistere a un visino del genere >> risi afferrandomi le guance.
<< Okay, finiscila. Ho capito >> sorrisi divertita liberandomi della sua stretta.
Shannon mi guardò dolcemente.
<< Mi sei mancata Mad  >>
<< Anche tu Shay >>




*Spazio autrice*
Eccomi qui con un altro capitolo. 
Spero che la mia storia vi piaccia. Sono molto occupata ultimamente ma sto cercando di scrivere nel modo migliore.
Bacioni.
El.

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Capitolo 13
*** Breaking down ***







 
To be hurt
To feel lost
To be left out in the dark
To be kicked
When you're down
To feel like you've been pushed around
To be on the edge of breaking down
When no one's there to save you
No you don't know what it's like
Welcome to my life


 
3 giorni dopo

<< Hai sentito Mick? >> domandai bevendo un sorso di birra.
La casa della confraternita era colma di studenti pronti a ubriacarsi e divertirsi, come sempre del resto. La musica alta si diffondeva in tutta l'edifico. Shay scosse il capo.
<< Si inserisce la segreteria telefonica ogni volta >>
<< Mi ha detto che sarebbe andato fuori città per un po'. Spero stia bene >> continuai sedendomi sui gradine delle ampie scale che portavano al piano di superiore.
Shannon fece lo stesso.
<< Tranquilla, sarà da Joshua >> mi sorrise cercando di rassicurarmi. Annuii e poi portai il bicchiere rosso di nuovo alla bocca.
<< Come mai non sei da Lucas? >> chiesi.
<< Arriva tra poco. Ti dispiace se ti abbandono? >> mi sorrise imbarazzata. Scossi il capo.
<< No, va pure. Io sono abbastanza stanca, credo che andrò in stanza >> replicai.
In mezzo alla folla vidi Jamie in compagnia di altre persone, stava ridendo ed era la cosa più bella che potessi vedere ma in fin dei conti ero ancora infuriata con lui.
<< È arrivato! Ci vediamo più tardi okay? >> la mia amica mi diede un veloce bacio sulla guancia per poi precipitarsi giù dalle scale e raggiungere il suo ragazzo.
Osservai attentamente ogni singola mossa di McGrady e, anche se continuava a non piacermi, sembrava realmente preso da Shannon.
Mi scolai la mia birra tutt'una fiato e poi mi alzai. Posai il bicchiere su una mensola li vicino e salii le scale in cerca di un bagno. 
Aprii un paio di porte invano e poi, passando davanti alla portafinestra che dava sul terrazzino, rimasi di stucco vedendo Sean baciarsi con Dafne Lake. Improvvisamente il mio cuore rallentò, non sapevo il motivo, sapevo solo che stavo male. Forse non avevo ancora capito realmente quello che era successo, ma sapevo per certo che vederlo con un altra mi faceva male.
Corsi giù per le scale con le lacrime agli occhi, andai a sbattere contro un paio di persone. Tutto intorno a me sembrava amplificato, ogni rumore, ogni movimento.
<< Madison! >> sentii gridarmi ma non mi voltai ed uscii dalla porta sul retro. Corsi velocemente dietro al gabbiotto dove la squadra di calcio teneva i palloni e altre cianfrusaglie e mi lasciai cadere sull'erba umida.
Mi portai le mani sul viso e piansi. Sentii qualcuno fermasi accanto a me e poi sedersi lentamente.
<< Va via >> dissi con la voce spezzata.
<< Ti ho detto di andartene! >> gridai in preda ad una crisi di nervi. Forse tutto quello che stava capitando era solo un effetto collaterale di tutte le cose che erano successe in queste settimane ed io stavo scoppiando.
Sentii la sua mano posarsi sulla mia spalla.
<< Non toccarmi cazzo! Lasciami stare Jamie! >> urlai piangendo. Iniziai a divincolarmi cercando di allontanarlo da me, lo colpii un paio di volte sul braccio ma lui, in qualche modo, riuscì a bloccarmi e a stringermi tra le sue braccia.
<< Non devi piangere per lui >> disse freddamente. Si coprì la mano con la manica del maglione blu per poi passarla delicatamente sotto ai miei occhi. 
<< Se abbassi la guardia, anche per poco, tutto il male che ti circonda entrerà dentro facendoti più male di quanto non faccia già >> continuò duro. Teneva gli occhi azzurri sui miei rossi, gonfi, pieni di lacrime e ormai privi di trucco perchè quel poco che avevo ora si trovava sulla manica di Jamie.
<< Ma fa male. Fa tanto male >> mi fermai un attimo, presi fiato e continuai.
<< Sono una stupida piangere per lui. Sono una cogliona! Io per prima non lo amo più eppure mi ferisce. Tutto mi ferisce a morte e non capisco il perchè...non capisco perchè sto soffrendo così tanto >> dissi singhiozzando.
<< Ehi, shhh...basta >> esclamò Jamie facendomi appoggiare il capo contro il suo petto. Mi abbandonai a quell'abbraccio e nascosi il viso. Probabilmente gli stavo inzuppando il maglione ma poco importava.
Sentii le sue labbra posarsi delicatamente sui miei capelli, inspirò e poi mi baciò delicatamente.
<< Passerà Mad. Tutto passa e se non sarà così troveremo un modo per farlo accadere >>
Improvvisamente mi irrigidì. "Troveremo un modo", quel troveremo implicava un NOI e non c'era miglior cosa per me.
<< Ora te ne puoi andare? >> chiesi asciugandomi di nuovo le lacrime e spostandomi da lui.
<< Si insomma...mi sento abbastanza patetica, per cui se ti allontanassi da me te ne sarei grata >> dissi con un filo di voce ed imbarazzata. Jamie mi guardò per un attimo e poi annuii. Anche se poco convito si alzò e dopo essersi sistemato i Jeans sparì oltre il capanno degli attrezzi.
Feci un profondo respiro. Mi passai una mano tra i capelli e cercai di ricompormi. Non appena voltai l'angolo del capanno mi trovai Jamie davanti agli occhi.
Aggrottai la fronte.
<< Mi hai detto di allontanarmi, non di sparire >> fece spallucce. Alzai gli occhi al cielo e accennai appena un sorriso.
<< Sei ancora scossa per cui è meglio se ti tengo sotto controllo. Non si sa mai >> rise socchiudendo appena gli occhi.
<< Okay allora portami una birra >> dissi autoritaria. Bower inarcò le sopracciglia.
<< Ti tengo sotto controllo, non ti faccio mica da servo >> 
<< Bene. Allora accompagnami a prenderne una >> esclamai indicando l'edificio dietro alle sue spalle.
La musica era forte e le persone aumentavano sempre di più. Jamie camminava davanti a me, cercando di farsi strada.
<< Ethan non è venuto? >> chiesi afferrando un bicchiere per poi riempirlo quasi fino all'orlo.
<< C'è ancora un po' di astio tra lui e Crosby >> 
<< Ma si può sapere che ha combinato? >> chiesi dopo aver bevuto un lungo sorso.
<< Ci ha provato con Grace, la cheerleader >> mi rispose portandosi il bicchiere alla bocca.
Il frastuono che ci circondava era talmente forte che a mala pena riuscivo a sentire Jamie.
<< Comunque, per la cronaca, sono ancora arrabbiata con te Bower >> dissi seria. Jamie scosse il capo.
<< No, non è vero >>
<< Oh si invece. Io non dimentico nulla >>
<< Non aspettarti delle scuse da parte mia >> continuò lui dopo aver bevuto ancora un sorso di birra.
<< Allora abbiamo un problema >> dissi portando le braccia al petto e guardandolo corrucciata.
<< Ne avremo sempre >> esclamò facendo spallucce.
<< Dio mio! Perchè ti comporti così? Sembra che non ti importi nulla dei sentimenti degli altri >> ribattei scaldandomi.
<< Non vorrai litigare di nuovo Mad >> sospirò infastidito, il che mi fece irritare ancor di più.
<< Ti ho appena aiutato a superare una crisi di nervi e tu vuoi litigare ancora? >> continuò abbassando il capo.
<< Certo che no! Non mi piace litigare >> esclamai allargando le braccia.
Improvvisamente la mia attenzione venne attirata da un ragazzo che conosce molto bene.
<< Michael! >> dissi a voce alta. Stava seduto a terra accanto al frigorifero e reggeva tra le mani una bottiglia di birra. 
Mi avvicinai seguita da Jamie.
Notai che attorno a lui si trovavano altre bottiglie semi vuote.
<< Non dovevi essere fuori città? >> chiesi perplessa. Lui mi sorrise incoscientemente e, dall'odore di alcol che emanava, capii che era completamente ubriaco.
<< Sono tornato! Volevo svagarmi un po' >> mi rispose ridendo come uno stupido.
<< Che schifo...quante te ne sei bevute? >> domandò Jamie tappandosi il naso. 
<< Due o tre.  Non ricordo >> replicò continuando a ridere. Scossi il capo indignata.
<< Okay. Basta, ti sei svagato fin troppo. Ti porto al dormitorio >> dissi seria.
Mick fece per alzarsi ma era così ubriaco da non riuscire nemmeno a stare in piedi. Decisi allora di afferrarlo per il braccio ma iniziò a divincolarsi. 
Con uno strattone perse l'equilibrio facendomi rovesciare la birra che reggevo tra le mani sulla mia maglia.
<< Cazzo! >> esclamai infuriata.
<< Ci penso io >> intervenne Jamie notando il mio viso paonazzo. Prese Michael di peso e lo caricò sulle sue spalle.
<< È ora di andare a nanna >> sentii esclamare dal biondo. 
Seguii Jamie fuori dall'edificio sotto lo sguardo perplesso di alcuni studenti. Michael sembrava un sacco di patate ed io pensai che molto probabilmente, la sera della festa sulla spiaggia, avessi le stesse sembianze del mio amico. Il solo pensiero mi imbarazzò parecchio.
<< Se non fossi il ragazzo di Madison ci penserai io a te >> sogghignò Mick mentre salivamo le scale del dormitorio maschile.
A Joshua non avrebbe fatto piacere.
<< Non è il mio ragazzo >> dissi freddamente. 
<< Non sono il suo ragazzo >> ripeté altrettanto freddamente il biondo.
Quando arrivavamo davanti alla stanza afferrai le chiavi dalla tasca posteriore dei Jeans di Mick e la inserì nella serratura.
Accesi la lampada che si trovava sulla vecchia scrivania e feci passare Jamie che, tirando un sospiro di sollievo, fece cadere Michael sul letto.
Si passò una mano tra i capelli per poi portarsi le mani sui fianchi.
<< Sei minutino ma per niente leggero >>
<< Tu sei sexy invece >> commentò con gli occhi semichiusi Mick. Io tratteni una risata e Jamie mi guardò truce.
<< Hai fatto colpo >> dissi divertita. Bower mi fulminò ed io spostai lo sguardo verso Michael e sorrisi quando lo vidi dormire.
Mi voltai, ritrovandomi a pochi centimetri da Jamie. La stanza era illuminata dalla debole luce della lampada e la sua luce si rifletteva appena su di noi.
Si inumidì appena il labbro inferiore e mi sorrise. Io sorrisi a mia volta senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
Improvvisamente nella stanza l'atmosfera cambiò. Che stava succedendo? Perchè nessuno di due distoglieva lo sguardo?  Che stavamo facendo? 
<< Forse è meglio andare >> sussurrò Jamie. Annuii. Lui si scansò appena ed io passai oltre.
L'aria della notte ci avvolse facendoci rabbrividire. La luna brillava alta nel cielo stellato. Bower chiuse la porta oltre le sue spalle e alzò gli occhi.
<< Hai da fare domani? >> sentii chiedermi. Scossi il capo.
<< No, perchè? >> 
<< Tom da una festa e mi stavo chiedendo se volessi venire >> continuò. 
Ci pensai un attimo o meglio: feci finta di rifletterci su anche se conoscevo già la risposta.
<< Certo >> risposi facendo spallucce, come se non mi importasse più di tanto.
<< Perfetto. Allora alle 21.00 sono da te >> mi sorrise entusiasta. 
<< Perfetto >> replicai allegramente.




*Spazio autrice*
Buona sera gente!
Come state?
Ecco un altro capitolo della mia fafiction su Jamie. Come sempre spero che vi piaccia ma fatemi sapere che ne pensate.
Un bacione,  El. 

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Capitolo 14
*** Wonderwall ***



 

Because maybe 
You're gonna be the one who saves me ? 
And after all 
You're my wonderwall


 

Arrivammo a Londra e l'auto si fermò nel quartiere di Chelsea, uno dei più ricchi della città.
Numerose case bianche, all'apparenza tutte uguali, si schieravano ai lati della strada. 
<< Questi si che sono i "quartieri alti" di Londra >> esclamai scendendo dall'auto presa in prestito da Ethan. Mi guardai attorno estasiata. Jamie rise vedendo la mia faccia da ebete.
<< Quale di queste fantastiche case è quella di Thomas? >> chiesi. 
<< Nessuna. Forza vieni >> sentii la sua mano afferrare la mia e poi le sue dita intrecciarsi con le mie. Guardò le nostre mani e poi spostò lo sguardo su di me. Accennai un timido sorriso e lui fece lo stesso. 
Mentre attraversavamo la strada mi accorsi di una enorme casa bianca in stile vittoriano coperta da alti alberi. Si poteva intravedere a fatica oltre un cancello in ferro battuto alto diversi metri.
Jamie suonò il campanello un paio di volte e poi, la voce di Tom risuonò nell'aria.
<< Amico! >> esclamò poco prima di aprire il cancello più piccolo da dove entrammo.
<< Questa è la casa di Tom >> sorrise quando davanti ai nostri occhi comparve maestosa la casa  alta ben tre piani. Una graziosa fontana illuminata da luci colorate si trovava al centro del cortile principale. Moltissime persone affollavano il giardino e l'abitazione. Vidi Thomas e Abigail sulle scale.
Bower mollò la mia mano non appena arrivammo da loro. 
<< Ehi Madison! >> mi abbracciò Abigail su di giri. 
<< Benvenuta! Che ne pesni?  >> esclamò allegramente Tom quando incontrò il mio sguardo. Mi guardai attorno ancora un volta.
<< Case così le ho viste solo su Mtv >> risi seguita dagli altri.
<< Beh...che la festa abbia finalmente inizio >> gridò la sua ragazza entrando in casa a ritmo di musica.
Parlai per diversi minuti, se non ore, con Abigail mentre Jamie rideva a crepa pelle con il suo amico. Dopo quasi due ore le birre iniziarono a farsi sentire.
<< Vi abbandono un attimo >> dissi alzandomi dal divano.
<< Il bagno è al secondo piano >> gridò allegro Tom. Alzai il pollice mentre cercavo di farmi spazio tra la folla.
<< Serve aiuto? >> mi domandò Grace Marshall quando mi vide spaesata. La potei riconoscere dai lunghi capelli biondi.
<< Il bagno? >> domandai guardandomi attorno. 
<< Seguimi >> sorrise cordialmente facendomi strada. La casa di Tom era infinitamente grande. Era un susseguirsi di corridoi scale e porte. 
<< Sei l'amica di Jamie, giusto? >> mi domandò ed io annuii. La ragazza si fermò davanti ad una porta, posò la mano sulla maniglia e dopo averla aperta mi spinse all'interno. Era completamente buia e quando mi voltai verso di lei la vidi sorridermi.
<< A più tardi >> 
Feci per bloccare la porta ma lei fu più veloce di me nel chiuderla. Sentii la serratura scattare e il sangue ribollirmi nelle vene.
<< Fantastico! >> urlai infuriata. Inizia a tastare la parete accanto a me e mi fermai quando incontrai l'interruttore. La luce si accese e rimasi strabiliata: era un grosso armadio colmo di scaffali bianchi contenenti scatole colorate, tutto perfettamente in ordine.
Era sicuramente più grande del bagno del dormitorio.
<< Ehi! C'è qualcuno? >> gridai battendo le mani contro la porta. Mi appoggiai con la schiena contro ad essa e alzai gli occhi al cielo sbuffando. Guardai il cellulare ma la tacchetta che indicava la linea era completamente assente. L'unico armadio al mondo in cui un cellulare non prendeva.
"Animals" dei Maroon 5 risuonava sorda oltre la porta di legno laccata di bianco.
La colpii ancora un paio di volte.
<< C'è qualcuno cazzo! >> gridai. Ma la musica era fin troppo alta per prestare attenzione a dei colpi provenienti da un armadio.
Iniziai a passeggiare avanti e dietro per quella stanzetta. Guardai gli scaffali e su uno trovai un vecchio album di fotografie. Feci scorrere le pagine velocemente e mi bloccai quando trovai una vecchia foto di Thomas e Jamie.
Improvvisamente sentii il mio cellulare vibrare un paio di volte. 
La linea era tornata. Composi il numero di Bower e attesi infuriata.
<< Madison ma dove sei finita? >> mi domandò urlando dall'altro capo per sovrastare la musica.
<< Nell'armadio o qualunque cosa sia questo posto! >> risposi su tutte le furie.
<< Come ci sei finita in un armadio? >>
<< Jamie non è il momento! Vieni ad aprirmi piuttosto! >> urlai.
<< Okay...dove sei? >> chiese ridendo.
Mi corrucciai.
<< Secondo piano >> risposi, Jamie riattaccò ed io aspettai impaziente.
La porta si aprì e Bower comparve davanti a me con un sogghigno piuttosto irritante.
<< Se stavi cercando Narnia hai sbagliato armadio >> disse trattenendo le risate.
<< Coglione >> borbottai uscendo da quel posto.
<< Dove stai andando ora? All'isola che non c'è? >> rise.
<< Ah ah come siamo spiritosi. In bagno! >> replicai cercando di mantenere la calma.
<< Okay ma fai veloce che voglio sapere come hai fatto a finire li dentro e poi il principe Caspian ci sta aspettando >> rise allontanandosi.
Dopo essere andata finalmente in bagno raggiunsi gli altri al piano di sotto. La cucina era colma di birra e ogni generi di drink. Jamie era appoggiato al bancone e reggeva tra le mani due bicchieri colmi di birra.
Me ne diede uno ed io lo scolai completamente.
<< Però! Notevole! >> esclamò Tom sorridendomi. 
<< Si è uno dei suoi talenti. Come quello di chiudersi negli armadi >> rise Jamie. Gli diedi un pugno sulla spalla per farlo smettere ma fu tutto inutile.
<< Che è successo? >> chiesi Abigail stando seduta sul bancone.
Sospirai.
<< La tua amica Marshall mi ci ha spinta dentro facendomi credere che fosse il bagno >> dissi sorridendo acidamente.
I ragazzi mi osservarono allibiti.
<< Che cosa ci fa lei qui? L'hai invitata? >> chiese serio Bower rivolgendosi all'amico.
<< No...cioè, lo sai che non Tom non ha bisogno di mandare inviti. Se sanno che Tom fa una festa vengono >> replicò.
<< Oh ti prego. Non parlare in terza persona >> intervenne Abigail portandosi una mano sul viso.
Jamie scosse il capo contraendo la mascella.
<< Okay, questa cosa finisci qui  >> esclamò irritato. Posò il bicchiere e mi prese per mano trascinandomi via.
Senza rendermi conto mi ritrovai dall'altra parte della casa. 
<< Grace! Grace! >> urlò Bower per attirare l'attenzione della ragazza che stava ballando. Ballando per modo di dire, più che altro si stava strusciando contro ad un ragazzo.
<< Jamie! Non sapevo fossi qui anche te >> mentii fingendosi sorpresa di vederlo. 
Lui scosse il capo indignato.
<< Che ti salta in mente? Perchè l'hai chiusa nell'armadio? >> chiese lui ed io mi sentii alquanto stupida.
<< Io...no! Che dici?! >> si agitò. Bower la guardò truce e lei diventò paonazza.
<< Jamie io ti amo ancora! >> piagnucolò lei ed io sbarrai gli occhi.
<< Si beh io no per cui stai lontana da me e dalla mia ragazza okay? >> 
<< La tua ragazza?! >> esclamammo all'unisono io e Grace stupide. Jamie si voltò verso di me fulminandomi con lo sguardo.
<< Si, la mia ragazza >> ripetè facendomi capire di stare al gioco. 
Annuii.
<< Esatto la sua ragazza >> dissi mostrandomi sicura di me anche se ero piuttosto sconvolta.
<< Ma...ma... >> lei cercò di spiaccicare parola ma ci rinunciò quando vide Jamie voltarsi verso di me, afferrarmi il viso e stamparmi un bacio sulle labbra. Pensai che si sarebbe fermato al classico bacio, invece capii che le sue intenzioni erano ben altre. Le sue mani si spostarono appena sopra al mio sedere e la sua lingua incontrò la mia.
<< Okay. È finita >> sentii urlare da Grace quando Jamie si staccò da me. Nessuno però le prestò attenzione. Deglutii perplessa e stupita.
<< Ehm...forse è meglio andare. Devo passare da casa a prendere un DVD per Ethan >> mi disse. 
<< Va bene >> annuii ancora sconvolta.
Salutammo gli altri e mentre camminavamo per raggiungere l'auto non feci altro che pensare a quello che era appena successo. La mia mente era così offuscata da quel pensiero che nemmeno mi resi conto che l'auto si fermò.
Seguii Jamie all'interno di un vecchio stabilimento industriale ormai diventato un condominio.
<< Bella casa >> esclami quando mi ritrovai nel grosso open space composto dalla cucina e dal soggiorno.
<< Grazie >> replicò piegandosi sullo scaffale alla ricerca del DVD. 
<< Che film è? >> chiesi affiancandomi a lui.
<< Venerdì 13 >> rispose.
<< Gli serve per vederlo con una ragazza >> rise Jamie seguito da me. Iniziai a ispezionare il grosso scaffale contenente almeno una centinaio di film. 
<< Eccolo >> esclamai afferrandolo. 
<< Fantastico >> mi seguii tornando in piedi. Osservai la vecchia copertina facendo girare la custodia tra le mani.
<< Gli serve questo per provarci con una ragazza? Non può semplicemente baciarla? Voglio dire se sa che a lei piace >> dissi continuando ad osservare quel DVD. Bower lo prese tra le mani per poi gettarlo sul divano.
<< Ti va qualcosa da bere? >> domandò indicando la cucina dietro di lui.
<< Perchè no >> feci spallucce.
Jamie mi fece sedere sul divano. Sentii il tintinnio dei bicchieri e poi l'antina chiudersi.
<< Cosa preferisci?  Vino rosso, whisky o Vodka? >>
<< Vodka >> esclami.
<< Mi serve qualcosa di forte >> commentai poi sottovoce. Bower mi raggiunse sul divano, mi passò un piccolo bicchiere in cristallo e ci versò l'alcol.
Fece lo stesso con il suo per poi sollevarlo in aria.
<< A noi >> disse a voce alta per poi gettarlo giù tutt'uno fiato.
Non so se fosse l'alcol ma iniziammo a parlare senza mai fermarci. Stava accadendo come quella sera sulla spiaggia ma questa volta non avrei di certo vomitato sul divano di Jamie.
<< Comunque...per quel che vale: mi è piaciuto baciarti >> affermo sicuro di sè.
<< Davvero? >> chiesi buttando giù la Vodka.
<< Certo. Perchè ne sei sorpresa? >> domandò a sua volta. Scossi il capo.
<< Non so, non era nulla di serio >> replicai. Jamie mi osservò dubbioso. Posò il bicchiere sul tavolino difronte a noi e poi si avvicinò a me.
<< Allora come sarebbe se fosse un bacio serio? >> chiese avvicinandosi al mio viso.
<< Non saprei >> risposi guardando altrove. 
<< Bhe, ora sono curioso Mad >> sussurrò posando la sua mano sulla mia guancia. Vidi il suo sguardo malizioso, come il sorriso che gli illuminava il viso.
Sentivo il mio cuore battere così forte nel petto che per un istante pensai che stesse per uscire.
Jamie si passò la lingua sulle labbra inumidendole. Mi scostò una ciocca di capelli dal viso così delicatamente che mi fece rabbrividire.
I suoi occhi si spostarono sulla mia bocca, afferrò il mio bicchiere e lo posò. Il suo viso tornò serio e pochi secondi dopo le sue labbra erano sulle mie. Lentamente le sue labbra scivolarono sul mio collo. Chiusi gli occhi mentre dei brividi correvano lungo la mia schiena.
La mia mente si liberò di tutti i pensieri. Jamie mi fece alzare dal divano, portò le sue mani sui miei fianchi ed io avvolsi le mie attorno al suo collo.
Mi sorrise debolmente e poi, riprendendo a baciarmi mi prese in braccio. Sicuramente mi stava portando in camera sua e ne fui certa quando sentii il morbido materasso sotto di me.
Lo vedo sfilarsi la maglia e i numerosi tatuaggi che coprivano il suo corpo lo rendevano ancora più sexy. 
Poco dopo ci ritrovavamo completamente nudi nel suo letto. Sentivo i suoi muscoli contrarsi sotto alle mie mani. Provavo piacere quando mi baciava mentre si muoveva su di me ma cazzo, quando le sue labbra si posavano sul mio collo mi sentivo realmente in paradiso.




*Spazio autrice*
TADAAA! 
Ecco un altro capitolo. Spero vi piaccia e fatemi sapere che ne pensate.
Appena questa ff sarà finita, avevo intenzione di scriverne un'altra sempre con Jamie come protagonista ovviamente e ho bisogno di un consiglio: dove preferireste che si svolgesse?
Lungo le fredde coste della Mancia in un ambiente più cupo e diverso rispetto le altre ff? 
In un contesto universitario ma ben diverso da questo di 'I wanna be yours', magari più altezzoso?
Oppure una storia completamente diversa da queste? Magari tra persone famose? 
Fatemi sapere :)
Bacioni, El.

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Capitolo 15
*** Wake up alone ***






 

Give me love, like her
Cos lately I’ve been waking up alone
The pain splatter tear drops on my shirt
I told you I’d let them go
And that I find my corner
Maybe tonight I’ll call you
After my blood, turns into alcohol
No, I just wanna hold you

 
Aprii gli occhi e mi guardai attorno. 
Il materasso accanto a me era vuoto e per un istante mi sentii mancare. 
La luce del sole illumina la stanza.
Mi sollevai mantenendo il lenzuolo su di me. Afferrai poi gli abiti e scesi dal letto. Aprii lentamente la porta e notai che la casa era completamente vuota. Il rumore del traffico cittadino si diffondeva sordo all'interno dell'appartamento. Appena misi piede fuori dalla stanza sentii la porta d'ingresso aprirsi e richiudersi velocemente. Jamie indossava un maglione nero, fin troppo grande per lui.
Vidi il suo volto freddo e duro.
<< Ciao >> dissi un po' intimorita dalla sua espressione.
<< Ciao >> replicò posando sul bancone due grossi bicchieri di caffè e due ciambelle al cioccolato.
<< Grazie >> continuai senza guardarlo negli occhi. Lui annuì per poi sedersi dall'altro capo del bancone, lontano da me.
Nessuno dei due si degnò di spiaccicare parola. Poco dopo salimmo in auto e l'atmosfera, se prima era tesa, divenne quasi insostenibile. Per più di metà viaggi rimasi rannicchiata contro il finestrino cercando una qualche risposta al suo comportamento.
Imboccammo un uscita e arrivavamo ad un distributore di benzina. 
<< Okay. Si può sapere che ti prende? >> chiesi esplodendo poco prima che si fermasse.
<< Se è per quello che è successo ieri notte... >> 
Jamie m'interruppe inchiodando davanti alla pompa di benzina.
<< Si Madison, è per quello che è successo okay? Non voglio parlarne >> disse scontroso stringendo le mani attorno al volante.
Improvvisamente mi sentii stupida. Ma che gli era successo? Perchè trattarmi in quella maniera?
<< Certo. Non ne parliamo più. Non parliamo più del fatto che siamo stati insieme. Facciamo finta che non sia successo niente >> gridai su tutte le furie. Aprii la portiera e scesi dall'auto.
<< Mad dove stai andando? Torna in macchina! >> mi disse osservandomi da dentro l'abitacolo. Alzai gli occhi al cielo e chiusi la portiere con estrema violenza.
<< Madison! >> urlò Jamie scendendo.
<< Mi serve un po' d'aria cazzo! >> risposi a voce alta. Un paio di signori, che stavano facendo rifornimento, si voltarono verso di me.
Strinsi i pugni furibonda ed entrai nell'autogrill. Girai a vuoto tra gli scaffali passando in rassegna tutti i prodotti e i prezzi. Dovevo calmarmi ed era l'unico modo possibile nel mezzo della campagna dell'East Sussex.
Mi fermai un secondo e cercai di riflettere e rimanere lucida senza che la rabbia che stavo provando offuscasse i miei pensieri.
Tornai all'auto dove Jamie stava appoggiato in attesa che finisse il pieno.
Aprii la portiera violentemente e salii a bordo richiudendola con altrettanta forza. Appoggiai il capo al sedile e chiusi gli occhi. 
Bower salì in auto e mise in moto. Non appena imboccammo di nuovo l'autostrada mi allungai verso la radio e alzai il volume. Sapevo che Jamie non parlasse e, anche se era sicuro che non lo avrebbe fatto, preferivo comunque evitare che potesse accadere.
 Mi resi conto di non aver premuto il testo del CD solo quando la canzone dei Sum 41 risuonò nell'abitacolo. 
Mi voltai velocemente verso Jamie e lui fece lo stesso.
<< Cambio subito >> dissi freddamente. 
<< Non c'è bisogno >> commentò Jamie tornando con lo sguardo sulla strada.
<< A quindi quella serata non la vuoi scordare? >> chiesi acidamente ma subito mi resi conto di aver commesso un grosso sbaglio.
Jamie sorrise beffardo, quasi infastidito da me.
<< Non ti rispondo nemmeno >> ribattè sarcasticamente.
Mi morsi il labbro, ripetendomi quanto fossi una cretina. Eravamo già in "crisi" e la mia acidità di certo non aiutava anzi, peggiorava la situazione.
Jamie si fermò davanti al dormitorio femminile. Aprii la portiera e, senza dire una parola, scesi. 
Nel profondo speravo di sentire la sua voce ma l'unica cosa che udii fu il suono del motore.
Afflitta e amareggiata andai in camera. Mi gettai sul letto e inizia a guardare il bianco e monotono soffitto. Lentamente mi ci persi dentro. 
<< Dove cazzo sei stata? >> tuonò Shay uscendo dal bagno con indosso solo un asciugamano.
<< A una festa a Londra >> risposi priva d'interesse.
<< Potevi almeno avvertire no?! >> continuò lei.
<< Si...scusa >> replicai mantenendo lo sguardo fisso su quel dannato soffitto.
<< Okay...ma stai bene? Ti vedo un po' scossa >> 
<< Sto bene. Va tutto alla meraviglia! >> esclamai alzandomi dal letto per poi dirigermi in bagno. Avevo bisogno di una doccia, di una calda e amorevole doccia.
Mi infilai sotto al getto d'acqua. Passai le mani sui capelli scostandoli dal viso e chiusi gli occhi. Da lì a poco tutta la tensione e la rabbia scaturì.
Iniziai a piangere. Appoggiai la schiena contro le piastrelle di un bianco opaco e lentamente scivolai a terra. Portai le gambe contro il petto e, rimanendo sotto al getto d'acqua, continuai a piangere portandomi una mano sulla bocca per evitare che Shay mi sentisse. Le gocce si confondevano con le mie lacrime facendomi sentire, in un certo senso, meno sola.
Cos'era andato storto? 
Cosa avevo fatto per renderlo così? 

 


 
*Spazio autrice*
Buona sera!
Ecco un altro capitolo, mi scuso per il fatto che sia corto. Il prossimo sarà molto più lungo, promesso!
E sono anche infinitamente dispiaciuta per averci messo così tanto tempo ma sono molto impegnata con la scuola. Non ho un momento libero.
Perdonatemi.
Alla prossima, baci.
El.

 

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Capitolo 16
*** Suicidal ***
















 

For what's the use in pressing pamls 
When children fade in mother's arms 
It's a cruel world 
We've so much to loose 
And what we have to learn we rarely choose 


 




 
Alzai il cappuccio delle felpa bianca che fuoriusciva dal giubbotto di pelle e infilai le mani in tasca.
La pioggia aveva iniziato a cadere sulla città di Brighton. 
Era da ben quattro giorni che non parlavo con Jamie. Eravamo tornati ad essere due completi estranei e a mala pena ci guardavamo quando, involontariamente, ci incontravamo nei corridoi. 
La mia vita si era trasformata in una specie di odiosa giostra dalla quale non riuscivo più a scendere. Giravo, giravo in continuazione senza mai arrivare alla fine.
Shannon mi continuava a ripetere che con Lucas andava tutto bene ma io, in cuor mio, sapevo che non era così. I suoi occhi erano perennemente tristi e i suoi viaggi mentali mi facevano capire che nella sua testa c'erano fin troppi pensieri. 
Michael si comportava in modo strano. Saltava le lezioni per passare la giornata chiuso in biblioteca o in camera sua. Ma io ultimamente mi ero chiusa in me stessa, ignorando tutto quello chi mi circondava. Mi incolpavo per essere stata un'illusa a credere che tra me e Jamie potesse nascere qualcosa. Avevo smesso di curarmi dei miei amici, ignorando ogni campanello d'allarme.
L'unico che in tutto questo sembrava stesse davvero bene era Sean e in un certo senso lo invidiavo, era amato e amava. Non c'era cosa migliore.
Passai davanti ad una vetrina e mi fermai ad osservare non quello che conteneva ma il mio riflesso. Mi morsi il labbro per trattenere le lacrime e ripresi a camminare.
Improvvisamente un'auto si fermò a lato della strada.
<< Ehi! > sentii. Mi voltai e vidi Sean affacciato al finestrino.
<< Sean, ehi! >> esclamai fermandomi sotto alla pioggia e stringendomi nelle spalle.
<< Perchè non sali? Sta iniziando a piovere forte >> continuò facendomi cenno di salire a bordo.
<< Devo passare a ritirare i costumi di Halloween e... >> non riuscì nemmeno a finire che Sean m'interruppe.
<< Non c'è nessun problema >> sorrise gentilmente.
Mi guardai attorno e poi accettai.
Passammo da DonnerCost. e dopo aver ritirato i costumi andammo verso il campus. Sarei dovuta passare con Mick ma mi aveva mandato un messaggio, dicendomi che non stava bene. Il che all'inizio non mi insospettì più di tanto, Mick negli ultimi giorni dava scuse assurde pur di non uscire dalla sua stanza.
<< Vai pure al dormitorio maschile. Devo passare da Michael a lasciargli il suo costume >> dissi. 
Sean annuii e poco dopo stavamo salendo le vecchie scale.
Ci fermammo davanti alla porta della stanza del mio amico. Posai la mano per bussare ma mi resi conto che questa era semplicemente accostata. Guardai Sean perplessa e lui fece lo stesso. Aprii lentamente la porta ed entrai. La luce era spenta e la pioggia che batteva contro i vetri veniva proiettata sulla parete creando un'atmosfera cupa. Un brivido mi percorse la schiena.
<< Mick? >> dissi guardando la stanza. Involontariamente mi cadde l'occhio verso la porta del bagno e il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.
<< Michael! >> gridai in preda al panico. Gettai il suo costume da zombi a terra e corsi in bagno. 
Michael stava seduto a terra con la testa contro il water. I suoi occhi erano semi aperti e le sue braccia cadevano prive di forze. Nella mano destra vidi un flaconcino arancione con all'interno due pillole azzurre.
<< Cazzo! Chiama l'ambulanza! >> mi ordinò Sean. Afferrò Mick, gli aprì la bocca e velocemente infilò due dita al suo interno.
<< Sta arrivando! >> dissi. Michael iniziò a tossire
<< Cazzo, Micheal! >> continuò Sean cercando di farlo vomitare. 
<< Guardami! Non chiudere gli occhi Michael, l'ambulanza sta arrivando! >> sentivo dirgli.
Mi portai le mani tra i capelli e in uno stato di shock mi lasciai cadere lungo lo stipite della porta. Improvvisamente tutto attorno a me iniziò a muoversi al rallentatore. Vidi i paramedici far capolino nella stanza per poi uscire con Michael disteso, quasi privo di sensi, su una barella. Sean mi allungò una mano aiutandomi a rialzarmi da terra.
<< Andrà tutto bene Mad >> mi disse stringendomi a sè. Mi sentivo come in una bolla. Non riuscivo a capire quello che stava accadendo.
Sean ed io li seguimmo fino al cortile. La pioggia avevo smesso di cadere e nelle pozzanghere si riflettevano i lampeggianti dell'ambulanza. Diversi ragazzi si radunarono attorno al veicolo, bisbigliando qualcosa. Cercando di dare una spiegazione a quello che stava accadendo.
Mi voltai e vidi Shannon accasciarsi a terra in lacrime mentre Lucas cercava di tranquillizzarla. Improvvisamente capii che i problemi che avevo con Bower erano solo grandissime cazzate.
Vidi le porte della vettura chiudersi e poi sfrecciare a via tutto gas.
<< Ti porto io all'ospedale >> mi disse Sean tirandomi verso la sua auto.

Portai le gambe al petto e appoggiai il mento su di esse. La corsia del Brighton Hospital era movimentata. Gente che entrava ed usciva da ogni stanza. Dalla grande vetrata potevo vedere il mare e il grigio cielo riflettersi in esso.
<< Forse è meglio se torni al campus Mad >> mi disse Sean sedendosi accanto a me. Scossi il capo.
<< Fino a quando non mi danno notizie di Michael io non mi muovo >> risposi fredda.
<< Hai passato qui tutta la notte >> continuò lui premurosamente.
<< No. Due ore fa ero seduta su quella sedia >> intervenni indicando una di quelle scomode sedie di plastica blu.
Sean posò la sua mano sulla mia spalla. 
<< Jamie dov'è? >> mi chiese ed io mi irrigidii ancor di più.
<< Non lo so e non m interessa >> replicai acidamente senza distogliere lo sguardo dalla porta oltre la quale si trovava il mio amico.
<< Okay beh...io ora vado. Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami >> mi disse gentilmente. Annuii sorridendogli e lo guardai fino a quando non svanì oltre le porte di metallo dell'ascensore.
Passò un ora ed io ero ancora seduta su quella scomoda e fredda sedia in plastica.
Sentivo gli occhi stanchi e le palpebre pesanti ma lottavo contro me stessa per non cedere.
<< Ciao >> sentii una voce roca e spezza. Voltai il capo e gli occhi azzurri di Jamie mi trafissero il cuore.
<< Cosa ci fai qui? >> chiesi infastidita. 
<< Volevo sapere come stava Mick >> mi rispose. Scossi il capo e sogghignai amareggiata.
<< Non lo so come sta per cui fammi un favore: vattene >> dissi scorbuticamente.
<< Madison... >>
<< Jamie io ti odio in questo momento okay? Ti odio perchè quando avevo bisogno di te, tu non c'eri >> continuai con le lacrime agli occhi. Bower abbassò lo sguardo.
<< Ero a Londra Madison. L'ho saputo circa due ore fa da Sean >> 
Sean aveva chiamato Jamie? Ma in che razza di mondo stavo vivendo? 
<< E qual'è la scusa per gli altri giorni? >> chiesi acidamente portando le braccia al petto.
Jamie mi guardò, si inumidì le labbra.
<< Mi dispiace Mad. Mi dispiace così tanto ma ho fatto quello che ho fatto per un motivo valido, stupido, ma valido credimi >> mi disse cercando il contatto con i miei occhi che però rimasero ben saldi verso il pavimento.
<< Se vuoi che ti creda spiegami >>
Jamie fece una pausa di alcuni secondi, lo sentii sospirare e poi lasciarsi cadere del tutto sulla sedia.
<< Hanna Lewis. È stata la mia ragazza per ben cinque anni. Ci fidanzammo in prima liceo ed io l'amavo con tutto me stesso >>
<< Mi fa piacere >> commendai sarcastica.
<< Si beh, lei scelse l'università di Manchester e avere una relazione a distanza sarebbe stato complicato. Ma noi avevo tanti progetti: volevamo prendere casa insieme ed io volevo fare domanda nella sua stessa università. Ero disposto a mollare la musica e le serate nei locali pur di stare con lei. Una mese dopo che l'anno scolastico iniziò andai a trovarla visto che non avevo ancora avuto il trasferimento. Arrivai a Manchester e quando mi presentai davanti alla sua stanza la compagna mi disse che era fuori con il suo ragazzo >> si fermò. Con la coda dell'occhio lo guardai, notai gli occhi leggermente umidi e vidi la sua fragilità.
<< Andai alla caffetteria del campus e la vidi baciarsi appassionatamente con Scott Martin, è per questo che sono andato via >> finì.
<< Ma io cosa c'entro? Io non sono Hanna >> commentai tornando a guardarlo.
<< Madison ... >> non lo lasciai nemmeno finire che mi alzai di scatto dalla sedia.
<< No, basta! Ora sono io che voglio parlare con te! Vattene! >> dissi tremando.
Lui mi guardò con gli occhi lucidi ed io distolsi lo sguardo.    
<< Jamie va via >> dissi di nuovo.
Bower abbassò il capo e annuì. Lentamente si alzò dalla sedia e mi guardò con occhi di chi stava soffrendo.
<< Spero solo mi darai un'occasione per spiegarti >> esclamò sotto voce. Girai il capo e mi strinsi nelle spalle portando le braccia al petto.
Una lacrima scivolò lungo la guancia. Mi voltai verso le ampie finestra ed osservai i gabbiani sorvolare la città. 





*Spazio autrice*
Buona sera gente!
Tra i numerosi impegni sono riuscita a pubblicare il capitolo.
Vi chiede scusa per metterci così tanto ma ho un sacco da fare.
Spero comunque che vi possa piacere.
Fatemi sapere che ne pensate.
Bacioni.
El.

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Capitolo 17
*** I'm sorry ***



 



 
Everybody needs just one, someone... to tell them the truth
Maybe I'm a dreamer, but I still believe
I believe in hope, I believe the change can get us off our knees
What do you got, if you ain’t got love
 

<< Madison ... >> la voce debole della madre di Michael attirò la mia attenzione. Mi voltai asciugandomi le lacrime con la manica della felpa.
<< Si? >> chiesi sorridendo appena. Lei ricambiò stanca.
<< Michael è sveglio. Se vuoi dagli un saluto >> 
Annuii ringraziandola e poi entrai in quella augusta stanza.
Sentivo un fastidioso BIP risuonare ogni secondo nella stanza. Accanto al letto c'era un enorme vaso di fiori colorati, una macchina scandiva i battiti del cuore del mio amico.
<< Ehi >> sussurrai appena sedendomi accanto a lui. Mick a fatica si voltò verso di me e mi rivolse un sorriso stanco e afflitto.
<< Chiederti come stai mi sembra quasi una presa in giro >> sorrisi tristemente. 
Lanciai una rapida occhiata ai macchinari a cui era collegato. Una goccia cadeva perpetua all'interno del flebo.
<< Mia madre mi ha detto che siete stati tu e Sean a trovarmi >> mi disse con la voce spezzata.
<< Dovevate lasciarmi morire >> continuò prendendomi di sprovvista. Scossi il capo incredula.
<< Che stai dicendo? >> chiesi.
<< Che diavolo stai dicendo?! Come puoi dirmi una cosa del genere Mick! La mia vita sta andando a rotoli e tu mi vieni a dire che avrei dovuto lasciarti morire? >> urlai su tutte le furie.
<< Tu non sai che significa essere me. Essere preso in giro ogni giorno perchè omosessuale. Mio padre mi ha costretto a lasciare Joshua >> mi spiegò con le lacrime agli occhi. Presi fiato.
<< Mi dispiace. Non lo sapevo >> replicai abbassando il capo.
<< Credo sia difficile per entrambi >> commentò Mick. Cercai di essere forte, cercai di non cedere ma alla fine piansi.
<< Vedrai si sistemerà tutto. Posso parlare io con Joshua...spiegarli ciò che è successo e... >> dissi afferrandogli la mano.
<< Piangi per quel Jamie eh? >> mi interruppe sorridendomi. Mi passai il dorso della mano sotto agli occhi e annuii.
<< Siamo stati a letto insieme. Pensavo fosse il momento adatto di digli quello che provo. Avrei voluto farlo la mattina seguente ma lui sembrava quasi che mi odiasse. Poi ha tentato di chiedermi scusa, penso... ma  l'ho cacciato via >> spiegai facendo spallucce.
<< Oh Madison! Perchè lo hai fatto?! Dovevi farlo parlare, dovevi almeno ascoltare le sue stupide scuse e poi decidere >> mi rimproverò il mio amico.
<< Sono impulsiva okay? >> allargai le braccia sbuffando. Michael aveva la capacità di farmi detestare.
Sentimmo bussare alla porta e una donna minuta entrò nella stanza.
Sul cartellino bianco plastificato c'era scritto Ellen e accanto la sua foto. Sorrisi e lei ricambiò.
<< Mi dispiace disturbarvi ma l'orario delle visite è terminato. Sono davvero dispiaciuta >> disse gentilmente.
<< Non c'è problema, stavo per andarmene >> dissi alzandomi.
<< Mad va da Jamie...ora! >> intervenne il mio amico. Annuii anche se poco convinta e poi uscii.
Non appena misi piede fuori dall'ospedale una folata di vento mi fece ondeggiare i lunghi capelli. Mi strinsi nelle spalle e mi guardai attorno. Il cielo prometteva ancora pioggia e il profumo di essa si diffondeva nell'aria fredda.
Su una panchina notai un ragazzo biondo, fissare le acqua scure del mare confondersi con il cielo. Deglutii pensando a Mick.
Presi coraggio e mi avvicinai a lui. Lo vidi alzare lo sguardo verso di me e farmi spazio.
<< Non ti sto perdonando Bower >> dissi freddamente quando lo vidi sorridere.
<< E io non te lo sto chiedendo. Voglio solamente poterti spiegare >> 
Annuii spostando lo sguardo sui miei piedi.
<< Da Green Chair? Domani alla pausa pranzo? >> sentii chiedermi. Risi scuotendo il capo.
<< Okay >> risposi. 
<< Beh se cambi idea il mio numero lo hai o almeno spero tu lo abbia ancora >> continuò alzandosi. Fece per andarsene ma prima si voltò.
<< Comunque è 3655289658, giusto per esserne sicuri >> finì sorridendomi timidamente e anche un po' imbarazzato.
Annuii senza dir nulla e lui fece lo stesso allontanandosi.
Maledizione perchè era così dannatamente bello? Sarei dovuta corrergli dietro e baciarlo ma il mio stupido orgoglio me lo impediva.



<< Mick come sta? >> mi domandò Shay mentre raggiungevamo l'aula di Economia.
<< Come uno che ha tentato di togliersi la vita >> sospirai.
<< Madison!>> mi ammonì lei.
<< Beh? Che vuoi? È la verità >> dissi giù di morale.
Shannon alzò lo sguardo al cielo.
<< Si riprenderà >> posò la sua mano sulla mia spalla e mi attirò a sè.
<< Lo so...fisicamente starà bene ma psicologicamente? Chi ci dice che non ci riproverà? >> chiesi preoccupata.
<< Nessuno Mad. Dobbiamo solo stagli vicini e far di tutto per impedirglielo >> 
Aprii la pesante porta di legno ed entrammo nell'aula. Il professore Montgomery era seduto alla sua cattedra e intratteneva una conversazione con una ragazza del corso.
Avevo appena preso posto quando vidi entrare Jamie. 
<< Uau >> sentii esclamare da Shay. 
<< Che ti prende? >> chiesi perplessa.
<< Non lo vedi? Cazzo è uno schianto >> fischiò seguendo con lo sguardo Jamie. Era vero, Bower era particolarmente bello: la maglia bianca attillata e il giubbotto di jeans abbastanza morbido gli stava davvero bene.
<< È Jamie >> dissi facendo spallucce. Shay mi guardò sollevando un sopracciglio.
<< Lo mangi con lo sguardo Madison. Ammettilo: te lo stai immaginando nudo >> improvvisamente mi sentii mancare, le mie guance presero fuoco e iniziai a ridere nervosamente.
<< Che ti prende? >> chiese perplessa. Scossi il capo.
<< Madison perchè sei diventata tutta rossa? >> Shay mi afferrò il viso e mi costrinse a guardarla negli occhi.
<< Shannon...ti prego >> dissi a fatica.
<< O mio dio. Sai andata a letto con lui?! >> esclamò.
<< Puoi non urlare?! >> dissi entrando in panico e guardandomi attorno.
<< Non ci posso credere. Com'è stato? >> mi domandò sotto voce. Sorrisi inconsciamente.
<< Fantastico >>
<< Sei innamorata di lui per caso? >> chiese entusiasta.
<< Se ti dicessi di si >>  continuai mordendomi il labbro.
Shay non replicò, si gettò addosso a me abbracciandomi teneramente.
<< Sono così felice per te! >>
Annuii e sorrise imbarazzata. Le avrei voluto raccontare di quello accaduto dopo, ma era troppo felice e non aveva la minima idea di spezzare quella magia.
Quando vidi il Green Chair farsi vicino rallentai. Mi fermai del tutto quando, dalla vetrina, scorsi Jamie seduto ad un tavolo: si guardava attorno e muoveva nervosamente la gamba. 
Feci un lungo respiro e decisa entrai.
<< Forza, ti ascolto e ti prego di essere sincero >> esclamai sistemandomi comoda.
Jamie sorrise imbarazzato.
<< Hai ragione: tu non sai Hanna. Ma io sono sempre io. Sono un codardo Madison. Sono scappato da te e credo sia stata la cosa più stupida che potessi fare >>
<< Oh questo è sicuro >> intervenni acida.
<< Avevo paura che potesse finire tutto e ritrovarmi ancora con quella sensazione di vuoto. La stessa che avevo provato quando Hanna mi aveva mollato >>
<< Hai preferito farla provare a me allora? >> chiesi scorbutica. Jamie scosse il capo 
<< No, Mad. Non avevo intenzione di farti soffrire >> si affrettò a rispondere.
<< Beh credo che il tuo piano sia fallito invece. Sono stata tre giorni ad odiarmi. Mi sentivo una stupida capisci? Mi incolpavo di essere stata una scema ad essere caduta nella tua trappola. Credevo che l'unico tuo interesse ne miei confronti fosse stato quello di portami a letto >> dissi agitandomi e indietreggiano appena con la sedia.
<< Mi dispiace Mad. Perdomi >> piagnucolò.
Sogghignai indignata scuotendo il capo.
<< Che avessi paura di soffrire posso anche capirlo ma trattarmi in quel modo...no, mi dispiace non posso accettarlo >> continuai alzandomi, afferrai la borsa e uscii dal locale con le lacrime agli occhi. Improvvisamente sentii qualcuno toccarmi la spalla e poi Jamie bloccarmi la strada.
<< È per questo che sto cercando di chiederti scusa >> continuò posando le mani sulle mie spalle.
<< Jamie non mi hai detto una parola quella mattina. Dopo quello che era successo credevo che provassi qualcosa per me. Eri passato dall'amarmi ad odiarmi in poche ore >> gridai su tutte le furie.
<< Io non ti odio. Non potrei mai farlo >> 
Alzai gli occhi al cielo cercando di trattenere le lacrime. Scivolai via dalla sua stretta e ripresi a camminare.
<< Ho capito perchè le persone continuano a volere quello che le uccide! >> mi gridò. Mi bloccai, mi voltai lentamente verso di lui e lo guardai stupita.
<< Io ti ucciderei? >> chiesi lasciando che una lacrimi mi scivolasse lungo il viso.
<< Ogni singola volta che i miei occhi incontrano i tuoi. Ogni volta che mi sorridi. Quando ridi e quando le tue mani cingono i miei fianchi. Madison io me ne sono andato perchè credo di amarti e pensare che potrei perdere tutto questo mi spaventa >> continuò rimanendo a debita distanza di me. Voltai il capo verso il mare e la fredda brezza mi colpì.
<< Preferisco quello che mi uccide piuttosto di averlo affatto >> continuò con la voce spezzata.
Mi asciugai gli occhi e presi fiato.
<< Mi avevi detto che non sapevi che fosse l'amore >>
<< Ancora non conoscevo te >> 
A quelle parole mi morsi il labbro. Mi passai una mano tra i capelli e portai le braccia al petto. Abbassai il capo e ripresi a piangere. Perchè sembrava che ogni cosa fosse colpa mia? 
Senza rendermene conto Jamie mi stava stringendo tra le sue braccia. Mi lasciai andare gettando le mie mano attorno al suo collo. Sentivo la sua mano passare sui miei capelli e le sue labbra baciarmi il capo.
<< Mi dispiace così tanto. Vorrei tornare indietro nel tempo e evitare tutto questo >>
Con gli occhi colmi di lacrime scossi il capo e mi allontanai da Jamie.
<< Dispiace anche a me >> dissi accarezzandogli il viso per poi dagli un bacio sulla guancia e indietreggiare.
Vidi il suo sguardo riempirsi di preoccupazione.
Mi voltai e ripresi a camminare.
<< Mad? Mad che significa questo? Madison! >> gridò lui mentre io me ne andavo. Abbassai il capo e strinsi i pugni. Lottai contro me stessa pur di non tornare indietro ma se da un lato lo amavo con tutta me stessa, dall'altro avevo paura della sua instabilità.
Decisi di essere io codarda questa volta e andarmene.
Qualche metro più avanti mi lasciai cadere su un muretto di pietra che separava uno spazio verde da una tranquilla stradina costeggiata da case molto simili tra loro.
Feci un lungo respiro e, dopo aver incrociato le gambe su di esso, accessi una sigaretta. Il fumo denso che uscì dalla mia bocca si dissolse velocemente nell'aria provocando in me uno strano senso di malinconia.




*Spazio autrice*
Salve a tutti!
La scuola è finita e avrò più tempo da dedicare alla ff!
Spero che questo capitolo vi piaccia e come sempre, se vi va, fatemi sapere che ne pensate.
Grazie a tutti. Bacioni,
El.

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Capitolo 18
*** Waiting ***










 

And I belive in us because you believe in me
Believe in me
And I’ll wait for you in the dark
Arms out stretched, comforting lover
My bones may be falling apart, but I’ll wait for you come the summer
And I’ll wait for you in the dark









 
Tenevo il capo chino e gli occhi puntati sul marciapiede. Vedevo i ciuffetti d'erba verde sbucare qua e la tra le vecchie mattonelle.
<< Tutto bene? >> sentii chiedermi. 
Sollevai il viso e rimasi scioccata vedendo McGrady fissarmi. Feci una smorfia.
<< Si >> risposi freddamente guardando velocemente altrove. Lui sogghignò e poi prese posto accanto a me. Restò in silenzio per qualche secondo, giusto il tempo di accedersi anche lui una sigaretta.
<< Lo sai che non si dicono le bugie? >>continuò ironicamente. Feci schioccare la lingua e risi acidamente.
<< Che cazzo vuoi? >> domandai scorbutica. Portai la sigaretta alla bocca e Lucas sollevò un sopracciglio.
<< Che tu dica che non stai bene >> 
<< Perchè dovrei farlo? Perchè dovrei farmi vedere debole? Se si abbassa la guardia tutte le cose cattive entrano  ferendoci ancora di più >> dissi bloccandomi con la sigaretta a pochi centimetri dalla bocca. Lucas sorrise inconsciamente. Forse era la prima volta che sul suo viso comparve un sorriso vero. Sollevò il capo e guardò il cielo.
<< Non dovresti dare sempre retta a Bower >> esclamò. A quelle parole mi raddrizzai e mi voltai quasi completamente verso di lui stupita e curiosa.
<< Come fai a sapere che me  lo ha detto Jamie? >> domandai. McGrady ispirò dalla sua sigaretta e mi guardò.
<< Perchè l'ho detto io a lui >> 
<< Come? >> chiesi incuriosita. Lucas gettò la sigaretta a terra e ci passò sopra il piede. Si guardò attorno e poi i suoi occhi si posarono su di me.
<< Se te lo dico tu non lo racconti a nessuno vero? Nemmeno a Bower >> 
Annuii.
<< E non andargli a fare una sceneggiata, intesi? >> 
<< Intesi >>
Lucas annuì e prese a parlare.
<< Jamie ti avrà raccontato la sua storia strappalacrime di quando Hanna lo ha tradito, non è  vero? >> 
<< Si >> risposi in ansia e curiosa per quello che stava per dirmi.
<< Bene. Quello che forse non ti ha detto- e ne sono certo -  è che io e Bower ci conosciamo da parecchi anni ormai. Molto probabilmente saprai anche della mia vita passata non proprio casa e chiesa >> rise rivolgendosi a me.
<< Certo, so molte cose per cui...se vuoi arrivare al dunque >> esclamai perdendo la pazienza.
<< Quando Hanna lo ha mollato Jamie era distrutto. Non avevo mai visto una persona tanto devastata e credimi: ho visto parecchia gente devastata per diverse cose. Comunque, io di certo non l'ho aiutato nel migliore dei modi >> sospirò pensieroso McGrady. Strinsi i denti e aspettai che continuasse.
<< Avevo convito Jamie che fosse giusto farla pagare a quel bastardo che gli aveva portato via la ragazza. Jamie era debole, influenzabile ed io ne avevo approfittato visto che avevo un conto in sospeso con quel bastardo. Mi doveva dei soldi perchè  gli avevo venuto l'erba un paio di giorni prima. Utilizzai Jamie come una macchina da guerra. Lo vidi gettarsi contro di  Martin e tempestagli il viso di pugni. Perfino per me era troppo. Lo allontanai ma solo dopo mi accorsi che Hanna aveva assistito all'intera scena >> si fermò, rivolse lo sguardo a me e mi sorrise triste. Sentivo il mio cuore battere forte nel petto e diffondersi fino alle tempie.
Gli occhi di Lucas erano colmi di vergogna e rammarico.
<< Ovviamente sporse denuncia. Io finii al fresco, con i miei precedenti non avevo scelta. Bower dovette fare lavori socialmente utili. Ma Jamie perse di più che alcune ore di libertà: perse Hanna, non una ma due volte. >> finì alzandosi dal muretto. Lo guardai senza fiatare.
<< Per cui Madison... se ami Jamie, anche se nel più profondo del tuo cuore, credo sia giusto provaglielo. Ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto e che picchi più forte di lui >> rise passandosi la mano sul viso. Sorrisi debolmente e annuii.
Guardai Lucas allontanarsi con passo sicuro. Mi passai una mano sul viso. Spensi la sigaretta e tornai indietro, verso Green Chair.
Guardai all'interno ma Jamie, ovviamente, se ne era già andato. Velocemente tornai al dormitorio un po' confusa. Dovevo parlare con Shay di quanto accaduto. Appena voltai l'angolo vidi un ragazzo biondo seduto a terra davanti alla porta della mia stanza. Sembra Jamie ma non era lui.
<< Sam? >> chiesi avvicinandomi con cautela. Il ragazzo alzò lo sguardo e sul suo volto comparve un grosso sorriso.
<< Madison, ehi...stavo cercando proprio te >> esclamò sollevandosi in piedi.
<< Sono qui. Dimmi >>
<< Ecco, mi stavo chiedendo: non è che per caso hai visto mio fratello? Ho saputo dal suo compagno di stanza che era fuori a pranzo con te >> mi spiegò allegramente. Sorrisi imbarazzata.
<< Usciti dal locale abbiamo preso strade diverse >> dissi con un filo di voce. Sam annuì.
<< Okay grazie >> 
<< Perchè lo stai cercando? >> domandai curiosa.
<< Come? Non lo sai? Jamie mi ha detto che me lo avreste dato voi due un passaggio >> mi spiegò sorpreso dalla mia domanda.
<< Scusa ma non so di cosa tu stia parlando >> scossi il capo non capedo.
<< Jamie mi ha chiamato poco prima che uscisse a pranzo con te, mi ha detto che sta sera saresti venuta pure tu al locale >> mi disse sempre con quel fantastico sorrise sulle labbra.
Non feci in tempo a replicare che il cellulare di Sam iniziò a suonare.
<< Fantastico, mi tocca prendere il treno. Quel coglione di mio fratello è già diretto a Londra in moto >> sbuffò alzando gli occhi al cielo. Aggrottai la fronte.
<< Beh, posso darti un passaggio io >> feci spallucce. Sam annuii allegramente. 
Lo guardai pensierosa.
<< Si, dammi un attimo. Poso i libri e andiamo >> continuai inserendo le chiavi nella serratura.

Due ore dopo stavo guidando nel traffico londinese. Il sole era ormai calato. Sam mi dava dritte come un navigatore di rally. 
<< Jamie sarà felice di farti sentire la sua nuova canzone >> sentii esclamare dal ragazzo. La luce rossa del semaforo si accese ed io mi fermai.
Un autobus rosso a due piani sfrecciò davanti a noi.
<< La nuova canzone? >> chiesi sorridendo. Sam si mise una mano sulla bocca e socchiuse gli occhi.
<< Cazzo. Probabilmente non avrai dovuto dirtelo >> rise. 
La luce verde si accese ed io partii a tutto gas. Improvvisamente il cellulare di Sam iniziò a suonare all'impazzata.
<< J! >> esclamò allegramente mettendo il viva voce. 
<< Sei già partito? >> chiese con voce cantilenante.
<< Si, sono in... >> 
<< Okay. Muoviti! >> Io tenevo gli occhi fissi sulla strada e mi mostravo calma e sicura anche se dentro stavo esplodendo.
<< Hai presente il traffico londinese? >> replicò sarcasticamente il fratellino. Dall'altro capo Jamie non fiatò, calò il silenzio per pochi secondi e poi, la sua voce fredda, lo spezzò.
<< Si si. A dopo >> si affrettò a dire riattaccando. Sam fissò il cellulare per alcuni secondi un po' spaesato.
<< Che strano >> commentò tra sè e sè. Lo guardai per un istante con la coda dell'occhio.
<< Perchè? >> domandai fingendomi sorpresa.
<< Qualche ora fa era tutto su di giri e adesso ha la voce di uno che sta per andare a morire >> mi rispose ancora perplesso.
<< È Jamie >> replicai facendo spallucce.
<< Si, hai ragione >> esclamò riacquistando l'allegria che aveva poco prima.
Ben presto arrivavamo al locale. Camden era colma di persone come sempre. Le numerose luci fluo che illuminavano i buoi scantinati si riflettevano sulle pozzanghere che coprivano parte dei marciapiedi.
Seguii Sam lungo le scale e, quando entrai nel locale, riaffiorarono i ricordi della sera in cui venni con Bower.
Vidi Abigail venire verso di noi a braccia spalancate. In una mano reggeva un drink colorato.
<< Sammy! >> urlò abbracciando il ragazzo.
<< Madison ehi! >> continuò stringendo pure me. Sorrisi salutandola allegramente.
<< Sei qui! Jamie mi aveva detto che non saresti venuta >> mi disse bevendo un sorso del suo drink. 
<< Davvero? >> esclamò sorpreso Sam. Scossi il capo.
<< Voglio qualcosa da bere! >> esclamai cercando di cambiare discorso. Mi feci largo tra la folla e mi fermai al bancone del bar. Mi sedetti su uno di quei alti sgabelli e mi portai le mani sul viso.
<< Vuoi qualcosa? >> sentii chiedermi. Aprii appena le dita e vidi il viso divertito di Aaron fissarmi.
<< Qualcosa di forte. Sarà una lunga serata >> sospirai.
<< Bower? >> chiese socchiudendo gli occhi. Si lanciò lo strofinaccio sulla spalla e si appoggiò al bancone in attesa di una mia risposta.
<< Se ti dicessi di no ci crederesti? >> 
<< No >> rise divertito.
<< Allora dammi da bere e facciamo finta che questa conversazione non sia mai avvenuta >> sorrisi nervosamente. Aaron ammiccò e poco dopo davanti a me posò un piccolo bicchierino.
<< Tutt'uno fiato Madison >> sorrise sollevando in aria quello che reggeva tra le mani. Afferrai il mio e imitandolo lo portai alla bocca e bevvi.
Strizzai gli occhi sentendo l'alcol bruciarmi la gola.
<< Che cazzo è? >> domandai.
<< Non ha importanza. Ora va da gli altri e divertiti Madison. Hai vent'anni! >> mi incoraggiò. Annuii e seguii il consiglio. Raggiunsi Abigail e Sam al tavolo e mi lasciai cadere sulle comode poltroncine.
Le luci si spensero e due riflettori puntarono il piccolo palco. Si sentì un forte boato e diversi applausi. Sul palco comparve Thomas e gli altri ragazzi. Per ultimo, a capo chino, comparve Jamie. I capelli mossi si riversavano sul viso. Si posizionò davanti al microfono, la chitarra bianca era in contrasto con gli abiti neri.
Si passò una mano tra i capelli per scostarli dagli occhi. Capii che aveva qualcosa che non andava. Capii che la cosa che non andava ero io.
Posò le labbra vicino al microfono e si schiarì la voce.
<< Noi siamo i The Darling Buds >> disse venendo accolto da un caloroso boato.
<< La nostra nuova canzone si chiama Waiting e beh, è dedicata ad una persone molto importante per me. Questa sera doveva essere qui con me ma non è potuta venire..spero comunque che a voi piaccia >> finì. Abigial posò la mano sulla mia gamba e ammiccò.
<< Pensa come sarà felice quando ti vedrà >> 
Sorrisi imbarazzata. Non potevo di certo sapere come avrebbe reagito Jamie quando mi avrebbe vista. 
Bower iniziò a suonare la chitarra con estrema passione. Il pubblicò era incantato dalla sua voce.
Quando arrivò il ritornello rimasi di stucco sentendo le parole.
<< ... and I believe in us because you believe in me, believe in me ... >> cantò Jamie tenendo gli occhi chiusi.
Quella canzone era la prova che lui mi amava e quelle parole, le stesse tatuate sulla mia pelle, mi scatenarono un'infinità di emozioni. Ascoltai impassibile anche le altre canzoni e poi, quando le luci si accesero e vidi Jamie scendere dal palco, scattai in piedi.
Mi feci largo tra la folla e mi fermai quando vidi diverse ragazze attorno a lui. Scattavano foto e ridevano divertite. Aspettai alcuni minuti e quando se ne andarono mi avvicinai lentamente.
<< Io credo in noi perchè tu credi in me >> dissi alle sue spalle. Jamie che era chino in avanti a sistemare gli strumenti si bloccò.
 Si alzò e timoroso si voltò verso di me. I suoi occhi azzurri incontrarono i miei e il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.
Il biondo si morse il labbro e guardò altrove.
<< Che ci fai qui? >> domandò. 
<< A dire il vero non lo so. So solo che quando tuo fratello mi ha detto che eri qui e che avevi l'intenzione di portarmi beh...non ci ho pensato due volte di prendere la macchina e guidare per due ore con Sam che non sa stare zitto >> replicai spostando il peso da un piede all'altro.
Jamie mi lanciò una rapida occhiata per poi voltarsi velocemente e riprendere a sistemare gli strumenti.
Mi passai una mano tra i capelli e aspettai qualche secondo.
<< No... forse so perchè sono qui >> ripresi con un filo di voce.
<< Forse? Lo sai o no Madison? >> intervenì Bower s continuando a darmi le spalle.
Mi morsi il labbro e presi fiato...






*Spazio Autrice*
Salve a tutti!
Vi chiedo scusa per averci messo un mese a pubblicare ma purtroppo sono andata a Londra e non avevo internt.
Domani partirò per due settimane e beh non credo di riuscire a pubblicare...I'm sorry :(
Comunque spero che Madison e Jamie vi piacciano e vi piaccia anche questo capitolo.
Nel mentre sto pensado ad una nuova FF :)
Un bacio, El.

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Capitolo 19
*** The reason ***












 


And so I have to say before I go 
That I just want you to know 
I've found a reason for me 
To change who I used to be 
A reason to start over new 
and the reason is you 


 



 
Muovevo nervosamente la mano contro la gamba, torturando il labbro inferiore. Sapevo che se avessi continuato in quella maniera ben presto sarebbe uscito del sangue. Jamie scosse il capo, infastidito dal mio comportamento.
<< Jamie tu mi piaci... >> dissi con un filo di voce, quasi cantilenante.  Bower si voltò di scatto e si avvicinò a me.
<< E allora dove sta il problema? Perchè continuiamo a farci del male? Lo so che ti ho ferito ma devi credermi quando ti dico che non lo avrei mai voluto fare. Madison cazzo, lo so che vuoi stare con me quanto io voglio stare con te >>
<< Jamie >> mi schiarii la voce mordendomi nuovamente il labbro. Bower rise beffardo. Si portò le mani sul viso e, dopo aver fatto un giro su se stesso, allargò le braccia ed esplose.
<< Madison, io e  te ci intendiamo con un solo sguardo. Io capisco te e tu capisci me e forse è proprio questo il nostro problema: ci capiamo fin troppo bene. Non possiamo nasconderci le cose. Non possiamo mentirci come fanno tutti gli altri. Non possiamo ignorare ciò che proviamo ed è per questo che io non ho intenzione di mollare la presa con te. Quindi odiami quanto vuoi. Dimmi pure che sono uno stronzo, che mi sono comportato come un bastardo ma io sorriderò perchè so che il tuo odio è amore >> mi disse afferrandomi le mani e stringendole nelle sue.
Improvvisamente sentii il cuore accelerare e le gambe tremare.
<< Okay. Okay. Ascoltami >> esclamai indietreggiando un po' .
<< Hai ragione: mi piaci e parecchio Jamie ed è vero, il mio odio è un smisurato, incosciente e irrazionale amore per te >> ammisi.
<< Allora Mad, qual'è il problema che ti impedisce di venire da me? >> mi chiese osservandomi con quei suoi fantastici occhi azzurri. Mi guardai attorno, gli afferrai la mano e lo trascinai fuori dal locale passando dalla porta sul retro. 
Ci ritrovammo in un vicolo illuminato solo dalla pallida luce arancione dei lampioni che mettevano in mostra i numerosi graffiti.
<< Io non posso darti la sicurezza che ci sarò per sempre Jamie. Anche se ti amo...si hai capito bene, ti amo... >> dissi quando vidi i suoi occhi brillare.
<< Non posso essere sicura che questo durerà per sempre. Nessuno può saperlo con certezza. Tutto può accadere. Con questo non voglio dire che ti mollerò per il primo che passa ma che i sentimenti sono imprevedibili Jamie >> ripresi.
Bower annuii sorridendomi leggermente. Anche se era ben poco illuminato riuscivo a vedere la sua immensa bellezza.
<< Lo so Mad ma non sono una persona perfetta. Ci sono diverse cose che desidero non aver fatto, ma continuo ad imparare. Non avevo intenzione di farti queste cose, quindi voglio dirti prima che vada che ho trovato un ragione, per cambiare ciò che ero. Una ragione per ripartire da capo e la ragione sei tu, Madison >> mi disse ed io, involontariamente scoppiai a ridere scuotendo il capo.
<< O mio dio Jamie! Non puoi usare The Reason dei Hoobastank per farmi restare >> 
Jamie rise a sua volta portandosi una mano sul volto.
<< Andiamo, ho sempre voluto usare una canzone per spiegare i miei sentimenti. Un po' come accede nei musical >> replicò socchiudendo gli occhi mentre sorrideva.
<< Allora dovevi cantarmela >> commentai allegra. Improvvisamente sembrava che l'universo avesse ritrovato il suo equilibrio. Eravamo tornati ad essere i due amici di prima. Eravamo tornati ad essere noi.
Jamie smise di ridere e mi osservò compiaciuto.
<< Sei uno stupido >> dissi. 
<< E tu sei la persona più fantastica che abbia mai conosciuto Madison Fray >> replicò. 
Lo vidi avvicinarsi a me. Posò le sue mani sui miei fianchi e poi le sue labbra sulle mie. Iniziò a baciarmi con passione e improvvisamente tutta la tensione che avevo accumulato svanì. Portai le braccia attorno al suo collo continuando a baciarlo. Mi erano mancate le sue labbra, sentire i suoi capelli tra le mia dita e le sue mani su di me.
<< Posso ritenerti mia? >> chiese sussurrandomi all'orecchio.
<< Vedremo >> sorrisi per poi baciarlo di nuovo.
<< Mi piaciono le ragazze che si fanno desiderare >> esclamò restando a pochi centimetri da me.
Socchiusi appena gli occhi-.
<< Dimmi una cosa: perchè mi hai parlato quel giorno? >> chiesi.
Jamie fece spallucce, tenendomi vicino a sè.
<< Non lo so. Non avevo intenzione di fare amicizia. Non mi interessavi nemmeno a dire il vero >> 
<< Ehi! >> risi dandogli un colpo sul braccio. Lui sogghignò divertito.
<< Ti sei appiccicata a me come una cozza. Nemmeno mi conoscevi e mi hai obbligato a craccare il sistema della polizia! >> continuò.
Lo guardai truce.
<< Non ti ho dovuto supplicare molto se non mi ricordo male >> commentai acidamente.
<< E comunque dovresti ringraziarmi. Se io non mi fossi "appiccicata come una cozza" a quest'ora eri qui senza di me >> finì avvicinandomi al suo viso.
<< Vedi: ho scelto una ragazza intelligente >> sorrise prima di baciarmi.
<< Uno dei dei due deve pur esserlo >> amicai amichevolmente. Jamie scosse il capo.
<< Okay. Torniamo dentro, comincia a fare freddo >> continuò lui dandomi un altro bacio.
Rientrammo nel locale e il frastuono della musica e delle voci mi perforò i timpani.
Tra la folla notai uno strano subbuglio. Jamie aggrottò la fronte.
Vidi Thomas parlare animatamente con un ragazzo dai capelli neri come la notte. Sam stava tra i due, cercando di evitare qualsiasi contatto fisico mentre Abbigail cercava di calmare il suo ragazzo.
Guardai Jamie e lo vidi contrarre la mascella.
<< Chi è ? >> domandai. 
Bower non mi rispose, mi guardò e basta ed io capii. 
<< Devi andartene. Non sei il benvenuto! >> tuonò Thomas. Il ragazzo, quando vide Jamie, si fece ancor più cupo e minaccioso.
<< Che ci fai a Londra? >> chiese scettico Jamie. Il ragazzo sorrise beffardo scuotendo il capo.
<< Non lo sai? >> 
<< Non so cosa? >> replicò Bower iniziando a perdere le staffe. 
<< Il tuo amico McGrady mi deve dei soldi >> spiegò acidamente portando le braccia al petto. Jamie sollevò un sopracciglio e mi lanciò una rapida occhiata. 
<< McGrady?! >> esclamai infuriata e stupita.
<< Madison no. Stanne fuori >> mi disse il biondo.
<< Ma Jamie... >> cercai di parlare ma lui si voltò completamente verso di me.
<< Non ora Madison >> disse a denti stretti. Ritornò sul ragazzo.
<< Andiamo fuori a parlare >> disse freddamente. Il ragazzo annuii e prese le scale seguito da Jamie e Thomas.
Li guardai fino a quando scomparvero del tutto. Sospirai lasciandomi cadere su una sedia. Mi passai una mano tra i capelli e chiusi gli occhi per pochi secondi.
<< È Scott, non vero? >> domandai poco prima di riaprirli. Abbigal e Sam si guardarono velocemente e poi lei mi sorrise apprensiva.
<< Immaginavo >> commentai con un filo di voce. Sam si allungò verso di me e mi sorrise dolcemente.
<< Mio fratello ti ama e credimi, se me lo ha detto significa che è una cosa seria per lui >> 
Annuii sorridendo. 
Diversi minuti dopo la porta del locale si aprì. Jamie entrò nel locale infuriato e Thomas, che gli stava attaccato come un cagnolino, gli parlava cercando di tranquillizzarlo.
<< Mad, dobbiamo andare >> mi disse Jamie serio.
<< Ma che succede? >> chiese Abbigail. 
<< Vi spiega tutto Thomas. Andiamo Mad >> 
Perplessa mi alzai dalla sedia e salutai i ragazzi. Jamie mi prese la mano e mi portò fuori dal locale.
Salimmo velocemente le scale e quando ci ritrovammo in strada mi fermai.
<< Un attimo: mi vuoi dire che sta succedendo? Che voleva quello? >> 
Jamie mi riprese la mano e mi trascinò verso l'auto.
<< Le chiavi >> mi disse mostrandomi il palmo della mano. Le estrassi dal giubbotto di pelle e gliele passai.
Salimmo a bordo e poco prima che mettesse in moto mi guardò.
<< A Lucas servivano soldi e Martin gli ha proposto uno scambio: dell'erba per alcune sterline >> 
<< Quante? ... quante sterline Jamie? >> chiesi spostando lo sguardo da lui alle luci difronte a noi.
<< Ehm..centoventi, nulla di che >> mi rispose.
<< E dove sta il problema? >> continuai freddamente. Jamie si morse il labbro.
<< Non ne sono sicuro perchè quando poco fa ho chiamato Lucas era abbastanza agitato. Ha farfugliato qualcosa, ha accennato a Shannon e poi ha riattaccato >> spiegò mettendo in moto. Non dissi nulla. Appoggiai il capo allo schienale e infastidita mi voltai verso il finestrino. Iniziai a pensare a quello che poteva essere accaduto, a fantasticare e a farmi paranoie sulla mia amica.
Jamie guidò per due ore di fila nel buio della notte. I fari dalla mia auto illuminarono i parcheggi quasi completamente occupati del dormitorio femminile.
Il tonfo delle portiere che si chiusero risuonò nell'oscurità. 
<< Domani mattina chiariremo tutto, tranquilla >> mi disse Jamie stringendomi a sè e dandomi un dolce bacio sulla fronte.
Lo abbracciai e, mentre sprofondavo nel suo collo, inspirai il suo profumo.
<< Dormi da me? >> chiesi cercando i suoi occhi nella penombra. Jamie annuii e afferrò la mia mano.
Accesi la lampada accanto al mio letto e la stanza assunse una luce arancione, calda.  Erano le 2.30 e non si sentiva volare una mosca.
Mi voltai verso Bower e lo vidi lì, in piedi con lo sguardo perso fuori dalla finestra.
<< Mi dispiace ma non un pigiama da prestarti >> risi togliendomi le scarpe da ginnastica. 
<< Nessun problema >> ammiccò. Quando rialzai lo sguardo dai miei piedi rimasi estasiata. 
Jamie si sfilò la maglia e i tatuaggi che fino a quel momento erano rimasti coperti vennero alla luce. Mi alzai e slacciai i jeans. Il biondo mi lanciò una rapida occhiata e scosse il capo.
<< Che ti prende? >> domandai afferrando i pantaloni delle tutta grigi. Jamie sorrise.
<< Nulla >> 
Lasciai correre e dopo aver infilato i pantaloni mi levai la maglia rimanendo in reggiseno. Jamie mi guardò di nuovo ma questa volta non distolse lo sguardo.
<< Sai che quel tatuaggio mi fa impazzire? >> sentii digli.  Annuii.
<< Si, se non sbaglio l'hai anche inserito in una tua canzone >> risi indicando la mia pelle sotto al seno.
Scostai le coperte e sistemai il cuscino. 
<< Hai intenzione di dormire in jeans? >> chiesi sarcasticamente. Jamie mi strinse da dietro e iniziò a baciarmi delicatamente la scapola. 
<< No, per niente. Sai che l'ultima volta mia hai lasciato i segni delle tue unghie sulla mia schiena? >> mi disse tra un bacio e l'altro. Mi voltai verso di lui e portai le braccia attorno al suo collo.
<< Mi sarebbe piaciuto vederli ma mi è stato impossibile >> sapevo che con quella frase lo avrei istigato ma il mio intento era proprio quello.
<< Beh si può sempre rimediare, potremmo rifarlo no? >> 
<< Si...perchè no? >> dissi sfiorando le sue labbra con le mie. Jamie sorrise malizioso e poi le sue labbra si posarono sul mio collo per poi passare rapidamente alla mia bocca. Velocemente mi gettò sul letto mettendosi sopra di me. 
Sentii le sue labbra passare in rassegna ogni centimetro del mio viso. Mi irrigidii stringendo tra le mie mani i suoi capelli, quando ritornò sul collo. La sua bocca passò delicatamente sulla mia scapola e poi i suoi occhi azzurri incontrarono i miei.
Sorrise maliziosamente per poi baciarmi ancora e ancora. Feci scorrere le mie mani lungo il suo corpo e mi fermai quando trovai il bottone dei jeans.
<< Allora sei proprio sicura >> mi sussurrò all'orecchio. 
<< Se non lo fossi non saresti qui >> replicai. 
Quel poco che indossavamo finì a terra.
Jamie iniziò a muoversi su di me, delicatamente, pieno di passione mentre mi riempiva di baci. Ma più andavamo avanti più l'intensità aumentava e ad ogni movimento imprimevo le mie unghie nella sua schiena. 
Forse non stavo realizzando quello che stava accadendo. Forse la volta scorsa eravamo un po' brilli per goderci il momento ma in quell'istante avrei voluto che non finisse mai. Eravamo solo io e lui e non c'era cosa migliore.





*Spazio Autrice*
Salve gente!
Sono tornata con un nuovo capitolo, spero che vi piaccia!
Sto già lavorando ad una nuova ff sempre con Jamie come protagonista. 
Fatemi sapere che ne pensate.
Un bacione.
El.

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Capitolo 20
*** Always ***






 

And I will love you, baby

Always

And I'll be there forever and a day

Always

I'll be there till the stars don't shine

Till the heavens burst and

The words don't rhyme

And I know when I die, yoùll be on my mind

And I'll love you

Always






 
La vibrazione del cellulare interruppe il mio ormai leggero sonno. Aprii gli occhi. La mano di Jamie era appoggiata al mio ventre. Sentivo le sue labbra vicine al mio capo e il suo respiro tra i miei capelli.
Lentamente mi allungai verso il comodino.
Sullo schermo vidi il nome di Hanna, una chiamata persa e un messaggio. Sapevo benissimo che non avrei dovuto farlo, ma improvvisamente la gelosia e la rabbia presero il sopravvento. Aprii quel messaggio, attenta che Jamie non si svegliasse.
"Jamie, sono in città e avevo voglia di vederti. Perchè non prendiamo un caffè insieme questa mattina?
 Alle 11.20 alla nostra caffetteria? x "

Quando lessi "nostra" il sangue mi ribollì nelle vene. Come poteva parlagli in quel modo dopo avergli spezzato il cuore? 
Cancellai velocemente la chiamata e il messaggio e poi, come se non fosse successo nulla mi rimisi comoda.
Mi voltai verso di lui e lo osservai per alcuni secondi. Perchè lo avevo fatto? Perchè avevo cancellato quei messaggi? Ero forse una codarda? Si, forse avevo paura che Jamie potesse innamorarsi di nuovo di lei.
Le palpebre di Jamie vibrarono e pochi secondi dopo i suoi occhi azzurri si posarono su di me.
<< Buon giorno >> sorrisi. Bower ricambiò con uno pieno di amore.
<< Ehi, bellezza >> disse avvicinandosi e dandomi un delicato bacio.
Rimase immobile a guardarmi per alcuni secondi.
<< La finisci? Mi stai mettendo in imbarazzo! >> risi mettendogli le mani sugli occhi.
Lui le afferrò e le portò alla bocca. Le baciò delicatamente ed io rimasi impassibile. Che avevo fatto? Perchè avevo eliminato quel messaggio? 
I sensi di colpa mi invasero quando mi chiese se volevo andare a fare colazione.

<< Madison? Mad tutto okay? >> la voce di Jamie mi riportò alla realtà. Scossi il capo.
<< Si, certo >> sorrisi appena. 
Era da più di un ora che ripensavo al messaggio di Hanna. Ma che diavolo voleva da Jamie? Si erano lasciati in malo modo, perchè voleva incontrarlo?
Probabilmente avrebbe declassato l'invito con qualche sua frase da mega stronzo ma come potevo esserne sicura? 
Aveva preferito lasciarmi e scappare per non provare lo stesso dolore che quella stronzetta gli aveva lasciato. Forse mi sbagliavo ma una parte di me credeva che lui aveva ancora un sentimentio vivo per lei.
La porta del Green Chair si aprì e Lucas fece capolino nella stanza. Non appena ci vide si precipitò al nostro tavolo.
<< Okay. Aprite bene le orecchie >> disse afferrando una sedie e sedendosi. Sollevai un sopracciglio infastidita. Jamie mi lanciò un'occhiataccia così rimasi zitta.
<< Ho bisogno del vostro aiuto >> continuò sfregandosi le mani nervosamente. Sbarrai gli occhi.
<< Come? Tu hai bisogno di noi? Fammi indovinare: è per via della droga >> dissi sottovoce. 
<< Madison >> mi ammonì Jamie. Feci spallucce e ripresi a bere il mio caffè. Lucas ci guardò perplesso.
<< Si, noi lo sappiamo. Il come lo facciamo a sapere te lo dico dopo >> intervenne Jamie masticando il suo pancake coperto di sciroppo d'acero.
<< Quei soldi mi servivano per questo >> Lucas infilò la mano nella giacca di jeans ed estrasse una piccola scatolina blu. Aggrottai la fronte.
<< Per quanto tu mi odi...io la amo, sul serio >>
<< Allora la devi amare parecchio >> disse sarcastico Jamie.
 Lentamente aprii la scatolina e un anello luccicante comparve davanti ai nostri occhi.
<< O cazzo >> esclamò Jamie sorpreso. 
Rimasi senza parole a contemplare quell'anello di oro bianco con un piccolo ma luccicante diamante.
<< Ma è vero? >> chiese stupito il biondo. Io e Lucas lo guardammo contemporaneamente e Jamie, sentendosi osservato, allargò le braccia.
<< Beh? È un spacciatore, non è un uomo di classe >>
<< Ex spacciatore se vogliamo essere precisi e fammi capire: tu saresti un uomo di classe? Ma ti vedi come vai in giro vestito? >> intervenne McGrady. Jamie fece per replicare ma io lo interruppi.
<< Non siamo qui per vedere chi ha più classe okay? Finitela, tutte e due >> sbuffai.
<< Comunque, è il mio anello di fidanzamento per Shannon, ma non avevo abbastanza soldi per comprarglielo. Ho saputo che Martin voleva della roba così ho colto l'occasione per racimolare. Lo so, ora tu mi dirai che non è in questo modo che ci si guadagnano soldi, che non sono affidabile, che ho un testa di cazzo e bla bla bla... ma ho un cuore >> si fermò un secondo e poi continuò.
<< Io amo Shannon e avevo smesso di fare...beh avete capito, ma mi servivano quei dannati soldi. Shay ha pensato che avessi ricominciato e non mi vuole più parlare. In questo momento credo stia tornando al dormitorio >> finì Lucas tutt'uno fiato. Guardai Jamie che ancora stava fissando l'anello.
<< E noi cosa dovremmo fare? >> chiese Bower.
<< Vuoi che parli con Shay, non è vero? >> 
Lucas mi guardò con fare supplicante.
<< Ne ho bisogno Madison >> 
Iniziai a giocherellare con le posate, riflettendo sul da farsi. 
Jamie scosse il capo.
<< Va bene >> dissi con un filo di voce. 
<< Perchè vuoi aiutarlo? >> domandò Jamie osservandomi. Mi passai una mano tra i capelli.
<< Perchè la ama e Shay, non so per quale assurdo motivo, lo ama. Ecco perchè voglio aiutarlo >> dissi guardando truce McGrady che invece mi fissava con un enorme sorriso.
Mi alzai in piedi e afferrai la mia borsa. 
<< Stai andando ora? >> mi chiese Lucas entrando in panico. 
<< Si. Sai come si dice: tolto il dente, tolto il dolore >> sorrisi acidamente. Uscii dal locale e velocemente mi diressi al dormitorio.
<< Shay? Shay apri! >> gridai battendo la mano sulla porta. Questa si aprì lentamente. Entrai e notai Shannon seduta a terra. Teneva al capo appoggiato al suo letto e una confezione di fazzoletti vicino alla vita.
Chiusi la porta alle mie spalle e gettai la borsa a terra.
<< Che ti succede? >> domandai. Sapevo benissimo cos'era successo.
<< La mia vita amorosa fa completamente schifo! >> pianse portandosi le mani al viso. 
Velocemente mi sedetti accanto a lei.
<< Shay... >> 
<< Madison, Lucas ha ripreso a spacciare! Capisci?! Cazzo! Come ha potuto farmi questo?! >> gridò indicandosi. Il mascara era completamente colato sul viso e sui numerosi fazzoletti.
<< Si, a proposito di... >>
<< Insomma, pensavo mi amasse e invece è solo un grandissimo coglione! Mi aveva assicurato che aveva smesso! Smesso! Vaffanculo McGrady! >> m'interruppe di nuovo sfogando tutta la sua frustrazione.
<< Okay Shay chiudi quella bocca!>> intervenni. Shannon mi osservò stupita. Aveva gli occhi rossi e gonfi.
<< Lucas ti ama. Ti ama e parecchio, anche se ha fatto quello che ha fatto avrà avuto un buon motivo >> ripresi calmandomi. La mia amica si corrucciò.
<< Che buon motivo c'è nello spacciare Madison? Ti sei bevuta il cervello? >> 
Sollevai un sopracciglio, effettivamente aveva ragione.
Sospirai passandomi una mano tra i capelli. 
<< E come fai a sapere che lui mi ama? Non so nemmeno se mi abbia mai amato a questo punto >> scosse il capo riprendendo a piacere. Vedevo le lacrime rigagli le guance e sentii una nodo alla gola.
<< Shannon io sono stata la prima ad averti detto che Lucas era una coglione e che dovevi stagli alla larga. Ma credimi quando ti dico che lui ti ama. Vorrei poterti spiegare il motivo per il quale ne sono così sicura ma non posso, non in questo momento >> mi fermai quando la vidi fissarmi, probabilmente stava pensando che fossi una pazza.
<< Tu lo ami e lui ama te. Non farti scappare l'occasione di avere una persona al tuo fianco che ti ama con tutto se stesso. Chiama Lucas >> finì mentre una lacrima scese lungo la sua guancia.
<< Spero che tu abbia ragione Mad >> mi disse dura. Afferrò il cellulare e compose il numero.
Qualche secondo dopo il mio prese a suonare. Lanciai un'occhiata alla mia amica ed uscii dalla stanza.
<< Jamie? Che succede? >> domandai appoggiandomi al muro.
<< Che hai combinato Mad? Credevo ti fidassi di me. Credevo che avessi capito che io ti amo >> la sua voce era fredda e piena di amarezza.
Improvvisamente sentii come un nodo alla gola.
<< Jamie io... >> non potei dire altro che lui m'interruppe.
<< Avresti dovuto dirmelo che Hanna mi aveva mandato un messaggio. Perchè l'hai eliminato? E soprattutto perchè non me lo hai detto? >>
Cercai di restare calma ma sapevo benissimo di aver commesso un grave errore.
<< Mi dispiace okay? Non volevo farlo ma...insomma... >> 
<< Lascia stare Madison. Porta Shannon sulla spiaggia >> la voce fredda di Jamie mi fece rabbrividire. Riattaccò ed io ritornai nella stanza. 
<< Andiamo >> dissi afferrandola per il braccio con poca grazia. Shay mi guardò dubbiosa.
<< Dove? Anche se ho appena parlato con Lucas sono ancora in piana crisi d'amore >>
Alzai gli occhi al cielo e ignorandola la trascinai fuori.
Imboccammo la strada che portava alla spiaggia. Il sole era leggero e la brezza del mare ci scompigliava i capelli.
Ora nel mio cervello fluttuavano moltissimi pensieri. Non sapevo se essere felice ed emozionata per Shannon o triste e infuriata con me stessa per Jamie.
Non appena superammo gli alberi la spiaggia si aprì davanti ai nostri occhi. Su un muretto di pietra sedevano Jamie e Lucas. 
Shay mi guardò perplessa.
<< Ma che succede? >> domandò quando raggiungemmo i due. Il viso di Lucas s'illuminò alla vista della mia amica.
Bower si alzò in piedi lasciando sedere Shannon.
Guardai Jamie fermarsi accanto a me, sentivo la rabbia che provava nei miei confronti così decisi di concentrarmi su altro.
<< Shannon io ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessun'altra in vita mia. Scusami se sono una testa di cazzo. Scusami se sono così sbagliato ma quello che provo per te è indescrivibile. Sei tutto quello di cui ho bisogno >> le disse afferrandole le mani.
<< Ti amo anche io Lucas ma quello che hai fatto è stato... >>
<< Per amore Shay. Solo per amore e per poterti dare questo >> McGrady estrasse la stessa scatolina blu mostrata a noi poco prima e la posò nella mano di Shannon. La guardò a occhi sbarrati. Vidi le lacrime nei suoi occhi.
<< O mio dio >> sussurrò con quel filo di voce che le rimaneva.
<< Ti amo >> sorrise Lucas dandole un bacio sul capo. Le lacrime presero a scorrere sul suo viso quando vide l'anello brillare tra le sue mani.
<< Posso parlarti? >> dissi con un filo di voce a Jamie. Lui annuì. Ci allontanammo dai due piccioncini per raggiungere una zona più appartata.
Le fronte degli alberi si muovevano sinuose ad ogni folata di vento e qualche foglia gialla cadeva leggiadra sull'erba del piccolo boschetto.
Jamie si fermò difronte a me con le braccia al petto.
<< Hai ragione, non avrei dovuto farlo ma l'ho fatto un po' per egocentrismo e un po' per noi, per te. Io ti amo Jamie >> dissi senza distogliere lo sguardo da lui.
<< Si lo so, ma non è il modo di comportarsi Mad. Potevi dirmelo, potevamo discuterne insieme >> 
Mi morsi il labbro.
<< Non volevo che incontrassi la ragazza che ti aveva ferito. Che ti ha spezzato il cuore. Non avresti fatto lo stessa cosa se Sean mi avesse mandato un messaggio con scritto di incontrarci al "nostro" caffè? Mi avresti lasciato andare pur sapendo il male che mi aveva fatto? >> continuai quasi perdendo il controllo.
Jamie non disse nulla. Si avvicinò a me, lentamente.
<< Credo che avrei fatto molto peggio >> 
<< Allora mi perdoni se sono stata così egoista da volerti tutto per me? >> chiesi. Jamie sorrise per poi baciarmi delicatamente. Jamie ed io ci guardammo con gli occhi pieni d'amore.
<< Ti ho detto che i sentimenti sono imprevedibili, che non si possono controllare. Nessuno può sapere cosa accadrà domani ma io sono sicura che di te mi innamorerò ogni singolo giorno delle mia vita >>
Bower mi diede un altro bacio, questa volta più lentamente, in modo da assaporare ogni singolo secondo.
<< Madison Fray ricorda una cosa: io non ti amerò oggi, non ti amerò domani, ti amerò per sempre. In questa e in qualsiasi altra  vita >>





 
*Spazio autrice*
Salve gente!
E con questo capitolo concludo questa FF.
Spero che vi sia piaciuta.
Ne ho già iniziata una terza sempre con Jamie come protagonista, si chiama 'October rain'. Spero seguiate anche quella.
Un bacione e grazie a tutti!
El.

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