Il Demone che non perdona

di se solose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Avrebbe dovuto chiamare ***
Capitolo 2: *** Ha detto che sarebbe tornato ***
Capitolo 3: *** Era di famiglia ***
Capitolo 4: *** Senza di lui Arsenal non esisterebbe ***
Capitolo 5: *** La speranza nonostante le lacrime ***
Capitolo 6: *** Ritorno inaspettato ***



Capitolo 1
*** Avrebbe dovuto chiamare ***


È andato.
Sono passate 24 ore dalla sua partenza, e sarebbe dovuta arrivarci una qualche notizia. 

Siamo tutti qua, alla fonderia. Roy che cerca di passare il tempo prendendo a pugni quel palo di legno, Dig che passa il tempo a sistemare l'attrezzatura e Laurel chiede in continuazione che ore sono.
Io, io invece aspetto, fisso lo schermo spento del computer ed ogni tanto sposto lo sguardo sul cellulare.
"Avrebbe dovuto chiamare" la voce di Laurel mi arriva alle orecchie e fa male. Le sento sanguinare ormai.
Non posso più sentire questa frase.
Non riesco a sopportarlo.

"Magari non può. Forse ci sono degli imprevisti" dice Dig senza degnarla di uno sguardo. Anche lui è preoccupato da morire, come me.
"Che intendi per imprevisti? E se...se fosse..."
"Basta! - mi ritrovo ad urlare alzandomi dalla sedia contro ogni mia volontà - non provare neanche a dirlo, neanche a pensarlo, chiaro?" 
Non può avere così poca fiducia in lui da pensare che...che...non riesco neanche a dire quella parola nella mia mente.
Mi tremano le mani.
Oliver tornerà a casa, lo farà, lo ha detto. Lui ucciderà quel demone in terra, per Thea.
E se non ci riuscisse?
"Hai ragione. Vado...a prendere dei caffè, ok?" Annuisco.
"Ti accompagno" le dice Roy.
Una volta che i due sono fuori mi lascio andare ad un forte sospiro che porta con sé un singhiozzo, poi una lacrima, poi un'altra, sono come un fiume in piena che non riesco ad arginare.
Diggle si avvicina e mi abbraccia.
"Tornerà!"
Ma io non riesco a smettere di pensare al peggio.
"E se non lo facesse?"
"Non perdere la speranza, Felicity"
Mi asciugo le lacrime con i palmi della mano.
"Sai che mi ha detto prima di andare?"
"Cosa?"
"Che sapeva due cose; la prima è che avrebbe fatto qualunque cosa per salvare Thea" mi interrompo.
" E  la seconda?"
"....che mi ama" le lacrime scendono, ma stavolta silenziose.
" ed io? Io l'ho lasciato andare senza dirgli 'anche io' perché voglio che lui torni per sentirselo dire ma...ma adesso vorrei averglielo detto"
Mi appoggio alla scrivania, ho troppo peso da sopportare.
Il telefono squilla. Lo afferro veloce veloce e premo sul tasto verde.
"Oliver?" Chiedo ansiosa.
"Oliver Queen è morto!" Dice la voce dall'altro lato.

SPAZIO DELL'AUTRICE  - RICHIESTA A VOI LETTORI

So che avrei dovuto inserire il capitolo dell'altra mia storia ma...dopo ieri sera non ce la posso fare!
HO PIANTO. Vi rendete conto che ho pianto per una puntata di un telefilm e sapendo oltretutto che non può morire davvero? 
Un mid-season finale spettacolare con immensi colpi di scena, perchè io ero stra convinta che Ra's avesse ucciso Sara e che Oliver lo avrebbe battuto o per lo meno che la fine del combattimento ci sarebbe arrivato a Gennaio. Maledetti autori!!
Comunque ho deciso di fare questa breve storia, che ho messo come NON COMPLETA, perchè in base al vostro parere vorrei sapere se avreste voglia di vedere scritta, in pochi capitoli, una storia dalla "morte" di Oliver, reazioni di tutti in piccoli capitoli personalizzati, fino al momento del suo ritorno.
FATEMI SAPERE VOI, PER COMMENTO O IN PRIVATO, come preferite.

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Capitolo 2
*** Ha detto che sarebbe tornato ***


Lascio cadere in telefono sul pavimento. 
Sento l'intestino contrarsi,  stringersi. Non respiro.
Non respiro.

Provo ma non arriva niente. 
Non sento neanche più le gambe. 
Sono in piedi? 
Sono caduta?
Sono seduta?
Le luci diventano strane, il neon lascia delle scie  che i miei occhi a malapena vedono.
Sento un pizzicorio, degli aghi arrivano a galla e si impossessano dei miei occhi.
Dig mi scuote, mi parla ma io non sento niente.
Sono scesi anche Roy e Laurel, la vedo lasciar cadere tutto a terra. La vedo piangere. La vedo disperarsi. 
Credo di iniziare a camminare avanti e indietro forse, non lo so. Non ho controllo su me stessa.
Mi sento un fantasma.
"Felicity" mi chiama ancora Diggle.
Ha la faccia preoccupata nel mezzo delle sue lacrime, devo star facendo qualcosa di strano.
"No. Non è...Oliver non è... non è morto. Perché state piangendo?"
Poi la sento la mia voce. Credo di aver detto qualcosa. Ma gli altri mi guardano come fossi un' aliena. 
Cos'ho detto? Ho detto la verità.
"Fel..." mi si avvicina Roy, ha una mano sanguinante. Ah si, ha rotto la teca del costume di Oliver.
Lo sento toccarmi una spalla.
È Oliver quello che lo fa, ma adesso non è lui. Non è lui.
Non sarà più lui. 

"Non è morto" lo guardo, lo supplico di credermi. 
Scuote la testa.
"Felicity Oliver..."
"No, non può. Ha detto che sarebbe tornato. Lo ha detto, Roy!"
Eppure una parte di me si sente morta. Perché?
Perché me lo hanno detto, l'ho sentito con le mie orecchie. Oliver é morto.
Non ci credo. Non posso.
Non ci riesco.

Roy mi abbraccia. Sento le sue guance bagnate sul collo, solo in quel momento capisco e la mia bolla si rompe.
Crollo. Crollo in un pianto disperato. Piango tutte le lacrime che ho. Non la smettono di scendere. 


Sono passate ore da quando sono rannicchiata qui così.
Ore e lui non è ancora sceso da quelle scale. Ore e lui non è qui.

Lui non tornerà.
Ho pregato tutti di andare via, di lasciarmi sola.
Mi alzo. Mi gira la testa. Mi fanno male gli occhi. Mi fa male il cuore.
La parte più distrutta di me. 
Tocco la punta di una delle sue frecce. Mi punge. Fa male. Sanguina. 
Il cuore sanguina, come il mio dito.
Ho sprecato tempo, abbiamo sprecato così tanto tempo che invece potevo passare accoccolata tra le sue braccia. 
Se n'è andato senza neanche la consapevolezza che io sono follemente innamorata di lui.
No lui lo sapeva, lo sapeva benissimo.

Accarezzo il suo arco. 
Prendo il cappuccio, quello verde, quello di Arrow.
Lo stringo forte e me lo porto al viso.
Sento il suo odore. Così buono. Così tremendamente doloroso anche solo respirarlo.
Ti odio, ti odio perché non sei tornato. Ti odio perché non mi hai amato abbastanza per tornare da me. Non sei tornato da me e ti odio per questo, Oliver! No, non è vero, non ti odio. Non potrei mai.
Ti amo così tanto anche adesso, anche ora che non sei con me.

Mi poggio sul letto che ti ho regalato, con ancora il cappuccio stretto tra le mani. Poggio la mia testa sul tuo cuscino.
Quante notti hai passato qua sopra, sveglio, magari a pensarcmi,  a pensarci?
Io tante, troppe.
Quante notti passate fino a tardi con te. Quante? Troppo poche adesso.
Perché non sei qui?
Perché non mi stringi a te?
Perché non mi sfiori?
Voglio la tua voce.
Prendo il telefono e compongo il tuo numero. Risponde la tua segreteria, sei così serio. Lo faccio e rifaccio più volte per lasciarmi cullare da te.
Sarà il mio rituale. Sentire la tua voce. Sempre. Appena mi alzeró la mattina.
Perché non sei rimasto? Perché non ti ho implorato di rimanere?
Non posso contenere tutto questo dolore, non ce la faccio, è più grande di me.
Cosa sarò da oggi in poi senza di te Oliver? Senza Arrow? Senza noi?
Chi? 
Avevo tante domande, adesso non mi darai nessuna risposta.
Dio, come fa male.
Ma le lacrime non finiscono più?
Mi inebrio ancora un po' del tuo profumo. 
Mi manchi. 
Mi manchi da morire e non sono passate neanche 48 ore, come farò per una vita intera?
No, tutto questo è un sogno adesso devo solo chiudere gli occhi e quando mi sarò svegliata tutto sarà passato, tu starai qui vicino a me a baciarmi e a dirmi ti amo.
Lo so che lo farai.
Perché tu non puoi essere morto.
Le palpebre pesanti si chiudono.
Domani mattina sarai qui.

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Capitolo 3
*** Era di famiglia ***


Vedo Felicity lasciar cadere il telefono sul pavimento. Non ha bisogno di parlare, di spiegare. So cosa le é appena stato detto.
Oliver é morto.
Come può essere morto qualcuno che è sfuggito ad essa così tante volte?
Non riesco a realizzare; il mio corpo si muove da solo verso la mia amica.
"Felicity" la chiamo.
Non mi accorgo di star piangendo anche io fino a che una lacrima non scende giù, sul collo. 
"No. Non è...Oliver non è. ..non è morto. Perché state piangendo?" 
Finalmente prende parola e quello che dice mi fa cadere ancora più nella disperazione. Oliver non tornerà più e lei lo sta aspettando, lo aspetterà sempre.
La guardo con tristezza, perché so bene cosa si prova a perdere qualcuno, so cosa sibprova ad aspettare notizie ma a riceverne solo di cattive.
Perché ho lasciato che andasse da solo?
Magari avrei potuto salvarlo. No, non avrei potuto questa volta, lo so bene.
Se fossi andato con lui pobabilmente anche Lyla e mia figlia avrebbero pianto.
Oliver lo sapeva, lo sapeva bene.
Mi passo le mani sul capo incredulo per tutto quello che sta succedendo.
Sento Roy parlare a Felicity, sento che continua a dirle che Oliver non tornerà più  ma lei non si dà pace. Come potrebbe?
Come starei io adesso se fosse stata Lyla al posto di Oliver? Sarei un fantasma.
Sarei miserabile.
 
Torno a casa e, quando vedo la mia famiglia che mi aspetta sorridente, mi sento un traditore. Un traditore verso quell'amico a cui avevo dato ogni parte di me stesso, quell'amico che era diventato molto di più, era diventato un fratello, di famiglia. Quell'amico a cui avrei affidato la mia vita e quella di mia figlia perché avrebbe fatto di tutto per noi, per me. Perché Oliver era così.
Ed anche questa volta è stato così; ha sacrificato se stesso per la sua famiglia, per sua sorella, proprio come avrei fatto io al suo posto.
Lyla mi guarda preoccupata.
"John, cos'è successo?" Mi chiede venendomi incontro.
Smuovo il capo con di nuovo le lacrime agli occhi e lei capisce, capisce sempre.
Si tuffa su di me e mi stringe forte. 
"John io...mi dispiace" la sua voce è rotta. Anche lei aveva iniziato a conoscerlo.
"Se fossi andato con lui...dovevo insistere di più!" Dico con la bocca impastata e gli occhi offuscati.
"No, non te lo avrebbe permesso, lo sai. Lo conosci bene"
"Conoscevo"
"Non torturarti così"
Mi stacco da lei per asciugarmi quel che resta del passaggio di quelle lacrime amare.
"Felicity come sta?" Mi chiede preoccupata.
"Non bene, per niente"
"L'avete lasciata sola?"
"Ha voluto così. Lasciamole spazio"
"Non oso immaginare coma possa sentirsi"
"Domani mattina vado da lei"
"Se vuoi posso venire anche io"
"Certo, forse un'amica è quello di cui ha bisogno ora"
Vado in cucina, ho bisogno di fare qualcosa. Fisso il frigo senza sapere cosa fare realmente, poi la mia mano va da sola e sferra un pugno. 
Rimbomba fino in soggiorno.
Lyla accorre preoccupata, ma io ne sferra un altro e poi un altro ancora.
"John basta!" Dice lei prendendo il mio braccio.
"Questo non ti aiuterà, non lo farà tornare indietro"
Mi dice la cruda realtà. Oliver, il mio amico nella vita e in battaglia non tornerà.
"Che ne sarà di Arrow?"
"Questa battaglia non era solo di Oliver" mi dice tornando ad abbracciarmi.

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Capitolo 4
*** Senza di lui Arsenal non esisterebbe ***


Non so cosa mi ha spinto stamattina a tornare in questo posto, forse l'abitudine.
Tutto tace, tutto è tranquillo, tutto è rimasto identico a ieri, compresi i pezzi di tutto ciò che ho spaccato appena ho saputo di Oliver. 
Chi mai avrebbe detto che avremmo legato così tanto?
Lui è stato l'unico che in tutta la mia vita ha visto qualcosa in me, ha creduto in me...e nonostante gli errori che ho potuto commettere non mi ha mai abbandonato.
Lui non lo ha mai fatto ed io farò altrettanto. Ho deciso che porterò avanti la sua crociata, la battaglia in cui tanto credeva, perché questo è l'unico modo che ho per mantenere viva la sua memoria, essere il vigilante, come lo era lui; onorare le sue promesse.

Onorare i morti nelle nostre vite; quanto siamo simili.
Sarebbe fiero di me in questo momento? Apprezzerebbe la mia scelta?
E Thea? Come le potrò spiegare quello che è successo? Come posso dirle la verità senza toglierle il bel ricordo del fratello?
Come posso dirle che non lo rivedrà mai più?
Troppe domande senza risposte in questo momento. Tutto è successo troppo in fretta, senza che neanche ce ne rendessimo conto, è stato come un lampo nella notte. Il tempo di pensare é stato così poco e ancora meno il tempo per piangere la sua perdita.
Ripensare a ieri sera mi fa tornare in mente il volto della mia amica informatica; il devasto che le si leggeva negli occhi.
Cosa si prova a perdere quella persona che ti promette amore al suo ritorno? Come ci si sente a perdere qualcuno che c è entrato dentro, nelle ossa?
Vado verso la teca di vetro, quel cappuccio verde che ho visto sfrecciare così tante volte sarà solo un ricordo, un ricordo che voglio far diventare leggenda.
Oliver non è morto su quella montagna, di questo sono certo!

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Capitolo 5
*** La speranza nonostante le lacrime ***


Un bussare incessante mi risveglia dal mio torpore; questa notte di lacrime è stata estenuante e come un fantasma mi trascino senza forze fino alla porta. 
"Dig, Lyla" dico con un monotono senza precedenti per me. Non capisco.
La compagna del mio amico mi ingabbia in un forte abbraccio e la sento sussurrare qualcosa, ma io sono ancora troppo stordita dalle mie stesse grida per comprendere.
"Volevo controllare la situazione" mi dice Dig.
"Non mi barricheró a casa a scolare anche il colluttorio, se è di questo che hai paura"
La mia ironia é piuttosto tagliente. Non immaginavo di averne ancora, non pensavo di avere la forza più che altro.
"Se hai bisogno di qualsiasi cosa, anche se non vuoi stare da sola, da noi sei sempre la benvenuta" mi dice Lyla ma, nonostante le loro premure e la loro gentilezza, vederli insieme davanti a me mi fa scendere qualche lacrima. È un maledetto promemoria che tenta incessantemente di ricordarmi quello che non potrò più avere, non con Oliver, non con l'uomo che ho amato dal primo momento che ho visto.
Cerco di ricompormi, non voglio più riscoprirmi così fragile, non posso permettermelo.
"John, volevo sapere se...se..." Non riesco a dirlo, la mia mente ancora non lo concepisce.
"Nessuna notizia del suo corpo, Felicity"
Il fiato si rompe in gola. Ho questa stramaledetta sensazione...Oliver é ancora vivo, lo so; lui non gliel'avrebbe mai data vinta e il fatto che il suo corpo ancora non sia stato trovato mi fa sperare ancora.
Perché una parte così piccola di me prende il sopravvento su tutto, anche sulla logica realtà dei fatti?
"Hey...avrà una degna sepoltura" mi dice ancora.
"E Thea?" Chiedo. Ci siamo preoccupati così tanto del nostro dolore senza pensare alla persona che forse ha più diritto di sapere, escluso Merlyn, Oliver era l'unico della sua famiglia ad esserle rimasto.
Povera piccola, usata come pedina in un gioco di potere, senza sapere, senza esserne consapevole.
"Credo che tu sia la persona più adatta a darle questa notizia, non credi?"
"E come potrei? Cosa dovrei dirle? Tuo fratello è morto perché voleva salvarti dato che tuo padre ti ha drogata e ti ha fatto uccidere Sara? Dig ti prego! Non posso farlo" Ecco che torna quel magone, quella voglia di vomitare via tutto quello che ho dentro.
"Felicity lei si..."
"Non dirmi che si fida di me perché non mi conosce affatto!"
Il mio tono è pungente. Sono così poco riconoscibile, fuori dai miei panni.
"Scusami è che...non sono al meglio affar momento - dico leggendo grande sorpresa nei loro occhi - vedrò cosa riesco a fare ma...ho bisogno di tempo"
"Certo, lo so bene" mi dice abbracciandomi ed io in cambio gli lascio una macchia sulla maglia. Non riesco a fermare queste maledette lacrime. Ma devo! Devo farlo
"Vuoi che resti a farti compagnia?" Mi chiede Dig ma io scuoto la testa.
"Voglio andare a lavorare, fare qualcosa magari mi terrà la testa impegnata"
"Come preferisci" mi lascia un grande bacio tra i capelli prima di andare via.

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Capitolo 6
*** Ritorno inaspettato ***


La giornata, la settimana, il mese, tutto è passato in un baleno eppure mi sembra di non essermi mossa di un solo millimetro.
Ogni mattina la stessa storia; appena aperti gli occhi sono felice perché lui ha passato la notte nei miei sogni, abbracciandomi ma il secondo dopo non resta più niente di quella gioia, rimane solo tanto dolore, tanta insopportabile sofferenza.
Guardo la teca del suo costume dalla mia postazione. Tornare non è stato facile perché per me questo posto senza di lui non esiste più, questo posto era lui, era la sua essenza, la sua ragione, il suo perché.
Adesso il suo costume lo indossa John, il suo primo amico da quando era tornato, il suo primo vero amico forse. Non sarà stato un tipo festaiolo come Tommy ma gli voleva, no...gli vuole bene. Portare il suo costume è si per sviare i sospetti ma credo che sia il modo che usa John per portare un po' di Oliver con sé, per non lasciarlo andare. Continuare questa crociata è il modo che lui e Roy hanno per onorarlo perché penso che si siano cambiati, aiutati, supportati a vicenda.
Al funerale che abbiamo organizzato tra di noi per lui, lo abbiamo ricordato nelle maniere più svariate. Roy ha raccontato di come tenace fosse il suo sentirsi in dovere di aiutarlo, di non abbandonarlo e per lui, orfano e delinquente del Glades è stato più di un insegnamento, è stato trovare una famiglia. Dig è stato più divertente, ha ricordato i momenti in cui gli faceva da guardia del corpo, tutte le volte che riusciva a fregarlo e scappare via. Laurel dal suo canto è stata dolce, ha ricordato un Oliver che nessuno di noi conosce, quello che era prima e abbiamo visto quanto sia cambiato ma quanto in realtà la sua indole fosse sempre la stessa, magari sepolta sotto una fuliggine nera ma c'era. Io, io non ho avuto parole, non ci sono riuscita, sono andata via piangendo. Troppo da sopportare, anche per me. Quella sera alla mia porta, pronta a consolarmi però c'è stato chi non avrei mai immaginato. Laurel forse è l'unica che può capire come sia perdere l'uomo che ami, ed anche se non siamo proprio ciò che si può definire con amiche, mi è stata vicino in un modo quasi empatico, anche e soprattutto nel giorno in cui ho dovuto raccontare a Thea la verità. Tutta. Partire dal principio, partire dalle bugie che Oliver le ha lasciato non è stato facile. Non voleva crederci in un primo momento ma poi, ha versato tutte le lacrime che un corpicino cosi piccolo può contenere. Ha affrontato Merlyn che però ha lasciato la città, appartamente.
"Mi saresti piaciuta come cognata" una delle frasi più carine e dolorose che Thea mi abbia mai rivolto.

"Ehi, ci sei?" Mi dice John facendomi sobbalzare e distaccare dai miei pensieri, dai miei viaggi nella memoria.
"Ehm si, scusa. Avete preso Tyler?" Sono tutti e tre agghindati dei loro costumi, proprio davanti a me.
"Sì, gioco di squadra e tac!" Dice Roy allegro per l'ottimo risultato. Riuscire bene in questo è importante per lui, per tutti, ora più che mai.
"Hai sentito Thea oggi?" Mi chiede Laurel togliendosi la parrucca platinina.
"No, ancora nulla ma non credo che Malcom si farà vivo così presto"
"Lo spero, Felicity"
Il rumore della porta che si apre alle nostre spalle ci fa alzare la guardia. Ma tutto avremmo immaginato tranne questo.
Oliver in carne ed ossa in cima alle scale che si affrettava a scendere giù. Il silenzio vola alto nella stanza.
"Che mi venga un colpo!" Dice quasi sussurrandolo Dig una volta che Oliver ci si para davanti.
"Ehm ti sta bene il mio costume" la sua voce è pacata ed è davvero la sua, la stessa che ogni sera mi parla nella mia testa.
Deglutisco impietrita. Non so che fare, se muovermi, se parlare, se piangere, se ridere o urlare. Non so più niente.

"Sei, sei davvero tu?" Chiede Laurel ed Oliver annuisce. Anche lui non sa bene come comportarsi. È imbarazzato, non parla, non si muove, sta lì e ci fissa e noi  fissiamo lui e...al diavolo!
"Non eri morto?" Chiede Roy.
"Ehm si,  lo ero ma...una lunga storia!"
Mentre lo dice Roy neanche ascolta perché è già vicino a lui ad abbracciarlo, seguito a ruota da Dig e Laurel.
"Sai che dovrai rispondere a molte domande?"
"Dig, forse è la prima volta che sono felice di rispondere a delle domande"
Rimango solo io, ancora imbambolata.
"Ehi" mi dice ma quello che faccio esce fuori senza controllo. Gli stampo cinque dita in faccia accompagnate da un sonoro eco. Non se lo aspettava di certo, ma nemmeno io mi aspettavo la notizia della sua morte quando è arrivata.
"Non farlo mai più! Mai più!" e come di consueto non riesco a trattenere le lacrime mentre mi avvicino a lui per toccarlo. Voglio solo accertarmi che non sia uno dei tanti sogni che faccio la notte, ed è pelle quella che tocco ed ossa. 
Mi prende la mano e la sposta poco sotto il costato.
"È questa che stai cercando? - lo guardo senza capire - è grazie a te se sono sopravvissuto questa volta!" I suoi occhi sono provati e sempre più lucidi man mano che parla.
"Oliver, ho visto la spada, aveva il tuo sangue e...Dio come mi sei mancato!"
Mi butto al collo e lo abbracciato. Lo stringo, lo stritolo letteralmente.
"Credevo di averti perso!" Le mie parole  diventano fumi di calore a contatto con la sua maglietta e salate per vie delle mie lacrime.
"Ti ho già detto una volta che non mi perderai". Mi prende il viso tra le mani per guararmi bene, con una tenerezza tale che solo lui al mondo é capace di concepire.
lo guardo e tutto di lui mi chiama, anche le sue labbra, quelle che da quando ho assaggiato la prima volta non riesco a smettere di volere, di desiderare ardentemente; così lo bacio in attesa che mi ricambi. E lo fa. 
Un bacio un po' strano, un po' salato per via delle lacrime, ruvido per le labbra asciutte ma così bello che nonostante il fiato inizi a mancare non voglio fermarmi, non voglio lasciarlo più nemmeno un momento.
Ho bisogno delle sue labbra quasi per vivere ora.


*** SPAZIO DELL'AUTRRICE ***

Ecco il finale della piccola storiella! Ho dovuto fare delle modifiche a causa di mancanza di tempo e anche perchè altrimenti troppo lunga sarebbe andata troppo a cavallo con la messa in onda, io invece volevo finirla prima. Magari non è proprio quello che vi aspettavate però non so, mi è sembrato carino come finale, un viaggio nella memoria di Felicity di quello che avrei voluto scrivere ma poi mi sembrava troppo di imbrogliare le cose. Ovviamente grazie agli spoilers che escono ognoi giorno ho già in mente di iniziare una nuova storia! Come al solito, prendo spunto ma poi vado per conto mio!
Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo piccolo finale se vi va.
PS: Il continuo dell'altra mia storia arriverà tra domani e dopodomani, non viò lascio così in sospeso :P
BACI!

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