See you in my dreams

di Letizia25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue - At the Starlight. ***
Capitolo 2: *** Chapter one - Bad thoughts. ***
Capitolo 3: *** Chapter two – Happy mistakes. ***
Capitolo 4: *** Chapter three - Wild heart. ***
Capitolo 5: *** Chapter four – Everything I didn’t say. ***
Capitolo 6: *** Chapter five - Love. ***
Capitolo 7: *** Chapter six - Parachute. ***
Capitolo 8: *** Chapter seven - Our moment. ***
Capitolo 9: *** Chapter eight - Be loved. ***
Capitolo 10: *** Epilogue – Not all mosters are bad. ***



Capitolo 1
*** Prologue - At the Starlight. ***


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Prologue - At the Starlight.
 
 
 
La musica allo Starlight quella sera è più alta del solito, le persone sono veramente troppe e l'ossigeno manca. O almeno, a Calum sembra così, anche se forse è a causa dei tre Blue Angel che ha bevuto quella sera. Accidenti a lui e alla sua maledetta voglia di divertirsi ogni sera superando i limiti!
Sospira e tenta di alzarsi piano dal divanetto dove è seduto con i suoi amici di sempre, ma la testa inizia a girargli velocemente, ed un forte senso di nausea gli prende lo stomaco. Sconfitto dalla sua salute fisica, si lascia cadere mollemente sulla sedia e sbuffa rumorosamente. Si è rovinato la serata.
«Oh andiamo Cal, non è mica la fine del mondo se questa sera non trovi nessuna da scopare.» lo riprende Michael, stanco del comportamento del suo amico. Il ragazzo dai capelli perennemente colorati proprio non sopporta quando il bassista vuole strafare a tutti i costi. Cosa ci trova di tanto divertente nel prendersi una sbronza colossale e poi scopare con la prima che gli capita sotto mano?
Michael sospira e prende l'ennesimo sorso dalla sua bottiglia di birra, mentre con lo sguardo cerca di non perdere neanche un passo della ragazza bionda davanti a lui che sta ballando con Bradley Miller.
Dio, quanto lo odia. Lui e tutti i suoi simili della squadra di lacrosse, quei palloni gonfiati.
«E tu smettila di essere così acido, tanto Spencer non tornerà mai con te, ficcatelo bene in testa.» risponde Calum a tono, a causa dell'alcol in circolo nelle sue vene, anche se quelle cose non le pensa veramente.
Michael per tutta risposta, gli lancia uno sguardo truce e, presa la sua bottiglia di birra, si alza e si allontana dal gruppo, facendo sentire tremendamente in colpa il moro.
«Andiamo ragazzi, finitela con queste bambinate!» esclama Luke esasperato. Ogni sera che Calum beve più del dovuto e se Spencer Dallas è nei paraggi, è sempre la stessa identica storia. Quando cresceranno quei due?
Calum sospira affranto e si prende la testa fra le mani. Infondo Luke ha ragione e lui, come sempre, ha avuto la fantastica idea di esagerare ed ha toccato il punto debole di Michael, ferendolo quando proprio non se lo meritava.
«Vado a parlargli.» dice il moro alzandosi a fatica e barcollando.
«Fa’ attenzione!» gli grida dietro Ashton per superare il volume della musica. Non sopporta vedere i suoi amici in quello stato e si preoccupa subito se per caso si sentono male. Quella sera poi le cose non sono andate granché. Sia Calum che Michael hanno esagerato. Il moro con tutti quegli alcolici che si era scolato in due minuti, ed il chitarrista che aveva guardato la sua ex peggio di uno stalker.
Ashton sospira e si passa una mano sul viso, mentre i suoi pensieri vanno inevitabilmente a Luke. Da un mese non fa altro che pensare a lui, ed ogni volta che gli occhi color del mare del biondo incontrano i suoi verdi e castani, nel petto del batterista il cuore fa acrobazie da far invidia agli acrobati del circo.
Non sa come sia successo, solo che da quando ha incontrato la prima volta quel ragazzo con quel piercing al labbro inferiore, non riesce a toglierselo dalla testa. Quel biondino gli ha fottuto il cervello ed il cuore. Ed il batterista non sa come mai se lo era “lasciato fare” così senza troppi problemi. Però un problema c’è, ed era anche grosso. Il problema è che Luke non sa assolutamente niente dei sentimenti che il batterista prova nei suoi confronti, ed Ashton per adesso preferisce che la situazione rimanga così.
In compenso Luke, da un po’ di tempo, ha una strana sensazione addosso. Come se ci fosse qualcosa che gli opprime il petto e non lo lascia respirare a modo… Tutto è iniziato quando, accidentalmente, due settimane prima il viso di Ashton era finito a due millimetri dal suo. In quella situazione, il suo cuore aveva cominciato a battere come un pazzo, lasciando il biondo parecchio sorpreso. Poi le serate in discoteca erano state un completo fiasco. Aveva ballato con qualche ragazza pur di allontanare quel peso dal petto, ma niente. Anzi, quella specie di magone aumentava ogni volta, lasciandolo stanco e triste.
«Credi che quei due torneranno pestati?» chiede il biondo, per spezzare quel silenzio opprimente e per non pensare più.
«Spero di no.» risponde Ashton che, al contrario, è completamente perso nei suoi pensieri, nelle sue paure, nei suoi dubbi.
 
Quando Calum lascia il tavolo dei suoi amici, riesce a fare solo qualche passo tra la calca di gente, prima di andare a sbattere addosso a qualcuno e cadere come un sacco di patate. «La mia schiena.» mormora lamentandosi nello stesso istante in cui la persona a cui lui era finito addosso si volta verso di lui.
«Oddio, scusami!» esclama quella persona, porgendogli immediatamente la mano, che Calum afferra senza pensarci due volte per rimettersi in piedi.
«Tutto bene?» chiede quella persona con voce flautata.
Il moro si volta per rispondere, ma rimase completamente senza parole. Una ragazza dai grandi occhi verdi con sfumature castane al centro lo sta osservando preoccupata.
«Sì sì, grazie.» riesce a rispondere a sento il moro, mentre le sue guance prendono una lieve sfumatura rossastra.
Lei gli sorride inclinando il capo verso sinistra e facendo muovere involontariamente i suoi lunghi capelli mori e mossi.
E a vedere tutto questo, a Calum si mozza il respiro in gola, mentre il cuore inizia a galoppare come un matto. «Posso offrirti qualcosa da bere…?» chiede biascicando le parole a causa della sbronza e non finendo la frase perché non sa il…
«Leah, mi chiamo Leah.» risponde lei, completando la frase del moro e facendolo sorridere come uno scemo. Allora lui le fa strada verso il bancone e prende una birra per entrambi.
 
Michael si è seduto in un angolo appartato del salone, con  gli occhi che non riescono a staccarsi dalla ragazza bionda che continua a ballare. La stessa ragazza che lui non si decide a cancellare dalla sua vita.
Cazzo, sono passati tre mesi da quando lui e Spencer si erano lasciati e lei poco dopo aveva iniziato a frequentare quell’allocco di Bradley. Lui invece cosa aveva fatto? Era stato bravo solo a crogiolarsi nel dolore e nella tristezza e faceva di tutto pur di scovare anche la minima ragazza della bionda, perché non riusciva – e non riesce - proprio a dimenticarla.
L’amore l’ha completamente rammollito. Anzi, non l’amore, ma lei, semplicemente lei, con quel suo modo di farlo sentire speciale ed unico, riuscendo a fargli toccare il cielo con un dito. Ecco perché Michael non si decide a lasciarla andare. Perché vuole tornare a provare tutte quelle emozioni bellissime, emozioni che vuole condividere solo con lei.




Lezel
Ciao a tutti! Siamo Letizia25 ed Hazel_ e, beh, ci è venuta questa "pazza" di scrivere una storia a 4 mani :).
Speriamo di tutto cuore che possa piacervi e prendervi, come sta prendendo noi due :).
La mia bellissima scricciola si occupa principalmente di Calum (la nostra crush in comune). Io mi occupo di Luke ed Ashton, mentre quel micio sexy di Michael ce lo dividiamo ;) *^*.
Che dire? Sicuramente ne vedrete delle belle, o almeno così speriamo :). 

Vi lasciamo nuovamente il trailer della storia: https://www.youtube.com/watch?v=pclPEe9vuBM

Torneremo domenica prossima ;). Quindi, bando alle ciance, e fateci sapere cosa ne pensate, che non vediamo l'ora ;) <3.
Grazie per tutto fin da ora,
Lezel <3
P.s.: A Dalilah vanno tutti i crediti e tutti i nostri ringraziamenti per il banner! <3

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Capitolo 2
*** Chapter one - Bad thoughts. ***


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Chapter one - Bad thoughts.
 
 
 
Il campanello suona insistentemente, poi cessa per un po’e dopo riinizia. Michael alza la testa dal cuscino e dà un'occhiata alla radio sveglia sul comodino alla sua sinistra, poi sbuffa e si alza dal letto con la solita lentezza di un bradipo. Fortuna che i suoi sono fuori per lavoro, altrimenti avrebbero anche chiamato la polizia. Sono quasi le sei, e lui se n'era andato dallo Starlight un po’ prima dell'ora di chiusura, per evitare la classica calca di gente sbronza e sudata.
«Ma quale razza di mostro suona alla porta a quest'ora?» borbotta con gli occhi ancora abbottonati. Sbadiglia appena prima di afferrare la maniglia, spingerla verso il basso e tirare in dentro, poi spalanca gli occhi alla vista del suo migliore amico che ride come un deficiente, con un braccio avvolto attorno alle spalle di una brunetta molto più bassa di lui e con una Vans nera nell'altra mano.
«Michael, hey.» urla il moro buttandosi letteralmente tra le sue braccia e lasciando cadere la scarpa sul suo piede, non smettendo un attimo di ridere.
«E' ancora ubriaco - dice la ragazza che lo ha riaccompagnato, e Michael inarca un sopracciglio - mi ha detto lui di portarlo qui, così ho seguito le sue indicazioni ed ho trovato la casa, anche se ci ha messo un po’ prima di calmarsi.»
Il ragazzo dai capelli colorati guarda prima Calum e poi la ragazza. «Mh, grazie per avergli dato un passaggio.» borbotta accennando un sorriso.
«Figurati.» dice la bruna, sorridendo a Calum successivamente. Dato che la conversazione è chiaramente finita, lei si gira ed inizia a camminare verso la fine del vialetto, mentre Michael chiude la porta e si scrolla il moro di dosso, che cade sul divano incominciando a sonnecchiare.
«Allora - anche Michael si siede accanto a lui e gli parla con tono autoritario - mi spieghi che cazzo è successo?»
Il moro annuisce e prende un cuscino per appoggiarci la testa e riposare.
«Calum!» lo richiama di nuovo, stavolta urlando.
«Cristo Mike, non urlare - si lamenta tappandosi le orecchie col cuscino - mi sta scoppiando la testa, e tu non sei affatto d'aiuto.»
«Sto aspettando.» dice l'altro ignorando i lamenti del suo migliore amico.
Calum sospira pesantemente e si siede a gambe incrociate sul sofà. «Abbiamo bevuto qualche birretta, abbiamo ballato e poi mi ha riaccompagnato a casa, tutto qui.» scrolla le spalle e si stropiccia gli occhi con le mani, per svegliarsi del tutto.
«Non te la sei scopata?» gli chiede Michael sorpreso.
«Chissà che avrei combinato se l'avessi fatto.»
L'amico lo guarda con un sopracciglio inarcato, come se già sapesse la risposta. «Sarebbe stata la solita storia, vi sareste appartati in qualche posto isolato, avreste fatto i vostri comodi e poi l'avresti lasciata andare, dimenticando perfino il suo nome, e se magari l'avessi rincontrata non ti saresti ricordato di lei.» gli spiega ovvio Michael.
«Manco l'ho baciata, mi sembrava inopportuno.» borbotta Calum con gli occhi ancora chiusi.
«Andiamo Cal, è più inopportuno ciò che fai con tutte.» lo riprende l'altro e Calum non trova la forza di dirgli che anche lui è probabilmente stanco dei suo comportamenti da donnaiolo.
«E Spencer? - Michael alza all'improvviso lo sguardo non appena sente quel nome - Hai continuato a pedinarla fino a che non te ne sei andato dallo Starlight?»
«Ha passato la serata attaccata a quell'allocco di Bradley, lo detesto» ringhia in risposta.
«Detesti Bradley o il fatto che Spencer ti abbia lasciato per lui?» domanda il moro cu-rioso.
«In questo momento odio te per avermi ricordato che mi ha mollato - dice sarcastico Michael - però non credo ci sia differenza.»
Ed entrambi ridono quasi come se lo facessero per non piangere, tutti e due per i rispettivi motivi.
 
A Sydney oggi il cielo è uggioso: è di un colore grigiastro quasi insopportabile, dei grossi cumulonembi sono un po’ dappertutto, e la fioca luce del sole filtra attraverso un paio di essi. Luke è appena uscito di casa per la solita corsa mattutina e - strano ma vero - è riuscito ad alzarsi dal letto anche dopo solo quattro ore di dormita; o forse ha dormito soltanto due ore, perchè quando Ben, nella stanza accanto si è alzato per andare a lavoro, pure lui si è svegliato, e non è più riuscito a prendere sonno, perchè aveva in testa un pensiero fisso, delle parole per una canzone e una persona, la stessa che lo tormenta in sogno da chissà quanti giorni: Ashton. Eppure non si era mai sentito così prima d'ora, se non con le ragazze.
Non capisce cosa gli stia succedendo. Tutto sembra così confuso e lui riesce a stare a galla a fatica in quella confusione che lo fa sentire tremendamente perso nei suoi stessi sentimenti.
Sospira e volta l’angolo e, senza volerlo, la casa degli Irwin gli si para davanti in un istante. La osserva attentamente, con il cuore che batte così forte nel petto da stordirlo. Non sa perché, ma ha una voglia matta di vedere Ashton dormire con il sorriso sulle labbra, come un bambino che sta facendo il sogno più bello del mondo.
E senza neanche rendersene conto fino in fondo, si avvia verso il giardino sul retro dell’abitazione, quello dove qualche volta lui e gli altri si sono trovati per passare lunghe nottate ad osservare il cielo accompagnati da qualche birra. Sale sull’albero senza troppa fatica, evitando di far rumore.
E solo quando i suoi occhi incontrano il viso addormentato e sereno di Ashton poggiato sul suo cuscino ed il suo cuore inizia a battere all’impazzata, Luke si rende realmente conto di cosa sta facendo.
Allora scende il più velocemente dall’albero e corre via, il più lontano possibile, cercando di fermare quella strana sensazione che gli sta attanagliando lo stomaco. Ma è tutto inutile.
Arriva ad un parco non molto distante da casa sua e, appena trova una fontana, si bagna bene il viso con l’acqua fresca, come se questo potesse aiutarlo a fermare i battiti impazziti del suo cuore.
«Che cazzo mi sta succedendo?» si chiede a voce alta, dando sfogo a quella domanda che lo assilla da due lunghissime settimane, e lui non sa come uscirne fuori. Sospira per l’ennesima volta e, notando che si è fatto un po’ tardi, si affretta a tornare a casa, cercando di reprimere quella sensazione allo stomaco ed il ricordo del viso di Ashton così dolce nell’angolo più remoto della sua mente.
 
Michael è stanco, forse troppo. Dopo che Calum è piombato a casa sua mentre dormiva beatamente nel suo letto, ovviamente gli è passato tutto il sonno che aveva; poi ha dovuto riaccompagnarlo perchè era troppo assonnato, stanco e ubriaco per camminare senza finire al suolo prima di arrivare a destinazione.
E adesso si ritrova seduto sulle scale del portico di casa sua con gli occhiali calati sul naso, mentre sorseggia lentamente una birra. Ovviamente all'alcool non si dice mai di no, per un ragazzo della sua età è normale, ma se c'è una cosa che Michael Clifford non sopporta, quella è sicuramente bere la mattina presto: quindi se fa qualcosa che non regge, significa che qualcosa non va.
Quando fa per alzarsi e sgranchirsi le gambe, sente due voci femminili avvicinarsi sempre di più, perciò si volta verso sinistra e vede Spencer Dallas e Joey Henderson uscire dalla casa di quest'ultima, quindi si abbassa di scatto, nascondendosi dietro alle piante di sua madre.
«Domani sono tre mesi che sto con Brad.» esordisce la bionda e Michael alza gli occhi.
«Che hai intenzione di regalargli? - le domanda Joey con un tono non del tutto normale - La tua verginità?»
Il ragazzo sbarra gli occhi e Spencer scoppia a ridere urlando un «Joey!» soffocato dalle risate.
«Tesoro, vuoi essere vergine fino alla maggiore età? Oppure peggio, fino al matrimonio?».
«Joey, non sono sicura di esserne innamorata.» sospira la bionda passandosi una mano tra i capelli biondi, oggi più ricci del solito. L'amica dai capelli rossi la guarda torva.
«Anzi, vuoi sapere la verità? - incrocia le braccia sotto al seno e si fa seria - Io credo di pensare ancora a Michael.»
A quel punto il diretto interessato fa cadere per sbaglio uno dei vasi di sua mamma, facendo sussultare le ragazze, che si allontanano dal vialetto.
«Che significa, Spencer? Vi siete lasciati più di tre mesi fa, non puoi pensare ancora al tuo ex!» le dice Joey alzando un po’ la voce.
«Potresti smettere per un attimo di farmi da mammina ed essere mia amica? - si lamenta la bionda - Sei nervosa ultimamente, che hai? Calum non soddisfa più i tuoi bisogni sessuali?»
«Da quando Calum fa sesso con quella nevrotica di Joey?» riflette Michael a voce bassissima, e si appunta mentalmente di chiederlo al suo migliore amico.
«Calum e io siamo andati a letto insieme soltanto due volte, ma non è questo il punto!» replica nuovamente la rossa.
Spencer si morde il labbro inferiore e sospira, non sa proprio come agire. «E' da qualche giorno ormai che ho in mente di lasciare Bradley - dice finalmente - credevo di aver dimenticato Michael grazie a lui, perchè sì, Brad è carino, è intelligente, gioca a lacrosse, e ogni volta che parliamo mi fa morire dalle risate, ma sento che non è quello giusto, sento che gli manca qualcosa!»
«Qualcosa che probabilmente Michael ha. - osserva Joey saggiamente - Non so Spence, fai quello che ti senti di fare, ma devi dirlo a Bradley»
Michael decide di aver sentito abbastanza, così - aspettando che le due ragazze si allontanino - si alza lentamente e rientra in casa, chiudendosi velocemente la porta alle spalle, poi tira fuori il telefono dai jeans neri e compone velocemente il numero di Calum sul tastierino. «Pronto Cal? Devo parlarti, urgentemente.»




Lezel
Ma ciao a tutti! Come state? Noi benissimo e... Cavoli, non ci aspettavamo così tante recensioni! Davvero, siete fantastici! Ringraziamo tutti coloro che hanno messo la storia tra preferite, ricordate e seguite e ringraziamo tantissimo anche chi ha recensito lo scorso capitolo :D.
Detto questo, eccoci al primo capitolo - vero e proprio - della storia! Vi sareste mai aspettati le parole di Cal? O il comportamento di Luke verso Ash? O ancora la rivelazione di Spencer per Mike? Dai, fateci sapere le vostre opinioni, che siamo curiosissime!
Grazie ancora per tutto! Ci vediamo domenica prossima!
Un bacione grandissimo, Lezel <3

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Capitolo 3
*** Chapter two – Happy mistakes. ***


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Chapter two – Happy mistakes.
 
 
 
Michael è ancora titubante. Da quando ha sentito Spencer e la sua migliore amica parlare a casa sua, non fa altro che pensare alle parole della bionda; eppure Calum lo aveva convinto ieri ad andarci a parlare, ma evidentemente la sua maschera da codardo gli sta coprendo il viso ancora una volta.
«Michael - il suono di una voce angelica che proviene dalle sue spalle lo fa voltare di scatto - che ci fai davanti al mio armadietto?»
Spencer Dallas tira fuori un libro dalla borsa prima di inserire la combinazione ed aprirlo.
«Devo parlarti.» le dice deciso deglutendo.
«Ti ascolto.» sospira la bionda di rimando; però quei suoi dolci occhi azzurri che lo fissano non lo aiutano proprio per niente, per questo ha paura ad aprire la bocca, perchè se anziché parlare balbetta allora fará la grande figura da completo idiota.
«So che ti piaccio ancora - asserisce facendole sbagliare gli occhi - e che vuoi lasciare Bradley per me.»
«Mike, sei serio?»
Mike. Quel soprannome non veniva pronunciato così dolcemente da mesi, e a lui era mancato, fin troppo.
«C-Calum ti ha sentito parlare con Joey ieri, le dicevi che pensavi ancora a me e che vuoi lasciare lui.» dice di getto, come se non avesse pensato a cosa dire prima di parlare.
«Beh, dí a Calum che deve farsi un po’ i cazzi suoi.» sbatte l'armadietto arrabbiata e fa per girarsi, ma Michael la riafferra per il polso e le impedisce di lasciarlo lì impalato un'altra volta.
«Okay, non è stato Calum a sentirvi, sono stato io - sospira affranto lasciandole il polso - il fatto è che non riesco a dimenticarmi di te, Spence. C'è la possibilità di vedersi uno di questi giorni?»
«Michael, io sto con Brad, tra noi è finita, già lo sai.» la bionda si sistema la borsa in spalla con fare nervoso, quasi come se nemmeno lei fosse convinta di quel 'tra noi è finita'.
«Soltanto un'uscita, non ti chiedo molto, davvero... Ci prendiamo un caffè e parliamo. Se starai bene allora non mi darò per vinto, mentre se starai male, beh... Sparirò per sempre dalla tua vita, tu starai con Bradley e io starò da solo.»
Spencer stringe le mani così forte da farsi venire le nocche bianche, e proprio non sa che rispondergli perchè sì, sa benissimo che si divertirà con lui, e anche se la sua coscienza le dice di non farlo per via di Bradley, lei segue il suo cuore e accetta, rendendo Michael il ragazzo più felice del mondo. E chissà,  magari anche lei sente un po’ di quella felicità dentro di sè.
 
Calum cammina a testa bassa, le mani in tasca e i Rayban neri calati sul naso.
Teoricamente a quest'ora dovrebbe essere nel garage di casa di Michael per fare le prove con la band, praticamente di provare voglia non ne ha proprio.
In questi ultimi giorni non fa altro che pensare, pensare e ripensare.
L'inspirazione per scrivere nuove canzoni gli manca, non ha voglia delle solite sveltine e a scuola ci va due, massimo tre, giorni su cinque; e sua madre non fa che gridargli contro che se continuerà a fare assenze non riuscirà a diplomarsi e a finire quel dannato liceo, ma lui proprio non le dà ascolto.
Deve prima capire quel che vuole fare. Ha una confusione enorme in testa e non riesce a trovare un modo per uscirne, per dare ordine a quel turbine di pensieri che lo fa sentire un po’ perso.
Lo stomaco che borbotta di fame per l’ennesima volta quella mattina, gli cattura l’attenzione. Allora decide di fermarsi al bar all’angolo della via per mettere qualcosa sotto i denti. Entra, e l’aria tranquilla di quel posto gli mette addosso uno strano senso di calma, spingendo in un angolo remoto della sua mente tutti i suoi pensieri.
Si siede al bancone e la donna davanti a lui gli dedica uno sguardo dolce prima di prendere la sua ordinazione.
«Un caffè ed una brioche al cioccolato.» risponde il moro togliendosi gli occhiali ed appendendoli al colletto della sua canottiera. La donna gli sorride e subito gli serve il tutto.
Calum mangia con calma, assaporando la cioccolata morso dopo morso e beandosi di quella sensazione di tranquillità. Vorrebbe rimanere in quel posto ancora un po’, ma sa che non può.
A malincuore si alza, paga il conto e fa per uscire dal locale, quando qualcuno gli viene addosso, facendolo barcollare.
«Oddio, scusami! Tutto bene… Calum?» chiede una voce che il ragazzo riconoscer subito.
Sorride a Leah e si rimette in sesto. «Ma io e te dobbiamo incontrarci sempre così?» chiede divertito, alludendo a quello che era successo allo Starlight qualche sera fa.
Lei sorride timida e Calum riesce solo a pensare a quanto sia carina con quelle guance leggermente più rosee del normale.
«Fatto buca?» chiede Leah, spezzando il silenzio tra di loro e riportando il ragazzo alla realtà, che annuisce e sorride di nuovo.
«Anche tu.» dice divertito e lei sorride a sua volta, facendo perdere svariati battiti al moro con quel semplicissimo gesto.
È veramente molto carina, si ritrova a pensare con la testa persa tra le nuvole, mentre la ragazza prende la borsa e si avvia verso l’uscita.
«Hood, ti va di fare un giro?» chiede riscuotendo il ragazzo dai suoi pensieri. Lui annuisce felicissimo e si avviano per le strade poco trafficate di quel mercoledì mattina.
«Ho fatto buca per dare una mano ai miei a lavoro.» ammette Leah dopo qualche minuto di assoluto silenzio tra loro attirando l’attenzione del moro, che le sorride e che, senza pensarci troppo, intreccia la sua mano con quella più piccola della mora, facendo spuntare un sorriso timido sul quel viso dai lineamenti dolcissimi.
 
Ashton quel pomeriggio non sa più dove battere la testa. Ha provato di tutto pur di cancellare i suoi sentimenti verso Luke, ma niente. Anzi, sono diventati ancora più forti, facendolo cadere in quel circolo vizioso chiamato Amore. Perché sì, Ash è innamorato di Luke.
E se ne era reso conto quando, quella sera allo Starlight, il biondo era sparito con una rossa nei bagni, per poi uscirne parecchi minuti dopo con la maglia messa al contrario ed i capelli tutti arruffati. A vederlo in quelle condizioni, il suo cuore si era stretto su se stesso mozzandogli il respiro per un istante, mentre una vocina fastidiosa non faceva che ripetergli: «Geloso, Irwin?».
Sì, era ed è geloso, geloso fino al limite del possibile. Perché vorrebbe essere lui l’unico a baciare quelle labbra carnose ed invitanti, ad accarezzare quelle dita così affusolate e belle, a fargli battere il cuore.
Però sa anche che tutto questo è impossibile. Luke è etero, si vede lontano un miglio. Ecco qual è il problema…
Ash non riesce a dare una possibilità a se stesso e ai suoi sentimenti, per lo meno non ancora. Ha paura della reazione di Luke. Non vorrebbe in alcun modo perderlo come amico, per questo preferisce stare in silenzio e ingoiare ogni cosa amara di quella situazione precaria, almeno dal suo punto di vista.
Il telefono che inizia a suonare lo riporta con la testa per terra. Senza controllare chi sia il mittente della chiamata, risponde sovrappensiero.
«Pronto?»
«Ash, sono Luke.» risponde una voce dall’altra parte, una voce che fa rabbrividire il riccio immediatamente. Non si aspettava una chiamata proprio da lui, proprio in quel momento.
«Ehi, dimmi tutto.» dice, riuscendo a tornare lucido almeno un po’.
«Credo di aver lasciato la mia felpa da te l’altra volta.» ammette Luke dall’altra parte divertito. Ed Ashton vorrebbe tanto rimanere per sempre così, beandosi di ascoltare quella voce profonda  e quella risata cristallina.
Però si riscuote subito, notando l’indumento ai piedi del suo letto.
«Sì, ce l’ho davanti agli occhi.»
«Oh bene, allora vengo a prenderla. Tanto sono già per strada. Ci vediamo tra poco.» dice il biondo chiudendo la chiamata e non lasciando tempo al riccio di ribattere. Perché Ashton non vuole vedere Luke, non adesso, non con tutta quella confusione che ha in testa. Ha paura di poter confondere i suoi gesti, illudersi che possa nascere un qualcosa tra di loro…
Sospira e si lascia cadere sul divano, aspettando che l’amico arrivi.
Ed ecco che pochi minuti, i più lunghi ed angoscianti della sua vita, il campanello suona. Ashton si precipita ad aprire e si ritrova davanti Luke, ancora più bello del solito con quella maglietta nera che gli fascia perfettamente il corpo longilineo.
Si sorridono ed il riccio lo fa accomodare, andando poi a prendere la felpa.
«La prossima volta vedi di ricordartela.» lo ammonisce divertito.
Luke ride di nuovo e la sua risata arriva dritta al cuore di Ash, che non può fare a meno di sentirsi felice, e completamente ed incondizionatamente innamorato.




Lezel
Ma ciao bella gente! Come state? Speriamo bene :).
Allora, che ve pare di questo capitolo? Dai, facciamo una festa per tutti e quattro i ragazzi!
Cioè, Spencer ha dato una possibilità a Mike, Calum e Leah si stanno conoscendo, ed Ashton e Luke sono particolarmente teneri in questo capitolo :3. 
Grazie di tutto, sul serio! Siete fantastici! <3 Grazie perchè state dando una possibilità a questa storia e speriamo di non deludervi! <3
A domenica prossima, un bacione grandissimo!
Lezel <3

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Capitolo 4
*** Chapter three - Wild heart. ***


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Chapter three - Wild heart. 



«Allora Michael, che colore?» gli chiede sorridente Linda, la sua parrucchiera di fiducia.
Gli fa strano questa cosa, la sua tinta verde è durata la bellezza di due mesi e mezzo, si è stupito da solo perchè ha fatto un nuovo record, come gli direbbe Ashton. 
Si è praticamente tinto i capelli di tutti i colori possibili ed inimmaginabili, e ora come ora gli viene in mente solo l'azzurro, quasi blu, dei meravigliosi occhi di Spencer. 
«Falli blu, ma non troppo scuri.» risponde quindi il ragazzo, e Linda intuisce già qualcosa.
«Su chi devi fare colpo?» 
«Una vecchia amica.» 
Linda sorride e prende in mano il barattolo della tinta. «Vecchia quanto Spencer Dallas?» gli domanda, perchè ormai sa già che se Michael necessita di fare colpo su una ragazza, quella è sicuramente la sua Spence. 
Il ragazzo non fa in tempo a risponderle perchè il telefono inizia a vibrargli nei pantaloni, così lo tira fuori e sbarra gli occhi alla vista del destinatario e «Spencer vuole vedermi tra un'ora e mezza al “Chez Marie”.» dice col cuore che ha i battiti praticamente incontrollabili, così Linda scuote la testa e ride. 
«Tra un'ora e mezza sarai lì con la tua bella ragazza, quindi dille di sì e porta la tua testa qua da me.» 
Michael digita una risposta semplice e chiara sul telefono in circa dieci secondi, ed è così felice che deve mordersi il labbro inferiore per non esultare davanti a tutti. 

«È carino questo posto - commenta Leah sedendosi sull'erba fresca ed incrociando le gambe, mentre Calum ci si getta praticamente, facendola ridere - non sapevo nemmeno della sua esistenza.» 
Il moro ride ed incrocia le braccia dietro alla testa, inspirando l'aria fresca a pieni polmoni.
«Beh, diciamo che lo abbiamo scoperto io e i miei amici. Prima c'era soltanto una distesa di erba altissima, poi abbiamo pensato che questo posto fosse perfetto per noi, dato che è praticamente isolato da tutto e da tutti.» le dice Calum, quindi lei si sposta più vicino a lui.
«Perciò siete arrivati tu e i tuoi amici con dei tagliaerba e avete raso al suolo quell'enorme distesa?» ridacchia la bruna e Calum la imita. 
«È andata proprio così, solo che ci hanno pensato Michael e Ashton, dato che Luke è troppo pigro per farlo quindi dopo neanche cinque minuti era già stanco, e io sono troppo bello per stare lì a sudare.» 
A quel punto Leah scoppia in una fragorosa risata che gli fa battere il cuore più forte del solito. «Certo Calum, chiaramente.» anche lei lo imita, sdraiandosi al suo fianco, e a quel punto il moro si volta ed inizia a guardarla con un sopracciglio inarcato. 
«Stai dicendo che non sono bello?» borbotta prendendola per i fianchi ed avvicinandola a sè. 
«Caro Hood, se stai cercando di torturarmi facendomi il solletico perdi soltanto tempo, io non lo soffro.» lo informa Leah con un sorrisetto stampato sul viso mentre lui la lascia e si mette a ridere. 
«Sei la prima ragazza che conosco che non soffre il solletico.» commenta ridacchiando.
«E tu sei il primo bassista che conosco.» ammette la bruna scostandosi una ciocca di capelli dal viso, mentre Calum la guarda confuso. 
«Come fai a saperlo?» 
«Diciamo che eri brillo come non mai quando me lo hai detto, eravamo allo Starlight e ci hai provato con me offrendomi una birra.» 
Calum si gratta la testa imbarazzato, mentre Leah ride di gusto per la sua reazione. 
«Okay, a te cosa piace fare invece?» il moro si ricompone e torna serio, ponendole poi questa domanda. 
«Io amo scrivere - gli risponde lei con un sospiro - è praticamente una cosa genuina per me, mi viene naturale e mi ritengo piuttosto brava. Però scrivo solo a livello personale.» 
Calum non parla, si limita solo a guardarla perchè ancora non ci crede, questa ragazza è piena di risorse. 
«Non dirmi che ti metterai a ridere, o mi prenderai in giro perc-» non le da il tempo di finire la frase dato che la anticipa con una risposta che Leah non si aspettava di ricevere. 
«Adoro questa cosa di te, e mi piacerebbe davvero leggere qualcosa.» ammette il moro con un lieve sorriso sulle labbra, che fa sorridere pure Leah. 
«Okay io ti prometto che ti farò leggere qualcosa a patto che tu mi faccia sentire qualche canzone.» gli porge la mano e il ragazzo la guarda per poi stringerla sorridendo. 
«Accetto.» dice soltanto, e adesso l'unica cosa che vorrebbe fare è baciare Leah con tutta la voglia che ha in corpo, senza fermarsi nemmeno un secondo per riprendere fiato, quella ragazza lo uccide, lentamente, indolore, lo fa a pezzetti e lui nemmeno se ne accorge, è così accecato dalla sua bellezza che proprio non si rende conto di essere sul punto di darle quel bacio che nemmeno tutta la sua pazienza riesce a trattenere, piuttosto è la sua impulsività a venire fuori, questa volta. 
«Calum, che fai?» gli chiede all'improvviso la bruna, arrossendo e allontanandosi da lui di poco. 
«Oh mio dio Leah, perdonami - si scusa lui insultandosi mentalmente - non so che mi sia preso…» 
E mentre Calum ride cercando di scrollarsi di dosso quel nervosismo che ha da qualche secondo, Leah si ricompone e prende la borsa, per poi alzarsi da terra. «Devo andare.» taglia corto sistemandosi nervosamente una ciocca di capelli dietro all'orecchio. 
«È successo qualcosa? - le chiede il moro, alzandosi pure lui - È per poco fa, non è così?»
Leah scuote la testa, chiude gli occhi e si lecca le labbra, contemporaneamente. «Le voci su di te che girano le sento pure io Calum, credevo che fossi diverso, mi dispiace.» 
E per la seconda volta in quella giornata il bassista si maledice, perchè è quando Leah s'allontana che capisce che quella sensazione che lo opprime da diversi giorni è dovuta proprio a lei. 

Quel pomeriggio, Luke ed Ashton sono riusciti finalmente ad andare in quel locale di cui tutti parlano da un mese a questa parte, sperando che il padrone sia interessato ad una loro esibizione lì. Così, alle quattro di pomeriggio entrambi si sono ritrovati, stranamente, puntuali davanti la porta del Sunset e sono entrati, ansiosi come non mai più motivi.
Ashton aveva il cuore che batteva così forte da stordirlo, a causa del semplice fatto che Luke e lui erano totalmente da soli. Era un’uscita soltanto tra loro due. Una cosa che non era mai successa da quando si conoscevano. Ma non era solo questo a renderlo ansioso. Perché, l’altra causa, quella più importante, era che quell’incontro l’aveva organizzato proprio Luke. L’idea era partita proprio dal biondo e Ashton non riusciva ancora a capacitarsi del perché Luke avesse chiesto proprio a lui di uscire per andare in quel locale. Solitamente chiedeva a Calum o a Michael cose del genere, ecco perché non riusciva ancora a capacitarsi di questa specie di invito.
Luke invece, era ansioso perché sperava davvero con tutto il cuore che il padrone del Sunset acconsentisse a lasciarli suonare lì, almeno per una sera. E la prima persona che gli era venuta in mente per andare in quel locale era stata il batterista. Non sa il perchè. Sa solo che il suo chiodo fisso, ormai, da un mesetto buono, è il riccio. E non riesce a capire quali emozioni prova quando si trova in sua compagnia. Si sente felice, leggero, eppure al tempo stesso un’ansia strana gli attanaglia cuore e stomaco, e lui non riesce a capirci assolutamente niente.
Il padrone del Sunset li aveva accolti ed aveva ascoltato pazientemente la loro offerta. 
Neppure dieci minuti dopo, Luke ed Ashton sono seduti al bancone, con un sorriso bellissimo sui loro volti ed una coca cola in mano.
«Ha accettato! Ha accettato!» esclama il biondo per la terza volta, non riuscendo ancora a crederci sul serio. Suoneranno al Sunset tra poco, e lui già non vede l’ora.
Ashton lo osserva rapito, non riuscendo a capire come mai possa trovarsi accanto ad un ragazzo così perfetto come il biondo. Perché sì, per Ash Luke è perfetto, in tutto e per tutto, perfetto quando si incazza, perfetto nella sua dolcissima timidezza, perfetto con la sua enorme ansia da palcoscenico. Luke è la perfezione fatta persona, perché i suoi difetti sono proprio quel tocco in più che lo rendono unico e bellissimo e prezioso agli occhi del riccio.
Il cuore del batterista non riesce a fermarsi neanche un secondo a causa di Luke, neppure quando un ragazzo molto carino con gli occhi verdi chiaro ed i capelli neri come la pece non gli si avvicina per offrirgli da bere. Ash, non sa perché, ma accetta con piacere, ed inizia a parlare con il nuovo arrivato, lasciando Luke da solo a fantasticare sulla loro futura esibizione.
Però Ashton non sa che la testa del suo amico è completamente riempita da pensieri su di lui. Perché Luke non riesce a smettere di pensare al riccio, neppure volendo, specialmente adesso che il suo amico non lo sta calcolando minimamente da quanto lui e l’altro ragazzo hanno iniziato a chiacchierare. Ashton no sa che Luke vorrebbe essere al centro della sua attenzione, non sa che Luke vorrebbe tantissimo stringerlo a sé in quel preciso istante come se non ci fosse un domani.
Sente una morsa al cuore che gli mozza il respiro e gli fa girare un po’ la testa. Non sta bene, specialmente adesso che i suoi occhi non incontrano altro che la schiena del riccio seduto accanto a lui. Lo sente ridere ad una battuta dell’altro, e subito una rabbia sorda gli nasce dentro. E senza ragionare neppure per un istante, si alza e si avvicina ad Ashton, poggiando il braccio sulle sue spalle. Automaticamente il batterista circonda il fianco di Luke con il braccio. Ed entrambi stringono l’altro a sé, come se fosse una dolcissima abitudine.
L’altro ragazzo osserva Luke che, per tutta risposta, gli rifila un’occhiataccia. Allora il ragazzo dai capelli scuri inventa una scusa e se ne va subito, lasciando gli altri due sollevati e soddisfatti.
Ashton, da quando Luke lo ha stretto a sé in quel modo davanti all’altro, con fare un po’ possessivo, ha smesso di respirare, di ragionare lucidamente, di percepire il mondo attorno a sé. Perché non era mai successo che Luke arrivasse a tanto con lui, ed il fatto che abbia guardato l’altro in quel modo, manda Ash ancora più in confusione, perché non riesce a capire i sentimenti del suo amico.
Luke, invece, non riesce ancora a capire per bene cosa abbia combinato. Cioè, ha agito d’impulso, come per voler marcare il fatto che Ashton sia suo. Cosa che non è vera e non è reale. Perché per lui Ash è un amico, e nulla più.
E allora perché ha reagito così? Perché voleva Ashton solo per sé in quel momento, senza che l’altro gli ronzasse attorno con occhi languidi?
Sospira e si passa la mano libera tra i capelli, mentre il suo braccio non si decide ad allontanarsi dal riccio. Perché Luke deve ammettere che, con il corpo di Ash così vicino al suo, si sente maledettamente bene e vorrebbe tanto che questa sensazione non abbia mai fine.
Ashton non è da meno. Aveva sempre desiderato che accadesse una cosa simile tra lui e Luke, ed ora che è successa, non riesce ancora a crederci. Ha bisogno di qualche istante prima di metabolizzare bene la cosa, per poi rendersi effettivamente conto che il braccio di Luke è veramente sulla sua spalla e che Luke lo sta veramente stringendo a sé.
Entrambi, senza che l’altro se ne accorga, sorridono, con il cuore gonfio di una felicità nuova, una felicità che sanno di poter ricevere solo dalla persona che stanno stringendo in quel preciso momento.

Michael arriva da “Chez Marie” che Spencer è già lì da pochi minuti, però gli sorride timidamente non appena lo vede. 
«Hey!» fa lui togliendosi gli occhiali da sole. 
«Ciao, se sapevo che eri dal parrucchiere rimandavamo, solo che oggi era l'unico giorno libero.» gli dice la bionda con un tono di scuse. 
«Non preoccuparti - entrambi si siedono al tavolino che Spencer aveva occupato quando era arrivata e Michael già inizia ad essere geloso delle sue parole - che devi fare in questi giorni?» 
Ma prima che la bionda possa rispondergli, la cameriera bassa, mora e carina piomba al loro tavolo pronta a prendere le loro ordinazioni perchè secondo lei "con un buon cappuccino davanti si parla decisamente meglio", quindi entrambi prendono quello che la ragazza ha consigliato e ridono insieme per la simpatia di quest'ultima. 
«Ho molti compiti da fare, poi ho iniziato a lavorare.» gli risponde quindi Spencer. 
«Wow, dove?» 
«Allo studio fotografico vicino casa mia, faccio l'assistente alla fotografa, è un'amica di mia madre.»
 Michael sorride sornione perchè sa quanto la sua Spence ami il mondo della fotografia, e sa anche quanto sia innamorato di lei. «Sono davvero contento per te.» ammette posando dolcemente la sua mano sopra a quella più piccola della ragazza di fronte a sè, che però non ritrae. 
«Ti ringrazio, Mike» 
E vanno avanti con questa conversazione per chissà quanto tempo, e possono chiaramente ammettere che non solo i cappuccini hanno aiutato a facilitarla, ma anche quest'affinità che c'è fra di loro, e ormai nemmeno Spencer può più negarlo, dato che è fermamente convinta di essere ancora tremendamente innamorata di Michael Clifford.




Lezel
Bellissimi, buona sera! Prima di tutto, mi scuso immensamente per l'ora a cui sto postando il capitolo, ma sono tornata alle nove e mezzo da Torino e far doccia e tutto il resto, ho trovato solo ora un po' di tempo (il bello è che devo anche finire di studiare -.-", ma va beh).
Allora, parlando del capitolo, cosa ne pensate?
Cal si comporta da stupido e ne paga le conseguenze, Mike e Spence che escono (finalmente!) e Luke geloso (?).
Speriamo tantissimo che vi sia piaciuto e, beh, a domenica prossima!
Come sempre grazie infinite per tutto, siete meravigliosi! Spero solo che siate diminuiti solo a causa della scuola e non perchè non vi piaccia più la storia :).
Detto questo, scappo e vado a rispondere alle vostre bellissime recensioni!
Un bacione immenso e a presto, Lezel <3

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Capitolo 5
*** Chapter four – Everything I didn’t say. ***


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Chapter four – Everything I didn’t say.



Il Sunset è a 600 metri dalla spiaggia, vicino casa di Calum, che si trova proprio seduto su un telo da mare col sole che ormai sembra volersi calare nel mare, laggiù all'orizzonte. 
Stasera i 5 Seconds of Summer suoneranno in quel locale per la prima volta, ma il moro non è così elettrizzato come dovrebbe essere, perchè in testa ha solo e soltanto una melodia, qualche frase alla cazzo per una possibile canzone e, chiaramente, Leah.
È da quando ha provato a baciarla che si da del cazzone da solo: questa volta era sobrio, scusanti non ne aveva, ma la voglia era così tanta da capire che anche quando non si è ubriachi si fanno le cazzate più assurde. 
È persino tornato al bar dove i suoi genitori lavorano per cercarla, e non trovandola, non ha nemmeno avuto il coraggio di chiedere di lei. 
Avrebbe voluto che fosse presente quella sera, per la prima esibizione della band, avrebbe potuto chiederglielo, se solo non avesse fatto il coglione. 
Quella ragazza è come un angelo entrato all'improvviso nella sua vita, lasciandolo però all'oscuro di tutto, e lui non avrebbe mai lontanamente immaginato che il paradiso fosse un posto sulla terra. 
Sarebbe voluto tornare indietro e dimostrarle quanto vale veramente per lui, dirle tutto ciò che non le aveva detto prima di fare quell'errore che gli ha tolto il respiro, come esattamente gli succede ogni volta che la guarda negli occhi. 
Ammette di aver sbagliato, ma ciò che è successo è stato perchè Calum è semplicemente insensibile a Leah, al suo angelo: è stata tutta colpa sua, e lo ha capito troppo tardi, soltanto quando lei gli è scivolata lentamente tra le dita. 
Improvvisamente tira fuori il telefono dalle mani, apre le note, e alla velocità della luce trascrive quelle frasi che ha elaborato in pochissimi minuti pensando proprio a lei, la sua musa inspiratrice, il suo angelo, la sua Leah. 

«Ma dove cavolo è finito Calum? - borbotta Luke andando fuori dal garage di casa Clifford per la centesima volta, cercando di scorgere in lontananza l'amico bassista - Sarebbe dovuto essere qui mezz'ora fa, mica si è dimenticato che stasera abbiamo la nostra prima esibizione dal vivo e che dobbiamo provare?»
Ashton ridacchia e si morde il labbro inferiore perchè okay, Lucas Hemmings è ancora più attraente quando si arrabbia. 
«E dai Hemmo, lo sai che quel coglione è sempre in ritardo» lo rimbecca Michael, che sta tranquillamente seduto sullo sgabello dietro alla batteria di Ashton mentre accorda la sua nuova chitarra, comprata per il grande evento di quella sera. 
Il biondo quindi si gira e lo guarda un po’ male, ma prima che possa mandare a fanculo a causa del suo nervosismo pre-show, il bassista arriva di corsa con dei fogli tra le mani e un sorriso che va da un orecchio all'altro. 
«Amici, ho delle buone notizie!» esclama tutto esaltato e i tre ragazzi lo guardano confusi.
«Con oggi hai fatto il record dei ritardi? -ironizza Luke - Grazie, lo sapevamo.» 
«No, però ho scritto una canzone nuova - dice distribuendo un foglio a ciascuno dei suoi tre amici - che chiaramente dovrete imparare perchè stasera la canteremo insieme a Try hard, The only reason e Wherever you are.» 
«"Everything I didn't say"?» leggono il titolo tutti insieme e guardano Calum, un po’ confusi e scazzati, perchè ha cambiato la scaletta delle canzoni senza informarli prima. 
«Scusa ma non dovevamo suonare Gotta get out? Cos'è questa cosa?» domanda Ashton, e il bassista alza gli occhi al cielo. 
«Questa cosa, come la chiami tu, è stata scritta da me in dieci minuti circa, l'unico record che ho fatto è questo - gli risponde praticamente elogiandosi da solo - perciò la esibiremo questa sera al Sunset, ho già in mente qualcosa per la base, muovete quelle chiappe!» 
E Michael, Luke e Ashton non possono fare altro che sbuffare, alzare gli occhi al cielo e imprecare, perchè quando Calum Hood si mette un'idea in testa nessuno gliela toglie. 

Leah esce dalla vasca esattamente dopo un'ora di ammollo e di riflessione. 
Indossa l'accappatoio ed entra in camera sua, buttandosi a peso morto sul letto, con l'intenzione di restarci tutta la serata perchè è troppo stanca, assonnata ed arrabbiata per uscire. Ma a quanto pare chi bussa alla porta non è al corrente di questa sua decisione. 
«Non ci sono per nessuno, addio!» urla prendendo il telefono per spegnerlo, ma la porta si apre lentamente e fa capolino nella sua stanza una testa bionda a lei molto nota. 
«Nemmeno per me?» e Leah sorride, perchè a Jenna non si dice mai di no. 
«Come stai?» le chiede poi cingedole le spalle con un braccio e baciandole una tempia affettuosamente. 
«Delusa, ti basta?» le risponde sbuffando, e la sua migliore amica non può fare a meno di sorridere; perchè sì, Jenna è la tipica ragazza bionda occhi azzurri che tutti desiderano e che nessuno vorrebbe buttare via, sempre allegra, solare e sorridente, quella che con la sua bellezza ammalia tutta Sydney e dintorni, quella che secondo Leah è uno spreco nel mondo dell'eterosessualità, perchè Jenna è tutto tranne che eterosessuale, e ad entrambe va benissimo così. 
«Sono contenta che ti sia fatta la doccia, perchè stasera usciamo!» annuncia la bionda facendo scoppiare Leah in una risata amara e ironica, dato che ha già deciso i suoi piani per la serata, e questi non includono sicuramente l'abbandonare la sua stanza. 
«Non ho intenzione di alzare il culo da questo letto - borbotta la bruna incrociando le braccia sotto al seno - e poi dove mi dovresti portare, sentiamo?» 
Jenna sorride maliziosa e Leah si copre il viso piccolo con le mani, perchè ormai conosce la sua migliore amica, e di conseguenza sa che stasera uscirà dalla sua stanza proprio per lei.

«Sono nervoso cazzo - impreca Luke camminando avanti e indietro per la stanza - sono nervoso!» 
«Ma ti vuoi calmare, dannazione?» sbuffa Calum seduto sulla poltrona colorata nel "camerino" del Sunset e poi gli tira dietro una mela presa dal cesto che ha portato la mamma di Michael perchè «Dovete essere in ottima forma per la performance!», quindi hanno dovuto accettarlo per forza. 
«Fallo di nuovo e anziché cantare la tua nuova canzoncina concludiamo con Gotta get out»
«È una sfida per caso, Lucas?»
«È una minaccia, Hood»
«Smettetela, state facendo salire l'ansia pure a me» urla loro Michael, che sta ripassando con Ashton il testo della canzone, per evitare il mutismo dato al panico da palcoscenico. 
I 5 Seconds of Summer sono tutti nervosi per la loro prima esibizione dal vivo, ma Ashton lo è più di tutti, perfino più di Luke che è il nervosismo fatto persona, e tutto per colpa di quest'ultimo, perchè insomma, le parole della nuova canzone, quella che Calum ha scritto, parla proprio di lui e Lucas, anche se indirettamente. 
«Ragazzi, tocca a voi!» dice veloce il proprietario del locale che da l'okay al presentatore per farli entrare in scena, e a quel punto Luke si fa scappare un urlo che fa cadere Calum dalla poltrona e che fa quasi prendere un infarto a Mike, attento nel sistemarsi i capelli blu, però nessuno dice nulla perchè okay, è Lucas Hemmings. 
«Allora ragazzi, partiamo con Try hard, poi Wherever you are, The only reason ed infine Everything I didn't say, okay?» rammenta loro Calum per la centesima volta in quella giornata, e gli altri sbuffano e annuiscono. E non appena sentono i loro nomi, fanno il loro ingresso sul palco, dove un po’ più sotto ci sono almeno un centinaio di persone - se non di più - che li applaudono e che urlano per loro. 
Il bassista lancia subito un sorriso di soddisfazione ad Ashton, che dà il tempo con le sue adorate bacchette come alle prove, poi si aggiungono Michael, Calum e Luke, che inizia a cantare il suo assolo, immaginando di essere nel garage di Mike, così, tanto per rilassarsi. 
E finita Try hard ognuno di loro si presenta e dice lo strumento che suona, il tempo di ringraziare e di riprendere fiato che subito riattaccano con Wherever you are, che mette sempre un po’ di malinconia a Michael, a causa della sua amata Spencer. 
«Verrai a vedermi suonare, vero?» le aveva domandato con un sorriso che andava da un orecchio all'altro e col cuore che gli rimbombava nel petto da quanto batteva forte. 
«Verissimo!» gli aveva risposto semplicemente lei, facendogli montare la testa del tutto.
Peccato che ancora di Spencer Dallas non ci sia traccia. 

«Come hai detto che si chiama questa band?» chiede Leah a Jenna alzando un po’ la voce, dato che la musica è così alta da non riuscire a sentire nemmeno i propri pensieri. 
«5 Seconds of qualcosa - le risponde la bionda e lei non fa in tempo a dirle altro perchè Jenna la prende per un braccio e la trascina proprio sotto al palco - menomale che quelli se ne sono andati, adesso godiamoci questi bei fusti!»
Leah ride alla battuta della sua migliore amica e si volta verso il palco nel momento in cui The only reason finisce, Calum guarda verso il pubblico, ed entrambi si sentono mozzare il fiato. 
«Grazie di nuovo a tutti voi, siete fantastici! - parla nuovamente Luke rivolto alle persone sotto al palco - Questa sarà l'ultima canzone per stasera, in realtà siamo un po’ nervosi perchè è la prima volta che la esibiamo». 
Calum gli fa cenno di farlo parlare, così il biondo si allontana dal microfono. 
«Questa è Everything I didn't say, speriamo vi piaccia» dice il bassista guardando negli occhi proprio la persona alla quale è dedicata, Leah. 
È tutto un gioco di sguardi il loro: lui canta e suona guardando solo e soltanto la sua musa inspiratrice, lei ascolta e sente gli occhi pizzicare fissando il bassista per il quale ha una cotta, e tutto questo senza mai distaccare lo sguardo l'uno dall'altra. 
Ashton sta cercando di dare il meglio di sè, e ripete mentalmente le parole della canzone associandole a Luke, che canta il suo assolo provocandogli una scia infinita di brividi, che gli fa pulsare la testa e aumentare il battito cardiaco, lo fa sudare, ha la fronte bagnata come quando ci si sveglia dopo un terribile incubo, e la bandana nera che stasera ha scelto di indossare gli peggiora solo la situazione. 
È il momento dell'assolo di Michael, che si sente un po’ perso perchè sono all'ultima canzone e ancora Spencer non s'è fatta viva; però non si fa tanti problemi, non si strugge per questo, perchè sa che quando lei fa una promessa può star certo che le mantiene, quindi pensa solo e soltanto a divertirsi perchè si trova più che a suo agio sul palco. 
La canzone finisce e subito riiniziano gli applausi, le urla e gli esulti, molto ben accolti dai 5 Seconds of Summer, stanchi, emozionati e soddisfatti della loro prima performance live.
«Leah, stai bene?» le domanda Jenna preoccupata mettendole una mano sulla spalla, e la bruna distoglie finalmente lo sguardo dal palco e da Calum, che giustamente è troppo impegnato a ringraziare il pubblico il pubblico per vederla correre fuori in lacrime, coi capelli bruni e lunghi che stasera ha lisciato e con gli stessi vestiti (lavati da sè stessa, stranamente) che indossava quella sera allo Starlight, giusto perchè aveva nostalgia del bassista che le ha dedicato quella canzone che non vuole sapere di andarsene dalla sua mente e dal suo cuore. 
Però non sa, che il moro in realtà l'ha vista e che è il primo ad abbandonare il palco per correre da lei, ignorando le domande e i richiami da parte dei suoi migliori amici. 

Michael è tranquillamente seduto sullo sgabello mentre sorseggia la sua birra, gli ci voleva proprio. 
È da solo, perchè anche Luke ed Ashton sono usciti per prendere una boccata d'aria, Calum si è dileguato senza spiegare il motivo a nessuno, perciò si è concesso da bere. 
E mentre è intento a rigirarsi la bottiglia di vetro tra le mani, si sente picchiettare la spalla.
«Siete stati fenomenali!» dice quella persona, la cui voce la riconoscerebbe anche se fosse sordo: Spencer. 
«Hey, ti ringrazio anche a nome degli altri tre coglioni - le risponde facendola ridacchiare - non pensavo che alla fine saresti venuta»
«Beh tu non mi hai vista, ma io c'ero sai?» asserisce sedendosi accanto a lui, che le sorride e le offre una birra, ma la bionda si rifiuta perchè «Non appena sono entrata avevo già un terribile mal di testa» 
«Allora, ti siamo piaciuti?» le chiede tentennando un po’ su quel 'siamo', perchè più che altro vuole sapere se lui le è piaciuto. 
«Moltissimo, l'ultima canzone è stata stupenda, mi ci sono ritrovata un sacco!» ammette arrossendo, poi sgrana gli occhi perchè si rende conto di ciò che realmente ha detto, quindi Michael non riesce più a trattenersi e fa per baciarla, ma prima che possa posare le sue labbra sopra a quelle di Spencer, sente improvvisamente la guancia destra che gli va in fiamme, perchè Bradley Miller gli ha appena tirato un pugno. 
«Ma che fai?» urla la bionda aiutando Michael a tirarsi su. 
«Stava per baciarti - ringhia quindi in risposta - e tu sei la mia ragazza, non dovresti stare al suo gioco, non fare la puttana.»
E a Michael fa più male come quell'idiota ha appena chiamato Spencer che il pugno, quindi si ricompone e sposta leggermente la bionda da una parte, per evitare che si faccia male.
«Come osi darle della puttana?» provoca il biondo di fronte a sè tirandogli uno spintone, e quest'ultimo ride perchè è nella squadra di lacrosse, e sa che ciò che Michael potrebbe fargli sono solo carezze rispetto a ciò che gli fará lui. 
«Il pugno ti ha fatto perdere il senso dell'udito, per caso?»
«Bradley piantala - interviene Spencer mettendosi in mezzo ai due - Mike ti ringrazio, ma non importa.»
Il ragazzo dai capelli blu sorride alla sua amata e poi torna a guardare quell'allocco di Bradley di fronte a sè. 
«Oh sì che importa invece.» dice soltanto per poi sferrare uno, due, tre, un sacco di pugni al quel biondo come se non ci fosse un domani, e chiaramente pure lui ne prende parecchi, ma poco gl'importa, perchè si sta battendo per la sua Spencer, e nessuno deve permettersi di parlarle in quel modo.

Subito dopo l’esibizione, Ashton aveva chiamato Luke e gli aveva fatto cenno di seguirlo sul retro del locale per parlargli. Luke non si era minimamente chiesto cosa volesse dirgli il riccio. E mentre entrambi camminavano, il batterista non faceva altro che chiedersi se quello che aveva intenzione di fare fosse la scelta giusta…
Ed ora eccoli lì, Ashton e Lucas, fuori dal locale, sul retro, con gli occhi fissi in quelli dell’altro, con i cuori che battono velocissimi, quasi volessero scoppiar loro nel petto.
Il riccio sospira forte, ma il nodo alla gola non va via, l’ansia che gli attanaglia lo stomaco non va via, la paura nel suo cuore non va via. Si passa una mano tra i capelli ormai completamente zuppi di sudore, mentre il sangue pompa così velocemente nelle tempie da lasciargli a malapena la forza di rimanere lucido.
Intanto Luke lo osserva, completamente perso, completamente rapito dai movimenti di quelle mani grandi ed affusolate, mani che vorrebbe tanto sentire su di lui, ovunque. Si perde Luke, osservando quelle piccole gocce che scivolano lentamente sul viso del ragazzo davanti a lui, scivolano sulla sua pelle e sembrano carezze leggere…
Sospirano, nello stesso istante, e sembra come se i loro respiri si siano uniti insieme, facendo accelerare i battiti ad entrambi.
Ashton sorride al biondo, che invece non riesce a capire proprio niente di quello che sta accadendo dentro di lui. Perché Luke non è mai riuscito a capire se stesso, neppure una volta.
Ed ora si sente completamente spaesato davanti a tutta quella miriade di sensazioni che gli invadono il cuore. Felicità, paura, ansia, sollievo, curiosità… E questo non è che una piccolissima parte.
Il batterista intanto si avvicina piano all’amico, con gli occhi sempre fissi in quell’oceano, di cui si è innamorato al primo istante, in cui vorrebbe annegare sempre, senza paura di cadere o morire. Sono come calamite, quegli oceani meravigliosi, calamite che attirano e liberano ogni volta gli occhi, la mente, il cuore e l’amore di Ashton nei confronti di Luke.
Adesso tra loro, a dividerli, c’è solo un passo, o forse meno. Ma questo a loro non importa, proprio non ci badano, presi come seno ad osservarsi, a studiarsi, a cercare sempre gli occhi dell’altro, a bearsi di quel batticuore che scuote ogni singola cellula del loro corpo.
Ed in quell’istante Ashton ripensa alla decisione che ha preso mentre cantavano la canzone nuova, mentre quelle parole che rispecchiavano in un certo senso anche il rapporto tra lui e Luke gli si marchiavano a fuoco nel cuore. Ha deciso di buttarsi, di tentare, di lasciare liberi tutti quei sentimenti racchiusi in lui da un lungo mese e mezzo. Ha paura di perdere Luke, quello non può negarlo, ma non può nemmeno negare a se stesso tutti quei sentimenti così forti e così potenti in grado di fargli perdere completamente il cuore.
Ed il biondo, invece? Lui cosa prova? Non lo sa, non riesce a capirlo, forse per la troppa paura, forse perché non ce la fa a vedere la realtà con occhio diverso, forse non riesce ad accettarla… L’unica cosa a cui riesce a pensare ora come ora, è il fatto che essere così vicino ad Ashton lo fa sentire tremendamente bene, bene come non si era mai sentito prima.
Ed anche Ashton non è da meno. Anche lui si sente bene, si sente formicolare qualsiasi parte del corpo, si sente felice, felice come non era mai stato. E tutto questo grazie a Luke, a quel ragazzo bellissimo dai capelli biondi e dagli occhi blu come l’oceano davanti a lui.
Si sorridono, senza che possano controllare quello che sta succedendo dentro di loro.
Ash, con il cuore che batte peggio di un’orchestra, si avvicina ancora di più al viso di Luke, facendo sfiorare i loro nasi procurando ad entrambi una scia infinita di brividi per tutto il corpo, lasciandoli attoniti solo per un istante.
Luke punta intensamente i suoi occhi in quelli castano-verdi di Ashton, e subito una sensazione meravigliosa si impossessa di lui, come se quegli occhi riuscissero a farlo sentire giusto, ma solo insieme a lui.
Ashton gli sorride ancora una volta, preda di una felicità senza confini e così intensa da fargli pensare che non possa essere reale. Ed il biondo risponde sorridendo senza esitare, mentre lo stomaco diventa più leggero di una piuma.
Il riccio sospira un’ultima volta, prima di buttarsi del tutto.
«Questo è tutto quello che non ti ho detto.»
Una piccola frase, poche parole, sussurrate sulle labbra piene del biondo, che non capisce a cosa il suo amico si stia riferendo. E poi accade tutto in un solo, magico ed unico istante.
Ashton posa delicatamente la sua mano sulla guancia di Luke, senza interrompere quel qualcosa di così speciale che unisce i loro sguardi. Luke si sente frastornato, a causa di quella mano così calda e rassicurante su di lui, come se l’amico avesse letto i suoi pensieri di pochi istanti prima.
E poi, finalmente, Ashton posa le sue labbra su quelle di Luke, annullando la distanza tra di loro con questo semplice gesto, riuscendo finalmente a dar vita ai suoi sentimenti.
Sentire quelle labbra sulle sue, per il biondo è come un’iniezione di eroina, di adrenalina.
E nessuno dei due si sarebbe mai aspettato la prega che il bacio avrebbe preso.
Senza pensarci due volte, Luke porta le sue mani tra i capelli di Ash, sentendoli bagnati e morbidi, soffici, sotto le sue dita. Ashton invece cinge il corpo di Luke in un abbraccio che toglie il fiato al più piccolo da quanto è intenso.
E si ritrovano così, vicini, uniti come se fossero una cosa sola, con le loro labbra che non smettono di assaporarsi; con le loro lingue che non smettono di cercarsi, di rincorrersi, di giocare, di danzare, di accarezzarsi.
Si spostano piano, arrivando a far combaciare esattamente la schiena di Luke al muro. 
Ed il bacio non ha fine, anzi, si intensifica ancora di più, riuscendo a farli sentire completi, felici come mai prima d’ora. Un bacio che dura solo qualche minuto, ma che a loro pare così lungo da non poterne avere abbastanza.
Quando si dividono, i loro occhi si cercano subito, come le loro mani che vanno ad intrecciarsi e a stringersi teneramente.
«Ho paura, Ashton.» sussurra Luke, aumentando la stretta sulla mano del riccio.
Il batterista gli sorride dolcemente e gli accarezza la guancia. «Non devi. Ci sono io con te.»




Lezel
Ciao a tutti! Eccoci a questo quinto capitolo. E beh, qui di cosine ne succedono parecchie ahahah :).
Finalmente fanno l'esibizione! *^* E c'è un Calum veramente troppo dolce che scrive una canzone (e che canzone!!!!) per quella fantastica ragazza che è Leah. Poi c'è un Michael coraggiosissimo e pronto ad affrontare tutto per Spencer. E da ultimo ci sono Luke ed Ashton che affrontano un grande passo.
Beh, cosa ve ne pare? Speriamo davvero con tutto il cuore che vi sia piaciuto! <3
Detto questo, passiamo a ringraziare di tutto cuore tutte quelle persone che hanno recensito lo scorso capitolo e che hanno messo la storia tra preferite, ricordate e seguite :). Siete dolcissimi, tutti quanti! <3
Piccola cosa, poi togliamo il disturbo. E' più un'osservazione che parte da me (Letizia25), cioè, è solo una cosa che penso io: sono felicissima che i Lashton piacciano così tanto, giuro, è una bellissima soddisfazione. Il problema (che poi non è un problema, è più che altro questione di gusti) è che molti non valorizzano il lavoro che fa Hazel_ con le altre due coppie. Cioè, non voglio farvi una critica sui vostri gusti, non mi permetterei mai. Solo che mi dispiace tantissimo vedere che il lavoro della mia amica viene messo in secondo piano, in un certo senso.
Spero di non aver offeso o fatto arrabbiare nessuno, perchè è l'ultimo cosa che vorrei.
Detta anche questa cosa, tolgo il disturbo :). Grazie infinite per tutto, siete veramente gentilissimi e dolcissimi! <3
A domenica prossima, Lezel <3
 

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Capitolo 6
*** Chapter five - Love. ***


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Chapter five - Love.


 
Calum spalanca la porta del retro del locale e si precipita fuori, con l'aria serale di Sydney che lo fa rabbrividire, ed è comprensibile, dato che è coperto solo da una canottiera che tra l'altro è slabbrata; socchiude appena gli occhi nel tempo di riconoscere la figura minuta di Leah, che adesso gli da le spalle, quindi le si avvicina lentamente e sospira. 
«Leah, parlami per favore.» le dice in un sussurro, quasi come un imploro, ma non sa che lei si sta mordendo il labbro inferiore fino a sentire un male cane soltanto per reprimere i singhiozzi che secondo lei la farebbero apparire soltanto ridicola agli occhi di lui. 
«È davvero molto bella quella canzone.» è la risposta di qualche secondo dopo, secondi che a Calum sono sembrati interminabili, perchè lei ancora gli sta dando le spalle. 
«Cristo, L'ho scritta per te - ammette alzando un po’ il tono della voce, perchè la verità urlata è sempre più credibile di quella sussurrata, e Leah non può fare altro che sorridere e dare sfogo alle sue lacrime - io ci tengo a te, sono un coglione e ti ho dato la dimostrazione di essere tale, Leah. So cosa pensi di me, e mi dispiace veramente tantissimo, scusami.» 
La bruna sorride triste e si stringe nel suo giacchetto di pelle nello stesso momento in cui sente Calum circondarle le spalle con le sue possenti braccia e avvolgerla in un abbraccio che le fa aumentare i battiti del cuore, fino a farli diventare incontrollabili. 
«Scusa.» ripete stavolta appoggiando il mento sulla testa di Leah, che subito incrocia le sue mani con quelle più grandi del moro, e quest'ultimo non può fare a meno di sorridere perchè cazzo, è stra cotto di lei. 
«Nessuno mi ha mai dedicato una canzone, sai?» gli dice, poi gli lascia le mani per voltarsi e guardarlo negli occhi, e Calum si morde il labbro inferiore. 
«Quindi mi merito il tuo perdono, vero?» le domanda dolcemente, iniziando a fissarsi le Vans come se fosse un timidone, cosa che lui non è affatto. 
«Tu non meriti il mio perdono. Meriti questo.» risponde .
Poi posa la mano destra dietro alla sua nuca e con due dita della sinistra gli alza il mento, e delicatamente le sue labbra vanno a finire su quelle del bassista, ed è qui che finalmente si rende conto che Leah lo ha cambiato, che grazie a lei non è più il solito donnaiolo che va appresso a tutte le ragazze solo per una botta e via, per farci sesso e poi lasciarle andare come se fossero trasportate dalle onde del mare, e quando la marea le riportava a riva, Calum le lasciava lì, come se non gli appartenessero, e secondo lui è stato giusto così. 
Non ha intenzione di lasciarla andare, per questo le circonda i fianchi con entrambe le braccia e l'avvicina a sè stringendole la vita, e lei ricambia stringendo ancor più forte le mani dietro alla nuca del ragazzo, che sorride contro le sue labbra. 
«Vuoi provare a conoscerci meglio, allora?» le chiede non appena si staccano l'uno dalle labbra dell'altra, senza neanche avere il tempo di respirare. 
«Ne sarei felicissima.» risponde Leah e lo abbraccia di nuovo, scoppiando a ridere insieme perchè si stanno bagnando completamente a causa della fittissima pioggia che sta scendendo, ma a loro non importa granché, perchè adesso sono insieme, ed è questo che conta.

«Non serve che mi riaccompagni a casa, davvero!» protesta Michael sbuffando mentre Spencer lo aiuta a salire nella sua auto. 
«Mike, non so se hai visto come sei ridotto - gli dice lei dolcemente stando attenta a non fargli male - e poi sta piovendo, non mi va che tu torni a piedi.» 
Il ragazzo sospira e poggia la testa contro al finestrino, perchè fare a botte con quel coglione di Bradley Miller lo ha stancato completamente, però è felice di ciò che ha fatto perchè è stato tutto per difendere Spencer. 
«Mike senti, non mi va che i tuoi ti vedano conciato in questo modo, magari prima vieni da me così posso medicarti un po’ e poi ti porto a casa tua, okay?» chiede mettendo in moto.  
«Okay.» risponde lui a bassa voce, dato che vuole solo riposare perchè gli scoppia la testa e gli fa male tutto. 
La bionda continua a sospirare perchè Bradley non smette di chiamarla e di scriverle messaggi, da quando – poco prima - lo ha piantato in asso, stanca dei suoi comportamenti ossessivi e possessivi, e chiaramente anche perchè non si sentiva così vicina a lui come un tempo, quindi Michael le aveva solo facilitato il tutto, e lei non gli era altro che grata. 
«Mike, siamo arrivati» gli dice scuotendogli leggermente la spalla, ma è sicura al cento per cento che si sia addormentato per la stanchezza, dato che sembra non dare segni di vita. Sorride e scuote la testa, perchè Michael è troppo dolce quando dorme.
 Lentamente gli si avvicina e gli lascia un lieve bacio sulla guancia, e il ragazzo a quel contatto si sveglia di scatto e si guarda intorno, come se fosse confuso da quella situazione, Spencer ride ad alta voce, e Michael non può fare a meno di imitarla perchè la sua risata cristallina è tanto bella quanto contagiosa.
Si guardano negli occhi, si scrutano, si studiano con un semplice sguardo, felici di essere con il loro pezzo mancante, quella parte che era stata lontana per troppo tempo.
Spencer si ritrova ad un tratto a corto di parole, incapace di rispondere allo sguardo intenso del ragazzo davanti a lei. Ragazzo che le si avvicina facendo aderire piano le loro fronti ed incatenando i loro occhi in maniera indissolubile.
Michael ha una domanda, una sola e semplicissima che gli ronza in testa da quando sono usciti dal locale, ma che ancora non ha avuto il coraggio di porre alla bionda, frastornato da quel batticuore da urlo che gli invade il petto.
Prende un respiro, con calma, riuscendo a mettere un po’ da paure l’ansia che lo assale. Ma è solo quando i suoi occhi incontrano del tutto quelli meravigliosi di Spencer, che lui si lascia completamente andare, fiducioso e speranzoso.
«Che ne diresti di riprovare, io e te, insieme, come se tutti questi mesi non fossero mai esistiti? Che ne diresti di riprendere da dove avevamo lasciato tutto questo?»
Una semplicissima domanda, posta con voce rotta ed incerta, con sottofondo due cuori che non riescono a fermare i loro battiti impazziti.
E Spencer non potrebbe chiedere niente di meglio, non adesso, non ora che ha ritrovato il suo Michael, non ora che non vuole lasciarlo più andare per nessun motivo.
Senza rompere quel silenzio con parole che non dimostrerebbero mai quello che stanno provando, entrambi avvicinano le loro labbra, fino a farle combaciare alla perfezione. Ed ecco, quella sensazione di completezza che non sentivano da tanto tempo, si sta facendo strada dentro di loro, dentro i loro cuori, lasciando i due ragazzi senza fiato.
Nessuno dei due riuscirà mai a spiegarsi quello che succede dopo.
Si dividono ad una velocità inaudita, escono velocemente dalla macchina e corrono verso casa, inzuppandosi a causa della pioggia che proprio no vuole saperne di smettere. Arrivano alla porta con il fiato corto, e subito, come se fossero in astinenza, cercano le labbra dell’altro. 
E continuano a baciarsi quando Spencer riesce ad aprire la porta con una mano sola, quando si liberano dei giacchetti lasciandoli cadere in mezzo all’ingresso, quando lui la prende in braccio e sale le scale, quando entrano in camera, quando lui la posa sul letto.
Ed è solo in quel momento, che entrambi capiscono che stanno per fare il passo più importante di tutti. Ma non hanno paura, non hanno ripensamenti. Hanno solo la voglia di amarsi, cercando di riprendere tutto il tempo perduto.
Silenziosamente, Spencer priva Michael della maglia, riuscendo ad osservare da vicino il suo corpo per la prima volta. Subito le guance le si colorano di rosso, ma non le importa, non adesso che lui è lì con lei.
Il ragazzo le sorride felice e le lascia una piccola scia di baci sul collo, togliendole la canottiera rossa con un solo movimento.
Senza aspettare oltre, entrambi cercano subito il bottone e la zip dell’altro per aprirli.
E solo quando le loro pelli si sfiorano, senza strati di stoffa a dividerle, che entrambi sentono di poter affrontare qualsiasi cosa, ma solo se rimangono insieme, uniti, nonostante tutte le difficoltà, i problemi, i litigi ed i momenti belli che ci saranno.
Si baciano su ogni parte di pelle scoperta, assaporandola, marchiandola con la traccia umida delle loro labbra. Si amano, si accarezzano, si vivono come mai prima di allora avevano fatto. Si uniscono in un modo indescrivibile, come se la loro storia dovesse partire esattamente da quel momento, lasciando indietro tutto il resto.
Si baciano e si baciano mille e mille volte, continuando ad aggiungere note meravigliose a quella fantastica melodia che hanno iniziato a scrivere otto mesi prima, melodia che difficilmente troverà una fine.
E la notte la passano così, a giocare, ad amarsi, sotto quelle lenzuola un po’ troppo leggere per quella stagione e testimoni della loro felicità più grande.

Quella notte, Luke non riesce a prendere sonno. Si rigira nel letto, trovando accanto a lui un Ashton profondamente addormentato. E la mano del biondo, guidata dal cuore, va a posarsi delicatamente sulla guancia leggermente ricoperta di barba del riccio.
Subito il ragazzo sente un vuoto all’altezza dello stomaco. Non fosse stato per il bacio – anzi, per tutti i baci che lui ed il batterista si sono scambiati quella sera – Luke non avrebbe mai capito una cosa molto importante.
Non avrebbe mai capito che tutte quelle cose che prova quando è in compagnia di Ashton, sono i classici sintomi di una bellissima malattia, quella più forte del mondo, quella a cui nessuno riesce ad opporsi neppure volendo, quella che destabilizza completamente ogni azione vitale, mandando in tilt qualsiasi cosa. Quella malattia chiamata Amore.
Perché, grazie a tutti quei baci, così carichi di dolcezza e di quel sentimento meraviglioso, gli hanno finalmente fatto capire che è sempre stato innamorato di Ashton, fin da quella volta che si è presentato alle prove per la band.
Sì, Luke è innamorato cotto, innamorato perso, innamorato come non era mai stato prima.
Che poi, neppure lui stesso riesce a credere ad una cosa del genere. Era sempre stato fermamente convinto di essere etero – cosa dimostrata dalle ragazze con cui ha avuto una storia – e mai gli era passato nella mente che avrebbe potuto innamorarsi di un ragazzo!
Però, questo gli conferma ancora di più il fatto che l’amore non può essere scelto. Perché alla fine è proprio l’amore che ci trova, facendoci arrivare alla persona giusta per noi, infischiandosene del sesso, dell’età, della nazionalità. L’amore prende e manda all’aria qualsiasi cosa. Niente ha scampo.
E Luke, a tutti questi pensieri troppo profondi per quell’ora tarda della notte, sorride come uno scemo e si passa una mano tra i capelli, cercando di calmarsi.
Ma non ci riesce. Proprio non ce la fa a mettere un freno a tutto quello che si sta scatenando in lui come una tempesta senza precedenti. È come se quel bacio fosse stata una bomba ad orologeria, che ha fatto scattare ogni singola molla di quell’ingranaggio difettoso che è il cuore di Luke, liberando mille sensazioni, mille emozioni tutte diverse, tutte bellissime.
Sorride ancora una volta notando l’espressione di Ashton così serena, così bella.
Perché sì, Luke crede, anzi, è stra sicuro di non aver mai visto una persona bella quanto Ashton. Bella non solo fisicamente, ma soprattutto dentro, una di quelle bellezze che colpiscono subito, fin dalla prima volta in cui se ne viene a contatto. Una bellezza fatta di una risata meravigliosa ed irripetibile, tanta allegria, tanta voglia di vivere, tanto amore…
Ma questa è solo una misera parte delle cose che si potrebbero dire su Ashton Fletcher Irwin, che a Luke ci vorrebbe tutto il resto della vita per poterle trovare tutte.
E intanto la sera scivola via velocemente, lasciando spazio ai primi raggi timidi del sole.
Ma Luke non fa caso a niente, preso com’è ad ammirare, ad accarezzare, a studiare il viso dolcissimo di Ashton.
Proprio in quel momento il riccio si sveglia, lentamente.
Ed entrambi hanno un tuffo al cuore, perché poter vedere già di prima mattina gli occhi della persona che si ama, è la cosa più bella, il risveglio migliore del mondo.
Si osservano, curiosi, felici, amati.  Si sorridono, dolcemente, lasciando che le loro mani si trovino da sole e che le loro dita si intreccino, facendoli sentire completi.
Ad Ash batte il cuore batte fortissimo. Perché ha ancora una cosa in serbo, una cosa che la notte passata non ha detto, preso com’era ad assaporare quelle labbra di cui non riuscirebbe mai a fare a meno.
Punta i suoi occhi castano-verdi in quelli blu lucenti di Luke, ed il biondo si sente sciogliere sotto l’intensità dello sguardo che il riccio gli sta rivolgendo.
«C’è un’ultima cosa che non ti ho detto.» confessa il più grande dei due, facendo completamente arrossire il biondo, che fa cenno all’altro di proseguire.
Ashton, con il cuore in gola, al culmine della felicità, si avvicina lentamente all’orecchio del biondo e sussurra. «Ti amo.»
Un sussurro, un semplicissimo spostamento d’aria che fa andare completamente nel pallone entrambi. Perché solo ora si rendono veramente conto della portata di quella frase, di quanto sia importante, di quanto leghi indissolubilmente due persone tra loro.
E Luke si ritrova a sorridere, ancora, mentre le guance gli si colorano lievemente di rosso ed il cuore batte a velocità pazzesche. Ed Ashton sorride a sua volta, felicissimo. Finalmente ha detto tutto, finalmente si è lasciato andare, liberando tutti i suoi sentimenti.
Senza farsi pregare, i due si avvicinano piano, abbracciandosi, stringendosi così forte da far sembrare il tutto così surreale da quanto è magico.
Riescono però a darsi prova della realtà facendo combaciare dolcemente le loro labbra, riuscendo finalmente a sentirsi completi, riuscendo finalmente a sentirsi a casa, capendo che il loro posto nel mondo è e sarà sempre a fianco dell’altro.




Lezel
Belleze buon dì! Scusate,oggi vado di fretta :/. Putroppo la scuola rompe anche di domenica mattina -.-".
Beh, che sorprese abbiamo in questo capitolo! Cal e Leah che si baciano, Mike e Spence che fanno quel che fanno :'3, Luked ed Ash che mettono le cose in chiaro (?). Ah, comunque, i Lashton non hanno fatto niente insieme, durante la notte ;).
Detto questo, a presto e grazie di tutto! <3 Alle vostre recensioni risponderò il prima possibile! <3
Un bacione grandissimo, Lezel <3

 

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Capitolo 7
*** Chapter six - Parachute. ***


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Chapter six – Parachute.



È passato un mese da quando Leah e Calum si sono conosciuti, e tre settimane da quando hanno deciso di provare a mettersi insieme. 
Siccome i suoi genitori sono in Scozia per far visita ai nonni paterni e Mali è in Francia, il moro ha deciso d'invitare a dormire la sua ragazza, e Luke ha subito pensato male dato che «Usate le protezioni, mi raccomando!» gli ha urlato mentre abbandonava il garage di Michael dopo le prove. 
Con la band procede a meraviglia ormai: lo scorso sabato si sono esibiti di nuovo al Sunset, Calum ha scritto due nuove canzoni, Never be e Long way home, e quasi tutti i venerdì e i sabato sera sono prenotati per esibirsi in più locali diversi. 
Il bassista lancia un'occhiata veloce all'ora sul telefono e nella mente ha stampato il messaggio che Leah gli aveva inviato qualche ora prima, dove lo avvertiva che avrebbe ritardato una mezz'oretta perchè avrebbe dovuto aiutare i suoi al bar, e per rendere tutto il più dolce possibile ci aveva aggiunto un cuore colorato alla fine. 
Quella sera avrebbero visto un film, precisamente “The maze runner”, perchè è il preferito di Leah e poi perchè è una fan sfegatata di Dylan O'Brien, gliel'aveva detto il giorno prima quand'erano stati al loro posto, e ciò aveva scatenato una forte gelosia da parte di Calum. Il suono del campanello lo fa distrarre dai suoi pensieri, così si alza, cerca di rendere presentabili almeno un minimo i suoi capelli già scompigliati di suo, ed infine apre la porta, trovandosi davanti la sua ragazza piuttosto alterata, che entra in casa sbuffando. 
«Che succede?» le domanda mentre chiude la porta. 
«I miei genitori Cal, i miei genitori - dice frettolosamente, fermandosi a guardarlo negl'occhi - prendono decisioni per me, e non lo sopporto!»
«Che tipo di decisioni?» chiede ancora, così lei si ferma un attimo e lo abbraccia, poi lo bacia. 
«Sono una stupida, ti faccio una testa così coi miei problemi quando invece l'unica cosa a cui dovremmo pensare stasera siamo noi due.» sospira accarezzandogli i capelli e lui ridacchia. 
«I tuoi problemi sono compresi nel noi, lo sai? - apostrofa con le dita la parola 'noi' e le bacia il naso - E poi sono il tuo ragazzo, sai che puoi dirmi tutto!» 
Leah sorride, si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio con fare nervoso e si siede sul divano. 
«Allora, “The maze runner”?» chiede sviando un p l'argomento e tirando fuori il dvd dalla borsa, e il suo ragazzo ormai sa benissimo che quando fa così è perchè è tremendamente preoccupata o nervosa, ma non le dice niente perchè sa che ci penserà lei quando sarà pronta. 
E vorrebbe chiederle qualcos'altro, vorrebbe sapere di più perchè quando non si dicono tutto lui sta male, si sente preso in causa e cerca sempre di dissuaderla a parlare, cosa che funziona tutte le volte, ma questa sera proprio non ci riesce, perchè sente che la risposta farebbe male ad entrambi, forse più a lui che a lei. 
Quindi reagisce d'impulso e la bacia, lo fa per distrarsi e non pensare a “quel” problema, perchè gli piacciono quelle labbra, perchè si sente in pace con sé stesso, perchè nonostante il tempo, nonostante tutto e nonostante tutti, si sta innamorando di lei; e l'ha capito quando qualche giorno fa cantavano Long way home e Michael gli ha chiesto diretto come non mai «La ami?», e gli voleva rispondere che ormai c'era quasi, che non ricordava quand'era stata l'ultima volta che aveva provato un sentimento del genere e per questo aveva paura, temeva che Leah si sarebbe allontanata, ogni volta sempre di più, fino a scordarsi di lui; ma alla fine si è limitato a rispondergli con «Dai tempo al tempo, Mike.» 
E ora la stringe più forte, la bacia tutta e dappertutto, e lei sospira sotto di lui, perchè si sente pronta per quel grande passo. 
«Vuoi andare in camera mia?» le domanda ansimando quasi come se le avesse chiesto «Vuoi fare sesso o vuoi fare l'amore?» perchè su quel divano se l'è praticamente girate tutte, e Leah annuisce semplicemente, perchè vuole che sia tutto perfetto. 
Quindi entrambi si alzano, tutti e due un po’ spaventati, e Calum le prende la mano mentre salgono le scale, come quando si sale sulle montagne russe e si ha l'ansia addosso, il terrore, si pensa a tutto ciò che potrebbe andare storto e alle conseguenze, però c'è sempre qualcuno che ti fa tranquillizzare, che ti fa tirare un sospiro di sollievo, e per Leah, Calum è quella persona. 
Una volta entrati in camera la adagia delicatamente sul letto e si stende sopra di lei facendosi peso sui gomiti per non pesarle, accarezzandole ogni centimetro del corpo e baciandola come se fosse l'ultima volta che lo fa; le bacia la fronte, il naso, le labbra, il collo, il petto, lo stomaco, e nel frattempo si liberano dei vestiti che ormai stanno diventando più che inutili, tutto senza fretta, perchè vuole farla sentire a suo agio, perchè sa benissimo che per le ragazze la prima volta è quella più importante, e in un certo senso anche per lui lo è, la prima volta che fa l'amore. 
E quando finalmente la fa sua, in quella stanza buia e silenziosa, perchè gli unici rumori che si sentono sono i battiti dei loro cuori, Leah gli stringe i capelli ed ansima contro le sue labbra, inarca la schiena e poi Calum la bacia, perchè sta per scoppiare, sta andando fuori di testa e non riesce più a trattenersi, è ormai totalmente fuori i controllo, i suoi sentimenti lo sono, e non ce la fa più, dato che «Ti amo.» le sussurra all'orecchio prima di cessare ogni movimento e nascondere il viso nell'incavo del suo collo, e Calum non lo sa, ma Leah sorride e piange silenziosamente allo stesso tempo perchè cazzo, lo ama pure lei.

Michael scuote nuovamente la testa e batte l’ennesimo pugno sul muro.
Dopo quella notte, bellissima e piena di loro, le settimane che sono seguite, sono andate a gonfie vele. Lui e Spencer non hanno fatto altro che recuperare il tempo perduto, non hanno fatto che stare insieme, e non solo di notte. Hanno cercato di rimettere in senso quello che era rimasto, prima di iniziare da zero di nuovo.
E iniziare tutto da capo è stata la decisione migliore che entrambi abbiano mai preso. Quelle settimane sono state un continuo susseguirsi di attimi mozzafiato, attimi meravigliosi, resi tali dalle piccole cose, dai piccoli particolari.
Solo che in una relazione non può andare tutto rose e fiori, non c’è verso. La prova l’hanno avuta la settimana precedente, quando per caso Michael, con in mano il telefono della ragazza, non aveva trovato il messaggio di un certo Samuel.

Ehi piccola, che mi racconti? È da tantissimo che non ci vediamo!

E subito, a leggere quel piccola, il sangue aveva iniziato a ribollirgli nelle vene, per la rabbia, per la gelosia, per la delusione.
Le aveva ridato il telefono e, con voce atona, le aveva chiesto «Hai qualcosa da dirmi?».
Spencer lo aveva guardato senza capire. «Non ho niente da dirti.» gli aveva risposto, puntando i suoi occhi grandi in quelli verdi del ragazzo.
«Da quanto va avanti questa storia?» le aveva chiesto lui.
E lei, di nuovo, non aveva capito. «Quale storia?»
Ma lui non le aveva risposto e si era avviato a capo basso verso l’uscita.
«Pensavo mi amassi.» aveva detto, con la mano sul pomello della porta.
Lei, a quelle parole, si era sentita sprofondare. «Cosa ti fa pensare che sia il contrario?»
«Chiedilo a Samuel, dato che mentre stai con me, ti senti anche con lui… Forse Brad non si sbagliava quando disse quelle cose al Sunset.» le aveva spiegato, esasperato e guidato solo dalla rabbia e dalla tristezza.
E lei si era sentita morire, come se un qualcosa di affilato, di acuminato, si fosse impiantato nel suo cuore, non lasciandole via di scampo.
«Vai via.» gli aveva detto con le lacrime agli occhi. «Vai via!» aveva ripetuto, iniziando a piangere, sentendosi affondare ogni secondo sempre di più.
Michael non se lo era fatto ripetere due volte ed aveva aperto la porta, dirigendosi a casa, con il cuore totalmente vuoto, privo di qualsiasi emozione, privo di qualsiasi sentimento.
Ma non era neppure uscito dal cancello, quando la porta di casa di Spencer si era aperta e lei era uscita con gli occhi rossi e gonfi di lacrime ed il corpo tremante, attirando subito l’attenzione del ragazzo.
«E comunque, Samuel è mio cugino!» aveva gridato, per poi tornare dentro sbattendo sonoramente la porta alle sue spalle.
E Michael, da una settimana, non fa altro che maledirsi, che darsi dello stupido, per non aver capito assolutamente niente, per aver detto quelle parole orribili alla sua ragazza, per aver ferito la persona più importante di tutte.
Sospira affranto e, senza pensare, si mette le scarpe ed esce, per provare a schiarirsi le idee almeno un po’. E mentre cammina, a passo lento, non fa altro che pensare a tutte le chiamate e a tutti i messaggi che le ha lasciato, ma a cui Spencer non ha mai risposto.
Ha pensato ad ogni modo possibile per farsi perdonare, eppure non gli è venuto in mente niente di decente.
Sospira di nuovo ed alza lo sguardo solo un secondo. Un secondo che basta per fargli vedere un negozio di macchine fotografiche a pochi passi da lui. E allora, forse, un’idea fa capolino tra i suoi pensieri.

Un quarto d’ora più tardi è davanti alla porta di casa di Spencer. Non sa se entrare, non sa cosa fare di preciso. Soppesa un po’ quel sacchetto colorato che ha in mano e alla fine lo posa a terra, davanti l’entrata, per poi tornarsene a casa con il cuore in preda all’agitazione.
Entrato nel suo appartamento, si toglie le scarpe con noncuranza e si lascia cadere a peso morto sul divano, accendendo la TV, giusto per evitare di pensare.
E sta quasi per cadere preda del sonno, quando il suono del campanello lo fa alzare di scatto con il cuore in gola.
Non fa neppure in tempo ad aprire decentemente la porta, che una ragazza bionda entra dentro come una furia, stringendolo fortissimo.
Ed immediatamente le braccia di Michael vanno a stringere quel corpo minuto ed esile, vanno a stringere fortissimo quella ragazza che non voleva ferire per nessuna ragione al mondo.
«È la prima volta che mi regali qualcosa.» sussurra lei con il viso vicino all’orecchio del ragazzo, che sorride felice e la stringe ancora un po’.
«È stata l’unica volta che ho avuto la certezza che ti sarebbe piaciuto.» risponde lui, sempre sottovoce, facendo venire la pelle d’oca a Spencer che non riesce a non sorridere, a non dimostrare la sua immensa felicità.
«Sono stato uno stupido, mi dispiace tanto.» continua Michael, allontanandosi lievemente dalla ragazza e facendo incontrare i loro occhi. 
Spencer, a quelle parole, nega con il capo, continuando a sorridere, e posa delicatamente la sua mano sulla guancia lievemente coperta di barba del ragazzo.
«Non fa niente, amore.»
E lui, a quella frase, a quella parole, si sente spedito dritto dritto in paradiso. Non sa più cosa pensare o cosa dire. Ma a questo non bada, non ora almeno. Perché le labbra di Spencer sono nuovamente sulle sue e nessuno dei due potrebbe chiedere niente di meglio.

Luke sospira e si passa una mano fra i capelli biondissimi, poi prende il plettro e riinizia a suonare intonando le note di Never be, una delle nuove canzoni, però è talmente sovrappensiero da non riuscire ad andare a tempo; da quando Ashton gli ha confessato ciò che provava, si è sentito ancora più confuso nonostante provasse le stesse cose, però era come se non avesse avuto il coraggio di dirglielo. 
Dopo quella sera non ne avevano più parlato, né da soli né soprattutto in presenza di Calum e Michael, perchè ancora devono stabilizzare il loro rapporto, anche se entrambi sono sicuri di ciò che vogliono; a questo punto devono solo dare tempo al tempo. 
Ormai non fa altro che pensare ad Ashton, lo vede anche quando non c'è: lo vede mentre fa la doccia, mentre è a tavola coi suoi, mentre studia, mentre legge, mentre suona o canta, e lo vede pure adesso, che sta appoggiato allo stipite della porta che fa dal limbo tra il garage e l'ingresso di casa sua, con le braccia incrociate sul petto, gli occhiali da vista e i capelli che gli ricadono un po’ sul viso perchè non porta la bandana, e capisce che non è solo un'illusione quando assottiglia un attimo gli occhi e vede il riccio sempre lì, che sorride e batte le mani perchè ha appena smesso di cantare. 
«Una bella canzone, vero?» gli chiede sedendosi sul puff d'argento di fronte a Luke, che posa la chitarra e si passa le mani sudate sui jeans perchè è nervosissimo. 
«Già, Calum si è proprio superato.» dice facendo ridere l'amico e di conseguenza sorride anche lui. 
E dopo queste due battute nessuno dei due parla più, c'è una sorta di silenzio che sta diventando via via sempre più imbarazzante a parere di entrambi, perchè tutti e due avrebbero un sacco di cose da dire all'altro, solo che sono le parole -e forse anche il coraggio- a mancare. 
«Volevo dire...» 
«Ashton tu mi piaci.» 
Luke lo interrompe, quasi involontariamente, come se le parole gli fossero sfuggite dalla bocca, come se avessero perso il controllo, come se fosse stata la mente a parlare, perchè è un mese e mezzo che cerca di aprirsi ad Ashton, non lo ha fatto quando ne ha avuto la possibilità per via dell'insicurezza, perchè non era ancora convinto dell'idea di vedere lui ed uno dei suoi migliori amici insieme, perchè non aveva pensato alle conseguenze di tutto ciò, perchè era così cieco da non vedere che pur essendo distanti si completavano alla perfezione. 
«Sono stato un coglione a non dirtelo quando tu ti sei dichiarato a me, il fatto è che mi hai lasciato senza parole, non avrei mai creduto di piacerti in questo modo, se tu avessi taciuto per sempre probabilmente ti avrei dimenticato, anche se ne dubito perc-» e Ashton non gli da il tempo di terminare quel discorso, quelle frasi messe alla rinfusa e prese un po’ come scuse, che subito lo bacia, ed anche stavolta Luke ricambia, con un po’ meno di stupore e con più foga, perchè il cuore gli sta per scoppiare dentro alla cassa toracica, gli manca quasi l'aria ma non gliene frega proprio niente, dato che ciò che sogna da quella sera ormai si è realizzato, e non potrebbe chiedere di meglio. 
«Allora?» gli domanda il riccio non appena si stacca dalle sue labbra. 
«Cosa?» domanda pure Luke confuso. 
«Ti andrebbe di provare questa...questa cosa nuova per entrambi?» gli dice quindi più chiaramente. 
«Solo se va bene anche a te, davvero.» è la risposta del biondo, mentre l'altro lo bacia nuovamente per acconsentire. 
«Sono mesi che aspetto, come potrei non volere?» ed entrambi ridono sollevati fino a farsi venire le lacrime agli occhi, lacrime di gioia e di chi ha lottato fino all'ultimo per ottenere ciò che desidera più di ogni altra cosa. 
«Però sarà un segreto per il momento, okay?» dice nuovamente Ashton e Luke annuisce.
«Sarà il nostro segreto, lo prometto.»


Lezel
Buona sera a tutti! <3 Scusate l'ora con cui posto. Causa scuola, accidenti a chi ha fatto il programma di quest'anno così vasto -.-".
Cooomunque, che ve ne pare del capitolo? Dai, Calum e Leah che akjbfkjdbsvkjdbkd, sono la fine del mondo! Per non parlare di Luke e Ash, cari anche loro che finalmente si mettono insieme *^*. E da ultimo, ma non meno importante, c'è Mike e Spence che litigano, perchè il signorino qui è parecchio stupido -.-".
Piccola curiosità: il titolo di questo capitolo, Parachute, paracadute, deriva dal fatto che tutti i personaggi in questo capitolo si sono buttati, hanno affrontato le loro paure, hanno superato i loro freni, sono cresciuti.
Detto questo, scappo! Cercherò di rispondere il prima possibile alle vostre bellissime recensioni! <3
Grazie di tutto, a presto! Lezel <3

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Capitolo 8
*** Chapter seven - Our moment. ***


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Chapter seven – Our moment.



Ed intanto altri due lunghissimi mesi sono passati.
I due mesi migliori della loro vita, a detta di Luke ed Ash, perché non avrebbero mai creduto di poter provare qualcosa di così intenso e di così profondo per qualcuno. Un qualcosa che si era fortificato passo passo, con calma, senza troppe pretese. Un qualcosa che era riuscito ad unirli in un modo impensabile e bellissimo.
Solo che la vita non è tutta rose e fiori, non ci sono solo cose e momenti belli, non ci sono solo baci e carezze. 
Ci sono anche gli sguardi ed i giudizi – spesso cattivi – della gente, ci sono le prese in giro, ci sono parole amare da digerire. E sempre dietro l’angolo c’è la paura di affondare, di cadere senza più riuscire ad alzarsi nonostante l’aiuto dell’altro. 
E per i ragazzi, questa paura maledetta, sono  i loro genitori.
Quando Luke ed Ashton hanno parlato della loro relazione con Michael e Calum, si sono sorpresi parecchio della felicità che hanno provato i loro amici alla notizia. Non se lo sarebbero mai immaginato! Però è stato veramente bellissimo poter avere il sostegno dei loro migliori amici. Già solo questo ha dato loro tantissima forza per poter decidere di fare l’ennesimo salto: parlarne alle loro famiglie.

Ed ora eccolo lì, Ashton Irwin, con sua madre in salotto. Le ha appena detto tutto, raccontandole tutto, sfogandosi ed aprendosi come mai aveva fatto in vita sua. Non aveva avuto paura nell’ammettere quel che prova per Luke, non ce n’è motivo, non con una madre come la sua.
La donna aveva ascoltato tutto con pazienza ed interesse, fino a dimostrare apertamente con tante lacrime - di gioia e di felicità e di tenerezza - quanto fosse contenta per il figlio.
«Ash, sappi che qualunque sia la persona che tu amerai, io ci sarò sempre per te e con te, non dimenticarlo per nessun motivo al mondo.» gli dice dolcemente e lui non potrebbe essere più felice di così, perché ora la sua vita è perfetta. 
Ha degli amici meravigliosi con cui riesce condivide la sua passione più grande, sua madre lo sostiene proprio in tutto, adesso, e sta finalmente con la persona che ama.
E veramente si rende conto di aver ricevuto tanto, e si rende anche conto che dovrà faticare per tenere tutto con sé. Ma il pensiero di Luke nel suo cuore basta a frenare tutti i suoi dubbi e tutte le sue paure, lasciandolo solo con un coraggio da leoni dentro di sé, un coraggio che non avrebbe mai pensato di poter avere.
Prende un attimo il telefono tra le mani ancora tremanti e fa per mandare velocemente un messaggio al biondo, sperando che vada tutto bene, ma sua madre lo interrompe.
«Tesoro, vai da lui. Forse ha bisogno di te oggi.» gli consiglia. Ed Ash non se lo fa ripetere due volte. La bacia velocemente sulle guance, con una felicità senza eguali ad invaderlo fin dentro le ossa, fino dentro il cuore. E poi esce, con il cuore che pompa e che batte peggio di un tamburo, peggio di una batteria, rimbombando nella testa e nella gola.
Non vede l’ora di poter abbracciare Luke e di potergli dire che ora tutto è perfetto. 
Ed ecco perché corre sempre più velocemente, fino ad arrivare dopo pochissimo minuti davanti casa Hemmings.

Intanto Luke è in giardino con i suoi, tutti e tre seduti al tavolo che usano per le feste, le cene ed i pranzi estivi. Si guardano negli occhi, insicuri sul da farsi. 
Perché anche Luke ha detto tutto, parola dopo parola, balbettando ed inciampando nella sua stessa paura, nel suo stesso panico. Ha spiegato la situazione cercando di far capire ai suoi quanto Ashton sia importante per lui, ha ammesso che senza quel ragazzo riccio lui proprio non può stare. Ha buttato fuori tutto, senza peli sulla lingua nonostante la paura.
Ed ora eccolo lì, impaziente, nervoso, ad aspettare quel che i suoi genitori gli diranno, se avranno qualcosa da dire dopo una novità come questa.
«Tesoro, sei proprio sicuro?» chiede sua madre, dando finalmente fine a quel silenzio diventato un tormento per il povero cuore stremato del ragazzo.
E Luke, prima di rispondere, ci pensa, ci pensa veramente bene, prima di rispondere, perché non ci aveva mai pensato. Non aveva mai pensato se era sicuro di stare con Ashton, se quello che sentiva era la cosa giusta da seguire, se era sicuro di quello che stavano facendo. Ma poi i giorni sono passati, e Luke non si pente della sua scelta. Perché ha capito, con calma, passo dopo passo, che scegliere di provare quella cosa nuova con Ashton è stata la scelta migliore della sua vita, e sinceramente sarebbe pronto a rifarla mille e mille volte ancora. Ma questo solo per Ashton, quel ragazzo che si è ritrovato a vedere come la persona più importante di tutte, sempre e comunque.
E lascia che la risposta arrivi da sola.
«Mai stato più sicuro di così in vita mia.» risponde, e sa che le parole gli vengono direttamente dal cuore. Perché è vero, il suo amore e la sua storia per Ashton sono le uniche certezze, le uniche sicurezze che ha e a cui si appiglia, a cui si stringe ogni giorno per non cadere, per non sentirsi risucchiato da tutte quelle preoccupazioni che lo affliggono. 
Perché tra loro due, è Luke quello sempre inquieto, sempre teso, sempre preoccupato. E solo Ash riesce a farlo calmare, a togliergli dalla mente e dal cuore tutte quelle incertezze che si porta dietro.
Il rumore della sedia che viene spostata fa tornare Luke con i piedi per terra e, appena sente le mani gentili e dolci di sua madre sulle spalle, capisce che anche l’ultimo ostacolo è superato. Capisce di avercela fatta, da solo. Capisce che l’amore dona una forza ed un coraggio che non avrebbe mai potuto pensare di poter tirar fuori.
Subito lui e sua madre si sorridono, complici e felici, mentre il padre borbotta qualcosa. Ma Luke sa che quel borbottio è solo perché il suo vecchio deve allentare tutta la tensione. Allora si alza e gli batte una pacca sulla spalla. Ed i loro occhi blu, così simili ed allo stesso tempo diversi, si incontrano. E padre e figlio si capiscono al volo, senza bisogno di ulteriori parole.

Proprio in quel momento il campanello suona ed il ragazzo corre ad aprire, sorpreso di vedere chi ha davanti.
I ragazzi si sorridono e intrecciano immediatamente le loro dita.
«Io esco, ci vediamo stasera!» dice a voce alta per avvisare i suoi. 
E non perde tempo ad aspettare la loro risposta, che già si è chiuso la porta alle spalle, che già ha stretto Ashton a sé, che già si è fiondato sulle labbra del riccio.
E con quel semplice bacio, entrambi capiscono di esserci riusciti, di non aver fatto tutto quel che hanno fatto invano. Capiscono che l’amore, il loro amore, può tutto.
E per loro due non c’è consapevolezza migliore di questa.

«Allora è qui che dovevamo incontrarci?» chiede Leah al suo ragazzo, guardandosi intorno alla ricerca degli altri due amici. 
«Sì, e quei due sono in ritardo!» sbuffa il moro tentando di richiamare uno dei suoi migliori amici per la ventesima volta in cinque minuti, ma con scarsi risultati. 
Oggi a Sydney si sta davvero bene, ci sono una trentina di gradi, c'è un caldo piacevole e non troppo afoso nonostante sia autunno, così le due coppie di fidanzati hanno deciso di fare un'attività diversa dal solito: pattinare. 
Calum e Michael a quell'idea proposta da Leah inizialmente si sono opposti, mentre Spencer al contrario ne era rimasta molto entusiasta, così non hanno avuto scampo, hanno dovuto accontentarle. 
«Sappi che se cado saranno guai per te.» dice Calum scherzosamente mentre armeggia al telefono, rivolto a Leah, che ride di gusto e gli cinge la vita con entrambe le braccia, e lui le bacia la testa. 
Sono passati altri due mesi, ma ancora lei non gli ha detto niente. 
Non può continuare in questo modo, non può continuare a far passare i giorni con la certezza e la consapevolezza che a breve sarà costretta ad andarsene, a lasciare Sydney, la sua vita, la sua scuola, la sua casa, i suoi genitori, i suoi amici, e soprattutto Calum. 
Non aveva mai creduto di poter tenere ad una persona in questo modo, né di innamorarsi in così poco tempo com'è successo con Calum, eppure è successo, e a lei va benissimo così.
E guardandolo, la malinconia le viene all'improvviso tutta insieme: le mancherà troppo il modo in cui si morde insistentemente il labbro inferiore quand'è nervoso o arrabbiato, la sua voce sia quando canta che quando parla, le loro mani strette quando fanno l'amore, i capelli scompigliati appena sveglio, i sorrisi rassicuranti, le sarebbe mancato tutto di lui.
«Hey, che succede?» le domanda Calum accorgendosi che lei non distoglie un attimo lo sguardo da terra e che non smette di sospirare, poi le appoggia una mano sulla guancia quasi come per costringerla a guardarlo, e Leah si fionda sulle sue labbra per avere la certezza di poterlo stringere a sè per ancora un bel po’ di tempo. 
«Cal! Niente atti osceni in luogo pubblico! - la voce squillante di Michael li fa sobbalzare e allontanare l'uno dall'altra - Chissà cosa avreste fatto se non fossimo arrivati, eh piccioncini?»
«Avremmo giocato a poker, tu che dici?» lo riprende l'amico sbuffando e inarcando le sopracciglia, mentre le due ragazze ridono all'unisono. «
Vogliamo andare oppure avete paura che possiamo stracciarvi perchè siamo troppo brave in confronto a voi?» domanda Spencer circondando le spalle di Leah con un braccio, che sorride e guarda il suo ragazzo, il quale però sembra piuttosto serio e scazzato, al contrario degli altri, per un motivo che la bruna non si sa spiegare. 
«Sì sì, come no, adesso ve lo facciamo vedere noi chi è troppo bravo o meno, diglielo Cal!» Michael dà una gomitata al moro che annuisce e blatera qualcosa, come se si fosse appena svegliato da una lunga dormita. 
«Sì, sì - dice scuotendo la testa - andiamo.» prende la sua ragazza per la mano, così Michael e Spencer si guardano negli occhi e scoppiano a ridere non capendo nemmeno loro il perchè. 
«Cal, mi vuoi dire che ti succede?» domanda Leah al suo ragazzo mentre si allaccia i pattini, e quasi non pensa nemmeno che sta per alzarsi e che probabilmente fará uno scivolone dato che ha lasciato le sue Vans nere dove ha appena poggiato i piedi. 
«Niente, che mi succede?» le fa eco lui, e - come non detto - inciampa sopra alle sue scarpe imprecando e andando a sbattere contro Leah, che ride e appoggia le mani sopra alle spalle del ragazzo per aiutarlo a ricomporsi. 
«Allora, ci muoviamo?» urla loro dietro Michael, così lei gli porge la mano sorridendo e il ragazzo ricambia e gliela stringe, iniziando a pattinare lentamente al suo fianco. 
«Leah va' piano, cadrò!» esclama vedendo la sua fidanzata aumentare il passo per raggiungere gli altri due, che ormai stanno ridendo come matti a causa di Mike che si è ritrovato con la schiena a terra e i pattini a rotelle all'aria. 
«Sta' tranquillo, ti tengo io, non cadrai! - ridacchia la bruna e Calum le stringe la mano più forte - Però così mi farai del male!»
Il moro sorride e si morde la lingua, poi si ferma di scatto e attira la sua ragazza a sè per baciarla, però perdono l'equilibrio a causa dell'arresto improvviso e Calum finisce col culo a terra e Leah sopra di lui, che ride fino a farsi le lacrime, mentre a lui quasi trema il cuore per l'effetto che gli fa. 
«Di nuovo a terra?» esordisce Spencer aiutando il suo ragazzo ad alzarsi. 
«Te lo dico io cosa vorrebbero fare quei due...» li incalza Michael con un sorrisino malizioso sul viso, e si becca un «Vaffanculo!» da Calum con tanto di dito medio. 
«Andate avanti, ci sediamo un attimo e arriviamo!» li avverte Leah mentre entrambi si sollevano dal suolo, e i due fanno il segno dell'okay con le dita. 
Calum si scuote i pantaloni macchiati d'erba e si siede affianco alla bruna sulla panchina, che si sta sistemando il beanie grigio sulla testa. 
«Vuoi dirmi che succede?» gli chiede ancora una volta e lui si volta a guardarla, con un velo di tristezza negli occhi. 
«Dimmi tu cosa succede - le dice di colpo - sei tu che sei diventata malinconica da un momento all'altro. Cazzo, che hai?»
Leah sospira e trattiene a stento le lacrime, non le va di piangere prima del dovuto. 
«Leah...» le prende la mano e lei si volta dall'altra parte prima di sospirare ed iniziare a parlare una volta per tutte.




Lezel
Ciao tesori! Scusate se ho postato un po' in ritardo, ma sono sommersa di compiti :/.
Sarò breve purtroppo, scusasetmi sul serio! <3
Ringraziamo di tutto cuore le persone che hanno recensito lo scorso capitolo (e a cui risponderò il prima possibile), ringraziamo anche chi ha messo la storia tra preferite, ricordate, seguite. Siete tutti veramente troppo dolci!
A domenica prossima! Grazie ancora, Lezel <3
 

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Capitolo 9
*** Chapter eight - Be loved. ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
Chapter eight – Be loved.
 
 
 
Calum sospira e fissa la strada di fronte a sè senza mai distogliere lo sguardo, ed è così da un'ora, da quando sono partiti quella mattina presto per andare all'aeroporto internazionale di Sydney.
Leah, al suo fianco, ha lo sguardo basso, la testa poggiata al finestrino e le canzoni più tristi sparate a tutto volume nelle cuffie dell'iPod, mentre le gocce di pioggia scendono impertinenti sul vetro, e le ricordano il mare di lacrime che ha versato fino a ieri.
La Edith Cowan di Perth l'ha accettata prima del previsto, quando le mancavano ancora tre mesi alla fine del liceo, e di certo Leah non se lo aspettava, è stato come un getto d'acqua fredda gettato addosso nel bel mezzo di una dormita: scioccante e inaspettato.
Cal si ferma alla vista del semaforo rosso, sospira un'altra volta e distoglie lo sguardo dalla strada, puntandolo stavolta verso la sua ragazza e prendendole la mano, mentre lei lo guarda e gli accenna un lieve sorriso, spento e pieno di malinconia.
Proprio a lui non va giù, questa cosa. Sono passate tre settimane da quando lei gli ha detto della sua partenza, da quando tutto ciò che si era stabilizzato era crollato all'improvviso, come un castello di carte buttato giù dalla potenza del vento: eppure a lui sembrano minuti, addirittura secondi.
Si sente come se gli avessero strappato Leah via dalle braccia, come se non fosse stata abbastanza con lui, come se invece che quattro mesi, stessero insieme da qualche ora, come se non se la fosse goduta per niente.
Eppure loro speravano in quel “per sempre”, o almeno in qualcosa di più duraturo, di più stabile, non di così tanta fragilità e sofferenza, perchè sì, questo fatto li ha proprio devastati, tutti e due.
Grazie a Leah, Calum è cambiato veramente tanto, si è innamorato di lei in così poco tempo riuscendo a  dimenticare il suo passato così tempestoso; mentre Leah, grazie a Calum, ha imparato a fidarsi delle persone, ad essere più sicura di sè stessa, a non avere più paura dei pregiudizi e dei commenti negativi sul suo conto: sono entrambi così diversi da ciò che erano prima di conoscersi.
«Stai bene?» le domanda tentando d'ingoiare quel fastidioso groppo che ha in gola, mentre lei si toglie le cuffiette e le attorciglia all'iPod, che poi rimette dentro alla borsa con tutta la calma del mondo.
«No che non sto bene - gli dice finalmente quasi in un sospiro, nello stesso momento in cui Calum preme sull'acceleratore per ripartire, dato che il semaforo adesso è verde - è successo tutto così in fretta.»
Il moro socchiude gli occhi per un attimo e stringe così forte il volante da farsi venire le nocche bianche, mentre Leah si lascia scappare un singhiozzo disperato.
Gli si restringe il cuore a sentirla piangere, quel magone che ha sullo stomaco sembra ingigantirsi sempre di più ogni volta, e non può fare niente per farlo sparire.
«Sai cosa? - gli dice d'un tratto passandosi i palmi delle mani sotto agli occhi per asciugare il trucco colato - Io non ci vado, Calum. Non ci vado.»
Calum accosta ad una piazzola e spegne l'auto, poi si slaccia la cintura e si volta verso di lei, infine sospira ed inizia a parlare.
«No Leah, questo proprio non te lo concedo. - le dice con un tono autoritario, l'espressione seria e le mani sopra a quelle della sua ragazza - Piacerebbe molto anche a me che tu restassi, davvero, sarebbe la cosa più bella di tutte! Però non voglio che tu perda questa occasione, non voglio che il tuo stesso sogno ti scivoli dalle mani per causa mia, mi sentirei in colpa come non mai. La Edith Cowan è perfetta per te, e pure tu lo sai! È l'università dei tuoi sogni, mi hai detto tante volte che vuoi andarci sin da quando avevi undici anni, e ora che sono passati otto anni, ora che il tuo sogno si è realizzato tu non puoi tirarti indietro, seriamente. Noi ci sentiremo, ci vedremo, io verrò a trovarti e pure tu tornerai a Sydney durante le vacanze, non ci libereremo così facilmente l'una dell'altro.»
Leah sorride e lo abbraccia, con le lacrime che le scorrono sulle guance, ma questa volta il suo pianto esprime la felicità, è commozione, perchè le parole del suo ragazzo le hanno toccato l'anima, si sente già meglio ed è tutto grazie a Calum.
«Ci volevano le tue parole Cal - gli dice ridacchiando - cosa aspettavi?»
Il moro ride e posa dolcemente una mano sulla sua coscia, mentre Leah gli lascia un bacio sulle labbra.
«Dovremmo muoverci, rischierò di arrivare tardi e perderò l'aereo!» gli ricorda allontanandosi di colpo.
«Sei ancora più bella quando sei agitata - le confessa accarezzandole una guancia e poi mettendo in moto - ti amo così tanto.»
La bruna sorride e una lacrima le sfugge e le riga la guancia velocemente.
«Anche io, grazie davvero di tutto.» gli risponde intrecciando la sua mano con quella più grande del ragazzo.
«Grazie a te per avermi dato il meglio quando io volevo solo il bene per me stesso.»
 
È sabato, ed altre tre settimane sono passate dalla partenza di Leah. La sua assenza si fa sentire in tutto il gruppo. Mike, Spence, Luke, Ash, tutti quanti si erano affezionati a lei. Ed ora che la mora non è più con loro, c’è un po’ di malinconia, di nostalgia da affrontare.
Mike ha un’idea già da parecchio tempo, un’idea che potrebbe tirare veramente su il morale a Spence. Ma il chitarrista non vuole metterla in atto solo per risollevare il morale della sua ragazza, vuole metterla in atto semplicemente per dare un significato vero e proprio, più serio, più vero, più profondo, a quello che li unisce, che li lega in un modo che lui non avrebbe mai creduto possibile.
Ecco perché adesso si ritrova con la mano di Spencer nella sua, davanti ai loro genitori, a casa della bionda. Michael ha organizzato tutto un po’ di fretta, spera solo che vada tutto bene. È così agitato, così in ansia. È la prima volta che gli capita una cosa simile e, sinceramente, non sa proprio come comportarsi.
Prende un respiro profondo, e punta i suoi grandi occhi verdi sui presenti, stringendo un po’ di più la mano della sua ragazza, che ancora non capisce cosa diamine stia succedendo.
Michael si permette di guardarla e di sorriderle per un istante, mentre il suo cuore diventa preda dei battiti più sfrenati. Poi parla, e lascia che le parole gli fluiscano fuori dalle labbra come se avessero autonomia propria.
«Mamma, papà, signori Dallas… Io... Avrei una cosa da dirvi.»
I genitori si guardano tra loro, un po’ preoccupati. Ed anche Spencer lo osserva, confusa più che mai, perché proprio non capisce cosa il suo ragazzo abbia in mente.
Mike prende un altro respiro, riuscendo a mettere da parte la sua ansia e la sua preoccupazione, e ricomincia a parlare. E stavolta non si ferma.
«Lo so che pensate che a volte sia uno scapestrato, un irresponsabile di prima categoria, uno particolarmente testardo quando mi ci metto, un poco di buono. Lo so, e ve ne do ragione. Ma se c’è una cosa che farei per Spencer– e qui si volta puntando i suoi occhi bellissimi in quelli di Spencer, spalancati per la sorpresa – sarebbe cambiare ogni singola cosa di me, solo per poter stare con lei. Perché lei merita solo il meglio. Ed io voglio diventare quel meglio di cui ha bisogno.»
Ed un silenzio di tomba cade su tutti loro, pesante come un macigno.
Michael osserva tutti i presenti, sperando in una loro possibile reazione. Ma stanno tutti in silenzio, con bocca ed occhi spalancati per la sorpresa.
Spencer adesso ha capito cosa vuole fare Michael. Il problema è che non se lo sarebbe mai aspettato da uno come lui, proprio no. Questa sì che è una sorpresa!
«Voglio solo farvi capire che per me Spencer è veramente troppo importante. Voglio che sappiate che, qualunque cosa accada, io sarò sempre con lei.»
E a quel punto anche i loro genitori stanno iniziando a farsi un’idea più chiara.
Ma è solo quando Michael si inginocchia, quando prende la mano sinistra di Spencer, quando infila delicatamente un fine cerchio d’oro al suo anulare, quando la guarda dolcemente negli occhi, che tutto diventa più chiaro.
«Spencer Dallas, vorresti farmi il ragazzo più felice della terra diventando ufficialmente la mia fidanzata?»
E la ragazza si porta la mano libera alle labbra, colta completamente dalla sorpresa. Perché avrebbe potuto veramente aspettarsi di tutto da Michael – veramente di tutto – ma non avrebbe mai immaginato una cosa simile.
Ed il fatto che il ragazzo voglia rendere ben noto che lui è solo suo e lei è solo sua – aumentando a dismisura tutta quella felicità che il piccolo cuore della bionda non riesce a contenere - le fa battere così forte il cuore, che lei non ci pensa neppure un istante ad abbracciarlo fortissimo e baciarlo dolcemente, facendo cadere entrambi per terra.
«Sì, sì, sì! E mille volte ancora sì!»
Ed i loro genitori si ritrovano a sorridere, soddisfatti dei loro ragazzi che pian piano stanno crescendo, con la certezza che affronteranno insieme tante, tantissime cose.
«Ti amo, Michael.» sussurra Spencer sulle labbra del suo ragazzo.
«Ti amo anch’io, Spencer.» risponde lui, sorridendole felicissimo.
 
Ed intanto un altro mese è passato.
Quel pomeriggio di inizio inverno Ashton e Luke sono usciti, ed ora eccoli lì, sulla spiaggia deserta, a camminare mano nella mano, rabbrividendo lievemente a causa della brezza leggera che soffia a quell’ora tarda.
Il biondo sospira, ha troppi pensieri per la testa. Pensieri causati dal fatto che lui ed Ashton stanno diventando sempre più intimi, giorno dopo giorno. Sta pensando al fatto che i loro baci stanno iniziando a non bastargli. Sta pensando al fatto che cerca sempre qualcosa di più, quando si abbracciano, quando si accarezzano, quando si baciano. Pensa, riflette, ma i dubbi non vanno via.
Ed il riccio l’ha notato, perché anche lui prova le stesse sensazioni, le stesse incertezze. Solo che Ash sa quale potrebbe essere il modo per spegnerle del tutto, ma ha paura che Luke non sia ancora pronto. Quindi per adesso preferisce aspettare, e si accontenta. Si accontenta dei loro baci sempre più frequenti, sempre più intensi; delle loro mani che non fanno altro che cercarsi, costantemente; dei loro abbracci, che trasmettono sempre più calore e sempre più voglia di appartenersi.
Ashton ha notato tutto questo, come l’ha notato anche Luke. Solo che per adesso lasciano il discorso in sospeso, cercando di non dargli troppa importanza.
Continuano a camminare, in completo silenzio. Perché loro due sono così, non hanno bisogno di troppe parole, stanno bene anche in silenzio, un silenzio rotto solo dai loro respiri, dai loro sguardi, dai loro sorrisi, dai loro baci timidi.
Solo che ad un tratto il rumore di un tuono che spezza l’aria li fa sobbalzare.
Immediatamente Ash sposta lo sguardo sul cielo all’orizzonte.
«Meglio tornare a casa, che dici?» propone il biondo, togliendo le parole di bocca al riccio, che gli sorride complice ed aumenta un po’ la stretta delle loro mani.
Iniziano quindi a fare la strada a retroso, con passo un po’ più veloce. Ma non abbastanza, perché ben presto una pioggia fine inizia a cadere, e la macchina del maggiore è ancora parecchio lontana. Allora iniziano a correre, mentre l’acqua scende sempre più veloce diventando in pochi minuti un forte temporale, che inzuppa i loro vestiti e li fa rabbrividire. Pochi minuti dopo riescono a vedere una vecchia stalla, non molto lontano da dove sono. Le loro mani intanto si sono divise, ma continuano a cercarsi, a sfiorarsi come se proprio non riuscissero a farne a meno.
«Chi arriva prima là è etero!» dice Luke, per sfidare il riccio, sapendo che al ragazzo dia fastidio quell’aggettivo, specialmente se detto da Luke, che infatti ottiene l’effetto desiderato.
Ed i due iniziano a rincorrersi, a chiamarsi, a ridere, proprio come bambini. Perché loro due sono soltanto due bambini cresciuti troppo in fretta, due bambini che solo adesso stanno entrando veramente nel mondo dei grandi, costellato da emozioni così intense e così profonde che un bambino può provare, ma che non riuscirebbe mai a capire.
Luke arriva per primo alla porta della stalla, appoggiandocisi con le mani per riprendere fiato.
Ashton arriva poco dopo, e si ferma a pochi centimetri di distanza dal biondo, osservandone rapito la schiena che si alza e si abbassa, le mani affusolate che poggiano sul legno della porta; schiena che vorrebbe sentire su di lui, mani che vorrebbe tenere nelle proprie. E tutto questo per il semplice fatto che il riccio senza Luke proprio non riesce a stare.
Come se il suo cuore le sue emozioni avessero preso il controllo, il maggiore si lascia guidare.
E ben presto la schiena del biondo si ritrova a contatto con il petto del riccio; e ben presto le mani del più piccolo si ritrovano nella stretta dolce e forte del maggiore.
È un abbraccio forte, gentile, dolce, quello di cui sono vittime. E nessuno dei due potrebbe chiedere di meglio del calore che si stanno dando, nonostante il freddo che provocano i loro vestiti bagnati ed i brividi che li invadono.
Restano così, vicini, per qualche minuto, beandosi di quelle fantastiche sensazioni.
Poi Luke si volta ed intreccia per bene le sue dita a quelle di Ash, che gli sorride felice e gli si avvicina, facendo scontrare inconsapevolmente i loro bacini. Ed il contatto li coglie così di sorpresa, che sussultano ed arrossiscono violentemente. Ma non si allontanano, anzi. Quella vicinanza tutta nuova, da scoprire, li incuriosisce, li fa stare maledettamente bene. Ed i loro occhi che si incontrano per un istante, quel tanto che basta per far traboccare quel vaso ormai troppo pieno.
Luke avvicina un po’ il suo viso a quello del riccio, che non ci pensa due volte ad unire le loro labbra, in un bacio dolcissimo. Solo che ad un tratto scatta qualcosa, un qualcosa di così inaspettato che nessuno dei due aveva previsto.
Perché è una novità che le loro labbra stiano esplorando il collo dell’altro, assaporandone la pelle ed il profumo che li manda ancora di più in confusione; perché non era mai successo che Ashton portasse la sua gamba in mezzo a quelle di Luke, sfiorandone le parti intime; perché i gemiti che escono dalle loro labbra troppo impegnate a baciarsi sono troppo forti.
Perché tutta quella situazione è sfuggita loro di mano, ma entrambi non se ne preoccupano minimamente, si lasciano semplicemente guidare da quello che sentono dentro di loro così prepotentemente, fin dentro le ossa, fin dentro l’anima, fin dentro l’angolo più remoto di loro stessi.
Quasi senza rendersene conto, le loro mani ancora intrecciate vanno ad aprire la porta della vecchia stalla ed entrano, senza dividere le loro labbra.
E non danno segno di volersi separare, quando le mani tremanti di Luke vanno ad aprire i bottoni del cappotto del riccio, quando Ash toglie il cappello al minore ed inizia a passare la mano tra i suoi capelli, quando i loro respiri si fondono completamente.
Senza smettere, si tolgono di dosso anche i maglioni completamente zuppi, restando a petto nudo. E quando le loro mani arrivano a sfiorare la pelle bollente dell’altro, rabbrividiscono al tocco, mentre i loro cuori non riescono ad avere un battito regolare.
Ashton indietreggia piano, e Luke non ci pensa nemmeno a lasciarlo andare. E si ritrovano stesi su un letto di paglia, soffice, che non buca. Le mani del maggiore esplorano senza sosta la schiena ampia e calda del più piccolo, che invece si diverte a passare le dita tra i ricci dell’altro, facendolo gemere forte. Senza aspettare oltre, le loro mai vanno ad aprire le zip dei pantaloni. E ben presto si ritrovano con solo il sottile strato dei boxer a dividerli.
Luke, con un solo movimento del bacino, fa scontrare le loro intimità, rendendo entrambi prede di brividi lunghi ed intensi. In risposta, Ashton inarca la schiena, aumentando il contatto e destabilizzandoli del tutto.
E allora anche i boxer se ne vanno, lasciando posto alle loro pelli che si scontrano; alle loro mani che si cercano, giocano, si accarezzano; alle loro labbra che si assaporano ad ogni bacio, che gustano ogni millimetro della pelle dell’altro; ai loro respiri che sfiorano le loro labbra, i loro volti; ai loro cuori che battono forte.
«Luke, non devi farlo se non vuoi.» dice il più grande, tra un bacio e l’altro, cercando invano di rimanere lucido almeno quanto basta per non perdersi completamente.
A quelle parole, il biondo si ferma un istante, e punta i suoi occhi blu - blu come il mare, come il cielo la mattina presto, come il ghiaccio – in quelli dorati del riccio, sorridendogli.
«Voglio farlo con te, Ashton. Solo e soltanto con te.» gli sussurra, con gli occhi lucidi e con il cuore che non riesce più a darsi una controllata, il cui battito si fonde a quello già fortissimo del maggiore, che sorride a sua volta.
Luke intanto si perde ad osservare i lineamenti del riccio, le fossette sulle sue guance, i suoi occhi così vivi e così intensi. Si perde Luke, e sa per certo che non vuole ritrovare la via di casa per quello che sta per dire.
«Ti amo.»
Ed ora tutto è perfetto, tutto è come deve essere, senza sé e senza ma, senza sbavature, senza macchie. Tutto è limpido, bellissimo, unico, prezioso, meraviglioso. Ogni tassello è al posto giusto.
E quelle parole non fanno altro che rendere reale tutto questo, con una semplicità tale da destabilizzarli del tutto. Ed ecco perché si lasciano completamente andare, senza nessun freno, senza problemi, senza paure. Perché Ashton è con Luke, e Luke è con Ashton. E questo basta.
Nuovamente le loro labbra si uniscono, dolci, morbide, delicate, in un bacio così intenso benché semplice, da far capire ad entrambi che nessuno dei due potrebbe mai stare senza l’altro. Perché è solo quando sono insieme, che tutto va per il verso giusto, nonostante le difficoltà ed i problemi, nonostante le paure ed i dubbi.
Si amano, Luke ed Ashton, con una dolcezza ed una tenerezza mai viste sulla faccia di questa terra.
Si amano, Luke ed Ashton, come se non fossero in grado di fare altro.
Si amano, Luke ed Ashton, ed il mondo trova finalmente una senso.
Si amano, Luke ed Ashton, per dimostrarsi quanto contino l’uno per l’altro.
Si amano, Luke ed Ashton, nel modo più semplice e giusto di questa terra.
Si amano, Luke ed Ashton. Ed è questo quello che conta.




Lezel
Ciaoi bellissimi! Come state? Speriamo bene ;). Ormai le vacanze e Natale si stanno avvicinando, e non potrebbe essere mneglio di così! *^*
Per quanto riguarda il capitolo, quante cosine accadono qui!!!!! Calum e Leah che vanno all'aeroporto, mi oouiange il cuore per loro due :'(
In compenso, Michael ha dimostrato di tenere moltissimo a Spencere, ed ecco che fa una sorpresona sia a lei che a noi ;).
Ed i Lashton, beh, si sono dimostrati di volersi, tanto, di volersi completamente *^*.
Speriamo che vi sia piaciuto, perchè questo è il penutlimo capitolo :/.
L'ultimo non so se riesco a postarlo in tempo. Hazel_ ha già scritto la sua parte, quindi siamo a buon punto. Il problema sono io. A causa della scuola non riesco a toccare il PC per scrivere. Cioè, lo uso per ascoltare la musica quando studio e tenere aperto Facebook ed Efp, ma stop. Word praticamente non l'ho toccato in questi giorni :'(. Spero comunque di finire in tempo, anche se non vi garantisco niente :/.
A presto bellissimi! Buona giornata! <3
Un bacione, Lezel <3

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Capitolo 10
*** Epilogue – Not all mosters are bad. ***


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Epilogue – Not all mosters are bad.



Calum è appoggiato sul cofano della macchina, la camicia bianca che gli fascia il corpo, i Rayban neri calati sul naso e il ciuffo biondo colorato da qualche giorno. 
A Perth fa decisamente più caldo che a Sydney e non ne può più di aspettare mezzogiorno lì fuori.
Leah gli ha detto che non c'è bisogno che vada a prendersi il posto perchè ci ha già pensato lei, e per lui è stato un sollievo, fannullone com'è. 
Nessuno dei due riesce ancora a crederci, dopo quattro anni passati alla Edith Cowan finalmente oggi è il giorno della sua laurea, e Calum voleva farle una sorpresa, ma per colpa di Ashton non c'è riuscito, dato che non ha saputo reggergli il gioco a causa della sua sincerità e incapacità nel mantenere i segreti. 
«Quando Cal verrà a Perth ti porterà anche il regalo che io e Luke ti abbiamo fatto!» erano state le sue parole, e il bassista avrebbe voluto solo strozzarlo: bassista sì, perchè anche se i 5 Seconds of Summer non hanno sfondato come band in tutto il mondo, nessuno di loro ha mai smesso di suonare o di scrivere canzoni, come fanno molto spesso Ashton e Calum. 
Il grande orologio appeso all'ingresso del campus segna quasi le dodici, quindi si incammina verso l'atrio, dove la sua ragazza lo sta aspettando, e non appena è dentro, non appena la vede, il suo cuore fa un balzo, perchè è davvero bellissima, non si vedevano da sei mesi e a lui sono sembrati sei secoli: ha i capelli decisamente più corti, sono di un castano più chiaro e mossi, indossa un vestitino verde smeraldo corto fino al ginocchio che gli ricorda tanto i suoi occhi e un paio di decolté bianche di pelle che la fanno apparire più alta, ma non esageratamente. Il moro sorride e le si avvicina, cercando di non farsi riconoscere. 
«Miss Green?» camuffa un po’ la voce e gli viene da ridere, perchè muore dalla voglia di stringerla tra le sue braccia. 
«Sì?» la bruna si volta e un sorriso compare sul suo delizioso volto non appena incrocia gli occhi del suo ragazzo, e praticamente gli salta al collo, lo stringe fino a fargli mancare il respiro e poi lo bacia, mentre lentamente si fa sfuggire qualche lacrima a causa dell'emozione; e Calum la solleva da terra, girano su sé stessi e ridono, lei sembra volteggiare in aria come una farfalla, si sente libera, si sente spensierata, si sente infinita, e non c'è niente di piú bello, perchè sembra non esserci nessuno attorno a loro, ci sono solo Leah e Calum, Calum e Leah, e il loro piccolo grande amore. 
«Mi sei mancata da morire cazzo - le dice non appena si staccano, accarezzandola tutta, il volto, i capelli, le mani, le labbra, mentre lei sorride ed appoggia la fronte contro quella di Calum - ti amo da morire.» 
«Ti amo anch'io Cal, veramente tanto.» 
«Adesso va' però, altrimenti farai tardi - asserisce il moro ridacchiando - sono così fiero di te, Leah. Piangerò come un bambino quando ti vedrò ricevere quella fottuta laurea in letteratura, perchè ti meriti tutto ciò che hai fatto in questi quattro anni, ti meriti tutto in questo mondo che mi spaventa ancora quando non sono con te e… Cristo, è meglio se smetto di parlare altrimenti diventeremo due fontane!» 
Leah ridacchia a quelle parole mentre cerca di asciugarsi le guance bagnate da quelle lacrime che sono sfuggite al suo controllo, mentre Calum la abbraccia e le bacia la testa con fare paterno, cullandola tra le sue braccia proprio come se fosse la sua piccola, la sua bambina, la sua principessa.

 «Dici che mi prendono per idiota vestita così?» chiede Leah a Calum, che la sta riempiendo di foto come se fosse un paparazzo. 
Si sente un tantino a disagio con la veste dei colori dell'università e la coroncina d'alloro in testa, tipica della tradizione australiana nel giorno della laurea. 
«Io ti trovo terribilmente bellissima... E adesso sorridi se non ti dispiace!» borbotta il moro facendola sbuffare. 
«Dai Cal piantala, ci stanno guardando tutti!» ridacchia nuovamente la bruna e tenta di prendergli il telefono dalle mani, ma lui alza le braccia per far sì che la sua ragazza non possa arrivare alla sua altezza, ed in un certo senso la sfotte, così Leah in risposta lo colpisce nelle costole con una leggera gomitata e lo fa curvare su sè stesso. 
«Questo però non era per niente leale!» sussurra massaggiandosi la parte dolente. 
«Oh, sì che lo è invece.» asserisce Leah baciandogli una guancia senza smettere di guardare gli scatti - meravigliosi - che la ritraggono sull'iPhone 6 del suo fidanzato. 
«Sai, ho intenzione di farle sviluppare quelle foto - le dice poco dopo essersi ripreso, attirando l'attenzione della bruna - le incornicerò e le metterò nella nuova casa.» 
A quel punto Leah si fa più curiosa, e un sacco di domande che vorrebbe porgli le vagano per la mente, ma è così spaventata dalla risposta che preferisce tacere. 
«So a cosa stai pensando, e la risposta è sì, mi trasferisco.» aggiunge il ragazzo, chiarendole soltanto in parte tutti quei dubbi, che però le fanno salire il magone gigante sullo stomaco, perchè proprio non le va di sentirsi uno schifo pure il giorno della sua laurea, anche se vorrebbe tanto piangere. 
«E sai che tu verrai con me, vero?» a quelle parole alza lo sguardo e lo fissa negli occhi come per dire «Dimmi che non è uno scherzo», e Calum capisce subito, dato che ridacchia ed annuisce.
«Prendilo come il mio regalo, ovviamente sempre se tu sei d'accordo.» 
Leah socchiude gli occhi per un attimo e sorride, è come se tutti quegli anni che hanno vissuto insieme le siano appena passati davanti in pochissimi secondi, alla velocità della luce, come una stella cadente nella notte di San Lorenzo, come se si fossero conosciuti solamente ieri, come se fossero ancora i Calum e Leah di diciotto anni. 
«Come potrei non volere? Andiamo Cal, stando insieme ci siamo insegnati l'un l'altra cose a noi sconosciute, siamo cambiati, siamo cresciuti, siamo maturati insieme, stiamo facendo dei grandissimi passi da un bel po’ di tempo, e vivere io e te da soli è uno di questi, non voglio distruggere tutto ciò che abbiamo creato in cinque anni, voglio stare con te per il resto della mia vita, non m'importa quanti e quali ostacoli si presenteranno nella nostra relazione, siamo giovani e dobbiamo vivere la nostra vita al meglio.» è la sua risposta, e Calum la bacia, perchè erano queste, soltanto queste le parole che voleva sentirsi dire, non si era preparato ad una negazione, ad un rifiuto, perchè sa benissimo quanto Leah lo ami. 
«Se questo è un sogno, spero che la luce del giorno non ci trovi, perchè fosse così, dormirei per sempre pur di vederti in questi miei sogni.»

Quella mattina Michael è già in piedi, quando Spencer entra in cucina sbadigliando sonoramente.
«Ciao, panda.» la saluta lui, abbracciandola piano e baciandole la punta del naso.
«Buon giorno.» risponde lei con voce impastata, mentre un sorriso le cattura le labbra.
Lui scioglie l’abbraccio e la ragazza si siede sul tavolo sorseggiando la sua solita tazza di caffè lungo e bollente.
Michael si perde nell’osservarla, in ogni suo piccolo gesto. Si perde, a vederla nella cucina del loro appartamento. E si ritrova a sorridere proprio come uno scemo.
Perché, nonostante siano passati quattro lunghi anni, ancora non riesce a credere che lui e Spencer vivano insieme. A fine superiori glielo aveva proposto così, quasi scherzando – anche se in fondo avrebbe voluto che diventasse reale. Lei però l’aveva presa subito sul serio, sorprendendolo e non poco. E si erano dati da fare, insieme, per oltre sette lunghi mesi, cercando l’appartamento giusto ed un buon lavoro per mantenersi. All’inizio non era stato per niente semplice, almeno per Michael. Spencer aveva trovato subito lavoro, allo studio fotografico di un’amica di sua madre, la stessa dove lavorava part-time al liceo. Lui invece aveva dovuto cercare parecchio, ma alla fine era riuscito a trovare un posto in un bar a pochi isolati dall’appartamento. E da lì tutto era andato bene, passo dopo passo, nonostante le incomprensioni e le difficoltà.
Si erano divertiti come matti a dipingere la casa, aiutati anche da Calum, Ashton e Luke. Era stato bellissimo, passare i giorni in compagnia delle persone a cui tenevano di più. Si erano dati da fare tutti e cinque, ed il risultato era stato una casa vivacissima, con ogni stanza dipinta di un colore diverso e grandi finestre con tende fini e chiare ad illuminare tutto. 
Poi era venuto il momento di scegliere i mobili. E Spencer si era sbizzarrita, in ogni senso. Michael le aveva lasciato pieno campo perché non era mai stato bravo in queste cose. Però, doveva proprio ammetterlo, Spencer ci sapeva proprio fare nell’arredamento. Era stata attenta ad ogni più piccolo particolare, con quel suo occhi acuto da fotografa. Ed il risultato era stato perfetto: una casa vivace nei colori, con mobili semplici ma di buon gusto ed un aria accogliente in ogni singolo angolo.
Ed ora eccoli lì, Michael e Spencer, a condividere tutto quel loro piccolo grande sogno, insieme.
Il ragazzo sospira, passandosi la mano tra i capelli biondicci. Ha smesso di tingerli da qualche anno e, a detta della sua ragazza, sta molto bene anche con il suo colore naturale.
Spencer gli sorride dolce e gli si avvicina, portando le braccia al suo collo ed unendo i loro occhi in uno sguardo così intenso da far rabbrividire entrambi.
E Michael, in quegli occhi color del cielo, così belli, luminosi, profondi, occhi che ormai ha imparato a conoscere, vede una luce diversa, nuova, una luce che lo incuriosisce, una luce che sa di novità.
«Amore, hai qualcosa da dirmi, per caso?»
Lei rimane un attimo in silenzio, mentre le guance le si colorano di rosso. Il ragazzo sente il cuore della bionda battere forte attraverso la stoffa del pigiama. E a quel suono, anche il suo di cuore comincia a correre, mentre lui la stringe un po’ di più a sé, lasciando che i suoi sentimenti li avvolgano completamente.
«Aspetto un bambino.»
Questa è la risposta che Spencer dà, con la voce bassa, che trema, emozionata, con il cuore che batte così forte che potrebbe esplodere, con felicità, con speranza.
E Michael non riesce a credere ad una novità simile. Gli sembra così assurdo che stia capitando proprio a loro tutto questo. Un bambino? Loro due? Ma scherziamo? No, impossibile, sono ancora troppo giovani per potersi prendere cura di una creatura così piccola e fragile. Però…
«Diventerò papà…» commenta, ancora incredulo, cercando la conferma negli occhi blu della sua ragazza, che gli sorride raggiante per incoraggiarlo e per dimostrargli che tutto questo non è un sogno, è solo la pura e semplice realtà.
«Diventerò papà!» esclama, finalmente convinto della situazione, abbracciando forte la bionda e facendole fare una giravolta.
E ridono, Michael e Spencer. Ridono di cuore, ridono perché sono veramente troppo felici, ridono perché ancora nessuno dei due riesce a capire come sia potuta accadere proprio a loro una cosa così bella. Sembra una magia, un sogno, bello, incredibile, meraviglioso. Un sogno che li unisce e li lega completamente. Un sogno che credevano non si sarebbe mai avverato.
Il ragazzo si ritrova ben per presto a pensare a chi assomiglierà il bambino – o la bambina – e quante volte sentirà la sua vocina per le stanze della casa. Pensa già a come pian piano imparerà prima a gattonare e poi a camminare, a come poi inizierà a correre e nessuno riuscirà a stragli – o starle – dietro. Già si immagina con montagne e montagne di pannolini da cambiare e con quel piccolo esserino tra le braccia, a fare le boccacce per farlo – o farla - smettere di piangere oppure a giocarci insieme. Si vede anche con Spencer, a leggere tutti e tre insieme le favole della buonanotte prima di andare a dormire. La vede, Spencer, alle prese con tutte le minestrine e tutto il resto che solo una mamma può e riesce a fare.
«Se questo è un sogno, spero che la luce del giorno non ci trovi, perché se fosse così, dormirei per sempre pur di vederti nei miei sogni.» le sussurra piano Michael sulle labbra, con gli occhi luminosi, le mani che tremano, il cuore che corre ed il corpo che freme.
E Spencer ride di cuore, ride con la bocca, le labbra, gli occhi. Ride, e quel suono allegro si propaga per quella stanza grande come il suono di una piccola campanella.
«È probabile che abbia sentito questa frase in una canzone?»
«Probabile.»
Ora è Michael che sorride, felicissimo, mentre le loro labbra diventano preda le une delle altre, in un bacio così dolce e tenero, che dimostra loro per l’ennesima volta che è tutto meravigliosamente vero, è tutto perfetto. E niente, niente, potrebbe andare meglio di così.
 
«Amore, dove sono i miei pantaloni?» esclama Ashton per farsi sentire da Luke, ad una camera di distanza. A quelle parole, il biondo sussulta lievemente, mentre l’ennesimo brivido gli percorre la schiena, facendolo fremere.
«Nell’armadio. Li hai messi a posto ieri sera.» risposte prima di tornare a cuocere i pancake. Nonostante siano passati quattro lunghi anni, Luke ancora non riesce a credere di stare con Ashton e che lui lo chiami «Amore.» come se niente fosse.
E mentre anche il bacon e le uova cuociono, i suoi pensieri tornano ad una sera di due anni prima, una sera veramente molto speciale.
Lui e Ashton erano finalmente riusciti ad uscire insieme, dopo quasi un mese, a causa di tutti i loro impegni. Luke aveva infatti trovato lavoro in un negozio di musica, subito dopo le superiori. Ashton invece aveva deciso di continuare gli studi, all’università, per poi diventare insegnante. E quella sera di inverno, con il naso e le guance rosse come peperoni, gli occhi lucidi e la voce tremante, su quella spiaggia non lontana da casa Irwin, proprio il riccio aveva fatto quella domanda.
«Vorresti vivere con me?»
E Luke non ci aveva pensato neppure per un istante a cosa dirgli. Gli era semplicemente bastato far combaciare dolcemente le loro labbra per dargli una risposta più che affermativa.
Da quella sera sono passati due lunghissimo anni. Due anni passati a lottare insieme contro ogni problema che si presentava. Si sono dati da fare, insieme, passo dopo passo, senza fretta. Hanno costruito la loro vita insieme, e sanno che di lavoro da fare ce n’è ancora tanto e che mille e mille altre difficoltà ci saranno.
Ma Ashton e Luke non hanno paura, no. Non quando sanno di poter fare le cose insieme.
Luke sospira e mette la colazione in tavola, proprio quando Ashton fa capolino in cucina con solo la camicia addosso.
«Non li trovo.» si lamenta il riccio sedendosi a tavola ed iniziando a mangiare, con gli occhi fissi sul tavolo, come se il portafrutta fosse la cosa più interessante del mondo.
E Luke si ritrova a sorride, perché Ashton non è mai cambiato, è rimasto sempre quel ragazzo semplice che, senza troppe pretese, è riuscito a conquistarlo in pieno.
Certo, gli intoppi ci sono stati, più che altro proprio a causa del biondo. Perché tra i due, lui era sempre stato quello più insicuro, quello più attento ai giudizi della gente, quello che aveva sempre paura di fare qualcosa di sbagliato, di essere sbagliato, in un certo senso.
Ma Ashton non ha permesso che le paure di Luke prendessero campo. Gli è stato accanto, giorno dopo giorno, passo dopo passo, aiutandolo con tutta la pazienza e con tutto l’amore di cui era capace pur di mandar via quelle ansie e quelle paure che rovinavano tutti i loro sforzi.
All’inizio non era stato semplice, come del resto niente è semplice quando si comincia. Ma con calma sono riusciti inconsapevolmente a fare passi da giganti, che neppure loro avrebbero creduto possibili. Si sono aiutati a vicenda, ad ogni ostacolo.
Perché quando Ashton aveva preso la decisione improvvisa di lasciare l’università, Luke era stato l’unico in grado di fargli cambiare idea.
E perché quando Luke aveva avuto l’idea di scappare e non tornare più, proprio a causa di tutte le sue ansie, Ashton era stato l’unico che era riuscito a farlo ragionare.
Hanno bisogno l’uno dell’altro, Ashton e Luke, costantemente. Non riescono a pensare ad una vita senza l’altro, non quando addormentarsi insieme nello stesso letto dopo aver fatto l’amore è diventata un’abitudine, non quando svegliarsi accanto all’altro la mattina è diventato il miglior buon giorno di sempre, non quando si ritrovarsi la sera a cenare insieme raccontandosi le proprie giornate è diventato essenziale.
Si vogliono troppo per potersi permettere di perdersi per poi non ritrovarsi più.
E lo sanno, sanno che c’è ancora tanta, tantissima strada da fare, tantissime altre prove da superare. Lo sanno, ma non si spaventano, non hanno paura, per il semplice motivo che sono insieme, e questo basta ad entrambi.
Ashton sorride al biondo e gli si avvicina, portando le mani al collo del più piccolo.
«Grazie.»
E Luke lo sa, che quella parola, detta così, detta proprio dal riccio, vale tanto, vale veramente tanto.
Perché Ashton è gli è grato per avergli dato una possibilità – che il riccio ha sfruttato in pieno – pur di vedere come sarebbe andata a finire tra di loro. Gli è grato perché ogni singolo giorno lo ama così tanto e non se ne rende neppure conto. Gli è grato per questo sogno ad occhi aperti che stanno vivendo. Gli è grato per esserci sempre stato, a discapito di tutto e di tutti, a discapito dei problemi, dei giudizi degli altri. Gli è grato per aver combattuto per il loro amore, giorno dopo giorno. Gli è grato di tutto e spesso ha paura di non riuscire a dimostrargli abbastanza quanto conti per lui. Gli è grato di amarlo sempre e sempre più intensamente.
Ashton proprio ancora non riesce a capire come mai Luke abbia accettato di stare con lui. Insomma, avrebbe potuto continuare ad uscire con tutte le ragazze che gli andavano dietro. Avrebbe potuto conoscere altre persone, persino altri ragazzi e farsi una vita con qualcun altro.
Il fatto che abbia scelto lui è come un sogno, perché per Ashton avere Luke nelle proprie giornate è il regalo migliore che la vita potesse fargli. E lui non si azzarda a chiedere di meglio, perché semplicemente non ne ha bisogno.
Ha tutto quello che gli serve, semplicemente perché lui e Luke sono insieme, e questo gli basta.
«Grazie a te.»
È questo ciò che risponde Luke, perché pensa esattamente la stessa cosa del riccio.
«Se questo è un sogno, spero che la luce del giorno non ci trovi, perché se fosse così, dormirei per sempre pur di vederti nei miei sogni.»
Si sorridono, complici, felici, attenti ad ogni singolo movimento dell’altro che li porta ad unire le loro labbra, ad unire loro stessi, i loro cuori che battono forte, i loro respiri.
Si completano, Luke e Ashton, come due metà di una conchiglia. 
Si completano, alla perfezione, con tutti i loro difetti. 
Si completano, e non potrebbero mai chiedere niente di meglio.

E gli anni passeranno per tutti.
Passeranno per Calum e Leah. 
Passeranno per Ashton e Luke. 
Passeranno per Michael e Spencer.
Passeranno, portando sorprese, gioie, risate, dolori, tanti altri sogni da afferrare e seguire, tante lacrime, tante difficoltà. Porteranno due piccoli folletti furbi in casa Clifford, una dolcissima principessa in casa Hood ed un cane in casa Hemmings e Irwin.
E nessuno di loro si dimenticherà mai e poi mai di tutto quello che ha vissuto, delle esperienze che ha fatto, dei sogni che ha visto nascere e crescere per poi sbocciare, e di tanti altri sogni che invece hanno a mala pena mosso un pass prima di venire annientati dal gioco della vita.
Sono cresciuti e continueranno a crescere, sempre, anche quando avranno novant’anni e si ritroveranno sotto la veranda di una casa di riposo a raccontare ai nipoti tutto quello che hanno fatto.
Sono cresciuti, affrontando tutti i loro mostri, tutte le loro paure.
Calum vivrà con la certezza di aver finalmente trovato l’unica persona per cui valga veramente vivere, senza più solo divertimento, ma solo e soltanto con amore.
Leah vivrà con la certezza di essere riuscita a superare tutti i suoi pregiudizi e a pensare con la propria testa, senza aver paura di buttarsi in qualcosa di nuovo.
Michael vivrà con la certezza di aver lottato, di aver dato il meglio e di continuare a darlo, sia per se stesso, che per la sua famiglia che pian piano si allargherà.
Spencer vivrà con la certezza che non è possibile andare contro all’amore e ai piani che proprio quest’ultimo ha in serbo, basta solo aspettare ogni sorpresa che lascerà passando.
Ashton vivrà con la certezza che i sogni e ciò che si vuole, si può realizzare, solo se non si perde la speranza e si continua a lottare nonostante chi farà di tutto per fermarci.
Luke vivrà con la certezza di aver finalmente accettato ogni sua caratteristica - anche quelle che all’inizio lo spaventavano parecchio – e di aver abbattuto tutte le sue paure.
Non tutti i mostri sono cattivi.
E Calum e Leah, Michael e Spencer, Ashton e Luke lo hanno capito bene, solo grazie all’amore.



Letizia e Hazel_
Ciao a tutti! Come state? Dai reggiamo ancora un po', che a Natale ormai manca veramente pochissimo! Consolazione per questi ultimi giorni di scuola ahahah!
Che cosa dirvi oggi? Questa piccolina è giunta alla fine, e non avete idea di quanto ci dispiaccia. D'altra parte, però, le cose da dire su questi sei personaggi sono finite, mancava solo un finale degno di loro per concludere tutto *^*.
E questo finale è stato, credo, uno dei migliori che entrambe abbiamo mai scritto. Non per vantarci, ci mancherebbe altro. Per migliore intendo il fatto che ci abbiamo messo tutto il cuore per farlo come si deve ;).
Ormai questi sei personaggi sono cresciuti e continueranno a farlo, restando insieme ed affrondando ogni difficoltà che si presenterà.
Calum e Leah andranno a convivere, mentre le altre due coppie lo stanno facendo già da qualche anno ;).
Michael e Spencer sono in dolce attesa! Piccolini loro :'3, sono veramente tenerissimi!
Ashton e Luke ancora stanno lavorando su di loro e sulla loro relazione, ma sappiamo già che faranno sempre passi da gigante ;).
Io non credo che ci siano parole sufficienti per dirvi quanto siamo grate per tutto quello che avete fatto perr questa storia!
Avete sclerato parecchio - cosa che ci ha sempre fatto molto piacere ^W^ - vi siete affezionate così tanto a questi personaggi, sorprendendoci con il vostro affetto verso di loro, e noi di conseguenza ci siamo affezionate a voi!
Quindi, grazie per tutte le recensioni che ci hanno fatto sempre spuntare un sorriso. Grazie a quelle 18 persone che hanno messo la storia tra le preferite, grazie alle 2 persone che l'hanno messa tra le ricordate, grazie alle 32 che l'hanno messa tra le seguite.
Siete dolcissime, sul serio!
Per quanto riguarda Hazel_ e me, cosa dirvi? E' stata un'esperienza interessante e bellissima per tutte e due, specialmente perchè era la prima volta per entrambe avere a che fare con una storia a quattro mani. Ci siamo divertite a parlare di questi personaggi, specie perchè era la prima volta che avevamo a che fare con una coppia slash, anche se credo che alla fine ce la siamo cavata :).
Piccola cosa, per i lettori silenziosi: ci farebbe tantissimo piacere sapere che cosa ne avete pensato, se la storia vi è piaciuta, se avete critiche da fare. Non importa una recensione lunga kilometri, ci basta qualche parola :D <3
Detto questo, noi chiudiamo qui, ringraziandovi infinitamente ancora una volta, per tutto!
Un bacione grande grande ed un lunghissimo abbraccio, con tutto il nostro affetto, Letizia e Hazel_.

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