Le Tre Reliquie di Sputnik from outer space (/viewuser.php?uid=790836)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Le prime tracce ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
~Tanto tempo fa, nel meraviglioso Regno dei Funghi, vivevano due potenti re.
Il primo, il sovrano dei Koopa, si chiamava Arsen e dominava gran parte della zona Sud di questo rigoglioso luogo. Il secondo, il sovrano dei Toad, si chiamava Ornell, un uomo generoso e magnanimo in possesso della zona Nord. La vita procedeva tranquilla, pacifica, quasi monotona, e questa monotonia continuò a lungo, molto a lungo, finchè il regno di Arsen non mosse guerra ad Ornell.
A quanto pare il terribile re dei Koopa aveva rinvenuto nelle sue miniere d'oro delle particolari reliquie, reliquie che davano un immenso potere a chiunque le possedesse. Esse erano: una corazza, simbolo della resistenza dell'animo, capace di resistere a qualsiasi colpo le sia stato inferto, sia d'arma da fuoco, sia d'arma da taglio, una corona, simbolo di intelletto, infatti essa era in grado di donare un'intelligenza spropositata a chiunque la indossasse ed infine la più forte di tutte: lo scettro. Questa reliquia era di un potere inarrestabile, simbolo di potere incostrastato, essa era in grado di generare dalla pietra posizionata sulla sua estremità un gigantesco impulso d'energia d'un potenziale altamente distruttivo: solamente con lo scettro Arsen era riuscito ad abbattere gran parte delle difese di Ornell.
La battaglia infuriò per due anni consecutivi ed in quell'istante storico si era arrivati al culmine della sua ferocia, i due re erano faccia a faccia e combattevano senza esclusione di colpi. Ornell sapeva che il suo avversario stava lentamente caricando il Colpo Supremo dello scettro, perciò la sua unica possibilità di sconfiggere Arsen era di stenderlo prima che il caricamento fosse completato.
Il sovrano dei Koopa non era mai stato a scuola, infatti era un gran perdigiorno, passava la maggior parte del suo tempo a cacciare dei Corvi e raccogliere le succose mele del giardino reale. Se solo fosse andato a scuola una volta, una sola, avrebbe saputo che neanche una persona dalla volontà di ferro può controllare queste reliquie. Concluso il caricamento, Arsen sprigionò dallo scettro l'onda d'energia, la quale oltre ad uccidere sia lui che Ornell, cancellò mezzo Regno dei Funghi. I figli dei due sovrani impararono la lezione e, una volta nascoste le terribili armi in luoghi inaccessibili regnarono al posto dei genitori in modo giusto ed equo.
Il loro regno durò per moltissimi anni, ma l'imprevisto accadde: Martin, figlio di Ornell, dovette partire per una meta a me, il narratore di questa storia, sconosciuta, invece Kraven, figlio di Arsen, morì di malattia lasciando in eredità la Terra Oscura a Bowser, suo erede. Così Bowser e Peach, a cui venne affidato il regno dei Toad in assenza del padre, furono costretti ad affrontare le difficoltà di ogni regnante, ma grazie all'arrivo dei due idraulici italiani ormai era tutto sotto controllo. Certo, Bowser, essendo attratto da Peach, continuava a rapirla ma ormai i due fratelli stagnini erano abituati ad irrompere nel suo personale castello e riprendersi la Principessa, perciò non lo consideravano più una minaccia.
No, non vi preoccupate, Mario ed il fratello Luigi non passeranno il resto della storia a portar Peach via dalle grinfie di quel tronfio tartarugone di Bowser. Qua si parla di qualcosa di grosso e spaventoso. Complotti. Tradimenti. Minacce. Pericoli. E siamo solo all'inizio... |
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Capitolo 2 *** Le prime tracce ***
LTR02
Qualcuno bussò fragorosamente alla porta dell'ufficio di Bowser.
- Avanti, avanti! Non c'è nessun bisogno di sfondare la porta!
Un Chomp Bro, soldato delle armate dei Koopa, irruppe nel piccolo gabinetto.
- Signore, abbiamo notizie incredibili!
- Avanti, spara...- rispose Bowser con un tono quasi scocciato. Quando
un soldato gli si rivolgeva in quel modo sapeva che poi avrebbe tirato
fuori uno stupidissimo piano di conquista che neanche un bambino di due
anni avrebbe potuto ideare.
- Ha chiamato il Capitano Basilisx, pensa di aver trovato i luoghi dove le Reliquie sono state nascoste!
A quelle parole gli occhi di Bowser s'illuminarono, pieni d'emozione;
immediatamente saltò giù dal suo trono e rivolse queste
secche parole al soldato: - Portami all'Olocomunicatore, voglio
parlargli.
Bowser stava incedendo con passo pesante per il suo regale corridoio
quando il suo figlio più piccolo, Bowser JR, lo interruppe.
- Papà, dove stai andando?
- Da nessuna parte figliolo.
Il piccolo rettile era abituato a questo genere di risposte, e per
questo motivo aveva anche imparato a ribattere nel modo giusto. - Se
stai camminando vuol dire che da qualche parte dovrai pur andare.
- Uhm, tesoro... Perché non vai un attimo a torturare qualche Toad?
- D’accordo... Dove hai messo le catene?
- Le ho lasciate sul comodino. I Koopa Maggiordomo te le hanno appena lucidate.
- Ottimo, così le macchie di sangue si vedranno meglio! Grazie papà!
- Bene, ed ora, se non ti dispiace...- detto questo il sovrano dei
Koopa lo aggirò, mantenendo il suo portamento da “signore
dei palloni gonfiati”, simpatico nomignolo affibbiatogli da
Larry. In effetti era tutto qui, un pallone gonfiato... Ma pur sempre
un re. Un re tutto fumo e niente arrosto.
Quanti anni erano che tentava di avere tutta per sé la dolce
principessa Peach? Trenta. Un lunghissimo trentennio di fallimenti,
piani inutili e sconfitte. Ma soprattutto lividi. Tanti lividi.
Quel Mario, quanto lo odiava; arrivava sempre al momento sbagliato,
sempre in tempo per rovinare i suoi progetti. In fondo
cos’è che Bowser chiedeva? Solo una madre per i suoi
figli, e qualcuno da amare davvero. Però ovviamente no, Mario
non lo poteva permettere! Chi era, a questo punto, più egoista?
Difficile a dirsi.
Arrivò finalmente in fondo al corridoio, spalancò un
grande portone di legno e si trovò dinnanzi ad una delle sale
più spettacolari che una persona qualunque potesse mai vedere.
Appunto, una persona qualunque, cosa che egli non era. Era abituato a
vedere quelle mura in pietra cesellata, il lungo tappeto rosso
vermiglio decorato con fili d’oro dai migliori artigiani del
regno e l’incredibile moltitudine di file di computer, posseduti
da Koopa indaffaratissimi.
Seguì il corso del tappeto fino a fermarsi davanti ad un
complesso apparecchio metallico dalla forma esagonale, con vari prismi
azzurri incastonati qua e là.
- Allora?- esordì il re – Accendete questa comunicazione!
Immediatamente dall’apparecchio venne proiettata un’enorme sagoma, azzurra proprio come i cristalli.
- Buonasera, sire.
- Taglia corto, Basilisx. Hai queste Reliquie sì o no?
Capitan Basilisx faceva parte dell’ordine dei Kooparmati, le
guardie reali, di cui era il capo. Lo si poteva facilmente distinguere
dagli altri in quanto possedeva un’armatura particolarmente
scura, quasi sul nero e gli occhi erano di colore rosso scuro. Poteva
liberare a suo piacimento dei lunghi artigli dalle zampe anteriori, i
quali lo rendevano uno dei guerrieri più formidabili di sua
maestà. Contrariamente a tutte le altre guardie reali, Basilisx
era sempre stato il favorito di Bowser, nonostante non l’avesse
mai visto in volto. Probabilmente era questo il motivo per cui era
capitano.
- No, signore, non sono ancora entrato in possesso delle Reliquie, ma suppongo di averne individuata una
Bowser, anche se visibilmente deluso, domandò al Kooparmato: - Sapresti dirmi di quale si tratta?
- Non ne sono certo, ma dalle antiche rune incise nella grotta in cui
mi trovo sembra che parlino della Corona- rispose Basilisx.
Il sovrano dei Koopa si fermò un attimo a riflettere. Certo, la
Corona gli avrebbe fatto decisamente comodo: avrebbe potuto finalmente
sviluppare un piano infallibile, sotto tutti i punti di vista. Anche se
desiderava ardentemente anche le altre due, si sarebbe momentaneamente
accontentato.
- D’accordo, d’accordo. Hai tradotto tutte le rune?- riprese Bowser, dopo qualche secondo di silenzio.
- Purtroppo non ne sono in grado. Ho studiato a lungo le antiche lingue
del nostro regno, ma non le parlo certamente come fossero la mia
seconda lingua. Sono quasi sicuro però che sia una mappa, una
mappa in grado di guidarci fino alla prima delle tre Reliquie.
- Dovete risolvere il problema in fretta, lo sai che ho poca pazienza- replicò minaccioso.
- Sissignore. Ho pensato subito al professor Goombastein, e speravo che
lei mi desse il permesso per un’operazione a Fannullopoli.- disse
Basilisx. Se non avesse avuto la visiera abbassata, come suo solito, si
direbbe che stesse ghignando.
- Permesso accordato, vecchio mio. Va, e portami la corona.
- Naturalmente, mio sovrano. Non la deluderò- e detto questo si
inchinò, terminando così l’olocomunicazione.
“Di sicuro hai bisogno di quella corona, stupido tartarugone.
Sfortunatamente ho altri progetti.” pensò divertito
Basilisx, mentre si allontanava dal piedistallo
dell’Olocomunicatore.
Bowser non sapeva se essere soddisfatto o irritato. Il capitano dei
Kooparmati gli aveva portato certamente buone notizie, ma nulla di
concreto. Mentre tornava nelle sue stanze, incontrò due dei suoi
sgherri, i quali bighellonavano per i corridoi.
- Ehi, voi due!- li interpellò.
- Dannazione, Hal! C’è il boss!- disse il Goomba.
- Cerca di darti un contegno Jeff! Petto in fuori, e fa un inchino!- rispose il Koopa.
- Hal, non ho il petto, e non posso chinarmi!
- Silenzio, voi due!- tuonò infine Bowser, stizzito – Cosa state facendo da queste parti?
- Non si ricorda, boss? Ci aveva chiesto di ripulire i suoi regali quadri...- ribatté Hal, prontamente.
- Le sue regali croste, vorrai dire!- bisbigliò Jeff, buscandosi
un calcio dall’amico. Fortunatamente sembrava che il re dei Koopa
non se ne fosse accorto.
- Mh, capisco. Ora però levatevi dai piedi- sbottò, poi
riprese il suo cammino. Solo che tre metri più in là si
fermò nuovamente e tornò a rivolgersi ai due.
- Fermi un attimo. Avrei una missione per voi.
- Oh, cavolo! Hal, hai sentito! Una missione! Erano sette anni che non ce ne dava una!- esclamò eccitato il primo.
- Maledizione, Jeff! Datti un contegno! Dica pure, mio signore.
Lentamente cominciò a ricordarsi il motivo per cui non affidava loro missioni da così tanto tempo.
- Andate al castello di Peach e tenetelo sotto controllo, ventiquattr’ore su ventiquattro. Ci siamo intesi?
- Certo, sire. Andiamo Jeff, datti una mossa!- disse il Koopa. In un attimo entrambi si erano dileguati.
- Sssssss... Dilettanti...- sbuffò Bowser.
Il ponte levatoio venne abbassato, così Hal e Jeff poterono
liberamente uscire. Raggiungere la loro meta senza mezzi era alquanto
complicato, contando anche il peso dei bagagli. Fortuna che Hal
possedeva un’automobile, che li avrebbe decisamente aiutati
nell’impresa.
- Spero che non te l’abbiano rimossa di nuovo per divieto di sosta...
- Tranquillo, le ho trovato un ottimo parcheggio.
Finito di caricare i bagagli, i due montarono in auto e Hal inserì le chiavi.
- Hal, senti- cominciò l’amico – mi sembrava che quest’auto non fosse decappottabile.
- In effetti non lo è. Mi si è staccato il tettuccio giusto ieri.
- Non è molto tranquillizzante, lo sai questo?
- Sta zitto, la mia Taurus è più solida della roccia!- e
per enfatizzare il concetto diede due pugnetti sullo sportello, poi la
accese.
- Hal...- ricominciò il Goomba.
- Che diavolo c’è, Jeff?
- Alla tua auto solida come la roccia è appena caduto lo specchietto.
- Qualcuno oggi si sente molto spiritoso, eh? Vedrai che il viaggio filerà tutto liscio come l’olio!
Poteva anche essere così, se Hal avesse fatto il pieno di
benzina prima di partire; pochi chilometri dopo la vecchia Koopord
Taurus cominciò ad emettere dei borbottii sinistri, prima di
fermarsi del tutto, lasciando i due appiedati. La prima cosa a cui
pensarono era una stazione di servizio, ma purtroppo quelle si
trovavano solo nella zona di Koopa City. L’unico modo per
rimediarne un po’ era trovare una casa con un distributore,
sperando ce ne fossero nelle vicinanze.
- Ohi Hal! Perché diavolo devo spingere io l’auto? Non ho neanche le braccia!
- Devo ancora ribadire il concetto? Io sono la mente e tu il braccio!
- Ma se ti ho appena detto che io non ce le ho le braccia!
- Adesso basta! Ugh, chissà perché sentivo la mancanza delle spedizioni...
Continuarono a litigare per un’altra buona mezz’ora,
finché non avvistarono in lontananza un tubo ed una tanica.
- Che ti avevo detto? Ecco la nostra salvezza!- disse altezzosamente
Hal. Ma mentre stava per prendere il contenitore qualcuno sbucò
fuori dal tubo.
- Ciao ragazzi!
- Uff... ciao, Steve...- risposero in coro i due.
Steve era una Pianta Piranha amante dei fiori, che aveva torturato Hal
il Koopa e Jeff il Goomba per tutto il corso della loro precedente
avventura, sette anni prima. Avevano tentato in tutti i modi di
liberarsi di lui, ma ogni tentativo era vano: dove c’è un
tubo, c’è Steve.
- Che fate di bello?
- Spingiamo una macchina...
- Vorrai dire SPINGO una macchina, stupido!
- Dacci un taglio!- disse rivolgendosi all’amico, poi
tornò a concentrarsi sulla tanica e chiese alla pianta: - Senti
Steve, che ne dici di darci questa roba?
- Uh, no- rispose subito.
- Dai, fratello, non fare così. Tu ed io non abbiamo forse
sempre condiviso tutto? Ti ricordi quando ti ho prestato la mia busta
di plastica?- cominciò Hal, ricordando uno dei numerosi
tentativi di soffocare la pianta senziente.
- Sì, mi ricordo, però quella serve per i miei fiori...
“Che diavolo ci fanno i fiori con della benzina?” pensò stranito Jeff.
- Ancora con questi fiori? Andiamo, di questo passo non riuscirai mai a
diventare un vero cattivo, proprio come noi!- continuò Hal, con
fare più convincente possibile. Se avesse detto
quest’esatta frase, però al castello, avrebbe suscitato
certamente una crisi di ridarella a tutte le truppe
dell’esercito.
- Ma Hal, anche i fiori possono essere cattivi...- tentò Steve.
- Niente ma. Ora, fammi prendere la tanica.
- D’accordo...
Il Koopa riempì immediatamente il serbatoio e risalì in auto insieme a Jeff.
- Arrivederci ragazzi! È stato un piacere!- gridò Steve allegramente, troppo ingenuo per offendersi.
“Per noi un po’ di meno...” pensò tra
sé e sé Hal. Provò a mettere in moto, ma la Taurus
non ne voleva proprio sapere di partire. Cominciò a colpire
violentemente il volante, finché non scattò
l’airbag, colpendolo in pieno muso.
- Porca miseria, Steve! Che razza di benzina ci hai dato?
- Benzina? E chi ha mai parlato di benzina! Quella era l’acqua
per i miei fiori!- rispose sorpreso Steve. – Pensavo che voleste
bere un po’...
----- ANGOLO DELL’AUTORE -----
Ehilà, ragazzi! Era quasi da un anno che non mi dedicavo a
questa storia, e da oggi ho intenzione di aggiornarla con un ritmo
sostenuto. Spero che vi sia piaciuta, ci ho lavorato quasi per tutto il
giorno.
Nel prossimo capitolo le cose si faranno decisamente più
“vivaci”, non ve lo perdete. Saluti da Megalodonte2000.
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