Brown sugar, how come you taste so good?

di 3lkom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. I promise, i won't... ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** 13. ***
Capitolo 14: *** 14. ***
Capitolo 15: *** 15. ***
Capitolo 16: *** 16. ***
Capitolo 17: *** 17. ***
Capitolo 18: *** 18. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


 

Entro nel pub, facendomi strada tra gli altri clienti. Il mio bel visino, il mio piercing all'ombelico e i miei shorts tutti strappati non passano di certo inosservati, qui.
Tutti fanno casino, bevono, incuranti di tutto e tutti alzano la voce, mentre le cameriere mezze nude sfrecciano da un tavolo all'altro, tenendo i vassoi in equilibrio tra le mani e con i loro fondoschiena lasciati ovviamente alla mercé dei frequentatori del locale.
Non male, direi. 
Magari posso chiedere se cercano altre ragazze.. oppure me ne frego, e vado diretta nel postaccio qui di fronte a fare la spogliarellista: almeno li mi pagherebbero appositamente per stare con la pancia di fuori, senza tanti convenevoli.
Mi chiamo Angelica, e in teoria non ho ancora l'età per bere. Ho 19 anni, per la precisione. 
Me ne sono andata da Seattle appena diventata maggiorenne, e dopo quasi un anno e mezzo di viaggio itinerante -tra autostop e scarpinate mi sono girata praticamente mezza America- mi sono decisa a venire qui a Los Angeles, con una mezza intenzione di fermarmi qui, almeno per un po'.
Il mio aspetto rispecchia il mio stesso nome. Ho i tratti delicati, e sono così esile che potrei sembrare più piccola della mia vera età; ma allo stesso tempo la gente non può che essere attratta da me, per via della mia bellezza eterea, come mi hanno ripetuto più e più volte. In più mi piace provocare, e se voglio posso essere molto persuasiva e sexy: e non avendo niente, come nel mio caso, può ritornarmi sempre comodo.
Ho un carattere forte, io. È decisamente un bene.
Se mi lasciassi colpire dalle accuse della gente, che siano vere o meno, potrei crollare. Quindi me ne frego di tutto e di tutti. Che si fottano!
Mi faccio scivolare tutto addosso, anzi, quasi tutto: quando mi gira davvero male, allora si che non mi faccio problemi ad alzare le mani.
Picchio duro come un uomo, anche se a vedermi non si direbbe affatto..
Vado al bancone, ordinando un doppio Jack.
Guardo la barista che lavora senza sosta e senza fermarsi un attimo, e non la invidio davvero per niente.
Certo, io sarei più brava, e poi, senza farmi vedere dal capo, per ogni bicchiere servito me ne farei uno solo per me, scolandomelo alla goccia..
E terrei facilmente testa a chiunque provasse solo a sfiorarmi il culo, cosa che invece quelle che lavorano qui non sanno o non riescono o non vogliono fare. Povere stupide!
Mando giù metà bicchiere in un sorso, mi piace sentirmi bruciare la gola.
Me ne sto per i cazzi miei, bevo, penso, fisso a vuoto la parete davanti a me..
Finché inizio a sentirmi osservata; provo ad ignorare questa fastidiosa sensazione, ma non ci riesco; quindi mi giro, piuttosto infastidita: e noto un ragazzo dai capelli rossi come i miei fermo in piedi vicino all'uscita che mi fissa, e mi ammicca quando incrocio il suo sguardo.
Anzi, non mi guarda e basta, sembra proprio che.. Che mi stia puntando. 
Dai, ma sei serio?!
Il solito idiota.. E chissà se pensa di rimorchiarmi solamente facendo così..
Ma non ho niente di meglio da fare, e quindi con un semplice cenno della testa lo invito a venire qui da me, trattenendo poi una risata per la sua espressione fin troppo soddisfatta.
Non è niente male, anzi: e poi, io qui non conosco nessuno, e anche se di certo non cerco degli amici, magari qualcuno da poter frequentare non mi dispiacerebbe.
E magari.. potrebbe pure aiutarmi a trovare la medicina per il mio piccolo problemino..
Di droga, si intende. Brutta cosa, la dipendenza..
(Parlo di cose che potrebbero creare turbamenti?! Mi dispiace, davvero, ma non è colpa mia se tutta la mia vita è un continuo susseguirsi di drammi, fin dal primo istante.. Io sono un turbamento, cazzo!)
Si siede sullo sgabello accanto al mio, spavaldo, aspettando che finisca di buttare giù il poco alcol rimastomi, sempre con quel sorriso da emerito coglione stampato in faccia.
Anche lui ordina un doppio whisky.
Lo guardo di sottecchi mentre sorseggia lentamente il suo bicchiere, senza interrompere il contatto d'occhi -credo che pensi sia sexy bere così.. E per un po' ha ragione, ma dall'altra parte sembra davvero un grandissimo idiota!- mentre io accavallo le gambe e mi giro completamente verso di lui, sorridendogli sorniona. Dopotutto, perché lui può atteggiarsi da gran figo e io no?
Con gli uomini mi diverto. Non sono miei amici, da me vogliono una e una cosa soltanto: ma quando mi annoio, mi piace fingere di stare al loro gioco, crearli illusioni di cose che non avranno mai, solo per il gusto di vederli comportarsi come veri e propri idioti.. a meno che la loro compagnia non porti grossi vantaggi anche a me, allora è tutta un'altra storia..
Ecco, lo ripeto, può sempre essermi utile!
Ad un tavolo all'angolo dello stesso locale sulla Sunset Strip, quattro ragazzi stanno parlando a voce alta di chissà cosa.
"Ti giuro, man, non fosse stato per l'età.. Cazzo, e mica sembrava una ragazzina!" Inizia quello moro e pallido, visibilmente scocciato.
Il biondino alla sua destra si intromette, sghignazzando: "Ha ragione, l'ho vista pure io! Aveva la faccia da porca, e poi due gran belle tet.." 
"Zitto, coglione, non ricominciare! Piuttosto, dov'è quella cameriera carina col culo che parla che da quando me la sono portata a letto mi fa sempre lo sconto? Potrei darle una ripassatina, stasera.." Quello riccio si guarda intorno, spavaldo, cercando la sua preda per la serata.
"Non è che se te la sei già fatta vuol dire che ci sta ancora" sbuffa lo stangone biondo, infastidito. 
"Scommettiamo? Ehi, ma eccola.. Ada! Dolcezza, come stai?"
"Slash! Ragazzi.." Si avvicina una mora tutte curve, rivolgendo un'occhiata particolare al riccio che non manca di gonfiare il petto di soddisfazione.
"Hai finito il turno, no? Quindi potresti cogliere l'opportunità che ti offro, cioè di passare la restante parte della serata con me.." 
"Oh.. Va bene, allora, si che mi va! Prendo le mie cose e arrivo, ci metto giusto un attimo.." Accetta ammiccandogli, tutta soddisfatta pure lei.
"E siamo 3 a 0 per me, Mckagan.. Non l'hai ancora imparata la lezione?" Sussurra appena il riccio al suo amico biondo, prima di alzarsi e andarsene con quella ragazza tutta messa in tiro. Atteggiandosi non poco.
"Dolcezza, io sono Axl, Axl Rose" si presenta alla fine, sorridendomi sghembo.
""Dolcezza", io sono Angelica" gli rispondo d'istinto, pentendomene subito dopo. È che non dico mai il mio vero nome a nessuno, di solito.. Perché stavolta l'ho fatto?
"Non mi sembra di averti mai visto prima d'ora, e credimi, ti avrei sicuramente notata.. non sei di qui, vero?" 
"No, sono arrivata giusto tre ore fa." E cazzo, già sono in in locale pieno di gente poco raccomandabile, vestita poco e intenta a parlare con perfetti estranei mentre ingurgito alcol come se fosse acqua.
E si ritorna alle vecchie abitudini..
"Sei la più figa qua dentro, l'avrai notato.. E io, bimba, io semplicemente sono il meglio che tu possa mai trovare, quindi ho pensato che fosse profondamente sbagliato lasciarti ubriacare tutta da sola.." Addirittura? Modesto, il ragazzo!
"Tesoro, davvero credi che basti un solo Jack per farmi sbronzare? Mica sono una ragazzina, io!" 
"Ah no? Però ci scommetto che non hai ancora 21 anni." Indovinato..
"E che fai adesso, mi denunci?" Lo provoco, facendolo sogghignare.
"Mi assicuro che tu sia almeno maggiorenne, e poi.. La notte è lunga, e non si può mai sapere con chi la passerai!" Mi dice con voce persuasiva, ammiccandomi.
"Sono estremamente colpita!" Ironizzo io, facendolo sbuffare. Cazzo, stavolta mi sto divertendo anche di più del solito: perché lui sembra irremovibile, anzi, più lo sfotto e più ci prova!  "Userai spesso questa tattica per rimorchiare, immagino.. Davvero credi che funzioni?"
"Io non lo credo, bimba, io lo so!" Ribatte come se fosse ovvio.
Pallone gonfiato!
(Ma a me piacciono proprio quelli così, quindi..)
"Che ci fai qui?" Oh, domanda sbagliata..
"Quello che mi vedi fare, geniaccio.. Bevo, e parlo con un megalomane con un bel visino da impunito che crede di avermi conquistata con un complimento e due stronzatelle buttate li, come se non capissi che lo fa solo perché vuole portarmi a letto.." Ahi! La mia risposta lo spiazza un po', forse le ragazze a cui è abituato cedono subito di fronte alle sue avances e ai suoi modi da spaccone. Cosa abbastanza verosimile, direi.
Beh, caro mio, ho una brutta notizia da darti.. io sono completamente diversa dalle ragazze che trovi qui: quindi farai meglio ad impegnarti di più, se vuoi ottenere la mia attenzione!
..Ma lui non si sconforta, anzi, ci ride su e ordina un altro giro. 
"Te invece?" Forse potevo essere un po' più gentile, forse.. quindi sono io la prima a riprendere la conversazione. 
"Sto con quelli del mio gruppo, veniamo qui praticamente ogni sera.. E speravo proprio di trovare una bella ragazza come te, evidentemente oggi è il mio giorno fortunato!" 
"Hai una band?" Pure musicista. Prevedibile!
"Si, e io sono il cantante, il frontman.. Siamo i Guns n'Roses: ricordati il nome, bimba, perché sentirai parlare di noi molto presto, puoi starne certa!"
"Allora dovresti farmi un autografo, così quando lo rivenderò ci farò pure un bel po' di grana.. E potrò permettermi una bella grammata di coca.." Ora sono io a sogghignare, rockstar!
"Non mi credi? Viecci a sentire, poi ne riparliamo! Diventerò famoso, questo è sicuro.. Come è sicuro che prima o poi io e te finiremo a letto insieme.." La butta lì lui, poi lanciandomi un' occhiata divertita per vedere le mie reazioni.
Scoppio a ridere. Oh cazzo! Ma uno normale no?
"Non mentire a te stessa, lo so che lo vuoi.." Abbassa la voce e mi si avvicina ulteriormente, sfiorandomi le labbra con la punta delle dita..
"Alzami una sigaretta." Non è una domanda.
"Ma certo.. Sappi che normalmente non lo faccio mai, ma stavolta è solo perché sei tu.. Anzi, andiamo a fumarcene una insieme fuori!"
Ci penso per nemmeno un secondo, poi acconsento, quindi paghiamo il conto e infine ci alziamo.
Lui va avanti, io invece mi fermo un attimo con la scusa di prendere la mia giacca.. ma in realtà l'ho fatto giusto per guardarmelo meglio, lo ammetto.
Ha i capelli piuttosto lunghi e curati, belle labbra, occhi penetranti di un colore che va dal verde smeraldo all'azzurrino. Indossa una maglietta piuttosto attillata e dei pantaloni di pelle, che fasciano per bene il suo fisico muscoloso.. 
Niente male, davvero. 
"Che c'è, honey, hai paura a seguirmi?" Mi prende in giro, ghignando, richiamandomi dalle mie fantasie.
"No, sai.. stavo solo controllando se la tua ombra è grande come il tuo ego."
"Cazzo!" Esclamo dopo aver lanciato per terra la cicca della Marlboro offertomi dal montato, quando mi accorgo che la gente sta iniziando ad andarsene dal locale: segno evidente che sta chiudendo, e io ovviamente non ho fatto quel che dovevo.
"Che c'è che non va?"
" Avevo pensato di chiedere se cercavano cameriere, ma poi mi è passato di mente.. Vabe, andrò a fare la spogliarellista, ho capito." 
Sogghigno quando lo vedo cercare nella mia espressione giusto un accenno di presa per il culo, e non trovandolo ne rimane piuttosto perplesso "Sei seria.. Davvero non te ne frega un cazzo?"
"Se guadagno di più, perché dovrebbe importarmi? È un lavoro e basta, e magari scopro che non mi fa nemmeno così schifo" Ribatto io, guardandolo fisso negli occhi. Per vedere se ride di me, o peggio, se gli faccio pena.. Ma non lo fa. 
Non sembra nemmeno che mi stia giudicando.. È una bella cosa.
"Quindi.. Sei a Los Angeles e non hai un lavoro, ne grana, ne conoscenti disponibili ad aiutarti, e soprattutto non mi nascondi il fatto di essere una tossichella che si fa di coca e di chissà cos'altro.. Bene, honey.. Almeno ce l'hai un tetto sopra la testa?"
Un tetto?! No, cazzo manco ci ho pensato. È che appena arrivata mi sono ritrovata in centro e mi sono fatta tutta Sunset Strip almeno tre volte per vedere i negozi di dischi e i locali e tutto il resto, prima di entrare qui a bermi qualcosina.. Mi è passato di mente, maledizione!
"Nemmeno quello.. Ma non mi lamento, sono finita in situazioni molto peggiori di questa e sono comunque ancora qui, quindi.." 
"Vieni a casa mia, allora." La conclusione più sfrontata, più allusiva, più logica e semplice della serata.
Rimango un attimo in silenzio, mordendomi il labbro per trattenere il "contaci, che non vedevo l'ora di finire a letto con un montato come te.."
Non posso dormire fuori stanotte, fa un freddo cane e poi non saprei nemmeno dove, cazzo..
Decido alla fine di accettare, ma chiedendogli in cambio degli interessi. Lo so, non mi rende onore.. Come fanno le puttane, dannazione!.. "A una condizione, però.."
"Tutto quello che vuoi, dolcezza.." 
"..Avrei bisogno.. Mi serve, anzi, una fottutissima dose.. Posso pagarmela, basta che mi dici da chi prenderla e poi penso a tutto io. Però per il prima possibile, cazzo!"
Ecco fatto. Gliel'ho chiesto, fanculo! 
Non mi piace parlare di certe cose, sia con quelli con cui non ho confidenza sia con la gente in generale. Poi vengo identificata come "eroinomane" e "scarto della società".. Bah.
Ma comunque, apparte che nemmeno lui non mi sembra un santarellino proprio per niente, io ne ho bisogno.
E poi ormai non posso farci più nulla..
Rimane un secondo in silenzio, pensieroso, poi mi rivolge un sorriso storto: "Quindi se ti trovo l'eroina, bimba.. tu poi ti fai tranquillamente scopare?" Mi chiede afferrandomi per la vita, con un'espressione un po' perversa.. Ma oramai ci sono abituata, a quelli così..
"Si, hai capito bene" Inutili i giri di parole, arriviamo dritti al punto. 
"Allora è andata.." E ghignando mi spinge verso il muro, e senza che abbia il tempo di reagire porta le mani sulla parete imprigionandomi nella sua morsa.
Non riuscirei mai a scappare, ora.. E non c'entra affatto la forza fisica.
Saranno i suoi occhi color smeraldo, il suo sorriso un po' storto o perfino i suoi modi così arroganti.. Per molte è un difetto, ma a me quelli dannatamente sfacciati mi attraggono mille volte di più rispetto a damerini del cazzo.
Sarà sua mano che scivola indiscreta tra le mie gambe, e le sue labbra fameliche sul mio collo..
"Hai fatto la scelta migliore.. Ora però lasciati andare, dolcezza.." Mi sussurra persuasivo, mordicchiandomi il lobo mentre mi lascio scappare un piccolo gemito di piacere e stupore insieme.
E lo faccio. 
Mi guarda ghignando, sa di avere già vinto. Ma non mi importa, dannazione.
Io cerco il piacere, non voglio nient altro.. E il sesso e la droga sono i modi più rapidi e più soddisfacenti. 
E lui sa cosa fare, sa cosa voglio e di sicuro sa anche come prendermi..
È come per l'eroina.. So di starci sotto, e che senza, vado letteralmente fuori di testa.. ma me ne frego, perché ogni volta volo dritta fino in paradiso!
È tutto irreale, e avviene solo nella mia testa, lo so, mica sono scema, ma quando mi infilo una spada dritta in vena e il mio cuore spara il sangue fino al cervello, io..
Non so come spiegarlo, cazzo. È come cento, no, meglio, come mille orgasmi tutti insieme. 
E quando ti invade il flash, quando senti ogni minima cellula del tuo corpo tremare di quel piacere così sporco e puro allo stesso tempo, chiudere gli occhi per lasciarsi cullare diventa la tua unica vera priorità. 
Ci sei solo tu, il tuo sangue fin troppo vermiglio e la siringa contenente quel irresistibile liquido ambrato che solo a vederlo ti senti eccitata. Tutto il resto perde alcuna importanza..
E anche con lui.. anche se nemmeno ricordo il suo nome, essendo i miei pensieri già proiettati verso l'idea della spada che mi aspetta.. Ma anche questo qua è uno sexy, e che ci sa fare, quindi ben venga, dannazione!
È uno svago: niente di più e niente di meno.
È un piacevole modo di far passare il tempo, quando non ho un ago su per il braccio..
Ma sesso e eroina insieme è tutta un'altra cosa. E stasera avrò tutti e due, insieme, finalmente!
Non riuscirei mai a scappare, ora. Non voglio.
Ho trovato un tetto per stanotte, e una spada sicura, e poi che mi vada o meno finirò a letto con.. Com'è che mi si è presentato, questo? 
"Scusa, rockstar.. Com'è che ti chiamavi?"
"Axl, Axl Rose!" mi ripete quello, un po' scocciato.
"Si, ok, allora lo ricordavo bene.." Cazzata. Ma almeno non mi devo subire le sue lagne da primadonna.
"Ehi, man!" Axl si gira, e io seguo il suo sguardo: e ci sono tre ragazzi che ci si avvicinano, due biondi e uno moro, anche loro dei tipi niente male.. Poi sono belli che sbronzi, e questo per loro è un punto a favore!
 "Andiamo? Slash e Ada sono appena usciti, vanno da lei quindi magari stanotte riusciamo a dormire un po' in pace, senza che ci sia bisogno di spiaccicarci i cuscini sulle orecchie.." Dice uno alto e biondo, sbuffando.
Coglie la mia espressione perplessa, e dopo avermi squadrato per bene si spiega meglio, un sorriso storto stampato in volto: "Se l'é già portata a casa una volta, dovresti sentire come urla! È arrapante, indubbiamente, ma dopo una certa sembra che.. Ecco, sembra che la stiano ammazzando!"
"Colpa di Slash, quello.. Forse è un pochino brusco, a letto" Se la ride l'altro biondo, scuotendo la testa allegramente.
Ghigno anche io, provando ad immaginare questo tipo dal nome improbabile di cui parlano.
Me lo immagino come uno rude, quasi animalesco, probabilmente uno che si fa una diversa ogni sera: un drogato di sesso, quello è sicuro, e di chissà cos altro..
La stessa impressione che mi ha dato Rose, del resto. E io, su queste cose, non ci sbaglio proprio mai.
"Lei è Angelica, teste di cazzo" Mi presenta il mio futuro compagno di letto, portando il braccio sulla mia spalla come a indicare "non provate nemmeno ad avvicinarvi a lei". Oh, ma è pure possessivo, il giovane!
Mi si presentano tutti, uno dopo l'altro, tutti ghignando e guardandomi più le gambe e il petto e la mia pancia piatta che il viso. Normale, direi.
Duff, Steve, Izzy, quello Slash e poi Axl..
Nomi un po' strani, no? Ok che sono musicisti..
"Andiamo a casa, allora?" Propone Steven, lamentandosi per la stanchezza e per "aver finito tutti i soldi in alcol".
Acconsentono tutti e vanno verso una macchina un po' del cazzo ma meglio di niente, io li seguo separandomi dalla presa di Axl che si avvicina a quello moro con il quale si mette a confabulare qualcosa, bah.. Affari loro!
"Izzy.. Mi serve una, anzi, due dosi" dice Axl a Jeff, che lo guarda perplesso.
"Cazzo dici, man? Scherzi?"
"No che non scherzo, su queste cose sono fottutamente serio e lo sai" ribatte quello, scocciato.
"Così hai deciso di diventare un bruciato come me, Slash e Steven?.." Tra le sue parole di rabbia si percepisce anche tristezza, segno che gli dispiace, e per davvero.
"Solo per stasera, man, per me e quella fighetta che mi porto a casa.." 
"Cazzo, Axl! Proprio una ragazzina eroinomane ti dovevi rimorchiare?
..Vabe, io non posso di certo farti la morale, quindi.. tieni queste due fottutissime dosi e sparisci, ok? Aspetta che mi passi l'incazzatura, e la prossima volta.. 
La prossima volta me le paghi, capito?" Ghigna alla fine, accettando la cosa e passandogli le due bustine.
"Non ci sarà una prossima volta, tranquillo" Sorride quello rosso, soddisfatto. 
"Lei viene in braccio a me"
"Cosa?! Che cazzo vuoi, Steven? L'ho conosciuta io per primo, e quindi non devi intrometterti, manco per scherzo, o ti giuro che.."
Anche Duff interviene, ridacchiando: "..Ma, se seguissimo il proverbio, che dice "tra i due litiganti, il terzo gode?!" I proverbi dicono sempre cose intelligenti.."
"Facciamo che mi metto davanti" ghigno io, sedendomi accanto al moro -Izzy- che sta al posto di guida. Facendoli lamentare tutti e tre, poverini!
Ma alla fine è proprio quello alla mia destra, a provocarmi.. "Anche tu urli tanto mentre scopi? Perché voglio starmene in pace, io, senza dover sentire urletti molesti" mi schernisce poi, sogghignando, mentre io, senza tirarmi indietro e senza offendermi in alcun modo ribatto con la mia solita risposta pronta: "Oh, tesoro, potresti sempre farti una sega.. sempre meglio di non scopare affatto, no? Dovresti saperlo bene, ci scommetto.." 
I ragazzi scoppiano tutti a ridere, Izzy invece mi squadra malissimo, ma poi non mi dice più niente. Ho vinto io, idiota!
E alla fine arriviamo a casa e quasi manco faccio in tempo a vederla che Axl mi prende di nuovo per la vita, ghignando, e veloce mi porta fino in camera sua. Ci sono due letti, ma il cretino che di solito dorme con lui -sempre Izzy, e chi altri poteva mai essere?-, stanotte andrà nell'altra camera, dato che c'è un letto libero. 
"Come promesso.." E mi mette in mano una dose, mentre mi accorgo che ne stringe un'altra nel pugno.
"Anche tu?.."
"Solo quando mi va" Mi risponde spavaldo.. ma secondo me è una cazzata, e forse non l'ha mai fatto prima d'ora.. Faccia come vuole, non sarò di certo io a impedirglielo!
"Da chi l'hai presa, e quanto.."
"Non mi devi un cazzo, dolcezza, nemmeno io ho pagato.. E comunque da Izzy"
"No! L'hai visto, gli sto sul cazzo, chissà con che merda me l'ha tagliata.." Guardo la mia dose cercandoci qualcosa di strano, ma non ci trovo assolutamente niente.
"Ti pare che fa certe cose al suo migliore amico, bimba? Era solo incazzato perché non voleva che mi bucassi" Mi spiega lui, soprappensiero, e facendomi pensare che quel moro sia davvero un ipocrita, se si preoccupa di certe cose se poi è il primo a spacciare!
Ma non dico niente, dopotutto non sono cazzi miei.
"E ora?" Chiedo, con un'espressione sorniona.. Tanto la so già la risposta.
"E ora ti lasci scopare, come voglio io.. E poi una bella spada, quello che vuoi tu! Così siamo soddisfatti tutti e due.." mi ghigna lui, avvicinandosi a me per poi infilarmi la lingua in gola senza tante cerimonie.
Bravo coglione, finalmente fai la cosa giusta..
È dannatamente bravo a baciare, e quindi per stavolta non mi faccio problemi a stendermi sul letto, lui sopra di me, mentre presi dall'improvvisa foga cominciamo a spogliarci l'un l'altro..
"Senti, Izzy, hanno iniziato!" Gli tira una gomitata Steven, ridacchiando.
"Certo che è proprio una figa, quella.. Quasi quasi ci faccio un pensierino pure io, tanto Axl che mi può fare?" Ribatte Duff, afferrando una lattina di birra e buttandosi sul divano.
Il moro prende il suo pacchetto di sigarette e se ne va a letto, infastidito.
Vuole farsi una pera, poi si ricorda che le ultime due dosi le ha date proprio a quel coglione del rosso., Allora si incazza seriamente, poi decide di farsi una, due, tre canne per rilassarsi un po', e provare a dormire.
Ma non ci riesce.. E quella ragazzina del cazzo sembra farlo apposta a gemere in quel modo, proprio per dargli fastidio.. E probabilmente è così..
"Al diavolo" pensa alla fine, furioso perché lei, che poi manco la conosce e già gli sta sul cazzo, ci ha preso. E si inizia a fare una sega sul serio.
"Sei brava, bimba, sei fottutamente brava.." Mi mormora Axl, sdraiato accanto a me, ancora con il fiatone.
Ho il battito a mille, ma mi impegno a rispondergli decentemente "Anche tu, non sei male.." Non ammetterò mai e poi mai che è stato molto più che "niente male", nemmeno sotto tortura!
Lui mi guarda ghignando, ha già capito che sono troppo orgogliosa per dire altro, quindi si tira su a sedere e prendendo la roba e tutto il necessario, dopo avermi lanciato un'occhiata un po' perversa -e ci credo, sono ancora nuda e avvolta tra le sue lenzuola-, si mette a squagliare la roba con l'accendino.
Gli do una mano, preparo le siringhe e nel giro di un minuto è tutto pronto, mi stringo il laccio  tra i denti e sto per iniettarmi la mia spada in vena, quando..
Alzo lo sguardo un secondo e lo vedo guardarmi impaziente, ma anche un po' perso: quindi decido di aiutarlo, gli sistemo il laccio così che si vedano le vene e prendendo la sua siringa gli propongo: "Faccio io, tesoro, se non vuoi il braccio tutto bucherellato.." 
Premo lo stantuffo, e Axl ansima e si irrigidisce un attimo, prima di stendersi sul letto, già molto più rilassato. Bello, ora pazienta giusto due minutini, poi mi dici..
Gli sorrido, addirittura lo bacio furtivamente, a stampo, prima di ripetere il procedimento ma stavolta su di me: e alla fine anche io mi sdraio accanto a lui, abbandonandomi al piacere estremo che come al solito non tarda ad arrivare..
Mi giro a guardarlo, ha gli occhi e la bocca semichiusi, ma la la sua espressione è così sexy e buffa lo stesso che mi porta a ridacchiare, facendolo tornare sul pianeta terra.
Mi rivolge un occhiata un po' persa, confusa, ma anche felice, e poi si tira un po' su e mi bacia nuovamente, con desiderio, quasi schiacciandomi sotto il suo peso.
"No, tesoro, stavolta se tu che ti lasci scopare.." Gli sussurro io, sogghignando, prima di portarmi di scatto sopra di lui.
Ah, l'eroina.. L'avevo detto, io, che anche il sesso, già di per se piacevole, diventa tutt'un altra cosa..
E poi c'è gente che si chiede ancora perché il paradiso è bianco.

Entro nel pub, facendomi strada tra gli altri clienti. Il mio bel visino, il mio piercing all'ombelico e i miei shorts tutti strappati non passano di certo inosservati, qui.

 Tutti fanno casino, bevono, incuranti di tutto e tutti alzano la voce, mentre le cameriere mezze nude sfrecciano da un tavolo all'altro, tenendo i vassoi in equilibrio tra le mani e con i loro fondoschiena lasciati ovviamente alla mercé dei frequentatori del locale.

Non male, direi. 

Magari posso chiedere se cercano altre ragazze.. oppure me ne frego, e vado diretta nel postaccio qui di fronte a fare la spogliarellista: almeno li mi pagherebbero appositamente per stare con la pancia di fuori, senza tanti convenevoli.


Mi chiamo Angelica, e in teoria non ho ancora l'età per bere. Ho 19 anni, per la precisione. 

Me ne sono andata da Seattle appena diventata maggiorenne, e dopo quasi un anno e mezzo di viaggio itinerante -tra autostop e scarpinate mi sono girata praticamente mezza America- mi sono decisa a venire qui a Los Angeles, con una mezza intenzione di fermarmi qui, almeno per un po'.


Il mio aspetto rispecchia il mio stesso nome. Ho i tratti delicati, e sono così esile che potrei sembrare più piccola della mia vera età; ma allo stesso tempo la gente non può che essere attratta da me, per via della mia bellezza eterea, come mi hanno ripetuto più e più volte. In più mi piace provocare, e se voglio posso essere molto persuasiva e sexy: e non avendo niente, come nel mio caso, può ritornarmi sempre comodo.

Ho un carattere forte, io. È decisamente un bene.Se mi lasciassi colpire dalle accuse della gente, che siano vere o meno, potrei crollare. Quindi me ne frego di tutto e di tutti. Che si fottano!

Mi faccio scivolare tutto addosso, anzi, quasi tutto: quando mi gira davvero male, allora si che non mi faccio problemi ad alzare le mani.

Picchio duro come un uomo, anche se a vedermi non si direbbe affatto..

 


Vado al bancone, ordinando un doppio Jack.

Guardo la barista che lavora senza sosta e senza fermarsi un attimo, e non la invidio davvero per niente.

Certo, io sarei più brava, e poi, senza farmi vedere dal capo, per ogni bicchiere servito me ne farei uno solo per me, scolandomelo alla goccia..

E terrei facilmente testa a chiunque provasse solo a sfiorarmi il culo, cosa che invece quelle che lavorano qui non sanno o non riescono o non vogliono fare. Povere stupide!


Mando giù metà bicchiere in un sorso, mi piace sentirmi bruciare la gola.

Me ne sto per i cazzi miei, bevo, penso, fisso a vuoto la parete davanti a me..

Finché inizio a sentirmi osservata; provo ad ignorare questa fastidiosa sensazione, ma non ci riesco; quindi mi giro, piuttosto infastidita: e noto un ragazzo dai capelli rossi come i miei fermo in piedi vicino all'uscita che mi fissa, e mi ammicca quando incrocio il suo sguardo.

Anzi, non mi guarda e basta, sembra proprio che.. Che mi stia puntando. Dai, ma sei serio?!

Il solito idiota.. E chissà se pensa di rimorchiarmi solamente facendo così..


Ma non ho niente di meglio da fare, e quindi con un semplice cenno della testa lo invito a venire qui da me, trattenendo poi una risata per la sua espressione fin troppo soddisfatta.

Non è niente male, anzi: e poi, io qui non conosco nessuno, e anche se di certo non cerco degli amici, magari qualcuno da poter frequentare non mi dispiacerebbe.

E magari.. potrebbe pure aiutarmi a trovare la medicina per il mio piccolo problemino..

Di droga, si intende. Brutta cosa, la dipendenza.. (Parlo di cose che potrebbero creare turbamenti?! Mi dispiace, davvero, ma non è colpa mia se tutta la mia vita è un continuo susseguirsi di drammi, fin dal primo istante.. Io sono un turbamento, cazzo!)

 


Si siede sullo sgabello accanto al mio, spavaldo, aspettando che finisca di buttare giù il poco alcol rimastomi, sempre con quel sorriso da emerito coglione stampato in faccia.

Anche lui ordina un doppio whisky. Lo guardo di sottecchi mentre sorseggia lentamente il suo bicchiere, senza interrompere il contatto d'occhi -credo che pensi sia sexy bere così.. E per un po' ha ragione, ma dall'altra parte sembra davvero un grandissimo idiota!- mentre io accavallo le gambe e mi giro completamente verso di lui, sorridendogli sorniona. Dopotutto, perché lui può atteggiarsi da gran figo e io no?

Con gli uomini mi diverto. Non sono miei amici, da me vogliono una e una cosa soltanto: ma quando mi annoio, mi piace fingere di stare al loro gioco, crearli illusioni di cose che non avranno mai, solo per il gusto di vederli comportarsi come veri e propri idioti.. a meno che la loro compagnia non porti grossi vantaggi anche a me, allora è tutta un'altra storia..

Ecco, lo ripeto, può sempre essermi utile!

 

 


Ad un tavolo all'angolo dello stesso locale sulla Sunset Strip, quattro ragazzi stanno parlando a voce alta di chissà cosa.

"Ti giuro, man, non fosse stato per l'età.. Cazzo, e mica sembrava una ragazzina!" Inizia quello moro e pallido, visibilmente scocciato.

Il biondino alla sua destra si intromette, sghignazzando: "Ha ragione, l'ho vista pure io! Aveva la faccia da porca, e poi due gran belle tet.." 

"Zitto, coglione, non ricominciare! Piuttosto, dov'è quella cameriera carina col culo che parla che da quando me la sono portata a letto mi fa sempre lo sconto? Potrei darle una ripassatina, stasera.." Quello riccio si guarda intorno, spavaldo, cercando la sua preda per la serata.

"Non è che se te la sei già fatta vuol dire che ci sta ancora" sbuffa lo stangone biondo, infastidito. 

"Scommettiamo? Ehi, ma eccola.. Ada! Dolcezza, come stai?"

"Slash! Ragazzi.." Si avvicina una mora tutte curve, rivolgendo un'occhiata particolare al riccio che non manca di gonfiare il petto di soddisfazione.

"Hai finito il turno, no? Quindi potresti cogliere l'opportunità che ti offro, cioè di passare la restante parte della serata con me.." 

"Oh.. Va bene, allora, si che mi va! Prendo le mie cose e arrivo, ci metto giusto un attimo.." Accetta ammiccandogli, tutta soddisfatta pure lei.


"E siamo 3 a 0 per me, Mckagan.. Non l'hai ancora imparata la lezione?" Sussurra appena il riccio al suo amico biondo, prima di alzarsi e andarsene con quella ragazza tutta messa in tiro. Atteggiandosi non poco.

 

 


"Dolcezza, io sono Axl, Axl Rose" si presenta alla fine, sorridendomi sghembo.

"Angelica" gli rispondo d'istinto, pentendomene subito dopo. È che non dico mai il mio vero nome a nessuno, di solito.. Perché stavolta l'ho fatto?

"Non mi sembra di averti mai visto prima d'ora, e credimi, ti avrei sicuramente notata.. non sei di qui, vero?" 

"No, sono arrivata giusto tre ore fa." E cazzo, già sono in in locale pieno di gente poco raccomandabile, vestita poco e intenta a parlare con perfetti estranei mentre ingurgito alcol come se fosse acqua.

E si ritorna alle vecchie abitudini..


"Sei la più figa qua dentro, l'avrai notato.. E io, bimba, io semplicemente sono il meglio che tu possa mai trovare, quindi ho pensato che fosse profondamente sbagliato lasciarti ubriacare tutta da sola.." Addirittura? Modesto, il ragazzo!

"Tesoro, davvero credi che basti un solo Jack per farmi sbronzare? Mica sono una ragazzina, io!" 

"Ah no? Però ci scommetto che non hai ancora 21 anni." Indovinato..

"E che fai adesso, mi denunci?" Lo provoco, facendolo sogghignare.

"Mi assicuro che tu sia almeno maggiorenne, e poi.. La notte è lunga, e non si può mai sapere con chi la passerai!" Mi dice con voce persuasiva, ammiccandomi.

"Sono estremamente colpita!" Ironizzo io, facendolo sbuffare. Cazzo, stavolta mi sto divertendo anche di più del solito: perché lui sembra irremovibile, anzi, più lo sfotto e più ci prova!  "Userai spesso questa tattica per rimorchiare, immagino.. Davvero credi che funzioni?"

"Io non lo credo, bimba, io lo so!" Ribatte come se fosse ovvio. Pallone gonfiato!

(Ma a me piacciono proprio quelli così, quindi..)


"Che ci fai qui?" Oh, domanda sbagliata..

"Quello che mi vedi fare, geniaccio.. Bevo, e parlo con un megalomane con un bel visino da impunito che crede di avermi conquistata con un complimento e due stronzatelle buttate li, come se non capissi che lo fa solo perché vuole portarmi a letto.." Ahi! La mia risposta lo spiazza un po', forse le ragazze a cui è abituato cedono subito di fronte alle sue avances e ai suoi modi da spaccone. Cosa abbastanza verosimile, direi.

Beh, caro mio, ho una brutta notizia da darti.. io sono completamente diversa dalle ragazze che trovi qui: quindi farai meglio ad impegnarti di più, se vuoi ottenere la mia attenzione!


..Ma lui non si sconforta, anzi, ci ride su e ordina un altro giro. "Te invece?" Forse potevo essere un po' più gentile, forse.. quindi sono io la prima a riprendere la conversazione. 

"Sto con quelli del mio gruppo, veniamo qui praticamente ogni sera.. E speravo proprio di trovare una bella ragazza come te, evidentemente oggi è il mio giorno fortunato!" 

"Hai una band?" Pure musicista. Prevedibile!

"Si, e io sono il cantante, il frontman.. Siamo i Guns n'Roses: ricordati il nome, bimba, perché sentirai parlare di noi molto presto, puoi starne certa!"

"Allora dovresti farmi un autografo, così quando lo rivenderò ci farò pure un bel po' di grana.. E potrò permettermi una bella grammata di coca.." Ora sono io a sogghignare, rockstar!

"Non mi credi? Viecci a sentire, poi ne riparliamo! Diventerò famoso, questo è sicuro.. Come è sicuro che prima o poi io e te finiremo a letto insieme.." La butta lì lui, poi lanciandomi un' occhiata divertita per vedere le mie reazioni.

Scoppio a ridere. Oh cazzo! Ma uno normale no?


"Non mentire a te stessa, lo so che lo vuoi.." Abbassa la voce e mi si avvicina ulteriormente, sfiorandomi le labbra con la punta delle dita..

"Alzami una sigaretta." Non è una domanda.

"Ma certo.. Sappi che normalmente non lo faccio mai, ma stavolta è solo perché sei tu.. Anzi, andiamo a fumarcene una insieme fuori!"

Ci penso per nemmeno un secondo, poi acconsento, quindi paghiamo il conto e infine ci alziamo.

Lui va avanti, io invece mi fermo un attimo con la scusa di prendere la mia giacca.. ma in realtà l'ho fatto giusto per guardarmelo meglio, lo ammetto.

Ha i capelli piuttosto lunghi e curati, belle labbra, occhi penetranti di un colore che va dal verde smeraldo all'azzurrino. Indossa una maglietta piuttosto attillata e dei pantaloni di pelle, che fasciano per bene il suo fisico muscoloso.. Niente male, davvero. 

"Che c'è, honey, hai paura a seguirmi?" Mi prende in giro, ghignando, richiamandomi dalle mie fantasie.

 "No, sai.. stavo solo controllando se la tua ombra è grande come il tuo ego."

 


"Cazzo!" Esclamo dopo aver lanciato per terra la cicca della Marlboro offertomi dal montato, quando mi accorgo che la gente sta iniziando ad andarsene dal locale: segno evidente che sta chiudendo, e io ovviamente non ho fatto quel che dovevo.

"Che c'è che non va?"

" Avevo pensato di chiedere se cercavano cameriere, ma poi mi è passato di mente.. Vabe, andrò a fare la spogliarellista, ho capito." Sogghigno quando lo vedo cercare nella mia espressione giusto un accenno di presa per il culo, e non trovandolo ne rimane piuttosto perplesso. "Sei seria.. Davvero non te ne frega un cazzo?"

"Se guadagno di più, perché dovrebbe importarmi? È un lavoro e basta, e magari scopro che non mi fa nemmeno così schifo" Ribatto io, guardandolo fisso negli occhi. Per vedere se ride di me, o peggio, se gli faccio pena..

Ma non lo fa. Non sembra nemmeno che mi stia giudicando.. È una bella cosa.

"Quindi.. Sei a Los Angeles e non hai un lavoro, ne grana, ne conoscenti disponibili ad aiutarti, e soprattutto non mi nascondi il fatto di essere una tossichella che si fa di coca e di chissà cos'altro.. Bene, honey.. Almeno ce l'hai un tetto sopra la testa?"
Un tetto?! No, cazzo manco ci ho pensato. È che appena arrivata mi sono ritrovata in centro e mi sono fatta tutta Sunset Strip almeno tre volte per vedere i negozi di dischi e i locali e tutto il resto, prima di entrare qui a bermi qualcosina.. Mi è passato di mente, maledizione!

"Nemmeno quello.. Ma non mi lamento, sono finita in situazioni molto peggiori di questa e sono comunque ancora qui, quindi.." 

"Vieni a casa mia, allora." La conclusione più sfrontata, più allusiva, più logica e semplice della serata.

Rimango un attimo in silenzio, mordendomi il labbro per trattenere il "contaci, che non vedevo l'ora di finire a letto con un montato come te.."Non posso dormire fuori stanotte, fa un freddo cane e poi non saprei nemmeno dove, cazzo..

 

Decido alla fine di accettare, ma chiedendogli in cambio degli interessi. Lo so, non mi rende onore.. Come fanno le puttane, dannazione!.."A una condizione, però.."

"Tutto quello che vuoi, dolcezza.." 

"..Avrei bisogno.. Mi serve, anzi, una fottutissima dose.. Posso pagarmela, basta che mi dici da chi prenderla e poi penso a tutto io. Però per il prima possibile, cazzo!"

Ecco fatto. Gliel'ho chiesto, fanculo! Non mi piace parlare di certe cose, sia con quelli con cui non ho confidenza sia con la gente in generale. Poi vengo identificata come "eroinomane" e "scarto della società".. Ma comunque, apparte che nemmeno lui non mi sembra un santarellino proprio per niente, io ne ho bisogno.

E poi ormai non posso farci più nulla..


Rimane un secondo in silenzio, pensieroso, poi mi rivolge un sorriso storto: "Quindi se ti trovo l'eroina, bimba.. tu poi ti fai tranquillamente scopare?" Mi chiede afferrandomi per la vita, con un'espressione un po' perversa.. Ma oramai ci sono abituata, a quelli così.."Si, hai capito bene" Inutili i giri di parole, arriviamo dritti al punto. 

"Allora è andata.." E ghignando mi spinge verso il muro, e senza che abbia il tempo di reagire porta le mani sulla parete imprigionandomi nella sua morsa.

Non riuscirei mai a scappare, ora.. E non c'entra affatto la forza fisica.


Saranno i suoi occhi color smeraldo, il suo sorriso un po' storto o perfino i suoi modi così arroganti.. Per molte è un difetto, ma a me quelli dannatamente sfacciati mi attraggono mille volte di più rispetto a damerini del cazzo.

Sarà sua mano che scivola indiscreta tra le mie gambe, e le sue labbra fameliche sul mio collo.."Hai fatto la scelta migliore.. Ora però lasciati andare, dolcezza.." Mi sussurra persuasivo, mordicchiandomi il lobo mentre mi lascio scappare un piccolo gemito di piacere e stupore insieme. E lo faccio. 

Mi guarda ghignando, sa di avere già vinto. Ma non mi importa, dannazione.

Io cerco il piacere, non voglio nient altro.. E il sesso e la droga sono i modi più rapidi e più soddisfacenti. E lui sa cosa fare, sa cosa voglio e di sicuro sa anche come prendermi..


È come per l'eroina.. So di starci sotto, e che senza, vado letteralmente fuori di testa.. ma me ne frego, perché ogni volta volo dritta fino in paradiso!

È tutto irreale, e avviene solo nella mia testa, lo so, mica sono scema, ma quando mi infilo una spada dritta in vena e il mio cuore spara il sangue fino al cervello, io..

Non so come spiegarlo, cazzo. È come cento, no, meglio, come mille orgasmi tutti insieme. E quando ti invade il flash, quando senti ogni minima cellula del tuo corpo tremare di quel piacere così sporco e puro allo stesso tempo, chiudere gli occhi per lasciarsi cullare diventa la tua unica vera priorità. Ci sei solo tu, il tuo sangue fin troppo vermiglio e la siringa contenente quel irresistibile liquido ambrato che solo a vederlo ti senti eccitata. Tutto il resto perde alcuna importanza..


E anche con lui.. anche se nemmeno ricordo il suo nome, essendo i miei pensieri già proiettati verso l'idea della spada che mi aspetta.. Ma anche questo qua è uno sexy, e che ci sa fare, quindi ben venga, dannazione!

È uno svago: niente di più e niente di meno.

È un piacevole modo di far passare il tempo, quando non ho un ago su per il braccio..

Ma sesso e eroina insieme è tutta un'altra cosa. E stasera avrò tutti e due, insieme, finalmente!


Non riuscirei mai a scappare, ora. Non voglio. Ho trovato un tetto per stanotte, e una spada sicura, e poi che mi vada o meno finirò a letto con.. Com'è che mi si è presentato, questo? 

"Scusa, rockstar.. Com'è che ti chiamavi?"

"Axl, Axl Rose!" mi ripete quello, un po' scocciato.

"Si, ok, allora lo ricordavo bene.." Cazzata. Ma almeno non mi devo subire le sue lagne da primadonna.


"Ehi, man!" Axl si gira, e io seguo il suo sguardo: e ci sono tre ragazzi che ci si avvicinano, due biondi e uno moro, anche loro dei tipi niente male.. Poi sono belli che sbronzi, e questo per loro è un punto a favore!

"Andiamo? Slash e Ada sono appena usciti, vanno da lei quindi magari stanotte riusciamo a dormire un po' in pace, senza che ci sia bisogno di spiaccicarci i cuscini sulle orecchie.." Dice uno alto e biondo, sbuffando. Coglie la mia espressione perplessa, e dopo avermi squadrato per bene si spiega meglio, un sorriso storto stampato in volto: "Se l'é già portata a casa una volta, dovresti sentire come urla.. È arrapante, indubbiamente, ma dopo una certa sembra che.. Ecco, sembra che la stiano ammazzando!"

"Colpa di Slash, quello.. Forse è un pochino brusco, a letto" Se la ride l'altro biondo, scuotendo la testa allegramente.

Ghigno anche io, provando ad immaginare questo tipo dal nome improbabile di cui parlano.

Me lo immagino come uno rude, quasi animalesco, probabilmente uno che si fa una diversa ogni sera: un drogato di sesso, quello è sicuro, e di chissà cos altro.. La stessa impressione che mi ha dato Rose, del resto. E io, su queste cose, non ci sbaglio proprio mai.


"Lei è Angelica, teste di cazzo" Mi presenta il mio futuro compagno di letto, portando il braccio sulla mia spalla come a indicare "non provate nemmeno ad avvicinarvi a lei". Oh, ma è pure possessivo, il giovane!

Mi si presentano tutti, uno dopo l'altro, tutti ghignando e guardandomi più le gambe e il petto e la mia pancia piatta che il viso. Normale, direi.

Duff, Steve, Izzy, quello Slash e poi Axl.. Nomi un po' strani, no? Ok che sono musicisti..

"Andiamo a casa, allora?" Propone Steven, lamentandosi per la stanchezza e per "aver finito tutti i soldi in alcol".

Acconsentono tutti e vanno verso una macchina un po' del cazzo ma meglio di niente, io li seguo separandomi dalla presa di Axl che si avvicina a quello moro con il quale si mette a confabulare qualcosa, bah.. Affari loro!



"Izzy.. Mi serve una, anzi, due dosi" dice Axl a Jeff, che lo guarda perplesso.

 "Cazzo dici, man? Scherzi?"

"No che non scherzo, su queste cose sono fottutamente serio e lo sai" ribatte quello, scocciato.

"Così hai deciso di diventare un bruciato come me, Slash e Steven?.." Tra le sue parole di rabbia si percepisce anche tristezza, segno che gli dispiace, e per davvero.

"Solo per stasera, man, per me e quella fighetta che mi porto a casa.." 

"Cazzo, Axl! Proprio una ragazzina eroinomane ti dovevi rimorchiare?..Vabe, io non posso di certo farti la morale, quindi.. tieni queste due fottutissime dosi e sparisci, ok? Aspetta che mi passi l'incazzatura, e la prossima volta.. La prossima volta me le paghi, capito?" Ghigna alla fine, accettando la cosa e passandogli le due bustine.

"Non ci sarà una prossima volta, tranquillo" Sorride quello rosso, soddisfatto. 



"Lei viene in braccio a me"

"Cosa?! Che cazzo vuoi, Steven? L'ho conosciuta io per primo, e quindi non devi intrometterti, manco per scherzo, o ti giuro che.."

Anche Duff interviene, ridacchiando: "..Ma, se seguissimo il proverbio, che dice "tra i due litiganti, il terzo gode?!" I proverbi dicono sempre cose intelligenti.."

"Facciamo che mi metto davanti" ghigno io, sedendomi accanto al moro -Izzy- che sta al posto di guida. Facendoli lamentare tutti e tre, poverini!

Ma alla fine è proprio quello alla mia destra, a provocarmi.. "Anche tu urli tanto mentre scopi? Perché voglio starmene in pace, io, senza dover sentire urletti molesti" mi schernisce poi, sogghignando, mentre io, senza tirarmi indietro e senza offendermi in alcun modo ribatto con la mia solita risposta pronta: "Oh, tesoro, potresti sempre farti una sega.. sempre meglio di non scopare affatto, no? Dovresti saperlo bene, ci scommetto.." I ragazzi scoppiano tutti a ridere, Izzy invece mi squadra malissimo, ma poi non mi dice più niente.

Ho vinto io, idiota..

 

E alla fine arriviamo a casa e quasi manco faccio in tempo a vederla che Axl mi prende di nuovo per la vita, ghignando, e veloce mi porta fino in camera sua. Ci sono due letti, ma il cretino che di solito dorme con lui -sempre Izzy, e chi altri poteva mai essere?-, stanotte andrà nell'altra camera, dato che c'è un letto libero. 

"Come promesso.." E mi mette in mano una dose, mentre mi accorgo che ne stringe un'altra nel pugno.

"Anche tu?.."

"Solo quando mi va" Mi risponde spavaldo.. ma secondo me è una cazzata, e forse non l'ha mai fatto prima d'ora.. Faccia come vuole, non sarò di certo io a impedirglielo!

"Da chi l'hai presa, e quanto.."

"Non mi devi un cazzo, dolcezza, nemmeno io ho pagato.. E comunque da Izzy"

"No! L'hai visto, gli sto sul cazzo, chissà con che merda me l'ha tagliata.." Guardo la mia dose cercandoci qualcosa di strano, ma non ci trovo assolutamente niente.

"Ti pare che fa certe cose al suo migliore amico, bimba? Era solo incazzato perché non voleva che mi bucassi" Mi spiega lui, soprappensiero, e facendomi pensare che quel moro sia davvero un ipocrita, se si preoccupa di certe cose se poi è il primo a spacciare!Ma non dico niente, dopotutto non sono cazzi miei.
"E ora?" Chiedo, con un'espressione sorniona.. Tanto la so già la risposta."E ora ti lasci scopare, come voglio io.. E poi una bella spada, quello che vuoi tu! Così siamo soddisfatti tutti e due.." mi ghigna lui, avvicinandosi a me per poi infilarmi la lingua in gola senza tante cerimonie.

Bravo coglione, finalmente fai la cosa giusta..

È dannatamente bravo a baciare, e quindi per stavolta non mi faccio problemi a stendermi sul letto, lui sopra di me, mentre presi dall'improvvisa foga cominciamo a spogliarci l'un l'altro..


"Senti, Izzy, hanno iniziato!" Gli tira una gomitata Steven, ridacchiando.

"Certo che è proprio una figa, quella.. Quasi quasi ci faccio un pensierino pure io, tanto Axl che mi può fare?" Ribatte Duff, afferrando una lattina di birra e buttandosi sul divano.

Il moro prende il suo pacchetto di sigarette e se ne va a letto, infastidito.Vuole farsi una pera, poi si ricorda che le ultime due dosi le ha date proprio a quel coglione del rosso.. Allora si incazza seriamente, poi decide di farsi una, due, tre canne per rilassarsi un po', e provare a dormire.

Ma non ci riesce.. E quella ragazzina del cazzo sembra farlo apposta a gemere in quel modo, proprio per dargli fastidio.. E probabilmente è così..

"Al diavolo" pensa alla fine, furioso perché lei, che poi manco la conosce e già gli sta sul cazzo, ci ha preso. E si inizia a fare una sega sul serio.


"Sei brava, bimba, sei fottutamente brava.." Mi mormora Axl, sdraiato accanto a me, ancora con il fiatone.

Ho il battito a mille, ma mi impegno a rispondergli decentemente "Anche tu, non sei male.." Non ammetterò mai e poi mai che è stato molto più che "niente male", nemmeno sotto tortura!

Lui mi guarda ghignando, ha già capito che sono troppo orgogliosa per dire altro, quindi si tira su a sedere e prendendo la roba e tutto il necessario, dopo avermi lanciato un'occhiata un po' perversa -e ci credo, sono ancora nuda e avvolta tra le sue lenzuola-, si mette a squagliare la roba con l'accendino.

Gli do una mano, preparo le siringhe e nel giro di un minuto è tutto pronto, mi stringo il laccio  tra i denti e sto per iniettarmi la mia spada in vena, quando..

Alzo lo sguardo un secondo e lo vedo guardarmi impaziente, ma anche un po' perso: quindi decido di aiutarlo, gli sistemo il laccio così che si vedano le vene e prendendo la sua siringa gli propongo:

"Faccio io, tesoro, se non vuoi il braccio tutto bucherellato.." Premo lo stantuffo, e Axl ansima e si irrigidisce un attimo, prima di stendersi sul letto, già molto più rilassato.

Bello, ora pazienta giusto due minutini, poi mi dici..

Gli sorrido, addirittura lo bacio furtivamente, a stampo, prima di ripetere il procedimento ma stavolta su di me: e alla fine anche io mi sdraio accanto a lui, abbandonandomi al piacere estremo che come al solito non tarda ad arrivare..

 


Mi giro a guardarlo, ha gli occhi e la bocca semichiusi, ma la la sua espressione è così sexy e buffa lo stesso che mi porta a ridacchiare, facendolo tornare sul pianeta terra.

Mi rivolge un occhiata un po' persa, confusa, ma anche felice, e poi si tira un po' su e mi bacia nuovamente, con desiderio, quasi schiacciandomi sotto il suo peso.

"No, tesoro, stavolta se tu che ti lasci scopare.." Gli sussurro io, sogghignando, prima di portarmi di scatto sopra di lui.


Ah, l'eroina..

L'avevo detto, io, che anche il sesso, già di per se piacevole, diventa tutt'un altra cosa..


E poi c'è gente che si chiede ancora perché il paradiso è bianco.

 

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Capitolo 2
*** 2. ***


 

Il primo pensiero che mi passa per la mente quando apro gli occhi, è di non avere uno straccio di idea di dove mi trovi e di come sia arrivata qui.
Il sole mi arriva diretto in faccia, saranno almeno le due di pomeriggio.. Ma quanto cazzo ho dormito?
Poi mi accorgo del ragazzo sdraiato al mio fianco, e ricordo tutto.
Axl. Si chiama così, mi dice il mio cervellino bacato.. Addosso ha solo i boxer, più un accenno di quel suo ghigno strafottente che non lo lascia nemmeno quando dorme. Ti pareva.
È uno che ci sa fare, lo ammetto, con un bel fisico e poi quell'atteggiamento da coglione che però non mi dispiace più di tanto, anzi, mi diverte: è un idiota allucinante, questo è vero, ma alla fine sono felice di aver condiviso il letto con lui e non con un tossico qualunque.
-Non posso negare che non mi sia capitato, non sarebbe onesto mentire.
Loro vogliono sesso, io solo un po' di eroina, e alla fine siamo contenti tutti e due, la mattina dopo-
..
Per terra ci sono ancora le siringhe.. 
Sento i suoi amichetti fare casino nella stanza qui accanto, quindi decido di raccattare i miei pochi stracci e uscire in punta di piedi dalla porta: non mi pare giusto svegliarlo, dopotutto mi ha offerto un tetto sotto il quale mi sono anche riposata, ieri notte.
E soprattutto, non ho dovuto pagare per farmi.. -Se non considero un ricatto l'accordo preso con Axl, che per fortuna ha rispettato.-
La consapevolezza del fatto che il mio corpo ha un disperato bisogno di un'altra dose (e nemmeno una basta, in realtà..), mi stringe lo stomaco svuotando la mia mente da tutti gli altri problemi che non siano, come quello, primari. 
Ho un fottuto bisogno di trovare un lavoro, poi. E magari pure un posto dove dormire, possibilmente al chiuso, visto che la notte si crepa di freddo..
Ma fumarmi una bella sigarettina, ora, è la cosa più importante.
Me ne è rimasta una, forse due, ma cazzo, non so nemmeno che fine abbia fatto il mio zippo.. -Nelle tasche ho solo 15 dollari, il pacchetto praticamente vuoto e uno scontrino di non so cosa che ho usato come pippotto quando non avevo banconote. Quindi, molto spesso.-
E giusto nella stanza accanto ci sono almeno tre musicisti, tre musicisti drogati che non possono non avere un dannato accendino: sarebbe impossibile, credo. Altrimenti come si accendono le sigarette, e le canne, e come la squagliano l'ero?
"Scusate l'intromissione, cari, avreste per caso un accendino da prestarmi?" La mia voce è ironica, così come il mio sopracciglio alzato che sottolinea il mio divertimento quando varco la soglia del soggiorno.
La scena che mi si presenta davanti è a metà tra un tragi-comico e un porno.
In un angolo Duff, sbronzo marcio, che sembra sussurrare qualcosa alla birra alla quale è praticamente abbracciato, poi Steven e -quello stronzetto di- Izzy, che beati si stanno dando da fare -proprio davanti ai miei occhi, e ti pareva- uno squagliando la roba col cucchiaio, l'altro preparando la siringa..
E per ultimo ma non meno assurdo, c'è un tizio riccio che non ho visto ieri, seduto stravaccato su una poltrona con la testa buttata all'indietro mentre una tipa bionda in ginocchio davanti a lui si dedica a.. Vabe, insomma, si capisce.
Dovrebbe essere Ada, quella.. Almeno credo? Ma non ne sono mica sicura.
"Quello invece deve essere Slash" penso, mentre lui tira su la testa per guardarmi e io gli rivolgo un sorrisetto divertito, fregandomene della tipa che gli sta facendo un lavoretto di bocca in diretta. Davanti a tutti.
Ma nessuno se li fila, nessuno è interessato a loro, tutti tranne Steven che guardandola divertito fa una qualche battutina idiota.. Certo, prima di spararsi l'ero dritta in vena. Seguito da Izzy che poi si lascia cadere sul divano, con un sospiro soddisfatto che, dannazione, mi fa schizzare il sangue dritto fino al cervello!
"Chi è questa?" Quella tipa si gira, e mi guarda malissimo, quasi come fosse lei, la proprietaria di casa..
"Sta zitta, e continua" la rimprovera il riccio, visibilmente scocciato, e lei obbediente esegue i suoi ordini, riprendendo a dargli piacere. 
O almeno, ci prova..
"Basta, mi hai rotto il cazzo! Non ci sai fare, vattene.." Quella si ferma, e gli lancia un'occhiata gelida. "Non mi hai sentito? Ho detto.."
"Ho capito, stronzo! Me ne vado! Siete dei maleducati, tu e tutti i tuoi amici, e io non mi merito di essere tratt.."
"Che cazzo ti urli, puttanella?!"  
Oh, ma eccolo qui! Ci mancava, l'unico uomo al mondo perennemente mestruato..
Il "caro" Axl, con i suoi toni cortesi e carismatici, appare sulla soglia della porta, ancora in boxer, e educatamente comunica il suo sdegno alla "donzella" di turno.
"Come osi, tu.." Poverina, mi fa quasi pena..
"Che pensi che non lo sappiamo, che ti sei fatta mezzo Roxy compresi pure quegli idioti dei Motley Crue, e che ami Tommy Lee alla follia ma che visto che ha trovato una più brava di te e ti ha scaricata, ora cerchi inutilmente di rimorchiarti Slash?!" 
..O più semplicemente, infierisce contro una povera sciacquetta -non è manco sto granché, a dirla tutta- che ha commesso l'imperdonabile errore di averlo svegliato.
"Rose, non azzardarti a fare la morale a me, tu che te la fai con quella ragazzina eroinomane che forse è pure minorenne.. O è solamente una sgualdrina?" E poimi squadra sorridendo malignamente: oh no, non avresti dovuto mettermi in mezzo. Hai fatto un errore così stupido,  così idiota, che nemmeno te lo immagini..
Spontaneamente, mi tiro giù la manica per coprirmi il braccio. Poi esplodo.
"Cosa hai detto, carina?" Mi porto davanti a lei, mantenendo il sorriso..
("Oh, vuoi vedere che ora si menano?" Sussurra Steven, con tono eccitato. "Mi piace vedere donne che si menano"
"Io scommetto sulla rossa, cazzo" se ne esce Slash sghignazzando, mentre si riallaccia i pantaloni e poi si prende una sorsata di Jack.
"Secondo me è troppo magra, no, Mandy la manda giù con un pugno!"
"Dici? No, per me è proprio lei quella più cazzuta..")
 ..Ma dentro so che potrei farle davvero male, se solo provasse ancora a provocarmi.. 
E lei lo fa. 
"Mi hai sentito benissimo, lurid.." Bum! Non finisce nemmeno di parlare, che le ho tirato un pugno dritto allo zigomo destro.
Le do un calcio e la mando a terra, sto per continuare ma mi sento afferrare per le spalle -e i miei piedi si staccano da terra-, è Duff che mi tiene ferma, immobilizzandomi le braccia.
"Cazzo, ragazza, fermati!"
Smetto di scalciare, e mi ordino di calmarmi. Lancio un'occhiata gelida alla tizia davanti a me che ora si sta rimettendo in piedi, seppur a fatica.. e la cosa più bella, è che nessuno tra i ragazzi presenti -presenti col corpo, ma fuori con la testa, incoscienti, quello è scontato- la aiuta a rialzarsi!
Me la rido, se lo è meritato: colpa della sua brutta boccaccia, che poi manco la sa usare a quanto pare..
Poi quella se ne va, con la coda tra le gambe, e solo dopo che è uscita mi rendo conto di quello che ho fatto, ovvero un'imperdonabile mancanza di rispetto nei confronti dei ragazzi davanti a me.. Anzi, Izzy non lo considero: lui è stato il primo a provocarmi ieri, e senza che io gli avessi fatto niente! Ma gli altri sono stati parzialmente gentili..
Axl, che ne sta sempre fermo sulla soglia della porta, prima lancia un'occhiataccia torva ai suoi amichetti, uno per uno, poi se ne esce sbuffando, rivolgendosi proprio a me: "Ma che diavolo, bimba, non posso lasciarti sola due minuti che ti metti a fare risse nel mio soggiorno!"
"Mi ha insultato." Cerco di giustificarmi, seppur con poca convinzione..
Ha maledettamente ragione, cazzo. Non dico che ho fatto male a reagire, ma dovevo ricordarmi che questa non è affatto casa mia, e che non posso fare quello che mi pare qui..
Poi però lo vedo aprirsi in un sorriso storto, e sghignazzare "Certo che pure tu ci vai giù pesante, se Duff non ti fermava la mandavi come minimo all'ospedale.."
Gli sorrido anche io, rincuorata. Meno male che non si è incazzato, o potevo benissimo scordarmi l'opportunità di poter tornare qui -se mi girasse talmente male e mi ritrovassi di nuovo nella merda- , magari sempre con una spada per premio, in cambio di un'innocua scopata. 
Dopotutto abbiamo avuto tutti e due ciò che volevamo.. e anzi: tutti questi ragazzuoli qua sono fighi, da quel poco che li conosco perennemente sbronzi, o fatti, o entrambe le cose, e per di più sono così buffi, per come si atteggiano, che mi diverto, mi piace stare in loro compagnia..
Poi però mi ricordo che è già pomeriggio,  che io ho l'obbligo morale e non di trovarmi se non una casa, almeno un lavoro, e che non posso mica starmene qui a far salotto senza combinare niente!
"..Io vado, cari" me ne esco, infilandomi la giacca, e rivolgendo un sorriso a tutti.
Perfino a quell'antipatico di Izzy che se ne sta bello bello sul divano, e che si è seguito tutta la scena senza muovere nemmeno un muscolo. 
"E dove te ne vai, bimba, se mi è lecito saperlo?" Mi chiede Axl, ironico.
Silenzio. Dove me ne vado, chiede lui.. E che cazzo ne so, mica ci ho pensato!
"..Puoi rimanere qui un altro po', se vuoi" mi propone lui, accendendosi una sigaretta.
"Vi faccio così pena? Devo essere proprio messa male, allora.." Sorrido amaramente, facendomene offrire una.
"Non è per quello, è che hai bisogno di una casa, e mica puoi dormire per strada.. È pericoloso!" Mi risponde Steven, tornato un attimo sulla terra dal nirvana dove stava, giusto per esprimere la sua preoccupazione.
Pericoloso, dici? Detto da uno con ancora la siringa nel braccio.. 
Ma almeno, è.. gentile?!
"Aspetta, bimba, facciamo una cosa: ora ne parliamo noi cinque, e poi ti facciamo sapere.." 
Io allora intanto vado a comprarmi un ventone al tabacchi.." E così mi infilo la giacca e me ne vado di fretta.
Un bel po' in ansia, a dirla tutta.
"Allora, stronzi, che si fa con quella rossa sexy?" Inizia Slash, con un sorriso obliquo in volto.
"Io proporrei di tenerla con noi.. Tanto possiamo cacciarla in qualsiasi momento, e se una sera uno di noi non rimorchia, poi può sempre farsi lei! No?" Propone il rosso, leggero, come se fosse una cosa ovvia.
"Cioè, stai proponendo di farla diventare la nostra groupie personale? Che se ci gira lei è disponibile, e se ci stufa la buttiamo fuori come se nulla fosse?" Gli chiede Duff, troppo poco lucido per sentirsi in colpa ma ancora troppo poco sbronzo per non rimanere comunque assai perplesso.
"Si, man, proprio così!" Axl gli batte una mano sulla spalla, con enfasi.
"Oh.. Per me va bene, basta che non le prende un attacco isterico se siamo disordinati e stronzate simili.."
"Che male può farci, una fighetta del genere che ci gira mezza nuda per casa?" Insiste Axl, soddisfatto.
"Una cazzo di eroinomane.. Che male può farci?! Dannazione, siete uno più arrapato dell'altro, voi.." Gli fa il verso Izzy, improvvisamente in piedi accanto a loro, passandosi una mano tra i capelli e sbuffando esasperato.
"Ah, davvero? Povera bambolina, non sapevo si bucasse.." Fa Slash, ma la sua espressione per niente dispiaciuta lo tradisce al punto di ricevere un'occhiataccia dal moro. Non gli sfugge niente, a lui, e tanto meno un sogghigno del genere..
Suona il campanello, Duff si precipita ad aprire.
"Ciao! Avrete deciso, immagino.." La ragazza entra in casa, sbuffando fumo e con aria rassegnata.
"Dovremmo mettere in chiaro alcune cosette.. Ma comunque, benvenuta in casa, dolcezza!" Le annuncia Axl, tutto sorridente.
"Davvero?! Non mi state prendendo in giro?.. Grazie, cazzo, vi devo a tutti un favore enorme.. E non c'è problema, posso dormire sul divano o dove preferite voi, e poi mi troverò un lavoro e terrò in ordine, e appena faccio un po' di soldi mi cerco una stanza e giuro che non mi avrete più tra i piedi!" 
"Sai cucinare?" Le chiede Duff, aprendosi poi in una smorfia poiché il suo stomaco decide di borbottare proprio in quel momento, tanto che sembra gli stia implorando pietà.
"Che ci vuole? Certo che lo so fare, mi arrangio da quando sono una bambina e anzi, sono piuttosto brava!" Fa lei, trattenendo un sorriso.
"Davvero?! Che gioia averti qui con noi, piccola.. Senti, ma non è che potresti farmi il pranzo mentre mi faccio la doccia? Nel frigo c'è sicuramente un uovo, forse pure due.. e dovremmo avere pure una padella, da qualche parte!"
Izzy si porta alle labbra l'ennesima sigaretta, accendendola, non potendo fare a meno di lanciare un'occhiata di sbieco alla ragazza davanti a lui.
È bella, indubbiamente.
Occhi grandi, celesti, occhi da cerbiatto. Capelli rossi, ondulati, carnagione chiara, qualche lentiggine che le decora gli zigomi. E poi un corpo snello, da modella, è molto magra e forse pure troppo. Le si intravede un tatuaggio sul suo addome piatto, e un altro su tutta la spalla sinistra.
È una di quelle che se la vedesse per strada, o in un locale qualsiasi, non perderebbe nemmeno un attimo per provarci spudoratamente. O almeno per girarsi a guardarle il culo, quello è sicuro.
Ma lei lo manda in bestia, gli fa ribollire il sangue fino al cervello, e anche se si sforza non ne capisce il fottuto motivo. O forse fa solo finta di non capirlo.
Pensava fosse perché aveva portato anche William a farsi, ma cazzo, non è per questo.. 
C'è un motivo di fondo, una verità nascosta che lo porta ad odiarla a pelle, a disprezzarla con tutto il cuore: sarà perché la vede troppo simile a se stesso, e lui non vuole accettare verità scomode; preferisce dolci menzogne, come quelle offertogli dalle droghe.. Come quella che gli offre l'eroina ogni volta che si fa una pera.
E la scomoda verità, quella verità che lui vorrebbe nascondere a se stesso fingendo che sia solo una sporca bugia, è che lei è come lui. Sono schiavi. 
Schiavi dell'eroina che si sparano in vena, e la colpa è solo loro se lo sono diventati. 
"Nessuno mi ci ha trascinato dentro, sono stato io.." pensa lui, perdendosi pigramente nel fare anelli di fumo. 
La ragazza davanti a lui continua a parlare, alza la voce, poi ride senza allegria, per fortuna è rivolta a qualcun altro e gli da le spalle. 
Così almeno non deve fingere.. "Fingere cosa?" Si chiede poi, infastidito. "Non me ne frega un cazzo di lei, e poi manco la conosco!"
Ma il suo nome se lo ricorda, altroché. Angelica. 
Mai nome fu più appropriato, gli verrebbe da dire..
È una sbandata. Sta fuori di testa, è impulsiva, potenzialmente pericolosa: lo ha dimostrato alzando le mani contro quella sgualdrinella, quella Mandy li, anche lei troppo stupida per tenere la sua boccaccia chiusa.
Odia vedere persone ridotte così, per colpa della droga, sopratutto se sono ragazze e sopratutto se sono così giovani, e belle..
"E io odio vedermi con le pupille come spilli, e lo sguardo annebbiato e il braccio martoriato di lividi violacei.. Odio vedermi così, quindi semplicemente evito di farlo.. Non mi vedo, e me ne sbatto, cazzo, mi godo le sensazioni che l'eroina mi dà, mi perdo.. e quando mi trovo il mio riflesso davanti, porca miseria, io abbasso lo sguardo! 
 Se ora mi alzassi in piedi e trascinassi le mie gambe stanche fino allo specchio, avrei la stessa visione di sempre.. Un fantasma. Pallido e magro, guance e occhiaie fin troppo scavate per potermi dire in salute.."
E lei è come lui. Forse è messa pure peggio.
Lui digiuna troppo e troppo spesso, lo fa per potersi permettere di caricare l'ero per poi spacciarla, senza rischiare di farsi debiti troppo salati, debiti che non riuscirebbe proprio a pagare.
Nella sua follia, almeno è previdente.
E invece quella ragazzina è autodistruttiva, una bomba ad orologeria: sembra sempre sul punto di esplodere. 
Non dubita che lei abbia fatto ricorso a tutto per guadagnarsi una spada, come andare a letto con estranei, e forse pure prostituirsi..
Il fatto che Axl se la sia scopata in cambio di una dose assicurata, ne è una prova. 
Deve parlarle. Ne sente il bisogno, e non riesce più a trattenersi.
Deve sbatterle in faccia la verità, deve..  "Devo farmi una striscia, l'effetto sta finendo." Maledizione! Perché pensa sempre e solo a sballarsi?
"Tu, tossica, vieni qua un attimo" La chiama, rivolgendole un sorrisetto di scherno.
"Stradlin.."  Si porta di fronte a lui, soffiandogli il fumo addosso, ghignando nel vederlo infastidito.
"Che fai? Secondo il linguaggio del corpo, questo vuol dire che vorresti scoparmi.." Le si avvicina ancora di più, non interrompendo il contatto d'occhi.
"Farei di tutto per una dose, e lo sai.." Ribatte lei, accennando un sorriso fin troppo finto per poter risultare sincero.
La gara è a chi abbassa lo sguardo per ultimo. E lui perde.
"Non è carino quello che dici, tua madre non ti ha insegnato che certe cose non si devono fare?"
"Mia madre mi ha abbandonato quando ero appena nata, quindi no, nessuno mi ha insegnato le buone maniere.."
"Non è questione di educazione, cazzo, è il fatto che stai bruciando la tua vita!.." Sbotta lui, esasperato. 
"Preferisco bruciare e morire, come dici tu, che vivere senza eroina. E credo sia lo stesso per te, quindi non provare a farmi la morale!"
"Ricordati che questa è anche casa mia, e tu.. Tu mi devi portare rispetto!"
"Rispetto? Ma quello te lo devi guadagnare, caro mio, e stando a come ti sei comportato fino ad ora con me, non mi pare che te lo sei meritato, affatto.."
"Finché non mi trovo un lavoro, sarò costretta a vivere con cinque musicisti arrapati che da me vogliono una e una cosa soltanto.. Anzi, il tuo amichetto avrà perso ogni interesse, ora che mi ha già avuta, quindi rimanete solo voi quattro.. E Slash mi sembrava piuttosto felice di aver fatto la mia conoscenza, chissà se stanotte.."
"Dannazione! Perché devi fare così?" La interrompe lui alzando la voce, non riuscendo più a trattenersi.
"Cosa intendi, tesoro?" Fa lei, sottolineando ironicamente l'appellativo che gli ha dato. 
"Lo sai benissimo cosa.. Ti fai usare, accetti di essere trattata come una qualunque puttanella, anzi, sei tu a comportarti come tale, e non dici niente, non fai niente per opporti.."
"Perché ne ho bisogno, cazzo.. Perché non so fare altro." 
"Quindi ti sta bene? Non provi un minimo di vergogna, non ti.."
"Tu non sai un cazzo di me!" Esplode lei, pentendosene subito dopo. Fa un lungo respiro, poi continua decisamente più calma: "Tu, tu non puoi permetterti di giudicarmi, nemmeno mi conosci.." 
"È vero, ma da ora in poi vivrai sotto al mio tetto, e ti conviene comportarti bene oppure.."
Che puoi farmi? Tagliarmi la roba con la stricnina, cacciarmi di casa perché ti sto palesemente sul cazzo.. O vuoi semplicemente approfittarti di me, come fanno tutti?.." 
"Non provare a stuzzicarmi, Angelica, fidati che non ti conviene.." È una minaccia? Non lo sa nemmeno lui.
"Come ti pare.. Ci si vede, tossico." E lo lascia lì a fumare da solo.
Torno in soggiorno, buttando la sigaretta ormai finita e accendendomene subito un'altra. Quel moro mi da sui nervi, cazzo! 
E si sente in diritto di mettere bocca sulla mia vita, quando.. 
"Ehi, rossa!" Mi chiama il riccio "Non ci siamo nemmeno presentati, noi due.. Tu chi saresti?"
"Sarei Angelica, ovvero la ragazza che il tuo amichetto in boxer si è fatto stanotte" gli rispondo, rivolgendogli un sorrisetto divertito.
"Piacere di conoscerti allora, io sono Slash" Si presenta a sua volta, sogghignando.
"Lo so chi sei, riccio.. Ma non dovevi stare con una certa Ada, tu?" Gli chiedo, sfrontata.
"Ci sono stato, ma vedi, ho sentito nostalgia di casa e sono dovuto tornare qui.. Ma non avrei mai immaginato di trovarci una nuova coinquilina, e perlopiù così figa!"
"Allora, vorrà dire che sei un uomo fortunato.."
"Mi piacciono le ragazze sfrontate, sai? Perfino quando alzavi le mani a Mandy non riuscivo a non pensare a quanto sei sexy, a quello che vorrei farti.."
"E a me piacciono i galantuomini.. quindi, vedi, già mi hai conquistato!"
Cazzo.. 
Ho bisogno di farmi. Non ora, non necessariamente nell'immediato futuro, ma almeno entro stasera ho bisogno di trovarmi una dose.. E il mezzo più pratico, a mia disposizione, è proprio davanti a me. Sbronzo, figo e idiota. Perfetto!
"Seriamente, penso che la nostra convivenza sarebbe molto più.. produttiva, per tutti e due, se tu con me non ti facessi problemi di nessun tipo: se ti serve qualcosa, se vuoi.." Lui sa? .. Cazzo, sicuramente. Non ci credo nemmeno per un secondo che gli altri non gli hanno detto di me.. Beh, che dire, posso capirli! "Una parola basta: eroina. Dammi quella, e io farò tutto quello che ti pare.."
"Ah, davvero? Allora diventa tutto più semplice, honey, perché io la roba ce l'ho, e oggi mi sento pure generoso.."
Così si fa! E un applauso al mio sesto senso, che mi fa riconoscere i drogati..
"Man, devo chiederti una cosa.." 
"Allora vai dritto al punto, e parla, dannazione!"
"..Se mi facessi Angelica, ti darebbe in qualche modo fastidio?"
"Fa quello che ti pare.. Basta che la tratti bene, non vorrei essere costretto a cacciarla perché hai fatto la bestia a tuo solito e mi è diventata isterica!"
"Ti pare.. È sempre un piacere fare affari con lei, Rose!" E si stringono la mano, ghignando, come due grandi imprenditori dopo aver stipulato un contratto proficuo.
"Lo stesso per me, Hudson.. Ora, saresti così gentile da offrirmi una cazzo di sigaretta?" 
E si ritorna sempre qui.. Stesso letto, persona diversa!
Una gran bella scopata, indubbiamente, pure meglio di quella con Axl. Ma nulla di più..
Non provo nulla. Vuoto. Cazzo. 
Si può essere spettatori passivi della propria esistenza? Non vivo nemmeno. Subisco.
Sto andando fuori di testa, la mia vita è così dannatamente tutta uguale che so sempre cosa mi succederà dopo, che farò, con chi.. Faccio fatica ad andare avanti in questa merda di mondo, nel quale mi sento sempre e comunque sconfitta. Nemmeno mi sforzo a cambiarla.
Non ce la faccio quasi più, maledizione..
Ma almeno, anche stasera mi buco. La mia unica consolazione in mezzo ad una spirale di fregature.
Slash me lo ha promesso, e anche se dopo la spada lui probabilmente ci riproverà con me, e io non potrò rifiutarmi -sarebbe da ingrate!- non mi dispiace nemmeno così tanto.
Immagino mi ritroverò nuovamente a farlo col riccio nel giro di un'oretta, forse due..
Ma ho trovato una dose, e dormirò in un letto vero e non sul divano. 
In più, sana attività fisica, estremamente piacevole, a dirla tutta .. Meglio di quanto osassi immaginare.

Il primo pensiero che mi passa per la mente quando apro gli occhi, è di non avere uno straccio di idea di dove mi trovi e di come sia arrivata qui.

Il sole mi arriva diretto in faccia, saranno almeno le due di pomeriggio.. Ma quanto cazzo ho dormito?

Poi mi accorgo del ragazzo sdraiato al mio fianco, e ricordo tutto.

Axl. Si chiama così, mi dice il mio cervellino bacato.. Addosso ha solo i boxer, più un accenno di quel suo ghigno strafottente che non lo lascia nemmeno quando dorme. Ti pareva.

È uno che ci sa fare, lo ammetto, con un bel fisico e poi quell'atteggiamento da coglione che però non mi dispiace più di tanto, anzi, mi diverte: è un idiota allucinante, questo è vero, ma alla fine sono felice di aver condiviso il letto con lui e non con un tossico qualunque.

-Non posso negare che non mi sia capitato, non sarebbe onesto mentire. Loro vogliono sesso, io solo un po' di eroina, e alla fine siamo contenti tutti e due, la mattina dopo..-

 

Per terra ci sono ancora le siringhe.. 

Sento i suoi amichetti fare casino nella stanza qui accanto, quindi decido di raccattare i miei pochi stracci e uscire in punta di piedi dalla porta: non mi pare giusto svegliarlo, dopotutto mi ha offerto un tetto sotto il quale mi sono anche riposata, ieri notte.

E soprattutto, non ho dovuto pagare per farmi.. -Se non considero un ricatto l'accordo preso con Axl, che per fortuna ha rispettato.-

La consapevolezza del fatto che il mio corpo ha un disperato bisogno di un'altra dose (e nemmeno una basta, in realtà..), mi stringe lo stomaco svuotando la mia mente da tutti gli altri problemi che non siano, come quello, primari. 

Ho un fottuto bisogno di trovare un lavoro, poi. E magari pure un posto dove dormire, possibilmente al chiuso, visto che la notte si crepa di freddo..

Ma fumarmi una bella sigarettina, ora, è la cosa più importante.

Me ne è rimasta una, forse due, ma cazzo, non so nemmeno che fine abbia fatto il mio zippo.. -Nelle tasche ho solo 15 dollari, il pacchetto praticamente vuoto e uno scontrino di non so cosa che ho usato come pippotto quando non avevo banconote. Quindi, molto spesso.-

E giusto nella stanza accanto ci sono almeno tre musicisti, tre musicisti drogati che non possono non avere un dannato accendino: sarebbe impossibile, credo.

Altrimenti come si accendono le sigarette, e le canne, e come la squagliano l'ero?



"Scusate l'intromissione, cari, avreste per caso un accendino da prestarmi?" La mia voce è ironica, così come il mio sopracciglio alzato che sottolinea il mio divertimento quando varco la soglia del soggiorno.

La scena che mi si presenta davanti è a metà tra un tragi-comico e un porno.

In un angolo Duff, sbronzo marcio, che sembra sussurrare qualcosa alla birra alla quale è praticamente abbracciato, poi Steven e -quello stronzetto di- Izzy, che beati si stanno dando da fare -proprio davanti ai miei occhi, e ti pareva- uno squagliando la roba col cucchiaio, l'altro preparando la siringa..

E per ultimo ma non meno assurdo, c'è un tizio riccio che non ho visto ieri, seduto stravaccato su una poltrona con la testa buttata all'indietro mentre una tipa bionda in ginocchio davanti a lui si dedica a.. Vabe, insomma, si capisce.


Dovrebbe essere Ada, quella.. Almeno credo? Ma non ne sono mica sicura.

"Quello invece deve essere Slash" penso, mentre lui tira su la testa per guardarmi e io gli rivolgo un sorrisetto divertito, fregandomene della tipa che gli sta facendo un lavoretto di bocca in diretta. Davanti a tutti.

Ma nessuno se li fila, nessuno è interessato a loro, tutti tranne Steven che guardandola divertito fa una qualche battutina idiota.. Certo, prima di spararsi l'ero dritta in vena. Seguito da Izzy che poi si lascia cadere sul divano, con un sospiro soddisfatto che, dannazione, mi fa schizzare il sangue dritto fino al cervello!


"Chi è questa?" Quella tipa si gira, e mi guarda malissimo, quasi come fosse lei, la proprietaria di casa..

"Sta zitta, e continua" la rimprovera il riccio, visibilmente scocciato, e lei obbediente esegue i suoi ordini, riprendendo a dargli piacere. O almeno, ci prova.."Basta, mi hai rotto il cazzo! Non ci sai fare, vattene.." Quella si ferma, e gli lancia un'occhiata gelida. "Non mi hai sentito? Ho detto.."

"Ho capito, stronzo! Me ne vado! Siete dei maleducati, tu e tutti i tuoi amici, e io non mi merito di essere tratt.."

"Che cazzo ti urli, puttanella?!"  Oh, ma eccolo qui! Ci mancava, l'unico uomo al mondo perennemente mestruato..Il caro Axl, con i suoi toni cortesi e carismatici, appare sulla soglia della porta, ancora in boxer, e educatamente comunica il suo sdegno alla donzella di turno.

"Come osi, tu.." Poverina, mi fa quasi pena..

"Che pensi che non lo sappiamo, che ti sei fatta mezzo Roxy compresi pure quegli idioti dei Motley Crue, e che ami Tommy Lee alla follia ma che visto che ha trovato una più brava di te e ti ha scaricata, ora cerchi inutilmente di rimorchiarti Slash?!" ..O più semplicemente, infierisce contro una povera sciacquetta -non è manco sto granché, a dirla tutta- che ha commesso l'imperdonabile errore di averlo svegliato.

"Rose, non azzardarti a fare la morale a me, tu che te la fai con quella ragazzina eroinomane che forse è pure minorenne.. O è solamente una sgualdrina?" E poi mi squadra sorridendo malignamente: oh no, non avresti dovuto mettermi in mezzo.. Hai fatto un errore così stupido, così idiota, che nemmeno te lo immagini..


Spontaneamente, mi tiro giù la manica per coprirmi il braccio. Poi esplodo.

 "Cosa hai detto, carina?" Mi porto davanti a lei, mantenendo il sorriso..


("Oh, vuoi vedere che ora si menano?" Sussurra Steven, con tono eccitato. "Mi piace vedere donne che si menano"

"Io scommetto sulla rossa, cazzo" se ne esce Slash sghignazzando, mentre si riallaccia i pantaloni e poi si prende una sorsata di Jack.

"Secondo me è troppo magra, no, Mandy la manda giù con un pugno!"

"Dici? No, per me è proprio lei quella più cazzuta..")


 ..Ma dentro so che potrei farle davvero male, se solo provasse ancora a provocarmi.. E lei lo fa. 

"Mi hai sentito benissimo, lurid.." Bum! Non finisce nemmeno di parlare, che le ho tirato un pugno dritto allo zigomo destro.

Le do un calcio e la mando a terra, sto per continuare ma mi sento afferrare per le spalle -e i miei piedi si staccano da terra-, è Duff che mi tiene ferma, immobilizzandomi le braccia."Cazzo, ragazza, fermati!"

Smetto di scalciare, e mi ordino di calmarmi. Lancio un'occhiata gelida alla tizia davanti a me che ora si sta rimettendo in piedi, seppur a fatica.. e la cosa più bella, è che nessuno tra i ragazzi presenti -presenti col corpo, ma fuori con la testa, incoscienti, quello è scontato- la aiuta a rialzarsi!

Me la rido, se lo è meritato: colpa della sua brutta boccaccia, che poi manco la sa usare a quanto pare..

Poi quella se ne va, con la coda tra le gambe, e solo dopo che è uscita mi rendo conto di quello che ho fatto, ovvero un'imperdonabile mancanza di rispetto nei confronti dei ragazzi davanti a me.. Anzi, Izzy non lo considero: lui è stato il primo a provocarmi ieri, e senza che io gli avessi fatto niente! Ma gli altri sono stati parzialmente gentili..

Axl, che ne sta sempre fermo sulla soglia della porta, prima lancia un'occhiataccia torva ai suoi amichetti, uno per uno, poi se ne esce sbuffando, rivolgendosi proprio a me: "Ma che diavolo, bimba, non posso lasciarti sola due minuti che ti metti a fare risse nel mio soggiorno!"

"Mi ha insultato." Cerco di giustificarmi, seppur con poca convinzione..

Ha maledettamente ragione, cazzo. Non dico che ho fatto male a reagire, ma dovevo ricordarmi che questa non è affatto casa mia, e che non posso fare quello che mi pare qui..

Poi però lo vedo aprirsi in un sorriso storto, e sghignazzare "Certo che pure tu ci vai giù pesante, se Duff non ti fermava la mandavi come minimo all'ospedale.."


Gli sorrido anche io, rincuorata. Meno male che non si è incazzato, o potevo benissimo scordarmi l'opportunità di poter tornare qui -se mi girasse talmente male e mi ritrovassi di nuovo nella merda- , magari sempre con una spada per premio, in cambio di un'innocua scopata. 

Dopotutto abbiamo avuto tutti e due ciò che volevamo.. e anzi: tutti questi ragazzuoli qua sono fighi, da quel poco che li conosco perennemente sbronzi, o fatti, o entrambe le cose, e per di più sono così buffi, per come si atteggiano, che mi diverto, mi piace stare in loro compagnia..

Poi però mi ricordo che è già pomeriggio,  che io ho l'obbligo morale e non di trovarmi se non una casa, almeno un lavoro, e che non posso mica starmene qui a far salotto senza combinare niente!

"..Io vado, cari" me ne esco, infilandomi la giacca, e rivolgendo un sorriso a tutti.

Perfino a quell'antipatico di Izzy che se ne sta bello bello sul divano, e che si è seguito tutta la scena senza muovere nemmeno un muscolo. "E dove te ne vai, bimba, se mi è lecito saperlo?" Mi chiede Axl, ironico.

Silenzio. Dove me ne vado, chiede lui.. E che cazzo ne so, mica ci ho pensato!


"..Puoi rimanere qui un altro po', se vuoi" mi propone lui, accendendosi una sigaretta.

"Vi faccio così pena? Devo essere proprio messa male, allora.." Sorrido amaramente, facendomene offrire una.

"Non è per quello, è che hai bisogno di una casa, e mica puoi dormire per strada.. È pericoloso!" Mi risponde Steven, tornato un attimo sulla terra dal nirvana dove stava, giusto per esprimere la sua preoccupazione.

Pericoloso, dici? Detto da uno con ancora la siringa nel braccio.. Ma almeno, è.. gentile?!

"Aspetta, bimba, facciamo una cosa: ora ne parliamo noi cinque, e poi ti facciamo sapere.." 

"Io allora intanto vado a comprarmi un ventone al tabacchi.." E così mi infilo la giacca e me ne vado di fretta.

Un bel po' in ansia, a dirla tutta.


 


"Allora, stronzi, che si fa con quella rossa sexy?" Inizia Slash, con un sorriso obliquo in volto.

"Io proporrei di tenerla con noi.. Tanto possiamo cacciarla in qualsiasi momento, e se una sera uno di noi non rimorchia, poi può sempre farsi lei! No?" Propone il rosso, leggero, come se fosse una cosa ovvia.

"Cioè, stai proponendo di farla diventare la nostra groupie personale? Che se ci gira lei è disponibile, e se ci stufa la buttiamo fuori come se nulla fosse?" Gli chiede Duff, troppo poco lucido per sentirsi in colpa ma ancora troppo poco sbronzo per non rimanere comunque assai perplesso.

"Si, man, proprio così!" Axl gli batte una mano sulla spalla, con enfasi.

"Oh.. Per me va bene, basta che non le prende un attacco isterico se siamo disordinati e stronzate simili.."

"Che male può farci, una fighetta del genere che ci gira mezza nuda per casa?" Insiste Axl, soddisfatto.

"Una cazzo di eroinomane.. Che male può farci?! Dannazione, siete uno più arrapato dell'altro, voi.." Gli fa il verso Izzy, improvvisamente in piedi accanto a loro, passandosi una mano tra i capelli e sbuffando esasperato.

"Ah, davvero? Povera bambolina, non sapevo si bucasse.." Fa Slash, ma la sua espressione per niente dispiaciuta lo tradisce al punto di ricevere un'occhiataccia dal moro.. Non gli sfugge niente, a lui, e tanto meno un sogghigno del genere..

 

 

Suona il campanello, Duff si precipita ad aprire.

"Ciao! Avrete deciso, immagino.."La ragazza entra in casa, sbuffando fumo e con aria rassegnata.

"Dovremmo mettere in chiaro alcune cosette.. Ma comunque, benvenuta in casa, dolcezza!" Le annuncia Axl, tutto sorridente.

"Davvero?! Non mi state prendendo in giro?.. Grazie, cazzo, vi devo a tutti un favore enorme.. E non c'è problema, posso dormire sul divano o dove preferite voi, e poi mi troverò un lavoro e terrò in ordine, e appena faccio un po' di soldi mi cerco una stanza e giuro che non mi avrete più tra i piedi!" 

"Sai cucinare?" Le chiede Duff, aprendosi poi in una smorfia poiché il suo stomaco decide di borbottare proprio in quel momento, tanto che sembra gli stia implorando pietà.

"Che ci vuole? Certo che lo so fare, mi arrangio da quando sono una bambina e anzi, sono piuttosto brava!" Fa lei, trattenendo un sorriso.

"Davvero?! Che gioia averti qui con noi, piccola.. Senti, ma non è che potresti farmi il pranzo mentre mi faccio la doccia? Nel frigo c'è sicuramente un uovo, forse pure due.. e dovremmo avere pure una padella, da qualche parte!"

 



Izzy si porta alle labbra l'ennesima sigaretta, accendendola, non potendo fare a meno di lanciare un'occhiata di sbieco alla ragazza davanti a lui.

È bella, indubbiamente.

Occhi grandi, celesti, occhi da cerbiatto. Capelli rossi, ondulati, carnagione chiara, qualche lentiggine che le decora gli zigomi. E poi un corpo snello, da modella, è molto magra e forse pure troppo. Le si intravede un tatuaggio sul suo addome piatto, e un altro su tutta la spalla sinistra.

È una di quelle che se la vedesse per strada, o in un locale qualsiasi, non perderebbe nemmeno un attimo per provarci spudoratamente. O almeno per girarsi a guardarle il culo, quello è sicuro.

Ma lei lo manda in bestia, gli fa ribollire il sangue fino al cervello, e anche se si sforza non ne capisce il fottuto motivo. O forse fa solo finta di non capirlo.

Pensava fosse perché aveva portato anche William a farsi, ma cazzo, non è per questo.. 


C'è un motivo di fondo, una verità nascosta che lo porta ad odiarla a pelle, a disprezzarla con tutto il cuore: sarà perché la vede troppo simile a se stesso, e lui non vuole accettare verità scomode; preferisce dolci menzogne, come quelle offertogli dalle droghe.. Come quella che gli offre l'eroina ogni volta che si fa una pera.

E la scomoda verità, quella verità che lui vorrebbe nascondere a se stesso fingendo che sia solo una sporca bugia, è che lei è come lui. Sono schiavi. 

Schiavi dell'eroina che si sparano in vena, e la colpa è solo loro se lo sono diventati. 

"Nessuno mi ci ha trascinato dentro, sono stato io.." pensa lui, perdendosi pigramente nel fare anelli di fumo. 

La ragazza davanti a lui continua a parlare, alza la voce, poi ride senza allegria, per fortuna è rivolta a qualcun altro e gli da le spalle. Così almeno non deve fingere.. "Fingere cosa?" Si chiede poi, infastidito. "Non me ne frega un cazzo di lei, e poi manco la conosco!"

Ma il suo nome se lo ricorda, altroché. Angelica. Mai nome fu più appropriato, gli verrebbe da dire..

È una sbandata. Sta fuori di testa, è impulsiva, potenzialmente pericolosa: lo ha dimostrato alzando le mani contro quella sgualdrinella, quella Mandy li, anche lei troppo stupida per tenere la sua boccaccia chiusa.


Odia vedere persone ridotte così, per colpa della droga, sopratutto se sono ragazze e sopratutto se sono così giovani, e belle..

"E io odio vedermi con le pupille come spilli, e lo sguardo annebbiato e il braccio martoriato di lividi violacei.. Odio vedermi così, quindi semplicemente evito di farlo.. Non mi vedo, e me ne sbatto, cazzo, mi godo le sensazioni che l'eroina mi dà, mi perdo.. e quando mi trovo il mio riflesso davanti, porca miseria, io abbasso lo sguardo!  

Se ora mi alzassi in piedi e trascinassi le mie gambe stanche fino allo specchio, avrei la stessa visione di sempre.. Un fantasma. Pallido e magro, guance e occhiaie fin troppo scavate per potermi dire in salute.."

 

E lei è come lui. Forse è messa pure peggio.

Lui digiuna troppo e troppo spesso, lo fa per potersi permettere di caricare l'ero per poi spacciarla, senza rischiare di farsi debiti troppo salati, debiti che non riuscirebbe proprio a pagare.

Nella sua follia, almeno è previdente.

E invece quella ragazzina è autodistruttiva, una bomba ad orologeria: sembra sempre sul punto di esplodere. 

Non dubita che lei abbia fatto ricorso a tutto per guadagnarsi una spada, come andare a letto con estranei, e forse pure prostituirsi..

Il fatto che Axl se la sia scopata in cambio di una dose assicurata, ne è una prova. 

Deve parlarle. Ne sente il bisogno, e non riesce più a trattenersi.

Deve sbatterle in faccia la verità, deve.. "Devo farmi una striscia, l'effetto sta finendo." Maledizione! Perché pensa sempre e solo a sballarsi?



"Tu, tossica, vieni qua un attimo" La chiama, rivolgendole un sorrisetto di scherno.

"Stradlin.."  Si porta di fronte a lui, soffiandogli il fumo addosso, ghignando nel vederlo infastidito.

"Che fai? Secondo il linguaggio del corpo, questo vuol dire che vorresti scoparmi.." Le si avvicina ancora di più, non interrompendo il contatto d'occhi.

"Farei di tutto per una dose, e lo sai.." Ribatte lei, accennando un sorriso fin troppo finto per poter risultare sincero.

La gara è a chi abbassa lo sguardo per ultimo. E lui perde.

"Non è carino quello che dici, tua madre non ti ha insegnato che certe cose non si devono fare?"

"Mia madre mi ha abbandonato quando ero appena nata, quindi no, nessuno mi ha insegnato le buone maniere.."

"Non è questione di educazione, cazzo, è il fatto che stai bruciando la tua vita!.." Sbotta lui, esasperato. 

"Preferisco bruciare e morire, come dici tu, che vivere senza eroina. E credo sia lo stesso per te, quindi non provare a farmi la morale!"

"Ricordati che questa è anche casa mia, e tu.. Tu mi devi portare rispetto!"

"Rispetto? Ma quello te lo devi guadagnare, caro mio, e stando a come ti sei comportato fino ad ora con me, non mi pare che te lo sei meritato, affatto.."

 

"Finché non mi trovo un lavoro, sarò costretta a vivere con cinque musicisti arrapati che da me vogliono una e una cosa soltanto.. Anzi, il tuo amichetto avrà perso ogni interesse, ora che mi ha già avuta, quindi rimanete solo voi quattro.. E Slash mi sembrava piuttosto felice di aver fatto la mia conoscenza, chissà se stanotte.."

"Dannazione! Perché devi fare così?" La interrompe lui alzando la voce, non riuscendo più a trattenersi.

"Cosa intendi, tesoro?" Fa lei, sottolineando ironicamente l'appellativo che gli ha dato. 

"Lo sai benissimo cosa.. Ti fai usare, accetti di essere trattata come una qualunque puttanella, anzi, sei tu a comportarti come tale, e non dici niente, non fai niente per opporti.."

"Perché ne ho bisogno, cazzo.. Perché non so fare altro?.." 

"Quindi ti sta bene? Non provi un minimo di vergogna, non ti.."

"Tu non sai un cazzo di me!" Esplode lei, pentendosene subito dopo. Fa un lungo respiro, poi continua decisamente più calma: "Tu, tu non puoi permetterti di giudicarmi, nemmeno mi conosci.." 

"È vero, ma da ora in poi vivrai sotto al mio tetto, e ti conviene comportarti bene oppure..

"Che puoi farmi? Tagliarmi la roba con la stricnina, cacciarmi di casa perché ti sto palesemente sul cazzo.. O vuoi semplicemente approfittarti di me, come fanno tutti?.." 

"Non provare a stuzzicarmi, Angelica, fidati che non ti conviene.." È una minaccia? Non lo sa nemmeno lui.

"Come ti pare.. Ci si vede, tossico." E lo lascia lì a fumare da solo.




Torno in soggiorno, buttando la sigaretta ormai finita e accendendomene subito un'altra. Quel moro mi da sui nervi, cazzo! 

E si sente in diritto di mettere bocca sulla mia vita, quando.. "Ehi, rossa!" Mi chiama il riccio "Non ci siamo nemmeno presentati, noi due.. Tu chi saresti?"

"Sarei Angelica, ovvero la ragazza che il tuo amichetto in boxer si è fatto stanotte" gli rispondo, rivolgendogli un sorrisetto divertito.

"Piacere di conoscerti allora, io sono Slash" Si presenta a sua volta, sogghignando.

"Lo so chi sei, riccio.. Ma non dovevi stare con una certa Ada, tu?" Gli chiedo, sfrontata.

"Ci sono stato, ma vedi, ho sentito nostalgia di casa e sono dovuto tornare qui.. Ma non avrei mai immaginato di trovarci una nuova coinquilina, e perlopiù così figa!"

"Allora, vorrà dire che sei un uomo fortunato.."

"Mi piacciono le ragazze sfrontate, sai? Perfino quando alzavi le mani a Mandy non riuscivo a non pensare a quanto sei sexy, a quello che vorrei farti.."

"E a me piacciono i galantuomini.. quindi, vedi, già mi hai conquistato!"

 


Cazzo.. Ho bisogno di farmi.. Non ora, non necessariamente nell'immediato futuro, ma almeno entro stasera ho bisogno di trovarmi una dose..

E il mezzo più pratico, a mia disposizione, è proprio davanti a me. Sbronzo, figo e idiota. Perfetto!


"Seriamente, penso che la nostra convivenza sarebbe molto più.. produttiva, per tutti e due, se tu con me non ti facessi problemi di nessun tipo: se ti serve qualcosa, se vuoi.."

Lui sa? .. Cazzo, sicuramente. Non ci credo nemmeno per un secondo che gli altri non gli hanno detto di me.. Beh, che dire, posso capirli!

"Una parola basta: eroina. Dammi quella, e io farò tutto quello che ti pare.."

"Ah, davvero? Allora diventa tutto più semplice, honey, perché io la roba ce l'ho, e oggi mi sento pure generoso.."

Così si fa! E un applauso al mio sesto senso, che mi fa riconoscere i drogati..

 


"Man, devo chiederti una cosa.." 

"Allora vai dritto al punto, e parla, dannazione!"

"..Se mi facessi Angelica, ti darebbe in qualche modo fastidio?"

"Fa quello che ti pare.. Basta che la tratti bene, non vorrei essere costretto a cacciarla perché hai fatto la bestia a tuo solito e mi è diventata isterica!"

"Ti pare.. È sempre un piacere fare affari con lei, Rose!" E si stringono la mano, ghignando, come due grandi imprenditori dopo aver stipulato un contratto proficuo.

"Lo stesso per me, Hudson.. Ora, saresti così gentile da offrirmi una cazzo di sigaretta?" 

 



E si ritorna sempre qui.. Stesso letto, persona diversa!

Una gran bella scopata, indubbiamente, pure meglio di quella con Axl. Ma nulla di più..

Non provo nulla. Vuoto. Cazzo

Si può essere spettatori passivi della propria esistenza? Non vivo nemmeno. Subisco.

Sto andando fuori di testa, la mia vita è così dannatamente tutta uguale che so sempre cosa mi succederà dopo, che farò, con chi.. Faccio fatica ad andare avanti in questa merda di mondo, nel quale mi sento sempre e comunque sconfitta.

Nemmeno mi sforzo a cambiarla.

Non ce la faccio quasi più, maledizione..


Ma almeno, anche stasera mi buco. La mia unica consolazione in mezzo ad una spirale di fregature.

Slash me lo ha promesso, e anche se dopo la spada lui probabilmente ci riproverà con me, e io non potrò rifiutarmi -sarebbe da ingrate!- non mi dispiace nemmeno così tanto.

Immagino mi ritroverò nuovamente a farlo col riccio nel giro di un'oretta, forse due..


Ma ho trovato una dose, e dormirò in un letto vero e non sul divano. 

In più, sana attività fisica, estremamente piacevole, a dirla tutta .. Meglio di quanto osassi immaginare.

 

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Capitolo 3
*** 3. ***


 

Si è innamorata. 
Ha solo tredici anni, anzi, quattordici tra meno di una settimana, ma il suo cuore già palpita e accelera i battiti ogni volta che Jose le rivolge la parola, la sfiora o semplicemente le sorride.
Lui di anni ne ha diciassette.
È un bel ragazzo, ma un po' strano, schivo, spesso se ne sta da solo e in silenzio e nessuno sembra capirne il perché. Ma con quella ragazzina è diverso, è l'unica con cui sembra aver stretto un legame, in collegio. 
Lei lo vede uscire di sera -di nascosto dagli adulti, ovvio- e tornare la mattina seguente, con due occhiaie così nere che sembrano quasi finte, trucco, per poi buttarsi a letto e dormire spesso fino al tardo pomeriggio. Aspetta che si svegli, gli prepara da mangiare, poi gli si siede accanto, e finalmente possono sfogarsi. Quello è il momento più bello della giornata.
Parlano del più e del meno, idiozie alternate a discorsi seri, lei butta fuori tutto quello che le passa per la testa e Jo la ascolta sempre. 
Lui suona, improvvisa, canticchiano insieme: è piuttosto bravo, qualche volta le insegna come fare i loro pezzi preferiti, e le ne è onorata, di solito non permette a nessuno nemmeno di sfiorare la sua amatissima chitarra usata. 
È un vero piacere, stare con lui. 
Potrebbero continuare per ore, e infatti molto spesso lo fanno..
Fino a quando il sole tramonta, e il cielo si tinge di rosso: e lui esce, scavalcando dalla finestra della sua camera fino al giardino recintato che da sulla strada. È agile, non fa rumore, e nessuno se ne è mai accorto: ci manca solo quello, la direttrice lo ha etichettato come "piantagrane" e per lei la minima scusa andrebbe bene per buttarlo fuori, senza pensarci due volte.
È il loro piccolo segreto: ogni volta che lo vede andare via ha un leggero soffio al cuore, ma tanto ormai si è abituata, ed è tranquilla. Quasi.
Se ne sta in camera sua, sola, a fantasticare sulla loro vita insieme. Nemmeno mangia, le passa la fame: tanto nessuno si accorge se lei scende a cena o no, nessuno si preoccupa di lei. Angie la vede come una cosa positiva, e poi manco le piace stare in mezzo a quella gente, con la quale non ha proprio niente in comune.. Di 
Le altre ragazzine della sua età non la capiscono: "Perché stai sempre con quello?" E poi "Se ti comporti male, non ti vorrà nessuno!"
E loro fanno le brave e con gli adulti sorridono e si comportano come bamboline, le studentesse perfette. Lei no. Non ha legato con nessuno, anzi, la evitano e per lei è molto meglio così..
Non le interessa, e ha lui che vale più di mille genitori messi insieme. E questo le basta.
"Insieme saremo felici, insieme faremo grandi cose, e non rimpiangerai mai di essertene andata.. Gireremo per tutto il mondo e diventeremo ricchi, abiteremo a Los Angeles e avremo camerieri e cuochi solo per noi, e nessuno potrà azzardarsi a sfiorarci o a insultarci o a obbligarci di fare qualcosa. Saremo liberi.. Liberi, capito?"
"Perché proprio a Los Angeles?" Gli chiedeva sempre lei. La sapeva già la risposta, ma gli piaceva sentirlo parlare: gli si illuminavano gli occhi, ed era semplicemente bellissimo.. In che altro modo poteva descriverlo?
"Perché li c'è tutto, ci sono i gruppi musicali più famosi, e anche io li riuscirò a firmare un contratto.. Sarò il chitarrista di una band leggendaria, e tu verrai con me, e sarai la mia groupie!"
"No, non voglio fare la groupie, mica sono una puttana" Si lamentava lei, corrucciando le labbra.
"Ma ogni musicista che si rispetti ne ha una.. E poi tu sarai la mia musa, e la mia unica ragazza. Ti prenderai cura di me, e io farò altrettanto" Insisteva lui, posando la sua chitarra e lanciandole un occhiolino.
"Allora mi sta bene" Gli sorrideva lei, felice.
Poi lui la baciava sulla guancia, e veloce se ne andava. In un secondo era sceso dalla finestra ed era già corso via, ecco che già era per la strada alla fine della quale lo aspettavano i suoi amici.. Ma lei lo aspettava la mattina, lo aspettava e non si calmava finché non lo sentiva rientrare in camera, e solo quando era sicura che lui fosse tornato riusciva a dormire sogni tranquilli.
La fuori era pericoloso, o così almeno le dicevano: non ricordava nemmeno l'ultima volta che aveva attraversato quel vialetto diretta da qualche parte, qualsiasi, ne era davvero passato di tempo..
"Che hai oggi?" È il suo compleanno: nessuno si è ricordato di farle gli auguri, nessuno tranne Jose, ovviamente. Ma lo vede distratto, teso, e poi gli tremano le mani, e lei non si spiega il perché..
"Niente.."
"Non è vero, sei strano.. Più strano del solito, Jo, che ti succede?"
"Cose che non ti riguardano" le risponde brusco, stupendola e non poco. Non è da lui, si dice Angelica, mentre colta da un impulso improvviso gli si avvicina e dolcemente gli fa una carezza sulla guancia. "Puoi dirmi tutto, lo sai che io per te ci sarò sempre.."
"..Hai ragione, scusa se prima ho reagito male" Eccolo tornare a sorridere.. quanto può essere bello quando sorride? "Hai quattordici anni, non sei più una bambina.."
"No, infatti!" Si accende una sigaretta, sbuffando infastidita per poi aprirsi in un sorriso. "Avanti, dimmi che c'è!"
"Lo faccio, ok.. però tu non andartene, promettilo!" 
"Non lo farei mai, Jo.." Ed è sincera, anche se un po' spaventata: lui lo sa..
Si tira su la manica, guardandola dritta negli occhi, forse aspettando una sua reazione. Le mostra il braccio, è pieno di strani lividi violacei.. 
Lei si irrigidisce, ma non si allontana. Non può. Lo ama, e ha promesso che si prenderà sempre cura di lui..
"Che cazzo ti sei fatto, Jo?"
"Tranquilla, non mi fa male.. È uno sballo assurdo, è di sicuro la cosa più bella che ci sta al mondo.. È da quasi un anno che la uso, e rimane una favola, proprio come il primo giorno!" 
Ecco cos'era.. E lei che, vedendolo distaccato, distratto più del solito, pensava che si fosse trovato una ragazza, che ne era gelosa e non sapeva più cosa fare. 
O peggio, temeva che non la volesse più nemmeno come amica..
"Voglio provare anche io, allora!" E lui impallidisce di colpo.
"..Non mi sembra il caso.. Davvero.."
"Perché? Non dovevamo condividere tutto, noi?"
"Io non credo sia.."
"Quindi non era vero, Jo? Era solo una cazzata, detta tanto per dire?.."
"Non fare così, Angie.. Dai, lo sai che io non ti.. Dannazione, la scelta è tua!" Sbuffa alla fine, esasperato. Lei gli sorride, tutta contenta.
"Però, prima bisogna comprarla, e io non ho proprio.." Prova lui, alzando le spalle e accennando un sorriso..
"Ce li ho io, i soldi!" Gli ha sfilati dal borsellino della direttrice, certo, quando nessuno la guardava; glieli porge tutta contenta.. e lui li prende, senza dire una parola. La sua mano trema, cazzo, ne ha già bisogno, di nuovo.. 
La guarda negli occhi un'ultima volta, tanto intensamente che la fa quasi rabbrividire.
Poi si alza e se ne va giù per la finestra.
La ragazza intanto si spazzola i capelli, si trucca perfino gli occhi e le labbra e indossa la una vecchia maglia di Jo, che lui le ha regalato. Le fa da vestito, arrivandole a metà cosce, ma non importa: è la sua preferita, e se solo potesse, l'avrebbe sempre addosso!
Si stende sul letto ad aspettarlo, giocherellando con una ciocca di capelli. 
Il ragazzo torna dopo due ore, con una faccia seria, tirando fuori cose strane dalle tasche della giacca.
Una siringa, un laccio, un cucchiaio e un limone.. 
Ma poi eccola li, quella famigerata bustina dal contenuto biancastro. 
"È reale, sto per farlo veramente.." Realizza lei, di colpo intimidita: "Ma sono grande, ormai! Non dovrei avere paura.." 
Senza volerlo le trema un po' la mano, poco male, c'è sempre quella di Jo pronta a stringere la sua.
"Sei sicura?" Le chiede lui, con un sorriso storto, forse sperando che lei si tiri indietro..
"Al cento per cento!" Risponde la ragazza, recitando un sorriso.
"Guarda che ti fa male, e poi la dipendenza è una merda.."
"Non posso finirci sotto, tanto, non ho altri soldi per poterla comprare!" Ribatte lei, sbuffando, come se fosse un'ovvietà irrisolvibile. 
Lui sorride, è sempre la solita. 
Si avvicina a lei finché i loro visi non sono a più di un centimetro di distanza.. e, per la prima volta, la bacia.
Un bacio veloce, a stampo, forse un gesto che significa poco o nulla, ma per lei quel bacio ha un significato enorme, eccome se ce l'ha.. Lo aspettava da anni, sperava..
Si stacca da lei dopo qualche secondo, ridacchia nel vederla leggermente arrossita in viso. Le sfiora la guancia con una mano, "Quando stai con me voglio vederti sempre sorridente, capito? Diventi ancora più bella.." 
Paura, ansia? Il suo cuore ora va a mille, certo, ma è amore quel sentimento che le sta mozzando il respiro..
"Pronta?" Lei annuisce, più convinta.
Storce la bocca quando l'ago le entra in vena ma non dice niente, dopotutto è come una puntura e non vuole che lui pensi che è una lagnosa, ancora una ragazzina..
Il ragazzo preme lo stantuffo, poi le sfila la siringa dal braccio e ripete lo stesso procedimento, stavolta sul suo.
Si stendono sul letto senza dire niente, lei abbracciata a lui, il solo rumore che spezza il silenzio venutosi a formare è il battito dei loro cuori.
Più calmo quello di lui, rilassato, leggermente più veloce e forte il suo, l'emozione che la tradisce. 
Traccia disegni invisibili sulle sue spalle, sul suo viso, non ha più alcuna paura di niente finché Jose continuerà a tenerla stretta tra le sue braccia..
"È la prima volta che mi abbraccia così.." Si lascia scappare un sorrisetto, finalmente è riuscita a farsi vedere sotto una luce diversa: non è più solo un'amica, una buona confidente, troppo piccola per essere altro.
Ora è cambiato tutto, lei lo sa e lui pure.. 
Non riesce più a trattenersi, si butta: e stavolta è lei che lo bacia, lui non si ritrae e..
Prima spada, primo bacio, prima volta che fa l'amore. Al raggiungimento dei quattordici anni di vita sente di essere diventata grande, finalmente. 
Non è più "troppo piccola, troppo innocente.." Ora è alla sua altezza, e potranno stare insieme..
Ed è immensamente felice, perché è tutto merito di Jose se sta così bene. 
"È il paradiso", si ripete sorridendo, prima di addormentarsi accoccolata a lui.
"Scappa. Corri. Vattene via finché sei in tempo, loro non ti meritano, non ti vogliono bene e non capiscono quanto sei speciale.. Vieni con me, invece. Lo sai che di me ti puoi fidare, e io ti prometto che andrà tutto per il meglio, perché tu sarai con me e io non potrei mai farti del male..
Insieme saremo felici, insieme faremo grandi cose e non rimpiangerai mai di essertene andata. Gireremo per tutto il mondo e diventeremo ricchi, abiteremo a Los Angeles e avremo camerieri e cuochi solo per noi, e nessuno potrà azzardarsi a sfiorarci o a insultarci o a obbligarci di fare qualcosa. Saremo liberi, Angie!"
E così decidono di scappare, insieme. In uno zaino mettono lo stretto necessario -una felpa, spicci racimolati da non si sa dove e soldi veri, cartacei, che Jo ha sgraffignato dalle borsette di certe passanti snob che tanto nemmeno se ne accorgono. Ovviamente si portano dietro anche la chitarra, sarebbe inaudito lasciarla li: e decidono di farlo quella stessa notte, quando il cielo è talmente nero che nemmeno le stelle e la stessa luna riusciranno a renderli visibili e quindi a farli scoprire.
La ragazza ha paura a saltare, non é basso e non l'ha mai fatto.. 
Ma tanto Jo è a braccia tese pronto a prenderla al volo, e poi le sorride in un modo unico, i suoi denti candidi brillano alla pallida luce della luna e nel vederlo li la paura scompare in un secondo..
E così prende fiato, scavalca la finestra e si butta, cadendo proprio tra le sue braccia. 
"Ehi, come un sacco di patate!" Ridacchia lui, aiutandola a rimettersi in piedi.
"Stupido, dai, non perdiamo tempo!" E così se ne corrono via, mano per mano e in punta di piedi, silenziosi come gatti, diventando solo altre ombre confuse nella notte. 
Nessuno li vede, nessuno li sente. Nessuno infrange la loro piccola bolla felice.
E anche quando sorge l'alba, e le strade si iniziano a popolare di lavoratori, mattinieri non per scelta e quindi sbuffanti e facilmente irritabili, -ancora nostalgici del loro letto caldo e magari di un caffè che non hanno fatto in tempo a prendere per uscire puntuali-, nessuno fa caso a loro.
"Una coppietta di innamorati", penserà chi li lancia giusto un'occhiata, "che mano per mano se la ride e se ne corre via veloce, chissà per dove, senza un perché, forse giusto per sentirsi il vento soffiare in faccia. Non conoscono ancora il mondo, non sanno cosa li aspetta, e non temono niente.. "
E un vecchietto ormai in pensione, solo, che come tutte le mattine fa colazione al bar quando gli passano davanti lui è il primo a guardarli per davvero, e li rivolge persino un sorriso.
"Beata giovinezza", pensa, "beati loro che amano e che possono anche solo tenersi per mano.."
E così se ne corrono via, veloci, a muoverli fantasie e dolcissime illusioni, e la speranza di trovare finalmente il loro posto nel mondo, insieme. Tempi felici, spensierati, 
Ma poi tutto va storto: i suoi sogni in fumo, l'eroina che a poco a poco diventa necessaria, indispensabile proprio come l'aria, e poi Jose che.. 
Non riesce nemmeno a dirlo..
"Ragazzina, non fare la preziosa! Hai avuto quello che volevi, la tua dose, ora vieni qua che devi sdebitarti.." Il ghigno di quell'uomo non ha volto, non ha un colore..
Cambia ogni notte, ma è sempre lo stesso.
Ha bisogno di farsi, ma non ha soldi, e questo è l'unico modo.. Anche se la disgusta, anche se si fa schifo da sola e non riesce nemmeno più a guardarsi allo specchio.
Le labbra di Jo e il suo sorriso, la sua voce, quelli sono solo un ricordo lontano.
Ora è intrappolata in un incubo nero, terribile, e la sua disperata fonte di gioia, l'unica alla quale può e vuole aggrapparsi, è costituita dalla prossima dose..
"Avevo smesso di sognarti, Jo.. Perché, perché diavolo non mi lasci in pace?.." 
Si è svegliata piangendo, tremante, dopo tanto che non le capitava più..
"Honey, che ti succede?" Maledizione! Accanto a lei c'è quel riccio arrapante, con il quale è stata due volte la scorsa notte, che risponde al nome di Slash, e la sta guardando, pure un po' preoccupato.
"Niente.." Si asciuga in fretta le lacrime e anzi, gli sorride sorniona "Piuttosto, lo sai che sei davvero bravo? Molto meglio dell'amico tuo, tesoro.."
"Bimba, ma certo che lo so.." Ma il ghigno strafottente che gli si stampa in faccia le fa tirare un piccolo sospiro di sollievo.. bene, c'è voluto poco a distrarlo, che idiota!
"E ora voglio distrarmi anch'io, cazzo.." Pensa lei, ancora leggermente scossa, prima di darsi da fare.
Lentamente gli si avvicina, portandosi su di lui, baciandogli e mordicchiandogli il collo e strusciandoglisi addosso, scaldandosi nel sentirlo eccitarsi subito.
"Sei così sexy, bimba.." Porta una mano tra le sue cosce, esperto, sogghignando nel vederla gemere. "E dire che non concedo quasi mai un bis, figuriamoci poi tre volte di fila.."
"..Ma per me farai un eccezione, scommetto." Conclude lei per lui, poi fiondandosi sulle sue labbra per metterlo definitivamente a tacere.
L'ho rifatto con Slash, poi sono andata in bagno e mi ci sono chiusa dentro.
Sono scoppiata a piangere come un'idiota. Sto ancora singhiozzando, anche se cerco di darmi un minimo di contegno.
Jo, perché proprio stanotte? Mi manchi da morire..
Ho bisogno di fumare, faccio un respiro profondo e me ne vado in soggiorno sperando di non trovarci nessuno. E invece.. E ti pareva, lo stronzo!
"Ma guarda chi mi onora con la sua presenza.. Ti ci devi essere proprio affezionata a quel letto, ragazzina, se è la seconda volta che ci dormi.. Anzi, che ci scopi!" 
Ma Angelica non gli risponde e si limita a fuggire il suo sguardo, che strano..
E poi Izzy nota i suoi occhi gonfi ancora lucidi di pianto, stupendosene ancora di più, ma restando sui suoi passi: "Che ti succede? Ti ho offesa, bambolina, non ti va giù il fatto che da me non avrai ne eroina, ne paroline gentili, ne sesso?.." 
"Fottiti, Stradlin, davvero credi di essere così importante?" Il suo tono è duro, ma i suoi occhi ancora arrossati la tradiscono.
"E allora che diavolo c'è? Dai, Angie, non fare la preziosa.."
E poi si accorge di aver detto qualcosa di sbagliato, perché lei sbarra gli occhi e se ne corre fuori di casa, veloce, e pallida come un fantasma.
"Man? Che è successo, perché la porta.." E compare Slash, ancora in boxer, piuttosto perplesso e con due occhiaie così, ma sembra anche piuttosto soddisfatto. 
"Le avrà dato una ripassatina.." Si risponde da solo Izzy, storcendo un po' la bocca nello scoprirsi infastidito.. "Angelica" Spiega in parole spicce, alzando gli occhi con fare scocciato "Quella fighetta è uscita tutta di corsa, e ovviamente per fare un po' di scena ha dovuto sbattere la porta fregandosene di chi ancora dorme.."
"Ah, ok.." Il riccio fa uno sbadiglio da leoni, e si stiracchia per bene, prima di dirigersi caracollando verso il frigo per prendersi una birra ghiacciata.
"Potrà starti sul cazzo quanto ti pare, man, ma ti assicuro che se te la facessi anche tu, almeno una volta, fidati che.." 
"Non me la farei mai e poi mai.. Quella sta fuori!"
"Io certi problemi non me li faccio, se è una sexy e brava come lei.." Ghigna quello, prima di stapparsi la bottiglia coi denti. "E poi qui stiamo tutti fuori, cazzo.. Tranne quando ci facciamo di roba, allora si che c'è ne siamo buoni e tranquilli!
..Detto questo, io me ne torno a dormire.. Comunque pensaci a quella rossa li, che non ti farebbe mica male, una scopata del genere.." E se ne va caracollando più di prima, lasciando il moro ancora più incazzato.
"Io, che mi faccio quella fighetta li.. Mai, cazzo, manco se mi pagassero.."
..Però ci pensa, ci ripensa e non trova una spiegazione: "Ma che avrò detto di male, che sono stato quasi gentile, stavolta.. 
Sta ragazzina è ingestibile, e che cazzo!" Si lascia sfuggire poi, ad alta voce,  passandosi una mano tra i capelli prima di sbuffare esasperato.

Si è innamorata. 

Ha solo tredici anni, anzi, quattordici tra meno di una settimana, ma il suo cuore già palpita e accelera i battiti ogni volta che Jose le rivolge la parola, la sfiora o semplicemente le sorride.

Lui di anni ne ha diciassette.

È un bel ragazzo, ma un po' strano, schivo, spesso se ne sta da solo e in silenzio e nessuno sembra capirne il perché. Ma con quella ragazzina è diverso, è l'unica con cui sembra aver stretto un legame, in riformatorio. 

 

 

Lei lo vede uscire di sera -di nascosto dagli adulti, ovvio- e tornare la mattina seguente, con due occhiaie così nere che sembrano quasi finte, trucco, per poi buttarsi a letto e dormire spesso fino al tardo pomeriggio. Aspetta che si svegli, gli prepara da mangiare, poi gli si siede accanto, e finalmente possono sfogarsi. Quello è il momento più bello della giornata.

Parlano del più e del meno, idiozie alternate a discorsi seri, lei butta fuori tutto quello che le passa per la testa e Jo la ascolta sempre. 

Lui suona, improvvisa, canticchiano insieme: è piuttosto bravo, qualche volta le insegna come fare i loro pezzi preferiti, e le ne è onorata, di solito non permette a nessuno nemmeno di sfiorare la sua amatissima chitarra usata. 

È un vero piacere, stare con lui. 


Potrebbero continuare per ore, e infatti molto spesso lo fanno..

Fino a quando il sole tramonta, e il cielo si tinge di rosso: e lui esce, scavalcando dalla finestra della sua camera fino al giardino recintato che da sulla strada. È agile, non fa rumore, e nessuno se ne è mai accorto: ci manca solo quello, la direttrice lo ha etichettato come piantagrane, e per lei la minima scusa andrebbe bene per buttarlo fuori, senza pensarci due volte.

È il loro piccolo segreto: ogni volta che lo vede andare via ha un leggero soffio al cuore, ma tanto ormai si è abituata, ed è tranquilla. Quasi.

Se ne sta in camera sua, sola, a fantasticare sulla loro vita insieme. Nemmeno mangia, le passa la fame: tanto nessuno si accorge se lei scende a cena o no, nessuno si preoccupa di lei. Angie la vede come una cosa positiva, e poi manco le piace stare in mezzo a quella gente, con la quale non ha proprio niente in comune..  

Le altre ragazzine della sua età non la capiscono: "Perché stai sempre con quello?" E poi "Se ti comporti male, non ti vorrà nessuno!"

E loro fanno le brave e con gli adulti sorridono e si comportano come bamboline, le studentesse perfette. Lei no. Non ha legato con nessuno, anzi, la evitano e per lei è molto meglio così..

Non le interessa, e ha lui che vale più di mille genitori messi insieme. E questo le basta.

 


"Insieme saremo felici, insieme faremo grandi cose, e non rimpiangerai mai di essertene andata.. Gireremo per tutto il mondo e diventeremo ricchi, abiteremo a Los Angeles e avremo camerieri e cuochi solo per noi, e nessuno potrà azzardarsi a sfiorarci o a insultarci o a obbligarci di fare qualcosa. Saremo liberi.. Liberi, capito?"

"Perché proprio a Los Angeles?" Gli chiedeva sempre lei. La sapeva già la risposta, ma gli piaceva sentirlo parlare: gli si illuminavano gli occhi, ed era semplicemente bellissimo.. In che altro modo poteva descriverlo?

"Perché li c'è tutto, ci sono i gruppi musicali più famosi, e anche io li riuscirò a firmare un contratto.. Sarò il chitarrista di una band leggendaria, e tu verrai con me, e sarai la mia groupie!"

"No, non voglio fare la groupie, mica sono una puttana" Si lamentava lei, corrucciando le labbra.

"Ma ogni musicista che si rispetti ne ha una.. E poi tu sarai la mia musa, e la mia unica ragazza. Ti prenderai cura di me, e io farò altrettanto" Insisteva lui, posando la sua chitarra e lanciandole un occhiolino.

"Allora mi sta bene" Gli sorrideva lei, felice.

Poi lui la baciava sulla guancia, e veloce se ne andava. In un secondo era sceso dalla finestra ed era già corso via, ecco che già era per la strada alla fine della quale lo aspettavano i suoi amici.. Ma lei lo aspettava la mattina, lo aspettava e non si calmava finché non lo sentiva rientrare in camera, e solo quando era sicura che lui fosse tornato riusciva a dormire sogni tranquilli.

La fuori era pericoloso, o così almeno le dicevano: non ricordava nemmeno l'ultima volta che aveva attraversato quel vialetto diretta da qualche parte, qualsiasi, ne era davvero passato di tempo..



"Che hai oggi?" È il suo compleanno: nessuno si è ricordato di farle gli auguri, nessuno tranne Jose, ovviamente. Ma lo vede distratto, teso, e poi gli tremano le mani, e lei non si spiega il perché..

"Niente.."

"Non è vero, sei strano.. Più strano del solito, Jo, che ti succede?"

"Cose che non ti riguardano" le risponde brusco, stupendola e non poco. Non è da lui, si dice Angelica, mentre colta da un impulso improvviso gli si avvicina e dolcemente gli fa una carezza sulla guancia. "Puoi dirmi tutto, lo sai che io per te ci sarò sempre.."

"..Hai ragione, scusa se prima ho reagito male" Eccolo tornare a sorridere.. quanto può essere bello quando sorride? "Hai quattordici anni, non sei più una bambina.."

"No, infatti!" Si accende una sigaretta, sbuffando infastidita per poi aprirsi in un sorriso. "Avanti, dimmi che c'è!"

"Lo faccio, ok.. però tu non andartene, promettilo!" 

"Non lo farei mai, Jo.." Ed è sincera, anche se un po' spaventata: lui lo sa..


Si tira su la manica, guardandola dritta negli occhi, forse aspettandosi una reazione brusca. Le mostra il braccio, è pieno di strani lividi violacei.. 

Lei si irrigidisce, ma non si allontana. Non può. Lo ama, e ha promesso che si prenderà sempre cura di lui..

"Che cazzo ti sei fatto, Jo?"

"Tranquilla, non mi fa male.. È uno sballo assurdo, è di sicuro la cosa più bella che ci sta al mondo.. È da quasi un anno che la uso, e rimane una favola, proprio come il primo giorno!" Ecco cos'era.. E lei che, vedendolo distaccato, distratto più del solito, pensava che si fosse trovato una ragazza, che ne era gelosa e non sapeva più cosa fare. O peggio, temeva che non la volesse più nemmeno come amica..

"Voglio provare anche io, allora!" E lui impallidisce di colpo.

"..Non mi sembra il caso.. Davvero.."

"Perché? Non dovevamo condividere tutto, noi?"

"Io non credo sia..""Quindi non era vero, Jo? Era solo una cazzata, detta tanto per dire?.."

"Non fare così.. Dai, lo sai che io non ti.. Dannazione, la scelta è tua!" Sbuffa alla fine, esasperato. Lei gli sorride, tutta contenta."Però, prima bisogna comprarla, e io non ho proprio.." Prova lui, alzando le spalle e accennando un sorriso..

"Ce li ho io, i soldi!" Gli ha sfilati dal borsellino della direttrice, certo, quando nessuno la guardava; glieli porge tutta contenta.. e lui li prende, senza dire una parola.

La sua mano trema, cazzo, ne ha già bisogno, di nuovo.. 


La guarda negli occhi un'ultima volta, tanto intensamente che la fa quasi rabbrividire.

Poi si alza e se ne va giù per la finestra.

La ragazza intanto si spazzola i capelli, si trucca perfino gli occhi e le labbra e indossa la una vecchia maglia di Jo, che lui le ha regalato. Le fa da vestito, arrivandole a metà cosce, ma non importa: è la sua preferita, e se solo potesse, l'avrebbe sempre addosso!

Si stende sul letto ad aspettarlo, giocherellando con una ciocca di capelli. 


Il ragazzo torna dopo due ore, con una faccia seria, tirando fuori cose strane dalle tasche della giacca.

Una siringa, un laccio, un cucchiaio e un limone.. Ma poi eccola li, quella famigerata bustina dal contenuto biancastro. 

"È reale, sto per farlo veramente.." Realizza lei, di colpo intimidita: "Ma sono grande, ormai! Non dovrei avere paura.." Senza volerlo le trema un po' la mano, poco male, c'è sempre quella di Jo pronta a stringere la sua.

"Sei sicura?" Le chiede lui, con un sorriso storto, forse sperando che lei si tiri indietro..

"Al cento per cento!" Risponde la ragazza, recitando un sorriso.

"Guarda che ti fa male, e poi la dipendenza è una merda.."

"Non posso finirci sotto, tanto, non ho altri soldi per poterla comprare!" Ribatte lei, sbuffando, come se fosse un'ovvietà irrisolvibile.. Lui sorride, è sempre la solita. 

Si avvicina a lei finché i loro visi non sono a più di un centimetro di distanza.. e, per la prima volta, la bacia.

Un bacio veloce, a stampo, forse un gesto che significa poco o nulla, ma per lei quel bacio ha un significato enorme, eccome se ce l'ha.. Lo aspettava da anni, sperava..

Si stacca da lei dopo qualche secondo, ridacchia nel vederla leggermente arrossita in viso. Le sfiora la guancia con una mano, "Quando stai con me voglio vederti sempre sorridente, capito? Diventi ancora più bella.." 


Paura, ansia? Il suo cuore ora va a mille, certo, ma è amore quel sentimento che le sta mozzando il respiro..


"Pronta?" Lei annuisce, più convinta.

Storce la bocca quando l'ago le entra in vena ma non dice niente, dopotutto è come una puntura e non vuole che lui pensi che è una lagnosa, ancora una ragazzina..

Il ragazzo preme lo stantuffo, poi le sfila la siringa dal braccio e ripete lo stesso procedimento, stavolta sul suo.

Si stendono sul letto senza dire niente, lei abbracciata a lui, il solo rumore che spezza il silenzio venutosi a formare è il battito dei loro cuori.

Più calmo quello di lui, rilassato, leggermente più veloce e forte il suo, l'emozione che la tradisce. Traccia disegni invisibili sulle sue spalle, sul suo viso, non ha più alcuna paura di niente finché Jose continuerà a tenerla stretta tra le sue braccia..

"È la prima volta che mi abbraccia così.." Si lascia scappare un sorrisetto, finalmente è riuscita a farsi vedere sotto una luce diversa: non è più solo un'amica, una buona confidente, troppo piccola per essere altro.

Ora è cambiato tutto, lei lo sa e lui pure.. 

Non riesce più a trattenersi, e si butta: e stavolta è lei che lo bacia, lui non si ritrae e..


Prima spada, primo bacio, prima volta che fa l'amore.. Al raggiungimento dei quattordici anni di vita sente di essere diventata grande, finalmente. Non è più "troppo piccola, troppo innocente.." Ora è alla sua altezza, e potranno stare insieme..

Ed è immensamente felice, perché è tutto merito di Jose se sta così bene. "È il paradiso", si ripete sorridendo, prima di addormentarsi accoccolata a lui.

 

 

"Scappa. Corri. Vattene via finché sei in tempo, loro non ti meritano, non ti vogliono bene e non capiscono quanto sei speciale.. Vieni con me, invece. Lo sai che di me ti puoi fidare, e io ti prometto che andrà tutto per il meglio, perché tu sarai con me e io non potrei mai farti del male..

Insieme saremo felici, insieme faremo grandi cose e non rimpiangerai mai di essertene andata. Gireremo per tutto il mondo e diventeremo ricchi, abiteremo a Los Angeles e avremo camerieri e cuochi solo per noi, e nessuno potrà azzardarsi a sfiorarci o a insultarci o a obbligarci di fare qualcosa.. Saremo liberi, Angie!"

 

 

E così decidono di scappare, insieme. In uno zaino mettono lo stretto necessario -una felpa, spicci racimolati da non si sa dove e soldi veri, cartacei, che Jo ha sgraffignato dalle borsette di certe passanti snob che tanto nemmeno se ne accorgono. Ovviamente si portano dietro anche la chitarra, sarebbe inaudito lasciarla li: e decidono di farlo quella stessa notte, quando il cielo è talmente nero che nemmeno le stelle e la stessa luna riusciranno a renderli visibili e quindi a farli scoprire.

La ragazza ha paura a saltare, non é basso e non l'ha mai fatto.. 

Ma tanto Jo è a braccia tese pronto a prenderla al volo, e poi le sorride in un modo unico, i suoi denti candidi brillano alla pallida luce della luna e nel vederlo li la paura scompare in un secondo..

E così prende fiato, scavalca la finestra e si butta, cadendo proprio tra le sue braccia. 

"Ehi, come un sacco di patate!" Ridacchia lui, aiutandola a rimettersi in piedi.

"Stupido, dai, non perdiamo tempo!" E così se ne corrono via, mano per mano e in punta di piedi, silenziosi come gatti, diventando solo altre ombre confuse nella notte. 


Nessuno li vede, nessuno li sente. Nessuno infrange la loro piccola bolla felice.

E anche quando sorge l'alba, e le strade si iniziano a popolare di lavoratori, mattinieri non per scelta e quindi sbuffanti e facilmente irritabili, -ancora nostalgici del loro letto caldo e magari di un caffè che non hanno fatto in tempo a prendere per uscire puntuali-, nessuno fa caso a loro.

"Una coppietta di innamorati", penserà chi li lancia giusto un'occhiata, "che mano per mano se la ride e se ne corre via veloce, chissà per dove, senza un perché, forse giusto per sentirsi il vento soffiare in faccia. Non conoscono ancora il mondo, non sanno cosa li aspetta, e non temono niente.. "

E un vecchietto ormai in pensione, solo, che come tutte le mattine fa colazione al bar quando gli passano davanti lui è il primo a guardarli per davvero, e li rivolge persino un sorriso."Beata giovinezza", pensa, "beati loro che amano e che possono anche solo tenersi per mano.."

E così se ne corrono via, veloci, a muoverli fantasie e dolcissime illusioni, e la speranza di trovare finalmente il loro posto nel mondo, insieme. Tempi felici, spensierati, i giorni più belli della sua vita..


Ma poi tutto va storto: i suoi sogni in fumo, l'eroina che a poco a poco diventa necessaria, indispensabile proprio come l'aria, e poi Jose che.. 

Non riesce nemmeno a dirlo..


 


"Ragazzina, non fare la preziosa! Hai avuto quello che volevi, la tua dose, ora vieni qua che devi sdebitarti.." Il ghigno di quell'uomo non ha volto, non ha un colore..

Cambia ogni notte, ma è sempre lo stesso.

Ha bisogno di farsi, ma non ha soldi, e questo è l'unico modo.. Anche se la disgusta, anche se si fa schifo da sola e non riesce nemmeno più a guardarsi allo specchio.

Le labbra di Jo e il suo sorriso, la sua voce, quelli sono solo un ricordo lontano.

Ora è intrappolata in un incubo nero, terribile, e la sua disperata fonte di gioia, l'unica alla quale può e vuole aggrapparsi, è costituita dalla prossima dose..

 



"Avevo smesso di sognarti, Jo.. Perché, perché diavolo non mi lasci in pace?.." 

 Si è svegliata piangendo, tremante, dopo tanto che non le capitava più..


"Honey.. che ti succede?" Maledizione!

Accanto a lei c'è quel riccio arrapante, con il quale è stata due volte la scorsa notte, che risponde al nome di Slash, e la sta guardando, pure un po' preoccupato.

"Niente.." Si asciuga in fretta le lacrime e anzi, gli sorride sorniona "Piuttosto, lo sai che sei davvero bravo? Molto meglio dell'amico tuo, tesoro.."

"Bimba, ma certo che lo so.." Ma il ghigno strafottente che gli si stampa in faccia le fa tirare un piccolo sospiro di sollievo.. bene, c'è voluto poco a distrarlo, che idiota!

"E ora voglio distrarmi anch'io, cazzo.." Pensa lei, ancora leggermente scossa, prima di darsi da fare.

Lentamente gli si avvicina, portandosi su di lui, baciandogli e mordicchiandogli il collo e strusciandoglisi addosso, scaldandosi nel sentirlo eccitarsi subito.

"Sei così sexy, bimba.." Porta una mano tra le sue cosce, esperto, sogghignando nel vederla gemere. "E dire che non concedo quasi mai un bis, figuriamoci poi tre volte di fila.."

"..Ma per me farai un eccezione, scommetto." Conclude lei per lui, poi fiondandosi sulle sue labbra per metterlo definitivamente a tacere.



L'ho rifatto con Slash, poi sono andata in bagno e mi ci sono chiusa dentro.

Sono scoppiata a piangere come un'idiota. Sto ancora singhiozzando, anche se cerco di darmi un minimo di contegno.

Jo, perché proprio stanotte? Mi manchi da morire..

Ho bisogno di fumare, faccio un respiro profondo e me ne vado in soggiorno sperando di non trovarci nessuno. E invece.. E ti pareva, lo stronzo!



"Ma guarda chi mi onora con la sua presenza.. Ti ci devi essere proprio affezionata a quel letto, ragazzina, se è la seconda volta che ci dormi.. Anzi, che ci scopi!" 

Ma Angelica non gli risponde e si limita a fuggire il suo sguardo, che strano..

E poi Izzy nota i suoi occhi gonfi ancora lucidi di pianto, stupendosene ancora di più, ma restando sui suoi passi: "Che hai? Ti ho offesa, bambolina, non ti va giù il fatto che da me non avrai ne eroina, ne paroline gentili, ne sesso?.." 

"Fottiti, Stradlin, davvero credi di essere così importante?" Il suo tono è duro, ma i suoi occhi ancora arrossati la tradiscono.

"E allora che diavolo c'è? Dai, Angie, non fare la preziosa.."

E poi si accorge di aver detto qualcosa di sbagliato, perché lei sbarra gli occhi e se ne corre fuori di casa, veloce, e pallida come un fantasma.



"Man? Che è successo, perché la porta.." E compare Slash, ancora in boxer, piuttosto perplesso e con due occhiaie così, ma sembra anche piuttosto soddisfatto. 

"Le avrà dato una ripassatina.." Si risponde da solo Izzy, storcendo un po' la bocca nello scoprirsi infastidito.. "Angelica" Spiega in parole spicce, alzando gli occhi con fare scocciato "Quella fighetta è uscita tutta di corsa, e ovviamente per fare un po' di scena ha dovuto sbattere la porta fregandosene di chi ancora dorme.."

"Ah, ok.." Il riccio fa uno sbadiglio da leoni, e si stiracchia per bene, prima di dirigersi caracollando verso il frigo per prendersi una birra ghiacciata. "Potrà starti sul cazzo quanto ti pare, man, ma ti assicuro che se te la facessi anche tu, almeno una volta, fidati che.." 

"Non me la farei mai e poi mai.. Sta fuori, è una schizzata!"

"Io certi problemi non me li faccio, se è una sexy e brava come lei.." Ghigna quello, prima di stapparsi la bottiglia coi denti. "E poi qui stiamo tutti fuori, cazzo.. Tranne quando ci facciamo di roba, allora si che c'è ne siamo buoni e tranquilli!..

Detto questo, io me ne torno a dormire.. Comunque pensaci a quella rossa li, che non ti farebbe mica male, una scopata del genere.." E se ne va caracollando più di prima, lasciando il moro ancora più incazzato.

"Io, che mi faccio quella li.. Mai, cazzo, manco se mi pagassero.."


..Però ci pensa, ci ripensa e non trova una spiegazione: "Ma che avrò detto di male, che sono stato quasi gentile, stavolta.. 

Sta ragazzina è ingestibile, e che cazzo!" Si lascia sfuggire poi, ad alta voce, passandosi una mano tra i capelli prima di sbuffare esasperato.

 

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Capitolo 4
*** 4. ***


 

Cinque ragazzi sbronzi sono stravaccati in quello che -con giusto un po' di buona volontà- potrebbe essere definito un piccolo, ma sufficientemente confortevole soggiorno.
A renderlo tale, due divani mezzi sfondati, una poltrona scolorita, un tavolino usato più che altro come poggiapiedi e una lampada che ha vissuto sicuramente tempi migliori. In più bottiglie, tante, cocci su cocci ammassati un po' dappertutto, e guai a te se non ci stai attento, e commetti il grave errore di camminare scalzo..
Il pavimento è stato promosso al grado di posacenere, come pure l'angusto tappeto che i cinque hanno sotto ai piedi, talmente stinto e pieno di cicche e chiazze di vino che nessuno sa con certezza quale sia stato il suo colore originale.
Sulle pareti, non più bianche da un pezzo, tracce d'arte -se così si può chiamare- realizzate proprio da questi ragazzi durante un qualche trip particolarmente selvaggio: ed ecco colori, disegni più o meno insensati, intricati, improbabili. Che non sono stati fatti da menti sane, ecco, quello è sicuro!
Spennellate variopinte, perfino manate, scritte blasfeme e volgari come cornici di un piccolo crocifisso in legno, appeso all'incontrario.
Un poster di considerevoli dimensioni, raffigurante una pin-up assai disinibita, sovrasta la suddetta croce: era di Steven, che lo ha orgogliosamente portato con se quando si sono trasferiti qui, e nessuno si è mai lamentato di avercelo appeso così in bella vista, anzi.. Perciò è rimasto li, una gioia per gli occhi di tutti.
Nessuno ha mangiato, anche se hanno indubbiamente una fame da lupi: e questo per due motivi, sia perché il frigo è mezzo vuoto, sia perché il dover cucinare sarebbe stato davvero troppo faticoso, per loro.
Ieri notte si sono sfondati di coca, alcol e pasticche; e oltre ad Angelica e Slash, anche Steven ed Izzy non hanno disdegnato di farsi una pera. Anzi, forse pure due..
Lo stomaco di Steven produce certi lamenti, che sembra stia implorando pietà; comprensibile, del resto: dopo tutto quello che si è fumato riuscirebbe a divorarsi in pochi bocconi un chilo di pasta, e anche piuttosto volentieri!
La casa è un porcile, come al solito. E dire che Duff sperava proprio di aver trovato la sua cuoca personale in Angelica, quell'avvenente bambolina che i cinque stanno gentilmente "ospitando" e che invece al momento è data per dispersa. 
-Secondo Izzy porterà solo casini, quella li.. Come se li mancassero, se ne avessero bisogno, che già lui da solo ce ne ha fin troppi, insiste poi, scocciato, ogni volta che esce il discorso..-
Alla lei toccherebbe cucinare, fare la spesa, tenere pulita la casa.. Almeno questo pensano loro, da bravi maschilisti quali sono, mentre si contendono disperati una fetta di pizza superstite, rinvenuta ancora nel suo cartone, sotto al tavolino, che ora come ora potrebbe avere le gambe. 
Il ragazzo riccio sbuffa, non sono ancora le quattro di pomeriggio e lui non sa davvero cosa fare, come impiegare il suo tempo. I pub sono ancora chiusi, la birra sta finendo, e di aprire l'ultima bottiglia di Jack, cazzo, nemmeno se ne parla.. Certo, potrebbe farlo di nascosto, ma sa benissimo che rischierebbe di essere linciato dagli altri quattro schizzati con cui vive, e di crepare ora non ne ha per niente voglia, tutto qui.. Prima deve almeno riuscire a farsi quella cameriera fighetta del bar, ecco, e dopo che ci sarà riuscito -perché tanto ci riuscirà, ne è strasicuro-, il resto si vedrà!
Si respira un'aria di attesa ed incertezza, brutta cosa, unite ad un retrogusto di erba e Marlboro che i cinque non hanno proprio potuto fare a meno di fumare.
Ogni giorno si consumano le grammate, canne che si fanno insieme più un pit a testa la mattina, e uno la sera, che -uniti alle altre sostanze non reperibili in farmacia delle quali i ragazzi fanno allegramente uso-, portano ad un numero esorbitante di soldi, debiti, conti da pagare con gente poco raccomandabile, affari loschi..
Ma per sono solo "faccende quotidiane", e poi sono necessarie, se vogliono continuare ad avere questo stile di vita. Rischioso, certo, indubbiamente stupido e idiota, spesso deplorevole.. ma fottutamente divertente, quello è sicuro!
Axl fa un ultimo tiro, e poi da il blunt al biondo stangone vicino a lui, sbuffando scocciato. 
Se ne stanno li a non fare un cazzo, come al solito, e quella bambola chissà dov'è, magari dovrebbero cercarla, magari si è messa nei cas..
"Fammi fumare, infame! Te lo stai stuccando tutto te.." Duff lancia un sorrisetto storto all'altro biondino che gli ha rivolto la parola, stravaccato accanto a lui, che lo guarda minaccioso.
"Ma si, fuma, che così ti bruci pure l'ultimo neurone che ti è rimasto, e magari la smetti di rompere il cazzo e te ne stai buono e bravo e zitto per il resto della tua cazzo di vita", pensa lui.. 
"Ma certo, hai ragione man, scusa" E dopo un'ultima, lunga tirata finalmente glielo passa, sorridendogli gentile.
Nessuno di loro, infatti, proprio nessuno ha la minima voglia di trovare una soluzione al problema che si sono pigramente posti, si, tra una bottiglia e un'altra: la scomparsa della loro nuova coinquilina, quella bellissima ragazza che di nome fa Angelica, e che dopo essersene uscita di tutta fretta e senza dire una parola quasi cinque ore prima, non è ancora tornata.
Il particolare più interessante dell'intera faccenda, l'unico probabilmente degno di una certa attenzione, è che l'unico seriamente preoccupato -anche se cerca di non darlo a vedere- è proprio il ragazzo con il quale la rossa ha incontrato più difficoltà nel rapportarsi, quello che l'ha trattata peggio tra tutti. Si, proprio lui..
E, considerando gli altri candidati, dire che da parte sua ce ne ha messo di impegno nella rigorosa "arte del fare lo stronzo", per superare un depravato come Slash, o uno maniacale come è Axl, è dir poco, davvero! 
Sta diluviando, come se non bastasse: la pioggia scosciante che batte sui vetri e qualche maledetto tuono qua e la, assordante, che fanno prendere certi colpi a Steven, e gli fanno fare certi salti, mentre gli altri se la ridono tranquillamente: uno messo peggio dell'altro, 
Stradlin è seduto a gambe incrociate sul bordo del divano, fuma nervosamente una sigaretta mentre strimpella distratto la sua adorata chitarra, guarda fuori, si lascia sfuggire un' imprecazione dopo l'altra; per il resto, parla poco o niente. 
Accanto a lui Axl, che fa lo spaccone, raccontando tutto soddisfatto di una che si è rimorchiato, anche se nessuno sta veramente ascoltando; Duff che guarda storto la birra vuota che ha ancora in mano, chiedendosi il perché l'alcol duri così poco, gli altri due presi a combattere per guadagnarsi l'ultima sigaretta del pacchetto, capirai..
Steven ha più muscoli sulle braccia, del resto suona la batteria, ma Slash è più alto, e forse anche un po' meno sbronzo: ed è lui a vincere, alla fine, dopo aver immobilizzato il biondino bloccandogli le braccia dietro la schiena, è lui ad accendersi quella fatidica sigaretta, ghignando tutto soddisfatto, e portandosi col viso davanti a quello del perdente per potergli mandare un po' di fumo negli occhi.
Passa un altra ora. Due, poi tre e fuori inizia quasi a fare buio..
Izzy sbuffa esasperato, come se non riuscisse più a trattenersi "Che cazzo, se quella ragazzina non torna entro cinque minuti, io giuro che.."
"Che vuoi fare, man? Esci a cercarla? Ti prenderesti il raffreddore, la tosse, per lei, poi! Certo, sempre ammettendo che riesci a trovarla.." Lo schernisce Slash, altamente divertito.
"E poi che fai, la riporti qua e le fai il cazziatone perché non ti ha detto dove andava? Mica sei sua madre, cazzo!" Gli da man forte Steven, prima di scolarsi il fondo della bottiglia che ha tra le mani.
Axl si finge sorpreso, non dice niente ma la verità è che il rosso ha capito, del resto Jeff lo conosce come le sue tasche. Anzi, meglio. Apparte che nemmeno ce le ha, quelle..
"Perché ti preoccupi tanto?" Sbiascica un estremamente sbronzo bassista, altamente confuso. "Sembrava che manco la potessi vedere, a quella.."
"E infatti è così!" Sbotta lui in risposta, sentendosi stranamente punto sul vivo. "È che non vorrei ritrovarmela sulla coscienza, tutto qui!"
Ecco, e proprio in quel momento.. Suonano alla porta.
Steven se la ridacchia, battendo una mano sulla spalla del moro "Oh-oh, e chi sarà mai? Man, forse è proprio la dolce Angelica, colei che fingi di odiare ma in gran segreto ti vorresti scop.. Ahia, cazzo, mi hai fatto male!" Piagnucola poi, aprendosi in una smorfia di dolore quando l'altro gli tira uno scappellotto dritto in testa, con cattiveria.
A.
"Non combinare cazzate, non stavolta.. Stringi i denti, e fai buon viso a cattivo gioco, finché non fai un po' di soldi devi restare qui -a meno che tu non preferisca dormire per strada-, cosa ti costa sopportarlo? Questo è niente, in confronto a quello che hai passato.." 
Penso questo, e faccio un bel respiro, prima di premere il pulsante del campanello. 
"Hai visto, Jeff? Parli del diavolo.." Mi indica Axl, aprendomi la porta e poi aprendosi lui stesso in un gran sorriso.
"Dove te ne sei andata, bimba? Il signorino qui" -Slash fa un cenno verso Izzy, sogghignando- "stava addirittura per uscire a cercarti.. Non l'avresti mai detto, vero?" Conclude poi, tutto soddisfatto per averlo fatto irritare.
No, non l'avrei mai detto no.. Ma quello è tutto scemo, che si crede? 
Che sono sotto la sua protezione, o che non posso fare niente senza il suo permesso? Dico io..
"Mm, molto interessante.. Ho una notiziona da darvi, comunque: ho trovato un lavoro, cazzo!" Esclamo felice, aprendomi in un sorriso e sollevando un pugno in segno di vittoria.
Ehh già, ho un lavoro. Un fottutissimo stipendio da cameriera, a dire la verità guadagno una miseria ma sempre meglio di niente, ho pensato.
Con la prostituzione, in un giorno guadagnavo il doppio, il triplo, di quello che mi pagano per un turno li.. ma sulla strada non ci torno. Manco morta!
Quel periodo della mia vita -anche se so che non riuscirò mai a dimenticarlo, o a fingere che non ci sia mai stato-, è lontano chilometri, ormai..
Ma Axl interrompe i miei pensieri, rivolgendosi direttamente a me ancora esultante: "Bimba, congratulazioni, ne siamo molto felici.. Ma due cose hanno la precedenza, ora: prima cosa, asciugati, o ti prendi l'influenza" -oh, giusto, me ne stavo quasi dimenticando, presa dall'euforia del momento.. Sono completamente zuppa, maledetto temporale!- "Seconda cosa.. Non credi sia giusto che ci parli di te, almeno un po'? Del resto ora vivi con noi, e di te non sappiamo niente.."
"Giusto, magari sei una spia russa e non lo sappiamo!" Se ne esce Duff, spalancando gli occhi, completamente perso nelle sue fantasie alcoliche.
"Credi che se fosse una spia ce lo direbbe?" Gli chiede Steven, estremamente divertito.
"Cazzo, hai ragione.. A meno che non la ipnotizziamo!" Si illumina quello, poi guardandomi con un'espressione leggermente sadica..
Che, però, non mi incute affatto paura, ma anzi mi fa morire dalle risate!
"Ok, io vi dirò quello che volete sapere, però sedetevi, che mi mettete ansia.. 
In cambio, potrei avere una coperta e una sigaretta?"
"Sono cresciuta in un riformatorio, una vera merda, poi sono scappata da li a quattordici anni, con un ragazzo. Lui.. Lui si chiamava Jose, mi ha detto tante belle stronzate ed io ero piccola, stupida, troppo innamorata per capire.. E poi, lui mi ha tradita.  
Ha tradito la mia fiducia, cazzo, mi aveva detto che non mi avrebbe mai lasciata, che sarebbe andato tutto bene.. E invece ha fatto solo casini, si sballava, peggiorando ogni giorno di più e si è indebitato, si è cacciato in guai sempre più grossi, e alla fine c'è rimasto secco, l'hanno fatto fuori! 
E io sono rimasta da sola a quindici anni e mezzo, e ho dovuto arrangiarmi e sono finita sulla strada.. e avevo bisogno di farmi perché la realtà mi faceva troppo schifo, era l'unico modo per tirare avanti, o scoppiavo, e dentro di me speravo ogni notte che quella dose mi avrebbe ucciso, cazzo, perché non volevo svegliarmi la mattina accanto a un uomo che non conoscevo e sentire il bisogno di scappare da li, ancora con i vestiti in mano, come.. Come una qualsiasi puttana, e mi odiavo e volevo farla finita, ma non ci riuscivo.." 
Faccio un respiro profondo, per me non è facile parlare di queste cose, forse perché non le ho ancora superate.
"Non potevo, lui mi aveva fatto giurare di non mollare mai, e di non buttarmi giù, e io lo amavo troppo, cazzo.. Ed era tutto uguale, ogni giorno, ogni notte, ogni scopata e ogni spada che ricevevo come ricompensa.." 
Mi interrompo un attimo, e mi accorgo di star piangendo. Dannazione! 
"Cazzo.. Cazzo, dolcezza, se solo lo avessimo saputo.." Inizia Steven, che sembra seriamente dispiaciuto per la mia storia, interrompendomi. Meno male, non ce la faccio proprio a continuare, non ora almeno.
"Cosa, non ci avreste provato con me? Ero consenziente, dai.." Alzo le spalle, fingendo un sorrisetto. "Ora che ho soddisfatto la vostra curiosità corro a farmi una doccia, se non vi dispiace.."
E me ne vado, lasciandoli li. È che non riesco proprio sopportare il loro sguardo di pietà, pietà nei miei confronti.. 
Meglio rabbia, odio, quelli si; ma far pena alla gente, ecco, è una cosa che odio. Per quello non parlo mai di me.. Non voglio che mi guardino con quelli occhi, che mi compatiscano..
"Ehi, scusa, posso un attimo?" 
Mi bussa qualcuno alla porta del bagno, chiusa a chiave, io intanto completamente nuda e zuppa appena uscita dalla doccia. -Dalla voce riconosco che è Stradlin: ma dai, cazzo, nemmeno al cesso posso avere un po' di pace?-
"Aspetta" mi avvolgo in un asciugamano in tutta fretta, e gli apro, rivolgendogli un' occhiataccia.
"Ah.. Cazzo, potevi dirmi di aspettare!.. Senti, appena hai finito di asciugarti vieni in camera mia, ok? Gli altri sono usciti." 
"Come ti pare.." E richiudo la porta, ritrovandomi piuttosto perplessa.. 
Per asciugarmi ci metto due minuti, tanti sono i pensieri che mi affollano la mente: e cosa diavolo vorrà Stradlin da me, è tra questi, e occupa pure una bella posizione.
"Allora, che c'è?" Gli chiede lei, alzando un sopracciglio. 
È scalza, con addosso solo un paio di shorts e una canottiera striminzita, i capelli ancora umidi e profumati che le ricadono sulle spalle. Izzy non può fare a meno di rivolgerle un occhiata di sottecchi, per poi invitarla ad accomodarsi in camera sua. Lui è sdraiato sul suo letto con la chitarra in grembo, una sigaretta tra le labbra; lei invece rimane in piedi, un po' a disagio, indecisa sul da farsi.
"Vorrei qualcosa da te, e sono disposto ad offrirti qualcosa in cambio, così è più equo.. L'ero non ce l'ho, te lo dico subito" Angelica stringe i denti, impaziente. "Ma se vuoi ho un po' di Jack, e qualche canna.. Meglio di niente, non trovi?"
".. Va bene, ci sto.." Accetta lei, un po' rassegnata. È che quel "qualcosa" che lui vuole da lei le sembra così dannatamente familiare, e squallido, e dire che pensava che lui..
"Chiudi la porta." E la rossa lo fa, seppur un po' restia.
"Ehi, che è quella faccia?.. Cazzo, ragazza, non pensar male!" La rassicura il moro, decifrando il suo sguardo e rivolgendole un sorriso.
"Io penso sempre male.. Guarda come mi trattano i tuoi amichetti, o il resto della popolazione maschile, come potrei non farlo?"
"E invece con me puoi stare tranquilla.. Non ti metterei mai le mani addosso, hai capito?" Ribatte lui deciso, guardandola fissa negli occhi. "..Ecco, parlando di cose serie, ho una cosa da chiederti.. Vorrei sentire come continua il tuo racconto, se non ti dispiace." Il ragazzo si prende una sigaretta, gliene offre una, e poi con il suo zippo accende quelle di tutti e due.
"Devo proprio?" Gli chiede lei, sorridendo amara.
"No, non devi.. Non sei obbligata. Ma credo che per te sarebbe una liberazione, parlarne, e per me un'onore se tu me ne parlassi" le sorride enigmatico, e lei dopo un attimo di esitazione accetta. Si porta la sigaretta alle labbra, fa un lungo, profondo respiro. E poi ricomincia. -Ed è vero, Izzy aveva ragione: è una vera liberazione, è come levarsi un peso..-
"Avevo sedici anni. Il ragazzo che amavo era morto, ucciso dagli uomini di uno dei pezzi grossi dello spaccio di coca e roba su tutto il territorio americano. Era sulla trentina, alto, piacente, incredibilmente benvoluto e rispettato da tutti, oltre che temuto. Lo chiamavano capo, boss, addirittura benefattore.. Per me, era solo un fottutissimo criminale.
Aveva un'ossessione per il lusso più sfrenato, per ogni tipo di droga, per l'alcol e per le belle donne.. E qui subentro io, Stradlin." Gli sorride amaramente, lui ha già capito, ma non la interrompe "Proprio lui, lo stesso che aveva ordinato di far fuori il mio Jo, decise che gli piacevo troppo ed ero troppo invitante, e che da quel momento ero sua. Il suo bottino di guerra.   
Una ragazza giovane, attraente, da sfoggiare con i suoi soci come un fottuto oggetto, da scoparsi quando pareva a lui.. 
Non ero altro. 
Un corpo vuoto. 
Io mi annebbiavo la mente con bottiglie pregiate di scotch, pasticche, e qualunque cosa desiderassi, lui me la faceva trovare..
Chili e chili di coca stipati pigramente dentro un armadio, soldi, eroina a fiumi: non quella merda che sta girando ora, tagliata così male che dentro ci trovi qualsiasi schifezza chimica, e i più ci crepano e i giornali riportano i loro decessi sempre con la solita solfa, "overdose", un altra giovane vita stroncata dalla droga e altre stronzate moraliste alle quali tanto non crede nessuno, no..
Parlo di quella buona, straordinariamente pura, che viene dritta dalla Tailandia e che mi ha dato i migliori trip della mia vita, che, insomma, mi faceva rivedere Jo.." Si interrompe un attimo, sospirante, prendendo una lunga sorsata dalla bottiglia di Jack che il moro ha tra le mani, mentre quello un po' turbato decide di accendersi una canna.. ecco, giusto per rilassarsi un po'.
"Io non piangevo. Non ho mai versato una lacrima per lui. Non da dopo quella notte in cui l'ho perso, in cui il mio cuore si è come raggelato.. 
E poi alla fine sono scappata anche da li, una notte che non ce la facevo più; sono stata abbastanza brava da far perdere le mie tracce, anche se mi hanno cercata tanto, lui e i suoi tirapiedi.. Sono finita sulla strada, poi in un bordello, che era meno peggio ma nemmeno di tanto; e tutto questo a diciassette anni..
Ho dato una svolta alla mia vita non appena sono diventata maggiorenne, andandomene da li e iniziando a viaggiare per tutta l'America con i pochi soldi che avevo messo da parte. Elemosinavo soldi e passaggi, tetti sotto i quali dormire, cibo e alcol, sigarette, e quando non ce la facevo più, roba. In cambio offrivo il mio corpo, e me ne vergognavo, cazzo!
Ormai dipendevo dall'eroina, ne ero più che consapevole: ma era l'unica cosa bella che mi fosse rimasta, e ne avevo bisogno..
E ora sono qui, con cinque musicisti arrapati che da me vogliono una e una cosa soltanto, raccontando a quello che proprio non mi sopporta della mia squallidissima vita, e per di più sono agli inizi di una crisi d'astinenza.. Però la situazione è decisamente migliorata, rispetto a prima" Conclude lei, rivolgendogli un sorrisetto amaro e un occhiolino.
Anche stavolta si accorge solo dopo di una fastidiosa lacrima che le fa capolino dall'angolo dell'occhio, e non può fare niente per nasconderla a quegli occhi, neri come pozzi, del ragazzo che ha davanti.
Sono belli, quegli occhi. Ci sta pensando da un po', da quando ha messo piede in quella stanza e ce li ha avuti puntati addosso..
Le piace che la guardano intensi, ma il viso, non il corpo come di solito le capita.
E lui la ascolta e la guarda attento, ma non sembra schernirla ne pensare che sia un'idiota, ne tanto meno compatirla. 
È bello, per una volta. Davvero.
"Io non ti giudico.." sembra averle letto nel pensiero, quello Stradlin li! "Voglio dire, guarda come sono finito! Digiuno troppo spesso, per giorni, perché non ho un soldo, ma senza la roba impazzisco.. Vivo con quattro schizzati in un magazzino e sono ubriaco e fatto per la maggior parte della giornata, non ho una relazione stabile da.. Mai, cazzo, e l'unica cosa a cui tengo veramente è la mia fottutissima chitarra.. Dimmi te, cosa diavolo devo fare?!"
"Almeno non ti prostituisci, dai" ridacchia lei, anche se ci sarebbe ben poco da ridere, facendolo sogghignare a sua volta.
"No, io no.. Su questo argomento ci torneremo, però, che avrei da dirti qualche cosina.." 
Fumano un po', si finiscono la bottiglia, poi ne aprono un'altra. Il tempo passa, ma quei due non sembrano farci caso: seduti uno accanto all'altra sul letto, senza accorgersene si sono avvicinati quasi fino a sfiorarsi, da che erano lei in piedi e lui steso sul letto.
"Sai, ho smesso di prostituirmi ma a volte mi sento ancora come una dannatissima puttanella.." Sbuffa lei, piuttosto brilla, girandosi verso di lui fino a ritrovarsi a mezzo centimetro dal suo viso.
"Perché dici questo?"
"È così, Stradlin.. Anche tu hai pagato per il mio tempo, hai pagato con quello che avevi: come hanno fatto i tuoi amichetti, del resto.. 
Ma tu non mi hai nemmeno sfiorata, Izzy, e quello che mi chiedo è perché? Non ti piaccio, forse?.. Oppure" La coglie un pensiero improvviso, quasi una rivelazione, "Ma non è che sei fro.."
"Eh?" Lui la interrompe, sbarra gli occhi, la guarda sconvolto.
"Guarda che non c'è nulla di male.. Avevo un amico, cioè, in realtà lavoravamo insieme, se capisci che intendo.. si chiamava Bill, bellissima persona: e andava coi maschi, avresti dovuto vedere quanto rimorchiava, quanti soldi faceva in una sola n.."
"No, cazzo, no! Solo perché ti mostro un minimo di rispetto, non vuol dire che non.."
"Che non cosa?" 
"Che.. Insomma, che non mi dispiacerebbe portarti a letto.. Ma, cazzo, non ci proverò nemmeno" Si blocca subito lui, scuotendo la testa e rivolgendole un sorrisetto. "Vedi, se non fossi stato così sbronzo, non mi sarei lasciato sfuggire niente.. Maledetto alcol!"
"Non devi scusarti, sei.. Gentile, credo?" 
"Scherzi? Ti ho trattata male, prima, e mi volevo far perdonare.. Sei molto di più di come appari, Angelica, e già come appari non è che sia poco, anzi.. 
Pensavo fossi diversa, ti ho giudicato a primo impatto, e mi dispiace. Davvero."
"Io, beh.. Ok, Stradlin, ti perdono.. Ma ricordati che mi stai sempre sul cazzo, capito?" Gli sorride, ed è dannatamente sincera, stavolta.
"Ma certo, bimba, anche per me è lo stesso" Ghigna lui, soddisfatto.
Sembra andare tutto bene, finalmente.. Ma ecco che mano di Angelica ha uno spasmo quasi impercettibile, incontrollato, per un occhio non ben allenato come quello di Izzy.
Fingono indifferenza, ma la verità è che tutti e due sanno di cosa sia sintomo. Lui si che ne ha viste, di crisi d'astinenza.. 
Le ha sperimentate anche su se stesso. Fin troppe volte, prima che iniziasse a venderla lui stesso, la roba..
J.
Maledizione. Lo sapevo, che sarebbe successo prima o poi.. "Su, piccola peste, ora è meglio se ti riposi un po'.."
Ho mentito. Ma per il suo bene, non per egoismo.
L'ero ce l'ho, sempre, dopotutto la spaccio. Ma preferisco vederla star male uno o due giorni in crisi d'astinenza, che rovinarsi tutta la vita se cedo e faccio il debole. Lo faccio per lei.
La mia vita è già rovinata.. Ma lei si può ancora salvare, lo so. Deve.
A.
Ho imparato a non prendere ordini da nessuno.. 
Ma proprio oggi, quando il dannatissimo Stradlin mi ha sussurrato semplicemente "Su, piccola peste, ora è meglio se ti riposi un po'.. Cazzo, vattene pure nel mio letto: ci dormo io sul divano", io mi sono subito alzata, e con un sorriso sincero sulle labbra sono filata dritta in camera sua, ubbidiente come una bambina.
Meglio che dormo. Se ci riesco, almeno. Se l'astinenza non mi fa dare di matto.. 
Jo, perché mi fai questo?

Cinque ragazzi sbronzi sono stravaccati in quello che -con giusto un po' di buona volontà- potrebbe essere definito un piccolo, ma sufficientemente confortevole soggiorno.

 A renderlo tale, due divani mezzi sfondati, una poltrona scolorita, un tavolino usato più che altro come poggiapiedi e una lampada che ha vissuto sicuramente tempi migliori. In più bottiglie, tante, cocci su cocci ammassati un po' dappertutto, e guai a te se non ci stai attento, e commetti il grave errore di camminare scalzo..

 

Il pavimento è stato promosso al grado di posacenere, come pure l'angusto tappeto che i cinque hanno sotto ai piedi, talmente stinto e pieno di cicche e chiazze di vino che nessuno sa con certezza quale sia stato il suo colore originale.

Sulle pareti, non più bianche da un pezzo, tracce d'arte -se così si può chiamare- realizzate proprio da questi ragazzi durante un qualche trip particolarmente selvaggio: ed ecco colori, disegni più o meno insensati, intricati, improbabili. Che non sono stati fatti da menti sane, ecco, quello è sicuro!

Spennellate variopinte, perfino manate, scritte blasfeme e volgari come cornici di un piccolo crocifisso in legno, appeso all'incontrario.

Un poster di considerevoli dimensioni, raffigurante una pin-up assai disinibita, sovrasta la suddetta croce: era di Steven, che lo ha orgogliosamente portato con se quando si sono trasferiti qui, e nessuno si è mai lamentato di avercelo appeso così in bella vista, anzi.. Perciò è rimasto li, una gioia per gli occhi di tutti.



Nessuno ha mangiato, anche se hanno indubbiamente una fame da lupi: e questo per due motivi, sia perché il frigo è mezzo vuoto, sia perché il dover cucinare sarebbe stato davvero troppo faticoso, per loro.

Ieri notte si sono sfondati di coca, alcol e pasticche; e oltre ad Angelica e Slash, anche Steven ed Izzy non hanno disdegnato di farsi una pera. Anzi, forse pure due..

Lo stomaco di Steven produce certi lamenti, che sembra stia implorando pietà; comprensibile, del resto: dopo tutto quello che si è fumato riuscirebbe a divorarsi in pochi bocconi un chilo di pasta, e anche piuttosto volentieri!


La casa è un porcile, come al solito. E dire che Duff sperava proprio di aver trovato la sua cuoca personale in Angelica, quell'avvenente bambolina che i cinque stanno gentilmente "ospitando", e che invece al momento è data per dispersa. -Secondo Izzy porterà solo casini, quella li.. Come se li mancassero, se ne avessero bisogno, che già lui da solo ce ne ha fin troppi, insiste poi, scocciato, ogni volta che esce il discorso..-

Alla lei toccherebbe cucinare, fare la spesa, tenere pulita la casa.. Almeno questo pensano loro, da bravi maschilisti quali sono, mentre si contendono disperati una fetta di pizza superstite, rinvenuta ancora nel suo cartone, sotto al tavolino, che ora come ora potrebbe avere le gambe. 

 


Il ragazzo riccio sbuffa, non sono ancora le quattro di pomeriggio e lui non sa davvero cosa fare, come impiegare il suo tempo. I pub sono ancora chiusi, la birra sta finendo, e di aprire l'ultima bottiglia di Jack, cazzo, nemmeno se ne parla.. Certo, potrebbe farlo di nascosto, ma sa benissimo che rischierebbe di essere linciato dagli altri quattro schizzati con cui vive, e di crepare ora non ne ha per niente voglia, tutto qui.. Prima deve almeno riuscire a farsi quella cameriera fighetta del bar, ecco, e dopo che ci sarà riuscito -perché tanto ci riuscirà, ne è strasicuro-, il resto si vedrà!

Si respira un'aria di attesa ed incertezza, brutta cosa, unite ad un retrogusto di erba e Marlboro che i cinque non hanno proprio potuto fare a meno di fumare.

Ogni giorno si consumano le grammate, canne che si fanno insieme più un pit a testa la mattina, e uno la sera, che -uniti alle altre sostanze non reperibili in farmacia delle quali i ragazzi fanno allegramente uso-, portano ad un numero esorbitante di soldi, debiti, conti da pagare con gente poco raccomandabile, affari loschi..

Ma per sono solo faccende quotidiane, e poi sono necessarie, se vogliono continuare ad avere questo stile di vita. Rischioso, certo, indubbiamente stupido e idiota, spesso deplorevole.. ma fottutamente divertente, quello è sicuro!

 


Axl fa un ultimo tiro, e poi da il blunt al biondo stangone vicino a lui, sbuffando scocciato. 

Se ne stanno li a non fare un cazzo, come al solito, e quella bambola chissà dov'è, magari dovrebbero cercarla, magari si è messa nei cas..

"Fammi fumare, infame! Te lo stai stuccando tutto te.." Duff lancia un sorrisetto storto all'altro biondino che gli ha rivolto la parola, stravaccato accanto a lui, che lo guarda minaccioso.

"Ma si, fuma, che così ti bruci pure l'ultimo neurone che ti è rimasto, e magari la smetti di rompere il cazzo e te ne stai buono e bravo e zitto per il resto della tua cazzo di vita", pensa lui.. "Ma certo, hai ragione man, scusa" E dopo un'ultima, lunga tirata finalmente glielo passa, sorridendogli tutto gentile.

 

Nessuno di loro, infatti, proprio nessuno ha la minima voglia di trovare una soluzione al problema che si sono pigramente posti, si, tra una bottiglia e un'altra: la scomparsa della loro nuova coinquilina, quella bellissima ragazza che di nome fa Angelica, e che dopo essersene uscita di tutta fretta e senza dire una parola quasi cinque ore prima, non è ancora tornata.

Il particolare più interessante dell'intera faccenda, l'unico probabilmente degno di una certa attenzione, è che l'unico seriamente preoccupato -anche se cerca di non darlo a vedere- è proprio il ragazzo con il quale la rossa ha incontrato più difficoltà nel rapportarsi, quello che l'ha trattata peggio tra tutti. Si, proprio lui..

E, considerando gli altri candidati, dire che da parte sua ce ne ha messo di impegno nella rigorosa arte del fare lo stronzo, per superare un depravato come Slash, o uno maniacale come è Axl, è dir poco, davvero! 

 


Sta diluviando, come se non bastasse: la pioggia scosciante che batte sui vetri e qualche maledetto tuono qua e la, assordante, che fanno prendere certi colpi a Steven, e gli fanno fare certi salti, mentre gli altri se la ridono tranquillamente: uno messo peggio dell'altro, certo.. 
Stradlin è seduto a gambe incrociate sul bordo del divano, fuma nervosamente una sigaretta mentre strimpella distratto la sua adorata chitarra, guarda fuori, si lascia sfuggire un' imprecazione dopo l'altra; per il resto, parla poco o niente. 

 Accanto a lui Axl, che fa lo spaccone, raccontando tutto soddisfatto di una che si è rimorchiato, anche se nessuno sta veramente ascoltando; Duff che guarda storto la birra vuota che ha ancora in mano, chiedendosi il perché l'alcol duri così poco, gli altri due presi a combattere per guadagnarsi l'ultima sigaretta del pacchetto, capirai..

Steven ha più muscoli sulle braccia, del resto suona la batteria, ma Slash è più alto, e forse anche un po' meno sbronzo: ed è lui a vincere, alla fine, dopo aver immobilizzato il biondino bloccandogli le braccia dietro la schiena, è lui ad accendersi quella fatidica sigaretta, ghignando tutto soddisfatto, e portandosi col viso davanti a quello del perdente per potergli mandare un po' di fumo negli occhi.

 

Passa un altra ora. Due, poi tre e fuori inizia quasi a fare buio..

Izzy sbuffa esasperato, come se non riuscisse più a trattenersi "Che cazzo, se quella ragazzina non torna entro cinque minuti, io giuro che.."

"Che vuoi fare, man? Esci a cercarla? Ti prenderesti il raffreddore, la tosse, per lei, poi! Certo, sempre ammettendo che riesci a trovarla.." Lo schernisce Slash, altamente divertito.

"E poi che fai, la riporti qua e le fai il cazziatone perché non ti ha detto dove andava? Mica sei sua madre, cazzo!" Gli da man forte Steven, prima di scolarsi il fondo della bottiglia che ha tra le mani.

Axl si finge sorpreso, non dice niente ma la verità è che il rosso ha capito, del resto Jeff lo conosce come le sue tasche. Anzi, meglio. Apparte che nemmeno ce le ha, quelle..

"Perché ti preoccupi tanto?" Sbiascica un estremamente sbronzo bassista, altamente confuso. "Sembrava che manco la potessi vedere, a quella.."

"E infatti è così!" Sbotta lui in risposta, sentendosi stranamente punto sul vivo. "È che non vorrei ritrovarmela sulla coscienza, tutto qui!"

Ecco, e proprio in quel momento.. Suonano alla porta.

Steven se la ridacchia, battendo una mano sulla spalla del moro "Oh-oh, e chi sarà mai? Man, forse è proprio la dolce Angelica, colei che fingi di odiare ma in gran segreto ti vorresti scop.. Ahia, cazzo, mi hai fatto male!" Piagnucola poi, aprendosi in una smorfia di dolore quando l'altro gli tira uno scappellotto dritto in testa, con cattiveria.

 

 


A.

"Non combinare cazzate, non stavolta.. Stringi i denti, e fai buon viso a cattivo gioco, finché non fai un po' di soldi devi restare qui -a meno che tu non preferisca dormire per strada-, cosa ti costa sopportarlo? Questo è niente, in confronto a quello che hai passato.." 

Penso questo, e faccio un bel respiro, prima di premere il pulsante del campanello. 


"Hai visto, Jeff? Parli del diavolo.." Mi indica Axl, aprendomi la porta e poi aprendosi lui stesso in un gran sorriso.

"Dove te ne sei andata, bimba? Il signorino qui" -Slash fa un cenno verso Izzy, sogghignando- "stava addirittura per uscire a cercarti.. Non l'avresti mai detto, vero?" Conclude poi, tutto soddisfatto per averlo fatto irritare.

No, non l'avrei mai detto no.. Ma quello è tutto scemo, che si crede? Che sono sotto la sua protezione, o che non posso fare niente senza il suo permesso? Dico io..


"Mm, molto interessante.. Ho una notiziona da darvi, comunque: ho trovato un lavoro, cazzo!" Esclamo felice, aprendomi in un sorriso e sollevando un pugno in segno di vittoria.

Eh già, ho un lavoro. Un fottutissimo stipendio da cameriera, a dire la verità guadagno una miseria ma sempre meglio di niente, ho pensato.

Con la prostituzione, in un giorno guadagnavo il doppio, il triplo, di quello che mi pagano per un turno li.. ma sulla strada non ci torno. Manco morta!

Quel periodo della mia vita -anche se so che non riuscirò mai a dimenticarlo, o a fingere che non ci sia mai stato-, è lontano chilometri, ormai..


Ma Axl interrompe i miei pensieri, rivolgendosi direttamente a me ancora esultante: "Bimba, congratulazioni, ne siamo molto felici.. Ma due cose hanno la precedenza, ora: prima cosa, asciugati, o ti prendi l'influenza" -oh, giusto, me ne stavo quasi dimenticando, presa dall'euforia del momento.. Sono completamente zuppa, maledetto temporale!- "Seconda cosa.. Non credi sia giusto che ci parli di te, almeno un po'? Del resto ora vivi con noi, e di te non sappiamo niente.."

"Giusto, magari sei una spia russa e non lo sappiamo!" Se ne esce Duff, spalancando gli occhi, completamente perso nelle sue fantasie alcoliche.

"Credi che se fosse una spia ce lo direbbe?" Gli chiede Steven, estremamente divertito.

"Cazzo, hai ragione.. A meno che non la ipnotizziamo!" Si illumina quello, poi guardandomi con un'espressione leggermente sadica..

Che, però, non mi incute affatto paura, ma anzi mi fa morire dalle risate!

"Ok, io vi dirò quello che volete sapere, però sedetevi, che mi mettete ansia.. In cambio, potrei avere una coperta e una sigaretta?"


"Sono cresciuta in un riformatorio, una vera merda, poi sono scappata da li a quattordici anni, con un ragazzo. Lui.. Lui si chiamava Jose, mi ha detto tante belle stronzate ed io ero piccola, stupida, troppo innamorata per capire.. E poi, lui mi ha tradita.  

Ha tradito la mia fiducia, cazzo, mi aveva detto che non mi avrebbe mai lasciata, che sarebbe andato tutto bene.. E invece ha fatto solo casini, si sballava, peggiorando ogni giorno di più e si è indebitato, si è cacciato in guai sempre più grossi, e alla fine c'è rimasto secco, l'hanno fatto fuori! 

E io sono rimasta da sola a quindici anni e mezzo, e ho dovuto arrangiarmi e sono finita sulla strada.. e avevo bisogno di farmi perché la realtà mi faceva troppo schifo, era l'unico modo per tirare avanti, o scoppiavo, e dentro di me speravo ogni notte che quella dose mi avrebbe ucciso, cazzo, perché non volevo svegliarmi la mattina accanto a un uomo che non conoscevo e sentire il bisogno di scappare da li, ancora con i vestiti in mano, come.. Come una qualsiasi puttana, e mi odiavo e volevo farla finita, ma non ci riuscivo.." 

Faccio un respiro profondo, per me non è facile parlare di queste cose, forse perché non le ho ancora superate.

"Non potevo, lui mi aveva fatto giurare di non mollare mai, e di non buttarmi giù, e io lo amavo troppo, cazzo.. Ed era tutto uguale, ogni giorno, ogni notte, ogni scopata e ogni spada che ricevevo come ricompensa.." 

Mi interrompo un attimo, e mi accorgo di star piangendo. Dannazione! 

 
"Cazzo.. Cazzo, dolcezza, se solo lo avessimo saputo.." Inizia Steven, che sembra seriamente dispiaciuto per la mia storia, interrompendomi. Meno male, non ce la faccio proprio a continuare, non ora almeno.

"Cosa, non ci avreste provato con me? Ero consenziente, dai.." Alzo le spalle, fingendo un sorrisetto. "Ora che ho soddisfatto la vostra curiosità corro a farmi una doccia, se non vi dispiace.."

E me ne vado, lasciandoli li. È che non riesco proprio sopportare il loro sguardo di pietà, pietà nei miei confronti.. 

Meglio rabbia, odio, quelli si; ma far pena alla gente, ecco, è una cosa che odio. Per quello non parlo mai di me.. Non voglio che mi guardino con quelli occhi, che mi compatiscano..

 

"Ehi, scusa, posso un attimo?" Mi bussa qualcuno alla porta del bagno, chiusa a chiave, io intanto completamente nuda e zuppa appena uscita dalla doccia. -Dalla voce riconosco che è Stradlin: ma dai, cazzo, nemmeno al cesso posso avere un po' di pace?-

"Aspetta" mi avvolgo in un asciugamano in tutta fretta, e gli apro, rivolgendogli un' occhiataccia.

"Ah.. Cazzo, potevi dirmi di aspettare!.. Senti, appena hai finito di asciugarti vieni in camera mia, ok? Gli altri sono usciti." 

"Come ti pare.." E richiudo la porta, ritrovandomi piuttosto perplessa.. 

Per asciugarmi ci metto due minuti, tanti sono i pensieri che mi affollano la mente: e cosa diavolo vorrà Stradlin da me, è tra questi, e occupa pure una bella posizione.

 

 


"Allora, che c'è?" Gli chiede lei, alzando un sopracciglio. 

È scalza, con addosso solo un paio di shorts e una canottiera striminzita, i capelli ancora umidi e profumati che le ricadono sulle spalle. Izzy non può fare a meno di rivolgerle un occhiata di sottecchi, per poi invitarla ad accomodarsi in camera sua.

Lui è sdraiato sul suo letto con la chitarra in grembo, una sigaretta tra le labbra; lei invece rimane in piedi, un po' a disagio, indecisa sul da farsi.

"Vorrei qualcosa da te, e sono disposto ad offrirti qualcosa in cambio, così è più equo.. L'ero non ce l'ho, te lo dico subito" Angelica stringe i denti, impaziente. "Ma se vuoi ho un po' di Jack, e qualche canna.. Meglio di niente, non trovi?"

".. Va bene, ci sto.." Accetta lei, un po' rassegnata. È che quel "qualcosa" che lui vuole da lei le sembra così dannatamente familiare, e squallido, e dire che pensava che lui..

"Chiudi la porta." E la rossa lo fa, seppur un po' restia.


"Ehi, che è quella faccia?.. Cazzo, ragazza, non pensar male!" La rassicura il moro, decifrando il suo sguardo e rivolgendole un sorriso.

"Io penso sempre male.. Guarda come mi trattano i tuoi amichetti, o il resto della popolazione maschile, come potrei non farlo?"

"E invece con me puoi stare tranquilla.. Non ti metterei mai le mani addosso, hai capito?" Ribatte lui deciso, guardandola fissa negli occhi. "..Ecco, parlando di cose serie, ho una cosa da chiederti.. Vorrei sentire come continua il tuo racconto, se non ti dispiace." Il ragazzo si prende una sigaretta, gliene offre una, e poi con il suo zippo accende quelle di tutti e due.

"Devo proprio?" Gli chiede lei, sorridendo amara.

"No, non devi.. Non sei obbligata. Ma credo che per te sarebbe una liberazione, parlarne, e per me un'onore se tu me ne parlassi" le sorride enigmatico, e lei dopo un attimo di esitazione accetta. Si porta la sigaretta alle labbra, fa un lungo, profondo respiro. E poi ricomincia. -Ed è vero, Izzy aveva ragione: è una vera liberazione, è come levarsi un peso..-


"Avevo sedici anni. Il ragazzo che amavo era morto, ucciso dagli uomini di uno dei pezzi grossi dello spaccio di coca e roba su tutto il territorio americano. Era sulla trentina, alto, piacente, incredibilmente benvoluto e rispettato da tutti, oltre che temuto. Lo chiamavano capo, boss, addirittura benefattore.. Per me, era solo un fottutissimo criminale.

Aveva un'ossessione per il lusso più sfrenato, per ogni tipo di droga, per l'alcol e per le belle donne.. E qui subentro io, Stradlin." Gli sorride amaramente, lui ha già capito, ma non la interrompe "Proprio lui, lo stesso che aveva ordinato di far fuori il mio Jo, decise che gli piacevo troppo ed ero troppo invitante, e che da quel momento ero sua. Il suo bottino di guerra.   

Una ragazza giovane, attraente, da sfoggiare con i suoi soci come un fottuto oggetto, da scoparsi quando pareva a lui.. Non ero altro. Un corpo vuoto.  Io mi annebbiavo la mente con bottiglie pregiate di scotch, pasticche, e qualunque cosa desiderassi, lui me la faceva trovare..

Chili e chili di coca stipati pigramente dentro un armadio, soldi, eroina a fiumi: non quella merda che sta girando ora, tagliata così male che dentro ci trovi qualsiasi schifezza chimica, e i più ci crepano e i giornali riportano i loro decessi sempre con la solita solfa, "overdose", un altra giovane vita stroncata dalla droga e altre stronzate moraliste alle quali tanto non crede nessuno, no..

Parlo di quella buona, straordinariamente pura, che viene dritta dalla Tailandia e che mi ha dato i migliori trip della mia vita, che, insomma, mi faceva rivedere Jo.." Si interrompe un attimo, sospirante, prendendo una lunga sorsata dalla bottiglia di Jack che il moro ha tra le mani, mentre quello un po' turbato decide di accendersi una canna.. ecco, giusto per rilassarsi un po'.

"Io non piangevo. Non ho mai versato una lacrima per lui. Non da dopo quella notte in cui l'ho perso, in cui il mio cuore si è come raggelato.. 

E poi alla fine sono scappata anche da li, una notte che non ce la facevo più; sono stata abbastanza brava da far perdere le mie tracce, anche se mi hanno cercata tanto, lui e i suoi tirapiedi..

Sono finita sulla strada, poi in un bordello, che era meno peggio ma nemmeno di tanto; e tutto questo a diciassette anni..

Ho dato una svolta alla mia vita non appena sono diventata maggiorenne, andandomene da li e iniziando a viaggiare per tutta l'America con i pochi soldi che avevo messo da parte. Elemosinavo soldi e passaggi, tetti sotto i quali dormire, cibo e alcol, sigarette, e quando non ce la facevo più, roba. In cambio offrivo il mio corpo, e me ne vergognavo, cazzo!

Ormai dipendevo dall'eroina, ne ero più che consapevole: ma era l'unica cosa bella che mi fosse rimasta, e ne avevo bisogno..

E ora sono qui, con cinque musicisti arrapati che da me vogliono una e una cosa soltanto, raccontando a quello che proprio non mi sopporta della mia squallidissima vita, e per di più sono agli inizi di una crisi d'astinenza.. Però la situazione è decisamente migliorata, rispetto a prima" Conclude lei, rivolgendogli un sorrisetto amaro e un occhiolino.

Anche stavolta si accorge solo dopo di una fastidiosa lacrima che le fa capolino dall'angolo dell'occhio, e non può fare niente per nasconderla a quegli occhi, neri come pozzi, del ragazzo che ha davanti.

Sono belli, quegli occhi. Ci sta pensando da un po', da quando ha messo piede in quella stanza e ce li ha avuti puntati addosso..

Le piace che la guardano intensi, ma il viso, non il corpo come di solito le capita.

E lui la ascolta e la guarda attento, ma non sembra schernirla ne pensare che sia un'idiota, ne tanto meno compatirla. È bello, per una volta. Davvero.

"Io non ti giudico.." sembra averle letto nel pensiero, quello Stradlin li! "Voglio dire, guarda come sono finito! Digiuno troppo spesso, per giorni, perché non ho un soldo, ma senza la roba impazzisco.. Vivo con quattro schizzati in un magazzino e sono ubriaco e fatto per la maggior parte della giornata, non ho una relazione stabile da.. Mai, cazzo, e l'unica cosa a cui tengo veramente è la mia fottutissima chitarra.. Dimmi te, cosa diavolo devo fare?!"

"Almeno non ti prostituisci, dai" ridacchia lei, anche se ci sarebbe ben poco da ridere, facendolo sogghignare a sua volta.

"No, io no.. Su questo argomento ci torneremo, però, che avrei da dirti qualche cosina.." 


Fumano un po', si finiscono la bottiglia, poi ne aprono un'altra. Il tempo passa, ma quei due non sembrano farci caso: seduti uno accanto all'altra sul letto, senza accorgersene si sono avvicinati quasi fino a sfiorarsi, da che erano lei in piedi e lui steso sul letto.

"Sai, ho smesso di prostituirmi ma a volte mi sento ancora come una dannatissima puttanella.." Sbuffa lei, piuttosto brilla, girandosi verso di lui fino a ritrovarsi a mezzo centimetro dal suo viso.

"Perché dici questo?"

"È così, Stradlin.. Anche tu hai pagato per il mio tempo, hai pagato con quello che avevi: come hanno fatto i tuoi amichetti, del resto.. Ma tu non mi hai nemmeno sfiorata, Izzy, e quello che mi chiedo è perché? Non ti piaccio, forse?.. Oppure" La coglie un pensiero improvviso, quasi una rivelazione, "Ma non è che sei fro.."

"Eh?" Lui la interrompe, sbarra gli occhi, la guarda sconvolto.

"Guarda che non c'è nulla di male.. Avevo un amico, cioè, in realtà lavoravamo insieme, se capisci che intendo.. si chiamava Bill, bellissima persona: e andava coi maschi, avresti dovuto vedere quanto rimorchiava, quanti soldi faceva in una sola n.."

"No, cazzo, no! Solo perché ti mostro un minimo di rispetto, non vuol dire che non.."

"Che non cosa?" 

"Che.. Insomma, che non mi dispiacerebbe portarti a letto.. Ma, cazzo, non ci proverò nemmeno" Si blocca subito lui, scuotendo la testa e rivolgendole un sorrisetto. "Vedi, se non fossi stato così sbronzo, non mi sarei lasciato sfuggire niente.. Maledetto alcol!"

"Non devi scusarti, sei.. Gentile, credo?" 

"Scherzi? Ti ho trattata male, prima, e mi volevo far perdonare.. Sei molto di più di come appari, Angelica, e già come appari non è che sia poco, anzi.. Pensavo fossi diversa, ti ho giudicato a primo impatto, e mi dispiace. Davvero."

"Io, beh.. Ok, Stradlin, ti perdono.. Ma ricordati che mi stai sempre sul cazzo, capito?" Gli sorride, ed è dannatamente sincera, stavolta.

"Ma certo, bimba, anche per me è lo stesso" Ghigna lui, soddisfatto.



Sembra andare tutto bene, finalmente.. Ma ecco che mano di Angelica ha uno spasmo quasi impercettibile, incontrollato, per un occhio non ben allenato come quello di Izzy.

Fingono indifferenza, ma la verità è che tutti e due sanno di cosa sia sintomo. Lui si che ne ha viste, di crisi d'astinenza.. 

Le ha sperimentate anche su se stesso. Fin troppe volte, prima che iniziasse a venderla lui stesso, la roba..

 

 

 


J.

Maledizione. Lo sapevo, che sarebbe successo prima o poi.. "Su, piccola peste, ora è meglio se ti riposi un po'.."

Ho mentito. Ma per il suo bene, non per egoismo.

L'ero ce l'ho, sempre, dopotutto la spaccio. Ma preferisco vederla star male uno o due giorni in crisi d'astinenza, che rovinarsi tutta la vita se cedo e faccio il debole.

Lo faccio per lei.

La mia vita è già rovinata.. Ma lei si può ancora salvare, lo so. Deve.

 

 


A.

Ho imparato a non prendere ordini da nessuno.. 

Ma proprio oggi, quando il dannatissimo Stradlin mi ha sussurrato semplicemente "Su, piccola peste, ora è meglio se ti riposi un po'.. Cazzo, vattene pure nel mio letto: ci dormo io sul divano", io mi sono subito alzata, e con un sorriso sincero sulle labbra sono filata dritta in camera sua, ubbidiente come una bambina.

Meglio che dormo. Se ci riesco, almeno. Se l'astinenza non mi fa dare di matto.. 


Jo, perché mi fai questo?

 

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Capitolo 5
*** 5. ***


A.
Sono le due di notte, e tutto va bene. Si, più o meno.
Mi sono svegliata di botto, sarà per colpa dei miei coinquilini appena tornati dal pub, che come al loro solito fanno un tale baccano da impedire a qualunque essere vivente di questa dannatissima Terra -fuorché Duff, l'unico uomo che quando chiude gli occhi va in letargo e non lo svegliano nemmeno le cannonate- di continuare a dormire indisturbato, sarà perché non ce la facevo più: sto di nuovo male, dannazione..

"Piantala.. È tutto nella tua testa, cazzo, e poi lamentarsi non risolve il problema, non ti serve a niente.. Hai capito?! Ora dormi, e non lagnarti più!"

 

 



Sono le due e un quarto, e ho un cuscino spiaccicato in faccia. Di mia spontanea volontà, ovvio, ce l'ho messo io.. Ah, si, tutto va bene.
Sono avvolta sotto le coperte, messa alla ben e meglio, che mi sento quasi un fottutissimo involtino primavera, e diamine, non mi piacciono nemmeno!

Sono sul divano perché non mi sembrava giusto togliere il letto a Stradlin, almeno non di nuovo, dato che fino a qualche ora fa ho dormito proprio li, al calduccio. Sarei stata da dio, davvero, se non fosse stato per.. No, niente. Non ci devo pensare..

La camera nella quale dormono lui ed Axl è davvero un buco -un po' più piccola rispetto a quella degli altri ragazzi, un po' più grande rispetto al mini bagno fornito a malapena di una doccia stranamente funzionante-, però ha un qualcosa di accogliente, mi piace.
Innanzitutto ha una piccola finestrella con tendine che da sulla strada, ed era davvero bello starsene al sicuro sotto le coperte, mentre fuori pioveva a dirotto, e poi le gocce sul vetro facevano un rumore così rilassante.. 
Poi è relativamente ordinata e pulita -più della camera di Slash, Duff e Steven, quello è sicuro!- ; l'unica cosa che mi ha turbato è stato l'aver trovato accanto alla poltrona due paia di reggiseni, e perfino un perizoma leopardato.. 
Ma poi, ho pensato, se questi due si vogliono tenere un "trofeo" del genere, buon per loro: non sono affari miei, dopotutto.
E per ultimo ma non ultimo, le pareti sono bianche, stinte, come quelle della mia stanza al riformatorio. 
Mi hanno fatto venire una nostalgia che nemmeno credevo di provare..

Quando, da piccola, mi svegliavo la mattina e aprivo gli occhi vedevo una chitarra, nell'angolo, la chitarra di Jo.. e in camera loro c'è quella di Izzy, proprio accanto alla porta.
Ricordo ancora l'ultima volta che ho guardato quella dannatissima stanza, prima di scappare.. Ci ho passato tanti, troppi anni li dentro. Mi sembrava una prigione, la odiavo..
Ma non so davvero cosa darei per poter tornare indietro, anche a costo di rivivere quei brutti ricordi.. 
Jo, perché mi hai fatto questo? Come hai potuto?



Sono le due e mezza di notte, e tutto va bene..
Mm, bugia. Ho freddo e tremo, mi sento come se avessi il febbrone, un vero schifo!
Cazzo. E io lo so cos'è questa.
L'astinenza. Cazzo!

Sui libri dicono che "Dopo circa 16 ore dall'ultima dose, si sviluppano sudori freddi, dolori agli arti, brividi." Magari fosse solo quello, e poi è troppo facile, parlarne, se non lo provi direttamente..
Mi giro e rigiro e rigiro, sofferente, maledicendo me e la mia fottuta dipendenza dall'eroina.. 
Ne vorrei disperatamente un po', proprio adesso.. 
Anzi, non diciamo stronzate, ne ho seriamente bisogno..

Mi fanno incazzare quelli che si fanno tutti i giorni e si dichiarano comunque "non dipendenti", certi idioti.. Vorrei vederli una volta senza la loro preziosissima dose del cazzo, poi, come si comporterebbero!
Io ero la prima ad arrabbiarmi, se qualcuno insinuava il fatto che ci fossi rimasta sotto; e la spiegazione a questo, era che semplicemente non ci volevo credere. Non ci pensavo, punto. 
Era un problema che si presentava solo raramente, le poche volte che non riuscivo a farmi: ecco, dannazione, proprio come mi sta capitando adesso..

Mi dispiace per loro, per quei coglioni di cui parlavo prima. Poveri diavoli.
Sono finiti in un circolo vizioso che nemmeno immaginano, o che forse non vogliono semplicemente vedere, come facevo prima io.. Negare l'evidenza non serve a niente e non risolve minimamente il problema. 
Per farlo, invece, esistono solo due soluzioni: o soffri come un cane per qualche giorno, e magari ne esci pure fuori, o continui. Continui sapendo che la tua scelta è fottutamente sbagliata, e che prima o poi rischi di creparci, ovvio..
Ma lo fai lo stesso. Ti piace troppo. 
Lasci che diventi una routine, pensi di poterlo controllare -è una stronzata, ovviamente- ma tanto finisce che nemmeno lo fai: più puoi farti, meglio è.. Il resto perde importanza.

È quasi rassicurante, in un certo senso, avere sempre la certezza che, anche dopo una giornata di merda, anche dopo che ti ritrovi per strada, senza una casa, solo come un cane, lei c'è, lei c'è sempre.. e questo ti basta. 

E alla fine della roba ne diventi schiavo, proprio come me, come Slash e Steve e tanti, troppi ragazzi ancora così giovani, ancora così idioti..
Basta, dannazione. Stop!
Devo riposarmi. È la cosa migliore.
"Dormi, dormi, dormi!"


Sono le tre di notte, e non va per niente bene.. Fanculo! 
Sto impazzendo, per dio..

Sto male. Uno schifo, giuro.
Ho freddo. Nausea, sento male a tutto il corpo. E ho paura..
Si, paura. Perché una volta, in piena astinenza, mi sono presa un trip sperando di farmela passare almeno un po'.. E l'ho visto. Accanto a me, come se fosse ancora qui.. Era così reale, cazzo..
È come se sentissi ancora la sua voce, nella mia testa,
come se fosse qui, io lo sento.. Ho paura..
Perché, Jo, perché mi fai questo?


Cazzo. Maledizione!
Non ce la faccio proprio più..
Mi alzo tutta un tremito, bestemmiando come un turco.. e per la disperazione corro fino in bagno, con l'idea di chiudermici dentro e magari farmi una doccia gelata: su quel divano del cazzo non ci torno manco morta, stanotte!
E appena varco la soglia, che scena mi trovo davanti?! Mi colpisse un accidenti, se questa qua non è proprio la fortuna dei disperati..

"Ti prego, cazzo, lasciami giusto uno schizzetto, per favore!" Ed eccomi nel cesso, tremante, costretta ad implorare per farmi, Steven per terra con una spada ancora piena tra le mani, ubriaco marcio e fatto di chissà che.
Alza lo sguardo confuso, non si aspettava di trovarmi li. Mi fa gesto di chiudere la porta, l'ho colto di sorpresa, poverino..

"Bambolina, e io cosa avrei in cambio?" Cazzo, è più sbronzo del solito se parla sbiascicando in questo modo.. Bene, può farmi solo che comodo.
"Quello che vuoi.. Ti giuro, quello che ti pare.."
"Bambolina, ma anche io ne ho bisogno.. Se te ne dessi un po' non basterebbe a me, mi capisci?" 
Capisco fin troppo, credimi..

"Per favore, Steve, ti prego, sto impazzendo senza.."
"Fa una cosa: chiedi a Slash, che è sicuramente sveglio, e forse gliene è rimasta un po'.."
"Oh.. Grazie, ci provo.. Ma tu sei proprio sicuro di non potermene lasc.." Mi interrompo perché quell'idiota si è sparato tutta la roba in vena mentre stavo ancora parlando, maledetto!
Però mi ha comunque aiutato, ed è giusto che lo ringrazi, è il minimo..
"Aspetta, bambolina, ho avuto un'idea migliore: chiedi a Izzy, cazzo, lui si che ce ne ha sempre una bella scorta, da quando ha iniziato a spacciare!"

"Ah, davvero?! ..Allora vado subito da lui.. e me la paga, oh si che me la paga quel figl.."
"Cosa?"
"Ho detto "buon viaggio", Steve, e grazie" E quello si accontenta di un mio falsissimo sorriso mentre dentro, invece, sto ribollendo di rabbia..
Riguarda Stradlin, e cazzo, probabilmente me lo sarei dovuta aspettare: mi sono fidata di lui, ma in fondo al cuore me lo sentivo che non me la raccontava giusta, anche se non volevo crederci..
Mi ha mentito?! Quello stronzo, avaro ipocrita bastardo infame! 
Le sue belle paroline, la sua inaspettata gentilezza, e alla fine mi ha preso in giro, proprio quando avevo davvero bisogno d'aiuto..

E me lo immagino ora, chiuso bello bello in camera sua, il laccio già ben stretto intorno al braccio e una spada pronta in mano, mentre pensa a me che soffro come un cane per l'astinenza, sul divano, e intanto lui se la ride di gusto..
Infame!

 

 


"È stato un vero piacere, bambolina.." Steven saluta il vuoto, la ragazza se ne è già andata, persa nei suoi pensieri tanto che nemmeno ha richiuso la porta. 
Ma non importa, non ora almeno.
Quello che davvero conta è, chiudere gli occhi. Poggiarsi al lavello, o finisce per terra tanto si è sbronzato di brutto, respirare profondamente. Aspettare..
"Dovrei chiamare mia madre uno di questi giorni, o si preoccuperà.. Già quella pensa chissà cosa, che sono un delinquente e magari pure un drogato.." 
Il biondino si sorprende a fare pensieri poco consoni alla situazione, sarà per colpa dell'alcol che gli incasina il cervello; poi, sembra come rendersi conto di botto di dove si trovi, e di cosa stia facendo. "Meglio tardi che mai", ha detto qualcuno probabilmente famoso, non è così?
È in un cesso, anzi, non in uno qualunque ma in quello di casa sua, per terra. Nel water che nessuno ha pensato bene di scaricare ancora un po di vomito riconducibile a Duff, cosa perfettamente normale vista la quantità di alcol che quel dannato ubriacone si è scolato: anzi, già è tanto che è si è trattenuto fino a li, e non ha sbrattato in corridoio, o peggio, in soggiorno..
La siringa ancora nel suo braccio, il solito cucchiaino bruciacchiato accanto. La stanza gira, gira vorticando e le pareti intorno a lui sembrano prendere vita.. 
O forse è tutto dentro la sua testa?

Ride, la situazione è troppo comica perfino per pensare a quanto  possa essere un idiota.. Ride e si sente leggero, e il suo cervello è un palloncino pieno d'elio e sta fluttuando verso il cielo, sempre più su..
Colpa -e merito- dell'alcol, della coca e di tutte le paste che si è calato..

Ed eccola finalmente che arriva. Una meraviglia, cazzo.
Da perderci la testa.. Perfino meglio della neve, meglio dei trip, della compagnia di tante allegre signorine; solo suonando davanti ad un pubblico in delirio riesce a provare emozioni simili, ma nemmeno quello gli basta..
La roba supera tutto, cazzo. È Il meglio!

"Quella è merda, merda che ti fotte il cervello", direbbero i bravi ragazzi, schifati, storcendo i loro nasi proprio come fanno davanti ai barboni o agli omosessuali. Avrebbero ragione, indubbiamente.                                                                                                    
Del resto, li hanno insegnato che trasgredire le leggi è sbagliato. Che dio è contro la droga. E allora il buon vecchio Steve o uno qualsiasi dei suoi amici sarebbe un indemoniato o addirittura il diavolo, sotto questa logica.

Le loro idee -se possono essere chiamate tali, visto che sono state partorite da altre menti e poi inculcate solamente dopo nelle loro- sono queste, e rimarranno ferme a questo punto. 
Quelli credono pure di conoscere il divertimento.. ma andiamo!
Certe cose non le provi facendo una vita sana e rispettosa della legge, no..

E con l'eroina, invece? 
"..Mi prendi per il culo? Altroché se le provi!" Potrebbe rispondere chiunque appartenga a questo circolo vizioso, giudicando un completo idiota chi li ha posto la domanda..

E in punto di morte i buonisti non si pentiranno? 
Non penseranno forse di aver sprecato la loro vita tra la chiesa i figli e un matrimonio infelice, non si renderanno conto di non aver vissuto affatto?

 

 

 


A.
E ora me la paga.. Giuro, a costo di svegliare tutti gli altri, anche a costo di farmi urlare contro ogni tipo di insulto, anche a costo di farmi cacciare! 
(..Anzi, forse questo è meglio di no..)
Mi precipito davanti alla sua porta, non preoccupandomi di far piano per non svegliare gli altri.
Duff e Slash sono indubbiamente svegli, comunque, e Axl non è nemmeno tornato: i primi due sono presi a farsela con qualche ragazzina sbronza, li sento da qui, e immagino che anche il rosso, dovunque egli sia, stia facendo lo stesso..
E Stradlin?
Se, entrando, lo trovo che ci da dentro pure lui con una fighetta squallida, io..
Potrei fare qualche danno, mi conosco: forse sarebbe meglio se lo lasciassi in pace.. ma non riesco a non pensare a quanto sia stato bugiardo, e che ho un disperato bisogno di farmi, oppure..


 

 

Ha bevuto talmente tanto che non capisce come sia potuto arrivare fino alla sua camera completamente illeso, anche se piuttosto alleggerito: i soldi che aveva guadagnato spacciando se li è tutti bevuti, letteralmente, in birra, e Jack.. E birra, altro whiskey, più in una bottiglia di Nightrain che tanto costa poco..
Più un altro Jack, che dire, non ha resistito!
In quanto ai pezzi che aveva, se li è sparati fino al cervello senza troppe preoccupazioni; forse qualcuno lo ha pure venduto, non si ricorda.

Non riesce quasi a reggersi in piedi, ed è da un bel po' che non si riduceva così: lui l'alcol lo regge bene, anzi, di solito lui regge bene praticamente tutto..
Anche quando è strafatto di coca, anche quando si fa una pera o si cala un trip lui rimane abitualmente con un piede sulla Terra, a differenza dei suoi pericolosi coinquilini, tutti più che felici di atterrare su Marte: Steven combina ogni genere di casini, Duff è imprevedibile nella sua mentalità da ubriaco -e ubriacone-, Slash e Axl si fissano col dover rimorchiare, rimorchiare ad ogni costo o la serata è sprecata..
Sono ingestibili, quei cazzoni. Una bomba ad orologeria, anzi, ben quattro!
Ma sono i suoi migliori amici e li vuole fottutamente bene, dopotutto.

Già quelli schizzati sono impulsivi di natura, figuriamoci quando si sono appena sparati su per il naso una certa polverina bianca annaffiata con un bel po' di Jack, come sempre, anche se per loro il whiskey non è mai troppo..
Ecco, e invece Izzy è diverso. Più calmo, meno coglione.
Almeno, di solito è così.. Perché stavolta ha la mente completamente offuscata, è perso ma va bene, anzi, meglio: e quindi continua a bere, a fumare, a calarsi e a sniffare sostanze reperibili solo nel mercato illegale e anzi, già che c'è ora si fa pure una bella spadina così poi può andarsene finalmente a dormire, con calma. Senza preoccupazioni, spera lui.. Ha pure il letto libero, visto che la rossa si è messa a dormire sul divano..

Non si è portato una ragazza a casa -anzi, quella che si era rimorchiato al pub si era praticamente auto-invitata da lui, la solita troietta che non vede l'ora di darla via-, e lui l'ha scacciata a malo modo, considerando che fino a qualche secondo prima lei era sulle sue gambe con la sua lingua ficcata in gola, ecco, non molto credibile..

Che ci poteva fare, se quella sera si era sfondato? 
E se i suoi pensieri erano rivolti principalmente alla dose che lo aspettava a casa, e solo in secondo luogo a portarsi a letto una tipa? E ci aveva pure ripensato, alla fine. Certo, non voleva che poi lei.. Cazzo, niente!

 La politica giusta era quella di non pensarci. Di non pensare affatto, anzi.

 
"E un po' di roba è tutto quello che mi ci vuole" Conclude alla fine, tirandosi su per prendere il necessario dal cassetto.

 



J.
(Sono cattivo. Ma non sono un mostro..)

 "Sei un infame!" 

La mia nuova coinquilina entra come una furia in camera mia, facendomi prendere un colpo e tirare un bestemmione; nemmeno cerco di nascondere ciò che stavo facendo, sia perché non vorrei che mi cadesse la roba dal cucchiaio, sia perché tanto ormai mi ha visto e mica è scema, 'sta qua.
Maledizione.. Perché non mi sono chiuso a chiave?

"Che caz.."
"Ti diverti, a vedermi star male e a dirmi cazzate mentre tu te la spassi alle mie spalle? Ti senti potente, e la cosa è di tuo gradimento, ci scommetto!"
"Non parlare se non le sai le cose, ragazzina" Ribatto io cercando di mantenere la calma.
Ah, non le so? Che credi che non l'ho capito che sei uno stronzo, Stradlin? Ho bisogno di farmi e tu lo sai, mi hai visto.." È scossa da un forte tremito, e per in attimo vorrei quasi alzarmi ad abbracciarla - cervello alcolizzato, menomale che non ti do ascolto!- 
 

"Pensavo che, insomma, che da dopo che avevamo parlato che ti potessi considerare un amico: che idiota sono stata.." Dice più a se stessa che a me, sorridendo amaramente.


"Cazzo, non lo capisci che l'ho fatto per te? Vivo da  quasi un anno con due eroinomani, e da tempo lo sono diventato anche io, maledizione.. Non voglio che finisci come noi, ragazzina, e di certo non voglio essere io quello che ti da la roba.."
Non ce la faccio a vederla così. Per carattere odia mostrarsi debole e sofferente ma io lo so, so quello che sta passando.. Se i suoi modi arroganti sono sempre i soliti, i suoi occhi chiari sono enormi, spaventati e pieni di angoscia. Occhi da cerbiatto davanti a un fucile, colmi di paura e rabbia e mille altre emozioni che nessuno sa cogliere, apparte lei. Apparte me..


Occhi da bambina strappata all'innocenza, che ha dovuto affrontare il dolore e la solitudine troppo presto, e che forse non si è mai sentita veramente una bambina: cazzo, non ce la faccio.. Sono un debole..
"Fanculo! Basta, mi sono stancato.. facciamoci questa maledettissima spada e poi lasciami in pace, siamo intesi?"
"Intesi Stradlin, tranquillo: da domani non ti rivolgerò più la parola!" E già sorride, confortata dall'idea che anche stavolta ha rimediato la roba, mentre si siede accanto a me sul letto e mi da una mano con la siringa e il laccio.
E alla fine ci facciamo, prima io e poi lei.. Torna a respirare normalmente e sorride, mentre mi ringrazia per aver contribuito ad un lento ma inesorabile processo che prima o poi porterà alla sua morte.
Mi sento una merda..

Ma Angelica mi è grata ed è finalmente felice, mentre la roba inizia a fare il suo corso  e anche il mio corpo è pervaso di scosse di piacere..
Poi lei si sdraia accanto a me, e alla fine mi ritrovo ad accarezzarle distrattamente i capelli, la sua testa poggiata sul mio petto.

 
Si è addormentata, il suo respiro è come un soffio delicato, sorride come se stesse facendo un bel sogno, ma in realtà il merito è dell'eroina.
È un'immagine bella e dannata, come un incendio che divampa o la forza di un uragano che distrugge tutto. Come la morte stessa..

Lei è in paradiso, e la colpa è solo mia. Sono cattivo..
Un mostro.
Sono diventato un mostro.

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Capitolo 6
*** 6. ***


AXL
Ho rimorchiato Amy, o May -o come diavolo si chiama- dopo solo un boccale di birra e due di Jack, ieri sera al Roxy.
Mi conosceva di fama, e si è scagliata su di me dal primo momento in cui mi ha visto: era una fighetta sfacciata, sexy, con proprio un bel cu..oricino e alla fine l'ho seguita volentieri fino a casa sua.. Dio, se ci sapeva fare quella biondina! 

Anche se non ho dormito più di un'oretta mi sento carico e pronto per, che ne so, andare alle prove questo pomeriggio e comporre La canzone, che ci porterà fama mondiale e che nei secoli a venire sarà considerata un indiscusso capolavoro.. Sto esagerando? 
Forse si, ma che ci posso fare se una bella scopata mi rende sempre di buon umore?

Entro in casa fischiettando e lanciando le chiavi sul tavolino all'ingresso: è esattamente come l'ho lasciata ieri sera, mancano solo i miei quattro -anzi, cinque contando la mia tossichella preferita- coinquilini a fare casino.. Dove cazzo sono?

Probabilmente stanno ancora dormendo, anzi sicuro visto che c'è un silenzio innaturale qui dentro, che quasi non mi dispiace, di solito non riesco nemmeno a sentire i miei pensieri; ma tra un po' abbiamo le prove e cazzo, sto pure morendo di fame!

Magari se la rossa si sveglia mi può cucinare qualcosina.. Ecco, e lei dov'è finita? Quando siamo usciti si era sistemata sul divano, me lo ricordo.. Chissà dove me la ritrovo, quella, in quale letto si è cacciata stanotte!

Vado prima in camera di Slash, Duff e Steven.
Come da copione, accanto ai miei amici ancora addormentati le solite ragazze stra-truccate e senza veli, nude se non fosse per le lenzuola che le coprono comunque molto poco, meglio per me..


(Steven non si è portato a casa nessuna, stanotte.
Non è perché non riesca a rimorchiare, anzi, in questo non ha problemi e spesso infatti mi sono chiesto come sia riuscito a farsi certe fighe, lui che non è ne alto ne sagace ne educato, ne tantomeno bello come me.. 
-Credo di aver concluso che sia perché è spigliato e divertente, e le tipe trovano piacevole la sua compagnia!-

Io ho la brutta sensazione che abbia preferito la compagnia di una siringa rispetto a quella di una sciaquetta con la quale divertirsi un po', e la cosa non mi piace proprio per niente..)


Sveglio prima Duff, che ha un sonno da alcolista talmente profondo che devo scuoterlo un bel po' prima di fargli aprire gli occhi; la moretta accanto a lui si sveglia pure, ma finge di non accorgersi della mia presenza e si accoccola ancora di più sul petto del mio bassista..
"Duff, amico mio, c'è un boccale schiumoso di bionda che aspetta solo te.." Gli sussurro all'orecchio, prevedendo la sua reazione: e infatti quello spalanca gli occhi, si tira su di scatto e con la voce ancora un po' impastata se ne esce con "Dove, dov è la birra? Dammela, dai, non fare l'infame!", prima di rendersi conto della tipa che ha praticamente stesa addosso: "..Ehi, tu, svegliati! Te ne devi andare, cazzo, e levati.." 
La scuote assai poco delicatamente, e quella salta su come un grillo e si mette a inveire come un'ossessa, prima di raccogliere la sua roba e di andarsene infuriata, sbattendo la porta.

Svegliando di conseguenza tutti gli altri presenti: "Tu, ehi, come-diavolo-ti-chiami, vedi di muovere quel bel culetto che ti ritrovi e di sloggiare al più presto, che qui noi abbiamo da fare!" Esclamo rivolto alla sgualdrinella che Slash si è rimorchiato ieri sera, sogghignando con cattiveria, dando man forte al mio chitarrista che la invita ad andarsene con parole assai meno gentili delle mie!

Stessa scena, stessa reazione e stesse parolacce rivolte al mio amico riccioluto e alla mia stessa persona.. Sbadiglio teatralmente, per poi sogghignare di nuovo quando la tipa, alzandosi di tutta fretta, si accorge di colpo di essere nuda.. Ma complimenti, a te e naturalmente anche alla mamma! 
E bravo anche tu, cazzone di un chitarrista, che zitto zitto tu rimorchi ogni sera tipe proprio niente male..
Forse un po' volgari, questo è vero.. ma del resto il convento -traduzione: i locali che frequentiamo- ci passa solo questo, e a noi va più che bene: sono moolto più simpatiche e disponibili rispetto alle brave ragazze che pensano di avercela d'oro, e poi noi mica cerchiamo il "grande amore".. cazzo, rido solo a pensarci!


Dopo che finalmente le due tipe si sono date entrambe, posso concedermi un momento di pace per andare a pisciare e lavarmi le mani, e magari pure controllarmi allo specchio, ecco.. Sono vanitoso? Indubbiamente -del resto, come si può non esserlo, se si possiedono un fascino e un sex appeal irresistibili come i miei?-, e anche megalomane ed egoista: e questi sono solo alcuni dei miei numerosi pregi..

"Man?" Mi chiama quel cazzone di Duff da dietro la porta, infastidendomi non poco: dannazione, sono al cesso, lasciami in pace!
"Che vuoi?" Gli chiedo, assai scocciato "Entra, e fai in fretta"
"Volevo chiederti.." Mi si avvicina, un po' barcollante: per la miseria, ma quanto hai bevuto ieri sera per essere ancora così sbronzo? "Ma quella birra di cui parlavi prima, no.. Non c'è, vero? Che sto morendo di sete!"
"Beviti un po' d'acqua, ubriacone" Gli rispondo io, allibito, un po' scherzando e un po' no.
"Acqua, dici.." Lo sento ragionare ad alta voce, perplesso, e visibilmente dispiaciuto per il boccale mancato.
"..No, dai, credo che in frigo ne sia rimasta una bottiglia, va a vedere: sai, non vorrei che al tuo fegato venisse un colpo, se ti scopre ad ingurgitare analcolici.."
"Grazie, man: una birra fredda è proprio quello che mi ci vuole, per farmi passare la sbornia!" E mi rivolge un sorriso sincero, prima di allontanarsi caracollando.

Duff "The King of Beers" McKagan, sbronzo, in direzione alcol, e sai che novità!


E ora, per ultimo ma non ultimo, la sveglia tocca a Jeff Isbell -meglio conosciuto col nome di Izzy Stradlin-, chitarrista ritmico, mio amico per eccellenza e da sempre compagno di scorribande: in poche parole, cazzo, mio fratello!
Entro in camera nostra, e..

"Man?.. Ah-ah! Lo dicevo io, che prima o poi te la saresti fatta anche tu.." Sogghigno divertito, cazzo, quasi ci speravo: ho finalmente trovato la coinquilina mancante, la piccola e sexy Angelica, e proprio nel letto del mio migliore amico! 
Beh, che dire, meglio per lui che, come me, si sarà sicuramente divertito stanotte.. Ultimamente Jeff mi è sembrato più giù del solito e, come ho detto prima, una buona scopata è un toccasana per l'umore!



"Cazzo, Axl, hai frainteso" Il moro si alza di scatto dal letto, e dopo aver lanciato un'occhiata alla ragazza ancora addormentata li di fianco, esce dalla camera senza far rumore, seguito dal suo amico. "Non me la sono mica scopata.."
"Proprio niente?" Gli chiede il rosso, visibilmente dispiaciuto. "Nemmeno un po' di.. sai, l'acronimo del mio nome, mi ricordo che era brava.. un bel bo.."
"No! Niente, te l'ho detto cazzo" sbotta Izzy, come punto sul vivo.
"Sei strano.. Tempo fa non avresti perso tempo a farti una fighetta del genere, perlopiù rossa di capelli come piacciono a te.. e ora ci dormi accanto e nemmeno ci provi!? Ma che ti succede, man?"  
"Non lo so.. Cazzo, non ne ho idea! E poi lei è ancora una ragazzina, ora vive con noi e per di più è un'eroinomane, e io.."
"E tu cosa? Non prendiamoci per il culo, tu ti cali molto più di lei e pure da più tempo, e alla fine quello che conta è che sia maggiorenne, no? Non farti troppi problemi, amico, è solo una scopata.. Io e Slash non ci siamo mica scervellati tanto, per farcela.." Gli scappa un ghigno, e solo dopo si accorge della espressione troppo rigida del chitarrista davanti a lui.. "Aspetta: ma non è che ti piace, vero?" Sussurra incredulo, per poi scoppiare a ridere e battergli una mano sulla spalla.
"Eh? Che sei pazzo? No, dannazione, manco se mi paghi in ero.. Ehm, volevo dire in oro, ecco, potrebbe piacermi una così, una.. 
Si vede tanto?" Mormora poi, come sconfitto.
"Traanquillo, man, sei mio fratello e con me sei coompletamente al sicuro! Ora stammi un po' a sentire, piuttosto.." Si avvicina a lui come per parlargli in modo confidenziale, con un' espressione terribilmente seria..
"Cazzo, Axl, parla che mi fai venire l'ansia!"
".. Hai fatto una buona scelta, sai? Cioè, può essere una schizzata e una tossichella e quello che ti pare, ma a letto è davvero una bomba.."
"Piantala, cazzo! Ti dico che mi piace una ragazza, e tu mi parli di come scopa?! Sei un coglione, man" Scherza l'altro, un pò irritandosi sul serio, peró non riuscendo a trattenere una risata.
"E ora sveglia la tua bella, su, che sto morendo di fame!"

Il rosso se ne va, e a Izzy non rimane nulla da fare se non un lungo sospiro, prima di rientrare in camera sua, dove lei lo sta aspettando. Sveglia..




A. 
Ho aperto gli occhi di botto e mi sono ricordata di ieri sera, di essermi addormentata qua accanto a Stradlin, nel suo letto. 
Per due secondi mi sono chiesta dove fosse, poi ho sentito la voce di Axl e la sua provenire fuori dalla porta: "Non farti troppi problemi, è solo una scopata.. Io e Slash non ci siamo mica scervellati tanto, per farcela.." 
La solita finezza del rosso, ma che gentiluomo..
"Aspetta: ma lei ti piace?" ..Ehi, qui le cose si fanno interessanti!
"Eh? Che sei pazzo? No, dannazione, manco se mi paghi in oro potrebbe piacermi una così, una..
Si vede tanto?" Sento Izzy mormorare, e mi scappa un sorrisetto.. No, non devo trarre conclusioni affrettate!

E invece..
Ascolto attenta la loro conversazione, e alla fine non ho dubbi che si stiano riferendo a me.. 
Stradlin, non l'avrei mai detto! Tu, proprio tu provi certi sentimenti?!..
"È dolce da parte sua, che carino.." Mi addolcisco per un attimo, prima di pentirmene amaramente: "Cazzo, Angelica, lui mica ti piace! Al massimo ti attrae fisicamente, ecco, dopo che ci sarai andata a letto insieme ti passerà tutto.."

Ho trovato una soluzione al mio problema, perfetto.
Niente sentimenti -l'amore non esiste!-, solo e unicamente sesso, e dopo chissà, potrebbe pure nascere una pseudo-amicizia tra noi..
"E ora sveglia la tua bella, su, che sto morendo di fame!" Sento dire ad Axl, e poi vedo la porta aprirsi; e due occhi neri, che mi sono più che familiari, mi rivolgono un'occhiata stupita.
"Ah.. Sei già sveglia!" Mi sorride fingendo noncuranza, ma noto ridacchiando che è diventato più pallido del solito..
"Posso dire lo stesso di te, Stradlin" gli sorrido a mia volta, mettendomi a sedere. "Piuttosto.. Sai che ti ho sentito parlare con Axl, si?"
"Ma porc.." Si interrompe sul più bello, tornando calmo come al suo solito: "Ehm, si, a proposito, volevo ch.."
Ma io mi alzo in piedi, non dandogli nemmeno il tempo di finire: "Quindi ti piacciono le rosse, eh? Perché non provi a darmi un bacio?" Gli sussurro sfrontata.. prima di avvicinarmi ulteriormente a lui per estorcerglielo io stessa. 
Mordo le sue labbra e la mia lingua cerca la sua, mentre le mie mani corrono al suo petto a sfilargli la maglietta; e lui dopo un attimo di esitazione reagisce, spingendomi sul letto e portandomisi sopra, impulsivo e quasi aggressivo ma al punto giusto, come piace a me..
Con una giravolta capovolgo le posizioni e sorridendo sardonica porto le mani a slacciare il laccio dei suoi pantaloni di pelle, per poi sfiorarlo appena, facendogli sfuggire un gemito..

"No, cazzo, basta.. Fermati, cazzo!" Prova a scansarmi ma non è affatto convincente, per cui non demordo e anzi, continuo a provocarlo: "Cosa c'è, non mi vuoi?" Gli chiedo sogghignando, la risposta è scontata, basti vedere come è felice il suo amichetto li in basso..
"No, Angelica, non ti voglio" E il suo tono è talmente deciso che mi blocco, stupita, e pure un po' offesa, lo ammetto.. "Non così, almeno: tu mi piaci, e sono serio, e non mi accontenterò di una semplice scopata.. E se questo è tutto ciò che tu vuoi da me, allora è meglio che restiamo amici, perché non mi ba.." Lo interrompo baciandolo di nuovo, ma stavolta lo sfioro appena, dolcemente, e quando mi stacco e lui mi sorride, accarezzandomi il viso col dorso della mano, mi sento come se le guance mi andassero a fuoco.

Cazzo, da quant'è che non arrossivo? 

(Oddio, il problema qui è più grave di quanto pensassi..)


"Allora te lo chiedo, ti va di uscire con me?" Mi sorride sghembo, portando le sue mani sui miei fianchi e stringendomi un pò di più a se.
"Accetto, Stradlin, ma a una condizione: decido io cosa fare e dove andare, intesi?" Ribatto, sorridendo a mia volta.
"Intesi.." E stavolta è lui a baciarmi, con tanta intensità e passione che sento le farfalle nello stomaco e la testa leggera, e per un attimo tutto ciò che vorrei è mandare a fanculo il mondo intero e rimanere qui, abbracciata a lui.. 
Si stende di nuovo sopra di me lasciandomi una scia di baci bollenti sul collo, non mi sono mai dispiaciuti ma stavolta mi fanno impazzire e.. 

Cazzo, ma oggi è il mio primo giorno di lavoro! 


"Mm.. Ora però rivestiti, o finisce che passiamo tutta la giornata chiusi in camera.." Gli sussurro divertita, prima di scostarmi e di alzarmi dal letto, seppur di malavoglia.
Lui è ubbidiente, ma esegue l'ordine sbuffando, con un'espressione talmente contrariata che non riesco a non scoppiare a ridere, e pure di gusto!

"Allora, oggi quindi devi lavorare?" Mi chiede, un po' triste, alimentando il mio inaspettato buonumore.
"Purtroppo si, doppio turno! Però dopo le prove potresti passare li, se ti va, alle 9 faccio una pausa e poi riprendo fino a l'una.."
"Ah.. Boh, si, se non ho niente di meglio da fare.."
"Coglione!" E ghignando gli tiro un cuscino dritto in faccia, a tradimento.



STEVEN
Nah, non va affatto bene. La mia vita non funziona, non procede per il verso giusto.
Bevo troppo, fumo troppo,   mi drogo troppo.. Solo il sesso non è mai abbastanza!
Tutto, nella mia vita, è una fottutissima esagerazione..
Cazzo, ma che posso farci?

Lo dico ad alta voce: "La mia vita non procede per il verso giusto!"
Dalla mia band ottengo solo sguardi confusi, offuscati dall'alcol e dalle paste e dalla neve, nessuno ribatte.. E poi Duff scoppia a ridere, quasi strozzandosi con la sua stessa birra, ride fino alle lacrime e alla fine mi unisco a lui, del resto, perché non farlo?
Mi viene così naturale..

Siano lodati i cari funghetti che mi sono sparato per pranzo.. Amen!



J. 
Cazzo, che corsa che ho fatto! Non ho più i polmoni di una volta.. quando sono arrivato, col cuore a mille e il fiatone e piegato come un vecchio di novant'anni, quasi credevo di collassare..
E Angelica mi avrebbe trovato per terra come un idiota, steso a testa in giù e con le braccia aperte a tentare di "abbracciare il marciapiede", e magari le sarebbe scappata pure una risata.. Sempre che non ci fossi rimasto secco, ovvio.

Mi appoggio contro il muro facendo lunghi respiri per riprendere fiato, mentre aspetto di vedere la sua bella testolina rossa spuntar fuori dal locale qua davanti; che tra parentesi sarebbe il Roxy, a noi molto caro: sia come band, dato che ci siamo esibiti li più di una volta, sia come amanti del bere e del rimorchiare signorine disponibili e a tratti quasi licenziose, che coi loro sorrisetti spavaldi si lasciano passare di mano in mano -e di letto in letto- tra noi cinque tutti, una dopo l'altra..

Un vecchiaccio sulla sessantina mi passa accanto proprio mentre mi sto accendendo una sigaretta, e mi rivolge un occhiataccia: "Fumare fa male, ragazzo" Mi dice con voce da sapientino, scuotendo la testa e assumendo un cipiglio severo. "Fumare uccide!"
"Fa male anche non farsi i cazzi propri, vecchio; e a volte uccide pure.." Gli rispondo leggero, ma forse anche un po' minaccioso.. Ghigno, nel vederlo indietreggiare spaventato!

Lo so che ha ragione, ma non sarà certo il suggerimento di un pensionato rincoglionito a farmi cambiare stile di vita, e poi detto sinceramente, tra tutto quello di cui faccio uso, e che dovrei smettere di assumere -o comunque diminuire sostanzialmente, ecco, mi pare un buon compromesso- non credo proprio che le sigarette abbiano la priorità..


"Stradlin! Sei venuto, alla fine" Mi si avvicina Angelica ammiccandomi, nemmeno l'avevo vista perso com'ero nelle mie riflessioni.
"Ciao, dolcezza, come ti è andata?" Le lancio un'occhiata di sottecchi e sorrido, ha addosso una divisa striminzita che praticamente consiste in una mini minigonna e in una camicetta corta e scollata, è davvero sexy..
Cazzo, no, non va bene!
"Ti do la mia giacca, avrai freddo" E in mezzo secondo me la sono già sfilata e gliela sto porgendo, più serio che mai.
"E tu da quando fai il gentiluomo?! Comunque sto bene, non ti preoccupare.." Ed ecco che accanto a noi passano due brutti ceffi che conosco solo di vista, uno dei due le fischia e l'altro si gira per guardarla meglio, come incantato..
"Insisto!" E alla fine si decide a mettersela, ridendo della mia espressione.
Traparentesi, non è affatto gelosia. È che ho seriamente paura che possa prendere freddo e ammalarsi, ecco!

La porto al parco vicino casa, ci beviamo una birretta e fumiamo un po' e poi ci sediamo su una panchina a guardare i bambini che giocano e a parlare di cose più o meno profonde, lei sempre con la mia giacca di pelle addosso che le sta quasi meglio di come sta a me: le è un po' larga, è vero, ma almeno così la copre un po' di più..
"Vieni" Mi alzo di scatto, tutto preso da un'idea, e porgendole la mano la costringo a seguirmi, e Angelica lo fa, un po' sbuffando e un po' ridendo. "Voglio farti vedere una cosa.." E ci incamminiamo svelti, in mezzo agli alberi, facendo lo slalom tra le famigliole e i cani e le coppiette di innamorati.

"..Izzy?"
"Si?"
"Non ti fa strano, che ci stiamo tendendo ancora per mano?"
Guardo lei e poi guardo la mia mano destra, e mi accorgo stupito che ha ragione: "Cazzo, non ci ho fatto nemmeno caso.."
"A me non da troppo fastidio, comunque" Dice lei, leggera, ma per un attimo mi sembra quasi di vederla arrossire un poco.. No, assurdo!
"Nemmeno a me, cazzo" E la bacio di nuovo, d'impulso, facendole tornare il sorriso..
"Dai, devo portarti li, non c'è tempo da perdere!" E riprendo a trascinarla, ma lei non vuole e allora sono costretto a prenderla di peso e a portarcela così, tra i suoi tentativi di divincolarsi e le nostre risate; e gli sguardi sconvolti delle vecchie coi loro nipotini, ai quali coprono gli occhi con le mani -per non farli vedere le bellissime gambe della ragazza che sto trasportando -perché sfortunatamente la giacca si è tirata su, maledetta traditrice!-

Mi sembra di essere tornato alle elementari, cazzo..



"Eccoci qua" Esclama lui, orgoglioso.
"..Una panchina? Mi hai fatto attraversare mezzo parco, quasi correndo, per una fottuta panchina?" Ride quasi istericamente lei, scuotendo la testa e guardandolo divertita.
"No! Cioè, si.. Per me è importante, c'è una storia dietro" Prova a spiegarsi lui, stranamente a disagio. 
"Allora raccontamela, dai"
"Ehm, va bene.. 
Il giorno in cui sono arrivato a Los Angeles avevo mille fantasie idiote per la testa, credevo, che ne so, che mi avrei subito trovato un lavoro e una casa, e che in poco tempo sarei risuscito a sfondare come musicista..
E invece ero solo uno dei tanti coglioni che tentavano la fortuna in una grande città, e questa panchina è stato il mio letto, quella notte. E anche le cinque successive, a dire il vero!

Non avevo una casa, né soldi, né amici che potessero  ospitarmi, avevo solo la mia chitarra, la mia musica e un po' di fottutissima speranza: e alla fine ce l'ho fatta, anche se nessun altro credeva in me, guarda dove sono ora..
Sono riuscito a combinare qualcosa di buono, ho trovato la mia vera famiglia, dei fratelli con i quali ho fondato una band coi contro cazzi, ho imparato un sacco di cose..

E sono felice per tutte le esperienze brutte che ho passato, perché mi hanno portato qui, e mi hanno permesso di crescere e di darmi una svegliata. 
E questa panchina per me è importante proprio per questo, mi ricorda che non bisogna mai mollare, mai darsi per vinti.." 


Interrompe le sue fantasie riscuotendosi e lanciandole un'occhiata. "Probabilmente è solo una stronzata, e ti ho annoiato, scusa.."
"Non ti devi scusare.. Hai detto belle parole, e così ora ti conosco un po' meglio!.. Sei una bella persona, Izzy" Gli sorride sincera, prima di avvicinarsi per dargli un bacio..
"Jeff, il mio vero nome è Jeff" Pensa lui, ma non importa, al momento è troppo impegnato per parlare.



A.
Mi siedo sulla panchina, accendendomi una sigaretta. 
Dall'altra parte del parco, solo, Stradlin che che si fuma inebetito l'ennesima canna della giornata, sdraiato. Un cappello nero fin sugli occhi che lo ripara dal sole, la tipica lattina di birra vuota accanto.

Lui è li, e io sono qui, perché è stato fino a qualche secondo fa a discutere con un tizio che secondo me voleva la roba, e quindi io mi sono fermata sulla sua panchina -proprio lei, quella della storia- e mi sono messa a fantasticare, non ho potuto farne a meno..

Attorno a noi solo qualche vecchietta di passaggio, che non perde l'occasione per squadrarci. Solo cadaveri ambulanti..
Tutti, anche io e lui. Presi a vagare stancamente da una parte all'altra senza ragionare, senza speranza, a passo lento, in attesa di crepare per un attacco di cuore o una striscia tagliata troppo oppure per semplice noia, a casa, abbandonati a boccheggiare sorde parole nel vuoto, da soli. 
Inalo malumore e fantasie, sputando rabbia e grigio fumo..

No. Oggi sarà una bella giornata, dannazione! È il mio primo vero appuntamento.. 
Certo, se non conto tutti quelli al motel coi miei clienti abituali -rispettabili avvocati, medici e perfino politici..- , ma non credo che valgano, no, e poi vorrei solo che dimenticare quel periodo della mia vita..

Alzo lo sguardo dai miei anfibi consumati, e mi accorgo che Izzy ora è in piedi e mi sta guardando. Gli faccio giusto un cenno con la testa, fingendomi disinteressata, prima di tornare a dedicarmi a qualsiasi altra cosa piuttosto che a lui. 

Mi piace. 
Non mi piace. 


Getto il mozzicone, mi alzo ricordandomi solo ora che il mio secondo turno al pub rinizia tra meno di dieci minuti, e non posso farmi licenziare il primo giorno, se anche io voglio alzare moneta: devo sbrigarmi ad andare a lavoro, non è così vicino e non mi sembra il caso di arrivare in ritardo..
Rincrocio per un attimo il suo sguardo, anche se fingo di non accorgermene so di avere i suoi occhi ancora puntati addosso: mi sorride sardonico, levandosi il cappello per abbozzarmi un inchino.
Poi giro i tacchi, e me ne vado, pensierosa..

Mi piace.
Lo ammetto. Solo un po'.
E questo è un grande, anzi, un fottutissimo problema.



Ansia, paura.. Dobbiamo scappare, o ti prenderanno. E se ti prendono, cazzo, sei morto. Niente giri di parole.
Nessuno si permette di farli un torto, a loro, e un ragazzino invece è riuscito a fregarli.. Non può passarla liscia, o tutti proveranno ad imitarlo e perderanno ogni paura. Ed è la paura che provoca l'ubbidienza, che fa diventare bestie gli uomini e li distingue tra pecore o lupi, è la paura di morire che corrode ogni sentimento e affetto, e che fa porre in primo piano al cervello la necessità di salvarsi il culo. Niente di più, niente di meno. 

Jo è talmente nervoso che scatta in piedi per ogni minimo rumore, è spaventato: e vederlo così, quando lui è sempre stato una persona calma e rilassata, è tanto assurdo che attacca la sua paura anche a me. Ho freddo, tremo, credo di avere l'influenza.. 
O forse è che è passato un giorno e mezzo dalla mia ultima spada, e ancora non ne abbiamo trovata un' altra. Le nostre scorte, e i soldi, sono finiti l'altroieri. Siamo dovuto scappare dal motel per non pagare, scappare scappare e scappare ancora.. Non facciamo altro da un mese, ormai. Già è tanto che non ci hanno trovati fino ad ora, penso tra me e me ma non lo dico.
Non voglio incrementare la tensione che proviamo, già così è ingestibile..

Jo ha fatto una cazzata, lui lo sa e io pure. Abbiamo litigato come due pazzi, ma poi l'ho perdonato.. Come avrei potuto non farlo?
Non posso perderlo, non posso, lui è tutto ciò che mi è rimasto. Io lo amo, cazzo..


Stacco, altra scena.
Quella stessa notte, qualche ora dopo. La luna è piena, enorme, e sembra prendersi gioco di noi: lei bianca, e noi di più..
Un rumore improvviso.
Delle voci. Ho paura.
Pregare non serve a niente, ci hanno trovati. Jo scatta in piedi, afferra la pistola che ha rubato ostentando sicurezza, mi si avvicina e mi bacia. Mi sorride, ma capisco che sta fingendo: inizio a piangere in silenzio, ritraendomi "Guardami negli occhi, dai.."
"Jo, ti prego, non andare.."
"Guardami, dannazione, e ascoltami! Andrà tutto bene, hai capito? Te l'ho promesso" 
"No, no.."
"Non piangere, Angie, fallo per me.. Tu sei forte e puoi farcela in qualunque situazione, hai capito? Sopratutto senza di me.."
"Non dire così, Jo, io ti amo!" Urlo disperata, prima di accasciarmi tra le sue braccia.
"Anche io.. Anche io ti amo, Angie.. E ora dormi, andrà tutto bene" Mi culla come se fossi una bambina, sussurrandomi all'orecchio finché non mi addormento..

Uno sparo. 
Mi sveglio di colpo, trattenendo un urlo, mi ritrovo a sussurrare ad un dio nel quale non credo nemmeno di salvare Jo, di portarlo da me ora.
Mi dirà che dobbiamo scappare, che ha fatto fuori gli uomini del boss e che dobbiamo cambiare città, paese, continente: tutto mi va bene, lo giuro..
Ma lui non arriva. E con il cuore in gola, mi sporgo per capire cosa succede.. 

Vedo un corpo a terra, immobile. È Jo, lo so. Anche se le lacrime mi offuscano la vista, so che è lui..
Urlo. Poi capisco di essere stata un'idiota, perché ho rivelato la mia presenza: e infatti due uomini vestiti di nero corrono verso il mio nascondiglio, trovandomi.

"E che ce ne facciamo di questa bella ragazzina?"
"Lasciatemi, lasciatemi! Uccidetemi, vi prego.." E scalcio e urlo ma uno dei due mi solleva come se fossi una piuma, e mi portano via. 


"Andrà tutto bene.." Sento ancora la voce dolce di Jo nella mia testa, non è reale, colpa della febbre alta..
"Uccidetemi" mormoro solamente, prima di svenire sulla sua spalla.



Spalanco gli occhi. Ho il cuore a mille, il viso rigato da fottutissime lacrime che non sono capace di controllare. 
Era solo un sogno, solo..
Sento una mano accarezzarmi il viso. Questo contatto mi fa bene, e paura allo stesso tempo, come se la dolcezza portasse dentro il dolore e viceversa. Alzo gli occhi, e ci trovo i suoi: due pozzi neri come la pece, nei quali sarei ben felice di annegare. Izzy.
Ci sorridiamo, senza dire niente. Non ce n'è bisogno. 
Si stende nel letto accanto a me, meno male che finalmente è arrivato..
"Andrà tutto bene, ora ci sono io con te" 
Mi accoccolo al suo petto, tranquillizzandomi un poco.
Non ho più paura, stanotte.

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Capitolo 7
*** 7. ***


A.
"Alza i piedi.. Ok, puoi abbassarli.. Cazzo, ragazzi, ma su questo schifosissimo tappeto che diavolo ci avete fatto? Ci avete assassinato qualcuno, per caso?"
"Cazzo, bimba, è una cosa davvero malata.. Mi piace!" Esclama Slash, o meglio quello che ne rimane, dopo un intero pomeriggio passato sul divano, a strimpellare una chitarra ingurgitando vino economico e jack, -beato lui-, mentre io mi occupavo di cucinare per tutti e di rassettare casa, dato che oggi ho la giornata libera..

Comunque, si da il caso che io stia spazzando per terra, in soggiorno, e che l'ostinata macchia rossa sul tappeto -che in un primo momento ho creduto davvero fosse sangue-, in realtà è solamente, appunto, Nightrain rovesciato e mai ripulito prima d'ora, unito a cicche e cicche e ancora cicche di sigarette ormai morte e defunte. 
È una vera gioia pulire questo porcile, davvero, mi scalda il cuore..
E in tutto questo i miei carissimi coinquilini, da veri galantuomini quali sono, si dedicano all'alcol e alle canne, proprio davanti ai miei occhi, con una spensieratezza tale che non riesco nemmeno a provare rabbia per il loro completo disinteresse ad aiutarmi.
Tutti, tranne Duff, e Izzy.


Il primo si è svegliato relativamente presto per i suoi standard, e mi si è offerto come aiuto-cuoco presentandosi con addosso un grembiule bucherellato, con sopra un'enorme chiazza nera sulla quale ho preferito non indagare. Meglio non saperlo, ho pensato.
Anche se mi è stato più d'intralcio che d'aiuto, ammetto che è stato divertente -soprattutto perché lui era già, o ancora, sbronzo- ed ho apprezzato il gesto, almeno lui si è sforzato di dare una mano.
E poi ci ha provato spudoratamente con me per tutto il tempo: e devo ammettere che un pensierino ce l'avrei fatto, altroché, se non avessi già altro per la testa..


Il secondo invece è uscito stamattina, quando stavo ancora dormendo. Certo non posso negare che svegliarmi in un letto vuoto mi abbia rattristato un bel po', ma il signorino ha avuto la premura di lasciarmi un bigliettino sul comò, con scritto: "Forze superiori mi hanno obbligato ad uscire presto, piccola, mi dispiace.. Sarei rimasto tutto il giorno a guardarti dormire, se avessi potuto. Ci vediamo dopo, dato che oggi non lavori ti rapisco e passi tutto il pomeriggio con me. Si, è una minaccia.
Un bacio, Izzy." 

La cosa più irritante è che è stato Axl a darmi il messaggio, sbuffando e con un sorrisetto strafottente sulla faccia, come a dire "Io lo sapevo, l'avevo detto fin da subito che sarebbe finita così.."
Mi sono svegliata dolcemente.. e aprendo gli occhi mi sono ritrovata il suo bel visino da impunito proprio a due centimetri dalla mia faccia, che colpo!
"Buongiorno!" Mi ha ghignato, ignorando le mie proteste -e bestemmie- per lo spavento che mi ha fatto prendere: "Izzy è uscito, ti ha lasciato un dolce messaggino direttamente dal suo cuore.." Ha detto, disgustato. "Che schifo, è così melenso che mi viene da vomitare!"
Mi sono accorta solo in quel momento del pezzo di carta che aveva in mano.. 

"Dammelo" Ho detto, senza troppa convinzione.
"Dammelo cosa, dolcezza?" Mi ha sussurrato lui, facendomi l'occhiolino.
"Dammelo subito, è per me!" Ho ripetuto, alzando un po' la voce.
"Mancano le paroline magiche, sforzati un po' di più.." 
"Ti castro mentre dormi, Axl!" Ho ribattuto tirandomi su in piedi, decisamente più scocciata.
"Sarebbero "per" e "favore",  dai, era più divertente se stavi al gioco.. Comunque tienilo pure, io l'ho già letto" Si è arreso lui, sbuffando. 
Ma dal suo sguardo ho capito che aveva seriamente preso in considerazione la mia minaccia, e la cosa mi ha fatto sogghignare, piuttosto soddisfatta.
"Che romantico, eh? Chi l'avrebbe mai detto che uno come lui potesse innamorarsi, e di una come te.."

"Non esagerare! È solo.." 
"Solo cosa? Avete scopato?" Mi ha chiesto da vero gentleman, irritandomi alquanto.
"..Sono affari miei, questi!"
"Mmm, vuol dire no.. E questo vuol dire che o gli piaci per davvero, o lui è diventato un emerito coglione!" Ha concluso, ghignando soddisfatto.
"Ah si? E dimmi, quand'è l'ultima volta che ti sei sentito veramente bene con una donna, con la quale potevi parlare di tutto senza sentirti giudicato, e che per lei provavi qualcosa che andava oltre la voglia di scopartela e basta?"
"Che idiozia.." Ma poi ha abbassato gli occhi, quindi ho pensato di bene di continuare ad infierire.
"Rispondimi, Rose! O forse ti vergogni?.. Oh, ma guarda, il grande Axl che evita una semplice domanda!?" L'ho preso in giro io, un po' malignamente a dirla tutta. Ma ci stava.

"..Con mia nonna.. Che ti ridi? Cazzo, non sto scherzando!" Mi ha sbraitato lui, infastidito.
Ed ecco, ora che i ruoli si erano capovolti, le domande fastidiose erano compito mio..
"Ecco, quindi non puoi permetterti di giudicare: anzi, dovresti solo essere invidioso!"
.. 
E comunque mica stiamo insieme, cazzo, sono libera di fare quello che voglio con chi voglio.. e anche lui!" Ho precisato, tornando indietro sui miei passi. E dire che mi sono sempre vantata di non essere una codarda..
Ehh, vabè.

"Ah, quindi se lui si portasse a casa una sciacquetta non gli diresti niente?"
"Certo che no! Basta che mi avverte prima, però: ho bisogno di prepararmi psicologicamente, se devo dormire ancora su quel maledetto divano.." Gli ho fatto un occhiolino, ostentando noncuranza.
"Ma magari anche tu potresti ritrovarti in un letto, sai, bimba.. Sarei ben felice di ospitarti nel mio!"
"Si, certo, con Izzy in quello di fianco! Non credo che scoppierebbe dalla gioia, suo migliore amico."
Ho enfatizzato le ultime tre parole alzando un sopracciglio, facendolo ridere, e poi lui cogliendomi alla sprovista mi si è avvicinato. Pericolosamente.



AXL
Jeff è il mio migliore amico.
Quando sono arrivato a Los Angeles, dopo aver passato troppo tempo a cercarlo per tutta la città, mi sono sentito smarrito. E poi l'ho trovato.
Casualmente, come se fosse destino che ci incontrassimo in un parco in mezzo a nanetottoli col moccio al naso e vecchiette iperprotettive ed isteriche.
Avevo quasi perso le speranze, stavo per rassegnarmi.. e poi l'ho visto da lontano: era proprio lui, impossibile sbagliarsi.

Era stravaccato su una panchina nel modo in cui ricordavo fosse solito sedersi, una sigaretta in bocca della quale mandava il fumo proprio addosso alla vecchiaccia arteriosclerotica che aveva davanti, facendola infuriare. Rideva sotto i baffi, anche se in realtà i baffi non li ha mai portati, e nemmeno io.. Ma rimane sempre un bel modo di dire.
Ho urlato il suo nome, poi gli sono corso incontro a braccia aperte. Avranno pensato fossimo una coppia omosessuale.. ma chissenefrega. L'avevo trovato.

Era uguale a prima, ma anche completamente diverso.
Era sempre lui, il solito Jeff, pallido e magro, i capelli lunghi e scuri e l'espressione insofferente, pantaloni di pelle tenuti su da un laccio, come i miei.
Ma era più magro, più pallido, più stanco di come lo ricordavo. Aveva delle occhiaie spaventose e la pelle quasi perlacea, sembrava non dormisse da giorni. "Forse sta male", ricordo di aver pensato.
Ma me ne sono fregato e l'ho abbracciato comunque.
L'avevo ritrovato, punto. Se mi avesse attaccato l'influenza, amen, sarei sopravvissuto..


Non bisogna perdere la speranza, mai. Questa è una delle tante cose che ho imparato, da quando sono arrivato qua.
Stavo per cedere, e ho ritrovato mio fratello; pensavo che non avremmo mai sfondato, e invece andiamo forte, forse entro un annetto ci scappa pure un vero contratto.. 
"Never give up hope", lo dico sempre, e ormai è diventato il mio motto personale!


Ho rievocato questo episodio per chiarire quale sia il mio rapporto con Jeff, nel modo più limpido e preciso possibile; e non potrei mai fargli un torto, o meglio, potrei e posso ma non glielo farei mai comunque, se posso scegliere..
E in un certo senso quando oggi ho baciato Angelica non ci ho ragionato per nemmeno un secondo, non ho pensato razionalmente, quindi non mi sento in colpa.
"La carne è debole", ed è stato il mio corpo a spingermi verso il suo, i miei piedi si sono mossi da soli..

Lei era lì, davanti a me, con addosso una maglietta di Jeff che le arrivava a malapena alle cosce, scalza. I capelli scompigliati come qualsiasi persona svegliatasi da poco, ma quella ragazzina sembrava comunque appena uscita da un set fotografico..
"Sexy", è stata la prima parola che mi è saltata in testa, e mi è venuta l'acquolina in bocca..
E allora l'ho fatto. Non ho resistito.

Quando non posso avere una cosa, la voglio comunque: non mollo mai, io.
E poi, quando finalmente la ottengo, già me ne sono stancato e ne ho trovata un'altra. Sono fatto così.
Ho già avuto Angelica, ma l'idea che non posso averla più mi eccita da morire. È una sfida.
Certo è che, se mi scoprisse Jeff, finiremmo a menarci, e non mi va affatto; e poi non produrremmo buona musica, troppa rabbia stona, se si vuole stabilire un'armonia tra tutti gli strumenti..
Ma sono anche sicuro che Angelica non glielo direbbe mai, se si mettessero  insieme ufficialmente.
Magari solo per ripicca nell'eventualità in cui litighino -cosa d'altronde impossibile da evitare, prima o poi-, e chissà in quel momento se magari non scoprirò che lei mi piace, e per davvero..

Comunque, tornando a noi.
Mi sono avvicinato ghignando, facendola indietreggiare fino a ritrovarsi con le spalle contro il muro, poi l'ho baciata. Veloce, prepotente, impulsivo.
Ho ignorato le sue proteste mentre le ficcavo praticamente la lingua in gola e le tenevo ferme le mani -o mi avrebbe tirato un pugno-, finché non si è arresa: e proprio allora mi sono staccato, sogghignando soddisfatto.
Mi ha tirato uno schiaffo.
"Ma che cazzo fai? Sei impazzito?" Mi ha sbraitato, facendomi ridacchiare.

"Non dire che non ti è piaciuto, honey, non ci credo nemmeno per un secondo.."
Il suo sguardo colpevole ha visibilmente accresciuto il mio ego..
"Vaffanculo!" Ed è corsa fuori dalla camera, dandomi una bella spallata per riuscire a passare, incrementando il mio divertimento.
Ma che bel caratterino!


Mi porto davanti allo specchio, sorrido.
Ho ancora la guancia arrossata, ma tanto non mi ha fatto male, anzi.. Ha contribuito a farmela desiderare ancora di più; e se pensi che ti lascerò in pace non hai capito proprio niente, cara la mia Angelica.. 

La nostra convivenza si prospetta un'esperimento davvero interessante, altroché!



DUFF
Sono un cuoco provetto. Si!
Cioè, non proprio. Il fatto che abbia quasi dato fuoco alla nostra mini-cucina ne è la prova.. Se non ci fosse stata la cara e dolce Angelica, ci sarei riuscito a pieno: e a quest'ora probabilmente i pompieri starebbero estraendo dalle macerie il mio corpo mezzo carbonizzato, dato che, pur di non lasciare le mie birre e il mio amato strumento qui, avrei preferito morire tra le fiamme, steso sul letto col basso in braccio e una bottiglia accanto.
Che visione poetica, da vero musicista con le palle! Sarei diventato una leggenda..

..Beh, forse non l'avrei fatto, in realtà: me la sarei data a gambe levate, e al diavolo la casa.. Però un po' del mio cuore sarebbe rimasto per sempre nel "Paradiso dei Bassi Elettrici", a fargli compagnia. Mi sarebbe mancato da morire, a pari merito con l'alcol è la cosa che amo di più al mondo!


Non è stata del tutto colpa mia, comunque, per quella storia del tentato incendio. Quella maledetta bottiglia di vodka mi ha ingannato, lo giuro! 
Era piena a metà, e poi potevo prenderla senza nemmeno dovermi alzare: due ottime ragioni, ho pensato..
E poi mi guardava.. Mi implorava di considerarla.. Sentivo la sua vocina in testa che faceva "Duff, bevimii, bevimii", .. e io non ho resistito, poverina!
Sembrava così sola.. Che ci posso fare, se sono di animo buono? Mica potevo ignorarla, dai. 
Non sarebbe stato né carino, né rispettoso, e quindi me la sono scolata. Tutta, è naturale.


Ci ho messo quasi sette minuti, del resto mi ero appena svegliato e la stanza intorno a me continuava inspiegabilmente a girare, mica è stato facile afferrarla senza farne cadere nemmeno un po'. Ma ce l'ho fatta, ho adempito alla mia missione. 
Vittoria!

Ciondolando mi sono avviato verso il soggiorno, soddisfatto. Sono andato in bagno, non ricordo bene il perché, ma credo dovessi pisciare: e lì ci ho trovato Slash che con un sogghigno enorme mi ha offerto di dare una botta con lui, roba buona ha detto. 
Mi sono fidato.
Del resto, la neve era già acchittata li davanti a me e sembrava mi stesse parlando. Mi chiamava. Mi implorava.
"Duff, Duff, ti pregoo, sniffami!
..
Come avrei potuto dire di no?

E alla fine dopo tutte queste peripezie e tre o quattro Marlboro, arrivando in soggiorno ho trovato Angelica tutta intenta nel rendere - se non scintillante- almeno decentemente pulita la nostra imponente reggia. Ovvero, il piccolo magazzino dove viviamo.
"Ti serve una mano?" Le ho chiesto, un sorriso enorme stampato in faccia da perfetto idiota. Maledetta vodka.
"Ehi, Duff, pensavo dormissi ancora!.. Davvero saresti disposto ad aiutarmi?"
"Certo piccola! Che posso fare?" Ho risposto io, stupidamente..

E così mi sono ritrovato con un grembiule da donna addosso, e i capelli tutti infarinati -non della farina che piace a me, però..- e sporco di sugo dalla testa ai piedi. Sembrava che mi fosse esploso un barattolo di vernice addosso, o che stessi morendo dissanguato: e invece, ho "solamente" cucinato la pasta.. Ehi, è più difficile di quello che sembra!


"Ehi, assistente, assaggia pure e dimmi che ne pensi.." Mi ha detto a una certa, tra una birra e una mescolata e un'altra birra e l'aggiunta del sale.. 
Le sue labbra, il suo profumo, il suo sguardo così sfacciato, fatto apposta per provocarmi..
"Penso che è davvero, davvero squis.. Ah, intendi la pasta!?" Ho capito troppo tardi, facendo una figura da vero idiota.. 
Ma lei è scoppiata a ridere e pure forte, e alla fine l'ho fatto anche io, giusto per sdrammatizzare un po'.
"Pervertito!"


Poi abbiamo riempito i piatti e chiamato gli altri a raccolta; apparte che nel sentire quel buono odorino di cucinato -cibo vero, una novità per noi- per tutta casa, si erano già schierati uno due e tre sul divano, Steve in primis, tutti affamati e impazienti e sbronzi e palesemente fatti.. Ah, a proposito, Izzy non c'era.
Abbiamo mangiato, cioè, ci siamo strafogati come animali mentre Angelica ridacchiava, quasi sconvolta dalla nostra velocità: poco mancava che azzannassimo pure la padella, a questo punto.

Poi l'ho aiutata a sparecchiare, così ho avuto l'occasione di stare un altro po' solo con lei, seppure in cucina.. Sono sempre un uomo, del resto, e poi lei è veramente sexy e non mi dispiacerebbe affatto poter godere anche io della sua compagnia, anzi..

"Dovremmo andare a berci qualcosina, una volta" Le ho proposto ammiccandole, cercando di atteggiarmi da gran figo mentre in realtà quasi non mi reggevo in piedi, benedetta vodka.. Infatti ho dovuto poggiarmi al ripiano del lavello, o finivo davvero col muso per terra.
"Cosa? Non sapevo bevessi! Non l'avrei mai detto, "King of Beers".." Mi ha sfottuto lei, alzando un sopracciglio e facendomi ridacchiare imbarazzato. 
"Allora? Ti va?" Ho ripreso l'argomento, spavaldo, avvicinandomi a lei fino a sovrastarla completamente in altezza. -Non è che è bassa, anzi, sono io che sono bello alto-, bloccandola contro il frigo.
"Ci verrei molto volentieri, Duff.. Se non fossi già impegnata, se così si può dire" Mi ha sorriso, avvicinandosi ulteriormente..                                                                                                                                                                                                                    ..
e io, che mi ero incantato a guardarle gli occhi, ci ho messo un po' a capire cosa avesse appena detto, povero stronzo. "Ah.. Aspetta, hai il ragazzo?" 


La delusione che ho provato inizialmente è stata eclissata dalla curiosità, a chi diavolo si riferiva?
"Una specie.. Non lo so, non mettermi ansia, dai!" Mi ha risposto, quasi scocciata.
"Dai, dimmelo!"
"Sei pettegolo, biondo!" Ha sbuffato lei, scansando il mio corpo per poter finalmente raggiungere la porta.  "Comunque grazie per avermi aiutato oggi.. Sei davvero negato, cazzo!" Mi ha ghignato, facendomi la linguaccia.
"È stato un vero piacere.."
E in un secondo se ne è era andata.



J.
Non voglio che nessuno sappia di me e lei. Aspetta, così sembra quasi che stiamo insieme.. Non lo so.
Non voglio. Oppure si?
Di certo sono sicuro di non volere che gli altri cazzoni con cui vivo ci provino con lei. Ecco, di questo dovrò parlarle assolutamente.
Prima di sbandierare questa cosa al mondo, devo prima capire cosa realmente c'è, tra di noi.. Ma c'è davvero qualcosa, o è solo una mia impressione?

Odio queste situazioni ambigue del cazzo, io!


"Ehi, man, sono tornato" Saluto, entrando in soggiorno e trovandoci i miei coinquilini.
"Perché, te ne eri andato?" Mi chiede stupidamente Steven, facendomi scuotere la testa esasperato. 
Lei non è qui..

Ma non le avevo appositamente scritto di non uscire di casa!?

"Se cerchi Slash è in camera con una rossa proprio niente male.. No, non Angelica, lei è semplicemente in terrazzo a farsi il pit" Mi fa Axl con un occhiolino, senza che gli avessi chiesto nulla, capendomi al volo. 
Con un cenno lo ringrazio, quindi la raggiungo sulla veranda.

Lei è di spalle, i capelli lunghi che quasi brillano alla luce del sole, avvolta in una spessa nube di fumo. È bella. 
Mi avvicino di soppiatto e la spavento, afferrandola da dietro: "Presa!" 
Riesco a sollevarla per quanto è leggera, lei scalcia e protesta ma sopratutto ride. Di riflesso lo faccio anche io, mi piace il suono della sua risata. 
"Mi hai fatto cadere la canna, scemo!"
"Altro che canne, bimba.. Vieni con me, ora, ti porto in un locale qua vicino che devi assolutamente vedere!"



A.
"Vuoi qualcos'altro, caro?" Chiede a Izzy la cameriera che ci sta servendo, una smorfiosetta del cazzo che ci sta palesemente provando con lui: nemmeno mi considera, sta qua!
"Si, per favore, un altro giro per tutti e due.. Anzi, fallo doppio, grazie" Le risponde lui, educato.
"Oh, sei sempre così gentile, amore.." E lo bacio con impeto, cogliendolo di sopresa, per scacciare quella squallida che se ne va tutta inviperita.
"Se ne è andata.." Mi sussurra lui, ridacchiando. "Non dirmi che eri gelosa!"
"Io?! Zero, solo mi divertiva vederla così incazzata.. Magari si aspettava pure la mancia, quella!" 
Si accontenta di questa risposta e dopo aver pagato ce ne andiamo, direzione negozio di musica.

Bye bye puttanella, alla prossima!


"Stavo ripensando.. "Amore", eh?" Stradlin scoppia a ridere, sul serio, e lo faccio anche io.. Sembriamo due schizzati, e perlopiù due ubriaconi, ma qua dentro è normale, la tipica clientela!
"Ho esagerato, lo so.. Però non dirmi che ti è dispiaciuto quel bacio, che tanto non ci credo!"
"Non puoi immaginare quanto mi abbia infastidito, invece.." Ironizza lui, avvicinandosi con un sorrisetto compiaciuto in faccia.
"Ah si? Vedremo.." E lo bacio di nuovo, con ancora più passione di quanta ne ho messa prima, uno di quei baci da film che preludono ad una scena osé che ovviamente qui non potremmo ricreare..
Le sue mani corrono ai miei fianchi, mi spinge indietro e urtiamo uno scaffale -ma del resto sai cosa me ne frega?- ..

"Queste cose fatele a casa, che indecenza!" Se ne esce una tizia sbucata dal nulla, indignata, costringendomi a staccarmi da lui.
Non posso che sentirmi comunque soddisfatta: ha quasi il fiatone, e gli occhi chiusi, e si è anche eccitato, me ne sono accorta..
"Cazzo, bimba, non farlo più se siamo in mezzo alla gente, ti prego!" Impreca sottovoce, maledicendo la tipa che ci ha squadrato male, e stavolta sono io a ridere.

"Voglio fare le cose per bene, senza fretta.." Mi sussurra sorridendo, il suo viso che sfiora il mio per quanto siamo vicini. 
"..Mai sentito dire da nessuno, sai?"
"Ma io, Angelica, io non sono come tutti gli altri.." 
"Ah si? Vediamo.. sei un musicista, quindi nel tuo cuore c'è spazio solo per la tua chitarra.. E poi sei uno che rimorchia ogni sera una ragazza diversa, e bevi come una spugna dal momento in cui ti svegli a quello in cui crolli a dormire fino al pomeriggio, se ne hai l'occasione.."
"Ehi, non paragonarmi a alcolizzati come Duff! Io bevo meno di lui" Si lamenta, sbuffando.
"Magari è vero, ma sei tossico il doppio" Ribatto io, poi dandogli un bacio furtivo per fargli tornare il sorriso.


Abbiamo passato tutto il pomeriggio insieme, girandoci praticamente mezza città a piedi, lui mia personale guida ubriaca e io altrettanto sbronza, ho riso un casino.
Ecco, praticamente ci siamo girati metà dei pub di Los Angeles, e non è che sono pochi.. Domani mi porta al mare, pure. Me l'ha promesso, e quindi andrà così: lo leggo nei suoi occhi, che mi posso fidare.. Cazzo, che stanchezza!

"Piccola, io mi devo fare una spadina prima di andare a letto, tu vuoi?"
.
Cazzo, si!


Mm, che roba..
Sono sul suo letto, stesa affianco a lui, nell'aria un profumo dolciastro che mi è estraneo e familiare allo stesso tempo, la luce fioca di un lampione da fuori e nessun rumore tranne quello prodotto dai nostri respiri. Sto da dio.
Un rumore dalla strada, non mi importa. Sono qui e lui è qui. Mm, che roba che ci siamo sparati.. 
La sua testa poggiata sul mio addome, come una madre col proprio bambino mi perdo ad accarezzargli dolcemente i capelli. 
Poi decido di spezzare il silenzio. "Grazie, mi ci voleva proprio.. Stanotte dormo sul divano, comunque" 
"Fa' la seria, cazzo, e dormi qua con me!"
"No, gli altri mica sono id.. Voglio dire, mica sono così idioti! Dai, dormo sul divano e finiamo qua la faccenda"
"Ma di là fa freddo"
"Esistono delle cose chiamate coperte, Stradlin, e poi non è così male dormire la.."
"Non te lo permetto" Si tira su, e mi lancia un'occhiata così penetrante che mi fa quasi rabbrividire "Non ci esci da questa camera, hai capito? Provaci soltanto, e me la paghi.." Mi minaccia con un sorrisetto un po' perverso, avvicinandomisi sempre di più..
"Ah si? E che puoi farmi?" Lo provoco ulteriormente, sfacciata.
"Piccola, non immagini nemmeno cosa potrei far.. Che cazzo c'è, Axl?" Si gira infastidito verso la porta, che si spalanca rivelando la presenza del cazzone nominato prima, fornito come al solito di un sorriso a trentadue gradi.

"Scusatemi, non volevo interrompere il vostro momento!" Dall'espressione compiaciuta che ha si direbbe il contrario, che idiota.."Duff ha avuto un problemino con la cena e ci servirebbe il tuo aiuto, dolcezza.. Chissà perché è messo in testa di saper cucinare, che cazzone!" 
"..Arrivo" E a malincuore sono costretta a lasciare Izzy da solo in camera, - camera nella quale ho deciso di non dormire stanotte, se qualcun altro venisse a disturbare come si spiegherebbe la mia presenza?- , mentre seguo quel pervertito del rosso che non la smette nemmeno per un secondo di provarci e sfiorarmi il culo.. Dio, quella manina insolente ti giuro che gliela spezzo!

 

 


"La signorina Angelica S., anni 11, manifesta istinti violenti, anche nei confronti di se stessa, è maleducata e insubordinata: crediamo che vada inserita in un riformatorio minorile, a causa della sua natura instabile e potenzialmente pericolosa.
Ieri durante il pranzo ha minacciato un coetaneo con un coltello, poi si è inflitta un taglio sul braccio davanti a tutti, terrorizzando i bambini presenti.
Si richiede il consulto di un medico specializzato per valutarne la situazione."

Sig.na Beckett, Direttrice dell'Orfanotrofio Suore Compassioniste Serve di Maria.


Ogni giornata era dannatamente uguale alla precedente, era un inferno: cosa impensabile a dirsi, dato che viveva in un orfanotrofio gestito da vecchie suore timorate di Dio che l'obbligavano a chinare il capo davanti alla croce e a pregare ogni mattina e ogni sera, minacciandola con punizioni corporali che non si trattenevano ad eseguire. Sempre sotto la volontà del Signore, ovviamente.

La suora che odiava di più, la Madre Superiora, era lei di solito a darle gli schiaffoni: perché Angelica aveva le trecce rosse, e il rosso era il colore del diavolo, e quindi era cattiva e doveva essere punita. E poi quei bambini, suoi coetanei o forse solo un po' più grandi, che l'avevano presa di mira e non la lasciavano più in pace. 
Era stanca.

"Tua madre ti ha abbandonato perché ti odiava", le dicevano. "Tuo padre è scappato prima ancora di vederti nascere!"
Lei non sapeva niente dei suoi, nei suoi primi ricordi era già li all'orfanotrofio: chissà se suo padre era vivo, e se si faceva la barba, e se sua madre aveva i capelli rossi come i suoi e se ogni tanto le pensava. 
Sapeva solo del suo arrivo li, glielo avevano raccontato per schernire sua madre "Probabilmente una sciaquetta che si era fatta ingravidare disonorando la sacralità della famiglia e del matrimonio, che vergogna!"
Le suore l'avevano trovata davanti alla porta, in una notte di temporale che sembrava preannunciare l'arrivo di una bufera: una bambina molto piccola, che piangeva e sbraitava disperata forse spaventata da quel vento così impetuoso, abbandonata sulle scale davanti al pesante portone di ferro, sola. 

Capitava spesso, anzi, era la solita solfa: una ragazzina troppo giovane per fare la madre si faceva mettere incinta e poi abbandonava il neonato all'orfanotrofio più vicino, e senza nemmeno lasciare un'offertina, ma figuriamoci!
Ed era cresciuta li, tra le bacchettate e gli schiaffi e l'obbligo di pregare e l'andare a letto senza cena, era cresciuta diventando una bambina ribelle e solitaria, probabilmente un po' troppo magra, anemica, non era mai stata adottata.
Nessuno la voleva come figlia, proprio come nessuno la voleva come amica.
E i giorni passavano lenti, tutti uguali, tutti cupi, rendendola smaniosa di andarsene da quel posto di dolore e costrizioni pur non sapendo come. E poi aveva deciso.
Doveva fare qualcosa.

Tom era il nome del ragazzino che la molestava più degli altri, il loro capo.
Era in carne e robusto, tutto il contrario di lei. Lo odiava.
"Lasciami stare, hai capito?" Solita scena, a tavola lui la infastidiva sempre. Ma stavolta era diverso, non si sarebbe mai più fatta cogliere impreparata..
"Lasciami stare o cosa, stupida ragazzina?.." 
"Te lo pianto nell'occhio!" Ed estrae un coltello da sotto il tavolo, stringendolo forte in mano, l'espressione di una che non scherza affatto. "Ti giuro che lo faccio.."
Tom si spaventa e si mette ad urlare. "Signorina Beckett! Signorina Beckett!"

D'improvviso tutti la guardano, la additano, la considerano quando fino a quel momento era sempre stata nell'ombra. D'improvviso è al centro dell'attenzione generale, si, grazie all'affare tagliente che sta ancora puntando al collo flaccido del suo bullo.
"È il demonio! È posseduta!" Urla una vecchia suora grassona, prima di svenire facendo un gran botto per terra.
E poi è il panico.

C'è chi prega e chi urla e chi si sporge per vedere meglio. Alla fine lascia stare quel ragazzino, che schifo, puzza come se se la fosse fatta addosso dalla paura e forse è pure così. Altro che bullo..
"Lascia quel coltello! Lascialo!" Le urla la Madre Superiora, con quella voce da gallina che le fa saltare i pochi nervi rimasti.
"Non ti avvicinare, vecchiaccia, o giuro che lo uso.."
"Sei una figlia del demonio, proprio come quella screanzata di tua madre!"
E quella è la goccia che fa traboccare il vaso. In due secondi valuta le sue opzioni, stabilendo che una fuga non riuscirebbe e che non può nemmeno ammazzare una suora, quindi per la rabbia si ferisce un braccio. Un bel taglio profondo.
Il sangue sgorga, non ne aveva mai visto così tanto tutto insieme e ha davvero un bel colore, e poi inspiegabilmente le piace sentire le urla dei ragazzini che ha intorno.
Un'altra suora sviene. Che divertente. Molte altre le urlano contro in latino, quello un po' di meno considerando che non capisce niente; che poi sembrano loro, le possedute.. che cazzo avranno da gridare a quel modo, come delle ossesse?




L'hanno chiusa a chiave, in uno stanzino da due giorni ormai, nemmeno le danno da mangiare, ma Angelica è comunque felice.
Hanno paura di lei.
E poi due uomini vestiti di nero il terzo giorno arrivano e la portano via, preoccupati e quasi allarmati dalla sua inspiegabile calma: perché lei sorride, non si oppone affatto. Anzi, sembra una bambina così educata..
"Sei nei guai, ragazzina.." Dice il più vecchio dei due, quello che sembra un po' un gorilla, e lei gli rivolge un sorriso luminoso che lo fa rabbrividire.
"Questa qua è pazza.. Due suore svenute, bambini traumatizzati e uno ferito, e poi guarda che si è fatta al braccio! Forse è davvero posseduta.."
"Ma non dire stronzate, scimmione, e pensa a sbrigarti che voglio tornare in tempo per la partita!"

E mentre si allontana in macchina si gira un'ultima volta verso quel luogo dov'è cresciuta, promettendosi di non dimenticare e sopratutto di farsi forza.

Andrà bene, lo so. Andrà meglio..

 

Il sole splende in cielo, e poi il braccio non le fa nemmeno troppo male, dopotutto.

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Capitolo 8
*** 8. ***


A.

Apro gli occhi, fisso il soffitto del soggiorno della casa nella quale ormai vivo da quasi un mesetto. Gli richiudo. 
Sbadiglio sonoramente, rimanendo sdraiata mi stiracchio per quanto posso. Assai controvoglia riapro gli occhi.
La luce entra da uno spiraglio tra le tende non più bianche, ingrigite dal fumo, saranno quasi le quattro di pomeriggio e io tra meno di un'ora dovrei essere al pub.
Oggi mi tocca lavorare. Non mi va. Non voglio alzarmi.. Ma tanto alla fine lo farò comunque, è inutile lamentarsi. Lo so.


Mi considero un'autosabotatrice provetta, cosa che del resto sono, ma quando prendo un impegno con me stessa cerco in ogni modo di rispettarlo: e di sicuro il lavoro al bar è la cosa migliore che possa fare in questo periodo, senza ombra di dubbio.
Primo: mi tiene impegnata. Ho degli orari fissi da rispettare, e non può che farmi bene un po' d'ordine nella mia vita così fottutamente scombinata.
Secondo: ho uno stipendio misero ma onesto, con il quale posso contribuire anche alle spese di casa e magari togliermi qualche sfizio, se mi va. 
Non faccio nulla di illecito, se non bermi sul lavoro qualche bicchierino in più del dovuto.. Ecco, terzo punto: alcol gratis per me, e pure per i miei eventuali amici se il capo non mi vede.

Un altro giro, offre la casa! ..
Ripensandoci, non fa tanto schifo il mio lavoro, alla fine.


Mi tiro su a forza, maledicendo il genio che ha messo in commercio un divano del genere, talmente scomodo che ho la schiena e il collo a pezzi, e sperando che muoia di una morte lenta e dolorosa. 
Quanta dolcezza, da appena sveglia..


Ho bisogno di un caffè, e per averlo arranco fino in cucina, in punta di piedi per non svegliare nessuno.
Stanotte ho sognato di quando ero ancora all'orfanotrofio, da piccola..
Dovevo avere dieci o undici anni, quando me ne sono andata. Che gran giornata quella!
E quanto mi era piaciuto aver terrorizzato a morte quelle suore del cazzo? Uno spasso.
Certo, i primi giorni al riformatorio erano stati pure peggio, quello è vero..
Ma poi avevo conosciuto Jo, e tutto era migliorato. Mi sentivo a casa, dovunque fossi, se c'era anche lui..

Strano. Non penso a lui da un po', ormai.. Ma sto bene. Non mi sento in colpa. 
È come se avessi ricominciato a vivere, come se mi fossi risvegliata dopo un lungo sonno fatto di depressioni e apatia verso il mondo, e il torpore mi stesse a poco a poco abbandonando.
Non l'ho dimenticato, non voglio e non devo, e del resto non ci riuscirei nemmeno se lo volessi con tutto il cuore..  Ma se la mia vita ora è migliore e se finalmente ho trovato l'aiuto e l'affetto che inconsciamente stavo cercando (anche se ambedue provengono paradossalmente da cinque musicisti alcolizzati sui quali non avrei scommesso un soldo), non posso che cogliere al volo quest'opportunità e afferrare la loro mano tesa, pur non dimenticando mai la vita che mi sono lasciata dietro. 
È finito il tempo dell' autocompassione, ora devo reagire: e se il destino ha voluto che un chitarrista pallido e dal sorriso malinconico riuscisse a farmi provare nuovamente affetto e fiducia sincera per un'altra persona, cosa che ho creduto impossibile per troppo tempo, allora non posso che farmi forza e andare avanti. Avanti, verso un futuro ancora migliore, si spera..

 


Perdo tempo nel guardare fuori dalla finestra, immaginandomi come sarebbe la mia vita ora se non fossi andata banalmente a letto con Axl, quella sera. Se non avessi conosciuto Jo. Se non fossi mai finita all'orfanotrofio, e se mia madre, donna per me senza volto e nome, mi avesse voluta nella sua, di vita..

 

La caffettiera fischia, quindi spengo il gas rallegrandomi del buon aroma che si è diffuso in cucina, poi mi scappa un sospiro.
Io non credo nel paradiso e tantomeno in Dio, ma mi piace pensare che Jo mi stia guardando, e che mi ascolti e mi protegga da ogni male..
So che non è così, e probabilmente anche se davvero esistesse una vita oltre la morte, lui non sarebbe con i beati. No, non devo infangare così la sua memoria: lui aveva un' anima buona e un cuore grande, e io lo so perché sono stata l'unica a conoscerlo per come era veramente..

Basta, devo accettare la realtà, per quanto possa odiarla è l'unica certezza che mi è rimasta.
Lui è morto, io sono viva, e nemmeno quando sarà il mio momento potrò rivederlo; però è un'illusione che riesce sempre a consolarmi..Meglio la dura verità o una dolcissima menzogna?

 

Comunque, la roba mi fa fare sogni troppo realistici e vividi, non sta bene. Sembra che il mio cervello per farmela pagare si prenda gioco di me, facendomi ricordare attimi passati che credevo di aver rimosso completamente..
Lo zucchero? Ieri mi sono fatta di brown sugar, roba di qualità mediocre e chiamata così per il suo colore marrone scuro, per l'appunto, assai poco invitante..

Ma la dose era proprio abbondante e anzi, mi ha sballato più del solito: mentre stavo aiutando i ragazzi a salvare il salvabile della "prelibatezza" cucinata da Duff (penne alla vodka, anzi, qualche povera penna sopravvissuta all'annegamento e immersa in un mare di alcol, se vogliamo essere onesti), ero in un mondo tutto mio.. di certo Axl se ne è accorto, abituato com'è a stare con gente abitualmente fatta di roba, ma tanto era più preso a guardarmi il culo che a rendersi realmente utile, quindi..

"Angie!" 


Izzy mi abbraccia da dietro, cogliendomi di sorpesa, non lo pensavo affatto sveglio; mi bacia delicatamente il collo, facendomi sorridere, prima di prendermi per i fianchi e farmi girare per darmi un bacio: uno vero, uno di quelli che mi fa girare la testa. Le sue labbra sanno di sigaretta e whiskey, al solito. Ha un buon sapore.

"Devi smetterla di fare così, rischiavi di ritrovarti con del caffè bollente rovesciato addosso!" Sbuffo spazientita, non riuscendo tuttavia a rimangiarmi il sorriso.

"Ma a me piace correre rischi, lo sai" Mi ammicca in risposta, prima di scostarsi da me per prendersi un'altra tazzina.

"Come mai sveglio?"

"Lavoro" Spiega annoiato, sbadigliando sonoramente mentre si china a prendere un cucchiaino dal cassetto. "Devo incontrare persone e fare giri, sai no, affari, e tutto ciò ovviamente per guadagnare vile denaro..
E poi volevo vederti prima che uscissi, piccola, visto che oggi non credo riuscirò a ritagliare un po' del mio tempo per stare con te almeno fino a stasera" 

"Ma che romantico che sei, Stradlin! Quasi non ti riconosco.."

"Spiritosa.. Cazzo! Sono già in ritardo.. A dopo, allora, fai la brava" E tempo un bacio e un sorriso se ne è già andato, lasciandomi sola con i miei pensieri.


"Tu fai il bravo, Izzy, non sono mica io quella che rischia di finire al fresco.." Penso ad alta voce, prima di riscuotermi e correre a infilarmi qualche straccio e le scarpe al volo: e poi mi precipito in strada, rimediando una sigaretta da un signore barbuto ed affrettandomi ad arrivare al locale.

Dannazione, sono in ritardo anche io!

 

 


Il proprietario del bar, Mick, è un tipo sulla cinquantina, uno con la pancia da perfetto alcolizzato, all'apparenza burbero, ma che in realtà nasconde un gran cuore: per fortuna non è un egoista che pensa solo al suo locale, anzi, è il primo a mettersi tra noi e i clienti quando hanno bevuto troppo ed iniziano ad infastidirci: cosa che capita fin troppo spesso per i miei gusti, e che lo spinge a cacciarli fuori senza troppi convenevoli; perdendoci pure un bel po' di grana, poverino.
Delle ragazze che hanno il turno con me, ricordo il nome solo di una: si chiama Selene e ha appena diciotto anni, è l'unica con cui ho più o meno legato, qui dentro.. 
Le altre sono ochette, davvero insopportabili, e non capisco proprio come Mick riesca a subirsele ogni santissimo giorno, figuriamoci a stipendiarle!

 

Selene ha i capelli corti e scompigliati, biondo platino, gli occhi verdi sempre marcati di nero, come i miei, pluritatuata e con il piercing al labbro, gli anfibi anche sotto la divisa da cameriera. È di una bellezza stupefacente, di certo fuori dal comune, dalla mente acuta e dal carattere forte e deciso; ma non per questo prepotente, come invece spesso risulto io.
Sarebbe il mio ideale di ragazza perfetta, quella che mi sposerei se fossi attratta unicamente dalle donne, e certo, se fosse legale un matrimonio tra persone delle stesso sesso in questo cazzo di paese. Ma non dilaghiamo.


È appena maggiorenne, e io sono più grande di lei di molto poco ma mi sento come se fossi sua sorella maggiore, con il preciso compito di proteggerla: un'idiozia, considerando la mia innata capacità di fare sempre e comunque stronzate.. 
Ma le voglio bene. Non credo di aver mai conosciuto una ragazza con cui mi trovassi così tanto a mio agio, con cui possa parlare di tutto e tutti senza sentirmi giudicata o fraintesa..

 E poi ha un senso del pudore che è ai limiti della decenza, giuro, quasi mi aspetterei di vederla servire ai tavoli completamente nuda, mantenendo comunque la calma di un santone!

 


"Ciao Mick.." 

"Ma ben arrivata, signorina!"

"Scusa, è che non mi sono accorta che era così tardi e.."

"Non dilungarti, il tempo è denaro! Ora, il tavolo due aspetta due scotch con ghiaccio, il sette deve ordinare e il cinque ha bisogno del conto.."

"Ci penso io, capo" Mi sfreccia davanti la mia dolce amica, rivolgendomi un occhiolino complice. 

Mick la guarda stralunato adempiere ai miei personali doveri, poi sospira, scuotendo la testa: "Voi due mi farete impazzire.. Dai, su, corri a cambiarti! I soldi mica piovono dal cielo, ragazzina, nemmeno se si ha un visino dolce come il tuo!" 

Faccio quello che mi ha detto, il sorriso sulle labbra anche se il mio turno è appena iniziato, e la pausa è ancora lontana.

 

 


SELENE

Dio, che stanchezza!
Devo smetterla di fare nottata, se poi il giorno dopo ho il turno al pub.. Basta festini alcolici, basta coca e basta finire allegramente nei letti di ancora più allegri sconosciuti, basta!

 ..No, non sono credibile.

È che sono giovane e e voglio divertirmi, tutto qui, e nel paesino nel quale sono cresciuta il massimo svago era tirare sassi alle macchine e farsi una o due canne durante la messa domenicale.. E poi lì tutti conoscevano tutti, e io ero stata etichettata fin da subito come "quella dalla quale bisognava tenere alla larga i preziosi pargoli" o li avrebbe condotti sulla cattiva strada, addirittura. Quella che rispondeva ai genitori e non pregava e fumava e beveva, insomma, un futuro avanzo di galera sicuramente! 

 

Sono scappata da casa quattro mesi fa, e in tutto questo lasso di tempo non me ne sono pentita, mai,  nemmeno per mezzo secondo. 
I miei erano ottusi, i tipici genitori timorati di dio e della legge che sfoggiavano orgogliosi la macchina nuova e il prato appena falciato ai vicini ancora più ottusi di loro, e non capivano perché la loro graziosa figlioletta, così dolce da piccola con il vestitino a tulle e le trecce bionde, si fosse trasformata da adolescente in una specie di anticristo, che -diamine!- saltava scuola, e diceva parolacce, e aveva perfino rapporti sessuali con ragazzi più grandi.. 
Cosa avrebbero pensato i vicini, il parroco del paese, la commessa del supermercato e sua madre quella vecchiaccia sdentata che tutti cercavano di evitare?


E così me ne sono andata, e loro non hanno avuto nemmeno la decenza di cercarmi, o almeno di fingersi preoccupati.
Ho un fratellino più piccolo che è da anni il loro orgoglio più grande, ubbidiente e religioso e col cervello di un pesce rosso: quindi, loro sono più felici senza di me e io pure. Non ne sento la mancanza.


Ora vivo in un mini appartamentino a cinque minuti a piedi da qui, ho il mio bagno e un cucinino e un letto grande e un armadio tutto per me; e anche se i soldi non abbondano posso permettermi la cena e le sigarette e pure la neve, ogni giorno o quasi, e quando finisco il turno ho il tempo di uscire e andare a concerti o semplicemente a bermi un bel boccale di bionda.. Chi sta meglio di me?

 

 

"Andiamo nel retro a fumarci una cannetta, dai" Mi propone in un sussurro la mia amica in un momento di calma lavorativa: è una vera noia starsene in piedi dietro al bancone con le mani in mano, e dopo il secondo o il terzo giro di shottini e ancora nessun tavolo da servire, di un po' di tranquillità e di aria fresca ce ne è davvero bisogno.
Sgattaioliamo verso l'uscita che da sul retro, ci poggiamo sul corrimano e ci godiamo il primo momento di completa pace della giornata, mentre nell'aria si diffonde un buon odorino di erba: quella pianta alla vista così carina e innocua ma che per lo stato è severamente illegale, al pari della ben più nociva e costosa cocaina.. 
Bah, ma valli a capire!

 

Angelica, tra un tiro e l'altro, mi accenna di un certo ragazzo che conosce da un po', non fa nomi ma so che è un musicista, e che a quanto vedo dal suo sorriso insolitamente timido le interessa, e nemmeno poco.. Io sono un'appassionata di musica rock, e ho sentito almeno una volta dal vivo quasi tutti i gruppi qui in voga a Los Angeles: quindi presa dal dubbio le chiedo l'identità di questo fantomatico uomo, quasi temendo che possa essere Lui, quello che piace a me..


E invece no, menomale.. Anzi, cazzo, non avrei potuto ricevere notizia migliore!
Il suddetto signorino che ha fatto breccia nel cuore della mia bella amica è un Suo compagno di band, e ciò significa che magari potrei finalmente arrivare a conoscerlo, e di persona..


La prima volta che l'ho visto proprio qui al bar, seduto al tavolo in mezzo ai suoi amici, sono rimasta incantata a fissarlo come un'idiota; per fortuna lui non ha fatto caso a me, troppo preso com'era a ridere e scolarsi un bicchiere dopo l'altro.. L'avevo visto in concerto qualche giorno prima, ed ero rimasta a bocca aperta dalla sua bravura: come diavolo faceva a suonare in quel modo? E poi, quanto diavolo era figo con quel sorriso un po' storto e quelle sue movenze e quei pantaloni di pelle così strimin.. Oddio, sto degenerando: poco ci manca che mi venga l'acquolina in gola, se me lo trovo davanti..

 

 

Faccio un bel tiro, l'ultimo, lascio cadere il filtro in un tombino mentre decido che è giusto confidarle chi mi piacicchia al momento, proprio come ha appena fatto lei con me. Glielo dico. Lei mi guarda un po' confusa, poi scoppia a ridere e alla fine mi abbraccia, con un'espressione che mi turba e non poco.

"Lo sai che sono un gruppo di idioti, si?"

"Mica mi ci devo sposare, cara la mia amica.." Le sorrido in risposta, invidiandola un po' per la sua fortuna sfacciata -a parer mio, i Guns n' Roses, oltre ad essere maledettamente bravi, sono tutti dei fighi e oltremodo arrap.. Ehm, chiedo scusa per il francesismo, si, torniamo a noi-

"Piuttosto.. Quand'è che lo rivedi, il tuo Izzy?"

"Ehi, piano con le parole" Sbuffa lei, seppur ridacchiando. "Primo, mica stiamo insieme.. Secondo, li vedo pure troppo, cara mia: sai, dormo sul loro maledetto divano da quasi un mese.." 

Eh?! "E perché non me l'hai detto prima, di grazia?" Ci manca poco che esplodo!

"Perché non me l'hai mai chiesto" Alza le spalle lei, mantenendo la calma, e devo ammettere a malincuore che ha ragione..

Dai su, Selene, non essere ridicola e mantieni il contegno, schizzata!

 

Faccio un respiro luuungo, e poi le rivolgo un sorriso a trentadue denti: "Allora, che dici, domani potresti invitare i tuoi coinquilini qui al bar, così magari me lo presenti?.. Stradlin, intendo" Specifico poi, non senza arrossire.

"Si, certo, Izzy.." Sogghigna lei, alzando un sopracciglio e facendomi ridacchiare.


Davvero, mi sembra che le cose vadano meglio dal momento stesso in cui l'ho conosc.. 

"Ecco dove vi eravate cacciate! Forza, che aspettate a tornare dentro? Vi dovrei licenziare, a voi due scansafatiche.."

"Mick, scusaci, arriviamo subitissimo" Gli faccio io, ostentando la mia migliore espressione dolce e pentita e riuscendo così a sbollire gran parte della sua rabbia. 

 
Gli passiamo accanto, trattenendo una risata perché non sarebbe per niente educato, e mi sembra quasi di sentirlo borbottare tra sé e sé.. "Giuro, i vostri bei faccini la prossima volta non vi salveranno mica, eh, lo stipendio bisogna guadagnarselo.."

 

 

 



J.

La città degli angeli, si, e di notte diventa l'inferno.. Tra le strade tante e troppe storiacce di giovani vite, bruciate, in un secondo qua si è ladri, assassini e poi vittime e si ricomincia, ed è un gioco malato dal quale non si può scappare: basta essersi sporcati una singola volta le mani..

Qua si diventa grandi per le esperienze vissute e provate, mica per gli anni su un documento che di te dice tutto, ma non dice niente.. Quante scelte sbagliate sono state fatte, qui, e quante brutte conseguenze che hanno portato.. Altro che Padre Eterno, qui nessuno veglia proprio su niente..

 

A casa poi la stessa storia: ci crolla il muro addosso, e spesso non ci sono soldi nemmeno per mangiare; ma il modo per farsi si trova sempre, ogni giorno, qualche spiccio per le sigarette e si va avanti a caffeina, poi una canna, se Dio lo permette.. e magari una bella sniffata di cocaina per iniziare, e continuare, e finire col piede giusto la giornata, inutile a dirsi..

 

Si passa il tempo a trovare nuovi problemi e nessuna soluzione, e poi si beve per dimenticarli.
I momenti di lucidità sono impensabili, ecco perché i ragazzi di oggi si sfondano: per non affrontare la loro coscienza, per non sentire quella maledetta voce nella testa che vuole spronarli ad aprire gli occhi e reagire.. Perché, poi? Non è più dolce e più facile costruirsi il proprio paradiso artificiale, come lo chiamava Baudelaire, piuttosto che essere coscienti della realtà di merda che ci circonda e con l'unica certezza di non poter in nessun modo cambiarla?

 

Io li vedo tutti i giorni, ragazzi del genere. Sono quelli che la notte incontro nei vicoli più bui, occhiaie nere e visi pallidi e scavati, quelli a cui vendo la roba e che avvelenandosi fino a crepare contribuiscono a pagarmi l'affitto e altra roba, poveri diavoli. È un circolo vizioso che mi conferisce potere, e terrore allo stesso tempo, quello di contribuire a metter fine alla vita di estranei senza che loro mi vedano come colpevole: ironia della sorte, mi regalano la vita e io li vendo la morte. 
Mi sembra quasi di giocare a fare Dio..

 

Proprio l'altroieri hanno mandato da me una ragazzina, avrà avuto quindici, sedici anni al massimo sotto tutto a quel trucco, mi ha preso due dosi; le tremavano le mani, chissà se per l'astinenza o per il freddo, comunque ha pagato e poi se ne è andata senza mai guardarmi negli occhi. Nemmeno il tempo di mettere i soldi in tasca che era già sparita nel nulla, forse proprio in un vicoletto buio, lì vicino, a farsi endovena di dolcissime illusioni..

 

Per un attimo bastardo ho creduto fosse Angelica, per fortuna mi sbagliavo: quella ragazzina io non la conoscevo, e forse mai più la rivedrò, questa è una città così grande.. Ma allora perché stavo così male per lei? Ho provato una paura fottuta, temendo per la sua incolumità, se ne girava tutta da sola in questo quartiere piena zeppo di rifiuti umani, e poi così giovane e già si calava.. 
Potevano violentarla, ancora più facilmente se fosse stata fatta di roba, ed ero stato io a fornirgliela, proprio io!

Sarei stato in qualche modo complice? Quella ragazzina ci sarebbe tornata a casa? E perché diavolo aveva iniziato a bucarsi, perché?
E perché io lo facevo, invece? Ero davvero solo un tossico del cazzo, avevo veramente perso la mia dignità di uomo dalla prima volta che avevo provato quello sballo incredibile, o dietro al mio atto che per i più era totalmente illogico e immorale c'era qualcosa molto più grande di questo, qualcosa che non riuscivo ancora a capire?

Era un'illusione o era la realtà? Dovevo seguire gli istinti e i miei desideri e fare ciò che volevo, anche se non era giusto, o fare appello alla mia labile forza di volontà, e tirarmi fuori da tutto questo?

Si può smettere, se non si vuole? 
..Io credo di no..

 

 

Viviamo ai limiti della legge, spacciamo, rubiamo e ci atteggiamo a fare i capi, vogliamo fama e potere e finiamo spesso alle mani, anche quando non serve, ci circondiamo di ragazze e alcol e sballi di ogni tipo,
anche sul palco manteniamo quel sorriso sardonico e cattivo, da spacconi, tipico dell'assassino.. ma la verità è che siamo noi le vittime, siamo noi quelli destinati a morire giovani e in modo violento se non ci diamo una regolata.. Ma io voglio davvero farlo?

È inutile ormai negare la mia appartenenza a questo mondo malato, è la realtà, che mi piaccia, oppure no.. 

 

 




A. 

E mi piace! Tanto, troppo per potermene andare.. 
Non ci metterebbero tanto a trovarne un'altra come me.
Magari perfino più bella. Più gentile di sicuro.
E magari Stradlin se ne innamorerebbe perdutamente, magari se la sposerebbe pure, dimenticandomi.. Ecco perché non posso andarmene.
Oltre per la roba gratis, cosa che comunque non mi dispiace affatto.. Credo che mi piaccia. Veramente. Non lo so.

Non voglio correre troppo, ma del resto è un po' che lo conosco e non ci sono ancora andata a letto. Un record, per me!
Mm, questo a detta di molti mi farebbe apparire come una ragazza senza pudore, insomma, una facile, per non dire di peggio.. 
Sono sicura che i miei ex-clienti non si sono fatti questi problemi, quando hanno pagato per avermi..

 

Quindi si, forse non ho sani principi morali e di certo non sono una puritana, maledizione. Ho dovuto ricorrere più e più volte a dover vendere il mio corpo, a diventare una donna- oggetto per avere cose che altrimenti avrei solo fantasticato, per tirare avanti..
Ma, dopo tutto questo schifo, almeno ora riesco a guardarmi allo specchio senza provare disgusto per come mi sono ridotta, e la mia coscienza è a posto. 
Qualche problema, moralisti del cazzo?

 

 

Izzy mi piace e non ci ho fatto ancora niente. Vuole aspettare, mi ha detto a fatica mentre io lo provocavo apposta, sfacciata, per vedere se erano solo belle paroline senza significato o se sarebbe rimasto fermo sulla sua posizione. E lui non ha ceduto, che carino.. 

"Allora a domani, eh, e ricord.." 

"Stai tranquilla, che mi ricordo tutto.. A domani! Ciao Mick!" E me ne vado felice, accendendomi una sigaretta per la strada mentre penso ad Izzy, e poi a Selene e alle fortuite coincidenze della vita.

 

 

 


J.

Non è la barba o l'età o quante volte hai scopato a farti uomo. È come ti poni davanti a certe situazioni, come affronti i problemi: e se ragioni con coscienza e lucidità allora lo sei, se non lo fai no.. 
È per questo che dico che conosco tanti maschi, e per la stragrande maggioranza adulti, ma quasi nessun uomo.. Io lo sono? Credo di no..
Dio, sto pensando troppo.

Non sono nemmeno le otto di sera e già sono strafatto e ubriaco da buttare, un vero straccio.
Barcollo verso casa come al rallentatore, mi sento male e devo poggiarmi a un muro o cado per terra.
"Non voglio che Angelica mi veda così", realizzo non poco stupito, sforzando gli occhi per mettere a fuoco le lettere di un' insegna poco lontana che non smettono di scambiarsi di posto, maledette!

Cazzo, non avrei dovuto farmi così tanto.. Stavo bene, prima, è stato quell'ultimo cartone che ho preso che mi ha fatto risalire tutto insieme, ma che diavolo mi sono calato?

 
Mi ricordo il Jack, all'inizio bisogna farci un po' la mano ma poi anche quello scende giù che è una meraviglia, poi le due birre e quel bicchierino di scotch offertomi da quel pappone che mi fornisce la roba, un riccone del cazzo che tra un po' mi metteva sotto con la sua auto nuova, prima: e per farsi perdonare mi ha portato a bere, eravamo io, lui e la bella ragazza che sfoggiava tutto orgoglioso, come se non si capisse che era soltanto una prostituta..

 

Mi ricordo quello che ho bevuto, mi ricordo le botte che ho dato -due offertemi sempre dal pappone di cui ho parlato prima, due ce l'avevo io, e l'ultima mi è arrivata da un buttafuori di un locale dove vado spesso a bere, il Whiskey a Go-Go, dato che qualche mese fa l'ho aiutato a rimorchiare una fighetta qualunque della quale si era invaghito alla follia.. Ora lei è incinta, sono innamorati e stanno pure per sposarsi, e quindi ogni volta che lo incontro lui mi offre o un bicchiere o una sniffata, come capita.. 

Quindi qualcosa di buono l'ho combinato anche io, vero?
..


Ricordo la coca e ricordo l'alcol, ricordo la pasta che mi sono preso stamattina con Slash e la spada che mi sono fatto ieri notte con Angie.. No, cazzo, ora non riuscirò più a togliermi dalla mente l'immagine del suo braccio perlaceo trafitto da un ago nero, il sangue e le vene e quella robaccia marrone e appiccicosa che ci siamo sparati, il brown sugar.. e dire che ho esagerato con la dose è dire poco: sono un coglione, e se le fosse successo qualcosa, io..

Cazzo, sto male. Dannazione, maledetto trip, lasciami in pace e vattene!
Non avrei dovuto prenderlo..

Che poi, chi me l'ha offerto? Manco me lo ricordo, tanto sto ridotto male. Credo un qualche mio collega spacciatore, e io me ne sono presi due senza nemmeno pensarci, che idiota..

L'ho preso varie volte e non mi è mai successo niente di grave, anzi.. Ma oggi.

 


Hanno trovato il corpo senza vita di una ragazzina, ho visto la notizia su un giornale che qualcuno non aveva buttato, prima pagina. Era lei.Morta di overdose. Colpa mia, lo sapevo.

L'ho scoperto subito dopo essermi preso i trip, mentre mi stavo fumando una paglia su quella dannatissima panchina sulla quale c'era il giornale, per l'appunto.

Il destino aveva voluto che mi sedessi li, e quel titolone da prima pagina ha attirato subito la mia attenzione, assieme alla foto più piccola lì accanto che la ritraeva sorridente e felice; sapevo che era lei. 
Non posso fare finta di niente..
Era morta per colpa mia, o aveva esagerato apposta?
Ero un assassino?

Ero sconvolto, confuso, quasi mi sentivo mancare l'aria..

Ecco, ed è stato proprio in quel momento che mi sono iniziati a salire i due cartoni che m'ero preso. Potete immaginare il resto. Eh si..
Ed ecco perché ora sto così..

 

 

C'è qualcuno che sa di che cosa parlo quando dico "bad trip"? Spero di no, davvero.
Brutta faccenda.

Basti pensare all'effetto che la droga ha su di noi esseri umani: a come ci fa stare fottutamente felici e a come eccita i nostri sensi, merito della droga stessa e di svariate parti del nostro cervello che riesce a stimolare, facendo produrre aminoacidi e via discorrendo. 
E così l'ecstasy stimola il rilascio di serotonina nel corpo, che ci fa provare quella sensazione che banalmente indichiamo come piacere; la cocaina invece impedisce il riassorbimento di dopamina all'interno del singolo neurone che l'ha prodotta, accelerando il battito cardiaco e i collegamenti sinapsici e facendoci sentire più attivi, più forti e più sicuri di noi; dell'eroina non ne parliamo, o mi viene voglia di farmi una pera e non mi sembra proprio il caso, visto che non sono nemmeno le otto di sera e io sto per lasciarmi morire in mezzo a una strada, già..


Ecco, ora basta immaginare quanto può essere distruttiva per la nostra salute psico-fisica una sostanza che inaspettatamente non riusciamo a reggere, troppo forte per poterla controllare..

I sensi e le emozioni sono ampliati di cento e mille volte, si, ma la gioia diventa puro terrore. Ansie, palpitazioni, come ogni minima cosa anonima ci appariva dolcissima, ora rivela la sua natura maligna e diabolica: e io che già ero messo un po' fuori di mio, ora sento che se chiudo gli occhi potrei morire, così che la povera ragazzina di cui non ricordo il nome abbia giustizia. Cazzo, se sto male..

 

Non so come riesco ad entrare a casa, ignoro ogni voce che si rivolge a me non sforzandomi nemmeno di capire da dove provenga, mi trascino fino in camera e mi butto sul letto. Respiro a fatica, tremo e sudo freddo..

Ho esagerato, e ora ne pago le conseguenze: sono in un bad trip, un incubo dal quale non riesco a svegliarmi..
O forse è solo la mia coscienza che gioca sporco. Forse sono solo troppo lucido, ecco. Ma non credo.
Non sono un uomo.  

 

"Mostro"dice la mia coscienza, mostrandomi ripetuti flash della foto della ragazzina morta che sorride, e di Angelica che ormai ha sempre la dose pronta, grazie a me, e dei miei amici, che si sballano tutti i giorni senza capire il valore della vita che stanno provando in tutti i modi di buttare al cesso.. 

"Mostro, mostro, mostro!"


Sento dei passi. Come tuoni mi fracassano il cervello, mi copro le orecchie per non sentire..

"Tutto bene?.." 

Apro gli occhi, è la ragazzina morta ieri notte che mi sorride e mi guarda dritto in faccia, proprio come nella foto. Urlo.

Poi mi accorgo che non è lei, ma Angelica quella che ho davanti, e che sembra davvero in ansia.  La mia mente mi ha giocato un bello scherzo..

"Che hai?.. Izzy, dai, calmati!" 


Viene al mio capezzale, mi sforzo di tirarmi su anche se mi sento la testa terribilmente pesante.
Ora è seriamente preoccupata, lo leggo nei suoi occhi.. Riesco solo a pensare a quanto sia ingiusto che stia male, che soffra, e sopratutto per uno come me: nonostante la sua bellezza non venga in nessun modo deturpata, io odio vederla infelice. E nel sapere che io ne sono la causa, e che la mia morte la farà soffrire, io davvero non.. 

 

"Izzy?! Che cazzo ti sei preso per stare così? Dai, non prendermi in giro che mi fai spaventare.."

"..Il mio vero nome è Jeff, sai? Però nessuno mi chiama più così" Parlo a fatica, ma parlo. Chissà se farà male, spero tanto di no..

 

"Jeff.." Cerca di assimilare velocemente la scoperta, mentre mi poggia delicatamente la testa sul cuscino. Mi sorride dolcemente, scuotendo la testa come a scacciare un pensiero improvviso, poi porta una mano a carezzarmi il viso: "Jeff, ascoltami, andrà tutto bene, capito? Ci sono io con te, e non ti lascio andare.."

Ho il cuore a mille e la testa mi martella così forte che credo di stare per morire: e lo merito, altroché, devo essere punito per i miei peccati e la morte è l'unica soluzione possibile.


Rachele. Ecco come si chiamava la ragazzina, c'era scritto sul giornale. Mi dispiace tanto, Rachele.
Tanto sto venendo li dove sei tu a chiederti scusa di persona. Ma prima ho un'ultima cosa da fare..

 

"Angelica.. Mi sono innamorato di te, lo sai? Ti amo, e ora muoio, e avrei tanto voluto.. dirtelo prima.."
La vista mi si annebbia, mi sento così stanco..

Sto morendo, è così, cazzo!

 Sono troppo giovane.. 

 

"Anche io ti amo, Jeff.." E la sua voce è solo un sussurro.. "Ora però dormi, ti prego, fallo per me.."

 Come fa? Come può dire questo? 


"Chiudi gli occhi, io sono qui.. Sono sempre qui con te, non me ne vado.." Mi bacia la guancia e si sdraia accanto a me, la abbraccio. Chiudo gli occhi e non li riapro più.

Questo è l'ultimo ricordo che avrò prima di andarmene da questo fottuto mondo, la ragazza più bella del mondo tra le mie braccia e il suo profumo; e già ne sento nostalgia. 
Ma i peccatori devono pagare.

Ora è inutile, tanto.. Non c'è più tempo..




"Cazzo.. Ho fatto un sogno assurdo, da non crederci! Forse ieri ho esagerato davvero, e il mio corpo ha deciso di vendicarsi facendomi sognare di essere m.. Che è quella faccia, honey?" 

".." Lei mi guarda, in piedi davanti al letto. Che ci fa li?

"Dai, dimmi! Mi preoccupo, se mi guardi così.. Angie, hai due occhiaie.. Hai chiuso occhio stanotte?"

"Davvero non ti ricordi un cazzo?.. Davvero?"

"Io.. Non lo so, l'unica cosa che ho in testa ora è quel sogno del cazz.. Aspetta, era solo un sogno..vero?" Mi tiro su per andarle incontro, e lei mi scansa.. Perché?

 


"No! No, maledetto idiota, e io ero terrorizzata, sono rimasta sveglia tutta la notte per vedere se respiravi ancora.. Tu credevi di stare per morire, fottutissimo bastardo, e io.."

"E poi ti ho detto che ti amavo, e tu mi hai risposto "Anche io, però ora dormi", e mi hai chiamato Jeff.." Sussurro ricordandomi tutto di botto, spalancando gli occhi.

"Si, anche quello.. Ti odio, sei uno stronzo! Ero io che stavo morendo, di paura però.."

Mi martella il petto di pugni, fa male, la blocco.

 Le bacio le nocche, una per una, strappandole un accenno di sorriso..

 


La abbraccio forte sentendola a poco a poco rilassarsi tra le mie braccia, cercando per quanto posso di confortarla con parole gentili. Poi finalmente la bacio.

"Giurami che non ti ridurrai più così, ti prego, Jeff" Mi guarda dritta negli occhi, è terribilmente seria e so che se non mantengo una promessa del genere, lei me la farà pagare..

"Giuro, ti giuro" La bacio ancora, stavolta con più passione, prendendola di sorpresa.

 

Chiudo a chiave la porta, girandomi poi a guardarla con un mezzo sorriso.

"Axl?"

"Dorme fuori" fa spallucce lei, prima di avvicinarmisi con un sorriso provocante. Stavolta non ho ne la voglia ne la forza di resisterle, quindi.


Inspiro il suo profumo, dio quanto mi piace..

Sono vivo, cazzo! E devo vivere finché posso..


Ci lasciamo cadere sul letto, avvinghiati.
Le lenzuola sono fredde. 
Noi no.

 

 

 

 

"Glielo vogliamo dire, insomma?"

"Di che parli?" Lei lo guarda perplessa, sollevando la testa prima poggiata sulla sua spalla.

"Che stiamo insieme, intendo.." Le sorride, poi forse si rende conto di aver corso troppo e cerca di rimediare: "Cioè, piccola, se anche per te è così, sennò non è così importante, possiamo anche continuare a far fint.."

 Ma lei lo interrompe con un bacio fulmineo, e staccandosi gli sorride divertita: "Zitto, Jeff, ti prego, o mi viene il mal di testa se continui a sproloquiare in questo modo.."

"Ha ragione, signorina, le chiedo umilmente scusa" Alza le mani al cielo lui, pentito, facendola scoppiare a ridere. "Dai, ora ti lascio riposare un po', ti spengo la luce.." Si alza fino ad arrivare alla porta, poi si gira un'ultima volta con uno strano sorriso sulle labbra: "Quindi.. io aspetto che torni Axl, parlo coi ragazzi e poi ti raggiungiamo a lavoro, va bene?"

"Affare faccio, socio.." Gli risponde sbadigliando, accoccolandosi meglio sotto le coperte. "Buona giornata a te, allora.."

"E a te buonanotte, piccola" E sussurrando talmente piano che lei non riesce nemmeno a sentirlo, chiude la porta il più delicatamente possibile, il sorriso sulle labbra.


"Eccolo qua! Izzy, cazzo ce li spariamo uno o due trip, ti va?" Gli urla Duff dall'altra parte della stanza, euforico.

Probabilmente ha appena rivisto la sua adorata neve, pensa Jeff, non riuscendo a trattenere una smorfia. "Man, piantala con quella merda, guarda che ti fottono il cervello.. credimi!"

"Che palle, Izzy, se fai così me la fai prendere a male" E gli mette il broncio.
Come fanno i bambini. 

 

Perché è questo che alla fine sono, anche se con un corpo da adulti dentro non sono mai cresciuti; e se lo sono, ogni volta che si drogano è per tornare piccoli di nuovo.
E il suo amico se ne sta la, con le pupille a spillo e l'immancabile birra accanto, a suonare come un forsennato il suo basso tanto che Steve fa la sua comparsa in soggiorno, furioso perché quell'idiota non lo fa dormire.

 

E si mettono a litigare e a menarsi senza farsi male, come al solito, finché Duff non propone al suo amico di farsi un bel cartone insieme, e l'altro biondo accetta più che entusiasta. Si ristabilisce la pace, sempre se si può chiamare così, e ad Izzy scappa l'ennesimo sospiro mentre decide che tanto vale stapparsi una birra e mettersi comodo sul divano, nell'attesa che i due musicisti mancanti -Axl, che ha "dormito" da una tipa, e Slash, che probabilmente si alzerà a breve, e di pessimo umore, dopo che, sempre probabilmente verrà svegliato dalle voci di Duff e Steve, tutti e due presi a parlare perlopiù di stronzate- facciano anche loro un ingresso in grande stile in soggiorno, da vere rockstar quali aspirano a diventare..

 

 

I due biondi intanto se ne vanno insieme nell'altra camera, uno con la mano sulla spalla dell'altro, due amiconi che hanno già scordato gli insulti di mezzo secondo prima, e Duff è davvero euforico. Proprio come un bambino che gioca con la neve per la prima volta. 


Anche lui in fondo è un bambino, che con la neve che intende lui ci gioca e basta, almeno per ora.. 

Ma in una maniera completamente diversa.

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Capitolo 9
*** 9. ***


"Dannazione, man, che devi dirci di tanto importante? Fa' presto che ho una certa fretta di andare a pisciare, io"


"Che classe, Slash, quasi mi chiedo perché continui a fingerti un animale quando in realtà sei così raffinato.." Izzy alza gli occhi al cielo, infastidito per aver perso il filo del discorso. "Allora, vi dicevo.."

"Cazzo!" 

Stavolta viene interrotto bruscamente dal biondino seduto di fronte a lui, che per sbaglio si è lasciato cadere tutta la mista dalla mano, mandandola per terra sul tappeto già polveroso di suo.
"Bravo coglione.." Lo riprende il riccio, sbuffando per nulla stupito.

"Vado io, man, o non ce la faremo mai a concludere: c'è  che il chitarrista qua presente si è preso una bella sbandata, cari compagni e amici.." Interviene Axl, battendogli una mano sulla spalla.. "Quindi congratulazioni, fratello, da oggi sei ufficialmente fottuto!" Conclude poi, non riuscendo a trattenere un sogghigno che al diretto interessato risulta assai fastidioso.

"Si capisce così tanto?" Si chiede Izzy, sorpreso. Del resto il rosso lo conosce meglio di chiunque altro, si spiega pazientemente, anche se non è che lui sia proprio un libro aperto, anzi!

 

"Oh! E chi è la sfortunata?.. O stai parlando della tua mano, eh, man?" Scoppia a ridere Steven, sputacchiando un po' della birra che sta bevendo. 

"Non sei divertente, idiota" Gli sussurra il moro a denti stretti. "E poi casomai sei tu quello che non scopa da giorni, o sbaglio? La tua stupida manina pelosa ti sembra sempre più attraente, non è così?.."

"Basta! Piantatela, sembra di stare all'asilo!" Gli zittisce il rosso, scocciato dai loro chiacchiericci.

"Giusto, Axl ha ragione, stiamo solo perdendo tempo: allora, man, stavi dicendo?" Slash gli rivolge un cenno e un sorrisone, come per invitarlo a proseguire. 

"Si, giusto.. Dannazione, io e Angelica ora stiamo insieme, figli di puttana.. quindi l'idea di provarci con lei non deve più nemmeno sfiorare il vostro cervellino bacato, avete capito?" 


La prima reazione è quella di Steven, che gli domanda quasi sconvolto: "Quando dici Angelica, intendi la nostra Angelica? Quella che si cala e beve e fuma e tutto quanto? Quella fighetta che sta tranquillamente dormendo, in camera tua? Quell.." 

"Ne conosci altre? Certo che mi riferisco a lei!"

"..Questo spiega molte cose, già" Riflette quello, zittendosi un attimo, prima di riprendere per lanciargli un gran sorrisone "Beh, allora in bocca al lupo.. e tante belle scopate, man!"

"E vedete di non litigare troppo, e sopratutto non quando sto dormendo.." Si intromette Axl, lasciandosi cadere sulla poltrona rimasta libera con una bottiglia piena di vino in mano, piuttosto soddisfatto.

"E non tiratevi i piatti!" Gli dà man forte Duff, ridacchiando.

"Ma che cazzo dite? Io e lei non.. Credete che finirà così?" Li chiede quello, ora un bel po' turbato, accendendosi in tutta fretta l'ennesimo stoppino.

"Io non lo credo, man, ne sono così sicuro che ci scommetterei il culo! Farai un qualche errore del cazzo, a lei non andrà giù e finirete ad alzare la voce e forse pure le mani.. altro che convivenza pacifica, per voi -sopratutto per te, ovvio, sei l'uomo- sarà l'inferno!"

"Per loro? Per noi, piuttosto, che dovremo stare a sentirli!" Ribadisce Slash, facendosi passare il vino per mandarne giù una lunga sorsata, per poi lasciarsi ricadere a sua volta sul divano, felicemente alticcio..


"Basta, cazzo, piantatela! Finalmente trovo una ragazza che mi piace sul serio, ci sto da meno di venti minuti e già mi scoraggiate così? Non finiremo a tirarci i piatti, noi, di questo ne sono sicuro.."

"Si, certo, fidanzato perfetto, come dici tu.." Gli sussurra Steven, ancora scosso da una risatina silenziosa, riuscendo comunque a farsi sentire da tutti. Facendolo esasperare.

"Dannazione, mi avete fatto incazzare!.. Vado a farmi una passeggiata, che è meglio.."


"Esci ora? Vengo con te, devo comprare le sigarette e le corde nuove al negozio di musica, mi accompagni?"

"Come vuoi.. Ah, bravo! Vieni con me che devo giusto accennarti una cosa.." Izzy si gira verso quegli altri tre sfaticati dei suoi compagni di band, sospirando: "In quanto a voi, tra un'ora e mezza davanti al locale dove lavora Angelica, capito?.. Offro io" Mormora infine, rassegnato.

"Se questo è l'unico modo per farli muovere il culo e uscire da queste quattro mura, che sia.. E devo anche fare da tramite per un'amica di Angelica e quell'idiota del mio amico.."

"Andata, man!" Gli batte il pugno Steven, tutto soddisfatto.

"Portati tanta grana, allora, che tocca festeggiare!" Se la ride Slash, 

"Dai, prima andiamo pr.."

"Ma porc.." Un urlo, anticipato da una bestemmia, un urlo di dolore e rabbia allo stesso tempo costringe i due alla porta a girarsi e a prestare attenzione alle conseguenze della scena appena svoltasi, avvenuta nello stesso soggiorno dove erano meno di un minuto fa: c'è Axl, che insegue Steven da una parte all'altra della stanza, brandendo una bottiglia di vetro rotta,  mentre il terzo musicista se la ride restandosene comodamente seduto al suo posto, decidendo di non intervenire per nulla al mondo: per non sciupare il momento, è la sua motivazione..

 

Delirio, solito delirio che si crea quando quelle cinque menti distruttive, alzatesi da poco, si riuniscono sui divani riprendendo a sbronzarsi e a farsi proprio dal punto in cui avevano smesso la notte precedente, questione di routine..

"Idiota! Se ti prendo ti ammazzo, mi hai fatto un male boia e perdi più mi hai sporcato i pantaloni con il vino!"

"Sembra che ti sei pisciato addosso.. Ahia, stronzo, mi hai fatto male!" Piagnucola il biondino, arrestando la sua barcollante corsetta e implorando pietà, troppo fatto per reagire.

"Niente di nuovo, man, possiamo andare.." Sbuffa Izzy al ragazzo che ha di fianco, chiedendosi se il manicomio sarebbe disposto a fare una visita a domicilio a casa sua, giusto per prelevare qualche squilibrato: ghigna al solo pensiero.. poi scuote la testa, sorridente.


..E in tutto questo Angelica sta dormendo nell'altra stanza? 

"Si sarà sicuramente svegliata col casino che hanno fatto, e sarà pure di malumore.." Pensa quello, in un attimo di esitazione..

"Dai, che aspetti? Usciamo, prima che faccia notte! O vuoi rimanere qua a giocare ai ritardati?"

 

 

 


"THE KING OF BEERS"

"..'Giorno!" Sbadiglio con poca classe, fregandomene dell'occhiataccia che mi lancia il tabaccaio e rivolgendogli un sorrisetto storto: "Un pacchetto di Marlboro rosse.. anzi, fanculo alla crisi, faccia due"

"Ecco.. Sono dieci"

"Vedi, vedi quanto mi costa una vita più breve? Ben dieci fottuti dollari!.." Esclamo rivolto al mio amico, fermo proprio dietro di me; ma nel girarmi barcollo, per un soffio non cado contro uno scaffale di insulse cartoline, perfetto, fingo indifferenza.. "Oh, si, quasi dimenticavo.. Tenga, grazie e arrivederci, e tante belle cose!"


"Ti ha guardato male" Mi fa notare Izzy, non appena mettiamo tutti e due i piedi fuori da quella bolgia infernale.

"..Dici?" Beato sarcasmo, penso rivolgendogli un sorrisetto idiota, già orgogliosamente alticcio.


"Fossi in te la smetterei di bere così tanto la mattina, ubriacone, sembra che ti sei lavato i denti con la vodka.."

"Si può fare?" Mi si illuminano gli occhi senza volerlo, Izzy mi lancia un'occhiataccia.

"Cazzo, McKagan, certe volte mi sembri proprio un ragazzino alle prime armi.."

"E tu un vecchio arteriosclerotico, Stradlin.."

Uno pari! "Piuttosto,che mi dovevi dire?"

"Ah, si, giusto.. Un'amica di Angelica sembra interessata a te, ma a quanto ne so non ha nessuna patologia mentale.. Strano, eh?"

"Ehi, è arrivato mister simpatia!" Sbuffo, infastidito.

"Ha il turno al locale con lei, per quello dobbiamo andarci dopo: così la conosci"

"..Un' amica, eh?.." 

Cazzo, si! 

 

"E com'è, che ti ha detto?"

"Ha detto, testuali parole: è una in gamba, spigliata, una compagnia piacevole.. E non ti devi preoccupare dell'aspetto perché "merita a pieno", mi ha rassicurato di dirti se ti avessi visto perplesso come sei ora"

"Ah, allora ok.. Non è per cattiveria, ma se i primi buoni aggettivi usati per descrivere una persona riguardano solo il carattere, vuol dire che quella persona è brutta come la fame, non so se mi spiego.."

"Sei un idiota, lo sai?" Interrompe la sua camminata per lanciarmi un'altra occhiataccia, la seconda in meno di tre minuti.. Ma basta, per dio!


"Si, lo so!" Sbuffo io, esasperato. "Come potrei non saperlo, se me lo ripetete tutti di continuo? Davvero, dovreste trovare un altro insulto, qualcosa di più originale.."

"Ah si? Vediamo.. Devi rifarti la tinta, così sembri un cazzo di canarino con la ricrescita"


"..Questo era davvero cattivo, bastardo!" Fingo di incazzarmi, lui scoppia a ridere e riprendiamo a camminare, diretti verso il negozio di musica dove devo comprarmi le corde nuove per il basso. Mi specchio al volo in una vetrina.. Dannazione, il bastardo non ha tutti i torti!

 

 

 


"Allora tu sei la famosa Selene di cui ho tanto sentito parlare, piacere!"

"Oh, ciao!.. Izzy, vero? Vi conosco di fama, mi piace la vostra musica e sono riuscita a imbucarmi a praticamente tutti i vostri concerti.." 

Lui le sorride gentile, facendola arrossire, anche solo per un attimo: "Mi sembrava di averti già visto, infatti.. Beh, cazzo, mi fa piacere!"

"I tuoi amici?"

"Stanno arrivando.. Ehi, eccoli lì, ora li raggiungo!"

"Aspetta un attimo.. Vorrei chiederti una cosa, quindi, posso parlarti apertamente?" 

 

Intanto Selene segue la sua amica con gli occhi, tutta presa a servire ai tavoli già affollati; mentre lei e quel chitarrista niente male che ha davanti se ne stanno in un angolo, un boccale di birra in mano, tranquilli. Nemmeno il capo si è accorto di loro.

"Non vedo perché no.."

Le rivolge un occhiolino ma stavolta lei non si lascia incantare come un'idiota, e sorridendogli amabilmente gli domanda, abbassando un poco la voce come se temesse di essere spiata: "Scommetto che Angelica te l'ha detto, no, che mi piace Duff.. Pensi che potrei interessargli e, sopratutto, tu che sei suo amico.. hai qualche consiglio da darmi?"


"Mi sono persa qualcosa?" Proprio in quel momento arriva la rossa, tutta un sorriso, lasciandosi scappare una risata quando si accorge di essere capitata in un momento imbarazzante per il suo.. "socio", ecco.

"Allora.. mi sento un perfetto idiota, quindi stammi bene a sentire che non vorrei dovermi pure ripetere, ti prego, già è abbastanza imbarazzante così.. Prima regola per rendere piacevole la compagnia di uno come lui: bicchiere pieno, sempre.. Le sue più grandi passioni sono il suo basso, la birra, la vodka e la coca: non negargliele mai, se vuoi riuscire a sopportarlo..
Seconda: ridi alle sue battute, a meno che non siano troppo stupide, allora sentiti pure libera di sfotterlo!
Provaci ma non troppo, fatti desiderare.. e ti prego, non fargli capire più un cazzo, che così ci facciamo pure due risate!"

"Ok, capito.. Ehi, poverino!" Protesta lei, seppur trattenendo un sogghigno.

"Terza e ultima regola, la più importante.. Dì che ami Sid Vicious alla follia, puoi anche fingere spudoratamente, e in meno di un minuto sarà ai tuoi piedi, garantito!"


"Ah.. Ma a me Vicious piace veramente!.."

"Meglio ancora, cazzo!" Interviene Angelica con un sorrisone. "Dai, ora Jeff se ne va al suo tavolo e tu tra un minuto vai lì a prendere l'ordine.." E il chitarrista fa come ha detto, raggiungendo i suoi chiassosi amici che già si sono messi seduti comodi al loro tavolo preferito.. "E mi raccomando: se ti concedi subito sarai solo una delle tante, e dopo una notte ti dimenticherà.. Fa' in modo che non riesca a smettere di pensarti!" Le sussurra la sua amica, dando le un colpetto d'incoraggiamento.

".. Ma si, hai ragione.. Al diavolo, ecco, vado subito!"

 

 

 

 

SELENE

"Buonasera, signori.. Avete deciso cosa volete ordinare?"  

Il primo a rivolgermi la parola è Axl, il cantante, quella sottospecie di pallone gonfiato: dannatamente bello, è vero, ma con un ego così smisurato che sembra quasi che si voglia atteggiare a fare la gran celebrità, insomma, quello già ricco e famoso.. quando in realtà è quel che si dice un mezzo morto di fame, proprio come me! 

"Ma buonasera a te, bellezza.. Sei sul menù, per caso? Perché non mi dispiacerebbe affatto poterti prendere e portare a casa, stasera.." 

Oh. Respira. Mm, e pensa a qualcosa di cattivo da rispondere, e in pure in fretta.. "Mi dispiace, tesoro, non sono in vendita e anche se lo fossi dubito che riusciresti a permettertelo.." Gli faccio la linguaccia, sprezzante.
Gli altri scoppiano a ridere.

 "Ehi, bambolina, ma lo sai chi sono io?" Alza la voce, irritato per non essere riuscito a impressionarmi.. 

 Posso divertirmi, no? Che male c'è se lo provoco un po'?  Trattengo a stento un piccolo sogghigno per poi replicare: "Vediamo se indovino.. Sei per caso il fratello di Barry?"

"E chi sarebbe questo Barry, sentiamo!"

"Oh, è il più famoso gigolò di tutta Los Angeles, va esclusivamente con le vecchie piene di soldi dei quartieri alti.. Gli assomigli un sacco, davvero!"

"Noo, che schifo!" Alza la voce, stizzito, per sovrastare le risate e le battute di scherno dei suoi amici. "Sono Axl Rose, il cantante dei Guns n' Roses! Diavolo, bimba, davvero il mio nome non ti dice niente?"

"Un cantante, eh.. Non sarai famoso, mi dispiace, perché io conosco tutti i cantanti di Los Angeles e sono sicura di non averti già visto ne sentito da nessuna parte!" Rispondo poi, con aria innocente, facendolo sbiancare in volto.. "Ehi, rosso, ti sto prendendo in giro.. certo che lo so chi sei!"

 

 

"Ah, ecco, lo sapevo che scherzavi.." Sogghigna quello, lanciandomi un occhiolino dopo aver ripreso un po' di colore in viso. "Tutte le belle ragazze mi conoscono, qui!"

"Si, come ti pare, carino.. Allora, che volete?" Torno al sorriso affabile, rivolgendo per la prima volta il mio sguardo a Duff -dopo aver notato, con estrema soddisfazione, che non mi ha staccato gli occhi di dosso per nemmeno un secondo..-

"Io prendo il vecchio zio Jack, dolcezza!" Mi ghigna quell'essere traboccante di testosterone che è Slash, e per un attimo mi incanto a guardargli le labbra, così carnose e invitanti.. Pensieri molto poco pudichi mi invadono la mente..

No, no, controllati! E ricordati di respirare..

"Due, tesoro.." Axl si sporge verso di me, un sorrisetto storto a coronargli il volto, gli occhi chiarissimi puntati nei miei.. ma stavolta non perdo tempo ad ammirarlo o davvero, qui finisce che facciamo notte!

"Tre" Izzy mi rivolge un sorrisetto, mi diverte fingere che per me sia un completo estraneo quando due minuti fa stavamo complottando alle spalle del biondone..

 

"Fai quattro, tesorino, tanto paga Izzy!"  Steven ridacchia, e il moro accanto a lui sbuffa, quasi pentito dalla propria generosità: trattengo un sorriso, poi lancio un' altra occhiata di sottecchi a lui, quello che fra tutti loro, non so nemmeno bene il perché, non mi attrae fisicamente e basta.. c'è qualcos' altro in lui che mi incuriosisce parecchio, qualcosa che non so nemmeno spiegare, ma c'è!

"Quindi, ricapitolando, sono cinque Jack?"

"Veramente sarebbero quattro" Mi corregge il riccio, sorridendomi affabile.

"Mm, il chitarrista è più sveglio di quanto pensassi, anche se è già bello che sbronzo.. Il quinto lo offre la casa, e questo vuol dire che me lo berrò con piacere io, se non avete niente in contrario!" Rivolgo un sorrisetto strafottente a tutti, uno per uno, e per ultimo concentro il mio sguardo su di lui: stavolta rimango a fissarlo intensamente e lui fa lo stesso, quasi fingo di essermene scordata, quando non ho fatto che pensarci per tutto il tempo..

"Manco io, bimba.. Io prendo una vodka liscia e una pinta di birra, invece!"

"D'accordo, biondo.. Aspetta, che birra preferisci?"

"Scegli tu, honey.. Basta che sia bella fresca.. Anzi, come ti chiami?"

"Che c'entra?"

"Tu dimmelo e basta, va bene pure la tua iniziale"

"Ok.. Beh, con la lettera S.."

".. S.. Allora voglio una Super Tennent's, e grazie!" E mi rivolge un sorriso così carino, che devo trattenermi o potrei letteralmente sciogliermi..

 

"È stato un vero piacere servirvi, signori.. Prima o poi verrò a portarvi gli ordini, sempre che mi vada di farlo.. Ciao ciao Barry!" E me ne torno con calma verso il bancone, non riuscendo a trattenere un sorrisetto di vittoria quando sento scaturire un vocio alle mie spalle.. 

"Hai visto che gran fighetta quella?"

 

 

 

 

"Hai visto che gran fighetta quella? Dobbiamo venirci più spesso, qui, Izzy c'ha ragione!"

"Levatela dalla testa, Slash, stavolta vinco io.."

"Duff, amico, che è questo tono così possessivo?"

"Eh?.. Cazzo vuoi, tu? Pensa a sbronzarti, che è una delle poche cose che sai fare veramente bene!"

"Ah si? Le altre quali sarebbero, giusto per informazione?.." Si intromette Axl con una risatina saccente, ancora irritato dal trattamento ricevuto prima da quella camerierina sexy che però si è permessa di sminuirlo..

"Cosa so fare oltre a sballarmi, chiedi? ..Di sicuro suonare, rimorchiare e scopare! E poi.. Beh, saranno pure poche cose ma io così ci camperei volentieri tutta la vita, man.." 

"Oh, ecco Angelica! Scusate un attimo, stronzi, il dovere mi chiama.." Il moro si alza, tutto un sorriso, e con passo sicuro si dirige dalla ragazza che è davanti a lui, baciandola con trasporto e poi cingendole tranquillamente i fianchi con un braccio, mentre iniziano a parlare e scherzare su chissà cosa.

"Ci manca solo che diventi una femminuccia pure lui, che cazzo.. Hai sentito, Duff? Izzy vuole rubarti il posto!"



"Che ne pensi? Come ce li vedi insieme?"

"..Lei mi sembra una a posto, insomma, di certo non è una santarellina del cazzo, ma tanto meglio se frequenta il nostro ambiente.. Secondo me appena Duff scopre che la ragazza in questione è proprio lei, gli viene la bava alla bocca!"

"Come pensavo.. Le dico di portarvi le ordinazioni, allora, ci metto un attimo.. Poi porta Duff fuori, e faccio uscire pure lei! Un'ultima cosa.. Vedi bene di non sfondarti troppo, stasera, o la manina col cavolo che te la tengo quando poi ti senti male!"

"Sempre gentile, lei.." E dopo un ultimo bacio se ne torna dai suoi amici, divertito, lasciandola con un mezzo sorrisetto stampato in volto..

"Ma cosa devo fare con te? Mi sta bene se porti il tuo fidanzato qui, ma che al posto di lavorare ve ne state in un angioletto a scambiarvi effusioni e paroline dolci non mi va proprio giù!"

"Scusami, Mick, hai ragione, torno immediatamente al lavoro.." 

"Queste ragazze di oggi, con tutte le loro cotte e i loro problemi amorosi.. Ma perché non sono andato a fare il militare come voleva mio padre, perché? Non sarebbe stato tutto più facile?"

 

 

 


DUFF

"Ehi, stronzoni, io mi vado a fumare una paglietta qua fuori, ne ho bisogno.."

"Certo. Ma sappi che, casomai arrivassero gli ordini, non ti dovrai incazzare se troverai la tua birra dimezzata perché saresti stato tu ad averla lasciata incustodita!"

"Si, Slash, come ti pare.. Spero tanto che ti vada di traverso"


Finalmente metto piede fuori dal locale, dannazione, non si respirava più lì dentro; mi appoggio al muro, sbuffando, tirando fuori dalla tasca della giacca il mio pacchetto mezzo stropicciato di Marlboro, prendendone una. Il secondo della giornata. E dire che per un certo periodo avevo pure pensato di smettere.. 
Se ci ripenso mi viene da ridere: come si può, come potrei riuscirci con tutto quello che mi bevo e calo e sniffo ogni giorno? È semplicemente illogico, assurdo, non potrei mai farcela..

"Cazzo, l' ho dimenticato dentro!" Impreco ad alta voce, dopo aver cercato a vuoto il mio stramaledetto accendino probabilmente ora sarà già tra le grinfie di Steve, o Slash..


"Biondo, ancora tu!.. Che ti serve da accendere?" 

Alzo gli occhi e c'è questa ragazza bellissima, una vera figa, con una voce altrettanto melodiosa e sexy che mi porge il suo zippo, un sorriso da urlo. È lei. La camerierina dal culetto d'oro, quella che ci ha servito al tavolo e della quale abbiamo continuato a parlare per un bel pezzo, dopo. "Grazie mille, bellezza" Esclamo sfoderando il mio miglior sorriso da seduttore, accendendomi la sigaretta e sfuffando fuori il fumo in modo sexy.

Cioè, almeno ci provo.

 

"Figurati, non sai quanto mi piace aiutare i donzelli in difficoltà.."

"Allora? Dì un po', come ti chiami?" Le chiedo interessato, trascurando il fastidioso epiteto che mi ha affibbiato.

"Che ti importa?"

"Così so a quale bella camerierina devo lasciare la mancia, no? E poi potrei farti venire gratis ad un nostro concerto, se ti interessa.. Domani sera al Troubadour, per esempio?!"

"Davvero suonate lì? Cazzo, quello si che è è un posto serio, rischiate che qualche talent scout importante vi noti!"

"È quello che spero, infatti.. Allora? Ci vieni? Entri gratis e in più pass per il backstage, ovviamente ci sarà anche Angelica.. Cosa vuoi di più?"

"..Credo di non poter proprio rifiutare, se la metti così!"

"Non puoi, infatti.. Allora, me lo dici il tuo nome o lo devo scoprire da solo?" Mi avvicino a lei, sovrastandola con il mio fiero metro e novantaquattro, facendola sorridere di nuovo di quel sorriso che mi fa ribollire lo stomaco per quanto è bello. E i suoi occhi, poi, sorridono anche loro.. Dannazione, quanto vorrei baciarla.

Sarà l'alcol o la coca, anzi, probabilmente l'unione delle due cose: fatto sta che, mentre di solito mi faccio più problemi con le belle ragazze, stasera sono carico. Una bomba pronta ad esplodere. Irresistibile, e pare pensarlo pure lei..

"Selene"

"È un piacere, piccola, io sono Duff!" Un nome particolare, decisamente adatto ad una come lei.

"Lo so bene, idiota.." Che labbra, e che voglia di assaggiarle che ho..


Quindi mi butto, fanculo! 

La bacio, cogliendola di sorpresa e stupendo non poco anche me stesso: e lei mi risponde, lasciandosi spingere contro il muro del locale mentre, le porto le mani sui fianchi e per la prima volta posso sentire il suo sapore e odore. Sa di qualcosa che non riesco a definire, ma qualsiasi cosa sia, è fottutamente buona!

"Cazzo.. Diavolo, bimba, sono venuto qua stasera per conoscere una ragazza, e invece ho incontrato te.."

"E ti dispiace?" Mi sussurra appena all'orecchio, sogghignandomi divertita.

"Scherzi? Non potrei esserne più felice!"

"Allora ti farà ancora di più piacere scoprire che la ragazza che dovevi incontrare sono proprio io.."

"Davvero?!" La guardo, stupito, cercando di leggere l'ironia nei suoi occhi, un minimo accenno di presa per il culo. Non lo trovo.

"Parola di cameriera.." Mi assicura lei, portandosi una mano al cuore e ridacchiando.  

"Oh, beh, allora.." E torno a baciarla, con più impeto di prima; dentro sono esaltato come un bambino.

Un bambino strafatto e ubriaco, pure!

 

 

 


A.

"Quindi, tutto è bene quel che.." Non completo la frase, interrompendomi per un grosso sbadiglio.
Sono nel letto, accanto a Izzy che è steso sul fianco, solo i boxer addosso, uno strano sorriso a incorniciargli quelle sue labbra sottili che non mi stanco mai di baciare.. "Insomma, alla fine Duff saltellava dalla gioia, no? E anche Selene era felice di come si sono evolute le cose, lui l'ha invitata domani al vostro concerto.."

"Mi chiedo come diavolo ci sei finita a fare la cameriera, proprio una persona intelligente e acuta come te, nonché incredibilmente bella.. E sopratutto, come diavolo ci sei finita a dividere il letto con uno come me.." Mi sussurra appena, sfiorandomi una spalla con le labbra e facendomi rabbrividire.

"Non dire idiozie, tu sei una delle poche belle persone che ho incontrato in tutta la mia vita.. Meriteresti una ragazza mille volte migliore di me, lo sai?"

"Ora sei tu quella che dice stronzate!" Sbuffa lui, infastidito. "Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, e non lo dico tanto per dire.. Perché ti ostini con questa storia? Non riesco proprio a capirlo.." Mi prende il mento tra le mani, obbligandomi a guardarlo negli occhi, ora improvvisamente serio.

 

 

"Per esempio, perché se fossi una bella persona ti aiuterei a smettere con la roba, e non mi farei le spade con te" Replico io, triste, interrompendo il contatto d'occhi. È da un po' che ci penso, in effetti..

"Piccola, ma che dici? Lo sai bene che mi sto regolando, ultimamente, e lo sai che non voglio che ti accada nulla di male, che ci tengo da morire a te.."

 Mi fa strano sentirlo parlare così, dopotutto noi non siamo affatto una di quelle coppiette smielate che stanno sempre appiccicate, tutte prese a scambiarsi paroline d'amore ogni stramaledetto secondo.. Ma mi fa piacere perché so che non sta mentendo, lo vedo dai suoi occhi che ciò che dice lo pensa sul serio.. Sento il cuore battermi un po' più forte ogni volta che mi bacia, o mi sfiora, e ho i nervi a fior di pelle quando gli sto accanto..

Dio, e io che pensavo -e quasi speravo- che non ci sarei cascata mai più, maledetti sentimenti del cazzo!


"..Quindi non preoccuparti, abbiamo tutto il tempo per smettere di fare stronzate, e smettere insieme! Solo, ora non siamo ancora pronti" Mi abbraccia lui, stringendomi al suo petto e facendomi tornare il buonumore.
Riesce sempre a farlo, è come se portasse luce nella mia vita..

 

 

"A proposito.. Che ne dici di una spadina? Una piccola, te lo giuro"

"Sei impossibile" Sbuffo io, fingendomi infastidita dalla sua proposta: ma la verità è che ne vorrei proprio un po', proprio ora, e non so se riuscirei a dormire senza.. "Al diavolo!" Mi arrendo poi, seppur delusa dalla mia inesistente forza di volontà. "Anche i condannati a morte hanno diritto ad un ultimo sfizio, no?"

Sul viso di Jeff spunta un largo sorriso. "Parole sante!" Concorda, prima di coinvolgermi in un bacio travolgente.. "Vado a prendere l'occorrente, allora, torno tra meno di mezzo minuto!"

 

Mi butto sul letto, non riuscendo a trattenere un piccolo sospiro.

"Posso smettere quando voglio.. " Dico tra me e me, leggera. "È che oggi semplicemente non mi va.. Facciamo domani. Forse."

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Capitolo 10
*** 10. ***


A.

 

 

Una delle mie canzoni preferite in assoluto è Heroin, dei Velvet Underground.

 

È stata scritta da Lou Reed nel '64 ma pubblicata solo tre anni dopo, e dura esattamente 7,12 minuti sul disco, anche se io non è che l'ho esattamente comprato..

 

-Perché spendere soldi preziosi, quando si può sempre arraffare gratis?-

 

 

La canzone parla di un tossicodipendente, e ogni volta mi piace di più. Mi commuove.

La prima volta che l'ho sentita non avevo prestato grande attenzione alle parole; poi Jo me l'aveva spiegata, e me l'aveva cantata con la sua vecchia chitarra e battendo un piede per imitare la batteria. Era tutta un'altra cosa, così.

Maledizione, quanti ricordi..


Il tossico della canzone vuole morire. Ringrazia Dio e l'eroina stessa di estraniarlo dalla società di merda che lo circonda, addirittura la chiama "moglie" e "vita".

Lui la ama, semplicemente, e non può più farne a meno.

Non posso più farne a meno..


Parte piano, pacata come la voce di Reed e gli accordi di chitarra sotto, poi il ritmo aumenta sempre di più, degenerando come la droga che sale, almeno credo fosse quello l'effetto che volevano darle..

Fino a raggiungere l'apice verso la fine della canzone: le percussioni sempre più pesanti e veloci, lo stridio graffiante prodotto dalla viola elettrica di Cale e dalle chitarre di Reed e Morrison..

E poi finisce lenta come era iniziata. L'effetto è svanito o sta svanendo, e tutto nel mondo è rimasto fottutamente uguale a prima. Quel bellissimo sogno era solo un sogno, per l'appunto..

Un altro giorno è iniziato.


Forse quella è la mia canzone preferita in assoluto.. È che riesce sempre ad emozionarmi, dopo anni ed anni che la sento e fin troppe esperienze passate sia da spettatrice che da diretta interessata. Mi fa venire i brividi..


Dico questo, citando quella canzone che adoro sebbene sia fin troppo cruda, e veritiera.. Per provare a poter spiegare in qualche modo le mie condizioni psico fisiche al momento.

Mica facile..


Sono esattamente a metà, tra il mondo come lo conosciamo tutti e quello che esiste solo dentro la mia testa. Sono cosciente, ma allo stesso tempo non posso mentire dicendo di essere lucida.

Ho gli occhi aperti, ma non sto guardando.

Sono stesa sul letto, ma il mio corpo non sembra rispondermi. Vedo la parete davanti a me, vedo la porta, sento le lenzuola sotto il tocco delle mie dita.. Ma i miei sensi vanno oltre questo. Mille orizzonti più in là, mille mondi sconosciuti ora si aprono a me..


Ciò che vedo realmente è racchiuso nella mia testa, e anche se chiudessi gli occhi riuscirei comunque a non interrompere l'immagine.

Il mio cervello va a mille. Non ho fame, non ho bisogno di niente. Davanti agli occhi mi lampeggiano prospettive e soluzioni che non avevo mai considerato, che ora mi appaiono facili e soddisfacenti. Sento di poter far tutto, dal mio universo dolce ed ovattato..

E come se non bastasse una scossa di puro piacere si riversa dal mio centro fino alla punta delle dita, aumentando, diventando sempre più intensa e più forte..


"Cause when the smack begins to flow

Then I really don't care anymore

Ah, when the heroin is in my blood

And that blood is in my head

Then thank God that I'm as good as dead

Then thank your God that I'm not aware

And thank God that I just don't care

And I guess I just don't know.."


Dio..

Che roba l'eroina.

 

 

 

Prima viene una semplice malinconia, poi si trasforma in ansia, nervosismo, seguita da puro dolore ma che rimane sempre e solo nella mia testa; solo alla fine sento un vero e proprio bisogno fisico.

Non so quale sia peggio tra le ultime due.. Duro dodici ore, al massimo un giorno.

Poi devo farmi di nuovo, o sento che potrei morire.


Il sogno presto si trasforma in un incubo. Un chiodo fisso nel cervello che continua ad opprimere me, le persone che amo, tanti altri poveri stronzi che nemmeno conosco. E noi siamo ben felici di esserne oppressi.

Dipendere da qualcosa. In qualche modo ci da sicurezza. Mi fa sentire protetta, quando sento che tutto il resto del mondo mi ha voltato le spalle e senza nemmeno provare a capirmi.

Senza nemmeno fingere di farlo.


Noi non abbiamo la fede o una famiglia a guardarci le spalle e a pararci il culo se siamo nei guai, in compenso abbiamo l'eroina.

Noi povera generazione di disadattati, incivili, giovani delinquenti e scansafatiche. Noi ragazzi soli, delusi e spaventati.. Drogati!


Ma tanto le accuse perdono di significato, come tutto il resto. Siamo liberi da ogni definizione, liberi da ogni ordine e ogni dovere o ogni categoria.. Liberi di sceglierci una vita ed una morte più dolce delle altre.

L'eroina è anche questo, in fin dei conti.


Un'aura di pacata tranquillità mi pervade tutto il corpo, diffondendomi il buonumore.

Ho avuto la mia dose giornaliera, accanto a me c'è il ragazzo che mi piace che dorme russando leggermente e intanto mi tiene la mano, non me l'ha mai lasciata. Ho un lavoro e una casa e una vita con dei ritmi quasi normali, amici e buona musica a farmi compagnia e ormai riesco a ridere ogni fottutissimo giorno.

Sono felice, felice e questa spada è stata la ciliegina sulla torta..


Che roba.. E bisogna fidarsi quando dico che non si può capire cosa sia davvero la roba, finché non si prova di persona uno sballo del genere.. Ma non auguro a nessuno di finire come me.


Mi giro verso Izzy, gli bacio delicatamente la fronte perché non voglio che si svegli.. È così innocente, quando dorme. Ha il visino dolce dei bambini spauriti, e sento che devo proteggerlo.

Lo amo..


Poggio la testa sul suo petto, le nostre mani sono ancora incrociate.

Scivolo in un sonno senza sogni.


 

 


"Sveeglia teste di cazzo, alzatevi, stasera c'è il concerto! Dobbiamo prendere tutta la roba, portarla fino al Troubadour, montare l'attrezzatura, provare i microfoni, gli amplificatori, oltre che naturalmente la scaletta delle canzoni, berci qualcosa offertaci gentilmente dal gestore o impazzisco, trov.."


"Fanculo, idiota, lasciami dormire in pace! È l'alba, maledizione.."

 

"Ma se sono le dieci e mezza" Lo rimbecca Duff, pacato, spalancando le finestre e tirando pure le tende, facendo entrare luce e casino in camera.

 

"Appunto!" Urla il cantante in risposta, schiacciandosi un cuscino sopra la faccia per coprirsi dal sole. "Appena ti prendo, McKagan, ti giuro che.."

 

"Giuri che cosa? Cosa vuoi farmi, Axl, mi sbadigli dritto in faccia?.. O spari un urletto acuto dei tuoi finché non divento tutto scemo?"

 

"Questa era buona, biondo" Gli sussurra Angelica, tirandosi su e ridacchiando.

 

"Sarà che sono di buonumore.."

 

"La camerierina c'entra qualcosa?" Gli chiede Izzy, nel letto e ancora con gli occhi chiusi, con un sorriso.

 

"Selene, vorrai dire!.. Comunque si"

 

"E non sei nervoso? Nemmeno un po'?" Gli domanda quello, forse per sfotterlo. La ragazza intanto se ne esce dalla camera, saltellando in punta di piedi, diretta in cucina dove preparerà un litro buono di caffè, per tutti.

 

"..Dovrei?"

 

"Beh.. Se suoni male, lei ti disprezzerà.. Oltre al fatto che non strapperemo neanche un quarto di contratto a nessuno, non te la porterai a letto, magari non ti guarderà nemmeno più, e in più forse non ci capiterà mai più un'occasione come quella di stasera.. Se mandi tutto a puttane, man, puoi star certo che ce la pagherai!"

 

"..Non provare a fregarmi, hai capito? Conosco il tuo gioco, vuoi farmi venire l'ansia.. Ma non ci riuscirai, stronzo, non questa volta!"

 

 


"Ehi Duff, lo so che è occupato ma devo per forza entr.. Cosa cazzo stai facendo? Nel cesso, a luci spente, in ginocchio davanti al water?"

"Sto pregando" Gli sussurra quello, con una nonchalance da far paura; insomma, come se fosse una cosa normale.

"..Ti sei bevuto il cervello? Non ti bastavano più gli alcolici, e sei passato alla materia grigia?! Davvero, man, sei impazz.."

"Basta, dannazione, non interrompermi! Ora lasciami in pace, su, avanti, esci!" Fa un respiro profondo, cercando concentrazione, poi riprende da dove si era interrotto. "Ehm.. Se ci sei, cioè, se davvero qualcuno mi sta ascoltando, chiunque tu sia: ti prego, aiutami a scop.. Ehm, 'spetta, ricomincio: aiutami a trovare la concentrazione sul palco, e fa che vada tutto bene coi miei amici e con la ragazza che vorrei portarmi a l.. Conoscere meglio.. Per favore.. Ah, giusto, amen!"

Si tira su, sospirando. Accende la luce, si passa una mano tra i capelli e si guarda allo specchio. Sbuffa nuovamente.


"Qui stiamo andando proprio fuori di testa.. Ma oggi farò il bravo, si, oggi niente stronzate!" E rincuorato se ne torna finalmente in soggiorno, sedendosi su uno dei due divani scassati che probabilmente non verranno mai riparati; immerso nel silenzio più totale, da solo, un momento perfetto per raggiungere la concentrazione necessaria..

"Allooora! Chi se lo fa un giro di Whiskey con me, giusto per iniziare bene la giornata?" Propone Steven, urlante, appena tornato a casa dopo una notte passata con "quella fighetta del tavolo accanto", con due occhiaie da zombie ma un sorrisone sgargiante da spot pubblicitario.

"Ioo!" Urla Slash, totalmente favorevole all'iniziativa.

"Portamelo qua, sto girando una canna.." Izzy, dal divano, a differenza del riccio pronuncia il suo assenso con tutta la calma e la pacatezza del mondo.

"Ti busso!" Si intromette Axl, sbucato dal nulla.

"Steve, non so se sia il caso.." Prova a dire il biondo, quasi intimorito dalle sue stesse parole.

"Amico, che hai? Preoccupato per stasera?" Steven lo guarda perplesso per un attimo, per poi aprirsi in un sogghigno.

"Beh, si.. Come lo sai?"

"Cazzo, Duff, così mi offendi! Sono tuo amico, se mi rifiuti un buon bicchierino di whiskey lo sai che mi preoccupo.. Sul serio, non preferiresti godertela e perdere ogni stupida paura o ansia, preparandoti a dare il meglio, lasciando che l'amico alcol faccia il resto?"

".." Duff ci pensa un po' su, ancora dubbioso "..Parole sante, fratello, mi hai convinto!.. Prendo solo un goccetto, però, promesso"

 


Più tardi, dopo quattro o cinque giri di Whiskey a buon mercato e altrettante canne rollate e fumate di buon grado, i sei -la band al completo più Angelica- si preparano per uscire, prendendo armi e bagagli e strumenti, diretti al locale dove tra qualche ora i Guns n' Roses saliranno sul palco.

La ragazza è l'unica rilassata del gruppo, assieme ad Axl: lui è fin troppo sicuro del proprio talento, per accennare un minimo di preoccupazione.

Piuttosto sprona gli altri, e già, non risulta per niente simpatico.


Jeff è relativamente tranquillo, lo stesso vale per Steven, tutti e due sotto il benefico effetto di una fattanza da quell'erba niente male che hanno comprato proprio ieri da un amico comune; Slash è esaltato come un pazzo, ma quello è per colpa della coca e comunque la sua dipendenza non crea problemi a nessuno, a parte il fatto che se l'è tenuta tutta per sé da vero infame, e Steve inizialmente se l'è presa quasi a morte con lui.


Duff era in ansia, e per l'ansia si è scolato metà della sua riserva personale -e segreta- di birra e vino: e ora sbiascicando allegramente si trascina verso la macchina, il basso tra le mani, caracollando con la sua solita andatura di quando è ubriaco, che vista da fuori risulta estremamente divertente agli altri della band, ma che agli occhi dei passanti che lo guardano sconvolti avanzare declamando ad alta voce qualcosa di confuso risulta oscena, e quasi terrificante.

"Chi guida?.."

"Lo faccio io, cazzoni!" Urla Slash, la solita sigaretta stretta tra le labbra carnose e piegate in un sorrisone, terrorizzando una passante che alla vista di quel ragazzo così riccio e sbronzo e vestito tutto di nero letteralmente scappa via, agguantando la borsetta come se qualcuno gliela volesse strappare, con una fretta assai poco consona alla sua veneranda età.

"Vecchiaccia razzista del cazzo.. Non ci credo, che non ha mai visto un mulatto?! E io che pensavo che l'America fosse un paese progressista.."

"Steve, non credo sia per quello che è scappata, sai" Prova a spiegargli Angelica, trattenendo a stento un sorriso.

"Ah no?.. Comunque, non so voi ma io non vorrei proprio finire spiaccicato contro un muro per l'euforia del chitarrista, quindi.. Izzy, guidi tu? Mi sento più sicuro se lo fai"

"Femminuccia del cazzo.."

"Taci, uomo avido e spaventa-vecchiette! ..Avido era per la coca, comunque!"

"Allora? Volete restare qua a bisticciare come ragazzine, o preferite muovere il culo e darmi una mano con gli strumenti prima che faccia notte?.."

 

 

 

 


SLASH


In macchina non entravamo tutti, se contiamo anche gli attrezzi del mestiere -strumenti, cavi, amplificatori e robe simili- e noi cinque più Angelica.. Morale della favola, io, Duff e Steven stiamo andando a piedi.

Sai che novità!

Izzy era l'unico in grado di guidare, ed ovviamente nel posto accanto al suo non poteva che mettercisi la sua bella ragazzina, e Axl ormai aveva già poggiato il suo culo regale sul sedile posteriore, quindi noialtri siamo rimasti fottuti. Al solito.

Fanculizzati, Rose!


Se stasera non ci servisse la tua voce dannatamente figa e potente, giuro, desidererei che venissi schiacciato sotto il peso della batteria scomposta di Steve. O del basso di Duff. O, ancora meglio, della mia unica vera amata: la mia fottutissima chitarra, credetemi, la migliore in circolazione!

..Cazzo, non ho più i polmoni per certe camminate..

 


Alla fine arriviamo. Loro sono lì davanti ad aspettarci, con un sorrisetto strafottente in viso quando ci vedono arrancare tra fumo e bestemmie. Hanno già scaricato la roba, per fortuna. Almeno quello.

Facciamo le prove, vanno alla grande. Il locale si inizia a riempire appena si fa buio, ma la gente continua ad arrivare a frotte. Siamo famosi, cosa altro posso dire? Che ci odino o che ci amino, tutta Los Angeles ci conosce e tutta Los Angeles conosce la nostra musica. C'è il pienone, stasera!


Siamo nel backstage. Duff è con la sua ipotetica bella -la camerierina bionda- , Izzy pure e noialtri non siamo da meno: il proprietario ci ha dato libero accesso al suo bar, povero idiota..

Al momento stringo una bottiglia di Jack tra le mani, piena a metà, mentre Steve sorseggia soddisfatto una birra e Axl si da da fare per rimorchiarsi una fan sfegatata alla quale ha concesso di stare dietro le quinte con noi; non che ci voglia molto, comunque.. Ultimamente l'ho vista a ogni nostro concerto, e credo proprio che dal nostro cantante voglia esattamente quello che Axl vuole da lei.. Non ci sono mai fraintendimenti, quando si (s)vestono in quel modo!


Siamo appena stati avvertiti che c'è un talent scout in sala.. quando ci fanno segno di salire sul palco. E noi lo facciamo.

Angelica e Selene rimangono dietro le quinte, dopo averci inaugurato in bocca al lupo.. Apriamo alla grande. Siamo carichi, cazzuti, strafatti.

Siamo i fottutissimi Guns n' Roses, maledizione, dobbiamo fare casino, è la nostra natura!

 


Suoniamo per quasi due ore, ed il pubblico urla e strepita e balla con noi: è una vera figata, non avevamo mai suonato per tanta gente..

Quando finiamo l'ultimo pezzo parte un applauso che non finisce più; colgo qualche frase pronunciata da alcune ragazze in prima fila, delle tipe proprio niente male, e con uno sguardo allusivo rivolto al body-guard le autorizzo a raggiungerci nel backstage.. I ragazzi ne saranno contenti, altroché!

Poi, notiziona: al talent scout siamo piaciuti, e vorrebbe metterci sotto contratto; quindi, domani sveglia presto -cioè non come oggi, non così presto, diciamo alle undici e mezza massimo- che dobbiamo incontrarlo e parlare d'affari..


E non è finita qui! Due delle ragazze che stiamo avendo il piacere di conoscere meglio stanno insieme, quindi.. Me le prendo tutte e due io, cazzo!

Mi invitano a casa loro, beh, mica posso dire di no, sarebbe da maleducati..

Può andare meglio di così?


 

 



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Capitolo 11
*** 11. I promise, i won't... ***


J.


La luce della luna non conosce colori, si limita a disegnare debolmente i contorni del paesaggio. Ricopre la città di un grigio sporco, pallida nebbia, fermando la vita per una notte…

Ma io invece mi accendo come un astro luminoso, abbagliante, fulmineo, una luce troppo intensa per vivere ma troppo rara per venire dimenticata. Stella che muore all'alba.

Giaccio nel letto, la mia tomba personale, come il cadavere di me stesso, respirando appena, quel poco che basta per far battere il mio cuore... E tuttavia vivo, in modo così intenso e sfrenato, come mai un uomo avveduto potrà mai provare e capire…



La luna è piena, stanotte. Bianca, come perlacea cattura il mio sguardo, visione celestiale. 
Pallida come il mio braccio, fragile, riesco a vederne le vene pulsare…
Non ho paura. Lei mi è rimasta accanto. Nei suoi occhi vedo riflessa la luna, e nella luna vedo riflessi i suoi occhi.
Brillano come astri luminosi… Non voglio che si spengano, non potrei vivere senza la sua luce: ho bisogno di lei, del suo calore, non potrei mai vivere senza la mia luna…
 
 

Mi incanto a guardare il cielo con gli occhi di un bambino, lasciandomi trasportare come da una dolce melodia, una ninnananna: assurdo, non so se me ne hanno mai cantata una.. E tuttavia è un sogno così bello, ovattato, come se fossi nel posto giusto e al momento giusto e per la prima volta nella mia vita ne avessi la certezza.
Non soffro più, anzi, ho completamente dimenticato cosa voglia dire "soffrire": piacere immenso, dopo il dolore… Più è dura l'astinenza, più diventa soddisfacente riusare la sostanza quando finalmente ti capita tra le mani, e non hai niente a cui pensare, e puoi lasciarti cullare, abbandonarti al dolce tepore che ti da la roba, annullarti e basta... Dolcissima illusione di eternità che mi si prospetta davanti agli occhi...
 
Posso mentirmi, posso farlo ancora finché ne sentirò il bisogno...
Ma non voglio annegare…
 

La luna è piena, stanotte... Piena di cosa? Rancore, dolore, rabbia.  La luna piange lacrime d'argento e di cristallo. 


 
 

«Sei sveglia?»
 
«Dimmi»
 
«Stavo pensando…»
 
«Ah si? A che cosa?» Intreccio le mie mani con le sue, mi sorride, e ad un tratto è come se non fossi più nudo come un verme.
 
«Mi sento così… vuoto. Così inutile, irresponsabile, come se stessi buttando la mia vita ma non potessi aprire gli occhi fino al momento in cui ci resterò secco per una qualche stronzata… E a quel punto mi pentirei? Voglio dire, secondo te me la sarei cercata o il destino di ognuno è già scritto da qualche parte e non possiamo fare niente per cambiarlo?»
 
«Io ho sempre creduto che la nostra vita fosse affidata al caso, a qualcosa di incontrollabile e inaspettato che prima o poi ci fa andare fuori di testa, a tutti… Ma ora non ne sono più tanto sicura, sai? Insomma, se quel giorno io e Axl non avessimo... Non sarei qui, e non avrei te, e non avrei trovato una casa, una famiglia, qualcosa e qualcuno che colmasse il mio vuoto… Forse doveva succedere, che dici? … Sento che ti stai trattenendo dal dirmi qualcos’altro che ti gira in testa, dai, cos’è che ti spaventa?»

«Mi conosci bene, dannazione, non ti si può nascondere!» Rido imbarazzato, poi torno serio e riprendo da dove mi ero interrotto. «E’ che ho paura di andarmene senza aver lasciato nulla di me... Per questo scrivo canzoni, perché voglio che qualcuno si ricordi di chi ero e chi sono ora, perché mi faccia vivere per sempre, cazzo, è un sogno così stupido…»

«Ma tu vivrai per sempre, Jeff. Hai una famiglia, amici, fan isteriche che aumentano a vista d’occhio, hai talento e hai il cervello, hai degli obiettivi e ti ci stai avvicinando giorno per giorno... Sono io, piuttosto, quella che dovrebbe preoccuparsi: non ho nessuno, a parte te, e con tutte le ragazze che ti girano intorno io non mi stupirei se…»

«Non provare nemmeno a dirlo! Non potrei mai tradirti, come te lo devo dire, per me tu sei l'unica... Dai, fammi un sorriso che non mi piace vederti triste»
La abbraccio con dolcezza –se mi vedesse Axl, al momento impegnato a sbronzarsi al bar con gli altri, il caro Rose difensore dei diritti dei donnaioli seriali e allergici al romanticismo mi urlerebbe addosso di essere diventato una checca, come McKagan-, accarezzandole una guancia e posandole un lieve bacio sulla fronte. «Ora torniamo a dormire... Domani abbiamo da fare grandi cose, piccola, e mi piacerebbe restare in piedi tutto il giorno senza dover ricorrere a una decina di caffè o alla coca!»
 
«Sono assolut-yaawn-amente d’accordo… Buonanotte, Jeff…»
 
«Buonanotte, amore…» E lo dico così a bassa voce che lei nemmeno mi sente.
 
 
 
 
«…Angelica?»

«Hmm?»

«Ti ho svegliato?»

«Naah, che dici, stavo solo… Riposando gli occhi…» Risponde lei, orgogliosa, trattenendo a stento uno sbadiglio che mi fa sorridere ancora per una volta.

 «Davvero, appena provo a non pensare mi viene subito in mente una cosa che non riesco proprio a spiegarmi, e poi non riesco più a prender sonno...»

«Allora parla, anima in pena, però se poi mi svegli ancora vado a dormire nel letto di Slash, stai in guardia!»

«Non ci provare nemmeno… La domanda è : io sono un paranoico folle e disordinato, un tossicodipendente con una visione totalmente distorta della vita, talmente abituato a dire stronzate da non riuscire più a distinguere il vero dal falso, un galeotto mancato e un musicista mediocre e ubriacone,... Mi dici cosa diavolo ti piace di me?»

« …Ti accontenti di una risposta breve ma sincera o vuoi per forza un elogio spropositato delle tue virtù che duri tutta la notte?»

«L’ elogio, è ovvio! … Scherzo, scherzo, bimba, mica sono Axl…»

«Perfetto, allora preparati alla sentenza… Sei pieno di bei difetti»

 
«… Come, tutto qui?» Esclamo, mettendo su un broncio un pò insoddisfatto.

«Deluso!?... Dove diavolo è Slash quando serve? Magari stasera non rimorchia e si sente solo…»

«Mi va benissimo, invece… Buonanotte, giuro che ora ti lascio dormire in pace!»

«’Notte…» Si posa sul mio petto, e dopo pochissimo la sento fare respiri leggeri e regolari. Si è già riaddormentata, beata lei; e io invece sto ancora soppesando le parole che mi ha detto.

Forse però, ripensandoci, non è poi così male come credevo: vuol dire che le piacciono anche le cose che non vanno in me.
Forse mi ama per davvero. Io di sicuro, cazzo.
 
 
 
“Sai, amore, mi ricordo quel momento come fosse ieri… Ti ho preso per la mano, senza nemmeno accorgermene. Tu dormivi e sembravi un angelo. 
Sarei voluto restare con la tua mano allacciata nella mia, per sempre.”
 
 
 
 
 
 
Qualche mese dopo
 

A.
 
Le cose sono cambiate nella maniera più assoluta.
Primo, ora i soldi ci sono e a mio parere sono pure troppi. Fai convivere cinque scapestrati poveri in canna sotto un tetto, ok; ma dalli i milioni e loro provvederanno a spenderne il più possibile, dalli il successo e si monteranno la testa.
Se poi ci aggiungi il fatto che ora possono permettersi tutte le bottiglie che vogliono, la roba di migliore qualità e di comprarsi la coca più pura e costosa che gira al momento, grammi su grammi di neve senza più doversi preoccupare del prezzo e delle bollette e dei creditori e le loro stupide minacce… allora hai ottenuto la formula perfetta per l’autodistruzione.
Benvenuti alla Hell’s house.

Benvenuti, o forse sarebbe meglio dire tanti saluti e a mai più rivederci.
Quella che per anni è stata la loro casa, per quanto amata, o odiata, quello che è, ora che hanno i soldi per vivere di lusso se ne sono trovate altre, molto più grandi e nella zona vip della città: cioè, Steve è andato a vivere con la sua nuova ragazza, -chissà quanto durerà questa, mi chiedo io- , Axl si è preso una villona da straricco con annessa piscina e tutti i confort possibili e immaginabili, giusto per tirarsela un altro po’, e Slash e Duff sono andati a coabitare, da bravi amichetti quali sono, tra l’altro non lontano da qui…

In quanto a me, ora vivo con Izzy da quasi un mese. Siamo io e lui, ed apparte qualche momentaccio di depressione post-bruttisogni mi va una favola, giuro!


La nuova casa è luminosa, spaziosa ma non eccessivamente, arredata come piace a noi e provvista di ogni confort, in una bella zona verde, vicina al centro ma non troppo... due bagni, uno con la doccia e uno con una yacuzzi –non ho detto vasca, ho detto yacuzzi, specifichiamo- , una cucina con un grande tavolo, un salone grande e un piccolo terrazzo che da sul parco qui di fronte. Abbiamo perfino una camera da letto in più!

La cosa mi ha fatto ridere come un’ idiota, quando siamo venuti a vederla la prima volta con l’agente immobiliare: quello là, mostrandocela, ci ha guardato sorridendo con l’aria di chi la sa lunga, forse pensando che fossimo una coppia di novelli sposini, e se ne è uscito con un qualche riferimento alla possibilità di trasformarla nella “camera dei bambini”..
Le espressioni –lui divertito, io imbarazzata e quasi sconvolta- che io e Jeff gli abbiamo rivolto nell’istante successivo sono bastate per metterlo a tacere una volta per tutte; ma dico io, mi ci manca solo un marmocchio tra i piedi a disturbare questa pseudo-pace che si sta finalmente venendo a creare nella mia vita! Ma guarda tu, questi…
 

Apparte questo, continuo a lavorare di tanto in tanto al pub, ma ora che non ho più bisogno di fare doppi turni è diventato quasi divertente. Però Mick mica la pensa allo stesso modo.
Selene e Duff ora fanno coppia fissa, ed il povero Slash non sa più cosa fare, con i suoi tre migliori amici fidanzati, se non rifugiarsi dal quarto, lo-scapolo-Axl, e organizzare feste spaventose e gigantesche nelle quali gli invitati sono, ehm, tutte belle ragazze e ragazzine e donne esaltate, perlopiù fan sfegatate, ed ehm, i due esaltati che ho nominato prima. Cvd, come volevasi dimostrare.


Al momento sono sul punto di uscire di casa, vado a prendere la band al completo di uscita dalla sala di registrazione e poi mangeremo in ristorante. Al diavolo gli stereotipi dell’ uomo che passa a prendere la donna eccetera eccetera, dopotutto io e Jeff non siamo decisamente la coppietta dolce e innamorata che fa venire il diabete solo a guardarla; o almeno, lo spero. E se mai diventassi così… cazzo, datemi uno schiaffo dritto in faccia! Vi autorizzo a farlo…
 

Per ora basta con le idiozie, scusatemi ma sono quasi-in-super-ritardo e ciononostante non voglio fare corse con la sigaretta in mano, sapete, non fa bene alla mia salute. Fare troppa attività fisica, intendo. Quindi devo uscire ora.


“La vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate”, diceva qualcuno. E io non voglio mica che il mio bel Jeffino pianga perché si sente solo.

(Se mi sentisse, probabilmente mi strangolerebbe con le sue stesse mani. Oh yeah.)

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Capitolo 12
*** 12. ***


AXL

 

 

Lo sapevo. Lo sapevo che prima o poi avremmo sfondato, ne ero sicuro!

L’ EP è circolato in sole 10.000 copie. Quattro tracce, due cover. Così hanno deciso quelli della Geffen. Al momento stiamo lavorando al nostro primo album, passiamo almeno otto ore al giorno in studio a provare e riprovare i brani, fino alla noia, fino a che non sono perfetti; e tra una settimana andiamo in California, per le vere e proprie sessioni di registrazione. E’ il mio giardino dell’eden personale.

Io so solo che i 75.000 dollari di anticipo sono stati come una manna dal cielo; cioè, ammetto che stare con la band al completo nella Hellhouse era uno spasso, soprattutto per uno come me che ama correre rischi: in ogni momento poteva, che ne so, staccarsi un pezzo di soffitto e finirci in testa, e allora addio carriera musicale. Mi piaceva l’idea perversa di non essere completamente al riparo da una morte improvvisa, e ora invece…

Ora ho una villa e una macchina, tutte per me. Ora niente più soffitto pericolante o porte sfondate o un cesso in sei, finalmente si ragiona! Il mio caro amico Slash è pienamente d’accordo.

Sorseggiamo Jack Daniel’s stravaccati su divani di pelle lucida, a casa mia, nel mio salotto. Facciamo feste enormi, con ragazze ed alcol a fiumi; non dobbiamo più pensare a come rimediare i soldi per il gas e la luce e la spesa, niente più problemi di bollette  e niente più rigidissimi digiuni… Brindo a questo! Un altro giro, è d’obbligo…

Il riccioluto qui di fianco ormai ha trovato un secondo letto nel mio divano, è che a casa sua Duff fa il fidanzatino smielato con la sua dolce biondina cocainomane e, come è giusto che  sia, lui preferisce rifugiarsi qui e divertirsi alla grande, da buon playboy qual è e quale sono io stesso. Già prima era difficile, per me ed il mio bel visino, non portarmi a letto una fighetta almeno sette –diciamo quattro, ehm, forse tre è più onesto- sere a settimana, ed ora che sono pure famoso è praticamente impossibile! Ce n’è a fiotti, qui, di fi..ehm. Colpa dell’alcol che manda a quel paese i miei freni inibitori. Benedetta droga legale, dico io, e benedetti gli alcolizzati ipocriti al governo!

 

«Che si fa stasera?» Mi chiede svogliatamente il mio chitarrista, allungandosi per bene sul divano di pelle nera e spalancando la bocca per uno sbadiglio da leoni.

«Man, cazzo, è la terza volta che me lo chiedi e la terza volta che ti ripeto: è il compleanno di Selene, e Duff le ha organizzato una festa a sorpresa, ricordi? Sarebbe da maleducati non andarci… Soprattutto perché la festa è a casavostra, quindi non hai scuse stavolta, ti tocca!»

«Ah, si, giusto… Ma Selene è mica quella tipa roscia col ragazzo palestrato per la quale Duff si era preso una bella sbandata?»

«No! Selene è la nuova ragazza di Duff, idiota, la vedi tutti i giorni e tutte le notti! » Sbuffo io, esasperato. In condizioni ottimali –o quantomeno sulla soglia della decenza-, se la sarebbe ricordata eccome quella bella biondina…

«Ah, ok, menomale… Perché la ragazza di cui parlavo io me la sono fatta proprio la settimana scorsa, in gran segreto…» Ghigna soddisfatto, perdendosi nei suoi confusi ricordi da ubriaco «Non dirglielo, comunque… Una gran bella scopata, si… E il coglione col quale convive era a trovare sua nonna in Florida! » Scoppia a ridere da solo, ride e non la finisce più, fino alle lacrime e fino ad un attacco di tosse «…Chissà come si chiamava… Aveva un piccolo cane, mi sembra…» Sussurra riprendendo fiato, mentre con gli occhi chiusi mi sorride, beato. «O forse era un gatto?...»

«Avanti, Slash, puoi dirmelo, che cazzo ti sei preso?»

Apre un occhio solo, accennando una piccola smorfia «Ma che cazzo ne so, non mi ricordo… Una pasta qui, una pasta là, una striscia di questo e una di quello, un paio di cartoni… sai, la solita roba…» Risponde poi, facendo spallucce. Richiude l’occhio aperto.

«Amico, ma perché ti riduci così? Posso capire lo sballo e tutto il resto, ma solo fino ad un certo punto… E poi ‘sta faccenda dell’eroina, lo sai, non mi va proprio giù…»

«I used to do a little but a little wouldn't do 

So the little got more and more                                                                                  

I just keep tryin’ to get a little better                                                                          

Said a little better than before…»  Canticchia sogghignando, tirandosi su a sedere ed accendendosi una paglia.

«…Te lo riconosco, Izzy sarebbe fiero di sapere che lo hai citato!» Gli concedo, divertito.

 

Noi caschiamo sempre in piedi…

 

 

 

 

 

 

 

SELENE

 

 

Maledizione. Credevo di aver risolto, e invece no.

Ho da sempre un fastidioso problema caratteriale, che riesce a danneggiare sia la gran parte dei rapporti che instauro, sia il mio buonsenso ed il mio scarno autocontrollo: quando dopo tanti sforzi ottengo qualcosa, poi questo qualcosa non mi piace più; come un giocattolo vecchio, vorrei buttarlo e prenderne un altro. Spesso lo faccio.

Ma stavolta non posso.

Non posso, dannazione, il vecchio giocattolo mi ha donato il suo amore, le sue risate, e mi ha fatto sentire amata e importante per la prima volta nella mia vita… Duff. Povero ragazzo ingenuo. Il mio povero ragazzo tanto premuroso quanto scemo.

Mi sento davvero in colpa, perché lui mi tratta benissimo, tranne quando è troppo ubriaco: diventa geloso da morire e mi fa certe scenate assurde, ingiustificate –perché non l’ho mai tradito, e fino ad ora non ho mai nemmeno pensato di farlo-, ma comunque non si è mai permesso di alzarmi le mani, anche se con gli altri quando è sbronzo diventa violento, l’ho visto.

Non avrei niente di cui lamentarmi. E invece, lo faccio lo stesso.

 

Ha detto di amarmi. Era fatto. Io pure. Inizialmente non ho dato poi tanto peso alle sue parole: insomma, ho pensato, magari se lo sarebbe pure scordato! E poi a me lui piace davvero, non ho l’urgenza di capire se sia amore o meno, ma non sto scherzando…  

Mi piace. Di questo ne sono sicura. Solo, io ho sempre avuto seri problemi ad impegnarmi, e se voglio che questa storia duri –e lo voglio- ho il fottuto bisogno di sgarrare, anche per una sola volta. Di fare una qualche stronzata.

Di farmi un qualche stronzo, ecco... Cazzo, l’ho detto.

E non ci ho messo molto a decidere chi preferirei per questo.

(I “ti amo” hanno su di me un effetto repellente, maledetto cinismo del cazzo…)

 

Slash.

Il suo migliore amico?! Come potrebbe mai diglielo? E’ uno di quelli che una notte è strafatto e l’altra pure, l’ho visto! Lui si che se lo scorderebbe, o quasi…

 

“Frena un attimo. Fai un respiro, ecco, ora va meglio. Motiva le tue argomentazioni cercando di non apparire come una squilibrata, so che puoi farcela, Me-stessa

 

 

Tutto è iniziato una settimana fa: dopo una nottata passata per locali ero rimasta a dormire a casa di Duff, e mi ero appena alzata dal letto -nel quale lui ancora stava russando beato- mi ero infilata al volo i miei shorts e la prima maglia che avevo trovato nella camera; ero andata in cucina a farmi un caffè, quella sera avevo il turno al pub ed era già pomeriggio inoltrato, quando Slash mi si era parato davanti all’improvviso e per poco non mi aveva fatto prendere un colpo -non si può dire che siamo amici, ma nemmeno nemici; ci divertiamo a pungolarci alle spalle e a sfotterci a vicenda, quello si-, e da lì era sorta una discussione assai ambigua che mi aveva lasciato da pensare per giorni…

 

 

«Ti ho spaventata?» Mi aveva chiesto, sogghignando.

«Stupido idiota!» Gli avevo sbraitato, non riuscendo a contenere l’irritazione. Lui si era messo a ridacchiare tutto soddisfatto. Lo odiavo, quando faceva così.

«Non prendertela, dai, non volevo farlo apposta… Ehi, ma quella è la mia maglietta!»

«Ah si? Non lo sapevo… Vuoi mica che me la levo? Mi ero protesa verso di lui, scherzando.

«Magari…» Aveva sussurrato appena, con un sorrisetto strafottente.

Io mi ero limitata a sbuffare, portandomi a una debita distanza. «Se lo faccio, poi ti levi dalle palle?»

«Non ne avresti il coraggio, bionda… o si?» Mi si era avvicinato, facendomi indietreggiare, fino a farmi urtare il bancone con la schiena; e di nuovo avevo sbuffato, non sapendo fino a che punto sarebbe arrivato quello stupido gioco. Fino a che punto ci saremmo spinti io e lui, per la precisione.

 

«Se mi dai qualcosa in cambio… Gli avevo ammiccato, rincarando la mia dose di sarcasmo.

 

«Tipo cosa? Si era finto disinteressato, ma avevo notato un leggero cambiamento nel suo tono di voce…

 

«Cento dollari, è il minimo» Gli avevo fatto un occhiolino, per poi scostarmi nuovamente da lui, non senza difficoltà.

 

«E che ci dovresti fare, sentiamo!»

 

«Ci pago le bollette dell’appartamento…» Avevo alzato le spalle, giustificandomi, assumendo un cipiglio da brava ragazza –che mi era stato utile in moltissime situazioni- ; poi però mi ero detta che tanto non sarebbe servito, o non ci avrebbe creduto, dato che per certi aspetti noi due eravamo simili. «No, seriamente, mi ci pago la coca» Avevo ammesso, con un sorrisetto amaro.

 

«E il caro Duff non ne ha a sufficienza?» Mi aveva domandato perplesso.

 

«Duff non vuole che la usi…» Avevo alzato le spalle, fingendo noncuranza, ma in realtà ribollivo dentro. E lui mi aveva capito al volo.

 

«Che ipocrita bastardo!» Aveva esclamato istintivamente, facendomi trattenere una risata.

 

«Non dirlo a me…»

 

«E quindi saresti disposta a fare ciò, pur di avere due grammi di neve?» Era scoppiato a ridere, scuotendo la testa e i suoi bei ricci scuri. «Lo sapevo, lo sapevo fin dall’inizio che dietro al tuo visino da angelo si nascondeva una stronzetta egoista!»

«Ehi, mi hai dato della stronza?! Ma va a quel p... Aspetta» Ci avevo riflettuto su un attimo, «Visino da angelo, eh? Lo pensi davvero?»

 

Lui mi era sembrato un po’ a disagio. Avevo trattenuto a stento un sorrisetto. «Beh, bimba, mica ho detto chissà che…» Aveva aggiunto poi, spavaldo.

«Però saresti stato disposto a darmeli, i cento dollari…» Avevo insinuato, non volendomi arrendere.

«E tu saresti stata disposta a rimanere mezza nuda per soldi… Chi è il peggiore, tra di noi? Non sono poi tanto sicuro di vincere, stavolta…»

«Chi te lo dice che lo avrei fatto?» Avevo protestato, incrociando le braccia.

Slash aveva sogghignato e mi si era avvicinato di scatto, portandosi ad un palmo dal mio naso. Mi aveva preso per la vita e si era chinato verso di me…

Mi era mancato il fiato, avevo chiuso gli occhi. Non sapevo se urlargli contro, se dargli uno schiaffo, se un calcio, o se invece…

 

Non mi aveva baciata, lo avevo solo sentito inspirare profondamente, il viso poggiato contro i miei capelli.

«Hai un buon odore, volevo solo sentirlo meglio… E’ delicato ma eccitante, non so come spiegarlo…» Si era giustificato con la sua voce un po’ roca, mantenendo il sogghigno. Merda.

«Uhm, grazie…» Avevo mormorato solamente…

(Ripensandoci: grazie? Ma che diavolo di risposta è? Tante grazie, Slash, se ora sono terribilmente confusa e ho paura di non meritarmi Duff e di perdere la testa per…

Ovviamente sto scherzando. Credo. Si, lo sto facendo.)

 

«E che mi dici di Duff?» Mi aveva poi domandato, tirandosi indietro e facendosi un bel po’ più serio in viso. Avevo inspirato profondamente.

«Lui… Certe volte è perfetto, il miglior ragazzo che si possa desiderare, altre invece…»

«Quando è ubriaco, intendi» Avevo annuito, abbassando nuovamente lo sguardo. «Sai, credo che dovresti parlargliene…»

«Ci ho provato, ma è inutile… Dopotutto mica posso impedirgli di bere, o diventerei un’ipocrita anch’io!»

«Smettere di bere è un conto, trattare bene le donne un altro» Aveva ribadito, con aria da grande esperto.

«E tu… Tu davvero sei convinto di trattarle bene?» Ero scoppiata a ridere come un’ idiota. Giuro, non riuscivo a smettere! «Che galantuomo che sei, se dopo averli sfilato il reggiseno magari ti scappa pure un qualche banale complimento… E permetti loro di dormire addirittura nel tuo letto! E’ ammirevole, da parte tua, e magari tieni pure la porta aperta mentre le sbatti fuori di casa…»

Aveva sogghignato di nuovo. Odiavo, odiavo a morte quel sorrisetto arrogante! «Sono loro che si fanno trattare così, io non obbligo nessuno… Sono loro a venire da me e a finire nel mio letto, e a quel punto ci metto d’impegno per far si che passino la notte di sesso migliore della loro vita… Che c’è di sbagliato?» E poi aveva aggiunto, i suoi occhi scuri puntati nei miei, mantenendo quell’aria strafottente e quella faccia da schiaffi che mi faceva irritare tanto «Tanto lo so che su di me ci hai fantasticato almeno una volta, non negarlo…»

«Io? Dio, sei serio?» Ridendo in maniera quasi isterica, avevo tentato di nascondere quel minimo rossore che mi stava delicatamente colorando le guance «Mi dispiace tanto, Hudson, ma questa è e rimarrà per sempre una tua fantasia!»

«Non contarci, bimba… Quando si tratta di questo, io non mi sbaglio mai…»

«E allora, il tuo amico Duff?» Avevo giocato la mia ultima carta.

«Gli voglio bene come a un fratello, ma spesso si comporta da idiota, non è abbastanza riconoscente per le botte di culo che ha avuto dalla vita e forse non capisce il loro valore prezioso… ma a differenza sua, honey, io non mi lascio scapparecerte belle cose se le voglio veramente…»   E dopo un occhiolino se ne era andato, lasciandomi confusa e disorientata in quella stanza vuota e fin troppo lussuosa per i miei standard.

Il fischio della caffettiera non era riuscito a distrarmi. Nemmeno il turno al pub o la voce petulante di Mick.

 

 

Ecco, da quel giorno sono confusa. Non l’ho nemmeno più visto. Ma oggi credo che mi tocchi, dato che è il mio fottuto compleanno –sto diventando vecchia, ben 19 candeline e sempre meno fiato per spegnerle-, e da come si comportava Duff ieri –mi teneva all’oscuro dei programmi, mentre complottava con Axl, e poi era euforico in una maniera singolare, ma forse era anche per colpa dei funghetti…- ho il sospetto ed il terrore che mi stia organizzando una festa a sorpresa.

Yu-huu, non vedevo l’ora!...

 

Ancora il cinismo. Perfetto. Happy birthday

 

 

 

 

 

 

 

SLASH

 

 

Dico io, ma che bravo imbecille che sono, bell'amico di merda. Se esiste un premio per il “miglior coglione dell’anno”, allora state pur certi che lo vinco di sicuro!

Sono impulsivo, non penso alle conseguenze mentre dico tutto ciò che mi passa per la testa: e combino casini, ci provo spudoratamente con la ragazza del mio migliore amico e poi provo ad evitarla per non fare altre stronzate, per esempio... Selene.

Sono un bravo attore, però... Axl credeva davvero che non ricordassi chi diamine fosse. Meglio così... Cos’è che ha detto prima?

Ah, ecco. Parafrasando le sue parole, era tipo “Alla festa devi andarci perché è a casa tua” –sottinteso, Duff si offenderebbe a morte-.

 Perfetto…

 

No. No! Ammettiamo che lei non mi piaccia. Cosa vera. Certe volte proprio non la sopporto.

Ammettiamo anche che non mi interessi minimamente, disgraziatamente falso. Cioè, non è che provi sentimenti per lei, sia ben chiaro! Mica sono Duff, cazzo, mica sono una checca io. Però me la farei volentieri… No. No, cazzo! Non devo pensare a certe cose…

Devo proprio andarci, stasera?

Ma si che devo. E’ inevitabile. Per fortuna tra poco ce ne andiamo un mesetto in California per registrare il disco, diograzie non avrò più quella ragazzetta bionda tra le palle. E il suo ragazzo non ci provasse nemmeno ad invitarla a venire con noi, sia ben chiaro! Izzy può fare quello che vuole, invece, se venisse pure Angelica non sarebbe un problema.

Aspetta, no, se viene lei è probabile che la sua amica la segua a ruota… A meno che…

Potrei accusarle di essere fonti di distrazione per due membri della band, cosa inaccettabile soprattutto in un momento così importante: Axl sarebbe di sicuro d’accordo con me, e insieme potremmo convincere i due a non portare le loro innamorate –bleah- con noi. Semplice ma geniale. E così ho evitato il problema futuro.

Per quello imminente, invece, non ho idea di cosa cazzo fare. Axl è nell’altra camera e si sta cambiando –lui tutto elegante e pettinato, ed io coi miei soliti due stracci, trasandato e… diciamo che non c’è nemmeno bisogno di definire i miei capelli- , e canta talmente forte che lo strozzerei, se non ci servisse la sua fottuta voce per valorizzore i nostri testi un po’ rozzi... Sono ancora da lui, se non si era capito… A casa mia non ci voglio tornare.

 

Selene e Duff costantemente appiccicati che dormono insieme ridono insieme e scopano come conigli, felici, mentre il sottoscritto se ne va in un qualche pub a sbronzarsi per svuotare il cervello e rilassare un po’ i muscoli. Con un sacco di gente intorno ma sempre solo. Tutti che aprono bocca per sparare paroloni, frasi pre-confezionate, emettendo pareri che valgono perlopiù come sentenze, e poi in sostanza tutto ciò che dicono è solo un mucchio di stronzate: ma ti guardano come se si aspettassero una risposta, o meglio, un applauso per le loro parole vuote. Patetici. E io sono uno di loro.

Rimorchio ragazze senza volto e senza nome, l’alcol me li fa dimenticare, e dopo averci fatto sesso già è tanto se non le calcio fuori dal letto, poi. Cazzo, se aveva ragione quella ragazzina! Non la sopporto proprio… L’ho già detto?...

 

« Allora, muovi il culo si o no?» Mi chiama il rosso, come avevo previsto vestito di tutto punto, dalla soglia della porta d’ingresso. Quando ci è arrivato lì? Mica ci avevo fatto caso ai suoi spostamenti, ero troppo preso a rimuginare!

«Fanculo, Rose, arrivo…» E sbuffando trascino le mie gambe fino a raggiungerlo, in testa ancora quella fastidiosissima ragazzetta bionda...

Che poi è troppo  bionda, dai, siamo sinceri, sembra quasi tinta e invece non lo è nemmeno! E poi è troppo magra per i miei gusti, anche se devo riconoscerglielo, i suoi tatuaggi sono una figata…

E poi ha quella voce saccente del cazzo. E quegli occhi chiari del cazzo, pure. E quel paio di stupidi pantaloncini aderenti -che mi fanno venire pensieri poco pudichi- con i quali, dopo aver dormito con Duff, si aggira tranquillamente per casa mia, mia, con nient’altro addosso, se non una leggera maglia sopra…

Soprattutto se si parla delle mie t-shirts. Allora lì si che la situazione diventa grave!

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Capitolo 13
*** 13. ***


STEVEN

 

«Sooorpresa! Tanti auguri, Selene!»

Che poi, io non capisco perché la gente debba urlare così tanto. Ok, siete pieni di gioia e dovete farlo sapere al mondo intero, ma così mi fracassate le orecchie, che diamine!

«Buon diciannovesimo compleanno!»     

Ancora? Io credo lo sappia da sola che il suo anniversario di nascita ricorre oggi, no? E sono anche certo che si ricordi quanti anni compie: è una di quelle cose che appena le impari te le ricordi per sempre, proprio come andare in bici, oppure quanto è bella una sbronza ben riuscita... Lezioni che ti cambiano la vita. Radicalmente, aggiungerei.

Ecco, ad esempio io sono per la seconda categoria di esperienze strabilianti appena elencate: difendo il mio diritto di uomo adulto -e il mio rigoroso dovere di musicista e compositore- di consumare ingenti quantità sostanze alcoliche, se la cosa mi aggrada, ma questo è scontato…

In parole spicce, mi sto autodefinendo un ubriacone. Ma anche questo è scontato. Basta vedere le mie condizioni al momento per poter concordare con quest’etichetta, del resto ce l’ ho praticamente stampata in faccia…

Alcolizzato!

 «Ma posso sempre fare di peggio», risponderei sbiascicando e con un sorrisone enorme e decisamente idiota. Ne sarei capace, davvero?

Temo di si. Spero di si. Appena la stanza la smette di girare, giuro che ci rifletto sopra, se me lo ricordo… Ma torniamo a noi, piuttosto. Sto degenerando come al solito. Se ora stessi al volante di una macchina, e i fottuti vigili stradali mi fermassero e mi facessero fare il test col palloncino…  «C’è troppo sangue nel tuo alcol, ragazzo…» 

Dio, se mi faccio morire dal ridere! Ma per fortuna io non guido quasi mai, anche per evitare spiacevoli inconvenienti tipo questo. Ma dicevo, ehm, torniamo a noi.

Siamo a casa di Slash e Duff. Io, Axl, Angelica, Izzy, i due proprietari di casa e ovviamente la festeggiata, Selene: e lei sembra la meno felice qui dentro, ha un’ espressione strana… Come se si sentisse a disagio.

Ma forse è solo una mia impressione, sicuramente è così…

Le abbiamo pure fatto una torta speciale, cioè, Duff gliela ha fatta e io ho supervisionato: e menomale che l’ho fatto, o sarebbe finita male… Niente più dolce commestibile, niente più cucina, niente più bassista! E invece la space cake è venuta una meraviglia. Con quel retrogusto tutto naturale è una gioia per il palato, è un vero peccato che delizie del genere non le vendano nei negozi…

Poi è il momento dei regali, il mio preferito: da parte di Angelica riceve un cd in vinile, da parte mia e degli altri ragazzi un completino davvero sexy –le eccezionali volte in cui andare a “fare shopping”, tra uomini, diventa un vero spasso!-, da parte di Duff un mazzo di rose e un braccialetto d’argento.

«E’ bellissimo…» Sussurra prevedibilmente lei, guardandolo come ipnotizzata, mentre tremante se lo infila al braccio. «Non dovevi, davvero…» Un po’ esitante alza gli occhi, rivolta al biondo e al suo sorrisone a trentadue denti; ha gli occhi lucidi, ma più che commossa mi pare mezza sconvolta… Ma no, sarà solo un’altra delle mie impressioni distorte.

Sicuramente è così, vero, soffitto curvo? Non ricordavo fosse così vicino, quando sono entrato…

 

«Un momento: la tua ragazza, Steve, dove l’hai lasciata?» Mi chiede poi il riccio, sogghignando, con l’aria di chi la sa lunga.

Quando realizzo che sta parlando con me mi sforzo di mantenere una postura eretta, una voce normale e un sorriso noncurante... Ma ti pare che ci riesco?...  

«Non ha funzionato… Me ne troverò un’altra più figa, neeeessun problema!»

…Ma certo che no, pur con tutta la buona volontà del mondo! Ho una gamba molle, e per poco non cado, riesco non so come a ritrovare l’equilibrio e a poggiarmi al muro, e l’unica voce che mi esce dalla bocca è stridula e spezzata da risatine isteriche e allucinate… Solo il sorriso c’è, largo e stupido che forse a dirla tutta sembra più un ghigno…

Conclusione, purtroppo tipica anch’essa, tutti si girano a guardarmi storto.

Dannazione!

St’acido che mi son calato era più forte di quanto pensassi…

 

 

 

SELENE

 

Ma come ho mai potuto pensare di tradire Duff? E’ così dolce, così premuroso, così… Smielato, oserei dire, ma suonerebbe come un’offesa e l’ultima cosa che voglio al mondo è proprio offenderlo, non dopo stasera: la festa a sorpresa, la torta, i bellissimi regali…

Gli altri se ne sono andati a casa, io sono rimasta a dormire da lui. E’ stata proprio una bella serata: mi sono divertita da matti, tra Steve che non si reggeva in piedi, le assurde vanterie che sparava Axl, i battibecchi e le prese in giro tra la mia amica e il suo ragazzo, Izzy –non avrei mai pensato di dirlo, ma sembrano davvero una di quelle vecchie coppie sposate che bisticciano per finta e per poi fare subito la pace!-, ho perfino sopportato con un sorriso tutti gli sguardi taglienti che mi lanciava Slash… Ehm.

Duff mi ha fatto apprezzare le feste a sorpresa, per la prima volta nella mia vita. Forse le odiavo proprio perché nessuno si è mai curato di organizzarmene una, anche se l’avrei voluto da morire, quando ero più piccola: nessuno si curava di me, forse è questo il nocciolo della questione… ed ora ho un fidanzato che mi supporta, e mi vizia più di quanto io stessa meriti o pensi di meritare…

…A questo proposito, mi stavo chiedendo…

Ho paura di farlo soffrire, perché gli voglio davvero bene e so che merita soltanto il meglio; il punto è, se io sono davvero il meglio per lui o se mi fa comodo fingere di esserlo, ecco, l’ho detto.

Mi chiedevo se Duff mi piacesse per davvero, o se fosse solo una finzione bastarda ideata dal mio cervello per non sentirmi in colpa nel ricevere tutte le attenzioni, i sorrisi, l’affetto che lui continua a donarmi ogni giorno. Se ricambiassi davvero il suo amore, o se piuttosto amassi ciò che ne consegue…

Non riesco nemmeno a guardarlo dormire, mi sento in colpa. E’ accanto a me, un sorriso beato stampato in faccia, i capelli davanti agli occhi, arruffati, e sembrerebbe quasi un bambino, se non russasse così tanto… Lui è felice e spensierato mentre io mi logoro nei miei pensieri e non riesco a prender sonno, mi rigiro in continuazione e fisso il soffitto nero come la pece, maledicendomi per l’ennesima volta.

E’ una cosa che non sopporto, riconoscere i miei sbagli, soprattutto se sono palesi proprio come adesso…

Alla fine mi tiro su, infilandomi i primi vestiti che mi capitano sotto mano; esco dalla camera in punta di piedi per non spezzare il suo sonno senza peccati, e silenziosamente mi trascino di malumore in cucina, buttandomi sulla prima bottiglia che trovo.

Mmm, un bicchiere di vino rosso, italiano, roba di classe, portato da Axl alla mia festa: semplicemente delizioso! Faccio il bis...

Un fondino di scotch, due dita di vodka –non di più, è di Duff e ci è molto affezionato-, una lattina di birra…

 

«Che stai facendo? »

Mi prendo un colpo nel girarmi e trovarmi davanti, ma guarda te, proprio Slash, il coglione per eccellenza, appoggiato con nonchalance allo stipite della porta: mi arrabbio, è solo perché non l’ho sentito arrivare che mi sono spaventata, e non è mica giusto che lui se la rida sotto i baffi!

«Abbassa la voce, idiota, non vorrai svegliare Duff!» Gli sussurro, guardandolo storto.

«Giusto… Anche se, e tu lo sai bene, per riuscirci servirebbero come minimo le cannonate...»

«Spiritoso» Sbuffo, storcendo la bocca in una smorfia.

«…Quindi è questo che fanno le brave fidanzatine, eh? Si sbronzano da sole alle quattro del mattino, al riparo da occhi indiscreti?» Il suo sguardo guizza sulla porta di camera mia e di Duff –cioè, volevo dire di Duff e basta, è l’abitudine-, facendo schizzare alle stelle quella voglia matta che mi prende ogni volta che me lo trovo davanti… Ovvero, di tirargli un bel pugno su quella bella faccia da cazzo che si ritrova. «Senti, bimba, visto che ormai sei in piedi… ti va di fare due passi?» Mi domanda poi, cogliendomi di sorpesa.

«Eh?!» Lo guardo confusa, alzando un sopracciglio. Perché non mi lascia in pace, per una buona volta?

«Una passeggiata, un giretto, chiamalo un po’ come ti pare» Sbuffa lui, fingendosi irritato. «Allora? Si o no?... Credimi, sono in buona fede!»

 

Rimango diffidente a squadrarlo, non tanto sicura della sua “buona fede”… «Bimba, non ho alcuna intenzione di importunarti o farti del male, non guardarmi così!» Sogghigna, divertito. «Ti rapisco solo per mezzoretta… Poi ti riporto a casa, così ti rinfili a letto senza che il caro McKagan si accorga di nulla»

E’ proprio una punta di sarcasmo quella che ho sentito nell’ultima frase, o è stata solo una mia impressione?...  «Va bene, ci sto… Ehi, però levati quel sorrisetto strafottente dalla faccia o puoi star certo che non ci vengo!»

«Ai suoi ordini, madame» Se ne esce con un buffo inchino, poi mi porge la mano. Mano che guardo estremamente dubbiosa.

«Mica ti mordo, dai…» Sbuffando, la accetto diffidente mentre andiamo verso l’ingresso.

Non me la lascia nemmeno quando chiude il portone di casa, né quando siamo per strada, anzi, la stinge di più…

 

«Bella roba, quel braccialetto… Scommetto che unito alle rose è il sogno di ogni donna, quel coglione di Duff ci ha preso in pieno, stavolta!» Lo dice con leggerezza, ma suona infastidito e la cosa non può che farmi trattenere a stento un sogghigno.

«Si, è bellissimo…» Di nuovo mi perdo a rimirarlo, notando come alla luce della luna sembri ancora più brillante. «Del resto, che ne sai tu di cosa piace alle donne? Sei bravo solo a rimorchiarti sciacquette e a fare a botte, che ne puoi capire tu del romanticismo? »

«Ah si? E’ questo che pensi di me?» Si blocca all’improvviso e mi si pone davanti, mettendomi spalle al muro, ghignando.

«E ne sono sicura» Ribatto, non mostrandomi minimamente intimorita: ormai l’ho imparato, il suo stupido giochetto di potere…

E infatti subito dopo si scosta da me, alzando le spalle con fare noncurante, ma lanciandomi un sorrisetto ammirato. «Ammetto che è un  bel regalo, dopotutto…» Con una strana luce negli occhi mi prende di nuovo la mano «E’ solo che se io stessi con te, non perderei tempo in stronzate del genere…

«Io e te, insieme?» Rido, forse un po’ troppo forte. «Ma se tu ti impegni unicamente ad andare dietro a una puttanella diversa ogni sera, figuriamoci!»

«Ma vaffanculo!» Sbotta lui, alzando la voce. «Pensi che io sia davvero così superficiale? Quanto possono valere, per me, le puttanelle più fighe della città, se tu i tuoi sorrisi me li regali? I loro profumi volgari contro il semplice odore della tua pelle? Fanculo, guarda che nemmeno le guarderei, quelle, se avessi te…»

«Oh, ma andiamo…»

«…Tutti i gioielli del mondo, compreso quello che porti al polso, se paragonati a quanto brillano i tuoi maledetti occhi verdi, anche a quest’ora della notte? Quanto cazzo credi che possano valere?»

«Oh, Slash… Ma tu, invece, quanto cazzo ti sei fatto per parlare così?» Sdrammatizzo lasciando la sua mano, allontanandomi di qualche passo e dandogli le spalle... Solo per non far notare il rossore che mi corona le guance.

«Non ci vuole molto a dire qualcosa di romantico, piccola… La cosa difficile è credere veramente alle cose che si dicono…»

Non posso fare a meno di girarmi a guardarlo. «E tu… tu ci credi a quello che dici, insomma, veramente?...» Gli domando dubbiosa, maledicendomi mentalmente per la mia voce inaspettatamente timida.

«Beh… Puoi accusarmi di molte cose, ma non di incoerenza, o la prendo sul personale!» Risponde con leggerezza, per nulla imbarazzato come lo sono io… «Allora? Ce l’andiamo a bere qualcosina, che dici?» Se ne esce poi, veloce, cambiando argomento con la sua solita nonchalance.

 Mi riprende la mano, senza aspettare una mia risposta mi tira verso il pub più vicino, sghignazzando, e io sento il cuore battermi forte nel petto…

 

E’ come un dolore, questo piacere...

 

 

No!

 Dannazione, maledetto idiota!

 

 

 

A.

 

«Non esiste paradiso o inferno che mi possa separare da te…» E poi mi bacia con dolcezza, lentamente, come se avessimo tutto il tempo del mondo. Mi piace tanto pensare che ce l’ abbiamo, questo tempo, che sia davvero possibile…

-Questa è senza dubbio il migliore e il peggior periodo della mia vita, insieme: le emozioni più forti, l’amore e l’amicizia, le risate… i desideri più egoisti, le pugnalate alle spalle, le lacrime versate a vuoto, la rabbia. Sicuramente è il più intenso, mi sento viva come non mai: ho riscoperto quella forza che pensavo di aver abbandonato molti anni fa, quando l’amore, la roba e il dolore più atroce mi colsero impreparata, mi spinsero ad annullarmi e a diventare l’ombra di me stessa...- «Non mi piace sentirti dire certe cose, paradossalmente mi suona quasi come un addio!»

«E invece è tutto il contrario… Lo sai che ti amo, Angie»

Avvicino la sua mano al mio viso. «Lo so, anche io ti amo, e mi fido di te…» Sussurro, e lui sa che non può che essere la verità: me lo si legge negli occhi.

Jeff mi bacia gli zigomi, poi la fronte, poi il naso. Scoppio a ridere, lui mi stringe tra le sue braccia e come una ninnananna mi sussurra appena all’orecchio:

“There wasn't much in this heart of mine
There was a little left and babe you found it
It's funny how I never felt so high
It's a feelin' that I know
I know I'll never forget…”

«Sarà meglio…» Aggiungo con un sorriso, prima di perdermi nuovamente in un suo bacio.

 

 

 

AXL

 

Vuoto.

Sotto ai miei piedi c’è lo strapiombo, mi piace pensare che potrei cadere da un momento all’altro.

Sono seduto sul parapetto, un gelato affare di metallo del cazzo che circonda la mia terrazza, se mi sbilancio un poco in avanti finisco spiaccicato sulla strada. Mi piace pensarlo.

Non ho le vertigini. Non riesco a dormire, stanotte, e il vento freddo e pungente che mi colpisce in piena faccia è l’unica cosa che mi impedisce di cadere in avanti, che mi evita una morte veloce e credo indolore… ma indegna.

La luna è stata coperta da una massa di nuvole grigie, portate dal vento, e non ricompare… C’è una nebbia fitta e densa, nel cielo nero popolato da fioche stelle solitarie, e dalle strade non si sente un rumore: perfino la città sembra immersa in un sonno profondo. Ma io solo non riesco a dormire…

 

Vuoto dentro, fuori, sopra, sotto, da ogni parte possibile ed immaginabile. Il problema è, cosa mi manca? Pensavo di aver tutto, e invece…

Che sia davvero l’amore, l’unica cosa capace di colmare il mio vuoto?

Secondo Platone, amore è mancanza, un desiderio utopistico di bellezza, e sempre secondo lui l’amore porta all’idea suprema di Bene, quindi alla felicità…

Ma io come posso fidarmi di un greco vissuto più di duemila anni fa? L’amore è un sotterfugio creato dal nostro cervello per farci illudere di essere felici, secondo me…

Com’era quella frase?... “…E’ una trappola in cui ogni uomo di buon senso sarebbe felice di cadere.”

E io? Non sono nemmeno un uomo di buon senso… Che faccio, allora, per raggiungerlo mi spiaccico al suolo con un bel un tuffo di testa, o peggio, nemmeno me ne accorgo e me lo lascio sfuggire dalle mani?

 

…Ma che sto dicendo? Da quando mi sono trasformato in un inguaribile romantico, un lagnoso, che cazzo mi succede?

Sarà la stanchezza, dai… Eppure non ho voglia di rientrare, rimarrò qui un altro po’ ad aspettare la ricomparsa della luna…

Ma cos’è l’amore, non posso fare a meno di chiedermi?

 

Cos’è l’amore, quello vero?

 

 

 

 

 

SLASH

 

(Che sono i soldi, la coca, se ho te?...)

 

No, piantala con queste stronzate. Smettila e basta, fidati, è meglio così. Lei non porterebbe nulla di buono...

«Dai, ti riporto a casa ora, è quasi l’alba…»

«Non mi va!» Mi risponde Selene, scansandomi e scoppiando a ridere. E’ ubriaca persa, si vede lontano un miglio: non che io sia completamente lucido, sia ben chiaro, è solo che per sbronzarmi ormai mi ci vuole un bel po’ d’impegno… «Un altro giro!»

«Ma che altro giro, bambina, che poi a casa ci torni strisciando!»

«Uno solo… L’ultimo…» Mi supplica, facendo le labbrucce come i bambini. E io ci casco.

«L’ultimo, eh! Poi però ce ne andiamo…»

«Joe, il mio fallo doppio» Sussurra complice al barista, ammiccandogli. Giuro, non so davvero se ridere o piangere… Opto per una bestemmia.

Beviamo, poi pago il conto e faccio per prendere la giacca. «Dannazione, bimba, ora dobbiamo proprio andare, sono le cinque passate!»

«Naah, non mi va per niente… Lasciami!» Mi scansa, quando le metto una mano sulla spalla. Sbuffo, non sono mica una baby-sitter, io, e tantomeno di ragazzine sbronze e lagnose!

Un tizio accanto a noi si gira a commentare, sogghignando: «Hai sentito la signorina? Non ci viene, con te… Magari preferisce restare qua a fare la mia conoscenza… Che ne dici, bellezza?»

 Sento il suo fiato d’alcol venirmi addosso, d’istinto mi infurio. «Non ti immischiare, brutto coglione!»

Il pugno che mi arriva è inaspettato, mi colpisce allo zigomo destro... Per un attimo barcollo, poi ricambio tirandogli un gancio dritto in faccia: sento il rumore di ossa spezzate, il tizio si tiene il naso grondante sangue. Ma non ho tempo per continuare…

«Vai fuori, ora!» Urlo a Selene, prima di dileguarmi anch’io, alla svelta: prima che mi caccino fuori a calci, o peggio, che si scateni una rissa vera e propria…

 

 «Perfetto, ora non potrò più tornare in quel bar…» Sussurro quando ormai siamo già sulla via di casa, tirando fuori il mio pacchetto di Marlboro dalla tasca. Una sola fottuta sigaretta, mi è rimasta: di bene in meglio!

«Slash?» Mi chiama con una voce timida, interrompendo i miei pensieri.

«Dimmi, bimba…» Nemmeno mi giro a guardarla, troppo preso a cercare un fottuto accendino nelle tasche… –e forse anche per farlo sentire un po’ in colpa, ma solo forse-

«Quel pugno ti ha fatto male?»

«Ma che male, a malapena l’ho sentito…» Trovato! Inspiro una bella boccata, ora si che si inizia a ragionare…

«Fa vedere… Cazzo, ti verrà un’occhio nero!»

«Non è niente, non sai quante volte…» Cerco di atteggiarmi da duro, ma appena provo a sorridere contraggo tutto il viso in una smorfia di dolore. E lei ovviamente se ne accorge.

«Mi dispiace, è tutta colpa mia… Non dovevi fare a botte per me, non dovevi metterti in mezzo!»

«Scherzi? Io ci tengo a te… Cioè, voglio dire, sei o non sei la ragazza del mio migliore amico, no? E poi ti avevo promesso di riportarti sana e salva a casa, quindi…»

 

«Giusto…» Sussurra lei, prima di restarsene zitta per un po’. Camminiamo trascinando i piedi, distrutti, perfino le strade sono mezze vuote in questa mattina gelata e grigiastra. «…A che pensi?» E’ lei la prima a spezzare il silenzio.

-L’avrei fatto io, ma non ho trovato niente di interessante da dire…- «A niente, sono solo stanco... E tu?»

«A come farmi passare la sbornia…» Ridacchia. «Ah, e che ho freddo…»

«Giusto, avrei dovuto pensarci… Prendi la mia giacca» E senza aspettare una sua risposta gliela cedo, poi istintivamente cingo le sue spalle con un braccio

Anche lei mi passa un braccio intorno alla vita, rivolgendomi un bel sorriso. «Quando sono sbronza cammino sbandando a sinistra, ormai è un dato di fatto…»

«Io a destra, non mi dire, ci compensiamo!»

«..Ti va di steccarci una paglia? La metto io…»

«E me lo chiedi pure?»

 

 

«Fai piano, non farti sentire quando apri la porta… Beh, allora buonanotte»

«Vorrai dire buongiorno, magari, il sole sta sorgendo… Comunque grazie ancora per avermi difeso» 

«E’ sempre un piacere fare a pugni per lei, madame…» Sorrido a malapena, poi faccio per andarmene in camera...

«…Slash?» Quando mi sento richiamare mi rigiro, perplesso.

Selene mi si avvicina in punta di piedi, e senza dirmi niente mi lascia un bacio, leggero, sullo zigomo destro, proprio dove con ogni probabilità mi verrà un bel livido nero... «Non avrei mai pensato di dirlo, ma sei davvero una bella persona, Hudson…», poi se ne va.

Rimango a fissare la porta chiusa per un minuto buono, prima di scrollare la testa e andarmi finalmente a buttare nel mio letto...

Solo, dalla finestra scorgo il sol levante.

«Lo so, e anche tu non sei male…» Rispondo troppo tardi, a bassa voce, prima di chiudere gli occhi e cadere in un sonno profondo.

 

(Che sono i soldi, la coca, se ho te?...)

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Capitolo 14
*** 14. ***


SELENE
 

Da quella fatidica sera in cui sono uscita di nascosto con Slash, le cose si sono evolute in una maniera insostenibile.
Ogni volta che me lo trovo davanti –quindi spesso, praticamente ogni giorno, dato che lui e il mio ragazzo vivono nella stessa casa- un fastidioso imbarazzo mi impedisce di essere normale e spontanea; non so se riuscirò a sopportare questa situazione sgradevole ancora per molto…
E menomale che Duff non sospetta niente.
 

«Che cazzo ti sei fatto, man? Ti hanno tirato un pugno?» Gli ha chiesto stupito la mattina dopo, quando l’ha visto con un occhio nero –poverino, ne ero sicura che gli sarebbe venuto, ci scommettevo!-

«Il ragazzo di una che volevo farmi…» Ha risposto il riccio con la sua solita nonchalance, alzando le spalle; tanto che, se non fossi stata presente quando è successo, non avrei dubitato nemmeno per un secondo dell’autenticità della sua spiegazione. «Stavo al bar, ieri notte, rimorchiandomi una tipa, andava tutto bene finché non è sbucato questo idiota che ha iniziato ad urlarmi addosso… Ho peggiorato le cose dicendogli che la sua ragazza ci stava eccome, che mica era colpa mia se stava con una puttanella, e alla fine mi ha tirato un cazzotto dritto in faccia»

«Sei sempre il solito coglione!» Duff è scoppiato a ridere, scuotendo la testa mentre Slash di nascosto mi lanciava un occhiolino. «Pensavo che ormai avessi imparato la lezione, mai provarci con una se prima non ti accerti che non sia fidanzata e col ragazzo nei paraggi!»

«Ah! Quindi, se il ragazzo non è nei paraggi, dici che va bene?» Ha replicato l’altro, sogghignando. Io ho trattenuto il fiato, cercando di mostrarmi calma, ma per fortuna Duff non ha fatto minimamente caso alla mia reazione…

Continuando a ridacchiare ha concluso: «Beh, se è quella che ti vuoi portare a letto è una vera figa… Allora certo che si può, basta che nessun’altro lo scopra!», dicendo proprio quello che Slash voleva sentirsi –e farmi sentir- dire?...

«Lo terrò a mente…» E poi mi ha lanciato uno sguardo strano. Ho fatto finta di non vederlo.
 

Da quel momento ho iniziato ad evitarlo, almeno per quanto potevo, e le volte in cui me lo trovavo inaspettatamente davanti tiravo dritto, sforzandomi di non cambiare espressione, quasi come se non esistesse. Lui uguale. Ma da lontano lo guardavo di sottecchi, e allo stesso modo mi sentivo costantemente osservata. E quando uno di noi due tardava un secondo di troppo a distogliere lo sguardo, e i nostri occhi si incrociavano, il mondo si congelava per quel fatidico istante… Quei dannatissimi occhi neri come un pozzo nel quale perdersi, profondi e un po’ malinconici, come se riuscissero a leggermi dentro…
 
Ma non posso tirare avanti così. A fantasticare su accenni di sorrisi e di occhiate da lontano, la mia vita deve andare avanti in un modo o nell’altro e io voglio davvero che Duff non si senta mai preso in giro, ingannato, come potrebbe poi tornare a fidarsi? Tradito dalla sua ragazza e dal suo migliore amico...
Rovineremmo tutti i rapporti, sia la mia relazione con lui che, peggio, l’amicizia eterna di lui con Slash…
Non potrei mai fargli questo…

Ho quindi concluso di aver bisogno di un parere esterno, fidato, da parte di una persona alla quale affiderei la mia stessa vita. Ne ho bisogno, per non andare completamente fuori di testa!
«Angie, potremmo vederci verso le undici, stasera, se non hai altri impegni in programma? Devi aiutarmi a risolvere un piccolissimo problema…»



 
A.
 

Tra tre giorni Jeff parte.
Lui, e i suoi compagni di band, volevo dire. Vanno a registrare, staranno via per un bel po’… E io ho deciso di non andare con loro.
Voglio dire, da una parte sarebbe uno spasso e poi non mi dispiacerebbe mica farmi una bella vacanza in un’altra città, senza dover pensare continuamente al lavoro e a tutti gli altri impegni…
Dall’altra, però, andare mi sembrerebbe come un torto nei confronti della mia amica Selene. Duff non l’ha invitata. O meglio, inizialmente l’aveva fatto, ma dopo le pressioni di “alcuni” membri del gruppo –ma indovinate un po’, proprio Axl e Slash, ahem-, ha dovuto a malincuore ritirare la sua proposta; ma lei non me n’è sembrata così dispiaciuta, anzi, dopo avermelo detto ha anche lanciato un sospiro che mi parso di sollievo… Che sia forse questo l’argomento di cui mi vuole parlare?
 
Comunque, mentre i ragazzi staranno via lei dormirà a casa mia e di Jeff. E, assurdo, non avrei mai pensato di dirlo, ma… Lui mi mancherà.
Non mi piacerà svegliarmi in un letto grande e freddo, da sola, oppure poter camminare e perfino saltellare liberamente, e non in punta di piedi, data l’assenza dell’ artista che abitualmente ha bisogno di silenzio per comporre o semplicemente per dormire stravaccato sul divano.
Non mi piaceranno il silenzio e l’indipendenza, non per questa volta…
Per questo ho chiesto a Jeff se potevamo ospitare Selene, e lui mi ha subito risposto di si, prima di coinvolgermi in un bacio da farmi girare la testa: “Ma che bravo fidanzato”, mi son detta trattenendo a stento un sorriso… Ed eravamo solo al secondo giro di scotch!
 
In conclusione, dato che partono tra così poco, che stasera ho in programma di passare tutta la notte con la mia amica per locali, che il suo bel Duff è andato a trovare la sua famiglia per il compleanno di non so quale fratello o sorella –raggiungerà gli altri direttamente agli studi di registrazione, o almeno così ha promesso lui-, partendo circa due orette fa, e che domani sera organizzeremo una scaramantica festa di “buon primo album” , qui a casa nostra, a base di alcolici e di altri intrattenimenti vari…
«Jeff!?» Lo chiamo a malincuore, a voce abbastanza alta perché mi possa sentire.

Sono in cucina, impegnata a preparare la cena per domani nonostante sia in ritardo: l’arrivo della mia amica –con dietro armi e bagagli- è infatti imminente, e non avrei mai immaginato di accoglierla con il grembiule da cuoca addosso… In più sono notevolmente rallentata dalla botta di ketch che ho dato solo una decina di minuti fa, lascio immaginare la scena…

«Si?...» Si affaccia alla porta, è ancora in pigiama, sorride nel vedermi conciata così e coi capelli sbiancati dalla farina. (Non sapendo dosare la forza, date le mie condizioni, ho aperto il pacco con troppo entusiasmo e mi sono ricoperta di bianco da capo a piedi.)

Mi trattengo a stento dal sputargli addosso un’imprecazione, per poi chiedergli con voce dolce come il miele: «Amore, dov’è la carta stagnola?»

Lui mi rivolge un’occhiata torva. «Pensavo di averla messa qui…» Mi giustifico, fissando imbronciata il cassetto vuoto aperto davanti a me.

«E cosa dovresti farci, di grazia? »

Ahia. Domanda spinosa. Perché, se dico una stronzata, mica è stupido, se ne accorge; a meno che non lo riesca a convincere che la stronzata appena detta sia il vero…
Facciamo così: verità buttata lì come per gioco, poi bugia detta con sorriso sincero. E speriamo ci caschi!
«Volevo fumarmi la boccia, sai, mi è venuta voglia e mi è avanzato giusto un po’ di crack… Non fare quella faccia, idiota, lo sai che sto scherzando! Volevo solo fare il pollo, al forno, con le patate» E me ne esco con una risata di cuore, talmente rassicurante che lui non può far a meno di credermi. O almeno, questa è la mia impressione.

Mi sorride. «Allora va bene… E’ nell’anta destra della credenza, il ripiano sopra a quello dei piatti… Buona cucina, amore, io intanto vado a farmi la doccia!»

«Oh, si, grazie, anche a te!» Esclamo distratta, indirizzando lo sguardo verso la posizione esatta da lui indicatami. Ci avrei messo un casino di tempo, a cercarla: e dire che è sempre stata lì…
La prendo, aspettando di sentir chiudersi la porta del bagno; in punta di piedi me ne vado in balcone, che tanto è ben nascosto, in fretta preparo il tutto, finalmente l’accendo e… «Angie, amore?»

Faccio un salto dalla sorpresa, per poco non mi cade tutto. “Beccata!” Penso tra me e me, girandomi con una smorfia. «Ehm, si?»

Il suo sorriso è, se possibile, più storto del mio... «Ma non è che me li faresti arrivare, due botti, che a sentirne l’odore anche a me è venuta voglia?»



 
JEFF
 

«Ragazze! Già di ritorno?»

«Ehi, amore, non pensavo di trovarti ancora sveglio»

«Stavo pensando ad un nuovo pezzo e ho buttato giù qualche accordo e una bozza della prima strofa… Niente di che, comunque… E voi? Come vi è andata?»

«Una favola, abbiamo conosciuto dei simpatici ragazzi che ci hanno offerto da bere per tutta la sera… Sto scherzando, non fare quella faccia! Angie te la controllo io, bello»

Selene mi lancia un’occhiolino, io le sorrido di rimando. Rimango sul divano a strimpellare qualcosa di imprecisato finché non capisco di essere fin troppo stanco per combinare una melodia decente, le ragazze intanto sono andate in camera –mia e di Angelica-, le sento parlottare di qualcosa, ma a voce talmente bassa che solo sforzandomi riuscirei a distinguere le parole…

Non lo faccio. Sia perché non ne ho le forze, sia perché non sono affari miei.

Arranco fino alla camera degli ospiti, su quella branda mezza sfondata che abbiamo recuperato da chissà dove, e sdraiandomici sopra rimango per un po’ a fissare il soffitto, mentre i miei occhi si fanno sempre più pesanti…
 
 


«Cazzo, Sel! E ti pare giusto un problemino, questo?»

«Shh, abbassa la voce! Non vorrai che Jeff senta tutto… Comunque io ho cercato di evitarlo, in ogni modo, ma lo sai che è inutile, tu che mi conosci…»

«Sei della stessa pasta di cui sono fatta io, amica mia, e lo è anche Slash: non ci arrendiamo manco per scherzo, siamo troppo orgogliosi; e se ci impuntiamo su qualcosa, poi dobbiamo averla a tutti i costi…»

«Il punto è Duff… Non so cosa fare, non so davvero che pensare, so solo che quando incrocio il suo sguardo mando a fanculo tutto il senso di colpa che…»

«Sel, Sel, placati, è dannatamente tardi ed ora sei tu a parlare a voce troppo alta! Io ti consiglio di dormirci su, sai come si dice, no, “la notte porta consiglio”, e magari domani ti svegli con la mente schiarita… E non più annebbiata dal jack, come ora!»

«Hai ragione… Menomale che ci sei tu, Angie… Allora, buonanotte!»

«Buonan-yawn-notte…»

«…Ma hai mai fatto caso ai suoi occhi, quanto sono belli?»

«Si, sono dei begli occhi scuri, si…»

«E a come è sexy? E poi fa quel ghigno che… Scusa, scusa, ti lascio dormire in pace!»

«Grazie, è che sono davvero stanc…»

«E a letto com’è?... Oddio, non pensavo di averlo detto ad alta voce, dannato alcol!»

«Sei sicura che vuoi una risposta?»

«Si! No, forse no… No, no, lascia stare»

«Bene, allor…»

«Dai, cazzo dimmelo, ormai che è uscito l’argomento! Dimmelo e poi non apro più bocca, te lo giuro!»




SELENE
 

Dopo essermi svegliata, mi piacerebbe tanto poter dire che tutto il mio interesse per Slash è evaporato, come fanno i sogni, la mattina.
Ma purtroppo non è andata così, anzi…
E quindi, ho deciso di buttarmi sulla neve.

E ho aiutato Jeff e Angie a preparare per la festa di stasera; Duff è dai suoi, non c’è.
Ma lui si…
E quindi, ho deciso di buttarmi sulla neve. Ancora.

Quando i ragazzi sono arrivati, sono stata io ad aprire alla porta: ed appena me lo sono trovata davanti il mio cuore ha sussultato, anche solo per un secondo, quindi ora ho deciso di buttarmi su… La neve?
No, magari, l’ho finita tutta… Ho trovato degni sostituti, però.

Alcol, superalcolici inebrianti, Ecstasy, piccole pasticchette colorate. Ne prendo una manciata e la mando giù col Jack. Duff non c’è.
Ci vediamo tra mezzoretta…
 
 
Perdita del senso del pudore rilassamento dei muscoli voglia di ballare. Ora.
Inizio a muovermi lentamente al centro della stanza, i colori, le forme, i pensieri sembrano più vividi e ogni nota più dolce. Duff non c’è. I ragazzi ridono e bevono…
Ridono e bevono e danno botte di neve. Me ne faccio offrire due.
Ci voleva.
Stasera posso.

«Non esagerare, però» Mi fa Steve a una certa. Si è appena sparato una dose di roba endovena, il ragazzo premuroso. Ma che carino…
Un’altra botta, cazzo!

Angelica balla con Jeff, ridono come pazzi, poi ad un certo punto si appartano nella loro camera, e tanti saluti alla coppietta felice…

E così mi ritrovo in mezzo al salone, completamente su di giri, continuo a ballare e rido e bevo e mi lascio offrire altra neve…

Alzo gli occhi, lui mi sta guardando, stavolta non lo abbasso mica lo sguardo…
 


 
Ah, dio, fottuto mal di testa…
Che diamine è successo ieri sera?
Ricordi, assurdi frammentari confusi ricordi...

Mi ricordo di essermi calata un bel po' di cosette, e di aver bevuto e riso e ballato con tutti i ragazzi: forse un pochino ho fatto la scema, ma alla fine mi stavo solo divertendo. Innocentemente. Vero?
Ripercorriamo pure le mie mosse, a questo punto…
 
Ricordo che ad un certo punto sono andata in camera di Angie e Jeff. 
Ok, ma che ci sono andata a fare? Ah, si, mi sono sfilata la felpona di Duff che indossavo perché stavo letteralmente morendo di caldo. L'ho posata, ho preso la prima maglia che mi è capitata sotto tiro -tra quelle che mi sono portata appresso qui da Angelica, per questi giorni-, l'ho messa e sono tornata in salone. Fin qui tutto fila liscio. Poi, che ho fatto?
 
Ricordo ad un certo punto di essere andata in cucina, interrompendo lo stupido balletto che avevo iniziato a fare con Steve, avevo sete. Ho aperto il frigo e mi sono scolata una rinfrescantissima lattina di birra, non ricordavo di essere mai stata così fatta di paste. Anche questo va bene, più o meno.
E poi che ho combinato? Qui le cose si complicano.
Pensa, pensa...

Allora, camera, salone, cucina... Poi, vuoto assoluto.
So solo che ad un certo punto mi sono ritrovata scalza, in una stanza più piccola delle altre, al buio. Era il bagno. Perché ero li? Come ci sono finita, a fare cosa?
Ricordo vagamente una voce...
«Chi cazzo ha spento la luce? Chi è il coglione?»

…Ero davvero stata io?! Mi ero sfilata le scarpe per non farmi sentire, entrando di soppiatto e richiudendomi la porta alle spalle senza far rumore. «Chi sei?» Avevo sussurrato, ridacchiando ed allungando le mani in avanti per non andare a sbattere contro qualcosa. Già non mi reggevo in piedi, figuriamoci brancolare al buio...

«Angelica?!»

«Sbagliato...» Ero scoppiata a ridere. Poi mi ero imbattuta in qualcosa. O qualcuno.

«...Selene, sei tu?» Aveva detto la voce. E forse io già sapevo chi mi sarei trovata di fronte, se la luce fosse stata accesa. Forse era quello che desideravo fin dall'inizio.

«Ciao, Slash, ti stavo proprio cercando...» Avevo mormorato con il sorriso sulle labbra.

E poi, più nulla…
 
...

Dio, ma che diamine ho combinato?



 
SLASH
 

Certe volte la vita ti coglie proprio di sorpresa.
Cose che speri ma che non ti aspetteresti mai, che non puoi condividere con nessuno, che in teoria non dovresti nemmeno aver mai pensato -e invece l'hai dannatamente fatto- , a volte si realizzano e proprio nei modi assurdi in cui le avevi immaginate. E magari sono perfino meglio delle tue fantasie. Il che non è dir poco. Mica spesso, fantasie del genere, vengono replicate così bene nella vita reale...

Ieri. O meglio, stanotte.
E che notte.

Stavo pisciando, chiuso in bagno, ero sbronzo. Avevo aperto il rubinetto per lavarmi le mani, poi mi ero guardato velocemente allo specchio ed il mio riflesso mi aveva squadrato. Quasi non mi riconoscevo… Ero rimasto lì a guardarmi per qualche secondo. Poi si era spenta la luce.

Mi ero messo a sbraitare, rinvigorito dall'alcol e pronto a fare a botte perfino per uno scherzo così idiota… E poi avevo sentito una voce femminile. «Chi sei?» Mi aveva chiesto, divertita.

«Angelica?» Avevo pregato ed implorato che fosse lei, anche solo per un secondo. Ma lo sapevo benissimo a chi apparteneva quella voce, quella risata. Mi ero paralizzato, quando avevo sentito le sue mani tese in avanti sbattere contro le mie spalle…

«Selene, sei tu?» Avevo quindi chiesto, cercando di mantenere un tono di voce ed un’ espressione impassibile. (Che poi, ripensandoci, non si vedeva un cazzo al buio e quindi mi sono sforzato per nente…)

Il mio sorriso si era smorzato completamente quando avevo sentito i nostri corpi, due calamite, così vicini da toccarsi, e poi quella voce mi aveva sussurrato, praticamente all’orecchio: «Ciao, Slash, ti stavo proprio cercando…»

Prima di aver avuto il tempo materiale per pensare a qualcosa o semplicemente per reagire –e maledizione, già mi stavo eccitando!-, le sue labbra si erano posate sul mio collo, e lì l’avevo sentita sorridere…

E non ci avevo visto più.

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Capitolo 15
*** 15. ***


SLASH
 
 
Alcune volte mi sento così felice
Altre così triste
Alcune volte mi sento così felice
Ma per la maggior parte delle volte tu mi mandi fuori di testa
Baby, tu mi fai diventare pazzo…
 

Ah, tutte quelle volte … Magari a qualcuno è capitato: sei in macchina coi tuoi amici, in un furgoncino del cazzo dalla dubbia provenienza, bevi una birra e ti guardi intorno e ti chiedi cosa hai fatto -di male o di buono- per finire lì, se è solo il caso o se invece tutto dipende da qualcosa di più grande, magari perfino da qualcuno... Ti annoi, guardi fuori, provi a non sentire il baccano e le voci che si sovrappongono a dismisura, l’autostrada scivola veloce…

Non riesci a non pensare, anche se ti sforzi di farlo… Poi quasi per caso ti viene in mente una canzone famosa, e magari ci pensi con sollievo sperando che distolga la tua attenzione da argomenti più spinosi e delicati.

Già l’hai conosci, già l’hai sentita, ti è piaciuta ma nemmeno tanto; però è come se fosse la prima volta, quando ti ci ritrovi così tanto nelle parole che è come se l’avessi scritta tu di tuo pugno. Come se l’autore, chiunque esso sia, ti abbia letto la mente copiando ogni singolo fottuto pensiero che l’ha attraversata, perfino quelli più segreti e nascosti… anche se è un’ipotesi inverosimile, lo ammetto.

Soprattutto se la canzone in questione è uscita nel ’69, diciotto anni fa, e quindi io avevo solo quattro o cinque anni: a quei tempi, il massimo amore al quale potevo dedicarmi era quello per il mio triciclo, anche se con le femmine già rimorchiavo alla grande, all’asilo…

Oh, cazzo. Ho davvero appena parlato di amore? Io?!

Parola grossa. Enorme. E temo che sia proprio ‘sta roba ad attanagliarmi la gola e ad impedirmi di comportarmi come al solito. Se avessi Duff accanto non riuscirei nemmeno a guardarlo negli occhi: potrebbe capire tutto, leggendo il mio sguardo colpevole… O peggio, potrebbe non accorgersi di un cazzo e continuare a trattarmi come il suo migliore amico, come un fratello, come al solito.

Duff è più grande di me, è alto quasi due metri e come noialtri non disdegna affatto la droga e le belle ragazze, ma certe volte mi pare ancora così innocente… Sarà anche che -a differenza nostra- è aichmofobico, cioè che ha paura degli aghi? Io la considero una fortuna e un sollievo, questa paura, perché vuol dire che non si ridurrà mai a farsi di roba o ketch endovena… Menomale che per oggi la scampo e non lo vedo. Cioè, arriva stanotte alle tre e mezza, ha detto.

24 ore precise da quando io e Sele… No.

Un altro punto dolente della questione? Lei con Duff ci va a letto insieme, cosa abbastanza scontata dato che sono fidanzati: ma il più delle volte ciò avviene in quella casa che per metà è anche mia. Così dice il contratto. Ma perché, perché, non sono andato a coabitare con Axl o Steve? Non sarebbe stato tutto più facile? Magari non sarebbe nemmeno successo niente, tra noi…

Io non sono assolutamente uno a cui piacciono le cose sdolcinate, sia ben chiaro: ci sono quelle coppiette del cazzo, sempre appiccicate, che si scambiano paroline dolci mentre fanno l’amore.. Io faccio sesso. Io sono per un’intensa sessione di attività fisica, stancante, che ti fa sudare, di quelle che ti lasciano distrutto ma anche totalmente soddisfatto… Sono per le urla e per le unghie nella schiena, i lividi, mica per la delicatezza.

Ieri notte, io e Sel, più che aver fatto sesso abbiamo… Che ne so, ideato e sperimentato un nuovo tipo di combattimento a mani nude. Con questo non sto dicendo che ci siamo menati e che le ho alzato le mani, eh! ‘Ste cose io mica le faccio. Però, si, forse presi dalla frenesia del momento abbiamo dato il meglio –o il peggio- di noi stessi: entrambi volevamo imporci, sfogarci, entrambi sapevamo che era sbagliato e da sconsiderati,  e poi in quelle condizioni… sapevamo già che a mente lucida non avremmo mai fatto un gesto così idiota…

Tralascio i dettagli, menzionando solamente il luogo fortuito dove tutto ciò è avvenuto: un cesso, anzi, non uno qualsiasi, il cesso di casa di Jeff e Angie, a luci spente e chiusi dentro mentre gli altri erano a pochi metri di distanza e non sospettavano niente. Ciò ha reso tutto ancora più eccitante, un’esperienza da ricordare… e non aggiungo altro, o poi torno a pensarci…

Ma è inutile, sono un coglione!
Ormai l’ho nominata –anche se solo nella mia testa, ovvio- e non riuscirò a distogliermela dalla mente per un bel po’…

Maledizione, tra quanto cazzo arriviamo?
 
Dico, magari ‘sto fottuto nodo alla gola non è mica amore, o stronzate del genere, magari è solo nausea… Magari?!...
 
 
 
 
A.
 
 
Ho provato a smettere con la roba. Sono durata 15 ore, cazzo. Non ce la faccio. La mia testardaggine non supera la paura di affrontare un'altra notte come questa, una notte piena di incubi terribili che non mi tormentavano più da mesi, ormai. Ieri mi son detta: “Tentar non nuoce, e magari l’astinenza non è nemmeno così pesante, se sono determinata”. Ma la verità è che ho paura…
 

Jo stanotte mi ha abbracciato, rassicurandomi senza convinzione che sarebbe andato tutto bene. E poi l’ho visto in una pozza di sangue. Era morto ma mi guardava, non interrompeva il contatto d’occhi e nemmeno io, non ci riuscivo, ero come congelata. Poi sorridendo mi diceva di seguirlo, che insieme saremmo stati felici, che mi amava, e il suo sorriso diventava il ghigno del primo schifoso che ha abusato di me…

Mi sono svegliata urlando.
 

Jeff è partito e non c’era al mio risveglio, a consolarmi ed a stringermi tra le sue braccia come faceva di solito quando avevo le mie crisi. Mi sono sentita immensamente sola, anche Selene non c’era, la sentivo canticchiare sotto la doccia…

Mi sono arresa all’evidenza e ho preparato una spada. Piccola, solo per farmi passare gli incubi, mi son detta. Sentire l’ago conficcarsi in vena mi ha riempito il cuore di tristezza.

Ancora. Non riesco a non cedere. Ma non ci voglio pensare, ora… Forse quando tornerà Jeff, allora si che sarò determinata e magari riuscirò a far smettere anche lui. Forse.

Sono fin troppo masochista per smettere di farmi, e ricominciare così a soffrire, ma lo sono abbastanza per continuare e ammazzarmi a piccole dosi. Piccole, più o meno…
 

«Selene?!» Urlo. «Usciamo, ho voglia di bere»

E di distrarmi. Necessità per me diventata primaria, già, un po’ come l’eroina.
 
 
 
 
 
Il ragazzo alto e biondo è alla stazione e aspetta il treno.

E’ l’una e qualcosa di notte. Fa un freddo cane, e lui si stringe nella sua giacca di pelle nera maledicendo l’inverno e quell’aria gelata. Si accende un’altra sigaretta per potersi illudere che lo scaldi, anche se solo per cinque minuti, o forse lo fa semplicemente perché la sua famiglia non sopporta vederlo fumare e a casa oggi ha resistito per ore, tanto che stava quasi per cedere. Le luci dei lampioni sono fioche, e la notte, al contrario, sembra più nera del solito.

Sbuffa, vapore quasi come fosse lui un treno.

Nemmeno si guarda intorno, tiene lo sguardo fisso davanti a sé in balia del sonno e della sbronza che si è appena preso. Un tizio gli passa davanti, un vecchio con gli occhiali e i capelli bianchi, lo squadra e si va a sedere un po’ più in là. La sua valigia è enorme rispetto alla sacca del ragazzo, che però tiene una custodia in grembo e sembra quasi cullarla con un certo affetto. Il suo basso.

Apre la sacca, tira fuori una lattina di birra, se la scola in mezzo minuto. E’ tiepida ma meglio di niente. Poi sente quella cazzo di voce registrata annunciare l’arrivo del treno, si tira su forse troppo velocemente e per un attimo la testa prende a girargli; ma si riprende subito, e caricandosi i bagagli in spalla si accomoda nel suo vagone –seconda classe- e ordina una vodka liscia. Guarda il panorama cambiare dal finestrino che ha accanto, sbuffa di nuovo, spazientito. Si perde nei suoi pensieri stanchi.

 
Perché beveva?

Perché suo padre beveva e perché suo nonno beveva e perché metà del suo paese beveva.

Gli avevano insegnato che il rispetto delle tradizioni era importante, e lui stava solo onorando la memoria dei suoi antenati. Distruggendosi il fegato ed il pancreas. Vomitando l’anima, a volte. Prima di riempirsi di nuovo la pancia con altro alcol. Altro alcol. Era diventata un’abitudine, oltre che una necessità.

Gli piaceva annebbiarsi la mente e gli piaceva perdere i freni inibitori. La musica diventava più bella. Il sesso più soddisfacente. E poi la vodka era così buona, squisita, mentre gli scorreva giù per la gola. Bruciava. Altro alcol. E così ancora fino alla prossima bottiglia. 

Fino a che lui ne avesse avuto abbastanza dell’alcol, o l’alcol di lui e lo avrebbe fatto fuori...


Beh, vaffanculo. Ordina un’altra vodka liscia.
 
 

---
---
 

 
AXL
 
 
Siamo in città da quasi un mese, abbiamo inciso i pezzi, oggi è il nostro ultimo giorno in studio...

E, devo riconoscerglielo, Clink per essere alle prime armi è uno davvero in gamba. Lavora una cosa come diciassette, diciotto ore al giorno e gli rimangono pure le forze per venirsi a prendere una birra con noi quando finiamo, quando fuori è già buio, e anche allora se ne beve solo una perché “deve alzarsi presto, se vuole che tutto funzioni”; ci saluta e poi se ne va a casa a dormire, è irremovibile. E ha aiutato Slash a trovare un amplificatore formidabile per la sua Gibson, è paziente con me quando mi chiudo in studio per registrare –preferisco farlo da solo, e preferisco farlo a notte fonda, mi concentro meglio e posso riprovare finché non è perfetto come lo avevo immaginato-…

Di solito io e Slash ci diamo il cambio, lui in sala di registrazione ci entra la sera e quando esce prendo il suo posto; ma oggi no, dopo aver riascoltato le registrazioni –tutto il duro lavoro di questi giorni confluito in un cazzutissimo disco dalla durata di un’ora… Quasi mi commuovo!-, aver stretto le mani a Mike uno o due centinaia di volte e aver detto addio a quello studio che ci ha ospitati in quello –questo- che probabilmente è il momento più importante della nostra carriera di musicisti, usciamo. L’aria fredda di gennaio non riesce a scalfirmi, sono esaltato!
 
 

«Insomma… Siamo rimasti noi due, i migliori: che si fa, man?» chiedo a Slash con un sorriso. Izzy e Duff sono al telefono con le loro ragazze, come ogni sera, e Steve è già in compagnia di una signorina che ha conosciuto qualche sera fa in un pub, quindi…

«Intendi come vogliamo festeggiare l’ultima notte in città? Ho saputo di un localetto niente male, qui vicino, ragazze belle e mezze nude che fanno la lap dance…» Mi ghigna di rimando, facendomi scoppiare a ridere. Mi capisce al volo, quest’uomo!

«Inutile avvertire gli altri, non trovi?»

«Trovo che sia inutile e pure dannoso, ho proprio voglia di vedere se il posto è carino e accogliente come dicono, vorrei uscire il prima possibile e non mi va di aspettare mezz’ora di paroline smielate sussurrate al telefono, sai…»

«Allora siamo d’accordo! Prendi la giacca, amico, prendi il portafogli e mettiti le scarpe… Oh, Duff, Jeff, noi usciamo!» Urlo dopo aver afferrato al volo le chiavi della camera, e un secondo dopo siamo fuori.
 
 

«E bravo Slash, ti hanno detto il vero…» Mormoro guardando le gambe della ballerina/cameriera che ci ha appena portato da bere, mentre serve un altro tavolo –di uomini vecchi e arrapati, scontato-, poi alzando la voce richiamo la sua attenzione: «Ehi, tu! Vieni un attimo qui!»

«Cosa c’è? L’ordinazione è giusta, si?» Mi guarda perplessa, corrugando le labbra, con una vocetta acuta, da ochetta... E’ truccata e svestita come una qualunque prostituta, come ogni ragazza qui dentro, ma è talmente sexy e all’apparenza abbastanza stupida da poter benissimo essere la mia punta della serata.

«Si, e sembra deliziosa, anche… Questo ci porta a te, come ti chiami?» Le domando, ammiccandole palesemente, e proprio come avevo previsto lei se ne esce con una risatina stridula e soddisfatta.

«Thais, è il mio nome d’arte, tesorino…»

Slash intanto sembra incantato da una moretta che gli balla davanti… Cioè, sarà la pasticchetta che ci siamo calati prima unita alla sbronza e all’euforia del momento, ma l’eccitazione schizza alle stelle…

«Posso offrirti da bere? I soldi non sono un problema, per me, sai, sono un musicista famoso..» Le ghigno, atteggiandomi come una vera star. E lei ci casca in pieno!

Si china verso di me con quella faccia sexy e stupida e mi sussurra appena all’orecchio «Perfetto, tesorino: per una cifra decente, sarei anche disposta a farti un balletto in privato…»
 
 
 
 

SAVANNAH
 
 
Sono nel letto di questo bel ragazzo qui, Slash... Anzi, non nel letto, sul. E non stiamo affatto scopando, sia chiaro. Per qualche strana ragione che ancora non conosco. Non mi era mai capitato prima, quasi mi offendo…

Slash mi ha invitato da lui, o meglio, lo ha fatto l’amico suo coi capelli rossi e Thais ci ha messo ben poco a convincermi a seguirla: dopotutto, anche io ho i miei bisogni da soddisfare, e la serata si prospettava estremamente piacevole… Ma niente. Anche dopo una spada, niente. Questo se ne sta immobile a fissare il soffitto, che cazzo. E dire che di solito sono io a dover respingere gli uomini che mi si vogliono portare a letto, sia i frequentatori del night, sia fuori da lì…
E’ sorprendentemente frustrante essere nella situazione opposta, non l’avrei mai detto!
 
«Ehi, a che pensi? Cosa ti rende così distratto?» Mormoro appena, decidendo di farmi avanti ed avvicinando le mie gambe alle sue.

«…Eh? In che senso, scusa?» Mi chiede il riccio, girandosi verso di me.

«Nel senso che, che ne so, dato che siamo nel tuo letto e che mi hai anche offerto la roba, pensavo, magari, che l'avremmo fatto…» Gli sorrido maliziosa, portando una mano sul suo ginocchio e facendola lentamente scivolare verso l’alto…

La sua risposta mi spiazza talmente tanto che arresto ogni movimento equivoco ed ogni pensiero lussurioso... «Perché, davvero vorresti?»

«Certo che vorrei, o non sarei qui!...» Metto il broncio, per circa un minuto faccio l’incazzata; poi tanto mi passa, come a mio solito, e con ironia puntualizzo «Quindi come minimo esigo un chiarimento, bello, come risarcimento di una scopata mancata!»

«Lascia stare... »

«No, dai, dimmi!»

«Penso… ad una ragazza, va bene?»

«Ah, è la tua?» Mormoro, risentita. Se è così, non posso proprio andarci a letto insieme, non sarebbe giusto nei confronti della sua fidanzata… Non demordo mica, io.

«No, dannazione, è la ragazza del mio dannatissimo migliore amico, e la odio, non la sopporto, non immagini quanto!»

« E com'è? Bella?»

«Altroché se lo è, la più bella che io abbia mai visto…» Sospira, e mi scappa un sorriso complice.

Io l’ho già capito, questo…«Ci sei andato a letto, non è vero? Ci stavi ripensando, ammettilo…»

«Ma che sei, telepatica? Esci dalla mia mente, cazzo!» Sbuffa, infastidito, facendomi ridacchiare.

«Sai che l’amore e l’odio spesso vanno a braccetto, si? Del resto sono entrambi sentimenti fortissimi e spontanei… Si vede che ti piace, lo sai? Si vede da come ti brillano gli occhi!»

«Perfetto…» Sbuffa di nuovo. «Il punto è che per la prima volta nella mia vita sento di aver trovato  quell’affinità, quella tensione e quell’attrazione di cui fino ad ora avevo solo visto e sentito parlare, sai, come i due poli di una calamita; e non poterla avere mi fa impazzire... Ma forse dovrei solo levarmela dalla testa… sarebbe meglio, dato che la rivedrò entro 24 ore!»

«Ti dico una cosa, forse ti chiarirà un po’ le idee… Alla fine a me piace il mio lavoro, mi diverto, ma certe volte sogno un uomo in carne ed ossa che venga a salvarmi e mi porti via con lui… Non potresti essere proprio tu, il destinato a sconvolgerle la vita –in senso buono-? Certi sentimenti non si provano mica col primo che capita»

 «E se lei stesse con un bravo ragazzo che la rispetta, e la ama, davvero, io cosa dovrei fare? Non potrei prometterle niente, io, sono solo uno sbandato… Non so nemmeno se domani sarò ancora qui, se tra un anno, o se sarò già crepato e già cibo per i vermi, se la smetterò con la roba…»

«Pensa a questo: non hai molte scelte, e quindi o ti fai avanti, se senti che è quella giusta, prima che sia troppo tardi... Sennò la lasci stare, anche se potrebbe non essere facile: e magari prima o poi ne troverai un'altra, ugualmente bella, e senza un fidanzato…» Tipo me, mi viene da dire. Ma conservando un minimo di dignità mi trattengo.

« Ma io non voglio una qualunque, io voglio lei, lei e basta… E sento che la mia stupida vita acquista un senso solo quando guardo dentro i suoi occhi e ci vedo il mio riflesso, e mille cose che ancora non mi so spiegare, e il mondo si blocca per un istante, e non ci capisco più un cazzo, ed è bellissimo e spaventoso…»

«Le vie dell’amore sono misteriose, bello, devi solo trovare la tua…»

«Ehi, ma non era un qualcosa di religioso quello che hai appena detto?, L’hai riadattato apposta per me?»

«Già, dovresti sentirti onorato… Senti, Slash, ma se rimandassimo il sesso a dopo?... Ho un po’ di sonno… Posso comunque rimanere comunque qui, stanotte?»

«Certo che puoi» Mi sorride sghembo, prima di stiracchiarsi e ributtarsi giù steso, sbadigliando come un leone.

«Sai, dopotutto mi sarebbe piaciuto, se fossi stato tu quello destinato a salvarmi… Posso fingere che tu lo sia, solo per stanotte?» Ad un suo cenno di assenso mi avvicino fino a toccarlo, timida come non sono mai stata prima d'ora, e lui mi cinge con le sue braccia facendomi poggiare la testa sul suo petto, i suoi capelli ricci mi fanno il solletico. «Allora buonanotte, Slash: non l'avrei mai detto, ma sei davvero un bravo ragazzo... Spero di trovare un uomo così, un giorno…»

«Beh, uno più figo di me non lo trovi, questo è sicuro!» Ride, e io con lui. Chiudo gli occhi col sorriso sulle labbra, ed in pochi secondi mi addormento.

---
 
«Buonanotte anche a te, Selene… non vedo l’ora di venire a salvarti»
 
 

Parla, chiedimi l'impossibile e io lo farò: per te sarei capace di sollevare il mondo e precipitarlo attraverso gli spazi del cielo.

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Capitolo 16
*** 16. ***


«Ehi, strano, non è chiuso a chiave… C’è qualcuno? Siamo noi, siamo torn…»

 «Steeve! Vieni qui, fatti abbracciare… Oh, puzzi ancora di vino, come al solito, che bello! Mi siete mancati da morire, ragazzi…»

«Wow… Se tornare a casa propria, dopo un mese di assenza, significa trovare una biondina eccitata che ti salta addosso nell’istante preciso in cui apri la porta… Siamo ufficialmente tornati!» Urla Axl, soddisfatto, stretto in un abbraccio collettivo con Selene, Slash, Duff e Steve.

«Dobbiamo partire più spesso, allora, così quando torniamo sono tutti più affettuosi: cioè, se lo diventa perfino la tua irrequieta ragazza, Duff, allora…»

«Cazzo Slash, per una volta sta’ zitto, amico, non rovinare il momento! Tanto non riuscirai a farmi passare il buonumore…» Gli risponde Duff con un sorrisone, tra le braccia della bionda.

E per finire, con l’inconfondibile aria di chi vorrebbe uccidere qualcuno, ecco arrivare il chitarrista ritmico: che dire, non sembra molto festoso come tutti gli altri, affatto, mentre arranca sotto il peso dei bagagli che sta trasportando . «Si, biondo, come ti pare… ora però fammi passare, che io ho tre valigie per le mani! Mortacci vostra… Ok che la macchina è mia, ma una mano a svuotarla me la potevate pure…»

«Jeff, amore! » In un attimo le valigie cadono a terra con un tonfo, mentre una ragazza coi capelli rossi si getta tra le braccia del ragazzo, ora ben più felice, prima di coinvolgerlo in un bacio appassionato.

«Quante smancerie, bleah, mi torna su tutta la nausea che c’avevo prima in auto… Spero solo che lì dentro non ci fossero cose fragili!» Ghigna il riccio, storcendo la bocca per fingersi disgustato.

«Naah, tranquillo, c’era giusto quella costosa bottiglia di scotch invecchiato che tu hai insistito tanto per portarti dietro… Scherzo, scherzo!» Scoppia a ridere Izzy, rassicurando il suo amico che per un secondo si era fatto pallidissimo.

«E comunque secondo me non era nausea, ma quella fulminante sbronza che ci siamo presi prima di partire al bar unita a quell’altra fulminante sbronza che ti sarai preso ieri sera! O sbaglio? Avresti dovuto andarci un po’ più piano, forse…»

«Certo siamo messi bene, con uno come Steven che mi fa da voce della ragione!… Allora? Vogliamo andare a festeggiare, si? Andiamo, che ne so, al Whiskey-a-Go-Go: mi è mancato da morire quel fottutissimo locale!»





AXL


Cazzo, ragazzi. Che notte! Quella biondona che ho rimorchiato ieri sera si è rivelata una splendida compagnia, altrochè…

Cioè, non che fosse particolarmente bella o intelligente o brillante o. Anzi, piuttosto era una sciocca e un’ochetta, per portarmela a letto sono bastati si e no due frasi: tempo cinque minuti, già quella era disposta a chiudersi nel cesso con me e a darci dentro...  Ma aveva due labbra tipo bambola gonfiabile e un corpo da urlo, chissenefrega se non era miss America o se non sapeva tenere una conversazione: con la bocca ci sapeva fare, anche se in campi ben diversi da quelli dialettici… Ehm.

Non che io non creda che là fuori c’è una ragazza che mi aspetta, bella, intelligente e brillante allo stesso tempo; ma è dannatamente difficile trovarla, solo questo… Con la mia professione poi, lasciamo pure stare… Temo quasi che trovare “il vero amore” e sfondare nel mondo della musica siano due obiettivi incompatibili, nel corso di una sola vita… Anche se Jeff sembra avercela davvero fatta, e ciò mi lascia un piccolo barlume di speranza. Ma chissà. Bisogna vedere coi tour e le fan e tutto il resto, se il rapporto che ha con Angelica è solido come sembra…

Non voglio mica fare l’uccello del malaugurio, anzi. Sia ben chiaro. Jeff è e resta sempre il mio migliore amico, e se lui è felice lo sono anch’io… almeno credo.

Comunque, apparte questo, resta il fatto che io una ragazza perfetta non l’ho mica trovata, fino ad ora. Forse non ho cercato bene, o abbastanza, o forse non ho semplicemente voglia di cercare: perché accontentarmi di una singola donna speciale, se posso averne un bel po’ che fanno la media di tutte quante?

Spiegatemelo.





xSelene
 
“  Con le parole non sono bravo, quindi ho deciso di scriverti una lettera, lo so che è una stronzata. Spero che almeno tu riuscirai a riderci sopra… Anzi, in realtà non lo spero per niente.

Ma apprezza il gesto.

Apprezza il fatto che mi sto completamente sputtanando, per te, e come se non bastasse non ho la minima idea di quali siano i tuoi sentimenti al riguardo. Non sono mai stato bravo con certe cose, probabilmente non capisco nemmeno quello che sto provando in questo momento, cosa diavolo mi spinga a fare questa stronzata e perché ... Ma sento che è la cosa giusta da fare, e poi magari su carta riuscirò ad apparire meno coglione del solito o almeno spero.

E così si torna alla situazione iniziale, scusa i giri di parole.

Vorrei parlarti di tante cose, ma forse è meglio cominciare dall’inizio. Insomma, ormai l’avrai capito: credo che mi piaci. Ecco, l’ho dettoscritto. E io di solito odio certe stronzate, mi conosci abbastanza per sapere che è vero.

Per ogni ragazza che mi ha detto «Provo qualcosa per te, ma non so ancora cosa», io, e forse non è così difficile da immaginare, ero sempre già pronto a slacciarmi i pantaloni per suggerire la risposta… Ecco, diciamo che non me ne è mai fregato molto dei sentimenti altrui, probabilmente perché non riuscivo proprio a capirli: erano troppo distanti dalla mia persona, troppo profondi e complicati per uno che in ogni ragazza che incrociava vedeva solo un’ipotetica scopata occasionale. Solo il corpo e non la persona. Ma stavolta, stavolta sento che forse è diverso.

Fin da quella sera in cui ti ho convinta ad uscire, e siamo tornati sbronzi a casa e mi hai baciato sulla guancia, tu mi hai spiazzato completamente, mi hai dato da pensare e per la prima volta in vita mia quel semplice bacio mi è bastato, anzi, mi è sembrato una gran cosa... E poi mi hai detto che ero una brava persona: nessuna ragazza l’aveva mai fatto prima, sai? Anzi. Mi hanno chiamato bastardo, stronzo, approfittatore, hanno inventato insulti apposta per me che solo a ripensarci mi viene da ridere. Ma tu sei andata oltre, e hai visto quel lato di me che tendo sempre a reprimere, a nascondere perché mi fa sentire un debole, e io non posso esserlo, io sono quel coglione che fa casino e beve e si droga senza preoccuparsi di nulla, che ricerca lo scontro, sicuro di se e strafottente, e forse proprio per questo piaccio così tanto… Ma tu sei andata oltre? Me lo sono chiesto. E poi abbiamo scopato.

E’ stato l’alcol a spingerti? Probabilmente si. Da sobrio io non avrei mai avuto le palle di farlo: e non perché non volessi, ma per Duff  che è come mio fratello, perché sono sempre stato orgoglioso della mia lealtà nei confronti dei miei amici, e ora odio sentirmi un bastardo ipocrita… Apparte questo, io credo che non sia stato un gesto completamente sbagliato e sconsiderato. Non è stata una scopata così tanto per fare, non credi?

Li vedo, gli sguardi che mi lanci, sono idiota ma non ingenuo...

Non so cosa ne pensi tu al riguardo, ma io non ne sono affatto pentito e spero che non lo sia nemmeno tu: ma se lo fossi, capirei. Per questo voglio sapere. Per questo sono le 4 e mezza di mattina e io non sono in giro, non scopo, non dormo ma sono chinato su un fottuto tavolino del cazzo e sto scrivendo quella che probabilmente è la lettera più auto-sputtanante che un uomo abbia mai scritto ad una donna, per capire. –L’ho nascosta in quel vaso di fiori che hai la mania di annaffiare ogni santo giorno,  in modo che fossi la prima, e l’unica, a trovarla… -Per l’appunto, odio trovarmi in questa situazione...

Mi sento sporco. Un ladro. E’ come mi definirei ora. Ho rubato la vostra felicità per assaggiarne l’ebbrezza, e mi è piaciuta e pure tanto... Ma ha un prezzo da pagare, come ogni cosa. Ripeto: per questo voglio chiarire, una volta per tutte.

 
Concludo perché sta diventando troppo pietoso, se ci sono errori ortografici mi scuso ma non ho voglia di rileggere l’enormità di stronzate che ho scritto perché già mi sento abbastanza idiota. Dopo che hai letto, brucia questo pezzo di carta, è meglio. Se ti va di parlare –prima non posso-, ti aspetto, stasera alle 11, in quel ristorantino sulla Sunset Strip che fa quei tacos buonissimi… Cioè, io ci vado comunque, anche da solo. Gli altri li raggiungerò dopo.

Ehm, ora forse ti starai chiedendo, perché proprio lì?... E’ che mi piace un sacco il cibo piccante.

E no, non è un appuntamento.
 
                                                                                                                           

                                                                                                                         Slash

 


La ragazza bionda legge la lettera, lentamente, la guarda inebetita, come se stentasse a credere della sua autenticità. Si riscuote all’ultima riga, la rilegge un’altra volta. Poi si siede sulla sedia lì accanto e tira un lungo, lungo sospiro.

Si passa una mano tra i capelli, è confusa. Combattuta. Tra il ragionare razionalmente o impulsivamente, tra l’ascoltare cosa le impone il suo buon senso o cosa le suggerisce, quasi timidamente,  il suo istinto. Opta per quest’ultimo.

Lei non è mai stata una persona particolarmente riflessiva, anzi; ma se l’è sempre cavata, in ogni situazione che le si è prospettata davanti. E forse proprio grazie alla sua istintività: per cui stavolta non può essere da meno, non ci riesce e basta… E comunque non avrebbe tanto tempo per decidere, Duff è sotto la doccia già da un po’ e uscirà a momenti.

Prende la lettera: le da un’ ultima occhiata, trattenendo a stento un sorriso, esce in terrazzo e le da fuoco col suo accendino, facendo bene attenzione che non rimanga niente che non sia cenere…

«Piccola, eccoti qui!» Qualcuno l’abbraccia da dietro, è Duff, il suo ragazzo, ancora in accappatoio. «Ti cercavo per chiederti, stasera vieni all’inaugurazione di quel nuovo locale ad Edendale di cui ci hanno parlato? Ci vado con Axl, vuole vedere se è bello come dicono…»

«No, amore, stavolta passo… ho già in programma di cenare a casa di Sue: te la ricordi, no? E’ quella ragazza mora che ha il turno con me al pub… ma se vuoi ti raggiungo dopo, dammi l’indirizzo!» Gli risponde con una serenità così disarmante che quasi ne rimane sorpresa.
 
E così decide di accettare l’invito… Ma prima deve fare una cosa.





A.



Folle che mi rende folle, ti odio nella misura che t’amo”… Baudelaire ci azzecca sempre in pieno, non c’è bisogno che aggiunga altro.

Perché io Jeff lo amo, e lo odio proprio per questo; perché amare significa anche essere disposti a mettersi in gioco, rinunciare ad ogni meccanismo di difesa che quasi inconsciamente si è tirato su come un muro: si accetta ogni timore, di soffrire, di rimanere delusi, piangere, urlare, di sentirsi schifosamente deboli. Fa paura, ed è splendido allo stesso tempo.

Perché Jeff è speciale, e non c’entra quella sua aria da ragazzo cattivo e coglione che attrae le ragazze -come me- nei primi cinque minuti, no, Jeff ha una personalità contorta e mille pensieri per la testa, tanti sogni, tante delusioni alle spalle, rabbia e rimorsi, e io mi sento onorata di poterne far parte. Di poter condividere la mia vita con lui, giorni buoni e cattivi. Non dico “finchè morte non ci separi” perché mi sembra un po’ azzardato, ecco… Ma il concetto è quello. Lo amo davvero.

Quando mi sorride, mi bacia, quando facciamo sesso, o l’amore, o quello che è. E’ meraviglioso lo stesso…

«Amore, c’è Selene al citofono, chiede se puoi scendere un attimo» Mi urla il mio ragazzo dall’ingresso. Sorrido, tirandomi su dal letto sul quale ero comodamente sdraiata a pancia in giù: cosa diavolo l’avrà portata qui senza nessun preavviso? Avrà forse bisogno del mio aiuto? Mi infilo le scarpe, faccio per spegnere la canna che stavo svogliatamente fumando... «Anzi, amore, tienila tu: e finiscila pure, se ti va»

«Non era forse il tuo pit?» Mi guarda perplesso, indeciso sul prenderla o meno, gli sorrido.

«Si…ma ora è il tuo mezzo-pit!»

«”Amare è condividere con una persona ciò che non si ha voglia di condividere con nessun altro”, ho letto una volta…» Mi lancia un bacio, la prende. Mi metto a ridere.

«Ogni volta che te ne esci con queste frasi penso che non dovresti affatto fare il musicista, tu, sei sprecato… Dovresti scrivere bigliettini romantici per anniversari e stronzate del genere, piuttosto!»





SELENE
 

«Angelica, devi aiutarmi!» Mi precipito verso di lei, impaziente, senza nemmeno darle il tempo di dirmi ciao. «Se mi vuoi bene consigliami, al volo, cosa è meglio che faccia? Devo fare quello che voglio, quello che sento, anche se potrei perdere un sacco di cose, o fare quello che è giusto e non rischiare affatto?

«Eh? …Uhm, è meglio rischiare e finire col culo per terra, che rimpiangere di non aver agito in tempo… Almeno, io la penso cos…»

«Oh, menomale, grazie! Scusami, ma ora devo andare, sei una vera amica!» E me ne corro via che sembro quasi un’invasata. Come se non lo fossi sul serio. Mah.

Torno a casa, mi faccio la doccia. Rimango mezz’ora davanti all’armadio con addosso solo un paio di calzini, bestemmio ad alta voce per la mia spaventosa idiozia: sono in crisi, ovvero, non so cosa mettere. Andiamo bene.

L’ultima volta mi è capitato quando avevo dodici o tredici anni, la prima volta che uscivo con un ragazzo… Dio mio. Sono davvero regredita allo stato mentale di un’insicura teen-ager, una novellina?!

Aiuto, ricoveratemi che forse è meglio…

 
Alla fine opto per vestiti comodi e che mi danno sicurezza –jeans un po’ stracciati, anfibi e una maglietta neutra, sopra il mio solito chiodo-, altro che vestito o gonna: non voglio mica che pensi che mi sia vestita in modo particolare per la nostra uscita amichevole, se si può chiamar così! Sono fin troppo orgogliosa per questo. Mi trucco gli occhi di nero, mi metto uno zippo e le chiavi in tasca; non ho né soldi, né sigarette, e forse è per questo che sono così agitata, senza nemmeno una paglia divento isterica…

E, finalmente, esco.






DUFF


 
«Sai cosa mi diceva sempre mio nonno, quando ero molto piccolo e non sapevo decidermi su qualcosa? “Nel dubbio, bevi”, e poi si scolava tre cicchetti di grappa davanti ai miei occhi, così, giusto per imprimermi bene il messaggio in testa; e mio padre uguale, solo che faceva bere anche me… E poi ho avuto il mio “battesimo del whiskey”, dopo quattro sorsi ero già ubriaco e non riuscivo nemmeno a dire più il mio nome! E da lì non mi sono più fermato, con mio padre che mi faceva sbronzare ogni benedetta sera…»

«Beh, amico, non un granché come valore morale… Io ti batto, però, il bastardo che stava con mia madre era un fanatico religioso ubriacone, e pure violento: prima di prendermi a cinghiate mi diceva che era Dio a punirmi, attraverso di lui, per tutti i “peccati” che avevo commesso, figuriamoci; e mia madre mica interveniva, già era tanto se riusciva ad aprire gli occhi con tutti i farmaci che si era presa…»

«Cazzo, amico, vinci tu… E prima d’ora non avevo mai perso a “chi ha la famiglia peggiore”!»

«Dovresti essere felice di aver perso, piuttosto…» Lo dice con una voce bassa e strana, distante, gli occhi persi nel vuoto, quasi come se stesse ripensando a qualcosa…

«Allora, visto che hai vinto, ti devo offrire da bere? Che vuoi, man?» Gli lancio un sorrisone a 32 denti, giusto per distrarlo un po’; e funziona magnificamente, come sempre, del resto…

«Dai, insegnami per bene ‘sta cosa del battesimo del whiskey, che mi sembra interessante!»
 
 


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«Duff McKa-a-a-gan!» Urlo come un pazzo, sbattendo il bicchierino vuoto sul tavolo. Ho perso il conto di quanti ne ho riempiti e svuotati fino ad ora, ma sono carico, anche se sbronzo marcio, nemmeno Axl non può battermi. E’ diventata una gara, ormai, e di dominio pubblico: chi non ci ha riconosciuto di fama, ora ci si stringe intorno per assistere al nostro spettacolino alcolico…

«…Axl Rose, tiè!» Cazzo, non ci voleva. Pensavo che si sarebbe arreso, e almeno due cicchetti fa, ma non demorde mica… Anche se la sua voce è bella impastata –come la mia, del resto-, nei suoi occhi leggo una determinazione che mi fa quasi dubitare della mia resistenza, povero fegato mio…

«Ehm, ragazzi!?... Ma che diavolo state facendo?» Alzo gli occhi e trovo Selene, la mia ragazza, e Slash che ci guardano perplessi. Anzi, mi correggo, perplessi ma divertiti.

«Ehi, man! Fatti abbrassciaare… ‘Spe, ti faccio spazio, siediti qua, e io… Cazzo, Duff, ho le vertigini!» Sbiascica il rosso dopo essersi alzato di scatto per salutare Slash, prima di scoppiare a ridere come un pazzo. Lo seguo a ruota.

Selene ci rivolge un sorriso beffardo. «Insomma, vedo che vi siete divertiti voi due… E Steve, invece, dove se ne è andato?»

«Booh, a casa, non mi ricor… Eeeh voi? Come mai, shiete qui, inshiem?» Cerco inutilmente di non sbiascicare a ma volta, fallendo miseramente.

«Ci siamo giusto incontrati qua fuori, amico» Mi risponde il riccio trattenendo a stento un’altra risata. «Che ne dite, non è il caso di tornare in zona? Cioè, prima che arriviamo…» Mi alzo a malincuore, so che ha ragione, ma mi stavo proprio divertendo…

«Io rimango qui!» Urla Axl, allargando le mani. «Vedi quante belle signorine ci sono, si?» Si guarda intorno, ne vede una proprio al tavolo accanto al nostro. «Eeehi, bellezza! Posso offrirti un bicchierino di whiskey? Mi chiamo…»

«Axl Rose, lo so già, ti ho sentito a tu e il tuo amico…» Gli fa quella, ridendo.

«Beh, allora, buonascieerata, io vado!» Faccio un piccolo inchino alla dama e mi giro, inciampando sui miei stessi piedi; lancio uno sguardo a Selene, per vedere se per caso si è arrabbiata per lo stato in cui mi ha trovato, ma anzi: ride di gusto e mi prende sottobraccio, e mi torna immediatamente il buonumore.

Slash mi passa un braccio sotto la spalla. «Dai, su, amico, andiamo a casa»

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Capitolo 17
*** 17. ***


SLASH
 
 

Credo di aver letto questa frase sulla carta di un cioccolatino, o forse l’ho sentita in un film: “la vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate

Che mi sento solo, forse un po’ è vero; ma mi vergognerei troppo ad ammetterlo ad alta voce... comunque, a parte questo, io di solito non sono né puntuale, né la mia vita può essere minimamente paragonabile a un inferno. Con me ‘sta frase da intellettualoide non ci azzecca niente. E nemmeno in quest’occasione –definiamola così-“speciale”, per la quale sono uscito da casa almeno un’ora prima di quanto avrei dovuto: non è lei in ritardo, sono io in anticipo. Ho fumato una cosa come nove o dieci sigarette per la strada, e almeno altrettante prima che mi decidessi a entrare e sedermi ad un tavolo…

Stress?! Brutto bastardo.

E poi c’è quella cameriera del cazzo che mi lancia occhiatine in continuazione e si fa beffe di me, mi schernisce, come se fossi un disperato! …d’accordo, sto fissando una porta chiusa da almeno venti minuti e mi rifiuto categoricamente di ordinare, “sto aspettando una persona” ti ho già spiegato due volte, quindi sta zitta che quella vocetta stridula da oca mi fa venire l’emicrania, ok? Per piacere.

Mi sono quasi rassegnato all’idea che cenerò da solo… Quando eccola. Entra, mi vede e mi raggiunge con passo deciso, mi si siede davanti. Il mio sorriso si smorza nell’istante in cui vedo la sua espressione pentita, quasi non volesse essere qui…
Ma poi si ravvede e mi lancia un occhiolino: «Che c’è? Pensavi che non sarei venuta, alla fine?»
 

Ha quel buon profumo che le sento sempre addosso: ogni volta che entro a casa, capisco se Duff è --o era- in sua compagnia, perché lo sento per tutta la casa, la sento. «Non ne avevo idea, sinceramente, che venissi ci speravo e basta» Le rispondo con sincerità. «Io...»

«Finalmente sei arrivata, signorina! Posso prendere l’ordinazione… o aspetti qualcun altro, tu?» Fulmino con lo sguardo la cameriera per avermi interrotto, ma quella non demorde e con la sua vocetta inizia ad elencarci tutti i piatti del giorno, il piatto speciale, i contorni, le bevande, perfino i dolci; la interrompo prima che ci dica pure la sua taglia di reggiseno o da quant’è che non va a letto con qualcuno –probabilmente da tanto, mi verrebbe da dire…-. Ordiniamo, e quell’arpia se ne va lasciandoci sprofondare nel silenzio. Ma bene.

Prendo coraggio. «Stavo dicendo… Insomma, se sei venuta qui è perché volevi che parlassimo, oltre che per mangiare, no? »

«Si… e poi scroccare un pasto non dispiace mai, se si è senza un soldo.»

«Ma quanto sei simpatica, tu, grazie»

«Lo so, non c’è di che!» Mi lancia una linguaccia.

«Quindi, se dobbiamo farlo facciamolo e basta, almeno mi levo ‘sto peso dallo stomaco! Allora… Cazzo, Selene, tu provi qualcosa per me?» Alzo la voce, la guardo dritta negli occhi.

«Io…» Noto un lieve rossore sulle sue guance, svanisce in un attimo. «Non lo so, Slash… Credo di si, si» Mi apro in un sorriso gigantesco... «Ma non va bene, no, è sbagliato!
»...che si spegne subito, quando la vedo mettersi le mani tra i capelli. «Duff non…»

«Lo so cosa stai per dire… Ci penseremo, quando si presenterà il momento. Giuro. Troveremo una soluzione, andrà tutto bene»

«E tu come fai a saperlo?»

«Non sono mai stato tanto sicuro di qualcosa in vita mia, e non è affatto sbagliato! Lo sarebbe se avessimo continuato a mascherare l’attrazione che proviamo l’un l’altra… Io non so ancora cosa provo per te, ma di sicuro qualcosa c’è, qualcosa che non ho mai provato prima d’ora»

«Slash, io…»

«E so che tu senti lo stesso, ti piaccio, non è vero? E non è solo che ho voglia di portarti a letto!»

« Ehm!» Alzo lo sguardo, è tornata. «I tacos con le salse, le due birre... Un minuto e arrivo col resto, ok?» Sel la ringrazia, trattenendo una risatina un po’ imbarazzata. «Di nulla, cara… Ti conviene iniziare a mangiare prima che il gentleman che ti accompagna si metta a ingozzarsi e si finisca tutto!» Cerco di guardarla nel modo più minaccioso possibile e riesco a farla sloggiare.

«Simpatica, la cameriera, non trovi?»

“Come la coca tagliata con l’ammoniaca” Penso con una smorfia… «Si, veramente adorabil
 


 
 
E così i due, dopo aver mangiato, si incamminarono verso il locale dove i loro amici li stavano aspettando. Erano in una strada buia, e lì il ragazzo –che si sentiva stranamente ebbro, anche se aveva bevuto pure meno del solito- l’aveva presa per i fianchi, e poi l’aveva baciata contro un muro. «Non si vede niente, tanto, non c’è pericolo» Si era giustificato sogghignando.

Lei l’aveva colpito con un pugno finto, ridendo, ma a lui era venuta voglia di baciarla di nuovo, seriamente, e poi di morderla un po’ e legarla a sé e di non lasciar gocciolare via nemmeno un instante del tempo che restava…

«Dai, cazzo, muoviti, siamo in ritardo!» Slash si era riscosso di colpo dalle sue fantasie, aveva scosso la testa guardando quella ragazza bionda e il suo fondoschiena sfrecciargli davanti. Sorridendo, l’aveva seguita.
 





A.



«Sai, stavo pensando, sei la prima con la quale duro per così tanto…» Mi dice dopo avermi baciata, tenendomi ancora tra le sue braccia.

Alzo un sopracciglio «Spero che per te non sia una sofferenza, caro»

Sorride. «Non era questo che intendevo... Potresti essere l'unica di tutta la mia vita, chissà!»

Lo dice con tono leggero, ma mi prende comunque completamente alla sprovvista. «Intendi forse che ti farai prete?» La butto sul ridere, forse soltanto perché non voglio iniziare a pensarci, a sperarci…

«Io? Mi ci vedi?» Ottengo il risultato sperato. «Potrei davvero farlo, abbandono la band e mi do alla carriera ecclesiastica..» Scoppia a ridere, e al pensiero di lui che tiene un sermone col collarino al collo non riesco a trattenermi nemmeno io. «No, seriamente, io con te ho qualcosa che non ho mai avuto con le altre, e tu lo sai che è vero…»

Abbozzo un sorriso, dannatamente troppo timido per i miei gusti. «Ora che ci penso, nemmeno io ho avuto una relazione così duratura con qualcuno…»  In un attimo ripenso a Jo, alla nostra fuga, ai suoi baci. Al suo corpo a terra, a quella pozza di sangue che diventa sempre più grande, sempre più nera...

«Aspetta!» Per fortuna Jeff riscuote la mia attenzione. «Ho detto una cazzata: ho avuto una storia più duratura, di quasi due anni, con una che si chiamava Marine…»

«Ah si? E com’era, bella?»

«Molto bella, aveva i capelli lunghi e neri e gli occhi scuri, quasi a mandorla, era per metà asiatica»

«E come mai non me ne hai mai parlato?» Chiedo con una punta di acidità nella voce, lui se ne accorge.

« Non pensavo fosse così importante, e poi tanto è finita male…» Alza le spalle, trattenendo un sorrisetto.

«Allora dimmi cos'è successo di tanto grave per farvi lasciare così, povera Marine…» -dico povera, ma per come ho pronunciato la parola potrei benissimo aver detto “puttana”-  «L’hai forse tradita?»

«No, macché, anche se sono stato io a mollarla, lei mi piaceva veramente... Non guardarmi così, per favore, Angie, vuoi sapere tutta la storia?! Ecco: lei è andata in una scuola e io in un'altra, ed è finita così! Avevamo cinque o sei anni, era la mia fidanzatina dell'asilo»

 Scoppio a ridere, rincuorata anche se cerco di non darlo a vedere. «Spero che l'addio non sia stato troppo doloroso, allora»

«Non puoi nemmeno immaginare i pianti che mi ha fatto quando l'ho lasciata, mi sono sentito una vera merda... E dire che la frase "troveremo altri bambini con cui giocare" all'epoca mi sembrava perfetta, perfino per chiudere una storia d'amore così intensa»

«Stronzo fin da piccolo!» Ridiamo insieme, mi bacia tenendomi stretta.

«Poco ci mancava che diventassi gelosa… Angie, anche se lei è stata il mio primo bacio sai bene di essere la prima di cui mi sono innamorato, si? Ti amo… Ecco, come Duff  ama Sid Vicious, e pure di più!»

«Si, o Axl la sua immagine allo specchio!» Ridacchio.

«E un condannato a morte l’ultimo respiro d’ aria pulita…»

«Seh… ora però dammi un altro bacio, poeta mancato»
 
 
 

 
STEVE
 

 
Yaawn, buongiorno… Aspetta, ma dove diavolo sono?... Ah, si, ecco. Questa è –o per meglio dire era- casa mia, poiché è la casa della mia ex ragazza ed ex coinquilina, Sarah. Lei non c’è, però, mi pare che se ne sia andata in vacanza in Francia…

Ahh, forse è per questo che ho sfondato la finestra per entrare, che non avevo le chiavi. E probabilmente è anche per via della sua assenza che sono nudo nel suo letto e che vicino a me c’è una tipa che mi sorride, sìcuro!

(Mi è capitato solo un’altra volta, di portare una ragazza qua mentre in teoria stavamo ancora insieme: ero sbronzo, certo, ma lei non ne sembrava comunque tanto felice)

 
Dev’essere così per forza… Fanculo, però, non riesco nemmeno a tenermi un tetto sopra la testa –e una ragazza fissa- per più di un mese…

« Insomma, ciao, biondina… e tu saresti?» Le chiedo cercando di sembrare garbato, mettendomi a sedere e pentendomene subito –giramento di testa e nausea tipici di un post-sbronza, indovinato…-

Lei mi guarda spalancando gli occhi. «Ma come, Steve, scherzi? Ieri notte hai pure detto di amarmi!»

«Ecco, appunto, ieri notte stavo fuori come un balcone… E poi, scusa la domanda, te l’ho detto per caso mentre stavamo facendo sesso, oppure, ehm, come dire… al momento clou, proprio alla fine?»

«Beh, si, mi pare di si, mentre stavi ven…»

«Ma allora si spiega tutto! Vedi, carissima, non ti fidare mai di un uomo che dice di amarti mentre se la sta spassando con te, probabilmente è solo l’euforia del momento» Le sorrido, tutto soddisfatto.

«Sei un maleducato, un cafone! E io che credevo fossi diverso…  e invece sei uguale a tutti gli altri,  anzi, sei peggio! Sei un bastardo!» Mi urla quella mentre si riveste in tutta fretta, prima di uscire sbattendo la porta come una forsennata.

«E’ stato un piacere anche per me, qualunque-sia-il-tuo-nome» E mi ributto di peso nel letto di Sarah, decisamente più di buonumore.
 
 

 
 
 
AXL
 
 


Apro gli occhi di scatto. Dio, che mal di testa, che sbronza… «Ehi, tu, belle-gambe!» La moretta mezza nuda in piedi accanto al mio letto si gira, sorpresa. «Si, tu, qualunque sia il tuo nome… Perché diavolo ti stai rivestendo?»

«Ma ben svegliato, caro, mi fa piacere vedere che sono sempre al centro delle tue attenzioni…» Sbuffa, alza pure un sopracciglio, ma non sembra realmente offesa. «Certe lusinghe le donne le amano»

Ok, mente locale, se voglio combinarci qualcosa devo concentrarmi: mi pare abbia un nome che inizia con la lettera C. «Guarda che scherzavo, mica non mi ricordo il tuo nome…» Ci rido su per prendere tempo. Ce la farò, tanto. Ce la faccio sempre.

«Io il tuo me lo ricordo, però, geniaccio»

«Non vale, ieri l’ho ripetuto fin troppe volte! E poi, sai, io ormai sono piuttosto famoso…» Ghigno da solo, soddisfatto, e lei trattiene a stento un risolino.

«Sei uno sbruffone, comunque…»

«Bel culo, comunque…» Caroline. Charlotte. No,però era simile…

«Fottiti!» Mi mostra il dito medio, ma ride.

“Se potessi lo farei, credimi…” «…Quindi, in sostanza, te ne vai di già?» Corinne? No, no, era più comune…

«Pensavo fosse di norma, anzi, ho anche provato a far piano per non svegliarti! E poi devo andare a lavoro…»

«Allora facciamo una cosa, stammi un po’ a sentire: ora tu ti spogli, torni a letto per una mezzoretta e mi fai passare questo senso di schifo che c’ho addosso stamattina, dopo la sbronza che mi sono preso ieri...» Le ammicco. Si, cazzo, se è vero che sono uno sbruffone!

«La verità? Ho un ragazzo, Axl, non mi pare il caso…» Abbassa lo sguardo come se si vergognasse.

«…E a me che mi frega? Dai, bellezza, tanto un paio di corna n più o in meno mica cambiano niente!» Ce l’ho sulla punta della lingua, manca davvero poco… Carlie, ecco il nome!

«Non lo so, ieri è stato uno sbaglio, uno stupido sfizio che avrei dovuto evitare… Non avrei dovuto…»

«No, ferma, tu “non avresti dovuto nulla, ok? Non c’è bisogno che ci pensi, cazzo, non pensare; e lasciati andare come hai fatto stanotte, piuttosto, vieni qui… cara-Carlie…» Dopo un’ attimo di indecisione mi si avvicina, ancora un po’ titubante: la bacio, quindi, per scogliere ogni dubbio…
 


E alla fine riesco a ottenere quello che volevo!

Ma quanto posso essere persuasivo, se mi ci metto d’impegno?
 


“Chi non ama le donne, il vino e il canto
E’ un gran coglione, mica un santo!”
 
 
 
 


---
 
 
Lui era il più freddo e il più coglione di tutti, e da un giorno all’altro non si era ritrovato poeta e disertore dei pomeriggi fancazzisti in compagnia di quei folli dei suoi compagni di band a sentire e raccontare imprese sconsiderate e scopate leggendarie e a suonare a palla e a sballarsi fino a diventare tutti scemi? Ebbene sì. Era successo.

Appallottolò la brutta copia, uno schifo, prima di bruciarla definitivamente; la bella –menomale che l’aveva fatta, una bella copia, nell’originale c’erano più cancellature che altro- era già pronta per il loro posto, quel nascondiglio un po’ da ragazzini, perché Selene la trovasse.
 


Che si fosse trattato di ortografia o di cose più serie –sentimenti, addirittura-, stavolta non avrebbe commesso errori.


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Capitolo 18
*** 18. ***


AXL




La settimana è trascorsa come al solito, né migliore né peggiore della precedente.

Il disco uscirà solo a luglio, e intanto stiamo organizzando dei concerti per sponsorizzarlo: in primis qui a Los Angeles, nei soliti pub, e forse anche a Londra, per allargare il mercato e farci conoscere anche oltreoceano. Inutile dire che non vedo l’ora che arrivi l’estate: confido in una buona risposta da parte degli acquirenti, anzi, più che buona perché il disco è una vera bomba, ma temo che possa sbagliarmi; anche se non lo do a vedere, l’ansia mi sta divorando… (E come se non bastasse devo ancora pagare metà del mutuo della mia bellissima casa, ma non ho più un soldo…)

Cazzo! Stavo parlando quasi come un broker, con tutte quelle cose tecniche. E’ che stanotte me ne sono proprio portato a letto una… 

Chissà cosa ci faceva, poi, una donna così di successo in un postaccio del genere. Forse aveva solamente litigato col marito, ho notato subito che portava la fede: cioè, non che me ne freghi qualcosa, sia ben chiaro. E’ che non ho potuto fare a meno di pensare, anche se solo per un istante, a quanto mi sarei incazzato io se fossi sposato e scoprissi che mia moglie è andata a letto con un altro: credo che sarei più che capace di ammazzarlo, o come minimo di mandarlo all’ospedale; anzi, probabilmente non mi tratterrei nemmeno con lei, quell’ipotetica puttana... Già… Non molto carino da dire, vero?


Il punto è che sono cresciuto in mezzo alla violenza, e i miei “modelli di riferimento” –i suddetti padre e madre, s’intende- non mi hanno trasmesso i buoni valori che una persona adulta dovrebbe avere appreso a pieno, o almeno in parte: sono venuto su con una sensazione di vuoto dentro, di rabbia e di rancore, che mi attanagliavano la gola come se mi stessero stritolando, e forse per compensare questa mancanza tendo ad essere possessivo ed egoista, a volte.  Sono molto geloso delle mie cose: e anche se un giorno avessi, ipotizziamo, una moglie, sarebbe mia e guai se qualcuno osasse anche solo guardarla...  

Cazzo, se a quelle cose non mi piace ripensarci…

Sarà che quel bastardo mi ha rovinato l’infanzia, sarà che gli unici bei ricordi che ho sono solo di quando ero da mia nonna, o quando scoprivo a poco a poco la potenza della mia voce e come allenarla, o stringevo amicizia con quel ragazzino moro e pallido che sarebbe poi diventato il mio più caro amico, tutto il resto per me non esiste… O almeno vorrei che fosse così…


Basta. Basta! Sto diventando davvero insopportabile. Meglio che mi alzi dal letto e combini qualcosa della mia vita, dopo che la tipa –qualunque fosse il suo nome- se ne è andata, mi sono messo a rimuginare su vere e proprie stronzate, sdraiato con le mani alla nuca a fissare la parete bianca davanti a me.  Mm, forse potrei metterci un quadro. Ecco, finalmente una buona idea! Ora mi alzo, e magari questo pomeriggio vado a dare un’occhiata in giro per vedere se trovo qualcosa che mi piace… Ah, no. Non ho più soldi, manco quelli per fare la spesa, sono in bancarotta! Me lo dimentico spesso… Dannazione.

Ok, ce l’ho fatta. Quanto è stancante tirarsi su dal letto? Non sono particolarmente pigro, io, ma certe volte potrei restarci steso per tutto il giorno, soprattutto se in compagnia di una o più allegre signorine…
E basta con tutti questi brutti pensieri: ecco, dove diavolo sono i miei antidepressivi?


Sono steso sul divano, già più rilassato, sti medicinali mi fanno venire un po’ di sonno, quasi quasi mi faccio una bella dormita così stasera sarò pieno d’ener-yawn-…
Eh? Ti pareva, sta suonando il campanello: è Slash di sicuro, viene a trovarmi praticamente ogni giorno e ogni volta mi porta qualcosa di buono. Di nuovo mi alzo a fatica, guardo dallo spioncino… Si, ci ho azzeccato! 

«Ho troppi pensieri per la testa, una confezione di birra e una buona bottiglia di scotch…» Mi annuncia, sbuffando, quando lo faccio entrare. 

«Allora, man, sbronziamoci e vedrai che passano!» Gli ghigno io, già col sorriso sulle labbra.


Cazzo! Sono ubriaco marcio, e non sono nemmeno le sei di sera… «Slash, vuoi venire a stare da me?»

«Eh, dici davvero?...» Prova a leggere nei miei occhi un accenno di presa per il culo, ma ovviamente non ce n è: cioè, anche se tra tutti quei capelli gli vedo manco mezza faccia e non sono del tutto sicuro che mi stia realmente guardando. «Non sarebbe male!» Sbiascica poi, tutto un sorriso. Bene, almeno lui è più sbronzo di me. Piccola consolazione.

«La camera ce l’ho, lo spazio pure… e poi potremmo dividerci le spese del mutuo!» Esclamo, fin troppo entusiasta. Metà mutuo diviso due, uguale un quarto di mutuo! Fantastico!

«Cioè, casa mia e di Duff è bella, sia ben chiaro, ma con Selene tra i piedi –Duff sta peggiorando, è più checca di prima!- mi sembra ci sia sempre meno spazio… C’è troppo amore, lì dentro, ed è dappertutto, quasi non si respira!» Lo dice come schifato.

«Posso capire cosa intendi… Convivere con una ragazza non è mai facile, soprattutto se non è la tua! E quella fighetta che sta con Duff, poi, sembra davvero ingestibile…»

«Dici che dovrei lasciarli i loro spazi?» Mi chiede poi, pensieroso. 

Ho già la risposta pronta: «Dico, piuttosto, che ti dovresti creare il tuo» E sottolineo le ultime due parole con un sorrisetto vittorioso. Un quarto di mutuo!

«Non è mica facile… Non mi piace più vivere lì, ma d’altra parte ho paura ad andarmene» Sospira, facendosi scuro in volto.

«Paura? Che intendi, man? Che succede?»

Ed ecco succedere una cosa strana: sarà per l’alcol, sarà per l’amicizia fraterna che ci lega o forse un po’ per tutte e due, si tira indietro i capelli e -cosa ancora più strana!-, si apre, e mi confessa quel segreto che si stava tenendo dentro da quando è entrato.  «Ecco… Sono andato a letto con Selene, ok? Ci ho scopato... e prima che tu dica qualcosa, non mi sento affatto in colpa, lei mi piace. Mi piace davvero.» 

Ora sono io, a cercare la presa per il culo nei suoi occhi. «Cazzo, man... Sei serio? Perché se stai scherzando non…»

«Mai stato così serio prima d'ora. Credo di amarla... Ma non so che fare, e non ce la faccio più a vivere con loro. Non posso.» Non sta mentendo. Gli si legge in faccia che è tutto vero, tutto.

«Cazzo! E da quanto va avanti questa cosa?»

«Dalla festa a casa di Jeff e Angelica... No, forse da prima. Non lo so! Fatto sta che sto impazzendo...»

Forse è l’alcol che mi fa parlare, o non me ne sarei mai uscito in questo modo, ma le parole mi escono dalla bocca prima che il mio conscio abbia il tempo di censurarle. «Mi girano le palle... Tutti a soffrire per amore, a fare cazzate, quando io l'amore non so nemmeno che cazzo sia! Pure io vorrei qualcosa che mi stravolga la vita, che mi porti a fare cose folli e sconsiderate senza dovermene pentire»

«Quelle già lo facciamo, però, le cose “folli e sconsiderate” qua sono all’ordine del giorno!» Ridacchia lui. «Comunque hai ragione: pensavo mi bastasse la roba, per essere sballato, e invece ora mi ritrovo a comportarmi come un coglione... Cioè, intendo, più del solito: e rischio pure di perdere il mio migliore amico, per una donna poi! Pensavo non sarei mai stato capace di un’infamata del genere...» Si fa d’improvviso preoccupato. «Ehi, comunque quello che è stato detto qui rimane tra noi, vero?»

«Ovvio! Non vorrei che le ragazze si convincessero che cerco una storia seria... Dico solo che, ipoteticamente, un giorno più o meno lontano non mi dispiacerebbe trovare la ragazza giusta per me… Capisci, no, una che mi basti, che non mi faccia nemmeno guardare le altre…»

«Purtroppo o per fortuna, prima o poi tocca a tutti: e guarda a me con chi è capitato! Se Duff lo scoprisse…»

«Dio ha davvero un bieco umorismo» E così chiudiamo l’argomento, mentre ci scoliamo le ultime due lattine di birra.





Guardando l’azzurro del cielo si capiva che stava tornando la primavera? Probabilmente no. Però lui lo capiva.
Lui era un tipo a cui piaceva fingere, a volte. Stupire. Spesso faceva anche lo stronzo; e invece quel pomeriggio lui e Selene parlavano delle cose che si erano tenuti dentro per anni, con una naturalezza ed un trasporto particolari, magici: sogni, ricordi, paure, aneddoti più o meno seri, e lui riusciva ad essere più che divertente e naturale, ma senza calcolo, e insomma ne era quasi sicuro, adesso: gli sembrava di conoscerla da sempre, come se non l’avesse vista la prima volta quella sera al Roxy ma ad appena tre anni all’asilo, al parco giochi o  come vicina di casa a Stoke-on-Trent.  

Aveva provato quella rara sensazione che fosse cominciato qualcosa di infinito, qualcosa che valeva la pena di andare a brindare da solo al pub sotto casa e senza l’intento di dimenticare qualche brutta faccenda, al contrario. Voleva ricordare ogni attimo, ogni sorriso, ogni parola, per nulla al mondo poteva permettersi di lasciarsele sfuggire e per nulla al mondo l’avrebbe fatto.

«Dobbiamo tornare, ora, si sta facendo tardi» Gli aveva detto lei, dopo un po’ che se ne stavano in silenzio, mentre se ne stavano poggiati su un muretto a fumare una sigaretta e a passarsi una birra ormai tiepida.

«Lo so, dovremmo…» Aveva sbuffato, seriamente contrito, e lei era scoppiata a ridere. «Il punto è che ci siamo visti nemmeno un’ora fa, e già dobbiamo andare! 

«Devo tornare da Duff…» La ragazza aveva abbassato lo sguardo, carico di senso di colpa, e lui per distrarla si era tirato su e le aveva porto la mano.>>
 
«Permette, madame?» Selene aveva sorriso di nuovo, e lui era sembrato piuttosto sollevato. «Allora, stasera quindi ci tocca una cena tutti insieme?»

«Già… E domani non ci possiamo nemmeno vedere, ho il doppio turno al pub»

«Ah… Beh, potrei fare un salto!» Aveva proposto lui, non demordendo nemmeno un attimo. 

«No, no, dovrebbe già venire Duff… Ti immagini se arriva e ci trova lì, insieme? Sarebbe un casino, e non voglio rischiare che…»

«Si, va bene, ho capito» Slash si era finalmente arreso, sbuffando. «Vabè, allora io vado…»

«Slash» Lo aveva richiamato, facendolo tornare sui suoi passi.

«Si, piccola?» 

«Non mi dai il bacio d’arrivederci?» Il riccio si era illuminato. 

«Ma ha pienamente ragione, ma cherie, le chiedo umilmente perdono per la mia imprudenza!» E in un attimo le era saltato addosso, come un pazzo, soffocando la sua risata sulle sue labbra.





STEVE




«Ehi, Steve!>> Mi chiama Jeff, proprio quando sono sulla soglia della porta, mentre i due stronzi davanti a me si sono già allontanati ovviamente senza aspettarmi.

«Izzy?»

«Vieni un attimo qui, per favore...»

«Ora no, non posso, ho bisogno di mangiare!» Ho fame. Fame fame fame fame! 
E poi sono ubriaco marcio.. Mettere un piede davanti l'altro senza cadere mica è una roba facile!

«Vieni un attimo, ho detto, fidati!» Insiste lui, dal tono leggermente scocciato.

I miei piedi si muovono da soli seguendo la sua voce, e portandomi davanti alla porta chiusa del bagno; ma poi il mio stomaco parla per me, e mi ricorda che sono fottutamente affamato! «Ma dovevamo and...»

«Fai cosi, eh? Allora fanculo! Potevamo benissimo fregarcene di te, e invece proviamo ad essere gentili, dovresti solamente ringraziarci.. Ma te preferisci pensare al cibo!? Il cervellino che ti ritrovi te lo sei già tutto bruciato per bene, vero?» Uno Slash più che incazzato mi urla da dietro la porta, portandomi a capire che la faccenda non è la solita stronzata, o non avrebbe reagito così…


Ehi, aspetta. Slash e Izzy insieme al bagno?

Escludendo la prima insana idea che mi è venuta in mente... Ehm... 

Rimane solo una possibilità… la più plausibile, e spero proprio di averci azzeccato, decisamente!

«Apritemi, allora!» e loro mi fanno entrare.

Izzy mi squadra per bene, forse giudicandomi sufficientemente sballato per potermi sballare ancora di più -ma come mi escono certe perle?!- .. poi mi chiede: «Duff e Axl?»

«Sono già per strada, tranquillo» gli rispondo, già eccitato, e non appena do un'occhiata a quello che stanno facendo e vedo ciò che mi aspetta, mi si illuminano letteralmente gli occhi..


Slash deve avere già dato, perché buttato per terra con le spalle contro la vasca si lascia scappare un sospirone di puro piacere.. Yee, sono come un bambino la notte di natale!

Per sicurezza Jeff richiude la porta a chiave, poi appoggiandosi al lavandino riprende a fare ciò che aveva interrotto: ovvero, stringere un laccio tra i denti, e contemporaneamente piantarsi un ago lucente dritto dritto su per il braccio.
Il fatto è che, almeno lui che conserva -quasi- sempre un minimo di decenza, e quando si cala preferisce farlo di nascosto da Axl che altrimenti si incazzerebbe di brutto: ecco spiegato il perché della doppia mandata alla porta e di tutta questa segretezza da film di spionaggio!

Invece, io e il riccio ce ne freghiamo ben poco di non farci vedere dal rosso… (Diciamo anzi che ce ne sbattiamo altamente di tutto, e che se non fosse per la simpatica polizia non ci faremmo problemi a farci di ero fuori dalle quattro mura domestiche!)

Ah, si. L'etica, direte voi? Credo di essermi sparato in vena pure quella...


«Tiè, morto di fame, prova pure tu questa meraviglia…» Mi dice il riccio con voce sconnessa, quasi sussurrando, passandomi la sua siringa piena a metà di una certa cosuccia ambrata... Cazzo, se mi piace da andarci fuori di testa!

«E quindi, quanta ce n’hai?»

«Abbastanza da permetterci di stare così per altre due settimane..»

«Facciamo una, man» sogghigna Slash, ricevendo un'occhiataccia da Izzy e uno sguardo di pura venerazione da me.





«Steve? STEVE!» Mi scuote poco delicatamente il riccio, costringendomi mio malgrado ad aprire gli occhi.

«Eh, che cazzo c'è?» Sia lui che Izzy sono in piedi, io invece sono ancora bello che stravaccato per terra!


«Dobbiamo andare, su, vestiti... e vedi pure di darti una mossa!»

«Arrivo, arrivo» Sbuffo io, tirandomi su a malincuore…

«Mi pigli per il culo, o sei diventato tutto scemo? Cosa diavolo pensi di fare?" Mi chiede Izzy, pallido più del solito, bloccandomi proprio quando sono accanto alla porta.

«Che ne so... Vado li, mangio qualcosa, faccio il vago.. il solito, no?» Rispondo perplesso, infilandomi un paio di scarpe al volo. Fanculo, ci vado in pigiama, tanto che me ne frega?



«La siringa, coglione!" Sbraita lui, disperato, mentre il riccio -stronzo che non dice niente!- se la ride alla grande.

Guardo il braccio... Oh, giusto. 

Dovrei levarla da li, non è affatto carino presentarsi a cena con quella!


«Beh...Dai, man, capita a tutti qualche volta di sbagliare, no?» Cerco di sdrammatizzare io, mentre tranquillamente mi sfilo l'ago e lo butto nel secchio più vicino, per poi tirarmi giù la manica e seguirli fuori casa verso il locale dove ci aspettano gli altri.

«Se dici un'altra parola, giuro che ti meno…» mi minaccia il moro. «E niente ero.»


Parlare, io? Che sei pazzo? Già non penso mai, figuriamoci aprire bocca!

Io me ne sto buono buono in silenzio, e la tua minaccia è proprio un colpo basso… 

Sono muto come una tomba.

 

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