Saresti davvero pronto a morire per me ?

di rora02L
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Listen to your heart ! ***
Capitolo 2: *** Funerali sotto la pioggia ... ***
Capitolo 3: *** L'eredità di Neji ... ***
Capitolo 4: *** Si riparte per una nuova avventura ! ***
Capitolo 5: *** So I’m following the map that leads to you ! ***
Capitolo 6: *** All we have is this moment ! ***
Capitolo 7: *** My Red Heart ***



Capitolo 1
*** Listen to your heart ! ***


Listen to your heart ... !

Guardo Neji ferito. Tremo e piango. Non può andarsene. Il mio nii-san non può abbandonarmi così.
Lo ha fatto per proteggere me e Naruto. Ascolto le sue ultime parole, rivolte a me ed a Naruto.
“Hinata-sama è … disposta a morire per te, Naruto – sussurra lui con le ultime forze che gli rimangono in corpo – perciò mettiti in testa … che la tua vita … non è più … solamente tua .... ora comprende anche la mia …”
Non so cosa dire, le parole mi si gelano in bocca. Vorrei poter urlare, vorrei poterlo salvare in qualsiasi modo. Vorrei ci fosse un modo per permettere al mio carissimo Neji di vivere ancora. Ma dai suoi occhi, capisco che non c’è modo per tirarlo fuori dalla morsa della fredda morte. Si sta spegnendo tra le braccia di Naruto. E tutto per proteggerci. O forse solo per proteggere me. Perché sa che io sarei morta per Naruto. Ma non sa che sarei morta anche per lui.
Mi limito a piangere e mi sento così patetica ed inerme. Sono davvero così inutile … per colpa mia Neji se ne sta andando.
Non appena i suoi occhi si spengono del tutto, le lacrime sul mio viso aumentano ancora di più. Per colpa mia, Neji è morto. Il mio nii-san è morto per colpa mia. Piango, in silenzio. Perché urlare non servirebbe a nulla. E continuo a dare la colpa alla mia debolezza. Se fossi stata più forte, sarei riuscita a proteggere sia Naruto che Neji da sola. Ed invece … per colpa mia lui non c’è più. Piango ancora, senza ritegno.
Sento le parole di Obito contro Naruto. Stringo i denti. Non lascerò mai che Neji sia morto per nulla, mai. Non  appena Naruto alza la mano verso Obito, lo schiaffeggio. Non forte quanto avrei voluto, mi mancano le forze. Sul mio viso le lacrime sono scomparse, ma dentro di me sto ancora piangendo. Ma non posso fare altro che rispettare la volontà del mio nii-san: lui voleva vederci continuare nella nostra lotta, senza mai arrenderci. E non lascerò che Naruto si arrenda. Lo guardo dritto negli occhi, con determinazione, trattenendo a stento le lacrime. Ma questo non è il momento. Devo fare in modo che Naruto ricominci a credere in se stesso, a credere nella forza dei nostri legami. A credere di nuovo nella forza dei suoi compagni.
“Riesci a capire il significato di quello che Neji nii-san ha detto poco fa ? – gli domando, quelle parole rimarranno per sempre nel mio cuore, mai dimenticherò- … che la tua vita non è più solo tua … - la mia mano si ammorbidisce, ormai sto accarezzando la guancia del mio amato Naruto. “Le tue parole e la tua convinzione, che non lascerai che i tuoi amici muoiano … non sono una bugia !” Io credo fermamente in questo. Credo nel legame che ci unisce. E anche Neji ci credeva, si è sacrificato per questo ! Vedo il viso sorpreso di Naruto, ma continuo nel mio discorso. Voglio che capisca davvero.
“È grazie a quelle parole che lui è riuscito ad arrivare così lontano … .” Sono quelli gli ideali che lo hanno spinto a proteggerci, l’amore che provava per me ed il legame che aveva con te, il suo compagno Naruto. Neji ha dato ascolto al suo cuore e ha fatto ciò che riteneva fosse giusto. 
“Non sei solo tu … tutti hanno accettato nel loro cuore quelle parole e quei sentimenti … ed è così che le vite di tutti noi sono connesse !” Siamo una unica famiglia, ognuno è disposto a proteggere l’altro a qualunque costo. Un unico cuore palpitante e tu, Naruto, ci hai ricordato chi siamo.
“… Ecco perché siamo compagni.” Siamo questo. Compagni di vita e di morte, di guerra e di pace, di amore e di odio. E condividiamo un unico credo che ci muove come una cosa sola ed una sola anima speranzosa e combattiva.
“Se tutti lascassero perdere quelle parole e quei pensieri … allora anche ciò che ha fatto Neji nii-san sarebbe stato inutile !” Questo non lo posso permettere. Il mio nii-san è morto per amore dei suoi compagni. Ed io gli sarò eternamente grata, non dimenticherò mai quello che ha fatto per me. E questo è il minimo che posso fare per lui, per onorare il suo coraggio e la sua volontà.
“Questo sarebbe il vero modo di uccidere i tuoi amici ! – non lascerò che questo legame si spezzi- E così non sarebbero più compagni … questo è ciò che penso.” Combatterò al fianco di Naruto anche per te, nii-san.
“Quindi … alziamoci insieme, Naruto-kun.” Gli sorrido rassicurante, anche se il mio sorriso è flebile. Il mio cuore sta ancora soffrendo per l’enorme perdita che ho appena avuto. E quella ferita non si rimarginerà mai. “Sempre andando avanti e mai indietro sulle parole di qualcuno. Questo è anche il mio credo ninja.”Perché, Naruto, tu non hai cambiato solo Neji. Hai cambiato anche me, entrando nel mio cuore. Il tuo credo ninja è diventato anche quello mio e di Neji. È diventato il credo di tutti noi. Ed io credo ancora in noi, Naruto.
I nemici riprendono ad attaccare.Naruto sembra essersi ripreso dalla morte di Neji, mi prende la mano che ho appoggiato sulla sua guancia, con gentilezza e dolcezza. Si rialza, ci rialziamo assieme. Mi tiene per mano, sono al suo fianco. E non lo lascerò più. La stringe più forte e dice: “Hinata … grazie ! È grazie a te che sei rimasta al mio fianco.”
L’avevo promesso a me stessa. Ma il ringraziamento più grande va a Neji. Proteggerò con tutta me stessa ciò che in cui lui credeva, ciò che lo ha spinto all’estremo sacrificio: l’amore per i suoi compagni. Non permetterò che Obito o chiunque altro calpesti questo sentimento puro e giusto. Seguirò il mio cuore, dovessi morire per questo. Ma lo farò al fianco di Naruto, il ragazzo che amo. E lo farò per lui, il mio cuore sa che è la cosa giusta da fare. Questo è il mio posto. Non ti deluderò, nii-san. Ora devo essere forte. Per Naruto ed i miei compagni.
La mano di Naruto-kun è grande … forte … e … mi fa sentire al sicuro.
Lo amo. Non smetterò mai di farlo. Sarò sempre, sempre pronta a tutto per lui. Lo devo anche a Neji. Il mio cuore non si perdonerebbe mai un altro errore da parte mia. Non posso perdere anche Naruto.
Il chakra rosso della volpe mi pervade, è come un calore immenso che scorre nel mio corpo. Mi fa sentire più forte stare al fianco di Naruto. “Andiamo Hinata !!” esclama lui, determinato e pronto alla battaglia. Non è ancora finita. Mi sta chiedendo di seguirlo. Ed io non aspetto altro, sono qui per questo. Ti seguirei fino all’Inferno, amore mio. Perché questo è il mio credo. Questo è ciò che il mio cuore desidera.
“S-sì !” rispondo, stringendogli la mano. Non ti deluderò, nii-san … ti vendicherò ad ogni costo e proteggerò i miei compagni. Proteggerò ciò in cui credevi, Neji. Perdonami, se puoi. Da ora in poi, non permetterò a nessun’altro di morire. Grazie di tutto, mio caro nii-san. Grazie. Perdona la mia debolezza … perdonami. Prometto di diventare più forte, per proteggere le persone che amo. Ti voglio bene, nii-san. Non ti dimenticherò mai, vivrai sempre nel mio cuore. Neji … porterò avanti il tuo credo.
Nella mia mente si dipinge l’ultima immagine di mio cugino: sorrideva, anche se debolmente. Era felice, perché era morto per proteggere i suo compagni. Ed ora è libero, come il vento.Nel suo sorriso era celato un sentimento più profondo, un amore verso i suoi compagni. Non lacerò che quell’amore si spenga. Terrò sempre a mente quel sorriso, così pieno di significati inespressi. Così sereno. Non avevo mai visto il volto di Neji così sereno. Trattengo ancora una volta le mie lacrime, ma alcune escono lo stesso. Devo combattere, ora.

*

“Che bella giornata oggi, vero, Hinata ?” mi chiede Naruto, sorridendo. Siamo seduti vicini su una panchina del parco di Konoha ed è un soleggiato pomeriggio primaverile. Sorrido anche io e rispondo: “B-bellissima, Naruto-kun …”
Sento gli occhi di Neji e di mia sorella puntati su di noi, si nascondono tra i cespugli. Sorrido, li ho visti solo grazie al Byakugan. Ed infatti Naruto non se ne è nemmeno accorto.Lui mi prende per mano, arrossendo appena. Poi si gira e di scatto mi lascia un bacio a stampo sulla guancia. Arrossisco e mi avvicino ancora un po’ a lui, stargli vicino mi fa sentire al caldo e protetta.
Lo sento sospirare sereno e mi dice: “Scusa se ti ho fatto aspettare … adesso è tutto sistemato. Possiamo stare insieme. Sempre se … a te va ancora bene.” Sorrido intenerita e ribatto: “C-certo che mi va bene … ti ho aspettato per tutto questo tempo. Non sai quanto sono felice, Naruto-kun !”Tutto è finalmente apposto. La mia vita non potrebbe essere più perfetta … sembra quasi un sogno.E se … ? Qualcosa dentro di me mi dice che quel Naruto accanto a me non è reale. Eppure si comporta come farebbe Naruto … infatti mi ha invitata a cena da Ichiraku a mangiare ramen.Tipico di lui.
Sorride in modo stupendo, è il solito esagitato e mi fa arrossire come sempre. Non capisco cosa ci sia che non va, è tutto perfetto. Forse troppo perfetto. Sembra quasi … che non sia vero.Il pensiero mi fa gelare il sangue nelle vene e mi avvicino per stringere il braccio destro di Naruto. Sento il cuore battere disperato ed i pensieri confondersi. Non voglio che tutto questo svanisca.
I miei occhi si riempiono di lacrime e avvicino il viso al suo petto fino a toccarlo. Ho bisogno di sentire che è lui, il mio unico amore. Sento il calore del suo corpo, il sangue scorrere nelle sue vene ed il suo profumo inconfondibile mi rilassa immediatamente. Prende un respiro profondo. “Hinata, che cos’hai ?! Stai piangendo ! Ho … ho forse fatto qualcosa di sbagliato ?” mi chiede lui agitato, cercando di capire la mia strana reazione. Sorrido, affondando il viso ancora di più nel suo petto, e rispondo in un sussurro, scuotendo la testa: “ No … n-non hai fatto n-nulla che non va, Naruto-kun …È solo che … mi sembra tutto fin troppo bello perché sia vero.”Lo sento sorridere, anche se non lo vedo. Mi accarezza delicatamente i capelli con una mano, dicendomi per tranquillizzarmi: “Anche per me è così, Hinata … è così bello poter finalmente stare con te.”Alzo il viso, tenendo i lembi della sua maglietta nera con entrambe le mani, ed incontro i suoi splendidi occhi azzurri. Naruto mi sta sorridendo dolcemente, mentre allunga l’altra mano verso il mio viso per scacciare le lacrime che sono irrimediabilmente scese sul mio volto. Arrossisco nuovamente. Lui ridacchia, contento della mia reazione.
Mi tiro su. Naruto mi mette un braccio sulle spalle e mi attira dolcemente a sé, facendomi appoggiare alla sua spalla. Sorrido, arrossendo. Anche lui è un po’ imbarazzato, lo so perché balbetta emozionato, indicando il sole davanti a noi: “H-Hinata, guarda ! … Il tramonto …”
Cosa c’è di più romantico del tramonto ? “ Davvero bellissimo, Naruto-kun …”rispondo io, ammirando quello spettacolo che rendeva il cielo di un caldo rosso. Caldo come l’emozione che provo accanto al mio Naruto. Caldo come la sua mano sulla mia spalla. Rosso come l’amore che provo per lui. Rosso come il sangue che entrambi abbiamo versato l’uno per l’altro. E che saremmo ancora disposti a versare.Allungo il viso verso la guancia di Naruto, in uno slancio di coraggio, e gli lascio un dolce e delicato bacio. Lui sobbalza sorpreso, ma poi mi sorride felice come un bambino.
Se questo è un sogno, che nessuno mi svegli.

*

Spalanco gli occhi ed inizio a cercare l’aria con tutta me stessa, sentendo i polmoni svuotarsi pian piano. Sono rinchiusa in un enorme bozzolo, com’è possibile ?
Il panico inizia ad assalirmi, mentre cerco in ogni modo di liberarmi. Ed i ricordi della battaglia si affollano nella mia mente, tornando a tormentarmi. La morte di Neji, il mio caro nii-san, che in quello strano sogno così reale era vivo e vegeto, al suo fianco. Naruto che combatteva all’ultimo sangue contro Tobi e Madara, poi contro la decacoda. Starà bene ?
Non posso aver perso anche lui, no. Non toglietemi il mio Naruto-kun. La paura mi fa piangere a dirotto, mentre cerco ancora di liberarmi. Poi sento un rumore di metallo e vedo la punta di un kunai affilato perforare il guscio. Riprendo a respirare, sollevata. Sono salva.
La lama apre il bozzolo e Kakashi-sensei mi saluta dall’altra parte. Esco di corsa, chiedendogli tutto di un fiato: “N-Naruto-kun s-sta bene ?”
Lo guardo speranzosa, ma anche terribilmente preoccupata. Lo vedo grattarsi i capelli, nervoso: “Diciamo che è ancora vivo …”
Naruto è ancora vivo. È vivo. Il mio Naruto ha vinto. Ed è vivo, almeno lui non mi abbandonerà. Sarei morta di dolore se anche lui fosse morto. Intorno a me ci sono tutti i ninja della alleanza, spossati e confusi. Sento il vociare e l’agitazione di tutti, mentre cerco disperatamente Naruto. Poi vedo da lontano Sakura-chan, accanto a due barelle bianche portate da un paio di ninja per ciascuna. Ed il mio cuore inizia a battere all’impazzata.
Corro a perdifiato verso Sakura-chan, sicuramente lei sa che cosa è successo a Naruto. Ma una parte di me ha già capito che i due feriti sulle barelle sono Sasuke e Naruto.
Non importa. Io devo assolutamente vederlo. Devo vedere i suoi splendidi occhi azzurri, il suo viso stupendo ed i suoi capelli color del grano. Sakura mi vede già da lontano e mi blocca il passaggio: “Meglio che non vedi, Hinata. Potresti reagire male … Naruto non è messo bene.”
Ma il mio sguardo è carico di determinazione ed affermo con decisione: “Voglio vederlo, Sakura-chan. Adesso.” O il mio cuore non avrà pace. Devo vederlo, stringergli la mano e dirgli quanto sono felice che lui sia vivo. La rosa mi guarda spiazzata, lasciandomi passare.
Le barelle sono entrambe grondanti di sangue. Naruto e Sasuke hanno i vestiti strappati, l’aria distrutta e gli occhi socchiusi, spenti e stanchi. Spalanco la bocca, per poi coprirla con una mano. I miei occhi si riempiono di lacrime, mentre il mio sguardo scende verso il braccio destro di Naruto: non c’è. Non ha più un braccio.
Appena mi vede, un sorriso spento appare sul suo volto, molto stanco. La sua bocca si apre e sussurra il mio nome: “Hinata …”
Il mio cuore sobbalza, mi avvicino lentamente a lui. Sakura intanto sta radunando tutti i ninja medici ancora operativi, per aiutare i due eroi di Konoha.
Mi avvicino a Naruto, tremando. Non posso perderlo, il terrore di non averlo più accanto mi sta paralizzando. Ma lui è ancora qui e vuole me al suo fianco. Non lo deluderò.
Lasciano le barelle a terra delicatamente, mentre cercano di cicatrizzare le ferite per bloccare il flusso di sangue. Stringo dolcemente la mano sinistra di Naruto, quella ancora attaccata al suo corpo. Mi avvicino di più alle sue labbra per capire cosa ha da dirmi, mentre caccio le lacrime indietro. Sono un ninja, non posso permettermi di piangere come una donna qualsiasi. Nemmeno per l’uomo che amo con tutta l’anima. Non l’ho potuto fare nemmeno per il mio nii-san.
“S-stai … bene, Hinata ?” bisbiglia lui al mio orecchio, con le ultime forze che ha in corpo. Gli accarezzo i capelli per calmarlo ed annuisco, cercando di non piangere per non farlo preoccupare. Mi chiedo come faccia a pensare a me, quando ha appena perso un braccio…
I medici dicono che devono portarli nelle tende appena allestite per loro, per operarli. Annuisco, senza lasciare la mano di Naruto. Le ultime parole che sento dalle sue labbra sono: “Grazie … Hinata …”

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Capitolo 2
*** Funerali sotto la pioggia ... ***


Funerali sotto la pioggia ...

Guardo silenziosa la tomba del mio caro nii-san.
Abbasso il capo, con rispetto, per onorare un vero eroe. Il mio eroe. Anche Neji è stato cambiato dalla determinazione di Naruto e dalla forza dei suoi sogni. Si è legato alla sua squadra, al suo maestro, al suo villaggio, al suo clan e alla sua famiglia, anche se disastrata. Ha rinunciato all’odio, il rancore e la vendetta. Ed ha scelto di seguire la via dell’amore, della fratellanza e della pace.
Sento la presenza di Naruto dietro di me. Ma nessuno dei due proferisce alcuna parola. Non ce n’è bisogno.L’unica cosa che vorrei fare ora, se potessi, è voltarmi verso Naruto, abbracciarlo e affondare il viso nel suo petto per nascondere le mie lacrime. Tutti i ninja di Konoha sono vestiti a lutto. Ma coloro che più sentono la mancanza di Neji, sono quelli del nostro clan. In particolare, i membri della mia famiglia: mio padre, mia sorella Hanabi e me.
Il vuoto che Neji ha lasciato nei nostri cuori è incolmabile. Sapere che non farà più ritorno, che non lo rivedrò mai più per me è un dolore lancinante. I miei occhi guardano spenti quella lapide grigia, con impresso il nome di mio cugino. Lui avrebbe voluto così: una semplice cerimonia ed una umile lapide. Come era lui, semplice ed integro. Determinato e fiero.
Stringo un pugno al petto. Tremo leggermente, trattenendo il pianto. Nessuno deve vedere che piango. Nessuno sta piangendo per la morte di Neji, al suo funerale. Perché ormai, in questi ultimi tre giorni, ho pianto tutte le lacrime della mia vita e non ho nemmeno la forza di riprendere a piangere. E poi, il mio nii-san non vorrebbe.
Ricordo che, quando eravamo piccoli, mi sgridava sempre per questo. Mi dava della piagnucolona e della debole. Mi arrabbiavo molto con lui, quando mi diceva quelle parole così severe e fredde. Pensavo fosse cattivo. Ma in realtà, mio cugino lo faceva per il mio bene: sapeva che dovevo diventare più forte. E l’ho fatto. Insieme a lui, che aveva ritrovato la gioia di vivere.Tocca a me, ora, proteggere ciò che Neji ha difeso con la vita: la pace.
Tutti i ninja si mettono in fila davanti a me, mio padre ed Hanabi per farci le condoglianze. Rispondiamo con gentilezza e garbo, ma sappiamo che pochi di loro partecipano alla nostra sofferenza.
Rock Lee ha le lacrime agli occhi, mentre mi stringe la mano e biascica: “Mi … mi dispiace, Hinata-chan …” So che le sue parole sono vere. E vorrei dirgli di non sentirsi in colpa, nessuno lo deve fare. Tranne me. Sono io che, siccome ero troppo debole, ho costretto il mio nii-san a sacrificarsi per me. Sono io … la sola responsabile della sua morte. Ed il senso di colpa, in questi ultimi tre giorni di sofferenza, non mi ha lasciato un attimo di tregua: non riesco a mangiare né a dormire. Ripenso sempre agli ultimi istanti di vita di mio cugino. E l’unica consolazione che trovo in questa situazione è il ricordo agrodolce del suo ultimo sorriso, il più sereno di sempre. Un sorriso da uomo libero.
Ten Ten è di poche parole, ma so che aveva un legame speciale con Neji. Mi abbraccia fraternamente, dicendomi che, per qualunque cosa, posso rivolgermi a lei. Ma sappiamo entrambe che non c’è modo di cancellare questo dolore, questo vuoto.
Vedo Naruto avvicinarsi composto a mio padre, stringendogli la mano. Guardo il prezzo che lui ha dovuto pagare: il braccio destro. E vorrei tanto essere morta, se questo fosse servito ad evitare così tanto dolore. Se fosse servito a salvare mio cugino ed il braccio del ragazzo che amo. Quella manica a penzoloni della maglietta nera di Naruto urla lo stesso messaggio della lapide di Neji: è colpa tua, perché sei stata così debole ?
Quando Naruto si avvicina a me, nota subito che sto tremando. Vorrei dirgli che mi dispiace. Che avrei voluto proteggerlo e stare al suo fianco, come avevo promesso. Invece … non ci sono riuscita. Non sono riuscita neanche a salvare Neji. Ma Naruto legge tutto questo nel mio sguardo, anche se ho abbassato il capo per non incontrare i suoi occhi azzurri, mostrando così il mio senso di colpa opprimente. Perché anche lui lo sta vivendo: non è riuscito a proteggere i suoi compagni. Tanti altri sono morti.Tutti gli abitanti del nostro villaggio hanno esaurito le proprie lacrime: hanno perso padri, madri, fratelli, sorelle … persone care che non potranno mai tornare.
Naruto sente di non aver mantenuto la sua parola. Il suo senso di colpa è uguale al mio, ma moltiplicato per cento.
La sua mano sinistra mi alza il mento, facendo scontrare i nostri sguardi. Sobbalzo, notando che il colore dei suoi occhi, così intenso e luminoso di solito, ora è offuscato, sbiadito. Non mi dice nulla ed io non ho il coraggio di aprire bocca. Si avvicina al mio volto e mi lascia un dolce bacio sulla guancia, per cercare di consolarmi.Vorrei dirgli quanto apprezzo questo suo gesto, ma la mia lingua è incapace di proferire alcun suono. Così lo lascio scivolare via da me.
Lo vedo avvicinarsi a Sakura ed andare via con lei. So benissimo dove sono diretti. Sasuke non si è ancora ripreso, è ancora bloccato all’ospedale, mentre Naruto è uscito da lì solo ieri, appositamente per poter venire al funerale di Neji. Ci teneva molto. Kakashi-sensei, il nostro nuovo Hokage, non è riuscito a dirgli di no.
Mi chiedo se le cose tra noi potranno mai tornare come prima. La risposta la vedo coi miei occhi: lui è l’eroe di Konoha, adesso. Perché dovrebbe ancora accontentarsi di me ? E poi … ha Sakura accanto a sé. Io sono inutile.
                                                          *
Gli allenamenti sono l’unico modo che ho per distrarmi, per non pensare. Per non soffrire. Sono nel solito boschetto in cui mi andavo ad allenare da quando avevo dodici anni. Da quando Naruto mi ha spinta a migliorarmi. Ci andavo spesso con Neji, per duellare come allenamento. Le prime volte vinceva lui. Poi finivamo alla pari, stremati. L’ultima volta che siamo venuti qui insieme l’ho sconfitto per la prima volta.
Mi ricordo che si era congratulato con me e mi aveva promesso che la prossima volta non si sarebbe fatto battere. Ma nessuno di noi due poteva sapere che non ci sarebbe stata un’altra volta.
Ad un certo punto, sento il sibilare di un’arma che si avvicina velocemente. Schivo lo shuriken per un soffio. Mi domando chi sia stato, quando davanti a me piomba Naruto dall’alto, sceso da un ramo di un albero lì vicino.
“Scusa Hinata, non volevo. Mi stavo allenando con la mano sinistra e … ho sbagliato a mirare.”
Abbozza un sorrisetto imbarazzato per cercare di risollevarmi il morale. Ma nemmeno il suo sorriso ci riesce.
“Non dovresti arrampicarti sugli alberi con un braccio solo, Naruto-kun. Potresti farti male e …” Non riesco a terminare la frase. Prendo un bel respiro e cerco di calmarmi. Adesso ho il terrore di perdere anche lui.Solo ora mi accorgo che il mio tono di voce era a metà tra l’arrabbiato ed il triste, come se da un momento all’altro stessi per piangere. Infatti Naruto mi guarda interrogativo, cercando di capire perché mi sono arrabbiata tanto. Poi sorride, questa volta per davvero.
Lo guardo confusa, perché è felice ?
“Sei sempre così premurosa con me … ti preoccupi sempre per me. Scusa, non volevo farti arrabbiare.” mi dice lui, con l’aria di un bambino che si scusa con la sua mamma per una marachella.
Quindi … a lui fa piacere che io sia preoccupata per lui ? Arrossisco di botto e cerco di distogliere lo sguardo dal suo viso.
“Comunque …- continua lui, avvicinandosi a me- Sakura ha detto che presto mi daranno un braccio nuovo … non sarà come avere il mio, ma è meglio di niente.” Il sorriso scompare dal suo volto. Ripensa alla guerra, come sto facendo io. Lui si sente colpevole, perché non ha potuto salvare delle persone: loro hanno pagato con la vita, lui con solo un braccio. Io invece … ho perso Neji, il mio nii-san. Non so chi dei due stia soffrendo di più. Ma forse … forse è Naruto.
“Ti lascio finire l’allenamento … ci vediamo presto.” mi saluta lui, saltando con un balzo sul ramo da cui era venuto. Come al solito, fa sempre di testa sua e non riesce a stare fermo. Forse anche lui, come me, cerca di distrarsi sforzando al massimo il suo corpo, fino ad arrivare al limite delle proprie capacità. Mi manca già.
Avrei voluto abbracciarlo. Avrei voluto dirgli di non andarsene. Ma non l’ho fatto.
                                                         *
Questo è il secondo giorno che piove. Non sono potuta andare ad allenarmi nel bosco e non ho più visto Naruto da quel giorno. Ogni tanto vengono a trovarmi Kiba o TenTen, ma mi rendo conto di non essere molto di compagnia.
Ho mangiato solo quel giorno, il giorno in cui ho visto Naruto e abbiamo parlato. Ho pensato che lui avrebbe voluto così, mi avrebbe detto che devo essere forte se voglio continuare a combattere al suo fianco.
Ma poi … ho sentito delle voci riguardo alla partenza di Sasuke. Tutti sapevamo che sarebbe finita così, non ha nemmeno aspettato di riavere il braccio. So che c’è un solo pensiero nella testa di Naruto ora: consolare Sakura.
Adesso tutte le ragazze del villaggio non fanno che parlare dell’Eroe di Konoha, Uzumaki Naruto. Il ragazzino che prima nessuno considerava e di cui tutti avevano paura, ora è il salvatore del villaggio, acclamato e ben voluto da tutti. Un ottimo partito … soprattutto per Sakura, che gli è sempre stata vicino … più di quanto sia stato possibile a me.
Mi sento come quando ero piccola: sola e fragile. Senza nessuno che venga a consolarmi quando piango silenziosamente la notte, con mille grida di dolore imprigionate nel mio cuore, pronte ad uscire da un momento all’altro dalle mie labbra, come l’acqua di un fiume che straripa.Ma questa volta, non ci sarà Naruto a salvarmi, a mostrarmi la retta via. Devo farcela da sola, con le mie sole forze. Il corpo mi fa male.
Gli occhi ormai sono incapaci di piangere, le labbra tremolano ancora e le gambe non riescono più a reggermi. Nemmeno abbracciare la mia sorellina, l’unica a cui affidavo anche solo una parte della mia tristezza, mi riesce a calmare.
Ho bisogno di te, Neji. Perché


Angolo autrice (me):
Saalve ! Mi rendo conto che questo è un capitolo che non ha nulla di gioioso o natalizio ... ma vi dovrete accontentare. In questa storia, almeno per un po', ci sarà il dolore della perdita, di chi ha perso un fratello ...
Mi rendo perfettamente conto che, non avendolo provato in prima persona, non è lo stesso. Ma spero che voi lettori apprezziate ugualmente il mio sforzo ...
A presto e buona vigilia di Natale !
La vostra Rora-chan ! <3

 

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Capitolo 3
*** L'eredità di Neji ... ***


L'eredità di Neji ...

Non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione. Ero sempre stata convinta che Neji sarebbe morto dopo di me, essendo il più forte. O per lo meno, quando saremmo stati vecchi. Non immaginavo che invece avrei dovuto leggere il suo testamento alla mia tenera età di diciassette anni. No. Eppure eccomi qua. Lascia tutti i suoi averi al Villaggio, ogni suo risparmio, ogni soldo guadagnato duramente in missione. Non avendo altri partenti che noi, dona i suoi vestiti ai bisognosi. E poi … c’è una parte che riguarda me.
“Ad Hinata-sama, lascio i risultati delle mie ricerche sul Byakugan e la lettera allegata al testamento.” Questo è tutto ciò che mi rimane di Neji, insieme a miei ricordi su di lui. Anche il suo testamento rispetta la sua personalità: semplice, austera e spartana.
Troviamo la lettera con facilità, chiusa da un sigillo di cera blu col marchio degli Hyuga. Decido di leggerla da sola.
La apro, le dita mi tremano dall’emozione e sto per rimettermi a piangere non appena riconosco la sua scrittura.
“Cara cugina,
se stai leggendo questa lettera, vuol dire che non sono più in vita. Ti chiedo scusa, non potrò più essere al tuo fianco, Hinata-sama. Mi auguro che tu sia abbastanza forte da cavartela da sola, ma sono certo che sarà così.
Non piangere per me. Tu sei l’erede e futuro capo clan degli Hyuga, non puoi permetterti di apparire debole. Non più. So che non lo sei.
Affidati ai tuoi amici e compagni, loro sapranno aiutarti.
Ti chiedo di essere forte. Ti chiedo di essere felice. Ti chiedo di vivere anche per me. Sii i miei occhi, le mie orecchie, le mie mani ed il mio cuore. Ricordati di quando ero in vita, ricordati di me.Affido a te il futuro del nostro clan e la mia volontà di riunire la casata cadetta a quella principale. Spero vivamente che tu non debba mai leggere questa lettera, perché il mio desiderio è vincere questa guerra e salvare il nostro Villaggio. Ma soprattutto rimanere al tuo fianco per sostenerti, Hinata-sama.
La prima volta che ti incontrai, pensai che eri solo una bambina debole e inetta, che non faceva altro che piangere. Il nostro primo scontro mi sorprese molto, soprattutto perché tu avevi avuto la forza di tenermi testa. Col tempo, hai migliorato la tua tecnica sempre di più. Lo abbiamo fatto insieme e ti chiedo di continuare a farlo, per proteggere la pace e la serenità delle generazioni future e per tramandare la nostra arte oculare a coloro che verranno.
Questo non è un addio, mia cara cugina. È soltanto un arrivederci.Spero di vederti il più tardi possibile e di poterti sostenere nell’altro mondo.
Il tuo nii-san, Neji.”
Ripiego la lettera e la rimetto accuratamente nella sua busta. Riguardo la scrittura di Neji, studio nuovamente come ha scritto il mio nome con l’inchiostro blu. Mi viene da piangere, mentre ripenso a quel sorriso sereno che ho potuto vedere sul suo viso prima che morisse. Era in pace, perché affidava tutto a me. Non posso deluderlo. Ma ho paura di non farcela.
C’è un ultimo punto nel testamento, un’ultima cosa da fare. Neji ha chiesto che fossi io a farlo. Anche se mi costa molto, lo farò. Farei questo ed altro per te, nii-san. Puoi contare su di me. Sarò forte. Ci metterò tutta me stessa. La Hinata che scappava difronte ai pericoli, all’ignoto e alle proprie paure non c’è più, non posso permettermi di essere ancora la timidissima ragazza di un tempo. Quindi … imparerò ad affrontare le mie paure e le mie debolezze per te, nii-san. 
                                                                                                                             *
Busso timidamente a quella porte che ho sempre scrutato di nascosto, arrossendo. Aspetto pazientemente che venga ad aprirmi, mentre mi rigiro le mani nervosa. Mi chiedo da dove troverò il coraggio di parlargli. Finalmente, la porta si apre. Naruto mi guarda sorpreso: “Ciao, Hinata … ma … cosa ci fai qui ? Hai bisogno di qualcosa ?”
Guardo con la coda dell’occhio la manica destra a penzoloni e mi sento morire. Alzo lentamente lo sguardo fino ad incontrare i suoi occhi azzurri come il cielo. Mi faccio coraggio e dico: “N-Naruto-kun … scusa per il disturbo, ma ho un messaggio urgente per te … da Neji. Mi ha chiesto nel suo testamento di dirti queste parole… - lui sgrana gli occhi, incredulo, e presta maggior attenzione a ciò che ho da dirgli- «Grazie, Naruto Uzumaki. Grazie per avermi fatto capire cos’è veramente la libertà. Ho imparato per merito tuo ad apprezzare i miei compagni e non a trattarli come se fossero inferiori a me. Ho imparato che persino un genio come me ha ancora molto da imparare. Mi hai insegnato qualcosa che faticavo a vedere, nonostante i miei occhi da Hyuga. Lo stesso vale per … Hinata-sama. Lei ti stima e ti ammira molto. Ti prego di prendertene cura in mia assenza.»” Ritorniamo entrambi alle ultime parole del mio nii-san: in punto di morte, ha chiesto a Naruto di occuparsi di me. E aveva in mente di affidarmi a lui già da prima. I miei occhi iniziano a gonfiarsi di lacrime, ma le ricaccio subito indietro. Ho promesso al mio nii-san che non avrei mai più pianto come una bambina debole. È arrivato il momento per me di essere forte e di prendermi carico della volontà di Neji.
Naruto rimane senza parole, a bocca aperta. I miei occhi incontrano nuovamente i suoi, per cercare una qualche risposta. Ma nulla esce dalle sue labbra. Si avvicina lentamente a me, col capo chino. Ad un passo da me, si inginocchia a terra, stringendo le dita della mano che gli è rimasta: “Hinata … Naruto Uzumaki mantiene sempre la sua parola … questo è il mio credo ninja. Ho fatto una promessa a Neji e la manterrò.- sobbalzo, sorpresa dalla fermezza delle sue parole- Quindi … permettimi di partire. Domani mi impianteranno il nuovo braccio destro, ma ho bisogno di un duro allenamento per riprendere tutte le facoltà del mio vecchio braccio e tornare forte come ero prima. In queste condizioni, non ti servirei a niente.”
Alza il viso per incontrare il mio e continua: “Sono costretto a chiederti di aspettarmi ancora una volta, Hinata. Mi dispiace.”
Mi avvicino lentamente a lui, gli prendo il viso con entrambe le mani e gli lascio un delicato bacio sulla fronte. Vorrei stringerlo a me, chiedendogli di non partire, perché a me basta che lui mi stia vicino. Ma sarebbe un atto molto egoista da parte mia. Naruto è un ninja e senza il suo braccio destro, lo è solo per metà.
Sussurro dolcemente: “Torna presto allora, Naruto-kun.” Lui mi sorride, come faceva sempre una volta. Anche sulle mie labbra pallide e sconvolte dal pianto spunta un leggero sorriso, una increspatura. Solo lui può riuscire a farmi sorridere così. Solo lui può compiere un miracolo del genere.
                                                                                                                                  *
Il giorno della operazione di Naruto, sono molto in ansia ed in apprensione. Soprattutto perché non posso fare nulla, nemmeno assistere Tsunade-sama e Sakura durante l’operazione. E mi imbarazza troppo l’idea di essere l’unica ad aspettarlo fuori dalla sala operatoria.
Ma alla fine, cedo e deciso di non preoccuparmi di cosa penserà la gente vedendomi là, ad aspettare Naruto.
Entrata all’ospedale, non devo nemmeno chiedere al centralino dove si trovava Naruto. Me lo aveva detto Sakura giorni prima, consigliandomi caldamente di venire. “Sono certa che Naruto apprezzerebbe molto … e poi lo hai già visto nel suo stato peggiore, dopo l’intervento sarà solo un po’ spossato e con un braccio nuovo tutto fasciato.” le aveva assicurato la rosa, con fare professionale.
Mi siedo in una delle sedie d’ospedale davanti alla stanza 301, dove l’operazione era iniziata quella mattina presto. Sakura mi aveva anche detto che ci sarebbero volute molte ore, quindi sarebbe stato meglio presentarmi all’ospedale per le 17, l’intervento sarebbe finito intorno a quell’ora.Ma io non ce la facevo più ad aspettare a casa, con le mani in mano. I miei occhi fissano la porta chiusa della stanza. Voglio entrare lì ad ogni costo, voglio stringere la mano a Naruto per tutto il tempo. Ma ovviamente non mi è permesso, quella era una operazione delicata, avrei interferito col lavoro di Sakura-chan e di Tsunade-sama.
Così avevo deciso di presentarmi lì un’ora prima, esasperata dalla attesa. Sento un urlo acuto e riconosco subito la voce di Naruto. Mi alzo di scatto e vado dritta davanti alla porta. Stavo quasi per spalancarla per correre da lui, ma mi trattengo non appena mi accorgo che le urla sono finite.
Mi chiedo quanto questa operazione sia dolorosa per lui. Mi mordo il labbro dalla frustrazione e mi rimetto seduta al mio posto, aspettando. Davanti a me passa una gentile infermiere, che mi chieda se voglio del tè caldo o qualsiasi altra cosa. Avrei anche accettato, ma il mio stomaco è in subbuglio. Non mangiavo da giorni e non ne avevo voglia. Bevo e mi alleno quando c’è bel tempo. Quando piove resto dentro casa, non mi va di vedere gente.Ho solo bisogno di stare da sola. Se non fosse stato per la visita inaspettata di Sakura a casa mia, non sarei andata nemmeno qui. Ma, come sempre, per Naruto farei follie.
L’orologio a muro ticchetta costantemente. Desidero ardentemente che Naruto esca da lì al più presto. Voglio vedere il suo viso, anche se provato. Voglio vedere le sue mani, anche se una non è propriamente sua. Voglio sapere se è andato tutto bene, così Naruto torneà quello di prima presto.
Il suo più grande desiderio è quello di diventare Hokage, senza un braccio non ci riuscirà mai.Me ne sto col capo chino a guardarmi le ginocchia, sull’orlo di una crisi di nervi. Finalmente la porta si apre, non ci posso credere.Mi alzo subito, pronta ad andare incontro al mio Naruto. Dalla stanza esce Tsunade-sama, che mi guarda leggermente sorpresa. Mi sorride ed esclama con tono quasi seccato: “Operazione riuscita. E chi lo ammazza questo scemo, sembra indistruttibile.”
I miei occhi si riempiono di lacrime, ancora una volta. Le tocco sorpresa, credevo che non sarei mai più stata capace di piangere di gioia. Sorrido come non facevo da giorni, ringraziando Tsunade-sama.
Poi esce Sakura, che porta dietro di sé una candida barella. Appena mi vede, alza il pollice e mi fa segno di fare silenzio.Mi indica la barella. Mi avvicino piano e vedo il volto addormentato di Naruto, a causa della anestesia totale. È bellissimo, coi capelli tutti scompigliati sul candido cuscino ed il petto che si alza ed abbassa, muovendo la copertina verde che lo copre.
Vorrei baciarlo. Dirgli grazie, grazie per essere vivo. Ed infine urlargli che non mi importa nulla se ha un braccio solo, io lo amo e lo rispetto ugualmente. E voglio essere io a proteggerlo, perché amo vederlo vivo.Ma non faccio nulla di tutto ciò e lascio che Sakura e Tsunade-sama lo portino nella sua stanza. Rimango lì, in piedi, per diversi minuti, sorridendo come una scema.
Possibile che mi bastai vedere il viso di Naruto, sapere che è vivo, per essere felice ? Ridacchio tra me e me, pensando alla stupida quanto ovvia risposta.
Sì.
                                                                                                          *
Da quel giorno, vado a trovare Naruto ogni giorno. Ho paura di essere invadente, ma non posso farne a meno.
Chiedo a Sakura di farmi entrare anche se lui sta dormendo. Non voglio necessariamente parlare con lui. Mi basta assicurarmi, ogni singolo giorno, che lui sta bene. Che lui è vivo. Accanto a me. Che, almeno per adesso, lui non ha intenzione di andarsene e non se ne andrà da questo mondo.
Mi chiedo come farò quando lui e Sakura-chan, insieme a Tsunade-sama, partiranno per l’addestramento. Tsunade-sama è la persona più adatta per aiutare Naruto a riprendere il pieno possesso del braccio destro. Chissà quanti mesi ci metteranno … se non anni. Quel giorno, mentre penso a tutto questo, entro nella camera distrattamente, senza bussare. Ormai mi sono abituata, è un gesto meccanico, e nella maggior parte dei casi Naruto dorme.
Ma ciò che vedo mi lascia impietrita, ferma all’ingresso della camera. Naruto è sveglio, seduto sul suo letto. Accanto a lui, c’è Sakura. Parlano tranquillamente. E si tengono per mano. Le loro dita sono intrecciate, la mano destra di Naruto ancora fasciata con quella di Sakura. Sono vicinissimi e si guardano languidamente negli occhi.
Mi ritrovo incapace di compiere qualsiasi gesto, penso solo che non devo assolutamente svenire. Che devo andarmene al più presto. E che non devo scordarmi di respirare.
Respira.       
In quel momento, Sakura si gira verso di me. I nostri sguardi si incontrano. Quel contatto visivo mi fa riprendere il controllo del mio corpo: inizio a correre alla cieca per i corridoi dell’ospedale, diretta all’uscita.
                                                                                                                                               *
Il giorno dopo, torno ugualmente all’ospedale per trovare Naruto. Mi dico che era l’ultima volta che lo avrei fatto. Che dovrò dirgli che lo lascio libero, che non deve più proteggermi come aveva promesso a Neji. Che, se Sakura lo rende felice, può benissimo stare con lei.  Eppure so benissimo che non avrò mai il coraggio di farlo: ormai Naruto è la mia unica felicità. L’unica persona che riece a strapparmi un sorriso, a squarciare le ombre che ogni giorno mi circondano, soffocandomi. L’unico che riesce a mostrarmi la bellezza del sole, che splende ogni giorno ugualmente.
Busso timidamente alla porta della stanza, aspettandomi di sentire la voce di Sakura rispondermi. “Sei tu, Hinata ?”
Sobbalzo, rimanendo ferma davanti alla porta ancora chiusa. Era la sua voce, la voce di Naruto. Mi è mancata da morire, solo ora me ne accorgo. Non rispondo. Mi immagino il suo sorriso, mentre mi dice dall’altra parte della porta: “Entra pure, Hinata.”
Espiro, facendomi coraggio, ed apro la porta timidamente.Naruto se ne sta seduto a gambe incrociate sul letto sfatto, le lenzuola bianche tutte attorcigliate. Ha addosso un pigiama bianco a pallini arancioni, ma lo trovo ugualmente stupendo. Lui mi sorride, invitandomi ad avvicinarmi. Intanto, Sakura sta alzando le tapparelle della finestra, per far entrare un po’ di luce solare.
“Vi lascio soli … mi raccomando, non fare casini in mia assenza, Naruto.” dice lei, uscendo fuori dalla camera. Naruto si limita a sorriderle.Sento il rumore della porta che si chiude dietro alla rosa, poi il silenzio assoluto cala nella camera. Non so cosa dire. Mi ero chiesta, qualche volta, cosa avrei detto. Ma non avevo trovato nulla di adatto. Perché avrei soltanto voluto urlargli che lo amavo.
Il sorriso di Naruto è sereno, vero. Mette una mano accanto a sé, facendomi capire che vuole che mi sieda al suo fianco. Lo faccio, mentre lui si sistema coi piedi scalzi sul bordo del letto e le ginocchia strette al petto. “Come stai, Hinata ? Ti vedo un po’ dimagrita, l’ultima volta che ci siamo visti stavi meglio …” inizia a dire Naruto, per rompere il ghiaccio. Apro la bocca, cercando di dire qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma non ne usce nulla. Lui non ci fa caso e riprende a parlare tranquillo: “Sakura mi ha detto che sei venuta spesso a trovarmi, trovandomi sempre che dormivo … scusa per averci messo tanto a svegliarmi, sono sempre il solito pigrone.” Doveva essere una battuta, ma non ha l’effetto sperato. Mi rabbuio, pensando a cosa avevo visto il giorno prima.
Mi chiedo, per l’ennesima volta, che cosa faccio qua ? Perché ci sono tornata ? Naruto nota subito il mio cambio di umore: “Ieri potevi benissimo rimanere. Io e Sakura-chan ci siamo rimasti mali. Sai, fare fisioterapia da soli è noioso … con te e Sakura-chan mi sarei divertito almeno un po’.” Sgrano gli occhi. Fisioterapia. Stavano facendo fisioterapia. Avevo frainteso tutto … oppure no ? Il dubbio, nonostante mi fidi delle sue parole, non mi lascia. Rimango sempre quella insicura. Ed sono pur sempre la seconda scelta, la prima era e sarebbe sempre stata Sakura.
Naruto sbuffa: “Uff, non vedo l’ora di uscire da qua … anche se dovrò partire per il Villaggio della Sabbia. Farò lì il mio allenamento, Tsunade-sama ha detto che il clima di là è perfetto per … non ho ben capito cosa. Dovrò restare là per un annetto o due.” Sobbalzo a quella notizia. Devo rimanere senza di lui per così tanto tempo ? Come farò ? Il panico si impossessa di me, non voglio se ne vada per così tanto tempo. Alzo il capo, incontrando i suoi stupendi occhi azzurri. Chiudo gli occhi di scatto e lo bacio. Non so come, ma lo faccio, l’istinto è più forte della mia ragione. Sto per staccarmi dalle sue labbra, dato che non sento alcuna risposta da parte di Naruto.
Ma lui è più rapido di me: mi prese per un braccio e mi tirò a sé, mentre approfondisce il bacio. Uno strano calore attraversa tutto il mio corpo. Sento la lingua di Naruto disegnare sulle mie labbra piccoli cerchietti, chiedendo accesso alla mia bocca. Non glielo nego.
Il bacio si fa più passionale, tanto che devo aggrapparmi alla sua schiena per non essere travolta da quella tempesta di sentimenti che mi sta travolgendo.Poi sento l’altra mano di Naruto andare a posarsi sul mio fianco. È caldissima. O forse sono io che sto andando a fuoco. Mi avvicina ancora di più a sé, annullando completamente la distanza tra noi.Sento ogni suo muscolo contro i miei, il mio seno schiacciato contro il suo petto ed il suo respiro si mischiato al mio nelle nostre bocche.
Ci stacchiamo per riprendere fiato, accaldati e rossi in volto. Abbiamo entrambi il fiatone ed il cuore a mille.
Lui mi sorride, ansimando: “Uh … wow … non ricordavo che i nostri baci fossero così … sapevo che mi toglievano il fiato, ma … era da troppo tempo che non lo facevamo. Hinata …”
Incontro i suoi occhi azzurri, liquidi. Arrossisco. Lui sorride intenerito e mi porge la sua mano. La prendo, facendo intrecciare le nostre dita. Lui alza le nostre mani intrecciate fino alla bocca e bacia il mio palmo, con una delicatezza pari alla carezza di un petalo.
Avvicina poi le labbra al mio orecchio e mi sussurra: “Scusa per averti fatto preoccupare …” Scuoto la testa. Che stupido. Lo abbraccio di slancio, cercando di non fargli male. Restiamo abbracciati per minuti che mi sembrano interminabili. Ma vorrei rimanere per sempre tra le sue braccia. Nascondo un piccolo sorriso, affondando il viso nel suo petto.
Ti amo, Naruto … ti amo.                                           




Angolo autrice (me):
Spero che il nuovo capitolo sia di vostro gradimente ... non so nemmeno io come ho fatto a trovare il tempo di scriverlo e pubblicarlo, nonostante gli esami.
Spero anche che non sia troppo breve ... in caso contrario, perdonatemi e compatitemi XD
Mi scuso anche con coloro che hanno recensito precedentemente e non hanno ancora ricevuto risposta ... provvederò al più presto, promesso v.v
Detto ciò, il prossimo capitolo sraà molto riflessivo.
Non so ancora se deciderò di seguire la trama di The Last (che non ho ancora visto) o lasciar perdere e lavorare con la mia fantasia ... voi cosa preferireste ? Fatemi sapere, prometto di rispondere in tempo umano XD
A prestoo !
La vostra Rora-chan ! <£

 

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Capitolo 4
*** Si riparte per una nuova avventura ! ***


Si riparte per una nuova avventura!   

P.O.V - Naruto
“Sei pronto, Naruto ?”mi chiede Sakura. Ma io non la guardo e non rispondo subito. Sono davanti all’uscita del villaggio e mi guardo ancora alle spalle. Aspetto che arrivi lei, a salutarmi.Lo hanno fatto tutti: Iruka-sensei, Kakashi-sensei, Shikamaru, Ino, Choji, Kiba, Ten Ten, Rock Lee. Tutti quanti. Tranne lei. Mi chiedo perché.
Con lo sguardo ispeziono ogni anfratto alla ricerca di lei: magari si è nascosta dietro ad un muro o ad un palo, come faceva sempre. Oppure sta venendo adesso, anche se in ritardo.
“NARUTOOO !”strilla Sakura, dandomi un violento pugno in testa, che mi fa urlare di dolore. “Ahia ! Ma insomma, Sakura-chan … !”Lei mi fa un broncio arrabbiato e continua a sgridarmi: “Muoviti, non abbiamo tutto il giorno ! Dobbiamo arrivare al Villaggio della Sabbia !”
“Ma-“ cerco di dire, venendo subito interrotto dalla voce della nonna Tsunade: “Basta, Naruto. È inutile aspettare ancora … non verrà.”La guardo, cercando di capire come faccia a saperlo. Come fa a sapere che Hinata non verrà ? Coma fa a sapere che sto aspettando proprio lei ?                                                                                     Abbasso il capo per trattenere la rabbia e la frustrazione. Non capisco … perché Hinata non viene a salutarmi ? Dopo, non ci vedremo per ben due anni …
Faccio un sospiro rassegnato, mi sistemo lo zaino in spalla e riprendo il mio solito sorriso spavaldo. “Ok … allora partiamo !”esclamo con finto entusiasmo, alzando un pugno al cielo.
La verità però è che questa partenza è una tra le più dolorose che ho dovuto fare. Volevo vederla un’ultima volta. Ma evidentemente per lei vedermi andare via deve essere un dolore troppo grande. Eppure non è la prima volta che parto … e, a pensarci bene, anche le altre volte Hinata non mi ha salutato prima della partenza. Ma allora non ci badavo.Ora la cosa mi ferisce. Cerco di non pensarci e mi incammino verso il Villaggio della Sabbia, spero di incontrare presto il mio amico Gaara. Ma soprattutto, non vedo l’ora di tornare a casa ancora più forte di adesso. Non vedo l’ora di riabbracciare la mia Hinata, con tutta la forza che questo nuovo braccio avrà.
                                                        *
P.O.V- Hinata
Non riesco a staccare lo sguardo dalla sagoma arancione di Naruto, che si allontana sempre di più da Konoha. Si allontana sempre più da me.  Guardo la partenza del mio amore dall’alto dell’appartamento di Kiba. Non ci venivo da un sacco di tempo.
Akamaru scodinzola allegramente accanto a me e strofina il capo sulla mia mano per essere accarezzato. Lo accontento, senza però distogliere lo sguardo da Naruto. Questa sarà l’ultima volta che lo vedo per i prossimi due anni. Non ho avuto il coraggio di dirgli: “Arrivederci."
Fa troppo male, soprattutto ora che Neji non c’è più. Mi sento abbandonata da lui, tradita. Anche se so che non è così.
Una parte di me teme che due anni di lontananza possano cambiare Naruto, cambiare i suoi attuali sentimenti per me. Magari, una volta tornato, avrà una fidanzata, forse una ninja della Sabbia oppure … Sakura.
Il pensiero mi ferisce profondamente. Allungo la mano libera verso il vetro, toccandolo. Vorrei poter spiccare il volo verso Naruto, tuffarmi tra le sue braccia e supplicarlo di rimanere, per amarla ogni giorno.Sento Kiba sospirare e prendere una sedia. La fa strisciare sul pavimento, finché non la posiziona al mio fianco. Si siede e mi chiede: “Sei sicura che vada bene così, Hinata ?”
Annuisco: “Sì … va bene così.” Ormai non posso più vedere le spalli forte di Naruto. Ma solo il sole che sorge all’orizzonte.
Decido quindi di staccare lo sguardo dalla finestra. Guardo il volto di Kiba, preoccupato per me. Accenno un sorriso, è il meglio che posso fare ora. Ed il mio amico lo sa.
“Grazie, Kiba.”gli dico dolcemente. È non lo sto ringraziando solo per il fatto che mi ha fatta entrare nel suo appartamento solo per spiare Naruto da lontano. Lo sto ringraziando per tutto quello che ha fatto e che fa ancora per me. Lo ringrazio di essere mio amico, il mio migliore amico.Kiba scopre i canini e risponde: “Figurati, Hinata. Su di me potrai sempre contare … e se quel bastardo si azzarda a far tardi, trascinerò il suo culo qui da te. Dovessi andare fino in capo al mondo per trovarlo !”
Anche questa volta, Kiba tenta di farmi scappare una risata o almeno un sorriso vero. L’unica cosa che riesce ad ottenere, però, è un mio piccolo sorriso. Ancora velato dalla malinconia. Ancora velato dalla perdita.Kiba si alza dalla sedia, si massaggia il collo spossato e mi chiede se ho voglia di rimanere per fare colazione insieme. Cerco di declinare l’offerta, ben sapendo che Kiba cucina da cani. E non voglio che il mio primo pasto dopo quattro giorni sia bistecca poco cotta, come piace a Kiba. Il problema è che è troppo al sangue, per non dire cruda.
Il mio amico però non ne vuole sapere, insiste talmente tanto che sono costretta ad accettare. “Resto, ma in cambio permettimi di cucinare … ok ?”gli chiedo, sperando che non capisca il perché di questa mia richiesta. “Mmmh … va bene, se proprio insisti …” mi concede lui felice, lasciandomi mano ai fornelli.
Dopo circa venti minuti, ho terminato di preparare la colazione: tè, caffè, latte e brioches alla marmellata di ciliegie appena sfornate. Kiba, dopo aver ringraziato, mangia tutto con molto appetito. Non smette un attimo di lodare la mia cucina, tra un boccone e l’altro.La felicità con cui mangia mi spingono a fare lo stesso, anche se con meno foga. Finisco il mio tè e due brioches senza accorgermene nemmeno. Il mio corpo aveva decisamente fame, il mio stomaco reclamava a gran voce per essere riempito.
Forse ho trovato un modo per non deprimermi e affamarmi più: stare in compagnia, il più spesso possibile. Soprattutto durante i pasti.A casa mia, quando ci sediamo a tavola per mangiare, nessuno parla. Regna il silenzio, ora più che mai. Siamo ancora tutti a lutto.Hanabi e mio padre riescono a mangiare ugualmente, mentre io, dopo il primo boccone, sento già la nausea salire e non riesco a far altro se non alzarmi in silenzio e lasciare la tavola. Non so perché, ma è così.
Mi sono spesso chiesta perché sia solo io ad avere questo rifiuto per il cibo. Penso sia a causa di ciò che ho visto in guerra, d’altronde sono l’unica che ha assistito all’ultimo respiro del mio nii-san.
Chiedo a Kiba se ha notizie degli altri, non li vedo da un sacco di tempo. Anche se la colpa è unicamente mia.Lui ingoia l’ultimo pezzo di brioches ed inizia a raccontarmi tutto quello che mi sono persa: l’ufficiale fidanzamento tra Shikamaru e Temari, le uscite da coppietta di Ino e Sai e l’apertura del negozio d’armi di Ten Ten.Mi rendo conto di essermi persa un sacco di avvenimenti. Vorrei essere accanto a Ino per sentire i suoi racconti sulle uscite con Sai. Vorrei aiutare Ten Ten con il suo negozio, che è in fase di allestimento.
Decido che è venuto il momento di uscire dal mio nascondiglio e di fare ciò che Neji mi ha consigliato: farmi aiutare dai miei amici. E sostenerli. Perché Neji ha dato la vita per loro. Ed io rispetterò la sua volontà, li proteggerò tutti ogni giorno, aiutandoli e standogli accanto.
                                                             *
“Oh Hinataa ! Devo raccontarti cosa è successo ieri sera ! – esclama Ino, non appena mi presento, come ormai ogni giorno, al suo negozio di fiori per prendere un girasole per Neji- Ah, è stato così romantico ! Sai mi ha portata al ristorante e bla bla bla …”
Dopo pochi minuti perdo il filo del suo fiume di parole. Ino parla alla velocità della luce ed io sono rimasta la sua unica confidente, visto che Ten Ten è troppo occupata con il suo negozio e Sakura è al Villaggio della Sabbia con Naruto e Tsunade-sama. Ormai è passato un anno dalla loro partenza.
Fingo di ascoltare tutto il racconto di Ino, chiedendole particolari solo sulle cose che mi colpiscono, in modo da non farle capire che non sto seguendo proprio tutto. Devo dire che lei e Sai hanno fatto progressi, non avrei mai detto che due personalità così diverse si sarebbero trovate d’accordo.Ma sono entrambi felici, questo è quello che conta. Guardo le lancette dell’orologio andare avanti inesorabili. Finalmente Ino finisce il suo racconto, soddisfatta del resoconto. Le faccio i miei auguri, compro il girasole e vado dritta al cimitero a salutare il mio nii-san.
Nonostante sia passato più di un anno, la sua mancanza si sente ugualmente. Mi fa piacere andare a trovarlo spesso, mi fa sentire più vicina a lui. Gli racconto cosa mi è successo il giorno prima e mi immagino le reazioni di Neji: stupito per l’imminente matrimonio di quel fannullone di Shikamaru, sconvolto per la relazione che si è creata tra Ino e Sai ed in pensiero per la sua Ten Ten.Mi aveva confidato di provare una forte “simpatia” per la sua compagna di squadra, ma che non se la sentiva ancora di chiederle di uscire. Penso sia un peccato, perché Ten Ten non aspettava altro …
Ancora adesso, non riesce a dimenticare mio cugino e lo cerca in ogni suo spasimante, non riuscendo a trovarlo. Il suo cuore appartiene ancora a Neji. Col tempo, forse, riuscirà ad innamorarsi di un altro. Mi chiedo cosa stia facendo Naruto. Mi chiedo se non si sia già innamorato di un’altra.Sistemo un ciuffo dei miei capelli corvini dietro l’orecchio e sospiro. Non ci devo pensare. Chiudo gli occhi, prendendo un gran respiro. Rivedo, frugando tra i miei ricordi, il sorriso radioso e pieno di energia di Naruto ed istintivamente sorrido anche io.
Naruto è bello come il sole. Ancora adesso, il suo solo pensiero mi scalda il cuore. Ci spero ancora. Spero ancora che torni da me, che decida di amarmi per sempre come io amo e amerò lui.
Me lo ha promesso. E lui mantiene sempre le sue promesse.
                                                          *
P.OV. – Naruto.
Guardo ancora confuso quella lettera sbucata da chissà dove e mi chiedo come possa essere finita nella mia camera. Probabilmente da sotto la porta, visto che non è molto lontana da essa.La studio, girandomela tra le mani e cercando il mittente o per lo meno il destinatario. Trovo scritto solo: “Per Naruto”. Sembra una scrittura molto femminile. Mi chiedo chi l’abbia scritta.Sakura-chan ? No, non è la sua scrittura. A dire il vero, non conosco assolutamente questa scrittura. Mai vista prima, ma mi sembra fin troppo elegante per essere di un maschio.
Decido di aprirla, visto che è per me. Arrossisco e sgrano gli occhi imbarazzato e sorpreso non appena capisco che è una dichiarazione d’amore da parte della nuova ninja medico che mi aiuta spesso con la fisioterapia insieme a Sakura. È una tirocinante, avrà all’incirca cinque anni in meno di me.
Devo dire che è la prima volta che ricevo una lettera del genere. La prima dichiarazione d’amore che ho ricevuto è stata … quella di Hinata. Faccio un sorriso amaro e malinconico, ripensando a lei.Soprattutto allo scontro con Pain. Avrei potuto perdere persino lei. Solo il pensiero mi manda una scarica di brividi lungo la colonna vertebrale e sto per mettermi a piangere. Faccio un respiro profondo per calmarmi.Sento bussare alla porta. “Avanti …” biascico, mentre apro un cassetto a caso del comodino per nascondere la lettera. Perché so bene chi sta entrando.
Sakura-chan varca la soglia della mia camera. Non dice una parola, nemmeno “buongiorno”. Tra le mani tremanti, stringe con forza una lettera. Mi chiedo perché sia così arrabbiata, ma soprattutto perché è venuta in camera mia così. Vuole darmi la colpa ?
Subito mi metto sulla difensiva: “S-Sakura-chan, guarda che io non c’entro niente e-“
“Lo so.” mi interrompe lei, bruscamente. La faccio sedere sul mio letto e mi metto accanto a lei. Delle lacrime silenziose escono dai suoi occhi smeraldini. Era da tantissimo tempo che non vedevo Sakura piangere. Solitamente succede … per colpa di Sasuke.Sakura alza la lettera e me la porge, dicendomi pacatamente: “Questa è di Sasuke.”
Sobbalzo, è raro che Sasuke scriva. Solitamente lo fa ogni tre mesi circa e le sue lettere sono asettiche, fredde e sono più un resoconto dei suoi viaggi che altro.Guardo Sakura, chiedendole tacitamente se posso aprirla. Lei annuisce, incrociando le braccia. Apro delicatamente la busta ed inizio a leggere. Come al solito, sembra un diario di bordo più che una lettera alla propria ragazza. Sakura mi indica con un dito tremante la fine della lettera.
“Sakura, mi manchi. Spero che questo viaggio riesca a rendermi l’uomo che meriti.
Sasuke Uchiha.”
“Wow … è la cosa più vicina ad una dichiarazione d’affetto che Sasuke abbia mai fatto. Dovresti esserne felice … perché invece sei furiosa ?”dico tranquillo, riconsegnandole la busta. Sakura digrigna i denti e sibila: “Ha scritto che gli manco. Se gli manco così tanto, perché non torna da me ? Cos’è questa cazzata di voler essere un uomo migliore per me ? Io ho solo bisogno di lui, non mi importa se l’intero villaggio pensa che sia un traditore. Potrebbe odiarlo anche l’intero pianeta, io lo amerei ugualmente. Perché non torna da me ? Io lo amo così com’è, non mi importa niente del suo passato …”
Sakura sta per piangere ancora, di rabbia e frustrazione. Si sente abbandonata dall’uomo che ama. Mi chiedo se anche Hinata si sente così, per colpa mia. Non le ho scritto nemmeno una volta. Perché avevo paura che, una volta ricevuta la risposta, sarei corso da lei. Ma così non avrei mai terminato l’allenamento.
Forse è per questo che il teme non vuole che Sakura-chan gli mandi una risposta. Perché forse anche lui non resisterebbe.Sospiro, che situazione ! Mi massaggio la nuca, cercando le parole giuste per calmare Sakura: “Senti …  io lo capisco. Lo fa per il tuo bene. Non devi arrabbiarti per questo, lui tornerà sicuramente. Devi solo … pazientare ed avere fiducia in lui.”
Sakura singhiozza: “Quanto tempo dovrò aspettare ancora ?! Se ne è andato più di un anno fa ! Quando si deciderà a tornare ? Sono stanca di aspettare così … lui … mi manca terribilmente, mi sento così … !”
Stringe un pugno e digrigna i denti. Mi avvicino lentamente per abbracciarla e cercare di tranquillizzarla, ma mi blocco di colpo: Sakura ha colpito con tale forza il muro alla sua destra da creare un buco che comunica con la camera accanto. Rimango pietrificato al mio posto, pregando che non si sfoghi anche su di me.Ansima pesantemente, cercando di riprendere il controllo.Stacca il pugno dalla crepa del muro e abbassa il capo. Sospira affranta. Decido di cambiare argomento, per distrarla: “Sakura-chan … credo di aver ricevuto una lettera … una dichiarazione da parte di Mizuko-chan, la tua stagista …”
Sakura mi guarda confusa, credo non riesca a crederci. Continuo, imbarazzato: “Come posso fare per respingerla delicatamente ? Non voglio ferire i suoi sentimenti, ma … io non provo nient’altro che amicizia per lei e …”
Un pugno di Sakura mi colpisce in pieno volto, mentre lei inizia a sbraitare: “Ma sei scemo ?! Sei il solito egocentrico ! Non sono la tua tata, non sono qui per farti da balia … agisci da uomo e diglielo. Sii onesto con te stesso e con lei, ma non fare il fifone ! Diglielo in faccia e basta !”
Esce dalla stanza, sbattendo la porta dietro di sé con forza. Sempre la solita violenta.
                                                           * 
Ricordo che da piccolo avevo già assistito a scene del genere. Ma non ne ero mai stato protagonista.Solitamente era Sasuke che, col suo solito modo da stronzo, scaricava le ragazzine che si confessavano a lui. Ma non era mai capitato a me.Non so nemmeno come sono riuscito a dirglielo, è stato davvero strano. Ma Mizuko-chan ha pianto. Poco ma lo ha fatto, ho dovuto chiarirle bene la situazione.
Mi ha chiesto se ho un’altra, se sono innamorato di un’altra ragazza. Non ho saputo rispondere, ho semplicemente cambiato argomento. Perché nemmeno io so se ho davvero una ragazza. Ormai è da un anno che non vedo Hinata.
Magari ha trovato un altro. Magari ora si sono fidanzati e si stanno per sposare. Ho sentito delle imminenti nozze di Shikamaru, non lo avrei mai detto. Probabilmente Hiashi ha trovato un valido candidato. Ed Hinata non mi ama più. Eppure, non smetto di sperarci.Spero ancora che lei mi stia aspettando, come ha fatto fino ad ora. In tutti questi anni, lei mi ha sempre aspettato. Quando si stancherà di farlo ? Spero mai. Perché voglio tornare da lei. Forse … forse la amo davvero. Guardo ancora il soffitto bianco, sdraiato sul letto della mia camera. Per la prima volta, ho paura di tornare a Konoha. Ho paura di vedere tutti questi cambiamenti, lo scorrere degli eventi senza che io ne faccia parte ed i miei amici cambiati senza che io sia cambiato insieme a loro.
Vorrei che, al mio ritorno, tutto sia esattamente com’era quando avevo lasciato il villaggio. Faccio un sorriso amaro, spostandomi una ciocca di capelli dal viso. Che egoista …
Mi alzo dal letto con un balzo e vado a cercare Sakura-chan. Busso alla porta della sua stanza, lei mi fa entrare. La vedo tutta ingobbita davanti ad una montagna di libri, intenta a leggere un tomo di anatomia.
Alza lo sguardo un attimo e mi chiede: “Cosa c’è, Naruto ?”
Io le sorrido e ridacchiando le chiedo: “Mi taglieresti i capelli, Sakura-chan ? Stanno diventando davvero troppo lunghi … mi danno fastidio.”
Lei mi guarda confusa, non glielo avevo mai chiesto. Non so nemmeno io perché l’ho fatto. Ma ho avuto voglia di cambiare. Sorrido imbarazzato come un bambino e dico: “Quando tornerò a Konoha … voglio essere diverso dal solito Naruto.”
Voglio far parte anche io del fluire del tempo. Anche se questo è un capriccio infantile, ma direi che mi si addice. Sakura sbuffa, ancora poco convinta, ma credo abbia capito il perché di questa mia richiesta così improvvisa. Prende un paio di forbici dal suo astuccio, non sono propriamente adatte a questo lavoro.Ma i miei capelli si lasciano ugualmente tagliare dai colpi rapidi e decisi della mia amica, cadendo in fili d’oro sul pavimento della stanza.Appena Sakura finisce, mi guardo allo specchio, più per curiosità che per vanità. Me li ha tagliati un sacco, non sembro più io. Ma era quello che volevo, in più al Villaggio della Sabbia fa sempre un gran caldo. Saranno comodi.Sorrido al mio riflesso, soddisfatto del cambiamento radicale.
Non li avevo mai avuti così corti. Ringrazio Sakura, che intanto ha già preso una scopa per pulire il pavimento dai miei capelli tagliati alla meno peggio. Lei alza un sopracciglio e mi chiede: “Ti piacciono davvero ? Questa è la prima volta che taglio i capelli a qualcuno che non sono io … e devo dire che sono venuti uno schifo. Non riuscivo a farli della stessa lunghezza, così ho dovuto tagliarli tantissimo … sicuro che vada bene ? "
Sorrido come al solito ed esclamo: “Certo, Sakura-chan ! Adesso devo andare, è l’ora del mio allenamento con la nonna Tsunade ! Grazie, Sakura ! Ci vediamo dopo !”
Mi defilo fuori dalla stanza, sorridendo, con un unico pensiero in testa. Chissà se piaceranno ad Hinata … lo spero tanto.



  Angolo autrice (me):
Salve a tuttiii ! Faccio questo miracoloso aggiornamento, nonostante ci sia ancora il periodo degli esami, perchè oggi non sto per niente bene e sarò a casa da sola per due ore ... pazienza ...
Ho deciso cosa fare: per prima cosa, ho letto la trama del film The Last ... assolutamente strana, senza una vera sostanza ... e la cosa della luna che si schianta ... mah. Così mi sono detta: "Faccio come faccio sempre: scelgo cosa tenere o cosa modificare come più mi piace."
Dunque farò in questo modo. Spero di non combinare un pasticcio ... e che le mie modifiche, chiamiamole così, vi piacciano.
Mi auguro che questo capitolo, nonostante esca in questo giorno infausto (venerdì 13 !) vi sia piaciuto :)
Per lettere minacciose, critiche costruttive e qualsiasi altra cosa (anche solo per dirmi chi siete, se ne avete voglia) scrivetemi pure ! E mi farebbe molto piacere leggere le vostre recensioni, stanno calendo tristemente ( a parte qualche mio carissimo lettore che non molla ...)
Alla prossima !
La vostra Rora-chan ! <3

 

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Capitolo 5
*** So I’m following the map that leads to you ! ***


So I'm following the map that leads to you !

P.O.V- Hinata
Ormai l’inverno è arrivato anche a Konoha e tutti si stanno già preparando per il Natale. Come sempre, vado al negozio di fiori di Ino, che mi consiglia di prendere una stella di Natale per Neji, al posto del solito girasole, che non è più di stagione. Annuisco, pensando ai natali passati con il mio nii-san: lui odiava le festività, diceva che lo innervosivano. Ma a casa nostra si facevano lo stesso e sapevamo tutti che mio cugino era felice di passare le feste con noi, visto che i suoi genitori non c’erano più.
Probabilmente per questo si sentiva malinconico durante le festività: ricordava la sua famiglia, i suoi genitori. E sapeva che non avrebbe mai potuto colmare il vuoto della loro perdita.Come noi non riusciamo a colmare il vuoto per la sua. Ma le feste di Natale si svolgeranno ugualmente, ma non più in casa nostra. Niente scambio di regali in famiglia, niente albero di Natale e niente cenone fastoso.
Hanabi mi ha consigliato di accettare l’invito di Kiba per il cenone a casa sua, ma non mi sembra il caso … sarei di troppo in quella famiglia. E non voglio lasciare la mia sorellina da sola con nostro padre la vigilia di Natale. Passeggio per le strade del villaggio con la pianta dentro ad un sacchetto di plastica. Le strade sono piene di luci e colori, i negozianti aprano le loro bancarelle, decorate con nastri, luci e campanelli.
“Hai sentito la notizia ?!”esclama una ragazzina davanti a me all’amica che le sta accanto.
“Sì sì ! Ormai è confermato: Naruto Ukumaki farà ritorno tra dieci giorni ! Sono così emozionata !” risponde l’altra, tutta eccitata. Mi blocco di colpo. Non riesco a crederci, ormai è da due anni che non lo vedo e non ho nemmeno avuto qualche notizia su di lui. Come mai non sono stata informata del suo ritorno ?
Sto per mettermi a piangere per la rabbia e la frustrazione. Stringo in mano il sacchetto e digrigno i denti.
“Oh, dato che tra poco è Natale, potrei fargli un regalo ! Sarebbe così romantico …” cinguetta la ragazza dai capelli più lunghi, la prima che aveva parlato.
“Sì, magari in questo modo l’Eroe si innamorerà di me !” dice l’altra, intrecciando le dita delle mani e sospirando.
“Vorrai scherzare ! Naruto-senpai si innamorerà sicuramente di me, gli farò uno splendido regalo !” ribatte la prima, annuendo.Le due iniziano a litigare, entrambe vogliono fare un bellissimo regalo a Naruto per farlo innamorare. Abbasso lo sguardo.
Naruto non è più il ragazzino che conoscevo, quello di cui tutti avevano paura: ora era l’Eroe del mondo ninja. Dunque lo scapolo più desiderato da tutte le ragazze di Konoha e non solo. Una concorrenza spietata, insomma. Sospiro abbattuta, chiedendomi cosa posso fare. Non voglio perderlo, non per cola di queste galline che mirano a lui solo perché è l’Eroe, non perché è Naruto. Io invece lo amo da sempre.
Ripenso al sogno che ho fatto, imprigionata in quello strano bozzolo infernale. Mi chiedo se potrò mai trasformarlo in realtà, almeno per quel che riguarda Naruto. Ovviamente far tornare in vita Neji è impossibile. Ricordo ancora il rosso di quel tramonto stupendo, di quel sogno irreale. Il calore dell’abbraccio di Naruto, la passione travolgente che mi divorava ogni volta che le nostre labbra si incontravano.
Una bancarella cattura la mia attenzione: è piccola, semplice e senza alcuna decorazione natalizia. Vende lana, seta ed altro materiale da sartoria. Poi lo vedo: un gomitolo di lana rosso fuoco, morbido e dal colore scintillante. Ne sono irrimediabilmente attratta. Lo compro, senza pensarci troppo.
Solo dopo mi accorgo che, non sapendo lavorare a maglia, non posso farci molto.Poi, all’improvviso, un vecchio ricordo mi ritorna alla mente.
Nevica da ore. La neve scende implacabile. Credo proprio di essermi persa in questo bosco innevato, dove tutto è uguale e bianco.
Mi guardo intorno, timorosa, cercando di capire dove mi trovo. Una bambina di sette anni che si perde nel bosco … 
Ero andata lì per sfuggire da un gruppo di bulletti che mi avevano presa di mira, perché ero debole ed indifesa. Fa freddo, molto freddo
.
Mi scaldo come posso, strofinandomi le braccia e stringendole al petto. Poi sento un rumore di passi, mi volto spaventata: mi hanno raggiunta. Indietreggio, cercando di scappare. Ma ormai sono circondata, in trappola. Stringo gli occhi, aspettando che il pugno del bambino che mi sta davanti mi raggiunga e mi colpisca in faccia.
“Ehi, voi ! Lasciatela in pace !”

Apro lentamente gli occhi. Tutti i bulletti sono girati e guardano un bambino della nostra età, dai bei capelli biondi con una sciarpa rossa al collo. Sgrano gli occhi, credo di aver già visto quel bambino. Mi piacciono molto i suoi occhi, lui mi piace molto. Ma mi hanno detto che è pericoloso, che non devo avvicinarmi. Mi chiedo perché sia qui. Il bambino che stava per colpirmi si avvicina a Naruto: “ Cosa c’è, vuoi essere picchiato anche tu ?!”
Naruto non risponde, si limita a guardarlo in cagnesco, facendo arrabbiare l’altro. Schiva abilmente un pugno dell’aggressore, per poi esclamare: “Siete dei vigliacchi ! Ve la prendete con una ragazza …”

Dopo aver detto questo, colpisce il naso del bullo, spaccandogli il naso e facendo fuggire i suoi complici. Io intanto ero rimasta imbambolata a fissare il mio salvatore, bello come un angelo e coraggioso come un leone. Nessun’altro mi aveva mai protetta.Si avvicina lentamente a me e mi chiede con voce dolce: “Hai freddo, Hinata-chan ?” Arrossisco di botto e mi limito ad annuire. Nonostante io indossi già una sciarpa, Naruto si toglie la propria e me la avvolge gentilmente sopra la mia, sorridendomi: “Così starai più al caldo. Me la ridarai quando sarai arrivata a casa …”
Ci avviamo verso il villaggio, l’uno accanto all’altro. Dalla sciarpa rosso fuoco di Naruto viene un buon profumo: il suo. Virile, nonostante sia un bambino come me. Forte, coraggioso, energico come non ne avevo mai visti prima. Vorrei essere così. Voglio essere forte e coraggiosa come Naruto. Così, un giorno, sarò io a salvare lui. Mi avvicino un pochino di più a lui e gli prendo la mano. Naruto si volta a guardarmi, preoccupato. “G-grazie … N-Naruto-kun.”sussurro io, allungandomi per dargli un bacetto sulla guancia. Spero che non gli dia fastidio, non è da me dare così tanta confidenza alle persone. Ma sento di potermi fidare di questo bambino biondo che mi ha slavata. Arrossiamo entrambi, io più di lui. Naruto risponde imbarazzato: “Di niente … Hinata-chan.”
Sorrido intenerita, ritornando al presente. Ora so che cosa fare con questo gomitolo di lana: una sciarpa per Naruto. Fatta a mano da me. So bene che, molto probabilmente, lui non si ricorda per niente di questo episodio. Ma … voglio essere io a scaldarlo, questa volta. Voglio che il mio regalo riesca a scaldare ogni notte fredda, ogni momento buio. Voglio che gli scaldi il cuore.
                                                           *
P.O.V. – Naruto
“Dove credi di andare a quest’ora, Sakura-chan ?”
Lei si blocca di colpo, colta in fragrante. Mi avvicino di più a lei, che sta per varcare il cancello del Villaggio della Sabbia. L’ho seguita fino a qui, avevo uno strano presentimento che mi ha svegliato nel cuore della notte. Poi ho visto Sakura sgattaiolare via per i tetti del villaggio e l’ho inseguita.Si gira e mi guarda con le lacrime agli occhi: “Vado … da Sasuke. Ho … ho ricevuto una lettera in cui dice di essere nella foresta tra la Foglia e la Sabbia … così … voglio andare a cercarlo.”
Sospiro, Sakura è sempre la solita. Andrebbe a cercare Sas’ke anche in mezzo alle fiamme, quel teme …
Le sorrido e le chiedo: “Che ne dici se ci andassimo insieme domani mattina ? Troverò una scusa per tenere occupata nonna Tsunade, così avremo il tempo per cercare il teme, ok ? Meglio che tu non vada da sola … non si sa mai.”
Mi guarda dubbiosa, poi si getta tra le mie braccia, ringraziandomi. Capisco perfettamente i sentimenti di Sakura ed è inutile cercare di tenerla lontana dal teme: troverebbe un modo per andare da lui. Lei trova sempre il modo per stare al suo fianco, questo è sempre stato il suo unico desiderio.Fin da quando eravamo all’accademia, lei voleva stare con Sasuke. Ed io … mi ero anche invaghito di lei. Sento ancora qualcosa per Sakura, ma so per certo che non è amore. Penso sia una profonda amicizia, le voglio bene come se fosse una sorella. Ma non voglio baciarla ora, né ne sono geloso. Mi sta bene che lei sia innamorata del teme, ora. Invece, con Hinata … appena la vedo, ho voglia di abbracciarla, baciarla e tenerla per me.Sembra quasi che lei riesca a farmi impazzire. Mi chiedo se questo è ciò che tutti chiamano amore. Mi manca. Mi mancano i momenti passati con lei, erano così dolci …
Accompagno Sakura alla sua stanza, attraverso la finestra aperta. La saluto, augurandole buona notte e assicurandole che domani troveremo Sasuke. Ancora una volta, Sakura dimostra di fidarsi totalmente di me e delle mie parole. Mi è dispiaciuto vedere il teme andare via, quel giorno. Ma sapevo che era la cosa giusta da fare e che un giorno tornerà da Sakura. Tornerà a Konoha. Mi fido di Sas’ke.Ritorno anche io nella mia camera e cerco di addormentarmi. Il sonno mi prende subito, tanto che faccio un sogno strano.
Una bambina in un bosco innevato, spaventata e spaesata, che corre a perdifiato tra gli alberi e la neve fresca.
Indossa una sciarpa rossa come il fuoco e mi guarda, gridando il mio nome disperatamente. Riconosco i capelli dello stesso colore della notte, tagliati a caschetto con una ampia frangia, ed i delicati occhi perlacei.
Inizio a rincorrerla, gridando di rimando il suo nome: “Hinataa ! Sono qui, Hinata ! Non correre via, sono qui !”
Sembra che lei non riesca a raggiungermi. O che io non riesca a raggiungere lei, non lo so. Sono spaventato e preoccupato per lei. Allungo una mano verso la sua figura sfuggente, cerco di prenderla per il cappotto. Ma scivola dalle mie mani, non riesco a prenderla. Una voragine scura appare davanti alla bambina, lei ci cada, guardandomi un’ultima volta con le lacrime agli occhi e pronunciando disperata il mio nome. Sgrano gli occhi. L’ho persa … Mi inginocchio tra la neve, urlando il suo nome e piangendo disperatamente. Batto i pugni contro la neve scesa a terra e delle domande rimbombano nella mia testa, straziandomi il cuore: perché non sono riuscito a salvarla ? Perché ? Perché devono tutti morire a causa mia ? Perché non sono riuscito a proteggerla ?

Rivedo tutti i volti dei ninja che sono morti durante la Guerra: soprattutto Neji, che mi guarda con aria di rimprovero e mi chiede perché non ho mantenuto la promessa, perché non sono stato accanto a sua cugina come avevo promesso.“Lei ti stava aspettando, ti stava cercando … e tu non sei venuto.”
Mi risveglio, completamente sudato ed ansimante. Ho avuto spesso incubi dopo la Guerra, ma questo era diverso: non erano soltanto i morti a rimproverarmi. Anche Hinata lo stava facendo. Mi chiedeva perché non ero accanto a lei.Lei ci era sempre stata, nei momenti più bui era accanto a me. Ed io l’ho lasciata da sola, ancora una volta, a sopportare il dolore per la perdita di Nejie dei ricordi terribili della Guerra. E tutto perché io dovevo diventare più forte, voglio ancora diventare Hokage. Ma mi chiedo se questo prezzo sia adeguato alla ricompensa.
Mi risistemo tra le coperte dopo essermi sciacquato il viso e cerco di riprendere sonno. Quando tornerò, non la lascerò più sola. Lo prometto. Ancora dieci giorni, Hinata. Ancora dieci notti, passate a sognarti. 
                                                               *
P.O.V- Hinata
“Così, bravissima !” si complimenta con me Kurenai-sensei. Sto imparando a lavorare a maglia da lei, non sapevo ne fosse capace. L’ho scoperto qualche giorno fa, per caso.
Durante gli allenamenti aveva portato suo figlio di due anni, visto che non sapeva a chi affidarlo. Lo faceva spesso. Il piccolo però, quel giorno, aveva dei bellissimi guanti di lana grigi fatti a mano. Gli chiesi dove li avesse comprati, ma lui scosse la testa: “No compati. Fatti mama !” Batté le manine gioioso, sorridendomi. Così domandai a Kurenai-sensei se era vero. Lei confermò: “Sì … perché ti interessa, Hinata ?”
Arrossii un po’, ma poi mi decisi a raccontarle tutto. La donna fece un sorriso bonario, da madre, e mi promise che mi avrebbe insegnato.Quindi … eccomi qui, al mio primo giorno di apprendistato.Kurenai-sensei è molto paziente, come sempre, ed è un ottima insegnante anche in questo campo. Apprendo veloce da lei, anche perché il tempo scorre e per fare una sciarpa come si deve ci vogliono molte ore e tanta pazienza.
Sorrido al pensiero: quanti anni ho aspettato Naruto ? Quanta pazienza ho dovuto avere con lui ? Quanto ho dovuto resistere, quando lo vedevo innamorato di Sakura-chan ? Questa sciarpa è perfetta, rappresenta benissimo ciò di cui è fatto il mio amore per lui: costanza, impegno, voglia di migliorarsi e dedizione. Ma anche affetto, tenerezza e calore.
Spero proprio che gli piaccia.
                                                             *
P.O.V- Naruto
Le uniche cose che destano l’interesse di nonna Tsunade sono: l’alcool, il gioco d’azzardo ed i soldi. Quindi, perché non combinare le cose per creare un perfetto diversivo per Sakura ?
“Nonna Tsunadee !” grido, entrando nella stanza dove lei e Gaara stanno discutendo sui risultati del mio allenamento. La mia ripresa è stata da record, ad un altro essere umano sarebbe servito almeno il doppio del tempo. Ma, grazie ai poteri della Volpe, il mio corpo si è ripreso in fretta anche da questo trauma ed ora controllo il braccio destro alla perfezione, anzi … ho persino migliorato il mio rasengan.
La donna mi guarda seccata per poi sgridarmi: “Cosa diavolo urli, Naruto ?! Si può sapere che vuoi ?!”
Sta per picchiarmi a sangue, lo vedo dal suo sguardo omicida. Cerco aiuto da Gaara, ma lui è completamente assorto dai risultati degli esami, che legge diligentemente senza badare a noi. Deglutisco e mi faccio coraggio, devo farlo per Sakura. Lei in questo momento si sta già dirigendo verso la Foglia. Inizio a balbettare intimidito dalla donna: “V-volevo a-avvisarti che … c-c’è una lotteria i-in paese. Vendono g-gli ultimi biglietti e … nessuno ha ancora v-vinto il primo premio: u-una fornitura di sakè a vita !”
Lei mi guarda dubbiosa e ribatte: “Non ho mai sentito parlare di questa lotteria … ed io me ne intendo, le conosco tutte. Naruto … stai forse parlando della lotteria Sautoru, quella indetta dal più grande produttore di sakè del paese del Fuoco ?”
Io rimango un attimo spiazzato, esiste davvero una lotteria simile ? Ma devo riprendermi subito, annuisco vigorosamente e dico che è proprio quella. Nonna Tsunade non perde tempo, mi prende per la maglia e mi trascina fuori, dicendomi che mi deve assolutamente portare al luogo dove vendono gli ultimi biglietti. Esclama, esaltata come poche volte l’ho vista: “Gli ultimi biglietti sono sempre i migliori ! Si hanno più possibilità di vincere, ma dobbiamo sbrigarci ! Muovi il culo, Naruto, e dimmi subito dove li vendono !” Bingo, aveva abboccato.
                                                          *
 Una mia copia, invece, seguì Sakura-chan sia per sicurezza sia per sapere a che ora sarebbe tornata. Intanto, do alla nonna Tsunade il suo premio di consolazione: tre bottiglie di sakè da scolarsi felice.Ovviamente non potevo farla vincere: si sarebbe immediatamente insospettita e poi non avrei mai potuto darle il suo premio.
Mi chiedo come farà Sakura-chan a trovare il teme in mezzo alla foresta, credo se lo stia chiedendo anche lei. Ma non c’è tempo per i tentennamenti, magari una botta di fortuna aiuterà la mia amica a trovare quel demente di un Uchiha.
Sakura salta da un ramo all’altro della foresta, ormai è arrivata, deve “solo” setacciare la zona per trovare Sas’ke. Dopo una ventina di minuti, avvista una persona incappucciata, vestita tutta di nero, che cammina tranquilla sul sentiero che porta alla Foglia.
Sakura scende, speranzosa. La seguo, tenendomi a distanza. Lei si avvicina titubante all’uomo: “Sasuke … ? Sei tu ?”
Allunga una mano, tocca la spalla dell’uomo, che si gira subito. Sakura sgrana gli occhi: davanti a sé ha un uomo dalla pelle bruna, gli occhi azzurri ed i capelli neri molto lunghi legati in una coda. L’uomo la guarda con aria interrogativa.Sakura si sposta, come scottata, delusa da quella rivelazione. Si scusa col signore e sta per andarsene, ma l’uomo la prende per un polso e la abbraccia. Il viso dell’uomo diventa indiscutibilmente quello del teme, che ha un occhio coperto da un ciuffo scuro e si è fatto crescere i capelli. Sas’ke abbraccia la rosa, sussurrandole piano all’orecchio: “Sono io. Che diavolo ci fai qui, Sakura ? Non dovresti essere qua, scema, è pericoloso …”
Ma le sue parole di rimprovero vengono interrotte dalle labbra della ragazza. Sakura lo stringe a sé, mettendogli le braccia al collo, e lo bacia con le lacrime agli occhi. Ora che ci penso, questo deve essere il primo bacio tra i miei due amici. Sasuke sembra paralizzato, non si muove di un millimetro. Piano piano inizia a sciogliersi, appoggia le mani sui fianchi della sua ragazza e partecipa almeno un minimo al bacio. I due si staccano appena, col fiatone. Sakura lo guarda negli occhi, trattiene ancora le lacrime, e gli dice dolce: “Mi sei mancato, stupido Uchiha … - affonda il viso nel suo petto e stringe la casacca scura del teme, sembra quasi che si stia aggrappando a lui- non lasciarmi, ti prego … portami via con te.”
Sasuke sgrana gli occhi, sorpreso. Penso si debba ancora riprendere da quello scambio di effusioni a cui non è abituato, tra l’altro. Con voce ferma e severa, risponde: “Lo sai bene che non posso portarti con me, non ora … che vita potrei mai offrirti, sempre a scappare e nascondersi ? Senza una casa dove stare, un focolare dove ritornare, una famiglia a cui riunirsi … meriti di più. Io non te lo posso dare. Ti chiedo di aspettare ancora.”
Lei alza il viso dal suo petto, con lo sguardo infuocato, ed inizia ad urlare: “Per quanto ancora, Sasuke ?! Quanti anni ancora ?! Non capisci ? L’unica cosa di cui ho bisogno sei tu, idiota ! Non mi importa di nient’altro !” Gli sta per sferrare un pugno in faccia talmente forte da sfigurarlo, ma il teme lo devia facilmente. Anche perché sa che lei non gli farebbe mai del male, non ne è stata capace nemmeno quando era nostro nemico.
Ha il pugno di Sakura in una mano, le apre la mano e ne appoggia il palmo sul petto. Lei sembra molto sorpresa, forse il cuore del teme batte furiosamente nella cassa toracica. Si guarda la mano e poi il suo sguardo torna ai due occhi neri di Sas’ke. Lui ricambia lo sguardo, impassibile.  Avvicina la bocca ad un suo orecchio, tenendole sempre la mano sul suo cuore, e bisbiglia: “Sakura … tornerò."
Lei annuisce, lasciando scorrere le lacrime sul suo volto. Il teme sembra non badarci. Le lascia un dolce bacio a stampo sulle labbra rosse e poi ritorna in viaggio, riprendendo le sembianze fittizie di prima. Il tempo del mio clone è scaduto, non mi resta che aspettare il ritorno della mia compagna di squadra a Suna.
Nonna Tsunade ormai è completamente ubriaca, traballa di qua e di là, gridando frasi a caso senza senso. La trascino ai nostri alloggi, cercando di non farla cadere.Spalanco con un piede la porta della sua stanza e la getto di peso sul suo letto, mentre lei biascica, ora improvvisamente triste: “Jiraja …”
Affonda il viso nel cuscino e si addormenta, con le lacrime agli occhi. Rimango sconvolto, non avevo MAI visto la nonna Tsunade piangere. Lei fa sempre la donna tutta d’un pezzo, l’ex Hokage del villaggio.A volte mi dimentico che è ancor prima una donna, una persona, con dei sentimenti e tutto il resto. Chiudo gentilmente la porta e la lascio dormire. Tiro un sospiro di sollievo, il piano è riuscito. Ora devo andare a vedere come sta Sakura. Certo che le donne sono proprio problematiche … mi chiedo come mai Shikamaru abbia deciso di sposarsi, per lui le femmine sono sicuramente una rottura, coi loro sbalzi ormonali eccetera. Magari Temari lo ha costretto oppure lo ha ammaestrato per benino.Apro la finestra della stanza di Sakura. Lei sguscia dentro, senza proferire parola. Si sistema la divisa e si siede sul suo letto.
Io mi avvicino e le chiedo: “Allora … com’è andata ?” Non riesco a fare a meno di ridacchiare, ripensando al bacio tra il teme e la sua “piattola dai capelli rosa”, come la chiamava lui da piccoli.
Mi guarda con aria di sufficienza e sibila: “Non hai già visto abbastanza, Naruto ? Guarda che ho visto la tua copia che mi seguiva …”
Ridacchio imbarazzato e le spiego le mie ragioni: “Ma guarda che era per sicurezza, non volevo mandarti da sola … tutto qua.”
Lei mi sferra un pugno dritto in testa, atterrandomi: “Baka, io so badare benissimo a me stessa ! Ed ora … fuori dalla mia camera !”
Esco di corsa dalla stanza, quasi avessi una tigre a rincorrermi. Penso sempre di più a questo: le ragazze sono proprio strane. 
                                                          *
P.O.V – Hinata.
Decido finalmente di parlare con Ino per farmi dare qualche consiglio, ormai mancano tre giorni al ritorno di Naruto. Sono davvero agitata. E non sono nemmeno a metà del lavoro con la sciarpa, ma dovrei farcela giusto per la vigilia. Entro nel negozio della mia amica, titubante e leggermente rossa in viso.
Lei mi saluta esuberante come sempre, ma nota subito il mio comportamento diverso. Appoggia il braccio al banco e mi chiede, con aria maliziosa: “Hinata … ti vedo un po’ strana oggi. Non sarà che … sei agitata per il ritorno di Naruto, vero ?” Il mio viso prende fuoco, rispondendo per me. Mi sento davvero imbarazzata.
Ino ridacchia divertita: “Tranquilla, Hinata … non è mica una novità. So anche che hai un sacco di rivali … ma penso che anche Naruto provi qualcosa per te, giusto ?” Mi fa l’occhiolino, poi si gira a sistemare dei vasi, in attesa di una mia risposta.
Io inizio a farfugliare: “Ecco … non … non lo s-so con certezza. Insomma … è passato del tempo dall’ultima volta che ci siamo visti. Magari … non prova più niente per me … e … non sono certo la ragazza più avvenente di Konoha …” Mi mordicchio il labbro inferiore, nervosa al pensiero che qualcuna me lo possa portare via.
Ino si volta e riprende a parlare: “Mmh … pensala così, Hinata: se non prova più nulla per te, vuol dire che non dovevate stare insieme e basta. Che non ci tiene abbastanza a te. Quindi, meglio così. Potresti metterti con Kiba, so che ci tiene molto a te …” Scuoto la testa e ribatto: “No no … lui è un amico prezioso, un fratello … ma non … non …”
Non riesco a finire la frase. Vorrei dire che non mi fa battere il cuore come fa Naruto. Non mi fa venire voglia di abbracciarlo, accarezzarlo, baciarlo e gridargli che lo amo. In questo periodo, poi, a causa dei racconti particolareggiati di Ino, mi sono chiesta come sarebbe fare l’amore con Naruto. Ero arrossita a quel pensiero. Ma mi sono anche accorta che non potrei farlo con nessun altro.Ino sorride divertita: “Non ti attizza, insomma. E dai, Hinata ! Puoi anche dirle queste cose alla tua amica Ino.” Sorrido anche io e le chiedo: “ E … se dovesse … se … se Naruto prova ancora qualcosa per me ?”
Lei incrocia le braccia, ghignando: “In quel caso … non dovremo far altro che dargli una spintarella, diciamo così. Fagli capire che sei la sua donna, che vuoi lui e nessun altro. Vedrai, non saprà resisterti e correrà da te.
“E c-come dovrei fare ?” le domando. La bionda allarga il suo ghigno, credo sia compiaciuta della mia ingenuità e del fatto che mi sto affidando a lei. Mi prende per mano e mi porta correndo nel retro bottega. Non capisco cosa voglia fare. Ci fermiamo di botto davanti ad un lungo specchio a muro. Posso vedere la mia intera figura. Ino mi fa cenno di guardare ancora.  “Vedi ? Sei bellissima, amica mia ! Devi essere tu la prima a capirlo … poi vedrai che anche lui lo capirà. Eccome se lo capirà …” mi rassicura lei, dandomi una pacca sulla spalla.
Credo che Ino abbia ragione: sono diventata proprio una donna. Il mio corpo è generoso, ma non sproporzionato. I miei lunghi capelli color notte sono fluenti e morbidi come pochi. Le mie labbra rosee sono morbide ed i miei lineamenti si sono addolciti, oltre ad essere diventati più maturi. Sorrido compiaciuta al mio riflesso, scoprendomi bella, proprio come dice Ino. Lei sorride soddisfatta ed esclama: “Sarà il caso di mostrarlo questo bel corpicino, non credi ? Appena finisco il turno, si va a fare shopping ! Non ammetto repliche, Hinata ! Ti compreremo un vestitino che farà letteralmente sbavare il tuo amico biondino !”
Arrossisco all’idea, ma non mi oppongo, so che sarebbe del tutto inutile. Mi aspetta una intensa sessione di compere con le regina dello shopping, so già che sarà dura. Ma è anche vero che non ho mai fatto compere con una amica, sarà divertente. Sorrido ad Ino ed annuisco contenta.
 


Angolo autrice :
Allora, in questo capitolo non è successo molto di "concreto" tra i nostri due innamorati. Dovrete aspettare il prossimo capitolo, sorry XD
Spero che vi sia piaciuto ugualmente. Ringrazio tutti voi che recensite, ma anche coloro che leggono e basta ...
In questo periodo, ho avuto decisamente alti e bassi. Spero di riprendermi del tutto, altrimenti la vedo dura scrivere un bel capitolo allegro ... vi dovrete accontentare di questi, un po' malinconici e leggermente tristi.
Mi auguro di leggere nuove recensioni ... e spero che continiuate a seguire questa mia FF.
A presto !
La vostra Rora-chan ! <3

 

https://www.youtube.com/watch?v=Y7ix6RITXM0 
(Canzone che mi ha ispirata, mi piace tantissimooo !)

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Capitolo 6
*** All we have is this moment ! ***


All we have is this moment !  



Il mio corpo si scalda subito dentro quel morbido e tenero abbraccio. Strofino il viso contro la sua maglia arancione, piangendo felice. Lui è tornato. Per me.
Due dita gentili mi alzano il mento. Iniziamo a baciarci, le lingue si intrecciano e le labbra si coccolano tra loro. Le mie mani vanno a stringere delicatamente i suoi stupendi capelli color grano, mentre sento le sue mani grandi e forti sui miei fianchi, mi accarezza teneramente.
Ci stacchiamo per riprendere fiato, i nostri occhi si specchiano l’uno nell’altro. Naruto inizia a darmi tanti bacini sulle guance, facendomi arrossire ancora di più. Non fa che sussurrare il mio nome.Scende piano, verso il mio collo. Inizia a baciarmi anche lì, mi fa uno strano effetto. Le sue dita mi sfiorano il viso, fino ad arrivare al collo. Lo accarezzano dolcemente. Naruto poi mi abbraccia di nuovo. Mi bacia sui capelli neri, accarezzandoli ciocca per ciocca.
Io allora decido di alzare il viso e inizio a baciargli le guance rigate, per poi arrivare al collo. Non so cosa mi prende, il suo odore mi fa impazzire totalmente. Mordo appena il suo collo, lasciando un leggero segno rosso. Naruto geme il mio nome, sembra sorpreso per questo mio gesto tanto ardito.
Ricambia, mordendomi piano più parti del collo. Il suo respiro diventa affannoso, lo sento nell’incavo tra i miei seni. Sento il viso andare letteralmente a fuoco.Incontro i suoi stupendi occhi azzurri, il suo viso è dolce e da innamorato. Mi bisbiglia con voce roca: “Mi sei mancata da impazzire, Hinata … ti voglio, ti prego … ti amo tantissimo.”
Si inginocchia davanti a me e appoggia piano il viso sulla mia pancia, come farebbe un bambino con la sua mamma. Mi stringe, supplicandomi di non odiarlo per essersene andato. Piango. Gli accarezzo i bellissimi capelli.

“Anche tu mi sei mancato … tantissimo. Non mi lasciare più, ti prego.” Singhiozzo.
Scivolo a terra anche io. Ci uniamo in un tenero abbraccio, fatto di promesse e di amore. Stringo forte la sua maglia, tremando per la paura che possa andare via da me. Che non mi voglia più, che non voglia più vedermi.

Mi sveglio col fiatone. Metto una mano sul mio cuore impazzito, batte freneticamente. Cerco di calmarmi, ma alla fine scoppio in un pianto fragoroso.
Mi manca da impazzire ormai, non faccio che pensare a lui.
                                                       *
Ino mi guarda, aggrottando le sopracciglia ed appoggiandosi sul bancone del suo negozio, completamente vuoto. Ci siamo solo io e lei.
Mi accorgo dello sguardo preoccupato della mia amica e le chiedo cosa c’è che non va. Lei mi risponde, diretta come sempre: “Dimmelo tu, Hinata. Dovresti essere contenta … domani torna Naruto. Eppure … il tuo viso non lo è. Sembri triste … preoccupata. Che succede ?”
Sobbalzo. Devo essere proprio un libro aperto per lei, d’altronde ci vediamo quasi tutti i giorni da due anni.
Sospiro ed alzo il viso al soffitto giallo ocra, prima di rivolgermi ad Ino e vuotare il sacco: “Ho paura. Non … posso sopportare l’idea che lui torni e … che si allontani ancora da me. O che non mi voglia più. Lo so che ne abbiamo già parlato, ma … non riesco a non pensarci. Penso spesso a lui … al suo ritorno.”
Lei annuisce, commentando: “Lo capisco, Hinata … ma non puoi fare andare avanti così. Per fortuna, domani quel baka torna … così vi chiarirete. Sempre meglio di questa situazione così nebulosa.”Mi mordicchio il labbro, al pensiero di Naruto. Mi sembra passata una vita dall’ultima volta che l’ho visto.
Io sono cambiata, nell’arco di questi due anni. Non totalmente, ma sono cambiata. Lo sarà certamente anche lui. Gli piacerò ancora ? 
Ha ragione Ino, basta stare a pensarci. Scuoto la tesa per far sparire questi pensieri fastidiosi, che pungono il mio cuore come aghi spinosi.
                                                    *
Riguardo il pacchetto regalo che ho appena fatto per Naruto. Semplice e pulito. Quasi anonimo. Sospiro, spostando lo sguardo al vestito che Ino mi ha fatto comprare. Sorrido imbarazzata. Per fortuna, non è troppo corto. Temevo che scegliesse un mini abito come quelli che indossa lei per uscire con Sai. La loro relazione è progredita, ormai sono fidanzati.
Del nostro anno, siamo rimaste single solo io e TenTen. Se non vogliamo contare Sakura, la cui situazione è ambigua quasi più della mia.
Tolgo una piccola piega dall’abito nero a stampe floreali che se ne sta ad aspettare sul mio letto. Aspetta insieme a me. I miei occhi analizzano un’ultima volta le rose rosse e rosa che abbelliscono l’abito, che non è nemmeno troppo scollato, ma che enfatizza le mie curve.Non è molto natalizio, ma ho pensato che prenderne uno appositamente sarebbe uno spreco. E potrebbe far insospettire Naruto. Inoltre, questo vestito mi piace moltissimo. Ho poche con gonne nel mio armadio. Le trovo scomode, rispetto ai pantaloni.
Ormai la notte è calata sul villaggio. Mi chiedo cosa stia facendo Naruto. Forse si saranno accampati da qualche parte, per riposarsi dal viaggio. Magari sta guardando questo cielo stellato, mentre ancora qualche fiocco di neve cade dolcemente.Forse sta anche pensando a me, proprio come io sto facendo con lui. Sorrido alle stelle splendenti e decido che è ora di andare a dormire. Domani è un grande giorno. E non voglio sentire gli strepiti di Ino per le mie occhiaie.
                                                            *
P.O.V. – Naruto.

Nonostante faccia un gran freddo e sia stremato per il viaggio, non riesco a dormire. Resto fuori dalla mia tenda, davanti alle braci che si stanno lentamente spegnendo, e guardo il cielo d’inverno con le sue stelle e quella timida luna luminosa.
Sorrido, pensando che domani tornerò a Konoha. Rivedrò il maestro Iruka, i miei amici, casa mia e … Hinata. Arrossisco leggermente pensando a lei. Mi chiedo cosa stia facendo ora. Forse sta guardando le stelle come me, incapace di dormire per la troppa emozione.
Mi sento fremere, voglio rivederla al più presto. Adesso ripenso a tutto il tempo passato con lei, tutti i momenti in cui era al mio fianco. Vorrei tornare indietro solo per recuperare più tempo.
Ma non si può fare. E poi so che l’unica cosa che adesso la mia bella corvina vuole è che io ritorni presto accanto a lei.
Mi chiedo quante volte, sia ora che in passato, si sia chiesto perché non ero al suo fianco, lì con lei. Ora che sto crescendo, mi accorgo che il tempo delle grandi decisioni è arrivato. Uno schiaffo iniziale me lo ha dato la notizia del matrimonio di Shikamaru: ancora non riesco a crederci. Si sposano. Mi domando come sia possibile che sia passato tutto questo tempo, fino a ieri giocavamo all’Accademia e ci prendevamo in giro.
Eravamo ninja inesperti, pieni di sogni ed ambizioni.  Ed adesso … quel momento è arrivato. Mi sembra assurdo, come se fossi in un mio sogno. Uno di quelli che facevo da bambino, quando vivevo col maestro Iruka.
Ho paura di tutti questi cambiamenti solamente perché io non sono riuscito ad esserne partecipe. Non ero lì. Non ero accanto al mio amico Shikamaru quando ha chiesto a Temari di sposarlo. Non ero nemmeno con Sai al suo primo appuntamento con Ino. E non ho potuto aiutare TenTen con il suo negozio. Ma la cosa di cui mi pento di più è che non sono stato al fianco di Hinata, in questo periodo così buio e difficile per lei.
L’ho lasciata da sola, ad affrontare i suoi fantasmi, le sue paure e la morte di Neji. Voglio rimediare, spero di essere ancora in tempo. Sento un fruscio da dietro, mi giro per vedere chi è. Sakura esce dalla sua tenda, guardandomi sorpresa e chiedendomi: “Naruto, che fai ancora sveglio ? Dovresti andare a dormire, domani voglio arrivare al villaggio in tempo !” Io ridacchio: “Lo so, anche io voglio … ma non riesco proprio a dormire. Ho … troppi pensieri per la testa.” Sakura sgrana gli occhi, si siede accanto a me e ribatte: “Da quando in quella tua testaccia vuota ci sono troppi pensieri ?”
Non rispondo, mi limito ad abbassare il capo e a fare un sorriso amaro. Ripenso alla guerra, a quante vite non sono riuscito a salvare e a quante famiglie, per colpa mia, hanno perso dei loro cari. Sakura deve averlo capito, perché smette di fare battute spinose e si limita a commentare il cielo stellato, alzando la testa: “Questa è proprio una bella notte stellata … spero che riusciremo a vederne di ancora più belle a casa.”
Annuisco. Voglio vederne di ancora più belle con Hinata al mio fianco. E so che adesso Sakura sta pensando a Sasuke esattamente come io sto pensando alla dolce corvina che mi sta aspettando. Che mi ha sempre aspettato ed inseguito e che io solo ora sono riuscito a vedere.
Non voglio più perdere nemmeno un minuto. Voglio godermi ogni singolo momento passato con lei e non voglio più lasciarla da sola. Chissà quanto è diventata bella, in questi ultimi due anni. Spero davvero che mi stia ancora aspettando.
                                                             *
Finalmente siamo alle porte di Konoha. Saluto con un ampio gesto della mano tutti i miei amici, che ci stanno aspettando davanti alla porta del villaggio. Ci sono persino il maestro Iruka ed anche Kakashi-sensei, ormai diventato Hokage.
Li abbraccio uno per uno, facendo soprattutto le mie congratulazioni ai futuri sposini e a TenTen per l’apertura del suo negozio. Shikamaru sbuffa imbarazzato, ma ci pensa Temari a rispondermi adeguatamente, con un bel sorriso in volto. Devono essere molto felici insieme.
TenTen invece si lamenta del fatto che ora, per colpa mia, c’è la pace e nessuno compra le sue armi. Io rido divertito, dicendole che magari può chiedere alle varie accademie del Paese se hanno bisogno di armi nuove per gli allenamenti ed altro. I ninja sono sempre esistiti e sempre esisteranno, anche con la pace.
Noto, con mio grande disappunto che Hinata non c’è. Mi chiedo dove sia sparita, forse non se la sentiva di venire o ha avuto un impegno. La curiosità è troppa, così chiedo a Kiba se sa dov’è Hinata. Lui mi fa un sorriso furbetto ed ammiccante, facendomi imbarazzare. “Ah, come mai ti interessa tanto, Uzumaki ? Neanche hai messo piede a Konoha e già vuoi saltarle addosso, eh ?”
Arrossisco e ribatto: “M-ma che diamine dici, Kiba ! Ho solo … notato che … che non è qui e mi chiedevo se stesse bene, tutto qua.”
“Ah, dopo due anni che non ti fai sentire nemmeno con una lettera, ti chiedi come sta ? Ma brutto figlio di … !” inzia a gridare Ino, cercando di tirarmi svariati pugni in faccia, ma Sai la tiene ben ferma, scusandosi per il suo comportamento.
Io sorrido bonario e cerco di scusarmi come posso: “Hai ragione, Ino … non mi sono fatto sentire, mi dispiace. Ma adesso vorrei vedere Hinata … tu sai dov’è ?”
Lei sbotta ancora arrabbiata: “Dove pensi che sia, razza di deficiente ? Va là ogni mattina, cretino che non sei altro ! Se fossi rimasto qua in questi due anni, invece di andartene in giro, lo sapresti benissimo !”
Le parole di Ino mi feriscono un po’, perché so che ha pienamente ragione. Sono stato un egoista ad andarmene, ma non potevo fare altro.
Sobbalzo, pensando che c’è un solo posto dove Hinata può essere. Non so come mai, ma ne sono totalmente sicuro. Senza pensarci un minuto di più, corro via, salutando frettolosamente i ragazzi.
Scommetto che Hinata è là. Corro a perdifiato, incurante dei passanti che mi salutano e delle ragazzine che strepitano il mio nome eccitate. Non ho tempo da perdere con loro, così mi defilo scusandomi per la mia fretta. Non voglio perdere nemmeno un istante. Sto arrivando.
                                                        *
P.O.V – Hinata

Guardo ancora un attimo la scritta sulla lapide del mio amato nii-san. Non sono riuscita ad andare subito da Naruto, la paura mi blocca ancora. Osservo il vaso di fiori bianchi che ho portato oggi a Neji, hanno un ottimo aspetto. Spero non si sciupino. Saluto il mio nii-san con un inchino e mi dirigo velocemente verso le porte di Konoha. Magari se mi sbrigo trovo ancora là Naruto. Mi vergogno troppo per andare a casa sua a salutarlo.  Mentre mi perdo per i miei pensieri, continuando a correre, vado a sbattere contro qualcuno, cadendo rovinosamente a terra con le gambe larghe.
Mi volto per controllare di non essermi fatta troppo male e una voce da uomo mi chiede, mentre sono ancora girata: “Scusami tanto, ero distratto. Ti sei fatta male per caso ?” Sgrano gli occhi. Non è possibile.
Mi giro lentamente. Davanti a me c’è un ragazzo dai corti capelli biondi e dai magnifici occhi azzurri, chino su di me. Mi porge una mano tutta fasciata. Ha dei graffi sulle guance e non appena vede il mio volto sobbalza. Non può essere.
Arrossisco subito ed inizio ad agitarmi, non so cosa dire. Continuiamo a guardarci dritto negli occhi, senza che nessuno dei due riesca a muovere un dito. Guardo il viso di Naruto, cercando ogni più piccolo cambiamento: è ancora bello come lo ricordavo. Anzi, molto di più. L’unica cosa che ha cambiato è il taglio di capelli … ma anche i miei, sono diventati molto più lunghi.
Siamo cambiati dentro, lo sappiamo entrambi. Ma è bastato uno sguardo per capire che i nostri sentimenti per l’altro non sono affatto mutati.
Ho il cuore che sta per uscirmi dal petto e le lacrime di gioia stanno per sgorgare dai miei occhi, così abituati a lacrime di tristezza e solitudine. La mia mano tremante si allunga verso la sua e la afferra. Tremo ancora di più, ma sento che anche lui è scosso. Vorrei che mi abbracciasse, mi baciasse e mi stringesse a sé. Ma sono ancora troppo stordita per chiederglielo o per fare qualcosa. A stento riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi azzurri. Quanto li amo. Quanto lo amo e quanto mi è mancato.
Mi alzo, ora sono in piedi davanti a lui. Mi tiene ancora per mano. Apre la bocca per dire qualcosa, ma nemmeno un verso esce dalle sue labbra. Ho immaginato talmente tante volte questo giorno, che non mi sembra reale. E non ho nemmeno idea di cosa fare. Naruto mi fa un dolcissimo sorriso: “Ciao … Hinata.” Si limita a dirmi. Il suo sorriso mi fa tremare il petto. Riesco a malapena a rispondere: “C-ciao … Naruto-kun.” Non balbetto il suo nome. Non voglio più farlo. Lui mi sorride ancora di più e sospira. Allunga l’altra mano verso il mio viso, vuole accarezzarmi. Fremo d’impazienza.
Ma una voce squillante da ragazzo rompe la magia di questo attimo. “Naruto-kunnn ! Chi non muore si rivede !”
Mi volto per vedere chi è: Konohamaru, ormai diventato grande anche lui. Naruto spalanca la bocca ed escalam: “Konohamaru, sei proprio tu ?! Cavolo, quanto sei cresciuto !” Si avvicina al suo pupillo, chiedendogli se ha imparato nuove tecniche. Il ragazzino fa lo stesso, ascoltando tutto eccitato i racconti del suo idolo. Mi sento un po’ di troppo, ma mi piace moltissimo vedere Naruto così. Com’era un tempo: allegro, spensierato, pieno di energie. Un sole, che brilla di luce propria e scalda chi gli è accanto.
Konohamaru prende Naruto per la manica: “Dai, andiamo ! Ti porto dalla mia banda, saranno contenti di vedere il grande maestro in azione !”  Naruto non riesce ad opporsi e si gira a guardarmi, alzando le spalle per scusarsi. Gli sorrido tranquillamente, so com’è fatto. Non sa dire di no al giovane nipote del Terzo Hokage. Ma prima di andarsene via, sento la sua voce gridare il mio nome e mi volto. Naruto mi sorride, come quando eravamo bambini, ed esclama: “Ci vediamo più tardi, Hinata ! Alle sette e mezza da Hikiraku !” Mi fa un occhiolino ed io arrossisco. Poi viene trascinato via da contrariato ragazzino, che bofonchia qualcosa che non riesco a sentire.
Con una mano, mi copro il sorriso che ormai compare sul mio volto. Sono così felice di avere di nuovo Naruto accanto a me, a Konoha.
*
Ino insiste ancora a farmi indossare il vestito che ho comparto insieme a lei, anche se fuori nevica. Non ammette repliche, così la accontento e ci dirigiamo insieme verso il chiosco del ramen. Ma, appena varcata la soglia di casa mia, Ino mi domanda autoritaria: “Hinata … non hai forse scordato qualcosa ?” Io sobbalzo, chiedendomi di cosa stia parlando.
“Emh … il trucco è a posto, la borsa è con me e –“ vengo subito interrotta dalla mia amica, che agita una mano contrariata e ribatte: “Il regalo, Hinata. Lo so che lo hai finito, quando hai intenzione di darglielo ? Quando sarà sommerso dai regali di tutte le altre ragazze del Villaggio ? Sakura mi ha detto che avrà già ricevuto come minimo una dozzina di doni … quindi, non lascerò che tu perda questa occasione. Fai dietro front e porta con te il regalo.” Obbedisco, sospirando. Non so più se è stata una buona idea. E se non gli piace ? O se un’altra ragazza gli ha fatto lo stesso regalo ? E se è venuta male ?
Prendo il pacchetto di carta giallo paglierino, legato con un nastro d’oro. Scrollo il capo per decidermi, non è il caso di rimuginare ancora. Devo almeno provarci.
Ritorno da Ino e ci rimettiamo in cammino. So che ci sarà anche Sakura, l’ha invitata Naruto, insieme a me ed Ino. Un po’ mi dispiace, avrei voluto essere sola con lui. Per un momento, avevo creduto si trattasse di un appuntamento. Mentre siamo per strada, vengo fermata sa un membro del nostro clan, lo riconosco dai vestiti: “Hinata-sama, abbiamo un problema al centro di addestramento … potrebbe gentilmente venire ? Un alunno ha accidentalmente sfondato il pavimento del dojo ed è richiesta la sua presenza, Hinata-sama.” Annuisco e dico ad Ino di aspettarmi alla locanda, non dovrei metterci troppo. Infilo delicatamente il pacchetto per Naruto nella mia borsa e seguo l’allievo verso il campo d’addestramento.
Dopo una buona mezz’ora, risolviamo il problema chiamando i ninja medici per il ragazzo infortunato e dei carpentieri, affinché sistemino i danni.
Mi dirigo quindi al chiosco, speranzosa di trovarvi ancora i miei amici ed eccitata all’idea di consegnare il mio regalo al suo destinatario. Corro verso la mia destinazione e, quando sono in vista del chiosco, vedo una ragazza che si agita davanti all’uscita. Ha dei corti capelli arancioni legati in due codini e tiene tra le mani un pacchetto regalo blu metallico con un fiocco azzurro sopra. Diminuisco l’andatura, intuendo cosa sta succedendo.
Ed allora lo vedo: Naruto è all’uscita del chiosco e parla con la giovane, tenendo un braccio dietro la schiena col suo solito fare imbarazzato. Lo vedo poi accettare di buon grado il regalo e la ragazza gli sorride felice.
Poi lo abbraccia, mettendogli le braccia al collo. Naruto borbotta qualcosa, probabilmente le sta dicendo che non è il caso di comportarsi in questo modo in pubblico. Ma la giovane sembra non dargli ascolto, anzi. Allontana leggermente i loro corpi e lo bacio. Naruto sgrana gli occhi, ma non oppone resistenza. E tutto davanti ai miei occhi. Rimango ferma dove sono, come congelata.
Non so bene cosa provo. Sono delusa dal suo comportamento ed arrabbiata con me stessa, perché ho creduto davvero che lui fosse tornato per stare con me. Quanto mi sbagliavo, sembra che Naruto non ci pensi nemmeno a me. Stringo più forte la tracolla della mia borsa blu notte ed abbasso il capo, trattenendo le lacrime. Naruto … anche tu vuoi abbandonarmi ? Mi avevi promesso che …
Ma non termino nemmeno il mio pensiero, perché sento lo sguardo di Naruto su di me. Mi guarda ed il suo sguardo è confuso. Cerca di allontanare la sua spasimante garbatamente e lei, finalmente, se ne va. Ma prima mi lancia uno sguardo di sfida, come per sottolineare che ormai Naruto è di sua proprietà . Stringo un pugno e digrigno i denti.
Poi sento la voce di Naruto chiamarmi e vedo Sakura uscire dal chiosco per vedere cosa succede. Guardo l’azzurro degli occhi del mio amato e mi volto, scappando via. Non voglio più sentire nemmeno la sua voce. Come ha potuto farlo ? Doveva essere l’inizio della nostra storia, di noi. Insieme. Doveva essere il nostro momento, per riunirci e stare finalmente insieme. Invece … ha rovinato tutto. E, per la prima volta da quando lo conosco, mi viene da pensare che è un vero scemo.
Corro istintivamente al bosco, nel luogo dove ero solita allenarmi con Neji. Mi siedo su un tronco caduto e cerco di controllare il mio respiro per calmarmi. Penso di essere furiosa, anche se non lo sono mai stata prima in vita mia. In un moto di rabbia, apro il pacchetto che avevo preparato con tanto amore per Naruto. Guardo la sciarpa rossa che ho fatto con le mie mani per lui e la accarezzo dolcemente. Come potrò dargliela, adesso ?  Con le unghie, tiro un pezzo di lana scarlatta. Mi viene da piangere, infatti i miei occhi si caricano di lacrime. Ma poi, una mano si posa sulla mia, stringendola e fermandola. Non tiro più il pezzo di lana rosso ed alzo lo sguardo. Vedo davanti a me Naruto, che mi guarda confuso. Si abbassa, mettendosi alla mia altezza e molleggiando coi piedi. Lo guardo, ma non riesco a dire nulla. Stringo coi denti il mio labbro inferiore per evitare che alcun suono esca dalla mia bocca.
Intanto il suo sguardo mi studia, sembra non abbia capito cosa mi turba tanto. Poi fissa la sciarpa rossa posata sul mio grembo e ne prende un lato tra le mani, accarezzandola. Il suo sguardo ritorna a me e mi chiede: “L’hai fatta tu ?”
Scosto il volto, per evitare i suoi occhi. Potrebbero farmi cedere, lo amo troppo. Ma non posso permettermi di soffrire ancora, ho un clan da proteggere. Ed ora che Neji non c’è più ad aiutarmi, non posso permettermi alcuna debolezza. Sento il fruscio delle dita di Naruto sulla lana: “Hai fatto un bellissimo lavoro, Hinata … - sento che alza la sciarpa e poi la annusa, mi chiedo il perché – ha ancora il tuo odore, è davvero buono.” Le mie guance si infiammano, ma ancora non mi volto. Sto tremando, non so bene se per il freddo o altro. Lui se ne accorge e mi domanda se per caso sento freddo. Scuoto la testa, ma ancora non gli rivolgo lo sguardo.
Poi sento qualcosa appoggiarsi alle mie spalle. Allungo una mano per vedere cos’è e mi ritrovo a toccare la giacca di Naruto, quella che indossa sempre. E sento il suo odore, così forte che mi sembra di averlo sulla pelle. Le sue braccia mi cingono e mi sussurra all’orecchio: “Non dovresti essere gelosa. Appartengo a tutto il Villaggio, non posso stare soltanto con te solo perché ti amo.” Sobbalzo e mi volto di scatto, incontrando il suo volto: “Che cos’hai detto, Naruto ?”
Lui fa una faccia confusa e borbotta: “Che non devi essere gelosa ?”
Scuoto la testa: “No … dopo.”
“Mmh … che non posso stare soltanto con te ?”
“Ancora dopo, Naruto.”Allora lui arrossisce e balbetta: “Che … t-ti amo ?” Sorrido come una bambina e allungo le mani verso il suo volto, avvicinandolo al mio: “Anche io. Scusami. Volevo solo … un momento, per noi. Per stare … insieme. E … avevo paura che tu non mi volessi più.”
Lui risponde al mio sorriso e mi accarezza le mani, ancora sul suo viso. Poi ridacchia: “Mi piace un sacco questa sciarpa che hai fatto, Hinata-chan ! Posso averla ? Il rosso è il mio colore preferito … insieme al lilla …”
Rido anche io ed annuisco, porgendogli la sciarpa che avevo fatto per lui. Alla fine, ero riuscita a dargliela. E ad avere un momento per noi, solo per noi. Delle lucciole iniziano ad illuminare la foresta scura, facendo uno spettacolo di luci davvero magico.
Io e Naruto restiamo a guardarle danzare, tenendoci mano per mano. Noto solo dopo alcuni minuti che ha già indossato la mia sciarpa e non posso fare a meno di riprendere il sorriso che avevo perduto.



   Angolo autrice:
MI SCUSSOOO IMMENSAMENTE PER IL RITARDO MOSTRUOSSSOO !
Davvero, sono stata occupatissima ed ho anche partecipato ad una sfida per il gruppo su FB di cui da poco faccio parte. Ma non mi sono certo dimenticata di questa storia e spero non lo abbiate fatto anche voi lettori.
Come potete vedere, non ho ancora visto il film e non mi adeguo molto ad esso ... ma ho deciso di fare di testa mia (non lo avevate capito, eh ?) quindi ecco questo nuovo capitolo :)
Mi auguro che vi sia piaciuto ... e spero tanto che non mi molliate per questo mio problema con la tempistica, ma scrivo quando ho l'ispirazione ed il tempo per farlo. Sorry ...
A presto !
La vostra Rora-chan ! <3

 

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Capitolo 7
*** My Red Heart ***


My Red Heart.



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Si consiglia di aver visto il film “The Last”, ma anche non avendolo fatto si riesce a capire questo capitolo.

Non posso crederci. Guardo Hinata andare via, lasciandomi cadere in un baratro senza fondo. Noto appena la sua sciarpa rossa, che sta andando a fuoco, tramutandosi in cenere. Ho voglia di piangere, Toneri mi sta portando via la donna che amo senza che io possa fare nulla. 
Mi domando anche se Hinata voglia sul serio sposarlo. Non lo potrei sopportare. Proprio ora che ero riuscito a dichiararle i miei sentimenti, lei decide di andarsene e di abbandonarmi. Forse sono arrivato troppo tardi. Ci ho messo troppo a capire i suoi sentimenti e altrettanto a comprendere i miei verso di lei. E se non ci fosse rimedio ai miei sbagli ? E se, a causa mia, perdessi Hinata per sempre ?
Non voglio dover rinunciare al suo bellissimo sorriso, ai suoi magnifici capelli di seta nera ed ai suoi occhi perlacei doli. Ma più di ogni altra cosa, non voglio rinunciare al mio amore per lei. Eppure Hinata mi ha appena lasciato.

~

Mi sveglio in una grotta, gridando il suo nome. Non facevo altro che sognare lei, mentre mi diceva addio per sempre e si allontanava da me con quello sconosciuto, che minaccia l’intera umanità. Le parole di Hinata rimbombano nella mia mente, ferendo il mio cuore. “Addio, Naruto.” No. No, no … no !
Shikamaru mi informa che sono rimasto addormentato per tre giorni. Ne rimango sorpreso, ma la cosa non mi preoccupa troppo. Penso ancora a lei. E mi fa male. Il mio buon amico comprende i miei sentimenti e mi sprona a reagire come può: “Vuoi arrenderti per una donna ? Allora ti arrenderai anche per diventare Hokage ?” Il mio orgoglio viene risvegliato e lo prendo con l’intento di tirargli un pugno in faccia: “No.” Mai. Quello è il mio sogno, la sola cosa che mi resta.
Shikamaru sorride e mi porta da Sakura, che è sdraiata a riposare per riprendere il chakra che ha dovuto trasferire a me per salvarmi la pelle.
Mi avvicino e le chiedo come sta. Lei annuisce: “Sto bene, Naruto. Grazie per avermelo chiesto …” Annuisco anche io ed alla mia amica non sfugge il mio viso cupo e rattristato, infatti mi chiede: “Cosa è successo con Hinata ?” Sentire il suo nome mi ferisce. Il mio cuore ne soffre, come se, ad ogni momento lontano dalla mia amata, un filo lo strangola sempre più. Non le rispondo subito, mi prendo il tempo per trovare le parole e poi, con un sospiro, le racconto come è andata: “Hinata è andata via con Toneri, di sua iniziativa. Lui ha detto che la vuole sposare. Prima di andare, lei mi ha lasciato la sua sciarpa … ora non ne resta che cenere.”
Sakura stringe gli occhi, finché non diventano due fessure, ed esclama: “Baka ! Ma non capisci ? Hinata lo ha fatto per proteggerci, per proteggere te e tua sorella ! Sono certa che abbia una valida motivazione … e ti ha lasciato la sciarpa, come pegno del suo amore per te.” 
Allora io le chiedo, imbarazzato: “Ci … ci h-ha messo molto a farla ? Intendo, la sciarpa …” Sakura risponde: “Sì. Ha detto che, in quella sciarpa rossa, voleva metterci tutto il suo amore per te, sperando che, grazie ad essa, tu capissi i suoi sentimenti …”Sono stato così cieco !
La verità è che avevo paura. Avevo paura di perderla, legandola a me. I miei genitori sono morti, Jiraja è morto … molte persone a cui ho voluto bene sono morte per proteggermi. So che Hinata ne sarebbe capace, ma io non voglio che lei si sacrifichi per me. Per uno come me, non ne vale la pena. E poi, sono io quello che deve salvare gli altri. Sono l’Eroe del mondo ninja. Ed un vero eroe non si scoraggia mai. Ti riporterò a casa, Hinata. 
Mi auguro solo che Sakura abbia ragione, perché non voglio rinunciare a noi. Non voglio scoprire che tu adesso non mi ami più, così, di punto in bianco. La cosa mi farebbe impazzire, ma devo avere fiducia in te, come tu ne hai avuta sempre in me. Nessuno credeva che sarei diventato il ninja che sono ora. Quando ero piccolo, ero un vero disastro. Ma tu, Hinata, hai sempre creduto in me e nelle mie capacità.
Ora io mi affido a te. So che sei forte, più forte di quanto gli altri pensino. Sei una principessa guerriera.  Ripenso al tempo che abbiamo passato lontani e mi rendo conto che sono stato un vero sciocco a cercare di diventare forte senza di te, Hinata. Non ha senso essere forti, se non hai qualcuno che ami da proteggere. Questo me lo hai insegnato tu. Ed anche i miei genitori, che si sono sacrificati per me. Ma ora basta coi morti e la sofferenza, ti riporterò indietro insieme a tua sorella. Voglio stringerti tra le braccia e ripeterti, anche all’infinito, che ti amo.  Voglio recuperare il tempo perduto, stando finalmente insieme a te. Quindi aspettami. Sto arrivando.

~

Non avevo mai pensato al matrimonio.
Shikamaru doveva sposarsi ieri, ma con “l’emergenza Luna” non hanno fatto in tempo. Mi domando come sia la vita da coniugi. E perché Toneri voglia proprio Hinata: non la conosce nemmeno, non sa nulla di lei. Non sa qual è il suo fiore preferito, il suo tè preferito, il suo passato, il suo sorriso o le sue guance quando arrossisce.  Mi decido a chiedere a Shikamaru: “Senti, Shikamaru … ma come mai hai deciso di sposarti ? Intendo, non sei un po’ giovane ? Tu e Temari avete tempo per farlo …” Lui sospira e ribatte: “Da quando pensi alle cose come il matrimonio, dobe ? – mi irrito – In ogni caso, abbiamo deciso così perché vorremmo costruire una famiglia … sai, figli e compagnia … quindi è meglio iniziare da giovani, in modo da poter seguire i nostri figli nel pieno delle forze.” Famiglia … costruire una famiglia.
Annuisco, comprendo benissimo il desiderio dei miei amici. Io non ho mai avuto una famiglia, una vera famiglia. Mi domando se, non avendola avuta, non riuscirò mai ad averne una in futuro. Non mi ci vedo come padre, faccio già fatica a mantenere l’ordine alle mie lezioni per i ragazzi della Accademia, con tutte quelle ragazzine che urlano il mio nome eccitate.
Ma le cose sono cambiate, non sono più un bambino ormai. Forse potrei davvero costruire una famiglia tutta mia. Insieme ad Hinata … 
So che lei sarà una madre perfetta, pur avendo perso la sua da giovane. Ha un istinto molto materno, lo vedo sia con me che con sua sorella minore. Anche se teme sempre di sbagliare o di non essere abbastanza. Invece lei è molto più di quanto io mi meriti.
Per ora è meglio pensare a salvare Hinata ed Hanabi, non posso permettere che i miei sentimenti mettano a repentaglio la missione, perché c’è in gioco anche il futuro del nostro mondo. Non sono più il ragazzino monello e spensierato di una volta, devo riuscire a proteggere le persone che amo.

~

Rigiro tra le mie mani quell’anellino d’oro che ho da pochi giorni comprato al mercato di Konoha, grazie all’aiuto di Shikamaru. So che dovrei chiederlo ad Hinata il prima possibile, ma non ci riesco. Mi emoziono, anche mentre provo il discorso davanti allo specchio di casa mia. Eppure siamo fidanzati da due anni, non dovrebbe essere così difficile fare questo grande passo. Non so nemmeno io di cosa ho paura, ma ne ho.
Sospiro e rimetto il cerchietto nella sua custodia, per poi infilarmelo in tasca. Oggi devo pensare a Sasuke, che è tornato da poco al villaggio per farsi rimettere a posto il braccio da Saura. Dopo l’ultima battaglia, ha capito che deve essere sempre al massimo delle forze, anche se non siamo più in guerra. Ma il pericolo è dietro l’angolo e lui si è assunto personalmente la responsabilità di difendere il villaggio insieme a noi ninja ed a Kakashi. Sorrido divertito, pensando alla tensione che ci deve essere nella stanza in cui Sakura certamente sta facendo fare esercizi al Teme per recuperare completamente la funzionalità del braccio nuovo. Non resisto e decido di andare a dare una sbirciatina, a costo di beccarmi uno dei mega colpi in testa di Sakura o una occhiata assassina del mio migliore amico.
Così mi avvio verso l’ospedale, quando sento la voce distinta di Shikamaru: “Ancora non glielo hai chiesto, vero ?” Ridacchio imbarazzato: “Buon giorno !” Lui mi lancia una occhiataccia e mi ricorda che il suo matrimonio, a cui siamo invitati anche io ed Hinata, è domani. “Vedi di non fare tardi … e di non combinare casini, altrimenti chi la sente Temari ! Già adesso è una scocciatura, con tutti i preparativi ancora da ultimare …” sbuffa seccato lui. Gli faccio il mio sorriso migliore e prometto di fare il bravo: “Ma adesso devo scappare … ci vediamo in giro !”
Mi defilo verso la mia meta, per evitare anche imbarazzanti domande sulla mia richiesta di matrimonio per Hinata. Per ora non ci voglio pensare, quando sarà il momento giusto sarò pronto.

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Sbircio dalla finestra del terzo piano dell’ospedale, dove so che è ricoverato il Teme. Mi guardo circospetto intorno, per vedere se sono osservato.
Zona libera, vuol dire che potrò godermi lo spettacolo. Già rido, compiaciuto.
Vedo Sakura che fa distendere entrambe le braccia al moro, che riesce a stendere del tutto solo quella sana, facendo preoccupare Sakura. La vedo chinarsi sul suo braccio nuovo e dargli dei colpetti, probabilmente sta controllando i riflessi ed i nervi. Prende poi una agendina e ci scrive sopra qualcosa con la matita, per poi ricominciare a prendere appunti. Nel mentre, noto che il Teme si è girato verso di me.
Inizio ad agitarmi e sto quasi per perdere l’equilibrio, aspettandomi di essere scoperto anche dalla rosa da un momento all’altro. Ma Sasuke mi fa un sorrisetto divertito, si alza e mette entrambe le mani sui fianchi della nostra compagna di team, che sobbalza sorpresa per poi girarsi. Apre bocca, è confusa e le sue guance sono rosse, ma viene prontamente zittita da un bacio del moro.
Mentre i due si baciano, Sasuke mi fa cenno di filare via. Probabilmente sta baciando la rosa per darmi il tempo di scappare, prima che la sua furia omicida si abbatta su di me. Ma ammetto che mi fa piacere vederli così intimi e forse Sasuke lo ha fatto anche per questo, per dimostrarmi che sì, è sono ancora innamorati l’uno dell’altro. Scendo con un balzo felino e mi dirigo a casa con un sorrisetto soddisfatto addosso. Ripenso a quando eravamo piccoli, a quando eravamo il team sette insieme al maestro Kakashi e a quando ho riportato Sasuke indietro, come avevo promesso alla mia amica.
Sono passati così tanti anni e sono cambiate così tante cose, eppure un sentimento non è mai cambiato: l’amore. Quello tra Sakura e Sasuke, il quale era troppo accecato dalla sua sete di vendetta per vedere ciò che aveva. E quello di Hinata per me, che ero così preso dal mio sogno da non accorgermi della fantastica ragazza che era pronta a morire per me. E per cui ora io sarei pronto a morire, senza dubbio. Ho già rischiato una volta, mentre combattevo contro Toneri sulla Luna. Gli anni sono passati, siamo cresciuti e cambiati. Eppure, Hinata non ha mai smesso di amarmi ed oggi so che cosa scriverei in quel tema che il maestro Iruka ci diede da fare a sei anni. “Chi vorresti avere con te nel tuo ultimo giorno di vita ?”
Risento ancora la voce del maestro e posso vedere chiaramente la piccola Hinata dai corti capelli neri sobbalzare, colta dalla risposta. Ed adesso anche io saprei che nome scrivere. Mi do una manata in fronte, ecco una idea !  Mi precipito a casa e recupero un foglietto identico a quello che ci fece usare il maestro tanti anni fa. Prendo un pennello e dell’inchiostro nero e ci scrivo sopra, con la mia calligrafia migliore. Sospiro e guardo ancora quel nome così bello scritto da me, con quell’inchiostro così scuro e marcato. Mi domando se Hinata capirà. Sorrido, perché il dubbio mi passa subito.
Lei capirà.

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“Shikamaruuu !” esclamo, correndo verso il mio amico tra la folla. Il bruno si gira scocciato e mi guarda con aria di sufficienza, mentre riprendo fiato. “Ma che cosa c’è da urlare così tanto, Naruto ?” mi domanda, alzando un sopracciglio e tenendo tra le labbra una sigaretta. Io cerco di parlare, ma il fiatone per la corsa mi impedisce di dire una frase di senso compiuto: “Io … Hinata … la proposta. Ho … una idea !”
Lui mi fissa, stringendo gli occhi fino a farle diventare due fessure: “Bene … e cosa vuoi da me ?” Io sorrido raggiante, so che non gli piacerà ciò che sto per dire: “Ho bisogno del tuo aiuto !” Shikamaru infatti si diede una manata in fronte e borbottò: “Ah, temo che non potrò rifiutarmi … ma perché non chiedi a qualcun altro, tipo Sai o Ino ?” Si risponde da solo: quei due hanno la capacità di tenere a freno la lingua pari a quella di un formichiere in un formicaio. Impossibile. Sospira rassegnato: “Cosa devo fare ?” Gli spiegai il piano per bene, lui annuiva convinto e andò verso il luogo in cui avrei fatto la mia proposta alla bella Hyuga. Io invece vado da Hinata, a villa Hyuga, a recapitare la mia lettera. Oltre al bigliettino con il nome di Hinata scritto sopra, ho allegato una piccola letterina in cui le ricordo l’episodio accaduto tanti anni fa e le chiedo di raggiungermi alle porte del Villaggio per il tramonto.
Mi dirigo poi da Shikamaru, per controllare che sia tutto pronto e per sistemare gli ultimi dettagli mentre aspetto Hinata. La cascata è esattamente come la ricordavo, un po’ distante da Konoha. La sua acqua è ancora fresca e cristallina e con la memoria ricordo quella notte in cui vidi la mia dolce mora con un’altra prospettiva per la prima volta, anche se non sapevo che era lei.
Per me, quella ragazza era una fata dell’acqua, un angelo caduto dal cielo. Shikamaru se ne sta a braccia conserte, guardando il suo lavoro e sbuffando: “Se Ino mi scopre, mi ucciderà di certo.” Aveva infatti preso in prestito, diciamo, alcuni fiori dal negozio della compagna di team: lillà, lavanda e altri sulla tonalità del lilla e del violetto. Con essi aveva creato un arco di fiori, aiutandosi con la vegetazione presente nel bosco. Ed era anche riuscito a fare un mazzolino di fiori lilla davvero bellissimo. Mi congratulai con lui, aveva fatto un lavoro magnifico che io non sarei mai riuscito a fare.
Ora non resta che andare a prendere Hinata, con il giusto abito addosso. Mando così il mio amico a compiere la fase due del mio piano, ossia accompagnare Hinata da me. Avevo chiesto precedentemente ad Hanabi di scegliere e consegnare alla sorella un abito per l’occasione, infatti lei è la mia talpa in casa Hyuga. Si sarebbe assicurata che il piano funzionasse e che la sua sorellona non nutrisse alcun sospetto.
Così vado anche io a cambiarmi, nonostante gli abiti eleganti non siano proprio il mio genere. Ma una dichiarazione in smoking mi sembra sia un sogno adatto ad una ragazza e voglio che tutto dia perfetto per questo nostro momento speciale.
Sento poi la voce di Hinata, flebile e dolce, chiamarmi, contrapponendosi allo sciabordio dell’acqua: “Naruto … ma cosa …” Mi giro, cercando di assumere una postura elegante. Ma la mia mascella mi abbandona appena vedo la mia amata: ha addosso un vestito aderente bianco e scintillante, con uno spacco laterale che mi fa arrossire. In un momento mi dimentico tutto quello che devo fare, rapito da quella dea che ho davanti a me.
Hinata infatti, vedendo la mia espressione da stoccafisso, arrossisce e si mette una ciocca dei capelli corvini dietro alle orecchie: “Naruto-kun … Shikamaru-kun mi ha portata qui e ..”
Mi riprendo dalla sorpresa e le sorrido, facendole cenno di stare zitta. Le porgo entrambe le mie mani e lei ci appoggia i suoi palmi, permettendomi di prenderla per mano e portarla sotto all’arco di fiori andando indietro e continuando a guardarla negli occhi. Entrambi sorridiamo, come bambini. Appena arriviamo sotto ai fiori, mi fermo ed inizio il mio discorso, anche se sono un po’ impacciato per l’emozione. Mi schiarisco la gola e comincio: “Hinata … ti ho mandato una lettera con allegato un bigliettino speciale. Hai … capito a cosa mi riferivo ? Ricordi che, quando eravamo piccoli, il maestro Iruka ci chiese se c’era qualcuno con cui avremmo voluto passare il nostro ultimo giorno sulla terra ? Bè, all’epoca probabilmente avrei scritto il nome del maestro Iruka, ma sentivo già che non era quella la risposta giusta. Adesso, però, la conosco esattamente come la conoscevi già tu all’epoca. Saresti tu, la persona con cui vorrei passare il mio ultimo giorno. Perdonami, se sono stato così lento a comprendere i tuoi sentimenti … davvero, mi sento molto in colpa per i miei errori e la mia sufficienza. Ma … ho intenzione di rimediare. E … ho tutto il resto della mia vita per farmi perdonare da te …” Vedo il volto di Hinata arrossire totalmente, mentre la mia fidanzata inizia ad agitarsi, intuendo ciò che sta per succedere. Le sorrido rassicurante e le accarezzo le mani con i pollici.
Mi inginocchio lentamente e lascio una sua mano per recuperare dalla tasca della giacca la custodia nera che avevo portato con me. Quando alzo il volto, vedo delle grosse lacrime che stanno per uscire dagli occhi della mia fidanzata, capisco subito che sono di gioia. Le sorrido allora ed apro la custodia, svelando l’anello che è all’interno. Un cerchietto sottile d’oro, una semplice fede con in mezzo un brillante. Il labbro inferiore di Hinata inizia a tremare e si porta la mano libera davanti alla bocca. Prendo coraggio e finalmente glielo chiedo: “Hinata Hyuga … vuoi … sposarmi ?”
“Sì.”
Si fionda su di me, abbracciandomi stretto e piangendo lacrime di gioia. Quando si allontana un po’ da me, tira su col naso e mi guarda dritto negli occhi. La trovo adorabile. Le asciugo una lacrima e la bacio dolcemente sulle labbra. Non potrei essere più felice.



Angolo autrice:
Spero che il capitolo non sia troppo breve e che sia stato di vostro gradimento. Non preoccupatevi, non è finita qua.
Adesso parlerò del matrimonio dei due e della loro vita coniugale, senza dimenticarmi di Sakura e Sasuke. Cercherò di mettere anche un colpo di scena carico d'azione, almeno spero ... questa è l'intenzione. Se non avete ancora avuto occasione di vedere il film e siete interessati, potete contattarmi per ricevere il link che ho usato io per vederlo :)
A presto e grazie mille per aver letto !
Un bacione
La vostra Rora-chan, indaffarata con gli esami

 

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