Verso Parigi.

di Lady Atena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Senso di libertà. ***
Capitolo 2: *** Carovana. ***
Capitolo 3: *** Storie di incubi. ***
Capitolo 4: *** Primo incontro. ***
Capitolo 5: *** Il richiamo di Notre Dame. ***



Capitolo 1
*** Senso di libertà. ***


Personaggi: Esmeraldo (Saphir), Altri.
Prompt: Parigi.
Lanciata da: La Morte Fidanzata.

Saphir ruotò su se stesso facendo ondeggiare le ciocche di capelli neri, la fascia viola strofinava contro la camicia bianco sporco. Poggiò le mani dalla pelle scura in terra, fece la ruota e atterrò in una spaccata facendo tintinnare i ciondoli color oro della sua cintura. Le donne radunate attorno a lui applaudirono, una lanciò delle monete e la capretta accanto al gitano saltò, facendo cadere gli oggetti nel tamburello che teneva in bocca. Saphir fece l'occhiolino piegando il capo di lato e sogghignò mettendosi in verticale; ruotò su se stesso sulle mani facendole strofinare sull'asfalto. Sentì il tintinnio di altre monete, balzò facendo un doppio salto in aria e atterrò in piedi, fece un inchino portando la mano al petto; dalla camicia aperta s'intravedevano i pettorali definiti. Alzò il capo, socchiuse gli occhi verdi che scintillarono vedendo le monete in terra. Osservò le persone allontanarsi, si chinò raccogliendo le monete in terra nella cintura viola. Si sentì sfiorare la mano, alzò il capo facendo oscillare le ciocche nere. La gitana davanti a lei sorrise, alzò il capo facendo tintinnare i campanelli del cappello da giullare e allargò le gambe piegando le ginocchia.
“Ce ne andiamo domani” sibilò.
Saphir arrotolò la cintura su se stessa, se la sfilò dai pantaloni di tela e la lanciò alla capretta al suo fianco; che l'afferrò con la bocca. Avanzò infilandola nel tamburello accanto ad alcune monete, lo prese in bocca e si voltò verso Saphir. Saphir si sistemò la fascia tra i capelli neri, incrociò le braccia al petto.
“Dove?” domandò.
La gitana saltellò sul posto facendo ondeggiare i campanelli del cappello da giullare, sorrise e si mise a testa in giù. Camminò sulle mani, balzò atterrando dietro Saphir e gli strinse le spalle. Allungò un braccio in avanti, mosse la mano aperta verso sinistra.
“Parigi. Ho già in mente degli splendidi spettacoli”.
Saphir arricciò il labbro, fece un passo avanti e si voltò inarcando un sopracciglio. La capretta gli si affiancò, piegò il muso in avanti facendo tintinnare il tamburello. Saphir lo prese, lo strinse.
“Hai già fatto canzone anche per Parigi?”.
La gitana ridacchiò, saltellò sul posto e batté le mani tra loro con dei tintinnii metallici.
“Libertà è avere una canzone per ogni città che visiti, mio bel Saphir!” esclamò.
Saphir sbuffò roteando gli occhi in contemporanea al suo animaletto, infilò il tamburello nella camicia bianco sporco e inarcò un sopracciglio.
“E questa di cosa parlerà?”.
La gitana sogghignò, socchiuse gli occhi neri e si sporse in avanti facendo ricadere le lunghe ciocche lunghe sulle pezze colorate del vestito.
“La storia di un uomo e di un mostro. Vuoi sentirla?”.
Saphir rise, ruotò su se stesso e sogghignò facendo l'occhiolino.
“Preferisco viverla!”.
La gitana saltellò in avanti, ghignò.
“Una storia di mostri?” chiese.
Saphir sorrise, guardò il cielo e addolcì lo sguardo, le iridi smeraldo brillarono.
“Vivrò qualsiasi storia Parigi voglia raccontarmi”. 

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Capitolo 2
*** Carovana. ***


Personaggi: Esmeraldo (Saphir), Altri.
Prompt: Neve.
Lanciato da: La Morte Fidanzata.

Saphir si strinse la coperta attorno alle spalle, avvicinò le ginocchia al petto arcuando la schiena in avanti e strusciò di lato avvicinandosi alla capretta. L'animale belò, il fiato le si condensò davanti al muso e si mise ai piedi del gitano; infilandosi sotto la fine della coperta. Saphir vide un gitano passarle davanti, lo seguì con lo sguardo fino al fondo del carro e lo osservò piegarsi porgendo del pane ad una bambina dalla pelle scura. Una donna al suo fianco strinse la piccola, un bambino uscì la testa fa un buco della coperta che li avvolgeva e guardò il pane. Saphir sentì lo stomaco gorgogliare, sospirò osservando l'aria condensarsi davanti al volto e voltò il capo verso l'esterno. Una patina bianca copriva il cielo e il terreno, ciuffi d'erba giallina spuntavano dalla neve. La capretta belò e Saphir le passò la mano tra il pelo, sorrise socchiudendo le iridi smeraldo.
“Almeno tu va a mangiare, finché siamo bloccati” la incoraggiò.
La capretta alzò il muso, belò forte emettendo una nuvoletta di vapore e si addentrò maggiormente sotto la coperta. Saphir roteò gli occhi, sospirò e si tolse di dosso l'oggetto; una serie di brividi lo scossero e si leccò le labbra violacee. Si mise in piedi, sollevò la coperta e la capretta lo seguì fino al bordo del carro. Saphir sorrise, gettò l'oggetto oltre il bordo.
“Prendila, avanti!”.
L'animale saltò nella neve, corse in avanti raggiungendo il capo violaceo e lo afferrò con la bocca. Saphir ridacchiò, si sedette sporgendo le gambe oltre il bordo; si tolse la fascia viola e la strinse tirando i capelli neri all'indietro. Un soffio di vento lo colpì facendolo rabbrividire, sentì una serie di starnuti e fruscii provenire dall'interno del carro. La capretta guardò verso il cielo bianco, sgranò gli occhi e lasciò la coperta. Belò, saltò sul carro e afferrò la manica bianco sporco della camicia di Saphir, tirandolo. Saphir voltò il capo, incrociò le gambe e si girò.
“Che c'è?” domandò.
La capretta tirò più volte, si scostò e belò ripetutamente muovendo il muso verso l'orizzonte. Saphir vide due uomini saltare giù dal carro, osservò delle donne prendere in braccio dei fagotti e vide dei bambini nascondersi dietro alcuni ragazzi. Si voltò verso l'orizzonte, la gitana con il vestito da giullare si sporse. Aveva gli occhi sgranati, le lunghe ciocche ondulate le ricadevano sui seni e ansimava formando nuvolette di vapore. Deglutì, si sistemò il cappello da giullare.
“Una tempesta di neve. Dobbiamo correre!” esclamò.
Saphir sgranò gli occhi, si sporse afferrando il tamburello e lo infilò nella camicia. Prese in braccio la propria capretta, saltò giù e si voltò.
“E Parigi?” chiese.
La gitana mosse le mani in aria, corse in avanti e si sporse afferrandogli il gomito, lo tirò e scosse il capo.
“Ci andremo a piedi!” urlò.

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Capitolo 3
*** Storie di incubi. ***


Personaggi: Esmeraldo (Saphir), Altri.
Prompt: Sonnambulismo.
Lanciato da: La Morte Fidanzata.

Saphir saltò sul muretto del ponte, alzò il capo guardando le torri di Notre Dame e balzò sulla sporgenza di una colonna. La strinse con le mani, si sporse verso sinistra facendo ondeggiare un piede nudo sul fiume e sorrise socchiudendo le iridi smeraldo.
“Non è bellissima?” domandò.
La capretta sul ponte belò, saltellò un paio di volte facendo tintinnare l'orecchino all'orecchio e avanzò. Saphir rise, girò attorno alla colonna e balzò saltando in terra.
“Non è solo bella” disse una voce femminile.
Saphir sgranò gli occhi, si voltò di scatto ed espirò vedendo il giullare. Incrociò le braccia, i pettorali dalla pelle scura erano lasciati scoperti dalla camicia panna slacciata.
“Cloe! Mi hai fatto spaventare!”.
Cloe ridacchiò, si mise in verticale allargando le gambe sottili; i campanelli del cappello da giullare tintinnarono e lei saltò stringendo le gambe a metà della colonna.
“Sei sonnambulo, Saphir? Potrei raccontarti una storia!”.
Saphir socchiuse un occhio sgranando l'altro, portò tutto il peso su un piede facendo una smorfia e scosse il capo; la chioma nera ondeggiò attorno a lui.
“Dovrei essere matto per accettare” si lamentò.
Cloe saltò giù dalla colonna, avvolse un braccio attorno alle spalle di Saphir e lo fece voltare; indicò con l'altro la cattedrale e sorrise socchiudendo gli occhi.
“Non è un caso che l'insonnia ti abbia condotto nei pressi di Notre Dame” sussurrò.
Saphir fece un passo di lato, la capretta si mise tra lui e la giullare e il gitano roteò gli occhi.
“Dì pure che è visibile da quasi tutta Parigi” borbottò.
Cloe saltellò sul ponte facendo tintinnare i campanelli del cappello, balzò sul muretto del ponte e piegò il capo all'indietro.
“Se ascolterai la storia di Notre Dame, le tue notti saranno turbate da pensieri ben diversi” sussurrò.
Saphir roteò gli occhi e l'animale al suo fianco belò sbuffando, il gitano camminò fino al limitare del ponte e piegò il capo all'indietro.
“Non ho intenzione di diventare sonnambulo e vagare per Parigi a causa degli incubi, Cloe!” disse.
Cloe sorrise, lo osservò allontanarsi e guardò Notre Dame.
“Ormai sei già dentro la storia, mio Saphir” mormorò.

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Capitolo 4
*** Primo incontro. ***


Personaggi: Frollo/Esmeraldo.
Prompt: Ballo.
Lanciata da: La Morte Fidanzata.
NdA: Scritta per io mio compleanno!

Saphir ruotò su se stesso facendo ondeggiare i lunghi capelli neri, arcuò la schiena all'indietro intrecciando le mani sopra la testa. Fece l'occhiolino ad una donna alle sue spalle, quella arrossì e lanciò due monete nel tamburo tra le labbra della capra. L'animale belò, saltellò in tondo facendo tintinnare lo strumento e Saphir rise. Fece la ruota, atterrando con una spaccata e si passò le mani sulle gambe tese alzando lentamente la testa.
“Via! Via! Il ballo in strada è proibito! Via!” si sentì urlare. 
Il gruppetto attorno a Saphir si scostò, lo zingaro alzò lo sguardo osservando tre guardie davanti ad un uomo con una tunica nera. Quest'ultimo socchiuse gli occhi, arricciò il naso adunco.
“Se si vuole chiamarlo ballo ...” sibilò.
La capretta si mise davanti a Saphir, belò con forza piegando il capo in avanti con gli occhi socchiusi. Saphir sogghignò, poggiò le mani in terra e fece leva mettendosi in veriticale. Ruotò su sé stesso tre volte, balzò e atterrò su un muretto. Fece un inchino verso l'uomo in nero, gli indicò lo spiazzo.
“Perché non lo fate voi, se pensate di esser meglio?” chiese.
L'uomo alzò il capo, il cappello gli scivolò sui radi capelli grigio-bianco.
“Arrestatelo” ordinò.

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Capitolo 5
*** Il richiamo di Notre Dame. ***


Saphir balzò sopra un tetto e accelerò la corsa, guardò sotto di sé osservando le guardie a cavallo; una dai capelli dorati indicò alla loro sinistra.
“Tagliate verso Notre Dame!” ordinò.
Saphir scivolò sul tetto dal lato opposto, rimbalzò su un tendone e atterrò in piedi davanti ad un panettiere; che strillò facendo cadere la teglia. Saphir sporse le braccia verso l'alto, la capretta le cadde in braccio e lui la posò in terra. Fece un inchino al panettiere, afferro due forme di pane e corse via seguito dall'animaletto; le ciocche nere gli battevano sulla camicia aperta.
“Perché dovremmo andare a Notre Dame?” chiese.
La capretta belò ripetutamente scuotendo la testolina, ci fu un tonfo e Saphir rallentò alzando il capo. Cloe sorrise, strinse con una mano la cima del lampione ondeggiando il berretto con i campanelli con l'altra.
“Lì c'è diritto d'asilo, non possono prenderci” spiegò.
Saphir scosse il capo, riprese a correre per la via guardando verso l'alto, Cloe balzò con una piroetta e atterrò accanto al gitano, rimise il berretto e fece la ruota.
“Molti di noi stanno tentando di nascondersi lì, ma se scoprono che esci non puoi rientrare”.
Saphir svoltò a sinistra, balzò sulle casse di un fruttivendolo facendo saltare il contenuto, tornò in terra e corse in avanti afferrando alcune mele.
“Non sembra molto adatto a me!”.
Cloe rise, si arrampicò su un palo ed indicò in avanti con il dito sottile.
“Molto meglio di quello, mio principe dei gitani!”.
Saphir guardò in avanti, la capretta belò vedendo i cavalli dei gendarmi.
“Prendetelo, in nome del Monsignor Arcidiagono!” ordinò il gendarme biondo.
Saphir strinse il fagotto di cibo, si gettò in terra scivolando sotto il primo cavallo, ruotò su se stesso tirandogli un calcio al calcagno e la creatura si rizzò sulle zampe posteriori nitrendo e scalciando. Saphir si rizzò, forse fino ad una finestra aperta e vi si infilò dentro. Una donna urlò, indietreggiò sbattendo contro il tavolino e Saphir le si accostò. Le fece l'occhiolino, le schioccò un bacio e la superò saltando sul tavolo. Uscì dalla porta, corse fino al ponte e vi salì sopra camminando in equilibrio. La capretta al suo fianco indicò verso la cattedrale che si vedeva oltre il fiume, belò ripetutamente saltellando e Saphir sfregò i denti tra loro.
“A quanto pare ci tocca” sussurrò.

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