Io e te...per sempre?

di crazy640
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tre anni,otto mesi e sedici giorni ***
Capitolo 2: *** Abbracci e litigi ***
Capitolo 3: *** Il grande disegno ***
Capitolo 4: *** Cry me a river ***
Capitolo 5: *** L'altro lato della medaglia ***
Capitolo 6: *** La ragazza di Harry? ***
Capitolo 7: *** Riavvicinamenti e Addii ***
Capitolo 8: *** Rocking around a Christmas...Party ***
Capitolo 9: *** Natale alla Tana ***
Capitolo 10: *** Resta con me ***
Capitolo 11: *** L'ospite inatteso ***
Capitolo 12: *** San Mungo stories ***
Capitolo 13: *** Ci sarò per la fine del mondo... ***
Capitolo 14: *** ...Ci sarò per amarti di piu' ***
Capitolo 15: *** Greatest Hits ***
Capitolo 16: *** What goes around comes around ***
Capitolo 17: *** Giuro solennemente di... ***
Capitolo 18: *** Lettere da Hogwarts ***
Capitolo 19: *** Grandi preparativi ***
Capitolo 20: *** One night only-1 parte ***
Capitolo 21: *** One night only-2 parte ***
Capitolo 22: *** Scene da un matrimonio ***
Capitolo 23: *** Caccia al tesoro fra i ricordi ***
Capitolo 24: *** Magical San Valentine ***
Capitolo 25: *** Molto meglio James ***
Capitolo 26: *** I miei alibi e le tue ragioni ***
Capitolo 27: *** With a little help from my friends ***
Capitolo 28: *** I want to hold your hand ***
Capitolo 29: *** Sei sulla lista? ***
Capitolo 30: *** The end of the world(as we know it) ***
Capitolo 31: *** Perdere l'amore ***
Capitolo 32: *** I will show you love ***
Capitolo 33: *** That's what friends are for ***
Capitolo 34: *** Ti penso ***
Capitolo 35: *** Letters for you ***
Capitolo 36: *** Bachelor & Bachelorette Party ***
Capitolo 37: *** La notte dei pensieri ***
Capitolo 38: *** We're man and wife ***
Capitolo 39: *** Let's celebrate! ***
Capitolo 40: *** It's all coming back to me ***
Capitolo 41: *** Let me introduce you... ***
Capitolo 42: *** Sei mesi dopo-Time of my life ***
Capitolo 43: *** PICCOLO REGALO PRIMA DELLA FINE... ***
Capitolo 44: *** Io e te per sempre ***



Capitolo 1
*** Tre anni,otto mesi e sedici giorni ***


Harry infilò una mano nella tasca destra dei pantaloni e prese le chiavi di casa.

Salì i tre gradini che lo dividevano dalla porta di casa e,come faceva tutte le sere ormai da tre anni,prima di infilare la chiave nella toppa si guardò attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno.

La strada era deserta.

Privet Drive era sempre stata una strada tranquilla,anche quando era un bambino,ma lui aveva avuto modo di accorgersene soltanto in questi anni.

Certo i suoi vicini erano sempre i soliti impiccioni di quando viveva con i Dursley,ma soltanto se avevano un motivo...

E lui di motivi in passato gliene aveva dati parecchi:dal gonfiare la sorella di zio Vernon come una mongolfiera e farla volare sui tetti di Londra,all'attacco dei Dissennatori nell'estate di quasi otto anni fa.

Ma ora era acqua passata:da quando era tornato non aveva fatto altro che cercare di rendersi invisibile,di rendersi uguale ai babbani.

E fino a quel momento sembrava esserci riuscito.

Infilò la chiava nella toppa e aprì la porta d'ingresso.

-Sono a casa!-disse entrando e richiudendosi la porta alle spalle.

Si voltò verso l'attaccapanni vicino alla porta e vi posò il cappotto la sciarpa e ai piedi di questo mise la sua borsa ventiquattrore.

Poi restò in silenzio per alcuni istanti,finchè non sentì uno scalpettio di piedi correre a velocità sostenuta giu' dalle scale.

-Zio Harry!-disse una voce eccitata.

Alzò lo sguardo verso le scale e sorrise vedendo il bambino fermo all'inizio delle scale che lo guardava.

Aveva quasi quattro anni,come gli ricordava quasi ogni giorno orgoglioso e ogni volta che Harry lo guardava sentiva una stretta al cuore.

Arthur Lupin era il figlio di Remus e Tonks Lupin,due delle persone piu' importanti della vita di Harry,due fra le tante persone che erano scomparse per colpa sua.

Arthur,o Teddy come lo chiamva sempre Harry malgrado le lamentele del bambino,era la copia del padre:lo stesso volto,gli stessi capelli ribelli,e certe volte Harry era sicuro di riuscire a scorgere già alcune delle movenze di Remus in lui.

Da sua madre aveva ereditato i grandi e profondi occhi che lo facevano rabbrividire ogni volta che incrociava il suo sguardo,e i suoi poteri.

Anche se era ancora molto piccolo,Harry era sicuro che Teddy avesse ereditato la maggior parte dei poteri da sua madre,riuscendo così a scampare il pericolo di trasformarsi in uomo-lupo come suo padre.

-Ecco il mio ragazzo!-gli disse avvicinandosi all'ultimo gradino e tenendo le braccia verso il bambino.

Questo scese l'ultima rampa di scale e si fiondò fra le braccia dell'uomo,ridendo.

Era il loro rituale quotidiano:ogni giorno quando Harry tornava dal lavoro,Teddy correva ad accoglierlo e a raccontargli come aveva trascorso la giornata.

E quel giorno non era da meno.

-Hai avuto una buona giornata?-gli domandò Harry,mettendosi Teddy su una spalla e incamminandosi verso il salotto.

Quando era tornato a Privet Drive subito dopo la battaglia di Hogwarts,aveva cambiato completamente l'arredamento della casa:aveva bisogno di cancellare i brutti ricordi che quel posto gli portava alla mente e creare un'atmosfera positiva per il piccolo Teddy.

Il salotto che prima aveva un'atmosfera soffocante dovuto al tocco perfezionista di sua zia Petunia ora aveva l'aspetto rilassante e caldo che aveva tanto amato nella Tana e che gli portava alla memoria tanti ricordi felici.

Si può dire che si era ispirato quasi esclusivamente a casa Weasley per creare la sua casa.

Si sedette sulla poltrona davanti al camino e con un colpo di bacchetta accese il fuoco:alle volte usava ancora la magia,ma cercava di ridurne l'uso al minimo indispensabile;in fondo ne aveva fatto a meno per undici anni,poteva farne a meno anche adesso.

Si mise Teddy sulle ginocchia e aspettò che il bambino iniziasse a parlare.

-Fantastica!Sono stato alla festa di Bobby e mi hanno regalato un sacco di dolci-gli disse il bambino con gli occhi che brillavano.

Harry sorrise e annuì.

Il bambino scese dalle sue ginocchia e corse verso le scale.

-Buonasera Harry-disse una voce alle spalle dell'uomo.

Harry si alzò e si voltò in direzione della voce.

Sorrise alla vista di Miss Queen,la tata di Teddy:era una donna sui cinquanta anni,rigorosamente maga(altrimenti come avrebbe potuto spiegare le cose strane che succedevano in quella casa?), che si prendeva cura di Teddy,di lui e della casa da quando erano tornati a vivere lì.

-Buonasera Miss Queen,l'ha fatta disperare oggi?-le domandò con gentilezza.

La donna scosse il capo:Harry sapeva che anche se Tedy fosse stato una peste,lei non l'avrebbe mai ammesso.

Adorava quel bambino e Teddy le voleva un bene immenso.

-Assolutamente,è stato un angelo...Non ha fatto che parlare di questa festa,era veramente contento!-gli disse con un lieve sorriso sulle labbra.

Harry annuì e la seguì nell'ingresso quando la donna si avviò verso l'attaccappanni per prendere le sue cose.

-Teddy ha già mangiato e gli ho promesso che poteva fare il bagno quando lei tornava a casa-disse la donna infilando un braccio nel cappotto.

Harry annuì:si divertiva a fare il bagno a Teddy,anche se poi il bagno sembrava un campo di battaglia.

-Le ho lasciato qualcosa di caldo da mangiare per questa sera-disse ancora infilando anche l'altro braccio.

-Non doveva disturbarsi...-tentò di dire Harry.

-Sa che per me non è un disturbo-lo interruppe ovviamente,la donna.

Harry annnuì.

La donna si abbottonò i primi due bottoni del cappotto e prese la borsa.

-Teddy vieni a salutare Miss Queen-chiamò Harry rivoltò alle scale.

Subito sentirono il rumore dei piedi sulle scale,e pochi attimi dopo Teddy era vicino a Harry.

-Ci vediamo lunedì Teddy-disse Miss Queen.

Teddy abbracciò le gambe della donna e annuì.

-Grazie per avermi portato alla festa-le disse quando si fu staccato da lei.

Harry e la donna sorrisero,poi la donna aprì la porta e uscì in strada.

Harry e il bambino restarono alcuni istanti sulla soglia a guardarla finchè non la videro sparire dietro l'angolo della strada e poi chiusero la porta.

 

 

 

Dopo aver fatto il bagno a Teddy,avergli messo il pigiama e averlo messo a letto,Harry tornò in salotto.

Si versò due dita di whisky in un bicchiere e si sedette di nuovo nella sua poltrona di fronte al camino.

C'erano dei giorni che si sforzava di non pensarci,altri invece decideva di lasciar libero sfogo al suo animo masochista e dava libero sfogo ai ricordi.

SE gli avessero detto che quello sarebbe stato il suo futuro,avrebbe sicuramente riso in faccia a chi golielo diceva.

Lui sapeva com'era il suo futuro:sapeva che avrebbe vissuto nella Londra magica,che avrebbe avuto un lavoro da Auror e che avrebbe avuto sempre accanto Ron e Hermione per i momenti di crisi.

E soprattutto sapeva che nel suo futuro c'era lei.

Ginny.

Sapeva che il suo futuro era con lei:si vedeva sposato con almeno quattro figli con i capelli rossi come quelli di lei,e tutto quello che non avevano potuto avere per la sua stupidità.

Ma poi c'era stata la battaglia...C'erano stati tutti quei morti...

E lui non aveva piu' potuto.

Come poteva tornare da lei dopo quello che era successo?

Come poteva andare da lei dopo che per colpa sua Fred era morto e sperare che lei lo amasse?

Era colpa sua se tutte quelle persone erano morte e per questo aveva deciso di sparire.

Liberarli della loro presenza,sperando che quelle persone che erano state così importanti per lui, che erano quasi un altra parte di sè stesso,si dimenticassero della sua esistenza e riprendessero la loro vita da dove l'avevano lasciata nel momento in cui lo avevano incontrato.

Aveva abbandonato tutti:Ginny,Luna,Neville,Seamus,Ron,Hermione...

L'unico che non aveva abbandonato era stato Arthur:quel bambino aveva bisogno di lui.

Così prima di sparire,lo aveva preso con sè e da allora gli aveva fatto da tutore,come Sirius aveva fatto con lui(per quei pochi e preziosi anni).

Gli aveva raccontato dei suoi genitori,di chi erano e quanto erano stati importanti per riportare la pace,portandolo anche a vedere la loro tomba.

Sapeva che poteva essere rischioso,che qualcuno poteva vederlo,ma non poteva negare questo al piccolo Teddy.

E lui aveva capito:non c'era giorno che non lo facesse sentire amato.

Però certe sere,quando Teddy era già addormentato nel suo letto ed Harry invece faticava a prendere sonno rigirandosi piu' volte nel suo enorme letto,lui si chiedeva dove fosse lei,cosa stava facendo...con chi fosse.

Era sicuro che ci fosse qualcun'altro accanto a lei:una ragazza bella come lei non poteva essere ancora sola.

E naturalmente quel pensiero,invece di aiutarlo a prendere sonno,lo faceva rimanere insonne.

Alcune volte pensava anche a Ron ed Hermione.

Sapeva che erano insieme,se lo sentiva:quei due erano fatti per stare insieme,anche se avevano impiegato anni per capirlo.

Li immaginava sposati,forse alla Tana,già con un bambino con i ricci di Hermione e i capelli vermigli di Ron.

Era un pensiero quasi insostenibile da sopportare,ma sapeva che aveva fatto la scelta giusta.

Loro stavano meglio senza di lui.

 

 

Il mattino dopo,sabato mattina,Harry si svegliò presto.

Aveva promesso a Teddy che quella mattina sarebbero andati alla biblioteca del quartiere per prendere dei nuovi libri per il bambino.

Teddy rispetto agli altri,sapeva già leggere,grazie a Harry che glielo aveva insegnato già l'anno precedente.

Si fece una doccia,si rasò accuratamente e poi scese in cucina per preparare la colazione per entrambi.

Sapeva che il bambino era già sveglio perchè aveva sentito dei rumori provenire dalla sua camera da letto,ma sapeva che non sarebbe uscito dalla stanza finchè lui non lo avesse avvertito che la colazione era pronta.

Preparò il tè e mise a tostare il pane,poi versò il latte nel bicchiere di Sesame Street(il preferito di Teddy)e preparò i cereali per entrambi.

Nello stesso istante in cui il tostapane fece il suo rumore caratteristico per avvertirlo che il pane era pronto,Teddy comparve sulla soglia della cucina.

-Buongiorno!Mi chiedevo dov'eri finito-gli disse Harry,posando il pane al centro del tavolo.

Teddy lo guardò con aria interrogativa.

-Non avevi detto che volevi aiutarmi a preparare la colazione?-gli ricordò l'uomo con un sorriso sulle labbra.

Il bambino alzò le spalle e si avviò verso la sua sedia,un pò piu' alta rispetto alle altre.

-Lo sai che non volevo farlo veramente-gli disse prendendo una fetta di pane dal piatto.

Harry rise e si mise a sedere di fronte a lui.

Per alcuni minuti fecero colazione in silenzio,rubandosi reciprocamente le cose dal piatto come facevano sempre durante il week-end.

-Appena hai finito,va a vestirti-gli disse Harry bevendo un'ultimo sorso dal suo te.

-Posso scegliere tutti i libri che voglio?-domandò il bambino.

Harry gli tolse un Cheerios rimastogli sulla guancia destra e annuì.

-Puoi prendere fino a sei libri-gli disse.

Teddy finì di bere il suo latte in un unico sorso e scese velocemente dalla sua sedia,correndo verso le scale.

Harry sistemò le stoviglie nella lavastoviglie e poi seguì il bambino al piano di sopra:sbirciò nella stanza di Teddy e lo vide mentre si infilava i pantaloni,poi si diresse verso la sua camera per aprire le tende e far entrare il sole.

Andò in bagno e si diede un'ultima controllata nello specchio prima di andare di nuovo nel corridoio che divideva le due stanze.

-TEddy guarda che sto andando via!-disse avviandosi verso le scale.

-Ho fatto,sto arrivando zio Harry!-disse Teddy fiondandosi fuori dalla sua stanza.

Aveva la canottiera fuori dai pantaloni e il colletto della camicia dentro il maglione.

Harry rise e lo sistemò,cercando anche di dare una sistemata ai capelli ribelli del bambino,ma invano.

Scesero le scale,e dopo aver preso le chiavi di casa e della macchina uscirono in strada.

Dopo neanche un quarto d'ora erano davanti alla biblioteca.

Harry chiuse la macchina ed inserì l'antifurto,poi prese per mano Teddy che iniziò a trascinarlo verso l'entrata della biblioteca.

-Muoviti,mi sembri una lumaca!-gli disse il bambino trascinandolo dentro.

Harry rise continuò a farsi trascinare dal bambino,finchè non andò a sbattere contro una donna che stava uscendo.

-Mi scusi...Non l'avevo vista-si scusò alzando lo sguardo sulla donna.

Quando incontrò il viso della donna,si bloccò:non poteva essere successo veramente.

-Harry sei...Sei proprio tu?-gli domandò la donna guardandolo con evidente sorpresa.

Lui deglutì a vuoto,sentendo un nodo stringergli la gola:doveva saperlo che quello era il suo territorio!si rimproverò.

Lei lo stava ancora guardando,in attesa di una risposta e dal suo sguardo,lui capì che neanche lei credeva a quello che stava accadendo.

Doveva dire qualcosa...già,ma cosa?

Sospirò e incontrò di nuovo i suoi occhi,lasciandosi scappare un piccolo sorriso.

-Ciao Hermione...Come stai?-gli disse alla fine.

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Capitolo 2
*** Abbracci e litigi ***


harry 2

Salve a tutti,volevo ringraziare chi aveva letto il primo capitolo della mia ff e chi lo aveva recensito.

Se avete qualche consiglio da darmi sapete che sono sempre beneaccetti!

Chiedo scusa fin da ora per eventuali errori di battitura eo d'ortografia...

   BUONA LETTURA!

 

Non si era aspettato quella reazione.

Senza dire una parola,Hermione gli aveva gettato le braccia al collo,abbracciandolo e lasciando cadere a terra i libri che fino a pochi istanti prima aveva fra le mani.

Sentiva il cuore martellargli in petto come un cavallo impazzito ed era sicuro che da quella distanza così ravvicinata riuscisse a sentirlo anche lei.

Harry rimase fermo,immobile fra le sue braccia.

Sentiva su di sè lo sguardo curioso di Teddy,a pochi passi da lui che osservava sorpreso quella scena,incerto se fare domande o meno.

Doveva staccarsi da quell'abbraccio prima di far vincere i ricordi,pensò sentendo i riccioli soffici di lei sul suo viso.

Gentilmente,ma con fermezza mise entrambe le mani sui fianchi di Hermione e la spinse via da sè,costringendola a sciogliere l'abbraccio.

Ora lei era davanti a lui,incerta su cosa dire o fare.

Sorrise a quel pensiero:Hermione Jane Granger era senza parole.

Restarono alcuni istanti in silenzio,soltanto guardandosi in volto per cercare di scoprire tutte le differenze che si erano create sui loro volti in quei tre mesi.

Era diventata una donna.

Aveva perso quell'aria spaventata che gli aveva visto negli occhi durante i sette anni di scuola ed era diventata anche molto attraente:i suoi occhi,la sua bocca,era tutto perfetto.

Era anche cresciuta in altezza,anche se non sarebbe mai arrivata al pari suo e di Ron,ma adesso riusciva ad arrivargli quasi alle spalle.

-Sei diverso...-gli disse lei dando voce al pensiero che passava anche nella mente di Harry.

-Tre anni sono lunghi-le disse lui con un sorriso leggermente imbarazzato.

Perchè sentiva quel senso di inedeguatezza?In fondo era Hermione,la conosceva fin da quando era bambina e portava i calzini corti!

La donna si grattò un braccio,profondamente a disagio:non era stata un'uscita felice,pensò Harry desiderando solo che quell'incontro non fosse mai avvenuto.

Fortunatamente a rompere l'imbarazzo che si stava creando ci pensò Teddy,stufo di aspettare.

-Zio Harry!-lo chiamò per attirare la sua attenzione.

Harry lo guardò e si ricordò dove si trovavano e la promessa fatta al bambino.

Anche Hermione si era voltata verso il bambino e lo fissava curiosa.

-Arrivo subito Teddy-disse Harry.

Si pentì subito di aver detto il nome del bambino:era stato proprio lei a sceglierlo poche ore dopo aver visto il bambino e ora sicuramente avrebbe capito di chi si trattava.

Infatti lo sguardo negli occhi della donna confermava tutti i suoi dubbi.

-Teddy?Teddy Lupin?-domandò,mentre uno strano luccicchio apparve nei suoi occhi.

Harry si maledì ancora una volta per non aver tenuto la bocca chiusa e annuì.

Si voltò di nuovo verso il bambino e lo vide che stava cercando di mettersi in piedi su una panchina poco distante da loro.

Senza guardare Hermione,si diresse verso Teddy e afferrandolo sotto le braccia lo fece salire sulla sua spalla destra,sapendo che non si sarebbe lamentato.

-Quante volte ti ho detto di non arrampicarti lì sopra?-gli domandò facendo la voce cattiva.

Sentì la risata di Teddy e si lasciò scappare un sorriso,prima di far andare il bambino a testa in giu',arrivando quasi a fargli toccare il terreno con la testa.

Teddy rise ancora piu' forte e afferrò ancora piu' saldamente un braccio di Harry.

Harry allora lo rimise sulla sua spalla,ridendo insieme al bambino.

Tornò a posare lo sguardo su Hermione;aveva raccolto i libri da terra ed ora li teneva stretti al petto,come se cercasse in qualche modo di proteggersi da lui e da Teddy.

Fece qualche passo verso di lei,sempre con Teddy sulle spalle,e una volta arrivato davanti a lei si accorse dei suoi occhi lucidi.

-Tutto bene?-le domandò preoccupato.

Lei annuì velocemente.

-Si,scusa...-

-Allora,vogliamo andare?-domandò Teddy,questa volta veramente stufo di aspettare.

-Lo sai che quando parlano gli adulti devi alzare la mano.

La signora Weasley penserà che sei un bambino maleducato-gli disse Harry,alzando lo sguardo verso il piccolo.

-Zio se alzo una mano rischio di cadere-gli fece notare il bambino.

Harry ed Hermione sorrisero alle parole del bambino.

Restò un attimo in silenzio,indeciso se fare le presentazioni o salutarsi,ma ormai era inutile far finta che quell'incontro non fosse accaduto.

Si voltò verso Hermione e le sorrise.

-Hermione,ti presento mio nipote Arthur Lupin.

Teddy lei è Hermione Granger Weasley-disse poi rivolto al bambino.

Non aveva il minimo dubbio che lei e Ron fossero sposati,per questo l'aveva presentata con entrambi i cognomi,ma sorrise per lo sguardo sorpreso che lei gli aveva rivolto:sapeva perfettamente che cosa si stava domandando in quel momento.

Voleva sapere come faceva a sapere del suo matrimonio.

Nonostante i tre anni di lontanza,riusciva ancora a capire ogni espressione del suo viso ed era certo se sarebbe stato lo stesso con Ron.

Hermione si avvicinò a Teddy e gli sorrise.

-Piacere di conoscerti Teddy-gli disse.

Il bambino allungò una mano,e strinse quella della donna.

-Io già ti conosco-disse poi,con voce quasi orgogliosa.

Hermione lo fissò sorpresa ed Harry,a quelle parole,non potè trattenere un sorriso.

-Ho visto le tue foto con lo zio Harry!-le disse come se fosse la cosa piu' naturale del mondo.

Hermione sorrise ed annuì.

Restarono di nuovo in silenzio,senza sapere di nuovo cosa dire,ma questa volta era davvero ora di andare.

-Scusaci Hermione,ma noi dobbiamo andare dentro-disse Harry.

La donna annuì.

-Mi ha fatto piacere rivederti...Salutami Ron-le disse dopo un attimo di incertezza.

E Ginny.

-Lo farò.

Mi ha fatto piacere conoscerti Teddy-disse rivolta di nuovo al bambino.

Il piccolo le rivolse un sorriso prima di afferrare i capelli di suo zio come se fossero delle briglie per cavalli e guidarlo dentro la biblioteca.

La donna gli guardò entrare nell'edificio ridendo e,mentre guardava Harry mettere a terra il piccolo Teddy,seppe che cosa fare.

 

 

 

 

-TU HAI INCONTRATO HARRY?-le domandò Ron,sorpreso dalle sue parole.

Hermione non aveva perso tempo:dopo aver lasciato Harry ed il bambino,si era smaterializzata di fronte all'entrata del Ministero della Magia.

Una volta entrata dentro,si era avviata a passo spedito verso l'ufficio di Ron al Ministero della Magia e gli aveva raccontato tutto quello che le era capitato.

Harry aveva ragione:il suo nome da due anni e mezzo era Hermione Granger Weasley.

Si erano sposati sei mesi dopo la Battaglia di Hogwarts e,anche se alle volte avevano delle litigate furiose che facevano tremare i lampadari e le pareti di casa,sapeva che la sua vita non sarebbe stata completa senza Ron.

Lui era l'amore della sua vita,anche se avevano impiegato anni a dirselo.

Però,nonostante l'amore che aveva per Ron,sentiva un vuoto alla bocca dello stomaco fin dalla fine della Battaglia...fin da quando Harry era sparito nel nulla.

Lo avevano cercato dappertutto,in tutti i posti che fossero legati a lui da qualche memoria felice,ma inutilmente.

Aveva passato mesi con Ron a scervellarsi per cercare di capire dove fosse,ma alla fine il rosso aveva deciso di interrompere le ricerche.

-Non tornerà,quindi smettiamola di cercarlo-le aveva detto.

Si sarebbe fatto mettere sui carboni ardenti piuttosto che dirle che si sentiva tradito del suo migliore amico,ma lei non aveva bisogno di parole.

A lei bastava uno sguardo per capire il suo Ron.

Così avevano abbandonato le ricerche,e si erano concentrati sul loro amore e sul loro matrimonio.

Quella festa era stata un'occasione per tutta la famiglia e per tutti gli amici di dimenticare le cose terribili che erano successe pochi mesi prima.

Per mesi George Weasley aveva lasciato il negozio chiuso a Diagon Alley,indeciso se venderlo o meno,non uscendo di casa se non per andare a trovare il fratello al cimitero.

Poi aveva deciso che era ora di reagire:Fred non avrebbe voluto vederlo ridotto in quello stato.

-Al mio posto si sarebbe fatto sicuramente una risata-aveva scherzato,anche se tutti sapevano che non era assolutamente vero.

Tutti erano ormai tornati alla routine quotidiana che avevano prima del ritorno di Voldemort e della Battaglia di Hogwarts.

Dopo tutti questi anni era un caso raro che parlassero di Harry.

Ron,aveva passato mesi insieme a suo padre per aiutarlo ad uscire da una profonda crisi depressiva nel quale Mr Weasley era caduto dopo la morte del figlio,interessandosi a quello che piu' piaceva al padre:il mondo dei babbani.

Avevano passato ore insieme a parlare di tutti quegli oggetti che per Ron erano senza interesse,mentre per suo padre erano così pieni di fascino e alla fine Ron si era lasciato contagiare dalla sua passione per tutto quello che era babbano e seguire le orme di suo padre sfruttando poi le sue conoscenze lavorando per il Ministero,mentre Hermione lavorava come Auror.

Quella mattina quando Hermione si presentò nel suo ufficio lo trovò con una strana maschera piena di liquido viola sugli occhi.

Era rimasto lo stesso ragazzo che aveva conosciuto ad undici anni:i capelli rossi che lei adorava che gli ricadevano folti fino alle spalle;il corpo muscoloso modellato da tutti quegli anni di Quidditch,e il viso coperto da piccole efelidi.

Quando si era accorto della sua presenza le sue orecchie erano andate a fuoco,ma lei aveva fretta di raccontargli quello che era successo per chiedergli spiegazioni.

Gli aveva raccontato per filo e per segno il suo incontro con Harry e lui non l'aveva mai interrotta.

Era rimasto anche lui sorpreso quando aveva saputo di Teddy Lupin,ma non aveva detto altro.

Quando lei aveva finito il suo racconto,era calato il silenzio nell'ufficio.

-Cosa facciamo adesso?-gli domandò cercando di non sembrare troppo pressante.

Voleva vedere di nuovo Harry,avere delle spiegazioni,sapere cosa era stato della sua vita in tutti questi anni,ma non voleva che suo marito si sentisse in qualche modo messo sotto pressione.

Ron si era lasciato andare contro lo schienale della sedia e aveva alzato le spalle.

-Continuiamo la nostra vita-disse poi tranquillamente.

Hermione lo guardò poco certa di aver capito bene le sue parole.

-Ron...-

-No Mione!-disse di nuovo.

-Ma se almeno provassimo....-cercò di convincerlo lei.

-A fare cosa?A dargli la possibilità di illuderci di nuovo?

Ti sei dimenticata quello che ci ha fatto,quello che ha fatto a Ginny?-le domandò lui con una voce che non accettava repliche.

Si era alzato con uno scatto dalla sua poltrona e in pochi passi si era avvicinato la finestra che,grazie ad un incantesimo,dava su una pianura ricoperta di neve.

No,Hermione non aveva dimenticato:aveva passato ore a consolare Ginny dopo la scomparsa di Harry,rassicurandola che presto lui sarebbe tornato,ma cercando con quelle parole di convincere piu' sè stessa che l'amica.

-No affatto,ma voglio delle risposte!-gli disse alzando leggermente la voce.

-A che serve?Lui non aveva piu' bisogno di noi e chi ha abbandonato neanche fossimo delle scarpe vecchie-disse con rabbia,dandole le spalle.

Non le piaceva vedere suo marito in quello stato e non poter fare niente per aiutarlo,ma lei aveva bisogno di sapere.

-Ron...Ti prego,fallo per me!-gli disse,come ultimo tentativo.

Il rosso tornò a guardarla per alcuni istanti,senza parlare,poi si passò una mano fra i capelli folti.

-Non posso...Tu lo sai quanto ti amo e sai che farei tutto per te...ma non questo-le disse.

Lei avvertì una nota di tristezza nella sua voce,che la portò ad alzarsi e ad andare di fronte a lui.

Gli prese il viso fra le mani e incontrò i suoi occhi:in un'attimo era tornato ad essere il piccolo Ronald Weasley di undici anni bistrattato da tutti e isolato per la sua condizione economica e la sua famiglia numerosa.

Lo prese fra le braccia lo baciò piu' volte sul collo,sapendo che quello gli avrebbe restituito la fiducia in sè stesso.

Pian piano la stretta di lui attorno alla sua vita si attenuò e lui rialzò lo sguardo ad incontrare i suoi occhi.

-Naturalmente tu andarai di nuovo a parlare con lui-aveva detto Ron sicuro.

Lei annuì.

-So che neanche urlando con tutto il fiato che ho in gola riuscirei a farti cambiare idea,perciò mi arrendo...

Però promettimi una cosa-le disse senza lasciare i suoi occhi.

-Tutto quello che vuoi-disse lei.

-Non permettergli di ferirti di nuovo-le disse.

Hermione sorrise,leggermente commossa da quelle parole e lo baciò.

-Te lo prometto...-

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Capitolo 3
*** Il grande disegno ***


il grande disegno

 

Fu solo domenica sera che,non vedendo nessuna traccia di Hermione,Harry pensò di essere fuori pericolo.

Aveva avuto il timore di vederla comparire davanti alla porta del numero 4 di Privet Drive per tutto il fine settimana,ma ora cominciava a sentirsi piu' rilassato:sicuramente non poteva presentarsi a casa sua di domenica sera.

Aveva passato quei due giorni cercando di tenere la mente occupata:dopo essere tornati dalla biblioteca,il sabato mattina,lui e Teddy avevano pranzato,poi aveva fatto fare al bambino un riposino pomeridiano di un paio d'ore.

Quando il piccolo si era svegliato lo aveva portato ai South Kensington Gardens,che Teddy adorava per la statua di Peter Pan e per il grande lago con i cigni.

Avevano passato quasi due ore seduti sulla riva del lago a giocare con la barca radiocomandata e a dar da mangiare alle oche e ai cigni.

Una volta a casa,aveva fatto mangiare Teddy e lo aveva messo a letto.

La domenica mattina lo aveva portato al cinema a vedere un cartone animato sulle api,che a Teddy era piaciuto molto,mentre lui aveva rischiato piu' volte di addormentarsi durante la proiezione.

Ora il bambino era poco distante dalla sua poltrona,sdraiato a pancia in giu' intento a fare un disegno.

Harry cercava di leggere un libro,cercando di seguirne la trama nonostante le continue domande del bambino.

-Credi che posso colorargli i capelli di blu?-gli domandò ancora.

Harry sorrise e sbirciò per un attimo il foglio da disegno,ma il bambino fu piu' veloce e nascose il disegno con il braccio,bloccandogli la visuale.

Harry rise e alzò le spalle.

-Non vedo perchè no-disse tornando a posare gli occhi sul suo libro.

Nella stanza tornò il silenzio,interrotto dal rumore della legna che crepitava nel fuoco.

Erano in novembre,e quell'anno il freddo era ancora piu' pungente del solito;Harry aveva la speranza di alzarsi una di quelle mattine,aprire la finestra e trovare Privet Drive ricoperta di neve.

Per Teddy sarebbe stato bellissimo:adorava giocare a battaglia di neve e aveva un talento naturale nel fare gli angeli di neve.

Entrambi tornarono alle loro occupazioni interrotte pochi minuti dopo dal suono del campanello.

Harry guardò l'orologio posto sopra il camino:erano quasi le otto di sera.

-Chi è?-gli domandò Teddy mettendosi in ginocchio.

-Sarà Mrs.Palin che ha bisogno dello zucchero-disse Harry alzandosi dalla sua poltrona e avviandosi verso l'ingresso.

Teddy lo imitò e gli sfrecciò di fianco arrivando per primo alla porta e allungandosi per aprire la porta.

Harry rise e lo prese in braccio per facilitargli l'operazione.

Teddy si allungò di nuovo verso la catena della porta e riuscì finalmente ad aprirla.

Harry si mise Teddy sul fianco destro e aprì di piu' la porta per vedere chi fosse rimanendo sorpreso trovandosi di fronte Hermione.

Forse aveva cantato vittoria troppo presto,si disse guardandola.

Era avvolta in un cappotto color nocciola che dava ancor piu' luce ai suoi capelli castani;al collo aveva un sciarpa di lana color panna coordinata con i guanti.

-Ciao...-gli disse lei,accennando un sorriso.

-Hermione!-la salutò Teddy.

-Ciao piccolo-disse la donna sorridendo al bambino.

-Non sono piccolo!Ho già quattro anni-la rimproverò lui.

Si voltò verso Harry offeso e,quasi contemporaneamente,si mosse per farsi mettere a terra.

Una volta libero,si mise a correre e tornò in salotto.

Harry tornò a guardare Hermione,ancora ferma in strada in attesa di una sua parola.

-Credevo che fosse la nostra vicina-le disse,pentendosi subito di quella frase.

La donna alzò le spalle.

-Posso entrare?-gli domandò incerta.

-Certo...scusami,sono un vero cafone!-le disse facendosi da parte per farla entrare.

Hermione entrò nell'ingresso e lui chiuse la porta di casa.

-Dammi il cappotto-le disse.

Ma di chi era quella voce così formale?si domandò sorpreso.

La vide togliersi il cappotto e rimanere in jeans e maglione blu.

Dopo aver appeso il suo cappotto,le fece strada verso il salotto,dove Teddy era tornato a colorare come se l'interruzione di poco prima non fosse mai avvenuta.

-Vuoi bere qualcosa?Un bicchiere di vino?-le domandò infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.

Perchè era così a disagio?

Perchè sai che è venuto il momento della verità,rispose una vocina dentro di lui.

-Si,grazie-rispose lei con un leggero sorriso.

Harry si avviò in cucina e prese il vino dal frigorifero,poi si avvicinò alla credenza e prese due bicchieri da vino.

"Andrà tutto bene...Devo solo cercare di non farmi prendere dal panico..."si disse facendo dei respiri profondi.

Mentre versava il vino nei bicchieri un pensiero gli attraversò la mente:e se al posto di Hermione ci fosse stata Ginny?

Sicuramente sarebbe morto!

Prese i due bicchieri e tornò in salotto,dove lei era accovacciata accanto a Teddy:il bambino le stava mostrando il disegno e le stava spiegando cosa raffigurava.

-Ehi,perchè lei può vederlo e io no?-domandò al bambino con tono fintamente offeso.

-Perchè voglio che tu lo vedi quando è perfetto-disse il bambino senza guardarlo.

Harry sentì il cuore sciogliersi a quelle parole:adorava quel bambino,ogni giorno di piu'.

Porse un bicchiere a Hermione e le indicò il divano accanto alla sua poltrona,invitandola a sedere.

La donna seguì il consiglio e si sedettero contemporaneamente.

-Teddy ti dò tempo un'altra mezz'ora per finire il disegno,poi dritto a letto-disse Harry tornando a guardare il bambino.

-Ma zio...-tentò di lamentarsi lui.

-Niente storie!Lo sai che domani devi andare all'asilo-gli ricordò lui incontrando gli occhi del bambino.

Teddy non protestò,ma Harry capì che era ancora arrabbiato dai suoi capelli:in pochi istanti erano diventati rossi,per poi virare sul fucsia prima di tornare del loro colore naturale.

Tornò a guardare Hermione e la vide sorridere.

-Assomiglia molto a Tonks-disse a disagio.

Harry annuì.

-Però ha preso tutto il carattere di Remus...Certe volte facciamo certe discussioni...-le disse con un lieve sorriso sulle labbra.

Anche lei sorrise per alcuni istanti,prima di tornare seria.

-Ed è...-iniziò senza sapere come continuare.

-Come Remus?-domandò Harry,cercando di facilitarle il compito.

Per lei non doveva essere facile:per tre anni nessuna notizia ed adesso era lì accanto a lui che cercava il modo piu' delicato possibile per imbastire una conversazione,per chiedergli tutte le informazioni che le mancavano.

La vide annuire.

-No,ha ripreso gran parte dei suoi poteri da Tonks,anche se devo confessarti che per circa un'anno ho avuto il timore che potesse essere come Remus-le confidò.

Hermione annuì di nuovo,non sapendo cosa aggiungere,poi bevve il primo sorso dal suo bicchiere.

Restarono in silenzio,cercando entrambi un modo per ricominciare:lui voleva trovare il modo per evitare il piu' a lungo il discorso che sapeva sarebbe iniziato di lì a poco,e lei voleva iniziare proprio quel discorso nel modo piu' giusto possibile.

-Com'è la vita da sposata?-le domandò lui,cercando di mantenere il discorso su un territorio neutro.

La vide sorridere e questo,in qualche modo strano,lo rese felice.

-All'inizio è stato difficile...litigavamo tutti i giorni-disse lei.

-Sai che cambiamento!-disse lui bevendo un sorso dal suo bicchiere.

Lei sorrise a quelle parole:in fondo nessuno meglio di lui conosceva la sua storia con Ron.

-Già,però adesso abbiamo trovato il nostro equilibrio...Oddio litigiamo ancora,però riusciamo a far passare giorni fra una litigata e l'altra-disse.

Harry annuì lentamente.

-Ron sa che sei qui?-le domandò,lo sguardo fisso alle fiamme nel camino.

Hermione annuì.

-Sì,lo sa-disse poco sicura che lui l'avesse vista poco prima.

Anche Harry annuì,lo sguardo ancora fisso sulle fiamme.

Conosceva Ron come se fosse un'altro sè stesso e sapeva che non sarebbe mai venuto a domandargli spiegazioni della sua scomparsa.

I suoi amici erano diversi:Ron non avrebbe mai accettato di mettere da parte il suo orgoglio,mentre Hermione aveva bisogno di sapere,di risposte e questo spiegava la sua presenza lì quella sera.

-Dov'è adesso?-le domandò lasciando vincere la curiosità.

Era tornato a posare lo sguardo su di lei e la vide sorridere.

-Stava guardando la partita di Quidditch dei Cannoni di Chudley su MagicSky quando sono uscita.

C'erano battitori e cercatori che volavano per tutto il salotto...

Credo che al mio ritorno lo troverò ancora davanti al televisore,sempre con la stessa partita o con i commenti dallo spogliatoio-disse lei divertita.

Harry riusciva a immaginare perfettamente la scena:Ron seduto su una poltrona davanti alla televisione con indosso la divisa dei Cannoni di Chudley pronto per esultare ad ogni punto,mentre i giocatori gli sfrecciavano attorno sulle loro scope.

Aveva immaginato anche questo quando pensava al suo futuro,ma poi aveva deciso di cancellarlo dalla mente:era troppo doloroso pensare a ciò poteva essere e non era stato.

-Saranno tre anni che non vedo una partita di Quidditch-si lasciò scappare.

-Beh,ti posso assicurare che Ron ha visto abbastanza partite anche per te:il nostro televisore è sempre sul canale dello sport e guai se provi a cambiare canale!-disse Hermione con un sorriso divertito che contagiò anche Harry.

Il silenzio scese fra i due,dopo quella piccola confessione,accompagnato dall'imbarazzo,così Harry posò il bicchiere sul tavolino di cristallo poco distante da sè e guardò Teddy.

-Hai finito il disegno,giovanotto?-gli domandò.

-Altri cinque minuti,ti prego zio!-disse il bambino coprendo subito il disegno e alzando lo sguardo sull'uomo.

Harry gli sorrise e gli concesse i cinque minuti in piu'.

-Sei davvero bravo con lui-gli disse Hermione.

Harry fece un gesto con la mano per schernirsi.

-No,sapessi quanti errori ho fatto in questi quattro anni.

Mi ricordo che agli inizi,quando Teddy aveva cinque o sei mesi,per sbaglio ho messo il sale nel suo biberon del latte al posto dello zucchero.

Me ne sono accorto soltanto perchè lui continuava a piangere e non voleva mangiare-le disse.

Hermione rise alle sue parole.

-E quando mi hai fatto andare all'asilo con due calzini di colori diversi?-disse Teddy,senza alzare la testa dal foglio.

La donna rise ancora piu' forte.

-Ehi tu!Non mi stai facendo fare un bella figura-lo rimproverò Harry affettuosamente.

-E quella volta che per sbaglio hai cambiato colore a tutte le mie lenzuola?-gli rinfacciò ancora Teddy mettendosi in ginocchio.

Hermione continuava a ridere.

-E' successo solo una volta e per sbaglio,quindi smettila di rinfacciarmelo!

Ora vieni qui e fammi vedere questo mostro con i capelli blu-disse Harry prendendolo sulle ginocchia quando Teddy si avvicinò a lui.

Aveva in mano il disegno e lo porse ad Harry.

L'uomo vide Hermione che si sporgeva dal divano per vedere anche lei sul foglio,poi abbassò lo sguardo.

C'erano due persone in un prato,lo capiva dalla predominanza del colore verde sullo sfondo.

Uno aveva le gambe e le braccia lunghe e aveva dei capelli neri tutti arruffati;tra i quei capelli si riusciva ad intravedere una faccia e un paio di occhiali piccoli e neri.

-Questo sei tu!-disse Teddy,quasi a volerlo aiutare.

Harry annuì sorridendo.

L'altra figura,naturalmente era piu' piccola e aveva una mano unita in qualche strano modo ad una dell'adulto.

Aveva gambe e braccia lunghe,ma non quanto l'adulto.

I suoi capelli erano castani e arruffati quanto quelli dell'adulto e del viso piccolo si intravedeva soltanto il grande sorriso.

Nella mano lasciata libera aveva qualcosa,che Harry non riusciva ad interpretare.

-Siamo io e te al parco!Come ieri pomeriggio!-disse Teddy con un sorriso radioso sul viso.

Harry lo guardò e sorrise,quasi commosso:e lui che per tutto quel tempo aveva pensato che stesse disegnando un'altro dei suoi mostri.

-Wow!Sei stato bravissimo!Questa scommetto che è la barca radiocomandata,vero?-tentò Harry,molto meno sicuro di quanto lasciava ad intendere la sua voce.

Capì di aver indovinato dal sorriso ancora piu' grande che Teddy gli rivolse.

-E' veramente bello!Grazie Teddy-disse abbracciando poi il bambino.

Teddy si strinse all'uomo e sorrise sentendo il bacio che Harry gli aveva posato fra i capelli.

-Vuoi che lo porti al lavoro,o vuoi attaccarlo sul frigo?

Credo che David e Claire sarebbero molto contenti di vederlo-aggiunse poi.

Teddy scosse la testa.

-Voglio attaccarlo sul frigo!Te ne farò un'altro ancora piu' bello da portare al lavoro-gli promise.

Harry sorrise e gli diede un altro bacio fra i capelli.

-Ok,però adesso è ora di andare a letto!Domani è giorno d'asilo-disse alzandosi e facendo così alzare Teddy con sè.

Lo prese in braccio e lo mise sulla spalla destra,facendolo andare a testa in giu' per alcuni istanti.

-Dì buonanotte ad Hermione-disse prima di avviarsi verso l'uscita del salotto.

-Buonanotte Hermione-disse obbediente Teddy.

Lei sorrise e diede la buonanotte al piccolo.

Harry fece per avviarsi verso le scale,ma la voce di Hermione lo bloccò.

-Harry,ti aspetto qui-gli disse.

Aveva una voce che lui conosceva bene:una voce che non ammetteva repliche.

Senza voltarsi annuì,poi si avviò con Teddy verso le scale.

Quando scese,quasi venti minuti dopo,aveva la speranza segreta che entrando nel salotto lo avrebbe trovato vuoto.

Che lei stanca di aspettare se ne fosse tornata a casa e alla sua vita.

Ma conosceva troppo bene Hermione per illudersi troppo,così quando la vide nel salotto sapeva che il momento della verità era arrivato.

Almeno uno dei tanti.

Lei era in piedi,di spalle e stava guardando le varie foto che affollavano gli scaffali pieni di libri, le pareti e la mensola sopra il camino.

Anche se non vedeva il suo volto,sapeva già cosa si stava domandando.

Tossì leggermente,per non spaventarla troppo,e la vide voltarsi:nei suoi occhi si affollavano tante domande.

-Sono riuscito a metterlo a letto,finalmente-disse,restando vicino alla porta e appoggiandosi con le spalle ad una parete.

Hermione sorrise.

-Quel bambino ti adora-disse lei.

Harry,a disagio,si passò una mano fra i capelli,scompigliandoli ancora di piu'.

-E' l'unica cosa importante della mia vita-le disse serio.

Lei annuì di nuovo,in imbarazzo quasi quanto lui.

Come si cominciava un discorso difficile come quello che voleva affrontare lei?

Era forse scritto in qualche libro che lei non aveva ancora letto?

-Harry...-cominciò facendosi coraggio.

-Hermione,no...per favore-la interruppè lui subito.

La luce del fuoco gli lasciava in ombra metà del viso,quindi lei non poteva leggere sul suo volto come era solita fare quando erano bambini.

-No,sono io che ti prego!

Non sai quanto è difficile per me-gli disse cercando di mantenere salda la voce.

Harry rimase in silenzio,appoggiando anche la testa contro la parete.

Sapeva che niente avrebbe distolto Hermione dalla sua idea,quindi rimase zitto in attesa di ascoltare il suo discorso.

La donna lo guardò per alcuni istanti poi,con pochi passi veloci,eliminò la distanza fra di loro e una volta davanti a lui lo colpì.

Uno schiaffo forte,a mano aperta,che colpì in pieno la guancia destra di Harry.

Lui restò interdetto da quel gesto completamente inaspettato e la guardò portandosi una mano alla guancia.

-Questo è per essere sparito!

Mi ero ripromessa che te lo avrei dato una volta saputo che fine avevi fatto-gli disse.

Nella sua voce non c'era la minima esitazione o rimorso.

Harry la guardò mentre iniziava ad andare avanti e indietro davanti a lui,visibilmente nervosa.

-Hai idea di quello che abbiamo passato per colpa tua?

Sei sparito senza dire niente,subito dopo la Battaglia!

Avevamo paura che ti fosse successo qualcosa,CHE TI AVESSERO CATTURATO I MANGIAMORTE!-gli urlò contro.

-Hermione!-disse lui,massaggiandosi la guancia ancora un pò dolorante.

-Non provare a fare un fiato!-gli intimò.

Sapeva di cosa era capace quando si arrabbiava,quindi decise di restare in silenzio e ascoltarla.

-Ti abbiamo cercato per mesi,dappertutto,ABBIAMO PENSATO CHE FOSSI MORTO!

Hai la piu' pallida idea di quello che possiamo aver provato in quei mesi?-gli urlò ancora contro.

Harry rimase in silenzio:sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il suo momento.

-Noi eravamo quasi fratelli,ci conosciamo da quando eravamo bambini e tu te ne sei andato senza dire niente a nessuno.

Nè a me,nè a Ron...Nè a Ginny-disse lei dopo un'istante di esitazione.

Quel piccolo accenno a Ginny,aveva istantaneamente acceso un fuoco in Harry:come si permetteva Hermione d'irrompere nella corazza che si era costruito con tanta fatica e travolgerlo in quel modo?

Anche per lui quegli anni non erano stati facili.

-Basta!-disse con voce ferma.

-Non ho ancora finito-gli disse Hermione.

-Invece sì!-le disse alzando su di lei due occhi furiosi.

Hermione si zittì alla sola vista di quegli occhi;ricordava di averli visti soltanto un'altra volta:durante il loro quinto anno ad Hogwarts quando Harry aveva un contatto diretto con la mente di Lord Voldemort.

-Come ti permetti?

Credi che per me sia stato facile?-le domandò cercando di controllare la rabbia che traspariva dalla sua voce.

-Credi che sia stato semplice decidere di andare via e cancellare sette anni della mia vita come se non fossero mai accaduti?

Pensi che sia stato facile tornare qui,in questa casa che odiavo,piuttosto che a Grimmauld Place,dove avevo passato i momenti piu' belli della mia vita?

Sapevo che lì mi avreste trovato subito,quindi ho preferito tornare qui-

disse facendo un passo verso di lei.

-Perchè non volevi farti trovare da noi?-domandò lei,senza staccare gli occhi dal viso di lui.

Harry si staccò dalla parete e fece qualche passo nella stanza,allontanandosi di nuovo da lei.

Quando rialzò lo sguardo su di lei,i suoi occhi erano ancora pieni di collera.

-Tu vieni qui,in casa mia e mi aggredisci in questo modo!

Come ti permetti?-le domandò ancora una volta.

Si passò una mano fra i capelli disordinati e cercò di calmarsi,inutilmente:le parole di Hermione avevano riaperto delle ferite che non si erano mai chiuse del tutto.

-E' facile per te parlare:tu non hai dovuto rinunciare a niente!A NIENTE!Hai l'uomo che hai sempre amato,hai una famiglia che ti ama,il lavoro che hai sempre desiderato...

Tu...Tu non hai la minima idea di come sia stata la mia vita in questi tre anni-le disse.

A quelle parole,gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime:c'era tutta la tristezza e la solitudine del mondo in quella frase.

Harry si zittì prendendo un respiro profondo e cercando in quel modo di recuperare il controllo e lei ne approfittò per prendere la parola di nuovo.

-Io ho avuto tutto?E' QUESTO CHE PENSI?

Credi veramente che la tua scomparsa sia stata una cosa di così poca importanza per noi?

Veramente hai pensato che io e Ron potessimo cancellarti dalla nostra vita come se non ti avessimo mai incontrato?-gli domandò rabbiosa.

-Tu eri il nostro migliore amico...Avresti dovuto essere al nostro matrimonio,avresti dovuto essere il testimone di Ron...Avresti dovuto accompagnarmi all'altare!-disse lei.

Sapeva di essere sull'orlo delle lacrime,ma non voleva dargli questa soddisfazione:non voleva che lui la vedesse piangere.

-Rispondi a questa domanda:tu credi veramente che ci sia stato un giorno in cui io o Ron o Ginny non abbiamo pensato a te?-gli domandò lei.

-Smettila di parlare di Ginny...Non posso...-disse Harry con voce rabbiosa.

Hermione rimase interdetta da quelle parole,ma decise di continuare a parlare.

Forse Ginny era la chiave per farli riavvicinare.

-Ginny è stata l'ultima ad arrendersi;anche lei è andata in giro per mesi a cercarti,ma alla fine è tornata alla Tana senza alcun risultato-gli disse.

Era arrabbiato con Hermione perchè continuava a ferirlo in quel modo,ma adesso voleva di piu':voleva sapere il piu' possibile su di lei.

Poi avrebbe di nuovo alzato le palizzate e tutte le trappole che aveva costruito in quei tre anni,ma adesso voleva solo sapere che lei stava bene.

Le voltò le spalle e fissò lo sguardo verso una delle tante foto che affollavano gli scaffali;ma quella non era come le altre:era la foto dei suoi genitori.

Vederli allegri,felici mentre ballavano spensierati lo calmava sempre e lo rimetteva in pace con il mondo.

-E' felice?-le domandò con voce piu' calma.

Hermione restò alcuni istanti in silenzio,non sapendo come rispondere.

-E' entrata in affari con Luna:hanno due negozi di antiquariato.

Uno a Londra ed uno a Diagon Alley;lei e Luna vivono anche insieme...-gli disse cercando di soddisfare in poche frasi la curiosità di lui.

-Ma non so dirti se è felice o no-aggiunse poi,senza staccare lo sguardo dalle spalle di lui.

Harry chiuse gli occhi a quelle parole,felice che lei non potesse vederlo:adesso sentiva la mancanza quasi fisica di Ginny.

Voleva sapere tutto di lei,tutto quello che le era successo in quei tre anni,tutto quello a cui lui non aveva partecipato...

Era stato un errore fare domande,si disse.

Si tolse gli occhiali e si strofinò gli occhi con una mano:era stanco,voleva porre fine a quella conversazione il prima possibile.

Voleva che Hermione sparisse di nuovo dalla sua vita.

-Non hai neanche idea di quanto sia stato difficile per me cancellarvi dalla mia vita...

E' stato come cancellare me stesso-le disse dandole le spalle e mettendo di nuovo gli occhiali sul naso.

Non voleva che lei lo vedesse fragile.

-Prima quando sono tornato in salotto,stavi osservando le foto in questa stanza e ti stavi chiedendo perchè non c'è nessuna foto di te o di Ron...

O di Ginny-le disse.

-Come hai fatto a capirlo?Hai usato la Legimanzia?-gli domandò lei colpita.

Harry accennò un sorriso e si voltò a guardarla.

Scosse la testa e incontrò il suo sguardo.

-Non ho bisogno della Legimanzia,ti conosco troppo bene-le disse tranquillo.

Hermione lo guardò in silenzio,aspettando il seguito del suo discorso.

Era sparita la rabbia,ma era tornato il disagio e l'imbarazzo si rese conto Harry guardandola.

Si passò una mano fra i capelli sconvolti e prese tempo.

-Perchè non ci sono foto di noi tre?Perchè non c'è nessuna foto di te e Ginny?-gli domandò lei.

Harry fece un sorriso amaro.

-Perchè se ci fossero state non avrei resistito un giorno-le disse guardandola negli occhi.

E dal suo sguardo lei si accorse che era tutto vero.

Quelle parole avevano riempito gli occhi di lei con nuove lacrime,offuscandole quasi la vista:forse non era tutto perduto,potevano ancora salvare la loro amicizia,si disse mentre un barlume di speranza si faceva strada dentro di lei.

Hermione aprì la bocca per parlare,ma qualcuno fu piu' veloce di lei.

-Zio Harry...-disse una voce piccola.

Harry si voltò verso la porta,da dove veniva la voce e vide Teddy,nel suo pigiama bianco a disegni rossi,appoggiato allo stipite della porta,incerto se entrare o meno.

-Teddy,ma cosa ci fai ancora in piedi?E' tardissimo-gli disse andando verso di lui con passi veloci.

-Ho sentito gridare...Mi sono spaventato-disse Teddy con due occhi grandi e pieni di lacrime.

Harry sorrise dolcemente al bambino e lo prese in braccio,accarezzandogli la schiena con una mano.

-Hai ragione,scusa,ho alzato troppo la voce.

Ma ti giuro che adesso è tutto finito-gli promise,avvicinando la bocca all'orecchio del bambino.

-Posso dormire nel lettone con te?-domandò il bambino con la stessa voce piccola di poco prima.

Harry sorrise e annuì.

-Due minuti e poi andiamo su-disse.

Si volò verso Hermione e la guardò alcuni istanti prima di parlare.

-Credo sia meglio se tu vada-le disse.

Hermione annuì.

L'accompagnò nell'ingresso,dove lei prese il suo cappotto e la sua sciarpa e una volta pronta si voltò verso di lui incerta.

-Harry...-iniziò.

-Hermione credo sia meglio se non ci vediamo piu'-le disse lui con voce decisa.

La donna deglutì a vuoto,colpita dalle sue parole.

-Io non posso,credimi...E' meglio per tutti-le disse cercando di spiegarle le sue motivazioni.

Lei annuì,lentamente.

-Se questo è quello che vuoi-gli disse cercando di non mostrare la delusione dalla sua voce.

Mise una mano sulla maniglia della porta e l'abbassò.

Salutò il piccolo Teddy e l'istante dopo era in strada,in cammino verso un posto sicuro dove smaterializzarsi.

Se Harry era veramente convinto che lei si sarebbe arresa così facilmente,allora doveva aver perso completamente la ragione.

 

 

La lettera arrivò nel cuore della notte.

Il gufo che l'aveva portata rimase fuori dalla finestra finchè non apparvero le prime luci dell'alba e non iniziarono ad esserci i primi movimenti all'interno della cucina.

Cominciò a picchiettare di nuovo con il becco e le zampe contro il vetro della finestra e questa volta qualcuno lo fece entrare,sciolse il nodo che legava la lettera alla sua zampa e poi gli diede una ciotola con dell'acqua.

La donna,che aveva posato la lettera sul ripiano della cucina,la prese di nuovo fra le mani, rigirandola per cercare il destinatario.

Una volta trovatolo,si avvicinò al tavolo che occupava il centro della cucina e posò la lettera accanto ad una tazza rossa con dei cuoricini bianchi.

La donna poi tornò verso la cucina e cominciò,con alcuni colpi di bacchetta a preparare la colazione,dimenticandosi dopo pochi istanti della lettera e dell'arrivo del gufo.

 

 

Salve a tutti....Ecco il terzo capitolo della mia ff.

So che il titolo può avervi tratto in inganno e avervi fatto pensare a chissà cosa,ma trovare i titoli è la cosa piu' difficile per me.

Rigrazio  tutti coloro che hanno letto i capitoli precedenti e che leggeranno e recensiranno questo,e naturalmente mi scuso x eventuali errori di ortografia e di battitura.

Devo ringraziare in particolare Sarina87( i tuoi incoraggiamenti sono stati preziosi),Kia e Erosennin45.

Ringrazio anche Silvia per le sue critiche costruttive(scusa se hai trovato le storie un pò troppo distanti dalla realtà,ma in caso contrario sarebbero state una copia dei libri della Rowling e non frutto della mia immaginazione)

BUONA LETTURA E A PRESTO CON IL PROSSIMO CAPITOLO "CRY ME A RIVER"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Cry me a river ***


cry me a river

Salve a tutti!

Ecco il capitolo che vi avevo promesso,il piu' presto possibile...

Faccio una piccola premessa:so che leggendo questo capitolo troverete qualcosa di strano,ma vi spiegherò i motivi della mia scelta a fine capitolo.

Per il momento...BUONA LETTURA!

 

Come tutte le mattine,la sveglia sul suo comodino iniziò a gracidare esattamente alle sette e mezzo di mattina.

La donna nascose la testa sotto il cuscino,cercando di convincersi che quell'infernale rumore non era rivolto a lei,ma quando il gracidare divenne piu' insistente,si voltò verso il comodino e presa la sveglia,la lanciò verso la porta.

Naturalmente,quella non smise di gracidare.

Di li a pochi istanti la donna,ancora seminascosta dalle coperte e con la testa sotto il cuscino per ignorare quel rumore infernale,sobbalzò per i colpi possenti che vennero inferti alla porta della sua stanza.

-Vuoi zittire quella maledetta rana e alzarti?-le domandò una voce dal corridoio.

Finalmente la donna si decise ad abbandonare il tepore delle coperte e alzarsi.

A piedi nudi,si diresse verso l'infernale sveglia che continuava a suonare sempre piu' forte e la raccolse da terra,poi con un leggero tocco sulla testa della rana la zittì completamente.

Ogni mattina,cioè ogni volta che quella dannata rana suonava,lei pensava a tutti i possibili modi che aveva per uccidere suo fratello.

Era stato proprio lui che le aveva fatto quel regalo,conoscendo la sua pigrizia(seconda soltanto alla sua).

Con un piccolo lancio ben calcolato,mandò la rana ormai silente sul letto e si avviò verso la finestra;una volta aperte le tende,la stanza venne invasa da pallidi raggi di sole che le diedero il buongiorno e la misero di buonuomore.

-Buongiorno mondo!-disse guardando la strada deserta fuori dalla finestra.

Si avvicinò all'armadio e aperta un' anta si trovò riflessa nello specchio.

Eccola lì:Ginevra Molly Weasley,vent'anni.

Lo specchio le rimandava l'immagine di una donna con lunghi e lucenti capelli vermigli,un viso candido,con un leggero rossore sulle guance che la faceva assomigliare alle bambole di porcellana,e due labbra rosse e sottili.

Un fisico asciutto e slanciato,con due gambe lunghe e tornite,da far invidia a tante modelle;due seni alti e sodi e un sedere che per il momento vinceva la battaglia con la forza di gravità.

Fissò i suoi occhi nello specchio e vide due occhi nocciola,profondi e...tristi.

Non c'era altro modo per descriverli.

Però non erano sempre stati così,pensò distogliendo lo sguardo dai suoi occhi e concentrandosi sui suoi vestiti,iniziando a cercare quelli piu' adatti per una giornata di lavoro nella Londra babbana.

C'era un tempo in cui i suoi occhi erano allegri,anche ridenti,pensò tirando fuori un paio di jeans,un gilet di lana verde acqua ed una camicetta bianca.

Ma era stato tanto tempo fa...

Posò i vestiti sul letto e si avvicinò al piccolo stereo che si trovava accanto alla toletta.

Lo accese e fece partire il disco,sicura che sarebbe partita esattamente la canzone che desiderava.

Infatti,pochi istanti dopo le note di "Cry me a river" si diffusero per la stanza.

Alzò leggermente il volume e si tolse il top rosa che usava per pigiama.

"You were my sun,You were my earth,

But you didn't know all ways I loved you"

Quella canzone aveva un effetto calmante su di lei,come un balsamo per le ferite.

Era una canzone triste,ma invece di farla sentire peggio,riusciva a farla stare meglio,a risollevarle il morale.

"You told me you loved me

why did you leave me all alone?"

Si tolse i capelli da dentro la camicia e si sistemò il colletto,senza guardarsi allo specchio.

Quella canzone parlava di Lui.

Parlava del suo tradimento...

Si diede della stupida,tutte le mattine si riproponeva di non pensare a lui,ma tutte le mattine inevitabilmente il suo pensiero correva a lui.

"Avrei bisogno di un nuovo cervello per non pensarci piu' ",si disse togliendosi gli short lilla e buttandoli sul letto accanto al top.

Tutte le mattine,ancora sotto il piumone quando quella maledetta rana cominciava a suonare, sperava che il braccio forte di Harry uscisse da sotto le coperte dall'altro lato del letto e spegnesse la sveglia al posto suo.

Quando poi si alzava si guardava allo specchio per vedere se c'era qualche cambiamento nel suo volto,qualcosa che l'avrebbe resa irriconoscibile se si fossero incontrati per caso a Diagon Alley o a Londra.

Lo aspettava,lo cercava da ormai tre anni,otto mesi e venti giorni...

Nessuno sapeva di questa piccola speranza,neanche la sua famiglia:loro erano convinti che lei si fosse rassegnata al suo ritorno alla Tana due anni e mezzo fa.

Ma lei non si era affatto arresa.

Ginny Molly Weasley non si arrende!

Lei voleva,lei DOVEVA sapere dov'era Harry...dov'era l'amore della sua vita.

Quando tre anni fa,alla fine della battaglia di Hogwarts,si era resa conto che lui era sparito,si era sentita risucchiare in un buco nero.

Aveva aspettato anni per averlo,e quando finalmente poteva realizzare quel sogno ed essere finalmente sua,lui si era dato alla macchia.

Aveva interrogato suo fratello ed Hermione,anzi li aveva quasi aggrediti per far avere qualche informazione,ma aveva capito fin dall'inizio che erano all'oscuro di quella fuga,ne erano sorpresi quanto lei.

Così tutti e tre avevano inziato le ricerche.

Ron ed Hermione le avevano proposto di andare con loro,ma lei si era rifiutata:aveva bisogno di stare sola,doveva fare questa cosa da sola.

C'era la sua vita in gioco.

Aveva visitato tutti i posti che potevano avere un qualche legame con Harry,partendo dalla foresta di Dean dove sapeva che lui e i suoi amici si erano accampati prima della grande battaglia mentre andavano alla ricerca di Horcux,cercando una minima traccia.

Era stata a Godric's Hollow,dove aveva visto il monumento di James e Lily Potter con il piccolo Harry sorridente fra le loro braccia.

Aveva visto la tomba di quelli che avrebbero dovuto essere i suoi suoceri cercando invano un segno del suo passaggio e,con le lacrime agli occhi,vi aveva deposto dei fiori.

Poi aveva cercato nella casa dove Harry aveva vissuto fino ad un'anno d'età:quello poteva essere un buon nascondiglio,a chi sarebbe venuto in mente di cercarlo lì?

Ma neanche quella ricerca aveva portato risultato,si era trovata in quella casa vecchia e abbandonata da anni a urlare con tutta la forza che aveva in corpo.

Aveva un'ultima flebile speranza:Grimmuald Place.

La casa di Harry,la sede dell'Ordine.

Ma aveva capito quasi subito di aver fatto un buco nell'acqua.

Anche quella casa era deserta e ricoperta di polvere,ma decise lo stesso di fare un giro per le varie stanze della casa alla ricerca di qualche indizio.

La sua memoria era stata invasa dai ricordi,alcuni felici altri meno mano a mano che saliva le scale:le riunioni infinite dell'Ordine con Sirius seduto a capotavola con suo padre e Remus al suo fianco;le scale da dove,insieme ai gemelli Harry,Ron e Hermione avevano cercato di spiare,grazie alle Orecchie Oblunge quello che si dicevano i membri dell'Ordine.

Era salita al piano di sopra,dove si trovava la stanza che a quel tempo divideva con Hermione e il ricordo dell'ultimo incontro avuto con Harry l'aveva colpita con la stessa forza di un pugno nello stomaco.

Era un ricordo piccolo,di un pomeriggio d'estate prima del loro ritorno a scuola per il quinto anno di scuola.

Harry,dopo l'esperienza orribile vissuta nel labirinto del Torneo TreMaghi,aveva un velo di tristezza negli occhi,un velo che quel pomeriggio si era dissolto per un paio d'ore.

Riusciva ancora a vederlo mentre seduto per terra,con le spalle appoggiato al letto di Hermione parlava con lei di Quidditch e dei Cannoni e di Ron e Hermione e dello strano rapporto che c'era fra quei due.

E avevano riso,avevano scherzato, si erano presi in giro a vicenda...

Avevano parlato per quasi due ore mentre Hermione era in cucina immersa nei suoi compiti e Ron era nella sua stanza a fare il suo riposino pomeridiano.

Per qualcun'altro sarebbe stato un ricordo quasi ininfluente,ma per lei era stato l'inizio.

Da quel giorno,Ginny ne era sicura,per Harry non era stata piu' la sorella piu' piccola di Ron,ma era diventata finalmente Ginny.

Quel semplice ricordo era stato talmente doloroso da farle venire le lacrime agli occhi e lei,sicura che nessuno avrebbe visto o saputo del suo sfogo,si era lasciata andare,piangendo quasi tutte le sue lacrime.

Dopodichè aveva deciso che era ora di tornare a casa.

Era inutile continuare a cercare qualcuno che non vuole farsi trovare,e poi lei aveva la certezza che prima o poi lui sarebbe tornato da lei.

Erano fatti per stare insieme...

Nessuno le aveva mai fatto domande sul suo viaggio,su Harry,era come se avessero deciso di cancellarlo dalla loro esistenza,o forse piu' semplicemente non volevano affrontare l'argomento con lei sapendo che poteva ferirla.

Si diede un'ultimo sguardo nello specchio e poi chiuse l'anta dell'armadio.

Prese la spazzola dalla toletta e se la passò con lentezza fra i capelli vermigli.

Era sicura che i suoi fratelli ed Hermione,quando lei non c'era,affrontavano il discorso "Harry".

Con Ron aveva toccato quell'argomento soltanto una volta e lui aveva fatto di tutto per rendere quella discussione sgradevole:le aveva praticamente imposto di toglierselo dalla testa,di non perdere piu' il suo tempo dietro a lui.

-Tu riusciresti a toglierti Hermione dalla testa?-aveva replicato lei con furia.

Ron voleva soltanto il suo bene,lei lo sapeva,ma usava gli argomenti sbagliati.

Aveva cercato di convincerla che lui non aveva mai tenuto veramente a lei,che in fin dei conti l'aveva sempre vista come una sorella minore,altrimenti le avrebbe chiesto di andare con lui.

La discussione era finita come al solito,con lei che dava dell'idiota a suo fratello e usciva dalla stanza sbattendo la porta.

Quelle parole erano state dette per farle del male e Ron quando voleva,sapeva colpire proprio nei punti giusti.

Naturalmente,un paio di giorni dopo suo fratello aveva messo da parte l'orgoglio da parte ed era venuto a chiederle scusa.

"All of these things that people told me

Keep messing with my mind"

Aveva ascoltato tante di quelle balle su Harry che ormai non gli dava neanche piu' ascolto,perchè lei lo conosceva veramente.

Sapeva che sarebbe venuto un momento per le spiegazioni prima o poi:un momento in cui si sarebbero ritrovati faccia a faccia e lui le avrebbe spiegato il motivo della sua scomparsa.

Posò di nuovo la spazzola sul ripiano della toletta e spense lo stereo:era pronta.

Prese la bacchetta e con un piccolo incantesimo,rimise in ordine la stanza:il piumone si distese sul letto senza alcuna grinza,la sveglia tornò sul comodino accanto al libro e alla lampada e il pigiama si piegò e si lasciò cadere con grazia sul cuscino.

Mise la bacchetta nella tasca dei pantaloni,prese il gilet,uscì dalla sua camera e,con passo agile scese le scale che portavano al piano di sotto.

Fece i pochi passi che la dividevano dalla cucina,ma si bloccò sull'entrata vedendo la scena che ormai da poco piu' di un anno le si presentava davanti ogni volta che scendeva al piano di sotto.

Una figura alta e muscolosa di spalle copriva quasi completamente un'altra,che aveva entrambe le mani appoggiate sul piano della cucina e la testa reclinata all'indietro sul torace dell'uomo.

-Per favore!Tutte le mattine la stessa storia-disse con un tono finto arrabbiata.

Entrò in cucina e posò il gilet sulla sua sedia.

Suo fratello George e la sua fidanzata,nonchè una delle migliori amiche di Ginny,Luna Lovegood si staccarono al suono della sua voce,e voltarono entrambi la testa verso la donna,che si stava avvicinando al bricco del caffè accanto al lavello.

-Sei soltanto gelosa-le disse suo fratello con un sorriso sulle labbra.

George aveva ventitre anni ormai.

Era alto quasi mezzo metro piu' di Ginny,aveva i capelli rossi lasciati lunghi fino alle spalle a cercare di coprire il vuoto che aveva al posto dell'orecchio,un accenno di barba sulle guance e sul mento che gli dava un'aria vissuta e un fisico asciutto e leggermente muscoloso, eredità lasciatagli dagli anni di allenamento e delle partite di Quidditch.

Quella mattina indossava un paio di jeans neri,una camicia a scacchi azzurri e delle scarpe da ginnastica nere.

-Certo,ho sempre sognato di pomiciare con Luna-gli disse Ginny,versando il caffè nella sua tazza.

Lanciò uno sguardo all'amica,che la guardava sorpresa.

-Sto scherzando Luna!-precisò subito Ginny,aggirando l'amica e andandosi a sedere al suo posto a tavola.

Luna annuì e fece un sorriso confuso.

George prese le fette di pane che erano appena uscite dal tostapane e,dopo averle messe nei piatti,tornò vicino a Luna e l'aiutò a mettersi seduta.

Ginny guardò la sua migliore amica e sorrise,leggermente invidiosa nel vedere le premure che suo fratello le riservava.

Luna,incinta di sette mesi,sembrava aver ingoiato un bolide e aveva alcune difficoltà nel muoversi.

Eppure Ginny non l'aveva mai vista così bella;certo aveva conservato le sue manie,e si perdeva ancora dietro ai suoi animali immaginari,ma la gravidanza l'aveva finalmente riportata con i piedi per terra.

Era come se la consapevolezza che dentro di lei stesse crescendo un'altro essere l'avesse fatta maturare.

Anche Luna aveva vent'anni,ed aveva quasi la stessa altezza di Ginny,ma la cosa non sembrava creare problemi nè a lei nè a George.

Aveva tagliato i suoi capelli biondo chiaro in un ordinato caschetto che le sfiorava appena le spalle e le incorniciava il viso.

La gravidanza l'aveva resa leggermente paffuta,conferendo delle nuove rotondità al suo corpo,che quel giorno erano messe in risalto da un vestito premaman azzurro che le arrivava alle ginocchia e le copriva anche il collo.

Ginny alzò lo sguardo verso George e lo vide mentre metteva a tavola i piatti con il pane tostato.

-Vuoi del miele o la marmellata,tesoro?-domandò rivolto a Luna.

-Tutti e due-fece la donna,rivolgendogli un sorriso biricchino che fece ridere George.

Era una gioia vederli insieme

Nessuno avrebbe scommesso uno zellino su di loro,ma Luna era riuscita in un'impresa impossibile:aveva riportato il sorriso sul volto di George.

Dopo la morte di Fred,il gemello aveva passato mesi chiuso nell'appartamento che divideva con Fred,senza neanche aprire il negozio.

A nulla erano servite le urla di mamma Molly o le suppliche di papà Arthur:George non voleva dar ascolto a nessuno.

Finchè un giorno,quasi due anni fa,Luna non aveva composto il numero del suo cellulare e lo aveva supplicato di aiutarla:aveva un tubo rotto che le stava allagando casa e non sapeva come fermarlo.

Per una ragione tutt'ora sconosciuta ad entrambi,George aveva deciso di aiutarla ed era corso a casa sua.

Dopo alcuni tentativi,era riuscito a riparare il danno con un'incantesimo e Luna,per ringraziarlo di averle salvato la casa,lo aveva invitato a restare a cena.

Avevano trascorso tre ore a parlare,senza neanche rendersi conto del tempo che passava e quando era venuto il momento di andarsene,George le aveva chiesto se poteva rivederla senza dover'aspettare la prossima inondazione.

Da allora avevano iniziato a vedersi sempre piu' di frequente:in poco tempo George era tornato ad essere lo stesso di sempre,e aveva riaperto il negozio a Diagon Alley.

Anche Luna aveva aperto una sua attività insieme a Ginny,arrivando nel giro di un'anno,ad aprire il secondo negozio a Londra grazie alle molteplici richieste.

Era buffo vederli insieme,però in qualche modo erano complementari:George era il filo che teneva Luna ancorata alla terra,e Luna era la cosa piu' vicino ad un'angelo che George avesse mai incontrato.

Dopo circa un'anno dall'inizio della loro relazione,George le aveva chiesto perchè quel giorno avesse chiamato lui per farsi aiutare e lei gli aveva candidamente risposto che aveva provato a chiamare Ron,ma il suo cellulare non rispondeva, così aveva provato con il secondo numero sulla lista dei numeri che Ginny teneva attaccata al frigo.

George aveva riso fino a farsi venire i crampi allo stomaco:quindi doveva ringraziare soltanto la pigrizia di Ron se ora era così felice.

Ma conobbe una felicità senza precedenti quando Luna gli disse di essere incinta.

Ginny che assistette alla scena pianse insieme a lui;non aveva mai visto suo fratello in quello stato:piangeva e rideva allo stesso tempo,stringeva Luna e continuava a guardare la sua pancia con uno sguardo indecifrabile.

Era da qualche mese prima dell'inizio della gravidanza che vivevano tutti e tre insieme e per lei era una gioia vederli così innamorati:se lo meritavano dopo tutto quello che avevano passato.

George tornò a sedersi al tavolo accanto a Luna e le mise davanti i due vasetti.

-A che ora è la visita dal dottore?-domandò Ginny bevendo poi un'altro sorso di caffè dalla sua tazza.

-Alle dieci dobbiamo essere al San Mungo-disse George.

-Viene anche tua madre?-domandò Luna dando un morso alla fetta di pane e miele.

George scosse la testa.

-Alla fine sono riuscito a farle cambiare idea...Voglio che sia una cosa solo per noi-le disse mettendo una mano su quella di lei.

Da quando aveva saputo che Luna era incinta,Molly Weasley era praticamente impazzita.

Aveva già una nipotina di quasi quattro anni,Victoire,figlia del loro fratello Bill e di sua moglie Fleur,ma per qualche strano motivo quella gravidanza la rendeva elettrica.

L'idea che il piu' scalmanato dei suoi figli sarebbe diventato padre di lì a pochi mesi,le faceva commuovere ogni volta che ci pensava.

Aveva dato il benvenuto a Luna nella famiglia Weasley come tanti anni prima aveva accolto Hermione,nonostante qualche titubanza iniziale sulla loro relazione,scomparsa completamente dopo aver visto il figlio di nuovo sereno.

Dubbi che si erano dissolti come nuvole di fumo alla notizia dell'arrivo del nuovo Weasley.

Ginny alzò lo sguardo sul frigo,dove era attaccata con varie calamite l' ecografia precedente del bambino.

I genitori non avevano voluto saperne il sesso,ma tutti i componenti della famiglia avevano la certezza che sarebbe stato un maschio: la loro famiglia aveva una forte predominanza maschile,quindi era quasi certo che il piccolo sarebbe stato un maschio.

-Quindi avremmo una nuova foto del piccolo Fred?-domandò Ginny con un sorriso.

Neanche sul nome avevano avuto dubbi.

Luna annuì.

-Non vedo l'ora-disse accarezzandosi il ventre prominante con una mano.

George sorrise e la guardò con uno sguardo pieno d'amore.

-Sei sicura che non ci saranno problemi al negozio?-le domandò poi Luna,dando un altro morso al suo toast.

Ginny scosse la testa.

-Tranquilla:io andrò a Londra e del negozio a Diagon Alley si occuperanno le commesse.

Ormai sono diventate piuttosto esperte-disse pratica.

Luna annuì di nuovo.

Ginny si alzò e si versò altro caffè nella tazza e soltanto allora si accorse che nella voliera per gufi c'era un nuovo ospite.

-Che ci fa qui Leotordo?-domandò voltandosi verso Luna e George.

-Ah,è arrivato questa mattina...Anzi credo che sia rimasto fuori dalla finestra tutta la notte.

Aveva una lettera per te-le disse Luna voltando leggermente la testa verso di lei.

-E dov'è?-domandò Ginny.

Una lettera?

-Te l'ho messa vicino al piatto,non l'hai vista?-le domandò Luna.

Ginny si avvicinò a passi veloci al tavolo e,dopo una rapida occhiata,trovò la lettera semi nascosta sotto il piatto e sotto il tovagliolo.

La prese fra le mani e capì subito che si trattava di una lettera di Hermione.

-E' di Hermione-disse iniziando a strappare la busta.

-Perchè non ti ha chiamato invece di scriverti?Avrebbe fatto prima...

E poi vi sentite almeno dieci volte al giorno-disse Fred finendo il suo toast.

Ginny gli lanciò il suo tovagliolo e tornò a sedersi,togliendo la lettera da dentro la busta.

Era composta da due fogli,uno sopra l'altro,scritti nella scrittura precisa e ordinata di sua cognata.

Bevve un sorso del suo caffè e iniziò la lettura.

 

"45 Birchwood Road

SW17BQ London

 

Cara Ginny,

è notte fonda e io sono qui da quasi due ore cercando le parole giuste per iniziare questa lettera,ma non ho la minima idea da dove cominciare.

Intorno alla scrivania ci sono almeno tre lettere che ho già scritto e che ho fatto a pezzi, perchè non andavano bene(credo che dovrò farle sparire prima che tuo fratello si svegli).

Vorrei che ci fosse un modo giusto per dirti quello che sto per dirti,e sicuramente c'è,ma al momento non mi viene in mente.

Quindi te lo dirò velocemente,in modo diretto,senza usare giri di parole.

Ho visto Harry.

E' successo sabato mattina,fuori da una biblioteca...Mi è venuto praticamente addosso.

Avresti dovuto vederci:sembravamo due ex fidanzati che si incontrano dopo anni e non sanno cosa dirsi...Eravamo così imbarazzati...

Non era da solo,però:con lui c'era Arthur Lupin;il piccolo Teddy,il figlio di Remus e Tonks.

Si è preso cura di lui fin dalla fine della Battaglia di Hogwarts,l'ha cresciuto come se fosse suo figlio.

Hanno un rapporto che ricorda il rapporto che avevano lui e Sirius:sono veramente teneri e Teddy lo adora.

Ho scoperto anche dove si è nascosto per tutti questi anni:è sempre stato a Privet Drive.

Credevamo che quello sarebbe stato l'ultimo posto sulla terra dove sarebbe andato,ma a quanto pare ci sbagliavamo.

Sono stato a trovarlo questa sera e ho provato a parlarci,ma ho trovato una persona diversa da quella che conoscevo,Ginny.

C'era un'uomo triste davanti a me,un'uomo che per anni si è lasciato il mondo magico alle spalle,e ha eretto un muro fra sè e gli altri.

L'unico che lascia entrare è Teddy.

Mi ha chiesto di non tornare piu' a trovarlo,ma non possiamo perderlo di nuovo.

Sono sicura che tu la pensi esattamente come me...

Hermione"

 

-Ginny?Ginny!-sentì in lontanza.

Alzò gli occhi dalla lettera e incontrò gli occhi di suo fratello.

-Va tutto bene?-le domandò lui con un espressione preoccupata sul volto.

Ginny lo guardò in silenzio senza capire di cosa stava parlando:sia lui che Luna avevano lo sguardo fisso su di lei e aspettavano una sua risposta.

-Stai piangendo-le disse George.

Ginny si passò una mano sulla guancia sinistra e la sentì umida,poi abbassò di nuovo lo sguardo sulla lettera e vide delle macchie trasparenti sulla carta.

Strinse i fogli nella mano e si alzò di scatto dalla sedia.

-Sto bene...-disse prima di uscire quasi correndo dalla cucina.

Fece i pochi passi che dividevano la cucina dall'ingresso.

Si fermò accanto all'attaccapanni e velocemente prese il suo cappotto e il cappello.

-Io vado!Ci vediamo questa sera-disse alzando leggermente la voce per farsi sentire.

Poi senza aspettare risposta,si smaterializzò.

Si ritrovò,come sempre quando andava a Londra,nel bagno di uno Starbuck che era a pochi passi dal suo negozio.

Uscì dal bagno e si avvicinò ai lavandini,fissando lo sguardo sull'immagine riflessa nello specchio davanti a lei:aveva gli occhi gonfi e rossi per le lacrime e sulle guance riusciva a vedere anche a quella distanza la traccia umida lasciata da queste.

Aprì il rubinetto dell'acqua fredda e la lasciò scorrere qualche istante.

Stava succedendo veramente oppure lo aveva desiderato così tanto da aver creato una qualche specie di universo parallelo?si domandò mentre continuava a guardare la sua immagine nello specchio.

Si ravviò i capelli rossi dietro l'orecchio e solo in quel momento si accorse di avere la lettera ancora stretta fra le dita dell'altra mano.

Era tornato...

La sua attesa in qualche modo era stata premiata,e lui era tornato.

Ora doveva solo trovare il modo di farlo tornare da lei.

Ma quello non avrebbe dovuto essere un problema:se lui non l'avesse amata,in quei tre anni si sarebbe formato una famiglia sua,oltre al piccolo Teddy.

Invece era solo come lei...

Forse c'era ancora qualche speranza,si disse tuffando il viso sotto l'acqua gelata.

Dopo essersi resa presentabile,uscì dalla toilette,comprò un caffè ed un muffin al cioccolato per poi uscire dallo Starbuck, dirigendosi verso il suo negozio.

Il negozio di antiquariato che gestiva con Luna "Now And Forever",era uno dei piu' famosi della Londra babbana,e per qualche strana ragione era fra i piu' citati fra le riviste.

Avevano iniziato quel lavoro quasi per gioco,subito dopo la fine degli studi:non avevano voglia di rinchiudersi in un ufficio al Ministero o di rischiare ancora la vita con missioni pericolose.

Così avevano deciso di aprire il negozio a Diagon Alley,che inizialmente conteneva soltanto gli oggetti babbani contenuti nella cantina e nella soffitta della Tana(naturalmente suo padre aveva borbottato parecchio quando gli aveva chiesto di cedergli quegli oggetti,ma alla fine si era lasciato convincere).

Il negozio era stato aperto circa un'anno e mezzo fa e fin da subito aveva avuto successo grazie anche ai maghi e alle streghe attratti dagli oggetti babbani e in poco tempo lei e Luna si erano trovate sommerse dalle richieste che le avevano convinte ad aprire il secondo negozio nella Londra babbana.

Ginny arrivò davanti al negozio e si chinò per aprire i lucchetti e successivamente la saracinesca e,dopo aver aperto la porta del negozio,si infilò dentro:secondo il disco orario appeso alla vetrata della porta aveva ancora dieci minuti prima di aprire il negozio.

Posò il caffè e la busta con il muffin sul bancone e andò nel retro per posarvi il cappotto e il cappello.

Prima di tornare in negozio,accese le luci e controllò che tutto fosse esattamente come lo aveva lasciato la sera prima.

Il negozio era diviso in settori:c'era naturalmente l'antiquariato per interni e per esterni;poi avevano dei vestiti d'epoca,libri antichi e se erano fortunate,qualche volta avevano anche dei quadri.

Sapeva che oggi avrebbero portato altri oggetti,che per anni avevano preso polvere nella soffitta di un loro assiduo frequentatore,che dopo le "dovute" insistenze si era deciso a cederli.

Il pezzo piu' pregiato che avevano in negozio in quel momento era una piccola fontana per giardini, perfettamente intarsiata e rifinita che a Ginny faceva venire in mente un piccolo pozzo dei desideri.

Avevano avuto varie offerte per quell'oggetto,ma nessuna veramente vicina al suo valore originale.

Guardò l'orologio che aveva al polso:era ora di aprire.

Si avvicinò alla porta d'ingresso,tolse la catena alla porta e girò il cartello su "Aperto".

Tornò al bancone,diede un morso al suo muffin e posò di nuovo gli occhi sulla lettera di Hermione.

"Ho trovato una persona diversa..."

Cosa voleva dire con quella frase?Sua cognata conosceva Harry forse anche meglio di lei,quindi doveva essere veramente un'altra persona...

"E' un'uomo triste che si è lasciato alle spalle il mondo magico..."

Come ha potuto farlo?Harry adorava il mondo magico!

Diceva che la sua vera vita era cominciata a undici anni nel momento in cui Hagrid gli aveva rivelato la sua vera natura.

Le aveva sempre detto che non sarebbe mai tornato indietro...

Cosa diavolo è successo per convincere uno dei piu' potenti maghi mai esistiti a rinnegare la sua natura?si domandò bevendo un'altro sorso di caffè.

Sentì il campanellino suonare e alzò lo sguardo verso la porta:clienti.

Doveva lasciar perdere quella lettera per il momento.

Per le tre ore successive,Ginny si trovò sommersa di lavoro,ma questo oggi era un sollievo: avere la mente occupata l'aiutava a non pensare alle parole di Hermione e al fatto che Harry era tornato.

Certo non era ancora tornato da lei,ma questo lei ne era certa era solo questione di tempo.

Quando ebbe finalmente un'attimo di tranquillità era mezzogiorno.

Prese per l'ennesima volta quei due fogli fra le mani,ormai tutti spiegazzati,ma li lasciò cadere di nuovo sul bancone.

Era inutile continuare a leggere quelle parole,non le avrebbero detto niente di nuovo.

Forse era meglio andare direttamente dal mittente.

Andò nel retro e prese il cellulare dal cappotto,poi mentre tornava in negozio compose il numero del cellulare di Hermione.

Sentì il segnale di libero e la voce della donna dopo tre squilli.

-Pronto?-domandò sua cognata.

-Sono io-disse sicura che Hermione aveva già riconosciuto il numero sul display.

-Ciao....Ginny-disse Hermione.

Perchè quell'esitazione nel pronunciare il suo nome?

-Si,sono Ginny.Devo parlarti-gli disse tenendo lo sguardo sulla strada che si vedeva dalle vetrate del negozio.

Sentì un rumore che non riuscì a identificare:non doveva essere a lavoro,pensò.

Si sentivano delle voci in sottofondo e una lontana musica che copriva tutto il resto.

-Dove sei,a Diagon Alley?-le domandò poi Hermione.

-No,sono a Londra...Puoi passare?-le domandò senza staccare gli occhi dalla strada.

-Va bene fra un'ora al negozio a King's Road?-domandò Hermione.

Perchè aveva la sensazione che stava succedendo qualcosa di strano?

-Va bene,ti aspetto al negozio fra un'ora-le disse prima di salutarla e di chiudere la telefonata.

Guardò il cellulare ora muto.

Come avrebbe impiegato quella che sarebbe stata l'ora piu' lunga della sua vita?

 

 

 

 

 

Hermione entrò nel negozio all'una precisa.

Per una volta,Ginny fu felice dell'amore di Hermione per la puntualità:non avrebbe resistito un minuto di piu'.

Sua cognata entrò nel negozio con passo elegante e non appena la vide le rivolse un sorriso e alzò il braccio per farle vedere la busta di Mark's & Spencer.

-Ho portato il pranzo-le disse chiudendo la porta.

Ginny le fece un piccolo sorriso in risposta e alzò le spalle.

-Grazie,ma non ho tanta fame-disse.

Hermione si avvicinò al bancone e vi posò sopra la busta e la sua borsa.

-Non esiste!Non credo sia il momento adatto per iniziare lo sciopero della fame.

E poi ti ho comprato la tua insalata preferita-disse tirando fuori il contenitore dalla busta.

Ginny non rispose,ma uscì da dietro il bancone e si avvicinò alla porta;quando tornò verso di lei, Hermione vide che aveva attaccato un cartello con su scritto "Torno subito" alla vetrata che dava sulla porta.

-Buona idea!Così possiamo mangiare in pace-disse tirando fuori un'altro contenitore dalla busta.

Ginny tornò dietro al bancone e guardò sua cognata,cercando di capire se la stava prendendo in giro o meno:era venuta al negozio soltanto per pranzare?

Hermione aprì la sua insalata e la condì con il condimento incluso nella scatola,incurante dello sguardo che la rossa le aveva puntato addosso.

-Oggi George e Luna avevano l'appuntamento per l'ecografia,vero?-domandò girando l'insalata.

Ginny si lasciò scappare una piccola risata sarcastica che portò Hermione ad incontrare finalmente gli occhi della donna.

-Tu sei seria!-disse Ginny,infilando una mano nella tasca dei jeans.

-Che vuoi dire?-domandò Hermione.

-Non fare la finta tonta;sei troppo intelligente-disse Ginny seria.

Hermione restò in silenzio,gli occhi sempre fissi in quelli dell'amica.

-Lo sai il motivo per cui ti ho chiesto di venire...

E' non è certo l'insalata!-aggiunse prima che l'altra potesse dire qualcosa.

Hermione posò la piccola forchetta di plastica sul contenitore e la guardò:adesso i suoi occhi erano seri.

-Si lo so perchè mi hai chiamato-ammise.

Però non aggiunse nulla e nel negozio scese il silenzio.

-E allora?Devo farti bere il Veritas Serum per farti parlare?-le disse la rossa,che cominciava a perdere la pazienza.

Hermione restò alcuni istanti ancora in silenzio,poi Ginny la sentì sospirare.

-Anche io sono andata nel pallone quando l'ho visto sabato...

Era un giorno come tutti gli altri,stavo uscendo dalla biblioteca e questo tizio mi viene addosso.

Non appena lui ha alzato la testa,mi è mancato il fiato...

Avevo dimenticato dove mi trovavo,cosa stavo facendo...Tutto-disse con voce calma.

Ginny rimase in silenzio,ferma dove si trovava,lo sguardo fisso su Hermione.

-Quando si è reso conto di chi ero è impallidito...Era chiaro che non si aspettava di trovarmi lì.

E non si aspettava neanche che lo abbracciassi-disse accennando un sorriso.

-Lo hai abbracciato?-domandò Ginny sorpresa dalle sue parole.

-E' stato piu' forte di me!Volevo essere sicura che fosse veramente lui e non un'illusione...

Abbiamo sperato tanto di trovarlo e adesso me lo ritrovo davanti!-disse Hermione quasi cercando di giustificare quel gesto d'amicizia.

-Poi che è successo?-domandò Ginny sedendosi su uno sgabello poco distante da lì.

Hermione sorrise.

-Mi ha presentato Teddy,il figlio di Remus e Tonks...

Dovresti vederli insieme,sono veramente dolcissimi e Teddy gli vuole un bene infinito-le disse con uno strano luccichio negli occhi.

Ginny accennò un sorriso:non le era difficile immaginarselo.

Aveva sempre avuto il sospetto che Harry sarebbe stato perfetto con i bambini.

-E' stata l'ultima volta che l'hai visto?-le domandò cercando di focalizzarsi sulla conversazione.

Hermione esitò un'attimo prima di parlare di nuovo.

-No,sono stata a trovarlo ieri sera...Sono andata a Privet Drive-le disse.

-Ma come hai fatto a scoprire che abitava lì?-le domandò curiosa Ginny.

Hermione improvvisamente diventò tutta rossa in volto e fissò lo sguardo sull'insalata che ancora era nel contenitore.

-Beh...ecco...Ho aspettato che uscissero dalla biblioteca.

Il piano originale era seguirli fino a casa,ma non avevo previsto che avrebbero avuto una macchina.

Così ho cambiato piano e ho preso la targa della macchina e sono risalita al proprietario, trovando anche il suo indirizzo-le disse alzando di nuovo lo sguardo su Ginny.

La rossa rise alla fine del racconto:non aveva mai immaginato che Hermione sarebbe stata capace di tanta intraprendenza.

-Davvero fantastica!-disse continuando a ridere.

-Comunque...Ci siamo visti ieri sera e...e non ho concluso niente.

Ho urlato,ho cercato di fargli capire quello che abbiamo passato in questi anni,ma ad un tratto è diventato una furia e mi ha detto che non avevo il diritto di presentarmi in casa sua e urlargli contro-le raccontò.

-Non ha tutti i torti,in fin dei conti-disse Ginny.

-Da che parte stai?-le domandò Hermione guardandola.

-Dalla tua,ma forse avremmo dovuto usare un'altra tattica.

La prossima volta andrà meglio...-disse la rossa.

Ancora una volta,Hermione tornò a posare lo sguardo sulla sua insalata cercando di evitare lo sguardo della cognata.

Ginny da quella mossa capì che c'era ancora qualcosa che lei non gli aveva detto.

-Cos' altro c'è?-domandò con tono paziente.

-Ecco...Io sono andata a trovarlo a lavoro questa mattina...-

-Questa mattina?Quando?-la interruppe la rossa.

Forse questa mossa era stata troppo affrettata,pensò.

Poi un pensiero le balenò nella testa.

-Aspetta un attimo:Harry era con te quando ho chiamato?-le domandò sperando per qualche strana ragione che lei dicesse di no.

Ma naturalmente la donna annuì.

Ginny si coprì per alcuni istanti il volto con una mano,poi tornò a guardare la cognata.

-Adesso ho capito perchè eri così strana al telefono-disse.

Hermione restò in silenzio,non sapendo cosa dire,e questo la spinse a fare l'unica domanda che voleva farle fin da quando era entrata.

-E' felice?-le domandò con voce calma.

Hermione alzò lo sguardo e quando Ginny incontrò i suoi occhi vi lesse qualcosa di strano che non seppe spiegarsi.

-E' felice quando è con Teddy-le disse non sapendo cos'altro aggiungere.

Ginny annuì:per il momento poteva bastare.

-Ascolta,devo rimettermi al lavoro-disse alzandosi dal suo sgabello.

Hermione annuì.

-Si credo sia meglio se vado anche io-disse prendendo la sua borsa e il contenitore di plastica con l'insalata.

-Stai bene?-le domandò mettendo la borsa a tracolla.

Ginny annuì.

-Comunque per qualsiasi cosa chiamami-le disse avvicinandosi e dandole un bacio per ogni guancia.

-Va tutto bene...Sta tranquilla-la rassicurò ancora Ginny.

Hermione la guardò ancora qualche istante prima di annuire e di andare sul retro per la smaterializzazione.

Pochi secondi dopo era sparita.

Ginny,rigovernò il bancone togliendo la busta di Mark's & Spencer e il contenitore con l'insalata,che finì direttamente nel cesto della spazzatura.

Si avvicinò al vetro che dava sulla strada per togliere il cartello dalla vetrata e per controllare che tutto fosse in ordine e in quell' istante qualcosa attirò la sua attenzione dall'altro lato della strada.

Proprio di fronte al suo negozio,accanto alla statua in bronzo raffigurante due bambini che giocavano,c'era qualcuno fermo.

Qualcuno che aveva lo sguardo fisso sul negozio,lo sguardo fisso su di lei.

Ginny fissò gli occhi su quella figura un'ultima volta poi velocemente aprì la porta e si fiondò in strada.

Senza guardare attraversò la strada,incurante del clacson di protesta di una macchina che si fermò a meno di un metro da lei.

Si voltò verso il guidatore dentro la macchina e gli fece un gesto di scuse,prima di tornare a guardare davanti a lei.

La persona era sparita,non c'era piu' nessuno.

Restò alcuni istanti ferma in mezzo alla strada,finchè lo stesso automobilista di prima non suonò di nuovo il clacson per farla spostare,così si voltò e tornò indietro.

Rientrò nel negozio e chiuse la porta,appoggiando le spalle per un'attimo alla vetrata.

Lo aveva visto...Non poteva essersi sbagliata:avrebbe riconosciuto quegli occhi dapperttutto.

Harry era proprio lì dall'altra parte della strada e la stava fissando.

Eppure nel giro di un secondo era sparito...

Possibile che fosse solo un'illusione?

 

Ok,lo so che Luna e George sembrano le persone piu' incompatibili di questo mondo,ma ho pensato che lei fosse la persona giusta per lui.

Perdere un fratello è una delle cose piu' brutte che possano capitare(io senza mio fratello non vivrei +),e George non ha perso solo suo fratello,ha praticamente perso un'altra parte di sè...quindi aveva bisogno di qualcuno che con la sua stravaganza lo facesse tornare a vivere.

Voglio ringraziare tutti quelli che leggeranno questo capitolo e quelli che lo recensiranno,e naturalmente mi scuso per gli errori di ortografia e di battitura.

Un grazie particolare a:Sarina87(sono contenta ke l'idea di MagicSky ti sia piaciuta),Ginny89potter,Kia,Edvige86 e Monica(grazie x l'enorme complimento,ma non sono J.K.Rowling)...

E voglio rassicurare tutti:la tristezza di Harry durerà soltanto un'altro pò,ve lo prometto.

Al prossimo capitolo:"L'ALTRO LATO DELLA MEDAGLIA"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** L'altro lato della medaglia ***


l'altro lato della medaglia

Salve a tutti!Ecco,come promesso il nuovo capitolo,prima possibile.

Vi lascio subito alla lettura!

A dopo per i commenti!!....

 

 

Tutte le mattine durante la settimana,la sveglia sul suo comodino suonava alle sei e mezzo.

Tutte le mattine,durante la settimana,Harry allungava un braccio verso il comodino e fermava l'allarme.

Dopodichè si alzava dal letto e si dirigeva in bagno,dove si faceva una doccia e si radeva con molta attenzione.

Prima di tornare in camera sua per scegliere i vestiti da indossare,andava in camera di Teddy e apriva le tende,facendo così entrare il sole nella stanza.

Si avvicinava al letto del bambino e lo chiamava,con tono di voce tranquillo e moderato,per svegliarlo.

Tutte le mattine,Teddy si rigirava un paio di volte nel letto prima di aprire gli occhi definitivamente e tornare a coprirsi con il piumone,sotto gli occhi divertiti di Harry.

Dopo aver svegliato il bambino,Harry tornava in camera sua e si vestiva.

Tutte le mattine,per le sette e un quarto erano entrambi pronti per scendere in cucina a fare colazione,che di solito durava una mezz'oretta finchè alle otto meno un quarto,Miss Queen non entrava in cucina dando il buongiorno a entrambi.

E tutte le mattine,Teddy era pronto per andare a scuola con Miss Queen alle otto precise.

Ed Harry sarebbe stato pronto per andare al lavoro non oltre le otto e mezza di mattina.

Ma non quel lunedì mattina.

Come sempre,quella mattina la sveglia suonò alle sei e mezzo,ma Harry era già sveglio da un pezzo.

Aveva dormito poco e male quella notte,al contrario di Teddy che non appena aveva messo la testa sul cuscino al suo fianco,si era addormentato.

Era rimasto sveglio a lungo con lo sguardo fisso sul soffitto per ore,ripensando all'incontro di quella sera.

Era veramente furioso con Hermione...

Come aveva fatto a trovarlo?E perchè si era sentita in dovere di seguirlo anche a casa?

Non le aveva chiesto di farlo...

Ma una parte di lui lo aveva sempre saputo che lei non si sarebbe arresa così facilmente; e quando l'aveva vista davanti alla sua porta aveva soltanto visto realizzato un suo timore.

Quello che non aveva previsto era lo schiaffo che lei gli aveva dato dopo...

Non aveva mai immaginato che Hermione avesse tutta quella forza!Ora sapeva cos'aveva provato Malfoy durante il terzo anno quando lei lo aveva colpito.

Aveva rivissuto momento per momento quell'incontro mentre si rigirava nel letto cercando invano di dormire:aveva risentito nella sua testa le grida,i rimproveri e la rabbia che lei gli aveva buttato addosso.

Si era imposto di lasciarsi scivolare tutto addosso,come se la cosa non lo toccasse minimamente, ma non si era aspettato l'accenno a Ginny...Era stato quello che l'aveva portato a reagire.

Cosa credeva Hermione:che soltanto loro avevano sofferto?

Anche lui aveva passato ogni giorno...ogni momento...di quei tre anni a chiedersi dove fosse Ginny,cosa stesse facendo...con chi fosse...

Alla fine si era addormentato,ma i suoi sogni erano stati agitati e talmente confusi da non riuscire neanche a ricordarne uno al risveglio.

La sveglia era suonata alle sei e mezza e lui era già sveglio da piu' di un'ora.

Si era buttato sotto la doccia con la speranza che l'acqua calda oltre alla stanchezza della notte insonne portasse via anche i dubbi e i pensieri che lo ossessionavano.

Da quando Hermione gli aveva dato quei piccoli accenni sulla vita di Ginny,lui non faceva altro che pensare a lei...

Viveva con Luna...Viveva vicino ai Weasley o viveva a Londra?

Un negozio di antiquariato;non aveva mai immaginato che lei avesse una passione per le cose antiche...forse era partito come un gioco per poi trasformarsi in un lavoro vero.

La vita a volte prende delle strade che neanche nei sogni avresti immaginato...

Dopo aver chiuso il rubinetto dell'acqua calda era uscito dalla doccia.

Con indosso l'accappatoio,era uscito dal bagno,giusto in tempo per sentir squillare il telefono .

Chi diavolo era alle sette del mattino?si era chiesto mentre alzava la cornetta.

-Pronto?-

-Harry,amico mio!-aveva risposto una voce roca dall'altro capo del telefono.

Con il telefono appoggiato all'orecchio,Harry si era avvicinato alla finestra per aprire le tende.

Il poco sole che oltrepassò la cortina di nuvole nere ed entrò dalle finestre non lasciava presagire niente di buono.

-Graham hai idea di che ore sono?-domandò.

Graham lavorava con lui...anzi era stato proprio lui che lo aveva assunto alla Virgin Radio.

Quando si era presentato per il colloquio di lavoro,si era trovato davanti Graham,un uomo vicino ai cinquant'anni con radi capelli biondi,un viso scavato,occhi sempre coperti da occhiali da sole neri ed un fisico che avrebbe fatto invidia ad un'uomo piu' giovane di lui di vent'anni.

Per qualche strana ragione,Graham lo aveva preso subito in simpatia e gli aveva insegnato praticamente tutto e in poco meno di un mese sempre insieme a Graham era diventato uno dei migliori registi radiofonici.

-Si lo so che è presto,ma sapevo di trovarti sveglio.

E poi io sto andando a dormire...Ho fatto il turno di notte,quindi se non ti chiamavo adesso avrei dovuto aspettare domani-

Harry si era passato una mano fra i capelli,toccando alcune ciocche rimaste umide.

-Va bene,cosa c'è di tanto urgente da non poter aspettare?-gli aveva chiesto non riuscendo a reprimere un sorriso.

Graham in un certo senso,gli ricordava Ron.

Anche se aveva il doppio della sua età e sul piano lavorativo era capace di tenere testa a chiunque,certe volte riusciva a perdersi per una sciocchezza.

-Te ne sei dimenticato,vero?-aveva domandato Graham.

-Graham sono le sette del mattino,non ho dormito affatto e devo ancora svegliare Teddy,quindi vuoi dirmi cosa succede?-

Stava cominciando davvero ad esasperarsi.

-La cena di mercoledì-disse l'uomo.

Harry si coprì il volto con una mano sentendo quelle parole:se ne era completamente dimenticato!

Tutta colpa di Hermione!

-La cena!Accidenti....-aveva detto scompigliandosi ancora di piu' i capelli.

-Ascolta se per te è un problema,abbiamo ancora tempo per affittare un locale-disse Graham.

-Assolutamente...Ho promesso che questa festa si sarebbe fatta da me,e manterrò la parola.

Appena arrivo alla radio,parlo con Claire e ci mettiamo d'accordo su tutto-aveva detto per interrompere il fiume di parole dell'uomo.

-Sei sicuro?-aveva chiesto per l'ultima volta Graham.

-Va pure a dormire tranquillo-disse Harry.

Anche se non del tutto rassicurato,Graham lo aveva salutato ed Harry aveva chiuso la chiamata.

Aveva completamente dimenticato di essersi offerto volontario per organizzare la festa per il compleanno di Jennifer,la moglie di Graham nonchè sua collega.

Dopo aver messo a posto il telefono,aveva svegliato il piccolo Teddy,si era vestito,e quando anche il bambino si fu vestito,scesero in cucina a fare colazione.

-Mi accompagni tu a scuola?-aveva domandato Teddy fra un cucchiaio di Cheerios e l'altro.

-No,oggi non posso.

Ti accompagnerò domani,te lo prometto-gli aveva detto bevendo un sorso del suo succo d'arancia.

Teddy aveva annuito.

-Hai visto?Ho messo il tuo disegno sul frigo...Così non appena viene Miss Queen glielo puoi far vedere-aveva detto poi Harry.

Il bambino si era limitato ad annuire di nuovo.

Era troppo silenzioso:brutto segno.

Poteva essere arrabbiato perchè sarebbe stata Miss Queen ad accompagnarlo a scuola;oppure c'era qualcosa che voleva chiedergli ma non sapeva come farlo.

-Teddy c'è qualcosa che non va?-gli aveva domandato,cercando di facilitargli la cosa.

Il bambino era rimasto in silenzio alcuni istanti,poi aveva alzato lo sguardo su di lui.

-Credi che la tua amica tornerà a trovarci?-gli aveva chiesto.

Non si aspettava una domanda del genere.

Aveva guardato Teddy per alcuni istanti,poi gli aveva accarezzato i capelli e aveva sorriso.

-No Teddy,credo che Hermione non tornerà-aveva detto poi.

Questa volta Teddy aveva alzato le spalle,quasi con noncuranza.

-E' perchè sei stato cattivo con lei?-gli aveva chiesto.

-Anche per quello-aveva ammesso lui.

-Ti dispiace?-si era arrischiato a chiedergli Harry.

-Era simpatica-aveva detto senza nessun'inflessione particolare nella voce.

La conversazione era stata interrotta da Miss Queen che era entrata in cucina augurando a entrambi il buongiorno.

Nel giro di un quarto d'ora Teddy era uscito per andare all'asilo,seguito mezz'ora dopo da Harry.

Le cose dovevano tornare alla normalità il piu' presto possibile,si era ripromesso mentre usciva di casa.

 

 

 

 

 

Era arrivato al lavoro alle nove,grazie al poco traffico incontrato per la strada.

Il palazzo della Virgin Radio si trovava in Leicester Square,a due passi da Piccadilly Circus e dal West End.

Fortunatamente,non era costretto ad andare al lavoro durante il fine settimana,altrimenti sarebbe stato sommerso dall'orda di turisti che affollavano quelle strade.

Dopo aver parcheggiato la macchina era entrato nel palazzo della Virgin e,dopo aver salutato Max,il portiere-buttafuori che si trovava nell'atrio,era entrato nell'ascensore e aveva spinto il pulsante del dodicesimo piano.

Quando le porte si erano aperte,si era trovato in una grande dependance,con i pavimenti in parquet e le pareti di colori vivaci,ma quasi completamente nascoste da locandine,dischi d'oro e fotografie autografate di cantanti e gruppi famosi.

Quando era stato assunto alla radio,Harry si era buttato a capofitto in un corso intensivo di musica babbana:per lui la musica erano le Sorelle Stradivarie,ma sarebbe stato assurdo passare un loro disco in una radio babbana.

Così aveva preso in prestito quanti piu' dischi possibili dall'archivio della radio e durante le sere passate in solitudine li aveva ascoltate,arrivando a formarsi anche una sua lista di preferiti: adorava i gruppi rock come i Queen,i Cure,I Beatles,I Rolling Stones,gli Oasis,i Foo Fighters,ma gli piacevano anche cantanti come Alicia Keys,Stewie Wonder,Kt Tunstall,e tanti altri.

Aveva superato l'atrio salutando la centralinista,Lucy,che filtrava tutte le chiamate e prendeva tutti i messaggi,per poi imboccare un corridoio sulla destra che lo avrebbe portato agli uffici.

Ogni dipendente aveva un suo ufficio,un suo piccolo bozzolo dove rinchiudersi quando aveva bisogno di fare un sonnellino o di stare da solo.

Voleva passare negli uffici di Graham e di David per vedere se ci fosse qualche appunto per lui.

David era il dee-jay con cui lavorava piu' di frequente.

Era la copia di Draco Malfoy:stessi occhi color ghiaccio,stessi capelli color platino e stessa corportura asciutta e scattante.

Quando aveva saputo di dover lavorare con lui,Harry aveva avuto un'attimo di esitazione:non era sicuro di riuscire a collaborare con qualcuno che gli ricordava tanto la sua nemesi.

Però David si era rivelato totalmente diverso da Malfoy:era una persona affettuosa e pronta allo scherzo,capace di farti ridere anche per le cose piu' stupide.

Era nata un'amicizia che andava avanti da anni e che lo aiutava a sentire meno la mancanza di Ron.

Anche se nessuno avrebbe mai potuto sostituire il suo migliore amico...

Era entrato nell'ufficio di David cercando qualche appunto per il programma di quel giorno,ma non trovando nulla capì che l'uomo non era ancora arrivato:sicuramente sarebbe arrivato a venti minuti dall'inizio della trasmissione e avrebbe lasciato il comando del programma a Harry,fidandosi completamente di lui.

Era uscito dall'ufficio e aveva continuato a percorrere il corridoio,fino alle cabine di messa in onda:una luce fuori dal gabbiotto lo informava che il programma era in onda e quando aveva guardato il dee-jay,Steve,lo aveva visto intento in una conversazione muta con il microfono e il regista.

-Buongiorno Harry-

Si era voltato e aveva visto Sarah venirgli incontro.

Sarah si occupava della scaletta del suo programma:era a lei che Harry si rivolgeva se aveva bisogno di qualche informazione o di un consiglio su quale canzone tramettere.

Aveva la sua stessa età,lunghi capelli corvini che le arrivavano a metà schiena,ma che lei teneva sempre legati in una treccia o in una coda di cavallo,un viso lungo da cui risaltavano due occhi neri come la notte e una bocca sottile e rossa come il peccato.

Non aveva mai fatto mistero di sentirsi attratta da Harry,ma fino a quel momento lui era riuscito a scansare le sue proposte.

-Buongiorno anche a te-le aveva risposto togliendosi il cappotto e appendendolo insieme agli altri.

-Hai un aspetto orribile-gli aveva fatto notare la donna.

Si era avvicinato a una scrivania e aveva annuito.

-Teddy ha voluto dormire con me questa notte...Praticamente non mi ha fatto chiudere occhio- aveva mentito.

In fin dei conti si trattava di una mezza verità.

La vide sorridere.

-Come sta la piccola peste?-gli aveva domandato.

Tutti quelli che lavoravano con lui conoscevano Teddy:Harry alcune volte lo aveva portato a lavoro con sè,quando c'era stato qualche imprevisto,e il piccolo si era trovato a suo agio nell'edificio e fra i suoi colleghi.

-Sta bene,sono io quello che ha passato la notte in bianco per colpa dei suoi calci-aveva detto lasciandosi cadere su una sedia e appoggiò la testa contro il poggiatesta.

-Se vuoi posso farti un massaggio per aiutarti a rilassarti-si era offerta Sarah facendo un passo verso di lui.

Stava ancora cercando una scusa per rifiutare la sua offerta senza essere troppo scortese, quando fortunatamente Steve uscì dalla cabina e vedendolo si avvicinò a lui.

-Ti stavo cercando!-gli aveva detto.

-Scommetto che hai bisogno di qualcosa-aveva azzardato Harry.

Steve era uno dei dee-jay di punta della radio e grazie alla sua voce calda e vellutata aveva molte ammiratrici che lo aspettavano sotto la radio e che gli spedivano cioccolatini.

Ma anche senza l'aiuto della voce sarebbe stato sommerso da ammiratrici essendo un fissato della palestra e dell'estetica.

-Infatti!Volevo sapere se mercoledì alla festa posso portare una persona-gli aveva chiesto prendendo una sedia e sedendosi a poca distanza da Harry.

Harry si era sistemato meglio gli occhiali sul viso e lo aveva guardato alcuni istanti in silenzio prima di parlare.

-E' una ragazza che rivedremo oppure è una delle solite che rimorchi grazie alla fama?-gli aveva chiesto cercando di essere serio.

-No,assolutamente!Questa volta è una cosa seria-si era affrettato a replicare Harry.

Sarah si era lasciata scappare una leggera risata che aveva coinvolto anche lui,ma alla fine non aveva potuto far altro che acconsentire.

-Va bene,in fondo è una festa!-aveva detto.

Steve gli era letteralmente saltato addosso abbracciandolo.

-Va bene,va bene...lasciami!-

-Buongiorno a tutti!Cosa mi sono perso?-aveva chiesto una voce arrivando nella stanza.

Harry finalmente libero dall'abbraccio di Steve,alzò lo sguardo verso la direzione da dove proveniva la voce e salutò David.

-Niente di eccezionale,Steve porta una nuova ragazza alla festa di mercoledì.

Tu vieni da solo?-gli aveva detto Sarah,facendo il giro di una scrivania e sedendosi dietro il computer.

-No,ci sarà Daisy con me.

Tu stai sempre aspettando che Harry ti inviti?-le aveva chiesto David togliendosi il cappotto e mettendolo insieme agli altri.

Sarah gli aveva fatto una boccaccia,neanche fossero due bambini all'asilo,e poi aveva rivolto uno sguardo veloce verso Harry:tutti quelli che lavoravano con loro sapevano che Sarah era persa per lui,e tutti a piu' riprese gli avevano chiesto perchè non l'avesse ancora invitata fuori, arrivando anche a dubitare dei suoi orientamenti sessuali.

Harry dopo averli rassicurati,aveva cercato in qualche modo di spiegare il motivo che non gli permetteva di lasciarsi andare con nessun'altra donna...

Ma come si fa a spiegare il legame che lo legava a Ginny?Come poteva spiegare a parole qualcosa che neanche lui riusciva a capire?

Non poteva stare con nessuno perchè la sua mente,la sua anima...tutto sè stesso appartenevano a Ginny.

Per questo aveva preferito non dire niente e continuare a far finta di niente quando Sarah gli rivolgeva le sue frecciatine.

-Molto divertente David,che ne dici se ci mettiamo a lavorare?-aveva domandato all'uomo cercando di cambiare discorso.

Si era alzato e seguito da David era tornato verso gli uffici,per cercare di mettere insieme qualche idea per il programma.

Di solito prendevano spunto dai giornali e dall'attualità per la scaletta giornaliera e anche quel giorno fu così.

Erano ormai quasi due anni che lavoravano insieme e quindi riuscivano a capirsi con poche parole,entrambi sapevano di cosa aveva bisogno l'altro e questo loro affiatamento si rispecchiava anche nel programma.

Per il secondo anno di fila erano candidati per il "Microfono D'Oro" come miglior programma radiofonico,premio che avevano vinto già lo scorso anno.

Il loro programma "Best Whises" durava due ore e partiva alle dieci del mattino,accompagnando la gente al lavoro,durante le faccende domestiche o anche ascuola, grazie alle radioline nei cellulari.

Rimasero in ufficio fino alle dieci meno dieci,poi si tornarono indietro verso le cabine per la "messa in onda".

Si erano fermati nella sala antistante le cabine dove erano stati neanche mezz'ora prima con Sarah e Steve per prendere un caffè prima di entrare dentro:Steve se ne era andato,e Sarah era impegnata in una conversazione telefonica.

Harry bevve un sorso dalla sua tazza.

-Harry!-si era sentito chiamare.

Si era voltato verso Sarah:la donna aveva in mano la cornetta e gliela stava tendendo.

Aveva fatto i passi che lo dividevano dalla scrivania di Sarah velocemente:Teddy aveva avuto qualche problema a scuola?

Si era sentito male e aveva bisogno di essere portato a casa?

Aveva preso la cornetta dalle mani di Sarah e l'aveva accostata all'orecchio destro.

-Pronto?-

-Harry?-aveva domandato la voce.

Harry si tranquillizzò immediatamente al suono della voce,ma non appena la paura per Teddy svanì,lo prese la rabbia.

-Hermione accidenti!Mi hai fatto prendere un colpo!-le aveva detto.

Sarah aveva lo sguardo fisso su di lui,così si era girato e dandole le spalle si era appoggiato con entrambe le mani al piano della scrivania.

-Scusa ma non ero sicura di aver trovato il numero giusto...

E' un brutto momento?-gli aveva chiesto Hermione.

-Si lo è.

Ma anche se non lo fosse sai benissimo che non voglio sentirti-le aveva detto.

Sapeva che quelle parole erano troppo dure,specialmente per Hermione ma se voleva che lei si dimenticasse di lui e lo lasciasse di nuovo in pace,doveva usare le maniere forti.

I suoi occhi avevano catturato lo sguardo di David,rimasto visibilmente sorpreso da quelle parole:quella telefonata era di dominio pubblico,lo stavano ascoltanto tutti!

-Harry,tu credi veramente che ti lascerò sparire di nuovo?-gli aveva domandato lei,per niente spaventata dal tono burbero dell'uomo.

-Lo speravo!...-aveva risposto lui.

Aveva chiuso gli occhi,cercando di calmarsi:era meglio evitare di dire cose che potevano ferire veramente l'amica.

Dannazione!Tutto quello che voleva era continuare la sua vita di sempre:era forse chiedere troppo?

-Hermione ascolta...Torniamo ogniuno alla propria vita...

Credimi è meglio per tutti-le aveva detto cercando le parole giuste.

Poi senza aspettare la risposta di lei,aveva passato il telefono a Sarah perchè lo rimettesse a posto.

Aveva preso di nuovo la tazza con il caffè fra le mani e ne aveva bevuto un sorso cercando di calmarsi.

-Cazzo...-si era lasciato sfuggire.

David gli era venuto vicino e gli aveva messo un braccio sulle spalle:anche senza vederlo Harry sapeva che era impaziente di sapere,di chiedergli qualcosa.

-Non dire una parola o dovrai farti il programma da solo!-gli aveva intimato avviandosi poi verso lo studio di messa in onda.

Mancavano cinque minuti alle dieci.

 

 

 

 

Grazie al lavoro,riuscì a tenere impegnata la mente per due ore.

David,forse spaventato dalla minaccia fattagli poco prima o forse perchè aveva visto che non aveva veramente voglia di parlarne,non gli aveva fatto domande.

Soltanto una volta aveva accennato alla faccenda:durante una pausa pubblicitaria gli si era avvicinato e gli aveva dato un buffetto sul braccio sinistro.

Harry lo aveva guardato e David aveva alzato le spalle.

-Per qualsiasi cosa io sono qui-gli aveva detto.

Poi era tornato davanti al microfono come se quell'episodio fosse soltanto frutto dell'immaginazione di Harry.

Mancavano dieci minuti alla fine del programma.

-Come vuoi chiudere?-gli aveva chiesto David.

-Al solito:saluti e canzone-aveva risposto Harry.

-Cioè saluti e la canzone dei Cure,giusto?-gli aveva domandato lui in tono retorico.

Harry aveva annuito e David aveva sorriso.

-Me lo dirai un giorno a chi è diretta?-aveva chiesto David.

-A nessuno-

-Andiamo,non fare il finto tonto con me.

"Just like heaven" dei Cure?E' ovvio che è dedicata a qualche ragazza-aveva detto con il suo tono insopportabile da dongiovanni.

Harry aveva sorriso e gli aveva fatto segno che era ora di tornare in onda.

Ovviamente David aveva ragione:quella canzone,fin dalla prima volta che l'aveva sentita,gli faceva venire in mente Ginny.

Ascoltarla tutti i giorni,e metterla alla radio,era un modo per sentirla piu' vicina,per sentirla ancora parte della sua vita.

-Bene ragazzi,anche oggi è venuto il momento di salutarci.

Ringrazio Harry dall'altra parte del vetro e voi che ci avete seguito per queste due ore.

Noi ci diamo appuntamento per domani alla stessa ora e sulle stesse frequenze e come sempre ci salutiamo con "Just like Heaven"dei Cure-stava dicendo David.

Il programma era finito.

Harry si alzò dalla sedia e si stiracchiò:era a pezzi.

David venne dalla sua parte e gli diede una pacca sulla spalla.

-Bella puntata!-gli aveva detto.

Lui aveva annuito e si era tolto gli occhiali per stropicciarsi gli occhi.

-Wow!Chi è quella sventola?-aveva chiesto David.

Harry aveva alzato lo sguardo verso il vetro che dava sulla sala dove lavorava Sarah,ma aveva visto soltanto figure sfocate,così si era rimesso gli occhiali e subito la figura nitida di Hermione gli era apparsa davanti agli occhi.

-E' incredibile!-aveva detto.

Senza aggiungere altro,era uscito con passi rapidi dal gabbiotto ed era rientrato nella stanza.

Hermione si voltò nel preciso istante in cui lui aprì la porta.

-Harry...Meno male,credevo di aver sbagliato posto!-gli aveva detto.

Sul suo viso era apparso un sorriso allegro alla vista dell'amico,come se quegli anni di lontanza non ci fossero mai stati.

-Hermione,che ci fai qui?-gli aveva domandato lui guardandola.

-Devo parlarti-

-Ascolta,non credo...-inziò lui.

-Non me ne andrò di qui finchè non avrò parlato con te!-aveva detto lei con tono risoluto.

Harry aveva sfidato per alcuni istanti lo sguardo di lei,incurante di Sarah e David che sembravano non aver altro da fare che osservare la scena.

Alla fine aveva annuito e aveva aperto di nuovo la porta dello studio di messa in onda,per poi farsi da parte per farla passare.

Una volta entrata,Hermione si era voltata verso di lui.

-Vuoi un'altro schiaffo?-gli aveva chiesto poi con voce tranquilla.

Lui l'aveva guardata senza dire niente.

-Sei diventato completamente scemo durante questi tre anni?Come ti viene in mente una cosa così assurda?-gli aveva chiesto ancora.

-Cosa c'è di così assurdo nel voler essere lasciati in pace?-le aveva chiesto lui.

Hermione si era appoggiata con la schiena alla parete piu' lontana dalla porta e aveva alzato lo sguardo sul volto di lui.

-E me lo chiedi!-aveva ribattuto lei.

Si era staccata dalla parete e con pochi passi si era fermata di fronte a lui.

-Vuoi cancellare l'amicizia che c'è stata fra di noi...Tutto quello che abbiamo passato insieme...-ricominciò lei.

-Non voglio parlare di questo!-l'aveva fermata lui.

Doveva mandarla via il prima possibile:sapeva che se lei avesse continuato con le sue offensive, prima o poi lui sarebbe crollato.

Hermione doveva andarsene....

-Harry...-cominciò di nuovo lei.

-Perchè non mi lasci in pace?Ron riesce a vivere benissimo senza di me,perchè tu non ti scordi di avermi incontrato e continui la tua vita?-le aveva domandato lui alzando leggermente la voce.

Sapeva che niente sarebbe arrivato alle orecchie di David e Sarah che ancora osservavano la scena dai vetri,quindi non si preoccupò di abbassare il tono della voce.

Hermione era rimasta per alcuni istanti in silenzio,con lo sguardo sempre fisso negli occhi di Harry.

Poi lui l'aveva vista sorridere.

-Perchè la mia vita non sarebbe com'è senza di te...-gli aveva detto.

Harry l'aveva guardata in silenzio.

-Tu mi hai aiutato quando tutti mi consideravano nient'altro che una secchiona,mi hai permesso di starti vicino nei momenti piu' difficili della tua vita...

E' grazie a te che io sono diventata coraggiosa e intraprendente...Senza di te adesso io sarei ancora dentro una biblioteca con il naso infilato nei libri...

Senza di te io non avrei mai conosciuto Ronald-gli aveva detto con voce tranquilla.

Harry continuava a fissare gli occhi di lei che ora erano leggermente velati di lacrime e non potè evitare di accennare un sorriso.

-Credi veramente che Ron vive bene senza di te?

Si sente ferito...Crede che tu ci abbia abbandonato perchè non ti servivamo piu'...-

-Non può pensarlo davvero!-aveva esclamato Harry.

Come poteva Ron pensare una cosa simile?

Il suo migliore amico credeva veramente che lo aveva trascinato in quell'avventura mortale soltanto per brama di gloria?Credeva veramente che se ne era andato per non dover dividere con nessuno la fama di "Colui che aveva sconfitto il Signore Oscuro"?

-Lo biasimi?Te ne sei andato senza neanche darci una spiegazione!

Però gli manchi...anche se non me lo ha mai detto-aveva detto Hermione con un sorriso.

Harry aveva sorriso per la seconda volta.

-Come fai a saperlo?-le aveva chiesto provocatorio.

Sapeva che c'erano solo due persone al mondo che sapevano riconoscere ogni espressione del viso di Ron:uno era lui e l'altra era Hermione.

-Tutti gli anni,il giorno del tuo compleanno,Ron scende in cucina durante la notte e accende una candelina...

Resta qualche istante a guardare la fiamma e poi,con un soffio,spegne la candelina.

L'ho scoperto per caso...-gli confidò Hermione.

Harry aveva deglutito a vuoto,sentendo improvvisamente una gran voglia di piangere.

Hermione doveva andarsene:non poteva farsi vedere così fragile davanti a lei...

Aveva fatto un sospiro profondo e aveva alzato di nuovo gli occhi sul volto di lei.

-Ti prego Hermione va via...-aveva detto con minore convinzione.

Lei si era fermata a pochi metri da lui e aveva scosso la testa.

-Dimmi perchè sei andato via-gli aveva detto con voce calma.

Harry aveva sospirato di nuovo e aveva chiuso gli occhi.

-Ho dovuto farlo...-aveva detto semplicemente.

Aveva riaperto gli occhi e si era allontanato da lei,facendo qualche passo nella stanza:era ora di dire tutta la verità...E forse lei lo avrebbe capito.

-Non è stata una scelta affrettata,improvvisa.

L'avevo deciso prima di consegnarmi a Voldemort:se fossi sopravvissuto non sarei piu' tornato indietro-iniziò Harry senza guardare Hermione.

-Perchè?-

-Ho visto quello che quella Battaglia era costata:Malocchio,Edvige,Remus,Tonks,Colin...Fred...

Come facevo a tornare indietro e far finta che tutta questa gente non fosse morta per colpa mia?-aveva continuato a raccontare.

Alle sue spalle sentiva i respiri di Hermione farsi piu' pesanti:stava piangendo?

-Poi avevo visto lei...Ginny.

Era accanto al corpo di Fred e stava piangendo...E per un'attimo ha alzato la testa e ha incontrato il mio sguardo...

Era carico di rabbia e d'odio...Non lo dimenticherò mai quello sguardo!-aveva detto togliendosi gli occhiali.

-Come facevo a starle vicino se l'avevo fatta soffrire così tanto?Le avrei ricordato ogni giorno quello che era successo...le avrei ricordato che Fred era morto per colpa mia e lei avrebbe finito per odiarmi...-

Sentiva i singhiozzi di Hermione alle sue spalle,ma non poteva fermarsi adesso.

-E io non potevo permetterlo...

Così ho preferito sparire,senza dire niente a nessuno,subito dopo la fine della Battaglia...-aveva ripreso a raccontare.

Ma le sue parole furono interrotte dall'abbraccio improvviso di Hermione:le braccia di lei gli cinsero la vita e il volto di lei si posò sulla sua spalla destra.

-Stupido!Sei un dannato stupido!-ripeteva Hermione fra le lacrime.

Era tornato,lei ne era certa.

Harry si era voltato,guardando per alcuni istanti il volto rigato dalle lacrime della sua migliore amica e poi l'aveva abbracciata,sentendosi in pace con sè stesso per la prima volta da anni.

-Non hai neanche idea di quanto ci sei mancato!-gli aveva detto lei continuando a piangere.

Lui le aveva accarezzato i boccoli castani e aveva sorriso a quelle parole.

Hermione si era staccata dall'abbraccio e si era asciugata una guancia con il dorso di una mano.

-Nessuno incolpa te per quello che è successo-gli aveva detto prendendogli il viso fra le mani.

Lui aveva annuito.

-Nessuno MAI ha incolpato te per quello che è successo!-aveva ripetuto lei.

Harry era rimasto in silenzio e aveva annuito di nuovo.

-Adesso sarà meglio che tu vada-le avea detto poi.

Hermione aveva annuito e,dopo essersi asciugata le guance con un fazzoletto,erano usciti dalla cabina di messa in onda.

Sarah e David,non appena li avevano visti arrivare,si erano dati da fare al computer e alzarono soltanto lo sguardo quando la porta si aprì.

-Ti prometto che risolveremo tutto...-gli aveva detto lei.

Harry aveva sorriso senza aggiungere altro,ma lei gli aveva di nuovo preso il viso fra le mani incurante dei due estranei nella stanza.

-Però tu promettimi che non te ne andarai piu' via-aveva aggiunto guardandolo negli occhi.

Harry fissò per alcuni istanti gli occhi nocciola della donna e poi annuì.

Sapeva che in caso contrario lei sarebbe venuta a cercarlo e non avrebbe smesso di tormentarlo...

Il viso di Hermione si era illuminato in un sorriso e aveva aperto la bocca per parlare di nuovo,ma in quel momento il suo cellulare era squillato.

Si era staccata da Harry e aveva preso il telefono dalla tasca dei pantaloni.

-Pronto?-

Harry si accorse dello sguardo veloce che lei gli lanciò:chi era dall'altra parte del telefono?

-Ciao...Ginny-aveva detto poi.

Un colpo di fucile era stato sparato nel petto di Harry:sentì il fiato mozzarsi,il petto alzarsi in cerca di aria.

-Harry va tutto bene?-gli aveva chiesto Sarah preoccupata.

Hermione aveva alzato lo sguardo su di lui e senza dire niente gli aveva preso una mano.

-Va bene fra un'ora al negozio sulla King's Road?-sentì dire ad Hermione.

Ginny era piu' vicina di quanto avesse mai potuto sperare:gli bastava prendere la macchina e nel giro di quindici minuti sarebbe stato da lei.

Aveva bisogno di vederla,anche solo per un attimo,per pochi secondi...

Voleva vedere quanto era cambiata in tutti quegli anni:era rimasta la stessa oppure era cambiata come lui?

Hermione,nel frattempo,aveva chiuso la telefonata e era tornata vicino a lui.

-Va tutto bene?-gli aveva chiesto guardandolo.

Harry aveva alzato lo sguardo su di lei e l'aveva guardata serio.

-Portami con te...-le aveva detto.

 

 

 

 

Una volta arrivati di fronte al negozio di antiquariato il coraggio gli venne meno.

Come poteva presentarsi nel suo negozio dopo tre anni e sperare che lei lo accogliesse a braccia aperte?

Era un pensiero veramente egoista!

-Allora andiamo?-gli aveva chiesto Hermione.

Lui aveva scosso la testa.

-Non ce la faccio.

Facciamo così,io resto qui...-le aveva detto.

-Harry!-

-Hermione credimi è meglio così!Io resto qui e la guardo attraverso il vetro...

Tu cerca solo di non coprirmi la visuale-aveva aggiunto con un sorriso.

Anche lei aveva sorriso,poi lo aveva salutato e aveva attraversato la strada diretta verso il negozio d'antiquariato.

Restò cinque minuti a fissare le vetrate senza alcun risultato,poi improvvisamente ebbe un'apparizione:lei si avvicinò alla porta per mettere un cartello.

Era stata un'apparizione di pochi secondi,ma lo aveva lasciato senza fiato:era lei...

Era la sua Ginny!

Gli era mancata così tanto,i suoi occhi...i suoi capelli rossi..le sue labbra...

Era rimasta sempre la stessa ed era sicuro che l'avrebbe riconosciuta anche fra una folla di persone...

La sua piccola bambolina era a pochi metri da lui...Possibile che avesse il coraggio per affrontare Basilischi e Signori Oscuri,ma non avesse il coraggio per fare quei pochi metri che lo separavano dall'amore della sua vita?

Hermione gli aveva lasciato una vista eccellente:lei era di fronte a lui e poteva osservarla,poteva imprimersi la sua figura nella memoria.

Perse letteralmente la cognizione del tempo;quanto tempo era che la stava osservando?

Erano minuti,ore,giorni o settimane intere?

Avrebbe sopportato la maledizione Cruciatus pur di averla per pochi istanti fra le sue braccia,per incontrare i suoi occhi,per sfiorare di nuovo quelle labbra morbide e calde...

Improvvisamente l'apparizione ritornò:si era avvicinata di nuovo alla vetrata per togliere il cartello e in quell'attimo l'aveva visto.

Harry ne era certo,i loro occhi si erano incontrati e lei aveva avvertito la sua presenza.

Ne ebbe la piena conferma quando la vide aprire la porta e correre in strada,attraversando senza guardare la strada.

Cosa doveva fare adesso?Restare lì e aspettarla per poter coronare i suoi sogni,anche se solo per pochi istanti, oppure sparire?

In quel attimo,un clacson suonò e Ginny voltò lo sguardo verso un'automobile che si era fermata a pochi centimetri da lei.

Non era ancora venuto il momento per incontrarsi...Non era ancora pronto...

Non era il momento giusto!si disse.

Poi senza pensarci su due volte si nascose in un piccolo vicolo lì vicino.

Restò lì nascosto per dieci minuti per essere certo che lei fosse tornata nel negozio,dopodichè uscì in strada e fermò il primo taxi che si trovò davanti.

Aveva bisogno di lei...

Adesso il bisogno che aveva cercato di reprimere per tre anni si era risvegliato piu' forte che mai...

Aveva bisogno di Ginny.

Spero non mi odiate x aver rimandato di un altro capitolo l'incontro fra Harry e Ginny,ma volevo sciogliere ogni dubbio su quello che aveva visto Ginny.

Voglio inoltre scusarmi x i possibili errori di ortografia e di battitura che ci possano essere.

Voglio ringraziare chi leggerà e chi recensirà questo capitolo e voglio ringraziare soprattutto:Sarina87,Kia,Jellicalcat,e Potterina88(sono contenta che questa storia ti emozioni così tanto e spero di riuscirci con questo e con i prossimi capitoli)

Quindi vi dò appuntamento al prossimo capitolo:"La ragazza di Harry?"

P.S.Volevo ringraziare tutti coloro che hanno mostrato il loro apprezzamento alla coppia Luna/George?

Mi seguireste se scrivessi una ff su di loro?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** La ragazza di Harry? ***


la ragazza di Harry?

Alla fine,Harry aveva deciso di fare la festa a Privet Drive:David aveva scelto i migliori dischi dall'archivio della radio e glieli aveva consegnati il pomeriggio prima della festa;Claire aveva scelto gli alcolici e le vivande,e lui aveva soltanto dovuto riordinare casa prima dell'arrivo degli invitati.

Teddy aveva chiesto e ottenuto il permesso di restare sveglio e partecipare alla festa fino alle otto e mezza,orario in cui andava a letto durante la settimana.

Harry era stato tentato di chiedere l'aiuto di Miss Queen,specialmente con il bambino,ma poi aveva desistito:era sicuro di riuscire a tener testa al piccolo Lupin anche da solo.

La festa sarebbe iniziata alle sette e lui aveva tutto il tempo per farsi una doccia e "farsi bello" per la festa.

Si gettò sotto il getto caldo e, nell'attimo in cui le gocce calde sfiorarono la sua pelle,il suo pensiero volò a Ginny.

Da quando l'aveva vista due giorni prima,non riusciva piu' a togliersi la sua immagine dalla testa:l'immagine di lei che gli correva incontro,di quegli occhi color cioccolato che incontravano il suo sguardo...

Era diventata la sua tortura,ormai pensava a lei ogni momento della giornata.

Lasciò che il getto caldo gli colpisse le spalle e la schiena e,ancora una volta,si chiese come avrebbe potuto avvicinarla.

Sicuramente non poteva presentarsi nel suo negozio,a meno che non volesse farle venire un'infarto;poteva appostarsi vicino al negozio e aspettare il suo arrivo,per poi andare a scontrarsi con lei camminando per la strada...

Era una delle idee piu' stupide che avesse mai avuto!

Chiuse il rubinetto dell'acqua e uscì dalla doccia.

Con indosso l'accappatoio,entrò nella sua camera da letto e si diresse verso l'armadio per scegliere i vestiti da indossare per quella sera.

Quella festa era venuta al momento giusto,almeno l'avrebbe aiutato a togliersi dalla testa il pensiero di Ginny.

"Si...Mi ci vorrebbe un cervello nuovo per non pensare piu' a lei"disse poi a sè stesso.

Scelse una camicia blu scuro,che secondo Sarah mettevano in risalto i suoi occhi, ed un paio di jeans neri.

Prese le Nike nere dalla scarpiera accanto all'armadio e iniziò a vestirsi.

Sarah sarebbe sicuramente venuta alla festa,e avrebbe fatto di tutto per attirare la sua attenzione:doveva parlare con lei e spiegarle che doveva lasciar perdere.

Lui era un caso disperato e nessuna donna,neanche la piu' bella top model del mondo sarebbe riuscito a distoglierlo dalla sua ossessione per Ginny.

Sarah era solo una cara amica e non avrebbe mai potuto essere nient'altro.

S'infilò la camicia nei jeans e li abbottonò prima di iniziare a chiudere i bottoni della camicia.

Guardò l'orologio che aveva al polso:erano le sette meno un quarto.

Almeno per una volta era in orario.

Sarebbe stata una festa indimenticabile...

 

 

 

Quando aveva ricevuto la telefonata di Hermione,non sapeva se darle retta o meno.

L'aveva chiamata verso le tre del pomeriggio a casa e le aveva dato un indirizzo e un'orario.

-Privet Drive 4;ore 19.00.-le aveva detto.

-Herm di che stai parlando?-le aveva chiesto lei,cercando di mantenere un tono indifferente.

Sapeva benissimo a cosa corrispondeva quel numero,ma perchè adesso Hermione glielo stava dando?

-Ginny va a quell'indirizzo a quell'orario!Vedrai che un giorno mi ringrazierai-le aveva detto sua cognata.

-Ma...-aveva provato a ribattere Ginny.

La sua replica era stata inutile visto che Hermione aveva già attaccato.

Aveva guardato la cornetta per alcuni istanti,poi aveva deciso che aveva bisogno di un consiglio.

Con la lettera che Hermione le aveva scritto alcuni giorni prima era scesa in salotto,dove aveva trovato Luna e George seduti abbracciati sul divano.

-Stavo cercando proprio voi-aveva detto andando a sedersi su una poltrona di fronte al divano.

-E' successo qualcosa?-le aveva domandato Luna,con voce pacata.

Sembrava che niente ormai potesse scalfirla.

-Ho bisogno di un consiglio-aveva detto la rossa.

-Anche da parte mia?-le aveva chiesto suo fratello.

Dopo qualche istante di esitazione,Ginny aveva annuito:era meglio conoscere anche il parere di un membro della famiglia Weasley.

-Ok,allora che è successo?-aveva domandato George,tornando a poggiare la schiena contro il divano.

Ginny aveva preso la lettera e,dopo averla colpita con un colpo di bacchetta,nella stanza era rimbombata la voce di Hermione intenta a leggere la lettera.

Per tutta la durata della lettura,Ginny aveva tenuto gli occhi fissi sulle sue mani,timorosa delle espressioni che suo fratello e la sua migliore amica potessero avere in viso.

Quando la voce di Hermione si era zittita,Ginny aveva rialzato lo sguardo su di loro.

-Che ne pensate?-aveva chiesto con prudenza.

-Era ora che si facesse vivo...Credi che potremmo andarlo a trovare uno di questi giorni?-le aveva detto Luna con la sua solita calma serafica.

Ginny aveva guardato suo fratello,ma anche lui era tranquillo.

-Gli hai parlato?-le aveva chiesto.

Lei aveva scosso la testa in segno di diniego.

George aveva alzato le spalle.

-Penso che dovresti farlo...Avete parecchi discorsi in sospeso-le aveva detto.

Ginny si era ravviata i capelli rossi dietro le orecchie e per un'attimo aveva distolto lo sguardo, indecisa se dir loro della telefonata ricevuta poco prima.

Ma alla fine decise di parlargliene:fino a quel momento erano stati comprensivi,magari lo sarebbero stati anche adesso.

-Veramente Hermione mi ha detto di andare da lui questa sera...-accennò timidamente.

-Cosa?-le aveva domandato George.

-Davvero!Mi sembra un'idea fantastica:voi due dovete vedervi al piu' presto...

Avete aspettato anche troppo tempo-aveva detto Luna interrompendo l'uomo.

-Si ma perchè deve andare lei da lui?-aveva domandato George a Luna.

-Amore sicuramente c'è una spiegazione...A meno che Hermione non sia impazzita improvvisamente-aveva aggiunto subito dopo Luna.

George aveva guardato la sua fidanzata con uno sguardo curioso negli occhi.

-Ma vedrai che non è così...A che ora ti ha detto di andare da Harry?-aveva chiesto tornando a guardare Ginny.

-Alle sette-

-Perfetto!Abbiamo un'ora e mezza per renderti favolosa-le aveva detto alzandosi a fatica dal divano e avvicinandosi a lei.

Dopodichè l'aveva presa per mano e l'aveva portata al piano di sopra,dove per un'ora avevano frugato nei loro guardaroba,nelle loro toilette e nelle loro scarpiere.

Ed adesso era lì,da quasi un quarto d'ora che fissava la porta del numero 4 di Privet Drive sul lato opposto del marciapiede,cercando il coraggio per andare a bussare a quella porta.

Quanto voleva strozzare Luna e Hermione!!

Facendosi forza,attraversò la strada e si fermò a pochi metri dalla casa,proprio nel momento in cui un gruppo di persone si dirigeva verso casa di Harry.

Li vide avvicinarsi e fu tentata di accodarsi a loro e entrare in casa,ma captò alcune parole della conversazione che la ghiacciarono sul posto.

-Sei davvero bella questa sera Sarah...Vedrai che entro stasera Harry ti implorerà di essere sua...-disse un'uomo dai radi capelli biondi.

Ginny guardò la donna con i capelli neri lasciati sciolti sulla schiena e per un'istante il ricordo di Cho Chang tornò a bruciare come un marchio sulla pelle.

La donna si era girata verso l'uomo e aveva fatto un sorriso enigmatico.

-Se è una scommessa,considerala già persa-aveva detto.

Poi aveva salito i tre gradini che portavano alla porta e aveva bussato.

Ginny li aveva visti sparire senza riuscire a muovere un muscolo.

Chi diavolo era quella?

Come si permetteva di parlare del SUO Harry in quel modo?

C'era solo una fidanzata di Harry James Potter ed era lei.

Respirò profondamente e con passo sicuro,fece i pochi passi che la dividevano dai gradini.

Bussò e,dopo alcuni istanti,la porta si aprì mostrando una donna sui quarant'anni con folti capelli castani ed un vestito nero lungo fino alle ginocchia.

-Desidera?-le chiese.

Ginny la guardò ancora pochi istanti in silenzio,poi le sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi.

-Salve,sono la ragazza di Harry.

Sono in ritardo per la festa?-le domandò con tono allegro.

 

 

 

I primi ospiti arrivarono pochi minuti prima delle sette.

Steve arrivò in perfetto orario con una ragazza di origine orientale di nome Sally,che per qualche arcana ragione,entrò in sintonia perfetta con Teddy fin dal primo istante.

Pochi minuti dopo arrivarono David e Daisy,la sua ragazza,che Harry conosceva da quando aveva cominciato a lavorare alla radio.

Arrivarono anche Claire e suo marito,Samuel,e si unirono agli altri in salotto.

Mancava ancora la festeggiata e suo marito e Sarah,che sarebbe arrivata con loro.

-Harry sei solo anche questa volta?-gli domandò Daisy avvicinandosi a lui vicino al camino spento.

-Sta ancora aspettando la ragazza della canzone!-intervenne David,unendosi a loro.

Daisy si guardò il suo fidanzato e poi volse lo sguardo verso Harry,aspettando una spiegazione da uno dei due,ma Harry rise alle parole di David,e l'altro bevve un sorso dal suo bicchiere.

-Che vuol dire?E' una specie di gioco fra maschi?-azzardò poi.

-Nessun gioco fra maschietti.

Hai presente la canzone che mettiamo sempre alla fine del programma?-disse David alla ragazza.

Daisy annuì.

-Ecco,è dedicata ad una ragazza misteriosa che ha stregato il cuore del nostro Harry.

Per questo la povera Sarah non ha nessuna speranza con lui!-le spiegò David con aria da esperto.

-Non gli dare retta,sono tutte stupidagini-disse Harry,non riuscendo a smettere di ridere.

Era incredibile quanto David si fosse avvicinato alla verità con quel discorso!

Daisy guardò ancora una volta i due uomini prima di alzare le spalle rassegnata e di allontanarsi verso Claire e Sally.

Harry cercò con gli occhi in giro per la stanza in cerca di Teddy e lo trovò in piedi davanti a Samuel,colpendo con i pugni chiusi le palme aperte dell'uomo.

-Teddy!-lo chiamò.

-Non preoccuparti,non mi sta facendo male-lo rassicurò Samuel,incitando Teddy a dargli un'altro pugno.

Harry sorrise e in quell'istante sentì suonare di nuovo il campanello della porta.

Aprì la porta e vide Graham,Jennifer e Sarah che gli sorrisero nell'istante in cui lui apparve sulla soglia.

-Ecco la festeggiata!-disse aprendo le braccia verso Jennifer.

Lei sorrise e l'abbracciò.

-Tanti auguri Jen!-le disse dandole un bacio sulla tempia sinistra.

Jennifer aveva dieci anni meno di Graham,era alta e con un fisico slanciato.

I capelli folti erano tenuti a bada in un corto caschetto castano che le incorniciava il viso a forma di cuore e le mettevano in risalto le labbra carnose e gli occhi color dell'ambra.

-La smetti di sbaciucchiare mia moglie?-gli disse Graham,chiudendosi la porta alle spalle.

Jen e Harry risero e si staccarono.

-Grazie ancora per esserti offerto di organizzare la festa-gli disse Jen.

-Organizzare?Ci ha prestato la sua casa!-disse Graham,togliendosi il cappotto e appendendolo insieme a quello della moglie con gli altri.

-Guarda che sono ancora in tempo per farti passare il compleanno di Jen da solo in strada-gli disse Harry.

Graham fece un gesto noncurante con la mano e poi insieme a Jennifer,si avviò in salotto.

Harry guardò Sarah e le rivolse un sorriso.

-Benvenuta-le disse avvicinandosi.

Lei ne approfittò e gli diede un bacio sulla guancia,indugiando alcuni istanti di troppo con le labbra sulla sua guancia.

-Grazie a te per avermi invitato-gli disse con voce sussurrata.

Harry sorrise:tutto era programmato per farlo cadere in trappola.

Il vestito,nero e lungo fino alle caviglie aveva una scollatura a V che lasciava una generosa vista dei seni di Sarah,i capelli lasciati sciolti sulle spalle e il trucco leggero che metteva in risalto la bellezza del viso di lei.

Tutto era studiato apposta per farlo cedere.

Si allontanò da lei e le indicò con un gesto della mano il salotto,invitandola a seguirlo.

Nella stanza tutti avevano dato il loro regalo a Jen e la donna,con entrambe le mani piene dei pacchetti stava uscendo dalla stanza,diretta di nuovo verso l'ingresso.

-Sarà meglio che porti di là questi pacchi-disse loro vedendoli entrare.

-Vuoi una mano?-le chiese Harry.

Jen scosse la testa e in quell'istante il campanello suonò di nuovo.

Harry fece per andare ad aprire,ma Jen lo fermò.

-Vado io,tanto dovrei andare di là comunque-gli disse avviandosi verso l'ingresso.

Harry si avvicinò al banco dove c'erano i bicchieri e le bottiglie e si versò da bere.

Fece per portare il bicchiere alle labbra,ma si sentì chiamare.

-Harry è arrivata la tua fidanzata-disse la voce di Jen.

-La mia...cosa?-domandò Harry voltandosi verso la porta della stanza.

Il bicchiere che teneva stretto fra le dita gli scivolò a terra senza che se ne accorgesse,andando a frantumarsi ai suoi piedi.

Tutti i presenti in sala alternavano lo sguardo da lui alla porta dove accanto a Jen era apparsa una donna dai lunghi capelli rossi e il viso leggermente coperto di lentiggini.

Indossava un vestito di seta beige lungo fino alle ginocchia ed un coprispalle nero.

-Ciao Harry...sono in ritardo?-disse la donna con voce leggermente esitante.

Non riusciva a staccare gli occhi da lei,come se avesse paura che perdendo il contatto visivo lei sarebbe sparita come una nuvola di fumo.

Senza aspettare risposta,Harry la vide muoversi verso di lui.

Il suo cuore martellava in petto come un tamburo ed era certo che tutti sentissero il rumore assordante che provocava.

La vide avvicinarsi,nè troppo in fretta nè troppo lentamente,e vide il viso di lei aprirsi in un sorriso che lo fece sciogliere.

Ormai lei era ferma davanti a lui,pochi passi li separavano e lui non aveva la minima idea di cosa sarebbe successo.

Lei gli sorrise di nuovo e,come se fosse la cosa piu' naturale del mondo,annullò la distanza fra loro facendo i pochi passi che mancavano,dopodichè si alzò sulla punta dei piedi e gli diede un bacio sulla guancia destra.

Harry chiuse gli occhi nell'istante in cui le labbra di lei toccarono la sua guancia e per un momento ebbe paura di morire:il suo cuore batteva così forte che sembrava voler uscire dal petto a tutti i costi.

Deglutì a vuoto e poi riaprì gli occhi,incontrando quelli di lei:nel suo sguardo non c'era odio, non c'era rancore,c'era soltanto calma.

Le rivolse un sorriso che interessò soltanto gli angoli della bocca e poi sospirò,cercando di controllare il respiro.

-Ginny...-

Fu tutto quello che riuscì a dire.

Ma lei gli sorrise,facendolo sciogliere di nuovo e posando una mano sul suo braccio inerte.

-Scusa il ritardo,ma non riuscivo a decidermi sul vestito-gli disse lei rivolgendogli un sorriso complice.

Sentì le risate degli altri a quelle parole e solo in quel momento si ricordò della presenza degli altri ospiti nella stanza e abbassando lo sguardo si accorse anche del bicchiere rotto ai suoi piedi.

-Sarà meglio togliere questa roba prima che qualcuno si faccia male-disse chinandosi a raccogliere i cocci del bicchiere.

Ginny si chinò con lui e iniziò a raccogliere i vetri insieme a lui.

-Sei una degli ospiti,non dovresti fare questo-le disse lui con un leggero sorriso.

-Ma sono anche la fidanzata del padrone di casa,quindi...-le rispose lei.

Harry fece per parlare,ma vide avvicinarsi Teddy.

-Teddy resta dove sei!Potresti farti male-gli disse alzandosi di nuovo in piedi,con i pezzi del bicchiere fra le mani.

Ginny seguì il suo esempio e,sentendo quelle parole,si voltò verso il bambino con un sguardo indecifrabile sul volto.

-Io volevo darti una mano a pulire...-stava dicendo Teddy.

-Grazie piccolo,ma ce la faccio anche da solo.

Perchè non racconti a David e Daisy della festa di Bobby?-gli disse poi.

Il bambino non se lo fece ripetere due volte e corse verso l'uomo che era seduto con la sua fidanzata,Claire e Lucy sul divano.

Harry uscì dal salotto e si avviò verso la cucina per buttare i cocci.

Sapeva che Ginny era dietro di lui,non aveva neanche bisogno di guardare alle sue spalle.

Infatti,pochi istanti dopo che lui fu entrato in cucina,sentì la porta aprirsi di nuovo.

Buttò i vetri rotti nella pattumiera,ma aspettò alcuni istanti prima di voltarsi:aveva paura che fosse stato soltanto un sogno.

Aveva paura che adesso voltandosi avrebbe trovato Sarah al posto di Ginny.

Respirò profondamente e si voltò:lei era lì.

L'unica donna che avesse mai amato era di fronte a lui e incontrò subito il suo sguardo.

Gli rivolse un sorriso leggermente imbarazzato e restò in silenzio alcuni istanti.

-Non mi chiedi neanche come mai sono qui questa sera?-gli domandò cauta.

Harry alzò le spalle.

-Non mi importa...

E poi ho il sospetto che ci sia lo zampino di Hermione-disse.

Ginny sorrise e lui sentì di nuovo quella morsa che gli stringeva il cuore ogni volta che lei sorrideva.

La donna fece qualche passo verso di lui,sempre in silenzio.

C'erano tante cose da dirsi,troppe questioni da affrontare ma quello non era il momento adatto: c'era una festa in corso e lui era il padrone di casa.

-Credo che dovremmo tornare di là...Si staranno chiedendo dove siamo finiti-disse lui facendo un passo verso la porta.

Ginny annuì e si voltò per seguirlo,ma dopo aver mosso un passo verso la porta,improvvisamente Harry si voltò mandando Ginny a sbattere contro di lui.

Ginny vide che respirava quasi a fatica e alzando lo sguardo verso i suoi occhi si accorse che erano di colpo diventati cupi.

-Harry?C'è qualcosa che non va?-gli domandò.

Lui affondò lo sguardo nei suoi occhi e restò alcuni istanti in silenzio prima di parlare.

-C'è...C'è qualcuno che ha preso il mio posto?-le domandò a fatica.

Ginny lo guardò:lui aveva sciolto i loro sguardi e ora guardava in basso,verso un punto imprecisato del pavimento.

Le stava veramente chiedendo se aveva un'altro fidanzato?

-Sì,insomma...In questi tre anni,hai trovato un'altro che è diventato...-disse ingarbugliando ancora di piu' il concetto.

Ginny lo zittì prendendogli il volto fra le mani e costringendolo a incontrare di nuovo il suo sguardo.

-Nessuno potrà mai prendere il tuo posto...

Non importa quello che succede o quanto possiamo essere lontani,tu sei parte di me...

E' da quando ho dieci anni che sei parte di me,credi veramente che basti così poco per farmi cambiare idea?-gli disse con voce sicura e senza staccare lo sguardo dal suo.

Harry sentì di nuovo quella stretta al cuore e decise di cedere alla tentazione.

-Oh Ginny...-disse.

Fece scivolare le sue braccia attorno alla vita di lei e le poggiò la testa sulla spalla destra.

L'ondata di felicità che lo investì quando sentì le braccia di Ginny stringersi attorno alla sua vita fu tale da lasciarlo quasi senza fiato.

-Ho talmente tante cose da dirti...da spiegarti...-le disse con la testa sempre appoggiata alla sua spalla.

Ginny lasciò scivolare una mano sulla schiena di Harry procurandogli,con quel semplice gesto, un brivido che gli percorse tutta la schiena.

-Avremo tutto il tempo...-gli disse.

Harry le accarezzò i capelli,riadattando la mano a quella cascata di seta rossa:anche una cosa così semplice gli era mancata al punto da stare male.

-Harry ma dove...OH Scusate!-

Harry si staccò leggermente da Ginny e si voltò verso la porta,dove Graham era fermo con un sorriso leggermente compiaciuto sul volto.

-Scusate l'interruzione,ma Teddy voleva venire a cercarti,ma ho pensato che era meglio non traumatizzare un bambino così piccolo!-disse Graham ai due sempre sorridendo.

Harry sorrise e,continuando a tenere un braccio attorno alla vita di Ginny,annuì.

-Arriviamo subito,Graham-gli disse.

Graham annuì a sua volta e poi uscì dalla cucina.

Harry si voltò di nuovo verso Ginny e le sorrise.

-Credo sia meglio tornare di là-le disse.

Ginny annuì,ma quando lui fece per muovere un passo lo trattenne per un braccio.

-Però prima c'è una cosa che voglio chiederti-gli disse.

Harry annuì.

Questa volta fu Ginny a fare un respiro profondo cercando di farsi coraggio.

-C'è mai stata nessun'altra che ha preso il mio posto in questi tre anni...Magari quella Sarah?-gli domandò cercando di mantenere un tono calmo.

Harry si domandò come facesse a conoscere il nome di Sarah.

-Ero qui fuori quando lei è arrivata e ho sentito Graham che la chiamava-gli spiegò lei.

Harry annuì di nuovo,poi senza dire niente le prese una mano fra le sue e se la portò sulla fronte.

-Tu sei sempre stata qui...-le disse.

Poi fece scendere la mano sul petto all'altezza del cuore.

-...E qui.Non c'è mai stato posto per nessun'altra-le disse.

Ginny sentì gli occhi velarsi di lacrime,e cercò di nasconderle poggiando la fronte contro il petto di lui.

Lui le posò un bacio sui capelli e le accarezzò la schiena.

-Sei pronta a tornare di là?-le domandò.

Ginny alzò la testa e sorridendo annuì.

 

 

 

 

Quando erano tornati di là,Harry aveva presentato Ginny a Jennifer e lei si era scusata per non aver portato un regalo di compleanno.

-Ho deciso di venire soltanto all'ultimo momento-si giustificò.

Jennifer l'aveva rassicurata ed erano rimaste a parlare per un pò,mentre Harry era andato da Teddy che in quel momento era impegnato ad arrampicarsi sul povero David.

-Non credi di esserti agitato abbastanza per oggi?-gli domandò sedendosi sul divano accanto a David.

-Non è colpa mia!

David mi ha promesso che se riesco ad arrampiarmi oltre le sue spalle,mi darà 5 sterline-disse Teddy.

Subito dopo,riprese l'assalto alla schiena di David.

-Anche tu non avevi niente da fare!-disse Harry sorridendo.

David lo stava osservando con uno strano sguardo negli occhi e poi sorrise.

-Che hai da sorridere a quel modo?-disse Harry.

-E' lei la ragazza della canzone,vero?-domandò con tono sicuro.

Harry rise.

-La tua è una fissazione!-gli disse fra le risate.

-Zio Harry lei è veramente la tua fidanzata?-domandò Teddy,aggrappato alla schiena di David.

Harry fece per rispondere,ma qualcuno fu piu' veloce di lui.

-Tu devi essere Arthur-disse la voce di Ginny.

Harry si voltò e la vide vicino a lui.

Le prese una mano e la fece sedere sulle sue ginocchia:ora che l'aveva ritrovata voleva averla il piu' vicino possibile.

Teddy guardò la donna con i capelli rossi e poi,dopo qualche istante di incertezza annuì.

Ginny non gli staccava gli occhi di dosso,quasi in contemplazione,poi sorrise dolcemente.

-E' identico a Tonks...-disse guardando Harry.

Lui annuì e si commosse leggermente vedendo gli occhi di lei velati di lacrime:c'era un legame speciale che legava Ginny,Hermione e Tonks quindi non era sorpreso di vedere la commozione negli occhi della donna.

-Tu conoscevi la mia mamma?-domandò Teddy rivolto a Ginny.

Ginny guardò di nuovo il bambino e annuì.

-Si,eravamo molto amiche...

E il tuo papà è stato un mio insegnante-gli disse con un sorriso.

-Vuoi vedere una fotografia del mio papà e della mia mamma?-le domandò Teddy,mentre un sorriso gli illuminava tutta la faccia.

-Certamente!-

Teddy scese dal divano come una furia e dalla stanza diretto verso la scala e la sua stanza.

-Ginny lui è David Stone.

Lavoriamo insieme-le disse.

Ginny tese una mano verso l'uomo e lui gliela strinse sorridendo,ma il suo sorriso si smorzò quando vide lo sguardo inquisitore che le stava lanciando la donna.

-Va tutto bene?-le domandò.

Harry la guardò e capì immediatamente cosa stava pensando Ginny e non potè evitare di scoppiare a ridere.

-Che c'è di tanto divertente?-gli domandò David.

-Non te l'ho mai detto Dave,ma tu assomigli in modo impressionante ad una persona...-disse all'uomo.

-Te ne sei accorto anche tu allora!-disse Ginny guardando Harry.

-Certo che me ne sono accorto!E' identico a Draco!-disse Harry accarezzando il dorso di una mano di lei.

-Draco?Che razza di nome è?E poi chi sarebbe questo tizio?-domandò David curioso.

-Draco Malfoy era...-cominciò Ginny.

-Draco era a scuola con noi,solo che solo che veniva da una famiglia ricca e nobile e i suoi amici erano come lui.

Odiava quelli come me e Ginny che non erano nè ricchi nè nobili.

Poi io ero anche orfano quindi...siamo diventati nemici giurati-gli disse.

Certamente non poteva dirgli che lo odiava perchè aveva come missione di uccidere il Signore Oscuro...David l'avrebbe fatto rinchiudere.

Ginny lo guardò e poi dopo un'occhiata di lui,annuì a conferma.

-Un vero bastardo!-commentò David.

Harry e Ginny risero.

Daisy si venne a sedere accanto a loro sul divano ed Harry la presentò a Ginny.

-E' il tuo vero nome?-le domandò Daisy curiosa.

Lei scosse la testa.

-Ginevra,ma non mi piace molto così...-spiegò.

-A me piace il tuo nome-ribattè Harry.

Ginny gli sorrise,poi si chinò per dargli un bacio fra i capelli arruffati.

-Allora raccontateci come vi siete conosciuti...-disse Daisy,mettendo un braccio sotto quello del fidanzato.

-Non vuoi veramente sentire questa storia-le disse Harry.

-Se non vuole sentirla lei,voglio sentirla io:non ti vedo con una donna da quando lavoriamo insieme e adesso scopro che sei fidanzato.

Voglio tutti i particolari,quindi Ginny inizia a raccontare!-disse guardando la rossa.

Lei sorrise,guardò Harry che alzò le spalle rassegnato e poi annuì.

-La prima volta che ci siamo incontrati lui aveva undici anni e io dieci.

Eravamo su una banchina ferroviaria:Harry stava partendo per andare ad...-cominciò Ginny.

-In un college-la interruppe Harry.

Ginny lo guardò poi tornò a guardare David e Daisy.

-Io ero lì per accompagnare i miei fratelli che stavano partendo per lo stesso "college".

Mio fratello Ron,che ha la stessa età di Harry,lo ha incontrato e fin dal primo istante è diventato il suo migliore amico-continuò.

Sentì la mano di Harry stringersi piu' forte nella sua:il piccolo accenno a Ron doveva averlo ferito.

-L'anno seguente sono andata anche io in quella scuola,ma lui non mi ha proprio dato retta...-

-Non è vero!-ribattè Harry.

-E' verissimo!Per quasi tre anni mi ha vista come la sorella del suo migliore amico,oppure come una sorellina...-

-Questa è la cosa peggiore di tutte-disse Daisy.

-Infatti!Non sapevo piu' che fare per farmi notare.

Alla fine lui è diventato il capitano della squadra di...-

-Calcio-la interruppe di nuovo Harry.

-Calcio e io sono entrata a far parte della squadra insieme a lui e questo ci ha pemesso di stare un pò piu insieme e,grazie a questo,lui ha capito che non poteva piu' fare a meno di me e da allora stiamo insieme-concluse guardando Harry.

Lui le sorrise contro la sua spalla:aveva saltato volutamente l'anno in cui l'aveva lasciata per andare alla ricerca degli Horcux e i tre anni fino a quel momento.

Come se non fossero mai passati.

-Vuoi dire che state insieme da quasi cinque anni?Nessuna crisi,nessuna rottura,niente di niente?- domandò David sorpreso.

Harry si sistemò meglio gli occhiali sul naso e scosse la testa.

-A dire il vero,c'è ne è stata una:stavamo insieme da un'anno e io ero in piena crisi...

Ero confuso,non sapevo piu' cosa fare dalla mia vita e non volevo che questo ricadesse su di lei, non volevo ferirla.

Così ho preferito lasciarla-disse loro Harry.

-Come se fosse così facile liberarsi di me.

Non gli ho dato tregua finchè non è tornato da me-disse Ginny con un sorriso.

Daisy sorrise e David si lasciò scappare una risata di gusto.

Teddy tornò in salotto e si avvicinò a Ginny porgendole la foto.

-L'ho trovata!-le disse tutto contento.

Era una foto con Remus,Tonks,e il piccolo Teddy:Tonks aveva in braccio il piccolo fagotto e alzava lo sguardo verso suo marito con un sorriso orgoglioso.

Remus aveva un braccio attorno alle spalle di Tonks e lo sguardo fiero fisso nell'obbiettivo.

La foto era immobile.

Ginny incontrò lo sguardo verso Harry e lui vide gli occhi di lei di nuovo velati di lacrime.

-Come hai avuto questa foto?-gli domandò con voce rotta.

-Era nella culla di Teddy-le disse.

Ginny riabbassò lo sguardo sulla foto e sorrise alla vista di Remus e Tonks.

Harry sentì di dover spiegare quello che stava succedendo.

-I genitori di Teddy sono morti quando lui aveva pochi mesi...Praticamente non li ha mai conosciuti-spiegò a Daisy e a David.

Entrambi annuirono.

-Devi essere molto fiero dei tuoi genitori Arthur...-disse Ginny ridando a Teddy la foto.

Il bambino le rivolse un sorriso e poi corse di nuovo via.

-Va tutto bene?-domandò Harry alla donna.

Ginny si asciugò gli occhi con un movimento veloce della mano e tornò a sorridere.

Per risollevarle il morale,Harry le diede un bacio sul braccio nudo e poi quando i loro occhi si incontrarono di nuovo le sorrise

David,che aveva osservato tutta la scena in silenzio,si illuminò.

-So io cosa ti ci vuole per stare meglio-disse alzandosi.

Harry e Ginny lo guardarono allontanarsi ma non diedero molto peso alla cosa e continuarono a parlare con Daisy che continuò a fare domande alla rossa.

Quando seppe che Ginny era la proprietaria del "Now and Forever",le confessò di essere una delle sue piu' ferventi ammiratrici e Ginny arrossì per i numerosi complimenti che le rivolse la donna e le propose di andarla a trovare in negozio.

Poi nella stanza si diffusero le note di "Just like heaven" dei Cure ed Harry capì immediatamente che era opera di David.

Gli bastò incontrare lo sguardo dell'uomo per averne la conferma.

-Che aspetti ad invitarla a ballare?-disse rivolto a lui urlando dall'altra parte della sala.

Harry prese Ginny per mano e la fece alzare prima di alzarsi a sua volta,poi si avviarono verso un'angolo della stanza dove non avrebbero dato fastidio agli altri invitati e,dopo averle cinto la vita con un braccio,l'avvicinò a sè.

Sentiva il braccio di Ginny attorno alla sua vita,stretto al punto giusto,il mento di lei che arrivava a malapena alla sua spalla,l'odore dei suoi capelli che le riempiva le narici.

Ballavano in silenzio,ascoltando le parole della canzone,come se avessero finalmente tutto il tempo del mondo.

-Questa canzone parla di noi-disse ad un tratto Ginny senza staccare il mento dalla sua spalla.

-E' la nostra canzone-le disse lui.

Lei si staccò da lui quel poco che bastava per guardarlo in volto.

-Tutti i giorni,da due anni,io chiudo il programma alla radio con questa canzone.

Fin dalla prima volta che l'ho sentita mi parla di te e metterla alla radio è un modo per esserti piu' vicino...-le disse.

Ginny sorrise e tornò a posare il mento sulla spalla.

Quando la canzone finì si staccarono e lui la prese per mano,ma lei si fermò in mezzo alla stanza.

-E' ora che vada...

Domani devo alzarmi presto per andare in negozio-gli disse.

Avrebbe voluto chiederle di restare,ma sapeva che era prematuro,e poi non voleva rovinare quella serata perfetta.

Annuì e le prese di nuovo la mano.

-Ti accompagno alla porta-le disse.

Ginny salutò Jennifer,David e Daisy e poi seguì Harry fino all'ingresso.

Si voltò verso di lui e gli fece un sorriso timido.

-Che si dice in questi casi?-gli domandò lei,improvvisamente timida.

Harry fece un passo verso di lei,le mise un braccio su un fianco e le sorrise.

-Permettimi di vederti di nuovo-le chiese.

Ginny sorrise,sollevata.

-Domani?-domandò speranzosa.

-Ti va bene se passo in negozio verso l'una?-propose lui.

Ginny sorrise e giocò per alcuni istanti con un bottone della camicia di lui.

-Porterai anche il pranzo?-gli chiese.

Harry rise e annuì.

-Tutto quello che ti piace-si sbilanciò.

Ginny sorrise ancora una volta e gli accarezzò il petto con la palma aperta della mano.

-Vediamo se ti ricordi ancora i miei gusti-gli disse.

Poi si sollevò in punta di piedi e gli diede un bacio sulla guancia destra,come aveva fatto al suo arrivo.

Come aveva fatto qualche ora prima,Harry chiuse gli occhi e credette di morire quando quelle labbra sfiorarono la sua pelle.

Quando sentì che lei si stava abbassando,le diede una  leggera spinta con la mano che ora era dietro la schiena per farla riavvicinare a lui e chinò la testa per baciare la guancia di lei.

Questa volta fu lei a chiudere gli occhi e a trattenere il fiato.

Quando si staccarono,Harry aveva la pelle d'oca ed i brividi che gli scendevano per tutta la schiena e Ginny aveva il fiato corto.

Soltanto per due semplici baci sulla guancia.

-Adesso sarà meglio che vada-disse lei senza staccare gli occhi da quelli di lui.

-A domani-

Lei sorrise,poi si voltò ed aprì la porta.

Voltò la testa per guardarlo un'ultima volta prima di scendere i gradini e andarsene.

Harry rimase a guardarla finchè non la vide smaterializzarsi,poi rientrò dentro e dopo aver chiuso la porta vi appoggiò la schiena contro.

Era stata la festa piu' bella della sua vita...

 

Salve a tutti!

Volevo prima di tutto scusarmi se questo capitolo è arrivato un pò in ritardo rispetto agli altri,ma ho inziato a lavorare e sono fuori casa praticamente mezza giornata.

Detto questo,spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e che non siate troppo arrabbiati perchè non c'è stato nessun bacio,ma ho pensato che Harry e Ginny sono due persone timide che si portano dietro un bagaglio davvero pesante quindi era meglio dar loro un inizio soft.

Ora vorrei scusarmi x eventuali errori di battitura o di ortografia e vorrei ringraziare tutti coloro che leggeranno questo capitolo e quelli che lo recensiranno.

Vorrei ringraziare soprattutto:Potterina88(spero che questo capitolo ti emozioni come gli altri),Sarina87(spero che l'incontro fra Harry e Ginny ti abbia soddisfatta...sono a rischio di Crucio?)JC(grazie ancora x gli ENORMI complimenti,ma tutto quello che scrivo è solo frutto della mia fantasia)Edvige86(le spiegazioni sono difficili...specialmente quella con Ron)e Kia( grazie x aver approvato la scelta del lavoro di Harry:sono stata con l'indecisione fino al secondo prima di postare il capitolo!),e ancora Red Irish,Ragazzasilenziosa,Tappetta,Rosy823,Lyoko,Jellicat e tutti gli altri che al momento non mi ricordo!SORRY!

Alla prossima!Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Riavvicinamenti e Addii ***


riavvicinamenti e addii

Ron guardò la sua immagine riflessa nello specchio e si sistemò il nodo della cravatta.

Dallo specchio vide Hermione entrare nella camera da letto e dirigersi verso il comò alla ricerca degli orecchini lasciati lì sopra la sera prima.

Aveva indosso la gonna,le calze,le scarpe e il reggiseno;di solito si truccava prima di finire di vestirsi.

Guardò la schiena della donna e non potè reprimere un sorriso:ancora adesso,dopo poco piu' di tre anni,non riusciva a credere alla sua fortuna.

Com'era possibile che una donna talmente bella e talmente intelligente avesse scelto lui?

Alle volte aveva ancora l'impressione di vivere un sogno:prima o poi si sarebbe svegliato e sarebbe tornato ad essere l'adolescente innamorato della sua migliore amica.

Si voltò dando le spalle allo specchio e fece un passo verso di lei.

Hermione era tutta la sua vita,tutto il suo mondo,non poteva neanche immaginare un mondo senza di lei;aveva completamente rimosso gli undici anni della sua vita vissuti prima di incontrarla sul treno per Hogwarts,come se la sua vita fosse iniziata nel momento in cui i loro occhi si erano incontrati per la prima volta.

Amava tutto della sua vita con lei:le risate,i silenzi,anche le litigate furiose che ogni tanto ancora c'erano fra di loro.

Si avvicinò alla sua schiena e,come tutte le mattine,le diede un bacio sulla spalla nuda.

Lei sorrise sistemando la chiusura dell'orecchino e lui sorrise di rimando.

Le mise entrambe le mani sui fianchi e le diede un bacio alla base del collo,proprio dove iniziava la schiena.

Hermione si voltò e lo gratificò con un'altro sorriso poi,senza dire niente,gli centrò il nodo della cravatta.

Le mani di Ron erano ancora sui fianchi di Hermione,leggermente piu' in alto sulla pelle nuda.

-Pranziamo insieme oggi?-le domandò lei,lasciando cadere le braccia attorno al collo di lui.

Lo vide scuotere la testa e sentì alcune ciocche di capelli accarezzarle il dorso delle mani.

-Volevo passare da Ginny:è una vita che non la vedo!Così volevo approfittare della pausa pranzo per andarla a trovare al negozio-le disse avvicinando il corpo di lei al suo.

Hermione annuì.

-Questa volta posso anche perdonarti-gli disse.

Le diede un bacio sulle labbra e quando si staccarono,Hermione vide che sul viso di Ron era apparso un sorriso enigmatico che la incuriosì.

-Cosa c'è?-gli domandò lei facendo scendere una mano sul petto di Ron.

Lui scosse di nuovo la testa.

-Avanti voglio saperlo!-gli disse di nuovo.

-Ok va bene!Ieri George è venuto in ufficio e mi ha mostrato l'ecografia del piccolo Fred-le disse.

-Cosa?E perchè non mi hai chiamato?-chiese Hermione dandogli un buffetto sul petto.

-Era così orgoglioso...Non riusciva a togliere gli occhi da quell'ecografia...Credo fosse anche un pò commosso,anche se ha fatto di tutto per nasconderlo-le disse ignorando le ultime parole di lei.

Hermione sorrise:riusciva a immaginarsi benissimo la scena.

Ron abbassò la testa per darle un'altro bacio su una spalla,poi una volta rialzata la testa incontrò gli occhi di Hermione:il suo sguardo si era fatto serio.

-Hermione...Ti andrebbe...cioè...Tu vorresti avere...-cercò di dirle,mentre le sue orecchie diventavano rosse.

La donna guardò l'uomo che amava fin da quando aveva memoria e sorrise,leggermente commossa.

Era il suo Ron:non avrebbe potuto chiederglielo in nessun'altro modo.

Gli mise un dito sulle labbra per farlo zittire e annuì.

-Si-disse semplicemente.

Ron la guardò con la bocca leggermente aperta per alcuni istanti,poi si riscosse.

-Vorresti veramente?-le domandò con un filo di voce.

-Avere un figlio con te?Certo che lo voglio!

E penso che questo sia il momento migliore...-gli disse Hermione.

Ron si chinò a baciarla,stringendola forte a sè,sollevandola leggemente da terra per portarla alla sua altezza.

-Non riesci neanche a immaginare quanto ti amo-le disse staccandosi da lei quel poco che bastava per guardare il suo viso.

-Anche io-disse lei,prima che le labbra di Ron si posassero di nuovo sulle sue.

Continuando a baciarla,Ron iniziò ad accarezzarle la schiena nuda con la punta delle dita,scivolando poi verso la curva del seno e accarezzandolo delicatamente.

Hermione staccò le labbra dalle sue e lo guardò negli occhi,trovandovi uno sguardo malizioso.

-Che intenzione hai?-gli domandò con un sorriso.

Ron alzò le spalle.

-Non credi anche tu che sia stupido aspettare?-le domandò prima di posare di nuovo le labbra su quelle di lei.

Hermione sorrise sotto la sua bocca,ma lasciò che Ron la stringesse ancora di piu' contro il suo corpo.

-Dobbiamo andare al lavoro...-gli ricordò,cercando di distogliere l'attenzione dalle labbra di Ron sul suo collo.

-Mmh-fece lui in risposta.

-Arriveremo in ritardo...-gli disse chiudendo gli occhi mentre le mani di Ron accarezzavano a palme aperte i suoi seni.

-Tutte ragioni valide...-le rispose lui,continuando a baciarle il collo.

Hermione sapeva l'effetto che le facevano le attenzioni di Ron,e riusciva già a riconoscere i sintomi.

Inclinò inconsciamente la testa da un lato permettendogli così di continuare con i suoi baci e si lasciò scappare un sospiro.

-Però...-disse aprendo di nuovo gli occhi.

Ron alzò la testa per incontrare il suo sguardo e lei vide un sorriso malizioso illuminargli la faccia:sapeva perfettamente che cosa stava per dirgli.

-Però?-le domandò comunque.

Hermione gli strinse un braccio attorno alla vita,diminuendo così ancora di piu' la distanza che c'era fra di loro.

-In fondo se per un giorno arriviamo in ritardo,non è la fine del mondo....-disse perdendosi negli occhi blu del marito.

Ron sorrise e avvicinò il viso al suo,ma si fermò a pochi millimetri dalle labbra di lei.

-Adoro questo tuo lato così trasgressivo!-le disse.

Poi,per evitare una sua risposta a tono,poggiò le labbra su quelle di Hermione impegnando entrambi in un bacio che le fece perdere il senso del tempo e del dovere.

 

 

 

 

Harry guardò l'orologio che aveva al polso:erano le dodici e mezzo.

Teddy camminava pochi passi avanti a lui,come a volergli indicare la strada e ogni tanto si voltava indietro a guardarlo per essere sicuro che lo stesse ancora seguendo.

La presenza del piccolo non era prevista,ma prima di lasciare la radio aveva ricevuto una telefonata dalla scuola di Teddy:la maestra del bambino aveva dei problemi improvvisi e quindi tutti i bambini dovevano essere rimandati a casa.

Era disposto a prendere Arthur prima del solito orario?

Harry aveva tranquillizzato la preside,ma soltanto quando aveva chiuso la chiamata si era ricordato che quel giorno Miss Queen non sarebbe potuta stare con Teddy:suo nipote veniva battezzato e naturalmente Harry era stato ben felice di darle la giornata libera.

Quindi,una volta preso il bambino,aveva deciso di portarlo con sè da Ginny:non aveva altra scelta.

Sperava che la presenza di Teddy non fosse un problema,ed era certo che una volta spiegatele le cose,lei avrebbe capito.

-Teddy!-lo chiamò.

Il bambino si voltò e aspettò che Harry lo raggiungesse:ormai erano a pochi metri dal negozio di Ginny.

Era meglio ricordare a Teddy tutte le raccomandazioni che gli aveva fatto,per evitare di causare problemi nel negozio.

-Ti ricordi tutto quello che ti ho detto?-gli domandò,ricominciando a camminare di fianco al bambino.

Teddy annuì.

-Devo comportarmi bene;prima di andare in giro devo chiedere il permesso e non devo toccare assolutamente niente con le mani sporche.

Giusto?-domandò alzando lo sguardo verso Harry.

Questa volta toccò all'adulto annuire.

Erano arrivati davanti al negozio di Ginny e prima di entrare,Harry si fermò di fronte alla vetrata e fece un respiro profondo.

Era venuto il momento di raccontare come erano andate le cose a Ginny,spiegarle il motivo della sua fuga...

Doveva solo trovare il coraggio e le parole giuste per farlo.

-Siamo arrivati?-

La voce di Teddy lo riportò a contatto con la realtà.

Harry annuì ancora.

-E allora perchè non entriamo?-gli domandò il bambino.

Harry fece un'altro respiro profondo,dopodichè afferrò la maniglia della porta a vetri e l'abbassò.

Un campanello tintinnò e,avvertita da quel rumore,una figura uscì dal retro.

Ginny.

Indossava un paio di pantaloni a zampa d'elefante sotto una camicia nera a righe bianche sottili.

Appena lo vide,Ginny gli rivolse un sorriso che fece perdere alcuni battiti al suo cuore.

-La fidanzata di zio Harry!-disse Teddy.

Harry si rese conto solo allora che fino a quel momento il bancone aveva nascosto il bambino alla visuale di Ginny.

Ma non appena vide Teddy,la donna gli rivolse un sorriso dolce e fece alcuni passi verso di loro.

Harry rispose al sorriso e chiuse la porta del negozio,facendo tintinnare di nuovo il campanello.

-Ciao Arthur!Non sapevo che saresti venuto anche tu-disse piegandosi sulle ginocchia per essere alla stessa altezza del bambino.

-E' dovuto uscire prima e non avevo nessuno che potesse occuparsi di lui...spero non ti dispiaccia...-le spiegò Harry.

-Stai scherzando?Assolutamente no!-lo rassicurò lei,alzando la testa verso Harry,ma restando in ginocchio.

Teddy seguiva lo scambio di battute fra i due adulti in silenzio,sempre con lo sguardo fisso su Ginny.

-Arthur che ne dici di andare in esplorazione del negozio mentre io e tuo zio prepariamo tutto per il pranzo?-domandò al bambino rivolgendogli un'altro sorriso.

Il volto di Teddy s'illuminò,ma restò comunque al suo posto.

-Che succede?-gli domandò la donna.

-Zio Harry mi ha detto di chiedere prima il permesso...-gli spiegò il bambino.

Ginny si lasciò scappare una piccola risata a quelle parole e alzò lo sguardo ad incontrare quello di Harry.

L'uomo alzò le spalle e si passò una mano fra i capelli,in evidente imbarazzo,e Ginny sorrise vedendolo fare quel gesto.

Poi tornò a guardare Teddy.

-Scatenati!-gli disse sorridendo.

Teddy non se lo fece ripetere due volte,e l'istante dopo era già sparito.

Ginny si rialzò e si avvicinò ad Harry.

-Guarda che quel diavolo ti prende in parola...E' capace di raderti al suolo il negozio-le disse Harry vedendola venire verso di lui.

Ginny alzò le spalle.

-Niente che un buon'incantesimo non possa risolvere-gli disse.

Harry annuì di nuovo a disagio e per smorzare la tensione che si andava creando,alzò il braccio che teneva la busta della spesa e la mostrò alla donna.

-Il pranzo-disse.

Si avvicinò al bancone e vi posò la busta sopra,poi tornò a voltarsi verso di lei mentre si toglieva il cappotto e vide che Ginny aveva appeso un cartello alla vetrata che dava sulla strada:lo stesso cartello che aveva visto pochi giorni prima dall'altro lato della strada.

Appoggiò il cappotto sul bancone accanto alla busta e le sorrise quando lei si fermò dall'altra parte del bancone.

-Cosa hai portato?-gli domandò lei poggiando entrambe le mani sul piano del bancone.

Harry non rispose,ma iniziò a svuotare la busta:Ginny vide una confezione di insalata di gamberetti,una confezione di sandwich al prosciutto,due confezioni di sandwich al pollo,una confezione di biscotti Oreo e una bottiglia in tetrapack.

Ginny prese in mano la bottiglia e non appena lesse l'etichetta,rivolse a Harry uno sguardo sorpreso.

-Dove sei riuscito a trovare del succo di zucca nella Londra babbana?-gli domandò veramente colpita.

Harry sorrise.

-Mi dispiace,ma non rivelo le mie fonti-le disse.

Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso:Ginny aveva un potere incredibile su di lui,come una enorme calamita,e lo attirava inesorabilmente verso di lei.

-Il pranzo è di tuo gusto?-le domandò cercando di non far volare troppo la fantasia.

-Veramente stupefacente:ti sei ricordato anche la mia insana passione per i sandwich al pollo...-disse lei.

Harry rise.

-Però ho dimenticato i bicchieri-ammise.

-Quello non è un problema...Mi bastano due candele-disse lei.

Harry la vide andare in un'angolo del negozio,per poi tornare verso il bancone con due candele lunghe e dorate.

Si mise accanto a lui,voltandosi poi di spalle.

-Coprimi-gli disse.

Harry si voltò a sua volta e le si mise alle spalle,mentre la guardava prendere la bacchetta da una tasca dei pantaloni e subito dopo trasfigurare le due candele in due bicchieri di vetro.

Ginny rimise la bacchetta in tasca e poi alzò lo sguardo verso Harry.

-Che dici,sono servite le lezioni della McGranitt?-gli domandò con un sorriso.

Harry rise alle parole di Ginny,prima di allontanarsi da lei:quella vicinanza gli era sembrata una tortura,anche se era durata solo pochi minuti.

-Vogliamo mangiare?-le domandò tornando vicino al bancone.

Ginny annuì.

-Teddy!Vieni a mangiare-chiamò Harry.

Il bambino sbucò da un'angolo remoto del negozio e corse subito verso i due adulti;non appena fu alla sua portata,Harry lo prese in braccio e gli fece fare i pochi passi che mancavano per arrivare al bancone a testa in giu'.

Quando furono arrivati al bancone,lo rimise in posizione normale e lo fece sedere sul piano.

-Con cosa vuoi cominciare?-gli domandò Harry,anche se sapeva perfettamente la risposta.

-Voglio i biscotti-rispose infatti Teddy.

Harry sorrise.

Si voltò e prese la scatola dei biscotti,la aprì e tirò fuori un pacchetto.

-Facciamo un patto:tu mangi tutto il tuo sandwich al prosciutto e io ti lascerò mangiare tutto il pacchetto di biscotti*-gli disse.

Teddy rimase per alcuni secondi con la bocca aperta per la strabiliante proposta.

-Tutti e quattro?-domandò per conferma.

-Tutti e quattro-ripetè Harry.

Il bambino rimase ancora alcuni istanti in silenzio prima di annuire vigorosamente.

Harry rise e gli porse il panino,poi si voltò e vide Ginny con lo sguardo fisso su di lui e Teddy:aveva un sguardo felice negli occhi.

-Pronta per mangiare?-le domandò sedendosi su uno dei sgabelli accanto al bancone.

Ginny annuì e gli porse il contenitore con l'insalata di gamberetti,mentre nei bicchieri aveva già versato il succo di zucca.

Ginny si sedette di fronte a lui e prese una confezione di sandwich al pollo e per alcuni minuti mangiarono in silenzio.

-Avete un rapporto bellissimo...Hermione me lo aveva detto,ma non immaginavo fino a questo punto-gli disse lei ad un certo punto.

Harry alzò la testa e incontrò gli occhi di lei.

-Voglio che sappia quanto è importante per me...-le disse tornando ad abbassare gli occhi sul suo "piatto".

-Sembra il rapporto che avevate tu e Sirius...-disse Ginny.

Harry sentì una morsa stringergli il petto:ogni volta che pensava al suo padrino provava quel dolore che lo lasciava quasi senza fiato.

Anche lui se ne era andato per colpa sua...

-Smettila!-sentì lontana la voce di Ginny.

Alzò lo sguardo e incontrò di nuovo gli occhi di lei.

-Smettila di pensare a quello che stai pensando-gli disse lei,dando un'altro morso al suo panino.

-Come fai a sapere...-iniziò lui.

Possibile che le sue emozioni fossero così chiare per Ginny?

-Per me sei un libro aperto-gli disse lei con voce calma.

Harry restò a fissare lo sguardo negli occhi nocciola di lei e,finchè durò il loro sguardo,lottò contro sè stesso per non alzarsi,andare da lei e rifugiarsi fra le sue braccia.

Abbassò di nuovo lo sguardo e giocò con la forchetta con alcuni gamberetti.

-Però c'è una parte che mi manca...C'è un buco che non riesco a colmare-gli disse lei,sempre con la stessa voce calma.

Non era arrabbiata,lo sentiva dalla sua voce,non lo stava neanche forzando per affrontare quell'argomento:voleva soltanto parlare di quello che era successo il prima possibile per poter andare avanti e dimenticare il passato.

-Finito!-li interruppe la voce di Teddy.

Harry voltò lo sguardo verso Teddy e vide che,come promesso,aveva finito il panino.

Gli sorrise e alzandosi andò verso di lui con il pacchetto di biscotti.

-Sei stato bravissimo!Tieni-gli disse aprendo la confezione e dandola al bambino.

-Posso andare di nuovo in esplorazione?-domandò Teddy tenendo il pacchetto in una mano.

-Non hai neanche bisogno di chiederlo,piccolo-gli disse Ginny,rispondendo per Harry.

Teddy le sorrise riconoscente e si fece mettere a terra da Harry,però prima di scappare via restò alcuni istanti a guardarli.

-Mi piace la tua fidanzata,zio!-disse poi rivolto a Harry.

Dopodichè corse via.

Harry sentì Ginny ridere e chiuse gli occhi mentre quel suono gli riempiva le orecchie:quanto tempo era che desiderava ascoltarlo?

Perchè solo ora si rendeva conto di averne sentito la mancanza?

-Harry...-si sentì chiamare.

Si voltò lentamente e incontrò lo sguardo di lei:si era alzata,ora era a pochi passi da lui,indecisa se avvicinarsi ancora o meno.

Harry la guardò negli occhi alcuni istanti prima di distogliere lo sguardo e sospirare forte.

-Mi sei mancata,Ginny-le disse.

Lei doveva sapere quanto gli era stato difficile allontanarsi da lei.

Piu' di tutti gli altri.

-Ho pensato a te ogni singolo istante di ogni singolo giorno...

Ero sempre a chiedermi dove fossi,cosa stessi facendo...con chi fossi-continuò passandosi una mano fra i capelli.

Ginny era a pochi passi da lui,immobile,in silenzio,in ascolto delle sue parole.

-Ci sono state notti in cui non sono riuscito a dormire tanto era forte la mancanza di te:rimanevo a rigirarmi nel letto,a guardare il soffitto e vedere la tua faccia,a ricordare i pochi momenti preziosi che abbiamo passato insieme...-

Ginny lo vide sorridere leggermente.

-Li ho rivissuti talmente tante volte nella mia mente che ricordo esattamente tutto,ogni istante di quei momenti:dalla prima volta che ho capito di essere geloso di te quando ti ho visto baciare Dean Thomas al nostro primo bacio,ai pomeriggi rubati allo studio fino all'ultimo giorno e al nostro addio...-le disse.

Alzò lo sguardo su di lei e la guardò pochi secondi prima di parlare di nuovo.

-Ieri mi hai chiesto se in questi tre anni c'è mai stata un'altra donna e io ti ho risposto che tu sei sempre stata con me,per tutto il tempo.

Non volevo e non voglio nessun'altra:tu sei tutto quello che di bello mi è successo nella vita e nessuna potrà mai prendere il tuo posto.

Tu sei la mia anima...-le disse cercando di trovare le parole adatte per quel concetto così confuso.

Vide gli occhi della donna velarsi di lacrime e s'impose di resistere a quell'istinto che gli diceva di andare lì e asciugare quegli occhi che amava tanto.

Lei doveva sapere tutto e se una volta saputa la verità l'avesse amato ancora,sarebbe corso da lei per non lasciarla piu'.

-Andarmene senza dirti niente è stata la cosa piu' difficile del mondo.

Mi consolava il sapere che stavo facendo una scelta giusta-le disse.

-Una scelta giusta?Che significa?-domandò Ginny parlando per la prima volta.

-Sapevo che tu saresti stata al sicuro,che saresti stata protetta...Ma l'ho fatto anche per proteggere me stesso da un destino piu' terribile della morte-le spiegò.

-Di che stai parlando?-chiese Ginny facendo un passo verso di lui.

Harry si passò di nuovo una mano fra i capelli e sospirò ancora una volta.

-Prima di consegnarmi a Voldemort...ho visto il corpo di Fred-disse abbassando leggermente la voce.

Gli occhi di Ginny si incupirono a quelle parole,ma mantenne lo sguardo fisso su di lui.

-Eravate tutti lì,intorno a lui e io non riuscivo a pensare ad altro che se non fosse stato per colpa mia tante persone...tanti amici...sarebbero stati ancora vivi.

Fred era una delle persone piu' importanti della mia vita e io non avevo potuto impedire che gli succedesse qualcosa...-disse.

Si fermò e si coprì gli occhi con una mano,respirando forte.

-Poi tu hai alzato lo sguardo ed è stato quello che ho letto nei tuoi occhi a farmi decidere di sparire-le disse,scoprendo gli occhi e tornando a guardarla.

Ginny lo fissava,bevendo le sue parole come se fossero un'unguento per le sue vecchie ferite:finalmente la verità.

-Cosa hai visto?-si arrischiò a chiedergli.

Harry restò di nuovo in silenzio,leggermente spaventato da quello che sarebbe successo dopo quella rivelazione.

-Erano pieni d'odio,di rabbia...Stavi piangendo e io non potevo far niente per consolarti.

Era colpa mia se soffrivi in quel modo e io non potevo far niente per aiutarti...

Non avevo paura che quell'odio ti facesse dimenticare l'amore che c'era stato fra noi...-cercò di spiegarle,ma si interruppè sapendo di star complicando le cose.

Chiuse le mani a pugno e fissò lo sguardo negli occhi di lei.

-Avevo paura che tu finissi per odiarmi...E questo sarebbe stato peggio della morte per me-le disse.

Una lacrima era scappata al controllo di Ginny ed ora spiccava lucida sulla sua guancia destra.

-E' per questo che sei andato via?Per me?-gli domandò con voce rotta.

Harry si decise a fare un passo verso di lei,diminuendo la distanza fra di loro.

-Tu sei la mia vita...La sola possibilità che tu finissi per odiarmi per quello che era successo a Fred,mi ha spinto a sparire:almeno entrambi avremmo avuto dei bei ricordi-le disse facendo ancora un passo verso di lei.

Un'altra lacrima scese lungo le guance,ma Ginny l'asciugò subito con il dorso della mano.

-E' vero:ti ho odiato-gli disse cercando di controllare il tono di voce.

Questa volta fu Harry a restare in silenzio.

-Ti ho odiato per essertene andato senza dire niente,per non avermi detto addio,per non avermi spiegato cosa ti passava per la testa,per non avermi dato la possibilità di farti cambiare idea...-gli disse.

Harry la ascoltava senza staccare gli occhi dai suoi.

-Ma non ti ho mai odiato per la morte di Fred e non ho MAI pensato che la sua morte fosse colpa sua,neanche per un'istante-aggiunse seria.

Fece un passo verso di lui,riducendo a pochi metri la distanza fra di loro.

-Ma sapevo che saresti tornato,l'ho sempre saputo...Anche quando tutti mi dicevano il contrario,io ero certa che tu saresti tornato da me.

Non c'è mai stato un'altro uomo in questi anni,perchè io ero talmente concentrata su di te da non rendermi conto delle attenzioni degli altri uomini-gli rivelò.

Harry provò una fitta di gelosia sentendo quella parole.

-Ginny...-disse facendo un'altro passo verso di lei.

-Non c'è stato un giorno della mia vita in cui non mi sia chiesta se tu fossi ancora vivo,dove fossi,se avevi bisogno di aiuto e io non voglio piu' sentirmi così perchè...-gli disse.

Ma non potè finire la frase perchè sentì una mano di Harry afferrare la sua e attirarla verso di lui,cingendola poi in un abbraccio.

Le braccia di Ginny trovarono subito il loro posto attorno al collo di Harry,mentre quelle di lui si strinsero attorno alla vita di Ginny.

Quanto le era mancata quella sensazione:le braccia di lui sul suo corpo,il calore che emanavano, la forza che le trasmettevano.

Le sembrava di essere tornata a casa dopo un lungo viaggio.

-Se tu mi vuoi ancora,non ti lascerò piu'-le disse Harry parlando fra i suoi capelli.

-Certo che ti voglio!-gli disse lei staccandosi da lui quel tanto che bastava per incontrare lo sguardo di Harry.

Sentì la mano di lui staccarsi dalla sua schiena e arrivare al viso,dove le accarezzò una guancia,dolcemente e con lentezza,come se avessero,finalmente, tutto il tempo del mondo.

-Promettimelo...Promettimi che non te ne andrai piu' o se devi proprio farlo,promettimi che io saprò sempre dove trovarti-gli disse lei,rincontrando di nuovo lo sguardo di Harry.

Lo vide sorridere e le sembrò la nascita di una nuova alba dopo una notte passata sul mare in tempesta.

Harry avvicinò il viso e le baciò delicatamente la fronte,mentre una mano le accarezzava pigramente i capelli lunghi.

Incontrò i suoi occhi e fece per parlare,ma fu interrotto dal campanello della porta.

Entrambi voltarono la testa verso la porta del negozio ed entrambi si pietrificarono appena videro chi era entrato nel negozio.

Ron era fermo davanti alla porta,immobile,lo sguardo fisso su Harry e Ginny.

Harry guardò l'uomo davanti a lui,era cambiato dall'ultima volta che l'aveva visto:capì subito che del ragazzo che conosceva lui non c'era rimasto molto.

Ora davanti a lui c'era un'uomo deciso,maturo che del suo amico conservava soltanto le fattezze.

-Che diavolo sta succedendo qui dentro?-domandò con un tono di voce alterato.

-Ron che ci fai qui?-gli domandò Ginny sorpresa,senza staccarsi da Harry.

-Cosa ci faccio io?Cosa ci fa lui qui piuttosto!-disse Ron.

-E' venuto per il pranzo-disse Ginny come se fosse la cosa piu' normale del mondo.

Aveva sempre tenuto testa al fratello,fin da quando aveva nove anni,quindi l'immagine di Ron rosso e infervorato non le faceva nessun effetto.

-Che cosa?-le domandò suo fratello alternando lo sguardo da Ginny a Harry.

-Ti ho chiesto che cosa ci fai qui-ripetè Ginny tranquilla.

Ron guardò sua sorella,domandandosi se non fosse impazzita all'improvviso.

-Sono venuto a trovarti,ma a quanto pare sono di troppo-disse.

Harry sciolse l'abbraccio e si staccò da Ginny,sentendo immediatamente la sua mancanza,ma sapeva che avesse continuato ad abbracciarla la situazione sarebbe stata ancora piu' spiacevole.

-Che ci fa lui qui?-domandò di nuovo Ron,evitando di guardare Harry.

-Te l'ho detto!Smettila di fare sempre le stesse domande-lo rimbrottò la sorella.

-Ginny senti forse è meglio se noi andiamo...-disse Harry guardando la rossa.

-Noi?SIETE GIà TORNATI AD ESSERE NOI?-domandò Ron alzando la voce.

-Ron!-alzò la voce Ginny.

-Ron ascolta...-disse Harry guardando l'uomo che per anni aveva considerato un fratello.

-CHIUDI LA BOCCA!NON VOGLIO PARLARE CON TE!-gli rispose l'altro.

-Non vedi che ti stai rendendo ridicolo?-lo rimbrottò ancora una volta la sorella.

-Zio Harry?-

La voce piccola di Teddy fece voltare tutti e tre verso l'angolo da dove proveniva.

Teddy aveva i capelli di un blu elettrico,come gli succedeva di solito quando era spaventato,e guardava Ron con due occhi terrorizzati.

Harry capì che era meglio portarlo via;si avvicinò al piccolo e lo prese in braccio,lasciandosi avvolgere dalle braccia del bambino.

-Va tutto bene,adesso andiamo a casa-gli disse,accarezzandogli la schiena e tornando verso Ginny.

La donna si avvicinò a loro e,incurante del fratello,prestò la sua attenzione al bambino cercando di calmarlo.

-Vai già via Teddy?-gli domandò facendogli un sorriso.

Il bambino annuì da sopra la spalla dello zio.

-Però promettimi che tornerai a trovarmi,ci sono tante cose che ancora non hai visto nel negozio-gli disse accarezzandogli la schiena dolcemente.

Il bambino annuì ancora una volta.

Harry le rivolse un sorriso in ringraziamento,poi tornò a prestare la sua attenzione a Teddy.

Entrambi evitavano di guardare dalla parte di Ron,anche se sapevano che non si stava perdendo una battuta di quello che stava succedendo.

-Metti il cappuccio piccolo,che in strada fà freddo-disse poi rivolto a Teddy.

Teddy eseguì e si coprì i capelli che lentamente stavano tornando al loro colore naturale dopodichè fecero alcuni passi verso la porta,sempre seguiti da Ginny.

Harry rimise a terra il bambino e lo prese per mano,e abbassò lo sguardo verso di lui.

-Ringrazia Ginny-gli disse.

-Grazie fidanzata di zio Harry-disse Teddy.

Fu un'attimo,Harry non lo vide neanche arrivare:soltanto quando il pugno di Ron colpì la sua mascella,si rese conto che l'uomo l'aveva aggredito.

Sentì il sangue in bocca e un gran dolore all'altezza del mento.

La testa,dopo il pugno,era poggiata di lato sulla spalla,e dopo qualche istante Harry si decise a rialzarla e ad incontrare lo sguardo di Ron:non lo aveva mai visto così infuriato.

-ZIO HARRY!-

-RON!-

Sentì le urla di Ginny e di Teddy e dallo sguardo dell'uomo capì che sarebbe stato capace di continuare.

Sentì le braccia di Teddy stringergli la gamba destra e subito Ginny gli fu accanto,prendendogli il viso fra le mani.

-Fammi vedere-gli disse.

Incontrò lo sguardo della donna e quello che vi lesse fu un misto di preoccupazione per lui e di furia verso il fratello.

-Sto bene,non è niente-le disse per tranquillizzarla.

-Ti esce del sangue dal labbro...Lascia che ti curi...-gli disse lei.

-Ginny,sta tranquilla...non è niente-le ripetè,toccando poi con la lingua lo spacco sul labbro e incontrando il sangue.

Abbassò lo sguardo su Teddy e gli fece un sorriso:il cappuccio gli era scivolato dalla testa,mettendo in mostra i suoi capelli ritornati di nuovo blu elettrico.

-Sta tranquillo Teddy,va tutto bene-gli disse accarezzandogli i capelli.

Per risposta lui gli strinse ancora di piu' le braccia attorno alla gamba.

-Adesso credo sia veramente ora di andare a casa-disse sorridendo al bambino.

Lo prese in braccio e guardò di nuovo Ginny.

Incurante degli occhi di Ron puntati addosso,si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla fronte.

-Te lo prometto-le disse poi incontrando i suoi occhi.

Ginny sorrise a quelle parole e chiuse gli occhi,quando Harry si chinò di nuovo per darle un'altro bacio sulla fronte.

Harry si staccò da lei e fece un passo verso la porta,e quando vi fu praticamente davanti,si voltò verso Ron e lo guardò.

Naturalmente il rosso aveva seguito attentamente ogni sua mossa ed ora aveva gli occhi fissi nei suoi.

-E' stato un piacere rivederti Ron-gli disse,prima di aprire la porta.

Il campanello tintinnò due volte in pochi secondi e Harry e Teddy furono in strada.

Ron li guardò allontanarsi finchè non li vide sparire dalla sua vista.

-Che accidenti ti è passato per la testa?-gli domandò la donna.

Il suo tono era tutt'altro che amichevole.

-Che cosa ti ha promesso?-le domandò.

-Niente che ti riguardi!-disse lei.

Per alcuni istanti scese il silenzio,interrotto poi da Ginny.

-Vuoi dirmi che diavolo ti è passato per la testa?-domandò di nuovo.

Ron si voltò verso la sorella e sostenne il suo sguardo:era sicuro di essere nel giusto.

Tutto voleva tranne che veder soffrire di nuovo sua sorella come tre anni prima.

-E me lo chiedi?-le domandò a sua volta.

-Hai spaventato a morte quel bambino!Ti odierà per il resto della sua vita-gli disse.

Ron alzò le spalle.

-Non ho intenzione di rivederlo tanto presto...E nemmeno tu!-le disse.

Ginny fece un sorriso cinico.

-Non credo proprio-gli disse.

-Ascolta Ginny...-cominciò Ron.

-No ascolta tu!

Credi che il solo fatto di essere mio fratello ti dia il permesso di decidere per la mia vita?

Oppure credi che non sono capace di fare le mie scelte da sola?-gli domandò alzando la voce.

-Io voglio solo evitare che tu soffra di nuovo-le disse lui alzando a sua volta la voce.

-Credi che io non soffra già?

Hai veramente pensato che fossi felice in tutti questi anni?Non c'è stato un'attimo in cui non ho pensato a Harry e adesso che lui è tornato da me non permetterò a nessuno di portarmelo via un'altra volta...

Neanche a te!-gli disse.

Ron la guardò alcuni istanti e si passò una mano fra i capelli.

-Come fai a fidarti di lui?Dopo tutto quello che ci ha fatto,dopo tutto quello che abbiamo passato per colpa sua...COME FAI A FIDARTI?-le domandò con rabbia.

-PERCHè LO AMO!E non posso stare senza di lui...-gli disse.

Ron la guardò in silenzio.

-E senza di me?-le domandò poi.

Ginny lo guardò con aria interrogativa.

-Cosa?-

-Riusciresti a vivere senza tuo fratello?-le domandò di nuovo.

Ginny capì improvvisamente cosa le stava chiedendo:una scelta.

-Non stai parlando seriamente-gli disse.

-Non sono mai stato piu' serio in vita mia-le disse suo fratello.

-Ron...-

-RISPONDI:CHI SCEGLIERESTI FRA ME E LUI?-le domandò alzando la voce.

Ginny lo guardò e sentì di nuovo la rabbia ribollirle dentro:era veramente presuntuoso fino a quel punto?

Aveva bisogno che qualcuno lo rimettesse al suo posto!

-Scelgo lui-gli disse guardandolo dritto negli occhi.

Lo sguardo di suo fratello non cambiò,come se le sue parole non gli avessero fatto nessun'effetto.

Si limitò ad annuire.

-Bene...Da questo momento non ho piu' una sorella-disse con voce glaciale.

Ginny ricambiò il suo sguardo:non voleva lasciargli capire che le sue parole l'avevano ferita.

Senza aggiungere altro,Ron si voltò e aprì la porta del negozio.

L'istante dopo era fuori dal negozio e dalla sua vita.

Ginny lo guardò allontanarsi con passi veloci e si impose di non piangere,non ne valeva la pena.

-Nessun rimpianto-si disse.

Era cominciato un nuovo capitolo della sua vita dove non c'era posto per i rimpianti.

 

 

*Gli Oreo sono biscotti americani con ripieno di crema.

Ogni scatola contiene 6 paccchetti ed in ogni pacchetto ci sono 4 biscotti.

 

Salveeee!Lo so che la maggior parte di voi mi odierà perchè siamo arrivati al 7 capitolo e ancora non si è visto un bacio,ma rileggendo i capitoli precedenti mi sono resa conto,che mentre abbiamo visto abbastanza Hermione,del povero Ron si erano perse le tracce dopo il 2 capitolo...Così ho deciso di rimediare.

Naturalmente adesso la situazione è piu' ingarbugliata,ma era normale che una persona orgogliosa e impulsiva come Ron non accettasse di chiarire le cose subito.

Vi prometto solennemente che nel prossimo capitolo ci sarà il tanto atteso bacio e vi lascio un indizio...succederà grazie a Sarah.

Mi scuso x eventuali errori di ortografia e di battitura.

Ora i ringraziamenti:Sarina87(grazie x i 2 messaggi:non potrei mai abbandonarvi senza aver prima concluso la ff.Per quanto riguarda Sarah,farà un'ultimo tentativo...),JC(Credimi,lo capirai quando è il momento),Kia(Sono contenta che i miei capitoli ti emozionino,io sono titubante fino all'ultimo,ho sempre timore di dover migliorare qualcosa),Edvige86(Io credo che se vuoi veramente qualcosa devi andare e prendertela,ecco perchè ho fatto agire così Ginny nonostante la sua timidezza) e infine Potterina88(Spero di egualiare gli altri capitoli e di riuscire a emozionarti ancora una volta!)

Bene,io vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo capitolo "Rocking around a Christmas...Party"

Ciao,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Rocking around a Christmas...Party ***


rocking around a christmas party

Harry e Ginny non si rividero per una settimana.

Lui si sentiva a disagio per tutti i problemi che le aveva causato con Ron e,inoltre,non voleva che lei lo vedesse con il livido che il pugno del rosso gli aveva procurato.

Per giorni tutti gli avevano fatto domande su come se lo era procurato,ma soltanto a David aveva confessato che era stato il fratello di Ginny a farglielo,senza scendere troppo nei particolari.

-Eppure dopo cinque anni dovrebbero aver accettato la vostra relazione-aveva commentato lui.

Harry aveva alzato le spalle e non aveva aggiunto altro:non poteva certo spiegargli lo strano rapporto che c'era fra lui e Ron adesso,perchè ancora non lo capiva nemmeno lui.

Erano due estranei,come se la loro grande amicizia non fosse mai esistita e lo sguardo che aveva Ron quel giorno al negozio glielo aveva visto soltanto quando incontrava Draco Malfoy e la sua cricca.

Era riuscito a farsi odiare come Malfoy...non credeva che fosse umanamente possibile.

Dicembre era inziato,e fra due settimane sarebbe stato Natale.

Harry era andato insieme a Teddy a comprare l'albero di Natale e per un'intero pomeriggio lo avevano decorato insieme,lasciando naturalmente a Teddy il compito di appendere il puntale in cima.

Il bambino era salito sulle sue spalle e si era allungato il piu' possibile per arrivare fino in cima e mettere il puntale a forma di stella.

Quando l'albero era finito,lo aveva fatto mettere seduto sul tappeto e gli aveva fatto una foto,ai piedi del grande albero,come facevano tutti gli anni.

Quella era l'ultima settimana d'asilo per il bambino,e lui doveva ancora telefonare alle mamme dei suoi compagni di scuola per organizzare degli incontri fra i bambini;voleva evitare che Teddy passasse tutte le vacanze di Natale soltanto con lui e Miss Queen.

Decise che quando sarebbe tornato a casa quella sera avrebbe risolto quel "problema".

L'orologio sul muro nella stanza prima della sala di messa in onda segnava dieci minuti dopo mezzogiorno:avevano appena finito la trasmissione e lui era sfinito.

Gli succedeva ogni giorno,alla chiusura del programma:era come se tutte le sue energie venissero risucchiate dal programma,lasciandolo completamente svuotato e sfatto.

-Bella puntata,Harry!-gli disse Sarah,rivolgendogli un sorriso accattivante.

Non si era arresa nonostante la comparsa di Ginny alla festa di Jennifer,forse confortata anche dal fatto di non averla piu' vista in giro e di non aver sentito piu' parlare di lei.

-Grazie Sarah-disse,rivolgendole un sorriso.

-Ehi Harry!-si sentì chiamare.

Si voltò e vide David venirgli incontro.

-Ti ricordi che venerdì c'è la festa di Natale qui alla radio?-gli disse mettendogli un braccio sopra le spalle.

L'uomo annuì.

-Verrai con Ginny?-gli domandò lui.

Harry alzò le spalle ma non potè parlare neanche questa volta perchè fu interrotto da Sarah.

-Harry c'è una telefonata per te-gli disse tendendogli la cornetta.

Lui si avvicinò alla scrivania e prese il telefono,ma prima di avvicinare la cornetta allo orecchio chiese senza parlare di chi fosse la chiamata e Sarah gli fece capire con il movimento delle labbra che era una chiamata interna,dalla portineria.

-Pronto?-disse avvicinando la cornetta all'orecchio.

-Signor Potter sono Max,c'è qui una donna che dice di conoscerla-gli disse.

-Chi sarebbe?-domandò Harry.

-Dice di essere la sua fidanzata-rispose Max,con voce dubbiosa.

Harry sorrise.

-Me la può passare un'attimo?-disse all'uomo.

-Cosa?...Certo,come vuole-disse sorpreso dalla sua richiesta.

Harry sentì la cornetta passare di mano e voci ovattate e soffocate.

-Harry?-disse la voce di Ginny.

-Volevo solo assicurarmi che fossi tu.Dì a Max di farti salire,ti aspetto su-le disse.

-Ok-gli rispose lei con voce allegra.

Non appena posò il telefono,si accorse di avere ancora sul volto quel sorriso stupido che gli si era disegnato sul volto non appena aveva sentito la voce di Ginny e cercò di darsi un contegno.

-Chi era?-gli domandò David,bevendo un sorso dalla sua tazza.

-E' Ginny,sta venendo su-gli rispose staccandosi dalla scrivania e andando verso il corridoio per vederla arrivare.

-Bene,così potrò chiederlo direttamente a lei-disse David andandogli accanto.

Harry non rispose all'uomo,perchè in quel momento Ginny apparve all'inizio del corridoio.

Le sorrise e le andò incontro,come se avesse paura che potesse smarrirsi in quel breve tratto di strada che la separava da lui.

Ginny ricambiò il suo sorriso e quando lui fu davanti a lei,alzò lo sguardo sui suoi occhi,non sapendo bene come comportarsi.

-Come stai?-gli domandò preoccupata.

Harry le sorrise e scosse la testa.

-Sono ancora tutto intero-le disse.

Ginny gli prese il volto fra le mani con dolcezza e posò lo sguardo sulla piccola cicatrice che era rimasta sul labbro inferiore di Harry,la fiorò con la punta delle dita fredde e per alcuni istanti trattenne il respiro.

-Guarda cosa ti ha fatto...-disse sentendo montare di nuovo la rabbia dentro.

Harry le prese la mano che ancora indugiava sulla sua bocca e vi posò sopra un piccolo bacio.

-Credimi,non è niente...Lo sai che ne ho passate di peggiori-le disse.

Ginny lo guardò per alcuni secondi negli occhi,ma non potè rispondere perchè David piombò su di loro,impaziente di parlare con la donna.

-Ginny!Sono felice di rivederti-le disse con un sorriso.

La donna ricambiò il sorriso e si lasciò guidare dai due uomini nella stanza che precedeva i gabiotti della messa in onda.

Harry si accorse che Ginny aveva aumentato la stretta alla mano che stringeva la sua nell' istante in cui aveva visto Sarah seduta al suo computer.

La mora si stava alzando e si stava avvicinando a loro,con un sorriso sulle labbra.

-Ciao,non ci hanno ancora presentati:io sono Sarah Logan,faccio parte della squadra di Harry-disse rivolta a Ginny.

Con uno sforzo enorme per evitare di saltarle addosso,Ginny si costrinse a sorriderle e a stringerle la mano.

Anche quelle parole così innocenti riuscivano ad irritarla...

-Ciao,io sono Ginevra Weasley,la fidanzata di Harry-disse guardando fisso negli occhi della donna e calcando volutamente il tono sulle ultime parole.

Sarah annuì e lasciò subito dopo la mano della rossa,come se fosse rimasta scottata.

Ginny si voltò verso Harry e gli rivolse un sorriso.

-Ti ho disturbato?-gli domandò.

Lui scosse la testa e le riavviò alcune ciocche di capelli ribelli.

-No,il programma è finito dieci minuti fa...Sono libero-le disse.

-Ehi Ginny,ci vieni alla festa di Natale?-le domandò intromettendosi di nuovo David.

Ginny si voltò verso l'uomo e lo guardò interrogativa.

-Quale festa?-gli domandò.

-Tutti gli anni la radio fà una festa per Natale e fino ad oggi,il nostro caro regista è sempre venuto da solo,ma adesso che abbiamo saputo della tua esistenza,devi assolutamente partecipare anche tu-le spiegò David.

Ginny sorrise e rivolse un'occhiata a Harry:lui incontrò subito i suoi occhi e non potè evitare di sorridere divertito alle parole di David.

-Se il caro regista mi invita...-disse poi tornando a guardare David.

Sentì Harry ridere leggermente accanto a lei,mentre David spostava lo sguardo da lei a Harry.

-Siete una coppia strana...-disse poi rivolto ad entrambi.

Sia Harry che Ginny risero,poi Ginny tornò seria e si voltò verso il moro.

-Ti posso parlare un momento?-gli domandò.

Harry annuì e,sempre tenendola per mano,si avviò verso il corridoio da cui lei era arrivata pochi minuti prima,prima di imboccare un'altro corridoio.

-Dove andiamo?-domandò lei.

-Nel mio ufficio.Lì non dovrebbe disturbarci nessuno-le disse.

Aprì una porta e si fece da parte per far entrare Ginny,dopodichè la seguì dentro e chiuse la porta alle loro spalle.

L'ufficio di Harry era abbastanza spazioso,con una scrivania centrale nera,sommersa da un'infinità di carte, cd e riviste.

Uno scaffale ricopriva quasi interamente la parete opposta alla finestra ed era completamente coperto di dischi,ed un divano bianco era attaccato ad un'altra parete,di fronte alla scrivania.

Ai muri erano attaccati poster di musica,dischi di platino,locandine di spettacoli e di concerti e,come sulle altre pareti del palazzo,fotografie autografate.

Ginny lo guardò esitante e lui le indicò il divano.

Lei si sedette e lo guardò:Harry aveva preferito restare appoggiato con la schiena alla scrivania sapendo quali effetti aveva su di lui la vicinanza di Ginny.

-Di cosa volevi parlarmi?-le domandò lui.

Ginny si tolse il cappotto e lo poggiò accanto a lei sul divano,prima di tornare a guardare Harry.

-Ecco...io volevo scusarmi per quello che è successo l'altro giorno al negozio...con Ron-gli disse.

-Ginny,non ce n'è assolutamente motivo!-le disse lui.

-Harry fammi finire-lo interruppe lei.

Lui si zittì e fissò i suoi occhi in quelli di lei.

La vide alzarsi,nervosa,e iniziare a camminare su e giu' davanti a lui.

-Non sapevo che lui sarebbe venuto,e non credevo che avrebbe reagito in quel modo...

Colpirti davanti a Teddy,senza neanche pensare a quel povero bambino!Proprio tipico di quell' idiota di mio fratello!-disse senza guardarlo.

-Ginny,sta tranquilla,Teddy sta bene...Ho cercato di spiegargli come stavano le cose,e credo che lui abbia capito-le disse staccandosi dalla scrivania e facendo un passo verso di lei.

-Davvero?-domandò lei smettendo di camminare e guardandolo.

-Veramente...E' solo dispiaciuto per aver dovuto interrompere la sua esplorazione-le disse con un sorriso.

Ginny sorrise e si ravviò i capelli dietro le orecchie.

-A te come è andata invece?L'incontro con Ron...-le domandò.

Se lo era chiesto per tutta la settimana,e per tutto quel tempo si era pentito di averla lasciata da sola a fronteggiare la furia di suo fratello;sapeva che lei era capace di tenere testa a Ron piu' di chiunque altro,ma non aveva potuto evitare di preoccuparsi per lei.

La vide alzare le spalle e abbassare lo sguardo,evitando i suoi occhi.

Capì subito che era successo qualcosa.

-Ginny...Dimmi che è successo-le disse.

Con pochi passi le fu accanto e le prese entrambe le mani nelle sue,incontrando di nuovo lo sguardo della donna.

Ginny affondò lo sguardo negli occhi verdi di lui e sentì svanire la paura che aveva provato per tutta la settimana.

-Mi ha chiesto di scegliere fra lui e te...E quando io ho scelto te,mi ha detto che ero fuori dalla sua vita-gli disse riducendo la litigata all'osso.

Harry restò in silenzio,troppo sbalordito per parlare,poi l'attirò a sè e la prese fra le braccia.

Ginny si rifugiò nel suo abbraccio e poggiò la testa sul suo petto,sentendosi al sicuro e per la prima volta capì di aver fatto la scelta giusta.

-Mi dispiace...Non volevo crearti altri guai-le disse.

-Non mi importa niente di Ron.

Non mi importa se dovranno passare anni prima che io e mio fratello ci rivolgeremo di nuovo la parola...

Se non riesce a capire quanto sei importante per me,è un suo problema non mio!-gli disse.

Alzò la testa dal suo petto e incontrò di nuovo lo sguardo di lui.

-Se io gli avessi chiesto di scegliere fra me e Hermione,sono certa che lui avrebbe scelto Hermione...E lo capisco.

Perchè per lui è così difficile capire che io voglio stare con te?-gli domandò fissandolo.

-Forse perchè ti ho abbandonato e ti ho lasciato da sola per tre anni?-le suggerì lui.

-Smettila!Non mi importa niente del passato e non mi importa niente di mio fratello...Quello che voglio è stare con te e Teddy-gli disse con voce decisa.

Harry aveva gli occhi fissi in quelli di lei e si rese conto di non averla mai amata tanto come in quel momento.

-Sempre se tu me lo permetti...-gli disse,improvvisamente titubante.

Le sorrise e la strinse un pò piu' a sè,facendo aderire il corpo di lei al suo.

-Ora che ti ho ritrovato non permetterò a niente e a nessuno di separarci-le disse con un sorriso enigmatico sul volto.

Ginny sorrise e strinse le braccia attorno al collo di lui,avvicinando il viso a quello di lui.

-Sembra una cosa seria...-gli disse prendendolo in giro.

Harry fuse i loro sguardi e tornò serio.

-Non immagini neanche quanto-le disse.

Ginny lo guardò,non riuscendo a staccare lo sguardo dai suoi occhi,mentre nella stanza calava il silenzio.

Erano lì,per la prima volta  veramente soli dopo tre anni,senza nessuno che li interrompesse,stretti l'uno all'altra e con i visi talmente vicini da sentire il respiro dell'altro sul volto.

Harry abbassò lo sguardo sulla bocca di lei,e deglutì a vuoto mentre il cuore cominciava a battere all'impazzata.

Rialzò lo sguardo sugli occhi di Ginny e vide che lei era leggermente arrossita,cosa che gli fece battere ancora di piu' il cuore:aveva dimenticato quanto era bella quando arrossiva.

Alzò una mano dalla sua schiena e le accarezzò i capelli,giocando per alcuni istanti con alcune ciocche.

Vide Ginny sorridere e all'improvviso,la vide abbassare la testa e avvicinarsi al suo collo.

Restò immobile,cercando di calmare i battiti del suo cuore impazzito,ma ogni sforzo si rivelò vano quando sentì le labbra di lei posarsi sulla parte del collo che si univa alla spalla,lasciata scoperta dalla camicia.

Chiuse gli occhi e,involontariamente,dischiuse le labbra lasciando uscire un piccolo gemito.

Ginny gli diede un altro bacio prima di rialzare la testa e di rincontrare di nuovo il suo sguardo: il sorriso di lei era la cosa piu' bella che avesse mai visto e nei suoi occhi era apparso un luccichio di vittoria.

-Sei diventato tutto rosso...-gli disse con un sorriso.

-Davvero?-riuscì a domandarle Harry.

Ma la sua domanda uscì roca e bassa dalla gola chiusa.

Ginny sorrise ancora di piu' e annuì.

Harry avvicinò di nuovo il volto a quello di lei,deciso ad annullare definitivamente le distanze e a baciarla,ma in quel momento sentì confusamente bussare alla porta e un secondo dopo vide la porta dell'ufficio aprirsi ed entrare David.

Ma l'uomo si bloccò vedendo i due rossi in volto e percependo l'atmosfera che si era creata nella stanza.

-Scusate,ho interrotto qualcosa?-domandò sfacciato.

Harry si staccò a malincuore da Ginny,e scosse con forza la testa.

-Strano...Eppure mi sembrava-disse David con un sorriso malizioso.

-Che ci fai nel mio ufficio Dave?-gli domandò Harry scocciato dalla sua intrusione.

-C'è Graham che vuole vederci nel suo ufficio,così ho pensato di passarti a chiamare-gli disse restando sulla porta.

-Sarà meglio che vada-disse Ginny avvicinandosi al divano e prendendo il cappotto.

Harry la guardò mentre si infilava il cappotto e pensò velocemente ad un modo per farla restare:non voleva che se ne andasse,non ancora.

-Smettila!-sentì la voce di Ginny.

Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Ginny.

Lei gli si avvicinò e gli accarezzò una guancia,incurante della presenza di David.

-Non vado da nessuna parte-gli disse.

Harry le sorrise sorpreso:ancora una volta era riuscita a capire che cosa lo preoccupava soltanto guardandolo in volto.

Annuì e chiuse gli occhi quando lei lo baciò sulla guancia.

-Io vado...Mi raccomando fai il bravo-gli disse con un sorriso.

Lui annuì di nuovo.

Si mosse verso la porta ed era arrivata vicino a David quando la voce di Harry la richiamò.

-Ginny!-

Si voltò e lo guardò.

-Vieni con me alla festa di Natale di venerdì,vero?-le domandò incerto.

La vide sorridere e pensò che quello era un buon segno.

-Mi chiedevo quando ti saresti deciso a chiedermelo-gli disse con un sorriso.

Lui sorrise,infinitamente sollevato e la osservò andare via.

 

 

 

 

 

Quel venerdì sera,Harry passò quasi mezz'ora davanti all'armadio cercando i vestiti adatti da indossare:non voleva essere troppo elegante,ma non voleva essere troppo informale.

Tecnicamente quello era il suo primo vero appuntamento con Ginny e non voleva che lei pensasse che non lo considerasse una cosa importante.

Aveva fatto la doccia e si era sbarbato con maggiore cura del solito e alla fine,dopo un' attento esame del suo guardaroba,aveva deciso di indossare un paio di jeans,una camicia bianca,una cravatta color vinaccia ed una giacca blu in tinta con i pantaloni.

Quando finì di vestirsi si guardò allo specchio e gli piacque l'immagine che questo riflettè.

Aveva appuntamento con Ginny davanti al palazzo del Virgin Radio per le sette e mezzo ed aveva una mezz'ora per arrivare puntuale.

Salutò Teddy,che avrebbe trovato addormentato al suo ritorno e,dopo aver preso le chiavi della macchina e aver infilato il cappotto,uscì in strada diretto alla macchina.

Infilò il cd di Micheal Bublè nello stereo e partì alla volta di Leicester Square.

Mentre dalla radio si diffondevano le note di "Call me Irresponsable",Harry si rese conto di avere i palmi delle mani sudate:era nervoso!

Per la prima volta in vita sua era nervoso per qualcosa!

Conosceva Ginny da tutta la vita eppure non sapeva che cosa aspettarsi da quell'appuntamento: sapeva che era l'inizio di qualcosa,forse l'inizio della loro nuova vita insieme,però era terrorizzato.

Aveva avuto soltanto due ragazze nella sua vita:una era stata Cho,a cui aveva dato il primo bacio della sua vita,ma che si era allontanata da lui persa dietro alla sua stupida gelosia per Hermione...e l'altra era stata Ginny.

Ginny che lo faceva ridere facendo l'imitazione di Ron,che guardava incantato agli allenamenti di Quidditch mentre si librava in volo sulla scopa,Ginny per cui moriva di gelosia sapendola fra le braccia di Dean Thomas...

Ginny stretta fra le sue braccia sotto un albero nel grande parco di Hogwarts,prima che l'inferno scoppiasse...Lei che gli aveva dato il regalo piu' bello il giorno del suo diciassettesimo compleanno.

E se quello che amava di lei erano soltanto i ricordi?Soltanto la Ginny di sedici anni che aveva rappresentato la sua ragione di vita durante gli ultimi anni ad Hogwarts?

Perso nei suoi pensieri era arrivato in centro:Piccadilly Circus era piena di turisti che fotografavano la statua di Cupido e i grandi maxischermo pubblicitari,come tutti i finesettimana.

Iniziò ad aguzzare la vista alla ricerca di un parcheggio ed alla fine lo trovò a Charing Cross Road,in piena Chinatown,a due passi dal palazzo della Virgin Radio.

Inserì l'antifurto e si avviò verso Leicester Square:era in anticipo di dieci minuti.

Si fermò accanto al Odeon Cinema,distante pochi passi dalla Radio e diede un'occhiata ai cartelloni cinematografici:i film di Natale avevano già invaso le sale e sicuramente Teddy avrebbe insistito per andare a vedere il cartone della Pixar,come tutti gli anni.

Si tirò su gli occhiali e controllò il rating per scegliere il film piu' adatto al bambino,senza curarsi dei passi alle sue spalle:accanto al cinema c'era un ristorante italiano e all'inizio della piazza c'erano un McDonalds ed un Burger King ed era ora di cena.

-Serve un consiglio?-si sentì soffiare all'orecchio destro.

Voltò la testa di scatto e vide Ginny in punta di piedi per arrivare al suo orecchio.

Il viso era illuminato da un sorriso divertito che si accentuò ancora di piu' quando incontrò lo sguardo di Harry.

L'uomo si voltò del tutto verso di lei e ricambiò il suo sorriso,restando senza fiato alla vista della donna.

Era spettacolare.

Il viso era truccato leggermente,mettendo in risalto gli occhi color cioccolato e le labbra rosse; il vestito blu notte lungo fino alle ginocchia era sorretto da due spalline sottili e lasciava una vista discreta del suo seno.

Sulle spalle era posato uno scialle dello stesso colore del vestito,che accarezzava le braccia ed il collo.

I capelli lisci erano lasciati sciolti arrivando fino a metà schiena.

Ad Harry bastò quel sorriso e quella vista per capire che i ragionamenti fatti in macchina erano completamente sbagliati.

-Sei incantevole!-le disse.

La vide arrossire leggermente e questo lo fece sorridere.

-Grazie...Anche tu non sei male-gli disse,facendogli un complimento.

Harry indugiò ancora qualche istante con lo sguardo sul corpo della donna,poi tornò a guardarla in volto.

-Pronta per affrontare quella gabbia di matti?-le domandò.

Lei sorrise e annuì.

Si avviarono fianco a fianco verso il palazzo e dopo i primi due passi,Harry prese la mano di Ginny nella sua e l'avvicinò a lui,continuando a camminare.

Max,anche quella sera,era di guardia alla "portineria" e quando lo vide arrivare lo salutò e rivolse un sorriso a Ginny.

-L'altra volta ho provato in tutti i modi a convincerlo,ma non voleva farmi salire-gli disse Ginny quando furono in ascensore.

In sottofondo nella cabina dell'ascensore,grazie a degli altoparlanti,si sentiva "Rocking around the Christmas Tree".

Harry sorrise.

-Vengono parecchie ragazze che dicono di essere le nostre fidanzate e poi alla fine sono soltanto fans,quindi non si fida piu'-le spiegò Harry.

Ginny lo guardò in silenzio alcuni secondi.

-Anche le tue?-domandò.

Lui alzò le spalle.

-Può essere...-le disse con fare sibillino.

Gli era capitato un paio di volte,ma erano piu' David e Steve ad avere folle di ammiratrici ad aspettarli in strada o che tentavano di salire in tutti i modi;lui era soltanto un regista,poche ragazze lo avevano visto o sentito la sua voce alla radio,quindi le sue fans erano una piccola cerchia di ragazze;ma la cosa,dopo l'attenzione morbosa di cui stato oggetto per tutta la sua permanenza ad Hogwarts,gli faceva soltanto piacere.

Ginny gli diede un buffetto sulla spalla piu' vicina e lo spinse mandandolo spalle al muro contro la parete della cabina.

-Ehi!-si lamentò Harry.

-Non ti hanno insegnato che non bisogna giocare con il fuoco?-gli chiese lei calandogli addosso con tutto il suo peso e continuando a colpirlo sulla spalla.

-Ok,ok ferma!Stavo solo scherzando!-le disse ridendo.

Ginny si calmò,ma non si staccò da lui,anzi aderì ancora di piu' contro il corpo di Harry.

Lui,del resto,tutto avrebbe voluto tranne staccarsi da lei quindi l'avvicinò ancora mettendole un braccio attorno alla vita.

-Non provarci piu'-gli disse lei,gli occhi fissi nei suoi.

Harry seguì il movimento delle labbra rosse e fece uno sforzo sovrumano per concentrarsi su quello che lei stava dicendo.

Deglutì e accennò un sorriso che uscì malizioso.

-Altrimenti?-le domandò.

La voce era uscita roca dalla gola chiusa e Harry vide Ginny sorridere.

Sentì le braccia di Ginny stringersi attorno al suo collo e la vide avvicinare il viso al suo e fermare le labbra a pochi centimetri dalle sue,gli occhi sempre fissi in quelli di Harry per vedere ogni minimo cambiamento.

-Altrimenti potrei arrabbiarmi davvero-gli soffiò sulle labbra.

Harry deglutì ancora una volta,sicuro che questa volta sarebbe morto.

Fece pressione con la mano che ancora era dietro la schiena di Ginny e la spinse,se era possibile,ancora piu' vicino.

Le dita di Ginny presero a giocare con i capelli di Harry e lui,soltanto per quel piccolo contatto, sospirò forte.

Possibile che lei fosse capace di farlo impazzire anche per una cosa così innocente come accarezzargli i capelli?

Avvicinò il volto a quello di lei e sfiorò senza toccare le labbra aperte di Ginny con le sue e la sentì sospirare,come pochi istanti prima aveva fatto lui.

Alzò lo sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi e vide che erano diventati cupi.

Sorrise e,in preda ad un'impulso improvviso,fece salire una mano che si trovava sulla schiena e la fece fermare sulle labbra,disegnando il contorno di queste con la punta delle dita.

Lei assecondava tutti i movimenti dei polpastrelli,senza lamentele,in silenzio con lo sguardo fisso nei suoi occhi.

Non aveva mai visto niente di piu' bello di quegli occhi...Niente di piu' eccitante.

Poi improvvisamente,lei abbassò leggermente la testa verso il basso portando Harry a fare lo stesso.

Solo in quel momento lui si rese pienamente conto che anche un'altra parte di lui aveva cominciato a reagire e leggermente imbarazzato,fece per staccarsi da Ginny,ma lei non glielo permise.

Al contrario gli si strinse ancora di piu' contro,andando a strofinare una gamba contro il suo bassoventre e la sua erezione nascente.

Harry sospirò ancora una volta e quando incontrò di nuovo gli occhi di Ginny,lei li vide di un colore diverso per l'eccitazione.

-Oh Ginny...-le disse con voce bassa.

Lei gli sorrise maliziosa e fiera prima di avvicinare un'altra volta il viso al suo.

Harry la vide chiudere gli occhi e si avvicinò,deciso a mettere fine a quella tortura.

Guardò le labbra di Ginny per l'ultima volta poi chiuse gli occhi,cercando di controllare il cuore che sembrava voler uscire dal petto a tutti i costi.

Sentì l'ascensore fermarsi in modo ovattato,lontano e poi sentì le porte aprirsi.

Aprì lentamente gli occhi e vide l'atrio del suo piano:erano arrivati a destinazione nel momento meno adatto,pensò.

Lasciò cadere la testa sulla spalla destra di Ginny sconsolato e pochi istanti dopo sentì le dita di lei fra i suoi capelli.

-Tempismo perfetto...-disse lei interpretando il pensiero di entrambi.

Harry alzò la testa dalla sua spalla e le sorrise.

-Credo sia meglio andare...a meno che tu non voglia continuare a fare su e giu' con quest'ascensore per tutta la sera-disse lei con uno sguardo malizioso negli occhi.

Harry rise e le baciò una spalla nuda,lasciata scoperta dallo scialle.

Immediatamente sentì i brividi scendergli lungo la schiena e percepì la pelle d'oca di Ginny sotto le sue labbra.

-Forza andiamo...-disse prendendola per mano e uscendo con lei dall'ascensore.

 

 

 

Fortunatamente nessuno si era accorto del loro ritardo.

La festa era nel suo pieno svolgimento e quando Harry e Ginny arrivarono,videro alcune coppie ballare sulle note di "All I want for Christmas is you" e altri che si attardavano al tavolo del buffet.

-Così questa sarebbe una festa di Natale babbana-disse Ginny.

-Non è così male,una volta fatta l'abitudine-le disse lui avvicinandola a sè e mettendole un braccio attorno alla vita.

-Hai qualche raccomandazione da farmi?-gli domandò lei alzando lo sguardo verso di lui.

-Cerca solo di non parlare di incantesimi e di Hogwarts e vedrai che ti adoreranno-le disse.

Ginny sorrise.

-Va bene papà-lo prese in giro.

Graham e Jennifer li videro fermi sulla porta mentre si scambiavano quelle frecciatine e gli si avvicinarono.

-Finalmente!Pensavo che avessi deciso di disertare questa baronda-gli disse Graham mettendogli un braccio attorno alle spalle.

Harry sorrise e allo stesso tempo scosse la testa.

-Abbiamo avuto un pò di problemi con l'ascensore...-disse Harry restando sul vago.

-Siamo rimasti bloccati-concluse Ginny per lui.

Harry sorrise a quelle parole,poi presentò la donna a Graham.

-Allora esisti veramente!Iniziavo a credere fossi una sua fantasia-disse l'uomo rivolto a Ginny.

Harry rise alle sue parole e strinse Ginny un pò di piu' a sè.

-Adesso capirai perchè la tenevo nascosta...-disse poi rivolto a Graham.

Ginny posò la testa sul torace di Harry,piacevolmente colpita da quelle parole.

Restarono a parlare per un pò,poi Graham e Jennifer si unirono alle danze,mentre Ginny si avvicinò al banco del buffet.

Prese un bicchiere di vino bianco e ne bevve un sorso,poi si accorse di una presenza accanto a lei.

Si voltò e vide Sarah che le rivolse subito un sorriso.

-Ti sta molto bene quel vestito-le disse cercando di apparire gentile.

Ginny ricambiò il sorriso e bevve un'altro sorso dal suo bicchiere.

Prese uno stuzzichino e cercò di ignorare la donna,che continuava a guardarla.

-Da quanto tempo siete fidanzati tu e Harry?-le domandò Sarah.

Ginny la guardò agguerrita:era meglio chiarire le cose una volta per tutte.

-Non che la cosa ti riguardi,ma sono quasi cinque anni-le disse guardandola.

La vide annuire.

-Che strano...-commentò la mora,bevendo poi un sorso dal suo bicchiere.

Sapeva che doveva lasciar cadere la provocazione,ma le era proprio impossibile.

-Che cosa è strano?-le domandò.

-Che Harry in tre anni non abbia mai fatto il minimo accenno a te...E poi all'improvviso eccoti apparire dal nulla...

Non sembra strano anche a te?-domandò ancora una volta a Ginny.

Sentiva la rabbia salire:aveva voglia di prenderla a schiaffi,di prenderle il bicchiere che continuava a passare da una mano all'altra e di versarle tutto il vino sul vestito verde acqua.

-Eppure Harry e io per un certo periodo siamo stati intimi...parecchio intimi.

Io sapevo tutto di lui e lui sapeva tutto di me-le disse.

"Questa vuole proprio essere presa a schiaffi"pensò con lo sguardo fisso su Sarah.

Come poteva pensare che credesse a tutte le bugie che le stava raccontando?La credeva veramente così stupida?

-Va tutto bene?-domandò una voce alle sue spalle.

Ginny si voltò e vide Harry,che le rivolse subito un sorriso rassicurante.

Aveva capito subito che la sua Ginny aveva bisogno di aiuto:lo capiva dal modo in cui guardava Sarah e poi aveva visto le mani di lei aprirsi e chiudersi ripetutamente,quasi fosse pronta a colpirla.

-Oh si tutto bene...Stavamo facendo due chiacchiere-disse Sarah sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori verso Harry.

-Tu credi di conoscere Harry?-domandò Ginny a Sarah ignorando Harry.

-Cosa?-domandò la mora.

-Che succede?-domandò Harry.

-Non ti intromettere-disse senza voltarsi a Harry.

Guardò alcuni secondi Sarah,e la donna sostenne il suo sguardo.

-Hai appena detto di conoscere Harry,provamelo!

Dove vivono i suoi genitori?-le domandò.

-Ginny!-disse Harry alzando leggermente la voce.

-Ti ho detto di non intrometterti Harry!-disse voltandosi a guardarlo soltanto per alcuni istanti, per poi tornare a guardare la donna di fronte a lei.

Sarah restò in silenzio per alcuni istanti,poi guardò con sguardo truce la rossa.

-Da qualche parte a Londra-le disse sicura.

Ginny non potè evitare di sorridere.

-Ha mai avuto un'animale domestico?-le domandò ancora.

-No,non gliel'hanno permesso-disse Sarah.

Questa donna stà inventando di sana pianta,pensò Ginny.

Nella stanza,parecchie persone si erano fermate ad ascoltare il battibecco e fra queste c'erano anche Steve,David,Daisy,Lucy,Jen e Graham.

-Qual'è la sua colazione preferita?-domandò ancora.

-Caffè nero e toast-disse Sarah.

-Come si è fatto la cicatrice sulla fronte?-le domandò per ultimo.

-Ginny...-disse Harry con minore convinzione di prima.

Non aveva ancora capito cosa stava succedendo,ma aveva paura di quello che poteva fargli Ginny se la interrompeva di nuovo.

Sarah e Ginny non gli badarono e continuarono a lanciarsi sguardi infuocati.

-Durante una partita di rugby-disse Sarah alla fine.

Ginny si lasciò scappare una piccola risata.

-Sei davvero incredibile.Hai una fantasia veramente fuori dal comune-disse Ginny.

Sarah la guardò in silenzio.

-Adesso ti dico io le vere risposte-disse poi.

-Per quasi sette anni ha avuto una civetta bianca,Edvige a cui era consentito volare soltanto di notte perchè ai suoi zii non piaceva averla in casa ...almeno su questo avevi ragione.

Beve il caffè nero,è vero,ma se non beve il succo di zucca appena sveglio non riesce a collegare il cervello-le disse senza staccare gli occhi da quelli di lei.

Stava per dire una cosa che sapeva avrebbe ferito Harry,quindi voltò per un'attimo lo sguardo verso di lui e gli chiese scusa con lo sguardo.

-Purtroppo i suoi genitori non vivono in qualche parte nei sobborghi di Londra.

Sono morti quando lui aveva appena un'anno e lui ha vissuto con i suoi zii finchè non ha compiuto diciasette anni...Almeno questo avresti dovuto saperlo vista la vostra intima amicizia!-le disse.

La guardò e si fermò un'attimo per prendere fiato.

-Sicuramente è vero che non ti ha mai parlato di me,e so anche perchè non lo ha fatto...Ma io sono stata con lui ogni istante della sua vita:da quando ha vinto il primo trofeo di calcio a quando ha indossato per la prima volta lo smoking.

Ero con lui quando le persone piu' importanti della sua vita sono morte e so come si è fatto quella cicatrice sulla fronte,e ti assicuro non è successo durante una partita di rugby, e so come si è procurato quella sulla mano...anzi ce l'ho anche io-le disse alzando la mano per dimostrarle che stava dicendo la verità.

Sarah aveva lo sguardo fisso su Ginny,come tutti gli altri che avevano seguito tutto il litigio.

La rossa fece un passo verso Sarah.

-Gli devo la vita,ed è grazie a lui se mio padre è ancora vivo...Lui è il mio uomo e non hai neanche idea di quanto ho lottato per averlo e sicuramente non lascerò che tu me lo porti via, quindi te lo dico per l'ultima volta:STA LONTANA DA LUI!-le disse sempre con lo sguardo fisso negli occhi di Sarah.

La mora sostenne il suo sguardo per alcuni istanti,poi si arrese e si allontanò,senza dire nulla.

Ginny la guardò allontanarsi e si lasciò scappare un sospiro di sollievo.

Aveva avuto paura fino all'ultimo che quel lungo discorso si rivelasse inutile.

Si passò una mano fra i capelli e bevve un lungo sorso dal bicchiere di vino che aveva tenuto fra le mani tutto il tempo.

Sentiva il mormorio delle persone che avevano assistito alla scena e che ancora la guadavano,come se aspettassero il ritorno di Sarah per il secondo round.

-Ginny...-si sentì chiamare.

Si voltò e vide Harry alle sue spalle.

Posò il bicchiere sul tavolo del buffet e restò in silenzio aspettando che lui parlasse.

Lo sguardo di lui non lasciava trasparire nessun'emozione:non sembrava arrabbiato,ma sicuramente non era neanche contento che lei avesse spiattellato a tutti i suoi colleghi i suoi fatti privati.

Senza dire una parola,le prese una mano e la condusse fuori dalla stanza.

Ginny si lasciò guidare di nuovo attraverso il corridoio che avevano percorso quella mattina ed entrò di nuovo nell'ufficio di Harry.

Si voltò quando lui ebbe chiuso la porta e lo guardò:il suo volto ancora non mostrava nessun'emozione.

-Ti posso spiegare...-gli disse.

Harry era con le spalle appoggiate alla porta e la guardava in silenzio.

-Io lo so che avevo promesso di...-cominciò.

-Va tutto bene Ginny-le disse Harry.

-Veramente?Non è che lo dici soltanto per...-gli chiese ancora lei.

Harry scosse la testa e le si avvicinò.

-Lo dico perchè lo penso...anzi devo se devo dirti la verità...ero veramente orgoglioso di te-le disse fermandosi davanti a lei.

Ginny lo guardò con aria leggermente sbalordita e si lasciò prendere fra le braccia.

-Veramente?-domandò.

Harry annuì.

-Hai sfoderato gli artigli neanche una leonessa...-le disse.

Harry le ravviò una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro e si chinò sul suo volto per baciarle prima la punta del naso e poi una guancia.

-Non avevo mi ero mai reso conto di quanto facessi parte della mia vita-le disse tornando a fissare gli occhi nei suoi.

Ginny continuava ad ascoltarlo,mentre Harry l'avvicinava a sè.

-Ci sei sempre stata...Eri con me sulla banchina quando sono partito per Hogwarts,eri con me quando mi sono trovato faccia a faccia con Tom Riddle e sei stata una delle poche persone che ha sempre avuto fiducia in me,anche quando tutti gli altri mi avevano voltato le spalle...-le disse.

-Harry io avrò sempre fiducia in te,lo sai-gli disse.

Harry le mise una mano dietro il collo e abbassò la testa,poggiando la fronte su quella di lei.

-Tu sei la mia roccia,Ginny-le disse serio.

Gli occhi di Ginny si coprirono di lacrime e lui le rivolse uno sguardo pieno d'amore quando vide due lacrime scendere sulle guance.

Le mise due dita sotto il mento e le fece alzare il viso verso di lui.

Ginny guardò i suoi occhi verdi per un'ultima volta poi chiuse gli occhi,avvicinando il volto a quello di lui.

Harry guardò il viso di Ginny,quel viso che amava tanto e senza piu' nessuna esitazione,avvicinò le labbra a quelle di lei.

La prima volta che le toccò,fu un tocco gentile,delicato,quasi le stesse cercando il permesso.

Aveva dimenticato quanto fossero morbide e calde le labbra della donna e quando lei le dischiuse leggermente,gli sembrò di aver trovato la porta del paradiso.

L'avvicinò a sè e poggiò di nuovo le labbra su quelle di Ginny,questa volta con maggiore decisione,con maggiore impeto.

La lingua di Ginny sfiorò il suo labbro inferiore,chiedendogli di farla entrare e Harry socchiuse le labbra,iniziando poi una lotta di lambite e di piccoli tocchi di lingua con la lingua di lei.

Ginny affondò le mani fra i capelli di Harry e gli mordicchiò il labbro inferiore.

Le braccia di Harry si serrarono attorno alla vita di lei e la sollevarono per portarla alla sua altezza.

Lo scialle che copriva le spalle di Ginny cadde ai piedi di Harry,mentre lei continuava ad assaporare le sue labbra riscoprendo quel sapore di cui aveva sentito tanto la mancanza.

-Quanto mi sei mancata...-le disse Harry staccandosi dalle sue labbra e guardandola in quella distanza ravvicinata.

Ginny sorrise felice e lo baciò di nuovo:non riusciva ancora a credere di poterlo fare.

Era libera di baciarlo senza nessun senso di colpa,senza nessuna paura,senza temere il giudizio di nessuno...

Ora esistevano soltanto loro due.

Si staccò dalle sue labbra ancora una volta e fissò di nuovo lo sguardo negli occhi verdi di Harry e gli allontanò con dolcezza una ciocca di capelli ribelli dalla fronte.

-Ti amo...-gli disse.

Lui le rivolse il sorriso piu' bello che avesse mai visto e le diede un'altro piccolo bacio.

-Ti amo...-le disse,gli occhi fissi nei suoi.

Era tutto quello di cui aveva bisogno...Ora la sua vita era completa...

 

Ecco il tanto atteso(e promesso)bacio...Spero sia stato all'altezza delle aspettative e,al contempo,spero di non aver deluso nessuno.

Voglio rassicurarvi:questo non è la fine della storia...ho ancora tante idee che mi frullano in testa e poi ci sono ancora tante cose di cui parlare.

Mi scuso x eventuali errori di battitura e di ortografia e naturalmente ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo.

Adesso i ringraziamenti:Sarina87(Alla fine nn è servito usare l'Avada Kedavra per Sarah,ci ha già pensato Ginny),Jellicat(spero di non aver rovinato tutto con questo capitolo),Lyoko(Per quanto riguarda Ron,posso solo dirti che questa volta neanche l'arte di Hermione darà esito positivo...almeno per un'altro pò),Kia(Neanche io riuscirei a scegliere...Per questo adoro Ginny!),Cy17love(Grazie x i complimenti sulla ff e su entrambe le coppie:x me sono perfette così e non li avrei visti in nessun'altro modo),Edvige87(Era dovuto verso Ron ed Hermione,mi ero accorta di averlo lasciato un pò in disparte e ho pensato di rimediare cn una scena "dolce" prima dei fuochi d'artificio!),JC(Grazie infinite x i 2 messaggi e x gli IMMENSI complimenti: ti confesso che il fatto che tu lo consideri quasi un nuovo libro della saga mi commuove!Spero di nn deluderti cn questo capitolo!) e last but not least Potterina88(Scusami x la scena fra Harry e Ron nello scorso capitolo,non volevo sconvolgerti così tanto!Spero di farmi perdonare con questo capitolo!Aspetto con ansia di sapere le tue reazioni!)

Per il momento vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo capitolo...

"Natale alla Tana"...ma non fatevi ingannare dal titolo!

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Natale alla Tana ***


Natale alla Tana

 

La stanza era avvolta in un'innaturale silenzio.

La penombra del tardo pomeriggio lasciava il salotto quasi completamente al buio,ma alle due persone sdraiate sul divano la cosa non sembrava creare il minimo fastidio.

Un'estreaneo entrando in casa avrebbe pensato che la casa fosse deserta,ma se avesse teso le orecchie e avesse ascoltato attentamente il silenzio per qualche istante,avrebbe sentito dei gemiti soffocati e dei sospiri provenire dal salotto.

Neanche un'ora prima,Harry e Ginny erano sdraiati sul divano saltando da un canale all'altro della televisione cercando qualcosa di interessante.

Teddy era stato accompagnato da Miss Queen a casa di Sam,un suo compagno di scuola e non sarebbe tornato prima delle sei,riaccompagnato a casa dalla mamma di Sam.

Inizialmente,Harry e Ginny avevano deciso di andare a fare qualche giro per negozi per comprare gli ultimi regali per Natale,ma avevano cambiato programma sentendo il vento gelido che entrava da sotto la porta e che sbatteva contro le finestre chiuse.

Così avevano deciso di restarsene a casa e di godersi quel pomeriggio di solitudine;Harry si era sdraiato sul divano con la schiena appoggiata ad un bracciolo e Ginny si era sdraiata fra le sue gambe con la schiena appoggiata al suo petto  e con un libro fra le mani.

Harry aveva guardato il telegiornale della BBC1,accarezzando i capelli di Ginny e qualche volta intrecciando le dita a quelle di lei.

Lei lo lasciava fare,continuando a tenere lo sguardo fisso sul libro,anche se Harry si era accorto che da quasi dieci minuti non voltava piu' le pagine.

Aveva lasciato il telecomando sul divano e aveva posato entrambe le mani sulle spalle della donna,iniziando a massaggiarle dolcemente.

La vide chiudere il libro e lasciare un dito fra le pagine come segnalibro,poi gli aveva appoggiato la testa sul petto,completamente rilassata,e aveva chiuso gli occhi.

Harry aveva continuato a massaggiarle le spalle,scendendo lentamente sulle braccia e facendole venire i brividi con il tocco leggero delle sue dita.

Aveva avvicinato il viso a quello di Ginny,ancora posato sul suo petto e aveva posato le sue labbra su quelle di lei per un bacio che nelle sue intenzioni doveva essere casto.

Ma i suoi piani vennero sconvolti da Ginny nello stesso istante in cui le loro labbra si toccarono:le labbra di lei si erano socchiuse per lasciarlo entrare e,con pigro piacere,gli aveva morso piu' volte il labbro inferiore,sfiorando poi la lingua di lui con la sua.

Aveva alzato la mano destra e,senza neanche guardare,l'aveva affondata fra i capelli di lui,iniziando poi ad accarezzarli e a scompigliarli.

Si era staccata dalle sue labbra e gli aveva sorriso guardandolo negli occhi,poi si era staccata da lui e si era voltata mettendosi in ginocchio fra le gambe di Harry.

La televisione continuava a trasmettere il telegiornale e nella stanza si sentiva soltanto il fastidioso cicaleccio dell'anchorman intento a dare le notizie.

Ginny,in silenzio,aveva preso il telecomando e aveva spento il televisore,lasciando poi cadere il telecomando per terra ai piedi del divano.

Poi aveva preso il libro che ancora era sul divano,ma che oramai rappresentava soltanto un'impiccio e l'aveva fatto cadere accanto al telecomando.

Era tornata a guardare Harry,che non le aveva mai staccato gli occhi di dosso,e gli si era avvicinata gattonando sul divano.

Aveva stretto le braccia attorno al collo di lui per tornare a baciarlo,come se quei pochi minuti di lontananza fossero stati in realtà anni.

Harry aveva staccato la schiena dal bracciolo e si era avvicinato al corpo di lei,stringendolo fra le sue braccia:voleva sentirla il piu' vicino possibile a sè,voleva sentire il suo odore,il suo profumo...

Le aveva messo le mani sui fianchi e l'aveva fatta sedere a cavalcioni su di lui,facendola entrare a contatto per la prima volta con la sua iniziale durezza.

Ginny aveva sorriso sulle sue labbra,sentendo l'effetto che avevano le sue carezze e i suoi baci su Harry e aveva iniziato a lasciare una piccola scia di baci sul viso di lui:su entrambe le palpebre,sulla punta del naso,sulle guance,sul mento per poi scendere verso il pomo d'adamo e la gola.

Le mani di Harry,fino a quel momento strette attorno alla sua vita,presero ad accarezzare le forme di Ginny,salendo lungo i fianchi e sfiorando,dopo un'attimo di esitazione iniziale,la curva del seno.

Ginny si era lasciata scappare un sospiro quando lui l'aveva accarezzata,dando così il coraggio ad Harry per andare avanti:le aveva accarezzato il seno a palmi aperti,delicatamente come se avesse paura di farle male in qualche modo,e aveva sentito sotto le sue dita i capezzoli già turgidi.

L'aveva sentita muoversi su di sè e aveva sentito chiaramente la sua sempre piu' viva erezione sbattere contro il suo centro e non era riuscito a frenare un gemito che gli uscì prepotente dalla gola.

Ginny aveva gli occhi fissi sul suo volto e a quel suono sorrise:un sorriso d'orgoglio.

L'aveva baciato di nuovo,calando sulle sue labbra con passione e desiderio e lui aveva risposto a quel bacio con tutto l'amore e il desiderio che sentiva per lei.

Harry sentiva le mani di lei accarezzargli il petto ancora coperto dalla camicia e quando le aveva sentite afferrare il primo bottone,si era staccato dalle sue labbra e l'aveva guardata negli occhi.

La desiderava come un pazzo,ma non voleva assolutamente metterle fretta:non voleva che lei lo facesse soltanto per lui.

-Ginny...-riuscì a dire.

Lei non l'aveva neanche fatto parlare.

Gli aveva messo un dito sulle labbra e lo aveva zittito prima di tornare ad occuparsi dei bottoni della sua camicia.

Aveva sbottonato tutta la camicia,lasciandolo a petto nudo e per un'istante aveva indugiato con lo sguardo sui pettorali scolpiti e lo stomaco piatto,eredità degli allenamenti di Quidditch.

Con lo sguardo di nuovo sul volto di lui,aveva incontrato i suoi occhi,pieni di preoccupazione e di amore per lei e gli aveva sorriso.

Aveva guardato le labbra di Harry,diventate rosse e gonfie per i baci e per i morsi e tornò a posarvi sopra le labbra,ricominciando ad assaporare la sua bocca con lentezza.

Harry l'aveva stretta di nuovo a sè,facendola aderire al suo corpo,le mani affondate nei fulvi capelli di lei.

Le loro labbra si erano staccate ancora una volta e la bocca di Harry era scesa seguendo la linea del collo di Ginny,alternando le labbra con la lingua.

Una mano aveva preso ad accarezzarle la coscia sinistra,scendendo fino all'attaccatura del ginocchio.

Ginny sorrise:lo sentiva.

Sentiva quanto lui la desiderava,lo dimostrava in ogni carezza,ogni bacio ogni sguardo...

E lei lo desiderava allo stesso modo,se non di piu'.

Aveva abbassato la testa per incontrare di nuovo le labbra di Harry,sfiorando ancora una volta l'erezione di lui con il bacino,e lo sentì gemere sulle sue labbra.

L'aveva spinto di nuovo con la schiena contro il bracciolo della poltrona e gli si era sdraiata contro,poggiando il seno contro il petto di lui.

Una mano di Harry era dietro il suo collo e le impediva di allontanarsi dal suo viso...ma quello era il suo ultimo pensiero.

Harry aveva sospirato ancora una volta,quando la gamba destra di lei aveva sfiorato il suo basso ventre.

Stavano perdendo la ragione ed erano ancora quasi completamente vestiti,pensò Ginny in un'attimo di lucidità.

Le mani di Harry erano sul suo sedere,avvicinandola ancora di piu' a lui e,mentre ricambiava un bacio di Ginny,sentì dei rumori in lontananza.

Pochi secondi e nella casa silenziosa risuonò,pari al rumore di una sirena antincendio,il suono del campanello.

Ginny e Harry si guardarono per alcuni istanti confusi,poi una consapevolezza si fece strada nelle loro menti annebbiate:Teddy.

Harry appoggiò la testa sulla spalla sinistra di Ginny:ma c'era qualche divinità che ce l'aveva con loro?

-Arrivo!-disse Ginny quando il campanello suonò per la seconda volta.

Harry alzò la testa per incontrare lo sguardo della donna e la vide sorridere.

-E' meglio che vada io-gli disse.

Poi abbassò lo sguardo verso l'erezione visibile anche attraverso i pantaloni e Harry,seguendo il suo sguardo,sorrise.

Ginny si staccò da lui e si mosse velocemente verso l'ingresso,lasciandolo sul divano mezzo nudo.

Nella stanza buia,Harry sentì i passi veloci di Ginny nell'ingresso,vide accendersi la luce e aprirsi la porta d'ingresso.

Si alzò a fatica dal divano e la sentì parlare con la mamma di Sam e con Teddy,poi la porta si chiuse e Teddy che le raccontava cosa aveva fatto nelle ultime ore.

Se sapessi cosa è successo a noi nell'ultima ora Teddy,pensò Harry sentendo risvegliarsi l'erezione al solo ricordo.

Aveva bisogno di una doccia fredda...

 

Quando scese di nuovo al piano di sotto,Teddy e Ginny erano in cucina.

La donna era accanto al piano di lavoro con Teddy e stava mescolando un composto di colore marrone chiaro in una ciotola e Teddy le era accanto con le mani sporche di farina.

-Zio Harry!-lo chiamò il piccolo non appena lo vide entrare.

Harry fece il giro del mobile e andò a posare un bacio fra i capelli di Teddy.

-Ti sei divertito a casa di Sam?-gli domandò accarezzandogli i capelli scompigliati.

-Tanto!Sua mamma ci ha permesso di giocare a nascondino dentro casa...

Però non preoccuparti,mi sono comportato bene-gli disse subito.

Harry sorrise e alzò lo sguardo su Ginny.

La donna incontrò il suo sguardo e gli sorrise:sulle guance le era rimasto un lieve rossore in ricordo di quello che era successo poco prima nel salotto.

-Tutto bene?-gli domandò con un sorriso enigmatico sulle labbra.

Harry annuì.

-Ma è meglio se per un pò mi stai lontana...-le disse avvicinandosi al frigorifero.

La sentì ridere alle sue spalle mentre tirava fuori una bottiglia di vino bianco,poi si voltò verso la credenza e tirò fuori due bicchieri da vino.

-Cosa state facendo?-domandò a entrambi.

-Stiamo facendo una torta!E zia Ginny mi ha detto che posso restare sveglio finchè non sarà cotta...-gli rispose Teddy.

-Così può assaggiare com'è venuta la torta-disse Ginny per confermare le parole del bambino.

Harry sorrise a quelle parole:nelle ultime due settimane Ginny era diventata una presenza fissa nelle loro vite.

Anche se non facevano colazione insieme,lei arrivava a Privet Drive in tempo per salutare Teddy prima che lui andasse all'asilo e la sera era diventata una consuetudine cenare tutti insieme e che lei lo aiutasse a mettere a letto Teddy.

Quando la scuola era finita,Ginny aveva proposto al bambino di andare al suo negozio e di farle da assistente:sembrava che il bambino non aspettasse altro.

Lo veniva a prendere dopo colazione e restava con lei in negozio fino all'ora di pranzo,quando Miss Queen andava a prenderlo per riportarlo a casa.

Aveva cominciato a chiamarla zia Ginny e a Harry non poteva che fare immensamente piacere.

-Ok,va bene...Non ho voglia di fare la parte del cattivo-disse avvicinandosi a Ginny e posandole il bicchiere accanto alla ciotola.

Dopodichè si mise seduto al tavolo e iniziò a leggere l' "Evening Standard",come faceva tutte le sere prima di cena.

-Harry...-si sentì chiamare.

-Mh?-

-Martedì è la vigilia di Natale...-disse Ginny.

Abbassò un'angolo del giornale per incontrare lo sguardo della donna.

Ginny era tranquilla,continuava a mescolare il composto,che ora era diventato quasi liquido.

-Si,me lo ricordo-le disse.

-Noi la Vigilia la passiamo sempre con Daisy e David-s'intromise Teddy.

Ginny guardò per un'istante il bambino,poi senza dire nulla annuì.

Harry tornò ad alzare il giornale e senza guardarla,parlò.

-Te l'ho detto che Daisy ha invitato anche te quest'anno?-le disse.

Sentì che la donna aveva smesso di mescolare.

-Ho pensato che non ti saresti sentita a tuo agio a casa loro,così gli ho proposto di venire da noi...David era entusiasta,farebbe di tutto per evitare di aiutare Daisy a cucinare-disse continuando a scorrere le notizie del giornale con gli occhi.

Quando sentì il silenzio in risposta,abbassò di nuovo l'angolo del giornale e la guardò:Ginny aveva posato la ciotola sul piano da lavoro e lo stava guardando,incurante del giornale che si frapponeva fra loro,con uno sguardo commosso.

-Va tutto bene?-le domandò.

Ginny annuì.

-Sì...E' che non pensavo avessi fatto questo per me...-gli disse.

Harry posò il giornale sul tavolo e le si avvicinò.

Incurante delle sue mani sporche di farina,si fece stringere e le posò un bacio fra i capelli.

-Ho pensato che sarebbe stato un Natale difficile per te...con quello che è successo con Ron e tutto il resto...E allora ho voluto fare la mia parte-le disse.

Ginny gli sorrise.

-E c'è un'altra cosa...-le disse guardandola in volto.

Ginny si incupì,vedendo cambiare il suo sguardo.

-Che cosa?...Devo preoccuparmi?-gli domandò.

Harry alzò le spalle.

-Forse-disse sibillino.

Sempre tenendola stretta,Harry restò qualche istante in silenzio cercando le parole giuste per spiegarle l'idea che gli era venuta in mente in quei giorni e quando tornò a incontrare lo sguardo di lei,i suoi occhi erano seri.

-Credo che sia venuto il momento che io incontri la tua famiglia-le disse.

Ginny aggrottò le sopracciglia.

-Voglio dire...Avevo pensato di organizzare una cena qui...In sostituzione della Vigilia e del Natale per permetterti di stare con la tua famiglia e per far sapere loro di noi due...E anche per chiedergli scusa per il modo in cui mi sono comportato-le disse.

Ginny si scoprì commossa:non sarebbe stata una cosa facile per lui,ma si stava offrendo di farla soltanto per lei.

-Veramente faresti tutto questo per me?-gli domandò sorridendogli.

Lui avvicinò il viso a quello di lei e le posò un bacio dolce sulle labbra.

-Farei qualsiasi cosa per te...Anche se credo che Ron non farà parte di questa piccola riunione di famiglia-le disse.

Lei annuì.

-Ti piace la mia idea?-le domandò poi.

Ginny sorrise.

-E' assolutamente fantastica...Così potremmo presentargli anche Arthur...Immagino già le lacrime della mamma appena lo vedrà-disse Ginny.

-Perchè?-domandò Teddy alzando lo sguardo,sorpreso da quelle parole.

I due adulti sorrisero e Harry scosse la testa.

-Perchè la mamma di Ginny ti ha visto quando eri molto piccolo,ed era amica della tua mamma...Sarà molto felice di vederti-gli spiegò sommariamente.

-Credevo di aver combinato qualche guaio...-disse Teddy tornando ad affondare le mani nella ciotola piena di farina che Ginny gli aveva dato.

Harry rise e si staccò da Ginny,andando a prendere il suo bicchiere di vino e bevendone un sorso.

-Chi pensavi di invitare?-gli domandò lei,che nel frattempo era tornata a mescolare il composto nella ciotola.

Harry alzò le spalle.

-I tuoi genitori,George,Bill e Fleur se sono a Londra.

Credi che sia scortese invitare Hermione senza Ron?-le domandò tornando a guardarla.

-Lui non verrebbe comunque,però non mi sembra giusto escludere lei per colpa dell'idiozia di mio fratello-disse Ginny.

La donna,aiutata da Teddy,verso il composto in una teglia a forma rotonda e poi si avvicinò al forno per controllarne la temperatura e infilarvi dentro la teglia.

-Voglio proprio vedere la tua faccia quando conoscerai la ragazza di George!-disse Ginny togliendosi il grembiule sporco di farina.

Harry fece un sorriso sovrappensiero.

-Sempre se accetteranno il nostro invito-disse dando voce al suo timore.

-Lo faranno!Sanno che non passerò il Natale con loro per il mio litigio con Ron,quindi sarà un'occasione per stare insieme-gli disse sicura.

-Ok,ma...-cominciò lui.

-La smetti di preoccuparti?Non li abbiamo ancora chiamati e quindi non sappiamo ancora se verranno oppure no.

Quando veramente ci avranno detto che non lo faranno potrai cominciare a preoccuparti,ma per il momento no-gli disse con voce decisa.

Harry la guardò e per alcuni secondi vide la signora Weasley al posto di Ginny.

Annuì e la donna gli rivolse un sorriso amorevole.

Come sempre aveva ragione la donna...

 

 

Gli inviti vennero fatti il giorno dopo,per telefono e via gufo.

E nel giro di ventiquattro ore Harry e Ginny ebbero la conferma dai partecipanti:tutti avevano accettato il loro invito.

Sembrava quasi che non aspettassero altro.

I primi a dargli la conferma della loro presenza erano stati George e la sua "misteriosa" fidanzata,che vivevano con Ginny;poi c'era stata la telefonata di Hermione che gli aveva assicurato la sua presenza,naturalmente senza Ron.

Nel tardo pomeriggio era arrivato il gufo di Bill e Fleur,che assicuravano la loro presenza insieme alla loro figlia,Victoire.

E la sera era arrivato il gufo di casa Weasley,mandato dai signori Weasley che rassicuravano Ginny sulla loro presenza alla cena.

-Te l'avevano detto che sarebbero venuti tutti-disse Ginny a Harry.

Lui aveva annuito improvvisamente spaventato da quello che aveva messo in moto.

-Speriamo solo di non dovercene pentire-disse stringendo Ginny a sè.

Lei gli aveva fatto voltare la testa verso di sè,facendo incontrare i loro occhi.

-Andrà tutto bene,te lo prometto-gli disse.

-E se anche gli altri reagissero come Ron?-le domandò dando voce ad un timore che lo tormentava.

Non voleva che per colpa sua Ginny perdesse l'appoggio della sua famiglia.

Non voleva che per il loro amore lei fosse costretta a pagare un prezzo troppo alto.

-Ti assicuro che non sarà così...Non sono tutti così testardi nella mia famiglia-gli disse.

Lui aveva annuito cercando di mettere a tacere quelle voci che gridavano al disastro.

Dovevano soltanto aspettare domenica....

 

 

 

 

Hermione guardò suo marito,seduto sulla poltrona con lo sguardo ostinatamente fisso sullo schermo della televisione.

Indossava la divisa dei Cannoni di Chudley e seguiva con attenzione,o almeno così voleva farle credere,un commento pre-partita su MagicSky.

-Sai che giorno è oggi?-gli domandò lei,tentando un'approccio.

-E' domenica-rispose lui.

Hermione annuì facendo un passo verso il divano dove lui era seduto.

-Sai anche che succede oggi?-gli domandò sedendosi poco distante da lui.

-E' domenica quindi c'è la partita-disse Ron con un'alzata di spalle.

Hermione sospirò:quando voleva,suo marito sapeva essere piu' testardo di un mulo.

-Veramente non mi riferivo a questo...-gli disse cercando un'altro approccio.

-So benissimo a cosa ti riferisci Mione,ma non voglio parlarne-le disse lui staccando gli occhi dallo schermo e guardandola per alcuni istanti.

-Ron...-cominciò lei.

-Se pronunci un'altra volta il nome di quella traditrice o di quello lì,ti giuro che mi metto a urlare-le disse alzandosi dal divano.

Il giorno in cui aveva avuto la discussione con Ginny era tornato a casa sconvolto e aveva tolto tutte le foto dove compariva sua sorella:le aveva nascoste da qualche parte e anche se Hermione le aveva cercate in giro per casa non era riuscita a trovarle da nessuna parte.

Ron le aveva raccontato in maniera confusa di aver trovato Ginny e Harry abbracciati in negozio e di aver sentito il piccolo Teddy chiamare sua sorella "fidanzata di Harry".

Aveva capito che Ron aveva colpito Harry e che c'era stata in seguito una grande litigata fra i due fratelli che si era conclusa con la decisione di Ron di escludere la sorella dalla sua vita.

Aveva provato in tutti i modi a farlo ragionare,a fargli cambiare idea;aveva chiesto aiuto a George e ai suoi genitori,ma non era servito a niente;questa volta Ron si era dimostrato irremovibile sulla sua scelta.

La situazione era complicata anche da Ginny:anche lei era decisa ad escludere il fratello dalla sua vita per il comportamento infantile che aveva dimostrato e per come si era comportato davanti a Teddy.

Erano le persone piu' orgogliose che Hermione conoscesse e sapeva che niente avrebbe fatto cambiare loro idea...a meno di un miracolo.

-Non è una traditrice!Ha soltanto scelto di stare con l'uomo che ama-gli disse restando seduta.

-L'UOMO CHE AMA?L'uomo che l'ha abbandonata senza neanche pensarci due volte,che l'ha fatta soltanto soffrire e che...-cominciò diventando immediatamente rosso.

-E che le ha salvato la vita!-gli ricordò lui.

-SE NON FOSSE STATO PER COLPA SUA,NON LE SAREBBE SUCCESSO NIENTE!-disse Ron.

Hermione sospirò:era come parlare con un muro.

-Non si può scegliere chi amare...E noi dovremmo saperlo meglio di chiunque altro-disse.

-Ma ti senti?Sembri un romanzo rosa di terza categoria-le disse cattivo.

Hermione lo fulminò con gli occhi e poi si alzò di scatto dal divano.

-Sai che ti dico?Io vado al pranzo con tua sorella e Harry e la tua famiglia.

Se per caso dovessi tornare in te,sai dove trovarci!-gli disse avviandosi a passi veloci verso l'ingresso.

-Hermione aspetta...-la chiamò lui.

Sapeva di averla fatta arrabbiare e voleva tentare una riconciliazione prima che lei andasse via:era l'unica cosa vera che gli fosse rimasta e non voleva rovinare anche il rapporto che aveva con lei.

-Sai la cosa che mi da piu' fastidio Ron?

Io ti amo...-gli disse.

-Anche io-la interruppe lui.

-Ti amo con tutti i tuoi difetti e i tuoi capricci,e ti sono stata accanto sempre.

Anche nelle cose piu' strane e assurde che tu abbia fatto,proprio perchè ti amo.

Però questo proprio non lo riesco ad accettare-gli disse.

Lo guardò alcuni istanti in silenzio,poi Ron si accorse che gli occhi di Hermione si erano velati di lacrime.

-Tu sai cosa vuol dire perdere un fratello...

E adesso per colpa del tuo orgoglio sei disposto a perderne un'altro?-gli domandò.

Ron s'incupì:il solo accenno a Fred aveva aperto ferite che non si sarebbero mai chiuse del tutto.

-Mi dispiace ma questa volta se vuoi andare avanti,sarai da solo.

Io non ti seguirò in questa pazzia-gli disse.

Poi la vide uscire dalla stanza e pochi istanti dopo sentì sbattere la porta di casa.

Si passò una mano fra i capelli fulvi e si maledisse ancora una volta perchè non era capace di mettere da parte il suo orgoglio.

Sentiva tremendamente la mancanza di Ginny,e si era pentito di quello che gli aveva detto praticamente subito,ma non poteva tornare indietro.

Non era ancora disposto a perdonarlo...Forse non ci sarebbe mai riuscito.

Harry lo aveva ferito e per il momento non era possibile pensare di tornare indietro all'amicizia che li aveva legati un tempo.

Se quel legame non esisteva ancora...

Si buttò sul divano abbandonando la testa su uno dei cuscini rossi e chiuse gli occhi,cercando di svuotare la mente.

Doveva riprendere a vivere la sua vita come se il ritorno di Harry non fosse mai avvenuto...fino a quel momento tutto andava bene e lui era un'uomo felice.

Doveva impegnarsi per ritornare a quel punto.

 

 

 

 

 

Non lo aveva mai visto così nervoso.

Continuava a tormentare la punta della cravatta blu con le dita e a guardare l'orologio sulla mensola del camino.

-Smettila di agitarti!Hai vissuto con la mia famiglia per anni,non hai motivo di essere così nervoso-gli disse Ginny aggiustandogli il colletto della camicia.

-Hai ragione,lo so che hai ragione...ma vallo a dire al mio cervello malato!-le disse mettendole una mano sul fianco.

Anche quel giorno,Ginny era bellissima:indossava dei pantaloni neri che mettevano in evidenza le sue forme ed un maglione blu scuro a collo alto.

Ginny sorrise e gli scompigliò ancora di piu' i capelli.

-Il tuo cervello non ha niente...E oggi andrà tutto bene-gli disse accarezzandogli una guancia liscia.

Lui annuì e avvicinò il viso a quello di lei,dandole un bacio dolce sulle labbra.

Ginny si strinse subito a lui,facendo aderire il suo corpo a quello di Harry,rispondendo al bacio con una lentezza esasperante.

Quando le loro labbra si staccarono,Harry la guardò in quella distanza ravvicinata e le sorrise malizioso: era rossa in volto ed i suoi occhi erano leggermente annebbiati.

Gli piaceva avere quel potere su di lei...

-Sai cosa mi aiuterebbe a calmarmi?-le domandò sorridendo.

Ginny lo guardò con aria interrogativa,restando in silenzio poi lo vide avvicinare la bocca al suo orecchio sinistro,trattenendo il respiro e,aperte leggermente le labbra,sentì il soffio del suo respiro caldo.

-Credi che potremo riprendere quel discorso che abbiamo interrotto l'altro giorno?-le domandò a bassa voce.

Harry la vide sorridere con la coda dell'occhio e sentì le sue dita affusolate,che ancora indugiavano fra i suoi capelli, accarezzargli il collo.

-Bambino cattivo!-disse lei a bassa voce.

Rise alle sue parole e tornò a posare le labbra su quelle di lei,dimentico che di lì a poco sarebbero iniziati ad arrivare gli ospiti.

Tutto quello che contava in quel momento erano loro due.

Ancora una volta però fu il campanello a riportarli alla realtà:due suoni ravvicinati.

Il primo ospite era arrivato.

Harry sentì i passi di Teddy precipitarsi giu' per le scale e fu costretto,ancora una volta,ad aprire gli occhi e a staccarsi dalle labbra di Ginny.

-Vado io!-disse il bambino sfrecciando davanti alla porta del salotto diretto verso l'ingresso.

Guardò Ginny e si costrinse a staccarsi da lei e a prenderle la mano,prima di seguire Teddy all'ingresso.

-Teddy chi...-disse affacciandosi con la donna dal salotto.

Quando vide la persona che si stagliava sulla porta di casa rimase un'istante interdetto,mentre la sua mano stringeva quella di Ginny come una morsa e il suo stomaco si contraeva in preda alla paura.

George era fermo sulla soglia,lo sguardo fisso sul piccolo Teddy e quando li vide arrivare alzò lo sguardo su Harry.

Per alcuni istanti restarono in silenzio,scrutandosi e cercando le differenze che i tre anni avevano portato sui loro volti.

Harry aveva paura di quello che George gli avrebbe detto:era venuto il momento della prima prova del fuoco.

L'uomo eliminò la distanza che c'era fra loro in pochi passi,grazie alle sue lunghe gambe,e senza alcuna esitazione,lo abbracciò.

Harry,rimase immobile,interdetto dalla sua mossa.

George si sciolse dall'abbraccio e lo guardò sorridente:il tipico sorriso dei Weasley.

-La prossima volta che decidi di sparire,almeno lasciami una tua fotografia o una tua figura di cartone per la mamma e Ginny.

Non hai idea di quanto siano state insopportabili in questi anni-gli disse.

Harry sorrise,sentendosi improvvisamente sollevato:un peso era stato tolto dalla sua anima.

George,uno di quelli che piu' doveva avercela con lui,invece di riempirlo di parolacce e di colpirlo lo aveva abbracciato e aveva ricominciato a scherzare come aveva sempre fatto durante i loro anni ad Hogwarts.

Gli diede una pacca sulla schiena e poi lo abbracciò di nuovo,infinitamente piu' sollevato.

Il rosso si fece abbracciare per pochi istanti,poi si staccò gentilmente da lui.

-Non vorrei offenderti,ma la mia fidanzata potrebbe ingelosirsi-gli disse sorridendo.

-A proposito dov'è?-domandò Ginny,sorpresa di non averla ancora vista entrare.

-Stava scendendo dalla macchina con Hermione...Eccola-disse avvicinandosi a passi veloci alla porta.

Harry guardò verso la porta e restò a bocca aperta.

Aprì e chiuse gli occhi piu' volte,sicuro di aver avuto un'allucinazione,ma alla fine dovette arrendersi all'evidenza.

-Luna!-disse andandole incontro con un'enorme sorriso.

La donna alzò lo sguardo e gli rivolse un sorriso sorpreso e felice:forse non era veramente sicura di trovarlo lì.

-Harry...Lo sai che hai del rossetto sulle labbra?-gli domandò con voce tranquilla.

Harry guardò George che era scoppiato a ridere accanto alla bionda,e si strofinò le labbra con la mano libera,cercando di togliere il rossetto.

Ginny lo guardò e l' aiutò a toglierlo definitivamente,continuando a sorridere in maniera maliziosa.

-Smettila!-le sillabò lui prima di voltarsi verso gli ospiti.

Rimase ancora una volta senza parole quando vide l'enorme pancione di Luna.

-Wow!...Voglio dire...Congratulazioni!Ginny non me lo aveva detto-disse guardando ora George e ora Luna.

-E perdermi lo spettacolo della tua faccia in questo momento?-disse la rossa ridendo.

Hermione apparve sulla soglia e si richiuse la porta alle spalle.

-Ehi!Ben arrivata-le disse Ginny staccandosi da Harry e andando a salutare le cognate.

-Faccio sempre confusione fra queste stradine...Sono tutte uguali-disse togliendosi il cappotto e appendendolo insieme agli altri.

-Sei sola?-azzardò Harry guardandola.

-Certo che è sola,con chi dovrebbe essere?-rispose Ginny per lei.

Hermione e Harry si guardarono alcuni istanti,senza dire nulla commentando con gli occhi quella frase.

-Che ne dite di aspettare in salotto l'arrivo degli altri?-propose Harry per spezzare l'imbarazzo che la sua domanda aveva creato.

-Faccio strada io!-urlò Teddy correndo avanti a tutti.

Le donne andarono avanti e George e Harry rimasero indietro di pochi passi.

-Quando mi ha aperto la porta sono rimasto senza parole...Sono rimasto immobile a fissarlo,incapace di aprire bocca,poi per fortuna siete arrivati tu e Ginny-gli confidò.

Harry capì che si riferiva a Teddy e annuì.

-Certe volte faceva lo stesso effetto anche a me...Basta farci l'abitudine-disse.

Videro Teddy arrampicarsi sul divano accanto a Ginny,per poi sdraiarsi con le braccia stese sulle gambe della donna.

-E' lo stesso effetto che ho avuto io quando ho visto Luna!Senza offesa,ma non vi avrei mai immaginato insieme-gli disse fermandosi sulla porta con il rosso.

George annuì e rise alle sue parole.

-Neanche io all'inizio...

Però lei mi ha fatto tornare a vivere...Se non fosse stato per lei sarei ancora a piangere la morte di Fred,chiuso in casa.

Invece adesso,sono fidanzato,il negozio sta andando a gonfie vele e fra neanche un mese ci sarà un'altro piccolo Weasley-disse con un sorriso orgoglioso.

Harry si passò la mano fra i capelli,leggermente imbarazzato.

-George,io volevo scusarmi per...-

-Non dire niente...Non ce ne è bisogno!Ci conosciamo da una vita e sarebbe stupido e inutile se tu mi chiedessi scusa per la morte di Fred-gli disse.

Harry ascoltò in silenzio quelle parole.

-Non è colpa tua,come non è colpa mia...E' successo-gli disse appoggiando la schiena alla parete accanto alla porta.

George vagò con lo sguardo nella stanza,finchè non trovò Luna,seduta su una poltrona immersa in una conversazione con Hermione e Ginny e istintivamente sorrise.

-Certe volte mi chiedo se vorrei tornare indietro nel tempo e riavere mio fratello,però poi mi ricordo di quello che abbiamo passato e mi rendo conto che non sarebbe giusto...Capisci cosa voglio dire?-gli domandò guardandolo serio.

Harry annuì:se fossero tornati indietro,avrebbero riavuto le persone care,ma non avrebbero piu'avuto quella pace.

George avrebbe riavuto Fred,ma forse non avrebbe avuto il bambino...

E lui?Era disposto a barattare la felicità di adesso,la sua felicità con Ginny e Teddy per rimettere a posto le cose?

-Harry!-si sentì chiamare.

Si voltò e vide il volto di Ginny voltato verso di lui:gli bastò uno sguardo per sapere la risposta.

Il campanello suonò e prima che riuscisse a muovere un passo verso l'ingresso,Teddy gli frecciò accanto diretto verso la porta.

-Altri ospiti!!-disse il bambino correndo.

Sorridendo,si mosse insieme a Ginny per andare ad accogliere i nuovi ospiti.

Era nell'ingresso quando Teddy riuscì ad aprire la porta e vedendo gli ospiti non potè fare a meno di sorridere.

Soltanto vedendoli,si rese conto di quanto gli erano mancati.

Entrambi i signori Weasley avevano lo sguardo fisso su Teddy,incantati e quasi incapaci di dire una parola.

-Oh Arthur...-disse la signora Weasley stringendo un braccio del marito.

Ginny prese una mano di Harry,commossa alla reazione dei genitori e lui sorrise.

-Mi conosci?-domandò il bambino sentendo il suo nome.

Sia Harry che Ginny sorrisero.

-Teddy perchè non lasci entrare in casa i nostri ospiti?-domandò Harry al bambino.

I signori Weasley alzarono lo sguardo dal bambino e videro la loro figlia ed Harry che li guardavano.

Il bambino si fece da parte e fece entrare i due adulti.

Ormai la signora Weasley non tentava piu' di nascondere le lacrime e,come aveva fatto George poco prima,corse da Harry e lo abbracciò.

-Caro...Caro ragazzo-disse fra i singhiozzi,stringendogli le braccia al collo.

Harry strinse le braccia attorno alla vita della donna e ritrovò su di lei lo stesso odore di Ginny.

-Mi dispiace...-le disse tenendo il mento sulla sua spalla.

-Non dirlo neanche per scherzo...L'importante è che tu sia tornato a casa.

Il resto non conta niente-gli disse la donna alzando la testa di scatto e guardandolo con gli occhi umidi.

I tre anni di lontananza avevano lasciato molti segni sul viso della signora Weasley:nuove rughe si erano formate attorno agli occhi e sotto il collo,dove spiccava anche una piccola cicatrice che Harry non aveva mai visto.

Un'altro ricordo permanente della Battaglia...

-Come sei sciupato...Dobbiamo provvedere!-gli disse ritrovando il suo cipiglio battagliero.

Harry le sorrise e poi spostò lo sguardo sul signor Weasley che continuava a star fermo a pochi passi da Teddy.

Si staccò dalla signora Weasley e fece i pochi passi che lo dividevano dall'uomo.

-Signor Weasley,io devo chiederle scusa-gli disse sostenendo il suo sguardo.

-Per cosa?-gli domandò l'uomo colpito dalle parole.

Anche il signor Weasley era invecchiato:ciocche di capelli grigi si intravedevano fra i capelli rossi,diventati ancora piu' radi;il volto era segnato da una stanchezza antica,a cui niente avrebbe potuto porre rimedio e le sue spalle erano leggermente curve sotto un peso invisibile,ma che Harry conosceva bene.

Teddy era accanto ai due uomini,alternando lo sguardo da uno all'altro,in silenzio come se non volesse perdersi neanche una battuta del discorso.

-Vi ho sempre considerato la mia famiglia,e voi mi avete sempre trattato come un figlio...Ma quando avrei dovuto essere accanto a voi,perchè avevate bisogno di me,io ho preferito scappare-gli disse abbassando lo sguardo.

-Harry...-s'intromise la signora Weasley.

Ginny però,mise una mano sul braccio di sua madre e la fermò evitando che la donna interrompesse la discussione fra i due.

-Avrei dovuto restare con voi,perchè voi eravate le uniche persone che capissero come mi sentivo...Ma mi vergognavo-disse rivolto all'uomo che continuava a fissarlo.

-Ti vergognavi?Harry non ce ne era motivo...-disse il signor Weasley.

Harry annuì.

-Non ero riuscito a proteggere le persone che amavo...Avevo giurato a me stesso che niente sarebbe successo alle persone a cui tenevo di piu'...e non sono riuscito a mantenere questa promessa.

Per questo le devo le mie scuse-gli disse guardando di nuovo gli occhi dell'uomo.

Arthur Weasley sospirò e annuì,visibilmente colpito dalle parole del ragazzo divenuto uomo che aveva sempre considerato come un figlio.

Lo vide tendergli una mano timoroso e tese la sua in risposta,stringendogliela.

Restarono pochi istanti in quella posizione,poi il signor Weasley fece uno scatto con il braccio attirando il ragazzo verso di sè e abbracciandolo.

Harry sorpreso da quel gesto inaspettato restò alcuni istanti immobile,poi diede una pacca sulla schiena dell'uomo.

-Bentornato Harry-sentì dire al signor Weasley.

Si lasciò scappare un sorriso e diede un'ultima pacca sulla spalla dell'uomo.

-Grazie signore-disse quando incontrò di nuovo il suo sguardo.

Arthur Weasley si staccò da Harry e si voltò verso il piccolo Teddy,che non si era perso una parola di quello che si erano detti i due uomini.

-Tu devi essere Arthur Lupin-disse sorridendo al bambino.

Il piccolo annuì con forza.

-Non immaginavo fossi già così grande-continuò.

-Ho quasi quattro anni!-gli rispose il bambino orgoglioso.

Tutti e quattro sorrisero alle sue parole.

-Teddy perchè non fai strada ai genitori di Ginny?Così raggiungiamo gli altri ospiti-disse Harry.

Il bambino non se lo fece ripetere due volte e corse per il corridoio che separava l'ingresso dal salotto.

Ginny si avvicinò a Harry e gli mise un braccio attorno al suo,rivolgendogli un sorriso commosso ed orgoglioso insieme.

Harry le sorrise e le coprì le spalle con un braccio,per poi baciarle i capelli.

George,Luna e Hermione erano seduti sul divano,intenti in una discussione e quando videro arrivare i signori Weasley gli sorrisero e si sbracciarono per salutarli.

-Era ora che arrivaste!-disse George.

-Pensavamo vi voste persi!A Hermione è successo...-disse Luna calma,accarezzandosi il pancione.

La signora Weasley rise e scosse la testa.

-Nessun problema.Abbiamo passato un pò di tempo con Teddy-disse guardando il bambino.

I tre seduti sul divano guardarono il bambino e sorrisero.

-Chi manca?-domandò il signor Weasley sedendosi su una poltrona beige dall'alta spalliera.

-Mancano soltanto Fleur e Bill.Poi ci siamo tutti-disse Ginny.

-Vuol dire che...-cominciò la signora Weasley guardando ora Hermione ora Ginny.

-No,Ron non viene-disse Hermione tagliando il discorso sul nascere.

Harry vide la donna annuire triste:doveva essere difficile per lei vedere i suoi figli che si evitavano e non parlavano fra di loro.

Specialmente i piu' piccoli,così attaccati fra loro...

-Signor Weasley posso tentarla con un bicchiere di Whiskey babbano?

E' simile al Whiskey incendiario,ma un pò meno forte-disse guardando l'uomo.

Il volto dell'uomo si illuminò:la sua passione per le cose babbane non si era ancora spenta e quell'offerta era oro per lui.

-Assolutamente sì-disse.

-Anche per me-si unì George.

Harry versò il whiskey in due bicchieri e li porse ai due uomini,poi sentì di nuovo il suono del campanello.

-Ecco i ritardatari-disse Ginny.

-Sicuramente Fluer avrà fatto tardi per pettinarsi i capelli-disse Hermione.

Luna e Ginny risero,prima che la rossa seguisse Harry e Teddy nell'ingresso.

-Credevo che vi fosse passata l'invidia per Fluer-disse sottovoce alla donna.

-E' colpa di mio fratello:nonostante siano passati anni da quando Fleur e Bill si sono sposati, Ron continua a fare la faccia da pesce lesso ogni volta che vede Fleur,mandando Hermione su tutte le furie-gli spiegò lei,fermandosi a pochi passi dalla porta.

Harry rise e immaginò quella scena nella sua mente:riusciva a vedere perfettamente la reazione del rosso.

Come le altre volte,Teddy aprì la porta e restò fermo davanti alla porta,scrutando i nuovi arrivati.

Ma questa volta ricevette uno sguardo altrettanto indagatore in risposta:una bambina,un pò piu' bassa di lui,con capelli biondi boccolosi che le scendevano sulle spalle con grazia lo fissava con curiosità.

Teddy incontrò gli occhi della bambina,due pozze di cielo,e improvvisamente i suoi capelli diventarono rosso fuoco.

-Che è successo ai tuoi capelli?-gli domandò la bambina.

Teddy non rispose,ma scappò via rifugiandosi accanto a Herry e Ginny,che avevano osservato la scena divertiti.

-Harry!-

Un uomo muscoloso e alto era apparso sulla porta,il viso nascosto quasi completamente dall'ordinata barba rossa che gli copriva il mento e le guance.

-Bill!-

Ginny si staccò dal compagno e andò a salutare suo fratello che non vedeva da un paio di mesi,baciandolo su entrambe le guance.

-Questa barba pizzica!-gli disse sorridendo.

Bill alzò le spalle.

-A Fleur piace e poi aiuta a coprire i segni-le disse.

In quel momento sulla porta apparve Fleur.

Erano anni che Harry non la vedeva,e provò le stesse sensazioni che aveva provato quando l'aveva incontrata anni prima,in un'altra vita,nella Sala Grande di Hogwarts.

Si sentì mozzare il fiato e un'odore di rosa arrivò alle sue narici,facendogli dimenticare per alcuni istanti il mondo intorno a lui.

Si riscosse subito però,aiutato anche dal pizzico che Ginny gli diede sul braccio destro.

-Ahi!-si lamentò incontrando lo sguardo della rossa.

-Attento a te-gli disse lei.

Harry rise e tornò a guardare Fleur:i capelli erano lunghi fino alle spalle,come quelli di sua figlia, biondi e boccolosi,risplendenti neanche avessero luce propria.

Il corpo,una volta magro,era stato addolcito da alcune curve al punto giusto,forse anche per merito della gravidanza.

Appena incontrò il suo sguardo gli sorrise,come se l'avesse visto l'ultima volta la scorsa settimana.

-Harrì,che piascere vederti-gli disse avvicinandosi al marito.

-Anche per me è un piacere vederti Fleur-disse Harry.

Si accorse che aveva soltanto un lieve ricordo del suo accento francese,soltanto il giusto per farla sembrare aristocratica.

-Vicky?Dove sei?-domandò Bill guardandosi intorno alla ricerca della bambina.

Teddy e la bambina erano di nuovo uno di fronte all'altra intenti a scrutarsi,a studiarsi, come a voler essere sicuri di potersi fidare dell'altro.

-Qual'è il tuo nome?-stava domandando la bambina a Teddy.

-Arthur.E il tuo?-disse Teddy riacquistando fiducia.

Harry e Ginny si accorsero che i capelli di Teddy erano tornati del loro colore normale:stava iniziando a fidarsi della bambina.

-Victoire,ma solo mia mamma mi chiama così.

Tutti gli altri mi chiamano Vicky-disse.

Gli adulti risero alle parole della bambina.

-Perchè non andiamo nel salotto,vi stavamo aspettando per iniziare il pranzo-disse Ginny, comportandosi da perfetta padrona di casa.

-Faccio strada io!-disseTeddy,correndo per l'ennesima volta lungo il corridoio,seguito da Victoire e piu' distante dagli adulti.

Harry e Ginny rimasero alcuni passi indietro e lui sentì il braccio di lei stringersi attorno alla sua vita.

Guardò gli occhi della donna e le sorrise,riconoscente.

-Come al solito avevi ragione tu...-le disse.

Lei sorrise alle sue parole e si mise in punta di piedi per posargli un fugace bacio sulle labbra.

-E' meglio che non te lo dimentichi!-gli disse.

Si fermò sulla porta insieme a Ginny e guardò i componenti della famiglia Weasley riuniti nel suo salotto,completamente a loro agio,e sentì un senso di pace diffondersi dentro di lui.

-Bentornato a casa,amore mio-gli disse Ginny in modo da farsi sentire soltanto dall'uomo.

Harry sorrise e annuì,piu' a sè stesso che alla donna:sì,era tornato a casa.

 

 

Li aveva visti arrivare tutti:George e Luna,sua moglie,i suoi genitori e alla fine Bill e Fleur.

Era rimasto ad osservarli dall'altro lato della strada,lo sguardo fisso sul numero 4 di Privet Drive, le mani che tormentavano la punta della cravatta.

Piu' volte aveva attraversato,aveva salito i tre gradini che dividevano la casa dalla strada e aveva teso la mano per suonare il campanello,ma ogni volta il suo orgoglio aveva ruggito ferito impedendogli di compiere quell'ultimo passo.

Così tutte le volte era tornato a scendere i gradini,ad attraversare la strada e a fermarsi davanti alle finestre,cercando di sbirciare quello che succedeva all'interno.

Ci aveva provato:si era vestito elegante,si era smaterializzato poco distante da casa di Harry, deciso a mettere da parte l'orgoglio e quello che era successo in quei tre anni,ma non ce l'aveva fatta.

Sentiva la mancanza di sua sorella e sentiva la mancanza del suo migliore amico,ma non poteva farlo.

Non era capace di perdonarlo per averlo abbandonato senza neanche una spiegazione,per non essergli stato vicino in quegli anni mentre la sua famiglia viveva l'inferno e lui doveva bilanciarsi fra il tenere in piedi il suo neonato matrimonio e i suoi genitori caduti in depressione dopo la morte di Fred.

Non poteva perdonargli il fatto di non esserci stato al suo matrimonio,quando avrebbe dovuto essere al suo fianco,e non poteva perdonargli il fatto di essersi fatto una nuova vita nel mondo babbano, escludendolo completamente.

Come se quegli anni non significassero niente...Come se tutto quello che avevano passato insieme non significasse nulla...

Se era lì su quel marciapiede era soltanto per amore di sua moglie,per farla felice...ma lei non lo avrebbe mai saputo.

Guardò l'orologio che aveva al polso:era ora di tornare a casa.

Hermione doveva trovarlo a casa davanti alla televisione al suo ritorno a casa.

Diede un'ultima occhiata nella finestra per cercare di catturare dei ricordi,poi si smaterializzò a casa.

 

 

Ecco,come promesso il nuovo capitolo.

Ve lo avevo detto che il titolo vi avrebbe tratto in inganno...Chiedo scusa se ci ho messo un pò a postarlo,ma scrivere gli incontri con i vari membri della famiglia,specialmente con i signori Weasley è stato un pò complicato...volevo trovare le parole giuste,ma non volevo essere troppo smielata.

Quindi se qualcuno di voi è andato in coma diabetico,chiedo UMILMENTE perdono,non era mia intenzione!

Voglio scusarmi per eventuali errori di battitura e di ortografia e voglio ringraziare chi leggerà e commenterà questo capitolo.

Ora veniamo ai ringraziamenti:Sarina87(Sono contenta di averti rallegrato la giornata;l'esame come è andato?Abbi fede),Mirco(Grazie x aver seguito il consiglio del tuo amico!),Rosy823(GRAZIE!!!!!!!Le tue parole sono musica x me!),Kia(Si è arresa veramente?...),Cy17love(Già l'idea era quella di ricordare il 7 libro,ma Harry e Ginny verranno interrotti ancora...),Lyoko(Sta tranquilla,la vera amicizia non finisce mai!Anche se è nascosta da rabbia e orgoglio ferito!),Vale LoveGood(Benvenuta!E grazie x i complimenti),JC(Grazie x aver passato questa ff ai tuoi amici...mi aspettavo 1 tuo commento sulla scena dell'ascensore),Edvige86(Sono contenta che il bacio t sia piaciuto,ho sempre paura di dimenticare qualcosa...),Jellicalcat(Volevo infilarci anche uno schiaffo,ma x essere il primo round,mi sono tenuta sul soft...magari per il futuro),and last but not least Potterina88(I tuoi commenti mi commuovono ogni volta...Io adoro Harry e Ginny,potessi farei durare questa fic in eterno!Spero di nn aver esagerato con la presenza del piccolo Teddy questa volta)

Per il momento vi saluto e vi dò appuntamento al prox capitolo...

"Resta con me"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Resta con me ***


Resta con me

 

Salve a tutti!

Primo Natale insieme per Ginny ed Harry...e prima vera litigata!

A piu' tardi per i commenti e per i ringraziamenti...BUONA LETTURA!

 

Le finestre del calendario dell'Avvento di Teddy erano tutte aperte:era la Vigilia di Natale.

Il bambino si svegliò quella mattina piu' euforico del solito perchè sapeva che quella sera avrebbe ricevuto una montagna di regali.

Quell'anno,oltre a quelli che riceveva da suo zio e dai suoi amici,avrebbe ricevuto i regali di sua zia Ginny(che si preannunciavano abbondanti per recuperare gli anni persi) e quelli della sua famiglia,in particolare dei suoi genitori i signori Weasley.

Improvvisamente il mondo del bambino si era allargato:prima esistevano soltanto suo zio e Miss Queen,che si prendeva cura di lui da sempre;adesso invece c'era la fidanzata di suo zio,Ginny, l'unica a chiamarlo con il suo nome e la sua grande famiglia formata da persone con i capelli rossi.

Erano simpatici,chiassosi e divertenti.

Teddy scese le scale di corsa e si fiondò nel salotto,per guardare ancora una volta i numerosi pacchetti che si trovavano ai piedi dell'albero.

C'erano almeno una ventina di pacchetti,e non erano ancora tutti...al solo pensiero gli veniva da battere le mani per l'eccitazione.

-Non ti sei stancato di guardarli?-sentì alle sue spalle.

Si voltò e vide suo zio Harry,ancora in vestaglia che lo guardava sorridente a pochi passi di distanza.

-Oggi è la Vigilia!-disse il bambino.

Suo zio annuì e fece i pochi passi che lo dividevano dall'albero e si sedette in ginocchio accanto a lui.

-Possiamo separare i miei pacchetti dai vostri?-domandò allo zio alzando lo sguardo su di lui.

-E perchè?-

-Così si capisce subito che io ne ho di piu'-disse serio.

Harry rise di fronte all'espressione del bambino e scosse la testa.

-Non sarebbe giusto verso me e Ginny...E neanche verso David e Daisy-gli disse accarezzandogli i capelli.

Teddy allontanò la testa da sotto la sua mano:gli dava fastidio quando qualcuno gli scompigliava i capelli.

-Oggi resti a casa?-domandò allo zio.

Harry annuì.

-Possiamo andare a pattinare sul ghiaccio a Duke of York Square?-domandò con uno sguardo luminoso.

Sapeva che se voleva ottenere qualcosa quello era un metodo perfetto.

Lo zio Harry fece per rispondere,ma fu interrotto dal suono del campanello:era arrivata la zia Ginny.

Altri regali!

Teddy si alzò in piedi e corse verso la porta:voleva abbracciarla subito,prima che lo facesse suo zio,altrimenti non sarebbe piu' riuscito a farlo.

Quei due stavano sempre appiccicati e a darsi i baci...Chissà perchè poi?

Aprì la porta e si trovò davanti Ginny,coperta quasi completamente da pacchi e pacchetti.

-ZIA GINNY!-gridò allegro.

La donna spostò leggermente la testa e gli sorrise.

-Ciao Arthur!Sei già in piedi?-gli domandò entrando in casa.

Il piccolo chiuse la porta e quando si voltò sua zia aveva poggiato tutti i pacchetti sui primi gradini delle scale e si stava togliendo la mantella rosso scuro.

Harry arrivò dal corridoio e sorrise alla vista della donna.

Teddy lo vide sporgersi verso di lei per darle un bacio e non potè trattenersi dal fare una smorfia.

-Erano pacchi pesanti?-stava chiedendo suo zio alla donna.

Ginny scosse la testa e appese la mantella insieme agli altri cappotti.

-Ci sono regali per me?-domandò Teddy non riuscendo a resistere alla curiosità.

Ginny si voltò verso di lui e sorrise.

-Certo Arthur che ci sono regali per te,anzi la maggior parte sono per te-gli disse.

Poi si chinò e gli posò un bacio dolce sulla guancia.

Il piccolo,invece di scansarsi come avrebbe fatto con chiunque altro,accettò il bacio e sorrise timido:aveva imparato a volerle bene molto in fretta e da quando c'era lei,anche suo zio sembrava piu' tranquillo e felice.

-Possiamo metterli sotto l'albero insieme agli altri?-domandò alla donna.

La vide sorridere.

-Non mi sembra il caso di lasciarli qui sulle scale...Potrebbero rovinarsi,non credi?-gli domandò poi.

Poi Teddy vide che prendeva qualcosa dalla tasca destra dei pantaloni,un lungo bastoncino di legno,e dopo averlo agitato in aria,i pacchetti si alzarono dai gradini senza l'intervento di nessuno e si mossero in direzione del salotto.

Suo zio aveva un bastoncino come quello,ma non lo usava spesso anzi quasi mai.

Seguirono i pacchi in salotto e il bambino li vide depositarsi in maniera ordinata sotto l'albero insieme agli altri.

Alzò lo sguardo verso Ginny e le fece un sorriso sbalordito.

-Mi insegni a farlo?-le domandò.

Ginny sorrise.

-Non preoccuparti,un giorno saprai farlo anche tu-gli disse.

La donna vide spalancarsi gli occhi del bambino e non potè evitare di ridere.

-Veramente?-

-Te lo giuro!E non soltanto questo-aggiunse chinandosi per arrivare alla portata dell'orecchio del bambino.

-Gin hai già fatto colazione?-domandò suo zio alla donna,intromettendosi nel loro discorso.

La donna si rialzò e si voltò verso suo zio Harry,facendo qualche passo verso di lui.

Teddy diede un'ultima occhiata ai tanti pacchetti disposti sotto l'albero e questa volta non riuscì a fermare il battito eccitato delle sue mani.

-Sì ho fatto colazione a casa.

Sono passata a salutarvi prima di andare al lavoro-sentì dire alla donna.

Si voltò verso i due adulti e vide che come al solito erano abbracciati stretti,ma che per fortuna non si stavano baciando.

-Dì la verità:sei venuta per sbirciare...

Volevi cercare in giro il tuo regalo-disse Harry con un sorriso dolce sulle labbra.

Ginny sorrise.

-Ok,è vero sono venuta anche per quello-ammise.

Teddy vide suo zio ridere e poi li vide baciarsi:ma possibile che non potevano proprio farne a meno?

Erano disgustosi!

-Dovrai aspettare questa sera per avere il tuo regalo-disse Harry alla donna.

Teddy vide sua zia sorridere.

-Perfido!-

-Verso che ora torni?-le domandò poi l'uomo.

-Chiudo il negozio verso le due;sarò qui per le quattro per preparare tutto prima dell'arrivo di David e Daisy-gli disse.

Vide suo zio annuire prima di baciarla ancora una volta.

-Uffa!!-disse non riuscendo a trattenersi.

I due adulti si staccarono e risero per la sua esclamazione.

Sua zia si voltò verso di lui e rise ancora una volta,prima di scattarsi da Harry.

-Adesso vado.Ci vediamo questa sera-disse.

Si avvicinò al bambino e gli diede un bacio sulla guancia,poi tornò ad avvicinarsi all'uomo e a dargli un'altro bacio,prima di avviarsi verso l'ingresso.

-Ciao Arthur!-lo salutò aprendo la porta.

-Ciao zia Ginny!-rispose il bambino dal salotto.

Sentì la porta chiudersi e tornò a guardare di nuovo tutti quei pacchetti:soltanto poche ore ancora.

Sarebbe stato un Natale indimenticabile...

 

 

 

 

 

Il negozio era aperto da quasi tre ore,ma di clienti se ne erano visti pochi.

Chi doveva comprare i regali di Natale lo aveva già fatto,a parte i soliti ritardatari che si sarebbero messi in fila nei grandi magazzini verso le quattro una volta usciti dall'ufficio e avrebbero fatto a botte per prendere le rimanenze sugli scaffali.

Era assolutamente sicura che nessuno si sarebbe lamentato se avesse chiuso in anticipo,ma aveva promesso a Luna che avrebbe rispettato l'orario:quando si trattava del lavoro,diventava una stacanovista.

Non l'avrebbe mai sospettato ai tempi di Hogwarts...

Aveva fatto gli auguri di Natale a lei e a George quella mattina e aveva anche approfittato per dar loro i regali.

Quando quella sera sarebbe tornata a casa loro non ci sarebbero stati:erano stati invitati alla cena di Natale alla Tana,come tutti gli altri fratelli e lei era "bandita" per colpa di suo fratello...

Idiota!

Ancora adesso,a un mese di distanza,le ribolliva il sangue soltanto a pensarci:che diritto si era arroccato per chiederle di fare quella scelta?

Perchè si rifiutava di ascoltare Harry,anche solo di parlarci,ascoltare le sue ragioni?Perchè si chiudeva nella convinzione che soltanto lui aveva sofferto in tutta quella storia?

I suoi genitori,che avevano sofferto piu' di tutti in quella storia,anche loro lo avevano perdonato e lo avevano accettato di nuovo fra di loro come un figlio...

Perchè per Ron era così difficile?si domandò per l'ennesima volta.

Il suono del campanellino posto sopra la porta la distolse dai suoi pensieri.

Voltò lo sguardo verso la porta e la sua espressione si pietrificò quando vide la persona sulla porta.

Sarah,fasciata in un candido cappotto di lana,le sorrideva aspettando una sua parola.

-Ciao Sarah-disse Ginny sostenendo il suo sguardo.

La vide fare qualche passo nel negozio e fermarsi proprio al centro della stanza.

I suoi occhi interruppero il contatto visivo e si guardarono attorno,valutando il negozio con un'espressione quasi schifata sul volto.

-Posso esserti utile in qualcosa?-domandò Ginny cercando di essere professionale.

"Il cliente viene sempre prima di tutto",continuava a ripetersi come un mantra cercando di mantenere la calma.

Anche se questo cliente in particolare sta cercando in tutti i modi di portarsi a letto il tuo fidanzato?

-No,sto solo dando un'occhiata...Sai ho sentito tanto parlare di questo negozio che alla fine ho deciso di fare un salto.

Tu lavori qui?-le domandò guardandola di sfuggita.

Aveva inziato a girare per il negozio,senza guardare niente in particolare,soltanto passeggiando.

-Si lavoro qui...Sono la proprietaria-disse specificando.

Aveva capito benissimo il significato della sua ultima frase.

La vide annuire impercettibilmente.

-Sai riflettevo su quello che ci siamo dette alla festa di Natale...-disse Sarah senza guardarla.

Ginny teneva lo sguardo fisso su di lei,non la perdeva di vista un'attimo:quella donna era pericolosa!

Era pronta a sputare veleno e lei doveva essere pronta a parare il colpo.

-Questo è veramente carino...-disse avvicinandosi ad un vestito babbano dell'Ottocento con tanto di ruota per sostenerlo.

-Come ti stavo dicendo,ho riflettuto su quello che ci siamo dette alla festa di Natale...E ho pensato che forse tu puoi avere ragione-le disse.

Incontrò per un'istante lo sguardo di Sarah,ma la donna lo allontanò subito posandolo di nuovo sugli oggetti esposti.

-Forse io non so alcune cose importanti della vita di Harry...alcune cose fondamentali.

Forse non sono stata al suo fianco durante le tappe importanti della sua vita,ma ci sono stata quando aveva bisogno di me-le disse.

Posò lo sguardo in quello di Ginny e prese a fissarla:voleva vedere che effetto avrebbero avuto su di lei le sue parole.

Cercando di mostrarsi indifferente,Ginny le restituì lo sguardo.

-Che vuoi dire?-domandò cercando di mantenere ferma la voce.

Non voleva chiedere,ma DOVEVA sapere...

La vide sorridere e si pentì di averle fatto quella domanda:stava facendo esattamente il suo gioco.

-Vedi,io non posso negare che lui ti ami perchè questo lo vedrebbe anche un cieco...

Ma ogni tanto gli uomini hanno bisogno di sentirsi...un pò cattivi-disse.

Ogni parola era una pugnalata:era vero,oppure si stava inventando tutto?

-Alle volte gli uomini hanno bisogno di qualcuno che risvegli la loro virilità,che non faccia sembrare tutto una minestra riscaldata e io...-disse.

-Tu hai aiutato Harry a sentirsi un pò cattivo,giusto?-domandò Ginny,cercando di non far trasparire la rabbia dal tono di voce.

Sarah alzò le spalle in modo angelico.

-Per certe cose non c'è bisogno di conoscere tutta la vita dell'altro...-le disse Sarah.

Ginny continuò a fissare lo sguardo su di lei,anche se avrebbe voluto annullare la loro distanza e saltarle alla gola.

-In fondo,Harry è un uomo estremamente attraente,se ne sono accorte anche altre ragazze che lavorano alla radio...Ha anche molte ammiratrici...Credevi veramente che ti sarebbe rimasto fedele per cinque anni?-le domandò cattiva.

Quella donna doveva sparire dalla sua vista,altrimenti l'avrebbe trasformata in un mucchietto di cenere.

-Sai Sarah,credo di non aver niente nel negozio adatto a te-le disse senza staccare gli occhi da quelli di lei.

Sarah sostenne ancora per qualche istante lo sguardo di Ginny poi annuì.

-Hai ragione,è quello che credo anch'io...-disse.

Si voltò e si diresse verso la porta.

Aveva già la mano sulla maniglia,quando Ginny la vide voltarsi e con un sorriso vittorioso guardarla di nuovo.

-Passa un buon Natale!-le disse.

L'istante dopo era già uscita.

A Ginny sembrò che tutta l'aria del negozio fosse uscita con lei:aveva i polmoni completamente vuoti.

Con passi malfermi si avvicinò alla porta e girò il cartello sulla scritta "Chiuso":oggi non sarebbe potuta piu' essere utile a nessuno.

Sempre reggendosi in piedi per miracolo,si avviò verso il retro e si sedette per terra con la schiena appoggiata al muro.

Le parole di quella vipera continuavano a rimbombarle nella testa:possibile?

Lui le aveva detto che non c'era mai stata nessun'altra,men che meno quell'arpia!

E lei si era fidata...SI ERA FIDATA SUBITO!Soltanto perchè era così contenta di riaverlo che non aveva considerato neanche la possibilità che in quei tre anni lui si fosse consolato con qualcun'altra.

In fondo neanche adesso,da quando si erano ritrovati,avevano fatto tanti passi avanti:c'era sempre qualcosa o qualcuno che li interrompeva...

E se lui stanco di aspettare,stanco di tutte queste interruzioni si fosse consolato con qualcun'altra?Magari sul divano del suo ufficio?

Nascose il viso fra le mani cercando di cancellare quelle immagini che avevano preso a danzarle davanti agli occhi...

Non lui...Non Harry...

Gli balenò davanti agli occhi l'immagine di Harry sdraiato sul divano con Sarah sotto di lui,le sue mani che la toccavano,le sue labbra che vagavano dappertutto su di lei...

Perchè doveva farsi del male da sola?

Sentì un'improvvisa rabbia verso sè stessa per la sua cieca fiducia verso Harry e verso di lui per...per essere così attraente.

NO!

Sarebbe andata in fondo alla questione!

Era una Weasley accidenti,non poteva farsi mettere i piedi in testa in quel modo!

 

 

 

 

Era arrabbiata.

Aveva capito che c'era qualcosa che non andava in Ginny fin dal momento in cui aveva messo piede dentro casa:aveva provato a baciarla,ma lei si era scansata,neanche se a baciarla fosse stato Draco Malfoy.

Le aveva chiesto se andava tutto bene,ma lei aveva annuito senza dire niente e si era chiusa in cucina con Teddy.

Gli aveva proibito di entrare e,da quasi un'ora e mezza,era seduto sulla sua poltrona accanto al camino,aspettando che lei uscisse per provare a capire che cosa era successo.

Il volto della donna,per quello che era riuscito a vedere era scuro come un cielo di burrasca e non prometteva niente di buono.

Cos'era successo?Problemi al lavoro?

Oppure era successo qualcos'altro con Ron e non voleva dirglielo per non farlo arrabbiare?

Doveva risolvere quel mistero:non voleva rovinarsi il primo Natale che passavano insieme.

Si alzò dalla poltrona e si diresse a passo spedito verso la cucina.

Aprì la porta e la vide seduta accanto a Teddy al tavolo,impegnati a fare un puzzle:lei stava sorridendo.

Si sentiva il rumore del forno e sul piano di cucina c'erano alcune teglie con il cibo già pronto.

-Permesso?-disse accennando un sorriso.

Ginny alzò lo sguardo e quando lo vide fermo sulla porta si rabbuiò di nuovo.

-Ti avevo detto di non entrare-gli disse alzandosi dalla sedia e avviandosi a passo spedito verso il forno.

Harry la seguì con lo sguardo e la vide controllare la teglia che stava cuocendo,senza neanche alzare la testa verso di lui,che era a pochi metri di distanza.

-Hai ragione,ma ero curioso di sapere come stavano andando le cose...e poi stanno per arrivare gli ospiti...-

-Non preoccuparti!Sarà tutto pronto in tempo-gli disse glaciale.

Harry rimase sorpreso da quel tono:lei non gli aveva mai parlato così.

Si voltò verso Teddy e atteggiò il viso ad un sorriso:non sapeva bene che cosa stava succedendo,ma non voleva spaventare il bambino.

-Teddy perchè non vai in salotto a contare i regali per l'ultima volta?

Così puoi controllare se arrivano Daisy e David-gli disse con voce calma.

Il bambino,forse subodorando problemi,non se lo fece ripetere due volte;scese dalla sedia e corse veloce fuori dalla cucina.

Harry aspettò che lui fosse uscito per tornare a guardare Ginny,che aveva ancora lo sguardo fisso sul vetro del forno.

-Va tutto bene?-le domandò cauto.

-A meraviglia-disse lei.

-Ginny perchè non mi dici che è successo?

E' da quando sei arrivata che mi eviti,che non mi guardi...-le disse.

-Ti ho detto che non è successo niente-continuò lei,sempre senza guardarlo.

Harry fece i pochi passi che lo dividevano da lei e allungò un braccio per toccarla,ma lei si scansò velocemente.

Harry rimase interdetto a quella mossa completamente inaspettata,lo sguardo fisso su di lei: che diavolo era successo?

-E questo secondo te è normale?-le domandò cercando di apparire calmo,mentre dentro di lui si agitavano mille emozioni contrastanti.

Aveva fatto qualcosa di male?Oppure era il Natale che la metteva a disagio?

Magari cominciava a rendersi conto che non valeva la pena di mettere da parte Ron per lui.

Sospirò e tornò a guardarla.

-Ascolta...se è per colpa di quello che è successo con Ron...-tentò.

-LASCIA RON FUORI DA QUESTA STORIA!Non è colpa sua se abbiamo dei problemi!-gli disse lei,guardandolo per la prima volta negli occhi.

Due fiamme ardenti illuminavano i suoi occhi e lui si trovò spiazzato da tutta quella rabbia.

-Ok,va bene...Io non sapevo neanche che avessimo dei problemi-le disse.

Si passò una mano fra i capelli e li scompigliò,cercando di capire cosa poteva essere successo in quelle poche ore di lontananza:quella mattina,quando si erano salutati,era la sua Ginny...ma quella di adesso non era certo la donna di cui era innamorato.

Quello era un'animale ferito,e lui doveva capire da cosa o da chi.

-Mi vuoi spiegare?-le disse alzando leggermente la voce,senza neanche accorgersene.

Ginny sospirò e si ravviò i capelli dietro un'orecchio prima di parlare.

-Io mi sono fidata di te...Ti ho creduto-gli disse.

La sua voce era arrabbiata,ma lui riusciva lo stesso a sentire la pena contenuta in quelle parole.

-Di che stai parlando?-le domandò,lo sguardo fisso su di lei.

-TU MI HAI DETTO CHE NON C'è MAI STATA NESSUN'ALTRA,ED IO TI HO CREDUTO!COME UNA STUPIDA!-aggiunse.

Non si era neanche preoccupata di controllare il tono della voce:voleva soltanto urlargli in faccia quello che pensava di lui prima di andarsene da lì.

-Ed è la verità!-disse Harry.

-BUGIARDO!-gli urlò contro Ginny.

Harry rimase interdetto da quell'accusa:che accidenti era successo?

-Ginny mi vuoi spiegare cosa cazzo è successo?-le chiese per l'ennesima volta.

La vide staccarsi dal piano di cucina a cui era stata appoggiata fino a quel momento e fare dei passi nella cucina.

-La colpa è anche mia...Sono stata stupida a crederci...Insomma guardati:sei un'uomo attraente,è normale che le donne ti corrano dietro...

Ed è normale che tu non ti sia lasciato scappare l'occasione...-disse parlando piu' a sè stessa che a Harry.

-GINNY!-urlò lui per riottenere la sua attenzione.

La donna lo guardò,fissando i suoi occhi in quelli dell'uomo.

-Perchè credi che ti abbia tradito?-le domandò.

-Non usare quel trucchetto con me!-gli disse Ginny puntandogli un dito contro.

-QUALE TRUCCO?E' DA DIECI MINUTI CHE STO QUI,AD ASCOLTARE LE TUE FARNETICAZIONI E A SUBIRE UN PROCESSO SU QUALCOSA CHE NON HO FATTO E ADESSO SAREI IO AD USARE TRUCCHI?-le domandò urlando.

Ginny lo guardò in silenzio alcuni secondi,poi senza alcun preavviso si mosse verso la porta della cucina e uscì.

-TORNA QUI!NON ABBIAMO ANCORA FINITO!-le disse lui andandole dietro.

La seguì lungo il corridoio e la vide fermarsi sull'entrata del soggiorno.

Le si fermò a pochi passi di distanza e guardò nella stanza:Teddy era seduto accanto all'albero, con Daisy e David,intento a guardare i numerosi pacchetti sotto l'albero.

I due adulti,al loro arrivo sobbalzarono visibilmente in imbarazzo,facendo capire loro di aver sentito le urla provenire dalla cucina.

-E voi quando siete arrivati?-domandò Harry,leggermente scortese.

-Da un pò-disse Daisy,restando sul vago.

-Proprio te stavo cercando-disse Ginny rivolgendosi a David.

L'uomo la guardò leggermente preoccupato:non sapeva proprio cosa aspettarsi e l'espressione sul volto della donna non prometteva niente di buono.

-Lo sai anche tu,vero?-gli domandò sibillina.

David restò in silenzio cercando di capire il senso di quelle parole.

-Che cosa dovrei sapere?-le domandò cauto.

-Ginny...-tentò Harry.

-Se dici un'altra parola,giuro che ti affatturo-gli disse la rossa lanciandogli uno sguardo di fuoco.

Tornò a voltarsi verso di David,che adesso cominciava a preoccuparsi veramente e si riavviò i capelli.

-Anche tu sai che Sarah vuole portarsi a letto Harry,vero?-gli domandò diretta.

David aveva avuto il dubbio che si trattasse di qualcosa del genere,ma sentendo la domanda in quel modo così diretto,si sentì leggermente in imbarazzo.

-Allora?-lo incalzò la donna.

-Veramente lo sa tutto l'ufficio...-disse David.

David capì subito di aver peggiorato le cose,ma non ebbe il tempo per riparare.

-Proprio quello che pensavo!-disse Ginny.

Poi si voltò e si diresse verso le scale che portavano al secondo piano:non aveva un vero motivo per farlo,voleva soltanto allontanarsi dagli ospiti e da Teddy,per sfogare la sua rabbia magari rompendo qualcosa.

-E' QUESTO CHE PENSI ALLORA?-sentì la voce di Harry alle sue spalle.

-STAMMI LONTANO!-gli disse senza voltarsi.

La stava seguendo e Ginny,nello stupido tentativo di seminarlo,si infilò nella prima camera che incontrò sul suo cammino.

Capì subito di aver sbagliato mossa:era la camera da letto di Harry.

Si mise il piu' lontano possibile dalla porta,appoggiata alla parete opposta,accanto alla finestra, e non si sorprese affatto sentendo la porta aprirsi pochi istanti dopo.

-Non voglio parlare con te!-gli disse lei.

Harry chiuse la porta alle sue spalle con un tonfo,lo sguardo sempre fisso su di lei e Ginny capì che era furioso:non lo aveva mai visto così arrabbiato.

-Bene allora parlerò io-le disse.

Mosse un passo nella stanza,restando comunque lontano da lei.

-COME TI VIENE IN MENTE UNA COSA DEL GENERE?COME PUOI SOLTANTO PENSARLA?-le urlò contro.

-LO PENSO PERCHè HO LE PROVE!-gli urlò contro Ginny.

Harry rimase per alcuni secondi spiazzato da quelle parole e Ginny non potè evitare un sorriso cinico:allora era la verità!

-Ma di che stai parlando?NON ESISTE NESSUNA PROVA!-le disse poi in tono piu' sicuro.

-PERCHè LE HAI NASCOSTE TUTTE?-gli domandò,sapendo benissimo che la sua risposta l'avrebbe fatto infuriare ancora di piu'.

-NON ESISTE NESSUNA PROVA PERCHè NON C'è NESSUN TRADIMENTO DA PROVARE!-le urlò contro.

Si passò per l'ennesima volta la mano fra i capelli,aggrovigliandoli ancora di piu' e tornò a posare lo sguardo in quello di Ginny.

-CREDI VERAMENTE CHE BASTI QUALCHE SMORFIA E QUALCHE COMPLIMENTO PER FARMI INFILARE NEL PRIMO LETTO DISPONIBILE?-continuò.

Si sistemò gli occhiali che stavano scivolando sulla punta del naso e la guardò arrabbiato.

-MI CONOSCI VERAMENTE COSì POCO?-le domandò.

E in quella frase lei sentì un dolore che lui celava a malapena dietro la rabbia.

Harry si zittì e fece un respiro profondo,per riprendere fiato.

-Ti ho detto che non c'è mai stata nessun'altra,che non ho mai voluto nessun'altra...Perchè adesso sei così convinta che io sia andato a letto con Sarah?-le domandò con voce stanca,come se tutte quelle urla lo avessero svuotato delle sue energie.

Alzò lo sguardo sul volto di Ginny e incontrò gli occhi di lei:le fiamme che vi aveva visto bruciare dentro poco prima si erano spente.

-E' stata lei a dirmelo-gli disse Ginny.

Se doveva difendersi,allora era meglio che lui sapesse tutta la storia.

Harry si bloccò,come gelato da quelle parole.

-Cosa?Quando?-domandò cercando di non sembrare troppo aggressivo.

Ginny si staccò dalla finestra e si sedette sul bordo del letto.

-Oggi pomeriggio.

E' venuta in negozio e mi ha fatto capire che anche se io e te siamo "fidanzati" da cinque anni,tu ogni tanto vai da lei per...per sfogare certi bisogni-gli disse.

Harry la guardava incredulo:adesso si spiegavano molte cose.

Riusciva a spiegarsi il suo comportamento,le sue parole,la sua mancanza di affettuosità...

-E tu le hai creduto?-le domandò.

La vide sorridere amaramente.

-Cos'altro potevo fare?Siamo stati separati tutti questi anni e io so che gli uomini hanno...certe esigenze...sono vissuta con sei fratelli,non dimenticarlo-gli disse.

Lui deglutì con lo sguardo sempre fisso sul suo volto.

-E poi lei è così sexy,chiunque si sarebbe lasciato tentare...-continuò Ginny tenendo lo sguardo basso.

Sentì i passi di Harry e alzando leggermente lo sguardo,lo trovò di fronte a sè piegato sulle ginocchia per arrivare all'altezza del suo viso;una mano si alzò e le accarezzò una guancia con delicatezza.

-E' vero è sexy-ammise Harry,lo sguardo fisso negli occhi di Ginny.

Lei restò in silenzio,anche se avrebbe voluto aggredirlo per quella semplice ammissione.

Sentì le dita attorno alla sua guancia muoversi e toccarle il lobo dell'orecchio.

-Ma Sarah non è te-le disse.

Ginny lo guardò cercando di mantenere lo sguardo fisso negli occhi di Harry,anche se le sembrò un'impresa titanica:sapeva che lui non aveva ancora finito,quindi restò in silenzio.

-E' te che amo.

Da quando eravamo nella Camera dei Segreti e tu cercavi un modo per salvarmi da veleno del Basilisco,sentendoti terribilmente in colpa-le disse.

Ginny arrossì al solo ricordo di quello che era successo durante il secondo anno ad Hogwarts.

-Io amo la Ginny che riesce a ridurre in polvere un manichino colpito da uno Stupeficium alle lezioni dell'Esercito di Silente-disse ancora,avvicinandosi a lei.

La vide sorridere e sorrise a sua volta.

-La Ginny che mi ha creduto anche a costo di rischiare la vita...E quella che mi faceva morire di gelosia quando baciava Dean Thomas-le disse accennando un sorriso imbarazzato.

Ginny rise alle sue parole.

Harry staccò la mano posata sulla guancia e la passò fra i capelli,delicatamente;lei teneva lo sguardo fisso sul suo volto e lo vide deglutire.

-La Ginny che mi ha tenuto la mano dopo la morte di Silente,seduta accanto a me senza dire niente,senza farmi domande...L'unica che ha capito cosa veramente volevo-le disse.

Ginny posò entrambe le mani sul volto di Harry e fece per zittirlo,ma lui scosse la testa.

-Io voglio solo te.

E non importa quanto possono essere sexy le altre donne...Per me saranno niente al tuo confronto-le disse.

Ginny non lo fece piu' parlare.

Gli gettò le braccia al collo,facendogli perdere l'equilibrio e finendo così sul pavimento insieme a lui.

-Scusami...Scusami per aver dubitato di te-gli disse accompagnando ogni parola con un bacio.

Sentì le braccia dell'uomo stringersi attorno alla sua vita e un sorriso tornò ad illuminarle il viso.

A quella vista Harry sorrise:la sua Ginny era tornata.

-Va tutto bene,sta tranquilla-le disse Harry.

-No,non avrei dovuto lasciarmi convincere dalle sue bugie...

Dannata gelosia-disse appoggiando la testa al petto di lui.

Lo sentì ridere.

Una mano di Harry aveva iniziato ad accarezzarle la schiena con la punta delle dita.

-E mi sono comportata in quel modo orribile anche con David e Daisy...Non avrò piu' il coraggio di farmi vedere da loro-disse nascondendo il viso contro il petto di lui.

Harry rise ancora piu' forte.

-Invece dovrai farti forza e scendere con me di sotto...Teddy e i nostri ospiti ci stanno aspettando-le ricordò.

Lei alzò la testa dal suo petto e annuì guardando i suoi occhi.

-Però prima dimmi che non sei arrabbiato con me-gli disse.

-Adesso non piu'...Anzi,il fatto che sei gelosa mi eccita particolarmente...-le disse.

Ginny sorrise sentendo la mano,che fino a quel momento le aveva accarezzato la schiena, scendere sul fondoschiena.

Abbassò la testa sulle sue labbra e gli posò un bacio leggero.

Harry la trattenne e l'avvicinò ancora di piu' al suo viso,approfondendo l'intensità del bacio.

-Hai uno strano sapore sulle labbra...-gli disse allontanando il viso da quello di Harry.

Lo vide sorridere.

-Whiskey...Per ingannare l'attesa-le disse.

Ginny rise e con la punta della lingua seguì il contorno della labbra dell'uomo,come a voler eliminare ogni traccia del liquore.

Harry la lasciò fare,stringendo il corpo esile di lei fra le sue braccia e premendola contro il suo corpo.

-Non credo ti convenga continuare a stuzzicarmi in questa maniera...-le disse a bassa voce.

-Altrimenti cosa succede?-gli domandò lei maliziosa.

Con un'inaspettato colpo di reni da parte dell'uomo,Ginny si ritrovò spalle a terra e il corpo muscoloso di Harry che cercava di non gravare troppo su di lei.

Non riuscì a trattenere un grido che provocò le risate di Harry subito seguite da quelle di lei.

-Te l'avevo detto che era meglio non provocarmi...-le disse Harry.

Un ginocchio fece leggermente pressione fra le gambe di Ginny,chiedendo loro di entrare e queste si socchiusero,lasciando ad Harry lo spazio necessario.

Ginny strinse le braccia attorno al collo di lui e lo attirò vicino per far incontrare le loro labbra.

Quando si incontrarono,queste iniziarono una danza di cui ormai conoscevano tutti i movimenti e le mani di Harry scesero a posarsi decise sui fianchi di lei,avvicinando il bacino al suo.

Harry staccò le labbra da quelle di Ginny e scese seguendo la linea del collo,sapendo che a lei sarebbe piaciuto.

Infatti,pochi istanti dopo,un sospiro uscì dalla bocca di Ginny,inducendolo ad andare avanti.

Con la bocca scese fino al solco fra i seni,ma si bloccò sentendo una piccola mano di Ginny scendere fino alla chiusura dei suoi pantaloni.

Quella che fino quel momento era stata un'erezione quasi timida,si risvegliò immediatamente facendo sentire la sua presenza.

La vide sorridere e far scendere anche l'altra mano per sbottonare i bottoni del pantalone.

-Siamo dei pessimi padroni di casa...-disse Harry,senza staccare lo sguardo da quello di lei.

Cercava di appigliarsi a qualsiasi cosa per allontanare il pensiero dalle mani di lei che stavano sbottonando il primo bottone dei pantaloni.

Ginny rise:una risata gutturale che lo eccitò ancora di piu'.

-Hai ragione...Forse dovremmo scendere...-gli disse provocandolo.

Prima che lui riuscisse a dire anche solo una parola,sentì il primo bottone cedere sotto le mani gentili ed esigenti di lei.

Harry tornò a posare le labbra su quelle di Ginny:era una necessità,non poteva farne a meno.

Lei gli stuzzicò il labbro inferiore con i denti e con la lingua,lasciandolo con il respiro corto.

Come mosse da volontà propria,le mani di Harry si alzarono fino alla camicia rossa di Ginny e slacciarono il primo bottone.

Quello che riuscì ad intravedere da quella piccola apertura fu un reggiseno di pizzo nero e due seni perfetti.

Deglutì a vuoto,lo sguardo fisso in quello di lei diventato piu' cupo.

-Ginny...-disse,senza sapere esattamente come continuare.

Lei non lo fece neanche finire e tornò a posare le labbra sulle sue,come se da quel gesto dipendesse la sua vita.

Le mani di lei erano ancora pericolosamente vicine alla sua erezione,impedendogli di pensare correttamente,ma un pensiero lucido si fece strada nella mente annebbiata di Harry.

Tutto quello che voleva era in quella stanza:sapeva che Ginny non avrebbe opposto alcuna resistenza.

Nonostante fosse la prima volta di Ginny,e anche la sua,poteva prenderla su quel pavimento e lei non avrebbe avuto nulla da ridire.

Ma era la vigilia di Natale,Teddy e i loro ospiti li stavano aspettando nel salotto leggermente preoccupati per quello che avevano sentito e visto prima e lui non poteva lasciarsi andare....

Neanche se lo voleva con tutto sè stesso.

-Ginny...Ginny fermati-le disse.

La rossa smise di baciargli il collo e alzò il volto incontrando il suo sguardo.

-Dobbiamo scendere...Anche se in questo momento è l'ultima cosa che vorrei-le disse affondando lo sguardo nei suoi occhi.

La vide sorridere e vide le guance della donna colorarsi in modo talmente innocente da essere quasi peccaminoso.

Ginny sospirò e poggiò la testa al pavimento,rassegnata.

-Hai ragione...-disse.

Harry si scostò da lei e si alzò in piedi,aiutandola poi a fare lo stesso.

Si voltò poi in un'angolo riallacciandosi i pantaloni.

-Hai bisogno di una mano?-domandò lei in tono malizioso alle sue spalle.

-Molto divertente!Hai già fatto abbastanza...-le disse voltando di poco la testa verso di lei.

La vide sorridere e guardarsi allo specchio per controllare che tutto fosse in ordine.

Incontrò lo sguardo di Ginny nello specchio e vide un lampo di malizia attraversarle gli occhi.

-Posso fare anche meglio...-gli disse.

Harry ammutolì:adesso la desiderava piu' che mai!

Avrebbe voluto sbatterla sul letto e al diavolo gli ospiti e la vigilia di Natale!

Sentì l'erezione premere quasi dolorosa contro i suoi boxer e si diede del cretino per quel pensiero.

La vide avvicinarsi e sentì la mano di Ginny posarsi sulla sua spalla.

-Io comincio a scendere,così mi scuso anche con Daisy e David.

Tu prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno-gli disse.

Era orgoglio quello che leggeva nei suoi occhi?Era contenta di averlo ridotto in quelle condizioni?

Harry annuì e le diede un bacio a fior di labbra,ma rabbrividì sentendo ancora una volta le mani di Ginny scendere fino a sfiorargli il fondoschiena con una carezza languida.

Dopodichè,come se niente fosse successo,si staccò da lui e si avviò verso la porta della stanza.

-Così non mi rendi certo le cose facili!-le disse dietro.

L'ultima cosa che sentì,prima che lei chiudesse la porta alle sue spalle,fu la sua risata cristallina e divertita.

 

 

 

Quando era sceso in salotto,l'atmosfera era allegra e festosa,come è normale che sia a Natale.

Aveva fatto gli auguri ai suoi amici e si era scusato per come li aveva accolti prima,ma entrambi gli avevano detto che non doveva scusarsi:capitava spesso anche a loro di litigare.

Teddy,naturalmente,aveva insistito per aprire i regali prima di cena,ma Harry era stato fermo nella sua decisione:la tradizione era prima la cena e poi i regali.

Così il bambino aveva seguito gli adulti a tavola ed era stato relativamente buono per tutta la durata della cena,finchè arrivati al pudding di cioccolato non aveva piu' resistito e aveva ricominciato a chiedere a gran voce che fossero aperti i regali.

-E sia!-lo aveva accontentato Harry.

Teddy non se lo era fatto ripetere due volte e,seguito dai quattro adulti,era schizzato in salotto.

Aveva aperto per primo tutti i suoi regali,la maggior parte giocattoli e libri,eccetto un maglione rosso con la sua iniziale bianca da parte dei signori Weasley,un cesto pieno di dolci da parte di George e Luna e una confezione di shampoo speciale da parte di Victoire e Fleur.

-Che me ne dovrei fare?-domandò a Harry e Ginny,che non riuscivano a smettere di ridere.

-Dovrebbe aiutarti per i tuoi capelli arruffati-gli disse gentile la rossa.

-Ma a me piacciono i miei capelli!-si lamentò il bambino.

Daisy aveva ricevuto una catenina d'argento con un ciondolo a forma di culla per neonati da David,e quando l'aveva indossato,aveva gli occhi pieni di lacrime.

-Qualcuno ha voglia di famiglia qui-lo aveva preso benevolmente in giro Harry.

-Sta zitto tu paparino!-aveva rimbeccato Dave prima di baciare Daisy.

La donna aveva regalato a David l'abbonamento annuale per le partite dell'Arsenal,la sua squadra preferita e l'uomo sembrava aver vinto la lotteria per la contentezza.

Fra i suoi regali,Harry aveva trovato quattro maglioni da parte della signora Weasley,tutti di un colore diverso,ma con l'iniziale bianca.

-Ti ha fatto un maglione ogni anno-gli aveva spiegato Ginny calma.

Lui aveva sorriso,lo sguardo di nuovo sui maglioni posati sulle sue ginocchia e aveva accarezzato la lana con una mano.

Hermione gli aveva regalato una foto incorniciata,con un biglietto da leggere dopo aver aperto il regalo.

La foto,naturalmente immobile grazie ad un'incantesimo,raffigurava Ron ed Hermione il giorno delle loro nozze,sorridenti e finalmente felici.

Harry aveva guardato a lungo la foto,sentendo una fitta allo stomaco per aver perso quell'evento:per anni aveva sentito le fantasie di Ron su quel momento e quando alla fine era accaduto realmente,lui non c'era.

Non era con loro....

Prese il biglietto unito alla foto e sorrise leggendo le parole scritte dalla donna.

"Era un giorno perfetto,ma mancava qualcosa...Buon Natale e bentornato a casa-lesse.

-Arthur manca il mio regalo per te-disse Ginny rivolta verso il bambino.

Voleva distogliere l'attenzione da Harry,per evitare che David e Daisy gli facessero domande.

Si era alzata ed era uscita dalla stanza,per tornavi neanche due minuti dopo con una gabbia per uccelli coperta da un panno bianco.

Harry aveva un sospetto,confermato nell'istante in cui la rossa sollevò il panno:una maestosa civetta grigia e con il petto bianco occupava la gabbia,tranquilla,perfettamente a suo agio.

Scrutava le persone che intorno alla gabbia la fissavano curiosi quasi con indifferenza e,dopo pochi istanti,prese a beccarsi sotto un'ala.

-E' meravigliosa-disse Daisy ammirata.

-E' veramente per me?-domandò Teddy alzandosi e avvicinandosi con timore reverenziale alla gabbia.

Ginny annuì.

-Sarai capace di occupartene?-gli domandò la donna.

-Assolutamente sì...Sarò bravissimo te lo giuro-le disse.

Si voltò poi verso Harry e lo guardò con uno sguardo speranzoso.

L'uomo vedendo gli occhi del bambino sorrise:anche volendo,come poteva dirgli di no?

-Non ho nessuna intenzione di fare la parte del cattivo-gli disse sorridendogli.

Teddy spiccò un salto felice,e corse ad abbracciare suo zio che lo strinse forte.

-Guarda che devi ringraziare un'altra persona...-gli disse,dopo avergli dato un bacio fra i capelli.

Teddy si sciolse dal suo abbraccio e corse da Ginny,che nel frattempo aveva posato la gabbia con la civetta,e l'abbracciò.

-Grazie,grazie,grazie!!!-le disse stringendola con tutta la forza che aveva.

La donna sorrise e ricambiò l'abbaccio.

-Che nome le darai?-gli domandò una volta sciolto l'abbraccio.

Teddy restò alcuni istanti a guardare la civetta,con fare pensieroso,poi annuì.

-Tonks.Così penserò sempre alla mia mamma-disse sicuro.

Ginny sorrise leggermente commossa da quelle parole.

-E' un nome perfetto-disse approvando la scelta.

Anche Harry annuì.

Incontrò lo sguardo di Ginny e le sorrise.

-Quanto ancora dobbiamo aspettare per vedere il regalo che le hai fatto Harry?-domandò David interrompendo il gioco di sguardi fra i due.

Harry si riscosse e annuì.

-Giusto,il regalo...-disse fra sè e sè.

Si alzò e,con una mano in tasca andò incontro a Ginny.

-Ecco...Io ero indeciso fra due regali e alla fine ho pensato di farteli tutti e due-le disse guardandola negli occhi.

La donna sorrise e osservò la mano di Harry uscire dalla tasca destra tenendo stretta fra le mani una scatolina da gioielliere blu scuro.

-Oh mio Dio...-disse Daisy osservando attentamente ogni mossa dei due.

Harry sorrise all'esclamazione,lo sguardo fisso su Ginny.

La vide prendere la scatolina,timorosa e rigirarla fra le dita incerta.

-Non la apri?-le domandò lui con il cuore che batteva a mille.

Ginny incontrò di nuovo i suoi occhi e confortata dal suo sguardo,aprì la scatolina.

Adagiata su un batuffolo d'ovatta c'era una piccola chiave argentata.

Ginny guardò Harry,che le sorrideva titubante e prese la chiave in una mano.

-E' la chiave di questa casa-le spiegò Harry.

Ginny rialzò lo sguardo nei suoi occhi e vide che era diventato leggermente rosso per l'imbarazzo.

-Una volta mi hai fatto promettere che sarei stato sempre dove avresti potuto trovarmi-le disse prendendole una mano.

La vide sorridere e sentì il cuore sciogliersi.

-Adesso io ti chiedo la stessa promessa...Non posso rischiare di perderti di nuovo...-le disse.

Vide gli occhi della donna velarsi di lacrime.

-So che adesso è impossibile...con Luna che sta per avere il bambino e tutto quello che c'è da fare al negozio...ma sappi che io e Teddy saremo qui ad aspettare il tuo arrivo-concluse.

Ginny gli buttò le braccia al collo e lo baciò,posando le labbra sulle sue con forza.

Harry la strinse a sè e rispose al bacio,sentendosi felice come mai avrebbe immaginato in quei tre anni di solitudine.

-Non immagini neanche quanto ti amo-gli disse lei,la chiave ancora stretta nella mano destra.

Harry sorrise e la baciò di nuovo.

Ancora stretto a lei,sentì gli applausi di Daisy,Teddy e David.

Si staccò da Ginny e le prese la mano libera,mentre lei faceva scivolare la chiave dentro la tasca dei pantaloni.

Restarono insieme per un'altra ora,poi David e Daisy si congedarono augurando loro ancora una volta buon Natale.

Misero a letto Teddy,che crollò subito stremato dalla lunga attesa e dalla ancora piu' lunga giornata dopodichè Ginny e Harry scesero di sotto.

Lei si avviò all'ingresso per prendere il suo cappotto e la busta dove aveva messo tutti i regali di Natale che aveva ricevuto.

-Fa veramente freddo questa notte-le disse Harry.

-Lo sai che non uscirò da questa porta-gli rispose lei con un sorriso.

Harry annuì:era quasi pronta per smaterializzarsi a casa.

Alzò lo sguardo e la vide tirare fuori i capelli dal cappotto:era stata una lunga giornata e non voleva che lei se ne andasse.

Voleva averla vicino,sentire il suo corpo accanto fra le lenzuola...

-Resta-le disse.

La vide bloccarsi e girarsi lentamente verso di lui per incontrare il suo sguardo.

-Cosa?-domandò con voce incerta.

Harry tolse le mani dalle tasche e fece un passo verso di lei.

-Resta con me stanotte...-le disse serio guardandola negli occhi.

-Harry...-cominciò Ginny.

-Ti prometto che non succederà niente,che dormirò dalla mia parte del letto e che non ti accorgerai neanche della mia presenza se non vorrai...ma vorrei svegliarmi accanto a te domani...

Sentire il tuo corpo addormentato accanto al mio,il tuo respiro...Sapere che voltandomi ti troverò lì vicino a me...-le disse.

Ginny era ancora immobile,lo sguardo fisso su di lui senza nessun'espressione particolare sul volto.

Harry cominciò a sentirsi uno stupido per quella richiesta:e se lei fosse sparita davanti ai suoi occhi senza neanche rispondergli?

Si passò una mano fra i capelli,terribilmente imbarazzato e sospirò.

-Ti prego...-

 

LO SO,LO SO adesso mi state odiando...

Ma vi faccio la solenne promessa di aggiornare al piu' presto,se possibile anche prima del solito.I piu' attenti di voi si saranno resi conto che mancano alcune cose,e anche di questo si parlerà nel prossimo capitolo.

Voglio naturalmente scusarmi per eventuali errori di battitura e di ortografia e voglio inoltre ringraziare chi leggerà e recensirà questo capitolo.

Adesso i ringraziamenti:Sarina87(HURRAY x l'esame!Sn contenta di aver contribuito in una parte infinitesimale cn questa piccola ff.E' vero Ron è cocciuto,ma ha le sue buone ragioni),Kia(Te l'avevo detto che non si era ancora arresa!Comunque la famiglia non è ancora del tutto unita),Vale Lovegood(Vi avevo avvertito di stare attenti al titolo...Si ci sarà il ritorno della magia,tranquilla, xò per il momento Harry è bloccato...un pò come era successo a Tonks nel 6 libro),Lyoko(L'amore smuove le montagne,specie se è grande come quello di Ron x Hermione...ma lo ha fatto soltanto x lei),Jellicalcat(Spero sia una cosa positiva e non lacrime di noia),JC(Già,Teddy ha avuto una reazione buffa...Ho pensato di continuare la tradizione degli amori nati "al primo incontro",visto che la Row ci ha rivelato la loro storia nel epilogo del 7 libro),Cy17love(E' vero Ron ci ha provato,ma posso rivelarti fin da subito che sarà il suo ultimo tentativo...L'orgoglio dei Weasley è conosciuto e temuto da tutta la comunità magica),Valentina(Non importa quando,a me fa piacere ke recensisci.Anche io ho vissuto l'incubo quotidiano dei compiti e ti capisco perfettamente),Ninny(Abbi fede Ninny,ci sarà la riappacificazione...anche se nn molto presto),Edvige86(Ho sempre paura di esagerare con lo zucchero quando racconto di Harry,Ginny e Teddy...Se esagero dimmelo!),and last but not least Potterina 88(Avevo veramente paura x il confronto fra il signor Weasley e Harry,mi sono riguardata tt i film e letto i libri nei pezzi dove apparivano insieme,ma come puoi chiedere scusa x non averli aiutati dopo la morte di un figlio?Il pezzo sul divano è stato divertente da scrivere,anche se mi sembro una sadica perchè li interrompo sempre...e continuerò ancora...)

Bene x il momento vi saluto e vi dò appuntamento al prox capitolo...

"L'ospite inatteso":anche questo capitolo può trarre in inganno,quindi state attenti.

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** L'ospite inatteso ***


l'ospite inatteso

 

 

Un raggio di luce illuminava la stanza,superando la pesante cortina delle tende e andando a posarsi sul muro sopra la testiera in ferro battuto del letto.

Era il giorno di Natale e,forse proprio per quella particolare festa,i raggi del sole sembravano piu' caldi del solito.

La stanza era immersa nel silenzio caratteristico del risveglio,quando si cerca di fare il meno rumore possibile e di muoversi il meno possibile per rimanere aggrappati al mondo dell'incoscenza e dei sogni ancora per un pò.

L'uomo era sdraiato a pancia in su sotto le lenzuola.

Il torace possente era coperto soltanto da una t-shirt grigia,un braccio nascosto sotto il cuscino ed il resto del corpo era nascosto dal piumone pesante.

La luce leggera del mattino arrivò sul suo viso e,per lottare contro l'ormai inevitabile risveglio,l' uomo si girò su un fianco dando le spalle alla luce.

Allungò una mano verso l'altro lato del letto e la sentì fredda,quasi gelata.

Fu quel contatto a risvegliarlo del tutto.

Aprì gli occhi,e vide confusamente che il lato del letto accanto al suo era vuoto.

Si voltò verso il comodino dalla sua parte del letto e prese gli occhiali che mise subito in bilico sul naso.

Alzando la schiena e facendo forza sui gomiti,guardò la stanza alla ricerca di qualcosa fuori posto,di un segno...niente.

-Ginny!-chiamò,con la voce ancora assonnata.

La porta del bagno,comunicante con la sua camera da letto,era aperta e quindi lei non poteva essere là.

Si lasciò andare ad un sospiro frustrato e buttò un'altra volta la testa sul cuscino,guardando la finestra coperta dalle tende.

Possibile che si fosse immaginato tutto?

Ricordava perfettamente che ieri sera le aveva proposto di dormire con lui,di restare lì.

Gli era sembrato il discorso piu' difficile della sua vita...

E lei,in risposta,era corsa ad abbracciarlo;si era rifugiata fra le sue braccia,poggiandogli la testa contro la clavicola.

-Certo che resto...-gli aveva detto.

L'aveva stretta a sè,l'aveva cullata neanche fosse una bambina e quando alla fine l'aveva lasciata andare era stato soltanto per pochi istanti,per darle il tempo di togliersi nuovamente il cappotto.

Con la mano di Ginny stretta nella sua,Harry l'aveva condotta al piano di sopra,nella sua camera da letto,dove poche ore prima si erano urlati contro la loro rabbia e aveva richiuso la porta alle loro spalle,con gentilezza.

-Hai con te la bacchetta?-le aveva domandato,sentendosi improvvisamente a disagio.

Ginny l'aveva guardato senza capire e lui si era sentito bruciare la faccia.

-Per il pigiama...O posso prestartene uno io-aveva aggiunto subito.

Lei aveva sorriso,in un modo così dolce da farlo stare male,e aveva scosso la testa.

-Perchè non mi presti una delle tue camice?-gli aveva chiesto.

Harry aveva aperto l'armadio e aveva cercato la piu' comoda,quella piu' calda per farla sentire completamente a suo agio.

Alla fine era tornato da lei con una camicia blu marine,con le sue iniziali ricamate sulla parte sinistra.

Ginny aveva preso la camicia maneggiandola con cura neanche fosse una cassa di nitroglicerina e gli aveva sorriso.

Lui si era perso per alcuni istanti nel suo sguardo,per poi risvegliarsi e affondare le mani nelle tasche dei pantaloni.

-Puoi cambiarti nel bagno...se vuoi-le aveva detto.

Per pochi secondi aveva avuto il desiderio e la paura di vederla spogliarsi davanti a lui,ma poi lei aveva annuito e si era avviata verso il bagno,richiudendosi poi la porta dietro di sè.

Approfittando della sua assenza,Harry si era infilato la t-shirt grigia e i boxer blu scuro che indossava sempre per dormire e aveva iniziato a preparare il letto quando la porta del bagno si era riaperta ed era apparsa lei.

Sembrava una Venere...no il paragone non reggeva:era ancora piu' bella di Venere.

Indossava soltanto la sua camicia,che le arrivava fino alle cosce e lasciava scoperte le gambe lunghe e perfette.

I capelli,quella colata di lava rossa che lui amava tanto,ricadevano con grazia sulle sue spalle, illuminandole il viso e il rossore che era apparso sulle sue guance.

L'aveva vista sorridere.

-Dovresti vedere la tua faccia in questo momento-gli aveva detto.

Harry aveva sorriso imbarazzato.

-Scusami,ma se solo potessi vederti con i miei occhi...Sei splendida-le disse con la voce ridotta ad un sussurro.

L'aveva sentita ridere.

-Da quale parte vuoi dormire?-le aveva chiesto allontanando lo sguardo dal suo corpo.

-Tu dove dormi?-aveva chiesto lei senza rispondere.

-Destra-

-Allora vuol dire che io dormirò a sinistra-aveva risposto lei pratica.

Si era avvicinata alla sua parte del letto e con un movimento agile si era infilata sotto le coperte.

Perchè riusciva a rendere un gesto così semplice e ordinario così eccitante?si era chiesto Harry guardandola sotto le coperte.

Aveva allontanato di poco le coperte e si era infilato sotto il piumone.

Si era voltato dalla sua parte ed era rimasto a guardarla per alcuni istanti,senza sapere cosa fare o cosa dire:cosa si aspettava Ginny da lui?

Si aspettava un bacio della buonanotte e poi che lui si voltasse dall'altro lato e si addormentasse, oppure si aspettava di riprendere quel discorso tante volte interrotto?

L'aveva guardata e le aveva sorriso dolcemente.

-Buonanotte amore mio-aveva detto avvicinandosi a lei nel letto e posandole un bacio sulla fronte.

Non voleva ricordare la loro prima volta come la fine di una lunga giornata piena di eventi: quando sarebbe successo,avrebbero ricordato quel giorno soltanto per quell'evento.

Lei l'aveva guardato e aveva risposto al suo sorriso.

Si era sdraiato sul suo lato del letto e aveva allungato un braccio per spegnere la luce sul comodino.

Quando l'oscurità aveva avvolto la stanza,Harry si era sentito piu' al sicuro:non vedendola, il desiderio che aveva di lei affievoliva.

Usando l'immaginazione poteva anche fingere che lei non fosse lì accanto a lui.

Ma non aveva previsto la mossa di Ginny:non aveva previsto che lei gli si sarebbe avvicinata nel letto e che avrebbe allungato un braccio sul suo stomaco.

Aveva trattenuto il fiato,come se a toccarlo fosse stato un serpente viscido e non la donna della sua vita ed era rimasto fermo,aspettando il seguito.

Ginny si era avvicinata ancora di piu' a lui nel letto,arrivando a poggiare la testa sul suo cuscino e a far aderire i suoi seni,liberi dal reggiseno,contro la schiena dell'uomo.

-Buonanotte amore mio-aveva sussurrato la voce dolce della sua donna,improvvisamente così vicino al suo orecchio.

Harry aveva dovuto fare un'enorme sforzo per controllarsi e per non cedere all'istinto che gli diceva di voltarsi e di averla:la voleva,la desiderava con ogni piccola parte del suo corpo,ma si era posto un'obbiettivo e intendeva andare fino in fondo.

Per quanto doloroso potesse essere...

Aveva piegato le ginocchia all'altezza dello stomaco e aveva chiuso gli occhi,cercando di addormentarsi.

Subito le gambe di Ginny si erano avvicinate e si erano fatte largo fra le sue.

-Hai i piedi gelati...-le aveva detto lui tenendo gli occhi chiusi.

L'aveva sentita ridere.

-Avevo pensato di riscardarli contro i tuoi...-gli aveva risposto Ginny muovendo la mano sulla pancia dell'uomo.

Lui aveva sorriso e aveva posato una mano su quella di lei,ancora posata sul suo stomaco.

E si erano addormentati così,stretti uno all'altra trovando il modo di ritrovarsi vicini anche quando si muovevano nel sonno.

Era sicuro di trovarla lì,accanto a lui al suo risveglio...E invece niente.

Lei non c'era.

Era già tornata a casa?Oppure Teddy si era già svegliato ed erano insieme di sotto a dar da mangiare a Tonks?

Si mosse sotto le coperte,incerto se alzarsi o meno;poi allungò una mano dalla parte di Ginny e prese il cuscino della donna.

Lo avvicinò al viso e annusò il leggero sentore del suo profumo che ancora vi era impresso sopra, lasciandoselo poi cadere sul viso neanche volesse suicidarsi.

Che fine aveva fatto?Perchè non gli aveva lasciato nessun biglietto per dirgli che se ne andava?

"Stai diventando pazzo!",si rimproverò da solo.

"Hai passato tre anni senza quella donna e adesso non puoi resistere senza di lei anche dieci minuti?"disse una piccola voce dentro il suo cervello.

Harry allontanò il cuscino di Ginny dalla faccia e sospirò,agitato.

"Proprio perchè siamo stati lontani tutti questi anni che mi preoccupa non averla vicino..."rispose deciso alla piccola voce petulante.

Chiuse gli occhi,ma fu costretto a riaprirli quando un rumore attirò la sua attenzione.

Guardò verso la porta e un sorriso tornò a illuminargli il viso:Ginny stava entrando in camera reggendo con un piccolo vassoio fra le mani.

-Ce l'hai fatta a svegliarti,dormiglione-disse sorridendogli.

Chiuse la porta con un piccolo calcio,facendo attenzione a non fare troppo rumore e poi si avvicinò a passi veloci al letto.

Harry sorrise compiaciuto:non si era cambiata,aveva indosso ancora la camicia che lui le aveva dato la sera prima.

Si liberò delle coperte e si sistemò meglio nel letto,con la schiena poco distante dal cuscino.

-Mi hai fatto prendere un colpo!-le disse,lo sguardo sempre fisso su di lei.

Ginny,che aveva poggiato il vassoio sul letto facendo attenzione a non far cadere niente,lo aveva guardato curiosa.

-Di che parli?-gli domandò.

La vide girare intorno al letto e andarsi a sdraiare sopra le coperte dal suo lato del letto.

-Mi sono svegliato e non c'eri-le disse lui guardandola.

Ginny sorrise.

-Non dirmi che hai avuto paura di essere stato sedotto e abbandonato?-gli domandò con un sorriso divertito sulle labbra.

-Quanto sei spiritosa!Dico solo che la prossima volta,faresti meglio a lasciarmi un biglietto...-disse lui mettendo su un'aria seria.

Ginny rise divertita e si avvicinò a lui posandogli un bacio dolce sulla fronte;per poi staccarsi subito da lui e voltarsi verso il vassoio appena posato sul letto:prese un bicchiere con una bevanda arancione dentro e lo porse ad Harry.

-Il tuo succo-gli disse.

Ginny si era avvicinata a lui nel letto,e una gamba nuda era a poca distanza da Harry,così lui allungò la mano e la posò sopra il ginocchio.

Il sorriso sul volto della donna non ebbe nessun dubbio nè tremore,anzi divenne ancora piu' vivido,così lui decise di far finta di niente e di lasciare la mano dove si trovava.

Harry sorrise e prese il bicchiere dalle mani della donna,poi la osservò prendere una tazza verde smeraldo e portarla alle labbra.

-Non ero sicura di trovare tutto,perciò ho messo a soqquadro la cucina e alla fine,sono riuscita a prepararti la colazione...-gli disse.

Harry sorrise,bevendo il primo sorso del suo succo di zucca.

-Quindi la cucina adesso sarà un campo di battaglia...-commentò lui.

-Non essere sciocco!E' bastato un "Gratta e Netta" per rimettere a posto le cose e far splendere di nuovo tutto-

Harry aveva annuito,la punta del naso quasi infilata nel bicchiere.

Per alcuni istanti rimasero in silenzio,bevendo dalle loro tazze,quasi in imbarazzo.

-Teddy sta ancora dormendo?-le domandò alzando di nuovo lo sguardo sul suo viso.

Ginny annuì.

-Sono andata a controllarlo prima di scendere di sotto,e anche quando sono risalita non veniva nessun rumore dalla sua stanza.

Harry annuì:meglio godersi quei minuti di pace finchè potevano.

-Mi hai stupita ieri sera-gli confessò Ginny.

Lui la guardò curioso.

-Per quello che è successo ieri sera...Voglio dire,la litigata,la riappacificazione...e poi la chiave e la tua richiesta...-gli disse incontrando il suo sguardo.

-In positivo o in negativo?-domandò Harry incerto.

Ginny scosse la testa e sorrise.

-In positivo è ovvio.

Ieri ero troppo arrabbiata per rendermene conto,però prima ci stavo riflettendo e mi sono resa conto che mi è piaciuta la tua reazione...Se non ci avessi tenuto a me,non mi avresti urlato contro in quel modo,anzi te ne saresti fregato e mi avresti lasciato credere qualsiasi cosa-gli disse cercando di spiegargli il suo pensiero.

-Certo che ci tengo a te!Che discorsi fai!Però mi ha sorpreso che ti lasciassi convincere così facilmente dalle parole di Sarah:perchè hai pensato che fossi stato a letto con lei?-le domandò.

Era una domanda che poteva far nascere un'altro enorme litigio,ma lui voleva sapere se lei lo riteneva veramente capace di tradirla.

Ginny sorrise,poi si allungò sul letto per mettere la tazza sul vassoio e alla fine tornò a guardarlo:Harry si sentì sollevato quando non vide le fiamme che vi aveva visto ardere dentro il giorno prima.

-Amore mio...Certe volte sei così cieco!

Se potessi vederti con i miei occhi tu non mi faresti questa domanda perchè conosceresti già la risposta.

Tu per me sei...sei tutto:sei intelligente,coraggioso...sprezzante del pericolo-disse con un leggero sorriso sulle labbra.

Harry sorrise,un pò imbarazzato per quell'elogio che lei gli stava tessendo.

-E poi sei bello...E non te ne rendi neanche conto,il che ti fa diventare ancora piu' attraente.

Ci sono sempre state ragazze che volevano essere le tue fidanzate,anche ad Hogwarts,ma tu eri troppo impegnato con la tua missione per rendertene conto...non guardavi neanche me-gli disse a conferma della sua tesi.

La mano posata sul ginocchio di Ginny si mosse in una dolce carezza,come per chiederle scusa di tutto quello che le aveva fatto passare.

-Però Sarah è diversa...-azzardò Harry senza staccare gli occhi dalla donna.

Ginny annuì.

-Lei ce lo ha scritto in faccia che vuole portarti a letto.

L'ho capito fin dalla prima volta che lo vista in strada,quando stava venendo alla tua festa e l'ho visto ogni volta che l'ho incontrata.

Quella sicurezza che prima o poi tu finirai nel suo letto-gli disse seria.

-Non succederà,te lo posso giurare su quello che ho di piu' caro-le disse guardandola negli occhi.

Ginny annuì rassicurata.

Poi mosse la gamba che era sotto la mano di Harry e,con un movimento felino,gli si avvicinò nel letto,andando a poggiare la sua schiena contro il torace dell'uomo.

-Ma adesso non mi importa piu' niente di lei...Non dopo quello che è successo qui dentro.

Anzi mi sono sentita un'idiota-ammise,prendendo un braccio dell'uomo e posandolo sul suo ventre,cingendo sè stessa in un abbraccio.

-E perchè mai?-le chiese Harry cercando di concentrarsi sulla conversazione e non sulle gambe di lei allungate davanti a lui,scoperte dalla camicia che era salita leggermente,lasciando intravedere anche un lembo di tessuto degli slip.

Ginny spostò la testa in modo da incontrare il viso di Harry e l'uomo la vide sorridere divertita, poi sentì una mano posarsi sul suo braccio e fargli una carezza.

-Perchè ho capito che mi desideri,che mi vuoi...

L'ho capito dallo sguardo che mi hai lanciato attraverso lo specchio e dai brividi che ti sono scesi lungo la schiena quando ti ho accarezzato prima di andarmene.

Se ci fosse stata un'altra,tu non saresti così affamato...di me-gli disse guardandolo negli occhi.

-Avevi dei dubbi anche su questo?-le domandò Harry senza staccare lo sguardo da quello di lei.

Ginny alzò le spalle,mentre una mano continuava ad accarezzare il braccio nudo di Harry.

-Non erano dubbi...Era paura-ammise con lui e con sè stessa.

-Ma di cosa?-indagò lui.

-Che tu ti fossi stufato di aspettare...

Io avrei aspettato tutta la vita perchè ero convinta che prima o poi ti avrei ritrovato,che non ci sarebbe stato nessun'altro oltre a te...ma non sapevo se per te era lo stesso.

Un paio di volte ti ho anche immaginato con un paio di bambini con i tuoi occhi e i tuoi capelli...-gli raccontò accennando un sorriso.

Harry sorrise leggermente,stringendo ancora un pò le braccia attorno al corpo di Ginny.

-Anche io ho fatto questi pensieri-le confidò.

La testa di Ginny si mosse di nuovo per incontrare il suo sguardo e lui vi lesse sorpresa e incredulità.

-Non essere tanto stupefatta!Anche io ho passato tutti questi anni a domandarmi dove fossi,se stessi bene...se avessi trovato un'altro.

Il solo pensiero di te con un'altro uomo non mi faceva dormire la notte-le confessò.

Ginny rise e posò un bacio su una delle mani di Harry ancora abbandonate sul suo corpo.

Harry posò il mento sulla sua testa e per alcuni istanti rimasero in silenzio,cullandosi in quella nuova pace.

-Però quello che ti ha detto Sarah non mi sta bene per niente:appena la vedo,le faccio un discorso a quattr'occhi-disse Harry.

-Assolutamente no!-ribattè Ginny.

-Ma come...-

-L'ultima cosa che voglio è che tu e lei siate da soli in una stanza...E poi non preoccuparti so benissimo come difendermi,anzi ho già in mente un paio di idee per vendicarmi-disse lei misteriosa.

Harry abbassò la testa per incontrare lo sguardo della donna e lei gli rivolse uno sguardo innocente.

-Niente magia!-le proibì Harry.

-Ma...-

-E soprattutto niente "TiriVispi Weasley"!Anche se merita una lezione,io con Sarah ci lavoro e ho bisogno che tutta la squadra sia al meglio per la riuscita del programma-le disse con un cipiglio serio sul volto.

Ginny sbuffò.

-Come vuoi tu,papà-ribattè.

Harry rise alla sua ultima affermazione e la strinse forte contro di sè:ancora non si era abituato alla sensazione del corpo di lei contro il suo e ogni volta,un turbinio di reazioni nuove avvenivano nel suo corpo.

Ginny piegò una gamba e,per quel piccolo movimento,la camicia si alzò ancora un pò,mostrando un'altra porzione di tessuto nero degli slip.

Harry deglutì a fatica,desiderando con tutte le sue forze che quella camicia salisse ancora un pò, favorendo ancora la visuale,ma alla fine cercò di scacciare quei pensieri dalla sua mente e,per calmarsi,posò un bacio sui capelli della donna.

-Ti è piaciuto veramente il mio regalo?-le domandò.

Era dalla sera prima che quella domanda gli girava nel cervello,nonostante l'espressione felice di Ginny quando aveva aperto la scatolina e le lacrime che aveva visto nei suoi occhi.

-Che domanda mi fai?Certo che mi è piaciuto veramente-ribattè lei.

-Fino all'ultimo ho avuto paura...pensavo fosse un passo troppo affrettato-le disse lui.

-Troppo affrettato?Lo sai cosa mi ha chiesto Daisy in un momento in cui eravamo sole?

Mi ha chiesto come mai mi avessi dato la chiave di casa tua soltanto adesso,dopo cinque anni,mentre lei aveva avuto quella di casa di David dopo un'anno e mezzo-gli disse sorridendo al ricordo.

-E tu che le hai risposto?-le chiese lui ridendo.

-Avevo pensato di dirle che mi avevi mollato per andare a salvare il mondo magico e che poi eri sparito per tre anni,ma poi ho pensato che lei non avrebbe capito...così le ho detto che tu sei uno che tiene ai tuoi spazi e che ti ci vuole del tempo per fare un passo così importante-gli raccontò,con un sorriso divertito sulle labbra.

-Ottima risposta!-concordò lui prima di scoppiare a ridere.

Ginny rise con lui,stringendosi le braccia dell'uomo attorno al corpo,poi improvvisamente un pensiero le attraversò la mente.

-Aspetta un attimo!-disse staccandosi da lui.

Si sedette sulle ginocchia di fronte a Harry,che nel frattempo aveva smesso di ridere e la guardava sorpreso per quel cambiamento repentino.

-Che è successo?-le domandò.

-Ieri sera hai detto che eri indeciso fra due regali,e che non sapendo cosa scegliere li avevi presi tutti e due-gli disse,lo sguardo fisso su di lui.

Harry ascoltò le sue parole poi annuì.

Ginny lo guardò alcuni istanti,in attesa,poi quando vide che Harry le restituiva lo sguardo senza fare o dire niente,sbuffò leggermente spazientita.

-Allora?Dov'è l'altro regalo?-gli domandò.

Harry sorrise e annuì,capendo finalmente dove portava quel discorso.

-Ah,ho capito...Tu vorresti il tuo regalo-disse con un sorriso divertito sulle labbra.

Ginny annuì.

-Hai ragione,però voglio farti una domanda:dov'è il mio regalo di Natale?-le disse sistemandosi meglio sul letto.

Un fulmine passò nella mente di Ginny:non aveva dato il suo regalo ad Harry!!!

Come aveva fatto a dimenticarsi una cosa come quella?

Certo ieri era stata una giornata frenetica e piena di avvenimenti,ma COME AVEVA FATTO A DIMENTICARSI UNA COSA TANTO IMPORTANTE?

-Non ci posso credere!Come ho fatto a scordarmene?-disse coprendosi il viso con una mano e diventando rossa per l'imbarazzo.

Harry rise.

-E' qui?Voglio dire,l'hai portato qui insieme agli altri pacchetti?-le domandò lui improvvisamente curioso.

-E' nel bagno-disse Ginny,una mano sempre a coprire gli occhi.

Harry corrugò la fronte,sorpreso.

-Quando lo vedrai capirai-disse Ginny.

Harry annuì,poi allungò un mano per prendere quella che ancora copriva il viso della donna.

Incontrando il suo sguardo le sorrise.

-Allora facciamo così:io vado a prendere il tuo regalo e tu prendi il mio...così possiamo scambiarceli-disse con voce calma.

Ginny annuì,poi si voltò,mise i piedi a terra e si alzò dirigendosi poi verso il bagno.

Harry la guardò finchè lei non sparì dietro la porta del bagno,e come risvegliandosi da un sogno ipnotico,si alzò dal letto e si avvicinò al comò dove aveva riposto il secondo regalo di Ginny.

La rossa uscì dal bagno,stringendo la sua bacchetta in una mano e un tabacchiera d'argento nell'altra.

-E' quello il mio regalo?-le domandò Harry curioso.

Ginny sorrise scosse la testa,poi con un piccolo movimento del polso,diede un colpo sulla tabacchiera che crebbe e si allungò e cambiò colore:era diventato un libro,o un diario o qualcosa di simile,rivestito di carta da regalo rossa con delle piccole renne dorate.

Harry,ancora piu' curioso,la osservò mentre Ginny poggiava la sua bacchetta sul comò e poi si avvicinava al letto con passi felini.

Senza staccarle gli occhi di dosso,la vide sedersi di fronte a lui,nella stessa identica posizione di pochi istanti prima.

-Prima io!-disse Harry,allungando un braccio verso il regalo.

-Assolutamente no!Ieri hai lasciato qualcosa a metà e ora devi portarla a termine,quindi...-disse Ginny allontanando il braccio che reggeva il regalo.

Harry abbassò la mano e la guardò con uno sguardo divertito negli occhi.

-Stiamo ancora parlando dei regali,vero?-domandò lui guardando Ginny.

Ginny dipinse una finta espressione scandalizzata sul volto,capendo immediatamente a cosa si riferiva.

-Harry James Potter!-disse,mentre un leggero rossore si diffondeva sulle sue guance.

-Ok,ok hai vinto-si arrese Harry fra le risate.

Mise davanti alla donna un piccolo pacchetto,avvolto in carta turchese:un piccolo semplice pacchetto,senza fiocchi o decorazioni.

-Non sono tanto bravo ad incartare i regali-si giustificò.

Ginny sorrise e prese il pacco fra le mani,soppesandolo e studiandolo:non pesava molto,quindi non doveva essere niente di fragile.

Ma non era neanche un maglione o qualcosa da indossare perchè non si afflosciava sotto le sue mani come in caso contrario avrebbe dovuto.

Strappò la carta da regalo e quando vide cosa conteneva sentì un brivido lungo la schiena.

Possibile?

Il foglio di pergamena ripiegato piu' volte su se stesso era completamente bianco,senza nessuna scritta o sbavatura,ma lei sapeva benissimo che cos'era.

Gliene aveva parlato Hermione a guerra finita,mettendola a conoscenza dei trucchi usati dal Trio nella lotta contro Voldemort e durante i loro anni a Hogwarts.

Tolse i resti della carta da regalo e prese la pergamena immacolata in una mano,spiegandola sul letto.

Alzò lo sguardo su Harry,che osservava ogni mossa della donna e lo guardò incerta.

-E'...-domandò.

Harry annuì.

-Sì è lei-le confermò Harry.

Ginny fece un respiro profondo,ancora sorpresa da quel regalo.

-La mappa del Malandrino-disse con un timore quasi reverenziale nella voce.

Sfiorò con la punta delle dita la pergamena e la fissò per alcuni istanti ancora,prima di tornare a posare lo sguardo su Harry.

-Ma perchè la dai a me?-gli domandò.

Harry si avvicinò a lei e le prese una mano,sorridendole rassicurante.

-La mia indecisione era dovuta al fatto che questi regali sono gli opposti.

Uno,la mappa,rappresenta il passato;l'altro,la chiave,rappresenta il futuro.

Un futuro che spero di passare con te...-le disse guardandola negli occhi.

Ginny restò in silenzio,sicura che ci fosse dell'altro.

-Durante il tuo sesto anno ad Hogwarts,noi eravamo in giro per l'Inghilterra a caccia di Horcux,e prima di partire ti avevo detto che non volevo piu' stare con te...-cominciò.

-Come potrei dimenticarlo?-disse lei,stringendo piu' forte la mano in quella di Harry.

Harry sorrise amaramente.

-Già...

Beh,una notte ho aperto la Mappa e ho iniziato a cercarti per le varie stanze di Hogwarts.

Volevo sapere dov'eri,se eri al sicuro...

Da quella sera ho continuato a farlo ogni sera,arrivando quasi a non dormire per seguirti,anche quando sapevo che eri al sicuro nel dormitorio:vedere il tuo nome scritto lì su quella Mappa mi rimetteva in pace con mè stesso e con il resto del mondo.

Arrivavo anche a dimenticarmi cosa ci facevo in quella foresta e il motivo che mi teneva lontano da te...soltanto guardando la scritta "Ginevra Weasley" fluttuare su quella pergamena-le disse.

Si accorse di una scia lucida sulle guance di Ginny e,sorridendo,le posò un bacio sul dorso della mano che teneva stretta nella sua.

-Questa Mappa è stata un dono dei gemelli...un enorme dono.

Ed è giusto che torni ad un membro della famiglia Weasley:per questo io la cedo a te-le disse senza staccare gli occhi dai suoi.

Questa volta,Harry vide chiaramente scendere due lacrime sul volto di Ginny e si sentì stringere il cuore a quella vista.

-Puoi farne ciò che vuoi:tenerla per te,oppure donarla un giorno ad i nostri figli o...-le disse.

Ginny lasciò cadere la Mappa sul letto e si gettò fra le sue braccia,stringendosi contro il corpo di Harry,che la accolse subito e le avvolse il corpo con le sue braccia muscolose.

La testa poggiata contro il torace di Harry,Ginny sentì altre lacrime scendere lungo le guance: era possibile amare così tanto una persona?

Era possibile essere capiti così profondamente da una persona e capirlo alla stessa maniera?

Forse capitava soltanto una volta su un milione e lei ringraziava tutto il creato per essere stata scelta.

L'indice ed il pollice di Harry si posarono sotto il suo mento e le fece alzare il volto per incontrare i suoi occhi.

Le sorrise e poi,con un gesto gentile,le asciugò le lacrime dalle guance.

-Basta lacrime...Abbiamo sofferto anche troppo,non credi?-le domandò,lo sguardo perso in quello di lei.

Avvicinò il volto a quello di Ginny e posò le labbra su quelle salate della donna:un bacio dolce,gentile.

Ginny cercò di approfondire l'intensità del bacio,ma Harry si staccò subito dalle sue labbra.

-Adesso tocca a me!-disse con un tono curioso nella voce.

Ginny lo guardò e per alcuni istanti lo rivide bambino,a dodici anni,come lo aveva visto per la prima volta seduto alla tavola di casa Weasley:gli stessi occhi luminosi e curiosi,lo stesso sorriso fiducioso.

Gli sorrise e si staccò da lui,allungando una mano sul letto per prendere il pacchetto rosso.

Si sedette di fronte a lui e,dopo un'ultimo istante di esitazione,gli porse il regalo.

-Buon Natale,amore-gli disse.

Harry prese il regalo fra le mani e,come aveva fatto lei poco prima,lo soppesò cercando di capire di cosa si trattava:sicuramente era un libro,il che rendeva il regalo strano,vista la sua avversione per i libri.

Strappò la carta da regalo e vide un volume,con una semplice copertina priva di iscrizioni o di titoli:semplicemente rossa.

Alzò lo sguardo su Ginny e la vide sorridere timorosa.

-E' un'album di fotografie-l'aiutò Ginny.

Harry aprì l'album e per alcuni istanti fissò la fotografia che era incollata sulla prima pagina:era una sua foto durante il secondo anno ad Hogwarts.

L'Harry immortalato nella foto era insieme a Ron,a passeggio per uno dei corridoi della scuola,quando un flash potente lo aveva costretto a coprirsi metà del volto con un braccio.

Ricordava benissimo chi gli aveva fatto quella foto,la stessa persona che gli aveva scattato la maggior parte delle foto durante quell'anno scolastico:Colin Cannon.

Sfogliò le prime pagine dell'album e vi trovò altre foto di quell'anno:una con Ron dopo che questi si era autoinflitto per sbaglio l'incantesimo MangiaLumache,e un'altra di lui mentre sfrecciava sulla scopa durante una partita di Quidditch.

Alzò lo sguardo su Ginny,visibilmente sorpreso.

-Come hai avuto queste foto?-le domandò.

-Beh,diciamo che Colin ha lavorato per me-gli disse lei misteriosa.

Harry aggrottò le sopracciglia cercando un senso alle sue parole e lei sorrise vedendo la sua espressione.

-Ok...Avevo visto la passione con cui ti seguiva;era sempre dietro di te a farti fotografie.

Così un giorno gli ho parlato e gli ho chiesto di passarmi una copia di ogni foto che avrebbe fatto-gli spiegò.

-E lui ha accettato?Senza chiederti nulla in cambio?-

-Eravamo dello stesso anno e poi credo che all'epoca avesse una piccola cotta per me...anche se non ne ho mai avuto la conferma-gli disse senza staccare lo sguardo dal suo.

Bastava un piccolo accenno come quello per far risvegliare il drago dormiente dentro di lui:il solo pensiero che altri potessero posare il loro sguardo,o peggio le loro mani,su Ginny lo portava a ringhiare come un cane.

-E tu?-le domandò cercando di mantenere un tono tranquillo,quasi disinteressato.

Ginny lo guardò per alcuni istanti,poi scoppiò a ridere.

-Non ci credo!SEI GELOSO!-gli disse puntandogli contro un dito.

-Assolutamente!Come ti viene un'idea simile?-fece Harry sulla difensiva.

Ginny rise ancora di piu' e mosse le gambe nude,mettendo di nuovo in mostra una piccola porzione di tessuto nero.

Harry abbandonò l'album sul letto e fece per alzarsi in piedi,ma lei si lanciò in avanti prendendogli la mano e lo trattenne.

Con movenze da gatta,si mosse sul letto arrivando di fronte a lui e sedendogli sulle ginocchia come un neonato.

Harry,lo sguardo fisso sulle gambe della donna,le vide allungarsi sulle sue cosce e sentì le braccia stringersi attorno al collo.

Non gli faceva bene averla così vicina e per di piu' così poco vestita:sentiva già il suo corpo iniziare a rispondere.

Tornò a incontrare gli occhi di Ginny e li vide accesi di una nuova luce.

-Dimmelo-gli disse,lo sguardo fisso nel suo.

Le labbra rosse si erano mosse con lentezza per dire quella sola parola e lui non aveva perso nessun movimento.

"Parla ancora",si ritrovò a pensare,gli occhi fissi su quella rosa dischiusa.

-Cosa?-

Il suo cervello stava andando velocemente in pappa:SOLTANTO GUARDANDOLE LE LABBRA!

Ginny sorrise.

-Ammettilo che sei geloso-disse Ginny,iniziando ad accarezzargli le punte dei capelli con le dita.

Harry sospirò e per alcuni secondi chiuse gli occhi:doveva cedere e ammettere quella sua debolezza,oppure doveva resistere e fare il duro mentendo?

Se le avesse confessato la sua gelosia,lei avrebbe potuto usarla a suo vantaggio o sfruttare quel suo punto debole da quel momento fino alla notte dei tempi;ma se invece restava in silenzio avrebbe dovuto restare in silenzio e rodersi il fegato ogni volta che il drago dormiente dentro di lui si sarebbe risvegliato.

-Assolutamente...sì.Terribilmente,irrimediabilmente geloso-le disse rialzando lo sguardo sui suoi occhi.

Ginny rise e poggiò la testa sulla sua spalla,stringendosi ancora di piu' a lui.

Harry lasciò andare lo sguardo su tutto il corpo della donna e si ritrovò,suo malgrado,con la gola secca.

-Specialmente quando sei così poco vestita-le disse,ammettendo un'altra debolezza.

Ginny alzò la testa dalla sua spalla e lui si preparò ad incontrare il suo sguardo,ma invece lei lo sorprese poggiando le labbra sulla vena pulsante che gli attraversava il collo,facendo partire da quel punto una ridda di brividi in tutto il corpo.

Sentì un secondo bacio un pò piu' in alto,sulla mascella ed un terzo ancora piu' su poco lontano dall'orecchio,proprio sul lobo.

Voltò leggermente il viso dalla parte di Ginny ed incontrò la sua bocca,catturandola subito in un bacio inizialmente dolce;con una mano dietro la sua schiena,Harry l'avvicinò a sè prolungando la durata del bacio,ma fu lei che poi allontanò la sua bocca e lo guardò negli occhi con uno sguardo malizioso.

Ed era il suo sguardo adesso,e non il suo corpo ad essere terribilmente eccitante:erano i suoi occhi a risvegliare il fuoco che soltanto lei era in grado di accendere e di alimentare.

-Sono tua...

Lo sono sempre stata e lo sarò sempre-gli disse la donna perdendosi nei suoi meravigliosi occhi.

Non riuscì a finire il respiro.

Le parole di Ginny avevano cancellato ogni traccia di ossigeno dai suoi polmoni e dalla stanza:sarebbe potuto morire in quel momento ed essere felice,soltanto per le parole che quella stupenda donna gli aveva appena detto.

Posò le labbra su quelle di Ginny quasi con violenza,entrando con forza nella sua bocca appena socchiusa con la lingua e trovando subito l'eccitante risposta di lei.

Continuando a baciarla,fece salire una mano fino ai suoi capelli e strinse le dita in quel fiume rosso fuoco forte,forse troppo al punto da far scappare un gemito dalle labbra di Ginny ancora posate sulle sue.

-Scusa...-disse lui allontanando le labbra dalle sue quel poco che bastava per parlare.

Ginny gli sorrise e riavvicinò il viso al suo,stuzzicandogli le labbra con la punta della lingua prima che la bocca di Harry tornasse a posarsi con forza sulle sue.

Sempre stretto a lei,le labbra sulle sue,Harry si sentì tirare verso il basso da Ginny.

Ginny si era spostata dalle sue gambe e si era lasciata cadere sul piumone,tirandoselo dietro.

Staccando le labbra dalle sue,Harry si sistemò meglio su di lei,cercando di non gravare troppo con il suo peso:infilò un ginocchio fra le gambe dischiuse di Ginny e fece forza sulle braccia per non caderle addosso,ma non potè evitare che i loro bacini si toccassero,rendendo così partecipe Ginny della sua eccitazione.

Ginny sorrise e gli scostò alcune ciocche di capelli ribelli dalla fronte,liberandogli il viso poi Harry tornò a baciarle il viso,scendendo verso il basso con una lunga scia di baci:partì dalla fronte,baciò le palpebre,la punta del naso,le guance,la punta del mento per poi scendere sul collo dove alternò le labbra alla lingua.

Ginny lasciò uscire dalle labbra socchiuse un sospiro piu' forte degli altri e sentendolo Harry,si fece piu' audace:continuando a baciarle il collo,prese ad accarezzarle una gamba,risalendo su fino alla pelle delicata del ginocchio.

Quando lei piegò la gamba,lasciandogli campo libero,Harry prese ad accarezzare la pelle liscia e morbida sotto il sedere,mentre i sospiri di Ginny gli riempivano le orecchie,per poi arrivare al fianco e al tessuto degli slip:lo toccò con delicatezza,giocò con l'elastico incerto su cosa fare,ma prima che potesse decidere Ginny gli fece alzare il viso.

Le piccole mani della donna,che fino a quel momento erano state attorno al suo collo,erano scese ad accarezzargli la schiena,con desiderio,quasi con urgenza.

Aveva accarezzato con la punta delle dita i muscoli delle spalle e della schiena fermandosi dove terminava la t-shirt grigia.

Harry aveva incontrato lo sguardo della donna e non vi aveva scorto nessuna paura,soltanto quella luce che vi aveva visto poco prima.

Le dita di Ginny si erano strette attorno ai lati della t-shirt e l'avevano tirata verso l'alto,portando Harry ad allontanarsi da lei per liberarsi dell'indumento.

Restò per alcuni istanti in ginocchio fra le sue gambe,lasciandole il tempo di guardarlo e di cambiare idea se non si sentiva sicura,ma vide un sorriso illuminare il volto di Ginny.

-Sei ancora meglio di quanto pensassi-gli disse,lo sguardo perso negli occhi dell'uomo.

Harry sorrise,leggermente imbarazzato poi tornò a rifugiarsi fra le braccia di Ginny,posando ancora una volta le labbra su quelle di lei,mordendole leccandole,assaporando il sapore della sua bocca.

Le mise una mano dietro la schiena,sollevandola leggermente e avvicinandola ancora di piu' a lui,sfiorando la sua erezione contro il bacino di lei.

Il seno di lei,ancora coperto dalla camicia,premeva contro il suo torace nudo provocandogli una strana sensazione.

-Fermami....Fermami prima che perda completamente il contatto con la realtà-le disse lui, la voce roca e gli occhi semichiusi per l'eccitazione.

Ginny,di nuovo con la schiena sul piumone,lo guardò con uno sguardo pieno d'amore prima di fare l'impensabile.

Fece scendere una mano lungo la sua schiena,seguendo con la punta di un dito la spina dorsale di Harry e quando arrivò all'elastico dei boxer,infilò la mano dentro.

Harry si lasciò scappare un gemito,piegando la testa in avanti,a poca distanza dal viso di lei.

Ginny gli accarezzò il sedere,per poi far scivolare la mano sul davanti e entrare in contatto con la sua sempre piu' tesa erezione.

Harry sentì chiaramente le piccole dita di Ginny stringersi saldamente attorno alla sua durezza,con decisione ma anche con delicatezza e le sentì accarezzarla piano,con una lentezza estenuante che lo stava facendo impazzire.

-Smettila...-le disse con un filo di voce.

Quando incontrò lo sguardo di Ginny,vide lo stesso sguardo che aveva visto il giorno prima:orgoglio.

Ginny era felice che lui reagisse così,era al settimo cielo perchè quei suoi tentativi goffi di fargli provare piacere stavano avendo successo.

Harry senti diminuire la stretta attorno alla sua erezione e capì che lei stava togliendo la mano: ormai il suo cervello si era completamente scollegato dal corpo.

-Spogliami-gli disse Ginny,lo sguardo fisso nei suoi.

Gli occhi di Harry scrutarono quelli di lei,in cerca della piu' piccola indecisione,del piu' piccolo ripensamento,ma non vi trovarono nulla:soltanto quella luce.

Per convincerlo della serietà delle sue parole,Ginny si portò le mani alla camicia e sbottonò il primo bottone.

Quando vide il piccolo bottone bianco uscire dall'asola,Harry sentì chiaramente il suo cuore mancare un battito,come accade pochi secondi dopo quando anche il secondo bottone fu liberato dalla prigionia dell'asola.

Ginny rialzò lo sguardo su di lui e senza dire niente,gli prese una mano e la portò al terzo bottone,invitandolo così a sbottonarlo.

La gola di Harry si era chiusa e la bocca era diventata piu' arida del deserto del Sahara,e quando posò lo sguardo sulle mani posate sul bottone vide che stavano tramando visibilmente.

-Harry...-si sentì chiamare.

Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi tranquilli di Ginny,che gli infusero una infinita serenità: perchè era così nervoso?Forse perchè aveva sognato quel momento per anni e adesso stava accadendo veramente?Oppure perchè aveva paura di commettere qualche errore?

Sentì le mani di Ginny accarezzargli i capelli,dolcemente e lentamente e lui si abbandonò a quel tocco:chinò la testa sul seno della donna,le labbra posate sul solco fra i due seni e la strinse forte fra le braccia.

Anche se era scocciata o arrabbiata per quel cambiamento di programma,Ginny non lo diede a vedere,anzi continuò ad accarezzargli i capelli come aveva fatto prima incurante della prepotente erezione che premeva contro il suo centro chiedendo di essere ascoltata.

Le labbra di Harry posavano piccoli baci sulla pelle candida del seno,cercando in quel gesto tenero il ritmo per ricominciare.

Rialzò la testa e affondò lo sguardo in quello di Ginny che gli sorrise con amore,poi alzò la testa e gli posò un bacio piccolo sulle labbra.

-Sta accadendo veramente,amore mio,non è un sogno-gli disse guardandolo negli occhi.

Harry le sorrise stupefatto:ancora una volta,lei lo aveva capito senza che lui parlasse.

Baciò di nuovo le sue labbra,questa volta con maggiore trasporto e prese a sbottonarle il resto della camicia.

Ne aveva sbottonato la metà quando scostò un lembo della camicia e prese ad accarezzare un seno con la mano.

Accarezzò la curva del seno con la punta delle dita,mentre Ginny gemeva sulle sue labbra,per poi arrivare al capezzolo già turgido che tormentò con l'indice ed il pollice e che strofinò con il palmo aperto della mano.

Ginny allontanò la bocca dalla sua e si lasciò scappare un gemito piu' forte degli altri,facendolo sorridere.

Harry abbassò la testa e seguì il percorso che aveva fatto la sua mano:baciò la gola l'incavo fra i seni,la curva e poi prese fra le labbra il capezzolo mordendolo e succhiandolo.

Ancora una volta Ginny gemette,invogliandolo ad andare avanti in quella piacevole tortura, mentre le sue mani accarezzavano le sue gambe e i suoi glutei.

-Basta...-le sentì dire con un filo di voce.

Harry rialzò la testa e fu subito ripreso da Ginny che lo fece sdraiare di nuovo su di sè posando di nuovo le labbra su quelle dell'uomo.

Si posizionò meglio fra le sue gambe,facendo incontrare ancora una volta la sua durezza contro l'entrata di Ginny,e la strinse a sè:ormai non lo imbarazzava piu' il fatto che lei sentisse la sua eccitazione.

Anzi,quando Ginny gli allacciò una gamba attorno alla vita,i loro bacini trovarono una perfetta congiunzione,e per la prima volta fece sentire ad Harry l'eccitazione della donna.

Finì di sbottonarle la camicia e fece per togliergliela di dosso quando sentì uno strano rumore fuori dalla porta che lo fece allontanare dal viso della donna.

-Hai sentito qualcosa?-le domandò tendendo l'orecchio.

Ginny però non gli rese le cose facili:prese a mordergli il lobo dell'orecchio destro,alternando i denti con la lingua.

Harry gemette e tornò a baciarla con voracità.

Affondò una mano nei capelli rossi della donna per evitare che lei si staccasse da lui e le mordicchiò le labbra.

Ancora una volta sentì degli strani rumori fuori dalla porta,ma questa volta non ci fece caso:la mano di Ginny si era abbassata un'altra volta e stava per infilarsi un'altra volta nei suoi boxer.

-Harry!Harry sei sveglio?-disse una voce pericolosamente vicina alla porta della sua stanza.

Harry si staccò dal viso di Ginny e vide sul viso della donna lo stesso sgomento che doveva essere dipinto sul suo volto.

HERMIONE!!!

Che accidenti ci faceva a casa sua?A quell'ora del mattino?

-Harry!!Sveglia!!-disse la donna.

Harry e Ginny non ebbero neanche il tempo per provare a sciogliersi da quella strana posizione che la porta si aprì e videro apparire sulla soglia la donna.

-Harry sei svegl...OH MISERIACCIA!!!-

 

OK lo so che in questo momento sono fra le persone che odiate di + al mondo e vi capisco, anche io mi odierei al posto vostro...ma vi assicuro che Hermione ha una validissima ragione per piombare in casa di Harry a quell'ora del mattino.

Voglio complimentarmi cn tutti quelli che,leggendo il capitolo precedente si sono resi conto che mancava ancora un regalo x Ginny...ma nessuno si è accorto che Harry non aveva ricevuto il suo regalo dalla rossa!

Voglio scusarmi x eventuali errori di battitura e di ortografia e voglio ringraziare chi leggerà e recensirà questo capitolo.

Adesso i ringraziamenti:Sarina87(Ho dato un piccolo accenno della gelosia di Harry,proprio un pizzico...Gli scontri fra Ginny e Ron sono solo iniziati),Kia(Ron sarà presente nel prox capitolo e saranno scintille),JC(Fidati,ho conosciuto vipere peggiori di Sarah,ho soltanto douto unirle tt insieme x crearla),Lyoko(E' vero:Harry è stato una parte importante nella vita di Ron,ma lo ha tradito,lo ha ferito e x il momento Ron preferirebbe una Crucio piuttosto che perdonare l'amico),Ninny(Sono contenta che il nome della civetta abbia riscosso tanto successo,io credevo di cadere sul banale),Lallina88(So di averlo fatto di nuovo:interrotto il capitolo proprio a metà:ma altrimenti come farei ad invogliarvi a leggere il capitolo successivo?), Calliope(Tranquilla il tuo italiano è perfetto!),Ginevra95(Diciamo che hanno fatto qualche passo avanti...Dannata Hermione!),Vale Lovegood(Ho postato abbastanza in fretta?)Edvige86(Si credo di star seriamente attentando alla salute fisica e mentale di Harry...sono veramente una sadica!),Valentina(Ginny aveva intenzione di accettare fin dall'inizio,era soltanto sorpresa dalla proposta,visto anche che veniva dopo una giornata in cui avevano avuto una terribile litigata),Pottolina95(Grazie ancora x i complimenti e sono contenta che questa ff ti piaccia),and last but not least Potterina88(Come potrei mettere a repentaglio la vita della mia fan n 1?Posso dirti che io al posto di Ginny avrei reagito esattamente come lei...è normale inoltre che lei sia un pò insicura verso Harry visti i 3 anni di lontanza)

 

Bene x il momento vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo capitolo...

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** San Mungo stories ***


san mungo stories

Furono i dieci minuti piu' imbarazzanti della loro vita.

Aveva sempre condiviso tutto con Hermione,ma mai aveva creduto di dover condividere con l'amica anche quel momento.

Hermione si era coperta gli occhi con una mano e la coppia aveva visto il suo viso diventare velocemente rosso,arancione e poi viola per l'imbarazzo.

Harry sapeva di doversi staccare da Ginny,ma era anche consapevole che facendolo avrebbe reso le cose ancora piu' imbarazzanti per via della sua evidentissima erezione.

Restando sulla rossa poteva anche coprirla visto che lei era mezza nuda ora che la camicia era stata sbottonata del tutto ed era quasi calata sulle spalle.

-Hermione stai bene?-domandò Ginny,preoccupata nonostante tutto per la cognata.

I due videro l'amica annuire.

-Una favola-disse loro.

Per alcuni istanti rimasero in silenzio,con Harry sempre sopra Ginny ed Hermione sempre con gli occhi coperti.

-Che ci fai qui a quest'ora?-le domandò Harry cercando di mantenere un tono di voce naturale, anche se in quel momento gli risultava veramente difficile.

-Stavo cercando Ginny;George mi ha detto che questa notte non è tornata a dormire e che molto probabilmente l'avrei trovata qui-disse.

Era buffa:parlava velocemente,anche se cercava di sembrare tranquilla e il suo viso sembrava andare a fuoco.

Harry si scostò da Ginny,rotolando sul letto accanto alla rossa,permettendole così di riabbottonarsi la camicia.

Hermione,sentendo dei rumori sospetti,aprì leggermente le dita per vedere cosa stava succedendo,ma la voce di Ginny la bloccò.

-Per il bene della vostra amicizia,Herm continua a tenere gli occhi chiusi-le disse mettendosi a sedere sul letto e continuando ad abbottonare la camicia.

Hermione annuì,arrossendo se possibile ancora di piu' e richiuse il piccolo spiraglio che aveva aperto.

Harry si alzò dal letto e,scalzo, si avvicinò alla sedia poco distante dal letto dove la sera prima aveva appoggiato i pantaloni:sapeva che non sarebbero stati di grande aiuto,ma almeno avrebbero fatto sentire Hermione meno a disagio.

Passando accanto al letto raccolse anche la t-shirt grigia che Ginny gli aveva tolto poco prima e la infilò.

-Ok adesso puoi aprire gli occhi-disse Ginny quando Harry si fu tirato su la lampo dei pantaloni.

Hermione tolse la mano dagli occhi e guardò prima uno poi l'altra e accennò un sorriso imbarazzato.

-Mi dispiace veramente tanto...non avevo idea...-cominciò subito la donna.

-Herm calmati;è normale che non ne avevi idea-le disse Harry.

-Non l'avevamo neanche noi fino a poco fa-disse Ginny cercando di sdrammatizzare.

Ma ottenne l'effetto contrario facendo diventare Hermione ancora piu' rossa.

-Come mai sei qui?-domandò Ginny cambiando discorso per evitare che la situazione diventasse ancora piu' imbarazzante.

-Luna-disse Hermione.

-Cos'è successo?-domandarono all'unisono Harry e Ginny.

-Un'ora fa sono iniziate le contrazioni-le disse.

-COSA?Ma mancano ancora due settimane alla fine!-disse Ginny,improvvisamente nervosa.

-Si vede che ha il piccolo ha preso dalla tua famiglia-fece Harry sorridendo.

Ginny si mosse velocemente in giro per la stanza diretta verso il bagno,dove la sera precedente aveva lasciato i vestiti.

-Come sta George?-domandò Harry all'amica.

-E' completamente nel pallone:ha dimenticato di portare la valigia con i vestiti per il bambino ed è stato buttato fuori dalla stanza d'ospedale da Luna perchè dice che emana vibrazioni nervose che potrebbero influenzare il bambino-disse Hermione,felice di potersi concentrare su qualcosa di diverso da quello che aveva visto pochi minuti prima.

Harry rise immaginandosi perfettamente Luna,calma e tranquilla nonostante le doglie,sbattere fuori un nevrotico George.

Ginny uscì dal bagno perfettamente vestita,con i capelli rossi legati in una coda di cavallo e le scarpe già ai piedi.

-Sono pronta.Il cappotto è di sotto-disse rivolta a Hermione.

La donna si voltò e precedette la coppia nel corridoio e poi giu' per le scale.

Ginny infilò il cappotto e poi si voltò verso Harry.

-Ti chiamo piu' tardi-gli disse avvicinandosi.

Harry le diede un bacio lieve per evitare di mettere di nuovo in imbarazzo Hermione,poi le trattenne il braccio.

-Ginny vuoi...vuoi che venga con te?-le domandò dopo un'istante di incertezza.

Ginny sorrise e gli accarezzò una guancia ispida di barba.

-Si...ma non voglio rovinare questo giorno a George e Luna-gli disse.

Harry annuì poi avvicinò di nuovo il viso a quello di lei e le diede un'ultimo bacio prima di lasciarla andare.

L'istante dopo si era smaterializzata con Hermione.

Sarebbe stata una lunga giornata....

 

 

Tutta la famiglia Weasley al completo si era accampata al reparto maternità del San Mungo.

C'erano veramente tutti:tutti i fratelli Weasley,tutte le cognate,i futuri nonni e il papà che nonostante mancasse ancora molto alla nascita del bambino aveva già percorso centinaia di volte i metri che formavano il corridoio davanti alla camera di Luna.

Quando Hermione e Ginny arrivarono tutti voltarono la testa verso di loro,ma subito tornarono a guardare verso la porta della stanza.

-Allora come va?-domandò Ginny.

Non aveva chiesto a nessuno in particolare,sperando che qualcuno fra tutte quelle persone le rispondesse.

-Sembra che dovremo aspettare parecchio:siamo soltanto a due centimetri-le rispose sua madre.

Ginny annuì.

Girò lo sguardo nel corridoio:Bill e Charlie erano seduti vicini su una panchina poco distanti da lei e stavano leggendo "La Gazzetta Del Profeta",Percy era appoggiato al muro e stava esaminando una cartella,sicuramente piena di documenti:ovviamente suo fratello aveva pensato di far fruttare anche il tempo trascorso fuori da una camera d'ospedale.

Tipico di Percy.

Fluer era impegnata in una conversazione con la moglie di Percy mentre Hermione si era seduta poco distante da Ron,che nonostante l'avesse vista arrivare non le aveva ancora rivolto la parola, e aveva tirato fuori dalla borsa un libro.

George,ovviamente,non riusciva a stare fermo per il nervosismo e continuava a fare avanti e indietro per tutto il corridoio.

-Come sta il futuro papà?-gli domandò andandogli vicino e mettendogli un braccio sulle spalle per farlo fermare e per cercare di calmarlo.

-Terribilmente nervoso!E Luna non mi vuole nella stanza!!!Dice che le metto agitazione,ti rendi conto?Io,le metto agitazione?Questo è il colmo-disse George guardando la sorella.

-Veramente io credo che abbia ragione...Sembri strafatto di caffè-gli disse lei sorridendo.

George scosse la testa e poi la guardò con uno strano sguardo.

-Perchè mi guardi così?-gli domandò sospettosa.

-Che fine avevi fatto?-le domandò lui a bruciapelo.

Non aveva previsto quella domanda:sapeva che sarebbe arrivata prima o poi,ma non da George e non con Luna in piene doglie!

Sentì Ron alzare lo sguardo e puntare gli occhi sulla sua schiena,neanche volesse arrivare a incontrare i suoi occhi.

-Che vuoi dire?-domandò lei cercando di fare la vaga.

-Ieri sera quando siamo tornati non c'eri,e questa mattina prima di andare in ospedale abbiamo bussato alla tua porta per avvertirti,ma tu non c'eri-le spiegò.

Un sorriso vissuto si disegnò sul viso dell'uomo e lei capì subito cosa stava per chiederle.

-Credo sia meglio che vada a vedere come sta Luna...Lei non sa neanche che sono arrivata!-disse allontanandosi da George e camminando a passo svelto verso la porta della camera.

Lo sguardo di Ron non l'abbandonò neanche un'istante e lei decise di rendergli le cose piu' difficili.

Si voltò verso di lui e gli sorrise:voleva dimostrargli che non aveva paura nè di lui nè del suo giudizio.

Se Ron credeva veramente che lei si lasciava intimorire dal suo sguardo di fuoco,allora doveva aver perso qualche rotella!

-Hermione vieni con me?-domandò poi posando lo sguardo sulla donna.

Lei annuì e ripose il libro nella borsa prima di alzarsi e avvicinarsi alla porta.

 

 

Le avevano sempre detto che il parto è una delle cose piu' dolorose della vita.

Però fino a quel momento non sembrava poi così terribile;se continuava a provare così poco dolore avrebbe potuto sopportarlo.

Si accarezzò per l'ennesima volta la pancia che sembrava voler esplodere da un momento all'altro e si lasciò scappare un sorriso:ancora poche ore e avrebbe visto il suo bambino.

Un piccolo Weasley con i capelli rossi come suo padre,possibilmente anche con gli stessi occhi di George,quegli occhi verdi che la facevano tremare ogni volta che incontravano il suo sguardo, quegli occhi che l'avevano fatta innamorare prima di ogni altra cosa.

-Ancora poche ore...-disse dolcemente,continuando ad accarezzarsi il pancione.

Quando quella mattina,ancora sdraiata accanto a George,aveva capito che quei dolori che sentiva alla schiena erano contrazioni,aveva svegliato l'uomo e gli aveva detto che era arrivato il momento:il bambino stava per arrivare.

-Ma mancano ancora due settimane alla fine!-le aveva detto George svegliandosi del tutto e scattando in piedi accanto al letto.

-Si vede che tuo figlio ha fretta di nascere-aveva risposto lei tranquilla.

Era quasi certa che suo figlio sarebbe nato in un giorno speciale,come suo padre e quindi il giorno prima aveva controllato i movimenti del bambino,per cercare di capire le sue intenzioni e quella mattina,aveva capito di aver indovinato la sua previsione:era quello il giorno.

George era entrato visibilmente nel pallone,specie dopo aver scoperto che Ginny non era rientrata a casa e non poteva essere loro di nessun'aiuto,ma in qualche modo era riuscito a smaterializzare tutti e due al San Mungo e a spiegare ad un'infermiera al banco accettazioni,anche se con molti farfugliamenti e balbettii,come mai erano lì.

L'avevano sistemata nella stanza e le avevano fatto una visita:monitoraggio fetale e ecografia per controllare il bambino.

Dopodichè le avevano detto che avrebbe dovuto aspettare molto,delle ore prima dell'inizio del travaglio,visto che la dilatazione fino a quel momento era soltanto di due centimetri.

Lei era disposta ad aspettare tutto il tempo necessario...ma non con George!

Le metteva troppa ansia!La riempiva di domande e non faceva altro che camminare per la stanza in cerca di qualcosa da fare o da dire.

Alla fine stremata,gli aveva imposto di uscire dalla stanza e di non presentarsi piu' finchè non fosse stato piu' calmo:l'ultima cosa di cui aveva bisogno il bambino era una persona ansiosa che lo accoglieva nel mondo.

Lui le aveva chiesto scusa,le aveva giurato che non sarebbe piu' successo,ma lei era stata irremovibile.

Ed ora lui si trovava lì fuori e lei poteva immaginarselo circondato dai suoi parenti mentre misurava a grandi passi tutto il corridoio di fronte alla sua porta.

Lasciò cadere la mano lungo il fianco e voltò lo sguardo verso la porta sentendola aprirsi,pronta a dare di nuovo battaglia a George.

 

 

 

 

Luna era sdraiata sul letto a pancia in su,con dei cuscini che le sostenevano la schiena e la mantenevano in posizione eretta.

Quando aprirono la porta,entrambe le donne videro lo sguardo battagliero sul suo volto,che subito si dissolse lasciando il posto ad un sorriso.

-Salve!Ginny,alla fine sei arrivata!-disse rivolta alla rossa.

A Ginny sembrò che le stesse dando il benvenuto ad un party e non in una camera d'ospedale.

Lei ed Hermione presero due sedie e si sedettero accanto al letto di Luna.

-Come ti senti?-le domandò.

-Bene,adesso...Ma tua madre ha detto che dopo sarà terribile!-disse.

Ginny sorrise.

-George è a pezzi:vorrebbe essere qui a tenerti compagnia ma tu l'hai sbattuto fuori-le disse Hermione.

-Certo che l'ho sbattuto fuori!Avreste dovuto vederlo!Sempre a chiedermi se stavo bene,se avevo bisogno di un'altro cuscino,se avevo sete...Da prenderlo per il collo!-disse Luna,cominciando a giocare con una ciocca di capelli biondi.

Le due cognate risero.

-Gli ho detto che può rientrare,ma soltanto quando si sarà dato una calmata-aggiunse.

-Allora preparati a partorire da sola...Non credo ce la farà mai a calmarsi-disse Hermione con tono sicuro.

Le tre donne sorrisero e Luna annuì trovando un riscontro di verità alle sue parole.

-Dove eri stamattina?-domandò Luna a Ginny quando tornò il silenzio.

Ginny la guardò:possibile che tutti le facevano la stessa domanda?

-Ma perchè siete tutti così curiosi?-domandò cercando di eludere la domanda.

Hermione aveva cominciato a giocare con il risvolto del lenzuolo,cercando di estraniarsi dal discorso e sperando con tutte le forze che non la interpellassero.

-Perchè se tu fossi stata a casa io adesso avrei la borsa con le cose del bambino nell'armadietto e avrei avuto qualcuno normale a calmare l'ansia di George!

Tanto lo so che eri da Harry-disse sicura.

Immediatamente Hermione divenne viola e Ginny non potè fare a meno di ridere vedendo la reazione della cognata.

-Andiamo,non ci posso credere!-le disse fra le risate.

-Cosa?-domandò Luna guardando ora una,ora l'altra.

-Per te è facile parlare,ma se ci fossi stata tu al posto mio?-disse Hermione rivolta alla rossa.

Ginny immaginò la scena al contrario:lei sulla porta della stanza e sul letto Hermione e suo fratello.

Subito un brivido gelido le percorse la schiena.

-Ok,hai ragione,ma non era poi così grave!

Eravamo anche mezzi vestiti..Harry aveva ancora i boxer!-disse Ginny a conferma della sua tesi.

-Qualcuno mi spiega?-domandò Luna cercando di intromettersi nel discorso fra le due.

-Gin fidati,non servivano a molto...Anche a quella distanza si capiva benissimo-le disse Hermione diventando ancora piu' rossa.

-Li hai trovati a letto insieme?-azzardò Luna con un gran sorriso divertito.

Ginny scosse le spalle.

-Quasi.Eravamo abbastanza avanti e credo che se non fosse arrivata lei saremmo finiti a letto insieme...

Però lei ha soltanto visto un pò di pelle...-disse Ginny cercando di minimizzare la cosa.

-Un pò di pelle?Adesso ti illustro la scena Luna:Harry era sopra di lei,a torso nudo e con addosso solo i boxer che ormai non servivano piu' a nulla.

Lei aveva la camicia completamente sbottonata,che non copriva piu' niente e le gambe avvolte attorno alla vita di lui.

Ti sembra una cosa da nulla?-domandò Hermione cercando di controllare il rossore sulle guance.

Luna annuì lentamente.

-Com'è Harry a letto?E' da quando siete tornati insieme che volevo chiedertelo...-domandò poi a Ginny.

-LUNA!-disse Ginny leggermente scandalizzata.

-Che c'è?Credi che sia in queste condizioni per qualche strana magia?

Fidati,se tuo fratello non ci sapesse fare non...-le disse Luna.

-Ok basta per favore!Ho subito abbastanza traumi per oggi...Mi ci manca solo un' immagine di te e George avvinghiati e poi mi faccio ricoverare direttamente qui-disse Hermione coprendosi le orecchie con le mani.

Luna rise sinceramente divertita.

-Si,come no...-disse Ginny ridendo con Luna.

Hermione la guardò,togliendo le mani dalle orecchie.

-Vuoi farci credere che tu e Ron per tutti questi anni avete continuato a tenervi per mano e a darvi baci sulla guancia?-le disse Ginny con un sorriso divertito sulle labbra.

Il viso di Hermione ormai era virato perpetuamente sul viola imbarazzo e a Ginny sembrò di percepire anche il rumore che faceva il vapore uscendole dalle orecchie.

-Beh...diciamo che siamo andati un pò avanti...-ammise candidamente Hermione,senza sbottonarsi troppo.

-E anche tu ringrazi gli allenamenti di Quidditch come faccio io ogni volta che vedo George senza vestiti?-domandò Luna continuando a porre le sue domande imbarazzanti con quel candore naturale tipico del suo carattere.

Hermione sorrise a quelle parole,nonostante la insana colorazione del suo viso,e annuì.

-Ogni volta-ammise.

Luna rise forte e battè le mani divertita dalla piccola confessione di Hermione.

Ginny rise con la bionda e diede una pacca al copriletto.

-Adesso veniamo a te-disse Hermione voltando lo sguardo verso Ginny.

La rossa la guardò sorpresa:aveva superato il trauma dovuto a quello che aveva visto neanche due ore prima?

-Che vuoi sapere?-le domandò poggiando un gomito sul letto e poi appoggiando il mento alla palma aperta della mano.

-Ne è valsa la pena aspettare tutti questi anni?-le domandò sua cognata.

Ovviamente aveva puntato sul lato romantico.

Ginny sorrise,poi si ricordò di una cosa e si alzò in piedi.

Le due donne la seguirono con lo sguardo mentre lei si infilava una mano in tasca e tirava fuori una piccola chiave e la tendeva verso Hermione.

La donna prese in mano la chiave e la rigirò fra le dita poi la passò a Luna che fece l'esatto movimento prima di ridarla alla rossa.

Ginny,che nel frattempo si era seduta,osservava la scena con un sorriso a trentadue denti stampato sul viso.

-Cos'è?-si decise a domandare Luna per entrambe.

-E' la chiave di Privet Drive.La mia chiave-aggiunse.

Sul viso di Hermione si disegnò un sorriso ebete,mentre Luna annuiva in segno d'approvazione.

-E' il suo regalo di Natale per me...E io non me lo sarei mai aspettata,specialmente non dopo quello che è successo ieri-disse.

Raccontò alle cognate dell'incontro con Sarah alla festa,di come lei era riuscita a metterla a posto alla festa di Natale e come lei era tornata all'attacco ieri pomeriggio provocando la lite fra lei e Harry.

Aveva evitato di raccontare della riappacificazione focosa che c'era stata fra di loro per non mettere Hermione  di nuovo in imbarazzo e poi aveva raccontato dello scambio dei regali e della consegna della chiave.

Quando s'interruppe,vide che Hermione aveva gli occhi lucidi.

-Quella Sarah avrebbe bisogno di una lezione-disse Luna stringendo i pugni attorno alla coperta.

Ginny e Hermione annuirono all'unisono.

-Non preoccuparti ho già qualche idea in testa,anche se ho promesso a Harry che non avrei usato nè la magia nè i "TiriVispi Weasley"-disse loro la rossa.

-L'avevo capito che era una tipa pericolosa...Aveva guardato male anche me il giorno che sono andata a trovarlo alla radio-raccontò loro Hermione.

Ginny sorrise.

Restò in silenzio alcuni istanti,incerta se raccontare loro anche del secondo regalo di Harry,poi pensò che forse Luna non sapeva niente della Mappa,quindi decise di rimandare ad un momento in cui sarebbe stata da sola con Hermione.

-Si ma non ci hai detto la cosa che veramente vogliamo sapere...-disse Luna,riprendendo ad accarezzarsi il ventre.

Ginny la guardò inarcando un sopracciglio,sospettosa.

-Abbiamo assodato che George e Ron se la cavano molto bene a letto...Harry?-le disse con un sorriso malizioso.

Sia Gin che Hermione scoppiarono a ridere,sia per le sue parole che per l'espressione che la bionda aveva sul volto.

-Beh...molto bene...-ammise mentre un lieve rossore si disegnava sulle sue gote.

Le cognate risero e Ginny fu sollevata nel vedere Hermione piu' sollevata e di nuovo del suo colore normale.

-Anche se è un giudizio ancora parziale...-ammise.

Sentì subito due paia d'occhi puntati addosso.

-Cioè vuoi dire che...-domandò Luna con uno sguardo triste.

Ginny capì subito cosa voleva chiederle e scosse la testa con vigore.

-No,assolutamente!Anzi...E' solo che veniamo sempre interrotti...

Anche questa mattina,sembrava proprio che finalmente avevamo imboccato la strada giusta... e invece siamo stati interrotti di nuovo-disse senza entrare nello specifico.

Hermione si rannicchiò nelle spalle e le chiese scusa con il movimento delle labbra.

Ginny le sorrise e alzò le spalle:non poteva mica fucilarla!

-Luna forse è meglio se adesso noi andiamo...Hai bisogno di qualcosa?Un'altra coperta,una rivista?-domandò Ginny alzandosi dalla sedia,prima che la donna le rivolgesse qualche domanda ancora piu' imbarazzante.

Luna scosse la testa e si lasciò baciare sulle guance da entrambe le donne,seguendole con lo sguardo finchè non uscirono dalla stanza.

 

 

 

 

 

 

Dopo quattro ore la dilatazione era arrivata a cinque centimetri.

Fleur e la moglie di Percy,sapendo di avere ancora tempo,si erano smaterializzate a casa per controllare i bambini ed essere sicure che stessero bene.

I signori Weasley si erano allontanati dal corridoio diretti alla "Sala Da Thè"dell'ultimo piano per un caffè che li tenesse svegli fino all'arrivo del nipotino,promettendo di tornare in tempo.

Percy aveva finito di esaminare tutti i documenti contenuti nella cartellina e ora stava leggendo la "Gazzetta" che ore prima avevano letto Charlie e Bill.

Hermione era ancora immersa con la punta del naso nel libro e Ron stava ostinatamente cercando in tutti i modi di evitare lo sguardo della sorella.

Ginny era seduta sulla panchina piu' vicina alla porta della stanza assieme a George,cercando di farlo stare seduto per piu' di cinque secondi e combattendo una furiosa lotta interna con sè stessa.

Voleva telefonare a Harry per sapere come stava e se andava tutto bene con Teddy,ma sapeva che suo fratello non glielo avrebbe mai perdonato.

Per alcuni istanti ebbe l'impulso di prendere il cellulare e chiamare Harry davanti a Ron soltanto per ferire Ron,ma poi si pentì di quel pensiero.

Ok,i loro rapporti non erano così idilliaci in quel momento,ma quella era cattiveria gratuita e nonostante lo sterminato orgoglio dell'uomo e la sua testardaggine non voleva ferirlo...almeno non piu' del necessario.

I suoi pensieri furono interrotti dal suono del suo cellulare.

Portò la mano al cappotto e infilò la mano nella tasca destra afferrando il telefono.

-Pronto?-rispose senza guardare il nome sul display.

-Sei già diventata zia?-le domandò la voce che piu' amava al mondo.

Ginny istantaneamente sorrise e si alzò dalla panca,allontanandosi di qualche passo dai suoi parenti.

-Non ancora...Siamo a metà,però la mamma dice che non succederà niente prima di questa sera-gli disse svoltando l'angolo del corridoio e appoggiando la schiena alla parete.

-Capisco...Allora ho fatto bene-disse Harry.

-Che vuoi dire?-gli domandò lei senza capire.

Poi un pensiero le attraversò la mente:era veramente così pazzo?

-Dove sei?-gli domandò staccandosi dalla parete e voltando la testa a destra e a sinistra per cercare qualche traccia di lui.

-Lo divideresti un sandwich al pollo con me?-le domandò eludendo la domanda della donna.

-Dimmi dove sei!-disse di nuovo Ginny.

-Ti aspetto al banco dell'accettazione-le disse.

Poi senza aggiungere altro,chiuse la comunicazione.

Ginny richiuse il telefono e lo mise nella tasca dei pantaloni prima di muoversi a passo svelto verso le scale che portavano ai piani inferiori.

Scese di corsa i piani che la dividevano da Harry e quando finalmente arrivò all'entrata fece girare lo sguardo nell'atrio e cercò lui:cercò i suoi occhi,i suoi capelli...

-Possibile debba sempre aspettarti?-sentì alle sue spalle,proprio in corrispondenza del suo orecchio destro.

Si voltò e se lo trovò di fronte,un bellissimo sorriso ad illuminargli il viso appena oscurato dalla barba bruna.

Gli sorrise e gli gettò le braccia al collo,mettendosi in punta di piedi per arrivare alla sua altezza.

Sentì le braccia di Harry stringersi attorno alla sua vita e sollevarla qualche centimetro da terra portandola perfettamente di fronte al suo viso.

-Sei un pazzo!Che ci fai qui?-gli domandò ancora stretta a lui.

-Mi mancavi...E poi non mi hai salutato come si deve stamattina-le disse sorridendole.

Prima che lei potesse rispondere,le labbra di Harry furono sulle sue,gentili ma esigenti e le braccia attorno alla sua vita rafforzarono la loro stretta.

Ginny si staccò a malincuore dalle sue labbra,e lo guardò negli occhi sorridendo.

-Dov'è Arthur?-gli domandò.

-E' da Miss Queen.Le ho detto che una mia parente stava partorendo e che volevo fare un salto in ospedale per vedere come andavano le cose e lei si è offerta di tenere Teddy con la sua famiglia per il pranzo di Natale-le disse dandole poi un'altro bacio lieve sulle labbra.

-C'è rimasto male?-domandò la donna preoccupata.

-Scherzi?Teddy adora Miss Queen e poi i nipoti della donna hanno la stessa età di Teddy e si conoscono da sempre...

Non vedeva l'ora di mostrare tutti i nuovi giocattoli che aveva ricevuto ieri sera e di provarli con loro...-le disse rassicurandola.

Ginny lo guardò dubbiosa per alcuni istanti poi si fece convincere dal suo sguardo sincero: nessuno sapeva leggere in Harry come lei,e se le stava mentendo lei lo avrebbe capito.

Avvicinò ancora una volta le labbra a quelle dell'uomo e affondò le mani nei capelli folti e scompigliati.

-Perchè non mi metti giu' e non cerchiamo un posto dove pranzare?Oppure quella del sandwich era una scusa?-gli domandò lei con tono inquisitore quando tornarono a staccarsi.

Harry la rimise con i piedi a terra senza però scioglierla dal suo abbraccio e scosse la testa.

-No,ti ho veramente portato il pranzo-le disse.

Ginny sorrise,poi lo prese per mano e insieme si misero in cerca di un posto tranquillo dove pranzare.

Si sedettero su un divanetto nella sala d'attesa del primo piano e Harry le porse il suo sandwich e una lattina di Coca.

-Scusa,ma non avevano niente di meglio...E non potevo certo chiedere al negoziante indiano una lattina di succo di zucca-le disse.

Ginny rise e scuotendo la testa aprì la sua lattina.

-Come sta Luna?-domandò l'uomo dando un morso al suo sandwich.

-Lei sta bene finora...E' George quello nervoso.

Luna lo ha sbattuto fuori dalla stanza e lui non ha fatto altro che andare su e giu' per tutto il corridoio davanti alla porta mettendo ansia a tutti-gli raccontò la rossa aprendo la sua confezione.

Harry rise,poi si fece serio.

-Io in fondo lo capisco...Voglio dire:io sarò nelle sue stesse condizioni quando un giorno avremo dei figli...Credo che sarò completamente fuori uso-le disse con voce ed espressione seria.

Ginny lo guardò piacevolmente colpita da quel discorso e forse fu proprio lo sguardo della donna a far interrompere Harry.

-Che c'è?-le domandò.

-No,niente...è che...-disse non riuscendo a trovare le parole giuste per spiegargli quello che provava.

-Cosa?-

-Mi piace che tu sia così sicuro sul nostro futuro...cioè:oggi quando mi hai regalato la Mappa hai detto che potevo tenerla o donarla ai nostri figli,e adesso mi dici che quando sarà il momento, quando nostro figlio nascerà,sarai fuori uso...Ecco...Mi piace che tu veda il tuo futuro con me-gli disse.

Harry sorrise e le si avvicinò un pò sul piccolo divano che dividevano.

Posò il sandwich sul tavolino poco distante da loro e,dopo essersi voltato verso di lei,le prese il viso fra le mani e incontrò lo sguardo della donna.

-Sono così sicuro del mio futuro con te perchè senza di te non avrei piu' un futuro.

Specialmente adesso che ti ho ritrovato-le disse serio.

Ginny avvicinò il viso a quello di lui e lo baciò,sentendo sulle labbra un leggero sapore di pollo che,era sicura,doveva esserci anche sulle sue.

Harry le accarezzò i capelli poi si staccò da lei e prese di nuovo il suo sandwich,dandogli poi un morso.

-Herm si è ripresa dopo stamattina?-le domandò alzando lo sguardo sulla donna.

Ginny,con ancora le labbra attaccate alla lattina,annuì.

-Per un pò ha avuto una strana colorazione viola,però poi l'ha presa a ridere...

Grazie anche a Luna che mi ha fatto un sacco di domande imbarazzanti su di te-gli confessò.

Si preparò per vedere la faccia sorpresa di Harry e ancora una volta il suo uomo non la deluse, facendola ridere per l'espressione sbigottita che gli si dipinse sul volto.

-Che vuoi dire?-domandò.

-Mi ha chiesto com'eri a letto-disse lei dando un'altro morso al panino.

-E tu le hai risposto?-domandò lui improvvisamente a disagio.

-Tesoro,sta tranquillo:a chi vuoi che lo vada a raccontare?

E poi non ho detto niente di male-disse lei misteriosa.

Harry la guardò leggermente preoccupato.

-Quindi che cosa hai detto?-

-HARRY!-disse lei atteggiando il volto ad una finta espressione scandalizzata.

-No adesso non fare quella faccia perchè tanto non ci casco!Se lo hai detto a loro puoi dirlo anche a me!-le disse sicuro.

-Assolutamente no:loro sono mie amiche,e poi sono donne e tu...-

-Io sono il tuo compagno!Non credi che avrei il diritto di saperlo?-le disse Harry avvicinandosi di nuovo sul divano.

Ginny sorrise maliziosa:adesso,in quel preciso instante,Harry aveva un'aria talmente sexy che lei lo avrebbe rinchiuso nel primo stanzino libero per verificare se le sue idee erano giuste o meno.

-Credo proprio di no amore...Altrimenti smetteresti di sforzarti perchè troppo sicuro di te stesso.

Meglio che tu sia all'oscuro di queste chiacchiere fra donne-disse Ginny.

Harry sbuffò,facendo muovere un ricciolo ribelle caduto sulla fronte e lei sorrise.

-Non è affatto giusto!-disse in tono infantile.

-Se tu e Dave alla radio vi metteste a parlare di come siamo io e Daisy a letto me lo verresti a raccontare?-gli domandò guardandolo negli occhi.

Harry si mosse a disagio sul divano e si passò una mano fra i capelli,veramente in imbarazzo per la domanda.

-Certo-disse Harry sapendo benissimo di mentire.

Ginny rise e scosse la testa.

-Sei un gran bugiardo!Non mi accenneresti mai ad un discorso del genere,e sarebbe anche normale.

Quindi io non ti dirò che cosa ho detto su di te a Luna ed Hermione-gli disse.

Harry annuì e finì di bere la sua lattina:in fondo,aveva ragione lei.

-Devo tornare su...si staranno chiedendo che fine ho fatto-disse Ginny appallottolando la plastica del sandwich e alzandosi dal divano.

Harry annuì di nuovo e seguì il suo esempio.

L'uomo le prese la mano e insieme scesero di nuovo fino all'atrio e,poco distante dall'uscita, Harry si fermò.

Mise le mani sui fianchi della donna e le sorrise.

-Chiamami appena nasce il bambino-le disse.

Ginny annuì,le braccia pigramente allungate attorno al collo dell'uomo.

-Certo zio Harry-disse lei calcando il tono sulla seconda parola.

Lui sorrise e chinò la testa per posarle un piccolo bacio sulle labbra.

-Ti aspetterò alzato-le disse guardandola negli occhi.

-No Harry...Domani hai anche la trasmissione e non voglio che ti presenti con le occhiaie per colpa mia...non sappiamo neanche quando nascerà il bambino-gli disse lei in tono premuroso.

-Ginny veramente...-cercò di interromperla lui.

-Facciamo così:quando nasce il bambino,a qualsiasi ora,ti chiamo.

Poi questa sera vado a dormire a casa,nel caso a Luna servisse qualcos'altro da mettere in valigia,e poi domani vengo alla radio a prenderti-gli disse lei pratica.

Harry annuì rassegnato.

-E' che speravo di svegliarmi accanto a te domattina,visto che stamattina non c'eri-le disse accarezzandole un braccio.

Ginny sorrise e si mise in punta di piedi per baciarlo.

Harry cercò di far durare quel contatto piu' a lungo possibile perchè sapeva che poi non l'avrebbe piu' vista fino al giorno dopo:voleva imprimersi il suo odore nelle narici,stamparsi la sua immagine nella mente e il suo sapore doveva restargli attaccato alla pelle.

Ginny si riabbassò e si staccò da lui con un sorriso,poi si avviò di nuovo verso le scale.

Si voltò solo una volta:Harry era ancora lì che la guardava andare via sorridente.

 

 

 

 

Arthur e Molly Weasley avevano bisogno di un caffè molto forte e anche di un muffin per arrivare alla fine di quella lunga giornata.

Quando quella mattina nel loro camino era apparsa la faccia agitata di George che li avvisava delle doglie di Luna,erano ancora mezzi addormentati.

La sera prima,la sera della Vigilia,c'era stata il grande cenone con i figli e le nuore e i nipotini ed avevano fatto un pò tardi.

Beh,ad essere sinceri non c'erano tutti:mancava Ginny,che non aveva potuto partecipare alla cena per colpa del suo litigio con Ron.

A nulla erano valsi i tentativi di rinconciliazione di Molly e Arthur,uniti a quelli di George e di Hermione;sapevano tutti che Ron era un mulo quando prendeva una decisione,ma questa volta la questione sembrava aver toccato veramente il fondo.

Ron aveva posto una condizione alla sua presenza al veglione della Tana:non doveva esserci Ginny.

Molly aveva fatto di tutto per fargli cambiare idea,ma invano e alla fine aveva dovuto cedere.

Fortunatamente sua figlia era stata molto piu' ragionevole e le aveva detto di non preoccuparsi:lei avrebbe festeggiato il Natale con Harry e Teddy Lupin.

E naturalmente mancava Fred.

Ormai erano quattro anni che era morto,ma per il primo anno sia Molly che Arthur avevano avuto qualche difficoltà ad accettarlo.

Per un'anno nessuno aveva tolto il nome di Fred dall'orologio,sperando ogni giorno di vederlo puntato su "A casa".

Era stato Ron che si era preso quell'incombenza così dolorosa,era stato lui a dire basta per tutti:un giorno Molly e Arthur erano tornati a casa e guardando l'orologio,come al solito avevano notato la mancanza di Fred.

Al suo posto,sul tavolo c'era una pergamena,scritta nella scrittura a zampe di gallina di Ron:"E' ora di guardare avanti,di fare i conti con la realtà...Perdonatemi,Ron"

Le cose erano andate meglio con il tempo specie negli ultimi due anni:la relazione fra George e Luna,il negozio di Ginny,il matrimonio di Percy e la nascita della piccola Lucy,e poi l'annuncio dell'arrivo di un nuovo Weasley.

Alla notizia,Molly era scoppiata a piangere per la felicità;Luna era riuscita a compiere due miracoli:aveva ridato la vita a suo figlio ed ora lo avrebbe reso padre,una cosa veramente impensabile.

La coppia si sedette ad un tavolo con le loro tazze di caffè e i loro muffin all'uvetta.

Arthur trattenne uno sbadiglio.

-Stai bene?-gli domandò Molly guardandolo preoccupata.

Lui le sorrise e le coprì una mano con la sua.

-Sono un pò stanco,ma va tutto bene...Non mi perderei questo momento per niente al mondo.

Il nostro primo nipotino maschio-disse con un luccichio orgoglioso negli occhi.

Molly sorrise e annuì.

-Già...Speriamo solo che non prenda da suo padre-disse lei bevendo un sorso di caffè bollente.

Arthur rise.

-Io non ci conterei troppo se fossi in te-le disse.

Sapeva anche lei che quella era una speranza inutile.

-Secondo la tua esperienza credi che ci vorrà ancora molto?-le domandò Arthur prendendo un pezzo del suo muffin.

Lei annuì.

-Sicuramente nascerà oggi,ma non prima di questa sera...E' strano però...-disse Molly guardando suo marito.

-Cosa è strano?-le chiese lui bevendo poi un sorso dalla sua tazza.

-Questo bambino ha così fretta di nascere che fa iniziare le doglie due settimane prima del previsto,ma poi si prende tutto questo tempo per venire al mondo-gli spiegò guardandolo.

Arthur sorrise.

-E' la perfetta combinazione dei suoi genitori-disse lui.

Molly lo guardò senza capire.

-Ma sì:George è impulsivo e sempre di fretta mentre Luna è piu' calma,riflessiva tranquilla.

Se sarà così anche nella vita risparmierà parecchi problemi a quei ragazzi-disse sorridendo.

Molly sorrise con lui.

Il sorriso però le si cancellò dal volto e l'uomo capì subito a cosa stava pensando.

-Vedrai che faranno pace prima o poi-le disse finendo il suo muffin.

-Oh Arthur...non si sono rivolti la parola neanche una volta!Ti rendi conto?Hanno avuto discussioni pesanti,ma non di questo tipo...

Ron la guarda con certi occhi...-disse Molly addolorata.

-Molly sta tranquilla,vedrai che si sistemerà tutto...Il tempo sistema tutto.

Sei pronta per tornare di sotto?-le domandò coprendo di nuovo della donna con la sua.

La moglie annuì e entrambi si alzarono pronti per tornare di sotto.

 

 

 

 

 

-Sono calmo!-disse subito,appena aprì la porta della stanza.

Luna sorrise e gli fece cenno con la mano di farsi avanti.

George entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle.

-Che cos'hai lì?-gli domandò Luna,notando che aveva qualcosa stretto fra le mani.

George fece qualche passo verso di lei e si sedette sulla sedia vicino al letto,prima di allungare il braccio sul letto e posare la rivista sul copriletto davanti a lei.

Luna sorrise vedendo il numero piu' recente de "Il Cavillo"e alzò lo sguardo su George che le diede in cambio uno sguardo timoroso.

-Dove l'hai trovata?-gli domandò colpita.

Sapeva che George non amava particolarmente quella rivista,che la considerava soltanto una rivista per bambini,così quel gesto la colpiva ancora di piu'.

-Ho pensato che magari avevi voglia di qualcosa da leggere...magari non adesso durante le doglie...però dopo quando....-le disse riprendendo a farfugliare.

Luna sorrise e gli prese una mano.

-Sai che sei un'uomo fantastico?-gli disse attorcigliando le dita a quelle di lui.

George sorrise,leggermente imbarazzato e si portò la mano di Luna alla bocca baciandole il dorso.

-Come ti senti?-le domandò con cautela.

Non voleva che la donna lo cacciasse un'altra volta dalla stanza proprio adesso che era riuscito a rientrarci.

-I dolori sono piu' forti adesso,e piu' frequenti di prima,ma il dottore ha detto che ci vorranno ancora delle ore prima che nasca-gli disse.

-Il dottore è stato qui?-le domandò sorpreso.

Forse era venuto quando lui si era allontanato per cercare quella dannata rivista!

Luna annuì.

-E' stato qui una mezz'ora fa.

Ha detto che siamo arrivati a sei centimetri e che potrò avere l'epidurale una volta arrivata a sette centimetri.

Però è sicuro che il bambino non nascerà prima di stasera-gli disse.

George alzò le spalle.

-Noi saremo qui ad aspettarlo-le disse sorridendole.

Luna gli sorrise di rimando e appoggiò la schiena ai cuscini,chiudendo per un'istante gli occhi.

-Luna...-la chiamò lui.

Lei riaprì gli occhi e lo guardò,affondando lo sguardo in quelle pozze verdi che amava.

-Grazie...Grazie per essere stata così paziente,così testarda...per non esserti fatta convincere tutte le volte che ti scacciavo...Grazie per avermi ridato la fiducia in me stesso e per avermi fatto tornare a vivere...-le disse,gli occhi fissi nei suoi senza alcuna vergogna.

Luna sorrise,visibilmente commossa per quella dichiarazione inaspettata che le ricordò un' altra dichiarazione fattale dall'uomo anni prima.

-Vieni qui-gli disse.

George si sedette sul letto e lei lo tirò verso di lei avvicinando i loro volti e facendo incontrare le loro labbra in un bacio dolcissimo.

-Tu e il bambino siete tutta la mia vita...Se dovessi perdervi...-le disse staccando di pochi centimentri il volto da quello della donna.

Luna gli accarezzò il volto con una mano e lo costrinse gentilmente a incontrare di nuovo i suoi occhi.

-Io e il bambino non andiamo da nessuna parte...Io non posso piu' immaginare la mia vita senza di te-gli disse sincera.

George la baciò di nuovo,mentre fuori dalla porta si scatenava un putiferio.

Luna si staccò da lui e voltò la testa verso la porta,sorpresa da tutto quel rumore.

-Ma che accidenti sta succedendo?-domandò.

 

 

 

 

 

-NON PERMETTERTI MAI PIU' DI PARLARMI IN QUESTO MODO!-urlò Ginny,rossa in volto.

-ALTRIMENTI COSA SUCCEDE?-le ruggì contro Ron,rosso almeno quanto la sorella.

Ad osservare la scena inorriditi e incapaci di reagire c'erano Bill e Charlie, che seguivano la scena pronti ad intervenire nel caso la situazione degenerasse,Hermione,seduta spalle al muro sulla panchina fino a quel momento divisa con Ron,e Percy,che osservava i due fratelli urlarsi addosso senza neanche sapere il motivo della lite.

-NON PROVOCARMI!-gli disse Ginny puntandogli il dito contro.

Ron si passò una mano fra i capelli e fece un passo indietro,cercando di calmarsi,ma la rabbia era talmente tanta che neanche arrivare a Diagon Alley a piedi e ritornare lì sarebbe servito a calmarlo.

Aveva capito subito che era Harry al telefono,così aveva seguito la sorella e aveva osservato tutto:lei che lo cercava fra la folla,lui che si nascondeva dietro un'angolo alle sue spalle per poi apparirle d'incanto,e il loro melenso saluto.

Aveva ascoltato i loro discorsi,sentendo la rabbia montare dentro come lava bollente,e quando si erano salutati lui era tornato di corsa sopra,cercando in tutti i modi di controllarsi,ma non c'era riuscito:gli era bastata vederla per esplodere.

-SAI COSA MI DA PIU' FASTIDIO?LA TUA STUPIDITà!-le urlò contro guardandola.

Ginny restò in silenzio,aspettando il resto delle accuse per poter ribattere meglio.

-BASTA CHE LUI TI DICA CHE VUOLE UN FUTURO CON TE,CHE VUOLE DEI FIGLI CON TE E TU GLI CREDI?SE VERAMENTE NE VOLEVA UNO,PERCHè NON TRE ANNI FA?-concluse.

Ginny sorrise beffarda.

Si avvicinò al fratello e tutti i presenti trattennero il fiato,sicuri che quella volta lo avrebbe schiaffeggiato;ma la donna tirò fuori dalla tasca la chiave di Privet Drive e la mostrò al rosso.

-Sai cos'è questa?E' la mia copia della chiave di Privet Drive.

E' stato il suo regalo di Natale per me...insieme alla Mappa del Malandrino-gli disse guardando fisso negli occhi di Ron.

Li vide chiaramente spalancarsi per la sorpresa e sentì anche il singhiozzo di sbigottimento di Hermione.

-E l'hai già provata?Sai se funziona?-le domandò Ron maligno,cercando di mascherare l'emozione che le parole della sorella gli aveva scatenato.

Le aveva regalato la Mappa del Malandrino?Uno dei pochi legami che aveva con suo padre e con Sirius?

Ginny incenerì il fratello con lo sguardo.

-SEI UN VERO IDIOTA!-gli disse.

-E TU UNA POVERA ILLUSA!-

-SAI RON TI STAI COMPORTANDO COME UNA FIDANZATA ABBANDONATA!SMETTILA DI PORTARE RANCORE PER QUELLO CHE è SUCCESSO... FARESTI UN FAVORE A TUTTI-gli disse Ginny.

Ron si passò un'altra volta la mano fra i capelli folti e incontrò lo sguardo di Hermione:gli occhi della moglie lo stavano scongiurando.

Lo pregavano di non dire niente di cui poi si sarebbe veramente pentito,niente che peggiorasse ancora di piu' le cose.

Ma poteva essere peggio di così?

-Tutti hanno perdonato Haary,anche mamma e papà...Soltanto tu non ci riesci!Soltanto tu sei un così egoista da non voler ascoltare le sue ragioni.

Così sicuro di essere stato l'unico a soffrire in questi anni!-lo attaccò Ginny.

Furono quelle parole a farlo reagire nel peggior modo possibile.

-Credi che veramente di poter fare la mogliettina e la mamma felice?

Tu,lui e Teddy Lupin?Davvero un bel quadretto!

Quel bambino sarebbe sicuramente stato piu' felice in un'istituto piuttosto che con te e lui come genitori-le disse guardandola negli occhi con uno sguardo gelido.

Lo schiaffo lo colpì sulla guancia sinistra,poco sotto l'orecchio,facendogli voltare la testa per la sua potenza.

Si era aspettato la sua reazione,ma non di quel tipo:era la prima volta nella vita che lei lo picchiava.

Nel corridoio era sceso il silenzio,tutti i presenti avevano lo sguardo fisso sulle due figure in piedi una di fronte all'altra.

Ginny respirava a fatica ed era rossa in volto,lo sguardo fisso su Ron,la mano che aveva lo aveva colpito ancora ferma a mezz'aria.

-Che sta succedendo qui?-domandò la voce preoccupata del signor Weasley.

Lui e la signora Weasley erano all'inizio del corridoio e osservavano la scena sgomenti:erano veramente i loro figli quelli?

Nessuno rispose,tutti erano concetrati su Ginny e su quello che sarebbe successo di lì a poco.

Ron si rese conto di aver veramente esagerato,ma ormai era troppo tardi per rimediare.

-Dopo la nascita di Fred Jr.,non voglio piu' vederti...

Non voglio piu' vedere la tua faccia o sentire la tua voce.

Tu non esisti piu'!Se prima avevo qualche speranza di rimettere le cose a posto fra noi,dopo quello che hai detto adesso,per me non esisti piu'...-gli disse gli occhi di fuoco puntati sull'uomo.

Ron deglutì.

-Ginny,cerca di ragionare...-s'intromise Hermione.

-RAGIONARE?LUI SI PERMETTE DI CRITICARE LA MIA VITA,LE MIE SCELTE E IO DEVO ESSERE QUELLA RAGIONEVOLE?

NON è PIU' UN RAGAZZINO!DEVE FARE I CONTI CON LE CONSEGUENZE DELLE SUE STRONZATE!-disse Ginny guardando la donna e fulminandola con lo stesso sguardo che aveva riservato a Ron fino a quel momento.

Sentì dei passi avvicinarsi a lei e vide Bill a poca distanza.

-Vieni con me!Ho bisogno di fumare una sigaretta,fammi compagnia-le disse mettendole un braccio sulle spalle.

Ginny fece un passo insieme a Bill,sentendo gli sguardi di tutti puntati addosso,e quando prese il cappotto dalla panchina a cui era appoggiato,tornò a guardare Ron,con lo stesso sguardo omicida di prima.

-Tu non sei mai esistito per me!-gli disse dura.

Poi sentì di nuovo il braccio forte di Bill stringerle le spalle e portarla verso la fine del corridoio.

Ron,ancora fermo immobile dove Ginny l'aveva colpito,con lo sguardo basso a fissare il pavimento,sentì rimbombare nella testa quelle parole,quasi una condanna,e sentì spezzarsi qualcosa dentro di lui.

Ora l'aveva persa veramente...

 

 

 

Fred Cletus Weasley,figlio di George Weasley e Luna Lovegood,venne alla luce alle 21.30 dopo un'attesa di dieci ore da parte dei suoi genitori e dei suoi parenti.

Nascosto dietro la porta chiusa della camera George,con in braccio il suo primogenito,si commosse cercando le rassomiglianze con quel piccolo fagotto dagli immancabili capelli rossi e dagli occhi grigi come sua madre.

Era talmente piccolo che avrebbe potuto tenerlo con una mano soltanto...Quello era suo figlio, la cosa piu' vicina ad un miracolo che avesse mai visto.

Alzò lo sguardo su Luna che dormiva con la testa reclinata di lato sui tanti cuscini e sorrise:in fondo cosa poteva aspettarsi da un'angelo come lei?

 

Ve l'avevo detto che c'era una ragione valida!!!

Chiedo scusa se c'ho messo un pò di piu' a postare questo capitolo,ma è tt la settimana che lotto con la febbre,quindi se la qualità del capitolo è inferiore agli altri,è da imputare ai fumi della febbre e a tutte le medicine prese!

So di aver scritto un capitolo lungo,ma c'erano tante cose di cui parlare e quindi...mi sn lasciata trasportare.

Voglio scusarmi per eventuali errori di battitura e di ortografia e voglio ringraziare ki leggerà e recensirà questo capitolo.

Ora i ringraziamenti:Sarina87(Il tuo commento mi ha commosso,stavo x piangere! Prometto che nn li interromperò piu',giuro!E x quanto riguarda Sarah,Ginny si vendicherà x vie trasverse,vedrai),JC(Ok,forse sono sadica,ma non fino a questo punto!Nn potrei mai scioccare Teddy fino a questo punto!),Rosy823(Niente + interruzioni.E come hai visto,in questo capitolo le cose si sono 1 pò complicate fra Ron e Ginny e naturalmente si complicheranno anche fra Ron e Harry appena Harry saprà),Vale Lovegood(Si,è vero...Forse un pò mi diverto:D ),Edvige86(Grazie!Si ha immaginarla è da morir dal ridere,ma se fossi stata al posto di Ginny avrei scaraventato Hermione fuori dalla finestra!),Kia(ERa prevedibile che venissero interrotti?),Valentina(Si infatti credo di aver attentato abbastanza alla vita di Harry...è venuto il momento della ricompensa!),Lyoko(Infatti!Come spieghi a David e Daisy perchè le regali una pergamena completamente bianca?), Lallina88(6 Volte?GRAZIE!!!!Sono veramente contenta che questa storia ti piaccia!),Tappetta(Abbi fede!),xxxKikaxxx(Grazie x i complimenti!Visto che c'era una motivazione + che valida?),Jellicalcat(Spero di non aver trattato troppo male il tuo Ron),Ginevra'95(Credo che dieci minuti piu' tardi sarebbe stato veramente troppo tardi!),and last but not least Potterina 88(Quando scrivo nella mia mente Harry e Ginny sono Daniel e Bonnie,non potrebbe essere diversamente!Quindi un pò è vero che sono gelosa di Harry...Ti dò un indizio:la Mappa non resterà nelle mani di Ginny ancora per molto...)

Chiedo UMILMENTE scusa se ho dimenticato di ringraziare qualcuno!SORRY!

Bene,per il momento vi saluto e vi rimando al prox capitolo...

"Ci sarò per la fine del mondo...."

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Ci sarò per la fine del mondo... ***


ci sarò per la fine del mondo

 

 

Le dodici e mezzo.

Ginny era in ritardo di mezz'ora.

Harry bevve un'altro sorso di caffè dalla sua tazza e cercò di seguire il discorso fra David e Steve,evitando di incontrare lo sguardo di Sarah che non lo aveva abbandonato neanche un'istante da quando era uscito dalla cabina di messa in onda.

Era stato cortese con lei quella mattina,era riuscito anche a chiederle come aveva passato le feste,ma continuava a pensare che il suo primo Natale con Ginny era stato rovinato per colpa delle sue bugie...Se solo non avesse promesso a Ginny che non le avrebbe detto niente, le avrebbe fatto un bel discorsetto.

Alzò di nuovo lo sguardo sull'orologio attaccato alla parete e vide che le lancette non si erano quasi spostate.

Quando aveva chiamato la sera prima,per avvertirlo della nascita di Fred,Ginny aveva una strana voce che lui non era riuscito ad riconoscere sul momento e che doveva essere legata alla commozione per la nascita del nipotino.

Gli aveva promesso che sarebbe venuta alla radio la mattina dopo e poi si erano dati la buonanotte.

Per l'ennesima volta,alzò lo sguardo sull'orologio:le dodici e trentacinque.

-Vuoi smetterla di guardare quell'orologio?Mi stai mettendo ansia!-gli disse Steve.

Harry voltò lo sguardo su Steve e su David che lo guardavano e annuì.

-Avete ragione,mi metto ansia da solo-disse loro.

-Ti ricordi che oggi devi restare fino alle tre per aiutarmi con il programma?-gli domandò Steve.

-Ma non doveva farlo Graham?-domandò Harry bevendo un sorso di caffè.

David scosse la testa.

-E' rimasto bloccato nel Devonshire a casa dei suoceri per colpa della neve...Era convinto di aver portato le catene da neve e invece...-gli disse Steve.

Harry rise e scosse la testa:tipico di Graham.

-Hai già un'altro impegno?-gli domandò poi Steve.

Harry alzò le spalle.

-Beh,veramente sto aspettando Ginny...Doveva passare a prendermi-gli disse restando sul vago.

-Ah,adesso capisco perchè stai sempre a guardare l'orologio-s'intromise David con il suo solito tono da dongiovanni.

Harry gli fece un gesto scocciato con la mano,ridendo però alla sua espressione.

-Harry-si sentì chiamare.

Si voltò verso Sarah e restò in silenzio,in attesa che lei parlasse.

-St-sta salendo Ginny-gli disse.

Harry sorrise istintivamente,alzandosi dalla sedia e andò verso il corridoio per vederla arrivare,come aveva fatto la prima volta che lei era stata lì.

Infilò le mani in tasca e strinse i pugni per una ragione che non seppe spiegarsi:sapeva che era successo qualcosa,anche se non sapeva ancora bene cosa.

Quando lei apparve dall'altra parte del corridoio,il viso di Harry si aprì in un sorriso rassicurante: qualsiasi cosa era successa,lei era lì e l'avrebbero affrontata insieme.

Ginny fece i primi due passi camminando normalmente poi,sempre con lo sguardo fisso nei suoi occhi iniziò a correre verso di lui.

Fece i pochi metri che li separavano di corsa e si rifugiò fra le sue braccia.

Harry la sentì stringere le braccia attorno al suo collo,in punta di piedi,il viso nascosto dai capelli appoggiato alla clavicola sinistra e per alcuni istanti fu incapace di respirare.

-Ginny...-disse.

-Stringimi-gli disse lei con un filo di voce.

Harry strinse le braccia attorno alla vita della donna e la sollevò da terra,come aveva fatto il giorno prima all'ospedale e Ginny posò la testa sulla sua spalla sinistra e strinse ancora di piu' le braccia attorno al suo collo.

Restarono alcuni istanti in silenzio,in quella posizione,fortunatamente senza nessuna interruzione da parte di Steve e David,poi Harry trovò il coraggio per fare la domanda che temeva di piu'.

-E' successo qualcosa al bambino di George e Luna?-disse.

Ginny finalmente alzò la testa dalla sua spalla e gli rivolse un sorriso timido.

-No,il bambino sta bene...Ha un sacco di capelli rossi come George e gli occhi di Luna...E' bellissimo-gli disse rassicurandolo.

Gli bastò uno sguardo negli occhi della donna per capire il motivo del suo strano comportamento.

Indurì la mascella e strinse i denti,cercando di controllare la rabbia che sentiva salire lentamente.

-Che ti ha detto questa volta?-le domandò.

Ginny gli accarezzò una guancia liscia e tornò a posare la testa sulla sua spalla.

Adesso era veramente preoccupato:che accidenti le aveva detto quell'idiota di Ron?

-Ginny dimmi che cosa è successo...per favore-aggiunse dopo per non sembrare troppo brusco.

Lei rialzò la testa dalla sua spalla e incontrò lo sguardo dell'uomo.

-Possiamo andare a parlare da qualche parte?-gli domandò.

Harry la mise a terra e le prese la mano,guardando incerto il corridoio che portava al suo ufficio,poi si voltò e si avviò di nuovo verso la stanza dove David e Steve erano seduti a parlare e Sarah era seduta al computer,diretto verso il gabiotto della messa in onda.

Così almeno se avesse alzato la voce,non lo avrebbe sentito nessuno.

-Harry...-si sentì chiamare.

-Non adesso Steve!-disse con tono perentorio e con la mano sulla maniglia della porta.

Senza aggiungere altro,entrò nella stanza e si fece da parte per far entrare anche Ginny, dopodichè lasciò che la porta si richiudesse da sola alle loro spalle.

Ginny si avvicinò al tavolo di David e vi si appoggiò.

-Perchè non nel tuo ufficio?-gli domandò.

Harry sorrise.

-Perchè questa stanza è insonorizzata;nessuno da fuori può sentire che cosa diciamo e allo stesso tempo noi non possiamo sentire loro-le spiegò.

Ginny annuì.

Harry si avvicinò a lei e le si fermò di fronte.

Allungò un braccio e lo posò sul fianco destro di Ginny,in silenzio,non sapendo come iniziare.

Lei gli sorrise e abbassò la testa,poggiando la fronte contro il suo petto,invitandolo in un certo senso ad abbassarsi e a posarle un bacio fra i capelli.

-Lo sai che ti amo,vero?-le disse,sollevando le labbra quel poco che bastava per farle muovere.

-Mh-disse lei,appoggiando una mano sul fianco destro di Harry.

-Allora perchè non vuoi dirmi quello che è successo con Ron?-le domandò calmo.

Ginny sorrise,anche se lui non poteva vederla;era riuscito a capire che cosa la faceva stare male anche se lei non glielo aveva detto:lo aveva capito dal primo sguardo,dal primo tocco e ora era lì per aiutarla a curare le ferite.

Sospirò e poggiò l'altra mano sull'altro fianco,continuando a scappare dal suo sguardo.

-Perchè so che se ti dicessi quello che è successo ieri sarebbe il punto di non ritorno.

Difficilmente la tua amicizia con Ron ritornerà quella di un tempo-gli disse seria.

-Ginny guardami-le disse lui con voce calma.

Finalmente lei alzò la testa e incontrò i suoi occhi:sapeva che presto li avrebbe visti cambiare, attraversare una tempesta di emozioni e oscurarsi non appena lei gli avrebbe ripetuto le cattiverie di Ron.

-L'unica cosa che mi importa adesso sei tu...Non ce la faccio a vederti con questi occhi tristi.

Qualsiasi cosa è successa l'affronteremo insieme-le disse serio.

Ginny restò in silenzio ascoltando le sue parole,dopodichè prese un respiro profondo e gli raccontò dello scontro avuto con Ron il giorno prima all'ospedale.

E mentre procedeva nel racconto vide quello che aveva immaginato poco prima:vide i suoi occhi scurirsi,passare dalla sorpresa alla rabbia fino ad arrivare all'odio quando arrivò alla fine del racconto.

Con la mascella contratta,i denti stretti e le mani chiuse a pugno Harry sembrava pronto a esplodere e Ginny era sicura che sarebbe stato capace di fare a botte con il primo che entrava da quella porta senza neanche bisogno di essere provocato.

-Parlami...-gli disse.

Non poteva lasciare che la rabbia prendesse il sopravvento in lui.

Harry alzò una mano e fece per portarsela ai capelli,ma lei la intercettò e la strinse alla sua.

-Non doveva dire quelle cose di Teddy...-disse con una voce quasi strozzata.

Ginny annuì.

-Capisci adesso perchè non volevo dirti nulla?-gli disse lei.

-E non doveva dire quelle cose su di te!-aggiunse.

Ginny lo guardò in silenzio,mentre Harry faceva dei respiri profondi per cercare di controllare la rabbia.

-Come si permette di giudicare qualcosa che neanche conosce?Lui non mi ha mai visto con Teddy,non ha mai visto te con lui...chi gli dà questa grande autorità?-disse alzando leggermente la voce.

Ginny mantenne lo sguardo fisso in quello di lui.

-Tuo fratello non riesce ad accettare il fatto che io sia riuscito a farmi un'altra vita,una vita da babbano da cui lui è totalmente escluso e di cui non sa nulla e non potendo arrivare a me se la prende con te...

Ma questa è stata l'ultima volta,non gli permetterò di farlo ancora-disse avvicinandosi di nuovo a Ginny.

Le accarezzò una guancia e affondò lo sguardo in quello di lei.

-Puoi perdonarmi?-le domandò.

-Per cosa?-gli domandò lei sorpresa.

-Per essere venuto all'ospedale ieri...Se fossi rimasto a casa ad aspettare la tua chiamata,magari non ci sarebbe stata quella lite e adesso ci sarebbe ancora qualche speranza per voi...-le disse.

-Harry quante volte te lo devo dire che non mi importa niente di Ron?

Dopo tutto quello che mi ha detto,lui per me non esiste piu'...Sono sicura che avrebbe trovato un'altro modo per attaccarmi:era tutto il giorno che non mi toglieva gli occhi di dosso,sempre a controllare ogni mia mossa...assomigliava un pò a Piton-gli disse accennando un sorriso.

Harry sorrise e le accarezzò una guancia con la palma aperta della mano,Ginny si voltò e vi posò un bacio.

-Ti prometto che è la prossima volta che proverà ad attaccarti ci sarò io a difenderti...Voglio dire,lo so che sei capace di tener testa a Ron anche da sola e ieri lo hai dimostrato,ma sapere che non posso fare niente per controbattere le sue accuse mi fa impazzire-le disse serio.

Ginny sorrise e diede un piccolo strattone alla mano unita a quella di Harry e lo tirò verso di lei, allungando poi il braccio attorno alla vita dell'uomo.

-Attento alle promesse che fai,finirò per crederci...-gli disse.

Harry rise leggermente,e lei si sentì sollevata nel sentirlo:doveva fargli dimenticare le cattive parole di Ron il piu' presto possibile.

Alzò una mano e la portò fra i capelli di Ginny,scostandoli dalla fronte della donna e facendoli ricadere dietro le spalle,lasciando scoperto il collo.

-Non mi sembra di averne fatte tante di promesse finora...-disse scherzando.

-Le hai già dimenticate?-domandò Ginny,provocandolo.

-No,aspetta...Allora:ti ho promesso che non me ne sarei mai piu' andato da te,che tu avresti sempre saputo dov'ero...-

Gli occhi fissi nei suoi,le accarezzò la pelle candida del viso per poi scendere con le dita su quella perfetta del collo,sorridendo di rimando al sorriso di Ginny.

-Ti ho promesso che non c'era stata nessun'altra...-continuò.

-Quello veramente era piu' un giuramento o una rassicurazione-lo interruppe Ginny.

Harry fece un cenno accondiscendente con la testa e le accarezzò la pelle delicata della gola.

Quando Ginny tornò a guardare i suoi occhi,vide che erano diventati seri.

-Ti ho promesso che divideremo il futuro,e non soltanto un passato come tuo fratello continua ad insinuare...-disse.

-Lo sappiamo tutti e due che Ron non è mai stato sveglio su questi argomenti-gli fece notare Ginny.

Harry sorrise e le buttò di nuovo i capelli dietro le spalle.

-E l'ultima promessa qual'è stata?Ah si...Ti ho promesso che saremmo stati una famiglia:io,te, Teddy ed i nostri figli.

Le ho ricordate tutte?-le domandò concludendo la lunga lista.

Ginny sorrise e sospirò:quell'uomo aveva la fantastica capacità di farle dimenticare il resto del mondo e i suoi problemi.

-Dillo di nuovo-gli disse.

-Devo fare da capo tutta la lista?-le domandò lui sorpreso.

Ginny rise e scosse la testa.

-Dì di nuovo l'ultima parte-specificò avvicinandosi al corpo di Harry e allacciandogli le braccia al collo.

Harry sorrise e l'avvicinò ancora di piu' a sè stringendole la vita con le braccia e lasciando una mano pericolosamente vicina al sedere della donna.

-Saremo una famiglia:noi,Teddy e i nostri figli-le ripetè,il viso vicino a quello della donna.

Ginny sorrise di nuovo e gli accarezzò i capelli.

-Sai quanto ti amo in questo momento?-gli domandò.

-Piu' o meno...-le disse con un'aria sbruffona che però perse subito.

Harry chinò il viso e raggiunse le labbra di Ginny,coprendole con le proprie per un bacio dolce che suggellava tutte le promesse che lui aveva elencato poco prima.

Sarebbe rimasto con lei in quella stanza tutto il giorno,stretto fra le sue braccia,ma si ricordò di dove si trovava e dell'impegno che aveva preso con Steve.

Si staccò da Ginny,dopo un'ultimo piccolo bacio e le sorrise.

-Ascolta,lo so che ti avevo detto che sarei uscito di qui a mezzogiorno,ma Graham è rimasto bloccato nel Devonshire e così devo restare anche per il programma di Steve-le disse.

-Va bene...Vorrà dire che ti aspetterò nel tuo ufficio,così possiamo andarcene insieme quando avrai finito-gli disse lei pratica.

Harry sorrise e le diede un'altro bacio.

-Veramente non ti dispiace aspettarmi?-gli domandò.

Ginny fece una strana espressione e lui si rese conto della domanda che le aveva appena fatto e sorrise.

-Non ti sembra stupido farmi questa domanda dopo tre anni?-gli domandò ironica.

Harry le prese il viso fra le mani e la baciò ancora una volta.

Si sciolsero dall'abbraccio e si avviarono mano nella mano verso la porta,ma prima di afferrare la maniglia Harry si voltò verso la donna e la guardò.

-Non devi tornare a casa anche stasera,vero?-le domandò cauto.

Ginny sorrise e scosse la testa.

-Però come al solito,non ho il pigiama...-gli disse.

Harry sorrise.

-Tranquilla amore,c'è la tua adorata camicia che ti aspetta...-le disse mettendo la mano sulla maniglia ed abbassandola.

Se mai servirà,pensò poi dentro di sè.

 

 

Alle tre in punto,Steve chiuse il programma salutando gli ascoltatori,e nello stesso istante in cui partiva la sigla,Harry aveva già salutato Steve ed aveva imboccato la porta diretto nel suo ufficio.

Sul momento non aveva fatto domande,ma poi durante la trasmissione si era chiesto che cosa avrebbe fatto per due ore Ginny nel suo ufficio:avrebbe rovistato fra i suoi cassetti?Letto le riviste che ingombravano la sua scrivania e che non si decideva mai a buttare?Oppure avrebbe ascoltato qualcuno dei cd nella libreria?

Arrivato davanti alla porta,girò la maniglia con fermezza e si guardò intorno:non era alla scrivania e neanche vicino alla finestra.Che si fosse smaterializzata al San Mungo per andare a vedere il piccolo Fred?

Fece un passo nell'ufficio e voltò lo sguardo verso il divano e subito il suo viso si aprì in un sorriso:con le ginocchia piegate contro lo stomaco ed un braccio dietro la testa poggiata su un bracciolo,Ginny dormiva beatamente sul divano.

Harry chiuse senza far rumore la porta e le si avvicinò,piegandosi sulle ginocchia per guardarla.

Era la prima volta da quando la conosceva che la vedeva dormire:era un'angelo.Il suo angelo tentatore.

Doveva essere stata veramente esausta per crollare su quel divano,anche se doveva ammettere che qualche volta anche lui ci si concedeva qualche sonnellino.

Le tolse una ciocca rossa che le era caduta proprio davanti agli occhi e poi si rialzò in piedi,andando all'attaccapanni e prendendo il suo cappotto.

Dopodichè tornò accanto al divano e posò con delicatezza,attento a non svegliarla,il cappotto sulle spalle di Ginny per evitare che prendesse freddo.

La guardò un'ultima volta,poi si rialzò di nuovo e si diresse alla scrivania,sedendosi alla sua sedia girevole.

Mentre Ginny continuava a dormire beatamente,Harry lavorò al suo computer,cercando di fare meno rumore possibile:preparò i possibili argomenti per le trasmissioni dei prossimi giorni, ascoltò in cuffia qualche demo di alcune band emergenti che Graham gli aveva dato,e cercò su internet delle informazioni recenti sugli ospiti che sarebbero venuti a presentare il loro nuovi singoli.

Capì che era ormai pomeriggio inoltrato dal cambiamento di luce nella stanza:ormai il sole aveva abbandonato gran parte della stanza e colpiva soltanto la libreria piena di cd,come faceva sempre a quell'ora del giorno.

Guardò Ginny e vide che si muoveva sotto il suo cappotto e restò a fissarla:l'avrebbe guardata per ore.

Era reale quello che stava succedendo o era ancora uno dei suoi sogni?

Quella donna perfetta...la sua donna...era veramente lì con lui in quel mondo senza magia, addormentata sul divano di una radio babbana,soltanto per stare con lui?

Cosa aveva fatto per meritarla?Cosa poteva fare per farla sentire l'unica,la sola donna della sua vita?

Forse perchè pienamente rinfrancata da quel sonnellino,o perchè sentiva gli occhi di Harry su di sè, Ginny aprì gli occhi lentamente,sbattendo le palpebre piu' volte,prima di aprirli del tutto ed essere sveglia.

Harry le sorrise e si lasciò andare contro lo schienale della poltrona.

-Ben svegliata-le disse.

-Quanto ho dormito?-gli domandò lei guardandolo,leggermente imbarazzata.

-Qualche ora...Si vede che eri veramente a pezzi-le disse senza staccarle gli occhi di dosso.

Ginny si strofinò gli occhi con una mano in un gesto infantile che a Harry riempì il cuore di tenerezza e lo portò a immaginare una piccola Ginny,di sei o cinque anni,fare lo stesso gesto scendendo le scale della Tana per andare in cucina.

-Che ore sono?-gli domandò poi.

Harry guardò l'orologio sulla scrivania e poi tornò a posare lo sguardo su di lei.

-Le cinque e mezzo-le disse.

Si alzò e andò vicino al divano,mettendosi in ginocchio per arrivare alla sua altezza.

-Dormito bene?-le domandò accarezzandole i capelli.

Ginny annuì.

-Però non mangio niente da ieri a pranzo,e comincio a sentire un leggero brontolio allo stomaco-gli disse.

-Perchè non me lo hai detto?Da ieri a pranzo?Quindi da quando ti ho portato i sandwich!-disse lui leggermente scioccato.

-Ero talmente arrabbiata con Ron che mi si era chiuso lo stomaco,figurati se potevo mandar giu' qualcosa...Questa mattina lo stesso,ero preoccupata per quello che avrei dovuto dirti e non ho fatto colazione e all'ora di pranzo mi sono addormentata...Ed adesso è quasi ora di cena-gli disse.

Harry annuì.

-Ok,forza!E' ora di andare a casa-le disse rialzandosi in piedi e tendendole la mano.

Lei si sedette sul divano e lo guardò senza capire.

-Credi che ti lascerei con lo stomaco vuoto?-le domandò.

 

 

 

 

Appena arrivati a casa,Harry si tolse il cappotto e si diresse in cucina,seguito da una titubante Ginny.

-Sei sicuro di saper cucinare?-gli chiese,cercando di non apparire cattiva.

Harry rise e annuì.

-Come credi che abbia tirato avanti per quattro anni con un bambino piccolo?-le fece notare Harry.

Fu l'accenno a Teddy che fece scattare la lampadina nel cervello di Ginny e le fece notare la mancanza del bambino.

-Dov'è Arthur?-gli domandò,osservandolo mentre riempiva d'acqua una pentola.

-Miss Queen lo ha portato a dormire da un'amico,Bob.

Lo conoscerai presto,viene qui la prossima settimana,è il migliore amico di Teddy e stanno sempre insieme...Anche Bob fa parte della comunità magica-le disse prima che lei glielo chiedesse.

Ginny sorrise,osservandolo mentre accendeva il fuoco sotto la pentola e si dirigeva poi verso il frigorifero tirando fuori dei piccoli pomodori rossi e prezzemolo.

-La prima volta che mi hanno visto,Alfred il padre di Bob,è scoppiato a piangere.

Anche lui aveva preso parte alla Battaglia e voleva a tutti i costi parlare di quello che avevamo affrontato tutti,ma quando gli ho detto che non era una cosa che amavo ricordare ha capito e ha lasciato perdere.

E' stata la prima e unica volta che ne abbiamo parlato,poi siamo diventati amici per le cose che ci univano nel mondo babbano e magico,eccetto la Battaglia-le raccontò.

Prese una scatola quadrata trasparente,contenente una polvere bianca e richiuse il frigorifero.

-Vieni qui-le disse.

Ginny gli andò vicino e lo vide,di spalle,prendere qualcosa da un cassetto.

Quando tornò a voltarsi aveva in mano un grembiule da cuoco che le infilò dalla testa.

-Girati-le disse.

Ginny obbedì ancora una volta,divertita da quegli ordini e sentì le mani di Harry sulla sua schiena legare due fili,facendo così tendere il grembiule sul davanti della sua camicia e dei suoi pantaloni.

Tornò a voltarsi e a incontrare i suoi occhi che in quel momento brillavano di divertimento.

-Adesso mettiti al lavoro se vuoi mangiare-le disse fingendo un tono burbero.

Ginny sorrise,lo sguardo sempre fisso su di lui.

-Cosa devo fare?-gli domandò.

Harry si allontanò di qualche passo da lei e si avvicinò all'isola al centro della cucina per aprire un cassetto e prendere un coltello lungo e appuntito.

-Il gioco diventa pericoloso...-fece la donna.

-Serve per il prezzemolo-le disse lui prendendo il prezzemolo dal piano di cucina.

-Ti faccio vedere come devi fare-le disse prendendole la mano e avvicinandola al piano di marmo dell'isola.

Ginny fece i pochi passi che la dividevano da lui quasi camminando sulle nuvole e si fermò esattamente dove lui le aveva detto.

Lo vide voltarsi alle sue spalle e prendere un tagliere,infilato fra il muro e il tostapane,e poi tornare a darle tutta la sua attenzione.

Harry si mise alle sue spalle,il torace che sfiorava la schiena di Ginny,una mano su un fianco della donna e l'altra,quella che stringeva ancora il coltello,poco distante dal suo braccio.Lo posò sul piano di marmo e mise il prezzemolo sul tagliere,distribuendolo senza un ordine preciso.Poi posò la sua mano su quella di Ginny e insieme impugnarono il coltello e l'avvicinarono al tagliere.

-Devi dargli dei colpi decisi,forti...Devi ridurlo in pezzettini minuscoli-le disse iniziando a tagliare insieme a lei le prime foglie.

Ogni parola era stata trasportata dal fiato caldo di Harry nel suo orecchio destro e Ginny sentì una scarica di brividi scenderle per la schiena.

Seguì con gli occhi il movimento che stava facendo con Harry e dopo un paio di quei colpi,vide come le foglie avevano iniziato a frantumarsi.

-Brava,se continui così,forse ti farò controllare la cottura...-le disse lui.

Poi si staccò da lei,privandola del suo calore e del suo contatto;Ginny lo seguì con lo sguardo e vide che si era avvicinato alla pentola per controllare l'acqua,poi lo vide aprire un armadietto poco distante dal lavandino e tirare fuori una confezione trasparente e blu.

Poi dopo aver richiuso tutto,si avvicinò di nuovo a lei e Ginny pensò che sarebbe tornato a farle da maestro,ma lo vide allontanarsi,con un sorriso,verso un altro cassetto da cui tirò fuori una cosa bianca.

-Che devi fare un'aglio?-gli domandò.

-Mi serve per il sugo-le disse lui tirando fuori una padella dal forno.

Mise un pò d'olio e,dopo aver acceso il fornello,la mise a scaldare alcuni istanti,mentre ripuliva per bene l'aglio,poi lo buttò nella padella producendo un rumore sfrigolante,forse dovuto all'olio bollente.

-Come andiamo con il prezzemolo?-le domandò tornando vicino a lei e osservando il tagliere.

Ginny sentì di nuovo la presenza dell' uomo dietro le sue spalle,e sperò che tornasse a guidare la sua mano come aveva fatto prima,ma lui non lo fece.

-Perfetto.Soltanto un'altro pò e sarà perfetto-le disse.

-Ma cosa stiamo cucinando?-gli domandò lei,senza voltandosi.

-Un piatto italiano:pasta con il sugo dei pomodorini-le spiegò Harry tornando accanto alla padella e muovendone il contenuto con un abile movimento del polso.

-E dove hai imparato la cucina italiana?-gli domandò Ginny,sorpresa e curiosa.

Harry rise.

-Dai libri.Ho letto talmente tanti libri di cucina che potrei definirmi italiano d'adozione-le disse.

Smise di muovere la padella e spense il fornello sotto questa.

-L'acqua sta bollendo,butto la pasta-le disse Harry,aprendo il pacco trasparente e blu.

-Ti serve anche il prezzemolo?-domandò lei.

Harry sorrise e scosse la testa.

-Quello si mette soltanto quando la pasta è nel piatto-le spiegò buttando la pasta nella pentola.

Ginny gli fece una smorfia e lui rise.

-Comunque puoi smetterla di tagliarlo,va bene così-le disse.

Ginny si voltò e gettò il coltello nel lavandino per poi poggiare la schiena contro il marmo dell'isola e guardarlo in volto.

-E adesso?-gli domandò incrociando le braccia al petto.

-Adesso si mettono i pomodorini nella padella e si fa il sugo...Vieni qui aiutami-le disse.

Prese la confezione con i piccoli pomodori e poi le prese la mano,avvicinandosi al fornello dove era posata la padella.

Riaccese il fuoco e buttò i pomodorini nella padella,poi fece avvicinare Ginny al fornello,e le si mise alle spalle.

Come prima con il tagliere,le prese la mano e poi posò le loro mani sul manico della padella,facendole fare la torsione del polso e facendo saltare i pomodorini.

-Stai imparando troppo in fretta...-le disse Harry con un sorriso sul volto.

-L'allieva supera il maestro...ancora una volta-disse Ginny,lo sguardo fisso sulla padella.

Continuarono per alcuni minuti,poi Harry mise di nuovo la padella sul fornello e spense il fuoco.

-Dobbiamo aspettare ancora un paio di minuti che sia pronta la pasta-le disse.

Ginny sorrise e annuì,poi fece qualche passo verso di lui.

-E che facciamo per passare il tempo?-gli domandò con voce maliziosa,fermandosi davanti a lui.

Harry sorrise e le cinse la vita con un braccio,attirandola a sè.

Ginny posò una mano sul torace dell'uomo e affondò lo sguardo in quello di lui,poi si alzò sulle punte e posò le labbra su quelle di Harry.

Harry sfiorò l'interno delle labbra di Ginny con la punta della lingua e le chiese il permesso per farsi spazio nella sua bocca,incontrando la lingua di lei e iniziando a sfiorarla.

Ginny aumentò l'intensità del bacio,alternando veloci lambite a piccoli morsi e sorrise sulle labbra di Harry,quando sentì le mani dell'uomo stringersi attorno alla sua vita e spingerla verso l'altro,oltre la sua testa.

Si staccò dalle labbra di Harry e riaprì gli occhi,proprio mentre lui la faceva sedere sul marmo dell'isola;lui era di fronte a lei,fra le sue gambe lasciate aperte e la guardava con un sorriso fiducioso.

-Che effetto fa stare così in alto?-le domandò.

Ginny sorrise e lo tirò a sè,sentendo subito le mani di Harry sui suoi fianchi.

Abbassò la testa verso quella di Harry,lasciando cadere i suoi capelli rossi attorno alla testa di lui,creando così una divisione fra loro ed il resto del mondo.Harry le sorrise,a pochi centimetri dalle sue labbra e per scherzo,allontanò la testa,pochi istanti prima che lei posasse le labbra su quelle di lui.

Ginny lo guardò sorpresa e lui rise,felice di essere riuscito nel suo intento.

-Non provarci mai piu'-gli disse lei,avvicinando di nuovo il viso al suo.

Questa volta Harry non si mosse,lasciando incontrare le loro labbra in un bacio piu' intenso del precedente,piu' passionale,mentre le mani di Ginny trovavano il loro posto fra i folti capelli di Harry e vi affondavano le dita con pigro piacere.

Le mani di Harry si portarono sulla parte piu' bassa della schiena della ragazza,poco sopra il sedere e la spinsero sul marmo lisco per farla avvicinare a lui,poi salirono fino a raggiungere i lacci che reggevano il grembiule e li slegarono.

Ginny si staccò da lui e si tolse il grembiule bianco lanciandolo nella cucina,senza neanche guardare,poi guardò Harry che stava facendo lo stesso con il suo per poi tornare a incontrare lo sguardo della rossa.Si riavvicinò a lei e posò una mano sulla coscia destra,accarezzandola in modo languido,senza fretta alcuna,con il palmo aperto della mano,con la punta delle dita,arrivando fino alla pelle morbida e delicata del ginocchio.

Ginny fece per riabbassare il volto verso quello di lui,ma sentì un rumore provenire dal piano cottura.

Voltò la testa e vide che la pentola era ancora sul fuoco.

-Credo sia meglio se spegni il fuoco-gli disse con voce bassa.

Harry seguì la direzione del suo sguardo,poi si staccò da lei,diretto verso il fornello ancora acceso e Ginny approfittò di quel momento di tregua per scendere dall'isola.

Harry spense il fuoco sotto il fornello e tornò a voltarsi verso Ginny,in attesa che lei dicesse qualcosa.

Era sua la scelta se fermarsi o andare avanti,lui non avrebbe fatto nulla per forzare la situazione.

Ginny lo guardò,fermo in silenzio a poca distanza dal fornello e non riuscì a trattenere un sorriso.

-Ad essere sinceri...mi è venuta un'altra fame...-gli disse,gli occhi fissi nei suoi.

Lo vide diventare leggermente rosso per l'imbarazzo e sorrise.

Fece un passo verso di lui e si leccò le labbra ancora gonfie per i baci di Harry,e quando fu davanti a lui,le sue mani salirono subito verso il primo bottone della camicia dell'uomo.

-Magari alla cena ci pensiamo dopo...che ne dici?-gli domandò conoscendo benissimo la risposta.

Harry deglutì,cercando di allontanare il pensiero dalle mani di lei che nel frattempo avevano già aperto il primo bottone ed erano scese al secondo.

Guardò gli occhi di Ginny,così sicuri,così fiduciosi e sentì il cuore rallentare,quasi volesse fermarsi sotto la bellezza di quegli occhi.

-Penso che è una magnifica idea...-riuscì a dire con un filo di voce.

Ginny sorrise e continuò ad aprire il resto della camicia,finchè questa non fu completamente aperta,quindi passò a sfilargli le maniche,dandogli piccoli baci sui polsi e sulle mani forti e grandi.

Quando finalmente la camicia venne sfilata,fu lanciata a far compagnia ai due grembiuli che erano da qualche parte del pavimento della cucina.

Ginny guardò ancora una volta il torace possente e nudo di Harry:i pettorali leggermente scolpiti,gli addominali in rilievo nonostante gli anni di rilassamento e senza allenamenti,la leggera peluria scura al centro del petto.

Con la punta delle dita lo accarezzò,seguendone le curve,con delicatezza quasi avesse paura di rovinarlo o di ferirlo in qualche modo;sfiorò i capezzoli piccoli e scuri con un dito e li vide drizzarsi all'istante e sorrise di fronte alla loro sensibilità,poi Ginny abbassò lo sguardo verso la leggera peluria scura che scendeva dall'ombelico e andava a nascondersi dentro i pantaloni...la porta dell'inferno.

Rialzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Harry leggermente velati come effetto della piacevole tortura che lei gli aveva fatto subire.

-Sei perfetto...-gli disse con una sincerità che avrebbe fatto invidia a Luna.

Harry l'attirò prepotentemente a sè e posò le labbra sulle sue quasi con violenza,tanto era il suo desiderio per lei;trovò la lingua di lei e si divertì a stuzzicarla a ingaggiare con lei quella lotta di cui ormai conoscevano a memoria tutte le mosse,mentre la sollevava da terra e iniziava a muoversi nella stanza.

Ginny si staccò da lui e vide che la stava portando verso il tavolo da pranzo:la fece sedere e lei lasciò le gambe aperte perchè lui vi si insinuasse.

-Spogliami...-gli disse.

Harry la guardò:era lei per qualche strana ragione a condurre il gioco,e per il momento lui era disposto a concederglielo.

Ma presto le cose sarebbero cambiate...

Abbassò lo sguardo sui bottoni della camicia rossa della donna e portò entrambe le mani sul primo bottone.

-Perchè indossi sempre roba con dei bottoni?-le domandò dopo aver slacciato metà della camicia.

Ginny sorrise.

-Perchè mi piace quando mi spogli...-gli disse con semplicità.

Harry la guardò eccitato dalla risposta,poi tornò a baciarla con passione,continuando a sbottonare il resto dei bottoni.

Si staccò da lei e separò le due metà della camicia,facendole scivolare sulle spalle che grazie ad un movimento di Ginny,finì direttamente sul tavolo.

Harry osservò il corpo della donna:era la prima volta dall'inizio della loro storia che la vedeva in reggiseno.

Era la prima volta che vedeva i suoi perfetti seni...Da ragazzo poteva soltanto immaginarli e dall'inizio della loro relazione erano stati interrotti talmente tante volte che non avevano mai avuto la possibilità di fare le cose con calma.

Ginny indossava un reggiseno verde acqua che metteva in risalto la sua pelle candida e le poche lentiggini che ricoprivano quella parte del suo corpo.Harry alzò una mano e le accarezzò le scapole con le dita che tremavano leggermente,la pelle liscia del torace,e poi il solco fra i seni caldo e invitante.

-Sei la cosa piu' bella che abbia mai visto...-le disse deglutendo a vuoto.

Ginny sorrise,diventando ancora piu' sexy e gli fece segno di avvicinarsi.

Harry si avvicinò ancora di piu' a lei fra le sue gambe e calò sul viso di lei,baciandola e mordendole le labbra,provocando i piccoli gemiti che lo facevano fremere.

Si staccò dalle labbra di lei e scese giu' per il mento,per la pelle morbida della gola aiutato anche da Ginny che sotto il tocco delle sue labbra,reclinò indietro la testa.

Scese ancora piu' in basso,portando Ginny con sè,facendola sdraiare con la schiena sul tavolo freddo, baciando l'incavo fra i seni incurante del tessuto del reggiseno;le mani di Ginny erano fra i suoi capelli e li aggrovigliavano li stringevano,in una richiesta muta di andare avanti.

Le mani si fermarono sui fianchi,sulla pelle nuda,per poi scendere e accarezzare le gambe ancora coperte dai pantaloni neri.

La bocca continuò la sua discesa lungo il ventre piatto e si fermò all'ombelico dove Harry posò un bacio dolce prima di infilare la punta della lingua,facendo gemere Ginny piu' forte delle altre volte.

Tirando le ciocche di capelli che aveva ancora in mano,Ginny richiamò Harry a sè e lo portò ad abbassarsi quasi completamente su di lei,un ginocchio sul tavolo e l'altro ancora a terra,cercando quasi di mantenere un contatto con la realtà,facendo incontrare i loro bacini e facendole sentire la sua erezione.

Quando il volto di Harry fu sul suo,Ginny alzò il viso e lo baciò leccandogli le labbra e mordendole.

-Dove hai imparato a fare queste cose?-gli domandò quando si staccarono,lasciando vincere la sua gelosia.

Harry le sorrise e la baciò un altra volta prima di rispondere.

-Sono anni che sogno questo momento...anni che sogno di fare l'amore con te in mille modi diversi e poi mi sveglio in un letto vuoto...Non riesco a tradirti neanche con il pensiero-le disse guardandola negli occhi e accompagnando ogni parola con un bacio.

Ginny gli diede un bacio a fior di labbra che Harry cercò subito di approfondire,ma lei fu piu' veloce tirandosi subito indietro.

-Bene...Una di queste fantasie riguardava anche la camera da letto?-gli domandò lei gli occhi nei suoi.

Harry annuì.

-Piu' di una-le disse sincero.

Ginny rise e gli diede un'altro bacio lieve,mentre le mani di Harry avevano ripreso ad accarezzarle il ventre e le cosce.

-Poi?In quale altro posto?-gli domandò curiosa.

-Dovunque:qui in cucina,nella vasca da bagno,sul divano in salotto,su quello alla radio,anche nella Sala Grande e nella Sala Comune a Hogwarts-le confessò profondamente sincero.

Ginny rise di nuovo e lo avvicinò ancora di piu' a sè,schiacciando così il suo seno sotto il torace dell'uomo.

-Beh magari con un pò di impegno riusciremo a realizzarle tutte...-disse con voce maliziosa.

Sentì chiaramente l'erezione di Harry crescere contro la sua coscia e la cosa la riempì di gioia:solo lei aveva quel potere,solo lei era capace di farlo sentire così...

-Wow...-riuscì a dire Harry.

Ginny alzò leggermente la testa e portò la bocca all'orecchio destro di Harry.

-Magari potremmo iniziare con una di quelle in camera da letto...-gli disse a voce bassa.

Il cuore di Harry fece una capriola nel petto e gli occhiali scivolarono pericolosamente sul naso;lei era tornata a poggiare la schiena contro il legno del tavolo e lo guardava in attesa,accarezzandogli con una mano la schiena nuda.

-Non vuoi neanche sapere di cosa si tratta?-le domandò lui.

Ginny scosse la testa,facendo scivolare la mano verso il fondoschiena di Harry ancora coperto dai pantaloni.

-Mi fido di te...E questo mi basta-gli disse guardandolo negli occhi.

Inspiegabilmente quelle parole lo eccitarono ancora di piu'.

Si staccò da lei,tenendole una mano in silenzio e si rimise in piedi,tirandola a sedere sul tavolo.

Ginny lo guardò e gli rivolse un sorriso malizioso:aveva inizio la seconda parte del gioco.

Da quel momento in poi avrebbe comandato lui...E lei era ben felice di lasciargli il comando.

Harry la fece scendere dal tavolo e,sempre tenendola per mano,si avviò fuori dalla cucina.

Ginny lo seguì per alcuni passi,poi lo fece voltare e lo baciò appassionatamente,facendogli perdere per alcuni istanti la cognizione del tempo e dello spazio.

Quando si staccarono,Ginny gli rivolse un sorriso biricchino e si slanciò in avanti.

-Prova a prendermi-gli disse.

E iniziò a correre lungo il corridoio che conduceva alla scala;Harry la guardò alcuni secondi sorpreso dalla sua mossa,poi sorrise e le corse dietro recuperando facilmente il poco svantaggio. Ormai Ginny era sulle scale,quasi all'inizio del secondo piano e quando Harry la raggiunse era accanto alla porta della camera da letto,mano sulla maniglia,che cercava di entrare.

-Presa!-le disse.

L'afferrò per la vita,la fece girare mettendola spalle al muro e le bloccò i polsi con le mani.Ginny cercò di liberarsi,ma lui appoggiò il corpo contro quello di lei impedendole ogni mossa e bloccandole ogni via d'uscita.

-Sei mia adesso-le disse.

-Non mi sono ancora arresa veramente-s'impuntò Ginny.

Harry sorrise e avvicinò la testa al corpo della donna:prese a baciarle e a leccarle il collo,salendo verso il viso,dando piccoli morsi sulla mascella e sul mento,baciando la punta del naso e quando arrivò alle labbra le mordicchiò piu' volte,facendole diventare ancora piu' rosse e quando alla fine vi posò le proprie,incontrò subito la risposta di Ginny.

Sciolse il polsi della donna che si allacciarono al suo collo e in risposta,Harry la strinse fra le braccia sollevandola da terra.Ma fu piacevolmente colpito quando Ginny allacciò entrambe le gambe attorno alla sua vita,facendo sbattere la sua erezione contro il suo bacino.

Senza staccarsi dalle sue labbra,Harry fece i pochi passi che lo dividevano dalla porta della camera da letto ed entrò.

Per la seconda volta in quarantotto ore,quella porta si richiuse con un tonfo,ma questa volta celebrava il momento piu' importante delle loro vite.

Un momento che nessuno avrebbe interrotto....

TO BE CONTINUED...

 

Salve a tutti!!Ho alzato il rating della storia xke in questo e nei prossimi capitoli, almeno nei prossimi 3,verranno descritte scene un pò "spinte".Però poi tornerò ad abbassarlo.

Il prossimo capitolo è già pronto,ma aspetterò i vostri commenti per postarlo,nel caso avesse bisogno di qualche cambiamento o di qualche accorgimento,così quando lo posterò sarà(SPERO)perfetto.

Volevo ringraziare le persone che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso con loro x eventuali errori di battitura e di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Sto bene adesso,tranquilla!Scusami se lo scontro fra Ginny e Ron ti ha portato alla memoria brutti ricordi,è stato del tt involontario), JC(Non mi sono affatto offesa,tranquillo.Sì è vero è stata un pò un impresa,certe volte nn ero neanche sicura di qllo che stavo scrivendo),Kia(Per il pezzo cn Luna/Gin/Herm mi sono ispirata a Sex and the City...Ron tornerà fra 3 capitoli,credi di riuscire a resistere tanto senza di lui?),Salulla(Anche io adoro Gin e Harry!Forse il mio Ron è un attimino eccessivo,ma quando avrete letto le sue motivazioni un pò gli darete ragione),Lyoko(Colpito positivamente o negativamente?),Vale Lovegood(Il nome mi è venuto perchè avevo già deciso che doveva iniziare con la C xkè le iniziali suonavano bene,poi mia sorella stava guardando i "Simpson",e c'era 1 tizio che si chiamava Cletus...E ho scelto quello!), Tappetta(Forse nn avrebbe dovuto spiarli,però noi finora nn sappiamo nulla dei 3 anni di Ron...),Xellor(Già adesso la situazione è + ingarbugliata e Ginny si farebbe Cruciare piuttosto ke far pace con il fratello),Edvige86(Si piacciono anke a me George e Luna,sto lasciando piccoli indizi x creare la loro storia...X quanto riguarda le parole di Ron posso dirti che tutto è pensato x portare a qualcos'altro), Jellicalcat(Grazie Jel,anke io avrei reagito come Gin,se nn peggio),Lallina88(A dire la verità ero indecisa fra la nascita di Fred e una separazionw fra Hermione e Ron, ma poi ho scelto la prima x nn inasprire ancora d + le cose),xxxKikaxxx(Harry è stato solo il pretesto,Ron sarebbe sploso comunque),Ginevra 95(Anche io farei come Luna se avesse uno che mi mette ansia mentre sto partorendo!)Fairydreams(GRAZIE!!!!!!!!La tua recensione va benissimo così com'è,nn azzardarti a cambiare una virgola nella prox!),and last but not least Potterina88(Aspetta a dare la colpa a Ron,quando verrà il suo momento di dire la sua,forse un pò starai dalla sua parte...Però c vorrà ancora molto prima che Harry e Ron facciano pace,questo posso dirtelo con assoluta sicurezza)

Mi scuso UMILMENTE se ho dimenticato di ringraziare qualcuno.SORRY!

Per il momento vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"...Ci sarò per amarti di piu'"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** ...Ci sarò per amarti di piu' ***


ci sarò x amarti di piu'

 

Salve a tutti!Ecco il seguito del precedente capitolo.Avevo pensato di aspettare almeno fino a sabato per postarlo,ma poi viste le vostre recensioni,le vostre sollecitazioni e l'immagine di molti di voi in ginocchio fino a sabato(e anche x colpa del mio cuore troppo tenero!),ho cambiato idea e quindi eccolo qui!

Buona lettura e a + tardi per i commenti!

 

-Magari con un pò d'impegno riusciremo a realizzare tutte le tue fantasie-

Quale uomo non sogna di sentirselo dire?Quale uomo non farebbe carte false per farlo dire alla propria donna?

Invece Harry non aveva dovuto fare nulla,era partito tutto da Ginny.

Quando la porta si era chiusa dietro di loro,si erano trovati nell'oscurità piu' totale:ormai era sera e la stanza era completamente avvolta dalle tenebre.

Sostenendo Ginny con un braccio sotto le natiche,e staccandosi dalle sue labbra,Harry aveva fatto i pochi metri che dividevano la porta dal letto e ve l'aveva adagiata sopra con delicatezza,come fosse una cosa rara e preziosa.

Ma poi si rese conto che lo era:era la sua Ginny,la sua donna,il suo angelo tentatore...era tutto il suo mondo.

Si era staccato da lei e aveva allungato un braccio verso il comodino per accendere la piccola luce sopra di questo,illuminando così gran parte della stanza.

Tornò a guardare Ginny:il viso della donna era colpito soltanto in parte dalla luce,dandole un espressione misteriosa e sexy.

Lei era seduta con la schiena eretta sul letto,le gambe ripiegate sotto il sedere e il viso leggermente abbassato e in ombra.

-Va tutto bene?-le domandò mettendosi in piedi davanti a lei.

Ginny incontrò i suoi occhi e gli sorrise timorosa:se aveva avuto anche solo un briciolo di paura,lui era lì, era il suo Harry e non avrebbe fatto niente per forzarla o per spingerla a fare qualcosa che a lei non sarebbe piaciuto.

Harry,interpretando i suoi pensieri tramite l'espressione sul volto della ragazza,si chinò su di lei e le prese il viso fra le mani,portandola ad incontrare di nuovo i suoi occhi.

-Fermami.Fermami in qualsiasi momento,anche quando ti sembrerà che non ne sono piu' capace,se dovessi essere spaventata o avessi cambiato idea.Capito?-le disse gli occhi nei suoi.

Ginny sorrise colpita da quelle parole.

-Io non voglio fermarti...-gli disse mettendo le mani su quelle di lui,ancora posate sul suo viso.

-Ma se volessi farlo,sappi che per me non ci sono problemi...Ti aspetterei per il resto della mia vita-le disse sincero.

Ginny sentì le lacrime velarle gli occhi e per evitare che lui fraintendesse il loro significato,gli gettò le braccia al collo e nascose la testa sulla sua spalla.

Sentì le labbra di Harry posarle baci piccoli sul collo e sulle spalle per calmarla e lentamente lei si rilassò contro il corpo di lui;voltò la testa e iniziò a baciargli la vena che attraversava il collo,l'incavo fra la spalla e il collo per poi tornare ad alzare la testa ed incontrare il suo volto.

Gli occhi di Harry erano fissi nei suoi,quindi l'uomo sentì soltanto le braccia di Ginny scendere dal suo collo,non vide quando le mani si piegarono dietro la schiena all'altezza del reggiseno e quando si accorse del suo movimento,Ginny aveva già liberato i ganci dalla loro gabbia slacciando il reggiseno.Sapeva di dover respirare ma si era dimenticato come fare,lo sguardo fisso su quel piccolo pezzo di stoffa che stava scivolando lentamente giu' dalle spalle facendo intravedere sempre piu' pelle e quando alla fine Ginny lo buttò per terra e rimase a petto nudo davanti a lui,Harry credette di sentire chiaramente il suo cuore smettere di battere.

Era bellissima:poteva anche morire adesso;a lui bastava quella visione:i suoi seni erano perfetti,nè troppo grandi nè troppo piccoli,ed i suoi capezzoli marroni erano già leggermente turgidi.Sul seno destro vide un piccolo neo che lo fece deglutire a vuoto.

-Sei così bella che ti morderei...-le disse tornando a guardarla in volto.

Ginny sorrise e si strinse di nuovo a lui,entrambe le braccia attorno alla vita dell'uomo,facendo incontrare per la prima volta i suoi seni contro il suo torace nudo,provocando una piacevole frizione.

Sentì la mano calda di Harry sulla sua schiena spingerla ancora di piu' contro il suo torace e lei si avvicinò al suo viso,toccando con la punta della lingua il labbro superiore.

-Fallo-gli disse in un sussurro,come se avesse paura di farsi sentire da qualcuno.

Harry corrugò le sopracciglia.

-Mordimi...Lasciami il tuo marchio,così tutti sapranno che sono tua-gli disse seria.

Possibile che riesca a rendere le cose piu' semplici così eccitanti?pensò Harry sentendo la sua erezione tendere contro il tessuto dei boxer e dei pantaloni.

Ginny avvicinò le labbra alle sue per un bacio che lasciò entrambi senza fiato,le mani di Harry affondate nei suoi capelli che le bloccavano la testa e le impedivano di muoversi,di allontanare le labbra.

Quando riuscì a staccarsi da lui,avevano entrambi il fiato corto ed Harry la seguì con lo sguardo mentre si sdraiava con grazia sul letto,con la schiena sul piumone e gli feceva cenno di seguirla.

Harry mise un ginocchio sul letto,chinandosi su di lei,il volto sul suo.

-D-Dove vuoi che ti...?-le domandò mentre lasciava vagare lo sguardo per il bellissimo corpo ancora semivestito della donna.

-Dove vuoi-fu la risposta.

Poi Harry la vide chiudere gli occhi e rilassarsi completamente sotto di lui:era in suo potere.

Guardò le labbra rosse della donna e ne seguì il contorno con i polpastrelli,senza fretta alcuna,poi si chinò sul viso di Ginny,mordendo prima il labbro inferiore poi quello superiore;sentì i gemiti di Ginny sotto di lui e questo,invece di frenarlo come aveva pensato avrebbe fatto,lo incitò ad andare avanti.

-Apri gli occhi...Guardami-le ordinò,alzando la testa per incontrare i suoi occhi.

Lei obbedì subito,incontrando lo sguardo di lui diventato incredibilmente cupo per l'eccitazione.

Con le dita,Harry scese per la linea del collo subito seguita dalle labbra per arrivare all'incavo fra il collo e la spalla dove posò un morso quasi famelico,lasciando il segno dei propri denti su quella carne candida e tenera.Ginny si lasciò scappare un grido e inarcò la schiena sotto di lui;Harry scese ancora e assaggiò la spalla destra affondando i denti quasi con cattiveria.

Ginny gridò di nuovo,affondando le mani nei suoi capelli arruffati e stringendovi le dita,come in cerca di un'appiglio per non cadere.

Harry continuò la discesa e le labbra e i denti toccarono la pelle morbida del braccio fino ad arrivare al seno,quel seno bianco e immacolato.Posò un morso poco distante dall'aureola e l'ennesimo grido di Ginny fu musica per le sue orecchie,poi scese ad intrappolare un capezzolo: lo tormentò con le labbra e con i denti.

Questo era meglio di ogni sogno mai fatto...

Sfiorò con la punta della lingua il capezzolo turgido e continuò a tormentarlo con i denti, saziandosi del suo sapore,mentre faceva scivolare l'altra mano sulla pelle tesa del ventre piatto.

Sentì le mani di Ginny fra i suoi capelli che lo tiravano quasi con violenza verso l'alto e fu costretto a interrompere la sua tortura,per tornare ad incontrare il viso della donna:i suoi occhi erano semichiusi e il respiro usciva affannoso dalle labbra rosse.

Fece per baciarla,ma tirò indietro le labbra all'ultimo istante e le fece un sorriso malizioso.

-Sono stato bravo?-le domandò.

Ginny si leccò le labbra con la punta della lingua in un gesto tanto innocente quanto malizioso e cercò di nuovo di incontrare le labbra dell'uomo,ma ancora una volta Harry si ritrasse.

-Non iniziare a vantarti adesso...-gli disse alla fine.

Harry rise e la baciò,esplorando la sua bocca assaporando il suo sapore,mentre le sue mani vagavano per il corpo nudo della donna.

Ginny però si staccò da lui e con una spinta lo fece rotolare sulla schiena,mettendosi poi a cavalcioni su di lui poco distante dalla sua erezione.

Harry la guardò,piacevolmente sorpreso da quel gesto e rise leggermente,ma quando vide le piccole mani di Ginny avvicinarsi alla cintura dei pantaloni il suo volto si fece serio e i suoi occhi si spalancarono.Ginny,in silenzio,slacciò la cinta e iniziò a sfilarla,aiutata anche da Harry che sollevò il bacino verso di lei per far uscire la cinta da tutti i passanti,dopodichè questa andò a fare compagnia al reggiseno di Ginny sul pavimento.

Alzò lo sguardo su Harry soltanto un'istante,e lui seppe esattamente cosa sarebbe accaduto dopo;infatti le mani di Ginny si riabbassarono sui suoi pantaloni e slacciarono il bottone,per poi passare alla cerniera lampo,ma prima di abbassarla,Ginny passò le dita sulla sua evidentissima erezione,con una delicatezza infinita.

Harry fremette e sobbalzò a quel tocco non del tutto inaspettato,e si trovò a corto d'ossigeno per l'ennesima volta in quella lunga notte.

Le mani di Ginny si abbassarono di nuovo,gentili,sulla sua durezza,accarezzandola attraverso i pantaloni trovando ad ogni tocco la risposta dell'uomo.

-Ti diverti a torturarmi così?-le domandò Harry con voce roca.

Ginny sorrise e ancora una volta Harry vide nei suoi occhi una fiamma d'orgoglio.

La vide calarsi sul suo torace,il suo seno sfiorare la pelle nuda del suo petto e fermarsi a pochi millimetri di distanza dalla sua bocca.

-E non ho neanche iniziato...-gli disse soffiandogli il suo respiro caldo sulle labbra.

Poi Harry sentì abbassarsi la cerniera dei pantaloni;Ginny lo vide chiudere gli occhi e deglutire cercando di controllarsi,ma inutilmente infatti pochi secondi dopo,quando la cerniera terminò il suo viaggio Harry si lasciò scappare un forte gemito.

Ginny tornò a sistemarsi vicina alla durezza di Harry,che chiedeva attenzioni e iniziò a sfilargli i pantaloni;ancora una volta,Harry alzò il bacino per aiutare la donna e questa li fece scivolare giu' per le sue anche,e per le cosce,gettandoli poi a far compagnia agli altri vestiti.

Harry le mise le mani sui fianchi e la spinse quasi con durezza verso il suo bacino,facendola entrare pienamente in contatto con la sua erezione,nonostante Ginny indossasse ancora i pantaloni.La rossa gemette e appoggiò entrambe le mani sul torace dell'uomo,accarezzandolo e facendo partire una scarica di brividi ad ogni tocco.

Gli occhi fissi sul volto di Ginny,Harry la sentì muoversi su di sè e,ad ogni spinta,sfiorare la sua durezza che ormai premeva per essere liberata dai boxer;non voleva perdersi nessun'espressione della donna:non voleva perdersi nessun gemito,nessun cambiamento...voleva imprimersi nella mente ogni piccolo momento di questo evento.

Le mani ancora salde su entrambi i fianchi di Ginny,Harry diede un colpo di reni e la fece finire con le spalle sul piumone e le fu subito sopra,insinuando una gamba fra le sue e appoggiando la sua durezza contro una coscia di Ginny.

-Mi hai torturato abbastanza...-le disse con un filo di voce con le labbra quasi attaccate alle sue.

Ginny sorrise e lo baciò,tirandolo su di sè e allacciando le braccia attorno al suo collo,come se non volesse piu' farlo andare via.

-Si avvicina alle fantasie che hai avuto?-gli domandò lei,accarezzandogli la schiena.

-Questo è molto meglio di ogni sogno...Però nelle mie fantasie tu eri nuda-le disse gli occhi in quelli della donna.

Aveva perso ogni vergogna,ogni freno inibitore;in un'altra circostanza sarebbero diventati rossi dalla vergogna tutti e due a parlare in quel modo,ma adesso era giusto e normale per loro fare quei discorsi in modo tanto sincero.

Ginny sorrise,in una modo terribilmente sexy e lo baciò di nuovo.

-E allora che aspetti a renderle reali?-gli disse con voce bassa.

Harry sorrise e si staccò dal volto di Ginny,scendendo come aveva già fatto prima,verso il corpo della donna,accarezzandola e baciandola,alternando le labbra alla lingua per tutto il suo corpo perfetto,finchè non mise entrambe le mani sul bottone che chiudeva i pantaloni di Ginny;si accorse che le sue mani avevano iniziato a tremare e per cercare di calmarsi,posò di nuovo lo sguardo sul volto di Ginny ottenendo l'effetto desiderato e riuscendo così ad aprire i pantaloni.

Con la gola improvvisamente chiusa,tirò giu' anche la cerniera lampo e iniziò a farli scendere: scoprì la pelle sotto l'ombelico,candida come il resto del corpo,il pizzo verde acqua degli slip e poi il tessuto dell'intimo,le cosce sode e tornite e le gambe lunghe e lisce e infine lanciò i pantaloni sul pavimento a far compagnia al resto dei vestiti.

Si fermò in ginocchio sul letto davanti a lei e la guardò:esisteva al mondo uno spettacolo piu' bello?C'era qualcosa piu' bello di Ginny in quel momento?

-Parlami...-gli disse lei,gli occhi che cercavano quelli dell'uomo.

Harry legò i suoi occhi in quelli nocciola della donna e le sorrise,anche se fu inspiegabilmente doloroso.

-Sei la cosa piu' bella che ho visto nella vita amore mio...-le disse con voce seria.

Ed era sua.

Si chinò sulle sue gambe e prese a baciarle,con piccoli baci caldi,salendo lentamente verso le cosce e alternando le labbra ai denti;Ginny gemette ad ogni tocco dell'uomo e quando lui arrivò alle cosce aprì leggermente le gambe,come invitandolo ad avvicinarsi.

Harry si insinuò nell'interno coscia con la bocca,avvicinandosi sempre di piu' alla verginità,ancora coperta, della donna,mordendo quella pelle innocente ed inviolata,sapendo che le avrebbe fatto piacere,continuando a tenere le mani salde sui fianchi di Ginny.

-Harry...-lo chiamò lei.

L'uomo rialzò la testa e la vide con il fiato corto e la testa leggermente alzata per incontrare il suo sguardo.Si sistemò fra le sue gambe e si mise su di lei,cercando di non schiacciarla con il proprio corpo.

Ginny catturò le sue labbra e impiegò entrambi in un bacio che lasciò tutti e due ancora una volta senza fiato.

-Cosa succedeva dopo nelle tue fantasie?-gli domandò una volta staccatasi dalle sue labbra,gli occhi in quelli di lui.

Harry sorrise e non le rispose,ma lentamente fece scendere una mano sul corpo di Ginny, accarezzandole il collo e la curva del seno,scendendo ancora,fino ad arrivare all'elastico degli slip e oltre.

Ginny lo sentì spostare il peso del corpo su di sè e subito dopo,tornò a sentire la sua mano, pericolosamente vicina alla sua entrata;una vampa di calore le investì il volto,ma restò con lo sguardo fisso su Harry quasi curiosa di sapere che cosa sarebbe venuto dopo.

Sentì un dito sfiorare il tessuto che ancora copriva la sua verginità e bastò quel piccolo gesto per farle sentire una scarica elettrica in tutto il corpo;gemette e vide il sorriso compiaciuto di Harry prima di sentire di nuovo il suo dito che sfiorava ancora il tessuto bagnato.

-Wow!-disse Harry.

Aveva sognato parecchie volte di farlo,ma non aveva mai pensato che soltanto al primo contatto lei avrebbe risposto così bene e che la cosa l'avrebbe eccitato così tanto:sentiva la sua erezione quasi esplodere nei boxer,ma cercava di non pensarci perchè sapeva di avere un'altro pò di tempo e voleva provare quest' esperienza con lei.

Abbassando lo sguardo,Harry insinuò un dito oltre il tessuto dell'intimo e si trovò a contatto per la prima volta con la verginità di Ginny;sfiorò i suoi riccioli bagnati con il polpastrello e sentì il gemito a malapena trattenuto di lei,si fece piu' audace e fece per infilare un'altro dito nello slip,quando fu fermato dalla voce di Ginny.

-Toglile-gli disse con voce rotta.

Questa volta Harry si guardò bene dal chiederle se era sicura,afferrò il tessuto leggero e con un gesto deciso,ma gentile,le sfilò l'ultimo indumento che le era rimasto,buttandolo sul pavimento con gli altri.

Le accarezzò le lunghe gambe con il palmo aperto della mano,arrivando fino all'attaccatura del ginocchio e restando con le dita intrappolate quando lei piegò la gamba,abbassò il viso sulla pelle candida del bacino e vi posò una scia di baci,scendendo sempre piu' vicino alla verginità di Ginny,prima di guardare per la prima volta l'intimità completamente nuda della sua donna.

Quello fu il punto di non ritorno:da quel momento e per il resto della sua vita,lei sarebbe stata sua.

Sua e di nessun'altro.Avrebbe ucciso chiunque si fosse avvicinato a lei,chiunque l'avesse sfiorata e le avesse dimostrato il suo interesse per lei.

Era sua.

Tornò a sfiorarla con le dita,lo sguardo fisso sul suo volto per cogliere ogni gemito ed ogni palpito:la vide tormentarsi le labbra per non urlare e la cosa lo eccitò ancora di piu';poi insinuò un dito nella sua entrata:inizialmente trovò un pò di resistenza ed ebbe paura di farle male,ma guardando gli occhi della donna,non scorse nulla del genere.Iniziò a muovere il dito,strofinandolo contro la carne morbida e il clitoride,lo sguardo sempre fisso su Ginny che alzava il bacino andando incontro alle sue carezze e gemeva sempre piu' forte ogni volta che lui sfiorava o graffiava il clitoride.

-Oh mio...-disse lei con il fiato corto sotto di lui.

Sorridendo insinuò un'altro dito,sicuro che la cosa non le sarebbe dispiaciuto,infatti Ginny lasciò scappare un grido e abbandonò la testa all' indietro sul cuscino,i capelli sparsi disordinatamente a farle da corona.

Continuò ad accarezzarla in quel modo così intimo finchè non fu certo che lei fosse quasi al limite,poi tolse le dita e avvicinò le labbra a quelle di Ginny.

-Nelle mie fantasie le tue reazioni non erano neanche lontanamente simili a queste...Era terribilmente eccitante guardarti...-le disse.

Ginny alzò la testa e,ancora con il fiato corto,gli morse le labbra prima di baciarlo con desiderio.

-Adesso vediamo le tue reazioni...-gli disse maliziosa,le labbra sulle sue.

Harry la guardò senza capire,poi sentì una delle mani che erano aggrappate alle sue spalle scendere lungo la schiena,seguendo la spina dorsale e fermarsi sull'elastico dei boxer:voleva fare come il giorno prima?si domandò Harry trattenendo il respiro in attesa della prossima mossa.

Quando lei abbassò i boxer,lasciando scoperto il suo sedere sentì distintamente il suo cuore fare una capriola nel petto.

La mano di Ginny era sul sedere e gli stava accarezzando le natiche con la punta delle dita,per poi spostarsi sul davanti e abbassare anche qui i boxer,ingaggiando quasi una lotta con la sua rabbiosa erezione che non voleva essere liberata.

Ancora su di lei,Harry si mosse per far scendere i boxer e alla fine,quando furono all'altezza delle caviglie,riuscì a calciarli via provocando con quel gesto l'ilarità di Ginny.

Harry la baciò,cercando di non farla sentire troppo a disagio:era la prima volta che erano completamente nudi ed era la prima volta che lei sentiva quanto la desiderava,che entrava veramente a contatto con il suo desiderio.

Si staccò dalle sue labbra perchè ancora una volta,Ginny gli mozzò il fiato:aveva abbassato di nuovo le mani sulla sua durezza e ora aveva stretto le dita attorno ad essa.Harry cercò di terminare il respiro,ma sembrò che tutto l'ossigeno fosse stato risucchiato dalla stanza e andò ancora peggio quando lei iniziò ad accarezzarlo con la punta delle dita:accarezzò la punta setosa con la punta del pollice e continuò a scendere alternando i polpastrelli alle unghie.

Ginny alzò lo sguardo sul volto di Harry e lo vide teso,il respiro mozzato e gli occhi semichiusi,poi lo vide abbassare la testa verso di lei,in una forma di abbandono totale che la spinse a continuare con le sue carezze.

Sentiva il respiro corto di Harry poco distante dal suo orecchio,unito a gemiti che la riempivano di gioia e di orgoglio:era in suo potere.

Avrebbe potuto portarlo all'apice del piacere soltanto continuando con quelle carezze e lui,nello stato in cui si trovava non glielo avrebbe impedito.

-Credo che non riuscirò a controllarmi ancora a lungo se continui a toccarmi in quel modo...-le disse lui con un filo di voce,rialzando la testa per guardarla.

-Allora non farlo-gli disse lei affondando lo sguardo nei suoi occhi e continuando ad accarezzarlo,con una lentezza maggiore.

Harry riabbassò la testa contro la spalla di Ginny e poggiò entrambi i pugni ai lati della testa della donna,non riuscendo a trattenere l'ennesimo gemito di piacere.

Ginny voltò leggermente la testa verso quella piegata dell'uomo e gli baciò la conchiglia dell'orecchio destro.

-C'era anche questo nelle tue fantasie?-gli domandò con un sussurro nell'orecchio.

Harry aveva la gola quasi completamente chiusa e non avrebbe saputo rispondere neanche con un'incantesimo o un miracolo.

Ginny si divertì a stuzzicarlo ancora di piu',mordendogli e leccandogli il lobo destro senza mai smettere di accarezzarlo.

Harry era completamente nelle sue mani e lei lo stava facendo morire di una piacevole morte lenta.

-Gin...T-Ti prego...-riuscì in qualche modo a dire,senza neanche alzare la testa.

Ginny sorrise e allontanò la mano,posandola attorno alla sua vita,stringendolo di piu' a sè.

Harry si gettò sulle labbra rosse e gonfie di Ginny e cercò in qualche modo di fargliela pagare per quella piccola tortura:le morse le labbra,fece vagare le mani per il corpo nudo e perfetto della donna,prendendo fra il pollice e l'indice un capezzolo e pizzicandolo e stuzzicandolo finchè questo non divenne quasi uno spillo contro la sua mano e Ginny non dovette staccarsi dalle sue labbra per riprendere fiato.Poi,puntellandosi sui gomiti,per non pesare troppo su di lei,Harry sistemò meglio fra le sue gambe e Ginny capì,senza bisogno di parlare che era arrivato il momento.

Harry alzò lo sguardo e lo affondò in quello di Ginny.

-Cercherò di farti meno male possibile,te lo prometto...-le disse.

Ginny sorrise e lui la guardò senza capire.

-Un'altra promessa...-gli disse lei.

Harry sorrise alle sue parole,ricordando il discorso fatto insieme soltanto quella mattina e,con un gesto dolcissimo,le scostò una ciocca di capelli fulvi dal viso,perchè lei potesse vedere i suoi occhi.

-Farò tutto quello che mi dirai...-le disse gli occhi fusi in quelli di Ginny.

Ginny annuì e lo tirò verso di sè per baciarlo:con le loro labbra ancora unite,sentì la durezza di Harry avvicinarsi alla sua verginità.

La prima cosa che sentì fu la punta insinuarsi senza problemi nella sua entrata,poi arrivò la prima fitta di dolore quando Harry entrò completamente in lei:un dolore che la spaccava in due si era improvvisamente impossessato di lei,togliendole il fiato.

Si staccò dalle sue labbra e,nonostante si era ripromessa di non urlare,si lasciò scappare un grido,aggrappandosi alle spalle di Harry.

-Scusami...-le disse lui,fermo immobile su di lei,iniziando a darle dei piccoli baci sulle spalle e sul collo,cercando di farla abituare alla sua presenza.

Ginny restò qualche istante aggrappata alle spalle di Harry,senza muoversi,ma sentì chiaramente il dolore scemere e al suo posto arrivare un calore piacevole.Harry,senza che lei glielo dicesse, iniziò di nuovo a muoversi su di lei,con piccole spinte del bacino e Ginny iniziò a prendere il ritmo di quella nuova danza,alzando il bacino verso quello di Harry rispondendo alle sue spinte.

Ginny cercò lo sguardo di Harry e lo vide fisso sulla sua bocca,continuando la sua volontaria invasione sempre piu' a fondo,come se volesse diventare parte di lei.

Harry,sopra di lei,cercava in tutti i modi di controllare la sua eccitazione crescente:era in lei, poteva sentire l'eccitante risposta del suo corpo:la vedeva tormentarsi le labbra con i denti, sentiva le sue unghie nella schiena,i suoi seni scontrarsi contro il suo petto.

Ginny lasciò andare la presa dalle sue spalle e si rilassò contro il piumone,tirando indietro la testa,mentre quel calore che l'aveva invasa si propagava anche al bassoventre.

-Non ti fermare...-riuscì a dirgli con un filo di voce.

Harry aumentò la forza delle spinte,mentre i gemiti di Ginny uniti ai suoi,riempivano le sue orecchie e la stanza silenziosa.Le accarezzò i seni e tornò a tormentarle i capezzoli turgidi,sentendo di essere sull'orlo del baratro.

Sentì una gamba di Ginny allacciarsi attorno alla sua vita,aumentando il contatto fra i loro sessi e mandandolo letteralmente in estasi:possibile che quella donna sapesse così bene cosa fare per fargli piacere?

Con lo sguardo offuscato,nonostante avesse miracolosamente gli occhiali ancora sul naso,guardò Ginny sotto di lui e vide che si mordeva il labbro inferiore per non gridare,con gli occhi chiusi.

-Guardami-le ordinò con un filo di voce.

Ginny riaprì gli occhi e incontrò quelli di Harry,fissi nei suoi.

Non le era mai successa una cosa così:sentiva caldo,però tremava e si sarebbe fatta uccidere piuttosto che staccarsi da Harry in quel momento.

Poi accadde.

Un esplosione davanti ai suoi occhi e dentro di lei:una scarica elettrica partì dal suo basso ventre per poi diffondersi per tutto il corpo fin sopra la cima dei capelli e alla piu' piccola parte di lei.Ginny urlò e si aggrappò a Harry,continuando a muoversi con lui,pregando che quel piacevole dolore non finisse mai.Sopra di lei Harry si mosse un'ultima volta prima di irrigidirsi e svuotarsi in lei.

Il suo urlo,così potente,la fece sorridere e la portò a stringersi ancora di piu' a lui.Harry,sfinito e con il fiato corto, abbandonò la testa sulla sua spalla sinistra e lei lo portò giu' sul piumone con lei,facendogli posare la testa sul suo seno.

Restarono in quella posizione,in silenzio,a lungo:Ginny accarezzava i capelli scompigliati di Harry e lui ascoltava il battito del cuore di Ginny tornare lentamente ai battiti normali.

Harry era ancora dentro di lei,e quando provò ad uscire lei si lamentò.

-Voglio far durare questo momento ancora un pò...-gli spiegò lei.

Harry sorrise e tornò a posare la testa sul suo seno,accolto subito dall'abbraccio di Ginny.

Era stata un'esperienza perfetta,non avrebbero potuto chiedere di meglio neanche volendo...

Dopo qualche altro minuto,Harry sentì tremare Ginny e alzò la testa per incontrare lo sguardo della donna.

Lo sguardo che lei gli diede era innegabilmente amore.

-Hai freddo?-le domandò premuroso.

-Un pò,ma credo sia normale-ammise lei.

Harry uscì da lei e rotolò sulla schiena,poi si alzò e senza alcuna vergogna,nonostante fosse completamente nudo,scostò le coperte del letto,poi tornò vicino a Ginny,la prese in braccio come fosse fatta di cristallo e la sistemò sotto le coperte.

Dopodichè fece il giro del letto per andare a sistemarsi sotto le coperte dalla sua parte.

Appena si fu sistemato,le tese un braccio e l' attirò subito a sè; Ginny gli si avvicinò nel letto e posò la testa sul suo torace incrociando anche le gambe a quelle di lui.

-Va meglio?-le domandò lui.

Ginny sorrise:ancora una volta,il suo uomo si preoccupava per lei.

-Sto benissimo...Non sono mai stata meglio-gli disse accarezzandogli il petto con una mano.

Harry sorrise a quelle parole,vagamente orgoglioso e per alcuni istanti restò in silenzio,accarezzandole i capelli con la testa leggermente abbassata per incontrare il suo sguardo.

-Ti ho fatto molto male?-si decise a domandarle.

Ginny sorrise e alzò leggermente la testa per guardarlo in volto.

-Soltanto per un'attimo...E ti assicuro che ti sei fatto perdonare ampiamente-gli disse sincera.

Harry sorrise leggermente imbarazzato,e si chinò per darle un bacio dolce.

Le posò una mano sul viso e le stuzzicò le labbra con i denti,per poi staccarsi da lei e tornare a sdraiarsi sui cuscini,con il viso di Ginny nascosto nell'incavo fra la sua spalla e il collo.

Un braccio di Ginny si stese sul suo torace e Harry sentì i suoi seni premere contro il suo fianco:era ancora una sensazione nuova,una sensazione che gli mandava il cervello in tilt.

-E io?Sono stata capace di...-cercò di domandargli Ginny,non riuscendo però a vincere la timidezza.

Harry voltò la testa verso il viso di Ginny e la baciò di nuovo,in modo piu' appassionato,per cancellare tutti i suoi dubbi e le sue paure.

-Amore mio tu sei stata incredibile...Mi hai mandato in crisi piu' di una volta.

Lo sapevo che non sarebbe stato lo stesso con un'altra:io e te siamo una cosa sola,siamo fatti per stare insieme...-le disse sincero.

Ginny gli prese il viso fra le mani e lo baciò di nuovo,con maggiore passione.

Harry la tirò piu' vicino a sè e quando si separarono,lei tornò a poggiare il viso sulla sua spalla.

-E' stato come lo immaginavi?-le domandò lui curioso.

Ginny sorrise.

-Ho sempre pensato che sarebbe successo la nostra prima notte di nozze,durante la luna di miele.

Però poi in questi tre anni ho immaginato di tutto.

Figurati che una volta ho anche sognato di incontrarti per caso per strada e di fare l'amore con te in un vicolo buio-gli confessò senza nessuna timidezza.

Harry rise e le diede un bacio fra i capelli.

-E tu?-domandò lei voltandosi su un fianco e poggiando la testa su una mano.

-Io voglio farlo con te da quando ho sedici anni!Di tempo per pensare ne ho avuto parecchio-le disse lui con altrettanta sincerità.

-Va beh allora dimmi quella che sogni piu' spesso-incalzò Ginny.

Harry si mise nella stessa posizione di Ginny e restò alcuni istanti in silenzio,sovrappensiero.

-Dunque...C'è la Sala Grande di Hogwarts:io e te sdraiati su uno di quei grandi tavoli che facciamo l'amore,senza preoccuparci dei fantasmi o di Gazza o di Pix-le disse.

Ginny rise.

-E poi c'è la vasca da bagno...E' sempre stata una mia fantasia ricorrente-le confessò.

-Quella nel bagno dei Prefetti a Hogwarts o questa di casa?-gli domandò Ginny.

-Tutte e due...Quando eravamo a Hogwarts ho sentito che Malfoy spesso portava Pansy e le sue conquiste in quel bagno e allora pensavo che sarebbe stato bello farlo con te lì.

Poi da adulto,mi sono accontentato della vasca di casa...E' abbastanza grande per due persone- le disse avvicinandosi a lei nel letto.

Ginny rise e avvicinò il viso a quello di lui per un bacio lieve.

-Chissà che non si avveri un giorno...-gli disse maliziosa.

Harry soltanto per quelle parole era pronto a ricominciare tutto e fare l'amore con lei ancora una volta,ma cercò di calmarsi per non sembrare un maniaco o un'assatanato di sesso.

Si staccò da lei e tornò a poggiare la schiena sui cuscini,tirandola di nuovo accanto a sè.

-Harry-lo chiamò lei.

Lui incontrò gli occhi di Ginny e vide che erano diventati seri.

-Che è successo?-le domandò.

-Prima...mentre facevamo l'amore...ci siamo dimenticati di fare l'incantesimo contraccettivo-gli disse lei guardandolo.

Era tutto lì il problema?

Alzò le spalle e le sorrise.

-Meglio così-le disse avvicinandosi per darle un bacio.

Ginny si scansò evitando le sue labbra e lo guardò sorpresa.

-Che vuol dire?-gli domandò.

-Voglio dire che non l'avrei usato comunque,anche se mi fossi ricordato-le disse.

-Si ma così c'è la possibilità che io resti...-iniziò Ginny,gli occhi sempre fissi su Harry.

-Incinta?E non sarebbe fantastico?-le domandò lui sorridendo.

Ginny lo guardò alcuni istanti,poi si buttò fra le sue braccia,facendogli perdere l'equilibrio e finire con la schiena quasi fuori dal letto.

-Stai dicendo sul serio?Tu vuoi veramente...-gli domandò felice.

-Avere un figlio da te?Mi sembrava di aver già affrontato quest'argomento...

Certo che lo voglio!E visto che abbiamo perso già troppo tempo perchè perderne ancora?-le domandò allontanando i capelli di lei che le ricadevano sul viso.

Ginny rise alle sue parole,poi lo baciò.

-Non hai la minima idea di quanto ti amo in questo momento-gli disse lei.

-Credimi amore,lo so benissimo...-fu la risposta di Harry.

 

 

Spero di non aver deluso nessuno,e che la prima volta fra Harry e Ginny sia avvenuta come ve la immaginavate.

Forse ve la aspettavate un pò piu' piccante,ma ho pensato di rendere le cose soft,visto che erano inesperti tt e due e che doveva essere una cosa da ricordare tt la vita...ma c'è sempre tempo x diventare "cattivi" nei prossimi capitoli.

Voglio avvertirvi però che il prossimo capitolo non verrà postato prima di lunedì o martedì(devo ancora scriverlo,anche se ho già delle idee).

Ringrazio tt coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura o di ortografia.

Adesso i ringraziamenti:Sarina87(Spero di averla descritta come l'avevi immaginata.X la tua domanda:ho una specie di linea del tempo:so cosa è successo fino ad un certo punto,e da qlla scrivo i capitoli;xò può capitare che mi vengano delle idee per un capitolo dal nulla e debba solo scegliere dv inserirlo),Tappetta(Non potrei mai privare Harry & Co.del lieto fine...ma la strada x arrivarci è lunga),Lallina88(Ora l'ha persa completamente la timidezza...ed era pure ora!), Ariel potter(Come vedi nn ci sono state controindicazioni per Harry e Ginny...o parlavi dei lettori?In tal caso mi scuso!),Xellor(Regalo di compleanno anticipato:è stato un bel regalo?),Kia(Harry nn ha perso tt i contatti con la comunità magica,nn dimenticare che Miss Queen è una strega),Lyoko(Infatti non ho interrotto loro,ma i lettori...nn arrabbiarti!),Vale Lovegood(1:Mi sono accorta dell'errore soltanto quando la pagina era già su internet,e nn potevo + cambiare nome,cosi è rimasto Arthur;2:ho vissuto a Londra x 1 anno e posso assicurarti che tutti hanno libri di cucina italiana,anke x colpa della cucina inglese che è terribile, se togli certe cose.Ma visto che si sono interrotti a metà cottura,credo che la pasta di Harry e Ginny sarà immangiabile;3:la bacchetta di Harry nn è nè in soffitta nè nascosta da qualche parte,lui nn l'ha nascosta l'ha soltanto messa da una parte aspettando il momento di riusarla.Non esitare a chiedere se hai altre domande),Jellicalcat(Ti prego respira!!),JC(Grazie x i "tentativi" di recensire il capitolo,a me andavano bene,xò nn ho capito perchè erano sbagliati?),Valentina(Dillo a me che ho il fidanzato che adora cucinare!),Salulla(Grazie x il complimento,ma rileggendolo mi sono accorta che aveva bisogno di una messa a punto...speriamo sia andata bene!),Fairydreams(Anche io adoro qlla canzone,sia in italiano ke in inglese!Grazie x la valanga di complimenti,sono veramente felice che questa ff ti piaccia.Si Harry è di nuovo nel mondo babbano,ma qsta volta c si trova meglio e ha delle persone che lo stimano e gli vogliono bene,come nel mondo magico.Non sei la sola a cui nn piace Sarah..),Calliope(Già.hai ragione:lo scontro fra Ron e Harry avverrà fra breve e già mi sento male all'idea di doverlo scrivere.Sarà un capitolo incentrato sl sui due uomini e avrà delle conseguenze a lungo termine...Spero di aver soddisfatto un pò della tua curiosità) and last but not least Potterina88(Come sta la mia fan n 1?E' ancora viva dopo aver letto questo capitolo?Spero ke questo capitolo t sia piaciuto e ke la prima volta fra Harry e Gin fosse come te l'eri immaginata.Per quanto riguarda il coraggio dimostrato da Ginny nel raccontare tt a Harry,tu riusciresti a mentire all'uomo che ami?All'uomo che riesce a leggerti dentro e sa sempre quello che provi?)

Chiedo UMILMENTE scusa se ho dimenticato qualcuno.SORRY SORRY!!!

Bene,per il momento vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Greatest Hits"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Greatest Hits ***


greatest hits

 

 

Salve a tutti!Cosa c'è di meglio di musica,un bel bagno caldo e sesso?

Buona lettura e a piu' tardi per i commenti!

 

Ginny aprì gli occhi,e la prima cosa che vide fu la lampada blu poggiata sul comodino poco distante dal letto.

Era diversa dalla lampada che teneva sul suo comodino e un'altra cosa che mancava era la sua sveglia a forma di rana,che tutte le mattine la svegliava con il suo terribile buongiorno.

Il petto nudo,privo di qualsiasi costrizione,era schiacciato contro il materasso e la schiena era scoperta fino al sedere,ma stranamente lei non sentiva freddo.

Voltò la testa sul cuscino e trovò l'altra parte del letto vuota,le coperte sollevate e buttate verso il basso.

Dalla finestra,coperta dalle pesanti tende,arrivava il rumore della pioggia che cadeva pesante sulla strada e sulle macchine parcheggiate.

Completamente sveglia,Ginny si sdraiò a pancia in su,incurante del seno scoperto e guardò il soffitto per alcuni istanti,mentre immagini di quello che era successo la notte scorsa si affacciavano nella sua mente.

Era successo realmente...Non era stato un suo sogno...E a testimoniarlo c'erano i segni lasciati dai morsi di Harry sul suo braccio e sul suo seno,che spiccavano rossi in contrasto con la sua pelle candida.

Aveva fatto l'amore per la prima volta,e l'aveva fatto con Harry l'amore della sua vita...In fondo non poteva essere altrimenti.

Non avrebbe voluto nessun altro,non sarebbe potuta andare con nessun'altro:lei era sua ed ora quei segni lo dimostravano.

Se ripensava a quanto era stata sfacciata,sentiva il viso andarle a fuoco per la vergogna,però sul momento le erano sembrate le cose giuste da fare e da dire e visto l'effetto che aveva sortito non avrebbe cambiato niente di quella notte.

Harry si era rivelato un'amante attento e premuroso verso di lei,dandole tutto il tempo di cui aveva bisogno e riservandole una marea di attenzioni:se ripensava al modo così intimo in cui l'aveva accarezzata si sentiva invadere di nuovo da quell'ondata di calore che l'aveva sopraffatta la notte precedente...l'aveva portata così vicino al baratro da farla urlare per poi farla tornare sulla terra accanto a lui,strappandole quel contatto così piacevole in modo quasi brutale.

Si rizzò a sedere nel letto e si guardò intorno:i vestiti erano ancora sparsi per tutto il pavimento, esattamente dove erano stati lanciati nell'impeto della passione e la cosa le strappò un sorriso.

Ma dov'era Harry?Perchè non si era fatto trovare nel letto accanto a lei per darle il buongiorno?

Allontanò le coperte e completamente nuda si alzò,iniziando a girare per la stanza,indecisa se indossare di nuovo i vestiti della sera prima,ricordandosi poi che metà di questi erano ancora sul pavimento in cucina.

Indossò gli slip e si diresse verso l'armadio di Harry,incerta se indossare la stessa camicia con cui aveva dormito la sera della Vigilia oppure prenderne una nuova.però qualcosa attirò la sua attenzione:un'accappatoio di spugna verde era appoggiato sulla sedia poco distante dal suo lato del letto.

Ginny si avvicinò alla sedia e passò la mano sull'accappatoio per sentire la sensazione che le dava il tessuto,poi lo prese e lo infilò sentendo un leggero ricordo dell'odore di Harry posarlesi addosso insieme all'accappatoio.

Strinse la cinta in vita e vi avvicinò alla porta della stanza,l'aprì e fece i passi che dividevano la camera dalle scale.

Già all'inizio delle scale,iniziò a sentire della musica provenire dal piano di sotto,senza però riuscire a indovinare di quale canzone si trattasse.

Arrivata alla fine delle scale,capì che la musica arrivava dalla cucina accompagnata dal rumore di padelle:Harry doveva essere ai fornelli.

Che stesse finendo di cucinare quella pasta che avevano lasciato a metà la sera prima?si domandò Ginny avvicinandosi alla porta lasciata aperta della cucina.

Con uno stereo acceso posato fra il lavandino e il tostapane,Harry le dava le spalle,girato verso i fornelli:stava facendo sfrigolare qualcosa nella padella e dall'odore,Ginny capì che si trattava di bacon.

Harry indossava i boxer e la t-shirt grigia che gli aveva visto addosso la sera della Vigilia e canticchiava insieme alla radio.

Ginny,divertita,incrociò le braccia al petto appoggiandosi allo stipite della porta e lo osservò.

"Don't be so quick to walk away,dance with me

I wanna rock your body,please stay,dance with me"

Ginny trattenne una risata,mentre lo sentiva cantare insieme a Justin Timberlake e muovere il bacino contro il forno in una mossa che avrebbe dovuto essere sexy,ma che invece era veramente buffa.

"Hurry up cos' you taking too long

Better have you naked by the end of this song"

-Bel modo di cominciare la giornata...-disse lei,ridendo.

Harry si voltò all'istante nella direzione da dove veniva la voce e le rivolse un'espressione talmente imbarazzata da provocare le risate di Ginny.

-Da quanto eri lì?-le domandò spegnendo il fuoco sotto il bacon e mettendo la pancetta nei piatti.

-Circa metà canzone.Justin lo sa di avere un rivale così temibile?-gli domandò facendo un passo verso di lui.

-Molto divertente.Ora vieni qui e fatti salutare come si deve...-le disse allungando un braccio e afferrandola per la vita,stringendola a sè.

Ginny sorrise e non oppose nessuna resistenza quando le labbra dell'uomo si posarono sulle sue in un bacio dolce.

Ginny allacciò le braccia attorno al collo di Harry e lo strinse a sè,scoprendo un desiderio nuovo, sconosciuto fino a quel momento che la portava a rispondere con passione al bacio.

-Dopo un bacio come questo,sarà sicuramente un'ottima giornata...-disse Harry quando si staccò dalle labbra di lei.

Ginny poggiò la testa sulla sua spalla e sorrise.

-Stai bene?-le domandò lui premuroso.

Rialzò la testa e incontrò di nuovo lo sguardo di Harry:voleva che lui la guardasse negli occhi mentre glielo diceva.

-Sto benissimo,quindi smetti di chiedermelo-gli disse.

Harry sorrise e annuì:aveva ragione lei,doveva smetterla di preoccuparsi.

Dallo stereo accanto al lavandino partirono le note di "Everlasting love"di Jamie Cullum e Harry sorrise:non c'era canzone piu' indicata per iniziare la sua nuova vita con Ginny.

-Mettiti a tavola,la colazione è pronta-le disse dandole un'ultimo bacio fra i capelli.

Ginny si staccò da lui e si avvicinò al tavolo.

Un sorriso le salì automaticamente alle labbra quando vide il resto dei loro vestiti ordinatamente piegati e appoggiati su una sedia accanto al tavolo e l'immagine di quello che era successo neanche dieci ore prima a quel tavolo la fece diventare rossa.

-A me ha fatto un'altro effetto...-le confessò Harry avvicinandosi al tavolo con i piatti.

Lei sorrise e si sedette accanto a Harry.

Per colazione Harry aveva preparato tutto quello che piu' le piaceva:uova strapazzate,bacon, pane tostato,caffè nero caldo.

Quell'uomo era veramente da sposare,pensò lei prendendo la forchetta in mano.

-Perchè non ti sei fatto trovare nel letto stamattina?-gli domandò.

Harry con la bocca piena di uova strapazzate,fece per parlare poi ci ripensò e aspettò di aver ingoiato prima di risponderle.

-Mi sono ricordato che erano quasi due giorni che eri a stomaco vuoto,e non volevo che mi svenissi fra le braccia;così sono sceso a prepararti la colazione.

In fondo due giorni fa l'hai fatto anche tu...-le fece notare prendendo un pezzo di toast.

-Si,ma due giorni fa era diverso-disse lei ingoiando un pezzo di bacon croccante.

-Perchè non andavamo a letto insieme?-gli domandò con una sincerità che avrebbe fatto invidia a Luna.

-HARRY!-fece Ginny sorpresa dalle sue parole.

-Cosa?E' vero...-le fece notare lui.

-Si,ma...E se qualcuno ti sentisse?-gli domandò,rendendosi subito conto della stupidaggine che aveva detto.

Harry rise e bevve un sorso del suo caffè.

-Amore chi vuoi che mi senta?Siamo io e te in una casa vuota,Teddy non tornerà prima di oggi pomeriggio e se volessimo potremmo fare l'amore in salotto urlando come due ossessi e nessuno ci sentirebbe-le disse lui.

Ginny sorrise alle sue parole e si rilassò:in fondo aveva avuto una reazione esagerata.

-Ma si,hai ragione tu.

E' stata una reazione eccessiva...troppi anni a stretto contatto con Hermione lasciano qualche segno-gli disse scherzando.

Harry rise e le mise la mano sulla sua,riprendendo poi a mangiare.

Continuarono la colazione in silenzio per alcuni minuti,ascoltando le canzoni che si susseguivano alla piccola radio.

Finchè non arrivò "Samba pa ti"di Carlos Santana e Ginny si alzò dalla sedia e per andare ad alzare il volume.

Harry la guardò e lei alzò le spalle.

-Ho sempre amato questa canzone.Non chiedermi perchè ma è una di quelle canzoni che mi fa pensare a te-gli disse restando in piedi accanto alla radio.

Harry la osservò mentre inziava a muoversi al ritmo della chitarra,ondeggiando lentamente su entrambi i piedi e lasciando andare all'indietro la testa in un movimento liberatorio che a lui sembrò incredibilmente sexy.

Per cercare di darsi un contegno bevve un lungo sorso dalla sua tazza:possibile che adesso ogni gesto della donna lui lo vedesse malizioso o sexy?Anche prima quando portava il cibo alla bocca era stata una tortura...non aveva mai pensato che una colazione si potesse trasformare in un preliminare erotico.

Tornò a guardarla e la vide ancora ondeggiare al suono della chitarra.

-Perchè questa canzone ti fa pensare a me?-le domandò improvvisamente curioso.

Ginny lo guardò e si grattò la testa,leggermente imbarazzata.

-Beh per piu' motivi...-gli disse restando sul vago.

Harry fece un gesto con la mano per incitarla ad andare avanti,ma lei restò in silenzio tornando a sedersi accanto a lui.

-E non posso saperli?-le domandò cercando di forzare quel muro di silenzio.

-Ecco...Se te lo dico,poi tu mi farai altre domande e io non voglio-disse lei misteriosa.

Improvvisamente Harry sentì il drago dormiente al centro del suo petto risvegliarsi e chiedere giustizia:perchè lei non voleva dargli spiegazioni?Cosa aveva da nascondere?

-Dimmelo-le disse con voce perentoria.

Ginny lo guardò e scosse di nuovo la testa.

Harry allora si alzò dalla sua sedia e l'afferrò quasi con violenza,portandola a sedersi sul tavolo.

-Che accidenti...-fece lei sorpresa dal suo gesto.

-Perchè questa canzone ti fa pensare a me?-le domandò,gli occhi fissi su di lei.

Ginny sorrise,capendo finalmente il motivo del suo strano comportamento.

-Sei geloso...-gli disse non riuscendo a trattenere un sorriso.

-Vuoi dirmelo?-le domandò ancora senza tener conto delle ultime parole della donna.

La canzone ormai era finita,ma l'aria era ancora carica d'elettricità.

Ginny lo guardò ancora qualche istante,incerta su cosa fare,poi annuì.

-Ok te lo dirò.Ma poi tu devi dirmi perchè sei così geloso-gli disse.

Harry restò in silenzio,lo sguardo in quello di lei.

Ginny avvicinò a lui,allungando le braccia sul suo collo,la bocca vicina all'orecchio destro di Harry e bisbigliò.

-Questa era la canzone che mi accompagnava ogni volta che pensavo a te...ogni volta che mi accarezzavo sognando di noi due insieme come ieri notte...-gli disse.

Harry sentì subito il suo corpo rispondere a quelle parole:il sangue abbandonò il suo cervello e confluì tutto in un altra parte del corpo che iniziò a premere prepotente contro i boxer.

A peggiorare ancora di piu' la situazione arrivò l'immagine di Ginny nuda,come l'aveva vista la notte prima,che accarezzava la sua intimità pensando a lui.

Voltò leggermente la testa e s'impadronì delle sue labbra,infilando la lingua nella bocca di Ginny quasi con violenza.

La fece scivolare sul tavolo liscio facendola aderire di piu' al suo corpo,e facendole sentire la sua eccitazione,mentre le braccia di Ginny si stringevano attorno al suo collo,avvicinando il viso al suo.

Una mano di Harry scivolò sulla pelle liscia della coscia e del ginocchio sinistro di Ginny,che allargò leggermente le gambe per farlo avvicinare ancora di piu' a lei.

-Piccola strega tentatrice...-gli disse lui facendo scendere le labbra lungo il collo.

Ginny sorrise e gli posò un bacio sul lobo dell'orecchio sinistro.

-Sei tu che hai voluto saperlo...-gli sussurrò con un filo di voce.

Harry tornò a calare sulle sue labbra,mentre le mani si stringevano attorno alla cintura che tentava di chiudere l'accappatoio leggermente aperto,e sciolsero il nodo,liberando il corpo di Ginny dal pesante indumento.

Le fece scivolare l'accappatoio sulle spalle,seguendone la caduta con le labbra:sfiorò le spalle,la gola,la pelle morbida del petto e poi scese sul seno,accarezzandolo con le mani e con le labbra.

Ginny si era abbandonata a quelle carezze,scivolando con la schiena sul tavolo e inarcando la schiena verso la bocca di Harry per non perdere nessuno dei suoi tocchi.

Harry si staccò per pochi istanti da lei,togliendole quel calore rassicurante con cui l'aveva coperta fino ad ora e si tolse la t-shirt che improvvisamente era diventata stretta e sembrava togliergli il fiato;poi tornò a coprire Ginny con la sua bocca e le sue mani.

Quando le sue mani toccarono gli slip che coprivano l'oggetto del suo desiderio,non riuscì a trattenere un sorriso.

Ginny alzò il bacino sotto le sue mani,invitandolo a sfilarglieli e lui obbedì:con un tocco veloce e deciso,l'intimo di Ginny finì sul pavimento.

-Tu sarai la mia rovina...-le disse con voce roca,gli occhi in quelli della donna.

-E tu la mia...-rispose lei.

Harry continuò la sua esplorazione del corpo di Ginny,imprimendosi nella memoria tutti quei particolari che nella foga della sera prima si era lasciato sfuggire:vide le piccole efelidi che coprivano i seni della donna,una piccola cicatrice all'inizio della gamba destra,una voglia scura sul fianco destro,poco lontano dalla natica.

Assaporò con le labbra tutte questi segni,risalendo il corpo di Ginny fino alle labbra,dove incontrò la risposta eccitante e pronta della donna,mentre con le mani chiuse a coppa sui suoi seni le tormentava i capezzoli.

La voleva,non era disposto ad aspettare ancora:voleva essere dentro di lei,voleva perdersi in quel mare di emozioni che l'avevano investito la sera prima e voleva perdervisi con lei.

Si rialzò e portò il corpo di Ginny ancora piu' vicino,facendola scivolare sul legno del tavolo, piu' vicino alla sua pulsante erezione.

Ginny aprì leggermente le gambe e lo guardò mentre si abbassava i boxer:era nudo davanti a lei e soltanto adesso lei si rese realmente conto di quanto bello e potente Harry fosse in realtà.

Sentì una mano stringersi saldamente attorno al suo fianco mentre l'altra avvicinava la sua tesa durezza alla sua entrata.

Questa volta non ci fu nessun dolore,soltanto un piacere caldo:Ginny non seppe spiegarla in altro modo se non il ritorno a casa.

Era tornata a casa,al posto dove veramente apparteneva e niente di male le sarebbe potuto succedere.

Harry si muoveva dentro di lei con spinte sempre piu' profonde,che la lasciavano senza fiato e le facevano mordere le labbra per non urlare.

Sentiva lo sguardo di Harry su di sè e incontrò i suoi occhi,continuando a muovere il bacino verso di lui,per raggiungere quel piacere che li lasciava sfiniti e che li faceva gemere e urlare.

-Oh Gin...-gemette lui,continuando a muoversi sempre piu' velocemente.

-Non smettere...-gli disse lei,chiudendo gli occhi e abbandonando la testa all'indietro.

-Guardami!-la richiamò subito lui.

Ginny riportò lo sguardo su di lui e non appena i loro occhi si fusero, ancora una volta,il suo corpo su attraversato da una scarica elettrica,ancora piu' forte della notte prima,che la lasciò letteralmente senza fiato e la portò a gridare e a inarcare la schiena,continuando a muoversi con Harry per non far cessare quel fantastico dolore.

Harry afferrò con una mano il bordo del tavolo,cercando un'appiglio ed un piccolo contatto con la realtà e Ginny lo sentì svuotarsi dentro di lei.

Non c'era niente di piu' bello al mondo del viso di Harry in quel momento:il suo respiro corto, il modo che aveva di reclinare la testa all'indietro cercando di trattenersi e poi il suo grido soddisfatto.

Ancora scosso dai brividi,Harry si accasciò su di lei,poggiando la testa sul suo seno e abbandonando le braccia ai lati del corpo della donna.

Ginny lo strinse fra le braccia,accarezzandolo premurosa,cercando di riprendere fiato a sua volta.

-Non l'avevo previsto...cioè...non ho preparato la colazione con l'idea che tutto finisse così-le disse Harry quando fu di nuovo in grado di parlare.

-Lo so,non c'è neanche bisogno che ti giustifichi...Anche se ad essere sinceri,questo tipo di imprevisti non mi dispiacciono-gli disse lei,accarezzandogli i capelli.

Harry,con la testa ancora sul suo seno,sorrise e le accarezzò un fianco nudo.

-Già,anche a me-ammise l'uomo.

-Questa volta è stato diverso da ieri notte...E' stato piu'...-disse lei non sapendo come continuare.

-Piu' intenso?-le domandò Harry alzando leggermente la testa per incontrare il suo sguardo.

Ginny annuì.

-Voglio dire ieri è stato perfetto...però mi sono divertita parecchio anche adesso che...-cercò di spiegargli lei senza però riuscire a trovare le parole giuste.

-Magari la prossima volta andrà ancora meglio-azzardò lui.

Gli occhi di Ginny si illuminarono di una luce maliziosa.

-Me lo prometti?-gli chiese.

Harry rise e le diede un leggero schiaffo sul sedere.

-Ho creato un mostro...-disse fra le risate.

Restarono in silenzio alcuni istanti,accarezzandosi senza malizia alcuna,godendosi la pace dei sensi che si prova dopo il sesso,finchè lei non parlò di nuovo.

-Ti andrebbe di fare un bagno?-gli propose.

Harry corrugò la fronte.

-Insieme?-le chiese.

Ginny sorrise divertita.

-Perchè hai paura a farti vedere nudo da me?-gli domandò con tono divertito.

 

 

 

 

Con pochi colpi di bacchetta,Ginny creò l'atmosfera adatta per un bagno "romantico":candele svolazzanti a mezz'aria vennero sistemate ad arte nella stanza per creare un'atmosfera soft e raccolta,la vasca venne riempita di acqua calda e di bagnoschiuma profumato ed incantata affinchè l'acqua non diventasse mai fredda e a completare l'opera il rumore della pioggia che continuava a cadere in strada e la musica che arrivava dal piccolo stereo prima in cucina,adesso posato sul lavandino.

Harry era appoggiato con la schiena contro il marmo bianco della vasca,le gambe allungate sul fondo, un braccio appoggiato al bordo completamente rilassato;Ginny era appoggiata alla sua schiena con la testa poggiata sulla sua spalla riuscendo a vedere in questo modo il viso di Harry,i capelli rossi già leggermente bagnati,specialmente le punte,un braccio immerso nell'acqua profumata e l'altro che si appoggiava al bordo opposto della vasca,e le gambe allungate sul fondo in mezzo a quelle di Harry.

-Sei disponibile tutte le mattine?Potrei abituarmi a fare la doccia in due...-le disse allungando il braccio che era sott'acqua e appoggiandolo sul ventre della donna.

Ginny sorrise.

-Se ne può parlare...gli disse.

Harry le posò un bacio fra i capelli leggermente bagnati e profumati e poi tornò a posare la testa sul marmo bianco.

Nella stanza si diffusero le note di "Patience" dei Take That e un sorriso apparve sul viso di Ginny.

-Adoro questa canzone,mi ha fatto compagnia in questo ultimo periodo-gli disse guardandolo.

-I Take That?-domandò lui con un espressione leggermente disgustata sul viso.

-Non fare quella faccia!Sono una ragazza inglese di vent'anni,ho vissuto in pieno il loro periodo d'oro.E poi questa canzone è fantastica e se l'ascolti,ti renderai conto anche tu perchè mi piaceva così tanto-gli disse perorando la sua causa.

Harry sorrise e restò in ascolto aspettando il ritornello.

"I just need time,my heart is numb,have no feeling

so while I'm still healing,just try to have a little patience"

Non ci voleva un genio per capire perchè quella canzone aveva aiutato Ginny durante quel periodo di lontananza.

-Ok,forse hai ragione...-le concesse con riluttanza.

Ginny rise e si mosse nell'acqua piegando una gamba e mostrando un ginocchio bagnato.

-Anche tu avrai avuto una canzone che ti ha fatto pensare a me durante questi anni...-disse lei curiosa.

-A parte quella dei Cure?-chiese lui abbassando lo sguardo su di lei.

Ginny annuì.

Harry restò alcuni istanti sovrappensiero e poi annuì.

-Ce ne sono un paio-le disse.

Ginny tirò fuori una mano dall'acqua e fece un gesto con la mano bagnata incitandolo ad andare avanti.

-Ok,la prima è "It's a hard life" dei Queen-le disse.

-Perchè quella?-chiese lei interrompendolo.

-Per il primo verso... "I don't want my freedom,there's no reason to living with a broken heart"- le cantò stonato.

Ginny sorrise,leggermente commossa dalle parole della canzone e si strinse ancora di piu' contro di Harry,per quanto lo spazio ristretto le permetteva.

-Certe volte,quando ero a letto da solo,la notte mi tornavano in mente queste parole e mi davo dell'idiota per essere scappato ed averti lasciato da sola,senza neanche averti detto addio,senza averti dato un'ultimo bacio...Ma ero sicuro che se ti avessi avuto davanti,non sarei piu' riuscito a fare quello che dovevo-le disse.

Ginny allungò un braccio lungo il collo di Harry e gli fece abbassare la testa per incontrare le sue labbra in un bacio dolce e pieno di rimpianti per tutto quello che avevano perso.

-Quel'è la seconda canzone?-gli domandò quando si staccarono,cercando di cambiare argomento.

Harry sorrise e tornò a poggiare la testa sul bordo della vasca.

-La seconda è "Save the last dance for me" di Micheal Buble-le disse.

Ginny rialzò lo sguardo verso di lui curiosa.

-E' un pò complicato da spiegare...E' legato ad una lista dei migliori cinque-le disse improvvisamente imbarazzato.

Ginny continuò a guardarlo,sempre piu' curiosa.

-Ecco,alla radio io e Dave abbiamo uno spazio nel programma che si chiama "Greatest 5" e ogni giorno scegliamo i migliori cinque momenti della vita di una persona,fra le varie email che ci arrivano e li leggiamo in diretta.

Un giorno,per scherzo,ho compilato anche io la mia top 5...-le raccontò.

-Voglio assolutamente sapere quali sono i tuoi 5 momenti piu' importanti-disse lei divertita e curiosa allo stesso tempo.

-Però adesso è diversa,non è piu' la stessa lista che ho fatto allora...

Prima c'erano il primo volo con la scopa,o la scoperta di essere un mago,mentre adesso è soltanto su di noi-le disse Harry.

-Allora dimmi la lista piu' aggiornata...-disse Ginny in tono pratico.

Harry ci pensò qualche istante in silenzio e alla fine annuì.

-A patto che tu mi dica la tua top 5 su noi due-le impose.

Ginny annuì e si sistemò meglio sulla sua spalla per vedere il suo viso.

-Cominciamo dalla numero cinque,io dirò la mia e poi toccherà a te-le disse Harry.

Lei annuì di nuovo,aspettando che lui iniziasse.

Harry prese un respiro profondo e iniziò a parlare.

-Ok,la mia numero 5 è legata alla canzone di prima.

Era durante il quarto anno ad Hogwarts,la sera del Ballo del Ceppo:per settimane avevamo preso in giro Neville perchè eravamo straconvinti che si sarebbe presentato da solo al ballo, nonostante dicesse di avere una compagna...-iniziò a raccontarle.

-Infatti si è presentato con me-disse Ginny con un sorriso.

Harry annuì.

-Quell'anno,il mio cervello era in pappa dietro a Cho e il solo fatto che lei non fosse con me al ballo mi aveva messo veramente a terra...-continuò a raccontare.

-Magari questa parte la potevi saltare-disse lei con un pizzico di gelosia nella voce.

Harry sorrise e le accarezzò il ventre nascosto dall'acqua.

-Però quando ti ho visto,ho visto Neville che ballava con te e le sue mani su di te...Non so spiegartelo,però ho provato un senso di fastidio;volevo andare da Neville e prendere il suo posto, fargli allontanare le mani da te...Qualsiasi cosa piuttosto che farti toccare ancora da lui-le disse cercando di spiegarle quello strano sentimento che aveva provato.

Ginny sorrise e poggiò la testa sul suo torace bagnato.

-Eri geloso,o meglio era un accenno di gelosia-disse lei felice.

Harry alzò le spalle.

-Credo che tu abbia ragione,ma all'epoca ero troppo stupido per capirlo;ho pensato che fosse dovuto al fatto che fossi la sorellina di Ron e non mi piaceva il fatto che qualcuno ti toccasse-le disse.

Ginny sorrise di nuovo e gli fece chinare la testa per un lieve bacio.

-Ma la canzone che c'entra?-gli domandò Ginny senza capire.

Harry annuì.

-Durante questi anni alla radio,abbiamo messo un sacco di canzoni d'amore per giovani fidanzati o coppie appena sposate,ma ogni volta che mettevo questo disco io immaginavo noi due sulla pista da ballo,al nostro matrimonio ad aprire le danze con il nostro primo ballo da sposati-le spiegò.

Ginny sorrise e colpita dalle parole dell'uomo meraviglioso accanto a lei.

-Ma tu non sai ballare...-gli disse,ricordandosi il modo legnoso in cui aveva aperto le danze al Ballo del Ceppo.

-Invece in questi anni ho imparato...Tutto merito di Daisy:lei è un'insegnante di ballo.

Ha avuto una pazienza infinita con me,e credo fosse sul punto di gettare la spugna,ma alla fine è riuscita a fare il miracolo-le disse.

Ginny rise e fece per parlare di nuovo,ma Harry fu piu' veloce di lei.

-Adesso tocca a te-disse lui,stranamente curioso.

-Ok...Dunque la mia numero 5 è la prima volta che ti ho visto.

Sulla banchina di King's Cross...-gli disse.

Harry la guardò in silenzio,aspettando che lei continuasse.

-Eri così indifeso,spaventato,con quei vestiti piu' grandi di te e gli occhiali tenuti insieme con il nastro adesivo...Sembravi gridare a tutti i passanti "Ehi,io non c'entro niente con questo mondo,che ci faccio qui?"...

Avevo voglia di fare qualcosa per aiutarti,per farti sentire meglio...ma l'unica cosa che mi è venuta in mente è stato augurarti buona fortuna-gli raccontò guardandolo negli occhi.

Harry si sentì sciogliere dentro per quelle parole:lei lo aveva sempre capito,fin dall'inizio era riuscita a capire esattamente quello che provava;il senso di disagio che provava,lo spavento e l'eccitazione per quello che di nuovo stava succedendo nella sua vita.

-Forza,vai avanti...Voglio sapere qual'è la numero quattro-disse Ginny,portando di nuovo il discorso su di lui.

Harry sorrise e si scoprì leggermente imbarazzato a raccontarle la numero quattro:sapeva che lei sarebbe stata felice di quello che le avrebbe detto ma stava per ammettere,ancora una volta, un suo punto debole.

-La mia numero 4 è quando ti ho visto baciare Dean Thomas in quel corridoio di Hogwarts, mentre ero con Ron...-le disse.

Ginny corrugò le sopracciglia,senza capire.

-Perchè?-

-Quello è stato il momento in cui il drago dormiente nel mio petto si è svegliato e mi ha fatto capire che non ti vedevo piu' come la sorellina di Ron,ma che eri qualcosa di piu' per me...

Avrei preso Dean e l'avrei ridotto ad un mucchietto di cenere soltanto perchè si era permesso di sfiorarti,di baciarti..-le disse,ricordando la pena provata in quei mesi.

Ginny rise a quelle parole.

-Non c'è niente da ridere!Ho passato dei mesi d'inferno a tormentarmi:avrei venduto l'anima per un tuo bacio,per stare con te;però allo stesso tempo c'era Ron e non volevo fare niente che rovinasse la nostra amicizia...E tu andavi sempre in giro abbracciata con Dean,avresti fatto prima ad uccidermi!-le disse serio.

Ginny rise ancora di piu' a quelle parole e gli accarezzò il petto con le dita bagnate.

-Mi piace sapere che sei così geloso...Perchè anche io lo sono-gli disse con uno sguardo serio negli occhi.

Harry rise e aspettò che Ginny parlasse.

-La mia numero 4 è legata ad un piccolo ricordo,forse neanche ti ricorderai quel pomeriggio...

Comunque,era l'estate prima di tornare ad Hogwarts dopo la morte di Sirius...-

Dopo aver pronunciato il nome del suo padrino,Ginny gli strinse una mano sott'acqua per lenire il dolore dell'inevitabile stretta al cuore che Harry avrebbe provato.

-E io e te siamo stati per un paio d'ore a parlare nella stanza che dividevo con Hermione di Quidditch,dei Cannoni,di Ron ed Hermione...-gli raccontò.

-Perchè è importante per te questo ricordo?-le domandò lui curioso.

Ginny sorrise leggermente.

-Perchè per un paio d'ore sono riuscita a farti sorridere e a sollevare il velo di tristezza che avevi negli occhi quell'estate...E perchè da quel momento in poi,sono sicura,tu hai smesso di guardarmi come la sorella di Ron e hai cominciato a vedermi come Ginny-gli disse.

Harry la guardò serio e poi,senza dire nulla,si chinò su di lei e la baciò indugiando sulle sue labbra,mordendole e lambendole con la lingua.

Ginny rispose con la stessa intensità al bacio,ma poco dopo si staccò da lui e tornò ad appoggiare la testa sul suo petto.

-Tocca a te-gli disse intrecciando le dita a quelle di lui.

-Numero 3...Il nostro primo bacio-le disse.

Ginny sorrise contro la sua spalla:il ricordo di quel momento era vivido nella sua memoria ora come allora.

-Era stato un giorno orribile per colpa di Piton e quando sono tornato di corsa nella Sala Comune per sapere il risultato della partita e ho sentito tutte le urla e i canti è stata...una scarica d'adrenalina.

Ho visto Ron con la coppa in mano,Fred e George che cantavano l'inno a Ron,e poi c'eri tu... Avvicinarmi e baciarti è stata una cosa sola:non mi è fregato niente di Ron,di tutta la Sala Comune piena,dovevo baciarti.

Era piu' di un desiderio,era una necessità...credo che se non l'avessi fatto sarei caduto a terra morto-le disse sorridendo al ricordo.

Ginny rise e aumentò la stretta attorno alle sue dita.

Harry abbassò lo sguardo su Ginny e le rivolse un sorriso timido.

-Sei stata la sola cosa bella in quei mesi d'inferno...-le disse.

Ginny sorrise,leggemente commossa e nascose il volto contro il suo petto,per evitare che lui si accorgesse delle lacrime che le velavano gli occhi.

-Avanti,voglio sapere qual'è la tua numero 3-le disse lui,accarezzandole con le dita bagnate la schiena nuda.

Ginny sorrise e tornò a guardarlo.

-La mia numero 3 è...ieri notte,la nostra prima volta-gli disse.

Harry la guardò e lei vide un'espressione buffa dipingersi sul suo volto.

-Sì,è soltanto al terzo posto,ma quando ti dirò la prima capirai...-gli disse.

Harry sorrise.

-Ieri sera è stato tutto perfetto:come abbiamo cucinato insieme e ci siamo dimenticati della cena,tutte le tue premure e le tue attenzioni e poi il modo in cui mi hai fatto sentire la cosa piu' bella del mondo...-

-Tu sei la cosa piu' bella del mondo...-disse lui prontamente stringendola a sè.

Ginny sorrise e gli posò di nuovo la testa sul petto umido.

-E' stato come l'avevo immaginato,anzi meglio...Ieri sera è iniziata una nuova fase della mia vita e devo ringraziare soltanto te per questo-gli disse in tono serio.

Harry si scoprì commosso da quelle parole,ma cercò di darsi un contegno per non farsi accorgere da lei e abbassò la testa per posare un bacio fra i suoi capelli,sollevato che lei non potesse vederlo in volto.

-Avanti tocca a te...Qual'è la tua numero due?-gli domandò lei,con voce allegra.

Harry rialzò la testa e affondò lo sguardo in quello di lei.

-La mia numero due?Come faccio a dirtela adesso dopo le tue parole di poco prima?-le disse.

-Forza,non farti pregare...-gli disse Ginny con un sorriso divertito sulle labbra.

-Ok,va bene...La mia numero due è la notte scorsa.

La nostra prima volta-le rivelò.

-Soltanto al secondo posto?Credevo di essere stata brava...-disse lei scherzando.

Harry rise e le accarezzò un fianco nudo sott'acqua.

-Sei stata fantastica,ma comunque è soltanto al secondo posto-le disse ridendo.

Poi Ginny vide gli occhi dell'uomo diventare seri e restò in silenzio aspettando che lui continuasse.

-Tante volte mi sono chiesto in questi tre anni se non avessi fatto la cosa sbagliata...Se non me ne fossi andato,ci saremmo sposati subito dopo la fine della guerra e adesso avremmo dei figli e...-le disse.

-Harry...-lo interruppe lei.

L'uomo guardò i suoi occhi calmi e sereni e sentì un senso di pace pervadergli l'anima.

-Io non ho alcun rimpianto...Non mi importa se siamo stati separati per anni e se soltanto adesso possiamo stare insieme.

Quello che mi interessa veramente è che tu sia qui con me,e che tu voglia solo me...

Il resto sono solo chiacchiere-gli disse seria.

Si può riversare tanto amore su una sola persona?E' possibile provare tante emozioni ed essere in totale sintonia con una persona come lui lo era con Ginny?

-Ieri sera è stato...magico.Non so spiegartelo in nessun altro modo.

Tu avevi piena fiducia in me,avresti fatto qualsiasi cosa ti avessi chiesto senza neanche chiedermi spiegazioni...-le spiegò,guardandola negli occhi.

Ginny gli sorrise colpita dalle sue parole.

-Prima tu hai detto che ieri è iniziata una nuova fase della tua vita.

Per me,ieri sera ha rappresentato il punto di non ritorno...Dopo ieri sera,il solo pensiero che qualcun'altro ti tocchi,ti baci...faccia l'amore con te mi fa impazzire-le disse sincero.

Ginny sorrise orgogliosa e gli accarezzò una guancia con una mano bagnata.

-Io sono tua...Non voglio nessun'altro e non ci sarà mai nessun'altro-gli disse con convinzione.

Harry la guardò in silenzio per alcuni istanti,lo sguardo in quello di lei.

-Me lo giuri?-le domandò poi.

Ginny sorrise per quella domanda leggemente infantile e gli posò un piccolo bacio sulla spalla a cui aveva poggiato la testa finora.

-Hai la mia parola-gli disse alla fine.

Harry annuì,poi sorrise visibilmente sollevato dalle parole della donna.

Abbassò la testa per avvicinarsi al viso di Ginny e le diede un bacio inizialmente a fior di labbra, per poi approfondire l'intensità.

Quando si staccarono,entrambi avevano il fiato corto e restarono in silenzio alcuni istanti prima di parlare di nuovo.

-Tocca a te-le disse Harry.

Ginny sorrise e gli accarezzò un braccio con la punta delle dita.

Non sapeva da quanto erano in quella vasca,ma grazie all'incantesimo l'acqua era ancora piacevolmente calda,e l'atmosfera avvolgente invogliava a restare nella vasca.

-Fammi pensare...La mia numero due è il nostro primo bacio-gli disse.

-Ero convinto di trovarlo al primo posto-disse Harry sorpreso.

Ginny sorrise e scosse la testa.

-Ho creduto si trattasse di un sogno:ero sicura che da un momento all'altro sarebbe suonata la sveglia e io mi sarei ritrovata nel mio letto da sola e quando ti avrei visto,tu mi avresti salutato come al solito.

Invece quando ho aperto gli occhi e ho visto la faccia di Ron,ho capito che stava succedendo davvero:sembrava paralizzato,la bocca aperta e gli occhi sbarrati-disse lei,con un sorriso divertito sulle labbra.

Harry rise al ricordo di quel giorno e accarezzò il corpo della donna ancora coperto dall'acqua.

-Hermione invece era l'opposto:un sorriso a trentadue denti e gli occhi luminosi...E allora ho capito che stava succedendo davvero.

Ero fra le tue braccia e tu mi avevi baciato...finalmente ero stata ricompensata per quell'attesa durata anni-gli disse sorridendo divertita.

Harry rise con lei e la strinse piu' vicina a sè.

-Avanti voglio sapere la tua numero uno!-disse Ginny curiosa.

Harry scosse la testa.

-Come sarebbe a dire no?Tocca a te-gli ricordò.

-Si lo so che è il mio turno,ma cambiamo le regole.

Dimmi prima il tuo e poi io ti dirò la mia numero uno-le disse un sorriso divertito sulle labbra.

-Cosa?Non puoi aggiustarti le cose a modo tuo!-gli disse lei.

-Gin fidati di me,ok?-le disse sicuro.

Ginny lo guardò alcuni istanti perplessa poi,seppur ancora riluttante,annuì.

-Ok va bene...Dunque la mia numero uno è quando...no,non ci riesco mi vergogno!-disse lei imbarazzata.

-Dai,non può essere così terribile!Dillo tutto d'un fiato-le disse Harry sorridendo.

-La mia numero uno è...quando mi hai salvato la vita.

Durante il mio primo anno,nella Camera dei Segreti-gli rivelò,il viso leggermente rosso per l'imbarazzo.

Harry corrugò la fronte,sorpreso da quella rivelazione e fece per parlare,ma la donna fu piu' veloce di lui.

-Del mio primo anno ho soltanto dei ricordi confusi per colpa del diario e di Tom Riddle,ma quello che non dimenticherò mai è che tu eri là...Eri in quella Camera per salvarmi,a rischio della tua vita...-gli disse,cercando di rendere semplice un concetto terribilmente complicato.

-Non avrei mai potuto lasciarti là dentro-le disse lui,colpito dalle sue parole.

-Sì,ma sappiamo tutti e due che all'epoca io non ero niente per te...

Credo che se non fosse stato per Ron non ci saremmo neanche parlati durante quell'anno:io ero talmente innamorata di te che arrossivo ogni volta che ti vedevo,e tu eri perso dietro la tua missione per accorgerti di me...

Però quando ho avuto bisogno di te,tu sei venuto a salvarmi...Senza di te,io sarei morta in quella Camera-gli disse,rendendosi conto solo in quel momento della possibilità.

Harry sentì un brivido gelido attraversargli la schiena al solo pensiero e la strinse un pò piu' a sè, per sentire la sua presenza,per accertarsi che lei fosse lì accanto a lui.

-Non voglio neanche pensarci...-le disse,dandole un bacio fra i capelli.

Ginny sorrise e si strinse le braccia di Harry ancora di piu' al suo corpo.

-Quando ho riaperto gli occhi e ti ho visto,con la ferita del Basilisco al braccio...ti giuro che avrei voluto staccarmi il braccio e dartelo pur di essere di qualche aiuto.

Eppure tu non eri arrabbiato con me,mi hai solo spiegato come uscire da quel posto per raggiungere Ron,mentre l'ultima cosa che volevo fare era andarmene senza di te-gli raccontò.

Alzò la testa in modo da incontrare i suoi occhi e gli rivolse un sorriso timido.

-Ecco perchè questo è il mio numero uno...Perchè se fossi rimasta in quella Camera,non ci sarebbero stati gli altri eventi importanti:il nostro bacio,ieri sera,quel pomeriggio a Grimmuald Place.

E non ci sarebbero stati gli altri,quelli che devono ancora venire,quelli che faranno parte del nostro futuro insieme...-gli disse.

Harry le sorrise,sentendo il cuore scoppiargli in petto per le parole della donna e per alcuni istanti posò la guancia sulla testa bagnata della donna,godendo della semplice presenza di Ginny al suo fianco,con lui in quella vasca rendendosi conto soltanto in quel momento quanto grande era stato il rischio che tutto quello non accadesse mai.

Ginny gli accarezzò un braccio con la punta delle dita,in silenzio,comprendendo il bisogno di silenzio dell'uomo.

-Adesso vuoi dirmi la tua numero uno?-gli domandò alla fine.

Harry sorrise e rialzò la guancia dalla sua testa.

-Tu hai parlato di eventi che devono ancora accadere...La mia numero uno è uno di queste-le disse misterioso.

Ginny guardò di nuovo gli occhi dell'uomo,sempre piu' curiosa.

-La mia numero uno è la nascita di nostro figlio-le disse guardandola negli occhi.

Vide subito che gli occhi nocciola della donna si erano riempiti di lacrime e le rivolse un sorriso pieno d'amore.

-Ricevere la notizia del suo arrivo,seguire le fasi della gravidanza e accompagnarti alle visite...

La prima ecografia,e andare in giro per negozi a comprare vestiti e giocattoli e la carrozzina.

Amore non riesco a immaginare niente di piu' bello:è tutto quello che chiedo nella vita-le disse.

Ginny sorrise e una lacrima sfuggì alla rete delle ciglia cadendo sulle guance.

Harry rispose al suo sorriso e le baciò le guance salate,tornando poi ad affondare lo sguardo nei suoi occhi.

-Vorrei avere una famiglia come la tua...Tanti fratelli,così sai sempre a chi chiedere aiuto e su chi contare-le disse iniziando a fantasticare.

-Vorresti tutti maschi?Dei piccoli Harry Potter in miniatura?-domandò lei sorridendo alle sue fantasie.

-Assolutamente no!Dobbiamo avere anche delle femmine...Delle piccole Ginevra Weasley di cui sarò follemente innamorato e geloso-le disse.

Ginny rise,mentre nella sua mente l'immagine dei loro figli iniziava a delinearsi sempre piu' chiaramente.

-Ok,tanto sappiamo già i nomi che avranno-gli disse lei,stretta fra le sue braccia.

-Davvero?-domandò lui.

-Hai scelto il nome dei tuoi figli praticamente nella culla e adesso vuoi farmi credere che non è così?-lo prese in giro lei.

Harry sorrise e annuì.

-Quindi avremo un James,un Sirius,una Lily...chi sto dimenticando?-domandò lei,contando i nomi sulla punta delle dita.

-Credo anche un Hermione,ma non lo so ancora con certezza...In fondo se non era per lei,non ti avrei ritrovato-disse lui sincero.

Ginny annuì,poi si mosse nell'acqua sollevando una piccola quantità di liquido e staccandosi da lui e mettendosi di fronte a Harry.

L'uomo vide avvicinarsi il volto di Ginny e rispose subito al bacio quando le labbra di lei si posarono sulle sue.

Allungò un braccio per cingerle la vita e avvicinarla al suo corpo e fu felice della risposta positiva della donna.

Sentì le labbra di Ginny poggiarsi sul suo collo e seguire una linea immaginaria fino alle spalle e al petto.

-Cos'hai in mente Gin?-le domandò posando una mano sul sedere della donna e facendola sedere sulle sue gambe.

La rossa lo guardò e Harry scorse un lampo di malizia nei suoi occhi,che lo fece eccitare incredibilmente e lo portò a sorridere in maniera malandrina.

-La stessa cosa che pensi tu...-gli disse Ginny prima di calare di nuovo sulle sue labbra.

 

Il giorno dopo è sempre meglio...

Confidenze,coccole e progetti sul futuro,prima dello scontro che avverrà nel prox capitolo fra Ron e Harry.Non so quando lo pubblicherò,perchè non ho ancora iniziato a scriverlo,e prima di postarlo voglio che sia perfetto:in fondo è una cosa che parecchie persone aspettano dalla scazzottata nel negozio di Ginny,quindi non vorrei deluderli.

Volevo ringraziare tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura e ortografia.

Spero di non aver ecceduto con lo zucchero e chiedo UMILMENTE scusa se qualcuno è andato in shock ipoglicemico.

Adesso i ringraziamenti:Sarina87(L'ultima cosa che voglio è farti venire un'infarto! Pazienta ancora un pò e scoprirai che fine farà la Mappa...),Riddikulus(Grazie x il complimento,ma credo di essere lontana dalla perfezione),JC(Credo nel peggiore dei modi,e la cosa nn aiuterà i loro già difficili rapporti),Valentina(Ho pensato di fargli recuperare un pò di tempo perso in qsti anni,in questo capitolo...),Tappetta( Dopo la sua infanzia,io non riesco a immaginare Harry Potter senza figli e la Row l'ha pensata come me),Rosy823(Anche io volevo essere al posto di Ginny!!!),Lyoko(Grazie!Avevo una gran paura per quel capitolo e sn felice ke sia piaciuto a tutti!), Ariel Potter(Spero di aver egualiato il successo del capitolo precedente...e cm vedi sono già diventati un pò "cattivi"),Vale Lovegood(Non potevo essere così cattiva ed interromperli ancora...In fondo hanno aspettato tre anni:era ora di concludere!),Erikablue(Sono contenta ke ti piaccia.Ho letto la tua storia "Ci sarò x la fine del mondo,ci sarò x amarti di +"e mi ha commosso il primo capitolo; complimenti.Grazie anke x i consigli,io li accetto sempre,sono un modo x migliorare!),Caliope(Come vedi ho aggiunto un pizzico di cattiveria già in questo capitolo,e ne aggiungerò un altro pò nel prossimo,ma nn voglio esagerare x nn cadere nel volgare.La bacchetta è separata dagli altri oggetti,piu' vicina ad Harry,mentre il resto della roba è da qualche parte tutta insieme.Se hai qualche altra domanda,chiedi pure!),Cy17love(Tranquilla,Ron ed Hermione torneranno nel prox capitolo e ad essere sincera,nn so bene quali saranno le reazioni di Herm allo scontro fra il marito e Gin...Ho + idee),Lallina88(X quanto riguarda la questione bambini,ti dico solo che tt arriverà a tempo debito),xxxKikaxxx(Abbi pazienza ancora un pò!),Fairydreams(Grazie,sn felice che la storia ti abbia colpito così a fondo!Io penso che Harry e Gin siano l'amore,e nn due cose separate), Sarita46(Mi ha colpito il fatto che tu e le tue amiche parliate della mia ff durante le lezioni.Ho passato mezz'ora intontita xkè nn c potevo credere!),Xellor(Sono contenta che il "regalo" t sia piaciuto,e approfitto x farti gli auguri sperando di nn essere in ritardo!),Mika16(Grazie...Ho deciso di scrivere qst ff,perchè la Row mi ha lasciato con il fiato sospeso alla fine dell'epilogo),Dado(In fondo Gin è sua cognata e la sua migliore amica e qndo mai Herm ha fatto qualcosa soltanto xkè lo aveva deciso Ron?)and last but not least Potterina88(Come vedi mi sono trattenuta dal scrivere la fantasia nella vasca x paura ke ti venisse un infarto...nn farei mai nulla ke mettesse a repentaglio la vita della mia fan n 1.Così l'ho trasformata:ti è piaciuta lo stesso?)

Chiedo UMILMENTE scusa se ho dimenticato di ringraziare qualcuno SORRY, SORRY!!

Bene per il momento è tutto,vi dò appuntamento al prox capitolo...

"What goes around,comes aorund"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** What goes around comes around ***


what goes around comes around

 

Salve a tutti!Ecco il tanto atteso sconto Harry Vs Ron!

Buona lettura e a piu' tardi per i commenti...

 

Le goccie di acqua bollente colpivano la sua pelle come piccole stoccate di spada.

Sulla schiena,sul torace,sulle braccia e le gambe,sui capelli che continuavano ad andargli davanti agli occhi chiusi.

Ron fece un mezzo giro nella doccia per allontanare la parte del corpo piu' colpita dal getto caldo e esporre l'altro lato all'acqua bollente.

Affondò le mani fra i capelli e li tirò indietro,offrendo ancora una volta il viso all'acqua.

Tutte le mattine si sottoponeva a quella tortura:quindici minuti sotto il getto rovente.

Aveva letto da qualche parte che temprava il carattere ed eliminava le tossine dal corpo e ormai da quasi tre anni,quello era il suo rito quotidiano;certo all'inizio non era stato facile restare fermo immobile e lasciarsi trafiggere da quelle fiamme,però con il tempo aveva iniziato ad apprezzarlo e a rilassarsi,lasciando la mente libera di fantasticare e di vagare dietro il filo dei pensieri.

Anzi,del pensiero.

Sempre uno...Una domanda sola,martellante,dolorosa come quel getto che continuava a ferirgli la pelle:Perchè?

Ogni mattina si poneva la stessa domanda e in quindici minuti,il tempo di una doccia,cercava di dare una risposta che non fosse viziata dalla rabbia e dal risentimento,ma ogni volta perdeva la battaglia con sè stesso.

Come si può perdonare qualcuno che è stato allo stesso tempo la tua salvezza e la tua distruzione?

Come puoi perdonare una persona che è insieme l'artefice della tua felicità e del tuo dolore?

Ron se lo chiedeva tutte le mattine,e anche quel giorno passò in rassegna un amicizia di sette anni sfumata improvvisamente con il vento.

Nessuno sapeva quello che aveva significato per lui essere suo amico,il suo piu' fedele compagno... Neanche Hermione,che aveva vissuto le loro stesse esperienze.

"Sei fortunato,hai vissuto una vita piena d'avventure e d'esperienze..."si era sentito ripetere piu' volte dai suoi colleghi del Ministero.

Ma cosa ne sapevano loro?

Fin dal primo incontro,da quando lo aveva visto per la prima volta sul Espresso per Hogwarts, erano entrati in empatia:anche lui aveva un aspetto pesto,dei vestiti smessi e lo sguardo spaurito per quella situazione piu' grande di lui.

Ma la situazione era cambiata con il tempo...

Il ragazzo che aveva incontrato su quel treno era cambiato piano piano,la paura era sparita dai suoi occhi,soppiantata da uno sguardo sempre piu' sicuro di sè e padrone della situazione, arrivando anche a sfidare i professori e le forze oscure.

E chi poteva accompagnarlo in tutte le sue avventure se non il suo migliore amico Ron?

Mentre uno diventava l'idolo delle folle,l'altro veniva infilzato da un pezzo degli scacchi magici, rompeva la sua bacchetta attirando su di sè la rabbia dei propri genitori rischiando anche di farsi espellere,si infliggeva un'incantesimo diventando lo zimbello di tutti e arrivava ad essere morso alla fine del terzo anno da un Animagus,che poi si era rivelato il padrino del suo "migliore amico".

Sotto il getto caldo chiuse entrambe le mani a pugno quando gli tornò alla mente l'evento che lo aveva disturbato di piu':il Torneo TreMaghi.

Il punto di non ritorno.

Da allora niente era stato piu' lo stesso,sia per lui che per il mondo magico.

Come puoi fidarti completamente di qualcuno che dice di voler rimanere il piu' defilato possibile e invece è sempre sulle prime pagine dei giornali e al centro dell'attenzione di tutti?

Il ritorno del Signore Oscuro aveva gettato un'ombra sul loro rapporto d'amicizia:il suo "migliore amico" era cambiato ancora di piu'.

Era diventato piu' chiuso in sè stesso,piu' cupo e Ron aveva avuto paura di lui piu' volte:anche lo sguardo nei suoi occhi era diverso,piu' cattivo.

Certe volte aveva avuto il desiderio,specialmente dopo l'attentato a suo padre,di scappare il piu' lontano da quel ragazzo,di far finta che il loro incontro non fosse mai avvenuto e crearsi nuove amicizie e nuovi legami.

Ma naturalmente,come tutti si aspettavano,era rimasto accanto a lui;anche se questo voleva dire rischiare di nuovo la vita in un agguato al Ministero della Magia da parte di Voldemort e della sua schiera di fidati Mangiamorte.

Digrignò i denti e respirò forte,cercando di non far vincere la rabbia che cominciava a montare dentro di lui,ma come ogni mattina,questa ebbe il sopravvento impedendogli di andare avanti nella sua analisi critica.

Chiuse con furia il rubinetto della doccia e uscì,legandosi un asciugamano attorno alla vita.

Prese la bacchetta che era appoggiata accanto al lavandino e fece due incantesimi:il primo cancellò ogni traccia di vapore dallo specchio,che gli riflettè subito la sua immagine;il secondo diffuse le note dell'unica canzone che lo faceva calmare e tornare padrone di sè stesso.

Frizionandosi i capelli bagnati con un'altro asciugamano,respirò profondamente sentendo i primi accordi della canzone e guardando il suo riflesso nello specchio.

"I'm a fool for I believed to your lies

But now I've seen through your disguise

Who needs,well I don't need,

Who needs you?"

Certe volte aveva la sensazione di non riconoscersi:chi era l'uomo che gli rifletteva lo specchio? Era così diverso da quello che conosceva:qualcosa di lui era morto durante quei tre anni d'inferno e non sarebbe mai potuto tornare.

Non c'era piu' il Ron Weasley che arrossiva ad ogni piccolo imbarazzo,il Ron Weasley tante volte zimbello per la sua Casa e per la sua famiglia...il Ron Weasley che credeva ciecamente nell' amicizia.

Ora l'unica cosa che importava veramente nella sua vita era la sua famiglia,quella che aveva faticato tanto per portare fuori da quei tre anni d'incubo,e sua moglie.

La sua Hermione,ancora al suo fianco per fargli forza e aiutarlo,nonostante i suoi dubbi e i suoi errori.

Hermione era stata l'ancora a cui si era appeso durante la burrasca per essere sicuro di tornare sano e salvo a casa.

Gli era vicino anche adesso,mentre lui combatteva questa stupida guerra contro Ginny...

Una guerra che aveva portato sua sorella ad escluderlo dalla sua vita;avrebbe messo da parte il suo orgoglio pur di far pace con lei,e far tornare le cose come prima,ma questo avrebbe significato un'ennesima vittoria per il suo "migliore amico"...E lui non poteva permetterlo!

-Ron!Posso entrare?-

Una voce,seguita ad un colpo deciso sulla porta del bagno,lo allontanò dai suoi pensieri e gli fece posare gli occhi sulla porta bianca.

-E' aperto-rispose a sua moglie.

Vide la maniglia abbassarsi e la porta aprirsi su Hermione,quasi completamente vestita.

-Sei pronto?-gli domandò,sapendo benissimo la risposta.

Ron scosse la testa.

-Ron!Dobbiamo essere lì fra un ora...-gli ricordò lei avvicinandosi al lavandino e prendendo una manciata di forcine dal contenitore accanto allo specchio.

Ron sorrise.

-Arriveremo comunque in tempo,sta tranquilla!Con la materializzazione non ci vorrà piu' di cinque secondi...

E poi i miei lo sanno che io sono un ritardatario-le disse lui,strofinandosi le guance rasate con la lozione dopobarba.

Hermione sorrise,mentre cercava di dare un'ordine alla massa ribelle di ricci castani.

-Si è vero...Ma sai anche che a me non piace arrivare in ritardo-gli ricordò lei.

Ron sorrise.

-E come potrei dimenticarlo?Me lo ripeti tutte le volte che sono in ritardo-disse lui guardandola dallo specchio.

"When I met you,you were always charming"

-Ogni volta che ascolti questa canzone,non so mai se è rivolta a me o no..-gli confidò Hermione.

Ron sorrise e si passò la spazzola fra i capelli bagnati.

-Lo sai che non è rivolta a te-le disse Ron senza aggiungere altro.

Hermione lo guardò con una strana espressione negli occhi,mentre la canzone continuava a diffondersi nella stanza.

"Never interested in what I'd say

I had to swallow my pride"

Ron conosceva troppo bene sua moglie,e aveva un rispetto immenso per la sua intelligenza e quindi non dubitò neanche per un'istante che lei non avesse capito il vero significato di quelle parole.

Infatti la donna,allontanandosi dal lavabo,gli accarezzò una spalla nuda per poi posarvi un bacio delicato e dolce.

-Si,lo so-gli disse semplicemente.

Dopodiche uscì dal bagno,sicuramente diretta in camera da letto.

Sapeva di essere un'uomo fortunato,pensò guardandola uscire dalla stanza.

Un'altra donna al suo posto,avrebbe fatto il finimondo per costringerlo a far pace con Ginny, invece Hermione,anche dopo il terribile scontro che aveva avuto con sua sorella pochi giorni prima,gli era rimasta accanto.

Quella sera,dopo essere tornati dall'ospedale,Ron si era chiuso in soffitta fra i vecchi ricordi di Hogwarts e oggetti babbani come svuotato e aveva passato ore a fissare il vuoto,rendendosi conto soltanto in quel momento di cosa aveva detto e fatto a sua sorella.

Hermione l'aveva raggiunto per controllare che stesse bene e lui era sobbalzato quando le dita della donna avevano sfiorato la sua mano;aveva guardato sua moglie seduta sul pavimento freddo della soffitta accanto a lui e,senza dire neanche una parola,aveva posato la testa sulle sue ginocchia e aveva iniziato a piangere.

Aveva pianto a lungo stretto alle sue gambe,mentre lei restava in silenzio e gli accarezzava gentilmente i capelli.

Non gli aveva fatto nessuna domanda,non gli aveva mosso nessun rimprovero o nessuna lezione: gli era stata accanto capendo il suo bisogno.

Il giorno dopo la loro vita era continuata normale,come se quel terribile litigio fra Ginny e lui non fosse mai avvenuto,se non nei suoi peggiori incubi.

-Ron,vuoi uscire da quel bagno?!!!-gli arrivò la voce amplificata di Hermione dalla camera da letto.

Lui sorrise e si diede un'ultima controllata nello specchio prima di avviarsi verso la porta del bagno.

Non prima di aver ascoltato l'ultimo verso della canzone...

"But now I'm the one to decide

Who needs,well I don't need

Who needs you?"

 

 

 

-Quanti giocattoli posso portare?-domandò Teddy per la millesima volta in quella lunga mattinata.

Il gufo dei signori Weasley era arrivato il pomeriggio precedente,proprio quando Harry e Ginny erano tornati a casa dopo aver preso Teddy:i genitori di Ginny invitavano Teddy a passare gli ultimi giorni di vacanza,prima di tornare a scuola,alla "Tana" e per invogliarlo gli avevano promesso dolci e lunghi pomeriggi sulla neve.

Teddy naturalmente,si era dimostrato subito entusiasta all'idea e a Ginny ed Harry non era rimasto altro da fare che spedire Tonks con un biglietto di risposta con cui informavano i Weasley che sarebbero arrivati il giorno successivo.

Era stata la cosa piu' difficile del mondo mettere Teddy a letto quella sera,vista l'adrenalina e l'eccitazione che pervadevano il bambino e che lo portavano ad alzarsi ogni mezz'ora per correre nella stanza dello zio per chiedergli se non fosse già ora di partire.

Alla fine,esausti e bisognosi di sonno,Ginny e Harry avevano lasciato che Teddy si unisse a loro nel lettone,riuscendo a dormire almeno un paio d'ore,finchè alle sei precise il bambino non li aveva svegliati, saltando sul letto e togliendogli i cuscini da sotto la testa.

Avevano preparato la borsa con tutto l'occorrente per quella vacanza e evitato che il bambino portasse con sè cose inutili e ingombranti.

Dopo aver fatto colazione,verso le nove,erano pronti per partire.

-Credi che Tonks si arrabbierà perchè non l'ho salutata?-domandò il bambino guardando la gabbia vuota.

Harry sorrise e scosse la testa,prendendo le chiavi di casa e della macchina.

-Sta tranquillo,la troverai a casa dei genitori di Ginny che ti aspetta...-lo rassicurò.

-Ci sarà anche Vicky a farti compagnia-gli disse Ginny prendendo la borsa del bambino.

Harry aprì la porta di casa e uscì in strada,seguito da Ginny e da un'improvvisamente titubante Teddy.

Ginny si chiuse la porta di casa alle spalle e la chiuse a chiave.

-Perchè quella faccia?-domandò Harry al bambino,aprendo il portabagagli e buttandovi dentro la valigia.

-Non sono tanto sicuro che mi divertirò con lei...-disse il bambino,riferendosi a Vicky.

Ginny sorrise e si avvicinò al piccolo.

-Vedrai che è simpatica,dovete soltanto conoscervi meglio e fare amicizia...-gli disse.

Teddy arricciò le labbra,ancora poco convinto,poi alzò le spalle e salì in macchina.

Harry chiuse il portabagagli e si sedette al volante,seguito subito da Ginny.

-Teddy la cintura!-ricordò al bambino.

Il piccolo eseguì e per tutto il viaggio si fece raccontare da Ginny come era fatta la sua casa, quanto era grande,e se si era divertita a vivere lì.

-Che domanda è?-gli domandò Harry curioso.

-Vedi,a me piace la nostra casa...E mi ci diverto anche.

Infatti quando sono stato a dormire da Bobby non mi sono divertito tanto,perchè nella stanza c'era il suo criceto,che per tutta la notte non ha fatto altro che correre sulla ruota.

Non mi ha fatto dormire-raccontò loro Teddy.

Entrambi risero per il tono serio con cui si era espresso il bambino.

-Ho saputo che presto Bobby avrà un fratello o una sorella-disse Harry guardando Teddy dallo specchietto retrovisore.

Barbara,la madre di Bobby aveva scoperto da poco di essere incinta e la cosa rendeva euforici sia lei che il marito:Harry sapeva che volevano avere un'altro figlio fin da quando li conosceva, e che avevano quasi rinunciato a quella speranza,ma finalmente un paio di mesi fa era era arrivata la bella notizia.

Avevano aspettato a darla agli amici e al figlio fino alla fine del periodo critico ed ora sbandieravano la loro felicità a chiunque li incontrava o li andava a trovare.

-Si,me lo ha detto anche lui:è sicuro che sarà un fratellino-gli disse il bambino.

Ginny voltò la testa verso Teddy e gli sorrise leggermente.

-Anche tu vorresti un fratellino?O preferiresti una sorellina?-gli domandò d'instinto.

Harry la guardò sorpreso dalla sua domanda,poi un sorriso divertito si disegnò sulle sue labbra.

Teddy alzò le spalle.

-Non lo so...Credo che mi piacerebbe di piu' una sorella,ma non come Vicky!-disse,specificando subito dopo.

Ancora una volta,tutti e due gli adulti risero.

-Però con un fratello avrei piu' cose da fare,ci piacerebbero gli stessi giocattoli e gli stessi cartoni animati...E' difficile scegliere-disse guardando Ginny.

Ginny gli sorrise e alzò le spalle.

-Per me che è stato un problema avere soltanto dei fratelli,anzi...-disse lasciando la frase a metà.

-Vuoi smettere di traviarlo?-le disse Harry divertito da quella strana conversazione, completamente campata in aria.

-Perchè?-domandò lei con aria ingenua.

-Ormai ho un sesto senso con lui,e so quando stanno per arrivare guai...-le disse Harry,lo sguardo fisso sulla strada.

-Certo la cosa piu' semplice sarebbe avere una sorella e un fratello insieme...Voglio dire insieme-disse Teddy,perso nei suoi ragionamenti.

Ginny rise a quelle parole e Harry spalancò gli occhi.

-Che t'avevo detto?-le disse posando per un'istante lo sguardo sulla donna.

Ginny rise ancora di piu' per la sua espressione,prima di tornare a voltarsi verso il sedile del passeggero e verso Teddy.

-Non sarebbe una cattiva idea,sai Arthur?-concluse lei.

Poi tornò a voltarsi verso Harry e gli sorrise maliziosa.

-Magari con un pò di fortuna può anche succedere...-disse senza rivolgersi a nessuno dei due uomini.

 

 

 

Arrivarono alla Tana un'ora dopo,accolti dalla signora Weasley che era corsa fuori in giardino non appena sentito il rumore,per lei insolito,del clacson della macchina.

Si fermò sulla soglia di casa,con un'aria sospettosa sul volto,che sparì immediatamente appena vide la portiera aprirsi e uscire Ginny.

-Ciao mamma!-

Il viso della signora Weasley si aprì in un dolcissimo sorriso e subito corse verso la strana cosa che aveva appena rigurgitato sua figlia.

-Arthur sono arrivati!-disse continuando a camminare verso Ginny.

In quel momento le altre due portiere si aprirono ed uscirono Harry e Teddy.

Ormai la donna era accanto a sua figlia e la salutò dandole un bacio su entrambe le guance e abbracciandola brevemente.

-Eravamo in pensiero-le disse guardandola.

Ginny sorrise e scosse la testa.

-Siamo partiti quasi all'alba,come potevate essere già in pensiero?-le chiese Ginny di rimando.

-Il gufo è arrivato ieri sera e ci ha detto che sareste arrivati oggi,ma non ci ha detto a che ora, quindi io e tuo padre non sapevamo se dovevamo aspettarvi per colazione o per pranzo...- le spiegò la donna.

Harry fece il giro della macchina e si portò vicino a Ginny e alla signora Weasley.

-Buongiorno signora Weasley-la salutò Harry,sorridendole.

L'anziana donna gli rivolse un sorriso e gli accarezzò una guancia con una mano.

-Harry caro,che piacere rivederti!Come stai?-gli domandò.

-Bene,grazie.

Grazie anche per il gentile invito che a rivolto a Teddy...-aggiunse.

-Non lo dire neanche per scherzo!Io e Arthur non vedevamo l'ora di passare un pò di tempo con questo ragazzo...ma dov'è?-si domandò guardando la macchina leggermente preoccupata che questa gli avesse fatto qualcosa di male.

Poi si sentì tirare un lembo del grembiule che teneva legato in vita e voltandosi,se lo ritrovò accanto.

-Buongiorno mamma di zia Ginny,grazie per il suo invito-disse Teddy,improvvisamente timido.

La signora Weasley si sentì sciogliere da quelle parole e si chinò sul bambino per posargli un bacio sulla guancia destra.

-Ben arrivato piccolo!Hai già fatto colazione?-gli domandò,gli occhi pieni d'amore fissi sul volto del bambino.

Teddy annuì.

Suo zio gli aveva spiegato piu' volte come avrebbe dovuto comportarsi durante quei giorni e non voleva assolutamente venir meno alla promessa che gli aveva fatto:gli aveva giurato che sarebbe stato un bambino educato e gentile,fin dal suo arrivo.

Quindi da quel momento.

La donna gli rivolse un'altro sorriso,ancora piu' affettuoso.

-Peccato...Perchè avevo preparato una torta al cioccolato soltanto per te...

Sei sicuro di non volerne neanche un pezzettino?-gli domandò.

Teddy la guardò e poi posò velocemente lo sguardo su suo zio:stava sorridendo.

Forse poteva accettare quel pezzo di torta,anche se si avvicinava l'ora di pranzo.

-Magari un pezzetto piccolo...-disse rialzando lo sguardo sulla donna di fronte a lei.

Tutti e tre gli adulti sorrisero alle sue parole e la mamma di Ginny gli accarezzò i capelli con dolcezza.

Anche se era un gesto che non gli era mai piaciuto,Teddy si guardò bene dall'allontanare la testa,per non mostrarsi irrispettoso.

Si avviarono verso casa e quando erano a metà strada fra la casa e la macchina,uscì ad accoglierli anche il signor Weasley.

Harry vide chiaramente il bagliore che illuminò i suoi occhi quando posò lo sguardo sulla macchina e non potè fare a meno di sorridere.

-Ciao papà,dov'eri?-gli domandò Ginny posandogli un bacio su una guancia.

Arthur Weasley guardò sua figlia e sembrò non riconoscerla,poi le sorrise e scosse la testa.

-Ero in salotto con Luna George e il bambino-disse,tornando a posare lo sguardo sulla macchina.

Ginny sorrise contenta della notizia e seguì sua madre e il bambino verso casa.

-Salve signor Weasley,come sta?-domandò Harry sorridendogli.

Gli tese la mano destra che l'uomo strinse con forza,senza mai staccare lo sguardo dalla macchina.

-E' tua?-gli domandò non riuscendo a trattenere oltre la curiosità.

Harry sorrise e annuì.

L'uomo continuava a fissare la macchina con amore e a Harry ricordò lo stesso sguardo che Teddy aveva quando guardava un giocattolo nuovo.

-E' diversa dalla Ford Anglia che avevo un tempo...-disse sovrappensiero il signor Weasley.

Harry sorrise:si ricordava benissimo di quella macchina.

Era stato grazie a quella se erano arrivati ad Hogwarts la sera del secondo anno,anche se erano andati a schiantarsi contro il Platano Picchiatore,rischiando quasi di finire spiaccicati.

-Vuole sedersi al volante?-gli domandò sapendo che la proposta avrebbe fatto piacere all'uomo.

Infatti gli occhi del signor Weasley si illuminarono ancora di piu',diventando ancora piu' simili a quelli di un bambino.

-Non ti dispiace?-gli domandò,con un filo di preoccupazione nella voce.

Harry scosse la testa e si avviò di nuovo verso la macchina seguito a poca distanza dall'uomo.

Disinserì l'allarme e aprì la portiera dal lato del guidatore,in un chiaro invito al signor Weasley ad entrare e sedersi dietro al volante.

Dopo l'ultima esitazione,l'uomo mise una mano sulla portiera e si infilò in macchina.

Harry lo osservò divertito mentre osservava tutte le attrezzature della macchina,o lasciava scivolare un dito sul volante nero,accarezzava la pelle beige dei sedili oppure seguiva i contorni dell'autoradio.

Stava facendo l'amore con quella macchina,in un modo strano e bizzarro.

-Le piace?-gli domandò.

Arthur Weasley lo guardò e annuì piu' volte.

-Da quanto tempo ce l'hai?-gli domandò curioso.

-Un paio d'anni.Prima sul sedile posteriore c'era anche il seggiolino per Teddy,ma adesso è grande e può allacciarsi le cinture-gli spiegò.

-Le cinture...-disse l'uomo,allungando subito la mano verso quella del guidatore e facendola allungare finchè non riuscì a legarla al fermo,bloccandosi sul sedile.

-Fantastico!...Ma a cosa serve?-gli domandò poi.

Harry sorrise e si chinò sull'uomo per liberarlo dalla cintura.

-Serve per non farsi male in caso di incidenti-cercò di spiegargli in parole semplici.

Il signor Weasley riprese a seguire le linee del cruscotto e del volante,quando qualcuno appena uscito da casa attirò la loro attenzione.

-Harry!-

L'uomo si voltò e vide George avvicinarglisi di gran carriera,seguito a pochi passi di distanza da Ginny.

Harry si allontanò di alcuni passi dalla macchina,lasciando il signor Weasley in contemplazione, e guardò George veire verso di lui.

Quando l'uomo fu a pochi passi di distanza,fece per parlare,ma le parole gli morirono in gola sorpreso dal gesto dell'amico:senza dire niente,George l'abbracciò gettandogli quasi le braccia al collo e iniziando a dargli leggere pacche sulla spalla.

-Grazie...Non sai quanto significhi per me...-disse con voce commossa.

Harry incontrò per alcuni istanti lo sguardo di Ginny che osservava la scena in silenzio e lei gli fece un cenno con la testa per tranquillizzarlo:gli avrebbe spiegato tutto in seguito.

Ricambiò le pacche sulla schiena che George continuava a dargli e quando finalmente l'uomo si staccò da lui,lo guardò con sguardo interrogativo.

-Ginny mi ha dato il vostro regalo per Fred Jr...Naturalmente lo conserverò io per lui,finchè il piccolo non andrà a fare danni ad Hogwarts,però tu non hai idea di quanto sia importante per me...-disse George ancora visibilmente commosso.

Nella mente di Harry iniziò a farsi strada un'idea,che lo portò a sorridere e ad annuire.

-Era giusto che tornasse a te e a tuo figlio-gli disse dandogli un buffetto sul braccio destro.

George sorrise e lo abbracciò un'altra volta,ancora sorpreso da quel regalo inaspettato.

Harry,da sopra la spalla dell'uomo,incontrò di nuovo lo sguardo di Ginny e la vide muovere le labbra in un silenzioso "grazie".

-Adesso entriamo...Voglio proprio vedere il piccolo Fred!-disse poi l'uomo rivolto a George.

Il rosso si staccò subito da lui e annuì piu' volte,mentre un sorriso radioso era comparso sul suo volto nello stesso istante in cui Harry aveva fatto il nome del bambino.

Si avviò verso casa con Harry al suo fianco e quando furono accanto a Ginny,il moro le si avvicinò e le mise un braccio attorno alla vita,stringendola piu' vicino a sè.

-Hai fatto ciò che penso?-le domandò,dandole un bacio sulla tempia destra.

Ginny si limitò ad annuire.

Harry sorrise,ancora con le labbra a poca distanza dai suoi capelli.

-Hai fatto la cosa giusta-disse poi,tornando a guardare George.

 

 

Una volta entrati in casa,si diressero subito verso il salotto affollato dai membri della famiglia Weasley.

La signora Weasley era seduta poco distante dal fuoco e stava controllando che,un coltello che si muoveva a mezz'aria,tagliasse delle fette uguali dalla torta al cioccolato;Teddy era sdraiato a pancia in giu' sul tappeto impegnato in un qualche strano gioco con Vicky e Luna era seduta su una poltrona poco lontano dal camino con il braccio il piccolo Fred.

Quello che riusciva a vedere del bambino,mentre era fermo a qualche metro di distanza dal divano,era il ciuffo di capelli rossi che già gli copriva il capo e la tutina azzurra.Le manine erano chiuse a pugno e la testa era appoggiata sul braccio di Luna,che lo guardava con un sorriso sul viso.

-Chi vuole un pezzo di torta?-domandò la signora Weasley guardando tutti loro.

-Io!-gridarono all'unisono Teddy e Vicky dal tappeto.

-Anche io ne voglio una fetta-disse Luna alzando lo sguardo dal bambino e vedendo Harry.

-Harry!Non sapevo che ci fossi anche tu-gli disse sorridendogli.

-Ciao Luna...Ho pensato di venire a vedere come stavi e a fare la conoscenza del piccolo Fred- le disse avvicinandosi al divano e piegandosi sulle ginocchia per essere vicino al bambino.

Il naso era piccolo,quasi invisibile nel volto,un piccolo bottoncino sopra la bocca appena accennata e rosa che Fred aveva lasciato leggermente dischiusa;gli occhi erano chiusi e protetti da due arcate sopraccigliari rosse e sottili.

Le mani erano chiuse a pugno,poco lontano dal petto di Luna,come se volesse essere sicuro che sua madre fosse sempre lì e non approfittasse del suo sonno per allontanarsi da lui.

-E' veramente un Weasley!Speriamo che non abbia ripreso anche il vostro carattere-disse alzando lo sguardo su George.

-Cosa c'è di sbagliato nel nostro carattere?-domandò l'altro fingendosi offeso.

Harry sorrise e guardò Luna.

-E' veramente bellissimo,complimenti-le disse sorridendo.

-Non è mica solo merito mio,queste cose si fanno in due...-disse lei tranquilla.

Harry rise e si rialzò.

Finalmente il signor Weasley tornò in casa e diede le chiavi della macchina ad Harry.

-Grazie...E' davvero una macchina molto bella-gli disse.

Harry infilò le chiavi in tasca e annuì.

-Se vuole la prossima volta possiamo fare anche un giro,così può fare il confronto fra questa e la Ford Anglia-gli propose.

Il signor Weasley s'illuminò e fece per rispondere,ma sua moglie fu piu' veloce di lui.

-Non sarà pericoloso?-domandò a entrambi,mentre distribuiva i piatti con il dolce.

-Affatto Molly!Ci sono delle cose chiamate "chiusure di sicurezza"che evitano incidenti...-le spiegò il signor Weasley serio.

Sua moglie lo guardò per alcuni istanti e poi annuì,rassegnata:da anni lottava con la strana passione di Arthur e ormai aveva capito quando era il momento di insistere e quando invece doveva accontentarlo.

George prese in braccio il piccolo Fred e lo mise in una culla poco lontano dal camino,dove ardeva un fuoco magico.

Mangiarono il dolce scherzando e parlando del piu' e del meno,e alla fine Harry si offrì di aiutare Ginny a portare i piatti sporchi in cucina.

Era un modo per restare solo con lei e chiederle notizie del regalo fatto a George.

Misero i piatti nel lavello con il sapone e,grazie a un'incantesimo di Ginny questi iniziarono a pulirsi da soli.

-Come sapevi che oggi ci sarebbero stati anche loro?-le domandò Harry appoggiandosi con entrambe le mani al piano cottura.

Ginny sorrise e lo guardò.

-Ieri quando ho mandato il biglietto di risposta ai miei,ho spedito un biglietto anche a Luna, chiedendole se poteva venire anche lei oggi.

Volevo che conoscessi il tuo nuovo nipotino e io avevo bisogno di parlare con George-gli spiegò, guardandolo negli occhi.

Harry sorrise,sorpreso dall'intraprendenza della rossa.

-E' stata una decisione improvvisa?-le domandò ancora.

-Quella di regalare la Mappa a Fred Jr?-chiese lei di rimando.

Harry annuì,incrociando le braccia sul torace.

Ginny scosse la testa.

-Il tuo è stato un regalo bellissimo,e io l'ho amato,non fraintendermi, ma ho pensato fin da subito che non mi appartenesse-gli disse guardandolo negli occhi.

-In che senso?-le domandò lui colpito dalle sue parole.

-So quanto quella Mappa ha rappresentato per te...E' uno dei pochi ricordi di tuo padre e Sirius e il solo fatto che tu l'avessi data a me mi ha fatto sentire oltre le nuvole.

Però sentivo di non meritarla e così ho deciso di restituirla al legittimo proprietario...

Ho pensato di chiudere un cerchio-cercò di spiegargli.

Harry la guardò per alcuni istanti in silenzio e poi annuì.

-Per me non potevi fare scelta migliore...-le disse avvicinandosi a lei.

Ginny si lasciò prendere fra le braccia e gli sorrise.

-Allora non sei arrabbiato?-gli domandò lei.

Harry scosse la testa e avvicinò il viso a quello di lei,che nel frattempo aveva allacciato le braccia attorno al suo collo.

Ginny si mise in punta di piedi e raggiunse le sue labbra,catturandole in un bacio dolce e lento, affondando le dita fra i suoi capelli.

-Non credo sia il caso di dare scandalo in casa dei tuoi...-le disse lui staccandosi dalle sue labbra e avvicinando la bocca al suo orecchio.

Ginny sorrise e abbassò leggermente la testa,mettendo in mostra la linea del collo che Harry amava tanto.

-Vorresti realizzare un'altra delle tue fantasie?-gli domandò poi sussurrando.

Harry sorrise e sentì il viso andargli a fuoco.

Incontrò lo sguardo di Ginny e non riuscì a trattenere un sorriso malizioso.

-Lo sai che non ti conviene provocarmi...-le disse in un sussurro.

Ginny sorrise e posò di nuovo le labbra su quelle dell'uomo.

Ma il bacio fu interrotto da uno scalpettare di piedi che correvano in cucina verso di loro e subito dopo,Harry si sentì afferrare alla gamba sinistra.

Si staccò da Ginny e vide Teddy,con un espressione quasi terrorizzata sul viso che alzava la testa per incontrare i suoi occhi.

I suoi capelli erano diventati blu elettrico e Harry si accorse che il piccolo aveva iniziato a tremare leggermente.

-Teddy che cosa è successo?-gli domandò staccandosi da Ginny e piegandosi per essere all'altezza del bambino.

Ginny,preoccupata a sua volta,accarezzò i capelli del bambino per cercare di calmarlo.

-Perchè sei così spaventato Teddy?-domandò ancora Harry sempre piu' preoccupato.

-Da quanto tempo non reagiva così?-gli domandò Ginny abbassandosi a sua volta e guardando Harry.

-Da quella volta nel tuo negozio con Ron-disse Harry staccando lo sguardo dal bambino soltanto per pochi istanti.

Come un fulmine a ciel sereno,una consapevolezza si fece largo nella mente dei due adulti che si rimisero in piedi nello stesso istante.

Harry prese Teddy fra le braccia e il piccolo appoggiò la testa sulla sua spalla destra,stringendogli le braccia attorno al collo.

-Voglio tornare a casa...-disse il bambino con voce piccola.

-Non preoccuparti,adesso ti porto a casa-gli disse Harry con voce seria e preoccupata.

-Sarà meglio uscire dal retro-disse Ginny.

Harry scosse la testa e la guardò serio.

-Non abbiamo fatto niente di male,perchè dobbiamo scappare come due ladri?Saluteremo i tuoi genitori,Luna e George e usciremo da dove siamo entrati-disse lei.

Ginny lo guardò alcuni istanti,poi annuì.

Fecero un passo verso la porta della cucina,proprio nel momento in cui sulla soglia della cucina comparve Hermione.

Capirono subito che la donna era in imbarazzo:continuava a guardare dietro le sue spalle e si tormentava le mani.

Harry le rivolse un sorriso,cercando di apparire gentile verso l'amica.

-Come stai Hermione?-le domandò.

Lei alzò le spalle.

-Vorremmo poter restare di piu',ma dobbiamo proprio andare...Teddy non si sente tanto bene-disse Harry.

-Magari una di queste sere puoi venire a cena da noi-le propose Ginny in tono affabile.

Hermione annuì per la seconda volta.

Ginny e Harry si guardarono e poi fecero un passo verso la porta,ancora occupata da Hermione.

-George ha portato Ron al piano di sopra per fargli vedere qualcosa...Sarà meglio che facciate alla svelta-disse alla fine,con voce preoccupata.

Qualcosa nelle parole di Hermione dette fastidio ad entrambi:perchè dovevano scappare in quel modo soltanto per colpa di Ron?

Erano stati invitati e ora dovevano abbandonare tutto e tutti con un comportamento veramente inqualificabile,Teddy aveva perso la sua vacanza soltanto per l'arrivo del rosso eppure Hermione dava quasi per scontato che fossero loro i colpevoli?

Colpevoli poi di cosa?

Senza dire niente si avviarono verso il salotto,dove ancora si trovavano i signori Weasley e Luna, seguiti da Hermione,sperando di riuscire a salutare tutti prima del ritorno di Ron.

Ma le loro speranze furono infrante pochi secondi dopo quando sentirono dei passi sulle scale seguita dalla figura di Ron che si bloccò sugli ultimi gradini della scala alla loro vista.

I tre si guardarono per alcuni istanti negli occhi,poi Harry sentendo la stretta di Teddy aumentare attorno al suo collo,si voltò verso la signora Weasley e le sorrise.

-Mi dispiace,ma credo che Teddy si senta poco bene-le disse.

-Forse è meglio se torniamo a Londra...-disse Ginny rivolta alla madre.

-Oh cielo!Non sarà stato per colpa della torta al cioccolato,vero?-domandò la signora Weasley preoccupata.

-No,credimi mamma la torta non c'entra assolutamente niente-disse Ginny seria.

Salutarono e ringraziarono i signori Weasley e invitarono Luna,come avevano fatto poco prima con Hermione a venirli a trovare una sera per cena.

Tutto sotto lo sguardo inquisitore di Ron,che nel frattempo era sceso dalla scala ed era accanto ad Hermione.

La donna gli teneva una mano sul braccio,per calmarlo e per frenarlo nel caso volesse fare altre mosse avventate.

Ma non potè nulla quando,neanche un minuto dopo che Harry e Ginny erano usciti in giardino, Ron si liberò dalla sua presa e si avviò a passo spedito verso la porta di casa,seguendo i due.

 

 

Harry ebbe appena il tempo di far sedere Teddy sul sedile posteriore,che sentì i passi veloci dietro di sè.

-Allacciati la cintura Teddy-disse al bambino,cercando di mantenere un tono calmo,prima di chiudere la portiera della macchina.

Ginny era dall'altra parte della macchina,dal lato del passeggero e guardava suo fratello avvicinarsi a loro a passo di carica,con sempre maggiore preoccupazione.

-Credi di potertene andare così?-domandò Ron fermandosi a pochi metri di distanza da loro.

Ginny vide Hermione uscire di corsa da casa e correre verso di loro,mentre George rimase sulla soglia ad osservare la situazione.

Harry fece finta che Ron non avesse parlato ed aprì il portabagagli per infilare di nuovo la borsa del bambino.

-Sto parlando con te!-gli disse il rosso.

-Lo so,ma io non voglio parlare con te!Ora non sei il mio primo pensiero!-gli rispose dandogli le spalle.

Richiuse lo sportello e lo guardò:Ron aveva le orecchie in fiamme e le mani strette a pugno, lo sguardo fisso su di lui attento ad ogni sua mossa.

-Anzi una cosa voglio dirtela-disse poi Harry.

Fece un passo verso Ron e sembrò sfidarlo con lo sguardo.

Un mare in tempesta e un cielo carico di lampi e saette si scontrarono per vedere quale fra le due forze della natura avrebbe avuto la meglio;si fissarono per alcuni istanti in silenzio,mentre le due donne osservavano la scena praticamente senza respirare,per paura che un qualsiasi cambiamento potesse peggiorare la situazione.

-Se ti azzardi a parlare un'altra volta a Ginny in quel modo mi scordo della nostra amicizia e te la dovrai vedere con me-disse Harry con voce dura.

Poi staccò gli occhi da quelli di Ron e gli diede le spalle,facendo un passo verso la macchina.

Sentì una mano afferrargli una spalla e sbatterlo con violenza contro l'auto,poi vide Ron alzare la mano che impugnava la bacchetta e premerla contro la giugulare.

-RON!-gridarono all'unisono le due donne.

Ginny sentì il cuore aumentare notevolmente i battiti:suo fratello sembrava furioso e lei sapeva che Harry era andato alla Tana senza bacchetta e quindi era completamente disarmato e in balia di Ron.

-Ron lascialo andare!-disse Hermione,cercando di parlare con tono calmo.

Gli occhi del rosso,fissi in quelli di Harry lanciavano scintille e anche il respiro era diventato irregolare.

-Cosa vuoi farmi?Vuoi uccidermi?-si ritrovò a domandargli Harry.

Sapeva che era la domanda sbagliata,ma la tentazione era stata piu' forte di lui:voleva sapere fino a che punto si sarebbe spinto il suo amico.

-Magari riesco a fare quello che non è riuscito a tanti Mangiamorte-disse Ron con rabbia.

-Ron metti giu' la bacchetta...-disse Hermione.

-Tu...Tu vieni qui a dirmi come devo parlare con mia sorella?-disse Ron,incurante dell'intrusione della moglie.

Harry sentì le dita di Ron stringersi attorno alla sua camicia e subito dopo si sentì sollevare e sbattere la schiena con forza contro la macchina.

-TU PARLI DELLA NOSTRA AMICIZIA?Tu ti sei scordato della nostra amicizia già da tempo!-gli disse gli occhi sempre fissi su Harry.

Il moro continuava a ricambiare il suo sguardo,in silenzio mentre Hermione e Ginny assistevano alla scena ammutolite,non sapendo cosa fare per fermare la catastrofe.

-CREDI CHE BASTI RIAPPARIRE DAL NULLA PER FAR TORNARE TUTTO COME PRIMA?PER CANCELLARE TRE ANNI DI ABBANDONO E DISINTERESSE?-gli urlò contro Ron.

-Non lo credo...-cercò di dire Harry.

-STAI ZITTO!-disse Ron,lasciando andare la presa dalla sua camicia e allontanandosi da lui di qualche passo.

Harry continuò a tenere lo sguardo sul rosso,che iniziò a camminare in cerchio,respirando lentamente.

-Non mi sono scordato della nostra amicizia...-gli disse.

Ron rise,con una risata amara che Harry aveva piu' volte sentito in bocca a Malfoy e tornò a guardarlo.

-Si invece,lo hai fatto...

Se fossi stato mio amico saresti stato con me,SARESTI STATO ACCANTO A ME DURANTE QUESTI ANNI D'INFERNO-gli disse alzando gradualmente la voce.

Ron si interruppe bruscamente e calò un silenzio quasi irreale nel piccolo giardino,poi tornò a guardare Harry e ad avvicinarsi a lui di qualche passo,puntandogli contro un dito.

-Io sono sempre stato con te...Ti ho sempre accompagnato in ogni stramaledetta avventura,ti ho seguito NEL BUCO DEL CULO DELL'INFERNO,HO RISCHIATO LA MORTE PER TE!-gli disse.

-E quando sono stato IO ad aver bisogno di te... tu dov'eri?TU DOVE CAZZO ERI?-gli urlò contro.

Poi per qualche strana ragione sbattè le mani,sempre con lo sguardo fisso su Harry.

-Tu eri svanito,nessuno sapeva piu' dov'eri...-

Ron restò qualche istante in silenzio,permettendo così a Harry di parlare per cercare di difendersi.

-Avevo una buona ragione...-gli disse.

-La verità è che sei un egoista;avevi ottenuto quello che volevi,noi a cosa ti servivamo ormai?-gli rinfacciò Ron.

-QUESTO NON è AFFATTO VERO!-gli urlò contro Harry.

-Invece si!Perchè se tenevi tanto a noi,era qui che dovevi restare,DOVEVI AIUTARCI A MANDARE AVANTI QUESTA FAMIGLIA...Tu non lo sai neanche quello che ho passato in questi tre anni!-gli disse Ron.

Harry lo vide fermarsi e stringere le mani a pugno,poi passarsi una mano fra i capelli fulvi e lunghi,cercando di calmarsi ma inutilmente.

-Tu non lo sai cosa vuol dire guardare tuo padre rinchiudersi tutti i giorni in soffitta con quei maledetti oggetti babbani cercando in loro la forza per andare avanti e non pensare al figlio morto!

E non sai neanche cosa vuol dire mettere fine alla speranza dei propri genitori,vedere i loro occhi diventare grigi e spenti mentre gli dici che Fred non tornerà piu',che è inutile aspettarlo e che è ora di togliere il suo nome da quel dannatissimo orologio...-gli disse fissandolo con odio negli occhi.

Harry sentì un nodo serrargli la gola sempre piu' stretto man mano che Ron continuava a urlargli le sue accuse contro.

-Non hai mai dovuto sdoppiarti letteralmente in quattro per poter andare al lavoro,per controllare che tua sorella non fosse ancora chiusa nella sua stanza a piangere un fidanzato che non tornerà mai,per tenere in piedi il tuo neonato matrimonio e per occuparti di tuo fratello...

-Se fossi stato mio amico,avresti vissuto con me l'ansia di vivere ogni giorno vedendo tuo fratello completamente stonato dall'alcool per colpa della morte del suo gemello e avresti diviso con me l'ansia di non sapere se durante la notte il tuo cellulare squillerà e ti diranno di andarlo a recuperare in qualche pub mezzo ubriaco e mezzo pesto o peggio ancora in qualche ospedale morto...-gli disse mentre involontarie e inopportune lacrime si affacciavano ai suoi occhi.

Harry per la prima volta in quei tre anni odiò la scelta che aveva fatto e si rese conto che per gli altri non era stata una scelta giusta,come gli era sembrato allora.

-Tu non sai cosa vuol dire essere traditi dal proprio migliore amico,aspettare per mesi il suo ritorno e rendersi conto che alla fine non tornerà...Che sei stato soltanto una stupida pedina e che non sei servito a niente!CHE L'AMICO PER CUI AVEVI RISCHIATO LA VITA NON ERA ALTRO CHE UNO SCHIFOSO OPPORTUNISTA BUGIARDO!-gli urlò contro.

Poi fece qualche passo indietro e abbassò lo sguardo sulla neve per qualche istante,per poi tornare a guardare il moro.

-Quindi non ti permettere piu' di parlarmi di amicizia perchè tu hai messo fine alla nostra nel momento in cui te ne sei andato.

Io non ho bisogno di amici come te-gli disse.

Poi si voltò e si diresse verso Hermione,che gli mise subito un braccio attorno alle spalle,come per rinfrancarlo e si allontanarono insieme verso la Tana.

Harry,ancora intontito dalla marea di parole con cui l'aveva travolto Ron,rimase appoggiato con la schiena alla macchina con lo sguardo basso a fissare la neve.

Vide i piedi di Ginny a poca distanza da sè e rialzò lo sguardo incontrando il suo volto.

Lei gli restituì lo sguardo in silenzio,sapendo che doveva essere lui a parlare per primo dopo tutto quello che era successo.

-Perdonami...-

Senza dire nulla Ginny lo prese fra le braccia,facendogli posare la testa sulla sua spalla e lui vi si rifugiò cercando scampo dalle parole di Ron.

 

Spero di essere riuscita nell'intento...So che non è stato uno scontro ad armi pari,ma volevo che Ron si riscattasse un pò ai vostri occhi,dopo tutte le cattive azioni che lo avevo costretto a fare:volevo spiegare cosa lo aveva spinto ad odiare Harry in questo modo così insolito per lui.

Così ho rilegato Harry al ruolo di punching ball e ho lasciato che Ron sfogasse tutta la sua rabbia su di lui.

Devo fare un piccolo ringraziamento personale a Roberto,che ieri pomeriggio mi ha fatto arrabbiare come una biscia dandomi la spinta emotiva giusta x scrivere l'ultima parte del capitolo.

Ovviamente chiedo scusa per eventuali errori di battitura ed ortografia e ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo.

Per chi interessa la canzone ascoltata da Ron è "Who needs you"dei Queen.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Spero tu sia uscita dalla terapia intensiva in tempo per leggere questo capitolo!),Xellor(Quale errore?Dimmi quali canzoni ti interessano e ti dirò i titoli),JC(I tuoi commenti sono sempre positivi...mi mettono di buon umore x il resto della giornata),FairyDreams(Confesso ke ero indecisa fra 2 momenti x Ginny da mettere al primo posto,ma poi ho scelto quello perchè mi è sembrato + significativo),Lallina88(Tranquilla la storia andra abbastanza avanti...),Lyoko(Come vedi c'è stato un attimo di tensione,ma poi le cose si sn risolte,anke se nn del tutto),Caliope(Il ritorno di Harry al mondo magico arriverà piano piano,già nei prossimi capitoli succederà qualcosa che lo riavvicinerà alla magia),Vale Lovegood(Arriverà anche quella...con il tempo),Rosy823(Grazie,6 veramente tr buona!)Little Giuly(Come vedi da questo capitolo in poi il rating è di nuovo basso,come avevo promesso),Dado(E tu sei tr buono con i complimenti... Nn credo di essere al livello della Row,devo farne ancora parecchia di strada,cmq i complimenti fanno sempre piacere),Tappetta(Anche io penso che Harry e Ginny siano anime gemelle),Riddikulus(Già è stato uno scontro al pari di Alien Vs Predator...almeno questo ha lasciato una sola vittima),Ariel Potter(Sinceramente ancora nn lo so,finke qualcuno leggerà la ff,io continuerò a scriverla),Valentina(Lo sapevo di aver messo tr zucchero!DOH!!),Cy17love(Sono contenta ke ti abbiano fatto quell'effetto,xkè era proprio quello che volevo ottenere;tranquilla, come ho già detto una volta le vere amicizie nn muoiono mai),and last but not least Potterina88(Anche io se fossi al posto di Ginny nn perderei tempo...L'ho chiamato Arthur xkè qndo ho iniziato la ff nn avevo ancora finito il libro,poi quando ho scoperto il suo vero nome,la ff era già su internet e nn potevo cambiare il nome e così è rimasto Arthur).

Chiedo UMILMENTE scusa se ho dimenticato di ringraziare qualcuno:SORRY SORRY!!

Voglio scusarmi anche cn tt le persone che leggendo il capitolo precedente sono state colpite da shock ipoglicemico.

Bene x il momento io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo

"Giuro solennemente di..."

Baci,Eva

P.S.Buon 8 Marzo a tt le donne che leggeranno la ff.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** Giuro solennemente di... ***


giuro solennemente di

 

"If I knew then what I know now,

things will be different"

 

"Tu hai messo fine alla nostra amicizia nel momento in cui sei sparito tre anni fa..."

Le accuse che Ron gli aveva lanciato contro una settimana prima continuavano a rimbombargli nella testa.

Non riusciva a pensare ad altro...

Aveva sempre creduto che andarsene avrebbe semplificato le cose per tutti,che avrebbero sofferto di meno senza di lui,visto le cose terribili che erano successe per colpa sua...e invece aveva sbagliato.

Ancora una volta.

Se ne era andato nel momento in cui avevano piu' bisogno di lui e Ron adesso lo odiava.Come aveva fatto a non capire che quello era il momento di stare accanto al suo migliore amico?

Per tutto il tragitto di ritorno a Londra,Ginny e Teddy erano rimasti in silenzio:il piccolo era ancora troppo spaventato per quello che era successo e si succhiava il pollice della mano destra, cosa che faceva soltanto nei momenti di grande paura.

Ginny invece,ogni tanto lanciava dei furtivi sguardi verso Harry per cercare di capire cosa stesse provando in quel momento,che effetto avevano avuto su di lui le parole di Ron:lei lo aveva volutamente tenuto all'oscuro su quello che era successo in quei tre anni,proprio perchè non voleva che si addossasse ancora di piu' la colpa di qualcosa che era indipendente da lui.

Invece suo fratello se ne era fregato e gli aveva gettato addosso tutta la sua rabbia e il suo risentimento,caricandolo di nuovi sensi di colpa.

-Va tutto bene?-gli domandò a metà del viaggio.

Harry annuì in silenzio,lo sguardo fisso sulla strada.

Però le parole di Ron avevano lasciato un segno e la cosa divenne evidente all'arrivo a casa quando,dopo aver messo a letto Teddy,l'uomo le chiese di rimanere solo.

-Forse è meglio se stanotte torni a dormire a casa tua-le disse.

-Non voglio lasciarti solo...Dobbiamo parlare di quello che è successo-gli disse lei preoccupata.

Non poteva tornare indietro,non adesso che aveva riconquistato un posto così importante nella sua vita.

Harry aveva scosso la testa e aveva fatto un passo verso di lei.

-E lo faremo,te lo prometto...Ma non stasera.

Sono troppo stanco per parlarne e so che se resti finiremo per farlo quindi è meglio se torni a casa-le aveva detto.

Ginny gli si era avvicinata e gli aveva accarezzato una guancia dolcemente.

-Va bene,farò come vuoi tu-aveva ceduto,guardandolo negli occhi.

Harry l'aveva accompagnata di nuovo nell'ingresso a prendere il cappotto e le aveva dato un bacio leggero sulle labbra ma quando aveva fatto per staccarsi,Ginny aveva preso il suo viso fra le mani e lo aveva costretto a incontrare il suo sguardo.

-Non allontanarmi di nuovo...-gli aveva chiesto con voce seria.

Harry sorrise e posò una mano su una della donna che ancora erano sul suo volto.

-Non potrei mai...-le aveva detto.

Leggermente sollevata,Ginny gli aveva rivolto un sorriso e,dopo un un'ultimo saluto si era smaterializzata.

Non la vedeva da allora.

Le aveva spiegato che aveva bisogno di un pò di tempo per riflettere su tutto quello che Ron gli aveva detto e che doveva farlo da solo,e Ginny non aveva potuto far altro che accettare la sua decisione.

Gli aveva soltanto ricordato che lei era lì per aiutarlo e che lo avrebbe aspettato.

Per tre giorni,i capelli di Teddy erano rimasti blu elettrico e il piccolo si era rifiutato di mettere anche un piede fuori casa per paura di quello che poteva succedere.

Il quarto giorno,Harry aveva cercato di spiegargli che non sarebbe mai potuto succedergli niente di male perchè lui sarebbe sempre stato lì ad impedirlo e questo aveva lentamente calmato il bambino:i capelli erano tornati del colore naturale e,il giorno dopo,si era lasciato portare all'asilo senza fare i capricci come invece era accaduto nei giorni precedenti.

L'unica cosa che gli aveva chiesto era quando sarebbe tornata la zia Ginny.

Ed Harry non aveva saputo rispondere a quella domanda...

Il disagio provocato dalle parole di Ron aveva il suo effetto negativo anche sul lavoro:era distratto,con la testa sempre su quel maledetto incontro-scontro e a quelle parole che non volevano saperne di uscire dalla sua testa.

Prima della puntata del venerdì,David venne a cercarlo nel suo ufficio e lo trovò sdraiato sul divano,con un braccio a coprire gli occhi.

Lo guardò per alcuni istanti senza avvicinarsi e senza dire una parola,poi scosse la testa.

-Vuoi dirmi che accidenti ti succede?-gli domandò.

Harry lo guardò e fece per parlare,ma l'amico lo interruppe di nuovo.

-E non provare a dire che non hai niente perchè lo so benissimo che non è vero.

L'abbiamo capito tutti che c'è qualcosa che non va-gli disse.

Harry lo seguì con lo sguardo mentre prendeva una sedia dalla scrivania e l'avvicinava al divano,per poi sedercisi a cavalcioni.

-Davvero?-gli domandò Harry.

-Scherzi?Un giorno sei il ritratto della felicità e hai sempre quel sorriso idiota sulla faccia ed il giorno dopo vai in giro per i corridoi neanche fossi la reclame della depressione!- gli disse guardandolo.

Harry sorrise leggermente.

-Che è successo?Problemi con Ginny?-gli domandò.

Il moro si rizzò a sedere sul divano e scosse leggermente la testa.

-No,lei non c'entra niente,anzi...Lei ha anche troppa pazienza-disse abbassando lo sguardo sulle sue mani.

Poteva aprirsi con David?Poteva confidargli quello che non lo faceva dormire ormai da giorni?

Si fidava abbastanza di lui per raccontargli la sua storia,quella di Ginny e di Ron?

-Allora che è successo?

Avanti amico,sembra di essere da una seduta dal dentista...-gli disse il biondo.

Harry sorrise ancora una volta.

-Lo sai che di me ti puoi fidare-gli disse ancora David.

Il moro alzò lo sguardo incontrando gli occhi dell'uomo e si accorse che era la verità:poteva fidarsi di lui.

-Si lo so-confermò.

Nella stanza scese il silenzio per alcuni secondi,interrotto dal respiro profondo di Harry e poi dalle sue parole.

-Ti ricordi la prima volta che hai conosciuto Ginny?-gli domandò.

David lo guardò,sorpreso da quella domanda,poi annuì.

-Quando ti abbiamo raccontato la nostra storia,ti abbiamo detto che siamo insieme da cinque anni...e invece non è vero-gli disse misterioso.

-Cioè lei non è la tua ragazza?-gli domandò David,non capendo bene il significato delle sue parole.

Harry scosse subito la testa.

-Lo è...Solo che la nostra è stata una storia piu' complicata di quello che vi abbiamo raccontato- gli disse.

Prese un'altro respiro e tornò a guardare David negli occhi.

-La sera della festa,era la prima volta che ci incontravamo dopo tre anni-gli confessò.

David lo guardò sorpreso.

-Ed eravate lo stesso fidanzati?-domandò l'uomo cercando di trovare un'ordine ai pezzi del puzzle.

Harry scosse la testa,poi allontanò lo sguardo dagli occhi di David e l'amico lo vide sorridere leggermente,perso dietro i suoi pensieri.

-Nell'istante in cui è apparsa nel salotto,è stato come se quegli anni non fossero mai passati...Come se fosse passato un secondo dall'ultima volta che l'avessi vista.

Era ancora lei,ancora la mia Ginny-disse.

David restò in silenzio alcuni istanti,poi si decise a fargli la domanda.

-Perchè allora siete stati tre anni senza vedervi?-

Harry sorrise beffardo,lo sguardo fisso nel vuoto.

-Perchè io sono scappato...Quando la sua famiglia ha avuto bisogno di me io me la sono data a gambe,lasciandoli ad affrontare tutti i problemi da soli.

Non...Non mi ero mai reso conto di quello che lei ha dovuto affrontare in questi tre anni senza di me...Non l'ho mai capito veramente fino alla scorsa settimana-disse parlando quasi piu' a sè stesso che a David.

Poi si riscosse dal suo trance e tornò a guardare l'amico negli occhi,e capì che doveva spiegarsi meglio se voleva che l'altro gli desse qualche consiglio.

-Uno dei fratelli di Ginny è morto in una circostanza tragica quasi quattro anni fa...e in parte è stata anche colpa mia la sua morte...-disse dando voce ancora una volta a quel pensiero chiuso in un cassetto nascosto della mente e del cuore.

L'immagine sorridente di Fred gli apparve davanti agli occhi ed Harry sorrise istantaneamente.

-Si chiamava Fred,ed era un tipo veramente tosto.

Pensa che un'estate,è venuto a prendermi con il suo gemello ed il mio migliore amico,anche lui suo fratello,a casa dei miei zii per portarmi da loro nel Devonshire.

Guidava una Ford Anglia azzurra e aveva quattordici anni-disse sorridendo al ricordo.

David sorrise a sua volta,quasi per fargli compagnia,poi tornò serio.

-Come è morto?-gli domandò.

Il sorriso sul volto di Harry si spense e lui restò in silenzio alcuni istanti,pensando a cosa dire.

-Stavamo festeggiando,tornavamo a casa dopo una sera di festeggiamenti e...una curva presa male e siamo finiti fuori strada-mentì.

Si sentì una carogna per aver sminuito in quel modo la morte di Fred,ma sapeva che non avrebbe mai potuto raccontare tutta la verità a David:non avrebbe mai capito e sarebbe stata la fine della loro amicizia.

-Io mi ruppi un braccio,mentre lui non ce la fece...-gli disse,lo sguardo lontano da quello dell'uomo.

Ancora una volta il silenzio invase la stanza,ma durò poco questa volta, interrotto ancora una volta da Harry.

-Dopo la sua morte i sensi di colpa erano talmente forti che mi hanno spinto a scappare:non riuscivo neanche a guardare Ginny negli occhi.

Sono andato via prima dei funerali e non l'ho piu' vista per tre anni,finchè un bel giorno ho incontrato la mia migliore amica dei tempi della scuola,che ha fatto di tutto per farci rincontrare.

E' grazie a lei se Ginny era alla festa quella sera...-disse mentre un sorriso curvava all'insù gli angoli della sua bocca.

David annuì.

-Ma cosa è successo adesso per farti stare così?Da quando è tornata Ginny sei un'altra persona,e fattelo dire da me che ti ho visto prima e dopo la cura-gli disse cercando di stemperare quell'aria triste che si era creata.

Harry sorrise.

-Beh non tutti hanno accettato il fatto che siamo tornati insieme...una sola persona ci ostacola ancora;la stessa che mi ha dato quel pugno l'altra volta.

Uno dei suoi fratelli,quello senza il quale io non l'avrei conosciuta:Ron,il mio migliore amico.

Non so neanche se posso ancora chiamarlo così-gli disse.

David annuì,seguendo attento le sue parole.

-Per colpa mia,o della nostra storia,Ginny ha rotto i ponti con suo fratello,in maniera definitiva e anche se lei continua a dire che non le importa,che tutto quello che vuole è stare con me, non posso fare a meno di pensare che è un'altra delle cose che sono successe a questa famiglia per colpa mia...-gli disse gesticolando nervosamente.

-La settimana scorsa io e Ginny siamo andati dai suoi genitori perchè avevano invitato Teddy per qualche giorno,però all'improvviso è arrivato Ron e la situazione è andata a puttane.

Mi ha rinfacciato tutto quello è successo alla sua famiglia per colpa mia,quello che ha dovuto passare in quei tre anni e...e io non posso far altro che dargli ragione-disse amareggiato.

-Che vuoi dire?-domandò David serio,concentrato sul discorso.

-Che quando il mio migliore amico e la mia ragazza avevano bisogno di me,io non c'ero!

Mentre loro per me ci sono sempre stati,in ogni momento e in qualsiasi situazione...

Sono veramente una merda!-disse coprendosi il volto con una mano.

Anche se non poteva vederlo,David scosse la testa con vigore.

-Non sei una merda,e dovresti anche smetterla di torturarti un questo modo.

Io lo so quello che hai fatto in questi tre anni:ti ho visto mentre crescevi da solo il piccolo Teddy e te ne stavi da una parte cercando di passare il piu' inosservato possibile,quasi avessi paura anche della tua stessa ombra.

E' stata una fatica farti uscire dal tuo guscio e farti diventare quello che sei adesso e ora ti bastano quattro accuse per farti cadere in pezzi?

Tira fuori le palle e dì a questo tizio cosa hai passato tu in tutto questo tempo-gli disse.

Harry rialzò lo sguardo e incontrando gli occhi dell'amico vi lesse solo infinita fiducia.

-Allora cosa dovrei fare secondo te?-gli domandò con voce quasi timorosa.

-Dovresti parlare con questo Ron,e dirgli quello che ti è successo,quello che hai passato.

Però prima devi parlare con Ginny-gli disse.

Harry aggrottò le sopracciglia.

-Da quando c'è lei,sei piu'allegro e quindi anche il programma va meglio.

E poi dove la trovi un'altra pazza che si innamora di te?-aggiunse.

Harry rise e annuì:David aveva ragione.

Le aveva fatto una promessa e intendeva mantenerla.

Si alzò dal divano e con pochi passi si portò accanto alla scrivania e compose il numero di Ginny al telefono.

Quando lei rispose le chiese se poteva passare dalla radio verso mezzogiorno,alla fine del programma,perchè voleva parlarle.

Lei gli assicurò che sarebbe stata puntuale e si salutarono.

Si voltò verso David e l'amico annuì compiaciuto.

-Bene e ora muoviti,che dobbiamo andare in onda-gli disse.

Harry lo vide alzarsi dal divano e dirigersi verso la porta,poi si staccò dalla scrivania e lo seguì fuori dall'ufficio.

 

 

 

Ginny arrivò in radio con dieci minuti di anticipo:Harry era ancora in onda.

Poteva vederlo attraverso i vetri della cabina di messa in onda con le cuffie a coprire un orecchio,gli occhi su un monitor davanti a lui.

La stanza era deserta,non c'era nessuno eccetto lei.

Quando era arrivata la telefonata di Harry si era sentita sollevata:quella settimana senza di lui non era stata facile.

Aveva fatto di tutto per tenersi occupata e per allontanare i cattivi pensieri e di giorno era facile, grazie al lavoro e a Luna e al piccolo Fred,ma la notte sembrava durare un'eternità.

Continuava a rigirarsi nel letto e cercare una posizione comoda per riuscire ad addormentarsi senza lui al suo fianco,la sua mente continuava a pensare a quello che era successo con Ron e lo sguardo che Harry le aveva lanciato prima di abbracciarla.

I sensi di colpa che aveva faticosamente fatto sparire erano tornati negli occhi dell'uomo.

-Ciao Ginny-sentì una voce alle sue spalle.

Si voltò e si trovò faccia con Sarah;la donna le rivolse uno sguardo indagatore, come se volesse capire dal suo volto il motivo che l'aveva spinta fin lì e non finse neanche per un'istante un sorriso,sapeva che la rossa non le avrebbe creduto.

-Ciao Sarah-la salutò Ginny,seguendo attentamente ogni sua mossa.

Il ricordo di come le cattiverie della donna avevano rovinato il suo primo Natale con Harry tornarono a bruciarle vive,come se fossero state pronunciate poche ore prima.

-Che ci fai qui?-le domandò la mora sedendosi dietro la sua scrivania.

-Non sono affari tuoi,comunque sto aspettando Harry-le disse.

Sarah sorrise acidamente.

-Gli stai tenendo il guinzaglio stretto...-le disse,lo sguardo fisso sul computer.

Ginny contò fino a dieci prima di parlare,sicura che in caso contrario le sarebbe saltata addosso e l'avrebbe presa per i capelli.

Alzò le spalle e voltò lo sguardo verso Harry,che ancora aveva gli occhi fissi sul computer e le cuffie sulle orecchie.

-Non ho bisogno di nessun guinzaglio,mi fido di lui-le disse senza guardarla.

-Davvero?Allora potresti dirgli che ha lasciato da me la cravatta l'ultima volta che è venuto a trovarmi?Magari vuole passare a riprendersela...-le disse Sarah,lo sguardo fisso sulla donna per non perdersi nessun'espressione del volto.

Ginny sorrise:stavolta non sarebbe caduta nel suo tranello.

Si voltò verso Sarah e fece qualche passo verso la scrivania,avvicinandosi alla donna.

Quando fu davanti al tavolo,abbassò la schiena portando il viso a poca distanza da quello della donna che la guardava senza parlare,in attesa di vedere quale sarebbe stata la sua prossima mossa.

-Tienila per ricordo...

D'ora in poi Harry sarà troppo impegnato a letto con me per avere anche il piu' piccolo ricordo dei vostri incontri.

Anzi,credo che li abbia già dimenticati-le disse calibrando le parole.

Sarah non le tolse un'attimo gli occhi di dosso così Ginny potè vedere la rabbia accendere il suo sguardo e infiammarle il viso.

La mora prese un respiro profondo e per alcuni istanti,Ginny ebbe paura che le avrebbe dato uno schiaffo.

-Credi di aver vinto?-le domandò invece.

Ginny non rispose,ma allontanò il volto da quello di Sarah e rialzò la schiena.

-Io se fossi in te non sarei così tranquilla...-le disse la donna.

Ginny sentì la rabbia salire,ma prima che potesse dire o fare qualcosa,la porta della cabina di messa in onda si aprì ed uscirono Harry e David.

-Harry!-disse facendo un passo verso l'uomo.

La rabbia era sparita,le parole di Ron e di Sarah cancellate;ora tutto quello che voleva era correre da lui e farsi stringere.

Annullare la distanza che si era creata fra di loro in quei giorni.

Harry le sorrise e la strinse a sè quando fu a pochi passi di distanza.

La rossa posò la testa sul suo petto e restò immobile per alcuni istanti,soltanto godendo della sua presenza.

-Aspetti da molto?-le domandò Harry premuroso.

Ginny alzò lo sguardo per incontrare i suoi occhi e gli sorrise scuotendo la testa.

-Bene...Vieni,andiamo nel mio ufficio-le disse sciogliendola dall'abbraccio e prendendole una mano.

Ginny si lasciò guidare verso il corridoio,senza salutare nè David nè Sarah, consapevole soltanto della presenza del suo uomo accanto a lei.

-Mi sei mancato-non riuscì a trattenersi dal dirgli.

Harry sorrise e annuì.

-Anche tu...-le disse lui.

Erano arrivati davanti alla porta dell'ufficio,Harry la aprì ed entrarono nella stanza per poi richiudersi la porta alle spalle.

Harry si appoggiò con le spalle alla porta e la guardò titubante.

Ginny gli sorrise e gli si avvicinò,allacciando le braccia attorno alla vita dell'uomo e mettendosi in punta di piedi per incontrare le sue labbra.

Harry rispose subito al bacio della donna e le allacciò le braccia attorno alla vita,per avvicinarla di piu' al suo corpo.

Sentì di nuovo il profumo di Ginny,il calore che emanava il suo corpo,la morbidezza dei suoi capelli e si domandò come aveva potuto farne a meno per tutti quei giorni.

-Ginny...aspetta...devo parlarti...-le disse staccando le labbra da quelle di lei.

La donna si staccò leggermente da lui e lo guardò con sguardo curioso,poi si lasciò prendere per mano e guidare verso il divano.

Si sedettero poco distanti uno dall'altra ed Harry voltò la schiena in modo da poterla guardare in volto.

Nel silenzio le prese una mano e intrecciò le dita a quelle di lei,ritrovando quell'armonia perfetta che gli era mancata in quei giorni.

-Scusami se ti ho escluso...-iniziò.

Ginny fece per parlare,ma lui alzò una mano e fermò le sue parole sul nascere.

-No,fammi finire-le disse serio.

La rossa lo guardò titubante per qualche istante,poi annuì.

-Sono stato tutta la settimana a ripensare alle parole di Ron,a rivivere quello che è successo per cercare di capire se potevo evitare in qualche modo che lui arrivasse ad odiarmi così tanto,e alla fine ho capito che lui ha ragione.

Ha tutto il diritto di odiarmi-disse senza guardarla.

-Assolutamente no!-ribattè lei sorpresa dalle parole dell'uomo.

-Sì,invece!Ha ragione quando dice che credevo bastasse ritornare dal nulla per rimettere le cose a posto...Nessuno,neanche te,mi ha raccontato cosa avete passato in questi anni...-

-Sarebbe cambiato qualcosa?-gli domandò Ginny liberando la mano da quella di lui,improvvisamente a disagio.

-Almeno avrei saputo difendermi in qualche modo dalle accuse di Ron,invece così mi hanno colto del tutto impreparato...

Io non sapevo niente di George,o dei tuoi genitori...o di te-le disse incontrando i suoi occhi.

Ginny si riavviò alcune ciocche di capelli fulvi dietro l'orecchio e si alzò in piedi facendo qualche passo nella stanza.

-Perchè non hai voluto dirmi quanto hai sofferto?Perchè mi hai accolto di nuovo a braccia aperte,come se non niente fosse?-le domandò seguendola con lo sguardo.

Ginny voltò la testa verso di lui e lo fissò con uno sguardo battagliero negli occhi.

-Abbiamo detto che ci saremmo lasciati quel periodo della nostra vita alle spalle,perchè adesso vuoi tornare a riaprirlo?Perchè vuoi tormentarci entrambi?-gli domandò.

-Perchè se non lo affrontiamo,non potremo mai essere completamente sereni...

Ho bisogno di sapere cosa è successo,quello che tu e Ron avete dovuto sopportare per chiudere definitivamente con il passato...-le disse.

-Ma perchè?-domandò ancora lei,ancora piu' riluttante all'idea di dovergli raccontare tutto.

-Perchè altrimenti non mi libererò mai dai sensi di colpa e non potremo mai andare avanti con la nostra vita.

Ci sarà sempre qualcuno che potrà minare la nostra felicità con insinuazioni, maldicenze e recriminazioni come ha fatto Ron-le disse alzandosi in piedi e andandole incontro.

Ginny lo guardò venire verso di lei e si lasciò prendere fra le braccia,gli occhi fissi in quelli di lui.

-Quindi tu vorresti fare una specie di psicanalisi per sapere come è stata la mia vita e quella di Ron in questi tre anni senza di te?-gli domandò.

Harry annuì.

-Ascolta Gin...lo so che è difficile riaprire certe vecchie ferite...-le disse cauto.

-E' quasi impossibile Harry-lo interruppe lei.

Harry le accarezzò dolcemente il viso e la strinse a sè,cercando di trasmetterle la forza che improvvisamente sembrava esserle venuta meno.

-Lo so,ma Ron ha ragione...

Quando aveva bisogno di me io non c'ero e se voglio cercare di recuperare il rapporto con tuo fratello,devo almeno sapere che cosa ha passato in tutti questi anni-le disse.

Ginny alzò lo sguardo e si tuffò nella profondità degli occhi di Harry,indecisa se accontentare o meno la richiesta dell'uomo.

Poi alla fine capì che non poteva fare altrimenti e sospirò rassegnata.

-Va bene,lo farò-gli disse.

Harry le diede un bacio sulla fronte come gesto di ringraziamento e poi entrambi tornarono a sedersi sul divano.

Per alcuni minuti nella stanza scese il silenzio:Harry guardava Ginny,con lo sguardo fisso sul tessuto del divano e le mani nervose e si muovevano in modo illogico.

-Non ci siamo accorti subito che eri scomparso-iniziò.

Quelle poche parole erano state dette con voce chiara e bassa,ma avevano risuonato nella stanza silenziosa come uno sparo o un grido.

-Dopo la fine della Battaglia eravamo talmente distrutti per la morte di Fred che non potevamo pensare ad altro-

Harry si sistemò meglio gli occhiali sul naso,cercando di scacciare quella terribile sensazione che lo colpiva ogni volta che sentiva o pronunciava il nome di Fred.

-C'erano tante cose a cui pensare:i parenti da avvertire,il vestito che Fred avrebbe indossato al funerale e il posto dove seppellirlo...Papà era completamente fuori di testa,continuava a dire che Fred stava soltanto facendo uno dei suoi scherzi e che presto si sarebbe risvegliato,e che sarebbe scoppiato in una risata vedendo le facce tristi e il funerale già pronto-raccontò Ginny con un sorriso amaro.

-Si occuparono di tutto Ron Percy e Bill...George era uno straccio ed Hermione ed io ci prendemmo cura della mamma.

Fu allora che cominciammo ad accorgerci che tu eri sparito:la mamma continuava a dire che dovevamo avvertirti,che dovevi sapere del funerale altrimenti ti saresti arrabbiato...e noi non sapevamo dove trovarti-gli disse.

Alzò lo sguardo su di lui per la prima volta e fece un sorriso triste;un sorriso che fece male ad Harry piu' di mille maledizioni o di mille rimproveri.

-Hermione parlò con Ron e lui le disse che non aveva la minima idea di dove tu fossi e che comunque era sicuro che saresti arrivato puntuale al funerale.

Ma naturalmente non fu così-

Ron era convinto di trovarlo al suo fianco al funerale e invece lui era già a Privet Drive a cambiare l'arredamento della casa per renderla piu' accogliente per il piccolo Teddy.

-Dopo il funerale e la sepoltura,abbiamo iniziato a preoccuparci davvero.

Io ho letteralmente dato fuori di matto prendendomela con Ron ed Hermione:ero convinta che loro sapessero dove ti trovavi e non volessero dirmelo.

Così abbiamo deciso di venirti a cercare:loro sono partiti insieme e io ho deciso di fare il mio viaggio da sola.

Ti ho cercato dappertutto...-ricordò.

-Sono andata persino a Godric's Hollow alla casa dei tuoi genitori,certa che tu fossi lì nascosto...-gli confidò.

-Hai visto anche...-le domandò Harry parlando per la prima volta.

-Si.Ho pensato che avrei potuto trovare un segno del tuo passaggio,e invece niente...Ho pianto quando le ho viste-gli confidò.

Harry sorrise leggermente commosso per quella confessione e allungò una mano per prendere quella di lei.

-Ci sono stato,il giorno stesso in cui è finita la Battaglia.

Volevo dirgli che avevamo vinto,che in qualche modo li avevo vendicati...-le rivelò in modo confuso.

Ginny sorrise.

-Questione di tempismo...-

Harry sorrise,abbassando lo sguardo.

-Sono tornata alla Tana sei mesi dopo.

Ron ed Hermione erano già lì e avevano già deciso di sposarsi;Hermione i primi giorni mi ha messo sotto interrogatorio per farmi dire se avevo trovato qualcosa o se ti avevo incontrato,ma alla fine,visto il mio silenzio ha rinunciato.

Mio fratello era cambiato:era diventato piu' chiuso,restio a parlare di te...Ogni volta che si faceva il tuo nome cambiava stanza e quando gli ho chiesto perchè faceva così,mi ha detto che non voleva piu' sentir parlare di te e che voleva dimenticarsi della tua esistenza.

-All'inizio non ho fatto molto caso alle sue parole,anche perchè stava passando un brutto periodo: era nel pieno dei preparativi per il matrimonio,George non faceva altro che stare chiuso dentro casa e mio padre passava tutti i giorni chiuso in soffitta-raccontò.

-In soffitta?-

Ginny annuì.

-Ha passato mesi chiuso nella soffitta fra le sue cose babbane,leggendo libri babbani, giocando con giocattoli,elettrodomestici e cose stupide.

Ogni mattina mia madre andava a bussare alla porta della soffitta per chiedergli di scendere,ma invano;alla fine Ron ha aperto la porta e gli si è seduto accanto,chiedendogli notizie e informazioni su ogni oggetto.

Hanno passato giorni a parlare e alla fine è riuscito a farlo scendere...

Per questo ora Ron ha preso il posto di mio padre al Ministero-gli disse.

Harry sorrise:tutto aveva pensato tranne di vedere Ron un giorno come membro del Ministero della Magia.

-L'unica nota positiva di quei mesi è stato il matrimonio.

Per qualche ora abbiamo dimenticato tutti i nostri problemi e ci siamo veramente divertiti...

C'erano tutti gli amici di Hogwarts:Dean,Seamus, Neville che a quel tempo stava con Luna, Hagrid,avevano invitato persino Malfoy-disse lei sorridendo al ricordo.

-Malfoy?-domandò Harry veramente sorpreso.

Ginny annuì.

-E' stata un'idea di Hermione.Ha lottato tanto contro Ron e alla fine ha vinto lei.

Diceva che in fondo era anche merito di Malfoy se la guerra era finita in una vittoria...

Ma quello che mi ha sorpreso veramente è stato che Malferret abbia accettato l'invito-disse lei.

Harry sorrise,poi tornò serio.

-Poi che è successo?-

Ginny abbassò di nuovo lo sguardo e sospirò triste.

-Diciamo che il matrimonio è stato un'isola in mezzo al mare...

Le cose non andavano affatto bene:George aveva iniziato a bere e a passare gran parte delle sue sere in ogni pub che gli facesse credito,e la mamma continuava ad aggrapparsi alla stupida convinzione che Fred un giorno sarebbe tornato a casa,sano e salvo...-

Un sorriso triste ed amaro distorse il viso di Ginny.

-Ogni mattina preparava la colazione piu' abbondante e aggiungeva le stoviglie di Fred,nel caso lui fosse arrivato all'improvviso alla Tana;la camera dei gemelli era la piu' pulita di tutte le stanze,i letti erano sempre freschi di bucato e i vestiti o almeno quelli che erano rimasti erano lavati e piegati nei cassetti.

Il nome di Fred era ancora in quel maledetto orologio e la mamma ogni mattina,appena sveglia, andava a controllare dove fosse la sua lancetta.

"Oggi sono sicura che tornerà a casa",diceva tutti i giorni-

Harry la vide chiudere gli occhi,come se il peso di quelle parole fosse troppo pesante da portare e la guardò mentre si strofinava gli occhi chiusi con una mano,lasciando che le sue ultime parole aleggiassero ancora qualche istante nella stanza silenziosa.

-Ron ha messo fine a questa pazzia,ancora una volta...

Un giorno è tornato alla Tana e,approfittando dell'assenza dei nostri genitori,ha tolto il nome dall'orologio.

Li ha messi davanti alla verità,altrimenti loro avrebbero continuato a negare l'evidenza chissà per quanto tempo ancora...E la cosa,in qualche strano modo ha funzionato:mia madre ha smesso di aspettare Fred e papà di cercare conforto nei suoi oggetti babbani-riprese a raccontare riaprendo gli occhi.

Ginny si zittì di nuovo e prese un respiro profondo,fermando quel fiume di parole che aveva travolto Harry.

-L'unico che ancora non si rassegnava era George...Il negozio a Diagon Alley è rimasto chiuso per quasi un'anno.

Sembrava avesse perso ogni interesse:non faceva piu' i suoi esperimenti,non si interessava alla famiglia...Non è venuto neanche il giorno di Natale.

Era come disconnesso dal mondo:l'unica cosa che faceva era ubriacarsi e andare tutti i giorni al cimitero alla tomba di Fred.

-Passava le ore a parlarlargli,seduto per terra con una bottiglia accanto,poi dal cimitero andava direttamente nel primo pub aperto che incontrava sulla strada del ritorno-

La donna si lasciò scappare un sospiro triste e Harry si maledisse per l'ennesima volta da quando lei aveva inziato a parlare per le scelte fatte.

Come aveva potuto essere così egoista?

-Non so neanche quante volte Ron e Bill sono andati a recuperarlo dentro ai peggiori bar di Diagon Alley e di Noctur Alley,quante volte lo hanno portato a casa e messo a letto praticamente a spalla perchè non si reggeva neanche in piedi.

Tutte le volte che ha fatto a botte con i peggiori tizi della comunità magica soltanto per menare le mani e sfogare la rabbia...

Abbiamo avuto veramente paura che facesse una brutta fine-gli confidò.

-Poi che è successo?-le domandò lui accarezzandole il dorso della mano che ancora era stretta alla sua.

Ginny sorrise.

-Poi è arrivata Luna.Ancora oggi non mi spiego come sia riuscita a fare breccia nel muro che George aveva creato intorno a sè...

Lui all'inizio l'ha trattata veramente male,e Luna era combattuta fra George e Neville...-

-Neville?-domandò Harry,cercando di far ancora piu' luce su quel periodo.

Ginny annuì.

-Poco dopo il matrimonio di Hermione e Ron,Neville ha lasciato Luna dicendole che era innamorato di un'altra.

Lei era a pezzi,però con il suo carattere ha cercato di non far mai notare la cosa...Poi lei e George hanno iniziato a frequentarsi:all'inizio hanno tenuto la cosa segreta,George voleva evitare che riponessimo troppe speranze su quella storia e così per alcuni mesi nessuno ha saputo niente.

Però ad un certo punto,proprio per colpa del loro silenzio,Neville è tornato e ha chiesto scusa a Luna,chiedendole addirittura di sposarla...-

-Veramente?-fece Harry veramente sorpreso.

Ginny annuì ancora una volta con un sorriso divertito sulle labbra.

-E c'è mancato veramente poco che lei non lo sposasse.

Mio fratello le aveva detto che non gli interessava quello che avrebbe deciso e che la loro era stata una storia senza nessuna importanza,così Luna spinta da quelle parole aveva deciso di accettare-ricordò Ginny.

-Come hanno fatto a tornare insieme?-

Ginny sorrise.

-Ron.Ancora una volta.

Dopo averlo recuperato per l'ennesima volta ubriaco fradicio,lo ha riportato a casa e lo ha messo sotto la doccia fredda per svegliarlo e George,ancora mezzo ubriaco,gli ha raccontato della sua storia con Luna e di come adesso lei stava per sposare un'altro.

Mentre lui era innamorato perso di lei.

-Ron gli ha fatto smaltire la sbornia,gli ha dato una ripulita e lo ha portato alla festa di fidanzamento di Neville e Luna-

-E vissero per sempre felici e contenti-disse Harry con un sorriso.

Ginny sorrise a sua volta.

-Già,anche se mi è sempre dispiaciuto un pò per il povero Neville...-gli confessò.

Harry sorrise ancora una volta,prima di tornare serio.

C'era ancora una cosa che lei non gli aveva detto.

-E tu?-le chiese con dolcezza.

Ginny alzò lo sguardo incontrando gli occhi di Harry e capì subito il significato di quelle parole; il suo volto si fece serio e nella stanza scese di nuovo il silenzio, interrotto alcuni istanti dopo da un respiro profondo della rossa.

-Cosa vuoi che ti dica Harry?-gli domandò.

Lui restò in silenzio non sapendo cosa risponderle.

-Vuoi che ti racconti dei mesi passati a piangere chiusa in camera,o delle notti che passavo insonne guardando la finestra aspettando di vederti arrivare sulla tua scopa o di vedere un gufo battere sul vetro con un tuo messaggio?

-Vuoi sapere di come mi sono sentita quando ho veramente capito che non saresti piu' tornato, che dovevo smetterla di aspettarti?

E' stato come se mi avessero strappato il cuore dal petto senza addormentarmi...-gli disse con lo sguardo fisso in quello di lui.

Aveva sentito abbastanza.

Era inutile continuare a torturare entrambi in quel modo.

Si avvicinò alla donna sul divano e la prese fra le braccia,avvicinandola al suo corpo.

Ginny restò immobile per alcuni istanti,mentre Harry avvicinava la bocca al suo orecchio destro.

-Ti giuro che d'ora in avanti mi prenderò cura di te-le disse.

Harry sentì le braccia della donna stringersi attorno alla sua vita e vide il capo di Ginny poggiarsi sulla sua spalla.

Le gettò i capelli fulvi dietro la schiena e iniziò a posarle una scia di dolci baci sulla curva candida del collo,salendo verso l'orecchio.

Posò le labbra sul lobo e sulla conchiglia,lentamente e con dolcezza,come se volesse cancellare tutto quello che era successo con quei baci.

Ginny chiuse gli occhi e si abbandonò fra le sue braccia,ancora piu' vicina al suo corpo.

Le labbra di Harry toccarono la guancia e l'angolo della bocca prima di posarsi sulle labbra morbide e rosse di Ginny.

Lei rispose lentamente al bacio,come se le parole ed i cattivi pensieri avessero cancellato il ricordo dei loro baci precedenti.

Aumentarono la profondità gradualmente,incuranti del posto dove si trovavano o della possibilità che qualcuno potesse sorprenderli.

Le mani di Ginny trovarono il loro posto fra i capelli di Harry e lui la sentì premere contro il suo corpo.

Senza staccarsi dalle sue labbra,la fece sdraiare sul divano sdraiandosi sopra di lei,scendendo ad accarezzare il corpo della donna ancora coperto di vestiti.

Il bisogno di cancellare il dolore e la solitudine vissuti in quegli anni,di annullare la distanza che si era creata fra loro in quella settimana si trasformò in passione,e la passione si tramutò in desiderio.

Chiusure vennero aperte e barriere vennero eliminate...soltanto per poter sentire il contatto con la pelle nuda,per cancellare il dolore dell'altro.

Fu un'esperienza che li disorientò completamente:Harry ebbe paura piu' volte di perdersi in lei, di non riuscire a tornare indietro,alla realtà;ogni spinta era sempre piu' profonda,sempre piu' dentro di lei e Ginny,aggrappata alla sua schiena,gli occhi persi in quel cielo in tempesta,si morse le labbra fino a farle sanguinare per evitare di gridare.

Ogni spinta portò via un pò del dolore che aveva tenuto in gabbia il cuore e l' anima di Ginny per tutti quegli anni e quando arrivarono al culmine del piacere,Ginny fu certa che questa si fosse divisa in due per renderli veramente una cosa sola.

Ora niente avrebbe potuto dividerli.

 

 

Nello stesso momento,sei gufi con altrettanti messaggi,partirono dalla gufiera della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Guardando i gufi volare via,un'uomo controllò per l'ultima volta la lista che aveva in mano e lesse gli indirizzi per essere sicuro che fossero giusti.

"45 Birchwood Road Sw17BQ London

15 Southwark Street SE1 London

Malfoy Manor Derbyshire

76 Oakley Street SE1 London

56 Chiddingstone Street SW12DW London

4 Privet Drive SE1 London"

Dopo aver controllato anche l'ultimo indirizzo,arrotolò la pergamena che aveva fra le mani e guardò i sei gufi allontanarsi sempre di piu' all'orizzonte.

Ora doveva soltanto aspettare le risposte.

 

Salve a tutti!!!

So che molti di voi si aspettavano un'altro scontro fra Harry e Ron,e vi assicuro che ci sarà e che darò anche al moro la possibilità di dire la sua,ma il momento non è ancora giusto.

Ho pensato che fosse meglio x Harry sapere tutta la verità,prima di scontrarsi di nuovo con l'amico,così potranno veramente affrontarsi ad armi pari.

Voglio ringraziare chi leggerà e recensirà questo capitolo e voglio scusarmi per eventuali errori di ortografia o battitura.

Le parole all'inizio del capitolo sono prese da "Most of the time"di Josh Canova.

Ed ora i ringraziamenti:Sarina87(Te l'avevo detto che Ron non era arrabbiato per niente!),Sarita46(Grazie!Non so se arriverò al 50 capitolo,però cm vedi ci stiamo avvicinando già al 20esimo,e io ho ancora parecchie idee),Alemalfoy(Grazie x i complimenti Ale.Anche se la situazione al momento sembra irreparabile,non perdere le speranze...),Caliope(Hai ragione,Ron nn si farà convincere facilmente), Xellor(Si è vero,Herm la sto trattando un pò male,ma la sua è veramente una brutta posizione,nn vorrei mai trovarmi al suo posto!),Valentina(L'ispirazione x qst ff mi è venuta poco prima di addormentarmi,una sera...X fortuna qnd mi sn svegliata era ancora lì!Ok Herm è tr cauta,xò magari ha i suoi motivi...),JC(Che tu ci creda o no,a scuola nn prendevo + di 6 nei temi!Ron è chiuso nella convinzione che soltanto lui ha sofferto e ancora x un pò ne sarà convinto),Lallina88(X quanto ne sò gli uomini,specie se testardi come Ron e Harry nn fanno mai pace in fretta e con dolcezza:litigano urlano e sbattono le porte...x poi stringersi le mani e fare pace),Lyoko(Credo che l'aiuto di Harry sarebbe stato fondamentale,specie con George.Solo ki ti conosce veramente può capire cosa provi in quei momenti), Dado(Come al solito 6 tr gentile!Harry avrà il suo momento x spiegarsi,tranquilla), Baby Be(Grazie x i complimenti.Per le tue domande posso rispondere soltanto all'ultima,altrimenti perderesti interesse a seguire la ff:posso dirti che è molto probabile che arriveremo al 30esimo capitolo e "forse" oltre),Riddikulus(Grazie x i complimenti e sn contenta che tu sia così fiducioso del fatto che riuscirò a far tornare l'amicizia fra Ron ed Harry quella di una volta),Vale Lovegood(Ci sono uomini che si abbracciano?Io ho sempre conosciuto uomini tr orgogliosi x mostrare i loro sentimenti,xò tranquilla risolverò in qualche modo),Ariel Potter(  Tranquilla nn lo reprimerò,devo solo aspettare il momento giusto per inserirlo nella storia!),Little Giuly(Si è vero Herm è strana,deve ancora decidere da ke parte stare.X la tua domanda:Harry si ricorda tt gli incantesimi imparati ad Hogwarts,ha solo deciso x adesso,di nn usarli),YuYutiamo(Grazie x i complimenti!Avevo pensato di scatenare una delle loro liti terribili,ma poi ho capito ke nn sarebbe servito a far cambiare idea a Ron,così gli ho fatto capire realmente ke aveva perso Ginny x il suo orgoglio),Tappetta(La vera amicizia resiste a tutto,quindi abbi fede!),Rosy823(E' stata un'attesa tr lunga?In bocca al lupo x la tua ff!),and last but not least Potterina88(Ti dico subito ke mi hai commosso!Nn credevo che qst storia potesse avere un impatto cs forte su qualcuno.Quello che Ron cercava veramente era lo scontro:se Harry avesse detto soltanto 1 parola,lo avrebbe attaccato,senza importarsi delle sue motivazioni o scuse.E' convinto di aver sofferto e di essere stato usato e ora il compito di Harry è cancellare quelle convinzioni)

Chiedo UMILMENTE scusa se ho dimenticato di ringraziare qualcuno SORRY SORRY!!

Bene,per il momento io vi saluto e vi dò appuntamento al prox capitolo...

"Lettere da Hogwarts"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Lettere da Hogwarts ***


lettere da hogwarts

 

 

Malfoy Manor,Derbyshire

L'ultimo spicchio di sole stava scomparendo dietro l'orizzonte quando il gufo posò le zampe sul cornicione di una delle finestre al primo piano di Malfoy Manor.

Con il becco picchiò piu' volte sul vetro smerigliato per attirare l'attenzione delle persone all'interno della casa,producendosi nel suo verso caratteristico.

Dopo pochi istanti,la finestra venne aperta e il gufo potè entrare nel corridoio su cui questa si affacciava;fece una piccola volata sfiorando con le ali il soffitto dipinto con colori scuri per poi planare verso la creatura che agitava le braccia per cercare di afferrarlo.

L'animale tornò a posarsi sul cornicione,questa volta interno,della finestra e lasciò che gli sfilassero il messaggio che aveva legato alla zampa sinistra,poi senza nessun verso o esitazione, si voltò verso la finestra aperta e spiegate di nuovo le ali riprese il volo,pronto per il viaggio di ritorno.

La creatura verde osservò il volo elegante dell'animale per qualche secondo,prima di richiudere la finestra e stringere la presa attorno al messaggio,chiuso nella mano destra.

Attraversò il lungo corridoio e si diresse verso la scalinata che conduceva al piano sotterraneo, dove il padrone aveva il suo studio.

Ogni creatura a servizio in quella casa aveva paura di quelle segrete:sapevano che il padre del loro padrone aveva una sala di tortura lì sotto e che la usava per seviziare i suoi nemici e che qualche volta permetteva al figlio,allora bambino,di torturare i piccoli servi che secondo lui avevano disobbedito ai suoi ordini.

Con passo meno fermo,si diresse verso l'ultima porta del corridoio e,dopo aver bussato con un leggero colpo delle nocche,aprì la pesante porta di legno.

-Padrone,un gufo ha portato questo per voi-disse.

Il suo padrone gli voltava le spalle,impegnato davanti al suo calderone con uno dei suoi esperimenti e non lo degnò neanche di uno sguardo quando le sentì entrare.

-Mettila sul tavolo-gli sentì dire.

L'elfo obbedì e voltò le spalle,dirigendosi di nuovo verso la porta:non vedeva l'ora di andarsene da quel posto.

Gli metteva i brividi.

-Portami del Whisky Incendiario-gli giunse la voce del suo padrone poco prima che chiudesse la porta.

-Subito mio signore!-rispose,prima di chiudere la porta.

Draco Malfoy continuò a tenere lo sguardo fisso sul calderone per seguire l'esito della pozione ancora per qualche minuto.

Sentì l'elfo tornare e posare il bicchiere pieno di whisky incendiario sul tavolo,per poi dileguarsi di nuovo.

Quando fu certo della perfetta riuscita della pozione,si allontanò dal calderone e alzò lo sguardo posandolo sul rotolo di pergamena che l'elfo aveva posato sul suo tavolo da lavoro poco prima.

Prese il bicchiere di whisky e ne bevve un sorso,per poi prendere il messaggio e sciogliere il nodo che lo teneva arrotolato.

Capì subito di chi si trattava:la calligrafia era inconfondibile.

E poi soltanto Paciock lo chiamava in quel modo.

Lesse le poche righe del biglietto e non potè evitare di sorridere:era da un pò che aspettava quella notizia.

Ad Hogwarts avevano anche fatto una scommessa:quello era l'anno giusto?

Finì di leggere la lettera e tornò a posarla sul tavolo,prendendo di nuovo il bicchiere per un nuovo sorso,posando lo sguardo su un punto indefinito della parete di fronte a lui.

Naturalmente sua moglie non sarebbe andata con lui:non vedeva di buon occhio la sua amicizia con Neville;era una di quelle cose che non riusciva a spiegarsi.

Draco atteggiò il viso ad un ghigno divertito e si passò una mano fra i capelli per metterli in ordine,anche se non ce n'era veramente bisogno.

Astoria non capiva cosa poteva unirlo a quel "disadattato" di Neville Paciock e anche se lui aveva provato piu' volte a darle una spiegazione,si era reso conto alla fine che non ne era realmente capace.

Forse il fatto di essere entrambi professori ad Hogwarts li metteva tutti e due dalla stessa parte della barricata,oppure il fatto di aver vissuto un passato comune...

Eppure sin da quando avevano iniziato il loro lavoro come professori di Pozioni e di Erbologia ad Hogwarts due anni fa erano entrati subito in sintonia,come non lo erano mai stati al tempo della scuola.

Certo all'inizio era stato difficile mettere da parte l'ingombrante bagaglio che era il loro passato,ma con il passare delle settimane avevano avuto l'occasione e il tempo per conoscersi senza tener troppo conto dell'appartenenza alle case e stranamente avevano trovato delle cose in comune:entrambi avevano provato la solitudine ed entrambi si erano sentiti piu' volte inadeguati;entrambi erano stati parte di un gruppo,ma si erano scoperti soli quando avevano avuto bisogno di aiuto.

Con il ritorno ad Hogwarts,si erano lasciati alle spalle tutti i rancori passati e avevano scoperto di poter essere amici,malgrado le angherie e l'odio reciproco.

Era stato Neville ad organizzare l'addio al celibato per Draco il giorno prima del suo matrimonio ed era stato sempre lui a fargli smaltire la sbornia il giorno dopo,portandolo in chiesa in tempo ed evitare un litigio con Astoria sin dal giorno delle nozze.

E quando era stato Neville ad aver bisogno di qualcuno con cui farsi una bevuta e con cui sfogarsi, Draco era lì:lo aveva aiutato quando Luna aveva rotto il fidanzamento per andarsene con George Weasley ed era grazie a lui se aveva conosciuto la sua nuova compagna,Hannah.

Si conoscevano fin dai tempi della scuola,ma non si erano mai frequentati molto finchè una sera, lei era entrata da Madama Rosmerta mentre Draco e Neville erano lì.

Era partita come una sfida:Draco aveva scommesso un centinaio di galeoni che l'amico non sarebbe mai stato capace di andare dalla donna e farle la corte,e Neville naturalmente per smentirlo aveva accettato la sfida.

Non solo le aveva fatto la corte,ma era uscito dal locale di Madama Rosmerta con il numero di quella ragazza e la promessa di un nuovo incontro.

Draco finì l'ultimo sorso di whisky e controllò la pozione che ancora bolliva nel calderone, poi prese il foglio di pergamena e si diresse verso la porta della stanza.

Attraversò il corridoio fino alle scale,poi senza guardarsi intorno si avviò verso la grande scalinata di marmo nero che conduceva al piano di sopra e imboccò il corridoio alla sua destra,per poi fermarsi davanti alla terza porta:il suo studio.

Di solito quando era a casa,passava gran parte del tempo chiuso nel laboratorio del sotterraneo, però quello studio era il posto dove conservava i libri di pozioni e dove poteva riflettere con calma senza che nessuno lo disturbasse.

Almeno così sperava.

Invece ebbe appena il tempo di mettersi seduto dietro la scrivania e posare il foglio semiarrotolato sul tavolo,che la porta si aprì di nuovo.

Posò lo sguardo sull'uscio della porta e vide sua moglie:Astoria Greengrass.

Aveva due anni meno di lui e uno viso ancora da bambina.

Due occhi neri gelidi lo trapassavano da parte a parte ogni volta che incontravano il suo sguardo: erano occhi indagatori,dubbiosi.

Draco sapeva che sua moglie non si fidava molto di lui,forse anche per colpa dei mesi di lontananza che lui passava ad Hogwarts.

La pelle candida,quasi di porcellana,era messa ancora piu' in risalto dai capelli corvini lucenti che le ricadevano lisci sino alle spalle,quando non li teneva stretti in uno chignon.

-Finalmente sei uscito dalla tua tana-gli disse facendo due passi nella stanza.

Draco non le rispose,e prese un figlio di pergamena per rispondere al messaggio di Neville.

-Ti ho aspettato per cenare insieme,ma come al solito è stato tempo perso...-gli disse guardandosi intorno con l'aria leggermente schifata.

-Non avevo fame-le rispose lui.

Era stato amore quello che l'aveva spinto a sposarla?

Oppure era stata soltanto frenesia sessuale?

Quando aveva incontrato Astoria,al contrario delle altre e contrariamente anche a sua sorella,lei si era rifiutata di venire a letto con lui.

Non aveva mai ceduto alle sue avances e alle sue provocazioni,facendo accrescere in lui il desiderio e la voglia per quella ragazza che sembrava disgustata soltanto all'idea di dargli un bacio.

Sapeva che se voleva raggiungere il suo scopo doveva metterle l'anello al dito,e inizialmente si era rifiutato di cadere nella sua trappola...ma alla fine aveva dovuto capitolare.

Il desiderio era troppo e non si attenuava neanche con le altre donne...Voleva lei.

E quando l'aveva avuta,dopo il matrimonio,era svanito tutto il suo interesse per Astoria:ormai era soltanto un peso,una palla al piede che gli impediva di fare altre conquiste.

Anche lei sembrava aver perso ogni slancio d'amore per lui,se mai ne aveva avuto uno,e da quasi un'anno e mezzo trascinavano quel matrimonio che non aveva piu' nessun significato per entrambi.

Sapeva di dover dare un'erede alla famiglia e questo era il solo motivo che lo spingeva ad andare ancora a letto con lei.

-Sei occupato?-gli domandò lei avvicinandosi di un passo alla scrivania.

-Sto scrivendo una risposta al messaggio di Neville-le disse prendendo la piuma dal primo cassetto della scrivania.

-Oh,il tuo amico disadattato-disse lei usando il solito tono acido che aveva sempre quando parlava di lui.

Draco non rispose e tirò fuori anche l'inchiostro,pronto per scrivere la lettera,ma Astoria gli strappò da sotto il naso la pergamena di Neville e iniziò a leggerla.

-Ehi!E' una cosa che non ti riguarda-disse alzando lo sguardo sulla moglie.

Lei non gli diede ascolto e continuò a leggere;quando arrivò alla fine alzò su Draco due occhi sbalorditi e insieme disgustati.

-Dimmi che non lo farai!Dimmi che non ti abbasserai a tanto!-gli disse infervorandosi subito.

Draco si alzò leggermente sulla sedia e tendendo un braccio riprese la lettera di Neville che Astoria teneva stretta fra due dita,neanche avesse paura di prendersi qualche malattia attraverso la carta.

-Certo che lo farò...E sta tranquilla:non avevo nessun'intenzione di chiederti di venire con me-le disse posando lo sguardo sul foglio di pergamena.

-Sei completamente fuori di testa?-gli domandò lei.

Draco alzò lo sguardo sulla donna,furioso:come si permetteva di parlargli in quel modo?

Aveva dimenticato con chi aveva a che fare?

-Non rivolgerti mai piu' a me con quel tono-le disse quasi sibillando.

Astoria rimase qualche istante in silenzio,rendendosi conto di aver superato il limite,e fu costretta ad abbassare lo sguardo sotto il peso di quelle iridi di ghiaccio bollente.

-Ho già preso la mia decisione e non c'è niente che tu possa dire che mi farà cambiare idea.

Adesso esci!Devo rispondere a questa lettera-le disse con tono imperioso.

Sua moglie restò ferma dove si trovava per qualche istante,prima di muovere un passo verso la porta.

Draco,che aveva seguito ogni sua mossa con gli occhi,la vide fermarsi di nuovo e voltare la testa verso di lui per parlare di nuovo,ma lui fu piu' veloce.

-Ho detto esci!-ripetè.

Astoria si voltò di nuovo e finalmente uscì dalla stanza.

Quando fu solo Draco sospirò,come se volesse buttar fuori la rabbia con quel solo sospiro: quel matrimonio era una guerra campale e lui non era sicuro di poter reggere ancora a lungo.

Non vedeva l'ora di tornare ad Hogwarts e alla solitudine del suo appartamento.

Posò di nuovo lo sguardo sul foglio bianco e,dopo aver intinto la penna nell'inchiostro si apprestò a scrivere la risposta.

"Finalmente una buona notizia!

Avevo scommesso che sarebbe passato un'altro anno prima che ti decidessi,ma sono contento che tu mi abbia smentito.

Posso confermarti subito la mia presenza...Naturalmente Astoria non mi accompagnerà.

Grazie per la tua proposta e accetto con grande onore:in fondo dove lo trovi uno meglio di me?

Saluti ad Hannah,

A presto

Dray"

 

56 Chiddingstone Road,London

 

Il gufo arrivò a destinazione a notte fonda.

Si posò sul cornicione della finestra del salotto e provò a picchiare con il becco sul vetro.

La casa a due piani di mattoni rossi era immersa nelle tenebre,soltanto una fioca luce si scorgeva da dietro la porta.

L'animale si sistemò meglio sul piccolo davanzale e battè di nuovo sul vetro,facendo un' ultimo tentativo.

Una macchina imboccò la strada silenziosa e raggiunta la casa rossa parcheggiò a poca distanza da questa.

Ne scese un'uomo di colore,alto con un fisico asciutto che metteva in mostra i muscoli del torace e delle braccia,con una massa di capelli afro che,liberi dal gel e freschi di shampoo,facevano sembrare la testa dell'uomo simile ad un soffione.

L'uomo si chinò verso la macchina per prendere un borsa rossa,che appoggiò alla spalla destra prima di chiudere la portiera e inserire l'antifurto.

Avrebbe potuto lasciarla senza allarme ed essere sicuro che niente sarebbe successo,vista la tranquillità di quella strada e di quel quartiere,ma era meglio non fidarsi troppo dei babbani.

Aprì il cancelletto in ferro battuto che separava la casa dalla strada ed entrò nel piccolo giardino,diretto verso la porta di casa.

Era certo di trovare la casa avvolta nel silenzio,quindi cercò di fare meno rumore possibile;tirò fuori dalla tasca della giacca la chiave e la infilò nella toppa,facendo scattare la serratura.

Stava per entrare quando un rumore attirò la sua attenzione:c'era qualcosa vicino alla finestra.

Aguzzò la vista e vide gli occhi brillanti del gufo,ancora appollaiato sulla finestra.

-E tu che ci fai qui?-gli domandò avvicinandosi all'animale.

Fu solo quando era davanti all'animale che si accorse del messaggio che aveva legato alla zampa.

-Una lettera...La cosa si fa piu' interessante-disse accennando un sorriso.

Slegò la lettera dalla zampa del gufo e questi,assolto il suo compito,si rialzò in volo per intraprendere il viaggio.

L'uomo sorrise alla vista dell'uccello in volo e poi tornò a posare lo sguardo sul messaggio:solo allora si accorse che era scritto su carta intestata di Hogwarts.

Corrugò la fronte,sorpreso e fu tentato di aprirla,ma poi si ricordò che quel messaggio non era per lui;così mise la busta in tasca ed entrò dentro casa.

Come al solito c'era un piccola luce che illuminava il corridoio e vedendola accesa non potè fare a meno di sorridere.

Ogni sera quella luce rimaneva accesa in attesa del suo arrivo,anche se non sempre lui si faceva vedere.

Posò la borsa accanto alla porta e,dopo essersi tolto la giacca e le scarpe,salì le scale che portavano al piano di sopra.

Sapeva tutto di quella casa:aveva scelto i colori con cui dipingere le pareti e i mobili per ogni stanza,fino al piu' piccolo accessorio.

Eppure quella non era casa sua...

Aprì una porta e sorrise vedendo la persona addormentata nel letto,quasi sommersa dalle coperte.

Entrò nella stanza e iniziò a spogliarsi al buio,per evitare di svegliarla.

Poggiò tutti i vestiti su una sedia poco distante dal cesto per la biancheria e si avvicinò alla sua parte del letto:scostò le coperte e si infilò dentro.

La persona accanto a lui si mosse nel sonno,come se avesse avvertito il cambiamento e per qualche istante l'uomo ebbe paura di averla svegliata.

Fortunatamente quella si sistemò meglio sotto le coperte e tornò a russare leggermente.

Stanco per la fatica accumulata quel giorno,l'uomo restò immobile sotto il piumone,ascoltando il respiro della persona accanto a lui e come cullato da quel suono leggero,si addormentò.

 

Vivere quella relazione era una sfida continua.

Questo fu il primo pensiero che passò nella mente di Seamus Finnigan,non appena i suoi occhi si posarono sull'uomo che dormiva beatamente accanto a lui.

Restò a guardarlo per alcuni istanti,come per essere sicuro che lui fosse realmente lì,e non fosse un'altro dei suoi sogni ad occhi aperti:tante volte gli era sembrato di sentire il rumore dell'acqua nella doccia e sorridere felice pensando al corpo possente dell'uomo accarezzato dal getto caldo...per poi rendersi conto di essere solo in casa.

Scostò le coperte e scese dal letto,poi si avvicinò al comò e prese la maglietta a maniche corte che vi aveva buttato sopra la sera prima.

Dopodichè uscì dalla stanza e scese le scale fino al piano interrato,dove si trovava la cucina per preparare la colazione per entrambi:sapeva che si sarebbe svegliato fra poco con una fame terribile,quindi era meglio fargli trovare tutto pronto.

Accese la radio,che subito diffuse nella stanza la voce dello speaker che leggeva le notizie piu' importanti del giorno.

Mise il bollitore sul fornello e prese dalla credenza due tazze,mettendo in entrambe due cucchiaini di zucchero.

Poi si diresse verso il frigo e tirò fuori il pane per metterlo a tostare,mentre dalla radio gli giungevano le note della prima canzone della giornata.

"Darling I'll climb every mountain

Darling I'll swin every sea,

I'll reach for the heaven,

With you lovin' me"

Seamus guardò la finestra che mostrava la strada sopra di lui e sorrise vedendo il primo raggio di sole della giornata e dell'anno.

Il bollitore aveva iniziato a fischiare,per questo lo tolse dal fuoco e vi inserì due buste di te.

Doveva essere in redazione per le dieci:sicuramente sarebbe arrivato prima,a meno di qualche piacevole diversivo.

Tornò a posare lo sguardo sul vetro della finestra e per un'attimo vide il riflesso del suo volto.

Eccolo lì:Seamus Finnigan,ventun'anni,giornalista presso la "Gazzetta del Profeta"fin da quando aveva concluso i suoi studi ad Hogwarts.

Un buon lavoro,una casa grande ed arredata con grande gusto,una cerchia di amici con cui farsi una bevuta al pub e passare qualche serata in compagnia...ed un'uomo che non poteva amare alla luce del sole.

Aveva scoperto di essere gay poco dopo la fine degli studi.

Al suo arrivo al giornale,Jason,uno dei colleghi della cronaca nera,lo aveva preso sotto la sua ala e gli aveva insegnato come fare al meglio quel lavoro e in poco tempo erano diventati grandi amici...finchè l'amicizia non era diventata qualcosa di piu' profondo.

Jason era stato il suo primo compagno,il primo uomo con cui aveva fatto l'amore,il primo per cui aveva sofferto le pene della gelosia ed il primo ad avergli spezzato il cuore lasciandolo per un'altro.

Aveva passato mesi d'inferno cercando di dimenticare e di non pensare alla nuova coppia,finchè un giorno era andato con degli amici ad una partita di Quidditch e lo aveva visto:era veramente lui?

A partita finita aveva aspettato l'uscita dei giocatori dagli spogliatoi e quando lui gli era passato accanto non aveva avuto dubbi.

Si erano salutati come ai vecchi tempi e Seamus l'aveva invitato a bere qualcosa...

Erano passati dieci mesi esatti da quel giorno.

Poteva una storia d'amore trasformarsi in una lotta?

Una lotta contro il pregiudizio e la paura,contro l'ignoranza e la gelosia...

Scacciando quei pensieri,versò il tè nelle due tazze e prese il pane tostato;in quel momento dei passi pesanti annunciarono l'arrivo dell'uomo.

Guardò verso la scala e quando vide il famoso Dean Thomas,grande giocatore di Quidditch per una delle squadre piu' importanti d'Inghilterra,con indosso soltanto i boxer,che abbassava la testa nel riquadro delle scale per cercarlo non potè evitare che un sorriso gli illuminasse il volto.

-Ecco dov'eri...-gli disse l'uomo scendendo le scale.

Seamus gli voltò le spalle e prese entrambe le tazze.

-Ben svegliato-gli disse tornando verso di lui.

Dean prese le tazze dalle mani dell'uomo e gli diede un bacio leggero sulle labbra.

-Non ti ho sentito arrivare ieri sera-gli disse Seamus prendendo il resto della colazione e portandolo al tavolo.

-Scusa ma la partita è durata piu' del previsto...E poi non volevo svegliarti-gli disse.

Seamus sorrise e si sedette poco distante dall'uomo.

Bevve un sorso dalla sua tazza in silenzio,guardando l'uomo davanti a lui che ricambiava il suo sguardo.

-Come è andata?-gli domandò poi.

Lo vide sorridere.

-Abbiamo vinto...avevi qualche dubbio?-gli rispose l'altro,leggermente sbruffone.

Seamus rise e bevve un'altro sorso di tè.

-Ah proposito,questa è arrivata ieri sera-disse ancora l'uomo porgendogli un rotolo di pergamena.

Il biondo guardò la lettera e si accorse della carta speciale su cui era scritto poi alzò lo sguardo sul compagno,leggermente sorpreso.

-Viene da Hogwarts...-disse l'altro anticipandolo.

-Che sarà successo?-domandò Seamus preoccupato.

L'altro prese una fetta di pane tostato e la portò alla bocca.

-Se non la apri non lo saprai mai-gli disse prima di dare un morso al pane.

Seamus annuì e srotolò la pergamena,leggendo le parole scritte sopra e sorridendo man mano che andava avanti nella lettura.

-E' di Neville-disse all'altro.

-Qualche problema?-

Scosse la testa e gli porse il rotolo.

L'uomo lesse il messaggio e anche lui sorrise.

-Sicuramente ci sarà un gufo che ti aspetta a casa...-gli disse Seamus.

L'altro annuì,prima di rialzare lo sguardo sul compagno e dare un'altro morso alla fetta.

-Voglio rispondergli prima di andare in redazione,così gli arriverà entro stasera-disse il biondo rileggendo la lettera una seconda volta.

Fu allora che una frase gli saltò agli occhi e lo portò ad alzare lo sguardo sull'uomo seduto accanto a lui.

-Che c'è?-gli domandò Dean,portando la tazza alle labbra.

-C'è scritto "Seamus Finnigan piu' uno"...-gli disse,sperando che l'altro capisse cosa volevano dire le sue parole.

Dean annuì.

-Dovrai chiedere a qualche tua collega di accompagnarti...Magari puoi chiederlo a Liza,si è già finta la tua ragazza,no?-gli disse l'altro alzandosi ed andando a prendere dell'altro tè.

Seamus sbuffò:come al solito aveva voluto evitare la questione.

-Dean...-iniziò,voltandosi a guardarlo.

-No Seas!Sai come la penso su queste cose-gli disse l'altro continuando a dargli le spalle.

Ogni litigio aveva un copione scritto,sempre le stesse battute e le stesse mosse,che portavano inevitabilmente all'ira di Dean e alla rabbia di Seamus verso se stesso per aver iniziato il discorso.

-Allora cosa vorresti fare,continuare così per sempre?-domandò il biondo alzandosi in piedi.

-Che male ci sarebbe?-

Certe volte aveva il desiderio irrefrenabile di strangolarlo.

-Ma ti ascolti quando parli?Vorresti continuare ad atteggiarti a grande dongiovanni che frequenta le piu' famose donne del mondo magico per il resto della tua vita?-gli domandò incalzante.

Dean restò in silenzio,come lui aveva previsto:stava rispettando il loro copione.

-Devono essere veramente decerebrate per non capire che sei attratto dagli uomini...a meno che tu non chiuda la serata andandoci a letto-gli disse facendo un passo verso di lui.

Dean si voltò e lo incenerì con lo sguardo.

-Stai diventando ridicolo-gli disse freddo.

Seamus non potè evitare di sorridere beffardo:erano arrivati alla metà del canovaccio.

-Lo so...Aspettarti tutte le sere senza neanche sapere se verrai,tendere l'orecchio per riconoscere la tua voce in strada...Lo so di essere ridicolo,ma almeno io sono onesto con me stesso!-gli rinfacciò.

-E cosa te ne è venuto dall'essere sincero?Tu non fai parte del mio mondo!

Tu non sai cosa succederebbe se dicessi a tutti che sono gay:i miei compagni mi guarderebbero in modo diverso e non si fiderebbero piu' di me...Sarei additato da tutti come il giocatore gay!-gli disse,dando voce per l'ennesima volta ai suoi timori.

Seamus lo guardò e alzò le spalle.

-E sarebbe così grave?-gli domandò improvvisamente calmo.

Dean chiuse per un'istante gli occhi e sbuffò,stanco di quella conversazione.

-Sai che ti dico?Fa quello che ti pare!

Presentati con un'altro o con due...NON MI INTERESSA!Io non metto a rischio la mia carriera, quello che ho conquistato così difficilmente per te...

Non vali così tanto-gli disse.

Il copione si era svolto come al solito,ma con una grande variazione alla fine.

Seamus restò in silenzio qualche istante a fissare l'uomo di fronte a lui poi annuì.

-Bene,allora quando te ne vai lascia le chiavi sul mobile all'ingresso.

Neanche tu vali tanto-gli disse.

Poi senza aspettare la risposta dell'altro si voltò e salì le scale senza fermarsi fino alla camera da letto.

Questa volta non sarebbe tornato indietro:non sarebbero bastate le sue scuse o i suoi occhi addolorati...non sarebbero bastate neanche le lacrime,come quell'unica volta che lo aveva visto piangere per lui.

Era finita.

 

76 Oakley Street,London

 

La casa era avvolta nelle tenebre,quando il gufo arrivò a destinazione.

C'era solo una piccola luce che illuminava una finestra e l'uccello si diresse verso di essa.

Posò le zampe sul freddo marmo,e battè con il becco sul vetro.

Quasi subito una donna dai lucenti capelli biondi venne ad aprire la finestra.

-E' un gufo-disse rivolta a qualcuno nella stanza.

Vide il messaggio legato alla zampa sinistra e lo slegò con un movimento delicato delle dita.

Poi restò ferma ad osservare il gufo rialzarsi in volo,la mano sulla maniglia,prima di richiudere.

-E' una lettera da Hogwarts-disse rivolta all'uomo che era seduto poco lontano dal camino con un bambino appoggiato alla spalla.

Fred Weasley Jr era un bambino che amava la notte:era capace di passare ore sveglio, nonostante le poche settimane di vita,scrutando il mondo con i suoi occhi grigi.

A fargli compagnia durante le sue notti insonni,c'erano quasi sempre entrambi i genitori:Luna si svegliava per dargli da mangiare,e neanche mezz'ora dopo George arrivava in salotto soltanto per guardarli,e stare con loro.

Poi,quando il piccolo aveva finito di mangiare,si preoccupava di fargli fare il ruttino,appoggiandolo ad una spalla e battendogli dolcemente con una mano sulla schiena.

Anche quella notte era stato così,ed ora era lì in pigiama che la osservava sorpreso.

-Non è un pò presto per l'iscrizione del piccolo Fred?-disse seguendola con lo sguardo mentre Luna si sedeva su una poltrona di fronte a lui.

La donna sorrise e scosse la testa,aprendo la lettera.

Avrebbe riconosciuto ovunque quella calligrafia:era la stessa che le aveva scritto lettere per anni.

-E' di Neville-disse senza alzare lo sguardo sul compagno.

Anche se non aveva gli occhi su di lui,riuscì ad avvertire il cambiamento che era avvenuto nell'uomo:lo sentì muoversi sulla sedia e schiarirsi la voce.

George e Neville non erano mai stati grandi amici,ma avevano avuto un rapporto amichevole che era andato in fumo per via di Luna:Neville,anche se affermava il contrario,non lo aveva mai perdonato di avergli rubato la ragazza praticamente sull'altare,e George dal canto suo,era arrabbiato con Neville per aver chiesto a Luna di sposarlo mentre lei stava con lui.

-Cosa vuole?-le domandò con una voce che gli sembrò normale.

-Ha saputo del bambino e voleva congratularsi...-gli disse andandosi a sedere sul bracciolo della poltrona di George.

Il piccolo Fred s'intromise nella conversazione con un piccolo,ma potente ruttino che portò entrambi a sorridere.

Luna prese il piccolo dalle braccia del padre e gli porse la lettera di Neville;George la lesse velocemente e poi alzò lo sguardo sulla donna.

-Vuoi andarci?-le domandò cauto.

-Solo se vieni con me-gli disse lei,accarezzando la testa rossa del piccolo.

-Devo proprio?-le chiese lui.

Luna sorrise e si chinò per posargli un bacio fra i capelli.

-Certo che devi...Sarebbe strano andarci da sola,specie dopo quello che è successo l'ultima volta che l'ho visto-gli disse.

-E come facciamo con il bambino?-le domandò lui,usando il piccolo Fred come scusa.

Luna sorrise e alzò le spalle.

-Lo portiamo con noi,che problema c'è?Anzi credo che tutti i nostri amici saranno impazienti di conoscerlo-gli disse.

George la guardò per alcuni istanti negli occhi e alla fine sospirò rassegnato.

-Possibile che non riesco a negarti niente?-le disse avvicinando il viso a quello di Luna.

Lei sorrise e ricambiò il piccolo bacio che l'uomo le diede.

Nella stanza tornò il silenzio mentre Luna cullava Fred e George,con la testa appoggiata allo schienale della poltrona e una mano abbandonata pigramente sul ginocchio della donna,ascoltava i gorgoglii del bambino.

-Sempre che sua nonna ci lasci entrare...-disse all'improvviso la donna,dando voce ad al pensiero che le aveva attraversato la mente.

 

45 Birchwood Road,London

Non era la prima volta che resta sveglia fino a quell'ora per studiare i files di un caso difficile.

Con una tazza di caffè enorme e bollente posata accanto,gli occhi che si ostinavano a chiudersi, e i capelli tenuti raccolti grazie ad complicato gioco di equilibri,Hermione fu sorpresa quando sentì i passi pesanti scendere la scala.

Si voltò verso la porta aperta che dava sul corridoio e vide Ron,ancora mezz'addormentato che si fermava alla fine delle scale.

-Che ci fai in piedi a quest'ora?-gli domandò sorpresa.

Ron,ancora con gli occhi chiusi,voltò la testa in direzione della voce.

-Ron,sono le due del mattino come mai sei sveglio?-gli domandò ancora lei.

Ron aprì leggermente gli occhi e,individuata una poltrona libera da fascicoli e da libri,si diresse spedito verso di essa,per poi buttarcisi sopra a peso morto.

-Un dannato gufo è entrato dalla finestra della camera da letto e mi ha svegliato-le disse stropicciandosi gli occhi.

Hermione lo guardò colpita.

-Un gufo?-

Ron annuì,producendosi in un enorme sbadiglio.

-E' arrivata questa-le disse porgendole il rotolo di pergamena.

Hermione la prese e dopo aver sciolto il nodo,si accorse della carta intestata.

-Viene da Hogwarts-disse alzando lo sguardo sul marito.

-Abbiamo dimenticato di fare qualche esame?-domandò lui,alzando due occhi insonnoliti sulla donna.

Hermione,già impegnata nella lettura,scosse la testa e sorrise.

-E' un'invito da parte di Neville-gli disse alzando lo sguardo e porgendogli la lettera.

Ron,leggermente piu' sveglio,prese la lettera e lesse le parole scritte sopra,impiegando piu' tempo del previsto a causa della mancanza di sonno.

-Non poteva mandarla durante il giorno?-domandò alla moglie,lasciando cadere sulle ginocchia la lettera e poggiando la testa sullo schienale.

Hermione sorrise.

-Il gufo è ancora di sopra?-gli domandò pratica.

Come faceva ad essere così efficente e sveglia a quell'ora del mattino?si domandò Ron aprendo a fatica gli occhi e focalizzando la figura della moglie.

-No,se ne è andato appena gli ho tolto la lettera...-

-Vorrà dire che manderemo Leotordo;devo rispondergli per dirgli che ci saremo-disse la donna prendendo un foglio di pergamena e dell'inchiostro.

-Credi che sia una buona idea?Voglio dire...Ci saranno anche mia sorella e quello lì-le disse lui.

Hermione si assicurò che gli occhi di Ron fossero su di lei e che fossero svegli prima di annuire.

-Sì credo sia un'ottima idea...E' ora di mettere da parte il passato-gli disse.

Ron,leggermente piu' sveglio,sospirò.

-Non dico di cancellare tutto quello che è successo,ma di andare avanti...Adesso che Harry sa quello che hai passato durante questi anni,questa potrebbe essere l'occasione giusta per chiarirvi-gli disse procedendo con cautela nel discorso.

-Dovrei ascoltare le sue scuse?-domandò lui ad occhi chiusi.

Per una volta aveva fatto quella domanda senza rabbia o acredine,forse per colpa del sonno.

-Sì,se vuoi far pace con Ginny...-rispose lei quasi imperante.

Ron la guardò alcuni istanti prima di annuire,quasi rassegnato.

-Non sia mai detto che io manchi ad una festa-disse alzando le spalle.

Hermione sorrise e iniziò a scrivere la lettera di risposta per Neville,mentre Ron si riaddormentava sulla poltrona poco distante da lei.

 

4 Privet Drive,London

-E' ARRIVATO UN GUFO!!!-

Le urla allegre di Teddy svegliarono Harry,che cercò di aggrapparsi all'ultimo ricordo di sonno infilando la testa sotto le coperte.

Il bambino saltò sul letto e,pochi istanti dopo,Harry sentì qualcun'altro sedersi poco distante da lui con maggiore delicatezza.

-Teddy,sto ancora dormendo...-disse rivolto al bambino,ancora sotto la montagna di coperte.

-Ma zio è arrivata una lettera...CON UN GUFO!-disse il bambino,ancora piu' eccitato.

Harry,facendo quasi violenza a sè stesso,tirò fuori la testa da sotto le coperte e guardò la figura sfocata del piccolo.

-Ok,sono sveglio.Di chi è la lettera?-disse rassegnato,prendendo gli occhiali da sopra il comodino.

-Viene da Hogwarts-rispose Ginny per il bambino.

Ormai era diventata una piacevole abitudine trovarla accanto quando si svegliava,fare colazione tutti insieme ed prepararsi per andare al lavoro o a scuola.

Harry,a quelle parole si svegliò completamente e guardò la rossa:come avevano fatto a sapere che era lì?Forse la notizia che era "tornato" era arrivata anche lì?

-Che cos'è Hogwerts?-domandò il piccolo curioso.

Ginny sorrise e gli scompigliò i capelli,anche se sapeva che la cosa lo avrebbe fatto arrabbiare.

-Hogwarts è la scuola dove abbiamo studiato io e tuo zio,dove hanno studiato i tuoi genitori e dove un giorno studierai anche tu-gli disse la rossa.

Il viso del bambino si illuminò.

-Veramente?-chiese per conferma.

Ginny si limitò ad annuire,con un piccolo sorriso ad incurvare le labbra.

-L'hai già letta?Che cosa dice?-domandò Harry portando l'attenzione di Ginny di nuovo su di lui.

Lei scosse la testa e senza aggiungere altro,aprì la pergamena e iniziò leggere ad alta voce.

 

"Cari Harry e Ginny,so che questa lettera vi troverà insieme quindi è indirizzata ad entrambi.

Il 12 Febbraio 2007,nella Chiesa dei Maghi riuniti di Diagon Alley,si terrà il mio matrimonio: io ed Hannah ci siamo decisi a fare il grande passo ed io voglio che ci siano tutti i miei amici piu' cari alla cerimonia.

La cerimonia avrà inizio alle 10,00(sposa permettendo...è una gran ritardataria)e subito dopo ci sarà un pranzo.

Spero veramente di ricevere una vostra risposta positiva al piu' presto

Con affetto,

Neville Paciock"

 

Ginny alzò lo sguardo su Harry e sorrise.

-Noi ci andremo,vero?-disse rivolta a Harry.

-Posso venire anche io?-s'intromise Teddy.

-Certo che verrai...Saranno tutti felici di conoscerti-disse la donna voltando la testa verso il bambino e sorridendogli.

-Gin non credi che forse sarebbe meglio....-

-Restare qui e lasciarsi il mondo magico alle spalle?-finì la frase per lui.

Harry la guardò alcuni istanti senza dire nulla,poi lentamente annuì:in fondo era quello che voleva.

Come si era aspettato,Ginny scosse la testa.

-E' venuto il momento di tornare indietro Harry-gli disse semplicemente.

Cosa fare adesso?Poteva dire alla donna di andare al matrimonio da sola o con Teddy e continuare a vivere nel bozzolo che si era creato nel mondo babbano,fingendo che non ne esistesse un'altro.

Oppure poteva affrontare le sue paure e buttarsi.

-E sia-disse guardando la donna.

Ginny sorrise e gli si buttò addosso felice per la sua risposta,seguita da Teddy.

Harry si lasciò stringere le braccia attorno al collo e le diede un bacio sulla fronte,lasciandosi scappare un sorriso.

-Ok,però non soffocatemi adesso!!-disse stretto dai due.

Ginny e Teddy si staccarono e tutti e tre furono presi da un'improvviso attacco di ridarella, completamente inspiegabile,ma che li fece sentire piu' sollevati e felici.

-A proposito,chi è Hannah?-

Salve a tutti!!!

Il mistero delle lettere è stato svelato e ha portato nella fiction altri personaggi che fino a questo momento non si erano mai visti.

So che questo è il capitolo piu' lontano dai libri della Row,specialmente la relazione fra Dean e Seamus,ma prima di scriverlo ho guardato un sito ufficiale della Row x essere sicura ke sui due nn ci fossero notizie sulla vita dopo Hogwarts;so ke molti ribatteranno che Dean è stato con Gin nel 6 libro,ma qst nn impedirebbe una futura relazione omosessuale.

Come vedete la magia sta tornando lentamente nel mondo di Harry,anche se lui è ancora restio a questa...

Ringrazio tutti coloro che leggeranno questo capitolo e quelli che lo recensiranno, inoltre mi scuso x eventuali errori di ortografia o di battitura.

Adesso i ringraziamenti:Sarina87(Già Gin è grande!Xò per quell'episodio in particolare mi sn ispirata ad una situazione che è successa a me in prima persona, forse è x questo ke è venuta cs ben scritta),Germana(Non posso rispondere alla tua domanda,altrimenti ti farei perdere il gusto nel leggere la ff...abbi pazienza e continua a seguire),LIttle Giuly(Tre Urrà x Luna!Per lo scontro Harry vs Ron dovrai aspettare ancora un pò,ma ci sarà un piccolo confronto fra breve),JC(Grazie x i sempre positivi complimenti...che altro dire?),Vale Lovegood(Sì è vero dagli indirizzi era difficili capire x ki fossero le lettere,a parte Malfoy ed Harry...sn stata un pò cattiva),Yuyutiamo(Grazie...X me era giusto ke Harry sapesse tt la verità così da poterla affrontare meglio),Mika16(Forse il mio Harry è stata un pò masochista,ma è sempre meglio sapere tt),Xellor(Spero nn sia deluso dal fatto ke nn ci sia stato lo scontro),Lallina88(Sarah ogni tanto torna,e sto pensando ad un'altro attacco davvero malefico...Nn preoccuparti:gli indirizzi sn presi a caso dalla guida stradale di Londra),Dado(Ci sarà anke la vendetta,nn credere,ma sarà una vendetta strana...),Riddikulus(Grazie x i complimenti,lo so era triste...mi sembrava di essere a Carramba mentre lo scrivevo),Bulmettina(Nn preoccuparti, scrivi quando puoi),Ariel Potter(Sì è venuta parecchio triste x colpa del mio stato d'animo depresso di quei giorni),Lyoko(Grazie davvero!Credo ke riaprire ferite chiuse,specie se chiuse da tanto tempo,sia una pessima idea...porta solo altro dolore),Valentina(Grazie...Sarah sta diventando il personaggio piu' odiato,ancor + di Malfoy),Ninny(Bentornata!Teddy tornerà,specialmente nei prossimi capitoli),and last but not least Potterina88(GRAZIE!!!Mi ha commosso la tua recensione.Per raccontare il pezzo di David mi sn ispirata alle tante volte ke le mie amiche fanno da psicologo x me,o viceversa...E' risultata scontata la storia delle lettere?)

Chiedo UMILMENTE SCUSA se nn ho ringraziato qualcuno SORRY SORRY!!

Le parole della canzone ascoltata da Seamus sono prese da "When the going gets though" dei Boyzone.

Bene,per il momento io vi saluto e vi dò appuntamento al prox capitolo...

"Grandi preparativi"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** Grandi preparativi ***


grandi speraze

 

Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

 

-Non ho alcuna intenzione di vestirmi di verde al mio matrimonio!-sbottò Neville voltandosi verso il suo testimone di nozze,che rideva di gusto alle sue spalle.

Lo aveva provocato di proposito,giusto per vedere la sua reazione e come si era aspettato,l'amico non l'aveva deluso.

Erano nell'appartamento di Neville ad Hogwarts.

Le lezioni erano ricominciate da qualche settimana e la fatidica data del matrimonio si avvicinava sempre piu' velocemente;c'erano tante cose a cui pensare:gli anelli,i voti matrimoniali,gli addobbi per la chiesa e tante altre cose.

Fortunatamente gran parte del lavoro veniva fatto da Hannah e dalla nonna di Neville,ma improvvisamente quello che sembrava un'impegno lontano nel tempo era diventata una certezza.

Draco si alzò dal puff rosso su cui era stato seduto fino a quel momento e raggiunse Neville davanti allo specchio.

-Fa come vuoi,ma io credo che il verde metterebbe in risalto i tuoi lineamenti;pensaci:magari un bel verde smeraldo!-disse incontrando lo sguardo quasi inorridito dell'amico nello specchio.

Neville Paciock non era piu' lo stesso ragazzino imbranato che aveva conosciuto quasi dieci anni prima.

Era cambiato sia fisicamente che psicologicamente:da anni seguiva una dieta ferrea e faceva esercizio quattro giorni la settimana,per mantenere il fisico asciutto;aveva tagliato i capelli castani in una zazzera scompigliata,che governava tutte le mattine con il gel e con la bacchetta e,su consiglio di Draco,aveva iniziato ad usare "Poison Axel",lo stesso dopobarba usato dal biondo.

Da quel momento era diventato uno dei professori con il maggior seguito di ammiratrici nella scuola,arrivando secondo soltanto a Malfoy.

L'amicizia fra i due professori era guardata positivamente anche dagli studenti:vista l'influenza positiva che Neville sembrava avere su Draco,ogni volta che questi avevano qualche rimostranza o avevano bisogno di qualche aiuto si rivolgevano direttamente al professore di Erbologia affinchè intercedesse in loro favore.

Neville si allontanò dallo specchio e gli voltò le spalle.

-Piuttosto preferirei vestirmi con un costume da rospo...-gli disse.

Draco rise ancora piu' forte,arrivando a piegarsi in due a tenersi la pancia con entrambe le mani:l'immagine di Neville vestito da rospo sull'altare accanto ad Hannah,che sicuramente avrebbe indossato un'abito bianco,era troppo spassosa.

Neville si avvicinò alla sua scrivania e vi si appoggiò con entrambe le mani,dando le spalle all'amico,mentre nella stanza scendeva il silenzio.

Draco lo osservò per alcuni istanti,anche lui in silenzio:l'amico si era comportato in modo strano negli ultimi giorni,ma non vi aveva dato tanto peso perchè sapeva,per esperienza personale,che organizzare un matrimonio era stressante.

Fece un passo verso la scrivania e si fermò in mezzo alla stanza,bloccato dalle parole dell'uomo.

-Dray credi che sia la scelta giusta?-gli domandò l'altro continuando a voltargli le spalle.

Aveva creduto di poter mettere a tacere quei dubbi,ma si erano rivelati piu' grandi di lui:gli avevano occupato la mente,arrivando a farlo restare sveglio la notte a osservare il soffitto del letto a baldacchino,cercando una risposta che sapeva non sarebbe arrivata.

Non riusciva piu' a concentrarsi nel suo lavoro,cosa che poteva rivelarsi pericolosa in certe occasioni e alla fine,nonostante si fosse ripromesso di non farlo,aveva deciso di aprirsi con Draco.

Forse lui avrebbe potuto dargli un consiglio sincero.

Draco fissò le spalle leggermente curve di Neville,che si ostinavano a restare voltate e sospirò, sperando che i suoi timori si rivelassero infondati.

Aveva imparato con l'esperienza quando il ciclone si stava per scatenare e sfortunatamente iniziava già a sentire la brezza avvicinarsi.

-No,Neve non credo che presentarti vestito da rospo sia il modo giusto per iniziare la tua vita da sposato-disse cercando di aggirare il discorso.

Finalmente Neville si voltò e lo guardò con un sorriso beffardo sul volto.

-E se non mi presentassi affatto?-domandò.

L'iniziale venticello ora era cresciuto d'intensità,portandosi dietro piccoli oggetti che incontrava sul suo passaggio,ma Draco sapeva che sarebbe peggiorato.

-Non preoccuparti di questo...Sono o no il tuo testimone?

Mi assicurerò che tu sia sull'altare al momento giusto ad aspettare Hannah-rispose il biondo.

Neville sospirò e scosse la testa,e a quel gesto Draco decise di smetterla di girarci intorno e di affrontare la questione di petto.

Era inutile continuare a scappare:ormai il ciclone era praticamente dietro le sue spalle.

-Neve perchè non mi dici quello che stai pensando realmente?-gli disse,con un tono leggermente sgorbutico.

-Non so se voglio sposarmi-gli disse finalmente Neville alzando lo sguardo su di lui.

Draco sostenne lo sguardo dell'amico e lentamente annuì.

-Non vuoi sposarti o non vuoi sposare Hannah?-domandò poi arrivando per gradi al vero problema.

Possibile che dopo anni fossero ancora a quel punto?Non erano bastate le sbronze e i pianti patetici per fargliela dimenticare?

Non era bastata l'umiliazione?

Neville abbassò per alcuni istanti lo sguardo e quando incontrò di nuovo gli occhi d'argento di Draco,l'uomo non ebbe piu' bisogno di una risposta:il ciclone era arrivato e anche questa volta lui aveva avuto la peggio.

-Non posso crederci!-disse il biondo.

-E' piu' forte di me!Pensavo di averla superata e invece quando ho letto la risposta all'invito...-gli rispose Neville,quasi scusandosi.

-L'hai invitata al tuo matrimonio?Ma è possibile che tu sia così masochista?-gli domandò Draco sistemandosi alcune ciocche di capelli ribelli.

-Avrei dovuto invitare tutti tranne lei?E' la cognata di Ron...avrebbe saputo lo stesso del matrimonio-gli fece notare il moro.

-E avrebbe capito perchè non l'avevi invitata...Andiamo Neve,lei ti ha lasciato pochi giorni prima delle nozze per andarsene con quel Weasley e tu ti domandi ancora se fai bene a sposarti?-gli fece notare Draco.

Quando si trattava di quell'argomento,i due amici tornavano ragazzi:due fazioni opposte,due punti di vista diversi e completamente discordi.

Non sarebbero mai riusciti a trovare un'accordo.

-Luna è stata la prima donna che veramente amato,credi che sia facile mettere da parte una storia come la nostra?-gli domandò cercando di fargli capire il suo punto di vista.

-A quanto pare lei c'è riuscita benissimo-fece Draco.

Neville chiuse entrambe le mani a pugno e fu quasi sul punto di colpirlo,ma si trattenne ricordandosi chi aveva di fronte.

-Dray senti...-iniziò.

-No ascolta tu Neve!

Hai passato mesi cercando di dimenticare quella donna,sperando inutilmente che lei tornasse da te,sono andato io a parlarle per convincerla...sei arrivato a piangere per lei-gli disse,con una nota di leggero disgusto sulle ultime parole.

Neville restò in silenzio,lo sguardo fisso sugli occhi dell'amico aspettando che questo continuasse.

-E adesso che hai trovato una donna tanto pazza da accettare di sposarti,che ti ama,che condivide la tua passione per le piante...che piace a tua nonna,cosa non facile...-continuò l'altro.

Neville sorrise per la sua ultima affermazione e annuì:nonostante l'età avanzata,sua nonna era ancora battagliera come un tempo,ma aveva accettato sin da subito Hannah ed era stata felicissima quando aveva saputo del loro matrimonio.

Cosa che non era successa con Luna...

-Ora vorresti metterlo in discussione?-gli domandò con il tono piu' convincente che gli riuscì.

Neville restò in silenzio,anche se sapeva che spettava a lui parlare,lo sguardo fisso nelle argenti iridi dell'amico e alla fine annuì.

-Hai ragione tu...Sarebbe uno sbaglio-disse.

Draco sentì allontanarsi il ciclone:il vento si attenuò fino a cessare del tutto e al suo posto restarono soltanto le devastazioni che si era lasciato alle spalle.

Annuì,leggermente compiaciuto di essere riuscito ancora una volta a evitare il peggio e tornò a passarsi una mano fra i capelli,cercando di calmarsi.

-Adesso sarà meglio che me ne vada prima che tu te ne esca con un'altra idiozia-gli disse avviandosi verso la porta.

Neville annuì e si voltò seguendo l'amico con lo sguardo.

-Ok...Ah dimenticavo:gli altri verranno qui due giorni prima della cerimonia.

Ho organizzato una cena in ricordo dei vecchi tempi-gli disse.

-E dovrei venire anche io?Un'intera serata con un gruppo di Grifondoro?

Andiamo...E' già tanto se riesco a sopportare te!-disse Draco poggiando la mano sulla maniglia.

Neville rise e abbassò la testa per alcuni istanti,prima di tornare a guardare l'amico.

-Verrai?-gli domandò.

-Ci sarà anche lei?-gli domandò improvvisamente serio.

Neville annuì.

Draco sospirò:era in trappola.

-Allora non posso farne a meno.Ci vediamo piu' tardi a cena-disse poi aprendo la porta.

L'istante dopo era sparito.

 

 

Redazione de "La Gazzetta del Profeta"

 

-Devo assolutamente trovare qualcuno con cui andare a quel matrimonio-disse Seamus abbandonandosi contro lo schienale della poltrona girevole.

Da quasi sei mesi aveva ottenuto un'ufficio tutto per sè,con un telefono sia interno che esterno ed un computer su cui scrivere gli articoli.

La cosa che gli piaceva di piu' di quell'ufficio era il silenzio:quando in passato aveva diviso l'ufficio con qualche collega era un miracolo se riusciva a restare in silenzio per un'ora;c'era sempre qualcosa per cui discutere,da analizzare,mentre ora poteva passare giornate intere senza parlare con nessuno.

Bastava chiudere la porta.

Di solito,divideva la pausa pranzo con Liza,una delle colleghe con cui aveva legato di piu' e con cui riusciva ad aprirsi di piu'.

Era stata la prima ad accorgersi della relazione fra lui e Jason e l'unica a consolarlo quando questa era finita:per giorni si era presentato sulla porta di casa sua con una faccia da cane bastonato e il bisogno di una spalla su cui piangere e tutte le volte,Liza lo aveva fatto sfogare cercando poi di tirargli su il morale con un'immancabile vaschetta di gelato Ben & Jerry.

Era anche l'unica che sapeva della sua relazione con Dean ed era stato da lei che Seamus era andato quando,quasi tre settimane prima,aveva rotto con l'uomo.

Le aveva raccontato tutto dello scontro che avevano avuto e,ancora una volta,Liza gli aveva dato il suo appoggio:quella storia non poteva andare avanti a lungo se non ci fossero stati importanti cambiamenti.

"Sei troppo speciale per stare con qualcuno che si vergogna di te..." gli aveva detto.

E questa volta Seamus le aveva dato ascolto.

Anche se Dean aveva provato piu' volte a mettersi in contatto con lui,arrivando a fargli recapitare,sia in redazione che a casa,confezioni dei suoi cioccolatini preferiti accompagnate dai biglietti per la partita dei Puddlemere United,la squadra dove Dean giocava come Cacciatore,Seamus non si era lasciato convincere.

Era deciso a mettere fine a quella storia,a meno che Dean non si decidesse a fare coming out.

Ma anche se la sua decisione era ferma,non poteva evitare di sentire una fitta al cuore ogni volta che tornava a casa e la trovava avvolta nel silenzio.

Le chiavi di Dean erano ancora sul mobile bianco dell'ingresso proprio dove l'uomo le aveva lasciate tre settimane fa;ogni volta che tornava a casa posava lo sguardo su di esse soltanto pochi istanti,come per cercarvi la forza per affrontare un'ennesima serata di solitudine.

La cosa che lo aveva rattristato di piu' era stato spegnere la luce nell'ingresso il primo giorno dopo la rottura.

Quella luce accesa era stata sempre un simbolo per loro:nonostante tutti i problemi e le liti, Seamus lo aspettava,era sempre lì ad accoglierlo...Spegnerla aveva significato mettere la parola fine alla loro storia.

Era stufo di aspettare un cambiamento che non sarebbe mai arrivato.

Lentamente,durante quelle tre settimane,il dolore era andato lentamente diminuendo e ora la cosa che lo preoccupava di piu' era il matrimonio di Neville.

Aveva scritto all'amico assicurandogli della sua presenza sia al matrimonio che alla cena che questo aveva organizzato per il giorno prima:una specie di rimpatriata per il vecchio gruppo d'amici che non si vedevano dalla fine della scuola o della Battaglia.

Il problema piu' pressante adesso era trovare un'accompagnatore soddisfacente per il matrimonio: qualcuno che facesse ingelosire Dean e lo facesse pentire della scelta fatta.

-Vuoi che venga con te?-gli domandò Liza premurosa.

La donna era seduta di fronte a lui,dall'altro lato della scrivania con le gambe allungate sul piano del tavolo e stava finendo di mangiare il suo pranzo.

Seamus scosse la testa.

-Grazie Lì,ma se tu venissi con me farei il suo gioco...

Devo trovare qualcuno talmente bello da farlo ingelosire nello stesso istante in cui metto piede nella stanza-disse l'uomo guardandola.

Liza sorrise e scosse la testa.

-Quando poi lo hai scaricato puoi passarlo a me?-gli disse.

-E che te ne fai?Ci giochi a carte?-la punzecchiò lui con un sorriso divertito.

La donna prese il tovagliolo appallottolato che era sul tavolo e glielo tirò addosso,provocando le risate dell'uomo.

-Non preoccuparti di quello che ci faccio io...

Hai già pensato a qualcuno?-gli domandò poi cambiando discorso.

Seamus scosse la testa.

Restarono in silenzio qualche istante,cercando fra le loro conoscenze qualcuno che fosse adatto alla descrizione che Seamus aveva fatto poco prima.

-Ma i tuoi amici sanno che sei gay?-gli domandò lei all'improvviso.

Seamus la guardò,sorpresa dalla domanda improvvisa della donna.

-Qualcuno sì:ci sono delle mie compagne di scuola che credo lo avessero capito già ai tempi degli studi,però eravamo troppo ben educati per parlarne ad alta voce-disse con voce divertita.

Liza sorrise alle sue parole.

Prima che potessero parlare,qualcuno bussò alla porta e subito dopo entrò un'uomo alto dai capelli biondi tagliati a spazzola.

-Hanno portato questo per te-disse avvicinandosi alla scrivania di Seamus.

I due lo videro posare sul tavolo una scatola di cioccolatini e una busta,poi fece per andarsene, ma Seamus lo bloccò.

-Aspetta un'attimo-gli disse.

L'uomo si fermò a qualche passo dalla scrivania e lo guardò mentre prendeva la busta,l'apriva e ne guardava il contenuto.

Seamus sorrise e scosse la testa prima di alzare di nuovo lo sguardo sull'uomo.

-John tu sei tifoso del Puddlemere United,giusto?-domandò all'uomo.

Quello annuì.

-Questi sono i biglietti per la partita di domani,ti interessano?-gli disse tendendogli la busta bianca.

-E me lo chiedi?Ma sei sicuro che non li vuoi?-gli domandò quello in un'attimo di tentennamento.

Seamus scosse la testa e tese la mano che stringeva la busta verso l'uomo.

-Prendili...A me non servono-gli disse sicuro.

John non si fece pregare ancora e prese la busta dalla mano del biondo ringraziandolo piu' volte.

-Non capisco perchè continua a mandarti biglietti del Puddlemere...Tu non sei neanche un tifoso di quella squadra-disse Liza quando John fu uscito ed ebbe richiuso la porta alle sue spalle.

"Perchè ci siamo incontrati ad una partita" pensò Seamus,poi alzò le spalle indifferente.

-Ascolta Lì sarà meglio che mi rimetta al lavoro se voglio tornare a casa ad un'orario decente-le disse tornando a posare lo sguardo su di lei.

L'amico annuì e prima di andarsene pulì la sua parte di scrivania con un'incantesimo "Gratta e Netta".

-Se hai bisogno di me,sai dove trovarmi!-gli disse prima di uscire dall'ufficio.

Seamus annuì e le rivolse un piccolo sorriso.

Due secondi dopo era solo nella stanza.

 

 

Quando quella sera tornò a casa era distrutto.

Aveva dovuto riscrivere due volte un'articolo per colpa di nuovi aggiornamenti ed era riuscito a finirlo appena in tempo per mandarlo in stampa.

Tutto quello che voleva era fare una doccia calda e spalmarsi sul divano a guardare la televisione.

Voleva svuotare la mente da tutti i pensieri...

Aprì il cancelletto di ferro e attraversò il piccolo giardino fino ai gradini di ceramica rossa,che separavano la porta dalla strada.

Tirò fuori le chiavi di casa dalla tasca destra del cappotto e fece per inserirle nella toppa,quando sentì una voce alle sue spalle.

-Seamus-

Si voltò e gli sembrò di essere caduto vittima di un incantesimo Petrificus:non riusciva piu' a muovere nessun muscolo.

Che ci faceva lì?

Lo sguardo sulla persona davanti a lui,le dita ancora strette attorno alla chiave e il fiato che improvvisamente era diventato corto,cercò di darsi un contegno e si schiarì la voce.

-E tu che accidenti ci fai qui?-gli domandò.

 

 

 

Spogliatoio del Puddlemere United

 

L'allenamento era stato pesante,quasi allo stremo delle forze.

Come al solito quando si avvicinava una partita importante,il mister li metteva sotto piu' del solito convinto che sotto stress avrebbero dato il meglio.

Le altre volte Dean si sarebbe lamentato con gli altri compagni,ma questa volta doveva ringraziare l'allenatore perchè per un paio d'ore era riuscito a scacciare dalla mente il pensiero di Seamus e di quella maledetta litigata.

Perchè questa era diversa dalle altre?

Non erano nuovi alle liti e non era la prima volta che Seas gli chiedeva indietro le chiavi di casa, quindi non si era sorpreso o preoccupato piu' di tanto quando tre settimane fa,dopo l'ennesimo litigio l'uomo gli aveva detto che era finita.

Troppo arrabbiato per cercare di risolvere la situazione,si era vestito e aveva ripreso le sue cose,lasciando le chiavi sul mobile bianco all'ingresso sicuro di riprenderle nel giro di pochi giorni.

Invece aveva dovuto ricredersi.

Quando aveva provato a chiamare Seamus lui si era fatto negare al telefono e non si era fatto trovare neanche quando era passato in redazione per parlargli:lo stava volutamente evitando.

Doveva essere veramente arrabbiato...Ma che diritto aveva di esserlo?

Sapeva fin dall'inizio come stavano le cose e aveva accettato la situazione pur di stare con lui,quindi perchè adesso aveva iniziato ad essere così insofferente?Doveva essere una sua scelta quando e se rivelare ai suoi compagni e alla stampa di essere gay e Seamus non doveva interferire in quella scelta.

Aveva lottato per entrare a far parte della Premium League di Quidditch e sapeva benissimo che tutto poteva essergli portato via in un'attimo,nonostante la stima e l'affetto dei tifosi.

Non poteva permettersi passi falsi.

Però neanche quegli argomenti convincenti erano riusciti a fargli sentire di meno la mancanza dell'uomo.

Una sera si era fermato per ore dall'altra parte della strada,di fronte alla casa di mattoni rossi, guardando le finestre buie,sperando di vederlo per qualche istante attraverso i vetri o di vederlo rientrare a casa nonostante l'ora tarda...

E se fosse successo,lui cosa avrebbe fatto?Gli avrebbe chiesto scusa e gli avrebbe chiesto di riaccendere quella luce nell'ingresso che ora,da giorni,era ostinatamente spenta?

Gli avrebbe chiesto di farlo tornare?

Non aveva mai capito quanto era diventato importante Seas nella sua vita...non fino a quel momento:lo aveva sempre avuto vicino quando aveva avuto bisogno,pronto a dargli un consiglio o a farlo ridere con una battuta idiota...

Ed ora gli mancava.

Aveva cercato in tutti i modi di farsi perdonare:aveva chiamato centinaia di volte un numero che continuava a restare muto,e aveva spedito cioccolatini e biglietti per le partite con la speranza,appena entrato in campo,di alzare lo sguardo e vederlo seduto nelle tribune.

Ma invano...Tutto si era rivelato inutile fino a quel momento.

Inoltre c'era questa questione del matrimonio:doveva presentarsi da solo o con qualcuno? Doveva chiedere a una di quelle modelle che gli giravano attorno se voleva accompagnarlo?Sarebbe stata una buona trovata pubblicitaria e poche se la sarebbero fatta scappare.

Ma così avrebbe peggiorato soltanto la situazione con Seamus...

Se fosse andato da solo sarebbe stato un'incentivo a far pace:magari avrebbe potuto prenderlo da parte e parlargli cercando di farlo ragionare e farlo tornare sui suoi passi.

Oppure gli avrebbe offerto il fianco per l'ennesima umiliazione e l'ennesimo litigio...

Che doveva fare?

 

Senza neanche che se ne accorgesse,le sue gambe lo avevano portato fin lì:ancora una volta era di fronte a quella casa dai mattoni rossi.

La finestra del salotto era accesa,ma le tende erano tirate impedendogli di scorgere cosa stava succedendo all'interno.

Doveva parlargli,dovevano cercare di chiarirsi...

Raccogliendo tutto il coraggio,attraversò la strada ed aprì il cancello di ferro nero,fece i pochi passi che dividevano la strada dalla porta di casa e bussò.

Gli sembrò un'eternità quella che passò prima di sentire dei passi avvicinarsi alla porta,poi questa si aprì illuminando leggermente il buio della notte.

Seamus era davanti a lui:indossava dei vecchi pantaloni blu che usava soltanto in casa,una maglietta rossa a maniche lunghe della Ralph Lauren ed era a piedi scalzi.

Il sorriso che era sul suo volto pochi istanti prima era sparito nell'attimo esatto in cui aveva aperto la porta lasciando il posto ad un'espressione sorpresa.

-Ciao-disse Dean,cercando di rompere il ghiaccio.

Seamus non rispose,ma fece qualche passo verso di lui uscendo in strada,incurante del fatto di essere a piedi nudi,per poi chiudersi la porta alle spalle.

-Ero da queste parti e ho pensato di...-continuò Dean guardandolo.

Non ricordava che gli occhi dell'uomo avessero un potere magnetico così forte.

-Che ci fai qui?-gli domandò Seamus,interrompendo il fiume di parole.

Dean restò alcuni istanti in silenzio,poi alzò lo sguardo fino a incontrare di nuovo gli occhi di Seamus.

-Mi mancavi...avevo bisogno di vederti-gli disse sincero.

L'altro sembrò restare insensibile alle sue parole.

-Ho pensato molto a te in queste ultime settimane e...-gli disse cercando di mettere ordine nella confusione dei suoi pensieri.

-E cosa?Hai deciso di venire con me al matrimonio di Neville?-gli disse l'altro.

Perchè era così rigido,così freddo?Possibile che non provasse piu' niente per lui?

-Sai che non...-iniziò a dire.

-Risparmia il fiato,conosco il resto della storia-lo interruppe Seamus.

-Seas per favore...Mi manchi-gli disse l'altro.

Seamus aprì la bocca per rispondergli a tono,ma fu interrotto da Dean che poggiò le labbra sulle sue intrappolandole in un bacio dolce e lento.

Posò entrambe le mani sul viso di Seamus,continuando a sfiorare le labbra di lui con le sue.

Seamus stava lentamente rispondendo al suo bacio:forse non era tutto perduto,c'era ancora qualche speranza.

Improvvisamente la porta di casa si aprì e la luce all'interno colpì i due uomini.

-Seamus dove...-disse una voce maschile sulla soglia.

Dean si staccò dal biondo e posò lo sguardo sull'uomo che si era bloccato nell'esatto istante in cui li aveva visti abbracciati.

Aveva un'aria vagamente familiare,però non era un vecchio amico o un conoscente:allora perchè quella strana sensazione?

L'uomo aveva dei capelli rossi che avevano iniziato a diradarsi sulle tempie,due occhi neri che sembravano brillare nella notte,una bocca piccola e rossa e un pizzetto rosso che gli copriva tutto il mento.

-Scusate non volevo interrompervi...-disse per cortesia.

Seamus scosse la testa,leccandosi le labbra leggermente gonfie.

-Non preoccuparti Jason.

Torna dentro,arrivo subito-disse all'uomo.

Un fulmine illuminò il cervello di Dean portandogli alla memoria un ricordo:uno dei piu' lontani, dei primi che aveva con Seamus,quando avevano passato in rassegna le loro storie passate.

Jason,il primo grande amore di Seas,l'uomo che l'aveva lasciato per un ragazzo piu' muscoloso e piu' stupido.

Che ci faceva a quell'ora di notte a casa di Seamus,per giunta senza scarpe?

Nel frattempo l'uomo era rientrato in casa e si era richiuso la porta alle spalle.

Dean posò lo sguardo su Seamus e lo fulminò.

-Vedo che non hai perso tempo-gli disse.

Ecco perchè non rispondeva alle sue chiamate e non si faceva trovare in ufficio.

-Anche se non ti devo nessuna spiegazione,sappi che ti stai sbagliando-gli disse l'altro con voce neutrale.

-Perchè è un caso che lui sia qui a quest'ora della notte e che i vostri rapporti siano tornati ad essere così amichevoli,vero?-disse irritato.

-Si è un caso!E'arrivato senza avvisare...Un pò come te!

Comunque non sono io che devo giustificarmi;se non fosse per te staremmo ancora insieme-gli rinfacciò il biondo.

-Non fare la parte della vittima inconsolabile,non ti si addice proprio-gli rinfacciò Dean.

Seamus sbuffò e strinse i pugni,cercando di controllarsi:dov'era finita la bella serata che si era prospettato poche ore prima arrivando a casa?

Guardò l'uomo di fronte a sè e lo sfidò con lo sguardo.

-Che ti aspettavi?Che speravi di ottenere venendo qui stasera?

Credevi che io ti gettassi le braccia al collo,felice del tuo ritorno e ti implorassi di tornare da me?Oppure volevi soltanto un pò di sesso pre-partita?-lo provocò.

Dean gli lanciò un'altra occhiataccia restando in silenzio.

Perchè non si voltava e se ne andava via da lui?Cosa c'era di così potente da tenerlo inchiodato lì davanti a quella porta?

-Ti accompagna lui al matrimonio di Neville?-gli domandò all'improvviso.

Seamus restò colpito da quella domanda,e restò in silenzio alcuni istanti incerto su cosa dire.

-Non mi sembra una domanda difficile-lo incalzò Dean.

-Si,viene con me-mentì alla fine.

Non aveva mai visto tanta rabbia negli occhi dell'uomo e per alcuni istanti ebbe paura che fosse sul punto di colpirlo.

Fortunatamente Dean si voltò e fece quasi di corsa i passi che lo dividevano dal cancello di ferro che si chiuse con violenza alle spalle.

Se credeva di averlo messo con lo spalle al muro si sbagliava di grosso.

Gli avrebbe restituito colpo su colpo...

 

Ministero della Magia

 

-Vuoi calmarti e spiegarmi qual'è il problema?E smettila di mettere in disordine la mia scrivania!-disse Ron per l'ennesima volta.

George si lasciò cadere sulla sedia di fronte alla scrivania e lasciò andare una piccola rana verde di peluche,che aveva preso fra le mani pochi istanti prima.

-Che è successo per farti agitare in questo modo?-domandò ancora una volta Ron,poggiando entrambe le braccia sul piano della scrivania e sporgendosi verso il fratello.

George alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi,restando in silenzio alcuni istanti,come se si vergognasse.

Non aveva detto niente a Luna,perchè sapeva che per lei la cosa non era grave:era un suo problema che ancora non riusciva ad affrontare e che lo aveva spinto ad andare da Ron per chiedere un parere.

Negli ultimi anni,quando aveva avuto bisogno d'aiuto,suo fratello era sempre stato al suo fianco pronto ad aiutarlo in tutti i modi possibili:era convinto di dovergli la vita.

Se non si fosse ostinato a venirlo a recuperare ogni sera in quei pub di infimo ordine, e a cercare di dargli un'aspetto decente per affrontare il giorno dopo,George era sicuro che sarebbe morto.

Erano stati anni difficili subito la morte di Fred,e tutto quello che voleva era semplicemente farsi del male per non essere riuscito a salvare la vita al suo gemello.

Non importava in quale modo,bastava soffrire...

Aveva allontanato tutti con il suo caratteraccio e le sue scenate d'ira,ma Ron non si era spaventato da quelle scene:era rimasto sempre al suo fianco,giorno dopo giorno sopportando i suoi scatti d'ira e riportandolo a spalla a casa tutte le sere.

Era grazie a Ron se aveva messo da parte l'orgoglio ed era andato a prendersi Luna,nonostante lei fosse quasi sull'altare per sposare Neville.

Ed ora era di nuovo lì perchè aveva bisogno di un consiglio sincero:qualcuno che gli dicesse cosa fare.

-Ieri sera ha telefonato Neville-gli disse fissando lo sguardo in quello del fratello.

Gli occhi di Ron si fecero improvvisamente seri e lo vide appoggiarsi allo schienale della poltrona,senza mai staccarli dai suoi.

-Ha parlato con Luna e ci ha invitato ad una specie di cena che ha organizzato la sera prima del matrimonio...Una rimpatriata con i vecchi amici-gli disse.

Ron annuì.

-Si ha chiamato anche noi;Herm era così felice dell'idea che ha accettato senza neanche parlarne prima con me-gli disse con un piccolo sorriso sulle labbra.

George annuì:almeno avrebbe avuto un'alleato a quell'incontro.

-Sei preoccupato per questo?-gli domandò il fratello.

George scosse la testa.

-Sono preoccupato per la reazione di Luna quando si incontreranno.

Non si sono piu' visti dal giorno delle loro nozze...E se lei capisse che ha fatto uno sbaglio?-gli disse dando voce ai suoi timori.

Ron sorrise e scosse la testa.

-E' impossibile-gli disse con voce sicura.

-Come fai a dirlo con tanta sicurezza?-disse l'altro muovendosi a disagio sulla sedia.

-Perchè Luna ti ama e perchè avete un figlio!

Credi che se avesse avuto qualche dubbio sarebbe rimasta tutto questo tempo con te?Inoltre all'epoca è stata solo colpa tua se lei è tornata da Neville-gli ricordò Ron.

George annuì piu' volte,come faceva sempre quando gli riportavano alla mente quel periodo.

-Ok allora è stata colpa mia,però adesso non vorrei che...-disse lasciando morire il discorso.

Ron lo guardò in attesa.

-Cosa?-domandò quando vide che il fratello non aveva intenzione di continuare.

George incontrò di nuovo i suoi occhi e sospirò.

-Non vorrei che tutto quello che abbiamo costruito svanisca...Non posso perdere lei e il piccolo Fred-gli disse improvvisamente sincero.

Ron sorrise e scosse la testa.

-Sta tranquillo,non succederà:Luna ti ama troppo...

Sei costretto a stare con lei e i suoi Nargilli per il resto della vita-gli disse buttandola sullo scherzo.

George rise leggermente e annuì.

-E' quello che spero-gli confidò.

Nella stanza scese il silenzio per alcuni istanti mentre i due fratelli si guardavano,cercando il coraggio di affrontare il discorso che inevitabile stava per arrivare.

-E tu sei pronto?-domandò George a Ron.

Guardò suo fratello,indeciso su cosa rispondere,poi alla fine scosse la testa.

-Per niente...Hermione dice che è ora di mettere il passato da parte e di ascoltare le sue ragioni, ma è piu' forte di me:ogni volta che lo vedo la rabbia inizia a salire-disse sincero.

-Non serve a niente portare rancore,Ron.

Quello che è successo non è colpa nostra come non è colpa di Harry,è semplicemente successo-gli disse George,improvvisamente saggio.

-Io non sono arrabbiato con Harry per quello che è successo,ma perchè non era con me quando avevo bisogno di lui durante questi tre anni-gli disse Ron muovendosi sulla sedia girevole.

-E tu?-gli fece notare il fratello.

Ron si bloccò,gli occhi in quelli di George.

-Che vuoi dire?-domandò.

-Tu c'eri quando lui aveva bisogno di te in questi tre anni?Sai cosa gli è successo in questi tre anni?

Lui ha rinunciato a tutto quello che piu' aveva di piu' caro,isolandosi dal mondo magico e da noi che siamo sempre stati la sua famiglia pensando di fare la cosa giusta...

Potrebbe essere arrabbiato quanto te e invece resta zitto e si lascia prendere a pugni e ricoprire di insulti-gli disse George serio.

Ron bevve le parole del fratello come se fossero acqua in un deserto:perchè lo colpivano così tanto?In fondo era lo stesso discorso che Hermione cercava di fargli da mesi,anni e che lui aveva sempre evitato.

Perchè ora era così semplice?

-Tu hai parlato con lui?Voglio dire Harry ti ha spiegato perchè...-disse Ron sentendosi improvvisamente impacciato.

George annuì.

-Sì lo ha fatto,ma non sarò io a dirtele.

Devi parlare con lui e mettere fine a questa stupida guerra fra te e Ginny-disse suo fratello serio.

-E' lei che non vuole vedermi-cercò di giustificarsi Ron.

-E la biasimi?Dopo tutto quello che le hai detto in ospedale è già un miracolo che tu sia qui ancora tutto intero-disse George con un leggero sorriso sulle labbra.

Ron sentì le orecchie andare a fuoco:suo fratello,ancora una volta,aveva ragione.

-Credi che mi ascolterebbe?-gli domandò.

George annuì.

-Se le chiedessi scusa,credo che lo farebbe...-confermò.

Ron annuì,mettendo ordine fra i suoi pensieri,poi alzò leggermente la testa vedendo suo fratello alzarsi.

-E adesso me ne torno a casa:ho bisogno di rivedere il mio bambino e il bel viso di Luna dopo tutto questo tempo passato in tua compagnia-gli disse prendendolo in giro.

Ron sorrise e lo salutò con una salda stretta di mano.

George era già davanti la porta dell'ufficio quando si sentì richiamare.

-Grazie-gli disse Ron serio.

George alzò le spalle e sorrise.

-Nessun problema,però la prossima volta dovrai sborsare un sacco di galeoni se vuoi che passi il mio tempo ad esaminare quella testa vuota che ti ritrovi-gli disse.

Ron sorrise e lo salutò un'ultima volta prima che questo uscisse nel corridoio,lasciandolo solo con i suoi dubbi e i suoi pensieri.

 

 

4 Privet Drive

 

Era quasi un'anno che non saliva in quella soffitta:dal Natale scorso,quando aveva preso il vecchio abete finto e gli scatoloni pieni di decorazioni.

Ma neanche allora si era soffermato piu' di tanto con lo sguardo su quei quattro scatoloni chiusi e ricoperti di polvere.

Quei quattro scatoloni che racchiudevano una parte della sua vita...

La piccola lampadina che pendeva dal soffitto in qualche modo riusciva a far luce su tutta la soffitta.

-Non credevo avessi tutta questa roba qui sopra-gli disse Ginny,un piede ancora sulla scala.

C'erano vecchi giocattoli di Teddy che non si decideva mai a buttare,vecchi vestiti,la sua culla ed il seggiolone,c'era il box con un enorme buco al centro che lo rendeva praticamente inutilizzabile;c'erano almeno altri sei scatoloni sigillati oltre ai quattro di Hogwarts e alcuni libri che aveva portato in soffitta per salvarli da un principio di allagamento e che poi aveva dimenticato di riportare in salotto.

-Non lo ricordavo neanche io...-disse Harry.

-Wow!Questi sono tutti miei giocattoli?-domandò Teddy correndo verso gli scatoloni.

-Si,ma sta attento che sono pieni di polvere-gli disse l'uomo.

Teddy si mise in ginocchio accanto alle scatole e iniziò a tirare fuori alcuni giochi,accompagnando ogniuno con un'esclamazione di stupore e di gioia.

-Dove sono?-gli domandò Ginny.

Harry la guardò qualche istante e poi le indicò un angolo della soffitta.

La rossa gli sorrise e si avviò verso i quattro scatoloni.

-Tu sei proprio sicura di volerli aprire?-le domandò lui seguendola.

-Sai,non mi ricordavo che fossi così timoroso-gli fece notare lei sedendosi davanti alla prima scatola di cartone.

-Non sono timoroso...E' che quest'idea di affrontare il passato non mi piace per niente-le rispose lui.

Ginny lo guardò divertita:si divertiva troppo a metterlo in difficoltà.

-Ma non dicevi che affrontare il passato è un modo per vivere piu' tranquillamente il presente?-gli ricordò iniziando ad aprire la prima scatola.

-Non l'ho mai detto!-replicò Harry sapendo benissimo di mentire.

Ginny scoppiò in una risata cristallina e finì di aprire la scatola:libri.

Libri del sesto anno di Hogwarts,l'ultimo anno frequentato da Harry.

Li tirò fuori uno a uno dalla scatola e quando arrivò alla fine si accorse che ne mancava uno.

-Dov'è il libro di Pozioni?-gli domandò voltandosi a guardarlo.

Harry si passò una mano fra i capelli e restò alcuni istanti in silenzio prima di risponderle.

-L'ho bruciato...La notte che è morto Silente e dopo aver scoperto chi fosse il Principe Mezzosangue-le disse.

Ginny allungò la mano e strinse quella di lui.

-Dopo aver saputo come sono andate realmente le cose,mi sono un pò pentito però in quel momento ero furioso con Piton e con me stesso...-le disse.

-Non avresti dovuto,sai che non era colpa tua-gli ricordò lei.

Harry annuì.

-Ma all'epoca ero convinto di essere in parte responsabile della morte di Silente...-le disse.

Ginny gli sorrise dolcemente e gli posò un bacio sul dorso della mano stretta nella sua.

Restarono alcuni istanti in silenzio finchè non vennero interrotti dall'arrivo di Teddy.

-Cosa sono questi?-domandò.

Harry sorrise.

-I miei libri di scuola-gli disse.

Il bambino annuì.

-E nelle altre scatole cosa c'è?-domandò a entrambi.

Ginny sorrise:aveva trovato un'alleato.

Prese la scatola piu' vicina,e iniziò ad aprirla,sorprendendosi di trovarla così leggera.

Quando fu aperta,Ginny vide soltanto un mantello:era di una stoffa quasi impalpabile,marrone ed argento.

Lo tirò fuori dalla scatola e guardò Harry cercando con lo sguardo una certezza al suo sospetto.

-E' il mantello di mio padre-le disse lui,sorridendo leggermente.

Il Mantello dell'Invisibilità!

Hermione gliene aveva parlato soltanto una volta e da allora era sempre stata curiosa di vedere come fosse fatto.

-Incredibile!Sembra fatto di niente...-disse passando una mano sulla stoffa.

-Posso provarlo?-domandò Teddy.

-Alzati-disse Harry sorridendo.

Non vedeva l'ora di vedere la reazione del bambino.

Teddy obbedì e si fermò in piedi davanti allo zio,che prese il mantello dalle gambe di Ginny e lo mise al collo del bambino.

Subito il resto del corpo,dal collo in giu',scomparve.

-Cavolo!!!E' troppo forte!Posso averne uno anche io?-domandò il piccolo incapace di staccare gli occhi dal corpo scomparso.

Ginny e Harry risero,specialmente quando il piccolo iniziò a tirar fuori una mano da sotto il mantello per poi farla sparire di nuovo fra le pieghe del tessuto.

-Ti prego zio posso tenerlo?-domandò Teddy posando lo sguardo supplicante sull'uomo.

Harry scosse la testa e tolse il mantello al piccolo.

-Un giorno forse...-disse.

Teddy sorrise,galvanizzato da quella promessa.

-Cosa dobbiamo aspettarci dalle altre due scatole?-domandò Ginny sorridendo.

Harry alzò le spalle.

-Soltanto foto-

Ginny prese un'altra scatola e l'aprì.

La prima foto della pila era del Trio:erano alla Tana e dovevano avere quindici anni.

Capì che era estate dai vestiti:tutti e tre indossavano t-shirt a maniche corte,pantaloni ed Herm indossava una gonna bianca.

Ron ed Harry erano inginocchiati ai piedi del muro che circonda la proprietà ed Hermione vi era seduta sopra,con una mano a reggere un capello di paglia.

L'altra mano era posata sulla spalla destra di Ron,come per cercare un'appiglio,e sul volto del ragazzo era ben visibile l'imbarazzo per quel semplice tocco.

Ginny posò sul pavimento la foto e continuò a guardare le altre,finchè non arrivò ad una che le fece mozzare il fiato.

Era una foto di lei ed Harry insieme:il ragazzo era poggiato con le spalle ad un tronco d'albero e lei aveva la schiena contro il suo torace.

Entrambi avevano le divise di Hogwarts,e si intravedevano le camice bianche leggermente sbottonate e le cravatte allentate.

Harry aveva il volto voltato verso di lei e inizialmente le sorrideva,per poi abbassare la testa fino a posare un bacio nell'incavo fra la spalla e il collo.

Ginny sorrise vedendo la reazione della ragazza nella foto:era arrossita leggermente,abbassando lo sguardo sul libro che aveva posato sulle ginocchia per poi chiudere gli occhi,lasciandosi trasportare dalle sensazioni che quel bacio lieve le aveva procurato.

Alzò lo sguardo su Harry e vide che era leggermente imbarazzato,quasi quanto lei.

-Mi ricordo di quel pomeriggio...-gli disse.

Harry annuì.

-Anche io:è stato uno degli ultimi pomeriggi felici prima che si scatenasse il putiferio-le disse.

Ginny abbassò ancora una volta lo sguardo sulla foto,dove i loro doppi continuavano a baciarsi,per poi rialzare gli occhi su Harry.

-Perchè è chiusa in una scatola?-gli chiese.

Harry sorrise:si era aspettato quella domanda.

-Altrimenti non sarei mai riuscito a resistere un giorno senza di te...-gli disse sincero.

Ginny sorrise,leggermente commossa dalle sue parole e si avvicinò al volto dell'uomo per dargli un bacio leggero.

-Puah!-s'intromise ancora una volta Teddy.

I due adulti sorrisero e guardarono il bambino che aveva lo sguardo sulle foto.

-Questo è il signore che ti ha picchiato,vero?-domandò ad un certo punto il bambino tendendogli una foto.

Harry posò lo sguardo su questa e vide che era una foto di lui e Ron che facevano boccacce all'obbiettivo.

-Si è lui-confermò.

-Lo conoscevi fin da bambino?-gli domandò Teddy.

-Era il mio migliore amico...come tu e Bobby-disse per fargli capire meglio.

-Allora dovevate essere tanto amici...

Ma allora perchè ogni volta che ti vede ti picchia?-domandò confuso.

Ginny sorrise.

-Perchè è arrabbiato con me-gli disse Harry.

Teddy annuì.

-E non puoi chiedergli scusa?-domandò con semplicità.

Harry sorrise:Teddy faceva sembrare tutto così semplice.

-E' quello che ho intenzione di fare-

Teddy lo fissò per alcuni istanti,come per essere sicuro che gli stesse dicendo la verità,poi annuì.

-Va bene,mi fido-disse.

Entrambi gli adulti sorrisero.

-Che ne dite di scendere di sotto?E' quasi ora di cena-disse Harry alzandosi.

Si avviò verso la scala che portava al piano di sotto e sentì i passi degli altri due dietro di sè.

Alzò lo sguardo e vide che Ginny teneva stretta nella mano la foto di poco prima.

La rossa si accorse del suo sguardo e gli sorrise.

-E' ora di trovarle un posto giu' di sotto-gli disse.

 

 

"I try to go I like I never know you,

I'm awake,but my world is self asleep

I pray for this heart to be unbroken,

but without all I'm going to be is incomplete"

 

Ancora una volta quel ritornello,ancora una volta la loro foto insieme.

Sempre quella domanda che non lo faceva dormire e che non lo lasciava neanche un'attimo: stava facendo la scelta giusta?

 

Salve a tutti!!!!

Come avete visto il matrimonio di Neville ha portato un pò di scompiglio nella vita dei nostri personaggi e ancora non è finita qui...

Voglio rassicurare tutti quelli che aspettano lo scontro fra Harry e Ron:vi GIURO che ci sarà,ma bisognerà aspettare un'altro pò!Il gelo fra i due si sta sciogliendo e ancora qualcosa succederà che migliorerà le cose fra i due nei prossimi due capitoli,ma ci vuole un pò di pazienza prima del chiarimento fra i due...Siete sicuri di poter aspettare?

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso per eventuali errori di battitura o di ortografia.

Le parole della canzone alla fine del capitolo sono prese da "Incomplete" dei Backstreet Boys.

Ed ora i ringraziamenti:Sarina87(Già,Dean e Seamus:era ora di dare spazio anche a loro!La Row li ha praticamente persi nel dimenticatoio!),Ninny(Come ho già detto porta pazienza...nn posso rivelarti niente altrimenti ti rovino la sorpresa), Tappetta(Bentornata!Diciamo che il matrimonio li riavvicinerà,ma nn del tutto), ValeLovegood(Come hai visto anke in qst capitolo Harry s riavvicina alla magia, tirato dentro quasi a forza da Teddy e Ginny!),JC(Si Hannah è la Abbott;Grazie ancora x i complimenti x Dean e Seamus),FairyDreams(Draco aveva bisogno di una donna di buona famiglia,Astoria era perfetta...è stata una sfida cn se stesso),Riddikulus(Draco ha fatto molti cambiamenti nel corso dei 7 libri,ma farlo diventare una mammoletta innamorata sarebbe stato snaturarlo dal suo personaggio:è pur sempre un Malfoy),Yuyutiamo(No,nn sei pazza..forse sn io ke ho esagerato cn lo zucchero!),Dado(Grazie!Anche vedere le reazioni degli altri all'incontro cn Harry e ai cambiamenti ke c sono stati),Lyoko(Spero di averti beccato prima della tua partenza x Praga...ho postato prima proprio x nn farti perdere il nuovo capitolo!),Valentina(Io credo ke Malfoy sia perfetto cm successore di Piton,in fondo era il migliore nella materia.Anke a me piacciono molto Luna e George,prima o poi finirò per raccontare anke la loro storia...), Mika16(Già Dean e Seamus nn hanno un bel periodo,e la situazione sembra peggiorare...incrociamo le dita!),Xellor(Spero ke la canzone t sia stata utile!Posso dirti già da ora che il matrimonio sarà veramente movimentato...),AleMalfoy(La loro amicizia è un esempio x tutti,quindi nn disperare e nn piangere!),Bulmettina( GRazie x i complimenti...Fortunatamente la coppia Dean/Seamus è piaciuta a tt:avevo una paura matta!),Ariel Potter(Grazie x i complimenti...E' colpa della GreenGrass nn mi piace come personaggio...),Lallina88(Si è vero,sn stata un pò cattiva cn Dean e Seamus e qst capitolo ne è la conferma,ma fidati di me...),and last but not least Potterina88(AUGURI!!!!E naturalmente grazie x i tuoi fantastici complimenti.Neville,come tt gli altri sapeva che i due erano destinati a stare insieme,ecco xke la lettera era indirizzata a tt e due...Era qualcosa di già scritto nel destino)

Chiedo UMILMENTE SCUSA se ho dimenticato di ringraziare qualcuno SORRY SORRY!!

Bene per il momento è tutto,io vi auguro Buona Pasqua e vi do appuntamento al prox capitolo...

"One night only"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** One night only-1 parte ***


one night only

 

 

11 Febbraio 2007

"If you're not the one,then why does my soul feel glad today?

If you're not the one,then why my hand fit your this way?

If you're not mine where I have the streight to stand at all?"

 

Quella canzone accompagnava Neville da settimane,da quando aveva fatto quella telefonata e aveva sentito la sua voce.

Il tempo era volato in un lampo,portandolo a meno di ventiquattro ore dal suo matrimonio:tutto era pronto,tutto era già scritto e fra poco sarebbero arrivati anche gli ultimi invitati...

Allora perchè le sue certezze stavano vacillando in quel modo?

Forse perchè non vedeva Hannah da due giorni per rispettare una strana tradizione babbana?Averla vicino avrebbe cambiato le cose?

Era sicuro di fare la scelta giusta quando aveva chiesto ad Hannah di sposarlo,perchè adesso non aveva altro volto nella mente se non quello di Luna?

Era stato il suono della sua voce a fargliela tornare prepotentemente alla memoria?

L'idea che fra poco meno di due ore l'avrebbe incontrata di nuovo gli metteva adosso un'adrenalina incredibile:si sentiva pronto per una maratona,per scalare una montagna a mani nude...soltanto al pensiero che presto l'avrebbe rivista.

Cosa le avrebbe detto?

Che era felice per la nascita del suo bambino?

Non era sicuro di saper mentire fino a quel punto...

Era riuscito a liberarsi di Draco dicendogli che aveva bisogno di farsi una doccia e di prepararsi prima che arrivassero gli altri,mentre in realtà aveva paura che l'amico riuscisse a capire cosa gli passava per la testa soltanto guardandolo negli occhi.

Draco non sapeva cosa si prova quando perdi la persona che per te ha rappresentato il mondo...lui non ha mai amato nessuno in quel modo.

Aveva passato gli ultimi giorni a guardare le foto di Luna,di loro due insieme,per la prima volta da quando era finita,cercando di capire cosa fare,ma invano.

Non aveva piu' pensato a lei da quando se ne era andata con George Weasley poco prima delle nozze...era troppo doloroso.

Per giorni,Luna aveva provato a mettersi in contatto con lui per cercare di spiegargli,per chiedergli scusa,ma Neville si era rifiutato di parlarle:se non lo voleva,allora doveva uscire definitivamente dalla sua vita.

Erano stati mesi difficili,senza sole,illuminati all'improvviso dall'arrivo di Hannah.

Lei era completamente diversa da Luna...Forse era per questo che era stato così facile innamorarsi di lei.

Fin dalla prima sera che l'aveva conosciuta,aveva dimostrato di trovarlo interessante,perfino attraente,e man mano che si frequentavano avevano scoperto di avere molte cose in comune: anche lei non aveva mai conosciuto i suoi genitori ed era stata cresciuta dai suoi zii,era amante delle piante arrivando ad avere una conoscenza pari alla sua ed aveva paura del buio,a tal punto che ancora adesso dormiva con una piccola luce accesa sul comodino.

Si era innamorato di lei un pò alla volta,arrivando a sentire terribilmente la sua mancanza durante il periodo delle vacanze quando lei tornava a casa e lui andava a trovare sua nonna.

Per questo le aveva chiesto di sposarla:perchè era certo del suo amore per lei.

Come mai adesso non riusciva a ricordarsi neanche il suo volto?

Un colpo secco sulla porta lo allontanò dai suoi pensieri.

-Avanti-disse voltandosi verso l'entrata.

La porta si aprì e Draco,elegante con una camicia bianca ed un paio di pantaloni neri eleganti,si affacciò sulla soglia.

-Sei pronto?E' ora di andare-gli disse restando sulla porta.

Neville si guardò per un'ultima volta allo specchio e fissò per alcuni istanti i suoi occhi.

Era pronto?

Fece un respiro profondo,poi si voltò verso l'amico e annuì.

 

 

I primi ad arrivare a "I Tre Manici Di Scopa" furono Hermione e Ron.

Hermione aveva insistito talmente tanto con il rosso affinchè non arrivassero in ritardo,che questo aveva iniziato a prepararsi con due ore di anticipo soltanto per farla contenta.

Alle cose da mettere in valigia per quei due giorni ci aveva pensato Hermione:lei sceglieva sempre le cose piu' indicate per farli apparire al massimo dell'eleganza.

Aveva passato in rassegna personalmente tutto il guardaroba di Ron,commentando ogni singolo capo e scuotendo il capo ogni volta che una camicia o un paio di pantaloni non incontravano la sua approvazione e scegliendo quello che secondo lei era piu' giusto per quei due giorni.

Prima di andare al pub di Madama Rosmerta erano passati a posare le valigie al "The Other World" un hotel poco distante dal pub,che aveva indicato loro Neville e dove avrebbero alloggiato anche gli altri invitati al matrimonio.

Quando arrivarono di fronte al pub,a Ron scappò un sorriso divertito che non sfuggì alla moglie.

-Cosa?-gli domandò curiosa.

-Ti ricordi quando non ci fecero entrare perchè eravamo minorenni?-le disse sorridendo ancora al ricordo.

Hermione ricordò quando al terzo anno avevano provato ad entrare per seguire la McGranitt ed Caramell,ma erano stati bloccati per la loro minore età,e rise con suo marito.

-Sei bellissima stasera,lo sai?-le disse Ron sorridendole.

Hermione sorrise e si sporse verso di lui per dagli un bacio leggero.

Aveva scelto un vestito blu notte che le arrivava alle ginocchia,con le maniche lunghe per coprirsi dal freddo che ancora imperversava su Londra,e aveva deciso di lasciare i capelli sciolti sulle spalle in una morbida cascata di boccoli nocciola.

-Anche tu-gli disse ricambiando il complimento.

Ron invece,aveva scelto un paio di pantaloni scuri tenuti in vita da una cintura nera,una camicia viola,scelta personalmente da Hermione per la serata,ed una cravatta dello stesso colore.

Inoltre aveva tirato indietro i capelli lasciando soltanto alcune ciocche a ricadergli sulla fronte.

-Questo è un complimento di parte...mi hai vestito da capo a piedi!-le disse scherzando.

Hermione rise e gli diede un'altro bacio poi fece per portare la mano alla maniglia della porta,ma Ron la tirò indietro un'altra volta.

-Che c'è?-gli domandò la donna guardandolo.

Ron restò alcuni istanti in silenzio,gli occhi in quelli della moglie,poi le sorrise timidamente.

-Grazie...E' solo per te se siamo qui stasera e ti prometto che farò del mio meglio per comportarmi bene-le disse serio.

Hermione sorrise,colpita dalle parole dell'uomo,poi gli si avvicinò e lo baciò un'altra volta,poi dolcemente e lentamente incurante dei possibili sguardi della gente in strada.

-Andrà tutto bene-gli rassicurò.

L'uomo la guardò negli occhi un'ultima volta,poi la prese per mano e portò lo sguardo sulla porta d'ingresso su cui era appeso un cartello: "Chiuso per festa privata".

-Sei sicura che sia qui?-le domandò voltandosi verso di lei.

Hermione annuì e lo esortò ad entrare.

Ron aprì la porta e vide il pub deserto:possibile che Neville fosse diventato così importante da poter riservare l'intero pub?

Moglie e marito entrarono nel locale e si fermarono nella sala vuota,come in attesa di qualcuno.

Il locale era cambiato negli anni,o forse solo per quell'occasione:c''era un'unico lungo tavolo apparecchiato pronto per la cena,la sala sgombra dagli altri tavoli era diventata una pista da ballo e in un'angolo c'era una consolle per dj completa di dischi e cuffie e mixer.

-Si prospetta una serata niente male...Sei pronto per ballare?-domandò Hermione all'uomo.

-Non provarci neanche!-disse Ron,terrorizzato alla sola idea.

Hermione scoppiò a ridere e si avvicinò all'uomo,mettendogli un braccio attorno alla vita.

In quel momento,come avvertito dalla risata della donna,un'uomo alto e con i capelli castani apparve da una porta quasi nascosta.

-Hermione!Ron!-disse venendo verso di loro sorridente.

I due guardarono l'uomo avvicinarsi e solo quando fu a pochi passi da loro lo riconobbero.

-Neville!-disse Hermione ricambiando il sorriso.

-Accidenti amico,a momenti non ti riconoscevo-gli disse Ron salutandolo.

Neville sorrise e posò un bacio su entrambe le guance di Hermione.

-Stai benissimo-disse la donna.

Neville sorrise,leggermente imbarazzato dai complimenti della donna e fece per parlare ma fu interrotto.

Sia Ron che Hermione alzarono lo sguardo nella direzione in cui era arrivato poco prima Neville e riconobbero subito l'uomo che era entrato nella stanza.

Era identico a quattro anni prima.

-Ciao Malfoy-disse Hermione,con voce calma.

Aveva smesso di avere paura di lui anni prima,quando lui aveva deciso di aiutarli a vincere la Battaglia contro Voldemort e ora l'unica cosa che provava verso di lui era una leggera punta di rimorso.

Sapeva che c'era molto altro dietro quell'uomo oltre alla maschera che aveva sempre portato e che aveva pregiudicato i loro rapporti.

E sapeva anche che non l'avrebbe mai conosciuto...

-Ciao Granger...Weasley-disse salutando entrambi con un cenno del capo.

Ron gli restituì il cenno,leggermente curioso di sapere cosa ci facesse a quella festa.

-Volete qualcosa da bere?-domandò loro Neville.

-Io berrei volentieri una Burrobirra...Tu Herm?-domandò Ron voltandosi verso la moglie.

Lei scosse la testa.

Neville si avvicinò al bancone dei liquori,seguito dai due amici e iniziò a preparare la Burrobirra per sè e per Ron.

-Dray tu vuoi qualcosa?-domandò Neville voltandosi verso il biondo.

-Preparato da te?Vuoi uccidermi per caso?-domandò l'altro in tono ironico.

Ron lanciò uno sguardo alla moglie e vi scorse lo stesso stupore che doveva esservi sul suo viso.

-Invece ti sbagli...Hannah mi sta insegnando e sono molto migliorato nei cocktail-gli rispose Neville.

-Ci sarà anche Hannah a questa cena?-s'intromise Hermione,cercando di riportare le cose ad una parvenza di normalità.

Neville porse la Burrobirra a Ron e scosse la testa.

-Ha organizzato una festa con le sue amiche e sta festeggiando con loro;ha deciso che questi due giorni non dovevamo vederci:ha detto che è una usanza babbana...-le disse sorridendo.

Hermione sorrise a sua volta.

-Salve a tutti!-una voce estranea s'intromise nel discorso.

Tutti i presenti si voltarono verso la porta e riconobbero subito i nuovi arrivati:erano famosi in tutto il mondo magico.

Dean Thomas,Cacciatore per il Puddlemere United,era sulla soglia accompagnato da Judith Rose, una delle modelle piu' famose e pagate del momento.

Neville,Ron e Hermione si alzarono e andarono verso l'amico che fece un passo verso di loro sorridendo.

-Ecco il campione!!!-disse Ron raggiungendo Dean per primo.

Dean gli sorrise divertito e ricambiò l'abbraccio dell'uomo.

-Non sapevo fossi un tifoso dei Puddlemere-disse Dean,ricordando la passione smodata di Ron per i Cannoni di Chudley.

-Assolutamente!Forza Cannoni fino alla morte...-ribattè Ron.

-Vuoi toglierti di mezzo?-s'intromise Hermione.

Superò il marito e andò a salutare Dean abbracciandolo e dandogli un bacio su entrambe le guance.

-Wow Herm sei uno schianto!Cosa ti ha fatto diventare così bella?-le domandò Dean.

Hermione rise,leggermente imbarazzata e fece per rispondere,ma fu preceduta da Ron.

-Forse il matrimonio...-accennò il rosso.

Dean guardò i due amici e poi si battè una mano sulla fronte.

-Sono un'idiota!E sono anche venuto al vostro matrimonio,come ho fatto a dimenticarlo?-disse Dean.

-Ehi campione!-disse Neville andando ad abbracciarlo.

-Ecco il nostro uomo!!!Come stai?Pronto per il grande passo?-gli domandò l'altro.

Neville alzò le spalle e sorrise.

-Un pò nervoso,ma credo sia normale...Piacere,sono Neville Paciock-disse voltandosi verso la donna che fino a quel momento era rimasta in silenzio accanto a Dean.

Come se si ricordasse solo in quel momento della sua accompagnatrice,Dean si voltò verso di lei e il suo volto si atteggiò in una strana espressione:come se avesse difficoltà anche a ricordarne il nome.

-Scusate sono un cafone...Neville,Ron,Hermione lei è Judith Rose-disse ai suoi amici.

A turno tutti strinsero la mano alla donna e si presentarono,poi tornando a guardare nella sala Dean si accorse della persona che fino a quel momento era rimasta in disparte.

-Salve Malfoy-lo salutò.

Il biondo restò nel suo angolo,ma guardò l'uomo e gli fece un cenno con il capo in segno di risposta.

-Vuoi bere qualcosa Dean?-disse Neville avviandosi verso il bancone.

-Mi andrebbe un FireWhisky-gli disse Dean seguendolo.

Mentre seguivano Neville nel locale,Dean prese Hermione sottobraccio e rimase indietro rispetto agli altri due.

-Che ci fa Malfoy qui?-le domandò a bassa voce.

-Non ne ho la piu' pallida idea...E dovresti vedere come sono in buoni rapporti-gli disse lei.

Dean strabuzzò gli occhi in maniera talmente comica da farla ridere.

-Dray credo che questa volta tocchi a te prepararlo,non sono tanto esperto-disse Neville voltandosi verso il biondo.

Malfoy lo guardò e si produsse in uno dei suoi ghigni tipici prima di avvicinarsi all'uomo.

-Non te lo ha insegnato Hannah?-gli domandò prendendolo in giro.

-Mi ha insegnato molte cose,ma non a preparare un FireWhisky...-disse l'altro con un tono carico di sottintesi.

E per l'incredulità degli altri presenti nel locale,Draco Malfoy scoppiò a ridere:la prima vera risata da quando lo conoscevano.

Neville lo seguì a ruota ridendo con lui,ma la risata gli morì in gola quando la porta del locale si aprì di nuovo e sentì quella voce.

-Ciao a tutti!-

Eccola là,bella come sempre.

Era vestita in modo semplice:un vestito che le arrivava a metà gamba,verde smeraldo,i capelli trattenuti con un fermaglio all'inizio della testa e poi lasciati cadere sciolti sulle spalle,il viso quasi senza trucco.

Il suo cuore aveva cominciato una corsa nel petto e sembrava pronto a rompere le costole e correre da lei per farsi stringere.

-Ciao Luna...Ciao George-disse.

Aveva aggiunto quel nome a malincuore...C'era lui accanto a lei,c'era George con un braccio attorno alla vita della donna,quasi in modo possessivo,lo sguardo fisso su Neville pronto a studiare ogni sua mossa.

-Ciao Neville,congratulazioni!-gli disse la donna,atteggiando il viso,già perfetto in un sorriso bellissimo che la illuminò.

Lui la ringraziò con un cenno del capo.

-Ciao Draco-fece poi Luna salutando il biondo.

-E' tanto che non ci si vede,vero Luna?-le disse lui improvvisamente serio.

Lei annuì,senza aggiungere altro,poi si voltò gli altri presenti e iniziò a salutare Ron e Hermione, e abbracciò Dean,che aveva conosciuto al matrimonio di questi.

-Grazie a George so tutto di te!-gli disse.

George si era leggermente rilassato e ora era a poca distanza da lei,impegnato in una conversazione con Ron,anche se gli era difficile staccare lo sguardo dalla donna.

-Davvero?-le domandò Dean con un sorriso.

-Ha attaccato dei tuoi poster in negozio e dice a tutti i clienti che ti conosce...-gli racconta.

-Non è vero!-disse George,sapendo bene di mentire.

-C'ero anche io quando hai raccontato a quei ragazzini dell'Esercito di Silente che abbiamo fatto tutti insieme-ribattè Luna.

George arrossì leggermente provocando le risate degli altri,così per farsi perdonare,Luna gli diede una serie di baci a stampo.

-Devo darti un paio di poster con l'autografo e la dedica,così tutti saranno sicuri che dici la verità-disse Dean quando ebbe finito di ridere.

George annuì e diede un'altro bacio a Luna,stringendola a sè.

-Non credevo che questo posto fosse diventato un locale a luci rosse!-disse una voce dalla porta.

Seamus era appena entrato,insieme ad un'altro uomo e,come avevano fatto con gli altri,tutti andarono ad accoglierlo.

Arrivò prima Neville che gli diede un'abbraccio fraterno:i due negli anni si erano molto legati ed era uno dei pochi a sapere dell'omosessualità di Seamus.

Quando gli aveva risposto dicendogli che avrebbe portato un' amico alla festa gli era sembrata la cosa piu' normale e giusta da fare.

-Come stai straniero?E' una vita che non ti fai vedere!-gli disse.

Seamus gli diede una pacca sulla schiena e si staccò dal suo abbraccio:se Neville avesse saputo quello che aveva passato nell'ultimo mese....

-Hai ragione sono sparito,ma c'è stato parecchio lavoro da fare in redazione...Ma non mi sarei perso il tuo matrimonio per niente al mondo-gli disse.

-Seas!-disse Ron andando ad abbracciare l'amico.

-Ron!Come sta il nostro ministro?-disse questo salutandolo.

-Immerso fino al collo negli oggetti babbani...-disse Ron sciogliendosi dal suo abbraccio.

Seamus rise e abbracciò Hermione e Luna dando a entrambe un bacio per ogni guancia.

-Possibile che diventate ogni volta piu' belle?-disse a entrambe.

-Merito della gravidanza-disse Luna.

-Ah proposito dov'è il piccolo Weasley?E' qui?-domandò Seamus curioso.

Luna annuì.

-Lo abbiamo lasciato in albergo con Nonna Weasley,però domani viene al matrimonio con noi-disse George.

-Non vedo l'ora di vederlo ragazzi...Sono davvero felice per voi-disse dando una pacca sulla schiena a George.

Poi si voltò verso Malfoy e lo salutò con un cenno del capo come avevano fatto tutti gli altri e infine posò lo sguardo su Dean e la sua accompagnatrice.

-Ciao Dean-disse con voce inespressiva.

Tutti gli altri presenti si accorsero subito della tensione inspiegabile che c'era fra Dean e Seamus:erano stati grandi amici fin dal primo anno di scuola,sempre uniti...cosa era successo per raffreddare in quel modo i rapporti fra i due?

-Ciao Seas,sono contento di rivederti-gli disse Dean,cingendo la vita della sua accompagnatrice con un braccio.

Soltanto Neville si accorse delle inspiegabili fiamme che per qualche istante dardeggiarono negli occhi di Seamus e che si riversarono nel sorriso che gli riservò:cattivo,quasi velenoso.

-Ragazzi,lui è Jason...Il mio compagno-disse dopo qualche istante di esitazione.

Il locale diventò silenzioso per qualche istante,mentre tutti gli amici accusano il colpo della notizia,poi uno alla volta si presentarono e strinsero la mano a Jason.

Tutti ad eccezione di Dean,che ora sembrava molto interessato dalla sua accompagnatrice.

-Manca ancora qualcuno?-domandò Dean cercando di cambiare argomento.

-Soltanto Harry e Ginny-disse Neville.

-Non mi dire che hai invitato anche Potter Neve...-disse Draco,prima di bere un sorso dal suo bicchiere.

-Sai benissimo che l'ho fatto Dray,quindi comincia a mettere la bacchetta nella fodera!-lo punzecchiò Neville.

Ancora una volta Draco ghignò divertito,poi bevve un'altro sorso dal suo bicchiere.

Dopo quello scambio di battute,Hermione si avvicinò a Luna sperando di carpirle qualche informazione in piu'.

-Non è strano vederli così intimi?-le domandò prendendo il discorso alla larga.

Luna la guardò e scosse la testa.

-Per niente!E' da quando sono diventati professori a Hogwarts che sono amici-le disse.

-Veramente?-s'intromise Ron,che aveva ascoltato le parole di Luna.

La donna annuì.

-Sicuramente sarà anche il suo testimone di nozze...-predisse loro con un leggero sorriso sicuro.

Hermione rise e fu allora che la porta si aprì sull'ultima coppia di ospiti.

Harry entrò nel locale,la mano stretta in quella di Ginny,che entrò subito dopo di lui ed entrambi si fermarono poco distanti dalla porta.

-Harry!!!-disse Neville,andando incontro ai due.

Tutti i presenti si voltarono verso la coppia e gli si avvicinarono per salutarli.

Harry si lasciò stringere da Neville e ricambiò la sua stretta:era cambiato così tanto dall'ultima volta che l'aveva visto che se l'avesse incontrato per strada non l'avrebbe certamente riconosciuto.

-Congratulazioni Neville!-gli disse sorridendogli.

L'uomo salutò Ginny e si fermò qualche istante a guardarli sorpreso.

-Sono così contento che siate qui:non ero sicuro che quello fosse l'indirizzo giusto a cui mandare il gufo...Per una volta ho fatto bene a fidarmi di Malfoy-disse loro.

-Soltanto questa volta?-s'intromise il biondo facendo un passo verso gli altri.

Harry incontrò lo sguardo di Draco e per alcuni istanti rimasero a guardarsi in silenzio, studiandosi:era venuto il momento di mettere da parte le bacchette e considerarsi amici,o almeno alleati?

O quello che avevano vissuto,gli anni di odio e disprezzo reciproco li avevano divisi per sempre compromettendo definitivamente ogni rapporto futuro?

-Ciao Draco...-disse Harry.

Almeno bisognava fare un tentativo.

Sentire il nome di Malfoy pronunciato da Harry fece uno strano effetto a tutti e subito l'intero gruppo spostò l'attenzione su Draco per vedere la sua reazione.

Malfoy ghignò un'altra volta e guardò di nuovo fisso gli occhi del moro.

-Ciao Harry-disse a sua volta.

Sollevato,Harry gli tese la mano,che dopo un'attimo di esitazione,Malfoy strinse con presa salda.

Sembrò che nella stanza tutti i presenti avessero ripreso a respirare.

Ginny salutò George,Luna ed Hermione e quando incontrò lo sguardo di Ron fisso su di lei fu tentata di fargli un piccolo sorriso,ma le parole pronunciate dall'uomo l'ultima volta che l'aveva visto le tornarono alla mente e le impedirono di fare una mossa carina nei confronti dell'uomo.

Si voltò verso Seamus e lo abbracciò,poi questo gli presentò Jason.

Harry si unì a loro e fece anche lui la conoscenza dell'uomo:Seamus restò colpito dal modo positivo in cui tutti i suoi amici stavano reagendo alla notizia della sua omosessualità.

E Dean che continuava a farsi tutti quei problemi...

-Ragazzi se vogliamo sederci,la cena è pronta!-disse Neville.

Tutti i presenti si avvicinarono al tavolo e presero posto:era una tavola rotonda,così nessuno era costretto a stare a capotavolo o ad avere solo due compagni di tavolo.

Harry si trovò accanto a Ginny e Seamus,e di fronte a sè trovò,per uno scherzo beffardo del destino,Ron.

Non si erano stretti la mano,ma si erano guardati per alcuni istanti negli occhi e poco dopo Ron gli aveva fatto un cenno con la testa prima di girarsi verso Neville.

Iniziarono la cena e parlarono delle loro vite presenti,di che lavoro facevano e se erano sposati o meno.

-Come hai conosciuto Hannah?-domandò Hermione,fra un boccone e l'altro.

Nessuno dei presenti,a parte Draco,conosceva la sposa e tutti erano ugualmente curiosi.

Neville sorrise e si voltò verso Draco,che era capitato alla sua destra.

-E' stato merito suo:eravamo qui una sera,e Hannah era seduta al bancone da sola.

Allora Dray mi ha sfidato ad uscire dal locale con il suo numero di telefono...Io le ho fatto la corte e sono uscito dal locale con il suo numero e con la promessa di un secondo appuntamento-disse sorridendo al ricordo.

-E' inutile che ti vanti tanto:non hai fatto mica questa grande impresa!-lo punzecchiò Draco.

Neville sorrise e fece finta di non averlo sentito.

-Molto divertente...Comunque abbiamo iniziato a frequentarci,ci siamo innamorati e un paio di mesi fa le ho chiesto di sposarmi...-concluse Neville.

-E lei è stata tanto pazza da accettare-disse Dean.

Gli altri risero.

-Ma come avete convinto Madama Rosmerta ad aprire il locale solo per noi?-domandò Ginny curiosa.

-Con tutti i soldi che abbiamo speso in questo locale,dovrebbe farci una statua d'oro...-disse Draco.

Neville sorrise e scosse la testa.

-Non gli date retta...Madama Rosmerta ci conosce da quando eravamo bambini e veniamo qui quasi tre volte alla settimana durante la scuola,siamo clienti affezionati,ci conosce e sa che se si può fidare di noi-disse Neville agli altri.

Il gruppo restò in silenzio alcuni istanti,finchè Dean non si decise a fare la domanda che tutti avevano sulla punta della lingua,ma che nessuno aveva il coraggio di fare.

-Sapete che è strano vedervi così amici?-disse rivolto piu' a Neville che a Draco.

Il moro guardò un'istante Draco e lo vide sogghignare.

-Hai perso!-disse Draco.

Neville annuì e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un paio di monete d'oro che porse all'uomo.

-Che significa?-domandò Hermione cercando di trovare un senso logico alla cosa.

Era un gioco,una presa in giro?

Non riusciva ancora a credere che Neville Draco fossero diventati così amici,nonostante le parole di Luna:come potevano due persone così diverse essere diventate così intime?

-Avevo scommesso che sareste riusciti a resistere alla curiosità fino domani,mentre lui era convinto che non ce l'avreste fatta-spiegò Neville.

-Però non ci avete mica risposto-disse Ron allungando un braccio sulla spalliera della sedia di Hermione.

-Non c'è niente da spiegare:ci siamo accorti che potevamo andare oltre la storia delle Case e che avevamo molte cose in comune-disse Neville nel modo piu' semplice possibile.

-Veramente?-domandò Hermione sorpresa.

Malfoy guardò la donna e poi passò in rassegna la tavolata,soffermandosi su ogni Grifondoro presente.

-Siete ancora convinti che un Grifondoro e un Serpeverde non possono essere amici?Anche io lo credevo,ma poi mi sono dovuto ricredere...Io e Neville ne siamo la testimonianza vivente: ho piu' cose in comune con lui di quante ne avessi con gli altri Serpeverde.

Nessuno di loro avrebbe fatto quello che ha fatto lui per me...-disse voltando lo sguardo verso di Neville,che gli riservò un sorriso riconoscente.

Tutti i Grifondoro presenti alla tavola rimasero sorpresi dal discorso appena fatto da Malfoy:si erano aspettati di tutto,tranne di essere tenuti a lezione dall'uomo.

Possibile che fosse cambiato così tanto?Era ancora lo stesso Malfoy che aveva reso la maggior parte della loro permanenza a Hogwarts un'inferno?

-Hai ragione-disse Harry guardando l'uomo attraverso la tavola.

Draco incontrò per la seconda volta lo sguardo di Harry,e lo fronteggiò come aveva fatto tante volte in passato.

-In fondo appartenere alla stessa Casa non significa niente:puoi passare tutta la vita con una persona e essere sicuro che niente potrà cambiare il legame e alla fine quando ha bisogno di te non puoi far niente per aiutarla...-disse allontanando lo sguardo da Malfoy.

Guardò Ginny e la donna gli strinse la mano nella sua.

Gli occhi di Ron erano fissi su di lui,attenti a non perdersi neanche una parola,ma il rosso non disse neanche una parola.

Nella sala scese di nuovo il silenzio,mentre tutti sembravano riflettere sulle parole di Harry e Draco.

-A voi invece come va la vita matrimoniale?-domandò Seamus a Ron e Hermione,cambiando discorso,cercando di stemperare l'atmosfera seria che si era creata.

-Vuoi la versione lunga o la versione corta?-domandò Hermione.

-Mi arrischio a chiedere quella lunga-disse Seamus.

-Hai firmato la tua condanna a morte,Seas-disse Ron a bassa voce cercando di non farsi sentire dalla moglie.

La donna gli diede un buffetto sul braccio ancora appoggiato alla spalliera della sedia e l'uomo si lasciò scappare un piccolo gemito,provocando le risate degli amici.

-Ahia!Pensaci bene Neville:se Hannah è manesca almeno la metà di quanto lo è Herm,io mi tirerei indietro-disse Ron voltandosi verso l'uomo.

-Tranquillo Ron:lei è piu' mansueta-gli rispose il moro.

Ron scosse la testa.

-Perchè le fortune capitano tutte agli altri?-disse senza rivolgersi a nessuno in particolare.

-Quindi a quanto vedo,va tutto a gonfie vele-disse Seamus sorridendo ai due amici.

Hermione e Ron si guardarono e poi si sorrisero a vicenda.

-Già,va tutto a gonfie vele...A parte qualche piatto rotto e i vicini che ci odiano per le troppe litigate-disse Ron,con il solito tono scherzoso.

-Invece la vostra vita di coppia come va?-disse Neville rivolto a Harry e Ginny.

Harry rivolse uno sguardo veloce verso Ron che sostenne il suo sguardo per alcuni istanti,prima di abbassare gli occhi sul tovagliolo.

Il moro si schiarì la gola e tornò a guardare Neville,non sapendo come rispondere alla domanda,senza complicare ancora di piu' la situazione con Ron.

-Va tutto bene...fra alti e bassi-rispose Ginny al posto suo.

Sentì la mano della donna stringere di nuovo la sua,cercando di infondergli coraggio e posò lo sguardo sul viso della rossa.

Ginny catturò subito i suoi occhi e subito sentì una pace pervadergli l'animo,come succedeva ogni volta che si sentiva perso o preoccupato per qualcosa.

-Ormai non saprei piu' come fare senza di lei-disse sincero,rispondendo alla domanda di Neville.

-Ci credo:ogni mattina ti preparo i vestiti per andare al lavoro!-lo prese in giro la donna.

-Certo!Hai cambiato posto a tutti i miei vestiti:dove prima c'erano le camicie adesso c'è la biancheria-disse lui continuando quel battibecco.

Gli altri seduti a tavola,vedendoli litigare in quel modo,scoppiarono a ridere.

-Altrimenti dove avrei messo i miei vestiti?-disse Ginny sorridendo.

Harry sorrise a sua volta e guardò Neville.

-Preparati Neville,con le proprie mogli o compagne non si vince mai!-gli disse.

Ginny gli diede un buffetto sul petto,ma sorrise alle sue parole.

Poi la rossa si voltò verso Seamus e tutti alla tavola capirono la domanda che stava per fare all'uomo.

-Voi da quanto tempo state insieme?-domandò infatti Ginny.

Seamus si voltò verso Jason e rispose al sorriso che questo gli indirizzò,stringendo la mano in quella di lui.

-La nostra è una storia complicata:lui è stato il mio primo amore,quasi due anni fa,ma poi ci siamo lasciati perchè lui era attratto da un'altro...-

-Certe volte bisogna fare degli errori per capire cosa rischi di perdere...-disse Jason.

-Che romantico-disse Dean sottovoce dal suo posto.

Seamus guardò velocemente Dean e lo fulminò con lo sguardo,anche se l'uomo aveva gli occhi fissi su Judith,accanto a lui,soltanto per evitare quelli dell'uomo.

Poi si voltò di nuovo verso Jason e gli sorrise.

-Infatti...Un mese fa me lo sono ritrovato fuori dalla porta di casa che mi aspettava...E da lì è ricominciato tutto-disse.

-E vissero per sempre felici e contenti-disse ancora Dean,sempre a bassa voce.

Ginny guardò Harry e lui,senza che la donna parlasse capì cosa quello sguardo volesse dire:era così simile alla loro storia.

Le sorrise e si chinò su di lei per posarle un bacio sulla fronte:era meglio non complicare le cose con Ron ancora di piu'.

-Ma quella consolle è solo per bellezza?-domandò Dean a Neville guardando la consolle da dj in un angolo della pista.

Neville sorrise e scosse la testa,poi con un gesto della bacchetta rivolto verso la consolle,questa iniziò a suonare "Let's get it started" dei Black Eyes Peas.

Dean si alzò ed invitò Judith a ballare sulla pista,seguito poco dopo da George e Luna che iniziarono a ballare in modo disarticolato.

-Hai voglia di scatenarti in pista?-domandò Harry a Ginny.

La donna scosse la testa.

-Aspetto una canzone migliore per il nostro primo ballo...-disse.

Harry sorrise e,approfittando del fatto che Hermione aveva trascinato Ron in pista,si chinò su di lei e le diede un bacio dolce sulle labbra.

Erano tutti in pista tranne loro:era strano vederli ballare ogniuno in modo diverso,senza quasi tener conto della musica.

-Tutto bene?-gli domandò Ginny guardandolo negli occhi.

Lui le sorrise e annuì.

-Sai che ero spaventato da questa cena,ma finora è andato tutto bene...Anche grazie a te-le disse.

Ginny aggrottò le sopracciglia,sorpresa.

-Quando Neville mi ha chiesto di noi non sapevo proprio cosa rispondere,per fortuna lo hai fatto tu per me...-le confessò.

Ginny sorrise e gli posò la testa sulla spalla.

-L'ho sempre detto di essere piu' sveglia di te!-disse lei ridendo.

Harry rise con lei e le diede un'altro bacio sulle labbra.

La musica era cambiata:ora tutti si stavano scatenando su "Don't stop the music".

-Vado un'attimo in bagno-disse Harry alzandosi.

La donna annuì e poi si diresse in pista insieme agli altri.

Harry andò in bagno e chiuso dietro la porta del cubicolo,sentì la porta della toilette degli uomini aprirsi di nuovo.

Tirò la catena ed uscì,rimanendo bloccato quando si trovò poco distante da Ron,fermo davanti ai lavatoi.

Il rosso lo aveva visto uscire dal bagno attraverso lo specchio e per alcuni istanti aveva sostenuto il suo sguardo,per poi abbassarlo di nuovo sulle mani che erano sotto l'acqua.

-Ciao-gli disse.

Harry si avvicinò al lavatoio accanto al suo e aprì l'acqua.

-Ciao-rispose.

Una cosa così piccola poteva rappresentare una così grande conquista?

-Bella festa,vero?-disse rivolto a Ron.

-Già,sempre che ora riesca a evitare le danze...-gli rispose il rosso.

Harry accennò un sorriso e chiuse l'acqua.

Si asciugò le mani con uno degli asciugamani bianchi posati poco distante dai lavatoi e ne porse uno asciutto anche a Ron.

-Grazie-disse questo.

Erano uno di fronte all'altro,impacciati come non lo erano mai stati,ma almeno stavano parlando invece di urlarsi addosso e di puntarsi contro le bacchette.

Buttarono gli asciugamani nel cestino sotto il lavatoio e Ron alzò lo sguardo sul moro,pronto per dire qualcosa,ma il rumore di due voce maschili concitate che si avvicinavano alla porta del bagno lo bloccarono.

-E' stata una mossa veramente meschina!-diceva una delle voce.

Ron guardò Harry,che gli ricambiò lo sguardo sorpreso.

-Ah davvero?Vogliamo parlare della tua mossa meschina?-disse un'altra voce.

Come se si fossero letti nel pensiero,Ron ed Harry corsero verso uno dei bagni e fecero appena in tempo a nascondervisi dentro prima che la porta della toilette si aprì su due uomini veramente arrabbiati uno con l'altro.

-Io non ho mai detto che Judith era la mia fidanzata!-disse uno dei due.

Ron guardò Harry e compitò "Dean"con le labbra mute.

Harry tirò fuori la bacchetta dalla tasca interna dalla giacca e fece un incantesimo di trasparenza sulla porta:potevano vedere,ma non essere visti.

Dean era appoggiato alla porta con la schiena,mentre l'altro uomo era di spalle alla porta e in quel momento lo sentirono ridere.

-Non lo hai detto perchè non ci avrebbe creduto nessuno...Potevi sceglierne una piu' sveglia-disse rivolto a Dean.

Harry guardò Ron e disse "Seamus" con le labbra mute.

-Davvero romantica la tua storia d'amore con Jason...Scusami se non mi sono sciolto in complimenti come gli altri-disse Dean astioso.

Seamus si voltò verso l'uomo e per la prima volta i due nascosti nel bagno riuscirono a vedergli il volto:stava sorridendo.

-Che hai da sorridere?-gli domandò Dean,interpretando il pensiero degli altri due.

-Sei geloso!-gli disse.

Dean si staccò dalla porta e fece alcuni passi nel bagno.

-Non essere ridicolo-disse dando le spalle all'uomo.

Seamus si voltò a guardare le spalle di Dean,poi si voltò verso la porta e vi puntò la bacchetta contro,chiudendola a chiave.

Harry e Ron si guardarono imbarazzati:erano in trappola!

-Perchè lo hai fatto?-gli domandò arrabbiato Dean voltandosi per incontrare gli occhi dell'uomo.

Seamus restò alcuni istanti in silenzio,soltanto guardandolo poi annuì.

-Hai vinto-gli disse stranamente calmo.

Dean lo guardò senza capire.

-Di che parli?-gli domandò tornando calmo anche lui.

-Mi arrendo...Credevo di essere piu' forte,di poterti stare lontano,ma non ce la faccio-gli disse.

Harry e Ron ascoltavano quel discorso quasi non credendo alle loro orecchie e non riuscivano a staccare lo sguardo da Dean e Seamus che si fissavano.

-Se l'unico modo per averti è il silenzio e l'anonimato,allora va bene...-gli disse ancora Seamus.

-Perchè?Voglio dire perchè adesso?-chiarì Dean.

Seamus sorrise leggermente imbarazzato.

-Perchè ti amo.

E se l'unico modo per averti è far finta di non esistere,lo accetto...Basta che ritorni da me-gli disse.

Dean restò alcuni istanti fermo,colpito da quelle parole,poi eliminò la distanza che li separava e posò le labbra su quelle di Seamus.

Harry e Ron,nello spazio ristretto del cubicolo,abbassarono lo sguardo sul pavimento,cercando di dare ai due un pò di privacy.

-Dannato bastardo,sai sempre dire la cosa giusta...-disse Dean allontanandosi dalle labbra di Seamus.

L'altro rise e tornò a baciarlo,felice di poterlo fare dopo tutto quel tempo.

-Però dobbiamo stabilire delle regole-disse Seamus.

-Quello che vuoi Seas-disse l'altro.

I due uomini videro Seamus sorridere e allontanarsi da Dean.

-Non mi piace che tu vada in giro con quelle stupide oche..ho sempre il timore che tu chiuda la serata portandotele a letto...D'ora in poi,ad ogni evento pubblico andrai da solo-disse serio.

Dean annuì:poteva accettarlo.

-Non puoi piu' presentarti a casa mia quando e come ti pare,quindi visto che non vuoi deciderti a venire a vivere da me,dovrai chiamare prima ogni volta:deciderò io se puoi venire o meno-continuò.

-Anche se è notte fonda?-gli domandò Dean.

Seamus annuì.

-Ok va bene...C'è altro?-gli domandò Dean molto accomodante.

Seamus sorrise.

-Per favore scarica quella stupida oca!Mi viene da ridere ogni volta che vi vedo insieme-gli disse.

Dean rise e tornò a posare le labbra su quelle dell'uomo.

-Jason...-disse ad un tratto Dean,non riuscendo a pensare ad una frase completa.

Seamus scosse la testa.

-Si è presentato davanti alla mia porta di casa quella sera,distrutto perchè quel bamboccio lo aveva mollato e voleva una spalla su cui piangere.

Poi sei arrivato tu e hai iniziato a fare il geloso;così ti ho mentito dicendo che mi avrebbe accompagnato oggi...

Non è successo niente-gli disse alzando lo sguardo sui suoi occhi.

Dean sorrise e annuì.

-Tu me l'hai fatta pagare in qualche modo?Qualche modella o qualche giocatore?-domandò Seamus diventando serio.

Dean rise e diede un'altro bacio alle labbra di Seamus.

-Non fare lo stupido!Credi veramente che sarei andato con un'altro dopo tutta la fatica che ho fatto per convincerti a tornare da me?-gli disse.

Seamus rise e riprese a baciare l'uomo.

Harry sentì una mano poggiarsi sul suo braccio e alzò lo sguardo su Ron.

Un attimo dopo sentì i caratteristici sintomi della Smaterializzazione e pochi secondi dopo furono fuori da quel bagno,in un'ufficio.

-Non potevamo restare lì...La situazione stava diventando veramente infuocata-disse Ron togliendo la mano dal suo braccio.

Harry annuì.

-Chi l'avrebbe mai detto?-disse Harry con un piccolo sorriso.

Ron lo guardò e rise a sua volta.

-Guai a te se ne fai parola in giro!-disse in tono divertito.

I due uomini si guardarono in silenzio e si scambiarono un sorriso,Harry fece per parlare,ma ancora una volta furono interrotti da due voci che si avvicinavano alla porta dell'ufficio.

Harry e Ron si guardarono e con un sorriso divertito si infilarono di corsa sotto la scrivania,proprio pochi istanti prima che la porta si aprisse.

-Avevo proprio bisogno di parlare da solo con te-disse una voce maschile.

-Non è un problema...In fondo me lo aspettavo-disse una voce di donna.

I due uomini nascosti si guardarono e Harry vide il rosso sgranare gli occhi.

Che ci facevano Luna e Neville da soli in quella stanza?

 

TO BE CONTINUED...

Salve a tutti!!!!

Innanzitutto Buona Pasquetta!

Come vi avevo promesso,c'è stato un piccolo riavvicinamento fra Ron ed Harry e ancora qualcosa succederà nel prox capitolo.

Chiedo scusa x aver spezzato questo chap ma mi sono accorta che altrimenti sarebbe venuto troppo lungo e non volevo fare una siroga!Così ho interrotto qui( spero nel punto giusto x la suspance)e da qui riprenderò nel prox cap.

Le canzoni inserite nel capitolo sono:"If you're not the one" di Daniel Bedingfield, "Let's get it started" dei Black Eyes Peas e "Don't stop the music" di Rihanna.

Chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e di battitura e ringrazio coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo.

Ora i ringraziamenti:Sarina87(Non preoccuparti x quello!Sto preparando qualcosa di veramente IPOGLICEMICO x il primo S.Valentino di Harry e Ginny),Xellor(Mi sa che dovrò deluderti,visto come si stanno mettendo le cose...Mi sa che ci sarà un confronto senza spargimento di sangue,credi che vada bene lo stesso?),AleMalfoy(Io invece che Malfoy potrebbe essere un buon prof di Pozioni...e poi anke Piton nn era capace a trattare cn gli studenti,ma era 1 buon insegnante),Jellicalcat(Devo confessarti che Dean e Semus,come gia prima George e Luna mi stanno piacendo sempre di +,molto + delle coppie convenzionali),ValeLovegood(Hai perfettamente ragione:anche io certe volte ho quella sensazione...x fortuna che ho i libri e i film!),Lallina88(Non preoccuparti,sto già pensando a qualcosa x George e Luna!),Bulmettina(TRanquilla,arriverà presto un capitolo solo su Harry e Ginny),Lyoko(SPero ke riuscirai a leggere questo chap prima della partenza di domani,l'ho postato a tempo di record solo x te!Buon viaggio!),Valentina(COme hai visto era riferito a Neville...le ossessioni sn davvero brutte!E anke la situazione D/S si sta risolvendo!),Tappetta(Grazie...So ke Dean e Seamus nn sono proprio una coppia classica,ma io li vedo bene insieme...Ci sono stati tanti cambiamenti, perchè non un Malfoy + buono?),Dado(Grazie!6 sempre tr buona cn me!Ma me li meriterò veramente tt sti complimenti?),Riddikulus(Spero di soddisfare le tue aspettative x i proximi capitoli),Ninny(Hai visto anche tu:hanno trovato un accordo,bisogna vedere quanto dura!),and last but not least Potterina 88(Pamela tu 6 grande!Nn ho mai ricevuto tanti complimenti x qualcosa ke ho scritto!Sto cominciando ad amare il personaggio di George,credo sia uno di quelli che mi è riuscito meglio...X quanto riguarda Harry e Ginny:devi aspettare un paio di capitoli,sto preparando qualcosa di speciale x il loro 1 S.Valentino insieme...)

Chiedo UMILMENTE scusa se ho dimenticato di ringraziare qualcuno,ma oggi sn  veramente di fretta!SORRY SORRY!!!

Bene,per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"One night only-2 parte"

Baci,Eva 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** One night only-2 parte ***


PARTE 2

 

-Avevo proprio bisogno di parlare con te da solo-

-Non è un problema,in fondo me lo aspettavo...-

Che ci facevano Neville e Luna da soli in quella stanza?

 

Si erano trovati centinaia di volte in situazioni imbarazzanti e complicate;avevano affrontato pericoli mortali e giochi d'astuzia,erano stati praticamente sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato...

Ma in quel momento sia Harry che Ron avrebbero intrapreso di nuovo,dalla prima all'ultima,tutte le loro avventure piuttosto che trovarsi sotto quella scrivania in quel preciso istante.

Neanche cinque minuti prima si erano smaterializzati per scappare da un'altra conversazione privata e,proprio adesso che credevano di essere pronti per affrontare i loro problemi senza puntarsi le bacchette alla gola,o venire alle mani,venivano interrotti di nuovo e catapultati in un'altra conversazione privata.

Questa però era diversa dalla precedente:poteva lasciare dei segni indelebili...

In qualche modo erano riusciti ad nascondersi sotto la scrivania prima che la porta si aprisse:le scarpe di Ron erano praticamente sotto il naso di Harry e viceversa,ma la situazione era talmente delicata che nessuno dei due pensava a lamentarsi.

Rispetto a poco prima nel bagno,questa volta avrebbero potuto soltanto ascoltare:erano troppo in basso e anche con un'incantesimo trasparente avrebbero visto solo le gambe.

Sentirono i passi di Neville e Luna nella stanza e il rumore della porta che veniva chiusa.

Harry aveva lo sguardo su Ron,pronto a fermarlo nel caso questo fosse scattato per palesare la sua presenza.

-Te lo aspettavi?-sentirono la voce di Neville.

La sua voce cercava di mostrarsi sicura,ma piccole vene d'incertezza la rendevano stridula.

-Un pò...-disse la donna.

Nella stanza scese il silenzio per alcuni istanti,in cui Harry e Ron si guardarono con sguardo interrogativo,incerti su cosa stesse succedendo e cosa sarebbe successo di lì a poco.

-Luna...Ti va di ballare?-domandò l'uomo.

I due sotto la scrivania sentirono la donna sorridere.

-Perchè no?-rispose.

Sentirono chiaramente il respiro di sollievo di Neville e pochi istanti dopo nella stanza si diffusero le note di "Didn't we almost have it all?" di Whitney Houston.

Harry e Ron sentirono alcuni passi veloci che si fermarono quasi subito,lasciando il posto ad altri piu' lenti: dovevano aver iniziato a ballare.

Luna rise e subito dopo,forse ispirato dalla sua risata,Neville si lasciò andare ad una risata quasi liberatoria.

-Non sentivo questa canzone da anni...-disse la donna.

-Io invece la ascolto ogni tanto...In ricordo dei vecchi tempi-le disse.

Le orecchie di Ron avevano iniziato a prendere colore,e Harry per cercare di calmarlo,gli mise una mano su un braccio,con una mossa pari quella di un contorsionista.

Il rosso lo guardò e sembrò interpretare il suo gesto perchè annuì.

Tutti i presenti nella stanza restarono in silenzio,ascoltando la musica o soltanto in attesa di ciò che sarebbe successo dopo.

Luna e Neville ballarono tutto il tempo in silenzio,quasi stessero riassaporando delle sensazioni perdute con il tempo.

Quando la canzone finì,Neville la fece ripartire dall'inizio e,ancora una volta,Harry e Ron sentirono il sorriso di Luna.

-Avevi detto un ballo!-gli ricordò lei.

-No,non ho mai specificato quanti...Ti ho solo chiesto di ballare-le disse Neville.

Luna rise e poco dopo iniziò a cantare insieme alla canzone.

"Didn't we almost have it all

the night sweetheart untill the morning

you know you never love that way again

Didn't we almost have it all?*"

 

Subito dopo nella stanza scese il silenzio:un silenzio strano,carico di attese,aspettative.

Si sentivano i respiri accennati dei due,ma nè Luna nè Neville sembravano aver intenzione di parlare.

-Smettila di guardarmi così-disse ad un tratto la donna.

Un tono infastidito,quasi nervoso.

-Non posso farne a meno...Hai sentito anche tu le parole della canzone:sembrano scritte apposta per noi-le disse lui.

Passi,sul tappeto e poi piu' forti sul pavimento...Passi che si allontanano.

Passi che si fermano.

-Senti lo so di essere fuori tempo massimo...-iniziò l'uomo.

Adesso la voce aveva perso tutta la sua sicurezza,era diventata quasi una richiesta.

-Beh direi!Domani ti sposi!Ma non è questa la questione piu' importante-disse la voce femminile.

Ancora silenzio...Può un silenzio far morire piu' di un grido o di una parola?

-Allora qual'è?

Tu lo sai quello che provo per te...-iniziò Neville.

Aveva ritrovato un pò della sicurezza iniziale ed ora procedeva spedito e deciso.

-Non voglio ascoltarti-disse Luna con tono fermo.

-E invece devi farlo!-le disse.

Nè Harry nè Ron l'avevano mai sentito così autoritario.

Ancora qualche istante di silenzio,forse accompagnato da qualche sguardo di sottocchi per scrutare l'altro.

-Ti amo Luna...Credevo che mi fosse passata e invece queste settimane non ho fatto altro che pensare a te,a quanto mi manchi e quanto vorrei poter tornare indietro per cambiare le cose fra noi...Tu sei l'unica per me-le disse deciso.

-Neville...-

-Sono disposto a mollare tutto:il lavoro,Hannah,anche mia nonna...Basta che tu dica una parola.

Harry guardò Ron e vide che era in attesa:doveva sapere cosa sarebbe successo.

Luna sembrava aver perso il dono della parola e nella stanza si percepiva la tensione quasi in maniera palabile.

Alla fine tutti e tre gli uomini la sentirono sospirare.

-Era per questo che non volevo ascoltarti...-disse.

Parlava lentamente,come se non avesse ancora chiaro in mente il discorso da fare a Neville.

-Adesso fa parlare me-disse preventivamente per evitare ogni interruzione di Neville.

Sospirò ancora una volta e poi inziò a parlare.

-Cosa cambieresti?-domandò.

Ci fu di nuovo silenzio per qualche istante,interrotto dalla voce della donna.

-Saresti piu' discreto quando ti porti le altre donne in casa nostra?-gli domandò in modo quasi spietato.

-So di essermi comportato male all'epoca,ma non significa che le cose non possano funzionare adesso...-disse Neville,a disagio.

-Oppure eviteresti di mandare a monte la nostra storia,andandotene con una gallina senza cervello?-disse Luna,continuando nella sua tirata,come se non avesse sentito le ultime parole di Neville.

-Ok,ho sbagliato....ma poi sono tornato.

Sei stata tu a scappare quella volta-le rinfacciò l'uomo,felice di poter rigirare la frittata.

Ancora una volta,Luna sorrise.

-E nonostante tutto,tu mi vuoi ancora...Perchè?-gli domandò.

-Te l'ho spiegato il motivo:ti amo!Non faccio altro che pensare a te!

Abbiamo passato così tante cose insieme,abbiamo dei ricordi in comune...Non sono tutti brutti...-le disse lui,cercando di convincerla.

-No,non lo sono.

Ma non bastano...Non siamo piu' le stesse persone che eravamo un tempo.

Io sono cambiata e sicuramente sei cambiato anche tu,solo che adesso non te rendi conto...Forse adesso non ti piacerei neanche piu'-gli disse lei.

Neville sospirò esasperato.

-Dannazione!Cosa vuoi che faccia?Che mi comporti da idiota come ha fatto George e pianti in asso tutto domani durante la cerimonia?

Hai bisogno di un gesto estremo per capire che ti amo?-domandò Neville irritato.

Per alcuni istanti ritornò in silenzio,terrificante,come quello che precede un esplosione;quello che non ti fa staccare gli occhi dall'orologio che si avvicina allo zero e annuncia la deflagrazione.

-No-disse alla fine Luna.

La sua voce era calma,tranquilla.

Harry riusciva anche ad immaginarsela mentre guardava Neville negli occhi e scuoteva la testa.

-Non ho bisogno di nessuna dimostrazione d'amore...nessun gesto estremo...

Io so quello che voglio:io amo George-gli disse calma.

Harry alzò lo sguardo su Ron,sorridendo sollevato,e fu felice di vedere lo stesso sollievo anche sul volto dell'amico.

Gli sorrise,in maniera quasi timida,e il suo cuore fece una piccola capriola nel petto,quando vide Ron sorridergli in risposta.

-Lo ami?Come fai a...-disse Neville sensibilmente scosso.

-Si,Neville.Lo amo.

Sono felice con lui,abbiamo costruito una famiglia insieme e so che lui c'è sempre per me in qualsiasi momento del giorno e notte...

Credi che farei un figlio con un'uomo senza amarlo?-domandò poi all'uomo.

Ci fu silenzio per qualche istante prima della risposta di Neville.

-Pensavo che si trattasse di un incidente di percorso...-disse.

Harry,lo sguardo fisso su Ron,lo vide incendiarsi per la rabbia.

La stessa rabbia che sembrava aver preso anche Luna.

-IL MIO BAMBINO UN INCIDENTE DI PERCORSO?-domandò alzando leggermente il tono di voce.

Prima che Neville potesse rispondere,la porta dell'ufficio si aprì,quasi con violenza,provocando il gelo nella stanza.

-Scusate non volevo spaventarvi,ma ho bisogno di parlare con Neville-disse la voce fredda e quasi professionale di Draco.

Ancora silenzio,quel silenzio che Harry e Ron avevano imparato ad odiare.

Quanto tempo era che si erano allontanati dalla sala?

Minuti,ore,anni?Per tutte le cose che erano successe fino a quel momento potevano essere passate ere geologiche senza che neanche loro se ne accorgessero.

-E' tutto tuo...noi non abbiamo piu' niente da dirci-disse Luna,ancora molto arrabbiata.

Sentirono i passi attuttiti dal tappeto e poi piu' forti sul pavimento allontanarsi sempre di piu', seguiti dalla porta dell'ufficio che si chiuse con violenza.

-Ti sei bevuto completamente il cervello?-domandò Draco,neanche pochi secondi dopo.

-Hai ascoltato tutta la conversazione?-domandò Neville arrabbiato quanto il biondo.

-Sapevo che avresti fatto una mossa stupida,e quando ho visto che ti allontanavi con Luna ho capito di aver ragione!

Come ti è venuto in mente di dirle tutte quelle cose?-domandò ancora una volta Draco.

-Stavo cercando di convincerla a tornare da me!-disse l'altro,senza la minima paura.

-Dirle che suo figlio è stato un'errore non è sicuramente una mossa sveglia,Neve!-disse l'altro sicuro.

Ci fu qualche istante di silenzio,poi uno dei due uomini sospirò.

-Possibile che non ti renda conto di quanto è felice con Weasley?Voi due non siete mai stati così...-

-Tu non sai niente della nostra storia!-lo interruppe Neville.

-COSA?!Essere stato presente alle vostre litigate,essere andato da lei per convincerla a tornare da te dopo che l'avevi tradita e l'avevi lasciata per un'altra non mi dà il diritto di dire la mia?-domandò Draco arrabbiato.

-Io l'amo!-fece l'altro altrettanto arrabbiato.

-Tu ami quello che non puoi avere!Se ora fossi sul punto di sposare Luna,moriresti d'amore per Hannah!-urlò Draco.

Harry e Ron si guardarono,sorpresi dalle parole di Malfoy:si stava comportando in maniera impeccabile per far tornare Neville alla ragione.

Forse era davvero cambiato...

-Queste non è affatto vero!-disse Neville.

-Quante volte hai pensato a lei negli ultimi anni?Quante volte hai pensato a Luna mentre eri con Hannah,magari mentre eri a letto con Hannah?-gli domandò Draco,in modo fin troppo diretto.

Ancora una volta la conversazione si stava facendo troppo privata,ma Harry e Ron non avevano nessun'intenzione di muoversi da lì:era come se anche loro avessero diritto di sapere.

-Ma cosa...-domandò Neville sorpreso.

-Neanche una volta,te lo dico io!Hai cominciato ad andare in paranoia quando hai saputo che aveva avuto un bambino con Weasley!-continuò Draco senza aspettare la risposta dell'altro.

-Non è vero!-tentò di difendersi l'altro.

-Da qualche parte nella tua testa bacata eri convinto che ti bastava uno schiocco di dita per farla tornare da te,nonostante lei stesse con Weasley,e quel bambino ti ha fatto crollare tutte le sicurezze-

-HAI FINITO DI FARMI LA LEZIONE?-domandò Neville facendo la voce grossa.

Draco tacque e nella stanza scese di nuovo il silenzio.

Harry e Ron si scambiarono uno sguardo,in attesa di sapere che cosa sarebbe successo dopo:per la loro esperienza non era mai un buon segno quando Malfoy restava in silenzio tutto quel tempo.

-Ti dico solo un'ultima cosa Neve...

Sono il tuo testimone,quindi domani mattina a costo di chiedere aiuto ai Dissennatori,ti porterò su quell'altare alle 10.00 in punto.

Farò quello che deve essere fatto-disse alla fine Draco con voce seria.

Poi nella stanza si sentirono alcuni passi seguiti dalla porta che veniva aperta.

-Dray-lo richiamò Neville.

I due uomini sotto il tavolo immaginarono nella loro mente Draco voltarsi verso Neville,ancora fermo al centro della stanza,e guardarlo.

-Io ho fatto lo stesso per te...Ne è valsa la pena?-gli domandò Neville con voce stanca.

La risposta,attesa da Harry e Ron,non arrivò;al suo posto sentirono la porta dell'ufficio chiudersi alle spalle di Draco.

Neville,solo nella stanza,si lasciò andare ad un sospiro potente.

-Cazzo!-disse.

Restò ancora qualche minuto,cercando di calmarsi e di trovare lo spirito giusto per tornare dagli altri ospiti a dispensare sorrisi e battute e,alla fine,Harry e Ron sentirono la porta dell'ufficio aprirsi e chiudersi per la seconda volta.

Si guardarono,indecisi se uscire o meno,poi dopo qualche altro istante,in cui la stanza restò immersa nel silenzio piu' totale,uno alla volta uscirono da sotto la scrivania.

Quando furono in piedi uno di fronte all'altro,si guardarono,sentendo di nuovo quell'imbarazzo che li aveva presi prima dell'arrivo di Luna e Neville.

-Credi che ci sarà domani il matrimonio?-domandò Harry,per spezzare il ghiaccio.

Ron alzò le spalle.

-Malfoy sembra molto sicuro di sè-disse.

Harry annuì.

Restarono qualche istante in silenzio,poi Ron alzò di nuovo le spalle.

-Sarà meglio che torni di là...Herm mi avrà dato per disperso-disse acennando un piccolo sorriso.

-Oh,si certo...Va avanti prima tu-disse Harry,come se vederli arrivare insieme potesse essere un problema per gli altri ospiti.

Questa volta fu Ron ad annuire.

-Ciao-disse il rosso,non sapendo cos'altro dire.

Harry fece un cenno con il capo e l'altro si voltò facendo i pochi passi che lo dividevano dalla porta dell'ufficio.

-Ron!-lo richiamò.

Ron voltò il busto,la mano ancora posata sulla maniglia,e incontrò gli occhi del moro.

-Le manchi molto...Non lo ammetterebbe mai,ma sente la tua mancanza-disse sapendo di fare la cosa giusta.

Ron lo fissò negli occhi per alcuni istanti,poi senza dire una parola,si voltò e uscì.

 

 

 

Dove era finito Harry?

Era da quasi mezz'ora che Ginny lo cercava,ma non riusciva a trovarlo da nessuna parte.

Stava succedendo qualcosa di strano a questo party:improvvisamente tutti sembravano aver bisogno di appartarsi per parlare con qualcuno.

Prima era successo a Dean e Seamus,poi era sparito Ron,e alla fine Luna e Neville,seguiti subito dopo da Malfoy.

Erano rimasti soltanto Judith e Jason che avevano iniziato a ballare fra di loro,in attesa del ritorno dei loro accompagnatori, lei,Hermione e George.

Si erano scatenati per un pò sulla pista da ballo,per poi sedersi al tavolo e parlare del piu' e del meno.

-Ma dov'è finito Harry?-le domandò ad un certo punto Hermione.

Ginny alzò le spalle.

-Mi ha detto che andava al bagno,poi è sparito...Tuo marito?-domandò piu' per cortesia che per vero interesse.

Hermione sorrise.

-Si sta nascondendo:ha paura che lo trascini sulla pista da ballo-disse la donna.

Sia George che Ginny risero,ma furono interrotti dall'arrivo di Luna:si accorsero subito che qualcosa non andava.

-Tesoro,va tutto bene?-le domandò George prendendole una mano.

Luna scosse la testa.

-Voglio andare via...-disse guardando l'uomo.

-Che è successo?-domandò George alzandosi e avvicinando la donna a sè stringendole la vita con un braccio.

-Ti prego,portami via...-gli disse di nuovo lei.

George la guardò negli occhi d'argento e annuì sicuro.

-Va bene,sta tranquilla ora ce ne andiamo...-le disse dandole un bacio fra i capelli.

Luna lo abbracciò,poggiando la testa sulla sua spalla destra e entrambi salutarono le due donne,che avevano seguito la scena leggermente preoccupate.

-Scusate ragazze...Ci vediamo domani al matrimonio-disse Luna,allontanandosi con George.

Le due annuirono e li guardarono andare via;quando furono usciti si guardarono l'un l'altra incerte.

-E' la prima volta che vedo Luna così sconvolta-disse Hermione alla rossa.

Ginny scosse la testa.

-Invece per me non è una novità...E tutte le volte la colpa era di Neville-disse Ginny seria.

Infatti neanche cinque minuti dopo,nella sala rientrò Draco la faccia quasi trasfigurata dalla rabbia,superò tutti i presenti e si diresse spedito verso la porta del locale.

Il secondo dopo,era in strada:riuscivano a vederlo attraverso le finestre del locale che davano sulla strada,che si fumava una sigaretta.

-Che sarà successo secondo te?-domandò Hermione curiosa.

-Ho una mia teoria,ma spero veramente di sbagliarmi...-disse Ginny,con lo sguardo fisso sul corridoio da dove erano arrivati sia Luna che Draco.

E proprio da lì apparve Neville,affabile e sorridente come sempre,ma al suo occhio attento non sfuggì la smorfia che fece quando non vide piu' nè George nè Luna.

-Come volevasi dimostrare...-disse Ginny misteriosa.

-Vuoi far capire anche a me?-disse Hermione sempre piu' curiosa.

Ginny si piegò su Hermione e le fece cenno di avvicinarsi.

-Credo che il matrimonio non si farà-disse sicura.

Hermione la guardò sbalordita e fece per parlare,quando fu interrotta.

-Ginny-

Entrambe le donne alzarono lo sguardo su Ron,fermo accanto a loro,gli occhi fissi sulla sorella.

Ginny lo guardò e restò in silenzio,in attesa di una sua parola:era la prima volta che si parlavano e si guardavano da mesi.

Doveva aspettarsi una scenata come quella che le aveva fatto al San Mungo?

E perchè il suo cuore aveva preso a battere così forte?

La musica era cambiata e tutta la sala rieccheggiò delle note di "The way you look tonight", facendo battere il cuore di Ginny ancora piu' velocemente.

Ron aveva ancora lo sguardo su di lei e la donna lo vide sorridere leggermente.

-Ti va di ballare?-le domandò cercando di tener ferma la voce.

Ginny guardò ancora qualche istante suo fratello,incerta di avergli sentito dire quelle parole,e poi si alzò.

Gli porse una mano che lui afferrò con delicatezza e si lasciò guidare verso la pista da ballo,occupata solo da loro.

Era giusto che fossero soltanto loro due a ballare quella canzone:in un certo senso era la loro canzone.

Apparteneva a loro...

Si fermarono al centro della pista da ballo e Ginny sentì la mano di Ron fermarsi sulla sua schiena,decisa e solida,mentre l'altra continuava a stringere la sua.

Ginny avvicinò la testa alla clavicola del fratello,come aveva fatto tanto tempo prima e per alcuni istanti restarono in silenzio,lasciandosi guidare dalla musica.

Ad un tratto Ron le pestò un piede e a lei scappò un sorriso:guardò suo fratello e incontrando il suo sguardo,vide che stava sorridendo.

-Adesso come allora-le disse Ron.

Ginny sentì le lacrime velargli gli occhi,così tornò ad abbassare lo sguardo e a posare la testa sulla spalla.

A bordo pista,Harry e Hermione,osservavano quel piccolo miracolo con un misto di sollievo e paura:conoscendo il carattere dei due fratelli quel momento di pace poteva svanire nel giro di un istante.

-Non riesco a credere ai miei occhi...-disse Hermione.

Harry sorrideva,felice che le sue parole avessero prodotto quell'effetto.

-Sono sorpresa che Ginny abbia accettato-disse ancora la donna.

-Ron ha scelto la canzone giusta-disse Harry semplicemente.

L'amica si voltò verso di lui e lo guardò.

-Volete smetterla tutti quanti con questi misteri?-disse.

Harry la guardò senza capire,poi alzò le spalle tornando a guardare i due fratelli che si muovevano lentamente sulla pista.

-Prima del Ballo Del Ceppo,durante le vacanze di Natale,Ron ha chiesto lezioni di ballo a Ginny e lei ha cercato di insegnargli qualcosa ballando su questa canzone.

Ecco perchè ora ha scelto proprio questa-le spiegò.

-Mio marito è un genio!-disse Hermione soddisfatta.

Harry rise e diede un buffetto al braccio della donna,che si lasciò andare alle sue risate contagiose.

Incuranti dei discorsi fra Harry e Hermione,Ron e Ginny si stavano avvicinando alla fine della canzone.

-Sei migliorato dall'ultima volta-disse Ginny parlando per la prima volta.

Ron sorrise.

-Ho dovuto prendere delle altre lezioni per il matrimonio...Forse qualcosa è rimasto dall'epoca-le disse.

Ginny sorrise.

-Mi dispiace-disse Ron con voce calma e profonda.

Ginny si fermò al centro della pista,si staccò leggermente da suo fratello e lo guardò negli occhi.

Ron restò qualche istante in silenzio,gli occhi fissi in quelli della donna,poi riprese a parlare.

-Mi dispiace per tutto quello che ho detto e fatto da quando sei tornata con Harry...So di essermi comportato come un'idiota...

Non penso affatto che tu sia una cattiva madre...non l'ho mai pensato,so che saresti una madre fantastica-le disse.

Ginny sentì di nuovo le lacrime spingere per trovarsi un varco,ma cercò di resistere.

Ron le sorrise di nuovo e alzò la mano che fino a quel momento era stata ferma sulla schiena di Ginny e le accarezzò la massa liscia di capelli rossi,lasciati sciolti sulle spalle.

-Tutti questi mesi senza parlarti,mi ha fatto capire quanto sei importante nella mia vita,e quanto sono stato stupido a non chiederti scusa prima.

Ora sono qui,con l'orgoglio per una volta messo da parte,a chiederti di farmi tornare ad essere tuo fratello...Fammi tornare parte della tua vita-le disse.

Ginny dovette arrendersi alle parole di Ron e lasciò che una lacrima scendesse sulle guance.

-Ma tutto quello che tu sappia che tutto quello che ho fatto e detto l'ho fatto perchè...Uff perchè questi discorsi sono sempre così difficili?-le disse sorridendole.

Ginny lo guardò,cercando di non perdersi neanche una parola.

-Quello che ho sempre voluto è che tu sia felice...Sei felice?-le domandò con la stessa voce calma e seria.

Ginny restò alcuni istanti in silenzio,guardando gli occhi calmi di suo fratello poi annuì.

-Si-disse sperando di non avere la voce troppo lacrimosa.

Ron le asciugò le guance lucide e sorrise.

-Questa è l'unica cosa che conta per me...

Puoi perdonarmi?-le chiese,gli occhi sempre nei suoi.

Ginny non rispose,ma gettò le braccia al collo del fratello,poggiando la testa sulla sua spalla e lasciandosi abbracciare dall'uomo per la prima volta da mesi.

-Adesso me lo dici io come faccio a dirti di no?-domandò al fratello.

Ron rise e strinse ancora di piu' sua sorella,sentendosi sollevato per la prima volta da mesi.

Harry e Hermione che avevano seguito il discorso muto con trepidazione,vedendo l'abbraccio fra i due fratelli,tirarono un sospiro di sollievo e si scoprirono commossi di fronte a quella scena.

Si guardarono e,senza dirsi una parola,seppero cosa fare.

Raggiunsero Neville,che era vicino al bancone e lo salutarono,lasciando un messaggio per Ron e Ginny:loro sarebbero tornati in albergo lasciando i due fratelli da soli.

Avevano molte cose da dirsi...

Neville prese il messaggio per i Weasley e salutò i due amici.

Quando furono in strada,Hermione guardò Harry.

-E' stato merito tuo?-gli domandò per conferma.

Harry sorrise in modo malandrino e alzò le spalle.

-Diciamo che io ho buttato un'esca...Ron l'ha soltanto raccolta.

Ginny sentiva molto la sua mancanza,ma era troppo orgogliosa per ammetterlo-disse incamminandosi con la donna verso l'albergo.

Hermione sorrise e annuì.

-Anche per Ron era la stessa cosa...Ha fatto finta che la cosa non lo turbasse,ma io lo conosco bene...-disse Hermione.

Per qualche minuto camminarono fianco a fianco in silenzio.

-Adesso tocca a voi maschietti fare pace-disse ad un tratto Hermione.

Harry sorrise.

-Prima o poi succederà...Anche se mi ritengo ampiamente soddisfatto da come è andata questa serata-le confidò.

-Davvero?-domandò l'amica prendendolo sotto braccio.

Harry annuì.

-Avevo paura che avremmo finito per litigare come l'altra volta alla Tana,ma invece ci siamo comportati in maniera piu' che civile e siamo riusciti a scambiare due parole senza venire alle mani.

Stiamo migliorando e prima o poi le cose si sistemeranno-le disse Harry sicuro.

Hermione lo guardò e sorrise.

-Non ho dubbi-disse sicura.

 

 

 

12 Febbraio 2007

 

Draco bussò piu' volte alla porta,senza ottenere risposta.

-Sveglia!!-disse bussando per l'ennesima volta sulla porta.

La diplomazia non era mai stato il suo forte,così stufo di aspettare,estrasse la bacchetta dalla giacca e fece un incantesimo Alohomora per aprire la serratura.

Era andato prima all'appartamento di Neville spinto da un brutto presentimento e quando la porta si aprì rivelando la stanza completamente deserta,capì di aver avuto ragione ancora una volta.

-Stupido Grifondoro!-disse a denti stretti entrando nella stanza.

Non c'era nessuna traccia del passaggio di Neville:non era rientrato a casa?

Poi si avvicinò alla scrivania sotto la finestra e dovette ricredersi:c'era un biglietto.

Dopo avergli dato un'occhiata veloce,strinse le mani a pugno,accartocciando il foglietto di carta.

Aveva fatto quello che si aspettava da lui e lui sapeva perfettamente cosa fare per cercare di risolvere la situazione,ma per la prima volta in vita sua,aveva bisogno dell'aiuto di qualche Grifondoro.

Buttò il biglietto di nuovo tavolo,e fece per andarsene,poi si fermò e tornò indietro per prendere il messaggio di Neville:poteva tornargli utile.

Poi,senza piu' guardarsi intorno,uscì.

 

"Why don't we go somewhere only we know?

Scusate,ma non posso!

Neve"

 

*"Non avevamo già tutto?

Tesoro,tutta la notte fino al mattino,

Sai che non troverai mai un'altro amore come quello,

Non avevamo già tutto?"

 

Salve a tutti!!!

Non sapevo che un matrimonio fosse così movimentato...Comunque spero non siate rimasti delusi xkè questo capitolo è piu' corto degli altri.

Sono felice che l'idea di rinchiudere Ron e Harry in un bagno sia piaciuta così tanto,avevo paura che la giudicaste tr infantile.Non c'è stato ancora la pace fra Hr/R,ma le cose stanno migliorando e credo che miglioreranno anche nel prossimo...Anche se Ron dovrà vedersela con un altro problema....

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia o di battitura.

Le canzoni inserite in questo capitolo sono:"Didn't we almost have it all" di Whitney Houston,"The way you look tonight"di Micheal Bublè,e "Somewhere only we know" dei Keane(usata nel biglietto di Neville).

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Dean e Seamus piacciono anke a me...ma saranno in pace x poco),Valentina(Io nn ho mai visto Malfoy cm un personaggio veramente cattivo,e alla fine anke la Row se ne è accorta:x me è solo una vittima delle circostanze),JC(Tranquillo nessun problema!),Beby Be(STiamo parlando di Dean/Seamus o di Harry/Ron?Xke la 2 coppia ha bisogno di un altro pò di tempo x fare pace...),Riddikulus(Luna è tr innamorata x cedere alle promesse di Neville), Lallina88(Si hai ragione,c'erano parecchie persone al tavolo che nn si sopportavano,ma x il momento nn c'è stato nessun guaio;io sn convintissima ke George sia uno dei personaggi ke mi sia riuscito meglio...E x Teddy:hai visto giusto,è in albergo cn Nonna Weasley e tornerà nel prox capitolo),Tappetta(Sta tranquilla,l'amicizia nn muore mai,se è vera cm quella di Harry e Ron!),Xellor(Nessun problema,spero ti tornino utili!Spero ke la suspance nn sia venuta meno qsta volta!),ValeLovegood(Si,x fare pace prima dei urlarti un pò addosso,specie se si tratta di 2 uomini!),Lyoko(Buona vacanza!),FairyDreams(Non credevo ke una magia da parte di Harry potesse farti cs felice!E' veramente amore quello di Neville per Luna?),Bulmettina(Spero di nn averti delusa!)Dado(Grazie!Non ho nessun intenzione di ucciderti,altrimenti dove troverei qualcuno così generoso di complimenti cn me come te?),Ninny(Spero nn ti dispiaccia l' aver interrotto il riavvicinamento fra Ron e Harry),Caliope(Tranquilla scrivi quando puoi!Ho pensato anche io la stessa cosa su George),Little Giuly(Tranquilla no problema!Grazie x i complimenti!Si lo so è stata una mossa sadica fermare a quel punto,ma cm vedi ho postato presto),Mika16(Già...E' stato un pò un ritorno all'adolescenza x fargli ricordare tt quello ke hanno passato insieme),SpookyCharlotte(Benvenuta!E grazie x i complimenti!Cm vedi ho aggiornato presto,spero ke il chap sia di tuo gradimento),and last but not least Potterina88(GRAZIE!!!!Si mi sono divertita tanto a scriverlo il confronto fra Dean e Seas.In un certo senso,quando hanno sentito i passi avvicinarsi alla porta dell ufficio,si sn nascosti x gioco:nn avevano idea ke sarebbero entrati Luna e Neville...)

Per tutti i curiosi su S.Valentino,voglio darvi un piccolo indizio:ci saranno 2 capitoli sull'argomento.

Uno soltanto su Harry e Ginny e l'altro sulle altre coppie del mondo magico.

Chiedo UMILMENTE SCUSA se ho dimenticato di ringraziare qualcuno SORRY,SORRY!!

Bene per il momento è tutto,io vi do appuntamento al prox capitolo...

"Scene da un matrimonio"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Scene da un matrimonio ***


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"Why don't we go somewhere only we know?

Scusate,ma non posso.Neville"

 

Lui non riusciva piu' a dormire se non la sentiva accanto a sè.

Ogni notte stendeva un braccio sul letto dalla parte di lei,poco sotto il cuscino,quasi nascondendolo sotto i capelli di lei,e le faceva poggiare la testa sul suo petto.

Tutte le sere lei si addormentava sentendo il battito del cuore di lui...Ormai era sicura di non essere piu' capace di addormentarsi senza.

Anche quella sera,dopo aver passato piu' di due ore a parlare,a discutere se era meglio restare o tornarsene a casa,George e Luna si erano addormentati in quel modo.

Non appena si erano chiusi la porta della loro camera alle spalle,dopo aver controllato Fred Jr.,George aveva voluto sapere cosa era successo per farli quasi scappare dalla festa.

Aveva capito da subito che c'entrava in qualche modo Neville,ma voleva sapere tutta la storia;c'era una cosa che si erano imposti fin da quando erano tornati insieme:dovevano dirsi sempre la verità.

Per quando dolorosa o difficile da raccontare potesse essere,era sempre meglio delle bugie che li avevano quasi divisi all'inizio della loro relazione.

E Luna,seduta sul bordo del letto,gli aveva raccontato tutto quello che si erano detti lei e Neville quando erano rimasti soli nell'ufficio;senza omettere nulla:dal ballo,alla dichiarazione d'amore dell'uomo,alla frase che l'aveva fatta infuriare come mai aveva pensato fosse possibile,fino all'interruzione provvidenziale di Draco.

Fu felice quando vide la stessa rabbia riflessa sul viso di George,che la ascoltava seduto sul piccolo gradino interno della finestra.

-E' stato un bene per lui che sia arrivato Draco al mio posto...Io non so come avrei reagito-le aveva detto,alzando la voce.

Luna lo aveva zittito,ricordandogli che nella stanza comunicante la loro dormiva il bambino e George si era alzato per venire a sedersi vicino a lei.

-Ti giuro che se non fosse entrato Draco pochi secondi dopo,avrei tirato fuori la bacchetta e l'avrei ridotto un mucchietto di cenere...Ancora adesso non mi sembra vero che una tale cattiveria gli sia uscita dalla bocca-gli aveva detto Luna.

-Che ci andiamo a fare al suo matrimonio?Anzi,credo che non ci sarà neanche se queste sono le premesse-le aveva detto George guardandola.

Luna aveva incontrato il suo sguardo e dopo qualche istante,aveva scosso la testa.

-No,noi dobbiamo andarci...Non voglio dargli la soddisfazione di credere che mi ha messo in crisi e mi ha fatto scappare con le sue cattiverie...Magari può arrivare a credere di avermi insinuato qualche dubbio,e io invece voglio mostrargli che non sono stata mai piu' sicura in vita mia-gli aveva detto la donna sicura.

George l'aveva guardata per qualche istante,senza parlare,come incerto se farle quella domanda che aveva sulla punta della lingua,ma lei lo aveva anticipato.

-Avanti chiedimelo-gli aveva detto.

George aveva sorriso leggermente e annuito.

-Lo sei?Voglio dire...Sei sicura di noi due come lo sono io?-le aveva domandato guardandola fisso negli occhi.

Luna aveva sorriso e gli si era avvicinata leggermente sul bordo del letto.

-Mi sono accorta di una cosa prima...-aveva iniziato Luna,abbassando per qualche istante lo sguardo,prima di tornare a fonderlo con quello di lui.

-Mentre ero in quella stanza con Neville,e lo sentivo dire che mi amava e che avrebbe rinunciato al matrimonio ad un mio solo gesto...Io pensavo a quando sei venuto a rapirmi il giorno prima delle nozze.

Mi è tornato in mente il discorso che mi hai fatto,l'aspetto disastroso che avevi...-ricordò lei con un sorriso tenero sulle labbra.

George si era lasciato contagiare da quel sorriso,mentre le sue orecchie erano andate lentamente a fuoco,provocando la risata cristallina di Luna.

-E poi mi sono ricordata dei tuoi occhi-gli aveva detto tornando seria.

-Che avevano di speciale?-le aveva chiesto,curioso.

Luna aveva avvicinato una mano alla guancia destra di George,e l'aveva accarezzata dolcemente.

-Erano chiari,limpidi...Mi stavi promettendo il futuro e ci credevi veramente,non lo dicevi tanto per dire.

Volevi veramente costruire qualcosa con me...Neville non ha mai avuto quello sguardo-gli aveva confessato.

George era rimasto in silenzio,serio,gli occhi in quelli della donna aspettando che lei continuasse.

-Anche se mi aveva chiesto di sposarlo e aveva organizzato tutto,non ha mai avuto lo stesso sguardo che tu avevi in quel momento...-gli aveva confessato sincera.

-E' stato quello a convincerti?-le aveva chiesto.

Luna aveva alzato le spalle.

-Quello e il fatto che te la cavi niente male a letto-gli aveva detto.

George,a quelle parole,era scoppiato a ridere per la schiettezza della donna,provocando le risate della compagna.

Quando le risate si erano calmate,si erano guardati negli occhi e George le aveva sorriso,anche se i suoi occhi erano seri.

-E anche perchè ti amo...Come credo di non aver mai amato nessun'altro in vita mia...

Tu sai tutto di me:quello che sono stata,tutto quello che ho fatto,gli errori che ho commesso...E nonostante questo hai voluto creare una famiglia con me.

Abbiamo un bambino bellissimo e in questo momento non potrei desiderare nient'altro nella vita senza sentirmi un'egoista...

Tu hai cambiato il mio mondo George Weasley...E non smetterò mai di ringraziarti-gli aveva detto Luna.

Quando aveva finito di parlare,gli occhi di Luna erano velati di lacrime.

George,gli occhi persi in quelle iridi d'argento,aveva perso l'uso della parola dopo quella dichiarazione d'amore:come avrebbe potuto dirle quanto l'amava dopo la dichiarazione meravigliosa della donna?

Aveva deciso di usare i gesti:l'aveva attirata a sè,facendo aderire il corpo della donna al suo,nascondendo il volto sulla sua spalla,annusando il profumo dei suoi capelli fino a trascinarla con sè sul piumone.

Le aveva dimostrato il suo amore con ogni piccolo gesto,ogni minima carezza ed ogni languido bacio,perdendosi fra le sue braccia e dentro di lei,felice per ogni gemito e sospiro e ogni graffio che le unghie di Luna avevano lasciato sulla sua schiena e sulle sue spalle.

E anche quella notte,dopo aver raggiunto il piacere,Luna si era accoccolata accanto a lui,nel posto che era suo di diritto,proprio sotto il cuore.

Quel cuore che nessun'incantesimo e nessuna magia avrebbero potuto portarle via.

 

Furono svegliati dai colpi insistenti che tempestavano la porta,seguiti quasi subito dal pianto del piccolo Fred.

-Tu prendi il bambino...Io uccido chiunque bussi in questo modo a quest'ora!-le disse George,ancora mezzo addormentato.

Luna era andata dal bambino e,dopo averlo preso in braccio,era tornata in camera, bloccandosi sulla porta che univa le due stanze quando aveva visto chi era accanto a George.

-Che ci fai qui a quest'ora del mattino?-gli aveva domandato,stringendo istintivamente Fred Jr piu' vicino al suo petto.

-Abbiamo un problema-le disse Draco.

L'uomo era già completamente vestito e,senza aspettare un invito,si sedette sulla prima sedia che trovò libera.

George,in boxer e t-shirt,chiuse la porta e lo guardò,ormai completamente sveglio.

-Hai idea di che ore sono?-domandò poi guardando Draco.

Luna si sedette sul letto e fece per tirare fuori un seno,ma fu fermata da Draco.

-Ehi,che hai intenzione di fare?-le domandò.

-Far mangiare mio figlio-disse lei come se fosse la cosa piu' naturale del mondo.

-Ma ci sono io!-protestò il biondo.

-E' colpa tua se è sveglio a quest'ora,e adesso ha fame.

Puoi uscire e tornare piu' tardi oppure restare e dire che cosa ti ha portato qui così presto!-disse Luna quasi sfidandolo.

Draco restò alcuni istanti indeciso,poi annuì in segno di resa.

George si era seduto sul letto,poco lontano da Luna e il bambino,lo sguardo su Draco.

Luna intanto,aveva tirato fuori un seno a cui il piccolo Fred si era attaccato in maniera quasi vorace.

-Allora qual'è il problema?-domandò George per entrambi.

-Neville è scappato-disse Draco,secco.

-Possibile che si comporti sempre in maniera così prevedibile?-disse Luna alzando lo sguardo da Fred.

-Tu te lo aspettavi?-le domandò George,leggermente preoccupato.

-Qualche dubbio doveva averlo dopo il discorso di ieri sera...Magari pensa che gli correrò dietro-disse Luna guardando George.

-Ed è proprio quello che farai-s'intromise Draco.

-TI SEI BEVUTO IL CERVELLO?-domandò Luna,gli occhi su Draco,senza alcuna paura della sua reazione.

Aveva imparato anni fa a tenergli testa e a non aver piu' paura di lui.

-Se ci vado soltanto io,non servirebbe a niente:lui se lo aspetta.

Dobbiamo portarlo in chiesa per le dieci!-le disse il biondo guardandola in volto.

Aveva lo sguardo fisso sul viso della donna,non osava abbassare gli occhi neanche per qualche istante:sapeva che Luna era ancora a seno scoperto e non voleva rendere la situazione piu' imbarazzante.

Sentiva il bambino ingoiare rumorosamente il latte,le mascelle ancora strette attorno al seno della donna,e ancora una volta in quella mattina si trovò a maledire Neville per il guaio in cui l'aveva messo.

George passò lo sguardo da uno all'altra,mentre i due si guardavano in cagnesco e si decise a fare la domanda.

-Ma è la cosa giusta da fare?-

-Weasley fidati,non potremmo fargli un favore piu' grande-disse Draco sicuro di sè.

Poi il biondo infilò una mano nella tasca sinistra dei pantaloni e tirò fuori un biglietto tutto stropicciato.

-Ha lasciato questo-disse tendendo il biglietto verso i due.

George tese una mano e lo afferrò,poi lesse ad alta voce le poche righe che vi erano scritte sopra.

-E' indirizzato a te,vero?-domandò voltandosi verso Luna.

Lei annuì.

-Sai dove si trova?-le chiese ancora il rosso.

-La prima frase è un chiaro riferimento al posto dove si trova...Vuole proprio che sia io ad andare-disse.

Fred aveva finito di succhiare,così Luna lo appoggiò con delicatezza contro una spalla e si sistemò la camicia da notte.

Dopodichè prese a dare piccoli colpi sulla schiena del piccolo per fargli fare il ruttino.

-Lascialo a me...-disse George,prendendo Fred fra le braccia.

Non appena il bambino fu fra le sue braccia,George gli fece posare la testa su una spalla,con delicatezza,dandogli piccoli baci fra i capelli rossi così simili ai suoi e facendogli delle smorfie che facevano sorridere il bambino.

Luna guardò suo figlio e non potè evitare di sorridere con lui,addolcita da quella scena.

-Scusate se interrompo questo momento così tenero,ma ho molte altre cose da fare!-s'intromise Draco.

-Ok,ok!Allora cosa devo fare?Andare lì e convincerlo a tornare indietro?-disse Luna leggermente esasperata,tornando a incontrare lo sguardo dell'uomo di fronte a lei.

Draco scosse la testa.

-Non servirebbe...Neville in questo momento è convinto che se non fosse per colpa dei suoi tradimenti voi due stareste ancora insieme e magari sareste sposati...-le disse.

Si fermò e per alcuni istanti nella stanza scese il silenzio,mentre Draco e Luna si guardavano.

-Devi dirgli la verità-le disse alla fine.

Era sicura che sarebbe finita in quel modo!

-NO!ASSOLUTAMENTE NO!-disse Luna in modo deciso.

-Neville ti ha idealizzato!Per lui sei la donna perfetta!Sapere quello che è successo lo farebbe tornare in sè-le disse sicuro.

-Lo distruggerebbe-disse lei ferma sulla sua decisione.

-Ma il vostro tradimento è diverso da quelli di Neville-s'intromise George tranquillo rivolto a Luna.

Draco lo guardò come se lo vedesse per la prima volta.

-Tu....tu sai?-gli domandò perdendo per una volta la sua sicurezza.

George sorrise,continuando a dare piccoli schiaffi alla schiena di Fred.

-Lui sa tutto di me...-rispose Luna per George con voce tranquilla.

Il rosso si voltò verso la donna e la guardò.

-E penso che abbia ragione lui-le disse.

-George!Ti rendi conto che succederebbe se venisse a sapere una cosa del genere?-disse la donna,ormai completamente nel pallone.

-Luna,guardami!-le disse il rosso incurante della presenza di Draco.

Luna si bloccò e fissò gli occhi in quelli dell'uomo.

-Per una volta sono d'accordo con Draco...Mi sembra strano anche dirlo...

Neville ha bisogno di una smossa per convincersi a tornare da Hannah,qualcosa che faccia crollare le sue convinzioni.

E niente può scioccarlo come sapere che lo hai tradito dopo che lui se ne era andato e per tutto il tempo che lui ti chiedeva di perdonarlo-le disse con voce calma,quasi ipnotica.

Poi il rosso si voltò verso Draco e lo guardò.

-Ma non credo sia una buona idea dirgli che c'entri anche tu...Non si riprenderebbe piu' e non ti perdonerebbe mai-gli disse.

Draco suo malgrado,fu costretto a dargli ragione.

-Quindi dovrai dirgli che stavi con un'altro,senza dirgli che stavi con me-precisò guardando Luna.

Luna restò qualche istante in silenzio,persa nei suoi pensieri,poi annuì.

-Va bene,farò come dite voi...-cedette alla fine.

Draco,sollevato,si lasciò andare a un sospiro di sollievo.

-Però voi verrete con me-disse rivolta a Draco e a George.

Il rosso annuì mentre Draco scosse la testa.

-Non posso,ho troppe cose da tenere in piedi...

Dove si trova quel pazzo?-le domandò poi,improvvisamente curioso.

Luna lo guardò,imbarazzata e timida per la prima volta dopo tanto tempo.

-E' a Keswick...-gli disse guardandolo in volto.

Capì subito che Draco non aveva dimenticato cosa significava quel posto:gli occhi si scurirono e una scarica elettrica passò dagli occhi dell'uomo a quelli della donna.

-Allora credo decisamente che passerò la mano...-disse serio.

Poi si alzò e guardò i due.

-Bene,io adesso vado...Ho altre cose da mettere in ordine prima della cerimonia.

Mi raccomando:deve essere in chiesa per le dieci!-le ricordò.

Luna lo guardò negli occhi e annuì.

Poi il biondo si avvicinò alla porta e senza aggiungere altro,l'aprì e uscì in corridoio.

 

Dopo essere uscito dalla camera di Luna e George,Draco uscì nel cortile interno per qualche minuto prima di passare alla prossima mossa.

Aveva bisogno di una sigaretta per calmare i nervi...

Keswick...Derwent Water...Tante volte si era smaterializzato in quel piccolo paesino del Lake Distrect,scappando durante i fine settimana senza lezioni.

Scappando dal suo migliore amico a pezzi perchè si era reso conto dell'errore commesso e da sua moglie che quasi ogni giorno gli spediva un gufo per averlo a casa durante quei giorni liberi.

Scappava da loro e correva verso la pazzia.

Non poteva definirla in altro modo quello che era successo fra lui e Luna.

Era cominciato tutto quando era andato da lei per prendere le ultime cose che Neville aveva lasciato nell'appartamento che divideva con la donna a Hogwarts.

Lei gli aveva fatto trovare tutto già pronto in una scatola di cartone,e gli aveva offerto un FireWhisky,avevano parlato in maniera quasi amichevole e senza neanche sapere come,si erano ritrovati nel letto a rotolarsi fra le lenzuola.

Quando tutto era finito,non c'era neanche stato bisogno di spiegazioni:lui era sposato e non poteva impegnarsi con nessun'altra,e lei usciva da una storia che l'aveva praticamente messa knock-out.

Era stato solo un incidente di percorso,aiutato dal FireWhisky...Amici come prima.

Draco aveva preso gli oggetti di Neville e se ne era andato sicuro che non sarebbe piu' successo.

E invece era accaduto ancora...e ancora...

Era andato a cercarla nell'appartamento che aveva preso nella Londra babbana per allontanarsi da Neville e che divideva con la Weasley e,ancora una volta,era finita in quel modo.

Neville,nel frattempo,continuava a chiedergli di parlare con Luna per convincerla a riprovare, a fare un nuovo tentativo.

Forse anche sua moglie aveva qualche dubbio sulla sua fedeltà,ma non aveva mai osato parlargliene.

Avevano continuato così per mesi,e per evitare di essere scoperti,avevano preso l'abitudine di smaterializzarsi a Keswick dove il padre di Luna aveva una casa per le vacanze.

Finchè un giorno,Luna non gli aveva detto che voleva smetterla con quegli incontri.

Draco non aveva saputo spiegarsi il motivo,ma si era sentito triste e stranamente perso alla notizia:quegli incontri,e la presenza di Luna al suo fianco,anche se clandestinamente,erano diventati una costante nella sua vita che ora gli veniva strappata.

Naturalmente aveva fatto lo spaccone con lei e le aveva detto che per i suoi gusti era durata anche troppo,aggiungendo anche un'uscita da grande attore.

Da quel giorno non l'aveva vista piu',finchè non era tornata con Neville.

Con l'amico era stato il solito di sempre,ma dentro di sè non faceva altro che domandarsi: possibile che si accontenti di così poco?

Il suo lato Serpeverde chiedeva giustizia,e in un certo qual senso,era stato accontentato quando Neville era stato lasciato il giorno prima delle nozze per George Weasley.

Allora esisteva veramente una giustizia divina...

Aveva saputo che aveva avuto un bambino e che era felice,ma l'idea di rivederla non lo aveva sconvolto come sembrava aver fatto con Neville.

Ormai l'aveva superata e sapeva che fra loro non sarebbe mai potuta durare a lungo:Luna era troppo orgogliosa per relegare se stessa nel ruolo dell'amante.

Tirò l'ultimo tiro dalla sigaretta e la buttò a terra,spegnendola con il tacco della scarpa.

Buttò fuori il fumo e si voltò di nuovo per tornare dentro:era ora di continuare il giro.

 

 

Harry,gli occhi ancora chiusi,si teneva la testa con una mano appoggiato al bordo del tavolo.

Accanto a lui,Ginny era già sveglia,anche se ancora in vestaglia.

Senza dargli una spiegazione,Malfoy era venuto a svegliarli battendo forte sulla porta della loro stanza e chiamandoli a gran voce finchè non gli avevano aperto.

-Vi aspetto nel salotto degli ospiti fra dieci minuti!-aveva detto prima di proseguire per il corridoio.

Harry aveva guardato Ginny con gli occhi ancora pieni di sonno e la donna aveva alzato le spalle,senza dire una parola.

-Si può sapere che era tutto quel rumore?-aveva chiesto Teddy entrando in camera,strofinandosi gli occhi.

-Uno scocciatore...-aveva detto Harry tornando a posare la testa sul cuscino e chiudendo di nuovo gli occhi.

-Forza pigrone!Cerca di avere un aspetto vigile-gli aveva detto Ginny,prendendo la vestaglia dalla sedia dalla sua parte del letto e avvicinandosi al bambino.

-Ma che ore sono?-le aveva chiesto l'uomo seguendo ad occhi chiusi i movimenti della donna.

-Sono le otto e mezza-

-Troppo presto!-aveva detto Harry.

Alla fine,grazie all'inesauribile pazienza di Ginny e alle sollecitazioni di Teddy,Harry si era deciso a uscire dal letto,inforcare gli occhiali e infilare la vestaglia per scendere al salotto degli ospiti,come aveva detto loro Malfoy.

Si era seduto su una sedia accanto al tavolo e vi aveva poggiato sopra un gomito,tornando poi a chiudere gli occhi.

-Non riesco ancora a credere che tu sia così pigro!-gli disse Ginny.

-E' colpa tua!Quando sei tornata ieri,potevi anche evitare di svegliarmi-le disse aprendo un'occhio e guardandola.

Ginny gli sorrise e gli lanciò un bacio.

Vederla così felice era una gioia per gli occhi:la sera prima era rimasta fino a notte fonda a parlare con Ron e quando era tornata in camera,aveva svegliato Harry per raccontargli quello che si erano detti e quanto erano stati bene insieme.

In quel momento,nel salotto arrivarono Ron e Hermione nelle loro stesse condizioni.

-E voi che ci fate qui?-domandò Hermione,sorpresa di trovarli lì.

-Anche voi avete ricevuto la visita di Malfoy?-domandò Ginny.

Hermione annuì e Ron sbadigliò,lasciandosi cadere quasi a peso morto sul divano bianco.

-Perchè ci ha chiamato a raccolta a quest'ora?-domandò Ginny,voltandosi verso Teddy.

-A questo punto mi aspetto di veder arrivare anche George e Luna da un momento all'altro-disse Harry,ancora con gli occhi chiusi.

-Ciao Teddy-lo salutò Hermione,rivolgendo un sorriso al bambino.

Ron sentendo quel nome aprì gli occhi e guardò il piccolo,seduto accanto alla sorella,che mangiava una briosche.

-Ciao Hermione!-disse salutando la donna.

Poi gli occhi del bambino si posarono per alcuni istanti su Ron,incontrando quelli dell'uomo,per poi allontanarsi quasi subito.

Doveva odiarlo veramente quel bambino,pensò Ron.

Prima che uno dei quattro parlasse di nuovo,Malfoy fece il suo ingresso nel salotto.

-Bene,siete tutti qui-disse soddisfatto.

-No veramente mancano Luna e George-tentò Hermione.

-Loro non verranno,ho già parlato con loro...Sanno cosa fare-disse in tono pratico.

Poi Draco si accorse di Teddy e lo guardò per qualche istante.

-E lui chi è?-domandò sorpreso.

Harry si lasciò scappare un sorriso.

-Sono Teddy Lupin-disse il bambino restituendogli lo sguardo.

Draco lo guardò per qualche istante senza parlare poi guardò Harry.

-Lupin?Quel Lupin?-domandò.

Harry annuì,ancora troppo stanco per parlare.

Draco tornò a posare lo sguardo sul bambino,poi si riscosse e si schiarì la voce.

-Ok sentite,abbiamo un problema e preferirei una maledizione senza perdono piuttosto che chiedere aiuto a un gruppo di Grifondoro,ma ho bisogno della collaborazione di tutti per arrivare alla fine di questa giornata senza incidenti-disse.

-Che è successo?-domandò Ginny,anche se aveva un presentimento.

Tutti e quattro lo videro prendere un respiro profondo.

-Neville è scappato-disse.

Ron e Harry si svegliarono del tutto e si rizzarono a sedere per seguire meglio la conversazione.

In quel momento nella mente di entrambi si stava srotolando di nuovo l'immagine della conversazione fra Neville e Draco a cui avevano assistito di nascosto la sera prima:glielo aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per farlo arrivare all'altare e adesso stava mantenendo la parola data.

-Me lo aspettavo-disse Ginny.

-Cosa?Ma come ha potuto?-disse Hermione sorpresa da quel gesto.

-Ok,sentite!Io sono sicuro che Neville sarà in chiesa per l'ora stabilita,ma noi dobbiamo occuparci del resto-disse ritrovando il tono pratico.

-Come fai ad esserne così sicuro?-domandò Harry attento.

-Perchè se ne stanno già occupando-disse il biondo.

-Ma è una buona idea?Voglio dire:se non è innamorato di Hannah,ha senso che la sposi?-domandò Ginny.

Draco scosse la testa.

-Lui la ama!E' solo che adesso è parecchio confuso e si è convinto di non amarla piu'...Però vi ho detto di non preoccuparvi di questo-disse l'uomo.

-Cosa dobbiamo fare?-domandò Hermione pratica.

-Harry e Ron:voi sarete i valletti.

Vi occuperete degli ospiti e gli indicherete il loro posto a sedere in chiesa...L'avete già fatto quindi non avete bisogno di un corso d'addestramento-

I due uomini si guardarono e poi annuirono al biondo.

-Hermione,tu sei sempre stata famosa per la tua ossessione per la precisione:ti darò una lista delle cose da controllare e ti assicurerai che siano perfette.Lavorerai con me,praticamente-le disse.

Hermione annuì pronta.

-Ginny,ho bisogno che tu stia dietro i cuochi e che controlli che tutto sia perfetto in cucina.La sposa è una tale rompipalle che se non è tutto esattamente come ha deciso lei,ce lo rinfaccerà per il resto della vita-disse.

Il gruppo si lasciò scappare una risata per alleggerire l'atmosfera a cui si unì anche Draco per qualche istante,prima di guardare Teddy.

-Credo che avrò bisogno anche di te-disse guardando il bambino.

Teddy corrugò la fronte.

-Che devo fare?-domandò divertito,ingoiando il boccone di briosche che aveva in bocca.

-Dovrai portare il cuscino con gli anelli agli sposi al momento giusto della cerimonia...E' un compito molto importante,te la senti?-gli domandò guardandolo.

Teddy sorrise e annuì.

-Certo!-disse sicuro.

Harry e Ginny sorrisero,leggermente orgogliosi.

Draco guardò l'orologio che aveva al polso e poi tornò a guardare il gruppo davanti a sè.

-Sono le nove meno un quarto.

Abbiamo un quarto d'ora per tornare in camera e prepararci,poi inizieranno ad arrivare gli ospiti.

La cerimonia inizia alle dieci.

Ci vediamo qui alle nove,massimo le nove e dieci-disse in tono quasi militare.

I quattro si alzarono e si diressero verso le scale che li avrebbe ricondotti alle loro stanze.

Ron,passò accanto a Harry e lo guardò.

-Massimo le nove e dieci!-disse rifacendo il verso a Draco.

Harry sorrise.

-A piu' tardi!Ciao Teddy-disse Ron,seguendo Hermione verso la loro stanza.

Teddy lo guardò,ma riabbassò subito lo sguardo senza salutarlo.

 

 

Le era sempre piaciuta Keswick,fin da quando era bambina.

Suo padre aveva comprato quella casa poco dopo la morte di sua madre,pensando che un posto come quello la potesse rallegrare e farla sentire meno triste per la perdita.

Aveva passato lì tutte le estati,prima con suo padre poi con Neville,ed era lì che andava quando voleva vedere Draco per evitare di farsi scorgere da occhi indiscreti.

-Sei sicura che sia qui?-domandò George coprendosi gli occhi dal riverbero del sole con una mano.

Luna guardò il profilo della casa sugli scogli poco lontano e annuì.

-So per certo che è qui-gli disse.

Lo prese per mano e fecero la breve distanza che ancora li divideva dalla casa,fermandosi a pochi passi dalla porta.

George la guardò e le sorrise.

-Io ti aspetto qui-le disse con voce rassicurante.

Luna lo guardò e titubante annuì.

L'uomo le si avvicinò e le posò un bacio delicato sulle labbra,poi allontanò il viso quel poco che bastava per incontrare i suoi occhi e le sorrise di nuovo.

-Andrà tutto bene-le disse con la stessa voce calma.

Luna gli restituì il sorriso e lo baciò un altra volta prima di staccarsi da lui e fare i pochi passi che ancora la separavano dalla porta.

Un gesto deciso e fu dentro.

Si guardò attorno:erano quasi due anni che non tornava lì.

C'erano ancora gli stessi mobili coperti con i lenzuoli per evitare che si impolverassero,i stessi quadri alle pareti che c'erano l'ultima volta che era stata lì.

L'ultima volta che era venuta con Draco...

-Neville!-chiamò a voce alta,restando sulla porta.

Aveva quasi paura a fare un passo:perchè accidenti si era lasciata convincere?

Il rumore del mare poco lontano che si infrangeva sugli scogli si sentiva nonostante le finestre chiuse e sembrava volerle dare quel senso di pace che in quel momento le mancava.

-Neville!Avanti esci fuori,lo so che sei qui!-chiamò ancora una volta.

Come volevasi dimostrare,l'uomo apparve dal riquadro delle scale che portavano al piano di sopra.

-Ero sicuro che mi avresti trovato-le disse Neville sorridendole.

Luna lo guardò qualche istante,chiedendogli quasi scusa per il male che di lì a poco gli avrebbe inflitto e poi allontanò lo sguardo.

-Sono venuta per riportarti indietro...Fra quaranta minuti c'è il tuo matrimonio e tu sarai davanti a quell'altare ad aspettare la tua futura sposa-gli disse con tono deciso.

Neville la guardò con uno sguardo incerto,come se non avesse capito il senso delle sue parole,poi scosse la testa.

Luna lo vide scendere il resto delle scale e fermarsi poco distante da lei.

-Non posso sposarla!Lei merita di stare con qualcuno che la ami e io non sono quella persona-disse lui.

-Finora sei stato quell'uomo!Perchè adesso le cose sono cambiate?Perchè hai rivisto me?

Beh per me puoi smaterializzarti in chiesa anche adesso,stiamo solo perdendo tempo qui-disse lei mantenendo un tono duro.

Neville socchiuse gli occhi,lo sguardo sempre fisso su di lei.

-Tu hai deciso di cancellare tutti i ricordi della nostra storia...E lo capisco,ma io non posso farlo-le disse.

-Sei un povero stupido!-gli disse.

Non voleva dirgli tutte quelle cattiverie,ma Neville doveva pagare in qualche modo la cosa terribile che gli aveva detto la sera precedente.

-E' COLPA MIA SE NON RIESCO A CANCELLARE I NOSTRI RICORDI?SE NON FACCIO ALTRO CHE IMMAGINARE COME SAREBBE STATA LA NOSTRA VITA INSIEME SE NON TI AVESSI LASCIATA?...Se non ti avessi tradita?-le disse alzando la voce.

Luna sospirò e lo guardò mentre si sedeva su uno dei divani coperti dai lenzuoli bianchi.

-Non saremmo rimasti insieme comunque:quel futuro che continui ad immaginarti con noi due sposati e tanti figli non si sarebbe avverato-gli disse,introducendo il discorso.

-Avrebbe potuto se non avessi mandato tutto a puttane!-continuò Neville,quasi senza ascoltarla.

-Io non sono perfetta Neville-gli disse.

-Però è solo colpa mia se è finito tutto fra noi se...-

-Ti ho tradito anch'io!-gli disse Luna tutto d'un fiato.

Neville alzò lo sguardo su di lei,guardandola con occhi vacqui.

-C..Cosa?-le domandò a mezza voce.

Luna abbassò lo sguardo e sospirò di nuovo.

-Ti ho tradito.

Pochi giorni dopo che te ne sei andato...E per tutto il periodo che tu mi imploravi di tornare con te.E' stato prima di conoscere George...

Io ero con un'altro e non mi importava assolutamente niente delle tue suppliche.

Ti ricordi quando sei apparso sulla porta di casa mia e ti sei messo in ginocchio implorandomi di tornare con te?Nella camera da letto,c'era un uomo nudo addormentato-disse sapendo di ferirlo.

Neville si alzò in piedi e la fulminò con lo sguardo.

-Chi era?-le domandò con voce arrabbiata.

-Che importanza ha adesso?Non era nessuno.

Qualcuno con cui fare sesso senza importanza e che non voleva una relazione-gli disse.

Neville l'ascoltò in silenzio poi scosse la testa.

-Non ti credo-ribattè.

Luna sospirò e si guardò intorno:aveva sperato di non arrivare a quel punto.

-Siamo stati anche qui...L'abbiamo fatto in ogni stanza di questa casa-gli disse.

Gli occhi di Neville si spalancarono e ancora una volta,Luna vide fiamme di rabbia bruciarvi dentro.

-COME HAI POTUTO?QUESTO ERA IL NOSTRO POSTO!-le disse.

-E allora tu che le portavi a casa nostra?-ribattè pronta la donna.

Neville non rispose e si avvicinò alla porta.

-Hai proprio ragione!Stiamo solo perdendo tempo-le disse.

E prima che lei potesse rispondergli,si smaterializzò.

Luna guardò nella direzione dove Neville si era appena smaterializzato e sospirò sollevata prima di lasciarsi andare a un piccolo sorriso:lui non l'avrebbe mai saputo,ma sarebbe stato sempre in debito con lei.

 

 

Le nove e quaranta.

La chiesa si stava velocemente riempiendo di parenti e amici e di Neville non si era vista neanche l'ombra.

Ron e Harry erano all'ingresso della chiesa ad accogliere gli invitati dispensando sorrisi e strette di mano a perfetti sconosciuti,presentandosi a tutti come due dei piu' cari amici di Neville.

Accanto a loro c'era Teddy,elegante nel suo piccolo tight completo di farfallino nero,che li seguiva ovunque andassero.

Hermione aveva preso molto seriamente l'incarico che Draco le aveva affidato e piu' volte l'avevano vista correre per i corridoi della chiesa intenta a parlare con il biondo o con qualche sconosciuto.

Ginny,invece,era sparita nelle cucine per tenere tutto sotto controllo come le aveva chiesto il biondo.

Tutti cercavano di non preoccuparsi per l'assenza dello sposo a venti minuti dalla cerimonia,e di mostrarsi ottimisti,ma ogniuno di loro e in particolare Harry e Ron erano rosi dal timore che i loro sforzi fossero inutili.

-Credi che si presenterà?-domandò Harry,durante un momento di tranquillità,all'uomo poco distante da sè.

Ron lo guardò un istante e alzò le spalle.

-Lo spero...Anche se non riesco a togliermi dalla testa quello che ho sentito ieri in quella stanza.

E che fine hanno fatto Luna e George?Perchè non sono qui a farsi schiavizzare da Malfoy come noi?-gli disse Ron.

Harry sorrise e scosse la testa:aveva notato anche lui l'assenza dei due amici e non aveva saputo darvi una spiegazione.

-Ascolta,io devo fare una telefonata...Credi di potertela cavare da solo?-disse il moro a Ron.

Capì subito di aver detto la cosa sbagliata e guardò Ron con un leggero timore.

Ron sorrise leggermente e lo guardò.

-Non credi che sia troppo tardi per chiedermelo?-gli disse l'uomo.

Harry lo guardò per qualche istante,serio in volto,senza sapere come rispondere.

-Ron ascolta...So che le cose fra noi non sono cambiate,non sono tanto stupido.

Adesso non è il momento adatto per parlarne,ma spero che prima o poi mi darai la possibilità di spiegarti-gli disse con voce seria.

Ron lo guardò e dopo qualche istante,annuì.

Harry,veramente sollevato,sorrise.

-Torno subito.Teddy,non muoverti e resta vicino a Ron!-disse poi rivolto al bambino.

Soltanto in quel momento,il rosso si accorse che il bambino era ancora accanto a lui.

Si scrutarono con diffidenza per alcuni istanti,in silenzio:Ron guardava il bambino con circospezione,quasi avesse paura di dire la cosa sbagliata;al contrario Teddy fissava Ron con curiosità.

-Tu sei quello della foto-disse all'improvviso Teddy.

Ron lo guardò senza capire.

-Come?-domandò.

-Tu sei quello nella foto con zio Harry...Il suo amico-disse ancora Teddy.

La bocca di Ron si piegò in un sorriso accennato,mentre continuava a guardare il bambino.

-Che foto era?-domandò curioso.

-Stavate facendo le boccacce...Ma zio Harry ne ha tante di foto con te e Hermione;però le tiene tutte in soffitta-disse il bambino.

Ron aggrottò le sopracciglia.

-In soffitta?E perchè?-

-Perchè dice che non riesce a guardarle...Anche quelle di zia Ginny erano in soffitta,però poi lei le ha prese e le ha messe in salotto-continuò il bambino.

Ron sorrise.

-Tu sei amico di mio zio,vero?-domandò Teddy.

L'uomo guardò il bambino e non seppe cosa rispondergli;alla fine annuì.

-Allora perchè ogni volta che vi vedete urlate?-domandò ancora Teddy.

Ma dove era finito Harry?E perchè gli aveva lasciato lì il piccolo?si domandò Ron sentendosi a disagio.

-E' perchè avete litigato?-domandò ancora il bambino.

Ron tornò a posare l'attenzione su Teddy.

-Te lo ha detto tuo zio questo?-chiese interessato.

Teddy annuì.

-Ha detto che tu eri il suo piu' grande amico e che poi avete litigato...Anche io litigo con il mio amico Bobby,però poi facciamo pace.

Voi perchè non fate pace?Dovete solo chiedervi scusa...-domandò il bambino.

Quel ragazzino faceva sembrare tutto così semplice:per lui bastava chiedersi scusa per cancellare quegli anni di solitudine...

Era davvero così facile?

-Ron!-si sentì chiamare.

Alzò lo sguardo e vide il volto di Harry venire verso di lui.

-E' arrivato Neville!-disse l'uomo.

Ron lo fissò per alcuni istanti senza rispondere,facendo preoccupare Harry.

-Va tutto bene?-domandò infatti il moro.

Ron annuì velocemente e staccò gli occhi dal suo volto.

Era veramente così facile?

 

 

 

Alla fine di quella estenuante mattinata,Neville si presentò all'altare in orario,pronto ad aspettare Hannah e a unire la sua vita a quella della donna.

Poco prima dell'inizio della cerimonia arrivarono anche George e Luna,seguiti poco dopo da Draco,che si mise al fianco di Neville sull'altare.

Nessuno seppe mai che fine avessero fatto quella mattina George e Luna e quale grande aiuto avessero dato per far si che quel matrimonio si celebrasse.

Nei suoi voti nuziali Neville promise ad Hannah "la fedeltà,completa e totale",facendo commuovere gli invitati e la sposa e facendo sorridere alcune persone,fra cui il suo testimone:sapevano che quella volta la promessa sarebbe stata rispettata.

Quando l'officiante presentò Mr e Mrs Paciock nella chiesa ci fu un boato:applausi,fischi e grida per benedire quell'unione che fin dall'inizio era stata così movimentata.

Durante il pranzo di nozze,i vecchi amici della scuola brindarono piu' volte agli sposi e sbeffeggiarono allegramente gli sposi durante il loro primo ballo da sposati sulle note di "My Endless Love".

Dopo furono gli altri a scatenarsi ancora una volta nelle danze:Dean e Seamus ballarono separatamente,ma cercandosi con gli occhi "La historia de un amor" che secondo loro raccontava in modo perfetto il loro amore;Luna e George si rilassarono e fecero ridere i loro amici ballando e cantando "Ain't no mountain high enough" ed Hermione riuscì a trascinare in pista Ron per "God only knows",canzone che avevano ballato anche al loro matrimonio e i cui passi Ron doveva avere qualche ricordo.

Anche Ginny e Harry si concessero il loro primo ballo,su una delle canzoni preferite di Ginny, "Leave right now".

Stretti l'uno all'altra,con la testa di Ginny abbandonata contro la sua spalla,il viso di Harry affondato nel suo collo.

-In questo momento non vorrei essere in nessun'altro posto-le sussurrò Harry all'orecchio.

Ginny sorrise languidamente.

-Neanche io-

Sentì le labbra di Harry posarle un piccolo bacio poco sotto l'orecchio e sorrise di nuovo chiudendo gli occhi.

-Grazie-disse Ginny.

-Per cosa?-

-Per tutto.Per essere venuto qui,anche se avevi paura;per aver affrontato tutti e per aver parlato con Ron...

So che è merito tuo se abbiamo fatto pace-gli disse Ginny riaprendo gli occhi e affondandoli in quelli di lui.

Harry rimase qualche istante in silenzio.

-Sai che farei tutto per te-le disse serio.

Ginny si sollevò sulla punta dei piedi e posò le labbra su quelle di lui,dandogli un bacio languido e appassionato.

Dopo essersi staccati tornarono a ballare e Harry tornò a posare la testa sulla spalla di Ginny.

-Anche se dopo tutto questo trambusto,devo confessarti che non vedo l'ora di tornare alla normalità babbana-le disse.

 

 

Draco si era allontanato dal ricevimento per fumare una sigaretta:aveva fatto forse una delle sue magie piu' riuscite e meritava un premio.

Neville era tornato,il matrimonio era stato celebrato e vissero tutti felici e contenti...

Almeno sperava.

Sentì dei passi avvicinarsi al posto dove si trovava;alzò lo sguardo nella direzione del rumore e sorrise alla persona che gli stava venendo incontro.

-Non dovresti stare lontano dal fumo?-domandò tirando un'altra boccata.

Luna si appoggiò allo stesso muro a cui era poggiato lui e sorrise.

-Volevo farti i complimenti:hai fatto veramente un miracolo-gli disse.

Draco ghignò.

-Già...Per un'attimo ho avuto il terrore di non vederlo arrivare-le confessò.

Luna annuì.

-Non mi perdonerà mai-disse sicura.

Draco tirò un'altra boccata e annuì.

-Era sconvolto quando è arrivato:mi ha detto qualcosa e io ho fatto finta di ascoltarlo...Mi sono anche indignato per la tua crudeltà.

Avrei vinto sicuramente il premio Oscar!-le raccontò.

Luna sorrise e lo guardò.

-Credi che abbiamo fatto la cosa giusta?-gli domandò.

-Hannah è la persona giusta per lui...Non credo che tu lo sia mai stata.

Lei riesce a calmarlo,a fargli capire i suoi errori...Ha veramente molta pazienza con lui-le disse.

Luna sorrise sollevata da quelle parole.

-Allora abbiamo fatto la cosa giusta-disse convinta.

Draco buttò la cicca a terra e la spense.

Si staccò dal muro e fece un passo per tornare verso il rinfresco,poi si voltò a guardare la donna.

-Hai...hai mai pensato a un noi?-le domandò titubante.

Luna lo guardò per qualche istante,sorpresa dalla sua domanda poi gli sorrise.

-Si,ci ho pensato...Certe volte stavamo bene insieme-gli disse guardando quegli occhi così impenetrabili.

Draco ghignò ancora una volta e annuì lentamente.

-Già...Magari se le cose fossero state diverse;se tu non fossi stata la donna del mio migliore amico...-disse lui.

-E tu non fossi stato sposato-gli ricordò Luna.

-Si,anche quello...Forse avremmo avuto qualche possibilità-disse lui piu' a sè stesso che a lei,facendole poi un sorriso.

Luna lo guardò qualche istante,poi gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia.

-Senza di te non ce l'avrei fatta,lo sai?-gli disse seria.

Draco la guardò e annuì lentamente,poggiando la mano su quella di lei ferma sulla sua spalla.

-Adesso sarà meglio che vada a cercare George-disse Luna staccandosi da lui.

Quel breve istante d'intimità che si era instaurato fra di loro si sciolse come neve al sole,lasciando a entrambi il ricordo delle poche frasi che si erano scambiati;i muri vennero alzati di nuovo e si tornò a fare il gioco dei ruoli.

-Già,sarà meglio che torni al rinfresco-disse Draco.

Luna lo guardò allontanarsi finchè lui non girò l'angolo,lasciandola sola.

 

 

Salve a tutti!!!

Finalmente questo matrimonio si è concluso,x fortuna nel migliore dei modi,anke se ha lasciato qualche strascico.

Adesso so cosa state pensando:Draco e Luna?Come avete già visto,a me piacciono le coppie non convenzionali e mi sono accorta che finora avevo reso Draco quasi un santo...Era ora di fargli commettere qualcosa di cattivo e inaspettato.

Chiedo scusa x eventuali errori di battitura e di ortografia e ringrazio coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo.

Le canzoni usate in questo capitolo sono:"Ain't no mountain high enough" di Marvin Gaye,"My Endless Love" di Lionel Ritchie e Diana Ross,"Leave right now",di Will Young"La historia de un amor"di Guadalupe Pineda,"God only knows" dei Beach Boys.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Confesso che mentre la scrivevo è scesa anche a me la lacrimuccia),Tappetta(Si,è vero i caratteri sn molto diversi,ma in fondo ki di noi è uguale a quello ke era da adolescente?),JC(Sorpresa!!Te lo saresti aspettato da Neville?E ti saresti aspettato quello ke è successo in questo chap?),Ale90(Benvenuta!Come vedi la tua intuizione su Draco era giusta,in un certo senso,anke se nn era amore,ma il ricordo di un amore),Baby Be(Tranquilla!Come vedi le cose vanno evolvendosi piano piano),Spooky Charlotte(Grazie!Il pezzo fra Gin e Ron è forse il piu' bello dello scorso chap.Piu' ke da Neville è turbata dalle cattiverie ke lui le ha detto),Maryrobin(Tranquilla,arriverà anche il loro momento!),Alemalfoy(Grazie x i complimenti!In fondo il matrimonio di Draco nn è dei piu' felici e Neville lo sa,ma nn sa ke un pò di colpa ce l'ha Luna),ValeLovegood(Era ora di fargli far pace!),Bulmettina(E' abbastanza presto?Buona lettura!), Germana(Come hai visto,la risposta alla tua domanda è nel chap;spero di averti soddisfatta!),LIttle Giuly(100?Mi sa che sn un pò troppi...),Xellor(Si lo è,decisamente!X fortuna quella povera Hannah l'ho tenuta all'oscuro d tutto!), WingsHP(Draco è molto diverso da qllo della Row,spero di nn aver deluso nessuno cn qst descrizione),Lallina88(Ecco spiegato cs passava x la testa di Draco il giorno della festa.Prevedibile?),Dado(Grazie!!Già tt vorremmo Harry!Nn so dirti cn precisione qnt capitoli saranno,xkè nn lo so neanche io!),FairyDreams(Anche io adoro quella canzone!Mi è sembrata la canzone perfetta x due fratelli:nn è troppo romantica ma neanche tr semplice!Sarah tornerà e Gin avrà la sua vendetta fra poco),Valentina(Mi è uscito di getto!Avrebbe rischiato di rovinare tt dicendo qlcs in +.Quello ke gli interessava era far fare pace ai due fratelli),and last but not least Potterina88(Grazie!!!!Non avevo mai fatto caso alla somiglianza fra Sirius e il mio Draco.Anke io ho pianto mentre lo scrivevo:praticamente Ron le ha detto ke accetta il fatto ke Harry sia tornato nella sua vita,anke se lui non ancora fatto pace con lui).

Chiedo UMILMENTE SCUSA a tutti coloro che ho dimenticato di ringraziare SORRY SORRY!!!

Bene,per il momento è tutto e vi do appuntamento al prox capitolo:il famoso capitolo di S.Valentino...

"Caccia al tesoro fra i ricordi"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** Caccia al tesoro fra i ricordi ***


caccia

 

Tornare alla normalità del lavoro alla radio e della vita nella Londra babbana fu quasi una gioia.

Quando erano tornati a casa,la sera stessa del matrimonio,Harry Ginny e Teddy erano troppo stanchi per parlare di quello che avevano vissuto o per anche disfare le valigie:avevano solo la forza necessaria per infilarsi il pigiama e mettersi a letto.

Il matrimonio era stato estremamente stancante per tutti e tre:avevano dovuto fare di tutto perchè la sposa e gli ospiti non si accorgessero della fuga di Neville,aiutando Draco a tenere in piedi tutti i birilli,e poi quando tutto si era risolto per il meglio si erano scatenati con tutti gli altri fino a notte fonda.

Quando mercoledì 14 febbraio 2007 tornò in radio,si sentì come un naufrago che tornava alla civiltà dopo mesi di isolamento.

-Bentornato!Avevamo già iniziato i provini per cercare il tuo sostituto-gli disse Graham quando lo vede uscire dall'ascensore.

Dagli amplificatori nel corridoio usciva "All you need is love",canzone simbolo di S.Valentino; per una volta nella sua vita,Harry era felice dell'arrivo di quella festa:finalmente avrebbe dimostrato a Ginny il suo amore.

Harry,una mano impegnata dal caffè e l'altra dalla valigetta,gli fece un cenno con il capo,quasi un mezzo inchino,sbeffeggiandolo.

-Ammettilo che senza di me vi siete sentiti persi...-disse prendendolo in giro.

Si erano incamminati verso il corridoio che portava agli uffici,Graham lo aiutò ad aprire la porta del suo ufficio,facendosi poi da parte per farlo entrare.

-E' tornato il figliol prodigo!-sentì Harry alle sue spalle.

-Ciao Dave,sentito la mia mancanza?-domandò poggiando il caffè sulla scrivania e andando a appendere il cappotto all'attaccapanni.

Dave si era seduto su un bracciolo del divano,mentre Graham era comodamente seduto a gambe divaricate su di esso.

-Non ho fatto altro che piangere...A te come è andato il matrimonio?-domandò Dave.

Harry alzò le spalle.

-Pieno di vecchi amici e di gente che non avevo mai visto...E' stato divertente-aggiunse.

Prese la tazza di cartone dalla scrivania e ne bevve un sorso.

-Cosa hai preparato per la trasmissione di San Valentino?Qualche idea speciale delle tue?-gli domandò Dave.

Harry aggrottò le sopracciglia.

-Credevo te ne occupassi tu!Altrimenti perchè ti avrei chiamato l'altro giorno?-gli ricordò Harry.

-Sai che le mie idee non sono così eccezionali-ribattè Dave.

Harry sbuffò e posò di nuovo il caffè sulla scrivania.

-Ok,ok...Non voglio rovinarmi la giornata!Pensa a qualcosa e io farò lo stesso-disse rivolto al biondo.

Dave annuì e Graham fece per parlare,quando il telefono sulla scrivania di Harry squillò.

-Si?-domandò l'uomo avvicinando la cornetta all'orecchio.

-C'è un signore che vuole vederti Harry-disse Lucy dall'altra parte del filo.

-Ti ha detto chi è?-domandò lui bevendo un'altro sorso dalla tazza.

-Si chiama George Weasley-rispose la donna.

Harry sorrise leggermente sorpreso:che ci faceva lì George?

-Fallo passare-disse prima di attaccare.

-Chì è?-domandò Dave curioso.

-Ti è venuta qualche idea?-domandò Harry senza rispondere.

Il biondo sbuffò facendo alzare una ciocca di capelli ribelli e facendo ridere sia Harry che Graham;il moro si avvicinò alla porta e dopo averla aperta restò sulla soglia in attesa di vedere la testa rossa di George.

Quando lo vide arrivare,gli sorrise amichevole.

-Che piacevole sorpresa-disse stringendo la mano dell'uomo.

George gli sorrise e ricambiò la stretta.

-Scusa se ti disturbo al lavoro,ma conoscendoti sapevo di trovarti in pausa-disse George.

Harry sorrise e si fece da parte per farlo entrare prima di richiudere la porta della stanza.

George si accorse degli altri due uomini soltanto quando fu entrato nella stanza.

-Ma forse questa volta mi sbaglio...-disse per un'attimo titubante.

-Tranquillo George!Graham Steele,David Stone lui è George Weasley.

Mio cognato-aggiunse dopo averlo guardato un'istante di sottocchi.

George si voltò a guardarlo,sorpreso dalle parole di Harry;il moro gli diede una pacca sulla spalla piu' vicina e tornò a guardare i due uomini davanti a loro.

-Ecco perchè mi sembravi familiare:sei il fratello di Ginny!-disse Dave alzandosi e andando verso George.

Il rosso gli strinse la mano,sorpreso dal modo caloroso in cui era stato accolto.

-Piacere,David!-si presentò.

-Avevi bisogno di qualcosa George?-domandò Harry,curioso di sapere il motivo della sua visita.

George tornò a guardare l'amico e annuì.

-Ecco...avrei un favore da chiederti-disse.

-Sarà meglio che togliamo il disturbo-disse Graham,alzandosi dal divano e stringendo la mano al rosso prima di avviarsi verso la porta.

Quando furono soli,George guardò Harry per qualche istante prima di parlare di nuovo.

-Ecco,oggi è San Valentino...E io avrei bisogno del tuo aiuto per fare una sorpresa a Luna-gli disse.

-Di che si tratta?-domandò Harry curioso,sedendosi sul bordo della scrivania.

George tirò fuori dalla tasca interna della giacca di pelle un cd e lo mise sulla scrivania.

-Potresti mettere queste canzoni durante il tuo programma?-gli domandò.

Harry prese il cd e lo guardò:era d'argento,senza copertina e sopra vi era scritto "Luna & George".

-Hai qualche preferenza?-domandò tornando a guardare George.

-Sono tutte perfette,ma se dovessi sceglierne una sotto tortura sceglierei la prima...o la terza-disse.

Harry sorrise e annuì.

-Non è un gran sacrificio:posso metterle tutte e due.Qualche preferenza per l'orario?-domandò ancora.

George lo guardò qualche istante,per vedere se stesse scherzando o meno,poi riflettè sulla sua domanda.

-Credo che verso le undici sarebbe l'orario giusto-gli disse.

Harry sorrise di nuovo e gli diede una pacca sulla spalla.

-Agli ordini grande capo!-disse prendendolo in giro.

Tutti e due si misero a ridere e non sentirono i colpi sulla porta,videro soltanto Dave fermo sulla soglia,la mano ancora sulla maniglia che li guardava curioso.

-Non vorrei interrompervi,ma è ora di andare in onda!-disse poi rivolto a Harry.

Il moro annuì e fece un passo verso il centro della stanza seguito subito dopo da George.

-Farò quello che mi hai chiesto...Poi fammi sapere come è andata-disse Harry all'uomo.

George annuì.

-Ah proposito,prima che mi dimentichi...-s'intromise Dave,facendo voltare i due uomini verso di lui.

-Ha telefonato Ginny:ha detto che ti aspetta a mezzogiorno e mezza alla stazione-gli disse.

Harry corrugò la fronte.

-Che stazione?-domandò.

-Non lo ha detto...Però ha detto che oggi ti servirà un pò di magia...

Donne!A San Valentino vogliono tutte la magia!-disse ancora David.

George e Harry alle parole dell'uomo scoppiarono a ridere:per fortuna,Dave non aveva assolutamente idea di cosa significassero in realtà le parole della donna.

 

 

La stazione.

C'era una sola stazione a cui riusciva a pensare,dopo averci riflettuto piu' attentamente.

King's Cross era affollata come al solito:gente che aspettava di partire,folle che arrivavano e che erano in attesa di cambiare treno per raggiungere la loro destinazione.

Harry si curò poco della folla e si diresse spedito verso i binari nove e dieci...

Quanto tempo era che non vi tornava?Quasi cinque anni ormai.

Non era voluto tornarci neanche quando tutto era finito perchè sapeva che gli avrebbe portato alla memoria dei bei ricordi,che avrebbero iniziato a far male come aghi conficcati nella pelle.

Con passo meno fermo di qualche attimo prima,si avvicinò al muro che separava i due binari e lo toccò con una mano:chiunque lo vedesse in quell'istante lo avrebbe considerato un pazzo,ma nessuno avrebbe potuto capire cosa si stava agitando nel suo animo.

Ginny lo stava portando a superare un'altra delle sue paure,a liberarsi di quei tabù che agli avevano quasi avvelenato la vita in quegli ultimi anni.

Si guardò attorno e,approfittando del fatto che entrambe le banchine erano libere si appoggiò con le spalle alla barriera e in un'istante fu dall'altra parte.

La prima cosa che lo colpì fu il silenzio:era una cosa strana in quella stazione.

L'aveva sempre sentita piena di raccomandazioni e di grida festose,del rumore dei bagagli che venivano trascinati e caricati sul treno...

Il Treno...Eccolo lì,dopo tanto tempo,dopo tutto quello che era cambiato nella sua vita...

Identico a quando lo aveva preso l'ultima volta all'inizio del sesto anno;ormai gli sembrava una vita fa.

Si guardò intorno e si accorse di essere solo:dov'era Ginny?

Guardò l'orologio che aveva al polso:mezzogiorno e trentacinque.Possibile che lei fosse in ritardo?

-Ginny?-la chiamò,facendo rieccheggiare l'eco della sua voce in un modo quasi sinistro.

Iniziò a percorrere la banchina:magari era andata avanti e non aveva sentito la sua voce.

Fu allora che lo vide.

Si avvicinò al pilastro di mattoni e prese la busta di filigrana color avorio;sul fronte c'era scritto "Harry" con la calligrafia ordinata di Ginny.

Aprì il sigillo di ceralacca e prima ancora che potesse vedere all'interno della busta,nella banchina rieccheggiò la voce chiara di Ginny.

"Buona Fortuna"

Un sorriso distese il viso di Harry sentendo la voce della donna:le prime parole che gli avesse mai rivolto;proprio lì su quella stessa banchina,davanti a quel treno,magari davanti a quello stesso pilone.

Aprì leggermente la busta e guardò all'interno:c'era un cartoncino dello stesso colore della busta e un pezzo di cuoio.

Prese la lettera e lesse le poche righe:

"Buona fortuna...Così iniziò la nostra lunga storia e così inizia questa strana caccia al tesoro.

Ogni indizio ti porterà a ricordare qualcosa d'importante e all'indizio successivo,fino a quello conclusivo e piu' importante.

Buona Caccia!

Ginny"

Harry ripiegò la lettera e non potè fare a meno di chiedersi quanto tempo avesse impiegato Ginny a preparare tutto quello:era completamente pazza...

Infilò di nuovo la lettera nella busta e tirò fuori il quadrato di cuoio:era a scacchi bianchi e neri, liscio.

Si passò quel pezzo di cuoio fra le mani a lungo,cercando capire che cosa potesse significare,poi ebbe un'illuminazione.

Come aveva fatto a non pensarci prima?

Il sostituto del Quidditch!

Si diresse camminando quasi di corsa verso la barriera,poi fuori dalla stazione,verso la macchina.

Quante infrazioni aveva commesso nel breve tragitto?si domandò senza curarsene poi molto.

Adesso lo aveva preso la curiosità di sapere che cosa avrebbe trovato dopo e quando arrivò a destinazione,infilò la chiave nella toppa quasi rompendola dentro.

Anche la casa,come il binario,era deserta e silenziosa.

Con un leggero fiatone,si diresse verso il salotto e si guardò intorno in cerca di un'indizio:vide subito che c'era un post-it sullo stereo.

Si avvicinò e sorrise di nuovo leggendolo: "Accendimi!:

Obbedì e nella stanza si diffusero delle note a lui sconosciute:

"If you break my heart I'll go,but I'll be back again".

E come trasportato dalla musica,un'ologramma prese forma davanti a lui riportandolo indietro di qualche mese,in quella stessa stanza:rivide se stesso,poco distante dallo stereo,tanta gente intorno e poi vide Ginny,arrivare con Jennifer e guardarlo timorosa dalla soglia.

Gli scappò un sorriso imbarazzato vedendo il suo sguardo sorpreso e il volto timido,ma deciso di Ginny che si avvicinava a lui e lo baciava su una guancia.

L'ultima immagine che vide,fu i loro doppi che si sorridevano prima di chinarsi a raccogliere i pezzi del bicchiere rotto.

L'ologramma scomparve all'improvviso come era apparso e Harry,abbassando lo sguardo nel punto in cui avrebbero dovuto esserci i resti del bicchiere rotto,vide qualcosa brillare;si chinò e sorrise ancora una volta mentre lo prendeva in mano:un piccolo pezzo di vetro del bicchiere.

L'aveva conservato per tutto questo tempo?

Si rialzò e vide sul tavolo poco lontano una busta,simile a quella che aveva trovato alla stazione;si avvicinò e l'aprì incurante dei pezzi di ceralacca che gli schizzarono addosso:ancora una volta c'era un biglietto,accompagnato però da una polaroid.

Prese il biglietto curioso:

"Se spezzi il mio cuore me ne andrò,ma tornerò...

Non hai voglia di un panino?"

Harry prese la polaroid dentro la busta e la fissò:raffigurava una statua di bronzo di due bambini che giocavano.

Dove aveva già visto quella statua?Accidenti perchè la sua memoria faceva acqua da tutte le parti,proprio adesso che ne aveva piu' bisogno?

Guardò quella foto cercando di individuare ogni piccolo dettaglio che potesse aiutarlo a capire dove fosse,poi fortunatamente ebbe un lampo di genio.

Infilò la polaroid nella busta,e questa nella tasca insieme alla precedente,e uscì di corsa diretto alla macchina.

Il traffico dei pendolari che rientravano a casa lo bloccò per quasi tre quarti d'ora in mezzo al traffico,nonostante la fretta e la curiosità per il successivo indizio che lo stava assalendo per la seconda volta.

Quando finalmente arrivò sulla King's Road e riuscì a parcheggiare,corse verso il posto dove doveva esserci la statua e quando la trovò si lasciò andare ad un sospiro di sollievo:per un'attimo aveva avuto paura di essersi immaginato tutto.

Di fronte alla statua c'era una freccia rossa che indicava oltre la strada,verso il marciapiede opposto;Harry alzò lo sguardo e vide il negozio di Ginny:come aveva fatto a non pensarci prima?Adesso sembrava la soluzione piu' ovvia!

Guardò i due bambini ramati impegnati in un interminabile gioco alla cavallina e vide un'altro piccolo biglietto poco sotto la camicia del bambino.

Lo staccò e lo lesse:

"Credi di riuscire ad entrare nel negozio senza scassinarlo? G."

Guardò la vetrina del negozio e vide che vi era un cartello: "Chiuso per motivi familiari".

Sicuramente non poteva usare l'incantesimo Alohomora per entrare.

Si guardò intorno e scovò lo stesso vicolo in cui si era nascosto il giorno in cui aveva spiato Ginny,poco lontano da quella statua.

Cercando di non dare troppo nell'occhio si infilò nel vicolo e,dopo essersi assicurato che fosse deserto,si smaterializzò all'interno del negozio.

Doveva essere nel retro,perchè era una sezione che non aveva mai visto finora;entrò nel negozio e si guardò intorno alla ricerca dell'immancabile lettera e dell'indizio.

C'era qualcosa sul bancone che lo portò a sorridere;si avvicinò e vide che era accompagnato da un biglietto.

"Nel caso ti fosse venuta fame! G."

Prese la scatola con il sandwich ai gamberetti e la rigirò per qualche istante fra le mani,sempre con il sorriso divertito sulle labbra:adesso capiva l'allusione sull'altra lettera.

Però doveva ammettere che aveva un certo languorino:in fondo erano quasi due ore che girava come una trottola per Londra;aprì la scatola e tirò fuori un panino,dandogli un morso.

Nel frattempo continuò a guardarsi intorno alla ricerca di indizi,dove poteva averli nascosti?

Il negozio era chiuso quindi non c'era nessun pericolo che qualche cliente fosse arrivato prima di lui e li avesse comprati...Doveva solo spremere le meningi e cercare di trovare qualcosa di familiare.

Li trovò quasi nascosti fra gli altri oggetti:questa volta Ginny aveva voluto metterlo veramente alla prova per vedere se aveva buona memoria.

Finì il panino e si avvicinò allo scaffale dove,un pò discosti dagli altri,c'erano due bicchieri di vetro,con la base dorata.

Sotto di essi c'era la busta di filigrana color avorio.

Prese entrambi i calici e la busta,e come era successo con lo stereo,anche i bicchieri sprigionarono un'ologramma:rivide sè stesso e Ginny mentre trafiguravano le candele in quei bicchieri,sentì le stesse sensazioni che aveva provato allora avendola così vicina dopo tanto tempo e vide l'arrivo di Ron con il successivo scontro.

Vide l'amico urlargli contro,il piccolo Teddy rannicchiato in un angolo spaventato,e il cazzotto che Ron gli aveva sferrato a tradimento.

Quando il fantasma di Ron colpì il suo doppio,Harry tornò a sfiorarsi l'angolo della bocca dove era rimasta la piccola cicatrice,a memoria di quello scontro.

Poi l'immagine scomparve.

Harry posò i calici sul bancone,per poi guardare la busta e aprire il sigillo:appena la aprì nel silenzio risuonarono le note di "Rocking around the Christmas Tree".

Soltanto la prima strofa,giusto per fargli capire di quale canzone si trattasse,poi tornò il silenzio; Harry guardò nella busta e vide che conteneva soltanto un biglietto.

"Non ti sembra di averla già sentita questa canzone?"

Adesso gli stava chiedendo troppo!

Si sedette sul bancone,con le gambe penzoloni e riflettè cercando nei suoi ricordi con Ginny dove avesse sentito quella canzone.

L'avevano ballata insieme?Impossibile:era una canzone natalizia e loro non avevano mai ballato insieme fino a due giorni fa.

Era legata a qualcosa che avevano fatto insieme?Molto probabile...Ma cosa?

Passò in rassegna tutti i loro incontri,finchè una flebile luce iniziò a brillare:poteva essere quella?

Ma perchè era importante?Forse se fosse andato sul posto avrebbe avuto maggiori indizi.

Poteva essere solo una traccia che portava al vero indizio,pensò quasi cercando di autoconvincersi.

Senza preoccuparsi troppo di tornare nel retro si smaterializzò nel vicolo,dopodichè si diresse a passo svelto verso la macchina.

Dalla King's Road a Leicester Square ci volevano meno di venti minuti,se non c'era troppo traffico,e oggi sembrava un giorno fortunato.

Salutò Max all'ingresso che lo salutò sorpreso di rivederlo,e si diresse verso gli ascensori, premendo poi il tasto del dodicesimo piano:se la sua intuizione era giusta, il prossimo indizio doveva trovarsi lì.

Nella mente il ricordo di quello che era successo alla festa di Natale,mentre nell'ascensore gli amplificatori mandavano quella canzone,Harry si guardò attorno attentamente alla ricerca di qualcosa che facesse pensare al passaggio di Ginny o a un messaggio per lui,ma alla fine,poco prima dell'arrivo al dodicesimo piano dovette arrendersi:forse aveva sbagliato pista.

Quando avevano sentito quella canzone?si domandò strofinandosi gli occhi con una mano e analizzando la questione da un'altro punto di vista.

Era stato durante la festa di Natale,quando Ginny aveva litigato con Sarah...

MA CERTO!Era veramente un'idiota!

Uscì dall'ascensore come una furia,andando quasi a sbattere contro Lucy che era proprio davanti alla porta dell'ascensore,e si diresse verso il suo ufficio.

-E tu che ci fai di nuovo qui?-gli domandò Steve vedendolo correre per il corridoio.

-Non resto a lungo!-gli urlò Harry senza fermarsi.

Una volta arrivato davanti all'ufficio,entrò e si chiuse la porta alle spalle,poggiandosi con la schiena contro di essa,nella stessa posizione in cui era quella sera.

Come aveva fatto a dimenticarsi una cosa così importante?Doveva essere la prima cosa a tornargli in mente!

Da quella posizione iniziò l'ispezione dell'ufficio alla ricerca di indizi:l'ufficio sembrava nelle stesse identiche condizioni in cui l'aveva lasciato tre ore prima.

Poi alzò lo sguardo sulla libreria nera dei cd e sul ripiano in mezzo vide qualcosa che non c'era mai stata fino a quel momento.

Si avvicinò e prese la piccola miniatura:raffigurava una civetta bianca,in tutto e per tutto uguale ad Edvige.

Non appena l'ebbe stretta fra le mani,un nuovo ologramma si diffuse per la stanza:ancora lui e Ginny,questa volta la sera della festa di Natale.

Lei era bellissima nonostante il viso leggermente arrossato e timoroso;si era voltata verso di lui e lo aveva guardato seguendo tutti i suoi movimenti.

Le sue lacrime,che ancora adesso gli facevano venire la pelle d'oca,e finalmente il loro bacio,il primo dopo tanto tempo...un bacio che cancellava il passato.

Ancora una volta l'ologramma era svanito davanti ai suoi occhi,neanche fosse fumo.

Posò lo sguardo sulla civetta e sorrise ancora una volta,prima d'accorgersi della busta sulla sua scrivania.

Si avvicinò alla scrivania con cautela,quasi con circospezione:era curioso di sapere quale sarebbe stato l'indizio successivo,ma tutti quelli che aveva raccolto fino a quel momento l'aveva portato a fare un viaggio dentro la sua storia con Ginny,facendolo riflettere.

Lei era stata presente quasi tutta la sua vita...Cosa sarebbe successo se l'avesse persa di nuovo? Non poteva... Non ora che aveva capito quanto era importante.

Adesso avrebbe avuto bisogno proprio di Ginny per rassicurarlo,per far andar via quelle paure...ma era solo.

Doveva sconfiggere quei timori improvvisi e continuare quella caccia al tesoro.

L'ultimo indizio era quello piu' importante,così lei gli aveva detto nella prima lettera,e ora che aveva cominciato non poteva certo tirarsi indietro.

Afferrò la busta e distrusse il sigillo rosso;guardò all'interno e vide che,al contrario delle precedenti,vi era soltanto l'indizio.

Nessun cartoncino.

Prese in mano l'indizio e una miriadi di emozioni lo assalirono:il suo viso s'infuocò e il cuore inziò a correre piu' velocemente,gelidi brividi scesero lungo la sua schiena e le braccia...Tutte quelle emozioni alla sola osservazione.

Era un'indizio piccolo,poteva tenerlo nel palmo di una mano.

Non aveva neanche bisogno di arrovellarsi per capire a che cosa si riferisse e capiva anche perchè in quella busta non c'era una lettera ad accompagnarlo.

Guardò di nuovo quell'indizio,sentendo di nuovo i brividi lungo la schiena:un piccolo quadrato di spugna,verde.

Senza ombra di dubbio preso da un'accappatoio.

Avvicinò il piccolo pezzo di stoffa al naso e subito sentì il profumo delicato di Ginny solleticargli le narici.

Per un'istante chiuse gli occhi,lasciandosi cullare dal profumo,poi si ricordò della caccia in cui era impegnato e riaperti gli occhi,s'infilò la busta nella tasca insieme alle altre e mise il pezzo di stoffa nell'altra.

Sapeva perfettamente qual'era la prossima destinazione.

Uscì dall'ufficio e fece di nuovo il corridoio fino agli ascensori;salutò Lucy e s'infilò nel primo ascensore che arrivò al piano.

Guardò con ansia lo scorrere dei piani:non si era mai accorto che fossero così lenti.

Quando le porte si aprirono al pianterreno,schizzò fuori come un fulmine e,dopo aver rivolto a Max un saluto frettoloso,uscì dal palazzo della Virgin Radio.

Prese di nuovo la macchina e ritornò verso casa,ma questa volta fu meno fortunato perchè impiegò quasi quaranta minuti per arrivarvi.

Ancora una volta,quando si chiuse la porta di casa alle spalle,fu accolto dal silenzio piu' totale:dov'era finita Ginny?

Che fine avevano fatto tutti?Doveva passare il resto di San Valentino a girare come una trottola?

Scacciò quelle domande che sapeva senza risposta e salì i gradini che portavano al piano di sopra entrando poi in camera da letto.

Sicuro di essere solo,lasciò la porta aperta e si guardò intorno.

-Ginny?-domandò incerto.

Sapeva che erano poche le possibilità che lei fosse lì ad attenderlo e infatti il suo richiamo non ricevette risposta.

Se nel negozio aveva dovuto aguzzare la vista per trovare gli indizi,questa volta erano ben visibili:sulla sedia dalla parte del letto di Ginny era posato l'accappatoio verde,lo stesso da cui era stato preso il pezzo di tessuto.

Sul letto,invece,dalla parte di Harry,c'era uno dei suoi vestiti piu' eleganti e su di esso era posata un'altra busta.

Senza sapersene spiegare il motivo,seppe che non era ancora il momento di aprire la busta.

Si avvicinò alla sedia su cui era poggiato l'accappatoio e lo prese fra le mani,lasciandosi avvolgere dal profumo di Ginny.

Ancora una volta in quella lunga giornata,nella stanza si sprigionò un'ologramma:la stanza si oscurò,avvolgendo con la sicurezza della notte e delle tenebre la stanza.

Voltò la testa verso la porta aperta e sentì una scarica di brividi scendergli lungo la schiena quando vide il suo doppio e quello di Ginny entrare nella stanza:indossavano soltanto i pantaloni, come quella sera di qualche mese fa,e lui la stava portando verso il letto,sostenendola con una braccio sotto il sedere,le gambe di lei allacciate intorno al bacino,le loro labbra unite.

Harry osservò sè stesso staccarsi dal viso di Ginny e guardare con occhi poco lucidi il breve tragitto che lo separava dal letto,non riuscendo a trattenere un sorriso.

Ancora adesso,dopo tutti quei mesi,provava le stesse sensazioni...

Ora Ginny era adagiata sul letto e l'evanescente Harry si era allontanato da lei per accendere la piccola luce sul comodino;poi era tornato a guardarla:Harry sentì il fiato mozzarsi a metà alla vista del bellissimo volto della donna illuminato soltanto a metà dalla luce.

I capelli scompigliati le ricadevano tutti da un lato sulla spalla e lungo il braccio,catturando la luce artificiale e brillando quasi fossero brace ardente e il suo viso,leggermente arrossato era fiero,anche se riusciva a scorgere un'accenno di paura nei suoi occhi.

Non aveva avuto modo di accorgersene in quel momento così concitato e confuso,però adesso poteva dire con sicurezza che non aveva mai visto niente di piu' bello nella sua vita di quella donna.

Della sua donna.

Il suo doppio si era riavvicinato a Ginny e le si era fermato davanti.

-Va tutto bene?-aveva chiesto.

Lei aveva fissato i suoi occhi e aveva annuito,senza dire nulla:non servivano parole fra di loro.

Harry si era aggiustato gli occhiali sul naso,sentendo il suo cuore correre dentro il petto,mentre osservava il suo doppio chinarsi sulla donna e prenderle il volto fra le mani.

-Fermami.Fermami in qualsiasi momento,anche quando ti sembrerà che non ne sono piu' capace,se dovessi essere spaventata o avessi cambiato idea-disse l'Harry evanescente.

E per la prima volta,sentì le emozioni di Ginny:sentì l'orgoglio,la confusione,la paura...e sentì l'amore.

Quello lo sentì piu' forte di tutti:sovrastò tutte le altre emozioni e lo riempì facendolo tremare.

-Ti aspetterei per il resto della mia vita...-stava dicendo ora il suo doppio.

E dopo quelle ultime parole,l'ologramma svanì,lasciandolo solo nella stanza a guardare il vuoto.

Nelle sue orecchie rieccheggiavano ancora le ultime parole dette dal suo doppio e si rese conto che niente nella sua vita era stato piu' vero di quelle parole:avrebbe preferito passare la vita da solo piuttosto che con una donna che non fosse Ginny.

E lo aveva dimostrato in quei tre anni di lontananza...

Si riscosse da quei pensieri e si avvicinò alla sua parte del letto per prendere la lettera sopra il completo blu notte.

Ruppe il sigillo e prese la lettera all'interno.

"Fermati!

Conoscendoti saranno ore che stai girando senza sosta...Fatti una doccia,rasati,e cambiati d'abito.

Devi essere perfetto questa sera...Poi procedi con il prossimo indizio"

Harry sorrise e scosse leggermente la testa:era già arrivato al punto da farsi comandare a bacchetta?

Lanciò busta e lettera sul letto e iniziò a spogliarsi.

Si buttò sotto la doccia,e per una mezz'ora si dimenticò di indizi e caccie al tesoro,spegnendo completamente il cervello.

Dopo essere uscito dalla doccia,si rasò con attenzione e tornò in camera.

Indossò il vestito che lei aveva scelto,complimentandosi segretamente per la scelta fatta e, quando fu finalmente pronto,tornò a prendere la busta,alla ricerca dell'indizio.

Prima non se ne era accorto,ma la busta conteneva anche una piccola macchina:una Hot Wheels,come quelle con cui giocava Teddy,in tutto e per tutto uguale alla sua macchina.

Era un modo per fargli capire che era lì che doveva andare?

La guardò per qualche altro minuto,poi alzò le spalle:se aveva sbagliato,sarebbe tornato in casa per cercare meglio qualche altro indizio.

Prese la giacca,le chiavi della macchina e uscì in strada,fermandosi di fronte all'auto.

Era cominciata a calare la sera,anche se erano solo le cinque e mezza;un vento freddo spazzava la stada,facendo mulinare i fogli di giornale che ancora erano per la strada in attesa della nettezza urbana e che arrossavano i volti dei pochi coraggiosi che si arrischiavano ad uscire.

Harry si strinse nel soprabito e guardò il modellino per poi posare lo sguardo sull'auto:erano identiche.

Doveva essere sulla strada giusta.

Ma cosa voleva dirgli?

Si avvicinò alla macchina in cerca di qualche segno che potesse fargli ritornare alla memoria qualcosa di importante,poi una lampadina si accese nella sua mente.

Disinserì l'allarme e aprì il portabagagli,come aveva fatto all'epoca.

Lo chiuse e fece per allontanarsi,ma una forza invisibile lo spinse di nuovo con la schiena contro la macchina.

Non era piu' in Privet Drive,il vento era cessato,e al suo posto era apparsa la neve:era tornato alla Tana,quel giorno poco dopo Natale.

Davanti a lui Ron lo minacciava bacchetta alla gola e poco lontano Ginny ed Hermione seguivano la scena preoccupate.

Ginny...

Ancora una volta le sue emozioni lo assalirono come un fiume in piena,travolgendolo e lasciandolo quasi senza fiato.

Per prima arrivò la paura,seguita poi dalla rabbia feroce verso Ron;sentì il senso d'aspettativa nei confronti di Hermione affinchè fermasse il marito,e la frustrazione quando si accorse che neanche lei poteva o voleva fermare quello sfogo.

Per ultimi arrivarono il dolore e la pena mentre Ron riversava tutto il suo odio su di lui:il dolore per quel passato che tutti cercavano di non ricordare e la pena verso di lui...

Pena per non averlo saputo proteggere dalle cattiverie di Ron,dall'odio del fratello.

Improvvisamente Privet Drive tornò davanti ai suoi occhi e la forza che lo aveva tenuto arpionato alla macchina fino a quel momento scomparve,lasciandolo libero.

Restò immobile per qualche istante,respirando profondamente,riprendendosi tutto quell'ossigeno che gli era stato negato in quegli attimi,incurante del vento che gli scompigliava i capelli e gli arrossava il volto.

Lo costrinse ad aprire gli occhi il rumore del portabagagli.

Si avvicinò al retro della macchina e si accorse che il portabagagli era aperto:non l'aveva chiuso prima?

Lo alzò per vedere all'interno e per poco la sua mascella non toccò terra quando vide all'interno una delle lettere color avorio.

La prese fra le mani e senza neanche chiudere il portello,la aprì.

"Sei quasi arrivato alla fine della caccia:manca solo un'indizio.

Per trovarlo devi tornare a casa...

Io sarò lì ad aspettarti.

Un piccolo aiuto?

Basta guardare nella busta"

Harry lasciò cadere il cartoncino nel bagagliaio e guardò dentrò la busta avorio.

Sentì chiaramente il suo cuore mancare un battito quando vide cosa c'era nella busta.

Con le dita tremanti,e con la massima cautela,la tirò fuori dalla busta.

Anche questa volta l'indizio non poteva essere piu' chiaro...

Deglutì a vuoto facendo andare su e giu' per la gola il pomo d'Adamo,lo sguardo fisso su quello che aveva in mano.

Una piuma...Forse una delle piu' rare.

Una piuma di Fenice.

Doveva tornare a casa...Doveva tornare a Grimmauld Place,alla sede dell'Ordine.

Chiuse il portabagagli e aprì la portiera dalla parte del guidatore,sedendosi con le gambe fuori dalla macchina.

Non poteva...gli stava chiedendo veramente troppo.

Non era ancora pronto per tornare lì,dove aveva vissuto i momenti piu' belli della sua adolescenza,doveva aveva vissuto con Sirius...doveva lo aveva pianto...

Era ancora troppo presto!

Aveva affrontato tante cose che lo spaventavano in pochi giorni soltanto per farla felice,ma questo era veramente troppo!Gli stava chiedendo un sacrificio enorme.

Ma non pensava a quello che rappresentava per lui quella casa?Per lei era facile!

Lei non aveva vissuto mesi con la speranza di riabbracciare qualcuno,anche solo di riuscire a vederlo per pochi minuti;lei non aveva sfidato la legge soltanto per essergli accanto e fargli sentire la sua presenza...

Oppure si?

Non era forse Ginny quella che cercava di sederglisi accanto a tavola,che cercava di parlare con lui anche delle cose piu' banali,e che si attardava dopo le partite soltanto per fargli i complimenti?

Non era Ginny quella che aveva sfidato la Umbrige e Voldemort soltanto per dimostrargli che aveva fede in lui,che credeva nelle sue parole?

Non era Ginny quella che aveva aspettato anni con la speranza di vederlo tornare da lei?

Posò di nuovo lo sguardo sul cartoncino color avorio e rilesse le poche righe,soffermandosi su una in particolare.

"Io sarò lì ad aspettarti"

Ancora una volta non l'avrebbe lasciato solo ad affrontare le sue paure,gli sarebbe stata accanto.

Poteva abbandonarla adesso alla fine della caccia?

Sospirò profondamente come per farsi coraggio e infilò le gambe in macchina,poi chiuse lo sportello e mise in moto.

Aveva sempre fatto quel tragitto in volo,ma fortunatamente quella macchina era dotata di satellite,così gli bastò digitare il nome della strada per arrivare in meno di quaranta minuti a destinazione.

Trovò parcheggio in una via poco distante,e tornò indietro a Grimmauld Place lentamente,quasi fosse un condannato che sta percorrendo l'ultimo miglio che lo porta alla sedia elettrica.

Riconobbe subito i due palazzi "confinanti" con il numero 12,ora doveva soltanto pensare alla sua "casa",come l'aveva chiamata Ginny.

Avrebbe fumato volentieri una sigaretta in una situazione come quella...forse era ora di prendere il vizio.

-Smettila di dire sciocchezze!-disse fra i denti,rimproverandosi.

Fece un paio di respiri profondi cercando di calmare il cuore,che ancora una volta aveva preso a correre piu' forte del dovuto e guardò i due palazzi di fronte a sè.

"Grimmauld Place 12" pensò con lo sguardo fisso di fronte.

E come tante volte prima di allora,vide i due palazzi spostarsi per fare spazio ad un'altro edificio,germogliato praticamente dalla terra.

Non era cambiato affatto in tutti questi anni,e la sensazione che Harry provò quando lo vide apparire dinanzi a sè,fu la stessa.

Per un'attimo sperò che aprendo la porta e attraversando il corridoio,avrebbe sentito la voce di Sirius provenire dall'ingresso,magari inveire contro il ritratto di sua madre,oppure impegnata in un battibecco con uno dei membri dell'ordine....

Basta sognare!si impose ritornando alla realtà.

Si avvicinò ai gradini e alzando lo sguardo sulla porta vi vide attaccata un'altra busta.

Un sorriso accennato interessò gli angoli della sua bocca e lo portò a salire piu' velocemente i gradini che lo separavano dalla porta,finchè non ebbe la busta fra le mani.

Era certo che quello fosse l'ultimo indizio:aveva quella strana sensazione.

Aprì il sigillo di ceralacca e tirò fuori il cartoncino,dopo essersi assicurato che non vi fosse niente all'interno della busta.

Lesse la sola riga scrittevi sopra e iniziò a boccheggiare.

La mano destra corse decisa al pomello della porta e aprì.

Nelle orecchie il rumore quasi assordante del suo cuore,Harry attraversò il corridoio che un tempo era infestato dal fantasma di Malocchio Moody e quando arrivò alla fine di questo, si guardò intorno sorpreso dal trovare la casa avvolta dal buio.

Sapeva di essere nel posto giusto,il biglietto ne era una prova,ma allora dov'era Ginny?

-Ginny!-chiamò,soprendendosi di avere ancora voce.

Fece per posare di nuovo lo sguardo sulle righe scritte sul cartoncino perlato,ma cambiò idea sicuro che altrimenti sarebbe morto.

-Ginny!!-la chiamò di nuovo piu' forte.

-Sono qui!-sentì in lontananza.

Si voltò nella direzione in cui era arrivata la voce e camminò a passo svelto:doveva vederla subito,il prima possibile!

Finalmente arrivò nel salotto e si bloccò vedendo l'atmosfera:la luce nella stanza era data da alcune candele a mezz'aria di diverso colore posizionate in posti strategici;poco lontano dalla finestra con vista sul parco illuminato dai lampioni,c'era il tavolo già apparecchiato con tanto di candelabro, e pronto con gli antipasti;il divano poco distante dall'albero genealogico dei Black era coperto con un lenzuolo bianco e sotto di esso vi era un tappeto persiano.

Ginny era poco distante dalla finestra,bella come non l'aveva mai vista:aveva i capelli mossi che le arrivavano a metà schiena,un vestito nero che la stringeva in vita ma che si apriva in una gonna a palloncino stile Anni '50 con delle scarpe con poco tacco e un viso leggermente truccato.

-Hai trovato tutti gli indizi-gli disse lei,un leggero sorriso che la faceva assomigliare ad una Madonna rinascimentale.

Harry fece un passo nella stanza.

-E' vero?-le domandò alzando l'ultimo biglietto che ancora teneva stretto in mano.

-Cosa?-domandò lei.

-Quello che c'è scritto qui sopra-disse Harry facendo un'altro passo verso di lei.

-Dipende quale biglietto è...Ne ho scritti tanti-

-Gin sai benissimo di quale si tratta e io ho praticamente un'infarto in corso,quindi ti prego dimmi se è vero o no quello che hai scritto qui!-le disse Harry arrivando a pochi metri da lei e mettendole sotto gli occhi il cartoncino.

Ginny lo guardò e sorrise,leggermente divertita dalla sua ultima frase.

-Beh,non so come questo possa essere d'aiuto al tuo infarto...ma sì è vero-gli disse guardandolo negli occhi.

Harry la fissò per qualche istante senza dire nulla,la bocca leggermente aperta,poi si fiondò su di lei e la prese fra le braccia,lasciandosi andare ad un urlo.

Ginny si sentì sollevare da terra e allacciò le braccia al collo dell'uomo,scoppiando a ridere quando sentì le sue grida.

Harry la fece girare piu' volte,urlando e ridendo,poi incontrò i suoi occhi.

Posò le labbra su quelle della donna,prima delicatamente,poi con sempre maggiore passione, stringendola a sè e affondando una mano fra i suoi capelli piu' corti del solito per la permanente.

-Sei sicura?-le domandò Harry,gli occhi che brillavano.

Ginny annuì.

-Da quanto lo sai?-le domandò guardandola di nuovo negli occhi.

-Due giorni-gli disse Ginny,accarezzandogli i capelli ribelli.

-E hai resistito due giorni senza dirmelo?-le domandò lui sgranando gli occhi.

-Beh devi ammettere anche tu che non sono stati due giorni tranquilli...E poi volevo che fosse speciale-gli disse lei sincera.

Harry sorrise e la baciò nuovamente.

-Amore mio sarebbe stato speciale in qualsiasi modo me lo avessi detto:anche mentre stavamo portando fuori la spazzatura-le disse.

Ginny rise e scosse la testa.

-Con questo vuoi farmi capire che non ti è piaciuto tutto quello che ho organizzato per te?-domandò lei fingendosi offesa.

Harry scosse subito la testa,attirandola piu' vicino a sè.

-Al contrario!Ho amato ogni istante di questa caccia...La ricorderò per sempre-le disse serio, guardandola negli occhi.

Ginny gli sorrise dolcemente prima di dargli un altro bacio,lasciandosi stringere fra le sue braccia.

-Lo sa qualcun'altro?-domandò ancora Harry quando si staccarono.

Ginny scosse la testa.

-Non potevo dirlo a nessuno prima di averti dato la notizia-

La mano di Harry le accarezzava la schiena e lei lo vide abbassare lo sguardo raggiante sul suo ventre.

Sorrise e,senza dire una parola,prese la mano libera dell'uomo,e la portò sul suo ventre alzando poi lo sguardo sul volto di Harry.

Quello che vide la riempì d'amore:non era la prima volta che lo vedeva con gli occhi pieni di lacrime,ma questa volta erano lacrime di gioia.

Per lei,per il loro amore,per il loro futuro...

-Non puoi neanche immaginare quanto ti amo...-le disse con voce rotta.

Ginny sentì le quelle stesse lacrime velare i suoi occhi e si chinò per baciare le labbra dell'uomo,sentendo ancora la pressione della mano di Harry sul suo ventre.

-Credimi amore,lo so benissimo-gli disse affondando nei suoi occhi.

Per terra,l'ultimo indizio giaceva dimenticato.

"Sei pronto per diventare papà?"

 

Salve a tutti!...E buon San Valentino!(Anche se in ritardo,e anche di parecchio!).

Quanti di voi sono andati in shock ipoglicemico?Chiedo scusa a tutti loro!

E quanti di loro hanno indovinato a cosa si riferivano gli indizi prima di Harry?Siate sinceri!

Voglio ringraziare tutti coloro che nn mi hanno lapidato qnd hanno saputo di Luna e Draco,ma anzi l'hanno accettata di buon grado.SIETE FANTASTICI!

Voglio inoltre fare un'annuncio per chiunque fosse interessato:a giorni verrò aggiunta una nuova fan fiction dalla sottoscritta,interamente dedicata a George e Luna.

S'intitolerà "You changed my world George Weasley".

Tornando a noi:voglio ringraziare tt coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo,e mi scuso per eventuali errori di battitura e di ortografia.

Le canzoni usate in questo capitolo sono:"Rocking around a Christmas Tree"di Brenda Lee e "I'll back" dei Beatles.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Era ora che anke fra di loro le cose migliorassero, Teddy nn può continuare a farsi venire i capelli blu ogni volta che lo vede!),Vale Lovegood(Già Luna è grande...Grazie x la solidarietà cn le coppie!),Mika16(Il mio Draco è davvero mlt diverso da qllo della Row,me lo hano fatto notare molti,ma è davvero un male?Magari nn è detta l'ultima parola neanche fra lui e Harry...), Spooky Charlotte(Grazie x il complimento!Magari fosse possibile farne un libro,ma nn credo che la Row sarebbe tanto d'accordo...),Ale90(Avevo pensato di fare una Draco/Herm,ma poi mi sn accorta ke nn c'era una storia in comune),Xellor(Sono contenta d averti lasciato a bocca aperta!Nn me la sentivo d fare 1 tale carognata a qlla povera Hannah),Lyoko(Bentornata!!!!Come è andata la vacanza?Alla fine è andato tt x il meglio!Nn devi ringraziarmi,l'ho fatto volentieri!),Wings HP(George e Luna sn diventati quasi intoccabili...Sarà veramente cs semplice fare pace?),Lallina88(Mi piace trattare bene i miei lettori,se cs vi posso kiamare!Hai colpito nel segno cn Draco,complimenti...Tranquilla Ron e HErm avranno lo spazio ke si meritano,anke se nn so ancora cosa faranno),Jellicalcat(GRAZIE!!!!Nn immagini qnt mi fa piacere il tuo commento!Si è vero,Dean e Seas sn dolci,ma purtroppo nn hanno ancora finito di litigare...),Tappetta(Ti 6 ripresa?Credimi tengo tr alle mie lettrice x attentare alla loro vita!Come sempre x far cambiare idea a 2 testoni ostinati,c'è bisogno dell'intervento di altre persone...),Baby Be( La storia fra Luna e Draco è successa prima ke lei conoscesse George e dopo essere stata lasciata da Neville...Kiedi pure se hai altre domande!),Dado(Grazie come sempre x i complimenti!Spero tu riesca a leggere il nuovo capitolo prima della partenza!Davvero devono inventare nuovi complimenti x me?),Valentina(Tr esagerato?Beh in fondo nn era mica l'ultimo dei rospi il migliore amico di Neville...un pò la capisco!),Germana(Grazie!TRanquilla,Luna ha un'unico amore!), Bulmettina(Grazie!A passi di lumaca c stiamo avvicinando al momento del grande chiarimento,in fondo nn manca molto...),Alemalfoy(Avevo paura soprattutto del tuo giudizio su Draco/Luna...infondo sei sua moglie!Sn contenta ke t siano piaciuti.Che mi dici di qst capitolo?),Potterfanlalla17(Benvenuta!Sn contenta che la mia storia ti abbia dato il benvenuto nel sito e che sia stato un benvenuto positivo!),and last but not least Potterina88(Grazie Pamy!Sapevo ke la storia di Draco e Luna avrebbe scioccato parecchia gente,ma x fortuna sembra in positivo. Allelluia,Neville si è sposato e nn darà + alcun fastidio!Dopo la batosta presa credo ke nn voglia neanche sentirlo nominare il nome di Luna...Che ne pensi di questo capitolo?Tr zucchero?)

Chiedo UMILMENTE SCUSA se ho dimenticato di ringraziare qualcuno SORRY SORRY!!

Bene,per il momento è tutto io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Magical San Valentine"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 24
*** Magical San Valentine ***


s valentino

 

14 Febbraio 2007

45 Birchwood Road

Ancor prima di aprire gli occhi,Ron seppe che quello era un giorno diverso dagli altri.

Si mosse nel letto e allungando una mano dall'altro lato del letto incontrò soltanto le coperte e le lenzuola fredde,ma non il corpo morbido e caldo di sua moglie.

Aprì gli occhi lentamente,staccandosi di malavoglia dal mondo dei sogni e si ritrovò a fissare il cassettone di legno,nella parete di fronte al letto dalla parte di Hermione.

Sua moglie doveva essersi alzata da molto,visto il gelo che sembrava aver avvolto la sua porzione di coperte;Ron si distese a pancia in su sul letto e guardò il soffitto tendendo le orecchie per sentire i rumori che provenivano dalla cucina:rumore di pentole e gli sembrava di sentire anche il fischio del bollitore.

Gli stava preparando la colazione...

Scostò le coperte e mise un piede a terra,poi si rizzò a sedere e sorrise mentre nella sua mente scorrevano già le immagini di cosa sarebbe successo di lì a poco.

Infilò le pantofole e si diresse in bagno,dove si lavò il viso con acqua gelata,l'unico modo per farlo svegliare completamente la mattina e,dopo una fugace occhiata allo specchio del comò in camera,si avviò verso la cucina.

Hermione aveva la radio accesa e non si accorse dei suoi passi strascicati sul parquet:gli dava le spalle attenta a seguire la cottura di qualcosa che frigolava sopra i fornelli:frittelle.

Quello si che era un modo perfetto per cominciare la giornata!

Sul tavolo di legno era già pronto il bricco con il tè e il pane tostato e,con suo sommo piacere,il bricco con lo sciroppo d'acero.

Sorrise e si avvicinò alla donna,ancora di spalle,che canticchiava insieme alla radio.

"If you stay with me girl we can rule the world..."

-Buongiorno amore-le disse Ron subito prima di posarle un bacio sulla spalla destra.

Hermione voltò appena la testa verso di lui e gli rivolse un sorriso radioso.

-Buongiorno a te,amore-gli disse.

Ron si sporse oltre la sua spalla e le posò un bacio sulle labbra.

-Speravo di finire tutto prima che tu ti alzassi...-gli disse lei,tornando a portare la sua attenzione sulla padella.

-E perdermi tutti questi profumi?-fece Ron andandosi a sedere a tavola.

La sentì ridere e,come sempre,non potè evitare di sorridere a sua volta.

-Hai dormito bene?-gli domandò lei.

-Come un bambino,finalmente di nuovo nel nostro letto...Questi giorni mi è mancato da morire!-le disse provocando le risate della donna.

-Cosa?Lo sai che non riesco a dormire in un letto diverso!-si difese lui con il sorriso sulle labbra.

Hermione rise ancora e spense il fornello sotto la padella,per poi mettere le frittelle in un enorme piatto.

-E poi dopo tutto quello che è successo in questi due giorni,quando ieri sera siamo tornati mi è sembrato di chiudere la porta su un'universo parallelo-le disse.

Ron la osservò avvicinarsi al tavolo con il piatto e si leccò le labbra alla vista delle frittelle.

-Addirittura?-gli domandò lei mentre posava il piatto al centro del tavolo per poi andare a sedersi al suo fianco.

Ron annuì servendosi un'abbondante porzione di frittelle.

-Non mi ricordavo che un matrimonio potesse essere così snervante...E' stato come fare una scalata sulla montagna piu' alta d'Inghilterra e poi una volta arrivato in cima non vedere altro che palazzi...mi capisci?-le domandò.

Hermione lo guardò,poi annuì ingoiando il boccone che stava masticando.

-Ti stai ancora chiedendo se ne sia valsa la pensa,vero?-gli domandò.

-Un pò...Il nostro matrimonio non è stato così faticoso-le disse poi.

-Sì che lo è stato!Almeno per me:gli invitati,le prove del vestito,i voti nuziali che non mi venivano...Ero nel pallone-gli confidò lei bevendo un sorso di caffè.

Ron sorrise,sorpreso da quella confessione.

Aveva ragione lei:il loro matrimonio era stato snervante...Ma per cause che non li riguardavano,ma che li aveva colpiti in pieno.

-Se può consolarti anche io ho avuto dei problemi con i voti nuziali...-le disse guardandola.

-Amore mio,non è un gran segreto che tu non riesca a dare un senso compiuto ai tuoi pensieri...Anche se poi,quello che hai detto al matrimonio mi ha commosso-gli disse.

Le orecchie di Ron si imporporarono leggermente per quell'ammissione e Hermione sorrise vedendolo reagire così anche dopo quattro anni di matrimonio.

Si sporse sul tavolo e gli posò un bacio dolce sulle labbra,che inevitabilmente sapevano di sciroppo d'acero.

-Dovremmo andare via piu' spesso...-disse Ron,quando lei fu di nuovo appoggiata allo schienale della sedia.

Hermione lo guardò senza capire e Ron non rispose subito,impegnato com'era a masticare un'enorme boccone di frittelle.

-Che vuoi dire?-domandò alla fine la donna.

Ron posò il bricco dello sciroppo d'acero con cui aveva di nuovo bagnato le sue frittelle e la guardò.

-Non è per questo che hai preparato la colazione?Il fatto che siamo stati fuori casa e che siamo tornati...Una sorta di colazione di bentornato?-domandò infilzando con la punta della forchetta la colazione.

Capiva subito quando sua moglie cominciava ad arrabbiarsi,dopo anni riconosceva al primo accenno i sintomi,ed ora erano tutti ben visibili sul suo bel volto.

-Oh...beh veramente no.Tu...Tu lo sai che giorno è oggi?-gli domandò Hermione,portando la tazza piena di caffè alle labbra.

Ron la guardò,ingoiando il grosso boccone di frittelle prima di parlare.

-E' mercoledì.Perchè?-le domandò lui.

-Soltanto?-gli chiese lei,sempre piu' contrariata,anche se cercava ancora di non darlo a vedere.

-Il nostro anniversario è a novembre,il tuo compleanno è fra qualche mese...Quindi sono certo di non aver dimenticato nulla-disse prima di portarsi alle labbra un'altro boccone di frittelle.

Hermione restò qualche istante a guardarlo sorpresa,poi annuì e sospirò rumorosamente senza lasciarlo un'attimo con lo sguardo.

Ron sapeva perfettamente cosa stava passando per la mente della moglie:perchè mi stupisco?

-Cielo non mi ero accorta che fosse così tardi!Rischio di far tardi al lavoro...-disse poi alzandosi in piedi.

-Ma non hai finito la tua colazione-disse Ron con la bocca ancora mezza piena.

-Mi è passata la fame!-disse lei avviandosi verso la camera da letto.

Come aveva previsto,la porta si chiuse con violenza,facendogli rientrare il collo nelle spalle neanche fosse una tartaruga spaventata.

Guardò per un'istante la porta chiusa dietro la quale,quasi certamente,sua moglie gli stava lanciando le peggiori maledizioni e stava prendendo a calci i suoi vestiti,come faceva sempre quando era arrabbiata.

Ron portò alle labbra la tazza piena di caffè fumante e sorrise...

Era un vero genio del male.

 

76 Oakley Street

Le goccie d'acqua calda accarezzavano la sua pelle candida.

Il vapore avvolgeva la doccia e aveva appannato i vetri della doccia rendendo tutto ancora piu' intimo e privato.

Luna si voltò e lasciò che anche la schiena venisse colpita dal getto caldo, sciogliendole la tensione accumulata durante la notte parzialmente insonne passata con Fred.

Adorava suo figlio,ma avrebbe preferito che,come tutto il resto del genere umano,dormisse di notte e restasse sveglio di giorno...

Ma Fred dimostrava fin d'ora la sua predilizione per la notte,che le avrebbe creato non pochi problemi durante l'infanzia,e che sarebbe stata certamente causa di guai durante l'adolescenza...

Le scappò un sorriso:con un padre come George Weasley i guai erano in regalo con il DNA, insieme a quei fantastici capelli rossi e alle lentiggini.

Un'improvviso alito freddo le colpì la schiena facendola voltare verso la porta della doccia e facendola sorridere.

-Vuoi che ti insaponi la schiena?-le domandò George,un braccio posato sul vetro della cabina ed un sorriso inequivocabile sul volto.

Luna lo guardò qualche istante e poi sorrise:come si può rifiutare un'invito del genere da quel fantastico uomo nudo?

-E' proprio quello che mi ci vorrebbe...-gli disse.

George sorrise e entrò nella cabina doccia,richiudendosi la porta alle spalle.

Le prime gocce calde caddero sulle spalle e sulla schiena di George,anche loro attratte dalla perfezione di quel corpo maschile.

Luna,sorridendo, indietreggiò fino a raggiungere con la schiena le fredde piastrelle di ceramica che ricoprivano la doccia,il corpo di George poco distante dal suo.

-Quando mi sono svegliato questa mattina non c'eri...-le disse poggiando una mano contro la parete e avvicinandosi con il volto e il torace al suo corpo.

-Fred si è addormentato neanche mezz'ora fa e ho pensato di fare una doccia...-gli spiegò,gli occhi in quelli dell'uomo.

-Lo sai che mi piace averti vicina quando mi sveglio-le disse ancora George,gli occhi sempre nei suoi.

-Mh,allora vorrà dire che saprò farmi perdonare-fece Luna,con un leggero sorriso.

George la guardò,in silenzio,facendo saettare lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra:poco distante dal labbro inferiore si era posata una goccia,pensando che quello fosse il posto migliore per morire.

Ottima scelta,pensò George,gli occhi fissi su quella goccia.

Alzò per un'istante lo sguardo sugli occhi argentei di Luna e poi,senza dire una parola,abbassò la testa,fino a posare le labbra su quella piccola goccia solitaria.

La bevve con un bacio e poi iniziò la risalita verso le labbra della donna,arpionandole poi in un bacio per niente casto.

Lasciò che la lingua s'insinuasse nella bocca di Luna sfiorandole il labbro superiore e il palato e iniziando una lenta lotta con quella di lei.

Sentì le braccia della donna stringersi intorno al suo collo e stringerlo piu' vicino,portando tutto il suo corpo a contatto con quello di Luna.

George si staccò dalle labbra della donna e la guardò,incontrando di nuovo il suo sorriso.

-Non sapevo fossi così cattivo anche di prima mattina...-gli disse in un sussurro,quasi avesse paura di farsi sentire da qualcuno.

George rise leggermente e le posò una mano sul fianco nudo e bagnato,spingendola ancora di piu' contro il suo corpo.

-Posso fare anche di peggio...-le disse portando la bocca vicino al suo orecchio.

Vide il lampo di malizia che attraversò gli occhi di Luna e bastò quello per accenderlo.

Tornò a posare le sue labbra su quelle di lei,con passione e desiderio,esplorando la sua bocca con impazienza.

Sentì le dita di Luna scendere dalle spalle lungo la schiena,accarezzandolo in quel modo che lo faceva rabbrividire e gli faceva mozzare il fiato,e le sentì terminare la loro corsa fermandosi sui suoi fianchi,spingendolo verso di lei.

Ma le mani di Luna continuarono la loro discesa fino a raggiungere il piccolo ciuffo di peli rossicci che copriva il suo pene,giocare qualche istante con i riccioli e poi continuare la discesa finchè non arrivò a destinazione.

Non appena le sue dita si furono chiuse intorno al membro eretto di George,lei sentì chiaramente il gemito pieno che uscì dalla gola e dalle labbra dell'uomo.

Continuò a tenere impegnata la sua bocca,stuzzicandolo con la lingua e i denti,mentre le sue dita accarezzavano l'intera durezza,e sfiorando la pelle delicata e liscia della punta con l'unghia del pollice,provocando dei gemiti sempre piu' forti da parte dell'uomo.

Una mano di George si impossessò di un seno,inziando subito a stuzzicare il capezzolo e a pizzicare la carne tenera del seno.

Luna si staccò dalle labbra di George e poggiò la testa contro la sua spalla,quasi nascondendosi ai suoi occhi,cercando di riprendere fiato:quell'uomo conosceva tutti i suoi punti deboli,tutti i suoi desideri e riusciva sempre a fare la cosa giusta un'istante prima che lei glielo chiedesse.

Le spalle dell'uomo si muovevano velocemente sotto lo sforzo del suo respiro affannato e lei non riuscì a trattenere un sorriso pensando che era stata lei ridurlo così.

George sorrise e tornò a spingerla contro la parete di mattonelle,sciogliendosi per qualche istante dal suo abbraccio e allontanando la mano della donna dalla sua ruggente erezione.

Luna lo guardò sorpresa quando lo vide posare una mano sulla sua natica destra,accarezzarla languidamente,per scendere sulla gamba fino a fargliela piegare,la pelle contro quella del fianco di George.

-Che vuoi fare?-gli domandò lei incuriosita.

George la guardò con un sorriso malizioso e le diede un veloce bacio sulle labbra rosse.

Pochi istanti dopo,non ci fu bisogno di alcuna risposta.

La mano libera di George,si era avvicinata al suo centro e aveva iniziato a sfiorarlo con la punta delle dita,lasciandola senza fiato.

Luna,la schiena ancora contro il muro della doccia,spalancò la bocca al primo contatto delle dita dell'uomo con la sua intimità e gemette compiaciuta,abbandonando la testa all'indietro,quel poco che le consentiva la scomoda posizione.

George sorrise osservando la reazione della donna e continuò ad accarezzarla,con delicatezza.

Luna chiuse gli occhi e si rilassò totalmente fra le sue braccia:era in suo potere.

Aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio:se non fosse stato per il calore umido e per il rumore dell'acqua corrente,non avrebbe saputo dire dove si trovava.

-Vuoi che smetta?-le domandò lui,provocatorio,sicuro della risposta che avrebbe ricevuto.

-Non ti azzardare!-sentì dire dalla donna.

George sorrise e tornò ad impossessarsi delle labbra tumide della donna,incontrando subito la risposta entusiasta di Luna,mentre i suoi polpastrelli sfioravano piu' volte il clitoride di Luna, beandosi dei respiri sempre piu' affannosi e dei gemiti che gli riempivano le orecchie.

Strinse in maniera piu' salda la presa attorno alla gamba di Luna per evitare che lei perdesse l'equilibrio e pochi istanti dopo,fu lui a restare senza fiato e a staccarsi dalle labbra della donna.

La mano di lei era tornata a stringersi intorno alla sua erezione,ricominciando a muovere la mano dapprima lentamente,poi sempre piu' velocemente,adattandosi in qualche modo alla velocità delle dita di George contro la sua entrata.

-Luna...-inziò senza sapere piu' andar avanti.

-Continua...Non ti fermare-gli disse lei,alzando la testa dalla sua spalla e guardandolo negli occhi.

Ancora una volta,quegli occhi ebbero la capacità di eccitarlo come nient'altro prima d'ora.

La vide poggiare la testa contro la parete di mattonelle ormai divenuta bollente e chiudere gli occhi,respirando sempre piu' brevemente man mano che le dita di George aumentavano la velocità.

George si ritrovò improvvisamente senz'aria e poggiò la testa contro il petto di Luna,poco sotto la sua gola,la bocca aperta in cerca d'aria,ma tutto quello che ottenne fu un'ondata di vapore umido che gli investì la faccia.

Rialzò la testa e posò lo sguardo sul volto di Luna;era completamente tesa a raggiungere il piacere:la sentiva spingersi contro le sue dita assecondando le sue mosse,gli occhi chiusi e i denti che torturavano il labbro inferiore.

Calò di nuovo sulle quelle labbra,come se da esse dipendesse la sua sopravvivenza e esplorò la sua bocca,spinto dal puro piacere.

-Luna guardami...-gli disse poi con voce strozzata.

Ormai erano entrambi al limite.

Lei aprì gli occhi e li affondò in quelle pozze di cielo che tanto amava e,nel giro di pochi istanti,le sembrò che le porte del Paradiso si spalancassero per farla entrare.

Ogni piu' piccola parte del suo corpo fu attraversata da quel piacere caldo e intenso che si diffondeva dal suo ventre e che la portò a gridare.

George mosse ancora una volta le dita dentro di lei sempre piu' velocemente,affinchè quel momento durasse il piu' a lungo e subito dopo raggiunse a sua volta il piacere lasciandosi andare in un piccolo grido soddisfatto,che lo portò a piegare le ginocchia e lo fece quasi cadere a terra.

Fortunatamente Luna lo strinse alla vita con un braccio,legandolo a sè ed evitando a entrambi di finire distesi sul pavimento della doccia.

La schiena ancora appoggiata contro la parete,Luna si lasciò andare fra le braccia dell'uomo, in preda a una languidezza post-orgasmica.

George posò la testa sulla spalla della donna e la strinse a sè,gli occhi chiusi e il cuore che ancora correva all'impazzata nel suo petto.

Soltanto lei gli faceva quell'effetto:soltanto Luna era capace di portarlo a fare cose impensabili e anche avventate;solo lei riusciva a dargli tanto piacere...

Era capace di desiderarla ancora anche dopo il sesso:gli bastava un suo sguardo ed era pronto a ricominciare tutto daccapo.

Quando fu sicuro di poterla guardare senza correre quel rischio,alzò la testa dalla sua spalla e incontrò i suoi occhi:sembravano due pozze di argento liquido.

Lei gli rivolse un sorriso stanco e soddisfatto,che lo fece ridere.

-Adesso si che abbiamo bisogno tutti e due di una doccia...-disse lei.

George rise ancora piu' forte e posò un bacio sulla spalla della donna.

-Credi che sia prudente farla insieme visto quello che è appena successo?-le domandò.

Lei alzò le spalle e si sciolse dall'abbraccio.

-Non credo sia una buona idea restare qui dentro tutto il giorno...Potremmo morire affogati!Quindi tieni lontano da me le tue manacce e passami lo shampoo-gli disse mettendosi di nuovo sotto il getto d'acqua calda.

George rise e la guardò chiudere gli occhi mentre offriva il viso all'acqua.

Si mise a sua volta sotto l'acqua e le versò lo shampoo fra i capelli,prima di fare la stessa cosa con sè stesso.

-Luna...-la chiamò poi.

-Cosa?-gli domandò lei,voltando la testa verso di lui.

-Buon San Valentino-le disse sorridendole.

Lei arrossì leggermente e sorrise.

-Buon San Valentino anche a te,amore-gli disse.

 

 

Ministero della Magia

Ron era alle prese con una partita di bambole incantate:erano bambole con un disco nella memoria in modo da far dire loro delle frasi.

Solo che qualche burlone si era divertito ad incantarle in modo tale che queste una volta tolte dalla scatola iniziassero a parlare e a rispondere male alle povere bambine che le avevano acquistate.

Fortunatamente avevano ricevuto subito la segnalazione e le avevano tolte da tutti i negozi:ora dovevano soltanto disincantarle.

Guardò una delle ultime che aveva disincantato e dopo averle fatto un sorriso in risposta a quello che la bambola aveva dipinto sul volto,la buttò nello scatolone insieme alle altre.

Aveva bisogno di un caffè.

Si voltò e si avvicinò al bricco di caffè sotto la finestra,e se ne versò una tazza.

Proprio in quel momento bussarono alla porta.

-Avanti-disse senza voltarsi.

Buttò due zollette nella tazza e quandò sentì la porta aprirsi,con la tazza poco distante dalle labbra,si girò per vedere chi fosse.

Sua sorella era appena entrata nell'ufficio,e stava muovendo lo sguardo nella stanza alla sua ricerca.

-Ginny!-la chiamò.

Ginny,al suono della sua voce,si voltò verso di lui e gli sorrise.

-Ciao Ron,ti disturbo?-gli domandò.

-Assolutamente!Chiudi la porta e togliti le scarpe-le disse.

Ginny sorrise ed entrò nell'ufficio chiudendo la porta e andando a salutare il fratello.

-Come stai?-le domandò lui dandole un bacio su ogni guancia.

-Eccitata e stanca...E' da questa mattina che corro-gli disse lei.

Ron sorrise e fece per sedersi,poi gli tornò alla mente un pensiero.

-Vuoi un caffè anche tu?-le domandò.

Ginny aggrottò le sopracciglia.

-Lo sai che non posso bere caffè-gli ricordò.

Ron la guardò qualche istante,senza capire bene a cosa si riferisse,poi si ricordò quello che gli aveva confessato pochi giorni prima alla festa prematrimoniale di Neville.

-Hai ragione,scusami...Comunque vuoi bere qualcosa?Hai fame?-le domandò premuroso.

-Vuoi metterti seduto?Mi stai mettendo l'ansia!-gli disse sorridendo.

Ron sorrise di rimando e si sedette alla sua sedia girevole dietro la scrivania.

Gli faceva strano vederla seduta tranquillamente nel suo ufficio come se in quei mesi non fosse mai successo nulla.

Da quando quella sera avevano rifatto pace era come se un vento benigno avesse cancellato tutte le incomprensioni fra di loro e li avesse fatti tornare quelli che erano un tempo.

Ron non era stupido:si era accorto che sua sorella era piu' felice di quanto l'avesse vista in anni e se per stare accanto a lei,doveva sistemare le cose con Harry,allora lo avrebbe fatto.

Ma magari non subito...

Specialmente adesso,dopo quello che Ginny gli aveva confidato in anteprima esclusiva la sera della festa.

Non si sentiva infantile o privato della sua virilità quando ammetteva che si era commosso:gli erano venute le lacrime agli occhi quando aveva stretto Ginny fra le braccia.

Fra tutte le persone a cui poteva confidarlo,compreso Harry,che aveva tutti i diritti di essere la prima persona a saperlo,lei aveva scelto di confidarsi con lui.

-Perchè lo dici proprio a me?-le aveva chiesto,ancora con le lacrime agli occhi.

-Perchè senza di te non sarebbe mai successo...-gli aveva detto.

Lui l'aveva guardata con le sopracciglia aggrottate e Ginny aveva riso.

-Se tu non avessi incontrato Harry quel giorno,io non lo avrei mai conosciuto e tutto questo non sarebbe mai successo...E' solo te che devo ringraziare-gli aveva spiegato lei seria.

E ovviamente quelle parole avevano aggiunto nuove lacrime,che aveva cercato di nascondere alla vista della sorella,anche se sapeva per certo che lei le aveva viste.

-Allora come è andata?-gli domandò la voce di Ginny riportandolo alla realtà.

-Tutto secondo i miei piani:avresti dovuto vederla,era verde di rabbia.

Se avessi continuato,credo mi avrebbe schiantato senza neanche pensarci su due volte-le disse con un sorriso divertito sulle labbra.

-Quanto sei crudele!Pensa a quella poveretta di tua moglie:penserà davvero che tu te sia dimenticato-disse lei,prendendo le parti di Hermione.

-Si,ok forse non dovrei congratularmi tanto con me stesso...Ma se le avessi fatto gli auguri questa mattina che sorpresa sarebbe stata?Sarebbe stata una cosa normale,quasi banale-le disse.

Ginny fu costretta a dargli ragione e ad annuire.

-Invece,adesso Herm è veramente arrabbiata con me e non si aspetta quello che ho in serbo per lei...Così sarà felicissima quando lo vedrà-disse Ron sicuro.

Ginny annuì ancora una volta.

-Hai sistemato tutto?-domandò l'uomo alla sorella.

-Ho parlato con i migliori e arriveranno a casa tua per le cinque,mi raccomando fatti trovare a casa!-gli disse lei.

-Tranquilla,ci sarò...E tu sei pronta?-le domandò guardandola serio per un'attimo.

Ginny incrociò il suo sguardo e per un'istante restò in silenzio.

-Ho accompagnato Teddy alla Tana,e poi ho passato tutta la mattina a lasciare biglietti e indizi in giro per Londra-gli disse guardandolo.

-Come ti senti?-le domandò ancora.

Ginny sospirò e alzò le spalle.

-Un pò di paura ce l'ho ancora...Lo so che è stupido,però è piu' forte di me...

Quando questa sera parlerò con Harry tutto diventerà reale,non sarà solo un'ipotesi o una possibilità...

Avremo un bambino,Ron-cercò di spiegargli lei muovendo nervosamente le mani.

-Non è quello che hai sempre sognato da quando avevi undici anni?-le domandò Ron,serio calato perfettamente nel suo ruolo di fratello maggiore.

Ginny sorrise e annuì.

-Si...Però hai presente quella paura che non ti fa pensare in maniera razionale?E se lui non volesse?

So che non è così,però c'è anche questa possibilità...-

Ron si alzò e si avvicinò alla sorella,mettendosi in ginocchio di fianco a lei e coprendole una mano con la sua.

-Gin calmati andrà tutto bene!Benissimo...Tu farai il tuo grande annuncio e lui,se è ancora lo stesso che conoscevo un tempo,inizierà ad urlare e a fare i salti di gioia.

Non c'è proprio niente di cui tu debba preoccuparti...Anche perchè se solo si azzarda a lasciarti un'altra volta,lo vado a cercare anche in capo alla luna e lo riduco in cenere-le disse sempre con il sorriso sulle labbra.

Ginny rise e abbracciò il fratello.

Ron posò una mano sulla schiena della donna e l'accarezzò dolcemente,infondendole quel coraggio che sembrava averla abbandonata improvvisamente.

-Tutto bene?-le domandò quando i loro occhi tornarono ad incontrarsi.

Gin annuì.

-Hai fatto quello che ti avevo chiesto?-gli domandò lei,con voce piu' sicura di poco prima.

Ron annuì e si alzò tornando dietro alla scrivania.

-Ho mandato un paio di Auror,che erano già a conoscenza dell'esistenza di Grimmuald Place, a togliere tutti i restanti incantesimi di Protezione,che nessuno aveva piu' tolto fin dalla Battaglia.

Ci crederesti?-le domandò.

-Anche io quando sono andata lì tre anni fa è stato un miracolo che non sia finita in uno di quelle trappole...-convenne lei.

-Comunque ora la casa è libera-le disse.

Poi la guardò qualche istante,prima di farle quella domanda.

-Ma è una buona idea riportarlo lì?-le chiese.

Gin lo guardò poi annuì.

-Harry ha solo dei brutti ricordi che lo legano a quella casa,per questo se ne tiene il piu' lontano possibile.

Per questo voglio dargli qualcosa da ricordare che sia piu' forte di tutti i cattivi pensieri che gli vengono ogni volta che sente il nome Grimmuald Place-gli spiegò.

Ron la ascoltò in silenzio e quando lei finì di parlare,alzò le spalle.

-Ok ti credo...Queste sono le chiavi-le disse porgendole due chiavi dorate.

Ginny si sporse sulla sedia e le afferrò.

-Ah e mi hanno detto di dirti che ci sarà bisogno di una ripulita lì dentro-le disse,ricordandosi all'improvviso.

Lei sorrise e si alzò dalla sedia.

-Beh,allora sarà meglio che vada a dare un'occhiata-disse mettendo le chiavi nella borsa.

-Vuoi che mandi qualcuno ad aiutarti?-le chiese lui premuroso.

-Ce li vedi degli Auror a fare le pulizie di Pasqua?-gli domandò lei sorridendo.

-Magari degli Auror no,però degli elfi domestici?-propose lui mettendole una mano dietro la schiena.

Ginny rise e scosse la testa.

-Non farti sentire da tua moglie...Sta tranquillo,conosco abbastanza magie per non dover alzare un dito-lo rassicurò sporgendosi per dargli un bacio sulla guancia.

Ron ricambiò il bacio e annuì,anche se ancora riluttante.

L'accompagnò alla porta e mise la mano sul pomello della porta.

-Ok,va bene...ma se dovessi aver bisogno di un'aiuto basta che mi chiami e ti mando subito qualcuno-le disse.

Lei annuì e Ron aprì la porta dell'ufficio.

Ginny uscì in corridoio e fece alcuni passi prima di voltarsi a salutarlo un'ultima volta con la mano.

-Ricordati:alle cinque!-gli gridò nel corridoio facendo voltare alcuni uomini che passavano accanto a lei.

Ron sorrise:era proprio una Weasley!

 

"Now and Forever"

 

Un'ora dopo essere uscito dalla radio di Harry,George era davanti al negozio di Luna.

Quella visita lo aveva colpito:non aveva mai pensato,visti i racconti che Ron gli aveva fatto sul passato di Harry,che quest'ultimo potesse adattarsi così bene ad una vita da babbano.

Ed esserne felice.

Sembrava che non gli mancasse la vita nel mondo magico;vederlo al lavoro gli aveva mostrato con chiarezza che lì,Harry era nel suo ambiente.

C'erano molte persone che contavano su di lui e che si affidavano a lui,ma non c'era tutta la pressione che invece doveva subire quando era a contatto con altri maghi.

In fondo i babbani non sapevano nulla del suo passato,o della sua grandezza:per loro era solo Harry.

Niente domande curiose sul suo passato,niente morbose attenzioni,niente amicizie opportuniste e di comodo...

Forse era per questo che lui di trovava così bene fra di loro.

Immerso in quei pensieri,entrò nel negozio accolto come al solito dal rumore del piccolo campanello posto sopra la porta.

Lei apparve dal retro e vedendolo gli rivolse un sorriso luminoso.

-Ciao!-disse uscendo nel negozio e venendogli incontro.

Possibile che gli facesse ancora lo stesso effetto?Dopo tanti anni riusciva ancora a mozzargli il fiato ogni volta che sorrideva o lo guardava con quegli occhi argenti da cerbiatta...

Possibile che la desiderasse ancora dopo quello che era successo solo poche ore prima nella doccia?

Al solo ricordo,sentì un brivido scendergli lungo la schiena e s'impose di allontanare quel pensiero dalla mente...

Era andato lì per qualcosa di davvero importante!

Luna arrivò a pochi metri di distanza da lui,e a George bastò allungare le braccia per stringerla a sè;lei sorrise e si lasciò baciare allacciando le braccia attorno al suo collo.

-Credevo fossi in negozio...-gli disse staccandosi dalle sue labbra,ma non dal suo abbraccio.

-L'ho lasciato per qualche ora in consegna a Joe...Avevo un paio di giri da fare-le disse.

Dal retro arrivò un suono conosciuto alle sue orecchie e l'uomo sorrise:oggi era la sua giornata fortunata.

Si staccò da Luna e si avviò verso la stanza.

-Se lo svegli,ti giuro che ti affatturo!Si è addormentato adesso-gli disse lei in un sussurro.

George scostò la tenda che separava il negozio dal retro e vide la piccola culla,dove beato e senza la minima ombra di un pensiero,dormiva suo figlio.

Ogni volta che lo guardava sentiva il suo cuore mancare un battito:si era sempre chiesto se era possibile amare qualcuno piu' di sè stessi e prima con Luna,poi con Fred Jr.aveva avuto la sua risposta.

Nel giro di due anni erano diventati la sua vita.

Suo figlio dormiva sulla schiena,il viso voltato di lato,i piccoli pugni ai lati della testa e il piccolo torace che si alzava ed abbassava seguendo il suo respiro.

Avrebbe potuto guardarlo per ore...

Gli accarezzò con dolcezza la testa,per poi uscire e chiudere la tenda alle sue spalle.

-Che ne dici di un pò di musica?-le domandò avviandosi verso l'impianto stereo che era dietro il bancone.

-Sei sicuro che non devi tornare in negozio?-gli domandò lei.

-Cos'è vuoi cacciarmi via?-le domandò lui sorridendo.

-No...E' solo che ogni volta che vieni qui,mi distraggo dal mio lavoro e questo non fa bene ai nostri affari-gli disse sorridendo Luna.

George rise:sapeva benissimo a cosa si stava riferendo.

-Mi dispiace per te,ma posso trattenermi ancora un pò-le disse.

Accese la radio e la sintonizzò sul programma di Harry:se l'amico avesse mantenuto la promessa,di lì a poco avrebbe sentito le sue canzoni.

Abbassò un pò il volume per paura di svegliare il piccolo e poi con un colpo di bacchetta fece comparire un cartello "Torno Subito" sulla vetrata della porta.

-Che intenzione hai?-gli domandò Luna,a cui non era sfuggita la sua mossa.

Fortunatamente lo salvò la radio:Harry aveva messo una delle loro canzoni.

-Amore ti va di ballare?E' una delle nostre canzoni...-le disse andandole vicino.

Luna lo guardò qualche secondo,leggermente sospettosa,poi si lasciò andare ad un sorriso.

-Tu sei tutto matto-gli disse mettendogli le braccia attorno al collo.

George sorrise e allacciò le braccia attorno alla vita di Luna,stringendosela contro.

-E' una vita che me lo dicono tutti...-le disse sorridendo malandrino.

La fece volteggiare fra le sue braccia,il viso poco lontano fra i suoi capelli respirandone il profumo,sentendo il dolce peso della testa di lei posata contro il suo petto.

"For once in my life I got someone who needs me,

someone I needed so long"

-Io avrò sempre bisogno di te...-le disse lui in un sussurro.

Luna sorrise,gli occhi chiusi,lasciandosi cullare dalle note di quella canzone.

-Anche io...-sussurrò di rimando.

George abbassò leggermente la testa,avvicinandola al suo collo candido,chiudendo gli occhi a sua volta.

"For once I can touch what my heart used to dream of

long before I knew,someone one like you

that make my dreams come true"

George la strinse ancora di piu' a sè,come faceva sempre durante quella strofa,lasciandosi poi trasportare dal suono dell'orchestra che annunciavano la chiusura del brano.

"At least,for once I could say this is mine you can't take it

as long as I know I got love,I can make it

For once in my life I got someone,for one in my life I found someone

For one in my life I got someone who needs me"

George rialzò la testa dalla spalla di Luna e incontrò il suo sguardo,e ancora una volta tutti i suoi piani andarono all'aria.

-Sposami-le disse facendolo uscire dalla bocca tutto d'un fiato.

Lei lo guardò come se avesse detto qualcosa in una lingua sconosciuta e si sciolse dal suo abbraccio.

-Cosa?-gli domandò guardandolo negli occhi.

George si passò una mano fra i capelli,pentendosi per il terribile tempismo dimostrato in quella situazione così importante e,infilò una mano nella tasca della giacca di pelle:ormai era inutile tornare indietro.

Luna aveva gli occhi fissi sull'uomo e seguiva tutti i suoi movimenti,ma rimase ugualmente a bocca aperta quando lo vide tirare fuori una scatolina nera di velluto dalla tasca.

Aveva controllato lei stessa quella giacca come faceva tutte le mattine,per essere sicura che non dimenticasse nulla,ed era certa di non averla vista.

-Oh Merlino!-esclamò.

George sorrise imbarazzato e fece un passo verso di lei.

Nel frattempo,forse per venirgli in aiuto,Harry aveva messo la seconda canzone che gli aveva chiesto.

-Avrei dovuto chiedertelo alla fine di questa canzone...ma come non ho resistito...-le disse.

Luna riconobbe la canzone fin dai primi accordi e sorrise.

Prendendolo come un segno benaugurante,George annullò la distanza fra di loro e le si mise di fronte,con la piccola scatola sempre in una mano.

-George...-disse lei,spostandosi i capelli dal viso con una mano.

-No,aspetta...-la interruppè lui,serio.

Poi incontrò di nuovo gli occhi della donna,e in loro trovò la forza per fare quel discorso che adesso gli sembrava tanto difficile da fare.

-Ti amo...L'ho capito tardi e sono stato tanto stupido da rischiare di perderti,ma non voglio piu' correre questo rischio.

Se non fosse stato per te,io non so dove sarei a quest'ora...probabilmente sarei morto-disse riuscendo anche a sorridere a quelle parole.

-Non dirlo nemmeno per scherzo!-obbiettò lei.

-E' vero:ero in un buco nero quando mi hai incontrato e sembravo ben contento di restarci,se non fosse stato per te...La nostra canzone dice "Se hai bisogno chiama,non importa quanto sono lontano,io verrò da te"...

Ed è quello che ho fatto:è bastato che tu mi chiedessi aiuto perchè corressi da te,anche solo per ripararti un tubo-le disse sorridendo.

Luna sorrise a quel ricordo tenero di come tutto era cominciato.

-Se esiste un noi,lo devo solo a te:io al posto tu mi sarei arreso alla prima difficoltà...Tu però non l'hai fatto,anzi sei rimasta accanto a me nonostante te ne dicessi di tutti i colori e ti scacciassi:non mi ero mai accorto finora di questo tuo lato masochista-continuò.

Luna rise alle sue parole,mentre un braccio di George,si allungava attorno alla sua vita.

-Quando mi hai raccontato quello che è successo alla festa di Neville,mi sono accorto di quanto sono stato vicino a perderti...E non voglio che succeda piu':voglio che tutti sappiano quanto sei importante per me e che sei mia.

La mia donna,mia moglie e la mia confidente...-disse George,gli occhi ancora in quelli di lei.

Alzò il braccio che teneva la scatolina e l'aprì,mostrandole un'anello con diamante a forma di goccia.

Luna sentì gli occhi riempirlesi di lacrime a quella vista e,quando tornò a guardare George la sua vita era offuscata.

-Per questi e tanti altri motivi...Luna Lovegood vuoi sposarmi?-le disse George con voce seria e tesa.

Luna lo guardò qualche istante,poi guardò un'ultima volta l'anello e aprì la bocca per rispondere.

-No-disse con voce tranquilla.

Una martellata in testa gli avrebbe fatto meno male:aveva appena risposto di no alla sua proposta di matrimonio?

George la guardò,smarrito e cercando di non farsi vincere dalla rabbia che cominciava a smuoversi nel suo stomaco.

Luna gli prese la mano libera dalla scatolina e gli sorrise dolcemente.

-Adesso,prima che tu faccia esplodere la tua rabbia,ti spiego perchè-gli disse.

Come poteva avere quella voce così tranquilla:AVEVA APPENA RIFIUTATO LA SUA PROPOSTA DI MATRIMONIO ACCIDENTI!!!

Lo prese per mano e lo condusse verso due sgabelli poco distanti dal bancone.

-Sono confuso...-le confessò.

-Innanzitutto sappi che non c'è niente al mondo che io ami piu' di te e di Fred.Siete la mia vita-inziò lei.

-E allora perchè...-la interruppè lui.

-Perchè non voglio sposarti?Perchè non ho bisogno del matrimonio per rendere tutto perfetto.Ho già la perfezione-gli spiegò.

George la guardò in silenzio.

-Pensa quello che è successo questa mattina...Sarebbe stato piu' bello o piu' intenso se fossimo stati sposati?-gli domandò lei.

George la guardò e fu costretto ad ammettere che lei aveva ragione.

-Non credo fosse possibile...-le disse con un leggero sorriso,a cui si unì anche Luna.

-Quando Fred la notte si sveglia perchè ha fame e tu sei lì che ci guardi come se fossimo lo spettacolo piu' bello che avessi visto in vita tua...sarebbe diverso se fossimo sposati?-gli domandò ancora.

Ancora una volta era d'accordo con lei.

-Lo siete...-disse semplicemente.

-Oppure quelle volte che hai bisogno di cure dopo un'esperimento malriuscito o una partita a Quiddicht con Ron?Quello sarebbe diverso da sposati?-gli domandò ancora.

-Almeno saprei che saresti obbligata per legge...-le disse buttandola sullo scherzo.

Improvvisamente si accorse che la rabbia e il risentimento che aveva provato al rifiuto della donna erano svaniti.

-Lo farei comunque,stupido-gli disse lei prendendogli una mano.

George sorrise e si arrese al fatto che quello non sarebbe stato un giorno da festeggiare.

-Quindi sei proprio decisa a non sposarmi?-le domandò.

-Per il momento sì...Perchè sfidare il destino?L'unica cosa che ci renderebbe piu' felici sarebbe solo un'altro figlio-gli disse lei.

George la guardò,fulminato dalle parole della donna.

-E' un'idea stupenda!Facciamo un'altro figlio-le disse felice.

-Adesso?Tu sei pazzo:Fred ha soltanto due mesi!-ribattè lei sorridendo.

-Sì,ma ci vogliono nove mesi per far nascere un bambino...E poi io non dico di fare le cose di fretta,ma di prendere in considerazione l'idea-le disse.

Luna lo guardò e capì subito cosa aveva in mente:non le avrebbe dato pace finchè non fosse stata incinta di nuovo.

E lei era piu' che felice di accontentarlo...

-Ti avverto Weasley:non ho intenzione di trovarmi la casa piena di bambini con i capelli rossi!-gli disse agitandogli davanti al viso un dito minaccioso provocando le risate di George.

 

 

45 Birchwood Road

 

COME AVEVA OSATO DIMENTICARSI SAN VALENTINO?

Ma con chi era sposata?Tutto il mondo sapeva che quello era il giorno dell'amore e degli innamorati: possibile che solo suo marito fosse un'eremita dentro una caverna?

Tutti gli anni sempre la stessa storia:si dimenticava le piu' importanti ricorrenze,oppure fingeva per poi presentarsi la sera con un mazzo di fiori che lei volentieri gli avrebbe messo per cappello.

Lei si era alzata presto quella mattina proprio per fargli la sua colazione preferita:tutte quelle frittelle che le avevano riempito la cucina con la puzza di fritto,e non era servito a niente.

POVERA SCEMA!

Ancora adesso a distanza di ore le bruciava ancora l'orgoglio.

Aveva quasi avuto la tentazione di uscire con qualche collega dell'ufficio pur di non tornare a casa,ma alla fine aveva dovuto arrendersi al dio alato con le frecce e l'arco e tornare verso casa.

Infilò la chiave nella toppa e pregò che Ron fosse ancora al Ministero:non era certa di poter resistere alla voglia di schiantarlo se quel piccolo cervellino non si era ancora accorto dell'importanza di quel giorno.

Aprì la porta di casa e si accorse subito di essere sola in casa:tutto era avvolto dal buio.

Posò la giacca e la borsa piena di documenti all'ingresso e si tolse le scarpe,lasciandole sotto l'attaccapanni,poi si diresse verso il salotto:aveva proprio voglia di spalmarsi sul divano davanti a MagicSky.

Con la luce ancora spenta si diresse verso la stanza e improvvisamente i suoi piedi toccarono qualcosa di diverso dal legno duro del parquet.

Arrivò vicino all'interruttore e accese la luce:quello che vide,le fece scappare un piccolo grido per la sorpresa.

Tutto il pavimento del soggiorno era pieno di asfodeli gialli,i suoi fiori preferiti,che riempivano la stanza con il loro profumo,e nel mezzo della stanza lui,Ronald.

Un paio di jeans,una camicia rossa in tono con i capelli e una rosa rossa in mano,che la guardava con un sorriso compiaciuto in volto.

-Buon San Valentino Hermione-le disse.

Un'altro gridolino uscì dalla gola della donna,poi Hermione corse fra le braccia di Ron,buttandogli le braccia al collo.

-Te ne sei ricordato!!!-disse accompagnando ogni parola con un bacio.

Ron rise e ricambiò i suoi baci,tenendola fra le braccia.

-Come sei riuscito a fare tutto questo?-gli domandò lei guardando i fiori che coprivano il pavimento.

-Un buon mago non rivela mai i suoi trucchi-le disse lui misterioso.

Lei lo guardò poi lo vide porgerle la rosa che aveva fra le mani.

-Anche questa è per te-le disse.

Solo in quel momento Hermione si rese conto che la rosa e gli asfodeli le ricordavano...

-Anche il tuo bouquet era così,vero?-le disse Ron,quasi le avesse letto nel pensiero.

Lei lo guardò,e con gli occhi che luccicavano,annuì.

-C'è anche un'altra cosa...-le disse.

Si staccò da lei ed Hermione lo vide mettere una mano nella tasca dei jeans e tirare fuori una scatolina da gioielliere.

-RON!-esclamò lei sorpresa.

-Per te-le disse lui,improvvisamente timido.

La donna prese la scatola fra le mani e la aprì con delicatezza:quando il coperchio fu sollevato fece il suo capolino un'anello,con tre diamanti uuno accanto all'altro.

Con le lacrime che premevano per uscire per la sconvolgente sorpresa,Hermione guardò suo marito e lo vide fissarla titubante.

-Ti piace?-le domandò.

-E me lo chiedi?E' troppo...-gli disse.

Ron sorrise,prendendo la scatola dalle mani di Hermione e togliendo l'anello dalla confezione.

-Niente è troppo per te,amore...

Ci sono tre diamanti:uno rappresenta il passato,quando eravamo soltanto amici e non avevamo altro da fare che stuzzicarci e litigare-le disse sorridendole e carezzandole una guancia.

Hermione sorrise a quelle parole,sapendo quanta verità racchiudevano in esse.

-Un diamante è il presente...Adesso,ora,io e te...Non cambierei niente di questo momento-le disse serio.

Una lacrima bagnò la guancia destra di Hermione.

-E infine l'ultimo diamante è il futuro...Tanti piccoli Weasley con i miei capelli e la tua intelligenza e il tuo carattere...Che altro potrei chiedere dalla vita?-le domandò sorridendole.

Hermione gli buttò le braccia al collo,coprendo le labbra del marito con le sue,per un bacio dolce e passionale allo stesso tempo.

Ancora una volta era riuscito a sorprenderla,a farle saltare tutti i suoi schemi e a farla ricredere...

Come aveva potuto anche per un solo attimo dubitare di lui?

 

Salve a tutti!!!!

Chiedo scusa se questo capitolo è risultato + lungo del solito,ma mentre lo scrivevo nn me ne sono resa conto.

Volevo anche annunciarvi,come avevo fatto nel chap scorso,che ho messo in rete la ff su George e Luna,per tutti coloro che amano questa coppia.

Chiedo scusa anche ai fan di Dean e Seamus se nn viene mostrato il loro S.Valentino,ma loro torneranno a breve e verrà raccontato anche cosa è successo loro durante qst festa.

Le canzoni usate in questo capitolo sono:"For once in my life" di Micheal Bublè,e "Ain't no mountain high enough",usata da George.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e come al solito,SORRY,per eventuali errori di battitura e di ortografia.

Complimenti a tutti coloro che hanno partecipato alla caccia al tesoro e hanno tentato insieme al ns Harry di risolvere gli indizi di Ginny.

E ora i ringraziamente:Sarina87(L'infarto in corso?Penso che con una notizia del genere sia il minimo...L'aspettava da tanto!),Potterfanlalla(Sono contenta di essere riuscita a suscitare tt quelle sensazioni!),Bulmettina(Grazie!Spero nn fosse tr dolce),Lyoko(Ti 6 ripresa?Il primo Potter non poteva mancare...No ti prego all'espressione di Bambi nn resisto!!),Little Giuly(Anke io sn d'accordo cn te:la Row è stata 1 pò cattiva cn Luna:poteva farla sposare con Neville!Anke se dopo aver scritto la storia fra George e Luna ora nn riesco a immaginarla cn nessun'altro),Mika16(Sì,è James...Gin è semplicemente fantastica!le canzoni le trovi scritte qui sopra),Alemalfoy(Assolutamente no!Sì è vero sn un pò sballata cn i calcoli,ma l'alternativa era aspettare altri anni prima di far nascere il bambino,ne valeva la pena?),Yuyutiamo(Tranquilla,scrivi qnd puoi.Sn contenta che i capitoli ti siano piaciuti e ke la storia fra Draco e Luna nn ti abbia scioccato tr), ValeLovegood(DOH!S'è rovinato l'effetto sorpresa!),WingsHP(Anche se è stato distratto credo ke qllo ke ha fatto Harry lo farebbero pochi altri uomini...Sarà un fontana,credo...),Lallina88(No,nn piangere...Avevi indovinato:era proprio il pallone da calcio!Anke la tua seconda domanda ha trovato risposta:avrebbe potuto avere una squadra di Auror e elfi domestici al uso servizio se sl avesse voluto...),JC(AHIA!Mi dispiace!Nn importa qnd recensisci purchè lo fai,mi fa sempre piacere...Si è vero:Luna è stata cn Draco,ma lei al momento era single,era lui ke era sposato...DOH),Jellicalcat(Grazie,tr buona!Sarah tornerà nel prox chap),Valentina(A quanto ho capito,l'ultimo è stato qllo + indovinato...Grazie tantissimo x i complimenti!),Xellor(Veramente?Ok ammetto che il primo era un pò difficile cm indizio...A questo punto devi cominciarmi a dare anke tu dei titoli di canzoni ke t piacciono),Tappetta(Grazie,gia credo anche io ke nn sia facile da dimenticare...specialmente per la faticaccia fatta!),and last but not least Potterina88(Come al solito 6 tr buona Pamy!Arriverà anke il matrimonio tranquilla,ma io li vedevo + genitori ke marito e moglie).

Chiedo UMILMENTE SCUSA a tutti coloro che ho dimenticato di ringraziare,SORRY SORRY!!

Bene,per il momento vi saluto e vi dò appuntamento al prox capitolo...

"I miei alibi e le tue ragioni"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 25
*** Molto meglio James ***


james

 

-Raccontamelo ancora-

Con la testa sopra i suoi addominali,Ginny sorrise:la voce dell'uomo mentre le faceva quella richiesta aveva un tono infantile dolce e tenero,quasi le stesse chiedendo di raccontargli per l'ennesima volta la sua favola preferita.

-Non ti sei stancato ancora di ascoltarla?-gli domandò sistemandosi meglio per riuscire a incontrare il suo sguardo.

-Credi veramente che mi stancherei di sentirlo?Fosse per me te lo farei raccontare in qualsiasi minuto,tutto il giorno...-le disse Harry sorridendole divertito.

Una mano forte e grande dell'uomo era posata sul ventre piatto di Ginny,dandole un senso di protezione e comunicandole tutto l'amore che aveva per lei.

Era mattina,nessuno dei due aveva idea di che ore fossero e da quando si erano svegliati erano rimasti sdraiati sul letto Harry disteso a pancia in su,a torso nudo con le lenzuola che pudicamente gli coprivano il corpo dall'ombelico in giu';e Ginny con la testa poggiata sulla pancia di lui,la faccia rivolta verso quella di Harry attenta ad ogni piccola espressione del suo viso.

Non erano passate neanche ventiquattro ore da quando aveva dato la sua grande notizia ad Harry eppure sembrava una vita fa:si sentiva completamente diversa e ai suoi occhi sembrava che anche l'uomo non fosse piu' lo stesso che era entrato di corsa in salotto la sera prima.

Avevano deciso di restare a dormire a Grimmuald Place,quasi volessero chiudere un cerchio:fra le tante camere da letto disponibili in quella casa avevano scelto quella che un tempo aveva ospitato Ginny ed Hermione,quella dove avevano vissuto quel piccolo ricordo tanto importante per Ginny.

Non si erano arrischiati a salire ai piani superiori,dove sapevano che c'erano la camera dove lui aveva dormito con Ron per così tante notti,e la camera di Sirius...Non era ancora pronto per quello.

-L'hai capito subito?-le domandò Harry.

Ginny sorrise.

-Non subito...All'inizio avevo pensato fosse una cosa normale vista la situazione con Ron e lo stress che il matrimonio si portava dietro-gli disse di nuovo.

-A sentirti sembra che tu stia parlando del nostro di matrimonio...Noi eravamo solo degli invitati!-le disse lui sorridendo.

-E la fatica che ho fatto per convincerti ad andarci?Puoi anche aver detto subito di sì,ma sei stato sul punto di cambiare idea almeno venti volte,e io dovevo starti dietro e essere sicura che non succedesse-gli disse lei.

Harry aggrottò le sopracciglia colpito:ancora una volta gli aveva letto dentro.

Nelle settimane prima del matrimonio era ritornato sui suoi passi centinaia di volte,chiedendosi se ritornare nel mondo magico fosse la cosa giusta,e se fosse pronto per affrontarlo.

E ogni volta,Ginny lo aveva tenuto impegnato o l'aveva distratto facendogli dimenticare i suoi dubbi e le sue preoccupazioni.

Ma adesso,nonostante tutto quello che era successo,era contento di aver partecipato a quel matrimonio:erano stati fatti tanti passi avanti nel suo riavvicinamento a Ron che non avrebbe pensato possibile una settimana prima.

-Sei veramente pericolosa quando ti ci metti...-le disse sorridendo.

Ginny rise e gli diede un buffetto sul ventre piatto,girandosi poi su un fianco e puntando un gomito sullo stomaco di lui,per trovare la posizione piu' comoda.

-Ok,all'inizio hai pensato che fosse legato a quello...-ripetè Harry,tornando sull'argomento principale.

Ginny annuì.

-Poi però ho fatto due conti e ho cominciato ad avere i primi dubbi...Se poi ci aggiungiamo il senso di stanchezza e la nausea,la situazione sembrava fin troppo chiara-riprese a raccontare Ginny.

-Perchè non mi sono accorto di niente?-le domandò Harry.

-Amore siamo solo all'inizio e fortunatamente i Weasley non sono tipi gracili e i primi sintomi sono talmente labili da poter essere fraintesi-gli spiegò lei.

Harry annuì,leggermente piu' convinto.

-Quindi sono andata al San Mungo e ho fatto un prelievo per fare delle analisi...E due,anzi tre giorni fa mi hanno dato il risultato:sono incinta di quasi otto settimane-concluse con un'enorme sorriso felice.

Harry sorrise con lei,sentendo di nuovo scorrere il sangue piu' velocemente nelle vene come era successo la prima volta che lei glielo aveva raccontato e come,sicuramente,sarebbe successo ogni volta che avrebbe sentito quel racconto.

Si sporse verso di lei e la tirò a sè,facendola sdraiare al suo fianco,con la testa vicino alla sua spalla ed un braccio abbandonato sul suo torace.

-Quindi quando l'abbiamo concepito?-le domandò curioso.

Ginny sorrise e gli diede un piccolo bacio sulla punta del naso,per poi tornare a sdraiarsi accanto a lui.

-Quel giorno nel tuo ufficio...Quando ti ho raccontato quello che è successo dopo la Battaglia-gli disse.

Harry si ricordava perfettamente di quel giorno e di come quel viaggio nel passato si era concluso.

Restarono abbracciati per qualche istante in silenzio,poi fu Harry a parlare di nuovo.

-Quindi nascerà in novembre?-le domandò,dopo aver fatto due conti.

Ginny annuì.

-Credo di sì,anche se sapremo qualcosa di certo dopo la visita dal ginecologo...Farò una prima ecografia per vedere il bambino e ci dirà di quante settimane è e quando dovrebbe nascere-gli disse in tono quasi professionale.

-Vu..Vuoi dire che vedremo nostro figlio?-le domandò guardandola con occhi sbalorditi.

-Beh,è piccolo per il momento,ma qualcosa riusciremo a vederla...E sentiremo il suo cuore-gli disse.

Per un'attimo sembrò che gli occhi di Harry fossero pronte ad uscire dalle orbite e lei,colpita dalla sua espressione lo abbracciò.

-Troppe informazioni tutte insieme?-gli domandò premurosa.

Harry si staccò leggermente da lei,per vederla in viso e scosse la testa.

-Assolutamente...E' solo che sono inesperto:è la prima volta che mi confronto con tutte queste informazioni sulla gravidanza;non sapevo che avremmo potuto sentire il suo cuore fin dalla prima visita e che l'avremmo visto...

Ero sicuro che avrei avuto tempo di imparare,di prepararmi magari leggere qualche libro sull'argomento...-

-Come se servisse a qualcosa.

Amore sta tranquillo,andrà tutto bene...-gli disse accarezzandogli i capelli per rassicurarlo.

Harry annuì e le posò un bacio sulla fronte,visibilmente piu' calmo.

-Quando facciamo questa visita?-le domandò.

-Oggi prima di andare dai miei a prendere Teddy,passo al San Mungo e fisso un appuntamento-gli disse riassumendo quel tono pratico che aveva poco prima.

-Vuoi che ti accompagni in macchina?-le domandò premuroso.

Ginny scosse la testa.

-Non ci impiegherò molto tempo...Vuoi parlare con Teddy da solo o vuoi che ci sia anche io?-gli domandò cambiando argomento e diventando seria.

Harry rimase qualche istante in silenzio,riflettendo sulla domanda:neanche sei mesi prima il mondo di Teddy era formato da due sole persone,che conosceva praticamente dalla nascita e che erano sempre stati presenti nella sua vita.

Ora c'era la famiglia di Ginny,con i signori Weasley che volevano passare quanto piu' tempo possibile con lui,con Vicky che era diventata una compagna di giochi e che qualche volta si fermava anche a dormire a Privet Drive quando sua madre le dava il permesso...e adesso c'era il bambino.

Come avrebbe preso la notizia?

Poteva arrabbiarsi per l'arrivo di un'altro bambino,oppure poteva esserne felice...

-Credo che avrò bisogno del tuo aiuto-disse guardando Ginny negli occhi.

Lei annuì.

-Hai paura per come prenderà la notizia?-gli domandò,conoscendo già la risposta.

Harry scosse la testa,perso dietro ai suoi pensieri.

-Anche quello,ma sto pensando a come reagirà la tua famiglia quando glielo diremo-le disse poi sorridendole divertito.

Lei si unì a quel sorriso.

-Bisognerà prepararsi una scorta di fazzoletti extra assorbenti per la mamma...Sarà difficile farla smettere di piangere-disse lei sorridendo.

Harry rise,immaginandosi perfettamente l'immagine della signora Weasley in lacrime per la felicità che correva ad abbracciarli e gli dava uno dei suoi baci umidi.

-A questo proposito c'è una cosa che devo dirti-gli disse Ginny riportando la sua attenzione su di lei.

La guardò e aspettò che la donna continuasse a parlare.

-Ieri ti ho mentito-gli disse secca.

Harry la guardò senza capire.

-Non sei incinta...-disse senza riflettere.

-Cosa?Sì,certo che sì!-ribattè subito lei,ridendo.

Harry si lasciò andare ad un piccolo sospiro di sollievo,facendo così aumentare le risate di Ginny.

-Per un'attimo ho avuto paura che fosse tutto uno scherzo...Allora su cosa hai mentito?-le domandò tornando serio.

Ginny annuì e smise di ridere.

-Ti ricordi quando ti ho detto che eri il primo a sapere del bambino?Ecco...in realtà l'ho detto anche ad un'altra persona-gli disse tentennando.

Harry restò in silenzio,lo sguardo sul volto della donna.

-Ron...L'ho detto a Ron-gli disse a bassa voce.

Gli raccontò di come si era sentita in perfetta sintonia con il fratello quella sera alla festa di Neville,felice per averlo ritrovato e per la notizia del bambino,e di come aveva deciso di condividerla con lui.

-Si è commosso,credo fosse anche sul punto di piangere,ma ha mascherato bene...E' stato lui che mi ha aiutato a farti questa sorpresa:ha mandato una squadra di Auror per togliere tutti vecchi incantesimi di protezione che erano rimasti dalla Battaglia e pensa che voleva mandarmi qualche elfo per le faccende domestiche-gli raccontò divertita.

Harry sorrise e si passò una mano fra i capelli ancora arruffati per il sonno.

-Sei arrabbiato?-gli domandò Ginny ancora timorosa.

Scosse la testa e le posò un bacio lieve sulle labbra.

-Almeno sono sicuro che non rischio un'altro pugno...-le disse scherzando.

-Il mio impavido cavaliere!-disse lei sorridendo.

Ginny si lasciò andare contro il corpo di Harry e posò le labbra su quelle dell'uomo, impegnandole in un bacio inizialmente casto ma che presto diventò piu' appassionato.

Harry mise una mano dietro la schiena della rossa per farla aderire ancora di piu' al suo corpo e sorrise quando sentì le mani di Ginny trovare il loro posto fra i suoi capelli.

Staccò la schiena dai cuscini e calò sul suo corpo,portando Ginny a sdraiarsi con le spalle al materasso.

Si staccò per un'istante dalle sue labbra e,sorridendole,le spostò una ciocca di capelli che era poco distante dalla bocca della donna.

-Mi hai salvato ancora una volta...-le disse dandole un'altro piccolo bacio.

Ginny sorrise,colpita da quelle parole.

-Sono qui per coprirti le spalle...Ovunque andrai ci sarò anche io-gli disse seria.

Harry le accarezzò una guancia con la punta delle dita e lei lo vide deglutire e far muovere il pomo d'Adamo su e giu' per la gola.

-Me lo prometti?-le chiese in un sussurro.

Per qualche scherzo del destino si erano invertiti i ruoli e adesso era Harry ad aver bisogno di rassicurazioni:doveva essere sicuro che quello che aveva in quel momento,tutto quello che lo rendeva così felice,non gli sarebbe stato portato via.

Ginny,con le braccia ancora allacciate attorno al suo collo,gli accarezzò i capelli con la punta delle dita e gli sorrise dolcemente.

-Te lo giuro sul nostro amore-gli disse seria.

Harry la guardò alcuni istanti negli occhi per poi posare di nuovo le labbra su quelle della donna.

Tante emozioni contrastanti si agitavano in quel bacio:c'era la paura,il bisogno di essere rassicurato e c'era l'amore,quello immenso che provava per Ginny.

Ad interrompere quel momento così intimo e privato arrivò il suono del cellulare di Harry.

Harry voltò la testa verso la giacca in cui era custodito e poi tornò a guardare Ginny.

-Sarà meglio che rispondi-disse la rossa.

Harry,a malincuore,si staccò da lei e corse verso la giacca,tirando fuori il cellulare che ancora suonava.

-Pronto?-disse con voce leggermente irritata.

-Dove accidenti sei?-disse David veramente arrabbiato.

Harry aveva inserito il vivavoce permettendo così anche a Ginny di sentire la conversazione,ed entrambi rimasero sorpresi dal tono di Dave.

-Sono a casa,perchè?-domandò.

-Hai una vaga idea di che ore sono?-chiese ancora David.

Harry guardò Ginny ricevendo un'alzata di spalle:nessuno dei due sapeva che ora fosse,nè da quanto tempo fossero in quella camera da letto a parlare di gravidanze e bambini e di futuro.

-No,veramente non lo so-gli disse scuotendo la testa come se Dave potesse vederlo e facendo ridere Ginny.

-Sono le dieci meno venti!Dobbiamo preparare il programma e dobbiamo anche metterci d'accordo per la festa di questa sera-gli disse l'altro quasi urlando.

-Festa?-domandò Harry,rimasto scioccato alla notizia dell'orario.

Doveva essere già alla radio a quell'ora!!!Alzò lo sguardo su Ginny e vide che la donna era schizzata fuori dal letto e stava cercando i suoi vestiti per la stanza,iniziando a rivestirsi.

-Harry ma per caso hai fumato?Oggi è il 15 febbraio,ti ricorda niente?-gli domandò Dave,quasi urlando.

Lentamente Harry annuì.

-La festa dell'Arrivo-disse.

-Esattamente!Quindi vedi di essere qui il prima possibile!-disse Dave chiudendo la conversazione.

Harry mise il cellulare di nuovo nella tasca della giacca e iniziò a vestirsi a sua volta.

-Cos'è la festa dell'Arrivo?-gli domandò Ginny passandogli accanto e fermandosi davanti allo specchio per legarsi i capelli.

Harry si allacciò la camicia,rammaricandosi di non avere tempo per poter tornare a casa a cambiarsi:avrebbe dovuto andare alla radio vestito come un damerino.

-Cosa?Ah:la festa dell'Arrivo è una cena che facciamo ogni anno nell'anniversario della nostra assunzione alla radio.

Lo facciamo per tutti i ragazzi della squadra di "Best Whises" e oggi tocca a me-le disse infilando la camicia dentro i pantaloni e abbottonandoli.

-Quindi oggi ci sono parecchie cose da festeggiare-disse lei infilando le scarpe.

Poi Harry la vide bloccarsi.

-Cavolo!-disse la rossa.

-Che succede?Il bambino?-gli domandò subito preoccupato.

-No!E' che stasera abbiamo invitato i miei genitori a cena per ringraziarli di averci tenuto Teddy-gli ricordò lei.

Soltanto quando lei glielo disse,gli tornò in mente quel precendente impegno:sembrava che il suo mondo fosse iniziato la sera precedente in quella casa.

-Dovrò dirgli che dobbiamo rimandare...-disse lei pensando ad alta voce.

-No!-la contradì Harry serio.

Ginny lo guardò sorpresa.

-Non farlo:verranno alla cena con i ragazzi della radio.Tuo padre non starà nella pelle quando saprà che ci sono dei babbani e magari eviteremo l'allagamento quando tua madre saprà la notizia...

Anzi che ne dici di invitare anche George e Luna?-le propose Harry.

Ginny lo guardò come se fosse diventato improvvisamente matto.

-Sai bene che mondo magico e mondo babbano non devono incontrarsi-gli ricordò.

-Dave e Graham hanno già conosciuto George,e sono sicuro che se istruito a dovere tuo padre farà un figurone:sà tante cose sul mondo babbano e questa potrebbe essere la possibilità di mettere alla prova la sua conoscenza.

Per giustificare le loro stranezze possiamo dire che hanno vissuto per molti anni all'estero...-disse poi sorridendole,compiaciuto della sua stessa idea.

Ginny sorrise:tutto sommato non era una cattiva idea e se archittettata bene poteva funzionare.

-Tu sei completamente matto,lo sai?-gli domandò atteggiando il volto ad un'espressione seria.

Harry sorrise.

-E' questo che ti attrae di me-gli disse sicuro,voltandosi verso lo specchio cercando di dare un'ordine ai capelli.

-Sei pronto?-gli domandò lei guardandolo.

Harry prese la giacca e annuì.

Scesero al pianterreno e percorsero di nuovo il corridoio che conduceva alla porta d'ingresso e una volta fuori restarono fermi sul marciapiede opposto per guardare la casa sparire nel terreno esattamente come era apparsa la sera prima.

Ginny si voltò verso di lui e gli posò un bacio veloce sulle labbra.

-Passi piu' tardi alla radio?-le domandò Harry.

Lei annuì e fece per andare,ma Harry la prese fra le braccia e la baciò di nuovo.

-Non strapazzarti troppo-le raccomandò.

Lei sorrise e annuì con un cipiglio militare sul volto.

Si baciarono per l'ultima volta poi lei si smaterializzò ed Harry si diresse quasi correndo verso la strada dove era parcheggiata la macchina.

 

Era arrivato alla radio con dieci minuti di ritardo.

Graham aveva preso il suo posto e quando lo vide arrivare si preparò ad una ramanzina,ma Harry gli passò accanto correndo e si sedette alla sua postazione,fingendo di non vederlo,ma quando ci fu la prima pubblicità,sia David che Graham gli furono addosso con mille domande.

-Che fine avevi fatto?-gli domandò Graham.

-Non ti ricordavi che dovevamo andare in onda?-chiese allo stesso tempo Dave.

Harry sorrise e si tolse la giacca,sistemandola sullo schienale della sedia.

-Perchè sei vestito così elegante?-domandò ancora David,curioso.

Il moro incontrò lo sguardo dei due uomini che non avevano smesso un'istante di fissarlo e di fargli domande e sorride di nuovo.

-Secondo te è sotto l'effetto di qualche droga?Per me non è tanto normale...Non sembra neanche il solito Harry-disse David rivolto a Graham.

Harry scoppiò a ridere e scosse la testa.

-Sto benissimo Dave,non potrei stare meglio credimi...

Oggi è il giorno piu' bello della mia vita-gli disse guardando il biondo.

I due amici si guardarono sopresi dalle parole di Harry e dopo qualche istante alzarono le spalle,rassegnati:non avrebbero saputo niente per il momento.

-Stiamo per tornare in onda!-disse rivolto a Dave.

Il deejay tornò dalla sua parte dello studio e Graham si appoggiò ad una parete,restando ad osservare i due uomini durante la trasmissione,aspettando il prossimo stacco pubblicitario per poter calare di nuovo su Harry e fargli altre domande.

Infatti,una volta tornati in pausa,sia Graham che David tornarono alla sua postazione e lo fissarono in silenzio,mentre Harry li teneva con il fiato sospeso slacciandosi i polsini della camicia e arrotolandosi le maniche fino ai gomiti.

-Allora?-domandò alla fine Dave,impaziente.

Harry alzò lo sguardo innocente e guardò i due uomini.

-Allora cosa?-gli domandò.

-Quanto ti odio quando fai così!Che è successo?-gli domandò Dave.

Harry sorrise.

-Ve lo dirò stasera alla festa-disse alla fine,tranquillo.

-Almeno dicci perchè sei vestito così-chiese Graham.

Harry sorrise un'altra volta,mentre nella sua mente scorrevano immagini di quell'interminabile caccia al tesoro che era terminata con la notizia del bambino.

-Non ho avuto tempo per passare da casa a cambiarmi-disse loro misterioso.

Si accorse che David era sul punto di fargli un'altra domanda,ma dovevano tornare in onda e non ne ebbe l'occasione.

Graham uscì e tornò nel suo ufficio,non prima di aver dato appuntamento ad entrambi per la festa dell'Arrivo di quella sera.

Per il tempo restante Harry si concentrò sul programma,cercando di allontanare dalla mente il pensiero di Ginny,del bambino e da come avrebbe affrontato il discorso con Teddy.

Quando finalmente la trasmissione finì,si lasciò andare contro la sedia girevole e chiuse per un'istante gli occhi,con la testa sulla spalliera della sedia.

-Ci sono visite per te-gli disse David.

Tornò ad aprire gli occhi e attraverso i vetri della cabina di messa in onda vide Ginny e Teddy.

Uscì dalla cabina e si diresse verso di loro.

-Zio Harry!!-disse il bambino non appena lo vide.

Gli corse incontro ed Harry lo prese fra le braccia,facendolo sedere sulla sua spalla sinistra:non lo vedeva da due giorni e solo adesso si rendeva pienamente conto di quanto gli era mancato.

-Ecco la mia piccola peste!Finalmente sei tornato...Pensavo volessi restare a vivere alla Tana-gli disse voltando la testa per incontrare il suo sguardo.

Teddy scosse la testa.

-Non potevo lasciarti da solo...E poi mi mancava la mia camera-gli disse sincero.

Harry lo fece scendere dalla spalla e se lo mise su un fianco.

Si voltò verso Ginny e si sporse per darle un bacio veloce,incurante della presenza di Sarah, Steve e David nella stanza.

-Stai bene?-le domandò subito.

Ginny sorrise e scosse la testa,leggermente divertita.

-Sto bene...Smettila di chiedermelo,ok?-gli disse.

-Zio Harry perchè sei vestito da pinguino?-s'intromise Teddy sorpreso.

Era la prima volta che vedeva suo zio vestito in quel modo al lavoro:il massimo dell'eleganza alla radio era rappresentato da un maglione con scollo a v.

Tutti gli adulti risero a quelle parole e Harry fece per rispondere,ma fu preceduto da Ginny.

-Tuo zio ha fatto tardi questa mattina e non ha fatto in tempo a cambiarsi...-spiegò al bambino.

-Però gli ho portato dei vestiti di ricambio-disse poi rivolta al moro,alzando un borsone da calcio.

Harry le sorrise grato.

-Lo vedi perchè ti amo?-le disse.

Ginny rise e scosse la testa.

-Vieni Teddy andiamo nel mio ufficio-disse Harry mettendo a terra il bambino e prendendolo per mano.

Il piccolo seguì lo zio,ma entrambi gli uomini si fermarono dopo pochi passi quando videro che Ginny era rimasta indietro.

Harry si voltò e la vide parlare con Sarah ed un brivido freddo scese lungo la sua schiena:che avevano di tanto segreto da dirsi da parlare a bassa voce?si domandò preoccupato.

Pochi istanti dopo Ginny si staccò dalla scrivania di Sarah e con un sorriso soddisfatto si diresse verso i due uomini.

-Tutto bene?-le domandò senza riuscire a trattenersi.

Ginny annuì.

-Volevo solo assicurarmi che lei fosse presente alla cena di questa sera-gli disse con voce pacata.

-Che intenzioni hai?-le domandò Harry mentre si allontanavano nel corridoio.

Ginny scosse la testa.

-Sta tranquillo,nessuna cattiva intenzione...-lo rassicurò lei.

Teddy era corso avanti e li aspettava un pò impaziente sulla soglia dell'ufficio:anche se aveva già aperto la porta,sapeva che non aveva il permesso di entrare senza suo zio.

Entrarono tutti e tre e subito il bambino si gettò sul divano beige,finendo semisdraiato su questo;Ginny lo seguì andando a sedersi vicino al piccolo poi si voltò verso Harry che stava chiudendo la porta della stanza.

-Hai fatto il bravo dai genitori di Ginny?-domandò Harry rivolto al bambino.

Teddy annuì,mettendosi seduto composto sul divano.

-I capelli sono rimasti sempre dello stesso colore,ho sempre detto "grazie" e "per favore",non ho corso in giro per la casa...beh veramente l'ho fatto,ma non è stata colpa mia,è stata colpa di Vicky-si giustificò subito.

Harry e Ginny sorrisero e la donna fece una lieve carezza al bambino,per rassicurarlo.

-Tranquillo lo sappiamo che Vicky è una peste...anche piu' di te-disse Harry prendendo una sedia e mettendola di fronte al divano.

-Hai parlato con i tuoi genitori?-domandò poi rivolto a Ginny mentre si sedeva di fronte ai due.

Lei annuì.

-Mio padre non riusciva piu' a stare fermo dall'eccitazione:ha voluto che io e Teddy gli dessimo un consiglio sul suo guardaroba:voleva sapere cosa doveva indossare per sembrare piu' babbano-gli raccontò.

Harry sorrise.

-Ma il signor Weasley ha tutti vestiti strani nell'armadio...-disse Teddy,facendo ridere i due adulti.

-La mamma,invece,all'inizio non era convinta dall'invito poi grazie alla nostra insistenza e a quella di papà si è lasciata convincere.

Poi ho chiamato George e hanno accettato:arriveranno verso le sette e mezzo-gli disse.

Harry annuì e poi tornò a guardare Teddy che aveva seguito il discorso fra i due adulti con attenzione.

Per un'istante lui e Ginny si guardarono,senza sapere come iniziare il discorso che piu' gli stava a cuore.

-Teddy,ascolta,c'è una cosa che io e Ginny dobbiamo dirti...-iniziò Harry,cercando di rompere il ghiaccio.

Il bambino guardò prima uno poi l'altra e annuì,aspettando in silenzio.

-E' successa una cosa e volevamo parlartene...-disse ancora Harry,sperando di avere il tono adatto e che quelle fossero le parole giuste.

-Una cosa bella o brutta?-domandò Teddy.

-Bella...Molto bella-disse Ginny.

Teddy annuì,voltandosi a guardare la donna e passando a lei il compito di continuare a parlare.

Ginny alzò lo sguardo su Harry per alcuni istanti,poi tornò a incontrare gli occhi del bambino.

-Ti ricordi quando quel giorno eravamo in macchina e parlavamo di Bobby e del suo fratellino?-domandò la donna con voce tranquilla.

-Quello che deve ancora nascere?-gli domandò Teddy concentrato.

Ginny annuì,seguito poco dopo da un cenno d'assenso del bambino.

-E ti ricordi che ti ho chiesto se ti sarebbe piaciuto avere un fratello come Bobby?-gli domandò ancora,procedendo con cautela.

Teddy annuì ancora una volta,mentre Harry guardava alternativamente ora Ginny ora Teddy.

-Poi c'è Fred,il figlio di George e Luna...-disse Ginny,cambiando rotta al filo dei suoi pensieri.

-Mi piace Fred,anche se non fa altro che mangiare e dormire-disse il bambino.

I due adulti sorrisero all'affermazione del piccolo e Ginny annuì.

-E' vero,per adesso è troppo piccolo per fare altro...Anche il fratello di Bobby farà così i primi mesi-gli disse in un tono quasi confidenziale.

La donna guardò Harry che era rimasto in silenzio per tutta la discussione e con lo sguardo gli chiese aiuto.

-Teddy-disse l'uomo,portando l'attenzione del bambino su di sè.

-So che siamo sempre stati tu e io,e che all'inizio ti sei sentito un pò spaesato vedendo tutte queste nuove persone...Però tu sei stato bravissimo.

Ti sei subito affezionato a Ginny e alla sua famiglia:ai signori Weasley,a Vicky,a George e Luna con il piccolo Fred...Siamo diventati una grande famiglia-gli disse mettendo una mano sul ginocchio del bambino.

Teddy lo guardava con un'espressione seria sul volto e seguiva con attenzione le sue parole.

-Adesso a questa famiglia si unirà un'altra persona...Un'altro bambino,mio e di Ginny-gli disse.

Niente gli era costato piu' fatica di quel discorso:cercare le parole giuste per non affrettare i tempi e non rovinare l'equilibrio che c'era stato finora sembrava difficile quanto scovare un Horcux o risolvere il Tranello del Diavolo.

E non sapeva ancora se era riuscito nel suo intento.

Teddy restò qualche istante in silenzio,come riflettendo su quello che lo zio gli aveva appena detto.

Harry guardò Ginny,leggermente spaventato da quello che sarebbe successo:ora Teddy lo sapeva,come avrebbe reagito?

Cosa dovevano aspettarsi?Era un buon segno che continuasse a restare in silenzio invece di mettersi a urlare?Oppure no?

Prima che uno dei due adulti potesse parlare,Teddy guardò prima uno poi l'altra facendogli dimenticare completamente quello che volevano dirgli.

-C'è una cosa che non capisco-disse con voce apparentemente tranquilla.

Harry e Ginny si guardarono di nuovo,poi Ginny gli mise una mano dietro la schiena e l'accarezzò dolcemente,quasi volesse calmarlo.

-Cosa Arthur?-gli domandò la donna.

-Se voi siete i miei zii,il bambino sarà lo stesso mio fratello?-gli domandò con voce seria.

Nello stesso istante,Harry e Ginny tirarono un sospiro di sollievo:per adesso sembrava che tutto stava andando per il verso giusto.

Harry sorrise al bambino.

-Puoi scegliere-gli disse in tono leggermente complice.

Teddy lo guardò aggrottando la fronte come faceva sempre quando non capiva qualcosa.

-Sei tu che devi decidere se il bambino sarà tuo fratello o il tuo cuginetto-disse Ginny concludendo la frase iniziata da Harry,capendo perfettamente il senso della frase dell'uomo.

Teddy guardò suo zio,in cerca di rassicurazioni,ed Harry annuì.

-Vi dispiace se dico a Bobby che anche io avrò un fratellino?Lui non fa che vantarsi!-domandò poi a entrambi.

Ginny sorrise,leggermente commossa e scosse la testa.

-Assolutamente no,Teddy-fece Harry sorridendo.

Il bambino sorrise e per una volta,non si scostò quando Ginny gli accarezzò i capelli.

-Quando arriva il fratellino?-domandò poi il bambino guardando la donna.

-Già quando nasce?-domandò Harry dando manforte al bambino,anche se conosceva la risposta.

-Ci vorrà ancora qualche mese...Ma perchè siete così sicuri che sia un maschio?E se nasce una sorella?-domandò lei ridendo.

Teddy alzò le spalle.

-Basta che non sia una smorfiosa come Vicky-disse semplicemente.

I due adulti scoppiarono a ridere e Ginny si chinò per posare un bacio fra i capelli del bambino.

Nella mezz'ora successiva spiegarono al bambino che il suo "fratellino" non aspettava l'arrivo della cicogna o che loro l'andassero a prendere da qualche parte,come credeva Teddy,ma che al momento stava riposando nella pancia di Ginny,e che avrebbe continuato a dormire per molti mesi,facendo crescere la pancia della donna come quella della mamma di Bobby.

Qualche volta il bambino si sarebbe svegliato e avrebbe tirato calci e allora Teddy avrebbe potuto parlargli e fargli una carezza,proprio come doveva fare un bravo fratello maggiore.

-E dormirà nella stanza accanto alla mia?-domandò Teddy,eccitato dalla novità.

Harry sorrise e scosse la testa.

-Per i primi mesi dormirà nella nostra camera perchè dovrà mangiare molto spesso e si sveglierà la notte...Rischieresti di restare sveglio anche tu e di addormentarti a scuola-gli disse l'uomo.

Teddy annuì:improvvisamente era completamente assorto dal suo nuovo ruolo di fratello maggiore e voleva sapere quante piu' informazioni possibile per svolgere quel compito al meglio.

-Però quando sarà piu' grande dormirà nella stanza accanto alla tua:così sarai il primo a sentirlo quando si sveglierà e potrete giocare insieme...

Io e tuo zio avremmo bisogno anche del tuo aiuto:per farlo mangiare,o per cantargli la ninna nanna quando non vuole dormire,o anche per aiutarmi a scegliere gli abiti per vestirlo la mattina-disse Ginny al bambino.

Per un'attimo gli occhi del piccolo brillarono per la responsabilità di cui lo stavano investendo i due adulti.

-Posso decidere il nome?-domandò poi volgendo la sua attenzione a Harry.

L'uomo rise veramente sollevato dal modo in cui Teddy stava prendendo la notizia e fece per parlare,ma fu preceduto da Ginny.

-Veramente avevamo già un'idea sul nome,però volevamo sapere cosa ne pensi-gli disse rendendolo di nuovo partecipe.

Teddy guardò la donna e la guardò con uno sguardo curioso,aspettando che lei parlasse di nuovo.

-Se nasce un maschio,abbiamo pensato di chiamarlo James...Se nasce una femmina invece avevamo pensato a Lily-gli disse in tono cospiratorio,quasi gli stesse confidando un segreto di Stato.

Teddy aggrottò di nuovo la fronte e restò alcuni istanti in silenzio,riflettendo.

-James....Lily...Lily...James.

E' molto meglio se nasce un maschio-sentenziò alla fine,incredibilmente serio.

Ginny rise divertita dalle parole del bambino e dalla smorfia di stupore che si era disegnata sul viso di Harry.

-Davvero divertente!-disse Harry seccato.

-Non prendertela amore...Adesso è veramente il caso che andiamo,altrimenti non ci sarà niente di pronto alla cena di stasera-disse Ginny alzandosi dal divano e esortando Teddy a fare lo stesso.

Harry si alzò e prese in braccio il bambino,posandogli un bacio sulla guancia:era stato straordinario e,ora piu' che mai,lo adorava.

-Ci vediamo piu' tardi a casa...E mi raccomando,non dire a nessuno del fratellino-disse rimettendo a terra il bambino.

-Perchè?-chiese lui andando accanto a Ginny.

-Perchè lo diremo a tutti questa sera alla cena...Faremo loro una sorpresa-disse Ginny al piccolo.

Teddy rise divertito e annuì.

Ginny si voltò verso Harry e gli sorrise.

-Ci vediamo piu' tardi a casa...Puntale!-si raccomandò con un sorriso ad illuminarle il viso.

Harry si sporse e posò le labbra su quelle di lei per un bacio dolce.

-Sarò a casa per le sei-le disse staccandosi dalle labbra di lei quel poco che gli bastava per parlare.

Ginny sorrise e si protese di nuovo verso Harry per un'altro bacio.

-Andiamo?-domandò Teddy con voce leggermente impaziente.

Ginny sorrise sulle labbra di Harry e si staccò da lui,per poi avviarsi verso la porta dell'ufficio con il bambino accanto.

-Ci vediamo a casa!-disse Harry voltandosi e guardandoli uscire dalla stanza.

 

I primi ospiti arrivarono verso le sette e mezza.

Tutto era pronto per il loro arrivo:Ginny aveva finito di cucinare piu'di mezz'ora prima sicura che la cena sarebbe stata un successone ed Harry era tornato a casa alle sei,come le aveva promesso.

Aveva fatto una doccia e si era cambiato e poi era stato trascinato in soffitta da Teddy per cercare fra i vecchi giocattoli del bambino quelli che potevano piacere al fratellino.

Nel frattempo Ginny si era cambiata e si era truccata:quella era la sua serata.

Era la prima cena che dava nella casa di Harry come "compagna" e tutto nella sua vita sembrava aver ritrovato il suo posto.

Quando era uscita dalla camera da letto Harry e Teddy le avevano fatto un lungo applauso,a cui lei aveva risposto con un piccolo inchino.

-Sei bellissima zia Ginny-aveva detto il bambino.

Lei gli aveva sorriso e gli aveva soffiato un bacio con la punta delle dita.

-Ha ragione Teddy...Ma c'è qualcosa che non va-disse Harry guardandola con occhio critico.

Ginny aggrottò le sopracciglia.

-In che senso?Il vestito è troppo corto?O sono i capelli?-domandò lei.

Harry scosse la testa.

-No...Ecco!Ho capito che cos'è-disse schioccando le dita.

Senza aggiungere altro si diresse verso la camera da letto,lasciando gli altri due a guardarsi sorpresi.

Tornò qualche istante dopo e si fermò alle spalle di Ginny.

-Alza i capelli-le disse dolcemente.

Ginny lo guardò con aria interrogativa,ma qualcosa nello sguardo di Harry le disse di obbedire senza fare domande.

Tirò su i capelli e sentì qualcosa sul suo collo:una collana.

Le mani di Harry stavano chiudendo il gancio e solo quando le sentì allontanarsi,Ginny lasciò cadere i capelli e guardò il ciondolo che le arrivava quasi al solco fra i seni:era un ciondolo antico,questo era chiaro,rosso scuro,con un fermaglio d'argento che lo univa alla catenina.

Ginny guardò Harry chiedendogli spiegazioni con gli occhi e lo vide leggermente imbarazzato.

-Questo era il mio regalo di San Valentino...Però in confronto al tuo diventa quasi niente-le disse.

Lei continuò a guardarlo:perchè era così a disagio,così vergognoso?

-Era di mia madre...-disse quasi in un sussurro.

Improvvisamente gli occhi della donna si riempirono di lacrime:ancora una volta le stava donando uno dei pezzi piu' importanti del suo passato,della sua vita.

-Me lo ha dato Sirius una delle ultime sere che eravamo tutti all'Ordine...Lo ha trovato il giorno...il giorno che mi hanno portato dai Dursley-disse lui sussurrando.

Il giorno che erano morti i suoi genitori...

-So che non hai voluto la Mappa e sono contento che sia tornata a George e al piccolo Fred,ma questo è forse l'unica cosa che mi lega a mia madre...a parte la foto...Sirius era convinto che fosse un regalo di mio padre,ma...-disse lui con un sorriso.

Ginny non lo fece finire:annullò la distanza fra loro e si buttò fra le sue braccia,accolta subito dall'abbraccio di Harry.

Posò le labbra su quelle dell'uomo dandogli piccoli baci dolci,mentre una lacrima sfuggiva al suo controllo e le scendeva lungo la guancia.

-E' un regalo bellissimo...Ti prometto che non lo toglierò mai-gli disse.

Harry sorrise poi le accarezzò la guancia segnata dalla lacrima e l'asciugò con il pollice.

-Non piangere...Non voglio che ti rovini il trucco per colpa mia-le disse dandole poi un bacio sulla punta del naso.

I primi ad arrivare furono Steve e Sally,che erano ancora insieme nonostante tutti i pronostici contrari,seguiti poi da Graham e Jennifer e David,Sarah e Daisy.

Harry offrì da bere a tutti i colleghi e guardò l'orologio leggermente preoccupato:dove erano i genitori di Ginny?

Che avessero sbagliato strada?

Si avvicinò a Ginny che stava parlando con Daisy e Sally e si scusò con entrambe prima di allontanarsi con la rossa.

-Che succede?-gli domandò Ginny.

-I tuoi genitori non sono ancora arrivati-disse semplicemente.

Prima ancora che la donna potesse rispondere,il campanello della porta suonò e,come di consueto,Teddy si precipitò ad aprire.

I due padroni di casa seguirono il bambino e Harry fu immensamente sollevato vedendo i signori Weasley,seguiti a breve distanza da Luna e George.

-Mamma!Papà!Meno male che siete arrivati,Harry cominciava a preoccuparsi-disse Ginny andando a salutare i genitori.

-Sentivi la nostra mancanza Harry?-domandò George,sfilandosi il cappotto e aiutando Luna a fare lo stesso.

La donna stringeva in una mano un port-enfant,dove dentro dormiva il piccolo Fred,incurante dei rumori attorno a lui.

-Soprattutto la tua George-disse Harry sarcastico.

-Scusa il ritardo Harry,ma abbiamo avuto un pò di difficoltà con i vestiti...Non riuscivamo a deciderci-disse il signor Weasley posando il cappotto insieme agli altri.

Fortunatamente l'uomo aveva seguito i consigli della figlia e si era vestito con un paio di pantaloni di velluto a coste nere con un maglione rosso scuro,da cui spuntava la camicia bianca.

L'unico punto negativo erano le scarpe da ginnastica bianche,che erano completamente stonate al resto dell'abbigliamento.

Anche la signora Weasley sembrava una perfetta babbana:indossava un cappellino rosa pallido,coordinato con un vestito di lana dello stesso colore che terminava con le scarpe con tacco basso.

-Vuoi portare Fred di sopra?-domandò Harry a Luna.

-No,ho paura di non sentirlo poi se piange-disse la bionda.

-Allora possiamo metterlo nello studio:è proprio qui accanto-disse Harry.

Ginny annuì e fece strada a Luna verso la stanza.

-Venite che vi presento i miei colleghi-disse Harry facendo strada agli altri.

Teddy,ovviamente,corse avanti verso il salotto,andando quasi a scontrarsi con Jen.

Harry fece le presentazioni e tutti furono piu' che felici di fare la conoscenza della famiglia di Ginny,eccetto Sarah.

Harry lasciò Dave volutamente per ultimo,sapendo che avrebbe dovuto dare parecchie spiegazioni.

-Per finire,David Stone,il mio patner alla radio.

David questi sono i genitori di Ginny,George e sua moglie Luna-disse arrivando accanto al biondo.

-E' un vero piacere conoscervi...Come stai George?-domandò all'uomo stringendogli la mano.

George annuì e strinse la mano del biondo.

-Piacere nostro...Da quanto tempo lavorate insieme?-domandò il signor Weasley.

-Non vi ricorda qualcuno?-domandò Luna agli altri prima che David potesse rispondere,lo sguardo fisso sul biondo.

Harry e Ginny si guardarono e sorrisero divertiti:erano certi che sarebbe successo.

-Che vuoi dire cara?-domandò la signora Weasley.

-In effetti ha l'aria familiare,me ne sono accorto anche la prima volta che ci siamo visti....-disse George,iniziando a squadrare David.

Il biondo guardava alternativamente Harry e Ginny,senza capire cosa stava succedendo ma i due erano sull'orlo delle risate,incapaci di dargli una risposta.

-Per caso ci siamo già visti altre volte?-domandò il signor Weasley,con il tono professionale che usava al Ministero.

-No...non mi sembra...-disse David.

-DRACO!Ecco chi mi ricorda-disse Luna,illuminandosi in volto.

Non appena lei ebbe detto il nome di Malfoy,il viso degli altri si rischiarò e annuirono quasi all'unisono mentre Harry e Ginny scoppiarono a ridere,lasciandosi andare all'ilarità della situazione.

-E' la sua copia esatta-disse il signor Weasley.

-Siamo sicuri che non sia lui?-domandò George sorridendo leggermente.

-Qualcuno mi spiega?-disse David leggermente preoccupato.

Harry,ancora con le lacrime agli occhi,gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla,scuotendo la testa.

-Sta tranquillo...Ti ricordi di quel nostro compagno di cui ti abbiamo parlato io e Ginny?-domandò poi rivolto all'uomo.

Dave annuì.

-Quello bastardo-disse semplicemente.

-Ehi!-fece Luna.

-Scusalo,ma all'epoca non sapevo che Draco fosse così diverso dall'epoca della scuola... Comunque anche loro lo conoscono e per questo ti stavano fissando in quel modo-gli spiegò.

David annuì ancora una volta.

-E' davvero incredibile la somiglianza-disse il signor Weasley.

Tutti gli altri annuirono.

-Ok,se non vi dispiace ora andrei a cercare la mia ragazza...-disse David,allontanandosi dal gruppo il piu' in fretta possibile.

Ginny e Harry lo guardarono raggiungere Daisy dall'altra parte della stanza e il moro si appuntò mentalmente che avrebbe dovuto chiedergli scusa,altrimenti avrebbe pensato che la famiglia di Ginny era composta da pazzi.

Offrì da bere ai nuovi arrivati e lasciò che si mischiassero al resto degli invitati,osservandoli mentre facevano conversazione con i suoi amici e complimentandosi con i signori Weasley per il modo impeccabile in cui si stavano comportando.

George e Luna erano entrati in perfetta sintonia con Sally e Steve,forse anche per la loro storia simile e a guardarli sembravano vecchi amici.

Teddy era accanto ai signori Weasley,saltellando neanche un coniglietto pasquale e i due adulti si dividevano fra la conversazione con Jennifer e Graham e il prestare attenzione al bambino.

-Credi che sia ora di iniziare la cena?-gli domandò Ginny ad un certo punto.

Harry scosse la testa.

-Non ancora...-le disse.

Prese il bicchiere che aveva posato sulla mensola del camino e vi battè sopra per attirare l'attenzione dei presenti.

Tutti gli invitati si voltarono verso Harry e Ginny,che si scostò leggermente da lui ed andò a sedersi sul bracciolo del divano.

-Amici posso avere la vostra attenzione?Avete tutti da bere?-domandò sentendosi improvvisamente in imbarazzo.

Fino a pochi istanti prima,aveva il discorso ben chiaro nella sua mente,ma nel momento in cui gli sguardi di tutti si erano posati su di lui,le parole erano sparite,cancellate.

Alcuni invitati alzarono il bicchiere verso di lui per fargli vedere che ne erano provvisti.

-Bene,allora vi chiedo di fare un brindisi con me...-iniziò.

La sua bocca era diventata arida come il deserto e la gola si stava chiudendo;guardò Ginny e vide che gli stava sorridendo,anche se non aveva la minima idea di cosa gli passasse per la testa.

-Un brindisi per Ginny-disse andando verso la donna e fermandosi a pochi passi da lei.

La rossa sorrise imbarazzata,ma restò con lo sguardo fisso in quello dell'uomo.

-Un brindisi a questa donna fantastica,unica...che mi ha restituito la vita.

Che sopporta tutte le mie ansie e le mie paure,che riesce a calmare i miei malumori e li trasforma in risate...-disse con voce seria,gli occhi in quelli nocciola della donna.

L'imbarazzo era sparito dal viso di Ginny ed entrambi sembravano aver dimenticato la presenza degli altri invitati: quella era una dichiarazione soltanto per lei.

-A questa donna meravigliosa che mi ha tirato fuori dal buco di solitudine in cui mi ero rinchiuso e ha ridato un senso alla mia vita...-le disse.

Tese una mano verso Ginny e prese quella di lei,stringendola con dolcezza.

Le posò un bacio sul dorso della mano di Ginny e tornò a voltarsi verso gli altri invitati,alzando il bicchiere che aveva nell’altra mano.

-A Ginny,che mi ha reso l’uomo piu’ felice del mondo...E che mi renderà padre-disse senza riuscire a calmare il tremito che si era impadronito della sua voce.

Nella stanza calò il silenzio per alcuni istanti.

Ginny approfittò di quel silenzio per alzarsi e andare accanto a Harry,che le circondò la vita con un braccio.

Teddy corse verso di loro con un sorriso divertito e si fermò in mezzo ai due.

-Sto per avere un fratellino-disse il bambino rivolto al resto degli invitati.

Gli altri invitati continuavano a guardare la coppia come se non avessero capito il senso dell’ultima frase detta da Harry,poi una figura completamente vestita di rosa,calò su entrambi.

E fu il caos:urla,applausi,gente che veniva verso la coppia per congratularsi,per abbracciare Ginny…

Harry si trovò stretto nella morsa della signora Weasley che era sciolta in lacrime,e con la coda dell’occhio riuscì a scorgere Ginny abbracciata a suo padre.

-Oh caro…Sono così felice-disse la signora Weasley.

Harry le sorrise e la donna gli posò un bacio umido su entrambe le guance.

Poi corse ad abbracciare Ginny,che ora era fra le braccia di George,qualche centimetro da terra,aggrappata al collo del fratello.

Harry fece per andare in soccorso della donna,ma fu bloccato da una possente pacca sulla schiena che gli mozzò per alcuni istanti il respiro.

-Adesso capisco perché eri così strano questa mattina!

Complimenti amico mio!-disse David abbracciandolo.

-Grazie Dave-disse Harry,cercando con lo sguardo Ginny, letteralmente sommersa dalla folla.

-Harry-si sentì chiamare.

Si voltò e vide il signor Weasley poco lontano da lui.

Restò in silenzio aspettando la reazione dell’uomo:in fondo Ginny era la sua sola figlia e al suo posto sarebbe stato felice,ma anche contrariato.

L’uomo fece un passo verso Harry e gli tese la mano.

-Congratulazione ragazzo mio…Sono molto felice per voi-gli disse.

Harry si sentì sollevato e strinse la mano dell’uomo, abbracciando poi l’uomo che ora diventava definitivamente parte della sua famiglia.

Quando si staccò dal padre di Ginny,sentì qualcuno calare sulla sua schiena.

-Non so se ucciderti o farti i complimenti…-disse George agganciando le braccia attorno al collo di Harry.

-Mi ucciderai se continui a stringere così-disse Harry,voltando la testa verso il rosso.

George si staccò dall’uomo e gli si mise di fronte.

-Devo ucciderti per aver rubato l’onore di mia sorella o essere felice per il nuovo Weasley in arrivo?-gli domandò con un’espressione buffa e seria insieme sul volto.

Harry sorrise.

-Vuoi dire il nuovo Potter-lo corresse scherzando.

George scosse la testa.

-Sarà un Weasley dalla testa ai piedi,ci scommetto-disse il rosso sicuro,facendo ridere Harry.

In tutta quella baraonda,nessuno sentì il campanello.

Soltanto quando il suono si prolungò piu’ a lungo Harry riuscì a sentirlo.

Si diresse verso l’ingresso,seguito da Teddy che in qualche modo arcano aveva sentito il campanello e aprì la porta.

Per qualche istante credette di sognare.

Non stava succedendo veramente:non poteva essere veramente sulla porta di casa sua.

-Ciao-disse Ron con voce calma.

-Ciao Ron!-disse Teddy con voce allegra.

-Ehi Teddy,non ti avevo riconosciuto-disse il rosso portando la sua attenzione per un’istante sul bambino.

-Sono cresciuto di altri due centimetri!-disse il piccolo orgoglioso.

Ron sorrise e schioccò le dita.

-Ecco allora perché-disse.

Tornò a guardare Harry aspettando in silenzio che il moro parlasse.

-Sei solo?-gli chiese Harry,non sapendo da dove cominciare.

Ron annuì.

-Vuoi entrare?-gli domandò Harry.

-Ho sentito che c’è un po’ di gente…non vorrei disturbare-disse titubante.

Adesso o mai piu’.

Non poteva rimandare ancora…

-Adesso o mai piu’-ripetè Harry senza riflettere,lo sguardo in quello del rosso.

Ron lo fissò qualche istante,poi annuì.

-Adesso o mai piu’-ripetè poi calmo.

Harry e Teddy si fecero da parte e lasciarono entrare Ron;il rosso posò il cappotto insieme a tutti gli altri e i due adulti seguirono Teddy verso il salotto.

Si fermarono sulla soglia e mentre il bambino correva di nuovo nella stanza dagli altri ospiti,i due restarono in corridoio.

-Harry,ma…-fece Ginny uscendo nel corridoio e bloccandosi alla vista del fratello.

Ron le sorrise e si chinò a darle un bacio sulla guancia.

-Ciao Gin,come stai?-le domandò.

-Ron…Che sorpresa…Resti a cena con noi?-domandò guardando ora il fratello ora Harry.

Ron guardò Harry e il moro guardò Ginny.

-Forse…Ascolta,noi saliamo di sopra.

Ce la fai a tenerli tutti a bada?-le domandò dolcemente.

Ginny annuì,sempre guardando i due uomini,leggermente preoccupata.

Harry annuì a sua volta e le posò un bacio fra i capelli.

Senza aggiungere altro,i due uomini si avviarono verso la scala che portava al piano di sopra.

Harry guidò Ron fino alla camera da letto che divideva con Ginny e chiuse la porta alle spalle del rosso.

Restarono in silenzio per un lungo periodo,guardandosi l’uno l’altro e poi perdendo lo sguardo in giro per la stanza.

Ron si avvicinò alla finestra e per un’istante scostò le tende per guardare in strada.

-Voglio la verità…-disse Ron dandogli le spalle.

Harry guardò quello che un tempo era stato il suo migliore amico e che adesso gli sembrò un’estraneo:forse non era tutto perso.

Ron si voltò e incontrò lo sguardo di Harry.

-Voglio sapere perché…Sono pronto per sapere cosa è successo-gli disse con la voce calma e seria che lo faceva assomigliare a suo padre.

Harry annuì.

-Ti racconterò tutto dall’inizio…

Sempre che tu mi lasci finire-gli disse con lo stesso tono serio.

Questa volta fu Ron ad annuire.

-Adesso o mai piu’-ripetè,lo sguardo in quello di Harry.

Harry restò in silenzio qualche istante,lo sguardo sulle sue mani,cercando il coraggio per riaffrontare quel passato doloroso che sperava di essersi lasciato alle spalle.

Rialzò gli occhi su Ron,lo sguardo fiero e sicuro.

Adesso o mai piu’…

Fece un respiro e iniziò a raccontare.

 

Salve a tutti!!!

Chiedo scusa a tt quelli che si sn trovati spiazzati dal diverso titolo,ma mi sono accorta che non era ancora il momento per "I miei alibi e le tue ragioni",mancava ancora qualcosa...

Inoltre ringrazio tt qlli che leggeranno qst capitolo nonostante l'attesa maggiore:so d avervi fatto aspettare + del solito.

Spero ne sia valsa la pena!

Ringrazio tt coloro che recensiranno e leggeranno qst capitolo e vi esorto a leggere e recensire anke l'altra ff di mia "produzione".

Chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e di battitura.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Come vedi,Gin nn ha mantenuto a lungo il segreto,o la bugia;aspettava sl il momento giusto x dirglielo...Hai letto la ff su Luna e George?),JC(Addirittura devastante?),Spooky Charlotte(Già,ogni tanto Ron si prende le sue rivincite su Herm,dimostrando d essere un grande...Non sapevo che Winnie the Pooh potesse diventare un'assassino),Lila4Ever(Grazie x i complimenti!E' vero,Neville nn esce molto bene dalle mie ff...Ron e Harry sn l'amicizia fatta persona,ma cm tt i grandi amici litigano e finiscono x nn capirsi e rischiando di rovinare tt),Xellor(GRazie x i complimenti..X le canzoni scegli tu:qlle ke ti piacciono d piu'),WingsHP(Già,vorrei stare cn uno dei Weasley...George possibilmente!Il matrimonio x il momento è annullato,ma nn è detto che George nn ci riprovi...),Mika16(Sn contenta di aver riabilitato Ron!Io penso ke nn ci sia bisogno del matrimonio quando si ama davvero qualcuno),Dado(Bentornata!!Povero fratello...Dai tempo alle cose:anke Ron e Herm ci stanno provando), Maryrobin(Un'altro colpo di scena!Grazie veramente tanto x i complimenti!), Yuyutiamo(Mi fa piacere provocare qste reazioni,sempre che siano positive), Alemalfoy(Grazie Ale,ma credo di essere ancora veramente lontana dalla perfezione...La paura di Ginny era quella che provano tt le donne incinte qndo stanno x dare la notizia al loro compagno:sapeva che Harry sarebbe stato felice alla notizia,ma c'era sempre un piccolo dubbio),ValeLovegood(GRazie x i sempre positivi complimenti,6 tr buona!Ho soddisfatto solo la curiosità del regalo x Ginny), Valentina(Veramente?Ho fatto riscattare Ron delle sue cattive azioni cn qst sorpresa!Una parte della "Big Family" lo ha saputo,ora ci sarà il passaparola...), Hermione80(Grazie x i complimenti),Lyoko(Mettiamo su un'asilo cn tt queste nascite...Sn contenta di aver riabilitato Ron e di avergli fatto fare qst grande sorpresa!),Tappetta(Grazie x i complimenti...E' arrivato il momento della pace),Ninny(Grazie x i complimenti!),Lallina88(Cm al solito tr buona!Anke io se fossi stata Hermione avrei reagito così,avrei anke tirato qualcosa addosso a Ron... Eccoti accontentata sul fronte Teddy,ormai è diventato una presenza fondamentale!)Riddikulus(Scusa x il casino cn il titolo,ma alle volte mentre scrivo mi vengono in mente idee nuove e do la precedenza a qste...Ma il titolo tornerà!Come hai resistito all'attesa di 7 giorni?),Bulmettina(Grazie x i complimenti!Forse ho usato tr zucchero cn Ron e Herm,ma era da un pò ke nn mi occupavo di loro e in fondo se lo meritavano...),Potterfanlalla(Io al posto di Luna avrei fatto lo stesso!Credo che Ron si sia arrabbiato abbastanza in qst ff,e che ormai abbia accettato il fatto ke nnostante la sua opinione Gin e Harry resteranno insieme),Germana(Non potrei mai far lasciare George e Luna!Ormai li adoro...Grazie x i complimenti!),and last but not least Potterina88(GRAZIE!!!Per me scrivere le scene "rosse" è sempre difficile,credo sempre di essere volgare o tr irreale...Nn so mai come gestirle!Ok Ron può avere la "sensibilità di 1 cucchiaino"(tr forte!),ma farebbe di tt per la sua Herm..anke fingere di aver dimenticato S.Valentino!X Luna e George,io avrei fatto la stessa cosa,ma il fatto ke lei abbia rifiutato adesso nn significa ke lo farà ancora in seguito...Hai letto la ff su Luna e George?).

Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi dò appuntamento al prox capitolo...

"I miei alibi e le tue ragioni"...(questa volta per davvero,giuro!).

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 26
*** I miei alibi e le tue ragioni ***


alibi

 

Piccola postilla prima che iniziate a leggere:x calarvi meglio nell'atmosfera del capitolo,consiglio di ascoltare "Headlines(Friendship never ends)"delle Spice Girls.

Buona lettura...

Quanto tempo era passato da quando Harry e Ron erano saliti di sopra?
Secondi?Minuti?Ore?
Sembrava che il tempo avesse preso a scorrere alla velocità di una tartaruga,lasciandola a tormentarsi per quello che stava succedendo fra i due.
Avrebbe pagato oro per sapere cosa si stavano dicendo:era un colloquio pacifico,oppure Ron non aveva resistito ed era saltato di nuovo alla gola di Harry come l'ultima volta?
Guardò i suoi ospiti che non si erano ancora accorti dell'assenza di Harry e si intrattenevano con Teddy oppure parlando fra di loro:avrebbe dovuto unirsi a loro e cercare di allontanare la mente dal piano di sopra,ma una forza magnetica la teneva incollata alla soglia del salotto,lo sguardo rivolto verso la scala nell'attesa di veder comparire i due uomini.
-Bella mossa!-sentì poco distante da sè.
Si voltò e vide Sarah,a pochi passi da lei,che la guardava,con un sorriso acido in volto.
Ginny non potè evitare di sorridere.
Quando quella mattina aveva invitato Sarah,non aveva ancora la minima idea di cosa avrebbe fatto per vendicarsi,ma adesso non era piu' necessario;Harry l'aveva fatto per lei:il suo discorso e l'annuncio dell'arrivo del loro bambino doveva aver provocato alla donna un travaso di bile difficile da nascondere e da gestire.
-Non sapevo che Harry avrebbe fatto quel discorso-le disse semplicemente,senza far nulla per nascondere il suo sorriso compiaciuto.
-Credi che un bambino possa fermarmi?-le domandò l'altra facendo un passo verso di lei.
La sua voce era sicura,come di una persona che ha esperienza in questo genere di cose,e Ginny si domandò se avesse già avuto storie con uomini impegnati.
-Una persona normale lo farebbe-disse con lo sguardo fisso su Sarah.
L'altra alzò le spalle.
-Credimi tesoro,è proprio durante la gravidanza che gli uomini cercano maggiore compagnia...
Non lo sapevi?-le domandò con aria saputa.
Ginny sorrise,cercando di mascherare la rabbia che altrimenti l'avrebbe portata a sbattere la donna al muro con tutta la forza che aveva.
-Puoi credere tutto quello che vuoi,ma lui non sarà mai tuo...
Non ha pensato neanche un'attimo a venire a letto con te,neanche un fugace pensiero che ti attraversa la mente.
Siamo stati separati tanto tempo e l'unica persona a cui lui abbia mai pensato sono stata io e ne ho le prove...
Non ti basta che pochi mesi dopo aver saputo che ha una fidanzata,scopri che questa è anche incinta?
Perchè non ammetti che con Harry non hai speranze e ti cerchi un'altro?-gli domandò sempre con un sorriso sulle labbra.
Sarah la guardò in silenzio qualche istante e sospirò.
-Io ottengo sempre quello che voglio-le disse.
Ginny sorrise:era stata anche lei così,all'inizio del suo amore per Harry?si domandò provando per un'istante un'empatia con Sarah.
Poi si ricordò che la donna di fronte a lei stava cercando di portarle via l'uomo e quel sentimento svanì.
-Non questa volta-concluse la rossa.
Senza aggiungere altro si staccò dallo stipite della porta e si avvicinò a George,che in quel momento era solo,continuando però a lanciare sguardi verso la porta.
-Va tutto bene?-le domandò il fratello,dopo aver intercettato uno di quegli sguardi.
Ginny lo guardò e riflettè un'istante se parlargli o meno di quello che stava succedendo di sopra,poi decise di farlo:in fondo non era un segreto di Stato!
-Lo spero...-disse poggiando una mano sulla spalla dell'uomo.
George aggrottò le sopracciglia.
-Che succede?-le chiese ancora.
Ginny espirò forte e incontrò lo sguardo del fratello.
-Harry è di sopra...con Ron-gli confidò.
George strabuzzò gli occhi per un'attimo alla notizia:tutto si sarebbe aspettato tranne quello.
-Cosa?E quando è arrivato?-le domandò.
-Dieci minuti fa...Harry è andato ad aprire ed era Ron.
Me li sono trovati insieme in corridoio e mi hanno detto che salivano di sopra...Credi che debba salire a controllare?-gli domandò leggermente preoccupata.
George scosse la testa.
-Lasciali soli...E' una cosa che devono sbrigare fra loro-le disse sicuro.
-E se si prendono a botte?O peggio!-fece lei sentendo di nuovo il panico assalirla.
-Sta calma!Se si prendono a botte li porteremo al San Mungo...Se la situazione degenera posso sempre salire di sopra e prenderli per le orecchie a tutti e due.
Sono sempre il maggiore,no?-le fece con un leggero sorriso sarcastico.
Ginny sorrise e si lasciò abbracciare dall'uomo.
-Pagherei oro per sapere che cosa si stanno dicendo!-fece Ginny,la spalla su quella del fratello.


-Non so dirti qual'è stata la cosa piu' difficile,se tornare in questa casa o ricominciare senza di voi-
Seduto sul letto Harry teneva lo sguardo davanti a sè,sul pavimento;parlava con voce calma e lenta come se avesse paura che l'altro potesse perdere una sua parola.
Ronald era seduto per terra,con la schiena appoggiata al muro ed un ginocchio piegato su cui era poggiato un braccio.
Teneva lo sguardo fisso su Harry,ascoltando in silenzio,cercando di tenere a mente le domande stimolate dalle parole dell'uomo,aspettando un momento piu' adatto per farle.
-Sono andato via da Hogwarts che ancora si sentivano i canti di giubilio per la morte di Voldemort...Ho gettato tutto quello che aveva importanza in un baule e sono andato via.
Non mi sono voltato indietro,non ho pensato...non potevo pensare,altrimenti avrei cambiato idea!
Dovevo andare via,dovevo allontanarmi da tutto e tutti.
-L'unica cosa che riuscivo a pensare era:"Cosa farò adesso?",che mi succederà?
Per tutta la mia vita da adulto non avevo fatto altro che preoccuparmi,che proteggermi da qualcuno che mi voleva morto e adesso,improvvisamente,non avevo piu' nessun pensiero...La mia vita era come priva di significato-raccontò.
Si fermò un'istante per riprendere fiato e si passò una mano fra i capelli,sempre evitando di alzare lo sguardo su Ron:se avesse incontrato gli occhi dell'uomo,probabilmente avrebbe perso il coraggio.
-Però c'era una cosa che vedevo con chiarezza nel mio futuro:Teddy.
Non potevo permettere che quel bambino fosse sbattuto in qualche orfanotrofio,senza mai sapere nulla dei suoi genitori come era successo a me...
Così sono andato a prenderlo.
-Prima però sono tornato a Godric's Hollow dai miei genitori:dovevano sapere che avevamo vinto...Che li avevo vendicati in qualche modo...
Mi sono seduto sull'erba davanti alle loro tombe e sono rimasto in silenzio a fissare le loro lapidi,non so neanche io per quanto tempo,finchè non ho capito che era venuto il momento di andare avanti.
Così sono andato da Teddy-disse Harry.
-Dov'era?-gli domandò Ron,parlando per la prima volta.
-Prima di tornare a Hogwarts Tonks e Lupin l'avevano nascosto nella Stamberga Strillante,sicuri che nessuno avrebbe potuto fargli del male...Poche persone sapevano dove trovarlo,nel caso fosse successo qualcosa a...-
Non riuscì a finire la frase e per qualche istante nella stanza scese un silenzio imbarazzato e doloroso.
Ron lo vide prendersi la testa fra le mani e passare le dita fra i capelli,respirando forte piu' volte,come se avesse improvvisamente dimenticato come si respirava;poi Harry ritornò quello di pochi istanti prima e il rosso lo vide poggiare entrambi i gomiti sulle ginocchia,senza mai cercare il suo sguardo.
-Quando sono arrivato,nella stessa stanza dove abbiamo incontrato per la prima volta Sirius,c'era la culla con dentro Teddy.
Fortunatamente stava dormendo...Oltre alla culla e al bambino c'erano una borsa con dentro l'occorrente per cambiarlo e nutrirlo e una foto di Tonks e Lupin.
-Ho preso il bambino e la borsa e ci siamo smaterializzati-riprese con una voce piu' triste di prima.
-Perchè qui e non a Grimmuald Place?-domandò ancora Ron.
Harry sorrise tristemente,facendo incurvare gli angoli della bocca.
-Perchè non volevo farmi trovare...Sapevo che non vi sarebbe mai venuto in mente di cercarmi qui,non dopo tutto quello che vi ho raccontato su questo posto e quindi potevo stare relativamente tranquillo.
Anche se la notte che siamo arrivati,trovarmi nel salotto pieno di foto di Dudley e dei ninnoli di porcellana di zia Petunia mi ha mozzato il fiato...credo di aver avuto un attacco di panico!
-Ho messo Teddy nel salotto,ho aperto tutte le finestre,anche quella che dà sul giardino d'inverno,poi ho preso tutte le foto di Dudley e le ho letteralmente lanciate fuori,sul prato mandandole in mille pezzi...Non mi ero mai veramente reso conto di quante foto di mio cugino ci fossero in giro per casa!-disse sorridendo divertito del ricordo.
Ron lo guardò sorridere e per un'istante sorrise con lui.
-Dopodichè ho preso la bacchetta e ho fatto un falò con le foto,dovevano sparire.
Ho isolato la casa per fare in modo che i vicini non si accorgessero del fumo e ho guardato le foto che si accartocciavano fra le fiamme e alla fine diventavano cenere...E' stata una piccola vendetta personale,visto quello che ho sopportato in tutti quegli anni!
Poi sono passato a rimodernare la casa:non doveva restare niente di casa Dursley.
-Quando ho finito,stava diventando giorno e Teddy si era appena svegliato:l'ho cambiato per la prima volta...Non avevo mai immaginato che fosse così difficile cambiare un pannolino!-disse scuotendo leggermente la testa al ricordo.
Ron sorrise di nuovo e piegò anche l'altra gamba,poggiando entrambe le braccia sulle ginocchia.
-Gli ho dato da mangiare e l'ho fatto addormentare di nuovo,per poi crollare di nuovo sul divano accanto a lui.
Quando Teddy mi ha svegliato,era pomeriggio inoltrato...Il primo giorno era passato senza che me ne accorgessi-constatò.
-Dopo tutti questi anni ti ricordi ancora cosa hai fatto quel giorno?-gli domandò colpito Ron.
Per la prima volta,Harry incontrò lo sguardo di quello che un tempo era stato il suo migliore amico,un fratello,e lo guardò qualche secondo prima di parlare.
-Tu non ti ricordi quello che è successo il giorno dopo la Battaglia?-gli domandò serio.
Ancora una volta aveva ragione Harry.
Ron avrebbe saputo dire con esattezza dove si trovava ogni istante di quel giorno di quattro anni fa:il ricordo di tutto quello che aveva fatto era marchiato a fuoco nel cervello e niente avrebbe potuto cancellarlo o annebbiarlo.
-Continua-gli disse.
Harry restò in silenzio qualche istante,raccogliendo le idee e ritornò a fissare il pavimento davanti a sè.
-Io e Teddy avevamo una casa,ma avevo bisogno di un lavoro:in tasca avevo soltanto 20 sterline e sapevo che non sarebbero durate a lungo...
Così due giorni dopo il mio arrivo a Privet Drive,con il bambino in un marsupio port-enfant ho cominciato a girare per il centro di Londra alla ricerca di un lavoro.
Avevo messo a Teddy i vestiti piu pesanti che avevo trovato nella borsa e con le venti sterline gli avevo comprato un cappellino di lana per coprirgli la testa...Ha ripreso i suoi poteri da Tonks quindi nei momenti piu' inaspettati,cambia colore dei capelli e degli occhi.
Specialmente agli inizi era veramente imbarazzante:un giorno eravamo al parco e lui era nel passeggino,senza cappello perchè era una giornata calda;improvvisamente i suoi capelli diventano blu.
Non faccio in tempo ad accorgermene che una signora anziana si siede sulla nostra stessa panchina e mi rimprovera per aver tinto i capelli di un bambino così piccolo-ricordò Harry con un sorriso divertito che gli illuminò per un'istante il viso.
Ron si immaginò la scena nella sua mente e rise,rilassando l'atmosfera tesa che si era creata nella stanza.
-Comunque,abbiamo cominciato a cercare lavoro...
Siamo stati dovunque:nei negozi,nei pub,nei ristoranti...Ovunque!
Avevamo il frigo vuoto e Teddy doveva mangiare ogni tre ore,quindi dovevo assolutamente trovare un lavoro-disse Harry tornando serio.
-Ma...ma tu sei ricco!-fece Ron,ricordandosi dell'eredità di James e Lily.
Harry lo guardò e sorrise.
-Sono ricco nel mondo magico,ma nel mondo babbano ero soltanto un ragazzo di diciotto anni,per di piu' con un bambino che come tanti altri cercava disperatamente lavoro-gli disse.
Quella frase aveva scioccato Ron:aveva sempre considerato Harry come "l'amico ricco",quello che non aveva bisogno di comprare abiti e libri di seconda mano grazie al denaro di famiglia,quello che aveva la scopa piu' veloce dei due...E adesso veniva a sapere che anche lui era diventanto povero?
Il mondo era finito sottosopra!
-E non potevi tornare a Diagon Alley per prendere quello di cui avevi bisogno?-gli domandò ancora Ron.
Harry scosse la testa.
-Non capisci...Io non volevo farmi trovare!Se fossi venuto a Diagon Alley qualcuno mi avrebbe visto e la notizia sarebbe arrivata anche a voi...-
-E noi non dovevamo saperlo,giusto?-domandò Ron,con voce risentita.
-Avevi promesso di non interrompermi-gli ricordò Harry.
Ron sbuffò e si sedette a game incrociate,ritornando in silenzio aspettando che l'altro ricominciasse a parlare.
-Alla fine di quella giornata,fortunatamente,avevo trovato tre lavori.
La mattina avrei consegnato la pubblicità nel quartiere per un'agenzia pubblicitaria,poi all'ora di pranzo avrei consegnato i panini alle società della City,e la sera avrei lavorato in un cinema essay del centro-
-E Teddy?-gli domandò Ron.
-Sarebbe stato sempre con me,dalla mattina fino alla sera-disse l'altro.
Ron lo guardò con gli occhi spalancati.
-Non avevo nessuno a cui lasciarlo e l'unica soluzione era portarlo con me:lo mettevo nel port-enfant lo coprivo con strati di vestiti e l'immancabile cappellino e iniziavamo la giornata-disse con un sorriso nostalgico.
-Come facevi per farlo mangiare?-gli domandò ancora Ron.
-Portavo anche la sua borsa con tutto l'occorrente per farlo mangiare e per cambiarlo...Ha passato all'aria aperta i primi quattro mesi della sua vita a Londra,e credo sia per questo che ama tanto la natura e gli spazi aperti-disse il moro sorridendo.
Ron restò in silenzio,sorpreso dalle parole dell'uomo:perchè aveva deciso di fare tutto da solo?
Se fosse rimasto con loro avrebbe avuto tutti i suoi amici disposti a dargli una mano con il bambino...perchè aveva deciso di fare l'eroe?
-Comunque non è durata a lungo,per fortuna.
Un giorno abbiamo consegnato il pranzo alla Virgin Radio e abbiamo sentito che avrebbero fatto dei provini per un posto come regista radiofonico.
Non sapevo niente di quel lavoro,e non sapevo niente neanche della musica babbana però era un lavoro stabile,e che mi avrebbe permesso di tornare a casa ad un orario decente senza piu' preoccuparmi dei soldi o delle bollette.
Così ho parlato con Linda,la ragazza che si occupa del reparto "Risorse Umane" e lei mi ha fatto avere un colloquio.
Credo sia stato anche merito di Teddy:Linda era veramente in adorazione!-ricordò Harry.
Incontrò per alcuni istanti lo sguardo di Ron,poi allontanò di nuovo i suoi occhi,tornando a fissare il pavimento.
-Non so neanche io chi devo ringraziare,ma quel provino andò bene e Graham,il regista che mi aveva fatto il colloquio,decise di assumermi:inizialmente avrei lavorato con lui come assistente,anche per imparare come fare,poi avrei fatto da solo.
-Naturalmente Teddy veniva sempre con me.
E' sempre stato un bambino tranquillo ed estroverso,quindi fin da subito ha legato con tutti i ragazzi della radio...Lucy e Jen erano quelle che principalmente si prendevano cura di lui ed è stato grazie a Jen che abbiamo conosciuto Miss Queen-raccontò Harry.
-Chi è Miss Queen?-domandò Ron.
Harry sorrise.
-Fino a sei mesi fa,era l'altra parte del mondo di Teddy.
E' la sua tata,la conosce da sempre ed era l'unica altra persona di cui si fidasse.
Era stata la tata di Jen,e ora che le sue figlie erano cresciute era rimasta senza lavoro.
Così Jen le ha parlato di me e della mia situazione con Teddy e l'ha fatta venire alla radio per conoscerci...In pochi minuti era entrata in sintonia con Teddy e avevamo raggiunto un'accordo:lei sarebbe stata a casa con il bambino finchè io non sarei tornato dal lavoro.
E' una persona adorabile,figurati che i primi mesi non ha voluto neanche che la pagassi-gli disse.
-Perchè?-domandò Ron.
Harry lo guardò e riflette qualche istante se rivelare o meno quel particolare del suo passato:non ne andava fiero e non lo ricordava con piacere,ma ormai aveva aperto la diga ed era "naturale" che anche questo ricordo venisse fuori insieme agli altri.
-Prima di lavorare alla radio,anche se facevo tre lavori non me la passavo molto bene...In parole povere ero pieno di debiti-disse evitando giri di parole.
Ron strabuzzò gli occhi per la seconda volta e solo dopo qualche istante,si accorse di avere la bocca spalancata.
-Debiti?-domandò senza riuscire a nascondere la sorpresa nella sua voce.
Harry annuì.
-Fortunatamente non avevo nessun'affitto da pagare...ma avevo le bollette e non sempre riuscivo ad essere puntuale con i pagamenti,così chiedevo dei prestiti a dei colleghi che se la passavano un pò meglio di me.
Però è capitato piu' di una volta che tornassi a casa e la trovassi avvolta nell'oscurità perchè ci avevano staccato la corrente...
Una volta siamo rimasti tre giorni senza corrente,prima che riuscissi a trovare i soldi per pagare la bolletta-gli confidò leggermente in imbarazzo.
Ron era letteralmente scioccato dalle parole dell'uomo:come aveva potuto affrontare tutti quei problemi e non aver mai neanche una volta il desiderio di chiedere il loro aiuto?
Perchè non li aveva cercati?
-Poi,grazie al cielo,la fortuna è girata e sono stato assunto alla radio ed è arrivata Miss Queen.
Tutto sembrava aver riacquistato un senso...-
-Certo!Al diavolo quei poveri idioti che hanno attraversato tutto il mondo magico per cercarti!-fece Ron,non riuscendo a frenare la sua amarezza.
Harry lo guardò e per alcuni istanti restò in silenzio,poi espirò forte.
-Avanti dì quello che devi dire-gli disse.
Ron si passò una mano fra i capelli ed allontanò dal viso una ciocca che era caduta proprio davanti agli occhi.
-Perchè non sei tornato?
Quando hai visto che le cose avevano preso una piega così disastrosa perchè non sei tornato?
Hai sempre detto che noi siamo la tua famiglia!-gli disse lanciando lampi dai profondi occhi verdi.
Harry restò in silenzio:se lo conosceva come credeva,era certo che Ron non aveva ancora finito.
-Non ti bastava aver salvato il mondo magico?Volevi dimostrare ancora una volta di essere un'eroe?Di sapertela cavare nelle situazioni disperate?-gli chiese ancora il rosso.
Ancora una volta lo aveva assalito la rabbia,quella che non lo faceva riflettere e che lo faceva parlare senza riflettere,senza ragionare.
Aveva ascoltato le ragioni dell'uomo,ma non riusciva ad accettarle:dovevano bastare per giustificare la sua assenza?Spiegavano perchè non era stato al suo fianco?
Ron si alzò in piedi e si passò ancora una volta la mano fra i capelli,questa volta meccanicamente.
-Voi siete la mia famiglia,ma neanche voi potevate aiutarmi in quel momento-gli disse Harry serio.
-Perchè?Le tue emozioni sono troppo alte per noi?Oppure tu provi sentimenti diversi dai nostri?-ribattè Ron voltandosi verso di lui e fissandolo negli occhi.
-Dannazione Ron!-esclamò Harry alzandosi a sua volta.
Per qualche istante furono uno di fronte all'altro,entrambi in tensione,pronti alla reazione dell'altro.
-Tu ci hai usati,Harry!
Soprattutto me e Hermione...Ci hai usato finchè ti eravamo utili,poi ti sei fatto la tua vita da un'altra parte,dimenticandoti di noi.
Siamo stati strumenti per la riuscita della Battaglia come la bacchetta di Sambuco o il Boccino!
Te ne sei andato senza neanche voltarti indietro,senza chiederti che cosa ne sarebbe stato di noi...-
-Smettila-gli intimò Harry.
Perchè si stavano di nuovo lanciando cattiverie?Perchè era finita in quel modo?
-Sei tornato indietro nel tempo,a quando ancora non ci conoscevi:ci hai cancellato dalla tua vita!
Se non avessi incontrato Hermione quel giorno,saresti mai venuto a cercarci?-gli domandò ancora Ron.
Harry non rispose,non ce ne era bisogno:entrambi sapevano qual'era la risposta.
-Ero venuto qui per avere delle risposte,per sapere la verità,ma tutto quello che ho sentito sono state delle scuse!
Tutta una lista interminabile di scuse che non dicono perchè te ne sei andato!
PERCHè SEI ANDATO VIA?
PERCHè NON SEI TORNATO QUANDO AVEVI BISOGNO DI NOI?-gli urlò contro Ron,lo sguardo sul suo volto.
-PERCHè NON POTEVO!-urlò Harry.
Ron rimase qualche istante interdetto da quella frase,aspettando una spiegazione,poi capì che non sarebbe arrivata e scosse la testa.
-Tu non volevi...Questa è solo un'altra scusa-gli disse.
Harry lo guardò con occhi dardeggianti,ma restò in silenzio.
-E io sono stanco di ascoltarle-disse Ron.
Senza aggiungere altro,Ron si voltò e si diresse verso la porta della stanza.
Aveva messo la mano sul pomello e aveva aperto un pò la porta,quando si sentì afferrare e,con una forza quasi sovrumana,si sentì sbattere con le spalle contro il muro accanto alla porta semiaperta.
Harry teneva le mani serrate sulla sua camicia e lo guardava con occhi pieni di rabbia.
-Vuoi sapere perchè me ne sono andato?
Perchè mi vergognavo!
Credi che sia facile avere sulla coscienza tutti quei morti?
Alzarsi ogni mattina e sapere che tanti amici,tante persone che hanno fatto parte della tua vita non ci sono piu' per colpa di un pazzo che aveva come unico scopo nella vita quello di  ucciderti?-gli urlò contro.
Ron lo ascoltava in silenzio,quasi senza respirare:era il momento che aveva tanto atteso,il momento della verità.
Ma adesso non era piu' sicuro di volerla conoscere...
-Come potevo guardare in faccia la tua famiglia,te o i tuoi genitori dopo quello che era successo a Fred?Dopo che tu ed Hermione avevate rischiato la vita per causa mia?
Come potevo presentarmi da Ginny e pensare che lei sarebbe stata felice di sposare l'assassino di suo fratello?-continuò a urlare Harry.
Improvvisamente la morsa attorno alla camicia di Ron cessò e Harry si allontanò.
-Tu non hai idea di quello che ho passato!
Per mesi avevo paura di addormentarmi perchè rivedevo sempre Fred sul pavimento della Sala Grande e voi tutti intorno,con il dito puntato contro di me!
Hai ragione,sono tornato indietro,vi ho cancellato...Ma soltanto perchè ricordarvi era troppo doloroso:certe volte il pensiero di te,o di Hermione mi toglieva il respiro-gli disse leggermente piu' calmo.
-Per mesi non sono riuscito a fare una carezza a Teddy,o a calmarlo quando piangeva disperato tanto era forte il senso di colpa!
Gli ho ucciso i genitori,Ron!-disse con gli occhi che luccicavano suo malgrado,per le lacrime.
Lacrime di rabbia,di dolore,di odio verso sé stesso per aver riaperto quelle ferite e per aver fatto tornare a galla il passato e verso Ron per avergli fatto quello.
Ron era ancora schiacciato spalle al muro,nonostante fosse libero dalla presa di Harry:ora erano le parole a sconvolgerlo.
Erano anni che non vedeva Harry piangere,da quando ancora erano ragazzi e tutto sembrava “perfetto”…
Una vita fa.
-Farei qualsiasi cosa per Teddy,darei la mia vita per lui,ma niente cambierà quello che gli ho fatto…Non riuscirò mai a perdonare me stesso.
Ho inflitto a lui la stessa condanna che Voldemort ha inflitto a me-disse.
Ron lo osservò:era fermo,poco distante dal letto con i piedi ben piantati per terra,quasi avesse paura di perdere l’equilibrio,e lo sguardo perso nel vuoto.
Doveva assolutamente dire qualcosa per rimediare,si disse,ma prima che potesse farlo,Harry ricominciò a parlare.
-C’è un’ultima cosa che voglio dirti-disse serio,senza guardarlo.
Ron restò in silenzio in attesa.
-Non vi ho usati…
Senza di te o senza Hermione,probabilmente sarei morto già da molto tempo…Siete stati fondamentali nella riuscita della Battaglia quanto me-disse lentamente.
Improvvisamente sentiva addosso un’insolita stanchezza: possibile che avesse esaurito tutte le sue forze urlando contro Ron?
L’aveva già fatto in passato,eppure poi era sempre pronto per saltare sulla sua scopa e farsi una volata per calmarsi i nervi.
-Me ne sono andato senza dirvi niente perché ero convinto che quella fosse la cosa piu’ giusta da fare…Ma non c’è stato un giorno che sia finito senza che pensassi a voi.
Bastavano le cose piu’ stupide,come una vetrina o un film perché mi chiedessi se sarebbe piaciuto anche a voi,o che immaginassi come sarebbe stato vederlo con voi.
Con il passare del tempo,mi sono immaginato piu’ volte il vostro matrimonio:la tua ansia la mattina prima di arrivare in chiesa,e poi l’arrivo di Hermione e tu che la guardi dall’altare con il viso rosso.
Mi sono chiesto se avevate già dei figli…
Ad ogni tuo compleanno me ne andavo in un negozio di dolci e compravo una scatola di gelatine,poi mi sedevo al parco con Teddy e fantasticavo sull’idea che tu fossi da qualche parte con una scatola gigante di Gelatine Tuttigusti+1…-ricordò.
Ron sentì per la prima volta dopo tanto tempo il desiderio di abbracciare l’amico,ma lo sguardo che gli rivolse Harry lo convinse a desistere.
Era freddo,distante:era lo stesso sguardo che aveva avuto lui durante quei tre anni ogni volta che gli parlavano di Harry?
-Se tornassi indietro probabilmente rifarei esattamente la stessa cosa...Era la cosa piu’ giusta da fare in quel momento.
Ma non voglio altre colpe!-gli disse guardandolo negli occhi.
Ron fece per parlare,ma ancora una volta Harry lo anticipò.
-Adesso vattene…Le tue risposte le hai avute-gli disse voltandosi.
Ron lo seguì con lo sguardo mentre si avvicinava alla finestra e guardava la strada,poi si staccò dalla parete.
-Ok, vado…Ci vediamo-disse non sapendo bene come spiegargli come si sentiva.
-No Ron.
Adesso sono io che non voglio vedere te-lo sentì dire.
Il rosso guardò le spalle dell’uomo,sperando che questi si decidesse a voltarsi e a guardarlo,ma invano.
Anche sapendo che non poteva vederlo,Ron annuì e si voltò verso la porta.

 

Sentì subito i passi sulle scale.
Corse nel corridoio,e vide Ron scendere al piano di sotto.
George fu accanto a lei e insieme aspettarono il fratello alla fine della scala,bisognosi di sapere che cosa era successo.
-Ron…-disse Ginny guardando l’uomo.
Ron alzò lo sguardo sulla sorella e lei capì immediatamente che era successo qualcosa:c’era uno sguardo triste negli occhi di suo fratello.
-Che è successo?Dov’è Harry?-gli domandò tutto d’un fiato.
Ron guardò entrambi i fratelli e,senza una vera ragione,scosse la testa.
-E’ di sopra…Credo che abbia bisogno del tuo aiuto-disse rivolto alla donna.
Ginny corrugò la fronte,subito preoccupata.
Avevano fatto a botte di nuovo?Per alcuni istanti aveva sentito delle grida dal piano di sopra,ma aveva dovuto allontanarsi per prestare attenzione agli ospiti.
-Che avete combinato?-domandò George serio.
Ron scosse di nuovo la testa.
-Ho combinato un casino…E questa volta credo di non poter riparare in nessun modo-disse con voce triste.
Dopodichè si avvicinò all’attaccapanni e prese il suo cappotto,si voltò a salutare i fratelli ed uscì.
Ginny guardò George,e subito si lanciò verso la scala.
Si avvicinò alla porta della camera da letto e prima di entrare rimase in ascolto:piccoli suoni spezzati.
Senza bussare,entrò nella camera e quello che vide le strinse il cuore.
Harry era seduto per terra,con la schiena contro il letto,la testa nascosta fra le braccia poggiate contro le ginocchia,e piangeva quasi in maniera disperata.
-Amore…-disse la donna.
Harry alzò la testa e la guardò,con gli occhi rossi e pieni di lacrime.
In un attimo Ginny fu in ginocchio accanto a lui e lo prese fra le braccia,facendogli poggiare la testa sulla spalla destra;Harry ricominciò a piangere non riuscendo quasi a finire il respiro per la violenza dei singhiozzi,le braccia serrate contro la vita di Ginny.
-Che è successo?-gli domandò prendendogli il viso fra le mani per controllare che non avesse lividi.
Gli tolse gli occhiali dal naso e gli asciugò le guance bagnate,come una madre avrebbe fatto con il proprio figlio,poi gli accarezzò i capelli per calmarlo.
-Gli ho raccontato tutto…E’ tutta colpa mia…-disse ricominciando a piangere.
Ginny capì subito di cosa di trattava:anche quando le aveva raccontato il suo “passato” senza di lei,Harry aveva avuto grandi difficoltà;così lei lo aveva fermato e gli aveva detto che non aveva bisogno di conoscere tutto.
Probabilmente Ron non aveva avuto lo stesso riguardo…
Lo strinse piu’ forte e lo lasciò sfogare,finchè sembrò che lui avesse finito tutte le sue lacrime,poi tornò a prendergli il viso fra le mani e l’aveva guardato negli occhi.
-E’ vero è colpa tua.
E’ colpa tua se adesso siamo liberi e non dobbiamo piu’ preoccuparci di Voldemort e dei Mangiamorte.
Se non ci fossi stato tu,probabilmente Hermione e tutti i maghi con un genitore babbano sarebbero morti e il regno magico vivrebbe nel terrore-gli disse.
-Ma…-fece Harry,ma lei lo interruppe.
-Niente ma…Non permettere a nessuno,neanche a mio fratello di sminuire la tua colpa,perché se non fosse stato per te,adesso le cose sarebbero terribilmente diverse.
Quindi ogni volta che ti senti in colpa per quello che è successo,prova a immaginare a cosa sarebbe accaduto senza di te-gli disse seria.
Harry la guardò negli occhi,riflettendo sulle sue parole,poi tornò a posare la testa sulla sua spalla.
-Possibile che tu riesca a dire sempre la cosa giusta al momento giusto?-le domandò senza alzare la testa.
Ginny sorrise e gli posò un bacio fra i capelli.
-Tutta fortuna…Che è successo con Ron?-gli domandò poi seria.
Lo sentì chiaramente irrigidirsi fra le sue braccia e sentì il suo respiro contro la pelle scoperta del decollete.
-Non credo che vorrò rivederlo tanto presto…-ammise.
Ginny annuì ed Harry alzò la testa per incontrare il suo sguardo.
-Se può migliorare la situazione,quando è andato via aveva un’aria da cane bastonato-gli disse.
-Certo,prima mi fa sentire una merda e poi dopo si pente!-disse l’uomo.
Ginny sorrise e gli diede un bacio sulla fronte.
-Che ne dici di tornare dai nostri ospiti?Dobbiamo ancora finire di festeggiare-gli disse.
Harry sorrise,rinforcando gli occhiali.
-Ho bisogno di qualche altro minuto per calmarmi-le disse.
Lei annuì.
-Ok,basta che non lo passi a compatirti!-
Harry rise e le posò un bacio sulle labbra,posando poi di nuovo la testa sulla spalla di lei e perdendosi nel suo abbraccio.
Ancora una volta Ron l’aveva messo a terra...E Ginny lo aveva aiutato a risalire in sella, pronto ad affrontare tutto e tutti.

 

Salve a tutti!!!

Spero di non aver deluso le aspettative che circondavano questo capitolo e che nn siano in molti qlli di voi che mi aspettano cn i forconi e le torce per il mancata riappacificazione fra Harry e Ron...Spero che quando andrete avanti con i capitoli sarete d'accordo con me che è stato meglio aspettare.

Ringrazio tt quelli che recensiranno e che leggeranno qst capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e battitura.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Si è vendicata di Sarah senza neanche usare la magia...sta diventando una perfetta babbana!),Lyoko(Non preoccuparti x l'altra ff...Basta ke poi mantieni la tua promessa!GRazie x i complimenti),Sarita46(Grazie, nn credevo ti appassionasse tanto...),Potterfanlalla17(Era come te la immaginavi la faccia di Sarah?),Deidara(Grazie x i complimenti!),Lila4ever(Si,lo che nn sono sposati...Ma è anche vero,che quando si parla di due persone che convivono capita di dire "sua moglie/suo marito",x evitare di dare spiegazioni  ), Dado(Grazie Roby!6 sempre tr buona...L'amore vero esiste ancora,basta saperlo cercare!),JC(GRazie x i complimenti!Sai che 6 stato uno dei poki a capire la vendetta di Ginny?),Riddikulus(Come vedi l'attesa è stata minore qst volta,nn voglio attentare tr alla tua salute...Che te pare?),WingsHP(George è un grande!Arriverà anke il matrimonio,bisogna solo avere pazienza!),Yuyutiamo(Spero ke tu nn sia una di quelli ke mi inseguiranno cn i forconi...),ValeLovegood(La vendetta era che lei fosse presente qnd avrebbero dato l'annuncio dell'arrivo del bambino:quale donna nn morirebbe sapendo che l'uomo che ama sta x avere 1 figlio da un altra?X la 2 domanda dovrai pazientare ancora un pò),Valentina(Che ne pensi della reazione?I complimenti fanno sempre piacere!),Ninny(Ho fatto abbastanza presto?),Mika16(Quasi tt i primogeniti sn felici qnd sanno ke sta x arrivare 1 fratello,e parlo x esperienza...poi cambiano idea!SCHERZO!),Bulmettina(Sono sempre felice di suscitare qst emozioni...E cmq voi siete tr buoni!),Xellor(Grazie x le canzoni:Forest mi è piaciuta molto!Si,la mia idea era qulla,ma cn il tempo ci sn stati dei cambiamenti...E alcuni ancora devono avvenire),Lallina88(Credo ke Teddy sia il tuo personaggio preferito...Ancora nn ho deciso nulla x la storia del ciondolo,ma magari mi viene un'ispirazione improvvisa...chissa!), Alemalfoy(Salve MRS Malfoy!Grazie x i complimenti...E' vero,Harry è fin troppo premuroso,ma aveva appena avuto la notizia e poi stiamo parlando del primo figlio!Credo sia ampiamente giustificato),Germana(Non la sospenderei mai senza averla finita...Sarebbe davvero sadico!Teddy ha reagito positivamente all'arrivo di Ron anke grazie alla chiacchierata ke hanno avuto al matrimonio di Neve...sta cominciando a fidarsi di lui,anke se molto lentamente),Little Giuly(Grazie x i complimenti x entrambe le ffs!Sei ancora arrabbiata dopo aver letto il seguito?), Maryrobin(No!!Non volevo farti piangere...Grazie 1000 x i complimenti!), xxxSailorkikaxxx(Abbi fede...E ti prego nn inseguirmi anche tu cn i forconi!), Tappetta(Grazie x i complimenti,va a finire che mi monto la testa!),Lily94(Ecco il seguito...Spero ti piaccia!)and last but not least Potterina88(GRAZIE PAMY!!!!!Magari fosse reale,allora io prenderei subito George,senza pensarci 2 volte!Se devo essere sincera,non mi è mai piaciuto il nome "Albus Severus",avrebbe fatto meglio a sceglierne uno...ha rovinato ql povero bimbo!Adoro i tuoi complimenti, quindi nn azzardarti a smettere!No,scherzo,falli soltanto se lo pensi davvero...)

Bene x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Times go by"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 27
*** With a little help from my friends ***


FRIENDS

 

Salve a Tutti!

Piccola postilla prima di iniziare a leggere:x aiutarvi ad entrare nello spirito del capitolo di  consiglio di ascoltare "With a little help from my friends" dei Beatles.

Grazie e a+ tardi!

 

"Adesso sono io che non voglio vedere te..."

Otto parole.

Trentadue lettere che suonavano come una condanna a morte.

Era strano come adesso le cose si erano invertite:prima al solo sentire il nome di Harry il volto e le orecchie diventavano di fuoco e non c'era verso di farlo ragionare.

Adesso se sentiva il nome di Harry veniva preso da un'imbarazzo e da un senso di inadeguatezza impensabile fino a pochi mesi prima.

Aveva ingarbugliato ancora di piu' le cose:era andato da lui per scusarsi e per mettere fine a quell'ostilità armata,e invece il suo temperamento burrascoso e impetuoso lo aveva portato a fare una mossa di troppo.

Non gli aveva lasciato il tempo di finire il suo racconto e lo aveva aggredito con nuove accuse e recriminazioni,che avevano scatenato la rabbia del moro e che avevano alzato un nuovo muro fra di loro,come se ce ne fosse bisogno.

Era passato un mese da quanto si erano urlati,anzi da quando Harry gli aveva urlato contro tutta la sua rabbia e il suo dolore per quel passato che Ron gli aveva costretto ad affrontare di nuovo,e da quel giorno non lo aveva piu' visto,nè sentito.

Aveva incontrato sua sorella e saputo tramite lei che l'uomo aveva passato dei momenti bui,ma che alla fine si era ripreso,senza però smuoversi dalla sua convinzione:per adesso non voleva vedere Ron.

Adesso toccava a lui curarsi le ferite...

E,per una volta,Ron era disposto ad accettare quel bisogno e ad aspettare.

Ascoltare quello che aveva passato Harry durante quegli anni di assenza glielo aveva fatto sentire,in qualche strano modo,piu' vicino:aveva sempre pensato che,dopo essersene andato,la vita dell'uomo fosse stata tutta in salita e senza problemi.

Venire a conoscenza di quello che Harry aveva vissuto e aveva dovuto superare prima di arrivare a quella stabilità che sembrava avere in quel momento,gli aveva fatto venire alla mente un pensiero semplice ma allo stesso tempo sconvolgente:Harry era umano.

Non lo aveva mai ammesso con sè stesso,nè con nessun'altro,ma lo aveva sempre visto come qualcosa di indistruttibile,quasi un supereroe:soltanto un' "essere soprannaturale" poteva scampare a tutti gli attacchi di Voldemort,come aveva fatto lui.

Lo aveva sempre posto un gradino piu' su degli altri...

Però venire a conoscenza dei suoi problemi economici,delle difficoltà con il lavoro e con Teddy e anche con la solitudine,aveva fatto crollare quella visione e aveva riportato Harry sul suo stesso gradino,accanto a lui.

-Ron?-si sentì chiamare.

Sbattè le palpebre e mise a fuoco la cucina:era seduto a tavola,con la mano stretta attorno alla tazza di caffè di fronte ad Hermione,che in quel momento lo guardava curiosa e comprensiva.

-Mh?-domandò guardando la moglie.

La vide sorridere e posare sul tavolo il giornale che stava leggendo.

-Non riesci proprio a smettere di pensarci?-gli domandò.

Ron scosse la testa.

Le aveva parlato dell'incontro avuto con Harry la sera stessa,non appena era tornato a casa.

Ovviamente aveva dovuto sorbirsi i rimproveri della donna per non averle detto niente,ma lui si era giustificato dicendo che non era sicuro di avere il coraggio,e questo aveva calmato leggermente lo spirito battagliero della moglie.

Quando aveva finito il suo racconto Hermione aveva le lacrime agli occhi,cosa che lo aveva immalinconito ancora di piu'.

-Se fai così però non mi aiuti mica-le aveva detto.

-Scusami...Ma non sapevo nulla di tutto questo:mi aveva raccontato qualcosa,ma non avevo immaginato una cosa simile-si era scusata la donna,asciugandosi le guance con il dorso della mano destra.

Ron aveva annuito pensieroso.

-Ho rovinato tutto,secondo te?-le aveva domandato.

Teneva di gran conto l'opinione di sua moglie:era la prima a cui chiedeva un parere e valutava molto attentamente le sue parole prima di prendere una scelta.

Era la persona che lo conosceva meglio e sapeva come aiutarlo a prendere le sue decisioni senza farlo sentire stupido o inferiore a lei.

Anche quella sera era rimasta in silenzio a riflettere per qualche istante e poi,come sempre aveva sospirato.

-Questa volta non so che dirti...Non ho visto la reazione di Harry,non so come l'ha presa...

C'è rimasto veramente molto male?-gli aveva chiesto gli occhi nei suoi.

Ron aveva annuito.

-Hai presente lo sguardo con cui Malfoy guardava me e la mia famiglia?-le domandò.

Hermione annuì.

-Per un'istante,una manciata di secondi,mi ha rivolto uno sguardo come quello-le aveva confessato.

L'aveva vista oscurarsi leggermente in viso.

-Ahia!-aveva poi detto.

Ron aveva annuito.

-Allora credo proprio che sia rimasto veramente male...-aveva aggiunto poi.

Ron si era scompigliato i capelli con una mano e aveva allontanato lo sguardo da quello della donna.

-Ma anche se siete entrambi due terribili testardi,la vostra amicizia è troppo forte per spezzarsi adesso...Ha resistito a questi tre anni,cosa sarà mai un'ulteriore scossone?-aveva affermato poi lei sicura.

L'uomo era tornato a posare lo sguardo sulla moglie e si era accigliato.

-Ehi,aspetta un'attimo...-aveva iniziato.

-Ron puoi ripetermi fino alla nausea che sei deluso da Harry e che per te la vostra amicizia è finita nel momento in cui lui se ne è andato...Ma se davvero fosse così,tu adesso non ti sentiresti in colpa per quello che è successo e non staresti cercando un modo per rimediare-gli aveva fatto notare la donna.

Ron era restato qualche istante in silenzio,concentrato sulle parole di Hermione,poi sicuro di aver trovato un'appiglio su cui ribattere,aveva fatto per aprire la bocca ma ancora una volta sua moglie era stata piu' veloce di lui.

-E non dire che lo fai per Ginny!-aveva detto alzandosi e andando nella camera da letto.

Da quella sera era passato un mese e Ron aveva avuto modo di riflettere sulle parole di Hermione,arrivando alla fine alla conclusione che c'era un fondo di verità nelle sue parole:in fondo,magari nel piu' profondo,ma da qualche parte dentro di lui,c'era ancora la speranza che le cose fra lui ed Harry tornassero quelle di un tempo;nessuno lo conosceva e aveva vissuto con lui così tante cose come Harry.

Erano legati da un filo indissolubile,che neanche il tempo e l'odio che aveva provato per tanti anni erano riusciti a tagliare.

Doveva solo trovare un modo per rimediare alla situazione...

-Stai ancora pensando a quello che è successo?-gli domandò di nuovo Hermione.

Ron la guardò qualche istante,indeciso se dire la verità o meno,poi annuì.

-Ogni tanto torna in mente...-le disse.

Hermione sorrise e gli lanciò un bacio attraverso la tavola facendolo sorridere.

-Si sistemerà tutto...Devi solo trovare l'occasione giusta per andare da lui e parlargli-disse sua moglie.

Ron annuì,poi si portò la tazza di caffè alle labbra ed Hermione tornò a leggere "La Gazzetta del Profeta".

-Dovremmo mandare un biglietto di congratulazioni a Dean-disse ad un tratto la donna.

Ron la guardò con entrambe le sopracciglia corrucciate:non lo vedevano,nè sentivano dal matrimonio di Neville,ma avevano seguito le sue prodezze sportive attraverso la televisione, eppure a Ron non risultava che dovesse ricevere qualche premio sportivo.

-Ha ricevuto qualche premio?-le domandò.

Hermione rialzò lo sguardo su di lui e sorrise.

-Possibile che non leggi mai i giornali?-gli domandò prendendolo amabilmente in giro.

-Li leggo...Leggo la pagina sportiva e degli spettacoli.

Da quando Voldemort è stato sconfitto,la pagina della cronaca è diventata molto noiosa-le disse.

Hermione rise e gli passò il giornale attraverso il tavolo.

Ron vide che era aperto alla pagina della moda,e su quasi tre quarti della pagina c'era la foto di una donna,molto attraente che dispensava baci ai fotografi.

Stranamente a Ron sembrò di conoscerla;lesse la didascalia alla fine della foto:Judith Rose.

-E' qualcuno che conosciamo?-chiese a Hermione rialzando lo sguardo su di lei.

Lei annuì.

-L'abbiamo conosciuta alla festa di Neville...Era con Dean,ti ricordi?-gli disse.

Finalmente la mente dell'uomo si rischiarò e si ricordò della donna:era stata al fianco di Dean per gran parte della serata...la metà prima che l'uomo e Seamus chiarissero i loro contrasti nel bagno degli uomini e facessero pace.

Istintivamente gli venne da sorridere.

-Che hai da ridere?-gli domandò la donna.

Ron scosse la testa,lo sguardo sulla foto della Rose.

Staccò gli occhi dalla foto e la sua attenzione venne attirata dall'enorme titolo che accompagnava l'articolo:immediatamente il suo sorriso svanì.

-Oh Merlino!-disse a mezza bocca.

-Non è una bella notizia?-disse Hermione guardando suo marito.

Ron finì di leggere l'articolo e poi si alzò velocemente da tavola,con ancora il giornale in mano.

-Devo andare,tesoro!Ci vediamo piu' tardi-disse rivolto verso la donna.

-Ehi Ron,aspetta!Dove stai andando?-gli domandò la donna guardandolo allontanarsi verso la porta di casa.

 

 

Gli occhi di Sarah non lo lasciavano da quando la riunione era cominciata,non gli aveva mai staccato lo sguardo da dosso.

All'inizio aveva incontrato lo sguardo della donna,le aveva sorriso come faceva sempre in queste occasioni,ma dopo le prime volte aveva iniziato a trovare fastidioso quel contatto forzato:finchè era durata la riunione aveva tenuto gli occhi lontani da quelli di Sarah e si era sforzato per seguire con attenzione quello che stavano dicendo i suoi colleghi.

Quando la riunione era finita e tutti gli altri si erano avviati verso la porta della stanza,il suo cellulare aveva squillato facendolo restare indietro rispetto ai colleghi.

-Pronto?-domandò attivando la comunicazione.

-Amore?-

Subito un sorriso illuminò il viso dell'uomo:sentire la voce di Ginny lo metteva sempre di buon'umore.

-Amore tutto bene?-le domandò premuroso.

Da quando era incinta,lui e Teddy non facevano altro che ricoprirla di attenzioni:quasi tutte le mattine,preparavano la colazione al posto suo e Teddy,che aveva preso molto seriamente il suo ruolo di fratello maggiore,non perdeva occasione per fare disegni da attaccare al frigorifero in attesa che il bambino potesse vederli o per sedersi accanto a Ginny e parlare con il ventre della donna,raccontando al bambino le cose piu' disparate.

-Benissimo...Ho chiamato per ricordarti l'appuntamento di oggi pomeriggio-disse la donna.

Gli occhi di Harry brillarono a quelle parole,anche se la donna non poteva vederli.

-Credi che potrei dimenticarmene?-le domandò.

Oggi era il giorno della prima ecografia di Ginny:avrebbero visto per la prima volta il loro bambino.

Era uno dei giorni piu' importanti della sua vita.

-Spero per te di no...Passo a prenderti alla radio?-gli domandò la donna.

-No torno a casa e andiamo insieme all'ospedale...Sei riuscita a convincere tua madre a restare a casa?-le domandò poi.

La sentì ridere dall'altra parte della cornetta e questo lo fece sorridere ancora di piu'.

-Ho dovuto lottare,ma alla fine ci sono riuscita;le ho promesso che le manderò una copia dell'ecografia questa sera-gli disse.

Harry rise.

-Adesso vado,a piu' tardi amore-gli disse lei.

Harry la salutò e chiuse la comunicazione.

Mise il cellulare nella tasca dei pantaloni e si voltò verso la porta della stanza,pronto per uscire: Sarah era rimasta fuori dalla porta ad aspettarlo.

Cosa voleva da lui?

Ginny gli aveva raccontato che anche all'ultima festa,un mese prima,aveva avuto uno scambio di battute con Sarah e quello che gli aveva raccontato la donna non gli era piaciuto per niente:Sarah non sembrava per nulla scoraggiata,anzi era ancora convinta di avere qualche chance con lui.

Fortunatamente Ginny non si era fatta prendere dalla rabbia per le parole della donna;nelle sue condizioni non era consigliabile...

Però Harry aveva deciso di prendere in mano la situazione:se Sarah aveva bisogno di uno "schiaffo morale" per tornare alla realtà,allora era quello che avrebbe avuto.

Harry si voltò verso il tavolo per recuperare la sua cartella portadocumenti e quando tornò di nuovo a girarsi in direzione della porta,vide che Sarah era entrata di nuovo nella stanza:appoggiata al muro accanto alla porta,le mani dietro la schiena,gli sorrideva timida.

-Disturbo?-gli domandò,neanche fosse il suo ufficio.

Harry scosse la testa.

-Tranquilla,stavo andando via-le disse aggirando il tavolo e dirigendosi verso la porta.

Prima che potesse uscire in corridoio,con una mano Sarah spinse la porta facendola chiudere e si poggiò con il suo corpo su di essa,per impedirgli di uscire.

-Sarah devo tornare al lavoro-le disse.

La vide annuire lentamente.

Nella stanza scese il silenzio mentre Harry aspettava che la donna si scansasse dalla porta,e Sarah al contempo osservava Harry come se non avesse altro da fare.

-Posso farti una domanda?-gli domandò ad un tratto.

-Poi mi lascerai andare?-le domandò lui di rimandò,buttandola sullo scherzo.

Sarah rise,in un modo che avrebbe fatto eccitare metà degli uomini che lavoravano con loro alla radio,ma che lasciò praticamente indifferente Harry.

-Va bene...Poi ti lascio andare-gli concesse.

Harry annuì e aspettò che lei parlasse:aveva un'idea di quello che le avrebbe chiesto,anche se sperava con tutto sè stesso di sbagliarsi.

-Hai mai pensato a me?-gli domandò Sarah,gli occhi fissi in quelli di Harry pronti a cogliere ogni emozione.

Harry abbassò leggermente la testa,come sotto un peso invisibile:non si era sbagliato.

-Sarah...-cominciò.

-Mi hai mai visto come una possibile compagna?O amante?-gli domandò ancora la donna.

L'uomo rincontrò i suoi occhi neri profondi che ora sembravano ancora piu' grandi,indeciso se dirle la verità o meno.

Sapeva poco su come ci si doveva comportare con le donne,ma sapeva per certo che un'uomo non deve mai rifiutarle apertamente.

-Ascolta...Tu sei una bellissima donna...-disse.

-Questo però non risponde alla mia domanda-lo interruppè lei.

Harry posò di nuovo la cartella portadocumenti sul tavolo e si poggiò a questo,mettendo così una maggiore distanza fra lui e la donna.

-Hai mai pensato anche solo per un'attimo ad una possibile storia fra me e te?

Tutta la radio sa che sono pazza di te,e non fingere di non saperlo!Però in tutti questi anni tu non hai mai fatto il minimo gesto verso di me,anche quando io ti lanciavo chiari segnali positivi-gli disse lei,quasi rinfacciandoglielo.

-Sarah,io sono innamorato di Ginny-le disse con voce calma e ferma.

Lo sguardo della donna era sul suo volto,nei suoi occhi,alla ricerca di un tentennamento o di una paura.

-Lo sono sempre stato,e ti posso assicurare che per me non c'è mai stata nessun'altra...-

-Per favore,non ti ho chiuso in questa stanza per sentire quanto la ami!Mi è già bastato alla festa del mese scorso-gli disse brusca.

Harry incrociò le braccia sul petto e sospirò forte.

-Cosa ti aspettavi allora?Eri certa che bastava chiudermi in una stanza,farmi due moine e io ti sarei saltato addosso?-

-Possibile che tu non capisca?Io ti amo!-gli rinfacciò Sarah.

Harry rimase interdetto a quella confessione.

Sarah si staccò dalla porta e fece i passi che la dividevano da una delle finestre della stanza:la porta era libera,poteva andarsene,ma adesso Harry non riusciva a staccare gli occhi da Sarah.

-Credevi che fosse solo sesso,vero?E invece ci sono caduta con tutte le scarpe!

Sono anni che faccio di tutto perchè tu ti accorga di me:ho cambiato colore di capelli perchè una volta ti ho sentito dire che il tuo primo amore aveva i capelli lunghi e neri...

Allora ho pensato che avrei avuto qualche possibilità in piu' se li avessi tinti,ma ovviamente sbagliavo.

Non avevo messo in conto la fidanzata...Tre anni di silenzio e poi all'improvviso scopro che tutto quello che ho sognato,che desideravo non si realizzerà mai!

E adesso,come se non bastasse,è anche incinta:come posso competere?-gli domandò tornando a guardarlo.

Harry restò in silenzio qualche istante,sentendosi in imbarazzo e a disagio.

-Mi dispiace...Scusa per non aver capito prima quali erano i tuoi sentimenti per me-le disse.

Sarah fece un piccolo sorriso sarcastico.

-Sarebbe cambiato qualcosa?-gli domandò.

Subito Harry scosse la testa.

-No,sicuramente no...Come ti ho già detto prima c'è una sola donna che conta per me.

E' sempre stato così e probabilmente lo sarà sempre-le disse.

-Puoi smetterla di ripeterlo?-gli chiese ritrovando il tono brusco.

Harry fece un cenno affermativo con la testa,quasi stesse obbedendo ad un'ordine.

-Però le cose stanno così...Io posso offrirti soltanto la mia amicizia-le disse.

Sarah lo guardò ed espirò forte,scostandosi alcune ciocche di capelli dal viso.

-Non so se la posso accettare...Non so neanche se la voglio la tua amicizia:tu non sei mai stato un'amico per me-gli disse sincera.

Harry fece un passo verso di lei e sorrise.

-Magari questo è il momento di provare-le disse.

Sarah lo guardò qualche istante con un espressione dubbiosa sul viso,poi alzò le spalle.

-Se è tutto quello che posso avere...-disse rassegnata.

Harry sorrise e si arrischiò ad abbracciarla:forse era stato troppo precipitoso ad offrirle la sua amicizia,ma lavoravano insieme e non poteva certo far finta che lei non esistesse soltanto perchè era innamorata di lui.

Sarah si strinse a lui con un trasporto maggiore di quello che avrebbe richiesto un'abbraccio fra amici e Harry,dopo qualche istante,per evitare che la situazione peggiorasse,sciolse l'abbraccio.

-Adesso devo veramente andare-le disse.

Lei annuì e si scostò dalla porta,facendolo passare.

Harry approfittò del momento e si fiondò fuori dalla stanza,attraversando il corridoio quasi di fretta,diretto nel suo ufficio:doveva sbrigare alcune telefonate e mettere in ordine alcune scalette per le puntate di quella settimana.

Sentì Lucy che lo chiamava,ma le fece un cenno con la mano e continuò per la sua strada:voleva finire quel lavoro prima di dover uscire per andare da Ginny.

Aprì la porta dell'ufficio con decisione e fece per entrare,ma alzando lo sguardo sull'interno della stanza,si bloccò sulla soglia.

-E tu che ci fai qui?-

Ron era in piedi,nel centro della stanza,le mani strette una all'altra che si stringevano nervose e le orecchie che iniziavano a diventare rosse.

-Mi ha fatto entrare la tua segretaria...-gli disse l'altro.

Harry mosse un passo nella stanza e chiuse la porta dietro di sè:ecco perchè Lucy lo stava chiamando e faceva di tutto per attirare la sua attenzione quando era passato per il corridoio.

-Non è la mia segretaria-gli disse.

Ron annuì tenendo lo sguardo fisso su di lui:le mani avevano preso a giocare con la punta della cravatta nera,come per allontanare per alcuni istanti il pensiero da dove si trovava o cercando di avere un'atteggiamento rilassato.

-Chi ti ha detto dove lavoro?-gli domandò ancora Harry,lo sguardo fisso sull'uomo.

Dopo aver pronunciato la domanda si sentì uno stupido:era talmente ovvio.

-Ginny!-dissero i due all'unisono.

Ron fece un leggero sorriso che gli incurvò gli angoli della bocca.

-Le ho chiesto io di dirmi dove lavoravi...Avevo bisogno di parlarti-gli disse.

Harry si appoggiò con la schiena alla parete della porta,gli occhi sul rosso,quasi in attesa della sua prossima mossa.

-Non voglio parlare di quello che...-disse Harry.

-Neanche io-disse subito Ron.

Harry lo guardò sorpreso e curioso allo stesso tempo.

Ron fece un passo verso di lui,e continuò a sostenere il suo sguardo.

-Però voglio dirti che...che ho sbagliato a dirti quelle cose.

Avrei dovuto lasciarti finire e invece mi sono lasciato trascinare dalla mia rabbia,come al solito...-disse visibilmente impacciato.

Harry lo vide passarsi una mano fra i capelli rossi e si accorse che le orecchie stavano diventando piu' rosse e si lasciò scappare un sorriso accennato.

-Ho capito Ron-gli disse con voce calma.

L'altro lo guardò qualche istante,lo sguardo nel suo e poi annuì.

-Allora,che ti ha portato nella Londra babbana?-gli domandò Harry.

Ron annuì,come se si fosse ricordato solo in quel momento cosa lo aveva spinto fino alla radio e tirò fuori qualcosa dalla tasca.

-Hai letto la "Gazzetta del Profeta" stamattina?-gli domandò.

Harry scosse la testa.

-Saranno quasi quattro anni che non leggo la "Gazzetta"-disse Harry sedendosi sul bracciolo del divano.

Ron strabuzzò gli occhi e per un'istante restò a guardarlo a bocca spalancata per la sorpresa:quattro anni senza notizie dal mondo magico?

E non era impazzito?

-Davvero?E come hai fatto?-gli domandò scordandosi per un'istante di tutti i loro contrasti e dei loro problemi.

Harry sorrise e alzò le spalle.

-Ho letto i giornali babbani...Principalmente l'Evening Standard:esce il pomeriggio,così posso comprarlo quando esco dalla radio e sapere subito cos'è successo-gli spiegò.

Ron lo guardò ancora senza parole.

-Cosa c'è di tanto sconvolgente quest'oggi sulla "Gazzetta"?-gli domandò Harry tornando all'argomento principale.

Ron si riscosse e annuì di nuovo,poi gli porse il giornale.

-Pagina 12-gli disse.

Harry prese il giornale e dopo aver lanciato un'ultimo sguardo curioso a Ron,aprì il quotidiano alla pagina che gli aveva detto l'altro.

Anche l'attenzione di Harry venne attirata inizialmente dalla foto e anche lui si domandò dove avesse già visto quella donna,poi lesse il titolo e capì cosa aveva spinto Ron fin lì.

-Cazzo!-disse,lo sguardo ancora sulle parole stampate.

-Esatto-gli fece eco Ron.

Il moro tornò a guardare Ron e mise un dito fra le pagine per non perdere il segno.

-Hai parlato con qualcuno?-gli domandò.

Ron scosse la testa.

-Non riesco a trovare Seamus da nessuna parte:a casa non risponde e alla redazione del giornale dicono che non vuole essere disturbato.

Non credo serva a molto chiamare Dean-disse il rosso.

Harry annuì.

-Pensi che se lo aspettasse?-gli domandò Ron.

Harry restò qualche istante in silenzio e riflette sulle parole dell'uomo,poi riaprì il giornale e guardò la foto della donna,che inconsapevole di quello che aveva scatenato,continuava a mandare baci ai fotografi.

-Io penso al povero Seamus che ha anche dovuto fare buon viso a cattivo gioco con i suoi colleghi della redazione e mettere questa notizia nel suo giornale-disse Harry.

Ron si sentì subito triste per l'amico.

-Hai impegni per oggi?-gli domandò Harry improvvisamente.

Ron lo guardò.

-Niente che non si possa rimandare,perchè?-gli domandò curioso.

Harry si avvicinò alla sedia e prese la giacca che vi era poggiata ordinatamente sopra e poi tornò a voltarsi verso Ron.

-Non possiamo lasciare Seas da solo-disse Harry convinto.

Ron lo guardò qualche istante,poi annuì.

Pochi secondi dopo erano già fuori nel corridoio diretti agli ascensori.

 

Erano tre giorni che piangeva.

Non riusciva a smettere,per quanti sforzi facesse:fazzoletti appallottolati erano sparsi per il pavimento e la scrivania dell'ufficio.

Era come se il mondo gli fosse improvvisamente rovinato addosso:un'attimo prima era felice e contento della sua vita,e l'istante dopo era nel buio piu' fitto senza alcuno spiraglio di luce e senza alcuna via d'uscita.

Come aveva potuto fargli questo?

Con che coraggio era rimasto in silenzio lasciando che lo venisse a sapere dalle agenzie di stampa che battevano la notizia come uno degli scoop piu' ghiotti della stagione mondana?

Gli mancavano talmente tanto le palle per affrontarlo e dirgli come stavano le cose?

Certo,poi lo aveva affrontato...Gli aveva spiegato tutto e gli aveva promesso su tutto quello che aveva di piu' caro al mondo che niente sarebbe cambiato fra di loro.

Ma era già tutto diverso,anche se quell'idiota con un Bolide al posto del cervello non riusciva a vederlo.

Aveva urlato,e aveva pianto incurante dei rimproveri da parte di Dean...

-Stai facendo una tragedia per niente!-gli aveva detto Dean,ritrovando quel contegno freddo che tanto lo faceva arrabbiare.

-QUELLO CHE è SUCCESSO TI SEMBRA NIENTE?

TU MI HAI MENTITO!MI HAI TRADITO!-gli aveva urlato contro incurante di farsi sentire dai vicini.

-Seas ti assicuro che è successo soltanto una volta e soltanto perchè ero arrabbiato-gli aveva detto,cercando di giustificarsi.

Seamus aveva avuto un flash e si era voltato verso l'uomo,guardandolo con gli occhi gonfi e rossi di pianto.

-E' successo quella sera che hai trovato me e Jason insieme,vero?Prima del matrimonio di Neville...-aveva detto con voce sicura.

Dean non aveva risposto,ma il suo sguardo aveva parlato per lui.

-Sei un fottuto bastardo!-urlò Seamus,dandogli le spalle e avvicinandosi al camino del salotto.

Dean aveva fatto per seguirlo,ma dopo un paio di passi si era fermato nel mezzo della stanza.

-Ok ho sbagliato:ti ho detto che non c'era stato nessun'altro e invece...-

-Avrei accettato un tradimento...MA UNA DONNA!!!-aveva detto ancora Seamus.

-La pianti di fare la moglie tradita?STO CERCANDO DI CHIEDERTI SCUSA!-aveva ribattuto l'altro alzando a sua volta la voce.

Si erano guardati per alcuni istanti,senza parlare,poi Seamus si era asciugato gli occhi con il palmo della mano e aveva sospirato forte,come per scacciare le lacrime e il pianto.

-Non voglio le tue scuse,non servono a niente...Non possono cambiare quello che è successo:stai per diventare padre-aveva iniziato,cercando di mantenere la voce ferma.

-Oh per favore...-lo aveva interrotto l'altro.

-Forse eri troppo arrabbiato per metterti un preservativo,ma ormai non ha importanza:ora Judith Rose aspetta un figlio da te e l'ultima cosa che voglio è mettermi in mezzo-aveva continuato,incurante del commento di Dean.

Dean aveva corrugato la fronte a quelle parole,non sapendo bene che significato attribuirgli.

-Che vuoi dire?-aveva chiesto quando aveva capito che Seamus non voleva aggiungere altro.

Seamus senza rispondere,lo aveva aggirato e si era praticamente buttato sul divano.

-La strada la conosci...e sai anche dove lasciare le chiavi-gli aveva detto.

-Non dirmi che mi stai lasciando un'altra volta-aveva detto Dean quasi seccato.

L'altro aveva poggiato la testa contro i cuscini del divano e aveva chiuso gli occhi,come se in quel modo potesse far sparire la presenza dell'altro dalla stanza.

-Non puoi fare sul serio!-aveva detto Dean.

-Dean vattene,per favore-gli aveva chiesto Seamus al limite della sopportazione.

Quanto gli ci voleva per capire che era davvero troppo quello che gli stava chiedendo?Non potevano continuare a stare insieme e far finta che quel bambino non esisteva:la Rose aveva dato la notizia,tramite il suo giornale per giunta,a tutto il mondo magico della sua gravidanza e aveva già numerosi contatti pubblicitari per apparire con il suo pancione in bella mostra.

Veramente Dean credeva di poter avere il bambino e lui allo stesso tempo?Doveva fare una scelta e,conoscendolo,Seamus era sicuro che l'altro avrebbe sempre rimandato la decisione...

Quindi,ancora una volta,toccava a lui darci un taglio.

-Quello che voglio io non conta?Il fatto che io voglia stare con te,non significa niente per te?-aveva domandato Dean piegandosi sulle ginocchia davanti a lui per guardarlo in volto.

-Ti ci vuole ancora molto prima di andartene?-aveva chiesto l'altro cercando di mostrarsi insensibile.

-VUOI GUARDARMI IN FACCIA,CAZZO?-aveva urlato Dean,esasperato dai suoi modi.

-COSA VUOI CHE TI DICA?CHE SONO FELICE PER TE E CHE RESTEREMO INSIEME NONOSTANTE TUTTO?

Beh mi dispiace Dean,ma non funziona così nella vita reale!-aveva urlato Seamus.

L'altro lo aveva guardato in silenzio,serio in volto.

-Tutti facciamo delle scelte,scendiamo a compromessi in amore:io ho scelto di restare nel silenzio quando sono tornato da te;l'ho fatto perchè ero sicuro che tu fossi soltanto mio...-gli aveva detto.

-E hai ancora dubbi?Ancora non credi che anche io ti ami?-aveva ribattuto l'altro.

Seamus aveva scosso la testa piu' volte.

-Non si tratta di questo...Adesso non siamo piu' soltanto io e te:stai per avere un figlio.

Quindi è giusto che io mi faccia da parte per lui-gli aveva detto.

-Non potresti far parte della mia vita comunque?-

-E chi dovrei essere?Lo zio?

No grazie,sono masochista ma non fino a questo punto-aveva detto con un piccolo sorriso sarcastico sulle labbra che era svanito subito.

-Seas...-

-Dean che ci fai ancora qui?Ti ho detto di andartene ore fa!

Esci da questa casa,accidenti-aveva detto Seamus tornando ad appoggiarsi ai cuscini e chiudendo di nuovo gli occhi.

Lo aveva sentito alzarsi e muovere alcuni passi in giro per la stanza,sempre piu' lontani.

-Me ne vado...ma non ho nessuna intenzione di rinunciare a te-lo aveva sentito in lontananza.

Erano passati tre giorni,e da allora Seamus era costretto a vivere in redazione per evitare di incontrare Dean:lo aspettava davanti casa,gli mandava scatole di cioccolatini a casa e alla redazione,chiamava ogni ora per cercare di parlargli.

Da tre giorni dormiva sul divano e se non fosse stato per l'aiuto di Liza non avrebbe avuto neanche un cambio di vestiti.

Intanto Judith Rose non faceva altro che rilasciare interviste dove professava la sua enorme felicità per la gravidanza.

Ai giornalisti che le chiedevano se c'era un matrimonio in vista con il padre del bambino,lei sorrideva e alzava le spalle,senza confermare nè smentire niente.

Avrebbe voluto strozzare quella gallina con le sue mani!

I suoi colleghi della redazione si erano accorti che aveva qualche problema,aiutati anche dalle insistenti telefonate di Dean che lui puntualmente respingeva e dal fatto che Seamus si ostinasse a restare tutte le sere in redazione fino a tardi,e gli avevano fatto una sorta di capanello attorno per proteggerlo.

Infatti quando quel mattino Harry e Ron arrivarono in redazione,si trovarono puntati contro gli occhi di gran parte dei presenti,che li sottoposero ad un'esame scrupoloso.

-Posso aiutarvi?-domandò loro una donna seduta dietro una scrivania ingombra di carte,fotografie animate e con un mucchio di aereoplanini che le volavano a pochi metri dalla testa.

Ron le fece un sorriso affabile e annuì.

-Stiamo cercando Seamus Finnigan-le disse.

La donna con boccolosi capelli biondi che arrivavano fino alle spalle e un sorriso smagliante, atteggiò il viso ad un sorriso di circostanza.

-Mi dispiace,ma il signor Finnigan non può ricevere nessuno,al momento-li informò.

Ron e Harry si guardarono un secondo prima che il rosso tornasse a voltarsi verso la segretaria.

-Posso lasciare un messaggio da parte vostra?-domandò ancora la donna.

-Guardi dobbiamo parlargli di una questione delicata...-iniziò Harry,cercando di convincere la donna.

-Molto importante-gli diede corda Ron.

-Capisco perfettamente,ma ho avuto ordini di non disturbare Mr Finnigan,quindi se volete dirmi i vostri nomi gli riferirò che siete passati-disse ancora la donna,prendendo un promemoria e una piuma pronta per scrivere i loro nomi.

Ron guardò Harry e gli fece un segno:doveva assecondarlo.

-Gli dica che Harry Potter e Ronald Weasley sono passati a trovarlo per conto del Ministero e che lei non gli ha permesso di entrare-disse Ron atteggiando la voce ad un tono estremamente professionale.

Harry si trattenne dal ridere e si coprì la bocca con una mano,prima di ritrovare la solita compostezza;la ragazza alzò di nuovo lo sguardo sui due uomini e li guardò con uno sguardo diverso negli occhi.

-Un'attimo soltanto-disse.

I due uomini la videro alzarsi e dirigersi verso un'ufficio con le porte chiuse,bussare timidamente e infilare la testa dentro.

-Quanto scommetti che adesso Mr Finnigan ci riceve?-domandò Ron a Harry.

Harry rise leggermente e scosse la testa.

La donna,nel frattempo,stava tornando verso di loro con un sorriso soddisfatto.

-Mr Finnigan vi sta aspettando nel suo ufficio-disse a entrambi.

Ron e Harry fecero un cenno del capo per ringraziarla e si avviarono verso l'ufficio di Seamus.

Di fronte alla porta,Ron bussò leggermente sul legno con le nocche,poi aprì.

Seamus era in piedi poco lontano dalla scrivania e vedendo comparire Ron sulla soglia,gli sorrise e venne loro incontro.

-Ron!Harry!Che ci fate qui?-domandò loro,stringendo la mano a entrambi.

Harry chiuse la porta dietro di sè e seguì Ron sul divano,come Seamus aveva indicato loro;il biondo invece prese una sedia e si sedette di fronte a loro.

-Voglio precisare che non siamo piu' per conto del Ministero...La tua segretaria non aveva intenzione di farci entrare,così abbiamo dovuto inventarci una palla-disse Ron.

Seamus sorrise e annuì.

-L'avevo intuito-

-Hai un bell'ufficio-gli disse Harry.

Non potevano piombare nel suo ufficio,spiattellargli in faccia che sapevano della sua storia segreta con Dean,e che volevano essergli vicini in quel momento difficile senza aspettarsi che l'altro andasse su tutte le furie...Era meglio cominciare da lontano.

Seamus annuì con un piccolo sorriso.

-Già...Soprattutto è molto comodo-disse.

-L' hai arredato tu?-gli domandò ancora Harry.

Ron lo guardò con la fronte corrucciata,senza capire il senso del suo discorso,ma Harry continuò a tenere lo sguardo fisso su Seamus.

-Veramente quando sono arrivato c'era soltanto la scrivania e gli schedari;con il tempo ho aggiunto il divano i quadri,le locandine sportive e i tappeti-gli spiegò Seamus,sorpreso quando Ron da quella domanda.

-Anche per me è stata la stessa cosa:il mio ufficio alla radio all'inizio era vuoto,con uno scaffale e la scrivania.

Poi anche io ho aggiunto il divano,ho messo i dischi sullo scaffale,ho attaccato i dischi d'oro,le fotografie autografate e le locandine dei concerti alle pareti e adesso sto pensando di aggiungerci qualche pianta,ma conoscendo il mio pessimo rapporto con le piante,non so se è una buona idea...-disse Harry.

Seamus rise.

-Dovresti chiedere consiglio a Neville-gli consigliò.

Harry annuì.

Per un'istante nella stanza scese il silenzio:era venuto il momento di rivelare il vero motivo che li aveva portati lì.

-Seas,c'è una ragione perchè siamo qui...-iniziò Ron.

-Davvero?Io credevo foste venuti per parlare d'arredamento-scherzò il biondo.

I due uomini seduti sul divano sorrisero leggermente e cercarono di rilassarsi;Ron guardò Harry e gli chiese con lo sguardo di prendere la parola.

Harry espirò forte e guardò Seamus.

-Ecco...Ti ricordi la festa di Neville?-gli domandò Harry con voce cauta.

Seamus guardò l'uomo attento e annuì.

Harry annuì a sua volta e per qualche istante si tormentò le mani.

-Ecco...Ad un certo punto della serata,io e Ron eravamo in bagno e prima di...-

Tutti e due,videro il volto di Seamus diventare rosso.

-Prima di avere il tempo di uscire,siamo stati bloccati da due voci maschili che venivano verso di noi...due persone che litigavano...-continuò Ron,cercando di aiutare Harry.

-Oh cazzo!Non ditemi che eravate lì-disse Seamus coprendosi la faccia con una mano.

Ron e Harry si guardarono e,sentendo il silenzio prolungato,Seamus rialzò la faccia su entrambi.

-Eravamo chiusi nel bagno-disse Harry.

-Oh merda!-fece Seamus,sempre piu' in imbarazzo.

-Ma ad certo punto ci siamo smaterializzati-cercò di tranquillizzarlo Ron.

Il biondo li guardò entrambi.

-Quando la situazione ha cominciato a farsi piu'...interessante-disse ancora Ron,diventando subito di fuoco sulle orecchie.

Seamus abbassò lo sguardo e i due uomini lo sentirono espirare forte.

-Quindi voi sapete di me e di Dean-disse il biondo con voce calma.

Sia Harry che Ron annuirono.

-Però non lo abbiamo detto a nessuno:nè a Hermione nè a Ginny-disse Harry.

Seamus sorrise.

-Grazie per la discrezione,lo apprezzo molto...Adesso piu' che mai è importante-disse.

I due uomini fecero un cenno con il capo e gli sorrisero.

-Perchè siete venuti a dirmelo?-domandò Seamus,curioso.

Ma Harry e Ron non ebbero neanche il tempo di rispondere,perchè Seamus sorrise di nuovo.

-Anche voi avete letto il giornale-disse improvvisamente rassegnato.

Ron annuì.

-Volevamo sapere come stai-disse Harry serio.

Questa volta il sorriso di Seamus era un concentrato di sarcasmo e di disappunto.

-Sono sotto una schiacciasassi...

Ho dovuto saperlo dalle agenzie di stampa,lui non ha avuto neanche il coraggio di dirmelo!

E adesso non vuole lasciarmi in pace-spiegò loro.

-Che vuoi dire?-domandò Ron.

-Gli ho detto che mi facevo da parte perchè un figlio ha bisogno di suo padre e lui,in cambio,ha detto che non è disposto ad accettarlo.

Sono tre giorni che non fa che telefonare e aspettarmi sotto casa.

Non posso tornare a casa,perchè lui è lì che mi aspetta e io non sono pronto per una nuova litigata-disse improvvisamente stanco.

-E dove sei stato questi tre giorni?-domandò Harry preoccupato.

Seamus aprì le braccia e con un gesto circolare abbracciò tutto l'ufficio,lasciando stupefatti i due uomini.

-Hai dormito in ufficio?-domandò Ron,sbalordito.

Seamus annuì.

Harry e Ron si guardarono,poi Harry alzò le spalle e guardò Seamus.

-So che casa mia si trova nella Londra babbana,ma ho una camera in piu'.

Che te ne pare?-gli propose.

Seamus scosse la testa.

-Non posso Harry...Grazie davvero,ma non posso.

Tu hai già Teddy,e poi Ginny è incinta...Sarei solo d'impiccio-disse subito Seamus.

-Mica devi restare tutta la vita!

Soltanto il tempo che Dean si stanca di pattugliare il marcipiede davanti casa tua e ti lascia in pace.

Non puoi continuare a dormire in ufficio-gli disse ancora Harry.

-Già Seas...non volevamo dirtelo,ma cominci già a puzzare!-fece Ron.

Seamus rise e tornò a guardare Harry,in cerca di un'ulteriore conferma.

-E se Ginny non fosse d'accordo?-domandò poi.

Harry sorrise e prese dalla tasca dei jeans il cellulare,compose il numero di casa e quando la donna rispose,le spiegò a grandi linee quello che era successo e le chiese se per lei era un problema se Seamus restava da loro qualche giorno.

Quando riattaccò,stava sorridendo.

-Ha detto che puoi fermarti quanto vuoi-disse rivolto al biondo.

Ron sorrise.

-Ormai non hai piu' scampo amico!-

-Avanti Seas!-fece ancora Harry.

Seamus lo guardò ancora una volta e alla fine annuì.

-Ok,va bene mi arrendo!-disse.

Contenti per avergli strappato quella promessa,Harry e Ron lo salutarono e si avviarono verso l'uscita.

 

 

Il dottor Robert era stato scelto da Ginny come ginecolo su consiglio di Luna:era un medico professionale,capace,e anche di bell'aspetto.

Sui quarant'anni,con capelli sale e pepe che arrivavano fino alle orecchie,due occhi nocciola con taglio all'orientale,ed una bocca piccola e carnosa.

Quando l'aveva visto per la prima volta,Harry non era stato molto entusiasta della scelta e aveva proposto di cercare qualcun'altro,ma Ginny era stata irremovibile.

-Nei prossimi mesi diventerò una balena,quindi vorrei avere un medico sexy invece di un vecchietto-gli aveva detto fin troppo sincera.

Ma dopo il primo controllo,anche Harry si era dovuto ricredere:il dottor Robert era veramente capace e amante del suo lavoro.

Il suo aspetto fisico era diventato quasi un fattore secondario.

Anche quel giorno,li accolse con un gran sorriso e cercò di metterli a loro agio.

-Siete pronti per vedere questo birbante?-domandò a entrambi.

Harry annuì:era incapace di aprire bocca.

La lingua si era come rattrappita contro il palato e gli sembrava inoltre di avere in bocca un quintale di sabbia.

In neanche due minuti avrebbe visto suo figlio...

Il dottor Robert avvicinò il macchinario per l'ecografia e prese la bottiglietta con il gel.

-Adesso sentirà un pò di freddo-disse con un sorriso a Ginny.

Ginny,sdraiata sul lettino, sorrise leggermente nervosa e prese subito la mano di Harry,accanto a lei.

Il dottor Robert mise un pò di gel sul ventre di Ginny e dopo aver posato la bottiglia accese il macchinario e prese il radar,avvicinandolo alla pancia di Ginny.

-Ma non farà mica male?-domandò Harry.

Il medico sorrise.

-Terribilmente-rispose.

Harry fece per ribattere,ma capì un'istante prima di aprire bocca che era uno scherzo e sorrise.

Il dottor Robert iniziò a muovere il radar sulla pancia di Ginny e a guardare nel monitor e pochi istanti dopo nella stanza si sentì un rumore quasi costante.

-Eccolo qui-disse il dottore.

Harry guardò il monitor cercando di capire qualcosa in quelle immagini verdognole e confuse,subito imitato a Ginny.

-Lo sentite?-domandò ancora il dottore.

I due genitori guardarono il medico senza capire,poi lo videro muovere una manopola sul macchinario e il rumore nella stanza aumentò.

-E’ il suo cuore?-domandò Ginny emozionata.

Il dottor Robert annuì,sorridendo.

Harry abbassò lo sguardo su Ginny e incontrò subito i suoi occhi brillanti per la felicità.

Si portò la mano di lei che ancora era nella sua mano alla bocca e le baciò le dita attorcigliate alle sue,mentre le sue orecchie si riempivano del battito del bambino.

-Sembra un cavallo in corsa-disse rialzando gli occhi sul medico.

-E’ normale…A questo stadio della gravidanza i battiti del cuore sono piu’ ravvicinati-gli spiegò il dottor Robert.

-Sta bene?-domandò Ginny.

Il medico tornò a guardare il monitor e sorrise di nuovo.

-Sta bene,tranquilli.

Guardate:questa è la testa,questo un piede e questa è una mano…

Sembra si stia succhiando un dito!-disse loro,indicandogli ogni volta il punto sullo schermo.

Ginny sorrise e strinse piu’ forte la mano in quella di Harry.

-E’ troppo presto per sapere il sesso?-domandò Harry curioso.

Il dottor Robert sorrise e dopo aver guardato Harry scosse la testa.

Harry guardò Ginny e la vide con un’espressione divertita sul volto.

-Cosa?-le domandò.

-Non eri tu quello che mi prendeva in giro per la mia curiosità sul sesso del bambino?-gli ricordò lei prendendolo in giro.

Harry rise e annuì,colto in fragrante.

-Ok,è vero…ma visto che ci siamo,perché non ne approfittiamo?-le domandò lui.

-Aspettate un’attimo-li interruppe il dottore.

Harry e Ginny si voltarono verso il medico,che continuava a muovere la sonda sul ventre di Ginny e aveva lo sguardo concentrato sul monitor.

-Che succede?-domandò Harry,improvvisamente preoccupato.

-C’è una cosa che non avevo notato prima-disse il medico serio.

Ginny guardò Harry spaventata,ma lui scosse la testa per rassicurarla.

Ma chi avrebbe rassicurato lui?

-Dottor Robert c’è qualcosa che non va con il bambino?-domandò Harry cercando di attirare l’attenzione del medico.

Finalmente l’uomo smise di guardare il monitor e si voltò verso di lui.

-Adesso voglio che ascoltiate attentamente-disse il medico ai due genitori.

-E’ qualcosa di grave?-domandò Ginny.

-Fate come vi ho detto;restate in silenzio e ascoltate-disse di nuovo il medico,con un tono quasi autoritario.

Harry e Ginny lo guardarono alzare al massimo il volume dell’apparecchio e restarono in silenzio come era stato ordinato loro.

Sentirono di nuovo il battito del bambino riempire la stanza e unirsi al martellare dei loro cuori che battevano contro il petto.

Poi sentirono qualcosa di nuovo,che prima non avevano percepito.

Qualcosa che non si erano aspettati minimamente…

Sentirono un secondo battito cardiaco.

 

 

Salve a tutti!!!

Finalmente in rete il nuovo capitolo!!!Grazie a tutti voi x l'infinita pazienza e comprensione,ma nn avete idea dei mare di casini che sn capitati in qst giorni.

Voglio ringraziare tutti quelli che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia o di battitura.

E vorrei farvi una piccola richiesta:X FAVORE smettetela di chiedermi quanti capitoli mancano alla fine della ff,perchè nn ne ho la piu' pallida idea!

GRAZIE!

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Ti 6 spiegata benissimo Sara:Ron aveva tt il diritto di sapere la verità e Harry voleva raccontargliela...Ma come al solito l'animo da vittima di Harry ha preso il sopravvento),Lyoko(GRazie x aver letto l'altra ff!!!Many thanks!Credo che tt nella nostra vita abbiamo conosciuto una Sarah),Bulmettina(Ron ha capito,ora devo soltanto far sbollire la rabbia e ricominciare da zero), Potterfanlalla17(Mi sn sempre chiesta come sarebbe stata la vita di Harry se non avesse avuto i soldi dell'eredità,quindi ho pensato di metterlo in pratica nel mondo babbano...),HoneyEvans(Benvenuta!Tranquilla,anke io amo il Trio,o il Quartetto se c vogliamo mettere anche Ginny,quindi nn farei mai niente contro di loro), Xellor(Aspetto le prox canzoni!Povero Ron...Alla fine nn è cattivo,è solo arrabbiato;sn contenta di averti emozionato),JC(Anke io nn lo sopporto qnd fa la vittima!Grazie x i complimenti),WingsHP(Ti assicuro che sn una pacifista,quindi prima o poi verrà anche la pace...ma se venisse troppo presto sarebbe la fine della storia),Ninny(Povero Ron,tutti a colpire su di lui!Io credo che avrei reagito come lui,in fondo sn impulsiva cm lui),Tappetta(Perchè nn facciamo una statua a Ginny?Per me se lo merita,almeno x quanto riguarda la mia ff ha sopportato anke troppo:l'attesa,qlla strega di Sarah e la lite con Ron),Germana(Tranquilla,no problem!Le fissazioni sn brutte!),Alemalfoy(No,nn piangere!Grazie x i complimenti,ma nn volevo renderti triste.SCUSA!),Maryrobin(Porta solo un'altro pò di pazienza...),Riddikulus(Grazie!Ho mai deluso le vostre aspettative?), MoonBeam(Benvenuta!Grazie x i complimenti e tranquilla:accadrà), GabryWeasley(Fai bene ad aver paura:mi sta ronzando in mente un idea...), Padfoot07(Grazie x i complimenti.),Lily94(C'è piu' gusto quando ci si conquista le cose con le unghie e con i denti...),Lila4eve(In ogni libro di Harry c'è 1 pezzo in cui lui fa la vittima:è una parte molto marcata del suo carattere!Cn quella scenata ha voluto dimostrare a Ron ke anke i suoi 3 anni nn sn stati facili...),Yuyutiamo(Grazie x i ringraziamenti e x nn essermi corsa dietro cn i forconi e le torce!),Dado(DOH!Stupido computer!Adesso va meglio?Grazie x i complimenti sempre generosi e spero di aiutarti cn la tua crisi da internet),Lill(Benvenuta!Io penso che la vita può cambiare da un momento all'altro,come dimostra il personaggio di Luna;grazie x i complimenti),xxxSailorkikaxxx(Non essere triste!Vedrai che quando andrai avanti mi darai ragione),Spooky Charlotte(NO LA MATITA DELLE WINX NOOO!!!Sono davvero inquietata!Sta tranquilla,e aspetta cn calma l'evolversi della storia),Jellicalcat(Concordo in pieno:+ è forte l'amicizia,piu' è difficile fare pace),Babybe(Non ho capito la domanda n 3,me la rifaresti?X le altre:George e Luna nn erano sposati,convinvono soltanto;Sia Harry ke Ron sentono la mancanza dell'altro ma sn entrambi 2 grandi testoni quindi vanno avanti a passo di lumaca),Valentina(Non si sono chiariti del tutto:si sono detti qllo ke era rimasto in silenzio;io li vedo cm 2 elefanti in una cristalleria:nn possono fare un passo ke rompono qualcosa:ogni volta ke fanno 1 passo avanti,c'è sempre qlcs altro ke si rovina),Lallina88(Come vedi la tua idea era giusta:ora è Ron ke vuole rimettere a posto le cose...Sarah nn è frutto del demonio,è soltanto ossessionata da Harry),Deidara(GRazie x i complimenti),Vale Lovegood(Anke a me è piaciuto molto scrivere la scena dove Ginny consola Harry...è molto dolce),and last but not least Potterina88(Hai ancora gli occhi appannati dalle lacrime?Grazie Pamy x i fantastici complimenti!Quello che nn lo ha mai fatto tornare indietro era la paura di nn essere accettato dopo qllo ke era successo,certe volte nn è facile venire a patti cn il proprio passato).

Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi dò appuntamento al prox capitolo...

"I want to hold your hand"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 28
*** I want to hold your hand ***


hand

 

Il sole spargeva i suoi caldi raggi ovunque.

Quella mattina il cielo era coperto di nuvole e sembrava minacciare pioggia,tuoni e fulmini,ma adesso tutto sembrava dimenticato.

Molta gente,approfittando del bel tempo aveva deciso di passare la pausa pranzo all'aperto nei vicini parchi,sedendosi sulle panchine oppure direttamente sull'erba,incuranti di quella rugiada che sembrava resistere al calore del sole e che bagnava leggermente i vestiti.

Fra questi ultimi c'erano anche Harry e Ginny.

Erano sdraiati sull'erba di Saint James Park,incuranti di tutto quello che era intorno a loro,godendo del sole caldo insolito per quella stagione e ancora increduli della notizia avuta neanche mezz'ora prima.

Erano una accanto all'altra:Harry aveva un braccio sotto la testa,mentre l'altro era lungo il fianco,rilassato,con la mano stretta in quella di Ginny le dita intrecciate nelle sue.

Ginny aveva gli occhi chiusi e offriva il volto al sole,un braccio piegato sul ventre ad accarezzare la pancia,ancora invisibile.

-Sei sveglia?-le domandò Harry,lo sguardo fisso sulle nuvole bianche che transitavano nel cielo sopra di loro.

-Mh-fece Ginny senza aprire gli occhi.

-A che pensi?-le domandò sentendosi subito stupido.

Ginny sorrise,e sempre ad occhi chiusi,voltò la testa verso di lui.

-Alla stessa cosa che pensi tu-gli disse.

Harry sorrise e con il polpastrello del pollice accarezzò il dorso della mano sinistra.

-Te lo aspettavi?-gli domandò Ginny.

-Per niente...Quando il dottor Robert ci ha detto di ascoltare,mi è preso un mezzo colpo:ho pensato che ci fosse qualcosa che non andava-le disse sincero.

Gli occhi di Ginny si aprirono ed incontrarono quelli dell'uomo.

-Il solito ottimista-lo prese in giro.

Harry sorrise.

-E' piu' forte di me...Sono stato abituato a vedere le cose negative dagli eventi,lo sai-le disse.

Ginny rise leggermente e per alcuni istanti rimasero in silenzio,soltanto guardandosi negli occhi.

-E tu te lo aspettavi?-le domandò lui.

-Diciamo che era una possibilità...Pensa a George e Fred-gli disse.

Harry fece un leggero cenno con il capo.

-Era una remota possibilità e non l'ho presa molto in considerazione,però sapevo che poteva succedere-disse ancora lei.

L'uomo restò qualche istante in silenzio,perso nei suoi pensieri,poi Ginny lo vide sorridere furbescamente.

-Cos'è che ti fa tanto ridere?-gli domandò.

Harry scosse la testa.

-Avanti,non farti pregare!-gli disse.

-Ok,ok...Pensavo...pensavo che sono davvero bravo-le disse.

Ginny corrugò la fronte qualche attimo,poi pensò di aver capito il significato di quelle parole.

-Ah,capisco...La tua virilità è talmente forte che ha portato a tali conseguenze-lo prese in giro.

Harry le fece una smorfia che la fece scoppiare a ridere.

-Però dai pensaci bene...E' il nostro primo figlio e non abbiamo dovuto neanche aspettare tanto perchè tu rimanessi incinta...-disse Harry a dimostrazione della sua tesi.

Nel frattempo si era leggermente tirato su e voltato verso Ginny e faceva forza su un gomito per sorreggersi.

-Amore bisogna ammettere che specialmente all'inizio non riuscivamo a toglierci le mani di dosso-gli disse la donna.

-Questa fase è già finita e non me ne sono accorto?No,perchè io ancora adesso non so starti lontano per tanto tempo...-le disse malizioso.

Ginny sorrise e alzò una mano per dargli un lievissimo buffetto sulla guancia destra.

-Sono incinta-gli ricordò.

Harry sorrise,poi chinò il busto verso di lei e posò le labbra su quelle di Ginny,impiegandole in un bacio dolce e coinvolgente.

Quando le loro bocche si staccarono,quella di Harry si avvicinò all'orecchio piu' vicino della donna e sussurrò languidamente.

-E sei diventata ancora piu' sexy-

Ginny sentì le guance diventare di fuoco per qualche istante,e fu sollevata che lui non potesse vederla in volto.

Quindi Harry si staccò da lei e tornò a sistemarsi nella stessa posizione di poco prima.

-Come stavamo dicendo,è il nostro primo figlio...-

-Credo che dovremo cominciare a usare il prurale o finiremo per offendere qualcuno-gli fece notare lei.

Harry si fermò e lasciò che il significato di quella frase lo colpisse in pieno:stavano per avere due gemelli.

Due figli...

-I nostri figli...Non riesco ancora a crederci-disse Harry.

Ginny sorrise,leggermente commossa da quella frase.

-Era come te lo immaginavi?-gli domandò curiosa.

Questa volta toccò a Harry sorridere.

-E' molto meglio...Mai avevo pensato ad una cosa del genere,quando pensavo al nostro futuro-le confidò.

Ginny corrugò la fronte,leggermente interdetta da quelle parole.

-Ed è un bene?-gli domandò titubante.

Harry la guardò e cogliendo lo sguardo dubbioso dei suoi occhi,sorrise.

-Certo che è un bene,schiocchina!

O credi che potrei essere risentito perchè avremo due gemelli?-le domandò.

-Una donna in questo stato pensa alle cose peggiori...-gli disse.

Harry sorrise di nuovo e si sporse di nuovo verso di lei per darle un altro bacio,cercando di infonderle la sua sicurezza e di farle capire la sua felicità e quando si staccarono,lei era visibilmente piu' tranquilla.

-Va meglio?-le domandò lui.

Ginny annuì.

-Adesso che sappiamo anche il sesso,che ne dici di parlare dei loro nomi?-domandò Ginny cambiando discorso.

Harry sorrise e annuì accondiscendente.

-Hai qualche idea?-le domandò.

-Veramente ho un nome che mi gira per la testa:so che uno dei gemelli si chiamerà James come tuo padre...-disse Ginny.

-Anche io avevo pensato ad un nome-le confessò Harry.

Ginny lo guardò sorpresa.

-Davvero?...E quando?-gli domandò curiosa.

-Quando il dottor Robert ci ha detto che erano gemelli-le disse.

Ginny annuì lentamente,la testa persa dietro un pensiero.

-Allora facciamo così,io conto fino a tre e insieme diciamo il nome che abbiamo pensato-propose poi la donna.

Harry rise divertito,ma annuì subito quando vide che la donna stava cominciando ad arrabbiarsi.

-Ok,facciamo come dici tu-disse.

Ginny contò e insieme ad Harry disse il nome che aveva pensato per il secondo bambino.

Ed entrambi si sorpresero a dire lo stesso nome.

 

 

L'arrivo di Seamus era previsto per quella sera.

Quando lo aveva lasciato,l'amico gli aveva promesso che sarebbe arrivato in tempo per la cena,quindi quando Harry e Ginny tornarono a casa non si stupirono di trovarla immersa nel silenzio.

Teddy era a casa di Bobby e non sarebbe tornato prima delle sei,e Miss Queen aveva avuto il resto della giornata libero visto che Teddy non sarebbe stato in casa.

Quando aveva saputo che presto ci sarebbe stato un'altro bambino per casa,Miss Queen aveva fatto le congratulazioni ad entrambi e il giorno dopo aver saputo la notizia aveva portato loro una coperta fatta a maglia,che apparteneva alla sua famiglia da generazioni.

Miss Queen aveva dovuto lottare parecchio con Ginny affinchè questa la prendesse:la rossa aveva paura che il regalo fosse un ricordo di famiglia e che Miss Queen si sarebbe pentita di averlo dato a loro.

-Anche voi fate parte della mia famiglia-aveva ribattuto l'anziana donna.

Questo aveva zittito tutte le lamentele di Ginny,che aveva accettato con gioia la coperta.

Arrivando a casa,Harry e Ginny si diressero in cucina dove misero sul fuoco il bollitore per il tè.

Ginny prese dalla dispensa una scatola di biscotti con goccie di cioccolato e le mise sul tavolo.

-Posso farti una domanda?-gli chiese improvvisamente.

Harry si voltò e la trovò appoggiata al piano dell'isola con la schiena,e lo sguardo su di lui.

-A proposito di cosa?-gli domandò a sua volta.

-Seamus-fece la donna.

Harry annuì leggermente titubante.

-Come hai saputo che stava male?-gli domandò.

Harry voltò le spalle al bollitore e la vide fare un leggero salto e sedersi sul piano di marmo dell'isola,in attesa della sua risposta.

-Ecco...Me lo ha detto Ron-le disse.

Ginny corrugò le sopracciglia.

-E' venuto a trovarmi alla radio stamattina-le disse ancora.

-Adesso capisco tante cose...E come è andata?-gli domandò partecipe.

Harry alzò le spalle e si infilò entrambe le mani nelle tasche dei jeans.

-Non ci siamo picchiati...E mentre eravamo alla redazione,per un'attimo,è stato quasi come se fossi tornati quelli di un tempo-le disse.

Le raccontò dell'incontro con la segretaria e di come Ron era riuscito ad aggirarla,facendo ridere Ginny,nel frattempo il bollitore aveva iniziato a fischiare,così Harry spense il fuoco e versò l'acqua nella teiera.

-Però c'è ancora qualcosa che non capisco nella storia di Seamus...Perchè ha bisogno di ospitalità?-

-Te l'ho detto:si è lasciato con una persona,ma questa non si rassegna e da tre giorni lo aspetta davanti casa per cercare di far pace;così il povero Seas è costretto a dormire in ufficio-le disse lui.

Aveva deciso che avrebbe mantenuto il segreto di Seamus:se voleva che Ginny sapesse sarebbe stato lui stesso a raccontarglielo.

-Ma se questo tizio lo aspetta davanti casa allora vuol dire che c'è ancora qualche speranza di tornare insieme...magari l'amore non è finito-disse lei.

-No!

Credimi,è meglio per Seamus se si tiene alla larga da quell'uomo...-disse subito Harry.

Ginny si accorse del tono partecipe e concitato con cui lui le aveva risposto e iniziò a scrutare il suo volto,cercando qualche nuova informazione,ma Harry intuendo la sua mossa, si voltò per versare il tè nelle tazze e le diede le spalle.

-Non mi stai dicendo tutto-fece Ginny sicura.

Harry finì di versare il tè e si diresse verso il frigo per prendere il latte.

-Figurati-mentì.

-Cosa mi nascondi?-gli domandò ancora Ginny.

Harry versò il latte in entrambe le tazze,poi richiuse la bottiglia e sotto il fuoco di domande della donna,si lasciò scappare un sospiro.

Si voltò e la guardò qualche istante:magari se le avesse raccontato cosa era successo senza fare nomi,avrebbe aiutato Ginny a capire perchè Seamus aveva bisogno del loro aiuto.

-Questo tizio...l'uomo con cui stava Seamus...-iniziò,non sapendo bene come continuare.

Ginny lo guardò attenta.

-Allora?-gli domandò poi.

-E'...E' stato con una donna,mentre stava con Seas...E ora questa donna è incinta-disse.

Ginny strabuzzò gli occhi,incredula per quello che aveva appena sentito.

-Credevo che gli omosessuali non facessero cose del genere-disse lei sincera.

Harry annuì.

-Questo tizio e Seas avevano avuto una discussione e diciamo che lui ha cercato un modo per fargliela pagare...-le raccontò.

-Inaudito!E' quel tipo che abbiamo conosciuto alla festa di Neville?-domandò Ginny,cominciando ad arrabbiarsi.

Harry scosse la testa.

-Però adesso calmati...-le disse.

-Perchè si sono lasciati?-domandò ancora Ginny.

Harry sospirò e si sistemò meglio gli occhiali sul naso.

-E' stata una scelta di Seamus:ha preferito farsi da parte per il bene del bambino...Ma l'altro non è d'accordo e da tre giorni è davanti a casa di Seamus per cercare di incontrarlo e parlargli per fargli cambiare idea-concluse Harry.

Ginny scosse la testa.

-Assolutamente inconcepibile!-disse ancora Ginny.

-Però ti prego,non dire niente a Seas...E' già pieno di problemi per questa storia,non vorrei aggiungerne degli altri-le disse subito.

La vide annuire.

-Sta tranquillo.

L'ultima cosa che voglio è metterlo in imbarazzo-

Harry pensò a quello che era successo quel pomeriggio,e poco sicuro di quello che stava per fare,alzò lo sguardo su Ginny.

-C'è un'altra cosa che devo dirti...-cominciò,alzando lo sguardo sul viso della donna.

Ginny aggrottò la fronte,sopresa dal tono guardingo che aveva improvvisamente assunto l'uomo.

-Cosa?-chiese.

-Promettimi che non ti arrabbi-le disse.

Ginny corrugò di nuovo le sopracciglia.

-Per via di Seas?-gli domandò senza capire.

Harry scosse la testa.

-Oggi ho parlato con Sarah-le disse,guardandola negli occhi.

Era una buona idea parlarle di quello che era successo fra lui e Sarah adesso che lei era incinta?

Forse avrebbe fatto meglio a tacere,ma non voleva che fra loro di fossero segreti di alcun tipo.

Il viso di Ginny cambiò impercettibilmente e divenne piu' serio,piu' duro.

-Mi ha detto che...che è innamorata di me-le disse,lo sguardo sempre nel suo.

-Ah-fu il solo commento di Ginny.

Harry fece i pochi passi che lo dividevano da lei e le si fermò davanti.

-E tu che le hai risposto?-domandò Ginny,cercando di mascherare la rabbia.

Harry alzò una mano sul viso di Ginny e la posò sulla guancia sinistra della donna,gli occhi in quelli di lei.

-Le ho detto che per me non può esserci nessun'altra oltre te...

Che non ho mai pensato neanche un'attimo ad una possibile storia con lei e che per me tu sei e sarai sempre l'unica-le disse serio.

E piu' delle parole poterono gli occhi.

Erano sinceri e Ginny capì che poteva fidarsi delle sue parole.

-Lo sai che ti odio,vero?-gli domandò lei.

Harry sorrise e,senza risponderle,avvicinò il viso a quello di Ginny e posò le labbra sulle sue:le sfiorò il labbro superiore con delicatezza,quasi con una carezza,poi quando sentì le labbra della donna dischiudersi lasciò che il bacio diventasse piu' intenso insinuando la punta della lingua.

Le braccia di Ginny si sollevarono e le sentì allacciarsi attorno al suo collo,nel posto che era loro di diritto,con le dita che si perdevano fra i suoi capelli folti,mentre le labbra avevano iniziato a rispondere al suo bacio.

Strinse le braccia attorno alla vita della donna e la fece scivolare verso di sè sul marmo liscio dell'isola,sentendo il corpo piccolo di Ginny contro il suo.

Si staccò dalle labbra della rossa e alzò gli occhi ad incontrare il suo sguardo.

-Questa stanza ha uno strano effetto su di noi...-disse lei in un sussurro.

Harry sorrise e tornò a calare sulle labbra rosse di Ginny,mentre le dita di lei si perdevano fra i suoi capelli ribelli.

Staccò una mano dalla vita della donna e la posò su una gamba,leggermente piegata contro i suoi fianchi,accarezzandola con la punta delle dita.

La sentì gemere e un sorriso nacque spontaneo sulle labbra di Harry.

A rompere il silenzio fu,forte come una sirena dei pompieri,un'allegra scampanellata.

Harry si staccò dalla bocca di Ginny e posò la testa nell'incavo fra la spalla e il collo,mentre il campanello suonava di nuovo.

-Credo sia arrivato Arthur-disse Ginny,stringendolo a sè.

Harry mugulò in risposta e si sciolse dall'abbraccio della donna,poi le diede un'ultimo bacio veloce,prima di avviarsi fuori dalla cucina.

-Arrivo!-disse indirizzato alla porta,quando sentì suonare per la terza volta.

Sentì i passi di Ginny che lo seguivano nel corridoio,leggermente piu' indietro.

Aprì la porta e subito Teddy si catapultò nel corridoio dell'ingresso.

-Ciao zio Harry!-disse andando ad abbracciare l'uomo.

Harry sorrise e accarezzò il bambino sulla testa,mentre questo si stringeva alle sue gambe.

-Ecco qui la nostra peste!Cominciavamo a preoccuparci...-disse Harry,abbassando la testa verso il bambino.

Teddy rise,poi si staccò dall'uomo e corse verso Ginny,che vedendolo arrivare,si inginocchiò per essere alla sua altezza.

-Ciao zia Ginny!Come sta il mio fratellino?-le domandò.

-Sta bene tesoro...Ti sei divertito da Bobby?-domandò la donna,posando un bacio sulla guancia del bambino.

Harry nel frattempo si voltò verso Alfred,il padre di Robert,e gli strinse la mano.

-Come va Fred?-domandò affabile.

-Sempre di corsa Harry:una moglie incinta ha mille bisogni che noi uomini non possiamo neanche immaginare-gli disse usando un tono complice.

Harry sorrise divertito.

-Ma tu sai di che sto parlando,no?-domandò.

-Ehi,sto ascoltando!-lo rimbrottò divertita Ginny.

Alfred sorrise e fece un cenno di saluto alla donna,che lo ricambiò,sempre con il sorriso sulle labbra.

-Naturalmente i presenti sono esclusi Ginny-disse Alfred.

Ginny rise e annuì.

-Naturalmente Fred-

Alfred si voltò verso Harry e si congedò:aveva altre commissioni da fare prima di tornare a casa.

Harry salutò l'uomo e,dopo aver chiuso la porta,si voltò verso Teddy e Ginny che ancora erano impegnati in un'importante conversazione.

-...E allora io gli ho detto che il mio fratello sarà molto piu' forte del suo-finì di raccontare Teddy.

Ginny sorrise e annuì.

-Perchè non ce ne andiamo di là in salotto?-domandò Harry rivolto ai due.

Ginny lo guardò e fece un piccolo cenno affermativo con la testa,prima di rimettersi in piedi e seguire Harry in salotto insieme a Teddy.

Il bambino come al solito,si tuffò sul divano,occupando tutti e tre i posti,poi vedendo arrivare i due adulti,si mise a sedere composto.

-Hai litigato con Bobby?-domandò Harry al bambino.

Teddy scosse la testa.

-No,gli ho solo detto che il mio fratellino sarà piu' bravo del suo!-ripetè il piccolo con maggiore convinzione.

Harry sorrise divertito,poi guardò Ginny e la vide fare un cenno con il capo,come se lo incitasse a parlare,a dare al bambino la notizia che avevano ricevuto.

L'uomo tornò a posare lo sguardo su Teddy,che in quel momento sembrava impegnato con una delle sue scarpe.

-Teddy-lo chiamò per attirare la sua attenzione.

Il bambino alzò lo sguardo e incontrò gli occhi dello zio.

-Oggi io e Ginny siamo andati da un dottore...-iniziò Harry.

-Chi è malato?-domandò subito il bambino.

Harry scosse la testa,per tranquillizzarlo,e gli poggiò una mano sul ginocchio destro.

-Sta tranquillo...Va tutto bene.

Siamo andati da un dottore per controllare se il fratellino stava bene,dove potevi vedere il bambino e...-

-Perchè non mi avete portato con voi?Anche io volevo vedere il fratellino!-disse Teddy leggermente offeso.

-Hai ragione tesoro,ma sapevamo che tu avevi un'appuntamento con Bobby.

E poi questo è soltanto il primo di una serie di esami,sta tranquillo la prossima volta verrai anche tu-gli disse Ginny.

Teddy annuì,ancora poco convinto.

-Però,in questa visita abbiamo scoperto una cosa-disse ancora la donna.

Teddy tornò a guardarla,curioso e preoccupato.

Quando i suoi zii lo facevano sedere fra di loro era sempre per parlargli di qualcosa di importante:era successo così per l'arrivo del fratellino,ed anche quando gli avevano parlato del fratello di Ginny,quello che litigava sempre con suo zio.

-Che cosa?-domandò.

Ginny alzò gli occhi ad incontrare quelli di Harry e poi tornò a guardare il bambino,facendogli un sorriso sereno.

-Abbiamo scoperto che ci saranno due fratellini-gli disse.

Teddy corrugò la fronte.

-Due?-domandò.

Ginny e Harry annuirono,quasi all'unisono.

Teddy restò in silenzio qualche istante,riflettendo sulla notizia appena ricevuta,con la bocca leggermente storta verso destra come faceva sempre mentre rifletteva.

Poi guardò i due adulti,con un'espressione seria sul viso.

-Quindi uno di loro dovrà dormire nella stanza accanto alla mia...La vostra camera non è tanto grande-disse loro.

Harry sorrise e si chinò a dare un bacio sulla testa del bambino:era veramente straordinario come si stava adattando alla nuova situazione.

-Possiamo trovare una soluzione...-disse poi.

Poi si ricordò di Seamus:l'amico sarebbe arrivato di lì a poco e loro non avevano ancora avvertito il bambino.

-Ascolta Teddy c'è un'altra cosa di cui dobbiamo parlarti-disse guardando prima Ginny,e poi il piccolo.

-Per i prossimi giorni la camera accanto alla tua sarà occupata:avremo un'ospite-gli disse Ginny.

-Uno dei tuoi fratelli?-domandò il bambino.

La donna sorrise e scosse la testa.

-No,tesoro...Un nostro amico ha chiesto se potevamo ospitarlo per qualche giorno e noi abbiamo accettato.

Dormirà nella stanza accanto alla tua-gli spiegò Ginny.

-Come mai viene a stare da noi?-domandò il bambino curioso.

Ginny guardò Harry,per qualche istante titubante,così l'uomo decise di prendere la parola.

-Ha un piccolo problema a casa e deve lasciarla per qualche giorno,così non sapendo dove andare gli ho offerto ospitalità-spiegò al bambino.

Teddy annuì serio,come approvando la scelta dello zio.

-Quando arriva?-domandò alla fine.

Harry diede una occhiata veloce all'orologio che aveva al polso.

-Credo sarà qui a momenti,anzi dovrebbe essere già arrivato...-disse tornando a guardare il piccolo.

-Che ne dici se mentre lo aspettiamo,andiamo a farci il bagno?-domandò Ginny a Teddy.

Subito il bambino assunse un'espressione seccata.

-No...l'ho fatto due giorni fa....-disse riluttante.

Ginny sorrise e si alzò in piedi.

-Andiamo piccolo mostro.

Tanto lo so benissimo che ti piace fare il bagno con me-gli disse.

Ormai Teddy e Ginny avevano un rituale:tutte le volte che la donna preparava il bagno per Teddy,dopo restava seduta sul gabinetto,ascoltando le storie strampalate che Teddy inventava sui giocattoli che usava per fare il bagno.

Oppure passavano il tempo a parlare della famiglia di Ginny,di Vicky o del fratellino che sarebbe arrivato di lì a qualche mese,immaginando cosa avrebbe fatto con lui.

Senza fare altre storie,Teddy scese dal divano e seguì Ginny fuori dal salotto e quindi su per le scale.

Harry rimasto solo nel salotto,ne approfittò per sdraiarsi sul divano e rilassarsi ad occhi chiusi,godendo della pace che era scesa nella stanza.

La sua vita aveva assunto un'alone di perfezione che si sarebbe soltanto sognato l'anno scorso di quei tempi...

Ora tutto sembrava avere un senso:aveva Ginny,Teddy,il suo lavoro,l'appoggio della famiglia Weasley,George e Luna,e presto avrebbe avuto i gemellini...

I suoi figli.

A pensarci gli venivano ancora le lacrime agli occhi come la prima volta che aveva saputo del loro arrivo.

Per chiudere il cerchio mancava soltanto Ron.

Quel giorno lo aveva sentito vicino come non gli capitava da anni,come non succedeva dai tempi di Hogwarts e di Voldemort.

Potevano ritrovare quella serenità e quell'intesa,che aveva salvato loro la vita piu' volte durante la guerra,anche in tempo di pace?

Sapeva che non poteva cancellare tutto quelle le sofferenze che aveva causato a Ron in quei tre anni con un colpo di spugna,ma era certo che avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere per riportare le cose alla normalità.

Stava per diventare genitore,e voleva assolutamente che Ron facesse parte di quella nuova fase della sua vita.

Il campanello lo riportò alla realtà,facendogli aprire gli occhi.

Si rizzò a sedere sul divano e subito dopo si mise in piedi,diretto verso l'ingresso.

-Vado io!-disse rivolto verso Ginny,che era apparsa all'inizio della scala,ma la donna restò ugualmente in cima alle scale per accogliere l'ospite.

Harry arrivò davanti alla porta e,prima che il campanello suonasse una seconda volta,l'aprì trovandosi di fronte Seamus.

-Salve,è questo l'albergo Potter?-domandò l'uomo non appena lo vide.

Harry sorrise e si mise di lato per farlo entrare.

-E' questo signore,ma devo avvertirla che le nostre sono le camere piu' costose di tutta Londra-gli disse stando al gioco.

Seamus rise e,dopo aver posato a terra una piccola borsa, si voltò proprio mentre l'altro chiudeva la porta,dopodichè gli si avvicinò e l'abbracciò affettuosamente.

-Come stai?-gli domandò per la seconda volta in quel giorno.

Seamus fece un cenno con la testa.

-Sicuramente meglio di questa mattina...

Anzi voglio ringraziarti ancora una volta per l'invito-gli disse.

-Smettila di ringraziarlo,altrimenti si monta la testa!-disse la voce di Ginny dal secondo piano.

Seamus si voltò in direzione della voce e sorrise quando vide Ginny.

-Ecco la nostra adorabile mammina!Come stai?-le domandò fermandosi ai piedi della scalinata.

-Impegnata a fare la lotta con i pirati e una piovra gigante...Anzi sarà meglio che torni di là.

Ti dispiace se ti saluto dopo?-gli domandò.

Seamus scosse la testa.

-Fa a pezzi quella piovra!-le disse battagliero.

La donna gli scoccò un bacio e poi scomparve verso le altre stanze.

Il biondo si voltò verso Harry che stava sorridendo divertito e lo guardò curioso.

-Pirati?-domandò.

-Sta facendo fare il bagno a Teddy-gli spiegò l'altro.

Seamus annuì,come se avesse avuto un'illuminazione.

Harry gli fece strada verso il salotto e lo fece accomodare di fronte al camino.

-Vuoi qualcosa da bere?-gli domandò.

-Stai cercando di farmi ubriacare per approfittare di me?-gli domandò il biondo con voce maliziosa.

Harry sorrise.

-Dannazione hai scoperto le mie intenzioni!-scherzò ancora Harry.

Seamus rise e si rilassò contro lo schienale del divano.

-Voglio provare qualche liquore babbano...ma qualcosa non troppo forte-gli disse.

Harry annuì e gli versò due dita di whisky,poi se ne versò un bicchiere.

-Sei passato da casa?-gli domandò ricordandosi della sacca.

Seamus prese il bicchiere che l'altro gli porgeva e scosse la testa.

-No,ho mandato una mia collega-disse il biondo.

Harry si sedette accanto a lui e bevve un sorso dal suo bicchiere.

-Ascolta...Ginny mi ha chiesto perchè avevi bisogno del nostro aiuto e io le ho raccontato piu' o meno quello era successo,senza però fare nomi-gli disse.

Era meglio prepararlo al fuoco di domande che la donna sicuramente gli avrebbe fatto quando sarebbe scesa di sotto.

Seamus annuì.

-Appena ne avrà l'occasione ti farà tremila domande su quello che è successo,ma per il momento non sa niente di te e Dean...Se vuoi sarai tu a dirglielo-gli disse.

-Sta tranquillo,lo so che di te e Ginny posso fidarmi:non uscirebbe niente neanche sotto tortura-disse Seamus serio.

Harry sorrise,leggermente orgoglioso di quel complimento.

Prima che potesse parlare di nuovo,un cellulare squillò.

Harry si alzò e si diresse verso lo squillo:ora il problema era scoprire quale dei due cellulari era.

Lue e Ginny avevano la stessa suoneria,ma non avevano ancora avuto il tempo o la voglia di cambiarla.

Controllò per prima il suo,che era appoggiato sulla mensola del camino e che era ovviamente muto.

-Scusami-disse rivolto a Seamus.

Poi uscì dal salotto e si avvicinò alla scalinata.

-Ginny il tuo cellulare sta squillando!-le disse fermandosi alla fine delle scale.

-Amore puoi rispondere tu?Siamo quasi alla fine della battaglia!-gli rispose la donna.

Il cellulare continuava a suonare insistente e seguendone il suono,Harry riuscì a trovarlo nella tasca del cappotto della donna.

-Pronto?-domandò quasi con il fiatone.

Dall'altra parte ci fu silenzio.

-Pronto?-chiese di nuovo.

-Harry?-sentì.

-Ron?Sei tu?-domandò poco sicuro.

Sentì un sospiro nella cornetta:dall'altra parte stavano ridendo.

-Credevo di aver fatto il numero di Ginny-disse la voce.

-Sì,sì!E' il numero di Ginny...

Solo che lei è impegnata e allora ho risposto io-gli spiegò tornando verso il salotto con il cellulare all'orecchio.

Seamus lo guardò curioso e Harry compitò con le labbra la parola "Ron" mettendosi di nuovo seduto accanto all'uomo.

-Oh,ok...In fin dei conti è anche meglio,perchè volevo parlare con te-gli disse il rosso.

Harry corrugò la fronte,sorpreso.

-Con me?-

-E' passato Dean a trovarmi-gli disse.

-E per quale motivo?-

-In veste ufficiale...-iniziò Ron misterioso.

-Non capisco-disse Harry ancora piu' confuso.

-E' venuto a dirmi che era quasi una settimana che non riusciva a trovare Seamus da nessuna parte e che cominciava ad essere preoccupato che gli fosse successo qualcosa,e voleva che il Ministero facesse un'indagine-spiegò Ron.

Harry suo malgrado sorrise:allora ci teneva veramente a Seamus.

Ma allora perchè aveva incasinato le cose in quel modo?

-E tu cosa hai risposto?-gli domandò.

-Che soltanto i parenti possono fare delle denunce di sparizione e che in questo caso non c'era bisogno,perchè io e te avevamo visto Seas questa mattina e stava bene-disse Ron.

Harry riflette sulle parole dell'uomo,bevendo un sorso dal suo bicchiere.

Lanciò uno sguardo a Seamus che lo fissò curioso,poi parlò di nuovo.

-Quindi vuol dire che potrei ritrovarmelo a casa?-gli chiese.

Ron sospirò.

-E' una possibilità-ammise Ron.

Harry annuì,anche se l'altro non poteva vederlo.

Nel frattempo Ginny,con le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti,fece il suo ingresso nel salotto e andò a salutare Seamus che l'abbracciò amichevolmente,lasciandosi andare a complimenti e a dimostrazioni d'affetto.

-Ehi,andiamoci piano!-disse Harry subito rivolto al biondo.

Subito sia Seamus che Ginny risero.

-Che hai detto?-domandò Ron.

-No ce l'avevo con Seamus...Sta cercando di portarmi via la ragazza-disse facendo lo sguardo cattivo al biondo e provocando ancora di piu' le risate degli altri due.

Ron si unì alle risate e proprio per quello Harry ebbe un'idea.

-Senti perchè non passi a prendere Hermione e non venite a cena da noi?-gli domandò senza riflettere.

Sapeva che se si fosse fermato a riflettere,avrebbe trovato mille motivi per rimangiarsi quella proposta.

Ron,dall'altra parte del telefono,era rimasto in silenzio per qualche istante.

-Non so se è una buona idea Harry...Magari Hermione è stanca.

E poi come fate a preparare una cena con così poco preavviso?-gli domandò.

-Sta tranquillo,ce la facciamo...E poi potrei aver bisogno d'aiuto se dovesse avverarsi quella possibilità-gli disse ancora per convincerlo.

-E se Ginny non fosse d'accordo?-chiese ancora Ron.

Si stava arrampicando sugli specchi,ma ormai le sue proteste erano sempre piu' labili.

-Guarda adesso te la passo,così ti convince lei-gli disse Harry.

Subito tese il cellulare verso Ginny che aveva seguito il discorso fin dall'inizio e dentro di sè sperava che quel testardo di suo fratello si convincesse ad accettare.

Prese il cellulare e se lo portò all'orecchio.

-Allora,cosa devo fare per convincerti a venire?-gli domandò subito.

-Gin,veramente...Forse è meglio se facciamo un'altra volta-disse Ron.

-Ron ascoltami,non ci sarà una serata come questa:io e Harry abbiamo una notizia importante da dare a tutta la famiglia,ma voglio che tu ed Herm siate i primi a saperlo-gli disse.

-Che altro è successo?-gli domandò Ron improvvisamente curioso.

-Perchè non invitiamo anche George e Luna?Così evitiamo di dare la notizia due volte-s'intromise Harry.

-Di che si tratta?-domandò Seamus curioso.

-Sorpresa-fece il moro.

Ginny sorrise ad Harry e annuì in risposta alla sua domanda di poco prima.

-Allora verrai?-domandò poi tornando a parlare con Ron.

Lo sentì sospirare chiaramente nel telefono e sorrise:stava per cedere.

-Ti odio lo sai?-gli disse.

Ginny sorrise.

-Anche io ti voglio bene!-disse felice.

Poi si voltò verso Harry.

-Harry ti basta un'ora e mezza per preparare la cena?-gli domandò.

L'uomo annuì.

-Vuoi dirmi che mi avete invitato a cena e cucina Harry?Questo è un'attentato!-disse Ron per telefono.

Ginny rise.

-Vi aspettiamo alle sette e mezza-disse prima di chiudere la comunicazione.

Una volta attaccato il cellulare,guardò Harry con aria trionfante:avevano realizzato una piccola impresa.

-Sei stata grande!-le disse Harry andandole incontro e dandole un bacio sulle labbra.

Ginny sorrise e rispose al bacio,allacciando la vita di Harry con un braccio.

-Se volete farmi ingelosire,ci siete riusciti benissimo!-disse Seamus.

Harry sorrise e si staccò da Ginny.

-Non esserlo,lo sai che voglio bene anche a te-gli disse scherzando.

Seamus rise,seguito subito dalla rossa e da Harry.

-Mettiamoci all'opera!

Gin tu chiama George e Luna-disse Harry rivolto alla donna.

Questa annuì,neanche stesse eseguendo un'ordine militare.

Poi Harry guardò verso Seamus,ancora seduto comodamente sul divano.

-Seas,tu vieni con me...Abbiamo una cena da preparare!-gli disse con la miglior voce battagliera che riuscì a trovare.

 

Salve a tutti!!!

E buon primo maggio!!!

Voglio fare una precisazione,così da evitare anche le domande e gli ewuivoci:per tutto il capitolo,parlando dei gemelli mi sono rivolta a loro usando il maschile.

Ma questo non significa che questo sia il loro sesso,anche se Harry e Ginny hanno parlato del nome James...

Il sesso ed i nomi dei gemelli verrà svelato soltanto alla loro nascita.

Lo so adesso penserete che sono una sadica bastarda,ma che gusto ci sarebbe se ve lo dicessi adesso?Di cosa parleremmo per i proximi capitoli?

Voglio scusarmi per eventuali errori di battitura o di ortografia e voglio ringraziare tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo.

Ed ora i ringraziamenti:Sarina87(Si forse è vero ke vi vizio tr,ma altrimenti come farei a ricevere tt qsti complimenti positivi?),Tappetta(Perfetto,dobbiamo solo trovare il posto adatto e poi cominciamo a costruirla!),Pikkola(Ecco anke la reazione di Teddy...Sta tranquilla x Seas,e continua a seguire l'evolversi della faccenda),Bulmettina(Anke a me piacciono molto e credo nella loro storia...Cm al solito Harry e Ron vanno avanti cn passi di formica...ma vanno avanti),Xellor(La canzone di Willie Deville mi è piaciuta davvero molto...qualche altro consiglio?Cmq sta tranquillo,nessun problema:sn 2 gemelli!),Sarita46(Scusa,pensavo fosse un bel modo di kiudere il capitolo;ti sei ripresa?),Mika16(Io sn una persona orgogliosa e testarda e qnd mi arrabbio ho bisogno di stare da sola x un pò a riflettere:quindi ho voluto trasmettere qst lato del mio carattere anke a Harry...Una grande amicizia ha bisogno del suo tempo x rinsaldarsi,specie dopo lo scossone ke ha avuto qlla di Harry e Ron),Lily94(Spero ke le tue urla nn abbiano spaventato nessuno.Grazie x la fiducia,spero di fare del mio meglio),WingsHP(Ron sarà anke un testone,ma sa riconoscere i suoi sbagli...La storia fra Dean e SEas è complicata x colpa di Dean:se una persona nn è sincera cn se stessa,come puoi sperare ke lo siano i suoi sentimenti?),HoneyEvans(E' stordito dalla felicità!Come se fosse servito a qualcosa parlare cn Sarah...),Germana(Grazie x i complimenti!Prometto di trattare meglio Dean e Seamus in futuro...),Potterfanlalla17(Sei l'unica che nn è caduta nel suo tranello!Complimenti!In fondo ki è gatta morta nn cambia da un momento all'altro...Credo che qsta sarà la sola digressione ke farò dall'epilogo,anke se devo dirti ke Albus Severus nn è ke mi piaccia poi tanto), Alemalfoy(Certo ke puoi kiamarmi Eva!I nomi dei gemelli sn una delle poke certezze ke avevo mentre mi veniva in mente qsta storia...Amke io sn d'accordo con Herm!),Lallina88(La rabbia viene in seguito,all'inizio 6 talmente scioccato ke l'unica cosa ke ti viene sn le lacrime;ti prometto ke risponderò alla tua domanda nel prox capitolo,quindi t kiedo un pò di pazienza ancora...),Lyoko(Ebbene sì,sn 2 piccoli!Chi di noi nn ha mai fatto la cosa sbagliata in amore?Solo ke Dean continua a sbagliare...),Valentina(Si è arresa davvero?Siamo bravi tutti a parole,poi bisogna dimostrarlo cn i fatti...Questa sarà la sola variazione,promesso!),Maryrobin(Grazie dei complimenti...Tranquilla,sn sadica,ma fino ad un certo punto),JC(Sì è una cosa differente dall'originale;grazie x i complimenti),Yuyutiamo(No,nn avercela cn Dean,credimi si farà perdonare!Promettimi ke aspetterai ancora un pò prima di incominciare ad odiarlo),Deidara(Grazie x i complimenti,detto da te è ancora + gradito!),Gabryweasley(Benvenuta nel club "Odio Sarah"...Lei e Neville sn le persone veramente cattive di qsta ff),Ninny(Già povero Seas...),Vale Lovegood(Almeno quanti ha detto la Row...ti dispiace?),Princess_jeadore(Benvenuta!Mi dispiace x averti fatto fare la nottata...Il personaggio di Teddy è preso dall' esperienza cn i miei fratelli,ma ovviamente ho tolto le parti negative),Anduril(Benvenuta!E grazie x i consigli:hai ragione,ogni tanto mi può sfuggire qualke errore,anke se lo controllo 100 volte.Grazie anke x i complimenti!),and last but not least Potterina88(Almeno qst capitolo nn è triste o commovente:ho pensato ke dovevo dare una tregua ai tuoi occhi,visto gli ultimi capitoli.Ancora una volta,cara Pamy,io t ringrazio x i FANTASTICI complimenti e ancora una volta mi kiedo se me li merito davvero...Non è stata cattiveria quella di Dean,è stata vergogna,e anke paura:come fai a dire alla persona ke ami ke una donna aspetta un figlio da te?E nonostante tutto tu vuoi continuare a stare con lui,che lo ami?).

Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Sei sulla lista?"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 29
*** Sei sulla lista? ***


lista

 

Quella situazione non poteva andare avanti in quel modo ancora a lungo.

Doveva fare qualcosa per sbloccarla.

Qualcosa di scioccante,di imprevisto,di provocatorio...Qualcosa che avrebbe messo in crisi quel dannato rapporto e che avrebbe portato Harry ad aprire gli occhi.

Aveva accettato la sua amicizia,ma soltanto perchè era l'unico modo per tenerlo buono,per averlo vicino:se si fosse rifiutata non sarebbe riuscita a mettere in atto il suo piano.

E quella era l'ultima cosa che voleva...

Si era scervellata ore per capire,poi le si era accesa una lampadina:un piano diabolico,che avrebbe distrutto per sempre quel diabetico rapporto fra Harry e la sua perfetta fidanzata e lo avrebbe fatto cadere nella sua rete.

Lo aveva messo in pratica,senza che lui se ne rendesse conto,ed Harry aveva abboccato come un pesce all'amo.

Era stato anche troppo facile:aveva fatto uno sforzo enorme a non scoppiare a ridere quando il viso dell'uomo si era mostrato dispiaciuto per il suo "amore non ricambiato"...

Povero illuso!

L'unica cosa che voleva era farlo cadere nel suo letto,o sulla sua scrivania,o dovunque lui volesse, per dimostrare a tutti che era riuscita nel suo intento,e che tanti anni di corteggiamento e di rifiuti erano stati ripagati alla fine...

Nessuno poteva rifiutarla tanto a lungo!

E se per questo,il suo perfetto rapporto con "pel di carota" andava in crisi,che importava?

Adesso doveva mettere in atto la seconda parte del piano,a cui stava apportando gli ultimi ritocchi.

Avrebbe avuto bisogno di tutta la curiosità dei suoi colleghi:tutti avevano visto che aspettava Harry dopo la fine della riunione...

Tutti avevano visto che si erano chiusi nella stanza,loro due da soli...

Ma nessuno sapeva cosa era successo,e sicuramente stavano morendo dalla curiosità di saperlo, visto quanto tempo erano rimasti lì dentro ed il modo frettoloso e sconvolto con cui Harry ne era uscito,quasi scappando.

A soddisfare la loro curiosità ci avrebbe pensato lei,anche se con una storia un pò diversa dalla realtà...

Si guardò per un'ultima volta nello specchio e sorrise alla sua immagine riflessa:era ora di dar inizio allo spettacolo!

 

 

 

-Seas,sai cucinare?-domandò Harry entrando in cucina seguito a breve distanza dall'amico.

Ignaro di quello che si sarebbe abbattuto su di lui a breve,un'allegro Harry accese le luci della cucina e si avvicinò alle due tazze di tè,che lui e Ginny avevano dimenticato quasi due ore prima,e le versò nel lavandino.

-Dammi la bacchetta e mi trasformo nel migliore chef di tutti i tempi-fece Seamus convinto.

Harry sorrise e scosse la testa.

-No,non funziona così!Se vuoi restare per la cena,devi darmi una mano in cucina-gli disse il moro scherzando.

-Credevo che quella regola valesse solo per me!-ribattè Ginny entrando in quel momento nella cucina e posando il telefono portatile sul marmo dell'isola.

Harry sorrise,capendo perfettamente il significato delle sue parole.

-Perchè tu dovresti avere l'esclusiva?-le domandò Seamus.

Ginny sorrise e guardò Harry con un luccichio malandrino negli occhi prima di alzare le spalle.

-Perchè io ci vado a letto-disse con una semplicità disarmante.

Harry diventò immediatamente viola per l'imbarazzo,mentre Seamus rise divertito prima di scrollare le spalle.

-Tesoro,fidati,se sfoderassi tutte le mie armi di seduzione,te lo porterei via così-disse accompagnando la frase con uno schioccare di dita.

Ginny rise,seguita da Harry che per cercare di nascondere il suo imbarazzo,si avvicinò al frigo e iniziò a tirar fuori gli ingredienti per la cena.

-Ok,mentre voi due vi litigate il qui presente...Che ne dite di darmi una mano con la cena?-domandò Harry cercando di far tornare le cose sotto una parvenza di normalità.

Seamus lo guardò e sorrise.

-Agli ordini capo!Dicci quello che dobbiamo fare...-

Harry scrutò quello che aveva nel frigo e riflettè scartando mentalmente varie ricette che gli sembravano troppo complicate,o troppo semplici.

-Perchè non cucini quello che hai fatto per me la prima volta che sono rimasta a cena da te?-gli propose Ginny.

Harry ringraziò il cielo di trovarsi con la testa quasi dentro il frigo,altrimenti i due avrebbero visto che il suo viso era tornato a tingersi di viola.

-Perchè?Ha preparato qualcosa di afrodisiaco?-domandò Seamus curioso.

Harry,la testa sempre dentro il frigo neanche stesse cercando il portale d'accesso per un nuovo mondo,sentì la donna sorridere.

-Una specie...-

-Ok,adesso sono curiosissimo!Voglio tutti i dettagli-disse l'altro.

-La piantate voi due?Sembrate Rita Skeeter ed il suo fotografo!-ribattè Harry voltandosi a guardare i due amici.

Dopodichè tornò a guardare il frigo,finchè non ebbe un'ispirazione:avrebbe usato ancora una volta la carta della cucina italiana.

Lasciando il frigo aperto,si avvicinò ad uno dei cassetti dell'isola che conteneva vari formati di pasta e prese quello che cercava.

Seamus diede un'occhiata al pacco lasciato sul piano di lavoro e poi tornò a guardare Harry.

-Che ci facciamo con il riso?Cena indiana?-domandò.

Harry scosse la testa e tirò fuori gli altri ingredienti di cui aveva bisogno.

-No,italiana.

Un risotto...Inoltre Gin ci delizierà con la sua fantastica torta al cioccolato-disse voltandosi a guardare la donna.

Lei fece un mezzo sorriso che interessò soltanto parte del viso e annuì,come messa alle strette.

-Va bene,chef...Ma credo sia ora di mettersi al lavoro perchè gli ospiti saranno qui fra un'ora-gli fece notare.

Harry guardò l'orologio appeso alla parete e alzò le spalle.

-Abbiamo tutto il tempo-

Si avvicinò alla cucina con tutti gli ingredienti e lasciò il posto a Ginny che prese quello di cui aveva bisogno per il dolce.

Seamus restò accanto a Harry che lo guidò passo passo come aveva fatto molte volte con Ginny per insegnarli cosa doveva fare.

-Sei molto sexy in questa veste,lo sai?-gli disse Seamus prendendolo in giro.

-Certo che lo sa...E' per questo che lo fa!-s'intromise Ginny rispondendo per Harry.

Ancora una volta,il moro si ritrovò viola per l'imbarazzo provocando le risate dei due,ma a salvarlo arrivò Teddy che si presentò in cucina già nel suo pigiama.

Seamus lo guardò e gli sorrise.

-Tu devi essere Teddy-gli disse con un sorriso.

Il bambino,gli occhi fissi sull'adulto intenti a scrutarlo,annuì:ancora non aveva capito se poteva fidarsi di Seamus e se questo gli piaceva.

-Io sono Seamus,un'amico di tuo zio...

Ci siamo incontrati anche al matrimonio,ti ricordi?-gli disse.

Teddy scosse la testa.

-Sai Arthur,anche Seamus è stato alunno del tuo papà-gli disse Ginny.

-Anche tu lo conoscevi?-gli domandò Teddy parlandogli per la prima volta.

-Sicuro!Era un grande professore,molto divertente,capace di insegnarti anche la cosa piu' difficile con semplicità...-fece Seamus.

Teddy lo ascoltava attento.

-Ti confido un segreto-disse Seamus abbassandosi sulle ginocchia per essere all'altezza di Teddy.

Tutti i presenti nella stanza ascoltarono in silenzio,curiosi.

-Quando eravamo ancora a scuola,io avevo una paura incredibile dell'altezza-disse al bambino.

-Me lo ricordo!Non riuscivi a staccarti da terra neanche per cinque minuti-disse Harry.

Seamus annuì.

-Infatti!Un giorno tuo padre,prendendomi scherzosamente in giro,mi ha detto che non potevo continuare ad aver paura...Dovevo affrontarla e sconfiggerla.

Così mi ha portato sul campo di Quidditch e mi ha fatto salire su una scopa-raccontò il biondo.

Teddy lo guardò con aria curiosa.

-Che cos'è il Quittich?-domandò poi agli adulti.

Harry e Ginny sorrisero e scossero la testa,mentre Seamus rimase sorpreso da quella domanda.

-Vuoi dire che non hai mai sentito parlare del piu' grande gioco che sia mai esistito?-domandò cercando di non sembrare troppo sconvolto.

-Il calcio?-chiese ancora Teddy,cercando di capirci qualcosa.

-Che cos'è il calcio?-domandò Seamus veramente nel pallone.

-Seas,calmati e respira-gli disse Harry senza staccare gli occhi dalla pentola dove stava cuocendo il risotto.

Il biondo si alzò e guardò i due amici.

-Teddy non conosce il Quidditch?-domandò.

Tutti e due scossero la testa,quasi all'unisono.

-Ma come...-

-Posso andare di là a guardare la televisione?-s'intromise Teddy,rivolgendosi agli zii.

-Soltanto finchè non arrivano gli ospiti-concesse Harry.

-Posso vedere Alice?-domandò ancora.

Ginny sorrise,poi si pulì le mani sporche sul grembiule e andò verso il bambino.

-Ma non ti sei ancora stancato di quel film?-gli domandò uscendo con il piccolo dalla cucina.

Harry sorrise:era da qualche mese che Teddy non faceva altro che vedere quel dvd,arrivando ad imparare a memoria tutte le canzoni e parte dei dialoghi.

-Puoi metterlo dal pezzo in cui lei incontra il coniglio bianco?-sentì chiedere Teddy dal corridoio.

Alzò lo sguardo dalla pentola e vide che Seamus lo stava ancora guardando con lo stesso sguardo sorpreso e scioccato.

-Ti senti bene Seas?-gli domandò tranquillo.

-Com'è possibile che non conosca il Quidditch?-

Harry sorrise.

-Perchè non ne ha mai sentito parlare,non ne ha mai vista una partita...Non sa neanche che esistono delle scope volanti-disse Harry con voce calma.

Vide chiaramente gli occhi dell'amico spalancarsi per la sorpresa e seppe con sicurezza cosa stava pensando:come era possibile che non sapesse nulla di tutte quelle cose che rendevano il mondo magico fantastico?

-Ma...Perchè?-domandò ancora.

Harry si ritrovò a non saper rispondere a quella domanda...

Avrebbe potuto spiegargli tutti i motivi che all'epoca lo avevano portato a fare quella scelta e che adesso sembravano così stupidi e futili,ma avrebbero portato ad una spiegazione troppo noiosa e lunga...E lui non aveva voglia di mettersi a discutere di nuovo delle solite vecchie cose.

-E' una storia troppo lunga per spiegartela stasera...-si limitò a dire.

Anche se non aveva soddisfatto per nulla la sua curiosità,Seamus annuì.

Pochi istanti dopo Ginny tornò in cucina,e tutti e tre si rimisero a lavoro,riuscendo a finire tutto in anticipo sull'orario previsto per l'arrivo degli ospiti.

In attesa del loro arrivo andarono in salotto,dove Teddy stava guardando "Alice nel paese delle meraviglie".

-Cos'è quella cosa blu?-domandò Seamus guardando il film senza capire.

Ginny sorrise.

-E' un bruco...Ora si trasforma in farfalla-disse Teddy senza staccare gli occhi dallo schermo.

Seamus annuì,poco convinto.

-Alice ha mangiato un biscotto ed è diventata enorme,grandissima.

Poi ha mangiato una carota ed è diventata piccolissima,grande quanto il bruco,ed ha litigato con i fiori-spiegò il bambino a Seamus.

Ma la spiegazione non ebbe altro risultato che confondere ancora di piu' l'uomo.

Harry capì di dover dare una mano all'amico,ma prima che potesse dire qualcosa,il campanello della porta suonò,facendo distogliere a tutti l'attenzione dal film.

-Arrivano gli ospiti!-disse Harry alzandosi e dando una mano a Ginny per fare altrettanto.

Tutti e quattro si avviarono verso l'ingresso e come al solito,Teddy aprì la porta di casa.

Questa si affacciò su Hermione e Ron.

Entrambi molto eleganti,anche se vestivano in modo semplice,e sembravano la personificazione di due emozioni diverse:Hermione non faceva mistero della felicità che quell'invito a cena le aveva provocato.

Se qualcosa doveva cambiare,se serviva una scossa per far ritornare il rapporto fra Harry e Ron come quello di un tempo,allora anche una semplice cena era la benvenuta.

Al contrario,Ron era visibilmente in imbarazzo e teso:non era la prima volta che entrava in quella casa,ma l'unica altra volta che c'era stato era per aiutare Harry nella fuga.

Pochi istanti prima,quando era ancora fuori in strada,aveva alzato per pochi secondi lo sguardo verso la finestra che avevano fatto letteralmente fatto saltare in aria con la Ford Anglia,quasi una vita prima.

Ginny salutò il fratello e la cognata dando a entrambi un'abbraccio e un bacio affettuoso,mentre Harry si limitò stringere la mano dell'uomo e ad abbracciare Hermione.

-Sono contento di vedervi,ma a quanto pare non vi è arrivata il messaggio nascosto contenuto nell'invito-disse Seamus salutando i due.

Sia Hermione che Ron lo guardarono sorpresi:era ovvio che non c'era nessun messaggio nascosto nell'invito,di che parlava Seas?

-E quale sarebbe Seas?-domandò Ginny stando al gioco.

-Portare un regalo per il qui presente,ovvio!!!

Il fatto che mi sono temporaneamente trasferito da Harry e Gin non merita un regalo?-domandò fingendosi offeso.

Ron sorrise ed Hermione,che fino a quel momento aveva avuto l'intima paura di aver dimenticato qualcosa,si rilassò.

-Ma quanti anni hai?-gli domandò il rosso.

Avevano posato i cappotti e il gruppo,continuando a battibeccare,si stava facendo guidare da Teddy verso il salotto.

-Tu quanti vorresti che ne avessi?-domandò Seamus a Ron.

-Ehi giù le mani da Ron!L'ho visto prima io!-ribattè subito Hermione,quasi marcando il suo territorio.

Seamus alzò le mani in modo innocente,scrollando il capo.

-Herm se volevo,potevo portartelo via già ad Hogwarts...-le disse.

-Ma neanche mezz'ora fa hai detto le stesse cose anche a me!-si lamentò scherzosamente Harry.

-Che vuoi farci sono volubile...Tu sei il mio amore maturo,ma Ron è stato il mio amore di gioventù,non posso negarlo-ammise il biondo.

Ron era diventato viola per l'imbarazzo,provocando le risate,doverosamente trattenute,di tutti gli altri.

Non contento,Seamus si sedette accanto al rosso e gli si avvicinò con aria cospiratrice in volto.

-Ron,il giorno che ti stancherai di Hermione basta solo un fischio.

Sai fischiare,vero?-gli domandò.

Ron annuì.

-Perfetto!Un fischio e ci penserò io a farti dimenticare tutte le pene d'amore...-gli disse ancora.

Tutto il gruppo vide Ron deglutire e annuire per la seconda volta,prima di voltarsi a guardare Seamus:era visibilmente piu' tranquillo.

-Sta tranquillo Seas,lo terrò presente...Appena avrò finito di disperarmi!-aggiunse subito.

Il campanello suonò di nuovo,e tutti si voltarono verso il corridoio che portava verso l'ingresso,dove apparve Teddy che corse verso la porta,come d'abitudine ormai.

-Vado io...E'inutile andare tutti quanti-disse Ginny.

Harry annuì e la guardò uscire dalla stanza.

-Ragazzi volete qualcosa da bere?-domandò agli altri che erano rimasti nel salotto.

-C'è qualche possibilità che tu abbia qualche liquore magico?-domandò Seamus,con il tono di chi conosce già la risposta.

Harry infatti scosse la testa e Seamus sospirò.

-Ok,non voglio indagare...Qual'è il liquore babbano che si avvicina di piu' ad una Burrobirra?-domandò poi.

Harry annuì.

-Voi volete qualcosa?-domandò rivolto a Ron,ancora seduto sul divano,ed a Hermione che era tornata a guardare le foto che affollavano il salotto.

-Per me va bene quello che ha preso Seas-disse Ron.

-Niente,grazie-rispose Hermione.

Harry si avviò in cucina e sentì la voce di George nell'ingresso parlare con il piccolo Teddy e farlo ridere.

Si era aspettato lo scorso anno una cosa del genere?

Sapeva benissimo la risposta,si disse tirando fuori le due birre dal frigo e posandole sul marmo dell'isola,per aprirle.

Ormai era arrivato ad un punto della sua vita dove si era abituato ad essere solo con il piccolo Teddy,poi all'improvviso...il ciclone!

Un semplice incontro aveva riportato tutti loro nella sua vita e il solo pensiero di quello che non sarebbe mai avvenuto senza di esso,gli faceva scorrere i brividi lungo la schiena.

Non avrebbe mai ringraziato Hermione abbastanza...

Con una bottiglia aperta per mano uscì dalla cucina e si avviò di nuovo verso il salotto,nel momento esatto in cui Ginny si affacciava sulla soglia della stanza per venire da lui.

-Eccoti qui!-gli disse.

-Avevi paura che mi fossi perso?-le domandò scherzosamente lui.

Lei sorrise e scosse la testa.

-Sono arrivati tutti?-domandò Harry.

-Fred sta dormendo nel tuo studio,come al solito,e George ha preso l'assalto al mobile dei liquori-gli rispose la donna.

-Adoro la tua famiglia!-

Ginny rise e gli poggiò un'istante la testa sulla spalla.

-Che ne dici se lanciamo la bomba adesso,mentre tutti cominciano ad ubriacarsi?-gli domandò lei con il solito tono scherzoso.

Harry riflettè qualche istante,poi annuì.

-Dammi solo il tempo di dare questa birra a Ron-le disse.

Dopodichè entrarono tutti e due nel salotto:Luna era seduta accanto a Seamus ed erano impegnati in una conversazione fitta che li faceva assomigliare a due donne dal parrucchiere,Ron era seduto accanto a Teddy e stava ascoltando il bambino parlare di solo Dio sapeva cosa,e George ed Hermione erano accanto alla mensola del camino intenti ad osservare una foto che la donna aveva fra le mani.

Quando li sentirono entrare,tutti e due si voltarono e Harry vide che l'amica aveva un'enorme sorriso sulle labbra.

-Cosa?-domandò semplicemente Harry porgendo la birra a Seamus.

-Sei sicuro che non è velenosa?-domandò l'altro titubante.

Harry sorrise e scosse la testa,così il biondo poggiò le labbra alla bottiglia e bevve un timido sorso.

-Può andare...-commentò prima di dare un'altro generoso sorso.

Harry scosse la testa,quasi rassegnato,poi dopo aver dato la bottiglia anche a Ron,tornò a guardare Hermione,che aveva ancora un sorriso felice e gli occhi che brillavano.

-Non credevo avessi ancora questa foto-gli disse.

Harry corrugò la fronte e si avvicinò alla donna:di che foto stava parlando?

Sicuramente non della foto del matrimonio perchè Hermione sapeva benissimo che l'aveva visto che era stata lei a mandargliela.

Si fermò accanto all'amica e diede un'occhiata alla foto incorniciata e quasi automaticamente,sorrise.

Era la stessa foto che Ginny aveva trovato quel giorno nello scatolone:la foto di lui e Ron insieme.

Un giorno se l'era trovata nel salotto,sulla mensola del camino che faceva bella mostra fra le altre.

Quando aveva chiesto spiegazioni a Ginny,lei gli aveva detto che ormai non c'era piu' nessun motivo per tenerla chiusa in una scatola:era ora di far uscire i ricordi.

E lui le aveva dato ascolto:la foto era rimasta dove si trovava,in mezzo alle foto di Teddy,e a questa si era aggiunta la foto del trio.

-Ho anche quest'altra-le disse prendendo la foto che li ritraeva tutti insieme.

La porse alla donna e sorrise quando la vide commuoversi.

-Non ci credo!-disse la donna.

-Che succede?-domandò Ron unendosi ai due.

-Ron guarda!-disse la moglie porgendogli la foto.

Ron fissò la foto e,come era successo prima a Harry,sorrise.

Poi alzò lo sguardo su Harry e scosse la testa.

-Credevo che tutte le copie fossero andate bruciate-scherzò.

-E non hai ancora visto niente...Te la ricordi quest'altra?-gli domandò Harry mostrandogli quella in cui i due ragazzi facevano le boccacce.

Bastò che Ron guardasse la foto per due secondi,che subito iniziò a ridere come una iena,contagiando con le sue risate anche Harry.

-Questa me la ricordo...Quanti anni avevamo?Quattordici,tredici?-domandò a Harry.

-Tredici-ribattè Harry.

-Due idioti completi!-disse George dal divano su cui era seduto accanto a Luna.

-Sentì chi parla!-ribatterono quasi all'unisono Harry e Ron.

-Non è tanto normale fare le boccacce davanti ad un'obbiettivo-disse Ginny dando corda a George.

Ron e Harry si guardarono e sorrisero,poi entrambi guardarono Hermione,che divenne stranamente rossa.

-Stavano facendo le smorfie a me...-spiegò agli altri.

Gli amici sorrisero,mentre Harry e Ron risero ancora ricordando quello che li aveva spinti a comportarsi in modo cretino in quella foto.

-Allora tutto torna-disse George convinto.

Hermione scosse la testa e prese di nuovo la foto dalle mani del marito e la rimise a posto sulla mensola.

-Aspettiamo ancora qualcuno?-domandò poi cercando di ritrovare il suo solito cipiglio.

Harry scosse la testa,e guardò Ginny.

-Siamo tutti,però prima di cominciare la cena e lasciare che voi ubriaconi ci diate sotto fino a perdere i sensi,io e Ginny avremo qualcosa da dirvi-disse l'uomo.

Ron ed Hermione,come seguendo un copione tornarono a sedersi insieme agli altri sul divano,mentre Ginny si alzò e raggiunse il compagno.

-Questa scena mi è vagamente familiare...-commentò George guardando i due.

Harry sorrise e annuì.

-In fondo hai ragione:l'ultima volta che ci siamo visti,avete saputo che aspettavamo un bambino...-

-Non dirmi che vi sposate!-disse Hermione seduta sul bracciolo del divano accanto al marito.

Harry guardò Ginny e sorrise,poi entrambi scossero la testa.

La donna tornò a guardare gli amici e fu chiaro a tutti che questa volta sarebbe stata lei a dare l'annuncio,quale che fosse.

-Una cosa alla volta Herm...Per il momento ci stiamo concentrando sulla gravidanza.

E a quanto pare ci siamo concentrati anche troppo-disse lei misteriosa.

Harry sorrise a quelle parole:era chiaro dall'espressione del volto dei loro amici che nessuno era riuscito a cogliere il senso di quella frase.

-Tesoro forse dovresti essere piu' chiara...-le disse.

-Davvero?Io credevo di esserlo stata anche troppo-disse la donna.

-Magari un'aiutino in piu'?-chiese Seamus per tutti.

Ginny rise e annuì.

-Ok...Oggi siamo andati a fare la prima ecografia al bambino e abbiamo scoperto che ci servirà una macchina piu' grande-disse Ginny.

Harry la guardò sorpreso.

-Davvero?Io credevo che la nostra auto fosse perfetta...-

-Amore avremmo bisogno di piu' spazio con Teddy e i seggiolini e tutte le cose che i neonati si portano dietro-gli spiegò la rossa.

-Eppure ero convinto che fosse abbastanza grande per un bambino-ribattè Harry.

Ginny sorrise.

-Ti sei risposto da solo-gli disse lei,guardandolo con gli occhi che brillavano.

Gli ci volle un'istante per capire a cosa si riferiva la donna,poi come in un film comico si battè una mano sulla fronte e annuì.

-Hai ragione...Devo ancora abituarmici-le disse.

Ginny rise e pochi secondi dopo la sua attenzione fu attirata da rumore:qualcuno si era schiarito la gola.

Si erano dimenticati dei loro amici,presi dal discorso!

Tutti i presenti,escluso Teddy che sorrideva divertito,li stavano guardando letteralmente a bocca aperta,in attesa di una loro parola.

Ginny e Harry sorrisero imbarazzati e alzarono quasi simultaneamente le spalle.

-Sono due gemelli-annunciarono.

E come la volta precedente,ci fu un'istante di silenzio prima del frastuono.

Quando la consapevolezza raggiunse il cervello di tutti,ogni persona presente nella stanza si fiondò su Harry e Ginny,neanche fosse una gara a chi porgesse per primo le congratulazioni.

-L'avevo detto che sarebbe stato un Weasley!-Harry sentì dire da George,quando l'abbracciò.

-Non è ancora detta l'ultima parola George-ribattè pronto.

Vide Ginny stretta fra Luna e Hermione,che si stringevano in un'unico abbraccio e sorrise.

-Harry-si sentì chiamare.

Si voltò e vide Ron poco distante da lui.

Lo guardò con aria guardinga:doveva aspettarsi un'altro pugno?

L'amico di un tempo restò in silenzio e gli tese una mano,gli occhi fissi nei suoi.

-Congratulazioni!-gli disse semplicemente.

Harry sorrise leggermente e strinse la mano dell'uomo.

-Grazie Ron-

Poi il rosso sciolse la stretta e andò a fare gli auguri alla sorella.

Quando tutti si furono congratulati con i futuri genitori e con il futuro fratello,i padroni di casa scortarono tutti verso la sala da pranzo dove era tutto pronto per la cena:Harry prese posto a capotavola,come al suo solito,alla sua destra sedette Ginny seguita da Ron,Hermione, Seamus,Luna,George e Teddy che era alla sinistra di Harry.

Nel mezzo della tavola,c'era una guantiera di canapè poco distanti dalle brocche del vino e dell'acqua.

A far bella mostra di sè,come centrotavola,c'era una piccola scultura di ferro raffigurante un puttino che culminava con una candela rossa.

Harry accese la candela e la coprì con un piccolo bicchiere,per evitare che la cera gocciolasse sulla tovaglia bianca,dopodichè prese la guantiera con gli antipasti e,dopo aver servito Teddy e sè stesso,passò il piatto agli altri ospiti.

-Sapete già il sesso?-domandò Hermione,curiosa.

Ginny annuì.

-Allora che aspettate a dircelo?-domandò ancora la riccia.

-Mi dispiace ma questo sarà un segreto fino al parto...-ribattè Harry.

-Come fai a essere così crudele?Per esempio con Fred avevo deciso che non volevo sapere niente fino alla sua nascita...-iniziò George,servendosi.

-Ma dopo la prima ecografia ha cominciato a martellarmi di domande per sapere quale fosse il sesso del bambino-concluse Luna.

I commensali risero,conoscendo le persone e quando tutti furono serviti,iniziarono a mangiare.

-Siamo sicuri che possiamo fidarci della cucina di Harry?-domandò ancora scherzando Ron.

Ginny gli diede un buffetto sulla spalla piu' vicina.

-Perchè non metti in bocca e stai zitto invece di lamentarti?-ribattè la rossa.

Ron alzò le spalle e prese una tartina fra le mani,portandola alla bocca,ancora visibilmente scettico.

-Non è male-commentò quando finì di masticare.

-Voi non dovete dirci niente?-domandò Ginny rivolta a George e Luna,cambiando discorso.

I due si guardarono,poi guardarono la rossa e scossero la testa.

-Dobbiamo aspettare che arrivino le partecipazioni per farvelo uscire di bocca?

L'anello!-disse Ginny.

Luna guardò l'anello che aveva al dito,come se ricordasse solo in quell'istante di indossarlo e sorrise,subito seguita da George.

-Ah questo...-disse la donna.

-E' la sorpresa di San Valentino,vero?-domandò Harry,felice di sapere qualcosa di piu' della compagna.

Ginny,infatti,lo guardò colpita e lo interrogò con lo sguardo.

-Cosa?E' venuto in radio a San Valentino e mi ha chiesto se potevo fargli un favore...Io non so assolutamente nulla-disse subito l'altro alzando le mani.

-Insomma vi sposate o no?-domandò Hermione,leggermente dispiaciuta di non aver notato prima quel particolare.

Luna guardò George e,ancora una volta,tutti e due sorrisero:il ricordo di quello che era successo a San Valentino era ancora molto vivido nelle loro memorie.

-No mie care curiosone,non ci sposiamo-disse George rivolto alla sorella e alla cognata.

-E allora l'anello?-domandò Ron.

-George mi ha chiesto di sposarlo e io ho rifiutato-spiegò Luna,sapendo che quella parte toccava a lei.

Tutti rimasero allibiti da quelle parole:se c'era una coppia che sembrava fatta per il matrimonio erano proprio George e Luna...allora perchè lei aveva rifiutato la sua proposta?

-C'è qualcosa che non capisco-disse Seamus.

-Figurati io...Mi ero preparato tutto un discorso,l'atmosfera perfetta,era stato un giorno...-cominciò George senza acrimonia nella voce.

-Magnifico-disse Luna per lui.

Quella parola riuscì,per motivi sconosciuti agli altri,a strappare un sorriso a George.

-Già,magnifico...Eppure quando le ho chiesto di sposarmi,lei ha detto no.

Ed il bello è che quando mi ha spiegato il perchè,io sono stato d'accordo con lei-ammise prendendo la mano della donna.

-Quindi non vi sposate-disse Ron cercando di fare chiarezza.

George annuì.

-Per il momento no-precisò Luna.

-Però stiamo cercando di avere un'altro figlio-disse George.

Luna gli diede un buffetto sulla spalla e scosse la testa.

-Non è assolutamente vero!E' una delle assurde idee di vostro fratello-ribattè.

Prima che uno dei presenti potesse replicare,il campanello della porta suonò.

Harry e Ginny si guardarono sorpresi:non aspettavano nessuna visita.

-Vado io-disse Harry alzandosi dalla sua sedia.

Incontrò per pochi secondi lo sguardo di Ron e vide che anche lui aveva il suo stesso timore:Dean.

Una volta nell'ingresso,accese la piccola luce che illuminava il portico e aprì,rimanendo sorpreso alla vista dell'ospite:una donna,massimo ventisei anni,con un caschetto castano perfettamente ordinato,un fisico incredibilmente formoso e perfetto dovuto anche alla sua professione.

Indossava un semplice paio di jeans a vita bassa e una felpa grigia con il cappuccio:forse stava cercando di non farsi riconoscere.

-Salve-le disse.

-Scusi l'intrusione-

La sua voce era roca,di quelle che ti fanno perdere la testa...

Non aveva notato tutte quelle cose alla festa di Neville.

-Lei è...-disse solo per avere conferma.

-Judith Rose.Lei è Harry Potter,credo-disse con una dizione perfetta che avrebbe fatto invidia anche a Hermione.

Harry annuì.

-Posso fare qualcosa per lei?-le domandò,mentre si chiedeva cosa l'aveva spinta nella Londra babbana a quell'ora,e a casa sua.

Seamus.

-Avrei bisogno di parlare con il signor Finnigan-disse infatti.

Harry annuì.

-Non credo sia una buona idea...-si lasciò scappare Hary.

-Capisco perfettamente,ma devo parlare con Mr Finnigan di una questione estremamente importante-disse la donna.

Harry non potè fare altro che farsi da parte e farla entrare in casa.

-Si accomodi-le disse.

Le fece strada nel salotto e le disse di mettersi comoda,poi tornò in sala da pranzo dove la cena era continuata senza problemi e cercò di attirare l'attenzione di Seamus e,possibilmente,anche di Ron.

Il rosso capì subito,grazie ad anni di esperienza,che era successo qualcosa,e convinse Seamus ad accompagnarlo a prendere qualcosa nel cappotto con la scusa che non era molto pratico della casa.

Il biondo,nonostante le prime lamentele,acconsentì e uscì dalla sala con Ron.

Ad attenderli nel corridoio c'era Harry,che guardò Seamus con aria quasi dispiaciuta.

-Seas c'è una persona che vuole vederti-gli disse allontanandosi con Seamus e Ron dalla porta della sala dove gli altri stavano mangiando.

Il viso di Seamus si incupì.

-Chi?-

-Judith Rose-annunciò Harry.

Sul viso degli altri due era chiara la sorpresa per quella notizia e Ron la rese ancora piu' chiara passandosi una mano fra i capelli che non avevano alcun bisogno di essere ravviati.

-Che accidenti è venuta a fare qui?Non le basta avermi portato via l'uomo?-bisbigliò per non farsi sentire.

Harry alzò le spalle.

-Non lo so...E' nel salotto:posso dirle che non vuoi vederla e mandarla via,oppure puoi sentire quello che ha da dirti-gli disse.

-Magari non sono per forza cattive notizie-disse Ron con lo stesso tono di voce.

Seamus fece una smorfia con le labbra,impegnato com'era a riflettere.

-Non lo so...-disse poi confuso.

-Avanti Seas,almeno così potrai dire di averci provato-ribattè Ron cercando di convincerlo.

Seamus lo guardò per qualche istante con un'espressione indecifrabile sul volto e alla fine annuì.

Senza dire altro,si staccò dai due amici e si avviò verso il salotto.

 

 

 

Si era alzata non appena lo aveva visto entrare.

Il silenzio era talmente denso che poteva essere quasi tagliato o toccato con le dita;per un tempo indefinito si erano soltanto negli occhi,studiandosi,cercando i punti deboli dell'altro.

Erano così simili...

Seamus se ne accorgeva soltanto adesso:tutti e due erano delle vittime,dei burattini che venivano mossi da quel gran maestro dei sentimenti che era Dean.

Forse avrebbe fatto lo stesso anche con lei:l'avrebbe usata,preso tutti i suoi migliori sentimenti per poi buttarla via.

No,non poteva farlo...

C'era un bambino a cui pensare.

-Perchè ha voluto vedermi?-le domandò con voce atona.

La donna lo guardò qualche istante ancora,fissando il suo viso,i suoi occhi,poi Seamus la vide aprire la bocca.

-Dean mi ha detto tutto-gli disse.

Un colpo di pistola.

Non avrebbe saputo definirlo in altro modo...

Perchè diavolo quell'idiota aveva fatto una cosa del genere?

-Mi dispiace,ma non capisco-ribattè Seamus.

-Mi ha raccontato della vostra relazione...Tutto.

Anche il motivo che lo ha spinto a venire a letto con me e a portarmi a quella festa per poi sparire-gli spiegò lei.

Dannato Dean!

Perchè ferire una persona in quel modo?Che senso aveva adesso parlare del passato,entrando nei piu' piccoli particolari?

Nessuno!Serviva solo a far del male...

-Non avrebbe dovuto farlo...

Ma questo non spiega il motivo per cui lei è qui questa sera-disse ancora Seamus.

Judith Rose fece un passo verso di lui,senza però avvicinarsi troppo.

-Io lo amo-gli disse.

Ok,adesso era morto...Era morto,ma restava ancora in piedi per qualche strano motivo.

-Non è a me che deve dirlo-ribattè Seamus,in tono quasi cattivo allontanandosi da lei.

-Lo amo,e sto per avere un figlio da lui...-

-PUò SMETTERLA DI RIPETERLO?-disse Seamus senza riuscire a controllare il tono della voce.

La donna si zittì sorpresa dalla sua reazione e Seamus approfittò di quel silenzio per cercare di calmarsi:abbassò lo sguardo e si fissò la punta delle scarpe,riprendendo a respirare piu' lentamente,una mano sul petto all'altezza del cuore,come per sentire il ritorno alla normalità dei battiti.

-Che cosa è venuta a fare qui?

A sbandierare i suoi sentimenti?-domandò Seamus senza guardarla.

-Sono venuta a chiederle di darci una possibilità-disse la donna.

Quella frase ambigua portò Seamus ad alzare lo sguardo su di lei.

-Ma di che sta parlando?-le chiese.

-Se lei continua ad essere una minaccia,io e Dean non avremmo mai la possibilità di formare una famiglia,non avremmo mai una vera occasione...-gli spiegò la donna.

Seamus,a quelle parole,si lasciò scappare una risata beffarda.

-Ma mi ha visto?SONO UN'UOMO!

NON SONO UNA BIONDA SCEMA CON CUI SI è FATTO UNA SVELTINA!

E' LEI QUELLA CHE SI è MESSA IN MEZZO-ribattè alzando di nuovo la voce.

Questa volta fu Judith Rose a rimanere colpita dalle sue parole.

-Io?-

-Si lei!Lei è stata soltanto una pedina per far ingelosire me...Per lui non ha rappresentato piu' di una scopata-disse Seamus.

Capì di star esagerando e cercò nuovamente di calmarsi:strinse le mani a pugno conficcandosi le unghie nella carne del palmo,e riprese a respirare profondamente.

-Lei viene qui a dirmi di farmi da parte...Ma l'ho già fatto-le disse.

Vide il viso perfetto della donna corrugarsi.

-Che significa?-gli chiese.

-Vuol dire che non appena ho saputo del bambino ho chiuso la mia storia con Dean...Un bambino ha bisogno di suo padre-

Nella stanza scese di nuovo il silenzio,mentre la donna rifletteva su quelle parole.

Seamus la vide annuire.

-Allora credo di aver fatto un viaggio a vuoto...-ammise.

-Credo anche io-ribattè l'uomo.

Judith gli voltò le spalle un'istante e Seamus decise di attaccare ancora:era stufo di subire le loro cattiverie.

-Le ha detto che sono costretto a dormire qui perchè non posso tornare a casa mia?

Le ha raccontato che sono giorni che mi fa la posta sotto casa per convincermi a cambiare idea?-le domandò quasi crudele.

La donna si voltò di nuovo e dallo sguardo che gli lanciò,Seamus capì la risposta prima ancora che lei parlasse.

-No,questo non me lo aveva detto-ammise.

-Lo immaginavo...Non è a me che deve fare questo discorso.

Dean me lo ha detto chiaramente che non si arrenderà finchè non cambierò idea-le disse.

Ora toccava a lui essere spietato senza neanche fregarsene delle conseguenze:a chi importava quello che sarebbe successo a Dean?

Sicuramente non a lui!

-Non ci credo-disse la donna con poca convinzione.

-Deve,invece...Lei crede di poter costruire una bella famiglia:lei,Dean e il bambino?

Non succederà mai,e non per colpa mia...-

-Lei mi prometta che non  si intrometterà piu' nella nostra vita-disse Judith.

Quella donna aveva i paraocchi,pensò Seamus:vedeva soltanto quello che le andava.

Seamus restò in silenzio per qualche istante,poi scosse la testa.

-Non posso...Non posso prendere questa decisione perchè non spetta a me farlo.

Ma posso prometterle che starò alla larga da Dean-le disse,neanche le stesse proponendo un'accordo.

La donna la guardò dubbiosa.

-Veramente?-

Seamus annuì.

-Non sono stupido,non vado in cerca di guai...E per me Dean significa solo quelli-le disse.

Judith sembrò veramente convinta dalle sue parole e annuì un'ultima volta,poi senza dire altro,si avviò verso la porta.

L'istante dopo era nel corridoio,dove Harry l'aspettava e l'accompagnò alla porta.

Seamus si sedette sul divano,come privo di forze:aveva la testa che ronzava,neanche avesse una zanzara a spasso nel cervello,e il cuore in mille pezzi.

Era possibile avere un'attimo di pace,o era chiedere troppo???

-Seas?-si sentì chiamare.

Alzò la testa e vide Ron,appoggiato allo stipite della porta che lo guardava preoccupato.

Neanche un minuto dopo apparve Harry,con la stessa espressione sulla faccia.

-Tutto bene Seas?-domandò Ron.

Lui si limitò ad annuire,troppo stanco per fare altro.

-Cosa è successo?-gli domandò Harry.

Seamus alzò le spalle.

-E' una storia troppo lunga da raccontare...-disse ricordandosi della frase che gli aveva detto l'amico qualche ora prima.

Harry e Ron annuirono partecipi.

-Te la senti di tornare di là,o vuoi restare solo?-gli domandò Harry.

-No,ho bisogno di gente intorno...Di tutto il casino possibile-disse alzandosi dal divano e andando verso i due amici.

I due gli si misero al fianco e neanche dovessero sorreggerlo,gli misero entrambi un braccio sulle spalle,in segno di sostegno e solidarietà per quello che era appena successo.

Per fortuna non era solo...pensò Seamus guardando i due amici.

 

 

 

Salve a tutti!!!!!!

Chiedo umilmente scusa x il grandissimo ritardo,ma anche adesso sono di fretta,ho soltanto il tempo di postare qst nuovo capitolo.

Chiedo scusa x dover omettere i ringraziamenti,ma prometto che nel prossimo capitolo mi rifarò,e prometto ke il prox capitolo nn si farà aspettare cs tanto.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno questo capitolo e ringrazio particolar modo tutti coloro che hanno sollecitato il nuovo capitolo mettendosi in ginocchio sui ceci e digiunando(skerzo!),spero nn arriverete ad odiarmi x questo!

Ringrazio quelli che recensiranno il chap e chiedo scusa x eventuali errori di battitura o di ortografia.

X il momento vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"The end of the world(as we know it)"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 30
*** The end of the world(as we know it) ***


world

Salve a tutti!!

Prima di andare avanti con la lettura,voglio un secondo della vostra attenzione.

First of all:questo è il 30° capitolo di "Io e Te...per sempre?" e vi posso dire con sincerità assoluta che quando ho cominciato a postarla sul sito non avevo mai sperato in tanta generosità.

Quindi voglio ringraziare tutti le 12326 persone che hanno letto,almeno una volta la mia storia,e un grazie particolare va a tutti coloro che recensiscono dal 1 capitolo e nn mi hanno mai fatto mancare il loro appoggio...Senza di voi nn ci sarebbe stato un 30esimo capitolo!

Ora la parte dolente:questo capitolo e quelli a venire saranno molto difficili,quindi VI PREGO,non immedesimatevi troppo e state tranquilli perchè è solo una fase di passaggio.

A dopo per i ringraziamenti e le spiegazioni...Buona lettura!

 

 

Non aveva mai sentito un rumore del genere...

E lo avrebbe ricordato per tutta la vita.

Fu un'attimo,un battito di ciglia e tutto il suo mondo cambiò completamente.

Non potè fare niente per evitarlo,per impedire che accadesse:l'unica cosa che gli riuscì di fare fu spalancare la bocca e lasciarsi andare a quell' urlo disperato e inutile.

-GINNY!!!-

 

 

VENTIQUATTRO ORE PRIMA

 

45 Birchwood Road,London

 

Hermione si guardò nello specchio che sovrastava il lavandino del bagno.

Quanto tempo era passato?

Neanche trenta secondi.

Possibile che quegli aggeggi dovessero impiegare tanto tempo per dare una risposta così importante?

C'erano in gioco delle vite!Avrebbero almeno potuto essere piu' veloci!

Guardò di nuovo il piccolo bastoncino che era poggiato sul marmo bianco del bagno e sbuffò.

Che avrebbe fatto se anche quella volta il test si fosse rivelato negativo?

Avrebbe pianto come al solito,o sarebbe stata piu' forte?

In fondo doveva aver acquisito una specie di corrazza per queste cose:aveva fatto quei test tante volte nei mesi passati,sempre senza risultato...doveva essere immune alla delusione.

Ma che diamine stava dicendo?

Era ovvio che rimaneva delusa!

Ogni mese la stessa storia:al primo accenno di ritardo nel ciclo,cominciava ad immaginare un piccolo Weasley,con i fantastici occhi di Ron e i suoi ricci.

Era quella visione che la spingeva a comprare il test di gravidanza e a sperare ancora,ad aspettare impaziente la risposta,cercando di convincere la parte razionale di sè stessa che anche senza un bambino la sua vita era perfetta,che il suo matrimonio con Ron non poteva andare meglio e che prima o poi sarebbe arrivato anche un figlio.

Ma tutte quelle belle parole non l'aiutavano quando il bastoncino dava segno negativo,portando le sue speranze a frantumarsi al suolo ancora una volta.

Non aveva mai detto a Ron di questi sogni,anche se lui le era sempre stato accanto nei momenti piu' giusti,quando aveva piu' bisogno di lui,come se avvertisse il suo bisogno d'affetto e di protezione.

Quel mese però aveva qualcosa di diverso,ne era convinta.

Aveva aspettato piu'del solito per fare il test:erano ben quindici giorni di ritardo,un primato per lei.

Quando quel pomeriggio,di ritorno dal lavoro,aveva comprato aveva comprato un test si era accorta che la mano con cui stringeva la scatola tremava visibilmente.

Doveva cercare di controllare i nervi,altrimenti sarebbe uscita di testa.

Una volta a casa,aveva chiamato ad alta voce il nome di Ron per controllare se il marito fosse in casa,ma fortunatamente,lui doveva ancora rientrare dal lavoro.

Ed ora eccola qua:ad aspettare i tre minuti che servivano per avere un responso "sicuro".

Quella stanza aveva iniziato a darle un senso di claustrofobia,quindi con il bastoncino in una mano uscì dal bagno e andò a sedersi in salotto,sulla sua poltrona preferita.

Lanciò un'altra occhiata al test e vide che non era apparso nessun segno:VOGLIAMO DARCI UNA MOSSA?!!!,pensò leggermente esasperata.

Ripensò alla sera prima,alla piacevolissima cena che avevano passato a casa di Harry e Ginny: sembrava aver rimesso indietro la GiraTempo ed essere tornati nella Sala Comune dei Grifondoro ad Hogwarts.

Avevano riso,scherzato,si erano presi amichevolmente in giro,neanche avessero ancora sedici anni e tutti erano stati felici per la straordinaria notizia che Harry e Ginny avevano dato loro.

Due gemelli!

Certo che quando facevano le cose le facevano in grande,pensò Hermione con un leggero sorriso sulle labbra.

Però non potè negare a sè stessa che aveva provato una leggera fitta di invidia nei confronti della cognata:lei e Harry non avevano neanche programmato di avere un bambino,eppure in pochissimo tempo da quando erano tornati insieme,Ginny era rimasta incinta...E adesso questa grande notizia.

Era felicissima per loro,assolutamente,nessuno meritava quella felicità piu' di Harry e Ginny...Ma nessuno poteva vietarle di essere gelosa.

Nel suo piccolo,in silenzio,senza farlo sapere a nessuno.

Sembrava che quel periodo,tutti si stessero coalizzando contro di lei:Ginny,Luna e George che non contenti del piccolo Fred volevano un'altro bambino,anche quella modella che stava con Dean,Judith Rose...persino lei era incinta!

Perchè lei no?

Che ci fosse qualcosa che non andava in lei o in Ron?

Magari avevano bisogno di fare qualche analisi per vedere se avevano bisogno di aiuto o di qualche iniezione...

E se non avessero potuto avere figli?

Beh,non era detta ancora l'ultima parola,si disse riscuotendosi dai suoi pensieri sempre piu' catastrofici.

C'era il ritardo di quel mese...E c'era quel test che a momenti avrebbe rivelato la sua verità.

Se anche quel test di gravidanza si fosse rivelato negativo allora si sarebbe lasciata andare alle possibilità alternative.

Con il cuore che iniziava a martellarle in petto,e il palmo delle mani improvvisamente scivoloso, Hermione posò lo sguardo sul test di gravidanza,posato quasi fosse una bomba ad orologeria sul tavolino di vetro poco distante dalla poltrona.

Il tampone su cui doveva apparire il risultato era ancora bianco,ma nel giro di pochi secondi sarebbe apparso il risultato:ormai la tecnologia aveva fatto talmente tanti passi avanti che quei test arrivavano a dirti con una sicurezza del 98% se eri incinta o meno.

Hermione cercò di calmarsi facendo un respiro profondo,ma per qualche strana ragione,questo ebbe l'effetto contrario.

VUOI CALMARTI MALEDIZIONE?si disse.

Stava iniziando ad apparire una scritta...

No,non aveva abbastanza coraggio.

Chiuse gli occhi e li coprì con le mani sudate,poggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia.

Si stava comportando come una ragazzina,si rimproverò.

Non era pronta a vedere ancora una volta la scritta "negativo"...

Certo però non poteva lasciare il test lì sul tavolino,con la possibilità che Ron arrivasse da un momento all'altro.

Tolse le mani dagli occhi,che continuava tener chiusi,e si scostò i riccioli dal viso,per poi mettere le mani sulle ginocchia,neanche stesse seguendo uno schema mentale ben preciso.

Contò fino a tre e poi aprì gli occhi,puntandoli direttamente sul test,posato sul tavolino.

Ebbe bisogno di qualche istante prima di riuscire a mettere a fuoco quello che c'era scritto e quando ci riuscì,i suoi occhi si riempirono di lacrime,sfocandole ancora una volta la vista.

Un solo istante può cambiarti la vita...

Prese fra le mani il test,e lo guardò piu' da vicino,come per essere sicura di aver letto la cosa giusta.

Bastò una seconda occhiata per far scendere le lacrime sulle guance.

POSITIVO.

Inspiegabilmente iniziò a ridere,una risata di bambina,che la fece sdraiare sulla poltrona,con la schiena su un bracciolo e le gambe sull'altro.

Finalmente era successo!

Avrebbero avuto un bambino...

Ridendo e piangendo si alzò in piedi e andò in camera da letto,dove si fermò davanti allo specchio a figura intera dell'armadio.

Si asciugò gli occhi e le guance e sorrise alla sua immagine riflessa.

Doveva trovare il modo per dirlo a Ron...

Sicuramente sarebbe svenuto,pensò lei sorridendo felice.

-Ron,aspettiamo un bambino-disse a sè stessa,facendo le prove.

Poi,non contenta dell'annuncio,scosse la testa.

Si allontanò i capelli dal viso e riprovò.

-Ron,dovremo riarredare la camera degli ospiti...Ma perchè sono così stupida?-domandò a sè stessa non soddisfatta delle idee che le stavano venendo.

Forse era meglio andare sul tradizionale,pensò.

-Ron sono incinta-disse semplicemente.

Quella era la frase giusta,decise,ma doveva trovare il tono perfetto.

-Ron sono incinta-ripetè con voce calma alla sua immagine riflessa.

Sospirò,poco convinta di quell'intonazione:in fondo era una cosa talmente bella e talmente aspettata,che bisognava avere il tono giusto,no?

-Ron...-disse di nuovo.

-Sei incinta?-sentì dire alle sue spalle.

Hermione,sorpresa,si voltò e il suo viso si illuminò quando vide Ron fermo sulla porta della camera da letto che la fissava visibilmente scioccato.

Con un'enorme sorriso si limitò ad annuire.

Lo vide venire verso di lei e fare un gran sospiro.

-E quando...quando l'hai...-le domandò non riuscendo a finire la frase.

-Adesso,neanche cinque minuti fa-rispose lei andandogli incontro.

Ron annuì.

-Sei sicura?-le domandò guardandola negli occhi.

Hermione gli sorrise e gli allacciò le braccia attorno al collo,sentendo subito la mano di Ron posarsi sul suo fianco sinistro.

-Al 98%-rispose lei,sempre sorridendo.

Ron sorrise ancora non pienamente consapevole della notizia.

-Diventeremo papà...-disse guardando la moglie.

A quelle parole Hermione,annuì e rise commossa.

-Un'ottimo papà,amore mio-gli disse.

Poi poggiò la testa sulla sua spalla e si lasciò stringere fra le braccia del marito.

 

 

VENTIQUATTRO ORE PRIMA

Virgin Radio

 

Era successo qualcosa.

Lo sentiva,lo capiva...

Le sue antenne erano state a riposo per troppo tempo e adesso stavano lanciando troppi segnali per essere lasciate inascoltati.

Doveva essere successo per forza qualcosa,altrimenti non si spiegavano tutti quegli sguardi strani e quei bisbiglii che lo accompagnavano ogni volta che lasciava una stanza:anche Max quella mattina lo aveva guardato diversamente!

-Devo parlare con te-gli disse David entrando nel suo ufficio e chiudendo la porta alle sue spalle.

-E' importante o può aspettare fino a domani?Stavo per andare a casa-gli disse Harry mettendo un fascicolo nella sua borsa ventiquattro ore.

David scosse la testa.

-Credimi,meglio parlare adesso-gli disse misterioso.

Harry lo guardò corrugando la fronte,sorpreso da quella frase:che avesse a che fare con quei bisbigli e quegli sguardi?

-Ho la sensazione che questo discorso non mi piacerà-disse sedendosi dietro la scrivania.

-Credo anch'io,amico-disse David sedendosi sulla sedia di fronte a lui.

Harry fece un gesto con la mano per invitarlo ad andare avanti.

David restò qualche istante in silenzio,poi sospirò.

-Sia chiaro che sono venuto qui,a parlarti di questa cosa,perchè tengo alla nostra amicizia...-premettè David.

-Ok,adesso sono veramente preoccupato-disse Harry,guardandolo.

Dave annuì.

-Faresti bene ad esserlo...-gli disse.

-Dave dimmi che è successo-

Ancora una volta le antenne avevano iniziato a gridare "PERICOLO"...

David abbassò per qualche istante lo sguardo e sospira ancora una volta,prima di tornare a guardare Harry.

-Si tratta di Sarah-gli disse.

Il viso di Harry si immobilizzò:perchè aveva paura ancor prima di sapere quello che era successo?

Restò in silenzio perchè non avrebbe saputo cosa dire e perchè sembrava che la sua gola sembrava essersi chiusa improvvisamente:non sarebbe riuscito a produrre un suono neanche volendo.

David era ancora piu' teso di lui,Harry vedeva chiaramente che non sapeva come dargli quella notizia.

Cosa cazzo era successo?si ritrovò ad urlare nella mente.

Poi dopo quello che gli sembrò un periodo interminabile,David parlò.

-C'è una voce che gira per la radio-gli anticipò.

Harry annuì,aspettando che l'altro continuasse.

-Una voce su te e Sarah-continuò David.

-E che dice questa voce?-riuscì a dire Harry con una voce apparentemente normale.

David sospirò forte e Harry capì che in quel momento si stava odiando per aver scelto di essere lui a dargli quella notizia.

-Questa voce dice...dice che ieri pomeriggio...prima che tu te ne andassi...dopo la riunione,tu e Sarah...-disse a scatti.

-Cosa sarebbe successo fra me e Sarah?-domandò Harry,anche se aveva il timore di conoscere la risposta.

David alzò lo sguardo sull'amico e restò qualche istante in silenzio:erano due uomini adulti,non ci sarebbe stato neanche bisogno di dire niente,ma David sapeva che doveva portare a termine quel compito.

-Che l'avete fatto sul tavolo della sala riunione dopo che ce ne eravamo andati tutti-disse tutto d'un fiato.

Era sicuro che altrimenti non sarebbe piu' riuscito a dirlo.

Nessuno dei due uomini seppe con certezza quanto durò il silenzio che seguì quell'affermazione: l'espressione sul volto di Harry era di pura sorpresa e di sgomento,come se non riuscisse ad immaginare una cosa peggiore di quella descritta da David,mentre il biondo non riusciva a mostrare il suo imbarazzo in altro modo se non guardandosi ora le mani,ora la punta delle scarpe come se queste racchiudessero il mistero dell'Universo.

Perchè aveva messo in giro quella voce?

Cosa sperava di ottenere?

Queste erano le domande che affollavano la mente di Harry,girando in circolo,alternandosi.

Aveva minato la sua credibilità alla radio con quel pettegolezzo:in quattro anni che lavorava lì non aveva mai dato modo di spettegolare o di far girare voci sul suo conto,si era sempre tenuto alla larga dai capannelli che potevano provocare guai e adesso vi si trovava invischiato suo malgrado,per giunta per una cosa che non aveva fatto.

-Tu ci credi?-domandò a David senza incontrare il suo sguardo.

-Pensi che se credevo a quella storia sarei stato qui a raccontartelo?-gli domandò di rimando il biondo.

Harry si arrischiò ad incontrare gli occhi di David e si convinse della sua sincerità.

-Però gli altri sì-disse sicuro Harry.

David poggiò le spalle alla sedia e aspettò qualche istante prima di parlare,cercando le parole adatte.

-Sarah ti sta facendo la posta da quando sei arrivato,non lo ha mai nascosto...Ed è dannatamente sexy...-aggiunse alla fine.

-Quindi è normale che alla fine abbia ceduto e me la sia scopata,giusto?-domandò Harry con voce gelida.

-Un'altro al posto tuo lo avrebbe fatto!-gli fece notare David,per nulla spaventato dal suo tono di voce.

Harry lo guardò e abbandonò la testa sullo schienale della sedia,fissando per alcuni istanti il soffitto.

-Inoltre lei ha delle prove-disse David,con lo stesso tono teso di poco prima.

Neanche fosse un pupazzo a molla Harry si rizzò subito a sedere e puntò gli occhi su David,che per alcuni istanti si spaventò dello sguardo che l'altro gli aveva lanciato:lo conosceva da anni eppure non aveva mai visto degli occhi così...

Sembravano pronti a incenerirlo con una parola ed era certo che avessero anche cambiato colore,diventando quasi neri.

-Ma che stai dicendo?-gli domandò.

La voce di Harry era ridotta quasi ad un sibilo,facendo aumentare il timore di David.

Anche Harry si era accorto di quel tono,così al limite fra il Serpentese e la lingua umana,che dovette abbassare lo sguardo per un'istante,spaventato dalla possibilità che la rabbia che provava per Sarah si rivolgesse stupidamente verso David.

Quando rialzò gli occhi sull'amico,questo si accorse che i suoi occhi erano tornati normali e si tranquillizzò leggermente.

-Scusa...Me la sto prendendo con te che non c'entri nulla-si scusò Harry.

David scosse la testa e mostrò il suo lato spaccone,cercando di tranquillizzare sè stesso ed Harry, anche se era sicuro che non avrebbe scordato tanto presto lo sguardo che Harry gli aveva rivolto poco prima.

Gli venivano i brividi solo a pensarci...

-Allora,che prove avrebbe Sarah?-gli domandò.

David espirò forte prima di parlare e abbassò un'istante lo sguardo guardandosi di nuovo le mani,poi parlò senza guardarlo:non era ancora pronto per incontrare di nuovo gli occhi di Harry.

-Sarah ha...ha un succhiotto vicino alla scapola destra-le disse.

-Cosa?E come potrebbe essere mio,scusa?-gli domandò.

-Quando eravamo in riunione ieri pomeriggio non lo aveva,e poi quando siamo tornati dopo la pausa pranzo era lì.

E' anche bello grande:quasi come una moneta da 50 penny...Chiunque lo ha fatto ci si è impegnato parecchio-disse David.

-Di sicuro non sono stato io...-disse Harry tornando a posare la testa sullo schienale.

-Allora basta che tu dica a quei pettegoli dov'eri all'ora di pranzo e tutto è risolto-disse David semplificando le cose.

-Già...-ribattè Harry poco convinto.

Ma sapeva già di non poterlo fare:all'ora di pranzo era con Ron alla redazione della "Gazzetta".

Chi avrebbe creduto alla sua storia del giornale magico?

Avrebbero sicuramente dato credito alla storia di Sarah...Dannazione anche lui avrebbe dato ragione a Sarah se al suo posto ci fosse stato un'altro.

-Ma il punto non è questo-disse seguendo il filo dei pensieri e parlando ad alta voce.

David lo guardò attento.

-Allora quale sarebbe?-gli chiese.

Harry guardò l'uomo e vide che ancora una volta rifuggiva il suo sguardo:doveva averlo davvero spaventato,pensò.

-Il problema è Sarah.

Anche se smonto questa storia,lei se ne uscirà con un'altra idea delle sue.

Ieri mi ha detto che è innamorata di me e io ho provato a spiegarle che non sarà mai possibile una storia fra me e lei...

Ho provato ad offrirle la mia amicizia,ma a quanto pare non è a quella che mira-disse risentito.

-Magari a un pò di sesso in amicizia-disse David cercando di buttarla sullo scherzo.

Harry lo guardò in silenzio,mostrandogli così tutta la sua disapprovazione per quella battuta.

-Troppo presto,vero?-domandò subito David.

-Direi-

-Ok scusa...Che hai intenzione di fare?-gli domandò,tornando serio.

Harry scosse la testa.

-Credo che l'unica sia chiedere a Graham di mandarla via...Non possiamo piu' continuare così-disse poi serio.

-Sei davvero convinto che non ci sia piu' nulla da fare?-gli domandò David sorpreso dalle sue parole.

-Tu vedi qualche altra alternativa?Ginny è incinta e Sarah continua a dire in giro di aver fatto sesso selvaggio con me...Non mi sembra il modo ideale per iniziare una famiglia!-disse Harry alzando di nuovo la voce.

David tacque,capendo il bisogno che l'altro aveva di sfogarsi e lo fissò mentre Harry si copriva il volto con una mano e sollevava leggermente gli occhiali per portare l'indice e il pollice ai lati degli occhi,neanche avesse bisogno di sollievo da un'attacco di emicrania.

-Sto cercando soltanto di evitare ulteriori problemi alla mia famiglia...Ne abbiamo passate così tante,Dave,che dovremmo essere immuni!

Non posso permettere che tutto venga rimesso in discussione,che tutto vada in fumo un'altra volta soltanto per colpa di una calunnia-disse Harry deciso.

David restò in silenzio per qualche istante,nel caso Harry avesse bisogno ancora di sfogarsi,poi si piegò in avanti poggiando entrambe i gomiti sulle ginocchia.

-Ne parlerai a Ginny?-gli domandò cauto.

Subito l'altro scosse la testa.

-Assolutamente!Se le dicessi una cosa del genere,sarebbe capace di venire qui e incenerire Sarah...Devo proteggerla-disse Harry convinto,alzando lo sguardo e incontrando quello di David.

Vide che l'amico annuiva:forse al suo posto avrebbe fatto la stessa cosa,o forse no,ma non poteva mettere altre preoccupazioni addosso a Ginny,oltre quelle che aveva già.

Niente avrebbe potuto fargli cambiare idea.

 

 

VENTUNO ORE FA

Privet Drive 4

 

Era successo qualcosa.

Lo sapeva,lo sentiva...

Poteva anche continuare a dire che era tutta una sua paranoia,ma era successo qualcosa che Harry le stava tenendo nascosta.

Lo aveva capito nel momento in cui lo aveva guardato negli occhi:c'era una strana ombra che li offuscava.

-Va tutto bene?-gli aveva domandato come faceva di solito,mentre lui appendeva il cappotto insieme agli altri e lasciava la ventiquattro ore sotto l'attaccapanni.

-Le solite grane al lavoro-le aveva risposto lui senza guardarla.

Ginny aveva annuito ed era andata da Teddy che la chiamava,mentre Harry era andato in salotto dove aveva iniziato a chiacchierare con Seamus,dove era rimasto fino all'ora di cena.

Aveva la strana sensazione che la stesse evitando,che cercasse in ogni modo di non restare solo con lei:ogni sera,quando tornava dal lavoro,l'aiutava a preparare la cena e nel frattempo le chiedeva della sua giornata,del negozio,di George e Luna,dei bambini...

Ma quel giorno,niente.

Era rimasto tutto il tempo nel salotto a ridere e scherzare con Seamus,come se lei non fosse presente.

Forse era davvero preoccupato per il lavoro,ma allora perchè non gliene parlava?

Era una grana talmente grande da non poter essere condivisa con lei?Oppure la considerava incapace di occuparsi di problemi babbani?

Quei dubbi l'avevano tormentata per tutta la cena e soltanto quella mezz'ora che aveva passato con Teddy prima di metterlo a letto le aveva dato un pò di sollievo da quei pensieri catastrofici.

Magari non era neanche così tragica e lei stava immaginando la fine del mondo!

Già,perchè per lei non riuscire a capire Harry,quello che gli attraversava la mente,sentirlo così distante e così disinteressato da lei,era la fine del mondo...

Specialmente adesso che era incinta.

Era così insicura!Si sentiva un mostro,anche se la pancia cominciava a vedersi soltanto adesso e sapere che nei mesi a venire sarebbe diventata una balena la mandava in crisi:sarebbe riuscita lo stesso a piacergli,a interessargli?

A fare in modo che lui non se ne andasse di nuovo?

Magari Harry si stava allontanando piano piano e lei,tutta presa dalla gravidanza e da Teddy non se ne era neanche resa conto.

E se fosse capitato tutto troppo in fretta?

Erano tornati insieme da neanche sei mesi ed erano già in attesa del loro primo figlio,anzi dei loro primi figli,avevano preso le abitudini di una famiglia e di una coppia neanche fossero insieme da anni...

Magari quella quotidianità non era quello che si era aspettato:è vero le aveva sempre detto che non vedeva l'ora di avere dei figli con lei,e glielo aveva ripetuto anche il giorno dell'ecografia,ma se si fosse accorto che era capitato troppo presto?

Avrebbero potuto continuare la vita di sempre,prendendosi cura di Teddy,vivendosi quegli anni che si erano negati,e poi fra qualche anno avrebbero iniziato a pensare ad un figlio...

Invece come al solito,avevano voluto fare le cose di corsa.

Dopo aver rimboccato le coperte a Teddy,era andata in camera da letto,dove aveva iniziato a prepararsi per la notte.

Harry era entrato mentre lei si stava abbottonando i bottoni della camicia del pigiama,sempre evitando il suo sguardo e con la stessa aria cupa.

Perchè riservava quell'espressione soltanto a lei?

Con Seamus era stato affabile e spiritoso come al solito,mentre sembrava che soltanto la sua vista gli desse fastidio.

Erano rimasti in silenzio qualche istante,mentre Harry prendeva i pantaloncini e la maglietta che usava di solito per dormire e si toglieva la camicia restando a torso nudo.

-Vuoi dirmi che cosa è successo?-gli domandò lei,voltando la testa leggermente verso di lui.

Continuava a voltarle le spalle,a restare in silenzio,come se lei non avesse parlato.

-Harry...-

-Ginny,per favore,sono molto stanco...Non ho voglia di parlare.

Ti dispiace se rimandiamo tutto a domani?-disse lui.

La sua voce era uscita distorta dalle pieghe della maglietta che stava indossando,ma le parole erano riuscite a farle male con la stessa intensità.

Non aveva mai sbagliato,era sicura di non sbagliare neanche questa volta,allora perchè le sembrava che Harry la tenesse volutamente a distanza?

Annuì impercettibilmente,ma Harry non vide mai quel movimento...

 

 

QUATTRO ORE PRIMA

"Now and Forever",King's Road

 

-L'ho capito che mi stai nascondendo qualcosa,quindi che devo fare per fartelo uscire di bocca?-

Negli anni era diventato sempre piu' chiaro per Luna capire quando Ginny aveva un problema:la convivenza aveva aiutato le due amiche a rafforzare la confidenza che si era istaurata già ai tempi di Hogwarts e l'aveva resa se possibile ancora piu' forte.

Quindi quando quella mattina Ginny era arrivata al lavoro prima del solito e con una faccia decisamente afflitta,insolita per la Ginny di quel periodo,aveva capito che era successo qualcosa e che avrebbe dovuto sfoderare tutte le sue abilità per far star meglio l'amica.

Ginny ancora una volta,scosse la testa.

-Soltanto brutti pensieri Luna...Da quando sono incinta non faccio altro che cattivi pensieri-disse la rossa con un'espressione triste in viso.

-Perchè mai?

Dovresti essere al settimo cielo!Hai ottenuto quello che hai sempre aspettato-le disse l'altra prendendole una mano per cercare di confortarla.

Ginny annuì mesta,poi alzò lo sguardo per incontrare quello dell'amica.

-E se avessi fatto la cosa sbagliata?-le domandò.

Luna corrugò la fronte e la guardò in silenzio,incerta su quale fosse la cosa giusta da dire.

-Ho sempre pensato che Harry ed io fossimo fatti per stare insieme,che fosse scritto nel destino...Ma se non fosse altro che una mia fantasia,una forzatura?-

-Non crederai veramente a queste stronzate?-le domandò Luna,sempre piu' sorpresa che fosse proprio Ginny a parlare così.

-Perchè?

Guarda quello che abbiamo passato!

Tre anni di silenzio,di solitudine,di...di nulla.

Poi è bastato che Hermione gli andasse addosso perchè lui ritornasse nella mia vita:ti rendi conto di quanto poco c'è mancato che non succedesse?-le disse abbassando lo sguardo sul bancone e liberando la mano che Luna teneva ancora stretta fra le sue.

Luna,ancora allibita da quel discorso,restò a fissare l'amica,cercando di capire cosa potesse essere successo per renderla così fragile,ma senza trovare il coraggio per farle la domanda.

-Bastava un niente perchè tutto questo non accadesse...

Harry non sarebbe mai tornato e i bambini non ci sarebbero-disse con voce incredibilmente ferma e triste.

Si scostò con una mano alcune ciocche di capelli che le erano cadute davanti agli occhi e espirò forte.

-Ginny che è successo?

Perchè stai parlando in questo modo?-le domandò di nuovo Luna,lo sguardo fisso su di lei,che ancora evitava di incontrare i suoi occhi.

Ginny alzò gli occhi e Luna vide le labbra della donna schiudersi per parlare,ma fu interrotta dal campanello della porta,che annunciava l'arrivo dei clienti.

Tutte e due si voltarono e fissarono la porta,dove si stagliava una donna con lunghi capelli neri lasciati sciolti sulle spalle e un paio di occhiali da sole a coprirle gli occhi.

Ancor prima che si togliesse gli occhiali,Ginny aveva riconosciuto chi fosse ed ebbe paura.

-Ciao Sarah-la salutò,cercando di cancellare il senso di disagio che quella donna si portava sempre con sè.

Con lentezza Sarah si tolse gli occhiali da sole,si voltò verso Ginny e le rivolse un sorriso: un sorriso che Ginny riuscì ad identificare soltanto come di vittoria.

Allora i suoi timori erano fondati?

-Ginny!Speravo proprio di trovarti...-le disse avvicinandosi alle due donne.

La rossa fece un cenno con il capo e voltò il capo verso Luna,incontrando lo sguardo dell'amica.

-Sarah,lei è Luna Lovegood,mia cognata.

Luna lei è Sarah Cooper,una collega di Harry-disse Ginny facendo le presentazioni.

Dallo sguardo che Luna lanciò a Sarah,Ginny ebbe paura di veder realizzarsi qualche incantesimo,ma fortunatamente non accadde.

-Posso fare qualcosa per te?-domandò Ginny,cercando di essere professionale come al solito.

-Non sono venuta per delle compere...Ho sentito dai ragazzi della radio della bella novità e volevo venire a farti le congratulazioni.

Devi essere veramente felice-le disse.

Ogni parola era intrisa di veleno anche se era detta con il sorriso sulle labbra e per alcuni istanti ebbe paura di cadere a terra morta.

Forzò i muscoli facciali atteggiandoli ad un sorriso e annuì.

-Grazie,ma non dovevi scomodarti a venire fin qui...-le disse.

-Scherzi?Volevo essere la prima a farti gli auguri.

E volevo rassicurarti di persona che quella voce non è assolutamente vera-le disse poi come se se ne fosse ricordata soltanto in un secondo tempo.

Ginny la guardò,cercando di mascherare la sua sorpresa,e trattenne ancora per qualche istante il sorriso sul viso.

Perchè il senso di paura che aveva provato non appena la donna era entrata era ora diventato piu' forte?

-Quale voce?-gli domandò cercando di apparire neutrale.

Sarah aggrottò le sopracciglia e,in una mossa da attrice consumata,si portò la mano destra vicino alla bocca,comprendendo un secondo dopo di aver commesso un'errore.

-Oh cielo,credo di aver fatto un guaio...Credevo che Harry te ne avesse parlato!-le disse fingendo spudoratamente.

-Evidentemente non lo ha fatto.

Che voce?-domandò di nuovo Ginny.

Luna continuava a guardare ora una ora l'altra,sempre con maggiore apprensione per l'amica: avrebbe voluto intervenire in qualche modo,ma non sapeva assolutamente cosa fare.

-No,non posso assolutamente dirtelo senza che lo abbia fatto Harry-disse Sarah.

-Sarah te lo chiederò per l'ultima volta:che voce?-disse Ginny in tono perentorio.

Sarah restò in silenzio alcuni istanti,poi rialzò lo sguardo sulla rossa e la guardò negli occhi, pronta a godersi la sua reazione,e parlò.

-C'è un pettegolezzo in giro per la radio...Riguarda me e Harry...-disse Sarah,fintamente imbarazzata.

Era umanamente possibile che il cuore iniziasse a sgretolarsi?

A smembrarsi in pezzi sempre piu' piccoli fino a svanire?

Ginny aveva la sensazione che le stesse succedendo quello:non aveva piu' il cuore,ma una ferita aperta e pulsante che ad ogni battito tornava a farle male.

Sapeva che era vero,glielo confermava lo strano modo in cui si era comportato Harry...

-Credo sia meglio che lei se ne vada...-sentì dire in lontananza.

Quello che succedeva intorno a lei era relativo,distante,non le interessava:c'era soltanto lei e quella notizia che le cadeva addosso come un macigno.

-Ginny...Ginny stai bene?-sentì poco dopo.

Si voltò e vide Luna a poca distanza da lei,metterle un braccio sulle spalle,visibilmente alterata e preoccupata.

-Non credere ad una sola parola di quello che ha detto quell'arpia-le disse cercando di tranquillizzarla.

-E' tutto vero-le rispose Ginny in un sussurro.

Si liberò dal braccio di Luna e si diresse a passo spedito verso il retro,dove prese la sua borsa.

-Dove vai?-le domandò l'altra quando la vide tornare in negozio.

-Ho bisogno di stare da sola e riflettere-

-Non posso lasciarti in queste condizioni...Ginny ascolta...-provò di nuovo Luna.

-No Luna!

E' venuta qui apposta perchè io lo sapessi!

Devo scoprire che diamine è successo-le disse alzando leggermente la voce.

Dopodichè,senza aspettare altro,si avviò verso la porta del negozio e l'attimo dopo era già fuori in strada.

 

TRE ORE E MEZZO PRIMA

 

-Pronto?-

-Sono io-

La donna sorrise sentendo la voce dall'altra parte del telefono:era certa che avrebbe chiamato.

-Harry!Tutto bene?-domandò con un tono leggermente sorpreso.

-No per niente!Dobbiamo parlare-le disse l'uomo con voce adirata.

Il sorriso della donna si accentuò ancora di piu':possibile che tutto stesse andando secondo i suoi piani?

-Ok,va bene...Sto venendo in ufficio,appena...-disse con la stessa voce partecipe e sorpresa.

-No,non in ufficio:ci manca solo questo!

Vediamoci allo Starbuck di fronte la radio a mezzogiorno,dopo la trasmissione-le disse.

Senza darle il tempo di replicare attaccò.

La donna chiuse il cellulare e lo infilò in tasca.

Doveva prepararsi per l'ultimo atto...

 

DUE ORE PRIMA

"Now and forever",King's Road

-Non ti ha detto dove andava?-le domandò per la terza volta George.

Ancora una volta Luna scosse la testa,preoccupata.

Da quando Ginny era uscita di corsa dal negozio,era passata un'ora e mezza e non era ancora tornata.

Nello stesso istante in cui la rossa era uscita,Luna aveva preso il telefono e aveva chiamato George:aveva bisogno di rinforzi in una situazione del genere.

L'uomo era arrivato neanche venti minuti piu' tardi con il piccolo Fred nella carrozzina e Ron,che si trovava per caso nel negozio al momento della telefonata e aveva deciso di aggregarsi.

Luna aveva raccontato ai due fratelli cosa era successo e del discorso strano di Ginny che aveva preceduto l'arrivo di quella donna.

-Ho provato in tutti i modi a risollevarle il morale,ma quella donna ha rovinato tutto...Avreste dovuto vederla:sembrava un'altra persona-disse loro visibilmente preoccupata.

Avevano provato a chiamare la sorella al cellulare e quando lo avevano trovato spento avevano deciso di chiamare Harry,per avvertirlo di quello che era successo,mettendo anche lui in agitazione.

-Non ti ha detto niente?Perchè era così triste?-le domandò ancora Ron cercando di fare il punto della situazione.

-Quante volte devo ripetertelo?

E' tutta la mattina che era triste,fin da quando è arrivata in negozio!-

-Ma chi è questa tipa?-domandò George intromettendosi fra i due.

-E' una collega di Harry-ripetè Ron distratto.

-Questo l'ho capito,ma perchè doveva prendersi il disturbo di venire fin qui per fare gli auguri a Ginny?Erano amiche?-domandò a entrambi.

-Assolutamente no!-ribattè con forza Luna.

Quella esternazione portò i due uomini a guardare Luna,certi che c'era qualcosa che non gli era ancora stato detto.

-Amore tu per caso sai qualcosa che noi non sappiamo?-domandò George alla donna.

-Ecco...-disse Luna,rendendosi conto di aver combinato un guaio.

-Luna,che altro c'è?-domandò Ron.

Luna guardò i due fratelli,così simili e allo stesso tempo così diversi e alla fine cedette.

-Quella tizia,Sarah,sono anni che cerca di far colpo su Harry.

Sta cercando in tutti i modi di portaselo a letto...Ha rovinato il primo Natale di Harry e Ginny perchè è venuta in negozio a raccontare a vostra sorella che nel periodo in cui erano lontani lei e Harry erano amanti e non sembra averla spaventata il fatto che Ginny aspetti i gemelli-disse cercando di riassumere al massimo la faccenda.

Per alcuni istanti ci fu il silenzio,mentre i due fratelli assimilavano quell'ammasso di informazioni.

-Ha detto qualcosa del genere quando è venuta oggi?-domandò Ron,piu' preoccupato.

Doveva parlare con sua sorella,e poi doveva anche parlare con Harry...

Luna riflettè qualche istante prima di rispondere,ma la preoccupazione per Ginny aumentava di minuto in minuto,quindi annuì.

-C'è in giro una voce alla radio...

Sembra riguardi Harry e questa Sarah.

Ho provato a convincere Ginny che erano tutte bugie,ma lei è schizzata via neanche un fulmine dicendo che se questa tizia era venuta qui era perchè voleva che lei lo sapesse-disse guardando ora George ora Ron.

I due annuirono.

-Credo anche io-pensò George.

Ron prese di nuovo il telefono e compose per l'ennesima volta il numero di Ginny,ma come le volte precedenti gli rispose il nastro della segreteria telefonica.

-Dove diavolo si è andata a cacciare?-

 

 

DIECI MINUTI PRIMA

Virgin Radio

 

-Quindi puoi stare tranquilla-

Le lacrime le scorrevano senza piu' nessun controllo sulle guance,ma Ginny non aveva nessuna vergogna a mostrarsi così fragile davanti a David.

Le aveva appena tolto un peso enorme dal cuore ridandole di nuovo speranza e fiducia nella sua storia con Harry.

Era arrivata alla radio dopo quasi due ore e mezzo di vagabondaggio senza meta.

Non aveva prestato attenzione a dove andava,era soltanto salita sul bus 22 e non ne era scesa fino al capolinea a Piccadilly Circus.

La testa poggiata al finestrino lercio,una mano a sfiorare il vente leggermente rigonfio aveva osservato le macchine sfrecciare sulla corsia accanto,senza guardarle realmente.

L'unica cosa che aveva attirato la sua attenzione era stata la luminaria dei negozi Harrod's:avevano un qualcosa di magnetico che la colpiva ogni volta,portandola a osservare il grande palazzo finchè questo non spariva dietro l'angolo.

Quando era arrivata al capolinea si era diretta verso Leicester Square,decisa a correre su da Harry per chiedergli spiegazioni,per costringerlo a quel confronto che lui aveva evitato la sera prima,ma quando aveva guardato l'orologio si era accorta che a quell'ora lui era in onda.

Doveva impiegare il tempo fino a mezzogiorno.

Ma l'unica cosa che le era riuscita era sedersi su una panchina nel piccolo giardino che circonda Leicester Square e aspettare che la lancetta si portasse sulle dodici,cercando di non lasciarsi sopraffare dai cattivi pensieri e dalle cattiverie che Sarah le aveva lanciato addosso.

Doveva aspettare...Prima avrebbe parlato con Harry,prima tutto si sarebbe risolto.

Alle dodici aveva attraversato il breve tratto che divideva i giardini dalla radio,aveva salutato Max e si era diretta agli ascensori,entrando nel primo disponibile.

Era arrivata al dodicesimo piano ed era rimasta qualche minuto con Lucy,che le aveva fatto le congratulazioni per la grande notizia.

Quando finalmente era riuscita a liberarsi aveva percorso il corridoio che ormai conosceva bene,certa che alla fine avrebbe visto la testa di capelli ribelli di Harry ad attenderla.

Ma non era stato così...Al suo posto,poco lontano dalla macchina del caffè c'era David che non appena l'aveva visto non aveva saputo nascondere la sua sorpresa.

Lo aveva salutato e gli aveva chiesto di Harry.

-Harry è uscito proprio adesso,strano che tu non l'abbia incrociato...Aveva un impegno urgente-le aveva risposto.

Le era sembrato che il pavimento sotto i suoi piedi si aprisse,lasciandola cadere in un buco nero.

-Va tutto bene?-le aveva domandato poi David.

Istintivamente Ginny aveva scosso la testa.

-Posso fare qualcosa per aiutarti?-le aveva chiesto Dave preoccupato.

Ginny allora aveva deciso di chiedere il suo aiuto:gli aveva raccontato della visita di Sarah e della pulce enorme che gli aveva messo nell'orecchio.

Aveva bisogno di sapere che cosa era successo e se c'era un fondo di verità in quel pettegolezzo.

David,sentendo le sue parole aveva sorriso,e quando lei era arrivata alla fine aveva scosso la testa.

-Assolutamente niente-le aveva detto.

Aveva poi iniziato a raccontarle che cosa si diceva in giro per la radio e di come lui fosse andato diretto da Harry per informarlo il giorno prima.

-Tu credi che...?-gli aveva chiesto non riuscendo a finire la frase.

-Non lo crederei neanche se lo vedessi con i miei occhi.

Lo si capisce lontano un chilometro che Harry è perso per te...Specialmente adesso con i gemelli...-le aveva detto.

Perchè non riusciva a smettere di piangere?

Era così sollevata,così rincuorata da quelle parole che non riusciva a credere a tutti i cattivi pensieri che le avevano attraversato la mente.

-Che ne dici se andiamo a prendere qualcosa allo Starbuck qui sotto?

Scommetto che non hai mangiato a pranzo-le disse mettendole un braccio sulla spalla.

Ginny sorrise e,asciugandosi un occhio con una mano,annuì colpevole.

-Avevo lo stomaco completamente chiuso-ammise.

-Ricordati che magari c'è qualcun'altro che ha fame...-le disse sorridendo David.

Si avviarono poi verso gli ascensori,Ginny ricuorata e sentendosi anche stupida per quello che le aveva rovinato la giornata e David felice per essere stato di aiuto.

Ginny era tornata quella di sempre mentre percorrevano il breve tragitto fra la radio e il caffè, aiutata anche dalle battute continue di David,ma quando arrivarono davanti alla vetrina dello Strabuck si gelò,guardando una coppia seduta ad un tavolino vicino allo specchio.

La materializzazione di tutti i suoi incubi...

 

VENTI MINUTI PRIMA

 

Era scappato non appena era finita la trasmissione.

Aveva preso la giacca dall'attaccapanni e si era avviato a passo svelto verso gli ascensori.

Per tutto il tempo che questo impiegò ad arrivare al pianterreno ripensò alla telefonata di George:Ginny era uscita di corsa dal negozio,visibilmente sconvolta,dopo una visita di Sarah.

Che cazzo le era saltato in mente a quell'idiota di andare a parlare con Ginny?

Aveva già capito che la sua scelta di non dirle niente aveva peggiorato le cose:Ginny aveva capito subito che c'era qualcosa che non andava e quando lui l'aveva evitata per tutta la sera e aveva evitato di parlare con lei anche quando si erano ritrovati in camera,si era sentita ferita.

Lo sentiva dal tono della sua voce,dal fatto che per la prima volta in tutti quei mesi,quella notte avevano dormito ogniuno dalla propria parte del letto,senza mai cercarsi una volta.

Doveva risolvere quella situazione al piu' presto e poi tornare alla sua vita di sempre:allora avrebbe spiegato a Ginny che cosa era successo e si sarebbe preso tutti i suoi insulti e la sua rabbia repressa per averla tenuta all'oscuro di tutto,ma almeno sarebbe stato sicuro di aver fatto la cosa giusta.

Ma ora Sarah aveva rovinato tutto!

Quando arrivò allo Starbuck,la vide già seduta ad un tavolino di fronte alla vetrata,che lo aspettava.

Dopo i primi passi,la donna alzò lo sguardo e lo vide:un sorriso allegro si dipinse sul suo volto in un modo che avrebbe dovuto essere contagioso,ma che non sortì alcun effetto.

-Dobbiamo parlare-le disse subito non appena si fu seduto.

-Buongiorno anche a te-rispose lei.

-Che accidenti ti è passato per la testa di andare da Ginny?-le domandò.

Sarah rimase interdetta alcuni istanti,colpita da come la notizia lo avesse raggiunto subito.

-Ho pensato che glielo avessi detto...Volevo rassicurarla che non...-cominciò lei.

Harry scosse la testa.

-No.

Non ci sto piu'-disse guardandola in volto.

Sarah corrugò la fronte e lo guardò sorpresa.

-Di che stai parlando?-gli domandò.

-Non mi faccio piu' fregare così.

Smettila con le moine e dimmi veramente quello che vuoi...

Giochiamo a carte scoperte per una volta-le disse guardandola serio.

Sarah restò in silenzio qualche istante,indecisa se fidarsi o meno,ma alla fine decise di cedere.

-Quello che ho sempre voluto...Una notte di sesso.

Non mi frega niente dell'amore,di stronzate simili...Soltanto una semplice notte di sesso-gli disse piegandosi verso di lui sul tavolino del bar.

Harry sorrise leggermente imbarazzato e scosse la testa.

-Ritenta,sarai piu' fortunata-le disse avvicinandosi a sua volta.

I loro volti erano vicini,le punte del naso potevano quasi toccarsi,ma l'elettricità che c'era nell'aria rendeva l'atmosfera incandescente.

-Oh,mi dispiace,non ho un'altro desiderio...Come la mettiamo?-gli domandò lei,gli occhi fissi in quelli di lui.

-Non verrò a letto con te,mettitelo bene in testa-le ripetè lui.

Per alcuni istanti calò il silenzio,mentre i due continuavano a fissarsi senza neanche sbattere le palpebre.

-Allora che ne diresti di un bacio?-gli disse.

La vide protendersi ancora di piu' verso di lui,aprendo leggermente le labbra,come se volesse procedere senza neanche aspettare la sua risposta.

Harry pensò che quello,in fin dei conti,era il male minore...

-Un bacio e la chiudiamo qui?-domandò.

-Ma dev'essere un bacio vero,non che tu resti fermo come un baccalà ed io ti bacio-precisò Sarah.

Dannazione!Aveva capito le sue mosse!

Dopo un'istante che durò un'eternità,Harry annuì.

-Ma d'ora in avanti la smetterai...O sarò costretto a chiedere a Graham di mandarti via-le disse.

Sarah annuì.

Oramai non poteva piu' rimandare.

Si avvicinò a Sarah,che ancora era protesa verso di lui e avvicinò il volto al suo.

Si bagnò le labbra con la lingua e prima che le loro labbra si incontrassero chiuse gli occhi:non poteva resistere di piu'.

Sentì subito la lingua di Sarah accarezzare la sua,prepotente,avida,come se cercasse di ottenere quanto piu' possibile da quell'unico bacio.

La sentì scivolare contro il suo palato e il labbro superiore,poi sentì un piccolo morso sul labbro inferiore.

Era quasi una tortura restare lì...

Improvvisamente si sentì osservato:c'era qualcosa di diverso.

Aprì gli occhi e si staccò da Sarah,visibilmente scocciata per l'interruzione,e si guardò intorno: non c'era nessuno che conosceva al bar.

Poi posò lo sguardo sulla vetrina e si gelò:Ginny!

L'aveva visto baciare Sarah!

Si alzò fulmineo dalla sedia e corse fuori dal locale:doveva spiegarle,cercare di rimediare...

Non poteva perderla,non ora dopo quello che aveva fatto per rimettere le cose a posto!

 

 

PRESENTE

-Ginny!-

Lo sentiva alle sue spalle che la chiamava,che le chiedeva di fermarsi.

Aveva lasciato David senza una parola,con un comportamento veramente ignobile, avrebbe dovuto scusarsi...

Era quello il motivo per cui era così nervoso,per cui non la guardava in faccia!

Lurido viscido schifoso!!!

Si sentì afferrare un braccio e strattonare indietro.

-Aspetta,lascia che ti spieghi...-

-NON MI TOCCARE!-urlò la donna,cercando di liberare il braccio dalla stretta di Harry.

-Ti prego...Non è quello che sembra...-ripetè Harry,cercando di riprendere il braccio di Ginny fra le mani.

-NON è QUELLO CHE SEMBRA?AVEVI LA SUA LINGUA IN BOCCA!-urlò ancora Ginny facendo girare alcune persone attorno a loro.

-Ti giuro che non è così...Ti prego...-

-SPARISCI DALLA MIA VISTA!-urlò di nuovo Ginny a pochi millimetri dalla faccia di Harry.

Liberò di nuovo il braccio dalla stretta di Harry e allungò il passo per allontanarsi dall'uomo,e senza guardare attraversò la strada.

-GINNY!!-urlò Harry,correndole incontro cercando di fermarla.

Il terribile stridio dei freni sull'asfalto fu niente in confronte al tonfo che sentì poco dopo.

Niente era paragonabile a quello che vide dopo...

Vide Ginny finire sul cofano della macchina,colpirlo con la schiena e ricadere sul lato opposto della strada in una posa rannicchiata,poco distante dalla macchina.

Corse verso di lei,con la testa vuota ed il cuore in gola,le si inginocchiò accanto,mentre il giudatore dell'auto scendeva per vedere come stava Ginny.

-Ginny!Ginny mi senti?-le domandò prendendole una mano.

Aveva un taglio sul sopracciglio destro da cui usciva un rivolo di sangue lungo l'arcata del sopracciglio ed era sempre in quella posizione rannicchiata.

Harry si accorse distrattamente del capanello di gente che si avvicinava a loro per vedere cos'era successo,e non si voltò neanche quando sentì il suo nome.

-Ginny guardami-le disse,lo sguardo fisso su di lei.

Ginny aprì gli occhi,con un gesto che le sembrava costare molta fatica e per un'istante i loro occhi si incontrarono.

-Harry...-lo chiamò.

-Ginny resta sveglia...ti prego resta sveglia!-le disse Harry cercando di non spaventarla.

Ma neanche due secondi piu' tardi,Ginny chiuse gli occhi e reclinò la testa da un lato.

 

 

Eccomi qui...

Per la salute di tutti i miei lettori vi anticipo che Ginny non muore(sono sadica,ma non fino a questo punto!).

Domanda:come mai è successo tutto questo casino?

Risposta:Mi è stato fatto notare,nelle vostre recensioni,e me ne sono accorta anche io rileggendo i vecchi capitoli,che le cose si stavano mettendo troppo bene e che Harry e Ginny stavano diventando troppo zuccherosi,da carie...Neanche il fantasma di Sarah e delle sue bugie sembrava scalfirli...

Così ho deciso di cambiare rotta,anke x movimentare le cose...

Altra domanda:come la prenderà Ron?

Risposta:Stay Tuned!Vi posso solo dire che il rosso questa volta vi stupirà...Come vi stupirà Ginny...

Ho detto anche troppo!!!!

Ringrazio tutti coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di battitura e di ortografia...Spero inoltre di essere riuscita a descrivere a pieno il pathos della scena finale.

Il titolo del capitolo e preso da una canzone omonima degli R.E.M.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Evidentemente no!Spero nn mi odi dp qst capitolo...),Maryrobin(Penso che Sarah abbia preso il posto di Voldemort x i miei lettori...Grazie x i complimenti!),Tappetta(GRazie x la pazienza e x i complimenti),Trixie(Purtroppo Harry è stato un complice inconsapevole del suo piano,si è comportato esattamente come aveva previsto lei...Cm hai visto Herm aveva altri pensieri x la testa!),Germana(Sn stata veloce?Non fanno cs tutti gli uomini?Grazie x i complimenti!), Lallina88(Sono d'accordo cn te,ma certe donne nn si rassegnano proprio;Precisiamo:i gemelli sn Potter!Ti prego nn piangere,altrimenti s aggiungono altri sensi di colpa...),Potterfanlalla17(A morte Sarah Cooper!Però posso dirti ke ne ho conosciuto veramente una cs...TRanquilla c sarà pace anke per Seas),Padfoot07(Spero di nn aver deluso le tue aspettative;Abbi fede...),Lyoko(Mettiti in fila,c sn già tr persone ke vogliono farla fuori!Dean...Dean è innamorato,a modo suo,ma è innamorato),Lila4eve(Abbi un pò di pietà x la povera Judith,in fondo pernsa a cm deve essersi sentita quando Dean le ha detto di essere gay ed innamorato del suo ex?Io al posto suo mi sarei buttata dal balcone!),Moonbeam(Grazie x i complimenti,ma nn passare le notti insonni,ti prego!),Deidara(Grazie x i complimenti...Nn so xke ma i tuoi mi fanno veramente piacere),Gabryweasley(Quando le cs sn troppo perfette rischiano di sembrare finte,grazie anke x i complimenti!),Xellor(Grazie x avermi fatto conoscere "Through the fire and flames"...Mi sto scervellando x cercare di inserire le parole in qlke capitolo!Grazie anke x i complimenti!),Dado(Bentornata!Risolti i problemi cn il pc?Magia del magico mondo di Harry Potter!),JC(Chi è + odiato fra Sarah e Voldemort?Bella lotta!Cmq grazie x i complimenti),Wings HP(Quello ke vuole è chiaro...),Vale Lovegood(Sai che noia a stare in pace?), Alemalfoy(Esistono donne del genere:la mia migliore amica del liceo era cs!Adoro il tuo spirito Malfoy!!Già,la situazione di Seas e Dean nn è facile cercherò di sbloccarla in qlk modo...),Princess_Jadore(Oddio!Esiste una cura disintossicante?Andiamo,sarebbe troppo banale se li kiamassi tt e 2 James e Lily!C'è bisogno d'immaginazione...),Giuliailuig(Benvenuta!Grazie x i complimenti!),Yuyutiamo(Cm vedi al momento la situazione si è ingarbugliata ancora di +...Devo cominciare a scappare dai forconi?), Pikkola(Come vedi ho già risposto alla tua domanda:era come l'immaginavi?),Spooky-Charlotte(Addirittura un mito?Credo veramente sia troppo!Cmq grazie x i complimenti!),Lily94(Tranquilla,recensisci qndo e se vuoi!Cm ho già detto:l'amicizia smuove le montagne...), Bulmettina(Anke Judith,come Seas è una povera vittima...Abbi fede!), Jaily(Ok riferirò il messaggio!),Baby-be(Succederà a tempo debito, altrimenti sembrerebbe una cosa buttata la x far un favore a qualcuno, nn so se sn riuscita a spiegarmi bene),Ninny(Grazie x i complimenti!), and last but not least Potterina88(Stai bene Pamy oppure ho attentato una volta di troppo alla tua salute fisica e mentale?So ke in qst momento sn una delle persone ke odi di + al mondo,ma tranquilla,tt si risolverà! Il colpo di scena c'è stato,ma nn penso te lo immaginavi cs,vero?Fidati,ti stupirò un'altra volta!).

Bene,x ora è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"All out of love"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 31
*** Perdere l'amore ***


love

 

 

"Perdere una donna e avere voglia di morire..."Massimo Ranieri

 

"Respirare forte il suo cuscino,

dire è tutta colpa del destino se non ti ho vicino,

Perdere l'amore,maledetta sera,

che raccogli i cocci di una vita immaginaria..."Massimo Ranieri

 

 

Non aveva visto la macchina.

Aveva attraversato la strada senza prima accertarsi che fosse libera...

L'impatto non era stato neanche tanto forte,era come se fosse salita sulla collina che divideva la Tana dalla casa dei Lovegood senza prima aver fatto un pò di riscaldamento,arrivando così a destinazione con il fiato mozzo.

Poi era caduta a terra,sbattendo il fianco destro sul cemento duro e in lontananza aveva sentito le urla di Harry.

Aveva ancora il fiato corto,nonostante adesso fosse sdraiata in posizione supina e non c'era niente che le bloccasse il respiro.

I gemelli...

Provò a muovere la mano destra,ma sentì un dolore lancinante che le impedì ogni movimento, quindi allungò la mano destra finchè questa non raggiunse il ventre,dov'erano i suoi bambini: stavano bene?

Aveva le palpebre pesanti,come dopo una nottata insonne,eppure pochi istanti prima era cosciente e perfettamente sveglia.

Attorno a lei vedeva un capanello di gente sconosciuta che si accalcava per controllare le sue condizioni ma Ginny,stanca di tutti quei volti estranei,chiuse gli occhi.

-Ginny!-si sentì chiamare.

Riaprì gli occhi,con inaspettata fatica e vide Harry,accanto a lei,sentì la mano poggiata sulla sua poco sopra il ventre e cercò di fargli un sorriso,ma poi si ricordò di quello che era accaduto neanche pochi istanti prima e il sorriso gli morì sulle labbra.

C'era qualcosa di caldo e vischioso che le stava scendendo accanto all'occhio,lo poteva sentire distintamente,ma non riusciva a capire bene cosa fosse.

-Harry...-lo chiamò.

Perchè tutt'un tratto aveva paura?

Paura per sè stessa,per i bambini,per le conseguenze di quell'incidente...

-Ginny guardami...Devi restare sveglia-le disse Harry.

La sua voce era preoccupata,tesa,lo si capiva anche dallo sguardo che aveva negli occhi.

Restare sveglia:era piu' facile a dirlo che a farlo!

Le sue palpebre resistettero soltanto qualche altro istante,poi cedettero sotto la forza di gravità e il sonno,e tutto intorno fu buio.

Il suo cellulare squillò e ancora prima di avere la possibilità di vedere chi era,acor prima di rispondere,seppe che sarebbero state cattive notizie.

-Ginny?-domandò subito,sentendo gli occhi del fratello e di Luna su di sè.

-Ron sono Harry...C'è stato un'incidente-sentì dall'altro lato del telefono.

 

OSPEDALE GREAT ORMOND,London

 

L'ambulanza era arrivata nel giro di pochi minuti.

Non sapeva chi l'aveva chiamata,se David oppure uno dei passanti che si erano fermati ad osservare la scena ma,come evocata dal nulla,quell'ambulanza arrivò al momento opportuno.

Avevano messo un collare per immobilizzare la testa di Ginny e l'avevano sdraiata su una barella prima di farla salire sull'ambulanza.

Per tutto il tempo Harry non si era staccato da Ginny,tenendole la mano che poco prima era abbandonata sul ventre,mentre la paura e i sensi di colpa combattevano una strenua lotta dentro di lui.

Era tutta colpa sua:l'incidente era colpa del bacio che aveva dato a Sarah,del suo silenzio, del aver escluso Ginny dall'ennesima bugia della donna.

Se avesse parlato con lei,le cose sarebbero state completamente diverse.

Ormai era inutile stare a pensarci...Non avrebbe mai saputo cosa sarebbe successo!

Aveva provato a salire sull'ambulanza,ma i paramedici glielo avevano impedito.

-Sarebbe soltanto d'impiccio sull'ambulanza-gli avevano detto.

Avrebbe voluto prenderli tutti e due a pugni,ma sapeva che prima sarebbero partiti prima Ginny sarebbe arrivata in ospedale.

Si era fatto dire dove l'avrebbero portata e li aveva lasciati partire.

David,che gli era stato accanto tutto il tempo,lo aveva quasi preso per mano e lo aveva portato alla sua macchina,messo a sedere sul sedile del passeggero e si era poi messo alla guida,partendo subito dopo lasciando un bel po di pneumatici sull'asfalto.

Per tutto il tragitto era rimasto in silenzio,mentre David cercava di fare il prima possibile,aveva guardato la strada davanti a sè,immaginando lo scenario peggiore:e se arrivato là gli avessero detto che Ginny era morta?

Che l'impatto era stato troppo forte?

Non aveva piu' ripreso conoscenza da quando aveva chiuso gli occhi,nonostante lui la chiamasse e facesse di tutto per farla rinvenire...

Che avrebbe fatto senza di lei?

Una nuova sgommata gli fece capire che erano arrivati al pronto soccorso:David fermò la macchina nel parcheggio delle ambulanze,soltanto per permettergli gli scendere ed Harry si fiondò fuori dall'auto,quasi dimenticando di essere ancora legato alla cintura di sicurezza.

Lasciò la portiera aperta e corse verso l'accettazione del pronto soccorso,battendo con una mano sul piano del mobile per attirare l'attenzione di qualcuno.

-C'è QUALCUNO CHE PUò AIUTARMI?-urlò.

Una donna con un camice rosa si voltò a guardarlo e lo fissò per qualche istante,forse sorpresa per il suo aspetto sconvolto e per i suoi modi rudi.

-Posso fare qualcosa per lei?-gli domandò con voce calma.

Al solo sentire quella voce tranquilla Harry s'innervosì ancora di piu':ma non capivano che era un emergenza?

Come facevano ad essere tutti così rilassati?

-E' già arrivata un'ambulanza con una donna a bordo?E' vittima di un'incidente stradale-precisò subito dopo.

Con infinita calma,la donna in rosa lesse su una cartella e restò in silenzio soltanto pochi istanti,ma Harry aveva già aspettato troppo.

Battè di nuovo con la mano sul bancone facendole alzare lo sguardo su di sè.

-ALLORA è ARRIVATA O NO?-gli domandò alzando la voce.

David entrò in quel momento nel pronto soccorso e corse verso di lui:era impossibile non notarlo.

-Si calmi!-lo rimproverò la donna.

-NO,NON MI CALMO!LA MIA COMPAGNA INCINTA HA APPENA AVUTO UN INCIDENTE E LEI MI DICE DI STARE CALMO?-gli domandò alzando ancora di piu' la voce e facendo voltare alcune persone sedute in attesa del loro turno.

-Harry abbassa la voce!Sta buono e vedrai che adesso questa gentile signora ci dirà dove possiamo trovare Ginny-s'intromise David arrivando al suo fianco.

Harry sospirò visibilmente esasperato e si scompigliò i capelli con un gesto della mano,assumendo ancora di piu' l'aspetto di un pazzo.

-E' in sala emergenza 4.La stanno visitando.

Terzo corridoio a sinistra-disse la donna.

Harry schizzò via alla velocità di un fulmine e David seguì il suo esempio.

Controllò tutte le porte che gli si paravano davanti in quella sua folle corsa,seguito a breve distanza da David,che non lo perdeva di vista neanche un'istante per paura di un'ennesima uscita di testa,e alla fine la vide:era sdraiata su un letto in mezzo ad una stanza,con un via vai di medici ed infermieri che le si muovevano intorno.

Riusciva a vederle soltanto alcuni spazzi del suo volto attraverso il vetro rettangolare al centro della porta.

Che accidenti faceva in mezzo a quel corridoio?Doveva essere accanto a lei!

Doveva farle sentire la sua presenza!

Con una sola manata aprì entrambe le porte ed entrò nella stanza,facendo voltare un paio di medici,che alzarono solo per pochi istanti lo sguardo da Ginny.

-Chi è lei?Chi l'ha fatta entrare?-domandò una donna,con un tono quasi aggressivo.

Harry posò lo sguardo su di lei e dallo sguardo che lei gli lanciò sembrò pronta a lanciarlo fuori dalla porta soltanto prendendolo per le braccia.

-Che ci fa qui?-domandò di nuovo,vedendo che Harry non gli rispondeva.

-E' la mia fidanzata-riuscì a dire Harry con voce tremante.

Il volto della donna si addolcì,ma soltanto quel tanto che gli permetteva la situazione:quella era una zona interdetta ai familiari,Harry non poteva stare lì.

-Capisco signore,ma lei adesso non può stare qui-gli disse poggiandogli una mano sul gomito destro.

-Come sta Ginny?-domandò Harry non riuscendo a starre lo sguardo dal corpo di Ginny sdraiato sulla barella.

Attorno a lui medici e paramedici si affollavano e si parlavano in un linguaggio tutto loro pieni formule e termini medici che per lui erano incomprensibili,ma stranamente quelle parole gli giungevano alle orecchie ovattate,come il suono lontano delle onde su una spiaggia.

-Stiamo facendo il possibile per lei,ma lei adesso deve uscire e farci fare il nostro mestiere-disse ancora la donna.

-E i bambini?-chiese ancora Harry.

La domanda aveva colto di sorpresa gran parte dei presenti:Harry li vide fermarsi un'istante e voltarsi verso di lui,con un'espressione sorpresa sul volto.

-C'erano altre persone coinvolte nell'incidente,signore?-gli domandò un medico alla destra della barella,con un paio di occhiali di plastica a proteggergli gli occhi.

Harry lo guardò senza capire,poi si rese conto di quello che significava quella frase:non sapevano ancora che Ginny era incinta!

Scosse la testa velocemente e piu' volte,alternando lo sguardo dalla donna accanto a lui al medico che gli aveva rivolto la domanda.

-No,no...Ginny è incinta!Aspetta due gemelli-disse sentendo un'ondata d'angoscia crescere dentro.

Ci fu uno sguardo preoccupato fra i due medici ai lati della barella e poi il medico che gli aveva parlato poco prima,lo guardò preoccupato.

-Di quante settimane?-domandò.

Harry scosse la testa.

-Non lo so con precisione...Sta entrando nel quarto mese-aggiunse subito dopo.

Il medico annuì.

-Portate qui un'ecografo e fate scendere un ginecologo...SUBITO!-disse all'infermiera accanto a sè.

Harry sentì crescere ancora di piu' l'angoscia che gli impediva di respirare.

-Signore adesso deve uscire...Non appena ci saranno novità le farò sapere-disse la donna che era rimasta tutto il tempo accanto a lui,spingendolo gentilmente verso la porta.

-No,non posso lasciarla...-disse Harry sentendosi nel panico.

-Le prometto che faremo tutto il possibile per la sua compagna,ma adesso deve lasciarci lavorare-disse di nuovo la donna.

Harry staccò lo sguardo da Ginny e per la prima volta guardò la donna che era al suo fianco e lo stavo spingendo lontano da Ginny:era una donna di colore,con corti capelli castani,occhi castani, una bocca carnosa ed un naso pronunciato.

Indossava un camice verde,da medico,coperto da una mantella trasparente gialla,del tipo che indossano i medici durante le emergenze.

-La prego...-disse di nuovo,con voce piu' calma.

Harry sentì delle brucianti lacrime premergli agli angoli degli occhi per uscire.

-Lei è tutto quello che ho...-le disse con voce strozzata.

La donna annuì,come se capisse realmente la voragine che sarebbe diventata la vita di Harry senza Ginny e i bambini,e lo invitò ancora una volta ad uscire in corridoio.

Rassegnato,Harry eseguì:uscì dalla stanza accolto subito da David che gli mise un braccio sulle spalle.

Passarono venti minuti in quel corridoio,vedendo attraverso il vetro medici entrare ed uscire, macchinari avvicinarsi alla barella,infermiere che attaccavano flebo al braccio di Ginny.

Poi accadde tutto velocemente:i medici si allontanarono dalla barella,e velocemente il letto si mosse verso la porta che venne spalancata per far entrare il letto in corridoio.

-Dove la state portando?-domandò Harry seguendo il percorso della barella,accanto ad un'infermiera e ad un medico che non si erano staccati da Ginny.

-La sua fidanzata ha un'emorragia interna,dobbiamo operarla-disse l'uomo con una crudezza nella voce che gli impediva di lasciarsi coinvolgere dai suoi pazienti.

-Operarla?Ma i bambini sono ancora piccoli,non ce la faranno a...-disse Harry sentendosi avvolgere dalla paura.

-La nostra priorità è salvare la madre adesso...-gli disse l'uomo.

Il letto era arrivato ad uno spiazzo dove sulla destra si aprivano le diramazioni per altri corridoii e sulla sinistra c'erano gli ascensori.

Quella frase continuava a rimbombare nel cervello di Harry neanche una condanna:salvare soltanto Ginny e lasciar morire i loro figli?

Ma non capivano che una cosa era legata all'altra?

Se Ginny si fosse svegliata e avesse scoperto che i loro bambini non c'erano piu'...sarebbe semplicemente impazzita dal dolore.

E la colpa era soltanto sua e delle sue azioni!

-Prometta che farà di tutto per salvare i nostri figli-disse Harry mettendo una mano sul ferro del letto e bloccandolo prima che questo entrasse nell'ascensore.

Il medico lo guardò visibilmente contrariato,ma la cosa non spaventò minimanente Harry.

-Si rende conto che i suoi figli sono ancora troppo piccoli?-gli fece notare il medico,cercando di farlo ragionare.

-No,è lei che non si rende conto!

Lei non conosce Ginny...Se lei scoprisse che non ho fatto il possibile per salvare i nostri figli non me lo perdonerà mai...-gli disse Harry alzando inconsapevolmente la voce.

Aveva già troppe cose da farsi perdonare,non voleva aggiungervi quell'altra colpa...

Il medico lo guardò in silenzio.

-Lei deve promettermi che farà tutto quello che è in suo potere per salvare i nostri bambini-gli disse ancora Harry.

I due uomini si guardarono ancora un secondo prima che il medico facesse un cenno affermativo con il capo.

-Se è questo che serve per farle lasciare la barella...-disse in tono serio.

Harry annuì a sua volta e allontanò la mano dal metallo del letto,permettendogli così di muoversi e di entrare nell'ascensore.

-Dove la state portando?-domandò prima che la porta si chiudesse.

-Terzo piano-rispose l'infermiera,che era rimasta in silenzio fino a quel momento.

Harry guardò David e un'istante dopo,premette il pulsante per l'ascensore.

-Harry non credi che sia il caso di avvertire la famiglia di Ginny?-domandò David quando furono arrivati al piano.

Erano stati costretti ancora una volta ad aspettare nel corridoio,e questa volta nessuno dei due sapeva quanto sarebbe durata questa attesa e quale sarebbe stato il suo esito.

La famiglia di Ginny...

Harry si sedette su una panchina verde mela che correva per tutta una parete e si prese per un' istante la testa fra le mani.

Era soltanto un brutto incubo...

Prima o poi si sarebbe risvegliato e lei sarebbe stata di nuovo accanto a lui...e questa volta non avrebbe fatto lo stesso sbaglio.

-Vuoi che ci pensi io?-gli domandò David,visibilmente preoccupato per lui.

Harry rialzò la testa e dopo averlo guardato un'istante fece un segno di diniego.

-Devo farlo io-disse serio.

Prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni e compose il numero del cellulare di Ron.

-Pronto?-sentì dall'altra parte della cornetta.

-Ron sono io...C'è stato un'incidente-disse riconoscendo la voce dell'amico.

 

 

 

I minuti trascorrevano lenti,i secondi si allungavano fino a formare dei nuovi minuti.

Quanto era passato da quando Ginny era sparita dietro l'angolo del corridoio?

Mezz'ora?Quindici minuti?Di piu'forse?Era veramente incapace di dirlo...

Dopo aver attaccato il telefono con Ron aveva chiamato Miss Queen per chiederle di restare con Teddy,spiegandole che c'era stato un'incidente e che non sapeva quando sarebbe potuto tornare a casa.

La donna,naturalmente,si era dimostrata comprensiva e disponibile,preoccupata a sua volta per Ginny.

Ad un certo punto dell'attesa erano arrivati anche Luna,George e Ron.

Erano spaventati,trafelati,con i volti tesi per la tensione.

-Che cazzo è successo?-domandò George.

-Che le hai fatto?-domandò Luna nello stesso momento.

L'unico a rimanere in silenzio fu Ron,come in attesa delle sue risposte,lo sguardo fisso sull'amico di un tempo ed una strana espressione sul volto.

David fece per parlare,ma Harry gli mise una mano sul braccio per interromperlo:sapeva che quel compito toccava a lui.

-Stavamo litigando...Ginny ha attraversato la strada senza guardare ed è stata investita-disse alzando lo sguardo su George.

-Che cos'ha?-chiese Ron.

Harry scosse la testa.

-Non lo so...Parlano di emorragia interna,per adesso la stanno operando-disse con voce sconsolata.

-E i bambini?-chiese Luna preoccupata.

-Non lo so,non lo so!Hanno detto che per loro è piu' importante la vita di Ginny e che i bambini sono troppo piccoli per sopravvivere...-disse alzando di nuovo la voce,teso.

Sentì la mano di David posarsi sul suo ginocchio e cercare di calmarlo,come aveva fatto spesso in quell'attesa,ma Harry questa volta si alzò e si avvicinò alla finestra che era a pochi passi di distanza.

-Può perdere i gemelli...Può morire...E io non...-disse non riuscendo a finire la frase.

Per alcuni istanti scese il silenzio,mentre quella constatazione scendeva su di loro pesante come un macigno.

-Avete litigato per colpa di Sarah,vero?-domandò Luna.

Harry sentì ancora una volta il peso di quello che aveva fatto:per l'ennesima volta,a distanza di quattro anni,si trovava a chiedersi come sarebbero andate le cose se le sue scelte fossero state diverse...E per l'ennesima volta,la vita delle persone che piu' amava al mondo dipendeva da quelle scelte.

Restò in silenzio,pieno di vergogna per quella domanda,lo sguardo fisso sul palazzo che vedeva dalla finestra dell'ospedale.

Prima che uno di loro potesse parlare,un'infermiera si avvicinò al gruppo.

-Siete qui per la donna in sala operatoria?-domandò senza rivolgersi a nessuno in particolare.

Harry si voltò verso la donna e la riconobbe:era presente anche lei nella concitazione dell'emergenza.

Tutto il gruppo si strinse intorno alla donna,in attesa che questa parlasse di nuovo.

-Si,io sono il fidanzato...Ci sono novità?-domandò subito Harry facendosi piu' avanti rispetto al gruppo.

La donna scosse il capo.

-Mi dispiace,non so nulla...Però avrei bisogno che lei venisse con me per compilare alcuni moduli per l'amministrazione-disse la donna.

Harry le guardò le labbra,poco sicuro di aver capito realmente:Ginny poteva morire e loro parlavano di moduli e di amministrazione?

Scosse la testa.

-No,non mi muovo finchè non è finita l'operazione...-disse.

-Signore la capisco perfettamente,ma ho bisogno di alcune informazioni sulla paziente...Per favore,le prometto che sarà questione di poco-aveva ribattuto in tono conciliante.

Harry si passò una mano fra i capelli sconvolti,non sapendo cosa fare,ma alla fine cedette e annuì.

La donna gli sorrise benevola e s'incamminò,pregandolo di starle dietro.

 

 

Impiegò mezz'ora per compilare tutti i moduli e quando tornò nel corridoio antistante le sale operatorie,il gruppo in attesa era ancora piu' numeroso.

-Harry!-si sentì chiamare.

Prima ancora di rendersi realmente conto di chi fosse,si ritrovò due braccia strette attorno al collo ed il viso affondato in una cascata di riccioli castani:Hermione.

Per un'istante si lasciò andare,allacciando le braccia attorno alla vita dell'amica,mentre la paura che era riuscito a tenere a bada per tutto il tempo in cui era stato lontano da quel corridoio tornava ad avvolgerlo.

-Vedrai andrà tutto bene...-gli disse l'amica sopra la sua spalla destra.

Harry,sempre con gli occhi chiusi,annuì.

Si staccò dal suo abbraccio e riaperti gli occhi,incontrò quelli preoccupati dei signori Weasley che cercavano nei suoi una risposta che lui non era disposto a dare.

Raccontò anche a loro del modo in cui era successo l'incidente,ma non fece nessun cenno delle circostanze che lo avevano causato e fortunatamente Luna evitò di domandargli di nuovo di Sarah.

Ogniuno visse la propria attesa chiuso nel silenzio e nello sbigottimento:era ancora troppo presto per accettare quello che era successo.

Come era possibile essere così felici soltanto ventiquattro ore prima e adesso dover lottare di nuovo contro la paura della morte?

Per ogni componente della famiglia Weasley quello era un brusco salto nel passato,a quando alla fine della guerra si erano trovati a dover organizzare la propria vita senza Fred.

Avrebbero dovuto fare lo stesso ancora una volta?

Ogni membro di quella famiglia cercava di scacciare quel pensiero dalla mente,ma sembrava di combattere una battaglia contro i mulini a vento...

In un'altro momento indefinito dell'attesa,l'ascensore che portava al piano si aprì.

-Harry!-

L'uomo si voltò e riconobbe Graham e Jennifer,con un'espressione scioccata sul viso.

Senza neanche accorgersene,Harry si alzò in piedi e andò verso di loro,gettandosi poi fra le braccia aperte di Graham.

E,inaspettatamente,iniziò a piangere.

Tutte le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento,non appena si trovò fra le braccia dell'uomo uscirono neanche fosse la cosa piu' naturale del mondo.

In quei tre anni di solitudine nessuno gli era stato piu' vicino di Graham di Jennifer e delle loro figlie:lo avevano preso subito sotto la loro protezione,considerandolo quasi un figlio acquisito e trattando Teddy alla stregua di un piccolo nipotino.

Harry in Graham aveva ritrovato quel rapporto che gli mancava dalla morte di Sirius:aveva finalmente qualcuno che si prendesse cura di lui,che gli dicesse cos'era giusto e cosa non lo era comportandosi con lui quasi come un padre.

Anche in quel momento Graham restava immobile,capendo il dolore di Harry e limitandosi a dargli qualche piccola pacca sulla spalla.

Gli altri presenti non dissero una parola,sorpresi da quello sfogo improvviso:fino a quel momento sembrava che niente potesse intaccare la corazza che Harry aveva costruito per proteggersi contro quell'evento.

-Andrà tutto bene...Ginny è una donna forte,è giovane...E poi sei in uno dei migliori ospedali della città-gli disse Graham cercando di calmarlo.

Harry annuì staccandosi da lui e asciugandosi gli occhi con il palmo di una mano neanche fosse tornato bambino.

-E adesso?-domandò guardando l'amico.

-Adesso dobbiamo solo aspettare-iniziò Jennifer,improvvisamente a disagio.

E l'attesa ricominiciò,senza piu' nessuna interruzione:erano tutti troppo tesi per parlare o addirittura per scambiarsi uno sguardo.

Era come se vivessero in un'universo talmente fragile e precario che un minimo cambiamento poteva provocare conseguenze inaspettate e,forse,irreparabili.

La luce del sole,fuori dalla finestra,aveva cominciato ad affievolirsi:prima il Sole aveva proseguito il suo percorso nascondendosi parzialmente dietro il palazzo di fronte,poi la luce era cambiata, diventando piu' tenue,quasi soffice,facendo capire al gruppo in attesa il lento trascorrere delle ore.

Poi,quando ormai tutti sembravano abituati a quell'immobilità,la porta che divideva le sale operatorie dal corridoio si aprì e ne uscì una donna.

Harry la riconobbe con qualche istante di ritardo:era la donna che lo aveva accompagnato gentilmente alla porta quando si erano trovati di sotto nella sala emergenze.

Anche il medico doveva averlo riconosciuto fra le altre persone e ora puntava dritto verso di lui.

-Eccola qui!-disse,come se lo avesse trovato dopo una lunga ricerca.

-Come sta Ginny?-domandò subito Harry,alzandosi in piedi e avvicinandosi alla donna.

Subito la calca formata dai membri della famiglia Weasley si avvicinò alla donna,ansiosa di avere notizie.

-La sua fidanzata è nel post-operatorio,sta uscendo dall'anestesia.

Ha il braccio ed il polso destro fratturati,e nei prossimi giorni provvederemo a ingessarli.

Inoltre abbiamo dovuto asportarle la milza perchè era quella che causava l'emorragia interna...- gli disse in tono professionale.

-E i bambini?-domandò subito Harry.

LA donna restò qualche istante in silenzio,in cui abbassò lo sguardo sulle proprie mani,poi tornò a guardarlo in volto.

-Non sappiamo ancora nulla dei suoi figli,non appena la sua fidanzata starà meglio faremo un'ecografia per controllare il loro stato di salute...Ma credo sia opportuno che lei cominci a prendere in considerazione l'ipotesi di perderne uno...O tutti e due-disse la donna con il massimo della delicatezza.

Hermione fece un singhiozzo d'apprensione e si coprì la bocca con una mano,mentre Luna cercava rifugio fra le braccia di George,come a volersi proteggere da quella possibilità.

Harry,invece,era rimasto immobile come schiantato dal peso di quelle parole:come poteva essere così calma quella donna mentre distruggeva il mondo che lui e Ginny avevano creato con tanta fatica?

-Voglio vedere Ginny!-disse con lo sguardo fisso nel vuoto.

Stranamente la donna si mosse imbarazzata:c'era ancora qualcosa che non andava...

-Veramente la signora vuole vedere sua madre...-gli disse.

-Eccomi!Eccomi sono qui!-disse subito la signora Weasley facendosi avanti.

Il dottore annuì e poi guardò di nuovo Harry,chiedendogli quasi scusa con lo sguardo.

-Bene,allora venga che l'accompagno...-disse poi guardando la signora Weasley.

E senza aggiungere altro si avviò di nuovo verso la porta che nascondeva le camere operatorie,seguita a breve distanza dalla signora Weasley.

Il gruppo presente nel corridoio adesso aveva iniziato a riunirsi in piccoli gruppetti per commentare le nuove informazioni che il medico aveva appena dato loro:Ron ed Hermione erano vicini,intenti in una discussione sussurrata,George e Luna parlavano con il signor Weasley, che non riusciva a calmarsi nonostante i suoi buoni propositi e il gruppo della radio si teneva in disparte,per non intralciare il dolore di quella famiglia ma abbastanza vicini da mostrare a Harry il proprio sostegno.

L'unico che si teneva in disparte,fermo ancora nel punto in cui era quando era arrivato il medico era Harry,che ancora lottava con i suoi demoni e i suoi desideri.

Aveva bisogno d'aria...

Senza parlare si avviò per il corridoio che portava agli ascensori e svoltò a destra,senza sapere neanche dove i suoi piedi lo stavano portando;sentiva alle sue spalle che qualcuno lo chiamava a piu' riprese,ma non si voltò:aveva bisogno d'aria.

Continuando a camminare s'imbattè nei bagni.

S'infilò nel bagno degli uomini e chiuse la porta con un tonfo,senza neanche proccuparsi di quello che la gente poteva pensare o se c'erano altre persone nel bagno.

Si avvicinò alla serie di lavabi e poggiò entrambe le mani sul marmo freddo e bagnato,guardandosi allo specchio:chi era quell'uomo di fronte a lui?

Lui non aveva gli occhi così fuori dalle orbite,così rossi da sembrare pronti sul punto di iniziare a lacrimare da un momento all'altro.

Lui aveva sempre il viso perfettamente sbarbato e i capelli il piu' in ordine possibile;i suoi vestiti erano sempre stirati e senza nessuna grinza...Quindi chi era l'uomo con i vestiti strattonati e le guance ispide di barba?

-E' tutta colpa tua!-disse al suo doppio nello specchio.

Con la mente annebbiata si voltò verso le porte dei bagni e iniziò a prenderle a calci,senza risparmiarne neanche una,mentre delle roche urla gli uscivano dalle labbra senza che neanche se ne accorgesse.

Quando gli sembrò che la furia fosse finita,che tutto fosse tornato come prima,si riavvicinò al lavabo ed aprì l'acqua fredda.

Non aveva voglia di guardare lo specchio:sapeva che vi avrebbe trovato di nuovo quel doppio e non aveva ancora la forza per affrontarlo...

Si sciacquò il viso con l'acqua gelata e respirò piu' volte prima di essere pronto per uscire dal bagno e tornare dagli altri.

Ora tutto quello che voleva era vedere Ginny,avere la possibilità di parlare con lei,cercare il suo perdono per il modo inqualificabile in cui si era comportato,pensava mentre girava l'angolo del corridoio.

Ma qualcosa lo bloccò.

Leggermente discosta dal resto del gruppo,che non le staccava gli occhi di dosso per cercare di capire che cosa era successo,Sarah era impegnata in una discussione con David:era ancora vestita come quella mattina...

Improvvisamente,tutta la furia che aveva liberato nel chiuso del bagno tornò ad assalirlo centuplicata,i suoi occhi si ridussero a due fessure e sentì delle strane sensazioni attraversarlo:era come se la rabbia avesse preso il sopravvento,come se fosse lei adesso a guidare le sue azioni.

-E TU CHE CI FAI QUI?-le domandò con voce piena di rabbia.

David si voltò verso di lui vedendolo arrivare e subito si frappose fra Harry e Sarah:era l'unico che sapeva tutto quello che era successo e quindi era l'unico che sapesse veramente la gravità della situazione.

-Stava andando via...-gli disse mentre Harry si avvicinava a passo svelto a Sarah.

-Harry io...-iniziò Sarah.

-CON CHE CORAGGIO TI PRESENTI QUI?-domandò ancora Harry continuando ad avanzare.

Il resto del gruppo non sapeva esattamente cosa era successo,ma continuava a guardarli neanche fossero la scena di un film weastern.

Harry fece uno scatto verso Sarah e l'avrebbe afferrata se non fosse stato per David che si era parato davanti alla donna prendendo Harry per le braccia.

Dal canto suo,Sarah era quasi rannicchiata in un'angolo e il tremore del labbro inferiore faceva intuire che era sul punto di scoppiare in lacrime.

-Mi dispiace...Non credevo...-disse guardando Harry.

-COSA?ERA QUESTO IL TUO PIANO? TU...-disse ancora Harry guardando la donna da sopra la spalla destra di David,che non sembrava intenzionato a lasciarlo andare.

-NO,ti giuro...-continuò a scusarsi Sarah.

La rabbia aveva raggiunto e superato il livello di guardia:se avesse potuto uccidere con lo sguardo,allora Sarah sarebbe morta quando gli occhi di Harry si posarono per l'ennesima volta su di lei.

Harry si rammaricò per non avere con sè la sua bacchetta perchè per la prima volta nella sua vita era fermamente convinto e pronto ad usare la piu' terribile delle Maledizioni Senza Perdono: l'Avada Kedavra.

Quella scoperta fece aumentare ancora di piu' la rabbia dentro di lui,che sembrò abbattersi come un'onda quando posò lo sguardo su Sarah.

-SPERA SOLO CHE NON SUCCEDA NIENTE AD GINNY E AI BAMBINI,ALTRIMENTI VERRò A CERCARTI...E ALLORA LA COSA PIU' PIACEVOLE CHE TU POSSA SPERARE SARà LA MORTE!-le disse fissandola.

-BASTA ADESSO HARRY!-

La voce di Ron si stagliò chiara nel trambusto e nello stesso istante le braccia di David lo lasciarono,quasi avessero paura di prendersi qualche brutta malattia o di bruciarsi al solo contatto con il suo corpo.

Come un palloncino che perde lentamente aria,la rabbia si stava affievolendo ed Harry tornava a ragionare lucidamente:posò lo sguardo su David e vide che l'amico rifuggiava lo sguardo,un' espressione spaventata in volto.

La stessa espressione era visibile anche sul volto di tutti i membri della radio:che accidenti era successo?

Poi posò lo sguardo sui membri della famiglia Weasley e capì:lo aveva fatto di nuovo.

Due volte in due giorni!

Incontrò lo sguardo di Ron e vide che era l'unico che continuava ad avere il viso serio e lo sguardo fisso su di lui.

-Hai finito di fare tutto questo baccano?-gli domandò con voce seria.

Harry si limitò ad annuire.

Anche il rosso annuì.

-Bene,perchè urlavi talmente forte che non si capiva una parola di quello che dicevi-gli disse.

Harry lo guardò e si trovò a ringraziarlo mentalmente per aver cercato di sistemare le cose.

Anche Hermione sembrava essersi ripresa dal torpore con cui aveva assistito alla scena e guardò Sarah con uno sguardo di puro disprezzo negli occhi.

-Credo sia meglio che lei se ne vada-le disse.

Come un tempo,Ron ed Hermione stavano creando uno scudo fra lui e il resto del mondo per evitare che questo gli facesse troppo male,per proteggerlo,neanche ci fosse ancora la minaccia di Voldemort.

Sarah annuì,ancora troppo sconvolta dallo sfogo di Harry per parlare.

Jennifer,come al solito,si fece prendere dal suo aspetto materno e accompagnò la ragazza fino allo spiazzo degli ascensori.

Ma nessuno prestò piu' tanta attenzione a Sarah,perchè in quel momento la signora Weasley uscì nel corridoio e tutti le si accalcarono attorno per avere notizie.

-Come sta Ginny?-domandarono tutti quasi all'unisono.

Dall'espressione sul volto della signora Weasley capirono che c'erano notizie positive:non aveva piu' quell'aria tesa e preoccupata che l'aveva trasfigurata per tutta l'attesa.

-Si sta riprendendo...Ormai è completamente sveglia.

Sono uscita soltanto qualche istante per farvi sapere come stanno le cose,ma devo tornare dentro perchè fra poco le faranno l'ecografia-disse con voce seria.

Era la prima volta da tanto tempo che Harry la sentiva parlare con quel tono...

-Voglio venire con lei-disse subito Harry.

Il volto della signora Weasley cambiò a quelle parole e diventò imbarazzato.

-Harry...-iniziò.

L'uomo la guardò sorpreso,in attesa che lei continuasse.

-Ginny non vuole che tu entri-gli disse.

Quante volte l'avevano colpito quel giorno?

Un'infinità...Ma nessuna aveva fatto male quanto questa.

-Lei non vuole vedermi?-domandò con voce scioccata.

Non aveva visto l'espressione degli altri,ma sapeva che era sorpresa quasi quanto la sua.

La signora Weasley annuì,suo malgrado.

-Ha detto che deciderà lei quando farti entrare...ma non vuole che tu sia presente all'ecografia e mi ha detto di dirti che tu sai perchè-concluse la donna.

Harry annuì.

Lo sapeva benissimo.

Era colpa sua se Ginny era in quella sala post-operatoria e se tutto era successo.

Quello era il modo di Ginny per punirlo.

-Va bene aspetterò qui-disse rivolto alla donna.

La signora Weasley fece per andarsene,ma Harry la richiamò.

-Ma la prego,non appena sa qualcosa...-disse non riuscendo poi a finire la frase.

La signora Weasley,risollevata dal modo in cui si stavano mettendo le cose,gli sorrise.

-Non hai neanche bisogno di chiedermelo-gli disse.

Poi sparì di nuovo dietro la porta,lasciandolo di nuovo in attesa.

 

Lacrime.

Sembra così semplice esprimere le proprie emozioni,i propri sentimenti...

Invece in quel momento non c'era niente di piu' difficile.

A neanche cinquanta metri di distanza da lui c'era la donna della sua vita,che si sentiva offesa tradita e che aveva deciso di punirlo escludendolo da un momento importante che avrebbe potuto ridare un pò di equilibrio e di senso a quella giornata infernale.

Graham e Jennifer,dopo aver saputo che Ginny stava meglio si erano congedati,ancora scioccati per l'esibizione in Serpentese di Harry,anche se avevano cercato di non darlo troppo a vedere.

David,invece,era rimasto,anche se continuava a tenersi in disparte spaventato che da un momento all'altro potesse accadere di nuovo.

Da quanto tempo era in attesa?

Quante ore?Aveva letteralmente perso la cognizione del tempo.

Sapeva soltanto che doveva cercare di rimettere da posto le cose,doveva cancellare quel giorno, cancellare quel bacio e tutti gli effetti negativi che aveva avuto.

Quando la porta si aprì di nuovo sul corridoio,sembrò che tutti nello stesso istante trattenessero il fiato.

Harry scattò in piedi alla vista della signora Weasley:aveva gli occhi lucidi.

Era un buon segno,giusto?Oppure stava piangendo per...

NO!Non voleva pensarci!

Fece un passo verso di lei e la guardò senza riuscire a pronunciare la domanda fatidica.

Passò qualche altro istante prima che la signora Weasley parlasse,rivolgendosi direttamente ad Harry.

-Ginny vuole vederti-disse semplicemente.

Harry la guardò in viso qualche istante cercando di capire che cosa potevano significare quelle poche parole,ma non riuscì a trovare nessun'inclinazione particolare,nessun'espressione del viso che gli permettesse di capire che cosa era successo.

Scattò velocemente verso la porta che separava il corridoio dalle camere post-operatorie e seguì il corridoio finchè non ne trovò una aperta;lanciò uno sguardo dentro e il suo cuore mancò un battito:piccola in quel grande,immenso letto bianco,c'era Ginny.

Entrò con passi felpati,neanche avesse paura di provocare danni e la guardò:le coperte la coprivano fino al petto;il braccio destro era fasciato dal gomito fino alla mano,lasciando libere soltanto le mani bianche ed affusolate,mentre il braccio sinistro era lasciato lungo il fianco e sia sul dorso della mano che nel braccio c'erano due aghi a cui erano collegate due flabo,attaccate ad un'infusore poco lontano.

Ginny aveva la testa reclinata verso sinistra,gli occhi chiusi,un cerotto sopra il sopracciglio sinistro ed il viso pallido come dopo una mattinata di nausee costanti:l'unica nota di colore erano i capelli sparsi sul cuscino.

-Gin-la chiamò Harry.

A quel piccolo suono,la donna aprì gli occhi e mosse leggermente la testa,cercando cosa l'aveva prodotto e alla fine lo vide.

Il suo sguardo non cambiò,rimase imperturbabile come se la persona davanti a lei fosse un medico o uno sconosciuto.

-Ciao-gli disse piano.

Harry si mosse verso il lato destro del letto,attento a non intralciare l'infusore della flebo e avvicinò una sedia al letto.

-Come ti senti?-le domandò preoccupato.

-Un pò stonata,ma dicono che è normale-

Harry le prese una mano,lo sguardo sul viso della donna.

-Come stanno i bambini?Tua madre non ha voluto dirmi niente...-le chiese ancora.

SMETTILA DI FARE TUTTE QUESTE DOMANDE E CHIEDILE SCUSA!urlò una voce nella sua testa.

-Stanno bene...Stanno bene tutti e due-gli disse Ginny.

Harry la guardò e si lasciò scappare una piccola risata nervosa,subito seguita da un sorriso sollevato:quelle tre semplici parole l'avevano liberato dell'angoscia di quelle ore interminabili.

Nonostante fossero così piccoli,nonostante l'incidente così grave,i loro figli erano ancora vivi...

Un miracolo!

Allora tutto si sarebbe risolto.

Si portò la mano di Ginny alle labbra e le baciò piu' volte il dorso e il polso.

-Amore mio...Vedrai mi prenderò cura io di te quando tornerai a casa-le disse accarezzandole i capelli.

-Io non tornerò a casa Harry-gli disse la donna,con il solito tono tranquillo.

Harry la guardò come se lo avesse appena colpito in piena faccia con un pugno e per alcuni istanti fu incapace di respirare.

-Che vuoi dire?-le domandò.

-Ho deciso che appena mi dimetteranno tornerò da George e Luna,in fondo quella è ancora casa mia...-disse parlando lentamente.

-Casa tua è insieme a me-le disse Harry subito.

La donna restò in silenzio qualche istante,come se volesse riflettere oppure soltanto per raccogliere le forze.

-In questi giorni mi sono fatta tante domande...-iniziò,con il solito tono calmo.

-Mi sono chiesta se non avessimo sbagliato ad accanirci contro il destino,se quello che noi abbiamo non è soltanto una fantasia...-gli disse.

-Perchè dici questo?-le chiese sorpreso da quelle parole.

-Perchè non so piu' se ne vale la pena...-gli confessò lei parlando lentamente.

Harrysi domandò quante volte ancora lo avrebbero ferito quel giorno e se ci fosse un limite al dolore,ma adesso fu certo di aver raggiunto il punto massimo.

-Tu sei la cosa piu' importante della mia vita-le disse convinto.

Lo aveva assalito di nuovo la paura,la stessa paura che lo aveva lasciato soltanto poche ore prima.

Un piccolo sorriso si disegnò sul volto di Ginny.

-Già,sono la cosa piu' importante della tua vita eppure sei riuscito a vivere senza di me per tre anni...Se non fosse stato per Hermione tu saresti mai venuto a cercarmi?-gli domandò con il solito tono calmo.

Harry la fissò qualche istante,sorpreso da quelle parole,e poi fu costretto ad abbassare lo sguardo sulle coperte:non c'era bisogno di dire niente,sapevano entrambi la risposta.

-Lo vedi?C'è mancato tanto così perchè non accadesse...

E quando è successo siamo riusciti a rovinare tutto un'altra volta-disse.

Capì che si stava riferendo a Sarah e rialzò lo sguardo sul suo viso,pronto a dirle la verità.

-Posso raccontarti tutto...-le disse velocemente.

Ginny scosse lentamente la testa.

-A che serve ormai?Al primo problema siamo andati in pezzi-

-No!Ascolta possiamo ancora rimettere le cose a posto,possiamo...-disse Harry.

La stava perdendo.

Ginny scosse di nuovo la testa,zittendolo.

-Sai cosa mi fa piu' male?-gli chiese.

-Cosa?-domandò subito Harry.

-Io ti ho aspettato per tre anni,sicura che prima o poi saresti tornato da me...Ma sono stata io a tornare da te,presentandomi alla festa senza conoscere nessuno e cercando di far tacere i miei dubbi e le mie paure.

Tu non hai dovuto far nulla...-gli disse.

-Ginny...Ti prego...-

Aveva capito ormai dove sarebbe finito quel discorso e non era pronto per quello che sarebbe successo.

-Io sono stata sempre un bersaglio facile per te...Ti amo da quando ho memoria,ti è bastato farmi un cenno perchè io cadessi fra le tue braccia e accettassi di essere messa da parte per un Bene Superiore...-gli disse.

Nonostante lo stesse accusando di non aver mai tenuto realmente a lei,di non averla mai amata veramente,il tono della sua voce era ancora calmo e Ginny continuava a parlare lentamente neanche stesse raccontando una favola.

Come sentendo il peso delle sue colpe passate,Harry piegò la testa posando lo sguardo sulla coperta bianca e le lasciò la mano:Ginny si stava allontanando da lui e non c'era niente che potesse fare per trattenerla.

-Tu non hai mai lottato per me...-disse come se fosse un dato di fatto.

Nella stanza scese il silenzio,mentre i due cercavano di trovare la frase giusta per riavvicinarsi, per curare le proprie ferite e quello dell'altro.

Ma era impossibile adesso:c'erano troppe questioni in sospeso,troppi dubbi,troppo rancore.

-Hai infranto la tua promessa-le disse Harry in tono quasi infantile.

Ginny annuì.

-Anche tu...-gli rinfacciò.

Non c'era piu' niente da dire.

In silenzio,Harry si alzò e la guardò:Ginny aveva richiuso gli occhi,forse stanca della lunga conversazione.

Harry si avviò verso la porta e mise una mano sulla maniglia,ma prima di abbassarla voltò la testa di lato per guardare di nuovo la donna.

-Ginny-la chiamò.

Lei aprì gli occhi e lo guardò,in silenzio.

-Ti dimostrerò che ne vale ancora la pena...Ti dimostrerò che sei la cosa piu' importante della mia vita-le disse serio.

Ginny non disse nulla:si limitò a registrare quell'informazione e a richiudere gli occhi subito dopo.

 

 

Via.

Via dall'ospedale.

Via dal dolore.

Via dalla famiglia Weasley che continuava a chiamarlo e che voleva sapere che cosa era successo.

FUORI!

In strada,nelle prime luci della sera,con il vento fra i capelli che ti brucia le guance e ti fa lacrimare gli occhi.

Mentre per lui il mondo si era fermato nel reparto chirurgico del Great Ormond,per il resto della razza umana aveva continuato a girare:qualcuno era nato,qualcuno era morto,per qualcun'altro era stata una giornata fortunata...

Per lui invece era stata la fine di tutto.

Ginny lo aveva lasciato,lo aveva messo in un'angolo e lo aveva fatto a pezzi.

Che senso avrebbe avuto la sua vita adesso senza Ginny e i bambini?

Era ancora di fronte all'ospedale,incapace di andarsene,di fare un passo che lo avrebbe allontanato ancora di piu' da lei:andarsene adesso significava ammettere la fine della loro storia,e lui non era ancora pronto.

Non sarebbe mai stato pronto...Forse avrebbe passato la vita accanto a quell'albero in attesa dell'arrivo di Ginny.

-Harry-si sentì chiamare.

Si voltò e vide Ron,a poca distanza da lui,lo sguardo serio fisso sul suo volto ed entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni.

-Che ci fai tu qui?

Perchè non sei su da tua sorella?-gli domandò.

Ron alzò le spalle,facendo un passo verso di lui.

-Adesso ci sarà la ressa...Ci andrò piu' tardi-gli disse.

Harry fece un cenno con il capo,anche se la risposta di Ron non gli interessava.

Gli diede di nuovo le spalle e poggiò di nuovo la mano sulla corteccia dell'albero,cercando l'appoggio che gli mancava.

-Tu perchè non sei con lei?-gli domandò Ron.

Rimase in silenzio:lo sapeva?

Era stato mandato dalla sorella per potersi godere le sue reazioni oppure era all'oscuro di tutto ed era realmente interessato?si domandò Harry.

-Non credo che tua sorella mi vorrebbe accanto a lei adesso...-gli disse criptico.

Si voltò a guardarlo e vide che il rosso aveva la fronte corrucciata.

-Che vuol dire?Sei il padre dei suoi figli è normale che...-disse infatti.

-MI HA LASCIATO!Contento adesso?-gli domandò voltandosi a guardarlo.

Ron atteggiò il viso ad un'espressione sorpresa e lo fissò per qualche istante in silenzio.

-Mi ha lasciato!Ha detto che non tornerà a casa una volta uscita dall'ospedale,che andrà da George e Luna...-gli raccontò Harry.

Abbassò lo sguardo e si lasciò scivolare fino a sedere per terra,con le ginocchia alzate ed le braccia poggiate su questi.

-E tu hai intenzione di startene qui a compatirti?-gli domandò Ron.

Harry alzò lo sguardo e lo fulminò.

-MA CHI TI HA CHIAMATO,EH?DOVRESTI ESSERE CONTENTO!

FINALMENTE GINNY HA FATTO QUELLO CHE VOLEVI:MI HA LASCIATO!

NON VUOLE PIU' AVERE NIENTE A CHE FARE CON ME!!gli urlò contro.

Ron restò in silenzio per alcuni istanti,poi fece un passo verso di lui.

-Credi che durerà a lungo questa fase?

Perchè se vuoi tornare con Ginny dovremo lavorare parecchio-gli disse.

Harry fece per rispondergli a tono un'altra volta,quando si accorse del plurale usato nella frase; incontrò lo sguardo di Ron sorpreso.

-Che...Che vuoi...-farfugliò.

Ron scosse la testa divertito e gli si avvicinò,piegandosi sulle ginocchia per essere alla sua altezza e incontrò il suo sguardo.

-Se conosco bene mia sorella,non ti basterà un mazzo di fiori per farti perdonare,quindi dobbiamo ingegnarci per trovare qualcosa d'impatto e ovviamente avremo bisogno dell'aiuto di Hermione.

Mia moglie può avere tutti i difetti del mondo,ma le sue idee ci hanno salvato già in un paio di occasioni-gli disse.

Harry lo guardò in silenzio.

-Ce la faremo anche questa volta Harry-concluse Ron serio,lo sguardo fisso in quello dell'amico.

Solo in quel momento Harry capì:Ron era tornato.

E la semplicità di quella scoperta gli riempì gli occhi di lacrime,che scivolarono giu' per le guancie prima di poterle fermare.

Ron vide le lacrime e sorrise,leggermente commosso e coprì le spalle di Harry con il braccio destro.

-Adesso però non diventarmi troppo sentimentale...-gli disse cercando di buttarla sullo scherzo.

Harry rise e annuì.

Aveva ritrovato suo fratello...

 

Salve a tutti!!!

Siete ancora tt vivi oppure l'attesa ha mietuto qualche vittima?

Prima di dire qualsiasi cosa fatemi ringraziare x le recensioni:52 x 1 solo capitolo!

E' un record x me,quindi ringrazio DI CUORE tutti quelli ke si sn appassionati a tal punto a qst ff!

Spero che nn siate rimasti delusi dalla fine del capitolo:vi aspettavate grandi discorsi o grandi strette di mano per sancire il ritorno alla pace di Ron ed Harry?Ho penasto a lungo a come farli tornare in pace e visto che le parole non avevano fatto altro che portare urla e botte ho pensato che magari era meglio lasciare tutto sottinteso.

In fondo i veri amici si capiscono anche senza bisogno di parole...

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia o di battitura.

Il titolo del capitolo è una canzone omonima di Massimo Ranieri.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(A quale dei 3 mex vuoi ke risponda?Cmq...Ok,molte volte gli uomini sn stupidi:a noi donne nn verrebbbe mai in mente 1 cosa del genere!Harry si è comportato da stupido,ma la pagherà amaramente,vedrai,forse anke tr x un mezzo bacio...SE guardavo Dawson's Creek?IO L'ADORAVO!!!),JC(Sai di essere in parte responsabile di tt gli "insulti" ke mi hanno mandato?E' stato grazie alla tua recensione ke ho deciso qst cambio di rotta...Avevi ragione tu,erano tr zuccherosi!),Sly Monica(Già,ma se dopo c si siede sugli allori allora la ff dieventa una palla!Continua a fidarti di Harry),Honey Evans(Sai ke nn sn così sadica!Poi veramente devo cambiare continente o stato solare!), Dado(Chiedi scusa alla tua amica da parte mia!Tranquilla e lascia fare a me),Germana(Che te ne pare adesso?Valeva la pena aspettare?)Xellor(Già è vero...Cade su delle cose cs banali...),Bulmettina(Spero di nn averti fatto aspettare tr!),Tappetta(Credo ke c sia una fila già abbastanza lunga x ucciderla...David nn ha tradito la fiducia di Harry:x qndt ne sapeva lui Harry nn aveva fatto niente d male,quindi nn c'era nessu problema a parlare cn Ginny e calmarla),Wings HP(Sta tranquilla e continua a leggere...X il momento nn posso accontentarti sul ramo matrimonio),Fiamma'90(Te l'avevo detto che Ron t'avrebbe sorpreso), Maryrobin(Grazie x i complimenti!),Pikkola(Speravo di esserci riuscita! Anke io ho vissuto x anni accanto ad una Sarah),Vale Lovegood(Nn potevo uccidere i gemellini...Sarebbe stato tr anke x me!Grazie x i complimenti!),Ninny(Adesso la situazione è veramente complicata,xò vedrai ke rimetterò tt apposto...Abbi fede!),Deidara(Spero ke anke qst capitolo t piaccia!),Gabryweasley(Per ora Harry le ha dato una bella strapazzata...anke se in ritardo!Grazie x i complimenti!),Ginny89potter( Ok pagherò le tue spese mediche!Anche a me piacevano zuccherosi,ma un bravo scrittore sa riconoscere le lamentele dei suoi lettori e cerca di correggersi in tempo),Lily94(Grazie x i complimenti!Ron ti ha stupita?), Wendyepeter(Grazie x i complimenti!),Spooky Charlotte(Grazie x i complimenti!Sono felice di aver smentito qsta tua paura:i gemellini sn ancora vivi!Sì è vero si allontana un pò dalla storia della Row,ma fargli superare una cosa del genere era veramente tr difficile!)Potterina93(Grazie x i complimenti!Credo che c sia la fila x far del male a Sarah...), Potterfanlalla17(Certo ke no!Ci tengo alle mie lettrici;E ti prego,TI PREGO non cadere in depressione!Sai ke se anke faccio casini,poi metto in ordine le cose),Alemalfoy(Chissà xke era l'unico modo in cui immaginavo ke Ron potesse sapere la notizia;Forse x Sarah bisognrebbe far tornare in vita Bella,ke ne dici?),Fairydreams(Bentornata!Il problema di Harry è nnstante tt qllo ke ha passato continua a fidarsi del prossimo,convinto ke tt siano buoni cm lui),Summer84(Stay tuned e vedrai!),Giuliailuig(Quale coppia nn ha dei problemi?Grazie x i complimenti!),Rosy823(Credo ne esisti già uno,vedi fra le fan della ff!), Jellicalcat(Come vedi anke Ginny comincia a rendersi conto di qllo ke è stato il loro passato e ad avere dei dubbi...),Princess Jadore(Scusa nn volevo sembrare antipatica...Mi spiego meglio:diciamo che la situazione dei nomi si risolverà 1 a1. 1 x me e 1 x la Row...),Erika91(Grazie x i complimenti!Adesso sarai costretta a recensire ogni volta...Skerzo,fallo solo se e quanto t va,nn è mica un'obbligo!),Sarita46(Grazie x i complimenti!Cm vedi almeno dal piano della salute tt si è risolto...), Lallina88(No,ti prego!C'è il rischio di una grave disidratazione!!!Vedrò quello che posso fare,te lo prometto!),Hermione'80(Grazie x i complimenti!),Lyoko(Come va adesso?Ti senti meglio?Almeno ho sistemato le cose fra Harry e Ron...),Beby be(Figurati è un piacere,anzi nel caso ne avessi altre,nn farti problemi!),Padfoot07(Come è andata la gita?Almeno x una cosa ho potuto accontentarti,ma t prometto Syria ke le cose si sistemeranno..),Little Giuly(Coraggio,manca poco alla fine!!! Sono d'accordo con te:un bacio è sempre un bacio,anzi alle volte è un tradimento anke peggiore!Ma nn è qllo ke fa stare male la ns Gin),Hermione'06(Grazie x i complimenti e Benvenuta!),Ale'90(Esci dallo sgabuzzino x favore o i miei sensi di colpa cresceranno in maniera esponenziale!),Jaily(Sn perfettamente d'accordo cn te),Erikappa(Grazie x i complimenti!),Mione'91(Grazie x i complimenti!Anke io sn innamorata di George e Luna,vorrei avere un George sl x me,ma senza tt i casini del passato),Fanny'91(Grazie x i complimenti!),and last but not least Potterina88(Adesso fa un respiro profondo  ripeti cin me:non è la fine di tutto!Harry e Gin x il momento si sono lasciati,ma nn è la fine della ff!Lascia fare a me e ti prometto che rimetterò tt a posto,con uno dei miei soliti colpi di scena ke ti piacciono tanto e che ultimamente ti hanno sconvolto.Tu cerca di vedere il lato positivo della ff:Harry e Ron).

Spero veramente di non aver dimenticato nessuno,ma se l'ho fatto nn è stato x cattiveria ma x distrazione.

Bene,x il momento è tutto,vi saluto e vi do appuntamento al prox chap...

"I will show you love"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 32
*** I will show you love ***


show

 

 

-No,no e ancora no!-

La voce di Hermione risuonò secca nella stanza,interrompendo ogni possibile lamentela da parte di Harry e Ron.

-Ma perchè?-domandò insistente Harry.

-In fondo sarebbe un buon modo per rimettere a posto le cose-gli diede man forte Ron.

Hermione guardò i due uomini,seduti uno sul divano,l'altro sulla poltrona nel salotto di Privet Drive e scosse la testa,rassegnata.

-Possibile che dopo tutti questi anni ancora non hai capito che è impossibile cambiare il destino?

Anche se avessi ancora con me la Giratempo,sai benissimo che non potremmo far niente per cambiare il corso degli eventi!-ribadì Hermione.

-Quindi dovrei lasciare le cose come stanno secondo te?-le chiese Harry per l'ennesima volta.

La donna scosse la testa,paziente.

-Non ho mai detto questo!Ho solo detto che era destino che accadesse...E tu non puoi far niente per cambiare le cose-disse prima di subire l'inevitabile e prevedibile interruzione da parte del moro.

-DESTINO?Credi veramente che quello che è successo fosse già scritto?-

-Sai benissimo che non ho mai creduto a certe sciocchezze...Dico solo che forse era la sola via d'uscita possibile dopo tutto quello che era successo...Magari un pò di tempo separati vi aiuta a chiarirvi le idee-continuò Hermione.

Harry si allungò sul divano,stanco dei soliti discorsi e chiuse gli occhi,la testa sul cuscino.

-Come potrebbe aiutarci?Non vuole vedermi,non vuole parlarmi...Sembra voglia dimenticarsi che esisto-disse con la solita voce amareggiata.

-E' un pò difficile dimenticarsi della tua esistenza visto che è incinta dei tuoi gemelli-gli fece notare Ron.

Quella era la cosa che gli faceva piu' male.

Si stava perdendo la loro crescita:non era accanto a lei a seguire la gravidanza giorno per giorno.

Erano passate due settimane da quella famosa discussione e da quasi una settimana Ginny era tornata a casa da George e Luna che,prima di riospitarla in casa,avevano tentato in tutte le maniere di farle cambiare idea,ma inutilmente.

Ginny gli aveva vietato espressamente di andarla a trovare:aveva bisogno di riflettere e non ne sarebbe stata capace con lui sempre fra i piedi.

Gli permetteva di telefonarle ogni giorno,ma l'unico argomento che potevano affrontare erano i loro figli:Ginny era stata obbligata al letto per almeno un mese per cercare di sistemare i danni alla placenta che l'incidente aveva provocato.

Ogni sera,Harry le chiedeva come stava,cosa era successo quel giorno a lei e ai bambini,se c'erano novità sui piccoli e Ginny rispondeva alle domande con dovizia di particolari, rendendolo partecipe di ogni piccola cosa;ma non appena Harry provava ad affrontare l'argomento della loro situazione si chiudeva a riccio e cercava un modo per interrompere la telefonata.

L'unico che aveva il permesso di andarla a trovare sempre,ogni volta che voleva,era ovviamente Teddy.

Il piccolo poteva farsi accompagnare alla casa di Luna e George anche dopo la scuola se ne aveva voglia,ma Teddy aveva deciso di andare a trovare la zia Ginny soltanto nei fine settimana per evitare di far dispiacere suo zio.

Trascorreva con lei il fine settimana e le raccontava tutto quello che le succedeva d'importante, chiedendole notizie sui suoi fratellini e parlando come faceva sempre alla pancia.

Ed ogni volta,concludeva la visita con la solita domanda,ovvero chiedendole quando sarebbe tornata a casa.

Ginny tutte le volte,gli rispondeva "Presto".

-Vedrai che le cose torneranno a posto...In fondo la situazione non è tanto critica-gli disse Ron.

-Mi ha visto mentre Sarah mi succhiava via un labbro dalla faccia!Credi che Hermione ti perdonerebbe una cosa del genere?-gli domandò Harry riaprendo gli occhi e puntandoli sull'amico.

-Ci deve solo provare!-rispose subito la donna.

-Lo vedi!-ribattè Harry frustrato.

Di tutta la famiglia Weasley,soltanto Ron ed Hermione erano a conoscenza di quello che aveva scatenato la lite che poi era degenerata in quel modo così catastrofico.

Anche se avevano provato ad indagare,a fare domande,nessun'altro era riuscito ad ottenere risposta,nè da Harry nè tantomeno da Ginny.

-Possibile che non ci viene in mente niente per rimediare a questo casino?-domandò Ron guardando sua moglie.

-Perchè non me lo chiedi direttamente?Hermione non hai qualche idea?-gli domandò lei divertita.

Ron sorrise e alzò le spalle:ormai non aveva neanche piu' bisogno di fingere con lei.

Sua moglie era capace di capirlo dalla prima parola di una frase oppure da uno sguardo.

L'incidente aveva impedito loro di dare alla famiglia la notizia della gravidanza di Hermione.

Nel frattempo,quando le cose si erano stabilizzate e avevano avuto la certezza che Ginny fosse fuori pericolo,erano andati al San Mungo per fare una visita di controllo.

E avevano avuto la certezza che aspettavano un figlio:Hermione era talmente tesa che non avrebbe potuto reggere una delusione.

Si era attaccata a quella speranza per riuscire a resistere a tutto quello che era successo negli ultimi giorni e fortunatamente il loro sogno si era avverato:un piccolo Weasley che presto si sarebbe aggiunto a Fred Jr,Vicky,Lucy e ai figli di Ginny ed Harry.

Sarebbe venuto anche per loro il momento di gioire con tutta la famiglia,ma ora non era ancora il momento:avevano deciso di aspettare la fine del primo trimestre per essere sicuri che tutto fosse nella norma e di essere fuori dal periodo a rischio.

-Che vuol dire?Non potrei avere delle buone idee anche io?-la sfidò Ron continuando a sorridere.

-Allora tirale fuori!-lo esortò la moglie.

Harry guardò i due amici e,nonostante tutti i suoi problemi,si ritrovò a sorridere.

In quelle due settimane,se si fosse trovato di nuovo da solo come quattro anni prima era sicuro che non ce l'avrebbe fatta.

Invece Ron ed Hermione non l'avevano lasciato neanche un'attimo i primi due giorni, trasferendosi quasi a Privet Drive e prendendosi cura di lui e di Teddy.

Inoltre il piccolo sembrava essere conteso da piu' parti per non fargli sentire troppo il disagio di quella situazione:i signori Weasley sembravano incapaci di passare un giorno senza vederlo e non facevano che chiedergli di passare il finesettimana da loro alla Tana,Bill e Fleur lo venivano a prendere per fargli trascorrere qualche ora con Vicky e lo riportavano dopo cena.

Anche Seamus gli stava dando una mano,anche se era completamente all'oscuro del motivo che aveva spinto Ginny e Harry alla rottura,ma rendersi utile sembrava aiutarlo a distogliere la mente dal casino che era diventata la sua vita privata.

Nelle ultime settimane molti giornali del mondo magico riportavano molte interviste e foto di Dean insieme a Judith Rose,all'apparenza felici e impazienti di coronare "quel grande sogno d'amore" che era iniziato con la gravidanza;eppure Seamus non sembrava troppo afflitto da quelle notizie e dalle foto.

Al contrario,sembrava aver ritrovato lo spirito di sempre e aveva incominciato a sorridere come un tempo...Ma non parlava ancora di ritornare a casa sua.

E per il momento Harry non aveva nessuna fretta di mandarlo via:piu' amici aveva intorno meglio era.

-Ok ragazzi,calmatevi!-s'intromise Harry come tante volte in passato.

Ron smise di battibeccare con la moglie e si voltò a guardarlo.

-Hai veramente qualche buona idea oppure lo stai facendo solo per dar fastidio a tua moglie?-gli chiese Harry.

Ron restò qualche istante in silenzio.

-Devi farle capire quanto è importante per te-disse Ron.

-Questo l'avevo capito anche io-gli fece notare Harry.

-Aspettate...-s'intromise Hermione.

I due uomini si voltarono a guardarla e la videro persa nei suoi pensieri con i denti affondati nel labbro inferiore,come faceva sempre quando rifletteva.

Ron sapeva che c'era anche un'altra occasione in cui lei si mordeva le labbra in quel modo,ma cercò di scacciarla dalla mente e di restare concentrato sul problema.

-Hai avuto qualche idea?-le domandò Harry.

Hermione lo guardò

-Forse...Ma è rischiosa-disse mettendo subito le mani avanti.

-Quando mai questo ci ha spaventato?-le fece notare Ron.

Hermione scosse la testa.

-Qui non si tratta di rischiare la vita...Ma qualcosa di piu' importante-disse misteriosa.

Harry e Ron si guardarono e lei capì che non avevano la minima idea di cosa stesse parlando.

-Quanto sei disposto a rischiare per riavere Ginny?-gli domandò rivolgendosi ad Harry.

-Che domanda è?-le chiese il moro muovendosi sul divano.

-Rispondi!-gli intimò la donna.

-Lo sai che sarei disposto a tutto-ribattè Harry convinto.

-Anche a perdere tutti i tuoi ricordi?-

 

 

 

 

Seamus si controllò per l'ennesima volta nello specchio dell'ascensore,aspettando che questo arrivasse al piano.

Era una pazzia.

Una grande,incredibile,immensa pazzia!

Erano dieci giorni che non faceva che ripeterselo,ma finora la cosa non lo aveva fermato:ogni giorno,anche qualche notte,era andato lì incurante di quella vocina saccente che gli diceva che doveva smetterla prima di combinare qualche guaio.

L'ennesimo.

Possibile che gli errori del passato non gli avessero insegnato niente?

Le porte dell'ascensore si aprirono e lui si ritrovò su un corridoio affollato dove tutti sembravano aver fretta o essere in ritardo.

Guardò l'orologio che aveva al polso e vide che era in perfetto orario,ma si chiese quanto avrebbe aspettato questa volta.

Si avviò al banco accettazione e sorrise vedendo la donna dietro la scrivania:ormai aveva imparato a conoscerle,anche se era passato soltanto poco tempo e iniziava già ad avere le sue preferenze.

Era bionda,con i capelli raccolti in una piccola coda di cavallo e la divisa rosa che le copriva il corpo magro.

-Ciao Kathy-la salutò poggiando entrambi i gomiti sul tavolo.

La donna alzò lo sguardo e vedendolo sorrise.

-Seamus!Credevo venissi piu' tardi-gli disse chiudendo la cartella che aveva avuto fra le mani finora.

-Lo credevo anche io,ma c'è stato un cambiamento di programma.

Che succede,perche vanno tutti di corsa?-le domandò curioso sporgendosi verso di lei.

-Incidente stradale fra una macchina e un autobus.

Ci sarà parecchio da lavorare-gli disse la donna seguendo con lo sguardo una collega che si avviava verso gli ascensori.

Seamus annuì.

-Quindi dovrò aspettare parecchio,vero?-le domandò già sicuro della risposta.

Kathy sorrise.

-Questa volta sei stato fortunato.

E' nel suo studio...E per il momento non ha ricevuto nessuna chiamata-aggiunse con un tono cospiratore.

Seamus sorrise e in cuor suo si sentì sollevato.

-Allora sarà meglio approfittarne-le disse.

Poi si rialzò e le fece l'occhiolino,prima di prendere un corridoio.

Guardò con attenzione tutte le porte chiuse,come spaventato di perdere quella che gli interessava.

Per il momento era libero,ma visto quello che era successo era meglio non fare progetti a lungo termine.

Trovò la porta aperta.

Si appoggiò allo stipite della porta e fece capolino per vedere com'era la situazione all'interno della stanza:come al solito,era tutto immerso nella penombra,fatta eccezione per la piccola luce da tavolo accesa.

Una pila di cartelle mediche era sistemata su un lato della scrivania,poco distante dalla luce e, proprio sotto il cono della lampada ce ne era una aperta.

Poco distante dalla lampada c'era un piccolo aggeggio che due settimane prima non aveva mai visto in vita sua e che ora conosceva molto bene:se iniziava a suonare,tutti i tuoi piani andavano in fumo.

Un'uomo sedeva dietro la scrivania,la testa poggiata su una mano,mentre l'altra si divertiva a giocare con una matita,lo sguardo fisso sulla cartella.

Seamus,involontariamente,sorrise e bussò una sola volta sul legno della porta.

L'uomo distolse la sua attenzione dalla cartella clinica e fissò la porta,curioso e appena lo vide posò la matita sulla scrivania e gli sorrise.

-Come al solito immerso nel lavoro...-disse Seamus staccandosi dalla porta e stagliandosi con tutta la sua figura sulla soglia.

L'uomo sorrise e raddrizzò la schiena.

-Dovrò pure ingannare il tempo in qualche modo cercando di non pensare ai tuoi ritardi-gli rispose.

Seamus annuì,le mani in tasca.

-Hai intenzione di restare sulla porta tutto il tempo?-gli domandò l'uomo.

-Sarebbe un'idea originale...-

L'altro scosse il capo nascondendo un sorriso divertito e si poggiò allo schienale della sedia.

-Avanti entra e chiudi la porta.

C'è stato un incidente e non so quanto...-gli disse.

-Lo so.

Me lo ha detto Kathy-disse Seamus facendo un passo nella stanza.

Si voltò e chiuse la porta dell'ufficio,poi si diresse verso la sedia davanti la scrivania.

-Ti da fastidio?-gli domandò.

Seamus scosse la testa.

-So che è il tuo lavoro...E poi ti ho conosciuto così,no?-gli fece notare Seamus.

Lesse il cartellino che era abbandonato sulla scrivania accanto al cercapersone:Rupert Firth, assistente al terzo anno.

Lo aveva conosciuto in ospedale:due settimane prima,quando era corso in quell'ospedale babbano dopo l'incidente di Ginny.

Era entrato nella stanza con George e lo aveva trovato dentro con Ginny,intento a controllare che i punti fossero a posto.

Si erano guardati soltanto un'istante e lui non aveva dato troppa importanza a quel medico dai capelli castani e la divisa celeste.

Era troppo preoccupato per Ginny e per l'incidente per pensare ad altro.

Lo aveva incontrato qualche ora dopo,quando era andato alla caffetteria a prendere qualcosa da bere.

Se lo era trovato in fila dietro di lui alla cassa e si era accorto che anche l'altro l'aveva riconosciuto.

-Lei era nella stanza della signorina Weasley,vero?-gli aveva infatti domandato.

Seamus aveva annuito.

-E' una ragazza fortunata-aveva detto ancora lui.

-Perchè?-gli aveva chiesto.

-La sua stanza è sempre piena di gente...E'qui da neanche ventiquattro ore e non è riuscita a restare da sola neanche per cinque minuti.

Pensi che sua madre non la lascia neanche un'attimo-gli aveva detto con un leggero sorriso divertito.

Seamus aveva sorriso perchè riconosceva perfettamente l'identikit della signora Weasley in quelle parole.

-Già,sua madre è molto protettiva-aveva confermato.

Era arrivato il suo turno e aveva pagato il suo caffè,ma dopo invece di andarsene e chiudere quell'incontro,aveva aspettato che il medico pagasse a sua volta.

-Ha tempo di sedersi cinque minuti per un caffè oppure deve correre a salvare vite umane?-gli aveva chiesto.

Neanche lui sapeva perchè lo aveva fatto:era stato piu' forte di lui,un'impulso che aveva deciso di seguire,sperando di non doversene pentire in seguito.

Si era stupito ancora di piu' quando l'aveva visto sorridere leggermente e annuire.

-Tutti abbiamo bisogno di una pausa ogni tanto-aveva risposto.

Si erano seduti ad un tavolino e,ricordandosi ogni tanto di bere un sorso di caffè dai loro bicchieri,avevano passato quasi venti minuti a parlare.

Aveva saputo che si chiamava Rupert Firth,che era nato a Cotswolds,ma era dall'età di cinque anni che viveva a Londra,che era un'assistente anziano specializzato in chirurgia cardiotoracica e che era single.

L'ultima informazione era venuta fuori senza che glielo chiedesse:era stato lui che gli aveva detto che al momento nessuno lo aspettava a casa,fatta eccezione del suo gatto Sandy e delle sue coinquiline.

Quando gli aveva chiesto se era parente di Ginny,Seamus gli aveva spiegato che lui e Ginny erano grandi amici,e che per il momento lei gli aveva offerto un posto dove dormire,mentre cercava di risolvere un problema con casa sua.

-Che lavoro fai?-gli aveva poi chiesto Rupert.

Cosa doveva dirgli?

Che era uno dei piu' importanti giornalisti della "Gazzetta del Profeta"?

Sicuramente non sapeva neanche cos'era la "Gazzetta del Profeta".

-Io sono un giornalista-gli aveva detto.

In fondo era la verità.

-E per quale giornale?-

L'unico che gli veniva in mente era il giornale che Harry leggeva tutte le sere quando tornava dal lavoro.

-L'Evening Standard-

Prima che potessero dirsi altro,aveva sentito uno strano cicaleccio che aveva interrotto la conversazione.

Rupert si era portato una mano alla cintura dei pantaloni dove era attaccato una specie di timer nero.

-Che succede?-gli aveva chiesto.

Lo aveva visto alzarsi e aveva seguito il suo esempio.

-Devo andare,mi chiamano da chirurgia-aveva detto Rupert.

Cosa doveva dirgli?

Poteva chiedergli se era disposto ad un'altro caffè,oppure doveva considerare quello un episodio isolato.

-Ci vediamo domani?-gli aveva chiesto l'altro,togliendolo dal dubbio.

Seamus aveva sorriso,sollevato che anche l'altro volesse rivederlo,e aveva annuito.

Dopodichè Rupert era scappato via,proprio mentre quello strano coso si metteva a suonare di nuovo.

Così aveva preso l'abitudine di andare a trovare Ginny tutti i giorni,mettendo la scusa che voleva ricambiare la generosità con cui lei lo aveva ospitato,per poi sparire dopo neanche mezz'ora.

Avevano continuato a vedersi e aveva saputo che Rupert era l'ultimo di tre fratelli,tutti già sposati e con prole.

Rupert aveva quasi trent'anni,i capelli castani che sotto la luce del sole assumevano sfumature ramate,occhi neri che non riuscivano a nascondere nessun'emozione o pensiero,il naso dritto e con la punta all'ingiù sopra una bocca regolare e piena.

Il camice non rendeva giustizia al suo fisico:era atletico e scattante,forse per via dei turni in ospedale,e fin dai primi giorni Seamus si era chiesto cosa si nascondesse sotto quella maglia sterile azzurra a maniche corte che si sollevava leggermente ogni volta che alzava le braccia.

Era un medico stimato e viveva lontano dalla famiglia fin da quando aveva iniziato il tirocinio, fin da quando aveva detto loro della sua omosessualità;da allora lui era la pecora nera della famiglia,almeno così diceva sua madre:sarebbe stato l'unico che non si sarebbe sposato.

-Per la mia famiglia non importa quanto sei importante o stimato nel tuo lavoro,se non sei sposato non hai avuto niente dalla vita-gli aveva raccontato.

Però aveva trovato una "famiglia adottiva" nei suoi compagni di corso,i suoi colleghi:fin dal primo anno aveva iniziato a dividere un appartamento con due ragazze,che vedevano in lui un confidente e un'amico.

Seamus gli aveva parlato dei suoi genitori,morti l'anno scorso in un banale incidente aereo,dei suoi amici,che anche per lui ormai erano tutta la sua famiglia,specialmente dopo la rottura con Dean,e del suo lavoro.

Era tornato in ospedale anche di notte,durante il turno notturno di Rupert per fargli compagnia nelle pause ed era stato allora che si erano baciati per la prima volta.

Rupert gli aveva detto di aspettarlo nella stanza che usava come ufficio e lui si era addormentato sulla poltrona,la testa a stento sostenuta dalla mano destra poggiata sul bracciolo della poltrona.

Improvvisamente aveva sentito di morbido posarsi sulla fronte,scendere poi sulla guancia che non era poggiata contro la sua mano.

Aveva aperto gli occhi e aveva incontrato quelli di Rupert,piegato sulle ginocchia per essere all'altezza del suo viso.

-Devo essermi addormentato-aveva bofonchiato.

-Scusa,non credevo di metterci così tanto-aveva ribattuto Rupert.

Seamus aveva allontanato la mano dal volto e aveva fatto per sedersi meglio sulla sedia,ma fu bloccato dallo sguardo dell'uomo,fisso sul suo viso.

Senza pensarci,senza preoccuparsi di cosa sarebbe potuto succedere in seguito,aveva avvicinato il volto a quello di Rupert e aveva posato le labbra sulle sue.

La prima cosa che aveva pensato era che erano diverse da quelle di Dean.

Aveva avuto lo stesso pensiero anche la prima volta che aveva baciato Dean:anche allora aveva fatto il paragone con le sue labbra e quelle di Jason.

Le labbra di Rupert erano piu' calde,poi morbide,e si erano schiuse subito sotto le sue.

La mano destra dell'uomo era salita fino a fermarsi sulla sua guancia sinistra,restando immobile, come se avesse trovato il posto dove doveva stare.

Aveva sfiorato ancora una volta le sue labbra finchè non aveva reso piu' audace il bacio,facendo sfiorare la lingua con il labbro inferiore di Rupert.

Prima che potesse succedere altro era suonato quel dannato cercapersone.

Rupert si era staccato da lui lentamente,malvolentieri,e aveva abbassato lo sguardo sul cercapersone per vedere da dove veniva la chiamata.

-Pronto soccorso-gli aveva detto.

Seamus annuì.

-Ti aspetto qui-aveva risposto tranquillo.

Rupert si era alzato e aveva sorriso leggermente divertito.

-Allora quando torno ti porto un caffè...-

-Ok,ma cerca di non svegliarmi-aveva scherzato Seamus.

Rupert aveva riso e prima di andarsene si era chinato un'altra volta su di lui e gli aveva dato un bacio veloce sulle labbra.

Da allora si erano visti anche fuori dall'ospedale:ormai non aveva piu' la scusa di Ginny,ma era evidente che non serviva piu' una scusa per andarlo a trovare.

Erano andati in un pub e lui aveva cercato di comportarsi il piu' possibile come un babbano e sembrò esserci riuscito,visto che a fine serata,Rupert lo invitò a casa sua.

In altri momenti avrebbe accettato di corsa,ma non adesso:Harry era a pezzi per la rottura con Ginny e lui non poteva lasciarlo solo.

Certo c'erano Ron ed Hermione,ma se non avesse fatto il suo dovere di amico se ne sarebbe pentito.

Quindi aveva cercato di spiegare la situazione a Rupert e aveva reclinato l'invito.

Lui sembrava aver capito:in fondo l'amicizia era un valore importante anche per Rupert.

-Non sono un pò troppe quelle cartelle?-gli domandò Seamus mettendosi a sedere di fronte a lui.

Lo vide alzare le spalle.

-Qualcuno deve pur compilarle...Ed io ho il brutto vizio di farle accumulare,così mi ritrovo a doverle fare tutte insieme-gli disse.

-Giornata pesante?-chiese Seamus.

Rupert mosse il collo a destra e a sinistra cercando di sciogliere i muscoli addormentati.

-Ho assistito ad un intervento e poi mi hanno sbattuto in pronto soccorso.

E per chiudere questa giornata di tutto riposo,c'è stato l'incidente-gli raccontò.

Seamus si alzò e aggirò la scrivania,mettendosi alle spalle dell'uomo e posando entrambe le mani sulle spalle di Rupert.

L'uomo non disse nulla,rimase immobile e si rilassò soltanto quando le dita di Seamus presero a massaggiargli i muscoli doloranti.

-Sei un fascio di nervi-gli disse.

-Prova tu a stare tre ore fermo cercando di tendere il collo piu' possibile per guardare dentro il torace di un'uomo-gli disse Rupert.

Subito Seamus scosse la testa.

-No grazie non ci tengo proprio-ribattè facendo ridere l'altro.

Restarono in silenzio qualche istante,godendo semplicemente della compagnia dell'altro:erano in ospedale e Rupert poteva essere chiamato da un momento all'altro,quindi quei minuti erano preziosi come oro.

-Quindi non c'è proprio speranza di farti uscire di qui?-gli chiese Seamus.

L'altro scosse la testa.

-Mi restano ancora quattro ore,a meno che non mi blocchino con qualche intervento,poi sarò libero per dodici ore:non vedo l'ora di arrivare a casa e dormire.

Perchè che avevi in mente?-disse Rupert,chiudendo gli occhi.

Seamus abbassò la testa verso di lui e posò le labbra su quelle dell'uomo,incontrando subito la sua risposta pronta.

Continuarono a baciarsi in quella posizione strana finchè non furono interrotti.

Questa volta era il suono di un cellulare.

Seamus riconobbe la sua suoneria e si staccò da Rupert,pronto a rispondere,dopo aver scorto il nome sul display.

-Pronto Hermione?-disse.

Restò in ascolto sentendosi addosso lo sguardo di Rupert.

-Sei sicura che sia l'unica soluzione?...No,Herm non mi sto tirando indietro,è solo che conosco quel...-domandò poi togliendo le mani dalle spalle dell'uomo e allontanandosi di qualche passo.

Restò ancora qualche istante in ascolto e alla fine annuì.

Un brivido gli era sceso lungo la schiena non appena Hermione aveva pronunciato il nome dell'incantesimo che volevano fare a Harry.

Non lo aveva mai visto fare a nessuno,nè tanto meno lo aveva fatto di persona,ma sapeva cosa succedeva durante quell'incantesimo e non gli piaceva l'idea che un suo amico ne fosse vittima.

-Ok,va bene,arrivo fra poco...Ah,Hermione non sarà pericoloso?-le domandò passandosi una mano fra i capelli perfettamente in ordine.

La risposta che ricevette era quella che si aspettava.

-Arrivo prima che posso-disse chiudendo la chiamata.

Mise il cellulare in tasca e si voltò verso Rupert che lo guardava con aria curiosa e preoccupata allo stesso tempo.

-Va tutto bene?-gli domandò infatti.

Seamus annuì,anche se non ne era veramente convinto.

-Scusami,ma devo andare...-gli disse.

Rupert si alzò dalla sua sedia e gli venne vicino.

-E' successo qualcosa?-gli domandò.

Il biondo scosse la testa,per cercare di tranquillizzare lui e se stesso.

Che veniva in mente ad Hermione?Era un esperimento che non avevano mai fatto prima e per quando lei fosse una fra le maghe piu' dotate era comunque un rischio.

E se qualcosa fosse andato storto?

Non voleva neanche pensarci.

-No,niente...E' soltanto che Harry ha bisogno di me e quindi devo andare...-gli disse.

Rupert annuì poco convinto,facendo sorridere Seamus.

-Ehi,non dirmi che sei geloso...-lo provocò.

-Ma che dici!Vai altrimenti farai tardi-lo esortò poi cambiando discorso.

Seamus annuì e fece per avvicinarsi alla porta,poi si ricordò di quello che avrebbe visto di lì a poco e tornò indietro.

Gettò le braccia al collo di Rupert,lasciandolo l'altro completamente spiazzato.

-Seas che...-

-Stringimi...Ho bisogno solo di questo adesso-disse Seamus nascondendo la faccia sulla sua spalla.

Anche se l'incantesimo sarebbe stato fatto su Harry avrebbe colpito anche lui,Ron ed Hermione e Seamus non era ancora sicuro di essere pronto.

Sentì le braccia di Rupert stringersi attorno alla sua vita e avvicinarlo di piu' contro il suo corpo, esaudendo la sua richiesta.

-Vuoi dirmi che sta succedendo?-gli domandò con voce preoccupata.

Seamus,la testa sulla sua spalla,scosse il capo.

Lo aspettavano,doveva andare.

Si sciolse dall'abbraccio e si schiarì la voce.

-Scusa...è che sono stati giorni pesanti:l'incidente,il lavoro...-mentì.

-Sei sicuro di stare bene?-gli domandò ancora Rupert.

Proprio mentre Seamus annuiva,il cercapersone sulla scrivania si mise a suonare,intromettendosi come sempre fra loro due.

-Dannazione!-imprecò Rupert.

-Tanto dovevo andare via lo stesso...-gli ricordò Seamus.

Rupert annuì,ma non accennava a lasciare la sua mano.

-Ascolta,a qualunque ora tu riesca a liberarti voglio che mi raggiungi a casa-gli disse.

-Ma non avevi detto di dover restare in ospedale?-gli chiese Seamus.

-Ci sarò-aveva ripetuto Rupert.

Per un'istante sembrò di rivivere la sua storia con Dean,con lui che lo pregava di tornare e l'altro che si faceva aspettare e alle volte non arrivava mai.

Soltanto che questa volta si erano invertiti i ruoli.

Ma lui non aveva nessuna voglia di fare la parte del cattivo.

-Dammi l'indirizzo-gli disse serio.

Il cellulare di Seamus prese a squillare un'altra volta mentre Rupert si chinava sulla scrivania per scrivere l'indirizzo su un post-it.

Sapeva già chi lo chiamava,anche senza guardare il display.

-Hermione sto arrivando!-disse chiudendo la chiamata subito dopo.

Rupert si voltò e gli diede il bigliettino,dopodichè lui e Seamus si salutarono e ognuno corse verso il proprio appuntamento.

 

-Allora?-le domandò Ron,lo sguardo fisso su di lei.

-Ha detto che sta venendo...Dobbiamo aspettare-rispose la donna.

Ron la guardò qualche istante prima di annuire.

Non era ancora sicuro che quella fosse la soluzione migliore per risolvere il problema di Harry,ma l'amico sembrava aver accettato la proposta di Hermione senza paura,senza timore delle possibili conseguenze.

-Tu credi che sia l'ultima cosa da fare?-le domandò dando voce ai suoi dubbi.

Hermione guardò suo marito e scosse la testa,incerta.

-No,non lo so...Ma Harry è convinto;crede che sia la sola cosa possibile-gli disse.

-E secondo te,Ginny lo perdonerà?-chiese ancora Ron.

-Come posso saperlo io?-gli domandò piccata la moglie.

Ron la guardò sorpreso da quella risposta e lei scosse la testa.

-Scusa...Sono nervosa.

Sto cercando di ripassare tutte le fasi dell'esperimento per essere sicura di non sbagliare niente...Non posso neanche pensare all'eventualità se dovessi sbagliare qualcosa-disse tesa.

Ron le andò vicino e le coprì le spalle con un braccio,cercando di consolarla.

Le posò un bacio sulla fronte e le ravviò i capelli cercando di infonderle un pò di coraggio,quel coraggio che mancava anche a lui.

-Andrà tutto bene...Tu sei una maga formidabile e riuscirai a risolvere anche questo problema-le disse accarezzandole le spalle.

Proprio in quel momento Seamus si materializzò nella cucina,interrompendo quel momento d'intimità.

-Eccomi-disse.

Ron si staccò leggermente da Hermione e entrambi fissarono il nuovo arrivato.

-Harry dov'è?-domandò Seamus.

-E' nel suo studio,sta cercando qualcosa...Credo sia il suo modo per prepararsi all'incantesimo- gli disse Ron.

-Siete sicuro di quello che stiamo per fare?-chiese Seamus.

Hermione e Ron scossero la testa.

-Ma è quello che vuole Harry...Anzi è meglio che cominciamo altrimenti finisco per cambiare idea e tirarmi indietro-disse Hermione.

I due uomini annuirono e tutti e tre espirarono forte,poi uno dietro l'altro uscirono dalla cucina.

 

 

 

Erano giorni che si comportava in modo strano.

Dall'incidente di Ginny.

George non riusciva a capire che cosa c'era di diverso,eppure era sicuro che qualcosa turbava i pensieri di Luna:durante il giorno era distante e sempre immersa nei suoi pensieri,e la notte si muoveva continuamente nel letto,senza riuscire a prendere sonno e svegliando lui.

-Si può sapere che succede?-si decise a domandarle.

-Niente,cosa vuoi che succeda...-

George la guardò e dopo un'attimo di incertezza,le si avvicinò,la prese per mano e la fece sedere sul divano.

C'era qualcosa che la turbava,ma che stranamente non voleva dividere con lui.

Ma la cosa che piu' lo preoccupava era la mancanza dell'anello di fidanzamento all'anulare della mano destra,dove era stato fin dal giorno di San Valentino.

Luna lo seguì docile fino al divano e si sedette accanto a lui,lo guardò voltarsi e metterlesi di fronte per guardare il suo viso e restò in silenzio,aspettando che fosse George a parlare per primo.

-Ti conosco troppo bene per capire che c'è qualcosa che ti preoccupa.

Stamattina mi sono svegliato per colpa dei tuoi calci e ho un livido grande come un pugno sopra la coscia sinistra,sempre per colpa dei tuoi movimenti notturni-le disse.

Luna assunse un'espressione dispiaciuta.

-Mi dispiace,non lo sapevo-gli disse.

George scosse la testa.

-Non è questo il punto!

Non mi da fastidio che tu mi prenda a calci la notte o che non mi lasci dormire perchè non fai altro che girarti e tirare le coperte.

Sono disposto anche ad andare al lavoro pesto e con l'aspetto da zombie,ma devo sapere che cosa c'è che non va-le disse serio.

La vide abbassare lo sguardo per qualche istante,come se si sentisse in colpa per quelle parole, poi i suoi occhi d'argento tornarono a posarsi sul suo viso.

-Hai ragione-gli disse.

George annuì e restò in silenzio.

-C'è qualcosa che non mi fa dormire-gli disse.

-Ha a che fare con il fatto che non porti piu' l'anello di fidanzamento?-le domandò.

Luna si mosse sul divano e infilò una mano nella tasca dei pantaloni,tirando poi fuori l'anello e mostrandolo a George.

-L'ho sempre portato addosso,solo che era nascosto alla vista-gli disse con un leggero sorriso.

Sì,ma perchè non al dito?-le domandò senza capire.

Luna annuì e gli prese una mano prima di cominciare a parlare.

-L'incidente di Ginny è stato devastante per me...Lei è la persona che mi è stata vicino fin dall'inizio,anche quando tutti gli altri mi ritenevano strana e fuori di testa.

Lei invece,se ne è fregata di tutte le voci ed è diventata mia amica...Senza di lei io non ti avrei conosciuto e ora non saremmo qui-disse parlando lentamente.

George l'ascoltò in silenzio,attento.

-Quando poi l'ho vista in quel letto d'ospedale mi sono trovata a pensare a te-gli disse incontrando il suo sguardo.

-A me?-chiese George.

Luna fece un piccolo cenno affermativo con il capo.

-Mi sono chiesto come mi sarei sentita se ci fossi stato tu al posto di Ginny.

Se un giorno come sempre fossi uscito per andare al negozio e poi,un paio d'ore dopo,avessi ricevuto una telefonata come quella di Harry.

Che avrei fatto?-gli disse con voce estremamente seria.

George la guardò e cercò di intuire la risposta dai suoi occhi,ma questa volta non ci riuscì.

-E cosa hai scoperto?-si trovò costretto a chiedere.

La donna non rispose subito,lasciando crescere il senso di disagio che si era insidiato poco sopra la bocca dello stomaco di George.

-Mi sono resa conto che se ti dovesse succedere qualcosa ne morirei-gli disse alla fine senza guardarlo in volto.

Un sospiro di sollievo uscì involontariamente dalle labbra di George:aveva pensato alle peggiori catastrofi e invece lei aveva passato tutto quel tempo a struggersi per paura di perderlo.

Le si avvicinò sul divano e le accarezzò il viso con la mano destra.

-Credi che per me sarebbe diverso?-le domandò quando i loro sguardi si incontrarono.

Luna scosse subito il capo.

-No,non è questo!Non ho mai avuto dubbi su di te;però quella è stata la prima volta che mi sono resa veramente conto che potevo perderti...E non per colpa dell'orgoglio o della gelosia,ma per qualcosa che non dipendeva da noi-gli spiegò.

-Non possiamo farci niente,lo sai vero?-le disse George.

Luna annuì.

-Però possiamo cambiare quello che dipende da noi-disse poi.

George aggrottò le sopracciglia.

-Che vuoi dire?-chiese confuso.

Luna sorrise e dopo aver tolto la mano dalla sua,vi lasciò cadere dentro l'anello.

George rialzò lo sguardo su di lei e la vide sorridere.

-Chiedimi quello che mi hai chiesto a San Valentino-gli disse.

Lo sguardo di George saettava dalla sua mano aperta su cui giaceva l'anello e il viso di Luna che lo guardava fiducioso.

Non era uno scherzo,lo sapeva...Questa volta si giocava pesante.

E lui non aveva nessuna intenzione di tirarsi indietro.

Prendendo la mano sinistra di Luna,scivolò dal divano mettendosi in equilibrio su un ginocchio.

Affondò lo sguardo in quello di Luna e strinse l'anello fra due dita,tendendolo verso di lei.

-Luna Lovegood,vuoi sposarmi?-le domandò con voce tesa.

Non avrebbe sopportato un'altro rifiuto,ma c'era una speranza in piu' visto che era stata lei a dirgli di fare la proposta.

Luna restò in silenzio per un tempo troppo lungo per i suoi gusti,lo sguardo nel suo e la mano stretta in quella di George.

-Certo che ti sposo.George Weasley-gli disse alla fine.

Prima ancora di rimettersi in equilibrio,George si fiondò su di lei,incollando le labbra a quelle della donna.

Le sue braccia si strinsero attorno al collo di Luna,mentre alle sue orecchie arrivava la risata della donna.

Si staccò da lei quel tanto che bastava per permettergli di vedere il suo volto e sorrise.

-Non puoi piu' tirarti indietro,lo sai vero?-le domandò sorridendo.

-Non ne ho la minima idea...Ti amo-gli disse seria.

-Mai quanto me-

Posò di nuovo le labbra sulle sue e stava per approfondire nella maniera giusta il bacio,quando sentì un crack improvviso nella stanza.

Si staccò da Luna e vide Ron a pochi metri di distanza da loro.

-Non potevi scegliere momento peggiore-gli disse scherzoso.

Ma si accorse subito che Ron non era in vena di scherzi:aveva un colore terreo in volto e sembrava aver passato tutta la notte in piedi.

-Ron va tutto bene?-gli domandò.

L'altro scosse la testa.

-Non ho passato una bella giornata...-disse l'altro.

George fece per parlare,ma Ron l'interruppe.

-Ho bisogno di vedere Ginny,è in camera sua?-gli domandò.

George annuì e prima ancora che potesse aprire bocca,Ron si era avviato verso la scala che portava al secondo piano.

Il rosso si voltò verso Luna e scosse le spalle.

-Chissà che gli è preso...-commentò.

-Ascolta,siediti un'attimo-gli disse la donna seria.

George ubbedì e prese di nuovo la mano di Luna fra le sue:ancora non credeva che lei avesse accettato di sposarlo.

-Vorrei che tu facessi una cosa per me-gli disse seria.

-Qualunque cosa-iniziò lui.

-C'è una persona che deve sapere del nostro matrimonio...-cominciò Luna.

George capì subito a chi si stava riferendo e strinse ancora di piu' la mano di lei fra le sue.

-Tu credi?-le chiese timoroso.

Luna annuì.

-Justin deve sapere del nostro matrimonio...

Voglio che sia presente-disse ancora Luna.

George restò in silenzio per qualche istante,colpito dalle parole della donna,poi incontrò di nuovo il suo sguardo e la guardò timoroso.

-Non possiamo tenerglielo nascosto-disse ancora Luna.

-Ma sei sicura che non sarà un problema per te?-chiese George.

La donna scosse la testa.

-Lo è stato finora?-gli chiese di rimando lei.

Questa volta fu lei a scuotere la testa.

-Allora non lo sarà neanche adesso-

George si avvicinò alla donna e senza dire niente le posò la testa sulle ginocchia.

Sapeva che era la cosa giusta da fare,ma non era sicuro di avere il coraggio.

 

 

 

Ginny era in lacrime.

Non riusciva a smettere di piangere,anche se ci stava provando con tutte le sue forze.

Guardò di nuovo quel piccolo cd che Ron le aveva portato e che lo aveva sconvolto come mai prima e le lacrime scesero piu' copiose dalle guance.

Dannati ormoni!La facevano sembrare una mammoletta.

Rimise il cd nel lettore dvd e fissò di nuovo la televisione che George e Luna avevano messo davanti al letto.

Il dvd partiva subito senza menu' o intervalli.

La prima cosa che sentiva erano le note di "Just like Heaven" dei Cure,la canzone che Harry le aveva dedicato.

C'erano poi delle scene confuse,frammentate:ricordi indiretti,ricevuti da altre persone.

Vedeva quelli che dovevano essere James e Lily con un bambino di neanche un'anno,sorridenti e senza neanche l'ombra di un problema.

Poi le immagini cambiavano e così la musica:subito si sentiva "Everyday I love you less a less" e vedeva Privet Drive come doveva essere un tempo,con gli zii di Harry e suo cugino.

Aveva visto tutto quello che il piccolo Harry aveva sopportato durante gli anni dell'infanzia,il ripostiglio in cui era costretto a vivere,i primi goffi tentativi involontari con la magia e infine l'arrivo di Hagrid.

Era così indifeso che aveva ripreso a piangere come una fontana:non aveva mai saputo quello che era stato costretto a sopportare a casa Dusley,non aveva mai voluto fare domande perchè il ragazzo e poi l'uomo che conosceva non aveva nulla a che fare con quella famiglia.

Ma vedere come lo avevano trattato le aveva fatto ribollire il sangue nelle vene per la rabbia;se solo li avesse avuti vicino li avrebbe schiantati senza pensarci troppo.

Poi era arrivata la magia nella vita di Harry.

Accompagnata da "It's a kind of magic" era iniziata la sua vita ad Hogwarts,con l'incontro fra Harry e Ron nello scompartimento dell'Espresso,con suo fratello che aveva il viso sporco e gli occhiali di Harry tenuti miracolosamente insieme da un pezzo di adesivo.

L'incontro con Hermione,l'arrivo al castello,la prima volta che Draco e Harry si erano incontrati e infine lo Smistamento.

Tutto quello che era successo in quel primo anno,fino al primo incontro con Voldemort.

Poi le immagini cambiavano e ad accompagnare la fuga di Harry dalla casa dei Dusley c'erano le note di "My Generation",fino all'arrivo alla Tana e il loro primo incontro.

A guardarsi adesso non si riconosceva piu' in quella ragazzina che arrossiva al solo guardarlo:e pensare che ci avrebbe fatto anche altro.

I ricordi le avrebbero mostrato tutta la vita di Harry,tutto quello che aveva vissuto senza tralasciare nulla:dalla prima partita di Quiddicht,alla cotta per Cho Chang,a quella notte che aveva passato in infermeria senza ossa del braccio,al Ballo del Ceppo,al suo primo bacio fino al loro primo bacio,passando per la Coppa TreMaghi e la morte di Sirius.

Tutto.

Anche i tre anni che aveva passato lontano da lei.

Aveva sempre voluto sapere quello che realmente era successo e adesso che lo sapeva,come per tutto il resto del dvd,non aveva saputo smettere di piangere.

Il sottofondo musicale che accompagnava il dvd dal momento in cui nei suoi ricordi compariva anche lei erano due canzoni: "Stuck on You" e "It's All Coming Back".

Anche in questo caso c'erano tutti i ricordi della loro vita insieme fin dallo scorso novembre,fino a quel pomeriggio di due settimane prima.

Negli ultimi ricordi,quelli che riguardavano anche Sarah le avevano fatto chiarezza:sentire le parole dai diretti interessati,sapere quello che realmente si erano detti e quello che era successo poco prima di quel bacio era stato importante per lei.

Se fosse arrivata anche due minuti prima,quel bacio non sarebbe mai avvenuto...Non ci sarebbe mai stato l'incidente e lei ora sarebbe stata con lui.

Il dvd si concludeva con il ricordo di Harry del suo incidente.

Poi sfumava come se fosse fatto di fumo,impalpabile.

Quando Ron glielo aveva dato,le aveva spiegato che Harry con quell'incantesimo si era privato completamente di tutti i suoi ricordi.

Ora lui non aveva piu' nessun ricordo di chi fosse,non riconosceva piu' nessuno attorno a lui e li aveva quasi aggrediti quando li aveva visti accanto a lui alla fine dell'incantesimo.

Al sentire quelle parole,Ginny aveva fatto per mettere un piede a terra:voleva andare da Harry,sicura che l'avrebbe riconosciuta,che almeno di lei si sarebbe ricordato.

Ma Ron l'aveva bloccata immediatamente.

-Harry mi ha ordinato di fermarti.

Ha detto che devi riflettere attentamente su quello che vedrai e che soltanto quando sarai sicura di quello che provi per lui devi tornare.

Non vuole che tu torni perchè ti senti in colpa o perchè hai paura per lui...-le aveva detto suo fratello.

-Ma come faccio a sapere se...-aveva risposto con un nodo in gola.

Lei lo sapeva già quello che voleva:voleva tornare a casa,da Harry e Teddy e dimenticare questi giorni passati come se fossero stati un brutto sogno.

-Non preoccuparti per lui...C'è Hermione che si sta occupando di Harry-rispose Ron.

-Ma non ha proprio nessun ricordo?-gli aveva chiesto ancora Ginny.

Ron si era passato le mani fra i capelli e aveva scosso la testa.

Era ancora sconvolto per quello che aveva visto e per lui era una fatica anche solo parlarne.

-Ne ha uno solo.

E' da lì che la sua memoria dovrà ricominciare a formarsi-le disse Ron.

Ginny aveva annuito e si era asciugata gli occhi con il dorso della mano destra,neanche avesse ancora cinque anni.

-Qual'è?-gli aveva chiesto.

Ron l'aveva guardata con uno strano sguardo e per qualche istante era rimasto in silenzio.

-Non lo immagini?-le aveva domandato poi.

Ginny aveva allora iniziato a scavare nella memoria fra tutti i ricordi che aveva visto scorrere nel dvd e si accorse che ce ne era uno che mancava:il loro primo incontro sulla banchina del binario 9 e tre quarti.

-Dimmi che Hermione ce la farà-lo aveva quasi supplicato.

-Questo non posso farlo-aveva detto suo fratello.

Dopodichè se ne era andato:sarebbe tornato da Harry per vedere come stavano andando le cose.

Cosa poteva fare?

Non le restava altro da fare che aspettare.

Harry le aveva dato la piu' grande dimostrazione d'amore possibile:l'aveva resa la custode di tutti i suoi ricordi,anche quelli che riguardavano i suoi genitori,quei pochi importanti ricordi con Sirius,quelli umilianti con i Dursley e della sua vita dopo la Battaglia e quelli dolorosi con Voldemort.

Non poteva chiedergli altro.

Non aveva bisogno di altro

 

 

Salve a tutti!!!!

Chiedo scusa in anticipo se non risponderò ai vostri commenti ma sono veramente distrutta!Prometto che rimedierò cn il prox capitolo.

Allora:i ricordi...Perchè proprio i ricordi?

Per me i ricordi sono quello che un'uomo ha di piu' importante nella vita: ti danno un passato,un'identità,anche una casa.

Se si perde quelli,si perde sè stessi.

Quindi donando i suoi ricordi,Harry dona completamente sè stesso.

Le canzoni usate nel capitolo sono:"I will show you love"di Kendall Payne per il titolo,"A kind of magic"dei Queen,"It's all coming back" di Celine Dion,"My Generation" dei The Who,"Just like heaven" dei The Cure.

Chiedo scusa per eventuali errori di ortografia e di battitura e ringrazio tutti coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo.

Chiedo ancora scusa x nn ringraziare personalmente chi a lasciato una recensione nello scorso capitolo,ma è stata una giornata lunga e pesante!Prometto che recupero!

Bene,x il momento è tutto,vi saluto e vi do appuntamento al prox chap

"Won't go home without you-Due mesi dopo"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 33
*** That's what friends are for ***


That's what friends are for

 

 

L'incantesimo era durato tutta la notte.

Una sola notte era bastata per rivivere l'intera vita di una persona...

Harry si era seduto sul divano,la testa poggiata su uno dei cuscini,i piedi ben fissati a terra.

Alla sua destra c'era Ron,la bacchetta stretta in una mano,mentre l'altra era saldamente stretta attorno al braccio destro di Harry;alla sua sinistra c'era Seamus nella stessa identica posizione del rosso,che non riusciva a mascherare la sua espressione preoccupata e l'incertezza per quello che stavano facendo.

Hermione era dietro di lui,bacchetta alla mano,le maniche della camicetta leggera tirate su fino ai gomiti per non essere d'impaccio,una faccia testa e concentrata.

-E' veramente quello che vuoi?-gli aveva chiesto,lo sguardo sulla testa riccioluta dell'amico.

Harry aveva fatto vagare lo sguardo fra i suoi amici,posandolo prima su Ron che cercò di rassicurarlo con un sorriso,poi su Seamus che gli diede una stretta "coraggiosa"al braccio evitando così di parlare e,per ultima lei,quella che aveva il compito piu' ingrato e che nonostante questo non si era tirata indietro.

Si voltò verso Ron,colto da un'improvvisa fulminazione.

-Teddy è con i tuoi genitori,vero?-gli aveva chiesto.

L'altro aveva annuito.

-Resterà con loro per tutto il tempo che servirà-lo aveva rassicurato Ron.

Harry aveva annuito e si era voltato di nuovo verso Hermione.

-Non dimenticarti di lasciarmi quel ricordo-le aveva detto con un leggero sorriso.

Hermione era stata sul punto di mollare tutto e di smaterializzarsi lontano da quella stanza,in un posto dove non era necessario fare quell'incantesimo,ma ovviamente aveva forzato i muscoli facciali a fare un sorriso e aveva annuito in risposta.

-E tu ricordati di restare immobile e con gli occhi aperti fino alla fine dell'incantesimo-gli aveva ricordato lei di rimando.

Questa volta era stato Harry ad annuire.

-Allora cominciamo-aveva detto Harry sicuro.

Si era voltato di nuovo,posando la testa sul cuscino,la mano a cercare il telecomando della televisione:l'avevano incantata per essere pronta a ricevere i suoi ricordi e riversarli sul dvd che era all'interno del lettore.

Inizialmente Harry non aveva visto altro che puntini bianchi e neri,tipici della mancanza di segnale;poi Hermione aveva sospirato e aveva capito che tutto stava per iniziare:aveva sentito un leggero pizzicore sulla testa,poco sopra l'orecchio sinistro e improvvisamente le immagini avevano iniziato ad apparire sullo schermo.

Come guidati da un filo invisibile i ricordi di Harry uscivano dalla sua mente,materializzandosi come piccole luci fra i suoi capelli, per essere attirati dalla televisione,somiglianti a tante piccole stelle cadenti che andavano a morire contro lo schermo;il primo ricordo di una lucentezza incredibile,simile ad una stella cometa,si staccò dalla testa di Harry e corse,come calamitato,verso lo schermo,dove si infranse come una bolla di sapone.

Sarebbe stato un viaggio a ritroso,partendo dal momento in cui Ginny aveva avuto l'incidente fino all'ultimo piu' prezioso ricordo,per essere perfettamente in ordine cronologico.

Ron,Seamus e Hermione fissavano lo schermo della televisione e la prima cosa che videro fu l'incidente.

Ron nel vedere quello che era successo attraverso gli occhi di Harry si chiese se era stato davvero così terribile oppure se era soltanto la prospettiva dell'uomo a renderla così brutta;poi però si ricordò di come aveva visto sua sorella all'ospedale e capì qual'era la risposta.

-Speravo non fosse successo...-aveva commentato Harry triste.

Ripercorsero tutta la giornata dell'incidente a ritroso,fino a riprendere il filo dei ricordi con una Ginny sorridente e allegra al suo fianco:la serata passata tutti insieme,come ai vecchi tempi, oppure la prima ecografia e l'annuncio dell'arrivo dei gemelli,o un ricordo semplice come una passeggiata nel parco con Teddy e Ginny.

Nella stanza era sceso il silenzio,mentre l'attenzione di tutti e quattro era calamitata verso lo schermo:volevano godersi al massimo tutto l'amore che c'era fra Ginny ed Harry per caricarsi di tutto quello che sarebbe arrivato in seguito e che Ron,Hermione e Seamus non erano sicuri di voler riaffrontare.

Era arrivata la neve nei ricordi di Harry,e con essa lo scontro alla Tana con Ron,ricordo che imbarazzò molto il rosso.

-Mi dispiace amico...-aveva commentato Ron,voltandosi verso Harry.

L'altro aveva sorriso e,se avesse potuto,avrebbe alzato le spalle per rassicurarlo.

-Non fa niente,ma se fossi in te chiuderei gli occhi adesso...Il prossimo ricordo non ti piacerà per niente-aveva ribattuto Harry.

Ron l'aveva guardato senza capire,ma pochi istanti dopo sullo schermo era apparsa l'immagine di Ginny semi-nuda fra le braccia di Harry:il ricordo della loro prima volta.

Fra le risate di Seamus e di Hermione,Ron aveva abbassato lo sguardo e il suo volto era diventato viola per l'imbarazzo.

-Queste sono cose che un fratello non dovrebbe mai vedere!E' finito?-domandò impaziente.

-Puoi guardare adesso-lo aveva rassicurato la moglie,ancora divertita.

Avevano passato in rassegna il resto dei mesi con Ginny,incominciando poi la solitaria vita di Harry con Teddy,guardandolo mentre cercava di occuparsi di quel bambino al meglio che poteva nonostante la sua poca esperienza,i suoi sensi di colpa e le difficoltà economiche,fino al momento in cui Harry aveva trovato il piccolo.

Il momento peggiore stava per cominciare.

Nella stanza era quasi tangibile il disagio che i quattro provavano per dover riaffrontare il periodo della loro vita che avevano cercato di cancellare,di annullare dalla loro mente.

Ricominciò la Battaglia,l'infinito scontro con Voldemort:Ron Hermione e Seamus videro il momento in cui Harry era morto e aveva incontrato i suoi genitori,il colloquio con Silente e la vista dell'anima abbietta di Voldemort.

Per i tre ragazzi era qualcosa di nuovo:Ron ed Hermione non avevano la piu' pallida idea di quando quell'incontro fosse successo,ma vederlo direttamente era qualcosa che provocava la pelle d'oca e che lasciava con il fiato corto...

Vedere e sentire che cosa era successo,rendeva di nuovo tutto reale,riapriva le ferite e ti faceva sentire di nuovo vulnerabile come durante la guerra,come a 17 anni quando combattevi qualcosa che era troppo grande per te,senza nessuna certezza per la riuscita.

Ron si era tolto la giacca che aveva indossato fino a quel momento e aveva stretto con piu' forza il braccio di Harry:vedere Fred sul pavimento della Sala Grande aveva riaperto un buco nel cuore.

Ci sarebbe mai stato un momento in cui avrebbe pensato a suo fratello senza soffrire?

Aveva guardato Seamus e anche lui non aveva un'aspetto felice:non era mai entrato in contatto diretto con tutto quello che Harry aveva passato e ora vederlo davanti ai suoi occhi doveva essere scioccante.

-Seas va tutto bene?-gli aveva chiesto.

Seamus non aveva staccato gli occhi dallo schermo e aveva annuito.

Non andava bene per niente,ma l'ultima cosa che voleva era aggiungersi con le sue paure e le sue lamentele:non aveva avuto la minima idea che Harry avesse dovuto affrontare tutto quello...

Per lui Hogwarts era stato il periodo piu' divertente della sua vita:lezioni,Quidditch,niente genitori a controllarti,amici...E adesso scoprire che tutto questo era successo ad un palmo del suo naso,lo faceva sentire stupido.

Come aveva fatto a non accorgersene?

Sullo schermo,Harry aveva continuato a ringiovanire,mentre gli anni di Hogwarts passavano davanti ai loro occhi e si mischiavano con i mesi estivi passati a Privet Drive con i Dursley.

Ormai Harry aveva undici anni e stava per essere smistato dal Cappello Parlante.

Intorno a loro,la stanza era illuminata soltanto da un paio di lampade da tavolo che lasciavano in ombra il resto della camera:la notte era scesa come una coperta a nascondere quello che stavano facendo,come a volerlo celare anche a loro.

Erano ore che tenevano lo sguardo fisso su quello schermo,eppure non sentivano nessuno stimolo:non c'erano arti anchilosati o addormentati,nessuno di loro aveva fame o sete,il sonno era completamente sparito.

Ogni bisogno era stato cancellato per "un bene superiore"...

Improvvisamente Hermione aveva allontanato la bacchetta dalla testa di Harry,facendo interrompere l'afflusso di ricordi allo schermo.

Ron e Seamus avevano alzato lo sguardo verso la donna,e il rosso l'aveva guardata preoccupato: sapeva che quell'incantesimo era stancante per chi lo riceveva,ma anche per chi lo effettuava e non voleva che Hermione si sottoponesse a rischi inutili soprattutto adesso,non nelle sue condizioni.

-Stai bene?-le aveva chiesto.

La donna lo aveva guardato e gli aveva sorriso stanca,prima di annuire.

-Siamo arrivati allo Smistamento-aveva detto.

Harry immobile,ascoltava le parole della donna attento.

-E allora?-aveva chiesto Seamus senza capire.

-Il prossimo ricordo che cancellerò sarà il nostro incontro...-aveva spiegato Hermione,sempre con una voce triste.

Ron capì che cosa voleva dire e annuì:proprio adesso che si erano ritrovati,si stavano per perdere di nuovo.

-Legatemi-aveva detto improvvisamente Harry.

I due uomini lo avevano guardato sorpresi per quelle parole.

-Va bene-aveva al contrario,ribattuto Hermione.

-Ma che stai dicendo?-aveva chiesto Ron sorpreso.

-Quando toglierete il ricordo del nostro incontro,io non saprò piu' chi siete...Potrei essere pericoloso.

E' meglio che mi leghiate-aveva ripetuto Harry guardando direttamente Ron.

E così avevano fatto:gli avevano bloccato braccia e gambe,per evitare che questo si muovesse pregiudicando così il resto dell'incantesimo.

L'incantesimo era ripreso e il loro incontro era apparso sullo schermo,facendo sorridere i tre,poi era stato sostituito dall'arrivo di Hagrid,imponente come al solito,accanto ad un minuscolo Harry in giro per le strade di Diagon Alley alla ricerca di tutto l'occorrente per la scuola.

Non esistevano piu',Harry li aveva cancellati...

Erano accanto a lui,per aiutarlo nel momento piu' difficile della sua vita,come avevano già fatto altre volte,ma Harry non sapeva neanche chi fossero o perchè si trovassero lì.

Il resto dei ricordi era corso sullo schermo lentamente,frammentato,mostrando un'aspetto della vita dell'uomo che nessuno aveva mai conosciuto:Harry non amava parlare di com'era la sua vita a Privet Drive prima dell'arrivo di Hagrid e vedere le condizioni in cui era costretto a vivere ed il modo in cui era trattato,aveva riempito di rabbia i tre amici.

-Bastardi!-aveva sibillato Ron,non riuscendo a trattenersi.

-Concordo-gli aveva dato manforte Seamus.

Gli ultimi ricordi che erano sfilati davanti a loro erano quelli piu' lontani e preziosi:quei pochi ricordi che Harry aveva dei suoi genitori e dell'anno che avevano trascorso insieme.

Forse neanche sapeva di avere questi ricordi,aveva pensato Hermione guardandoli.

Soltanto quando anche l'ultimo ricordo si fu spento,Harry si accorse della loro presenza e,come aveva pronosticato Hermione,li guardò e non li riconobbe.

Trovandosi bloccato si fece prendere ancora di piu' dalla paura,credendosi vittima di qualche banda di ladri,iniziò ad urlare e a cercare di liberarsi dalle cinghie che lo stringevano.

Fortunatamente Seamus e Ron non si lasciarono trovare impreparati:Seamus gli lanciò contro un'incantesimo Immobilus per bloccarlo e facilitare il lavoro a Ron che ne scagliò uno rilassante che lo fece cadere in un sonno profondo.

Lo avevano sdraiato sul divano,con un cuscino sotto la testa e per qualche istante erano rimasti a fissarlo in silenzio.

Harry sarebbe rimasto incoscente per qualche ora:potevano riposarsi prima di dover iniziare la seconda fase dell'incantesimo.

Hermione aveva tolto il dvd dall'apparecchio e,dopo averlo messo in una custodia,lo aveva dato a Ron.

-Portalo a Ginny.

Deve vederlo il prima possibile o tutto questo non sarà servito a niente...-gli aveva detto.

Senza aggiungere altro,il rosso aveva annuito e si era smaterializzato.

-Cerchiamo di riposare anche noi...-aveva detto la donna voltandosi verso Seamus.

Seamus l'aveva guardata:era visibilmente provata dall'incantesimo e sembrava anche incapace di reggersi in piedi per un minuto di piu'.

-Perchè non ti metti a letto?Io ho bisogno di fare due passi...-

Hermione aveva provato a ribattere,ma l'altro aveva fermato la sua protesta sul nascere.

-Sta tranquilla,Harry non si sveglierà prima di quattro-cinque ore e per allora,io sarò già tornato.

Devi rimetterti in forze per quello che ci aspetta dopo-le aveva detto.

La donna si era lasciata convincere,ma invece di salire al piano di sopra e di sdraiarsi in una delle camere da letto,aveva unito le due poltrone facendo quasi un letto e si era procurata una coperta.

Prima che lui uscisse di casa,era già profondamente addormentata.

 

 

-Posso esserle utile?-

L'unico posto che Seamus aveva ben chiaro in mente era l'indirizzo che Rupert gli aveva dato la sera prima.

Aveva bisogno di staccare dal suo mondo e di tuffarsi in un mondo dove la cosa peggiore che ti possa capitare è il malfunzionamento di un'elettrodomestico o la mancanza di caffè la mattina presto.

La casa che Rupert divideva con le sue colleghe era una piccola villa su due piani,interamente di mattoni rossi.

Le grandi finestre del primo piano davano un'ampia visuale dell'ingresso e,dalle tende lasciate aperte,si poteva scorgere anche il salotto,con un grande divano rosso vino e due poltrone dello stesso colore,di fronte al televisore a schermo piatto.

Aveva salito incerto i gradini che separavano la porta d'ingresso dalla strada e si era guardato ancora una volta intorno:era veramente quello l'indirizzo giusto?

Era una casa troppo grande e lussuosa per essere abitata da tre studenti di medicina!

Aveva cercato un nome sul campanello che lo aiutasse con i suoi dubbi,ma non aveva trovato nè nomi,nè un campanello:l'unico modo per bussare alla porta era un battente a forma di testa di leone,con l'anello stretto fra le fauci.

Soltanto quando aveva allungato la mano verso il battente,si era accorto dell'ora antidiluviana: se qualcuno avesse suonato a casa sua così presto avrebbe come minimo tirato una fattura Orcovolante al visitatore molesto!

Ma quella era una situazione di emergenza...

Così aveva allungato la mano e aveva bussato,facendo risuonare nell'appartamento silenzioso il rumore del suo bussare.

Era rimasto fermo davanti alla porta,in attesa,incerto che lo avessero sentito,poi all'improvviso,aveva sentito i passi avvicinarsi e fermarsi davanti a lui.

Ad aprirgli era stata una donna con un caschetto di capelli neri ricci,incredibilmente scompigliati,gli occhi ancora pieni di sonno e un'espressione quasi sorpresa che il campanello della sua porta potesse suonare anche di mattina presto.

-Sto cercando Rupert Finch...Mi ha detto di passare-aveva risposto Seamus.

La donna aveva sbadigliato,senza riuscire a coprire in tempo lo sbadiglio con una mano e aveva annuito.

-Ti ha detto anche di venire così presto?-gli aveva chiesto facendosi da parte.

Seamus l'aveva guardata sorpreso e sentendosi ancora di piu' in colpa,ma aveva assolutamente bisogno di normalità,di qualcuno totalmente estraneo al mondo magico.

Aveva bisogno di Rupert...

Era entrato e si era fermato di fronte alla donna,mentre lei richiudeva la porta,poi senza dire niente questa si era avviata nel corridoio.

-Ho bisogno di caffè,tu ne vuoi?-gli aveva domandato senza voltarsi.

Lui aveva alzato le spalle e l'aveva seguita senza fare troppe domande.

-Tu sei il nuovo ragazzo di Rupert,vero?-gli aveva chiesto mentre preparava il caffè per entrambi.

-Non è meglio se lo chiedi a lui?-le domandò sedendosi accanto all'isola al centro della cucina,seguendo con lo sguardo le sue mosse.

-Glielo chiede!-

Un'altra voce femminile si era intromessa nel discorso e Seamus si voltò verso l'entrata della cucina.

Una donna,completamente vestita e perfettamente sveglia,stava ricambiando il suo sguardo con un leggero sorriso sulle labbra.

A Seamus ricordò vagamente Luna,senza però l'aspetto angelico dell'amica:anche la donna aveva i capelli biondi arricciati sulle punte,legati in una coda di cavallo,il viso ovale impreziosito da una bocca a cuore e da due occhi azzurri luminosi.

-Ma visto che lui non risponde,deve cercare da qualche altra parte le informazioni...-aveva detto entrando nella cucina e fermandosi accanto a Seamus.

-Vuoi un pò di caffè?-le aveva chiesto la donna dai capelli neri,con i suoi metodi spicci.

-Grazie...Mi aspetta una lunga giornata in ospedale e ho bisogno di tutta la caffeina disponibile-aveva detto poi rivolta a Seamus.

L'uomo aveva annuito e si era reso conto che doveva scusarsi in qualche modo per l'intrusione.

-Mi dispiace veramente per l'orario,ma avevo veramente bisogno di parlare con Rupert e lui mi aveva detto che non avrei disturbato...-aveva cercato di riparare.

-Certo che non lo disturbi,lui sta ancora dormendo!-aveva ribattuto la donna dai capelli neri.

-La vuoi smettere di essere così acida?-

-Mi hanno svegliato dopo neanche quattro ore di sonno e fra tre ore devo tornare in ospedale, non credo che tu saresti tanto gentile al posto mio!-le aveva fatto notare ancora la donna.

Seamus avrebbe voluto nascondersi sotto una mattonella oppure smaterializzarsi all'istante,ma l'idea di tornare subito a Privet Drive non lo allettava per niente...

E poi era andato lì per lasciarsi travolgere dalla "normalità":e che c'era di piu' normale di due coinquiline che litigano?

La donna con la coda di cavallo aveva fatto un gesto stizzito e si era voltata di nuovo verso Seamus.

-Non darle retta:anche se fossi venuto alle tre del pomeriggio,l'avresti trovata acida!

Però a noi piace così...-gli aveva detto accennando un sorriso.

Seamus aveva annuito,non sapendo cos'altro fare.

-Accidenti non ci siamo ancora presentati!

Io sono Scarlett e lei è Amy-aveva detto la bionda.

-Piacere,io sono...-

-Seamus!-

Il biondo si era voltato verso la porta,così come le due donne e aveva sorriso vedendo Rupert in boxer e t-shirt,i capelli arruffati ed il segno del cuscino ancora sul viso.

Era rimasto a guardarlo qualche istante dalla soglia,poi aveva fatto un passo verso di lui.

Per tutto il tempo,Seamus non gli aveva staccato gli occhi di dosso,neanche fossero calamitati:adesso aveva capito perchè era andato da lui così presto.

Aveva bisogno di farsi stringere dall'uomo e di sentirsi ripetere che niente di male poteva accadergli,che tutto sarebbe andato bene,magari di piangere con la testa poggiata sulla sua spalla,se ne sentiva il bisogno.

Si era alzato ed aveva fatto un passo verso di lui.

-Scusa...Non mi ero accorto che fosse così presto...-aveva farfugliato.

-Stai bene?-gli aveva chiesto Rupert improvvisamente sveglio.

Seamus era stato sul punto di annuire,ma poi si era bloccato:stava bene?

Non lo sapeva neanche lui...

Vedere quei ricordi lo aveva messo ko.

Come poteva considerarsi amico di Harry se non si era mai accorto di quello che gli era successo in tutti gli anni di Hogwarts?

Per tutto il tempo della Scuola,aveva vissuto i tempi bui soltanto di riflesso,alla lontana...Addirittura Neville era stato piu' coinvolto di lui!

L'unica volta che era stato veramente coinvolto era stato durante l'Esercito di Silente,e anche allora forse lo aveva fatto perchè lo facevano tutti e non perchè credeva realmente nella possibilità che un giorno quegli incatensimi gli avrebbero salvato la vita.

Aveva sempre preferito le sbronze e le uscite con gli altri ragazzi al preoccuparsi di quello che stava succedendo intorno a lui...

COME ACCIDENTI AVEVA FATTO A NON ACCORGERSENE?

Perchè Harry lo considerava ancora suo amico?

Sentiva ancora su di sè lo sguardo di Rupert e delle due donne,in attesa della sua risposta,e l'unica cosa che aveva saputo fare era stato alzare le spalle.

-Non lo so...-aveva detto.

Rupert aveva fatto per andargli incontro,ma Amy si era intromessa di nuovo.

-Se hai bisogno,ci sono tre dottori a disposizione...Anzi,due dottori e mezzo.

Io non sono ancora del tutto in forma-gli aveva detto.

-Che ne dici di andare di là?-gli aveva detto Rupert,incurante della battuta di Amy.

Seamus aveva annuito e l'aveva seguito fuori dalla cucina,lungo il corridoio e nel salotto che aveva visto dalla strada.

Si era seduto sul divano mentre Rupert aveva chiuso la porta e,in quel piccolo lasso di tempo,si era sentito scivolare fino a ritrovarsi sdraiato completamente.

-Ok adesso comincio a preoccuparmi...Dimmi che è successo-gli aveva detto Rupert fermandosi davanti a lui.

Si era piegato sulle ginocchia per essere alla sua altezza,e Seamus poteva vedere il suo volto leggermente preoccupato.

-Sto bene...Ho soltanto bisogno di riposare...Di dimenticare-

-Dimenticare cosa?-gli aveva chiesto.

Come poteva spiegargli?

C'era un modo per fargli capire come si sentiva?

Chiuse gli occhi e subito i ricordi di Hogwarts e della Battaglia tornarono alla mente, riempiendogli gli occhi di lacrime fastidiose.

Lacrime che superarono quasi subito la barriera irrisoria delle ciglia e iniziarono a scendere sulle guance.

-Seamus...-si era sentito chiamare.

Frustrato per l'incapacità di fermare quelle lacrime si era sdraiato con la schiena sul divano e aveva nascosto gli occhi nell'incavo del gomito.

Neanche un minuto dopo la mano di Rupert era fra i suoi capelli e glieli accarezzava lentamente,neanche fosse un bambino,cercando di calmarlo.

Neanche lui sapeva quanto tempo avevano passato con il solo rumore dei suoi singhiozzi a fargli compagnia:sapeva di dover smettere,perchè niente meno attraente un uomo in lacrime,ma sembrava impossibile chiudere la diga che si era aperta.

Rupert era rimasto al suo fianco,la mano sul suo braccio destro,cercando di infondergli coraggio o semplicemente di mostrargli la sua presenza.

Dopo un tempo infinito,le lacrime erano cessate,e Seamus si era asciugato gli occhi con la manica della camicia prima di voltarsi per incontrare lo sguardo di Rupert.

-Come ho fatto a non capire...Come ho potuto essere così stupido?-aveva chiesto,rivolto piu' a sè stesso che all'altro.

-Che c'era da capire?-gli aveva domandato Rupert,infinitamente paziente.

Con uno scatto improvviso Seamus si era tirato a sedere,allontanandosi dalla sua mano.

-E' mio amico...E nei momenti in cui aveva piu' bisogno di me non c'ero...

Mi chiedo ancora perchè mi permetta di dormire a casa sua-

-Puoi farmi capire qualcosa?-

-Se le tue coinquiline stanno male,tu te ne accorgi?-gli aveva chiesto cambiando argomento e guardandolo.

Rupert l'aveva fissato per qualche istante,sorpreso da quella domanda,poi aveva annuito in silenzio.

-Lo vedi!Io invece non mi sono accorto di niente!

Ho passato sei anni,nove mesi all'anno nello stesso dormitorio con Harry e non ho mai capito un cazzo-

-Mi vuoi spiegare cosa c'era da capire?-gli aveva domandato ancora Rupert,sempre piu' incerto di riuscire ad ottenere una risposta.

Seamus si era nascosto di nuovo il viso fra le mani e si era lasciato andare ad un respiro profondo,facendo cadere il silenzio nella stanza per qualche istante.

Come poter spiegare ad un babbano il motivo del suo disagio?

Se avesse detto a Rupert che soltanto adesso si era reso conto di quanto poco aveva fatto per la vittoria del Bene sulle forze di Voldemort nel Mondo Magico,lui l'avrebbe senz'altro fatto internare nel suo ospedale.

-Ascolta...Qualunque cosa possa essere successa al tuo amico,lui sa che tu eri lì pronto per aiutarlo nel...-

-NO!NON FUNZIONA COSì!Se non fosse stato per Harry la mia vita sarebbe stata completamente diversa,magari a quest'ora sarei anche morto...-

-SEAMUS!Ti sembrano discorsi da fare di prima mattina?-lo aveva ripreso Rupert,cercando poi di stemperare l'atmosfera tesa.

Per un'istante,il biondo aveva calato lo sguardo,consapevole di aver esagerato.

Poi un pensiero l'aveva attraversato:quello era il giorno della verità.

Un'occasione come quella capitava una volta ogni mille anni,e bisognava afferrarla al volo.

Aveva guardato Rupert e aveva capito cosa doveva fare.

-Forse è meglio che ti mostri una cosa,per aiutarti a capire...-gli aveva detto.

Rupert l'aveva guardato senza controbattere e Seamus si era guardato attorno alla ricerca di qualcosa che lo potesse aiutare nel suo intento.

C'era un portafoto poggiato su una libreria a pochi passi da lui:poteva fargli comodo.

Si era avvicinato alla liberia e aveva preso la foto:raffigurava Amy con due persone di mezz'età che probabilmente erano i suoi genitori.

-Che hai intenzione di fare?-gli aveva chiesto perplesso Rupert.

-Sta a guardare-gli aveva risposto semplicemente.

Poi aveva fracassato il portafoto contro la liberia,rompendolo in più pezzi.

-MA SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITO?-gli aveva domandato Rupert,quando si era fermato.

Aveva fatto per raccogliere i pezzi dell'oggetto,ma Seamus gli aveva fatto cenno di fermarsi.

-Aspetta...Non ho ancora finito-

Senza aggiungere altro aveva tirato fuori la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni e l'aveva impugnata.

L'espressione sul volto di Rupert era di totale incredulità e sbigottimento:adesso Seamus era quasi sicuro che lo considerasse al limite della follia.

Senza dire altro,aveva puntato la bacchetta verso i resti del portafoto e aveva espirato forte: quella formula avrebbe potuto cambiare la sua vita.

-Reparo-aveva detto con voce forte e chiara.

Immediatamente l'incantesimo era partito dalla sua bacchetta ed era arrivato ai resti del portafoto,riassemblandolo perfettamente,senza neanche il minimo segno.

Seamus aveva alzato lo sguardo su Rupert e lo aveva trovato con la bocca spalancata.

Si erano guardati a lungo,senza dire nulla,poi il suono del cellulare di Seamus aveva fatto sobbalzare entrambi,risvegliandoli dal trance in cui erano caduti.

Non appena aveva visto il nome sul display,l'angoscia era tornata a impadronirsi di lui:era già ora di tornare?

-Pronto Ron?-

Rupert continuava a tenere lo sguardo su di lui,senza perdersi nessuna mossa,come se avesse paura di vederselo sparire davanti agli occhi.

Era ora di ricominciare.

Di tornare a Privet Drive e riprendere l'incantesimo che avrebbe aiutato Harry a tornare quello di un tempo.

-Arrivo subito...-aveva detto laconico,chiudendo il cellulare.

Solo in quel momento si era reso conto di stringere ancora la bacchetta nel pugno destro.

Aveva infilato la bacchetta e il telefono in tasca e aveva guardato di nuovo Rupert,incerto.

-Devo andare...-

Senza aggiungere altro aveva fatto un passo verso la porta del salotto e stava per aprirla quando la voce di Rupert lo aveva bloccato.

-Te ne vai senza spiegarmi cosa è successo prima?-gli aveva chiesto ancora incredulo.

Seamus si era voltato e aveva incontrato gli occhi dell'uomo.

-Purtoppo non ho tempo per darti la spiegazione che meriti...-

-Provaci lo stesso-l'aveva interrotto l'altro.

Seamus aveva annuito e si era poggiato con le spalle alla porta.

-Ok...In parole povere sono un mago-aveva detto guardandolo.

L'altro aveva annuito,incassando la frase.

-Un mago-

-Già,ma non uno di quelli che si vedono sempre nella vostra televisione che fanno uscire un coniglio dal cappello o un mazzo di fiori dalla tasca del cappotto...Io sono un vero mago-

-E che differenza ci sarebbe?-gli aveva chiesto ancora Rupert.

-Ascolta adesso non ho molto tempo per spiegarti tutte le differenze fra il vostro mondo e il nostro...-

-IL VOSTRO MONDO?Ma cos'è una setta o una società segreta,per caso?-gli aveva chiesto scioccato Rupert.

Seamus si era affrettato a scuotere la testa.

-Rupert,adesso sto combinando soltanto guai e non posso fare niente per riparare-aveva detto Seamus maledicendosi per il modo in cui aveva complicato le cose.

Aveva fatto per aprire la porta e andarsene,poi un pensiero lo aveva fulminato.

-Qualsiasi cosa tu decida di fare,ti prego,non parlarne con nessuno...-aveva detto dandogli le spalle.

Poi senza dire altro aveva aperto la porta ed era uscito.

 

 

Nelle due settimane seguenti,Harry non aveva fatto altro che dormire.

Quando si era svegliato,lo avevano riaddormentato immediatamente per iniziare la seconda parte dell'incantesimo.

Lo avevano fatto lievitare fino alla sua camera da letto e lo avevano adagiato sul letto,poggiandogli la testa sui cuscini.

Per recuperare gran parte dei ricordi,la mente di Harry avrebbe dovuto fare tutto da sola,ma per alcuni avrebbe potuto avvalersi dell'aiuto dei tre amici.

A turno,Ron,Hermione e Seamus si sdraiarono accanto a Harry e gli cedettero parte dei loro ricordi che riguardavano anche lui,ricostruendo il periodo in cui i quattro vivevano ad Hogwarts per evitare che una volta sveglio,li aggredisse di nuovo.

Ron passava quasi tutto il tempo accanto all'amico,incapace di staccarsi anche solo per mangiare:era lui che si occupava principalmente dell'uomo.

Si preoccupava di farlo mangiare e bere anche nel sonno e addirittura arrivò a fargli anche la barba, attento a non tagliarlo.

Hermione era quella che,almeno teoricamente avrebbe dovuto controllare ogni ora come stava evolvendo la situazione,ma Ron consapevole di quanto fosse stressante questa situazione,cercava di caricarsi i compiti piu' faticosi:non voleva che aiutare Harry avesse ripercussioni negative sulla gravidanza di sua moglie.

Ogni volta che Hermione provava a ribattere,Ron aveva sempre la battuta o la risposta pronta.

-Credi veramente che io sia così fragile da non poter fare entrambe le cose?-gli aveva chiesto una volta.

-So benissimo che sei un generale di ferro,e so anche che nostro figlio ha ripreso tutto dai Weasley e quindi è forte anche lui,ma non voglio lo stesso che ti affatichi troppo-le aveva risposto lui,uscendo dal salotto.

-Non posso stare senza far niente mentre tu e Seamus fate tutto il lavoro!-gli aveva quasi gridato dietro lei.

Ron allora era rientrato in salotto e dopo aver lanciato uno sguardo nella stanza,si era avvicinato ad un mobile ed era tornato accanto a lei,mettendole un libro fra le mani.

-Perchè non provi a leggere qualcosa?Mi ricordo che una volta ti aiutava ad allontanare il pensiero da me....-le aveva detto,prendendola amorevolmente in giro.

Ma subito dopo era dovuto scappare fuori dalla stanza,per evitare il libro che la donna gli aveva lanciato dietro.

Tutto quello che le consentivano di fare era preparare i pranzi e le cene,nonostante la sua nota inesperienza ai fornelli,e assicurarsi che l'incantesimo stesse facendo il suo corso;per il resto,erano Seamus e Ron a fare la gran parte del lavoro.

Per giorni,Seamus non aveva avuto notizie di Rupert,il che gli lasciava pochi dubbi su come la pensasse l'uomo su quello che gli aveva detto.

Del resto anche lui,al suo posto,avrebbe avuto una reazione del genere:quale adulto sano di mente crederebbe ad un mondo magico?

-Che ti succede?-gli aveva chiesto una sera Hermione,mentre erano da soli nel salotto.

Lui aveva alzato le spalle e aveva cercato di far cadere l'argomento:non era il momento di mettersi a discutere della posta del cuore.

-Sono solo preoccupato per Harry...-

-Starà bene...Finora l'incantesimo sta andando come previsto e credo che fra un paio di giorni questo sarà solo un brutto ricordo-

Lui aveva sorriso.

-Vorrei sapere come fai ad essere sempre così ottimista-le aveva detto.

Hermione aveva alzato le spalle.

-Non lo so...Abbiamo passato talmente tanta sfiga,non credi che sia venuto il momento anche per noi di avere un pò di fortuna?-gli aveva chiesto candidamente.

Lo credeva,ma forse qualcuno non la pensava allo stesso modo visto tutto quello che stava succedendo loro.

Le sorrise e improvvisamente si ricordò di un particolare importante di Hermione.

-I tuoi genitori erano babbani,vero?-le aveva chiesto.

Lei lo aveva guardato sorpresa,tutto si era aspettata tranne quella domanda,poi aveva annuito.

-Sì erano babbani...Perchè mi fai questa domanda?-

Seamus aveva scosso la testa.

-Come hanno reagito quando hanno scoperto che eri una strega?-le aveva chiesto,incurante della domanda dell'uomo.

-Perchè ti interessa tanto?-gli aveva domandato ancora la donna.

-Poi te lo spiego.

Come hanno reagito?-

Hermione aveva alzato le spalle,incerta.

-Erano sorpresi,di certo non sapevano niente del Mondo Magico o di Hogwarts,ma mi vogliono bene e hanno accettato la situazione nel modo migliore possibile.

Non mi hanno mai detto se per loro sia un problema il fatto che io non ho mai frequentato un'università babbana o che non sia diventata medico o avvocato,come avevano sperato quando ero bambina...

Però voler bene ad una persona è anche questo,no?

Accetarla per quello che è e che sarà in futuro...almeno io l'ho sempre pensato così-aveva concluso,guardando il suo volto.

Seamus aveva annuito,pensieroso.

-E' davvero così semplice?-le aveva poi domandato senza guardarla.

Hermione aveva sorriso,anche se Seamus non l'aveva vista.

-Dovrebbe esserlo-aveva detto.

Erano rimasti in silenzio qualche istanti,lo sguardo perso in giro per la stanza,lei incerta se fare la domanda che aleggiava fra loro e Seamus in attesa,aspettando proprio che Hermione parlasse.

-HERMIONE!SEAS!VENITE SU,PRESTO!!!-

Il grido di Ron aveva squarciato l'aria,facendoli sobbalzare e facendo piombare entrambi nella paura.

Uno dietro l'altra erano corsi su per le scale,facendo rimbombare l'ingresso con il suono dei loro passi ed erano arrivati alla porta della camera da letto.

Era successo qualcosa ad Harry?

Fino l'incantesimo era andato a gonfie vele,e l'uomo doveva aver recuperato quasi tutta la sua memoria:che cosa era successo per far urlare Ron in quel modo?

Hermione era arrivata per prima alla porta e aveva afferrato la maniglia con forza,senza riuscire però a girarla.

Aveva provato un'altra volta,ma anche questa era andata a vuoto:sembrava quasi che la maniglia girasse inutilmente fra le sue dita.

-Calmati...-le aveva detto Seamus alle sue spalle.

Come se fosse facile,aveva pensato la donna.

Ma al terzo tentativo era finalmente riuscita a far scattare la serratura.

La porta si era aperta e lo spiraglio che si andava man mano ingrandendo mostrò Harry sdraiato dal lato destro del letto,il piu' vicino alla porta,la testa posata alla spalliera del letto sorretta da piu' cuscini,e Ron seduto sullo stesso lato del letto,poco distante dalle sue ginocchia.

Al rumore della porta che si apriva,Ron aveva voltato la testa e loro aveva visto che i suoi occhi erano pieni di lacrime.

Il panico si era impadronito ancora di piu' dei due amici:che fosse andato storto qualcosa?

Eppure avevano fatto tutto come diceva l'incantesimo e non si erano scostati dalle istruzioni neanche di una virgola.

Che cosa avevano fatto di sbagliato?

Il rosso sembrava incapace di parlare,tutto quello che gli riusciva era guardarli in silenzio con gli occhi lacrimosi.

-Che è successo?-aveva domandato Seamus per entrambi.

Hermione lo aveva ringraziato mentalmente perchè sapeva che non avrebbe mai trovato il coraggio e la voce per fare quella domanda:avrebbe continuato a guardare suo marito per ore, finchè lui non si fosse deciso a parlare,a dirle che cosa era successo di così terribile.

Ma neanche questa volta Ron parlò.

Tuttavia,successe qualcosa che sorprese i due amici.

Lentamente,come se lo osservassero alla moviola,la testa di Harry si mosse verso di loro,attirato dalla voce di Seamus ed i due lo videro chiaramente strizzare gli occhi privi di occhiali per mettere a fuoco i due nuovi arrivati nella stanza.

Era sveglio.

Si era svegliato prima del tempo:era o no un buon segno?

Ancora una volta,nella camera era sceso il silenzio e tutti erano in attesa di un gesto di Harry.

Infine una voce arrocchita dai giorni di silenzio aveva squarciato il velo di attesa e di aspettativa che si era creato.

-Hermione potresti dire a tuo marito di non piangere?

Finirà per bagnarmi tutte le coperte-

 

 

NEW YORK 20.45 COSTA OCCIDENTALE,

367 WEST 35th STREET

Aveva deciso di fare quel viaggio subito,prima che il coraggio gli venisse meno.

Per ore aveva parlato con Luna,discutendo di quella questione,cercando di capire se era assolutamente necessario,se non ci fosse una scappatoia o un modo per evitarlo,ma lei era stata irremovibile.

Si stavano per sposare,tutto il Mondo Magico lo avrebbe saputo,non sarebbe stata una cosa carina da scoprire sui giornali!

Doveva prendere un bel respiro e affrontarli...

Certo,per lei era facile parlare!

In fondo in questo momento lei era a casa,con Fred,senza la minima preoccupazione...

Era lui quello che doveva bussare a quella porta e mettersi un sorriso sul viso e cercare di non essere imbarazzato,di non farsi prendere dal panico...

DANNAZIONE!Possibile che quella donna riusciva a convincerlo così facilmente?

Da piu' di dieci minuti stava fermo davanti alla fila di villette a schiera di mattoni,tutte uguali,con il prato perfettamente curato e i giochi dei bambini sparpagliati sull'erba.

Il quartiere era silenzioso,fatta eccezione per il cicaleccio delle tivù che usciva dalle abitazioni, e aveva la sensazione che se fosse rimasto ancora qualche minuto nell'ombra senza muoversi o fare niente,qualcuno avrebbe finito per chiamare la polizia.

Doveva bussare alla porta.

Sapeva benissimo qual'era la casa:riceva una lettera ogni mese per essere messo al corrente di tutto quello che era importante sapere e lui ogni mese rispondeva mandando un'assegno ed una lettera,a cui contribuiva anche Luna.

Fece i pochi passi che lo separavano dalla casa e salì i gradini di finto acciottolato,sperava veramente di trovarli svegli,perchè non avrebbe piu' avuto quel coraggio domani.

La luce sul portico,fortunatamente,era accesa.

Aprì la zanzariera che era sulla porta e bussò due volte con le nocche della mano sinistra,forte per essere sicuro che lo sentissero.

Poi restò in attesa,guardandosi intorno.

Ogni lato della strada aveva dodici case,e tutte erano di mattoni,anche se dipinte con colori diversi.

Tutte avevano il garage per l'auto ed un paio avevano anche un piccolo appartamento sopra di questo.

La casa piu' grande era quella che chiudeva la strada,separata dalle altre,su una specie di collina,una sorta di castello medievale in miniatura che gli sembrò istintivamente molto retrò: doveva sicuramente appartenere a qualche yuppie della finanza che dopo aver fatto molti soldi in Borsa,aveva deciso di ritirarsi in quel piccolo quartiere per poter essere un "pesce importante in una piccola pozza".

-George!-

Non si era neanche accorto che mentre era intento nella sua "ispezione",qualcuno era venuto ad aprire alla porta.

Guardò la persona che era nello spazio fra le due porte e sorrise:non era cambiato molto.

-Ciao Baston!-lo salutò.

L'uomo gli strinse la mano,con un leggero sorriso e gli poggiò una mano sul braccio destro.

-Non pensavo fossi da queste parti,perchè non ce lo hai detto?-gli domandò cordiale.

-Neanche io lo sapevo a dire la verità...-ribattè George.

Baston lo guardò sorpreso dalla sua risposta e lo fissò.

-E' successo qualcosa di grave?-gli domandò.

Il rosso scosse subito la testa,e fece per rispondere,ma qualcuno lo interruppe.

-Baston,chi era alla...-

Angelina non era cambiata per niente dall'ultima volta che l'aveva vista:era sempre bellissima.

Restò qualche istante immobile quando si accorse della sua presenza,incredula che lui fosse veramente lì,poi si riscosse e lo abbracciò,gettandogli le braccia al collo.

-Non posso crederci!E' incredibile che tu sia qui...-gli disse sopra la sua spalla.

-Lo so,ogni tanto mi faccio desiderare un pò troppo-le rispose scherzando.

Lei si staccò dal suo abbraccio e gli diede un piccolo schiaffo sul braccio sinistro.

-Un pò?Sono tre mesi che non ti fai vedere!-lo rimproverò.

-Lo so,lo so...Ma Fred era appena nato e non potevamo muoverci così facilmente come prima, lo sai anche tu com'è-le disse.

Angelina annuì.

Si mise al fianco di Baston e entrambi lo guardarono curiosi.

-Cosa ti ha portato fin qui a quest'ora?-gli domandò Angelina.

-E' quello che gli ho chiesto anche io;stava per dirmelo quando sei arrivata tu-le disse Baston.

George li guardò:era venuto il momento di dire la verità.

-Ho bisogno di parlare con Justin-

 

 

Salve a tutti!!!!

Vi chiedo scusa da adesso fino alla notte dei tempi x questa lunga attesa,ma è stata causata da una grande sfida:problemi di salute + problemi cn il computer.

Cmq ora è tt a posto e a dimostrazione c'è un nuovo capitolo x ogni fan fiction,x farmi perdonare.

Volevo complimentarmi,in ritardo,con tutti quelli che hanno notato il nome Justin,anche se devo ammettere che sn stati in pochi;e No,nn è Justin Finch,come ha suggerito qualcuno.

Per il momento vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Ti penso"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 34
*** Ti penso ***


ti penso

 

-CHE COSA?-

L'incredulità e la sorpresa erano dipinti sul volto di tutti i partecipanti alla cena.

George lanciò un'occhiata a Luna,seduta accanto a lui,silenziosa e rispettosa del silenzio che la notizia,la bomba,che avevano appena lanciato loro addosso,aveva bisogno.

Avevano chiamato tutti:i signori Weasley,Charlie di ritorno a Londra dopo uno dei suoi tanti viaggi,Bill e Fleur,Ron ed Hermione con un'accenno di pancia a sottolineare l'inizio della gravidanza,e per finire Ginny,che dopo tre settimane era ancora con loro.

Tutta la famiglia si era riunita ufficialmente per festeggiare la gravidanza di Ron ed Hermione, tanto attesa e che rendeva la donna ancora piu' bella.

Avevano pensato di invitare anche Harry per cercare di accellerare il processo di riappacificazione,e avevano anche ottenuto da Ginny il suo consenso,ma Ron ed Hermione avevano subito smorzato le loro aspettative,avvertendoli che Harry non sarebbe stato presente perchè ancora convalescente.

Sia George che Luna avevano provato a chiedere informazioni sul motivo che aveva reso Harry convalescente e lo aveva tenuto lontano tutto quel tempo da Ginny,ma nè la donna nè Ron si erano lasciati sfuggire una parola.

Alla fine si erano rassegnati al fatto che l'uomo non si sarebbe presentato e avevano organizzato la cena soltanto per la famiglia Weasley.

Quando questi si erano presentati erano tutti intorno ad Hermione e Ron per congratularsi per il lieto evento e a chiedere notizie.

Soltanto Charlie si era accorto dell'aria tesa che aveva assunto in un paio di occasioni George,ma quando aveva provato a chiedergli se c'era qualcosa che non andava,il fratello gli aveva sorriso e l'aveva rassicurato.

Ma dopo gli aperitivi era stato chiaro a tutti che quella cena aveva uno scopo secondario,oltre il festeggiare il "nuovo" Weasley.

George e Luna avevano aspettato di finire la prima portata per dire a tutti il motivo che li aveva spinti ad organizzare quella cena.

Alla famiglia Weasley non si riusciva a nascondere niente...Almeno non per molto.

Avevano deciso di dare la notizia piu' scioccante all'inizio,per permettere a tutti di reagire e di fare le dovute domande poi,sicuri che uno fra loro avrebbe fatto la domanda giusta,avrebbero fatto il secondo annuncio.

Così,con la mano in quelle di Luna per farsi coraggio,George aveva sganciato la notizia sulla tavolata.

Lo aveva fatto senza rivolgersi a nessuno in particolare,soltanto per metterli al corrente e aveva usato un tono che secondo le sue intenzioni,doveva essere calmo e sicuro.

Un tono che non doveva lasciare adito a equivoci.

-Che vuol dire "Ho un'altro figlio"?-domandò Ron per tutti.

George guardò Luna che alzò le spalle,come per volersi scusare per l'ignoranza dei Weasley:in fondo non era poi così difficile da capire!

-Tu lo sapevi?-chiese Ginny a Luna prima che George rispondesse.

Lei annuì.

-L'ho sempre saputo-rispose.

Sentì la stretta accentuarsi nella sua mano e si voltò verso di George per rivolgergli un sorriso buffo dei suoi,che riusciva sempre a calmarlo.

Anche quella volta riuscì nel suo intento e lo vide sorridere,scuotendo leggermente la testa.

Poi George rialzò lo sguardo sulla sua famiglia e li osservò,pronto per il fuoco di domande che sarebbe seguito alle parole che si apprestava a dire.

-Ho un'altro figlio.

Finora l'ho tenuto nascosto a tutti tranne a Luna.

So che avrei dovuto dirvi della sua esistenza molto tempo fa,ma le cose all'inizio erano molto complicate e poi subito dopo c'è stata la notizia della gravidanza di Luna e so che può sembrare terribile da dire,ma ho pensato che potevo aspettare a dirvelo,tanto non sapendolo non ne avreste sofferto-spiegò loro George.

Per alcuni istanti nella stanza scese il silenzio,mentre tutti assimilavano la notizia e cercavano di venire a patti con la nuova realtà.

-Dov'è?Come si chiama?

Chi è sua madre?

Dove accidenti lo hai nascosto tutto questo tempo?-domandò suo padre,cercando di condensare tutte le domande importanti in una.

Aveva lanciato uno sguardo a sua moglie e aveva visto che era rimasta scioccata dalla notizia,ma ancora non era in grado di dire se in modo positivo o meno,quindi aveva deciso di fare le domande al suo posto,per darle il tempo di accettare la novità.

George sorrise.

-Si chiama Justin.

Ha diciotto mesi e non ho dovuto nasconderlo da nessuna parte,perchè fin dalla nascita è vissuto in America,a New York, con sua madre ed suo marito-iniziò a raccontare.

-Com'è?

Voglio dire,ti somiglia?-chiese Ron,ormai calato nei panni paterni e incapace di uscirne.

George scosse la testa.

-Per niente.

Non ha ripreso quasi niente del fascino Weasley...-iniziò.

-Questo non è vero!Ha i tuoi occhi,e anche il tuo sorriso...

Aspetta,dovremmo avere una foto da qualche parte-lo interruppe Luna.

Dopodichè si alzò e si diresse verso il salotto a passi veloci.

-Foto?E perchè non mi sono accorta di niente?

Vivo anche io in questa casa!-commentò Ginny.

-Veramente?Sono giorni che sei chiusa in camera tua a guardare quel dvd che ti ha portato Ron-le fece notare il fratello.

Ginny dovette ammettere con sè stessa che era vero:ormai la sua unica attività giornaliera,oltre a mangiare e dormire,sembrava essere quella di guardare i ricordi di Harry.

Voleva imprimerli nella sua memoria,nel caso qualcosa fosse andato storto nell'incantesimo per poterlo aiutare a recuperare le parti mancanti.

Aveva cercato di mettersi in contatto con lui,di parlargli,ma ogni volta aveva trovato la segreteria o la voce di Seamus,Ron o Hermione che le ripetevano che andava tutto bene e che non doveva preoccuparsi.

Doveva pensare soltanto a riposarsi e ai gemelli:le stesse cose che sicuramente le avrebbe detto Harry se fosse venuto al telefono.

Anche adesso che erano seduti allo stesso tavolo,Ron ed Hermione non le avevano detto nulla,non le avevano fatto capire assolutamente niente:nè un segno,un minimo gesto che l'aiutasse a dormire la notte,che le rendesse piu' facile la separazione.

-Eccola!-

Luna rientrò in cucina con una foto incorniciata nella mano sinistra e la diede ai signori Weasley,che di diritto dovevano essere i primi a conoscere il loro nipote.

George vide suo padre esitare prima di posare lo sguardo sulla foto,come se avesse paura di qualcosa,ma non appena l'ebbe fatto,sul suo viso comparve un sorriso leggero,come se si stesse chiedendo come aveva fatto a non accorgersi prima delle somiglianze.

-Oh George...-commentò sua madre,che si stava sporgendo verso suo marito per vedere anche lei la foto.

Luna,che nel frattempo era tornata accanto a lui,gli rivolse un sorriso vittorioso,uno di quelli che non potevano significare altro se non "te l'avevo detto".

La foto aveva iniziato a girare fra i suoi fratelli e tutti si lasciavano andare ad un sorriso quando posavano gli occhi sulla foto e quando finalmente questa ritornò fra le sue mani anche lui si concesse quel sorriso,come faceva sempre quando lo sguardo la incrociava.

La foto mostrava un bambino di colore,con una cappellino di carta in testa,sospeso fra le braccia di suo padre sopra una torta ricoperta di panna:aveva dei folti e ispidi capelli neri che gli incorniciavano la testa come una criniera,due occhi verdi che scintillavano sull'ebano della pelle e una piccola bocca carnosa aperta in quello che doveva essere un sorriso.

-Sua madre è...-domandò Ron.

-Angelina Johnson-confermò George guardando suo fratello.

-La tua compagna di scuola?-domandò sua madre sorpresa.

George annuì ancora,allungando un braccio sulla spalliera della sedia di Luna e attirandola verso di sè:adesso veniva la parte piu' difficile e lui aveva bisogno di tutto il suo appoggio.

Quella storia aveva quasi rischiato di farli esplodere proprio quando sembrava che tutto fosse tornato al posto giusto,quando le cose fra loro erano chiarite e lui si sentiva pronto per Luna.

Poi era arrivata la notizia di Justin e lui era entrato nel panico:non voleva perdere Luna proprio adesso che tutto era perfetto.

Per fortuna lei aveva capito e l'aveva aiutato a prendere una decisione.

Insieme avevano fatto una scelta che,alla fine,si era rivelata quella piu' giusta sia per loro che per Angelina e per Justin.

Consapevole del suo bisogno,Luna poggiò la testa sulla sua spalla destra e intrecciò le dita della mano in quella di George.

-Diciotto mesi.Quindi voi stavate già insieme quando...-domandò Charlie con cautela.

Luna scosse la testa.

-Non esattamente-disse George.

-Io stavo per sposare Neville-specificò la donna.

George annuì lentamente:il solo ricordo lo faceva andare in bestia.

-Ron ti ricordi la festa che Hogwarts ha fatto per commemorare l'anniversario della fine della Battaglia?-chiese rivolgendosi al fratello.

Quello ovviamente annuì.

-Io non dovevo neanche andarci a quella festa,ma poi...-

-Ma poi ha saputo che io e Neville ci saremmo stati e allora ha cambiato idea-fece Luna.

-Esattamente.

A quel tempo le cose fra noi non erano facili e io non mi ero comportato in modo esemplare...- continuò George.

-Puoi dirlo forte!-commentò lei.

George abbassò lo sguardo per incontrare i suoi occhi e lei gli fece un velocissimo sorriso,come a dirgli che ormai non gli serbava piu' rancore.

-Comunque,ho cercato di parlare con lei per farle cambiare idea,per convincerla a non sposare Neville,ma abbiamo solo peggiorato le cose-spiegò l'uomo tornando a guardare la sua famiglia,che seguiva quel battibecco con grande attenzione.

Non avevano mai saputo molto della relazione fra George e Luna,era stata avvolta dal mistero per mesi:non avevano saputo che erano insieme,nè che si erano lasciati,nè che George in un certo senso si sentiva tradito da Luna perchè lei aveva accettato la proposta di matrimonio di Neville mentre stava con lui.

Tutto quello che sapevano,lo avevano scoperto per caso,come quando Ron aveva ascoltato le confessioni alcoliche di George sulla donna,oppure quando Ginny era entrata per sbaglio nella camera di Luna e li aveva trovati in atteggiamenti intimi.

-Già,non è servito a molto,però io ho qualche bel ricordo al riguardo...-commentò la donna sorridendo leggermente.

George si lasciò scappare un sorriso e scosse leggermente la testa.

-Ed è stato allora che tu ed Angelina vi siete incontrati?-domandò Ron curioso.

George annuì.

-L'avevo salutata prima,ma ero impegnato nella mia caccia a Luna e non le avevo prestato molta attenzione,ma adesso ero arrabbiato e cercavo un modo per dimenticare.

E lei è capitata al momento giusto-commentò.

Nella stanza scese per qualche istante il silenzio,mentre tutti riflettevano su quella frase e aspettavano che George riprendesse a parlare.

-Il giorno dopo sapevamo tutti e due che era stata la storia di una notte.

Eravamo sempre stati amici...Anche quando abbiamo provato a stare insieme ad Hogwarts non ha mai funzionato.

Così lei è partita di nuovo per New York e io sono rimasto qui a cercare di rimettere ordine nella mia vita.

Poi le cose sono andate come sapete e proprio quando io e Luna siamo tornati insieme Angelina mi ha telefonato-raccontò.

-Aveva affrontato la gravidanza indecisa se chiamarlo o meno ma quando Justin è nato ha deciso che doveva conoscere suo padre,così dopo aver partorito ha chiamato George,che è entrato subito in crisi-continuò Luna.

-Volevo vedere te al mio posto-commentò George guardandola.

-Amore,io sono stata al posto di Angelina e non è per niente piacevole...

Comunque,siamo andati a New York e abbiamo incontrato lei e suo marito-continuò a raccontare rivolta alla tavolata.

-Oliver Baston-disse George.

-Cosa?-domandò Ron sorpreso.

-Erano già sposati quando...?-chiese Hermione incredula.

Luna scosse la testa.

-Oliver è una persona fantastica...Io non so se al posto suo avrei fatto la stessa cosa-commentò George.

-Ha rincontrato Angelina mentre si trovava a New York per lavoro,e per ricordare i vecchi tempi l'ha invitata a cena.

Lei era già incinta,ma la cosa non lo ha fermato,infatti nel giro di qualche mese,prima che lei partorisse le ha chiesto di sposarlo promettendole che si sarebbe preso cura di lei e del bambino-raccontò Luna.

-Sa che è tuo figlio?domandò Bill.

George annuì.

-Angelina glielo ha detto praticamente subito-

-Lo vedi spesso?-domandò sua madre partecipe.

Sia Luna che George annuirono.

-Ultimamente siamo stati impegnati con Fred,ma andiamo a trovarlo almeno due volte al mese.

Stiamo con lui tutto il fine settimana...Certo è poco,rispetto ad Angelina e Baston che vivono a stretto contatto con lui,ma cerchiamo di sfuttare al meglio il poco tempo che abbiamo a disposizione-disse loro George.

C'era ancora un'ultima domanda che aleggiava nella stanza,e la coppia era curiosa di sapere chi fra tutti i commensali avrebbe avuto il coraggio o la velocità di farla.

-Ma perchè dircelo adesso?

Avresti potuto continuare a restare in silenzio e far finta di niente-disse infine Charlie serio,posando entrambi i gomiti sul tavolo e sporgendosi verso i due,coprendo così la visuale a Ron e Hermione.

George sorrise e si voltò verso Luna che gli accarezzò il dorso della mano.

-Era il momento giusto.

Dovevate sapere che c'era un'altro Weasley sparso per il mondo,anche perchè lo conoscerete a breve.

Sarebbe stato imbarazzante vedere questo piccolo mostricciattolo e non sapere nulla di lui- disse George semplicemente.

-Viene a trovarti a Londra?-domandò eccitata sua madre.

La famiglia lo vide annuire,mentre Luna accanto a lui si copriva la bocca con una mano per nascondere un sorriso appena nato.

Fu allora che capirono che c'era qualcos'altro che ancora non era stato detto,ma prima che potessero fare altre domande,George parlò di nuovo.

-Verrà a Londra con Angelina e Baston il 29 Luglio.

Non può mancare al matrimonio di suo padre-

Quelle parole aleggiarono per la stanza per alcuni istanti,mentre tutti i partecipanti alla cena si guardavano l'uno con l'altro per essere certi di aver capito tutti le stesse parole.

-Voi...Voi vi sposate?-domandò Bill elegendosi a portavoce.

-Fra poco piu' di un mese-confermò Luna.

-Alla fine sono riuscito a convincerla-si vantò George con un sorriso divertito.

Dopo quella conferma fu una corsa per raggiungere i futuri sposi e congratularsi per primo,come fossero tutti partecipanti di una strana e misteriosa corsa a cui nessuno sapeva di aver preso parte,ma a cui ora erano tutti piu' che lieti di partecipare.

 

 

-Avanti apri la bocca,non fare il bambino!-

Era la cosa piu' umiliante di tutte.

Possibile che LUI Harry Potter,Colui-Che-Era-Sopravvisuto e tutte quelle balle lì adesso doveva farsi imboccare neanche fosse un poppante?

Però aveva provato a mangiare da solo con scarsi risultati:sembrava che la forza lo aveva abbandonato,scomparsa in chissà quali recessi del suo corpo.

Fortunatamente l'incantesimo era andato a buon fine e tutto era tornato al suo posto:ogni piu' piccolo ricordo era al suo posto nel puzzle della memoria.

Sarebbe stata una perdita incredibile se all'appello fosse mancato un ricordo con i suoi genitori, o con Sirius,ma anche soltanto con Teddy o Ginny e David:era grazie a loro che era ciò che era e non poteva perderne neanche uno per ritornare ad essere veramente Harry Potter.

La prima cosa che aveva fatto appena glielo avevano concesso era stato chiamare Teddy.

Era stato in uno stato di semi-coma per due settimane e aveva voglia di sentire la voce del bambino e di sapere come stava,di sentigli dire che sentiva la sua mancanza e che voleva tornare a casa.

Durante quelle settimane Ron ed Hermione avevano messo a punto un'espediente per evitare che il piccolo si sentisse trascurato:prima di iniziare tutto l'incantesimo,gli avevano fatto registrare alcune frasi che avrebbero usato in seguito per parlare con Teddy.

In realtà piu' delle frasi avevano bisogno della sua voce:ne avevano fatto una specie di "copia" che interagiva perfettamente con il bambino,rispondendo alle sue domande e togliendo ogni minimo dubbio che ci fosse qualcun'altro al telefono.

Quando Teddy era venuto al telefono e Harry aveva sentito di nuovo la voce della sua piccola peste,agli angoli degli occhi si erano formate delle lacrime di commozione:eppure credeva di saper controllare i suoi istinti ed i suoi sentimenti!

Si era fatto raccontare che cosa aveva fatto durante quel giorno,come se lo avesse sentito soltanto il giorno prima e gli aveva promesso che presto sarebbe andato a trovarlo,non appena fosse stato un pò meglio.

Anche se la memoria era tornata al suo posto,Harry si sentiva stranamente debole:non riusciva neanche a mettere un piede fuori dal letto senza avere il fiatone.

Hermione gli aveva spiegato pazientemente che era normale dopo un incantesimo di tale portata che il corpo necessitasse di piu' tempo per recuperare le energie,ma lui non aveva tempo.

Lui doveva andare da Ginny.

Doveva sapere se quel sacrificio era servito a qualcosa,se lei aveva capito che era veramente "la sua vita".

Aveva provato piu' volte a uscire dal letto,ma inutilmente.

Così alla fine aveva dovuto seguire l'ordine tassativo di Hermione che lo obbligava a stare a letto e a farsi curare da loro.

Ma che fare nel frattempo?

Scrivere una lettera a Ginny per tranquillizzarla sulla sua salute,per dirle che non appena ne fosse stato capace sarebbe uscito dal letto e sarebbe andato da lei?

Aveva bisogno di sapere come stava,di avere notizie su di lei ed i bambini...

Voleva vederla,perchè non poteva sopportare neanche un'altro minuto senza avere sue notizie.

Ma a niente erano servite le sue suppliche e richieste davanti all'inflessibilità di Hermione che aveva messo al primo posto la sua salute:prima di tutto doveva pensare a guarire,poi al resto.

Ginny aveva visto il video,almeno questo era riuscito a saperlo,quindi aveva saputo tutta la verità sul suo incontro con Sarah e su quel maledetto bacio,e sicuramente aveva anche un'opinione al riguardo.

Possibile che non ci fosse un modo per aggirare il controllo di Ron,Hermione e Seamus?

Dopo vari tentativi che lo avevano lasciato letteralmente ko,aveva deciso di aspettare:non poteva presentarsi da Ginny mezzo morto rischiando di spaventarla ancora di piu'.

Era stata quasi una tortura non poter andare al pranzo organizzato quel giorno da George e Luna!

-Ti racconteremo tutti i dettagli una volta tornati-lo aveva rassicurato Ron prima di andare.

Ma non avrebbe saputo cosa raccontargli:non era un'osservatore così esperto.

Non avrebbe saputo dirgli se Ginny aveva pensato a lui,oppure se nei suoi occhi c'era un barlume di speranza oppure se doveva mettersi definitivamente il cuore in pace.

Questo non lo avrebbero visto,non sarebbero riusciti a capirlo.

Nessuno ci sarebbe riuscito...

-Seamus credi che lei mi perdonerà?-chiese per l'ennesima volta.

-Per aver baciato un'altra senza volerlo?

Credo proprio di sì...-commentò mettendo di nuovo la forchetta nel piatto.

-Ma se non capisse perchè l'ho fatto?-chiese ancora Harry.

-Allora sarai tu a farglielo capire.

Ascolta Harry,tu hai fatto tutto quello che potevi fare per convincerla:sei andato da lei e ti sei offerto.

Ti sei mostrato in tutti i tuoi difetti e pregi,per dimostrarle che tenevi veramente a lei...

Se lei ti ama veramente lo capirà e tornerà da te-gli disse in tono serio.

Harry lo guardò,sorpreso dalle parole e dal tono serio dell'amico.

Si sistemò meglio sui cuscini e lo fissò per qualche istante.

-Stiamo ancora parlando di Ginny?-gli domandò incerto.

Seamus alzò lo sguardo e si sorprese per l'acume che Harry,anche in una situazione del genere, aveva dimostrato.

-Certo,ma che sciocchezze ti inventi!

Credi che voglia sedurti?-gli domandò prendendolo in giro.

Harry sorrise e scosse la testa.

-No,è solo questa situazione:tu che mi imbocchi,ti prendi cura di me.

Per un'attimo ho pensato...-gli disse schernendosi Harry.

-Che mi fossi preso una cotta per te.

Avanti Harry!Sei convalescente,non ci proverei neanche gusto a farti il filo-ribatte scherzando Seamus.

Harry rise e gli diede un leggero buffetto sulla spalla destra.

-Ehi,guarda che adesso mi offendo-ribattè.

-Finalmente qualcuno è di buon'umore-

Sia Harry che Seamus si voltarono verso la porta della stanza e videro entrare,uno dopo l'altra Ron ed Hermione.

-Già di ritorno!Non doveva essere poi così interessante...-commentò Seamus sorridendo.

-Invece ti sbagli!E' stata una cosa inaspettata-ribattè Ron.

-Abbiamo un sacco di cose da raccontarvi-disse Hermione sedendosi sulla parte libera del letto.

-C'era anche Ginny?-domandò stupidamente Harry.

-Certo che c'era:abita lì.

Ovviamente ci ha riempito di domande su di te,ma noi non abbiamo ceduto-disse Ron facendo comparire una sedia poco distante dal letto.

-Cosa?E perchè?-chiese stizzito Harry.

-Secondo Hermione devi mostrarti inarrivabile-gli spiegò Ron.

-Ah Seas,di sotto c'è una persona che ti aspetta-disse improvvisamente Hermione,come se se ne ricordasse solo in quel momento.

-Me?E chi è?-le domandò.

Seamus la guardò e prima ancora che lei parlasse il suo cuore cominciò a battere piu' veloce:non voleva farsi false illusioni,ma aveva sperato tanto che quel momento accadesse...

-Si chiama Rupert Finch-disse la donna.

Sentì lo sguardo dei tre amici fisso su di sè,ma nonostante questo Seamus cominciò ad agitarsi.

-Non gli avrai mica detto che ci sono...-le domandò.

-Certo che sì-rispose subito la donna.

-Non dovevamo?-chiese Ron,osservando Seamus sorpreso dal suo repentino cambio d'atteggiamento.

L'uomo si era alzato e se ne stava fermo accanto al letto,le mani lungo i fianchi con le palme aperte rivolte verso il pavimento.

-Va tutto bene?-gli domandò Hermione preoccupata.

-Chi è questo tizio?-chiese Harry guardando gli altri due con curiosità.

Sia Ron che Hermione alzarono le spalle.

Seamus aveva iniziato a respirare profondamente,ad occhi chiusi,cercando di calmarsi.

-Vuoi che gli dico di andare via?-domandò Ron.

-NO!-sbottò l'altro,riaprendo subito gli occhi.

Harry sorrise e fissò l'amico terribilmente agitato.

-E' una persona che ti interessa,vero?-gli domandò quasi sicuro della risposta.

Infatti il biondo annuì.

-Allora che aspetti a scendere?-chiese Ron,sistemandosi meglio sulla sedia.

-E' babbano,vero?-domandò subito Hermione.

Seamus incontrò gli occhi dell'amica e,dopo qualche secondo, annuì.

-Adesso capisco tutto quello strano discorso...-commentò poi lei.

Gli altri due li guardarono senza capire molto,in attesa di qualche risposta.

-Gli hai detto che sei un mago-continuò la donna.

-Cosa?-sbottò Ron sorpreso.

-Ma quando è cominciata?

Perchè io non ne so niente?-si lamentò Harry guardando gli altri.

-Adesso è una storia lunga da spiegare e lui sta aspettando giu' di sotto...-disse Seamus nel panico.

-Infatti-disse Hermione.

L'altro la guardò senza capire.

-Lui è giu' che ti aspetta.

Se avesse deciso che non ne valeva la pena sarebbe sparito.

Invece sta aspettando che tu ti decida a scendere!-gli fece notare la donna.

Questo era decisamente un punto a favore,pensò Seamus.

Almeno se era veramente così che la intendeva Rupert.

-Allora?Ti vuoi dare una mossa?-lo esortò ancora Ron.

Dopo aver dato un'ultima occhiata ai tre amici,Seamus uscì dalla stanza camminando a passi veloci verso la scala che collegava i due piani.

I tre rimasti nella stanza aspettarono di sentir scemare il rumore di passi prima di parlare di nuovo.

Avevano tutti lo stesso pensiero,ma fu Ron ad esprimerlo per primo.

-C'è un modo per sentire cosa si dicono?-

 

 

Era stufa!

Non ne poteva piu' di tutti quei misteri,tutti quei silenzi e frasi non dette.

Aveva bisogno di vedere Harry.

Erano due settimane che l'incantesimo dei ricordi era stato fatto e lei non aveva nessuna notizia, non sapeva niente.

Eppure non doveva essere la prima a sapere come stavano andando le cose?

In fondo era la sua fidanzata,no?

No.

Lo aveva lasciato.

"Ma avevo tutte le ragioni per farlo"si ripetè a sè stessa.

Ragioni che poi si erano rivelate sbagliate.

Niente di quello che pensava si era rivelato reale:il bacio era stato soltanto un modo per allontanare Sarah dalla loro vita e quella distanza che aveva sentito fra lei ed Harry era soltanto un modo per evitarle preoccupazioni durante la gravidanza.

Tutto era stato fatto per lei,i gemelli e la famiglia che stavano costruendo.

Ma a causa dei suoi ormoni lei non lo aveva capito.

Aveva dato retta alla sua gelosia,mettendo a rischio la sua vita e quella dei gemelli e rovinando quello per cui aveva combattuto tutta una vita.

Voleva Harry fin da quando era undicenne,perchè aveva cominciato a dubitare di lui,proprio quando avrebbe dovuto essere piu' felice?

Perchè non poteva fare come le altre donne che si godono la maternità tranquillamente senza problemi?

Aveva dovuto incasinarsi anche la maternità!

Vedere quel video le aveva aperto gli occhi,le aveva fatto capire cos' era veramente importante nella sua vita.

Doveva assolutamente parlare con Harry.

E visto che era ancora convalescente,allora sarebbe andata lei da lui.

Ancora.

Ma c'era una differenza,questa volta:ora era certa che non poteva essere altrimenti.

 

 

 

Seamus si affacciò alla soglia del salotto e per qualche istante pensò che Rupert,stanco di aspettare,se ne era andato senza dire niente.

Poi lo vide.

Era accanto alla finestra circolare che dava sulla strada,le spalle alla stanza,il viso perso a guardare la strada vuota,forse completamente immerso nei suoi pensieri.

Indossava un paio di jeans consumati dal troppo uso e una t-shirt gialla con le maniche blu.

Come accorgendosi della sua presenza,si riscosse dal suo sogno e si voltò verso di lui.

-Ciao-gli disse con voce tentennante.

Seamus fece un passo nella stanza e restò in silenzio.

-Non ero sicuro di trovarti ancora qui...Mi avevi detto che era una sistemazione temporanea-disse ancora l'uomo.

-Come hai fatto a trovarmi?-gli chiese Seamus sedendosi su una poltrona fra le piu' vicine alla porta,neanche dovesse scappare da un momento all'altro.

Lo vide passarsi una mano dietro il collo come faceva sempre quando era nervoso e sorrise dentro di sè:allora non era il solo ad essere sulle spine.

-Ho letto l'indirizzo sulla cartella clinica della tua amica.

La prima volta che ci siamo visti mi hai detto che ti eri trasferito da lei...-gli ricordò.

Seamus annuì di nuovo.

Senza che glielo dicesse,Rupert si sedette su un'altra poltrona,leggemente distante da lui anche se continuava a non perderlo di vista neanche un'attimo.

Restarono qualche istante in silenzio,non sapendo come iniziare il discorso che dovevano inevitabilmente affrontare.

-Perchè sei qui Rupert?-domandò alla fine Seamus senza guardarlo.

L'altro restò in silenzio ancora qualche secondo,poi Seamus lo sentì schiarirsi la gola e espirare forte,neanche dovesse prepararsi per un discorso davanti ad un pubblico.

-Ho pensato molto a quello che è successo l'ultima volta che ci siamo visti...

Ha quello che mi hai mostrato-iniziò dubbioso che questo fosse il modo giusto per cominciare.

Seamus alzò lo sguardo sull'uomo e lo vide concentrato a fissarsi le unghie delle mani.

-Senti non...-provò Seamus senza sapere bene che dire.

-Amy non si è accorta di niente-gli disse Rupert,alzando lo sguardo e incontrando quello del biondo.

Seamus sorrise per quella battuta inaspettata.

Quello era uno dei motivi per cui era attratto da Rupert:riusciva a trovare il lato positivo anche dalle situazioni piu' strane o disperate,riuscendo a farti sorridere.

Erano poche le persone che avevano quella capacità.

-Per fortuna,altrimenti sarebbe venuta a cercarmi ovunque per chiedermi i danni-commentò Seamus.

Questa volta fu Rupert a sorridere.

Ma quell'argomento aleggiava su di loro come una cappa ed entrambi sapevano che quelle battute scherzose erano soltanto il preambolo che avrebbe portato al vero argomento di discussione.

-Perchè lo hai fatto Seamus?-gli domandò infatti Rupert.

Sentiva lo sguardo su di sè,attento desideroso di risposte e lui non sapeva come fare per dargli quello di cui aveva bisogno.

-Perchè dovevi sapere la verità.

Avevo paura che se mi fossi legato a te,senza dirti chi ero veramente,il giorno che lo avessi scoperto mi avresti lasciato.

Io...-cominciò fermandosi subito dopo.

Incontrò lo sguardo di Rupert che sembrava bere ogni informazione che usciva dalla sua bocca e si passò una mano fra i capelli allontanandoli dalla fronte,cercando un modo per rendere le cose il meno complicate possibile.

-Tu sei la prima persona che conosco al di fuori del mondo magico.

Sei il primo uomo "non mago" che mi attrae-gli rivelò.

Rupert lo guardò qualche istante in silenzio,come assimilando quelle parole,poi Seamus lo vide sorridere.

-Sembra una cosa positiva-disse.

-Lo è:fra le centinaia di babbani che affollavano il tuo ospedale,sei stato l'unico con cui sono entrato in sintonia,con cui ho stabilito un feeling fin da subito-gli disse poggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia e sporgendosi in avanti.

-Babbani?-domandò l'altro senza capire.

Seamus sorrise e annuì.

-Noi chiamiamo così le persone che non fanno parte del nostro mondo-gli spiegò.

Lo vide annuire e si sentì sollevato che almeno questo fosse stato facile da spiegare.

-Così tu...Tu hai pensato ad un futuro per noi-disse Rupert.

L'atmosfera era diversa ora:l'imbarazzo era diventato ancora piu' palpabile e non per l'argomento principale,ma perchè perla prima volta affrontavano i loro sentimenti e cercavano di far piena chiarezza.

-Beh ecco...diciamo che ci ho sperato.

Lo so che forse sto correndo troppo,e che in fondo sono solo due settimane che ci conosciamo, senza contare il periodo di pausa,che non penso si possa classificare come tempo speso insieme però...-

-Tu parli sempre così velocemente quando sei nervoso?-gli domandò Rupert leggermente divertito.

Seamus si fermò e si lasciò scappare un sorriso:nessuno gli aveva mai fatto notare quel piccolo particolare.

-Sei la prima persona che me lo dice-gli confessò.

Anche Rupert sorrise,chinando la testa a guardarsi le scarpe.

-Anche io ci ho pensato-rivelò poi senza guardarlo.

Niente avrebbe potuto renderlo piu' felice.

Voleva dire che non si era sbagliato,che non erano solo castelli in aria e che non aveva fatto male a sperare,che forse c'era ancora qualche possibilità di far funzionare le cose.

-Quindi come funziona?

Come mai tu sei un mago ed io sono un babbano?-gli domandò Rupert rialzando lo sguardo su di lui e fissandolo attento.

Seamus fece per rispondergli,ma si bloccò un'istante prima.

-Non stai per caso facendo una specie di perizia per capire se sono pazzo,vero?-gli domandò sospettoso.

Il viso di Rupert si distese in un sorriso divertito.

-Sono un chirurgo non uno psichiatra.

Dovresti saperlo!-gli ricordò.

-Lo so,lo so...Ma ho so anche che mezzi usate voi babbani per capire se una persona è matta o no:mio padre era babbano-gli spiegò.

-Quindi non sei così a digiuno di quello che riguarda il mondo non magico....-commentò Rupert.

-Diciamo che ho rimosso gran parte dei ricordi quando ho iniziato a frequentare Hogwarts-

Vide il volto di Rupert piegarsi in un'espressione sorpresa.

-Oh,giusto...Hogwarts è la scuola per maghi.

La migliore scuola d'Inghilterra-gli spiegò.

Rupert annuì lentamente e il biondo capì di aver detto troppo.

-Troppe informazioni insieme,vero?-gli domandò.

L'altro si limitò ad annuire.

Restarono in silenzio per cercare di far assorbire quel mare di nozioni che Rupert aveva appena ricevuto e questa volta il primo a parlare fu Rupert.

-Mi hai chiesto perchè sono qui-gli ricordò.

Seamus rialzò lo sguardo su di lui e lo fissò in silenzio,in attesa.

-In questi giorni ho pensato tante volte a quello che è successo e ai motivi che avrebbero potuto tenerci lontano.

All'inizio mi sono detto che eri un pazzo:alla tua età credere ancora alla magia?-gli disse.

Seamus fece per ribattere,ma Rupert lo precedette.

-Poi però mi sono risposto da solo che un pazzo non avrebbe saputo fare quello che hai fatto tu.

Quella cornice si è riparata da sola davanti ai miei occhi,io l'ho visto.

Ho visto quella scena all'infinito senza arrivare ad una soluzione,poi mi sono reso conto di una cosa-confessò.

Seamus corrugò la fronte.

-Di cosa?-domandò.

Senza dir niente,Rupert si alzò e fece i pochi passi che lo separavano da Seamus,si piegò sulle ginocchia per essere alla sua altezza e prima ancora che Seamus potesse fare qualcosa,gli aveva preso il viso fra le mani e aveva posato le labbra sulle sue.

La risposta del biondo fu quasi istantanea:non era in fondo quello che voleva?

Strinse le braccia attorno alla vita di Rupert e lo avvicinò di piu' a sè,per prolungare la durata del bacio e per aumentarne l'intensità.

Quando si staccarono,Rupert aveva le labbra leggermente gonfie,ma un sorriso soddisfatto sul volto.

-Ho capito che mi manchi.

Mi manca non trovarti ad aspettarmi nel mio ufficio durante il turno di notte,raggomitolato su quella scomoda sedia.

Mi manca il tuo modo di ridere e quella fastidiosa mania che hai di allontanarti sempre i capelli dalla fronte.

Figurati che mi manca anche il tuo modo di flirtare con le infermiere-gli disse sincero.

Seamus rise per quell'ultima affermazione.

-Io non flirto con le tue colleghe-ribattè.

-Ah no?

Kathy non fa altro che chiedermi di te!-gli rivelò l'altro.

Seamus rise ancora piu' forte.

-E tu dille che sono già impegnato-disse poi semplicemente.

Incontrò lo sguardo di Rupert e ridiventò serio quasi all'istante.

-Non dico che non sarà strano,almeno all'inizio.

Dovrò ricordarmi che è un segreto che non potrò mai rivelare,e ci sono tante cose che mi dovrai raccontare che non so neanche se capirò...-disse ancora Rupert.

-Non preoccuparti,posso chiedere ad Hermione se ha un libro per una situazione del genere.

Anche lei è babbana,può aiutarti a capire come si vive in questo mondo;lei ormai è come un pesce nell'acqua,figurati che ha sposato anche un mago-gli disse.

Rupert annuì lentamente.

-Quindi non è poi tanto difficile?-gli domandò ancora incerto.

Senza rispondere,Seamus si avvicinò al suo viso e lo baciò di nuovo:possibile che non si fosse accorto del senso di vuoto che sentiva quando lui non c'era?

Proprio in quel momento nella stanza si sentì un forte crack che portò i due uomini a separarsi e a fissare nella direzione da cui era arrivato il rumore.

-Che diamine...-domandò Rupert visibilmente spaventato.

-Va tutto bene,tranquillo-disse Seamus,cercando di calmarlo.

Al centro del salotto,con indosso un abito pre-maman azzurro che le arrivava ai piedi,c'era Ginny che fissava i due uomini sul divano visibilmente imbarazzata.

-Ginny che ci fai qui?-le domandò Seamus sorpreso.

-Mi dispiace,non volevo interrompere niente di quello che...-farfugliò.

Seamus si alzò dal divano e le andò incontro facendola sedere sul divano.

-Non dovresti stare a letto?

E' pericoloso per i gemelli,sono passate solo tre settimane dall'incidente.

Che ci fai qui?-le domandò preoccupato.

-E me lo chiedi?Devo vedere Harry-rispose la donna decisa.

Seamus la guardò,incerto su cosa fare e dire,poi si allontanò dal divano e si avviò a passi veloci verso la porta del salotto.

-RON!HERMIONE!-chiamò a voce alta verso le scale.

Sicuramente aveva bisogno di rinforzi.

Si voltò verso Rupert che era ancora seduto apparentemente tranquillo,intento a fissare Ginny che ricambiava il suo sguardo curioso:probabilmente si ricordava di averlo già visto da qualche parte,ma non sapeva bene dove.

Il rumore dei passi veloci sulle scale annunciò ai tre l'arrivo di qualcuno dal piano di sopra e neanche fosse un turbine di vento,Ron apparve sulla porta della stanza e cercò sua sorella con lo sguardo.

-Lo sapevo che prima o poi avresti fatto una pazzia del genere-commentò.

Si voltò verso Seamus e Rupert e fece un cenno al biondo,come per congratularsi,lasciando Seamus a chiedersi quanto fosse stato privato il suo colloquio con Rupert.

-Non ho fatto nessuna pazzia:voglio soltanto vedere Harry-ribattè Ginny.

-Sai che si infurierebbe se sapesse che sei qui invece che sdraiata a letto a riposare-le disse Ron, stranamente agitato.

Ginny lo guardò qualche istante in silenzio,come cercando le parole giuste per fargli capire.

-Non sono pazza e neanche stupida.

Credi veramente che avrei messo in pericolo la vita dei miei figli per niente?-domandò rivolta al fratello.

Parlava con voce decisa,seria e per la prima volta nella sua vita,Ron rivide sua madre in Ginny.

-Gin non l'ho mai pensato...-

-Se sono venuta qui c'è un motivo e tu lo sai.

Ho provato a chiedervi notizie,a farmi dire qualcosa sulla salute di Harry,ma voi tre continuate a non volermi dire niente,lo avete fatto anche oggi al pranzo-continuò la donna.

-Se l'abbiamo fatto è soltanto per il tuo bene.

Ci manca soltanto che tu entri in ansia o inizi a preoccuparti per Harry invece di preoccuparti per la tua salute-disse Seamus intromettendosi per la prima volta nel discorso.

-Ma io già sono in ansia,non capisci Seas?

Credi che tenermi all'oscuro e farmi fare le peggiori ipotesi può essere di qualche aiuto?-gli domandò voltandosi a cercare il suo sguardo.

Ron e Seamus si guardarono al di sopra della donna,cercando di decidere cosa fare.

-Ron...-lo richiamò la sorella.

Lui incontrò i suoi occhi e sospirò leggermente:perchè quando serviva Hermione non c'era mai?

-Ho solo bisogno di vederlo-gli disse Ginny.

Ron fece per parlare,per acconsentire a portarla di sopra,quando qualcuno parlò al posto suo.

-Harry non vuole vederti-

Tutti i presenti nella stanza si voltarono verso la porta dove,appoggiata allo stipite della porta, c'era Hermione.

Se anche fosse in imbarazzo per aver dovuto pronunciare quelle parole,riusciva a nasconderlo bene.

Ginny la guardò sbigottita e per qualche istante non riuscì a far uscire nessun suono dalla bocca aperta.

-Co...Che vuol dire che non vuole vedermi?-le chiese poi.

Hermione fece un passo nella stanza e stese un braccio,mostrando un foglio ripiegato in due.

-Questa è per te-le disse.

Ginny guardò prima Hermione,poi Ron che scosse la testa per farle capire che non ne sapeva nulla.

-Hermione...-fece il rosso sopreso quanto la sorella.

Lo sguardo che ricevette dalla moglie fu piu' esplicito di mille parole:non è il momento.

Avrebbe avuto le sue spiegazioni,ma non ora.

La donna si sedette accanto a Ginny e le prese una mano,per rassicurarla:sapeva benissimo cosa le stava passando per la testa.

-Gin guardami-le disse con voce calma ma perentoria.

Gli sguardi delle due amiche si incontrarono e per un'istante Hermione pregò di non trovarsi mai piu' in quel ruolo:non le piaceva essere lei quella che infliggeva tanta pena.

-Non sta succedendo di nuovo.

Harry ti ama e ritornerà da te e dai gemelli,ma per il momento non vuole vederti-le spiegò.

-Ma perchè?-domandò Ginny,cercando strenuamente di capire.

Hermione scosse la testa.

-Non lo so.

Neanche io so cosa c'è scritto qui sopra.

E' un messaggio soltanto per te,io ho fatto solo da messaggero-le disse facendole un piccolo sorriso.

Le tese di nuovo il foglio e aspettò che Ginny allungasse la mano per prenderlo.

Quando le dita piccole di Ginny si posarono sul foglio,una consapevolezza si impadronì della donna:era qualcosa che doveva affrontare da sola,senza sentirsi addosso gli occhi apprensivi e curiosi dei suoi amici e di suo fratello.

Si alzò e si diresse verso la cucina,richiudendosi la porta alle sue spalle.

Si guardò intorno lasciandosi invadere dai ricordi che quella stanza sembrava portare con sè e poggiò entrambe le mani sul marmo dell'isola,quasi accarezzandolo,chiedendosi se il futuro aveva in serbo per lo altri momenti come quelli.

Posò il foglio sul marmo e dopo un lungo e profondo respiro,l'aprì posando gli occhi sulla prima riga.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 35
*** Letters for you ***


letters for you

 

"Rilassati,respira.

Non farti prendere dal panico...

La prima cosa che devi sapere è che non c'è niente al mondo che desidererei di piu' in questo momento a vederti entrare da quella porta e sederti accanto me,stringerti e dimenticare questi giorni passati lontani.

Ma sono ancora troppo debole:ho provato a scendere dal letto per rendermi almeno presentabile per te,ma come sempre in questi ultimi giorni mi sono trovato con il fiato corto e le palpitazioni.

Devo usare un'incantesimo autoscrivente perchè non riesco neanche a stringere la penna fra le dita.

E non voglio farmi vedere in queste condizioni da te.

Non voglio che tu mi stia accanto solo per pietà...

E' questa la mia paura piu' grande:il pensiero che ad averti condotta qui non sia l'amore che ci unisce,ma la pietà o peggio ancora il senso di colpa per l'incantesimo dei ricordi.

Se così fosse,non riuscirei a sopportarlo.

Per questo ti chiedo un mese.

Un mese di "isolamento" forzato,di separazione che ci permetta di rimetterci in forza e per far sparire tutte le mie paure.

Un mese,fino al matrimonio di George e Luna,dove potremo farci prendere dall'ansia per questo incontro e comportarci come due adolescenti al primo appuntamento.

Ti amo

Harry"

 

Quell'uomo era un pazzo.

Come poteva pensare che gli sarebbe stata accanto per pietà?

Gli sarebbe rimasta accanto anche se la sua memoria fosse stata completamente cancellata da quel dannato intervento.

Si era smaterializzata dalla cucina di Privet Drive senza dire niente a nessuno:forse erano ancora convinti che era ancora lì a consumarsi sulle parole di Harry.

Un mese.

Ok,poteva farcela,non era poi così difficile.

In fondo aveva passato tre anni senza avere sue notizie!

E adesso la situazione era diversa:sapeva che alla fine di quel mese le cose sarebbero tornate alla normalità,che Harry sarebbe ritornato.

Adesso poi c'erano anche i bambini:sapeva che le cose stavano andando per il verso giusto, lo sentiva.

Glielo diceva il suo istinto materno e anche i calci che quei due si scambiavano nella sua pancia:possibile che fossero già così agguerriti?

Fra due settimane avrebbe fatto una nuova ecografia per controllare le condizioni dei piccoli e allora avrebbe saputo se era tutto a posto e poteva finalmente smetterla di passare tutte le sue giornate a letto,o se era "confinata" per tutto il resto della sua gravidanza.

Adesso aveva bisogno di uno svago,di qualcosa che l'aiutasse a non pensare ai trenta giorni che ancora la separavano dal matrimonio di George e Luna.

Magari il suo lavoro poteva essere un buon surrogato.

Ma le bastò un secondo pensiero e si diede della stupida da sola:il lavoro non sarebbe mai potuto essere un surrogato alla sua vita con Harry,tanto meno al sesso con lui.

Forse poteva rifuggiarsi nel cibo,ma poi sarebbe diventata veramente una balena,e lei stava facendo di tutto per controllare i chili presi durante la gravidanza.

Era una via senza uscita.

Si sdraiò sul letto con i cuscini posati contro la testiera del letto e accese lo stereo,ascoltando in silenzio la musica.

Doveva essersi appisolata con la musica accesa,le capitava spesso nelle ultime settimane,e quando si svegliò,era il tramonto...e sulla sua finestra era appollaiata Tonks.

La guardò qualche istante,ancora incredula e poi si alzò molto lentamente:da quando era incinta si muoveva come una botte piena di vino.

Le si avvicinò e le accarezzò le piume sotto il collo prima di prendere il messaggio stretto attorno ad una zampa.

Sorrise un pò sorpresa vedendo la calligrafia di Harry.

"30 GIORNI

Close your eyes and I'll kiss you,tomorrow I'll miss you

remember I'll always be true

and then while I'm away,I'll write home every day,

and I'll send all my loving for you"

Soltanto queste poche righe,senza neanche la firma.

Come se ce ne fosse bisogno...

Rilesse di nuovo quelle poche righe e sorrise.

Sì,quel mese sarebbe passato in fretta.

 

1 LUGLIO 2007

-Quanto ancora dovrò aspettare?-

Ginny si voltò verso la sua futura cognata e finse un'espressione sorpresa a quelle parole.

-Non capisco di cosa stai parlando...-disse per supportare la sua faccia.

-Conosco a memoria tutte le tue espressioni,quindi smettila di fingere e fammi quella benedetta domanda-le disse Luna,voltandosi poi verso Fred.

Il piccolo era seduto nel seggiolone,con il viso tutto impiastricciato di omogenizzato alla frutta che doveva essere la sua merenda.

Da neanche un mese era stato svezzato e sembrava che il suo formidabile appetito,ripreso in pieno dal padre,non fosse rimasto impressionato dal cambio fra latte materno e cibo in scatola.

Luna rivolse un'altra occhiata all'amica abbastanza eloquente:aspettava soltanto la sua domanda.

E se la conosceva così bene come credeva,forse non ne aveva neanche bisogno.

-Ok,forse c'è una cosa che voglio chiederti...-ammise Ginny.

-Non mi dire!-commentò Luna avvicinando il cucchiaino verso la bocca del bambino.

Ginny sorrise e annuì,anche se l'altra non poteva vederla.

-Come...come mai non mi hai detto niente per tutto questo tempo?-le domandò alla fine.

Luna si lasciò scappare un sorriso:era proprio quello che si aspettava da Ginny.

Come sua migliore amica si sentiva un pò tradita dall'aver saputo insieme al resto della famiglia dell'esistenza di Justin;forse si sarebbe aspettata che gliene parlasse lei in uno dei loro momenti di confidenza.

-Non prenderla sul personale...-le disse subito.

-Davvero?Adesso comincio a farmi tante domande:quante cose ci sono che non so di te?-le domandò Ginny scherzando.

-Pochissime e tutte mortalmente noiose-ribattè la bionda posando il vasetto vuoto sul tavolo.

Si voltò verso l'amica e la guardò qualche istante prima di parlare.

-Ok,è vero,forse avrei dovuto dirti qualcosa,ma non è una cosa che riguardava me-le disse seria.

-Certo che riguardava te!-ribattè l'altra prontamente.

Luna alzò una mano per interromperla.

-Non era un mio segreto,era di George.

Era lui che doveva parlarvene per primo,quando e se ne avesse sentito il bisogno-le spiegò.

Ginny restò in silenzio ascoltando la donna.

-Certo,quando l'ho scoperto non è stato facile per me:c'eravamo detti per la prima volta i nostri sentimenti,era ancora tutto così fragile, e quello sembrava un'altro segno del destino per farci capire che non eravamo fatti per stare insieme-le disse seria.

Per la prima volta ammetteva anche con sè stessa quanto fossero stati vicini al perdersi di nuovo:avevano camminato sul ciglio del burrone,in bilico ed una sola scelta sbagliata avrebbe potuto per sempre cambiare il corso delle cose.

-Era da poco che era venuto a vivere con noi,stava per riaprire il negozio e io mi sentivo invincibile,sicura che niente ci avrebbe potuto toccare.

Poi è arrivata quella telefonata-ricordò la donna.

Ginny l'ascoltava attentamente,dimentica del "tradimento" che aveva sentito fino a quel momento.

-George è andato completamente nel pallone.

Non sapeva se dar retta al senso del dovere e stare con Angelina ed il bambino o se stare con me.

Se l'avessi lasciato decidere da solo forse sarebbe tornato da lei,senza contare che Angelina era già fidanzata con Oliver...-aggiunse con un sorriso divertito.

Ginny sorrise a quelle parole,piu' per compagnia che per divertimento,gli occhi sempre fissi sull'amica.

-Così ho preso in mano la situazione e siamo andati a New York,abbiamo incontrato Angelina,abbiamo visto Justin e lei e George si sono accordati per tutto quello che riguardava il bambino.

Da allora si sono comportati come due genitori divorziati-

-Sembri averla presa bene...-commentò Ginny.

Luna sorrise e cominciò a pulire la bocca impiastricciata di Fred.

-Tutto sta nell'abituarsi alla situazione,poi è facile.

Inoltre Angelina e Oliver sono due persone fantastiche,hanno cercato di facilitarmi le cose il piu' possibile e adesso visti dall'esterno sembriamo una grande felice famiglia allargata.

Anche fra Fred e Justin c'è grande sintonia,anche se Fred non ha ancora capito che lui è suo fratello e non un compagno occasionale da cui va a giocare-disse prendendo in braccio il bambino che ricambiò l'attenzione con un sorriso sdentato e sbrodoloso.

Ginny sorrise e fece per parlare di nuovo,ma fu interrotta da un frusciare di ali alle sue spalle.

Sia lei che Luna si voltarono e videro un gufo accanto alla finestra aperta,perfettamente immobile,in attesa che qualcuno gli si avvicinasse.

Tonks!

-Quello non è il gufo di Teddy?-domandò Luna per conferma.

Ginny annuì e si avvicinò all'animale:c'era un messaggio attaccato alla sua zampa destra.

Lo slegò con delicatezza,e nello stesso istante in cui non sentì piu' il peso attorno alla zampa,Tonks spiccò di nuovo il volo fuori dalla finestra,come se si fosse fermata alla loro finestra soltanto per una breve sosta ristoratrice.

Ginny srotolò il messaggio e riconobbe subito la calligrafia di Harry.

"29 GIORNI

Ho creduto che fossi morto...

E' stato come se tutta la bellezza del mondo fosse morta con te.

Questo è quello che ho provato quel giorno...Vedere il tuo corpo immobile a terra è stato come se mi avessero strappato il cuore dal petto senza anestesia.

Non dimenticherò mai,finchè avrò vita,il rumore dei freni di quella macchina mentre inchiodava sull'asfalto cercando di evitare l'impatto.

Senza di te la mia vita è un buco nero..."

Rilesse quelle poche righe una seconda volta e si ritrovò a sorridere commossa arrivata alla fine.

Possibile che non ci fosse un modo per far scorrere piu' veloce il tempo?

 

2 LUGLIO 2007

"Everytime I think of you,I always catch my breath

I spent my time thinking about you

and it's almost driving me wild...

28 GIORNI"

3 LUGLIO 2007

"27 GIORNI

Maybe I didn't treat you quite as good as I should have

maybe I didn't love you quite often as I could have

little things I should say and done,I never took times

But you're always on my mind...

Certe volte,mentre sto sveglio la notte a fissare il soffitto penso a tutto il tempo che abbiamo passato insieme e mi accorgo di qualcosa che avrei potuto fare diversamente,o di quelle cose che avrei potuto dirti e che invece davo per scontato.

Ho sempre pensato che avrei avuto tempo per chiederti di sposarmi,per farti una proposta in piena regola,una di quelle che racconterai ai nipotini quando saremmo vecchi,ma poi durante le notti insonni mi assalgono i dubbi e mi chiedo se avrò veramente questo tempo.

Se tu mi permetterai ancora di starti vicino dopo tutto quello che ti ho fatto.

Forse avrei dovuto chiedertelo a Natale,invece di regalarti la chiave di casa...Ecco che ricominciano i dubbi...

Adesso avrei bisogno di te per dissiparli.

Mi manchi"

4 LUGLIO 2007

"26 GIORNI

No one told me I was going to find you

unexpected what you did to my heart..."

-Un'altra lettera di Harry?

Ginny alzò lo sguardo dalla pergamena e fissò George prima di annuire.

-Non farebbe prima a venire lui di persona?-le chiese prima di tornare a fissare Fred che era in bilico sulle sue ginocchia.

Lei scosse la testa:ora che aveva notizie di Harry tutti i giorni era quasi sopportabile quella separazione.

Presto sarebbero stati di nuovo insieme e un giorno avrebbe guardato a quelle lettere con un pò di nostalgia ripensando a tutti i sentimenti di cui erano stati latori.

-E' ancora convalescente.

Inoltre credo sia una cosa molto romantica...-aggiunse lei,allungando un braccio verso Fred per accarezzargli una mano paffuta.

George scosse la testa e avvicinò il viso del bambino al suo unendo i loro nasi e facendogli una smorfia che fece ridere Fred.

-Come stanno i miei nipoti?-le domandò il fratello tornando a posare il piccolo sulle ginocchia.

Ginny sorrise e si accarezzò la pancia enorme.

-Non mi fanno dormire!

Hanno scambiato il mio utero per un campo da Quidditch,sto diventando una balena e questa pancia non mi fa muovere nel letto...Tu come facevi quando Luna era incinta?-gli chiese fissandolo.

-Io la trovavo molto sexy durante la gravidanza-disse lui senza il minimo pudore.

Lei fece una smorfia e George rise.

-Cosa?Sei stata tu a voler sapere!-la rimproverò lui.

-Non credevo mi avresti dato i particolari!-ribattè la sorella.

-Credimi,anche Harry ti troverà sexy...Anche se il solo pensiero mi fa rabbrividire-

 

5 LUGLIO 2007

"26 GIORNI

Always and forever...

Un'altra promessa"

PERCHè DIAVOLO SI ERA FATTA CONVINCERE A QUELLA SEPARAZIONE FORZATA????!!!

 

6 LUGLIO 2007

"25 GIORNI

"A volte è necessario fare la cosa sbagliata

per capire qual'è la cosa giusta da fare...

Odio ogni minuto,ogni secondo,ogni istante di questa separazione.

So che sembra assurdo detto da me,visto che sono stato proprio io a proporlo,ma ora che è passato piu' di un mese dall'ultima volta che ti ho visto,mi rendo conto di essere stato un vero idiota.

Non c'è altra parola per definirlo.

Ora so cosa voglio...E non permetterò a niente e nessuno di mettersi di nuovo in mezzo un'altra volta."

7 LUGLIO 2007

"Just like heaven...

Domani ritorno alla radio.

Come sempre tu sarai con me"

8 LUGLIO 2007

-A che ora è l'appuntamento dal dottor Robert?-le domandò Luna.

Ginny si voltò e fissò la sua futura cognata,immersa nella lista per i preparativi del matrimonio: damigelle,vestito,pranzo,inviti,anelli,testimoni...

Ginny si chiedeva come fosse riuscita a mantenere un briciolo di lucidità in mezzo a tutto quel caos:ogni dieci minuti, George se ne usciva con una nuova proposta,il piu' delle volte assurda e irrealizzabile, e Luna doveva fare opera di convincimento per fargli cambiare idea e riportarlo su proposte piu' sensate.

-Alle dieci,perchè?-le chiese la rossa.

Luna alzò le spalle.

-Stavo pensando che non è carino per una donna incinta fare l'ecografia da sola...

Vuoi che io o George ti accompagniamo?-le chiese.

Era un pensiero gentile,in effetti l'idea di tornare dal dottor Robert senza Harry la rattristava un pò,ma non voleva nessuno.

Nessuno oltre lui.

Era una cosa soltanto loro e se lui non ci fosse stato allora lei avrebbe fatto in modo di renderlo partecipe lo stesso.

Scosse la testa e sorrise all'amica.

-Grazie per l'offerta,ma preferisco di no-rispose guardandola.

Luna la fissò qualche istante,come se fosse in attesa di un'improvviso ripensamento,poi alzò di nuovo le spalle.

-Fa niente tanto ho talmente tante cose da fare...-ribattè come al suo solito.

Ginny sorrise e finì di fare colazione,poi tornò in camera e prese tutta la cartella clinica dei gemelli,finì di prepararsi e si smaterializzò al San Mungo.

L'ecografia durò meno di venti minuti:troppo poco per una cosa tanto attesa ed importante.

I gemelli stavano bene e fortunatamente poteva riprendere a lavorare:così almeno non avrebbe pensato ventiquattro ore al giorno ad Harry.

Prima di andare via il dottor Robert le aveva fissato un'ultimo appuntamento fra due mesi e le aveva fatto un regalo speciale che lei non poteva condividere con nessun altro oltre ad Harry.

Se solo avesse saputo come fare...

Poi improvvisamente le venne un'idea:lo sapeva!

Tornò a casa e afferrata la cornetta del telefono compose il numero,sentendo subito gli squilli dall'altra parte.

Sapeva che quello era l'orario in cui prendevano le telefonate,e lei aveva un canale preferenziale.

-Virgin Radio,redazione di "Best Whises"-le disse una voce maschile.

Si presentò e l'uomo la riconobbe subito:si erano incontrati una volta ad una festa,ma ora lei non riusciva a ricordare la sua faccia.

-Ti metto in attesa,sei la prossima-le disse poi prima di riagganciare.

Ginny restò in ascolto del telefono muto che faceva da sottofondo al battito impazzito del suo cuore:era completamente pazza!

Ma era la cosa giusta da fare e non stava infrangendo nessuna delle regole dell' "isolamento".

Poi sentì dei rumori dall'altra parte della cornetta.

-Ciao Ginevra sei in onda!Da dove chiami?-le domandò la voce radiofonica di David.

Ginny sorrise per il tono affabile e impostato che l'uomo aveva al telefono:le sue fan lo sapevano che da vicino era tutta un'altra cosa?

-Chiamo da Londra-rispose.

Capì dal primo istante che l'avevano riconosciuta;c'era stata una piccola esitazione nella voce di David nel fare la seconda domanda,e lei se lo immaginava alzare lo sguardo verso Harry e fargli una domanda muta per chiedergli conferma.

-Bene Ginevra,di cosa ci vuoi parlare?-le chiese poi il dj.

Il tono della voce di Dave le confermò i suoi sospetti.

-Oggi è stata una giornata molto importante per me-gli disse.

-E perchè?Se possiamo chiedertelo-le domandò lui.

Istintivamente,Ginny sorrise.

-Sono incinta e oggi ho fatto la mia seconda ecografia-gli rivelò come se lui non lo sapesse.

Per qualche istante dall'altra parte ci fu silenzio,una cosa alquanto strana per una radio ed un chiacchierone come David.

-Wow!Sono molto felice per te!Seconda ecografia,quindi sei mesi giusto?-le domandò ancora Dave.

-Cinque.Due gemelli hanno bisogno di molte attenzioni-gli disse.

-Due gemelli?Complimenti!Sai già il sesso?-le chiese.

Ginny si domandò se Harry gli avesse rivolto un'occhiataccia a questa domanda:tutti stavano cercando di sapere il sesso dei loro bambini,ma senza nessun risultato.

Finora erano stati irremovibili.

-Scusa David,ma io e il mio fidanzato abbiamo deciso di mantenere il segreto fino alla fine-gli ricordò.

-Capisco...Beh,immagino che il tuo fidanzato sia al settimo cielo oggi-le disse.

-Veramente lui non ha potuto assistere all'ecografia.

Per questo volevo chiederti una cortesia-gli disse.

Magari ad un'altra telespettatrice non l'avrebbero permesso,ma lei non era come le altre:lei era la fidanzata di uno dello staff,e Harry doveva sapere che tutto andava bene.

-Chiedi pure,forse riusciamo ad accontentarti-le disse David dubbioso.

Sicuramente era con lo sguardo fisso su Harry per sapere qualcosa in piu'.

-Vorrei mandare un messaggio al mio fidanzato,se è possibile-gli spiegò.

-Assolutamente!Dì tutto quello che ti passa per la testa-l'autorizzò il dj.

Ginny sorrise e puntò la bacchetta verso il cd che le aveva dato il dottor Robert e l'avvicinò alla cornetta.

La stanza si riempì del suono del battito cardiaco dei loro figli,passando attraverso il filo della cornetta,le onde della radio,le cuffie e arrivando direttamente ad Harry.

Entrambi i battiti erano forti e ben riconoscibili,piu' lenti della volta precedente e riuscivano ad infonderle un senso di pace.

Se i suoi figli stavano bene,allora tutto sarebbe tornato a posto.

Interruppe l'incantesimo e si portò di nuovo la cornetta all'orecchio,dove sentì silenzio per qualche istante.

-Grazie per avermi permesso di farlo,Dave...

Volevo far sapere al mio fidanzato che i nostri figli stanno bene.

Doveva saperlo-lo ringraziò.

Quando parlò,la voce di David era piu' bassa e inequivocabilmente commossa.

-Grazie a te Ginevra per aver condiviso questo momento con noi.

Harry,il nostro regista,si è sciolto in lacrime-le disse.

Quella sera,puntuale come sempre Tonks apparve alla sua finestra con un messaggio attaccato alla gamba.

"24 GIORNI

Si può morire di nostalgia per qualcosa

che non si è mai vissuto?"

9 LUGLIO 2007

"23 GIORNI

I never though that I miss you

half as much as I do

and I never though that

I feel this way about you

as soon as I wake up

every day,every night

I know that it's you to take

the blues away"

10 LUGLIO 2007

22 GIORNI

"I wasn't looking but

somehow you found me

that same kind of magic inside...

Magia.

Quello che c'è fra noi.

I babbani la chiamano destino,fato,ma io la chiamo magia.

Quella che sento ogni volta che ti sono accanto,che mi tiene sveglio la notte se tu non ci sei."

11 LUGLIO 2007

"21 GIORNI

You make me wanna call you in the middle of the night

You make me wanna hold you in morning light

You're the first and last thing on my mind...

Ieri guardando le foto che abbiamo in salotto,mi sono accorto che le uniche foto che abbiamo di noi riguardano il passato,di quando eravamo ad Hogwarts.

Non abbiamo una nostra foto recente,eppure di occasioni per farle ne abbiamo avute tante.

Ti ricordi quella che volta che Teddy è rimasto alla Tana per il week-end e noi abbiamo passato tutto il tempo in pigiama a poltrire neanche fossimo due bambini?

O quella volta che abbiamo cenato a lume di candela?

Perchè non abbiamo "immortalato" quei momenti?

Almeno ora non guarderei con tristezza queste vecchie foto..."

12 LUGLIO 2007

-Credi che tuo padre mi accompagnerebbe all'altare?-

Ginny guardò Luna,che continuava a fissare un rotolo di pergamena davanti a lei,incurante neanche le avesse chiesto se voleva una tazza di tè.

-Sei sicura?-le domandò sorpresa.

La donna alzò lo sguardo e annuì.

-Da quando mio padre è morto,soprattutto da quando avete saputo della storia fra me e George mi avete accolto come una figlia.

Mi avete fatto sentire a casa,quindi volevo ringraziare tuo padre in qualche modo.

Per questo volevo chiedergli di accompagnarmi all'altare,credi che accetterà?-le chiese di nuovo.

Ginny sorrise leggeremente commossa.

-Ti prego non cominciare a piangere sui provini per le partecipazioni,altrimenti dovremmo rimandarli in tipografia e perdiamo altro tempo-le disse Luna allungando però una mano verso di lei e prendendo la sua.

Ginny sorrise e scosse la testa.

-E' colpa degli ormoni!E anche tua:non puoi dire una cosa del genere senza aspettarti che io mi commuova!-lo rimproverò benevola.

Luna sorrise e le diede una piccola stretta alla mano che teneva nella sua.

-Comunque preparati,perchè mio padre non si fermerà tanto facilmente-le disse.

-Quindi credi che accetterà-

Ginny annuì.

Da lontano sentirono chiudersi la porta di casa e pochi istanti dopo nella cucina apparve George.

-Come al solito ci perdiamo in chiacchiere:se non fosse per me,questo matrimonio non si organizzerebbe-commentò avvicinandosi a Luna.

-Molto spiritoso!-

L'uomo si chinò e baciò la fidanzata,non bene come avrebbe voluto,ma la presenza della sorella lo metteva sempre a disagio.

-C'è un'altra lettera di Harry-le disse porgendole la pergamena.

-Quanto manca?-domandò Luna guardando l'amica.

Ancora troppo tempo pensò Ginny sciogliendo la pergamena e posando gli occhi sul rotolo.

 

"20 GIORNI

The taste of her breath

I never give over,

the noise that she makes,

take me awake...

Mi manchi...Lo so te l'ho gia detto tante volte,ma questa volta è diverso.

Mi manca tutto di te:mi manca il tuo odore,il profumo dei tuoi capelli,la tua risata,il modo in cui inarchi le sopracciglia quando pensi che ti sto prendendo in giro.

Mi mancano i tuoi baci,le tue carezze,il tuo corpo contro il mio,i piccoli gemiti che facevi ad ogni mia carezza.

Mi manca fare l'amore con te..."

Rialzò gli occhi dalla pergamena e vide gli sguardi di George e Luna fissi su di lei,in attesa di sapere che cosa Harry le aveva scritto quel giorno.

-Tonks è ancora qui?-domandò Ginny al fratello.

-No;se ne è andata non appena ho preso la pergamena-le rispose.

Lentamente la rossa si alzò in piedi,il rotolo stretto in una mano:non era previsto che gli rispondesse,ma questo era un caso particolare.

Salì le scale fino alla sua camera da letto,dove si avvicinò allo scrittoio da cui prese un rotolo nuovo di pergamena,posando la lettera di Harry insieme alle altre.

Intinse la penna nell'inchiostro e con un sorriso leggero scrisse quelle poche parole che le erano venute alle mente leggendo.

"Così non ti dimenticherai di me"

Poi aveva preso la confezione del suo profumo e lo aveva spruzzato sulla carta,in modo che anche da lontano se ne sentisse la fragranza.

Era tornata di sotto e aveva legato il messaggio alla zampa sinistra del gufo di Luna e George,gli aveva detto la destinazione e l'aveva liberato.

Appoggiata allo stipite della finestra aveva osservato il suo volo elegante verso Privet Drive e ancora una volta si era detta che presto quell'attesa sarebbe finita.

13 LUGLIO 2007

"19 GIORNI

Can't stop loving you

Why should I even try?"

14 LUGLIO 2007

"18 GIORNI

You're the only one

can stop my tears"

15 LUGLIO 2007

-Credo sia l'unico matrimonio nella storia del Mondo Magico dove entrambe le damigelle sono in avanzato stato di gravidanza-

Hermione,Ron,George e Ginny si voltarono verso Luna,tutti con un sorriso divertito.

-Amore io non ci metterei la mano sul fuoco-le disse George.

Luna si buttò a peso morto sul divano accanto all'uomo e lasciò che George le mettesse un braccio attorno le spalle.

-Certamente ci sono stati matrimoni dove la sposa era incinta-fece Hermione.

-Come quello dei nostri genitori-fece Ginny.

Sia Ron che George guardarono la sorella con aria stupita.

-Non ditemi che non lo sapevate.

Io l'ho saputo che avevo otto anni:dalle foto del matrimonio si vedeva chiaramente-disse loro come per dare credito alle sue parole.

-Ok,credo che ora mi sentirò male...-fece Ron,poggiando la testa sulla spalla di Hermione che sorrise divertita.

-Non essere così melodrammatico.

E neanche tu!-fece ancora Ginny,rivolgendosi a Luna.

La bionda la guardò come se non capisse di cosa stesse parlando.

-Se sei preoccupata per i vestiti,possiamo andare a cercarli in un negozio pre-maman-le propose.

-Mica male come idea!Sono sicura che vendono anche abiti da cerimonia-l'appoggiò Hermione.

Luna le guardò titubante per qualche istante,poi alzò le spalle.

-Non è una cattiva idea...Possiamo sempre provare-concesse.

Restarono qualche istante in silenzio,poi fu di nuovo Ginny a prendere la parola.

-Piuttosto,dobbiamo inventarci qualcosa per il tuo addio al nubilato-disse guardando la bionda.

Quelle parole crearono una strana atmosfera:le orecchie di Ron divennero rosse,Hermione si mosse agitata sul divano e i futuri sposi iniziarono a guardarsi intorno come se avessero dimenticato come era arredato il loro salotto.

-Ho detto qualcosa che non va?-domandò cauta la rossa.

Hermione guardò il marito,che le rivolse un'occhiata impotente.

C'era qualcosa che le stavano nascondendo.

-Quanto devo aspettare per saperlo?-domandò senza rivolgersi a nessuno in particolare.

Passò in rassegna con lo sguardo i quattro e ogni volta tutti distoglievano lo sguardo sotto il suo.

-Non avrete mica pensato di tenermi a casa perchè sono incinta!-ipotizzò.

Se era così,si sarebbero pentiti amaramente anche solo di aver pensato una cosa del genere.

-No,ma che dici...Assolutamente no!-ribattè subito Hermione con il solito tono accomodante che usava quando si sentiva in colpa.

-Allora?-chiese per l'ennesima volta Ginny.

-Ok,va bene...A quanto pare tocca a me fare la spia-disse Luna.

-Amore...-cercò di intromettersi George.

-George tua sorella ci farà il terzo grado finchè non le diremo che cosa sta succedendo-ribattè la bionda guardando il fidanzato.

Almeno c'era ancora qualcuno ragionevole in quella famiglia,pensò Ginny seguendo il battibecco fra i due.

Luna tornò a guardarla e per qualche istante rimase in silenzio,come se cercasse le parole adatte,poi finalmente si decise a parlare.

-Noi non faremo una festa per l'addio al nubilato-le disse come per introdurre il discorso.

Ginny aggrottò le sopracciglia,sopresa.

-Abbiamo già organizzato qualcos'altro-aggiunse.

-Harry lo ha organizzato-le spiegò Hermione.

Ora che Luna aveva parlato per prima,non c'era piu' pericolo di essere tacciata come spia.

-Harry?In che senso?-chiese Ginny leggermente confusa.

Luna guardò Ron e l'uomo si sentì chiamato in causa:si staccò dallo schienale del divano e si sporse verso la sorella.

-E' il suo regalo di nozze per Luna e George.

Visto che non ha potuto partecipare in alcun modo ai preparativi delle nozze,ha voluto offrire a Luna e George,alle damigelle d'onore e ai testimoni una cena ed una notte al Ritz Hotel-le disse Ron.

Ora era sbalordita.

Sicuramente la sua mascella si sarebbe staccata da un momento all'altro se continuava a tenere la bocca spalancata a quel modo,ma le riusciva difficile riuscire a fare altrimenti.

Era un perfetto regalo di nozze:un'intero giorno nel lusso piu' sfrenato,ma perchè lei ne era stata tenuta all'oscuro?

-Ma...Perchè non...-cominciò.

-Perchè non dovevamo dirti niente?-l'anticipò Luna.

Si limitò ad annuire.

-Doveva essere una sorpresa...Un modo per chiudere in bellezza questo mese di forzato isolamento-le spiegò Hermione.

Nonostante fosse ancora molto confusa,si ritrovò a sorridere:il solito romantico.

Non aveva idea di quanto gli fosse costata tutta quella pazzia,ma l'aveva fatto per lei e sicuramente Ginny non avrebbe fatto nulla per rovinarla.

-Quando?-domandò semplicemente.

-Il 28 luglio-le disse Ron.

-Non vedo l'ora...-commentò George.

Anche io,pensò sua sorella.

 

16 LUGLIO 2007

Quel giorno,come il giorno precedente, non aveva ricevuto una frase.

Aveva ricevuto una canzone.

In qualche strano modo,Harry era riuscito a legare alla gamba di Tonks un cd e a farglielo arrivare.

Non c'era nessun'indicazione,nessun biglietto.

Così lo aveva inserito nello stereo e aveva spinto play.

La stanza si era riempita di una canzone sconosciuta,triste e dolce allo stesso tempo.

Ascoltandola aveva capito perchè Harry gliel'aveva spedita,specialmente quando aveva ascoltato il ritornello.

"Whoever far away I will always love you

Whoever long I stay I will always love you

Whatever words I say I will always love you

I will always love you"

Non c'era bisogno di dire altro.

Quella canzone racchiudeva tutta la loro storia fino a quel momento.

Fino a quando avrebbero iniziato un nuovo capitolo.

17 LUGLIO 2007

"God only know where

I've been without you"

18 LUGLIO 2007

"I wish,I wish you where here

we're just two lost souls

swimming in a fish bowl,

year after year,running the same old round...

What we have found?

The same old fears...

Wish you where here"

19 LUGLIO 2007

"If I'm not made for you

than why my heart tells me

that I am?...

Soltanto dieci giorni e questo esilio finirà."

E sapere che mancavano in realtà nove giorni,la faceva sorridere come una bambina...

20 LUGLIO 2007

"Questa è la mia ultima lettera.

La prossima volta che ci parleremo saremo uno di fronte all'altra al matrimonio di George e Luna.

In qualche modo siamo arrivati quasi alla fine di questo mese di separazione e anche se può essere sembrata una pazzia,mi è servito a capire che ormai la mia vita è con te.

Posso continuare a fare la vita di sempre,a dividermi fra la radio e la vita quotidiana con Teddy,ma non voglio.

Non sarebbe la vita che sono destinato a vivere.

Perchè io sono destinato a te.

L'ho sempre saputo e questo esilio mi ha aiutato a capirlo ancora meglio.

Ti ho fatto tante promesse da quando ci siamo rincontrati lo scorso ottobre,e ora ne voglio aggiungere un'altra alla lista.

Ti prometto che questi saranno gli ultimi giorni che dormiremo separati.

Ho preso l'abitudine di sistemare un cuscino dal tuo lato del letto,con la tua lettera profumata sopra,per illudermi che tu sia accanto a me,ma come puoi immaginare benissimo da sola non è la stessa cosa.

Non è ASSOLUTAMENTE la stessa cosa.

Una lettera non può tirarmi i calci sotto le coperte,o posare la testa sulla mia spalla.

Questa volta quando tornerai a casa sarà per sempre.

Con tutto l'amore che posso

Harry"

 

Salve a tutti!!!

Scusate se c'ho messo così tanto,ma il lavoro mi ha impedito di essere + celere,e inoltre ho scoperto che scrivere un capitolo sl di citazioni nn è così facile cm pensavo.

Cmq ho fatto del mio meglio,spero vi piaccia!Ho cercato di accontentare tt quelli che si sentivano un pò orfani di Ginny negli ultimi capitoli.

Ringrazio tutti coloro che recensiranno e che leggeranno qst capitolo e liedo scusa x eventuali errori di battitura o di ortografia.

E ora i ringraziamenti:TaTa(Benvenuta!E soprattutto grazie x i complimenti!Sn contenta di averti "catapultata" direttamente dentro la scena...Spero di nn rovinare tt cn questo capitolo),Stellina1177(Scusa nn volevo portarti sull'orlo della pazzia,ma purtroppo ogni tanto bisogna anke lavorare!),Lily94(Ti capisco perfettamente,è successo anke a me!Cm vedi nn c'era nessuna cattiva intenzione nè risentimento, soltanto le solite vecchie paure),Giuliailuig(Grazie x i complimenti!),Yum(Preferivi quella fra Seas e Dean?),GinevraPotter90(Per sapere il sesso del bambino bisognerà aspettare ancora un pò,ma nn vi accorgerete neanche del tempo ke passa,Promesso!),Romy Cucciola 92(Chi avrebbe resistito in una situazione come la loro?),ValeLovegood(Due domande su tre sono state svelate.X quanto riguarda Seamus e Rupert era soltanto un modo per cercare di farlo sentire meno estraneo, meno alieno),JC(Ancora curioso?),Potterfanlalla17(Non sia mai ke io uccida una mia fan!Credo che sapere dell'esistenza di un nuovo Weasley ha mitigato la sorpresa), Lyoko(Deve ancora trovarsi faccia a faccia con il famoso ex di Seas...),Scatty(Piacciono anke a me,anke se finora nessuno batte Luna e George!Mistero svelato!), Hermione06(Grazie x i complimenti!Non pensavo fosse cs inaspettata la notizia di Justin...Anzi credevo fosse banale!),Domenica(Era quello che ti aspettavi?),Ninny(Già,sn d'accordo cn te!),Germana(Non aveva motivi x dubitare di George,nn + almeno),Felpa-Pan(Grazie x i complimenti!),Gabryweasley(Vuoi dirmi che sn stata tr sadica?),Maryrobin(Soltanto x paura...Ma credo che si sia fatto perdonare,o no?), WingsHP(Ma se conosci le mie storie sai bene che nn mi piace far stare i personaggi tr tranquilli...),Mononoke(Grazie x i complimenti!),Erikappa(Possiamo interpretarla cm 1 questione di vanità...A ki piace mostrarsi debole alla persona che si ama?),Fanny91(Grazie x i complimenti!),Lilla4eve(Allora sn riuscita nel mio intento!),Flynn(Grazie x i complimenti!),Alemalfoy(No!!Povera chioma!Spero sia rimasto qualche ciuffo...), Nenachan(Grazie x i complimenti!),Musa16(Dobbiamo sl trovare 1 produttore disposto a comprare di diritti su qst ff...Ma credo che mi farebbero causa...DOH!), Sarina87(Come vedi era tt un'altro motivo:nn era rabbia,nè rancore...era solo paura di mostrarsi debole.Anke di fronte alla persona ke lo capiva meglio di kiunque altro al mondo),Potterina1993(So che nn è prestissimo...SORRY!),Dado(Come al solito 6 tr buona cn i tuoi complimenti e io continuo a chiedermi se me li merito...Spero ti piaccia anke qst capitolo!),Padfoot 07(No povera Hermione!E' anke incinta...Vedrai nn ti pentirai di aver aspettato 1 capitolo in +!),Xellor(Ed è una cosa positiva?),and last but not least Potterina88(Spero t sia ripresa nel frattempo...ho sempre paura ke un giorno scriverò qlcs ke t sconvolgerà.E il giorno ke la ff finià che succederà?Justin è figlio di George,e sulla loro personale ff,scoprirai anke tt i particolare,anke se c sarà ancora da aspettare...Rupert e Seas hanno fatto pace e sembrano decisi a stare insieme nonostante i "problemi",ma nn sempre le cose vanno cm decidiamo noi... Ti prometto che il prox capitolo c sarà il riavvicinamento...Ma nn ti dico come...)

Bene,x ora io vi saluto e vi do appuntamento al prox chap...

"Bachelor & Bachelorette Party"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 36
*** Bachelor & Bachelorette Party ***


bachelor

 

 

"Let me be the chance for you to be safe..."

"I'm gonna love you more than anyone"

 

Era da tutta la vita che amava il Ritz.

Forse era il suo lato babbano che si faceva sentire,ma ogni mattina mentre percorreva in macchina il breve percorso che l'avrebbe portato a Leicester Square alla radio e passava davanti a quel hotel si fermava a fissarlo come incantato.

Era impossibile racchiudere tanta bellezza in un'unico edificio.

Per questo aveva deciso per quel regalo di nozze:l'essere stato lontano durante i preparativi comportava un "significativo" regalo,e cosa c'era di piu' imponente o memorabile di un intero giorno e una notte in quel hotel?

Avevano prenotato la suite presidenziale:sei camere da letto matrimoniali,tutte con bagno personale con un salotto comune e un piccolo ingresso.

Ovviamente Luna con le ragazze avrebbero dormito in una parte della suite e George con i testimoni avrebbero occupato l'altra metà.

Non sapeva se era dovuto a quel regalo o se era già stato deciso,ma George gli chiese di essere il suo testimone insieme a Ron.

E lui ovviamente aveva accettato.

Sarebbe stato strano per chi partecipava alla cerimonia,vedere le damigelle in piena gravidanza e dall'altro lato i testimoni,i "responsabili" di quelle gravidanze.

Aveva chiesto a tutti i Weasley di mantenere il segreto su quel regalo,ma conoscendoli era quasi sicuro che qualcosa era arrivato alle orecchie di Ginny.

Non vedeva l'ora di rivederla.

Erano quasi due mesi che non si vedevano e lui aveva bisogno di sentire il suo profumo,di incontrare i suoi occhi,di sentire la sua risata.

Di vedere i suoi figli...Chissà quanto le era cresciuta la pancia in quei mesi!

Quelli erano i mesi in cui i bambini crescevano di piu' e non vedeva l'ora di essere certo che stessero bene tutti e tre.

La grande paura che gli aveva attanagliato il petto per settimane era sparita quel giorno alla radio quando aveva sentito i cuori dei suoi figli in diretta nazionale,ma non riusciva comunque a mettere a tacere del tutto il suo lato pessimista che continuava a dirgli che qualcosa comunque poteva andare storto.

Aveva bisogno di vederli con i suoi occhi.

Ancora adesso se ci ripensava,gli occhi gli si riempivano di lacrime come quel giorno:tutti alla radio avevano capito che si trattava di Ginny e,a conferma erano il suo pianto liberatorio quando i cuori dei suoi figli aveva risuonato per gli altoparlanti della radio,riuscendo a commuovere anche un'orso come David.

Voleva stringere Ginny,poggiare la mano sul pancione e se possibile sentire un calcio,

Poi sicuramente le paure sarebbero sparite.

Guardò di nuovo l'orologio:mancava meno di un'ora all'arrivo degli ospiti.

Era arrivato all'albergo prima di tutti per essere certo che tutto fosse in ordine e per godersi un pò del lusso di quelle stanze.

Due giorni prima del suo ritorno alla radio,aveva rispedito a casa Ron ed Hermione quasi con la forza:i due amici continuavano a ripetere che avrebbero passato volentieri altro tempo con lui se si sentiva debole o se aveva ancora bisogno del loro aiuto.

A momento aveva dovuto buttarli fuori di casa!

Con Seamus era stato,invece, piu' facile:il biondo era tornato a casa prima degli altri,forse per riappropiarsi di casa sua,che non vedeva da talmente tanto tempo.

La paura di incontrare Dean era scemata,sostituita dalla consapevolezza che si sarebbero incontrati quasi sicuramente al matrimonio di George e Luna,ma Seamus era pronto per quel momento.

Inoltre non sarebbe stato solo:Rupert aveva accettato di accompagnarlo.

Dopo il primo iniziale momento di smarrimento,c'erano state le presentazioni ed Hermione,già perfettamente calata nel ruolo di mamma chioccia,l'aveva preso sotto la sua ala e l'aveva riempito di libri che secondo lei potevano essergli utili per orientarsi nel Mondo Magico.

E l'uomo,con un sorriso leggermente spaesato per la pila di libri che si era trovato fra le braccia,aveva ringraziato e si era tuffato a capofitto nello "studio".

Ora le cose andavano leggermente meglio e il matrimonio sarebbe stato il loro primo banco di prova.

Dopo aver liberato Privet Drive dai suoi amici,Harry era andato a prendere Teddy.

Era andato alla Tana due settimane prima,il giorno dopo essere tornato alla radio.

Quando l'aveva visto arrivare nel vialetto,il bambino gli era corso incontro e lui si era piegato sulle ginocchia aprendo le braccia e Teddy ci si era fiondato dentro,stringendogli le piccole braccia attorno al collo.

Quelle piccole e fastidiose lacrime che erano apparse la prima volta che avevano parlato al telefono erano comparse anche quella volta,ma non se ne era vergognato:non erano mai stati separati per così tanto tempo.

Sarebbe stata la prima ed ultima volta.

Aveva preso in braccio il bambino e si era diretto verso la Tana per ringraziare i signori Weasley per la loro infinita pazienza e per l'ospitalità che avevano offerto a Teddy.

Da allora la vita era tornata quella di sempre,quella che avevano vissuto per tre anni prima che Ginny ritornasse nella loro vita.

Aveva accompagnato Teddy dai signori Weasley e gli aveva promesso che si sarebbero visti la mattina dopo al matrimonio.

Ma ancora per poco.

Fra meno di un'ora lei sarebbe tornata nella sua vita per la seconda volta...

E lui non era mai stato piu' spaventato.

 

 

-Volete darvi una mossa?-

Possibile che fossero tutti incredibilmente lenti?

Si portava dietro un seguito di lumache!

Avevano deciso di partire tutti insieme per Londra,con tutti i bagagli e tutte le cose necessarie per il matrimonio:vestiti,trucchi,scarpe,cappelli e tutto quello che un matrimonio si porta dietro.

Ma ora cominciava a pentirsi dell'idea.

A quest'ora sarebbe già arrivata al Ritz e sarebbe già stata in camera,se non fosse stato per loro ed i mille problemi che stavano creando con le valigie.

-Ginny calmati,fa male ai gemelli!-le disse George calmo cercando di infilare una cappelliera ristretta in una valigia blu scuro.

-George ha ragione!

Rilassati,abbiamo tutto il tempo-gli fece eco Ron aiutando il fratello.

-No!Non abbiamo tutto il tempo Ron.

Dobbiamo essere lì entro le sei e sono le cinque e mezzo-ribattè Ginny la mano artigliata sulla sua valigia già pronta e chiusa.

-Hai paura che diano via la nostra camera?-scherzò Luna,guardandola prima di mettere un piccolo capellino a Fred.

Ginny sbuffò e si scostò i capelli dalla fronte.

-Non vi sembra scortese arrivare in ritardo?-cercò di dire.

Ma non ci credeva neanche lei,e sicuramente non ci credevano neanche i suoi fratelli e le sue cognate.

Il mese di isolamento era finito e l'unica cosa che voleva adesso era vedere Harry.

Era diventata una necessità fisica come bere o mangiare,non poteva resistere.

-Perchè allora non vai avanti?-le chiese Hermione con un piccolo sorriso divertito sul volto.

A quelle parole,Ginny si bloccò.

Andare da sola?

Era pronta?Sicuramente aveva bisogno di rivederlo,ma era capace di affrontarlo dopo tutto quello che era successo?

-Ma avevamo deciso di partire insieme-tentò.

-Già,ma noi siamo in alto mare con questi bagagli,mentre il tuo è già pronto.

Magari potresti andare avanti e dire ad Harry che stiamo arrivando e che non deve dar via la camera!-fece Hermione pratica come al solito.

-Assolutamente non deve dare via la camera!-s'intromise Ron,un piede sulla valigia per cercare di chiuderla.

Ginny li guardò qualche secondo incerta,poi annuì.

-Avete ragione voi.

Io vado avanti,ma voi sbrigatevi!-disse loro stringendo la presa attorno alla maniglia della valigia.

L'istante dopo si era smaterializzata.

Gli altri componenti della famiglia si guardarono e si sorrisero.

-Credevo che non avrebbe mai ceduto-commentò Ron,togliendo il piede da sopra la valigia.

George annuì divertito.

-Pensate che un quarto d'ora basti a quei due per fare pace?-chiese poi alle due donne.

Hermione sorrise.

-Se li conosco bene,anche di meno-rispose Hermione per entrambe.

-Speriamo solo di non imbatterci in situazioni imbarazzanti-disse Luna.

Ron rise,seguito da George.

-Per favore!E' della mia sorellina che stai parlando!-le ricordò George guardando quella che fra meno di quarantotto ore sarebbe stata sua moglie.

-La tua sorellina incinta...Quindi non fare il moralista-gli fece notare la donna.

-Forza,cerchiamo di mettere un pò d'ordine in questo caos-s'intromise Hermione efficace come sempre,alzandosi e avvicinandosi alla valigia piu' vicina.

 

 

Anche la vista era fantastica da quella stanza.

Aveva fatto davvero una scelta ottima,si complimentò con sè stesso.

La finestra della sua stanza affacciava su tutto il Green Park,con le cupole della City e di Westminister in lontananza e le piccole figure della gente che faceva jogging nel parco o semplicemente era sdraiata sull'erba a prendere il sole.

Subito la mente riandò a quel giorno in cui anche lui e Ginny si erano sdraiati sull'erba incuranti del tempo che passava assaporando i raggi del sole e la reciproca vicinanza.

Avevano appena saputo di aspettare due gemelli.

Un sorriso apparve sulle sue labbra all'istante,come succedeva sempre ogni volta che quel pensiero gli attraversava la mente.

Fra quattro mesi sarebbe stato impegnato di nuovo con pannolini,pappine e biberon.

Ok,stava scivolando nel sentimentale,doveva smetterla.

Un rumore all'esterno attirò la sua attenzione:dovevano essere arrivati gli altri.

Nascose la valigia sotto il letto e uscì dalla sua stanza nel piccolo salotto pronto a bacchettarli per il ritardo.

-Alla buon...-iniziò.

Poi la vide.

Era al fianco del facchino che stava posando il suo trolley al centro del salotto e anche lei sentendo la sua voce si era bloccata.

I loro occhi si erano incrociarono per un'istante,riempendo l'aria di elettricità.

Il facchino lasciò la valigia e si voltò verso Ginny per darle la sua chiave magnetica,attirando la sua attenzione e facendole allontanare gli occhi da quelli di Harry.

Era ancora meglio di come l'aveva ricordata in tutto quel tempo:la gravidanza l'aveva addolcita e reso il suo corpo quasi burroso.

Il viso era luminoso e le guance erano rosse neanche due mele mature,riprendendo quasi il colore dei suoi capelli,che aveva lasciato sciolti sulle spalle.

Indossava un paio di pantaloni neri pre-maman sotto una camicetta celeste con le maniche a sbuffo.

Guardandola Harry si chiese quanto tempo avrebbe dovuto lasciar passare prima di prenderla fra le braccia,prima di sembrare un maniaco.

Non aveva preso in considerazione l'idea che fosse così sexy!

Il facchino,finalmente,se ne andò chiudendo la porta della suite dietro di sè,lasciandoli completamente soli.

I loro occhi tornarono ad incrociarsi e sul volto di Ginny apparve un sorriso accennato.

-Ciao-le disse con voce calma.

-Ciao-

La vide posare la borsa su una delle poltrone color pesca del salotto e si trovò incapace di staccarle gli occhi di dosso:era capace di ipotizzare il suo sguardo anche per dei movimenti così semplici!

Dì QUALCOSA!urlò una voce nella sua testa.

-Sei da sola?-le chiese infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.

DAVVERO UN'USCITA INTELLIGENTE!

Come se te ne fregasse veramente qualcosa!

Ginny rialzò lo sguardo e lo fissò su di lui,un'aria leggermente spazientita sul volto.

-Gli altri erano ancora nel caos per i bagagli-gli spiegò.

Harry sorrise leggermente.

La rossa girò intorno alla poltrona e si sedette su quella piu' vicina.

-Vuoi una mano?-le domandò fissandola leggermente preoccupato.

Ginny sorrise e scosse la testa.

-Magari avrò bisogno d'aiuto per rialzarmi...Ultimamente non riesco neanche ad allacciarmi le scarpe-gli disse.

A conferma delle sue parole,Harry vide che indossava un paio di ballerine.

-Come sta Teddy?-gli chiese la donna facendogli riportare lo sguardo sul suo volto.

Harry si avvicinò ad una poltrona e posò entrambe le mani sulla spalliera.

-Gli manchi molto...Io non sono bravo come te nel raccontare le storie durante il bagno-le disse.

-La mia immaginazione è sicuramente meglio della tua,su questo non c'è dubbio;se fosse per te lo annoieresti con storie su Hogwarts-ribattè la rossa divertita.

-Ehi!Io sono bravo almeno quanto te-fece Harry punto sul vivo.

-Ti prego!Le avventure del rospo e del gatto...Per caso hai preso spunto dalle avventure di Oscar e Mrs Purr?-lo prese in giro Ginny.

Harry sorrise e abbassò leggermente la testa,smascherato.

-Non solo Teddy sente la tua mancanza-confessò dopo qualche istante di incertezza:poteva spingersi così oltre?

Rialzò gli occhi e incontrò di nuovo il suo sguardo,facendo cadere la stanza nel silenzio.

Di nuovo quell'elettricità,quel senso di immobilità.

Era possibile che la desiderasse in quel modo anche se si erano scambiati soltanto poche parole senza importanza?

C'erano meno di dieci metri di distanza fra di loro:quanti passi avrebbe dovuto fare per arrivare davanti a lei,magari buttarsi in ginocchio e baciarla?

-Lo so-rispose Ginny seria.

Gli occhi nocciola della donna non sembravano intenzionati a staccarsi dai suoi,e lui si sentì deglutire,la gola secca e chiusa da un nodo.

Vide chiaramente le labbra di Ginny dischiudersi pronte per parlare di nuovo e,stupidamente, Harry si chiese se sarebbe stato capace di darle una risposta.

Ma prima di sapere cosa lei gli avrebbe chiesto,la porta della suite si aprì di nuovo e la stanza fu invasa da facchini e membri della famiglia Weasley.

-Merlino!-

A quell'esclamazione Harry allontanò lo sguardo da Ginny e lo posò sul corridoio dal quale stavano arrivando George,Luna con in braccio il piccolo Fred,Hermione ed infine Ron.

Rivolse un'ultimo sguardo a Ginny,triste per non essere arrivato a nessuna conclusione nel breve tempo a disposizione e poi si avviò verso gli ospiti che stavano entrando nel salotto.

-Benvenuti!-gli accolse rivolgendo loro un sorriso.

I facchini posarono le valigie accanto a quella di Ginny e dopo aver consegnato ad ogniuno di loro una chiave magnetica si ritirarono in perfetto silenzio.

-Harry!Questo posto è assolutamente fantastico!-disse George venendogli incontro e abbracciandolo.

Harry sorrise e diede una pacca sulla schiena dell'uomo.

-Non ti ringrazieremo mai abbastanza per questo regalo-continuò Luna.

-Avanti volete smetterla?Ci si sposa una volta sola!-ribattè Harry cercando di porre fine a quella fila di ringraziamenti.

George sciolse il loro abbraccio e annuì.

-Sono d'accordo con te-

Harry guardò il gruppo presente nella stanza e si meravigliò che avessero portato soltanto una valigia a testa:miracoli della magia.

-Potete scegliere la stanza che volete,ma ovviamente uomini da una parte e donne dall'altra-disse loro.

-Siamo tornati ad Hogwarts per caso?-domandò George divertito.

-Lo sai anche tu che è per via di quella usanza babbana...Lo sposo e la sposa devono stare separati la notte prima delle nozze-gli spiegò Luna.

-Ma è assurdo!Abbiamo anche un figlio-disse George guardando Harry.

-Porta sfortuna dormire nella stessa stanza-cercò di convincerlo Ginny.

-Noi siamo già sposati,quindi per noi non vale questa regola vero?-domandò Ron speranzoso.

-Non contarci troppo!Se vale per me allora vale per tutti!-s'intromise George.

Harry sorrise e scosse leggermente la testa.

-George è soltanto una notte,vedrai che neanche te ne accorgerai-gli disse cercando di calmarlo.

-Credimi me ne accorgerò-

-Sì,ce ne accorgeremo-convenne Luna.

Che facessero sesso tutte le sere?si chiese Harry a quelle parole.

Il solo pensiero lo rendeva verde dalla gelosia!

-Va bene,adesso basta!Queste sono le regole:uomini da una parte,donne dall'altra.

Anche voi due Ron.Si tratta soltanto di una notte,quindi non è poi così grave come la state facendo sembrare-s'impose Harry con cipiglio quasi militaresco.

Tutto il gruppo si ammutolì e lo fissarono.

-Adesso scegliete una camera da letto e disfate i bagagli.

Abbiamo una prenotazione al ristorante dell'albergo per le sette e mezzo e non è un accettabile presentarsi in ritardo in posti del genere-disse loro.

L'espressione che apparve sui loro volti fece capire ad Harry che la notizia aveva mitigato il dispiacere per il problema delle camere.

Dopodichè si voltò e si diresse verso la sua camera:anche lui aveva bisogno di una doccia prima della cena.

 

 

Era nella sua stanza da piu'di un'ora e ormai era certa che lui non sarebbe venuto.

Aveva disfatto i bagagli sicura che Harry avrebbe bussato alla porta e con la scusa di terminare quel discorso lasciato a metà,tutto sarebbe tornato apposto.

Perchè non le aveva chiesto se lei aveva sentito la sua mancanza?

Perchè era stato così timido,così impacciato?

Sembrava di essere tornati indietro nel tempo,come se i mesi passati non ci fossero mai stati e quella fosse la prima volta che si incontravano dopo quattro anni.

Eppure tutto quello che lei voleva era percorrere quei dieci metri di distanza che li separavano e buttarsi fra le sue braccia.

Voleva sentire di nuovo il sapore delle sue labbra,le sue mani sulla sua pelle...

Lo aveva desiderato fin dal primo momento in cui i loro sguardi si erano incontrati!

Perchè allora si erano comportati in maniera così formale?

Si guardò ancora una volta nello specchio del comò e si spazzolò di nuovo i capelli.

Un colpo leggero contro la porta la fece sussultare:possibile?

-Avanti!-disse cercando di mantenere calma la voce.

La porta si aprì e sulla soglia apparve Hermione,perfetta in un abito pre-maman elegante color lavanda.

-Ah sei tu!-disse Ginny leggermente delusa.

La mora sorrise e si chiuse la porta alle spalle dopo essere entrata nella stanza.

-Credevi fossi Harry?-le domandò la cognata con un sorriso divertito sulle labbra.

Perchè mentire?

Lo sguardo nello specchio,la rossa annuì.

-Come è andato il primo incontro?Vi siete dichiarati di nuovo amore eterno?-le chiese Hermione sedendosi sull'enorme letto.

-Certo,prendi anche in giro!-fece l'altra.

Hermione la guardò sorpresa da quelle parole e restò qualche istante a fissarla:che avessero commesso uno sbaglio a farla andare da sola all'appuntamento con Harry?

Eppure erano convinti che il loro primo incontro dovesse avvenire senza testimoni,senza occhi indiscreti a osservare le loro reazioni.

E l'atmosfera strana che aveva sentito quando era entrata nella suite le aveva fatto capire che non aveva sbagliato,ma ora le parole di Ginny le stavano facendo venire qualche dubbio.

-Che è successo?-le domandò preoccupata.

Ginny si voltò verso di lei sullo sgabello e la guardò qualche istante prima di lasciarsi scappare un sospiro.

-Niente...Ed è proprio questo il problema-le disse.

Hermione la guardò in silenzio,in attesa di altre informazioni.

-Mi è mancato il fiato quando l'ho visto,mi sarei messa a correre per finire fra le sue braccia,ma non...Non c'era niente.

Eravamo lì come se fossimo due adolescenti timidi.

Se non fossi stata incinta dei gemelli avrei potuto pensare di aver sognato tutto-le disse.

-Magari non è facile neanche per lui-provò Hermione.

-Perchè allora non mi fa capire che prova le stesse cose che provo io?

Ha passato l'ultimo mese a dirmi che moriva dalla voglia di rivedermi,che gli mancavo e altre cose che non posso neanche riferirti...-

-Roba sexy?-chiese Hermione curiosa.

-Eppure niente!-ripetè triste e arrabbiata insieme,evitando accuratamente di rispondere all'ultima domanda.

-Gin avete passato insieme neanche venti minuti,magari noi vi abbiamo interrotto proprio mentre stava per dirti quanto gli eri mancata-ribattè Hermione.

Ginny sospirò e guardò l'amica.

-Aspetta e vedi come vanno le cose...Tutto si aggiusterà-la rassicurò.

Era quello che sperava.

 

Il salotto si riempì in rapida successione.

I primi ad essere pronti furono George e Luna con il piccolo Fred,che cercavano di approfittare di quei momenti insieme per compensare la "lunga" notte che avrebbero passato separati.

Sedevano vicini su un divano e giocavano con il bambino che ad ogni espressione buffa del padre scoppiava a ridere divertito.

Subito dopo era arrivato Ron,molto distinto nel suo completo gessato ed i capelli pettinati indietro e domati con il gel.

Aveva preso le distanze dalla "famiglia felice" e si era seduto su una poltrona afferrando il telecomando e iniziando a scorrere i tasti della televisione al plasma babbana.

Subito dopo era arrivata Hermione,anche lei radiosa nel suo vestito acquamarina che le arrivava fino alle caviglie e le evidenziava le rotondità della gravidanza:in tutti quei mesi,Hermione aveva cercato soltanto vestiti che mettessero in risalto la sua pancia e mostrassero a tutti quanto fosse fiera di quella gravidanza.

Harry era entrato nel salotto poco dopo andando a sedersi accanto a Ron e cercando di rubargli il telecomando per cercare dei programmi migliori del notiziario,ma il rosso sembrava fermamente intenzionato ad ascoltare cosa era successo di importante nel mondo babbano.

Infine era arrivata Ginny.

E ancora una volta Harry si era sentito mozzare il fiato:era bellissima.

Indossava un vestito color pesca,sorretto da due spalline leggere e sotto il seno un nastro di raso marrone scuro che metteva in risalto il petto sodo e pieno e che gli aveva seccato la gola all'istante.

I capelli erano sciolti sulle spalle come quel lontano giorno di dicembre,e improvvisamente,Harry sentì il suo corpo iniziare a reagire.

Si schiarì la gola e si alzò,allontanandosi da Ron:l'ultima cosa che voleva era che l'uomo sapesse che anche solo vedere sua sorella lo eccitava.

-Bene,siamo tutti pronti?-domandò guardando il gruppo.

Tutti i Weasley alzarono lo sguardo verso di lui e fecero un cenno d'assenso.

Sentiva su di sè lo sguardo di Ginny e si impose di non incontrarlo,altrimenti sarebbe stato peggio;s'infilò le mani in tasca e annuì.

-Bene,allora perchè non iniziate a scendere in sala mentre io faccio una telefonata a Teddy per dargli la buonanotte?-domandò loro con un lampo di genio.

Un'idea fantastica!si congratulò con sè stesso.

-Sei sicuro?Perchè se vuoi possiamo aspettarti...-iniziò George.

-No,affatto!Io sono affamata e non vedo l'ora di vedere questa famosa sala ristorante-obbiettò Hermione.

Ron la guardò leggermente preoccupato,ma qualcosa nello sguardo della moglie doveva averlo tranquillizzato,perchè Ginny lo vide sorridere e rilassarsi.

-Ha ragione Hermione,anche io ho un certo languorino...E poi chissà quante cose avrà da raccontargli Teddy-disse in sostegno della sua tesi.

Harry annuì convinto.

-Bene,allora ti aspettiamo al tavolo...-si arrese George alzandosi dal divano e avviandosi verso la porta,seguito subito dal resto del gruppo.

L'ultima fu Ginny,che fissò fino all'ultimo Harry,come in attesa di un segnale,di un suo cenno che la convincesse a rimanere,ma quando lo vide voltarsi e avviarsi verso la sua camera da letto,si voltò a sua volta e seguì gli altri fuori dalla camera.

 

 

Doveva veramente chiamare Teddy.

Solo che l'avrebbe fatto piu' tardi...

Ma aveva cambiato idea,quando aveva capito di dover allontanarsi da lei per qualche istante,prima che la situazione diventasse troppo imbarazzante.

Ora,solo fra le quattro mura della sua stanza,si sentiva piu' tranquillo e tutto stava tornando entro i "livelli di guardia".

-Mi raccomando appena chiudiamo la telefonata,va subito a letto!

Domani sarà una giornata molto pesante e non voglio che tu sia troppo stanco per godertela-gli disse.

Il piccolo lo rassicurò di essere abbastanza forte per fare tardi la sera ed essere pimpante e allegro la mattina dopo.

-Questo lo so benissimo Teddy,ma non voglio che tu faccia tardi o che faccia i capricci con i genitori di Ginny-gli disse con il tono serio che usava sempre quando voleva ottenere l'attenzione del piccolo.

Sentì un rumore alle sue spalle e voltandosi verso la porta,vide che Ginny era appena entrata nella stanza e che ora lo guardava,le spalle poggiate contro la porta e le braccia conserte.

Un sorriso enigmatico e divertito le incorniciava il viso.

-Ascolta adesso devo andare...

Ci vediamo domani,e mi raccomando subito a letto!

Ti voglio bene...Un bacio anche dalla zia Ginny-aggiunse prima di chiudere la telefonata.

Lo sguardo fisso sul volto della donna,posò il cellulare sul comodino e le rivolse un piccolo sorriso.

-Non dovresti essere con gli altri?-le domandò.

Lei alzò le spalle e si staccò dalla porta,facendo un passo verso di lui.

-Mi sono accorta di aver dimenticato una cosa-gli disse con voce calma e gli occhi sempre fissi sui suoi.

Harry corrugò la fronte.

-Cosa?-le chiese.

Un sorriso leggermente divertito apparve sul volto della donna e lo incuriosì,specialmente quando lo vide sparire subito per lasciar spazio ad un'espressione seria.

Nella stanza scese per qualche istante il silenzio,mentre i due amanti si fissavano neanche due contendenti dentro un'arena.

-Perchè non me lo hai chiesto?-chiese per prima Ginny,rompendo il silenzio.

Gli occhi nocciola di Ginny sembravano non aver nessun'intenzione di lasciar andare i suoi occhi ed Harry sentì di nuovo il suo corpo risvegliarsi.

-Cosa?-le chiese.

Un'altro paio di passi e Ginny gli si fece piu' vicina.

Ora riusciva a sentire il suo profumo,allungando una mano avrebbe potuto accarezzarle i capelli.

-Se mi sei mancato-rispose lei con voce seria.

Ok,stavano entrando in un terreno minato e lui non era certo di poter reggere!

NON DOPO DUE MESI DI ASTINENZA!

-Ti sono mancato?-le domandò con una nota di cautela nella voce che odiò.

Ginny sorrise e si avvicinò di un'altro passo,fermandosi a pochi centimetri da lui:adesso poteva stringerla a sè soltanto allungando un braccio.

-Chiudi gli occhi-gli disse.

Lui incarcò le sopracciglia e la guardò incerto.

-Chiudi gli occhi-ripetè lei seria.

Curioso di quello che sarebbe successo di lì a poco,Harry chiuse gli occhi e restò immobile,in attesa.

Il profumo di Ginny ora era piu' vicino,piu' forte e proprio quando era sul punto di riaprire gli occhi,sentì la piccola mano di lei chiudersi intorno alla sua e guidarla verso l'alto.

La prima cosa che sentì sotto le dita furono i suoi capelli:li riconobbe dalla morbidezza e grazie al ricordo delle altre volte che li aveva sfiorati.

Seguì la curva dei capelli fino alla spalla nuda sentendo sotto le dita la pelle calda e dolce,scendendo sotto la guida di Ginny lungo la linea della clavicola e la pelle della gola,fino a salire sul mento ed arrivare alle labbra.

Le labbra...Quelle labbra morbide che così tante volte l'avevano tormentato e che lui stesso aveva riempito di baci e di morsi,fino a renderle gonfie e piu' eccitanti.

Sentì le labbra dischiudersi sotto i suoi polpastrelli e nello stesso istante,i suoi tentativi di mantenersi calmo andarono in frantumi:ora sentiva chiaramente il tessuto piu' teso dei pantaloni ed il battito piu' veloce del suo cuore.

L'esplorazione continuava lungo la linea del naso,dritta come tutti i Weasley per poi fermarsi.

Sentì di nuovo la sua mano sollevata in aria,sempre stretta in quella di Ginny e per un'istante si domandò se non poteva ora riaprire gli occhi.

Poi la sua mano tornò a posarsi su qualcosa.

Qualcosa che inizialmente non riconobbe,solo quando la sua mano venne a contatto con il tessuto del vestito capì che si trattava del pancione di Ginny.

La mano aperta per sentire anche il minimo movimento l'accarezzò dolcemente,mentre gli angoli dei suoi occhi si riempivano di lacrime nonostante fossero chiusi.

Alzò le palpebre e per qualche istante la sua vista fu offuscata da quel velo fastidioso,poi tutto fu chiaro.

Fissò per un'istante la sua mano sul ventre ingrossato di Ginny e finalmente si sentì a casa: non importava se era una stanza d'albergo.

Casa sua era ovunque fosse Ginny.

Rialzò lo sguardo sul volto della donna e vide il sorriso commosso sul suo volto che lo portò a sorridere,prima di avvicinare il viso al suo e baciarla.

Non ci fu neanche un'istante di esitazione o di timidezza:era quello che entrambi volevano,che entrambi avevano aspettato per tanto,troppo tempo.

Le braccia di Ginny si strinsero attorno al collo di Harry,rispondendo con la stessa passione dell'uomo,facendo sfiorare le loro labbra,incontrare le loro lingue,riscoprendo quella piccola danza che era soltanto loro.

Le mani di Harry si immersero nei capelli della donna,scompigliandoli e stringendoli fra le dita.

Quando le loro labbra si staccarono,Ginny cercò i suoi occhi e gli sorrise.

-Accidenti a te!Mi hai fatto spaventare davvero!-lo rimproverò.

-E perchè mai?-chiese Harry,accarezzandole la schiena da sopra il vestito e stringendola a sè.

-Ho passato un'ora di là a domandarmi come mai fossi così freddo,così timido.

Ho avuto paura...Ho avuto paura di averti perso-gli disse poggiando la testa sulla sua spalla e inspirando il suo odore.

Harry sorrise e le posò un bacio sulla tempia destra.

-Ho cercato di comportarmi da bravo ragazzo:tutto quello che mi veniva in mente era di venire da te e mettere fine a quella separazione.

Però mi sono detto che non potevo saltarti addosso due minuti dopo averti rivista,così ho cercato di darmi una camata e il mio comportamento ne è il risultato-le spiegò.

Ginny sorrise e tese le labbra verso di lui per un'altro bacio che ovviamente Harry non le negò.

-E chi ti ha detto di frenarti?-gli chiese ancora Ginny.

Lui la guardò quanche istante,poi l'espressione sul suo viso divenne di finto stupore quando capì il significato delle sue parole.

-Credi che non ci abbia pensato anche io?

Quando prima George e Luna hanno detto che non riescono a stare separati neanche per una notte,li avrei uccisi...-gli disse Ginny dandogli un piccolo bacio sul collo.

-Se avessero una vaga idea di quello che abbiamo passato noi in questo mese...-commentò Harry,accarezzando con la punta delle dita la schiena di Ginny.

Lei fece un piccolo mugolio affermativo,prima che le sue labbra iniziassero a baciargli il collo come seguendo un percorso che terminò sulla punta del mento dove posò un morso.

-Dovremmo scendere...Gli altri ci staranno aspettando...-disse Harry con la voce poco convinta e gli occhi chiusi,mentre la sua mano era scivolata sul fianco destro di Ginny continuando con le sue carezze.

-Mmh...-fece la donna prima di dargli un'altro bacio veloce sulle labbra e posando le mani su entrambi i lati della sua giacca.

Harry trattenne le sue labbra approfondendo il contatto e lasciò che la giacca scivolasse lungo le sue braccia fino al pavimento,prima di portare le mani sulla schiena di Ginny alla ricerca della cerniera lampo.

-Magari altri due minuti...-aggiunse afferrando la lampo e iniziando ad abbassarla.

-In fondo non siamo mica gli sposi!-ribattè Ginny portando le mani sulla cravatta e sciogliendo il nodo con un gesto veloce e deciso.

Quasi nello stesso momento,la lampo venne abbassata e la cravatta cadde a terra poco distante dalla giacca,prima che Harry si staccasse da Ginny e dopo averla presa per mano,la guidasse verso il letto.

Gli occhi fissi sul volto di Harry,Ginny si accorse di uno strano sguardo nei suoi occhi,uno sguardo che non ricordava o che forse non aveva mai visto.

-Cosa c'è?-gli domandò non riuscendo a resistere.

Harry sorrise e,senza parlare,la fece sedere sul letto con le gambe a toccare il pavimento,poi le si inginocchiò davanti e le sfilò le ballerine color pesca con estrema delicatezza,quasi avesse paura di farle male.

Dopodichè alzò lo sguardo sul suo viso e per qualche secondo restò in silenzio con un'espressione incerta negli occhi.

-C'è una cosa che vorrei fare...Ma ho bisogno del tuo permesso-le disse serio.

Ginny sorrise toccata dal fatto che,nonostante la lunga separazione e l'evidente desiderio che entrambi provavano per l'altro,Harry le avesse chiesto comunque il permesso per andare avanti.

-Tutto quello che vuoi-gli disse fissando i suoi occhi.

La carestia era finita:era ora di non negarsi piu' nulla.

Harry sorrise leggermente soddisfatto a quelle parole e le accarezzò una gamba nuda,facendo risalire la mano fino al ginocchio.

Ginny vide scomparire la mano sotto il vestito e la sentì mentre le accarezzava la pelle delicata e morbida della coscia provocandole piccoli gemiti d'anticipazione.

Come le era mancato tutto questo...

Si rilassò poggiando entrambi i gomiti sul letto e inarcando all'indietro la schiena,gli occhi chiusi per godersi quelle carezze.

La mano era stata sostituita dalle labbra:sulla caviglia,sulla gamba,sul ginocchio,sulla coscia sempre piu' all'interno,fino al bordo dello slip.

Ogni tocco delle sue labbra le strappava un brivido ed un gemito sommesso,finchè l'ultimo non proruppe acuto dalla sua gola quando sentì la mano di Harry che l'accarezzava da sopra l'intimo.

Alzò leggermente il bacino verso di lui,sperando che capisse quello che voleva e l'accontentasse,ma sfortunatamente Harry continuò ad accarezzarla con delicatezza e troppo lentamente facendola gemere ma senza darle soddisfazione.

Un'ultimo tocco,poi sentì chiaramente la mano che si allontanava costringendola ad aprire gli occhi e a cercare lo sguardo di Harry.

L'uomo la guardava con un sorriso malizioso e contento allo stesso tempo:era questo che voleva fare?

Stava per chiedergli spiegazioni,ma prima ancora di riuscire a formulare una frase,lui la precedette.

-Togliti il vestito...Non credo sia il caso di macchiarlo-le disse prima di chinarsi su di lei.

Ginny lo guardò qualche istante senza capire,poi sorrise e lasciò che le calasse le spalline,facendolo scivolare lungo il corpo posando piccoli baci qua e là,prima di gettarlo a terra lasciandola soltanto con reggiseno e slip.

Si rizzò a sedere e cercò di nuovo le labbra di Harry,stringendogli le braccia al collo e attirandolo piu' vicino a sè,mentre la sua lingua sfiorava il palato e il labbro inferiore dell'uomo.

Fece scivolare la mani sul davanti della camicia e la sbottonò velocemente cercando di non far saltare nessun bottone e come prima con la giacca,la gettò a terra come se fosse un'oggetto inutile.

Si staccò dalle sue labbra e fissò il torace nudo di Harry non riuscendo a trattenere un piccolo sorriso.

-Non hai la minima idea di quanto tutto questo mi sia mancato...-gli disse rialzando gli occhi nei suoi.

Harry rise e slacciò il reggiseno senza difficoltà.

-Allora la tua è pura attrazione fisica!-scherzò lui rubandole un'altro bacio.

-Te ne sei accorto solo adesso che non riesco a toglierti le mani di dosso?Avevi veramente creduto che fossi interessata a te?-continuò lei stando allo scherzo,mentre le sue mani slacciavano la cintura e aprivano il bottone dei pantaloni.

Harry abbassò la testa e baciò un seno,prendendo fra le labbra un capezzolo,lambendolo con le labbra e la lingua.

-Crudele!-le disse staccando per un'istante le labbra dal suo seno.

Ginny gli strinse le dita fra i capelli e urlò quando i denti di Harry si chiusero sul capezzolo turgido.

I gemiti della donna erano musica per le sue orecchie!

Il tessuto dei pantaloni si distese nello stesso istante in cui la lampo terminò il suo viaggio accompagnata da un sospiro di piacere di Harry.

Con un gesto secco,Ginny fece calare i pantaloni del completo lungo i fianchi e le gambe lunghe dell'uomo,mostrando i boxer che a malapena riuscivano a celare l'erezione potente.

Harry si staccò dal suo abbraccio per liberarsi dei pantaloni e delle scarpe e Ginny ne approfittò per sdraiarsi sul letto,la testa poggiata sul cuscino.

Quando riapparve,vestito solo dei boxer celesti,Ginny si rese conto che non avrebbe resistito ancora a lungo:soltanto guardarlo le provocava brividi di eccitazione!

Alzò le braccia per attirarlo a sè,ma Harry sembrava avere un'altra idea.

Restò in ginocchio sul letto e le accarezzò di nuovo le gambe,lentamente,con la punta delle dita e si fermò sui suoi fianchi,dove afferrò il tessuto delle mutandine e lo tirò verso il basso con delicatezza.

Ginny sorrise e sollevò i fianchi per facilitargli il lavoro:non vedeva l'ora di sentire il suo corpo possente sopra il suo,di sentirlo dentro di sè,di arrivare al piacere con lui.

Anche gli slip finirono abbandonati sul pavimento e lei lo vide ancora in ginocchio sul letto, senza la minima intenzione di tornare fra le sue braccia:voleva farla soffrire ancora un pò.

Apparve ancora piu' evidente quando lo vide abbassarsi fra le sue gambe e sentì un bacio nell'interno coscia particolarmente vicino alla sua entrata.

Gemette piacevolmente sorpresa,ma fu niente in compenso a quello che provò quando le labbra di Harry si posarono sulla sua intimità facendo esplodere una scarica di piacere che la fece stringere le lenzuola fra le dita.

I baci continuarono,finchè Ginny non sentì qualcosa di umido e incredibilmente piacevole insinuarlesi dentro:la sua lingua!

Incurante di essere sentita da orecchie indiscrete,prese a urlare di piacere mentre Harry spingeva la lingua sempre piu' in profondità e sfiorava il suo centro,mentre le sue mani ferme sui fianchi la spingevano verso la sua bocca per assecondare i movimenti della sua bocca.

-Amore mio....-gemette lei fra le urla.

Era al limite,ad un passo dall'orgasmo.

Ed Harry sembrò accorgersene perchè l'istante dopo Ginny lo sentì scivolare via da lei.

Riaprì gli occhi e lo trovò sorridente a pochi centimetri dal suo viso:un'espressione trionfante ed eccitata gli dipingeva il volto.

-Non ho fatto altro che sognare queste urla per tutto questo tempo...-le confessò.

Ginny sollevò la schiena e posò le labbra sulle sue,leccandole e mordendole portandolo giu' con sè sul letto.

-Mettiamo fine a questa astinenza-gli disse con un sorriso ironico e malizioso.

Harry sorrise e le diede un'altro bacio lieve.

Ginny fece per poggiare la schiena sul materasso,ma lui la bloccò facendola girare su un fianco e mettendolesi accanto.

-Cosa...-chiese lei sorpresa.

-E' una nuova posizione per non fare male ai gemelli-le spiegò Harry.

Ginny sorrise e voltò la testa di lato cercando il suo sguardo.

-Ma così non posso vederti!-ribattè.

Harry le baciò una spalla e scosse la testa.

-Lascia fare a me...Resta così-

Ancora una volta voleva fidarsi di lui:restò immobile nella posizione che le aveva detto Harry e aspettò.

Pochi secondi dopo lo sentì:la presenza del suo membro eretto vicino alle sue natiche la fece gemere per l' eccitazione e per quello che sarebbe successo di lì a poco e quando sentì la punta liscia e umida sfiorare la sua entrata,gemette piu' forte.

Sentiva il torace di Harry contro la sua schiena,il suo braccio era poggiato al suo pancione,ma tutto scomparve nell'istante in cui lui la penetrò.

Aveva bisogno di vederlo,di fissare il suo sguardo,di capire cosa pensava!

Cercò di girarsi,ma quando voltò la testa si accorse che lui non era piu' alle sue spalle:ora lui era di fronte a lei,in ginocchio sul materasso,le mani sulla sua gamba piegata.

Incontrò il suo sguardo e nello stesso istante,Harry affondò in lei per la prima volta,togliendole il respiro e facendola gemere per il piacere.

Questo è ancora meglio di quello che ricordavo!pensò Ginny assecondando i movimenti dell'uomo.

Spinte sempre piu' profonde e lente,che la stavano facendo impazzire.

Quest'uomo vuole uccidermi con il sesso!

-Piu' veloce!-gli disse inarcando la schiena.

Harry aumentò la velocità e la profondità delle spinte facendo gemere entrambi e riempendo la stanza dei loro sospiri.

Ginny lo sentì afferrarle con maggiore forza le gambe e spingere piu' a fondo,scontrandosi piu' volte con il suo centro e portandola ad un passo dal baratro.

Alzò lo sguardo sul suo volto e lo vide con la testa abbandonata all'indietro,totalmente immerso nella ricerca del piacere.

-Guardami!-gli disse a voce alta,senza neanche rendersene conto.

I suoi occhi nocciola incontrarono quelli di Harry e uniti da quell'ulteriore legame,Harry continuò a spingere,trovandosi senza fiato per tutto quel piacere che stava per travolgerli.

Poi arrivò l'esplosione.

Sembrò quasi l'esplosione dell'intero sistema solare davanti ai loro occhi:sia Harry che Ginny videro una miriade di puntini bianchi che offuscò loro la vista e precedette di qualche secondo l'arrivo dell'orgasmo che li travolse e li lasciò senza fiato e senza forze.

Entrambi si lasciarono scappare un urlo liberatorio e di puro piacere,quello che si erano negati per due mesi e con le ultime forze si mossero per cercare di far durare quella sensazione il piu' a lungo possibile.

Era il Paradiso.

Quando alla fine Harry cadde senza forze sul letto accanto a lei,Ginny sentì la mano destra dell'uomo posarsi sulla sua spalla.

Si voltò e lo vide rivolgerle un sorriso esausto e pienamente soddisfatto che lei ricambiò per poi muoversi nel letto fino ad andare fra le sue braccia.

Per qualche minuto restarono in silenzio,cercando di riprendere fiato e godendo semplicemente della presenza dell'altro dopo tutti questi mesi di separazione.

Poi,senza parlare,Harry posò una mano sul pancione della donna e lo accarezzò con delicatezza come se avesse paura di farle male.

-Stanno bene?-le domandò con voce leggermente preoccupata.

Ginny sorrise e cercò lo sguardo dell'uomo perchè lui vedesse che non gli stava raccontando bugie.

-Sono i figli del Salvatore del Mondo Magico,credevi ci volesse così poco per metterli ko?-gli domandò cercando di scherzare.

Ma si accorse subito che lo sguardo di Harry era serio e così tornò seria a sua volta.

-Stanno bene...Stiamo bene!Sembra quasi che non sia mai successo nulla:sono talmente vivaci e attivi!-gli disse con un leggero sorriso.

Harry sorrise a quelle parole,ma il suo sorriso non durò a lungo.

-Ginny...Noi non abbiamo mai parlato di quello che successo con....-iniziò Harry.

-No-lo interruppe lei decisa.

La sorpresa che lesse negli occhi di lui la fece sorridere;gli accarezzò i capelli scompigliati e scosse la testa.

-No,non devi dirmi niente...So tutto quello che devo sapere.

Ho visto il video-gli disse seria.

Harry la fissò qualche istante incerto.

-E sei sicura che questo ti basti?Sei certa di non voler sapere altro?-le chiese cauto.

Ginny alzò le spalle.

-Vedere il video mi ha fatto capire come sono andate veramente le cose...Se fossi arrivata due minuti prima niente di quello che è accaduto in questi due mesi sarebbe successo.

Non ci sarebbe stato l'incidente,la separazione...l'astinenza-aggiunse scherzosa.

Harry sorrise e le diede un piccolo bacio sulla spalla nuda.

-Non avrei dovuto baciarla...-disse lui serio abbassando lo sguardo.

Due dita sotto il mento costrinsero Harry a rialzare la testa e ad incontrare di nuovo gli occhi di Ginny.

-E' vero non avresti dovuto...Ma poi Sarah si sarebbe inventata qualche altra diavoleria per separarci e forse questa volta non saremmo riusciti a venirne fuori.

Avresti dovuto lasciare che me ne occupassi io fin dall'inizio-gli ricordò lei tornando a sorridere.

-Visto come sono andate le cose,credo che tu abbia ragione-convenne lui,allungando un braccio attorno alla sua vita.

Due dita di Ginny presero a giocare con un ricciolo ribelle di Harry,mentre lo fissava negli occhi in silenzio.

-Forse anche io ho le mie colpe...-gli disse allontanando lo sguardo dai suoi occhi.

-Non dirlo neanche per scherzo!-ribattè Harry sicuro.

-Invece sì!Avevo capito che c'era qualcosa che non andava,qualcosa che ti preoccupava,e il tuo comportamento di quella sera mi aveva tolto ogni dubbio.

Il solo fatto di non sapere che cosa stava succedendo mi ha mandato in paranoia,ho cominciato a pensare alle cose piu' assurde...Tutto per colpa degli ormoni!-fece lei tornando a guardare il suo volto.

-Ho cercato di proteggerti:sapevo che se ti avessi raccontato di quel pettegolezzo ti saresti agitata...Ho solo cercato di proteggere te ed i bambini-le disse lui.

-Non è stato peggio così?-le domandò Ginny con un lieve sorriso.

Harry sospirò e posò per un'istante la testa sulla spalla nuda di Ginny.

-Però quello che conta è che noi siamo qui...Nonostante quello che ci è successo,quello che abbiamo dovuto superare,io e te siamo ancora insieme-gli disse seria.

Harry rialzò la testa a cercare il suo sguardo poi le diede un bacio lieve sulle labbra.

-Credi veramente che qualcuno possa portarmi via da te?-le chiese con lo stesso tono di voce.

Per qualche istante Ginny restò in silenzio,poi lui la vide scuotere la testa.

-Non dopo aver visto il video-ammise.

Harry sorrise e tornò a baciarla,questa volta piu' lentamente e appassionatamente.

-Adesso però mi chiedo una cosa...-fece Ginny quando si staccarono.

Harry aggrottò le sopracciglia e la guardò in attesa.

-Come farò a passare un'altra notte separata da te,dopo tutto questo?-gli chiese indicando i loro corpi nudi ed intrecciati.

Harry rise e fece per rispondere,ma fu interrotto da un colpo deciso sulla porta della camera.

-Chi è?-domandò cercando di avere un tono di voce normale.

-La fatina dei desideri!Hai intenzione di tenere le tue manacce su mia sorella ancora per molto?

Perchè sono piu' di quaranta minuti che siamo seduti al tavolo e la cena sta diventando fredda!-

La voce adirata di Ron,se per la fame o per quello che ovviamente stava succedendo in quella stanza non era dato sapere, si era stagliata chiara nella stanza,provocando le risate divertite di Harry e Ginny.

Quaranta minuti?Non si erano resi conto di essersi presi tanto tempo!

-Scendiamo subito Ron!-rispose Ginny al posto suo.

Incontrò di nuovo lo sguardo di Harry e gli diede un'altro bacio lieve,che divenne piu' profondo e passionale.

Sentì le sue braccia alzarsi e allacciarsi al collo di Harry,come guidate da una forza autonoma.

-Che ne dici se ci prendiamo altri cinque minuti?-le domandò Harry mentre una mano iniziava ad accarezzarle i seni.

Ginny si morse il labbro inferiore e tirò indietro la testa,mentre le labbra di Harry scendevano lungo la gola e la pelle del petto.

-Mi sembra un'ottima idea...-

 

 

So che sono una delle persone ke odiate di + al mondo,ma credetemi,l'ultima cosa che volevo è lasciarvi tt qst mesi senza aggiornamenti.

Ma il mio computer è completamente morto(vi sto scrivendo da un internet point,perchè so ke molti di voi saranno infuriati a morte cn me e avranno già preparato le bambolette vodoo!).

Xo ho avuto il tempo di scrivere,e ci sono già altri capitoli che aspettano solo le vostre recensioni x gli ultimi ritocchi!

Le frasi che aprono il capitolo sono tratte da "Slide Away" degli Oasis e da "More than anyone" di Gavin Degraw.

X il momento purtroppo è tt,vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"La notte dei pensieri"

Baci Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 37
*** La notte dei pensieri ***


la notte dei pensieri

 

Il loro ingresso nella "Sala Ristorante" dell Hotel Ritz fu accolto da schiamazzi e applausi da parte del clan Weasley.

Dai tavoli vicini,qualcuno si voltò per capire cosa stesse succedendo e per essere sicuri che qualcuno di importante non fosse appena entrato.

Leggermente rossi in viso per l'imbarazzo,Ginny ed Harry si avvicinarono al loro tavolo e rivolsero agli amici e parenti un cenno di stizza per metterli a tacere,provocando le loro risate divertite.

Harry fece sedere Ginny sulla sedia accanto alla sua e si accomodò.

-Vista l'ora vi davamo per dispersi!-commentò George,con una strana espressione sul volto.

Era felice per sua sorella e Harry,finalmente quel mese era terminato e lui poteva riavere la casa tutta per sè per Luna ed il piccolo Fred,ed inoltre era certo che non ci fosse nessuno piu' giusto per sua sorella di Harry...

Ma d'altra parte,pensare a quello che senza ombra di dubbio era successo fino poco prima nella suite lo metteva a disagio.

-Molto divertente,George!-ribattè la sorella,preparandosi al fuoco incrociato dei due Weasley.

-Vista l'interminabile telefonata a Teddy,abbiamo pensato di ordinare,per non morire di fame nell'attesa-continuò Ron sulla falsariga del fratello.

Harry sorrise e scosse la testa.

-Avete fatto benissimo...Non sia mai che io affami i miei futuri cognati-disse loro.

-Cognati?Chi ti ha detto che ti faremo entrare nel clan?-domandò George con un'aria estremamente seria.

Tutti gli altri seduti al tavolo si voltarono a guardarlo con aria curiosa,tranne Luna che si voltò a guardarlo con un'espressione sorpresa e divertita.

Prima che qualcuno potesse parlare,il cameriere si avvicinò al tavolo e si rivolse a Harry.

-Vuole ordinare,signore?-

Harry guardò velocemente il menù,dividendolo con Ginny ed entrambi fecero la loro ordinazione,scoprendosi incredibilmente affamati:la tensione e l' "esercizio fisico" li aveva stimolati piu' di quanto credevano.

Il cameriere si allontanò dal tavolo e lasciò di nuovo la tavolata libera di fare i loro discorsi.

-Che volevi dire?-domandò Ginny prima di tutti gli altri.

-Se sei contrario al probabile matrimonio...-iniziò Ron.

-E' una certezza,non una probabilità-rettificò Harry sicuro,prima di bere un sorso dal suo bicchiere.

Hermione guardò Ginny e si accorse della luce che era tornata ad illuminare i suoi occhi a quelle parole:finalmente tutto era tornato a posto.

-Ok,va bene...Come dicevo se sei contrario al loro matrimonio,penso sia meglio dirlo domani dopo il tuo matrimonio,perchè ora può ancora cacciarci via tutti-continuò Ron con un piccolo sorriso canzonatorio.

Harry gli lanciò il tovagliolo,neanche fossero due ragazzini nella mensa scolastica e rise quando lo stesso tovagliolo volò sul suo piatto vuoto rilanciato dal rosso.

-Tranquillo Ron,so quanto ci tieni a provare la vasca idromassaggio con Hermione-disse il fratello lanciandogli una frecciatina che fece arrossire i due cognugi.

-Allora potresti spiegarti meglio?-chiese Ginny,sorridendo divertita.

George annuì e fece per parlare,quando sentì una risata leggera al suo fianco.

Si voltò e incontrò lo sguardo di Luna.

-Credi veramente che Harry abbia bisogno di un'ulteriore periodo di prova?-gli domandò guardando soltanto il compagno.

George sorrise e allungò una mano per prendere la sua,gli occhi fissi in quelli della donna come se avesse dimenticato la presenza degli altri commensali.

-Non sei stata tu a dire che tutti i nuovi membri di un clan per un periodo di tempo dovevano considerarsi dei "novizi"?-le domandò.

Un sorriso imbarazzato apparve sul volto di Luna...Era incredibile che dopo tanti anni e dopo tutto quello che era successo,ricordasse ancora quel discorso.

-Come diavolo fai a...-tentò di chiedergli ancora sorpresa dalle sue parole.

-A ricordare?E' stata un discorso talmente convincente,talmente sicuro che mi si è stampato nella mente.

Ho provato in tutti i modi a dimenticarlo,ma nei momenti piu' impensati mi veniva in mente e mi faceva ridere...Però su una cosa hai sbagliato-le fece notare.

Luna aggrottò le sopracciglia,sorpresa.

-Alla fine anche tu hai finito per sposare uno dei membri fondatori-le disse prima di bere un sorso dal suo bicchiere.

Luna si ricordò come si era concluso quel discorso tanto tempo prima e rise allegra.

-E tu che volevi farmi sposare Percy...-gli ricordò continuando a ridere.

Alla sua risata si unì George incredibilmente divertito.

Gli altri quattro erano rimasti in silenzio,in ascolto di quello strano discorso che per loro non aveva nessun senso,ma che per George e Luna sembrava averne molto.

-Qualcuno può spiegarci?-tentò Hermione guardando ora uno ora l'altro.

I due smisero pian piano di ridere e tornarono a guardare i commensali.

-Che voleva dire quello strano discorso?-chiese Ron curioso.

George si asciugò una lacrima dall'angolo dell'occhio destro e annuì.

Ma prima che potesse aprire bocca,Luna lo precedette e parlò al suo posto.

-Niente di importante,solo vecchi discorsi senza senso...-disse loro.

Gli altri annuirono poco convinti,poi il cameriere si avvicinò al tavolo con le ordinazioni di Harry e Ginny e per un pò i due restarono in silenzio,mangiando ed ascoltando gli altri.

Quando l'attenzione degli altri fu calamitata dall'arrivo del cameriere,George cercò gli occhi della fidanzata e li vide rivolgersi un sorriso divertito,e capì perchè lo aveva fermato:non voleva dividere quei preziosi ricordi con il resto della famiglia.

Già avrebbero saputo troppo quando domani si sarebbero scambiati i voti,perchè raccontargli qualche altro particolare?

-Sei ancora convinto di farci dormire separati,Harry?-domandò Ron d'un tratto.

-Assolutamente-rispose l'altro con la bocca piena di cibo.

-Ma non credi sia meglio per te e Ginny passare un pò di tempo insieme ora che vi siete ritrovati?-tentò George.

Harry alzò lo sguardò ad incontrare il rosso e sorrise diabolico.

-Non sapevo ti preoccupassi per noi George...Comunque sta tranquillo abbiamo fatto una lunga chiacchierata e ora è tutto a posto-disse Harry.

-Due lunghe chiacchierate-fece Ginny senza alzare lo sguardo dal piatto.

Luna ed Hermione risero a bassa voce e Ron valutò per qualche istante se mettere le mani addosso ad Harry,poi pensò al pancione di cinque mesi della sorella e capì che non sarebbe servito a niente.

-Fidati George,un giorno ripensando a questa serata mi ringrazierai...-fece il moro convinto.

George fece una smorfia poco convinta.

-Ad essere sinceri io sono d'accordo con lui-si unì Ron venendo in soccorso di George.

-Avanti,non fate i bambini!Si tratta soltanto di una notte...-cercò di convincerli Ginny prendendo le parti del compagno.

-Il problema è che non siamo piu' abituati a dormire separati...I tempi di Hogwarts li abbiamo rilegati in una parte del cervello e dimenticati il prima possibile-commentò Hermione.

Ginny sorrise e scosse la testa.

-Ragazzi non fatemi usare le maniere forti...So che se volete potete farcela!

Quindi questa sera rigorosamente camere separate!-disse Harry deciso.

01.00 AM.

Due figure si incontrarono nel salotto immerso nell'oscurità e nel silenzio.

Si fissarono per qualche istante,interdette dalla presenza dell'altra,poi alzarono le spalle quasi nello stesso istante.

-Tu non mi hai visto-disse una.

-Neanche tu-fece l'altra.

Dopodichè si allontanarono verso le camere.

Una entrò nella stanza sulla destra e si chiuse subito la porta alle spalle,l'altra superò il divano e le poltrone diretta verso la camera piu' lontana.

Si guardò per l'ultima volta alle spalle per essere sicura che non ci fosse nessun'altro ed entrò in camera.

 

Quando la porta si chiuse,Hermione trovò ad accoglierla il sorriso sollevato di Ron.

Era sdraiato sul letto con la schiena poggiata allo schienale del letto ed era in preda all'impazienza;lei che lo conosceva bene sapeva riconoscere tutti i piccoli segni:l'incapacità di fermare le gambe,l'eccessiva attenzione per le pieghe della sua vestaglia...

Fece un passo nella stanza e gli sorrise.

-Credevi che non ce l'avrei fatta,vero?-gli domandò divertita.

Ron scese dal letto e venne verso di lei,fermandosi a due passi di distanza.

-Ero sicuro che ce l'avresti fatta,ormai non ho nessun dubbio nelle tue capacità...Ero solo preoccupato che Harry non avesse montato la guardia per essere sicuro che tutti restassero nelle proprie stanze-commentò con un sorriso divertito.

Hermione rise e gli posò una mano sulla spalla.

-Fare la guardia a dei maghi che possono smaterializzarsi da una parte all'altra?Davvero stupido!-gli fece notare.

Ron alzò le spalle e le si avvicinò ancora posandole una mano sul fianco.

-In fin dei conti,che importa?-le chiese.

Lei scosse la testa e avvicinò il viso al suo,dandogli un bacio leggero sulle labbra.

-Ho preparato una cosa per te-le disse Ron quando le loro labbra si staccarono.

La prese per mano e la guidò verso il bagno.

Hermione cercò di non dare ascolto alla vocina nella sua testa che le riportava alla mente le parole di George durante la cena.

Ma quando Ron aprì la porta del bagno non riuscì a trattenersi dallo spalancare la bocca per lo stupore e l'apprezzamento.

L'idromassaggio era pieno d'acqua,in attesa soltanto di essere acceso,alcune candele erano state posate sul bordo della vasca e alcune ciotole di petali di rosa erano posate sul lavandino per profumare la stanza.

-Hai preparato tutto questo mentre mi aspettavi?-gli chiese mentre le braccia di Ron le circondavano la vita e il suo torace le si appoggiava contro la schiena.

Ron le posò un bacio leggero sull'orecchio destro e sorrise,anche se lei non poteva vederlo.

-Stavo per chiedere anche una bottiglia di champagne,ma poi ho pensato che non era la cosa piu' adatta ad una donna incinta...-le disse accarezzandole il pancione prominente.

Hermione sorrise e voltò la testa in modo da catturare le sue labbra per un'altro bacio.

-Però ho ordinato delle fragole-le confessò Ron staccando le labbra dalle sue quel poco che bastava per parlare.

Hermione finse un'espressione scandalizzata che fece ridere Ron e tornò a baciarlo,questa volta con maggiore passione.

-Che ne dici di provarlo?

Non vorrei deludere le aspettative di George...-le disse poi scherzoso.

Hermione sorrise maliziosa e scosse la testa.

-Non sia mai...-convenne.

Con poche mosse i vestiti caddero sul pavimento del bagno e Ron aiutò la moglie ad entrare nella vasca,prima di accendere l'idromassaggio ed entrare a sua volta in vasca.

Hermione si lasciò scappare un gridolino quando le bolle d'acqua calda le sfiorarono il corpo per la prima volta e poggiò la testa a uno dei poggiatesta sagomati e si lasciò accarezzare dalle bolle calde lasciandosi scappare una risatina per il solletico.

Ron si mosse nella vasca per esserle piu' vicino e le accarezzò un fianco sott'acqua,prima di posare una mano sulla pancia.

-Sei preoccupato per domani?-gli chiese Hermione sfiorandogli con la punta delle dita bagnate le spalle solide.

Ron sorrise e scosse la testa.

-Non mi sono mai sentito così tranquillo...Se escludiamo il nostro matrimonio-commentò guardandola.

Lei sorrise e gli diede un piccolo buffetto sulla spalla destra.

-Sei un gran bugiardo!Lo so benissimo che eri nel panico piu' totale il giorno del nostro matrimonio!-gli ricordò.

Ron annuì convinto un paio di volte,facendo vagare una mano sul corpo nudo della donna, a pelo d'acqua.

-Non ho mai detto il contrario!Ero in ansia perchè improvvisamente tutto quello che non avevo mai neanche desiderato sperare,si stava avverando...Però non ho mai avuto paura,non ho dubitato un solo istante che non fosse la cosa giusta-le spiegò cercando le parole giuste.

Hermione sorrise e si sporse per dargli un piccolo bacio sulla fronte.

-E vorrei ben vedere!-ribattè scherzosa.

Ron rise e si impadronì delle sue labbra,tentandole con la lingua e con i denti,pigramente come se avesse tutto il tempo del mondo a disposizione,mentre la mano vagabonda si era fermata sul seno destro e scivolava su di questo con carezze lente e insoddisfacenti.

Hermione si lasciò sfuggire un sospiro a quelle carezze e si staccò dalle sue labbra.

-Ricordami di ringraziare Harry per averci lasciato la camera con l'idromassaggio-gli disse in un sussurro.

Ron si sporse verso di lei,fino a che le labbra non le sfiorarono il lobo dell'orecchio sinistro.

-Io aspetterei prima di ringraziarlo...-le disse con voce maliziosa che la fece arrossire e,allo stesso tempo,le fece venire l'acquolina in bocca per il significato nascosto in quella frase.

Ma nonostante le sue parole,Ron tornò a staccarsi da lei,ritornando ad affondare il corpo in acqua e posandole la testa poco lontano dal petto grande.

-Mi ha fatto uno strano effetto questa cena-le confessò poi.

Hermione cercò il suo sguardo e dopo qualche istante,finalmente gli occhi di Ron si lasciarono catturare dai suoi.

-Perchè mai?Cos'aveva di diverso dalle altre cene degli ultimi mesi?-gli chiese calma.

Lui sorrise.

-Innanzitutto il rapporto fra me e Harry:sembravamo tornati quelli di un tempo...prima di tutto-le disse serio.

-Sono d'accordo con te.

Cos'altro?-convenne la moglie.

-Un'insieme di tante cose:il rapporto fra Harry e mia sorella che finalmente sembra essere tornato a posto dopo tutti i drammi degli ultimi mesi,vederla di nuovo sorridere veramente,e poi George e Luna...

Hai visto come si sono completamente dimenticati della nostra presenza durante quello strano discorso?-le fece notare.

-Tu ci hai capito qualcosa?-gli domandò lei divertita.

-Neanche una parola!Eppure per loro sembrava avere un senso logico!-ribattè Ron ancora sorpreso.

Hermione sorrise e si allontanò dalla guancia destra una ciocca di capelli bagnati.

-Lo avresti mai creduto possibile?-gli chiese.

Ron restò qualche istante in silenzio e poi scosse la testa.

-Ho pensato di tutto negli ultimi anni,ma mai una volta ho pensato che bastasse così poco per rinsavire George...

Voglio dire:soltanto Luna è capace di calmarlo,di farlo ridere in quel modo-le disse non riuscendo a trovare le parole adatte per spiegarsi.

-Sono talmente in accordo fra loro che sembrano non aver bisogno di parole...A volte ti fanno anche invidia!-commentò Hermione sovrappensiero.

Ron la guardò con una strana espressione sul viso.

-Cosa?-domandò la moglie colpita da quello sguardo.

-Sei gelosa di loro?-le chiese colpito.

Gli sorrise e scosse la testa.

-Non avevi detto di aver ordinato delle fragole?-gli domandò poi guardandosi intorno alla ricerca della ciotola.

-Non cambiare discorso!-l'ammonì Ron cercando di rincontrare il suo sguardo.

-Cosa?Sto solo cercando di evitare che nostro figlio nasca con un'orribile voglia di fragola sul volto-gli disse con aria innocente.

-Credi veramente ad una sciocchezza simile?-le domandò divertito.

-Ricordati che hai sposato una babbana...Quindi dove hai nascosto le fragole?-gli domandò di nuovo.

Ron la fissò per qualche istante ancora prima di sospirare e di staccarsi da lei e allungare un braccio verso un'angolo nascosto del pavimento e prendere una coppa da gelato piena di fragole.

Alla sola vista,Hermione sorrise e allungò la mano per prenderne una mentre Ron poggiava la coppa poco distante dalla testa della donna sul marmo lucido della vasca.

-Assolutamente deliziosa!-disse dopo aver dato il primo morso.

Ron la fissò mentre chiudeva gli occhi affondando i denti per la seconda volta nella polpa succosa della fragola.

-Quindi cos'è questa storia di George e Luna?-le domandò cercando di focalizzare la sua attenzione su qualcosa che non fosse la lingua della donna che si leccava le labbra per assaporare fino all'ultimo il sapore della fragola.

Lei sorrise.

-Possibile che tu sia così suscettibile?-gli domandò riaprendo gli occhi e puntandoglieli addosso.

-Piano con le accuse-cercò di difendersi lui.

-E' bastata una piccola osservazione per metterti in crisi...Però devi ammettere che loro sono stati piu' veloci di noi-

-Veloci?-

Ormai Ron la guardava attento a non perdersi nessuna battuta di quello strano discorso e l'espressione curiosa sul suo viso,non faceva che aumentare il sorriso divertito di Hermione.

-Anche Luna e tuo fratello hanno avuto problemi,però non hanno impiegato così tanti anni a mettersi insieme come noi.

Una volta capito che erano innamorati,sono subito andati a vivere insieme e in pochi mesi lei era già incinta-gli disse cercando di spiegargli.

-Già ma se non fosse stato per me,Luna avrebbe sposato Neville...-le ricordò.

Hermione sorrise e annuì.

-Infatti credo che dovrebbero chiamare il loro prossimo figlio con il tuo nome-lo prese in giro lei.

Lui fece una smorfia che la fece sorridere,prima di riavvicinare le labbra alle sue per un bacio leggero,che divenne piu' intenso quasi immediatamente.

L'istante dopo erano avvinghiati stretti,le braccia di Hermione strette attorno al suo collo per attirarlo piu' vicino mentre quelle di Ron vagavano per il corpo nudo della donna.

Fecero l'amore nella vasca idromassaggio proprio come aveva previsto George,schizzando acqua ovunque e spengendo le candele che si trovavano piu' vicine a loro,fino al momento piu' alto che fu accompagnato dai loro sospiri e gemiti.

-Che ne diresti di Emma?-le domandò dopo un lungo silenzio Ron,sdraiato di nuovo nella vasca.

Hermione lo guardò e sorrise.

Erano mesi che erano alla ricerca di un nome per il loro bambino:non avevano voluto sapere il sesso del nascituro,anche se era chiaramente visibile fin dalla prima ecografia,e fin da allora Ron non faceva che tempestarla di nomi che secondo lui sarebbero stati perfetti con il cognome Weasley.

-Potrebbe andare...Ma non pensi che sia un nome troppo vecchio?-gli chiese accarezzandogli i capelli con le dita bagnate.

-Che significa?E' un bel nome e suonerebbe bene:Emma Weasley...E' perfetto!-le disse.

Lei rise e annuì.

-Ok,va bene,è uno dei possibili nomi;e se è maschio?-gli chiese.

-Che ne diresti di Robert?-propose lui facendosi ancora piu' vicino e iniziando ad accarezzarle la coscia nuda.

C'era qualcosa che le piaceva in quel nome,ma non sapeva cosa...Poi capì.

-Usiamo le nostre iniziali-gli disse.

Ron la guardò senza capire,e anche la sua mano si fermò.

Hermione lo guardò e gli sorrise.

-Cerchiamo soltanto dei nomi che inizino con le iniziali dei nostri nomi...Così sarà un modo ulteriore per dimostrare a tutti che eravamo destinati a stare insieme-gli disse.

Ron la guardò senza parlare per qualche istante,poi avvicinò il viso al suo e posò le labbra su quelle di Hermione,baciandola con dolcezza.

Lei alzò le braccia e le strinse attorno al collo di Ron,premendolo contro di sè per quanto le permetteva la pancia,ricambiando il suo bacio e quando si staccarono,poggiò la fronte contro la sua.

-Possibile che dopo tutti questi anni riesci ancora a farmi rimanere senza parole?-le domandò con voce leggermente commossa.

Hermione sorrise e gli baciò la punta del lungo naso.

-Perchè credi mi impegni così tanto?-gli domandò sarcastica.

Ron fece per ribattere,ma il baccano che esplose fuori dalla porta sembrò preannunciare l'inizio della terza guerra mondiale.

 

 

Gli bastò muoversi nel letto per capire di non essere piu' solo.

Senza aprire gli occhi,anche se sentiva il sonno allontanarsi inerosabilmente si mosse nel letto piu' vicino al lato del letto da dove sentiva arrivare il suo profumo.

-Ciao...-biascicò con voce addormentata.

Poggiò la testa sull'altro cuscino,poco distante dalla testa di lei e inspirò forte,lasciandosi invadere dal suo odore.

Quell'odore che si era negato per così tanto tempo.

-Sapevo che saresti venuta-le disse.

La sentì ridere.

-Quindi questa regola delle camere separate non vale per noi?-gli domandò lei in un sussurro.

Lui abbozzò un sorriso e si mosse sotto le coperte,aprendo con fatica gli occhi.

-Veramente dovrebbe,ma ti conosco abbastanza per sapere che non avresti resistito lontano da me-le disse cercandola nel buio.

Sentì di nuovo la sua risata e mosse gli occhi per incontrare i suoi occhi:era lì,a poca distanza da lui e lo fissava con un'aria beata e spensierata che non credeva possibile,non dopo tutto quello che avevano passato.

-So resistere benissimo senza di te...-gli rispose di rimando.

Sbattè gli occhi e,leggermente piu' sveglio,allungò un braccio verso di lei.

-Allora vuol dire che sono io l'unico che non può stare senza di te...-le disse ancora leggermente assonato.

A quelle parole,lei lo fissò e muovendosi nel letto arrivò a incontrare lo sguardo dell'uomo, nonostante il buio,un braccio allungato sulle coperte per accarezzargli la pelle del collo.

Lo attirò a sè e gli fece poggiare la testa sul seno,iniziando ad accarezzargli i capelli piu' arruffati del solito.

Per un pò restarono in quella posizione,godendosi la vicinanza dell'altro.

-Harry?-

-Mh?-mugugnò lui in risposta.

-Dormi?-domandò la donna smettendo di accarezzarlo.

-No,credo che il sonno se ne sia andato...Almeno per il momento-le disse senza muoversi.

Ginny fece per parlare,ma lui la anticipò.

-Ancora non ci credo-le disse.

Ginny aggrottò le sopracciglia.

-A cosa?-

-Che tu sia veramente qui con me...Ho paura che sia un'altro di quei sogni che mi hanno accompagnato per tutto il mese precedente-le confessò candidamente neanche fosse un bambino.

Lei sorrise e lo strinse ancora piu' contro di sè.

-Perchè non dovrebbe essere vero?-gli domandò.

Harry sospirò,incapace di mettere in parole quello che provava.

-Ci sono cose che non sono riuscito a dirti neanche per lettera...Prendevo la penna,guardavo il foglio certo che sarebbero finite sulla carta e invece,veniva fuori tutto un'altro discorso-le confessò.

-A me sono piaciute le tue lettere...E cosa avresti voluto dirmi di diverso?-gli chiese lei curiosa.

Lui alzò la testa dal suo seno e,nel buio,cercò i suoi occhi.

-Quel giorno in ospedale tu hai detto di essere spaventata perchè tutto il tuo mondo,i tuoi pensieri erano concentrati su di me-le ricordò.

Ginny abbassò lo sguardo,leggermente imbarazzata per quello che aveva pensato allora e che l'aveva così allontanata da lui.

-Le tue parole continuavano a girarmi in testa,c'era una domanda che non mi lasciava mai-le spiegò.

-Che domanda?-

-Perchè pensi che per me sia diverso?Perchè sei così sicura che io non provi le stesse cose?-le chiese con voce seria.

Ginny restò in silenzio,meditando su quelle parole.

Perchè lo credeva?

Forse perchè lui era riuscito a vivere senza di lei per tutti quegli anni,senza alcun problema apparente,anche se poi vedere quel video l'aveva fatta ricredere:lui aveva vissuto tre anni senza di lei,ma non era andato avanti.

Anche se nella sua casa non c'era niente che facesse pensare a lei,che gliela riportasse alla mente,c'era la loro canzone che lui metteva alla radio,quell'unico momento in cui si concedeva di pensare a lei.

-Forse perchè la sola idea mi spaventa-gli confessò.

Harry corrugò la fronte,sorpreso da quella risposta.

-Sono confuso...-le confessò.

Ginny tornò ad accarezzargli i capelli,allontanandoli dalla fronte e per un'istante rimase in silenzio,cercando di fare ordine nei suoi pensieri ingarbugliati.

-Per anni ho vissuto convinta che tu non avessi bisogno di me,ma non soltanto durante i tre anni che siamo stati separati.

Anche durante gli anni di Hogwarts ero convinta che non ti saresti accorto della mia assenza.

Un'anno avevo avuto l'idea di non presentarmi,per vedere se ti fossi accorto della differenza,poi mia madre mi ha costretto a venire-gli confessò leggermente imbarazzata da quel ricordo.

Harry ascoltava incredulo quelle parole che gli mostravano un'altra parte della donna che amava,una parte che lei gli aveva tenuto nascosto finora e che se lui non l'avesse spronata sarebbe rimasta nascosta forse per sempre.

-Poi è successo l'impensabile.

Tu mi hai scelto...E da allora tutto il mio mondo è cambiato.

Non esisteva piu' niente,era come se fossi in una stanza buia dove la luce veniva accesa con la tua presenza.

Il mio amore per te era talmente totalizzante da accettare anche di aspettare,che tu mi lasciassi per andare a rischiare la vita con Ron ed Hermione-continuò.

Harry le accarezzò una guancia con la punta delle dita e la vide sorridere,nonostante le tenebre della notte.

-Ero certa che senza di me la tua vita sarebbe tornata a scorrere senza problemi;continuavo a ripetermi che avevi fatto a meno di me per tanto tempo,che ero invisibile accanto a te,quindi tutto sarebbe ripreso come se non ci fossimo mai conosciuti...-gli disse.

-Hai veramente creduto una sciocchezza simile?-la interruppe lui quasi scioccato.

Ginny annuì,incerta che lui riuscisse a vederla nella penombra che avvolgeva la stanza.

-Solo quando ho visto il video ho capito-gli disse seria.

Lui restò in silenzio,come in attesa di una rivelazione attento a scrutare il volto della donna per scoprire ogni minimo cambiamento.

-Forse non mi hai amato fin da subito,come ho fatto io,ma da quando hai capito di essere innamorato di me,non hai fatto altro che accorgerti di me:ogni piccolo gesto,ogni minima azione era per me.

Mi hai messo sempre al primo posto,come dimostra anche quella follia di scappare senza dire niente a nessuno...-

-Cosa hai capito dal video?-le domandò lui con voce bassa,piena di parole non dette,di emozioni trattenute.

Vide il viso della donna abbandonarsi ad un sorriso malinconico e si chiese per un'istante se quel video invece di unirli non li avesse allontanati di nuovo.

Ma se così fosse stato,lei non sarebbe stata fra le sue braccia,si disse subito dopo per mettere a tacere la paura.

-Ho rivisto me stessa-gli disse misteriosa.

Il viso di Harry si piegò in una smorfia confusa,mentre cercava il significato di quelle parole.

-Tante volte,negli anni,Ron mi ha rinfacciato di sopravvivere,di nuotare sul pelo della corrente per non affondare senza mai farmi coinvolgere dalle cose.

In parte aveva ragione:io facevo il mio lavoro,scherzavo con i clienti,con Luna e sembravo presente per affrontare i problemi che avevamo all'epoca...

Ma se scavavi piu' a fondo trovavi una persona vuota-disse seria.

Adesso Harry si odiava come mai prima.

-Non ero molto diversa da uno zombie,mi lasciavo semplicemente vivere...

E in quel video ho visto la stessa identica cosa:potevi essere circondato dai tuoi colleghi della radio,oppure occupato con Teddy,ma i tuoi occhi erano spenti.

La differenza fra i ricordi in cui eravamo insieme e quelli di quei tre anni è allucinante-commentò.

-Come ci si riprende da un'amore così?-gli domandò poi,dopo qualche istante di silenzio, lasciandolo perplesso.

-Che vuoi dire?-commentò Harry con la voce resa roca dal lungo silenzio.

-Quando perdi un'amore del genere,come fai a ricominciare a vivere?Puoi soltanto fingere.

Puoi far credere a tutti che la tua vita va avanti e che tutto è uguale a prima,ma sai benissimo che non è così;sai che dentro di te si è rotto irrimediabilmente qualcosa e non c'è niente e nessuno che possa aggiustarlo.

Forse è per questo che speravo tu fossi "immune" a questo tipo d'amore.

Non volevo che ti riducessi così-gli disse cercando di spiegargli quell'idea contorta.

-Volevi averne l'esclusiva?-disse lui cercando di smorzare la serietà del discorso.

Ginny accennò un sorriso e tornò ad accarezzargli i capelli per un'istante mentre cercava le parole giuste per spiegargli il groviglio di sentimenti che l'aveva accompagnata per tanti anni.

-Ho sempre creduto che anche se fra noi fosse finito tutto,tu saresti stato capace di rifarti una vita...Non mi piaceva l'idea,ma ero disposta ad accettarlo-gli disse.

Lo amava a tal punto da essere disposta a farsi da parte,anche a sparire dalla sua vita,se solo avesse saputo che lui era felice con un'altra.

Harry studiò il suo profilo nel buio,in silenzio:quello che avrebbe detto sarebbe stata la definitiva conferma dei suoi sentimenti per lei.

-Rifarmi una vita...Non è facile quando l'unica cosa che occupa i tuoi pensieri è l'unica che non puoi avere.

Che ti sei vietato.

Se avessi cercato un'altra donna sarebbe stato come nascondermi dietro la verità.

C'è una cosa che soltanto tu sei capace di fare e che quindi ti rende unica ai miei occhi-le disse serio.

Ginny fissò il suo volto colpita dal tono serio delle sue parole.

-Tu mi fai sentire coraggioso-le confessò.

Lei restò in silenzio,incassando quelle parole completamente inaspettate e fece per parlare,ma Harry la precedette.

-Io non sarei mai diventato quello che sono se non fosse stato per te:fin dal secondo anno sei stata il motivo che mi ha spinto a lottare,a migliorarmi,per arrivare pronto a quello che mi aspettava.

Se non fossi stato sicuro di ritrovarti al mio ritorno non sarei mai partito alla ricerca degli Horcux e l'ultimo bacio che ci siamo dati prima della mia partenza è stata una specie di corazza invisibile che mi ha protetto da tutto quello che di pericoloso è successo in quel viaggio.

Tu sei la ragione per cui dovevo sopravvivere a quello scontro con Voldemort...-disse Harry con voce calma e dolce.

-ALLORA SONO MASOCHISTA,VA BENE?-

La voce irruppe nella stanza e bloccò sul nascere la risposta di Ginny.

 

 

"George..."

Era tutto quello che aveva scritto finora dei suoi voti nuziali.

Mancavano meno di dodici ore al suo matrimonio e lei non aveva la minima idea di cosa avrebbe detto quando sull'altare il prete avrebbe detto loro di scambiarsi i voti nuziali!

Eppure di cose da dire ce ne erano molte,tutto quello che avevano passato,i sentimenti,le sensazioni che provava ogni volta che era accanto a lui erano ben chiare nella sua testa.

Perchè allora era così difficile metterle in parole?

L'idea di metterlo scritto nero su bianco la metteva nel panico piu' totale!

Era come se dovesse dividere la sua storia con un'estreaneo,e in effetti sarebbe stato così perchè ad ascoltarli ci sarebbero stati parenti ed amici.

Alzò lo sguardo sullo "sposo" che si rigirava nel letto sul punto di svegliarsi nonostante l'ora e fece un sorriso:allora era vero che non riusciva piu' a dormire se non la sentiva accanto a sè.

Tornò a fissare il foglio davanti a sè e sbuffò:cerchiamo di andare con calma.

Di cosa poteva parlare senza dare la loro storia in pasto alla curiosità di tutti?

Avevano sempre protetto quello che era successo fra loro fin da subito,fin da quando ancora credevano di poter essere solo amici.

Quando poi era diventato evidente ad entrambi che non sarebbero mai stati soltanto amici,allora era avvenuto tutto di nascosto,in silenzio.

Inizialmente lo avevano fatto per evitare i consigli della famiglia Weasley,le loro speranze su qualcosa che era ancora talmente fragile da potersi sgretolare da un momento all'altro e visto com'erano andate le cose,la loro decisione si era rivelata giusta.

Invece quando tutto si era chiarito,quando avevano capito che non potevano stare senza l'altro, avevano continuato a tacere sulla loro storia per pudore,per paura che i loro giudizi facessero tornare i dubbi.

Sicuramente poteva parlare della prima volta che lo aveva visto.

George era rimasto sorpreso quando gli aveva confessato di essere rimasta colpita da lui nonostante il suo aspetto visibilmente alterato e sconvolto.

"Come mai non ti ho incontrato tutto questo tempo?"

Gli occhi di George erano apparsi per un'istante lucidi e l'avevano fissata,aggrappandosi a lei per sostenersi,e lei era rimasta per un secondo senza fiato prima di uscirsene con una delle sue battute solite.

"Forse non hai guardato nei posti giusti"

Quasi nulla in confronto a come si era sentita quando lui era venuta a salvarla dall'inondazione.

Era la sua ultima speranza ed era stato un sollievo vederlo comparire nel bel mezzo del suo salotto pronto ad aiutarla.

Avrebbe ricordato tutta la vita le sensazioni che aveva provato quel giorno soltanto stando con lui:la sicurezza che irradiava era incredibile,il modo in cui cercava di mostrarsi sicuro anche quando non lo era,ed il modo in cui cercava di guardarle soltanto il viso quando si era tolta la maglietta fradicia restando solo in reggiseno e pantaloni,visibilmente imbarazzato dalla sua mossa improvvisa.

Questo era quello che poteva dire agli altri senza tradire la loro storia.

Erano cose che già sapevano,ma non poteva raccontare altro perchè non avrebbero capito.

Non avrebbero capito il dolore che aveva provato il giorno del loro primo San Valentino insieme quando lo aveva aspettato per ore a casa sua e lui non si era presentato...

Ricordava ancora la tavola apparecchiata con le candele e il vino nel cestello del ghiaccio in mezzo alla marea di panni sporchi e puliti che lui si ostinava a non voler togliere di mezzo e a non far togliere a lei.

Il giorno dopo le aveva mandato un "bosco" di rose rosse al negozio per farsi perdonare,ma ovviamente non era stata la stessa cosa.

Nessuno avrebbe capito perchè lo aveva perdonato dopo quello che era successo con suo padre.

L'aveva lasciata sola quando aveva piu' bisogno di lui,preferendole il pub e una ragazza rimorchiata la sera prima soltanto per dimostrare a sè stesso che non era troppo coinvolto,che la loro era solo una storia come le altre che poteva prendere ed interrompere quando ne aveva voglia.

Ancora adesso a distanza di anni quei ricordi facevano male...

Si conficcavano nella pelle neanche fossero aghi e le ricordavano quanto fossero stati vicini a perdersi definitivamente.

Scosse la testa,cercando di allontanare quei cattivi pensieri e si alzò diretta verso il letto.

Si rannicchiò contro di lui,posandogli la testa sul petto e ascoltando qualche istante il battito del suo cuore,mentre quasi in automatico il braccio di George si chiudeva attorno alle sue spalle avvicinandola di piu' a lui.

Lo vide girare la testa verso di lei e incontrò il suo sguardo ancora mezz'addormentato.

-Tutto bene?-le domandò lui con la classica voce strascicata dell'addormentato.

L'angolo destro della bocca si curvò e si strinse piu' vicina a lui.

-Ansia da matrimonio?-le domandò.

Si stava svegliando,lo capiva dalla sua voce.

-Sto decidendo se fare le valigie adesso e sparire nella notte o abbandonarti sull'altare domani davanti a tutti-gli disse Luna cercando di essere seria.

Anche la bocca di George si piegò in un sorriso e la sua mano destra le accarezzò le spalle.

-Io mi tengo la casa....E i regali di nozze-le disse pratico.

-Davvero divertente-commentò lei.

Restarono qualche istante in silenzio,tanto che Luna ebbe il dubbio che George fosse sprofondato di nuovo nel sonno,poi lui parlò di nuovo.

-Vuoi dirmi che succede?-le chiese di nuovo.

Lei gli accarezzò il torace ampio,coperto dalla maglia del pigiama e sospirò.

-E' colpa dei voti matrimoniali-gli confessò.

-Qual'è il problema?-domandò lui sorpreso.

-Non so...Non so fin dove posso spingermi-gli disse.

George si mosse nel letto voltandosi su un fianco per guardarla faccia a faccia e fissò i suoi occhi.

-E' davvero così difficile dire quanto pazzamente mi ami?-le domandò cauto.

Luna sorrise e scosse la testa.

-Non voglio che gli altri mettano il naso nella nostra storia;so che sembra una brutta cosa da dire,però finora ci siamo stati solo noi.

Guarda Harry e tua sorella:tutti sanno tutto della loro storia,ogni minimo dettaglio e si sentono in diritto di dare il loro giudizio,il loro consiglio per ogni problema che li riguardi-gli disse seria.

-Anche noi facciamo così-le fece notare.

-Perchè gli vogliamo bene...Ma non permetterei mai che facessero lo stesso con me.

Finora il fatto di non sapere tutta la nostra storia li ha un pò frenati,convinti che solo noi sapessimo quello che era giusto perchè solo io e te conoscevamo tutta la storia-gli disse.

-Quindi pensi che se sapessero qualcosa di piu' cambierebbero idea?-le domandò cominciando a capire quello che lei voleva dire.

In fondo sapeva anche lui che molte volte il suo comportamento non era stato esemplare,non aveva certo bisogno di un suggeritore che glielo facesse notare.

-Certamente non capirebbero alcune mie scelte-gli disse lei convinta.

-Per esempio avermi perdonato l'assenza quando è morto tuo padre?-

-Vuoi davvero parlarne il giorno prima del matrimonio?-gli chiese lei incerta.

-Sei tu che hai aperto il discorso!-le fece notare George puntando un gomito sul cuscino e poggiando la testa sulla mano.

A disagio,Luna si staccò da lui e si rizzò a sedere in mezzo al letto,piegando le ginocchia e coprendole con le braccia,quasi avesse bisogno di proteggersi da quei ricordi dolorosi.

-Sono sicura che al posto mio Hermione non avrebbe fatto la stessa cosa...Certe volte è così intransigente-commentò lei senza guardare l'uomo.

George restò in silenzio qualche istante,fissando la sua schiena e domandandosi cosa era meglio dire,poi la curiosità ebbe meglio sul buonsenso e parlò.

-Certe volte,specie la notte,mi ritrovo a pensare a come sarebbe andata se Ron non mi avesse trascinato alla festa quel giorno-le disse serio.

Luna restò immobile,silenziosa,senza dargli alcuna soddisfazione.

-Tu l'avresti sposato,vero?-le domandò poi.

La vide passarsi una mano fra i capelli corti e sentì il suo respiro.

Perchè affrontava quel discorso adesso?Lo aveva messo a tacere tante volte,era veramente il caso di dargli voce a poche ore dal matrimonio?

-Sì,credo di sì-rispose Luna.

George annuì.

In fondo lo aveva sempre saputo,era solo una conferma dei suoi dubbi.

-Lo avresti sposato...anche se non lo amavi-disse.

Luna sospirò di nuovo e si alzò di scatto dal letto,fermandosi a pochi passi da questo.

-Avevamo deciso di non parlare piu' di questo argomento-gli ricordò seria.

-Ho bisogno di capire,per essere sicuro che...-

-Che non succederà la stessa cosa?Hai per caso paura di veder comparire Neville su un cavallo bianco e che io in un'attimo di follia decida di scappare con lui?-gli chiese dura.

Il silenzio che ebbe in risposta le fece piu' male di qualsiasi parola.

Si voltò verso George e anche se non vedeva il suo sguardo annuì.

-Allora non è il caso che tu mi sposi-gli disse seria,avviandosi poi verso la porta della stanza prima di dargli la possibilità di ribattere.

Come poteva anche solo pensare una cosa del genere?

Erano due anni che vivevano insieme,avevano un figlio!

Tutte queste cose per lui non avevano significato?La credeva ancora in dubbio su quali fossero i suoi veri sentimenti?

Eppure credeva di aver messo a tacere la sua paura nei confronti di Neville quando lui si era sposato,quando l'aveva rifiutato dopo l'ennesimo tentativo dell'uomo di riconquistarla.

-LUNA!Luna torna qui!-sentiva dietro di sè la voce di George che usciva dalla stanza e la seguiva nel salotto,cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare gli altri.

-Non voglio parlare con te adesso-gli disse fermandosi vicino alla finestra,stringendo le braccia attorno alla vita.

-Invece lo farai-fece lui cercando di mostrarsi calmo.

-Non credo ti convenga sentire quello che mi passa per la testa-commentò lei arrabbiata.

Un sorriso leggero apparve sul viso di George,come per allentare la tensione.

-Correrò il rischio-le disse fissandola.

Lei si allontanò di nuovo i capelli dal viso e tornò a voltargli le spalle.

-Cos'è questa storia che non vuoi piu' sposarmi?-le domandò lui cauto.

-Sei tu che non dovresti sposarmi se hai tanti dubbi su di me-commentò lei senza voltarsi.

Questa volta fu George a sospirare,arrabbiato con sè stesso e le sue paure.

-Amore ascolta,io so che è stupido,che non ho nessun motivo per aver paura,ma è piu' forte di me...Ogni volta che penso a lui mi viene l'ansia-le confessò.

-PERCHè?CHE MOTIVO HAI PER ESSERE PREOCCUPATO?Tutto quello che ho fatto in questi due anni è stato dimostrarti che rifarei subito la stessa scelta...Possibile che tu sia ancora spaventato da Neville?-gli disse arrabbiata.

-Cosa dovevo fare secondo te?MI HAI DETTO CHE L'AVRESTI SPOSATO LO STESSO!-ribattè lui iniziando ad arrabbiarsi.

-NON AVRESTI DOVUTO CHIEDERMELO!CONOSCEVI GIà LA RISPOSTA!-disse Luna voltandosi verso di lui nella stanza illuminata fiocamente dalla luce della lampada da tavolo.

-ALLORA SONO UN MASOCHISTA,VA BENE?-le chiese acido.

Lei scosse la testa.

-No,volevi sentirti dire che sarei scappata comunque,che sarei corsa da te nonostante tutto quello che era successo-gli disse con voce sicura.

E in cuor suo George dovette ammettere che aveva ragione:erano proprio le parole che avrebbe voluto sentirle dire.

-Io non riesco a credere che stiamo avendo questa conversazione...-commentò passandosi una mano fra i capelli sconvolti.

-Indovina chi devi ringraziare?-fece lei cattiva.

George la guardò con occhi arrabbiati e fece un sorriso amaro.

-Alla fine ci sei riuscita-commentò.

Luna lo guardò aggrottando le sopracciglia.

-Ma di che parli?-gli domandò.

-Sei riuscita a farmi sentire in colpa per quello che è successo...Come se ce ne fosse bisogno.

Come se non sapessi che è stata tutta colpa mia,che sono stato io a spingerti di nuovo fra le braccia di quell'idiota-

Luna lo fissava in silenzio, passando in rassegna tutto quello che era successo fra loro,ancora una volta...Eppure aveva giurato di non farlo piu'.

Sapeva anche come doveva controbattere a quell'affermazione,cosa dire per far tornare la calma,ma adesso era ancora troppo arrabbiata per mettere tutto a tacere.

Per dimenticare tutto...

Sospirò per l'ennesima volta e restò in silenzio,dandogli le spalle.

Non si rese conto che lui le si stava avvicinando finchè non sentì la mano di George stringersi attorno al suo braccio destro e voltarla per incontrare il suo volto.

I suoi occhi sembravano sul punto di lanciare saette tanto erano furiosi.

-Non riuscirai mai a perdonarmi per quello che ho fatto,vero?-le disse,il tono di voce oscillante fra la rabbia e il dispiacere.

Luna cercò di allontanare lo sguardo dai suoi occhi,ma questi sembravano due calamite capaci di attirarla ogni volta che si staccava.

-Continuerai a rinfacciarmelo ogni volta che ti farà comodo,durante i litigi come questo...-

-Io non ti ho rinfacciato niente!Stai facendo tutto da solo!-gli fece notare lei.

-Bel modo di rigirare le cose-fece lui meno astioso.

-E' così!Sei tu che non riesci a perdonare te stesso.

L'idea che quello che hai fatto ci ha allontanati a tal punto da farmi tornare da Neville non ti da pace-gli disse.

Perchè adesso era lei quella che cercava di rimettere le cose a posto?Quando era avvenuto il cambio dei ruoli?

Fino a due minuti fa era lei quella arrabbiata a morte,quella che lo avrebbe strozzato a mani nude se solo si fosse avvicinato di piu'!

Era stato per lo sguardo che le aveva lanciato?Per quel dannato sguardo che appariva negli occhi di George ogni volta che affrontavano quel discorso?

-Non è vero!-ribattè George poco convinto.

Luna si liberò dalla sua stretta e fece un passo per allontanarsi da lui.

-Invece sì.

Non riesci a convivere con quella enorme cazzata e allora cerchi di dare la colpa a me...

Ma sai la cosa buffa?Io ho imparato a convivere con quel periodo della nostra storia e dovresti farlo anche tu.

Altrimenti è veramente inutile che domani ci sposiamo-gli disse seria.

-NON STARAI DICENDO SUL SERIO!-

Simultaneamente George e Luna si voltarono dall'angolo della stanza dove era arrivata l'esclamazione e videro Hermione e Ron,Ginny e Harry,tutti in vestaglia sorpresi da quello che stava succedendo.

Dovevano averli svegliati con le loro urla.

George si voltò verso Luna,incurante del "pubblico" e la guardò serio.

Non era un bluff,lo vedeva chiaramente dalla sua faccia:doveva scendere a patti con quello che aveva fatto,perdonarsi e andare avanti.

Ma non era poi così facile...

La donna,forse capendo i suoi tormenti,gli si avvicinò e gli prese una mano.

-Tu continui a pensare a quello che sarebbe potuto succedere...

Perchè invece non cominci a pensare a quello che è accaduto?A chi importa come siamo finiti insieme,quello che abbiamo dovuto superare,quanti matrimoni abbiamo mandato all'aria-gli disse accennando un sorriso.

A quelle parole,un angolo della bocca di George si curvò in un leggero sorriso.

-Quello che conta davvero è dove siamo arrivati:lo avresti immaginato quella sera di Capodanno?O il giorno di San Valentino?-gli domandò senza tener conto degli altri e parlando come se fossero solo loro due nella stanza.

Il piccolo riferimento a quel San Valentino lontano lo fece sorridere ancora di piu':era davvero un'idiota all'epoca;convinto di poter fare a meno di Luna,soltanto perchè aveva iniziato a capire che la situazione stava diventando seria.

Ma ora non avrebbe piu' potuto fingere neanche volendo...

-Magari fosse così facile...-commentò lui con un sospiro.

Le mani piccole di Luna si posarono su entrambe le guance di George e i suoi occhi si fissarono penetranti in quelli dell'uomo.

-Quando mai abbiamo amato le cose facili?-gli domandò prendendolo leggermente in giro.

George rise leggermente e abbassò lo sguardo per un'istante.

-Nessun cavallo bianco?-le domandò alla fine.

Luna sorrise e scosse la testa,nonostante George avesse ancora lo sguardo abbassato.

-Preferisco le scope volanti...Dovresti saperlo-

Gli occhi di George si fissarono di nuovo in quelli di Luna:erano decisi,di nuovo quelli di sempre.

-Va bene allora-le disse serio.

Lei sorrise e allontanò le mani dal suo viso,permettendogli di stringerla a sè.

-Io l'avevo detto che erano meglio le camere separate...-

 

SALVE A TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!

Dopo un'estate di passione sn tornata:il mio pc ha ripreso a funzionare(anke se nn credo sia il caso di dirlo tr forte,xke può decidere di smettere di nuovo).

Grazie x essere rimasti cs numerosi,avevo il terrore che mi abbandonaste!

Prima di cominciare cn i ringraziamenti,volevo fare un'annuncio importante:la fiction è quasi al termine.

Anche voi ve ne sarete accorti che manca veramente poco alla fine,ma questo nn vuol dire che sia una vera fine...

Ringrazio coloro che recensiranno e leggeranno qst capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia e battitura.

Ed ora i ringraziamenti:Smemo92(Innanzitutto grazie x i complimenti!Soprattutto x qlli rivolti a George e Luna,sn una mia creatura e qnd li amo + degli altri.Hai perfettamente ragione su Dean,nn era il tipo giusto x Seamus e ti assicuro fin da adesso che Rupert è 100 volte meglio di Dean...Tutto si risolverà prima della fine della fiction),Moonbeam(Come vedi la tua profezia si è avverata,abbiamo avuto la stessa idea...),Misfatta88(Grazie x i complimenti!),Isina4everyoung(Ti capisco perfettamente...Spero di sentirti presto!),JC(Lo se ke nn devo prendere sul serio i tuoi  TR buoni complimenti,ma ke c posso fare se mi piacciono tr?),WingsHP(Per me quella frase è stata la dimostrazione + alta d'amore,ancor + della prova dei ricordi), Lyoko(Ecco ki è stato allora!Era quello ke speravo vivamente),Deidara(Nn sn tt fantastici,ce ne sn alcuni ke era meglio nn scrivere,almeno x me!Tranquilla nn durerà quanto quello di Neville),Lily94(Infatti nn lo hanno fatto...Grazie x i complimenti!), Musa16(Wow!Nn sapevo di avere qst effetto sulle persone...Ringrazia la tua amica), Sach_la PottermaniacaXD(E' un matrimonio Weasley,quindi nn aspettatevi niente di tranquillo!),Coddy94(Riponila pure nel cassetto ora nn ne hai piu' bisogno!Grazie x i complimenti...),Pikkola(TR paura di fare la mossa sbagliata,x poi scoprire che sarebbe stata la mossa giusta),Erika91(Poveretto,sempre lui le cose piu' imbarazzanti!),Padfoot07(Ho fatto presto?),Erikappa(Se nn c fosse bisognerebbe inventarla!E' vero l'ha deciso lui,ma nn si era parlato anke di una intera notte separati),Sarina87(Stai bene?Ti giuro ke nn era mia intenzione attentare fisicamente alla salute di nessuno!Grazie x i fantastici complimenti),Maryrobin(GRazie ma nn esagerate cn i complimenti o mi monto la testa!),Alemalfoy(Credo sia chiaro a tutti i presenti al tavolo qll ke i due "malandrini" hanno fatto in quelle due "lunghe telefonate"),Xellor(SN completamente d'accordo con te!Anke tu avevi fatto una bambolina voodoo?Me triste...Cmq ora sn qui x rispondere ad ogni tua domanda,anke qll arretrate),Hermione06(Non c'era modo migliore per festeggiarlo!),Vale Lovegood(Hanno tirato a sorte e George a inbrogliato ke toccasse a Ron andarli a kiamare),Germana(Aspettare ancora dopo due mesi?), Dado(3 volte?La conoscerai a memoria...Non hai incominciato ad odiarla?),Tappetta(La freddezza era solo paura di essere malgiudicato...Di essere ferito di nuovo.),Lily4eve(Mi sn informata dalla sorella di una mia amica ke ha avuto un bambino prima di scrivere ql pezzo e lei mi ha consigliato quella posizione e cm scriverlo,altrimenti anke io credevo la stessa cosa).

Bene x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox chap...

"We're man and wife"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 38
*** We're man and wife ***


we're man and wife

 

Un'ultimo sguardo nello specchio senza alzare gli occhi sulle sue damigelle d'onore che,nonostante la loro promessa,continuavano a tirar su con il naso nel tentativo di trattenere le lacrime.

Lo specchio le rimandò l'immagine di una donna completamente rilassata,a suo agio,quasi inconsapevole di quello che sarebbe successo di lì a poco.

In fondo quell'aria svampita,quasi da stupida,era sempre stata la sua forza perchè le persone non si erano mai resi realmente conto della donna che avevano davanti.

Tranne una.

Una soltanto non si era lasciata ingannare da quella maschera;le aveva sempre dato del filo da torcere,facendola arrabbiare anche quando sembrava che tutto andasse per il meglio in una sorta di gioco al massacro che li aveva portato sull'orlo del baratro finchè non ne avevano capito le regole.

E da allora tutto era andato per il meglio...

-Luna...-si sentì chiamare.

Si voltò verso quella che da quel giorno sarebbe diventata la sua "mamma",come aveva detto quella mattina e le rivolse un sorriso silenzioso.

Da quando si era svegliata,quella mattina,aveva parlato pochissimo,lo stretto necessario, pensando a quel fiume in piena che era stata la sua storia con George...

Niente sembrava piu' giusto,piu' naturale di quel passo e anche se per il momento non sentiva il nodo alla gola che le impediva di parlare,o gli occhi pieni di lacrime,sapeva che non sarebbero mancati neanche quelli al momento opportuno.

La signora Wwasley,intanto,aveva gli occhi pieni di lacrime,anche se cercava di nasconderle senza grandi risultati e la fissò per qualche istante in silenzio aspettando che parlasse.

-Sei uno splendore tesoro...-si limitò a dirle.

Il sorriso sul viso della ragazza si accentuò e divenne piu' caldo.

Aveva una grande ammirazione per quella donna:anche se aveva provato con tutta sè stessa a nasconderlo,Luna sapeva di non essere la ragazza che "ad una prima impressione",la signora Weasley avrebbe scelto per suo figlio.

Eppure adesso l'amava piu' delle altre nuore,anche se non lo avrebbe mai ammesso,neanche sotto tortura...Ed il motivo lo sapevano tutti.

Lei era riuscita in un'impresa disperata,aveva avuto successo in qualcosa dove tutti si erano arresi.

Inevitabilmente i ricordi affollarono la sua mente:pensò a tutto quello che aveva passato prima di arrivare lì,a quel momento,a quella stanza...

In alcuni momenti aveva veramente creduto che tutta quella battaglia,tutto quel dannarsi,lottare con le unghie e con i denti fosse inutile:a che serviva combattere per qualcuno che neanche ti ascolta,ti mostra il suo interesse se non per ferirti?

A pensarci adesso un piccolo sorriso le arcuava gli angoli della bocca,però allora c'erano stati pianti,urla,piatti che si infrangevano contro la parete a pochi centrimetri dalla testa di George...

-Abbiamo dieci minuti di ritardo-sentì dire alle sue spalle.

Nella voce di Hermione,da maniaca della puntalità com'era,si avvertiva una leggera nota di nervosismo:per lei non era "accettabile" che ci fosse un qualche ritardo;anche il giorno del suo matrimonio era arrivata all'altare in perfetto orario.

-E' normale che la sposa si faccia attendere un pò...-commentò rilassata Ginny.

Sentì gli sguardi di entrambe posarsi su di lei,li vide riflessi nello specchio e li sentì bruciare sulla nuca;poteva anche sentire cosa si stava agitando nella loro mente.

Erano preoccupate che qualcosa fosse cambiato per lei dopo la lite della notte precedente,ma loro non sapevano ciò che sapeva lei...

Loro non conoscevano George come lei.

Il suo George era diverso da quello che la sua famiglia si ostinava a tenere in vita:i Weasley erano ancora legati alla sua immagine di ragazzo,del classico rompiscatole sempre pronto allo scherzo.

Loro amavano un ragazzo.

Lei amava l'uomo...Ciò che era nato dal grande dolore per la perdita di Fred,che lei aveva raccolto e riunito insieme.

Quello che la faceva ridere con un movimento del viso,quello che era il fautore del suo dolore e della sua gioia,il suo confidente piu' intimo.

Non poteva lasciarlo...Non adesso che sapeva ciò che sapeva.

Fissò il suo viso nello specchio e annuì impercettibilmente:era pronta.

Con leggiadria si alzò e si voltò verso le sue damigelle e sua suocera accennando un sorriso.

-Sono pronta-disse loro con voce decisa.

 

 

-Vuoi lasciarmi in pace?Dovrei essere io quello nervoso!-

Con un'ennesima spinta,cercò di liberarsi di Ron che voleva aggiustargli per la centesima volta il nodo della cravatta argentata.

Ron alzò le mani in segno di resa e si allontanò di qualche passo da lui.

-Volevo soltanto aiutarti!-gli disse per giustificarsi.

-Per qualche miracolo divino non devo sopportare la mamma e devo preoccuparmi di te?-gli domandò guardandosi allo specchio per controllare che il tight fosse in perfetto ordine e senza la mimina grinza.

-Ehi!Adesso stai esagerando!-ribattè il fratello.

-Non mi avevi detto che era sempre stato uno dei tuoi sogni segreti vestirti come la mamma?- continuò George visibilmente divertito.

-Questa era davvero cattiva-commentò Harry cercando di non ridere.

-Ho promesso di non farti del male almeno il giorno del tuo matrimonio-fece Ron,certo che quello bastasse come avvertimento.

-Peccato che tu non possa vedere come mi tremano le gambe per lo spavento-continuò George,voltandosi verso di loro e guardando Ron incredibilmente serio.

Harry si lasciò scappare un sorriso divertito e,punto da quell'osservazione,Ron fece per tirargli il cappello rigido,quando la porta si aprì e il signor Weasley seguito a pochi passi di distanza da Teddy entrarono nella stanza,interrompendo il cazzeggio fra i tre uomini.

-Tutto bene qui?-domandò l'uomo posando lo sguardo sui tre e sorridendo alla vista del nipote impeccabile nel piccolo tight fatto su misura.

I tre annuirono impercettibilmente cercando di darsi un contegno.

-Sei nervoso?-domandò poi allo sposo.

-Non piu' del dovuto...La cravatta è in ordine?-chiese George alzando il mento per lasciare che il padre desse un'occhiata alla cravatta argentata.

-Perfetta-lo rassicurò il padre.

-Perchè hai questa fissazione per la cravatta?-gli domandò Ron,curioso.

-Non riesci a darmi tregua neanche il giorno del mio matrimonio...-commentò George.

-Abbiamo visto la sposa!-annunciò Teddy con la sua voce allegra,intromettendosi e interrompendo sul nascere il battibecco che stava per scoppiare.

George si fece subito attento e guardò ora suo padre ora il bambino.

-Davvero?E come sta?E' nervosa,agitata...?-domandò cercando di apparire calmo.

Sta pensando di farmi fare la figura del fesso lasciandomi da sola sull'altare?

Il signor Weasley sorrise.

-E' un'incanto,un vero splendore.

Se vuoi saperlo è anche molto piu' calma di te!-gli fece notare l'uomo.

A quelle parole George si rilassò visibilmente e annuì,senza parlare.

-Anzi sarà meglio che torni di là...Fra poco comincia la cerimonia-ricordò poi il signor Weasley.

Fece un passo verso la porta,sempre seguito da Teddy,ma fu bloccato a metà da due colpi decisi che risuonarono nella stanza.

Prima che qualcuno rispondesse,la porta si era già aperta e dallo spiraglio che si era aperto si era affacciato un volto di donna con i capelli leggermente mossi legati dietro la nuca in una coda di cavallo,che iniziò a guardarsi intorno con espressione incerta.

-Angie!-

Sentendosi chiamare,la donna si voltò verso la voce e subito sorrise aprendo di piu' la porta e andando incontro a George.

Angelina non era cambiata molto dai tempi di Hogwarts:lo stesso sorriso,la stessa corporatura e quell'aria elegante e allo stesso tempo alla mano che ti mettevano a tuo agio in sua presenza.

L'uomo le andò incontro con le braccia aperte e un sorriso felice sul volto,abbracciandola.

-Credevamo di aver fatto tardi!L'aereo ha avuto un ritardo alla partenza e non sapevamo se la cerimonia sarebbe iniziata in orario o se potevamo sperare in un pò di ritardo da parte della sposa-

George sorrise divertito e scosse la testa.

-Sta tranquilla,avete ancora un pò di tempo per prepararvi prima del "grande evento"-le disse prendendola in giro.

La donna si guardò attorno e rivolse un sorriso gentile,ma allo stesso tempo imbarazzato sia a Ron che a Harry,per poi salutare il signor Weasley con un leggero cenno del capo.

-Sei nervoso?-gli domandò lei,guardandolo seria.

-Credevo che sarebbe stato peggio...-le confessò lo sposo con un sorriso appena accennato.

-Andrà tutto bene,basta solo rispondere sì a tutte le domande-disse una voce ancora fuori dalla porta.

Tutti i presenti nella stanza si voltarono all'unisono e George fece per muovere un passo avanti,ma Angelina gli mise una mano sul braccio e quando lui la guardò con aria curiosa,la vide scuotere la testa.

Prese quindi a fissare la porta,dove vide arrivare Oliver,lo sguardo che si alternava veloce dallo sposo alla persona che camminava davanti a lui a distanza di un passo.

Un sorriso apparve istantaneo sul volto di George:possibile?

Davanti a lui,tenuto per la mano destra da Oliver,Justin stava venendo camminando.

Certo,con passi goffi e incerti,ma si stava inequivocabilmente avvicinando a suo padre,che pieno d'orgoglio si piegò sulle ginocchia per essere alla sua altezza e aprì le braccia.

-Ecco il mio ometto!-gli disse quando il bambino distolse lo sguardo dai suoi piedi.

Anche il viso di Justin si illuminò alla vista del padre e per poco non cadde a faccia avanti facendo un passo piu' lungo,nella fretta di raggiungerlo.

-Pà!-lo chiamò.

George sorrise e,sempre piegato,fece un passo in avanti per facilitargli le cose e finalmente Justin,libero dall'aiuto di Oliver arrivò fra le sue braccia.

Il bambino gli posò la testa sulla spalla sinistra e George sentì subito il piacevole solletico che gli procuravano i capelli ricci del bambino sulla guancia.

-Sei bravissimo!Adesso la mamma sarà costretta a correrti dietro per tutta casa-gli disse facendogli alzare la testa per incontrare i suoi occhi.

Il bambino gli sorrise di nuovo e tornò a posargli la testa sulla spalla,stretto fra le sue braccia.

George si alzò in piedi,tenendo sempre stretto a sè Justin e guardò Oliver;gli si avvicinò e gli strinse la mano.

-Anche a te non farebbe male...non vorrei dirtelo amico,ma hai messo su qualche chilo-scherzò.

-Ehi!Io sono ancora un figurino come quando avevo diciassette anni...Angie diglielo-ribattè piccato Oliver,cercando subito l'appoggio della moglie.

Voltandosi per cercare la donna,si ricordò della presenza degli altri.

-Harry!Ron!Quanto tempo...-disse andando incontro ai due uomini.

Superando il primo impaccio,i tre si strinsero la mano cercando di ritrovare l'amicizia che li aveva legati ad Hogwarts con i soliti discorsi di circostanza.

George li guardò qualche istante,poi voltò lo sguardo verso suo padre,che nonostante la premessa di voler tornare da Luna era ancora lì,intento a guardare di sottecchi Justin.

Il rosso sorrise e carezzando la schiena del bambino si avvicinò al padre.

-Papà,questo è Justin...mio figlio-gli disse quando si fermò davanti all'uomo.

Suo padre restò qualche istante in silenzio,fissando con lo sguardo quella massa di riccioli neri, la bocca piccola e carnosa che in quel momento formava un "o" perfetta mentre ricambiava il suo sguardo attento,le manine chiuse a pugni poco distanti dalle spalle di George...e poi i suoi occhi.

Quegli occhi azzurri che soltanto Fred e George avevano.

Sentì che gli occhi gli si stavano riempiendo di lacrime e,contrariamente a come avrebbe fatto le altre volte,non fece niente per nasconderle.

Alzò una mano e accarezzò i capelli di Justin dolcemente,poi alzò lo sguardo su George che lo fissava attento e serio.

Non c'era bisogno di dire niente.

-Beh,credo sia ora che vada a vedere la sposa...-disse il signor Weasley,cercando di ritrovare il contegno.

A quelle parole,la mente di George si ricordò quello che sarebbe accaduto fra breve:ormai mancava veramente poco.

Tutto quello per cui aveva lottato stava per realizzarsi.

-Anche noi dobbiamo andare a prepararci o non faremo in tempo per la cerimonia-disse Angelina.

George si voltò verso di lei e annuì,prima di darle il bambino.

Oliver gli si avvicinò e gli diede una pacca sulla schiena.

-Sta tranquillo amico,basta solo rispondere sì a tutte le domande!-gli ripetè prima di uscire seguendo il signor Weasley,Teddy,Angelina e Justin.

Basta solo rispondere sì...

 

-E' normale questo ritardo?-

Un sussurro,percepibile soltanto alle orecchie dei suoi testimoni,per non mostrarsi agli ospiti troppo in ansia o nervoso.

-Veramente non lo so...Hermione si è presentata puntuale come al solito-bisbigliò di rimando Ron,lo sguardo fisso sulla folla.

-Sta tranquillo...E' normale che la sposa si faccia aspettare un pò-cercò di rassicurarlo Harry.

George si voltò leggermente per cercare d'incontrare il suo sguardo,e lo vide rivolgergli un sorriso benevolo,come a voler avvalorare le sue parole.

-Harry ha ragione,magari sta finendo di sistemarsi il vestito-disse Ron convinto.

A quelle parole,George annuì e per cercare di darsi un tono,tirò un lembo della giacca per stirare una grinza che si stava formando e la spianò.

Alzò lo sguardo sulla folla di invitati e riconobbe nelle prime file dei banchi Bill e Fleur,i cui impegni lavorativi avevano impedito una piu' attiva partecipazione alle nozze,Percy e la moglie che avevano evitato accuratamente ogni coinvolgimento limitandosi a presentarsi in chiesa quel giorno,e Charlie con la sua nuova ragazza,che aveva fatto un volo di ventiquattro ore per tornare dall'Australia soltanto per lui e Luna.

Ovviamente mancavano i suoi genitori,con il corteo della sposa e sua sorella,una delle testimoni di Luna.

Guardando la chiesa gremita si sorprese che,dopo il comportamento deplorevole che aveva avuto negli anni passati,tutta quella gente fosse venuta lo stesso al matrimonio.

-Adesso però comincio a spaventarmi-gli disse a voce bassa,fissando con lo sguardo l'inizio della navata da cui sarebbe apparsa Luna.

Aveva appena finito di dire quelle parole,quando nella chiesa si diffuse il suono di una melodia dolce.

-Comincia lo show!-gli bisbigliò Ron.

George fissò attento il fondo della chiesa e la prima persona che vide arrivare fu Ginny,con Teddy al suo fianco.

La sorella si muoveva a passi leggiadri,nonostante la gravidanza ed il pancione ingombrante, bella come sempre nel vestito di seta color pesca che Luna aveva scelto per lei ed Hermione.

Ci vollero meno di dieci passi per coprire la lunghezza della navata e quando fu quasi di fronte al fratello gli rivolse un sorriso dolce,prima di far saettare lo sguardo su Harry,poco lontano da lui.

Ginny salì attenta i due gradini dell'altare e si mise sulla destra,proprio mentre in fondo alla navata si materializzava Hermione,un sorriso radioso a cercare di nascondere l'irritazione per quel ritardo che si sarebbe potuto facilmente evitare.

La consolava soltanto sapere che non era capitato il giorno del suo matrimonio.

In breve tempo fu accanto a Ginny e rivolse un sorriso al marito,che le fece l'occhiolino prima di ritornare serio.

La melodia scemò e fu sostituita dalla marcia nuziale.

Visibilmente impacciato,come mai era stato in vita sua,il signor Weasley apparve accanto alla sposa.

George vide suo padre e la sua futura moglie scambiarsi un sorriso,prima che lui la prendesse a braccetto e tornasse a guardare di fronte a sè.

Iniziarono a camminare e in quel momento Luna voltò la testa verso lo sposo,come inconsapevole delle persone in piedi per guardarla.

Quando arrivarono all'altare,il signor Weasley le prese la mano e,inaspettatamente,gliela baciò dolcemente prima di rivolgere un'occhiata a suo figlio e annuire impercettibilmente.

Dopodichè si diresse verso la prima panca,per sedersi accanto alla moglie,con in braccio il piccolo Fred, che si era materializzata in chiesa senza che nessuno se ne accorgesse.

George guardò Luna e il primo pensiero che gli attraversò la mente fu che non l'aveva mai vista così bella.

L'abito bianco,uno stretto tubino che si apriva in un ampia gonna completa di sottogonna di tulle,le disegnava le forme neanche fosse stato creato apposta per lei;sotto il velo,tenuto in testa da un fermaglio di diamanti,i capelli corti erano stati legati in una piccola treccia lasciando però alcune ciocche libere per incorniciarle il volto.

Infine sul viso c'era un leggero velo di trucco,quasi impalpabile,che la faceva assomigliare alla regina delle nevi.

Ghiaccio che nascondeva lava bollente.

Le sorrise,le prese la mano sinistra e le posò un bacio sul polso.

Rialzò lo sguardo su di lei e la vide sorridere.

Sul pulpito era sopraggiunto il celebrante,un uomo segaligno con una folta chioma bianca e un sorriso benevolo sul volto.

-Potete sedervi-disse rivolto agli invitati.

George lasciò andare la mano di Luna e voltò leggermente la testa per guardare il celebrante.

-Amici,siamo qui riuniti oggi per celebrare l'amore di queste due persone.

Chi li conosce bene sa quanto questo amore sia stato difficile e tormentato,ma anche quanto sia forte-cominciò con voce penetrante e decisa.

George guardò Luna e restò con lo sguardo fisso su di lei quando il celebrante riprese a parlare.

-Io li conosco da un pò,e modestamente mi reputo un'esperto nelle storie d'amore,ma piuttosto che riempirvi la testa di chiacchiere sulla grandezza del loro amore preferisco restare in silenzio e ascoltare cosa hanno da dirsi l'uno all'altra-disse guardando per un'istante gli invitati per poi tornare a fissare gli sposi con un sorriso.

-Cominciamo con un regalo-annunciò.

George aggrottò leggermente le sopracciglia,sorpreso dalla novità e guardò Luna vedendola subito sorridere.

-Prego...-disse il celebrante facendo un gesto verso Luna.

La sposa tornò seria e si voltò verso Ginny per passarle il bouquet prima di tornare ad affondare lo sguardo negli occhi di George.

-Per farti capire una volta per tutte quanto ti amo ho pensato di recitarti alcune righe di una poesia...-gli disse seria.

Lui restò in silenzio,accennando un sorriso d'incoraggiamento.

"I carry your heart,I carry it with my heart

I am never without it

Anywhere I go,you go my dear

and whatever is done by only me

is your doing my darling

I fear no fate for you are my fate,my sweet"

Quando Luna smise di parlare,George si accorse si aver trattenuto il fiato per tutto il tempo.

Lasciò andare l'aria e alzò una mano per accarezzarle la guancia sinistra,accorgendosi solo in quel momento del leggero tremore.

-Spero di non dovertelo ripetere più...-scherzò poi la sposa,non riuscendo ad essere seria neanche in un momento importante come quello.

George abbassò leggermente la testa e annuì.

-E ora,prima dello scambio degli anelli,gli sposi leggeranno i voti matrimoniali che hanno scritto per l'altro-disse il celebrante.

George guardò Luna e poi il prete,come aspettando il momento giusto per iniziare a parlare e

come capendo il suo bisogno,l'uomo gli fece un cenno con la mano,invitandolo ad iniziare.

-Luna..-disse lui prendendole le mani e tornando a fissarla.

Aveva provato e cambiato talmente tante volte quel discorso da sapere a memoria anche le singole virgole.

-Il primo regalo che ho ricevuto da te è stato un dolcetto della fortuna-iniziò.

Leggermente sorpresa,Luna sorrise e sembrò sul punto di ribattere come al suo solito,poi restò in silenzio per ascoltare il resto del discorso.

-"Non dirmi che non credi nella fortuna",mi dicesti...

Il biglietto che era dentro è ora nel mio portafoglio e le sue parole si sono avverate,quindi adesso posso dire che credo nella fortuna-disse serio.

Era come se tutto intorno a lui fosse sparito,come se per qualche magia le sue parole avessero contribuito ad allontanare il prete,i testimoni e gli ospiti.

Quelle parole avrebbe dovuto ascoltarle soltanto Luna,perchè erano soltanto lei conosceva veramente i suoi sentimenti.

Lei sorrise leggermente commossa.

-"Non ci sono risposte nell'oscurità...Cerca la tua luce".

Sei tu.

Sei sempre stata tu,anche quando non volevo ammetterlo per orgoglio o per paura di amare di nuovo così profondamente qualcuno.

Eppure tu sei riuscita a rompere quel muro che avevo costruito intorno a me e mi hai rivoluzionato la vita:hai pulito il mio appartamento,mi hai aiutato a riaprire il negozio,hai accettato tutti i miei difetti...mi hai dato un figlio.

Hai avuto fiducia in me quando neanche io l'avevo e ormai non passa giorno che io non abbia bisogno di un consiglio,del tuo appoggio.

Tu mi hai salvato da me stesso,creando un'uomo dal relitto in cui mi ero trasformato,e per questo oggi io ti faccio una promessa-

Vide chiaramente quella piccola lacrima che scivolò sulla guancia sinistra della donna e fu felice di aver provocato quella reazione:fino all'ultimo aveva temuto che il discorso non fosse dei migliori.

-Ti prometto che ci sarò sempre e per sempre,nei tanti momenti belli che ci saranno e in quei pochi momenti difficili che avremmo,pronto a beccarmi tutti i piatti che vorrai lanciarmi contro-

Quella frase fece ridere Luna seguita subito da George,mentre entrambi ripensavano a quanti servizi di piatti avevano infranto contro i muri del suo appartamento durante le loro liti.

-Ci sarò sempre perchè non voglio una vita senza di te-concluse George tornando serio.

Quando finì il suo discorso,fu come se il suono tornasse nella stanza:si accorse solo in quel momento delle persone che,commosse dalle sue parole,stavano tirando su con il naso per cercare di bloccare le lacrime.

Anche Luna cercava di bloccare le sue continuando a sorridergli,gli occhi fissi nei suoi e per qualche istante,nella chiesa ci fu silenzio prima che il celebrante desse la parola a Luna.

La sposa fece un respiro profondo e quando parlò la sua voce era chiara,decisa quasi quando lo era stata quella di George.

-George...Per me rappresenti molte cose...-

Un sorriso partì dalla donna verso George,come per metterlo a suo agio.

-Sei il gigante buono che ha affrontato l'inondazione per venire in mio soccorso,ed anche un valente avversario con cui lottare per il pollo alle mandorle-gli disse.

-Sei un esploratore con tanto di cappello pronto ad accompagnarmi in luoghi sconosciuti della Londra babbana,sempre se prima non hai provato ad azzopparmi per rubarmi l'ultima fetta di dolce-

George si lasciò scappare un sorriso divertito e scosse la testa al ricordo di quel Natale lontano,quando aveva quasi rotto una caviglia a Luna durante una gara a palle di neve.

-Tu sei il fautore del mio destino-continuò.

Lui la guardò con sguardo piu' attento,in attesa di una spiegazione per quelle parole.

-Da tre anni ho messo il mio destino nelle tue mani e tu sei stato il fautore della felicità,assoluta,da togliere il fiato,da far credere in un sogno infinito...

E sei stato il creatore del mio dolore-aggiunse.

A quelle parole il volto di George si rattristò,consapevole delle sue colpe e allontanò lo sguardo da quello di Luna.

Ma consapevole di quello che si stava agitando nella mente dell'uomo,Luna alzò una mano fino al suo volto finchè non fece incontrare di nuovo i loro occhi.

-Ma piu' di tutto sei l'uomo che amo.

Così orgoglioso da non voler ammettere di aver bisogno di me,ma capace di rapirmi dall'altare per evitare che sposassi un'altro.

Sei il mio confidente,la sola persona al mondo che conosca tutti i miei segreti e il mio passato, che mi abbia ascoltato senza giudicarmi e che nonostante tutti i miei difetti mi ami ancora...

Quello che per evitare di farmi soffrire ancora avrebbe preferito lasciarmi-disse con dolcezza,gli occhi nei suoi.

Quella non era stata una mossa azzeccata,doveva ammetterlo.

-Sei il mio amante,il mio migliore amico,la sola persona che mi dica in faccia sempre quello che pensa,sei il padre dei miei figli-disse affondando lo sguardo nel suo.

Sentendo l'ultima affermazione,George aggrottò per un'istante le sopracciglia,certo che ci fosse qualcosa di poco chiaro,ma decise di accantonare quel pensiero per parlarne poi con Luna in un momento piu' opportuno.

-Tu sei questo e molte altre cose per me...E la promessa che oggi faccio a te è di dimostrarti quando sei importante per me ogni giorno della nostra vita insieme.

Non ti darò alcun motivo di dubitare del mio amore,e sarò al tuo fianco se dovessi aver bisogno di me.

Sempre e per sempre.

Perchè senza di te la mia vita non ha senso-

Con un'ultimo sorriso,Luna concluse la sua promessa e sciolse lo sguardo da quello di George per guardare il celebrante.

L'uomo fece un cenno con il capo e iniziò le formule di rito senza aggiungere altro:cos'avrebbe potuto dire piu' di quelle due perfette dichiarazioni d'amore?

-Luna ripeti dopo di me-disse guardando la donna.

La sposa lo fissò per qualche istante,poi prese entrambe le mani di George e tornò a guardare i suoi occhi.

-Io Luna,prendo te George come mio sposo e prometto di amarti e rispettarti tutti i giorni della mia vita,sostenendoti e restando al tuo fianco finchè morte non ci separi-pronunciò il prete con voce chiara e perentoria.

Luna ripetè il giuramento senza nessun'esitazione ed errore,senza mai staccare lo sguardo dagli occhi di George.

-Ora tu George-disse il celebrante.

-Io George prendo te Luna come mia sposa e prometto di amarti e rispettarti tutti i giorni della mia vita,sostenendoti e restando al tuo fianco finchè morte non ci separi-

Neanche George ebbe il minimo dubbio nel pronunciare il suo giuramento,un leggero scintillio negli occhi e le mani strette in quelle della donna.

Sciolse il legame che avevano creato soltanto quando si ricordò che era venuto il momento degli anelli,quindi si voltò verso Ron e prese le due vere d'oro bianco che il fratello gli stava porgendo per poi darne una a Luna.

-George,con questo anello io ti sposo-disse lei infilandogli l'anello al dito.

Restò qualche secondo a osservare la vera che scivolava sul suo dito e quando arrivò in fondo si sentì diverso:era sposato.

-Luna con questo anello,io ti sposo-ripetè facendo scivolare la fede all'esile dito della donna.

Quando anche l'altra fede fu al suo posto,entrambe le vere brillarono per qualche istante, scintillando del loro pallore argenteo.

-Con il potere conferitomi da questa chiesa vi dichiaro marito e moglie.

Ciò che i Maghi Riuniti hanno unito,gli uomini non osino distruggere-proclamò il celebrante con un sorriso compiaciuto sul volto.

George sorrise e,voltandosi verso Luna,si lasciò scappare un occhiolino scherzoso.

-Lo sposo può baciare la sposa...So che è il momento che tutti preferiscono-scherzò il prete.

George rise leggermente e si avvicinò a Luna,le posò una mano sul fianco sinistro e avvicinò il viso al suo.

-Ho nascosto una scopa volante dietro l'altare nel caso ce ne fosse bisogno-scherzò lui bisbigliando vicino al suo orecchio.

Luna sorrise e posò le labbra sulle sue dandogli un bacio leggero,dolce e a labbra chiuse,di quello che ci si aspetta da una coppia appena sposata.

Ma ancora una volta George decise di rompere la tradizione e approfondì il bacio,trovando dopo pochi istanti,la risposta di Luna.

Si staccò dalle sue labbra e fece per allontanarsi,ma lei gli allacciò le braccia al collo e avvicinò la bocca all'orecchio.

-Dopo un bacio del genere servirà sicuramente...-commentò a bassa voce.

George sorrise e le diede un piccolo bacio sulla guancia prima di staccarsi da lei del tutto.

Il celebrante aspettò che fosse tornato al suo posto e rivolse ad entrambe un sorriso affettuoso prima di guardare la folla d'invitati.

-Vi presento il signore e la signora George Weasley-annunciò con la stessa voce impostata.

Nella chiesa si alzò un applauso fragoroso e sia George che Luna sorrisero leggermente imbarazzati.

Harry e Ron gli si avvicinarono e lo abbracciarono,dandogli pacche sulla schiena e congratulandosi con lui,mentre dall'altra parte Luna era assalita da Ginny ed Hermione che l'abbracciavano e baciavano cercando di non rovinarle l'acconciatura.

Rimasto di nuovo solo sull'altare,George alzò per un'istante lo sguardo al soffitto enorme della chiesa e sorrise,leggermente commosso.

Ovunque si trovasse,era sicuro che suo fratello era stato in prima fila a godersi lo spettacolo...

Altrimenti perchè gli avrebbe mandato Luna?

 

Salve a tutti!!!

Ho pensato che molti di voi questa settimana avranno ripreso il solito tran tran scuola-studio,così ho pensato di farvi un piccolo regalo.

Spero vi piaccia!...So ke è + corto degli altri soliti capitoli,ma soltanto xkè ce ne sarà un seguito.

Per tutti coloro che hanno chiesto quanti capitoli manchino alla fine,dopo le lacrime e i pianti,posso dire che nn supererà i 50 capitoli.

Ma vi ripeto,nn è detto che la fine nn sia un'inizio... 

Ringrazio tutti coloro ke leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso per eventuali errori di ortografia.

Il titolo è tratto da un'omonima canzone di Michelle Featherstone e le parole dette da Luna sono tratte da una poesia di E.E. Cummings.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Dopo due mesi di silenzio,e mio fratello ke nn faceva altro ke tormentarmi cn questo dubbio,un pò di paura l'ho avuta...), Musa16(Mi associo in pieno...),Germana(Sono troppi per chiunque,anche io al loro posto avrei fattto lo stesso,pancia o non pancia),Erika'91(Che divertimento ci sarebbe?),Smemo'92(In qst fiction c sn sl le cose positive,tutto quello ke è successo prima ke si mettessero insieme è nella fiction dedicata a loro),LilyMalfoy(Grazie x i complimenti!),Summer_Black(Se ti piacciono Luna e George leggi la loro fiction..Ti aspetto!),Maryrobin(Che vuol dire "xke nn diventi l'autrice?"), Moonbeam(Ho studiato vari incroci prima di scegliere quelli definitivi,ma poi l'idea del litigio fra George e Luna si è fatto strada e ho costruito il chap su quello),Vale Lovegood(Concordo in pieno,anzi è proprio allora ke hai piu' dubbi!), Isina4everyoung(Dal vostro amore x George e Luna pochi crederebbero che qst è un Harry/Ginny),Lily'94(Gli sposi nn avrebbero mai accettato di essere separati se gli altri erano insieme,ma cmq nn è servito a molto lo stesso),Tindina(Troppo buona!Quando mai le storie sn rose e fiori?),Coddy'94(Grazie x gli entuasiastici complimenti!),Sach_LaPottermaniacaXD(Loro lo sanno benissimo quanto si amano,è sl ke ogni tanto devono ricordarselo a vicenda...Credo ke sia a qst ke la Row ha pensando scegliendo i nomi di Hugo e Rose...),JC(Grazie x l'ammirazione,e ti confesso ke gran parte dei capitoli sn inventati man mano ke la storia procede...è un work in progress ke si adatta anke alle vostre recensioni!), Xellor(Adesso finisco x montarmi la testa x i tr complimenti...finirò x kiedere una percentuale alla Row!Skerzo,ovviamente!),Dado(Spero di nn averti riportato alla mente brutti ricordi),Lilla4eve(Alla fine vi sarebbe venuta a noia,nn credi?), Erikappa(Hai presente qlle vocine ke t girano nel cervello e ke nn riesci a zittire?Quel dubbio era una di quelle vocine,voleva essere sicuro ke le sue idee fossero giuste,e questo ha portato ad un litigio),Lyoko(Credo ke x un'attimo ci ha pensato anke lei,poi però si è resa conto di quello ke avrebbe perso),Potterina1993(Vedrai che andrà tt bene),Alemalfoy(Sai che capita la stessa cosa anche a me?Pazienta ancora un pò,in fondo siete stati così bravi finora...),WingsHP(Ti ho messo la curiosità,vero?)Hermione'06(Sei pericolosa quando ti ci metti...).

Bene,per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox chap...

"Let's celebrate!"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 39
*** Let's celebrate! ***


let's celebrate

 

"If you leave me now,you take away the biggest part of me..."

La musica risuonava nella grande sala ricevimenti sobriamente addobbata nei toni del bianco e del grigio,su specifiche richieste degli sposi.

Invano Hermione,nel pieno possesso delle sue abilità d'organizzatrice d'eventi,aveva cercato di far cambiare loro idea,favorendo tonalità piu' calde e,secondo lei,confortevoli,ma nè George nè Luna si erano lasciati convincere e alla mora non era restato altro da fare che arrendersi.

Ma neanche ora che erano in attesa dell'arrivo degli sposi riusciva a smettere di pensare che forse,se avesse insistito un pò di piu' o se avesse usato gli argomenti giusti,sarebbe riuscita a farli cedere.

Vedendo l'espressione corrucciata di sua moglie,Ron sorrise e le mise un braccio attorno alla vita,attirandola a sè.

Lei si riscosse e lo guardò,sorridendogli dopo qualche istante.

-Hai fatto un'ottimo lavoro,anche se al momento non ne sei molto convinta-le disse per tranquillizzarla.

Hermione arricciò le labbra e sospirò.

-E' solo che non riesco a sopportare tutto questo grigio...Non sarebbe stato meglio qualche rosa,o un colore piu' caldo?Sembra di stare in una cella frigorifero!-ribattè lei dando voce ai propri pensieri.

Ron rise e le baciò i capelli,lasciati sciolti sulle spalle.

-Amore è tutto perfetto...Davvero!Se George e Luna hanno scelto questi colori vuol dire che forse hanno qualche significato particolare per loro,non credi?-le fece notare.

Lei alzò le spalle,ancora incerta.

Poi decisa a lasciarsi il problema alle spalle,affondò lo sguardo in quello del marito e gli allacciò le braccia al collo.

-Sei pronto per il discorso del testimone?-gli domandò curiosa.

Non aveva idea di cosa avrebbe detto Ron,ma lo aveva visto molto concentrato nei giorni precedenti per trovare le parole adatte.

-Credo di sì...anche se ho qualche dubbio per quanto riguarda la parte di Ginny-le confessò stringendo le braccia attorno alla sua vita.

-Grazie per la fiducia!-

Ron si voltò al suono della voce e vide sua sorella sottobraccio ad Harry,che lo guardava con un'aria fintamente minacciosa.

-Non ho detto che il tuo discorso non sia buono,ma non potrà mai esserlo quanto il mio-precisò il fratello.

-Tu non sei quello che aveva "Appena Accettabile" in tutti i temi?-gli ricordò la sorella.

-Sempre adorabile come al solito,vero sorellina?-

Harry ed Hermione osservarono il battibecco cercando di non scoppiare a ridere loro in faccia,ma alla fine l'impresa si dimostrò troppo ardua e la piccola lite fra Ginny e Ron fu interrotta dalle risate degli altri due.

-Possibile che voi due non riusciate a rimanere seri neanche per un'istante?-chiese Ron guardando ora Hermione ora Harry.

-Un pò di contegno ragazzi...-lo appoggiò la rossa,facendo ridere ancora di piu' i due amici.

Per qualche istante i due fratelli si guardarono cercando di nascondere l'imbarazzo che provavano nel trovarsi accanto a due "iene ridens" che non riuscivano a calmarsi,poi fortunatamente l'attacco di ridarella scemò e i due tornarono normali.

Harry si voltò verso Ginny e vide che era distratta,lo sguardo perso dietro a qualcosa che aveva attirato la sua attenzione.

Cercò di guardare nella sua stessa direzione,ma prima che riuscisse ad individuare la ragione di tanto interesse,Hermione lo aiutò a capire.

-Quella non è Angelina Johnson?-domandò la riccia allungando il collo per vedere meglio la donna.

Harry e Ron si voltarono e a qualche metro di distanza,videro Angelina:si era cambiata d'abito e aveva stretto i capelli in un nodo alla cima della testa che le lasciava lo stesso i capelli lunghi sulle spalle.

-E' lei.Prima è venuta a salutare George con Oliver-disse Ron allontanando lo sguardo dalla donna.

Ginny guardò suo fratello e Harry capì subito cosa gli avrebbe chiesto.

-Davvero?E...c'era anche Justin?-domandò titubante.

Ron annuì,senza capire il motivo che turbava sua sorella.

Ma se si fosse voltato verso destra avrebbe visto che anche sua moglie provava lo stesso turbamento.

Harry pensò che era il caso di smuovere la situazione,altrimenti sarebbero rimaste in quell'angolo ad aspettare chissà cosa.

-Vieni con me-disse rivolto alla rossa.

Prese la mano sinistra di Ginny fra le sue e iniziò a muoversi per la sala,verso Angelina.

-Dimmi che non stai facendo quello che penso-fece la donna quando le apparve chiaro cosa aveva in mente Harry.

-Se ti fa stare meglio non te lo dico-rispose Harry rivolgendole un leggero sorriso e facendo un'altro passo verso la panchina dove Angelina si era seduta a parlare con Seamus e Rupert.

Ginny strinse piu' forte la mano nella sua e lo tirò indietro,bloccandolo in mezzo alla sala.

-Aspetta...-gli disse.

-Che c'è?-le chiese Harry accorgendosi del suo sguardo incerto.

-E se...E se George ci tenesse a presentarci suo figlio personalmente?

Magari potrebbe arrabbiarsi per questa intromissione...-gli disse incerta su una guancia.

Harry sorrise e le prese il viso fra le mani,prima di darle un bacio leggero.

-Avanti zia Ginny,non dirmi che hai paura:questo bambino ti adorerà e sta aspettando di conoscerti da quasi due anni,non credi che sia ora di incontrarvi?-le disse con voce calma e dolce.

Ginny lo guardò qualche istante,poi sospirò.

-Ti odio!-gli disse.

Harry sorrise e la prese di nuovo per mano,ricominciando a camminare in direzione di Angelina.

A pochi passi di distanza,Seamus si accorse della loro presenza e la fece notare anche alla donna,che voltò la testa verso di loro e si alzò andandogli incontro.

L'istante dopo,Ginny si ritrovò le braccia di Angelina al collo ed il mento della donna poggiato sulla sua spalla destra.

-Seamus mi ha appena raccontato...sono così felice per te!-le disse guardandola con un sorriso raggiante.

Ginny ricambiò il sorriso leggermente incerta e curiosa di sapere cosa Seamus le avesse detto.

-Harry!Certo che devi sempre fare le cose in grande,eh?-disse ancora la donna abbracciando anche Harry.

L'uomo sorrise e si lasciò abbracciare approfittando per lanciare uno sguardo a Seamus che gli lanciò un'occhiata del tipo "non so proprio di cosa stia parlando".

Dopo essersi staccata da lui,Angelina tornò da Ginny e la guardò a qualche metro di distanza, sempre sorridendo.

-Sei bellissima,veramente.

Non credevo che la gravidanza potesse fare così bene:quando ero incinta di Justin mi sentivo grassa e con le cosce enormi,ma tu sei veramente fantastica-le raccontò in tono confidenziale.

-Fantastica?Ho le caviglie gonfie e non vedo i miei piedi da quasi tre mesi...-ribattè Ginny con lo stesso tono.

Angelina rise.

-Alla fine ce l'hai fatta...Sono davvero contenta per te-le disse la donna sincera.

Ginny guardò Harry e,imbarazzata,abbassò lo sguardo.

-Anche Angelina aveva scommesso contro di voi-s'intromise Seamus.

Harry scoppiò a ridere,Ginny spalancò la bocca per la sorpresa mentre Angie si voltava verso Seamus che era scoppiato a sua volta a ridere.

-Non è assolutamente vero,brutto spione!-ribattè verso il biondo,che incurante continuava a ridere imitato da Rupert.

Ginny inarcò un sopracciglio e decise di indagare.

-Quindi c'era una scommessa su di noi...Amore tu lo sapevi?-chiese voltandosi verso Harry.

-Assolutamente,altrimenti avrei già chiesto i soldi della vincita-ribattè il moro.

-E' stata tutta un'idea...-cominciò Seamus,bloccandosi l'attimo dopo.

Quel discorso bloccato a metà fu efficace piu' di mille discorsi:Harry smise di ridere e si strofinò il naso con il palmo della mano destra,lanciando un'occhiata a Ginny;Angelina si portò i capelli dietro le orecchie e fece un respiro profondo e la rossa si lasciò scappare un sorriso malinconico.

Seamus si passò una mano fra i capelli e incrociò lo sguardo di Rupert che fissò il gruppo curioso e dopo qualche istante vide Ginny annuire lentamente.

-E' stata un'idea di Fred,come al solito-commentò con un leggero sorriso sul volto.

-Dovevo immaginarlo-fece Harry di rimando.

Sia Seamus che Angelina annuirono senza parlare,mentre Harry si avvicinava a Ginny e l'avvolgeva con le braccia facendole poggiare la schiena contro il suo torace.

In silenzio lei sorrise per quella piccola gentilezza:Harry sapeva quanto era difficile per lei parlare del fratello,quindi aveva deciso di esserle piu' vicino.

Ginny intercettò lo sguardo confuso di Rupert e sorrise:doveva essere strano per lui.

-Fred era mio fratello.

E' morto quattro anni fa durante la Battaglia di Hogwarts-gli spiegò con voce calma.

Lo sguardo dell'uomo si intristì e anche lui annuì lentamente come avevano fatto gli altri.

-Mi dispiace-disse rivolto a Ginny.

Aveva letto di quella battaglia in quel libro che Hermione gli aveva consigliato,cominciando a capire molti degli strani discorsi di Seamus e del suo passato.

Ma gli sembrava ancora strano trovarsi insieme a dei "maghi" e a colui che,a detta di quei libri e di Seamus,aveva salvato tutto il "Mondo Magico" dal male.

Eppure era lì,davanti a lui...non poteva sbagliarsi:era l'unico con quella strana cicatrice a forma di saetta.

-Che succede qui?-

Tutti i presenti si voltarono verso la voce e videro Ron ed Hermione che li guardavano sorpresi dall'espressione triste sui loro volti.

-Ron,sapevi della scommessa che i gemelli avevano fatto su me e Ginny?-domandò subito Harry, curioso di sapere se anche l'amico avesse scommesso su di loro.

Ron lo guardò per qualche istante,poi si passò una mano dietro il collo.

-Ci avrei giurato...-commentò Harry divertito.

-Però ho scommesso a vostro favore!-ribattè pronto l'amico.

-Non sarebbe giusto che una percentuale di queste scommesse andasse a noi?-domandò Ginny muovendo il collo in modo da incontrare lo sguardo di Harry.

-Sono assolutamente d'accordo con te amore...Cominciamo da tuo fratello!-

-Guarda che io non ti devo proprio niente!Caso mai sono uno di quelli che deve riscuotere la vincita-gli fece notare.

Harry alzò le spalle.

-Dettagli...Fuori i soldi!-

I gruppo cominciò a ridere mentre la schermaglia fra i due continuava e fu in quel momento che Seamus vide un'ombra aggirarsi furtiva poco distante dal gruppo.

Il suo volto divenne serio e fissò quell'ombra per qualche istante:era preparato a quell'incontro, non si sarebbe fatto convincere come era accaduto alla festa di Neville.

Era pronto.

Quell'incontro non poteva avvenire in un momento migliore:era felice,con un compagno che sapeva esattamente chi era e che lo accettava nonostante tutto e un gruppo di amici che gli avevano dimostrato il loro sostegno nel momento del bisogno.

Non aveva punti deboli da lasciare scoperti perchè lui potesse attaccarli per ferirlo.

Questa volta sarebbe successo l'opposto...E aveva intenzione di cominciare al piu' presto.

Distogliendo lo sguardo dall'ombra,allacciò il braccio destro a quello di Rupert e quando l'uomo si voltò a guardarlo gli rivolse un sorriso felice,che venne prontamente ricambiato.

Che poteva desiderare di piu'?

-Avete già controllato i tavoli?-domandò Angelina al resto del gruppo.

-Non ancora veramente...-rispose Seamus tornando a guardarla.

-Non preoccuparti Seamus,tu e Rupert siete al tavolo con me, Oliver e Dean e la sua fidanzata-gli disse Angelina guardandolo.

Sia Ron che Harry rizzarono le orecchie e fissarono Seamus per vedere come la notizia era stata accolta,e il pallore che per un'istante apparve sul volto dell'uomo confermò i loro sospetti.

-Scommetto che sei stata tu ad organizzare i tavoli,vero Hermione?-cercò di scherzare il biondo accennando un teso sorriso.

Hermione annuì.

-Ho pensato che vista la vostra amicizia ai tempi di Hogwarts non vi sareste trovati male tutti insieme-gli spiegò la riccia.

Seamus annuì lentamente,immerso nei suoi pensieri.

-Tesoro posso parlarti un attimo?-sussurrò Ron all'orecchio destro della moglie.

Lei gli lanciò uno sguardo curioso per poi lasciarsi guidare lontano dal gruppo.

Ron si allontanò di una decina di passi dagli altri e quando fu sicuro che il discorso non sarebbe stato ascoltato da orecchie indiscrete alzò lo sguardo sul viso della moglie e parlò.

-Devi cambiare la disposizione dei tavoli-le disse serio.

Hermione sgranò gli occhi,stupita.

-Stai scherzando,vero?-fece subito lei accennando un sorriso,pronta a ridere della battuta dell'uomo.

Ron scosse la testa,lanciando uno sguardo in giro per la sala cercando di intercettare Dean:era certo che fosse in giro per la sala ricevimenti,ma non aveva la minima idea di dove fosse.

-Assolutamente...Amore lo so che ti sto chiedendo una cosa incredibile,ma tu sei l'organizzatrice, che problema ci sarebbe a spostare Seamus e Rupert al nostro tavolo?-le domandò.

-Cosa?Ron ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo?E poi per quale motivo dovrei farlo?-ribattè lei sempre piu' sorpresa e contrariata.

Ron accennò un sorriso.

-Perchè sono io a chiedertelo?-tentò.

Hermione scosse la testa e lui capì di non averla convinta.

-Questa volta non attacca Ronald Weasley...Se vuoi convincermi a fare una cosa simile devi darmi una motivazione convincente-gli disse mortalmente seria.

Aveva fatto cose piu' pericolose,piu' proibite,ma per Hermione quella richiesta era quasi uno strappo alle sue regole morali,e se doveva farlo doveva essere per una ragione dannatamente valida.

Ron la fissò qualche istante e sospirò.

-Ok,ascolta...Non posso dirti il motivo vero per cui devi farlo,però Dean e Seamus non devono trovarsi allo stesso tavolo.

Per favore,fallo per Seamus-le disse alla fine.

Hermione lo fissò qualche istante e alla fine sospirò rassegnata.

-Accidenti a te!-gli disse ancora leggermente arrabbiata.

Ron sorrise sollevato e le prese il viso fra le mani per poi baciarla riconoscente.

-Non hai idea di quanto ami questo tuo lato trasgressivo!-le disse fra un bacio e l'altro.

Hermione si staccò da lui e scosse la testa,senza però nascondere il sorriso che le arcuava gli angoli della bocca.

-D'accordo,ma ricordati che sei in debito con me...E adesso andiamo a cambiare quei tavoli-disse avviandosi poi verso il tabellone dove erano esposti i numeri dei tavoli e i rispettivi occupanti,subito seguita da Ron.

Harry,che aveva osservato da lontano tutto il discorso, sorrise vedendo i due amici allontanarsi e tornò a voltarsi verso il resto del gruppo piu' sollevato.

-Ma Justin dov'è?-domandò Ginny ad Angelina.

-Sarà in giro con Oliver...Da quando ha iniziato a camminare non riusciamo a tenerlo fermo per piu' di dieci minuti,dobbiamo corrergli dietro ovunque-disse la donna,sorridendo.

La rossa annuì leggermente pensierosa.

-Comunque sarà qui prima dell'arrivo di George e Luna...A proposito,ma che fine hanno fatto quei due?-chiese poi dando una fugace occhiata all'orologio da polso.

Quasi tutti seguirono l'esempio della donna e si resero conto che era passata piu' di un'ora da quando avevano lasciato la chiesa e degli sposi non c'era traccia.

-Secondo me hanno deciso di festeggiare la prima notte di nozze in anticipo...-commentò Seamus.

-Sempre il solito tu!-fece Rupert,un sorriso divertito ad illuminargli il viso.

-Tu non conosci quei due!Sembra che non riescano a stare lontano l'uno dall'altra o a levarsi le mani di dosso-ribattè il biondo guardando il compagno.

-Rupert ha ragione!Hai sempre un'idea fissa in testa-lo rimproverò divertito Harry.

-Senti chi parla...Guarda che Ron mi ha raccontato della lunga chiacchierata con Teddy che avete fatto ieri-gli confessò ironico l'altro.

Immediatamente Harry sentì la punta delle orecchie bruciare per l'imbarazzo,poi pensò di riderci sopra,pensiero che sembrava condividere anche Ginny,che prese la parola per rispondere all'amico.

-Se sono in questo stato ci sarà un motivo,non credi Seas?-gli chiese tranquilla.

Harry rise e la baciò fiero della sua risposta.

-A proposito,quanto manca al lieto evento?-domandò Angelina bloccando sul nascere la risposta di Seamus.

-Tre mesi.Dovrebbero nascere all'inizio di novembre-disse Ginny senza nascondere il suo orgoglio,accarezzando un braccio di Harry che ancora era posato sulla sua pancia.

-Quindi avete poco tempo per organizzare il matrimonio-constatò la donna.

-Veramente abbiamo deciso di sposarci dopo la nascita dei gemelli...Meglio fare una cosa alla volta-le spiegò Harry.

Ginny annuì convinta.

-Se ci sposassimo adesso sembrerebbe un matrimonio riparatore perchè sono incinta,invece quel giorno deve essere tutto perfetto...-continuò Ginny.

Deve essere la realizzazione di un sogno,pensò poi.

-In fondo ce lo meritiamo dopo tutto quello che abbiamo dovuto passare prima di arrivare fin qui,no?-commentò Harry.

Prima che Seamus potesse ribattere qualsiasi cosa,Ron ed Hermione tornarono a passi veloci.

-Stanno arrivando gli sposi!-

Tutto il gruppo si voltò e si mosse verso l'ingresso della sala,dove gli altri invitati si stavano ammassando per dare il benvenuto a George e Luna e quando questi apparvero,in una leggera coltre di fumo sparata ad effetto,l'applauso che scoppiò fu piu' forte di quello esploso in chiesa.

-Bacio!-chiesero gli invitati in coro.

George guardò sua moglie e si scambiarono uno sguardo divertito,poi lui la prese fra le braccia e posò le labbra sulle sue.

Subito nella sala risuonarono applausi e boati d'approvazione,mentre una pioggia di petali di rosa venne lanciata addosso agli sposi come segno di prosperità e di buona fortuna.

La calca si fece da parte per far passare gli sposi che si diressero al loro tavolo,accanto al quale era stato messo un seggiolone per bambini,apposta per il piccolo Fred.

Non appena George e Luna si furono accomodati,anche il resto degli invitati presero posto ai loro tavoli per dare inizio al pranzo.

Seamus e Rupert presero nota del cambiamento dei tavoli senza dir nulla,ma alla prima occasione Seamus ringraziò Ron ed Harry per quella piccola gentilezza:nonosante i passi avanti non era abbastanza forte per stare ore seduto accanto al suo ex e alla sua nuova fidanzata.

-Devi ringraziare Ron,è lui che è riuscito a convincere Hermione!-gli disse Harry rilassato.

-E non sai che impresa è stata!-s'intromise subito il rosso.

Al tavolo dei testimoni,a cui si erano aggiunti anche Seamus e Rupert,l'atmosfera era la piu' allegra e divertita che agli altri tavoli:anni di convivenza aiutavano i commensali a capire fin dove potevano spingersi con gli scherzi e le battute,e il difficile periodo appena superato aveva rafforzato se possibile la loro amicizia.

Anche Rupert,che inizialmente si era sentito in soggezione essendo l'ultimo ad essersi unito al gruppo,era ora piu' tranquillo e sempre coinvolto nei discorsi degli altri.

Al loro tavolo,invece,gli sposi sembravano aver creato una barriera che li divideva dal resto dei commensali:erano concentrati sull'altro e sul piccolo Fred,che fortunatamente quel giorno sembrava di ottimo umore in accordo con il giorno di festa.

Ad un certo punto del pranzo,a loro si unì Justin che si sedette sulle gambe del padre e che rise alle smorfie e al solletico di Luna;nessuno avrebbe pensato alla parola "matrigna" vedendo l'affetto che Luna aveva per quel bambino.

-Sei pronto per il tuo discorso,Ron?-domandò Ginny al fratello verso la fine del pranzo.

Ron annuì e tirò fuori dalla tasca interna della giacca un paio di cartoncini.

-Non dirmi che ti sei scritto degli appunti!-lo prese subito in giro Seamus.

-Ehi!Era un discorso lungo da ricordare a memoria-ribattè Ron piccato.

-E il giorno del nostro matrimonio come farai?-gli domandò Harry divertito.

Ron lo fulminò con lo sguardo e l'amico rise ancora di piu'.

-Beh visto che sei il mio migliore amico potresti evitarmi di nuovo questo strazio e chiedere a qualcun'altro di farti da testimone-gli rispose poi.

-Ron!Come puoi chiedermi una cosa del genere...Sai che non potrei farti un torto simile!-lo prese in giro Harry.

Ron sbuffò e cercò aiuto in sua moglie,ma lei nascondeva il viso per non farlo arrabbiare con le sue risate.

-Beh allora preparati all'orribile discorso che farò quel giorno-lo mise in guardia minaccioso.

Poi senza dire altro e senza alcun indugio,battè il coltello contro il vetro del bicchiere e si alzò.

L'attenzione della sala si rivolse all'istante a lui,facendogli diventare la punta delle orecchie rosse,poi fece un respiro profondo e rivolto verso il tavolo degli sposi iniziò a parlare.

-E' venuto il momento del discorso dei testimoni-iniziò.

George e Luna restarono in silenzio e fissarono Ron attentamente.

Lui abbassò per un'istante la testa,cercando di riordinare le idee e quando tornò a guardare suo fratello e la sua sposa si accorse che il discorso gli era uscito di mente.

Avrebbe dovuto improvvisare se non voleva fare una brutta figura quegli appunti...

La verità era che non voleva darla vinta a Harry!

Guardò gli sposi e,rassegnato alla brutta figura che inevitabilmente avrebbe fatto,iniziò a parlare.

-La prima volta che ho visto Luna era su uno di quei carri che portano gli studenti a Hogwarts.

Leggeva una rivista all'incontrario.Sul momento mi è sembrato strano,ma poi conoscendola meglio mi sono reso conto che quello era una parte del suo fascino-disse.

Fece un piccolo sorriso.

-Conoscendola meglio ho visto quante cose si nascondessero in realtà dietro quella ragazza un pò stravagante:la sua dolcezza,la sua tenacia,la sua forza...la sua testardaggine.

Se così non fosse non sarebbe stata capace di tener testa a George-

Luna sorrise leggermente e Ron pensò che forse il suo discorso non era poi così orribile.

-Chi ci è stato accanto sa che quando Luna ha rincontrato George,lui non era al meglio della sua forma,non sarebbe riuscito ad essere attrente neanche per un'elfo domestico...-

Alcuni invitati risero alla sua battuta e George abbassò per qualche istante la testa divertito ed imbarazzato insieme.

-La vostra storia è un pò un mistero per voi,anche se io sono ancora convinto che dovreste dare il mio nome al vostro secondo figlio per il mio contributo alla vostra riconciliazione.

Sappiamo entrambi che è merito mio la tua presenza a quella festa,fratellone...-

Una risata piu' forte si diffuse fra gli invitati e contagiò anche gli sposi.

-Comunque per porre fine a questo tormento e tornando alla sposa,sono felice che sia riuscita nell'impresa che a molti di noi era fallita-disse di nuovo con voce seria.

Prese il suo bicchiere e lo alzò verso gli sposi,guardando Luna.

-Per questo io brindo alla sposa,alla mia nuova sorella...Benvenuta in famiglia-le disse con un sorriso agli angoli della bocca.

-A Luna-ripeterono gli invitati.

Ron bevve lo champagne nel suo bicchiere e sorrise un'ultima volta agli sposi prima di sedersi.

Nello stesso istante,Hermione gli circondò il collo con le braccia e gli fece voltare la testa per dargli un bacio dolce.

-Sono davvero orgogliosa di te,lo sai?-gli disse poi senza nascondere gli occhi leggermente lucidi.

Harry gli diede una pacca sul ginocchio e gli sorrise.

-Non vedo l'ora di sentire cosa dirai al mio matrimonio-disse serio.

-Ti ho già detto che non sarò il tuo testimone!-ripetè Ron scuotendo la testa.

Ma prima che potesse scoppiare un'altra discussione sull'argomento,Harry lo zittì:era venuto il momento del discorso di Ginny.

Con cautela la donna si era alzata e aveva fatto un sorriso ai due sposi.

-Ok,dopo il discorso di Ron,il mio sembrerà un pò scontato...Vediamo quello che si può fare-disse con un pizzico d'ironia nella voce.

In quel minuscolo intervallo di tempo George aveva poggiato un braccio sulle spalle di Luna e l'aveva avvicinata a sè.

-La mia famiglia,quando si è saputo della vostra relazione,mi hanno chiesto se io avevo qualche sospetto visto che all'epoca vivevo con Luna.

E io ho detto che non mi ero mai accorta di nulla...Eppure,quando la cosa è stata resa ufficiale, ho ripercorso all'indietro i mesi precedenti per essere sicurne sicura.

C'erano un sacco di indizi-commentò.

Luna sorrise ricordando i discorsi avuti con Ginny in quel periodo.

-Io sapevo che c'era una persona nella vita di Luna,qualcuno che le faceva regali,che le mandava rose e che la faceva infuriare.

Piu' volte le ho dato dei consigli su come gestire questa relazione,ma mai ho pensato che potesse essere George...fino al giorno in cui l'ho visto mezzo nudo nella nostra cucina-aggiunse.

George rise,ricordando forse il momento piu' imbarazzante della sua vita.

Anche gli altri invitati risero divertiti,galvanizzati dall'imbarazzo dello sposo.

-E in quel momento,dopo aver superato il naturale imbarazzo,ho capito che George non poteva sperare di meglio-disse tornando seria.

Il fratello la guardò,di nuovo con un'espressione seria negli occhi.

-In tutta la mia vita non ho mai visto mio fratello così rilassato e sicuro di sè come da quando sta con Luna.

Lei riesce a tranquillizzare le sue ansie e le sue paure in un modo che a noi non è mai riuscito, facendolo anche ridere per le sue debolezze.

Prima guai a chi prendeva in giro George...adesso Luna può farlo senza che lui le dica niente.

Credo che lei sia la cosa migliore che gli sia capitata nella vita...E viceversa-disse con un sorriso leggero sul volto.

Alzò il bicchiere riempito d'acqua e lo alzò verso gli sposi.

-Per questo voglio fare un brindisi a George e Luna...A due anime gemelle che si sono trovate-

Sorrise un'ultima volta agli sposi e bevve il suo bicchiere tutto d'un fiato,prima di tornare a sedersi.

-Tesoro,devo dirtelo,mi hai fatto venire la pelle d'oca!-le disse subito Seamus.

Ginny sorrise e si voltò verso Harry che la guardava serio.

-Due anime gemelle...-ripetè la rossa guardandolo negli occhi.

Lui sorrise e le si avvicinò per darle un bacio sulla guancia destra.

-Proprio come noi...-le bisbigliò poi all'orecchio.

Le aveva letto nel pensiero...

-E ora gli sposi sono pregati di accomodarsi in pista per il loro primo ballo come marito e moglie-disse il dj interrompendo il chiacchiericcio degli ospiti.

George si alzò,poi si voltò verso Luna e l'aiutò con lo strascico del vestito,infine la prese per mano e insieme si diressero verso il centro della pista.

-Ancora non mi hai detto quale canzone hai scelto per il nostro primo ballo-disse lei curiosa.

George alzò le spalle,continuando a fare il misterioso.

Le aveva chiesto di lasciar fare a lui:aveva già la canzone perfetta,e voleva farle una sorpresa il giorno del matrimonio.

Ovviamente lei aveva deciso di accontentarlo.

Arrivati al centro della pista da ballo,George le mise una mano sul fianco sinistro e con l'altra prese la sua mano,prima di rivolgerle un sorriso malizioso che la fece ridere.

-Pronta signora Weasley?-le chiese a bassa voce.

-Quando vuoi signor Weasley-rispose lei sorridendo.

Poi la musica partì:un paio di accordi al pianoforte.

Non conosceva quella canzone,ne era certa.

-Questa è il mio regalo per te...-le sussurrò lui avvicinandosi di piu'.

"You need a friend,I'll be around

don't let this end before I see you again

what can I say to convince you

to change your mind on me"

Luna posò il mento sulla spalla di George e ascoltò la prima strofa...Era molto autobiografica come canzone.

Perfetta per loro.

-Mi piace-gli sussurrò.

George sorrise per poi cercare il suo sguardo.

-Ne ero certo...-disse fissandola.

"I'm gonna love you

more than anyone

I'm gonna hold you

closer than before,

and when I kiss your soul

you body be free

I'll be free for you anytime

I'm gonna love you more than anyone"

Luna sorrise e tornò a poggiare il mento sulla sua spalla,chiudendo per qualche istante gli occhi, lasciandosi guidare da George e dalla musica.

-Come stai?-le domandò lui.

-Bene...Sono ancora un pò commossa dalle parole di Ron,ma nel complesso sto bene.

E tu?L'attacco di panico è passato?-gli domandò senza guardarlo.

-Sai come sono fatto:faccio fuoco e fiamme,ma alla fine non sono poi così pericoloso-le rispose accarezzandole la schiena con una mano.

Luna sorrise e pensò che quelle parole erano una grande cavolata:lei sapeva per esperienza quanto poteva essere pericoloso quell'uomo.

-Comunque,nel caso servisse,la mia scopa è sempre a portata di mano...-aggiunse George con noncuranza.

Alzò la testa dalla sua spalla e gli sorrise:era veramente incorreggibile!

-Non cambierai mai,vero?-gli chiese guardandolo con aria divertita.

-Avevi veramente sperato una follia simile?-le chiese lui di rimando.

Luna sospirò e scosse la testa.

-Amore ho smesso di credere alle cose impossibili...-lo prese in giro lei.

George sorrise e le diede un bacio sulla fronte,mentre la guancia di Luna sfiorava la sua.

La musica era cambiata,ma nè lui nè la sposa sembrarono intenzionati a lasciare la pista da ballo,mentre a loro si erano aggiunte altre coppie.

"You are the sunshine of my life

that's why I'm always be around"

-Così io sono la tua luce...-disse lei senza guardarlo.

Le parole del giuramento di George l'avevano lasciata senza fiato,con gli occhi lucidi:sapeva quanto fosse grande il suo amore per lei,ma non aveva mai immaginato una cosa simile.

-Adesso non montarti la testa...-cominciò lui schernendosi.

-Figurati...E' solo che non sapevo di essere così luminosa-continuò Luna sullo stesso tono.

-La vuoi smettere?Guarda che mi rimangio tutto!-fece lui in modo minaccioso.

Luna rise e scosse la testa.

Tornò ad appoggiarsi contro di lui,il mento contro la sua spalla e per qualche istante restarono in silenzio.

-Allora,quando nasce?-le domandò George con voce calma.

Luna sorrise.

Era sicura che avesse capito cosa voleva dirgli nel suo discorso.

-Verso la fine di febbraio-rispose con voce calma.

George sentì di nuovo quella sensazione inebriante che lo aveva avvolto due anni prima,quando aveva saputo dell'arrivo di Fred e ancora una volta si sentì invicibile e debole allo stesso tempo, felice e miserabile e di nuovo con le lacrime agli occhi.

Avvicinò di piu' il corpo di Luna al suo e per qualche secondo respirò il suo odore mentre una seconda sensazione familiare lo tranquillizzava:tutto sarebbe andato bene.

-Alice-disse Luna stringendo le braccia attorno alle sue spalle.

George alzò la testa ed incontrò il suo sguardo,fissandola curioso.

-Era il nome di mia madre...-spiegò poi.

Lui sorrise e le posò un bacio dolce sulle labbra per poi sorridere.

-Non mi dispiacerebbe una femmina dopo due maschi...-commentò.

Luna annuì,d'accordo con lui.

-Ma se è maschio lo scelgo io il nome-decise.

Lei si lasciò scappare un sospiro che nei suoi intenti doveva essere accondiscendente e annuì lentamente.

-Se proprio non può essere altrimenti-fece poi guardandolo.

-Che ne dici di Edward?-le chiese Fred.

-Ti rendi conto che hai appena saputo di questo bambino e già stiamo parlando di come chiamarlo?-gli fece notare lei.

George alzò le spalle.

-E allora?Noi non abbiamo mai fatto le cose in maniera tradizionale-

 

Era riuscito ad evitarlo per gran parte della festa.

Mancava poco al momento di congedarsi,forse sarebbe riuscito a sgattaiolare via con Rupert senza aver scambiato con lui neanche una parola.

Non si stava nascondendo.Non si stava comportando da vigliacco.

Aveva bisogno di ripeterselo nella mente per non sentirsi male,per non sentirsi inferiore a lui che per quasi tutta la durata del pranzo aveva tenuto lo sguardo sul loro tavolo e su di lui, neanche avesse bisogno di rubare ogni sua parola,ogni sua piccola mossa.

Una volta quell'attenzione morbosa gli avrebbe fatto piacere,l'avrebbe fatto sentire importante,ma ora gli dava soltanto fastidio:e se Rupert alzando lo sguardo si fosse accorto dello sguardo di rabbia che Dean gli lanciava ogni tanto?

Perhè accidenti non si preoccupava della sua compagna e non lo lasciava in pace?

-Va tutto bene?-gli chiese Rupert leggermente preoccupato.

Seamus sorrise e annuì cercando di apparire convincente.

-Ti stai divertendo?-gli domandò poi premuroso.

Aveva avuto paura fino all'ultimo che quella festa fosse troppo per il ragazzo,che tutti quei maghi insieme fossero troppi da gestire,ma finora si stava comportando alla grande,come se fosse sempre vissuto in un'ambiente magico.

-Devo ammetterlo...Non siete poi così spaventosi come credevo-scherzò l'uomo.

-Spaventosi?Ragazzo bada a come parli!A questa festa c'è la migliore società magica...Il meglio del meglio...-ribattè Seamus.

-Infatti ho adocchiato qualcuno veramente interessante...-commentò Rupert,accompagnando le sue parole con un movimento del collo verso un punto della sala dove era raggruppato una decina di uomini.

-Quei tizi non ti aspetterebbero tutta la notte su una sedia scomoda mentre tu salvi la vita ai babbani...-disse Seamus cercando di mostrarsi indifferente.

Rupert sorrise e lo guardò malizioso.

Poi si sporse verso di lui e lo guardò dal basso.

-E non sono neanche lontanamente sexy quanto te...-gli bisbigliò.

Seamus sorrise,cercando una frase adatta per continuare quel malizioso scambio di battute,ma in quel momento il cercapersone di Rupert suonò mandando in frantumi l'atmosfera perfetta.

Il compagno prese il cercapersone dalla tasca e diede un'occhiata al numero che era apparso.

-Sento cosa vogliono...Ti prometto che non ci metterò piu' di due minuti-gli disse prima di alzarsi.

Seamus annuì e lo fissò con lo sguardo finchè non fu scomparso.

Si alzò e fece per avvicinarsi al tavolo degli sposi,dove Ron ed Hermione stavano facendo la conoscenza del piccolo Justin,ma in quello stesso istante vide Dean cercare il suo sguardo.

Cercando di non sembrare un perfetto idiota,si voltò e si diresse verso il corridoio che portava alle toilette,rendendosi conto troppo tardi di aver fatto la mossa sbagliata:il corridoio sembrava deserto e in quella situazione l'uomo avrebbe approfittato per dargli la caccia.

Pensò di rifugiarsi in bagno,magari in quello delle donne,poi si rese conto che era inutile.

Si appoggiò con le spalle al muro dell'entrata,le mani in tasca,essendo così invisibile per chiunque entrasse e aspettò,certo di veder arrivare l'uomo da un momento all'altro.

Come al solito,Dean non si smentì.

-Sai che è reato pedinare le persone?-gli domandò facendolo sobbalzare.

Lo vide voltarsi e fissarlo per qualche istante.

-Chi dice che stavo seguendo te?E se stavo cercando il bagno?-tentò subito.

Seamus sorrise beffardo e annuì.

-Allora non ti trattengo...Non vorrei crearti qualche spiacevole inconveniente-disse indicando con una mano il bagno degli uomini nel caso Dean avesse avuto bisogno di maggiori sollecitazioni.

Ma,come aveva previsto,l'uomo restò fermo al suo posto,immobile neanche una statua con lo sguardo fisso su di lui.

-Come ti vanno le cose?-chiese Dean cercando di sembrare indifferente.

L'altro alzò le spalle.

-Al solito,mi conosci...Lavoro,lavoro,lavoro,come se il giornale senza di me dovesse crollare-disse il biondo cauto.

Dean si fece scappare un sorriso accennato:eccome se lo conosceva;tante volte avevano litigato per questo suo attaccamento eccessivo al lavoro.

-E a te?Ancora contento di diventare papà?-domandò subito dopo.

Doveva ricordare a sè stesso il motivo per cui era finita fra loro,perchè aveva sofferto tanto...

Notò subito indurirsi l'espressione sul volto di Dean;forse pensava che quella domanda era un colpo basso.

Alzò le spalle cercando di mostrarsi come al solito sicuro di sè e senza paure:quanto aveva odiato quel lato del suo carattere.

Che male c'era a farsi vedere deboli?

-Mi sto abituando all'idea...E' un maschio-aggiunse poi con una nota d'orgoglio nella voce.

Seamus sorrise suo malgrado:possibile che fosse contento per lui dopo tutto quello che gli aveva fatto?

-Congratulazioni..Adesso sarà meglio che torni di là,e poi credo che tu abbia ancora bisogno del bagno...-disse staccando la schiena dal muro e facendo un passo indietro.

Voltò la schiena e fece per muovere un passo,quando fu bloccato dalla voce di Dean.

-Non riesci proprio a dimenticare,vero?-gli chiese.

La sua voce era priva d'espressione,come se stesse constatando una realtà.

Seamus si voltò leggermente e lo vide piu' vicino:doveva essersi avvicinato mentre era ancora di spalle.

-Per quanto ancora vuoi continuare così?-gli domandò ancora Dean.

Lo vide venire verso di lui,ormai gli era possibile sfiorarlo con una mano se solo avesse allungato un braccio.

-Io non sto facendo proprio niente...la nostra storia è finita e io sono andato avanti con la mia vita.

Mi chiedo perchè non ci riesca anche tu-gli disse Seamus con voce calma.

"Te la stai cavando bene",disse una vocina nella sua testa.

-Credi veramente che quello che volevo dalla vita erano una moglie ed un figlio?-gli chiese di rimando l'altro.

Seamus sospirò e si girò del tutto,incontrando lo sguardo di Dean.

Sapeva quello che stava per dire,e non voleva sentirlo.

-Non dirlo-disse serio.

Per qualche istante si guardarono in silenzio,poi Dean fece l'ultimo passo che li divideva e avvicinò il viso al suo,le labbra quasi sulle sue;sarebbe bastato un movimento del volto di Seamus per posare la bocca sulla sua.

-Vuoi farmi credere che quel babbano è quello che vuoi veramente?Che non pensi a me quando sei con lui...-gli disse soffiandogli sul volto.

Lo sapevano entrambi che fra i due era Seamus quello piu' debole,quello che cedeva sempre per primo,e anche ora era chiaro che sarebbe bastata una sua parola per ricominciare tutto dall'inizio.

-Sì...Rupert è tutto quello che voglio-disse fissando gli occhi di Dean.

Lesse la rabbia che per qualche istante vi balenò dentro,ma decise di non curarsene:questa volta era lui il carceriere.

Si allontanò di un passo dall'uomo e tornò a guardarlo negli occhi.

-Sto bene con lui,sa chi sono e non ha paura di me o dei miei poteri o se ne ha riesce a nasconderlo benissimo.

Non devo mai nascondere quello che sono quando sono con lui o con i suoi amici,come invece succedeva con te.

E' vero,qualche volta ho pensato a te e a quello che sarebbe successo se fossimo rimasti insieme nonostante il bambino:sarei diventato ancora piu' meschino di quanto non fossi all'epoca.

Avrei preteso la tua attenzione senza curarmi di quello che veramente importava,cioè il bambino,e alla fine che razza di persona sarei diventato?-gli domandò fissandolo.

Dean ricambiò il suo sguardo in silenzio.

-E' stato meglio così,te ne accorgerai anche tu con il tempo...-

-Davvero?Allora spiegami cosa dovrei fare per stare bene,visto che sei un'esperto.

Dimmi come si fa a non pensare.Spiegami come impedire ai miei piedi di portarmi sotto casa tua la sera per guardare la finestra buia neanche avessi ancora tredici anni e fossi innamorato di Draco Malfoy.

Dimmi come cancellare il ricordo di noi-gli disse tornandogli accanto.

"Resta concentrato...Non lasciarti convincere"

Seamus accennò un sorriso.

-Sei un mago,dovresti conoscere un'incantesimo adatto...

Ascolta Dean non tornerò indietro,quindi io ora me ne andrò e faremo finta che questo discorso non ci sia mai stato-disse cercando di aiutare l'altro a salvare la sua dignità.

Dean annuì e gli tese la mano.

Seamus lo fissò per qualche istante,incerto,poi tese la sua per stringerla,ma non appena le loro mani si strinsero si sentì tirare contro il corpo di Dean.

"Ci sei caduto come un pivello!"

Non era possibile che fosse caduto in una trappola così stupida.

Sentì le braccia dell'uomo avvolgersi neanche una morsa sulla sua schiena e si ritrovò schiacciato contro il suo petto,le braccia abbandonate lungo i fianchi,il viso poco distante dalla sua clavicola.

Dean si piegò per poggiare la testa contro la sua spalla sinistra e alcune ciocche di capelli bionde gli sfiorarono la guancia.

-Possibile che tu sia così stronzo da non capire quanto ho bisogno di te?

Mi sembra quasi di non riuscire a respirare per quanto ti amo-gli disse.

Seamus trattenne il respiro.

Perchè adesso?Perchè non gli aveva detto queste cose quando aveva un disperato bisogno di sentirle?

-Non sopporto i nostri ricordi insieme ma non riesco a immaginare la possibilità di perderne neanche uno,anche il piu' insignificante...

Sei stato il solo uomo della mia vita,e tu sai che è vero!Sei stato il mio migliore amico quando ancora non sapevo neanche io cosa fossi e il mio amante,mi sei rimasto accanto anche nei momenti piu' difficili...

Perchè non possiamo superare anche questo?-

-Dean...-

-Seas,ho bisogno di te...ti prego...-

 

La festa stava volgendo al termine,quasi tutti gli invitati se ne erano andati,restavano soltanto gli sposi,che nel frattempo si erano cambiati d'abito e i testimoni.

Era ormai passata da un pezzo la mezzanotte e dando uno sguardo alla sala vuota Harry sorrise scorgendo Teddy completamente addormentato su tre sedie.

Gli si avvicinò e gli posò la giacca sulle spalle,prima di tornare dagli altri.

-Credo sia venuto il momento di andarcene...-disse poi abbracciando da dietro Ginny.

Lei nascose uno sbadiglio dietro la mano e annuì.

-Sono assolutamente d'accordo con te.

Hermione hai bisogno di una mano con Ron?-domandò poi rivolgendosi alla cognata.

Hermione guardò il marito,mezzo sbronzo che ballava in mezzo alla pista vuota senza musica.

-Credo di potercela fare...-disse con un mezzo sorriso sul volto.

-Almeno hai trovato il modo per farlo ballare!-commentò ridendo Harry guardando l'amico.

-Sei sicura di non volere una mano?-domandò ancora Ginny preoccupata.

-Tranquilla,non ho nessuna intenzione di portarmi tuo fratello sulle spalle fino a casa...-la rassicurò la mora.

L'altra sorrise,piu' tranquilla,poi le si avvicinò per darle un bacio su entrambe le guance.

Harry seguì l'esempio della compagna e poi si avvicinò a Teddy per prenderlo in braccio:lo sollevò delicatamente,cercando di non svegliarlo,e lasciò che il piccolo gli allacciasse le braccia al collo poggiando poi la testa sulla sua spalla mentre borbottava parole incomprensibili nel sonno.

L'uomo sorrise e gli posò un bacio fra i capelli spettinati.

Facendo attenzione a non svegliarlo tornò da Ginny,che stava salutando i due sposi.

Quando le fu accanto vide che la donna stringeva fra le mani il bouquet di Luna.

-Amico questa volta non puoi piu' scappare..-disse George non appena lo vide.

Harry guardò Ginny e lei sorrise leggermente imbarazzata.

-Luna ha tirato il suo bouquet,ma siccome eravamo soltanto io ed Hermione,lei si è scansata e l'ho afferrato io-gli spiegò.

-Sai come si dice,vero Harry?-gli chiese Luna sorridendo.

Lui le restituì il sorriso e guardò la rossa.

-Scegli la data e il posto...Io sarò là-le disse sincero.

Ginny sorrise,cercando di nascondere agli altri l'emozione suscitata da quelle parole.

-E questa sarebbe una proposta di matrimonio?Come minimo dovresti metterti in ginocchio ed avere un anello-disse subito Luna.

-E' vero!Io ho fatto così-concordò George.

-Io non ho detto che era una proposta di matrimonio,le ho soltanto detto che ci sarò-precisò Harry.

George annuì e poi alzò le spalle.

-Però bisogna vedere se lei si presenterà-

Ginny gli diede un buffetto sul braccio sinistro per interrompere le risate dei due sposi.

-Ok,adesso basta con questi discorsi...Sei pronta per tornare a casa?-domandò Harry guardando la rossa.

Lei sorrise e annuì.

-Andiamo a casa-

 

 

Salve a tutti!!!

Inizia un'altro fine-settimana ed ecco un nuovo capitolo!

Anche questo matrimonio è giunto al termine,senza gli incidenti e lo stress che c'è stato nel matrimonio di Neville,ma anche qui sono state dette cose e fatte cose che porteranno agli ultimi cambiamenti.

Le canzoni usate nel capitolo sono: "If you leave me now" dei Chicago,"You are the sunshine of my life" di Stevie Wonder e "More than anyone" di Gavin Degraw.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia e di battitura.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Sono assolutamente d'accordo con te!Anche se alla volta è difficile aspettare e avere la pazienza che ho dato alla mia Luna),Smemo92(Spero di non aver rovinato tutto con i discorsi dei testimoni...), Erikappa(Grazie x i complimenti!),Padfoot_07(Sempre a disposizione...Sembro un pò babbo Natale?),Xellor(Ci vuole poco per farti contento...Meno male!),Coddy94(Complimenti!Hai capito la mia intenzione,sei stato il solo...),Lily94(Anche io mentre scrivevo il pezzo di Fred mi sono un pò commossa,lo ammetto...Il giusto lieto fine),Erika'91(Se esistesse veramente,credo che George avrebbe la fila.Non è un errore:in Inghilterra,essendo un paese legato alle tradizioni,dicono ancora così),Vale Lovegood(Ma ora sei in anticipo sul nuovo capitolo;un pensiero a Fred era d'obbligo in qst matrimonio),LittleBell(Grazie x i complimenti!Sono stati proprio gli errori di George a dividerli,ma allo stesso tempo a far capire loro cosa provavano x l'altro),JC(Ho commosso anche un duro come te?Evviva allora sn riuscita nel mio intento,ora la fiction può finire...),Isina4everyoung(Ho preferito lasciare l'incontro cn Justin sottotono per non far salire gli zuccheri + del dovuto...era meglio dare spazio agli altri),Hermione'06(Grazie x i complimenti!), Summer_Black(Arriverà anche il loro momento,tranquilla), Sach_LaPottermaniacaXD(Se a me dicessero quello ke ho scritto in questa fiction,nn lo lascerei + scappare!),Hinataevans(Sì lo so,nn son la solita coppia a cui siamo abituati cn la Row,ma nn sn proprio le coppie + strane a restare insieme tt la vita?),Potterina1993(Davvero?A me è saltato agli occhi nn appena ho visto i loro nomi),Germana(Grazie x i complimenti,specie x qlli sui discorsi..Cmq x la tua domanda:ho 23 anni!),Maryrobin( Magari!Se un giorno succederà sarai la prima a cui farò l'autografo,promesso!), Dado(Sono felice di essere stata il sollievo dp 4 ore di studio...ti capisco,il ricordo è ancora pesante),Lilla4eve(Grazie x i complimenti!),Alemalfoy(Sono contenta che ti siano piaciuti,cm sai ho sempre paura di nn aver fatto il mio meglio...),WingsHP(Qualche anticipazione...Posso dirti il nome;s'intolerà(molto probabilmente,sono una frana con i titoli) "New Generation"...).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox chap...

"It's all coming back to me"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 40
*** It's all coming back to me ***


it's all caoming back to me

 

Quella situazione stava diventando comica.

Gli sembrava di essere tornato indietro di un paio di mesi quando era costretto a nascondersi,a guardarsi sempre le spalle per controllare che nessuno lo stesse seguendo,che non ci fossero occhi curiosi nella notte attenti a scrutare le sue finestre.

Era stato debole.

Non aveva nessuna scusante,sapeva di aver fatto un'errore,ma non aveva saputo resistere.

Quando si era trovato costretto fra le sue braccia,il suo viso a pochi centimetri non aveva saputo combattere...non aveva saputo mettere in pratica tutte le belle parole con cui si era riempito la bocca.

Aveva lasciato che Dean lo baciasse.

Le labbra dell'uomo si erano posate incerte sulle sue,aspettando un segno da parte sua:se fosse rimasto immobile,se gli avesse fatto capire che quel bacio non era gradito tutto sarebbe finito in un'attimo.

Si sarebbero staccati,si sarebbero guardati imbarazzati come al solito e lui si sarebbe allontanato e sarebbe tornato a Rupert che sicuramente si stava domandando che fine avesse fatto.

Però stupidamente aveva ricambiato il bacio.

Non sapeva neanche quale parte di sè avesse cominciato ad accarezzare le labbra di Dean,ma si era ritrovato a farlo,cercando l'accesso alla sua bocca come se non avesse aspettato altro per tutti quei mesi di lontananza.

Aveva sentito la stretta attorno alla sua schiena farsi piu' forte e per un'attimo aveva scollegato il cervello,aveva dimenticato tutto il resto,richiudendo il mondo a quel breve corridoio.

Poi la realtà era tornata a farsi sentire:aveva sentito di nuovo l'insicurezza che provava sempre con Dean,la rabbia per il suo comportamento ostinato...e poi aveva sentito l'amore che provava per Rupert.

E aveva capito che non valeva la pena gettare tutto all'aria per un pugno di ricordi positivi e per una scopata veloce contro il muro del bagno degli uomini.

Aveva fatto forza contro il torace di Dean ed era riuscito a liberarsi.

Si era allontanato di un paio di passi,mettendo una distanza di sicurezza fra loro,voltandogli per qualche istante le spalle.

-Seamus...-

-Sta zitto-gli aveva ordinato,la voce solida,senza la minima esitazione.

Si era passato la lingua sul labbro inferiore e aveva sospirato:aveva fatto l'ennesima cazzata della sua vita.

-Devo tornare di là;Rupert mi starà cercando-aveva detto sempre di spalle.

I passi veloci l'avevano messo in guardia,così si era voltato verso l'uomo prima che lo facesse lui.

-Vuoi tornare veramente da quel babbano?-gli aveva chiesto senza nascondere l'irritazione.

Lui aveva annuito.

-Ma perchè?...C'è qualcosa fra di noi,è evidente!Non riusciamo a staccarci le mani di dosso...-

-Veramente io ci riuscivo benissimo,sei tu che mi hai stretto in una morsa-aveva ribattuto il biondo.

-Avanti Seas,non ci credi neanche tu a questa stronzata...Io e te siamo fatti l'uno per l'altro-aveva detto convinto Dean.

Con la stessa convinzione Seamus aveva scosso il capo.

-No,non lo siamo.

Vorresti farmi credere che domani convocherai una conferenza stampa e annuncerai a tutto il mondo magico che sei gay?

Che sei disposto a vivere la nostra storia alla luce del sole,senza vergogna o ripensamenti futuri?

E a tuo figlio hai pensato?-aveva domandato senza togliere per un'istante lo sguardo dal suo viso.

Dean si era mosso a disagio a quelle domande,facendogli capire che come al solito le sue non erano altro che belle parole vuote.

-Hai fatto sapere a tutta la stampa del tuo matrimonio e di tuo figlio,quale credi che sarà la reazione?

Io che ruolo avrei nella sua vita?-gli aveva chiesto per la seconda volta a distanza di mesi.

L'altro si era passato una mano fra i capelli e aveva sospirato nervoso.

-Se due persone vogliono stare insieme il modo lo trovano,no?-aveva chiesto ancora fiducioso.

Seamus aveva sorriso,leggermente ironico,e aveva annuito.

Peccato che le cose erano cambiate.

-Infatti...se vogliono-aveva commentato.

Non avevano avuto la possibilità di aggiungere altro perchè Rupert era arrivato ad interromperli.

Il discorso era chiuso,non c'era piu' bisogno di parlarne ancora.

Come si sbagliava...

Dean ovviamente non la pensava così e aveva ricominciato a tampinarlo ovunque:lo aspettava al lavoro e sotto casa,aveva ripreso a mandargli inviti per le partite e i cioccolatini che sapeva gli sarebbero piaciuti.

Quelle attenzioni però non sortivano alcun'effetto.

Seamus aveva fatto la sua scelta e la sua unica preoccupazione era che Rupert non scoprisse del bacio.

Non sapeva come avrebbe potuto reagire.

Anche Rupert si era accorto che c'era qualcosa di diverso:aveva notato la solita macchina rossa sempre parcheggiata davanti casa,o la spia dei messaggi nella segreteria telefonica che Seamus non controllava mai in sua presenza,o che cancellava senza neanche ascoltare.

C'era qualcosa di strano che l'amante non gli aveva detto.

-Non è che mi nascondi qualcosa?-gli aveva chiesto un giorno.

Seamus si era mosso a disagio sul divano e aveva sorriso divertito.

-Cosa dovrei nasconderti?-aveva detto poi evitando di rispondere.

Rupert aveva alzato le spalle.

-E' quello che vorrei sapere da te...-

Tutto era finito una sera di settembre.

Come al solito,Rupert stava svolgendo il turno di notte e Seamus era all'ospedale nel suo ufficio in attesa che questo venisse da lui durante le pause.

Era seduto alla sua solita sedia,un libro sulle gambe e un cuscino dietro la schiena per cercare di rendere la poltrona meno scomoda,quando un'ombra aveva oscurato l'ingresso.

Aveva alzato lo sguardo certo di vedere Rupert,ma si era trovato davanti Dean.

-E tu che ci fai qui?-gli aveva chiesto,poggiando il libro sulle gambe e fissandolo sorpreso.

-Dovevo vederti-

Aveva appena finito gli allenamenti,doveva essere venuto direttamente in ospedale dalla palestra,visto la tuta da ginnastica che ancora indossava.

-Devi andartene,non voglio che Rupert ti trovi qui-gli disse Seamus rizzandosi a sedere sulla poltrona.

-Perchè?Hai paura di quello che può succedere?-aveva chiesto l'altro con voce sicura.

-No,non voglio litigare con lui per colpa tua.Adesso vattene-gli aveva detto serio.

Dean era rimasto immobile e lo aveva fissato per qualche istante,senza dar peso alle sue ultime parole.

-Tu mi ami ancora?-gli aveva poi chiesto.

-Cosa?Ma come ti viene in mente?-aveva risposto l'altro senza esitazione.

-Non mi hai risposto-

-Perchè non meriti neanche una risposta...Non puoi chiedermi una cosa del genere dopo tutto quello che mi hai fatto-aveva detto il biondo.

-Possibile che con te sono sempre io il cattivo?Sono io quello che ti ha fatto soffrire,quello che non vuoi vedere,quello che non vuole capire...Tu invece sei il buono,giusto?-aveva chiesto amareggiato.

Seamus l'aveva guardato senza capire.

-Ti sei mai chiesto come sono stato io in questi mesi?-gli aveva chiesto Dean con lo stesso tono.

Il biondo aveva dovuto ammettere che con il passare dei giorni il pensiero di Dean era stato rilegato ad un'angolo della sua mente,scalzato da altri eventi piu' importanti:prima l'incidente di Ginny,poi l'incontro di Rupert e la relativa confessione.

Non aveva avuto tempo per pensare a Dean...non aveva voluto farlo.

Scosse la testa.

-Ma non mi sembra che la tua vita sia stata tanto diversa dal solito...Ti ho visto sulle copertine dei giornali,ho sentito le tue acrobazie in campo,cos'altro dovevo sapere?-gli aveva chiesto fissandolo.

-Ti sei mai chiesto se mi sei mancato?-

Ancora una volta,Dean aveva scosso il capo.

-Hai fatto male...Seas...Questo matrimonio è una farsa,lo sai anche tu.

Io non potrò mai amare quella donna,è stato solo l'errore di una notte-gli aveva detto piegandosi sulle ginocchia per incontrare il suo sguardo.

Seamus aveva scosso la testa.

-Dean,sei fuori tempo massimo!Ormai non mi interessa piu'...

E poi se ti ricordi io non ti ho lasciato per Judith,io ti ho lasciato per tuo figlio.

Devi smetterla di essere così egoista e devi iniziare a pensare a lui,a cosa sarebbe meglio per quel bambino...

Credi veramente che la mia presenza lo aiuterebbe?-gli aveva domandato cercando di farlo ragionare.

-Aiuterebbe me a non impazzire-aveva ribattuto subito l'altro.

Seamus scosse la testa:ancora una volta non c'era dialogo.

Poi l'uomo aveva detto quello che aveva desiderato per mesi,quello che ormai non sperava piu' di sentire.

-Dimmi che devo fare per convincerti a tornare con me...Sono disposto a rinunciare a tutto per te-

Il biondo l'aveva guardato senza parlare:possibile che quell'uomo arrivasse sempre nel momento sbagliato?

C'era qualcosa che sarebbe servito a farli tornare insieme?

Ma lui voleva veramente tornare con Dean?

Fu come se qualcuno avesse acceso una lampadina in una stanza buia:dopo chissà quanto tempo riusciva a vedere chiaramente quello che voleva.

Lo fissò e restò in silenzio,osservando l'espressione attenta sul volto di Dean.

-Non puoi fare niente...Avrei dato qualsiasi cosa per sentirmi dire queste cose mesi fa,ma adesso non mi interessa piu'.

Torniamo ogniuno alla propria vita-aveva detto sicuro.

-Non lo pensi veramente!-aveva replicato subito Dean.

-Sì invece-

Sia Dean che Seamus si erano voltati in direzione della voce;Rupert era poggiato contro la porta e fissava i due uomini con un'espressione tranquilla sul volto.

-Rupert...Lui...-aveva balbettato il biondo nel panico.

-Lui se ne stava andando-aveva detto sicuro l'altro.

Il tono usato da Rupert aveva visibilmente indispettito Dean che si era alzato e aveva mosso un passo verso l'uomo.

-Veramente non avevamo ancora finito il discorso-

-Davvero?A me è sembrato chiarissimo il rifiuto di Seas...Oppure pensi che un bacio possa perdonarti per essere andato a letto con una donna?-gli aveva chiesto con la stessa voce calma.

Seamus aveva strabuzzato gli occhi a quelle parole:quindi Rupert sapeva.

Chissà come aveva saputo del bacio che c'era stato fra lui e Dean al matrimonio e per qualche strana ragione non aveva detto niente.

-Non sono affari che ti riguardano...-aveva ribattuto Dean arrabbiato.

-Seamus è affar mio...Ti ha detto chiaramente che non ti vuole,che preferisce un babbano a te, quindi non credi sia il caso di andartene?Oppure devo chiamare la vigilanza e dire che c'è un estraneo in giro per l'ospedale?-aveva detto sfidandolo.

I due si erano fissati per qualche istante e Seamus aveva avuto paura che potessero prendersi a pugni,poi aveva visto la tensione sparire dalle spalle di Dean e si era calmato.

-Me ne vado...Ma non credere di avermi spaventato,babbano-aveva detto sempre con lo sguardo fisso su Rupert.

Il medico aveva sorriso per la vittoria,facendo indispettire ancora di piu' Dean.

-Già che siamo in argomento,voglio dirti un'altra cosa.

Se vedo di nuovo la tua macchina sotto casa di Seamus,non so se riuscirò a controllarmi dal danneggiarla accidentalmente-lo aveva minacciato.

Le cose si stavano mettendo male,ma fortunatamente,Dean capì che non era il caso di scatenare una rissa in un posto pieno di babbani,così senza aggiungere altro o voltarsi a guardare Seamus si allontanò uscendo dall'ufficio.

Nell'ufficio per qualche istante regnò il silenzio,mentre i due amanti cercavano di riorganizzare le idee.

-Rupert,io...-tentò Seamus invano.

-Ci sei andato a letto?-gli aveva chiesto l'altro senza guardarlo.

-Che cosa?NO!

C'è stato solo quel maledetto bacio,te lo giuro...-

Lo aveva visto annuire,poi aveva alzato il volto e aveva incontrato i suoi occhi.

-Può capitare...Ma se ti rivedo un'altra volta vicino a quel bambolotto ti giuro che te la faccio pagare!-lo aveva minacciato,ma con il sorriso sulle labbra.

Era stato con quelle parole che l'incubo era finito.

Neanche fosse stata una formula magica.

Magari Rupert non era babbano come credeva...

 

 

-Vuoi toglierti quel sorriso ebete dalla faccia?Cominci veramente a darmi sui nervi!-

Ormai era diventata la norma vederlo sorridente e allegro tutti i giorni,anche se era un giorno duro o se non c'era nessun motivo per essere allegri.

-Cosa posso farci se sono di buon'umore?-

E lo era davvero.

Per la prima volta in vita sua,Harry era di ottimo umore,era contento della sua vita.

Da quando Ginny era tornata a casa,era come se tutte le tessere del puzzle si fossero rimesse al loro posto:svegliarsi accanto a lei,sentirla lamentarsi per il pancione che ormai le impediva gran parte dei movimenti,guardare lei e Teddy che facevano colazione,guardavano la tv o semplicemente parlavano lo rimetteva in pace con il resto dell'universo.

-Fammi capire bene,hai intenzione di sorridere finchè non nascono i gemelli?-chiese David fingendosi esasperato.

Sapeva bene che era tutta una scena quella dell'amico:lo aveva visto commuoversi quanto e forse piu' di lui...no questo non era possibile...quando aveva sentito i cuori dei gemelli in diretta radiofonica.

Si perdevano in discussioni su quale dei due gemelli sarebbe stato il suo figlioccio e cosa gli avrebbe insegnato,cosa avrebbero fatto insieme,e gli aveva suggerito piu' volte il suo nome per uno dei bambini.

-Credo che continuerò anche dopo la loro nascita...-rispose Harry prendendolo in giro.

David sbuffò e scosse la testa.

-Non esiste...Io chiedo a Graham che mi cambino regista.

Non posso continuare a lavorare con un clown!-continuò il biondo.

Harry rise sinceramente divertito e gli tirò una pallina di carta che andò a finire contro la spalla di David,ma prima che questo potesse fare o dire qualcosa,un deciso bussare li interruppe.

Harry alzò lo sguardo sulla porta e sorrise vedendo Ron,la mano ancora chiusa a pugno e a mezz'aria.

-Ron!Vieni entra!-fece Harry felice di vederlo.

Lo aveva chiamato per parlargli di una cosa importante,e che aveva rimandato da parecchio tempo.

-Ciao Harry,ciao David...Ho interrotto qualcosa per caso?-domandò il rosso guardando i due uomini.

-Assolutamente,anzi è meglio che me ne vada,o finisce che lo prendo a schiaffi!-fece Dave sempre con lo stesso tono ironico.

Ron guardò Harry senza capire e l'altro scosse la testa.

-Rassegnati Dave,ormai è una cosa definitiva...-gli disse come per avere l'ultima parola.

David gli fece un cenno con la mano senza voltarsi e uscì dalla stanza,chiudendosi la porta alle spalle.

-Ma di che stavate parlando?-domandò Ron sedendosi sul bracciolo del divano.

L'altro scosse la testa con un sorriso sulle labbra.

-Dice che da quando sono tornato con Ginny non faccio altro che sorridere sembrando un'idiota- gli riassunse in poche parole.

Il rosso sorrise leggermente e annuì.

-Concordo in pieno con lui.Ma sta tranquillo anche mia sorella è nella stessa situazione-aggiunse.

Harry alzò le spalle e si rizzò sulla sedia.

-Questo è confortante...-disse poi.

Per qualche istante calò il silenzio ed Harry ne approfittò per alzarsi e per avvicinarsi all'amico, sedendosi sul divano poco distante da lui.

-Come mai mi hai fatto venire qui oggi?-si decise a chiedergli Ron.

Aveva una mezza idea del motivo che poteva aver spinto Harry a chiedergli quell'incontro,ma c'era sempre la possibilità che si sbagliasse.

I gemelli sarebbero nati fra poco e magari Harry e Ginny volevano portarsi avanti con il lavoro e gli avrebbero chiesto di far da padrino ad uno dei bambini.

Certo,il fatto che non sapesse il loro sesso non facilitava le cose,ma l'essere sposato con Hermione l'aveva aiutato a vedere le cose sotto la giusta ottica e le giuste prospettive:magari non sapeva il sesso dei suoi nipoti,ma questo non toglieva che poteva sempre mostrarsi sollecito e disponibile verso Harry e Ginny per far vedere loro cosa avrebbero perso non scegliendo lui.

Ovviamente lui avrebbe accettato,ma era tentato di mostrarsi dubbioso sulla decisione da prendere,soltanto per vedere la loro reazione.

-Ah,sì...Ecco volevo parlarti di una cosa importante-iniziò Harry.

Se il discorso cominciava così,allora la sua ipotesi non era poi tanto sbagliata.

-Di che si tratta?-domandò Ron sollecito.

-Tu forse non te lo ricorderai,ma il mese scorso al matrimonio di George e Luna,Ginny ha preso il bouquet al volo-iniziò prendendo il discorso alla larga.

Ron si sforzò di ricordare,ma l'ultima cosa che gli venne in mente di quel matrimonio fu il taglio della torta e lo champagne...le tante bottiglie di champagne aperte alla salute degli sposi.

-No,infatti non mi ricordo-ammise.

Harry sorrise e annuì.

-Lo immaginavo...Comunque,Ginny ha preso il bouquet e subito tuo fratello ha cominciato a scherzare sul fatto che ora era il mio turno di mettermi in ginocchio e di chiedere a tua sorella di sposarmi-raccontò.

Ron aggrottò le sopracciglia:ma non era una cosa già decisa il matrimonio fra Ginny ed Harry?

Che lui ci stesse ripensando?

-Non capisco.Tu mi sei sempre sembrato sicuro quando si parlava del vostro matrimonio-disse infatti.

Harry scosse la testa per allontanare possibili equivoci.

-Lo sono,lo sono ancora tranquillo-

L'espressione di Ron si fece piu' confusa:dove andava a parare quel discorso?

Harry capì che non sarebbe riuscito a spiegarsi con le parole e allora decise di passare ai fatti: infilò una mano in tasca e tirò fuori una scatolina nera da gioielliere.

-Era questo che cercavo di dirti-disse poi al rosso.

Aprì la scatola e mostrò una vera d'argento con due diamanti al centro;un raggio di sole si riflettè su un diamante,facendolo brillare.

-Per la miseria!-esclamò Ron stupefatto.

-Che ne pensi?-gli domandò Harry esitante.

Aveva paura di aver preso un'anello poco adatto a Ginny,magari per lei c'era bisogno di qualcosa ancora piu' minimal ancora piu' discreto;magari preferiva gli anelli d'oro o non amava i diamanti...

-Dico che se non ti sposa lei ti sposo io con un'anello del genere.

E' fantastico!-disse Ron alzando lo sguardo sul volto dell'amico.

-Credi che le piacerà?-gli domandò ancora esitante.

Ron sorrise divertito dai suoi dubbi.

-Ginny lo adorerà.Soprattutto per quello che rappresenta...In fondo lo aspetta da dieci anni!-disse leggermente divertito.

Harry si lasciò scappare un sospiro di sollievo a quelle parole e voltò la scatola per dare un'occhiata all'anello.

-Quindi ci siamo,vero?-domandò Ron serio.

Harry cercò gli occhi dell'amico e annuì.

-Finalmente ci siamo.Non hai idea da quanto aspetto questo momento...-confessò senza vergogna.

Abbassò lo sguardo e fissò ancora una volta l'anello che sembrò ricambiare il suo sguardo con un leggero scintillio.

-Ho paura di fare qualche altra cazzata-aggiunse senza guardare il rosso.

Niente era piu' vero di quelle parole:era solo per colpa sua se lui e Ginny erano stati separati per tanto tempo,se avevano rischiato di non incontrarsi mai e che quel momento non accadesse mai.

Era colpa sua quell'incidente che gliel'aveva quasi strappata via e che era stato così vicino a cancellare tutto...era per la paura di sbagliare di nuovo che si portava quell'anello in tasca da due settimane senza avere il coraggio di darlo alla donna che amava.

-Questo è inevitabile-disse Ron.

Harry alzò gli occhi sul volto del rosso,sorpreso da quelle parole,e lo vide sereno mentre gli restituiva uno sguardo sicuro.

-Andiamo amico,sappiamo tutti e due che la vita tranquilla non fa per te...Se non succede qualche guerra o qualche catastrofe ogni due o tre anni tu finisci per annoiarti.

E poi sinceramente non ti ci vedo in casa con la vestaglia e le pantofole-aggiunse in tono convinto.

Harry restò in silenzio un sirriso piccolo sulle labbra,in attesa di scoprire dove portava quel discorso.

Il rosso si lasciò andare ad un sorriso e scosse la testa.

-Ma per tutto quello che tu possa fare o inventarti per complicarti la vita,non c'è niente che possa convincere Ginny ad allontanarsi da te.

Il che è una fortuna per te;senza di lei saresti uno di quei maghi mezzi matti con la barba lunga e i vestiti strazzonati che vanno in giro dando fastidio a tutti blaterando sulle loro imprese leggendarie-concluse Ron.

Il moro sorrise e si scoprì leggermente commosso dalle parole dell'amico:nonostante avesse usato il solito tono scherzoso,Harry aveva capito il senso che si nascondeva dietro quella frase.

-Quando glielo chiederai?-chiese ancora Ron curioso.

Harry alzò le spalle.

-Avanti non mi dire che non sono riuscito a convincerti...Se tu non ti decidi io sarò costretto a tenere il segreto con Hermione chissà per quanto tempo e ora che è incinta è diventata ancora piu' difficile riuscire ad averla vinta-gli disse l'altro mettendosi a sedere sul divano accanto all'amico.

Harry scosse la testa deciso.

-Non è quello.Stavo pensando ad un'altra cosa adesso-rispose.

Ron aggrottò le sopracciglia curioso.

-Cos'altro è successo?-

Harry rimise l'anello in tasca,cercando il coraggio per fare la seconda parte di quel discorso,la piu' difficile,quella che piu' volte aveva deciso di tagliare,di cancellare.

Ma se non avesse detto quello che doveva,quelle parole sarebbero rimaste fra di loro e con il tempo avrebbero pesato come un macigno.

-Ron,devo chiederti di essere serio per un'attimo-gli disse alzando di nuovo lo sguardo sul viso dell'amico.

Ron lo fissò qualche istante,poi annuì,ancora senza capire.

Harry restò qualche secondo in silenzio poi sospirò.

-C'è un'altra cosa di cui ho bisogno per sposare tua sorella.Devo dirti queste cose e prima finirò questo discorso prima potremo dimenticarcene e far finta che non sia mai accaduto-gli disse serio e parlando lentamente.

Ron sempre in silenzio,non riusciva a togliere lo sguardo dal viso dell'amico,incredibilmente serio.

Harry sorrise leggermente,come per allentare la tensione.

-Al matrimonio di George e Luna,abbiamo scherzato dicendo che mi aspettavo un discorso bello come il loro per il mio matrimonio con Ginny,ti ricordi?-gli disse,introducendo il discorso.

Ron annuì muovendosi sul divano per mettersi piu' comodo.

-Ecco...Io so di essere in torto con te.

So che tu ti aspettavi che io facessi da testimone alle vostre nozze e che,anche se non lo ammetteresti mai,ti ha ferito il mio comportamento-disse senza guardare il volto dell'uomo.

Era sicuro che se avesse alzato gli occhi,il coraggio che aveva trovati chissà dove sarebbe scomparso,facendogli troncare il discorso a metà.

Ma non poteva farlo,non ora che veniva la parte piu' importante.

Dal canto suo,Ron ascoltava quelle parole leggermente teso,come se un colpo improvviso avesse riaperto una cicatrice ormai chiusa da tempo e questa avesse ripreso a sanguinare e a pulsare intensamente.

-Non ho dimenticato quello che mi hai detto quel giorno alla Tana...Mi ha fatto piu' male che se mi avessi preso a pugni...-gli disse.

-Harry...-lo interruppe l'altro.

-Ron la tua amicizia mi ha salvato dal nulla che era la mia vita,è stata la cosa piu' importante per me,almeno finchè non ho incontrato Ginny,e se non fosse stato per te sarei finito nella comitiva di Malfoy...-aggiunse Harry senza tener conto della sua interruzione.

Ron fece una smorfia di disgusto che lo fece sorridere e che lo calmò leggermente.

-Ho bisogno di sapere che per te va bene che io sposi tua sorella,che neanche la minima parte di te crede ancora che io ti abbia usato per poi prendermi il merito di tutto...-gli disse bloccandosi prima di dire quello che veramente pensava.

Ma Ron lo conosceva troppo bene per non accorgersi di quel veloce cambiamento nel suo volto e inarcò le sopracciglia in attesa,incastrandolo con quel semplice gesto.

-Ho...ho bisogno di sapere che non mi odi...-confessò Harry.

Qualcosa nella mente di Ron suonò,forte come una sirena dei pompieri a quella frase.

Non era sicuro di riuscire a ricordare l'ultima volta che Harry gli avesse parlato con quel tono così confidenziale e triste...forse erano ancora ragazzini.

Ron si passò la mano destra dietro il collo,sfiorando con i polpastrelli le punte dei capelli e restò qualche istante in silenzio.

Sentiva su di sè lo sguardo di Harry,in attesa di sapere quale sarebbe stata la sua condanna e sospirò.

-Per tanto tempo ti ho odiato-ammise.

Non era una novità,lo sapeva...ma questo non significava che quelle parole facessero meno male.

-La tua scomparsa in un momento come quello mi ha mandato in crisi,mi ha fatto pensare mille cose:all'inizio sono stato preoccupato per te,ho avuto paura che ti fosse successo qualcosa,poi quando i giorni passavano e non c'erano tue notizie la cosa piu' normale è stata quella di partire per venire a cercarti-gli disse.

Anche Hermione e Ginny gli avevano raccontato quel momento della loro vita,ma nessuna delle due gli avrebbe potuto parlare dei sentimenti di Ron in quel momento,perchè il rosso era bravissimo a nasconderli all'occorenza.

-La storia la sai,quindi è inutile che te la racconti di nuovo...

Hai sempre detto di essere il mio migliore amico,eppure te ne sei andato senza dire niente,senza parlare con me...

Dannazione Harry noi abbiamo sempre parlato di tutto fin da quando avevamo undici anni!

Abbiamo condiviso tutto:dai primi tentativi con la magia e le ragazze,ai primi giornali porno,le scazzottate e i tentativi di ucciderci di Voldemort...Sei stato il primo a vedere quell'orribile vestito marrone al Ballo del Ceppo!-ricordò serio.

Harry sorrise ancora una volta ricordando quel terribile vestito che la signora Weasley aveva spedito al figlio per il Ballo del quarto anno.

Anche Ron si lasciò andare ad un sorriso divertito mentre il ricordo di quella sera indugiava nella sua mente,per poi tornare serio.

-Tu eri la sola persona ad aver capito come stavano le cose fra me ed Hermione ancor prima che ce ne accorgessimo noi ed io ero disposto a non spaccarti la faccia quando ho scoperto di te e Ginny...

Io so cose di te che nessun'altro sa,nè Hermione,nè Ginny e lo stesso vale per te-aggiunse ancora serio.

Ron si piegò in avanti poggiando entrambe le braccia sulle ginocchia e sospirò.

-Quello che mi ha fatto piu' male è stato il silenzio.

Te ne sei andato senza che avessi la possibilità di parlarti per farti cambiare idea;magari non ci sarei riuscito,so che sono una frana nei discorsi,ma almeno avrei voluto provarci!

Era una cosa così importante,non avresti dovuto negarmi questo...-disse incontrando lo sguardo di Harry.

L'altro si tirò piu' su gli occhiali sul naso e storse la bocca verso destra.

-Sapevo che se mi fossi fermato a riflettere,a parlare con anche uno solo di voi avrei cambiato idea,ma allora...-

-Si lo so come lavora la tua mente malata...Ricordati che mi ha fregato ogni volta che ti imbarcavi in un'avventura altamente pericolosa-disse Ron con un leggero sorriso.

Harry seguì il suo esempio e per qualche istante restarono in silenzio,lanciandosi l'un l'altro occhiate furtive.

-Però non hai ancora risposto alla mia domanda...-aveva detto alla fine il moro.

Se conosceva Ron come credeva,aveva una vaga speranza su quale sarebbe stata la risposta dell'uomo.

Ron accennò un sorriso e fissò i suoi occhi.

-Pensavo di avertela data venendo in questo ufficio da solo...Credi che se ti odiassi ancora mi sarei presentato?-gli domandò sincero.

Non c'era bisogno di dire altro,non per due persone che si conoscevano da così tanto tempo e avevano vissuto insieme le esperienze piu' importanti della loro vita.

Harry annuì e diede una pacca amichevole sulla spalla destra di Ron.

-Adesso dimmi come hai intenzione di fare la proposta a mia sorella...-disse il rosso cambiando completamente discorso.

Harry sorrise e si sporse di piu' verso l'uomo.

-Ho avuto un'idea...E ho bisogno del tuo aiuto...-

 

Altri tre chili.

Era diventata una botte con le gambe e le braccia!

Non riusciva a credere di aver messo su tutti quei chili in sette mesi,che avrebbe fatto alla fine della gravidanza?

Come minimo si sarebbe rinchiusa in una stanza finchè non avesse riacquistato il suo peso originale,non voleva farsi vedere in quello stato da Harry.

Ma ogni volta che lei si faceva prendere da quelle paranoie,lui la prendeva in giro e le diceva che in quelle condizioni era forse ancora piu' bella del solito...Come se lei ci potesse veramente credere!

Lo sanno tutti che gli uomini in gravidanza direbbero qualsiasi cosa alle loro compagne per evitare le crisi di nervi e di pianto scatenate dagli ormoni in sobbuglio.

Anche adesso le sembrava che la stesse guardando con la paura che potesse scoppiare da un momento all'altro.

-Amore ho chiesto l'aiuto di Ron per mettere la carta da parati nella camera dei bambini-le disse con voce calma.

Lei,distratta,annuì.

-Magari posso chiedergli un consiglio anche sulla disposizione dei mobili,anche se tuo fratello non mi pare la persona piu' adatta per i lavori manuali...-commentò ancora l'uomo con un sorriso divertito sul viso.

Ginny sorrise meccanicamente,mentre nella sua testa cercava un modo per perdere in fretta tutti i chili presi una volta finita la gravidanza.

Poteva provare sia i metodi babbani,in cui però non riponeva molta fiducia,e quelli magici.

Magari poteva chiedere a Luna come aveva fatto a tornare in forma in così poco tempo dopo la nascita di Fred,sicuramente non le avrebbe negato qualche consiglio.

-Tesoro,va tutto bene?-aveva chiesto Harry fissandola.

-A meraviglia amore.

Ero solo sovrappensiero...-disse voltandosi verso Harry,senza però vederlo veramente.

In quel momento suonò il campanello e subito dopo una serie di colpi furono battuti sul legno della porta.

Harry corrugò la fronte e si alzò dalla poltrona,avviandosi verso l'ingresso.

-Ron,Hermione che ci fate qui?-chiese aprendo la porta.

Ginny,che era rimasta seduta in salotto,vide suo fratello entrare a passo di carica in casa seguito da Harry e da Hermione.

-Questa volta hai superato ogni limite!Credevi che non l'avrei scoperto?-disse il rosso.

-Ma di che stai parlando Ron?-domandò la sorella curiosa e allo stesso tempo preoccupata.

-Ron calmati,vedrai che è stato un malinteso!-cercò di quitarlo la moglie.

Ron si voltò verso Harry e lo fissò in silenzio,minaccioso.

-E' vero che vuoi chiedere a David di far da padrino ai gemelli?-gli chiese ancora arrabbiato.

Harry corrugò ancora di piu' la fronte,sorpreso da quelle parole.

-E tu come lo hai saputo?-gli chiese senza smentire.

Il viso di Ron si arrossò ancora di piu' e Ginny vide che anche Hermione era rimasta sorpresa dalla risposta:forse avevano dato per scontato che i padrini sarebbero stati loro,visto il legame d'amicizia che li legava.

-Quindi è vero!Preferite lui al mio posto...-commentò Ron in tono ferito.

-Adesso non prenderla dal lato personale-fece Harry.

-E da che lato dovrei prenderla?-chiese ancora Ron.

Ginny si alzò a fatica e si avvicinò al fratello,cercando di calmarlo.

-Ascolta Ron,non è ancora stato deciso niente...è vero ne abbiamo parlato,ma non è niente di sicuro.

E poi i bambini sono due...-

-E non saranno i soli figli che avremo,quindi ti capiterà sicuramente di fare da padrino-commentò Harry incrociando le braccia sul petto.

Ron ed Hermione lo guardarono leggermente offesi.

-Avanti,non guardatemi così...Ok,per farmi perdonare,ti faccio vedere la lista che abbiamo stilato con i possibili padrini per i gemelli.

Tesoro,ti ricordi dove l'ho messa?-chiese poi rivolto a Ginny.

-L'hai messa nella giacca,per rifletterci meglio al lavoro-gli ricordò Ginny.

Harry annuì e si avviò verso l'ingresso dove aveva lasciato la giacca e dopo pochi istanti era di nuovo in salotto,controllando nelle tasche interne.

-Qui non c'è...Neanche qui...Proviamo davanti.

Amore puoi tenermi questo,per favore?-domandò togliendo qualcosa dalla giacca e porgendola a Ginny per poi continuare a cercare.

Ginny lanciò uno sguardo a quello che l'uomo le aveva posato in mano e spalancò gli occhi:non poteva essere.

Oppure sì?

-Sono sicuro che è da qualche parte...-commentò Harry continuando a cercare.

-Farai bene a trovarlo-ribattè Ron serio e concentrato sui gesti dell'amico.

Ginny alzò lo sguardo e vide che anche Hermione aveva la sua stessa espressione.

Stava succedendo qualcosa e lei non osava sperare,non poteva sperare che quella piccola scatolina nera contenesse...

-Harry...-lo chiamò cercando di mantenere la voce calma.

Il moro si voltò,subito imitato da Ron e un sorriso sollevato apparve sul suo volto.

-Ecco dov'era!-disse dando la giacca a Ron,dal cui viso sembrava improvvisamente essere sparito ogni furia.

Ginny vide Harry avvicinarsi e si impose di restare calma,di controllare il respiro,anche quando lui le prese la scatolina dalla mano ancora a mezz'aria.

-Ero sicuro di averlo messo da qualche parte-disse lui con un leggero sorriso.

Erano una di fronte all'altro ormai e lei lo vide chiaramente aprire la scatolina nera e non potè trattenere il singhiozzo che le uscì dalle labbra alla vista dell'anello.

Harry sorrise,lo sguardo fisso sul volto di Ginny,cercando di non perdersi neanche una delle sue emozioni.

Lei rialzò gli occhi incontrando i suoi,interrogandolo in silenzio.

-Ora secondo i tuoi fratelli dovrei mettermi in ginocchio...-iniziò Harry con la voce leggermente tremolante.

Ginny sorrise e lanciò uno sguardo a Ron che,un braccio attorno alla vita di Hermione,osservava la scena sorridente.

-Se lo fai non riuscirò piu' a vederti per colpa della pancia...-gli disse,cercando di nascondere l'emozione dietro lo scherzo.

Harry sorrise e abbassò lo sguardo per qualche istante.

Lo sentì sospirare e poi tornò a incontrare i suoi occhi.

-Se dovessi scegliere un momento della mia vita,uno solo fra tutto quello che mi è successo, sceglierei quella sera alla festa nel mio ufficio,quando hai dimostrato a tutti i miei colleghi quanto tenevi a me.

Non ti ho mai amato tanto come in quel momento-ricordò serio.

Ginny arrossì leggermente a quel ricordo:il primo scontro con Sarah,il preludio al loro primo bacio...

-Tu sei stata con me,che io me ne accorgessi o meno,per gran parte della mia vita e io non posso neanche considerare la possibilità che tu non ci sia per quello che ne resta.

Sei la donna che amo,sei la madre dei miei figli e sei bravissima con Teddy,ma soprattutto sei la sola persona che sappia come e quando starmi vicino-le disse senza allontanare lo sguardo dal suo volto.

Ginny sentì le lacrime premere agli angoli degli occhi,e sorrise leggermente.

Harry tolse l'anello dalla scatola nera e lo tese verso Ginny,un'espressione seria sul volto.

-Ginevra Molly Weasley,vuoi sposarmi?-

Restò in silenzio ascoltando l'eco che quelle parole avevano lasciato nella stanza.

Le aveva desiderate così tanto...

Avrebbe voluto che le ripetesse ancora,e ancora soltanto per il gusto di sentirne il suono,ma poi quelle parole così importanti avrebbero perso la loro bellezza.

-Sì,Harry...Lo voglio-

Non aveva mai visto un sorriso così bello come quello che apparve sul viso di Harry.

L'uomo l'abbracciò e fra gli applausi di Hermione e Ron,e le loro risate,si baciarono piu' volte, ancora increduli che quello che avevano tanto aspettato,sperato e per cui avevano tanto sofferto fosse passato in un battito di ciglia.

-Sono un'attore nato!Non c'è niente da fare,sono sprecato al Ministero!-esclamò Ron complimentandosi con sè stesso per la sua grande interpretazione.

-Potevi almeno avvertirmi,io ci ho creduto davvero!-lo rimproverò la moglie.

-Ma se l'avessi fatto,tu avresti fatto scoprire tutto con qualche sorriso o qualche smorfia...-ribattè Ron sicuro.

E per una volta,Hermione fu costretta a dargli ragione.

Harry si staccò da Ginny e le prese la mano destra fra le sue,infilando lentamente l'anello all'anulare.

Da cui niente e nessuno l'avrebbe mai tolto.

 

Halloween.Chi è che non aspetta quel momento per il resto dell'anno?

Avevano comperato i dolci,i costumi e tutto quello che serviva per essere perfetti in un'occasione come quella.

Harry aveva ritirato fuori il suo mantello di Hogwarts,la cravatta arancione-oro e aveva sfoggiato la sua uniforme sicuro che tutti gli avrebbero fatto i complimenti per il costume originale.

Ginny,aveva deciso di vestirsi da fiocco di neve,per cercare di nascondere la pancia prominante,mentre il piccolo Teddy era deciso a vestirsi da pirata.

Eppure c'era qualcosa che non andava...

-Harry...-

Il moro,impegnato con Teddy ed il suo costume,non l'aveva sentita.

Accidenti a lui!

Aveva avuto un dubbio fin dal primo pomeriggio,ma i dolori alla schiena erano diventati talmente comuni alla fine della gravidanza che non ci faceva piu' caso.

Questì però erano persistenti,quasi continui e la lasciavano senza fiato il piu' delle volte.

Soltanto quando aveva sentito una fitta piu' forte delle precedenti,aveva capito cosa stava succedendo.

-HARRY!-ripetè quasi urlando.

Questa volta lui si voltò e la guardò preoccupato.

-Che succede?-le chiese andandole vicino.

Ginny fece una piccola smorfia e prese un respiro profondo.

-Credo che ci siamo...-gli disse poi.

Harry impallidì all'istante.

-Ma mancano ancora due settimane...Forse...-disse nel panico.

-HARRY...Credi che a loro veramente importi?-gli chiese mentre una nuova fitta le faceva trattenere il fiato.

Harry si guardò intorno nella stanza alla ricerca del telefono e di una sedia.

Le porse il braccio e l'aiutò a raggiungere la sedia poco distante,seguito sempre da Teddy che osservava la scena preoccupato e curioso.

-Ok...allora cosa devo fare adesso?-domandò continuando a guardarsi intorno.

Ginny scosse la testa e capì che in quella situazione avrebbe dovuto prendere lei il comando.

-Amore ascoltami...Andrà tutto bene.

Io e i gemelli staremo benissimo;devi soltanto avvertire l'ospedale e il dottor Robert che stiamo arrivando-gli disse cercando di calmarlo.

Harry annuì,poco convinto.

-Sì andrà tutto bene...-

Ma chi voleva prendere in giro?

I suoi figli stavano nascendo e lui era nel panico piu' totale!!!

 

 

Salve a tutti!!!!

Come avrete notato,ci stiamo avvicinando sempre di piu' alle battute finali di questa fiction ed ora posso dire senza sbagliarmi che alla fine ci separano tre capitoli.

Spero di non ricevere macumbe o riti voodo dopo questa notizia(in fondo un pò eravate preparati),e che i prox capitoli siano di vostro gradimento.

Ringrazio tutti coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di battitura o di ortografia.

X Ginny Lily Potter:Io rispondo sempre alle vostre recensioni,belle o brutte che siano.

Ho impiegato un pò di piu' a rispondere alla tua xkè ho voluto rileggermi tutta la fitcion,dal primo all'ultimo capitolo,x vedere se come dicevi tu era noiosa.

Ammetto che in alcuni punti può essere tr zuccherosa,ma nn l'ho trovata noiosa.So che può sembrarti un commento di parte,ma ti assicuro che non ho mai "usato le scene bollenti fra i protagonisti x risollevare la monotonia del capitolo".

Inoltre ho quasi ucciso la protagonista principale della fiction ed ho dato un figlio illegittimo ad uno dei protagonisti,quindi mi chiedo cosa intendi tu per "vero colpo di scena".

Ma ti ringrazio lo stesso per le osservazioni.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Ok,allora mi impegno fin d'ora per farti piangere con il discorso di Ron...Speriamo che non si allarghi troppo o finiremo x esserne sommersi),Smemo'92(Eccoti accontentata,spero di non averti deluso),Hinataevans(Purtroppo nn capisce qnd è il momento di arrendersi,ma nn credo sia il caso di aprire una petizione contro di lui..sarebbe davvero crudele),PrincessMarauders(Grazie x i complimenti!)JC(No,adesso nn puoi rimangiartelo!E' successo...Ma adesso nn crederai ke è x colpa delle minacce che ho scelto Rupert invece di Dean x Seamus?),Maryrobin(Grazie!Spero sia una cosa positiva...),Lily_94(Sono assolutamente d'accordo con te!Al massimo l'avrebbe tradito cn un'uomo,ma fare quello che ha fatto Dean è assolutamente inconcepibile per Seamus),Germana(Grazie x i complimenti!Come si dice "la speranza è l'ultima a morire",no?), Isina4everyoung(Almeno così dovrebbe essere...Ma nel caso di George e Luna ne ho la certezza.Grazie x i complimenti!),Little Bell(Chissà ora come sarai triste visto che ho rivelato quanto manca alla fine della fiction...Come se la moglie,x Dean,contasse veramente qualcosa!), Potterina1993(Ho già deciso il sesso del piccolo Weasley,ma voi conoscete la mia infinita cattiveria...),WingsHP(Un piccolo accenno era dovuto,no?Quando dici loro intendi i figli?),Honey Evans(DOH!Ok,mi hai beccata,ma ho pensato di fare un piccolo omaggio ad un'altro libro che adoro),Dado(Adesso esageri...Anke io sono nata in novembre!Sn felice di suscitarti ancora tante emozioni forti...P.S.Continui ancora a tradurre la fiction in inglese x tua cugina?),Erikappa(Sn d'accordo sul fatto ke Rupert nn se lo merita,ma tu sottovaluti il fattore nostalgia...Certe volte ti manda in pappa il cervello!Grazie x i complimenti!),Hermione'06(Devo ammettere che io al posto di Rupert nn mi sarei mostrata cs calma,ma qllo ke conta davvero è sapere quello che potresti perdere e cercare di proteggerlo cn le unghie e cn i denti).

Prima di salutarvi voglio fare un gioco con voi.

So che tutti avete le vostre idee sul sesso ed i nomi dei gemelli,quindi voglio sapere quali sono.

EXPRESS YOURSELF!!

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox chap

"Let me introduce you..."

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 41
*** Let me introduce you... ***


let me introduce you

Possibile che dovesse occuparsi di tutto lei anche in quella situazione?

La notizia aveva evidentemente messo in crisi Harry,che ora non era capace di fare altro se non girare per la cucina come un povero ebete,quasi incapace anche di pensare.

Si morse il labbro inferiore al sopraggiungere di una nuova contrazione e si preparò a dar battaglia al compagno.

-Harry...-lo chiamò per attirare la sua attenzione.

-Dimmi amore!-disse subito Harry correndo da lei.

-Non possiamo restare qui:dobbiamo andare in ospedale e credo che dobbiamo andarci anche il prima possibile,quindi ci sono un paio di cose che devi fare per me-gli disse cercando di usare un tono poco autoritario.

Harry annuì all'istante,prendendole una mano.

-Tutto quello che vuoi-le disse.

Ginny si fermò per prendere di nuovo fiato,dopo l'arrivo di una nuova contrazione e buttò fuori un profondo respiro.

-Devi chiamare il numero personale del dottor Robert e dirgli che sono iniziate le contrazioni e che stiamo andando in ospedale,ma soprattutto devi ricordarti quello che ti dirà-gli disse fissandolo negli occhi.

"Ricordarsi cosa mi dirà il dottor Robert!",si ripetè mentalmente Harry.

-Devi prendere una borsa ed infilarci dentro i vestiti per me e per i gemelli che sono pronti sulla sedia a dondolo in camera...Mi raccomando non dimenticarti lo spazzolino e la vestaglia-gli ricordò.

Harry annuì ancora una volta.

-Poi chiama Miss Queen e chiedile se può venire qui il prima possibile per occuparsi di Teddy,non può venire con noi in ospedale...-gli disse ancora.

Per l'ennesima volta,il moro annuì.

-E' tutto,va e...sbrigati-disse bloccandosi a metà per un'altra contrazione,stringendo forte la mano che l'uomo aveva stretta nella sua.

In un fulmine,Harry si staccò da lei e corse verso l'ingresso e su per le scale,facendo risuonare la casa per il suo passo pesante.

Ginny,fece un paio di brevi respiri e allungò il braccio sul marmo dell'isola per afferrare il suo cellulare;le bastò aprire la lista delle chiamate piu' frequenti per trovare il numero che cercava.

Sentì il segnale di linea libera e dopo tre squilli,risposero.

-Pronto?-

-Ho assolutamente bisogno del tuo aiuto!-disse la rossa,intervallando le parole fra un respiro e l'altro.

Dall'altra parte ci fu silenzio per qualche istante,abbastanza da permetterle di sentire i passi veloci di Harry,seguiti da quelli di Teddy,che sicuramente voleva rendersi utile in un momento così importante.

-Ginny?-chiese la voce incerta di Luna.

-Infatti...Ho bisogno che tu venga qui ad aiutarmi!-le disse.

-Che succede?-domandò ancora l'altra con voce calma.

-Stanno per nascere...E io non sono pronta!Non posso partorire oggi!!!-disse alzando leggermente la voce.

Dall'altra parte ci fu un'altra volta silenzio,poi la sentì sorridere.

-Tesoro va tutto bene...Devi solo stare tranquilla-le disse Luna con voce rilassante.

-Non posso stare tranquilla!Harry è nel panico e neanche io so cosa fare...Ho paura!-disse ancora la rossa sempre piu' spaventata.

Un'altra contrazione la costrinse a tacere:questa era stata decisamente piu' forte delle altre...

-GINNY,STA TRANQUILLA,ANDRà TUTTO BENE...-sentì dal piano superiore.

Prima ancora che per la casa si fosse spento l'eco delle parole di Harry,sentì un forte crack e alzando davanti a sè,Ginny vide Luna e George con il braccio il piccolo Fred.

Un sorriso apparve sul suo viso,sentendosi meno spaventata:almeno c'era qualcuno che aveva già affrontato tutto quello prima di lei.

-Ok,ora ci sono io...Dov'è Harry?-domandò Luna avvicinandosi a Ginny e prendendole una mano come poco prima aveva fatto Harry.

-E' di sopra,sta mettendo le cose in valigia...Quando gli ho detto che era arrivato il momento è stato sul punto di svenire-disse ai due.

George sorrise e Luna scosse la testa.

-Questi uomini...Sono tutti dei pappamolle!-

-Ehi!Io sono qui!-le fece notare il marito.

-Eh allora?Se fosse per te Fred sarebbe nato in camera da letto e credo che lo stesso valga per Harry-gli disse la bionda senza nessuna paura dell'uomo.

Sentirono i passi pesanti di Harry scendere giù per le scale e correre verso la cucina,poggiando una borsa di pelle nera sull'isola.

-Tutto pronto,amore;il dottor Roberts ci aspetta in ospedale...Meno male che ci siete anche voi.

Abbiamo bisogno di qualcuno che resti qui con Teddy fino all'arrivo di Miss Queen-disse rivolto a George e Luna,senza nessuna sorpresa nella voce,come se si aspettasse di trovarli nella sua cucina.

-Resterà George-disse subito Luna pratica.

L'uomo guardò la moglie,interdetto e la bionda gli sorrise.

-Amore non posso lasciare tua sorella nelle mani di Harry...Finirebbe per farla partorire chissà dove in questo stato-fece la donna cercando di convincerla.

-Ha ragione George!Totalmente ragione-concordò Harry,incurante di passare da idiota.

Il rosso sospirò e guardò l'uomo,ancora piu' stralunato del solito.

-Quando arriverà Miss Queen?-gli chiese.

-Dovrebbe essere qui in meno di mezz'ora-rispose prontamente Harry.

George annuì,gettando le armi.

-Va bene,vorrà dire che io vi raggiungo appena possibile-

Luna,iniziò a far alzare Ginny,facendole appoggiare quasi tutto il peso del corpo sulle sue braccia,subito aiutata da Harry.

-Harry tu prendi la sacca,a lei penso io-disse la bionda.

Ginny alzò leggermente la testa per incontrare il volto dell'amica e le sorrise riconoscente.

-Spero che questo trattamento verrà ricambiato...-le disse Luna.

-Non dubitarne-sussurrò la donna.

Luna alzò lo sguardo verso il marito e gli sorrise per un'istante.

-Mi raccomando non fare tardi...-gli disse premurosa.

George sorrise e scosse la testa.

-Verrò appena possibile...Nel frattempo chiamerò Ron e i miei genitori,Harry non mi sembra in condizione-la rassicurò.

Harry annuì...Non ne era proprio in grado.

A pochi minuti uno dall'altro,i piani per Halloween di Ron ed Hermione,di Bill e Fleur,dei signori Weasley e di Seamus e Rupert vennero stravolti grazie ad una semplice telefonata.

Incuranti dei loro vestiti,che li avrebbero fatti apparire un pò strani in una corsia d'ospedale, si mobilitarono per arrivare il prima possibile all'ospedale.

Era un grande evento e nessuno di loro voleva perderselo...

Arrivati al San Mungo Ginny,ovviamente seguita da Luna, fu fatta sedere su una sedia volante che la guidò in una stanza del reparto dove il dottor Robert l'avrebbe monitorata e visitata.

Ad Harry invece fu chiesto di farsi da parte e di riempire le scartoffie burocratiche necessarie per il ricovero.

Una delle infermiere che aveva accompagnato Ginny nella stanza tornò da lui per chiedergli la valigia con i vestitini dei gemelli e per avvisarlo che la nascita del primo bambino era questione di un paio d'ore.

-Vuole assistere al parto?-gli domandò con un sorriso a trentadue denti sul volto.

Quella domanda lo mandò ancora piu' in confusione:cosa doveva fare?

Cosa voleva Ginny da lui?

Si aspettava che le stesse accanto in un momento importante come quello oppure la sua presenza sarebbe stata solo un'ingombro?

Sicuramente sarebbe svenuto...meglio evitare una situazione simile.

-No,grazie,non me la sento...-rispose con un filo di voce.

L'infermiera sorrise comprensiva e annuì.

-Venga l'accompagno da sua moglie-gli disse.

Il moro non si preoccupò di correggerla,e la seguì lungo un corridoio rosa pesca fino ad una porta bianca.

L'infermiera aprì la porta e si fece da parte per farlo entrare,ma Harry restò qualche istante immobile sulla soglia,come se avesse paura di finire in un'altro mondo soltanto facendo pochi passi.

Quando si decise ad entrare la prima cosa che vide fu l'espressione più calma sul volto di Ginny:era semi-sdraiata al centro del letto,la schiena sorretta dai cuscini e al posto dei suoi vestiti le avevano infilato un camice bianco tipico degli ospedali;Luna era ancora con lei e stava sistemando gli abiti nell'armadio poco distante dal letto.

Quando lo vide entrare,Ginny gli sorrise e gli tese una mano per farlo avvicinare al lato del letto.

-Come ti senti?-le domandò Harry prendendole la mano e fermandosi accanto a lei,all'altezza del suo petto.

Ginny sorrise di nuovo.

-Sto divinamente...L'infermiera mi ha dato qualcosa per calmare i dolori...Speriamo che duri a lungo-gli disse calma.

Harry annuì.

La donna gli accarezzò il dorso della mano e per qualche istante restarono in silenzio.

-Scusami se sono stata così prepotente prima...Sono andata completamente nel pallone..-disse la rossa alzando lo sguardo sull'uomo.

-Amore ma che dici?Non devi scusarti di niente...Sono io quello che avrebbe dovuto aiutarti e invece non ha saputo fare altro che restare lì a fissarti come un'idiota-si accusò Harry stringendole la mano.

-Questo è vero!-commentò Luna,continuando a tenersi occupata.

Ginny le rivolse una occhiataccia e la bionda alzò le spalle.

-E' solo che ho tanta paura di non farcela...Di non essere capace-gli confessò candidamente Ginny fissando Harry in volto.

L'uomo sorrise e si portò la mano della donna alle labbra sfiorandone il dorso dolcemente.

-Sarai bravissima;tutto l'ospedale non farà che parlare di quando Ginny Potter ha partorito e tutte le donne vorranno essere come te-le disse lui cercando di risollevarle il morale.

Ginny sorrise leggermente commossa e con la mano libera gli accarezzò una guancia.

Prima che potesse dirgli qualcosa,sentirono bussare alla porta e pochi istanti dopo apparve sulla soglia il dottor Robert,bello ed affascinante come al solito,nonostante avesse una aureola in testa per Halloween.

-Buonsera Ginny.Harry-li salutò con un sorriso scintillante.

Harry e Ginny gli sorrisero in risposta e l'uomo si mise a sedere accanto alla compagna senza sciogliere la mano dalla sua.

-Finalmente ci siamo,giusto?-disse il dottore avvicinandosi al letto.

-A quanto pare...-commentò Ginny con uno strana inflessione nella voce.

Il medico si guardò intorno e solo in quel momento si accorse della presenza di Luna.

-Signorina Lovegood,che piacere rivederla-le disse facendole un sorriso.

Luna restò qualche istante a fissarlo affascinata prima di sorridergli a sua volta.

-Salve dottor Robert,è tanto che non ci si vede-

-Come sta il piccolo Fred?-le domandò cortese l'uomo.

-Cresce a vista d'occhio,prima che me ne rendi conto sarà capace di prendermi in braccio-scherzò Luna,senza riuscire a staccare lo sguardo dal medico.

Era una donna sposata,amava suo marito ed era sicura che sulla Terra c'erano pochi uomini sexy come George,ma l'uomo davanti a lei era una tentazione vivente.

-Dottor Robert?-lo chiamò Ginny per attirare la sua attenzione.

L'uomo si voltò verso di lei e la fissò in attesa.

-E' possibile interrompere le doglie,o fare qualcosa per evitare che i bambini nascano oggi?-domandò la rossa sentendo subito su di sè lo sguardo sorpreso di Harry e di Luna,entrambi sorpresi per la sua domanda.

Il medico la guardò per qualche istante interdetto e cercò di atteggiare il volto ad un sorriso,senza però sapere quanto ne fosse stato capace.

-Fermare il travaglio?-le domandò per essere sicuro di aver capito bene.

Ginny annuì.

-Amore ma che dici?-le chiese Harry confuso.

-Soltanto un paio d'ore,almeno fino alla mezzanotte-disse la donna rivolta verso il medico.

Il dottor Robert la fissò per qualche istante,quasi chiedendosi se fosse nel pieno delle sue facoltà o se avessero esagerato con gli antidolorifici,poi fece un piccolo cenno con la testa.

-Le dico cosa facciamo;ora facciamo un'ecografia veloce per vedere com'è la situazione e controllo a che punto di dilatazione è arrivata,così posso prendere una decisione.

Va bene?-le disse fissando la donna.

Ginny annuì,nonostante quel patto non fosse di suo gradimento.

Il dottor Robert sorrise prima di tornare ad avvicinarsi a Ginny:con un'incantesimo d'appello richiamò il monitor per l'ecografia e lo fermò accanto al letto,poi lo accese e spruzzò un pò di gel sul ventre di Ginny.

I due genitori fissarono il monitor in attesa e in perfetto silenzio,mentre il medico scrutava con lo sguardo le immagini verdi che vi apparivano.

-Uno dei gemelli è ancora nell'utero...Sarà un parto in due fasi-disse il medico senza staccare lo sguardo dal monitor.

Harry aggrottò le sopracciglia e scosse la testa per tranquillizzare Ginny che era sembrata allarmata alla notizia.

Il dottor Robert spense il monitor e fece un'incantesimo pulente sul ventre di Ginny per togliere tutto il gel,poi prese la cartella che era attaccata ai piedi del letto e la lesse per qualche istante.

-Per il momento la dilatazione è a sei centimetri,ma vista la velocità delle contrazioni credo che faremo nascere il primo bambino in un paio d'ore,anche meno se tutto va bene-disse alzando lo sguardo verso i due genitori.

-Quindi credo di non poter accontentare la sua richiesta-disse poi verso Ginny.

La donna sospirò dispiaciuta e si appoggiò all'indietro sulla pila di cuscini che occupavano il letto.

-E l'altro bambino?-domandò Harry attento.

Era tornato quello di sempre:attento,concentrato e in tensione.

Non poteva mostrarsi preoccupato o svagato,altrimenti avrebbe alimentato la paura che Ginny sicuramente sentiva in un momento come quello.

Doveva essere forte per entrambi.

-Se la sta prendendo comoda,ha fatto andare avanti il fratello e credo che ci vorranno ore prima che nasca-disse loro il dottor Robert.

Ginny strinse la mano di Harry preoccupata e l'uomo gliel'accarezzò dolcemente.

-E' normale nei parti gemellari che si sia un'intervallo fra una nascita e l'altra:alle volte può essere di qualche minuto o alle volte di ore.

Può capitare che un bambino nasca un giorno e l'altro la mattina del giorno dopo...State tranquilli è assolutamente normale-li rassicurò l'uomo vedendo l'espressione sul volto di Ginny.

La futura mamma forzò i muscoli in un sorriso e annuì,decisa a credere alle parole del medico.

-Assisterà al parto,Harry?-domandò il dottor Robert voltandosi a guardarlo.

Per qualche istante,il moro non seppe come rispondere,cosa dire:all'infermiera che glielo aveva chiesto poco prima aveva detto di no,quindi perchè non ripeterlo?

-Sì,ci sarà anche lui-rispose Ginny al posto suo.

Harry si voltò subito a guardarla,un'espressione allibita in volto.

-Ho bisogno di te...-gli disse semplicemente la compagna.

Cos'altro gli serviva per lasciarsi convincere?

I primi ad arrivare in ospedale furono Ron ed Hermione,tutti concentrati nel loro ruolo di futuri padrini.

Chiesero indicazioni alla reception e si avviarono nel corridoio color pesca,restando poi fuori dalla porta bianca in attesa,avendo visto in lontananza il medico entrare nella camera.

Non avevano potuto cambiarsi,tanta la fretta di correre in ospedale,e ora non facevano che attirarsi gli sguardi di tutti quelli che passavano per il corridoio:in fondo non era cosa di tutti i giorni vedere un'angelo con tanto di ali ed un pirata con una bandana rossa sui capelli e una benda nera sull'occhio destro.

Pochi istanti dopo la porta si aprì ed uscì Luna che restò qualche istante interdetta nel vederli, forse per il loro abbigliamento.

-E' così che vi divertite a casa Weasley?-domandò loro prendendoli in giro.

-Facciamo anche di peggio...-scherzò Ron,togliendosi la benda dall'occhio.

Hermione si avvicinò alla donna,noncurante dello scambio di battute fra i due e la prese sottobraccio.

-Come sta Ginny?-le domandò subito.

-Meglio ora che è drogata fino alla punta dei capelli.

Il dottore ha appena finito di visitarla,sta dando le ultime direttive a lei ed Harry-disse indicando con un dito la porta dietro di lei.

-Il favoloso dottor Robert...-commentò acido Ron.

Anche Hermione aveva voluto lui come dottore durante la gravidanza,spinta dai commenti di Ginny e Luna e quando lo aveva visto la prima volta le si era mozzato il fiato,provocando la reazione istantanea di Ron che era diventato rosso neanche fosse sul punto di andare a fuoco.

Non aveva mai fatto mistero di essere geloso dell'uomo,ma con la professionalità che lo contraddistingueva il dottor Robert non aveva avuto nessun'attenzione per lei piu' del necessario.

Era una paziente come le altre e quando Ron lo aveva capito si era tranquillizzato,senza però smettere di essere geloso.

-Avete annullato tutti gli appuntamenti,vero?-chiese Luna prendendoli alla sprovvista.

Ron la guardò senza capire.

-Non capisco che vuoi dire...-disse Hermione al posto suo.

-Ci vorrà parecchio prima che nascano;cioè uno nascerà nel giro di un paio d'ore,ma sembra che l'altro si stia facendo tirare la calzetta-spiegò loro la bionda.

-Sicuramente non ci metteranno piu' di Fred Jr.-commentò Ron facendo apparire una sedia dal nulla e crollandovi sopra a peso morto.

Luna leggermente piccata per quel commento,puntò la bacchetta verso di lui e lo fece cadere a terra,facendogli sparire la sedia da sotto.

-Ehi!Avrei potuto farmi male davvero-le disse Ron incredulo.

-Niente avrebbe potuto rovinare il tuo sederone...-commentò una voce poco lontana.

Ron voltò il capo verso la voce e vide George poco distante da lui che lo guardava senza nascondere il sorriso divertito.

-Dovevo saperlo che avresti preso le sue difese...-commentò Ron in tono leggermente infantile, rialzandosi.

George si avvicinò alla moglie e alzò le spalle.

-Che vuoi farci...Lei ha qualcosa in piu' che tu non hai-disse mentre la bionda gli sorrideva divertita.

Traduzione:io vado a letto con lei e non con te.

Ron sorrise sarcastico e scosse la testa.

-Tutto bene con Teddy e Fred?-domandò Luna guardando il volto del marito.

George annuì.

-Miss Queen ha insistito perchè le lasciassi anche Fred,dicendo che per lei non è un problema e che avrebbe aiutato Teddy a sentirsi meno nervoso-le spiegò.

Luna annuì.

-Qui come vanno le cose?-le domandò allungando un braccio e stringendolo attorno alla vita della donna.

Luna gli fece un breve riassunto di quello che era successo mentre lui non c'era e quando ebbe finito l'uomo sospirò.

-Quindi dobbiamo prepararci a passare una lunga giornata qui dentro...-

Hermione e Luna annuirono.

-Ron hai ancora quel mazzo di carte?-

-Come credi che reagiranno?-

Harry sorrise e fissò per qualche istante il volto della donna.

Era una sua impressione o era ancora piu' bello in quella situazione?

Aveva una luce negli occhi,un misto di paura e di gioia,la pelle sembrava piu' morbida e anche la voce,che fino a poco prima era stata titubante per il timore di non farcela,era sicura e decisa.

-Non lo so...sono curioso anche io di vedere le loro reazioni.

Sicuramente ci saranno molte lacrime-le disse fissando di nuovo gli occhi della donna.

Questa volta fu lei a sorridere e annuì lentamente.

-Specialmente la mamma...Finirà per affogare i gemelli con le sue lacrime.

Dobbiamo stare attenti-scherzò la donna.

-Credo che anche Hermione non sarà da meno,è tutta contenta perchè è merito suo se siamo tornati insieme.

Una volta mi ha detto che se non diamo il suo nome ad una delle nostre figlie saremmo veramente degli ingrati-le raccontò.

Ginny annuì.

-Sì è tipico di Hermione.

Credi che se la prenderanno per i nomi?-domandò ancora Ginny,tornando seria.

Harry restò qualche istante in silenzio e poi sospirò.

-Io credo che un pò se lo aspettano,sanno che era inevitabile conoscendomi...-

Per qualche istante nella stanza scese di nuovo il silenzio.

-Vorresti sceglierne un'altro?-gli chiese la donna fissandolo attenta.

Harry scosse subito la testa,incontrando i suoi occhi.

-No,no,assolutamente.

Ormai è mesi che non faccio che pensare ai gemelli con i loro nomi,che me li immagino per le caratteristiche che quel nome porta con sè.

Cambiarlo adesso sarebbe come...come snaturarli.

Finirei per confondermi e chiamarli con il nome che abbiamo scelto fin dall'inizio-le disse sicuro di sè.

Ginny sorrise.

Ancora una volta era riuscito a dar voce ai propri pensieri includendo anche i suoi:sarebbe mai cessata un giorno quella connessione così speciale?

-A meno che tu non voglia cambiarli...-disse lentamente Harry.

Non aveva considerato quella possibilità:non voleva imporle qualcosa contro la sua volontà.

Ginny si affrettò a scuotere la testa e a rassicurarlo.

-Sono i primi nomi su cui si siamo trovati d'accordo,gli unici che ci sono venuti in mente fin da subito.

E poi sono troppo importanti.

Non possiamo sostituirli con altri-disse con voce calma.

Harry annuì convinto e per qualche secondo tornarono di nuovo in silenzio,soltanto fissandosi l'un l'altra finchè Harry non si decise a parlare.

-Che c'è?-le domandò senza staccare lo sguardo dal volto della donna.

La conosceva,poteva prevedere ogni sua azione,ogni suo gesto soltanto da un minuscolo movimento del volto e ora sapeva che non era tranquilla,nonostante quello che gli aveva appena detto.

Ginny accennò un piccolo sorriso e abbassò lo sguardo,come nascondendosi alla sua vista.

-Cosa passa in quella tua testolina sovraeccitata?-le domandò ancora Harry per invogliarla a parlare.

Il sorriso sulle labbra di Ginny divenne piu' vivido e lei scosse di nuovo la testa,prima di sospirare.

-Hai di nuovo paura?-le domandò leggermente preoccupato.

Ginny scosse la testa e sospirò a bassa voce.

-Amore ti assicuro che andrà tutto bene,e che farò il possibile per rendere questo giorno il piu' importante della nostra vita...-le disse cercando di rassicurarla.

-E' proprio quello che non voglio-si decise a parlare la donna.

Harry la guardò ancora piu' sorpreso:che accidenti stava passando per la testa di Ginny?

Per un'istante,un brivido di paura gli irrigidì la schiena,ammutolendolo.

-Che vuoi dire?-le domandò quando finalmente riuscì a parlare di nuovo.

Ginny fece un'altro piccolo sospiro e alzò lo sguardo per incontrare gli occhi increduli di Harry.

-Stavo solo pensando che avrei preferito che nascessero in un giorno diverso...-disse senza guardarlo.

Harry la fissò in istante,in attesa.

-Mi sarebbero bastate anche poche ore,il tempo di arrivare alla mezzanotte,poi sarei stata capace di farli nascere anche uno dietro l'altro,senza lamentarmi...-disse riabbassando lo sguardo.

Si ritrovò a corrugare la fronte,senza capire.

-Ma perchè?-

Poi,lentamente,nella sua mente le tessere del puzzle iniziarono a mettersi al loro posto:si ricordò il desiderio analogo di qualche ora prima di Ginny di bloccare le doglie,la sua espressione spaventata quando,ancora a casa, aveva capito che i gemelli sarebbero nati quel giorno e la sua riluttanza attuale.

E capì.

-Perchè oggi è il 31 Ottobre-disse lentamente,ancora perso dietro ai suoi ragionamenti.

Ginny annuì.

Era il giorno della morte dei suoi genitori...Ma questo cosa c'entrava adesso con il rifiuto di Ginny di far nascere i loro figli in quello stesso giorno?

-Amore non capisco...Cosa c'entrano i miei genitori con i gemelli?-le domandò con voce seria.

Ginny sorrise leggermente e restò in silenzio qualche istante,riorganizzando le idee e cercando le parole giuste.

-Questo giorno è sempre stato importante per te;lo so anche se non me lo hai mai detto,se hai sempre fatto finta di niente per non farlo pesare a Ron,a Hermione o a me...

E' stato sempre un giorno che apparteneva soltanto a te e ai tuoi genitori,in cui ti rinchiudevi in questa bolla invisibile per stare piu' vicino a loro...-gli disse spiegando con calma il suo pensiero.

Il viso di Harry divenne serio,ancora piu' di prima,stringendo la mascella e allontanando lo sguarda dalla donna.

-Per questo non volevo che i gemelli nascessero oggi,per non rubar loro importanza-

-E come potresti?-le chiese rialzando gli occhi sulla compagna.

Ginny sospirò frustrata per l'incapacità di spiegargli i suoi sentimenti.

-Volevo che questo giorno restasse soltanto vostro,invece con la nascita dei gemelli è come se quell'evento importante della tua vita venisse messo in secondo piano dai nostri figli...

Ho paura di non essermi spiegata bene...-disse subito dopo preoccupata.

-Invece credo di aver capito:tu hai il timore che la nascita dei bambini lo stesso giorno della morte dei miei genitori me li faccia sentire meno vicini,mi allontani da loro.

E' così?-le domandò per conferma.

Ginny annuì leggermente,senza staccargli lo sguardo di dosso.

Harry restò in silenzio qualche istante,come incapace di riordinare il caos che aveva nella mente.

Quante persone avrebbero avuto la stessa delicatezza di Ginny,la sua stessa sensibilità?

Poche donne avrebbero avuto una preoccupazione simile in un momento importante come quello,la maggior parte non si sarebbe neanche posta il problema...

Anche in un momento importante come quello,aveva messo al primo posto i suoi bisogni e gli aveva ricordato la propria presenza accanto a lui,nel caso avesse avuto bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi.

Harry la fissò qualche istante,prima di parlare di nuovo e quando i loro sguardi si incontrarono le sorrise.

-La morte dei miei genitori è un ricordo confuso,visto attraverso la mente di chi ha vissuto quel momento o attraverso quella di Voldemort...

Ho sempre cercato di sapere il più possibile su di loro,per sentirli meno distanti,ed è anche vero che in quell'unico giorno dell'anno la loro mancanza si fa sentire piu' forte del solito-ammise senza allontanare lo sguardo da quello della donna.

Ginny,sospirò e fece per distogliere lo sguardo,ma Harry glielo impedì prendendole il viso fra le mani.

-Questo però non significa che i nostri figli non possano nascere in questo giorno.

Anzi,forse la loro nascita aiuterebbe a cancellare un pò del dolore che questa data si porta con sè...

E' un pò come è successo con Grimmuald Place-cercò di spiegarle.

Ginny aggrottò le sopracciglia e lo fissò attenta.

-Avevo giurato che non ci avrei piu' rimesso piede visto il carico di cattivi ricordi che si portava dietro...Poi invece sei arrivata tu e lo hai reso il posto più speciale del mondo,e senza nessuna magia particolare-le disse accennando un sorriso divertito.

Anche lei seguì il suo esempio,mordendosi il labbro inferiore.

Harry sorrise e alzò le spalle.

-Chi lo sà,magari ti riesce un'altra volta...-commentò.

Dopodichè avvicinò la fronte a quella della donna e le posò un piccolo bacio sulla punta del naso.

Ginny chiuse gli occhi e sentendo allontanarsi le mani dell'uomo dal suo volto,scivolò lentamente con la testa sulla spalla di Harry,posandovi la fronte.

Restarono in quella posizione a lungo,senza dire altro,finchè non sentirono bussare di nuovo sulla porta.

Ginny voltò leggermente il volto sulla spalla di Harry verso la porta,imitata dall'uomo e quando questa si aprì apparve il dottor Robert.

-Siete pronti?-domandò a entrambi con un sorriso affabile.

Sì,adesso erano veramente pronti.

-Sirius-

-Troppo scontato-

-Allora Remus;è abbastanza insolito per i tuoi gusti?-

Hermione sospirò e poggiò la testa contro la parete,esasperata dalla lunga attesa.

Ginny era stata portata in sala parto da piu'di sei ore ormai,e loro non avevano ancora avuto nessuna notizia.

Avevano fatto di tutto per ingannare il tempo:George e Ron avevano trasfigurato un vecchio giornale in un mazzo di carte,iniziando poi a giocare a Texas Hold'em,a cui si erano uniti anche Seamus e Rupert.

I signori Wealsey,non riuscivano a stare calmi,specialmente la futura nonna non riusciva a capacitarsi del fatto che la sua unica figlia femmina non l'avesse voluta con sè nella sala parto, preferendole invece il fidanzato.

Nell'ultima mezz'ora i cognati ed amici avevano iniziato a sparare nomi,che secondo loro, sarebbero stati scelti da Ginny ed Harry per i gemelli.

-Non credo che lo faranno...E poi chi ti dice che sono entrambi maschi?Potrebbero essere un maschio ed una femmina,oppure due femmine addirittura!-fece notare Luna.

-Se c'è una femmina,sicuramente si chiamerà Lilian,posso metterci la mano sul fuoco-disse Hermione sicura.

-Allora lo stesso vale se nasce un maschio:James-ribattè prontamente Ron guardando la moglie.

Gli altri annuirono e restarono in silenzio qualche istante riflettendo su altri nomi possibili.

-E se decidessero di chiamarne uno come Silente?-domandò Seamus.

-Quale dei tanti nomi?-chiese George ironico.

Tutti ricordavano la sfilza di nomi che il vecchio Preside si portava dietro.

-Il primo ovviamente,Albus...In fondo Harry gli era molto affezionato.

Vi ricordate come abbiamo chiamato l'Esercito al Quinto anno?-fece notare agli altri.

-Veramente quella è stata un'idea di Hermione...-commentò Ron con un leggero sorriso.

La mora scosse la testa facendo agitare i riccioli morbidi,per far tacere il marito.

-Ormai è acqua passata,Ron!Comunque credo che Seamus possa aver ragione...Io però sono ancora convinta che Sirius sia il nome piu' papabile-ripetè sicura.

Tutti gli altri scossero la testa.

-Io credo che neanche Molly possa essere scartato del tutto-disse Luna pensierosa.

George lanciò un'occhiata a sua madre,poco distante e alzò le spalle.

-Se così fosse nessuno riuscirebbe piu' a fermare la diga.

Il gruppo rise e prima che qualcun'altro potesse azzardare qualche ipotesi,un'infermiera uscì da una porta a vetri smerigliati e si diresse verso di loro.

All'istante tutti si alzarono e la fissarono attenti.

-Siete qui per i gemelli Potter,vero?-domandò anche se lo sapeva benissimo.

Era il gruppo piu' nutrito che aveva mai visto,ed era anche quello che aveva resistito di piu':non si erano mai allontanati dalla camera della partoriente,anche quando lei era andata in sala parto.

-Sì,siamo noi...Come vanno le cose?-domandò il signor Weasley a nome di tutti gli altri.

L'infermiera sorrise rassicurante.

-Va tutto bene...Mamma e bambini stanno bene.

Fra poco la porteremo di nuovo in camera,così potrete vederli-disse con voce professionale e calda.

La notizia fu accolta da un piccolo boato;ci furono attimi di confusione mentre ogni membro della famiglia cercava di abbracciare gli altri e si complimentavano a vicenda,neanche fossero stato merito loro la nascita dei gemelli.

-Stanno bene,vero?-domandò di nuovo la signora Weasley preoccupata e già sull'orlo delle lacrime.

L'infermiera annuì.

-Stanno d'incanto...Fra qualche minuto lo potrete constatare di persona-la rassicurò la donna.

-Di che sesso sono?-domandò George curioso.

Il sorriso sul viso della donna l'insospettì.

-Il signor Potter mi ha chiesto di non dirvelo per non rovinarvi la sorpresa...-disse infatti.

Quanto ancora avrebbero dovuto aspettare prima di sciogliere quel mistero?

-Io quell'uomo lo ammazzo!-commentò George.

-A proposito,chi di voi è Ron Weasley?-chiese l'infermiera con il solito tono professionale.

Ron aggrottò le sopracciglia e,sentendosi di nuovo ai tempi della scuola,alzò una mano.

-Sono io,perchè?-domandò cauto.

-Dovrebbe venire con me-fece la donna improvvisamente misteriosa.

Poi,senza aggiungere altro,si voltò e si avviò verso la porta da cui era uscita.

Ancora incredulo Ron,dopo aver rivolto un'alzata di spalle ad Hermione,la seguì.

Adrenalina.

Elettricità che scorreva nelle vene.

Si sentiva capace di sollevare le montagne,di correre una maratona intera,di leggere uno di quei tomi enormi a cui soltanto Hermione era capace di avvicinarsi in un giorno solo.

Era il giorno piu' bello della sua vita...Anzi i due giorni piu' belli della sua vita.

La mezzanotte era passata da poco.

Ginny era riuscita nel suo intento.

Continuava a camminare avanti e indietro in quel piccolo corridoio senza riuscire a fermarsi,il maglione dimenticato chissà dove,le maniche arrotolate fino ai gomiti e la cravatta sciolta e penzolante lungo i lati.

Non si guardava allo specchio da ore,ma era sicuro che i capelli erano ancora piu' sconvolti e senza senso del solito e se si strofinava le guance riusciva a sentire già sotto le dita un leggero pizzicore dovuto alla ricrescita della barba.

Aveva creduto di non farcela,di svenire e di essere inutile;poi in sala parto,con la mano stretta in quella di Ginny si era sentito importante,parte di qualcosa di irripetibile e aveva capito che non poteva perdersi quell'evento.

Aveva respirato con lei,le aveva sostenuto le spalle cercando di aiutarla,le aveva stretto la mano anche quando lei sembrava intenzionata a stritolargliela...

E quando il primo grido era risuonato per la stanza,aveva sentito il cuore fermarsi per qualche istante,fino a che non aveva visto suo figlio.

Il suo primogenito.

Il dottor Robert lo teneva a testa in giù,una mano che stringeva entrambe le gambe e il piccolo sembrava trovare scomoda quella posizione perchè urlava con tutto il fiato che aveva nei polmoni.

-Ehi che grinta!-aveva commentato il dottor Robert allegro.

Harry aveva lasciato uscire una risata,incapace di staccare lo sguardo da suo figlio e quando gli avevano messo in mano un paio di forbici aveva dovuto fermarsi un secondo prima di capire.

-Deve tagliare il cordone ombelicale,papà-gli aveva detto il medico.

Con attenzione e cercando di non far male al piccolo,Harry aveva tagliato il cordone seguendo le istruzioni del medico,poi il piccolo era stato portato via da un'infermiera per essere esaminato e lavato.

E poche ore dopo,aveva provato di nuovo le stesse identiche sensazioni...

Ginny era stata fantastica,doveva dar ragione a Luna:se fosse dipeso dagli uomini il mondo si sarebbe estinto secoli prima.

Lui non avrebbe mai avuto la forza fisica di fare quello che aveva fatto la sua Ginny,non a poche ore di distanza l'uno dall'altro.

L'avevano già riaccompagnata in camera per farla riposare e recuperare le forze.

Fra poco sarebbe andato anche lui;stava solo aspettando...

La porta si aprì e alzando lo sguardo Harry sorrise.

-Ron!-esclamò.

Il rosso si voltò al suono della sua voce e vedendolo sorrise a sua volta.

-Harry!-

L'amico gli andò incontro e l'abbracciò felice.

-Congratulazioni vecchio mio...-si complimentò il rosso.

Harry rise e si sciolse dall'abbraccio,fissando per un'istante l'amico.

-Sembri sconvolto-disse Ron ancora sorridendo.

-Lo sono...Non puoi capire Ron,è l'esperienza piu' sconvolgente che ti possa capitare nella vita- gli disse eccitato.

Ron rise allegro.

-Come sta Ginny?-domandò leggermente preoccupato per la sorella.

Harry annuì convinto,iniziando a camminare seguito poi dall'amico.

-Sta bene,l'hanno portata già nella sua stanza con i bambini-disse aprendo la porta ed uscendo in un corridoio diverso da quello che aveva fatto Ron per arrivare lì.

Per un'istante rimasero in silenzio,camminando fianco a fianco,poi Harry parlò di nuovo,a pochi passi da una porta bianca.

-Ascolta Ron,c'è una cosa che vorremmo dirti prima che arrivino gli altri-disse all'altro fissandolo per qualche istante.

Ron aggrottò le ciglia,perplesso.

-Devo preoccuparmi?-chiese cauto.

Harry rise e scosse subito la testa.

-Assolutamente.

Oggi non può succedere niente di male-commentò sicuro.

Dopodichè bussò gentilmente sul legno bianco della porta e abbassò la maniglia prima di ricevere risposta.

Ron lo seguì nella stanza e vide che erano entrati nella camera di Ginny,senza passare dal corridoio davanti al quale era in attesa la loro famiglia.

Ginny era sul letto,la testa poggiata sui cuscini e gli occhi chiusi,le coperte tirate quasi fin sul mento.

Dal lato destro del letto,c'erano due culle identiche:entrambe erano di vimini con una piccola tendina bianca ai lati,come a voler proteggere i piccoli dai raggi del sole.

Ron guardò Harry e vide che stava sorridendo.

Il moro si avvicinò a Ginny e le posò un bacio dolce sulla fronte.

Pochi attimi e la sorella si mosse nel letto,aprendo gli occhi.

Incontrò lo sguardo di Harry e gli sorrise.

-Scusa,mi ero appisolata...-gli disse con voce bassa.

-Non scusarti...Devi essere esausta-le disse il moro allontantandole una ciocca di capelli dal viso.

Ginny sorrise di nuovo e scosse leggermente la testa.

-No,sto bene...Non sono mai stata meglio,davvero-lo rassicurò.

Poi si accorse della presenza di Ron nella stanza e il suo viso si illuminò.

-Ron!Sei venuto...-gli disse mettendosi lentamente a sedere.

Il rosso si avvicinò al letto e si chinò sulla sorella,abbracciandola e dandole un bacio sui capelli.

-Come sta la mia piccola sorellina?-le domandò incontrando i suoi occhi.

La donna rise leggermente e alzò le spalle.

-Divinamente!Sarei capace di ricominciare tutto da capo anche subito-gli disse senza mai cancellare il sorriso radioso che le illuminava il viso.

Ron rise e annuì.

-Va bene,va bene,ma almeno aspettate che io esca dalla stanza...-scherzò.

-Ron!-

Si voltò sentendo che Harry lo chiamava e lo vide accanto ad una culla,con in braccio uno dei due bambini.

Con la coda dell'occhio,vide che l'altra culla era stata avvicinata al letto di Ginny,ma si limitò a registrare l'informazione.

Restò immobile dove si trovava e lo osservò venire verso di sè:sembrava che il tempo si fosse immobilizzato in quella stanza.

Tutti avevano smesso di respirare mentre Harry faceva quei pochi passi che lo dividevano dall'amico.

Quando fu davanti a lui gli sorrise,improvvisamente timido e abbassò lo sguardo sul bambino che aveva in braccio ed anche Ron si decise a guardare il bambino:il piccolo indossava una tutina gialla,ed in testa aveva un piccolo berretto che gli copriva tutta la testa,impedendogli di vedere il colore dei capelli.

La bocca era piccola e leggermente a cuore,con un piccolo naso che sembrava sparire nel volto; gli occhi erano socchiusi...sovrastati da un'arcata sopraccigliare nera.

Rialzò lo sguardo su Harry e lo vide sorridere.

-Ron,ti presento James Sirius Potter...

Il tuo figlioccio-disse Harry guardando ora lui ora il piccolo che aveva in braccio.

L'uomo fissò per qualche istante Harry,come se non avesse capito il senso delle parole dette pochi istanti prima dall'amico,poi aveva sospirato incredulo.

-Voi...Io davvero...Lui...-disse in maniera sconclusionata.

Harry sorrise e fece un'altro passo verso di lui,protendendosi in avanti.

-Io non so come si tengono i bambini...-disse leggermente nel panico.

-Devi imparare,fra un paio di mesi toccherà anche a te-sentì dire a Ginny dal letto.

Harry sorrise e gli si avvicinò ancora di piu'.

-E' facile:mettigli una mano sotto la testa,e sostienigli la schiena con il braccio-gli disse Harry mostrandogli come fare.

Ron cercò di mettere le mani come gli aveva detto l'altro e l'istante dopo sentì il peso del bambino sulle braccia:Harry si era allontanato.

Fissò il viso del piccolo e si sentì mancare il fiato:era di nuovo responsabile per qualcuno.

-Non è che adesso ti aspetti una cospicua eredità con questa storia del padrino,vero?-domandò cercando di buttarla sullo scherzo.

Harry sorrise e si guardò la punta delle scarpe per qualche secondo.

-Come minimo,ma ci accontentiamo anche di beni immobili-

-Perchè non la smetti di scherzare e vieni qui?C'è qualcun'altro che vuole conoscerti...-s'intromise Ginny.

Harry si avvicinò di nuovo all'amico e prese James fra le braccia,poggiandolo contro una spalla.

Ron si diresse verso il letto,dove sua sorella stava cullando l'altro piccolo fra le braccia.

La tutina di questo gemello era blu e anche lui indossava un capellino a coprirli i capelli,ma al contrario del fratello era sveglio e sembrava fissarlo con attenzione.

Ron si ritrovò a guardare gli stessi occhi nocciola di sua sorella,e non potè nascondere un sorriso notando l'arcata sopraccigliare rossa.

Qualcuno aveva ripreso i capelli dei Weasley!!

Ginny,che aveva capito i suoi pensieri neanche gli avesse letto nella mente,sorrise.

-Ron,ti presento Ronald Micheal Potter-disse fissando il volto di suo fratello.

Aveva capito bene?

Era stata la sua immaginazione o Ginny aveva appena detto Ronald Potter?

Guardò confuso prima sua sorella,poi si voltò verso Harry che si limitò ad annuire.

-Gli abbiamo dato il tuo nome-gli confermò la sorella.

Ron,sempre piu' confuso,tornò a fissare il piccolo che si strofinò il viso con una delle mani chiusa a pugno.

-Ma perchè il mio e non quello di Fred?-domandò cercando un punto da cui partire per fare chiarezza.

-Perchè c'era già qualcuno nella famiglia a portare avanti il nome di Fred...E poi perchè per noi era importante che nostro figlio avesse il tuo nome-gli spiegò Ginny.

Ron le rivolse un'occhiata stupefatta.

-Veramente?-non potè esimersi dal chiedere.

Ginny ed Harry si scambiarono un'occhiata e sorrisero:avevano immaginato una scena simile e si stava avverando in pieno.

-Assolutamente.

E' grazie a te che tutto questo è stato possibile-iniziò Ginny.

-Se non ci fossimo incontrati sul treno,io e Ginny saremmo stati due estranei.

Ma anche dopo,quando ad Hogwarts hai saputo che ero innamorato di lei,hai evitato di prendermi a pugni come facevi con tutti i suoi fidanzati...anche se poi ti sei rifatto qualche mese fa-commentò Harry.

-E anche per quello dobbiamo ringraziarti...-commentò misteriosa Ginny.

Ron mosse la testa da uno all'altra ancora incredulo,mentre l'importanza di quel momento iniziava a farsi strada nella sua mente.

-Inoltre sei mio fratello e il migliore amico di Harry,vuoi altri motivi?-chiese Ginny sorridendo al fratello.

Ron scosse lentamente la testa e allungò un dito verso il bambino,sfiorandogli la piccola mano: neanche la seta piu' pregiata era così morbida.

Sorrise cercando di combattere l'emozione,poi nella sua mente risuonò il nome del bambino.

"Ronald Micheal Potter".

E una furtiva lacrima scese dall'angolo dell'occhio sinistro lungo il naso.

-Ronald Potter...Sì mi piace!-disse voltandosi a guardare Harry.

L'amico lo guardò e Ron potè vedere lo stesso sguardo commosso che era certo essere nei suoi occhi.

-Adesso sarà meglio fare entrare gli altri...Hanno aspettato anche troppo-

I due neo-genitori risero leggermente e si prepararono all'assalto dei parenti e alle immancabili lacrime.

Ma per una volta erano disposti a sopportarle.

Salve a tutti!!!!

Finalmente il mistero è stato svelato!

I gemelli Potter si sono uniti alla grande famiglia e spero di non aver deluso nessuno con la scelta del nome,ma sarebbe stato scontato chiamare i piccoli James e Lily soltanto xkè era l'anniversario della loro morte,inoltre tutti sappiamo che Lily è la terzogenita di Harry e Ginny.

Sarei andata fuori tema...Avevo deciso fin dall'inizio,fin da quando Ginny è rimasta incinta,che sarebbero stati due gemelli,e che sarebbero stati maschi.

Poi mentre pensavo ai possibili nomi mi è venuto in mente Ron:era perfetto!E poi con il tempo nella mia mente era come se li vedessi chiaramente,come se fossero uno di fronte all'altro,così diversi e con le loro caratteristiche ben definite...

Chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e di battitura e ringrazio coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Dovresti saperlo che tengo tr alla vita delle mie lettrici x metterle a repentaglio!Per quei due,era venuto il momento di un vero e proprio chiarimento,di sedersi a tavolino e fare pace sul serio!Grazie x la difesa...),Little Giuly(Tranquilla!Fallo solo e se vuoi;hai proprio ragione,Rupert se lo merita,non ha esitato neanche un'attimo a dimostrare il suo amore x Seas,e al giorno d'oggi nn sn molti gli uomini che lo fanno...),Key(Tutte le cose belle finiscono...Cmq come ho sempre detto,la fine può anche rappresentare un'inizio)Potterina1993(Giusta osservazione!Posso dirti fin da ora che nn torneranno a Godric's Hollow),Germana(A quanto va adesso il cuore?Nn cominciare a piangere fin da ora,che farai quando sarà veramente finita?),WingsHP(Sì ci sono anche i Senior.Io farei un pensierino su George...Per ora ne abbiamo scoperto uno,per l'altro ancora devo decidere),Ginevrapotter90(Grazie x i complimenti!),Ninny(Credo mi sia riuscito meglio qll fra i due amici,xò se un'uomo mi facesse una proposta del genere nn saprei se prenderlo a pugni o piangere),Maryrobin(Ci sentiamo un pò tutte zie,vero?),Dado(WOW!Sono una scrittrice tradotta all'estero!!!Non farci caso,ogni tanto sembro scema...Cmq grazie,e ringrazia tua cugina),Hermione'06(Dean ha invaso il suo territorio,ha fatto bene a ricordargli chi comanda!),Finleyna4ever(Non credi che se te lo dicessi ti rovinerei la sorpresa?Grazie x i complimenti!),Erika'91(Delusa dai nomi scelti?),Rebby(Benvenuta!Spero di aver fatto in fretta),JC(Sempre a disposizione!Non è poi così difficile se ci pensi...),Baby_Be(Tranquilla!Fallo solo quando e se puoi;Seamus è innamorato di Rupert,ormai il capitolo Dean è chiuso:ha capitio che cn Dean sarebbe una lotta continua,e poi lui sta x avere un figlio e Seas nn vuole essergli d'impiccio),Rossy13(Questa volta sn io che devo fare i complimenti a te!Sei una delle poche ke ha indovinato...Spero ke la motivazione x cui l'ho scelto te lo faccia piacere un pò di piu'),Vale Lovegood(Non avvilirti così...In fondo nn è ancora finita!Buono studio!)Musa16(Chi nn avrebbe invidiato Luna con quei voti matrimoniali?Harry entra in paranoia x la minima sciocchezza figurati se nn si preoccupa x una cosa importante come quella!),Hinataevans(Non avrei mai messo il nome di Piton,anzi mi chiedo cm ha fatto la Row a metterlo cm 2 nome x Albus),Summer_Black(Però devi ammettere che ho fatto fare un enorme passo avanti a Seamus:almeno adesso sa cosa vuole),Isina4everyoung(Grazie!Ci penserà Rupert ad aiutarlo...Era il modo migliore x fare le cose di sopresa,visto ke anke Ginny si aspettava la proposta da un momento all'altro),Smemo'92(Capisci quindi xkè siamo quasi al termine?Non preoccuparti:prima della fine tornerà anche lei,anche se per poco...),Sach_LaPottermaniacaXD(Grazie x i complimenti!Ormai,che lo vogliono o meno,Harry e Ron fanno parte della stessa famiglia,quindi era venuto il momento di un chiarimento),Pikkola(Grazie x i complimenti!),Lily'94(Cm hai visto nn faceva tanto schifo...Oppure sì e quindi la mia idea nn era poi cs brillante...Mi dispiace x la fiction su Draco ed Hermione..),Erikappa(Sappiamo tutti che Harry è sempre stato fuori dagli schemi!).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e di do appuntamento al prox chap

"Sei mesi dopo-God only knows"

Baci,Eva.

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Capitolo 42
*** Sei mesi dopo-Time of my life ***


sei mesi dopo

 

 

"Now I've had the time of my life

 No I never felt this way before

 Yes I swear it's the truth

and I owe it all to you"

 

"I feel the magic between you and I"

 

-Seattle-
Lo vide annuire,lo sguardo fisso sul suo volto,attento a non perdersi neanche il minimo

cambiamento d'espressione.
Aveva appena lanciato la bomba e voleva controllare i danni che avrebbe provocato...Forse non

era stato corretto,doveva ammetterlo:avrebbe potuto risparmiarsi quell'annuncio così importante

per quando fossero stati da soli,invece aveva scelto di dargli la notizia davanti a Scarlett e a

Amy.
Che gli era passato in testa?
Sapeva che non gli piaceva essere preso in contropiede,che quello che odiava di piu' erano le

sorprese.
Lo sapeva benissimo eppure aveva scelto di fregarsene,di condividere quella notizia con le sue

coinquiline ed amiche,forse per dimostrare loro il suo talento.
La gioia delle sue compagne era stata evidente,quasi un fuoco d'artificio:Scarlett era corsa ad

abbracciarlo,dicendogli quanto fosse fiera di lui quasi come una sorella maggiore ed Amy aveva

reagito come era nel suo carattere,cercando di essere felice per lui senza pensare a quella

grande occasione che aveva appena perso.
Lui era rimasto fermo al suo posto,immobile,come se qualcuno dei suoi amici maghi lo avesse

colpito con un'incantesimo,lo sguardo fisso sul piatto davanti a sè senza neanche vederlo

veramente,come incurante della felicità che le due donne stavano dimostrando.
-Quando lo hai saputo?-gli domandò Amy,dandogli una pacca sul braccio destro,cercando di

congratularsi ancora con lui alla sua maniera.
-Due giorni fa...Il dottor Letterman mi ha chiamato nel suo ufficio e mi ha detto che la mia

richiesta per la borsa di studio a cardiochirurgia al Saint Margaret di Seattle era stata accettata

-raccontò brevemente.
Portò di nuovo lo sguardo su di lui e lo vide come scollegato da tutto quello che succedeva

attorno a sè:al centro,ma allo stesso tempo,lontano mille miglia da quel tavolo.
-Quando dovresti partire?-chiese Scarlett curiosa ed felice per la notizia.
-Al massimo fra una settimana.Dovrò cercare un'appartamento e dovrò parlare con il dottor

Knight,il primario del Saint Margaret...-
-Vuoi dire che ci abbandoni così?-chiese quasi burbera Amy.
Scosse la testa,un sorriso appena accennato che scomparve non appena posò gli occhi su di

lui:possibile che fosse così insensibile?
Aveva appena annunciato che avrebbe lasciato l'Inghilterra per i prossimi tre anni e forse anche

per sempre,e lui sembrava incurante,disinteressato come se non lo riguardasse minimamente

quella notizia.
Scarlett intercettò il suo sguardo e fissò l'uomo accanto a sè per qualche istante,prima di

tornare a guardare Rupert,che aveva ripreso a scuotere la testa.
-Non vi abbandono,per lo meno non ancora.
Dovrò tornare per occuparmi del trasloco e di tutto il resto...Non sarà facile liberarmi di me-

scherzò poi.
Amy si voltò verso Seamus,seduto accanto a lei e gli diede una pacca sul braccio destro.
-Chi l'avrebbe mai detto,eh?-domandò poi rivolta al biondo.
A quelle parole,Seamus sembrò risvegliarsi da un leggero dormiveglia:la sua postura tornò

eretta,i suoi occhi divennero di nuovo vigili e partecipi e sembrò quasi ricordarsi dove si trovava

l'attimo prima che la bomba esplodesse.
-Già...Chi l'avrebbe mai detto!-commentò senza nessun'intonazione particolare nella voce.
Rupert lo fissò qualche istante,cercando di carpire qualcosa,una qualsiasi emozione ma sembrò

che il compagno ne fosse svuotato.
Lo vide puntare gli occhi sulla bottiglia di vino vuota al centro della tavola e rianimarsi

leggermente.
-E' finito il vino,sarà meglio che vada a fare rifornimento...Dobbiamo festeggiare,no?-disse

alzandosi e afferrando la bottiglia nello stesso tempo.
Prima che qualcun'altro dei tre commensali potesse dire qualcosa,era già uscito dalla camera da

pranzo e si era diretto verso la cucina.
Sensibile come al solito,Amy si lasciò scappare una leggera risatina che cercò di coprire con la

mano sinistra.
Rupert si voltò a guardarla e Scarlett le diede un buffetto sul braccio,neanche la donna avesse

ancora cinque anni.
-La vuoi smettere?-la rimproverò sottovoce.
-Mi è venuto naturale...Aveva una faccia!-commentò.
Poi si voltò verso Rupert e lo fissò qualche istante.
-Ma non gli avevi detto niente?-gli chiese Scarlett anticipando la domanda dell'amica.
Lui scosse la testa mesto,consapevole delle proprie colpe.
Vide lo sguardo che si lanciarono le due donne e senza dar loro il tempo di aggiungere altro,si

alzò e uscì a sua volta dalla sala da pranzo.
Arrivato in cucina vide Seamus sul lato piu' lontano dalla porta,la bottiglia poco distante da sè

già stappata.
Aveva lo sguardo fisso sulla finestra,come se avesse paura di perdersi qualcosa di importante se

solo avesse staccato gli occhi dal vetro.
Teneva le braccia strette attorno al petto,come faceva sempre quando era pensieroso e le

mani,nervose,stavano stropicciando il maglione su entrambe i lati.
-Seamus-lo chiamò.
Il biondo voltò leggermente la testa dalla sua parte e restò immobile;Rupert non fu neanche

certo che lo avesse visto davvero,poi tornò a voltarsi verso la finestra.
-Seattle?-
La sua voce gli giunse lontana,come se arrivasse da un'altra stanza.
Fece un passo avanti e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni,ripetendosi quello che si era

detto per giorni:che era una buona opportunità,che non capitava a tutti,che forse era meglio

così e che magari quella separazione faceva bene ad entrambi in quel momento.
-E' un'ottima offerta...Viene fatta soltanto ai migliori studenti del corso-iniziò.
Lo vide annuire,senza accennare a voltarsi.
Che accidenti gli stava passando per la testa?
Cosa aveva pensato da quando aveva sentito del traferimento?
Esasperato da quel silenzio e da quell'immobilità,Rupert fece un'altro passo verso il biondo e

sospirò.
-Per favore,dimmi cosa stai pensando-gli chiese.
Lo vide alzare le spalle:perchè diamine non si voltava e lo affrontava faccia a faccia?
-Mi stavo chiedendo quanto tempo restava...-disse sibillino.
Rupert aggrottò le sopracciglia,incerto sul significato di quelle parole.
-Quanto restava per cosa?-
Lo sentì sorridere,ma capì subito che non era un segno positivo.
-Per noi due...Sempre se esiste ancora un noi,a questo punto-aggiunse.
Quanto lo odiava quando faceva così!
-Lo sapevo!Lo sapevo che avresti reagito così...Ci avrei scommesso qualsiasi cifra-commentò

togliendo una mano dalla tasca e spostandosi i capelli dalla fronte.
Finalmente Seamus si voltò e lo fissò:era la prima volta che lo guardava con quegli occhi tanto

arrabbiati e feriti.
-Come avrei dovuto reagire?Dimmelo tu!
Mi hai teso un'imboscata:mi hai invitato qui oggi per farmi fare la figura del ridicolo davanti alle

tue amiche...
Si suppone che un fidanzato queste cose le sappia prima degli amici,non te lo hanno mai

detto?-lo accusò Seamus.
-Non è stata un'imboscata!Ho semplicemente colto l'occasione per informarvi tutti e tre nello

stesso momento-ribattè Rupert sapendo di essere nel torto.
Il biondo si allontanò da lui,come se lo disturbasse anche solo la sua vista.
Che fine aveva fatto quella perfetta sintonia che avevano i primi tempi?
Dopo quel dannato matrimonio non era piu' riuscito a capirci niente...
-Deve essere colpa mia...Tutte le persone che amo alla fine si allontanano per raggiungere

qualcosa di meglio-commentò Seamus senza guardarlo.
Non ci voleva un genio per capire quello che stava pensando il biondo e ormai lui era diventato

un'esperto nell'analizzare ogni sua parola per trovare significati nascosti o doppi sensi.
Da quando era diventato così geloso?Così complicato?
Questa offerta di lavoro era arrivata proprio nel momento piu' opportuno...
-La vuoi smettere di fare la fidanzata sedotta e abbandonata?Che avresti fatto tu se fossi stato

al mio posto?-gli chiese amaro.
-Ne avrei parlato per primo con te!-
Ruper sbuffò stanco di quel litigio e si coprì gli occhi con una mano per qualche secondo.
-Non mi hai ancora risposto...Quanto tempo ci resta?-gli domandò di nuovo Seamus,con voce

piu' bassa.
Rupert riaprì gli occhi e li fissò su di lui,restando in silenzio qualche istante.
-Qualche settimana,un mese al massimo...-rispose.
Seamus annuì,cercando di non dare a vedere quanto quelle poche parole lo avessero ferito.
-Ascolta Seas,magari è la cosa migliore...La cosa piu' giusta da fare adesso...Forse questo

periodo di separazione ci aiuterà a capire quanto veramente teniamo l'uno all'altro...Cosa è

veramente importante-disse cercando di convincere l'uomo.
Gli occhi di Seamus si fissarono su di lui,attenti.
Lui conosceva quello sguardo e sapeva che cosa si stava per scatenare.
-Cosa è veramente importante?Ma di che stai parlando?-gli domandò il biondo senza allontanare

lo sguardo dal suo viso.
Dov'erano finite le bellissime parole che dovevano aiutarlo a rendere facile quel discorso?
-Ok,senti...Forse questo lavoro è arrivato nel momento migliore:è un'ottima offerta per la mia

carriera,e sono sicuro che la lontananza ci aiuterà a schiarirci le idee,aiutarci a capire cosa

vogliamo veramente...-
-Io non devo schiarirmi niente.So quello che voglio...-ribattè deciso Seamus.
-Lo sai veramente Seas?-si ritrovò a chiedere suo malgrado Rupert.
Alzò lo sguardo per incontrare gli occhi dell'uomo e capì che lui era arrivato al nocciolo di tutta

la questione:la mascella si indurì e i suoi occhi divennero quasi due fessure,tanto era la rabbia

contenuta dentro.
Senza dire niente gli voltò le spalle e si avviò a passi veloci fuori dalla cucina.
-Seamus,Seas aspetta!Per favore!-lo chiamò Rupert andandogli dietro.
Era fermo accanto alla porta,infilandosi in fretta la sciarpa e il cappotto cercando di uscire di

casa prima che lui gli arrivasse vicino,ma ovviamente Rupert fu piu' veloce.
-Per favore aspetta...Cerca di capire...-disse afferrandogli il braccio destro,ancora libero dal

cappotto.
-NO!TU CERCA DI CAPIRE ME!Mi stai scaricando e non hai neanche il coraggio di assumertene

la colpa-gli rinfacciò Seamus incurante che le loro parole potessero essere ascoltate da Amy o

da Scarlett.
-Non ti sto scaricando,cazzo!Sto cercando di farti capire quello che ho passato in questi ultimi

mesi...-
-ANDANDOTENE IN UN'ALTRO STATO?DAVVERO UNA MOSSA BRILLANTE!-
Con uno strattone,liberò il braccio dalla sua stretta e finì di infilarsi il cappotto,voltandosi poi

verso la porta.
Rupert sentì correre la rabbia nelle vene,quasi fosse mescolata al sangue:avevano aperto

quell'argomento?Bene,era ora che lui sapesse quello che veramente pensava!
-VA,CORRI DA LUI!Sono sicuro che non vede l'ora di prendere il mio posto...Sono mesi che non

aspetta altro!-gli urlò dietro.
Quelle parole ebbero l'effetto di far voltare Seamus che lo fissò con uno sguardo rabbioso pari al

suo.
-Finalmente ce l'hai fatta...Erano mesi che non facevi altro che girarci intorno.
Non è servito a nulla spiegarti,rassicurarti...Tu hai la tua idea ormai,e non posso fare niente per

farlela cambiare-disse in tono amareggiato.
-Come potresti?Ti chiama tutti i giorni,piu' volte al giorno,ti manda i cioccolatini in ufficio,TI

LASCIA I MESSAGGI DENTRO LA CASSETTA DELLA POSTA!Quel tizio aspetta soltanto un tuo

cenno per tornare da te-gli rinfacciò.
Erano mesi che cercava di non notare quelle cose,tutte quelle attenzioni che per Seamus non

erano altro che fastidi,ma era ogni volta piu' difficile:aveva minacciato quell'uomo di

danneggiargli la macchina se si fosse fatto rivedere davanti casa di Seamus,ma non poteva

certo cercare lo scontro fisico.
Non poteva dimenticare quel piccolo particolare che lo metteva in difficoltà in un possibile

scontro con Dean:lui avrebbe potuto lanciargli qualche incantesimo a cui non sarebbe stato

capace di controbattere.
Per poi andarsene con Seamus,magari ridendo delle sue debolezze...
-E' STATO SOLO UN BACIO!Uno stupidissimo errore che se tornassi indietro non rifarei mai

piu'!Io non so piu' che altro fare per convincerti...-disse il biondo leggermente esasperato.
Quante volte ancora dovevano affrontare quel discorso?
Rupert restò in silenzio qualche istante,poi sospirò.
-Se lui non avesse avuto un figlio,se fosse stata soltanto un'avventura di una notte,tu lo avresti

perdonato?-gli chiese.
Perchè era così masochista?
-Che razza di domanda....-
-Rispondi!Ho bisogno di sapere-
Lo sguardo di Seamus sembrò sfidarlo,poi il biondo annuì.
-Sì lo avrei perdonato.Lo avrei fatto perchè all'epoca perdonavo qualsiasi idiozia Dean facesse

pur di stare accanto a lui.
Ero disposto a restare in silenzio e a fingere di non esistere pur di restargli accanto,perchè ero

convinto che fosse l'amore della mia vita-gli disse con intenzione di ferirlo.
Questa volta fu Rupert ad annuire in silenzio;in fondo era quello che voleva sentirgli dire,no?
-Ma non ti permetto di accollarmi i tuoi dubbi!
Da quando ti ho conosciuto non c'è stato nessun'altro uomo per me.
E' vero,ho baciato Dean al matrimonio di Luna e George,ma è stato uno sbaglio:un momento di

debolezza che mi ha confuso il cervello.
Io sono sicuro di quello che voglio e sei tu-aggiunse poi con sicurezza.
Rupert fissò lo sguardo nei suoi occhi e restò in silenzio.
-Se vuoi lasciarmi qui per la tua carriera va bene,saprò farmi da parte...Potrei anche essere

felice per i tuoi successi.
Ma non farlo perchè pensi che io sia ancora innamorato di Dean.
Tu e io siamo fatti per stare insieme e lo sai...Solo che non vuoi vederlo-
Lo fissò per qualche istante,come se fosse sul punto di dire ancora qualcosa e poi si voltò e uscì

dall'appartamento.
Si ritrovò a fissare la porta,imbambolato,nella mente ancora le parole dette poco prima finchè

un rumore accanto a sè lo fece sobbalzare.
Amy e Scarlett lo fissavano curiose e leggermente guardinghe:volevano essere d'aiuto,era

ovvio,ma non sapevano cosa dire per paura di peggiorare la situazione.
-Posso dirti la verità?-disse alla fine Amy rompendo il silenzio.
Rupert annuì impercettibilmente alzando lo sguardo sull'amica.
-Se non vai di corsa a chiedergli scusa,gli chiedo io di sposarmi...-


-Ahhh.Guarda qui...Ahh-
-La vuoi smettere?Quella povera bambina penserà di avere un'idiota per padre se continui con

tutti quei versi!
Ron si voltò verso Harry,distogliendo per qualche istante lo sguardo da sua figlia e gli rivolse

un'occhiataccia che fece ridere l'amico.
-Senti chi parla?Ti sei visto allo specchio nell'ultima mezz'ora?
Hai la pastina anche fra i capelli-
Harry abbassò velocemente lo sguardo sulla camicia,che aveva cercato di salvare con una

salvietta dagli attacchi dei gemelli,ma che era piena di macchie e pastina.
Posò lo sguardo sul seggiolone di fronte a sè dove,con uno sguardo curioso e allo stesso tempo

non curante di quello che succedeva attorno a sè,era seduto James il viso sporco di pappa e le

manine che sbattevano sul legno della sedia per far capire al padre che era ancora affamato.
-Prova tu a far mangiare due bambini uno dopo l'altro,poi vediamo chi resta immacolato-lo

beccò.
Ron scosse la testa e tornò a guardare sua figlia,accoccolata contro il suo braccio destro,una

guancia premuta contro il petto e gli occhi fissi sul suo volto.
Istintivo un sorriso gli accese il viso:ancora adesso,dopo tre mesi,non riusciva a credere che

quella delizia fosse veramente sua figlia.
Non poteva aver contribuito anche lui a quel miracolo di bambina.
Rose Haley Weasley era nata un mese dopo i gemelli,in una fredda giornata di dicembre poco

prima di Natale.
Lui ed Hermione erano in giro per Diagon Alley per gli ultimi regali quando,senza il minimo

preavviso, si erano rotte le acque.
Era stata una delle poche occasioni in cui aveva visto sua moglie spaventata:di solito era così

controllata,pronta per ogni possibile inconveniente,ma in quel momento era stata lei ad andare

nel panico,nonostante i corsi di respirazione pre-parto e i numerosi libri letti sull'argomento.
Così era toccato a lui prendere le redini:l'aveva accompagnata all'ospedale,aveva avvertito i suoi

genitori ed i suoi fratelli,e le era stato accanto durante il parto.
Harry aveva proprio ragione:non c'era niente di paragonabile a quel momento.
Era piu' dell'adrenalina,era elettricità pura che scorreva nelle vene,facendoti sentire invincibile e

fragile allo stesso tempo.
La prima volta che aveva visto sua figlia era nata da pochi minuti;si era allontanato da Hermione

per andare a controllare che tutto fosse a posto e aveva osservato i medi-maghi mentre la

ripulivano e le facevano tutti i test necessari.
Si era avvicinato al bancone e aveva fissato quel fagotto già avvolto in una copertina:una folta

chioma bruna già le copriva la testa,il naso era piccolo ma dritto come il suo sopra una bocca

piccola e a forma di cuore.
Gli occhi erano chiusi,stretti,come se cercasse di ripararsi dalla forte illuminazione che la

lampada sopra di lei dispensava sul tavolo.
Le si era avvicinato ancora di un passo e aveva frapposto la propria mano destra fra il viso della

piccola e la lampada,attenuando l'afflusso di luce e come se non aspettasse altro che quel gesto,

Rose aveva aperto gli occhi,puntandoli su di lui.
Hermione e George avevano cercato di spiegargli che non lo aveva visto,che il massimo che

poteva aver compreso era la sua ombra,ma lui era certo che gli occhi di Rose si erano posati sul

suo viso.
E da quel giorno era stato totalmente e irreversibilmente innamorato di sua figlia.
Nei tre mesi trascorsi la piccola era cresciuta,rassomigliando sempre di piu' alla madre tranne

per gli occhi verdi che aveva ripreso da lui.
Forse era per questo che l'amava così tanto?
-No,no e no-
Ron staccò lo sguardo da sua figlia e fissò per qualche istante Harry che ricambiò la sua

espressione sorpresa e alzò le spalle.
Non dovettero aspettare molto,perchè qualche secondo dopo Ginny entrò nella stanza,il piccolo

Ronald poggiato contro un fianco ed Hermione che la seguiva con un fascicolo che continuava a

rigirare fra le mani.
-Parlaci tu!Cerca di far ragionare tua moglie-disse rivolta al fratello.
Harry sorrise e scosse la testa:da quando avevano deciso di sposarsi,Hermione non faceva che

dar loro il tormento per essere sicura che tutto riuscisse nel migliore dei modi.
"Sarà il matrimonio piu' atteso del mondo magico,non vuoi che sia perfetto?"ripeteva sempre ai

due sposi.
-Amore hai un pò di pastina fra i capelli-disse poi guardando Harry con un sorriso divertito sul

volto.
-Su cosa state litigando questa volta?-le chiese Harry pulendo con un tovagliolo la bocca di

James e cercando di pulire la sua camicia.
-I centrotavola.Ci crederesti?-rispose Hermione per Ginny.
Ron ed Harry si guardarono senza nascondere il loro stupore.
-C'è bisogno di litigare anche sui centrotavola?-domandò Harry avvicinandosi al box poco

distante e infilandovi dentro James.
-Abbiamo idee diverse e abbiamo bisogno di un terzo parere-disse Hermione guardando i due

uomini.
Harry si voltò verso lo specchio e con la mano destra cercò di togliere la pastina che James gli

aveva buttato fra i capelli,poi si voltò verso Ginny e prese in braccio Ronald per metterlo nel box

insieme al fratello.
Il piccolo gli rivolse un sorriso sbrodoloso che lo fece sorridere,posandogli poi un bacio fra i

soffici capelli rossi,prima di infilarlo nel box.
-Avanti,quali sono queste idee?-domandò Ron per entrambi.
-La mia idea è di mettere su ogni tavolo una foto degli sposi,così poi gli ospiti possono portarla a

casa come souvenir-iniziò Hermione.
-Non è male...-commentò Ron.
-Forse è passato troppo tempo dall'ultimo matrimonio a cui hai partecipato,ma ad ogni tavolo

siedono sei invitati,cosa se ne fanno di una foto sola?
Devono litigarsela?
E poi perchè mettere delle nostre foto quando ci siamo noi a pochi metri di distanza?Costa

troppa fatica alzare il collo verso di noi e fissarci?-domandò Ginny rivolgendosi ad Hermione.
La riccia sbuffò,stufa di dover sentire ancora una volta quelle rimostranze.
-Su questo sono d'accordo con Ginny,va a finire che si dimenticano di chi è il matrimonio...-

commentò Harry sedendosi su una sedia poco distante da Ron.
-Tanto la maggior parte degli ospiti viene per il rinfresco!Almeno io vengo per quello-s'intromise

Ron.
-Non avevamo dubbi su questo-lo rassicurò la sorella,sorridendo divertita.
-Qual'è invece la tua idea?-chiese Harry alla compagna tornando sull'argomento principale.
Ginny si mosse leggermente sul divano e lo fissò prima di rispondere.
-Avevo pensato a due cervi in miniatura...-disse poi.
Harry sorrise e ancora una volta si meravigliò dell'attenzione della donna verso di lui,anche nei

piu' piccoli dettagli.
-Io voto per i cervi...-disse sicuro guardando Hermione.
-Ma Harry...E' una cosa che soltanto poche persone possono capire,non sarebbe meglio...-cercò

ancora di convincerlo l'amica.
-Ascolta Herm tutti i presenti alla festa sapranno il vero significato di quella miniatura e in caso

contrario penseranno che siamo un pò stravaganti,che importa?-la interruppe Harry.
La riccia dovette arrendersi:non poteva certo far valere le sue decisioni sugli sposi!
-Ok,va bene...Ora passiamo alla canzone-disse spuntando qualcosa sul suo fascicolo.
-Ti ho già detto che quella non si cambia-ribattè Ginny pronta.
-Ascolta Gin anche a me piace quella canzone,ma non credi che sarebbe meglio un lento per il

vostro primo ballo da sposati?-chiese la donna all'amica.
-Di che canzone stiamo parlando?-domandò Ron guardando Harry.
Ma ancora una volta,l'amico non poteva essergli di nessun'aiuto:aveva lasciato che fosse Ginny a

scegliere la canzone con cui aprire le danze,su richiesta della compagna,quindi anche per lui

quel discorso era campato in aria.
-Possibile che dobbiamo sempre ripetere le stesse cose?
Accidenti Hermione non mi sembra di averti assillato in questo modo quando ti sei sposata!-

rispose stizzita Ginny,stanca delle sollecitazioni dell'amica.
Hermione la fissò incredula,sorpresa dalle parole e dal tono della voce.
-Scusami Gin,io cercavo solo di facilitarti le cose...-disse cauta.
-Facilitarmi le cose?Herm da quando hai iniziato ad occuparti di questo matrimonio non hai fatto

altro che mettere in discussione ogni mia decisione,cercando di impormi le tue idee-
-Non è vero!-disse pronta Hermione.
-Lo hai fatto fino a due minuti fa con quei dannati centrotavola!
Prima ancora con il menù e con il posto...Non c'era una cosa che ti andasse bene in questo

matrimonio-le rinfacciò ancora la rossa.
I due uomini si guardarono,incapaci di fermare la discussione che era degenerata senza che se

ne rendessero conto:se ora si fossero intromessi,sarebbe stata la fine anche per loro.
-Scusami se ho cercato di rendere tutto piu' sobrio!Ho sempre fatto quello che credevo meglio

per te-rispose Hermione con lo stesso tono arrabbiato.
-Dì piuttosto che hai cercato di trasformare il mio matrimonio in una copia del tuo-l'accusò

ancora Ginny.
Hermione le lanciò un'occhiataccia che fece scendere i brividi di paura sulla schiena di Ron:c'era

veramente di che preoccuparsi quando la moglie guardava qualcuno in quel modo.
-Allora visto che sei così brava,perchè non pensi a tutto tu?
In fondo non hai bisogno del mio aiuto,giusto?-
-Giusto!-rispose Ginny pronta.
-Bene!-disse Hermione visibilmente arrabbiata.
-Bene!-ripetè l'altra con lo stesso livore.
Hermione si voltò e uscì dal salotto,seguita subito dopo da Ron e da Rose.
Sentirono la porta chiudersi dietro i tre e solo allora Harry si avvicinò alla compagna e le mise le

mani sulle spalle.
-Ok,adesso calmati-le disse con voce ferma e sicura.
-Hai sentito cosa mi ha detto?-gli chiese subito la donna ancora infervorata.
-Non ho perso una parola-fece Harry cercando di restare neutrale in quella faida.
Le massaggiò per qualche minuto le spalle,sentendo i muscoli tesi sotto le sue dita iniziare a

sciogliersi e si arrischiò a posarle un bacio fra i capelli.
-E' una delle tue migliori amiche-le disse con voce calma.
Lei restò in silenzio,la testa reclinata in avanti gli nascondeva la sua espressione.
-Non mi va che qualcuno critichi quello che ho pensato per noi...Ogni cosa,anche la piu'

insignificante ha il suo significato per me e lei vuole costringermi a cambiare tutto per rendere il

matrimonio piu' glamour?Quando mai ci è importato cosa pensa la gente!-gli domandò cercando

di non arrabbiarsi di nuovo.
Harry sorrise e dovette ammettere che le parole di Ginny erano vere:quando mai avevano

tenuto conto del giudizio della gente?
-Ok,però sai che dovrete fare pace...Non si è mai visto un matrimonio dove la sposa e la

damigella d'onore non si parlano-tentò ancora.
-Basterà cambiare damigella d'onore,qual'è il problema?-
-Ginny...-
La donna si voltò e lo fissò qualche istante silenziosa.
-Tu non capisci vero?Pensi che me la sto prendendo troppo per una cosa insignificante-lo

accusò cercando di sfogare la rabbia su qualcuno.
-Non ho detto questo:se sei così decisa a difendere le tue idee allora ci sarà un motivo,non l'ho

mai messo in dubbio.
Ho soltanto detto che devi trovare un modo per far pace con Hermione...Se ti conosco bene già

ti stai pentendo di aver alzato la voce,anche se lo ritenevi necessario-le disse accennando un

sorriso dolce.
Ginny lo guardò e per una manciata di secondi pensò di negare,ma poi si rese conto che non

sarebbe servito a niente:nessuno la conosceva meglio di quell'uomo.
-Non ti sopporto quando fai così!-disse sciogliendosi dalla sua stretta ed uscendo dal salotto.
Harry la osservò andar via con un sorriso leggero sulla faccia:entro la fine di quella giornata lei

ed Hermione sarebbero state al telefono a chiedersi scusa a vicenda.


-Allora che ne pensi?-
Era senza parole.
Erano piu' di dieci minuti che girava per quelle stanze vuote senza riuscire a formulare una

frase di senso compiuto,lasciandosi guidare per mano dall'uomo.
Le aveva fatto davvero una bella sorpresa:tutto si sarebbe aspettata tranne quello.
-Possiamo permettercelo?-si ritrovò a chiedergli guardandosi ancora attorno leggermente

compiaciuto della sua reazione.
-Di questo non devi preoccuparti adesso...-le disse con voce rassicurante.
La donna fece per parlare di nuovo quando una piccola voce rieccheggiò nelle stanze vuote,

richiamando la sua attenzione.
-Mamma!-
Fred entrò correndo nella stanza dove si trovavano lei e George e le fece un cenno per farsi

seguire;i due adulti dopo essersi lanciati uno sguardo incuriosito,gli andarono doetro fino ad una

stanza grande quanto la loro camera da letto.
Luna guardò suo figlio e il piccolo ricambiò lo sguardo sorridendo soddisfatto.
-Sembra che qualcuno ha già scelto la sua stanza...-commentò George.
Lei rise e scosse la testa divertita.
-Se questa è la sua stanza,la nostra quanto sarà grande?-domandò all'uomo.
-Almeno il doppio ovviamente...-scherzò lui.
Luna rise mentre George l'avvicinava a sè mettendole un braccio sulle spalle,lanciando uno

sguardo al piccolo scricciolo che dormiva nel marsupio che la donna aveva contro il petto.
Cullato dal battito del cuore della madre,il piccolo Edward dormiva sereno,inconsapevole di

quello che stava succedendo accanto a sè e di come la scelta che stavano prendendo in quei

momenti avrebbe influito sulla sua vita e su quella del fratello.
Erano già passati sei mesi,eppure alle volte gli sembrava che il tempo fosse volato con un battito

di ciglia:aveva chiuso per qualche istante gli occhi e senza che se ne accorgesse i mesi erano

trascorsi.
Il giorno del matrimonio aveva saputo dell'arrivo di un nuovo Weasley e quasi un'istante dopo

era di nuovo in ospedale per la nascita del suo secondogenito.
Un'altro maschio,un bambino bellissimo che aveva ripreso i suoi occhi verdi,attenti e curiosi,i

capelli biondi di Luna che già,nonostante avesse solo tre mesi,gli coprivano tutta la testa e delle

pallide lentiggini piu' chiare di quelle di Fred,che forse con il passare degli anni sarebbero

sparite.
Edward Thomas Weasley.
Anche lui come suo fratello aveva l'abitudine di dormire praticamente tutto il giorno e restare

sveglio la notte,incurante del bisogno di riposo dei genitori,che tutte le sere,come avevano fatto

con Fred erano accanto a lui neanche fosse giorno inoltrato.
Era una magia che si rinnovava.
George era convinto che dopo aver passato mesi interi a guardare Luna allattare Fred si sarebbe

stancato e non avrebbe ripetuto l'esperienza con Edward;invece fin dal primo giorno che era

tornato a casa dal San Mungo era stato lì accanto a lei ad osservarli neanche avesse paura di

vederli svanire sotto i suoi occhi.
Questa volta era convinto che non ci fosse niente di piu' importante nella sua vita di Luna e dei

suoi figli.
Ecco perchè quando aveva saputo di quella casa aveva pensato a loro;gliene aveva parlato un

suo cliente abituale e non aveva fatto altro che decantarne le bellezze e le possibilità di quella

casa,certo di fare una cosa giusta.
Gli aveva chiesto di vederlo una prima volta da solo:se non gli fosse piaciuto non ne avrebbe

neanche parlato a Luna.
Lo aveva visto in un pomeriggio di marzo,mentre fuori infuriava un temporale come non se ne

vedevano da anni e la pioggia batteva sui vetri come piccole granate:era perfetta,tutto quello

che una famiglia in crescita come la sua poteva desiderare.
Del resto era sicuro che non si sarebbero fermati a due figli e poi c'era Justin che finalmente

aveva la possibilità di passare un pò di tempo con la sua famiglia,ora che i suoi genitori e i suoi

fratelli sapevano della sua esistenza.
Aveva convinto Luna ad accompagnarlo in quella casa senza dirle niente,facendole una piccola

sorpresa,pronto a godersi la sua espressione sorpresa quando le avrebbe detto che quella

sarebbe stata la loro nuova casa.
E come sempre,sua moglie non l'aveva tradito:lo aveva guardato con due occhi raggianti e

sorpresi allo stesso tempo,un'espressione incredula sul viso.
-Ti piace?-le chiese anche se credeva di conoscere la risposta.
Il suo viso bastava come risposta.
-E me lo chiedi?Questa casa è enorme...Credo che non riusciremo a riempirla con i mobili che

abbiamo-scherzò Luna dirigendosi verso un'altra stanza.
George rise divertito e la seguì.
In effetti lei aveva ragione:era molto piu' grande della loro attuale casa.
Era composta da due piani:al piano inferiore c'erano il salotto con il camino,la cucina,la sala da

pranzo,un piccolo bagno ed un ripostiglio sotto le scale.
Al piano superiore invece c'erano ben cinque camere da letto,ognuna con il bagno privato,Fred

Justin e Edward avrebbero avuto la loro stanza e avrebbero avuto la possibilità di lasciare una

camera libera per gli ospiti.
-Sei sicuro che possiamo permettercelo?-domandò di nuovo Luna guardandolo leggermente

preoccupata.
Lui sorrise e le accarezzò le spalle avvicinandosi a lei.
-Amore,siamo i proprietari di due dei piu' famosi negozi della Londra magica,e nel tuo caso

anche della Londra babbana.
Credi veramente che non possiamo permettercelo?-le chiese di rimando lui sorridendo

amabilmente.
Luna si lasciò contagiare dal suo sorriso e alzò le spalle leggermente.
-E' che ogni tanto faccio ancora fatica a crederci...-gli confessò.
George le sfiorò la guancia destra con la punta delle dita,sempre sorridendo.
Era lo stesso sentimento che qualche volta prendeva anche lui:era possibile che quella

perfezione fosse reale?
Ancora adesso dopo quasi tre anni e mezzo era ancora incredulo di fronte al capovolgimento

della sua vita.
-Beh,credo sia ora di cominciare a crederci,non pensi?-le domandò con voce seria e calma.
Luna sorrise e poggiò la fronte contro la sua,lasciandosi abbracciare per quanto permetteva il

marsupio ed Edward fra di loro.
-Io!-
Come un fulmine,Fred corse verso di loro e si infilò nell'abbraccio dei genitori,stringendo le

braccia sulle gambe dei due adulti.
George si staccò ridendo e prese il bambino in braccio,portandolo all'altezza dei loro volti,e

tornando poi ad abbracciare Luna.
-Che dici Fred,siamo riusciti a convincere la mamma?-domandò poi guardando il bambino.
Fred guardò ora il padre ora la madre e infine annuì deciso.
-Credo anche io...Tu che dici mamma?-chiese alzando gli occhi verso Luna.
La donna si lasciò scappare una risata divertita e scosse la testa.
-Allora quale sarebbe la nostra camera da letto?-

 

La vigilia.
Che cosa effimera il tempo...
Aveva aspettato tanto quel momento,aveva temuto,desiderato,sperato che quel momento

arrivasse e ora finalmente mancavano meno di ventiquattro ore.
Lanciò uno sguardo al cartoncino color avorio con le lettere dorate e sorrise rileggendo le poche

righe incise sopra.

"James Sirius Potter e Ronald Micheal Potter sono lieti di invitarvi al matrimonio dei loro genitori,

Harry James Potter e Ginevra Molly Weasley il 15 aprile 2008 alle ore 10.00 nella chiesa dei

Maghi Riuniti di Diagon Alley"

Era stata un'idea di Ginny il testo della partecipazione e a lui era sembrata una cosa dolce e

innovativa,in fondo non conosceva molte coppie che si sposavano dopo aver avuto figli,almeno

non nella Londra magica ancora così legata alle tradizioni.
Avevano ricevuto le risposte agli inviti ed erano state quasi tutte positive,soltanto chi era

veramente impossibilitato a venire aveva reclinato l'invito.
Hermione aveva ragione quando paragonava il loro matrimonio ad un evento

mediatico:sembrava che nessuno volesse perdersi l'evento.
Sentì bussare leggermente alla porta e alzò lo sguardo,immobilizzandosi all'istante.
Di fronte a lui,appoggiata alla porta c'era Sarah.
Erano mesi che non si vedevano,dall'incidente di Ginny e l'incidente dei ricordi...
Quando era tornato al lavoro aveva trovato un'altra ragazza al posto suo e,nonostante non

avesse fatto domande,aveva saputo che aveva chiesto di lavorare con un'altro gruppo per

evitare il crearsi di problemi.
Almeno questo se lo erano risparmiato...
-Ciao-lo salutò timida.
Harry restò in silenzio,incapace di parlare.
Forse non gli sarebbe mai passata la rabbia nei confronti di Sarah;per colpa sua aveva rischiato

di perdere tutto quello a cui teneva di piu' al mondo,senza il minimo preavviso,in un'istante.
Alle volte,quando teneva in braccio uno dei gemelli,si rendeva conto di quanto fosse preziosa e

importante quella sensazione:sentire il loro profumo,toccare la loro pelle morbida,anche ridere

delle loro piccole smorfie accennate.
Erano tutti piccoli regali che aveva rischiato di non avere mai per colpa di una gelosia stupida

ed inutile.
-Ho saputo del tuo matrimonio...-gli disse ancora Sarah.
Sembrava un'altra;non la riconosceva in quella figura timida e timorosa accanto alla

porta...Dov'era finita la donna tenace e battagliera che per anni gli aveva fatto la corte senza

mai arrendersi nonostante i suoi continui rifiuti e l'evidente disinteresse?
-Ah sì?-si ritrovò a chiedere.
Lei annuì,sempre cauta,come se avesse paura di rompere quell'accordo con un gesto o una

parola.
-Tutta la radio è in fermento,volevo farti gli auguri...Anche se forse non li riterrai sinceri-

aggiunse subito dopo.
Harry restò in silenzio,lo sguardo fisso su di lei.
Sarah fece un passo nella stanza e si sedette sul bracciolo piu' vicino del divano.
-C'è un modo giusto per chiederti scusa per quello che ho fatto?-gli domandò rialzando lo

sguardo sul viso dell'uomo.
Lui sospirò e abbassò lo sguardo sul piccolo cartoncino ancora sul tavolo.
-Non credo...-rispose senza guardarla.
La sentì sorridere.
-Lo immaginavo...Sapevo che non eri una persona incline al perdono-commentò.
-Sarah non si tratta di perdonare o meno una mancanza!
Hai quasi ucciso i miei figli!Hai quasi ucciso Ginny!-le ricordò accendendosi all'istante per quella

frase.
-E credi che non lo sappia?Ma nonostante quello che tu possa pensare,non era assolutamente

mia intenzione-gli disse seria.
Harry la fissò,incerto se fidarsi o meno:tante volte in passato le aveva dato ascolto per poi

trovarsi nei guai.
-Davvero?-tentò insicuro.
-Tutto quello che volevo era un bacio...Ero convinta che se avessi giocato bene le mie carte

magari ti avrei fatto venire la voglia di qualcosa di piu'-gli confessò.
Harry la guardò,la fronte corrucciata per la sorpresa.
-Lo pensavi veramente?-le chiese incredulo.
Lei si lasciò scappare un sorriso amaro.
-Capito quanto ero stupida?Ero sicura,ero certa che non ti sarebbe bastato un bacio,che ti

saresti lasciato convincere a concedermi qualcosa di piu',nonostante il tuo rifiuto iniziale.
Ma ti giuro,su tutto quello che ho di importante nella vita,che non avevo previso la presenza di

Ginny in quel momento.
Ha rovinato tutti i miei piani-commentò leggermente acida.
-Ti chiedo scusa per lei,allora!-replicò Harry con lo stesso tono.
Sarah restò in silenzio,lanciandogli ogni tanto qualche occhiata,incerta se chiedergli o meno

quello che da mesi le ronzava nella testa.
Poi pensò che forse quella era l'ultima occasione in cui lei ed Harry sarebbero stati così vicini e

decise di rischiare.
-Se lei non fosse arrivata,avrei avuto qualche chance con te?-gli chiese fissandolo in volto.
Harry la fissò e dopo qualche istante scosse la testa.
-Neanche una-rispose sicuro.
La vide annuire,cercando di nascondere il dolore che quelle parole le avevano provocato.
Restarono qualche istante in silenzio,e prima che uno dei due parlasse di nuovo,squillò

l'interfono.
-Sì?-domandò Harry alzando la cornetta.
Il suo viso si illuminò immediatamente.
-Hanno biogno di una mano?-domandò rizzandosi a sedere.
Annuì e attaccò.
Guardò Sarah e tornò serio.
-Sta salendo Ginny con i gemelli...Sarà meglio che non ti trovi qui-le disse serio.
Non voglio rischiare una fattura davanti a decine di babbani.
La donna annuì e si alzò.
-Tanti auguri per domani...-
Non c'era altro da dirsi:era un addio.
Anche se avrebbero continuato a lavorare nello stesso stabile,avrebbero cercato in tutti i modi di

evitare i contatti,per non ricreare quell'atmosfera triste e rabbiosa che aveva serpreggiato per

l'ufficio in quei pochi minuti.
-Grazie...E buona fortuna a te,per tutto-le disse guardandola.
Sarah annuì e l'istante dopo era fuori dall'ufficio,il rumore dei tacchi alti che si allontanava

velocemente.
Harry espirò profondamente e si pizzicò gli angoli degli occhi,sollevando gli occhiali.
Forse quella storia era definitivamente finita...
Li sentì arrivare da metà corridoio:Ronald stava mugugnando qualcosa e Ginny cercava di

rispondergli in modo sensato.
Si alzò dalla scrivania e gli andò incontro.
-Ma che bella sorpresa...-disse chinandosi sulle ginocchia e baciando prima James e poi Ronald.
Non appena lo videro,i due gemelli iniziarono a muovere le gambette nel passeggino,come

facevano sempre quando erano allegri.
-Ho pensato di passare per un'ultimo saluto prima dell'isolamento...-disse Ginny sporgendosi

verso di lui.
Harry sorrise e la baciò,indugiando sulle labbra della donna a lungo.
-Sei tu che hai deciso di passare la notte da George e Luna....-le ricordò allontanando il viso

quel tanto che bastava per parlare.
Lei gli diede un'altro bacio veloce e poi si staccò.
-Sai benissimo che è la tradizione!-gli ricordò lei.
-Dì piuttosto che sei venuta ad assicurarti che non sia nel panico-scherzò lui sciogliendo Ronald

dal passeggino e prendendolo in braccio.
-Lo sei?-gli chiese lei cercando di non apparire nervosa.
Harry avvicinò il viso a quello del figlio e gli fece una smorfia,poggiandolo poi contro la spalla.
-E tu?-domandò lui eludendo la domanda.
-Ehi non vale l'ho chiesto prima io!-ribattè la donna.
Harry rise e annuì,dandole ragione.
-Sarei un pazzo ad aver paura di qualcosa che ho aspettato con tanta impazienza-le disse con

voce seria.
Ginny lo guardò e sorrise,visibilmente rassicurata.
-Tu cerca di non arrivare troppo in ritardo,io sarò quello all'altare vestito di nero-le disse serio.
Ginny sorrise e annuì.
Era possibile racchiudere la felicità in poche parole?
A Ginny sembrò che quel miracolo impossibile fosse stato appena compiuto davanti ai suoi

occhi.
Il suo sogno,finalmente,stava per avverarsi...

 

Salve a tutti!!!

Scusate se ci ho messo un pò,ma nn riuscivo a far quadrare il pezzo di George e Luna,l'avrò cambiato almeno quattro volte...spero di aver fatto la scelta migliore.

Siamo alle battute finali,il prossimo capitolo sarà l'ultimo,ma vi prego non iniziate a piangere fin da adesso perchè non ce ne è davvero motivo...

Piccola postilla riguardo al nome di Ronald:molti di voi mi hanno chiesto se ci fosse un significato speciale dietro alla scelta del nome Micheal come secondo nome,se fosse legato a qualche personaggio dimenticato nei 7 libri della saga...Tranquillizzatevi!Non c'è nessun significato nascosto.

Quando ho deciso di chiare Ronald l'altro gemello,ho cominciato a cercare il secondo nome e a fare le assonanze x vedere quale suonava meglio e mi è sembrato che Micheal fosse il migliore.

X Laura che mi ha spedito un email:ho cercato di raggiungerti in tutti i modi tramite email,ma credo che nn ti sia arrivata.Sono troppo curiosa di vedere il tuo disegno su George e Luna,lasciami una recensione così posso contattarti e lasciarti il mio indirizzo!

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia/battitura.

Bene,per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento x l'ultimo capitolo...

"Io e te per sempre"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 43
*** PICCOLO REGALO PRIMA DELLA FINE... ***


PICCOLO REGALO

 

Salve a tutti!!!

So che molti di voi hanno aperto questa pagina con la segreta speranza di trovare l'ultimo capitolo della storia,ma ho voluto farvi un piccolo regalo per dimostrarvi il mio affetto e per ringraziarvi di tutte le belle cose che mi avete detto in questi lunghi mesi...Senza contare la vostra pazienza!

Dunque,vi ricordate quando vi dicevo che in realtà la fine non sarà altro che un'inizio?

Beh,quello che volevo dire,magari in maniera un pò contorta è che ho già pronto il sequel(se così vogliamo chiamarlo)...

Si intitolerà,se non cambio ulteriormente idea, "Forbidden Passion-Hogwarts New Generation" e parlerà delle nuove leve e delle vecchie glorie,per tutti quelli che come me si interrogano sempre su cosa succede realmente dopo l' "happy end".

Per il momento sono pronti tre capitoli e mezzo,ma dopo la fine della storia voglio prendere un pò di tempo per staccare,altrimenti finirete x odiarmi!

Detto questo,e con la speranza di avervi reso la fine della storia meno triste,vi saluto

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 44
*** Io e te per sempre ***


IO E TE PER SEMPRE

 

 

Pronti con i fazzoletti e tutto l'occorrente?

Bene,ora vi lascio all'ultimo capitolo e ci vediamo in fondo per i ringraziamenti finali!

 

Era davanti a lui bellissima e perfetta,quasi un dipinto,un immagine che hai timore a sfiorare per paura di rovinarla.
Il vestito bianco che disegnava le sue forme senza essere troppo provocante,i capelli rossi tirati
su in una crocchia severa e adulta,in un'acconciatura che non le aveva mai visto fino a quel momento,il viso leggermente truccato ed incorniciato dal velo,che ricadeva lungo i lati del volto come una cascata di pizzo bianco.
L'aveva vista arrivare al braccio del padre,un'espressione seria a rendere il suo viso ancora piu' i
ntrigante,piu' interessante,finchè la sua mano destra non aveva stretto quella di lei.
Dopo un'ultimo sorriso,si erano voltati verso il celebrante che,sorridente come al solito,aveva
iniziato il suo sermone.
Perchè la mano di lei era così sfuggente,così impalpabile nella sua,neanche stesse cercando di
toccare l'aria?
Era venuto il momento del giuramento:si erano voltati l'uno di fronte all'altra e,quasi per
incoraggiarla,le aveva sorriso.
Non era quello che aspettavano da anni?Il coronamento di un sogno?
Allora perchè il suo viso era così indeciso,così triste?
L'aveva guardata preoccupato,la mano ancora stretta in quella di lei e si era sporto leggermente
avanti verso di lei,avvicinando una mano alla sua guancia destra.
Inspiegabilmente lei si era ritratta per evitare il suo tocco.
-Ginny...-
Lo sguardo che lei gli aveva lanciato era dolente,triste e gli occhi lucidi.
-Mi dispiace...Non posso farlo-gli aveva detto affranta.
E senza aggiungere altro,aveva sciolto la stretta delle loro mani ed era corsa lontano dall'altare
lungo la navata e fuori dalla chiesa,senza mai voltarsi indietro...

 

Si svegliò di soprassalto,la fronte madida di sudore e il cuore che batteva accellerato nel petto.
Prese gli occhiali dal comodino e si rizzò a sedere nel centro del letto,lanciando un'occhiata a
Teddy che dormiva accanto a lui e che sembrava non essersi accorto di niente.
Il bambino quella sera aveva insistito per dormire accanto a lui,in ricordo dei vecchi tempi
quando il fine settimana gli permetteva di dormire nella sua stanza con lui.
"Ora invece sono un bambino grande...",gli aveva detto quella sera prima di mettersi sotto le
coperte.
Intimamente,Harry sperava che passassero un'altro paio d'anni prima di poter considerare
veramente Teddy un "bambino grande".
L''ultima sera in cui poteva considerarlo un bambino piccolo...in cui Teddy glielo permetteva.
Gli rimboccò le coperte e si alzò,certo che il sonno non sarebbe tornato almeno per il momento.
Prese la vestaglia e,cercando di fare il meno rumore possibile,uscì dalla stanza,e poi giù per le
scale fino al salotto dove accese una piccola luce che illuminò soltanto parte del salotto.
Mancavano meno di dieci ore al grande giorno,ad uno dei momenti piu' importanti della sua vita
da adulto e lui era pieno di paure.
Tutta colpa di quel dannato sogno!
Ginny lo amava piu' di qualsiasi cosa,perchè aveva paura di restare solo sull'altare?
Lei non gli avrebbe mai fatto una cosa del genere...
Era quello che sognavano da anni,durante i tre anni che non si erano visti,e anche quando
erano tornati insieme,fra loro c'era sempre stata la certezza che un giorno si sarebbero sposati, che avrebbero coronato quel sogno che accompagnava Ginny fin da quando era poco piu' che bambina.
Non avrebbe mai potuto lasciarlo all'altare...Non ora che c'erano due figli ad unirli!
E se avesse fatto troppi errori?Se la pazienza di Ginny fosse arrivata ad un limite in cui non era
disposta a sopportare altro?
Magari anche lei quella sera era presa dai dubbi,forse si era stancata troppo con i preparativi d
el matrimonio e aveva cominciato a chiedersi se ne valeva veramente la pena,come già una volta si era chiesta...
Cercando di allontanare quei cattivi pensieri,si era tolto gli occhiali e si era strofinato il viso con
entrambe le mani,sospirando forte.
Se si lasciava andare a quelle paranoie era ovvio che vedeva tutto nero!
Doveva avere fiducia...
Fiducia in ciò che avevano,in ciò che provavano l'uno per l'altra e soprattutto che domani lei non
lo avrebbe lasciato da solo a fare la figura dell'idiota.
Tornò ad inforcare gli occhiali e alzò lo sguardo sull'orologio poggiato sulla mensola del
camino:le tre e mezza di notte.
Magari era una pazzia,ma perchè non provare?
In fondo,anche le persone piu' fiduciose vanno rassicurate qualche volta...
Si alzò dalla poltrona e prese il cordless,componendo un numero che ormai conosceva a
memoria.
Con la cornetta vicino all'orecchio sentiva il segnale di chiamata libera,domandandosi quanto
tempo avrebbe dovuto far suonare il telefono prima di riagganciare.
Al quarto squillo qualcuno rispose.
-Pronto?-
Sentire la sua voce fu come una carezza sul suo animo tormentato.
-Stavi dormendo?-le chiese a voce bassa,come se la sua voce potesse arrivare fino a Teddy e
disturbarlo.
-Dormire?Ormai non so neanche che cosa significhi...Ronald è piu' eccitato di te e me per
l'evento di domani-rispose lei allegra.
Si lasciò scappare un sorriso:sapeva che il piccolo Ronnie era un'amante della notte, nonostante
avessero provato in tutti i modi di fargli cambiare idea...
Era veramente un Weasley come aveva pronosticato George!
-Tu perchè non dormi?-chiese Ginny curiosa.
Harry sospirò,incerto se parlarle o meno del sogno che aveva fatto.
E se raccontandole della sua fuga le avesse dato un'idea per l'indomani?
Ma che accidenti andava a pensare!
-Strani sogni...-le disse soltanto.
-Di che tipo?-chiese ancora lei.
La immaginava in pigiama seduta sul bordo del letto con Ronald in braccio,il biberon del latte
mezzo vuoto poco distante,accanto a quello della camomilla.
-Niente di cui preoccuparsi...-cercò di minimizzare.
-Capisco...E che succedeva in questo sogno di cui non devo preoccuparmi?-domandò ancora lei
tentando un'altra strada.
Harry sorrise,scivolando sulla poltrona quel tanto che bastava per poggiare la testa contro lo
schienale.
Sarebbe mai riuscito a fargliela almeno una volta?
-Parlava di noi...-disse soltanto.
-Del passato o di qualcosa che deve ancora succedere?Magari fra poche ore...-aggiunse subito
lei.
Beccato!
Come accidenti faceva tutte le volte a capire cosa lo preoccupava?
-La seconda-ammise sentendosi improvvisamente stupido per quei timori.
Sentì la risata leggera di Ginny e l'istante dopo la voce piccola di Ronald,come se volesse
partecipare anche lui al discorso,quasi stesse dando manforte alla madre nello sbeffeggiarlo.
-Avanti raccontami questo sogno-disse lei ancora sorridendo.
-No,lasciamo perdere...E' stata una stupidaggine,anzi guarda è anche passato tutto...-disse con
voce convinta.
-Harry...-
L'uomo sospirò profondamente e si scompigliò i capelli con una mano libera nei pochi istanti di
silenzio prima di parlare di nuovo.
-Ho sognato che tu mi lasciavi all'altare davanti a tutti-disse sintetico.
Ok,l'aveva detto...Le aveva dato l'idea e ora se domani si ritrovava da solo a fare la figura
dell'idiota davanti a tutti era soltanto colpa sua!
Fortunatamente lei stava ridendo,e sembrava anche molto divertita.
-Mi spieghi perchè siete tutti così spaventati da questa possibilità?Anche George è stato in pena
finchè non ha visto Luna accanto a lui sull'altare-commentò Ginny con voce serena.
Harry si lasciò scappare un sorriso al ricordo di quel giorno e si rese conto che lei aveva
ragione:certo lui non aveva ancora raggiunto i livelli di ansia di George,ma al momento c'era molto vicino.
-Perchè abbiamo sempre paura che vi accorgiate del grande errore commesso e rinsaviate-le
disse sincero.
La sentì ridere ancora.
-Hai veramente paura?-gli chiese poi seria.
Harry sospirò e si tirò a sedere sulla poltrona,poi restò qualche secondo in silenzio prima di
parlare di nuovo,riflettendo sui suoi sentimenti.
-Terribilmente-ammise alla fine.
Questa volta fu lei a restare in silenzio,tanto a lungo da fargli credere che la comunicazione si
fosse interrotta.
-Ascolta...c'è una cosa che devi sempre ricordare,non soltanto per domani ma per il resto della
nostra vita insieme.
Non importa quello che può succedere intorno a noi,quello che dovremo affrontare in futuro e
quante volte ancora avrai il dubbio che io ho deciso di sposarti in un'attimo di follia...-gli disse scherzando leggermente sulle ultime parole.
Harry restò immobile,come se lei potesse vederlo e in qualche modo giudicarlo.
-Io e te ci siamo scelti molto tempo fa,siamo legati indissolubilmente e la cerimonia di domani
non è altro che una conferma del nostro amore perchè tutti sappiano che ci apparteniamo- concluse.
Cosa rispondere a quelle parole,a quella inaspettata e stupenda dichiarazione d'amore?
Neanche il silenzio avrebbe potuto spiegarle quanto l'amava e la stimava in quel momento...Ora
che aveva messo a tacere le sue paure con poche parole.
-Ok,lo ammetto,sono senza parole...-disse semplicemente.
Ginny rise nella cornetta ed Harry la immaginò ravviarsi i capelli dietro un'orecchio,ancora
imbarazzata dai suoi complimenti dopo tutto quel tempo.
-Spero che questo non pregiudichi i voti di domani...-scherzò poi.
-Assolutamente,anzi mi hai dato nuova ispirazione-disse Harry con voce seria.
Per qualche istante restarono in silenzio,mentre in lontananza sentiva i mormorii leggeri di
Ronald,ormai addormentato.
-Sarà meglio andare a dormire,altrimenti domani tutti commenteranno le terribili occhiaie della
sposa-disse Ginny parlando per prima.
Harry sorrise alzandosi in piedi ed avvicinandosi al telefono.
-Sarai bellissima lo stesso-la rassicurò.
-Sei piu' tranquillo adesso?-chiese ancora la donna.
Harry annuì:era stata una buona idea chiamarla,nessuno riusciva a curare le sue insicurezze

come Ginny.
-Ci vediamo domani in chiesa-le disse sicuro.
-A domani-


-Dobbiamo parlare-
Era l'ultima persona che voleva vedere,l'ultima a cui aveva pensato di chiedere aiuto,ma era veramente arrivato a raschiare il fondo del barile cercando di uscire da quella situazione assurda.
Da quando il mondo si era capovolto?
C'era un tempo in cui avrebbe pagato con la propria anima un'attenzione simile da parte di Dean,senza interessarsi di nessun'altro uomo,come se fossero i soli due esemplari di sesso maschile nel mondo.
Poi era arrivato Rupert e aveva capito cos'era l'amore..L'amore vero,quello alla luce del sole,senza paure o vergogne.
Non poteva rischiare di perdere tutto non ora che aveva cominciato a fare chiarezza nella sua vita!
Però,mentre lui aveva bene in mente cosa voleva e quale era il suo futuro,Rupert era stato preso dai dubbi anche per colpa sua e del suo comportamento sconsiderato.
Perchè non era riuscito a perdonargli l'unico sbaglio che aveva fatto in tanti mesi di vita insieme?
E prima che potessero spiegarsi,chiarire i loro problemi,se ne era andato.
Quasi senza guardarsi indietro,con la promessa che sarebbe tornato in tempo per il matrimonio...se per dirsi definitivamente addio o se per cercare di mettere insieme i cocci di quell'amore,Seamus ancora non lo sapeva.
Ma sapeva cosa poteva ancora tentare prima di arrendersi del tutto.
Per questo era seduto in quello Starbuck,così simile a tanti altri a Londra,a poche ore dal matrimonio di Harry e Ginny e dall'incontro con Rupert:lui non si arrendeva,prima di considerare chiusa quella partita avrebbe lottato con le unghie e con i denti.
Lanciò un'occhiata alla vetrata che dava sulla strada,mentre il sole si defilava dietro i palazzi avvolgendo la città nell'oscurità della sera,come se non volesse assistere a quell'incontro.
Tornò a posare lo sguardo nella sala,dalle pareti color ocra ed i tavolini laccati di nero come il bancone.
Fu allora che entrò.
Remore dell'educazione che aveva ricevuto,si alzò in piedi finchè il suo "ospite" non fu accanto al tavolino.
Era ancora piu' bella...La gravidanza le aveva donato un'aria piu' candida,quasi infantile che portava a chiederti come era possibile che alla sua età fosse già incinta.
-Salve-la salutò.
Judith Rose lo guardò esitante,ben stampato in faccia la diffidenza e il dubbio per aver accettato quell'incontro.
Lanciò uno sguardo alla porta,sperando che lui non se ne accorgesse,chiedendosi se sarebbe riuscita a trovare una scusa per andar via,senza neanche ascoltare quello che lui aveva da dirle.
Quell'uomo significava soltanto guai per lei.
-Si sieda la prego-le disse Seamus continuando a darle del lei.
Si fissarono per qualche istante,studiandosi,decidendo se potevano fidarsi l'uno dell'altra e alla fine la donna cedette e si sedette sulla sedia di fronte alla sua.
-Posso offrirle qualcosa da bere?Oppure preferisce un muffin?-le chiese cortese.
Da quando era diventato così affettato?L'ultima volta che si erano visti si erano urlati contro e non era sembrato tanto impaziente di un secondo incontro.
La donna scosse la testa e lo fissò qualche istante ancora prima di parlare.
-La tua telefonata è stata veramente inaspettata-gli disse cancellando quell'alone di formalità.
Lui annuì.
-Non ti avrei chiamato se non fosse importante.
Abbiamo un problema...-le disse.
Lei corrugò le sopracciglia,visibilmente sorpresa.
-Da quando i tuoi problemi sono diventati anche miei?-gli domandò senza cercare di nascondere lo scetticismo.
Seamus sorrise leggermente,cercando di metterla a suo agio,nonostante sapesse quanto male stavano per fare le parole che avrebbe pronunciato di lì a poco.
-Perchè riguarda tuo marito...-le spiegò serio.
Nello stesso istante il bellissimo viso della donna si incupì,come coperto da una nuvola di sofferenza e Seamus avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitare ad una donna nelle sue condizioni in un'altro pensiero,ma Judith era veramente l'unica persona capace di fermare quella pazzia.
La vide poggiare la schiena contro la sedia e fissarlo in silenzio qualche istante,sicuro che nella sua mente infuriava la lotta fra la paura di credere alle sue parole e la voglia di fidarsi di Dean.
Ancora credeva in lui...Per qualche istante,il biondo sentì un moto di pena per Judith, innamorata di una persona che non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti e che,nonostante questo,continuava a sperare di creare una famiglia con lui.
-Non capisco...-disse poi in un tentativo estremo di negare l'evidenza.
Nonostante le sue intenzioni,Seamus si lasciò scappare un sorriso accennato:in fondo la capiva.
Stava facendo di tutto per proteggere se stessa ed il suo bambino da una verità troppo scomoda,una di quelle che non ti lasciano via di scampo.
-Credo di sì invece...-si limitò a dirle.
Si fissarono in silenzio qualche istante,dandosi il tempo di chiarire le cose fra loro e di accettare quello che sicuramente sarebbe accaduto.
Judith sospirò e si ravviò i capelli,leggermente piu' lunghi dall'ultima volta che l'aveva vista,dietro l'orecchio.
-Siete stati a letto insieme?-gli domandò inaspettatamente.
Per la prima volta da quando la conosceva,provò stima per lei:forse lui non sarebbe stato capace di essere così diretto,a meno di porre la domanda sotto una forma ironica,quasi buffonesca.
Lentamente,quasi ogni movimento gli costasse fatica,scosse la testa.
-No,per quanto mi riguarda il tuo matrimonio è ancora cristallino come il giorno che vi siete sposati...Sempre che non sia andato con un'altro-non riuscì a trattenersi dall'aggiungere.
La donna annuì,come incamerando quell'informazione in un'angolo remoto del cervello per poi dimenticarla.
Non poteva rimandare ancora...
Era ora di dire la verità,per quanto questa fosse sgradevole e per quanto poco lui fosse avvezzo a dirla.
-Però ci siamo baciati-confessò.
La vide sorridere,un sorriso amaro,e sfidare il suo sguardo per qualche istante,le mani nelle tasche della felpa e la schiena ancora poggiata contro la sedia.
-E' sempre un tradimento...-disse prima di sorridere di nuovo piena di amarezza.
Tolse una mano dalla tasca e si tolse i capelli dalla fronte,senza nessun motivo,soltanto per tenersi occupata e non lasciare che la sua mente vagasse sull'immagine che le si era presentata davanti.
Seamus sentì gli occhi della donna fissi sul suo volto e incontrò il suo sguardo:era pieno di rabbia.
Per sè stessa che era innamorata di un'uomo sbagliato e allo stesso tempo non riusciva a lasciarlo andare,per Seamus che era l'incarnazione di tutto quello che lei non sarebbe mai stata e che,invece,suo marito amava tanto e anche per Dean,che aveva coinvolto tutti e tre in quel meschino gioco soltanto per una stupida vendetta.
-Perchè sei venuto a dirmelo?-gli chiese con voce improvvisamente triste.
Seamus poggiò entrambe le braccia sul tavolo e si sporse leggermente in avanti verso di lei.
-Te l'ho detto,abbiamo un problema:sia tu che io.
Dean mi sta rovinando la vita dopo quel maledetto bacio...-
-Non è quello che hai sempre aspettato?-lo interruppe Judith.
-Perchè siete tutti così convinti che la mia vita si sia fermata nell'attimo in cui Dean mi ha lasciato?
Beh,non è così!
Sono andato avanti,ho rimesso a posto i pezzi e ho trovato un'uomo che mi amava veramente, e che sto rischiando di perdere per colpa di Dean e della sua insistenza-le disse tempestoso.
Judith restò qualche istante interdetta a quelle parole:era sempre stata convinta che Seamus fosse il nemico,quello contro cui lottare per salvare il suo matrimonio e la sua famiglia,ma ancora una volta doveva ricredersi.
Forse se c'era un vero nemico in tutta quella storia era Dean...
-Credevi ancora che stessi aspettando impaziente la vostra rottura per riprendermelo,vero?-le chiese con voce sicura ed un leggero sorriso sulle labbra.
Lei annuì,staccandosi poi dallo schienale e poggiando i gomiti sul piccolo tavolino.
-Se non è così perchè accidenti allora mi hai chiamato?-gli domandò confusa.
-Perchè tuo marito è tornato a farmi la posta sotto casa,a tempestarmi di chiamate per convincermi a parlargli e a dargli un'altra possibilità-le spiegò cercando di non apparire troppo brusco.
-Non lo sa di questo favoloso fidanzato?-gli domandò Judith con lo stesso tono di voce, cercando di non dar a vedere quanto quelle parole l'avessero ferita.
Il biondo annuì.
-Certo che lo sa...E' stato anche minacciato se si fosse di nuovo avvicinato a casa mia,ma a quanto pare non è servito a molto.
Devi fare qualcosa-le disse poi.
Di nuovo un sorriso amaro.
-Io?Che potrei fare io?In fondo sono solo sua moglie-
-Esatto!Sei sua moglie ed è ora che tu faccia valere i tuoi diritti.
Inventati qualcosa,minaccialo,metti in mezzo i giornali,ma fa in modo che lui mi lasci in pace...
E' anche per il bene di tuo figlio-
-Quanto sei caro!Non sapevo ti preoccupassi per noi...-ribattè lei acida.
Seamus le lanciò un'occhiataccia e restò in silenzio qualche istante.
-Quando la smetterai di vedermi come un nemico?
Non sto facendo niente che possa rovinare il tuo matrimonio,ho sempre girato alla larga da Dean come ti avevo promesso l'ultima volta che ci siamo visti,che ti ci vuole ancora per capire che siamo sulla stessa barca?-le chiese cercando di farla ragionare.
-Ah davvero?E allora se hai sempre girato alla larga da Dean come ci sono finite le tue labbra sulle sue?-gli domandò lei abbassando la voce in un bisbiglio che si udì a malapena.
Seamus respirò profondamente e di nuovo scese il silenzio fra i due.
-E' stato un errore e ne sto pagando le conseguenze...
Ma tu,se veramente tieni a questa famiglia come mi hai detto allora,devi iniziare a combattere-le disse senza incontrare il suo sguardo.
Il silenzio di lei lo indusse a parlare ancora.
-Non puoi credere che il semplice fatto che io non lo cerchi o non lo tormenti come invece fa lui cancelli quello che c'è stato fra noi...Devi mettere dei paletti,delle regole,altrimenti questa storia ti sfuggirà di mano-
Judith alzò lo sguardo su di lui e lo fissò con aria battagliera e triste allo stesso tempo.
-Tu sei il suo grande amore,quello che non può essere sostituito nè dimenticato...
Mi ricordo ancora quello che mi disse quella sera quando mi raccontò tutto:eri l'amore della sua vita e lui ti aveva perso per la sua stupida gelosia.
Mi disse che ero stata un'errore,la sua prima volta con una donna...Mi disse che non gli era neanche piaciuto tanto-aggiunse.
Seamus la guardò e si chiese cosa spingeva quella donna a subire tutte quelle cattiverie:perchè l'amore rendeva così masochisti e ciechi?
Senza neanche accorgersene una mano sfiorò quelle della donna e lei non si ritrasse.
-Se tu volessi potresti riprendertelo con una parola...Io sono solo un'errore da cui non riesce piu' a uscire.
Non ho nessuna arma con cui lottare-disse infine.
Il biondo si sfiorò la punta del naso con due dita e fissò ancora pochi istanti Judith Rose prima di parlare,sperando che le parole uscissero con la giusta enfasi.
-Hai tuo figlio.
E' lui la tua carta vincente...Dean può anche essere il peggior bastardo della terra,ma è orgoglioso di suo figlio,l'ho visto nei suoi occhi.
Ti ho già dato la mia parola una volta,e lo faccio ancora:non farò niente per riprendermi Dean.
Ma tu devi lottare per il tuo matrimonio,altrimenti anche la mia vita ne uscirà a pezzi-le disse con voce seria.
Lei lo fissò qualche istante,riflettendo sulle sue parole e alla fine annuì impercettibilmente.
Seamus sorrise.
Ora doveva soltanto convincere Rupert del suo amore per lui.
E aveva un'idea che gli frullava per la testa...


Tutto era identico al suo sogno.
Era una sua impressione oppure c'era una leggera aria di attesa,di paura?
Sembrava quell'attesa che precede sempre l'assassino nei film dell'orrore.
Era veramente un'idiota!Come pteva paragonare il suo matrimonio ad un film simile?
Fermo sull'altare,i banchi della chiesa pieni di parenti ed amici,si guardò attorno,cercando di non mostrare la sua preoccupazione ai due testimoni che erano alla sua destra.
Con la coda dell'occhio vide George sorridere divertito e corrugò leggermente le sopracciglia, sperando che nessuno si accorgesse di quel movimento.
-Che hai da sorridere?-gli domandò in un sussurro.
George scosse la testa e guardò di nuovo dritto davanti a sè,incurante dello sguardo dello sposo e di Ron.
-Come ti senti adesso Harry?-gli domandò semplicemente senza guardarlo.
Il moro non ebbe bisogno di fare altre domande:anche George si era sentito stringere lo stomaco in quella morsa?
Il respiro mozzo neanche fosse in apnea?
Sospirò leggermente e cercò di sembrare tranquillo.
-Non capisco perchè le spose debbano metterci tutto questo tempo...Le cose sarebbero piu' semplici se gli sposi entrassero insieme!
Non ci sarebbe ansia,paura e tutta questa attesa...-commentò Harry.
-Veramente non si sta facendo desiderare tanto:ha solo cinque minuti di ritardo-gli fece notare Ron.
Harry strinse piu' forte le dita sulla tesa del cappello,cercando di allontanare la mente dal sogno della notte precedente.
Ginny lo aveva rassicurato,non aveva nulla di cui preoccuparsi.
Quindi il solo motivo per cui continuava a fissare la fine della navata era soltanto perchè sperava di vederla al piu' presto, perchè non poteva sopportare un'altro minuto di lontananza...
Ma chi prendeva in giro?Non era mai stato un grande bugiardo e tanto meno riusciva a mentire a sè stesso:se lei non fosse apparsa il prima possibile sarebbe andata a cercarla.
Ecco,avrebbe fatto così.
Le avrebbe dato altri cinque minuti di tempo e poi sarebbe andato a controllare che tutto fosse in ordine.
Davvero un'idea idiota!L'avrebbero preso in giro fino alla notte dei tempi!
Respirò profondamente cercando di calmarsi e intanto la sua mente malata gli fornì un'altro alibi:i gemelli!
Poteva andare a controllare che non avessero bisogno d'aiuto con i gemelli,che la signora Weasley,Luna ed Hermione non fossero troppo occupate con i gemelli,Teddy,Fred Rose ed Edward e Justin.

-Se non ti calmi non riuscirai ad arrivare in fondo...-commentò Ron dandogli un'occhiata.
Ma di che stava parlando?
Che espressione aveva sulla faccia?Era sconvolto,preoccupato o qualcosa di peggio?
Accidenti ma perchè nessuno lo aveva preparato a quell'attesa?
Finalmente sentì un leggero brusio fra gli invitati seduti e l'attimo dopo la musica si diffuse nella chiesa.
-Respira Harry...Respira-gli disse Ron con voce calma.
La prima ad entrare fu la signora Weasley che spingendo una speciale carrozzina tripla con dentro i gemelli e Rose prese il suo posto a sedere in prima fila,pronta a tirar fuori il fazzoletto al momento giusto.
Edward,invece,era stato affidato a Seamus,anche lui seduto fra le prime file in modo che il piccolo potesse vedere i suoi genitori nel caso si svegliasse.
Poi fu il turno delle damigelle,entrambe vestite di lilla con un nastro piu' scuro attorno alla vita ed i capelli raccolti in una coda di cavallo alta sulla testa.
Sia Luna che Hermione lanciarono un'ammiccamento ai rispettivi mariti arrivando al loro posto sull'altare e sorrisero ad Harry rassicuranti.
Forse anche loro si erano accorte del suo aspetto malsano?
Attaccò la marcia nuziale e all'inizio della navata apparvero il signor Weasley e Ginny.
Improvvisamente tutte le paure si fecero piu' intense:era esattamente come nel suo sogno, stavano succedendo le stesse cose!
Allora questo voleva dire che...
Deglutì rumorosamente e si impose di calmarsi:non sarebbe successo,lei non l'avrebbe permesso.
La vide avanzare lungo la navata al braccio del padre,e riuscì a scorgere Justin e Fred dietro di lei,agli angoli dello strascico vestiti in maniera impeccabile e così simili nonostante le loro evidenti differenze.
Non staccò lo sguardo da Ginny,ma riuscì lo stesso a percepire l'orgoglio di George.

Era a pochi metri da lei,quindi gli bastò un passo per arrivarle accanto;scese il gradino dell'altare e le sorrise,sperando che fosse un sorriso benevolo e non una smorfia senza senso.
Evidentemente i suoi sforzi ebbero effetto,perchè Ginny gli rivolse un sorriso caloroso e amabile, mentre il signor Weasley scioglieva la presa dal braccio della figlia e prima di lasciarla andare definitivamente,si chinò a sfiorarle entrambe le guance con un bacio.


Era particolarmente difficile per lui:era la sua unica figlia e nonostante lo conoscesse fin da quando era bambino,si stava separando da lei in maniera definitiva.
Da allora,ogni volta che l'avrebbe rivista lei sarebbe stata la moglie di qualcun'altro,la madre di qualcuno...non sarebbe piu' appartenuta soltanto a lui.
Il signor Weasley si voltò verso Harry e gli mise una mano sul braccio destro,stringendolo leggermente,senza dire nulla.
Harry annuì impercettibilmente,come a rassicurarlo e soltanto quando lo vide allontanarsi si voltò di nuovo verso Ginny.
E quello che vide lo tranquillizzò definitivamente...Niente di quello che aveva sognato si sarebbe avverato.
I suoi occhi lo guardavano fiduciosi e ridenti,già leggermente velati dalle lacrime,un leggero rossore le aveva acceso le guance facendola sembrare piu' giovane di quanto in realtà non fosse.
-Respira-gli disse con parole mute.
Si lasciò scappare un sorriso:era così evidente il suo scombussolamento?
-Fratelli-
Entrambi gli sposi si voltarono verso il pulpito e videro Padre Arthur,il reverendo che avrebbe officiato il loro matrimonio.
Il prete fece cenno agli invitati di sedersi per poi voltarsi verso i due sposi con un sorriso benevolo.
-Benvenuti,agli sposi,ai testimoni e ai loro parenti ed amici-salutò l'uomo.
Se era un modo per metterli a loro agio,Harry dovette ammettere che c'era riuscito:certo faceva ancora un pò fatica a respirare,ma l'annebbiamento al cervello che aveva sentito fino a quel momento sembrava sparito.
-Siamo qui oggi per un'evento molto importante e a quanto mi hanno raccontato,molto atteso-iniziò il reverendo.
Harry sorrise leggermente,lanciando un'occhiata di sottocchi a Ginny di fianco a sè.
-Ho fatto una chiacchierata con i testimoni dello sposo e sono rimasto piacevolmente sorpreso dall'apprendere che questi due giovani si rincorrono da quasi undici anni...E' ammirevole tanta costanza e tanta dedizione in un mondo dove l'amore si arrende al primo ostacolo-disse rivolto ai banchi della chiesa.
Undici anni...Se avessero fatto le cose in modo diverso,cosa sarebbe successo?
Sarebbero stati ancora insieme?
Non aveva bisogno di riflettere a lungo per avere la risposta.
-Quello che ora dovete chiedervi è:sono pronto a mettere lo stesso impegno anche nel matrimonio?
Sono pronto ad amare questa persona per il resto della mia vita?
A starle accanto quando ha bisogno di me?
Sarò capace di resistere alla possibile tentazione di una donna o di un'uomo piu' bello o piu' giovane
?-continuò il celebrante,questa volta guardando solo Harry e Ginny.
I due sposi lo fissarono seri per qualche istante,poi neanche si fossero messi d'accordo,annuirono contemporaneamente.
Il volto rugoso del reverendo si spianò in un sorriso.
-Era quello che volevo sentire...
Ora gli sposi leggeranno i loro voti nuziali-disse poi rivolgendosi agli invitati.
Harry sorrise leggermente per poi voltarsi verso Ginny,leggermente voltata verso Hermione per darle il suo bouquet.
Quando lei si voltò,fu chiaro che avrebbe iniziato per prima.
-Harry...-disse prendendo entrambe le mani dell'uomo nelle sue.
La vide prendere un sospiro profondo prima di tornare ad incontrare il suo sguardo.
-I giapponesi credono che due persone innamorate,quando sono fatte l'una per l'altra,sono legati da un filo rosso.
Il filo rosso del destino...
Gli occidentali,invece,poco inclini a credere a queste cose,preferiscono non aspettare finchè nella loro vita non arriva l'anima gemella,quella che ti rende completa,senza sapere cosa si perdono-
Harry la fissò attento e leggermente curioso di sapere come sarebbe continuato quel discorso.
Lei sorrise leggermente,mentre le sue guance diventavano ancora piu' rosse per l'imbarazzo di dover spiegare a parole qualcosa che lui avrebbe capito anche in silenzio.
-Io e te siamo legati da quel filo...
Niente di quello che ci è successo in questi anni ha potuto dividerci e nessuno è riuscito a rimpiazzare l'altro nei periodi di lontananza.
Quest'anello non è altro che la prova tangibile che io e te ci apparteniamo,perchè tutti possano vederlo e capire il vero legame che c'è fra noi.
Un legame indissolubile...
Da qui al nostro ultimo giorno-gli disse fissandolo negli occhi.
Non era preparato a quella dichiarazione.
Nel suo sogno lei scappava via!
Come poteva immaginare che gli avrebbe detto delle parole tanto toccanti e importanti?
Capì dallo sguardo che lei gli rivolse che ora era venuto il suo momento...Sperava soltanto di non sfigurare davanti alle sue parole.
Si schiarì dolcemente la gola e fissò lo sguardo negli occhi di Ginny,quasi dimentico delle altre persone intorno a loro.
-Se si perde un'amore come il nostro non si può ricominciare a vivere,si può soltanto fingere...
Poco tempo fa mi hai detto queste parole e devo confessarti che allora non avevo capito cosa intendevi veramente.
Soltanto in questi ultimi mesi l'ho fatto.
Se improvvisamente perdessi tutto quello che adesso riempie i miei giorni non sarei piu' me stesso...Sarei di nuovo quell'essere triste e solitario che ha vissuto sul pelo della corrente per tre anni prima di rincontrarti-le disse con voce seria e posata.
Ginny lo fissò attenta,il labbro inferiore leggermente tremulo.
-Da oggi e per il resto dei nostri giorni mi rimetto a te...-le disse fissandola negli occhi.
Sorrise felice quando li vide spalancarsi per la sorpresa.
-Metto la mia vita e la mia anima nelle tue mani,fa di me ciò che vuoi...
Sarò tuo finchè mi vorrai-le disse con voce piu' dolce.
Una sola lacrima scese sulla guancia sinistra di Ginny,lasciandole una traccia lucida che faceva da contrasto con il viso truccato,incapace di staccare gli occhi dal viso di Harry.
Lui le sorrise dolcemente e per qualche secondo restò in silenzio.
-Ora mi resta soltanto sperare che tu mi voglia per il resto della tua vita...-scherzò leggermente, facendo sorridere Ginny mentre un'altra lacrima le scendeva lungo le guance.
La fissò di nuovo serio e strinse piu' forte le sue mani.
-Da oggi fino al nostro ultimo giorno-le promise.
Ginny annuì impercettibilmente,il volto bello e serio contentrato su quello di Harry.
Non era una sorpresa l'amore che i due sposi provavano l'uno per l'altro,però molti invitati non poterono evitare di commuoversi sentendo i loro discorsi:ascoltando le loro parole sembrava quasi facile promettere ad un'altra persona il proprio futuro,il proprio amore,la propria vita...
Entrambi gli sposi si voltarono verso il celebrante e questi rivolse loro un sorriso,prima di continuare con la cerimonia.
A turno,Harry e Ginny si ripeterono la formula di rito secondo le istruzioni del reverendo.
Al momento dello scambio degli anelli si voltarono verso la destra dell'altare dove,in attesa c'era Teddy elegante nel suo piccolo smoking nero fatto su misura.
Si avvicinò ai due sposi tenendo fra le mani un cuscino bianco a cui erano legate due fedi d'oro bianco,il volto alzato verso di loro in un sorriso soddisfatto.
Orgoglioso del bambino,quando fu accanto a loro,Harry gli accarezzò i capelli ricevendo in cambio una delle smorfie canzonatorie del bambino,che divenne rosso l'attimo dopo quando Ginny si piegò per dargli un bacio veloce su una guancia.
Teddy si allontanò,andando al suo posto accanto ai signori Weasley,facendo tornare l'attenzione generale su Harry e Ginny che,si scambiarono le fedi pronuciando il giuramento che si accompagnava a quel momento.
Quando furono al dito,le vere si illuminarono per qualche secondo,come era successo già al matrimonio di George e Luna,come se finalmente avessero trovato il posto che appartenesse loro.
Ce l'avevano fatta!
Dopo tanti tentennamenti,tante corse e rincorse,tanti dubbi e sensi di colpa,tutto aveva trovato il posto giusto.
-In nome dei Maghi riuniti,vi dichiaro marito e moglie.
Non provi l'uomo a separare quello che i Maghi riuniti hanno creato...
Harry puoi baciare la sposa-disse il reverendo con voce benevola.
Harry sorrise all'uomo prima di avvicinarsi a Ginny,posandole una mano sul fianco destro e

avvicinando il viso al suo.
-Congratulazione signora Potter-le sussurrò sperando di non farsi sentire da nessuno.
Lei sorrise cercando i suoi occhi.
-Congratulazioni anche a te,signor Potter...-
Con un sorriso,Harry posò le labbra su quelle di Ginny,baciandola dolcemente.
Il loro primo bacio da marito e moglie...


Prevedendo forse le lacrime del suo baby sitter al momento del bacio,Edward aveva pensato bene di fare la cacca proprio nel momento piu' romantico del matrimonio.
E di farla anche abbastanza puzzolente!
Tanto da costringere Seamus ad allontanarsi dalla sua panca e dirigersi verso il bagno nel corridoio della navata.
Fortunatamente Luna,previdente come mai avrebbe immaginato,gli aveva lasciato una borsa piena di tutto il necessario:pannolini,fazzolettini bagnati,una tutina pulita nel caso si fosse sporcato,e anche un biberon del suo latte se il bambino avesse avuto fame durante la cerimonia e lei non fosse stata disponibile.
Con la borsa a tracolla e il bambino in braccio,Seamus si era chiuso nel bagno che ovviamente non era attrezzato per occasioni del genere.
Così aveva puntato la bacchetta verso il lavabo e l'istante dopo era apparso un telo impermeabile e spugnoso su cui avrebbe potuto appoggiare Edward senza che questo si facesse male.
-Magari i matrimoni sono un pò noiosi per te,ma hai idea di quanto ho aspettato per questo momento?-domandò al bambino slacciando le clip della tutina sulle cosce.
Edward gli lanciò un occhiata che Seamus definì nebulosa e che portò il biondo a scuotere la testa.
Sollevò delicatamente le gambe del piccolo e scoprì il pannolino ed lo stomaco,pronto per la seconda fase del "cambio".
La porta del bagno si aprì,ma lui non alzò lo sguardo,attento com'era a non fare le cose alla perfezione:se fosse successo qualcosa al piccolo,George gli avrebbe fatto mangiare il pannolino sporco.
-Ciao-
Era impossibile non riconoscere quella voce.
Dopo quelle settimane di lontananza era un ungento sulle ferite aperte.
-Ciao-disse con lo sguardo ancora sul bambino,slacciando il velcro che chiudeva il pannolino.
-Ti hanno assunto come baby-sitter?-domandò Rupert cercando di rompere il ghiaccio.
Lui sorrise,nonostante le intenzioni:avrebbe voluto mostrarsi distaccato,freddo...Avrebbe voluto

essere quello che viene supplicato una volta tanto!
-Sono anche bravo...Ci so fare con i bambini,chissà perchè mi adorano-disse continuando a

pulire il bambino.
Edward si lasciò scappare uno sbadiglio spalancando la bocca sdentata e Seamus sorrise

infilandogli il pannolino pulito.
-Non dirmi che sei già stanco piccolino...E' proprio adesso che ci si diverte!-gli disse il biondo.
Finì di cambiarlo,e lo riprese fra le braccia,poggiandolo contro la spalla destra e fermando la

testa con una mano.
Gli sguardi dei due uomini si incontrarono per la prima volta da settimane e Seamus sentì il

desiderio di correre da lui,stringerlo,fargli capire che non eracambiato niente,che non c'era

nessun motivo di aver paura...
Era colpa della lontananza oppure era piu' bello?
Forse era per via della barba di un paio di giorni che gli ombrava il viso...
Aveva trovato una soluzione,doveva solo sapere se Rupert voleva stare ancora con lui.
-Come stai?-gli domandò l'uomo senza staccare lo sguardo dal suo.
Il biondo alzò le spalle.
-Abbastanza bene...sono state settimane faticose fra il matrimonio e tutto il resto.
Tu invece?-chiese a sua volta.
Rupert lo imitò,alzando le spalle.
-Come va il trasloco?Hai trovato casa?-lo incalzò Seamus.
-Ho visto un pò in giro...Visto l'ammontare della mia borsa di studio credo che dovrò adattarmi

al campus dell'ospedale,quello dove dormono le matricole-gli disse.
Veramente retrò!
Il silenzio scese fra di loro,mentre cercavano di non affrontare in maniera sbagliata il vero

problema fra di loro.
Era come se ci fosse un'enorme elefante rosa nel centro della stanza e tutti e due si stessero

sforzando di ignorarlo.
Nel silenzio sentirono l'eco degli applausi:la cerimonia era finita e lui si era perso il momento

piu' romantico!
-Sarà meglio che torni di là;a George e Luna prenderà un colpo se non vedono Edward appena scendono dall'altare-disse infilando la borsa a tracolla.
Rupert restò ancora in silenzio,iniziando a dargli sui nervi:possibile che non avesse neanche il minimo desiderio di lottare per la loro storia?Era disposto a lasciarlo andar via così,senza neanche cercare di chiarire?
Fermo davanti alla porta,l'uomo non accennava a farsi da parte per farlo passare.
Poi improvvisamente esplose,neanche un pupazzo a molla troppo compresso.
-Lo vedi come sei?Sei sempre disponibile per i tuoi amici,per chiunque lavori nella tua redazione,ma non puoi dedicarmi un'attimo-gli disse puntandogli contro un dito.

Seamus aggrottò leggermente le sopracciglia,premendo ancora di piu' Edward contro la sua spalla per evitare che si spaventasse.
-Continui a fare la parte della vittima,a guardarmi con quegli occhi da Bambi!
Vuoi uscire da questo bagno senza neanche avermi fatto spiegare?Fa pure,così potrai continuare a fare la vittima con tutti,visto che ti piace tanto-continuò l'uomo.
Suo malgrado Seamus si ritrovò a sorridere,cercando di nasconderlo per non irritare ancora di piu' l'uomo,inasprendo la situazione.
-Ok,forza...Parla-disse poi,poggiandosi ad uno dei lavabi.
Rupert lo fissò qualche secondo,chiaramente sorpreso e poi annuì.
-Bene!Prima di tutto...credo di doverti delle scuse.
Non mi sono comportato bene con te:avrei dovuto parlarti della borsa di studio prima di dirlo alle ragazze,ma è stato....istintivo,il modo giusto per...-
-Per punirmi-disse Seamus per lui.
-Esattamente!-ammise Rupert senza rancore.
Si guardarono qualche istante,mentre si preparavano psicologicamente per affrontare il vero problema fra di loro.
Seamus lo vide abbassare lo sguardo sulle sue scarpe,sospirare forte e tornare poi ad incontrare i suoi occhi.
-Mi fa incazzare che lui ti chiami,che ti cerchi in modo così insistente come se fosse un suo diritto...I messaggi,i cioccolatini,cosa cazzo devo fare per fargli capire che tu sei mio?-gli chiese fissandolo.
Niente era piu' piacevole di quelle parole:quanto aveva aspettato prima di sentirle?
-Non succederà piu',te lo prometto-lo rassicurò.
-Come fai a esserne sicuro?Non sono bastate le minacce,che cos'altro devo fare per convincere quel tizio?Sfidarlo ad un incontro di magia?-tentò Rupert,facendo ancora una volta sorridere il biondo.
Seamus scosse la testa con convinzione.
-Credo di aver trovato una soluzione per quella faccenda...e anche per il nostro problema-gli confessò.
Rupert lo guardò curioso.
Tutto si sarebbe risolto,ora ne era sicuro...


-Nervoso?-
Suo malgrado annuì.
Sarebbe stato sicuramente piu' conveniente,piu' "macho" ammettere il contrario,ma con lei non sapeva fingere.
Hermione lo conosceva troppo bene,ed inoltre l'aveva visto in piedi per gran parte della nottata mentre cercava le parole giuste per quel dannato discorso e si esercitava leggendolo a Rose,neanche fosse una ninna nanna.
-Non devi esserlo.Andrà tutto benissimo,me lo sento-lo rassicurò lei mettendogli un braccio sulle spalle.
Ron annuì per l'ennesima volta,non era quello che si ripeteva lui da ore?
Tutti sarebbero rimasti ammaliati dal suo discorso,come era successo al matrimonio precedente, sperando solo che quello fosse l'ultimo al quale gli veniva chiesto di tenere un discorso.
Tutto era andato come previsto dopo la cerimonia:gli sposi si erano allontanati con il fotografo ed i gemelli per le foto e gli invitati si erano diretti al ristorante,certi di dover aspettare ore prima di iniziare il pranzo,restando invece sorpresi vedendoli arrivare neanche tre quarti d'ora dopo.
Erano arrivati quasi alla metà delle portate,al momento in cui,secondo la scaletta ferrea di Hermione si sarebbe dovuto tenere il discorso del testimone,e lui stava tentennando cercando di guadagnare qualche altro minuto in piu'.
-Credi che ti sentiresti meglio aspettando ancora?Ti verrebbe soltanto piu' ansia!-gli disse Hermione cercando di essere d'aiuto.


Ron sospirò e guardò gli sposi,che al loro tavolo,sembravano impegnati in una conversazione molto importante con James.
-Non posso interromperli adesso!E guarda,anche gli altri invitati sembrano avere altro da fare che ascoltare me!-ribattè ancora il rosso.
Sua moglie sospirò,leggermente scocciata da quell'atteggiamento infantile e decise di prendere la situazione in mano:afferrò un coltello e con la lama battè sul cristallo delicato del suo bicchiere,attirando l'attenzione di tutti i presenti verso il loro tavolo.
-Perchè lo hai fatto?-bisbigliò Ron al suo fianco.
-Forza alzati!-gli disse neanche fosse un'ordine.
Ron sentì addosso gli sguardi di tutti gli ospiti e si decise ad alzarsi:Hermione gliel'avrebbe

pagata cara quella bravata!
Guardò Harry e Ginny che,con ancora James in braccio,lo fissavano in attesa.
Era il suo momento,purtroppo,quindi si schiarì la gola e sospirò.
-A quanto pare è venuto il mio momento...-commentò accennando un sorriso.
Gli sposi sorrisero senza perderlo di vista neanche un'istante.
-Molti di voi già lo sanno,ma la prima volta che io ed Harry ci siamo incontrati è stato

sull'Espresso per Hogwarts.
Io ero seduto in uno scompartimento e ad un certo punto entra questo tappetto con gli occhiali

rotti e i vestiti troppo larghi.
Si siede di fronte a me e cerca di sparire nel sedile,di diventare invisibile per paura che qualcuno gli chieda qualcosa a cui non sa rispondere-raccontò.
Harry abbassò lo sguardo a quelle parole,riconoscendosi in pieno nella descrizione dell'amico.
-Ad un certo punto del nostro viaggio,arrivò il carrello dei dolci e io,cercando di non guardare troppo i dolci che sembravano chiamarmi,ho tirato fuori il mio panino mezzo distrutto dalla tasca.
Lui non ha fatto commenti,si è voltato verso il carrello e ha detto "Prendiamo tutto"-ricordò,gli occhi lontano da quella stanza e da quel tempo.
Per qualche secondo scese il silenzio,prima che Ron tornasse a guardare Harry e accennasse ad un sorriso.
-Tutto cominciò così.
Sarei un'ipocrita se ora dicessi che mi è sempre stato simpatico o che capissi sempre questo suo voler rischiare la vita ad ogni occasione disponibile.
Ci sono stati momenti in cui l'ho odiato,e momenti in cui sembravamo incapaci di parlare senza finire per litigare pesantemente.
Però qualcosa di buono deve pur averlo se è riuscito a far capitolare l'unica persona sana della famiglia Weasley,no?-domandò senza staccare lo sguardo dal tavolo degli sposi.
Harry commosso sorrise,avvicinando Ginny ancora di piu' a sè.
Ron prese il bicchiere fra le dita e tornò a guardare Harry:era la prima volta che metteva così a nudo i suoi sentimenti...
-A Ginny,con tutta la mia comprensione per quello che dovrà affrontare da questo momento e per aver finalmente reso Harry un membro della nostra famiglia...
E a Harry...Per avermi dimostrato che sbagliavo ogni volta che ho dubitato di lui-disse fissando i due sposi.
Bevve il contenuto del suo bicchiere con un solo sorso e voltò lo sguardo verso Hermione,sorridendole leggermente.
Quel gesto non gli fece vedere l'arrivo di Harry.
-Ron-
Si voltò e il cognato era lì a pochi metri da lui,commosso anche se cercava di nasconderlo; senza parlare,lo abbracciò come non faceva da tempo e,dopo il primo attimo di sorpresa,Ron ricambiò l'abbraccio.
-Grazie...-disse soltanto Harry al suo orecchio.
Ron sorrise contro la sua spalla.
-Vedi di non farmene pentire-disse fingendosi minaccioso.
Harry sorrise staccandosi da lui.
-Adesso va,che ti tocca aprire le danze-gli ricordò il rosso leggermente cattivo.
Harry tornò a voltarsi verso Ginny,rimasta accanto al tavolo degli sposi e si diresse verso di lei.
Le prese la mano sinistra e la guidò verso il centro della pista.
-Ancora non vuoi dirmi qual'è la canzone che hai scelto?-le domandò piano mettendole una mano sul fianco destro e avvicinandola a sè.
Ginny sorrise leggermente.
-Mi sorprende che tu ancora non l'abbia capito da te-confessò lei.
La musica partì e,spontaneo,sul viso di Harry apparve un sorriso:Ginny aveva ragione,era stato proprio un'idiota.

"Now you can dance every dance
with the guy who gives you the eye
and let him you hold you tight
"

In accordo al suo,Ginny sorrise,muovendosi con lui sulla pista.
-Devo stare attento con te...Registri tutte le parole che dico-scherzò Harry fissandola negli occhi.
-Farai bene a ricordartelo-disse lei minacciosa.
Harry rise divertito e le fece fare una giravolta,riaccogliendola poi fra le braccia.

"And don't forget who's taking you home
and in who's arms you're gonna be
So darling
Save the last dance for me
"

Finirono il ballo con un casquè che sembrò mandare in visibilio gli ospiti visto gli applausi che

seguirono.
Harry strinse le braccia di nuovo attorno alla vita di Ginny e le diede un bacio veloce sulla

fronte.
-Ora posso farti sentire la canzone che avevo scelto per questo momento?-le chiese lui

guardandola in viso.
Lei annuì,tornando a circondarlo con le braccia.
-Questo è il mio regalo per te-le disse serio.
Harry guardò il dj e gli fece un cenno,seguito l'istante dopo dal suono della musica.
Questa volta inisieme a loro sulla pista c'erano altre coppie,ma Ginny sembrava concentrata

sulle parole della canzone.
-Se il tuo amore è tutto quello che avrò in questa vita,sarà abbastanza perchè ti amerò fino alla

fine del tempo-le canticchiò all'orecchio destro Harry al momento del ritornello sovrastando la

musica e la voce di Justin Timberlake.
Possibile che tutte le canzoni parlassero del loro amore?
Sembrava proprio scritta per loro...
Ginny,leggermente commossa,avvicinò il viso a quello del marito e lo baciò dolcemente

continuando a dondolare nel centro della pista.
Aveva tutto quello che desiderava,anche piu' di quello che aveva mai sperato sperare...
E aveva la certezza che non era un sogno.
Finalmente era completa,non aveva piu' bisogno di lottare per tenere insieme i pezzi o per far

valere le sue idee,ora il loro amore era davanti a tutti,chiaro ed indissolubile.
Fino alla fine del tempo...


                                          THE END

...."The rest is still unwritten"

 

Eccoci qui...Ci siete ancora tutti?

Scrivere l'ultimo capitolo di questa storia è stato piu'difficile di quanto pensassi:volevo dare il meglio,per chiudere in bellezza,per lasciare un buon ricordo di "Io e te...per sempre?".

Confesso che quando ho cominciato,mesi fa,non ero molto convinta di quello che ne sarebbe venuto fuori,ma siete stati voi ad incoraggiarmi e a spingermi ad andare avanti,facendomi capire quando era venuto il momento di cambiare rotta e sopportando i periodi di silenzi che purtroppo non erano voluti nè da me nè da voi.

Ovviamente,il distacco è meno doloroso dato che sapete tutti che ci sarà un seguito a questa storia,quindi non vi sentirete troppo orfani,e io spero di ritrovarvi tutti,dal primo all'ultimo con i vostri consigli i vostri commenti e le vostre bacchettate!

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e vi chiedo scusa per eventuali errori di battitura e di ortografia.

Le canzoni usate in questo capitolo sono "Save the last dance"di Micheal Bublè, "Until the end of time" di Justin Timberlake e "Unwritten" di Natasha Bedingfield.

E ora a voi:un enome grazie a Sarina87,Jc,Xelor,Dado,AleMalfoy,LittleGiuly,Lily'94,Hermion'06,Maryrobin,Lights,Musa16,

Whateverhappened,la grande Potterina88,Isina4everyoung,Erikappa,Germana,WingsHP,Ludo, Potterina1993,Pikkola,Hinataevans,Vale Lovegood,Smemo'92 e tutti gli altri che hanno recensito o letto la storia anche una volta sola.

Grazie ancora!

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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