Fra Nuvole e Lenzuola di armony_93 (/viewuser.php?uid=34815)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Capitolo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto. ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto Capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nono ***
Capitolo 1 *** Primo Capitolo ***
Capitolo
Primo.
Troy
palleggiò il pallone da basket sul suolo e
ridacchiò sentendo Chad camminare alle sue spalle e
chiacchierare con Zeke.
Camminava per il
corridoio popolato di studenti della East High e palleggiava il pallone
con cautela affidandosi solo all’udito mentre teneva lo
sguardo fisso sulla palla e sulle sue mani che frenetiche seguivano e
assecondavano il movimento del pallone. La maglia rossa si confondeva
con tutte quelle dei componenti della squadra alle sue spalle e era
caratterizzata dalla stampa in bianco del muso di un gatto con le fauci
spalancate. Il ragazzo dall’imponente corporatura si
distingueva dal resto del gruppo per la bellezza dei suoi lineamenti e
per i suoi occhi magnetici di un azzurro cielo abbinati a dei perfetti
capelli biondo cenere. I jeans che indossava mettevano in
risalto appunto gli occhi azzurrini.
Alle sue spalle un
ragazzo dalla carnagione scura, abbronzata con una capigliatura
inusuale composta da ricci disordinati e ribelli avanzava con un passo
deciso movendo maggiormente il busto assecondando i passi.
Indossava il sopra di
una tuta bianco sempre con lo stesso gatto rosso in risalto e sotto dei
pantaloni da ginnastica rossi lunghi fino ai piedi con delle strisce
bianche sui lati.
Troy
lanciò la palla alle sue spalle che fu afferrata senza
difficoltà dal riccio che ridendo si voltò nella
sua direzione.
-Allora che si fa
capitano? Allenamento?-
Troy rise poggiandosi
contro la vetrina con un trofeo e sorridendo vi si specchiò
sistemandosi i capelli. Chad rise senza controllo seguito da Zeke e
Jason. Troy lanciò un’occhiataccia a tutti e tre e
si dedicò alla spietata ricerca della ragazza di suo
interessa tra tutta quella folla.
-Ehilà!
C’è qualcuno?-
Chiese divertita la
voce di Chad che sventolava una mano davanti al viso di Troy che
ridacchiando puntò il suo sguardo in quello del moretto.
-Si…d’accordo
allentamento.-
Disse il biondo
cercando ancora tra la miriade di studenti il volto di colei che tanto
bramava. Quando lo trovò lo fissò con
intensità gustandosi tutti i lineamenti di quel viso
bellissimo.
-Secondo me il
capitano ha qualche interesse di altro tipo…-
Chad fissò
Jason che aveva parlato con un’occhiata confusa.
-Che intendi?-
Jason e
Zeke si scambiarono uno sguardo malizioso e ridacchiarono prendendo
Chad da parte.
-Ma come, non ti sei
accorto degli sguardi languidi che rivolge ai corridoi…i
sguardi indagatori…?-
Chad
sbuffò e roteò gli occhi al cielo.
-Jason quando fai
così mi sembri ancora più stupido! Parla chiaro!-
Zeke
ridacchiò e Jason gli lanciò
un’occhiataccia per poi rivolgersi a Chad.
-Andiamo Chad! Non
puoi dirmi di non aver capito che a Troy piace una ragazza!-
Chad si
pietrificò di colpo mentre Zeke dava il cinque a Jason
proprio mentre la campana suonava e li richiamava in classe. I due
schizzarono per i corridoi mentre Chad fissò Troy e
sentì una fitta al petto: Troy si era innamorato?
Il biondo scrutava
serio e imbambolato il corridoio. Chad i avvicinò e il cuore
prese a battere rapido.
-T…troy?-
Troy non rispose e
anzi lo sguardo si fece più intenso tra la folla. Chad
allora esasperato lo prese per una spalla e lo strattonò. Il
biondo ricadde dai suoi sogni e si trovò Chad che lo fissava
con uno sguardo strano.
-Che…che
c’?-
Balbettò
imbarazzato per essersi lasciato così andare. Chad
pesò bene le parole poi parlò.
-Cosa guardavi?-
Il biondo
arrossì e si mise una mano tra i capelli.
-Nulla! Nulla!
Perché?-
Chad
sospirò e un lampo malinconico gli attraversò il
viso. Chiese distogliendo lo sguardo così da non far leggere
a Troy tutto il dolore che provava.
-Stavi fissando una
ragazza che ti interessa?-
Il biondo
arrossì e poi imbarazzato annuì. Chad si
sentì morire e chiuse gli occhi per cercare di riprendersi
dalla fitta che gli era presa.
-Posso conoscere il
nome della bellezza che ti ha rubato il cuore?-
Disse sorridendo
forzatamente e lanciando un piccolo pugno sul petto del biondo che rise
e riacquistata la sfrontata calma disse.
-No…-
Chad
sgranò gli occhi e lo fissò stringendo un pugno.
-Andiamo non farti
pregare! Sono tuo fratello!-
-Chad! Dai
è imbarazzante! La conosci!-
Chad sentì
la gola farsi secca ma continuò lo stesso.
-Su, chi
è?-
-Lei…lei
è…-
-Danforth! Bolton!
Filate dentro in classe la campana è suonata da dieci
minuti!-
I due impallidirono e
si voltarono trovando il preside con le mani sui fianchi che li fissava
minaccioso. Chad ruotò gli occhi al cielo e mentre Troy lo
afferrava per un braccio e lo strattonava correndo per i corridoi
lanciò un’occhiataccia al preside.
Chad si
impuntò e disse separandosi dal biondo.
-Non mi va di entrare
in classe, me ne vado in palestra.-
-Chad la Darbus ti
mette in detenzione se non ti trova!-
-Tanto troverebbe un
modo per sbattermi lì comunque quindi…-
Troy
scoppiò a ridere seguito dal moretto che però
dopo averlo salutato con il loro saluto unico, fraterno si diresse in
palestra.
Troy fissò
Chad allontanarsi e sentì una strana malinconia: era da un
po’ di tempo che suo fratello non sorrideva come una volta.
C’era sempre qualche cosa di così triste e
malinconico nei suoi comportamenti. Si sentì pesante e
inutile e strinse un pugno deciso a scoprire cosa tormentava suo
fratello, ignaro di essere proprio lui la causa.
Era immerso in
riflessioni e pensieri quando si sentì picchiettare su una
spalla. Si voltò lentamente temendo che fosse nuovamente il
preside quando alle sue spalle comparve Taylor con un sorriso
raggiante.
Le guance del biondo
si tinsero prima di rosso, poi divennero pallide e in fine tornarono al
loro colorito naturale.
-Ehi Bolton!-
-Ciao
Mckessie…-
Disse lui sorridendo
dolcemente ammaliato dalla ragazza dai capelli a caschetto corvini.
Fissò gli occhi nocciola della ragazza e sentì un
brivido attraversargli la schiena da cima a fondo. Osservò
il maglione lilla della ragazza dove si intravedeva la camicetta bianca
e la cravatta porpora. La gonna a balze viola scura e i calzini lilla
lunghi fino al ginocchio. Tra i capelli portava una fascetta larga
lilla a pois bianchi.
-Che ci fai per i
corridoi? Non dovresti essere a lezione?-
Chiese lei sorridendo
furbetta e iniziando a camminare lentamente attorno al ragazzo che
assunse uno sguardo malizioso.
-No…adesso
sto meglio qui…-
Taylor sorrise e si
voltò dandogli le spalle.
-Devo andare a
stampare delle fotocopie per le adesioni al club di
scienze…ho sentito che hai un’ottima media in
questa materia…perché non ti iscrivi al Decatlon?
Quest’anno c’è posto anche per te se
vuoi…-
Disse lei sorridendo
appena. Troy la fissò con gli occhi che brillavano:
finalmente tutte quelle ore a studiare la sua materia detestata avevano
portato i loro frutti.
-Ci
penserò…sai con il canto, la recitazioni, il
basket e tutto il resto sono piuttosto occupato…-
Disse vago mentre
incrociava le dita: voleva sentirle dire delle parole per
convincerlo…
-Troy?-
Il ragazzo
incatenò i loro sguardi.
-Si?-
Taylor gli sorrise
serena e decisa.
-Sarei felice di
averti in squadra…-
Il cuore del giovane
Bolton esultò e si aprì in un sorriso magnifico.
-Se ci
tieni…considerami già iscritto.-
Taylor sorrise con
affetto e poi chiese guardando i corridoi vuoti.
-Bene…io
ora però devo andare…Chad
dov’è?-
Troy sorrise ormai
alle stelle per quella conversazione: vederla prima camminare in
corridoio lo aveva emozionato, ma parlarci era oltre ogni limite di
gioia.
-In palestra
credo…ti lascio andare…Ciao a dopo…-
Taylor sorrise e
annuì salutandolo con una mano. Si voltò e si
incamminò verso la segreteria. Sentì la porta
della classe chiudersi e consegnò il foglio da fotocopiare
alla segretaria chiedendole di distribuirne almeno cinque o sei per
classe al cambio dell’ora. Si allontanò e fece per
dirigersi in classe quando si ricordò di dove si trovava
Chad.
Sorrise furbetta e
senza aspettare oltre si diresse in palestra. Aprì le porte
e fissò Chad che si era tolto la felpa e indossava solo i
pantaloni rossi e una canottiera bianca lanciare il pallone a canestro.
Si
avvicinò lentamente e quando gli fu alle spalle gli cinse la
vita scoppiando a ridere.
-Chad!-
Il riccio rise
riconoscendo la voce. Si voltò rimanendo
nell’abbraccio della ragazza e rispose cingendole le spalle.
-Ehilà
Tay. Che ci fai qua?-
Lei sorrise furba e
si separò prendendo la palla fissandola con attenzione.
Passò un dito sui marchi della palla e la scrutò
con falso interesse.
-Niente, mi annoiavo
in giro per la scuola a distribuire adesioni…tu invece? La
Darbus non ti metterà in detenzione?-
-Per quanto mi
interessa…-
Disse il riccio
rubandole la palla tra le mani e tirandola con un gesto rapido a
canestro. Taylor sorrise e il suo cuore prese a battere rapido notando
il fisico muscoloso sotto la canotta attillata. Si avvicinò
e posò una mano sulla sua schiena. Chad sorpreso si
voltò e lei s alzò sulle punte baciandolo sulle
labbra con delicatezza. Chad sgranò gli occhi ma poi si
lasciò andare finche la ragazza non si separò dal
bacio a stampo.
-Ora sto meglio!-
Disse la brunetta
ridacchiando. Chad la fissò corrucciato e riprese la palla
tra le mani e la ritirò a canestro. Mentre si concentrava le
disse.
-Si può
sapere dove la trovi la forza di venirmi dietro nonostante sai che non
ti ricambio?-
Taylor
scoppiò a ridere e lo fissò incrociando le
braccia al petto.
-La trovò
perché so che un giorno mi ricambierai senza che io
dovrò fare nulla…-
Chad
inarcò un sopracciglio e la fissò con un mezzo
sorriso.
-Sei così
sicura di te?-
Taylor rise e assunse
un’aria leggermente malinconica. Si avvicinò e gli
posò una mano su una guancia accarezzandola con dolcezza.
-No…so che
siamo fatti l’uno per l’altra. L’ho
capito…devo solo aspettare che anche tu te ne
accorga…-
Chad sorrise e si
chinò baciandole le labbra. Taylor sorrise appena e si
separò sorridendo.
-Consideralo un
augurio di buona fortuna…spero tanto che sia
così.-
Taylor rise e lo
fissò con occhi sognanti.
-Vedrai devi solo
aprire gli occhi…-
Chad sorrise quando
lei si voltò canticchiando e si allontanò ridendo
e cantando. Il riccio la fissò e sorrise intenerito
raddolcendo lo sguardo.
Continua…
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Capitolo 2 *** Capitolo secondo ***
Capitolo
Secondo.
Gabriella canticchiava allegramente con passo dolce e delicato mentre
l’mp3 diffondeva musica nelle sue orecchie. Percorse correndo
l’atrio e i jeans chiari frusciarono a terra visto le
ballerine basse rosa. La maglia chiara metteva in risalto le dolci
curve della ragazza che aprì le porte del teatro con un
gesto platealmente impacciato. Sorrise imbarazzata quando
notò lo sguardo incuriosito di un ragazzo che stava portando
via degli scatoloni. Sorrise appena e poggiò la borsa in un
angolo facendosi strada tra costumi e scenografie mentre la voce della
Darbus giungeva lontana e ovattata. Raggiunse il retro di
un’enorme luna dipinta e si nascose cercando di seguire
almeno un poco il discorso che l’insegnante stava volgendo a
tutti i ragazzi presenti in teatro. Sorrise quando capì
l’argomento centrale del suo monologo: i cellulari, come al
solito.
Fece un passo avanti e si mise in riga anche lei come se fosse stata
lì dall’inizio della predica. Scorse con lo
sguardo tutti i componenti che erano a teatro e sorrise: Chad, Zeke,
Jason, Taylor, Sharpay, Ryan, Martha, Kelsie e…Troy.
Sospirò fissando il profilo del biondo che stava fissando un
punto imprecisato del pubblico con espressione assente mentre muoveva
il capo come per annuire al discorso della Darbus senza nemmeno starla
a sentire.
Sorrise amorevolmente quando si trovò la Darbus davanti che
scrutandola seria si voltò sistemandosi gli occhiali e
dicendo con una voce platealmente alta.
-Tardi alle prove per il musical invernale signorina Montez?
Bene…allora diciamo che aiuterà i
“detenuti” a ritinteggiare il
camerino…d’accordo?-
Gabriella sbuffò: ‘beccata…’
Pensò fissando la Darbus camminare riprendendo a parlare. Fu
subito affiancata da Taylor che le bisbigliò.
-Ti offendi se una “detenuta” si mette al tuo
fianco?-
Gabriella ridacchiò risposando al sussurro
dell’amica.
-Certo che no, ormai devo entrare nella cerchia dei suddetti
“detenuti”!-
Scoppiarono entrambe a ridere guadagnandosi un’occhiataccia
della Darbus che le fece zittire.
Chad fissava un pennello sporco di vernice verde tra le sue mani e lo
rigirava non accorgendosi di macchiarsi ripetutamente il viso con gli
schizzi che il maneggio dell’oggetto gli stavano procurando.
Sharpay indossava un paio di jeans neri a zampa d’elefante
con degli strass fucsia che si concentravano maggiormente alla fine dei
jeans e poi diminuivano come a sfumare su tutta la gamba verso
l’alto. Una maglia rosa pallido e i capelli raccolti in due
trecce. Sorrise appena notando il riccio che si stava imbrattando il
riccio assorto nei suoi pensieri.
Con passo rapido e deciso si avvicinò all’angolo
dove Chad era rannicchiato a contemplare il nulla con il pennello tra
le mani.
-A meno che tu non voglia sostituire l’albero, cosa che ti
riuscirebbe anche piuttosto bene vista la tua capigliatura inusuale,
non credo che dipingerti il viso e i capelli di verde sia una bella
idea.-
Chad si riscosse al suono melodioso di quella voce che suonava
cristallina come mille campanelline dorate. Alzò lo sguardo
percorrendo il corpo mozzafiato della bionda e inchiodò i
loro sguardi sorpreso e confuso per essere stato strappato in modo
così brutalmente dolce dai suoi pensieri.
-Evans…-
Mormorò chiudendo gli occhi e passandosi una mano sul viso
per ripulirsi dai piccoli schizzi di vernice. Sharpay sorrise
desiderando per una volta sola poter annegare la mano in quei ricci
così amabilmente scomposti.
-Cosa c’è che non va...Danforth?-
Il riccio inchiodò i loro sguardi facendo si che caramello e
cioccolato si mescolassero e che lo sguardo penetrante di Sharpay
catturasse un’onda di quel mare così scuro e
profondo che erano gli occhi del riccio. Sharpay avrebbe voluto
pronunciare per una volta il nome di Chad, ma trovandosi in condizione
di evidente disagio non aveva potuto anche perché ci
sarebbero stati dei testimoni.
-Reginetta suvvia non dirmi che ti interessi del malcontento del tuo
popolo!-
Disse sorridendo raddolcito dalla cortesia espressa dalla biondina
solamente per essersi informata del suo umore.
“So io cosa vorrei fosse mio…”
Pensò la biondina mordendosi il labbro inferiore e fissando
le labbra del riccio che seduto ai suoi piedi la fissava con un sorriso
magnifico.
-Andiamo…Danforth. Non mi pare che gli scimmioni ti diano
molta corda oggi. E tu ai davvero bisogno di sfogarti.-
Disse indicando con la testa Zeke e Jason che stavano ritinteggiando
una scenografia che rappresentava una foresta tropicale. Chad li
fissò inarcando un sopracciglio e con un sospiro ammise la
situazione.
-D’accordo…qual è il trucco? Cosa vuoi
in cambio? Sappi che non venderò l’anima per
niente al mondo!-
Sharpay ridacchiò e si accomodò al suo fianco con
leggera riluttanza di dover posare il suo regale fondoschiena su una
scatola impolverata e macchiata da chissà cosa.
-Te lo concedo il mio comportamento a un fine preciso.-
Disse Sharpay posando entrambe le mani sulle ginocchia accavallate.
Chad la fissò e sospirò appena.
-Scommetto che non mi dirai quale è…giusto?-
Sharpay rise e posò una mano sulla sua spalla sorridendo per
la prima volta in pubblico con dolcezza. Chad rimase un attimo
sconcertato nel notare quanto quel viso angelico già di suo
illuminato da una luce diversa, più dolce potesse risaltarne
la bellezza ancora di più.
-Già…ti basti sapere che tu sei il protagonista
di questo mio musical…-
-Non è tuo fratello?-
-Non è detto…e poi ci sono tante canzoni composte
da Kelsie…-
Disse la bionda afferrando una mano della pianista che stava passando
loro di fronte proprio in quel momento e la tirò con vorace
dolcezza vicina a se per proseguire con una calma inusuale.
-…che non possono essere cantate dalla voce stridula di mio
fratello.-
-Io non la definirei stridula, è solo leggermente
più acuta della tua, Sorellina.-
Disse Ryan posando le mani sui fianchi e accentuando il tono di voce su
l’ultima parola. Sharpay sorrise con falsa
cordialità al fratello e lasciò la presa sul
braccio di Kelsie.
Chad ridacchiò quando si ritrovò ad assistere ad
un acceso battibecco fra i fratelli Evans dove Sharpay stava avendo la
meglio a furia di urli acuti e autoritari mentre il controllo di Ryan
iniziava a dare segni di cedimento di fronte agli occhi fiammeggianti
di Sharpay.
Chad si sentì solidale verso il biondo e così
afferrata Sharpay per le spalle la sollevò di peso e la
trascinò dietro le quinte mentre la Darbus, Kelsie e tutto
il resto degli alunni adoperavano per far riprendere Ryan dallo stato
di shock in cui era caduto.
-Dei del cielo, per poco non cadeva giù il teatro alle tue
urla.-
Disse il riccio rabbrividendo al ricordo di quelle urla così
acute da far accapponare la pelle.
-Oh piantala Chad!-
Disse Sharpay d’impulso per poi tapparsi la bocca con una
mano sgranando gli occhi. Chad la fissò sorridendo appena e
le disse costringendola a guardarlo.
-Mi hai chiamato per nome?-
La bionda si ricompose mentre un leggero rossore le imporporava le
guance e distoglieva lo sguardo.
-Si e allora?-
Chad ridacchiò e le prese un polso attirandola vicina a se,
Sharpay si ritrovò schiacciata contro il petto muscoloso del
moro.
-Grazie mille con il tuo teatrino sei riuscita a farmi distrarre. Sto
meglio e lo devo solo a te…-
Disse in un sussurro caldo il giovane che fece rabbrividire Sharpay
immediatamente.
-…Sharpay.-
La ragazza si sentì scaldare il cuore e pensò che
il suo nome non era mai stato così bello. Sentì
la presa gentile di lui farsi leggera, morbida e poi assente quando si
separò da lei.
-Ora vado…tu ai un teatro da allestire, io ho un albero da
tinteggiare. Ciao.-
-Ciao…-
Lo vide scomparire dietro al tendone e si lasciò andare
seduta su una sedia da regista sospirando: doveva assolutamente
procurargli una parte in quel musical in modo da vederlo ogni giorno
per ogni scusa plausibile.
Continua…
Piccolo appunto. Ho cancellato 4 mie fanfiction in corso. Ne sono
addolorata e rintristita i titoli sono: When you’ll remember
me, I love you, Pirati e Lasciati amare. Mi dispiace molto ma non erano
belle e mi facevano solo pesare la scrittura inoltre non è
stato un dolore per molti di conseguenza ho pensato fosse meglio
cancellarle. Mi dispiace molto a quei pochi che piacevano. Potete
provare ad immaginare il seguito delle storie voi stesse. Inoltre
sempre scusandomi per l’enorme ritardo di “La
bellezza del tuo silenzio…” ma ho un milione di
impegni e una crisi personale in corso. Per mia fortuna non grave ma mi
blocca un po’ su questi personaggi. Metteteci che non riesco
a trovare una canzone che mi ispiri durante la scrittura non so
più cosa inventarmi.
Perdonatemi molto per il ritardo e godetevi questo chappy. Spero di non
deludere nessuno. Un bacio a chi legge e un ringraziamento dal profondo
a chi recensisce.
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Capitolo 3 *** Capitolo Terzo ***
Capitolo
Terzo.
Troy
palleggiò insistente il pallone a terra per poi alzare lo
sguardo e tirare il pallone a canestro. Lo fissò con
orgoglio e fierezza anche se quel sorriso soddisfatto fu smorzato
velocemente dai pensieri del ragazzo. C’era qualche cosa che
non andava. In tutto. Lui e Taylor avevano un rapporto strano: sembrava
che lei lo volesse ma al tempo stesso lo allontanasse. C’era
qualche cosa di troppo. Il viso del Bolton si illuminò e la
palla che aveva recuperato rotolò al suolo mentre il pungo
si stringeva rapido.
C’era
qualcuno di troppo.
Strinse i pungi
così forte che potè sentire le unghie penetrare
nella carne. Sospirò e si rilassò: Taylor era sua
e non avrebbe permesso a nessun’altro di rubargliela. Ma come
si dice “parli del diavolo…e spuntano le
corna!”. Taylor comparve con andatura melliflua e decisa alle
porte della palestra.
-Troy!-
Disse lieta di
vederlo: Capitano dei Wildcats lì era uguale a Chad nelle
vicinanze. Gli si avvicinò e ammise a se stessa la
realtà: tuttavia era anche lieta di aver trovato Troy, le
piaceva che nutrisse un particolare interesse nei suoi confronti. Non
per altro, solo perché era piacevole ricevere tutti quei
sguardi carichi di interesse, quella dolcezza unica che il ragazzo le
rivolgeva. Sorrise appena e si avvicinò abbracciandolo con
affetto. Era davvero affezionata a lui e teneva alla sua compagnia.
-Bellissima!-
Disse lui
sorridendole abbracciandola e posando il viso nell’incavo
della spalla di lei così da stringerla a se.
Affondò il viso nella sua spalla e inspirò
l’odore dei capelli di lei annegando le mani nella sua
schiena. Taylor fu percorsa da un brivido e si ritrovò a
ricambiare con affetto l’abbraccio.
-Che ci fai qui da
solo Wildcat?-
Chiese sorridendo
mentre gli tirava la maglia facendolo ridere. Lo scrutò
pensierosa e esagerò un gesto davanti al naso ad evidenziare
l’odore poco gradevole di un sudato Troy che
arrossì e si allontanò impercettibilmente di
qualche passo.
-Mi
alleno…-
-Si ad ammazzare
qualcuno!-
Disse Taylor per poi
scoppiare a ridere mentre Troy la fissava con disappunto.
-Oh andiamo non
è così forte! Poi dopo vado a farmi la doccia e
sarò pronto!-
Taylor lo
fissò incuriosita e divertita.
-Pronto per cosa?-
Chiese in un
sussurro. Troy sorrise e le prese una mano facendole fare una giravolta
con dolcezza per poi attirarla a se cingendola con le braccia muscolose
a se.
-Per portare la
più bella delle ragazze a cena fuori…-
Taylor
arrossì e lo fissò dubbiosa negli occhi.
-Cosa ti sei bevuto
Wildcat? Tuo padre e la tua squadra ti assalgono se salti
l’allenamento!-
Troy scoppio a ridere
e la strinse più vicina a se.
-Secondo te
perché mi stavo allenando?-
-Ovvio,
perché volevi essere pronto per la partita!-
Disse una voce che
non era quella di Taylor. Troy si voltò verso quella voce e
fissò Chad avanzare, i muscoli del corpo tesi e contratti,
un sorriso strano e uno sguardo che voleva essere neutrale ma che aveva
un che di accusatorio.
-Chad!-
Disse la mora
separandosi e correndogli incontro. Troy fissò un attimo
taylor dubbioso e fissò Chad con un sorriso stordito:
adorava suo fratello, ma proprio in quel momento doveva venire?
-Ehi…fratello!-
Disse il castano con
un sorriso dolce. Taylor era in piedi di fronte al riccio e gli
sorrideva maliziosa e affettuosa.
-Che facevate?-
‘Le stavo
chiedendo un appuntamento e non so nemmeno se è un si o un
no…’
Pensò il
castano guardando Chad negli occhi per poi rispondere in modo del tutto
neutrale passandogli un braccio attorno alle spalle e stringendolo a se.
-Niente di
che…tu? Ancora non sei tornato a casa?
L’allenamento è tra un paio d’ore!-
Chad rise
forzatamente e ricambiò la stretta mentre il suo cuore
batteva a mille per il tocco con Troy. Avrebbe voluto tanto parlargli,
quel peso diventava insostenibile, ma c’era Taylor e non
poteva permettersi figuracce davanti alla sua piccola
‘Kessie’. Le voleva un bene dell’anima
per questo soffriva se pensava a quanto lei lo amava.
-No….mi
chiedevo dove fosse Kessie, oggi deve darmi ripetizioni!-
Gli disse il riccio
con un sorriso amichevole del tutto ignaro dei sentimenti del suo amato
verso la sua Kessie. Taylor rise e gli cinse la vita con un braccio
stringendolo a se e fissando Troy con un sorriso.
-Andiamo Darling
è ora di mettersi a studiare!-
Disse Taylor
stringendo Chad a se per poi tornare con lo sguardo su Troy
sorridendogli affettuosa.
-Sarà per
un’altra volta…ciao.-
-Altra volta cosa?-
Chiese Chad ignaro
grattandosi la testa mentre Taylor scoppiava a ridere e lo spingeva
fuori dalla palestra.
-Fratello lo studio
è una condanna!-
Disse Chad prima di
sparire fuori dalla porta. Troy si pietrificò. No. non
poteva essere. Si riscosse e corse fuori dalla palestra dove poco prima
erano usciti i due e li vide percorrere il vialetto della scuola. Un
colpo al cuore quando Taylor si alzò sulle punte e
sfiorò una guancia a Chad con amore. Quello sguardo, quegli
occhi, quel sorriso, quell’affetto erano esattamente quello
che lui bramava da tempo ormai.
Si poggiò
con la schiena contro la porta ad occhi sgranati: era Chad. Chad era il
qualcuno di troppo.
Come un masso questa
consapevolezza lo schiacciò.
Ryan canticchiava per
il teatro risistemando le sue cose. Indossava un paio di jeans bianchi
e una camicia azzurrina sopra con tanto di cappelletto abbinato.
Sorrise prendendo un vecchio trofeo tra le mani mostrato durante la
lezione dalla Darbus alla classe. Lo stava per riporre
nell’armadietto quando lo fissò bene. I bordi e la
coppa d’argento, il gambo elaborato era bordeaux, oro e di
marmo bianco, impressa nell’etichetta la data e il vincitore
di quel magnifico trofeo. Poi la parte più bella: nella
coppa argentea era racchiusa una statuetta d’oro con le
braccia spalancate verso l’alto e il viso lanciato
all’indietro. Una posa che esprimeva gioia,
libertà, soddisfazione, consapevolezza…
La fissò e
gli occhi azzurrini brillarono emozionati finche non si ricoprirono di
un leggero strato di lacrime. Era immerso in pensieri e ricordi quando
sentì dei rumori alle sue spalle.
Si voltò
riponendo l’oggetto nella credenza con riluttanza e
fissò, o meglio perlustrò con lo sguardo tra le
poltrone. Quando intravide un cappellino a righe verdine e rosate
sorrise appena posandosi le mani sui fianchi e richiamando
quell’esile figura a se.
-Kelsie?
Perché sgattaioli via sempre?-
La ragazza
deglutì e non potè fare a meno di arrossire
mentre si alzava con lentezza esasperante e si voltava come fosse di
legno verso Ryan che la fissava con un sorrisetto divertito.
-I…io…ero
entrata…per…lasciare gli spartiti…-
Disse balbettando
mentre la voce più alta più proseguiva la frase
più si abbassava tanto che Ryan pensò di essere
diventato sordo nel veder muovere le labbra alla ragazza senza che ne
uscisse alcun suono.
Sorrise benevolo e si
avvicinò a grandi falcate verso di lei prendendola poi per
mano.
-Andiamo Kelsie. La
tua voce è così armoniosa perché vuoi
privarmi di godere di quel melodioso suono?-
Disse con tono
solenne e espressione decisa. Kelsie lo fissò: gli ricordava
in modo impressionante…
Il ragazzo si
passò una mano sul naso come a risistemare degli occhiali
inesistenti e solo in quel momento Kelsie si accorse che era
un’imitazione pressoché perfetta della Darbus.
Scoppiò a ridere seguita dal biondo ma quando si accorse
della loro vicinanza non potè fare a meno di arrossire
ancora di più mentre ancora le risate del biondo scuotevano
frivole e leggere l’aria. Si allontanò
impercettibilmente con il cuore a mille: il soffio di quella risata,
quel soffio di respiro del ragazzo l’aveva mandata in
agitazione, rischiava di finire in iperventilazione.
Ryan però
si accorse che la ragazza si era allontanata così scrutando
il viso assorto nei pensieri di lei ne approfittò per
riguadagnare quel poco spazio che lei aveva aggiunto tra loro. quando
Kelsie si riprese si trovò il viso di lui praticamente
incollato al suo e quando il ragazzo le passò affettuoso un
braccio attorno alla vita. Trattenne il respiro come se solo con un
sospiro potesse costringerlo a sciogliere l’abbraccio. Si
maledì e mille pensieri le attraversarono la mente
mandandola in confusione quando si sentì trascinare sul
palco dal biondo.
-Allora che aspetti
scricciola?-
Sobbalzò e
arrossì ancora di più, se possibile:
‘Scricciola’?
Ryan sorrise e si
sedette sul piano chiudendo gli occhi cristallini pronto a lasciarsi
andare alla musica meravigliosa prodotta dalle mani di Kelsie che
però non mosse un dito. Aprì gli occhi sbattendo
le palpebre confuso e la fissò incitandola con lo sguardo.
Kelsie lo fissava ad occhi aperti sgranati.
-Non vuoi suonare?-
Chiese lui
sorridendole. Kelsie lo fissò e scosse i boccoli castani
negativamente per poi correre via senza nemmeno degnarlo di unos
guardo. Ryan la fissò correre via e il suo viso pallido
assunse un’espressione triste: avrebbe dovuto faticare per
impossessarsi del suo cuore, ma ci sarebbe riuscito. Lui la voleva.
Kelsie correva per i
corridoi mentre le lacrime premevano epr uscire. Era così
stupida: era scappata! Scappata da lui che era l’unico che
aveva mai davvero ammirato….e forse amato. Si sentiva
così sciocca preda della sua paura e della sua timidezza.
Corse un po’ più veloce e si scontrò
bruscamente con qualcosa di duro. Quando si rialzò da terra
incontrò due occhi scuri e profondi da cerbiatta dolci come
i suoi ma più coraggioso.
-Kelsie? Piangi?-
Chiese Gabriella
prima stupita poi preoccupata. La castana fissò gli occhi da
cerbiatta della ragazza e poi singhiozzò saltandole al collo
e stringendola a se.
-Gabry!-
-Cosa è
successo?-
Chiese la ragazza
accarezzandole i capelli castani con tristezza. Kelsie singhiozzando le
sillabò brevemente l’accaduto e Gabriella non
potè fare altro che rassicurare la sua amica e prometterle
di darle una mano.
Kelsie sorrise e si
pulì il viso mentre Gabriella lanciò uno sguardo
alla porta che portava alla palestra: lui era lì e anche lei
come Kelsie era terrorizzata solo al pensiero di avvicinarsi a lui.
Anche lei aveva bisogno di aiuto. Sapeva benissimo a chi chiederlo. Una
certa biondina tutto pepe.
Continua…
|
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Capitolo 4 *** Capitolo Quarto. ***
Capitolo
Quarto.
La mora abbracciò forte Kelsie salutandola con affetto. Si
trovavano davanti all’entrata della East High per un nuovo
giorno di scuola. Sentì il cuore gelarsi quando vide Troy
avanzare nella sua direzione insieme a Chad, immancabile sorriso,
capelli biondi oro e occhi di una lucentezza spaventosa. Il gelo che
avvolgeva il suo debole e fragile cuore di sciolse di colpo lasciando
che bruciasse nelle fiamme quando quel mare freddo e gelido
incrociò il suo sguardo. Era per questo che lo trovava
divino: scatenava mille emozioni in lei senza una logica, senza un
rigore. Sospirò emozionata e arrossì timidamente
ricambiando l’occhiolino affettuoso che il Wildcat le aveva
rivolto.
-Gabry!-
La chiamò poi Chad con un sorriso complice cingendole le
spalle e stringendola mentre la ragazza ridacchiava e non staccava gli
occhi da quelli ghiaccio di Troy che la osservavano furbi e attenti.
-Accipicchia Wildcats! Siete in gran forma!-
Disse la morettina facendo ridere tutta la squadra che la ascoltava
affettuosamente, Gabriella era adorata da tutti i ragazzi della East
High per la sua dolcezza, la sua comprensione, la sua
fragilità ma anche la sua forza per quanto riguardava gli
amici inoltre era molto disponibile con tutti. Era come un membro della
squadra, una piccola e morbidosa mascotte amata da tutti.
Anche se lei voleva che un amore diverso le fosse rivolto da un membro
specifico di quella squadra.
Sorrise appena e il suo sguardo ricadde su Kelsie che imbarazzata e a
disagio se ne stava rannicchiata su se stessa attenta a calarsi bene il
cappello sul viso senza lasciar trasparire nemmeno una sua minima
emozione. La prese affettuosamente per un braccio e la
strattonò vicina a se con un sorriso.
-Ragazzi oggi io e Kelsie potremmo venire a vedervi
all’allenamento?-
Tutti gli occhi della squadra si concentrarono su Kelsie che si
sentì avvampare quando una voce li interruppe.
-Certo che potete venire! Vero ragazzi?-
Tutti si voltarono verso Ryan che teneva la testa di un enorme gatto
sotto il braccio e sorrideva con indosso il suo
“vero” costume da “vera”
mascotte.
Tutti risero e diedero pacche affettuose al biondo che
ricambiò sorridendo furbetto.
-Verrai? O meglio…verrete?-
Chiese il biondo con un sorriso enorme prima a Gabriella e poi alla SUA
Kelsie. La ragazza dai boccoli castani si sentì presa in
causa quando anche Gabriella la guardò in attesa.
-Per….perchè no?-
Balbettò disegnandosi un sorriso timido sulle labbra fine e
rosee. Sorriso che fece ribaltare il cuore nel petto del povero Ryan
che fissò la ragazza con un’espressione sognante e
imbarazzata.
-Fantastico! Andiamo Wildcats!-
urlò al massimo della gioia lanciando un pugno
all’aria verso l’alto. Le urla dei Wildcats
risuonarono per l’ampio giardino finche ridendo e scherzando
la squadra non si allontanò.
-Ciao moretta…e ciao anche a te Kels!-
Disse Chad affettuosamente dando un bacio sulla guancia a Gabriella e
scompigliando i capelli a Kelsie che si sentì
così felice tanto che scoppiò a ridere e lo
salutò. Troy le batté il cinque e le sorrise
incoraggiante salutandola con un cenno del capo mentre Kelsie
ridacchiava.
-Ciao Ella…-
Disse poi Troy in un sorriso dolce avvicinandosi e scostandole con
dolcezza i capelli dalla fronte. Per poi baciarla con
tenerezza.
-Sei più carina se non ti copri il viso…-
Gabriella si sentì volare e toccò il cielo con un
dito mentre Kelsie sorrideva alla vista dell’espressione
sognante della moretta che arrossita, accaldata, emozionata e scioccata
si accarezzava la fronte con espressione felicemente assente.
Troy sospirò in bagno passandosi una mano tra i cappelli
biondi. Era tutto il giorno che provava a essere normale, naturale con
Chad, infondo lui che colpa aveva? Sentì la porta aprirsi e
vide il riccio comparire con espressione preoccupata. Subito lo
affiancò.
-Ehi…tutto ok?-
Chiese affettuosamente fraterno con quel sorriso che conosceva da una
vita. Sorrise di risposta, no, Chad non avrebbe mai fatto qualche cosa
per ferirlo, non ne sapeva il motivo ber preciso: se per
lealtà o per affetto puro fraterno ma lo leggeva nei suoi
occhi limpidi e scuri.
-Si Chad…tutto ok…-
Disse il biondo con affetto scompigliandogli i ricci notò
l’espressione del riccio passare da preoccupata a sollevata
per poi terminare con la solita espressione neutrale ma anche
malinconica che da tempo lo prendeva. Lo fissò e
sentì una fitta la petto. Lo chiamò leggermente e
Chad alzò lo sguardo puntandolo in quello del biondo.
-Che c’è Chad?-
Il riccio lo guardò sconvolto e spaventato per poi sorridere
leggermente imbarazzato.
-Fratello ma che ti prende? È tutto ok! Io sto divinamente e
poi…-
Le parole di Chad morirono sulla spalla di Troy che lo aveva attirato a
se abbracciandolo con vigore.
-Chad…ci conosciamo da anni…cosa
c’è che non va?-
Il riccio sentì il cuore fargli male, sarebbe bastato girare
di poco il viso per baciarlo e non ci sarebbe stato bisogno di negare,
di nascondere nulla ma la mente si oppose soffocando il cuore e rimase
immobile ricambiando rigido l’abbraccio.
-Credimi Troy. È tutto ok.-
Disse sorridendo con il suo tipico sorriso bastardo e un po’
cattivo.
Troy sorrise e purtroppo non colse la falsità di quel
sorriso trascurando così la speranza di Chad di essere
capito dal biondo. Chad sorrise e si separò contro voglia
dall’abbraccio uscendo ad andatura malferma ma decisa dal
bagno. Si poggiò contro un corridoio e quando fu raggiunto
dal biondo si drizzò sulla schiena e si ridipinse il sorriso
falso sul viso.
Quando Troy lo superò si chiese se il suo vero talento non
fosse recitazione.
-Mamma mia che rottura…-
Mormorò Taylor posata alla stampante mentre sentiva il
ronzio forte ed insistente della macchina dare vita a fogli pallidi e
bianchi con disegnate sopra flebili figure.
-…credo sia finito l’inchiostro…ma non
c’è nessuno?-
Disse sporgendosi nella segreteria vuota con la cartuccia da sostituire
in mano. Sospirò infastidita e bloccò la stampa
premendo un pulsante con forza, quei tasti erano sempre dannatamente
duri ( Mamma mia nella mia scuola per premere il pulsante della
fotocopiatrice ti rompi un dito e te lo devono ingessare! XD Nd Armony).
Sospirò nuovamente e si posò con un braccio sullo
sportelletto chiuso e con il viso sorretto dalla mano. Aveva lezione ma
almeno aveva una scusa per tornare più tardi. Lo sapeva non
era da lei saltare le lezioni, ma negli ultimi tempi aveva la testa
altrove. Si sarebbe fatta passare gli appunti da Martha.
-Problemi con la stampante pulce?-
Si voltò e incontrò il meraviglioso sorriso
limpido del ricciolino che appoggiato all’angolo del muro la
fissava divertito. Inarcò un sopracciglio e si
avvicinò sorridendo al ragazzo. Posando poi il viso sul suo
petto sospirando.
-Non puoi immaginare quanto mi da fastidio che la stampante fa
così! Poi diavolo non c’è mai nessuno!
Che pessima organizzazione scolastica!-
Chad ridacchiò e si avviò verso la stampante
prendendo la cartuccia da sostituire e aprendo lo sportello basso
dell’enorme macchinario. Taylor lo fissò dubbiosa.
-Sei sicuro di quello che fai?-
-Ovvio…l’ho fatto altre volte. Esco sempre con la
scusa delle fotocopie e quando arrivo qui o si inceppa la carta o
finisce l’inchiostro senza contare che l’assenza
dei tecnici di segreteria ( Bidelli!!!!! Chiamiamo le cose con il loro
nome! XD Mannaggia alla mia dannata bidella che si incazza se non la
chiamo tecnica di segreteria! XD Sei una bidella! XDXD
Ok…piccolo sclero! Nd Armony) è preoccupante. Ora
credo che siano tutti morti…-
Taylor ridacchiò e lo fissò mentre da sotto il
macchinario sentiva strani scricchiolii e scatti un tantino
preoccupanti.
-Chad…sei sicuro che…-
Non finì la frase che sentì il riccio imprecare e
lo vide uscire di fretta da sotto la fotocopiatrice.
-Merda!-
Disse contemplando l’inchiostro colatogli sulla maglia e
anche alcuni spruzzi sul viso. Taylor fissò quella specie di
Chad maculato e non poté trattenere una risata piegandosi in
due all’espressione furente del riccio.
-Classico…dovevo aspettarmelo…mille volte che la
riparo e non succede nulla, ci sei tu e mi macchio come un dalmata! Ora
la carica dei 103!-
Taylor si posò contro il muro per sorreggersi mentre le
tremavano le gambe dalle risate. Chad sorrise appena quando la vide
riprendere a respirare.
-Chad…oddio…sei troppo carino!-
Disse ridendo di nuovo. Dopo pochi minuti aveva riacquistato il
controllo e estratto un fazzolettino dalla tasca dei jeans bianchi si
avvicinò cercando almeno di pulire il viso.
Osservò il ragazzo chiudere gli occhi mentre passava il
fazzoletto sulla sua pelle cioccolato e il ragazzo arricciò
il naso quando gli pulì i lati delle guance. Taylor sorrise
e fissò gli occhi chiusi di lui a pochi centimetri dai suoi,
lo sguardo scese sulle labbra ma si rialzò quando il riccio
aprì gli occhi cioccolato e li puntò nei suoi. Un
attimo e Taylor stava per baciare quelle labbra calde quando sentirono
dei passi. Chad le cinse la vita e prese a camminare.
-Che…???-
Chiese stroncata Taylor. Chad le rivolse un sorriso divertito e le
disse.
-Muoviti o ci danno la colpa di aver distrutto una fotocopiatrice!-
-Ci? Sei stato tu a romperla!-
-Mi ami così tanto da farmi sospendere?-
Disse scoppiando a ridere lui. Taylor sorrise appena e
incrociò le sue dita con quelle di Chad che le rivolse uno
sguardo indagatore.
-Non farti strane idee Kessie…-
Taylor sorrise e gli baciò una guancia.
-Ma come non hai detto che io sono la TUA Kessie?-
Chad sorrise e scosse la testa.
-Vedi che fraintendi tutto?-
Lei rise e poggiò il viso sulla sua spalla mentre correvano
lontani dalla segreteria: lo sapeva…lui sarebbe stato
suo…prima o poi.
Continua…
Salve
a
tutte. Grazie mille per le recensioni. Ringrazio Jud che ha recensito e
letto “Armony è...”.
Lo so sore…lo so ma lo stesso vale per te. Anche se non so
se leggerai questo
mio mex. Un bacio a tutte ciao
|
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Capitolo 5 *** Quinto capitolo ***
Capitolo
Quinto.
Chad, Sharpay,
Insieme.
Sharpay camminava per il teatro vuoto con un pacco di volantini in
mano. Sorridendo li posò sul tavolo e li
sparpagliò a ventaglio. Con rapidità mise il suo
nome sulla maggior parte e li richiuse a pila. Sentì dei
passi alle sue spalle e si voltò confusa per poi sorridere.
-Ryan!-
-La
mia voce non è stridula…-
Mormorò
il biondo chinando il capo in avanti. Sharpay rise e lo
abbracciò con affetto. Lo strinse e quando si separarono gli
porse una penna in mano sorridendo.
-Cosa
ci devo fare con questa penna?-
Chiese
il biondo fissando l’oggetto glitterato che teneva tra le
mani. Sharpay gli indicò i volantini e si
allontanò canticchiando. Ryan si illuminò e
firmò anche lui la maggior parte dei volantini. Sharpay si
posizionò al centro del palco e batté le mani con
forza. Le luci si accesero e la illuminarono la ragazza in tutta la sua
lucente bellezza. Ryan fissò la sorella con ammirazione e le
si pose subito al fianco.
-Ryan…dobbiamo
pensare ad una storia avvincente per un musical sorprendente.-
Il
biondo rise seguito dalla sorella e si voltarono verso il pubblico
inesistente. Sharpay sentì l’emozione impadronirsi
del suo cuore. L’ultimo anno alla East High School. Il mito
della Regina di Ghiaccio. Il biondo sorrise vedendo la sorella immersa
in mille ricordi e sogni. Scese dal palco e le disse in un sorriso.
-Vado
ad attaccare i volantini per la scuola, tu aspettami qui!-
Sharpay
si riscosse e annuì ancora incantata leggermente frastornata
dalla realtà che improvvisamente l’aveva colta.
Sentì
la porta chiudersi e il silenzio cadere sul teatro. Un po’
temeva quel silenzio che avrebbe potuto portarla a pensare. Pensieri
cattivi e un po’ crudeli che la facevano solo stare male.
L’ultimo
anno…l’anno della fine delle superiori. La
conclusione di un periodo di vita unico ed inimitabile. La fine di un
percorso iniziato con perfetti estranei terminato con i suoi odiati, ma
tanto amati compagni. L’anno della
separazione…mancavano ancora mesi alla conclusione di tutto
ma in questo arco di tempo si giocava il tutto e per tutto, si
concludevano mille argomenti, conoscenze iniziate con tutti. Ci si
separava e le classi si smembravano…le conoscenze
diminuivano e le amicizie si affievolivano…così
come gli amori.
A
quella parola il suo cervello si impose di bloccarsi, perché
lei non voleva proseguire quel pensiero, perché lei sapeva a
cosa avrebbe portato quel pensiero. Ma si sa quando cerchi di
dimenticare guarda caso ogni oggetto ti ricorda quello che cerchi di
rinnegare, così la mente vaga lenta e lascia che un piccolo
rivolo di quel pensiero si insinui nuovamente nella mente e pochi
attimi ti ritrovi travolto.
Sharpay
sentì la pesantezza di quel pensiero quando vide il pennello
sporco di verde accantonato in un angolo ancora dal giorno
prima…dal pomeriggio prima…spostò lo
sguardo e questo ricadde dietro ad un tendone. Lo guardò e
ricordò la sua schiena contro quel petto muscoloso, il
respiro caldo vicino al collo e la voce profonda e divertita che le
invadeva le orecchie.
Chiuse
gli occhi lucidi per la prima volta davvero travolta da se stessa e la
sua mente cedette: con la consapevolezza della fine delle superiori si
instaurava anche l’assoluta certezza di non rivederlo
più…lei sarebbe andata alla Juliard e lui? Lui
sarebbe andato chissà dove per proseguire lo sport che amava
più della sua stessa vita, il basket.
Aveva
avuto più di cinque anni per poterlo avvicinare invece se lo
era tenuto sempre a distanza. Mai degnato di uno sguardo serio, mai
nemmeno provato ad avvicinare. E ora era persa, innamorata di quei
ricci ribelli e di quegli occhi così profondi, e anche se
negli ultimi tempi malinconici così carichi di emozioni.
Rabbrividì a quel pensiero troppo presa da se stessa per
poter notare la porta che si apriva e i passi che si susseguivano lenti
per il corridoio tra le poltrone del pubblico. Passi ovattati dal
tappeto rosso, passi silenziosamente voluti, passi decisi ma con quel
tono agile e scattante.
-Sharpay…-
Si
sentì chiamare e il suo cuore ebbe un balzo non indifferente
nel petto. Aprì gli occhi di scatto e vide appoggiato con i
gomiti sul palco Chad che la scrutava con un sorriso sghembo.
-Dan…-
Fu
bloccata da Chad che infastidito alzò una mano e prese a
salire le scale interrompendola.
-Mi
ricordi la Darbus…non rievocare cattivi ricordi ti prego!-
La
biondina rise appena inarcando poi un sopracciglio dicendogli.
-Devo
prendere questa tua affermazione come un complimento o come un insulto?-
Chiese
con una nota acida nella voce melodiosa. Chad rise e si
avvicinò al pianoforte sfiorando i tasti distrattamente.
Fissò quel palco dove aveva visto Troy recitare tante volte,
dove il suo cuore si era fermato mille volta alla vista degli occhi
azzurrini del biondo. Quel palco dove aveva capito di amare suo
fratello oltre quell’amore che diceva di provare, quel palco
dove l’amore fraterno era stato smascherato da un amore vero.
Quel palco dove era iniziata la sua sofferenza nata dalla
consapevolezza dell’impossibilità di essere
ricambiato. Quel palco che con quel giorno avrebbe aperto un nuovo
periodo.
Sharpay
lo fissò e si avvicinò spostandosi una ciocca di
capelli biondi ricaduta da sotto il basco che indossava. La
scostò ma inutilmente perché questa ricadde
sfiorandole le labbra leggermente appiccicose per il lucidalabbra alla
pesca.
Chad
la fissò e non potè trattenere una risata alla
vista del combattimento ingaggiato dalla bionda contro i suoi stessi
capelli d’orati. Si avvicinò e con una carezza li
scostò dietro ad un orecchio.
-Fatto…tanto
complicato? Dillo che volevi che ti accarezzarsi invece di inscenare
assurdi teatrini la prossima volta ok?-
La
sfidò lui con uno sguardo eloquente oltre ogni limite e un
sorriso furbo che metteva in risalto la bellezza dei suoi lineamenti.
Sharpay
sentì l’aria mancarle ma riacquistata la calma e
la serenità rispose decisa.
-E
se anche fosse? Ti dispiacerebbe così tanto ricevere delle
mie attenzioni?-
Chad
si bloccò di sasso dandole le spalle. Sgranò la
bocca e si voltò verso di lei con leggerezza ma con puro
stupore.
Sharpay
lo ignorò e si accomodò seduta sullo sgabello di
fronte al piano.
-Questo
duetto è particolarmente romantico…-
Chad
si riscosse dal seguire con lo sguardo il profilo seducente della
biondina e disse incrociando le braccia al petto.
-Tsk...
Non se ne parla. Io non canto.-
Le
dita affusolate e diafane di Sharpay scivolarono sulla tastiera e la
ragazza mormorò.
-Oh,
giusto. Danforth ha paura di sembrare una checca.-
Chad
la fissò con uno sguardo gelido e anche divertito. Si
avvicinò di soppiatto mentre Sharpay riprendeva a suonare
l’armoniosa melodia. Posò di scatto una mano sul
piano di fronte a lui chinandosi e l’altra la posò
su un fianco di Sharpay che sobbalzò e le sue mani si
alzarono dalla tastiera immediatamente. Chad ridacchiò
mentre sentiva i capelli della bionda solleticargli la guancia e
posizionato il viso sopra la spalla di lei con i volti vicini la
istigò.
-Andiamo
Biondina…riprendi a suonare…-
La
bionda arrossì un poco ma riassunta la sua espressione
superiore riprese a suonare. Sentiva il cuore battere nel petto sarebbe
bastato voltare di pochissimo il viso e avrebbe potuto assaporare le
labbra morbide del riccio. Sentì l’irresistibile
impulso di voltarsi cedendo la colpa ad un errore, ma ne aveva bisogno,
lo voleva.
La
melodia scorreva fluida e lenta, come se dovesse accompagnare una voce
silenziosa ma al tempo stesso presente. Era così presa ad
ascoltare quella voce ed ha ascoltare i suoi pensieri e desideri che
non si accorse del sussurro caldo e profondo che Chad le
soffiò vicino all’orecchio.
Can
you imagine, what would happen
if
we could have any dream.
I'd
wish this moment, was ours to own it
and
that it would never leave.
Sharpay
sgranò gli occhi stupefatta voltando il viso lentamente
nella direzione di Chad che fissava lo sparito posato sul piano. Il
riccio arrossì appena sentendosi osservato dalla bionda.
Sorrise imbarazzato e lanciò uno sguardo fuggitivo a Sharpay
e incontrando quel manto nocciola sorpreso si riconcentrò
sulle parole. Sharpay sentì quel soffio basso e caldo
solleticarle le orecchie e rabbrividì.
Then
I would thank that star,
that made our wish come true (come true)
Azzardò
Sharpay sentendo la schiena del riccio fremere al suono della sua voce
e sospirando appena quando sentì i muscoli aderire alla sua
schiena. Chad sorrise appena e mormorò girando leggermente
il capo così da distogliersi dalla lettura per perdersi nel
mare nocciola di lei.
Oh,
yeah
Cause
he knows that where you are, is where I should be too.
Right
Here, Right Now
I’m
looking at you, and my heart loves the view
Cause
you mean everything
Right
Here, I promise you somehow
That
tomorrow can wait, some other day to be (to be)
But right now there's
you and me.
Sharpay
sgranò gli occhi nel sentire le loro voci unirsi e diventare
una sola: erano così perfette, così dannatamente
magnifiche. Si intrecciavano e davano origine ad un unico intenso e
melodioso suono che era forte e grave ma acuto e penetrante al tempo
stesso, come le loro voci…come loro.
It
feels like forever, what could be better?
We've
already proved it was.
That
two thousand words, twenty three hours, have blended the universe.
Its gonna be, everything (everything)
in
our whole world changed
(it
starts changing)
and do know that when we
are, (when
we are)
our
memory's the same
oh no, oh no
Chad
sorrise nel sentire la voce della ragazza risuonare e non
riuscì a trattenersi dal intonare una frase con lei, dal
riprendere parole già pronunciate da Sharpay solo per essere
uscite dalle labbra della ragazza, le fissava bramoso e per una volta
avrebbe voluto assaggiare quei vellutati petali dal sapore di pesca. Un
nuovo sguardo lanciato al testo e tutto che esce naturale e logico,
come una fotografia per poi perdersi negli occhi di lei. Le mani che le
scivolavano rapide sui tasti senza che la loro proprietaria prestasse
poi molta attenzione. Le note che uscivano come suoni smorzati e
sminuiti da quelle voci magnifiche.
Right Here, Right Now (right now)
Im
looking at you,and my heart loves the view
Cause you mean everything
(everything)
Right Here, I promise you somehow
(somehow were gonna)
That tomorrow can wait,
some other day to be (to be)
But
right now there's you and me.
Oh we know its coming (coming)
Oh
its coming fast
Its always you and me,
oh yeah
So
lets make this second last
make
it last.
Un
attimo entrambi si bloccarono con il fiatone. Si guardarono mentre con
dolcezza le mani di Sharpay rallentano la melodia e assecondano solo le
parole e la voce di Chad.
Right
here,
Chad
si bloccò e Sharpay lo fissò negli occhi persa, e
si accorse per la prima volta non era solo una semplice cotta. Lei si
era innamorata di quel ricciolino.
Ooohh
Right now.
Yeah
I’m looking at you,
And
my heart loves the view
’Cause you mean
everything
Un
attimo e le loro voci si intrecciarono nuovamente risuonando per il
teatro con un’intensità senza pari.
Right
Here, I promise you somehow.
That tomorrow can wait,
some other day to
be (to
be)
But
right now there's you and me
You
and me
you
and me
Ohh
You and me
But right now there's
you and me
Chad
con il fiatone non distolse lo sguardo dagli occhi nocciola di Sharpay.
Con dolcezza si sporse un poco in avanti quanto bastava per sfiorarle
le labbra, non appena sentì il fresco delle labbra
leggermente appiccicose di lei sulle sue sospirò sentendo il
cuore battere rapido nel petto: gli era mai davvero capitato qualche
cosa anche solo di simile?
Sharpay
sgranò gli occhi e lo vide sporgersi di poco in avanti e le
loro labbra si incontrarono, il soffio caldo di Chad mandò
in visibilio le sue labbra che bramavano quel contatto più
solido. Immobili con i respiri affannosi, gli occhi socchiusi, le menti
appannate aspettavano un movimento positivo o meno dell’altro
ma che tardava ad arrivare.
Sharpay
sentendo quelle labbra così vicine, quel sottile filo
d’aria le divideva e in un attimo il suo corpo non rispose
più quando con un movimento fluido della mano
annegò nei ricci di lui e spinse quel viso verso il suo.
Le
labbra si toccarono solide e ferree. Gli occhi si chiusero e da prima
impacciate le labbra si saggiarono, poi sempre più sicure
finche Sharpay non dischiuse le labbra appena sentendo il soffio caldo
e al tempo stesso gelido di Chad. Le lingue si sfiorarono appena
nuovamente lasciando ai due una strana sensazione. Si sfiorarono di
nuovo e quella sensazione divenne una spina, così
più ardue e decise le lingue si mossero in sincronia
ingaggiando una lotta.
Chad
puntò le mani sui fianchi della ragazza e la
sollevò mettendola seduta sul pianoforte e la
baciò cingendole la vita. Sharpay annegò entrambe
le mani trai capelli ricci di lui e gli accarezzò la testa
incapace di smetterla mentre le loro lingue si intrecciavano e
combattevano senza sosta.
Chad
sgranò gli occhi e si separò bruscamente.
Continua…
|
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Capitolo 6 *** Sesto Capitolo ***
Capitolo
sesto.
Gabriella
entrò in palestra trascinandosi dietro Kelsie con forza. Dal
centro del campo
provenivano grida e schiamazzi mentre la voce del coach Bolton tuonava
severa
facendo scattare i Wildcats. Kelsie vide in un angolo un gruppo di
Cheer-leader
ocheggiare con la mascotte. La sua mascotte. Strinse gli occhi a due
fessure ma
si lasciò andare con un sospiro malinconico: cosa avrebbe
cambiato prendersela?
Lui era indifferente e lei stupidamente timida.
Gabriella
si sedette sorridendo appena e fissò un ragazzo biondo che
con uno scatto
superò un suo compagno di squadra in corsa. Gabriella
tirò fuori il quaderno
dove appuntava tutte le frasi, le cose, gli avvenimenti, le idee,
insomma tutto
quello che le passava per la mente durante la giornata. Prese una
matita e si
perse a fissare Troy correre ridendo insieme al resto della squadra.
Kelsie
invece prese gli spariti e si mise a correggerle ed a rivedere delle
sue
composizioni con scarsa concentrazione perché il suo sguardo
ricadeva sempre su
un punto definito della palestra, ovvero la mascotte dei Wildcats:
Ryan. Erano
prese da quello che provavano, quello che vedevano, quello che
sentivano che
non si scambiarono nemmeno una parola ognuna immersa nelle proprie
riflessioni…nei propri sogni.
Gabriella
fissò una finta di Troy e quando il ragazzo nel voltarsi
catturò il suo guardo
sentì il cuore accelerare così rapido da temere
che potesse uscire dal petto o
che peggio ancora potessero sentire quel battito così forte
tutti quanti.
Abbassò lo sguardo distogliendolo dagli occhi celesti del
biondo e prese a
scarabocchiare sul quaderno rossa come un peperone mentre si poneva
mille
domande e mille dubbi. Quando iniziò a calmarsi per poco non
le venne un
infarto nel notare che aveva disegnato due occhi sul suo foglio.
Sorrise appena
e li riempì di particolari modificandoli, rendendoli
più…simili a quelli che
lei tanto amava.
Sentirono
dei passi e una voce familiare le colse.
-Oh!
Ragazze!-
Disse
Taylor sorridendo e accomodandosi seduta di fianco alle due per poi
guardarle con
un sorrisetto malizioso.
-Che ci
fanno due ragazze del club di chimica e di quello di teatro in
palestra?-
Gabriella e
Kelsie arrossirono e la moretta diede una gomitata alla bruna facendola
zittire
anche se Taylor non potè trattenersi dal ridacchiare.
-Anche tu
sei del club di chimica! Sei la presidentessa!-
Disse
Kelsie con voce convinta ma imbarazzata sottolineando
l’evidenza. Taylor
sogghignò e mosse la mano come per scacciare una mosca.
-Ma è
risaputo che non mi perdo nemmeno un allenamento…anche se
oggi…-
Lasciò la
frase in sospeso notando l’assenza dell’unica
persona per la quel veniva a
vedere gli allenamenti.
-Oggi?-
Chiese
divertita Gabriella rispondendo ad uno sguardo altrettanto curioso e
divertito
di Kelsie. Taylor ridacchiò e lanciò uno sguardo
eloquente alle due.
-Anche se
oggi avrei potuto farne a meno…-
-Se ti
diciamo che non abbiamo capito nulla ce lo spieghi?-
Chiese
ridacchiando Kelsie mentre Taylor assumeva un’espressione
leggermente irritata
e preoccupata: era impossibile che Chad saltasse
l’allenamento volontariamente,
eppure non lo vedeva da nessuna parte. Si alzò e disse a
Kelsie con un sorriso.
-No!-
Kelsie
sgranò gli occhi e ridendo sorpresa le tirò una
gomma che fu prontamente
evitata dalla brunetta che rise. Taylor scese i gradoni e
arrivò al più basso.
-Troy!-
Chiamò un
attimo alzando una mano senza farsi notare dal coach Bolton che stava
discutendo con Zeke di una finta. Il biondo si sentì volare
notando Taylor e le
si avvicinò sorridendo malizioso.
-Cosa ti
porta qui Kessie?-
La ragazza
ridacchiò e si sporse un po’ per avvicinarsi a lui
sorridendo furbetta.
-Io ci sono
sempre…-
Troy
sorrise e alzò le sopracciglia chiedendole con falsa
sorpresa.
-Davvero?
Non ci ho mai fatto caso!-
Taylor
ridacchiò e poi disse con un dolce sorriso.
-Troy
volevo chiederti se hai visto Chad…-
Il ragazzo
si raggelò un attimo ma poi riprese a respirare e la mente
fu percorsa da un
fulmineo lampo d’ira che attraversò quel mare di
ghiaccio trasformandolo in un
mare di fuoco azzurro che però si spense, o meglio si
attenuò solo per non
mostrarlo alla brunetta.
-No…è dalla
seconda ora che è sparito…perché?-
Chiese in
tono leggermente freddo. Cosa che non sfuggi a Taylor che si
avvicinò e lo
guardò preoccupata.
-Ho detto
qualche cosa che non va?-
Il cuore di
Troy si sciolse e lui le sorrise con dolcezza.
-No…figurati…è
solo che…-
Provò lui
sentendo intorno a se un’aura d’imbarazzo che lo
avvolgeva insistente.
-Che?-
Chiese lei
con dolcezza e un sorriso tranquillo. Troy la fissò e
sentì suo padre
richiamarlo. Sospirò e senza dire una parola si mise sulle
punte e le sfiorò le
labbra con dolcezza. Si separò subito e si voltò
dirigendosi al centro del
campo. Taylor si raggelò rimanendo pietrificata sul posto
piegata in avanti. Si
riscosse e scosse la testa per riprendersi dalla sorpresa. Lo
fissò di spalle e
arrossì vistosamente per poi salire le scale silenziosa e
confusa.
Gabriella
si sentì gemere quando Taylor si avvicinò. Gli
occhi già lucidi e madidi di
lacrime per quello che aveva visto si fecero ancora più
pesanti cercando di
trattenere le lacrime che avrebbero voluto rigare il suo viso delicato
dal
dolore. Lui l’aveva baciata. Lui amava Taylor. Sentiva
l’odio crescere per la
sua amica ma non poteva prendersela con lei, cosa centrava? Era stato
lui a baciarla
anche se il cuore la implorava di credere in altro perché
non poteva pensare a
quello che aveva visto, perché non voleva pensare a quello
che aveva visto.
Si chiuse
le labbra mordendosi il labbro inferiore e si alzò con gli
occhi rossi e
lucidi. Kelsie stava parlando con Taylor ma tutto quello che colse
dalla
conversazione furono due voci ovattate e il suo cuore pulsare il dolore
nel
sangue così da diffonderlo a tutto il corpo.
Taylor
invece confusa, scossa, sorpresa si congedò dalle due amiche
non notando lo
sguardo sofferente di una Gabriella in lacrime. Si allontanò
e scomparve tra i
corridoi della East High mentre la testa le esplodeva dalla confusione.
Kelsie
intanto fissava Ryan con un’espressione sognante e
distaccata, dalla parte
opposta Gabriella con gli occhi lucidi e un’espressione
distrutta. Non sapendo
cosa fare si accostò alla moretta e le accarezzò
una guancia con affetto.
-Gabry che
c’è?-
La mora
chiuse gli occhi due o tre volte come a cercare di mettere a fuoco, di
tornare
in se stessa e quando si riprese due grossi lacrimoni le colarono sulle
guance
e la ragazza scosse la testa trattenendo un singhiozzo per poi correre
via
mormorando.
-Scu…scusami!-
La pianista
la fissò correre via quando la sua mano fu afferrata da una
più calda e dalla
presa dolce.
-Lascia…vado
io.-
Si voltò al
suono di quella voce calda e si sentì avvampare quando vide
Ryan che la fissava
serio e preoccupato. La superò e scomparve dove Gabriella si
era dileguata.
Continua…
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Capitolo 7 *** Settimo capitolo ***
Taylor percorse sorpresa il corridoio
vuoto a causa degli
orari. Non riusciva a pensare ad altro se non al bacio di Troy. Il suo
cuore
era in subbuglio e da quella tormenta non riusciva a trovare via
d’uscita. Il
suo cuore chiuso a morsa, serrato come una trappola la imprigionava
dentro se
stessa richiusa a lucchetto nel suo amore.
Attraversò la mensa
completamente vuota e si sedette
fissando confusa e pensierosa di fronte a se. Non riusciva a capire,
non
riusciva a comprendere il perché del suo batticuore, non
riusciva più a capire
cosa le dettasse la mente fulminea e scattante. Sospirò un
poco e quando
riprese a respirare sentì dei passi provenire dal piano
superiore della mensa
si nascose un poco e rannicchiatasi con le ginocchia al petto
sentì delle voci.
-…cosa ti prende? Cosa
c’è che non va?-
Taylor sospirò: Sharpay.
Il rumore di tacchi risuonò per
tutta la mensa quando altri passi più rapidi e fuggiaschi,
più scattanti e meno
curati, attutiti, ovattati risuonarono.
-Sharpay…credimi
è meglio se non lo sai!-
Taylor aprì gli occhi di
scatto fissando davanti a se: Chad.
Era senza ombra di dubbio Chad, il suo Chad. Si alzò in
piedi e si schiacciò
contro la parete ascoltando le voci dei ragazzi fino a che i passi non
si
bloccarono. Sgusciò con lentezza su un fianco e si
schiacciò un poco verso l’alto
così da riuscire a vedere. Vide Chad camminare scosso e
leggermente agitato
avanti e indietro per la mensa mentre Sharpay con gli occhi leggermente
lucidi
lo fissava seduta su una sedia.
-Ma io voglio saperlo! Ho sempre
fatto ciò che è meglio per
me e credimi Chad, sapere il perché ti sei bloccato
è il meglio per me!-
Disse la Regina di Ghiaccio con voce
decisa e leggermente
adirata anche se tremolante sgusciava via dalle sue labbra come un peso
e un
oppressione.
-No…non lo
sai…non sai quello che dici.-
Disse il moro sedendosi stancamente
su una sedia per poi
sostenersi afflitto il viso con le mani. Sharpay lo scrutò
stranita da quelle
parole che per lei suonavano senza senso. Il suo sguardo agitato,
ferito e
confuso si addolcì assumendo toni teneri e un sorriso
confortante le dipinse le
labbra.
-Allora spiegamelo tu…-
Chad alzò lo sguardo non
riuscendo a combattere l’espressione
affranta del suo viso. Si passò una mano tra i ricci ribelli
e sospirò
nuovamente. Sharpay attese le parole ma Chad rimase silenzioso
distogliendo lo
sguardo dagli occhi caramello della biondina.
Sharpay lasciò che
lentamente la tristezza di non essere di
aiuto e la delusione per quello che era avvenuto comparissero a marcare
i
lineamenti del suo viso, sempre tenero e rassicurante, ma ora anche
amareggiato
e malinconico.
Accarezzò la mano che Chad
teneva posata inerme sul tavolo e
la strinse nelle sue. Il caldo delle proprie mani sembrava rincuorare e
ridare
un po’ di vita alle mani gelide del ragazzo. Sorrise appena e
voltandosi si
diresse verso l’uscita. Arrivata alla porta rimase pochi
istanti ferma e con
una mano la spinse per aprirla quando sentì un rumore
assordante alle sue
spalle. Si voltò improvvisamente e vide Chad in piedi con
una sedia riversa a
terra. Il ragazzo aveva il fiatone e l’espressione sul suo
viso era irosa ma
anche dannatamente triste.
-Lo amo!-
Digrignò i denti Chad
quando Sharpay gli fu ad un passo. La
ragazza non capì quella frase ringhiata, sputata come fosse
un insulto, un’amara
e orribile consapevolezza. Si avvicinò e spaventata ma anche
malinconica gli
posò una mano sulla spalla.
Immediatamente Chad
abbassò le spalle, il respiro tornò
regolare, le mani caddero inermi accanto alla vita e il viso si
abbandonò
ciondoli tra le spalle.
Sharpay si separò e
cercò il suo sguardo per farlo parlare.
-Io amo Troy…-
Sharpay si sentì mancare
l’aria. Fissò Chad di fronte a se
come fosse un alieno, come fosse un estraneo mai visto prima. Non
poteva
crederci, non voleva crederci, come una bambola di porcellana i suoi
sogni
cadevano a terra infrangendosi con mille cocci, mille scaglie che lente
si
conficcavano nella sua consapevolezza: lo aveva sempre saputo, per un
motivo o
per un altro la loro relazione era impossibile, ma scoprirlo dopo un
bacio,
scoprirlo dopo una forte speranza di riuscita era ancora più
doloroso. Eppure si
riprese da quello shock quando la voce di Chad tornò a far
vibrare l’aria.
-…amo lui…non
so nemmeno come ho fatto…eppure, lo amo. È una
semplice cotta, una cosa che spero passerà perché
non voglio rovinare la nostra
amicizia per un mio difetto. Non voglio allontanarlo da me e si, sono
un
vigliacco perché non ho il coraggio per affrontare
l’intera East High se
dovesse venire a saperlo e quindi preferivo tenerlo per me.
Ma…giorno dopo
giorno…ora dopo ora….questa consapevolezza mi
schiaccia…sempre di più mi
opprime e come un nodo allo stomaco, come un obbligo sentivo di doverlo
urlare,
di doverlo dire anche solo a una persona…Sharpay non so
perché ti ho baciata,
non so nemmeno perché l’ho detta a te questa
mia…stupida, dannatamente
sbagliata…cotta…non lo so…non so
nulla, non so nemmeno perché ogni volta che ti
vedo vorrei baciarti…forse attrazione…forse
semplice maniacale ossessione per
le donne…non lo diresti però…visto che
sono…sono gay.-
Chad arrossì mentre
l’espressione sul suo viso si faceva
sempre più afflitta, sempre più cupa, e quando
calcò l’ultima parola sembrava
come se fosse disgustato da se stesso…Sharpay comprese che
non sembrava…lui era
disgustato da se stesso. Si sentì esplodere il cuore quando
notò che definiva
il suo amore come un difetto, forse era vero, forse era uno sbaglio ma
non
doveva pensarlo…non lui che ne era il protagonista.
Si maledì,
perché la Regina di Ghiaccio non si commoveva,
perché
la Regina di Ghiaccio sarebbe andata via dopo quella confessione senza
nemmeno
degnarlo di uno sguardo, perché la Regina di Ghiaccio si
sarebbe congedata con
un insulto o un rimprovero, perché alla Regina di Ghiaccio
non importava di uno
sciocco ragazzo perso in mille dubbi che nutriva odio per se
stesso…si maledì perché
ora era lì e lo abbracciava d’impeto, con affetto
mentre calde lacrime le
solcavano prepotenti il viso. Si maledì perché
continuava a rassicurarlo e a
promettergli di aiutarlo in qualsiasi modo pur di vederlo
felice…si maledì perché
mentre era lui a dover essere consolato, lui le sorrideva tristemente
accarezzandole la testa e tenendola stretta tra le sue
braccia…si maledì perché
stava rovinando con le lacrime la prima vera e decente maglietta che
Chad aveva
indossato da quando era entrato alla East High School…
Si maledì
perché solo in quel momento si rendeva conto di
quanto lo amava, a tal punto da non importagli chi, cosa o come gli
piacesse,
ma desiderando solo di vederlo felice…
“”””””””””””””””””””””””””””””””””””
Taylor correva, senza fermarsi per i
corridoi, le lacrime a
inondarle il viso, le mani strette sul volto a oscurare quelle lacrime,
gocce d’acqua
che cattive e prepotenti le colavano dagli occhi.
Sorpresa, confusione, ira, delusione
e gelosia le vorticano
forti in testa.
Chad amava Troy. Non poteva crederci,
non voleva crederci!
Subito, appena appresa la notizia era corsa via, scappata da quella
realtà che
un po’ le si era ritorta contro.
Le era bastato sentire Chad
pronunciare una frase, vedere le
labbra del riccio inarcarsi a lasciar uscire le parole più
semplici, più
conosciute, ma anche le più complesse “Io
amo…” e poi quel nome, quel dannato
nome che entrava sempre in tutto ciò che le accadeva, che
calcava ogni singolo
giorno della sua esistenza “…Troy”.
Anche da lui, anche dalle sue labbra! Era
arrabbiata frustrata che quel biondo fosse sempre in mezzo tra lei e
Chad.
Ferita, sola, voleva il suo
abbraccio. No, non riusciva ad
odiarlo, a disprezzarlo come avrebbe voluto. Non riusciva a nutrire
sentimenti
avversi, di fianco al suo nome, alla sua immagine qualsiasi rabbia o
furia
svaniva lasciando solo l’amore per lui e la tristezza
dell’impossibilità di
realizzarsi del suo amore.
Seduta in una angolo del bagno
rifletteva da molto su quelle
tre parole, su quel soggetto, su quel verbo, su quel nome messi uno
dietro l’altro
a formare una frase complessa ma ancora più difficile se
pronunciata dalle
labbra del riccio.
Mille altri dubbi le avevano carpito
la concentrazione ora
che era più calma, cosa intendeva Sharpay, da cosa si era
bloccato? Perchè
erano insieme? Cosa era successo per far avvicinare due figure
così opposte?
Mille dubbi, mille incertezze, ma
quando vide la porta
aprirsi e una Gabriella entrare in lacrime, con gli occhi arrossati e
il viso
sconvolto tutto si dissolse.
-Ella?-
-Tay?-
Le ragazze si guardarono, entrambe
con gli occhi arrossati,
entrambe con gli sguardi in lacrime, entrambe con i visi sconvolti.
Gabriella
sorrise a Taylor timidamente e aprì le braccia, non
conosceva il motivo per la
quale la sua migliore amica stesse piangendo, ma non le importava.
Aveva bisogno
di lei, anche se era colpa sua le sue lacrime versate, anche se lei
incosciamente ne era la responsabile ne aveva un dannato bisogno.
Taylor fissò Gabriella
leggermente sorpresa e incerta, ma si
sciolse e corse a ripararsi e a riparare nell’abbraccio della
mora. Le
accarezzò la testa e insieme, in lacrime ridacchiarono un
poco tristi di veder
piangere la propria migliore amica, ma felici di non essere sole nel
proprio
dolore.
Taylor seduta sempre in un angolo del
bagno raccontò a
Gabriella sfogandosi della propria sorpresa riguardo al bacio di Troy.
Gli
disse tutto, della sua strana emozione, del battito del suo cuore, ma
anche del
peso che la affliggeva sullo stomaco visto che lei non lo ricambiava.
Tacque però sugli
avvenimenti che realmente le avevano
dilaniato il cuore: Chad l’aveva confidato in segreto a
Sharpay e per quanto ne
fosse gelosa non avrebbe mai tradito il riccio spifferando una cosa
così privata
anche se alla sua migliore amica. Poi avrebbe fatto i conti con
Sharpay, non
avrebbe permesso alla Regina di Ghiaccio di far soffrire Chad.
Si concentrò su Gabriella
e giustificando il suo come un
pianto liberatorio le chiese il motivo delle sue lacrime.
Gabriella incerta su come affrontare
un argomento stava
scrupolosamente escogitando una maniera per poter evitare di rispondere
ripromettendo a se stessa che un giorno, molto presto, gli avrebbe
rivelato
tutto quando ad un tratto bussarono alla porta del bagno delle ragazze.
-Gabriella? Gabriella sono Ryan!-
La mora ruotò sorridendo
gli occhi al cielo e tirando su con
il naso mentre Taylor ridacchiava porgendole l’ennesimo
fazzoletto. Le due
risero e la ragazza rispose con voce debole e rotta.
-Cosa è successo?-
-Ti ho vista piangere! Non
è che potresti uscire? Sai com’è
non è bene che un ragazzo entri nel bagno delle ragazze!-
Disse facendo ridere anche Taylor
mentre Gabriella si alzava
porgendo una mano all’amica. Le due uscirono dal bagno e Ryan
disse a
Gabriella.
-Ah…vedo che hai
risolto….-
Disse ridendo imbarazzato seguito
dalle due amiche. Le due
si diressero insieme verso la palestra con Ryan che cerava di tirarle
su di
morale con battute, imitazioni e scherzetti. Quando giunsero Kelsie le
accolse
leggermente confusa ma contenta che le due amiche si furono riprese.
Continua…
*Sono molto contenta
di essere riuscita a terminare
almeno questo capitolo. Per il prossimo dovrete attendere
dato che ancora non sono in grado di scrivere molto. Dedico
questo capitolo a chi
davvero ne ha bisogno
e a chi
mi è
vicino costantemente ogni giorno, sopportandomi nelle mie lamentele
e nelle mie stupide giustificazioni.
Questo apitolo è anche per
chi ho conosciuto e incontrato in questo sito. Soprattutto
per loro.
Tutte, dalla prima all'ultima. Un bacione
e spero vi sia piaciuto.*
*Armonille*
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Capitolo 8 *** Capitolo Otto ***
Taylor camminava con Gabriella al suo
fianco, parlando,
distraendosi cercando di isolare quell’angolo della sua mente
che le faceva
salire le lacrime agli occhi, cercando di non badare a quel magone che
le
bloccava la gola, cercando di non ragionare contro quelle lacrime che
cercavano
in tutti i modi di uscire.
Ignorava il tutto perdendosi nella
voce dolce e affettuosa
di Gabriella, nel suo tono gentile, nei suoi sguardo accorti e attenti,
in
quelli incoraggianti e comprensivi. Con dei semplici sguardi riusciva a
tranquillizzarla, a sedare quelle lacrime che cattive volevano scendere
sulle
sue guance. N
Non poteva sapere che Gabriella si
stava concentrando su di
lei per non pensare a Troy. Entrambe si curavano a vicenda,
distraendosi ma non
troppo, mantenendo la realtà costante delle ferite dei loro
cuori solo cercando
di confortarsi a vicenda silenziosamente e dolcemente, come due sorelle.
Dietro di loro Kelsie e Ryan si
lanciavano sguardi
preoccupati e confusi osservando di tanto in tanto le ragazze che
camminavano
loro davanti e che sembravano del tutto estranee alle due giovani che
poco
prima stavano entrambe piangendo rovinosamente nel bagno delle ragazze.
-Domani pomeriggio venite a casa mia?-
Gabriella si voltò con un
sorriso dopo aver visto Taylor
annuire d’accordo. Kelsie e Ryan si fissarono negli occhi e
la pianista
arrossendo annuì leggermente ma fu bloccata dalla voce di
Ryan che le sfiorò il
collo per la vicinanza e il fatto che il biondino le era praticamente
alle
spalle.
-In
realtà…avevamo altri progetti…-
Disse titubante ma divertito il
biondo lanciando uno sguardo
intenso a Gabriella che li fissò sorpresa ma
ricambiò lo sguardo posandolo poi
su Kelsie che arrossì confusa fino all’attaccatura
dei capelli.
-E quali sono i vostri progetti?-
Chiese divertita Taylor facendo la
vaga ma con
un’espressione dolce e comprensiva nei confronti di Kelsie.
Ryan strinse una
mano sulla spalla della pianista con fare protettivo e disse con voce
suadente
e voluttuosa.
-Avevamo in programma un giro in
città, noi due…da soli.-
Disse calcando bene il tono di voce
acuto e solare sulle due
ultime parole alle quali la pianista tremò emozionata.
Gabriella e Taylor si
scambiarono uno sguardo intenerito e sorridendo raggianti, occhi rossi
permettendo, annuirono e ripresero a camminare seguite
confusonariamente da
Kelsie mentre Ryan baciava una guancia alla ragazza e dopo averle
sussurrato un
rapido “A domani” scomparve diretto verso il teatro
dove avrebbe recuperato la
sua borsa e tutto il resto.
Le
tre ripresero a
camminare mentre la brunetta e la mora si scambiavano occhiate
divertite alla
vista di Kelsie che rossa come un peperone si fissava imbarazzata le
mani
rimuginando sulle parole del biondo e torturandosi mentalmente sul
significato
contrito di quell’affermazione: che fosse un appuntamento?
La loro attenzione fu catturata
però dall’avanzare
silenziosamente di due persone che sboccarono da un corridoio laterale
prendendo anche loro la loro stessa direzione verso l’uscita
della scuola
precedendoli. Gabriella e Kelsie sgranarono gli occhi alla vista di
Chad che
camminava inespressivo vicino a Sharpay. La quale con la sua solita
espressione
strafottente e presuntuosa camminava suadentemente tra le file di
armadietti.
-Ma cosa sta succedendo?-
Chiese Kelsie fissando sconvolta i
due. Taylor lanciò uno
sguardo carico di preoccupazione nei confronti di Chad e subito il suo
viso si
oscurò dalla rabbia quando i suoi occhi incontrarono la
sagoma sensuale della
biondina che camminava al fianco del riccio.
-Scusate un momento…-
Disse scuotendo la testa e
riassumendo un’espressione serena
e dolce per poi aumentare il passo verso Chad e Sharpay sotto lo
sguardo
stupefatto di Gabriella e Kelsie che seguirono silenziosamente la scena
pronte
ad intervenire.
-Chad…-
Il riccio si voltò
rapidamente quando incontrò lo sguardo di
Taylor la sua espressione si raddolcì e gli occhi si
illuminarono di affetto.
Taylor si sentì avvampare per quello sguardo che non aveva
mai notato. Lo
accostò e ignorando volutamente Sharpay disse quando il
riccio la salutò con un
sorriso che voleva essere sbruffone come al solito ma che
risultò solo un
sorriso arreso.
-Mi chiedevo se oggi ti andava di
venire a casa con me…-
Disse arrossendo un po’ la
ragazza. Chad lanciò uno sguardo
a Sharpay che stava fissando con gli occhi ridotti a due fessure
Taylor. Scosse
appena la testa e si rivolse nuovamente a Taylor.
-Magari oggi no…-
Gabriella da dietro intuì
la delusione di Taylor così si
fece avanti timidamente e mormorò.
-Perché non domani? A casa
mia? Ti va? Guardiamo un film,
mangiamo una pizza e facciamo quattro chiacchiere…sempre i
soliti.-
Chad le rivolse uno sguardo indeciso
e disse distogliendo lo
sguardo e puntandolo su un cartellone che era affisso per il corridoio.
-Quindi devo chiamare anche Troy?-
Gabriella avvampò ma
annuì debolmente fissando il viso di
Taylor diventare lentamente più teso. La situazione stava
degenerando quando
Chad si bloccò in mezzo al corridoio e disse afferrando
Sharpay per una mano che
li stava ignorando leggermente alterata che nessuna le avesse rivolto
la
parola.
-Può venire anche lei se
vuole…-
Disse Gabriella fissando lo sguardo
prima contraddetto di
Chad. A quell’affermazione Taylor singhiozzò, la
serata si stava trasformando
in un incubo.
Chad sorrise appena e si
voltò verso Sharpay che incrociò le
braccia al petto sbuffando leggermente per poi rivolgere uno sguardo
indagatore
sia verso Gabriella che Taylor puntandosi poi su Kelsie che aveva lo
sguardo
basso ed era arrossita pesantemente senza trovare il coraggio di
prendere parte
alla conversazione.
-Ci sarà anche Ryan? E
Kelsie?-
Chiese raddolcendo il tono. Gabriella
e Taylor si guardarono
e puntarono poi lo sguardo su Sharpay mormorando.
-No, loro sono impegnati.-
Un lampo di stupore dipinse un attimo
lo sguardo della
bionda che però poi si voltò verso Chad e
fissandolo intensamente mormorò
sentendo la presa sul suo polso da parte del riccio farsi
più forte.
-D’accordo. Non
sarà così male.-
Si aprì in un sorriso che
fece sgranare gli occhi alle tre
ragazze: Sharpay Evans che sorrideva dolcemente a loro?
-Ne saremo contente…
allora bene. Domani mattina vi dirò a
che ora e decideremo il film da vedere. D’accordo?-
Disse timidamente Gabriella ottenendo
l’assenso degli altri.
Sharpay si liberò con
dolcezza dalla presa di Chad e dopo
aver visto Ryan camminare
fuori dalla
scuola diretto verso la macchina disse.
-Io vado, mio fratello credo sia
uscito dal retro, mi starà
aspettando.-
Tutti spostarono il loro sguardo su
di lei e le rivolsero un
rapido saluto. Chad si voltò verso Taylor, Gabriella e
Kelsie e mormorò.
-Ragazze devo andare anche io. Ci
vediamo domani mattina a
scuola. Ciao piccola.-
Disse baciando la fronte di Taylor e
seguendo Sharpay che si
era allontanata.
-Pay aspetta!-
Disse raggiungendola. Taylor li
fissò con gli occhi gonfi di
lacrime di rabbia, ma le ricacciò indietro e disse prendendo
Gabriella per
mano.
-Ci aspetta una bella
serata…-
Kelsie ridacchiò e disse
prendendo Taylor a braccetto.
-Io sono libera…-
Gabriella e Taylor risero dicendole
con tono divertito e
complice.
-No, tu hai il tuo primo
appuntamento.-
Kelsie arrossì e
chinò sconfitta il capo uscendo
dall’istituto seguita dalle sue due migliori amiche.
Continua…
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Capitolo 9 *** Capitolo Nono ***
Capitolo Nove
Gabriella si torturò le
mani mentre nel salotto di casa sua
l’aria era pesante e a dir poco irrespirabile mentre i suoi
coetanei e amici di
scuola erano sparpagliati sui divani e sulle poltrone con espressioni
altrettanto torturate o altrettanto irritate.
-Allora ragazzi che si fa? Usciamo a
scegliere questo film e
magari ad ordinare le pizze?-
Prese in mano la situazione Sharpay
alzandosi in piedi dal
divano ed avvicinandosi a Chad seduto su una poltrona mentre fissava
interessato una collezioni di libri di medicina esposta sullo scaffale
del
salotto. Tutti rivolsero uno sguardo stupito alla biondina che con un
sorriso
amichevole e dolce si aprì a tutti i ragazzi in salotto
facendo ridacchiare
Chad che con un sospiro e un balzo si ritrovò in piedi
davanti alla biondina.
Il riccio affiancò Gabriella e le sussurrò
cingendole con un braccio la vita.
-Sta facendo un grande sforzo, che
dici la assecondiamo?-
La brunetta non potè fare
a meno di ridacchiare e annuire
battendo le mani con vigore per poi prendere in mano la situazione e
intrecciare le dita con quelle di Taylor alzandola dalla poltrona e
sorridendogli incitare anche Troy a fare lo stesso. I cinque si allora
si
diressero verso la porta ridacchiando e dopo pochi istanti
fortunatamente una
chiacchierona Sharpay permise al gruppetto di sciogliersi dimenticando
per
quella sera scontri e amori, dolori e sofferenze chiacchierando tutti
insieme
allegramente.
-Ragazze davvero pensavo,
perché non andiamo a fare un
giorno un giro tutte insieme per il centro città?-
Propose Sharpay al fianco di
Gabriella mentre una stranita
Taylor si sporgeva dal fianco di Gabriella e fissava Sharpay con
ostinazione.
Ma quando la biondina reprimendo un singulto per l’agitazione
le sorrise con
dolcezza la brunetta tornò a fissare davanti con una certa
sorpresa mentre alle
loro spalle Chad camminava al fianco di Troy.
-Io dico che va
bene…magari ci troviamo e andiamo a fare un
po’ di compere…ho proprio bisogno di svagarmi un
po’.-
Affermò titubante ma
allegra Gabriella sorridendo di rimando
a Sharpay mentre intravedevano da lontano la videoteca. Prima che
però la
moretta si distrasse una voce flebile le giunse dalla destra,
stranamente
sollevata.
-Si, non mi sembra male come
idea…mi aggrego anche io.-
Gabriella si voltò
sorpresa verso Taylor che invece sorrise
timidamente divertita per poi lanciare uno sguardo timido a Sharpay che
invece
si illuminò tutta e sentendo una sensazione strana nel corpo
mormorò.
-Bene! Allora non resta che metterci
d’accordo…ma io…emh…non
ho i vostri numeri di cellulare ragazze…-
Disse arrossendo la Regina di
Ghiaccio distogliendo lo
sguardo mentre la consapevolezza di essere sempre stata
“sola” a scuola stava
iniziando a farsi largo nella sua mente. Gabriella sorrise con dolcezza
e le
disse con calore.
-Se vuoi rimedio subito
così magari ci sentiamo durante la
settimana.-
-Si già che ci siamo ti do
anche il mio…-
Mormorò Taylor sporgendosi
e prendendo Gabriella a braccetto
mentre sorrideva un po’ più serena a Sharpay:
sentiva di non potersi ovviamente
fidare di lei, ma quella sera, per il solo fatto che era venuta a casa
di
Gabriella, con delle persone con cui non aveva mai avuto seriamente a
che fare
se non qualche scambio di battuta a scuola e quel suo modo di cercare
di
rendersi accettabile l’avevano messa sotto una luce diversa
ai suoi occhi.
-Da…davvero?-
Chiese disorientata la biondina
arrossendo leggermente per
poi riacquistare il controllo estraendo il cellulare di ultimissima
generazione
glitterato e pieno di strass facendo ridacchiare le due ragazze.
Sharpay digitò
i numeri che le due amiche le dissero e lì salvò
sentendosi stranamente cortese
e infatti quando Gabriella le si fece più vicina e la prese
a braccetto
formando un trio con Taylor la lasciò fare ridendo insieme
alle due.
Da dietro i ragazzi le fissavano
sorpresi e Chad sorrise:
era contento che Sharpay stesse facendo amicizia con le due. Si
voltò poi verso
Troy che sembrava assente e sorridendo stranamente sereno e non triste
come
quando di solito gli era vicino gli disse.
-Allora, che dice il coach?-
Troy si riprese e proruppe ridendo
per poi voltarsi verso di
lui e inarcare un sopracciglio.
-Chad, Chad, Chad vuoi davvero cosa
mi dice mio padre su di
voi?-
Chad scoppiò a ridere e
gli assestò una pacca sorridendo poi
con dolcezza.
-No, ora che ci penso è
meglio di no!-
Risero entrambi e Troy lo
fissò intensamente negli occhi
quando vide le ragazze gettarsi a capofitto sulla vetrina con esposti
gli
arrivi dei nuovi film.
-Chad…tu...insomma
io…mi sono accorto che tu non sei quello
di una volta!-
Disse il biondino girandosi verso di
lui e posandogli le
mani sulle spalle, Chad sgranò un po’ gli occhi e
sentì una fitta al cuore.
Distolse lo sguardo dagli occhi cobalto dell’amico e
fissò a terra sforzandosi
di sorridere.
-Troy, ma che cavolo dici? Io
sono…-
Non finì la frase che Troy
lo strinse a se abbracciandolo e
gli disse assestandogli preoccupato una pacca sulla spalla.
-Sai che potrai dirmi sempre tutto
vero? Siamo fratelli, e
io detesto vederti così…-
Chad strinse un pugno con forza e
chiuse gli occhi sbuffando
per cercare di mettere a tacere la sua mente che gli urlava dal dolore
della
consapevolezza di quello che provava.
Sharpay ridacchiando per un commento
su un film da parte di
Taylor si voltò per guardare Troy e Chad e quando vide
l’espressione di dolore
dipinta sul viso di Chad si pietrificò. Taylor
alzò lo sguardo e vide Sharpay
immobile leggermente confusa seguì cautamente il suo sguardo
e sgranò sorpresa
un po’ gli occhi, stava per dire qualche cosa quando vide la
biondina fare un
balzo e fiondarsi tra i due con un sorriso falso e
un’espressione
giocherellona. La biondina prese a braccetto un sorpreso Troy e con
l’altro
braccio Chad avvicinandoli alla vetrina e dicendo con un tono
cristallino e
trillante.
-Ragazzi! Va bene se vediamo un film
romantico da diabete?-
Troy si fiondò al fianco
di Gabriella e con un leggero
sospiro le disse rivolgendole uno sguardo intenso.
-No! noi maschi vogliamo azione!-
Gabriella arrossì e
ridacchiò mentre dietro di loro Chad
sorrideva riconoscente e Sharpay che gli fece l’occhiolino
sotto lo sguardo di
una Taylor stupita: forse Sharpay non era poi così cattiva.
Sorrise e si
avvicinò a Chad saltandogli al collo. Il ricciolino confuso
ridendo la sollevò
e la riportò vicina alla vetrina e si posizionò
al fianco di Mckessie e vedere
i film ridendo e commentandoli. Sharpay fissò i quattro e
sorrise rincuorata
mentre notava gli sguardi dolci che Gabriella rivolgeva a Troy e che
Taylor
rivolgeva a Chad. Questi ultimi due le provocarono una fitta al cuore,
ma ora
aveva deciso: avrebbe assunto le redini della situazione facendo
dimenticare a
Troy di Taylor concentrandolo su Gabriella e togliendo dal cervello
confuso di
Chad l’amato Troy così da fargli aprire gli occhi
sulla ragazza che era per
lui, ovvero Taylor. Ha questo pensiero le si strinse il cuore, amava
Chad, ma
Taylor era più giusta per lui. Ricacciò indietro
le lacrime e sorrise
sbruffoncella: non avrebbe certo rinunciato alle coccole del riccio e a
qualche
bacetto ma avrebbe aperto gli occhi di Chad con tutta se stessa.
Preferiva
vederlo con un'altra che così spento e triste. Sorrise e si
lanciò in mezzo hai
quattro che la accolsero affettuosamente ridendo.
Continua…
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