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di the DUFF
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


BRAVE

1

 
Janet si limitava ad osservarlo da lontano ormai da 4 anni, cioè da quando aveva iniziato il liceo, eppure non si stancava mai.
Avrebbe continuato a fissare quel profilo che tanto le piaceva, che ormai sognava anche di notte, che non riusciva a non pensare.
Janet si era innamorata di due occhi verdi, contornati da capelli neri e sempre disordinati, un bel naso importante e un sorriso furbo e sicuro, a volte malizioso.
Lui era Nathan.
Nathan era il capitano della squadra di pallanuoto del suo liceo, ma non era il tipico ragazzo bello, stronzo e popolare con un criceto al posto del cervello.
Lui era intelligente, il primo della classe ad essere precisi,  e per niente stronzo.
Nathan era sempre gentile con tutti, sempre pronto a dare una mano, ma era molto riservato con una cerchia di amici ristretta e troppe ragazze, che spesso rifiutava, attorno.
Nathan non si prendeva gioco delle ragazze.
Se decideva di uscire con qualcuna voleva essere sicuro di provare qualcosa, doveva essere sicuro che non si trattasse di uno scherzo.
Non gli piaceva giocare coi sentimenti delle persone e proprio per questo aveva colpito Janet.
Quel giorno però, Mary, la migliore amica di Janet, irruppe in casa sua con un quarto d'ora di anticipo e la costrinse ad accompagnarla a scuola in anticipo perchè voleva parlare colla sua nuova fiamma della prossima uscita che stavano progettando.
-Ma proprio sta mattina devi parlargli? non puoi metterti d'accordo con lui, che ne so, dopo scuola, alla fine delle lezioni?- le disse Janet esasperata. 
Odiava svegliarsi troppo presto la mattina.
-no no no, devo parlargli subito!- quando Mary si metteva in testa qualcosa, niente e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea.
Troppo stanca per controbattere e per portare avanti la sua tesi Janet decise di assecondarla e annuendo col capo la seguì fuori casa.
Durante il tragitto non parlarono molto, Mary era troppo agitata per l'incontro con Jacob, così si chiamava il suo nuovo ragazzo, mentre Janet era troppo stanca.
Quando arrivarono la scuola era completamente vuota fatta eccezione del custode che proprio in quel momento stava aprendo il cancello del cortile e lo salutarono con un sorriso e un cenno della mano.
Il signor Thomson, il custode, era sempre molto gentile con tutti ed era in grado di conquistare ogni studente con la propria simpatia e tutti lo rispettavano e ammiravano.
Decisero di sedersi sul muretto che circondava il perimetro del cortile e iniziarono a chiacchierare come al solito delle partite di pallavolo, sport che entrambe adoravano e praticavano nella stessa squadra.
Janet giocava come ala mentre Mary come centrale, insomma un duo perfetto.
Le loro chiacchiere vennero interrotte però da due figure che conoscevano fin troppo bene.
Jacob e Nathan si stavano dirigendo verso Mary e Janet.
Janet sapeva che i due erano molto amici ma non si sarebbe mai aspettata di vederlo assieme a Jacob quando lei era con l'amica.
Il panico s'impossessò di lei e Mary che sembrò accorgersene le lanciò un sorriso un pò divertito ma che trasmetteva tanta dolcezza per aiutarla a calmarsi ma ciò non fu d'aiuto.
-ciao piccola- Jacob salutò Mary con un bacio a stampo e dopo averle avvolto le spalle con un braccio salutò anche Janet.
-Janet, bella come al solito- le disse appunto Nathan facendola arrossire nonostante dicesse il vero.
Janet aveva un corpo da pallavolista, con due occhi neri e i capelli scuri e mossi, un naso piccolo e alla francese ricoperto da piccole lentiggini e aveva un gran bel sorriso.
-ciao Jacob- ricambio lei il saluto.
-ah giusto, non vi ho neanche presentati - si scusò Jacob e poi riprese  -lei è Janet, lui è Nathan- e dopo aver fatto le presentazioni i due si strinsero la mano e si sorrisero gentili.
E mentre fuori Janet sembrava sicura e carina, dentro rideva e piangeva e saltava e non sapeva proprio cosa fare.
Senza neanche rendersene conto Janet e Nathan vennero trascinati dai loro rispettivi amici al bar a fare colazione e dopo aver ordinato le bevande e i rispettivi dolcetti si trovarono a chiacchierare del più e del meno, stufi di ascoltare le continue smancerie di Mary e Jacob.
-mamma mia questi due, non li sopporto più! mi faranno venire il diabete- scherzò Janet facendo scoppiare in una sonora risata Nathan.
Janet in un primo momento agitata, nervosa e impacciata, ora si trovava bene, sicura e consapevole di quello che valeva, tanto da riuscire a parlare col ragazzo per cui aveva una cotta da anni ormai senza nessun problema.
-devo andare. La squadra di pallanuoto mi aspetta, dobbiamo preparare una strategia per la partita di sabato- disse Nathan scusandosi mentre raccoglieva lo zaino da terra prima di andare.
-va bene. In bocca al lupo- gli rispose Janet con un gran sorriso anche se in realtà le dispiaceva molto doversi privare delle sua compagnia.
-magari se ti va, puoi venire a vedermi giocare. La partita è alle 18 qua a scuola- Nathan l'aveva appena invitata e Janet non poteva crederci.
Sarebbe potuta esplodere per la felicità da un momento all'altro ma poi un pensiero la fece tornare coi piedi per terra e si ricompose.
-Sabato gioco anche io però alle 16. Se finisco in tempo vengo molto volentieri- gli rispose Janet sperando veramente di finire presto quella partita.
-giusto, tu sei il capitano della squadra di pallavolo. Allora in bocca al lupo!- le fece l'occhiolino e poi continuò  -verrò a vederti sempre se non ti procura fastidio- 
-certo che non mi da fastidio- gli rispose Janet e dopo essersi salutati un'ultima volta lui se ne andò sorridendole mentre lei rimaneva con Mary e Jacob.
Janet rimase ad ascoltare le chiacchiere dei due piccioncini e quando si fecerò le 8 andarono a pagare e Janet e Mary si diressero nella loro aula mentre Jacob andò a salutare un amico.
-Ho visto che avete parlato molto tu e Nathan- constatò Mary sorridendo sorniona all'amica Janet che gongolava dalla felicità.
-si abbiamo parlato, è molto simpatico- rispose semplicemente Janet ma ciò non bastò ad accontentare e a sedare la curiosità di Mary.
-racconta dai! cosa vi siete detti?- chiese Mary curiosa.
-mi ha chiesto se voglio andare a vederlo giocare sabato e poi mi ha chiesto se poteva venire anche lui a vedermi giocare sabato- e mentre Janet raccontava Mary si meravigliava sempre più.
Era troppo felice per quello che stava succedendo a Janet.
Finalmente stava succedendo qualcosa con Nathan, seppur di minima importanza, con il ragazzo di cui era innamorata e Mary non poteva che essere felice per l'amica Janet.

PICCOLO SPAZIETTO
Eccomi qua con un nuovo lavoro e spero tanto che vi piaccia perchè ci sto mettendo molto impegno.
Mi impegnerò ad aggiornarlo spesso e proverò a mettere in atto anche i vostri consigli che spero tanto di ricevere.
Lasciatemi qualche recensione con i vostri pareri se avete voglia. 
Un bacio xx

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


BRAVE

2

Anche quel sabato mattina arrivò troppo in fretta e anche se le scuole erano chiuse quel giorno, Janet decise di alzarsi presto per andare a fare una corsetta mattutina per scaricare la tensione che le procurava il pre partita.
Mise la tuta e dopo aver salutato sua madre uscì di casa e corse fino al parco e quando rientrò a casa erano già passate un paio d'ore.
Erano le 10 e aveva tutto il tempo per rilassarsi.
Fece una doccia rinfrescante, fece i compiti assegnati e dopo aver fatto tutto si buttò sul divano a guardare la sua serie tv preferita.
A interrompere quel momento rilassante fu Laura, la madre, che la informava che il pranzo era pronto.
Spense la tv e si diresse in cucina dove la madre aveva già messo nei piatti il pranzo, tagliatelle al pomodoro, e dopo essersi seduta iniziò a mangiare con gusto.
-mm.. che buona!- Janet fece come al solito i complimenti alla madre.
-grazie tesoro- la ringraziò Laura e poi le domando della partita  -a che ora giochi tesoro?- 
-la partita inizia alle 16 ma devo essere in palestra con un paio d'ora d'anticipo per il riscaldamento e tutto il resto- Janet spiegò tutto con chiarezza alla madre che sembrava ascoltarla attenta e molto interessata ma dispiaciuta al tempo stesso di non poter andare a vederla giocare.
Questo era uno dei lati negativi di avere un lavoro come dottore in ospedale, avere i turni!
Janet comunque non si arrabbiò.
Sapeva che la madre doveva andare a lavorare e ogni volta che era libera invece andava a vederla, sempre in prima fila pronta a urlare a squarciagola per incitarla.
Aiutò la madre a sparecchiare e dopo aver preso il borsone di pallavolo prese le chiavi della macchina e partì verso scuola.
Il parcheggio dell'edificio era quasi vuoto, fatta eccezione di alcune macchine delle sue compagne di squadra e quindi fu facile trovare posteggio.
Negli spogliatoi le amiche facevano già casino, alcune cantavano e altre preferivano rimanere sole e tranquille per scaricare la tensione.
Quando tutte furono pronte uscirono dallo spogliatoio ma non prima di aver fatto il loro solito grido di incitamento "CATTIVE!" e una volta arrivate in palestra salutarono Jhon, il loro allenatore e gli consegnarono come d'abitudine le carte d'identità.
Da brava capitana Janet lasciò libero l'allenatore di compilare le distinte e le altre varie carte e iniziò lei il riscaldamento.
Optò per un riscaldamento di coppia, semplice e veloce ma molto efficace e le ragazze lo preferivano e mostrarono subito la loro approvazione con un sorriso di gratitudine.
Janet iniziò a fare i suoi esercizi con Mary che non rimase un attimo in silenzio perchè troppo impegnata a raccontare della cena con Jacob e i genitori di quest'ultimo.
-all'inizio ero molto agitata ma si sono rivelate delle persone molto cordiali e simpatiche, ero troppo impacciata- Mary e Janet scoppiarono a ridere ma poi Mary si bloccò di scatto facendo preoccupare l'amica.
-cosa c'è?- chiese Janet confusa dall'atteggiamento dell'amica.
-dietro di te- sussurrò lei e Janet si girò confusa.
Sulle tribune, esattamente dietro a lei, si trovava Nathan fasciato nella tuta blu della sua squadra di palla nuoto col suo solito sorriso mozzafiato e appena i loro sguardi si scontrarono si sorrisero.
Janet non si aspettava di trovarlo alla partita anche se lui effettivamente aveva detto che sarebbe venuto ma non era molto fiduciosa lei, aveva paura di rimanerci male.
Janet prese coraggio e dopo aver detto a Mary che sarebbe tornata subito si avvicinò alle tribune per salutare Nathan.
-ciao Nathan- salutò lei.
-Janet! ti dona la fascia da capitano- lui ricambiò il saluto e lei al complimento arrossì leggermente.
-grazie. Ti fermi a guardare la partita?- gli chiese lei e lui rispose affermativamente.
-sono curioso di vedere se sei veramente così brava come dicono- scherzò lui e si trovarono entrambi a ridere.
Janet però venne richiamata in campo dall'arbitro per firmare il referto e quindi salutò Nathan e corse al tavolino dei refertisti, due ragazze sui venticinque anni che ormai aveva imparato a conoscere dato che si occupavano delle parti burocratiche di ogni partita, e dopo aver compilato le carte riprese a riscaldarsi.
Tra schiacciate e ricezioni il tempo passò svelto e il fischio dell'arbitro d'inizio partita le fece partire i nervi.
Entrò in campo con la squadra e si posizionarono in modo che l'arbitro potesse vedere i loro numeri e dopo aver controllato le giuste posizioni salì sulla scaletta per arbitrare.
Janet corse in mezzo al loro campo e con le compagne gridò il loro urlo "CATTIVE" e il pubblico iniziò ad applaudire.
Era raro vedere così tanta gente sulle tribune ma questa era una partita importante, per la precisione la semi finale del campionato provinciale e chi avrebbe vinto il campionato sarebbe passato al campionato regionale, un perfetto trampolino di lancio per chi voleva diventare qualcuno all'interno dell'ambito pallavolistico.
Un ultimo fischio segnò il vero inizio della partita e la squadra avversaria si preparò al servizio.
Una perfetta ricezione, seguita da un'alzata determinò l'ottima schiacciata di Janet che segnò il primo punto del primo set della partita e un punto dopo un'altro portò alla vittoria del primo set per la squadra di Janet.
Le ragazze ne erano entusiaste e cariche di adrenalina che permise loro di vincere anche il secondo e il terzo set vincendo così la partita.
La squadra si buttò letteralmente in mezzo al campo e in preda alla gioia iniziarono a battere le mani sul pavimento del palazzetto creando un rumore pazzesco e dopo ciò il loro grido prese il volo e il pubblico iniziò ad applaudire.
Le ragazze si alzarono da terra e andarono a battere il cinque all'allenatore come ogni volta che finivano la partita e dopo aver fatto il saluto finale corsero felici negli spogliatoi.
L'orologio segnava appena le 17.12.
La partita giocata molto bene era stata veloce e Janet tirò un sospiro di sollievo, avrebbe potuto vedere la partita di Nathan.
Si fece una doccia veloce indossò i pantaloni lunghi della tuta, lasciando sopra la maglietta della divisa, come del resto fecero le sue compagne, caricò il borsone in spalla e salutò la squadra.
-Ottimo lavoro ragazze, siamo state fantastiche!- si congratulò prima di lasciare lo spogliatoio.
Alla porta d'uscita della palestra si trovò di fronte a Nathan, sorridente come al solito, e lei si fermò vicino a lui.
-Ciao- lo salutò.
-sei stata bravissima- si congratulò lui facendola arrossire ma lei sorrise comunque al complimento.
-andiamo, ti offro un gelato prima della mia partita- le propose lui e dopo aver accettato Janet lo seguì ringraziandolo.

PICCOLO SPAZIETTO
Spero tanto che questo capitolo vi piaccia al meno un pochino perchè devo ammetterlo, faccio sempre molta fatica a condividere queste mie piccole creazioni.
Va be, ora vi lascio stare e metto da parte queste mie paranoie e se avete voglia di darmi qualche consiglio e qualche parere sarò felice di leggerli.
Quindi lasciatemi pure qualche recensione se avete voglia,
baci xx

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


BRAVE

3

-per me un cono cioccolato e vaniglia e per la signorina..- Nathan lasciò in sospeso per far scegliere i gusti a Janet e quindi dopo averci riflettuto un pò  concluse lei la frase  -per me cioccolato  e stracciatella- 
La commessa preparò entrambi i coni e dopo averli porsi ai due ragazzi fece loro lo scontrino.
-sono quattro euro, grazie- 
Janet iniziò a frugare nel suo borsone, che le pesava sulla spalla, il proprio portafoglio ma quando lo trovò Nathan aveva già pagato anche per lei come un perfetto gentiluomo.
-Nathan non era necessario- gli disse lei.
Non fraintendete.
Janet apprezzò molto il gesto ma in realtà preferiva a dir lunga pagare da sola per se stessa perchè le piaceva essere indipendente.
Lui scosse la testa sorridendole dolcemente, facendole perdere un battito, come al solito, alla piccola e innamorata Janet.
-la prossima volta pago io però- gli disse lei facendo l'occhiolino che gli provocò una risata.
-si si, non ci contare troppo- ripose lui e lei dopo averlo guardato male gli tirò una pacca scherzosa sul petto e poi gli sorrise amabilmente.
Lui fece finta di piegarsi in due, anche se in realtà Janet non le aveva fatto per niente male.
-se ti prendo!- gli disse lui guardandola minacciosa e lei mettendosi a ridere buttò a terra il borsone e iniziò a correre senza una meta precisa rincorsa da uno splendido ragazzo che le aveva fatto perdere la testa.
Janet correva senza sosta sotto lo sguardo divertito dei passanti che li scambiavano per una bella e giovane coppia e solo quando inciampò su un sasso si fermò, anzi cadde con una capriola, degna di una medaglia d'oro, a terra.
Nathan si fermò ai suoi piedi e lei in imbarazzo si coprì il viso con le mani mentre non riusciva a controllare le risate dovute a quel divertimento.
-sei un disastro- scherzò lui aiutandola ad alzarsi e quando Janet si alzò venne intrappolata in un abbraccio che la lasciò di stucco.
Non si sarebbe mai aspettato un atteggiamento simile, per quanto piacevole, da Nathan che conosceva bene da poco meno di una settimana.
In un primo momento imbarazzata e impacciata, in un secondo momento Janet ricambiò la stretta e si sentì finalmente bene.
Quando entrambi si staccarono si sorrisero leggermente imbarazzati senza sapere bene cosa dire ma a Janet cadde l'occhio sull'orologio facendosi venire un piccolo infarto.
-Nathan muoviti, siamo in ritardo! la partita inizia tra 5 minuti- si ritrovò a gridare Janet mentre afferrava la mano del ragazzo per iniziare  a correre.
Corsero l'uno a fianco all'altro continuando a tenere le loro mani intrecciate e arrivarono alla palestra alle 18.00 precise.
Nathan non ebbe il tempo di andare negli spogliatoi per prepararsi e senza troppe esitazioni si tolse i pantaloni e la maglia della tuta rimanendo in costume sugli spalti, proprio vicino a Janet che cercava di rimanere impassibile alla vista di lui in costume.
Aveva proprio un corpo scolpito, o almeno questo era quello che pensava lei.
-ti lascio la mia roba, la prendo dopo- le disse Nathan mettendole nelle mani i propri vestiti e il borsone e dopo averle baciato una guancia scavalcò la corda che delineava il confine tra gli spalti e la piscina e si buttò in acqua raggiungendo la sua squadra.
Appena l'arbitro fischiò l'azione ebbe inizio e lei dopo aver osservato qualche minuto la scena ancora in piedi e con i vestiti di Nathan in mano decise di sedersi su una panchina vuota.
Non riusciva a trovare Mary che sicuramente si era fermata per fare il tifo al suo Jacob e quindi decise di rimanere li ad osservare la partita in tranquillità, ma prima mise la tuta del ragazzo nel suo borsone.
Lo aprì con cura, avendo quasi paura di violare un confine, seppur minimo e privo di significato, ma aveva estremamente paura di infastidire Nathan e di apparire ai suoi occhi una ficcanaso per avergli aperto il borsone.
Janet osservava colpita, anche se non ci capiva un gran che, la partita e osservava con attenzione ogni minimo movimento e ogni passaggio della palla cercando di scovare nella massa di giocatori una testa nera che conosceva bene.
Le urla la destarono dai suoi pensieri.
Una delle due squadre aveva segnato e in mezzo ai ragazzi vide uno col braccio alzato che indicava la sua direzione.
Stava indicando proprio lei, perchè si girò a controllare e dietro non c'era nessuna, e quando si voltò nuovamente nella direzione del ragazzo lui le mandò un bacio e le fece un occhiolino.
Era Nathan che dopo aver segnato le aveva dedicato il punto.
Si commosse a tal punto che calde lacrime iniziarono a scorrerle lungo le morbide guance ma gli sorrise e lo salutò con la mano dopo avergli mandato anche lei un bacio.
Nessuno per lei aveva mai fatto una cosa talmente bella, nessuno lo aveva mai fatto!
Mentre cercava di asciugare le lacrime e la partita proseguiva, un braccio avvolse le spalle di Janet che girandosi scorse Mary.
Mary guardava dritto a se, probabilmente guardava Jacob, ma sorrideva tenendo stretta Janet per farle capire che aveva notato tutto e che le sarebbe stata vicina qualunque cosa fosse accaduta fra lei e Nathan e lo apprezzava moltissimo.
-e quindi tra te e Nathan le cose vanno bene- affermò appunto Mary ottenendo una risposta silenziosa celata da uno splendido e radioso sorriso da parte di Janet.
Janet era felice, lo era per davvero.
La platea esplose in un boato quando la partita terminò, la squadra di Nathan aveva vinto 5 a 2 ottenendo l'accesso alle finali del campionato.
I ragazzi uscirono dalla piscina tra gli applausi generali mentre il coach si congratulava con loro i ragazzi si abbracciavano felici della vittoria.
Janet un pò intimorita e spinta dell'insistenza dell'amica, estrasse un asciugamano dal borsone di Nathan e gli andò incontro per darglielo evitando che prendesse freddo.
Con agilità scavalcò la corda e si ritrovò sul bordo piscina mentre Nathan le dava le spalle mentre si complimentava coi compagni.
Janet gli toccò la spalla ancora bagnata per attirare la sua attenzione e non appena Nathan si girò l'intrappolò in un abbraccio bagnato, troppo.
-mi stai bagnando- si lamentò Janet mentre però ridacchiava e anche lui rise.
-lo so- constatò lui.
-hai giocato benissimo e grazie per il punto- Janet lo ringraziò dal profondo del cuore per averle dedicato il punto e lui non pote far altro che stringerla più forte a se.
-è merito tuo se oggi ho giocato così bene- le confessò mentre la liberava dalle sue braccia prendendo l'asciugamano avvolgendoselo attorno al corpo.
Janet arrossì.
Le veniva troppo facile arrossire con lui e sperava che Nathan non l'avesse notato ma non ci faceva troppo conto.
-se mi aspetti ti accompagno a casa- si offrì gentile il ragazzo.
-sono qua in macchina- gli spiegò lei dispiaciuta.
Perchè non era venuta a piedi? Avrebbe potuto approfittare della gentilezza del ragazzo per trascorrete altro tempo assieme a lui.
-allora ti accompagnerò alla macchina, ovviamente se sei d'accordo- si propose nuovamente Nathan.
Lei annuì sorridente e tornò a sedersi sulla panchina mentre aspettava che il ragazzo tornasse.
Passarono pochi minuti prima che lui comparve dalla porta dello spogliatoio con indosso la tuta che gli calzava a pennello e dopo avergli sorriso gli andò incontro.
-andiamo- disse lui e in silenzio s'incamminarono verso la macchina di lei non troppo distante nel parcheggio.
Quando giunsero al veicolo Janet caricò il suo borsone nel bagagliaio e dopo averlo richiuso si avvicinò a Nathan.
-penso di doverti ringraziare per esserti sorbito la mia partita, per avermi offerto un buon gelato e devo anche scusarmi per averti fatto quasi perdere la partita- ironizzò Janet.
Nathan scoppiò a ridere ma poi tornò serio. 
-è stato un piacere e dovrei ringraziarti io per avermi avvisato del ritardo e per avermi tenuto durante la partita la mia roba- disse Nathan gentile come al solito.
Nessuno dei due sembrò voler continuare la discussione e rimasero in silenzio per alcuni istanti fino a quando Nathan la salutò.
-ci vediamo Janet- e dopo averla salutata le bacio una guancia.
-ciao Nathan- ricambiò il saluto Janet che dopo esser salita sulla macchina avviò il motore e tornò a casa.

PICCOLO SPAZIETTO
Mi sto impegnando molto a rendere giustizia, con la giusta lunghezza, ai miei capitoli e spero di riuscirci.
Spero che vi piaccia questo capitolo e sarò felice di rispondere a qualsiasi domanda, perplessità e altro.
Lasciatemi una recensione se avete voglia con i vostri pareri e consigli.
Baci xx

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


BRAVE

4

Era domenica pomeriggio e pioveva.
Janet odiava profondamente la pioggia, la metteva di cattivo umore e solo una buona lettura accompagnata da una tazza di cioccolata calda le faceva tornare un poco di buon umore.
Quel giorno scelse Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austin, la sua scrittrice preferita.
Aveva già letto quel libro minimo una decina di volte ma le piaceva da impazzire.
Ogni volta che lo leggeva era come se lo leggesse per la prima volta e si emozionava sempre.
Stava seduta sul davanzale della finestra, avvolta da una coperta e col libro sulle gambe piegate e in una mano teneva la tazza che conteneva quel liquido scuro e delizioso.
Una vibrazione improvvisa le fece perdere la concentrazione dalla sua accurata lettura e recuperò il telefonino che aveva appoggiato sul tavolino di fianco a lei.
Fece scorrere il dito sullo schermo per sbloccarlo e si accorse di avere un nuovo messaggio di Mary.
"scommetto che sarai immersa nella tua solita lettura del brutto tempo e che in questo momento mi strozzeresti molto volentieri ma sappi che ho delle buone motivazioni per disturbarti <3 . Jacob mi ha chiesto se vogliamo andare assieme a lui e Nathan al cinema.
Cosa gli rispondo?"
Finalmente una svolta a quella monotonia che caratterizzava tutte le sue domeniche fredde e di  piogge.
Non ci misi molto prima di rispondere.
"per questa volta sei perdonata ;) direi che ci sono. fammi sapere a che ora e dove ci troviamo, ok?"
Schiacciò il tasto invio e dopo aver chiuso con calma e forse anche un pò di tenerezza quel libro a cui teneva particolarmente salì le scale e giunse nella sua stanza.
Aprì l'armadio per cambiarsi. Non poteva certamente andare al cinema con il pigiama!
Dopo aver osservato con attenzione ogni capo all'interno dell'armadio scelse un Jeans scuro che le lasciava scoperte le caviglie, una maglietta bianca e morbida che le cadeva addosso perfettamente e prese anche un cardigan dello stesso colore del Jeans.
Indossò le sue inseparabili converse bianche e controllò se Mary le aveva risposto e in effetti era così.
Le rispose che l'incontro era fissato per le 17.00 di fronte a casa sua e dopo aver controllato che ore fossero si accorse di avere ancora una mezz'ora buona.
Si legò i capelli scuri una morbida treccia laterale e truccò gli occhi neri con un pò di matita e mascara facendoli risaltare ancora di più.
Prese la borsa appoggiata ai piedi del letto e dopo averci messo dentro il telefono, il portafogli e le chiavi uscì di casa e prese la macchina.
Arrivò di fronte alla casa di Mary perfettamente in orario.
Parcheggiò nel vialetto e suonò al campanello dove dopo qualche secondo la sua amica aprì la porta facendole spazio per entrare.
-ciao bionda!- la salutò Janet mentre si abbracciavano come al solito.
-ciao Janet, buona la cioccolata?- le chiese Mary sghignazzando.
Janet non ne capì il motivo ma quando si guardò allo specchio che stava di fronte alle scale dell'ingresso notò una piccola macchia sul labbro inferiore dovuta alla cioccolata calda bevuta in precedenza.
Divenne rossa per l'imbarazzo che la fece ridere nervosa.
Inumidì un dito e lo passò sulla macchiolina facendola scomparire.
-sai com'è.. è brutto tempo e stavo leggendo, è un rituale per me- scherzò Janet e poi fecero cadere il discorso così.
Entrarono nel salotto e trovarono Nathan e Jacob intenti a giocare colla playstation di Matt, il fratello di Mary, a fifa 13.
A Janet brillarono gli occhi, adorava da impazzire quel gioco.
Senza troppi convenevoli si sedette in mezzo ai due ragazzi che stavano finendo la partita e iniziò a osservare la partita.
Saltò per aria quando una delle due squadre si fece scartare in maniera troppo facile dall'avversario e i due ragazzi la guardarono allibita mentre Mary sorrideva compiaciuta.
Era fin troppo abituata a vedere l'amica così.
Ogni volta che Janet stava da lei, giocava con Matt a fifa vincendo ogni volta e Matt talmente abbattuto chiedeva a Mary di portare via Janet con la paura di essere sconfitto ancora.
-non sapevo che ti interessassi di fifa e playstation- osservò Jacob.
Janet sorrise e rispose  -non sapete tante cose di me- e poi scoppiò a ridere seguita dai suoi amici.
-posso giocare anche io?- chiese Janet facendo lamentare Mary.
-ma dobbiamo andare al cinema- disse Mary.
-dai solo una, dai ragazzi aiutatemi a convincerla!- Janet si rivolse a Jacob e a Nathan in cerca di appoggiò e lo trovò.
-solo una- disse Nathan convincendo Mary che dopo aver sbuffato si sedette a fianco a Jacob.
Nel frattempo i due ragazzi avevano finito la partita. 
Pareggio: 2 a 2.
-chi gioca contro di me?-chiese allegra come una pasqua Janet.
-gioca lui- rispose Jacob indicando l'amico.
Di tutta risposta Nathan fece un sorrisino  -proverò ad andarci piano-
-vedremo- scherzò lei e dopo aver preso la manopola scelsero le rispettive squadre.
Janet scelse il Real Madrid e Nathan scelse il Liver Pool.
La partita ebbe inizio e Janet iniziò da subito a dare del filo da torcere al suo amico stupito dall'inaspettata bravura di lei.
Mentre giocavano si punzecchiavano a vicenda mentre Jacob e Mary li osservavano ridendo sotto i baffi, poi Janet si scatenò.
I suoi personaggi iniziarono a passarsi il pallone e ad avanzare verso la porta avversaria, cioè quella di Nathan, e dopo aver scartato i suoi giocatori tirò in porta facendo goal.
Janet mise la partita in pausa e si alzò di scatto mettendosi di fronte a Nathan improvvisando una canzoncina e un balletto del tipo :   "io ho fatto punto e tu noooo" lasciando il povero ragazzo allibito e colpito nell'orgoglio con la bocca aperta che toccava quasi il pavimento.
I due amici se la ridevano a crepa pelle e Mary giurò di star quasi morendo quando Janet con una mossa veloce ed elegante chiuse la bocca di Nathan con testuali parole: " chiudi la bocca o entreranno le mosche".
Ad ogni modo, tra le risate generali, ripresero la partita e Janet vinse 4 a 1.
Il tempo passò talmente veloce e in maniera divertente che non si accorsero nemmeno che il film era già iniziato e quindi decisero di rimanere a casa di Mary e di ordinare una pizza.

PICCOLO SPAZIETTO
Spero tanto che questo capitolo vi piaccia almeno un pochino e se avete voglia, mi farebbe molto piacere conoscere i vostri pareri quindi lasciatemi una recensione.
Baci xx

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


BRAVE

5

Anche quella domenica, una splendida domenica ricca di divertimento, ebbe termine e dopo aver salutato i suoi amici, Janet salì in macchina e tornò a casa sua.
Con suo stupore trovò sua madre a casa intenta a cucinare qualcosa che però non riusciva a capire cosa fosse.
La madre le sembrava particolarmente su di giri e infatti mentre cucinava, canticchiava semplici ritornelli e si muoveva a tempo.
Da quando il padre le aveva lasciate per una vita più agiata in compagnia di una moglie tutta rifatta e piena di soldi, Janet non aveva più visto la madre così felice e la cosa le puzzava.
-ciao mamma- salutò Janet facendo spaventare la madre che troppo impegnata non si era accorta che la figlia era rientrata.
-Janet tesoro- ricambiò il saluto andando ad abbracciarla.
-mamma tutto ok? mi sembri troppo allegra- Janet non era stupida e la madre si trovò con le spalle al muro non sapendo bene cosa fare e cosa dire.
-ma niente tesoro- cercò di sviare il discorso ma Janet non volle cedere.
-mamma... e allora questa torta a cos'è dovuta?- tentò un nuovo approccio Janet ma comunque ciò fu inutile perchè non ottenne nessuna risposta.
Janet scoraggiata e un pò delusa decise di lasciar cadere il discorso e andò in camera sua.
Preparò la borsa con il necessario per il giorno dopo di scuola e controllò di avere tutto il necessario per gli allenamenti nel borsone e quando fu sicura che tutto era pronto, mise il pigiama e s'infilò sotto le coperte nel suo letto a due piazze.
Troppo grande per una persona sola.
Prese il telefono e mandò il messaggio della buona notte a Mary.
"notte notte Mary, ci vediamo domani :)"
Prima di bloccare lo schermo però le arrivò un messaggio da un numero sconosciuto.
"oggi mi hai battuto ma non capiterà più ;) buona notte dolce Janet.
Nathan xx"
Le mancò il respiro per qualche attimo, poi si riprese e si decise a rispondere.
Aveva fissato abbastanza lo schermo.
"io non ci conterei troppo :) notte,
Jane xx"
Dopo aver mandato il messaggio mise in rubrica il suo numero, collegò alla batteria il telefono e si coricò provando a dormire ma ciò fu vano perchè una vibrazione la fece voltare per prendere il telefono e controllare chi fosse ancora.
Era Nathan.
"posso accompagnarti a scuola domani?" 
"certo, alle 7.50 sotto casa mia :)" e dopo aver inviato quest'ultimo messaggio si addormentò felice.
 
Qualcosa non andava e Janet lo sapeva bene.
La gola le bruciava e aveva la vista annebbiata, soliti sintomi dell'influenza che l'avrebbe tenuta prigioniera e a letto per tutta la giornata e proprio non ci voleva.
Afferrò il telefono e decise di avvertire Nathan che non sarebbe andata a scuola e quindi gli scrisse di non passare a prenderla spiegandogli i motivi.
Tutti i suoi sogni si stavano realizzando ma la solita e stupida febbre le stava rivoluzionando i piani.
Tornò sotto le coperte che le arrivavano fin sotto al naso trovando un confortevole se pur lieve sollievo che le permise di addormentarsi.
Un rumore fastidioso la svegliò facendole pulsare violentemente la testa e dopo qualche attimo di smarrimento capì che il rumore proveniva dal campanello d'ingresso.
Senza preoccuparsi molto del suo aspetto si alzò e andò ad aprire la porta per vedere chi fosse.
Nathan, con in mano una busta di Starbucks e un sacchettino, le stava di fronte sorridendo gentile e in quel momento Janet si maledisse per non essersi data al meno una sistemata.
Aveva i capelli legati in una cipolla tutta arruffata, indossava la sua tuta blu che usava come pigiama, aveva gli occhi lucidi per la febbre e le guance rosse e si sentì tremendamente imbarazzata.
-Ciao Nathan- la sua voce uscì in un lieve sussurro e gli fece spazio per farlo entrare.
-Ciao Janet- Nathan ricambiò il saluto e dopo aver fatto qualche passo avanti le lasciò un bacio sulla guancia.
Entrambi andarono nel salotto di casa e si sedettero sul divano ma prima Janet alzò leggermente il termostato e dopo aver chiesto a Nathan se volesse il caffè accese la caffettiera in cucina.
-Hai preso qualcosa?- le chiese Nathan preoccupato e lei fece segno di no con la testa.
Se c'era una cosa che Janet odiava era riempirsi di medicine.
Lui fece una faccia contrariata e posò la mano sulla fronte della mano.
Janet era più calda di quanto pensasse e senza fare troppi complimenti Nathan si diresse in cucina dove prese un bicchiere d'acqua e ci cacciò dentro una bustina che aveva nel portafoglio e costrinse Janet a berlo.
-non voglio berlo- si lamentò facendolo sorridere.
Dopo tutto questa era una situazione piuttosto divertente.
Una ragazza malata rifiutava una semplice medicina scalciando e sbuffando come una bambina piccola e Nathan si osservava la scena ridendo.
-se la bevi facciamo colazione e giochiamo un pò a fifa- Nathan provò a comprarla indicandole le buste che aveva portato.
Janet lo guardò cercando di capire se stesse bluffando ma quando sul viso di Nathan notò solo un pò di divertimento e tanta sincerità accettò.
Scrutò male il bicchiere che conteneva quel liquido biancastro ed effervescente che puzzava come ogni medicina, si tappò il naso e dopo aver preso un respiro bevve tutto il liquido tutto d'un fiato con sotto fondo le risate di Nathan.
Lo bevve tutto e quasi lanciò il bicchiere vuoto sul tavolino mentre piagnucolava -che schifo!-

PICCOLO SPAZIETTO
Sono veramente imperdonabile ma veramente non ho potuto postare prima in quanto sono rimasta senza computere fino a ieri.
Spero possiate comunque perdonarmi e spero tanto che questo capitolo vi piaccia!
Baci xx.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


BRAVE

CAPITOLO 6

-non berrò mai più niente del genere, che schifo!- si lamentò Janet dopo aver posato il bicchiere facendo ridere Nathan che stava seduto a fianco a lei sul divano.
-se sarà necessario ne berrai ancora- le rispose Nathan prima di sfoderare un sorriso divertito e di sfida.
-vedremo- gli concesse lei e dopo si alzò e andò a prendere il sacchetto colla colazione appoggiato sul tavolo della cucina.
-vediamo cosa c'è di buono qua dentro- disse lei affamata.
-non sapendo i tuoi gusti ho preso un pò di tutto- le chiarì Nathan ed era veramente così.
Janet rimase sbalordita dall'enorme quantitativo di cibo contenuto nella busta.
Tortini, cornetti e muffin, persino ciambelle fritte e cup cake e da bere caffè e cappuccino.
Le venne l'acquolina in bocca e andò ad abbracciare il ragazzo per ringraziarlo.
-Grazie mille Nathan- gli disse e gli lasciò un bacio sulla guancia coperta da un sottile strato di barba che lo faceva sembrare più uomo.
Andò in cucina e dopo qualche minuto tornò dal ragazzo nel salotto con due piattini e dei tovagliolini di carta.
Janet si riempì il piatto di dolci al cioccolato e Nathan ne prese anche più di lei.
Fecero la gara per vedere chi finisse prima il cibo contenuto nei loro piatti e scherzarono sul fatto che entrambi avevano ingurgitato un quantitativo tale di cibo in grado da sfamare un elefante.
Nel frattempo a Janet si abbassò la febbre, tutto merito della medicina di Nathan, e riacquistò notevolmente le forze e ciò le fece voglia di fare qualcosa  e lo disse anche al suo amico.
-ho portato qualche gioco per la play, magari giochiamo a fifa così possiamo fare una rivincita e ti assicuro che questa volta vincerei io!- gli propose sfidandola Nathan.
Janet non rifiutava mai una partita alla play ma sopra tutto non rifiutava mai una sfida.
Si sedette più vicino a lui e dopo aver inserito il gioco nella play station presero i Joy stick e iniziarono a giocare.
A vederli potevano essere scambiati per una vera e bellissima coppia di fidanzati che passavano il loro tempo condividendo il loro tempo e le loro passioni ma in realtà erano solo dei semplici e banali amici anche se lei, Janet, avrebbe voluto davvero una storia con lui.
Ma averlo al suo fianco anche solo come amico le faceva piacere e ogni tanto mentre giocavano lei lo fissava di nascosto e sorridendo pensando a quanto fosse fortunata ad averlo nella sua vita.
Giocarono quasi tutta la mattina ma poi Janet iniziò a stare ancora male e Nathan accorgendosene le propose di fare qualcosa di più tranquillo e optarono per un film.
Nessuno dei due aveva voglia di guardare una commedia romantica, un film drammatico piuttosto che un horror quindi scelsero di guardare Come ti spaccio la famiglia.
-ti dispiace se mi appoggio alla tua spalla?- chiese a Nathan Janet che stava scomoda sul divano.
Lui acconsentì mostrandole un sorriso radioso e le si avvicinò per farla stare più comoda e al caldo della coperta che Janet aveva preso in precedenza guardarono quel film ridendo come dei matti.
Alla fine del film Janet si era addormentata colla testa appoggiata sulle gambe di Nathan impedendogli qualsiasi movimento ma a lui non dispiaceva quella situazione.
Si ritrovò ad accarezzarle i morbidi capelli guardandola con tenerezza e si stupì di tanta bellezza.
Janet era bella, bella da mozzare il fiato, bella nei suoi più piccoli particolari che però le davano carattere e fascino e lui ne era totalmente rapito.
Decise comunque di lasciarla riposare dato che la febbre le stava salendo e anche lui si addormentò.
Un rumore però lo fece svegliare e notò una figura femminile in piedi di fronte al divano e quindi a lui.
Si passò una mano sugli occhi e mise a fuoco l'immagine della donna che gli stava di fronte.
Era una bella signora e aveva gli stessi lineamenti di Janet.
-Buongiorno signora, sono Nathan- si presentò alla donna che gli sorrise.
Lui le porse la mano senza però potersi alzare perchè bloccato dalla ragazza che dormiva appoggiata a lui.
-ciao Nathan dammi pure dei tu, sono Carly la mamma di Janet- si presentò lei stringendogli forte la mano.
-se mi dice dove si trova la sua camera la posso portare a letto- le chiese gentilmente Nathan e lei gli spiegò di salire le scale e di entrare nella seconda porta a destra sul corridoio.
Dopo averla salutata prese in braccio Janet e la portò nella sua stanza e la fece stendere.
Mentre la copriva lei si lamentò e aprì poco gli occhi.
-Nathan rimani qua- gli chiese e dopo cadde di nuovo nel sonno profondo.

PICCOLO SPAZIETTO
Spero che qualcuna di voi possa apprezzare quello che sto facendo e mi farebbe piacere leggere qualche recensione!
Baci xx.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


BRAVE

CAPITOLO 7

Janet sentiva un improvviso bisogno di bere qualcosa di fresco, qualcosa che le desse un pò di sollievo a quel bruciore alla gola che provava e quando provò ad alzarsi rimase attaccata al letto trattenuta da qualcosa o meglio qualcuno.
Quando si giro per cercare di capire di cosa si trattasse, trovò Nathan che dormiva a fianco a lei abbracciandola stretta.
Si meravigliò di trovarlo ancora con lei e dopo aver lanciato un fugace sguardo alla radiosveglia appoggiata al comodino si accorse che era notte fonda.
Ad ogni modo spostò facendo attenzione a non svegliarlo il braccio del ragazzo e si diresse in fretta e facendo poco rumore verso la cucina dove l'aria fresca del frigorifero le diede un pò di sollievo.
Afferrò la bottiglia dell'acqua e iniziò a bere freneticamente sentendosi meglio e tornò un'altra volta in camera sua.
Nathan questa volta era in mezzo al letto con le gambe e le braccia spalancate a occupare tutta la superficie disponibile del materasso e quando Jane si sedette al bordo del letto per non disturbarlo ma un braccio l'afferrò in vita e la tirò a se.
-hei- sussurrò Nathan con gli occhi socchiusi e i capelli spettinati.
-scusa stavi dormendo e ti ho svegliato- si scusò lei veramente dispiaciuta per averlo disturbato.
-tranquilla, non ho sonno- disse lui stiracchiandosi e tirandosi a sedere appoggiando la schiena alla spalliera del letto e poi continuò -come ti senti ora?-
-meglio grazie- rispose lei con un sorriso.
-ti va di guardare un film?- propose Janet e Nathan acconsentì.
Anche lei si sedette meglio con la schiena appoggiata alla spalliera e dopo aver scelto cosa guardare si coprirono con la coperta uno vicino all'altra.
A metà del film Nathan era sceso nel letto con la testa appoggiata al grembo di Janet che aveva iniziato ad accarezzargli dolcemente i capelli neri.
-potrei stare qui così e con te per sempre, sai Jane?- confessò Nathan facendola sorridere.
-è lo stesso per me- concordò lei timidamente e poi riprese -sei stato molto gentile a rimanere qua con me-
-non dirlo neanche per scherzo, mi fa piacere- 
Detto ciò ripresero a guardare attentamente il film mentre lei continuava ad accarezzargli i capelli e lui aveva iniziato ad accarezzarle la gamba provocandole molti brividi.
-Nathan non ne posso più- disse lei tra una risata e l'altra dato che quelle carezze avevano iniziato a farle il solletico.
Sul volto del ragazzo uno splendido ghigno emerse e colse le risa di Jane come un invito a fare ancora più solletico facendole mancare il respiro.
Dopo qualche minuto entrambi stremati si sdraiarono nuovamente e si trovarono a fissare il soffitto stesi sulla schiena.
Lui le prese la mano e le fece appoggiare la testa sul suo petto e così si addormentarono un'altra volta.

PICCOLO SPAZIETTO
Ciao a tutte! <3 chiedo scusa per questo immenso ritarso, sono imperdonabile, lo so!
Spero che questo capitolo vi piaccia almeno un pò e spero di conoscere qualche vostra impressione leggendo qualche recensione.
Baci xx

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


BRAVE 

8

Quando la sveglia suonò Jane aprì gli occhi contro voglia e si accorse che a fianco a lei, nel letto freddo, non c'era nessuno.
Si chiese dove fosse andato Nathan e dopo aver sbadigliato rumorosamente imitando un ippopotamo si alzò con calma e andò in bagno a farsi una doccia veloce.
Quando uscì dal bagno si vestì con un paio di leggins e una maglietta bianca e lunga sui fianchi e dato che stava meglio decise che sarebbe andata a scuola.
Arrivata in cucina però si accorse di una figura maschile che mangiava i suoi cereali preferiti.
-hei quelli sono miei- si lamentò lei rubando con una linguaccia la tazza coi cereali dalle mani di Nathan che rideva sotto i baffi.
Un coppino le arrivò da dietro e per poco non fece cadere la tazza per terra e quando si girò trovò la madre che la guardava storto -sii gentile con Nate, è rimasto tutta la notte a curarti- 
-lo so mamma- disse lei mentre Nathan rideva come un matto.
-nessun problema- tranquillizzò entrambe lui con un sorriso smagliante.
-te la senti di andare a scuola oggi Jane?-le chiese poi il ragazzo e lei annuì dicendo che stava bene e che voleva uscire di casa.
-allora ti porto io però prima passiamo da me che mi cambio- decise Nathan e dopo aver preso la loro roba e dopo aver salutato Carly se ne andarono.
Quella mattina erano stranamente silenziosi tutti e due e Jane era sovra pensiero.
Ogni minuto che passava assieme a Nate si accorgeva di quanto fossero forti i suoi sentimenti per lui e la cosa la spaventava perchè erano molto legati.
Aveva paura di poterlo perdere e di rovinare tutto e quindi preferiva non esporsi pur di non rovinare quel semplice ma bellissimo rapporto di amicizia creatosi tra loro.
-vuoi entrare?- le chiese Nathan una volta parcheggiata la macchina di fronte a una splendida villetta su due piani color pesca.
-si, volentieri- rispose lei e uscì dalla macchina seguendolo all'interno dell'abitazione.
La casa le piacque moltissimo, era proprio il suo stile, e si perse ad ammirare ogni singolo particolare di quella reggia, ma la cosa che attirò maggiormente la sua attenzione fu una fotografia di famiglia dove Nathan, più piccolo di qualche anno, sorrideva mostrando un sorriso smagliante, quel sorriso che tanto adorava.
-hai una casa bellissima- si complimentò lei ottenendo in cambio un sorriso di gratitudine.
-salgo un attimo in camera, vieni- la invitò lui e Jane lo seguì su per le scale giungendo in un ampio corridoio tinto di un giallo chiaro e molto caldo dove risaltavano tre porte bianco su ogni lato.
Nate aprì la porta in fondo al corridoio sulla destra e fece spazio a lei per entrare offrendole una piena e ampia visuale della stanza.
Aveva le pareti blu chiaro e a un lato era appoggiato un letto a due piazze bianco.
Di fronte era posizionato un comò con appoggiata una televisione mentre al lato a fianco si trovava la scrivania con un armadio a quattro ante mentre sul lato opposto una porta bianca portava al bagno personale.
Era una stanza molto accogliente e il tocco che davano alcune foto appese alla parete le davano un tocco molto familiare.
-siediti pure sul letto- la invitò lui mentre frugava nell'armadio alla ricerca dei vestiti da mettere e una volta trovati la lasciò solo qualche minuto per andare nel bagno a vestirsi.
Mentre aspettava Nate, Jane non riusciva a smettere di pensare a come sarebbe stato quel giorno di scuola.
Sarebbe stata la prima volta che a scuola li vedevano arrivare assieme e anche se erano solo amici, la faccenda metteva in agitazione la povera Jane.
Nel giro di pochi minuti Nate uscì dal bagno vestito e profumato e così uscirono di casa per andare a scuola.
Quando arrivarono nel parcheggio riservato agli studenti una piccola folla di ragazze accerchiò la macchina di Nate e quando videro uscire dallo sportello anche Jane la fulminarono con lo sguardo.
Non diede molta importanza a quelle ragazze, anzi la prese ironicamente e per giocare e sapendo di infastidirle si avvicino al ragazzo.
-cos'hai alla prima ora?- le chiese sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori e lei rispose di avere fisica.
Nel frattempo una ragazza dai capelli rossi e palesemente finti si avvicinò ai due e si attaccò al braccio di Nate come una piovra.
Jane l'aveva vista spesso girare attorno al ragazzo ed era conosciuta in tutta la scuola per la sua nomina di puttanella.
Si chiamava Sarah ed era stata con tutta la scuola ormai.
La sua fama la precedeva ed  era conosciuta inoltre anche per la sua lingua biforcuta.
-o guarda chi abbiamo, la piccola giocatrice fallita di volley- esclamò Sarah dando sfogo a tutta la sua acidità mentre sfoggiava un sorriso strafottente.
-o guarda chi abbiamo, l'accompagnatrice- rispose di getto Jane senza pensarci e si maledì quando si rese conto di averlo detto davvero e di fronte a Nate.
Ma quando lo osservò scorse un ghigno di approvazione e ciò la fece gongolare.
Aveva zittito Sarah che continuava però a stare appiccicata al ragazzo mentre cercava di attirare la sua attenzione senza ottenere risultati.
Nate non dava ascolto a quella sgualdrina troppo occupato a parlare con Jane che salutò con un bacio sulla guancia quando la campanella che segnava l'inizio delle lezioni suonò.
-ti aspetto in mensa- le urlò Nate sorridente ormai lontano da lei nel corridoio e lei si trovò a sorridere incurante delle ragazze invidiose che avrebbero voluto incenerirla.

PICCOLO SPAZIETTO!
Questa volta sono stata veloccissima, visto? ahaha 
Comunque spero molto che vi sia piaciuto questo capitolo e mi farebbe piacere leggere qualche recensione!
Baci xx

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