Ci sarò sempre io con te.

di Fifilla995
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il giorno Gioiglorioso. ***
Capitolo 2: *** Scontro con il passato. ***
Capitolo 3: *** Fine della ricerca. ***
Capitolo 4: *** Che cosa ti aspetta per il futuro? ***
Capitolo 5: *** Il segno. ***



Capitolo 1
*** Il giorno Gioiglorioso. ***


I.

La giornata è cominciata in maniera davvero particolare oggi, come se ogni singola cosa, anche la più piccola esistente sa che oggi è un giorno particolare. Un giorno particolare.
Il vento continua a soffiare impetuoso, agitato anche lui già dall'inizio di questa giornata, come se anche lui avesse qualcosa da dirmi, ma io molto stupidamente non riesco a capire cosa.
Non so esattamente cosa mi sarebbe aspettato oggi, so solo che sarebbe stato qualcosa di spettacolare e magico.
E' appena l'alba e giro per alcuni tetti innevati di un piccolo villaggio della Scandinavia in cerca di qualcosa da fare quando da lontano vedo venire verso di me una piccola luce, che riconosco essere Dente da latte solo quando me la ritrovo davanti praticamente in un attimo con il solo intento di essere seguita. Voleva che io la seguissi al palazzo di Dentolina.
Effettivamente la richiesta mi incuriosisce ma non perdo tempo, permetto a Dente da latte di entrare nella tasca della felpa e trasportato dai venti del Nord non ci metto molto ad arrivare al palazzo. 
Quando arrivo al palazzo mi metto subito alla ricerca di Dentolina e non appena arrivo allo spiazzale del palazzo, rimango molto sorpreso nel vedere la slitta del vecchio Nord con le renne che non la smettono di fissarmi nemmeno per un attimo.
"La cosa è seria se siamo tutti quanti qui" penso e mentre continuo a correre continuando a guardare la slitta, sbatto contro qualcosa di morbido e finisco per terra. Riaperti gli acchi, guardo ciò che avevo di fronte e non mi sorprendo se quella figura è il mio "amato" amico Calmoniglio che mi guarda con un'espresssione corrucciata a braccia conserte sbattendo velocemente la zampa sul pavimento.
"Felice di rivederti amico" dico alzandomi velocemente da terra.
"Jack.. Perchè non riesci mai ad essere puntuale? Quando imparerai.."
"Calmati Calmoniglio. No è tempo di litigare, dobbiamo andare"
dice Nord interrompendo il litigio che si stava per creare tra di noi.
"Andare dove, scusa?"
"Rispondi Jack, preferisci vedere l'evento dal vivo o ti spieghiamo tutto mentre andiamo al mio "rifugio"? Il Polo Nord?"

"Vivo? Spiegare? Ma cosa..? Cosa devo sapere?" continuo a fare domande su domande sperando che qualcuno mi risponda davvero, ma ogni mia domanda sembra svanire completamente nel nulla.
"Ok, ho capito.. Ti spiegheremo tutto mentre accade la vicenda.. Saltate tutti sulla slitta, arriveremo al Polo Nord in un batter d'occhio" conclude Nord lasciandomi pieno di domande e dubbi, dirigendosi con imponenza verso la slitta seguito da Dentolina e Sandman. Ovviamente Calmoniglio si rifiuta.
"Oh no caro, io preferisco le gallerie, lo sai.. E questa volta non mi convincerai.." e con un rapido movimento sparice in una delle sue gallerie.

***

Per fortuna il viaggio dal Palazzo di Dentolina al Polo Nord è stato di breve durata, perchè tutta la curiosità che gli altri mi hanno messo addosso mi sta praticamente divorando lentamente, come una termite. Lentamente mi consuma.
Senza perdere tempo, una volta arrivati andiamo velocemente nella sala del globo che stranamente è illuminato da una luce diversa, una luce che lo rende più luminoso del solito.
"Ok, chi mi spiega?" dico appoggiandomi al mio bastone in procinto di perdere la pazienza.
"Oggi, caro Jack, è il grande giorno, il giorno Gioiglorioso" dice Nord guardando con uno sguardo fiero il globo. Sembra una persona che non ha aspettato altro per anni. Lo guardo male, continuando a tenermi appoggiato al bastone.
"E' nata Jack!" dice Dentolina continuando a saltellare di qua e di la battendo le mani senza tregua. Nella voce di Dentolina c'è emozione ed impazienza di potermi dire finalmente tutto. Lo avrebbe fatto se Nord non l'avesse interrotta.
Continuo a lanciare occhiate storte a Nord nella speranza che parlasse e lui, come se avesse ricevuto i miei sguardi anche senza averli visti, continua a parlare.
"C'è una cosa che devi sapere Jack", inizia a dire Nord facendo una lunga pausa
"Io aspetto solo che qualcuno di voi si decisa a parlare", la cosa effettivamente sta iniziando a stancarmi, troppe pause, troppi misteri.
"Devi sapere Jack che quando Uomo nella luna ti ha scelto come guardiano, oltre al compito di proteggere e portare la felicità ai bambini, ti ha dato anche un altro compito che non abbiamo però potuto rivelarti prima del giorno prestabilito" continua a dire voltandosi verso di me guardandomi in modo intenso.
"E quindi? Il giorno è oggi? Chi è nata?"  inizio a chiedere con tanta adrenalina in corpo da non riuscire a stare fermo e con gli occhi che mi brillano come due lampadine.
"Sono passati trent'anni da quando abbiamo sconfitto Pitch e da quel giorno abbiamo aspettato impazientemente un segno, un qualcosa.. Non si scherza con queste cose.. E così dopo ben trent'anni, il segno è arrivato" continua a dire Nord indicando sul globo una luce specifica, la luce più luminosa e bella di tutte ed incantato da quella luce, involontariamente mi avvicino al globo per poterla vedere da vicino.
"Uomo nella luna ci aveva detto che sarebbe nata una bambina davvero speciale.. la vera agonia è stata quella di lasciarci nell'ignoto.. Ma adesso non dobbiamo più disperarci, lei è li" inizia a parlare Calmoniglio. Involontariamente inizio a sorridere senza oiù riuscire a smettere, emozionato da quel racconto e da ciò che mi aspettava.
"Ed io che devo fare? Come la trovo? Chi è? Di dov'è?" comincio con la mia solita raffica di domande attirando l'attenzione gli sguardi di tutti su di me.
"Si chiama Emmica, Emmica Filles per la precisione ed è italiana. Precisamente di un'isola che si chiama Lipari" continua Nord camminando avanti ed indietro con le mani dietro la schiena.
"Ma come, tutto qua? Ma poi, non ho mai sentito nominare quest'isola prima di adesso" inizio a lamentarmi, sconfitto ancora prima di cominciare.
"Nemmeno noi sappiamo molto Jack.. è un isoletta nata giusto un paio di anni fa. Nemmeno con la mia palla riesco a teletrasportarmi fino a la, l'isola è troppo giovane. Devo arrivarci volando ed ogni anno dimentico sempre la strada" dice Nord mettendomi una mano sulla spalla per incoraggiarmi.
"Anche per me è difficile, l'isola è completamente circondata dal mare, devo fare sempre delle gallerie subacque.. Ed è difficile" mi "incoraggia" Calmoniglio.
"Ad ogni modo, quando la trovo che devo fare?" chiedo un po' nervoso per le complicazioni che si stanno venendo a formare senza che avessimo ancora fatto niente.
"Oh Jack, questa è la parte più importante di tutti. Devi starle sempre accanto Jack.. Come un padre, un fratello, un migliore amico.. Devi proteggerla, devi guidarla, devi fare in modo che la sua luce non si spenga mai, che anche quando crescerà, lei continuerà a credere lo stesso in noi, in tutti noi. Ci siamo capiti?" dice Nord appoggiando anche l'altra mano sull'altra spalla. "Allora? Ci siamo capiti?" ripete guardandomi dritto negli occhi.
"Perchè? Cosa succede se no?" mi azzardo a chiedere.
"Noi questo non possiamo dirtelo, Jack. Non adesso" dice Dentolina.
"Come faccio a sapere chi è? A capire che la bambina che ho davanti è proprio quella che cerco?"
"Lo capirai da solo Jack, fidati" continua a dire sempre Dentolina.
"C'è almeno un modo per vederla?" chiedo sperandoci con tutto il cuore.
Nord sorride alla mia richiesta e si avvicina al globo, precisamente alla luce che appartiene ad Emmica e lo tocca leggermente con l'indice. La piccola lucina a questo punto emana una piccola luce e da quella luce appare come la forma di quella che dovrebbe essere una culla e tutto ciò che vedo nella culla è un piccolo fagotto in una copertina rosa che dorme beatamente. Inutile dire che appena l'ho vista, fu amore a prima vista.

ANGOLO ME.
E' la prima volta che scrivo una storia nella sezione "Le cinque leggende" ed è anche la prima volta che scrivo una storia che ha una tematica del genere.
Io voglio solo sapere da voi com'è. Se devo evitare di continuare o se invece posso andare avanti con la scrittura.
L'unico avvertimento, se devo continuare, è solo quello di avere pazienza perchè sono in un quinto e non so quando potrò aggiornare, ma spero di farlo presto ogni volta.
Fatemi sapere, si accettano consigli, critiche.. di tutto.
Per chi se lo stesse chiedendo, si.. Il Giorno Gioiglorioso è proprio quello di Alice in Wonderland.
A presto.

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Capitolo 2
*** Scontro con il passato. ***


II.

Confuso. L'unica cosa che riesco a sentire dentro di me, oltre l'entusiasmo per la bellissima notizia che gli altri mi hanno dato oggi, è la confusione.
E mentre vago senza meta per un piccolo paese di montagna, Hallstatt, in Austria, continuo a pensare a ciò che mi ha detto Nord: "Devi starle sempre accanto, Jack. Ce la farai? Ne sarai in grado?" e mentre mi faccio venire quasi il mal di testa per pensare a questa frase in particolare, continuo a chiedermi il perchè. Perchè questa bambina è così importante? Perchè devo pensarci soprattutto io?
Ma poi è mai possibile che io, ovvero colui che ha battuto Pitch viene messo alle strette da una bambina indifesa?
La cosa confortante del luogo in cui mi trovo è che il paese offre una bellissima vista su un lago immenso e davvero bello, dove i miei pensieri, per una buona volta, trovano un po' di pace. E mentre il mio sguardo si perde al di la del lago, il mio pensiero va alla piccola ed unica immagine che ho potuto vedere della piccola Emmica. Inizio a pensare a quel piccolo fagotto rosa che dormiva beatamente nella culla. Non so come mai, ma sorrido involontariamente ed in un primo momento la cosa mi spaventa un po'.
E' già successo in passato di essere rimasto scottato da una ragazza, ed ancora oggi dopo parecchi anni dall'accaduto, non sono capace di dimenticarla, non posso dimenticare le sue promesse, anche se sono andate tutte distrutte, non posso dimenticare i bei momenti.. ed il dolore che ho provato quando tutto questo mi è stato tolto lo continuo a provare tutt'ora, anche se è molto più lieve, nonostante siano passati anni, venti per la precisione.
Il solo pensiero che tutto ciò possa ricapitare con una bambina che è davvero importante per noi guardiani, mi uccide.
Sto a contatto ogni giorno con tanti bambini diversi, mettendo da parte il piccolo Jamie, non ho mai avuto la possibilità di instaurare con loro un legame particolare..
Alla fine con Elsa è successo, per errore, però è successo e con Emmica, non so davvero cosa accadrà, ma se qualcosa dovesse andare storto, il resto dei guardiani non me lo perdonerebbero mai.
Però la paura pervade lo stesso la mia mente. Lei mi è stata affidata, questo vuol dire che il tempo che dovrò passare con lei sarà tanto e il solo pensiero di soffrire di nuovo non mi lascia in pace.

Smosso da questi pensieri, mi alzo dal tetto in cui sono seduto e smetto di guardare il lago ed alzo per un attimo gli occhi al cielo ed osservo la luna, bellissima circondata da migliaia di stelle lucenti e, mi viene in mente un pensiero: "E' tempo di far visita ad una vecchia amica".

Non so nemmeno perchè lo sto facendo, come ha fatto a venirmi in mente questa pazzia, ma in questo momento, l'unica con cui ho il bisogno di parlare è proprio quella che mi ha messo in testa tutti questi complessi e tutte queste paure, anche se non so cosa ci avrei risolto. Avrei sicuramente riportato a galla vecchie ferite.
Arrendelle, menomale, non è troppo lontano da dove mi trovo io adesso quindi riesco a raggiungerlo molto velocemente, certo, anche grazie all'aiuto del vento.
Arrendelle è sempre la stessa. Modernizzata si, ma non è cambiata poi così tanto. C'è sempre lo stesso ponte che unisce il paese al palazzo reale e momentaneamente questa è la cosa che mi importa di più. Non guardo più il resto, la mia unica meta è il palazzo.
Un paio di guardie sorvegliano il ponte, ma io passo tranquillamente essendo invisibile ai loro occhi.
Con qualche salto poi, cerco di trovare la stanza in cui sapevo avrei trovato Elsa, ovvero il suo piccolo rifugio, una sorta di studio, abbastanza grande e molto accogliente con le sue pareti dipinte di un bellissimo rosa antico, un camino stile vintage in un lato della stanza, con due librerie ai due lati tanto grandi da coprire il resto del muro. Sull'altro lato della stanza si trova una scrivania mantenuta sempre in ordine ed appesi al muro sopra di essa ci sono dei quadri, i più belli che avessi mai visto. Infine nell'angolo accanto la grande finestra si trova una poltrona di pelle nera.. Tutto come ricordavo, non è cambiato proprio nulla e come immaginavo, Elsa è proprio li, seduta su quella poltrona a leggere un libro.
La finestra è aperta e lascia entrare la piacevole aria settembrile, quindi molto silenziosamente, mi avvicino ad essa e rimango sul bordo, mezzo dentro e mezzo fuori, a guardare Elsa. Non è più la giovane Elsa che conoscevo, è cresciuta, è adulta adesso, ma non do peso a questa cosa.
Sapevo sarebbe successo prima o poi, tutto sta nell'accettarlo o meno. E' anche vero però, che quando stai sempre a contatto con le persone, ti accorgi che passano gli anni e quelle persone crescono, mentre tu hai ed avrai sempre la stessa età per l'eternità, invecchiare diventa quasi una cosa anomala.
E sta accadendo anche ad Elsa e lo si nota dalle lievi rughe sul viso e dai capelli e non porta più legati in una treccia, che le davano un aria giovanile, ma li lascia cadere morbidi lungo la schiena.
Ad un tratto, scossa da un brivido di freddo, distoglie lo sguardo dal libro per indirizzarlo alla finestra e rimane sorpresa quando scopre che la cause di quell'improvviso freddo sono proprio io.

"Ciao Jack" dice con voce smorzata, come se trattenesse altro. Al solo sentire la sua voce, tutta la mia sicurezza, svanisce e rimane solo il senso di pentimento per l'essere venuto, ma ormai non posso più tornare indietro. Continuo a guardarla negli occhi, azzurri e profondi, incapace di dire qualcosa.
"Ne è passato di tempo dall'ultima volta. Quale vento ti porta qui stavolta?" dice provando a sciogliere la tensione che si è venuta a creare, provando quindi a sciogliermi dal mio silenzio, tornando poi a concentrarsi sul suo libro.
"Hai mantenuto la tua promessa, riesci ancora a vedermi", quella frase è tutto ciò che riuscì a dire.
"Jack, lo sai, nemmeno volendo io posso smettere di credere in te. Abbiamo vissuto una storia che non è una cosa da bambini e lo sai bene anche tu" dice cercando di mantenere la calma più assoluta, continuando a tenere gli occhi sul libro, forse per paura di incrociare i miei.
"Che ci fai qui, Jack?" chiede ancora.
"Volevo parlare con te" dico entrando completamente nella stanza e appoggiandomi alla scrivania.
"Parlare? Per far cosa? Riaprire vecchie ferite?" rispose freddamente chiudendo il libro leggermente irritata.
"Beh, forse si, forse no, chi lo sa" penso subito. "Per capire" rispondo invece.
Come se non avesse sentito, o meglio, come se non gliene importasse niente, si alza dalla poltrona per riposse il libro in una delle due librerie.
"I bambini come stanno?" mi azzardo a chiedere.
"Stanno bene entrambi" continua a rispondere sempre freddamente.
"Qualcuno di loro due è come te?" sorride leggermente guardando un punto fisso a terra, "si, Juliette. Lei è come me.. Mi ricorda tanto me alla sua età".
"Quando ancora io ero importante" dico subito senza pensare giocando con una statuetta di vetro a forma di delfino che si trova sulla scrivania. Per un attimo invece, ill mio pensiero va ad Emmica. Invece di essere figlia di nessuno in un'isola sconosciuta non poteva essere figlia sua?
"Jack, smettila immediatamente!" dice irrigidendosi distogliendomi dai miei pensieri.
"Ma perchè sei così fredda e nervosa?" dico alzando un po' la voce.
"Jack, tu non puoi spuntare in casa mia dopo vent'anni e rinfacciarmi di aver messo fine al nostro 'noi' "
"Si che posso.. Mi avevi promesso che, nonostante fosse impossibile, avremmo cercato una soluzione per continuare a stare insieme.. Invece alla prima occasione hai trovato qualcun'altro e te ne sei andata" dico alzando di più la voce.
"Avevo bisogno di certezze Jack.. Io non sono come te che vive la vita così come gli viene, oh no, io devo avere delle certezze nella vita.. e le certezze di cui io ho bisogno tu non potevi darmele e non puoi darmele nemmeno ora".
Smetto di giocare con la statuetta di ventro ed incrocio le braccia al petto guardando il camino accanto ad Elsa, che in quel momento resta in piedi immobile davanti la libreria, guardandomi con aria furente.
"Avevi promesso lo stesso" insisto.
"Te lo richiedo di nuovo Jack, perchè sei qui?" i suoi occhi mi fissano così tanto intensamente da costringermi a confessare tutte le mie paure.
"Uomo nella luna mi ha dato un compito. Mi ha affidato una bambina in maniera particolare. Dice che dovrei essere per lei come un padre, un fratello, un migliore amico... E la cosa mi spaventa" dico nascondendomi il volto con le mani. Sento Elsa avvicinarsi a me e mettere la sua mano sulla mia spalla, quasi mossa dalla compassione.
"Ed il problema dov'e'?"
"Ho paura che la storia si possa ripetere".
"Beh, se non provi non potrai mai saperlo"
.
"E' proprio questo il punto" dico iniziando a camminare in tondo per la stanza "Non me la sento di rischiare, non voglio soffrire di nuovo. Ho già sofferto troppo a causa.." mi blocco giusto in tempo notando Elsa irrigidirsi nuovamente.
"Dillo, Jack, forza" esito un istante "muoviti!".
Prendo un bel respiro e, non so dove, trovai il coraggio di dirlo: "Tua.. Causa tua".
Stava per dire qualcosa quando la porta dello studio si apre ed entra un bambino che non può avere più di sei anni. Jim, il piccolo di casa.
Lui, noncurante, entra nello studio per dire qualcosa ad Elsa, ma quando mi vede, dimentica tutto il resto ed inizia a saltare su e giù ripetendo in continuazione il mio nome.
Si avvicina a me e istintivamente mi inginocchio e gli sorrido.
"Stagli lontano, Jack" sbraita Elsa.
"Lo sai che non posso.. Questo è il mio compito, loro sono la mia vita" sbraito a mia volta.
"Ora lo capisci il perchè della mia scelta? La nostra storia era impossibile. Vai via Jack. Vai da quella bambina. E' quello il tuo posto, non questo".
Ferito da quelle parole, do l'ultimo saluto a Jim, rivolto l'ultimo sguardo ad Elsa e poi, così come sono arrivato, me ne vado, pensando che lo stesso Jack tanto forte da battere il grande Pitch è lo stesso Jack che si fa battere da una ragazza, dai ricordi.. E con questo pensiero mi dirigo verso il mio nuovo compito. Una bambina aspettava me ed io sarei stato li. Sempre. Non importa se avrei soffrerto o no, in un certo senso questa piccola esperienza mi ha fortificato. Sono pronto adesso.
Emmica, arrivo!!


ANGOLO ME.
Ok, anche se nessuno ha recensito la storia ho voluto continuare lo stesso perchè una mia amica, Valeria, mi ha incoraggiato e continua a farlo sempre.
Ma nonostante questo, ringrazio quelli che hanno solo letto il primo capitolo.
E nonostante tutto, metto qui delle piccole cose:
Intanto Elsa. Si l'ho voluta mettere perchè secondo la mia fantasia, Jack, anni prima dell'arrivo di Emmica, ha avuto tipo una piccola avventura con Elsa.. Se volete scriverò una FF così vi farò capire meglio come sono andate le cose.
Perchè l'ho messa? Anche per far scontrare Jack con quello che è stato il suo passato e quello che sarà il suo futuro, perchè comunque questa esperienza lo ha fortificato e lo aiuterà nei rapporti con Emmica.
Ad ogni modo, immaginate l'incontro tra Elsa e Jack così come l'incontro tra Peter Pan e Wendy nel secondo Film.. Cioè non proprio in quel modo, ma simile.
Dettpo questo, ci vediamo al prossimo capitolo. :3

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Capitolo 3
*** Fine della ricerca. ***


III.

Elsa era il mio tutto. E' stata il mio passato e parte del mio presenteed adesso che abbiamo chiuso questa storia definitivamente, sono pronto per andare all'avventura.
Non so nemmeno dove devo andare, ma questo non mi avrebbe fermato, non più. Il mio cuore è troppo emozionato ed ardente all'idea della nuova missione per permettermi di fermarmi proprio adesso. Ho lasciato alle spalle qualcosa di importante ma sento che sto per iniziare qualcosa di molto più grande, molto più potente e molto più importante e non posso permettermi di essere triste. Mi sono lasciato Arendelle alle spalle per andare non so dove e fare grandi cose.
Sud Italia, è questo tutto quello che mi ha detto Nord l'ultima volta. Sud Italia - Nord Africa, non so altro.. un po' dispersiva come cosa dal momento che ci saranno miliardi di piccole isole in quella zona ed io sono completamente dal lato opposto, in Norvegia. Come farò? Ma poi, come è possibile che in tutto questo tempo non mi sono mai accorto di nulla? Ma ora come ora non importa, in qualche modo, quando penso ad Emmica, sento come una strana sensazione che mi da la certezza di sapere esattamente dove devo andare, anche se fondamentalmente non ne ho la minima idea, ma invece di lasciarmi sommergere dai dubbi, decido di seguire quella sensazione, perchè ad ogni pensiero, il cuore inizia a battere alla velocità della luce, così forte da togliere il fiato. Ad un certo punto è come se tutta la nebbia della mia testa, fosse scomparsa.. è come se adesso avessi nella testa una strada già segnata anche se fondamentalmente non c'è. Per la prima volta in tutta la mia vita ho qualcosa che si può chiamare sul serio "certezza".
La luna mi rende chiaro il percorso con la sua luce e mentre la sensazione mi guida lungo la strada che devo percorrere passo da un posto all'altro senza neanche accorgermene, veloce come la luce, portando il freddo con me.
Mentre volo sopra qualche città non curante di cosa ho davanti, colpisco in pieno un'antenna, incidente che mi distrai dalla mia missione e per un attimo mi interrogo sul come possa esserci un antenna a 300 metri d'altezza e guardandomi intorno mi rendo conto di essere in Francia, proprio sopra l'immensa Torre Eiffel, completamente illuminata come un omaggio alla notte.
"Bel posto per andare a sbattere" penso subito sorridendo e continuando il naso per la forte botta, quando noto una scia blu proprio accanto a me, lasciata da quella sembra una piccola e strana lucina blu che continua a svolazzarmi intorno. Sobbalzo un po' spaventato ed un po' incuriosito puntandogli contro il bastone, pronto all'attacco, anche se quella lucina non è più grande di una biglia. Abbasso la guardia quando la lucina si avvicina delicatamente al mio viso, mi gironzola intorno per poi illuminarsi più intensamente di prima per poi notare che, quando la luminosità è tornata normale, la lucina ha cambiato forma ed ha preso una forma umana.
Mi appendo all'antenna della Torre Eiffel mentre guardo sconcertato il piccolo essere di fronte a me che mi chiede di seguirlo e mi rendo conto solo adesso di cosa ho davanti: Un fuoco fatuo.
Nord me ne ha parlato una volta, sono esseri che appaiono in modo unico ad ogni persona e la aiutano a realizzare il loro destino solo se ci credono veramente.
Ecco perchè nessuno voleva aiutarmi, perchè io non ci credevo veramente e trovavano sempre scuse stupide, perchè io non ci credevo veramente all'inizio e quando poi ho iniziato a farlo, la risposta è arrivata da se: Magnifico.
Decido quindi di seguire il piccolo essere fino in capo al mondo pur di trovare quella fragile ed indispendabile bambina. Gli altri sarebbero stati fieri di questa storia.
Guardo il meraviglioso panorama di Parigi di notte e rimango estasiato dalla bellezza di quella città, sarebbe stato uno dei posti che sicuramente, se mi sarà possibile, avrei fatto vedere ad Emmica.. e mentre fantastico sul mio futuro, noto il visino incavolato del fuoco fatuo che ha premura di cominciare il viaggio. Sorrido e lo seguo per tutta la Francia, impegnando in tutti tre giorni e mezzo per arrivare a Zugo, una città della Svizzera bellissima che preferisco ad altre.
Di fronte a me c'è solo un lago immenso e bellissimo, il lago di Zugo, mentre alle mie spalle ci sono immensi prati verdi che circondano per intero la città.
Quanti giorni di viaggio mancano, non lo so, so solo che non sono pochi e non posso permettermi di perdere tempo, ma la stanchezza che provo in questo momento è così tanta da farmi pensare al fatto se devo continuare o meno, fino a quando non mi lascio cadere sfinito in uno degli immensi prati, dove mi sdraio e lascio che l'erba leggermente fredda mi rigeneri. Mentre recupero le forze per continuare il viaggio, guardo il cielo e mi meraviglio del fatto che in questo posto le stelle sembrano molte di più e molto più luminose. Incosciamente, mi risveglio il mattino seguente sempre nello stesso punto della sera precedente e mi rendo conto di avre preso sonno mentre guardavo le stelle e non appena prendo conoscenza, il sole mattutino mi acceca, come per farmi capire che ho perso troppo tempo e che devo muovermi.
Mi rimetto subito in volo e quando arrivo al lago di Zugo, decido di lasciare un piccolo ricordo di me in quella piccola città, giusto per far capire che l'inverno sta arrivando.
Mi abbasso fino a toccare con le punte la superficie dell'acqua e lasciare così un piccolo strato ghiacciato con qualche disegno qua e la.
Soddisfatto del mio lavoro, raggiungo il fuoco fatuo e finalmente arriviamo e superiamo le Alpi e continuiamo così entrando nello stato italiano, precisamente nella bellissima città di Milano che riconosciamo soprattutto per il bellissimo Duomo di Milano, ma non ci soffermiamo ad ammirare la città, continuamo a scendere verso l'Emilia Romagna, a Parma con i suoi bellissimi monumenti, poi ancora la Toscana, a Firenze con altri monumenti e posti meravigliosi, poi ancora il Lazio, fino da arrivare giù, in Campania, nella città di Pozzuoli, anch'essa circondata da immense distese verdi,
Qui il mio compagno di viaggio prende un percorso diverso, invece di continuare vaìia terra, continua via mare, restando senza vedere uno stralcio di terra per quella che sembra un'eternità.
Intanto si fa di nuovo buio, di nuovo giorno, poi di nuovo buio, di nuovo giorno, di nuovo buio e quando ormai sto per perdere la pazienza, il piccolo esserino di ferma di colpo e sparisce. Di fronte a me ci sono tante luci di quelle che dovrebbero appertenere ad una città, o nel mio caso, ad un'isola, quella che stavo cercando, Lipari.
Il cuore non riesce più a stare nel petto, troppa è l'emozione per aver trovato ciò che cercavo, decido di scendere e non appena metto i pieni per terra, in una rotonda con una grande palma al centro. mi guardo intorno emozionato. Mentre osservo, il piccolo fuoco fatuo mi fa cenno di continuare a seguirlo e lo faccio senza perdere tempo . Supero un piccolo benzinaio e continuo dritto, noto un'altra rotonda con due palme altissime e continui ad andare dritto. Alla mia sinistra solo case, alla mia destra, ciò che ha tanto l'aria di un parcheggio, poi lo supero e noto un edificio che ha tanto l'aria di una scuola e continuo, seguendo l'esserino per una strada dove a sinistro c'è un altro edificio che assomiglia ad una scuola, ma non mi soffermo e continuo fino a quando la strada si divide in due, una sale, una va dritta, ma non mi faccio prendere dal panico e imbocco la strada dritta che ha tanto l'aria di un torrente..
Arrivo ad un incrocio e lo supero e mi fermo proprio davanti ad un cancello nero. Il fuoco fatuo mi fa cenno di continuare a seguirlo così entro in quella casa col cuore a mille ed arrivo al secondo balcone, dove le persiane sono aperte e la porta e socchiusa perchè a differenz del Nord, in questo posto si muore di caldo nonostante fosse fine Settembre. Mi intrufolo nella stanzae la prima cosa che becco è proprio una culla, quella culla, dil legno colorato bianco.
Non appena entro il fuoco fatuo sparisce ed al cuo posto rimane fluttuante in aria un ciondolo a forma di fiocco di neve con al centro un pallino blu. Lo afferro e lo studio, cercando di trovare una risposta a ciò che è appena successo, ma siccome non riuscivo a spiegarmi l'accaduto, infilo il ciondolo nella tasca della felpa e mi concentro su Emmica, lo avrei chiesto a Nord appena sarei andato da lui.
Nonostante la poca luce nella stanza, riesco a notare che Emmica è sveglia e non riesco a toglierle gli occhi di dosso: E così bella! Il cuore ormai non lo controllo più e non riesco a smettere di sorridere e noto che lei fa lo stesso, sorride ed emette versi che assomigliano tanto ad una risata. Allungo la mano per sfiorarla, per sentire la sua pelle delicata, ma non appena le sfioro la guancia una scossa elettrica mi percorre tutta la mano e per il dolore e lo spavento, tolgo velocemente la mano e colpisco una cassettiera dietro di me facendo cadere alcune cose, così da far scoppiare Emmica a piangere.
Per lo spavento, anche se nessuno può vedermi, scappo e mi nascondo sul tetto di quella mano, continuando a massaggiarmi la mano.
Cosa è successo? Non ne ho la più pallida idea, so solo che adesso Nord dovrà spiegarmi più di una cosa.
Perchè appena l'ho toccata ho sentito quella scossa? Accadrà ogni volta?



ANGOLO ME:
A chi segue la mia storia, finalmente sono riuscita a mettere un altro capitolo. Scusate il ritardo ma tra la scuola e la palestra non ho mai tempo di fare nulla, davvero dico e la cosa mi dispiace molto.
Perdonatemi se questo capitolo è venuto un po' così ma ci tenevo a descrivere il viaggio, anche perchè succedono cose che poi si rivedranno anche in seguito.
Spero solo che vi è piaciuto.
Concludo dicendo che, il fuoco fatuo che si vede è quello di Ribelle the Brave.. ed oltre quello, una domanda.
Vi piace il fatto che ogni tanto, nei capitoli metto anche qualcosa che ha a che fare con le altre storie? Dei crossover tipo? Fatemi sapere.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento, che sarà presto, promesso.
_Fede_

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Capitolo 4
*** Che cosa ti aspetta per il futuro? ***


IV.

-Davvero Nord, non ti sto mentendo, appena l'ho sfiorata ci ha come colpiti una scossa elettrica. Cosa vuol dire?- chiedo a Nord raccontandogli la storia per la decima volta. per quello che è successo, anche lui è incredulo e non riesce a spiegarsi il perchè.
Siamo nel suo ufficio, io comodamente  seduto sull sua comoda poltrona alla scrivania, lui continua a muoverssi avanti ed indietro provocandomi un leggero mal di testa.
-E c'è di più- dico mettendo le mani nella tasta della felpa ricordandomi del ciondolo datomi dal fuoco fatuo. Lo afferro e lo metto sulla scrivania. Nord sgrana gli occhi.
-Cos'è?-
-Durante il mio viaggio, quando sono arrivato alla Torre Eiffel, mi sono fermato e mi è apparso davanti un fuoco fatuo che mi ha indicato la strada, arrivato a destinazione, il fuoco è sparito lasciando al suo posto questo ciondolo-
-Un fuoco fatuo dici?-
annuisco -Ora capisco il perchè della pietra blu! Jack, tu sai cosa sono i fuochi fatui vero?- mi chiede Nord.
-Certo, sono esseri che ti aiutano a realizzare il tuo destino quando ci credi veramente-
-Esatto!- dice Nord
-Sono sempre stato un bravo studente- dico scherzando e sia io che Nord ci concediamo una risata.
-Jack- continua Nord tornando seri -io no so quando ne perchè, ma questo ciondolo devi darlo ad Emmica. Bambina è speciale. Bambina dovrà fare grandi cose- dice Nord meravigliato continuando a guardare il ciondolo.
-Vieni, guarda- raggiungo Nord senza farmi troppe domande.
-Il piccolo diamantino blu è in realtà anima di fuoco fatuo. Quando sarà momento, lui dira te cosa fare. Cosi come poi lo dirà ad Emmica. Per il momento, non fare nulla-.
Annuisco e riprendo tra le mani il ciondolo.
-Per quanto riguarda la scossa, che mi dici?-
-Non so Jack, Mai sentita cosa del genere. Ma spero di farti sapere presto-
detto questo, saluto Nord con un cenno del capo e torno al mio lavoro.

Mentre faccio ciò oer cui sono stato nominato, ovvero far divertire i bambini, dentro di me cresce il bisogno di tornare da Emmica, di stare con lei, di guardarla e di sentire il suo sguardo addosso, ma il pensiero che un solo tocco potrebbe scatenare un'altra di quelle scosse, mi spaventa. Se poi le succede qualcosa?
Decido, nonostante il forte desiderio, di stare lontano da quella casa, fino a quando non si capisce il motivo di quelle scosse.

Passa una settimana ed ad un certo punto, nel cuore della notte, sento come una forza che mi chiama e mi spinge verso una direzione ben precisa e capisco subito che quella forza è il mio desiderio di vedere Emmica ed quanto pare, anche il suo.
Mollo tutto, in quel momento c'è solo un posto in cui voglio stare, ed è proprio li che mi dirigo.
Arrivato a destinazione, il petto inizia a bruciarmi a più non posso e mi intrufolo nella casa, una casa semplice, che magari non ha nemmeno niente di speciale ma per me questa è la casa più bella di tutte, capace di battere anche il famoso castello di ghiaccio di Elsa.
Una casa arredata anche bene.
La stanza in cui mi trovo è il soggiorno e da li posso sentire che dalla cucina provengono i versi della bambina, la mia bambina e quindi, attirato come da una forza soprannaturale, mi dirigo in cucina, dove lei è la, messa in una specie di seggiolino sul tavolo.
Mi si riempie il cuore di gioia quando poso gli occhi su di lei. Mi avvicino a lei ed immediatamente, come se percepisse la mia presenza, si sveglia e mi guarda con due occhi che, seppur piccola, già esprimono vivacità.
Istintivamente allungo la mano e con un dito le accarezzo la guancia ed al solo contatto si insidia dentro di me come una nuova forza, una forza che io non ho mai provato prima d'ora. Una forza che nemmeno l'amore mi aveva mai dato, o perlomeno, non era una forza così avvincente.

Per l'ennesima volta da quando Nord mi ha dato la missione, mi trovo a chiedermi cosa il destino sta riservando per questa bambina, perchè adesso è palese che lei è speciale, è destinata a qualcosa, ma cosa?
Qualcosa di grande, di importante, di bellissimo.. Ma non è questo il momento di pensarci, per il momento Emmica ha bisogno di crescere ed io sono e sarò sempre  qui per questo.



Angolo me.

Ragazzi ecco a voi il quarto capitolo. So che è corto ma questo è soltanto un capitolo di passaggio per arrivare poi alla scena in cui Emmica è giià un po' più grande.
Cosa ne pensate? Vi piace come idea? Posso continuare?
Il capitolo 5 è gia pronto, arriverà a breve, promesso :*
P.s. andando avanti con i capitoli ho avuto la mezza idea di far apparire Elsa ed altri personaggi nuovi un po' più spesso, voi che dite? Va come idea?
P.p.s in questi primi capitoli si vedrà sempre la scena del dialogo tra Nord e Jack, che Jack per ogni problema o scoperta va da Nord per avere chiarimenti. Che dite? Può andare secondo voi?
Fatemi sapere, aspetto vostre recensioni.
A presto.
_Fede_

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Capitolo 5
*** Il segno. ***


V.

Sono passati ben quattro anni da quando é incominciata la mia avventura meravigliosa con Emmica. Quattro bellissimi anni dalla prima volta che l'ho vista. Quattro anni in cui sono tornato a vivere, come se fossi rinato.

Fosse stata un'altra, sarebbe diventato stancante dopo un pò, ma lei non è come le altre bambine, lei é diversa, é speciale, lei é vita. La mia vita.

Questo non vuol due che gli altri bambini sono meno importanti, perché ricordiamolo, io sono il guardiano del divertimento, il mio scopo é proteggerli e farli divertire, solo che mi sento legato ad Emmica da un legame particolare, come se ci fosse qualcosa che ci unisce, come un piccolo filo indistruttibile.

Anche quel giorno, dopo aver fatto il mio dovere, decido di andare a trovare Emmica e, dopo aver percorso un bel pò di stati, arrivo anche nella sua piccola isola e dopo di essa, anche nella sua piccola casa e dall'alto, la vedo, all'impiedi nella terrazza, sul margine delle scale, con gli occhi verso l'alto nella speranza di vedermi, abbracciando un orsacchiotto di peluche per cercare conforto.

Ogni giorno che passa si fa sempre più bella ed ogni giorno la sua bellezza, seppur semplice per adesso, si fa sempre più evidente. I capelli di un bellissimo nero lucente e gli occhi color del miele fanno quasi a pugni con la sua pelle chiarissima e delicata. Caratteristiche che la fanno quasi sembrare una piccola dea.

Resto sospeso a mezz'aria proprio dietro di lei con la speranza che avvertisse la mia presenza ed infatti, poco dopo si volta come infastidita da qualcosa e rimane sorpresa quando mi vede.

-Jack!- urla vedendomi ed inizia ad agitare le braccia verso l'alto

-Emmica, come sei solare oggi!- dico decidendomi a mettere i piedi per terra congelando un piccolo spazio attorno a noi, ghiaccio che poi richiamo per non destare sospetti, per poi salutarla come faccio sempre, ovvero dandole un colpetto sulla fronte con l'anulare ed il medio.

Ormai anche questo è una sorta di rito. Un saluto tutto nostro e lo sarebbe stesso per sempre.

-Ti ho aspettato fino ad adesso, lo sai? Ti piace il mio orsetto nuovo? Me lo ha regalato la mia mamma. Allora, ti piace?- inizia a dirmi agitando l'orso davanti ai miei occhi. Sorrido.

-É bellissimo, sul serio- dico e siccome c'è una bella giornata di sole, invece di rintanarci nella sua camera, rimaniamo seduti sulla terrazza, baciati dal sole. Non che a me la cosa piacesse. Sono lo spirito del ghiaccio io. É comprensibile.

Rimaniamo seduti sulla terrazza, uno di fronte all'altra e mi diverto ad ascoltare Emmica mentre racconta tante storie che hanno come protagonista il suo orsetto nuovo. La ascolto, divertito dalla grande fantasia che solo i bambini hanno.

-Lo sai Jack, mia mamma dice che vuole portarmi dallo pissigologo. L'ha detto stamattina a papà. Ma cosa é uno pissigologo Jack?- dice ad un tratto senza togliere gli occhi dal peluche, non sapendo nemmeno il significato delle sue parole.

Ma perché mandare dallo psicologo una bambina di soli quattro anni?

-Si dice psicologo, non pissigologo. Ma perché vogliono farlo? Hai sentito anche questo?- le chiedo serio e lei, capendo subito che la cosa é un pò seria, smette di giocare col peluche e mi guarda dritto negli occhi.

-Perché parlo sola. Papà non é d'accordo perché dice che é normale, che tutti i bambini lo fanno col proprio amico immaginario, però mamma non è convinta. Non le piace più quello che faccio perché dice che potrebbe essere pericoloso, perché é come se vedessi davvero i miei amici immaginari, che il mio gioco non ha mai fine. Però Jack tu esisti davvero, no? Sono percaso malata?- dice senza prendere fiato tra una parola e l'altra, guardandomi con degli occhi da cerbiatto, cercando rassicurazioni da me. Rifletto un'attimo a quelle parole. Non so perchè, ma il mio cuore é come se perdesse un battito al solo pensiero di non poter più passare del tempo con lei.

I bambini poi hanno bisogno di noi, di credere in noi, non si può prendere questa magia per una pazzia. E se poi smetterà di credere in noi?

Non posso permetterlo.

-Emmica ascoltami bene. Ti fidi di me?- lei annuisce senza smettere fissarmi -bene, allora credimi, tu non sei malata e non hai bisogno di nessuno psicologo. E poi, io esisto, sono vero e tu puoi vedermi e toccarmi perché credi in me. I tuoi genitori non possono farlo perché loro non credono in me. Mi hai capito?- lei fa un cenno col capo per dirmi si e poi fa un gesto inaspettato quanto atteso.

Si alza e viene a darmi un bacio sulla guancia che si conclude poi con un abbraccio che sembra infinito. Un abbraccio che mi da ancora speranza. Rido. Rido di gusto. É tutto così bello con lei. Anche le cose più semplici.

-Jack, sei freddo come il ghiaccio- dice ma continua ad abbracciami

-Non sarei lo spirito del ghiaccio se non fossi così freddo- ed insieme ridiamo.

-Emmica, vieni subito dentro, é ora del bagno!- le urla la madre dal salotto rompendo l'attimo magico. Lei sbuffa, è palese che preferirebbe rimanere a giocare ma purtroppo non può ed è meglio non peggiorare le cose.

-Signorina, sbaglio o ti hanno chiamato?- le dico sussurrando scogliendomi, a malincuore, dall'abbraccio.

-Ma io mi secco Jack- dice sussurrando. Le lancio un occhiata da finto arrabbiato e capisce subito che deve obbedire.

-Ma ti prego, vieni con me!- dice piagniucolando. Non resisto ai suoi occhi tanto teneri quindi la prendo per mano e l'accompagno nel bagno in cui c'è la vasca.

E qui, mentre la madre le leva la maglia, noto un piccolo particolare che non avevo mai visto prima d'ora ed inizio a chiedermi come mai.

Sulla sua spalla destra ha un piccolo segno, che assomiglia tanto ad un tatuaggio, che raffigura un piccolo fiocco di neve. Inizio a chiedermi se lo ha sempre avuto oppure é apparso recentemente e perché raffigura proprio un fiocco di neve, come il ciondolo che mi ha dato il fuoco fatuo.

Inizio di nuovo a non capire niente ed a farmi domande su domande tanto da farmi quasi scoppiare la testa.

Da quando conosco lei, nella mia testa riescono a formarsi solo problemi e milioni di domande, mentre tutto ciò che devo fare é stare tranquillo perché la situazione si sarebbe risolta col tempo.

Ma nonostante questa piccola delucidazione, non appena la madre esce dal bagno per prenderle dei vestiti puliti , mi avvicino al bordo della vasca per vedere se la piccola sa qualcosa del piccolo fiocco di neve.

-Tesoro senti, il piccolo fiocco di neve che hai sulla spalla lo hai sempre avuto? Cosa é?-

-Fiocco di neve? Ma io non lo vedo- dice sforzandosi per vederlo

-Non puoi perché non chi arrivi, però é qui. Quindi non sai come lo hai avuto?-

-Jack, non so nemmeno di che parli- conclude lei. E detto questo, mi sono dovuto togliere perché la madre è di ritorno. E vero che può trapassarmi, ma non é un bello spettacolo.

La madre la aiuta ad uscire dalla vasca ed inizia ad asciugarla e proprio mentre la sta vestendo, Emmica inizia con la sia raffica di domande, fino a quando arriva a domande che avrei preferito non facesse.

-Mamma controllami la spalla destra, per caso ho disegnato un fiocco di neve?- dice con innocenza. Sgrano gli occhi.

-Un fiocco di neve? Ma che dici, non hai niente. Chi te le dice queste assurdità?- dice la madre alterandosi un pò
-Me lo ha detto Jack. Lui dice che è li, che é piccolo piccolo- insiste lei
-Emmica, smettila. Non hai proprio un bel niente sulla spalla e non esiste nessun Jack di cui parli. Ti avverto signorina, non mi piace più questa storia- dice seccata la madre. Cosa ho appena combinato? Ma posso essere così stupido? Ed intanto Emmica continua a guardarmi con aria delusa.
Dopo essersi vestita mi raggiunge nella sua cameretta, una bella cameretta. A sinistra dell'entrata una libreria con sopra tanti libri e giocattoli, di fronte il suo letto ed a desta, proprio accanto alla porta, una scrivania.

Mi siedo sul letto e subito lei entra e si avvicina a me arrabbiata e con le braccia incrociate al petto.
-Perché mi hai detto una bugia prima?-

-Io non ti ho detto nessuna bugia, quello che ho visto c'è davvero. Non mi credi?- dico un pò agitato. Si, sono conosciuto anche per la mia testardaggine e per il mio arrabbiarmi subito se una cosa non va come dico io.
-Ma se c'è perché la mia mamma non lo vede?- mi chiede alterandosi più di me. Se c'è una cosa sicura é che Emmica, per arrabbiarsi subito se una cosa non é come dice lei, mi batte alla grande.
-Non ne ho la benché minima idea, ok? Forse... Forse é un simbolo magico- insisto, intanto Emmica si siede accanto a me imbronciata. Mi calmo e prendo di nuovo parola.
-Chiederó a Nord il motivo, ok?-
-Jack..- inizia a dire come per chiedermi qualcosa -Chi é Nord?- chiede poi guardandomi confusa.
-Nord é il caro e vecchio buon Babbo Natale-
-Ma Jack, non esiste Babbo Natale, che dici?- dice stupita dalla mia affermazione, sorrido alzandomi dal letto per recuperare il mio bastone lasciato in un angolo della stanza.
-Oh ma si che esiste ed un giorno io te lo farò vedere.. Devi solo credere. Adesso io vado, torno presto ok?- le dico
-Me lo prometti?-
-Te lo prometto, piccola-.

Lei quindi scende dal letto e viene ad abbracciarmi per poi, sciolto l'abbraccio, tornare sul letto.

Uscito da quella casa, non perdo tempo e mi dirigo subito al polo Nord sorridendo pensando al fatto che Emmica non crede in Babbo Natale. Inizio a pensare che davvero la sua famiglia é una famiglia fuori dal normale, ma da un lato é anche comprensibile visto che in quest'isola il natale viene festeggiato male. Una cena tutti in famiglia e via.
Lo spirito del natale non esiste. Forse é questo il motivo per il quale Nord trova difficile trovare l'isola ogni volta.
Raggiunto il Polo Nord non perdo altro tempo, ci sono tranne cose che nord deve sapere e che deve poi spiegarmi.


❄ ❄ ❄ ❄ ❄ ❄


-Un segno dici?- dice Nord dopo che gli ho raccontato tutta la storia.
-Si era li, proprio sulla sua spalla a forma di fiocco di neve. Non sono impazzito-
-Io no penso tu sia pazzo Jack, solo che è strano. Tu no hai mai visto prima-
-Però non può essere apparso dal nulla, ci deve essere una spiegazione.. In più, sai cosa? La madre questo segno non lovede- dico avvicinandomi alla grande finestra guardando le immense distese di neve.
-No vede?- mi chiede sorpreso, rispondo di no con la testa.
-É strano, molto strano- dice
-E c'è di più.. La madre ha deciso che vuole portarla dallo psicologo. Vuole farla controllare perché la sente parlare sempre da sola,
cioè con me-
-Questo devi evitarlo. Gli psicologi sono terribili, potranno davvero farle credere che tu sei solo un frutto della sua mente e convincerla
che non esiste davvero nessun Jack Frost. E come te, tutti noi-
-Nord, lei non crede nella tua esistenza-
-Lo so... E tu devi rimediare a questa cosa, lo sai-
-Si, si lo so e lo farò... Però io mi chiedo come si fa, alla fine é solo una bambina- dico sbattendo il pugno sull'enorme finestra.
-Jack, non rompere finestra, stai calmo- dice strappandomi un sorriso, menomale che c'é lui, tra tutti i guardiani e quello con cui riesco a sfogarmi ed a confidarmi -Prometto che ti farò sapere presto nuove notizie, se avrò nuove notizie. Tu per favore, fai attenzione e cerca di essere
più cauto. Non fare insospettire madre.. E, proteggi lei-continua poi serio
-Lo farò Nord, fidati lo farò- e gli sorrido per poi, prima di andare via, ricopro di brina il vestro della finestra per disegnarci sopra un bellissimo albero di natale tutto pieno di decorazioni, con qualche tocco personale, tipo la stella che sta sulla punta dell'albero non é propriouna stella ma un fiocco di neve, per ringraziarlo di tutto.
-Che ti ha fatto di male quella finestra oggi, Jack?-
-Era solo troppo vuota- e poi entrambi scoppiamo in una risata.

ANGOLO ME:

Ecco finalmente il 5 capitolo.
Sarebbe arrivato prima ma, io lo avevo scritto solo che non avevo salvato ed ho dovuto riscriverlo da capo anche se, non é una cosa negativa, adesso ci sono tante cose che prima non c'erano, é più ricco adesso e sono soddisfatta.
Beh non ho molto da dire, solo che non é strano che Emmica non crede a Babbo Natale, in quest'isola davvero non si sente lo spirito del natale.. E così come in Babbo Natale, non crede nemmeno in Calmoniglio, ma questa storia la racconterò più avanti.
P.s. non so quando arriverà il prossimo capitolo. So che ci sono le vacanze, ma ho un blocco, mi manca l'ispirazione che mi serve per scrivere, quindi sbloccarmi e scrivere tutto ciò che ho in mente di scrivere, ma arriverà presto. E se non viene, me la faccio venire.
Grazie a tutt per apprezzare questa storia, a presto :*

P.p.s. se ci sono errori, fatemelo notare subito che io non me ne rendo conto (sono stupida lo so)

_Fede_

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