..:: °° A Chocolate Love Story °° ::..

di ranky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ::..Primo Giorno di scuola..:: ***
Capitolo 2: *** ::.. Amici? ..:: ***
Capitolo 3: *** ::.. Punizione ..:: ***
Capitolo 4: *** ::.. Nove Centimetri ..:: ***
Capitolo 5: *** ::.. Cinema ..:: ***
Capitolo 6: *** ::.. L'Amore al Tempo Del Colera ..:: ***
Capitolo 7: *** ::.. Cioccolato, Ferro e Saliva ..:: ***
Capitolo 8: *** ::.. Sudore, Pioggia e Violenza ..:: ***
Capitolo 9: *** ::.. Amanda e Lacrime...Comatose ..:: ***
Capitolo 10: *** ::.. Amici! ..:: ***
Capitolo 11: *** ::.. Due Mondi ..:: ***
Capitolo 12: *** ::.. Don't Kiss Me ..:: ***
Capitolo 13: *** ::.. Pioggia Estiva ..:: ***
Capitolo 14: *** ::.. Arriverà Il Momento ..:: ***
Capitolo 15: *** ::.. A luce Soffusa ..:: ***
Capitolo 16: *** ::.. Una Cosa Sola ..:: ***
Capitolo 17: *** ::.. Nuovo Inizio ..:: ***



Capitolo 1
*** ::..Primo Giorno di scuola..:: ***


MxM 1
Salve a tutti. Questa è la mia prima fic su Death Note su una coppia che adoro molto : Matt e Mello...sono pazzo di Matt lo adoro.
Spero Che la mia storia vi piaccia....vi raccomando, recensite in tanti...
Buona lettura!!!





























Quel giorno, sarebbe dovuto iniziare il mio primo giorno di scuola. Chissà che compagni avrei avuto. Mi sarei trovato bene??
L'orario, non sembrava pesante!
Ci sarebbero stati giorni in qui sarei uscito alle sei del pomeriggio da scuola.
Ma ,in compeso, altri in cui avrei fatto solo poche ore la mattina.

Erano le sette e dieci in punto quando ,pensando a ripensando al mio primo giorno di scuola, mi rigiravo tra le coperte con un senso di ansia che partiva dallo stomaco.

Quella mattina faceva freddo e tra le coperte si stava da favola, non sarei mai uscito.
Mi girai dall'altro lato e poi infine mi misi a pancia sotto affondando la testa sul cuscino.
La sveglia era per le sette e trenta.
Quando suonò...scattai con la testa versò l'alto liberandomi dalla presa del cuscino.
Ero sveglio....ma il suono mi aveva fatto paura.

Mi scostai dalle coperte e mi sedetti sul letto.
Mi stropicciai gli occhi e mi spostai i capelli rossicci dal volto.

Il freddo,essendo in mutande , si sentiva di piu fuori dalle coperte,la voglia di sonno aumentava, e con il mio corpo esile non mi proteggevo certo dal gelo dell'inverno.

Mi alzai dal letto con la calma e afferrai la bottiglina che tenevo sul comodino per bere un sorso d'acqua.
Ne tenevo sempre una accanto durante la notte, poteva esserci il rischio di affogarsi nel sonno per uno che dorme con la bocca aperta.
Riposi la bottiglia e mi direzionai a passo lento e addormentato verso il bagno...
Accesi la luce del grande specchio e mi sciacquai la faccia facendo attenzione a non bagnarmi i capelli.

L'anzia premeva ancora sul corpo. Nonostante io non avessi nulla da temere, ma avevo lo stesso un certo timore ad andare a scuola.
Ero sempre stato uno tra i primi nella classe,e andavo anche volentiri come suicida nelle interrogazioni, ma l'anzia derivava dal fatto che quel giorno sarei stato circondato da sconosciuti.

Afferri il tubetto del dentifricio e ne misi un pò sullo spazzolino.
Iniziai a strofinare.
Sciacquai lo spazzolino e lo rimisi al proprio posto,dopo essermi sciacquato anche la bocca.
Mi tolsi le mutande e un brivido mi percosse la schiena quando sentii il rumore dell'acqua della doccia che cadeva sul piano-doccia  e mi schizzava sulle gambe.
Girai la manopola verso l'acqua calda e aspettai che si riscaldasse ,mentre con un movimento delle gambe,sembrava stessi contando i secondi, davo a vedere il nervosismo nell'attendere.Il vapore iniziò a fuoriuscire e la pelle d'oca sovrastò la mia pelle.

Finalmente l'acqua calda arrivò.
Mi misi sotto la doccia e mi abbandonai al piacere dell'acqua calda e rilassante.
 Afferrai lo shampoo e ne misi un pò sul palmo sinistro...
Iniziai a lavare i capelli...e strofinare grattando di tanto in tanto la cute.
Poi toccò al bagnoschiuma.
Ne misi a quantità abbondante su buona parte del mio corpo e mi strofinai con le mani per bene.

Quando aprii la doccia la mia mano cercava l'asciugamano che doveva essere appesa li vicino.
La trovai e me la portai alla vita.
Tenendola per evitare di farla cadere.
Inumidito per com'ero, che potevo morire fulminato, afferrai il phon nel primo cassetto del mobile e mi misi ad asciugare i capelli rendendoli lisci accarezzandoli con la mano sinistra.

 Un'sitante dopo, sentii bussare alla porta del bagno.

-Chi è?- urlai spegnendo il phon.
-Vedo che ci siamo svegliati di buon ora figliolo!- mia zia Amanda parlava contenta da dientro la porta del cesso.
-Si zia...Scendo non appena avrò finito di fare tutto- il mio tono di voce aspro risuonò nel piccolo ambiente in cui mi trovavo.
-Ok, io mi metto a preparare la colazione.Ti vanno bene uova e bacon?-
-Perfetto, grazie zia- riaccesi il phon e continuai ad asciugare il mio caschetto taglieto a scalare, color fuoco scarlatto.
Mia zia da dietro la porta farfugliò qualcosa come "a dopo allora" ma non ne ero sicuro...il Phon mi impediva di sentirla.



Arrivai nella mia stanza in punta di piedi nel tentativo di evitare di scivolare sul pavimento, che
era ricoperto di parquet nel piccolo tratto di corridoio e di moquet  celeste a pelo alto nella mia stanza.
Vivevo con mia zia da quando ero in grado di ricordarmi.
Ricordo che ero uscito dall'orfanotrofio all'età di 9 anni. La mia mente aveva deciso di cancellare quei ricordi.Ancora non mi spiegavo come mai non fossi uscito da quell'inferno prima e mia zia mi avesse preso solo quando arrivai a quell'età. D'altronde i  miei erano già morti da molto tempo prima....da quando avevo 4 anni.
La camera in cui mi trovavo apparteneva tempo addietro a mia cugina Lara, ma da quando era partita ,due anni prima arrivassi io in questa casa, la stanza era predisposta per me.
Mia zia cercava sempre di dimostrarmi quanto ci tenesse a me. Cercava sempre un dialogo,un approcio per venirmi incontro...ma io...diffidente ormai del mondo, non mi fidavo piu di molti.
Se solo voleva poteva prendermi dalla nascita...era l'unica parente che conoscevo e sapeva tutta la storia dal principio.
Ma non sto qui a parlare di lei.


Arrivai nella mia stanza e mi chiusi la porta alle spalle. Mi posizionai davanti l'armadio e mi lasciai cadere la tovaglietta rimanendo nudo.
Aprii le ante e afferrai un paio di slip comode,di quelle elasticizzate.
Poi presi i miei jeans, chiari, con le cuciture sfilacciate ai lati delle gambe.,e il mio maglione preferito,quello rosso e nero a righe orizzontali.Presi le scarpe pesanti che indossavo sempre,anfibi marroni a collo alto e le indossai con un paio di calzini di spugna sotto.

Frugai sulla mensola della scrivania in cerca dei miei occhiali da corsa.Li afferrai e poi mi precipitai dove c'era lo zaino ,che si trovava accanto la scrivania di fronte al letto.
Andai a passo veloce alla porta e appesi l'asciugamano che avevo usato per asciugarmi e l'appesi all'appendi-panni di essa.
Aprii la porta per uscire,ma un'attimo prima mi girai automaticamente verso la scrivania e mi accorsi che lì giaceva il mio amato game-boy.
Saltai al pensiero di una giornata senza di esso.
Lo infilai in tasca e scesi a gran passi.

Attraversai il corridoio fino in fondo e svoltai a sinistra verso la cucina soggiorno.Era tutto un unico ambiente.
Notai mia zia Amanda trafficare sui fornelli.

-Eccoti qua tesoro- disse con tono affettuoso.
-Sbrigati a darmi la colazione- sputai tra i denti. Appesi lo zaino sulla spalliera della sedia dove mi sedetti dopo.
-Eccoti la colazione-
-Grazie- senza neanche alzare lo sguardo afferrai la posata e inizia a ingurgitare il cibo.
Sentivo ancora rumore ai fornelli,mia zia stava preparando ora la colazione per se.
Non alzai neanche per un secondo la testa,gli occhi fissi sul piatto.Senza neanche darle il tempo di sedersi al tavolo con me che avevo già finito.
Mi alzai fulmineo ,afferrai lo zaino e corsi verso la porta d'ingresso.
Afferria il mio smanicato beije con le cuciture sfilettate e mettendomi lo zaino sulle spalle apri la porta e mi immersi nel gelo mattutino.
-Io vado- e mi chiusi la porta alle spalle.

La mattinata era nuvolosa...ogni tanto un reggetto di sole sbucava fuori e illuminava il paesaggio circorsante.
La luce filtrava pochissimo dato che tra i palazzi della città il sole faceva fatica ad intrufolarsi e riscaldare tutto.

Mi accostai vicino il portone di casa,sul marciapiede di fronte ,alla fermata del pulmino.
Arrivò dopo pochissimi minuti e non era neanche pieno...
Riuscì a trovare un posto ,i sedili ,da un lato, erano in fila per due,mentre dall'altro lato erano in fila per uno.
Notai un posto nella file dei sedili singoli, mi feci largo tra la gente e mi sedetti.
Decisi di estrarre il mio game-boy e di mettermi a giocare.

"I pokémon" diventava un gioco sempre piu facile,quasi monotono, ero agli ultimi livelli ed era la seconda volta che lo finivo già.
Pensai che forse durante il pomeriggio, dipende l'orario che ci sarebbe stato quel giorno a scuola, sarei andato a comprare un gioco nuovo.

Finalmente...arrivò la mia fermata , quella di fronte scuola.

Scesi di corsa e mi diressi verso l'entrata., un lungo viale circondato da un prato verde.La scuola,stile collegio , era fatta in mattoni sul rossiccio. Era attorniata da muri alti...come se dentro invece che studenti ci fossero detenuti.
Abbozzai un sorriso e mi incamminai.

Prima di varcare il cancello principale...notai una macchina nera fermarsi. Si aprì lo sportello dal lato passeggero e ne scese un ragazzo biondo.
Aveva il volto dalla parte sinistra sfreggiato da una bruciatura che sembrava far parte di lui già da molto tempo.Capelli biondo miele che gli arrivavano sopra le spalle e l'aria d'arrogante.
Mi guardò per un solo istante e il suo sguardo mi irrigidì subito. Sembrava antipatico. Chiuse lo sportello e si chino sul finestrino dell'auto per salutare quella che,presumevo, fosse sua madre. L'auto s'allontanò e lo vidi estrarre una barretta di cioccolato dallo zaino e poi incamminarsi verso la scuola trangugiando.

Solo a quel punto mi resi conto di essere imbambolato su due piedi a fissare un emerito sconosciuto.
Mi scrollai la sua espressione nervosa dai miei pensieri e mi incamminai anche io verso l'entrata.
L'anzia,a quel punto, era ormai alle stelle,la sentivo premere sullo stomaco.












































Grazie anticipati a coloro che leggeranno e recensiranno questa storia...baci Ranky ^^











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Capitolo 2
*** ::.. Amici? ..:: ***


MxM2







Ringrazio vivamernte ki ha recensito e sopratutto chi ha aggiunto questa storia ai preferiti.
Spero di non deludervi.
Ringrazio anche Soleya per i suoi consigli...cercherò di migliorarmi nel mio scrivere.A me purtroppo piace molto descrivere tutto nei particolari.
Vi invito anke a leggere le altre storie mie...sono interessanti...^^
Bhe dai....adesso vi lascio al capitolo.
Buona lettura, baci a tutti !!!

























































Il vialetto della scuola era pieno di coppiette che limonavano sparse per il piazzale studentesco.
Potevo dedurre che quello non sarebbe stato un ambiente facile.
Erano tutti con la puzza sotto il naso, pronti a spaccarti la faccia per qualunque situazione capitasse.
Francamente....avevo intenzione di isolarmi viste le circostanze.
Sarebbe stato difficile trovare un amico in mezzo a quella massa di plebei.

Davanti il portone della scuola una panchina se ne stava là tutta sola...mi accomodai e decisi di fumarmi una sigaretta prima del suono della campanella.

La fumata mi aiutò a calmare quel nervosismo da primo giorno di scuola...almeno per un pò...
Gettai il mozzicone e guardai l'orologio sul mio polso.


Tre....Due....Uno....driiiiiiin.
La campanella squillò riecheggiando per tutto l'istituto ed il corpo studentesco si mosse verso l'entrata.
Feci un respiro profondo e mi alzai diretto ad entrare.
 
Qualcuno mi spinse forte dalla spalla destra per passare
-E levati idiota- e passò avanti il biondo di prima.

Iniziavamo bene...già i primi conflitti nella nuova scuola.
Mentre mi dirigevo nel tabellone degli orari,notai che la scuola era piena di bambocci,tutti bimbetti che sembravano uscire dalla scuola materna.
"Aula di biologia" pensai tra me e me...L'orario prevedeva solo tre ore di lezione come primo giorno.

Arrivai all'aula e mi accomodai in un banco in fondo...dietro di me ne avevo un'altro vuoto,la classe era già piena.Tutti i posti già occupati tranne gli ultimi due banchi.
Notai subito che ,oltra una massa di bimbi, c'erano 3 ragazzi ,due maschi e una femmina, che dovevano essere ripetenti di qualche anno.
Bhe,almeno non ero l'unico piu grande.

STUM! Qualcuno diede un calcio alla porta e poi entrò tirando lo zaino, un monospalla, nel banco dietro il mio.
Per poco non mi prendeva in testa,poteva ammazzarmi. "stronzo!" pensai.

-Scusa Peperone! Non volevo farti paura-
Mi voltai a quel nome...e notai il suo volto splendido...
Dal viso non sembrava antipatico,ma l'atteggiamento...che rabbiaaa!
-Come mi hai chiamato?- sputai tra i denti.
-shhh...c'è il prof- e mi liquidò con lo sguardo.
Per un pò rimasi a fissarlo incazzato. Che nervi che dava questo tipo,ma chi si crede di essere?
Quell'istante in cui lo fossai mi bastò a squadrarlo.

Occhi color miele con leggere sfumature nocciola verso il centro.I suoi capelli sembravano ancora bagnati,come se fosse uscito dalla doccia pochi minuti prima.
Aveva lo zigomo sinistro leggermente violaceo,sintomo di un pugno mi sa.

TUM TUM! Le mani del professore che batterono nella cattedra mi riportarono alla realtà. Aveva richiamato la classe che discuteva animatamente.
Io...non me ne ero completamente accorto.Sentivo solo i pensieri nella mia testa.



Per tutta l'ora di biologia ,non feci altri che scassarmi,ad essere proprio sincero.
L'ora passò con le presentazioni di tutti.
Quali erano gli hobby,gli interessi,da quale scuola si veniva e che progetti avevamo,come giuventù,per il futuro.
Non fui molto attirato dalle parole dell'intera classe.
Dovevo ammettere che mi interessava ascoltare solo una persona...e ancora,io stesso, non sapevo spiegarmi il perchè di questo mio interesse.
Un rumore di carta mi fece voltare leggermente verso banco dietro il mio. Guardai il mio compagno anonimo/prepotente.
Stava scartando una barretta di cioccolato con le nocciole....Ma non faceva male tutto quel cioccolato?

-Bene-interruppe i miei pensieri il professore-adesso tocca a te biondiccio,dicci come ti chiami-.
La mia curiosità si infittì e aguzzai le orecchie.
-mmh?-masticava a bocca piena-ahm, iomh profmh?-
-per favore...ingoia prima-supplicò l'adulto.
Il biondino ingoiò e poi si schiarì la gola.

-Scusi prof...mi chimao Mello...-
Mello? ma che nome assurdo è?
-Bene Mello...vuoi parlarci un pò d te? Dei tuoi interessi,di cosa ti piace fare nel tempo libero,così,per farti conoscere dai tuoi compagni-.
Eravamo tutti girati verso di lui...io....lo guardavo con rabbia,ma la curiosità ,di sentire cosa avesse da dire,era fortissima.
Lui si guardò attorno osservandoci piano piano uno per uno.
-Bhe...Ecco...-si schiarì la gola un'altra volta,in fondo forse non era poi così presuntuoso-Allora...Adoro mia madre,picchiare chi mi guarda male per questa e ha da ridire-si scostò i capelli dal volto e mostrò la cicatrice della bruciatura...un mormorio si sentì rimbombare nell'aula,io,provai solo compassione-e poi non so stare senza mangiare cioccolata!-concluse....e staccò un'altro quadrato del dolce.

-capito...mentre tu?-saltai di scattò.
-io?-mi voltai di scattò per guardare il prof...la mia mente stava ancora vagando sulle parole di Mello...come il fumo di una sigaretta che arieggia in una stanza.
-sisi tu...sei l'ultimo!-
-Emm...ecco...io  non ho molti hobby-
-Avanti non fare il timido....innanzi tutto dicci il tuo nome-
-Mi chiamo Matt...vivo con mia zia perche non conosco i miei genitori...sono orfano...e come hobby ho solo quello delle moto e dei videogames,infatti non mi separo mai dal mio gamboy- abbassai la testa timido non appena ebbi finito di parlare.
-Cazzo che sfiga- brontolò a voce bassa,quasi impercettibile,Mello.
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiin.
Il suono della campana mi liberò da quella tensione.
Le altre due ore...nessuno parlò piu...La matematica e l'inglese non le digerivo molto.


Finalmente fu ora di uscire...avevo voglia di fumare una sigaretta lunga chilometri.
Presi dal mio zaino l'mp3 e misi le cuffie...
Mi andai a sedere comodamente nella stessa panchina della mattina stessa.

Premendo play ascoltai la voce del cantate che urlava..."la mia eroina",adoravo quella canzone.




The drugs begin to peak
A smile of joy arrives in me
But sedation changes to panic and nausea
And breath starts to shorten
And heartbeats pound softer
You won't try to save me!
You just want to hurt me and leave me desperate!

You taught my heart, a sense I never knew I had.
I can't forget, the times that I was
Lost and depressed from the awful truth
How do you do it?
You're my heroine!

You won't leave me alone!
Chisel my heart out of stone, I give in everytime.

You taught my heart, a sense I never knew I had
I can't forget, the times that I was
Lost and depressed from the awful truth
How do you do it?
You're my heroine!







Accesi la sigaretta e inizia la mia fumata calmante e spensierata.
Un paio di minuti dopo mi senti bussare alla spalla.Io tenevo il capo chino sulla panchina, verso il cielo,e avevo gli occhi chiusi...







I bet you laugh, at the thought of me thinking for myself. (myself)
I bet you believe, that I'm better off with you than someone else.
Your face arrives again, all hope I had becomes surreal.
But under your covers more torture than pleasure
And just past your lips there's more anger than laughter
Not now or forever will I ever change you
I know that to go on, I'll break you, my habit!

You taught my heart, a sense I never knew I had.
I can't forget, the times when I was
Lost and depressed form the awful truth
How do you do it?
You're my heroine!

I will save myself!









Con la musica non ero in grado di sentire se qualcuno si avvicinava o mi chiamava.
Saltai in aria e mi caddero le cuffie.

-Ehy...posso?-
Mello?...Si stava sedendo accanto a me? mi aveva rivolto la parola?
-Certo-
-Cioccolata?-
-No grazie-
-Senti...Peperone...-
-NON COMINCIARE-lo interruppì ma sembrò ignorarmi.
-mi dispiace per i tuoi-
Stava dicendo sul serio?
-ormai è una storia vecchia tranquillo-
Feci l'ultimo tiro di sigaretta e la gettai,mi voltai appoggiando il braccio alla spalliera della panchina e guardai intensamente Mello.
-a me dispiace per quella-e indicai la sua cicatrice.
-Non fare commenti se non ti vuoi ritrovare un occhio nero per due giorni minimo-
-NO ,ma quale commenti? Mi dispiace davvero. A che età è successo? ti da così fastidio?-
Il suo volto si fece triste e scuro...e abbassò lo sguardo.
-avevo nove anni...e l'acqua troppo calda della doccia...mi ustionò. Quarto grado. Non si toglierà mai! La gente a volte mi da troppo fastidio-.
Con un gesto istintivo alzai l'altra mano,quella che non era appoggiata ,e sfiorai la sua pelle bruciata.Alzò lo sguardo e mi guardò con occhi sgranati.

-Ehi giù le mani,non mi toccare!- mi diede un ceffone sul braccio e il colpo mi fece abbassare la mano di scattò.
-ah mene vado- disse irritatissimo.
Che avevo fatto di male?
Si alzò e fece per andarsene.
Lo afferrai per il polso e lui si girò facendo svolazzare il suo caschetto.
-Non ho ancora un amico...ti va di essere il mio migliore amico, Mello?-
Scoppiò in una risata fragorosa e assordante.
-Scherzi? ahahaha Non se ne parla proprio!- si strattonò e si liberò dalla presa...e si allontanò a grandi passi.




Arrivai a casa per pranzo tutto contento.
-Bentornato Matt!-mia zia mi salutò con la sua solita allegria a cui io non avrei mai ricambiato.
-Ehy zietta! Cosa c'e per pranzo?-E allungai la testa dietro la spalla di Amanda per guardare i fornelli.
-Lasagne...-disse guardandomi con gli occhi illuminati-Vedo che è andato bene il primo giorno di scuola-.
-Si...-risposi fiero di me-ho già trovato un amico...Penso che andremo molto daccordo-




La sera,prima di addormentarmi...affondai la testa al cuscino e mentre giocavo al gam-boy,l'ultimo livello dei pokèmon, ascoltavo la canzone che mi ricordava Mello..."My Heroine"...la mia eroina...

Il giorno dopo sarebbe stato sicuramente fantastico
.













































Grazie a tutti quelli che hanno messo qsta storia nei preferiti,che recensiscono  e mi danno consigli,spero di non deludere nessuno.
Leggete anche le mie altre storie se vi va,vi sarei grato ^^-
Baci
°°Ranky°°






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Capitolo 3
*** ::.. Punizione ..:: ***


MxM3









Vi ringrazio innanzi tutto per le letture ,siete numerosissimi, e anche per le recensioni...grazie...
Cerco di seguire al massimo i vostri consigli,ovviamente sono alle prime armi e non sono uno scrittore alla Carlos Ruiz Zafon o alla Stephanie Mayer.
Ma ci provo...mi piace soffermarmi sulle emozioni,descrizioni varie e scene particolari,spero che il mio modo di scrivere sia apprezzato.
Adesso vi lascio al terzo capitolo di questa storia.
Baci.Buona lettura!!!















































Quella mattina,mi svegliai con il pensiero di Mello che mi frullava in testa.
Saremmo diventati davvero amici?
Quelle scuse erano sincere?


Mi sedetti sul letto come la mattina precedente.
Mi stiracchiai,sbadigliai e mi precipitai dritto in bagno.

Mentre mi rilassavo ,e allo stesso tempo mi svegliavo, sotto la doccia,pensavo che questo giorno sarei uscito alle quattro del pomeriggio.
Mi ero precipitato il giorno prima a prendere un orario delle lezioni...e quindi sapevo gli orari di uscita e le materie.


Per quel giorno c'erano previste tre ore di biologia ,con tanto di un'ora di laboratiorio, un'ora di inglese,una di letteratura e per finire matematica fino alle quattro....un'ora ,pensavo,sarebbe stata dedicata all'algebra.
Uscì dalla doccia,asciugai i capelli, mi vestì e mi precipitai al piano di sotto a fare colazione.

-Buon giorno zia!- dissi in tono allegro arrivando al tavolo ed accomodandomi.
-'Giorno tesoro! Dormito bene?-
-Divinamente....-
-Vedo che anche oggi di buon umore....eh?!?!-
-Già...spero di passare una bella giornata a scuola-
-Te lo auguro anch'io- concluse mia zia voltandosi dai fornelli e servendomi omlette al cioccolato.Le finì in un battibaleno.






Quella mattina pizzicava sulla pelle un certo freddo pungente,la fermata del bus era colma di gente.
Tra la folla,notai una chioma bionda e un sussulto al cuore mi fece drizzare la schiena e mettermi in punta di piedi per costatare.
Era Mello.
Spostai la gente che non mi faceva passare,era l'ultimo della mandria imbufalita che aspettava di salire sul mezzo.
Mi vide e si voltò di scatto sputando dall'altro lato...dandomi poi le spalle.

-Ciao Mello...Andiamo a scuola insieme?-
-Non mi scocciare bamboccio-.
L'autobus arrivò quell'istante e la gente si ammassò sui portelli.
-Andiamo forza...altrimenti perdiamo il posto!-lo afferrai per il braccio per trascinarlo ma si liberò dalla mia presa.
-E lasciami andare ,scocciatura! Tsk...Peperone! Ti ho detto che non ho bisogno di amici,IO. Trovati qualcun'altro a cui scassare-.
Detto questo mi voltai e lo lasciai in pace.Forse mi ero illuso di poter essere suo amico.
Ma un barlume dal profondo mi faceva sperare ancora.Nei suoi occhi vedevo ciò che desiderava.Mello non era cattivo a parer mio.
Non potevo arrendermi...

Sul bus ,si mise distante da me chilometri...Non avendo con chi parlare presi il mio zaino ed estrassi il mio game-boy.
Ogni tanto alzavo lo sguardo per cercare Mello e lo vedevo abbassare la testa.
Mi stava guardando?
Che cavolo ,ma perche non si decideva a diventare mio amico?

L'autobus arrivò a destinazione. Scesi posando in tasca la console e mi incamminai verso l'entrata...
Cercavo di non voltarmi a gardare Mello che,sicuramente, si trovava dietro di me. Devo dire che resistere alla tentazione di non voltarmi fu piu forte della tentazione di vedere un nuovo gioco esposto a poco prezzo ,avere i soldi in tasca e non comprarlo.
A metà strada del viale,la campanella suonò e ci avverti di precipitarci in classe.
La massa di studenti all'esterno si mosse come una flotta di pecore.
Tutti verso il portone.















Passai le lezioni a guardare fuori dalla finestra e senza ascoltare le spiegazioni dei prof,tranne per l'ora di laboratorio in biologia.
Dovevamo analizzare atomi e componenti vari. Solventi e soluti,creare verie soluzioni.
Una palla mortale. Per fotuna il prof controllò il mio lavoro e mi disse:
-Bene Matt...vedo che hai un certo talento, oppure hai studiato?-
A quella domanda sentii sbuffare qualcuno dietro di me.
Mi voltai leggero con la scusa di incrociare il volto del prof e vidi Mello che mi guardava in cagnesco.
-No prof...é come una dote forse! Però ho anche studiato un pò-.
UN'altro sbuffo....piu irritato.
-Ottimo lavoro comunque,eccellente,continua così-.




Suonò la campanella della ricreazione e mi precipitai alle macchinette del cibo per prendere qualcosa,non mi andava di andare a mensa,troppa gente.
Sarei tornato in classe con una bella busta gialla di M&M'S .  Pralinate....buone.
Le avrei gustate comodamente in classe.
A mio favore evidentemente,giocava la fortuna.Che poi tanta fortuna non si rivelò.
Trovai Mello intento a scassinare una macchinetta che non voleva fare cadere una barretta di cioccolato.
-Cazzo! Avanti dannata rottura....sputalo ,sputalo!-
-Posso aiutarti?-
-Sta zitto!-
Lo ignorai,come mi chiedeva di fare,e comprai quello che dovevo alla macchinetta accanto la sua. Lo guardavo di sottecchi mentre si amareggiava.
Alla fine la tavoletta cedette ed esaltò di gioia.
-Ci vediamo in classe ,peperone- scandì perfettamente la parola " peperone",cominciava ad irritarmi,ma non gliela davo vinta.
-Senti Mello...Hai per caso qualche centesimo...??-
Si avvicinò con aria di sfida, pensai mi volesse picchiare stavolta,alzò il pugno e poi estrasse l'indice indicatore.
-Piccolo stupido dai capelli color rosso semaforo, pensi davvero che se avessi qualche centesimo lo darei a te?-
Con il dito di prima,mi picchiettava sulla fronte ad ogni parola che diceva, quasi a volermettere alla prova la mia pazienza.
-Ok come non detto...grazie lo stesso-
Mi voltai e feci per andarmene.
Lo sentii lamentarsi. La voce era troppo bassa perche lo sentissi.













Quando la pausa finì, ci ritrovammo tutti in classe in attesa del professore.
Nessuno conosceva ancora il prof di matematica, evidentemente doveva essere uno nuovo,severo. Voci di corridoio.



-Salve ragazzi. Sono il Vostro professore di matematica. Il professor Nicholas Edimax-
Posò la valigetta sulla cattedra e fece cenno con la mano.Sembrava un saluto.
Salutammo tutti in coro.
-Salve professor Edimax-
Che stupido che mi sentì.
Da sietro senti Mello abbozzare una risatina.
Il professore riprese a parlare.
Era un colosso...Spalle larghe,capelli grigi non molto folti.Era immerso in un vestito gessato grigio,giacca e cravatte e aveva una 24 ore color miele.
Dal fonto della camicia usciva un pò di pancia.



-Oggi...per testare le vostre capacità,ci sarà un test a sorpresa che ho preparato appositamente. Un test per tutti,a tappeto.
Spero non vi dispiaccia,ma serve per vedere a che livelli siete.Tu rossiccio-mi indicò e il tono era gentilissimo,aveva una voce profonda-ti chiami?-
-Matt-
-Distribuisci questi fogli...-
Mi alzai e il bestione, un grizzly grigio di alta statura, mi porse la massa di fogli.
Sembrava un test universitario...erano quesiti ,domande a risposta multipla.
C'erano tanti di quei fogli che tre ore pomeridiane prima di uscire non sarebbero bastate a finire.

Feci il giro dei banchi e distribuì i fogli a tutti...lasciando Mello per ultimo.
-Ti odio- mi sussurrò appena gli porsi il test.
Cercai di ignorarlo come al solito.
Diedi al grizzly il resto dei fogli,presi il mio e tornai al mio posto.





Passarono abbondanti minuti ed ero ancora al secondo foglio...erano 10 in totale.
Domande troppo difficili per uno come me che non fumava da tanto.Ero nervosissimo.
Il ticchettio dell'orologio in classe che contava i secondi, mi faceva sbattere il piede sotto il tavolo a ritmo.
Sentivo un sudore freddo cominciare a formarsi sulla fronte.
Dietro di me...Mello sbuffava.



Ad un tratto...nella mia mente un flash si impadronì della mia ragione.
Immaginavo me e Mello da soli in quell'aula.
Che mi prendeva il volto tra le mani e mi baciava.

Matt...Ma cosa c'entrano questi pensieri?
E poi Mello ti odia, dimenticalo.
Me lo ripetevo a ritmo,a distanza di due secondi.

Un momento dopo,il prof ,che era immerso nella lettura di un libro che sembrava un romanzo dei tempi,forse Cime Tempestose, posò gli occhiali da lettura sulla cattedra,si alzò di peso ed uscì di fretta.
-Vado a prendere un caffé,non barate torno subito-.
Tornò due minuti dopo con una tazzina...nessuno si era mosso in quell'intervallo di tempo.


Mentre il prof beveva sorseggiando...si portò alla finesta per guardare in strada.
Lo osservavo non avendo idea di ciò che dovevo rispondere alla domanda dove ero fermo.
Fui poi distratto da qualcosa di appuntito che mi si conficcava nella schiena.


Poi ,di nuovo ,nella mia testa,flash ripetuti,come allo stadio,mi annebbiavano la vista e mi trasportavano in altri luoghi.
Ma cosa stavo pensando? Andare a letto con Mello??
 ...Ahhh Matt,smettila!!
 Dissi tra me e me,cercando di scrollarmi quei pensieri maliziosi di dosso. Intanto ,Mello ,mi picchiettava nella schiena con la punta della matita.


-Psss...!!Mett?-sussurava alle mie spalle.
-Che vuoi?-dissi il piu aspro possibile voltandomi leggermente verso di lui per guardarlo di sottecchi.
 -Aiutami-mi disse in tono supplichevole.
Perche continuavo a pensare di limonare con lui? oddio.
 -Avanti Matt...ti prometto che...Diventeremo amici.
Sgranai gli occhi e lasciai affiorire l'incredulità sul mio volto.
-Non ho intenzione di aiutarti Mello-e mi voltai.
-Ah...ora è tutto piu chiaro peperone...Non sei tanto bravo. Me l'aspettavo, si vede che sei uno stupido-.
Mi voltai un'altra volta verso di lui.
-Intanto sei stato tu a chiedere suggerimento-.


Una tosse fatta apposta ci stava avvertendo che eravamo stati beccati.
Mi voltai e il grizzly sembrava pronto a cacciare il prossimo salmone che sarebbe saltato fuori dall'acqua.
-Mi scusi , è che...- stavo per giustificarmi ma poi mi interruppe Mello.
-Non osare dire che ti ho chiesto qualcosa...sei stato tu a girarti peperone-
Il professore in un lampo fu la mio banco e sbatté forte la mano per zittirci.
-Datemi i vostri compiti...li annullerò...è come se non li avreste mai fatti-il suo tono era severissimo.
Io e Mello ci limitammo ad annuire.




Suonò la campanella di uscita.
Avevamo passato il tempo rimanente a non fare niente,io e Mello.
Quando mi precipitai alla porta e Mello mi seguì cercando di passare, il professore ci richiamò.
-Dove state cercando di andare?-
-A casa?-chiesi sarcasrtico,come se la risposta fosse ovvia.
L'orso si guardò attorno....
-Quest'aula sembra un pò sporca....Avrebbe bisogno di essere ridipinta. Vi offrite volontari?-
-Non se ne parla...Peperone vai tu!- Mello mi spinse verso la cattedra.
-no no no...Sarete entrambi a ridipingerla,biondino-.





A quel punto...ero sicuro che Mello mi avrebbe picchiato.
































Grazie ancora a chi legge e recensisce,spero che questo  capitolo vi sia piaciuto.Attendo commenti,vi raccomando,siate numerosi.
Baci ,Ranky.

























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Capitolo 4
*** ::.. Nove Centimetri ..:: ***


MxM 4




















Salve a tutti. Innanzi tutto ringrazio come sempre i numerosi lettori e tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente e seguono qsta Ficcy.
Sono davvero grato a tutti, mi fa piacere che questa storia piace...La cosa mi aiuta a scrivere.
Spero di non deludervi. Continuate a leggere e recensire.
Ora vi lascio al capitolo...
Buona lettura!





































-Bene...Avete tempo sino alle sei per ridipingere questa stanza! Spero che questa punizione serva a farvi mettere la testa a posto durante un compito-. Ci rimproverava il professore.
Io e il biondo ci limitavamo ad annuire a testa bassa.
-Dentro l'armadio dovrebbe esserci qualche Salopette da muratore...indossatela se non volete sporcarvi. Ripasso tra due ora a vedere il lavoro che avete fatto-. Il tono del prof adesso sembrava piu serio e tranquillo.
Se ne andò chiudendo la porta alle sue spalle e io e Mello restammo chiusi nell'aula, DA SOLI.


In tutta la scuola regnava il silenzio, fuori il tempo era nuvolosissimo e pensai che tra qualche minuto avrebbe piovuto.

Mello si voltò verso la finestra catturato dal suono di un tuono.
Mi voltai di scatto anch'io e insieme aspettammo di vedere anche un fulmine.

Ciò che piu temevo, o forse desideravo, avvenne. Mello si voltò di scatto verso di me e mi saltò addosso buttandomi a terra e cercando di affogarmi.

-Sei un batardo! Due ore di punizione solo per la tua boccaccia. La prossima volta che ci riprovi ad accusarmi, giuro che ti ammazzo!!!-
-Togliti di dosso....Avrei detto la verità comunque! Perchè avrei dovuto mentire?-
-Non parlarmi cosi, ti affogo...voglio vedere la luce lasciare i tuoi occhi, vederti fare l'ultimo respiro- cercai di scrollarmi le sue mani dal mio collo.
Mello era a cavalcioni su di me, che ero disteso sul pavimento freddo.

Mi si gelò la schiena.
Ma poi, alla mente, mi tornarono i flash assurdi che mi ero fatto gli attimi prima.


Mello si trovava addosso a me....e forse...era l'occasione di fare qualcosa.

A quei pensiere qualcosa sotto il mio intimo si mosse...
Una reazione che non avrei dovuto avere.
Mello rabbrividì e mi lasciò il collo alzandosi poi di fretta e furia.

-Che diavolo ti prende adesso peperone?-
-Finalmente ti sei tolto di dosso....certo che sei proprio una seccatura. Quando sbagli devi ammetterlo-.

Abbassò la sguardo e mi ignorò.

Mi voltai verso l'armadio e gli rivolsi le parole con il tono piu aspro che riuscii e trovare.

-Cerchiamo queste tutine e mettiamoci a lavoro. Non ho intenzione di beccarmi altre ore di punizione solo per aver fatto a pugni con te e non aver ridipinto l'aula- mi affrettai a dire mentre aprivo le ante del piccolo armadietto all'angolo dell'aula, dietro la porta.


L'aula in effetti, ora che la guardavo bene, era piena di scritte stupide e pedate nelle zone basse.
Chissà se sarebbe venuta pulita.




Dentro l'armadio c'erano oggetti di tutti i tipi per la pittura e anche oggetti per le varie materie.
Boccette per esperimenti di biologia, varii libri di matematica, fogli da schizzi e altro ancora.
Nella parte bassa c'erano un pennello da pittura, ovviamente per le pareti, le tutine, le famose tutine, e una latta di ducotone.


-Beeeneee!- mi limitai a dire in tono sarcastico prendendo in mano le "Salopette".
Erano tre, una piu piccola dell'altra...a stento ci saremmo entrati.



Mi girai a fissare il corpo di Mello.
Bhe, lui era esile...e una faceva a pennello...piu o meno.
Un'altra mi sarebbe entrata a stento...la terza era da escludere per entrambi.
Ma i muratori che le avevano usate erano dei Puffi, Minimei oppure degli umpalumpa?

Ma...

Per indossarle avremmo dovuto toglierci i vestiti?!?!?!

Evidentemente....SI.

Lanciai a Mello quella adatta a lui.

-Questa è per te. Mettila!-
-Non darmi ordini peperone. Ma questa tutina è formato bambino! Da zero a dodici?-
-Dovrai toglierti i vestiti per indossarla- dissi mentre fissavo quella che avrei dovuto mettere io.
-SCO.RDA.TE.LO.!-  Mello scandì le parole con precisione guardandomi dritto negli occhi.
-Bhe allora ti sporcherai i vestiti. Io la metto- e mi tolsi la maglia.
Con la coda dell'occhio, mentre sfilavo il mio maglione preferito, vidi Mello abbassare lo sguardo e il ciuffo davanti agli occhi gli coprì mezzo viso.
Sfibiai la cinta e poi il bottone dei jeans.
Li sfilai piano piano dando le spalle al biondo.
Un brivido mi percosse la schiena partendo dai reni e finendo lungo il collo facendomi scrollare le spalle.
-Brrrr- mi chinai di nuovo per prendere la tutina e la indossai.
Le bretelle non arrivavano ad attaccarsi e quindi le lasciai cadere...

Ero praticamente a torso nudo e il fretto era terribile.


Mello, che mi fissava con un leggero rossore sul volto, mi imitò pochi secondi dopo.
Si sfilò la maglia bianca e nera a righe gettandola su un banco.
Afferrò una cerniera dei pantaloni che fece un giro della sua vita scendendo poi dalla parte anteriore fino al ginocchio sinistro.
In due secondi fu in mutande.
Osservai per minuti interminabili il suo corpo esile e pallido come la luna.
Bianco al chiarore dei neon dell'aula.
Ero imbambolato...
Non so se si accorse che lo fissavo...ma non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue forme ancora un pò da bambino.
Era formato.
Esile ma con i tratti decisi e maschili.


Afferrò la tutina e la indossò.
Come avevo previsto, gli andò perfettamente aderendo al massimo al suo corpo facendo intravedere ancora tutte le sue forme.
Anche le bretelle gli stavano a pennello e sotto anche lui aveva il torso nudo.

-Che hai da fissare?- il suo tono acido e la sua voce mi riportarono alla realtà.
Dopo un colpo di tosse mi voltai di nuovo a guardare l'armadio e mi decisi a rispondere evitando di guardarlo nuovamente.
-Nulla!-
-Spostati pivello- mi spinse verso il muro e si posizionò davanti il legno chiaro del mobile.
-Questo lo usi tu, l'altro è mio. Adesso all'opera. Meno tempo passo con te, meglio è!- prese il pennello piccolo e me lo lanciò.
E io lo fissai pensando a quale sforzo avrei dovuto fare per riempire una parete con quel misero pennello.




Prese la latta del ducotone e la aprì.
L'odore era sempre buonissimo, ti veniva voglia di assaggairlo.
Il bianco del liquido mi ricordò, per un breve istante, il fisico pallido di Mello.
Scrollai il capo e mi decisi a cominciare.















Un'ora e mezza dopo...

Mello aveva fatto piu in fretta di me a dipingere due pareti...
Le piu lunghe dell'aula.
Mentre io ancora ero a metà della seconda.
Le tutine ormai erano abbastanza sporche.

Schizzi d'appertutto.
Per non parlare poi della nostra pelle.

Eravamo macchiati di bianco su braccia, viso e petto.

-Ehi peperone, faccio io buono a nulla-.
Mi diede un'altra spinta e cominciò a dipingere.


-AHI!- urlò mentre lasciava cadere il rullo e si afferrava il polso destro.

L'oggetto cadde per terra e sporcò tutto.
Schizzi ci andarono ovunque continuando a sporcarci.

-Ehi Mello, tutto ok?-
Si era chinato a terra massaggiandosi il punto che gli doleva.

Mi chinai anch'io e gli levai la mano dal suo stesso polso.

-Fai federe- cercai di guardare cosa fosse successo, nel sentire la sua pelle morbida e calda mi sentii meglio.
Forse era la prima volta che lo toccavo così. Anzi, effettivamente era la prima volta che non era per una lite, una spinta o per qualsiasi altra cosa che non fosse volontà di toccare.
-Non mi toccare!- e si scrollò da me.
-Ahi- disse di nuovo.
-Ti fa male...è ovvio che è indolenzio. Fammi capire che cosa è successo. Forse l'hai sforzato troppo-gli afferrai ancora il punto dolente tra le mani- oppure ti sarai preso una storta...-
-Sarà stato nel bel mezzo di una scazzottata-mi interruppe acido.
E si tolse di nuovo dalla mia presa.



Si alzò e cercò di non fare presa sul polso nel modo di mettersi in piedi.
Lo aiutai.
-Non sono invalido, smettila di preoccuoparti per me! Sembri mia madre, peperone!- sibilò l'ultima parola a denti stretti.
Si scostò il gomito che tenevo dalla mia morsa e io, che davo le spalle al muro, nel modo di muovermi persi l'equilibrio e feci per cadere.
Mi afferrai a Mello tirandolo verso di me.
Per fortuna le mie spalle incontrarono il muro e mi appoggiai con un tonfo.

Mello cadde addosso a me e nel modo di afferrarsi si aggrappò, con la mano dolente, nella tutina, nella parte sotto l'ombellico, infilando le dita,gelide sui polpastrelli, nell'elastico delle mie mutande.

Il suo tocco di ghiaccio mi fece uscire un gemito, un sussulto.

Mello alzò gli occhi e incrociò il mio sguardo.

-Mello ....io.... cioe tu....- non sapevo neanche io cosa dire.
Mi mancò il battito di un cuore.

-Tu cosa?- disse continuando a fissarmi negli occhi con una sguardo intenso.

Chissà cosa stava pensando.

-Ecco...le tue dita sono gelide!- un'altro falsh mi affiorò nella mente.
-Ops- sfilò la mano e fece per cadere di nuovo in ginocchio.

Lo afferrai in un modo che neanch'io me ne resi conto e alzandolo dalle spalle lo inchiodai al muro.

Mello mi fissava senza dire una parola.

Gemette dal dolore, evidentemente si era appoggiato male al muro con il polso sbagliato.
Gli scivolò la bretella sinistra sulla spalla e lasciò scoperto metà del suo petto.

Un'attimo dopo ero aderente al suo corpo.

Ci fissavamo ancora negli occhi.

Stavolta pensavo seriamente di baciarlo.
Avrebbe ricambiato?

Dovevo provarci?

E se dopo mi avrebbe picchiato sicuramente?

"Carpe Diem" pensai...

Dovevo cogliere l'attimo.

Mi avvicinai...esitante.

I nostri respiri si confondevano, eravamo vicinissimi.

Dovevo dirgli qualcosa.



-Sai che a nove centimetri scatta il bacio?- sibilai chiudendo leggermente gli occhi e con le dite sfiorai il profilo delle sue labbra.

Mello chiuse gli occhi ed ebbe un sussulto. Evidentemente avevo le dita fredde anche io.

-N-non o-osaree- sibilò mentre ancora ansimava leggermente.

Desideravo con tutto me stesso premere le mie labbra contro le sue.

In quel preciso istante la portà si spalancò.
Il prof ci vide in quella posizione e scattai via da Mello, a mio dispiacere!

-Emm...vedo che siete molto legati. Piu di quanto pensavo-.
-Non sono legato a nessuno io- ribbatté Mello con il suo solito tono da presuntuoso arrogante.
-Affrettatevi a completare il muro e poi filate a casa.
Ne ho abbastanza dei vostri volti- il prof sparì di nuovo richiudendo la porta.

Mi voltai verso Mello che teneva basso lo sguardo, pensieroso.
Si strofinava le dita sul polso, come se potesse guarirlo tutto un tratto.













L'aula pochi minuti dopo fu completamente finita. Bianca e candida dome la neve, parete dopo parete, era pulitissima.
Io e Mello non ci scambiammo altre parole.
Restammo in silenzio per tutto il resto del tempo durante la pittura.



Quando il prof venne a dirci che potevamo andare, il biondino prese i vestiti e corse a cambiarsi in bagno. Tornò solo per posare la salopette e poi sparire.
Io fui piu lento di lui...feci tutto con calma.
Mi sentivo giù di morale.

Avevo sbagliato qualcosa?
Se non avesse voluto si sarebbe tolto prima, no?

Non so se ci avrei piu provato.
Mello mi piaceva davvero.
Ma forse mi illudevo.

Tornai a casa strisciando i piedi e giocando con malavoglia al mio game-boy.

Mi sdraiai sul letto e la batteria della console si esaurì.
Rimasi a fissare lo schermo vuoto, triste e spento.
Spento come il mio cervello che non pensava ad altro.
Ad altro che a Mello.

Alle sue labbra.
Vicinissime alle mie.
Al suo respiro caldo che si confondeva con il mio.




Mello....


Ci sarà mai qualcosa tra noi?




























































Grazie a tutti ancora...aspetto numerose recenzioni.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Recensite e dite qualunque cosa.

Grazie,
Baci Ranky. ^^







 

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Capitolo 5
*** ::.. Cinema ..:: ***


MxM 5












Grazie come sempre per le lettura numerosissime e per le recenzioni.
Alla fine di qsto capitolo farò dei ringraziamenti a ogniuno ^^
Adesso vi lascio al capitolo ,Nuona Lettura!
Baci...


































Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!!!
Stum!
-Ahia!- esclamai alzandomi di scatto al suono della sveglia.
Avevo battuto la testa sulla mensola sopra il letto.

Mi misi seduto, come ogni mattina, e iniziai a stiracchiarmi prima di una bella doccia.

Mello....

Fu il mio primo pensiero da sveglio dopo il dolore alla testa.





Mentre l'acqua bollente della doccia scendeva lungo il mio corpo ancora mezzo addormentato e lento nei movimenti, pensavo al suo comporamento.
Perche Mello si era lasciato avvicinare tanto?
Perche poi scappava?
Era davvero cosi duro di carattere come diceva?
Perche non mi ha respinto?

-Uff...Non mi è mai capitato di stare cosi per un amico! Ma che mi prende? da adesso mi piacciono anche i ragazzi?- dissi sotto la doccia non curante del fatto...che stessi parlando realmente da solo.

Io, stavo uscendo pazzo per quel biondo mangiatore di cioccolate che mi trattava male.
Ma perche non avevo il coraggio di dirgli che mi faceva impazzire?
Perche anche se mi trattava male non avevo la forza di arrabbiarmi con lui?

Forse...

Forse perche in fondo a me faceva impazzire lui proprio cosi com'era...Acido, arrogante, presuntuoso e mascalzone.
Si!
Quello era il mio Mello.
E non dovevo darmi per vinto.

Lui avrebbe cambiato carattere prima o poi.








Scesi per vedere cosa c'era per colazione, non ero molto affamato.

-Buon giorno zia!- dissi sorridendole e mostrandole tutti i miei denti.
-Buon giorno!-fece altrettanto- ti va della torta di mele? L'ho fatta ieri sera. Purtroppo non te ne sei accorto dato che sei andato a letto presto-.
-Mmm...ok grazie...Posso portarne anche un pezzo a scuola?- dissi azzannando un fettina di torta.
-Certo. E' per quel tuo amico? Vuoi Fargliela assaggiare? Ottima idea. Magari qualche volta potresti portarlo a cena-.
-Grazie zia ma Mello non è un tipo da cena a casa di amici- afferrai il monospalla e diedi un'altro morso al dolce.
-Quindi si chiama Mello?! Bhe come meglio credi, io sono disponibile a preparare un'ottima cena-
-Puoi farcire la sua fetta di torna cn un pò di cioccolata, zia cara?-
-Ok, faccio un attimo e poi puoi uscire-.


Aprendo la porta d'ingresso notai che la giornata era piuttosto soleggiata.
Ma il freddo altrettanto pungente quanto splendente il sole.
Abbassai i miei occhiali e, finendo l'ultimo pezzo di torta, afferrai il game-boy e mi diressi alle fermata.

Di Mello non c'era traccia nel bus.
Pensai che quindi fosse in ritardo e sarebbe arrivato come il primo giorno.




Quando fui davanti il cortile della scuola mi accesi una sigaretta e aspettai invano un'auto che sarebbe arrivata a lasciare il mio Mello.
La campanella suonò e di lui, non c'era traccia!


Arrivai in aula incrociando le dita, sperando che non avessi visto la macchina o che si trovasse li per qualche motivo che non mi sarei spiegato.
Non mi interessava, lìimportante era che l'avrei trovato in classe.
Niente.
Mello non venne a scuola.
Mi sentii un vuoto dentro. Come una parte mancante.

MI sentivo vuoto, come se la mattinata fosse stata inutile.
Mi ero svegliato solo con il pensiero di vederlo, e ora che non c'era tutto era una delusione.
Sarei voluto sprofondare nel pavimento, oppure tornare a casa ad affondare la testa nel cuscino, ascoltare buona musica ed addormentarmi con la speranza di sognarlo.
Dormire.
Dormire per fare passare piu in fretta la giornata.
Cosi sarebbe già stato il giorno dopo.
E forse ci saremmo rivisti.

La prima ora in classe, senza essere disturbato dai lamenti di Mello, fu noiosa.

L'inglese non mi era mai sembrato tanto noioso.

L'orario di oggi prevedeva l'uscita di scuola alle due.

Quando suonò la prima ora e il prof andò via...non avevo neanche voglia di alzarmi e provare ad andare a guardare il passeggiare nel corridoio della scuola.

L'ora seguente, matematica, sarebbe stata, oltre che imbarazzante, monotona.

Il prof entrò in classe con un sorriso smagliante.
Annusò l'aria, che sapeva ancora di aula appena dipinta, e mi rivolse uno sguardo che mi fece arrossire.
Sentii il calore avvampare le mie guancie.
Che brutta figura.

Con che occhi mi guardava quel prof?

Dopo minuti, che mi sembrarono interminabili, il prof, ancora sorridente, si decise a spiccicare una parola.

-Ottimo lavoro Matt. Non c'e oggi il tuo amico Mello?-
-No prof-.
Era stato tutto come uno schiaffo.
-Sta forse male?-chiese sempre con un sorriso da ebete stampato in quel volto da orso divoratore di salmoni.
Un 'orso che interrompeva attimi fuggenti...momenti di baci.
Stavo già iniziando ad odiarlo.
-Non ne ho idea professore-.
-Ma non siete migliori amici ?-
-Neanche di questo ho la minima idea-
-Vabé...passiamo alla lezione di o...-

TOC TOC TOC!!!

Il prof si fermò di palrare e ci voltammo tutti verso la porta.
Un'anzia iniziò a salirmi.
Mi mancarono quattro battiti del cuore, solo pochi istanti dopo mi ricordai che dovevo riprendere a respirare.

-Avanti- disse il grizzly.

Incorcia le dita sotto il banco e guardavo alla porta con occhi sgranati.

Mello?

Sarebbe entrato a seconda ora?

La porta si aprì.

-Prego...-

-Salve prof...-
-Mi dica!-
-C'è una circolare per i ragazzi- disse il bidello della scuola.
-Si si...vediamo-.


Il prof iniziò a leggere.

-Si comunica ai ragazzi che domani, molte classi dell'istituto, si recheranno al cinema a vedere il film "L'amore al tempo del colera".
I coordinatori di classe sono pregati di accompagnare le classi del biennio e triennio sotto la loro tutale e di controllare autorizzazzione e di mettere le presenza davanti il cinema.
I ragazzi dovrenno versare un contributo, che verrà comunicato domani stesso, per la visione del film.
A fine del film, i ragazzi delle varie classi verranno licenziati-.


La notizia aveva scatenato nell'aula un brusio di voci che dava un fastidio alle orecchie insopportabile.

Me ne restai zitto, nella mia mente si formava l'immagine di me e Mello nel buoi del cinema.
Un sorriso mi spuntò sugli angoli delle labbra.

-Silenzio ragazzi. Grazie signor Takenada-.
-Arrivederci professore, arrivederci ragazzi!-
-Arrivederci- risposero all'unisino.

-Purtroppo- riprese a parlare il prof non appena il bidello chiuse la porta- ci sono alcuni assenti.
Qualcuno di voi dovrà comunicare con i non presenti. Matt- mi indicò- tu chiamerai il tuo amico a casa o al cellulare-.
-Io?-
-Ci sono altri Matt?-
-Ok professore- stavolta stavo entrando in iperventilazione.

Mello non avrebbe mai sopportato una cosa del genere.

Io che lo chiamavo a casa?
Al cellulare?
Oddio.

-A fine ora...Guarderai nel registro e ti prenderai tutto.
Proseguiamo con la lezione-.










Rimasi tutto il giorno a fissare il sole e le strane forme delle nuvole fuori dalla finestra.
Della spiegazione  non capii nulla.

Pensavo e ripensavo al cinema.
Cosa sarebbe successo?
Mello sarebbe venuto?
Come avrebe reagito sapendo che avevo i suoi dati?

Si sarebbe incazzato parecchio.




Suonata la campana, mi alzai e controllai il registro. Presi numero di cellulare e numero di casa e per precauzione, mi scrissi acnhe la via.



A ricreazione, mangiai il pezzo di torta che avevo portato per lui.
Rimasi triste in classe a gustare il sapore che lui amava tanto.
Cioccolato.

















Tornato a casa andai a distendermi nel letto.
Presi il cellulare, il bigliettino cn i dati d Mello, e fissavo il displey e il biglioetto.

-Lo chiamo o no? A casa o al cellulare? Vado a trovarlo?-
Stavo di nuovo parlando a voce alta.
-Lo chiamo prima a casa!-
Composi il numero e chiamai.

Primo squillo.


Secondo squillo.


Terzo squillo.


Quarto.


Quinto.


Sesto.

Cadde la linea.


-Che strano...forse non c'e nessuno in casa. Provo al cellulare-.

Composi anche l'altro numero.

Il telefono restò muto qualche istante.

Poi una voce femminile mi informava che era staccato....

Ad un tratto mi venne mezzo infarto.
Riconobbi la voce.

Purtroppo solo la segreteria.

" Salve, questa è la segreteria di Mello. Se la state ascoltando il cellulare deve essere scarico oppure staccato. Vi richiamerò il prima possibile. Lasciate un messaggio dopo il beep"

Chiusi la chiamata prima ancora di sentire il suono.

Ero ancora vestito.

-Va bene Matt- parlavo ancora ad alta voce e stavolta mi chiamavo anche da solo, stavo diventando un caso disperato- Devi farti coraggio ed andare a casa sua.Magari potrebbe essergli successo qualcosa. Dannoso per com'è! Verso le sette sarò da lui-.
Cercavo di convincermi da solo.
Cercavo di darmi coraggio.

L'idea che mi avrebbe preso a calci nel sedere era fissa nella mia mente.












Si fecero e sette.



-Zia, io esco un attimo. Torno tra un pò-. Mi chiusi laa porta alle spalle
Il freddo era piu pungente di prima.
Era già buoio e mi incamminai stringendo nella tasca del guibbotto il fogliettino con l'indirizzo e i numeri.

Arrivai finalmente a destinazione.
Presi l'ascensore entrando nel palazzo.
Premetti il pulsante del dodicesimo piano e aspettai.


TLIN!

Le porte si aprirono e un anzia mi premeva lo stomaco.

Arrivai davanti la porta.....e suonai il campanello.

Prima volta.

Aspettavo che la porta si apreisse.

Seconda volta.

Battevo il piede dal nervosismo.

Terza.

"avanti apri" pensai tra me e me.

Non mi accorsi, intanto, che dietro di me si era fermato l'ascensore.














-Che ci fai tu qui, peperone?-
Sussulatai e mi votlai di scatto.
-Oh...M-Mello...e-ecco i-io...-
-Come fai a sapere dove abito? Adesso ti sei messo anche a spiarmi?-

Ero troppo preso dalla paura che quasi nom i accorsi di come era vestito Mello.

Giacca e cravatta.

Vestito nero lucido, perfettamente aderente al suo corpo.
Cravatta grigia e scarpe nere lucire a punta quadrata.
Il suo volto, piu visibile grazie a dei capelli leggermente piu sistemati - probabilemte piastrati - era mozzafiato.
Rimasi a fissarlo a bocca aperta mentre ancora aspettava la mia risposta.

-Ah..Ah...e-ecco Mello...-esitavo...avevo la bocca che si stava sciugando a forza di tenerla spalancata.
-Lo so! E' strano vedermi vestito cosi. Matrimonio in famiglia-.
-Aaaah. Stai benissimo comunque-
-Smettila peperone- prese dalla tasca un barretta di cioccolato, la scartò e la morse in un angolo- dimmi piuttosto che ci fai qui-.

Da dietro di lui, spuntò una donna bellissima.
Capelli buondi leggermente raccolti sopra la testa.
Un vestito aderente nero che metteva in risalto le sue curve.
Laminato sui bordini.
Aveva indosso a coprirla da l freddo, una pelliccia.
Scarpe con un tacco da vertigini.

-Mello fogliolo. Fa feddro qui...E+ un tuo amico?-
-NO!-
-Salve signora, sono Matt- e le tesi la mano che mi strinse sorridendomi affettuosamente.
-Ma che bel nome, proprio come te, sei davvero un bel ragazzo!-
Mello sbuffò.

-Avanti ragazzi- disse la mamma di lui- entriamo dentro a prendere della cioccolata calda-.
-Ottima idea signoraa...-
-Chiamami Sestura-.



L'appartamento di Mello era in ordine perfetto.
Un'odore di cioccolata invadeva la casa.

Mello senza neanche darci retta filò in camera sua togliendosi la giacca del completo.

-Allora, Matt, sei compagno di classe di Mello?-
-Si...Sto cercadno anche di essere suo amico.
-Dagli tempo...è un tipo difficile. Eccoti la cioccolata- mi porse una tazza caldissima piena di cioccolata.
Il profumo era inebriante e sembrava squisita.

Dall'angolo della cucina apparve Mello.
Una visione celestiale, camicia un pò sbottonata sul petto.
La perfezione dei capelli di prima era svanita.
Sembrava uscito da una rissa.




-Peperone, dev ancora stare qui a parlare con mia madre e a prendere il tè?-
-Non sono una vecchia di quelle io, stupido Mello- gli fece eco la madre, che poi si voltò per guardarmi- vai figliolo. Parliamo un'altra volta-.





lo seguì fino in camera sua.
-Sto aspettando che mi dici cosa ci fai qui-.
-Non ti va la cioccolata?-
-E' calda. Odio le cose calde. Devo ripetere la domanda o ti butto fuori a calci nel culo? A te la scelta!-
Ecco la paura di essere buttato fuori in malomodo.
-Sono qui perche me l'ha chiesto il prof di matematica di falro.
Domani c'e il cinema e dovevo avvertirti, ha pensato che per avvertire te io ero la persona piu adatta-.
-Spiegami qsto cinema- prese di nuovo la barretta di cioccolato che non aveva ancora finito e giaceva sul comò e diede un'altro morso.

Spiegai la situazione e mi ascoltava dandomi le spalle e gustandosi la sua tavoletta.
Annuiva di tanto in tanto.
Poi si mise in piedi e cominciò a risistemarsi.

-Che palle!- esclamò nel piu scocciato dei toni.
-Bhe sarà un'esperienza interessante-
-Credi ciò che vuoi. Adesso se non ti dispiace devo riprepararmi per uscire. Desso c'è la sala. Quindi : fu.o.ri. dal.le pal.le!!-
Mi afferrò per l'avambraccio mi buttò fuori dalla stanza.

Mi affrettai ad uscire e davanti la porta sua madre urlò dalla cucina, evidentemente i miei passi non erano felpati.

-Torna presto caro Maaaaaaaatt- quella donna urlava davvero tanto.
Il suo tono di voce era squillante come un telefono della polisia.







Torna i strada.

La serata era freddissima e quando arrivai a casa mi precipitai a fare una doccia calda.

Poi...senza neanche cenare....mi al sonno.







Senza neanche capire il momenti in cui mi ero addormentato...sognai.
Sognavo me e Mello davanti al cinema, mano nella mano, che entravamo, compravamo dei pop corn e andavamo a sederci isolati dal resto della gente a gustarci un film romantico.
Lui, appoggiato alla mia spalla, e io appoggiato alla sua testa.
Riuscivo a respirare l'odore dei suoi capelli di miele.




Il suono della sveglia. il giorno dopo mi riportò alla realtà di un Mello acido.
Che dovevo rendere mio amico a tutti i costi.


Destinazione cinema.































Ringraziamenti per le recensioni:

Soleya: Grazie tante per le tue recensioni. Mi fa trpp piacere che qsta storia ti piaccia tanto. Spero di non deluderti. Tu continua a seguirmi io farò del mio meglio.
Se ti va leggi anche le mie altre storie e recensisci ^^ baci Ranky :D


NekoRika: Grazie per i tuoi consigli...mi hanno aiutato molto. E la devi smettere di scrivere storie così tu. T_T mi hai fatto piangere tanto con la storia "al sapor di cioccolato", veramente stupenda, fantastica. Grazie ankora. Continua a seguirmi e a recensire, KISS ^^

FeEChAn: Grazie anche a te, spero di non deluderti con i capitoli e le mie idee. Peperone...Bello come soprannome eh? Piaciuto il ridipingimento dell'aula?? XD Grazie ankora tanti baci Ranky ^^.

Alynna: Grazie anke a te, sono troppo felice che questa storia ti piacciam cosi tanto, Vedrò di non deludere le tue aspettative, Continua a seguirmi e a recensire ^o^ ^//^

angelica_89: Grazie tnatissimo anche a te. Strano davvero un uomo che scrive FF yaoi no? XD Bhe che ci posso fare ?? MI piacciono proprio tanto ste cose...XD. NOn sono un tipo poi cosi "normale" XD. =P BAci anke a te, grazie recensisci ankora, e soprattutto seguimi, Xiau.

kiaaxel18: ehi, devo ringraziare anke te, Anke io ho odiato il prof, ma doveva andare cosi XD! sei una fan di Axel? io adoro Riku...e come yaoi sono pazzo di RikuxSora XD...Recensisci e seguimi, baci anke a te, Ranky.

SPLITkosher: Grazieeeeee^^ eccoti il seguito. Spero continuerai a seguirmi. Ti raccomando recensisci ancora, baci Ranky. XD



Ps: Non ho avuto tempo per rileggere il capitolo purtroppo....Non siate cattivi se trovate errori. / Io aggiorno le storia di sera la maggior parte delle volte...!!!
kiss a presto.








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Capitolo 6
*** ::.. L'Amore al Tempo Del Colera ..:: ***


MxM 6

























Devo ringraziarvi veramente tantissimo, siete davvero troppo buoni! Alynna mi fai morire dal ridere XD e anke voi altri....
Smettetelaaaaaaa XD troppo simpatici! Non vi deluderò con la storia, Continuerò a scrivere per voi ke seguite questa Ficcy.
Devo anche ringraziare tutti voi che avete messo la storia tra i preferiti, veramente in tanti, sono sbalordito O.o
Cmq dai, avete già aspettato abbastanza e starete morendo
dalla curiosità.
Vi lascio cn affetto *_* al capitolo.
Buona lettura e recensiteeeee
kiss Ranky.

































Uscì al gelo dell'inverno, il game-boy in tasca, gli occhialoni messi e il mio adorato giubbino.

L'incontro era davanti scuola per le otto, e io, alle sette e quarantacinque, ero ancora alla fermata.

Il bus non si affrettava a passare. Nervoso com'ero, prima di prendere l'autobus che finalmente dopo dieci minuti si decise ad arrivare, mi fumai due sigarette di fila.
Il game.-boy, come se non bastasse, era scarico.

Allora presi il mio mp3 e riaccesi.

Era ancora fermo alla canzone che avevo lasciato giorni addietro. My Heroine.

Mello.

Ca**o.

Sbuffai e mi feci largo tra la folla sul mezzo per scendere alla fermata di scuola.
Del biondo ancora niente traccia.
Non era nel sul bus ne fermo a scuola.

Sarebbe venuto?

Doveva esserci....
Avanti Mello....
...sbrigati.





-Buon giorno ragazzi- ci salutò l'orso.
Erano le otto e quindici e dovevamo essere già tutti li.
Ma di lui ankora niente.
-Allora? Ci siamo tutti?- chiese alzando il collo a vedere chi era presente.
Quasi tutta la classe tranne due o tre persone.
" Ci siamo tutti un corno" pensai tra me e me.

-Ehi ehi- urlò una voce lontana- scusate il ritardo!-
Mello era stanchissimo e anzimava per la corsa.
-Ho perso il bus e mia madre dorme ancora, ieri sono andato a letto tardissimo Orson...ehm professore. Scusi il ritardo- disse con il respiro affannato.
-Non preoccuparti. Andiamo ragazzi. Il cinema non è molto lontano da qui. Andremo a piedi- una massa di lamenti si sentii attorno al prof.
Mello accanto a me sbuffò.



Per tutto il tragitto non fece altro che stare zitto e camminare qualche centimetro dietro di me.
Non ci dicevamo una parola.

Era arrabbiato con me per aver fatto irruzzione a casa sua?

Aveva forse troppo sonno?

Cavolo come facevo a salperlo? Non avevo neanche il coraggio di guardarlo.



Anche con quel poco dialogo che avevamo avuto, lo ritenevo già il mio migliore amico, essendo anche l'unico.
Sembrava capirmi sempre anche se non mi calcolava.
Lungo la strada, per quelle poche occhiate di sottecchi che riuscì a dargli, contai cinque o sei sbadigli lunghissimi.





Giunti davanti il cinema, il prof ci fece mettere a cerchio attorno a lui per spiegarci qualcosina.
Il cinema era colmo di ragazzini della scuola.
Fin troppi bambini.

-Allora ragazzi, la prof di Inglese mi ha detto che dovrete fare una relazione su questo film- Mello sbuffò ancora una volta per poi sbadigliare- e vuole anche che gli scrivete delle opinioni su quello che ne pensate di questa storia. Quindi, vi invito a stare attenti e ad ascoltare tutti i dialoghi e a non perdere le vicende-
-Col cavolo- sussurò al mio fianco il biondino.
-Bene....detto tutto, entriamo!-


Il cinema era abbastanza accogliente e il calore dei riscaldamenti faceva rilassare i muscoli.
Fuori il freddo era troppo pungente.
Facemmo i biglietti e poi ci accomodammo nella sala per prendere posto.

Mello, stranamente, si sedette accanto a me, alla fine della fila, accanto a lui, alla sua sinistra, non c'era nessuno, mentre alla mia destra una mia compagna di cui ancora non sapevo neanche il nome.


-Io sono venuto per non fare un'assenza, dormirò per tutto il film e guai a te se mi svegli- Mello si voltò per parlarmi e il suo viso era vicinissimo, le punte dei nostri nasi si sfioravano e solleticavano.
-Poi mi farai un riassunto tu peperone- si mise comodo e cercava una posizione per addormentarsi.
-Scordatelo, non sono il servo di nessuno biondino- dissi senza neanche degnarlo di uno sguardo.
La mia tensione si sciolse appena le luci furono spente.
-Tsk!- chiuse gli occhi e appoggiò la mano destra al bracciolo della poltrona.



Dei primi minuti di film non ne capii niente.
La mia testa era da un'altra parte.
Con lo sguardo saltavo dallo schermo alla mano di Mello.
Volevo toccarla...stringerla.







Avvicinai la mia mano e provai a sfiorarla.
La toccai con la punta del mignolo.
La sua pelle, calda e morbida, mi fece tremare le gambe.
Sentivo come un calo di pressione.
Il cuore accellerò e un calore mi avvolgeva il collo.
Sentivo avvampare le mie guance.
Poi, mi decisi.
Misi tutta la mano addosso alla sua e intrecciai le sue dita con le mie.



Mello russava silenziosamente.


Non si accorse di nulla.














Restai cosi, in tensione, tra la paura che si svegliasse e mi spaccasse il setto nasale,la paura di essere visto dalla mia compagna e l'emozione nel contatto con Mello.
Restai per minuti interminabili in quella posizione sperando che il tempo si fermasse.
Non volevo finisse.
Quando le luci si sarebbero riaccese per il primo tempo quella magia sarebbe svanita.
Poi qualcosa cambiò.





Mello si mosse nel sonno.
Non lasciò la mia mano.


Si voltò leggermente con il corpo verso di me.
Evidentemente dormiva profondamente.


La mia compagna tossii due volta e saltai in aria.

Lasciai la presa e mi strinsi le mano al petto.
Braccia conserte e gamba destra accavallata alla sinistra.




La mano di Mello cadde su un punto critico.


Avevo il suo palmo, che trasmetteva calore umano, sul mio organo riproduttivo.

Mi si gelò il sangue nelle vene.

Oddio.

I soliti flash.

Che cosa dovevo fare?
Scrollarla?

Non ci pensavo neanche!

Mi tremavano le mani....

Qualcosa poi catturò la mia attenzione per pochi attimi.

Mello, con la testa sulla poltroncina girata verso di me, bocca spalancata e occhi teneri chiusi, sussurrò qualcosa.

-matt...e che, io... matt...-

Cosa stava dicendo?

Mi stava sognando?
No
Non ci credo.

Non può essere, se mi stava sognando sicuramente nel sogno mi picchiava.

La mia attenzione tornò di nuovo sulla mano.

Una reazione, che non avrei mai voluto accadesse, accadde.

Il mio organò si indurì.
Lo sentivo muoversi e crescere sotto l'intimo.

La mano di Mello lo poteva sentire bene, se solo lui fosse stato sveglio.

Poi, non so se dire per fortuna o sfortuna, si voltò dall'altro lato e stavolta, mio malgrado, mi dava le spalle.

Pochi secondi dopo la luce del fine primo tempo si accese.
E io mi resi conto che del film non ne avevo capito una mazza.

Mi alzai di scatto nascondendomi dallo sguardo della mia vicina, tra la folla.

Andai fuori e mi accesi una sigaretta.

"Aaaah ci voleva per rilassarmi un pò" pensai.

Il tempo di fare due tiri e poi sentii la porta del cinema aprirsi dietro di me.

Uscirono un bel pò di bambocci, che, alla loro età, dovevano fumare.
Ridevano e scherzavano facendo chiasso.

Un tuono fece zittire tutti per un attimo.











-Ehi rossiccio-
Mi voltai a guardare quella mandria di pischelli.
-Non è che hai da offrire qualche centesimo?-
Sembrava il piu bullo della situazione. Alto, capelli lunghi legati a coda di cavallo con un elastico che sembrava usato da anni, mascella prorompente e sguardo da mafioso.
-Anche se li avessi non te li presterei-mi voltai e continuai la mia fumata.
-Modera il tono semaforo-
Si aprì la porta e Mello fu lì in un lampo. Come se avesse origliato tutto.
-Ehi bada a come parli, lui è peperone, chiedete scusa- intervenne.
-Che fa lo difendi, faccia di cuoio?-
Mello fece per alzarsi le maniche.
-Senti bello...Posso spostarti i connotati con un solo pugno-
Un'altro lampo e poi un tuono.

Il silenzio regnava tra i presenti.
Mello  e il tizio si guardavano con aria di sfida.

Dal cielo, iniziarono a cadere le prime gocce di una pioggia che piu in là si sarebbe trasformata in un acquazzone.

-Rientriamo Mello...- dissi gettando quello che rimaneva della mia sigaretta.
-Sta zitto, non devi dirmi quello che devo fare- lo guardai un attimo poi, come al solito, mi arresi alla sua arroganza e aprì la porta per entrare.






Il film riprese.
Il posto di Mello era ancora vuoto.
Poi notai piu avanti il tizio che mi aveva chiesto dei soldi, con tanto di comitiva.

Contai fino a dieci per scrollarmi l'idea dalla testa che Mello se ne fosse andato a casa.

Spuntò con tre barrette di cioccolata pronta da divorare.













Per il resto del film sentivo solo la carta argentea che si strappava e il rumore dei morsi che spezzava i quadrati del dolce.

Quando la ragazza del film si ammalò di colera, Mello aveva già finito il cioccolato e si rodeva muovendosi nella sedia come un bambino dal dottore.













Il film finì, e io, avrei preso senz'altro un voto orribile in inglese.

Tutti si salutarono fuori dal cinema con il prof e andarono a casa.
Io restai lì davanti il tempo di una sigaretta.
Poi Mello fu di nuovo al mio fianco.

Si mise il cappuccio.
Pioveva a dirotto e io e lui eravamo riparati sotto l'insegna del cinema.

Da lontano notai gli stessi ragazzi di prima.
Uno di loro ci indicò facendo voltare il "boss".Poi si avvicinarono nuovamente.



-Ehi ragazzi, guardate chi sono. I tipetti di prima-.
Mello ringhiò sotto il cappuccio.
Se lo tolse e lo guardò in cagnesco.
-Sembrate marito e moglie. Chi fa la ragazza? Tu semaforo? Il maritino ti difende?-

Mello corse senza pensarci due volte e diede un pugno in viso al capo della truppa.
Ci fu una vera e propria lotta.
Mi precipitai a salvare Mello.
Volevo tirarlo fuori ma non capì molto.

Un pugno in faccia mi fece cadere a terra e la pioggia mi accecava.
All'inizio non sentii niente.
Poi mi rialzai e diedi una ginocchiata allo stomaco di un tizio basso.
Loro erano in cinque.
Mello era alle prese con il piu grande.

Mi precipitai a dare pugni alla schiena a quello che avvinghiava Mello sotto la sua stretta.
Picchiavo e picchiavo.
Poi ricevetti un pugno sul labbro e uno allo stomaco.
Il senso di vomito non mi fermava.
Mello mi aveva difeso.
Non potevo fare la femminuccia.
Afferrai per il collo il grosso e gli diedi un colpo di nocche sul naso.
Lo sentii friabile.
Si abbassò per il dolore e ne approfittai per dargli una ginocchiata allo stomaco e pestargli con violenza un piede.
Mello si stava divertendo con gli altri.
Poi due di loro corsero via.

Ci fermammo un attimo.

La pioggia cadeva incessante, eravamo ormai fradici.
Sulle labbra sapore di ferro.
Sangue.

Gli altri scapparono e io e Mello ci guardammo.
Gli sorrisi ma si voltò.
Sputò a terra e si mise a correre.


-Ehi Mel....aspetta!-
Lo segui sotto la pioggia.

Correva e correva.
Solo a metà strada capii che era diretto a casa sua.

Arrivammo al porticato.
Prese l'ascensore lasciandomi fuori e feci le scale di corsa.


Arrivai stanco morto e trovai la porta d'ingesso socchiusa.






Entrai e le orme d'acqua conducevano al bagno.
Mello era li e si stava asciugando i capelli.

-Perche mi hai seguito?-
-E tu come mai hai lasciato la porta aperta?-

Mi lanciò un'occhiata dallo specchio dove si stava riflettendo.
Notai che anche lui sanguinava dalle labbra.

-Vattene...-
-No-

Spense il phon e si tolse la maglia.
La visione del suo torso ora era ancora piu bella.
Apprezzavo il suo corpo sempre piu.

Mi avvicinai.

-Non c'e tua madre?-
-Al lavoro-
Si avvicinò e mi inchiodò con lo sguardo al muro.

-Perche ti ostini a seguirmi e ad essere buono con me?-
-Non lo so...-
-Ti tratto male.Non ti sto antipatico?-
-Per niente-.
-Io proprio non ti capisco-.

Si liquidò e si diresse verso la cucina.
Lo seguì e lo vidi prendere dal frigo un'altra tavola di cioccolata.

Tolse l'involucro rumoroso di stagnola e morse la tavoletta.

-Perche non vuoi essere un mio amico?-
-E perche tu vuoi proprio me come amico? Molti potrebbero o vorrebbero esserlo-.
-E' proprio per questo che non voglio essere amico loro. Troppo scontato. Le cose facili non fanno per me-.
-Io sono pericoloso-.
-Non quanto lo è tutta la cioccolata che mangi per il tuo stomaco-.
Riusci a strappare un sorriso a Mello.


Posò la tavoletta sul tavolo e si direzionò verso di me lentamente.

-Mello...tu....-
-Shhh-
Mi afferrò per il collo e mi sbatté allo stipite della porta.

-Ti hanno colpito in viso....Devi mettere del ghiaccio, sta gonfiando!-
Disse con una voce calda.
Passando lentamente il dito, dell'altra mano con cui non mi teneva, sulla ferita.

Sussultai dal dolore, che pochi istanti prima non sentivo.

-E sei anche tutto bagnato....dovresti asciugarti....-

A quel punto i miei occhi incrociarono i suoi e mi sentii perdere nell'azzurro-ambrato del suo iride stupendo.

Chiusi i miei occhi, non avevo il coraggio di guardarlo.









Mello...Mi teneva al muro e aderiva perfettamente al mio corpo.
































^^ spero ke qst capitolo vi sia piaciuto....Recensite .Baci ^^













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Capitolo 7
*** ::.. Cioccolato, Ferro e Saliva ..:: ***


MxM 7












































Aaaaaaaaaaaah, siete trpp buoniiiii *_*
Questa storia prosegue sempre meglio e ne sono contentissimoooooo T_T
Giuro che se continuo è perche mi piace come si stanno sviluppando le scene e perche so ke la state amando.
Grazie sempre per le recenzionio, siete buonissimi.
Alynna: anke io ti voglio bene °_° *_* XD.Ho aggiurnato presto come vedi.
Mi fai morire, anche gli altri non sono d ameno.
Sono veramente felice ke mi seguite.
Adesso vi lascio al capito, spero vi piaccia...
Un bacio a tutti e buona lettura, ma soprattutto....BUONI FLASH! XD
Ranky.











































Con la punta delle dita arrivai a sfiorare il labbro inferiore di Mello.

Sporco, insanguinato, spaccato.

Chiuse gli occhi e si lasciò sfiorare.






La punta delle mie dita fredde, a causa della temperatura del mio corpo bagnado dalla pioggia, lo faceva sussultare ad ogni tocco.

Il labbro tremava di freddo sotto il mio dito che scorreva lento sulla ferita.

Mello, aderente a me, tremava.

Mi liberò il collo e prese la mia testa fra le mani.

Appoggiò la fronte sulla mia e guardava in basso mentre anzimava.

-Mello, stai morendo di freddo-dissi buttando le mie braccia al suo collo e cercando il suo sguardo.
-N-no non s-sento f-f-fred-do...- mi accarezzava, adesso, la gote sinistra con il dorso del suo indice.
-Baciami- fu tutto ciò che riuscì a dire guardando il suo viso mozzafiato e sentendo il suo corpo socì attaccato al mio.


Cioccolato. Retrogusto di cioccolato e nocciole.
Ferro. Mishiato al cacao ferro...il suo sangue.
Umida saliva che giocava a mescolare i sapori.

Calore di Mello.

Il suo labbro spaccato era morbido sotto il mio.

Premeva la sua bocca sulla mia ed era già con la sua lingua a cercare la mia.

Non esitai.

Tremavo, non per il freddo, ma per l'emozione.





Mi cercava, girava e rigirava dentro di me solleticandommi il palato.
Mentre con le mani pi scompigliava i capelli sulla testa.

Capelli umidi che prendevano la posizione in cui lui li metteva.

Uscì dalle mie labbra e fu il mio turno di esplorare.

Gli afferrai i capelli con una mano, mentre con l'altra spingevo il suo fondoschiena verso di me.

-Oh Matt...- sussurrava nei brevi attimi che ci separavamo.

Il suo respiro cresceva.

Sentivo i suoi polmoni gonfiarsi in petto.

Le sue mani cercare ingorde i lineamenti del mio viso.

Di nuovo cioccolato.

Mello sapeva di cioccolato.




Il suo profumo mi inebriava, riuscivo a sentire il suo odore, come nei miei sogni.

L'odore dei suoi capelli come il miele.

La fermezza dei suoi occhi sui miei mentre mi guardava.

Credevo di sognare.



-Mello...dammi un pizzicotto, dimmi che non sto sognando- Presi il suo viso tra le mani e lo fissavo intensamente.
-Dimmi che non era amicizia quella che cercavi dall'inizio- sentii sfumare la magia di quell'attimo.
Ma fu solo per un momento.

Tornò a baciarmi e a cercare la mia lingua.

Le nostre lingue stavano giocando.
Si spingevano, si giravano l'una attorno all'altra e soprattutto, si gustavano.

Si staccò di nuovo.

-Questa cosa quanto potrà durare? -fece una lunga pausa. Io non sapevo cosa rispondergli.
Poi riprese.
-Io non sono cosi Matt- e abbassò lo sguardo che fino a pochi secondi prima mi apparteneva, mi schiavizzava.
-Neanch'io Mello. Io non so perchè. E' la prima volta che mi capita una cosa del genere con un ragazzo. E' come se...-
-Fossimo legati da un filo invisibile da tempo?- mi anticipò.
-Si. Come spiegarlo?! Mello- lo scrollai per farmi guardare- non importa quanto durerà, chi lo saprà e se lo impediranno.
Non impediranno l'accadere delle cose, lo svilupparsi della storia. Se hanno qualcosa da ridire ...ecco...loro non possono capire.
Il cuore è uno solo. Uomo o donna. Si ama allo stesso modo una persona. Io non so spiegarmi perche con te, ma ne sono felice-.

Abbozzai un sorriso.

-Peperone....il mio Peperone...- mi stampò un baco e sorrise sghembo.

Mi prese per mano e mi portò nella sua stanza.



-Eccoti una maglia e un paio di pantaloni-.
Estrasse della roba dall'armadio e dai cassetti.

-Mel non mi verrano mai le tue cose. Tranquillo. Adesso vado a casa e mi cambio. Non preoccuparti-.
-Così rischi un malanno. E quella ferita...Almeno fatti asciugare i capelli-.

Mi trascinò sino al bagno sempre tenendomi per mano.

Prese il phon e mi cominciò a massaggiare i capelli mentre l'aria calda mi rilassava.

Chiusi gli occhi e ripensai a quei momenti prima.

Mello e io ci eravamo baciati.

Cosa sarebbe successo adesso?

Come sarebbe stato il giorno dopo a scuola?





Torna alla realtà.

Mello era lì, con me, e mi stava sciugando i capelli.

Non potei fare a meno di ridere sempre tenendo gli occhi chiusi.
Immaginando lui che si muoveva lento attorno a me.
Con il suo corpo mezzo nudo.
Intento a prendersi cura di me.



Mi voltai un attimo per guardarlo.

-Cosa hai sognato quando hai dormito al cinema?-

Sbiancò.

Poi iniziò a cambiare diversi colori.

Da viola a verde. Rabbia per la mia invadenza.

Da giallo a blu. Isteria.

Infine rosso, di vergogna presumo.

-Ehm, non ho sognato nulla! Cioé non mi ricordo. Tu non c'eri!-
Avvampò sulle guancie e distolse lo sgardo.

-Prima non hai sognato, poi non te lo ricordi e nel sogno, infine, non c'ero- lo guardai lasciandogli intendere che mi sentivo preso in giro. Abbastanza.
Mi voltai e continuò ad asciugarmi.

-Sicuro di non volere i vestiti asciutti?-
-Non preoccuparti. Non sei allora cosi cattivo e presuntuoso-.
-E' una maschera che devo mantenere-
-E perche?-
-Non voglio che mi vedano per quello che sono realmente. Mi prenderebbero tutti in giro-.
-Dovranno solo pensare di farlo e avranno già un nome scritto su una tavola di marmo al cimitero-. Sputai tra i denti.
-Gli altri non sanno cosa si prova ad avere avuto vicende terribili-.
-Io ti capisco benissimo Mel-.
-La prima volta che ti ho visto ho creduto fossi uno di quei bambinetti. Quelli che non ne capiscono niente di nessuno e delle situazioni-.
-Ho capito subito che c'era qualcosa che ti struggeva in petto Mel. Io la prima volta che ti ho visto ho pensato che saremmo andati pienamente d'accordo. Poi con il passare delle ore in tua presenza, e con il passare anche dei giorni, i miei pensieri si sono mutati.
-Vuoi qualcosa piu dell'amicizia? O ti accontenti di avermi solo come amico?-
-Basta che mi stai accanto-
-Affare fatto!-







Mi riprese per mano, stavolta per trascinarmi in cucina.

-Mettiti qui- mi fece segno di sedermi sul tavolo della cucina.

Si abbassò aprendo il frigo nella parte inferiore.
Estrasse alla fine una scatola di plastica per fare i cubetti di ghiaccio.

-Metti questa sul volto-.
-Ahi...fa male...- e iniziai a premere sulla ferita nel punto che ormai, lo sentivo, era gonfiato.
-Vuoi che ti preparo della cioccolata calda?-
-Dammi solo un pezzo di quella che mangiavi tu prima-.

La afferrò dall'altra estremità del tavolo e me la porse.
-Mordi. Ti darà un pò di carica-.

Toc!

Inizia a masticare tenendo sempre il ghiaccio sul viso.

Il livido adesso si sentiva anche nel movimento dei muscoli facciali.

Posai la tavoletta e il ghiaccio.

-Mello vieni qui-
Si avvicinò.

Lo afferrai per il mento e me lo avvicinai.

-Anche tu sei ferito. Metto un pò di ghiaccio?-
-La saliva è meglio di tutto. Basta leccarmi spesso e guarusco in fretta-.
-Allora due salive sono meglio di una-.

Lo avvicinai di piu e leccai il suo labbro inferiore tracciandone il contorno con la punta della lingua.

Mello gemette di piacere e si appoggiò nelle mie ginocchia.

Poi tornai in ava scoperta con la mia lingua.

Labbra morbide e calde che giocavano a sfiorarsi.



Mi afferrò per la maglia e mi sbatté sul tavolo salendomi addosso.






-Matt...non farti stuprare...-anzimava a due centimetri da me.
Sentivo il suo respiro confondersi con il mio.

-Se io ci sto non è uno stupro, giusto?-


Sorridemmo entrambi.


Ad un certo punto sentimmo la porta d'ingresso chiudersi.



Ci voltammo a guardare.

La madre mi Mello era li.

Ci guardava con occhi sgranati.

































Bhe recensite. ^^ Spero che sia stato di vostro gradimento. Aspetto Recenzioni XD.
Kiss Stellati a tutti XD.Ps: Nieeeeeeeeeeenteeeee Domani Twilight mamaaaaaaaa sono trpp in anziaaaa n on vedo l'oraaaaaaaa :D:D:D
Ranky.







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Capitolo 8
*** ::.. Sudore, Pioggia e Violenza ..:: ***


MxM 8















Salve miei fan !
Scusate il ritardo nell'aggiornamento di questo capitolo...Mi dispiace.
la mia vita d recente non è stata il massimo.
Il mio ragazzo mi ha fatto stare male e adesso è finita...
Bhe mi riprenderò.
Eccovi l'aggiornamento. Scrivo per non pensare.
Spero vi piaccia come prosegue questa storia....
Vi raccomando recensite sempr ein tanti che mi fa solo piacere e mi da la carica per continuare.
kiss a tutti e buano lettura.











































I sacchetti della spesa della madre di Mello caddero a terra.

Mello salto giù dal tavolo e io mi accomodai sulla sedia abbassando lo sguardo per la vergogna.


-Mamma...sei tornata...-disse Mello tranquillissimo.
-Tesoro questi sacchetti pesano....- la madre si calmò e riprese a sbattere le palpebre.

Non riuscivo a credere che ci avesse trovati in quella posizione.

Oddio che vergogna...

Avrei pagato milioni per sapere cosa stesse pensando.

Forse era meglio sparire da quella casa.

-Bhe mamma se non mi avverti non posso venire ad aiutarti con i pacchi- azzarò Mello per difendersi dalla madre.
-Credevo fossi al cinema-. Afferrò i sacchetti che le erano scivolati prima e li portò sul tavolo.
-Il film è finito da un pezzo...- disse Mel guardandomi.

-Che avete combinato? Avete litigato? stavate litigando prima?-disse saettando con lo sguardo da me a suo figlio.
-No-riuscì a dire...-siamo stati coinvolti in una rissa e bhe- mi bloccai appena fui inchiodato dallo sguardo di MAMMA Mello.

-Capisco...-inarcò un sopracciglio.
-Avete disinfettato le ferite?-chiese al filgio.
-Si mamma...- che tenero Mel che diceva mamma, finalmente non lo sentivo nervoso.
-Bene...-Tornò ai pacchi...estrasse le varie pietanze e le poneva sul tavolo per poi andarle a sistemare.

Poi passò a me.

-Mangi qui...Matt?-
-Emm...no no! Vado a casa...Sarà meglio...mia zia mi aspetta-.
-Tua zia? non vai a mangiare a casa tua?-
-Io vivo con mia zia!-.
-E i tuoi?-
-Mamma...-gridò Mello...ma feci segno con la mano di stare calmo.
-I miei neanche li ho conosciuti...non ho genitori-. Oramai dirlo era diventato facile.
-Oh, gioia mi dispiace- si avvicinò e mi abbraccio. Restai impietrito.

Mello da dietro le spalle della madre vedendo la scena si mise una mano alla fronte e abbassò la testa.

Ricambiai l'abbraccio...
















-Bhe allora ci vediamo piu tardi Mel?- chiesi davanti la porta.
-No no, non credo di uscire oggi pomeriggio...Ci vediamo domani a scuola-disse serio.
-Tua madre sembra non aver capito niente eh?- sorrisi.
-Ciao Peperone-. E chiuse la porta.

Ed ecco tornare l'acidità nella sua voce.

Che le era preso?

Ma Mello quante fasi aveva??

Peggio della luna...




Per la strada di casa non potei fare altro che pensare che io avevo baciato un ragazzo, avevo baciato Mello.

Ci avevo pensato tanto volte in classe.
Tra gli studi.

Tra i quaderni e le matite colorate.

Tra una sigaretta e l'altra.

E tra le lenzuola prima di dormire.

Ma non avevo mai pensato seriamente che sarebbe successo!




Riprese a piovere.

E io, mi bagnai tutto nuovamente.








Arrivai lungo una via che non conoscevo...una traversa della via dove c'era il cinema.

Credevo di dover accorciare, per arrivare prima.

Il cielo, ormai diventato scuro dalle nubi, faceva sembrare già ora di cena.
Il vicolo, stretto e lungo, sembrava senza fine.

Notai mentre camminavo sotto la pioggia, quattro figure che si muovevano verso di me.
Uno di loro parlò.

-Eccolo, quello è uno dei due-.
La voce sembrava familiare.

Una seconda voce, che non conoscevo, gli rispose con un ghigno.

-Bene...da qui ci pensiamo noi...tu vai pure-.
-Fagliela pagare a quel bastardo...quando troveremo l'altro vedrà con chi ha a che fare- a passi svelti, il ragazzo che nella rissa di prima sembrava il boss, si allontanò dalle altre figure.

Mi fermai.

Era evidente che ce l'avessero con me.

-Ehi ragazzino...ciao...Dove vai tutto solo?- una terza voce, rauca e sinistra, mi si rivolse emettendo un'altro ghigno terrificante.
-Tom...facciamogli vedere che questa città non è sicura- si avvicinarono. Erano in tre.

Mi voltai e feci per correre.

-Ehi...non dare le spalle quando ti si parla- mi rivoltai lentamente.

Il tizio dalla voce rauca era ad un palmo da me.

L'altro, un omone, ci oltrepasso e mi sbarrò la via.
Mentre il terzo avanzava verso di me sollevando un'oggetto luminoso alla luce fioca del sole nascosto tra le nubi.
Un coltelletto.

-Che bocconcino...Sembra cosi innocente- disse la bestia alle mie spalle.

Le gambe iniziarono a tremarmi.
Tre contro uno.
Non avevo speranze.

Sentii un calore attorno alla gola, come se i nervi o la paura, avessero fatto fermare tutto il sangue in quel punto.
Provai a fuggire.
Mi voltai e sfidai il piu grande.
Mi bloccò con il braccio e mi spinse verso l'altro.

-Dove vuoi andare cosi di fretta? eh? Non vuoi giocare con noi?- mi guardava con occhi sgranati, vogliosi, sembrava pronto a bere dalle mie viscere.
-Lasciatemi in pace...Chi siete? che cosa vi ho fatto?-sputai tra i denti.
-A noi nulla pivello, ma hai toccato un nostro dipendente...nei lavori, sai, diciamo di droga, non perdoniamo questo.
Ti meriti una punizione rossiccio...- si avvicinò a me.
Il tipo con il coltello sembrava il piu spaventoso del trio, persino del gigante.
una reazione istintiva mi mosse e calpestai il piede del tizio, che aprì la bocca per farne uscire un urlo e ne approfittai per sputargli nella gola.

Senza il tempo di pensare mi senti infliggere un colpo alla shiena che mi stordì.
Un pugno proprio in un punto doloroso.

Il gigante mi prese per le braccia e l'altro mi diede un destro sullo stomaco.

Il dolore lacinante che mi pervase non lo sentii nemmeno, la paura mi dominava.

Il tizio che avevo assalito era intento a vomitare saliva per terre quando prese il coltello e si rialzo, finendo con due colpi di tosse.

I colpi allo stomaco non si fermarono.
Quando l'altro tizio si avvicino temetti il peggio.

-Lascialo stare un pò-.

Mi premette la lama del coltello sul sopracciglio sinistro e mi guardò con occhi rabbiosi.

-Permettimi di ricambiare il favore- mi prese il volto tra le mani. mi spalancò la bocca e mi sputò dentro.
Mi teneva paralizzato e lo schifo che provai mi fece salire il voltastomaco.
avrei preferito vomitare.
Mi costrinse ad ingoiare.
E sentì scendere la mia saliva come una palla di piombo.
Pesante dentro il mio corpo.
Andava a danneggiar eil mio stomaco e mi faceva storidire i sensi.
Ero totalmente nauseato.

I tre scoppiarono in una risata che mi fece venir voglia di urlare di rabbia.
Ero trpp intrappolato.
Il grande aveva una morsa d'accaio.

-Non ho ancora finito-.
Non aveva ancora staccato la lama, fredda, dalla mia pelle.

Sentì l'accaio affondare di qualche centimetro nella mia pelle.
Voce rauca intanto mi teneva la bocca chiusa e l'urlò mi si bloccò in bocca.
Il gigante rideva.

Riuscì ad afferrare la carne dal palmo della mano e diedi un morso a Voce Rauca.
Urlò dal dolore.
Sentii i miei denti affondare nella sua carne.
Era stato uno sfogo per il dolore che avevo provatoi io.

All'inizio la ferita non faceva male.


Quando mi sentii colare per la faccia qualcosa di caldo.

Sangue.

Scendeva dal mio occhio e mi arrivava al mento solleticandolo.

Si confondeva con la pioggia.
Capelli.
Sudore.
Oramai stavo sudando freddo.

Il Minaccioso posò il coltellino.
Pensai che sarebbe andata un pò meglio stavolta.
Almeno non sarei morto.

E mi diede un pugno nello zigomo che era ancora dolorante e viola.Lo zigono che aveva disinfettato Mello.
Mello...
Dov'era Il mio Mello...??

Un'altro dolore.

-Figlio di P*****a...ti faccio vedere io- urlò Voce rauca tenendosi la mano.
-Un pò testarduccio il ragazzo- disse il grande.
-Bhe facciamogli male-.
Si avvicinarono i due mentre il terzo mi tratteneva ancora.
Non mi ero mai sentito tanto impotente.

Iniziarono con il levarmi la maglia.

Mi buttarono a terra.
Sentivo i calci su di me mentre tenevo gli occhi chiusi.

La testa rimbobava.

Come se fossi sordo.

Quando fui completamente nudo sul pavimento.
Sotto la pioggia.
Iniziarono a picchiarmi anche con le mani.

Mi arrivò, non so da chi dei tre, una testata sul sopracciglio dolorante.
Sentì come un ago trafiggermi...
...E la testa, stavolta, rimbombare di un silenzio assordante che faceva fischiare le orecchie.

Uno di loro, tenevo gli occhi chiusi e non li distinguevo, mi prese per i piedi.
Mi arrivò anche un morso.
Su una caviglia.

Gli altri mi bloccarono le mani.

Aprì solo per un istante gli occhi, fissai il cielo e vidi la pioggia confondersi con i miei capelli.

Sentivo rumore di cinture che si sfibbiavano.

E poi altri pugni e calci.

La mia vista, involontariamente, si appannò...
Tutto cominciava ad apparirmi sfocato.

Le lacrime mi gonfiarono le guancie e scesero via.

-Povero...piange- la voce rauca del tizio la sentii come lontana. Rideva divertito.

Più in là...un dolore nuovo, piu forte, mi invase dalla parte del mio fondoschiena.

Uno di loro mi penetrò.

Sentivo il suo piacere crescere e muoversi dentro me, mentre gli altri due se la spassavano ridendo e continuando a picchiarmi.

Oltre le mani...mi tennero di nuovo la bocca chiusa per evitare che urlassi.

Sentivo strapparmi la carne.
Come aprirmi in due, una violenze che sentivo tutta sulla parte del corpo che, ormai, risultava come addormentata.

Forse, anche da quel punto mi sgorgò sangue.
Non ne fui sicuro.
Ma ero sicuro che il dolore fosse piu grande di quello al sopracciglio e di tutti i pugni incassati.

Uscì da me ed entrò un'altro di loro mentre il tipo di prima mi tornava a bloccare la mano.
Ancora botte.

Pugni.
Calci.
Sangue.
Dolore.
Bruciore.

Lacrime.
Pioggia.

Non vedevo l'ora di morire.
Apettai che quel dolore cessasse mentre i tre si alternavano.

Quando poi vennero dentro di me...

Mi lasciarono a terra.

Fradicio, nudo e senza più pudore.

Volevo scomparire.




Il mondo mi sembrò il posto piu schifoso.

E io...cominciai a pensare che fino ad allora, avevo vissuto solo un dispiacere: i miei genitori.
Tutto il resto, dovevo considerarlo frutto della fortuna.




Dopo vari minuti, che sembrarono ore, trovai la forze di rialzarmi.
I movimenti mi sembrarono impossibili.

Sentivo fitte e dolori dappertutto.


Mi rivestì, e mi incamminai verso la via di casa.








Quando arrivai davanti la porta, dopo aver ignorato soccorsi da estranei e sguardi ad occhi strabuzzati della gente, suonai al campanello.

Mia zia mi aprì la porta.

E mi sentì la persona piu fortunata al mondo ad avere lei.






































Bhe...spero che qsto capitolo vi sia piaciuto...
Scusate ancora per il ritardo ma sto passando un periodo orribile. Non vedo l'ora che passi.
Aggiornerò presto la pros volta, giuro e prometto.
Nel frattemo ringrazio come sempre chi mi segue, commenta e aggiunge qst fic nelle preferite.
Recensite. baci....Ranky

















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Capitolo 9
*** ::.. Amanda e Lacrime...Comatose ..:: ***


MxM 9















Bhe diciamo ke la mia vita si sta riprendendo...
Spero di non aver spezzato il cuore di nessuno con il capitolo precedente.
Spero che anche qsto sia apprezzato.
Baci e abbracci e , soprattutto mi lle grazie, a tutti colore che recensiscono, leggono e mettono questa storie nei preferiti.
Bacioni, vi lascio al capitolo, buona lettura!





































Gli occhi di mia zia, piantati dentro i miei, mi guardavano cercando di nascondere il dolore.
Vedevo lo stesso la sofferenza nei suoi occhi, che si stavano asciugando a furia di non sbattere ciglia.

Non avrei mai creduto che mi sarei sentito cosi bene a guardare Amanda negli occhi.
Un porto sicuro, la mamma che non ho mai conosciuto.

Sentii gli occhi umidi, bagnarsi.
Vedevo la figura stagliata della donna di fronte a me, che perdeva i lineamenti.
Si appannava.
Come se la nebbia fosse scesa per impedirmi di vedere ad un palmo dalla mano.

Non avevo mai pianto in vita mia...
Ero cresciuto sbattendomene di tutto e pensando solo a me stesso.

Le ultime lacrime furono quando ero neonato...
Non le ricordo nemmeno.
Non ricordavo la sensazione del pianto.

Ma quel giorno, avevo già pianto.
Di dolore.
Rabbia.
Sdegno...

Sentì il bisogno di una persona vicina.

Senza neanche accorgermene, mi buttai fra le braccia di mia zia.
Le guancie mi si bagnarono di liquido lacrimare.
E i singhiozzi mi permettevano di respirare a malapena.

Amanda mi strinse forte.

Poi mi sussurrò all'orecchio.

-Tesoro...Andiamo all'ospedale. Non voglio neanche sapere che cosa è successo.Voglio solo che tu guarisca, se ti va mi racconterai dopo-.
I miei singhiozzi furono come un si...
Non trovavo le labbra...non avevo la forza di parlare.

Non avevo mai abbracciato mia zia, ne, tantomeno, pensato di dover piangere sulla sua spalla.

Ma sapevo che quella sarebbe stata la mia unica famiglia...
Avevo solo lei.

I dolori mi permettevano a malapena di respirare regolarmente.
Piangere non era sicuramente la cosa migliore.

Mi staccai dall'abbraccio e mi asciugai le spalle mentre Amanda mi cingeva la vita.

-Andiamo...forza...-.
Mi prese per mano e mi trascinò nell'auto.







Appoggiato al finestrino, guardavo le luci della città che scorrevano veloci.
Amanda stava saettando nel traffico...facendosi strada verso l'ospedale piu vicino.

I miei pensieri andarono a Mello...

Cosa avrebbe fatto Mello al mio posto?
Li avrebbe uccisi...forse, è ovvio, no?
E sapendo che era successo a me?
Come l'avrebbe presa?
...
Se ne sarebbe fregato...





Pensare mi faceva rimbombare la testa, che a malapena sentivo di avere.
La ferita al sopracciglio cominciò a dare fastidio, a pizzicare.
Il sangue, ormai asciutto in volto, era diventato fastidioso e appiccicoso...
Il solore al sedere...non era da meno.
Stavo seduto di lato...cercando di trovare una posizione comoda.
Niente.

Di ccomodo non c'era niente in quel momento.

Mi accorsi che qualcosa mi dava fastidio nella tasca sinistra.Qualcosa di grande.

La estrassi e trovai il mio game-boy e il biglietto del cinema.
Aprì lo schermo della console e lo trovai rotto...
Linee irregolare percorrevano il vetro del rettangolo nero.Spento.

Lo posai sul sedile e mia zia lo guardò. Io tornai alle luci della città.
-Lo ripareremo...stà tranquillo- Mi sfiorò la guancia sporca del mio sangue e proseguì per la strada.


Un'ultima svolta e ci trovammo di fronte l'edificio bianco, con uninsegna talmente luminosa da farmi abbassare lo sguardo.
Una croce rossa gigante dominava le luci.
Al centro.
Di fianco la stritta in verde chiarissimo " Hospital" mi fece pensare a quello che mi aspettava.



Quando arrivai, fiancheggiato da Amanda, al terzo piano per incontrare un dottore, la mia testa iniziò a girare...
Le orecchie iniziarono a fischiare rumorosamente, facendo risuonare quel fastidio dentro il cervello, che sentivo vuoto.
Le gambe, iniziarono a perdere sensibilità subito aver tremato un pò.
Avete presente il formicolio del piede? quando si addormenta?
Tutto il mio corpò fu invaso da quel fastidio.
La mia vista si fece scura. Nera.

Non so dire se caddi a terra...se fossi morto...non lo so.
Sentivo la voce di mia zia, calda, profonda, reale, da mamma, che mi chiamava allarmata.
Poi senti che mi smuovevano.

Alla fine...
...Forse mi addormentai, non so spiegare...
Era tutto nero e mi passavano in mente strane immagini.

Vedevo Mello, seduto su un banco di scuola che mi sorrideva e mi offriva della cioccolata.
I miei professori che mi guardavano compiaciuti, poi, d'un tratto, mi ritrovai a guardare i risultati degli esami di stato appesi...
Io e Mello li avevamo passati.
Volti che non conoscevo correvano ad abbracciarmi.

Poi due persone...
Un uomo ed una donna.
Si avvicinavano e mi sorridevano all'impatto, poi, si fecero scuri in volto.
Le labbra contratte.
La donna iniziò a piangere...
Tutto attorno  aloro diventò nero...
Solo le loro figure risiedevano nel buio...in piedi mi fissavano, tristi.
"mi dispiace" sussurrarono all'unisono.

Mi voltai e vidi mia zia Amanda...sorridente.
Che mi tendeva le mani aspettando l'abbracciassi.

Di colpò, tutto svanì...























Sentivo solo un rumore lontano.
Sembrava acqua...
Gocciolare lontano ma non capivo da dove provenisse...

Poi, mi fu un pò difficile e stancante per la vista, aprì gli occhi.

Il rimore dell'acqua era il bip del mio cuore che ancora batteva.
La luce bianca della stanza mi fece battere le ciglia diverse volte.
Misi a fuoco....
La stanza era vuota, c'ero solo io.
E quel bip ripetuto a ritmo.

Mi accorsi immediatamente che mi sentivo tirare la carne sopra l'occhio sinistro.
Provai ad alzare un braccio per sfiorarmi il punto che mi dava fastidio.
Cattiva idea.
I dolori ai fianchi, alla schiena, alle braccia, insomma, dappertutto, mi fecero gemere di dolore.
Evitai quel gesto alla fine.
Punti...
Mi avevano dato dei punti...
Non sentivo neanche piu il liquido appiccicoso sulla faccia.

Sentivo un mormorio...provenire da dietro la porta.
Mi sforzai per capire cosa stessero dicendo le due persone lì fuori, il bip mi permetteva di sforzarmi piu del dovuto.

La prima voce a parlare fu quella di un uomo, probabilmente il dottore.
-Ha una costola rotta e diverse contusioni alle gambe. Il corpo è pieno di lividi. Basterà riposo.
Molto riposo...e soprattutto cibi sani-.Disse con voce profonda e calma.Sembrava stesse cantando una ninna nanna.
-Dovrà restare a letto? Occorreranno controlli, come dire, spesso? Mio figlio non va molto d'accordo con gli ospedali- la riconobbi...la voce di Amanda.

Mio figlio?

-Non occorre...basterà quello che le ho detto prima....NOn potrà muoversi molto nelle condizioni in cui si trova.
Per la costola dovrà rimanere qui per due giorni. Poi a casa a letto...Molto Tè e cibi sani, come ho già detto. Magari quando lui si risentirà forte come un leone faremo una visita-.
-Grazie dottore...E' stato gentilissimo-
-Di nulla-
-A presto-
Si salutarono e sentì i passi dell'uomo allontanarsi.
Poi la maniglia si aprì.





Amanda mi sorrise dolcemente.
-Sei sveglio...Posso entrare?-
Annuii.
-Come ti senti?-
Cercai le labbra...non le usavo da un pò. Appena le trovai...Provai a far uscire qualche parola.
-Bene...Come sta uno che è stato picchiato e stuprato-. Abbassai lo sguardo e sentii le mie guancie riempirsi di vergogna.
Poi, con quello che i miei muscoli doloranti mi permettevano di fare, strinsi i pugni afferrando le lenzuola.
-Amore mi dispiace. Li prenderanno...avrai giustizia, te lo prometto!-
-Ormai il danno è fatto... Lascia stare zia...Abbracciami!- Sentivo gli occhi voler piangere di nuovo, ma sbattei le palpebre diverse volte e mi trattenni.
Amanda acconsentì e mi abbraccio come poteva. Non potevo sollevarmi di schiena.
Immaginate che abbraccio.

In quello stesso momento la porta si aprì con furia.
Una folata di vento causata dalla porta fece volare le lenzuola al bordo del letto.

Una chioma dorata ai riflessi di quella stanza biaca si mosse.
Occhi azzurri- ambrati mi guardarono con rabbia, poi compassione.
-Ops...momento sbagliato...torno dopo- Mello stava per chiudersi la porta alle spalle mia mia zia sciolse l'abbraccio e lo fermò.
-No aspetta! Eì tutto tuo adesso...vi lascio soli...Matt ha bisogno di parlare con un suo amico...L'unico amico che ha-.
Amanda gli sorrise, Mello divento rosso sulle guancie, saetto per un attimo da mia zia a me con lo sguardo, poi abbassò gli occhi.

















Amanda si chiuse la porta alle spalle.
E Mello si avvicinò senza guardarmi negli occhi.

-Chi ti ha fatto questo?-
-Non importa...Ormai è fatto-
-Dimmelo!-sputò tra i denti...L'avevo già visto arrabbiato.
Ma la furia nel suo volto d'angelo era spaventosa stavolta.
-Davvero Mel ...non impo- mi interruppe prendendomi la testa tra le mani e fissandomi intensamente.
-Matt, dimmi chi ti ha fatto questo, per favore!- Stava chiedendo per favore?
-Non li conoscevo...Erano amici di quelli che avevmo affrontato prima, dopo il cinema e...-
Mi fermò di nuovo.
Cercò di abbracciarmi.

-Ahi...La costola...non reisco a respirare Mel-.Stavo già anzimando....
-Scusami...-
Si allontanò e afferrò la sedia per accomodarsi di fianco a me.

Ci guardammo negli occhi diversi istanti.
Poi prese la mi mano.

-Matt...Hai litigato con quei bastardi a causa mia, della mia arroganza...Non permetto che la passino liscia.
Nessuno tocca il mio migliore amico e se la svigna.
Ti hanno davvero stuprato?-.
Sentì una mazzata alla testa.
-Si...-
Il suo volto s'indurì nuovamente.
-Che figli di p****na...Giuro che la pagheranno-.
-Ehi ehi...shhhh...sono felice di averti sentito dire che sono i ltuo migliore amico, ma non sporcarti anche tu le mani. Non abbassarti al loro livello-.
-Come puoi chiedermi questo? Ti hanno violato! Hanno fatto a pezzi il tuo pudore e l'hanno calpestato..
Hanno avuto un privilegio che spettava a me e non se ne sono resi conto. Non sanno quanto sono stato fortunati-. Abbassò di nuovo lo sguardo.
Si era, evidentemente, pentito delle ultime due frasi dette.
Si morse il labbro inferiore.
Quello che avevo disinfettato la mattina stessa.

-Come?-azzardai....era ovvio che non mi avrebbe spiegato ciò che voleva dire.
Il mio sguardo andò alla mia mano, che lui ancora stringeva.
Si accorse che guardavo lì.
-Scusa...non volevo...- la lasciò andare.
Non volevo neanch'io...che la lasciasse, ovvio!
-Bhe? Aspetto una spegazione....-
Si aprì la porta e un uomo sulla quarantina ci guardò mostrando tutti i suoi denti perfetti e bianchi come le lenzuola su cui ero disteso.

-L'orario delle visite è terminato. Il paziente adesso deve mangiare e poi riposare. Può tornare domani se vuole-.
Mello non aveva neanche guardato il dottore per un istante.
Lo guardai un secondo e mi stava fissando con un sorrisino sotto il naso.




Si alzò dalla sedia di metallo e si ficcò la mano destra nella tasca dei pantaloni.
-Prima di dormire ascolta questo...è mio...preferisco lo tenga tu-.
Estrasse un i-pod e me lo porse.

Mello uscì insieme al dottore.





La cena non fu granché, non sentivo neanche il sapore delle cose.
Il medico di prima, mi aveva controllato prima che cenassi.
Aveva detto che avevo preso troppa pioggia e c'era anche un principio di febbre.
"bene" pensai..."ci mancava solo questa".




Poi finalmente mi sistemai per dormire.
Sperando che i giorni all'ospedale passassero veloci.

Afferrai l'i-pod di Mello che era sul piccolo comodino.
Misi le cuffie...e la canzone partì.


Comatose...
Artisti che conoscevo bene..gli skillet.

Mi addromentai tra quelle note...
Aspettando il giorno dopo.
Tra le coperte ormai calde sopra la mia pelle e dolori dappertutto.


































Spero vi piaccia qsto capitolo....Recensite!! Ah, Ho un favore da chiedervi miei fan ^^...potreste aiutarmi a mettere un'immagine nel capitolo? c ho provato ma poi nn si riusciva a vederla...Help meeee!! Contattatemi su msn, potremmo parlare molto, potreste darmi consigli e tutto, aspetto l'aiuto, baci. Ranky-tma@hotmail.it ps: Il periodo triste che stavo passando diciamo ke è migliorato...adesso va molto meglio...grazie x qll ke s sono preoccupati...^^ vi voglio bene a tutti cari lettori e fan della mia storia^^ bacini coccolosi stellati e affettuosini carini XD ahahaha ma ke ho scritto?! ahahah XD cmq,a presto al prox capitolo ,ranky!.












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Vi piace qsto mio disegnino?? ^^ commentate.Grazie a Giulia (Camelia90) per l'aiuto...



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Capitolo 10
*** ::.. Amici! ..:: ***


MxM 10













































































Il bip fastidioso che segnava i battiti del mio cuore mi risvegliò portandomi alla realtà.

Fuori dalla finestra entrava pochissima luca.
Una luce fioca.

I nuvoloni non avevano abbandonato il cielo.

La pioggia non era ancora cessata.




Cercai di aggiustarmi nel letto ma i dolori dei lividi dappertutto mi fecero gemere di dolore.
La costola...mi fece urlare.

Mi tolsi le cuffie e le posai sul comodino insieme all'i-pod.

Evidentemente l'avevo fatto scaricare.



Arrivò la colazione.


Toast con confettura di fragole e burro.
Té e qualche biscotto.
Latte.
Una bottiglina d'acqua e un succo d frutta alla pesca.
Potevo scegliere.

Non mi andava nulla.
Ma fui costretto.




Scelsi il té e i toast.

Trangugiai senza tanto appetitio....
L'orologio segnava le dieci del mattino e ticchettava.

L'orario delle visite sarebbe iniziato a mezzogiorno.

Due ore di noia assoluta.

Poi nella testa iniziarono a frullare, a velocità media, pensieri e domande.

Ma chi sarebbe venuto a trovarmi?
Chi poteva già sapere quello che era successo in una notte sola?
Non vedevo poi il motivo della visita, tanto mi sarei ripreso in fretta.


Il dottore venne a controllare che tutto fosse apposto e gli chiesi la cortesia di aiutarmi a passare il tempo.
Mi diede un telecomando, del televisore alla parete di fronte a me, e un mazzo d carte.

Feci si e no quindici volte cinque solitari diversi.Poi mi decisi ad accendere la TV.

Niente di importante, facevo zapping cercando qualcosa che potesse interessarmi.
Soap e telenovele romantiche non erano il caso.

 Finalmente l'orologio nella parete destra, a sfondo bianco semplicissimo con borsi di metallo e numeri grandi, segnò le dodici.

Passarono alcuni minuti e spensi la televisione.

Mezzogiorno e cinque minuti.



...e dieci minuti...

...undici....







...e quindici....







TOC TOC TOC!!!
-Avanti...- dissi anzioso di vedere chi era.

-Ciao...come va? Ops scusa...domanda stupida!- chiese con timidezza scusandosi.
-Posso?- fece segno verso la sedia.
La sedia di mello, che si trovava alla mia destra.
Feci segno col capo di si e si accomodò.

Sorrise e mi tese la mano.
Non potevo rispondere al gesto.

-Piacere sono Eiko...in classe non abbiamo mai parlato. Scappavi sempre al suono della campanella e io ero troppo timida-.Ritirò la mano e abbassò lo sguardo verso le sue ginocchia mostrando un pò di rossore in volto.

Era la mia compagna di classe...Quella nel banco davanti il mio.
E anche la ragazza seduta accanto a me al cinema.

-Ehi...piacere Matt...-dissi perplesso.
-So chi sei...-disse sempre sorridendo
-Posso chiederti che ci fai qui?- dissi guardandola stranito.
La prima visita che ricevevo e non mi fregava niente di riceverla.

Ma che voleva questa Eiko?


-Ero preoccupata. Poi ho pensato anche al fatto che qui non ti puoi muovere e volevo parlarti-
"Che faccia tosta" pensai...

-Bhe? che hai da chiedermi?- tagliai corto.
Passava troppo tempo a fissarmi sorridente.


-Ho un favore da chiederti...-si perse nei miei occhi e il suo sguardo si fece serio.
-Se rientra nelle mie capacità e sono in grado di poterlo farlo fisicamente- dissi acido. Inizia a misurare il livello di Ph nella mia voce...lo sentivo aumentare, crescere anche nelle viscere.
-Bhe è una cosa che non devi fare subito...e puoi farla solo se ti va-.
-Ci mancherebbe- sovvenzionai.

-Tu sei amico di Mello, vero?-
Cambiai d'espressione.

Cosa voleva?
Aveva visto la scena al cinema?

Oddio...

Iniziai a respirare affannosamente temendo si fosse scoperta la mia cotta.

Poi ripresi coscienza.

Se non chiedevo non potevo morire d'infarto cosi.

Allora pensai alla sua domanda e alle parole del biondo.

-SI!-
-Bene...- sorrise di nuovo. Cosa aveva da ridere tanto?
-Bene?-Alzai un sopracciglio.
-Si...cioé...fico!- teneva gli occhi chiusi.


"Questa è pazza" pensai.

-E il favore sarebbe?- dissi iniziando ad irritarmi stavolta.
-Ecco il fatto è che...- si strinse le labbra con le dita.
-Che..?- la stuzzicai.
-Mi piace Mello-.


Sentì un tonfo.

Il bip iniziò ad accellerare.

Strinsi con le mani le lenzuola cercando di fermare l'istinto da serial killer.


-E io cosa posso fare? Non sono mica Cupido?- la mia acidità si sentiva nell'aria.
-Scappa sempre, proprio come te. E io sono ancora piu timida di come lo sono con te-.
-Ecco io...- inizia a perdermi tra i miei pensieri e le sue parole mi sembrarono solo brusii.
-Mi piace da molto tempo...Potresti aiutarmi? parlargli di me...magari descrivendo il mio carattere. Come ti sono sembrata e...-
-Non conosco il tuo carattere- la interruppi.
-So che gli piace la cioccolata e cosi- ignorò il mio tono, ormai alto di un ottava, mise la mano nello zaino striminsito che teneva sulle ginocchia ed estrasse una tavoletta- ho portato questa per lui.Gliela daresti da parte mia?-.
L'istinto omicida tornò.

Respirai a fondo e contai fino a dieci.

Posò la cioccolata accanto l'i-pod del mio Mello.

-Vedrò che cosa posso fare...- dissi tra i denti.
Potevo sentire la mascella rigida e tesa.

Era ovvio che non avevo intensione di aiutarla.

Ma cosa credeva di poter fare con Mello?
Povera illusa.













In quell'istante la porta si aprì.


Mello era piu bello del solito.

Restai per diversi minuti a fissare il suo volto.

Era vestito in maniera elegante e non capivo il motivo.

Mi accorsi dopo minuti interminabili di silenzio che teneva in mano un mazzo di fiori.

Eiko si alzò di scatto mentre la sua faccia emanava luce.
Era talmente imbarazzata che sentivo il calore delle sue guancie a quella distanza.


-Ecco è arrivato il momento di andarmene...ciao Matt!-
Senza guardare nessuno corse via dalla camera e si dileguò.

Mello, che l'aveva seguita di sottecchi fino all'uscita, tornò poi ai miei occhi e si fece cupo.

Avanzò e si accasciò sulla sedia. Prendendo completamente la forma di essa.










-Abbiamo degli ammiratori eh?- disse tenendo lo sguardo basso.
Le mani al mento in una morsa di pensiero.
-Piu che altro...hai un'ammiratrice!- dissi di nuovo al massimo dell'acidità.

Mi fulminò con lo sguardo.

Poi rise.

-Quelli sono per me?- indicai con il mento i fiori che aveva lasciato cadere a terra.
Ora stavo bene...
Questa era la visita che aspettavo.
Era di una bellezza inaudita.

Camicia bianca sagomata...un pò sbottonata.
Pantaloni chiari stretti cn qualche strappo qua e là.
I capelli piu lucenti del solito.
Quello sguardo da duro.

Il mio Mello.






-No! Sono per la mia nuova ragazza-.

Un'altra mazzata in testa.

Teneva lo sguardo fisso su di me.
Occhi negli occhi.
Sentivo la tensione crescere.

Rise di nuovo.

-Certo che sono per te...e per chi se no?- sorrise splendido.
-Grazie-. Sentì avvampare le guacie.
-Ma figurati.Piuttosto, come stiamo oggi?- mi afferrò la mano e mi sorrise nuovamente.


-Non molto meglio di ieri...Ma ora che ci sei te un pò forse si-. Non potei fare a meno di guardare le sue labbra.
-Quel forse non mi convince-. Notò dove era caduto il mio occhio e si leccò le labbra.
-Ok! Allora senza il forse. Ora va meglio!!- mi persi di nuovo nei suoi occhi.

-Quel vaso è perfetto...li metto là questi-. Prese i fiori e li mise nel vaso sempre sul comodino.
Un vaso di vetro.
Piccolo.

Al passaggio del mazzo sentì un profumo di lavanda buonissimo.
C'erano gigli, fiori varii e coloratissimi, papaveri, rose e altre bellezze.

Ero senza parole.

Non sapevo che dire o che pensare.

Afferrò l'i-pod e lo guardò a lungo.

Io fissai involontariamente il suo di dietro e poi tornai alle sue labbra, infine ai suoi occhi.

-Piaciute le canzoni? Le ho messe per te...-
-Mi sono addormentato alla prima...Comatose-
-E' quella che preferisco...-
-Bhe per fortuna non sono in coma, altrimenti si addiceva...-mi strozzai quell'affermazione in gola.

Mello rise di nuovo divertito.






La porta si aprì nuovamente e vi trovai il volto di Amanda.

-Ehi cucciolo. Come stiamo oggi?- Mi abbracciò per quello che io potevo fare.
Mentre Mello ci guardava con un sorrisino contento.

Mia zia mi aveva portato dolci e passatempi vari.
La cosa che mi stupì fu il mio nintendo.

Era nuovo.

Messo a nuovo intendo.

Che bello.

Mello restò li per tutto il tempo ascoltando me e Amanda parlare.

E io ogni tanto lo guardavo e gli sorridevo.
Lui, ricambiava.




Mia zia ci lasciò nuovamente soli.

Mello si sedette stavolta ai piedi del letto.
Posò la sua mano su una mia gamba.

Sentii un leggero dolore ma lasciai correre.


-Ehi peperone....torno stasera o domani-.
-Stasera!- mi sfuggì di bocca.
Arrossì di nuovo.
E stavolta anche Mello.

-Vedrò che posso fare. Vuoi portato qualcosa? Cioccolata?-
A quel punto mi voltai verso la barretta lasciata da quella che era il mio sacco da boxing.
Eiko.
Mello non l'aveva forse notata?

Aspettava dicessi qualcosa.

Non gli dissi niente.

-No c'e l'ho già...- azzardai.

Rise sghembo e quasi non svenni.

-Siamo davvero amici ora?- chiesi dolcemente.
Con lui, in sua presenza, mi sentivo in paradiso.

-Amici!- disse sorridendo.









Chiuse la porta salutandomi con la mano.
Ricambia con un sorriso.










Nel frattempo, dalla finestra, iniziava a penetrare la luce del sole.





















































Ragazzi ringrazio sempre chi recensisce, Vi voglio bene un mondo a tutti.
Ps. alynna voglio il tuo indirizzo msn...voglio ridere cn teeeeeeeeeeee XDXD mi fai morire.
Cameliaaaa mi sono affezzionato trpp sei ducissima, tivibitntntntnt. XD
Recensite in tanti, sono in anzia nel leggere qll ke mi direte ^^
A presto baci Ranky.








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Capitolo 11
*** ::.. Due Mondi ..:: ***


MxM



Immagino ke tutti voi ke seguivate la mia fic mi abbiate odiato x tutto qsto tempo di silenzio.
Mi dispiace davvero tanto non aver aggiornato!!!
Ma ecco a voi il nuovo capitolo spero vi piaccia...e ke commentiate in tanti come sempre.
Un bacio a voi lettori, buona lettura.
Ranky



























Il tempo era volato in questi mesi.
Molte cose sono cambiate.
Ma questo non mi ha demoralizzato....vado ancora avanti pensando che un giorno il sole spunterà anche per me.


L'ultima volta credevo che tutto sarebbe stato migliore.
Come avevo sempre desiderato.
Invece era solo stato l'inizio di un'angosciante periodo.




Le costole erano finalmetne guarite e con esse tutto il mio corpo.

A scuola i miei voti erano migliorati parecchio e Amanda aveva voluto regalarmi un computer Apple nuovo di zecca.
Diceva che era migliore del catorcio di un tempo che lei usava per scrivere.
Inoltre era un portatile ed era solo mio.

Ma non sto dimenticando qualcosa?

Ah si.....

Mello....


Bhe... Da quando aveva chiuso la porta di quella camera d'ospedale dove ero rinchiuso era cambiato.

Non so, e sinceramente non ho capito, il perche di questo cambiamento.

Aveva detto che eravamo diventati amici e invece.....

A scuola a malapena mi rivolgeva la parola. Mi salutava sempre sorridendo, ma poi si limitava a guardarmi di sottecchi di tanto in tanto.




La causa?

Eiko...

La ragazzina antipatica che voleva conoscerlo si era concessa a lui.
Dicendogli che lo amava...
Come uno stupido, lo sfregiato ci credette e adesso....li vedevo per i corridoii mano nella mano.

Mi faceva rabbia....

Sia lui che quella stupida scolaretta!

Che ne era stato della nostra amicizia? In fumo!
Che motivo c'era di non trattarmi piu solo x una ragazza?






Allora nei mesi avvenire iniziai ad ignorarlo.
Fino a quando si accorse che neanche lo guardavo piu.

Da li inziò ad avvicinarsi ogni giorno e a chiedermi come stessi!
Come se la risposta gli interessasse davvero.
Io in maniera fredda continuavo a dire che andava tutto divinamente.
Ma non era cosi.
Mi mancava.

Non avevo piu contatti fisici con lui.
Nè occhiate intense.

Neanche piu un bacio.

Nulla.






Quelle poche volte che faceva l'amico mi invitava a bere qualcosa in una tavola calda.

Mi raccontava come lui ed Eiko si divertivano.
Sentivo rodermi dentro e ordinavo un panino al tonno.
Mangiando e affogando la disperazione nello schermo del game-boy, piatto e buoio come quel periodo, fingevo di ascoltarlo.
Sperando che quella ragazza fosse sparita facendo tornare da me il vecchio Mello.

-Ehi peperone. Mi stai ascoltando?- diceva sempre quando cercavo di finire un livello.
-Certo- era tutto ciò potessi dirgli.

Non avrebbe accettato parole come " mi manchi", "siamo amici" o preferibilmente detto da me "molla Eiko".

Quindi dovevo fingere.



I mesi passarono....e l'anno scolastico era giunto al termine...

Passai con il massimo dei voti.
Adesso sarebbe arrivata l'estate...
Tempo libero.

Si...ma con chi passarlo?

Fu proprio l'ultimo giorno di scuola che un ragazzino di nome Kansuke si avvicinò a me.
Guardava il tabellone dei voti appesi, sorrideva compiaciuto.

Era un bellissimo ragazzo.
Capelli castani ondulati sulle punte. Finissimi e delicati...si sentiva il profumo di essi da miglia.
Occhi profondi di un castano intenso...come se ci fossero sfumature di ogni tipo...come la corteccia di un albero...
Una pelle leggermente olivastra e zigomi pronunciati...
Il viso piu delicato che io avessi mai visto!
Si voltò verso di me e mi sorrise mostrando un ampio arco di denti splendenti.


-Ciao...Sono Kansuke! Piacere di conoscerti- mi offrì la mano, che all'inizio neanche guardai tanto ero catturato dai suoi occhi - e tu sei?-
-Matt...piacere mio- gli strinsi la mano...e continuava a sorridere....
 
Non potei fare a meno di sorridere anche io tanto era radioso!

-Bhe Matt...complimenti! Ottimi voti...ma puoi lasciarmi la mano adesso- scoppiò a ridere e sentì avvampare il viso.
-Oh scusa...comunque...grazie mille!-
-Di nulla!- lo disse in un modo talmente dolce che sembrava stesse cantando.

Oddio Matt...ma che stai facendo? sembri un idiota!

A quel punto una voce, che non doveva sembrarmi tanto familiare ma invece lo fu, mi chiamo dal fondo del corridoio.

-Ehi peperone! Che fai da balia a quel bambinetto? Avanti vieni a prendere un sandwich con me ed Eiko-.
Quando finì di parlare era già alle mie spalle. Mi avvolse il braccio attorno al collo e guardò sdegnato Kansuke.

-Scordatelo!- risposi...scrollandomelo di dosso e prendendo lo zaino in spalla.

Mi voltai e feci per andarmene salutando appena Kansuke.

-Come vuoi...-disse Mello dietro di me.
Sembrava divertito.

Sbuffai e andai nel cortile della scuola pronto per una sigaretta!


Mi sedetti sotto un albero e presi la mia sigaretta portandola alle labbra.
Presi l'accendino, accesi e feci il primo tiro.






-Fa male fumare!!!- disse in tono tranquillo una voce alle mie spalle.
Aveva una voce profonda e melodiosa allo stesso tempo.

-E tu chi sei il mio medico?- neanche lo guardai in faccia.
Kansuke si sedette vicino a me e guardò in alto...osservando le foglie muoversi al vento.

Restammo in silenzio per un pò...e lui continuava ad avere sempre lo stesso sorriso stampato.
Cominciava a farmi paura tutta quella allegria.

Lo osservavo mentre guardava la natura.
Aveva quel non so che nel suo sguardo di confortante.
Come se sapesse confortare solo guardando.


Decisi di aprire bocca.



-Bhe? Vuoi metterti a studiare scienze della terra? oppure vuoi solo fare il medico?- dissi tirando l'ultimo pezzo di sigaretta.
-Emmm no! diciamo che voglio solo provare ad essere tuo amico. Sempre che tu sia d'accordo!- mi guardò e si fece serio per la prima volta.

Io inarcai un sopraciglio e lo guardai perplesso per diversi secondi.

Poi mi rifiutai di permetterglielo.

-No...Ho già avuto un amico....e non è stato granché!- mi alzai e presi il mio zaino.
Si alzò anche lui.


Era ancora serio stranamente!

-Ma chi? Il biondino? Quello non è amico di nessuno...non capisco come hai fatto a cascarci- si voltò e fece per andarsene.

-Bada a come parli....stiamo solo passando un periodo dove siamo distanti l'uno dall'altro- lo superai e andai oltre...verso l'uscita del cortile.

-Ah si credici...!- disse alle mie spalle....non volevo immaginare il suo volto con quel sorriso che da perfetto era diventato ebete. Avrei rischiato di spaccargli quei denti perfetti.

Mi limitai a rispondere senza voltarmi.

-Che cazzo ne sai tu di lui eh?- digrignai i denti sulla parola "lui".

-Più di quanto tu sappia.....peperone!- si divertiva...
Rischiava un occhio nero.

-Non chiamarmi peperone...!-
-Ok va bene...ma io volevo solo essere tuo amico....- mi oltrepassò a gran passo- ciao Matt!- e spari tra la folla di studenti.

Rimasi un attimo fermo.
Fermo a rimuginare sulle sue parole.
Sul senso.

Come faceva a saperne piu di me???

Chie era quel ragazzo??

Bhe è chiaro che qualcosa doveva sapere o essere stato per Mello.

Non mi restava che indagare.




Chiedendo a Mello stesso...oppure a piccoli passi scoprirlo da solo o tramite questo ragazzo.



L'estate era appena iniziata!!!



















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Capitolo 12
*** ::.. Don't Kiss Me ..:: ***


MxM2










































Il sole quella mattina filtrava dalla finestra e scaldava la stanza.
Quando misi piede sulla moquette, era fresca., la trovai revitalizzante!








Il caldo iniziava ad essere soffocante.

L'estate era alle porte, più vicina del previsto.

Cosa avrei fatto oggi?





Innanzi tutto penso che sarei sceso a fare una bella colazione, poi un pò di jogging mattutino. una bellissima doccia fredda e infine, sarei andato a prendere un bel gelato. Quel giorno sentivo che avrei fatto un incontro.

Un incontro che aspettavo dall'ultimo giorno d scuola.

Non avevo piu avuto occasione di parlare con quel kansuke dal quel giorno.

Ormai era fine Luglio.







Mello aveva ormai la sua vita con Eiko...non avevo intenzione di rovinargliela.








Mi ero ormai lasciato alle spalle il fatto che fossimo finalmente diventati amici.
Era come se niente fosse successo!

Quando mi venne a dare la notizia del loro fidanzamento ero ancora a letto a casa.
Incapace di muovermi e incapace di andare a picchiare quella ragazza con le mie stesse mani.


Mentre pensavo a tutto questo ero ormai fuori di casa, pronto per una corsetta.

Andai a correre al parco.
















L'aria lì era piu fresca per via degli alberi.

Feci molti viali osservando il panorama. Mentre il sole picchiava sulle cime delle colonne verdi di foglie.

I raggi splendevano lungo il fiume che attraversava il parco.

Il sudore iniziava a far appiccicare i miei capelli sul viso.

Sentivo alcune gocce scendere sul naso...altre vicino all'orecchio per poi andare sul collo.

Fu in quel momento che lo trovai seduto in una di quelle panchine sul viale con la testa tra le pagine di un libro.

Mi avvicinai e lo salutai.




- Ehi...- alzò d scatto la testa e mi sorrise, come al solito!
-Ehilà...come va?- mi fece cenno di sedermi accanto a lui.
-Tutto ok! Grazie...- riprese a guardare il suo libro...sospirò e poi continuò a parlare -Ti sei dato allo sport?- sorrise al suo solito.
-Avanti Kansuke...non fare l'antipatico! Se sei venuto da me a salutarmi quel giorno vuol dire che avevi qualcosa da dirmi. Bhe ora sono qui. Dimmi pure- lo guardai con insistenza...non abbassò lo sguardo e continuava ancora a sorridere, quasi stesse sfidando la mia pasienza.


Rimanendo in silenzio si alzò...mi afferrò per una spalla e mi tirò su.

- Se vuoi saperlo dovrei dedicarmi molto tempo...la storia è lunga- e fece per camminare verso l'uscita del parco.
-Ehi...dove vai?-
-A casa...-
-T va di prendere un gelato con me?-


Si voltò lentamente....


-E' un appuntamento o solo un invito?- rideva sotto i baffi.
-Un normalissimo invito...-dissi voltandomi.
-Vuoi fare scappare tutti con la puzza che fai?- rideva a crepapelle stavolta. Stava sghiggnazzando talmente forte che tutto il parco lo sentì.

-Ho intenzione di fare una doccia prima...avanti...vieni a casa con me- feci cenno con la mano per farmi seguire.

Non disse nulla.

Per tutto il tragitto.

E stava sempre due passi dietro di me.












Arrivai davanti casa e aprì la porta.

-Zia Amanda? Sei in casa? C'e un amico con me...- ma non ricevetti risposta.
La casa sembrava vuota.
-Mia zia non c'e....- lo invitai ad entrare e andai in cucina per prendere un pò d'acqua - Mentre io faccio una doccia tu fa come se fossi a casa tua...a dopo-.
Posai l'acqua e corsi subito al bagno.










Mi tolsi tutto e mi infilai nel piano doccia.
L'acqua fredda fu qualcosa di divino.





Mentre ero intento a insaponare il corpo e a sciaccquarmi sentì la porta aprirsi e mi ricordai di non averla chiusa.

-Ehi...- gridai.
-Sono io...tranquillo Matt...devo solo fare la pipì...-
Entrai nel panico.

Rimasi un pò ad aspettare che uscisse dalla stanza ma sembrava la pipì infinita.
Presi l'asciugamano e uscì.

-Ma dico, non potevi aspettare che finivo io?- Il mio occhio cadde dove non doveva.

Kansuke, da come mi guardò e da come scoppiò a ridere, se ne accorse.

Diventai rosso e sentì le fiamme sulle guancie.

Quando due secondi dopo mi accorsi che mi era scivolata l'asciugamano.

-Ehi Matt...non sapevo di farti questo effetto!- si voltò e si avvicinò.






In quell'istante mi parve di sentire la porta dell'ingresso...ma non ne fui sicuro.

Presi l'asciugamano da terra e quando mi rialzai ero faccia a faccia con Kansuke.

Mi guardava serio...


Alzò una mano e me la passò sulla guancia.




-Matt...- Urlò qualcuno alle mie spalle.

La voce era piu riconoscibile del solito.


Mi voltai fulmineo e Mello era lì.


Ma che ci faceva proprio adesso a casa mia?
E cosa stava pensando?




Sentì ridere Kensuke alle mie spalle...una risata trattenuta.

Lo sguardo di Mello era furioso....ma non era rivolto a me.

Sembrava volesse picchiarlo.
Ma si tratteneva...e non era da lui.

-Mello non è come pensi tu...-dissi balbettando.


Temevo una reazione.

Al suono della mia voce i suoi occhi saettarono sui miei e mi guardò in cagnesco.


Lo sentivo ardere.


Ma che gli prendeva?



In quell'istante Kensuke mi afferrò dal braccio mi voltò con violenza verso di se e mi cadde l'asciugamano.

In quell'istante sentì le sue labbra sulle mie.

Una certa morbidezza, un certo calore.

Chiusi gli occhi istintivamente.






Dietro di me sentivo dei piedi in corse.
Correre per le scale.



La porta d'ingresso che sbatteva.
















Spinsi con furia Kansuke che cadde a terra, afferrai la tovaglia e mi gettai a capofitto verso la finestra della mia camera.

Mello correva verso casa.

Mi sentivo svuotato.



Il male che gli avevo fatto era immenso.

Ma non mi davo per vinto.

Io dovevo sapere cosa stava succedendo.
Dovevo sapere perche Mello si era arrabbiato cosi tanto e cosa aveva contro quel ragazzo.
Ma sopratutto chi era Kensuke per Mello.


Mi vestì in fretta prendendo le prime cose a caso.

Un maglioncino a righe blu scuro e azzurro e un paio di jeans neri stretti.

Poi misi le mie solite scarpe e il mio solito giubbotto.
E i soliti occhialoni.




Tornai nel bagno.

-Andiamo. Svelto- dissi furioso a Kansuke.

Neanche lo guardai in faccia.



Andai di sotto, aprì il frigo e presi un sorso d'acqua bevendo direttamente dalla bottiglia.

Poi andai a passi svelti verso la porta.

Il ragazzo mi seguiva come un cagnolino.

Lo feci uscire e poi mi chiusi la porta alle spalle.

-Andiamo a prendere questo caffè?- gli dissi...ancora nn lo degnavo di uno sguardo.

Sapevo che se l'avessi guardato avrei rivisto la faccia rabbiosa d Mello.
I suoi occhi pieni di odio.

E poi avrei visto nella mia mente la sua figura che correva verso casa.

-Ok...Conosco un bar carino- disse.

-Quello che vuoi basta che questa storia finisce- e mi fermai per farmi guidare verso la meta.








Arrivammo in una via dove non ero mai stato solito andare.

Si e no ci ero andato quattro volte in tutta la mia vita.


Il Bar che diceva Kansuke era alla fine della strada.

Dovevo ammettere che era piuttosto carino.

Entrammo e ci sedemmo.

Il posto era affollato di divani cn un tavolino al centro...

L'arredamento si divideva in due colori....tapezzeria verde, legno di ciliegio.

Quando mi accomodai presi il game-boy e lo aprì pronto a giocare.




-Ma che fai non mi starai a sentire? non t'importa cosa ho da raccontarti?- disse acido...cercando di farsi guardare da me negli occhi.
O cercando di leggere la mia espressione.

Non capivo bene.

-Cosa vi porto ragazzi?- esclamò la cameriera...

Il suo tono gentile non mi distrasse neanche un pò dallo schermo nero della console.
Malgrado la tentazione di guardarla era forte.

-Bhe io prendo un cappuccino...tu Matt?- mi disse Kansuke.

-Nulla!- di colpo chiusi lo schermo.

Il mio stesso riflesso mi dava fastidio.


-Ok...allora solo un cappuccino-.

La camerierà sparì dalla circolazione, forse aveva capito che nn era il caso di starmi troppo vicino.

A quel punto mi concentrai sui rumori di Kansuke, dato ke non se ne parlava di guardarlo.

-Fai in fretta...non ho molto tempo da perdere in questo Bar con te...- risultai acido anche alla distanza di miglia.

Qualcuno nel luogo stesso si voltò per guardarmi.

Me ne fregai.

Ero ancora furioso.




-Ok...vedrò di fare il piu in fretta possibile con qsta storia. E' solo una storia che vorrei raccontarti- si mi se comodo...sentivo il suono della tapezzeria del divano strusciare contro i suoi vestiti.

Mi preparai all'ascolto.

-Tre anni fa, Mello, non veniva nella tua stessa scuola. Lui veniva nella mia attuale scuola. Ci conoscemmo perche eravamo compagni.
Non ricordo bene il modo in cui presimo confidenza, ricordo solo che lui era nel banco in fondo e io al primo banco della fila accanto alla sua. Mi stuzzicava sempre.
Mi prendeva in giro, a volte arrivava a picchiarmi.
Non ce la facevo piu, volevo cambiare scuola. Non vederlo piu.
Mi ero stancato di lamentarmi con i prof o di andare dal preside.
Anche perche poi finivo sempre per essere picchiato di nuovo da lui per aver fatto la spia.
Ne parlai con i miei. Mio padre era fusioso e voleva parlare con i suoi genitori o addirittura dargli lui stesso una lezione. ma io avevo troppa paura.
Mia madre decisa di andare dal presida quella stessa settimana.
Me la facevo sotto. Fu allora che mia madre venne nella mia stanza a dirmi che ero io a dover reagire- con la coda dell'occhio mi accorsi che guardava verso il basso.

La sua voce si era fatta triste e lontana.

Mentre parlava io immaginavo la situazione.

Un pò mi ritrovai in quello che diceva...ma Mello non mi aveva mai picchiato.
Anzi...

Mi aveva sempre difeso, malgrado non volesse ammetterlo.

-Che disse tua madre?- chiesi, sempre senza guardarlo.

-Mia madre mi aveva sempre impedito di usare la violenza.
Non avevo mai picchiato nessuno o mai fatto male ad una mosca.
Mentre cercavo di dormire, una sera, entrò nella mia stanza e si sedette ai piedi del mio letto.
Mi disse: " tesoro...voglio che tu faccia vedere a quel tizio che non sei debole. Che vali almeno quanto lui, se non di piu".
A quelle parole mi sentì costretto a vendicarmi di Mello. Aveva fatto sentire me una schiappa e avevo deluso i miei genitori che mi credevano un pappamolle. Allora decisi che era ora- si fermò di scatto.


-Eccoti il cappucino ragazzo!- la cameriera era arrivata nel momento meno apportuno.

-Grazie...può portarmi un'altro pò di zucchero?-.

-Certo!-.

Lo sentivo mescolare nella tazza.

Non osavo dire una parola.

Quella di sicuro non era la storia che mi aspettavo.





-Eccoti lo zucchero, serve altro?-.
-No grazie, gentilissima!-.
-Di nulla...-.


-Continua-.

Questa volta la mia voce risultò apatica.

Non provavo niente in quel momento.

Volevo solo ascoltare.

- Emm si....! Dicevo quindi, che avevo deciso di vendicarmi di lui.
Il giorno dopo, mentre avevamo educazione fisica, provò a strapparmi la maglia...lo afferrai per un polso con tutta la mia ira, lo scaraventai verso il muro e gli diedi un cazzotto sul viso...
Stava per rispondere con un calcio, ma afferrai la sua gamba la bloccai e gli diedi una testata sul mento e un'altro pugno, sullo stomaco stavolta.
Andai a finire dal preside...Non c feci molto caso, adesso mi sentivo molto soddisfatto...ma non ero sazio abbastanza.
Volevo soffrisse d piu.

Quando stavo per uscire da scuola...per tornare a casa, mi seguì e mi fermò per un braccio.
Stavo per dargli un'altro pugno ma parlò ancora prima, mi disse" ehi ehi no...aspetta....non voglio picchiarti stavolta!" e io abbassai la mano. Gli chiesi che voleva e lui mi disse " volevo scusarmi di tutto...che ne dici se...mi faccio perdonare?".
Non so neanche perche mi sembrò sincero.
Qualche giorno dopo quell'accaduto Mello era totalmente diverso prima.
Quasi volesse fare l'amico.
Ma io in fondo non dimenticavo...!!!  Lo invitai a casa mia. Lui accettò e io ero felicissimo.
Speravo nascesse qualcosa di bello.

Quando fu a casa mia, sembrava davvero cambiato totalmente. Generoso, gentile...affascinante...quasi irresistibile.
Tanto irresistibile che caddi in tentazione.
Eravamo in cucina....quando successe.
Mi baciò...
Li ... davanti al frigo...lasciandomi senza parole e senza capacità di movimento.
Ricordo che era inverno....Dicembre...il sedici di dicembre...e faceva freddissimo.

Era stato il bacio piu lento e romantico della mia vita. Forse il piu bello.

Ma poi Mello si lasciò scatenare. Mi trascinò fino in salotto tenendomi per mano.
Mi gettò sul divano.
Cerco di levarmi i vestiti di dosso, contro la mia volontà...
A casa non c'era nessuno.

Fu allora, in preda al terrore che abbassai gli occhi in cerca di aiuto e la trovai.
Era li nel camino acceso.
Una pala...da carbone...
Lo spinsi...lo gettai a terra...mi catapultai alla pala e gliela diedi in testa...
Ma nel modo di muoversi lo presi sul volto.
Lo sentì urlare talmente forte che sarei voluto sparire e urlai a piangere-.


A quel punto lo guardai dritto negli occhi e vidi le sue pupille perse nel vuoto.

Kansuke stava piangendo quasi...Mentre continuava a mescolare inutilmente il suo cappuccino.

Ero sgomentato, non sapevo cosa dire.


Il mio cuore iniziò a galoppare.

Forse nervosismo.

Forse paura di quel ragazzo.





Forse....solo voglia di stringere forte Mello tra le mie braccia.


Kansuke riprese a parlare....muovendosi a malapena. Chiudebdo gli occhi a stento.

-Da allora non lo vidi più....scappò!-.

La voce mi uscì da sola...non fui capace di controllarla.

-Allora non sei della nostra scuola! Che vuoi di nuovo da lui? Lascialo stare...- stavo urlando.

La gente del Bar guardava di sottecchi e si sentivano i mormorii della gente...

Mi ficcai il game-boy nella tasca e corsi fuori da quel luogo.





Ne avevo abbastanza di quella storia.

Di quel ragazzo.






Di soffrire per il mio Mello....




E forse ero anche stato un pò geloso.


Pensare il mio Mello tra le braccia di un'altro ragazzo.

Baciare un'altro ragazzo...


Mello era mio...



Io ormai lo amavo....










Fuori dal bar, senza guardarmi alle spalle, iniziai la corsa fino a casa di Mello.....












































































Recensite...spero vi piaccia questo capitolo ^^






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Capitolo 13
*** ::.. Pioggia Estiva ..:: ***


MxM12




























































I miei passi erano talmente veloci che sentivo il terreno scorrere sotto i miei piedi ad una velocità inimmaginabile.

Nella mia mente scorrevano immagini di Mello.

Sentivo nelle mie orecchie il suo urlo mentre veniva bruciato.



Il suo respiro mentre da terra cercava di riprendersi.

Il dolore che provava.

Mi chiesi se a quel tempo amava quel ragazzo.

Cosa l'aveva spinto a fare quello che stava facendo allora. Come aveva preso la cosa.

E sua mamma lo sapeva?




Vagai tra il traffico correndo e deviando le auto.

Un clacson mi fece saltare in aria quando mi suono. Stava per investirmi ma frenò cambiando rotta.



Continuai la mia corsa, mentre il cuore batteva all'impazzata e le gocce d sudorei iniziavano a formarsi sulla fronte.

Mancavano pochi isolati e sarei arrivato.

Ormai era quasi il tramonto e il cielo cominciava a macchiarsi di rosso...

Nuvole che sembravano schiuma solcavano il cielo. Avevano abbandonato il loro colore puro, sul biancastro, e davano sul rosa...

...batuffoli rosa...


L'aria diventava sempre piu appiccicosa.

Adesso sentivo anche la schiena inumidita.

Ancora qualche minuto di corsa e sarei arrivato.









Svoltai ad una velocità l'ultimo angolo che mi separava dall'arrivo.

Casa di Mello era di fronte a me.

Arrivai al portone e la fortuna giocava dalla mia parte, forse.

Una signora anziana stava uscendo, fermai con il piede il portone e mi precipitai verso l'ascensore.

Era al piano piu alto. Aspettai qualche secondo.

I piani scendevano talmente lenti che sembrava lo facessero apposta per farmi innervosire.

Scattai verso la rampa di scale.


I gradini non li contavo nemmeno. Sentivo il cuore pulsare nelle orecchie.

Mi mancava il respiro ma non mi fermai.

Ancora un piano.




I gradini li salivo due alla volta.




Ed eccomi finalmente davanti la porta d'ingresso.

Alzai la mano esitante...stavo per bussare. Qualcosa mi tratteneva....

Feci un lungo respiro cercando di calmarmi dalla corsa.

Bussai.










Bussai la seconda volta.


Comincia a picchiettare con il piede sul pavimento.
Sentivo i nervi invadere il mio corpo di negatività.

Dov'era Mello?

Cazzo...

Bussai la terza.




Il sudore sulla frote si fece fresco. Una goccia scese e mi percosse il viso.








La porta si aprì.


-Mello...oddio Mello devo parla...- mi bloccai quando mi accorsi che non era lui.

-Ehi Matt...Mello non è in casa...non è ancora tornato...credevo fosse con te- disse sua madre.
Il suo viso da allegro passò a preoccupato.

Il mio aspetto non doveva essere rassicurante.

- Emm no...forse so con chi è...! Lui non ha un posto dove va di solito?- Mi venne in mente questa domanda perche mi ricordo che una volta Mello mi disse che quando era triste o si sentiva solo...gli piaceva andare a riflettere in un posto che adorava e che gli ricordava gli anni in cui non conosceva sofferenza.
-Mmm fammi pensare...- si mise la mano al mento e guardò il pavimento frugando nei ricordi.

-Ah si...Nella via qui dietro il nostro palazzo c'e il ponte che da sul fiume. Da piccolo Mello ci si costruì una specie di capanna con delle lamiere....-.
-Grazie...davvero...-
-Non sono sicura che sia li però...-
Mi voltai per andarmene carico di fiato e pronto per la nuova corsa ma mi bloccai sentendo la donna che mi chiamava.

-Matt...Ma cosa è successo?- disse diventando seria.

-Stia tranquilla...parlerò io con Mello...voglio solo il meglio per suo figlio...ci tengo piu della mia vita-. Mi venne spontaneo sorridergli.
-Sei un ragazzo d'oro Matt...mio figlio a volte sembra che abbia gli occhi chiusi....-
-Corro da lui-
-Vai...- mi sorrise affettuosa e si chiuse la porta.





Scesi le scale senza vederle, con il rischio di cadere.

Arrivai fuori e il sole era già calato...e il cielo non era piu solo nuvoloso...adesso era molto piu inquietante...

...inoltre l'aria era diventata piu fresca.

Sentivo la freschezza su di me essendo sudato.




Continuai a correre girando il palazzo e trovai il ponte.


Rallentando cercai il posto da dove scendere e raggiungere il fiume.







All'estremità della costruzione trovai dei gradini fatti dal terreno stesso.

Li scesi e arrivai sotto il ponte...


Davanti a me si eregeva una piccola struttura.
Di metallo. Si vedeva che era stata fatta da un bambino.

Mi avvicinai e cercai di ascoltare se venivano rumori dall'interno...

In quell'istante il cielo rombò e mi voltai.

Un tuono.

Sentii un cigolio...mi voltai e Mello era di fronte a me.


-Sta per piovere....-disse iniziando a singhiozzare.

Ci andai e lo abbracciai.

Sentivo il suo corpo muoversi ai singhiozzi violenti.

Le sue lacrime bagnavano la mia spalla e l'incavo del mio collo.

Misi una mano tra i suoi capelli e lo strinsi forte.

-Shhhhh...non è nulla...-

-Ti ha raccontato tutto vero?- parlava a malapena tra le lacrime.

-Si...ma non m'importa-.

-A me si- si scrollò dal mio abbraccio e mi guardò.

I suoi occhi pieni di lacrime mi fecero commuovere.

-Potrei fare del male anche a te...potrei provare a fare lo stesso errore....sono pazzo...pazzo Matt...lo capisci questo?-

-Non m'importa...!-



-Sei uno stupido...stupido e dannato peperone...non voglio farti del male!-

-Ma tu non me ne farai Mello...Mello io...io...- mi iniziò a tremare la voce.

Abbassai lo sguardo e guardai il pavimento.

Il rumore del fiume echeggiava sotto il ponte...
Mello smise di piangere per ascoltare cosa avessi da dire.


Volevo dirgli che ero perso di lui...totalmente innamorato pazzo.


Che l'unico pazzo in questa storia ero io. Pazzo di lui.


Strinsi i pugni, gli presi il viso tra le mani e lo baciai.

Mello non oppose resistenza.

Ma non ricambiò il bacio con passione.


Quando mi levai mi sorrise.


-Devo lasciare Eiko...io non la amo Matt....-

-Vieni sediamoci qui...di qiesto ne parleremo poi...non voglio sentire altre storie per oggi-.

Mi appoggia ad una parete della piccola capanna e tirai Mello per la mano.
Si sedette di fianco a me e appoggiò la sua testa nella mia spalla.


Si mise la mano in tasca ed estrasse del cioccolato...ne morse un pezzo e masticò violentemente.

Doveva essere affamato.

Misi il mio braccio attorno al suo corpo e lo avvicinai di piu a me...

Sentivo la sua mandibola su di me.

I nostri visi erano vicini...





Un attimo dopo...una pioggia estiva invase il cielo.

Pioggio leggera.

Mello si addormentò tra le mie braccia e io non chiesi di meglio....













































Spero che questo capitolo vi sia piaciuto...scusate per il ritardo nell'aggiornamento...kiss, recensite ^^











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Capitolo 14
*** ::.. Arriverà Il Momento ..:: ***


Arriverà il Momento











La pioggia batteva sulla mia finestra, i vetri sembravano esplodere per la violenza della natura. Il vento soffiava forte e i fulmini non erano da meno.

Avevo lasciato Mello a casa, doveva riposare. Mi sentivo meglio, forse perché dopo la sfuriata delle lacrime, almeno un po, si era sfogato.
Davanti la porta di casa sua aveva insistito che rimanessi da lui ma non me la sentivo di lasciare mia zia da sola.



Mi buttai a capofitto sotto la doccia.

Ripensai a tutta la giornata, ai racconti, alla sofferenza di Mello.

Del mio Mello.

Mio.....

Stavo forse fantasticando troppo??


Sentivo di appartenere già a lui.


L'acqua mi fece rilassare a tal punto che mi venne sonno.




Mi buttai sul letto con addosso solo la tovaglietta....ascoltavo i rumori fuori e mi rilassai.

Intanto passavo la mia mano sull'addome...solleticandomi.



In quel preciso istante senti vibrare il cellulare.
Mi allungai per prenderlo sul comodino.

Era un numero che non conoscevo.

Un sms....


Mittente:
Grazie per oggi....


Guardai e riguardai il numero.
Provavo ansia ma gioia allo stesso tempo.


Ero sicuro fosse Mello, chi altro se no???


Risposi.

Matt:
Sei Mello?

...attesi...

Mittente:
Segreto...^^

Matt:
Sei per forza tu...avanti smettila. comunque prego...è stato bello oggi.

Mittente:
Fare che? di che stai parlando?

Matt:
Beh ecco io....ehm...Esserti d'aiuto...Non voglio vederti giù di morale.

Mittente:
Stupido peperone devi per forza mettermi in imbarazzo.

Matt:
Ti ho scopertoooo!!! XD

Mello:
Si si...che facevi?

Matt:
Niente, ero sul letto, sono appena uscito dalla doccia.
tu?

Mello:
Ti immagino...bagnato...e...peperone!

Matt:
Stupido!!! Hai visto che tempo??
Sono tornato a casa fradicio!

Mello:
Beh anche io...però ne è valsa la pena.
Sai ho dormito solo pochi minuti, poi ho chiamato Eiko, le ho detto che è finita.
Secondo te ci starà male.


Per un attimo provai sollievo...


Rilessi il messaggio più volte!!

Io di sicuro ero felice....davvero molto.

Matt:
Non saprei....se ti amava si...altrimenti le passerà presto..
Sono contento che tu stia bene.

Mello:
Certo certo....tu vuoi scoparmiiiii, maniaco di un peperone...

Matt:
Ma che dici? smettila....non sono un maniaco...
Io sono solo....mmmbhe...niente!

Mello:
E' tutto il giorno che non finisci questa frase...sei cosa?
Dimmelo Matt...peperoneeee

Quando dice il mio nome....giuro che potrei svenire.

Ero letteralmente impazzito...


Scesi con la mano verso il mio sesso....e notai la durezza nel pensare a Mello.

Che effetto.....Stavo per svenire mentre immaginavo lui che sussurrava il mio nome.



Mi diedi una calmata e usai la mano maliziosa per rispondergli.

Matt:
Te lo dirò quando sarà il momento..,
A proposito....chi ti ha dato il mio numero??

Mello:
SE-GRE-TO!

Matt:
Dannato!!

Mello:
ahahahah lo so....sono fottutamente dannato.
Buona notte Peperoncino! :) un dolce bacio....a domani...

Matt:
:) ricambio il bacio....spero che la pioggia passi in fretta.
Notte a domani...




Fissai il cellulare mentre inviava il messaggio....e rimasi a fissare il schermo...che diveniva scuro...
Mi vidi riflesso con un sorriso da ebete...


Ma cosa mi aveva fatto? una maledizione forse.


Mello....Mello....

Mi addormentai pensando a lui...

Mi risvegliai solo quando nella stanza entro la zia per spegnere la luce.



Poi....sognai...













Mi risvegliai la mattina seguente con un sms...

Mello:
Buon giorno....ti va di portare il sole in questa mio giornata nuvolosa?
Rispondi :) ti aspetto a casa mia a qualsiasi ora.....bacio :*





























Gente, scusatemi per l'attesissimo ritorno a scrivere. Il capitolo più atteso che mai...
Spero riprendiate a leggere la mia storia... e che questo capitolo vi sia piaciuto...recensite...baci


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Capitolo 15
*** ::.. A luce Soffusa ..:: ***


A luce soffusa



Questo credo sia il capitolo più atteso...vi lascio alla lettura...^^






















Mi precipitai in bagno per lavarmi la faccia e i denti.

La bocca dello stomaco si era chiusa nel preciso istante in cui finì di leggere il suo messaggio.

Sentivo il mio respiro accelerare, la testa che mi girava per l'emozione.

Non capivo se stesse succedendo davvero.

Ma forse era tutta una mia speranza, speravo che accadesse qualcosa?
E se mi stavo semplicemente immaginando tutto?

Se poi non fosse successo niente?



Chi se ne importa, non volevo rinunciare a stare con lui.


Andai a vestirmi.

Mi misi una canottiera nera che non mettevo da tanto, un paio di jeans bianchi e le mie solite scarpe.

Diedi una sbirciatina allo specchio, poi mi precipitai giù per le scale.

-Buongiorno Matt...siamo di buon umore vedo, non fai colazione?- mi chiese la zia con un sorriso stampato sul volto.
-Oh, no devo andare...non ho fame ti ringrazio- le andai accanto e la salutai con un bacio in fronte.
Ero davvero cosi felice per oggi.

Amanda rimase di stucco...si sfiorò la fronte e sorrise leggermente.

Andai alla porta e la aprì.
Il tempo non era ancora migliorato, ma il caldo non era di certo diminuito.

Passeggiai verso la fermata del bus e intanto presi il mio Game-boy.

Mancavano gli ultimi due livelli per completare il gioco.

Per un po l'ansia svanì.




Mentre ero sul bus intento a finire il livello, tornò alla mia mente un frammento di ricordo.

Un frammento di sogno più che altro.

Ma si...avevo sognato Mello.

Ma non solo lui.
Nel sogno c'era qualcun altro...ma in quel momento non ricordavo chi fosse. Non credevo fosse una persona che conoscevo. Mi ricordo solo che non era alto....o alta.

Poi un altro frammento.

Questa persona stava a braccetto con il mio Mello. Gli stringeva la mano.

Lo accarezzava. Ricordo ancora il ribrezzo e la rabbia che provavo nel sogno.
La voglia e l'adrenalina di spaccargli il muso.

Chi cazzo era per toccarlo cosi??

Il bip del Game-boy mi ricordò che ero sulla terra.
Avevo perso il livello per pensare a quel sogno.





La prossima era la mia fermata. Ero vicino a Mello.

Presi il cellulare e gli mandai un sms.

Matt:
Sono sotto casa tua, sto arrivando.

Mello:
Era ora...

Si aprirono le porte e scesi.

Due passi e sarei arrivato.




Camminai ripensando ancora a quel sogno.

Chi poteva essere?

Eiko...? Kensuke?

Oh non ne ho idea...!




Ecco il portone.

-Salve!- salutai il portiere alzando la mano e mostrando tutti i denti in un sorriso.

-Buongiorno..- rispose guardandomi stranito mentre spazzava il pavimento.


L'ascensore era più lento del solito.
Arrivava dai piani alti e faceva sosta a ogni 2-3 piani.

Iniziai a battere rumorosamente il piede sul pavimento.

Avevo voglia di fumare una sigaretta ma dovevo trattenermi.


Finalmente arrivò...

Ci saltai dentro nel senso letterale e premetti il pulsante.

Adesso l'attesa era ancora più snervante di prima.










Davanti la porta di Mello ebbi un'esitazione che non avevo mai provato in vita mia.

Non avevo il coraggio di bussare.
Quanta strada avevo fatto...eppure me ne sarei tornato indietro.


Ma credo che poi me ne sarei pentito per tutta la vita.

Decisi di mandargli un sms.
Magari si era addormentato.
Non volevo disturbare.

Almeno se cosi fosse stato avrei avuto la scusa per andarmene senza essermi sentito in colpa.
Senza rimpianti.


Matt:
Sono dietro la porta...puoi aprirmi? dormi?


Aspettai...


C'era un silenzio tombale.

Erano solo le 9 e 30 del mattino...
Eppure il palazzo sembrava deserto.


Sembrava che il tutto volesse lasciarci da soli.

Solo io e lui.


Solo Matt e Mello.

Sentivo rumoreggiare dietro la porta.


Il mio piede ormai aveva preso vita e si muoveva da solo.

Iniziò di nuovo a battere sul pavimento.


Click.

La porta si aprì.



-Buongiorno peperone...perché ci hai messo tanto?- Mello era assonnato.
Forse non si era nemmeno mosso dal letto.

Eppure era cosi bello....affascinante.

Gli guardavo le labbra...mentre lui si scompigliava i capelli.

-B-b-buongiorno Mel...- stavo per morire.
-Che aspetti a entrare?- si sfregò gli occhi e si scostò dalla soglia per farmi passare.

La casa era in totale penombra...

Tutte le finestre erano semichiuse e con le persiane basse.

Il caldo soffocante dell'appartamento si attaccò subito secco al mio collo...





-Peperone che vuoi fare? Film?- Mentre me lo chiedeva si buttò in cucina a fumarsi una sigaretta e a preparare il caffè alla macchina.

-Ok film, ci sto!- guardavo tiro dopo tiro le sue labbra attaccarsi al filtro.

-Ne vuoi una tazza?- si voltò di schiena e solo allora notai che era in mutande.



Notai ogni piccolo particolare della sua schiena.


La curva dolce che formava, le fossette di venere.

I movimenti del suo corpo mentre respirava.

Mentre si muoveva e basta.


Il tessuto leggero delle sue mutande.

Oddio...

Il caldo era aumentato. Forse era spuntato il sole e batteva sul palazzo.


Solo dopo ricordai che dovevo ancora dargli una risposta.

-Emm...si si...ti ringrazio-. Deglutii talmente forte che Mello mi guardò di sottecchi.
Ero sicuro mi avesse sentito.

Mi passò la tazza e dopo aver finito la sigaretta e il suo caffè, passò a mangiare cioccolata.


Sorseggiai lentamente mentre osservavo lui...che mi guardava a sua volta.

Era strano in viso.

Mi guardava diversamente.


Come se volesse scrutare dentro di me, leggere i miei pensieri.

Come se tramasse qualcosa.




-Che film vuoi vedere?- addentò la cioccolata...e continuava a scrutare verso la mia anima.

Non riuscivo a reggere il suo sguardo e cercai qualcosa in casa che attirasse la mia attenzione.
Nel frattempo frugai nel mio repertorio mentale cercando un film.

Che film potevamo guardare?

D'amore?...ridicolo...troppo...strano!

Horror?...credo che non potrei reggerlo.

Fantasy? D'azione?...

-Non ne ho idea...- dissi infine...e tornai a fissarlo.

Guardava dallo spiraglio della finestra e stava pensando.

Ma a cosa?



Intanto guardai di nuovo il suo corpo..
Questa volta seguivo l'incavo del collo che scendeva...verso i pettorali.

Notai i piccoli muscoli sotto il braccio.

Il gonfiore del petto.

Scesi verso gli addominali. Intanto sentivo come una stretta alla gola e un caldo soffocante.

Come se tutto questo fosse proibito.

Mi spostai verso i fianchi...dove si stendevano solchi che portavano verso la cosa che stavo bramando di più.


Stavo per impazzire.

Mello continuava a masticare mentre i miei occhi ormai stazionavano sul suo pacco.


Non mi venne niente in mente se non rimanere a fissarlo...poi passai di nuovo alle labbra.


Si alzò di scatto e io mi voltai immediatamente.

-Bene allora andiamo in camera mia a decidere un film- mi passò accanto e quel momento mi parve a rallentatore.


Lo guardai infiltrarsi nella camera leggermente scura. La sua schiena che danzava nella penombra mentre si muoveva.


Lo seguì...sudando.

Non capivo più da dove arrivasse questo appiccicoso e secco caldo.



Accese il lume e passò un dito sullo scaffale pieno zeppo di DVD.

-Allora...vediamo un po- la sua voce era bassissima...e non sembrava neanche attento a cercare.

Io davo le spalle al letto e guardavo lui...di schiena.

Si voltò e guardò prima me...poi il letto.

Il suo sguardo era cambiato.

Adesso i suoi occhi blu erano un mare di emozioni.



Un celeste più intenso del mare, dove io stavo nuotando senza meta.

Passò a guardarmi le labbra...


-Matt...io....- socchiuse gli occhi mentre si avvicinava a me.

Il mio cuore prese a galoppare più veloce che poteva.

Ero sull'orlo di un infarto.


Il suo respiro si confuse con il mio...e in quel momento la mia vista si offuscava.

Poi sentì un tocco...la sua mano sul mio petto.

-Matt...- mi sussurrò all'orecchio e poi...





Mi spinse sul letto.






















Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento...il prossimo sarà abbastanza CALDO.

Recensiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!! ^^




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Capitolo 16
*** ::.. Una Cosa Sola ..:: ***


una cosa sola


Ecco finalmente il capitolo hot di questa storia, aspetto taaaaaaaaanti commenti, ho fatto del mio meglio per scriverlo, mi sentivo nel vivo della scena. Buona lettura ^^






















Non capivo perché i miei occhi non mettevano a fuoco bene la scena.
Non me ne capacitavo....ero lì finalmente di fronte a lui. Stavo baciando le sue labbra. Stringendo il suo corpo e assaporando il suo sapore.
Lasciandomi totalmente inebriare dal suo profumo.

Mello sapeva di fruttato, qualcosa che ricorda l'estate ma al contempo la freschezza delle calde sere di essa.

Era l'unione perfetta del profumo estivo mischiato alla brezza leggera del mare.



Ero in paradiso, sicuramente in un altro mondo.

Continuava ad affondare i suoi occhi nei miei.

Continuava a infilare la sua testa nell'incavo del mio collo baciandolo. Leccandomi e stringendomi.



Mi guardò poi un istante e io non facevo altro che restare in silenzio.
Nel perfetto silenzio di quell'attimo tanto atteso quanto magico.

-Ti amo...- i suoi occhi divennero lucidi e il mio cuore...beh non so come descrivere la sensazione, ma credo che esplose.

Non disse altro...continuò a fissarmi aspettando una risposta.


La mia mente non fece in tempo e pensare. Non collegò altro che le labbra e risposi.

-Anche io...- e lo baciai più forte che potei.

La sua lingua che giocava con la mia, retrogusto di caffè e cioccolata, tabacco, Mello.

Passavo la mano fra i suoi capelli e lui percorreva la mia schiena con la punta delle dita.

Infine decise che era ora che la sua mano toccasse la mia pelle.
Infilò la mano sotto la maglia e strinse le mie spalle sotto i palmi tirandomi a se.


Sfiorava ogni singolo centimetro della mia schiena e poi, per quel breve attimo in cui le nostre labbra si separarono, mi tolse la maglia.

-Credevo non ricambiassi...- mi accarezzò la guancia e sorrise timido.
-Io credo di amarti dal primo giorno che ti ho visto invece...- toccai la sua mano sul mio volto e gli sorrisi anche io.

Era una gioia averlo li con me in quel momento stupendo. Sarebbe potuto essere cosi per sempre.

Volevo fosse cosi.

Si staccò da me e mise un cd nel suo stereo accanto al letto.


Parti subito una canzone che non conoscevo, lenta e particolare. Non era roba da Mello.

-Che roba è?- chiesi schietto.
-Un cd di mia mamma...devo farti sentire una canzone...- mentre lo diceva si avvicinava e sfibbiò il bottone dei miei pantaloni.
-Che fai?...ecco io...- annaspai tra i pensieri e le parole. Era già troppo tardi.
-Ssshhh...- si abbassò e mi tolse le scarpe....lentamente risali e abbassò anche la lampo dei jeans.

Restavo immobile...fermo come un mimo....non sapevo cosa potesse essere giusto dire....o fare!


Era cosi fantastico. Buttai gli occhi al tetto sentendo vivo quell'attimo...

...poi sentì i miei pantaloni scivolare via lungo le gambe e infine anche il mio intimo.






Ero davvero sul punto di morire quando Mello sorrise.
Ero eccitato e la cosa era imbarazzante, che Mello mi vedesse lo era.

Perché era stato lui ad eccitarmi. Non riuscivo a capire come potesse fare tutto con tanta facilità.

Si sdraiò su di me e respirava sul mio petto accarezzandomi centimetro dopo centimetro.

Sentivo il suo membro premere su di me ancora intrappolato nel suo intimo.

Lo abbracciai forte e poi salì leccandomi il collo e tornammo a baciarci.



Sembravano baci lunghi un'eternità.


Poi sentì un' altra canzone. Questa la conoscevo.


Un pianoforte suonava e un brivido percosse la mia schiena.

Si stacco dal bacio e mi fissò negli occhi.


Era Yiruma....River flows in you.



-Questa canzone...è per te. Per me tu sei come questa canzone. Mi trasmetti le stesse emozioni...- non sorrideva, era serio. Preso dal momento e io..
Io ero sconvolto...sentivo suonare il piano...e morivo ad ogni nota pensando che tutto fosse perfetto, che finalmente l'equilibrio che tanto aspettavo era giunto.

-Mello io...io...Ti amo da impazzire...- mi sollevai e seduti sul letto ci baciammo ancora, e ancora, e ancora.
Decisi infine che era il momento di togliere via le sue mutande.

Quando le levai la mia mente non provò malizia. Ero solo desideroso di unirmi a lui. Di vedermi disteso sotto di lui in un unico essere.

Una sola anima.

Mi sdraiai e lo tirai verso di me.


-Mello...voglio sentirti dentro di me...Adesso!- mentre lo dicevo vedevo i suoi occhi perdersi nelle mie parole, nelle mie labbra.

Non disse nulla. Mi baciò leggere un'altra volta e poi scese con la lingua...
Sul collo...




Poi sui pettorali....
...fermandosi qualche istante sui capezzoli.


Leccò poi ogni singolo addominale.

Muscolo dopo muscolo.


Scese ancora fino a raggiungere l'ombelico.



E poi seguì una linea immaginaria che arrivava al mio pube.







Sentivo il suo respiro sulla mia intimità.

Aveva gli occhi chiusi e tremava.

Indugiò un istante e poi....mi assaporò.



Restò li ad assaporarmi per un bel pezzo ed io sentivo ogni movimento delle sue labbra come una danza.




Infine fece qualcosa che non mi aspettavo.
Scese lungo i testicoli e poi...leccò il luogo dove io avevo dato a lui il permesso di entrare.



Non potei fare a meno di afferrare la sua testa e trattenere i gemiti.

-Non trattenerti...mi piace sentirti fare cosi....impazzire per me!- mi guardo e notai la sua fronte imperlata di sudore.


Il caldo ora era asfissiante.



Quando ebbe finito di sentire che sapore avevo aprì le mie gambe e si sdraiò su di me.




Lo accarezzai e lo guardai pensando che era lui la persona che completava la mia vita.


Il mio cuore stava galoppando alla velocità del vento.
I suoi occhi erano il mare che costeggiavano la costa della mia pista.
I suoi capelli i raggi che colpivano i miei occhi.


Il suo respiro era il vento della mia velocità.




- Matt...ho paura...- vederlo tremare era una cosa che non sopportavo.
-Perché tremi?...se non è quello che vuoi possiamo anche...-
-Scherzi? no scemo....tremo perché...perché sei diventato la cosa più bella...io non so come esprimere quello che sto provando, tremare è l'unica soluzione-. volevo morire tra le sue braccia adesso...
-Anche io ho paura....ma...Ancora di più adesso ho paura di perderti...che tutto questo possa essere illusione..- presi il suo viso tra le mani - facciamolo durare per sempre, vuoi?-.
-Per sempre..- in quel momento....Mello sfiorò la mia intimità con le dita mentre mi baciava e poi...fu dentro di me.



Entrò lentamente e senti nel suo bacio il respiro del piacere.




Toccai quelle fossette sulla schiena che tanto avevo bramato.

Le sue spalle.

E poi nella foga della passione mi afferrai alle sue natiche spingendolo più affondo dentro me.
Speravo toccasse la mia anima con la sua.

I nostri cuori erano un solo coro.




I nostri respiri una sola canzone.






Suonava tutto una melodia di piacere che volevo non finisse mai....






-Ti amo..ti amo peperone!- sussurrò al mio orecchio.

Gli leccai l'orecchio mentre spingeva dentro me.

-Anche io...tanto!- lo strinsi più forte e lui...si aggrappò a me con una mano sulla testa ed una alla mia spalla.

-Oh Mello...-.
-Matt....resta con me!-.
-Per sempre!-.

Affannò e poi....venne.


Si accasciò su di me per la stanchezza e restammo uniti in quell'abbraccio per un tempo mi parve un giorno intero.




Sudati e uniti per sempre.































Che ne pensate??? *_* io mi sono emozionato scrivendolo.

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Capitolo 17
*** ::.. Nuovo Inizio ..:: ***


Nuovo inizio
 


Beh voglio dire grazie a tutto voi che recensite nonostante io aggiorni la fic ogni mille anni.
Purtroppo non è sempre che ho l'ispirazione. Mi viene un giorno si e dieci no.

Beh vi lascio ad un nuovo ed attesissimo capitolo, spero vi piaccia.
Grazie ancora miei sostenitori e lettori :)

ps: Tranquilli/e se non avevate capito che fossi un ragazzo XD
























Quando ci svegliammo era ora di pranzo!
Mello si era accoccolato su di me stringendomi e accarezandomi, per poi cadere nel sonno.

Mi abbandonai anch'io alla stanchezza, dato che quella mattina mi ero svegliato presto.



Credevo che svegliandomi tutto sarebbe svanito come frutto di un bellissimo sogno.

Invece Mello era li.
Accanto a me.
Fra le mie braccia...





-Buongiorno Pep mio...- Si svegliò sotto il mio abbraccio ,mi sorrise e, scostandosi i capelli sudaticci dal viso, mi sorrise.
-Buongiorno mio bello- lo baciai e gli strinsi forte il corpo a me.
-Ehi non scappo mica!- mi baciò ancora e poi mi fissò per un tempo lunghissimo



-Beh?- interruppi il silenzio- che c'è?-
-Sei bellissimo....
Arrossi e lo spinsi via. -Smettila scemo-.
-Dico sul serio...te l'ho mai detto??- mi afferrò per il polso mentre stavo x alzarmi dal letto.
-Beh più o meno...-mi tirò su di se e rotolammo sul letto ridendo e baciandoci.

Sembravamo in una scena da film romantico...e la cosa non mi dispiaceva affatto.


Stavamo li a coccolarci ed a sfiorarci senza ricordarci che lì fuori c'era un mondo ad aspettare...


Ma che importava. Quel momento sarebbe stato per sempre nel mio cuore.

Fino a quando...








TOC TOC TOC

-Mello apri subito la porta!!!-


Scattammo in piedi e ci rotolammo goffamente x la stanza in cerca dei vestiti.
La voce di sua mamma fu la cosa piu tragica che potessi aspettarmi a rompere il silenzio.


Mi vestì più veloce che potei e un nanosecondo dopo Mello fu alla porta.


-Ehi mamma....che succede?- Non aveva spalancato la porta e io me ne stavo nascosto.

-Ti sentivo ridere... con chi sei?- sua madre spinse la porta e passo la soglia.



In un attimo la mia vergogna arrivò fin sulla punta dei capelli.

-Ah...ciao Matt...- mi sorrise guardandomi con complicità.

Quella donna sadica e strana aveva capito tutto eppure se ne stava li a sorridere.
Cosa stava tramando???

-B-buongiorno...- mi aggiustai i capelli e cercai le mie sigarette!
- Su non essere timido...hai un cosi bel faccino...- mi accarezzò la guancia.



Poi si voltò di scatto e andò da suo figlio furiosa.

- Ma dico hai visto che ora sono? Stupido ingrato. Pensavi di farmela sotto il naso eh?- era la rabbia in persona.

-Mam ma di cosa stai parlando?- Mello sembrava leggermente agitato ma la sua indole di macio sembrava non vacillare piu di tanto..

Si fingeva intoccabile.

-E non fare il finto tonto.
Ti avevo detto che finita la scuola avresti dovuto cercare un lavoro estivo....mi sbaglio??
E tu avevi anche detto che eri d'accordo.
Sono due settimane che ti trovo a russare sul letto- si voltò verso di me e sorridendomi aggiunse- solo oggi sembra tu abbia fatto qualcosa di diverso-.


Io deglutì.

-Era ora Mello...Adesso vestiti e vai a cercare un lavoro!!!-.






Mi guardò nuovamente e mi disse - vieni mio caro Matt...avrai fame ti preparo qualcosa da mangiare. Ti va un sandwich?- sorrideva fin troppo...mi metteva i brividi.

-Oh no signora sono apposto...La ringrazio. Aspetto Mel cosi lo accompagno e cercare un lavoro. Venendo qui ho visto che cercano un cameriere alla tavola calda qui in fondo alla strada.- Mi decisi a tirare fuori la sigaretta dalla mia tasca e ad accenderla.

-Che bravo ragazzo...Sei sicuro di non voler mangiare?-.

-Eccomi io sono pronto- Mello uscì dalla sua camera più acido che mai- andiamo peperone!-.

Spensi la sigaretta e la rimisi nel pacco e mi apprestai a salutare sua mamma.

-Arrivederci- sorrisi e la baciai.

-Torna quando vuoi mio caro ragazzo...sei l'unico a farlo sorridere.. mi fece l'occhilino e poi la porta si chiuse.

Mello mi aveva tirato per la mano sino al pianerottolo.





-Tua madre è cosi carina...- dissi ridendo sotto i baffi.

-Si solo con te!-.























Girammo tutto il pomeriggio per locali e pizzerie. Nulla che potesse interessare a Mel.

Poi finalmente si convinse a passare alla tavola calda.


-Eh va bene...eccoci qui...darò un occhiata ma se saranno troppo esigenti non ci metto molto a fregarmene-.
-Ok come vuoi...- gli sorrisi e lo spinsi oltre la porta.


-Salve- salutai e lui dopo di me.

-Con chi posso parlare per l'annuncio appeso fuori?-
 La donna oltre il bancone si alzò dal suo caffè e ci guardo di sottecchi...

-Con me mio caro...- si mise in bocca una sigaretta e la accese...la fece sparire tra le sue grandi labbra. Erano gigantesche. Sembrava un enorme pesce palla.

Era una signora di mezza età piuttosto robusta.  Faceva una paura.

Ovviamente non a Mello.

-Sono qui per fare da cameriere...- Mello la guardava con una percentuale minima di sdegno per la grossa stazza che aveva..
Non aveva di certo intenzione di farsi mollare un ceffone e finire sulla vetrata d'entrata.

-Tu? esile come una sardina?...mmmh...- la donna sputò del fumo dopo un lungo tiro.

Si voltò e urlo un nome.

-Roger...-

Guardò ancora Mello per studiarlo piu a fondo.

-Rooooger!!! Vecchio cane vieni fuori.-

Ad un tratto un uomo della stessa stazza con un capello da chef entrò dalla porta sul retro e ci guardò di sbieco.

-Che vuoi?-
-C'è un ragazzo per il lavoro!-
-Fammi vedere..- si avvicinò con passo elefantesco.

Forse solo io sentivo tremare le pareti.

-Quale dei due?-

-Il biondino- Sbuffò lei con altro fumo in bocca.



-Oh beh...per me puoi iniziare già da domani-.

Mello si girò per vedere la mia espressione.

Io feci un leggero segno di accondiscindenza e lui si voltò a parlare ai due elefanti.

-Allora a domani...-gli strinsero la mano e ci voltammo per andarcene.



L'uomo urlò un aultima cosa prima di farci andare.

-Ah ragazzo...se non sai servire ai tavoli dopo due giorni...ti sbatto fuori a calci nel sedere-.


Mello sorrise e gli disse- d'accordo omaccione...- poi scoppiò un una risata coinvolgente.










-Congratulazioni x il tuo lavoro...- gli presi la mano e lui la cacciò via.
-Che fai qui davanti a tutti?- mi guardò e parlò quasi sibilando.
-Che problema c'è?- restai pietrificato...dove avevo sbagliato?
-C'è che la gente parla...e non voglia ne che ti sia fatto del male e ne che ne facciano a me!- mi guardò con sguardo supplice come se volesse che capissi.

-Ok hai ragione1- gli sorrisi e camminammo.







Quel giorno ebbi la sensazione che qualcosa di nuovo fosse iniziato...non so se nella mia vita o solamente tra me e Mello...ma qualcosa c'era ed era li a scaldare il mio cuore e a riempirlo di speranze e sogni.

Il volto di Mello per adesso era l'unica cosa che mi teneva attaccato a questo mondo.

































Questo capitolo non racconta chissà che ma fidatevi che è davvero l'inizio di qualcosa.

Vi raccomando recensite!!!

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