Strange,silly... cute

di miry_funnysummer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My weird life ***
Capitolo 2: *** Luke on the beach ***
Capitolo 3: *** Help me, Luke! ***
Capitolo 4: *** He is my boyfriend...? ***
Capitolo 5: *** The beginning of the end ***
Capitolo 6: *** The angel from my nightmare ***
Capitolo 7: *** Keep on whispering in my ear... ***
Capitolo 8: *** Do you like that...pony? ***
Capitolo 9: *** Luke's kiss,Ash's hug ***
Capitolo 10: *** I wish i was... ***
Capitolo 11: *** Won't you please stop loving me to death? ***
Capitolo 12: *** Please, stay with me. ***
Capitolo 13: *** What's happened last night? ***
Capitolo 14: *** The Maid ***
Capitolo 15: *** Everything I didn't say ***
Capitolo 16: *** Kiss me Kiss me ***
Capitolo 17: *** Call me maybe? ***
Capitolo 18: *** I want you.... ***
Capitolo 19: *** You were mine ***
Capitolo 20: *** She's in my bed! ***
Capitolo 21: *** Cushy Cushy loves me ***
Capitolo 22: *** She cuts herself! ***
Capitolo 23: *** Goodbye, my love ***
Capitolo 24: *** Greenlight ***
Capitolo 25: *** Flamingo!! ***
Capitolo 26: *** She's a bad girl? ***
Capitolo 27: *** Ice in the boxer ***
Capitolo 28: *** Crazy house and secrets ***
Capitolo 29: *** The Killers ***
Capitolo 30: *** Perfect in our imperfections... ***



Capitolo 1
*** My weird life ***




Nel caso non sappiate chi sono, mi presento, mi chiamo Rachel Hood. Sono una ragazza con un passato da cancellare, una che cerca sempre di sorridere nonostante dentro stia piangendo disperatamente, una che non può avere una vita troppo semplice. Sono testarda, decisa, impulsiva, ho tanti di quei difetti che se dovessi elencarli tutti non finirei mai; eppure c’è qualcosa in me, nel profondo, che è ancora recuperabile. Quella parte infondo al cuore che può essere salvata solo da qualcosa, o meglio, da qualcuno. E quel qualcuno, sarebbe entrato presto a far parte della mia vita, anche se contro voglia. Il suo nome è Luke. Luke Robert Hemmings.
 
-Rachel, capisci quello che ti sto dicendo? Hai un debito in fisica, matematica e chimica. Sai che non mi piace fare la parte del fratello responsabile, ma sei messa maluccio. Se non recuperi queste insufficienze entro settembre, puoi dire addio al quarto superiore e riniziare il terzo da capo. So che da quando mamma e papà sono morti sono cambiate tante cose, so che è difficile cercare di andare avanti, ma è successo due anni fa. Ormai siamo grandi, dobbiamo cercare di vedercela noi e per il momento il nostro compito è quello di continuare la scuola, anche se non è la cosa più emozionante di sempre.-  Calum era seduto di fronte a me, con la mia pagella in mano. L’avevo combinata proprio grossa per essere rimproverata da lui allora...

-Lo so, lo so. Non ci posso fare niente, ok? Io provo a studiare, ci metto tutta me stessa, ma automaticamente quando inizio a leggere l’inizio del paragrafo la mia testa se ne va in un’altra dimensione.  Però pensa a quel nove in italiano, sono andata bene, no? E’ solo che la matematica, proprio non mi entra in questa stupida testolina. Appena vedo lettere e numeri assieme, non ci capisco più niente. Per non parlare di chimica, cioè, mi spieghi a che cosa mi serve sapere la struttura interna dei micro-neutrini? Mi dici l’utilità di sapere la tavola periodica a memoria?! In ogni caso cercherò di impegnarmi quest’estate, proverò a studiare di più per recuperare il salvabile, te lo prometto.- Lui mi porse la pagella e prese il cellulare che era sulla poltrona, mentre digitava qualcosa.

- Non credo che riuscirai a fare molto da sola, ed è per questo che il tuo fratellone preferito ha appena avuto un’ideuzza per non farti perdere l’anno. – E ora cosa avrà in mente? L’ultima volta che ha avuto un’idea, si è fatto un ciuffo biondo. Ho seriamente paura di quello che ha pensato il suo cervello bacato.
Poi avvicinò il telefono ad il suo orecchio ed aspettò una risposta alla chiamata.

-Ciao, Ash! Ascolta, qui abbiamo un problema. Si tratta di mia sorella. Si, ecco, vedi, ha qualche problema a scuola e... non è che tuo fratello può darle qualche ripetizione?Cioè, naturalmente gli daremo qualcosa in cambio. - CHE COSA? RIPETIZIONI? Da quel cretino del fratello di Ashton? MAI.

Ashton è un nostro vecchio amico, era il figlio di un amico di mio padre e spesso veniva a casa a giocare con me e Cal quando eravamo piccoli. Siamo buoni amici, lui è un tipo solare, sempre sorridente, uno che ha sempre la battuta pronta. Il problema non è lui, quanto... suo fratello. Luke Hemmings, il classico ragazzo odioso che solo perchè ha un bel faccino crede di poter avere tutte le ragazze ai suoi piedi. A volte veniva con suo fratello, e quando veniva il novanta percento delle volte ci provava con me( si, anche quando aveva solo dieci anni). Ed ora IO dovrei prendere ripetizioni da quell'imbecille? Col rischio di essere stuprata il primo giorno di lezione? NO.  – Ok, grazie mille amico, allora fammi sapere. Si, certo, ok. Ciao!- Appena Cal mise giù il telefono mi avventai su di lui.

-Che diavolo intendevi con ripetizioni? Sai che non sopporto il fratello di Ashton, lo sai! E tu che fai? Vuoi che mi dia ripetizioni? No, fratello, non ho assolutamente intenzione di andare a lezione da lui, chiaro? E’ inutile che mi guardi con quella faccina tenera, non mi addolcisci, questa è la mia vita e posso vedermela da sola per studiare. Non fare quella faccia, no, noooo.- Aveva il labbro piegato e gli occhi supplicanti, quella che io chiamo “la faccetta da cucciolo di panda”. Odio quando fa così, davvero, sa che non posso resistergli.

-E va bene, va bene! Andrò a lezione da quel coglione, se proprio ci tieni. Ma solo per un paio di volte.-
Cal mi venne ad abbracciare e tornò improvvisamente felice. Perché diavolo ci casco sempre? Ora mi toccherà prendere ripetizioni da quel presuntuoso-pervertito che non sa tenere le mani a posto.

-Hai fatto la scelta giusta sorellina. Allora, la tua prima lezione incomincia tra circa mezz’ora, quindi ti conviene andarti a togliere quella tutona quattro taglie più grande e ti conviene renderti più presentabile, così fai paura persino a me, sembri uno zombie! Ah, e, fatti una doccia.-

-Stai per caso insinuando che puzzo?- Gli chiesi con uno sguardo infuocato.

-No, n-no, stavo solo dicendo che hai i capelli un po’ sporchi e dovresti lavarti. Tutto qui.-

-La prossima volta invoco l’ira di Zeus e ti fulmino.- Gli risposi andando al piano di sopra per farmi una doccia purificante. Presi un asciugamano ed andai in bagno a farmi una doccia rilassante. Odiavo quelle cicatrici che avevo sui polsi, ogni volta che mi toglievo i bracciali si vedevano e mi facevano ricordare tutto quello che avevo passato. Segni indelebili di quello che mi porto dentro da due anni fino ad oggi. Ogni volta che stringevo mi facevano male come la prima volta, per questo avevo cercato di smettere. Eppure, ogni tanto ricadevo in quel tunnel senza fine, nei momenti in cui mi sentivo sola ed esclusa dal mondo, tutto per colpa mia.
Mi feci una doccia con tutta calma e quando uscii mi misi l’asciugamano per coprirmi.  Presi il fono e la spazzola, e mi avviai verso camera mia per vestirmi, ma quando arrivai feci cadere la spazzola per terra e rimasi a bocca aperta.

-Ciao, bambola. Non sapevo che tu fossi così diretta, ma se vuoi possiamo passare direttamente a quella parte del programma.- Luke era seduto alla mia scrivania e mi stava fissando con malizia. Questo è il motivo per cui lo odio. E’ così presuntuoso, narcisista, odioso, insolente... posso continuare all’infinito se voglio.  Indossava degli skinny jeans neri strappati alle ginocchia, delle vans dello stesso colore ed una maglia grigia dei Green Days che gli lasciavano scoperte le braccia. Era forse per questo che era sempre circondato di oche senza cervello?

-Che cavolo stai facendo in camera mia? Esci subito!- Gli dissi afferrandogli il braccio e strattonandolo con tutta la forza che avevo, ma ottenni come risultato solo un minimo spostamento di due millimetri, mentre si mordeva il labbro col pircing.

-Ci devi mettere più forza se vuoi farmi alzare di qui, piccola. Ah, e ti conviene alzarti quell’asciugamano se non vuoi  che ti stupri in questo preciso momento.-

-Dio, Hemmings, esci subito di qua o ti rovino quel faccino che tanto ti vanti con un gancio destro. Prova a dire una cosa del genere un’altra volta e ti faccio diventare femmina.-

-Uuh, che paura! Comunque, sono qui per farti ripetizioni. Ora vado a salutare tuo fratello e quando torno apro la porta e basta, ti converrà essere vestita in quel momento, altrimenti non rispondo più di me.- Affermò con un sorriso strafottente, andando lentamente fuori dalla mia camera. Io chiusi la porta alle mie spalle e sospirai. Bene, ottimo inizio, se andiamo avanti così è meglio che mi facciano subito una lapide: In memoria di Rachel Hood, morta per esasperazione per colpa di Luke Hemmings.  
Sì, suona bene.

Mi vestii in fretta, mettendo un paio di pantaloncini neri ed una maglia a fascia bianca con delle rifiniture di pizzo e sopra una camicia rossa a quadretti. Bene, ora sono presentabile, anche se ho i capelli umidicci e più ondulati del solito.
Neanche il tempo di rimettere tutti i bracciali che la porta si spalancò e tornò quel cretino.

-Beh, vedo che sei stata veloce. Ed io che speravo di trovarti come prima... ok, iniziamo con queste benedette ripetizioni. Se sono qui un motivo ci sarà. Da che materia iniziamo?-  Mi chiese sedendosi  affianco a me e prendendo i libri.

-Chimica?-

- Allora, in principio devo premettere che sento della chimica fra di noi, bambola. Hai presente quella sensazione che provi quando mi vedi, quella sensazione di volermi in tutti i momenti? Questo si chiama chimica.- Andiamo, continuerà a tenere quel sorrisino strafottente ed a fare battutine sconcie per tutto il tempo della lezione?

-Ti rendi conto che sei pesante quando fai così? Non potresti semplicemente limitarti a spiegarmi la lezione come farebbe un normale professore?- Mi sto già esasperando e sono passati solo 5 secondi da quando ci siamo seduti. BENISSIMO.

-Poi non sarebbe divertente, pupa. Riprendiamo il discorso, ah, e la prossima volta che mi parli così ti meriti una bella punizione, giusto per essere chiari.-  Disse ammiccandomi. Qualcuno mi spari, vi prego.
Sospirai e presi tutta la pazienza che mi era rimasta per non dargli un ceffone.
Continuò la lezione facendo continuamente battutine a doppio senso, in pratica tutte le frasi che diceva avevano un doppio fine. Tipico di lui. Ogni tanto mi guardava negli occhi, ed io in quei momenti mi perdevo quello in che stava dicendo non so per quale oscuro motivo. Per quanto lo potessi odiare, i suoi occhi erano come una calamita per me.

-Rachel, hai capito?-

-Uhm, sì.-

-E allora ripetimi quello che stavo dicendo.-

-Stavi parlando del... della composizione dell’atomo?-

-In realtà ho appena detto che hai un sedere da paura, ma se tu lo intendi come composizione dell’atomo, fai pure. Posso essere quell’atomo?- Mi sorrise e si morse il labbro, lasciandosi sfuggire uno sguardo sulla scollatura della mia maglia.

E così iniziava una LUNGA estate. E sarebbe stata davvero, lunga. 


 

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Capitolo 2
*** Luke on the beach ***




Dopo una lunga ed interminabile lezione del professor Luke Hemmings (specializzato in doppi sensi), finalmente se ne stava andando.

-Bene, bamobolina, allora studia quello che ti ho detto e... ci rivediamo domani?- No, per l’amor di Dio, domani no. Non posso reggere questo ragazzo due giorni di fila, non ce la posso fare!

Lui si mise davanti la porta e si appoggiò allo stipite, fissandomi con quel sorrisino acido che gli avrei voluto staccare a morsi ( io no essere cannibale, io essere brava ragazza, io semplicemente odiare Luke).

-Mmh, no, domani ho un impegno. Facciamo dopodomani? Oppure fra tre giorni?- Inventai all’improvviso, sperando di cavarmela con una piccola bugia da quattro soldi.

-Cosa devi fare domani, piccola?- Per la grazia divina Cal scese (rigorosamente in mutande, tanto per puntualizzare) e mi portò il costume da bagno, dandomi un’idea geniale.

-Beh, ecco, ho promesso al mio fratellone che domani andrò al mare con lui. Vero, Cal?- Gli dissi sperando  con tutta me stessa che mi reggesse il gioco. Lui fece una faccia perplessa all’inizio, ma quando mi guardò negli occhi ebbe un’ illuminazione e mi mise il braccio sulle spalle, tutto sorridente.

-Oh,si, è vero. Domani siamo impegnati, inaugureremo l’estate con tanto mare, del sole e della crema abbronzante. Sai, il solito, facciamo un bagno, ci divertiamo, giochiamo a beach volley... Però, se vuoi, puoi venire con noi,anzi, porta anche tuo fratello.-  Luke mi fece l’occhiolino e guardò Cal soddisfatto.

-Se per voi va bene, allora verrò anche io. Spero di riuscire a convincere anche quell’ebete di mio fratello, ma non vi prometto niente, potrebbe farmi salire il nazismo con quel sorriso per tutta la giornata. Non parliamo, poi, delle battute squallide che mi rifila dalla mattina alla sera. Se lo porto, sappiate che è solo per voi.- Oh, e così sarebbe Ash l’ebete? Quel ragazzo tanto gentile e carino che sorride sempre? Sarebbe ASHTON che fa salire il nazismo? No, Luke, mi sa che ti sei perso qualcosa. Sei tu quello che sorride in modo odioso tutto il tempo, sei TU quello con gli occhi blu mare nel quale mi perdo... Ehi, aspettate, ma che diavolo sto pensando?! Ecco che inizio a parlare da sola come una demente.

-Hem, per me va bene. Ci vediamo domani mattina alle dieci Luke.- Finalmente lui si decise ad uscire dalla mia benedetta casa e lasciò me, la mia ira, e mio fratello che presto sarebbe finito male.

-COSA. DIAVOLO. TI. E’. SALTATO. IN. MENTE!!!- Lui iniziò a correre come un pazzo in giro per tutta la casa per cercare di sfuggirmi, ma non si sfugge alla tenera Rachel dai capelli rossi quando è arrabbiata.
Ad un certo punto Calum finì in trappola alla fine del corridoio, così era tutto mio.

-Non mi uccidere!- Disse con la voce tre ottave più alta del solito. E’ questo l’effetto che gli faccio?

All’improvviso scoppiai a ridere come un’isterica, senza un motivo preciso. Lui mi guardava confuso, non capiva se era una risata malefica o la risata di una da rinchiudere in un manicomio. ERA TUTTE E DUE LE COSE ASSIEME, FRATELLO.

-Rachel, adesso mi spieghi che cosa ti frulla in quella testa? Cioè, prima mi stai per ammazzare con un solo sguardo e poi inizi a ridere così. Non sei normale.-

-Disse quello che se ne va in giro in mutande e si mette a ballare la macarena  sul tavolino con una banana in mano...-

-Hey, era successo solo una volta! E poi ero ubriaco, ok? Avevo bevuto troppo ed era una festa, ok? E poi, domani sarà una giornata... divertente.-

-Ti rendi conto che hai invitato un maniaco a venire al mare con te e la tua sorellina indifesa?-
-Un maniaco? Ma dai, infondo è un bravo ragazzo.- Uh santo Gennarino,ma  questo vive a Narnia?
 
Quel pomeriggio ho giocato per tutto il tempo a Slenderman con mio fratello, infondo l’avevo perdonato per quell’ invito, e poi io e lui siamo molto uniti per quanto ci possiamo arrabbiare.  Poi mi sono messa d’accordo con Michael(il mio migliore amico dai capelli multicolor) per vedere un film a casa, mentre Cal è uscito con Ashton. Conosco Michael da tanti anni, siamo migliori amici inseparabili. Lui sa tutto di me (anche il fatto che mi taglio), ed io so tutto di lui. Suona la chitarra elettrica, come me, ed ha una voce d’angelo. Mi tira sempre su di morale, è lui che mi ha aiutato molto ad andare avanti dopo la morte dei miei genitori, sa in ogni momento la cosa giusta da dire. Io gli voglio bene come ne voglio a Cal, però ora vi chiederete: ma siete solo amici? Sì, non abbiamo mai cercato o voluto essere qualcosa di più. Per quanto lui sia bello e bravo, ed intelligente... rimane pur sempre il mio migliore amico.

Alla fine,  quella sera io e Michael abbiamo visto Hunger Games 2 e gli ho raccontato tutto delle ripetizioni e di quel cretino di Luke, lui mi ha abbracciato e mi ha dato le condoglianze. L’ho invitato a venire al mare con noi, almeno mi avrebbe salvata da quel pervertito. Si era tinto un’altra volta i capelli, ora li aveva arancioni. Io in realtà avevo i capelli neri, come mio fratello, ma circa un anno fa mi ero lasciata convincere da quell’arcobaleno vivente a tingermi i capelli di rosso  con dei riflessi biondi ed arancioni e, sinceramente, mi sono innamorata di questo colore dal primo momento che l’ho visto. I miei capelli ondulati e ribelli così sembrano ancora più ribelli, muahahahaha.  Ah, non ve l’avevo detto che ho i capelli arancioni e gli occhi celesti? Allora, i miei occhi sono l’opposto di quelli di mio fratello. Lui li ha presi da mio padre, io da mia madre. Lui li ha castano scuro, color nocciola, io invece gli ho azzurro acceso con delle sfumature di verde.
A parte questa piccola descrizione di me, torniamo alla mia vita.

Il giorno dopo mi ha svegliato il campanello, erano le dieci di mattina! Ed io ero ancora nel letto!
In un nano- secondo ho preso il mio costume rosso fuoco a fascia, con delle frange sulla parte di sopra, ed ho sistemato la mia borsa con un costume di ricambio, un giornale da leggere e gli occhiali da sole. Poi mi sono messa un paio di pantaloncini celesti ed una canotta nera, ho preso le infradito e sono scesa in un batter d’occhio. Quando scesi in cucina per fare colazione, trovai Hemmings che era seduto sulla poltrona con Ash e parlava con mio fratello.

-Beata chi si vede! La prossima volta metti una sveglia,sorella.- Cal indossava un paio solo di pantaloni blu dal ginocchio ed un cappello, senza maglia. Come al solito, ho un fratello che meno si veste più è felice.

Poi Luke si girò verso di me e si abbassò un po’ gli occhiali sul naso per guardarmi meglio, poi venne di fronte a me ed avvicinò la sua bocca al mio orecchio.

-Non vedo l’ora di toglierti quei pantaloncini, bambola, quindi ti va se andiamo in spiaggia o vuoi restare ancora qui a fissare il mio splendore? Guarda che così mi prosciughi.- Io gli diedi uno schiaffo ed andai fuori sbattendo la porta. La spiaggia era vicino casa, per fortuna, così arrivai in una decina di minuti, seguita da Cal , Ash e da quell’imbecille. Arrivata, misi una tovaglia sulla sabbia e mi tolsi i vestiti, rimanendo in costume. Poi presi la borsa per cercare la crema abbronzante. MERDA, non l’avevo portata.
Luke venne vicino a me con quel sorrisino irritante e la crema solare in mano.

-Hai per caso bisogno di questa?- Mi chiese togliendosi la maglia ed il pantalone. Oh cazzo, ha un fisico scolpito  che sembra fatto di marmo, è così sexy. I suoi addominali spiccavano in un trionfo di bicipiti, pelle perfetta e vene che pulsavano. Rachel, cosa cavolo stai dicendo?! TU LO ODI, TI RICORDI?
Lui venne vicino a me, io quasi stavo sbavando.

-Cos’è, sei rimasta incantata ad osservarmi bambolina? Allora, la vuoi questa crema o no?- Finalmente uscii da quello stato di trance e ricominciai a ragionare.

-Dammi quella crema.-

-Ad una condizione. Te la devo mettere io.- Quanto lo odio, lo odio e lo odio! Ah, ho già detto che lo odio?

-Piuttosto preferisco scottarmi.- Ero testarda quando mi ci mettevo, ma non mi sarei mai abbassata a farmi mettere la crema da lui. MAI.

-Sei proprio sicura? Io non vorrei rovinare quel fisichino, ma se proprio vuoi diventare rossa come un peperone, fai pure. Arrostisciti pure al sole cocente.- Disse spalmandosi la crema sulle spalle e ammiccando.

-Mettimi la crema.- Alla fine cedetti. Non volevo finire arrostita come un cinghiale, devo mettere da parte l’orgoglio purtroppo.

-Cosa hai detto? Non ho sentito bene.-

-Ho detto che è la tua ultima possibilità per mettermi la crema. Prendere o lasciare.- Lui non se lo fece ripetere un'altra volta e si mise dietro di me, iniziando a massaggiarmi le spalle, poi passò sulla schiena ed andò sempre più giù. Dio, era così rilassante. Io chiusi gli occhi, mentre mi spalmava la crema sulla pancia e poi sulla coscia (dove si fermò un po’ troppo).

-Sembra che a qualcuno piacciano i miei massaggi...- Mi sussurrò in modo sensuale,e poi... 

*Spazio autrice* 
Salve salvino, questa è la mia seconda fan fiction!! Allora, non so se avete letto la prima ma se volete passate, si chiama (SPAZIO PUBBLICITA') Good Girls Are Bad Girls Or Not :D Dunque, vi sta piacendo la storia? Vi andrebbe di lasciare una recensioncina quì sotto? Luke è moolto sexy, lo ammetto, nella scorsa storia era il classico tipo dolcioso(?) e tenero, quì è un bad boy pervertito... dehehehe ;) Allora, ci vediamo al prossimo capitolo!! 
P.S. E' scientificamente provato che non recensire fa male alla salute, CAPITO? ECCO >.< 

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Capitolo 3
*** Help me, Luke! ***



Arrivò Michael e mi salvò. Se avesse continuato per un altro minuto, mi avrebbe sicuramente stuprata. Io riaprii gli occhi e abbracciai il mio pony arcobaleno, mettendomi in punta di piedi perché, per quanto io potessi essere alta, lui era alto più o meno una quindicina di centimetri più di me.

-Come sta la mia rossa preferita?- Disse sorridendo e togliendosi la maglia per lasciare i muscoli liberi.

-Diciamo che sto bene, se non fosse per qualcuno... – Risposi riferendomi ad un certo soggetto non identificato di nome Luke. -Comunque, come sta il mio Mikey? Come mai sei arrivato in ritardo?- ‘E mi hai lasciata sola con questi tre scemi’ Gli dissi scompigliandoli un po’ i capelli con la mano in modo amichevole.

-Tutto bene nanetta. Scusatemi per il ritardo ragazzi, mi sono svegliato tardi. Allora, che si fa? Andiamo a farci un bagno?- Ecco, lui è proprio il mio migliore amico. Entrambi ci siamo svegliati tardi, coincidenze? IO NON CREDO.
 
 Intanto Cal stava giocando a beach volley con Ash, e Luke era steso a prendere il sole, quando all’imrovviso si alzò e si avvicinò a me e Mike.

-Certo, andiamo a fare un bagno.- Disse avviandosi verso il mare sorridente come un bambino. Ma questo sta sempre a sorridere?

Mike mi guardò con stupore e mi prese in braccio dalle braccia e dalle gambe, gettandomi in mare con lui.

-Michael, sei per caso impazzito? Lasciami stare SUBITO!-

-Se proprio ci tieni...-  Mi gettò sott’acqua e quando riemersi trovai Luke che mi osservava ridendo. Che ha da ridere questo benedetto ragazzo? Cosa ho che non va? Insomma, non ha mai visto una ragazza al mare?

-Hey, ho un’idea. Perché non giochiamo ad obbligo o verità subaqueo?-  Propose Mike sorridendo in modo sfacciato.

-Cioè?- Chiesi io mentre Luke aveva appena smesso di ridere come un deficiente. Ha qualche rotella fuori posto questo ragazzo.

- Allora, è un normale gioco di obbligo o verità, solo che si gioca in acqua con degli obblighi più fighi. Inizia... Luke.-

-Ok, Rachel. Obbligo o verità?- Mi stava guardando con malizia, leccandosi il labbro. Non ho assolutamente intenzione di scegliere l’obbligo.

-Verità.-

-A che età hai fatto...?- QUESTO NON ME LO PUO’ CHIEDERE. NO.

-Sono ancora in tempo per scegliere l’obbligo?-

-Certo. Il tuo obbligo è quello di darmi un bacio sott’acqua.- Mi sorrise e si morse quel maledetto piercing.  Ecco, lo sapevo.  Forse era meglio rispondere alla domanda, avrei dovuto aspettarmi anche di peggio da questo maniaco.

-No. Cioè, stai scherzando? Io non ti darò mai un bacio, piuttosto mi faccio suora!-

-Suor Rachel Hood? Non suona bene, nanetta.- Ora ci si mette anche Michael? E che diamine, ma stanno tutti complottando perché questo ragazzo mi stupri?

-E va bene, ma solo un secondo. Chiaro? Un bacio a stampo e basta.- Chiarii, prima di essere trascinata sott’acqua da Luke di forza. Lui si avvicinò e si avvinghiò a me, poi avvicinò le sue labbra alle mie, ma non appena si sfiorarono tornai in superficie.

-Tutto qui?-  No, allora mister arcobaleno, come puoi dire TUTTO QUI? Vuoi davvero che stupri Luke adesso? Già quel mezzo contatto mi ha fatto perdere la cognizione del tempo e dello spazio, già sono rossa come i miei capelli.

-Ci siamo baciati, ok? Basta così, mi vado a fare una nuotata.- Dissi avviandomi da sola verso l’acqua più alta. Mi avevano davvero stancata, Luke ed i suoi stupidi giochetti e Mike che gli andava dietro. Dovrebbe essere il mio migliore amico!
 
Cercai di svagare la mia mente ed mi lasciai andare nell’acqua, mi misi a galleggiare sdraiata e chiusi gli occhi beatamente, cercando di rilassarmi. Sentivo il rumore del mare, le onde che si muovevano, il suono dei gabbiani, era una sensazione indescrivibile. Mi sentivo benissimo, quando...

-Ahi! Cosa mi ha punto sulla pancia?- Mi rimisi in piedi, ma mi ero accorta di essere arrivata troppo lontana dalla riva e vicino una costola avevo una macchia rossa che si stava gonfiando molto in fretta. Cercai di nuotare, ma mi faceva troppo male. Poi mi sentii pungere anche sulla gamba, poco sotto il costume. Faceva un male cane, ad un certo punto mi fermai per prendere respiro. Mike era a riva a giocare a beach volley con i ragazzi, e Luke stava nuotando tranquillamente per i fatti suoi ad una cinquantina di metri da me.

-Luke! Luke, mi aiuti?- Era la persona meno indicata a cui chiedere aiuto, soprattutto dopo “obbligo o verità” eppure era la persona più vicina. Non riuscivo più a nuotare per il dolore, ma per fortuna lui si girò e nel giro di un minuto mi aveva già afferrata e mi stava portando a riva.

-Allora, cos’è questa storia che hai bisogno del mio aiuto?- Disse mentre mi poggiava sul telo e si sedeva affianco a me, squadrandomi da capo a piedi.

-Senti, vedi di fare poco il cretino ed aiutami. Credo che una medusa mi abbia punto qui e qui...- Dissi indicandogli la costola e la coscia.

-Ha scelto bene la medusa, eh? Allora, intanto ci metti un po’ di acqua sopra, poi non avete qualche crema o qualcosa del genere? – Disse passando un dito sulle ferite, facendomi avere dei brividi. Non mi faceva male, era solo il suo tocco che aveva mandado in tilt tutto il mio corpo. Come diavolo fa a farmi stare così sfiorando delle ferite?

-Non lo so, a casa dovrei avere qualcosa. Però la metto dopo, ora voglio godermi la giornata. Tanto non mi fa così male, nel mare bruciava di più. Comunque, se vuoi scusarmi, preferirei fare una passeggiata. Andrò con Mike.- Gli dissi alzandomi, ma venni fermata dal suo braccio che mi riportò a terra, lui era sopra di me e mi guardava in quegli occhi celesti che mi facevano perdere. Non può fare così, dannazzione, non rispondo più di me. Io lo odio, Rachel, io lo odio. Lui è uno stupido presuntuoso, fa così con tutte, non ti far imbrogliare.

-Tu non vai da nessuna parte, chiaro? Non mi hai nemmeno ringraziato, quindi, ora mi devi qualcosa. Facciamoci una passeggiata assieme, ti va? Non chiedo molto bambolina.- Disse facendomi l’occhiolino, mentre percepivo il suo respiro su di me e odoravo il suo profumo.

-Ok. Ma un giro breve, chiaro? Ah, e non chiamarmi mai più bambolina.- Finalmente mi liberò e mi riuscii ad alzare.

-Andiamo vecchietto? Guarda che se non ti muovi potrei ripensarci.- Gli chiesi mentre correvo verso mio fratello per avvisarli.

-Vecchietto? Sono solo un paio d’anni più grande di te!- Lui mi raggiunse in un nano-secondo e si mise dietro di me, troppo vicino.

-Cal, noi ci andiamo a fare un giro! Ci vediamo dopo!- Lui smise di giocare a palla per un attimo e mi guardò confuso. –Stai tranquillo, va tutto bene, noi andiamo!- Prima di dargli il tempo di replicare presi Luke per mano e lo trascinai con me verso la riva. Aspettate tutti, gli stavo davvero tenendo la mano?

All’improvviso lui attorcigliò le sue dita nelle mie, cercando di sigillare quella presa. Iniziammo a camminare in silenzio, così dopo qualche minuto decisi di rompere il silenzio.

-Allora, quando facciamo lezione?- Lui scosse la testa e si girò verso di me.

-Non sono qui per parlare delle ripetizioni. Volevo solo mettere in chiaro un paio di cose: tu sei una ragazza straordinariamente sexy, io sono un ragazzo sexy, tu sei una brava ragazza...io no. Però ti prometto che cercherò di comportarmi meglio... a meno che tu non ti faccia trovare coperta solo da un’asciugamano molto corto. In quel caso finiresti a letto con me, ma sarebbe solo colpa tua.-

-Giuro che ti taglio quel coso che ti ritrovi in mezzo alle gambe se dici un’altra volta una frase da maniaco.- Lui sorrise e si morse il labbro guardando la parte di sopra del mio costume.

-Ti si è slacciato il costume.- Io guardai i lacci della parte di sopra del bikini che mi ricadevano, per fortuna ero ancora coperta ma se fosse stato per Luke mi avrebbe lasciata senza niente. Invece, al contrario di ogni premessa, si mise dietro di me e prese i lacci del mio costume, cercando di sistemarli. Poi si avvicinò al mio collo e spostò i miei capelli davanti,mi lasciò un bacio dietro il collo ed uno vicino la spalla.

-Sei sexy, lo sai?- 

*Spazio autrice* 
Bene bene bene, siamo al terzo capitolo eh? Perchè non recensite se vi va? Comunque vedo che la storia sta avendo poche visualizzazzioni...non vi piace? Fatemi sapere. Dunque, i nostri due protagonisti si stanno avvicinando (o forse no ;D)... che ne pensate? Come reagirà Rachel e, soprattutto, preparatevi per il prossimo capitolo e per la reazione di Cal xD ok,io ho finito. Al prossimo capitolo :D 
P.S. Che ne pensate dell'immagine all'inizio? Vi piace? 


 

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Capitolo 4
*** He is my boyfriend...? ***



Quando mi diede quel bacio sulla schiena così dolce ed inaspettato il mio cervello se ne andò in fumo, e quell’ultimo neurone che mi era rimasto ancora vivo era finito in terapia intensiva. GRAZIE MILLE.

Sentire il tocco delle sue labbra umide sulla mia spalla era...era una sensazione indescrivibile. Ma poi venni risvegliata da qualcuno che mi aveva strattonato il braccio, così mi girai. Cal?

-Voi piccioncini, cosa fate sulla spiaggia? Sbaglio o siamo qui per divertirci? Allora, io ho un’idea. Perché non proviamo ad affogare Luke sorellina?- Urlò cercando di far capire anche a Luke, io guardai il prof. Hemmings negli occhi e ci capimmo al volo: AFFOGARE CAL.
 
Ci buttammo tutti e tre in acqua e trascinammo Cal con noi, Ash e Luke l’avevano preso dalle braccia e dalle gambe ed io e Mike lo tenevamo da sotto la schiena, così riuscimmo a portarlo in acqua con noi e lo cercammo di gettare in mare, ma quando uscì era tutto bagnato ed il suo costume bianco gli si era tutto appiccicato addosso e si vedeva tutto. Mio Dio, non volevo vedere mio fratello in queste condizioni. Poi vidi una ragazza con dei  lunghi capelli lisci marrone scuro e dei grandi occhi castani, era davvero bella . Io non la conoscevo, ma lei si mise affianco a mio fratello e gli diede un bacio sulla guancia,poi andò ad abbracciare Ashton.  Io rimasi sbigottita. Mio fratello aveva una ragazza? Non sembrava una di quelle barbie senza cervello,cosa strana dato che mio fratello di solito stava con ragazze senza un briciolo di cervello con le tette grandi . In ogni caso mi stava antipatica, non sono una di quelle sorelle gelose però... mi stava antipatica e basta, punto. Chi è questa sgualdrina che lo viene a salutare quando è tutto bagnato e figo? Beh, modestamente, è pur sempre mio fratello.

-Ah, ciao ragazzi. Tu devi essere la sorella di Calum, e tu... sei il fratello di Ash? Io sono Grace!-  Intanto Mike si era messo vicino a me e mi guardava come per dire: ‘Ma chi è questa?’, ed io con un altro sguardo gli risposi ‘Non ne ho idea’.

-Beh, ragazzi, lei è una mia compagna di classe. E...ecco...io....- Si stava torturando quelle povere mani rigirandosi le dita fra di loro, poi Grace lo andò ad abbracciare e gli scompigliò i capelli bagnati.

-Stiamo insieme. Noi stiamo insieme.- Non potevo reggere una cosa così, perché non mi aveva detto niente Calum? Era mio fratello, sa che a me può dire tutto, non gli avrei detto nulla se me l’avesse confessato. E invece devo venire a scoprirlo così, giusto per rovinarmi la mia prima giornata al mare dell’estate (come se non ci avessero già pensato le meduse e il quasi-bacio di Luke).  

‘POV GRACE’
Quel giorno ero andata al mare con le mie amiche, e stavo prendendo tranquillamente del sole sulla spiaggia, quando vidi un ragazzo magro, bagnato, con i capelli neri ed un ciuffo biondo. Calum!
Corsi verso di lui e gli diedi un bacio sulla guancia. Con lui c’erano Ashton, un mio amico un anno più grande, una ragazza dai capelli rossi che somigliava molto alla descrizione della sorella di Cal, un ragazzo (davvero figo, tra l’altro) con i capelli biondi e gli occhi blu mare ed un altro con i capelli rosso fuoco che stava vicino a quella che credevo fosse Rachel.
 
Tutti mi guardavano in modo strano, ma io non stavo facendo niente di male. Erano già un paio di mesi che mi frequentavo con Cal, era davvero un bravo ragazzo ( per non dire bellissimo, figo e con un fisico che mi fa morire solo  a guardarlo, poi quando è bagnato ed in costume...mi vuole morta questo ragazzo). Ci eravamo messi assieme a scuola, perché eravamo vicini di banco e lui mi faceva sempre ridere, mi sentivo felicissima quando ero con lui e lo amavo alla follia. Poi, quando durante una noiosissima lezione di matematica mi chiese di diventare la sua ragazza,capitemi, è stato il momento più bello della mia vita. Prima di lui ero stata solo con un altro ragazzo, era uno stronzo madornale, aveva approfittato di me e poi mi aveva lasciata come si fa con una poco di buono. Ed io, non lo sono.
Sono una ragazza molto studiosa, dopo la scuola andrò all’università e non sono una che ci va con tutti. Con Calum è stato speciale, niente a che vedere di quando sono stata con Ray.
Circa un mese fa sua sorella era andata in gita scolastica, lui mi aveva invitata  a casa sua per guardare un film, ma la serata era finita in tutt’altro modo. Prima ci eravamo presi per mano, poi ci siamo iniziati a baciare dolcemente e poi, il resto, è storia.
Cal sembrava molto imbarazzato dalla mia presenza, era ancora più carino quando arrossiva così. Io gli scompigliai i capelli bagnati, che lo rendevano ancora più sexy. Lui è il mio fidanzato, Calum Hood.
 
‘POV RACHEL’
Corsi fuori dall’acqua senza girarmi indietro dopo quell’affermazione, perché non me l’aveva detto?
Mi stesi sulla tovaglia di pancia per prendere il sole e non pensare a mio fratello con quella ragazza, cercavo solo di svuotare la mente, ma mi addormentai.
Venni svegliata da qualcuno che mi accarezzava la schiena, rimasi un altro paio di minuti così facendo finta di dormire. Credevo fosse Mike, spesso fa così quando sto male e mi aiuta a farmi rilassare, ma quando mi girai la prima cosa che vidi fu una chioma bionda e scompigliata, poi incrociai i suoi occhi.

-Hey bambola, lo so che stavi facendo finta di dormire. Non riesci proprio a resistermi,eh?-

-Fino a prova contraria sei tu quello che mi sta accarezzando la schiena, casomai è il contrario.- Poi spostai la sua mano e mi stesi dall’altra parte, lui era affianco a me e mi stava sorridendo.

-A parte tutto...stai bene? Sei scappata senza dire niente, tuo fratello è corso dietro di te ma ti ha trovata che dormivi, così ha chiesto a me di restare qui ed è andato a casa.-

-Con quella sgualdrina? E Michael ed Ashton?-

-Ciao nanetta. Non mi avevi visto?- Michael era dall’altra parte e stava scrivendo qualcosa su un foglietto, quando si girò verso di me e rise.

-Scusa, sono ancora mezza addormentata e poi non ti ho sentito. Almeno hai avuto il buon senso di non lasciarmi sola con questo maniaco.-

-Questo maniaco che ti ha fatto stare meglio.- Aggiunse Luke facendomi l’occhiolino, mentre si passava una mano tra i capelli. Lo odiavo quando faceva così, davvero. A MORTE LUKE.

-Hey, ma Ash che fine ha fatto, Luke?- Dissi alzandomi per prendere gli occhiali da sole che erano dall’altra parte di Luke . Lui mi bloccò il polso e se li mise. Strano, stava dannatamente bene con i miei Ray-Ban neri. Poi mi fece uno sgambetto, ed io caddi giusto addosso a lui, a pochi centimetri dalle sue labbra.

-Non mi sai resistere eh? Ti accontenterò se vuoi...- Avvicinò le sue labbra alle mie leggermente, io chiusi gli occhi e ormai mi lasciai andare all’idea che mi avrebbe baciata. Sentirlo così vicino, il suo respiro, stare a contatto con la sua pelle...
Quando le nostre labbra si stavano per toccare, lui girò improvvisamente la testa lasciandomi cadere con la faccia nella sabbia. Stronzo. Mi sentivo tutta la sabbia in bocca, sentivo le sue risate e quando riuscii a ritornare a vedere qualcosa lo vidi che stava ridendo come un forsennato mentre mi toccava i capelli per pulirli dalla sabbia.

-Hemmings, giuro che stavolta ti ammazzo.- Ero infuriata con lui, Mike stava sorridendo come un ebete.

-Vai nanetta! Fagli vedere chi è la mia rossa preferita!- Io mi alzai e lui fece lo stesso, iniziò a correre ma lo presi subito, quando voglio sono un fulmine.

-Ed ora cosa farai? Mi punirai?- Disse ammiccando, quando io gli diedi un calcio in mezzo alle gambe. Se l’era meritato.

-Uno a zero per la rossa!- Michael era venuto ad abbracciarmi e rideva, mentre Luke era steso per il dolore. Ho esagerato?

-Giuro che questa volta non la passi liscia...- Luke si stava alzando e stava venendo verso di me,iniziò a farmi il solletico dappertutto, io soffro il solletico come un’indemoniata.
-Ti prego, basta, basta!- Inciampai su un piede di Michael e gli caddi addosso, ci mettemmo a ridere come due bambini, quando lui si avvicinò troppo e le nostre labbra si sfiorarono...
 
*Spazio autrice*

THAT’S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!

Ok, siamo al quarto capitolo e ho deciso di non continuare se non seguite la storia, così ho capito che ho bisogno di un aiutino da parte vostra...vi dispiace lasciare una recensioncina qui sotto?
Allora, Mike e Rachel sono finiti in una situazione strana ed imbarazzante, davanti a Luke poi... che succederà? Al prossimo capitolo, un bacione! 

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Capitolo 5
*** The beginning of the end ***



Quando mi accorsi di quello che stava succedendo mi misi a ridere di nuovo come una scema mentre le mie labbra toccavano quell di Mike, poi lui mi abbracciò e si mise a ridere con me. Luke si era alzato e stava guardando la scena sbalordito, senza osare muoversi di un millimetro. Poi prese i suoi vestiti e mi guardò negli occhi.

-Ci vediamo domani pomeriggio alle sei, prima ho da fare. Ciao.- Luke se ne andò senza aggiungere altro, mentre io e Mike eravamo molto imbarazzati.

-Hey rossa, la prossima volta vedi meglio dove metti i piedi quando scappi dalla presa di Luke, so che ti fa questo strano effetto ma non vorrei che tu finissi di nuovo per baciare il tuo migliore amico!  – Ammise Mike ironizzandoci sopra. Era davvero questo quello che era successo? Avevo appena baciato il mio migliore amico e poi gli avevo riso in faccia? Davanti a Luke, tra l’altro. Beh, almeno ora si comporterà un po’ meno da maniaco (si spera), cioè... avrà capito che non ne voglio sapere di lui. Perché è così, non voglio saperne di lui, no? Vero? ‘E invece no, ti piace’ No, Booh! Ah, si, Booh è quello che resta del mio cervello. Va bene, ora lo sapete. Poi andai a prendere la mia tovaglia e mi rimisi i pantaloni, mentre Mike era ancora sdraiato sulla sabbia a prendere il sole.

-Si, beh, allora siamo rimasti solo noi, io direi di andare. Voglio parlare con Cal.-

-Si, ok. Stasera che fai?-

-Non lo so, poi vediamo. Per il momento non ho impegni, quindi poi ti faccio sapere ok pony arcobaleno? Ah, un’altra cosa... basta con questo imbarazzo. Cioè, no, ti sono caduta addosso e basta, cancelliamo il resto va bene?- Gli dissi mentre lui mi abbracciava con tutta la sua forza e mi faceva pat pat con la testa.

-Ovvio. Resterai sempre la mia rossa preferita, lo sai? Allora ti accompagno a casa se vuoi.- Mike si era rimesso la maglia e mi aveva dato la mano.


Probabilmente se qualcuno ci avesse visti avrebbe sicuramente pensato che siamo fidanzati, insomma, un ragazzo ed una ragazza che camminano mano nella mano, con quasi lo stesso colore di capelli, che ridono assieme e finiscono l’uno le frasi dell’altro... ecco, si, con Michael sto benissimo. Lui mi fa sentire a mio agio, il problema è un altro, il mio problema è quel demente di Luke. Cioè , quando sto con lui sono insicura ed impacciata, cerco di sembrare più sicura di me e gli rispondo sempre a tono, ma in realtà non so mai la cosa giusta da dire. Per non parlare di quando mi fissa con quegli occhi, no, io non reggo più di due minuti il suo sguardo. Mi sento così strana quando sto con lui, non mi è mai successo, cioè sento il suo sguardo ed il suo tocco anche quando mi sfiora o alza gli occhi per un nano-secondo.
Mi resi conto di essere arrivata a casa quando Mike mi salutò e bussai, mi ero persa per tutto il tempo nei miei pensieri e non mi ero resa conto di quello che aveva detto il mio unicorno, chissà se era qualcosa di importante.
Mi venne ad aprire Calum in mutande, come al solito. Aveva il  cellulare in mano, stava messaggiando con qualcuno, io gli presi il cellulare dalle mani e lessi il numero. Gli gettai il telefono nella mano e lo cercai di spostare dalla porta, ma era troppo forte e non mi faceva passare, così gli passai da sotto le gambe, sgusciai in camera mia e lui mi venne incontro, così non riuscii a chiudermi a chiave.

-Io e te dobbiamo parlare.- Iniziò lui sedendosi sul letto vicino a me.

-Si, io ti devo chiedere solamente una cosa. Perché sei sempre in mutande in giro per casa?-

-Io, ecco...mi stavo facendo la doccia.- Poi sentii il suono di qualcosa sbattere contro la porta.

-Oh tu non ti stai facendo la doccia. Tu ti stai facendo quella tipa. Se entro da quella porta, troverò qualcosa che non voglio vedere?- Gli chiesi andando verso la sua camera.

-Io, beh... ecco, non è importante quello che c’è dall’altra parte di questa porta. L’importante è che io sono qui per parlare con te,potevo benissimo rimanere con lei ma non l’ho fatto per stare con te-

-Io non voglio parlare con te, questo è quanto. Il fatto è che ora, se vuoi scusarmi, ho altro da fare che stare ad ascoltare le tue penose scuse. Sei grande e vaccinato, stai con una bellissima ragazza e fate quello che fanno tutti, ok? Io, piuttosto che stare nella mia stanza a sentire tutto, preferisco andare in giardino .-

Cal si stava grattando il braccio quando mi bloccò il polso e mi fece girare verso di lui, facendosi improvvisamente serio.

-Io la amo.-

-Io no. Questo è quanto.-

Corsi giù per le scale e mi andai a sedere sull’altalena che avevamo in giardino. Avevo quattro anni il giorno in cui mio padre tornò a casa con due altalene da mettere in giardino, io e mio fratello eravamo così felici perché la volevamo da così tanto e finalmente potevamo divertirci anche noi . Ricordavo quel giorno d’estate di tanti anni fa in cui con papà avevamo sistemato quell’altalena come se fosse ieri, lui che rideva, io che gli correvo addosso perché non vedevo l’ora di salire sull’altalena, la mamma che ci portava la limonata fresca,sorridente. Il suo sorriso mi mancava così tanto... le battute di mio padre, il modo in cui mi abbracciò appena finimmo di sistemare l’altalena. Quando mi prese in braccio per farmici salire, perché ero ancora troppo bassa. Poi Cal che si era seduto sull’altalena affianco a me, i nostri genitori che ci spingevano e che ci raccontavano di come si sono conosciuti. Amavo quella storia. Mi mancavano troppo, la mia vita non era più la stessa senza di loro. Da quando se ne sono andati tutto è diventato un disastro, faccio schifo a scuola, sono stata con un ragazzo che mi ha usata e poi mi ha abbandonata, mio fratello si mette con una ragazza e non mi dice niente, un coglione mi vuole stuprare e finisco col baciare il mio migliore amico.  Prima la mia vita era perfetta, ma nell’esatto momento in cui avevo ricevuto quella notizia mi era crollato il mondo addosso. Avevo tra le mani la foto di quel giorno, ormai ricoperta da lacrime amare.
 

"Finalmente era il giorno del ballo delle debuttanti, ero così felice! Avevo messo un bel vestito celeste corto, con il bustino a cuore, e Mike mi era venuto a prendere con una rosa blu. Lui era il mio accompagnatore, era il mio migliore amico da quando avevo tre anni ed eravamo inseparabili.  Cal scese con uno smoking nero ed una camicia bianca, aveva la cravatta rossa abbinata al vestito della sua ragazza, Emily, la mia migliore amica. I miei ci fecero una foto tutti e quattro assieme, sprizzavano gioia da tutti i pori. Poi salutai i miei con un bacio sulle guance ed un abbraccio, presi Mike sotto braccio e mi avviai con lui e con la coppietta che mi piaceva di più al mondo a quella serata fantastica. Era il giorno più bello della mia vita, mi sentivo benissimo, piena di energia. Al ballo c’erano tutti i nostri amici, ballai un lento con Mike, Calum ed Emily sorridevano e si sussurravano cose tenere. Erano una bellissima coppia, ed era merito mio se stavano assieme. Il giorno in cui Emily mi disse che le piaceva mio fratello ero rimasta sconcertata, ma poi avevo fatto di tutto per farli fidanzare, ed ora guardali, stavano così bene assieme.
Mike mi guardava negli occhi, con le mani sui miei fianchi. Era tutto perfetto, quella serata era perfetta. Alla fine della serata Mike andò a casa ed anche Emily, così mio fratello ed io ci incamminammo verso casa. Ma quello che trovammo, non ce lo saremmo mai aspettato. La casa era circondata da nastri gialli, auto della polizia, ambulanze e giornalisti. Un uomo di mezza età della polizia si tolse il cappello e si avvicinò a noi, io e Cal eravamo confusi ma sapevo già che non era niente di buono.

-Mi dispiace tanto, ma... non ce l’hanno fatta. Un ladro è venuto per rapinare casa vostra, i vostri genitori se ne sono accorti ed hanno provato a reagire ma...ecco...  Sono davvero desolato ragazzi, mi dispiace che abbiate dovuto scoprirlo così.- Iniziai a piangere e ad urlare, cercai di farmi spazio tra i poliziotti per correre dentro casa dai miei genitori. Non poteva essere vero, no.

-No, NO, LASCIATEMI PASSARE!! CI SONO I MIEI GENITORI LI’!!!-

-Rachel, su , non fare così. Stai calma.- Cal mi aveva abbracciata ed iniziammo a piangere l’uno sulla spalla dell’altro. Quella fu l’ultima volta che vidi i miei genitori."

 

Ricordavo ogni particolare di quel giorno,era impresso nella mia mente e non se ne sarebbe mai andato. Ed ecco che ritornava tutto come se fosse quel giorno, le immagini passavano davanti ai miei occhi e non ce la feci più a trattenermi. Presi un coltellino svizzero che avevo in tasca ed iniziai a graffiarmi i polsi sempre più nel profondo, fino a lacerarmi le vene, facendo uscire il sangue. Continuai così procurandomi uno, due, tre, quattro e più graffi profondi. Il sangue che usciva era come una liberazione da tutti i miei dolori, su quell’altalena... era il momento perfetto per farla finita. Chiusi gli occhi e dondolai dolcemente, fino a che non persi conoscenza.


-No, Rachel!-
 
*Spazio autrice*
Mi dispiace aver dovuto fare un capitolo così triste, però dovevo pur spiegarvi quello che è successo a questa ragazza per averla fatta diventare così come è ora.  E comunque, tranquille, non voglio farvi preoccupare troppo, quindi vi dirò soltanto che c’è un angelo custode *^* Ok, a parte questo, vi piace il capitolo? Che ne dite del flashback e delle sequenze riflessive?
E, per la morte di tutte voi... TADAAA!! 
P.S. Dolce vendetta Nanà :D

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Capitolo 6
*** The angel from my nightmare ***



‘POV ASHTON’

Ero passato per salutare Calum e per parlargli di mio fratello, per scusarmi di come si era comportato con Rachel e per parlare anche con lei, quando avevo sentito il cigolio di un’altalena provenire in giardino.
La porta era aperta, così sono entrato e mi sono avviato  verso il giardino, quando arrivai rimasi a bocca aperta e corsi verso di lei. Rachel era accasciata sull’altalena, con gli occhi chiusi rigati ancora dal segno delle lacrime, una foto che era caduta per terra ed i polsi che continuavano a sanguinare, lei era pallida in viso. Quella vista mi fece ricordare quando anche io mi tagliavo, mi guardai i polsi sfregiati da cicatrici incancellabili e mi dissi che dovevo aiutarla, non solo a guarire, ma a smettere. Io c’ero riuscito grazie all’aiuto dei miei amici, avrei fatto lo stesso con lei. La presi in braccio e la portai sulla poltrona, poi chiamai Calum a squarcia gola.

-Cal, cazzo, SCENDI SUBITO!! Si tratta di Rachel, CAL!- La porta di sopra si spalancò e sentii il rumore di passi frettolosi, mentre stavo prendendo delle bende improvvisate e del cicatrizzante, sperando di trovarlo da qualche parte.

-Cosa le è successo?-

-Dimmi dov’è il cicatrizzante.-

-E’ nel secondo cassetto affianco al frigo. Ora mi dici che diamine è successo a mia sorella?!- Si avvicinò a lei e si sedette, poi finalmente notò i polsi, mentre io gli avevo lanciato le bende e cercavo quel maledetto cicatrizzante.

-Rachel, no, non di nuovo! NO!- Finalmente lo trovai, affianco a delle pillole. Lo presi e lo misi su dei fazzoletti, andando poi a sistemarli sulle ferite. Poi Cal ci avvolse le bende il più stretto possibile, quando sentii il cuore di Rachel riprendere a battere normalmente. Quando alzai la testa verso di lui vidi che aveva gli occhi lucidi e stava stringendo sua sorella a sé con un abbraccio. Le voleva davvero bene, si riusciva a vedere da tre chilometri di distanza. Lui fece un debole sorriso, mentre Rachel continuava ad avere gli occhi chiusi ed a giaciere inerme tra le sue braccia.

-Non mi lasciare così. So che vuoi tornare da mamma e papà, però sei ancora giovane, hai tutta la vita davanti. Non puoi andartene così...-Le parole di Calum erano quasi un sussurro e quel sorriso sparì quando vide che non rispondeva ad i suoi stimoli, lasciando spazio a delle lacrime silenziose. 

Avvicinai la mia testa al suo petto per sentire il suo cuore. Era un battito flebile, eppure si sentiva ancora. Stava riprendendo velocità lentamente, poi sentii dei movimenti. Rachel stava muovendo una mano, poi aprì lentamente gli occhi, ed io tirai un sospiro di sollievo. Le sue labbra ripresero il solito colorito roseo in fretta, le sue guance tornarono ad avere colorito ed i suoi occhi si fecero pian piano più vividi. Era bellissima.

‘POV RACHEL’

Riaprii gli occhi ed inizialmente vidi tutto sfocato. Non capivo quello che stava succedendo, eppure la vista lentamente tornò a farsi vivida, e con essa la memoria di quello che era successo. Volevo farla finita, e non c’ero riuscita. Notai Cal che mi stava stringendo a sé allentare un po’ la presa, lasciandomi dolcemente sul divano, poi vidi Ash che si alzava dal mio petto e sorrideva. Girai lo sguardo più in basso e all’altezza del polso scorsi delle bende sporche di sangue, del mio sangue.

-Ciao...- La mia voce era un sussurro, ma loro mi sorrisero ugualmente.

-Grazie a Dio stai bene. Rachel, che volevi fare in questo modo? Sai che non reggerei una cosa del genere, sai quanto ho sofferto. Non devi farlo mai più, non puoi farla finita. Sei giovane, bella, intelligente e divertente. Sei la mia sorellina, non riuscirei a sopportare di perderti. E comunque...scusami. Sono stato uno scemo, avrei dovuto dirti tutto e non avrei dovuto portarla qui lasciandoti sola sulla spiaggia.- Cal mi diede un bacio sulla fronte e poi si passò una mano tra i capelli.

-Scusami, Cal, posso parlarle una attimo da solo?- Disse Ash con voce rauca.

-Si, certo. Vado ad avvisare Grace di andarsene intanto.- Salì le scale lasciando me ed Ashton da soli, non sapevo perché avesse voluto rimanere da solo con me, però mi fidavo di lui. Era seduto a pochi centimetri da me e si stava grattando il braccio nervosamente, la testa mi pulsava ancora ma mi sentivo meglio.

-Allora... che mi volevi dire?- Lui si tolse tutta quella marea di bracciali che aveva e si girò il polso verso di me. Cicatrici di tagli. Lui si... si tagliava? Non lo sapevo, non me lo sarei mai aspettato da Ashton. E’ un ragazzo sempre sorridente, allegro, eppure in quel momento era serio.

-Ho fatto delle cavolate in passato, queste sono le conseguenze.  Lo sa solo Calum, neanche Luke lo sa. E so che non è la prima volta che fai una cosa del genere, ho visto le altre cicatrici. Ma non farlo più, ti prego. Ti rovini  soltanto, questa volta hai anche rischiato di rimetterci la pelle. Io... noi tutti, ti vogliamo troppo bene per perderti. Non ti tagliare più, fallo per me. Per tuo fratello, fallo anche per la persona più insignificante al mondo come, per esempio, Luke. Cioè, per quanto possa fare il pervertito, lui ti vuole veramente bene.-

-Ti prego, non dirlo a Luke. Non voglio che lo sappia, non lo dirò neanche a Michael.-

-Solo se mi prometti che non lo farai più.- Ash prese un pennarello nero e disegnò una farfalla sulla mia benda. – Questa farfalla deve rimanere tale, ok? Tu sei la nostra farfalla. Non puoi rovinarti così.- Mi porse la mano, la strinse nella sua e mi diede un bacio sulla guancia, poi senza aggiungere altro si alzò e si avviò verso la porta, ma si girò.

- Te lo prometto. – Dissi a bassa voce. Poi lui si voltò e se ne andò, quando sentii dei passi provenire dal piano di sopra. Grace stava scendendo con mio fratello, mi salutò velocemente con la mano e se ne andò, poi Cal si mise vicino a me e mi portò un bichiere d’acqua.

-Bevi, starai meglio. Rachel, tu non hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere. Non mi spiccicherò più da te, te lo prometto.- Poi mi abbracciò e mi portò un quadernino con degli appunti.

-Dato che non sei in forze, ti va di dirmi cosa ne pensi di queste canzoni che sto scrivendo? Non sono ancora complete, ma mi piacciono. L’unica che è quasi completa si chiama Gotta Get Out. Ti piace?- Mise una base dal suo iPod,che aveva registrato lui stesso. Era davvero una bella canzone.
In seguito mi fece sentire più o meno tutte le altre basi che aveva messo giù, erano davvero bellissime. Quella notte dormii con lui, aveva detto che si sentiva più sicuro se mi aveva vicino ed avevamo dormito abbracciati. Praticamente mi ero addormentata mentre cercavo di studiare qualcosina di Chimica sulla poltrona mentre mio fratello vedeva un film ed ero rimasta così, Cal mi aveva portata in camera sua ed avevamo dormito assieme. Gli volevo davvero bene, se non ci fosse stato lui forse ora non sarei qui.
 
 
Il giorno dopo venni svegliata dal campanello: erano le 10 e mezza di mattina, cavolo, chi è a quest’ora?

Cal sembrava non essersi accorto di niente, così sgusciai dal suo abbraccio-piovra e lentamente scesi le scale. Mi girava la testa non solo per i tagli, ma soprattutto perché era prima mattina e non avevo ancora mangiato niente. Il mio corpo aveva bisogno di zuccheri, ed invece io barcollavo come un’ubriaca. Aprii la porta sbadigliando, avevo addosso solo una maglia larga di mio fratello nera e gli slip celesti. Aprendo la porta persi l’equilibrio e caddi, ma per fortuna mi sentii afferrare da due braccia muscolose, così alzai gli occhi ed incontrai i suoi, non potevo confonderli con nessuno.

-Ben svegliata bambolina, perché non ti sei fatta sentire ieri? Ti  ho chiamato almeno una decina di volte per sapere a che ora sarei dovuto venire oggi ma non mi hai risposto, ho provato a chiedere ad Ash ma mi ha detto che probabilmente avevi il cellulare spento. E così eccomi qui, tu invece perché sei in queste condizioni? Non puoi gettarti tra le mie braccia mezza svestita, cioè, poi non dire che è colpa mia.- Disse sorridendo. Io mi appoggiai al suo braccio e mi riuscii a rimettere in piedi. Se ne avessi avuto le forze gli avrei già dato uno schiaffo, ma così non avrei fatto del male neanche ad una mosca.

-Senti, Luke, non è il momento di scherzare. Oggi non me la sento di fare lezione...- Lui alzò un sopracciglio mentre io cercai di dimenarmi da lui, ma mi prese le braccia e guardò le bende. Merda.

-Cosa è successo? Perché hai delle bende?- Io riuscii a staccarmi da lui e mi andai a sedere sulla sedia della cucina, prendendo un bicchiere di succo all’arancia. Luke mi raggiunse subito e si sedette vicino a me, cercando di prendermi i polsi delicatamente. Faceva male.

-Non sono affari tuoi.- Dissi cercando di nascondere il braccio che mi aveva preso, tuttavia notò le cicatrici che erano sparpagliate sul resto del braccio e si mise una mano sulla bocca per lo stupore.

-Tu...stai bene? Non ho intenzione di fare lezione oggi, va bene, però voglio restare con te.- Affermò avvicinandosi a me e mettendomi una mano sulla gamba. Il suo tocco era sempre un’iniezione di fuochi d’artificio dentro di me. Non può fare così.

-Stai tranquillo, posso benissimo stare con Calum. Tu non mi servi. –

-Sei proprio sicura?- Disse tirandomi la testa su per guardarlo negli occhi. Non stavo più ragionando.  Lui si avvicinò vicino al mio orecchio. – Mi fai impazzire, non ho intenzione di lasciarti sola. Oggi sei mia.- Sussurrò con malizia. Ecco, ci risiamo. Rachel ed il maniaco parte 2.

 
*Spazio autrice*

THAT’S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!

Ebbene si, scusatemi se non ho pubblicato capitoli questi giorni ma la scuola mi sta già uccidendo -.-  In questo capitolo ci ho messo tutte le mie energie, ve lo giuro. So che non è il massimo, ma serviva per prepararvi per il prossimo capitolo ;D sono cattiva, sappiatelo xD Secondo voi cosa prova Ash per Rachel? E Luke, invece? Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo, ci vediamo al prossimo capitolo :*

 E... BUM! PER VOI! 

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Capitolo 7
*** Keep on whispering in my ear... ***



Il suo respiro sui miei capelli e sul collo mi mandavano in fumo il cervello, quel sussurro così inaspettato aveva provocato una reazione che non avrei mai voluto avere. Ero arrossita come un peperone, quando aveva abbassato la testa e mia aveva lasciato un bacio sul collo. Poi si staccò da me e sorrise.
 
-Se un semplice bacio ti fa questo effetto, prova ad immaginare cosa potresti provare essendo mia...-
 Disse ammiccando, poi guardò la maglia che era salita, lasciando intravedere gli slip, e si morse quel maledetto labbro col piercing. Il mio corpo non rispondeva più agli ordini del mio cervello, e se prima ero in modalità zombie- mattiniero, ora ero in modalità fermo-o-ti-stupro. Cioè, non lo sto pensando davvero, insomma io lo odio. ‘E invece no, Rachel, ammetti una buona volta che ti piace’. Eh, ora ti ci devi mettere anche tu, Booh? Il mio cervello mi odia.
 
Intanto era calato un imbarazzante silenzio mentre Luke aveva iniziato ad accarezzarmi la gamba, facendomi arrossire ancora di più. SMETTILA, RACHEL HOOD, TORNA CON I PIEDI PER TERRA.
 
-Ecco, Luke... togli quella fottuta mano da lì!-
 
Un applauso per Booh che ha ripreso a funzionare!! Bravo cervelletto mio, bravo!! Gli cercai di spostare la mano con la mia, ma lui intrecciò le sue dita nelle mie quando provai a prenderla per spostarla. Non può fare cosi, no, diamine!
Grazie a Dio, in quel momento sentii un rumore di passi lenti che scendevano le scale. Ho appena deciso: faccio santo mio fratello (anche se di santità proprio...cioè, è in mutande anche ora, i santi se ne vanno in giro in mutande?).
 
-Rachel... che sta succedendo? Chi c’ è con te?-
 
-Mmh, nessuno, cioè, stavo canticchiando mentre mi preparavo la colazione.-

Spinsi Luke inutlimente sotto il tavolo della cucina, cercando di nasconderlo dalla vista di mio fratello. Dannata altezza, perché non può essere alto come una persona normale? No, lui deve essere alto quanto un grattacielo, e ci credo che poi gli sbucano i piedi fuori dal tavolo.
Cal scese le scale e mi diede un bacio sulla fronte con la lentezza di un bradipo, mentre per il nervosismo mi stavo torturando i capelli. Poi Calum prese un tazzone di latte, lo riempì con almeno un chilo di cereali al cioccolato e se ne andò di sopra MOOOLTO LENTAMENTE.
 
-Ah, comunque ieri sera ha chiamato Luke, ma tu stavi già dormendo. Richiamalo quando puoi,ok?- Urlò dal piano di sopra, prima di entrare in camera sua. Soffermò per un attimo lo sguardo sulle gambe di Luke che fuoriuscivano dal tavolo, vidi un mezzo sorrisino sulle sue labbra, ma poi se ne andò come se non fosse successo niente. Forse non se n’è accorto, forse non se n’è accorto. Cioè, se non ha detto niente... Vero? Si, sto parlando da sola, sono una ragazza molto normale.
 
-Hey, Hemmings, vuoi un po’ di Schweppes?- Dissi istintivamente mentre era tornato a sedersi vicino a me, con la mano sulla mia gamba per l’ennesima volta. Avevo voglia di rompere quella situazione imbarazzante.
 
-Ma certo bambola, aspetta che tuo fratello se ne va e ti accontento! Solo, non credevo che fossi così diretta, ma se proprio vuoi... -
 
-Ma che stai dicendo, demente che non sei altro!!- Dissi tirando fuori dal frigo due bottiglie di Schweppes fresca. Allora, no, chiariamoci, io gli ho chiesto se voleva la Schweppes per cortesia, cioè,non intendevo quello... ‘Sei sicura che non ti sarebbe piaciuto? Non si dice una frase del genere ad un ragazzo, soprattutto se è un pervertito come Luke Hemmings,cara Rachel’. Zitto, Booh, zitto.
 
-Hey, ora non prendere scuse con quella Schweppes. Lo sai che non si dice una cosa del genere ad un ragazzo come me, già sto faticando parecchio per non saltarti addosso. Quindi,quando tuo fratello se ne va, sei mia bambolina...- Disse con un sorrisino malizioso. Ci risiamo.
Presi tutta la forza che avevo e gli diedi un pugno sul torso, ma lui mi bloccò la mano e la poggiò sugli addominali. Minchia, non può continuare a fare così. Rimasi un secondo spiazzata, poi sentii il battito del suo cuore accellerare sotto il palmo della mia mano. Io riuscii a staccarmi della sua presa e mi sdraiai sulla poltrona abbracciando un  cuscino,  non avevo sonno, ma era una scusa per non finire stuprata da questo maniaco.
 
-Credi di potermi sfuggire così facilmente,eh? Non sarà così facile, lo sai vero, bambolina?- Si alzò dalla sedia e si sdraiò su di me lentamente, poi avvicinò la bocca al mio collo ed iniziò a baciarmi maliziosamente. Giuro che non rispondo più di me. NON DEVO FARE COSE DI CUI MI POTREI PENTIRE.
I nostri toraci si alzavano e si abbassavano assieme, chiusi gli occhi ed abbassai un po’ la guardia. Lui continuava a salire con i baci, fino ad arrivare all’angolo della mia bocca. Poi si fermò improvvisamente. Cosa?
 
-Dimmi che anche tu lo vuoi.- Sussurrò accarezzandomi la guancia, con quegli occhi blu mare che frugavano ogni particolare del mio viso.

-Io, ecco...si.- Ammisi passandogli una mano sotto la maglia. Ma che diavolo mi sta prendendo? Ci sto cascando così facilmente? Eppure, in questo momento mi sembrava impossibile resistergli.
 
-Allora mi vedrò costretto ad accontentarti...-
 Luke si avvicinò di più ed al tocco delle nostre labbra mi venne la pelle d’oca, dentro di me probabilmente c’era in atto uno spettacolo pirotecnico. Iniziai a giocherellare con la lingua con il suo piercing, mordicchiando le sue labbra carnose. Lui, allora, intrappolò la mia lingua nella sua. Era una sensazione bellissima, lui mi mise le mani sotto la maglia, salendo sempre più su, io facevo il contrario. Strinsi le mie gambe attorno a lui, quando sentii il suono del mio telefono provenire dalla cucina. Non volevo rispondere, volevo rimanere lì con lui, non mi sarei alzata per nulla al mondo, se non fosse che...
 
-Rech, il tuo telefono sta squillando, vuoi che vada a rispondere io?!- Urlò Cal dal piano di sopra.

-No,no, vado subito!!- Risposi cercando di dimenarmi dalla presa di Luke. Lui ci rimase un po’ male, ma poi tornò a sedersi normalmente mentre io andai in cucina a prendere il cellulare, poi lessi il numero.
MICHAEL.
Risposi immediatamente, notando che era già la terza volta che chiamava.
 
-Hey, pony arcobaleno, che si dice? Scusami davvero tanto se non ti ho risposto ma...-
 
-Non crederai mai a quello che è appena successo, nana! Allora, in breve... hai presente Mindy, la mia amica italiana? Si è appena trasferita qui a Sidney, e ieri sera siamo usciti assieme. Insomma, in pratica ci siamo baciati!- Disse Mike tutto d’un fiato, ad una velocità che solo io e qualche altra persona riuscirebbe a capire. Ok, ho bisogno di capirci qualcosa in più. Mindy è una ragazza che Mike ha conosciuto su internet, sono diventati subito amici e parlavano ma era ormai un bel po’ di tempo che non si sentivano più. E ora, viene qui e si mette con il mio miglior amico?

-Oh, wow! E vi siete messi assieme? Cioè, voglio sapere tutti i particolari.- Intanto mi sentii afferrare da dietro, Luke mi aveva presa per i fianchi ed aveva poggiato la testa sulla mia spalla. Iniziò a far scorrere la sua mano lungo tutta la mia schiena,scendendo sempre di più verso il basso.
 
-No, ecco, non ci siamo messi assieme...è una lunga storia. Non voglio impegnarmi con lei per il momento, non fraintendermi, è una brava ragazza e tutto però...- Luke si strinse di più a me, appicciandosi. In quel momento iniziò a riprendere a baciarmi il collo, iniziavo a non connettere più.
 
 -Ah,beh...uuh, no, cioè, volevo dire, magari oggi ci vediamo e mi spieghi bene,ok? Eeehhh....- Luke continuava a darmi baci sul collo, ora si era messo di fronte a me e vagava con le mani sul mio petto. No. No. No.
 
-Certo,ci vediamo a casa tua alla solita ora. Ti spiegherò tutto, ok rossa? Comunque, stai bene?-
 
-Io...s-sì, sto ben...ci sentiamo dopo, ciao Mike!- Chiusi immediatamente la chiamata e trascinai Luke con me davanti alla porta.
 
-Se ti azzardi a fare una cosa del genere un’altra volta, giuro che ti ammazzo. Stavo parlando con il mio migliore amico, capisci? Quindi ora, se vuoi scusarmi, vattene.- Presi un respiro profondo per calmare il mio cuore che stava andando a mille, ma lui si avvicinò di nuovo a me abbastanza da far sfiorare le nostre labbra, mettendomi contro il muro. Chiusi gli occhi, ma quel bacio non mi arrivò.
 
-Sei bellissima quando ci rimani male. Ed in ogni caso... oggi ho scientificamente provato che mi vuoi almeno quanto io voglio te, la mia missione è completa. Ora posso anche andarmene, mi devi solo promettere una cosa: non farti del male. Non rovinarti così, capito? Ci vediamo domani alle quattro per le ripetizioni. Alla prossima, bambolina.- Si spostò da me ed uscì senza neanche darmi il tempo di rispondere. Odio questo ragazzo, davvero, non lo sopporto.
 
Stavo chiudendo la porta, quando vidi una ragazza vestita interamente di nero con dei lunghi capelli celesti tenuti in una treccia sul lato destro, un piercing al sopracciglio ed il rossetto più rosso che avessi mai visto.
 
-Sei tu Rachel? Piacere, io sono Mindy. Io e te dobbiamo parlare. 
*Spazio autrice*
THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!
Eccoci ad un altro capitolo!! Cosa ve ne pare? Vi va di lasciare una recensioncina? Innanzitutto ringrazio tutte quelle che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate. 
Grazie mille ragazze, siete fantastiche! Inoltre voglio ringraziarvi per tutte le recensioni, davvero <3 
E quindi, tornando alla storia... vi piace il rapporto che ha Rachel con gli altri ragazzi?  Chi preferite tra tutti? Beh, questo è tutto, al prossimo capitolo! :* 

Ah, no, me ne stavo quasi dimenticando.... QUESTO E' PER TE NANA'!! DOLCE VENDETTA :D 



 

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Capitolo 8
*** Do you like that...pony? ***



Mindy mi guardava sorridendo, così la feci entrare e si sedette sulla poltrona.
 
-Io sono Rachel, sì. Immagino che tu sia l’amica italiana di Mike. E’ bello conoscerti.-
 
-Anche per me,si. Insomma, voglio passare subito al dunque. Mi piace tanto Michael dal primo momento che l’ho conosciuto, ieri l’ho baciato. Però lui...non mi sembrava poi così contento. Cioè, non ne abbiamo parlato e non si è più fatto sentire. Ed io, alla fine, credo di aver capito qual è il problema.-
 
-Aspetta un attimo, non si è più fatto sentire? Mi ha chiamata poco fa per dirmi che vi siete baciati, sembrava entusiasto.- Poi mi ricordai di come era finita la conversazione: “non voglio impegnarmi con lei” aveva detto. Non ne sapevo il motivo.
 
-Senti, il fatto  è questo. Lui è innamorato di te.-  A quest’affermazione mi misi a ridere come un’isterica, infatti Cal scese per vedere che cosa fosse successo. Che cosa? Mikey? Il mio pony arcobaleno? Naah, lui non è innamorato di me, siamo amici da così tanti anni. Non credo abbia mai voluto essere più di un amico ,insomma, è come se fosse un altro fratello per me.
 
-Tutto bene Rech? Ah,ehm, vedo che sei con un’amica. Piacere, io sono Calum.- Cal era in mutande,  aveva sceso le scale correndo, poi era rimasto impalato di fronte a noi.
 
-Mi chiamo Mindy,sono un’amica di Michael.- Mindy era diventata leggermente rossa in faccia e stava sorridendo timidamente, forse mio fratello l’aveva messa in imbarazzo. Perché diavolo se ne va sempre in giro mezzo nudo?  
 
-Oh, ehm, se è tutto apposto io torno sopra, stavo buttando giù un paio di note. Ciao, Mindy. Ah, Rachel, posso parlarti un attimo in privato?-
 
-Si, Mindy, scusami un attimo. Torno subito.- Cal mi afferrò per il braccio e mi portò in cucina, poi si mise di fronte a me e mi guardò negli occhi con serietà.
 
-Guarda che non sono scemo, so che prima c’era Luke. Vi ho anche sentiti sussurrare qualcosa, non voglio sinceramente sapere quello che è successo, però non c’è bisogno che lo nascondi. E poi, chi sarebbe questa Mindy? Cioè, si presenta a casa nostra senza nessun motivo, mi spieghi che sta succedendo?-
 
 
-Allora, uno: tra me e Luke non è successo un bel niente. Due: Mindy è l’amica italiana di Mike che si è appena trasferita qui. In pratica è innamorata di Michael ma è convinta che lui non voglia stare con lei perché il mio pony è innamorato di me. Ti sembra logico? Non è assolutamente vero!-
 
-Ne sei davvero convinta? Perché sembra tutto il contrario. Mike sta sempre con te, ha avuto solo una fidanzata il periodo che TU eri fidanzata con quel cretino. Si sono lasciati poco dopo che vi siete lasciati voi,  e poi... lo so e basta, ok?- Cal aveva abbassato la testa e si stava grattando la testa, segno che mi stava nascondendo qualcosa.
 
-Cos’è che non mi vuoi dire? Ti prego, voglio capirci qualcosa, so che non mi hai detto qualcosa di importante.- Gli alzai a forza la testa per guardarlo negli occhi, lui aprì la bocca per parlare, ma la richiuse subito.
 
-Io...ecco... Michael me l’ha detto qualche tempo fa. Lo so già da parecchio tempo. Mi ha detto che gli piaci.-
 
-Solo per sapere, di quanto tempo si tratta?- Stavo iniziando ad innervosirmi. Davvero piaccio a Michael?
 
-Mmhh.. tre anni forse?- TRE ANNI?! Lui sa che piaccio a Mike da tre anni e non me l’ha ancora detto?
 
-Sei uno stupido. Perché non me l’hai detto!? Cioè... mi sento così in colpa. Gli ho parlato di tutte le mie cotte, ho pomiciato davanti a lui con Luke e tu me lo dici solo ORA? Insomma, mi ha sempre incoraggiata a fare quello che volevo fare, a confessare i miei sentimenti. Mi ha quasi costretta a baciare Luke! Non posso piacergli!-
 
-Senti, Mike è un ragazzo più timido di quello che sembri. Aveva paura di rovinare il vostro rapporto, non voleva perderti come amica. Ora, se vuoi scusarmi, torno su. Ti ho detto quello che c’era da sapere, quindi penso che tornerò di sopra a suonare. Sto imparando a suonare il basso elettrico che mi hanno regalato per il compleanno, lo sai? E’ una figata. – Detto questo si avviò verso le scale, ma io lo bloccai per il braccio, facendolo girare.
 
-Grazie per avermelo detto. Ti voglio bene.- Poi tornai in salotto e mi sedetti vicino a Mindy, che intanto stava messaggiando al cellulare. Quando arrivai alzò lo sguardo e mi guardò negli occhi.
 
-Scusa se ci ho messo un po’, ma ora eccomi. Allora, ti stavo dicendo... –
 
-Tu piaci a Mike, e su questo non ci piove. Ma, a te piace lui?-
 
-Lui? Mike?! Stiamo scherzando? No, lui è il mio pony arcobaleno, non potrei mai stare con lui! Cioè, non perché sia brutto o antipatico, anzi, sarebbe il ragazzo perfetto, solo che... per me non è altro che il mio migliore amico. Questo è tutto.- Poi mi alzai e l’accompagnai alla porta.
 
-Grazie per avermi rassicurata, Rachel. Comunque, mi puoi dare qualche consiglio per conquistarlo? Cioè, è già da diverso tempo che mi piace...-
 
-Io credo che voi due infondo siate molto simili, quindi sii te stessa e fregatene di piacergli o meno. Non farlo mai smettere di ridere, perché il suo sorriso potrebbe conquistare il mondo...- Mindy mi abbracciò improvvisamente, così io ricambiai.
 
-Spero che diventeremo amiche, davvero. Ah, e... cerca di passare meno tempo possibile con il mio Mikey.- Ero ancora intontita dall’abbraccio, quindi non ci arrivai subito. Mindy se ne andò senza aggiungere altro, chiudendo la porta dietro di sé. CERCA DI PASSARE MENO TEMPO POSSIBILE CON IL MIO MIKEY? Chi si credeva di essere?! Io lo conosco da quando era un bambino, io l’ho visto diventare il ragazzo che è oggi, io sono la sua migliore amica, IO GLI PIACCIO!
 
Ehi, no, aspettate, non mi sono arrabbiata davvero. Cioè, Mike non mi piace affatto, è solo che odio le persone che fanno così e se ne vanno senza neanche darti il tempo di rispondere. Mi ricordano vagamente... quel coglione di Luke.
Appena mi sentii un po’ meglio presi un respiro profondo e mi andai a vestire in camera mia. Misi una maglia sbracciata nera dei Nirvana, un paio di semplici pantaloncini di jeans corti e le mie Vans nere. Passai il resto della mattinata cercando di studiare qualcosa, poi mi accorsi che era l’ora di pranzo e chiamai mio fratello.
 
-Hey, Cal, vieni a pranzare con me in pizzeria?- Non avevo sinceramente voglia di preparare il pranzo, così avevo deciso di andare a mangiare qualcosa nella pizzeria più vicina.
 
-Ecco, io mi sono organizzato per andare a mangiare con Ashton e Luke, ma se vuoi puoi venire con noi, non mi va di lasciarti sola. Anzi, sai che ti dico? Tu vieni a pranzare con noi.-
 
-Io? No, no e poi no. Non ho intenzione di pranzare con quel deficiente di Luke, già è tanto che lo sopporto durante le ripetizioni.-
 
-E allora perché stamattina vi stavate sbaciucchiando?- Cal alzò un sopracciglio mentre mi trascinò fuori da casa, senza lasciarmi il tempo di aggiungere altro.
 
-Io non ho sbaciucchiato proprio nessuno, ok? Non so cosa ti sei fumato ma io non ho mai baciato Luke!- Mi ero innervosita parecchio, e probabilmente si vedeva da un miglio di distanza.
 
-Guarda che non sono scemo. Tranquilla, non ti dirò niente, farò finta che non è mai successo. Ah, siamo arrivati, ecco i ragazzi.- Entrati in pizzeria vidi Ashton e Luke seduti in un angolino, che ci fecero cenno per salutarci. Luke iniziò di nuovo a sorridere in modo dannatamente sexy. No, mantieni la calma. Fai finta che non sia mai successo niente.
 
-Allora, Calum, non ci avevi detto che avresti portato anche la tua bella sorellina...- Il ragazzo dalla chioma bionda indicò un posto vicino a sé, era l’unico che era rimasto.
 
-Anche per me è un piacere rivederti, Hemmings.- Risposi in modo sarcastico prendendo il menù per evitare il suo sguardo, perché sapevo che mi stava guardando, ne ero certa. Sentii la risata di Ashton e poi alzai lo sguardo per salutarlo.
 
-Scusa, sono un po’ nervosa. Come va, Ash? Tutto bene?- Gli sorrisi poggiando un attimo il menù sul tavolo. In pratica c’eravamo io e Luke da una parte del tavolo, Ashton era di fronte a me e Cal gli era seduto affianco. Perché non potevo sedermi vicino a mio fratello, perché!?
 
-Certo, sto bene. Tu...come stai?- I suoi occhi si scurirono un attimo ed andarono sulle mie bende che avevo diligentemente cammuffato con i bracciali. Istintivamente nascosi i polsi sotto il tavolo e sorrisi nel modo più forzato che avessi mai fatto.
 
-Oh, il solito. Allora, che pizza prendiamo ragazzi?- Tutti guardarono il cameriere che stava venendo a prendere le ordinazioni, così Cal fece il punto della situazione.
 
-Una pizza con i peperoni, quattro vaschette di patatine ,un Red Bull e tre Coca-Cola grazie.- Il mio sguardò passò sulla sua faccia con curiosità.
 
-Da quand’è che bevi Red Bull, scusa?-
 
-Oh, sai com’è, i  tempi cambiano, ormai ho 18 anni.-  Poi il cameriere arrivò con le patatine fritte, io ne presi una e la intinsi nella maionese. Amo le patatine fritte, fosse per me sarei obesa!
 
-Ti sei sporcata di maionese, aspetta che ti pulisco...- Luke si avvicinò a me e mi leccò via la maionese dall’angolo della bocca. Poi avvicinò la sua bocca al mio orecchio ed iniziò a sussurrare.
 
-Se quella non fosse maionese sarebbe ancora meglio...- 

*Spazio Autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!
Eccoci di nuovo con un altro capitolo! L'ultimo ha avuto solo due recensioni e non so perchè non vi sia piaciuto, vi giuro che ci ho messo tutta me stessa... Se avete qualche consiglio ditemelo, vi prego, mi farebbe molto piacere. 
Ora, passando al capitolo: innanzitutto scusatemi se è uscito con un leggero ritardo, ma sono sommersa dai compiti.... ODIO IL LATINO. 
A parte questo, abbiamo appena avuto la conferma che a Mike piace Rachel, YEEE!! E a Rachel, in teoria non piace Mike... in T E O R I A. 
Luke si vede poco in questo capitolo, ma preparatevi perchè nel prossimo si da inizio alle particine che vi piacciono tanto! 
Questo è tutto, al prossimo capitolo <3 

....NO, SCHERZAVO, QUESTO NON E' TUTTO. BECCATEVI QUESTO!! 

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Capitolo 9
*** Luke's kiss,Ash's hug ***



Io mi spostai da lui e gli diedi uno schiaffo sulla gamba con la poca forza che avevo nei polsi. Lui sorrise e poi si girò verso mio fratello, che ci stava guardando con stupore, mentre Ash guardava fuori dalla finestra.
 
-Allora...buone queste patatine, eh?- Affermò luke. Io guardai mio fratello cercando di comunicare con lo sguardo, tuttavia sembrava non capire così presi il cellulare ed andai in bagno.
 
 ‘E’ colpa tua, questo è quello che intendevo quando non volevo venire qui’
 
‘Allora state assieme o no? Cioè, fin dove siete arrivati? ;)’
 
‘NO! Non è successo un bel niente! E’ lui che continua a provarci con me!’ Intanto mi sistemai il lucidalabbra che si era tolto con le patatine, quando sentii la serratura della porta aprirsi e lasciai il cellulare per guardarmi allo specchio e dare una ritoccatina ai capelli che si erano leggermente scompigliati. All’improvviso nel riflesso dello specchio vidi un ciuffo biondo, poi mi sentii stringere per i fianchi.
 
-Dannazione, Hemmings! Quando la finirai di farmi prendere infarti?!- Rimasi schiacciata tra il lavandino e le gambe del biondo, che si stava mordendo il labbro mentre si avvicinava di più.
 
-Quando tu la finirai di scappare da me e ammetterai che anche tu mi vuoi come ti voglio io. Ah, no, aspetta, la seconda parte mi ricorda vagamente qualche ora fa...- Mi girò verso di lui e mi guardò negli occhi tenendomi per i fianchi mentre si appiccicava sempre di più a me. Eravamo talmente vicini che le nostre gambe erano attaccate l’una all’altra e percepivo il suo respiro sui miei capelli.
 
-Senti, Luke, sono già diversi anni che ti sto dicendo chiaramente che non mi piaci. Perché continui ad insistere così?-
 
-Perché so che in realtà io ti piaccio, è solo che non vuoi ammetterlo a te stessa. E poi, non dirmi che non ti piace quando siamo così vicini...- No,Luke, non mi piace quando siamo così vicini. Perché la mia testa inizia ad andare su Marte lasciando spazio solo alle mie stupide emozioni che cerco di sopprimere tutto il tempo. Non mi piace perché sentire il tuo respiro su di me mi fa ricordare che sto mentendo a me stessa. Non mi piace perché così vedo i tuoi occhi, non mi piace perché così un giorno o l’altro ci affogherò dentro...
 
-Tu non mi piaci, chiaro?- Riuscii a dire debolmente con quell’ultima briciola di autocontrollo che mi era rimasta.  Lui non rispose, si limitò a stringermi i fianchi ed a far toccare le nostre labbra dolcemente. All’inizio era solo un bacio (il secondo nel giro di poche ore, record assoluto!), ma poi lui si lasciò andare di più e io feci lo stesso. Ero davvero stufa di giocare a questi giochetti da bambini, lui mi piace e non ci posso fare niente. E poi, è solo un bacino innocente, no?
 
Le sue mani  scorrevano sempre più giù, arrivando all’altezza del mio sedere, quando strinse ancora di più. Presi la tasca dei suoi pantaloni che si trovava dietro, ci misi la mano dentro e lo attirai verso di me, poi strinsi le mie gambe attorno alle sue, continuando a rincorrere le sue labbra. Lui alzò la mia maglietta lentamente, mentre io continuavo a giocherellare con il suo piercing con malizia.
 
All’improvviso sentii la porta aprirsi,ma non me ne accorsi subito.  
 
-Che cazz...? Rachel?- Avrei riconosciuto quella voce tra migliaia: Michael. Mi staccai subito dalla presa del biondo, sistemandomi la maglia che era salita, Luke si allontanò e si mise affianco a me.
 
-Ehm...ciao Mike. Non sapevo che anche tu fossi in pizzeria. Come va?-
 
-Voi due state assieme?-  Chiese con gli occhi spalancati dallo stupore.
 
-No, io n- Luke mi fece cenno di stare zitta con la mano, poi la strinse nella sua.
 
-Si, stiamo assieme.- Affermò beffardo. COSA!? NO!
 
-No, non è vero, Mike! Cioè, si, ci stavamo baciando ma...- Lui fece un mezzo sorriso e sospirò.
 
-Non mi devi spiegare niente, è la tua vita ed è giusto che tu stia con il ragazzo giusto per te. Sono felice per voi, nanetta. Ora torno al tavolo con Mindy, se volete scusarmi. Ci vediamo dopo.- Uscì dal bagno e chiuse la porta, mentre io ero iniziavo a sentirmi male per quello che era successo, dopo aver saputo che gli piaccio da così tanto tempo. Guardai Luke furiosa, lui capì che se non fosse corso fuori entro un decimo di secondo sarebbe finito davvero male ed uscì. Poco dopo aver sbollito leggermente la rabbia tornai al tavolo e mi sedetti al posto di prima, senza degnare neanche di uno sguardo Luke. Mangiai e non dissi una parola per tutto il tempo, ero troppo presa a pensare a come si doveva sentire Michael in quel momento. Mi sentivo davvero in colpa, non volevo che accadesse,  lui è il mio migliore amico e rischio di perderlo per colpa di un deficiente. Un deficiente dannatamente sexy, certo.
 
Gli altri non ci chiesero niente, parlarono di chissà cosa ma io non sentii niente. Poi Luke mi diede un pizzicotto sul braccio, così mi girai verso di lui.
 
-Che vuoi ora!?-
 
-Io? Sono dieci minuti che ti chiamiamo e tu non rispondi!- Disse scusandosi.
 
-Che c’è allora?-
 
-Ce ne stiamo andando, vuoi rimanere qui da sola a fissare il vuoto o vieni con noi?- Disse Ash ridendo.
 
Mi alzai e presi la mia borsa, poi mi incamminai affianco a mio fratello. Decisi di chiamare Mike per spiegargli quello che aveva visto, ma non mi rispose. Lo richiamai, ma ottenni la stessa cosa.
 
-Chi chiami?- Chiese Cal confuso , prendendo il mio cellulare.
 
-Non sono affari tuoi.- Risposi cercano di riprenderlo, ma lui lo teneva troppo in alto. Maledetta altezza.
 
-Perché non ti risponde? Di solito ti risponde sempre.-
 
-Lascia stare, sarà da qualche parte dove non prende.-  Lui mi guardò un attimo negli occhi, ma io distolsi lo sguardo.
 
Il resto della giornata trascorse velocemente, Calum mi mise a riposo il più possibile perché non stavo ancora benissimo ed i polsi mi facevano ancora parecchio male, quindi approfittai per leggere un libro . La sera mi venne a trovare Ashton mentre Cal era uscito con la sua ‘girlfriend’ . Ash si sedette vicino a me e decidemmo di vedere Lo Hobbit 2, presi una ciotola e ci mangiammo dei pop corn.
 
-Perché non mi hai mai detto che sei uno Hobbit?- Disse Ash.
 
-E perché io sarei uno Hobbit, scusa?-
 
-Beh, sei bassina, insomma, bassina e carina. Sì, sei il mio hobbit preferito.- Disse facendomi pat-pat sulla testa, mentre io iniziai a ridere. Gli lanciai un pop corn in bocca, lui lo prese al volo.
 
-Se io sono bassina, le altre ragazze come sono? Cioè , io sono alta più di un metro e settanta!-
 
-Zitta e mangia i pop corn, nana.- Io gli diedi un pugno amichevole sul braccio, facendolo ridere. La sua risata era la cosa che mi era sempre piaciuta di lui, la cosa che mi aveva colpita la prima volta che l’avevo visto. Il suo sorriso.
 
Gli schiaffai una manata di pop corn in bocca, lui li divorò tutti e mi gettò i pop corn in bocca imitandomi. Maledetto. Ora è guerra. Iniziò a farmi il solletico sotto il collo, io soffro il solletico dappertutto come una pazza. Iniziai a ridere ed a dimenarmi come un’isterica, alla fine finii addosso ad Ash e mi appoggiai sul suo petto, e rimanemmo così per un po’ di tempo, lui mi stava cercando di fare inutilmente una treccina.
 
-Hai troppi capelli, è difficile!-
 
-Sei tu che sei impedito, Fletcher. Non ho troppi capelli!- Mi girai verso di lui e gli feci una linguaccia, cercando di fargli vedere come si fa una treccia.
 
-Tranquilla, Hood, non era un’offesa! Anzi, adoro i tuoi capelli. Sono così rossi, morbidi e...profumano di rosa.- Io sorrisi spontaneamente e mi intrecciai i capelli con la mano.
 
-Davvero? Allora il nuovo shampoo è davvero buono!- Lui mi abbracciò improvvisamente e mi tenne stretta a sé.
 
-Mi piace vederti sorridere, lo sai? Sono felice quando ti vedo felice. Non farti mai più del male, ok?- Mi strinse ancora di più a sé, mentre sentivo una gocciolina che mi ricadeva sui capelli. Avevo una sensazione di pace che invadeva tutto il mio corpo, nelle sue bracia mi sentivo protetta.
 
-Te lo prometto, solo...- Poi sentii la porta di casa aprirsi e mi girai improvvisamente, trovai Cal e Luke che stavano tornando ridendo. Da quando questi due sono così amici?! MERDA. 

 
*Spazio autrice* 

Eccoci con un altro capitolo! Nonostante lo stress della scuola sono ANCORA VIVA!!! Alleluia! Ok, è stato davvero faticoso scrivere questo capitolo ma ce l'ho fatta :) 
I nostri piccioncini, Luke e Rachel, hanno come al solito un rapporto di amore-odio che sto amando sempre di più, mi ispira!! E lui, continua a provarci con lei, e lei, finalmente... SEMBRA stare al suo gioco. Il nostro povero Michael invece... cosa succederà con lui? E ora che Luke ha trovato Ash e Rachel abbracciati? 
Non vi aggiungo altro, al prossimo capitolo! :* 

SI, ORMAI CI SARETE ABITUATE MA... SPLASSSH UNA MAREA DI FIGAGGINE SOLO PER VOI! 

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Capitolo 10
*** I wish i was... ***



Luke entrò in casa con mio fratello come se niente fosse, ci salutò ed andò sopra. Cal mi salutò con un bacio sulla guancia, diede una pacca sulla spalla ad Ash e raggiunse sopra Luke. Che strano, mi sarei aspettata un’altra reazione da lui, invece ha fatto finta di niente. Mah, non capirò mai questo ragazzo...
 
-Ehm, dicevamo, il film è finito. Bello, eh? Sono curiosa di vedere il sequel!- Dissi cercando di smorzare  la tensione che si era creata in quel momento. Mi ero staccata da Ash e stavo spegnendo il televisore con tutta calma, poi avrei portato la ciotola vuota dei pop-corn in cucina.
 
-Si, anche io non vedo l’ora! Comunque, credi che mio fratello se la sia presa?- Ecco. Io cercavo di cambiare discorso e lui invece tornava sempre sull’unico discorso che cercavo di evitare:Luke.  Certo, aveva reagito in modo strano, ma infondo era solo un abbraccio amichevole, no? Io voglio bene ad Ash, mi sta dando il sostegno morale di cui ho bisogno per smettere di tagliarmi, invece Luke non sta facendo assolutamente niente a parte cercare di portarmi a letto ogni secondo in cui siamo assieme.
 
-Non lo so, di solito non fa così. Mi sarei aspettata una reazione peggiore, anche se infondo perché se la dovrebbe prendere? Tu mi stavi abbracciando, anzi, stavi anche piangendo, perché si sarebbe dovuto arrabbiare?- Gli scompigliai i capelli ricciolini e sorrisi, lui fece una delle tante risate che amo.
 
-Credi che stessi piangendo? Oh no,te lo sarai di certo sognato! Io non piango mai!-
 
-Ah si? E allora perché hai gli occhi lucidi, eh? Guarda che non mi prendi in giro, Irwin.-Ah, giusto, non sapete perché hanno due cognomi diversi? Si, ecco, in realtà sono fratellastri. Nel senso che la madre di Luke era la migliore amica di mia mamma, e non era sposata. Invece il padre di Ashton era divorziato, così si sono innamorati e si sono sposati, tuttavia Luke ha preferito rimanere con il cognome di sua madre. Erano piccolissimi quando i genitori sposati, Luke aveva due anni e Ash due in più, quindi comunque sono cresciuti come fratelli a tutti gli effetti e si vogliono un bene dell’anima.
 
Quando tornai dalla cucina Ash si alzò dalla poltrona e mi abbracciò.
 
-Allora, io devo tornare a casa perché domani mattina devo andare al lavoro, ora vado a chiamare mio fratello e gli chiedo se vuole venire con me o se preferisce restare un altro po’ con tuo fratello. Ci sentiamo domani, ok Rech?- Io sorrisi e gli diedi un affettuoso bacio sulla guancia.
 
-Ovvio, però ricordati che domani è un giorno importante.- Gli sussurrai all’orecchio. Lui mi guardò confuso ed inarcò un sopracciglio, poi all’improvviso gli si illuminarono gli occhi.
 
-Oh, è  vero! Chissà cosa sarà domani, chissà...-  Sorrise e poi si avviò sulle scale verso camera di mio fratello. La canotta nera che gli lasciava le braccia scoperte gli stava benissimo, devo ammetterlo. Mi beccai che gli fissavo i bicipiti come una stupida, così venni ammonita dal mio cervello che si rimise in moto.
‘Smettilia di guardarlo Rachel, so che è sexy e tutto, però sei una sua amica. Sembrerebbe strano se si accorgesse che lo stai fissando in quel modo.’ Bene, Booh, per una volta funzioni come si deve. Grazie.
Rimasi in piedi e presi il mio cellulare, quando notai un messaggio sul display.
 
Da: HemmoStupratore
Domani mattina facciamo lezione alle undici, vedi di farti trovare sveglia. Ah, e magari vedi di non abbracciare più mio fratello in quel modo. Tu sei solo mia, capito?
 
Gli stavo per rispondere, ma venni interrotta da un rumore di passi proveniente dalle scale, così alzai lo sguardo e trovai Ashton che scendeva le scale seguito da suo fratello e Cal.
 
-Noi andiamo allora. Buona notte ragazzi, ci sentiamo domani!- Disse Ash uscendo. Luke mi fece un semplicemente un occhiolino, salutò Cal con un cenno della mano e poi se ne andò, lasciandomi con mio fratello.
 
-Come è andata la serata, allora?- Chiese mister ciuffo biondo salendo le scale, mentre io lo seguivo.
 
-Insomma, è andata abbastanza bene. Ash ed io abbiamo parlato, mangiato i pop corn, insomma, le solite cose. Tu invece? Da quando sei così amico di Luke?-
 
-Non rigirare la domanda. Credo che tu abbia volontariamente saltato la parte in cui vi siete abbracciati e hai poggiato la testa sul suo petto. Dimmi che non c’è niente tra di voi, ti prego, è il mio migliore amico! E poi, non ti bastava Luke? Insomma, voi due sembrate così affiatati...-
 
-No, stai tranquillo. Era un abbraccio amichevole quello, mi sta aiutando parecchio con le ferite, insomma... hai capito cosa intendo. Passando ad altro, dato che non ho voglia di riprendere il discorso su quello che c’è tra me e Luke, ora vado a dormire. So che sono solo le undici e mezzo, però mi sento davvero stanchissima.- Andai in camera mia e mi tolsi i vestiti, poi misi una maglia larga dei Nirvana e mi misi nel letto, anche se poco dopo sentii qualcuno infilarsi nel mio letto.
 
-Hey, sorellina, volevo dormire con te. Ieri notte mi sentivo tranquillo avendoti vicino a me, quindi ho deciso di fare lo stesso.- Mi diede un bacio sulla fronte e mi circondò con le sue braccia, tenendomi stretta a sé.
 
-E io mi sento protetta con te. Grazie, Cal, davvero. Senza di te non so come farei. Ti voglio bene fratellone.- Sussurrai debolmente.
 
-Anche io ti voglio bene sorellina. Non permetterò mai che ti succeda qualcosa. Buonanotte.- Detto questo la mia mente si disconnesse lasciando spazio al dolce mondo dei sogni, nel quale andava tutto per il verso giusto.
 
 
‘POV LUKE’
 
Ero andato a casa con mio fratello, non perché volessi andarmene, ma perché sentivo il bisogno di parlare con lui. Presi un respiro profondo e durante il tragitto verso casa iniziai a parlare.
 
-Ascolta, io non voglio giudicarti solo per un abbraccio perché so che non era niente. Il fatto è questo: lei mi fa impazzire. E’ vero, forse all’inizio le mie intenzioni non erano tra le migliori, ma ora...sono cambiato. E’ cambiato quello che provo per lei. Io non voglio solo usarla e poi lasciarla, io...credo che mi piaccia sul serio. L’unica cosa è che lei non l’ha ancora capito, forse da come mi comporto non potrà sembrare, però per lei darei tutto me stesso. Tu sei mio fratello e lo sai che mi fido di te, ti prego,  dimmi cosa provi per lei.- Lui fece un sorriso malinconico e poi mi guardò.
 
-Lei è una ragazza semplice, forse difficile da capire, ma è la ragazza migliore in tutto il mondo. E’ davvero bella, anche quando sta male, anche quando l’ho trovata priva di sensi. E’ bellissima, intelligente, ha tutto ciò che mi piace in una ragazza. E, per quanto, possa piacermi... non starò mai con lei. Perché innanzitutto non prova niente per me, se non amicizia, e poi è tua. Si vede lontano un miglio che le piaci, Luke. Credo che Rachel sia l’unica che non l’abbia ancora capito. Ha ragione, in fondo io ti conosco e so che sei un ragazzo fantastico, quindi ti lascio il via libera. Vi auguro tutto il bene di questo mondo, davvero, sareste una bellissima coppia. Mi devi solo promettere una cosa: non farla soffrire. Per quanto può sembrare forte, dentro è fragile e questo lo devi capire.-  Ora Ash guardava dritto nel vuoto, il suo sguardo era celato da un velo di tristezza. Era davvero questo che provava per Rachel? Mi sentivo così in colpa per non averne mai parlato con lui, continuavo a dirgli che era sexy e che sarebbe stata mia ma non mi ero mai preoccupato di quello che lui provava.
 
-Ascoltami, Ash, mi dispiace davvero tanto per come mi sono comportato. Tu le vuoi bene, puoi continuare a stare con lei quanto vuoi, lei sorride quando sta con te. Io... non ho ancora capito cosa prova per me, cioè, prima dice che non gli piaccio, poi quando provo a baciarla si lascia andare e sinceramente non so nemmeno io cosa prova veramente. In ogni caso, non voglio che una ragazza si metta tra noi due, quindi se tu non vuoi smetterò di provarci con lei, ok?- Eravamo arrivati a casa, così presi le chiavi ed aprii la porta.
 
-Tranquillo, puoi stare con lei. L’importante è che restiamo uniti come sempre, fratello.-
 
-Certo, uniti come sempre. Ah, soltanto... se provi a toccare la mia Playstation un’altra volta giuro che ti spezzo quelle mani enormi che ti ritrovi.- Sorrisi ed andai in camera mia, poi presi la mia chitarra e iniziai a comporre qualche nota, poi scrissi qualche frase.
 
“She sleeps alone, my heart wants to go home... I wish I was, I wish I was... BESIDE YOU.”
 
Mi addormentai con la chitarra affianco, pensando a Rachel e a tutto quello che era successo durante quella giornata. La cosa migliore era che, il giorno dopo, sarebbe stato il suo diciassettesimo compleanno, ed avevo in serbo per lei una sorpresa... molto speciale.
 
 
‘POV RACHEL’
Mezza intontita venni svegliata da mio fratello che stava cantando “Tanti auguri a te”. Aprii gli occhi e vidi Cal che aveva le mutande ed una maglia a maniche lunghe, con in mano un cup- cake rosso e dorato con sopra una candelina con su scritto “17”.
Mi misi seduta sul letto e presi il dolcetto in mano, quando Cal mi chiese di esprimere un desiderio.
Io desidero...desidero riavere in dietro i miei genitori, desidero essere sempre felice, desidero non avere una vita così difficile, desidero un ragazzo che mi ami per quella che sono...desidero avere, ecco, una vita normale. Non chiedo molto.  
Poi soffiai la candelina, ignara del fatto che uno di quei desideri si sarebbe presto avverato.
 
-Auguri sorellina! Sei diventata un anno più vecchia, eh? Ce l’abbiamo fatta anche quest’anno! Questo, è un piccolo pensierino per te, anche se sai che fosse per me ti darei il mondo intero. - Cal sorrideva, poi si tolse la maglia a maniche lunghe che aveva e si scoprì il braccio: c’era un tatuaggio con la scritta “Rachel” con un cuoricino alla fine. Si era tatuato il mio nome sul braccio?
 
-Ma... insomma... non...davvero?-
 
-Beh, almeno posso dire di averti sempre con me. Ti piace?-
 
-Ti sei tatuato il mio nome sul braccio, è ovvio che mi piace!- Poi diedi un super abbraccio-piovra a Cal, e feci colazione con lui. Poi mi sistemai i capelli, misi un paio di pantaloncini di jeans ed una maglia nera a giri con la scritta: You Complete Me. Alle undici precise suonò il campanello, ed andai ad aprire. Non vidi il solito ciuffo biondo davanti alla porta, ma bensì dei palloncini con la scritta: Happy Birthday. Li portai dentro, ma quano li spostai finalmente riconobbi un paio di occhi celesti.
 
-Buon compleanno bambolina. Credevi che me ne fossi scordato?- Sorrise ed entrò sorridente come al solito, portandosi dentro i palloncini.
 
-Giorno Hemmings. No, non credevo che te ne fossi scordato. Grazie per i palloncini, ora andiamo a fare lezione o hai intenzione di rimanere a guardare il mio sedere per tutto il giorno?-
 
-Questo non coincide col mio programma. Ho altri piani per noi oggi...-
 
 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!
Siamo già al decimo capitolo, cavolo! Non me ne sono nemmeno accorta, davvero! Bene bene, stiamo scoprendo pian piano i sentimenti dei ragazzi in questo capitolo. Scusate se Mike si vede poco nel capitolo, ma ho in serbo per lui una particina particolare nel prossimo capitolo.... :D
Inoltre ho cercato di fare il capitolo più lungo perchè l'ultimo mi sembrava troppo corto, e sappiate che l'ho scritto tutto in un unico pomeriggio quindi abbiate pietà di me se non è tutto questo granchè (ho approfittato perchè è sabato e non ho compiti xD)
Che ne pensate del rapporto tra Luke ed Ash? E di quello tra Rachel e Irwin?
Niente, ho detto tutto. Al prossimo capitolo :*

MMMH.... SI, LA GIF/MORTE ALLA FINE NON PUO' MANCARE ;)
*doppi sensi ovunque*

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Capitolo 11
*** Won't you please stop loving me to death? ***



Sorrise e mi diede un bacio sulla guancia, poi si staccò e mi prese per mano, si stava avviando verso il piano di sopra quando sentii il campanello suonare di nuovo ed andai ad aprire. Mi ritrovai una chioma rosso fuoco spuntare dalla porta, così mi gettai nelle sue braccia e lui mi strinse a sé.
 
-Mike!!!- Quando sorrise iniziai a sorridere con lui e mi fece pat-pat sulla testa.
 
-Auguri rossa!!! Credevi che non sarei venuto? Non potrei mai farti questo il giorno del tuo compleanno, non ora che sei un anno più vecchia!- Luke venne a salutare Mike con un cenno della mano, poi mise la sua mano attorno alle mie spalle e sorrise, ma io non glielo potevo permettere. Non dovevo far soffrire Michael così, era il mio migliore amico, non posso perderlo per colpa di un puttaniere del genere.
 
-Allora, facciamo lezione o no?- Affermò Luke scocciato, praticamente trascinandomi con sé per il braccio, ma io volevo stare un po’ con il mio amico, che mi stava guardando disperato.
 
-Ehm.... si, dovremmo fare ripetizioni in teoria, ma Michael non potrebbe stare con noi? Cioè, ieri non l’ho sentito per niente, voglio stare un po’ con lui e fare anche ripetizioni.- La faccia di Luke alla mia richiesta si innervosì parecchio, ma poi scrollò le spalle e salì sopra senza aggiungere altro, invece Mike sorrise per la nostra piccola vittoria e mi prese per mano. Arrivata sopra mi sedetti affianco al prof. Hemmings, ed iniziammo  a parlare degli elementi che si attraggono tra di loro.  Ogni tanto Mike mi sussurrava qualcosina e mi faceva ridere, poi Luke ci guardava male e tornavo a seguire la lezione come prima, per fortuna evitò di fare troppi doppi sensi durante questa lezione, forse perché c’era anche Michael.
 
-Va bene, per oggi è tutto, non voglio riempirti la testa di stupidaggini il giorno del tuo compleanno e poi sono già le undici e mezza, comunque...hai intenzione di festeggiare stasera?-
 
-Si, ha organizzato una piccola festa qui a casa sua e ha invitato un po’ di gente.- Io diedi un pizzicotto alla gamba di Mike per farlo zittire, ma non lo fece. Mister Luke mi guardò sorridendo, poi si alzò.
 
-Non mi avevi detto che stasera c’è una festa, eh? Beh, vedrò di presentarmi allora. Ora, ecco, che si fa?- Non volevo Luke alla mia festa. Non lo volevo per nessun motivo al mondo. Avrebbe di certo fatto il pervertito, anche con tutte le mie amiche e poi... non volevo e basta. Mi volevo godere la serata con il mio Mikey, con Cal e tutti gli altri, ma non c’era problema. Niente avrebbe rovinato quella giornata, neanche Luke Hemmings.
 
-O-ok. Allora, la festa inizia alle dieci, vedi di venire in orario  ok?- Aveva la faccia soddisfatta, ma non gli avrei permesso di averla vinta. Doveva aspettare fino a quella sera, poi avrebbe capito chi è davvero Rachel Hood. Oh si, se l’avrebbe capito.
 
-Certo bambolina, aspettati qualche sorpresa... ora vado, ho un impegno. Ci sentiamo stasera allora.- Mi fece l’occhiolino prima di scendere le scale ed andarsene, lasciando me e Mike da soli.
 
-Mikey, non sai quanto mi sei mancato questi giorni! Mi dispiace che tu abbia dovuto ascoltare un’intera lezione del professor. Hemmings, scusami davvero tanto. E’ un deficiente.-
 
-Un deficiente che... hai baciato, ma tralasciamo. Non voglio parlare di lui oggi, è il tuo compleanno! Sei finalmente diciassettenne, come ci si sente? Insomma, ti conosco da quando eri una piccola pargoletta con le codine nere ed i fiocchetti rossi, ti conosco da quando non eri ancora così scemotta e ora guardati... sono così fiero della mia nanetta preferita!!- Mi diede un abbraccio e io lo strinsi talmente forte che quasi non respirava più. Il mio pony arcobaleno mi era mancato così tanto...
 
-Sono felice che tu non sia arrabbiato con me, lo sai? Allora, non mi hai ancora detto che regalo mi hai preso...- 
 
-E non ho intenzione di dirtelo, ok? Sappi solo che è qualcosa di davvero speciale, ci ho messo tutto me stesso. E spero davvero che ti piaccia, ma non ti dirò nient’altro fino a stasera!!  Va bene, oggi pomeriggio ti va di fare qualcosa assieme? Anzi, ti porto a fare un giro in centro, ci prendiamo un bel gelato e poi ci andiamo a preparare per stasera. Ti va rossa?-
 
-Certo che mi va pony!!-
 
Quel pomeriggio fu bellissimo, girammo assieme per il centro di Sidney per negozi, centri commerciali, presi un gelato alla crema che mi era arrivato sul naso e mi ero sporcata tutta, almeno c’era Mike che mi aiutava a pulirmi e invece io ridevo come una scema. Era stato divertentissimo, poi ero andata a piastrarmi i capelli dalla parrucchiera e avevo scurito un po’ il colore che si era schiarito con il tempo, ed infine ero andata a ritirare il vestito che avevo preso per la festa, ma non lo avevo fatto vedere a nessuno, nemmeno a Michael che aveva fatto la faccia da cucciolo.
 
Poi avevo lasciato il mio Pony e mi ero andata a preparare, così avevo messo il mio vestito. Era blu mare aderente sotto, con dei brillantini sul corpetto a cuore e sopra aveva uno strato semi-trasparente più ampio, che gli dava un po’ di volume. Poi avevo messo un paio di scarpe col tacco lilla, abbinate ad un bracciale che avevo messo. Avevo raccolto i capelli tutti da un lato e li avevo fermati con un fiore sempre lillà, e poi mi ero truccata. Avevo messo dell’eyeliner, un po’ di mascara e dell’ombretto sfumato celeste e bianco, poi del lucidalabbra e finalmente ero pronta. Mi sentivo una principessa vestita così, non mi aveva vista neanche mio fratello.
 
Erano arrivate le dieci, quando uscii di stanza e scesi di sotto. Mio fratello si girò verso di me quando si accorse che ero scesa dal rumore dei tacchi, e rimase a bocca spalancata.
 
-Sei... sei davvero bellissima! No, non puoi festeggiare così, farai cadere tutti ai tuoi piedi, lo sai, vero? Ho il diritto sindacale di essere geloso di mia sorella.- Mi prese leggermente una mano e mi fece ruotare su me stessa, sorrideva come un bambino e aveva gli occhi che luccicavano. Si stava mettendo a piangere? No, aspettate tutti, Calum Hood si sta mettendo a piangere?
 
-Beh, no, non devi essere geloso. So pur sempre badare a me stessa, no? Sbaglio o qualcuno qui ha gli occhi rossi...-
 
-E’ per questo che ho chiesto ad una persona di farti da guardia del corpo stasera. Sai com’è, tanti ragazzi in piena crisi ormonale... non voglio che mia sorella venga stuprata da uno di loro! Ed è per questo che...- Suonò il campanello ed andai ad aprire la porta, iniziava ad arrivare gente! Ma non era chi mi aspettavo.
 
-Sera, mi presento, sono la tua guardia del corpo per stasera. Nel caso tu non lo sappia, mi chiamo Luke Hemmings. E tu...sei uno schianto.- Disse sorridendo mentre si appoggiava con un braccio allo stipite della porta. Io mi girai verso Cal e lo guardai infuriata.
 
-Sarebbe lui il mio accompagnatore? STAI SCHERZANDO?!-
 
-Non ti lascerò sola un momento stasera, bambolina, sappilo... e poi, come potrei se sei vestita così?-
 
-LO SAI, VERO, CHE E’ PROPRIO DA LUI CHE DOVRESTI TENERMI LONTANTA, FRATELLO?!- Continuavo ad ignorare Luke al cento per cento, ma non potevo riuscirci ancora per molto. Indossava un paio di skinny jeans neri come il solito, solo che sopra aveva una camicia bianca aderente che gli ricadeva sugli addominali, lasciata leggermente sbottonata sul petto ed una giacca nera classica con le maniche tirate su al gomito...aveva cercato di rendersi un po’ più elegante per la mia festa. Mi stava guardando incessantemente, sarei stata sicura che mi avrebbe baciata se non ci fosse stato mio fratello, che per una volta non è così inutile. Anzi, ultimamente Cal non è inutile, sta capitando troppo spesso...oggi nevica se continua a rendersi utile.
 
Poco dopo arrivò Mike, mi salutò con un bacio sulla guancia e si andò a sedere con la finezza di un ippoelefante sul divano e si mise a parlare con Calum, poi arrivarono gli altri e la finalmente iniziò la festa. All’inizio parlammo un po’, con il sottofondo della musica che aveva messo un mio amico dal suo computer, poi iniziammo a ballare tutti assieme. Io ballavo con Luke che mi si era appiccicato come una cozza per tutta la serata, e mi stavo divertendo davvero tanto, ma ad un certo punto non lo vidi più. Intanto era sparito anche mio fratello...
 
 
‘POV CALUM’
 
Quella sera era venuta anche Grace, alla fine avevo convinto mia sorella ad invitarla ma non si era degnata neanche di salutarla. Beh, peggio per lei, Grace è una ragazza fantastica e se lasciasse perdere il rancore che si porta dentro secondo me diventerebbero ottime amiche.
 
-Cal, stai benissimo stasera. Non hai idea di come stai bene con la camicia...- Si avvicinò a me e mi sbottonò alcuni bottoni della camicia lentamente, scendendo pian piano fino a lasciarmi a torso nudo. Non ragionavo davvero più quando faceva così, mi faceva perdere ogni cognizione dello spazio e del tempo, era una sensazione strana... ma mi faceva stare benissimo. Poi avvicinò le sue labbra alle mie, ma la presi per la mano prima che potesse andare avanti e la portai in bagno, dove non poteva vederci nessuno. Si strinse a me e lentamente le sbottonai il vestito, mi faceva impazzire, Dio se la volevo.
 
-Sei così sexy, Hood...- Si avicinò di nuovo e mi baciò di nuovo, stavolta in modo più passionale e malizioso... poi si strinse a me e io la poggiai sul lavandino, quando sentii il cellulare vibrare nella mia tasca, era Ashton.
 
-Cazzo, Cal, dove sei?! Dobbiamo suonare, ti ricordi? La sorpresa? No, eh? Dove minchia sei finito? Stiamo aspettando tutti te, Rachel è rimasta da sola e credo che stia iniziando a sospettare qualcosa. Muovi quel culo e vieni!- Io mi rimisi in piedi e sollevai Grace, riabbottonandomi la camicia. La sua faccia era confusa e dispiaciuta, così le spostai una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le diedi un bacio.
 
-Scusami, è importante. Ma dopo, sappi che non mi scappi...- Le sussurrai lasciandole un succhiotto sul collo, poi mi sistemai i capelli ed uscii dal bagno, correndo verso il soggiorno. Finalmente trovai quel piccolo ‘palco’ che avevamo improvvisato per la serata, presi il basso e mi sistemai vicino gli altri. La musica proveniente dalle casse si fermò e sentii il suono delle bacchette di Ash che battevano,quando Luke iniziò a cantare.
 
 
‘POV RACHEL’

La musica si era fermata improvvisamente, quando mi avvicinai ad  una specie di mini-palco che era stato allestito per questa serata, e vidi che per un attimo tutte le luci si spensero, credevo che fosse andata via la corrente ma  poi iniziai a sentire delle note provenienti da una chitarra elettrica, ed improvvisamente le luci si riaccesero. Vidi una cosa che mi lasciò senza parole: Calum, Michael, Ashton e Luke stavano suonando. Calum al basso, Luke e Michael alla chitarra ed Ashton alla batteria, avevano tutti dei microfoni quando sentii le parole della canzone.
 
“I don't even like you,
Why'd you want to go and make me feel this way?
And I don't understand what's happened,
I keep saying things I never say”
 

Luke stava cantando, mentre mi guardava dritto negli occhi. Erano bravissimi, cioè... sembrava fossero fatti per suonare assieme.
 
Il resto della canzone era fantastico, tutte le parole sembravano scritte... apposta per me. Mi lasciai andare alla musica, ero felicissima anche se il testo era esplicitamente stato fatto da Luke, non penso che mio fratello mi dedicherebbe una canzone così. Ero così fiera di loro, erano davvero una band fantastica, perché non me ne avevano parlato?
 
Il mio cervello si soffermò su una frase tutto d’un tratto, in cui Luke sorrise spontaneamente.
 
“Won't you please stop loving me to death?”

 
*Spazio autrice*
THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!!
Vi avevo già anticipato che questo capitolo sarebbe stato STRATOSFERICO in confronto all'ultimo e quindi... eccoci di nuovo! 
Vi prego di scusarmi ancora una volta per il ritardo, però... *muore sommersa dai troppi libri da studiare* CAPITEMI. 
Niente, non ho voluto pubblicarlo prima anche perchè volevo che fosse davvero speciale questo capitolo, e se lo avessi scritto in poco tempo non sarebbe certo così. Vi piace come sta andando la storia? Per la prima volta abbiamo visto i ragazzi suonare assieme, eh? 
Niente, ho detto praticamente tutto. Al prossimo capitolo! 

ANZI, NO, STAVO SCHERZANDO. CI MANCAVA...QUESTO!! 

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Capitolo 12
*** Please, stay with me. ***



Quando posarono gli strumenti rimasi immobile con la bocca spalancata, era davvero successo quello che credevo? Avevano suonato una canzone per me?
 
-E questa era Voodoo Doll ragazzi! Ora, riprendiamo a  ballare?- Disse Luke nel microfono, facendo un cenno col pollice al dj, che annuì e digitò qualcosa al computer, quando partì un lento. Luke si avvicinò a me e mi prese la mano dolcemente, sorridendo.
 
-Mi può concedere questo ballo?- Io annuii senza dire niente, prendendo la sua mano.  Calum stava ballando con Grace, Mike con una sua compagna di classe ed Ashton con una sua amica. Le luci si abbassarono, ed io e Luke finimmo al centro della sala sotto gli occhi di tutti. Poggiai la mia testa vicino la sua spalla, poi pian piano iniziarono a ballare tutti. Il mio cuore batteva più velocemente del solito, quell’ atmosfera magica, il giorno del mio compleanno, la canzone... tutto era perfetto. Ad un certo punto Luke si avvicinò al mio orecchio.
 
-Ho una sorpresa per te, vieni di sopra?-
 
-Ok...- Mi prese per il braccio e lasciammo la folla passando inosservati, così arrivammo in camera mia ed io mi sedetti sul letto e poco dopo mi raggiunse Luke, era una situazione abbastanza imbarazzante. Si sentiva solo il rumore della musica provenire dal piano di sotto, per il resto ci furono dei momenti interminabili di silenzio. Poi Luke infilò la sua mano nella sua giacca.
 
-Chiudi gli occhi...- Io gli obbedii, poi sentii qualcosa di quadrato poggiarsi sulla mia mano. Quando aprii gli occhi vidi un pacchettino dorato con un grande fiocco celeste, il mio colore preferito.
 
-Su, aprilo.- Sciolsi il fiocco e quando lo tolsi vidi un luccichio, qualcosa di argentato. Poi vidi una catenina e Luke la prese in mano. Era la metà di un cuore, su cui c’era incisa la lettera L. Lui mi spostò leggermente i capelli e me la mise attorno al collo, lasciandomi poi un bacio sulla schiena.
 
-Ma...è...non dovevi. Cioè, non stiamo neanche assieme...- Poi prese le sue chiavi e mi mostrò un portachiavi in particolare: l’altra metà del cuore con su scritta la lettera R.
 
-Questo...ecco...è un piccolo segno della nostra amicizia. Sei davvero importante per me, questo è quello che voglio farti capire.- Mi prese la mano ed incastrò le sue calde dita fra le mie, poi sorrise spontaneamente per la prima volta in assoluto. Non era uno dei soliti sorrisi maliziosi, era più un sorriso vero, di quelli che ti confortano nei momenti di bisogno, un sorriso...vero.
 
Poi sentii bussare alla porta, era Mike.
 
-Ragazzi, scendete? Sta per iniziare il gioco della bottiglia!- Sapevo cosa significava: birra, pegni imbarazzanti e tante confessioni assurde. Beh, perché non giocare? E’ il mio compleanno infondo!
 
-Arriviamo, un attimo!- Presi Luke per il braccio e gli chiesi di venire con me, in realtà stava venendo solo per non lasciarmi sola.
 
-Ecco la festeggiata!! Bene, ora possiamo iniziare!- Concluse Ashton tutto emozionato, mettendo al centro fra tutti noi una bottiglia di birra vuota. C’eravamo tutti, così iniziammo a giocare. Non era proprio il classico “gioco della bottiglia”, insomma, ogni persona che veniva sorteggiata doveva bere un bicchiere di qualche bibita alcolica e poi doveva fare il pegno. Il primo turno toccò ad Ashton che costrinsero a bere un bicchiere di birra, e fu costretto a ballare su un tavolino senza maglia. In quel momento ho avuto un flashback, l’ultima volta che era successa una cosa del genere era mio fratello a ballare sul tavolo con una banana in mano, ma...dettagli, sapete già questa storia.
 
-Whoo!! Ci siamo, ora...- Ash scese dal tavolo e girò la bottiglia, che finì su di me. Questo significa guai.
 
-Ehm, scelgo io il pegno!! Allora, devi bere un bicchiere di Mojito e poi... devi fare il solletico a Luke. Sotto il collo e sulla pancia.-
 
-Soffri il solletico, eh?! Perché non me lo hai detto?- Bevvi in fretta il drink, perché morivo dalla voglia di fare il solletico a Luke che sembrava non opporsi minimamente. Beh, peggio per lui.
 
-Bevi, bevi, bevi, bevi!!- Urlavano tutti in coro, così bevvi un altro bicchiere di Mojito e un Bloody Mary. Mi sentivo stranamente euforica e felice, stavo benissimo come non lo ero mai stata! Andai verso Luke e gli iniziai a fare il solletico sotto il collo, lui cercava di trattenersi dal ridere ma non ci sarebbe riuscito! Questa volta, a tutti i costi, avrebbe vinto Rachel Hood!
 
Così passai alla pancia, e lui scoppiò a ridere come un bambino. Tutti ci guardavano, ma non me ne importava.
 
-Ok, ok va bene così, possiamo andare avanti ora?- Disse Calum spazientendosi, così quando vide che nessuno lo sentiva prese Grace e sparì dalla folla. Gettai Luke sulla poltrona che continuava a ridere e mi misi sopra di lui per trovarmi più comoda, ma ahimè i miei buoni propositi solleticosi andarono a farsi friggere quando lui mi circondò con le braccia e mi tirò a sé, lasciando perdere tutti gli altri. La testa mi girava un po’, ma stavo ancora bene e mi sentivo capace di fare tutto, e perché no, anche di baciare Luke Hemmings, cosa che feci d’istinto. Le voci degli altri ripresero a parlare e continuarono a giocare senza di noi, mentre io mi strinsi attorno al suo bacino.
 
-Hey, se proprio vuoi andare avanti ci conviene andare di sopra...- Alla fine della frase si morse il labbro, ma tutta quella specie di trance in cui ero finita si dissolse nel momento in cui io e Luke finimmo vittimi di un accquazzone improvviso. Esatto, quegli stronzi dei miei amici ci avevano svuotato un’intera bottiglia d’acqua addosso, e ora Luke era fradicio e io con lui.
 
-Siete dei bastardi!! Sapete che ve la farò pagare?- Io mi misi a ridere istericamente più del solito, l’alcool stava facendo effetto. Me ne fregai di essere zuppa e tornai in pista a ballare, mi sentivo la regina del mondo ma poi caddi ed iniziai a sentire la testa girarmi, per fortuna venni presa al volo da Michael che si trovava vicino a me.
 
-Rachel, stai bene?-
 
-Certo, non sono mai stata meglio! Lo sai che sei sexy con questi capelli?!- Stava davvero benissimo, forse potevo riconsiderare il fatto di stare con lui non come amica...
 
-Dammela, su, la porto a letto. Ragazzi, la festa è finita, sono le due di notte! Tutti a nanna, su, forza!!- Percepii un brusio generale di disaprovazzione, ma poi lentamente tutti uscirono da casa mia.
 
-Ehi, no, aspettate, dove andate tutti? Luke, la festa non è finita!! DAIII!!!- Lui si limitò semplicemente a prendermi sulle spalle come un sacco di patate e mi strinse, avviandosi verso le scale.
 
-Non ti preoccupare, Mike, ci penso io a lei. Non sono così scemo da approfittarmi di una ragazza ubriaca il giorno del suo compleanno.-  Chiusi gli occhi trasportata da Luke, quando venni gettata sul letto.
 
-Vieni anche tu? Non mi lasciare sola, ti prego...- Lo tirai per le tasche del pantalone, lui cadde sul letto e si morse il labbro.
 
-Dannazzione, dove è Calum quando serve?- Lo volevo davvero, in quel momento, mi sembrava la persona più sexy al mondo, era il momento giusto.
 
-Luke...tu mi vuoi?- Gli chiesi in modo sensuale avvicinandolo a me, mentre lui scuoteva la testa in segno di negazione.
 
-No, bambola, non ora. Ci sarà il momento giusto, per ora devi solo farti  una bella dormita. Ci vediamo domani, ok?- Mi mise sotto le coperte e mi diede un bacio sulla fronte.
 
-Ti prego, Luke... non voglio stare sola. Stai con me.-
 
-Certo, farei di tutto per te... perché ti amo.- Aggiunsi alla fine a bassa voce, risultanto amalapena udibile.  Alla fine restai con lei e le accarezzai i capelli dolcemente fin quando non si addormentò, poi le accarezzai la guancia ed andai a casa mia.  L’unica cosa che continuavo a chiedermi era dove si fosse cacciato suo fratello...
 
 
 
‘POV CALUM’
 
Ad un certo punto della festa in cui Rachel si era buttata nelle braccia di Luke non ce la feci più, così presi Grace per mano e la portai in un posto speciale per me. A pochi metri da casa mia c’era la spiaggia, ma in un punto preciso non c’era mai gente, lo avevo scoperto per puro caso. Era praticamente coperto dal mare, ma c’era un isolotto ad un certo punto sul quale spesso andavo a vedere le stelle, quando mi sentivo giù di morale o semplicemente quando volevo ammirare le meraviglie del cielo, il riflesso delle stelle sul mare, la luna... era un posto davvero speciale.
 
-Mi hai fatto bagnare tutte le gambe per venire fin qui, sappilo, ma forse...ne è valsa la pena.- Affermò Grace sorridendo. Amavo il suo sorriso, il modo in cui le si illuminavano gli occhi quando mi vedeva, il suo modo di fare, i movimenti delle sue labbra... amavo davvero tutto di lei.
 
-Allora, dove eravamo rimasti noi due?- Ci stendemmo sulla sabbia e le presi la mano, lei poggiò la testa sul mio petto e si mise a guardare le stelle meravigliata.
 
-Ti amo, Calum Hood. Non ti lascerei per nulla al mondo, sappilo. Sei davvero speciale per me.-
 
-E tu...beh, tu sei la mia stella polare. Brilli come lei quando sorridi...- Le diedi un lungo bacio dolce, assaporando ogni momento di quella serata perfetta (tralasciando che mia sorella probabilmente ora è a letto con Luke).
 
Il suo tocco su di me era un’iniezione di adrenalina pura, e ogni suo gesto era... follia. La follia più bella che avessi mai visto. Alla fine i nostri corpi si unirono dolcemente, desiderosi di essere una cosa sola, due infiniti che si completano tra di loro. L’infinito migliore di sempre, il NOSTRO infinito.
 
 
‘POV RACHEL’
 
Mi svegliai con un mal di testa incredibile, barcollando mi misi in piedi MOOOLTOO lentamente e mi trascinai a forza fino al soggiorno. Era un disastro totale. E la cosa migliore, era che avevo un vuoto di memoria: l’ultima cosa che mi ricordavo era il gioco della bottiglia, stavo facendo il solletico a Luke e poi... più niente. Vuoto totale.  Era successo qualcosa? Perché avevo il vestito appiccicato addosso? E soprattutto, come ero finita nel letto? E Calum?
 
-Cal, Cal! CALUM!!- Nessuna risposta, anche lui sembrava essersi dileguato. Poi vidi un bigliettino poggiato sulla mia coperta, con una scrittura abbastanza improvvisata.
 
 
“Sai, ti vorrei vedere più spesso ubriaca.”
 
 
COSA CAZZO E’ SUCCESSO IERI SERA!? 

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!!

Niente, eccoci al dodicesimo capitolo!!!! Woohooo!!! *Faranno festa nazionale perchè ho pubblicato il capitolo persino in ANTICIPO!!!! Credeteci!!
Il fatto è che le mie brave amiche mi hanno stressata per farmi pubblicare subito questo capitolo , e per non sentirle più...eccovelo!! Insomma, che ve ne pare?
VI è piaciuta la festa? Luke e Rachel si stanno un po' sciogliendo, eh? E Cal.... vi piacciono i suoi POV? 
Mi raccomando, se avete qualche idea/critica fatemelo sapere, ok? 
Al...no, stavolta non lo dico. No, tanto sapete che non la finisco qui. Ohh, e va bene... al prossimo capitolo!!

P.S. Avete saputo che Ashton ha avuto un attacco di appendicite? Facciamogli sentire quando ci teniamo! La gif è dedicata a lui...

NO,SCHERZAVO ANCORA. BUONA MORTE A TUTTE, CI VEDIAMO!!! 



 

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Capitolo 13
*** What's happened last night? ***




Mi alzai in fretta dal letto e quando girai lo sguardo trovai un grande pacco nero e viola, con una lettera sopra. Presi la lettera in mano e la guardai. Fuori c’era scritto: “Da Mike, per la mia nanetta rossa preferita”.
 
 
“So che di solito le lettere iniziano con ‘Cara Rachel’ o qualcosa del genere, ma la mia non è una lettera. Questo è un breve racconto, che parla di due persone. O meglio, di una persona e del suo migliore amico: me.
 
Ci conosciamo da tanti anni ormai, siamo cresciuti praticamente assieme e non hai idea di quanto io tenga a te. Oggi è il tuo compleanno, avevo deciso di fare qualcosa di speciale per te, ma non ho trovato il momento adatto per darti questo regalo, così te l’ho lasciato in camera mentre eri a giocare al gioco della bottiglia. E’ un biglietto che avrei dovuto iniziare a scrivere da diverso tempo, ma più provavo a scrivere qualcosa più mi bloccavo, e così sono finito a scrivere questo biglietto il giorno stesso del tuo compleanno, con una penna trovata per terra ed una calligrafia quasi illeggibile (scusa, l’ho scritto di fretta). Spero che tu riesca a capire lo stesso quello che voglio dirti, quindi arriverò al dunque. Quello che troverai in questo pacco è una cosa che so che desideri da molto tempo, la vedevo nei disegni che facevi durante la lezione con aria sognante, quando la cercavi su internet e quindi...beh, ecco, ho deciso di farti quello che volevi. Non è il regalo migliore al mondo, ma nessun regalo sarebbe mai abbastanza speciale per farti capire quanto ti voglio bene... e quanto sei importante per me.
 
Quindi, questo è il mio regalo, un piccolo segno per farti capire quanto ti sono grato per questi anni passati insieme, per farti sorridere, un segno della nostra amicizia che sperò non si spegnerà mai.
Non sono un poeta, è vero, scusa se non è chissà che, ma ora...su, scarta il regalo. Ti voglio bene, rossa.”

 
 
Sapevo perfettamente cos’era, ma non stavo pensando al regalo...insomma, era impazzito? Mi aveva fatto mettere a piangere come una fontana. Le mie lacrime stavano scorrendo sul sorriso più grande che avessi mai fatto, e quasi singhiozzando presi il regalo e lo aprii, trovandoci esattamente quello che mi aspettavo.
Era una chitarra bellissima, verde acqua e nera con due grandi X  sui lati, il manico di legno lungo e... un cuoricino disegnato da Michael con un pennarello sull’altra parte. La chitarra che sognavo da quando ero piccola... averla tra le mani...era una sensazione indescrivibile. Fin ora usavo la chitarra classica di mio fratello, non era un granchè perché era una semplice chitarra di legno per principianti. E invece, ora, avere quella chitarra era...era stupendo.
 
Mi asciugai gli occhi con una mano, poi conservai la lettera in un posto dove mettevo tutte le cose che erano speciali per me, e uscii cercando di riprendermi e di tornare nella vita reale.
 
Ora, avevamo un mistero da risolvere. Mio fratello era sparito, avevo ricevuto un bigliettino anonimo con su scritto “Sai, ti vorrei vedere più spesso ubriaca”, mi ero svegliata sotto le coperte con i vestiti appiccicosi ed il trucco sbavato senza sapere il perché e non mi ricordavo cosa fosse successo dopo aver fatto il solletico a Luke. Bene, abbiamo un bel lavoro da fare a quanto pare.
 
Presi il telefono e digitai il numero di Calum in fretta, fece un paio di squilli ma poi lo sentii suonare nella sua camera. Perfetto, aveva lasciato il telefono a casa.
Feci colazione intanto, cercando di ricordare cosa fosse successo, e soprattutto... pensando a come avrei pulito il macello che era sparso per tutta la casa.
 
Problema numero tre: io non reggo bene l’alcool, quindi probabilmente ho fatto qualcosa di cui mi dovrò presto pentire. Sperando veramente che non si tratti di una persona in particolare, di cui non faccio nome... si, ok, ho forse fatto qualcosa di sbagliato con Luke ieri sera?
 
Chiamai anche lui, che mi rispose abbastanza subito.
 
-Io, tu, dobbiamo parlare stamattina. Ho bisogno di sapere un po’ di cose perché, vedi... insomma, il fatto è questo. Non mi ricordo quasi niente di ieri sera. Siccome so che tu sei stato con me tutta la serata, ho bisogno che tu mi rinfreschi un po’ la memoria.- Avevo il cuore a mille sentendo il suo respiro dall’altro capo del telefono, ci pensò un po’ su e mi rispose dopo qualche secondo.
 
-Sei proprio sicura di voler sapere quello che è successo ieri sera?- Mi chiese alla fine facendo un lungo sospiro.
 
-Si. Anche se sono sicura di aver fatto qualche cazzata.- La sua piccola risata si poteva sentire anche dal mio telefono, avrei scommesso che stesse sorridendo.
 
-Beh, se questo è quello che vuoi ti accontenterò, ma sappi che io non ho fatto niente di male. Quando e dove?- Il suo tono di voce era stranamente felice, forse era successo davvero qualcosa. So che forse era la persona peggiore a cui chiedere cosa fosse successo, ma dovevo assolutamente saperlo.
 
-Sulla spiaggia tra una mezz’oretta ti va bene?-
 
-Tutto mi andrebbe bene pur di stare con te, piccola.-
 
-Ok, allora a dopo.- Chiusi la chiamata e mi sistemai. Mi lavai in fretta i capelli e li piastrai, poi misi un paio di pantaloncini di jeans ed una maglia blu con la scritta: “The End”, poi ci abbinai un paio di Vans dello stesso colore e presi la mia borsa. Arrivai sulla spiaggia un po’ prima, così decisi di fare un giro intanto che aspettavo Luke. Camminai un po’ a vuoto, fino ad arrivare in un punto vicino ad un isolotto ben nascosto dove vidi due persone coperte da un telo mare. Poi, però, venni fermata da qualcuno che mi circondò con le sue braccia. Riconobbi subito il suo profumo, che mi era restato impresso dal primo momento che l’avevo incontrato, era un misto tra vaniglia e... mascolinità, non saprei descriverlo precisamente. Resta il fatto che il suo profumo era sexy, non so per quale strano motivo.
 
-Buon giornissimo!! Allora, pronta per la chiacchierata che sconvolgerà la tua vita come la conoscevi fino a questo momento?- Luke mi strinse e poi mi diede un bacio sulla guancia. Sono troppo permissiva con lui ultimamente, non va affatto bene.
 
-Giorno Luke, pronto per ricevere un bel calcio nel tuo sederino che tanto piace alle ragazze?- Risposi sarcastica, facendolo sorridere.
 
-Beh, credo che tu ti stia confondendo con tuo fratello bellezza... ma si, modestamente, anche il mio sedere non scherza. Per non parlare del tuo...- Si leccò il labbro lentamente, posando il suo sguardo verso il basso. Gli diedi uno schiaffo sul braccio, poi ci incamminammo assieme verso una zona più appartata per parlare, andammo in un bar che era sulla spiaggia, presi un calippo al limone e ci sedemmo su una panchina all’ombra del caldo sole estivo dell’Australia.
 
-Bene, tornando a ieri sera. Cosa è che ti ricordi e cosa non ti ricordi?-
 
-Mi ricordo fino a quando ho bevuto durante il gioco della bottiglia. Poi più niente.- Istintivamente iniziai a giocherellare con la collanina che avevo al collo, si, avevo messo la sua collana.
 
-In poche parole... non è successo molto. Mi sei praticamente saltata addosso, poi ti stavi iniziando a sentire male così ho mandato via tutti e ti ho portata a letto.- Scrollò leggermente le spalle mentre posava il suo sguardo sulla mia bocca mentre mangiavo il ghiacciolo lentamente perché era troppo freddo.
 
-Aspetta un attimo, IN CHE SENSO MI HAI PORTATA  A LETTO?!?- Dissi a voce troppo alta facendo quasi cadere il ghiacciolo che avevo in mano, mentre attiravo l’attenzione dei pochi clienti che erano seduti nel bar.
 
-Non sono stato abbastanza chiaro?- Affermò con un sorriso strafottente, mentre alzava le sopracciglia. Dio, se è successo davvero non rispondo più di me. Giuro che lo castro.
 
-Tu, Luke Robert Hemmings, come hai osato approfittarti di una povera ragazza ubriaca il giorno del SUO COMPLEANNO?!?!?!!!- Le guance mi andavano in fiamme, avevo il viso contratto in una smorfia di rabbia e stavo praticamente uccidendo quel povero ghiacciolo al limone che mi aveva comprato lui.
 
-Calma, calma! Non intendevo quello, hai frainteso! Insomma, si, mi sarebbe piaciuto tanto...e anche a te, visto come ti comportavi ieri sera. Ma no, non è successo niente, ti ho messa nel letto e ti ho rimboccato le coperte, sono restato con te fino a quando non ti sei addormentata e poi me ne sono andato. Tutto qui, ok? Non c’è bisogno di fare tante storie, e poi anche se fosse, è solo grazie al mio grande autocontrollo se non siamo finiti davvero a letto assieme. Eri TU quella che ci stava provando con me in tutti i modi, quindi, non dire che è colpa mia. Chiedi a tuo fratello come ti comportavi con me ieri sera e poi capisci.- Un attimo, mio fratello? Non l’avevo ancora sentito ed erano ormai le undici e mezzo di mattina, che fine ha fatto?
 
-Tu... sai dov’è Calum?-
 
-Credevo che fosse tornato a casa. Nel mezzo della festa è andato via e poi non si è più fatto vivo ma credevo che dopo sarebbe tornato. Non so davvero dove sia.- Lo guardai attentamente negli occhi, per una volta sembrava sincero.
 
-No, non c’è! Ho provato a chiamarlo ma ha lasciato  il telefono a casa e...non mi ha detto niente. Non ho la più pallida idea di dove sia mio fratello, perfetto!!- Mi alzai e mi incamminai da sola verso casa, avevo intenzione di cercare Calum perché mi stavo iniziando veramente a preoccupare, ma venni fermata da qualcuno che mi teneva per il braccio.
 
-Rachel, quello lì infondo non è tuo fratello?- Mi indicò un ragazzo con i capelli neri che stava con una ragazza vicino la costa, la stava abbracciando e poi la salutò. Si incamminò nella nostra direzione, ma si fermò d’improvviso quando mi vide. Stavolta non l’avrebbe passata liscia, oh no, non sa chi è Rachel Hood quando si arrabbia davvero.
 
-CALUM!! Vieni subito qui!- Lui camminò tranquillamente, come se niente fosse successo e mi raggiunse.
 
-Io, ora, andrei...- Luke si dileguò lasciandomi sola con quella specie di fratello, se così si può chiamare uno che se ne va durante la festa del tuo compleanno per stare con la fidanzata e che non torna più.
 
-Sorella!! Come è andata la festa? Ti sei divertita con il tuo Lukey?-
 
-TU MI CONOSCI. SAI CHE QUANDO MI UBRIACO NON RISPONDO PIU’ DI ME. E MI HAI LASCIATA TRA LE BRACCIA DI QUEL PERVERTITO. SAI COSA HO RISCHIATO PER COLPA TUA?!?-
 
-Mi perdoni se ti dico che sei la sorella migliore del mondo?-
 
-No.-
 
-Neanche se ti compro uno dei tuoi cd preferiti?-
 
-Forse, dipende da quale.-
 
-Mmh...uno dei Green Day?-
 
-Fratellino mio, ti voglio tanto bene lo sai?- Sorrisi soddisfatta di quella piccola vittoria, per poi tornare a casa con un CD in più da aggiungere alla collezzione.
 
-Rachel...hanno appena chiamato dall’ospedale. Ashton sta male, ha avuto un attacco di appendicite improvviso ed ora lo stanno operando.- ASH? COSA? IL MIO ASH?  

 

*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!!

Ok, più andiamo avanti più mi sembra strano che siamo già al tredicesimo capitolo. E' normale? 
Vi ripeto di scusarmi se non aggiorno con molta regolarità, ma credo che ormai sappiate perchè :D LA SCUOLA AMMAZZA OGNI STUDENTE, NE SONO SICURA ORA. 
Quindi, Rachel sta capendo pian piano cosa è successo la sera del suo compleanno, ma non sa ancora tutto, e non credo che Luke glielo dirà molto presto... dehehehe
Vi piace la lettera di Michael? E' venuta così, boh, ho avuto l'ispirazione e l'ho scritta :) 
Vi va di lasciare una recensioncina? Continuo almeno a 5 recensioni :/ 

E per farmi perdonare, dato che Calum si vede poco in questo capitolo... BOOM!!! 



 

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Capitolo 14
*** The Maid ***



Arrivammo all’ospedale in poco più di un quarto d’ora, Calum aveva guidato come un forsennato fregandosene di ogni limite di velocità, così parcheggiò ed entrammo assieme. Salimmo fino al secondo piano, dove era ricoverato. Arrivata, mi sedetti su una poltroncina mentre Calum chiedeva informazioni su Ashton ad un infermiera. Non pensavo a niente in quel momento se non ad Ashton e a come stava, però qualcuno mi chiamò, qualcuno alla mia destra mi toccò il braccio.
                         
-Luke!! Come, insomma...come sta Ashton?- Non aveva il suo solito sorriso soddisfatto sulla faccia, davvero, per una volta sembrava davvero preoccupato.
 
-Non lo so, lo stanno operando ora. Spero che vada tutto bene. Dovevi vederlo, ad un certo punto è diventato pallido come un fantasma e si è accasciato su sé stesso, mi sono preoccupato e gli ho chiesto se stava bene, ma non mi ha risposto così ho chiamato un’ ambulanza e ora siamo qui... io gli voglio un mondo di bene, capisci? Se gli succedesse qualcosa...- Mi avvicinai e lo abbracciai spontaneamente.
 
-Ti capisco.- Lo strinsi forte, aveva davvero bisogno di un abbraccio in quel momento. Appoggiai la mia testa sulla sua spalla e lui poggiò la sua sulla mia. Poi Cal si sedette vicino a me, per quell’ora cercammo di distrarci parlando del più e del meno, di cavolate, cercavo di far ridere un po’ Luke per sdrammatizzare la situazione, quando finalmente Ashton uscì dalla sala operatoria su una barella mezzo addormentato. Andammo in stanza con lui e restammo così fino a quando non si svegliò completamente.
 
Aveva il volto biancastro, i capelli più scompigliati del solito e SOPRATTUTTO... indossava il pigiama. Ashton Fletcher Irwin in pigiama è uno spettacolo da non perdere assolutamente.
 
-Heyy, ragazzi, come vedete Ashy è ancora qui a rompervi le scatole!- Disse con voce assonnata, mentre si alzava leggermente dal letto e si metteva gli occhiali.
 
-Ash!! Come ti senti?- Andai vicino a lui, Luke lo stava già stritolando con un abbraccio mentre Cal sorrideva come un ebete.
 
-Se Luke mi lascia respirare, forse...- Finalmente sorrise, io gli aggiustai un ciuffo che gli ricadeva sugli occhi, mentre arrivarono i loro genitori.
 
-Tesoro, come stai? Oh, mi hai fatto preoccupare così tanto!!- Liz gli prese le guanciotte con le mani e sembrava volesse staccargliele, poi gli diede un grosso bacio sulla fronte. Erano carinissimi, anche se forse era un po’ troppo torturare Ashton così appena uscito dalla sala operatoria.
 
-Ragazzi, sto meglio, davvero. Ho solo bisogno di un po’ di tempo per riprendermi. Vi voglio bene ragazzi, tutti voi. Siete le persone migliori al mondo, non vi scambierei con nessuno.-
 
Restammo un po’ lì a fargli compagnia, stavamo cercando di distrarlo un po’ da quella situazione facendo qualche battuta stupida, oppure canticchiando qualcosina. Era ormai calato il sole, così io e Cal tornammo a casa lasciando Ashton con la sua famiglia, noi invece ci sentivamo un po’ fuori luogo così avevamo deciso di andare via.
 
-Allora, sorellina, che hai intenzione di fare stasera?- Cal si stava mettendo la maglia addosso, invece io mi stavo mettendo un paio di guanti alle mani.
 
-Che credi che faccia? Devo pulire queste schifezze della festa di ieri, sai com’è, la casa non si pulisce da sola!-
 
-Ma come fai a pulire questo macello da sola?-
 
-Olio di gomito fratello. Piuttosto perché non mi dai una mano dato che credi che sia così impegnativo?- Cal abbassò lo sguardo e prese il suo cellulare, poi corse giù per le scale ed aprì la porta.
 
-Perché devo uscire con Grace, ci vediamo domani!- Chiuse subito la porta e se ne andò.
 
-CALUM! Sei un bastardo, lo sai!?- Ora mi toccherà pulire questo schifo da sola, bene. BENISSIMO.
 
Circa due minuti dopo, quando avevo iniziato a prendere i sacchi della spazzatura per gettare tutti gli avanzi, suonò il campanello. Mi ritrovai davanti Michael con un grembiulino rosa e dei guanti abbinati, uno spruzzo e nell’altra mano uno strofinaccio.
 
-Qualcuno ha chiamato per caso un’impresa di pulizie? Io sono della “Michael E’ Figo Company”, ho saputo che qui c’è un’urgenza.- Mi misi a ridere vedendolo vestito così, sembrava una casalinga disperata. Poi gli buttai le braccia al collo e continuai a ridere.
 
-Beh, in effetti avrei proprio bisogno d’aiuto. Non sai quanto mi servivi!!! Ah, un’altra cosa... sei pazzo? Mi hai regalato una chitarra? Cioè, chissà quanto l’hai pagata e poi...-
 
-Shh, non parlare e pulisci. Sai che siamo davvero nella merda, questo posto fa schifo, puzza di sudore di adolescenti ubriachi e di pizza avariata. Mhh... non è che è avanzata della pizza?-
 
-Si, ma te la farò mangiare dopo che avremo finito di pulire, ok? Su, bella donzella col grembiulino, iniziamo i lavori di casa! Queste sì che sono cose per veri uomini, cioè, buttare la spazzatura, pulire il divano, scopare per terra...- A quella frase mi fermai un attimo, Mike fece lo stesso e si mise a ridere.
 
-Beh, sull’ultima frase sono d’accordo. Scopare per terra è un lavoro da veri uomini!!- Gli diedi un colpo sul braccio con lo strofinaccio e iniziammo a ridere tutti e due, poi iniziammo a pulire davvero. Misi tutti gli avanzi nella spazzatura, riempiendo due sacchi enormi che Mike andò a buttare, poi spazzai il pavimento mentre Mike faceva la polvere sui mobili. Poi io lavai per terra, mentre Mike mi aiutò ad ordinare tutta la stanza, mettemmo a posto le sedie, i tavoli e passammo del deodorante per tutta la casa. Aprimmo la finestra per far cambiare aria visto che puzzava, e finalmente prendemmo uno scatolone di pizza che era avanzato da ieri e ci buttammo sul mio letto a mangiare. Era circa mezzanotte, ed eravamo DAVVERO sfiniti.
 
-PIZZA!!! Amo la pizza, amo la pizza!! E’ la giusta ricompensa per tutto il lavoro che abbiamo fatto, non credi?- Fu l’ultima frase che disse prima di abbuffarsi sulla pizza come un profugo, in pratica lui mangiò sei pezzi di pizza, io invece solo due. Sembrava che non mangiasse da secoli, dico davvero, per poco non si mangiava le sue dita.
 
-Ah, e ora che ho lo stomaco pieno è tutt’altra cosa. Sono stanchissimo.- Era sdraiato affianco a me, con la pancia verso il soffitto e i capelli scompigliati.
 
-Io sto già dormendo invece. Davvero, sono esausta.- Lo abbracciai e poggiai la testa sul suo petto, mentre lui mi parlava un po’ di qualcosa che non ricordo, infatti dopo pochi minuti il mio cervello si scollegò lasciando spazio al sonno. 
 
 
“-Rachel... mi sei mancata tantissimo. Non hai idea di quanto tempo ci ho messo per trovare il coraggio di fare questo, ma finalmente sono riuscita a tornare da te. Ti voglio bene, tesoro, anche tuo padre te ne vuole tanto. Anche se non siamo più con te, ecco, sappi che ti vorremo sempre un mondo di bene e che resterai sempre la nostra piccolina. Calum è diventato un uomo ormai, è così grande e tu...ieri hai fatto diciassette anni. Sono orgogliosa di te, Rach. Sei proprio la donna che io e tuo padre volevamo che diventassi, e vorremmo essere lì con te. La vita, però, ha il suo corso, e ricordati che chiusa una porta si apre un portone. Io mi fido di lui, so che ti proteggerà, che farà di tutto per te, che non ti lascerà mai. Lui è come il tuo angelo custode, è... insomma, sei in buone mani, non ti abbiamo lasciato da sola. Ti prego, salutami anche il mio piccolo Cal, non sono riuscita a mettermi in contatto con lui e anche per stare qui con te sto facendo una fatica enorme piccola mia, quindi ora devo andare. Il tempo che avevo per parlarti è scaduto, ricordati che ti vogliamo un mondo di bene, sii forte principessa mia. Sii forte... -
 
-Chi è il mio angelo? Chi? Mamma, anche io ti voglio tanto bene, ti prego, non te ne andare di nuovo...-
 
Corsi verso di lei con tutta me stessa, volevo abbracciarla, sentire il suo dolce tocco su di me, ma una luce improvvisa mi accecò, sfiorai la sua mano per un secondo, ma un attimo dopo non c’era più, c’era solo una cosa: un paio di profondi occhi celesti.”

 

Mi svegliai di soprassalto, quel sogno era così reale che mi sembrava davvero di aver visto mia madre. L’ avevo sentita così vicina, eppure così lontana...
 
Venni riportata alla realtà da uno sbadiglio, Mike si stava svegliando. Avevamo dormito abbracciati tutta la notte, probabilmente anche lui era talmente stanco che si era addormentato.
 
-Buon giorno rossa.- Mi passai una mano sugli occhi ancora leggermente appannati dal sonno, poi riuscii ad aprirli completamente  e vidi un raggio di luce arancione che filtrava dalla finestra.
 
-Buon giorno pony. Dormito bene, è comodo il mio letto?-
 
-Beh, più o meno. Più che altro è comodo abbracciarti come il mio peluche.- Ah, è vero, Michael dorme tutte le notti con un peluche da quando era un bambino, è un pony celeste chiamato Layla. Non se ne separerebbe per nulla al mondo, e intendo davvero.
 
-Sono più comoda di Layla? Davvero?- Mi misi seduta sul letto e cercai di darmi una sistematina ai capelli arruffati, per fortuna non era la prima volta che Michael mi vedeva di prima mattina, sapeva come ero in modalità zombie.
 
-Beh, in un certo senso sì, anche se Layla non la batte nessuno. Almeno quando ho paura del buio la stringoe mi fa sentire protetto, tu invece mi prendi in giro...-
 
-Hai quasi vent’anni, non è normale che hai ancora paura del buio!!-
 
-Anche Luke ha paura del buio se proprio vuoi saperlo, eh! Non è una cosa così strana alla fine, c’è chi passa questa paura con il tempo, e a chi rimane.-  Mi stiracchiai lentamente e poi riuscii finalmente ad alzarmi con la solita finezza di un ippoelefante dell’Uzbekistan.
 
-LUKE HA PAURA DEL BUIO E ME LO DICI SOLO ORA?!?- Gli andai incontro e quasi caddi per terra inciampando su una ciabatta, per fortuna Mike mi sostenne da un braccio e rimasi in piedi.
 
-Io ho paura del buio e tu sei goffa, siamo pari.- Andai a bussare in camera di mio fratello per svegliarlo, mi aveva detto che quella mattina aveva un impegno con dei suoi amici e che doveva svegliarsi presto.
 
-Cal, svegliati, su!- Disse Mike scendendo le scale al posto mio.
 
-Non voglio. Non mi sento bene.- Aprii la porta della sua camera e lo trovai rannicchiato nel letto sotto le coperte.
 
-Ci sono quasi quaranta gradi, che fai con le coperte addosso?- Dissi scoprendolo fino alla pancia, quando gli diedi un bacio sulla fronte. Scottava.
 
-Ho freddo. Non voglio alzarmi.- Si rimise le coperte addosso e chiuse gli occhi.
 
-Cal, tu hai la febbre, lo sai? Che hai fatto ieri sera?-
 
-Niente, ho fatto un giro con Grace e poi ho fatto un tuffo in mare perché avevo caldo e l’acqua era fresca. Poi sono uscito dall’acqua, sono tornato a casa e mi sono addormentato.-
 
-E ti sei beccato la febbre.-

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!!!!!

Innanzitutto, stavolta inizio con il ringraziare tutte quelle che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, e soprattutto chi recensisce la storia, vi voglio un mondo di bene <3 
Poi, voglio ringraziare tutte le mie amiche che mi sostengono, è grazie a loro che mi tartassano dalla mattina alla sera se pubblico ancora, sappiatelo. Quindi, un grazie speciale va a: Nadd, Camz, Otta, Art, Ana, Giulia e chiunque legga la mia storia, davvero grazie mille. 
Dunque, passando al capitolo... Mikey vestito da cameriera? Il sogno sulla madre di Rachel? Un paio di profondi occhi celesti.... e Calum con la febbre. 
Che succederà? Beh, se avrò almeno 5 recensioni ci vediamo nel prossimo capitolo ;) 

ATTENZIONE: GUARDARE QUESTA GIF PUO' PROVOCARE MORTE ISTANTANEA. 



 

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Capitolo 15
*** Everything I didn't say ***



Calum aveva gli occhi lucidi, si era accoccolato sotto le coperte e non voleva fare niente. D’altronde, gli avevo misurato  la febbre, aveva quasi trentanove, così avevo deciso di andargli a fare una tachipirina per farlo sentire un po’ meglio.
 
-Bevi questa, ti sentirai meglio.- Lui si alzò leggermente e bevve tutto d’un sorso con una facciai disgustata. 
 
-Rachel, non ho più sonno e mi sto annoiando. Cosa posso fare?- Si era messo seduto e si voleva alzare, ma stava ancora male e si vedeva che faticava a muoversi.
 
-Stai qua, ti porto la Play e giochi a Fifa, ok?- Lui sembrava dispiaciuto, forse giocare a Fifa non era la cosa che gli sarebbe piaciuto fare di più, ma cosa poteva fare?
 
-Stai un po’ con me?- Mi chiese facendo gli occhietti da cucciolo, mentre mi tirava nel suo letto.
 
-Sai che potresti mischiarmi la febbre, vero? E poi c’è Mike di sotto, non posso lasciarlo solo.-
 
-Daii, solo un minutino, poi non ti scoccio più. Promesso.-
 
-E va bene... ma come diavolo riesci a farmici cascare sempre?- Mi misi vicina a lui e gli accarezzai dolcemente i capelli,così lui chiuse gli occhi e si riaddormentò . Dopo qualche minuto scesi e trovai il mio pony che stava bevendo un bicchiere di succo d’arancia e mangiava qualche biscotto al cioccolato.
 
-Beh, non mi hai neanche aspettato? Io volevo farti assaggiare il dolce che ho fatto...-
 
-Hai fatto un dolce?!- Bene, avevo la sua attenzione. Potevo passare alla seconda fase del piano.
 
-No, volevo solo prendere il pacco di biscotti che avevi in mano fino a quando non ti ho detto del dolce. Grazie Mikey!- Presi agilmente i biscotti e me ne infilai uno in bocca. Mmh, biscotti al cioccolato...
 
-Che è successo a Calum?- Mi chiese con la faccia un po’ triste, d’altronde lo avevo privato dei suoi ( e anche dei miei) biscotti preferiti.
 
-Ha la febbre, ma ora gli ho dato della tachipirina. Tra un po’ starà meglio, per ora sta dormendo.-
 
-Ah, e tu che hai in programma per oggi?-
 
-Mah, il solito, sai... niente. In realtà oggi avrei dovuto fare lezione con Luke, ma lui è in ospedale con Ashton e quindi niente. Calum è malato, e tu... beh, tu avrai sicuramente qualcosa da fare. Magari esci con Mindy.- Mi sedetti sulla poltrona e presi il cellulare, vedendo le notifiche. Avevo un paio di messaggi di Luke che mi chiedeva se andava tutto bene e mi dava il buon giorno, e poi avevo un messaggio di... Grace.
 
Hey, scusa se ti disturbo, volevo chiederti di dire a Cal se stamattina andiamo al mare assieme, io sto venendo a casa tua. Non mi risponde, potresti farmi questo piacere?
 
Le risposi subito senza indugiare un secondo di più.
 
 Calum è malato e non può uscire mi dispiace.
 
-Beh, in realtà non avevo in programma di uscire con Mindy, preferisco restare con te. Non mi va di lasciarti sola, anche se in realtà c’è Calum ma sta male, quindi...no, voglio restare con te.- Qualche minuto dopo suonò il campanello, così andai ad aprire.  Vidi una lunga chioma di capelli castani e una ragazza alta, la riconobbi subito.
 
-Ciao Grace, hem, cosa ci fai qui? Calum ha la febbre, quindi...-
 
-Lo so, infatti sono qui per questo. Voglio stargli vicino e cercare di farlo stare meglio.- Disse tutta sorridente mentre entrava, ma io la bloccai.
 
-Senti, Grace, io non ho niente contro di te, però se permetti sono sua sorella e sono in grado di badare a lui. Non c’è bisogno di te.- Il sorriso sul volto della mora scomparì, quando prese un respiro profondo e cominciò a parlare.
 
 -Ascolta, so che tu sei capace di tenere sott’occhio Calum, sei sua sorella e lui ti vuole un mondo di bene, dico davvero. Non so perché tu mi abbia sempre trattata così, insomma, vorrei essere tua amica e non litigare con te, voglio che abbiamo un buon rapporto. Ho capito che se siamo così distanti dovrò mettere anche Calum in mezzo a noi due, e non voglio che questo succeda. Quello che ti voglio dire è questo: ricominciamo da capo. Io sono una normale ragazza che sta con tuo fratello, che farebbe di tutto per lui, e voglio stargli accanto anche ora che sta male. Posso?-  Le sue parole mi fecero riflettere parecchio. Infondo, l’avevo sempre trattata male senza un motivo preciso, mi stava antipatica perché sentivo che stava allontanando Calum da me, ma è normale. Meglio lei di una di quelle bionde tettone con cui mio fratello stava di solito...
 
-Cal è sul letto di camera sua, credo che stia riposando quindi in ogni caso vedi di non svegliarlo.- Non aggiunsi altro e tornai in salotto con Michael, avevo bisogno del suo sostegno morale. Dovevo capire come gestire la situazione con Grace.
 
-Chi era quella tipa? No, non mi dire che...- Mike si era messo una mano sulla bocca e aveva la faccia MOLTO sorpresa.
 
-Esatto, quella era Grace. Ora è di sopra con mio fratello. Io, ecco, non so che fare con lei. Mi sento uno schifo, l’ho trattata male per tutto questo tempo, infondo mi sembra una brava ragazza. Non se lo meritava. Mike, forse mi sbagliavo su di lei.- La sua faccia divenne ancora più sorpresa, aveva la mascella spalancata, che io gli richiusi con un gesto della mano.
 
-Tu... hai... ammesso...di...aver...sbagliato? Per caso fuori nevica?!-
 
-Dai, sto dicendo sul serio. Mi sento in colpa.- Mikey mi abbracciò e mi fece pat-pat sulla testa.
 
-Hey, su, non fare così. Piuttosto, perché non mi fai sentire come suoni la tua nuova chitarra elettrica gentilmente offerta da Michael Clifford?-
 
-Va bene, Gordon, anche se non la so ancora suonare benissimo, devo prenderci la mano.-  Andai in camera mia con Michael e presi la chitarra che mi aveva regalato, un plettro verde dei Green Day e mi sedetti sul letto con la chitarra in grembo.
 
-Cosa vuoi che ti suoni? Mh, forse ho un’idea.- Iniziai ad arpeggiare le corde della chitarra con delicatezza, era una canzone che mi era piombata in testa da un giorno all’altro, nei momenti più tristi e più felici dell’ ultimo anno. Le prime cotte, i primi baci, le prime delusioni , quello che non riesco ad esprimere a voce.
 
-Si chiama...Everything I Didn't Say.- 
 
This is everything I didn't say
Wait, don't tell me
Heaven is a place on earth
I wish I could rewind all the times that I didn't
Show you what you're really worth (What you're really worth)

The way that you held me
I wish that I'd put you first
I was wrong I admit, numb from your kiss
While you were slipping through my fingertips

Taking every breath away
With all of the mistakes I've made
From all the letters that I've saved
This is everything I didn't say

I wish I could've made you stay
And I'm the only one to blame
I know that it's a little too late
This is everything I didn't say

This is everything I didn't say...

 
La canzone continuava per un’ altra strofa, poi la finii così. Questo è tutto quello che non ho detto...
 
Mike era rimasto senza parole, era davvero strano, era la seconda volta che finiva così nel giro di una mattinata.
 
-Tu, ecco, insomma... TU. TU, TU, TU, non mi hai mai detto di essere così  brava. Cioè, cioè, cioè...-
 
-Mike, ti si è impappinato il cervello? Terra chiama Michele, terra chiama Michele.- Lui si girò verso di me ed i suoi occhi si illuminarono.
 
- Da quando mi chiami Michele? Solo Mindy mi chiama con il mio nome in italiano, dice che è divertente ma a me non piace molto...-
 
-Preferisci Gordon?-
 
-Ascolta, solo perché ho un nome che fa schifo nessuno ti da il diritto di chiamarmi così. Preferisco Pony arcobaleno piuttosto.- Posai la chitarra e presi il telefono, volevo parlare con Ash.
 
-Bambola?- Rispose una voce bassa, dal tono capii subito chi era.
 
-Luke?-
 
-Bambola?-
 
-Luke?-
 
-Bambola?-
 
 
-La smettiamo? Allora, passando alle cose serie. Buon giorno, qui va tutto bene, Calum ha la febbre ed è con la sua fidanzatina, Michael è qui e stiamo suonando la chitarra. Come sta Ashton? E tu?-
 
-Michael è con te? Calum ha la febbre? Spiegami meglio.-
 
-Michael è il mio migliore amico, Calum ha preso freddo e si è ammalato. Tutto qui.-
 
-Mmh... in ogni caso Ash sta meglio oggi, ora sta guardando la televisione. Invece io, beh, non so poi così bene. Mi manchi, piccola.- Da quand’è che ha iniziato ad essere così esplicito? E soprattutto, non pervertito. – Mi manca il tuo bel sederino, non per altro. Ah, e forse mi mancano anche un po’ quelle labbra... ti va di venire qui?- Ah, ecco, ora riconosco il vero Luke Hemmings.
 
-No, non mi va, sto benissimo con Mikey a casa mia, e poi non voglio lasciare mio fratello solo con Grace. Non mi fido ancora abbastanza.- Mikey intanto stava provando a fare qualche nota sulla mia chitarra, ma lui era molto più bravo di me.
 
-Allora vedremo di trovare un’altra soluzione...- Luke chiuse la chiamata lasciandomi in sospeso, chissà cosa sta progettando. Non voglio saperlo sinceramente, spero di scoprirlo il più tardi possibile.
 
-Scusa, Rachel, mi ha chiamato mia madre, devo andare a casa perché, ecco... devo aiutarla a pulire la casa.-
 
-Ma hai aiutato me, non basta?- Mikey mi salutò triste ed andò via, lasciandomi da sola con la mia chitarra. Una ventina di minuti dopo, sentii suonare il campanello. E ora chi diavolo è?
 
-Allora, ti piace questa soluzione?- Luke mi prese in braccio e mi buttò sulla poltrona, mettendosi su di me.
 
Mi guardava dritto negli occhi, mentre mi teneva per i fianchi. Non dissi nulla, le parole non mi uscivano dalla bocca. Nello stesso tempo avrei voluto tirargli uno schiaffo e baciarlo con tutta me stessa... 

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!!

Ok, iniziamo dal principio. Avevo in mente di ringraziarvi per le 1000 visualizzazzioni in questo capitolo, ma intanto siamo arrivati a 1100!! E' incredibile!! 

Calum e Grace... che staranno combinando? E invece Rachel, Michael e Luke? Come la mettiamo? 
Beh, detto questo, domani è il mio compleanno yeee!! Purtroppo so che non sarà come quello di Rachel, insomma, non ci spero però in compenso ho avuto il libro ufficiale dei 5SOS! "Hey, mettiamo su una band?" 
Vi ringrazio infinitamente, tutti voi che continuate a leggere la mia storia. Ci vediamo nel prossimo capitolo! :*
p.s. continuo a 5 recensioni.  

PRIMA DI LASCIARVI, PERO', VOGLIO FARVI UNA DOMANDA. QUANTO E' CARUCCIO CALUM IN QUESTA GIF? *^* 

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Capitolo 16
*** Kiss me Kiss me ***



‘POV GRACE’

Stavo salendo le scale verso la camera di Calum, ma la mia testa era da tutt’altra parte. Continuavo a chiedermi perché non piacevo a Rachel, cosa le avessi fatto di male. Insomma, si, forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato, forse non l’ha scoperto nel modo giusto. Forse ho fatto una grandissima cavolata, quel giorno, ad andare nel mare a salutare Cal con un bacio. Forse avrei dovuto aspettare che lui lo dicesse a sua sorella. In ogni caso, dovevo trovare il modo di ricominciare da capo, di avere un buon rapporto con la sorella del mio fidanzato, Calum Hood. Ero così sovrappensiero che quasi caddi per terra salendo le scale, stavo inciampando sull’ultimo scalino ma mi tenni sulla ringhiera. Bene, meno male che non mi ha visto nessuno, io faccio spesso queste figure di merda davanti alla gente, ed è successa una cosa simile anche con Cal, gli stavo cadendo addosso più di una volta. Che ci posso fare, sono goffa, ho poco equilibrio, e non guardo dove metto i piedi. 

Entrai in stanza cercando di fare meno rumore possibile, Calum stava dormendo beatamente sotto le coperte. Aveva il lenzuolo che gli ricopriva quasi tutta la testa, i capelli scompigliati, il viso pallido e una faccetta angelica. Anche se... devo ammettere che di angelico non ha poi tanto, insomma, uno che... lasciamo perdere, che è meglio. Ogni tanto prendeva dei respiri più profondi e russava leggermente, io mi andai a sedere vicino il suo letto e gli presi la mano che sporgeva dal letto, era così calda.
All’improvviso sentii la sua mano stringere la mia, quando lo vidi accennare un sorriso con le labbra socchiuse, poco dopo aprì gli occhi.

-Grace...- Fece un piccolo sbadiglio e si stropicciò gli occhi con l’altra mano, senza lasciare la presa dalla mia.

-Shh, sono qui per farti compagnia. Non ti sforzare a fare niente, vuoi qualcosa? Come ti senti?- Lui si tirò giù le coperte con i piedi scalciando come un bambino, rimanendo così solo con un paio di boxer neri con l’elastico bianco.

-Ho caldo.- Gli toccai la fronte, così notai che stava sudando e probabilmente gli stava scendendo la febbre.
Mi alzai per andare a prendere un asciugamano in bagno, ma venni trattenuta dalla presa di Calum, che stringeva la mia mano.

-Non andartene. Resta con me, dai, non hai idea di quanto odi fare la parte del malato, tu mi fai sentire un po’ meglio.-

-Ma stavo andando a prendere un asciugamano, torno tra un minuto te lo prometto.- Lui mi guardò dispiaciuto, ma lasciò la mia mano e mi avviai verso il salotto, non avevo la più pallida idea di dove fosse il bagno.


‘POV LUKE’

Rachel era bellissima quel giorno, non aveva più le bende dei tagli perché si stavano cicatrizzando, e solo quando la riuscii a vedere dritto negli occhi capii quanto mi era mancata. Ero stato lontano da lei solo poco tempo infondo, ma sentivo che più le stavo lontano più il nostro legame si affievoliva, dovevo continuare a tentare sempre di più se volevo che diventasse mia, dovevo impegnarmi e mettere tutto me stesso. Non mi era mai successa una cosa del genere, lo ammetto, le altre ragazze di solito cadevano ai miei piedi, mi imploravano di stare con loro, e sinceramente la cosa mi faceva sentire figo, come se tutto mi fosse dovuto. Ma Rachel... lei era diversa. Lei mi aveva sempre rifiutato, e questo mi faceva venir voglia ancora di più di averla tutta per me, di farle battere il cuore solo per me. Sapevo che con la forza non avrei risolto niente, ma se non avevo un pizzico di iniziativa lei non si sarebbe mai lasciata andare, e lentamente sentivo che si stava affezzionando a me, iniziava a lasciarsi andare. Dovevo solo continuare a provare, sempre di più.

-Luke, mi dici cosa ti è saltato in mente? Perché quando ci sei tu finiamo sempre su una poltrona?-
Non stavo facendo niente, la stavo semplicemente osservando, i particolari, amavo tutto di lei. Le labbra carnose di un colore roseo, gli occhi blu, come un mare in tempesta, qualche lentiggine sulle guance, i capelli rossicci e ribelli , proprio come lei. Mi abbassai e la abbracciai dolcemente, poi le diedi un bacio sul collo, mentre Rachel era rimasta ferma proprio come prima. Osservai l’espressione sul suo volto: non era arrabbiata, sembrava che finalmente si stesse lasciando andare. Così lei mi circondò la schiena con le braccia, allora diedi inizio alla fase successiva: Rachel Hood, sarebbe stata mia.

-L..Luke...io no-non credo sia...ecco...-

-Butta via quelle parole inutili. Ora ci siamo solo io e te.-

-Ma...ecco...dopo tutto quello che ti ho fatto, insomma...scusami. Ti ho sempre trattato male, non ho mai visto il ragazzo che si cela dietro quella facciata da belloccio pervertito, ma negli ultimi tempi ho capito che c’è molto di più di qualche battutina sconcia in te... e sinceramente credo che tu ora...mi piaccia.- Quelle parole arrivarono alle mie orecchie come un’iniezione di adrenalina pura, finalmente ce l’avevo fatta. L’avevo conquistata.

-Se è per questo, in te c’è molto più di un bel sederino o un bel faccino. Sei una ragazza meravigliosa, ho sempre visto in te quello che nessuno riusciva a vedere, neanche tu stessa. Hai qualcosa di particolare, una luce dentro, infondo al cuore, che era offuscata da tutto il dolore che hai provato. Per questo ti sei chiusa a riccio quando ho provato a stare con te. Però, ti ho sempre detto, se non sbaglio, quello che provo per te. E anche se magari all’inizio non avevo le migliori intenzioni, anche se era un’ossessione, ora è cambiato. Perché, insomma... io non voglio solo farti mia. Io voglio farti tornare a sorridere, voglio essere il motivo di quel luccichio negli occhi che ti vedo solo raramente.- Sigillai quelle parole con un bacio, non uno di quelli che ci siamo dati di solito, era un bacio dolce, di quelli che ti restano per sempre.

-Sei uno stronzo Hemmings. Mi hai ridotta a dire cose così sdolcinate, ti rendi conto?- Lei rise spontaneamente, passandomi una mano tra i capelli.

-Beh, dico, hai sentito quello che ho detto io? Cioè, non è normale che io parli così. Cosa mi hai fatto?- Sorrisi e rimasi abbracciato a lei, non volevo alzarmi per nulla al mondo.

-Rachel, scusa, dove- Grace era appena scesa dalle scale, con una faccia che era un mix tra imbarazzata e sconvolta.
 

‘POV RACHEL’

Grace stava salendo le scale velocemente, si era scusata ed era tornata su senza aggiungere altro.

-Grace! Aspetta, ti prego. Il fatto è che la situazione tra me e lui è un po’ strana, ecco, non stiamo assieme, insomma... non lo dire a Calum. So che poi mi prenderà in giro per il resto della mia vita.-

-Oh si che stiamo insieme, bambolina.- Luke mi tirò per i fianchi facendomi girare e mi baciò molto più appassionatamente di prima, davanti a Grace. Voleva chiarire le cose? Bene, c’era riuscito. Ma io non ho mai detto di voler stare con lui.
La mora sparì dalla mia vista quando mi rigirai, sentii una porta chiudersi. Era andata in camera di  mio fratello. Io avevo bisogno di chiarire con Luke.

-Quindi secondo te stiamo assieme? Non potevi chiedermelo prima di dirlo alla fidanzata di Calum?!-

-Credevo fosse implicito, no? Le parole dolci, i baci, le effusioni... sono cose da fidanzati, no? O forse, sei tu che non vuoi impegnarti...-

-No, no!! Hai frainteso quello che volevo intendere! Ok, quindi...beh, si, possiamo stare assieme A PATTO CHE non fai il pervertito. Solo perché stiamo assieme non significa che puoi farmi tutto quello che vuoi, sia chiaro, per il momento ci sono dei limiti.- Lui sorrise e si leccò il labbro.

-Per il momento.- Detto questo mi salutò con un bacio e andò all’ospedale da Ashton, doveva aiutarlo a sistemare i vestiti perché il giorno dopo sarebbe tornato a casa. Intanto lo chiamai, volevo sapere come stava.

-Hey, Ash! Tutto bene? Ho saputo che domani ti dimettono!-

-Si, non ne posso più del cibo che ci servono e di stare tutto il giorno seduto come un rincitrullito. Voglio allenarmi a suonare la batteria, mi manca la mia piccolina.- Sempre il solito, non è cambiato di una virgola.

-E poi, tra qualche giorno, partiamo.-

-Dove andate?-

-Andiamo a passare quindici giorni dai nostri nonni in America, praticamente andiamo in vacanza. Non te l’aveva detto Luke?-

-Beh, diciamo che abbiamo parlato d’altro...- In effetti, era successa una cosa completamente diversa da quella che credevo. Quindi stavano per partire, dovevano andare in America, bene.

-Andate tutta la famiglia?-

-Si, e ci portiamo dietro anche un paio di mie amiche di scuola,anche loro volevano andare in vacanza in America e ci andiamo assieme.- Due amiche? Con loro? Quindici giorni in America?  Beh, che problema c’è? Sono solo amiche, e poi Luke sta con me. Non devo assolutamente preoccuparmi.

-Chi viene con voi?-

-Rebeccah e Daisy.- Quelle due?!?! Le bionde con le tette grandi che vanno in giro per la scuola con i vestiti che coprono amalapena le parti X. Non ci siamo affatto, oh no Lukey, non ci siamo proprio.

-Beh, allora buon viaggio, Ash...-


Quei giorni passarono velocemente, Ashton si riprese in fretta e Calum guarì dalla febbre nel giro di qualche giorno. Ero uscita con Luke molto spesso, la sera, ma non era successo poi un granchè, anche se lui faceva di tutto per farmi capire che non gli bastavano gli abbracci. E così, era passata una settimana, e avevo salutato Luke ed Ash, erano partiti per l’America. Bello, eh? Sarei tanto voluta andare con loro al posto di quelle bionde, Luke mi aveva proposto di andare con lui in effetti, ma avevo rifiutato perché sapevo che sarebbe significato dormire con lui. E per lui, non voleva dire solo dormire.
Calum non sapeva niente della relazione tra me e il biondo, ma forse sospettava qualcosa quando sparivo dalla circolazione e ritornavo a casa con il lucidalabbra sbavato.

-Allora ci vediamo tra due settimane...- Luke era all’aeroporto, Ash si era già avviato sull’aereo come i suoi genitori . Lui si avvicinò e mi baciò, non voleva staccarsi da me. Avrei prolungato quel momento all’infinito se avessi potuto, ma poi lo lasciai andare.

-Ci vediamo Rachel. Penserò a te tutto il tempo, non sai quanto mi mancherà vedere quelle gambe e quelle labbra tutti i giorni...- Prese la sua valigia e andò via, io mi girai e uscii dall’aereoporto, quando il mio cellulare iniziò a squillare. Vidi il numero e risposi subito.

-Mi manchi.-

-Ma sei appena partito!-

-Lo so,ma mi manchi.-

-Come devo fare con te... dai, su, sono solo quindici giorni. Poi avremo tutta l’estate per noi, pensaci! Non pensare a me e divertiti, ok? L’America è fantastica, dico davvero.- Già, divertiti, possibilmente non con una di quelle barbie che ti sei portato come bagaglio a mano...

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT  I LIKE ABOUT YOU!!!

Strano, per questa volta non ho morto da dirvi!! Che miracolo xD Insomma, ora nel viaggio in america ne succederanno delle belle, e poi... credo che vedrete un nuovo (o dei nuovi) personaggi :D Lukey sembra essersi addolcito parecchio, ma ricordatevi che il lupo perde il pelo ma non il vizio... *pervy face*
Rebeccah e Daisy ecco... beh... scoprirete presto che ruolo hanno nella storia, non vi dico altro. 
Ancora grazie a tutte quelle che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate e a chi segue la storia e la recensisce :) 
Al prossimo capitolo, un bacione!! :* 

P.S. Ascenzio e Colombo... :) 


Comunque, per questo capitolo ho deciso di alzare un po' la posta in gioco. Continuo a 6 recensioni, dite che ci arriviamo? :) 

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Capitolo 17
*** Call me maybe? ***



Beh, ecco un altro capitolo della mia vita, o meglio, un paragrafo. Se dovessi intitolarlo, lo chiamerei “Io, Luke e l’America”. E’ più o meno una settimana e qualche giorno che stiamo assieme e lui era partito, infondo non mi sono ancora legata a lui così tanto (cioè, in realtà non voglio ammettere a me stessa che essere la fidanzata di Luke non è poi così male) eppure mi manca. Insomma, è partito due giorni fa e non si è fatto più sentire, mi ha scritto si e no un messaggino quando è sbarcato all’aereoporto di New York, che diceva così.
 
“Sono arrivato, buon giorno America! Anzi, buonanotte, sono distrutto e ho mal di schiena, l’aereo era scomodissimo. Ci sentiamo presto, baci :* “
 
Poi niente, non si era più fatto vivo. Avevo parlato al cellulare con Ashton, lui mi aveva chiamata qualche volta e mi aggiornava su quello che facevano, verso la fine al massimo mi faceva salutare quel biondo odioso e poi chiudevamo la chiamata. Insomma, sentivo più Ashton che suo fratello.
 
Calum passava la maggior parte del tempo con Grace, preferivo non intromettermi più di tanto nelle loro vite, insomma, in parte avevo chiarito con la mora. Ora, ecco, mi era indifferente, può fare quello che vuole con mio fratello, è la loro vita. E poi...beh, anche se non voglio ammetterlo, inizia a starmi simpatica.
 
L’unica persona che mi era rimasta come compagnia era il mio solito pony arcobaleno, che non mi lasciava un attimo. Quel pomeriggio, alla fine, per distrarmi da quel pezzente che non mi chiama mentre se ne va in giro in America con due bionde, Mickey aveva deciso di accompagnarmi a fare un giro nel centro, shopping e tanto altro. Mi consolo facendo shopping, si, e mangiando tanta Nutella.
 
-Rossa!!! Allora, come va? Quel soggetto non identificato che osi definire “fidanzato” si è fatto vivo?- Michael mi  abbracciò come al solito, io presi la borsa.
 
-Cal, io esco!!- Aprii la porta e mi incamminai con Mike, che mi prese la mano. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno, di parlare, anche delle cose più stupide o insignificanti.  
 
-Insomma, ecco, non è che mi dia fastidio che non si faccia sentire però... mi farebbe piacere ricevere una telefonata ogni tanto, oppure fare una videochiamata. Solo per vedere se è tutto intero.- Era come se mi stessi togliendo un peso dallo stomaco, sentivo che l’unico che mi poteva capire davvero era Michael.
 
-Tranquilla, Rachel, sono sicuro che ti chiamerà presto. E se non lo fa, deve vedersela con questi due amichetti quando torna qui a Sidney.- Disse Mike mentre metteva in mostra i bicipiti (che, comunque, non sono chissà cosa). Io risi, ma quella risata ben presto diventò un pianto. Il sorriso continuava a ricoprire le mie labbra, ma i miei occhi si riempirono di lacrime. Non devo piangere per uno stupido, insomma, che mi importa se mi chiama oppure no? Io neanche ci volevo stare con lui.
 
Mikey mi prese per mano e mi trascinò su una panchina dietro un negozio. Quando ci sedemmo, appoggiai la testa sulla sua spalla mentre le lacrime scendevano, anche se contro la mia voglia ed i miei buoni propositi di non piangere per lui.
 
-Luke se ne va in giro con due bionde da paura, che farebbero di tutto per lui, e io me ne sto qui a piangere mangiando chili di cioccolata con te.- Lui iniziò ad attorcigliare i miei capelli con le dita, alla fine avevo tutti i capelli attorcigliati fra di loro.
 
-Su, tranquilla, vedrai che andrà tutto bene. Ti va di entrare in questo negozio?- Indicò un negozio di abbigliamento rosso e bianco, lui mi ci trascinò dentro a forza. Appena entrai, i miei occhi si illuminarono: QUELLO ERA IL PARADISO, ma non potevo permettermelo. Non ho tanti soldi, ho amalapena quelli che ci hanno lasciato i miei genitori, e per fortuna erano abbastanza ricchi. Ma dobbiamo farceli bastare finchè non lavoreremo, quindi preferiamo non sperperarli per cose inutili. Tra pochi anni dovrò iniziare a lavorare, per non parlare del fatto che Calum sta già cercando un lavoretto estivo per comprarsi qualche sfizio in più.
 
-Ma...ma...non posso prendere niente qui dentro.- Il breve sorriso sul mio volto era sparito, lasciando spazio alla solita smorfia di delusione.
 
-E chi ha detto che devi prendere tu qualcosa? Se non sbaglio, anche io ho un portafogli e voglio far sorridere la mia migliore amica.-
 
-Grazie mille Mikey!! Sei il migliore amico di sempre!!- In pratica per qualche ora smisi di pensare a Luke, comprai un nuovo paio di Vans blu, degli skinny jeans neri e un paio di maglie carinissime, una dei Nirvana ed un’altra dei Rolling Stones. Infine, Michael mi costrinse a prendere un costume viola paiettato, diceva che mi stava troppo bene anche se secondo me mi faceva sembrare una escort. Mah, infondo, dopo tutto quello che mi ha comprato posso anche accontentarlo.
 
-Ti senti un po’ meglio ora? Io non me ne vado se non mi dici che stai meglio e che non farai cavolate quando me ne vado, sappilo.- 
 
-No, tranquillo, sto meglio. Ci vediamo domani, ok? E poi c’è sempre Calum, quindi puoi andartene . Ti prometto che non faccio stupidaggini.- Lui alzò un sopracciglio, anche se alla fine mollò e se ne andò.
 
Erano le otto di sera, quindi con il fuso orario in America dovevano essere più o meno le... quattro di notte. Beh, neanche oggi mi ha chiamata, mi dovrò rassegnare. Così, invece di andare a fare cena, decisi di scrivere un messaggio a Luke. Avevo bisogno di parlare con lui, o almeno di dirgli come mi stava andando la vita.
 
"Hey, ecco, volevo solo dirti ciao. Come va in America? Ti stai divertendo? Spero di si, ricordati che quando torni voglio sapere tutto, fai qualche foto per me! Va tutto bene? Salutami tutti, mi raccomando. Qui, nel caso volessi saperlo, va tutto bene. Calum sta quasi tutto il giorno con Grace, io mi annoio e fa un caldo terribile, ma credo che tu conosca bene l’estate di Sidney, no? Eh, insomma, volevo parlare un po’ con te. Probabilmente ora starai dormendo, ed è giusto così, ma ti prego, quando leggerai queso messaggio, dammi un segno di vita. Mi sembra strano non averti attorno tutti i giorni, mi sembra strano ridurmi ad un messaggino per parlare con te, la persona che fino a qualche settimana fa non volevo neanche vedere. E sinceramente, se le cose andranno così, non so se mi andrà di rimanere con te... ecco, in ogni caso non preoccuparti  per me. Sto bene, esco spesso con Michael e mi diverto, oggi siamo andati a fare shopping e ho preso un costume viola che sono certa ti piacerà tanto. Ci vediamo presto, un bacione.
Rach <3"

 
Ora mi sentivo molto meglio, mi ero tolta un peso dallo stomaco e potevo rilassami. Se non mi risponde, allora la finisco qui, non voglio stare con una persona che non mi pensa. Soprattutto, sapendo che ci sono quelle due lì in mezzo, Rebeccah e Daisy. Non mi fido di loro, né tantomeno di Luke conoscendo i suoi trascorsi da Don Giovanni.
 
 
Avevo appena finito di fare cena e avevo acceso il computer in camera mia, mi ero messa sul letto e stavo davvero comoda, niente poteva farmi stare male. Chi se ne frega di Luke Hemmings o di chiunque altro, io ho la mia vita e non posso stare dietro a lui, che faccia quello che vuole. Sapevo che avrei fatto un grosso sbaglio mettendomi con lui, e come volevasi dimostrare...
 
Sentii il suono di Skype, lo aprii subito e trovai due chiamate perse da “Hemmo1996”. Poi ne arrivò una terza, alla fine decisi di rispondere.  Era tutto buio, c’era solo una lucina fioca che illuminava il volto di Luke. Aveva le occhiaie, i capelli tutti scompigliati e ogni tanto sbadigliava.
 
-Tu non dovresti dormire a quest’ora?- Sembrava davvero stanco, non si sentiva un rumore provenire da fuori se non un leggero brusio dalla stanza a fianco, più che altro sembrava che qualcuno stesse russando. Classico di Ashton.  
 
-In realtà stavo dormendo, ma mi sono svegliato quando il display del cellulare si è illuminato e ho letto il tuo messaggio. E non sono più riuscito a riprendere sonno, le tue parole mi rimbombavano in testa. Innanzitutto scusami se non mi sono fatto sentire, qui in America siamo stati sempre impegnati, in giro e non ho avuto il tempo per telefonarti. Scusami. E poi... mi manchi tanto. Non hai idea di quanto mi sia mancato il tuo sorriso in questi giorni, le mie giornate erano buie senza di te, mi mancano i tuoi baci, i morsetti che dai al mio piercing... e poi mi manca vedere i tuoi occhi.- Sussurrava, forse per non svegliare gli altri che stavano dormendo. Poi intravidi un letto affianco a lui, sopra c’era qualcuno.
 
-Chi dorme con te?-  La figura si mosse di poco, non riuscivo a distinguerla bene dato che era buio, ma poi la vidi chiaramente.
 
-Luke, perché sei sveglio a quest’ora? Torna a dormire.- DAISY. DORME. NELLA .STESSA. STANZA. DI. LUKE.
 
-Non sono affari tuoi, dormi piuttosto.- Lei si rimise sotto le coperte e si riaddormentò subito. Non me l’aveva detto lo stronzo.
 
-E’ che, ecco... in teoria lì dovrebbe esserci Ashton, ma per stasera hanno fatto cambio di letto dato che lui... voleva dormire con Rebeccah.- BECCATO!! Ashton ha una cotta per Rebeccah quindi?
 
-Luke, senti, stiamo assieme da poco e io sinceramente voglio fidarmi di te. Però promettimi che non farai niente di cui potresti pentirti. Ora torna a dormire, su, non voglio tenerti sveglio alle quattro di notte. Ci sentiamo... quando vuoi. – Stavo chiudendo la videochiamata, quando lui mi disse di fermarmi.
 
-Ti prego, parliamo un po’. Preferisco parlare con te che dormire. E poi, sappi che nei prossimi giorni cercherò di farmi sentire di più. Come è andata la giornata? Ho saputo che sei stata con Mikey.- Parlammo per più o meno un’ora, poi lui crollò durante la videochiamata e spensi il computer. Nei giorni seguenti lui mi chiamò più spesso, come aveva promesso. Alla fine quei giorni passarono infretta, e arrivò fine Giugno.
 
Domani sarebbe tornato Luke, non vedevo l’ora di poterlo riabbracciare. Infondo era stato bravo in America, mi aveva inviato qualche foto, sembrava che si fosse divertito davvero.
 
Stavo con Michael quel pomeriggio, ero andata al mare con lui e per la sua felicità avevo messo il costume che mi aveva comprato, quello viola. Stavamo sdraiati sulla sabbia a prendere il sole, mi sentivo davvero bene.
 
-Quindi domani torna Luchino, eh? Ti manca?- Mi sembrava che Michael avesse preso abbastanza bene la notizia della mia relazione con Luke, in effetti lui si stava frequentando con Mindy in quel periodo, non stavano ancora assieme ma mi sembravano felici assieme. Anche se Mindy non mi sta simpatica più di tanto, contento lui contenti tutti.
 
-Un po’ mi è mancato, si, ma infondo stiamo assieme da poco e non c’è ancora questo legame così forte. Diciamo che ci vuole un po’ di tempo perché io mi affezzioni alle persone, e tu lo sai bene. Sinceramente sono stata bene questi giorni, ho passato tanto tempo con te e non sai quanto mi sia servito il tuo sostegno.-
 
-Se tu sei felice, sai che lo sono anche io.- In effetti, non so neanche io cosa successe precisamente quel pomeriggio, so solo che sentivo di essere più vicina a Mike di quando non lo fossi mai stata. Girai il volto verso il suo, incrociai il suo sguardo e rimasi a fissarlo per qualche secondo. Poi  lui mi tirò verso di sé, e le nostre labbra si incontrarono. NO, aspettate, sta succedendo davvero?! STO BACIANDO IL MIO MIGLIORE AMICO MENTRE IL MIO FIDANZATO E’ IN AMERICA?
 
Mi staccai velocemente da lui, e presi un respiro profondo.
 
-Rach, io... tu...- Gli misi un dito sulla bocca.
 
-Zitto, non dire altro, non peggiorare la situazione. Ho bisogno di pensare.- Presi il cellulare dalla mia borsa, quando vidi un messaggio di Ashton:
 
"Sono venti minuti che Daisy è seduta su di lui e sta approfittando del fatto che è ubriaco. Non potevo continuare a guardare e a fare finta di niente, ecco, scusami se questo non è quello che volevi sapere."
 
Poco dopo mi arrivò un altro messaggio, c’era una foto allegata: una bionda in un vestitino succinto che sembrava si stesse baciando con un ragazzo, Luke e Daisy.
 

*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!

Ecco, oggi non sono poi così felice, insomma, lo scorso capitolo ha avuto solo 6 recensioni, non son poche, non fraintendetemi, non ne voglio a migliaia,  vi giuro che se questo capitolo arriva a 7 recensioni sarò la ragazza più felice al mondo!! Scusate se la storia non è un granchè, so di non essere la migliore scrittrice al mondo ma mi sto impegnando davvero tanto per questa storia e vorrei che anche a voi piacesse :) 
Detto questo, ora arrivano i casini veri. La rossa che bacia il pony? Luke che bacia Daisy? Ecco, ora sta arrivando la parte più intrigante della storia, tenetevi pronte per i prossimi capitoli!! Detto questo, un bacione, XOXO 

P.S. Sexy Clifford/ pony arcobaleno :D 




 

 

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Capitolo 18
*** I want you.... ***




Tornai a casa in fretta e spensi il cellulare, mi chiusi in camera senza dare spiegazioni a nessuno e mi accoccolai su me stessa nel letto, iniziando a fissare il muro come un ebete. Già, fissare il muro di camera mia mi aiutava a pensare. Stavo bagnando tutto il cuscino di lacrime, sapevo che infondo non potevo prendermela con Luke, perché anche IO ho baciato qualcuno, e questo qualcuno non era né ubriaco né mi ha tentato per tutto il tempo. Questo qualcuno è il mio migliore amico, l’unica persona al mondo che non avrei dovuto assolutamente baciare di nuovo. Il fatto è che non provavo niente di particolare quando baciavo Mike, cioè, non era come baciare Luke. Quello che provavo per Michael era certamente più di semplice affetto, ma non potevo neanche chiamarlo amore. Era... era strano, non saprei come definirlo. Ma restava il fatto che non sarei mai potuta stare con lui, non era quello che volevo, io volevo, volevo... volevo stare con Luke. Ma lui aveva baciato quella bionda, sembrava divertirsi parecchio ed io avevo baciato Michael. Mi sentivo davvero uno schifo, come se qualcuno mi avesse preso il cuore e lo avesse calpestato, con tanta di quella forza che stava scoppiando. Un sovraccarico di emozioni, ecco, troppi sentimenti contemporaneamente erano sfociati in un fiume in piena, i miei pensieri vagavano da “Cazzo ho baciato Michael” a “Luke ha baciato Daisy” a “Sono una stupida” fino ad arrivare a “Calum si inizierà a preoccupare se non esco da questa stanza”. Tutto era impresso nella mia mente: le immagini del messaggio, il sole cocente e gli occhi che mi bruciano per il pianto.
Circa un paio di ore dopo sentii qualcuno bussare alla porta.

-Rachel, hey, sono io apri. Stai bene? Cosa è successo? Apri la porta, ti prego, voglio solo stare con te.-
Non riuscivo a rispondere, quando cercavo di formulare una frase le parole mi morivano in gola e anche se provavo a muovere una mano, quella ritornava dove era prima. Ero come in una bolla, fuori da tutto il resto del mondo, in una bolla sola con i miei stupidi pensieri.

-Rachel.- Presi un respiro e cercai di formulare una frase sensata, con scarso risultato.

-Cal...i-io...ti prego, lasciami...lasciami st-stare...- Lo sentii allontanarsi fino ad un’altra stanza, ma poco dopo la porta si aprì. LA CHIAVE DI EMERGENZA.

-Non ti lascerò sola in queste condizioni. Dai, dimmi cosa è successo, so che hai bisogno di sfogarti, io sono qui per questo. Altrimenti a che servirebbe il tuo fratellone?- Si mise nel letto vicino a  me e mi circondò con un braccio, con l’altro mi passò una mano sulla guancia per asciugarmi le lacrime e poi si avvicinò a me, dandomi un bacio sulla guancia.

-Hey, lo sai che voglio vederti felice. Qualunque cosa sia successa, vedrai che tutto si risolverà, te lo prometto.- Calum iniziò ad accarezzarmi i capelli con la stessa delicatezza con cui si tiene una farfalla, mi dava un senso di benessere, mi ricordava quando anche mia mamma faceva lo stesso.

-Io e Luke stiamo assieme, ma quando lui è andato via non so cosa mi sia preso, ecco, mi sentivo sola ed ho baciato Michael, lui invece era ubriaco e...e...- Non riuscivo di nuovo a parlare, iniziai a singhiozzare mentre le lacrime ricominciavano a scendere come un accquazzone, un diluvio.

-Shh, va bene così, non ti sforzare a parlare. Però in teoria ora siete pari, no? Lui non si può arrabbiare con te e tu non puoi arrabbiarti con lui, siete caduti nella stessa trappola. Ora rilassati, vuoi un po’ d’acqua? Qualcosa da mangiare?- Mi girai lentamente e scossi il capo in segno di negazione, poi mi strinsi a lui. Era incredibile come mi sentissi meglio vicino mio fratello, di solito tra fratelli si litiga, E NON DICO CHE QUESTO NON SUCCEDA MAI, ANZI. Però, nel momento del bisogno, ci siamo sempre l’uno per l’altra, è grazie a lui se ho superato in parte la morte dei miei genitori. Ed è grazie a lui se nel giro di mezz’ora smisi di piangere, sfinita, e mi addormentai sul suo petto caldo, lasciandomi per qualche ora tutto alle spalle.

Mi svegliai alle sette di mattina, sotto una copertina, ancora abbracciata a mio fratello. Anche lui poco dopo doveva essersi addormentato, così avevamo dormito abbracciati, come quando eravamo piccoli. Con delicatezza cercai di sgusciare fuori dalla sua presa, Luke sarebbe arrivato nel giro di poco tempo e gli avevo promesso di andarlo a prendere all’aereoporto. Non ero pronta psicologicamente, ma dovevo alzarmi ed andare da lui. Avevo deciso che gli avrei detto del bacio, ma lui doveva dirmi di aver baciato Daisy. La sincerità per me è importante, voglio che anche lui sia sincero.

Misi i miei nuovi skinny jeans, la maglia verde dei Green Day e le Vans blu, un outfit by Michael Clifford direi. Calum non si svegliò per fortuna e rimase a dormire, mi truccai amalapena per nascondere quelle occhiaie dovute al pianto e gli occhi gonfi, presi il cellulare e lo riaccesi. Inutile dire che ci trovai una trentina di chiamate perse, di cui circa 20 erano di Michael e la parte restante di Luke. Poi avevo qualche messaggio, ma preferii non leggerli. Misi il telefono in tasca senza preoccuparmi del fatto che si potesse graffiare, chiusi la porta di casa e mi avviai verso l’aereoporto con la metropolitana. Arrivai in una ventina di minuti, erano le otto meno un quarto, l’aereo di Luke sarebbe arrivato tra un quarto d’ora, così avevo il tempo di mangiare qualcosa. In un bar comprai un cappuccino e un cornetto alla crema, lo finii in fretta dato che praticamente non mangiavo da pranzo e il mio stomachino reclamava cibo. Sentii l’annuncio che l’aereo era atterrato e corsi al ponte di sbarco.  Lo aspettai dietro lo sportello, dove avrebbe dovuto prendere la valigia. Mi tremavano le mani, ero nervosa ma non sapevo precisamente il perché. Sarei dovuta essere felice, no?

Comparse un cappellino rosso tra la folla, spiccava perché era la persona più alta, sotto una chioma di capelli biondi tutti scompigliati per colpa di molte ore di viaggio, le occhiaie come la sua degna fidanzata e la maglia tutta stropicciata. Il mio zombie finalmente è  tornato. Lui finalmente mi vide ed accellerò il passo, raggiungendomi affiancato da suo fratello che parlava con le bionde.

-Ragazzi!! Mi siete mancati tantissimo!- Diedi un mega-abbraccio panda a tutti e due, quasi non riuscivano più a respirare. Ashton era un po’ confuso, forse si chiedeva perché non fossi arrabbiata con Luke, ma il motivo lo saprà dopo, ora voglio godermi il momento. Luke si abbassò leggermente per darmi un bacio, io mi alzai e gli circondai il collo con le braccia, dio se mi mancavano i suoi baci. Nessuno bacia meglio di lui, e poi mi mancava davvero tanto dare i morsetti al suo pircing sul labbro inferiore, era diventata una specie di fissa per me quel pircing. Poi lui mi sollevò da terra e attorcigliai le mie gambe attorno alla sua vita, sembravamo padre e figlia. Non mi staccai da lui, appoggiai la mia testa sulla spalla e restammo così fin quando non arrivò la valigia di Luke. Ashton intanto era andato avanti con Daisy e Rebeccah, ma non era il solito Ash, era... cambiato? Mi sembrava, ecco... non staccava un momento gli occhi dalle tette di Rebeccah.

Oh, Ashton, sembra un adolescente che ha appena scoperto che le ragazze hanno un paio di tette. Che gli prende? Mah, sarà in astinenza....

-Come è andato il viaggio?-

-Rossa, non hai idea di quanto immaginavo questo momento. I tuoi baci mi fanno impazzire.-
Gli scompigliai i capelli con una mano, con l’altra afferrai la sua e ci avviammo fuori.  Le due tettone se ne andarono finalmente, così decisi di parlare con Ashton. Dovevo chiarire un po’ di cose, Luke invece stava sistemando i bagagli in macchina.

-Hey Ash! Senti, io e te dobbiamo parlare. Numero uno: TI PIACE REBECCAH? Numero due: NON HAI MAI VISTO UN PAIO DI TETTE? Numero tre: non ho intenzione di arrabbiarmi con Luke. Numero quattro: non me la racconti giusta, so che è successo qualcosa ma non me lo vuoi dire. Direi che dobbiamo farci una bella chiacchierata noi due...- Lui diventò improvvisamente rosso in faccia, sembrava che avesse avuto una vampata di calore, quando mi squillò il telefono: era Mikey, chiusi la chiamata e afferrai Ashton per un braccio, che stava provando a scappare.

- Beh, ecco, non è che Reb mi piaccia... la trovo solo attraente, ecco, diciamo sexy. Riguardo le tette... dico, hai visto che roba? In confronto tu hai due mignon!! Ricorda che sono pur sempre un ragazzo eh! Poi, cioè, lui bacia quella bionda e tu non ti arrabbi? Rech? Cosa ti succede? Credevo che lo avresti almeno sgozzato per quel bacio!! Inoltre...no, non è successo niente di particolare in America. Eh, ecco, ci stavo provando con Rebeccah ma i miei tentativi sono andati a vuoto. E’ per questo che le sto appiccicato come una cozza, voglio togliermi questo “sfizio” di farla mia. E’ così strano?- Gli diedi uno schiaffo sul braccio e finsi di mettere il broncio.

-OSA DIRE CHE LE MIE TETTE SONO PICCOLE UN’ALTRA VOLTA E TI GIURO CHE NON RISPONDO PIU’ DI ME. E comunque, no, non è strano che tu voglia farti quella tipa solo... non me lo sarei aspettato da te, Irwin.  Hai perso davvero la testa per lei?- Lui diventò tutto rosso in faccia, di più di prima.

-Ho capito, ho capito, il testosterone ha raggiunto livelli più alti del solito ultimamente. Beh, credo che ci siamo detti tutto ricciolo, ora vado da Lukey perché devo parlare un po’ con lui.- Luke era salito in macchina con i suoi genitori e Ashton, io mi stavo avviando verso la metropolitana ma mi sentii afferrare per il braccio, mi girai ed incrociai un paio di occhi celesti che non mi sarei mai scordata, le sfumature che passavano dal tenue colore del cielo al forte colore dell’oceano.

-Dove credi di andare? Ora ci siamo ritrovati, non ho intenzione di lasciarti un altro secondo.- Mi spinse contro un muretto e mise un braccio sul muro, con l’altro mi circondò la vita ,avvicinandosi. Mi fece un succhiotto sul collo, ma in testa continuavano a frullarmi la foto che mi ha inviato Ashton mentre Luke bacia Daisy... sapere che quelle labbra erano state toccate da lei, sapere che... io non ero da meno di lui. Mi sentivo uno schifo.

-No...Luke ferm-fermati. Devo dirti una cosa. – Lui continuava imperterrito, ma bloccai la sua testa con una mano.

-Davvero,  è importante. Io ho baciato Michael.- Lui si bloccò immediatamente, la sua faccia era un misto tra sollevato e deluso. CHE VUOI DA ME? Sei tu quello che ha baciato la puttanella bionda!

-Ma...non provi niente per lui? Io...- Stava per essere sincero, sono sicura che me lo avrebbe detto. –Io voglio sapere se hai provato qualcosa quando lo hai baciato.- Presi in fretta il cellulare e aprii i messaggi.

-Non ho provato niente. Invece, tu piuttosto, quando avevi intenzione di dirmi che hai baciato Daisy?-

-Io ho...? Scusa?- Gli mostrai la foto e lui scosse violentemente il capo, poi si passò una mano sugli occhi.

-Quella... ero ubriaco!! Giuro che non mi ricordo niente di quello che ho fatto! Non provo niente per lei, capito? Solo tu sei mia. Ti prego, lasciamo perdere questa discussione e facciamo finta che non sia mai successo niente. E poi...avevo in mente qualcosa di diverso per il mio ritorno in america. Ti ho portato un regalo, ma te lo darò quando arriveremo a casa.

-A casa? Io dovrei tornare a casa mia in realtà, vado a prendere la metro.-

-No, tu vieni con me. Voglio darti il regalo il prima possibile, prendilo come un segno di pace.- Alla fine mi convinse ad entrare in macchina, e nel giro di una mezz’oretta arrivammo da lui, per fortuna abita poco distante da casa mia. Ero in camera di Luke, non vi descrivo il disordine che c’era lì dentro: UNO SCHIFO, lì ci sarebbero potuti benissimo essere dei profughi nascosti sotto chili e chili di vestiti, libri, spartiti e plettri.

-C’è nessuno? Qualche barbone che si nutre degli avanzi di Luke? Sono qui per salvarvi!- Lui si mise a ridere e scrollò le spalle.

-Beh, non è colpa mia se sono così disordinato. E’ colpa di mia madre che mi ha fatto così.-

-Infondo, credo che abbia fatto un buon lavoro, anche se disordinato tu e disordinata io... mah.- Mi sedetti su una poltroncina rossa, lui si mise vicino a me e mi diede un pacchettino viola.

-Cos’è?-

-Aprilo.- Aprii la scatola e ci trovai... un completino sexy con la bandiera americana.

-COSA E’ QUESTO COSO? MI COPRE AMALAPENA MEZZA CHIAPPA!- Sulle sue labbra ricomparve il solito sorrisino beffardo che non faceva da tempo.

-E’ un regalo, diciamo... che frutta a te quanto a me.-

-Cosa significa?- Lui si morse il pircing, quando mi tirò verso di sé.

-Significa che ti voglio.- 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!! 

Eccoci ad un altro capitolo!!! YEEEEE!!! Lo scorso capitolo è arrivato a 9 recensioni!!! Grazie mille!!! 
Davvero, non so come ringraziarvi!!! Comunque, passiamo al capitolo. Lukey è tornato dall'America assieme ad un Ashton in crisi ormonale :O  E poi... dite che andranno fino alla fine? :D 
La povera Rachel ha confessato del bacio con Mikey, Luke alla fine ha detto di aver baciato Daisy e SEMBRA che abbiano fatto pace..... SEMBRA. 
Calum che va sempre a consolare la sorellina :3 
Beh, detto questo, avrei intenzione di farvi una domanda. I 5SOS sono il vostro gruppo preferito? 

E ALLA FINE... BUBU' SETTETE!!!!! 


 

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Capitolo 19
*** You were mine ***




 
Ecco, Rachel, contieniti. Ora respira e pensa al fatto che vi siete appena traditi a vicenda, e lui ti ha appena regalato un completino con la BANDIERA AMERICANA. Non puoi.
 
-No, Luke, non ricominciare con questa storia. Ti ho detto di no.- Lui fece una faccetta da cucciolo, alla fine mollò la presa e si gettò sul letto con la pancia verso l’alto. Stava fissando il soffitto in modo ambiguo, era più strano del solito.
 
-Che hai?- Mi stesi affianco e lo scrutai con sguardo interrogativo.
 
-Non capisco perché non vuoi. Stiamo assieme, giusto? Io sono pazzo di te, non ti scambierei per nulla al mondo e sai quanto ho faticato per convincerti a stare con me. Però, poi, appena provo a fare quaalcosa, tu mi blocchi. Perché?- Già, bella domanda. Perché? Perché ho paura di soffrire per lui. Ho paura di diventare troppo vulnerabile, perché ho avuto una brutta esperienza e perché sono debole. Soffro molto facilmente, lui mi ha già tradita, non voglio fare l’errore di apririmi troppo per poi stare ancora più male.
 
-Ho paura.- Mi girai dall’altra parte, non reggevo più il suo sguardo, gli occhi mi andavano di nuovo a fuoco e non volevo farmi vedere così debole da lui.
 
-Hey, non ti preoccupare. Va bene avere paura nella vita. Tutti hanno paura, e so che tu vivi nella paura. Ma sai, a volte la paura può essere affrontata, e se si affronta assieme... è più facile. Ognuno ha il proprio fardello, ma se si condivide sarà più leggero. L’ultima cosa che voglio è farti soffrire, Rachel, quel regalo era una sciocchezza, sai che non significa nulla per me. Tu, invece, significhi tanto.- Mi sentii abbracciare da lui, si accoccolò dietro di me, sentivo il suo respiro sui miei capelli. Quelle parole mi avevano colpito davvero. Non avrei mai creduto di poter condividere con qualcuno i pesi che mi porto dietro, ma in effetti... lui mi sta aiutando a sorreggerli.
 
Mi girai verso di lui ancora con le lacrime agli occhi, ma iniziai a sorridere e lui mi asciugò le guance con una mano.
 
-Grazie.- Chiusi gli occhi per un attimo, sentii le mie labbra socchiudersi nelle sue, poi mi strinsi a lui.
“Hemmings, non ti lascerò andare via da me come hanno fatto tutti. Ti amo.”  Le parole che avrei tanto voluto dirgli mi morivano in gola, lasciando spazio solo a quel dolce bacio che si stava trasformando in qualcosa di più senza che neanche me ne accorgessi...
Nelle sue braccia mi sentivo protetta, tutto il mondo non aveva più senso in quel momento, era come se tutto il mio difficile passato fosse stato eliminato da un momento, quel singolo momento in cui avevo capito che lui mi amava. Emozioni nuove, cose mai provate prima, respiri soavi e piccole parole dolci pronunciate all'unisono, e poi lui... tutto di lui era perfetto. I suoi occhi che non mi avevano lasciata un momento, frugavano ogni singolo dettaglio di me. I suoi occhi, la cosa che mi è rimasta più impressa in mente in quei momenti. Senza i suoi occhi che mi davano sicurezza, probabilmente non sarei quella che sono ora, forse non avrei mai capito cos' è l'amore in tutta la sua completezza e, soprattutto, la passione.
Lasciai cadere tutte le barriere che fino a quel momento mi tenevano prigioniera, niente aveva più importanza a parte me e lui. A PARTE NOI.  
E così, alla fine vinse Luke. Divenni sua quella mattina, per la prima volta in vita mia sentii che contavo qualcosa per qualcuno, qualcuno che non fosse mio fratello o i miei genitori, ed era strano sapere che quel qualcuno era il ragazzo che avevo sempre detestato: Luke Hemmings.
Già, ma restava pur sempre una piccola vittoria: non avevo messo il completino osceno che mi aveva regalato. Eravamo ufficialmente pari.
 
Ormai sfinita, si era fatta l’ora di pranzo. Ero sotto le coperte del letto di Luke, appoggiata sul suo petto che si alzava e si abbassava in contemporanea con il mio, quando sentii il rumore della porta di sotto aprirsi.
 
-Luke, siamo tornati! Abbiamo sistemato i bagagli e ti abbiamo portato il pranzo!- Era la voce della mamma di Luke, Liz. Mi dovevo muovere.
 
Presi in fretta i miei skinny jeans e li misi addosso, ma c’era un problema: non trovavo né il reggiseno né la maglia. 
 
-LUKE!! Non trovo la maglia e...- In effetti non potevo trovarla in mezzo a quell’ammasso di vestiti e schifezze sparse per la stanza.
 
-Prendi una mia maglia allora.- Mi lanciò la maglia che indossava prima, era una semplice camicia rossa e nera a quadretti che mi andava molto grande. Arrotolai le maniche di almeno tre metri e la abottonai alla meno peggio, poi misi le vans che, per la grazia divina, riuscii a trovare vicino al letto. Appena mi sedetti sul letto, ancora con i capelli abbastanza scompigliati, Ashton entrò in camera. Luke era senza maglia ma si era riuscito ad infilare i pantaloni e le scarpe e aveva cercato di sistemare il letto in malo modo (d’altronde, non è che di solito sia poi così ordinato).
 
-Ah, Rachel, sei qui. Vuoi mangiare con noi? Ehm, è pronto il pranzo comunque.- Aveva una faccia abbastanza sconvolta, forse aveva capito tutto. O forse, era semplicemente sorpreso di trovare il letto di Luke più in ordine del solito.
 
-No, no grazie Ash, vado a mangiare a casa, altrimenti Calum mi darà per dispersa. Allora, io andrei... ehm, quando ci vediamo per le ripetizioni di Fisica?- Cercavo di sembrare abbastanza tranquilla, infondo... avevamo fatto “lezione di fisica”, no? Non c’era niente di male.
 
- Ti va bene dopodomani alle quattro?- Mi fece l’occhiolino ed io annuii. Presi la borsa che era rimasta sulla poltrona e salutai Ashton con un abbraccio, poi mi incamminai e nel giro di una decina di minuti arrivai alla mia casuccia.
 
-Cal, sono a casa!- Chiusi la porta e salii per salutarlo, ma lo trovai mentre giocava a Fifa con Grace. Un attimo, da quando Grace gioca a Fifa?!  
 
-Hey, ciao ragazzi! Grace, vuoi mangiare con noi? Sono passata da un negozio ed ho comprato del pollo da Nando’s, ce n’è per tutti.- Sia lei che mio fratello mi guardarono davvero sorpresi, forse non si aspettavano una reazione del genere ma ero di buon umore, e poi volevo ricominciare con Grace. Infondo, non mi aveva fatto niente di male.
 
-Beh, perché no? Sei sicura Rachel?- Calum era davvero stravolto da quella mia reazione , forse credeva che stessi tramando di ammazzare Grace nel sonno e di farmi vedere felice solo perché di lì a poco avrei ottenuto la mia vendetta. Beh, ti sbagli di grosso fratello.
 
-Certo, venite giù.- Pranzammo tutti assieme, Calum era contento che finalmente avessi accettato la sua relazione con Grace. Non è proprio così ma... beh, insomma, non è per quello che sono felice. Alla fine scoprii che la mora era simpatica, condividiamo molte passioni e, cosa più importante, entrambe sappiamo apprezzare la dolezza di Calum, che era diventato rosso mentre ne parlavamo.
 
-Ora vado a fare un giro per sgranchirmi le gambe, ci vediamo dopo ok?- Sorrisi e li lasciai soli, andando in un parchetto vicino casa per leggere un po’ in pace, seduta sotto un albero che mi teneva al fresco dai caldi raggi del sole australiano. Stavo leggendo “Beautiful Creatures”, un libro Fantasy che mi stava appassionando talmente tanto che mi ero catapultata nella storia e non avevo voglia di chiudere il libro prima di averlo finito. Mentre stavo leggendo, mi cadde una foglia in testa, quando alzai la testa per toglierla vidi un paio di occhi grigio- verdi ed una chioma di capelli rossi.
 
-Che ci fai qui, rossa?- Io non gli risposi e riabbassai la testa sul mio libro.

-Capisco, non mi vuoi parlare. Se ti chiedessi scusa?- Cercai di andare avanti nella mia lettura, ma lui insisteva. – E va bene, Rachel, sono uno stupido. Non volevo rovinare la nostra amicizia, è stato inaspettato anche per me, però... quel bacio mi ha chiarito le idee. Io credevo...credevo di provare qualcosa per te, eppure mi sono accorto che non è altro che amicizia. Anzi, tu sei e sarai sempre una sorella per me. Ti prego, sai quanto mi fa star male non averti vicina. Sei l’unica persona che sa tutto di me, l’unica a cui posso confidare ogni cosa. Daii, rossa, lo so che infondo ti manco, a chi non potrei mancare? Sono così sexy! –
L’ultima frase mi fece sorridere spontaneamente, in effetti mi mancava davvero tanto quel pony arcobaleno. Lo guardai negli occhi e lo invitai a sedersi vicino a me. Si mise anche lui sotto l’albero, appoggiò la testa sulle mie gambe e rimase così per un po’ di tempo, senza dire niente. Poi mi decisi a chiudere il libro e a parlare con lui, dovevo dire a qualcuno quello che era successo!
 
-Mikey. Ti posso dire una cosina importante?- Lui si rianimò e sorrise come un bambino, poi annuì.
 
-Io e Luke...stamattina...- Lui si mise a ridere, io invece ero così in imbarazzo che sentivo le guance andarmi a fuoco.
 
-Sia lodato il cielo!! Sono i millenni che quel povero ragazzo ti sbava dietro!! Rachel cara, si vedeva da un miglio di distanza che lui ti voleva. Anche io ho una notizia comunque. Ecco... il fatto  è che...- La sua faccia diventò dello stesso colore dei suoi capelli, benvenuto nel club.
 
-Michael Gordon Clifford, vorresti dire che ti sei messo con Mindy e non mi hai avvisata?-
 
-In realtà mi sono ubriacato e non ricordo molto, ma so che stanotte è successo qualcosa. E speravo che... tu mi potessi aiutare a capirci qualcosa. L’ultima cosa che ricordo è che ero nella camera d’affitto di Mindy e stavo ballando come un pinguino stretoscopico, poi nulla. Devo smetterla di ubriacarmi, dannazzione.
Comunque, cambiando discorso... come è stato?-
 
-Mikey!! Saranno anche fatti miei!! Beh, in ogni caso... NON POTRESTI NEANCHE IMMAGINARE.-
 
-Hai capito la mia piccola nanetta rossa, eh!- Gli diedi una pacca sul braccio con il libro, lui si mise di nuovo a ridere.
 
-Mi è mancato il tuo sorriso, lo sai?- Gli scompigliai i capelli. –Comunque, piccolo pony curioso, se continui a tingerti i capelli ogni due settimane diventerai pelato. Già hai pochi capelli. Poi saresti inquietante senza capelli...-
 
-Cosa hai contro i miei capelli, scusa? Posso diventare pelato quanto voglio! Anzi, che ne dici se mi faccio i capelli neri e celesti? Oppure neri e gialli!!-
 
-Si, guarda che Halloween è ad Ottobre, se ti vuoi travestire da Frankestein aspetta qualche altro mese!- Poi restammo a parlare per un’altra oretta, alla fine mi alzai e lo lasciai perplesso, si chiedeva dove stessi andando.
 
-Alzati arcobaleno, ho intenzione di correre un po’!- Lo presi per mano e lo trascinai a forza sulla pista da corsa, lui ODIAVA correre, ma per me era una specie di fissazzione.
 
-Uno, due, su Mike, ce la puoi fare!- Aveva già la voce affannata, faticava a starmi al passo.
 
-Non potresti... andare...più...piano?-
 
-No! E poi devi dimagrire quella pancetta che ti sei fatto a forza di ingozzarti di pizza!-
 
Dopo un giro di corsa Mike si buttò sull’erba sfinito, poi andò a casa. Io invece continuai a correre un altro po’. Pensavo a tutt’altro e non vedevo dove mettevo i piedi, ad un certo punto non notai un ramoscello nel mezzo della pista e caddi per terra come una scema. Avevo preso una brutta storta alla caviglia, invece il ginocchio mi sanguinava. In poche parole, non mi riuscivo ad alzare.
 
-Va tutto bene?- Una ragazza si era fermata a guardarmi, una ragazza bionda, l’avrei riconosciuta tra mille. Daisy.
 
-S-si, non ti preoccupare.- Sono troppo orgogliosa per farmi aiutare da LEI. Ora prendo il telefono e chiamo Mike, tanto alla fine sto comoda qui per terra, in compagnia della polvere e dei sassolini.
 
- Sicura? Quella gamba non mi sembra che stia poi così bene...-
 
-Tranquilla, sto bene, guarda.- Cercai di alzarmi, ma la gamba mi faceva troppo male e ricaddi su me stessa.
 
-Beh, se non vuoi il mio aiuto allora me ne andrò.- La bionda stava riprendendo a correre, così presi il telefono per chiamare Michael. Non ce l’avevo.  Forse l’avevo lasciato a lui, e si stava facendo buio.  Dovevano essere più o meno le sette e mezzo, il parco stava chiudendo e non c’era più nessuno dentro, Daisy se n’era andata e io ero stesa per terra con le gambe doloranti ed una ferita che perdeva sangue e che forse si stava infettando. E ora?!

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!!

Scusatemi, scusatemi, scusatemi davvero tanto se non ho pubblicato in questi giorni ma sono morta per colpa dei troppi compiti!!! (CHIEDO PIETA' IN GINOCCHIO) 
Innanzitutto.... QUESTA STORIA E' ARRIVATA A 102 RECENSIONI?!? CI RENDIAMO CONTO?!?! Lo sapete che vi voglio un mondo di bene, vero?? *occhioni da cucciolo* 
Cioè, ho iniziato a scrivere questa storia perchè non avevo nulla da fare e non credevo che avrei ragiunto questi traguardi pazzeschi :D (almeno per me sono pazzeschi)
Tornando al capitolo... Luke e Rach hanno... ecco... --->[] (capito? XD) 
E sembra che finalmente la rossa abbia fatto pace con Mikey ma ora è tutta sola, di sera, nel parco con una caviglia slogata ed un ginocchio sanguinante... cosa succederà? 
Domanda: qual è la vostra canzone preferita dei 5SOS? io non ne ho una in particolare, le trovo tutte stupende *^*
Detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo :* E RICORDATE CHE SIETE TUTTE FANTASTICHE SE SIETE ARRIVATE A LEGGERE FINO A QUI' <3

COMUNQUE.... QUESTI IDIOTI SONO TROPPO GNOCCHI (?) 

 

 

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Capitolo 20
*** She's in my bed! ***



Riuscii a gattonare lentamente, strascicando a forza le gambe per terra, ci avevo messo parecchio per fare alcuni metri ed arrivare più vicina al cancello del parco, ormai era praticamente notte, ma ce l’avevo fatta, il problema era che era chiuso e ora le ferite erano ancora più doloranti, il ginocchio sanguinava ancora di più e la caviglia non ne voleva sapere di tornare a funzionare. Per fortuna non faceva freddo, altrimenti sarei stata ancora peggio. Mi sdraiai sull’erba a guardare le stelle, era l’unica cosa che mi rimaneva da fare a parte aspettare qualcuno che mi fosse venuto ad aiutare e a riportare a casa. Ero stanchissima, lo sforzo per trascinarmi fino a quel punto era stato enorme e non riuscivo a fare più niente.

Le stelle brillavano di una luce quasi accecante, splendida, e più guardavo quelle stelle più soffrivo per le ferite, ma ormai cercavo di non pensarci e mi ero rassegnata a dover passare la notte lì, tra l’erba e il sangue che mi usciva dal ginocchio e dai piccoli taglietti sulle mani che erano stati causati dalla caduta.
Lentamente mi si chiusero gli occhi, ero sfinita, era stata davvero una giornata lunga. Sono quei momenti in cui vorresti che tutti gli affanni che caratterizzano la vita non ci siano, quei momenti in cui i dolori del corpo non importano più, quando per la stanchezza e lo spirito di sopravvivenza riesci a lasciare tutto fuori dai tuoi pensieri, ad estranearti dal tuo stupido corpo malconcio per lasciare spazio alla dolce oscurità della notte, che da sempre cura i suoi abitanti cullandoli nei sogni.
 

‘POV CALUM’

Grace era andata via, stava festeggiando il compleanno di sua nonna, io ero rimasto a casa a buttare giù qualche nota con la chitarra, ma ero come bloccato.

Ormai era quasi mezzanotte, non capivo dove fosse finita mia sorella. Era fuori dall’ora di pranzo e non si era fatta sentire per niente.  Forse era uscita con Luke, no? Era tanto che non si vedevano, probabilmente dovevano recuperare tutto il tempo che erano stati separati. 
Eppure avevo un presentimento, qualcosa che mi continuava a tormentare, che turbava i miei pensieri.
Sentivo come una vocina dentro di me, che mi diceva di preoccuparmi, mi diceva che era successo qualcosa. Alla fine, decisi di chiamare Luke per tranquillizzarmi . Dopo un paio di squilli, mi rispose.

-Ciao Luke, mi puoi passare Rachel?-

-Guarda che Rachel non è con me, è tutto il pomeriggio che provo a chiamarla ma mi risponde la segreteria. Credevo che tu stessi con lei.- Avevo iniziato a sentire anche nella sua voce una nota di preoccupazione.

-No, no... forse è con Michael. Ora provo a chiamarlo e poi ti faccio sapere, ok?-

-Va bene. Ci sentiamo fra poco allora.- Il cuore mi iniziava a battere più veloce del solito, da quando sono morti i miei genitori mi spavento molto più facilmente, inizio a pensare subito al peggio. Ma forse, non è il caso di stare così in ansia, magari è con il suo migliore amico, no?

-Hey Mike, sei con Rachel?-

-Veramente non la vedo da oggi pomeriggio, ho anche il suo telefono. Credevo che fosse tornata a casa dopo aver corso...- Corso?!? NON E’ NEANCHE CON MICHAEL? Una bella ragazza tutta sola, di notte, in giro per i viicoli di Sidney. Ora posso iniziare a preoccuparmi davvero.

-Dove era quando l’hai vista l’ultima volta?- Il cuore nel mio petto stava nuovamente accellerando, era tempo che non mi sentivo così.

-Al parco, oggi pomeriggio. Stava correndo, poi io sono crollato e lei è voluta rimanere a correre per un altro po’, poi...- Chiusi subito la chiamata, indossai un paio di pantaloni (si, come al solito ero in mutande) e la prima canotta nera che trovai in giro, presi il cellulare ed iniziai a correre verso il parco. Poi mi ricordai di Luke, lo avrei chiamato dopo. Corsi a perdifiato, per fortuna il parco era abbastanza vicino a casa ma quei metri mi sembrarono interminabili, le luci dei lampioni mi stordivano e mi accecavano, mentre il mio unico pensiero era mia sorella. Il cancello era chiuso, per fortuna non era molto alto, riuscii a scavalcarlo con poco sforzo e ricaddi dall’altra parte. Non riuscivo a vedere Rachel, era tutto buio, l’unica luce che c’era era quella delle stelle, però accesi la torcia del cellulare e iniziai a camminare per il parco alla ricerca di Rachel.

-Rachel! Rach, dove sei ? Rachel, sono Calum. – Nessuna risposta, era difficile vedere qualcosa anche con la torcia del cellulare. Ripresi a correre, ero davvero spaventato. Se avessi perso anche mia sorella, non sarei riuscito ad andare avanti, non ce l’avrei fatta senza di lei.

-RACHEL. Ti prego, Rachel...- Dopo dieci minuti di incessanti ricerche, di urli disperati e di corsa come un forsennato le mie parole erano diventate quasi un sussurro, ma non mi sarei fermato per nulla al mondo. Dovevo trovarla. Ad un certo punto vidi una sagoma scura che si avvicinava nell’ombra, ma non sembrava mia sorella. Era una figura alta, possente, poi la vidi... Rachel. Per terra, con il ginocchio sanguinante e gli occhi chiusi ricoperti di lacrime. L’altra figura si avvicinò a lei e la prese in braccio...

-NO! FERMO!! E’ MIA SORELLA!!!- Ripresi a correre a perdifiato, finalmente però mi fermai quando capii quello che era successo.


‘POV LUKE’

La chiamata di Calum mi aveva intimorito non poco, avevo parlato con Michael ma lui mi aveva semplicemente detto che non vedeva Rachel da quando era nel parco. Avevo preso la moto di mio fratello ed ero arrivato al parco nel giro di pochi minuti, così mi ero messo alla ricerca di Rachel.
Quasi subito, la trovai stesa per terra, era ferita, così la chiamai ma non rispose, tuttavia sentivo il suo respiro leggero, probabilmente stava dormendo. Quando sentii la voce di Calum, mi girai all’improvviso e mi scappò una mezza risata.

-Calmo, amico, sono io! Portiamola a casa, ok?- La presi tra le mie braccia, la sua testa giaceva inerme sulla mia spalla ed il suo lieve respiro mi aveva un po’ calmato. Sarei passato dopo a riprendere la moto, ora l’importante era riportare Rachel a casa e curarle le ferite.

-Hai avuto la mia stessa idea, eh?- Calum stava camminando affianco a me, aveva dato un bacio sulla fronte a sua sorella e sembrava essersi un po’ tranquillizzato, anche se era evidentemente ancora scosso. Non posso biasimarlo, dopo quello che ha passato anche io avrei reagito così, forse anche peggio.

-Già, ho parlato con Mikey e mi sono catapultato alla ricerca di tua sorella. Sai, ecco... io tengo molto a lei. Sono troppo presuntuoso per ammetterlo davanti a Rachel, ma davvero provo qualcosa di molto forte verso di lei, questo mi ha confuso parecchio all’inizio, non sapevo come comportarmi e credevo si trattasse solo di...volermela portare a letto, ecco. – A quest’ultima affermazione Calum sembrò agitarsi, ma lo tranquillizai subito finendo la frase. – Ma ora che è successo... credevo che sarei stato felice e che ognuno avrebbe ripreso le proprie strade, invece ora sento di non potermi più staccare da lei. Insomma... non mi è mai successa una cosa del genere.- Ora Cal mi stava linciando con lo sguardo.

-TU SEI ANDATO A LETTO CON MIA SORELLA?!?!!? Sei uno stronzo! E’la mia sorellina e tu che fai? Avevi anche intenzione di lasciarla dopo? Dammela.- Io la strinsi di più a me.

-Ti ho detto che non è stato solo questo. Calum, io la amo.- Avevo davvero detto quello che credevo? Cosa mi passa per la mente oggi? Lui rimase di stucco, non sapeva cosa dire.

-Se la ami davvero, vedi di non farla soffrire allora. Siamo amici da tanto, io ti conosco, so come tratti le ragazze di solito. Però, mi fido di te. Solo... se la fai star male giuro che non rispondo più di me, sai dove ti faccio arrivare quel pircing?- Ci guardammo negli occhi ed iniziammo a ridere assieme, poi arrivammo a casa, sembrava una processione. Mio fratello e Michael erano impalati davanti alla porta di casa Hood, stavano parlando quando si girarono e ci videro.

-Che ci fate voi due qui?-

-Eravamo in pensiero per Rachel.- Calum prese le chiavi di casa ed aprì la porta, entrammo tutti come degli allegri contadini e io poggiai Rachel sul suo letto. Restai con lei, mentre gli altri erano andati a munirsi di medicine, batuffoli di cotone, cerotti e cose varie.

-Rachel...- le strinsi la mano dolcemente, mi sembrava stanca e dolorante. Poi notai la caviglia gonfia, aveva preso una storta, forse era il motivo per cui era caduta.

-RAGAZZI! PRENDETE IL GHIACCIO!!- Lei finalmente aprì gli occhi.

-Shh. Sto cercando di dormire.- Io la guardai e risi, non poteva dire frase più giusta e stupida allo stesso tempo.

-Buongiorno dormigliona. Quando avevi intenzione di dirci che ti sei fatta male?- Sorrise leggermente, notando che le tenevo la mano.

-Quando avevi intenzione di dirmi che mi ami?-
QUINDI MI HA SENTITO. Intelligente la ragazza, eh? Fingere di dormire. Avrei dovuto pensarci. 

Per fortuna mi salvarono da quella situazione i miei tre infermieri preferiti: Dottor Fletcher, Dottor Gordon e Dottor Thomas. Già, mi diverto a chiamarli per i loro secondi nomi. Beh, non che io non ne abbia uno ma... Fletcher? Gordon? Rendiamoci conto, Robert non è così pessimo in confronto!

-Rachel!! Su, dammi la gamba. Ooohissa!!!- Michael prese la gamba di Rachel e cercò di lavare la ferita con un panno  bagnato col disinfettante.
 

‘POV RACHEL’

-Cazzo, brucia Michael! Fermati!- Nello stesso momento Ashton prese del ghiaccio e lo legò alla mia caviglia che si era gonfiata, era freddissimo! Questi mi vogliono più morta di quanto non sia già?

-Hey, fermi!! Fa male!!- intanto, CONTEMPORANEAMENTE, Calum stava pulendo le mie mani dal terreno che era entrato nelle ferite, per fortuna usava semplice acqua altrimenti sarei stata ancora peggio.

-Zitta, è per il tuo bene.- Aggiunse Ashton indaffarato.

-Ma mi fa ma...- Luke mi diede un bacio improvvisamente, bel modo per farmi stare zitta e per distrarmi. Bravo Hemmings,così si fa.  Finalmente i tre dottori ( i dottori peggiori della storia, tanto per puntualizzare) mi fasciarono le ferite e presi un sospiro quando smisero di violare il mio povero corpicino malconcio.

-Rach!!! Come ti senti?- Michael si stava mangiando le unghie, era davvero preoccupato.

-Ho sonno. Quindi, se potete lasciarmi dormire, mi fate un grandiisssimoo favore. Comunque, grazie.-  Fecero una faccia un po’ delusa, ma poi compresero che ho bisogno di dormire in  questo momento.

-Ci vediamo domani allora Rossa, va bene?-

-Già, poi facci sapere come stai. Ricordati, comunque, che il tuo cangurino riccio sarà sempre qui per torturarti in tutti i modi possibili ed immaginabili...- Ash provocò una risata generale quando si chiamò “cangurino riccio”, un nomignolo stranamente... giusto.

-Calum, vai a dormire, anche tu sembri stanco. Ci penso io a lei.- Luke aveva preso in mano la situazione, anche se Calum sembrava non completamente d’accordo.

-Tranquillo. Voglio solo accertarmi che stia bene.- Alla fine uscirono tutti dalla stanza, lasciandomi sola con Luke, nel mio letto. Mi accoccolai su di lui, chiusi gli occhi.

-Domani riparliamo del fatto che volevi solo approfittarti di me e che ora provi qualcosa in più, piccolo pinguino curioso.- Detto questo mi addormentai prima di sentire la sua risposta, ero crollata dalla stanchezza. 

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!! 

Quindi, per una volta ho pubblicato persino in anticipo!! Fatemi santa xD 
Allora, dunque... io VI AMO!! Siete fantastiche!! Cioè, non capisco come vi faccia a piacere la mia storia ma... va bene :) se piace a voi.. OuO 
Ringrazio ancora una volta tutte quelle che hanno messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite e chi continua a recensire con tanta assiduità <3 
Comunque, se vi va passate dalla storia di una mia amica, è bravissima a scrivere, si chiama "You should be mine" :)
Dunque dunquino, abbiamo un Calum che si preoccupa per la sorellina e Lukey che ha pensato la sua stessa cosa... e poi, i nostri "Dottori" (se avessi io un dottore così sarebbero già in rianimazione... LORO) e ora.. Luke che confessa i suoi sentimenti perchè crede di non essere sentito, e invece....
Allora, domanda: siete mai andate ad un concerto dei 5SOS o gli avete mai visti? :3
Beh, ho detto tutto, ringrazio vivamente tutte voi e... al prossimo capitolo!! 

QUESTO E' PER LE MIE FAN OTTA E CAMZ... BECCATEVI QUESTA!! Ah, naturalmente è anche per tutte voi :D 


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Capitolo 21
*** Cushy Cushy loves me ***



Quella notte non ho dormito benissimo, per quanto fossi stanca. Diciamo che stare tra le calde braccia di Luke era come una scarica elettricca per me. Quindi, verso le quattro di notte, aprii gli occhi ed analizzai la situazione: ero tra le braccia-piovra del biondo e stavo usando il suo petto come cuscino. Lui sembrava dormire profondamente, così mi fermai un po’ a guardarlo. Il suo respiro regolare mi aiutava a rassenerarmi, mentre i suoi occhi chiu...

-Guarda che se continui a fissarmi diventerai inquietante.- Lui mi tirò su di sé, ormai ero sdraiata su di lui, con le bocche che quasi si sfioravano.

-Buongiorno, Lukey! Perché non mi hai detto che anche tu eri sveglio?-

-Come posso dormire quando tu sei così vicina a me?- Perché deve SEMPRE dire frasi del genere, perché? Poi la sua voce roca quando sussurra è...è ancora più attraente, più sexy. Non mi ero nemmeno accorta che stavo osservando il suo pircing al labbro che si intravedeva appena tra il buio di camera mia. BINGO! IL BUIO! Ci sono!!!

-Sai, Hemmings, un uccellino mi ha detto che hai paura del buio...

-Io? No, quando mai?!- Mi misi a ridere per la sua reazione, era il mio momento, potevo avere la mia vendetta. Coprii quei pochi raggi del fioco bagliore della luna che filtravano dalla mia finestra: era TUTTO completamente buio. Conoscevo la mia camera meglio delle mie tasche, quindi non faticavo ad orientarmi. All’improvviso mi venne un’illuminazione divina: la seconda parte del piano. Mi sfilai la canotta ed i leggins con i quali stavo dormendo, tanto Luke non poteva vedermi e non l’avrebbe mai saputo. Muahahahaha.

-Che fai, Rech? Non vedo più niente!- Sentii un rumore provenire dal comodino, poi vidi una luce che mi stava illuminando. Lo stronzo ha acceso la lucina del telefono, eh?

-Dio, Rech... sei altamente stuprabile così, lo sai? Non puoi fare questo in mia presenza. Se pensavi di sfuggirmi, mi dispiace ma non ci riuscirai così facilmente...- Si scoprì dal lenzuolo e si tolse la maglia, lasciando vedere il fisico scolpito. Poi si avvicinò a me, io mi ero allontanata ma ero finita comunque schiacciata contro il muro. Quando arrivò ad intrappolarmi e poggiò un braccio sul mio bacino, mi spostai e sgusciai dall’arco che si era creato tra il suo braccio ed il mio letto. Lui, però, non mi fece fuggire. E io iniziavo a non connettere più, orma il mio caro Booh continuava a ripetermi nel cervello: muscoli, labbra, mutande con le tartarughe ninja, STUPRALO. Grazie ancora Booh, utile come al solito eh?
Mi infilai nel letto, ma pochi secondi dopo venni raggiunta da lui, si mise su di me.

-Ahi!- Con la gamba stava premendo sulla mia caviglia ancora dolorante, la spostò immediatamente.

-Scusami, non ci ho fatto caso. Mi perdoni se...- Mi diede un baciò sulla zona tra il collo ed il petto, poi mi lasciò un succhiotto.

-Luke...no, nella stanza affianco c’è Calum. Ecco, parlando di Calum, tu gli hai detto che io e te siamo andati a letto assieme?!- Lui spalancò gli occhi.

-Quindi eri sveglia davvero!! Beh, infondo l’avrebbe scoperto comunque, no? Almeno ora lo sa. E poi non ha detto niente, insomma, proprio LUI non potrebbe stare a farti la predica.-

-E per quanto riguarda il “io la amo”?- Era meglio cercare di cambiare discorso. Non volevo che la cosa finisse di nuovo come era iniziata quella giornata.

-Beh... era per... non farlo arrabbiare e poi... chi ti dice che non sia vero?- Riprese a baciarmi, quando  lo spostai da me.

-Se è vero dimmelo. Per te sono solo una ragazza da usare a tuo piacimento oppure sono qualcosa di più?-

-N-no... tu sei...sei fantastica...ti amo.- Lo disse amalapena, quasi non riuscivo a sentirlo.

-Beh, non sembri molto convinto. Se non vuoi avere una relazione seria con me dimmelo ora, prima che io mi affezzioni troppo. Finiamola qui e non parliamone più, come se non sia mai successo niente. Tu tornerai ad essere l’odioso fratello di Ashton che mi da ripetizioni ed io la sorella di Calum, un tuo amico. Ti prego.-

-Non voglio che questo accada. Però è ancora presto per dire che ti amo. Ho bisogno di stare con te, di sentirti vicina, non voglio perderti. Rachel, ti stai creando problemi che non esistono. Alla fine farai solo del male a te stessa. Oh, al diavolo, vieni qui rossa. Non ti lascerò per nessun motivo al mondo.- Mi accarezzò i capelli per rassicurarmi, infondo forse è vero. Mi sto creando troppi problemi assurdi.
 

Il giorno dopo aprii gli occhi lentamente, accarezzando i pettorali di Luke che mi avevano fatto da cuscino per tutta la notte. Erano morbidi. TROPPO MORBIDI.
Aprii gli occhi e vidi che stavo accarezzando il mio cuscino. Mi ha lasciata da sola ad accarezzare uno stupido cuscino?! Beh, di sicuro almeno lui non mi ha mai tradita e non mi lascia mai.

-Shh cuschy cuschy, non è successo niente. Io ti voglio bene, lo sai che non ti abbandonerò mai vero?- Lo abbracciai completamente. ECCO, ORA MI SONO RIDOTTA A PARLARE CON IL MIO CUSCINO.

-Bambola?- Luke entrò in stanza con un bicchiere pieno di cappuccino ed un cornetto alla crema.

-Ah, ciao LUKE!! Credevo te ne fossi andato!- Lui si mise a ridere porgendomi la colazione.

-Stavi davvero parlando con il tuo cuscino?!-

-Ha ha. Tu mi avevi lasciata da sola e lui no.- Misi un finto broncio, che poi sparì quando addentai il cornetto come una profuga che non mangia da millenni.

-Avevi poca fame, eh?-

-Graffie Fuke.- So che non si parla con la bocca piena, ma avevo davvero più fame del mio ippoelefante dell’Uzbekistan. Era andato a comprarmi la colazione, ecco perché non mi aveva svegliata!

-Figurati. Mi ricordi da quanti secoli non mangiavi?-

-Molto difertente. Afcoltami, è un corneffo alla crema. Neffuno refifterebbe.-

-Prima mangia e poi parla altrimenti non capisco niente.- Continuò ridendo. Il suo sorriso era bellissimo, la sua bocca e soprattutto... LE FOSSETTE. Quando sorrideva aveva delle fossette così... SWUISHOSE (?). Tipo che le vorrei strapazzare come le guanciotte di un bambino, come facevo con Calum. Si, anche mio fratello ha le guanciotte da bambino, poi quando non era ancora cresciuto aveva quella vocina caruccia... mi fa venire il diabete.  Finalmente finii il cornetto e mi pulii la bocca con un fazzoletto. Bevvi il cappuccino e mi alzai dal letto.

-Luke.-

-Rachel?-

-Io vado a farmi una doccia. Sai com’è, restare sul terreno del parco non è la cosa più igienica del mondo. Tu che vuoi fare?-

-Intendi se voglio venire nella doccia con te?- Gli diedi uno schiaffo sulla guancia (in realtà era più per toccare le sue fossette, ma avevo preso come scusa quella frase da maniaco).

-No, deficiente! Nel senso: vuoi restare qui e poi te ne vai oppure torni a casa a dire a tuo fratello che sto bene?-

-No, vado a casa. Oggi pomeriggio facciamo ripetizioni, va bene?-

-Veramente per oggi avevo organizzato un pomeriggio film con te, Calum, Michael e tuo fratello.-

-E va bene, si può fare. Ci vediamo dopo bambolina, e magari non farti trovare mentre abbracci un cuscino.-
 

Quel pomeriggio...

“DRIIN!” Stava suonando il campanello, dovevano essere i ragazzi. Corsi ad aprire e mi ritrovai davanti quei tre idioti tutti con il cappuccio sopra la testa e bagnati fradici.

-Oh, andiamo, sta piovendo e non avevate l’ombrello?- Calum mi aveva raggiunta e stava osservando i ragazzi che tremavano. Aveva invitato anche Grace, era già con lui e stava ridendo a quella scena. Tesorino, ti ci devi abituare se vuoi entrar a far parte del nostro gruppo. Devi sapere che sono uno più DEMENTE dell’altro. E tu, cara Grace, ti sei scelta il più stupido di tutti, mio fratello.

-Che film guardiamo?- Chiese Ashton buttandosi sulla poltrona con la finezza di un gatto obeso che rimbalza.

-Io propongo I Puffi!! Daiii!! E’ uscito il secondo film!!- Michael si era portato dietro Layla, il suo pupazzetto dei My Little Pony e lo stava stringendo, poi realizzai che stavano bagnando tutta la poltrona con i loro vestiti fradici.

-Uno: non ci vedremo I Puffi, Michael. Due: LEVATEVI SUBITO DA QUELLE POLTRONE!! Prima vi asciugate decentemente e poi iniziamo a vederci il film. Magari potreste mettere i vestiti di Calum intanto che i vostri si asciugano.-

-Ma...ma...- Luke fece una faccina offesa, come tutti gli altri, ma alla fine andarono in camera di Calum ad asciugarsi. Io rimasi sola con Grace.

-Rachel, forse ci conviene iniziare a scegliere un film intanto che loro si cambiano, no?-

-Già, vieni. Allora, qui ho tutti i DVD dei film.-  Presi tutti i film e iniziai a sistemarli sul tavolo, poi gli osservammo assieme.

-Vediamoci Percy- Venni interrotta da lei che diceva la stessa cosa.

-Percy Jackson e Il Mare dei Mostri!!- Ci guardammo negli occhi con stupore.

-Hai appena detto la mia stessa cosa?!?- Ci mettemmo a ridere e poi infilammo il DVD nella televisione, mentre aspettavamo i ragazzi parlammo assieme. Devo ammettere che Grace mi inizia a stare davvero simpatica!
Alla fine scesero i miei quattro suori. SI, CERTO, SUORI, EHM. Avevano le maglie di Calum (che a Luke andava anche un po’ corta) , Michael indossava un paio di pantaloni grigi della tuta di Calum mentre Ashton e Luke avevano una tovaglia legata alla vita.

-Non potevate mettervi un paio di pantaloni voi due?-

-Non ci andavano. A me andavano corti, ad Ashton andavano stretti. Così abbiamo deciso di mettere una tovaglia, era la soluzione più logica!- Luke si venne a sedere vicino a me e mi abbracciò, finalmente feci partire il film (che era uno dei miei preferiti).

-Spero che tu abbia almeno qualcosa sotto quella tovaglia...- sussurrai a Luke.

-Se vuoi scoprirlo hai il via libera, bambola.- Verso metà del film, io ero abbracciata a Luke, Calum stava accoccolato con Grace mentre Ashton e Michael si erano abbracciati a vicenda come dei forever alone, quando sentii il campanello. Aprii la porta e sbiancai in faccia.

-Ciao Rachel, posso entrare?- Guardai Calum e capii che aveva riconosciuto la voce.

-C-c...certo zia Gertrude.- CAZZO. LA SORELLA ZITELLA DI MIO PADRE. Quella che ha fatto di tutto per adottarci dopo la morte dei nostri genitori. La stessa che voleva farmi andare a studiare in un convento. LA STESSA che quando Calum si è fatto i tatuaggi lo ha detto a mio padre e voleva mandarlo a servizio militare. LEI. 

*Spazio autrice* 

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!! 

Ciao ragazze, dopo quattro giorni di studio incessante ho utilizzato il mio unico pomeriggio libero per scrivere il capitolo. Sono o non sono amabile? ;) *auto-compiacimento*
Va bene, grazie per le dieci recensioni allo scorso capitolo!! Ve l'ho già detto che siete fantastiche, vero?? :D 
Comunque, passiamo al capitolo. Abbiamo visto Lukey e Rachel di notte... e un pomeriggio film. E ora... questa zia Gertrude (leggetelo con accento inglese, vi prego. GHERTRUD) 
Cosa succederà quando trova Ashton e Luke con l'asciugamano? E... beh, ho detto tutto. Al prossimo capitolo :* ovviamente, se volete lasciare una recensioncina è sempre apprezzata <3




 

 

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Capitolo 22
*** She cuts herself! ***


 
-Ragazzi, è venuta a trovarci mia zia...- Annunciai a i ragazzi. Poi mi girai verso di loro ed osservai la situazione: Calum e Grace erano appiccicati come delle cozze, Michael indossava i pantaloni della tuta di Calum e aveva i capelli più scompigliati del solito, Ashton aveva solo una tovaglia (si, si era tolto anche la maglia che gli aveva dato mio fratello) e Luke era coperto da una tovaglia più corta di quella che aveva Ashton, almeno lui aveva una maglia addosso. La poltrona era coperta da pop corn e patatine, il tavolo era inondato di cd di tutti i tipi e la TV era ancora accesa, era la scena di una battaglia. Avevo il succhiotto in bella vista sul collo per colpa della maglia scollata. MAGLIA SCOLLATA E GONNA, altri elementi negativi a nostro conto. Per non parlare del fatto che Calum aveva i segni del rossetto di Grace sulle guance e su tutto il collo... SIAMO NELLA MERDA.
Tutti erano rimasti immobili alla notizia della zia, a parte Calum che si era alzato e stava cercando di pulire i segni che gli aveva lasciato la sua fidanzata.

-Zia! Da quanto tempo! Come va?- Lui si sistemò la maglia che era leggermente salita e strinse la mano a zia Gertrude. Lei girò la testa verso la zona della televisione: ORA VIENE LA PARTE DIFFICILE.

-Chi sono questi bei giovanotti?- Poi notò gli asciugamani. –Ma che pantaloni strani che avete...- Non aveva gli occhiali. Non aveva gli occhiali!! Sia lodato il cielo!!
Luke spense la televisione e si alzò per conoscere mia zia. Mossa sbagliata, biondo.

-Piacere... Gertrude? Io mi chiamo Luke Hemmings, sono un amico di sua nipote.- Le strinse la mano e poi andò in camera di Calum senza darle il tempo di rispondere. Zia Gertrude (che poi non era tanto vecchia, aveva solo 50 anni ma sembrava mia nonna)  si andò a sedere sulla poltrona e prese gli occhiali dalla sua borsa. No. No. No. Non lo fare.
Calum prontamente si andò a sedere vicino a lei con la solita finezza facendole finire gli occhiali nei pop corn un secondo dopo che se li mise.

-Colombo Hood, che ti ho sempre detto da quando eri piccolo? Devi fare le cose con grazia, non con Grazia Bocci ma con grazia. Prendi esempio da tua sorella piuttosto, guarda come è graziosa e leggiadra.- Si, sono talmente leggiadra che sono caduta mentre correvo e mi sono fatta male la caviglia ed il ginocchio. Sono talmente LEGGIADRA che cado appena mi alzo dal letto. La leggiadria in persona proprio.
Per farla ricredere mi buttai anche io sulla poltrona affianco a mio fratello e gli presi la mano. Poco dopo Ashton si alzò dalla poltrona senza farsi sentire e sgattaiolò per terra fino alla stanza di mio fratello, raggiungendo Luke. Alla fine eravamo rimasti io, Grace, Michael che aveva la faccia dello stesso colore dei suoi capell, Calum e Gertrude. Zia cercò di riprendere i suoi occhiali e li pulì con un fazzoletto di tela.

-Ragazzi, cos’è questo macello? Ah, tu devi essere Michael... sei cambiato dall’ultima volta che ti ho visto. Forse... hai fatto qualcosa ai capelli?- SOLO QUALCOSA? Intanto avrà cambiato almeno 20 colori di capelli, si è fatto un pircing al sopracciglio e due tatuaggi. Diciamo che ha fatto qualcosa ai capelli...si... certo zia. CONVINTA.

-Beh, diciamo di sì. Tutto bene lei? La trovo dimagrita signora Hood.- Si, dimagrita come un elefante. Incinto.

-Grazie. Perché hai i pantaloni della tuta? Cally, non sono quelli che ti ho regalato al compleanno due anni fa se non sbaglio? Non te li ho mai visti addosso. E tu chi sei, ragazzina? Perché la poltrona è così sporca? Cosa è questo disordine?!? E poi, quelli sarebbero vestiti? Non vedo mia nipote per quattro mesi e mi diventa una escort. RACHEL HOOD, DEVI SPIEGARMI UN PO’ DI COSE. Inizia a parlare signorina, poi prenderò provvedimenti.- Mio padre non ha mai fatto così, cioè a volte si arrabbiava ma non era acido come lei. Non a caso, a volte la chiamo “Zia Acido Solforico”. Per fortuna, Grace mi salvò momentaneamente da quella situazione.

-Piacere, io mi chiamo Grace Jhonson. Sono una...compagna di suo figlio. – Indugiò di più sulle ultime parole, poi si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

-Non  cambiate discorso voi. Su, Rachel, parla.-

-Stavamo vedendo un film con i nostri amici, non stiamo facendo niente di male! E poi è estate, a Sidney fa caldo, se permetti posso vestirmi come voglio. Zia, non abbiamo più due anni.- Cercai di reggere il suo sguardo, ma dopo un po’ abbassai la testa.

-Cosa sono quelle cicatrici?- Chiese afferrandomi il polso. Mi faceva ancora male quando stringevano così forte, mi lasciai sfuggire un gemito di dolore e guardai Calum negli occhi, era l’unico che mi riusciva a dare un po’ di forza. Lui sa come è nostra zia, lui mi capisce.

-SIGNORA HOOD!!! Insomma, ci siamo solo presentati, non mi vuole dire qualcosa di lei?- Luke corse giù per le scale e mi staccò il braccio dalla sua presa, io mi alzai per lasciarlo sedere quando lui mi attirò sulle sue gambe. La zia rimase di stucco.

-Ma... ma come ti permetti? Sciocco ragazzino insolente, non osare parlarmi più così e non toccare più mia nipote! E’ solo una bambina!- I miei occhi si appannarono di un lieve strato di lacrime, ma non le avrei fatte scendere. Non gliel’avrei data vinta anche questa volta.

-La sua “nipotina” ha 17 anni ed è capace di badare a sé stessa. Inoltre, io proprio un ragazzino non sono, sa, potrei essere benissimo alto il doppio di lei e se proprio lo vuole sapere mi sto impegnando a proteggere Rachel con tutto me stesso da gente come LEI. Non vede che la fa solo soffrire? Non crede che suo fratello avrebbe voluto vedere sua figlia felice? Beh, io la rendo felice, suo fratello e tutti noi. Lei, invece, se continua a fare così perderà i suoi nipoti del tutto, riuscirà solo a rendergli la vita un inferno. E per quanto riguarda i polsi, si, sua nipote è AUTOLESIONISTA. Ha qualche problema? E’ per colpa sua, e di tutte le persone che si comportano allo stesso modo. Quindi, ora, o inizia a ragionare come una persona civilie oppure la porta è quella. La scelta è sua.- Ero rimasta sbigottita dalla reazione di Luke. Aveva la faccia con una determinazione che non gli avevo mai visto, le vene che pulsavano. Aveva sbagliato solo una cosa: non doveva dire una SOLA cosa, a nessuno, e invece l’aveva fatto. Mi aveva ricordato tutto quel dolore. “Sua nipote è autolesionista”. Corsi in camera mia e mi chiusi dentro, lasciando tutti alle loro vite. Io ho la mia, e non ho intenzione di sprecarla nascondendo me stessa dalla sorella di mio padre, da una delle persone che mi dovrebbero essere più vicine.

Poco dopo sentii il rumore di una porta chiudersii, e un lieve brusio di voci. Poi il silenzio assoluto.
In camera mia venne Ashton, che per tutto quel tempo era restato in camera di mio fratello. Si sdraiò affianco a me e mi prese il viso fra le mani, facendomi guardare i suoi grandi occhi castano-verdi.

-Rach... non meriti tutto questo. Sei una ragazza fantastica.- Mi abbracciò in modo fraterno, quando gli cadde l’asciugamano e mi scappò una risata.

-Ammettilo, ti piacciono i miei boxer con i fenicotteri.- Mi misi a ridere di più, in mezzo a quelle lacrime che si confondevano. Era una risata isterica o un pianto disperato? Questo è il dilemma.

-Conosco una persona a cui piacerebbero di più, Fletcher.- Dissi cercando di cambiare discorso. Dovevo riprendermi, non potevo essere così debole emotivamente. Sto perdendo troppi liquidi dagli occhi in questi giorni, basta Rachel.

-Parli di Rebeccah? Nah, con lei ho tutto risolto, ormai non ne sono più ossessionato.- Alzai un sopracciglio e continuai a fissarlo negli occhi con sospetto.

-Intendi dire che... tu e la bionda tettona avete...?- Misi su un sorrisetto pervertito per poi scompigliare i capelli del riccio. Forse stavano crescendo un po’ troppo.

-Beh, che c’è di male? Sono le soddisfazioni della vita! Da ieri, la mia vita è completa. Ora posso tornare a cercare una ragazza che badi ai miei figli e che mi cucini la pizza.- Mi misi a ridere con lui. Strano, solo lui riusciva a farmi sempre ridere, il suo sorriso era contagioso.

-Sempre il solito, Irwin... e a che punto sei nella ricerca di questa “ragazza” che deve badare ai futuri Flamingo e Vegemite?- Lui mise un finto broncio, facendo una faccetta da cucciolo bastonato. AWWWW.

-Che hai contro questi nomi? Saranno i miei piccolini. Non vuoi essere chiamata zia Rachel da Vegemite? E poi, per quanto riguarda la ricerca della ragazza giusta... credevo di averla trovata, non sto parlando di Rebeccah. Sapevo che per lei era solo attrazione fisica. Io conosco una ragazza mille volte meglio di lei, una che è più forte di chiunque conosca, una che non potrebbe essere fermata neanche da un tram. Ma lei, vedi, diventerà la mia bella cognata! Quindi, sono al punto di partenza. Non è che hai qualche amica da presentarmi? Magari non tettona... ne ho abbastanza dopo Rebeccah. Mi sono convertito alle mini-tette come mio fratello.- Gli diedi una pacca amichevole sul braccio, fingendomi offesa.

-ANCORA CON QUESTA STORIA?!?! Io non ho le tette piccole. Sei tu che sei abituato a standard troppo alti.  Sai, non ci avevo pensato in effetti... se io resto con tuo fratello diventeremo cognati!! Che cosa carina! Non posso chiedere un cognatino migliore.- Ero tornata a sorridere, quando Ashton mi diede un bacio sulla guancia dove era rimasta una lacrima e non si staccò. Mi faceva piacere, certo, che lui fosse così affettuoso, ma forse era troppo... e poi era in boxer! Avrà fregato le mutande da Luke.

Poco qualcuno bussò alla porta. In realtà, era un po’ più di qualcuno: tutta l’allegra compagnia si era praticamente trasferita in camera mia, mi trovarono sdraiata affianco ad Ashton.

-Hey, voi due. Come va?- Annunciò Calum sedendosi su una poltroncina di pelle nera seguito da Grace e Michael. Luke invece si mise vicino a me e mi abbracciò con talmente tanta forza che quasi non riuscivo a respirare.

-Scusami.- Fu l’unica cosa che mi disse. Poi si girò un attimo e mi lasciò, per guardare le mutande di suo fratello.

-MI HAI FREGATO LE MUTANDE!!- Ashton si rimise subito l’asciugamano in vita, notando che tutti stavano osservando le sue mutande. In effetti, deve essere imbarazzante.

-Tu freghi sempre le mie mutande, Luke! Questa si chiama vendetta.- Ashton mi abbracciò di nuovo, provocando suo fratello ancora una volta. Quando la smetteranno questi due?
Luke cercava di tirarmi verso di sé, mentre Ash stava facendo lo stesso. Calum, invece, decise di lasciarmi sola con quei deficienti e se ne andò in camera sua con Grace.

-Michael!!  Gordon!! Pony arcobaleno o come ti chiami...Non è che mi potresti aiutare? Se continuano così mi divideranno in due!!- Implorai al mio migliore amico. Era la mia ultima arma. Lui si mise a ridere per quella scena e si alzò, cercando di prendermi in braccio. Aveva peggiorato la situazione, ora per colpa sua mi sentivo tirare anche per i piedi. Bene, allora mi dividerò in tre parti.

-RAGAZZI!! La volete smettere?!? Mi fa male la gamba, e per colpa vostra si è riaperta la ferita al ginocchio. Contenti?- Tutti si ammutolirono e lasciarono la presa su di me, poi mi andai a sedere sulla poltrona e presi un fazzoletto cercando di tamponare il sangue che usciva dal ginocchio.

-Scusaci, Rachel. Facciamo spesso così... si chiama affetto tra fratelli. Vado a prenderti un cerotto pulito.- Affermò Ashton alzandosi dal letto.

-Si, beh, anche io voglio bene a mio fratello Calum, ma non uccido mica la sua fidanzata! Anche se in realtà qualche volta ci ho pensato, ma ora è acqua passata.- Aggiunsi alla fine, quando Luke si alzò dal letto.

-Vengo con te, Ashton.- Uscirono dalla stanza e mi lasciarono da sola con Michael. Almeno lui, non mi abbandona mai e non cerca di uccidermi.


‘POV CALUM’

-Hai sentito quello che ha detto tua zia dopo che Rachel è salita in camera? Dici che lo farà davvero? Io non voglio perderti...- Grace si strinse a me e le scese una lacrima.

-Non lo so. Io ho quasi 19 anni, non deve farlo. CAZZO, NON PUO’ FARLO! Se voleva un minimo di bene a mio padre...sa che così ci farà solo soffrire...- 

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!!

Yeee, per una volta ho aggiornato in tempo!! E sappiate che ci ho messo davvero tutta me stessa in questo capitolo <3 
Siccome voglio migliorare, mi sto impegnando sempre di più per scrivere capitoli simpatici ma allo stesso tempo... diversi. Pieni di colpi di scena (anche se non so se ci sto riuscendo). 
In questo capitolo, vediamo i ragazzi che cercano di difendersi dalla malvagia (e stupida) Zia Gertrude, che comunque sta progettando qualcosa ora che ha saputo che Rachel è autolesionista.... 
Poi troviamo Ashton che cerca di consolare la povera rossa e che confessa di essersi tolto dalla testa Rebeccah TuttaTetteNienteCervello, e dice di voler trovare una ragazza seria... sarà vero? E infine i due fratelli che litigano e Grace che discute con Calum di un problema abbastanza grave... ma lo scoprirete nei prossimi capitoli perchè vi voglio tanto bene!! 
Con questo ho detto tutto, un bacione e ringrazio quelle sante persone che stanno recensendo la storia, in particolare Frachel che si lamenta di non essere mai presente nei ringraziamenti delle autrici xD e, ovviamente, la mia cara Otta, suo fratello Gino detto Giorgio detto Greg, Nadia e Camz xD 


 

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Capitolo 23
*** Goodbye, my love ***



-Lo so... dovresti dirlo a tua sorella. E’ l’unica che ancora non lo sa. Solo... sai com’è. Devi avere un po’ di tatto, Calum.- Mi staccai da lei ed uscii dalla mia camera per raggiungere Rachel. Intanto vidi che Luke ed Ashton se ne stavano andando, non le avevano detto niente come gli avevo chiesto io. Aveva il diritto di saperlo da suo fratello, da me.
Bussai ed entrai in camera di mia sorella, era sul letto e stava parlando con Michael. Io gli feci un cenno, ed il rosso uscì dalla stanza salutandoci.

-Io andrei, Rachel... ci vediamo dopo.- Mi sedetti sul suo letto e le presi la mano. Perché era così difficile dirglielo, perché? La guardai negli occhi, era spaventata.

-Zia vuole portarti con sé nella sua villa a Melbourne. Dice che sei minorenne e che hai bisogno di una figura adulta, ma io non glielo permetterò. Ti giuro che non ti lascio da sola, non un’altra volta.-  Lei si attristì. Forse sapeva che avrebbe detto una cosa del genere, forse era già preparata a questa evenienza.

-Io non voglio lasciarvi. Siete le uniche persone che mi siete rimaste, tu, Calum, Michael, Luke ed Ashton. Mi sono affezzionata anche a Grace, a tutti. Non voglio andare a Melbourne.- Presi Rachel con un abbraccio come facevo quando eravamo piccoli.

-Non ti lascerò da sola Rach... non permetterò che ti porti via per sempre, però per il momento... forse ti conviene fare le valigie. Ti prometto che nel giro di pochissimo tempo la convincerò a lasciarti stare, fino ad allora... starò con te. Non mi importa se dovrò lasciare Grace ed i miei amici... per me tu sei più importante di tutti sorellina.-

-Grazie Cal... ma come farò? Non potrò più vedere Luke, Michael, Ashton... mi mancheranno così tanto.-

-Lo so, lo so. E’ solo per poco, su, non ci metterò molto a convincerla. E anche se le cose dovessero andare male... è solo per un anno. Dopo avrai 18 anni e potrai fare quello che vorrai. Ti giuro che farò tutto quello che potrò per farti tornare a casa.- Era distrutta, ma non l’aveva presa poi così male. Si era, ecco... rassegnata. Sapeva che non avrebbe comunque potuto fare niente.
 

‘POV ASHTON’

Ero arrabbiato con me stesso, con la zia di Rachel, con il mondo. Non poteva portarla via, non poteva... Io e Luke ce n’eravamo andati per lasciare Rach da sola a parlare  con suo fratello, ce lo  aveva chiesto lui. Luke era andato da solo a fare un giro per pensare e sbollire la rabbia, io non ero come lui. Covavo troppa rabbia per rimanere fermo, avrei fatto male qualcuno in quelle condizioni così decisi di andare a scaricare la mia rabbia in palestra.

Arrivato, mi tolsi la maglia e rimasi con un paio di pantaloni larghi al ginocchio e i miei guantoni da box. Picchiai il sacco con tanta di quella forza che non avevo mai usato, stavo scaricando tutta la rabbia che covavo dentro.

-Ahi!- Sentii un urlo provenire dalle mie spalle, dove erano i tapis-roulant. Una ragazza era per terra, probabilmente era caduta. Mi sfilai i guantoni da box e corsi verso di lei, abbassandomi per raggiungerla e porgendole la mano. Non appena si girò, rimasi come bloccato.
Aveva dei capelli lisci ramati color caramello, le labbra color ciliegia, un viso delicato con qualche lentiggine e gli occhi più belli che avessi mai visto. Dei grandi occhi verdi, con qualche sfumatura che richiamava il colore dei suoi capelli. Mi persi a guardare quegli occhi qualche secondo, poi la aiutai a rialzarsi.

-Grazie...-

-Ashton. Mi chiamo Ashton.- Le sorrisi spontaneamente. Era fantastica anche fisicamente: alta circa dieci centimetri meno di me, non eccessivamente magra, la sua voce però aveva un accento diverso dal mio.

-Grazie Ashton.- Sorrise e guardò in basso, arrossendo leggermente.

-Di nulla, ho visto una bella ragazza in difficoltà e non ho potuto fare a meno di aiutarla. Tu sei...?- Mi guardò di nuovo negli occhi diventando ancora più rossa e carina.

-Mi chiamo Haley.-  Finalmente sorrise e mi strinse la mano.

-Stai bene?-

-Si, mi fa solo un po’ male il braccio che ho sbattuto...- Le presi il braccio e vidi che si stava gonfiando. Andai a prendere del ghiaccio e lo misi sulla macchia rossastra dovuta alla caduta.

-E’ freddo.-

-Comunque, beh, qualche volta...- Mi bloccai quando vidi un ragazzo alto, muscoloso avvicinarsi verso di noi. Indossava una cannottiera nera e dei pantaloni larghi da palestra ed incuteva un po’ timore.

-Haley, amore, tutto bene? Vedo che hai fatto conoscenza con qualcuno.- Mi guardò con aria di sfida e poi diede un bacio alla ragazza che sorrise timidamente.

-S-si, la stavo solo aiutando. Ora torno ad allenarmi.- Mi allontanai e ripresi i miei guanti, ma all’improvviso tutta quella rabbia era sparita. Non riuscivo a pensare ad altro tranne che a quei grandi occhi verdi, nonostante fossi preoccupato per Rachel. “Haley, amore”. E’ fidanzata, Irwin, sei un demente. Non puoi innamorarti di una ragazza fidanzata con un omone del genere, finiresti schiacciato come una mosca. Beh, ormai il danno è fatto, tanto vale tornare ad allenarsi.
Ripresi a prendere a pugni il sacco, ogni tanto sentivo lo sguardo di Haley su di me, ma forse era solo una mia impressione. Alla fine la salutai timidamente con un cenno della mano ed uscii dalla palestra, con la certezza che non l’avrei più rivista. Lei era fidanzata, Rachel stava partendo con sua Zia... stava andando tutto a rotoli.

Arrivato a casa, mi chiusi in camera e cercai di leggere qualcosa, eppure la mia mente continuava a pensare a tutt’altro.

-Ashton, io sto andando da Rachel. Ho bisogno di stare con lei prima che parta, ci stiamo andando tutti. Vuoi venire anche tu?- Sentii dire da Luke dietro la porta.

-Va bene, dammi un secondo e arrivo.- Andai in bagno e mi gettai in faccia dell’acqua ghiacciata, per poi guardarmi negli occhi.
“Irwin, riprenditi. Sappi che se vai da Rachel non puoi farti vedere così triste, lo è già per conto suo. Quindi ora ti metti le scarpe e sfoggi le tue battute migliori, se non porti il sorriso a tutti tu non lo fara nessuno.”
 

‘POV RACHEL’

Quella notizia mi era piombata addosso come un masso, era vero, ma sapevo che l’avrebbe fatto prima o poi. Calum era restato tutto il resto del pomeriggio con me, avevamo visto le vecchie foto dagli album di famiglia. Non avevo voglia di fare nient’altro, a parte stare con lui.
Mentre giravo pagina, suonò il campanello e scesi ad aprire.

-Vado io, Cal.- Aprii la porta e mi ritrovai una chioma bionda, era il mio Luke, dietro c’era suo fratello Ashton. Li feci entrare entrambi, poco dopo arrivò anche Michael e scese Calum.

-Non volevamo lasciarti da sola l’ultima sera che sarai libera e potrai stare con noi.- Iniziò Michael inserendo una pen-drive nella televisione.

-E per questo abbiamo deciso di farti una sorpresa.- Continuò Ashton sorridendo e sedendosi.

-Speriamo davvero che ti piaccia, Rachel.- Aggiunse Calum venendo vicino a me e prendendomi la mano.

-Questo è un piccolo pensiero che puoi portare con te per ricordare che noi tutti... ti vogliamo bene.-  Concluse Luke mentre partì un filmato alla televisione.

“Per Rachel, la migliore amica, sorella e fidanzata che si possa desiderare. Dai tuoi quattro idioti preferiti” incominciava il video, con una foto di me ed i ragazzi al mare. Mi ricordo quel giorno!

Il video era un susseguirsi di immagini, piccoli video e frasi che mi ricordavano tutti  i bei giorni passati assieme. Mi fecero sorridere tutti quei ricordi e scordai per qualche minuto tutto il resto. Ho la migliore famiglia (si, perché sono la mia famiglia) che si possa desiderare al mondo.
Alla fine, c’erano le quattro foto più belle che mi ritraevano con loro. Nella prima ero abbracciata a Calum mentre dormivo, nela seconda stavo ridendo con Ashton vestito da clown, nella terza stavo suonando la chitarra con Michael e nell’ultima...baciavo Luke.  
La foto in cui ero con Calum era stata scattata quando avevo  quattro anni, il giorno in cui i miei genitori ci avevano regalato le altalene e dopo tanto gioco eravamo crollati assieme sulla poltrona.
Quella con Ashton, risaliva a quando avevo otto anni e si era vestito da clown per il mio compleanno, quel giorno gli avevo versato tutto il succo addosso.
La foto con Michael era del giorno in cui avevo avuto la mia prima chitarra, avevo tredici anni e lui mi stava dando una piccola lezione.
La foto con Luke era di pochi giorni dopo che ci eravamo messi assieme, eravamo davanti il ponte di Sidney e lui mi aveva chiesto di immortalare quel momento per ricordarsi dei miei baci...

Quando il video finì mi commossi ed abbracciai tutti loro, uno per uno.

-Vi voglio un mondo di bene ragazzi, non sapete quanto.- E pensare che domani tutto questo finirà...
Quella sera restammo a parlare e ridere, ripensando a tutto quello che era successo. Sarei stata malissimo senza di loro, ma era solo per poco tempo. Poi, non li avrei più lasciati in vita mia.
Lasciarli e andare a dormire non fu facile, pensare che non li avrei rivisti per tanto tempo mi faceva stare male.

-Allora ci vediamo , Rachel..- Sussurrò Luke quasi sulle mie labbra, per poi baciarmi dolcemente. –Sai, Rach... io... ti amo. Non lo scordare mai.- Alzai lo sguardo per incrociare i suoi occhi che mi osservavano con dolcezza, non potevo farcela a non vederli per tanto tempo.

-Io non ti amo Luke... tu sei la mia vita.- Sussurrai per poi dargli un lungo bacio, che avrei voluto non fosse finito mai. Poi lo lasciai andare, con tutti gli altri, e chiusi la porta dietro le mie spalle, facendo un profondo sospiro. Inutile dire che quella notte non riuscii a dormire.
Il giorno dopo, mi svegliai, mi vestii e presi le valigie.

-Te l’ho già detto, Calum , non voglio che tu venga con me. Non voglio trascinarti in questa storia, tu hai la tua vita e non è giusto che ti devi rinchiudere nella villa di una riccona zitella a Melbourne per colpa mia. Ci vediamo, Cal.- Lo strinsi forte a me in un abbraccio e poi salii in macchina con la testa abbassata e le lacrime agli occhi.

-Ciao, Rachel...- Spalancai gli occhi dallo stupore e mi girai.

-TU?!- 

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!! 

Sono tornata dopo un lungo letargo a pubblicare capitoli!!! Si, sono ancora viva xD 
Allora, partiamo con i ringraziamenti. Grazie mille a tutte quelle che recensiscono, seguono e leggono semplicemente la storia. Siete fantastiche!! 
Poi, un ringraziamento va a LittleDirectionOfFavij perchè... beh, recensisce sempre e mi sembra bello ringraziarla xD (si, proprio tu, stavolta ti ho ringraziata <3) 
Poi... SCRIVERE CAPITOLI CON LE CANZONI DI ED SHEERAN DI SOTTOFONDO FA MALE. E' COLPA SUA SE QUESTO CAPITOLO E' COSI' TRISTE <.< 
Abbiamo visto che Rachel finalmente è partita, e ha lasciato purtroppo tutti i suoi amici... ma si sono detti ti amo!!! YEEEEE!!! 
E questa ragazza che frulla in testa ad Ashton? (si, Otta, this is for you :P) 
Ora la smetto con lo spazio autrice altrimenti mi dilungo troppo, vi lascio con una domanda: 
Shippereste Rachel e Luke? *^* 
*immaginate che Luke lasci Rachel così*

 

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Capitolo 24
*** Greenlight ***



-Beh, chi ti aspettavi?- Sembrava una di quelle scene nei film in cui stai bevendo e poi sputi tutto addosso all’altra persona. Non riuscivo a crederci.

-Tutti ma non TE.- Sorrise come al solito. Era cresciuto dall’ultima volta che lo avevo visto e sinceramente... era anche diventato più carino.

-Beh, sono io. Diciamo che conosco una persona che mi ha chiesto un piccolo favore e ora...sono qui per te. Nel caso non ricordassi il mio nome, sono sempre Brendon, il tuo carissimo nemico che ti vuole tanto bene.- Già. Mi vuole bene come ne vuole al suo gabinetto. No, anzi, molto di meno.

-Parlando seriamente: che ci fai qui? Hai per caso mangiato mia zia e hai preso il suo posto? Ziaa!!!- Lui si mise a ridere e poi guardò avanti.

-Parti, Connor.- L’auto partì e io continuai a bombardare di domande per tutto il tempo il moro che mi sedeva affianco. Ecco, in pratica questo è quello che è successo tra di noi.

Brendon ha un anno in più di me, alle elementari eravamo in classe assieme ed eravamo abbastanza amici. Alle medie ci siamo separati, ha iniziato a prendermi in giro per farsi forte con i suoi nuovi amichetti e... capite, ero una bambina fragile. Molto fragile. Quello è stato l’inizio della mia depressione, ma in quei momenti riuscivo a reagire e poi scappavo per piangere tra le braccia di Calum.
Alle superiori non ci siamo più sentiti tanto, cercavo di mantenere le distanze ma un bel giorno... ha cercato di baciarmi e non solo. Non ci è riuscito, grazie a Dio è arrivato Michael e mi ha portata via con lui, e dopotutto non gli sarò mai tanto grata. Resta il fatto che dopo quel giorno deve essere rimasto parecchio amareggiato, dato che quando sono morti i miei genitori era venuto a farmi le condoglianze sussurrandomi “te lo meritavi, è tutta colpa tua” facendomi sentire ancora più uno schifo. Quella sera stessa ho iniziato a tagliarmi, ero confusa e disorientata ma riuscivo solo a ricordare continuamente le sue parole, e così... beh, non ci siamo più sentiti per tanto tempo.
Dopo avervi raccontato tutta la storia del nostro “rapporto”, ritorniamo a noi.

-Siamo arrivati Rossa.- I vetri dell’auto erano oscurati, ma riuscivo a percepire i rumori provenienti dall’esterno. Mi fece scendere dalla macchina, sembrava una zona sperduta nel mezzo della campagna.

-Buona fortuna, Rachel.- Brandon risalì in macchina e mi lasciò lì, da sola, nel mezzo del nulla praticamente.

-Ma.... Bran!!! Non hai intenzione di...oh no, tu non lo farai!! BRAN!!- Niente, si erano allontanati troppo. E mia zia Gertrude non si era fatta viva...
Mi sedetti sull’erba ingiallita che era lì, rimanendo a pensare un po’. Oh, beh, ho attraversato momenti peggiori.
Restai lì da sola una decina di minuti, poi, mentre ero sdraiata a terra con gli occhi chiusi, sentii qualcuno sfiorarmi le labbra ed aprii gli occhi, incrociando quelli di un celeste intenso.

-LUKE!?- Lui si spostò e mi porse una mano per farmi alzare.

-Come sta la mia bella addormentata nel bosco? Ti è piaciuta la sorpresina?- Sorrisi e gli buttai le braccia al collo.

-E’ tutto un tuo piano malefico? Proprio lui dovevi scegliere per farmi scortare fino a qui?- Lui mi guardò perplesso, poi cercò di ricordare.

-Chi, quel ragazzo? E’ mio cugino Brandon! Gli ho chiesto un favore, dato che è ricco sfondato, ed eccoti qui. Questo è il mio piano per non farti finire tra le grinfie di quella zitella bisbetica, si chiama “IN VACANZA CON LUKE”. In poche parole, tua zia non sa che tu sei qui ed è andata a prenderti come tutto era previsto, solo che le ho detto che non stavi tanto bene e che eri in ospedale. Beh, non ha detto niente e semplicemente se n’è andata, non gliene può fregar di meno! E quindi, per questo periodo, vivrai sola soletta con me.-

La cosa si faceva interessante ma anche... inquietante. E imbarazzante. Cosa diavolo avevano escogitato pur di non farmi andare via?

-Brandon è tuo cugino allora!! Ah, ora si spiega la stronzaggine.- Si mise a ridere.

-Sono così stronzo?- Gli sorrisi e avvicinai la mia bocca a pochi millimetri dalle sue labbra.

-Si, lo sei, ma mi piace...- Lui si avvicinò e fece combaciare le nostre labbra, ero così felice.
Poi prese le mie valigie e le portò dentro casa, la vista da quella terrazza era a dir poco stupenda. Dall’altra parte della casa si vedeva il mare cristallino, la sabbia dorata che era colorata vivacemente dal sole, qualche scoglio e un paio di palme. Cosa è questo posto, il paradiso?

-Già, sarà il nostro piccolo paradiso per i prossimi giorni. – Affermò Luke quasi entrando nei miei pensieri mentre mi abbracciava da dietro e appoggiava la testa sulla mia spalla. Sorrisi spontaneamente a quella vista, poi mi girai.

-Voi avete un posto del genere e non me lo avete mai detto?!- Lui iniziò a ridere.

-Credevo lo sapessi, quando Calum diceva di andare in campeggio con me e mio fratello in realtà lo portavamo qui senza farlo sapere ai tuoi genitori. Tu non volevi mai venire, non è colpa mia.-

-Se lo aveste chiamato “villa mozzafiato con una vista meravigliosa sul mare” credo che ci sarei venuta, Luke.- Poi rientrai dentro, facendo un giro per la casa. Le mie valigie erano sistemate in una camera per due persone, con letto matrimoniale. La stanza era di un azzurro acceso, con il letto bianco e il caldo sole che entrava dalle finestre. Accanto al letto c’era un comodino, poi un armadio rosso ed una scrivania dello stesso colore.  A fianco , c’era una stanza con altri due letti separati di colore lilla, mentre l’ultima camera da letto aveva un letto matrimoniale ed uno singolo. Il fatto che mi incuriosì di più fu che tutti i letti erano preparati, come se dovesse venire qualcuno. Tornai da Luke, si era messo un grembiule ed era in cucina alle prese con una padella.

-Mmh... perché i letti sono così sistemati?- Lui si girò e mi misi a ridere, il grembiulino aveva dei pinguini sopra ed aveva i guantoni rosa. Era uno spettacolo da non perdere assolutamente.

-Perché ci raggiungeranno anche gli altri molto presto.- Prima che potessi aggiungere altro si aprì la porta, facendomi vedere Ashton, Michael e Calum con le rispettive ragazze : Mindy e Grace.
Era tanto che non vedevo Mindy, ma alla fine avevo imparato a sopportarla nonostante non mi ero tolta dalla testa il giorno in cui era venuta a casa mia. Gli salutai tutti e feci un sorriso a trentadue denti, era un sogno. E poi, così c’erano meno probabilità di finire stuprata da Luke... o forse no. Beh, se lui vuole una cosa se la prende e basta, in ogni caso. E io invece... non lo accontenterò così facilmente.

-Ciao ragazzi! La banda bassotti è arrivata nella tana!- Annunciò Michael sedendosi sulla poltrona. Calum, invece, mi venne ad abbracciare.

-Scusa se non ti ho detto niente ma è stato un piano improvviso, abbiamo deciso tutto in fretta e non ho avuto il tempo di spiegarti. Sono così contento di poter restare con te...- Lo strinsi a me come facevo sempre, poi mi staccai e tornai a guardare Luke alle prese con un cucchiaio di legno e dell’acqua in una pentola.

-Cosa hai intenzione di cucinare piccolo pinguino?- Risi guardando la pentola: non aveva messo il sale e stava mettendo la pasta dentro prima di far bollire l’acqua.

-Oh, devo proprio insegnarti tutto? Se vuoi cucinare la pasta, devi mettere il sale e aspettare che l’acqua bolla. Sei un pessimo cuoco, Luke, dai qui.- Lui mise un finto broncio e si tenne stretto il grembiule, non voleva mollare.

-No, io devo cucinare il pranzo. Grazie per le dritte ma ce la faccio senza far bruciare la casa...almeno credo.- Risi e mi andai a sedere vicino Ashton, che mi sembrava più strano del solito. Forse era successo qualcosa?

-Hey Ash? Ashton? Terra chiama Ashton Fletcher Irwin!!- Si girò all’improvviso verso di me e sbattè gli occhi.

-Ciao Rach!- risi e lo guardai negli occhi. C’era una luce strana nel suo sguardo...e se...

-Ash, cosa è successo? E non dire niente perché sai che ti conosco e a me non puoi dire bugie.- Lo sfidai a sostenere il mio sguardo, ma abbassò la testa. BECCATO!

-In palestra...ecco...lei. Era caduta e... l’ho aiutata. Era stupenda e i suoi occhi... verde smeraldo e le sfumature e i capelli e...tutto. Rachel, lei è fidanzata con un tipo che è il doppio di me e...- Gli scompigliai i capelli e risi.

-Fletcher, sei per caso innamorato?- Lui mi sorrise e avvicinò la bocca al mio orecchio.

-Credo di si, ma non lo dire a nessuno...- Sussurrò facendomi scappare una risatina. Il mio piccolo cangurino riccio si merita una ragazza, davvero, lui è il ragazzo migliore del mondo e... con il suo sorriso contagia tutti.
Finalmente Luke mise gli spaghetti nei piatti e ci chiamò tutti. Erano ancora le undici di mattina, ma chissene importa. Sinceramente grazie ai miei consigli non sembrava poi così velenosa quella pasta... e poi amo il cibo italiano!
Ci sedemmo tutti a tavola ed iniziammo a mangiare.

-Beh, Luke, mi dispiace ammetterlo  ma cucini in modo discreto, se non contiamo che stavi cuocendo la pasta come la cuociono in Uzbekistan...- Lui sorrise e continuò a mangiare come un profugo.

-Dai, se fate i bravi stasera vi faccio un po’ di pizza come la faceva mia mamma in Italia!- Annunciò Mindy guardando il suo piatto. Luke aveva ancora il grembiule con i pinguini, beh... è proprio il mio Lukey.

Alla fine, dopo aver mangiato andai in camera mia. Avrei dormito con Luke purtroppo, ma non era il momento di dormire. Misi addosso un costume che mi aveva portato Calum (già, non credevo che da zia mi sarebbero serviti dei costumi sinceramente) e sopra una maglietta larga di Luke, mi sembrava una cosa carina.
Poi vidi dei fogli affianco al suo letto, li presi e vidi che erano testi di canzoni, così presi la chitarra che aveva portato Michael e mi sedetti sul letto cercando di suonare.

It's such a sick obsession,
And now you've got the best of me
I've got the worst intentions
So call me over set me free
I can give you what you want

It's taking me over
I don't wanna play this game no
more
All you gotta do is tell me right
now
You want me right now
Come on

Give me the green light
We could have all night
If you just say the words
Tell me it's alright
Give me the green light


In quel momento entrò Luke in stanza, io continuai a suonare non curandomi di lui perché non me ne accorsi subito. Lui si avvicinò e mi prese la chitarra di mano, spostandola, poi si mise su di me.
-Non voglio giocare a questo gioco ancora, tutto quello che devi fare è dirmi che mi vuoi ora...- Sussurrò sulle mie labbra. 

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT  I LIKE ABOUT YOU!!

So che vi sembrerà strano, ma questa volta non ho molto da dire nello spazio autrice. Innanzitutto scusatemi se ci ho messo un po' di più per aggiornare ma sono stata davvero impegnatissima in questi giorni!! Poi... lo scorso capitolo ha avuto 6 recensioni, insomma, è un po' di meno di quello che mi aspettavo ma.. fa niente :/
Sono tornata quindi a scocciare le vostre giornate con un altro capitolo in cui vediamo...beh, una "vacanza", Brandon e un Luke molto.... MOLTO. E poi, naturalmente, alcune parti del testo di "Greenlight" che secondo me è una canzone che sta benissimo con il carattere di Luke in questa storia.
Detto questo, la domanda del capitolo è: CHI PREFERITE TRA I 5SOS?
Io, se non si è capito... Luke Robert Hemmings :) Voi? 

BEH, MORITE TUTTE MALE CON ME. X_X


 

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Capitolo 25
*** Flamingo!! ***



Feci una piccola risata e gli passai una mano fra i capelli, sorridendo.

-Mi dispiace ma non te la darò per vinta così facilmente Hemmings, no no. Non stavolta.- Mi cercai di spostare un po’ ma lui mi teneva saldamente e non aveva intenzione di lasciarmi andare.

-Non credo che ci siamo capiti, piccola Rachel dai capelli rossi... ho il diritto di averti. Ti ho salvata dalla malvagia zia Gertrude, non credi che meriti una ricompensa?- Lui si morse il labbro e mi guardò più intensamente avvicinandosi. IDEA!

-Va bene, si, ti meriti qualcosa. Ho una sorpresa per te, però devi chiudere gli occhi per un minuto e poi riaprirli quando te lo dico io.- Lui annuì e mi  lasciò tornare in piedi, così risi senza farmi sentire da lui appena chiuse gli occhi. Mi sfilai la sua maglia restando in costume, la lasciai su di lui per confonderlo ed uscii dalla stanza senza farmi sentire e corsi da Ash, lo implorai di stare allo scherzo e lui entrò in camera mia e di Luke fingendosi me, dato che il biondo aveva ancora gli occhi chiusi. Presi per mano Michael che era in mezzo al corridoio e corsi con lui fino alla piscina, per poi buttarmici dentro trascinando anche lui con me, con tanto di vestiti e scarpe. Quando riuscimmo dall’acqua lui era tipo: “che cosa diavolo è successo?”
Mi misi a ridere guardando la sua reazione e poi lo schizzai.

-Che ti è preso Rossa? Stavo camminando tranquillamente nel corridoio e sono stato travolto da un tornado? No perché sinceramente non ho capito bene come sono arrivato fin qui. – Poi si mise a ridere e cercò di affogarmi, quella era la sua vendetta.

-Niente di che, ho deciso che oggi volevo fare uno scherzo a Luke e credo di esserci riuscita...- Mi misi a ridere mordicchiandomi il labbro mentre vidi il mio biondo preferito raggiungermi correndo in piscina.

-Avevi intenzione di sfuggirmi, eh?- Lo guardai e avvicinai la mia bocca al suo orecchio.

-In realtà...volevo solo divertirmi un po’. Ammettilo che Asthon è più sexy di me.- Lui rise e mi prese il polso, facendomi trovare tra lui e il bordo piscina. Mi sentivo come schiacciata in un sandwich, non era la più bella sensazione del mondo ma neanche la peggiore...

-Già, ci sono rimasto leggermente di merda ma ora non mi scappi...- Invece io riuscii a sgusciare abilmente e mi misi sulle spalle di Mike ridendo per farmi proteggere da Luke lo stupratore.

-Hey, Luchino, non mi prendi.- Gli feci la linguaccia e lui iniziò ad inseguire Mike in tutta la piscina.

-Ma perché mi trovo sempre in mezzo io? Che ho fatto di male?- Protestò Michael mentre cercava di non farsi raggiungere da Luke. Io continuavo a ridere, quando lui afferrò la caviglia di Michael facendolo  andare sott’acqua, e io con lui. Uscii e mi ritrovai tra le braccia subaquee di un certo ragazzo col pircing al labbro.

-Ragazzi, io me ne torno a dormire con il mio tenero pony rosa di nome Layla. Se Mindy mi cerca, sapete dove sono.- Mike uscì dall’acqua strizzandosi i vestiti fradici mentre si toglieva le scarpe ormai piene d’acqua.
Cazzo, Clifford, mi hai lasciata da sola con un pervertito. Non  va bene.
Lui mi tirò per i fianchi facendomi sdraiare sul bordo piscina, come volevasi dimostrare.

-L...luke? Luke cazzo, lascia stare mia sorella dai!- Calum stava venendo in piscina con il costume, io dovrei farlo santo prima o poi. Nah, ho già detto parecchie volte che mio fratello santo non potrebbe mai essere. Un santo... moderno, un santo che va sempre in giro in costume o in mutande. Si, un santo moderno.

-CALLY!!- Luke mi lasciò e lo andai ad abbracciare, incurandomi del fatto che ero bagnata e che stavo bagnando anche lui. Beh, era in costume, tanto meglio .

-Rachel, possibile che non posso lasciarti un secondo da sola con lui che ti trovo in quel modo?- Sorrisi e lo trascinai in piscina con me, ridendo.

-Non è colpa mia, io stavo cercando di sfuggirli eh! Solo che dopo Mike se n’è andato e...- Lui riemerse dall’acqua con i capelli scompigliati, sembrava un cucciolo bagnato così. Mi prese in braccio ed io guardai la faccia di Luke: no caro mio, sarai anche il mio fidanzato ma per arrivare a questi livelli ti ci vogliono ancora tanti anni.

-Ok, ok, lasciamo perdere. Sei felice di stare qui? Sai che non ti avrei mai lasciata da sola con lui.-

-Ma insomma, che ho di tanto male?- Luke si avvicinò  a noi e fece il solletico a Calum, così che lui mi lasciò facendomi andare sott’acqua. Mentre tornavo su, decisi di farmi due risate e con una mano riuscii ad abbassare il costume di Luke ed a prenderlo. Tornata in superficie, lo guardai e mi morsi il labbro.

-Poi dici che è colpa mia...- Luke cercò di prendere il costume dalla mia mano, mentre con l’alta si copriva... quello. Io però lo lanciai fuori dalla piscina e finì sulla testa di Ashton, che stava arrivando in quel momento.

-Ash, non è che potresti ridarmi il costume?- Lui se lo levò subito dalla faccia e lo lasciò per terra schifato.

-Già ti freghi le mie mutande, ora non voglio il tuo costume come risarcimento.- Detto questo si tolse le infradito e si tuffò in piscina con noi. Luke era arrossito, mentre Calum forse non aveva ancora capito cosa fosse successo.

-Rach, questo significa che è guerra aperta. L’hai voluto tu.- Luke uscì dall’acqua coprendosi con una mano le parti basse e riprese il suo costume. Bel culetto, Hemmings, bel culetto.
Intanto Cal era rimasto con la bocca spalancata, aveva realizzto solo in quel momento cosa fosse successo.  Mi cercò di coprire gli occhi con le mani e mi misi a ridere per l’ennesima volta in quella giornata. Oh, il piccolo Cal non vuole che sua sorella veda certe cose...

-Ash, come mai anche tu qui?- Lui rise e prese un fenicottero rosa di plastica che stava galleggiando in piscina, poi lo abbracciò.

-Non si vede? Sono qui per lui. Questo è Flamingo, e... ed è mio!- Lo accarezzò come se fosse un bambino, sempre il solito Ashton. Io glielo rubai e lo usai come galleggiante, lui venne vicino  me facendo una faccetta offesa con il labbro verso il basso. 

-E va bene, tieni Flamingo.- Lui sorrise e lo riprese tra le sue braccia. Poi restai a divertirmi in acqua un’altra oretta, infine tornai in camera mia e mi feci una doccia. Quando uscii dal bagno con un’asciugamano, mi misi sul letto e mi pettinai i capelli. Poi entrò Luke in stanza e si mise a leggere un libro, come se non mi avesse visto. Tornai in bagno per vestirmi e quando uscii lo trovai addormentato. Gli diedi un bacio e mi stesi affianco a lui, guardandolo. Era anche mister perversione, ma non era affatto male il mio ragazzo.

-Quante volte ti devo ripetere che quando mi fissi sei inquietante bambola?-

-Io non...non ti stavo fissando.- Sorrisi e gli diedi un bacio, per poi appoggiare la testa sul suo petto.

-Che si fa stasera?- Chiesi accarezzandogli il petto con una mano.

-Se tu continui così sarò costretto a cancellare i miei progetti, ma per il momento avevo intenzione di andare in un night.-

-UN NIGHT!?- Lui si mise a ridere beffardo.

-Già, che hai contro i night? Alcool, musica a palla e divertimento. Ce n’è uno a poco più di venti minuti da qui, i ragazzi sono tutti d’accordo.-  Lo guardai, era serio. Io non sono mai stata in un night.

-Tranquilla, ti terrò con me per tutta la serata. Non ti lascio in mano di altri ragazzi ubriachi, tu sei solo mia.- Si avvicinò e mi lasciò un succhiotto sul collo, facendomi sentire come una scarica elettrica.

-Me lo prometti?- Gli chiesi sorridendo.

-Certo. Ora mi devo preparare, tu invece vedo che sei già pronta...- Avevo indossato una gonna bianca a vita alta, una maglia nera con lo scollo a cuore, un giacchino nero ed un paio di ballerine, non era un look che mettevo di solito ma...insomma, sarei dovuta andare da mia zia con quelle valigie.
Circa mezz’ora dopo Luke mi raggiunse in salotto : indossava i soliti skinny jeans neri strappati al ginocchio, una maglia blu e gialla dei nirvana e sopra una giacca di pelle nera, con le converse dello stesso colore. Insomma, il tipico Luke Hemmings. Prese le chiavi della macchina e chiamò gli altri, che erano pronti.
Arrivati al night, dopo circa mezz’ora di auto, scesi e presi la mano di Luke, camminando tenendomi stretta a lui. Il posto non era tanto male, almeno esternamente, l’unico problema erano le luci accecanti.
Entrammo finalmente dentro, era pieno di ragazze mezze nude e ragazzi ubriachi che ballavano mettendo mani in posti in cui non dovrebbero essere. Già l’entrata di quel posto mi faceva venire i coniati di vomito, l’odore acre di fumo e... puzza di sudore. Sarà anche un locale carino e chic, ma la gente che c’è dentro non lo è affatto.

-Luke, sei sicuro che questo sia il posto giusto?- Avevo già perso tutti gli altri tra la folla, in poche parole ero rimasta sola con Luke e non lo avrei mollato per nulla al mondo. Era la mia unica sicurezza.

-Tranquilla bambola, va tutto bene. Devi solo abituarti.- ABITUARMI A COSA!? A QUESTO SCHIFO!?
Una sottospecie di “cameriere” mi offrì qualcosa da bere, io accettai. Ormai siamo qui, quindi... beh, stiamo al gioco.
Bevvi qualche altro bichiere di quel cocktail, era davvero buono e iniziavo a sentirmi di più a mio agio, anche se mi ero ripromessa che non avrei esagerato. No, ho avuto una brutta esperienza con l’alcool il giorno del mio compleanno e non ho intenzione di ripeterla.

-Tutto bene piccola?- Luke mi guardava sorridendo, finalmente la musica rallentò per un ballo di coppia. Appoggiai la  mia testa sul suo petto e lo strinsi iniziando a muovermi al ritmo della musica lentamente.

-Si, sto bene. Mi sto iniziando a divertire.- Ammisi arrosendo, cosa che lui non notò perché non vide la mia faccia.

-Bene, sono felice. Ascolta, io devo andare un attimo in bagno, aspettami qui ok?- Io annuii e lo lasciai andare, bevvi un altro paio di bicchieri e la testa iniziò davvero a girarmi. La musica cambiò per un ballo più ritmato, mi scatenai in pista come non avevo mai fatto mentre guardavo le persone intorno che mi applaudivano oppure mi incitavano. Trovai un palo e mi misi a ballarci intorno, mi sentivo carica di energia e adrenalina, ero come una scossa vivente...
Poi, mentre ballavo, caddi e venni presa al volo da un ragazzo con gli occhi verdi. Era carino, con quei capelli ricci e quel sorriso.

-Hey, stai bene? Mi senti? Forse è meglio che vai a casa...- Non riuscii a capire tutte le sue parole, comunque lui mi prese per la mano e mi trascinò via dalla pista, portandomi fuori. Forse quei drink che ho bevuto avevano qualcos’altro dentro. E iniziavo a sentirne le conseguenze, mi girava la testa e iniziavo a confondere forme e colori.

-Stai...- Mi girai e vomitai vicino un bidone della spazzatura, poi mi voltai verso il ragazzo che mi stava aiutando e mi avvicinai a lui, guardandolo.

-Fermati, non credo che dovresti, davvero.- Mi avvicinai di più per baciarlo, ma venni bloccata da una mano che si mise fra me e lui.

-ASHTON!- 

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!! 

Eeeh già, sono tornata ^_^ Per scrivere questo capitolo mi sono auto-inchiodata sulla sedia di camera mia, non avete idea!
All'inizio vi devo confessare che non avevo ispirazione per scrivere questo capitolo, ma dopo... beh, è venuto tutto da sè. Come si dice, l'appetito vien mangiando. 
Insomma, in questo capitolo vediamo FLAMINGO, Luke che vuole la sua Rachel (in tutti i sensi.. he he he), Calum che fa il fratellone iperprotettivo e Mike che viene usato come cavia da laboratorio. Poi c'è questo night ed un misterioso ragazzo dagli occhi verdi.... 
Insomma, per ora è tutto, ci vediamo tra qualche giorno con un altro capitolo e mi raccomando.... lasciate una recensioncina piccola piccola per la vostra scrittrice che si fa in ottocento per scrivere un capitolo? *faccia tenerella di Ashton* 
Domanda: se poteste scegliere tra vivere in una casa con loro oppure andare in tour con loro...cosa fareste? 
E INFINE.... UN PICCOLO ASHY NERD *^* 




 

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Capitolo 26
*** She's a bad girl? ***



Lui si fermò all’improvviso ed io rimasi ad osservare la scena. Mi faceva male la testa e non capivo molto, così mi accucciai sul marciapiede cercando di uscire da quella situazione.
Ne ero sicura: nei drink che avevo bevuto c’era qualcosa. Stavo cercando di tenere la mente attiva, di non perdere la cognizione dello spazio e del tempo ma diventava sempre più difficile: le luci mi accecavano sempre di più, i suoni ormai giungevano alle mie orecchie come un eco confuso. Non riuscivo neanche a riconoscere i miei amici, quindi l’unica cosa da fare era restare lì finché qualcuno non mi sarebbe venuto a riprendere.
 
‘POV CALUM’

-Ashton, che cosa le è successo?! Che ci fa qui con te? Cazzo, Ash, guardala. Sta tremando. Ha qualcosa che non va.- Mia sorella era seduta sul marciapiede, con lo sguardo assente e stava tremando dalla testa ai piedi, aveva gli occhi rossi e non mi stava rispondendo. Aveva ingerito qualcosa.

-Senti, io l’ho trovata che si strusciava contro un palo e tutti i ragazzi stavano sbavando per lei, ho capito che qualcosa non andava e l’ho portata quì fuori, poi ha vomitato e si è seduta. Piuttosto quel deficiente di mio fratello, che avrebbe dovuto restare con lei tutta la serata, che fine ha fatto? E gli altri?- Ash stava guardando inutilmente dentro il locale, per cercare gli altri. Grace era andata a fare un giro nei dintorni con Mindy, Mike si era ubriacato e mi era toccato portarlo in macchina, poco dopo si era addormentato.

-Tranquillo, so dove sono gli altri. Rachel… hey Rach? Sono Calum, dai, rispondimi!- Continuava ad avere lo sguardo perso nel vuoto, poi girò un attimo lo sguardo dalla mia parte e mi osservò.

-Luke?- Disse solo, per poi tornare nel suo piccolo mondo drogato.

-Giuro che se scopro chi l’ha ridotta così… non rispondo più di me. RACHEL, CAZZO, SONO CALUM!! C-A-L-U-M, tuo fratello!- Lei chiuse gli occhi e poggiò la testa sul muretto senza dire niente. Siamo messi peggio di quello che pensavo.

-Ash, ascoltami, vai a cercare tuo fratello. Intanto io devo prendermi cura di lei, non credo stia tanto bene. Devo portarla a casa, se trovi Luke fammi uno squillo e per quanto riguarda Grace e Mindy… oh, beh, se la caveranno. Sono quì vicino, le puoi accompagnare a casa se le vedi?- Lui annuì e mi lasciò andare, così sollevai mia sorella e la tenni stretta tra le mie braccia. Respirava affannosamente ed aveva ancora gli occhi chiusi, mi stavo iniziando a preoccupare sul serio.

-Ma..le.- Sussurrò Rachel con poca voce all’improvviso, mentre la stendevo in auto. Era vicino a Michael, mi toccherà portare entrambi a casa e prendermi cura di loro.
 Luke, questa me la paghi. Non ti faccio più toccare mia sorella se la trovo in queste condizioni, no caro mio.

-Shh, ora ti porto a casa e starai molto meglio. – Partii accellerando, oltrepassando tutti i limiti di velocità. Ero arrabbiato, scocciato e preoccupato. Mettete queste cose assieme e ottenete il Calum Hood che ero quella sera.
Arrivato a casa, presi prima Michael e lo svegliai, non era ridotto così male.

-Ce la fai ad andare in stanza da solo?- Gli chiesi, lui annuì e se ne andò barcollando. Bene, un problema in meno.

-Rach… su Rachel, andiamo. Ti porto nel letto ok? – Lei continuava ad avere gli occhi chiusi, come se stesse dormendo. La presi di nuovo e la portai in camera sua, dove avrebbe dovuto dormire con Luke. La poggiai lentamente sul letto e mi fermai a guardarla.

-E ora come faccio con te? Stai male ed hai preso qualcosa che, evidentemente, non reggi. RACHEL, RISPONDIMI! - Diedi un pugno al muro per la frustrazione, poi la presi e la portai in bagno. Se c’era un’ultima cosa da provare, era quella.
La costrinsi a vomitare, lei tossì e poi aprì gli occhi confusa. Le diedi un asciugamano per pulirsi ed un bicchiere d’acqua, poi la portai sul letto.

-Calum… grazie. – sorrisi e la strinsi a me più forte che potevo, non l’avrei lasciata per nulla al mondo.

-Ora dormi, sei stanca e non stai tanto bene. Vedrai che un bel riposino ti farà sentire meglio, ok? –

-Si, ma… Luke? – La guardai e le diedi un bacio sulla fronte.

-Non è il momento di pensare a quel cretino, ora dormi e basta. Ci sono io con te, non ti lascio. - Le strinsi la mano e lei chiuse gli occhi, per poi addormentarsi qualche minuto dopo.
 
 

‘POV ASHTON’

Rientrai in quel sudicio locale alla ricerca di mio fratello, anche se ormai quel posto mi faceva venire la nausea.
Tra la marea di gente che ballava non c’era, lo avrei riconosciuto subito altrimenti… un ragazzo alto quanto un gigante ed un ciuffo biondo si vede da tre chilometri di distanza, soprattutto se è Luke.
Allora entrai in bagno, bussai e lo cercai.

-Luke? Luke sono Ashton! – Uscì una voce dal bagno, ma non era la sua.

-Zitto, stiamo cercando di scopare qui! – Mi allontanai ed uscii di nuovo dal night, mi ero girato intorno per mezz’ora ma non avevo trovato niente, nessuna traccia di lui. Girai intorno al locale per vedere se era da quelle parti, poi andai in un parchetto lì vicino, poco illuminato. Era l’ultimo posto in cui sarei andato di mia spontanea volontà, ma avevo sentito delle voci confuse provenire da lì.
Accesi la torcia del cellulare per vedere qualcosa, quando sentii il profumo intenso di Lavanda che utilizzava Grace.
Corsi in quella direzione e quello che vidi era fuori da tutto quello che mi ero immaginato fino a quel momento.

-C…cosa è successo? – Grace stava piangendo seduta tenendosi le ginocchia con le mani, Mindy era vicino a lei con la maglia strappata e il trucco che le colava sulle guance. E poi… Luke stava discutendo con un ragazzo poco lontano.
Mindy mi indicò mio fratello debolmente, io lo raggiunsi. Stava discutendo con un paio di ragazzi che erano vicino a lui e non sembravano essere molto tranquilli e pacati.

-COSA GLI AVETE FATTO? – Il ragazzo più muscoloso si avvicinò a Luke, che mi guardò e si accorse di me. –Vattene. – Mimò con le labbra. Io scossi la testa in segno di negazione, non lo avrei lasciato lì con quegli omoni. Uno era alto più o meno come me, aveva un po’ di barba che gli cresceva sul viso ed era ricoperto di tatuaggi sui muscoli possenti, quello che se la stava prendendo con mio fratello. L’altro era un po’ più basso, ma altrettanto allenato e... assomigliava a… al ragazzo di Haley. Quando incrociai il suo sguardo non ebbi più dubbi, era LUI. Se mi sono fatto intimorire una volta, non lo farò di nuovo. Infondo anche io vado in palestra, sono Ashton Irwin, non un pappamolle.

-Ci stavamo solo divertendo…- Disse l’altro con un sorriso beffardo, mentre stringeva la mano in un pugno.

-AH SI, QUELLO LO CHIAMATE DIVERTIRVI?! ANDATEVENE SUBITO DA QUI. – Risposi più arrabbiato che mai. Tocca me e mi sta bene, ma tocca delle ragazze indifese e… devi vedertela con l’ira di Ash. Loro si misero a ridere e si avvicinarono a noi.

-Non lo volete proprio capire che non comandate voi qui, eh? – Sorrisi e ricambiai con un’altra risata guardando il fidanzato di Haley.

-Tu piuttosto, non dovresti toccare le altre ragazze… hai una ragazza stupenda e non lo sai neanche, vedi? Beh, le cose sono due: o sei stupido, o sei celebroleso. – Detto questo mi beccai un guancio destro sull’occhio, presi un respiro e mi avventai su di lui con una forza innata che non sapevo neanche di avere. Lui inciampò e cadde per terra, gli diedi un pugno nello stomaco e tirai mio fratello, che intanto si stava battendo con il ragazzo tatuato. E non sembrava star riuscendo a fronteggiarlo bene come avevo fatto io. In realtà aveva dato un paio di pugni in faccia al suo rivale, ma si piegò in due dal dolore quando quello gli diede un calcio nelle parti basse con forza. Sputò del sangue per terra e cadde per terra.

-LUKE! – L’altro sorrise e mi guardò.

-Ne vuoi un po’ anche tu, novellino? – Il suo compagno si alzò dolorante e guardò negli occhi il suo amico implorandolo di smettere, ma ricevette uno schiaffo da quello.

-Non puoi tirarti in dietro, fai vedere chi comanda a questo ragazzino presuntuoso!- Detto questo entrambi mi fissarono: due contro uno, questo è scorretto.

-Mmh, perché no? – Mi avvicinai a lui, ma quando mi stava per colpire presi mio fratello ed iniziai a correre. Avvisai le ragazze urlando di scappare e di andare verso la macchina, loro per fortuna mi sentirono. Luke si stava sforzando al massimo, doveva stare malissimo ma continuava a correre. Gli altri si misero ad inseguirci, ma dopo un po’ passò una folla di gente e ci persero. Arrivai alla macchina con Luke e incontrai le ragazze, avevamo tutti il fiatone.

-Allora, state bene? Abbiamo i minuti contati, quindi salite in macchina e muovete quei culi prima che tornino, ok? – Entrai in macchina velocemente seguito da tutti gli altri, partii al massimo e me ne andai in fretta.
Le ragazze ripresero a piangere e tremare, Luke invece respirava a fatica e si contorceva ancora per il dolore. A me pulsava il punto dove mi avevano colpito, ma cercai di non farci caso più di tanto. Poco tempo dopo arrivai a casa e scesi con gli altri. Beh, le luci erano accese, probabilmente eravamo tutti vivi.
Entrammo in casa e Calum ci raggiunse preoccupato, poi guardò le ragazze e Luke.

-COSA E’ SUCCESSO? PERCHE’ LA MIA RAGAZZA E’ IN QUESTE CONDIZIONI? – Le vene gli pulsavano come non mai, poi Grace si gettò tra le sue braccia e riprese a piangere. Mindy invece andò in camera sua in silenzio, cercando di nascondere il fatto che era evidentemente turbata.

-Vorrei saperlo anche io sinceramente…- Guardai Grace sorridendo, per cercare di tranquillizzara.

-Quegli stronzi stavano molestando Mindy e Grace, ecco che è successo.- 

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!! 

Tadatada... tadatada... TA TA TA TAAA!!! *musichetta degli inizi dei film* Ho aggiornato, si, per la grazia di Dio ce l'ho fatta :D
Come al solito vi ringrazio per le recensioni, per chiunque abbia messo la storia tra le blablablablabla eccetera eccetera... insomma la solita tiritera xD sai che ti voglio bene, si, proprio tu che stai leggendo <3 Ora, passando al capitolo... 
Rachel sotto droghe e Calum che aiuta la sua sorellina, e quei due deficienti che vogliono stuprare le nostre piccole Grace e Mindy :O E Ashy Ashy che si fa valere con il fidanzato di Haley ;) 
GO IRWIN GO 
Detto questo smetto di rompervi le scatole con lo spazio autrice che sta diventando più lungo del capitolo stesso e mi dileguo. Ah, naturalmente se vi va lasciate una recensione :) 

 

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Capitolo 27
*** Ice in the boxer ***



Luke era rosso di rabbia, o forse ancora per il dolore. In ogni caso, quell’affermazione così forte ed improvvisa fece impallidire tutti quelli che lo avevano sentito. Ovvio, sapevo che non era successo nulla di buono, ma non credevo le stessero davvero molestando, al massimo impaurendo.

-E’…è vero? – Calum guardò Grace negli occhi, lei scosse piano la testa annuendo, mentre le lacrime continuavano a coprirle il viso delicato. Senza aggiungere altro, Cal prese la sua ragazza e la portò nella sua stanza. Io presi del ghiaccio e lo misi sull’occhio che si stava gonfiando, poi andai nel letto a cercare di dormire. Beh, come si può dormire dopo una serata così?
 

‘POV RACHEL’

Il giorno dopo mi svegliai con un forte mal di testa, ed una domanda che non voleva andarsene dal mio cervello: che è successo ieri sera?
Luke era steso affianco a me, dormiva beatamente con le labbra socchiuse ed un respiro pesante. Abbassai lo sguardo e vidi del… ghiaccio sui boxer? CHE HAI FATTO HEMMINGS?
Abbassai la mano per togliergli il ghiaccio sciolto dalle mutande, ma lui mi bloccò e mi guardò negli occhi.

-Rach, se vuoi questo basta chiedere, non farmi questi attentati mentre dormo. – Io risi e gli diedi un bacio sulle labbra.

-Chiudi quel becco, stupido pinguino. Ti sei forse scordato di avere del ghiaccio nelle mutande?- Lui guardò ancora una volta le mutande con i pinguini e si tolse il ghiaccio.

- Oh, giusto, me n’ero scordato. Beh, però se vuoi puoi sempre continuare quello che stavi facendo… giochiamo a trova il ghiaccio perduto? – Gli diedi uno schiaffo sul braccio e lui si mise a ridere. Poi ebbi un forte giramento di testa e ricaddi su di lui, chiudendo gli occhi.

-Stai bene bambola? – Lui mi cinse i fianchi ed io riaprii gli occhi.

-Ehm, si, certo…- Cercai di mettere in moto il cervello, ma tutto quello che mi ricordavo era di star ballando un lento con Luke, dopo un vuoto e alla fine Calum che mi faceva vomitare. Beh, insomma, è stata sicuramente una serata movimentata.

-Sicura? –

-Piuttosto, perché avevi del ghiaccio nelle mutande? – Lui distolse lo sguardo e sospirò.

-E’ una lunga storia, davvero lunga. Con calma saprai tutto, Rachel, l’unica cosa che devi sapere ora è che ieri sera ti hanno messo della roba nei drink e sei stata male. – Mi ripresi e lo guardai confusa.

-COSA!? Mi…mi hanno drogata?!- Lui annuì e poi si alzò dal letto.

-Il resto dovrebbe dirtelo tuo fratello, perché poi io ho avuto un piccolo… contrattempo. – Mi misi tra lui e la porta, impedendogli di uscire.

-No piccolo pinguino, ora tu parli altrimenti non esci di qui. – Lui sorrise beffardo e mi schiacciò tra lui ed il muro, mettendo una mano sul mio fianco.

- Allora non uscirò da qui, ma non lo farai nemmeno tu. – Mi baciò avidamente, io mi strinsi a lui e gli passai una mano dietro il collo sorridendo nel bacio. Gli morsicchiai il labbro con il piercing e poi mi staccai.

-Va bene signor Hemmings. – Mi misi sul letto e lui mi raggiunse sorridendo, poi si morse il labbro.
-Mi fa un po’ male ehm… il… - Mi guardò imbarazzato ed io mi misi a ridere.

-Shh. – Continuai a baciarlo e poi mi lasciai andare tra le sue calde braccia accoglienti, sembra strano ma in quel modo mi distrassi dal mal di testa, già, pensavo a tutt’altro. E la cosa non mi dispiaceva…

-LUKE! – Mi misi la coperta addosso e lo guardai.

-Sai che ora sto meglio? Già, sei mia ormai Rachel. – Risi e gli diedi un bacio.

-Luke, non credi che dovremmo dare segni di vita agli altri? – Misi il costume viola che mi aveva regalato Michael e sopra una maglia di Luke che mi andava enorme, quella con su scritto “You Complete Me”. Poi andai in soggiorno dove trovai Mike che dormiva ancora sulla poltrona, Mindy che stava facendo colazione con lo sguardo spento.
Io andai a prendere un’aspirina per il mal di testa e poi preparai delle crepes con la nutella per tutti.

-RAGAZZI!! BELLI ADDORMENTATI NEL BOSCO! LA COLAZIONE E’ PRONTA! – Urlai per poi sedermi accanto a Mindy.

-Hey, che hai? – Sussurrai cercando di sorridere e rassicurarla. Lei mi guardò negli occhi e le si appannarono gli occhi di lacrime.

-Niente è… è successa una cosa ieri. Stavo camminando con Grace e due ragazzi ci hanno fermate e… ho paura. Rachel, ho paura di incontrarli di nuovo. – Io la abbracciai e la strinsi.

-Non preoccuparti, non succederà. Ti staremo vicini tutti noi. – Lei si staccò ed alzò gli angoli della bocca in un piccolo sorriso timido.

-Scusa se non ti ho trattata bene Rachel, sei davvero una persona fantastica come dice Michael. Ora ho capito perché era così perso per te… - Poco dopo arrivò Calum e mi diede un bacio sulla guancia, per poi abbuffarsi con le crepes assieme a Michael che si era appena svegliato.

-Stai bene Rach?- Disse pulendosi la faccia dalla nutella. –Ieri sera sei stata parecchio male…- Lo guardai ed annuii.

-Si sto bene Cal, ho preso un’aspirina e mi è passato il mal di testa.- Lui notò che avevo addosso la maglia di Luke e mi guardò con disapprovazione, poi si rituffò nel suo piatto con le crepes.


‘POV HALEY’

Quel giorno ero tornata in palestra per fare un po’ di esercizi. Era stata una nottata terribile: il mio ragazzo era tornato a casa ubriaco fradicio e mi aveva picchiata.

Avevo un dolore lancinante al braccio, un piccolo taglio vicino l’occhio e paura… tanta paura. Stavo maledicendo il giorno in cui avevo deciso di stare con lui. Così, ero andata in palestra per sfogarmi un po’, nonostante i dolori fisici. Qualche giorno prima avevo incontrato un ragazzo dai grandi occhi verdi, uno sguardo in cui mi sarei persa per ore intere. Mentre stavo facendo degli addominali, sentii la voce di un ragazzo che mi parlava.

-Va bene ma dovresti perfezionare il metodo…- Aprii gli occhi e riconobbi il suo sorriso che avrei riconosciuto fra mille.

-Ashton? - Lo guardai e lui si sedette vicino a me e mise una mano sui miei piedi per bloccarli.

-Prova ora. – Feci qualche addominale così, faceva un male cane ma mi stavo sforzando per… ehm… fare bella figura.

-Meglio. – Sorrisi e mi alzai, lui notò le ferite e mi guardò.

-Chi ti ha fatto questo? – Io abbassai lo sguardo e cercai di trattenere le lacrime, poi vidi arrivare il mio ragazzo. Mi scese una lacrima, anche se contro la mia voglia.

-Alex, mi stavo solo allenando, davvero…- Lui arrivò e guardò con rabbia Ashton.

-Non mi fai paura, hai ridotto così una ragazza indifesa e sappi che non dimentico quello che stavi facendo ieri sera. DEVI LASCIARLA STARE. – Di cosa stavano parlando? Non capivo, davvero…

-Lei è la mia ragazza, chiaro? – Ashton si avvicinò e mi prese tra le sue braccia, poi mi guardò.

-Alex, non voglio più essere la tua ragazza. Mi maltratti sempre. – Scoppiai a piangere stringendomi tra le braccia possenti di Ashton. Nonostante tutto, Alex guardò Ash con rabbia, ma poi se ne andò. UN ATTIMO, se n’era davvero andato?!

-Haley…- Gli bagnai la maglietta di lacrime, poi lui mi prese la mano.

-Ho paura, Ashton. Ho paura di lui, non so dove andare, so che mi troverà e mi picchierà a sangue… ho tanta paura. – Lui mi prese la mano e mi portò via correndo.

-Vieni con me, ti salvo io. – Io lo seguii, lo conoscevo appena ma… sentivo che potevo fidarmi di lui. Era come se lo conoscessi da tanto, quando in realtà ci eravamo visti solo due volte per puro caso. Mi portò in una villa di campagna, io arrivai: c’erano tre ragazzi e tre ragazze, più me ed Ashton.

-Ehm… ciao. – Sorrisi timidamente ad un ragazzo biondo che stava mangiando delle crepes tutto sporco di nutella, seduto accanto ad una ragazza con dei lunghi capelli rossi che doveva essere la sua ragazza.
Sulla poltrona c’era un ragazzo con i capelli rosso fuoco e stesa su di lui una ragazza con i capelli celesti che stava leggendo un libro, poi un ragazzo con i capelli neri che stava accarezzando dolcemente una ragazza mora, sembrava stesse tremando. Tutti si girarono all’improvviso e mi guardarono.

-Ciao! – Dissero all’unisono, io ero un po’ in imbarazzo.

-Allora, loro sono Luke, Rachel, Michael, Mindy, Calum e Grace. Staremo qui per un po’ di tempo. Ragazzi, lei è Haley, diciamo che è… fuggita da uno di  quei pervertiti di ieri sera. – Senza aggiungere altro mi portò in una camera, poi si sedette sul letto accanto a me.  

-Ti va di vivere qui per un po’ di tempo? – Mi chiese sorridendo, mentre mi asciugava una lacrima dalla guancia.

-S..si. – Sorrisi e lui si avvicinò a me guardandomi negli occhi. Eravamo vicini… troppo vicini. 

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!

Scusate se sono in ritardo, ma ieri ho fatto l'albero di natale e non ho potuto aggiornare :/ 
Cooomunque, non ho molto da dirvi a parte il fatto che credo che la storia stia piacendo meno... se c'è qualcosa che non vi piace ditemelo ok? <3 
In questo capitolo vediamo...mmh Lukey e Rachel che... -> *faccina pervy* finalmente!! XD 
poi una colazione che sbranerei in due secondi e l'inizio (forse) di qualcosa tra Haley e Ashton... 
Ringrazio la mia ottuccia per avermi *hem* aiutato e... niente, ci vediamo al prossimo capitolo. 

PS. COMPRERETE IL CD LIVE DEI 5SOS? :O 


 

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Capitolo 28
*** Crazy house and secrets ***



Lo guardai negli occhi per qualche secondo, poi mi allontanai impaurita. Ero appena fuggita dal mio vecchio ragazzo, non avevo nessuna intenzione di lasciarmi al primo che passa… nemmeno se questo è Ashton, il ragazzo dai bellissimi occhi verdi e dal sorriso che non scorderei per nulla al mondo.

-Tu…tutto bene Haley? – Sorrisi timidamente ed annuii.

-Ehm, perché non mi presenti i tuoi amici? – Lui mi prese la mano e mi accompagnò in soggiorno: adesso c’erano soltanto la ragazza con i capelli rossi ed il biondo abbracciati sulla poltrona. Non volevo interrompere, sembravano così carini .

-Hey, tu sei Haley giusto? Uhm, piacere, io sono Rachel. – La rossa si alzò e mi porse la mano sorridente. Era davvero una bella ragazza, con gli occhi celesti e quelle ciocche di capelli rossi che le davano un’aria spiritosa, la maglia che doveva essere del suo fidanzato. Già, davvero carina.

- Si. Scusate se mi sono intrufolata qui dal nulla, non avevo intenzione di irrompere nelle vostre vite così. Il mio ragazzo, o meglio… il mio ex ragazzo, ecco, non lo so ho avuto paura e… - Lei mi abbracciò con forza senza farmi finire la frase.

-Benvenuta in famiglia Hal . Ti posso chiamare Hal da oggi? – Io annuii senza staccarmi dall’abbraccio, poi lei mi portò sulla poltrona dove mi trovai faccia a faccia con il biondo, se non sbaglio si chiamava Luke.

- Ciao, Haley. Io sono il fratello di quello scemo che ti ha portata fin qui, scusa se al momento sono in mutande. – Mi misi a ridere e mi cadde lo sguardo su un paio di mutande con i pinguini. Beh, almeno sono originali.

-Haley, hai un livido sul braccio che si sta gonfiando , dovremmo metterci del ghiaccio. – Affermò Ash prendendomi delicatamente il braccio ed osservando un grosso livido violaceo. Lì Alex mi aveva dato un pugno con così tanta forza…
Ash prese il ghiaccio e lo avvicinò, ma venne fermato.

-FERMO! IL GHIACCIO NO! – Luke afferrò il ghiaccio e lo lanciò vicino la finestra, Rachel lo guardò e si mise a ridere arrossendo.

-Perché no? – Ash guardò suo fratello alzando un sopracciglio, confuso. Luke abbassò lo sguardo sulle sue mutande ed accennò un sorriso malizioso, poi prese la mano di Rachel.

-Perchè quel ghiaccio è stato in posti in cui non dovrebbe essere. – Ah, capito tutto. Perché aveva del ghiaccio nelle mutande?
Mi misi a ridere spontaneamente, mentre Ash faceva lo stesso.

-Hemmings, eri messo così male? Dopo il calcio di quello scemo hai avuto bisogno del ghiaccio? –

-Si non ti dico, cioè… stamattina non lo sentivo più. Avevo paura che qualcuno me lo avesse amputato, ti giuro, ma poi è arrivata Rach e… - Rachel gli diede uno schiaffo sul braccio, mentre lui rideva.

- Chiudi quel becco stupido. – La rossa gli diede un bacio e lui sorrise, io guardai Ashton .

-Forse è meglio che lasciamo questi piccioncini da soli, vieni, ti porto a conoscere Michael. –
Mi prese per mano e mi trascinò in una delle tante stanze che erano in quella casa, c’era il ragazzo dai capelli rosso fuoco che giocava alla Play Station 4 con dei pop corn sparsi dappertutto, la sua ragazza (quella con i capelli celesti) stava giocando con lui e sembravano molto agguerriti. Mike saltò all’improvviso urlando “NO!” e fece cadere altri pop corn dalla ciotola, facendoli finire dappertutto.

-Come è possibile che mi batti sempre Mindy?! COME? Diciannove anni e mi faccio battere a Fifa dalla mia ragazza. Oh, ciao Ash! Ciao Haley! – Sorrise e mise in pausa il gioco .

-Sei una schiappa Mike, è questa la verità. – Mindy gli scompigliò i capelli e mi sorrise.

- Ciao ragazzi, ehm, volevo conoscervi. – Mike mi offrì un controller per la Play, ma io scossi la testa.

-Oh, no grazie, non sono brava in queste cose. – Mindy rise e riprese il controller.

- Comunque lo batteresti sicuramente, fidati. –

-Scusate ragazzi, non è che per caso avete del ghiaccio che non sia stato nelle mutande di Luke? – Chiese Ash ai due.

- Forse ho del ghiaccio secco, aspetta. – Mindy frugò nella sua borsa e mi porse una bomboletta celeste, Ash mi spruzzò un po’ di ghiaccio sul braccio, io rabbrividii. Era DAVVVERO freddo.

- Qui abbiamo finito, ti porto a conoscere Calum e Grace e poi abbiamo finito il giro turistico. -  
Mi portò nella stanza affianco, bussò ed una voce disse “Avanti”. Calum stava abbracciando la ragazza mora, anche lui in mutande, e le accarezzava i capelli. Grace aveva gli occhi chiusi e si stava stringendo a lui.

-Non vi voglio disturbare ragazzi… - Mi allontanai un po’, ma Cal si girò verso di me e mi sorrise.

-No tranquilla, io sono Calum. Lei è solo un po’ stanca ed impaurita, ma credo che anche tu lo sia… ehm, forse, se parlaste un po’ potreste sentirvi meglio. Io intanto vado… vado a farmi un bagno in mare. – Eh? Cosa? Io neanche la conosco questa qui!
Alla fine mi ritrovai da sola in una stanza con quella ragazza. Ci guardammo un po’ negli occhi, ma poco tempo dopo, non appena iniziammo a parlare trovammo una… sintonia. Avevamo passato le stesse cose.

-Assieme ce la faremo. – Dissi e poi abbracciai Grace con forza.


‘POV RACHEL’

Ero in soggiorno da sola con Luke, Haley mi era sembrata una brava ragazza. Brava e tanto… timida. E come al solito Luke era riuscito a mettermi in imbarazzo con le sue battutine sconce, guarda che novità eh.

-Hai intenzione di dire a tutti che stamattina siamo andati a letto insieme? – Risi e lo baciai.

-Si, ci avevo pensato… ma poi ho visto tuo fratello fulminarmi con lo sguardo. Forse è un po’ arrabbiato per ieri sera…- Mi misi su di lui e lo guardai negli occhi.

-A proposito, tu non mi hai più detto quello che è successo ieri sera. PARLA. ORA. –

-Niente, dopo che sono andato in bagno ho sentito delle voci e sono corso e stavano molestando Grace e Mindy e sono uscito dalla finestra e ho preso a cazzotti uno che mi ha dato un calcio nei gioielli di famiglia e dopo è arrivato Ash e mi ha aiutato e siamo scappati a casa e… niente. Insomma, nulla di che. – Rimasi a bocca aperta e lo guardai con gli occhi spalancati.

-NIENTE EH? Luke, avresti dovuto dirmelo invece che cambiare discorso con il ghiaccio. State bene? – Lui distolse lo sguardo dai miei occhi, nello stesso momento Calum entrò in soggiorno .

-Chi viene al mare con me? -  Io andai ad abbracciarlo e gli diedi un bacio sulla guancia.

-Vengo io fratellino, mi stavo giusto annoiando con Luke. – Sorrisi e gli presi la mano, feci una linguaccia a Luke e mi avviai con mio fratello, lasciando solo il “povero” ragazzo biondo.
Camminammo in silenzio per un po’, poi arrivammo sulla spiaggia e mi tolsi la maglia di Luke rimanendo con il costume viola che mi aveva regalato Mikey.

-Calum, Luke mi ha detto qualcosa di ieri sera però… ho bisogno di saperne di più. – Ci mettemmo a camminare sulla spiaggia e lui mi spiegò qualcosa. In poche parole avevo bevuto, c’era della roba dentro, avevo vomitato, stavo per baciare Ash e poi mi ero rincoglionita totalmente. Lui mi aveva riportata a casa con tanta cura lasciando sola la sua fidanzata. MI SENTO UNO SCHIFO.

-Cal, ti prometto che… che non ti farò più preoccupare per me. Non puoi sempre risolvere i miei errori, devo prendermi le mie responsabilità qualche volta… mi dispiace doverti sempre scocciare per gli errori che faccio. Mi sono comportata come una bambina, e tu fai sempre la parte del padre che si preoccupa. – Lui diventò serio e mi guardò.

-Rachel, non voglio che tu stia con Luke. Lui ti fa solo… del male. Aveva promesso di restarti accanto e invece ti ha lasciato sola. Vuole solo approfittarsi di te, credi che stamattina non vi abbia sentiti? SONO NELLA STANZA AFFIANCO. Nessun buon fratello vorrebbe sentire la propria sorellina caruccia e indifesa fare certe cose. – Io arrossii ed abbassai lo sguardo.

-Scusami. E’ che… non lo so, quando lo vedo… perdo la testa. Non volevo neanche innamorarmi di lui all’inizio, e tu lo sai bene. E’ successo e basta, ora è come se… non lo so Cal, tutti possono fare degli errori, ma io mi sento legata a lui. Mi ha lasciato sola, ma non può stare sempre attaccato a me. Come non puoi tu, dovete anche vivere le vostre vite. Calum, era andato in bagno e poi è corso ad aiutare la TUA fidanzata e quella di Michael. Credo che abbia fatto una scelta giusta, no? -
Lui si fermò qualche secondo a pensare, poi mi guardò negli occhi e sorrise.

-Giusto, tutti commettiamo errori. Ma ti giuro che se ti sento un’altra volta fare quelle cose… - Mi misi a ridere e lo abbracciai.

-Promesso. – Poi mi prese in braccio e mi buttò in acqua. Quando riemersi lo guardai con sospetto, poi cercai di affogarlo senza risultati.

-Non è giusto, tu sei troppo alto e possente per affogare. Smettila di andare in palestra! – Lui rise.

-E tu sei troppo bassa e fragile per non essere affogata. Comunque se vuoi posso rimediare. – Lui andò sott’ acqua e mi afferrò le caviglie. Quando riemersi ritrovai un paio di occhi celesti come il mare a guardarmi.

-Tutto bene piccola? – Sbattei le ciglia e quando riaprii gli occhi era Calum, il mio solito fratellino.

-Si, sto bene Cal… - Mi girò la testa qualche secondo, mi sembrava ancora di vedere la figura di Luke sovrapposta a quella di mio fratello, poi corsi sulla riva della spiaggia senza aggiungere altro. Mi stesi e sentii delle urla provenire dalla casa.

- LUKE, NO!! - 

 
*Spazio autrice* 

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!!!! 

Sono ancora viva, si, ho pubblicato dopo 5 giorni dall'ultimo capitolo perchè.. oh, lasciamo perdere. L'importante è che sono tornata LOL 
Allora, eccoci, dunque... in questo capitolo vediamo Haley che fa la conoscenza dei fantastici quattro e delle loro fidanzate yeeee 
Poi vediamo i LUCHEL che scherzano (e Luke che continua a fare battutine sconce u.u) e poi un fratellino geloso che sente cose che NON DOVREBBE SENTIRE xD 
Quindi, allora... buh non ho molto da dirvi, spero che recensiate e ringrazio come al solito tutti i miei lettori <3 
P.S. SONO CURIOSA, SI, MA... VOI COSA VI FARETE REGALARE PER NATALE? :D
MUKE :3 


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Capitolo 29
*** The Killers ***



Corsi in casa a perdifiato, seguita da mio fratello. Per quanto lui e Luke non andassero perfettamente d’amore e d’accordo, probabilmente aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Arrivata in casa, avevo una voglia matta di entrare e allo stesso tempo di restare fuori. E se quello che era successo non mi fosse piaciuto? E se fosse stato meglio rimanere soli? Da quando i miei sono morti penso sempre al peggio, ho paura di perdere le persone a cui tengo, e magari anche per una parola posso andare in crisi . Alla fine presi un respiro ed entrai, dovevo sapere cosa fosse successo. Entrata, scoppiai a ridere come un’isterica. Ecco cosa era successo: Michael aveva fatto cadere del succo per terra e Luke (ancora in mutande, per l’appunto) ci era scivolato sopra cadendo per terra.

-Luke, che mi combini? – Risi e gli andai a dare una mano a rialzarsi, poi si sedette sulla poltrona.

-Tutto bene pinguino? – Gli scompigliai i capelli con una mano e poi gli portai un bicchiere d’acqua. In realtà, non sembrava stare benissimo, aveva il viso pallido e rispondeva con cenni del capo. Lui si stese sulla poltrona senza dire una parola, stringendomi la mano con forza.

-N-non… non respiro. Mi fa male… il… il… - Si toccò il torace con una mano, respirando a fatica. Cosa stava succedendo?

-ASHTON! – Urlai, poco dopo lui arrivò correndo e appena vide suo fratello spalancò gli occhi.

-Oh Luke, non di nuovo, era tanto che non ti succedeva… - Si affrettò ad aprire una cassetta di primo soccorso e prese delle pillole blu, ne diede una a Luke che la ingerì forzatamente. Ero così spaventata, non l’avevo mai visto così, stare VERAMENTE male. Osservai Ashton con sguardo interrogativo, intanto Luke riprese a respirare in modo più calmo e regolare.

- A volte, quando era bambino, aveva questi , ehm, come dire… attacchi di panico. – Lo guardai stupefatta: attacchi di panico. Luke Hemmings il pervertito soffriva di attacchi di panico.

-Ma… perché? Cioè, perché gli succede? – Lui si grattò leggermente la testa e sorrise a suo fratello che si stava lentamente riprendendo.

-Perché si, non ho mai capito il perché. A volte mi succede e basta, non posso farci niente, di solito succede in periodi in cui sono stressato oppure quando mi spavento per qualcosa. – Lo guardai seria.

-Come per esempio in questo periodo, dato quello che è successo ieri sera. – Dissi alzando un sopracciglio. Lui annuì debolmente, per poi guardare Ashton.

-Erano anni che non mi succedeva più, credevamo che io fossi guarito, ma a quanto pare mi porterò questa cosa ancora per molto. Fortunatamente non è grave. – Presi un sospiro di sollievo e lo abbracciai. Non potrei sopportare di perdere anche lui, per niente al mondo. Comunque, sentivo che c’era qualcosa che non mi avevano detto, ma preferii non fare altre domande a riguardo. L’importante era che Luke stesse bene.


Qualche giorno dopo, mi svegliai come al solito, doveva essere una giornata come le altre. Avrei dovuto fare ripetizioni con Luke quel giorno, altrimenti potevo dire addio al nuovo anno scolastico. Mi svegliai tra le calde braccia del mio ragazzo (amavo chiamarlo “il mio ragazzo”) e lo baciai dolcemente. Erano le dieci di mattina, tutto normale, si prostrava una giornata che non avrebbe avuto nulla di diverso dalle altre, eppure avevo un cattivo presentimento, dal giorno in cui Luke aveva avuto la crisi di panico. Ed in quel momento, tutte le mie paure diventarono realtà. Tutto quello che avevo sempre temuto, tutto quello che avevo sempre odiato, tutto quello che mi aveva sempre tormentato.
Rumori provenienti dalla cucina. Credevo che stessero tutti dormendo.

-Calum? Michael? Ash? – Urlai senza ottenere risposte. Mi alzai, Luke mi stava guardando confuso.

-Dove vai piccola?- Gli feci segno di stare zitto e presi una mazza da baseball che era in camera. BASEBALL. Andiamo, stiamo scherzando?  Avevo intenzione di andare incontro a due ladri o non so cosa con una mazza da baseball e la maglia del mio ragazzo addosso. Certo Rachel, così conquisterai il mondo.
Camminai in silenzio senza farmi sentire, ma quando li vidi iniziai a tremare. Li avrei riconosciuti tra mille, e non avrei mai scordato ogni singolo particolare di quegli uomini. Non dopo quello che era successo.
Stavano frugando tra i cassetti, alla ricerca di qualcosa, probabilmente qualcosa che avrebbe potuto arricchire le loro sudicie tasche. Non volevo chiamare i ragazzi, avevo paura, dovevo vedermela da sola. Era ora di affrontare questi “fantasmi del passato”, gli assassini dei miei genitori.

-FERMA DOVE SEI! – Uno dei due si era accorto di me, io rimasi ferma vicino al muro e li guardai.

-Tu mi ricordi qualcuno… uh si, qualche anno fa, avevamo fatto una rapina finita male se non ricordo… e tu sei arrivata dopo. Conoscevi quei tizi? – Avevo gli occhi lucidi, ma allo stesso tempo le vene che pulsavano per la rabbia. Se qualcuno crede che Rachel Hood sia piccola e indifesa si sbaglia di grosso, ma loro avevano… le pistole. E poi, per quanto volessi essere forte… erano il mio punto debole. Pensare che era colpa loro se io ero rimasta orfana, se avevo perso le persone più importanti della mia vita, se il mio destino era così incasinato… se avevo preso debiti a scuola, se avevo conosciuto Luke. Ma soprattutto non avevo più i miei genitori per colpa loro. E cosa volevo fare con una stupida mazza da baseball contro due omoni armati?

-Ah guarda, erano solo i miei genitori niente di che… che coincidenza rincontrarvi così. Mi siete mancati proprio tanto, sapete? Ho sempre sperato di rivedervi per dirvi tutto quello che penso. Non farò la bambina questa volta, non mi metterò a fare discorsi lunghissimi perché so che per voi  è solo una perdita di tempo. Prima mi fate fuori meglio è, no? Quindi, uhm, avete ammazzato brutalmente i miei genitori. Mi avete rovinato la vita, e questo è il risultato. Non sapete neanche quante volte ho pensato di farla finita, tante volte, forse troppe. – Gli mostrai le ferite sul braccio, avevo preso tutto il coraggio che mi era rimasto. Tutto quello che non avevo mai detto, neanche a me stessa, tutta la rabbia e l’odio repressi per lungo tempo. THIS IS EVERYTHING I DIDN’T SAY.

-Oh, scusa ragazzina, ma è il nostro lavoro. L’unico modo che abbiamo per vivere. Sai, tu saresti un gran bel bocconcino, sei cresciuta dall’ultima volta che ti ho vista… - Disse l’altro avvicinandosi e premendo sulle mie ferite.

-L’unica cosa che voglio dirvi è che dovreste perfezionare la vostra tecnica. Sapete, irrompere in casa della gente e ucciderla non è molto… anonima come cosa. Forse dovreste limitarvi a pianificare meglio, entrare in casa, rubare ed uscire. –

-Stai forse cercando di pararti il culo con queste frasi? Ormai sei già morta, piccolo essere arrogante. Sei morta dal giorno in cui hai visto i nostri volti e non siamo riusciti ad uccidere te e… quel ragazzo era tuo fratello? Prima o poi toccherà anche a lui.

– Lo guardai con rabbia e cercai di dargli una botta in testa con la mazza da baseball, ma venni trattenuta dal suo compagno che mi prese da dietro e mi immobilizzò.

-LUKE! – Urlai con tutta la voce che mi era rimasta, prima che mi chiudessero la bocca con le mani. L’uomo mi mise un fazzoletto con uno strano odore davanti, nel giro di qualche secondo vidi tutto più sfocato, un paio di occhi celesti, il rumore di uno sparo e delle voci confuse. Poi il buio.
 

‘POV CALUM’

Avevo sentito delle voci ancora mezzo intontito dal sonno, credevo che fossero i ragazzi ma poi… mia sorella aveva urlato. Un urlo di quelli che non sentivo da quando erano morti i nostri genitori, un urlo… disperato. O forse, semplicemente, liberatorio.
Corsi in fretta in soggiorno, sbadigliando nel frattempo. Arrivato, spalancai gli occhi alla scena che mi trovai davanti. Non mi sarei mai, mai e poi mai aspettato quello che avevo visto.
Mia sorella stava cadendo per terra intontita da chissà cosa, Luke stava cercando di salvarla, ma… si stava accasciando sul pavimento con lo sguardo vuoto, una mano sul petto che stava sanguinando. UNA MANO SUL PETTO CHE SANGUINAVA?
Due uomini, invece, impugnavano una pistola e stavano indicando me. Non so come, in un’azione tipo quei film di avventura all’Indiana Jones, diedi un calcio nelle parti basse di uno dei due ladri, lui si accasciò per terra. Poi gli presi la pistola che era caduta e la puntai alla gamba del suo compagno. Calum, ce la puoi fare. Se lo meritano. Sono… gli assassini dei miei genitori.
Sparai alla gamba dell’uomo con la mano tremante, lui cadde sul pavimento poco distante dal suo compagno, che si stava contorcendo per il dolore. Michael comparse in stanza probabilmente spaventato dai rumori degli spari, io ero ancora sconvolto.

-Chiama un’ambulanza e… e la polizia. – Furono le uniche cose che riuscii a dire, poi andai verso Luke e mia sorella. Lei sembrava essere solo stordita da qualche sostanza, Luke invece… continuava a perdere sangue. Sangue su sangue. Non potevo perdere anche lui per colpa loro, no!
Michael si affrettò a prendere un telefono, nel giro di qualche minuto anche Ashton, Grace, Mindy ed Haley erano in stanza, tutti scioccati.

-LUKE! No…no… non è possibile. Luke cazzo, sono Ash, apri gli occhi, sono tuo fratello, ti ho cresciuto! – Ash gli prese una mano, lui la mosse un po’. Le ragazze erano sconvolte, non sapevamo cosa fare prima: due criminali sul pavimento, mia sorella che era stesa per terra sotto l’effetto di chissà quale sostanza chimica, e Luke era stato colpito da un proiettile al petto…
Quelle ore furono molto confuse: spiegammo tutto alla polizia, nel modo meno confuso possibile (per quanto fossi sconvolto, raccontare una favoletta alla polizia era l’ultima cosa che volevo fare in quel momento), Luke venne portato in ospedale d’urgenza, non era morto solo per poco, il colpo era arrivato vicino al cuore e non si svegliava… era al limite. E poi mia sorella… lei era ancora stordita, le avevano fatto odorare del cloroformio, ma non aveva niente di grave. Era nel letto a riposare, sotto la sorveglianza di Michael e della sua ragazza. Mi fidavo di loro.
Io stavo parlando al commissariato da due ore e mezzo, ero stanchissimo e preoccupato. Non sapevo nient’altro di quello che stava succedendo là fuori da quando stavo parlando con la polizia.

-Va bene, può andare signor Hood. – Mi alzai finalmente e corsi fuori, chiamando Ashton.

-Come sta? – Lui restò in silenzio un po’ troppo, qualcosa non andava.

-Vieni in ospedale Calum. Ho bisogno di te. - 

 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I LIKE ABOUT YOU!!! 

Allora, vi devo dare un annuncio, non volevo dirvelo così all'improvviso ma.... questo è il penultimo capitolo. Si, finirò la storia il prossimo capitolo, saranno in tutto 30 capitoli. Sto lavorando duramente già da ora per un ultimo capitolo indimenticabile, spero che vi piaccia davvero. Quindi, uhm... in questo capitolo è successo un po' un casino, sinceramente ha fatto male anche  a me scriverlo. 
In ogni caso, non voglio stare molto a ripensare a quello che ho scritto, cioè, Rachel mezza rincoglionita, Luke mezzo... mezzo morto. Ma non pensiamociiii, cioè, non fa niente no? LOL non ammazzatemi xD 
Niente, ci vediamo nel prossimo capitolo che è l'ultimo capitolo e... uhm... alla prossima!! 
P.S. Cosa vorreste in particolare per l'ultimo capitolo? :) 

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Capitolo 30
*** Perfect in our imperfections... ***



(Ragazze, scusate se mi approprio di questo spazio all’inizio dell’ultimo capitolo ma vorrei che leggeste da questo segno * il capitolo con questa canzone, inserirò il link anche quando ci sarà il segno : https://www.youtube.com/watch?v=5NWnF_cdtIA )
 
‘POV RACHEL’

Mi svegliai mezza intontita, con le palpebre pesanti e tutti i muscoli molli. Quando riuscii a focalizzare lo sguardo vidi un pony arcobaleno che stava al cellulare, quando lo chiamai sussurrando.

-Mike…- Lui si girò verso di me e mi sorrise, avevo una grandissima confusione nel cervello. Forse era solo un sogno, ma mi sembrava così reale…

-Ciao rossa. Come ti senti? Non ti preoccupare, so che probabilmente sei molto preoccupata per quello che è successo. Luke è in ospedale, Calum credo sia ancora alla polizia ed Ash è con suo fratello. Tu sei stata stordita con del cloroformio, ma non è niente di cui preoccuparsi. Tra poco dovresti già sentirti meglio. –

-LUKE E’ IN OSPEDALE? – Mi alzai dal letto in fretta, con la testa che scoppiava, ma avevo bisogno di andare da lui. Il rumore sordo di uno sparo, il buio, la voce di Luke… ma certo. Ora tutto combaciava. Michael cercò di fermarmi quando vide che barcollavo un po’, ma non potevo restare ferma, non dopo quello che era successo.

-Ok, ho capito, non hai intenzione di rimanere qui. Perfetto, però lascia che ti accompagni in ospedale con la macchina, sei ancora troppo stordita per arrivare fino a lì a piedi. – Io annuii e misi il primo paio di scarpe che trovai, poi salii in macchina con lui (e, tanto per precisare, giudò alla velocità della luce) e corsi in ospedale.
Arrivata, chiesi di Luke, arrivai nella stanza 5 e lo vidi. Luke, nel letto d’ospedale, gli occhi chiusi, il respiro debole, una grande fasciatura sul petto. Ash stava vicino a lui, gli teneva la mano e non staccava gli occhi da lui. Calum si stava sedendo, forse era appena arrivato. Haley e Grace erano rimaste fuori a parlare, ma io…dovevo vederlo, stare con lui.

-Ciao Rach…- Disse Ash a bassa voce, come per non farsi sentire da Luke. Avevo gli occhi lucidi, mi sedetti sul letto dove stava Luke, vicino a lui, lo guardai e gli passai una mano fra i capelli biondi tutti scompigliati.

-Ciao Ash… come sta? – Lui scosse la testa lentamente, poi mi guardò negli occhi.

-Il proiettile è arrivato vicino al cuore ma… non l’ha preso. Glielo hanno estratto e hanno messo dei punti, la fasciatura e dovrebbe farcela, solo che al momento è molto debole e ha perso davvero tanto sangue… insomma, dovrebbe farcela come ho già detto, ma c’è un trenta percento di possibilità che questo non succeda. – Guardai tutti gli altri, erano spaventati e preoccupati, mi stavano osservando con insistenza.

-Ragazzi, posso stare un po’ da sola con lui…? – I ragazzi annuirono ed uscirono dalla stanza, chiudendo la porta e lasciandomi con lui. Lo guardai e gli strinsi una mano, con l’altra gli accarezzai una guancia e le labbra socchiuse.

* https://www.youtube.com/watch?v=5NWnF_cdtIA

-Ciao piccolo pinguino…so che probabilmente non mi puoi sentire perché sei in questo stato a dir poco pietoso, ma vorrei parlare con la parte del mio ragazzo, del sexy professor Hemmings che so mi sta sentendo anche se non consciamente. E’ tutta colpa mia, lo so, eri venuto lì per proteggermi, perché ti avevo chiamato, so che lo hai fatto con amore… ma non volevo che finisse così. Volevo chiudere il capitolo del mio passato riguardante la morte dei miei genitori, credevo che ci sarei riuscita, non avevo realizzato che quel capitolo si è chiuso il giorno in cui ho capito di amarti davvero… e ora non puoi lasciarmi così. Non devi e so che non lo farai, perché sei forte, come lo sei sempre stato. Per farmi sorridere, bisogna per forza essere così forti… ora il mio compito è quello di vederti ancora sorridere, quello di costruire un futuro con te anche se sei la persona più stupida, pervertita e impulsiva di tutto il mondo. D’altronde, anche io ho mille difetti, se dovessi contarli tutti non finirei più, e molti dei difetti che ho li hai anche tu, però nelle nostre piccole imperfezioni possiamo essere perfetti…  non voglio perdere la mia piccola perfezione con te, Luke Robert Hemmings. – lo abbracciai facendo attenzione a non poggiarmi sulla parte ferita, continuando a stringergli una mano, e non riuscii più a trattenere le lacrime, piangendo sul suo corpo. Era devastante vederlo così, preferivo quando voleva stuprarmi i primi giorni, avrei dato tutto per riaverlo così determinato.
Lo sentii muoversi lentamente, quando un braccio mi circondò debolmente la schiena. Alzai lo sguardo e lo vidi con gli occhi aperti.

-Ciao bambola… cos’era quella storia delle imperfezioni? – Sorrise e mi strinse un po’ di più, ma non con molta forza. Io mi staccai da lui e lo guardai.

-Cos’è questa storia che origli quello che dico facendo finta di essere mezzo morto? – Lui rise un po’ , poi si fermò all’improvviso.

-Mi fa male il petto… -

-Shh, non è ora di ridere. Stai semplicemente zitto e evita di sforzare la parte alta del torace, sai com’è, sei stato sparato da poco. – Ash , Calum e Michael tornarono in stanza, quando arrivarono Michael si mise a saltellare urlando come una ragazza, Calum corse verso il suo amico ed Ash abbracciò suo fratello. Tutti iniziarono a sorridere, io restai vicino a Luke.

-Temevo di averti perso, piccolo stupido pinguino…- Disse Ashton.

-Non vi sbarazzerete di me così facilmente, plebei. – Rispose Luke provocando una risata generale. Era il solito Luke Hemmings, il mio ragazzo.  

E così, passò un mese, verso metà Agosto eravamo tornati a casa nostra e zia Gertrude non si era più fatta sentire. Luke stava guarendo in fretta, la ferita si stava rimarginando velocemente e lui sembrava stare bene, riprese presto a fare tutto quello che faceva normalmente, con una cicatrice in più, si, ma lo rendeva ancora più sexy.
Continuavo a prendere ripetizioni da Luke (si perché in realtà era quello il vero motivo per cui dovevo stare con lui… IN PRINCIPIO) , grazie a lui riuscivo a capirci finalmente qualcosa di Fisica e Matematica… anche perché per ogni esercizio che mi usciva ricevevo un premio. Già, era una vera pacchia fare lezione con il Prof Hemmings e con mio fratello che entrava in camera ogni due minuti per controllare che non succedesse niente. All’inizio voleva che io mi mettessi con Luke, verso gli inizi di Giugno, credeva che mi avrebbe fatto bene e invece quando finalmente mi sono messa con lui, oh beh, lo sapete. E’ diventato il mio dolce fratellino-panda geloso.

Michael si era ufficialmente messo con Mindy, erano una bella coppia quei due. Insomma, entrambi nerd, entrambi fissati con le tinte per capelli, entrambi bravi a suonare la chitarra (facevano dei duetti stupendi assieme, davvero, erano fantastici) . Inoltre ero felice che alla fine anche lui avesse trovato una  ragazza che lo meritasse, odiavo vederlo soffrire quando stavo con Luke e lui era ancora cotto di me… beh, questo non significa certo che la nostra amicizia sia cambiata. E’ rimasto pur sempre il mio pony arcobaleno.

Per quanto riguarda Ashton, credo che fosse scontato che si sarebbe messo con Haley, ma lei gli ha dato del filo da torcere. Le ci è voluto un po’ per lasciarsi andare, all’inizio quasi non parlava, era spaventata dalla sua vecchia relazione credo. In ogni caso, da poco tempo si erano finalmente messi assieme : un racconto stupendo, quello del loro primo bacio.
Ashton aveva preparato una cenetta in riva al mare, con della pizza (rigorosamente ordinata, sia chiaro, lui non sa fare la pizza) , un po’ di patatine fritte ed un’atmosfera davvero magica. Già, era successo qualche giorno fa, una delle notti nelle quali ci sono le stelle cadenti. Dopo aver mangiato si erano stesi sulla sabbia fianco a fianco, a guardare le stelle che si riflettevano sul mare. Insomma, una cosa tira l’altra, qualche parolina dolce al momento giusto, una stella cadente e… BOOM! La magia era fatta, i nostri due piccioncini si sono baciati. Insomma, almeno questo è il riassunto che mi ha fatto Haley, se stessi a sentire la versione di Ash probabilmente lo racconterebbe in modo molto piu sdolcinato e mieloso, giusto per sentirsi figo. Oh mio caro Ash, ricordo ancora quando avevi la fissa per le bionde tettone. In effetti, quella scopata gli aveva fatto bene, guarda come era diventato dolce con la sua piccola e timida fidanzata.

Per quanto riguarda Calum , a parte fare il fratello geloso a tempo pieno, aveva avuto un periodo di crisi con la sua ragazza dopo quello che era successo, diciamo che avevano litigato per un po’. Non sopportavo vederlo stare così male per lei, così cupida (si, mi chiamo così ora) per una volta aveva deciso di ripagare suo fratello per le mille cose che aveva fatto per lei, parlando con Grace e facendoli tornare assieme come prima. Già, sono proprio brava in queste cose *urla di disapprovazione del pubblico e versi di scherno* ok la smetto.

E quindi, le cose sembravano andare per il meglio, l’estate stava arrivando agli sgoccioli, il giorno prima avevamo deciso di andare a vedere tutti assieme il tramonto sulla spiaggia, assieme come un tempo. Ormai eravamo noi, una spiaggia e delle chitarre. Ah, già, i ragazzi avevano fondato una band sul serio, erano forti. Avevano anche buttato giù qualche canzone, come per esempio “Gotta Get Out” o “Beside You” , ma per il momento si limitavano a caricare cover quasi penose su Youtube. Beh, devo ammettere che forse non erano così penose, mi piacevano come band. Purtroppo in Australia non si va molto lontano con la musica, ma a loro andava bene così: volevano divertirsi, stare assieme e fare musica per rendere le loro (e anche le mie) giornate migliori. E poi, Dio, la voce di Luke quando cantava… era qualcosa di… stuprabile ecco. E io, si, lo potevo stuprare.  In ogni caso, erano fantastici, forse dovevano ancora perfezionarsi ma ce la potevano fare.

Stava iniziando un nuovo anno scolastico, la solita tiritera, i soliti professori, le solite seccature ed un nuovo ragazzo… ed una nuova famiglia, direi.
Ashton stava sdraiato per terra con la sua ragazza, stavano lavorando ad una canzone assieme e prendevano appunti su un quaderno. Michael, invece, era sulle scale della scuola con Mindy seduta sulle sue gambe che giocava con la sua PSP, Mike cercava di riappropriarsi della sua console ma la ragazza dai capelli celesti era determinata a tenerla tutta per sè. Calum, invece, stava allegramente pomiciando con la sua ragazza sul muretto del retro della scuola, facendo cadere lo zaino per terra. E io… io ero davanti la porta della scuola mano nella mano con Luke, aspettando il suono della campanella, che non si fece aspettare troppo.

-Eccoci, un altro anno, altre materie incomprensibili. Oh, almeno ho te quest’anno. – Sorrisi e mi avvicinai a lui.

-Stai tranquilla, andrà tutto bene. Piccola, sai che nel caso tu vada male in qualche materia, puoi sempre prendere ripetizioni da me… - Sorrise maliziosamente e io gli diedi un bacio con dolcezza, cercando di godermi al massimo il contatto con le sue labbra morbide e carnose e anche il freddo del suo piercing. Poi mi staccai e lo guardai negli occhi sorridendo.

- Ai suoi ordini, professore. – Mi avviai dentro la scuola con gli altri, ma poco dopo mi sentii afferrare per i fianchi.

-Ti amo Hood…- sussurrò Luke al mio orecchio facendomi arrossire, io mi girai verso di lui e lo tirai verso di me con il colletto della maglia.

-Non lo dire a nessuno ma… anche io ti amo, Hemmings. –
 
*Spazio autrice*

THAT'S WHAT I REALLY LIKE ABOUT YOU!! 

Mi dispiace finire la storia qui, ma spero davvero che vi sia piaciuto il finale, come il resto della storia. Davvero, un grazie a tutte quelle che hanno deciso di leggere questa storiella scritta da una ragazza di quattordici anni che ha un sogno…
In più, ringrazio tutte le persone che hanno recensito questa storia, messa tra le preferite, seguite o ricordate…  una per una, davvero ragazze, siete il massimo. Per quanto riguarda i ringraziamenti speciali, non posso non citare la mia Camy, Otta e Nadd che sono state sempre vicino a me e mi hanno aiutato nei momenti di difficoltà, quando avevo intenzione di cancellare la storia. Quindi si, dite grazie anche a loro .
Spero di non avervi fatto sprecare tempo con le cavolate che sono uscite dal mio cervellino per questa storia, spero davvero di poter fare un seguito un giorno o magari iniziare un’altra storia, nel caso penso che lo saprete ;)
Beh, come concludere una fiaba che si rispetti…
E vissero tutti felici e…. oh, andiamo, non ho intenzione di concludere la storia così. Insomma, alla fine questi quattro idioti hanno messo su una band pazzesca e sono diventati quello che sono oggi… i 5 Seconds Of Summer.

Comunque, vi ho lasciato la canzone “ Photograph “ di Ed Sheeran dove c’era l’asterisco, per me è come se fosse la sigla finale di questa storia ;) 


 

Fine
 


 

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