Beth & Daryl: Aftermath

di Shannonwriter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***
Capitolo 4: *** Quattro ***
Capitolo 5: *** Cinque ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Uno ***


Note: wow questa è la prima fanfiction che pubblico su EFP da moltissimo tempo. Sono un po' agitata anche perché non ho scelto un fandom facile...! Comunque, metto le note in alto per spiegare un paio di cose a priori; intanto vorrei dire che come è successo a molti altri fan di TWD sono rimasta molto scontenta dal midseason finale e quindi mi sono detta, perché non fare una bella what if? Una dove Beth ha colpito Dawn con un po' più di precisione e l'ha fatta fuori (yeah!!). E poi che sarebbe successo? E con Daryl? Non conoscendo l'itnierario del gruppo ho messo delle ambientazioni un tantino vaghe ma spero mi perdonerete! Ok detto ciò vi lascio col primo capitolo (fatemi sapere nei commenti se vi va)


1.Beth

 

Noi ti abbiamo salvato la vita...
tornano sempre tutti...
Io so quello che hai fatto...

Beth si svegliò di soprassalto. Gocce di sudore freddo le imperlavano la fronte e riusciva a sentire il suo cuore battere a ritmo frenetico. Le ci vollero un paio di secondi per rendersi conto di dove si trovava. Il gruppo si era fermato per la notte in un edificio abbandonato. Lei dormiva in una stanza disordinata e impolverata. Non era più al Grady Hospital, non era più tenuta prigioniera da Dawn. Era tutto finito. L'aveva uccisa con una forbice ficcata dritta nella giugulare. Il sangue le era schizzato tutto addosso. Sul momento non aveva provato alcun rimorso; sì, aveva capito che arriva un momento in cui devi fare quello che devi fare e quella donna non era una dei buoni, meritava la sua furia. Così aveva potuto salvare Noah. Durante tutto il viaggio in macchina aveva risposto come poteva alle domande cariche di apprensione di Maggie e di alcuni degli altri ma nella sua mente si faceva strada, strisciante, un solo pensiero: ho ucciso delle persone. Aveva tenuto duro fino a quando non aveva chiuso gli occhi, sfinita, e aveva iniziato ad avere terribili incubi. Poteva ancora sentire le parole che Dawn le ripeteva sempre, poteva rivedere il volto degli agenti che aveva ucciso e poi quello della sua carceriera. Improvvisamente non era più tutto ok: lei non avrebbe mai voluto uccidere delle persone, con gli zombie era una cosa ma questo era diverso...Ora Beth faticava a respirare.
Si alzò dal letto a una piazza e uscì dalla stanza. Era tardi ma non le importava. Camminò in fretta fino alla porta e respirò un po' d'aria fresca che per un attimo le diede conforto. Ma rimaneva il fatto che aveva tolto la vita a Dawn. Con gli agenti poteva giustificarlo come autodifesa ma con lei...che cosa era diventata?? Un'assassina a sangue freddo?? Che cosa avrebbe pensato suo padre di lei? Si piegò in due portandosi una mano alla gola. Respira Beth, respira...si ripeté.
Un tocco inaspettato sulla sua spalla la fece sobbalzare. Si girò e vide che era Daryl, la preoccupazione dipinta chiaramente sul suo volto. “Beth? Va tutto bene?”
La ragazza si mise dritta, tentò di ricomporsi il più in fretta possibile. Annuì con vigore.
Daryl non era convinto. La guardò bene in faccia, anche se l'oscurità della notte non aiutava. “Non mi pare...Non è sicuro stare qui fuori da sola comunque”
A quelle parole Beth scattò. “Perché? Pensi che non sappia difendermi da sola?”
 
“Senza armi la vedo dura, che succede se uno zombie spunta fuori all'improvviso?” chiese Daryl in un misto di sarcasmo e rimprovero.
Beth si morse il labbro. Distratta, come aveva potuto essere così distratta??
 
“Non riuscivi a dormire?” chiese ancora lui.
Beth scrollò le spalle e mentì. “Avevo solo bisogno di prendere aria”
 
“Mmh. Pure io. Ti va se ti faccio compagnia?”
Beth incrociò le braccia. “D'accordo.”
Si sedettero entrambi sul marciapiede. Rimasero in silenzio per un po'. Il ricordo di ciò che aveva fatto non la lasciava in pace.
 
“Ti sono corso dietro” disse Daryl irrompendo nei pensieri di Beth. “Ho corso dietro all'auto che ti ha portata via. Non sono riuscito a raggiungerla però. Mi dispiace.”
Beth si voltò sorpresa dalle sue parole. “Non devi scusarti, hai fatto quello che hai potuto.”
Con tutto quello che era successo nelle ultime settimane aveva quasi dimenticato quell'ultima notte passata insieme a lui. Possibile che Daryl si sentisse in colpa?
 “Si beh, volevo che lo sapessi. Non ti ho abbandonata” continuò lui evitando il suo sguardo, quasi fosse in imbarazzo a parlarne ad alta voce.
 
“Lo so. Grazie”
Daryl fece un cenno col capo. Seguì un lungo silenzio. Beth iniziò a chiedersi se la ragazza che lui aveva conosciuto qualche settimana prima fosse ancora lì o se gli eventi del Grady Hospital l'avessero cambiata irrimediabilmente.
 
“Ne vuoi parlare?” domandò Daryl neanche le avesse letto nel pensiero.
Beth scuoté la testa. Questa volta però sentiva gli occhi dell'uomo puntati dritti su di lei. “Io non so esattamente cos'hai passato là dentro ma ci sarà stato un buon motivo per quello che hai fatto. Non soffrire per questo.”
Si riferiva a Dawn, lui sapeva tutto e allo stesso tempo non sapeva niente. Beth non poteva dare a vedere esattamente quello che stava passando, non poteva essere debole. Si girò verso di lui, si diede un tono. “Infatti sto bene. Sono più forte di quanto tu pensi, Daryl” disse decisa. Lei era forte, lei era forte.
 
“Lo so” rispose lui serio.
Beth vide nei suoi occhi che al contrario di lei, Daryl era rimasto uguale e che gli avrebbe potuto raccontare ogni cosa. Ma non voleva crollare, proprio non voleva, doveva resistere come tutti. “Credo che tornerò a dormire. Buona notte Daryl”
Lui non ebbe il tempo per dire niente se non “notte anche a te, Beth”.
La ragazza tornò in punta di piedi nella sua stanza, per non svegliare nessun altro. Si rimise a letto. Era tutto molto silenzioso, troppo silenzioso. Sentiva che l'ansia sarebbe tornata presto. Così coprì il silenzio con una preghiera.

 

Daryl

 

Daryl passò davanti alla stanza di Beth. Si accostò alla porta e tese l'orecchio. La sentiva mormorare qualcosa, una preghiera forse?
Ritornò nella sua stanza che confinava proprio con quella della ragazza. Si lasciò cadere sul letto scomodo, con le molle sporgenti che premevano contro la sua schiena. Era comunque meglio che dormire per terra come un migliaio di altre volte prima. Sarebbe dovuto riuscire a dormire senza problemi dopo averla ritrovata ma si sbagliava. Entrava ed usciva dal sonno sospettando che in realtà Beth non stesse bene. Aveva notato che era strana durante il viaggio. Poi durante la notte aveva sentito dei movimenti e aprendo la porta aveva visto che si era alzata. L'aveva seguita. Non ci pensava nemmeno a perderla di vista un'altra volta.
Era stato chiaro da subito che la sua sensazione era esatta, Beth non stava bene. L'aveva scoperta come colta da una crisi, ma appena le aveva rivolto la parola la ragazza si era ricomposta. Vide che non si era neanche portata un coltello, una cosa da irresponsabili. Era riuscito comunque a sedersi sul marciapiedi con lei e si era prefissato di non muoversi da lì finché non fosse tornata dentro. Lui aveva il maledetto coltello, lei no.
Rimasero in silenzio e lui ripensò a come tutto era andato in malora; agli walkers alla porta, alla stupida auto con la croce che se l'era portata via sgommando. Improvvisamente sentiva che doveva dirglielo che aveva corso e corso ma senza risultato, doveva farle sapere che non l'aveva abbandonata. Questo era servito per distrarla dai suoi pensieri a quanto pareva, perché suonava sorpresa di sentirselo dire. Non ce l'aveva con lui. Ma ben presto il silenzio era calato di nuovo su di loro e ora lui sapeva con certezza che la tristezza negli occhi azzurri di Beth veniva da qualcos'altro: Dawn. Dal momento in cui Daryl aveva sentito il suo nome l'aveva odiata. Era la persona che teneva Beth lontana dal gruppo, era il nuovo cattivo da sconfiggere per riportare a casa un membro della famiglia. Quando Beth l'aveva attaccata però, era stato totalmente spiazzante perché non era da lei agire così. Doveva esserselo meritato e se ne sarebbe occupato lui stesso se solo avesse saputo con precisione che cosa le aveva fatto. D'altra parte, se conosceva Beth non doveva essere facile per lei fare i conti con le conseguenze di una tale azione.
“Io non so esattamente cos'hai passato là dentro ma ci sarà stato un buon motivo per quello che hai fatto. Non soffrire per questo.” le aveva detto, sperando che fosse abbastanza.
 
“Sono più forte di quanto tu pensi, Daryl” aveva risposto lei decisa. Era così bella in quel momento, così fiera e sicura di sé. Tuttavia...lui sapeva giù che lei era forte, non serviva dirlo. Mentiva quando diceva di stare bene? Che cosa era cambiato in lei nel giro di così poco tempo? Cercava la risposta giusta nel suo sguardo fisso sul suo ma non riuscì a trovarla perché lei scappò via.
Rimasto solo Daryl sospirò. Lei lo aveva aiutato quando aveva perso la speranza, ora toccava a lui ricambiare il favore.
 

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Capitolo 2
*** Due ***


2.Beth

 

Beth venne svegliata da una scossa leggera sulla spalla. Aprì gli occhi e trovò il viso sorridente di sua sorella Maggie. Da non crederci, l'aveva ritrovata veramente.
 
“Buongiorno dormigliona, dormito bene?”
La vera risposta era no, non molto. Dopo aver combattuto con gli incubi per quello che le era sembrato un tempo lunghissimo era finalmente riuscita a prendere sonno tranquillamente ma non le era bastato, avrebbe voluto avere qualche ora in più per riposare. “Si” mentì.
Maggie le spostò una ciocca di capelli biondi da davanti al viso. Un gesto così amorevole, le ricordava la mamma. “Bene, tra poco ripartiamo”
 
“Dove stiamo andando di preciso?”
 
“Rick vuole continuare per Washington, spera che ci sia qualcuno là che ne sappia un po' di più su quello sta succedendo nel mondo. Vale la pena di tentare comunque” spiegò Maggie. Evitò di raccontare di come il piano originale si era basato su Eugene e le sue fantomatiche conoscenze per fermare l'epidemia zombie.
Beth annuì. “D'accordo” e iniziò a mettersi seduta.
 
“Quindi...ti va di parlare di quello che è successo?” chiese Maggie cambiando tono. Era facile intuire che argomento voleva affrontare.
Beth la capiva, voleva solo essere sicura che stesse bene ma lei non aveva nessuna voglia di ripensare al Grady. E a Dawn. Scrollò le spalle. “Non c'è molto da dire. Ora sono qui, è finita”
 "
E questo è grandioso ma...quella donna, la poliziotta...”
Beth guardò la sorella negli occhi con tutta la decisione che aveva. “Non è più un nostro problema, è andata.”
 
“è proprio questo che mi preoccupa, tu hai ucciso una persona Beth” le disse cercando di non essere troppo brusca.
Beth rimase calma ma dentro di sé rabbrividiva. “Non è stata la prima”
Maggie rimase di sasso. “Che cosa--”
Un toc toc alla porta interruppe il momento. Daryl infilò la testa dentro la stanza. “Hey, siamo quasi pronti per partire.”
 
“Si, lo so. Arrivo subito” rispose Beth come se nulla fosse. Posò la mano su quella di Maggie. “Vai, ti raggiungo” sperò che fosse abbastanza chiaro che voleva chiudere il discorso per il momento, magari anche per sempre.
Lo sguardo di Maggie diceva che non era finita lì però. Lasciò la stanza e Beth tirò un sospiro di sollievo. Daryl era ancora alla porta. “Ti ho portato qualcosa da mangiare se ti va” le offrì mostrando un sacchetto di carta.
Beth si illuminò e solo alla menzione del cibo sentì lo stomaco brontolare. “Grazie, sto morendo di fame!”
Daryl entrò ed estrasse due sandwich con burro di arachidi. “Abbiamo fatto jackpot, c'erano delle provviste ancora buone in casa” spiegò sedendosi sul letto vicino a lei. Le passò un panino.
 
“Grazie” disse lei prendendolo. Lo addentò subito e le sembrò il pasto migliore mai fatto da settimane. La roba del Grady era pur sempre cibo da ospedale.
Anche Daryl la imitò e prese un morso dal suo. “Ho interrotto qualcosa poco fa?”
 
“Nah, anzi.”
 
“Ah, qualcuno è un po' troppo invadente?” chiese sarcastico.
 
“Non è invadente, è solo...troppo tutto insieme”
 
“Capito. Ora sei qui comunque, no?”
Beth annuì masticando il suo sandwich. “Si, sono qui”
 
“Bene”
Finirono la loro colazione improvvisata senza aggiungere altro. Beth ne era grata, stare accanto a Daryl non richiedeva alcuno sforzo perché sapeva che non doveva dirgli per forza qualcosa. Lui la capiva.

 

Daryl

 

“Che ti ha detto?” chiese Maggie bruscamente sopraggiungendo alle spalle di Daryl. L'uomo stava riempiendo uno zaino di provviste prima di lasciare l'edificio. “Chi mi ha detto cosa?” disse senza nemmeno voltarsi.
 
Beth” scandì Maggie come se Daryl avesse dei problemi di comprendonio. “Ci hai parlato prima, che cosa ti ha detto?”
 
“Che fai origli?”
Maggie ignorò il suo sarcasmo e incrociò le braccia. “Voi due parlate, da quando hai passato un po' di tempo con lei là fuori avete legato e ora lei si confida con te ma non con me, mi sbaglio?”
 
“In realtà, si”
 
“Daryl, dammi una mano”
L'uomo sbuffò e finalmente l'affrontò faccia a faccia. “Senti, lei non vuole parlare di cosa ha passato, è in salvo ora ed è questo che conta”
 
“Ti ha detto di avere ucciso delle altre persone oltre a Dawn?” lo sfidò.
No, Daryl non lo sapeva ma non lo diede a vedere. “Avrà avuto i suoi buoni motivi” rispose, sicuro che se ce l'aveva fatta fin lì doveva essere stato perché si era difesa.
Tuttavia questo fece infuriare Maggie. “È una ragazzina! Non lo sa gestire!”
“A me pare sia un'adulta invece.” rispose a tono Daryl. “Visto che non è stata esattamente ospite di un albergo di lusso nelle ultime settimane direi che avrà fatto ciò che era necessario per salvarsi la pelle, tu che dici?!”
Maggie era sempre di più sulla difensiva.“Resta il fatto che è troppo per lei, lo vedo”
 
“Forse è così ma quel che è certo è che se continui a pressarla la farai solo allontanare” concluse Daryl ormai stanco di quella conversazione assurda.
 
“Fantastico, fa come vuoi.” disse Maggie alzando le braccia. “Tanto la conosci più tu di me, giusto?” e senza aspettare una replica si allontanò.
Di nuovo Daryl sbuffò. La situazione si faceva complicata. Maggie aveva avuto i suoi stessi sospetti circa Beth e il modo in cui stava gestendo l'uccisione di Dawn ma per qualche motivo Daryl non se l'era sentita di darle corda. Le servivano i suoi tempi e costringerla a parlare non sarebbe servito a nulla. Almeno non con l'approccio della sorella.


Note: Hello! Grazie a chi ha già messo la storia tra le seguite! Credo di non avere altro da aggiungere in realtà quindi...alla prossima! XD

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Capitolo 3
*** Tre ***


3.Beth

Judith le toccava con le sue manine la guancia, occhi sgranati ed espressione curiosa. Era tra le braccia di Beth, proprio come tante altre volte in passato. La ragazza si muoveva con leggerezza avanti e indietro sulla sedia a dondolo. Le accarezzò la testina, i capelli le erano cresciuti parecchio dall'ultima volta che l'aveva vista. Osservò distrattamente la sua magliettina rosa con uno strappo sulla manica, i pantaloni di un colore diverso, le scarpine trovate chissà dove che le sarebbero andate bene per non molto prima di doverne andare a cercare altre. Sarebbe stato sempre più difficile prendersi cura di lei e farle avere tutto quello che le serviva. Quando il gruppo si era stabilito nella prigione tutti avevano intravisto una possibilità per continuare a vivere il più serenamente possibile e questo includeva anche e soprattutto una vita quasi normale per Judith. Ma ora che anche quella casa era persa per sempre...Come si poteva andare in giro con una bimba così piccola?
“Le sei mancata”
Beth guardò nella direzione della voce. Daryl se ne stava appoggiato allo stipite della porta. Altro giorno, altra sistemazione provvisoria. Nella casa di turno avevano trovato una stanza verniciata di blu e un lettino coi bordi alti proprio al centro. Dipinto su una parete c'era il nome Samuel scritto in bella calligrafia. Entrandovi Beth si era chiesta cosa fosse successo al piccolo Samuel, era scappato con la famiglia o non ci era riuscito? Ora il suo lettino ospitava la loro Judith per la notte.
Beth fece un piccolo sorriso. “Dici?” rispose “è così piccola, temevo mi avesse completamente dimenticata.”
 “Non credo che potrebbe. Te ne sei presa cura più di tutti, togliendo Rick. E Tyreese” commentò Daryl avvicinandosi.
 “Tyreese?” chiese Beth incuriosita.
 “è un insospettabile tenerone”
La ragazza rise della battuta.
 “Non temere, resti tu la sua preferita” aggiunse Daryl.
Beth cullò la bimba. “è cresciuta”
 
“è quello che succede di solito.”
 
“Come farà a cavarsela in questo mondo? Non è così che dovrebbe andare per lei” disse Beth dando voce alle sue preoccupazioni.
Daryl posò lo sguardo sulla piccola. “Sarà una dura. Imparerà. Anche tu l'hai fatto, no?”
La ragazza si fece pensierosa. “Si. Certo che l'ho fatto” confermò.

 

Daryl

Gli occhi di Judith stentavano a restare aperti adesso. Appoggiò la testa sulla spalla di Beth. “Hai sonno, Judith? Ok, adesso facciamo la nanna in questo bel lettino” le sussurrò con dolcezza. Nell'attimo in cui la mise giù, la bimba si rilassò e iniziò a dormire. Beth la guardò amorevolmente prima di lasciare la stanza insieme a Daryl.
Contro ogni sua previsione quest'ultimo decise di dire qualcosa prima che Beth si allontanasse di nuovo. “Maggie è preoccupata per te, lo sai?”
Beth s'irrigidì. “Non ce n'è bisogno”
 
“Sicura?”
Beth sbuffò. “Si, voglio solo lasciarmi tutto alle spalle”
Daryl sentiva che addentrarsi in quell'argomento era rischioso ma ormai aveva cominciato e doveva arrivare alla fine. “Ieri notte sembravi piuttosto scossa”
Beth cambiò espressione, offesa dalla menzione di quel momento condiviso che non doveva essere più tirato fuori. “Ti sbagli. Credevo ci fossimo capiti, non c'è nulla di cui parlare. Sto bene”
 
“è la seconda volta che te lo sento dire e ci credo sempre meno, mi dispiace” insistette Daryl ora che la ragazza gli aveva dato una vera ragione per arrivare al cuore del problema. Mentiva, continuava a mentire.
 
“Perché non dici quello che pensi, allora? Cosa vuoi che ti dica esattamente??” lo sfidò Beth.
 
“Diavolo, vorrei solo sapere perché ti è venuta la malsana idea di attaccare una donna armata di pistola con delle forbicine!! Volevi farti ammazzare forse??” ecco, lei aveva acceso la miccia e con lui la bomba era esplosa.
 
“Ma non è successo niente invece, è morta!” sbottò pronunciando l'ultima parola accuratamente.
 
“Una bella fortuna. Un colpo meno preciso da parte tua e sarebbe finita diversamente” le fece notare Daryl.
 
“Ora basta, sono stanca di parlare di questo” disse Beth in un evidente tentativo di scappare.
 
“Alla grande, fa come ti pare. Io ero dalla tua parte comunque, va bene? Cercavo solo di dirti che tua sorella è in pensiero per te ma dannazione, vedetevela voi a questo punto invece di tirarmi in mezzo!”
Beth era troppo oltre ormai per vederci chiaro e ridacchiò amaramente. “E io che credevo che fossi l'unico in grado di capire” Gli voltò le spalle e sbatté con forza la porta della sua stanza per la notte.
Daryl avrebbe tanto voluto tirare un pugno contro la parete.


Note:Scott Gimple e compagni, questo capitolo è per voi! Sempre per farvi sentire un po' a disagio in merito alle vostre scelte narrative..Cooomunque, ho modificato il rating della storia perché inaspettatamente ho allungato l'ultimo capitolo ed è un pochino violento quindi mi sono detta che era meglio così. è la mia prima storia "gialla"! In questo capitolo Daryl ha fatto l'errore di farsi condizionare dalle parole di Maggie e nonostante i buoni propositi ha detto troppo. Per sapere come risolveranno lui e Beth restate anche per il quarto capitolo :) Ciaooo

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Capitolo 4
*** Quattro ***


4.Beth

 

La cena era trascorsa in silenzio per Beth. Riusciva a percepire gli sguardi che Maggie le lanciava di continuo, come se fosse una sorvegliata speciale, mentre Glenn tentava invano di deviare la sua attenzione su altri argomenti. Tutti gli altri mangiavano tranquillamente. Impossibile non accorgersi dell'unico assente però; Daryl si era portato il cibo fuori con la scusa di fare la guardia. Beth lottò contro il senso di colpa che la pungeva dentro. Doveva essersi davvero offeso se non riusciva nemmeno a stare nella stessa stanza con lei...D'altronde la sua reazione era scaturita dal fatto che avrebbe fatto di tutto per non parlare di ciò che l'assillava la notte e ogni volta che rimaneva sola. Non voleva credere che anche Daryl la trattasse come una bambina.
Dopo mangiato Beth prese Judith per portarla nel suo lettino. Aveva ormai ri-adottato le vecchie abitudini di sempre. Rick le raggiunse quasi subito.
 
“Voglio che tu sappia che siamo tutti molto felici di riaverti tra noi” le disse dopo aver lasciato la figlia addormentata.
 
“Grazie, lo sono anch'io” rispose Beth sorridente.
 
“Non devi parlare di quello che è successo al Grady se non vuoi ma sappi che siamo tutti qui per te se hai bisogno”
Bene, questo è quello che le serviva. Zero pressioni. Perché non poteva capirlo da sola anche Maggie? “Lo apprezzo molto.”
Rick si schiarì la gola. “Daryl in particolare era molto frustrato perché non sapeva dove ti tenessero. Non ha mai smesso di sperare di ritrovarti. Non che ne parlasse molto, sai com'è fatto, ma era evidente.”
Beth si bloccò. Di colpo se lo immaginò che correva dietro all'auto scura, a perdifiato, fino a doversi inevitabilmente fermare. Lo vide accendersi l'ultima sigaretta rimasta, con lo sguardo adirato. Ripensò a Carol che le raccontava di come non appena aveva rivisto quella macchina non aveva perso nemmeno un secondo e si era messo a inseguirla. Ancora. Era stato grazie a lui se erano tornati a prenderla. E lei come lo aveva ripagato? “è una brava persona, Daryl...” commentò tra sé e sé.
 
“Già.” convenne Rick posandole una mano sulla spalla. “Buona notte Beth”
 
“Notte”
Non era necessario aggiungere altro, sul serio. Che idiota era stata.

 

Daryl

Faceva abbastanza freddo di notte in quel periodo e a Daryl non sarebbe dispiaciuto raccattare anche un cappotto pesante o una giacca nuova in una delle case che trovavano sulla loro strada. Invece doveva accontentarsi del vecchio poncio colorato. Meglio che niente. Non era da lui estraniarsi dal gruppo per mangiare fuori da solo ma per quella sera poteva fare un'eccezione. Maledetto Grady Hospital, maledetta Maggie e maledetti tutti. Chi glielo faceva fare di immischiarsi negli affari altrui?? Se le Greene avevano dei problemi lui non c'entrava. Maledetto pure il momento in cui aveva pensato di poter dare una mano.
La porta della casa si aprì. Carol lo individuò subito, seduto su una sedia del portico, balestra a portata di mano, e gli sorrise. “Come mai tutto solo?”
 
“Faccio la guardia”
 
“Si, lo vedo...” disse Carol con l'aria di una che la sa lunga.
Si andò a sedere per terra vicino a lui. “L'altro giorno è stato proprio un bel giorno” commentò guardando il cielo. Solo una piccola stella lo occupava.
 
“Spiegati” chiese cauto Daryl.
Carol sospirò. “Dopo quello che è successo con Sophia...potevamo avere perso per sempre anche Beth. Invece l'abbiamo ritrovata. Ed è andato tutto bene.”
Daryl non si aspettava di sentire Carol parlare di sua figlia. Sapeva perché non lo faceva mai. Quella volta avevano sperato, lo avevano fatto entrambi ed erano rimasti con niente.
 
“Si...per un pelo” concordò senza grande entusiasmo.
Carol lo guardò. “è una ragazzina, ha sbagliato. Non possiamo solo gioire di questa vittoria? Tanto per cambiare?”
Daryl si sistemò sulla sedia come a disagio. Avevano un certo modo di capirsi al volo, loro due. Non servivano tanti discorsi. Carol sapeva già perché lui stava lì fuori 'a fare la guardia'. Magari li aveva pure sentiti litigare. Era giusto quello che aveva detto ma ciò che non gli andava giù era che avesse chiamato Beth ragazzina, cosa che aveva fatto anche Maggie. Possibile che nemmeno sua sorella la conoscesse davvero?
 
“Che hai?” domandò Carol sinceramente curiosa davanti al silenzio di Daryl.
L'uomo scrollò le spalle. “Niente”
L'amica non rispose subito. Stava valutando cosa potesse passargli per la mente. Proprio mentre apriva bocca per chiedergli qualcosa la porta si dischiuse. Era Beth. Anche Daryl l'aveva vista. Notò come l'espressione sul suo viso fosse cambiata per un attimo prima di tornare alla finta indifferenza. Carol accantonò quello che stava per dire e con un sorriso appena accennato li lasciò soli.
 

Beth

Daryl l'aveva a malapena degnata di uno sguardo ed era tornato subito a guardare verso l'orizzonte. Non un buon segno... Carol era lì con lui ma si era allontanata non appena era arrivata Beth. Almeno lei le aveva sorriso.
Mosse un paio di passi nella direzione di Daryl. Lasciò scorrere i ricordi di quegli ultimi giorni passati da soli come in un film, perché era stato allora che avevano creato una connessione e non poteva negarlo. Gli doveva delle scuse per come lo aveva trattato prima e gli doveva anche la verità. Così si fece coraggio e iniziò. “Ho imparato ad essere più forte al Grady. Ho cercato anche di preservare me stessa però, nonostante tutto quello che mi veniva ripetuto, nonostante ciò che vedevo succedere. Abbiamo tentato la fuga, io e Noah, ma alla fine solo lui è riuscito ad andare via. Buon per lui, ho pensato. Poi ecco arrivare Carol e con lei uno spiraglio di speranza; sareste tornati per riprenderla e avreste trovato anche me.” Beth fece una pausa. Stava arrivando al punto saliente della storia. Daryl si era voltato e le stava concedendo la sua piena attenzione. “Infatti siete venuti. E stava procedendo tutto per il meglio fino a che Dawn non ha chiesto di riavere Noah. Non potevo accettarlo. Quella luce nei suoi occhi, la certezza che avrebbe vinto ancora... Non era giusto. Dovevano vincere i buoni per una volta, soltanto una.” le lacrime minacciavano di scendere giù e Beth non lo voleva. Lei non piangeva più da così tanto...“Non vuol dire che quello che ho fatto mi piaccia. Lo detesto" continuò cercando di tenere la voce stabile. Stringeva forte il pugno della mano buona. “Ho gli incubi, su Dawn e sulle altre persone che ho contribuito a uccidere. È stata autodifesa” puntualizzò. Ora che aveva fatto uscire tutto fuori si sentiva un po' meglio in un certo senso ma anche vulnerabile. Faceva paura aspettare la reazione di Daryl.
“Perché hai deciso di dirmi queste cose? Perché non a Maggie?” chiese Daryl finalmente quasi a metterla alla prova.
Beth si strinse nelle spalle. “Voglio bene a Maggie e ne parlerò anche con lei, prima o poi. Ma volevo dirlo prima a te”
Daryl si mise a sedere dritto. “Perché?” chiese ancora deciso.
Beth sbatté gli occhi per fermare le lacrime per quanto possibile. Allargò le braccia, sorridendo suo malgrado. “Perché mi hai offerto il mio primo drink e abbiamo bruciato una casa insieme. Perché hai corso dietro a quell'auto. Non mi hai mai dimenticata Daryl Dixon”
C'era una specie di elettricità nell'aria. Lui la guardava con un'intensità simile a quella che Beth aveva visto solo un'altra volta, quando le aveva confessato che era stata lei a fargli cambiare idea sul fidarsi delle persone. L'aveva colta davvero di sorpresa, prima che fossero interrotti. E ora Beth si sentiva ancora così, a un'impasse. Lei aveva parlato, ora stava a Daryl la prossima mossa.
Di colpo mise giù la balestra e la raggiunse. Prima di capire cosa stava succedendo, Beth si ritrovò avvolta in un abbraccio. Un paio di secondi dopo anche le sue braccia si sollevarono nello stesso gesto. Nessuno dei due disse niente per un po'. Buffo come per la prima volta era stato lui a prendere l'iniziativa, pensò Beth. E bello, anche.


Note: special guest del capitolo...il poncio!! è un personaggio a sè ormai e doveva partecipare anche lui...Ad ogni modo, questo capitolo doveva essere più breve ma poi mi sono detta che togliendo l'altro pezzo con Beth vi avrei lasciati troppo in sospeso e quindi ho fatto così. A questo punto rimangono uno o due capitoli (dipende da come decido di pubblicarli). Vi è piaciuto questo? Fatemi sapere ;) 

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Capitolo 5
*** Cinque ***


5.Daryl

 “È assurdo che tu stia lì per terra” si lamentò Beth.
 “Sono stato più scomodo” rispose Daryl sistemando una coperta pesante sul pavimento e preparandone un'altra per coprirsi.
 
“Sei incredibilmente cocciuto”
 
“E tu insistente”
Beth sospirò seduta sul letto. Daryl si mise sdraiato lì dov'era. Col cavolo che la lasciava dormire da sola dopo che gli aveva detto di avere gli incubi. Era forte, va bene, ma questo non la rendeva indistruttibile.
 
“Ok, buona notte” tagliò corto l'uomo chiudendo gli occhi.
 
“Daryl questo letto è abbastanza grande per entrambi, vieni qui” lo pregò lei per l'ultima volta.
 
“Dormi Beth”
Alla fine si arrese. La notte trascorse tranquilla. Fino a che gli incubi non iniziarono.

 

Beth

Le mani coperte di sangue. Questa fu la prima cosa che vide davanti a sé. Poi la divisa, anche quella macchiata. Il volto pallidissimo, gli occhi scuri iniettati d'odio per lei. Dalla gola la ferita ancora aperta faceva sgorgare il sangue. “Sei stata tu a farmi questo” le disse la donna. “Sei come me” aggiunse. Il suo solito sorrisetto vittorioso la raggelò. Poi si trasformò in una risata inquietante. Non era vero, non era come lei, non lo era! Beth doveva uscire dall'ospedale al più presto, doveva lasciare quel dannato corridoio. Girandosi constatò che non c'era nessuna porta, le luci al neon sfarfallavano in continuazione facendole salire l'ansia. Si mise a correre lo stesso. Ad una ad una le luci si spegnevano. Riusciva ancora a sentire l'eco della risata diabolica di Dawn. Beth correva più in fretta che poteva ma il corridoio non finiva mai, la voce della poliziotta non svaniva mai. Le mancava il respiro. Si voltò per controllare se Dawn la inseguiva ma non c'era più e proprio allora andò a sbattere contro qualcosa. Qualcuno. Ora erano le sue mani a essere tinte di rosso. Era finita a sbattere contro Dawn, ancor più soddisfatta di averla spaventata. L'agente le afferrò le spalle e strinse forte, troppo forte. “Beth!” la chiamò.
Non ce la faceva più, perché non la lasciava in pace?
 
“Beth!”
Cercava di divincolarsi, senza riuscirci.
 
“BETH!”
Improvvisamente era fuori dal Grady. Era in una stanza normale, su un letto normale. Ad avere la presa su di lei e a chiamare il suo nome non era Dawn ma Daryl, i suoi profondi occhi blu concentrati su di lei, impensieriti. Era stato un incubo, solo un altro stupido incubo. Allora perché ancora tremava? Perché aveva la fronte sudata?
 
“Va tutto bene, non era reale” la rassicurò Daryl.
 
“Lo era invece” rispose Beth. “L'ho uccisa” disse con un filo di voce.
Si appoggiò a Daryl che non fece nulla per spostarla, anzi vinse le sue precedenti resistenze e si accomodò lì sul letto. La teneva stretta a sé mentre le accarezzava delicatamente i capelli sciolti. Beth cominciava a sentirsi al sicuro; avrebbe dovuto dirgli di andare e che le sarebbe passata, ma non aveva per niente voglia di farlo. Con lui poteva abbassare la guardia, solo per un po'. E potevano anche essere forti, insieme.


Note: Ciao persone che seguono la mia ff! Vi è piaciuto il capitolo? Doveva essere l'ultimo ma poi ne ho scritto un altro che arriverà presto quindi non è finita qui. Volevo che questa fosse una storia di rivincita per Beth, per mostrare che non ci voleva poi sta grande inventiva per tenerla nella serie e far si che diventasse davvero un personaggio principale, i presupposti c'erano tutti. Poi anche per Daryl che poverino ne ha avute di delusioni e la vicinanza di Beth lo avrebbe fortificato anzichè indebolito. Ok detto ciò, al prossimo capitolo! xo

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Capitolo 6
*** Epilogo ***


- 3 MESI DOPO -
Washington

 

Due erranti dall'andatura traballante provenivano dalla destra e dalla sinistra di Noah. Traballanti si, ma quello che esprimevano i loro volti disgustosi era fame, accecante e inarrestabile. Non erano poi tanto intelligenti ma sapevano individuare una preda quando la vedevano. Noah gettò uno scaffale contro lo zombie a destra e si occupò velocemente di quello in avvicinamento a sinistra. Un calcio per destabilizzarlo e poi il coltello affilato in testa, dritto al cervello. Fuori uno. L'altro si stava già riprendendo dallo scaffale arrivatogli addosso e si stava alzando con fatica. I versi che emetteva erano orribili, Noah lo finì estraendo il coltello dall'altro cadavere e infilandolo con decisione nel secondo. Silenzio finalmente, ma non per molto. Neanche il tempo di riprendere fiato che altri suoni giunsero da un'altra area dell'ex negozio di alimentari. Recuperata la tracolla colma di medicinali vari, Noah corse in fretta tra gli scaffali, passò il reparto merendine e quello della pasta fatta in casa fino a scovare Daryl, barricato dietro al bancone della carne impegnato a puntare la balestra contro i tre cadaveri che lo minacciavano. Noah si guardò intorno, non c'era nessun altro con lui. Fortunatamente non era stato visto e questo gli permise di liberarsi di almeno uno degli erranti giungendogli alle spalle, facilitando così il lavoro a Daryl che con due frecce finì i restanti zombie.
L'uomo scavalcò agilmente il bancone. “Tutto a posto?” chiese tenendo la balestra pronta all'uso.
 
“Si. Lei dov'è?”
Daryl scosse la testa e senza perdere altro tempo entrambi iniziarono a muoversi agilmente per il negozio. Un forte fracasso li mise in allarme dando loro un'idea su dove dirigersi.
Eccola, coda di cavallo fissata alla buona e sguardo combattivo. Due zombie giacevano sanguinanti ai suoi piedi mentre un altro le era vicino, molto vicino. Le sembianze dell'essere erano quelle di una normale donna, una con un pessimo gusto nel vestire a giudicare dalla gonna lunghissima da bigotta che indossava. Daryl tenne a bada il brivido che lo percorreva ogni volta che Beth si trovava in una situazione di pericolo. Ci erano già passati, lui sapeva che poteva farcela; poteva farla fuori benissimo da sé col lungo coltello che già impugnava. Lui era comunque pronto a subentrare se le cose si mettevano troppo male. Questo però non era un pensiero condiviso da Noah che si lanciò contro la zombie scansandola via da Beth. La donna si schiantò contro la portella di vetro del banco-frigo. Non era ancora abbastanza per ucciderla. Beth emise un respiro esasperato e con il coltello le diede il colpo di grazia. Con la stessa forza, lo tirò fuori. Lanciò un'occhiata niente affatto riconoscente a Noah.
 
“Tante grazie, eh!” esclamò il ragazzo.
Beth alzò gli occhi al cielo e rimise l'arma nella fodera attaccata alla sua cintura.
 
“Avevo la situazione sotto controllo” gli fece presente un po' contrariata.
Daryl la stava raggiungendo, Noah ancora sbatteva gli occhi incredulo. “E tu non le dici niente?!”
Daryl tracciò il contorno del viso di Beth col palmo della mano. La osservò attentamente. “Stai bene?”
 
“Si. Tu?”
 
“Neanche un graffio” la rassicurò con un rapido bacio. Lei gli sorrise.
Daryl fece lo stesso e solo allora si voltò come se nulla fosse verso Noah. “Ce la faceva anche da sola.”



Note: Fine! Spero vi sia piaciuta la mia storia, ho deciso di aggiungere anche questo breve capitolo per mostrare come Beth sappia effettivamente badare a sè stessa, infatti va in spedizione al negozio con gli uomini proprio come avrebbe potuto fare anche Maggie o Michonne. Ci va con Daryl perché comunque lui ha sempre il desiderio di proteggerla pur sapendo che non sempre è necessario il suo intervento. E poi sì, dovevo anche dare l'idea che il rapporto tra questi due sia cresciuto nel giro di tre mesi. Notare pure il mio impegno nella scena iniziale di lotta, non ne scrivo molte di cose così e sono piuttosto soddisfatta..! XD detto ciò ringrazio chi ha letto fin quì :D

- Shannonwriter

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