Are you the one?

di all_of_me
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

Mia nonna mi diceva sempre che quando conobbe il nonno (pace all'anima sua), la prima cosa che fece fu quella di tirargli uno schiaffo. Il poveretto si era appena trasferito dall'Italia assieme ad un suo amico e non sapeva neanche una parola dell'inglese. Paolo, l'amico di mio nonno, conosceva molto bene l'inglese e per fargli uno scherzo gli suggerì una frase simile a “Vuoi venire a letto con me questa sera?”. Mia nonna come risposta gli diede un ceffone in pieno muso e si allontanò correndo.

Ci sono infiniti modi in cui una persona può incontrare la propria anima gemella. Credevo che l'avrei riconosciuta al primo sguardo, se mai l'avessi trovata. Mi sono sempre immaginata di conoscerla come nei film, incontri fortuiti altamente improbabili come cadendoci addosso con la bici e innamorarmi all'istante, vicino di posto nell'aereo e scoprire di essere nello stesso college. Cose da film insomma. Inoltre ho sempre creduto che una volta incontrata l'altra metà della mela la mia vita sarebbe diventata magicamente più bella.

Cazzate. Grosse, grossissime, enormi, colossali cazzate.

La realtà è ben diversa e le cose non sono mai come te le aspetti.

Ad esempio, sono totalmente e incondizionatamente innamorata di Harry Styles e penso che lui sia la mia anima gemella, o almeno ciò che di più simile esiste. Sempre per fare un altro esempio, Harry Styles non è innamorato di me, anzi, mi odia addirittura e mi considera solo la causa di tutti i suoi problemi. Io ci sto di merda, ovviamente. Immaginate sentirvi dire dalla persona che amate con tutto voi stessi (perché vi giuro che io lo amo in una maniera incomprensibile) che vi dice “ti odio”. Non è per niente una bella sensazione. Anzi sono stata tentata molte volte di fare i gargarismi con l'acetone e farla finita.

Bell'inizio per una storia, vero? Ma per fortuna/sfortuna (dipende dai punti di vista), la storia non inizia così.
Questa è solamente la fine.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


 Capitolo 1

 

“Ehm, sei seduto sul mio posto. Potresti scalare a sinistra?” picchietto il dito sulla spalla destra di questo ragazzo riccio. Lui si gira e mi guarda confuso.

“Cosa?” sembra abbastanza agitato quando punta i suoi occhi verdi nei miei.

“Ho detto che sei seduto nel mio posto” ripeto. Bisogna dire che è proprio un bel ragazzo.

“Il tuo posto?” mi fissa stranito.

Non mi sembra di aver parlato arabo, insomma. Sei seduto sul mio cavolo di posto, ti sto solo chiedendo di scalare a sinistra. Sposto lo sguardo verso Earl che si sta godendo la scena, come ogni settimana del resto. Gli sorrido e alzo gli occhi al cielo, spostando lo sguardo sul ragazzo riccio.

“Si questo è il mio posto, nessuno si può sedere qui tranne me” ripeto. Ormai la giostra è piena ed Earl aspetta solo un mio segnale per farla partire.

“Nessuno si può sedere qui? C'è per caso scritto il tuo nome sopra?” mi sfotte.

“Si c'è scritto il mio nome, esattamente sotto le tue chiappe.” ghigno soddisfatta quando il ragazzo si alza per controllare. È sempre uno spasso.

Il tizio riccioluto si sposta alla sua sinistra e mi fa spazio. Ha l'aria decisamente perplessa.

“Perché c'è scritto il tuo nome? Sei per caso la figlia del proprietario?” mi domanda.

Scoppio a ridere e faccio segno ad Earl di partire.

“No” rispondo divertita. “Tu piuttosto mi sembri molto agitato”.

“È solo che non mi piacciono le montagne russe” dice e si sposta a disagio.

Alzo un sopracciglio squadrandolo, è pieno di tatuaggi senza senso sulle braccia.

“Allora perché sei seduto qui?” chiedo.

“Perché c'è il tuo nome scritto sulla poltrona?” mi ignora.

Mi prendo un minuto buono per decidere se è il caso di risponderli e distrarlo, visto che sta sudando e ho paura che mi vomiti in faccia.

“Mmh... Make A Wish Foundation” rispondo prima che la giostra parta.

 

Quando scendiamo il ragazzo corre verso il primo bidone e vomita. Che schifo.

Mi tengo alla larga quando gli passo di fianco, vorrei evitare di vomitare anche io.

“Ehi tu!” urla.

Mi giro di scatto come se avesse urlato il mio nome.

“Dici a me?” domando.

Annuisce in risposta e fa cenno di avvicinarsi. Io scuoto la testa schifata e allora si avvicina lui. Si pulisce l'angolo della bocca con un fazzoletto e il mio stomaco fa una giravolta. Che schifo, che schifo, che schifo!

“Incidente di percorso” ironizza buttando via il fazzoletto sporco.

“Sei una pippa, lasciatelo dire” non che non abbia mai visto un ragazzo vomitare per le montagne russe di Orlando.

“Make A Wish Foundation, eh... Non è quello che esaudisce i desideri ai bimbi?” cambia di nuovo argomento. Perspicace.

“Si, è quella per i bambini con malattie terminali o degenerative” replico.

Non mi piace per niente dove sta andando a parare questa conversazione.

“Per caso hai... si insomma, il cancro?” domanda titubante.

'Si insomma, il cancro' cose da tutti i giorni per una bimba di quattro anni.

“No, sconosciuto che mi voleva rubare il posto, che stava per vomitarmi addosso e di cui non so il nome” ribatto. Alzo gli occhi al cielo per quella che mi sembra la milionesima volta.

“Harry Styles” sorride porgendomi la mano. La stringo e mi accorgo della presenza di altri tatuaggi. La sua mano è fredda e le sue dita sono lunghe. Che suoni il piano?

“Piacere Harry Styles, felice di non chiamarti più Vomitino dentro la mia testa” sorrido a mia volta.

“Non mi hai detto il tuo di nome però, signorina Bei Jeans” flirta.

Sono sicura stia flirtando perché sa benissimo come mi chiamo, le sue chiappe di sicuro. Non hai letto la targhetta?

“Hai diritto ad una sola domanda” piego leggermente la testa a sinistra mentre lo dico.

Fa finta di pensarci e poi mi guarda. “Mi dai il tuo numero di telefono?” ride.

“Mi dispiace ma non sei il mio tipo” rispondo. Solo australiani biondi per la sottoscritta. Preferibilmente con stomaci forti.

“Potresti ricrederti, Samantha Rosati” sorride seducente.

“Lo sapevo che avevi letto la targhetta” incrocio le braccia al petto.

“Beh se cambi idea questo è il mio numero” mi allunga un fogliettino con uno scarabocchio scritto sopra.

“Sicuro” rispondo mentre sorride e si allontana.

Contaci.

 

 

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