Pierce The Veil's Chronicles - The drug in me is you.

di hell is just a sauna
(/viewuser.php?uid=162262)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Black Holes and Revelations. ***
Capitolo 2: *** Bite my Tongue. ***
Capitolo 3: *** Your Fashionably Late. ***



Capitolo 1
*** Black Holes and Revelations. ***









Black Holes and Revelations.





San Diego, 2006
 
 
Stavo fissando lo schermo del computer, tentando per la centesima volta di fare il punto della situazione visto che avevo scelto,finalmente,l'Università che avrei frequentato appena finito l'ultimo fatidico anno di scuole superiori.
Proprio in quel momento,sentii il suono del campanello della mia porta.
Aggrottai le sopracciglia, in quel momento non stavo aspettando nessuno; i miei genitori non erano in casa ed Ellen, la mia migliore amica, era partita per l'Inghilterra per andare a trovare i suoi nonni.
Appoggiai il mio portatile sul tavolino in vetro davanti a me per poi alzarmi di controvoglia dal divano, senza nemmeno mettere le ciabatte che,probabilmente, erano finite proprio sotto di esso.
Camminai verso l'entrata rabbrividendo per colpa del pavimento freddo e, arrivata alla porta, guardai chi aveva suonato attraverso lo spioncino.
Persi due battiti quando vidi che era Tony.
Girai la chiave aprendo la porta e me lo ritrovai davanti; l'aria era leggermente fredda fuori,essendo quasi ottobre.
Stava aspettando davanti alla porta,con le mani nelle tasche,mentre stava fissando il tappetino, mordicchiandosi le labbra.
Sembrava leggermente nervoso e distratto, come se avesse qualcosa in testa che lo tormentava.
Quando si accorse che gli avevo aperto, alzò la testa passandosi una mano fra i capelli, facendo spazio ad un bellissimo sorriso sul suo volto.
Avrei passato la mia vita a vederlo sorridere, quando lo vedevo era come se il mondo introno si fermasse: qualsiasi cosa era priva d'interesse vicino a lui.
"Ciao Tony"-dissi poi guardandolo negli occhi, con un piccolo sorriso.
Lui annullò la distanza fra di noi abbracciandomi, stringendomi forte  fra le sue braccia come se fossi qualcosa di prezioso.
In quel modo mi sarei sciolta nel giro di un minuto.
"Sono felice di vederti,Evan"-disse  poi dandomi un bacio sulla guancia.
Mi staccai di controvoglia dall'abbraccio,spostandomi da un lato della porta,invitandolo così ad entrare in casa.
Quando chiusi la porta, me lo ritrovai davanti dopo che ebbe posato la giacca. 
Era alto una decina buona di centimetri in più di me.
"Avresti potuto avvisarmi che saresti passato.."-dissi abbassando lo sguardo, finendo a guardare il pavimento.
Sembravo letteralmente una barbona; la treccia che tenevo su una spalla era totalmente disfatta e indossavo una vecchia tuta di mio padre che usavo per stare in casa. Non ero sicuramente il ritratto della bellezza.
Tony comunque sembrava non preoccuparsi di come fossi vestita.
Si avvicinò a me, con due dita mi obbligò ad alzare lo sguardo e mi diede un bacio sulla punta del naso.
"Non era in programma,infatti.."-disse poi,accarezzandomi lentamente una guancia con il pollice-"le prove con la band sono finite decisamente prima e mi sono ricordato che eri sola a casa, quindi ho pensato di venire qui..."-mi cinse un fianco con una mano.
Passai le miei mani dietro il suo collo attirandolo a me, alzandomi sulle punte.
 "Però se vuoi me ne vado.."
Mi guardò negli occhi. "Non provarci nemmeno"- gli sussurai sulle labbra.
Lo guardai mentre mi dava un piccolo bacio a stampo sulle labbra, e poi un altro e poi un altro ancora.
Alcune volte arrivavo a pensare che la dolcezza di Tony non avesse limiti..già, ma ormai io lo conoscevo.
Ovviamente era un bravissimo ragazzo: solare, comprensivo dolce e tutto quello che vuoi se aveva confindenza, ma a causa della corazza che si era costruito addosso agli sconosciuti risultava freddo e delle volte addirittura maleducato.
L'avevo conosciuto grazie ad Jaime,il mio migliore amico, visto che suonavano nella stessa band. L'avevo notato subito proprio per il suo carattere e quando Jaime me lo presentò, lo odiai per il suo modo arrogante di rispondere...ma poi lo conobbi meglio e mi innamorai di lui.
 



 
Ero seduta sul divano con la sua testa appoggiata sul mio seno e le sue braccia attorno alla mia vita quando iniziai a parlare per dargli la notizia.
 "Sai..credo di aver finalmente deciso...voglio fare medicina il prossimo anno..!"-dissi tutto d'un fiato.
Lui non rispose,come se non mi avesse sentito.
Gli diedi un piccolo pizzicotto sul fianco e lui girò il viso verso di me,guardandomi con aria persa.
 Lì mi accorsi che c'era qualcosa che non andava e che forse non mi aveva sentito sul serio.
"Sei sicuro che sia tutto a posto,Turtle?"-gli chiesi mentre gli accarezzavo dolcemente  i capelli.
"Si, certo"-disse frettolosamente girando la testa verso il televisore acceso,come se stesse cercando di sviare il discorso.
Assottigliai gli occhi, guardandolo e togliendo la mano dai suoi capelli per dargli uno schiaffetto sul braccio pieno di tatuaggi,che era lasciato scoperto dalla maglia a maniche corte.
Lui continuava a scrutarmi con quei suoi grandi occhioni color cioccolato, arricciando di tanto in tanto la bocca, mettendo i evidenza i due piercing che aveva sotto il labbro inferiore.
"Cesar Antonio Perry Soto, sei un pessimo bugiardo"-lo 'sgridai',ma poi addolcii subito il tono della mia voce vedendo gli occhi da cucciolo che mi aveva fatto-"Tony, lo sai che se c'è qualche problema con me puoi parlarne.."
Lui mi guardò e poi sospirò. "Prometti di non arrabbiarti con me?"
"Prometto solennemente che non mi arrabbierò con te"-dissi mettendomi la mano destra sul cuore, in modo teatrale.
Lui prese coraggio e parlò.
"Beh..è qualche mese che ho cambiato band.."-disse lui.
"Cosa?Hai lasciato i Trigger My Nightmare?!"-sbottai io all'improvviso. Tutto d'un tratto aveva cambiato band e non mi aveva detto  nulla?
Mandai letteralmente a puttane la mia promessa in..2 secondi: ero incazzata nera.
Cercai di allontanarmi leggermente da lui, ma mi prese per un braccio costringendomi a stare ferma. Mi ritrovai sotto di lui.
"Ascoltami"-mi disse-"avrei tanto voluto parlartene ma Mike e Victor mi hanno detto di non dirlo a nessuno e.."-"Mike e Victor?!"-urlai poi-"Malezione Evan, fammi finire di parlare!"-disse lui e poi sfoggiando un luminoso sorriso,continuò a parlare-"hanno fondato una nuova band ed io ed Jaime ci siamo aggiunti, ora siamo i Pierce The Veil. E' una cosa seria questa: potremmo viaggiare,farci conoscere e  diventare famosi sul serio!E oltretutto fra qualche settimana suoneremo insieme ai Bring Me The Horizon!"
Restai a guardarlo per tutto il suo discorso senza battere ciglio,cercando di calmare la mia rabbia che si era trasformata in terrore da una parte ero felice che lui potesse realizzare il suo sogno, ma dall'altra avevo paura. Mi avrebbe lasciato?Avrebbe conosciuto altre ragazze più interessanti di me?Si sarebbe innamorato di qualcun'altra?
Non avevo dubbi che sarebbero diventati  famosi; Tony era davvero molto bravo a suonare la chitarra,era una passione che portava avanti da molto tempo, che lo aveva aiutato nei momenti difficili...e poi anche gli altri erano molto bravi.
Sentii una morsa dal cuore, come se qualcosa lo trattenesse dal continuare a battere.
Gli tirai uno schiaffo sulla guancia e lui mi guardò spalancando gli occhi.
"Questo è perchè me l'hai tenuto nascosto"-dissi con decisione.
"Ma che cazz.."-e senza farlo finire di parlare lo tirai per la maglia, avvicinandolo a me e dandogli un bacio, che lui ricambiò soltanto dopo qualche secondo, mordendomi il labbro.
Mi mise una mano fra i capelli cercando di avvicinarmi di più a lui per approfondire il bacio, che durò fino a quando non restammo senza fiato.
"Questo invece"-gli dissi soffiandogli sulle labbra-"è perchè sono orgogliosa di te".
Lui mi guardò sorridendo. "Lo sai che mi piace questo tuo modo di dire le cose?"-disse-"soprattutto il secondo punto"-aggiunse poi con un'occhiatina maliziosa, mordendosi il labbro 'innocentemente'.
La sua finta innocenza  era la cosa più erotica che avessi mai visto.
"Dio Tony, così mi farai morire"-pensai.



Ciao a tutti!
Questa è la mia prima storia sui Pierce The Veil che parlerà della storia fra Evan e Tony:3
Evan,ovviamente, è una ragazza..più avanti spiegherò il perchè del nome maschile!
Un bacio,Martina!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Bite my Tongue. ***


 


 

 


Bite my Tongue.


 



San Diego 2005

 
Mi stavo incamminando verso la fermata del pullman come tutte le mattine,era una giornata fredda,quelle in cui l'aria è talmente pungente che riescie addirittura ad arrivarti dentro le ossa, congelandoti completamente.
Camminavo con le mani dentro le tasche del giubbotto,aggiustandomi di tanto in tanto la sciarpa che continuava a slegarsi facendomi prendere freddo al collo.
Arrivata alla fermata, cominciai a dondolarmi avanti e indietro su un piede, in modo da non stare ferma e  non morire congelata.
Mentre mi guardavo attorno vidi Jaime intento ad attraversare la strada.
Stranamente era in anticipo; solitamente lui arrivava in contemporanea con il pullman e molto spesso anche dopo che il pullman era passato. Era un ritardatario cronico.
Lui mi vide e mi salutò facendomi un cenno con una mano.
Lo guardai assottigliando gli occhi.
Lo aspettai fino a quando non lo vidi arrivare e si fermò a meno di un metro da me,guardandomi leggermente intimorito.
"Che succede Evan?Posso avvicinarmi o hai il ciclo?"-mi chiese lui ridacchiando istericamente.
Continuai a guardarlo,aveva qualcosa che non andava: era in anticipo e soprattutto erano due giorni che non si faceva sentire,ridacchiava come una ragazzina isterica o meglio,sembrava una ragazzina isterica..e il che poteva significare solo una cosa: Jaime aveva combinato qualcosa.
Mi avvicinai a lui con lo stesso passo di un gatto in calore ed iniziai a girargli attorno, scrutandolo.
Lui mi guardò come se fossi impazzita. "Evan, si può sapere che stai facendo?"
Lo guardai dall'alto un basso e mi fermai davanti a lui, in posizione d'attacco.
"Tu mi stai nascondendo qualcosa,e se non sarai tu a dirmi che cosa, lo scoprirò da sola!"-esclamai prendendogli il mento con una mano e facendogli voltare il viso a destra e a sinistra.
Mi alzai sulle punte perchè Jaime era leggermente più alto di me.
Mentre lui cercava di togliermi le mani dal viso, gli presi le labbra tra l'indice e il pollice, costringendolo a tenere la bocca a becco di papera.
"Jaime dimmelo, o ti costringero a fare cioppi-cioppi..e lo sai che non togliero le mani dalla tua faccia a costo di stare qui per il resto della mia vita."
Sapevo quando Jaime odiasse il 'cioppi-cioppi' e sapevo anche che lui sapeva quanto io fossi paziente ; avrei passato la vita a rompergli le palle.
Lo vidi 'spaventarsi' leggermente. "Ok,ok,ok ciuppi ciuppi no t prego!"
"Allora sputa il rospo, razza di messicano nascondi-cose!"-gli dissi ridacchiando.
"Ho ftt sesso Steph"-  disse tutto d'un fiato. La mano che labbra cadde lungo il mio fianco,mentre lui si massaggiava le labbra con le dita.
"Tu hai fatto cosa?"-gli chiesi incredula puntandogli l'indice sul petto. Jaime aveva fatto sesso?!
"Si,va bene?Ho finalmente perso la virginità a 18 anni ..spero che tu sia contenta,ora"-disse lui arrossendo leggermente.
"Questo vuol dire che ho vinto la scommessa?!"-lo guardai con un sorriso che mi arrivava fino alle orecchie-" questo vuol dire che tu hai perso la verginità prima di me e io ho vinto la scommessa?!"-urlai poi -"Evan ti prego non urlare!"-mi disse lui, cercando di farmi smettere di sbraitare.
Ero stra felice, avevo vinto la scommessa che avevamo fatto esattamente cinque anni prima: chi avrebbe perso la verginità per primo, avrebbe perso. Ed io,nonostante i miei diciassette anni e la mia terza abbondante di reggiseno, ero ancora fottutamente vergine. 
Casta, vergine e pura.
Ed Jaime no, Jaime era diventato un messicano sverginato.
Non c'era un premio in soldi, soltanto un aumento della mia autostima e del mio orgoglio.
Saltai addosso al messicano,che mi prese prontamente sapendo che avrei reagito in quel modo, dandogli venticinque mila baci sulle guance.
"AH-AH,IO SONO VERGINE E TU NO!"-urlai, Jaime mi lasciò scendere ed  iniziai a fare un balletto visibilmente inventato sul momento. Le gente che ci passava vicino ci guardava incuriosita.
Lo vidi mettersi una mano sugli occhi e mormorare un 'Madre de Dios'.
Ad un tratto non avevo più poi così tanto freddo.




 
Dopo una stressante giornata di scuola io ed Ellen,che avevamo deciso di aspettare Jaime (che ovviamente era in ritardo) per tornare a casa,ci ritrovammo sedute alla fermata del pullman.
El si era accorta del mio buon umore e aveva cercato tutte le spiegazioni possibili.
"Hai trovato la figurina mancante per finire la collezione di Dragonball?"-mi chiese ad un tratto,girando il busto verso di me.
Mi appoggiai con la schiena alla cartella che tenevo appoggiata alla panchina come schienale.
"No magari..non riesco a trovare Vegeta Super Sayan livello 4...comunque ritenta"-dissi facendo finta di rattristarmi per poi diventare di nuovo raggiante.
"Allora..hai vinto 1 milione di dollari alla lotteria!"-disse saltando sul posto,facendomi prendere un piccolo infarto. "NO!Su El, più fantasia!"
"Evan allora, si può sapere per quale motivo continui a sprizzare allegria da tutti  pori?"-mi chiese alla fine, leggermente irritata dalla mia strana felicità.
"Jaime è un messicano che ha pucciato il biscotto!"-esclamai tutta contenta.
Ellie mi guardò storto, arricciando il naso. 
"Non ho capito cosa ha fatto Jaime.."-disse lei poi.
"Jaime..ha..pucciato il biscotto!"-dissi sottovoce per poi finire la frase con una specie di scream venuto molto male.
Nel frattempo arrivò Jaime,che ovviamente era in ritardo,seguito da un ragazzo che avevo già intravisto nei corridoi a scuola e che sapevo suonasse nella stessa band del mio amico.
Guardai Ellen e indicai Jaime. "Lo vedi?Ha la faccia di uno che ha pucciato il biscotto!"
Lui roteò gli occhi mentre diede un bacio sulla guancia alla mia amica per salutarla, saltando me.
"A me non  saluti?"-chiesi io incrociando le braccia, fingendomi offesa.
"No"-disse guardandomi sorridendo.
Notai il ragazzo vicino a lui che ci guardava,incuriosito forse dal nostro discorso.
Aveva un giubbotto blu, dei pantaloni neri con uno strappo sul ginocchio e le scarpe da ginnastica; la cosa che mi colpì di più è che aveva le orecchie dilatate di qualche centimetro e i due piercing sotto le labbra.
Nonostante tutto, sembrava un ragazzo semplice.
"Vedi?Adesso fa il prezioso soltanto perchè ha pucciato il biscotto!"-dissi guardando Jaime.
"Evan,la vuoi finire?"-sbottò lui-"comunque lui è Tony"-disse indicando il ragazzo vicino a lui, che ci salutò con un cenno della mano.
"Comunque si può sapere cosa le prende ora?E' tutta la giornata che continua a ripetere che hai pucciato il biscotto e non ho ancora capito cosa intende!"-chiese El-"Non è che hai fatto colazione con dei biscotti nuovi questa mattina?Oppure è solo Evan che questa mattina ha fumato troppa erba?"
"Oh Ellen,ti devo proprio spiegare tutto: non si tratta di mangiare e nemmeno di erba..il CARO JAIME HA INFILATO LA BANANA NEL BUCO NERO SUPERMASSIVO!"-urlai io,saltando in piedi e buttandomi addosso al messicano.
Cademmo tutti e due per terra,io sopra di lui, ed iniziai a fargli il solletico. 
"Ho vinto io la scommessa,pucciatore cronico di biscotto!"
Vidi Ellen buttarsi sopra di noi,iniziando a ridere come un'idiota.
"ODDIO!Sul serio hai fatto vincere quella scommessa a Van?!HAI PUCCIATO IL BISCOTTO!"-chiese lei incominciando a fare il solletico al ragazzo.
Il povero messicano non riusciva a smettere di ridere e urlare di smetterla: una cosa era certa, sembrava un'orgia di gruppo in mezzo alla strada.
"Tony aiutami,cazzo!"-urlò Jaime al suo amico.
Mentre continuavo a torturare Jaime sentii qualcuno alzarmi di peso da lui.
"Lasciami!Mettimi giù!"-iniziai ad urlare mentre quel ragazzo non voleva saperne di lasciare la presa. Le sue mani erano praticamente sul mio seno,ed io,non riuscivo a liberarmi nonostante continuassi ad agitarmi.
"Mi spiace,ordini del bassista!"-disse lui stringendo più forte.
"Hei tesoro, capisco che sono attraente,ma tieni giù le mani dalla mercanzia!"-gli dissi poi mentre lui continuava a tenere le mani nello stesso posto.
 Mi lasciò andare di colpo e per poco non finii per terra.
Mi girai a guardarlo:i suoi occhi, anche se di un comunissimo color cioccolato, erano bellissimi.
Aveva alzato le braccia in segno di arresa ed io gli puntai un dito contro, ma non feci in tempo a parlare che Jaime mi precedette.
"Ehi tu,chitarrista solista,ti sei aggrappato alle tette della mia migliore amica senza nemmeno chiedere!"-gli disse,io lo guardai portando un braccio sul fianco.
Sentii Jaime ed Ellen iniziare a ridere come due pazzi isterici mentre il ragazzo che avevo davanti mi guardava curioso, anche se un po' era arrossito.
"Beh Jamie mi ha tolto le parole di bocca!Non è che ora che ho vinto la scommessa posso concerdermi così!"-gli risposi guardandolo mentre ridevo, lui storse un po' la bocca: odiava che gli storpiassero il nome in Jamie.
"Magari un giorno potresti concederti a me.."-disse poi Mr. Orecchie Dilatate facendo un sorrisetto : nonostante il rossore sul viso, riusciva ad essere maledettamente malizioso.
Lo guardai un po' sorpresa e un po' irritata. Nemmeno mi conosceva, per quale motivo si permetteva di fare certe battute?
Jaime gli disse in modo scherzoso,che se solo avesse provato a toccare la sua 'bff' gli avrebbe spezzato il grissinazzo.
Mi morsi la lingua per non rispondergli per le rime e, intanto, arrivò anche il pullman.






OK, eccoci qui con il secondo capitolo.
Qui parlo del modo in cui Evan e Tony si sono conosciuti e della prima impressione di Evan su di lui..
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, meso tra i preferiti o soltanto letto!:)
Fatemi sapere cosa ne pensate,
Martina!:)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Your Fashionably Late. ***






 

 
-And I don’t wanna be that guy that makes you sad,makes you cry again..
without a doubt; sorry about,fucking all your friends.. 
-What?
 




«O me o vita, domande come queste mi perseguitano. Infiniti cortei di infedeli. Città gremite di stolti. Che v'è di nuovo in tutto questo, o me o vita? Risposta. Che tu sei qui, che la vita esiste, e l'identità, che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso. Che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso.» Quale sarà il tuo verso?



Falling In Reverse - "Fashionably Late" (Single)


“E comunque penso di essere davvero innamorato questa volta…” -disse Jaime con aria sognante, finendo di raccontare la sua nuova, emozionante, sdolcinata  esperienza.
Sia io che El lo guardammo male. Jaime in sei mesi era riuscito a cambiare 4 ragazze, con cui alla fine non aveva mai concluso nulla.
Ero appoggiata con la schiena al piano di lavoro della cucina con le braccia incrociate mentre loro erano tranquillamente seduti al tavolo a bere del succo di frutta alla pesca.
Jaime, in tutta risposta, ci guardò con aria interrogativa. Scossi la testa, sconsolata.
“Scusami eh, amore mio, ma credo di avere sentito questa frase centinaia di volte.” –dissi per poi mordermi il labbro. La nostra amica mi guardò annuendo, come per darmi ragione.
“E quante volte mai avrei mai detto di essere innamorato?” –chiese lui, guardandoci in attesa di una risposta.
“Tante quanto quelle che hai detto che ti ricambiavano” -risposi io, dopo pochi secondi.
Ellen si alzò e salì in piedi sulla sedia, schiarendosi la voce.
 
“O Jaime,Jaime ,perchè sei tu Jaime? Rinnega la tua ex ragazza di cui hai detto di essere innamorato e rifiuta di vincere la scommessa fatta con la tua amica Evan. Ovvero,se proprio non lo vuoi fare, giurami soltanto che mi lascerai..e se proprio non vuoi lasciarmi e non vuoi perdere la scommessa, io troverò un altro a cui potrò far pucciare il biscotto!”-disse guardandoci, spiegando il ‘modo in cui ricambiavano’almeno 5 delle ex ragazze di Jaime, mentre lui ed io ridevamo a crepapelle.
 Anche Jaime salì in piedi sulla sedia ed iniziò a parlare.
Sulla strada polverosa, viveva un uomo chiamato Jaime Alberto Preciado. Aveva avuto due migliore amiche, le piaghe della sua vita, che lo facevano uscire dai gangheri e soprattutto, lo prendevano per il culo. Allora lui un giorno le colse nel sonno e squarciò le loro candide gole.
 Guardai Jaime facendo una faccia terrorizzata per poi scoppiare a ridere, salii anch’io sulla sedia ed feci per iniziare a parlare quando vidi che stava entrando mio padre in cucina.
“Siamo i tre moschettieri!”- urlai la prima cosa che mi venne in mente per cambiare discorso, mentre Jaime ed Ellen passavano lo sguardo da me a mio padre, che mi guardava divertito.
Vidi mio padre, un uomo di 43 apparentemente sano di mente, salire sulla quarta sedia ed urlare “Tutti per uno ed uno per tutti!”
Poi vidi mia madre entrare in cucina, guardare male mio padre e avvicinarsi a lui prendendolo per un braccio e facendolo scendere dalla sedia.
“Robert! Disgraziato! Invece di fare il bambino aiutami a scaricare la spesa dalla macchina!” -gli disse mia madre, alzando la voce.
La faccia di mio padre in quel momento fu epica, infatti scoppiammo tutti dal ridere.
“Ti prego Marilyn, fammi giocare con i ragazzi”- sentimmo mio padre lamentarsi con mia madre che lo stava riportando verso l’entrata di casa.
Mio padre era una testa matta: 43 anni di pura energia, impulsività, allegria e pazzia.
Uno degli uomini, secondo Ellen, più fighi del mondo: occhi azzurri e capelli castani, alto ed ancora con il fisico di un 20enne.
Praticamente un misto fra Ian Somerhalder e Robert Downey Junior.
Mamma invece era tutto il contrario di lui: dolce, gentile, riflessiva.
Una donna bionda scura, con gli occhi verdi e un sorriso stupendo.
Praticamente una santa per stare con mio padre, ma si sa.. gli opposti si attraggono.
Si incontrarono varie volte nel tribunale di San Diego, erano alle prime esperienze lavorative: mio padre, dopo averla pedinata per settimane ricevendo vari rifiuti e vari insulti, riuscì ad ottenere una causa contro di lei: doveva cercare di far ottenere la custodia di un cane, si proprio di un cane, ad un uomo e mia madre doveva invece cercare di farla ottenere alla ex moglie. Fecero una scommessa durante un colloquio in cui cercarono di raggiungere un accordo; se avesse vinto mio padre, lei sarebbe uscita con lui, mentre se fosse accaduto il contrario lui avrebbe dovuto uscire per sempre dalla sua vita.
Inutile dire chi vinse quella causa.
Ancora oggi, quando mio padre fa incazzare di brutto la mamma, lei maledice quella scommessa e la testardaggine di papà.
Ma, d'altronde, essere testardi ed amare le scommesse fa parte del suo, ed anche del mio DNA.
 
 

 



Era passata qualche settimana da quando quel Tony era entrato nel nostro piccolo gruppo: ormai usciva con noi, scherzava con noi, passava l’intervallo con noi a scuola.
Ellen l’aveva preso in simpatia, ma io no, non riuscivo proprio a sopportarlo e lui non contribuiva sicuramente a rendersi un minimo più simpatico: le uniche cose che riusciva a fare erano prendermi in giro, stuzzicarmi e farmi battute abbastanza sconce con un unico obbiettivo, quello di mettermi in imbarazzo.
Ma fu proprio una di quelle sere che cominciò tutto..
Era circa mezzanotte e mezza, e stavamo tornando a casa.
Jaime era andato via prima per uscire con la sua nuova ragazza di cui non ricordavo il nome ed El, abitava proprio davanti al pub a cui eravamo soliti andare così, eravamo rimasti soltanto io ed Mr Orecchie dilatate che lui da bravo ragazzo aveva insistito ad accompagnarmi fino a casa senza dovermi fare chiamare i miei genitori che, molto probabilmente, a quell’ora dormivano come degli orsi bruni in letargo.
 
“Certo perché forse questa è la volta buona che Jaime è innamorato, non credo abbia aspettato tutto questo tempo solo perché voleva provare a vincere quella scommessa” -dissi io, guardandolo cercando di avviare una conversazione decente.
Tony mi guardò quasi incredulo, e poi iniziò a ridere. Avevo detto qualcosa di così strano?
“Sul serio, questa era bella!” - disse lui poi finendo di ridere e facendo finta di asciugarsi una lacrima dal viso.
“Beh? Che hai da ridere, Mr Simpaticone?” –chiesi io, leggermente scocciata dal suo comportamento.
Riprese a camminare. “L’amore è per i deboli” –disse lui facendosi serio.
“Che uomo vissuto Tony” –commentai io ruotando gli occhi- “immagino che tu abbia avuto esperienze di ogni genere per capirlo.”
Questa volta fu lui a fermarsi. “Oppure sono io ad immaginare che tu abbia fatto più esperienze di me per affermare il contrario”
Mi fermai e mi girai a guardarlo, accorgendomi che lui stava attendendo la mia reazione.
Rimasi in silenzio a fissarlo per qualche secondo, era riuscito a farmi innervosire per l’ennesima volta.
 “Puoi andare per la tua via Tony, non ho bisogno di essere accompagnata a casa”
Dissi stufa del suo modo di rispondermi, mi girai e proseguii, andando per la mia strada.
Lo sentii seguirmi. “So che ti piacciono le scommesse Evan, ne ho una da proporti”
Mi bloccai spalancando gli occhi; nonostante mi conoscesse da poco, probabilmente aveva già capito che non mi sarei tirata indietro davanti ad una scommessa.
“Dimmi, ti ascolto” -dissi girandomi.
I suoi occhi brillavano più che mai e questo mi preoccupò leggermente.
“Usciamo insieme, comportiamoci come due fidanzati e stai con me per sei mesi: se ti innamori di me, vinco la scommessa, se io mi innamoro di te, la vinci tu..allora, che ne dici?”-chiese lui, più serio che mai.
Ma che razza di scommessa era? Tutto questo per dimostrarmi che l’amore era per i deboli, o per dimostrarmi che io ero debole?
“Dico che mi sembra una vera idiozia! Non potrò mai innamorarmi di te, per quel poco che ti conosco ..già ti odio!” -sbottai io, portandomi le mani sui fianchi.
Lui si avvicinò pericolosamente, portando il suo viso a pochi centimetri dal mio, con le sue labbra che quasi toccavano le mie.
“Cos’è? Ti tiri indietro? Hai paura, tesoro?” -chiese, soffiando sulle mie labbra.
Rimasi immobile; sentivo il mio cuore battere forte, forse per l’agitazione che Tony mi stava mettendo.
In qualche modo, in quel momento mi sentivo a disagio e, forse, un po’ ero anche arrossita…il che mi metteva addosso una certa preoccupazione.
“Certo che no, non mi tiro mai indietro!” –dissi indietreggiando di qualche passo, per allontanarmi da lui.
“Bene, allora si comincia da ora” -disse lui, sfoggiando un sorrisetto e tirandomi per un braccio per non farmi scappare.
 “Non temere Evan, sarò un bravo fidanzato”-disse poi, prendendomi il viso e appoggiando le sue labbra mie.
Spalancai gli occhi, bloccandomi completamente e notando che i suoi erano chiusi, quasi come per godersi a pieno quell’istante e…sembrava così maledettamente dolce.
Devo dire che quella mossa avrebbe anche potuto funzionare se avesse continuato a fare il ‘mieloso’, ma lui tolse le mani dal mio viso per andare a palparmi il sedere cercando di approfondire il bacio, ed io  cercai un modo efficace per togliermelo di dosso; non potevo tirarmi indietro..ma potevo sempre fargli male.
Allora lasciai approfondire il bacio, sentendo che la sua lingua cercava la mia, e fui invasa da un fortissimo gusto di birra combinato ad un sapore dolce.. fu un’ottima idea per distrarlo.
Complimenti Perry, volevi davvero convincermi ad innamorarmi di te mettendomi la lingua in bocca in quel modo?
Nel momento in cui se lo sarebbe meno aspettato, iniziai a mordicchiargli il labbro inferiore, per poi arrivare a morderglielo con più forza, sentendolo gemere per il dolore.
Mi staccai da lui interrompendo quel bacio, che a me sembrava più un brutto scambio di saliva, con un piccolo sorrisetto, vedendolo portarsi la mano al labbro dolorante. 
“Oh, scusa amore! Non volevo farti male…”-dissi fingendomi dispiaciuta.
Lui mi guardò male, ed io scossi la testa. "Ringrazia che non te l'ho rotto, razza di maniaco."-pensai.
Fai pena a baciare, potresti fare di meglio, Perry”-dissi, e poi me ne andai.








 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2870041