The brother of the Queen. Plendge of fidelity

di JacobStark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Slice of life of a brother in Arendelle ***
Capitolo 2: *** The years before the queen ***
Capitolo 3: *** Ricerca e lupi ***
Capitolo 4: *** Pianto ***
Capitolo 5: *** Spiegazioni ***
Capitolo 6: *** Duello ***
Capitolo 7: *** Incubo e risveglio ***



Capitolo 1
*** Slice of life of a brother in Arendelle ***


 

Brother of two sister 

Tre piccoli bambini, due femmine e un maschi, ed un cucciolo di lupo enorme stanno giocando insieme nel mezzo di un cortile innevato. La più piccola ha solo due anni, e rimane in piedi ancora con qualche difficoltà mentre Elsa, la mezzana di quattro con i capelli biondo platino, la tiene in equilibrio, ed il maggiore di dieci incita la più piccola a raggiungerlo. “Vieni qui Anna!” Dice il maschio, facendo cenno alla bimba di raggiungerlo.“Elta, mi lassi?” La più piccola, con i capelli rossi, si dirige con passo titubante verso il maggiore, dai capelli biondo oro. “Certo Anna. Vai da Jacob” “Tì!” la piccolina cammina, anzi, corre, incespicando nella neve, cercando di raggiungere il fratello maggiore. Sta per cadere in avanti, con la faccia sul pavimento, quando Elsa, con un gesto involontario, scaglia un’energia fredda, e crea un mucchietto di neve per impedirle di farsi male. La bimba atterra nel mucchio, ridendo come una matta. Anche Jacob guarda entusiasta la sorellina. “Elsa! Sai creare la neve! Sei fantastica!” “Viva Elta!” entrambi i bambini si precipitarono da Elsa abbracciandola e mandandola a gambe all’aria. “Lasciami Jacob, mi stai stritolando” “Io ti ho già lasciato.”                        La piccolissima Anna è avvinghiata al collo di Elsa, e la sta stringendo fortissimo. Jacob si mette a tirarle i piedi, sperando di staccarla da Elsa, e dopo pochi secondi sono, per la seconda volta, tutti a terra a ridere come matti e a fare gli angeli di neve, mentre il lupacchiotto saltella attorno a loro, saltando addosso a ciascuno e facendo loro un bagno fuori programma. Dalla finestra il re e la regina guardano preoccupati i loro tre figli. In ciascuno si nasconde un potere , ma quelli di Elsa ed Anna sono davvero immensi. Tuttavia decidono di non preocccuparsi.  “Bambini! Tornate dentro, prenderete freddo!” “Si mamma!” Esclamano i tre bambini, mentre un “Woff” poco convinto viene dal lupacchiotto. “Dai Sif! Vieni!” All’ordine del bambino il lupetto gli corre dietro, obbediente come qualsiasi cucciolo. Neanche a dirlo, la piccolissima principessa gli salta in groppa, ridendo come una matta. Ed il lupo, naturalmente, con un verso divertito, si mette a correre verso la porta, facendo saltare la bambina nelle braccia del padre. “Centro perfetto, come al solito!” dice Jacob, complimentandosi con il suo fratello peloso. In quel momento la famiglia reale di Arendelle è felice. 
 

Anni dopo

Jacob è assente da casa da tre giorni. Il suo addestramento come protettore è iniziato, e come prima cosa deve dimostrarsi degno di possedere il potere che scorre nelle sue vene. Anna, che ormai ha l’età per stuzzicare la sorella insieme a Sif, che è rimasto a casa, si infila nella camera di Elsa, e, usando il lupo come rialzo, si arrampica sul letto, chiedendogli di giocare. La sorella non vorrebbe, ma lei insiste, fino a convincere la maggiore. Giocano un po’, poi Elsa, cercando si impedire alla sorella di farsi male la colpisce con la magia del ghiaccio. Immediatamente la bambina sviene, ed una ciocca di capelli, nel punto in cui è stata colpita, diventa bianca. Elsa piange e grida, chiamando i genitori. Entrambi si precipitano nel salone, dove vedono ciò che è successo. Con un solo sguardo decidono di portarle entrambe le figlie dai trolls. Ma tutto quello che potevano fare il capo di quella simpatica tribù di omini di pietra era impedire che piccola morisse, e farle dimenticare tutto ciò che era legato hai porti di Elsa, sostituendoli con ricordi comuni. Quando Jacob ritorna, Elsa si è chiusa in camera, e Anna non ricorda metà delle cose successe fino a quel momento. La sua famiglia si è spaccata in due. Il potere di Elsa ha sigillato il potere di Anna. Tutto quello che aveva rovinato in solo una settimana. “Elsa! Apri questa porta! Fammi entrare!” “Lasciami in pace! Ho già fatto del male ad Anna, non voglio farne anche a te!” “Elsa! Vuoi che sfondi la porta?” “Non entrare!” “Fus!” Un ondata di forza inesorabile si abbatte sulla porta, spaccando sia la serratura che il ghiaccio intorno alla porta e spalancandola con violenza inaudita. “Elsa! Ora tu ti spieghi cosa è successo e cosa stai facendo!” “I-io…” Scoppia a piangere, abbracciando il maggiore. “Io ho fatto del male ad Anna. L’ho colpita! Non posso rischiare di far del male anche a te, o a mamma e papà. Non posso!” il maggiore chiude la porta con calma, e va a sedersi vicino alla sorella minore. “Ascolta, io ho appena aperto la parta urlando, direi che nessuno è in grado di capire il tuo potere meglio di me. Mi sto allenando per divenire degno di essere il protettore della regina, tu. Se non mi lasci restare con te, se non ti sfoghi con me, come pensi possa esserci la totale fiducia necessari? So che siamo ancora piccoli, ma fidati di me. Quando sarà più grande lo diremo ad Anna, ma ti prego, non avere paura del tuo potere.” Non seppe quanto le sue parole avessero avuto poco effetto sulla bambina spaventata di fare del male alla sua famiglia. “Sif!” il lupo, ormai alto come Elsa, si introdusse in camera, sfregando il mio sulla faccia di Elsa, come a dimostrarle quanto le fosse mancata la bambina, che la belva amava come una sorella. “Sif, resta con lei, io devo parlare ai nostri genitori.” Il lupo annuì, avvolgendo Elsa nella sua pelliccia, come una coperta vivente, e gustandosi le carezze della bambina, ignorando assolutamente il freddo che effettivamente proveniva dalle  sue mani.

“Madre, padre! Non potete tenerla reclusa! Cosa succederà quando sarà regina, e avrà paura di se stessa? Del potere che le è stato concesso? Se non lo usa non lo controllerà mai, e potrebbe causare danni incalcolabili!” “Ascolta, figlio mio. Il suo potere è pericoloso, e non lo controlla.” “E allora permettetemi di aiutarla. Il mio stesso potere la aiuterà. Quando sarà più grande la farete partire con me, così che lei possa allenarsi in sicurezza. Sif resterà sempre con Anna fino a quando non sarà cresciuto abbastanza. Ma, almeno, lasciate che Anna sappia la verità. Non è giusto che non capisca il perché è stata separata da Elsa.” “Non possiamo. I trolls le hanno cancellato la memoria per impedire di fare peggio. Rivelarle il passato sarebbe inutile.” “E allora madre? Inventeremo! Le racconteremo una bugia, dicendo… Che i poteri sono apparsi solo poco tempo fa, che lei ha avuto paura del potere e di fare male a tutti e soprattutto a lei, ma almeno saprà cosa succede.” “BASTA JACOB! Non lo diremo ad Anna!” “Ma padre…” “NO! Hai il permesso di occuparti di Elsa e d gestire i suoi poteri, ma Anna, per la sua sicurezza, non deve sapere.” “Bene padre, ma non ho speranze che questo non abbia conseguenze.”

 

Quattro anni dopo

“Elsa, andiamo” La bambina spaventata che Jacob, ora sedicenne, ha trovato a piangere quattro anni prima nella sua stanza non c’è più, sostituita da una bellissima ragazza. Ancora spaventata, ancora fragile, ma più sicura di sé. E più grande. Sif, ormai alto poco meno di un metro e mezzo, vorrebbe seguirli, ma capisce che Anna a bisogno di lui mentre il fratello maggiore di entrambi è assente. Un’Anna decenne salta al collo del fratello, avvertendo l’armatura leggera che lo ricopre sotto i vestiti e la spada enorme fissata dietro alla schiena. “Dove andate? Perché Elsa viene con te? Portatemi con voi!” “Non possiamo. Sei ancora piccola, e io ed Elsa dobbiamo fare una cosa importante. Devo trovare un oggetto, ma solo una regina può aiutarmi. E poi non ti lasciamo sola. Resterà Sif con te.” il lupo lancia un mugolio rassicurante verso la rossa, mentre la coccola con la folta coda. Elsa esce dalla porta del castello vestita anche lei con un armatura leggera ed elegante. Era strano vedere una ragazza appena dodicenne in armatura, pronta ad affrontare un mondo tutt’altro che amichevole. Anche a lei Anna salta al collo, stritolandola come quando erano piccole. Elsa sembra quasi spaventata, ma gli occhi turchesi del maggiore la convincono a ricambiare l’abbraccio. Ha imparato a controllare i suoi poteri, anche se in minima parte, ed ora è meno spaventata dal suo potere. Abbastanza da uscire dal castello ed accompagnare il fratello nelle sue spedizioni Anche lei monta a cavallo, ed entrambi si allontanano verso le montagne, soli, mentre Sif ed Anna li seguono con lo sguardo, sicuri che li vedranno tornare.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** The years before the queen ***


Il salone reale della era chiuso, come sempre in quegli anni, ma una volta tanto, c’era un vero motivo. Il re e la regina erano in pompa magna, mentre davanti al trono si trovava  Jacob, con l’antica armatura reale, bianca come la neve.

“Jacob Artorias Valentine, giuri sul tuo onore di proteggere la regina di Arendelle e tutta la famiglia reale, come il primo Artorias fece alla fondazione del regno?” “Lo giuro!” Negli occhi del diciottenne si potevano vedere fierezza, orgoglio, responsabilità, fedeltà. Era stato cresciuto con lo scopo di seguire il destino di tutti i primogeniti  e le primogenite della famiglia reale di Arendelle. Essere guardiani della famiglia reale, fedeli e sicuri. Niente impediva loro di sposarsi, ma la maggior parte delle volte non si innamoravano neanche.

“Giuri di usare il potere della Voce solo per proteggere?” “Lo giuro.” 

Accanto a lui Sif, il suo lupo, era prostrato quanto il padrone, mentre anche lui riceveva il suo compito. Rimanere per sempre al fianco del Cavaliere.

“Jacob Artorias Valentine, con i potrei da me conferitimi in quanto sovrano di Arendelle e tuo padre, ti nomino Cavaliere di Arendelle, Paladino della Regina e Lord del Lupo. Ti consegno la spada che fu di mio fratello, mio cavaliere protettore. E ti affido Elsa ad Anna, mie figlie e tue sorelle” Jacob, gli occhi ricolmi d’emozione, afferra l’enorme spada bianca, un oggetto magnifico, sulla cui lama vi era un incisione in una lingua dimenticata, La stessa che alimentava la Voce. 

La cerimonia della Spada finisce, ed il padre lo abbraccia, con vera felicità. Certo, anni prima avevano avuto una discussione molto seria riguardo ad Anna e Elsa, ma quel momento era speciale. Il porrete del maggiore dei suoi figli, e l’unico maschio, adempiva, almeno in parte, al suo destino. La tradizione dei Cavalieri di Arendelle, che era cominciata all’inizio del regno.

Il giorno dopo entrambi i reali partirono, lasciando le sorelle in mano a Jacob. 

(da qui passo in prima persona.)

Mi sedetti nella mia stanza, accarezzando la spada. Me l'avevano mostrata fin dalla nascita, l'avevo avuta nella culla, come Sif, ora grande come me, e perfetto per essere cavalcato. "Sif, fratello mio, come farei senza di te." "Whoff?" "Quello che hai fatto per Anna in questi anni non ha prezzo, è stato più prezioso delle bistecche di cervo che ti sbafi quando non puoi andare a caccia." "Whof!" lui mi salta addosso leccandomi e facendomi una doccia imprevista "No! Lasciami in pace!" mi libero dalla sua presa e esco dalla mia camera

 

Trenta giorni dopo la partenza.

“Principe, principe!” Sono in armeria quando arriva la notizia. Mi sto allenando, e mi interrompono per avvertirmi. Mia madre e mio padre sono morti. La nave è affondata durante una tempesta. “Cosa?” non è possibile. I miei genitori morti. Come lo spiegherò ad Anna ed Elsa? Come farò? Decido di convocarle entrambe nella dal del trono. Le aspetto stando a destra del trono, nel luogo che mi spetta. Faccio di tutto per trattenere le lacrime che mi pizzicano gli occhi, ma quando entrano Anna ed Elsa non resistetti. Le lacrime mi sgorgano dagli oggi, mentre mormoro tra i denti la notizia. Tutte e due sono distrutte. Anna mi abbraccia, in lacrime più di me, mentre Elsa sembra congelata. Capisco che dovrò parlargli dopo. Ha i guanti. Apro l’abbraccio e prendo con noi anche Elsa. Lei sembra sul punto di scappare, ma alla fine si unisce all’abbraccio. Per la prima volta da anni sento la mia famiglia unita. Perché questo non poteva succedere con nostra madre e nostro padre? Perché? Ancora una volta mi chiedo se i nostri poteri non siano una maledizione. Poi capisco che dobbiamo essere forti. Tutti e tre. “Kaan-Drem-Ov!” il mio potere calma, anche solo per un minuto, i nostri cuori, e ci permette di guardarci negli occhi e sancire una nuova promessa. “Insieme. Per sempre.”  Tutti e tre lo diciamo insieme, sorridendo. Un sorriso triste ma sincero ci compare sulla faccia. “Vi proteggerò per sempre.” Sussurro a bassa voce, mentre ci sfoghiamo assieme piangendo. 

Il giorno del funerale le bare sono vuote, e noi siamo vestisi di nero, costringendoci a sopportare la pietà degli altri. “Siate forti sorelle.” sebbene sia un funerale tengo a portata la spada. Il mio compito è proteggere le mie sorelle, e per me non esiste un modo migliore di onorare la e moria di mio padre e mia madre. Un nuovo fuoco brucia dentro la mia anima. Proteggerò le mie sorelle a costo della mia via. Elsa e Anna sono tutto quello che mi rimane. Non lascerò che nessuno faccia loro del male, che le controlli, o ancora peggio che le usi come marionette. Nei giorni successivi do ordine di chiudere il castello fin quando Elsa non sarà pronta a diventare regina. Nessuno farò del male alla mia famiglia. 

 

Due anni dopo

Estate. La mia sorellina è pronta. Presto sarà regina, anche se spero che abbia meno paura di quella che dimostra. Anna invece è entusiasta. Ha sempre desiderato vivere la vita di una principessa, è talmente felice che si è svegliata cantando. Sono commosso. La mia sorellina più piccola sembra davvero una principessa al suo primo ballo. In effetti è proprio così. Sif è al mio fianco, ormai alto quasi un metro e mezzo, e controlla ogni ospite che entra nel castello. Devo essere tranquillo che non ci siano persone sospette. “Ascoltate! Nessuno, e dico nessuno, dovrà anche solo tentare di creare problemi alle mie sorelle. Sono stato chiaro?” “Sissignore.” la guardi ami risponde compatta, ma non h particolari speranze in loro. Sono addestrati, ma non eccezionali. Starò molto attento, ci sono un paio di persone che non mi convincono proprio. Il duca di Wizelton ad esempio. Ed Hans, il principe delle Isole del Sud. Davvero un filo troppo perfetto. Il momento dell’incoronazione è solenne ma Elsa sembra terrorizzata. Purtroppo temo che le parole di nostro padre le risuonino in mente. “Celare, domare, non mostrare.” Erano cose che lei si imponeva di fare a casa. Fuori, quando era con me, riusciva in tutto. Quante volte interi ponti erano sorti per farci passare attraverso i burroni più profondi. Sperai che non perdesse il controllo. “Ricorda Elsa, io ci sarò sempre per te.” Le dico, mentre lei si preparava. Mi butta le braccia al collo, stringendomi in un abbraccio leggero. “Ti voglio bene”, mi ricorda.  Ci prepariamo da entrare nel salone delle cerimonie, dove sarà incoronata Elsa. La cerimonia comincia, e io resto accanto a lei, alla sua destra, nella posizione che mi spetta. Il giuramento avviene senza problemi, anche se il nervoso le fa congelare appena lo scettro, lasciando una leggera patina di brina sull’oro. Lei lo mette giù rapidamente, concludendo la cerimonia. Prego che nessuno si senta offeso. Voglio che la festa per l’incoronazione fili liscia e finisca  presto. Purtroppo ho la sensazione che non sarà così.

 

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Un altro frammenro della storia. Si, lo so, in questo capitolo non spiego quasi nulla, a parte la situazione, ma nel prossimo capitolo entreremo nel vivo del film, e vedremo come Jacob cambierà le carte in tavola. Datemi un opinione, ciao!
Poseidonson97

P.S. ringrazio StarFigther, _littelmoon00_ e Tributa per le loro recensioni.
Ciao

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Capitolo 3
*** Ricerca e lupi ***


Ricerca e lupi

C'è rumore intorno a me. La musica parte, la festa per l'incoronazione ha inizio. Un ballo come tanti, ad una corte qualsiasi. La giovane regina di Corona, Rapunzel, porge i suoi omaggi alla regina. Anche se quasi nessuno lo sa, era proprio a Corona che si erano recati mamma e papà prima della loro morte. Poco dopo un uomo, probabilmente il compagno della regina, si avvicina, consegnadomi una lettera da parte del vecchio re di Corona. Gli sorrido, chinando la testa per ringraziarlo. La lettera contiene scuse e pietà, ma capisco le motivazioni che spingono il vecchio a chiedere scusa. Tutto bene. Il giovane, avrà più o meno la mia età, torna dalla giovanissima regina. Mi stupisce, probabilmente è più giovane di Elsa, ma abdicare è un diritto. Intanto il ricevimento continua. Un ometto basso, con il riporto e il naso a dir poco enorme, vecchio e magro come un chiodo, si avvicina alle mie sorelle che stanno chiaccherando allegre. Sul petto ha una piccola medaglia a forma di croce. Mi ricordo l'avvertimento che mi ha dato un amico incappucciato tanto tempo fa. Lo fermo, impedendogli di parlare alla regina. "Prego, se deve dire qualcosa, duca, la dica a me." "M-ma io devo parlare alla regina e..." lo guardo in quei piccoli occhi da topo, iniettando nei miei tutto il veleno possibile "Non siamo interessati al vostro confiltto. Lasciate Arendelle fuori dai vostri giochetti." "Bene, ma si accorgerà di cosa sono capaci i Templari." Il vecchietto si gira, andansone imettito. La scena è decisamentee ridicola, ma non riesco a ridere. Ho la sensazione che mi creerà una marea di problemi. E purtroppo ho imparato a fidarmi delle mie sensazioni. La festa procede tranquilla, anche se Anna è sparita chissà dove, probabilmente con Hans, che continua a non piacermi. Mi concedo uno sguardo nella finestra, vedendo Sif che gira per il cortile, nervoso. Probabilmente anche lui avverte le mie stesse sensazioni. Sono troppo nervoso. Decido di allontanarmi per un paio di minuti, almeno avrò un po di pace. Tutta questa musica mi sta stordendo, unita all'afa estiva che regna in questa stagione. Preferisco decisamente l'inverno. Almeno da queste parti. 
Dieci minuti dopo. 
Elsa è scappata, dopo aver congelato la fontana del castello e svelato il potere che nostro padre si era ostinato a mantenere segreto non solo ad Anna, ma al mondo. Io l'avevo immanginato, anzi, l'avevo detto, che tenerlo segreto era una pessima idea. Come lo è stato lasciare che Anna chiedesse ad Elsa la benedizione per il matrimonio. Ma come ho fatto a essere così stupido! Stupidostupidostupidostupido! "Anna, resta qui. Vado a cercare Elsa. Cerca di... non lo so, calmare gli animi." "Ma io..." Mi sporgo dalla finestra e con un lungo fischio chiamo Sif, che si piazza sotto di me, ed io salto dal balcone, atterrandogli in groppa. La porta si spalanca ed io e lui partiamo, correndo veloci come il vento. Nella mente abbiamo un solo pensiero. Trovare Elsa. A qualunque costo. Appena fuori dalla città Sif si ferma ad annusare l'aria e il terreno, cercando anche la minima traccia di Elsa, ma la terribile tormenta che la ia sorellina ha scatenato in preda alle emozioni è troppo forte, e manda tutti i sensi in confusione. Provo io. Mi concentro, usando un potere che probabilmente mi farà stare male per gorni, ma che devo usare se voglio trovare Elsa. Mi concentro. Sul suo viso, suo suo potere, sulle sue emozioni. Mi concentro e apro gli occhi. Un altro piano della realtà si staglia dinanzi a me. Tutto è bianco, la tormenta che mi accecava è scomparsa. Tra le cime degli alberi, in lontananza, appare una luce dorata. Il castello invece luccica come un rubino. Spero con tutto il cuore che non sia quello che temo. Chiudo ancora gli occhie e la realtà torna come prima, con la differenza che adesso so. Indico rapidamente la satrada a Sif, che, nonostante sia un lupo, avanza nella neve con qualche difficoltà. Temo che raggiungere Elsa sarà tutt'altro che facile. Una leggera fitta mi attraversa il cervello, come una lama di ghiaccio. Scuoto la testa per cacciare il dolore e riaquistare lucidità. Non posso cedere ora. Non posso permettermelo. Sif mi rivolge un mugolio preoccupato. Sa cosa mi capita quando uso quel potere. Gli faccio cenno di non preoccuparsi e di continuare ad avanzare. La neve ci arriva alle caviglie, mentre seguiamo le tracce della nostra sorellina, decisi come non mai. Sorrido. Sembra ancora quel viaggio in cui recuperai uno degli Urli. Si scatenò una tormenta di vento che alzò la polvere della steppa, dividendoci. Dovetti fare i salti mortali per ritrovarla. In quel caso, però, Elsa non aveva scatenato i suoi poteri in preda alle emozioni, cercando si nascondersi dal mondo intero. Incluso me. Spero con tutto me stesso che non pensi neanche di striscio di avermi deluso. Lei non potrebbe mai deludermi. Passiamoancora un ora nella foresta, e mi rendo conto che Elsa, più o meno consapevolmente, si sta facendo aiutare dal ghiaccio e dalla neve, visto che non riesco a raggiungela in nessun modo. Siamo vicino ad un crepaccio, quando un branco di lupi si avvicina a noi. Non sembrano un granché inimoriti dalla stazza di Sif, probabilmente a causa della tempesta non si vede bene. Non voglio ostacoli né ritardi, e mi viene un idea per sbarazzarmi di queste bestiacce. Prendo fiato "Raan-Mir-Tah!" La mia voceinveste le belve, risuonando nelle loro orecchie e scavando nella loro anima, costringendoli ad obbedirmi e a seguirmi ovunque. "Che nessuno passi dalla foresta. Che nessuno provi a seguirci. Che nessuno si azzardi a sfidare la potenza dei lupi." Li incito, mentre il mio potere gli penetra nella mente e li asserve al mio comando. Quelli si girano e si mettono a correre nella foresta, attenti a qualunque cosa si muova. Sif sbuffa, con un verso della serie "Stupidi. Come cavolo faccio ad appartenere alla stessa specie?"  "Non farci caso. Siete voi Sghrr ad essere speciali, questi sono lupi comuni. Andiamo avanti fratello." Il mio gigantesco amico salta, senza il minimo sforzo, il crepaccio. La tempesta si calma all'improvviso. Tutto intorno a noi il clima cambia, ma il freddo e la neve sono rimasti. La bufera si è calmata, laciando intravedere un cielo stellato nell'aria resa limpida dal vento della bufera. Intorno a noi sento l'energia di Elsa in ogni singolo cristallo di neve. Come lei, oguno di essi è unico. Sorrido pensando che quello stesso pensiero mi era venuto in mente a sette anni, quando lei ne aveva solo tre. Sapevo già allora quanto lei fosse unica. Il mio compagno corre, così veloce che le zampe sfiorano appena il terreno, intenzionato a raggiungere Elsa il più presto possibile. Lui è determinato quanto me a ritrovarla. Chi lo guarda vede solo un lupo enorme, ma la realtà è diversa. Ogni volta che nasce il primogenito di Arendelle una Sghrr scende dalle montagne segrete su cui vivono, stabilendosi per tre anni nel palazzo, assieme al cucciolo. Nel momento in cui arriva, il neonato umano viene avvicinato al cucciolo di lupo, e tra loro si crea un legame speciale, misterioso e indissolubile, tanto che se uno dei due muore l'altro non si riprende più. Molte persone ignoranti la reputano magia nera, ma io so cpsa succede. Nel momento in cui i due cuccioli si incontrano le loro anime si saldano, esattamente come quelle di due gemelli. Io e Sif ci capiamo al volo, solo con uno sguardo, e se uno dei due prova dolore lo prova anche l'altro. Se uno di noi prova una forte emozione la prova anche l'altro. Siamo legati a filo doppio. Ed anche lui ama le mie, anzi, le nostre sorelle. Siamo entrambi votati alla fedeltà assoluta nei loro confronti. La velocità della corsa è tale che sento il freddo infilarsi sotto lla bardatura che ho messo attorno alla testa per non congelarmi. Ma ancora non basta. "Sif, preparatia ad uno scatto" "Whoff!" "Wud. Nah. Kest!" I nostri corpi vengono proiettati in avanti, scattando a velocità della tempesta, facendoci volare oltre l'ennesimo crepaccio. L'unica cosa che mi impedisce di congelarmi è la mia volontà. "Stiamo arrivando Elsa. Ti porteremo a casa." 

 
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Il pazzo è tornato!
Con un altro capitolo in cui non si capisce un beneamato cavolo, un nuovo titolo ed una nuova intro
 
A parte le mie battute cretine, mi scuso se in questo capitolo non si capisce molto, ma devo seguire la storia del film, quindi più di tanto non posso. Naturalmente non pretendo che qualcuno trovi tutte le enormi citazioni sui videogiochi, ma mi piacerebbe che quacuno trovasse la soluzione a questo piccolo indovinello. Nella storia è spiegata, a modo mio, una delle scene del film originale. Chi riesce a indovinare avrà un regalo! Scherzo, lo farò apparire nella storia. Davvero, non scherzo, quindi impegnatevi. Avete tempo fino a mercoledì. So che è un idea cretina, ma mi andava da un sacco di mettere la suddetta scena, e un simpatico personaggio in più mi piacerebbe. Ditemi se il nuovo titolo vi piace, e sappiate che probabilmente questa sarà una trilogia. 
*Qualcuno mi dica come cavolo hai fatto a trasformare una one shot in una trilogia. Davvero, quanto sei malato di preciso?
Zitto Medesimo. Ciao a tutti da Poseidonson97

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Capitolo 4
*** Pianto ***



 

Pianto



Guardo fuori dalla porta, lanciando un occhiataccia al pupazzo di neve vicino a me, mentre, alzando lo sguardo, vedo Anna. "Olaf, ti avevo detto di aspettare." "Anna! Cosa ci fai qui?! Ti avevo detto di restare a palazzo!" "Fratellone? Come sei arrivato?" La guardo come se fosse matta. "Non ti ricordi che un membro della famiglia ha un fiuto fuori dal comune? Piuttosto, ho un paio di cosette da dirti." "Si? e cosa?" La afferro per le orecchie. Non così forte da farle male ma abbastanza da far sentire la minaccia. "Ti avevo detto di rimanere ad Arendelle, e tu invece sei comunque venuta qua! Da sola!" "Ahia! lasciami, mi fai male. E poi non ero sola!" "Certo, perché un pupazzo di neve parlante è in grado di farti restare al sicuro!" "Ma cosa hai capito! Mi ha accompagnato quel ragazzo!" dice, indicando appunto la figura grossa quasi quanto me di un tipo con la faccia assolutamente allibita. Probabilmente è dovuto al fatto che non ho ancora messo via la spada. Rinfodero l'arma. "Scusa se questa pazza ti ha coinvolto in questa avventura. Come ti chiami?" "I-io?" "Si. Tu. Un nome ce l'avrai, no?" "K-kristoff, principe." "Bene ti dispiace aspettare fuori? Tu e..." Dico, indicando prima lui poi il pupazzo, che conclude la frase aggiungendo il suo nome "Olaf!" "E Olaf. Aspettate un minuto fuori, dobbiamo fare una piccola riunione di famiglia. Scusateci" Dico, sbrigativo, tirando dentro Anna e chiudendo il portone. "Ehi! Lasciami. Cosa intendo con riunione di famiglia?" "Elsa, guarda dove è arrvata tua sorella e dimmi se non si merita la verità?" "La verità? Che intendi Jacob?" "Si. Hai ragione." "Spiegammo tutto ad Anna, che rimase di sasso. La storia era triste, e più di una volta le lacrime salgono sugli occhi di Elsa ed Anna. Alla fine Anna salta al collo di Elsa, stritolandola proprio come quando erano bambine. "Elsa! Come hai potuto nascondermi tutto questo? Io sarei potuta esserti accanto," Anna sta piangendo come una bambina, ma non posso fare altro che stare a guardare. Sono loro che devono chiarirsi. Quando la smettono di farsi le scuse e di piangere ed abbracciarsi Anna mi guarda male. "E tu perché non mi hai detto nulla?" "Nostro padre non lo ritenne giusto. Non volle farti sapere nulla, sapere nulla ed io gli obbedii. Ma ti assicuro che non ero d'accordo. Avrei voluto dirtelo molto tempo fa."  "Ma ora che io e Elsa ci siamo chiarite torneremo ad Arendelle, vero?" "No. Tornate voi se volete, ma io non torno." "Elsa! Ma tu sei la regina..." "No Anna. Forse è vero, io dovrei essere la regina, ma guarda cosa è successo. Sono sicura che ora tutti mi stanno dando della strega e del mostro. Perché è questo che hanno detto di me, vero?" Chiede, rivolgendosi ad Anna. "Ma-ma no, cosa dici..." "Non sei cambiata da quando eravamo bambine. Non sei capace di mentire." Elsa è sconsolata. Cavolo, questa notizia non ci voleva. Come se non fosse abbastanza spaventata di suo., ora le prenderà lo sconforto di sapere che nessuno la accetterà. Ma non andrà così. Giuro che non andrà così. Mi preparo a dare man forte ad Anna, quando il pupazzo di neve entra nella sala. "EHI! Io sono Olaf, e amo i caldi abbracci." "Scusa, ma tu che sei?" Elsa fa una faccia stranita. "Non ti ricordi di me? Mi hai creato tu." Negli occhi del pupazzo passa un ombra, ma viene subito cancellata dal sorriso dell'omino di neve. "Sono sicura che Olaf non voleva disturbare, ma ti ricordi di lui? Lo abbiamo fatto da bambine. Ricordi come ridevamo? Come eravamo felici?" Elsa era rimasta a bocca aperta. Non si aspettava un ritorno al passato simile. Effettivamente era vero. L'ultima volta che avevano giocato insieme avevano costruito un pupazzo di neve di nome Olaf. L'ultima volta, prima dell'incidente. "Anna, va via." "Elsa!" esclamammo insieme io ed Anna. "Anche tu Jacob. Non ho intenzione di rischiare di farvi del male!" "Ma... Elsa..." NO."  "ELSA!" Urlo io. "Per favore! Lasciatemi sola!" un getto di ghiaccio gli parte dalle mani, si schianta sul terrreno e crea mantagnola da cui sorge un enorme golem di ghiaccio. "Anna! VA' VIA!" Urlo, poi prendo fiato. "Golem, non so quali siano le tue intenzioni, ma non provare a toccare mia sorella!" "RARGH!" che risposta eloquente... "YOL-TOOR-SHUL" Quella che esce dalla mia bocca non è normale aria, ma una tempesta di fuoco, che acceca e indebolisce il mostro di neve. La tempesta gli scioglie la mano che aveva proteso nella mia direzione, mentre la mia spada lo trafigge. La lama bianca affonda, ma il mostro non sembra risentirne, e cerca di afferrarmi con l'altra mano. Tiro la pesante arma verso il basso, e la mano enorme mi passa sopra. "FUS-RO-DHA" Il mostro viene sbalzato indietro, distrutto dalla mia Voce, e crolla in un mucchio di neve fresca. Elsa è terrorizzata. Anna, Olaf e il ragazzo sono scappati, ma ora lei ha ancora più paura. A creato dei mostri di neve, una creatura gigantesca e sovrannaturale, che voleva fare del male alla sua famiglia. Certo, l'ho sconfitto senza batter ciglio, e probabilmente chiunque, con un po' di strategia e abilità riuscirebbe a sconfiggerlo, ma da suo sguardo si intuisce quanto ne sia spaventata. Nei sui occhi c'è il terrore più puro, la paura di fare del male alla sua famiglia. La afferro per le spalle, fissandola negli occhi. "Elsa, Elsa, per favore ascoltami. Non avere paura del tuo potere. Altrimenti perderai il controllo." "L'HO GIA' PERSO! HO MESSO A RISCHIO TE E ANNA! HO CREATO UN MOSTRO. IO SONO UN MOSTRO!" "ELSA! Tu non sei un mostro! Non lo sei mai stato e non lo sarai mai!" Le sua urla fanno più male a me che a lei. La mia intera vita è stata dedicata a proteggere le mie sorelle, ma se Elsa si arrende, se non riesce ad accettare ciò che è, allora tutto quello che ho fatto è inutile. Tutti gli anni passati alla ricerca degli Urli, tutto quel tempo per capire l'origine dei poteri, tutto inutile! Per la prima volta da anni piango. "Elsa, ti prego..." la mia voce trema, il mio sguardo è annebbiato dalle lacrime. "Ti prego, sorella mia, accettati per quello che sei. Tu e Anna siete tutto quello che mi è rimasto. Non posso accettare che tu ti arrenda così." Ormai le mie lacrime raggiungono il pavimento, calde, e formano dei piccoli buchi sulla superficie cristallina. Elsa chiude gli occhi, per non vedermi piangere, e le lacrime gli spuntano, colando sugli zigomi. "Non puoi chiedermi questo. Non puoi chiedermi di ignorare tutto quello che ho causato, quello che ho fatto. Ho fatto del male ad Anna. Non ho saputo controllare il mio potere alla festa. Ho creato un mostro di neve. Non posso tornare." "Vuoi parlare dei tuoi poteri? Allora guardati intorno. Ecco cosa possono fare i tuoi poteri. Oppure ricorda quello che hai fatto quando eri con me in viaggio. Sei in grado di creare delle meraviglie di ghiaccio! Vuoi negare che quello che vedi? Non è il tuo potere il problema, ma la tua paura. Ogni volta. Ogni singola volta che ti sei chiusa in te stessa o che hai avuto paura sono successe cose orribili. Ma guarda cosa hai creato nel momento in cui il tuo cuore ha preso il sopravvento sulla sua mente. Questo luogo è meraviglioso, e lo hai creato tu." Taccio, mentre Elsa soppesa le mie parole. Solo il quel momento mi accorgo che Sif ha seguito tutto il discorso, guardandoci come se fossimo matti. Certo. Per lui la famiglia è solo affetto e fedetà, senza strani dubbi e titubanze. Quanto invidio i lupi. 
"Va bene." Elsa sembra molto seria. "Tornerò ad Arendelle con te, a patto che sia l'ultimo tentativo. Se andrà tutto male mi lascerai decidere. Va bene?" La guardo bene. E sorrido, felice. Non lo fa per me. La sua è una vera decisione. "Bene. Andiamo. Sif, sei pronto?" Lui mi guarda come per dire "Mi stai davvero chiedendo una cosa così stupida?" poi risponde "Whoff!"


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Ed eccomi di nuovo!
per favore non uccidetemi

Ciao...
Mi scuso con tutti per il tempo che ho fatto aspettare chi legge, ma devo dire che vi adoro. Le recensioni che ho ricevuto sono bellissime, e vi adoro tutte/i. Ed ora un piccolo spoiler. Sappiate che se fino ad ora mi sono semi-attenuto alla trama, ma adesso mi diverto. Faccio diventare la trama una cosa mia. E vi avverto, la storia è quasi finita. Ci saranno al massimo altri tre capitoli, ma vi ho promesso un sequel. Ciao a tutti dal vostro 


Poseidonson97

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Capitolo 5
*** Spiegazioni ***




Il freddo mi congela le ossa, ma quando Sif si ferma quello che vedo mi scalda il cuore. Un enorme e meravliglioso castello di ghiaccio è sorto sulla montagna del Nord, come se un enorme diamante azzurrino fosse stato intagliato millimetro dopo millimetro, ma tutto questo è impossibile. Quindi l'unica possibilità è che l'abbia creato Elsa. Sono molto fiero di lei. Ecco cosa è in grado di fare quando si lascia andare. Ammiro la sua opera, fantastica e quasi surrreale, mentre entrambi avanziamo lungo le scale, verso l'enorme portone. Non mi disturbo a bussare, e spalanco la porta. Intanto, alle mie spalle, sorge l'alba, e si spengono le ultime parole del grido di libertà di Elsa. L'avevo sentito già in lontanaza, ma adesso capisco cosa si era tenuta dentro tutto questo tempo. Mi vergogno a non averlo capito prima. Perché non me ne a parlato? Perché non...
"Jacob!" "Elsa. Sembri sorpresa di vedermi." Le rivolgo un sorriso storto. "Eppure lo sai. Io per te ci sarò sempre." "Io... io non voglio. Ho paura. Se ti facessi del male, se ne facessi ad Anna? Non posso restare con questa paura." "Non vuoi avere paura? Non averne. Hai idea di come mi sono sentito io, quando ha ricevuto la Voce? Non ho parlato per tre mesi, non volevo neanche tornare a casa. Avevo paura. Paura di ferire te o Anna. Con la sola voce potevo causare una valanga. Cosa avrei fatto a voi due colpendovi con la mia onda di Forza Inarrestabile?" Non lo avevo mai detto a nessuno, tranne forse a Sif. "Non me l'avevi mai detto." Dice Elsa. Uno sguardo stupito le appare sul volto. Probabilmente sta cercando di capire come mi sono sentito in quel momento. "Non ho mai mostrato mezzo segno di debolezza, nessun cedimento, nessuna paura. L'ho sempre fatto solo per voi. Dovevo essere forte. Forte per Anna, che aveva bisogno di qualcuno che la consolasse e le facesse capire che non era sola, che io per lei ci sarei sempre stato. Forte per te Elsa, che avevi bisogno di qualcuno che capisse la tua paura, che ti consolassi nel momento del bisogno, che ti stesse accanto e ti aiutasse a domare la paura. Mi ero sempre mostrato forte, ma infinite volte ho avuto paura. Ogni volta che un nuovo urlo entrava nella mia mente, ogni volta che ne avvertivo il potere, la stessa paura mi tornava nella mente. Ed ogni volta mi costringevo a ricacciarla dentro. A ignorarla, perché voi avevate bisogno di me. Avevate bisogno che io fossi forte." Elsa, che da quando colpì Anna non aveva mai più cercato il contatto umano, per paura di farme del male a qualcuno, mi abbarccia con le lacrime agli occhi. "Hai nascosto tutte queste cose per tutto questo tempo. Come hai fatto?" "Avevo voi. Tu e Anna. E naturalmente Sif." Il lupo ci ha osservati con attenzione, ed ora, quando le lacrime si erano ormai posate sui volti di entrambi, si intrufola con il muso nel nostro abbraccio, facendolo diventare da tenero e commovente abbastanza comico. Una cosa che non ha mai capito è il concetto di serità.

Anche Elsa si concede une risata, mentre Sif si concede un ritorno al passato, giocando con lei come se fossimo ancora bambini. Lei ride, gioca con nostro "fratello" e si diverte, rilassandosi come non faceva da troppo tempo. Li lascio giocare, sperando che quasto distragga Elsa. Devo riportarla a casa. Devo dimostrare a tutti che non è un pericolo. Che lei è solo potente. Ma è tutt'altro che una minaccia. 
Naturalmente non è vero. Lei è e sarà sempre pericolosa. Ma è in grado di controllarlo. So benissimo che è questo a fare paura agli altri govrnanti, ma quello che importa ora è che il popolo sia dalla sua parte. Povero me. Sto ancora pensando alla politica. Dovrebbe essere una responsabilità di Elsa. Ora è lei a governare, e io devo lasciare a lei queste preoccupazioni. Al momento Anna è a palazzo, circondata da probabili nemici, un uomo di cui è innamorata che sprizza falsità da ogni poro e solo una manciata di guardie. Quasi quasi avrei preferito che venisse con me. Ma questo avrebbe lasciato l'intero regno nelle mani di nobili senza scrupoli. Sperai davvero che stesse bene. Torno dentro, notando che ora Elsa è seduta su Sif, mentre questo si è addormentato. "Elsa, dobbiamo parlare. Sul serio." Lei deglutisce, e con un gesto crea una sedia di ghiaccio, che io accetto volentieri.

"Ascoltami. Ora ti dirò quello che ho scoperto in tutti questi anni di viaggi, sia con te che prima. In parte riguarda solo me, quindi non ci interessa ora, ma in parte riguarda anche te ed Anna." "Davvero? Perché non..." La interruppi con un gesto. "Sono informazioni pericolose che, quando le socprii, erano incomplete e pericolose. Ma ora sei abbastanza forte da capirle e sopportarle." "Va bene. Parla" "Si, mia regina." dico, tentando di strapparle un sorriso. Non funziona. "Come sai il mio potere deriva dall'utilizzo della Voce, ovvero parole scritte in una lingua ancestrale e quasi dimenticata. Ci sono una manciata di persone in grado di usarla nel mondo, e solo due sono in grado di leggerla e comprenderla veramente. Entrambi si trovano su di una montagna a Svalbard, all'estremo limite della Norvegia, ed appartengono ad un ordine monastico denominato Barbagrigia. Nel mio primo viaggio mi recai li, e tornai spesso in quel luogo, per protare reliquie o avere risposte. Circa sei anni fa portai loro una stele rinvenuta durante un viaggio nel deserto, e loro la tradussero. Vi era scritta un antica leggenda, che narrava della battaglia prima del mondo. Nella leggenda si narra di un epoca in cui il mondo era amorfo, grigio, popolato solo da nebbia, Arcialberi e draghi immortali. Essi parlavano usando solo la Voce. Poi, ad un tratto, qualcosa cambiò. Una luce si insinuò nella nebbia, e cominciò a cambiare il mondo. Tutto partì da un Arcialbero. La sua corteccia venne spaccata dalla Luce, rivelando quello che c'era all'interno. Delle piccole figura, molto più piccole dei draghi immortali, ma anche molto più numerose. Erano migliaia, centinai di migliaia. Tuttavia erano anche deboli. L'unica cosa che potessero fare era fuggire e nascondersi. Poi apparvero il fuoco, il ghiaccio, e l'aria e il fulmine. E questi poteri vennero affidati alla nuova specie, che, però, per paura non divise il potere, ma lo donò a quattro di loro, ognuno con un potere. I draghi, tuttavia, non furono felici di questo, e decisero di sterminare chiunque non fosse un drago. Tuttavia i quattro erano potenti, e i draghi vennero sterminati dopo anni di guerre. Tuttavia i loro cadaveri non rimasero morti. Dal loro corpo si formarono bestie, piante e fiori. Solo pochi si salvarono, ed essi decisero di riversare la loro anima in alcuni dei nuovi esseri che li avevano sconfitti, ed insegnarono loro a parlare la loro lingua. Speravano forse che questi esseri portassero il caos, ma invece essi decisero di offrire i loro poteri al mondo. Alcuni viaggiarno in giro per i pianeta, altri divennero importanti capi per i popoli, altri, come i Barbagrigia, si isolarono per studiare la Voce. Quattro invece si affiancarono ai quattro Potenti, come avevano preso a chiamarli la razza che ormai erano gli uomini. Tutto questo è successo eoni fa, ma si narra che il potere dei quattro continui a scorrere nella razza umana, affiorando di tanto in tanto, così come quello dei "Cuore di Drago", quelli come me. Facendo altre ricerche ho scoperto che, all'origine di Arendelle, vi era una regina in cui affiorò il potere del ghiaccio, e venne accompagnata da dodici cavalieri. Allora il regno era in mano ad un sovrano violento e tirannico. Il popolo Implorò la donna ed i suoi cavalieri di liberare il regno. Fu una battaglia terribile, ma alla fine la regina vinse. Il primo fra i suoi cavalieri, il più fedele e l'unico dotato della voce si innamorò di lei, sentimento ricambiato peraltro, e diede inizio alla dinastia reale di Arendelle. I figli della coppia reale ebbero il potere, ma con il tempo, a parte la Voce, gli altri poteri si affievolivano, e a breve scomparvero. Tuttavia, per ragioni sconosciute, il primogenito della nostra famiglia mantiene il potere della Voce, e, per onorare la memoria del primo Cavaliere, compagno della prima regina, rimane fedele a lei e alla sua famiglia per tutta la vita, e porta il suo nome. Artorias. Almeno è questo quello che ho dedotto con le mie informazioni." La mia storia ha lasciato Elsa senza parole. "Ma come..." "E non è tutto. Si narra che la secodogenita abbia in se il fuoco, per bilanciare la primogentità, quando nascerà un erede con il ghiaccio nel cuore. La mia teoria è che, quando tu colpisti Anna, sigillasti il suo potere, impedendo al fuoco di uscire. Credo che non sia nulla di grave, ma, onestamente, non so cosa ptrebbe succedere se il potere venisse liberato in un colpo solo." "Sei sicuro di quello che dici?" "No. Come ti ho detto sono solo supposizioni fatte colleganto fatti antichissimi, antichi e moderni. Ma ho buone ragioni per credere di avere ragione." "Quindi è così? Hochiuso in lei un potere che potrebbe fargli del male?" "No, è probabile che tu le abbia dato una vita normale e tranquilla. Comunque, quando saremo tornati a casa la porterò dai trolls per un esame più approfondito." La mia sorellina mi guarda, come se volesse capire cosa intendo. "Tu non preoccuparti. Pensa solo a riprenderti, poi torneremo a casa, finiremo questa brutta storia e tutto finirà bene." "Sicuro?" "Ne sono certo". Poi bussano al portone. Tre volte.

"Non scomodarti. Se ti alzi Sif si sveglia." Estraggo la spada, e con cautela apro il portone. Alzo la sapada, pronto a spaccare il cranio a chiunque, quando... "CIAO! Io sono Olaf, e ami o i caldi abbracci!"




 
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Spiegazioni!
Finalmente, dolci, amate e attese spiegazion
i. 
 
Salve a tutti! Il pazzo è tornato! Ma stavolta a fatto il bravo. Nel capitolo ci sono tutte le spiegazioni sui poteri dei tre fratelli. (casomai ve lo steste chiedendo, no, non ci sono riferimeti a big four)
Vi sono piaciute le mie idee? Che ne pensate? E poi, ditemi, chi non adora le scene con Olaf? Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e che siate riusciti a sorbirvi tutti i miei trip mentali senza avere l'ulcera. Ciao, e lasciate una recensioncina. Per favore (occhioni gattosi).
Poseidonson97

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Capitolo 6
*** Duello ***


Duello


Sif corre sulla neve, incredibilmente leggero nonostante la sua dimensione, come se io ed Elsa non pesassimo nulla. Sul muso ha la mia stessa espressione. Determinazione. Porteremo Elsa ad Arendelle, e tutto tornerà alla normalità. Lei è più forte di quello che crede, ed ora possiamo risolvere tutto. Ma mentre corriamo, felice per l'opportunità che mi è stata concessa dal destino, un pensiero mi turba. Elsa aveva perso il controllo troppo facilmente, e c'era qualcosa nell'aria, sin dalla sera prima. Una presenza. Ora la percepivo chiaramente. Era come se un velo di nebbia mi avesse inglobato, attenuandomi i sensi. ma il nervosismo della festa prima e la fuga di Elsa mi mi avevano impedito di notarlo. Ora però quasi lo vedevo. Era come se, tutto attorno al castello che si stagliava in lontananza ci fosse un ombra nera  che si avvolgeva attorno alle guglie e le torri, e tentava di superare il turbinante muro di vento e neve causato dalla bufera scatenata da mia sorella. Cosa diavolo era? Tutto quello che sapevo era che mi provocava una sensazione di repulsione assoluta, come se fosse davvero meglio non avvicinarsi. Peccato che quella fosse proprio la nostra meta. SIf si tuttò a capofitto nel muro di vento e neve che ci si para davanti, vorticante e impetuoso come un uragano vero e proprio. 
Attorno a noi la tempesta si ferma. Una sfera di calma ci avvolge, come se la tormenta non volesse colpire Elsa. O forse semplicemente Elsa ci stava proteggendo. Non saprei dirlo. Non mi giro a guardare. Il palazzo è sempre più vicino, e la bufera intorno a noi aumenta di potenza. Come se cercasse di fermare le ombre che ho visto prima. Poi arriviamo. Una bolla di calma ci avvolge, dissolvendo la tormenta. In compenso il freddo cambia, diventando quello che ti avvolge quando hai paura. Sif ringhia. Percepisce l'oscurità che emana il castello, come me. Ma ora che lo so posso reagire. Ora che so che Elsa è con me, e posso sconfiggere qualunque cosa. Il portone è sbarrato, ma ad un gesto di Elsa un ponte di ghiaccio appare davanti a noi, permettendoci di arrivare alla piccola isola su cui sorge il castello. Il portone sbarrato non è un problema. Sif compie un balzo, ed io urlo. "Wud. Nah. Kest!" I nostri corpi vengono proiettati in avanti, ed atterriamo nel cortile. Ma avverto solo tre prsenze. Tutti quelli che c'erano sono svenuti, almeno spero. Vedo molti soldati a terra. Gli ospiti saranno dentro, almeno spero. Scendimo da Sif, mentre lui annusa un soldato per capire se sia morto o meno. Il fatto che non ringhi mi tranquillizza. Sono vivi. Entriamo nel portone, in cerca della presenza malvagia che ha invaso il castello. Elsa quasi non si accorge, ma il suo corpo è avvolto ora da una sottile armatra di ghiaccio, molto simile alla mia. Anche una spada lunga, l'arma che le ho insegnato ad usare, le pende dal fianco. Mi ricorda quando andavamo in missione per il mondo a cercare gli Urli. "Sguaina la spada Elsa." dico, estraendo da dietro la schiena la mia arma. Lei, un pochino stupita di quello che ha fatto, estrae l'arma, mettendosi in posizione d'attacco. Ci inoltriamo nel castello, verso la sala del trono, e notiamo che la sensazione di paura si intensifica, come se il cuore della malvagità risedesse nel cuore del palazzo. I tendaggi, normalemente bianchi, sono coperti di quella che sembra sabbia nera. Anche i corridoi sono invasi dalla stessa polvere, che sembra quasi paura solida. Percorriamo i lunghi corridoi, fino ad arrivare davanti al trono di nostro padre. Sopra di esso siede, con volto trionfante, Hans. Legata a quello di nostra madre c'è Anna, svenuta e pallidissima. "ANNA!" urliamo assieme. Hans ci guarda, come se fosse allegra riunione di famiglia. "Ma salve, miei cari. Come state?" "TU! MALEDETTO BASTARDO!" I miei improperi rimbombano nella sala. "Cosa hai fatto ad Anna?" Chiede Elsa, preoccupata. Il ghigno del maledetto non sembra neanche intaccarsi. "Ha solo molto freddo. Sarà per la tua bufera, ex regina. O forse il grande potere che ho ottenuto le ha gelato l'anima." afferma, con un sorriso malvagio sul volto. "Morirai per il tuo misfatto!" sibilo tra i denti. Elsa mi si para davanti prima che io possa infilzarlo. "Lascialo a me fratello." "Ah! Lasci che sia una donnicciola a sfidarmi?" Io mi faccio indietro, Lasciando che Elsa sguaini la spada, mettendosi in guardia come gli ho insegnato. Anche Hans estrae la spada, ma è una lama strana. Nera, scura come la notte, e sembra di sabbia pressata. Non ho mai visto un arma del genere, da un lato è dentellata come le zanne di uno squalo, mentre dall'altro sembra quella di una sciabola. Elsa, tranquilla, fa apparire uno scudo con inciso il lupo ululante, e fronteggia il bastardo. Lui attacca. Non ho idea di dove abbia appreso la scherma, ma la sua tecnica fa davvero pena. Evidentemente non è abituato ad usare quel tipo di spada, mentre Elsa è semplicemente perfetta. I fendenti e le stoccate vengo messi in fila uno dietro l'altra, senza dare tregua a quel mediocre spadaccino che è Hans, che indietreggia come un pazzo, riuscendo solo a difendersi. In questo momento non sono solo un silenzioso spettatore, ma un maestro che osserva la sua allieva affrontare il suo primo nemico al (quasi) giusto livello. Alla fine il combattimento si rivela a senso unico. Elsa disarma Hans, e gli tira una botta con lo scudo, facendolo svenire. Ora è a terra, inerme. Ma so che non lo ucciderà, anche se lo meriterebbe. Altrimenti non sarebbe Elsa. Entrambi ci precipitiamo da Anna, tagliando le funi che la tengono legata, facendola scendere dal trono, e si accascia a terra. Elsa le appoggia la testa sulle gambe, mentre Anna sembra più calma e serena, con un poco di colore in più sul volto. Entrambi ci guardiamo, felici, ma qualcosa nella stanza cambia. Dal corpo svenuto di Hans si alza una figura oscura, fatta di buio e paura. Elsa grida, e la mia spada blocca la lunghissima falce che mi sta per tranciare in due. Rotolo indietro, dando un calcio nello sterno all'essere dietro di me. Non è umano, mi sembra di colpire uno spaventapasseri. Non lo guardo neanche, e cerco di affettarlo in due.la figura si sposta appena quanto basta per non finire affettata. "Chi sei?" "Il mio nome è antico, sciocco cavaliere. E tu porti il suo nome. Come lei." "A chi fai riferimento mostro?" L'essere è più alto di me, vestito di una lunga palandrana nera, con la pelle grigia e terribili occhi gialli. "Il cavaliere Artorias, e la regina Elsa. I due maledetti che mi hanno sconfitto, e cacciato dal Arendelle! Il mio nome era Koromozis Pichner, ma ora sono solo nera oscurità e paura." Ammetto di essere stupito. Non mi sarei mai aspettato che dietro tutto questo ci fosse il tiranno che cinquecento anni fa venne cacciato dai nostri antenati. Ma come fa ad essere ancora vivo? Mi attacca ancora, brandendo un enorme falce fatta di sabbia nera. Il suo obbiettivo è Elsa. "Non ti avvicinerai a mia sorella." "Fermami, misero umano!" mi attacca con un fendente dall'alto, che io blocco con facilità. Poi respingo il mio avversario con un una spinta, facendo sibilare la lama, mentre il mio avversario tenta di difendersi creando scudi di sabbia nera. Non sa con chi ha a che fare. La mi spada gli trancia la falce, lasciandolo con un misero stecco in mano. Scatto avanti, affondandogli la lama nel cuore. Il suo urolo di dolore è una ricompensa più che adeguata, ma, appena alzo lo sguardo, mi accorgo che non è finita. La figura non perde sangue dalla ferita, ma sabbia. L'essere si rialza, e la falce ricompare nelle sue mani. Il combattimento ricomincia. Incrociamo ancora le lame, con la differenza che io devo evitare di essere ferito, mentre lui sembra non preoccuparsene. "Azzeriamo il tuo vantaggio, ti va?" "Cosa?" "Feim-Zi-Gron!" Il mio corpo svanisce, lasciando solo il mio spirito a combattere. La mia forma eterea si avventa contro il  nemico, immune ai colpi, e comincia a smontarlo, pezzo dopo pezzo. I fendenti si susseguono, e la sabbia sembra svanire mano a mano che gli viene tolta. Mette sempre meno energia nei colpi, mentre la mia furia è ben lungi dal placarsi. Dopo altri, innumerevoli, fendenti il mio avversario è sfinito, e la mia forma è ritornata materiale. Ma quello davanti a me non è più la creatura di prima. Vuoto, senza più neanche la forza di ricostruire la sua arma. "Mi hai sconfitto cavaliere, ma avrò la mia vendetta!" una freccia di sabbia nera parte dalle sue mani, diretta verso Anna. Io mi sposto alla velocità del pensiero per intercettarlo, e avverto un impatto all'altezza del cuore. Cado a terra, mentre sento le mie sorelle urlare il mio nome e vedo la creatura svanire, maledicendomi con tutte le sue forze. Tutto si oscura. Avverto, in lontananza, la voce delle mie sorelle "JACOB!". Poi più nulla. 






 
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Ed eccomi ancora qua!
Con un paio di idee idiote e qualcosa che, per chi non l'avesse capito, non è un finale.

Salve a tutti colo che sono riusciti a seguire quest'assurdità fij qui. Mi pare incredibile che fosse una semplice one shot, e stia, con il prossimo capitolo, per trasformarsi nella prima storia che io abbia mai concoluso. Esatto. Ho scritto veramente tante one shot, ma una storia completa non ero arncora riuscito a crearla. Ma bando hai sentimentalismi e ditemio che ne pensate di Elsa nei panni di regina guerriera, e cosa ne pansate del fatto che abbia steso Hans. E quanti di voi hanno capito che è il cattivo che appare? Bene, con queste domande chiudo il mio piccolo spazietto, ringraziando tantissimo tutti quelli che seguono, addirittura preferiscono e recensiscono la storia, in particolare a _littlemoon00_ che a recensito ogni singolo capitolo. Grazie. Grazie a tutti voi per il sostegno che mi avete dato finora. 

*Mi spieghesti perché parli come se questo fosse l'ultimo capitolo? Ne manca ancora uno. 

E hai ragione. Forse avrei fatto meglio a tenere i sentimentalismi per dopo. Ciao a tutte dal vostro
Poseidonson97

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Capitolo 7
*** Incubo e risveglio ***


 
Incubo e risveglio
 
Fuoco. Il cielo sotto cui mi trovo è di fuoco, malvagio e furioso, e la roccia sotto di me è nera o cinerea. Questo luogo sa di morte, disperazione e sofferenza. Questo è l'Oblivion? Sono morto? Non sento alcun legame con questo luogo, come se la mia anima fosse ancorata altrove. Posso avvertire Sif ai margini della mia coscienza. Non credo di essere morto. Sento un potente ruggito squarciare l'aria. Rabbia. Una voce profonda, antica e minacciosa si alza. "ESSERE INUTILE!" "M-mio signore, la prego..." "TACI!" Mi sporgo dietro una enorme roccia, e vedo qualcosa  di terribile. Un drago gigantesco, nero come la pece, alto come un castello e con tre occhi, che ringhia, e sbuffa fuoco nero intorno a sé. Ai suoi piedi una minuscola figura nera, talmente insignificante che non si noterebbe neanche se non fosse che sta parlando. "Koromozis, hai affermato di volere vendetta. Hai affermato di volere il potere per compierla, eppure hai fallito. Cosa hai da dire?" "Mio signore Alduin, la colpa non è mia. Il Cuore di drago era più potente e..." "IN DUE! ERANO IN DUE! NEMMENO I DODICI CAVALIERI TI HANNO SCONFITTO IN COSI' POCO!" "Ma allora ero più potente!" "ERANO DUE! Sei un essere infimo, ma almeno sei fedele. Torna nel mondo. Trova Clamith. Liberalo. E scatena la distruzione sull'umanità!" Perfino la voce di Pichner, in quel momento tremava. "Calamith? Mio signore, è sicuro..." "OBBEDISCI! Prima del prossimo giorno di luce voglio che sia sveglio. Trasformerà il giorno più chiaro dell'anno in quello più oscuro dell'umanità!"

"NO!!" Mi sveglio urlando. "Jacob!" Mi sento soffocare, ma la stretta è così affettuosa, la voce che mi accoglie così familiare, il profumo intorno a me così conosciuto che non ho dubbi di essere a casa.Rispondo all'abbraccio di Anna, e vedo che Elsa è li accanto, addormentata. Guardo la mia sorellina più piccola con aria interrogativa. "Veglia su di te da tre giorni, da quando ci hai salvate da quel mostro." "Voi state bene?" "Si, tranquillo. Il Conte Max si sta occupando si sistemare le cose, ma la tempesta si è fermata, e il popolo si è calmato quando hanno visto Elsa fermare la bufera. Sono successe un sacco di cose, così in fretta che..." "Va tutto bene Anna. Se voi non siete in pericolo è tutto a posto." Ricado fra le coperte, avvertendo una fitta al petto. Mi guardo il petto, notando una grossa bendatura e, sotto di essa, una luce bianca e tenue. "Cosa mi è accaduto?" "Oh. Quello è colpa mia." "Tu?" "SI. Quando sei stato colpito Elsa a subito congelato quella roba nera che ti ha colpito, ma tu continuavi a stare male e la roba nera a espandersi, così abbiamo pianto tanto entrambe. Elsa mi ha detto che la magia che mi aveva colpito è come confluita nelle lacrime, che sono cadute sul ghiaccio e si sono infilate dentro. Poi l'oscurità è stata consumata da quella strana luce, e tu ti sei addormentato con una faccia serena. Quando ha visto che eri salvo Elsa si è alzata e ha fermato la tempesta in un attimo. Tutto il popolo a visto che lei è riuscita a controllare i suoi poteri e i nobili hanno confermato che c'era Hans dietro a tutto questo la sua posizione si è rafforzata tantissimo." "Tutto questo è fantastico Anna, ma tu come hai fatto a sapere tutte queste cose?" "Me le ha spiegate Elsa. E non sono stupida, le avevo capite da sola." "E quel ragazzo? Kristoff, vero? Come sta?" Anna arrossisce di botto. "Ecco, io... lui... Mi serve il tuo aiuto!" "Per cosa Anna?" "I mi sono innamorata di lui, e ci siamo baciati, anche lui mi ama, ma io non ho il coraggio di chiedere ad Elsa. Sai, dopo quello che è successo l'ultima volta..." "Tranquilla. Elsa era influenzata dall'oscurità e l'avevamo percepito come nemico. Eravamo solo molto nervosi. Dovresti dirglielo." "Non serve. Ho sentito tutto." Elsa alza la testa. Ha due occhiaie che non finiscono più, è più pallida del solito ma sembra molto felice. Anna invece è più rossa che mai, e sembra voler sprofondare nel terreno. "Tranquilla. Se lo ami non c'è problema, basta che prometta di trattarti sempre bene." Anna fa una faccia a metà tra il sollevato e l'entusiasta. "Però voglio che aspetti almeno fino al ballo d'inverno per annunciare un eventuale fidanzamento. Chiaro?" "SISISISISI!" Anna salta in giro, felice della notizia, Elsa sorride e la guarda intenerita. Io, con le mie ferite, non posso fare molto. Ma se quello che ho visto è vero, questa felicità durarà poco. Un anno al massimo. Devo impedire il risveglio di Calamith. Ma non posso. Non da solo. Neanche con il Pegno di Fedeltà che ora brilla incastonato nel mio petto.




Continua






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Un ultimo capitolo per una storia che continuerà. Oh se continuerà. Ho scritto un finale perché non volevo tirarla troppo per le lunghe. E non voglio esagerare neanche qui. Altrimenti rischio di piangere. Eventuali dubbi saranno chiariti nel prossimo racconto. Cercatelo quando uscirà. Il titolo è "The brother of the queen: plendge of love".
Non ho altro da dire, a parte una cosa:


 
GRAZIEEEEEEEEEE!
A chi ha recensito.
A chi ha seguito.
A chi a preferito.
A chi a letto.
La prima parte della storia di Jacob Artorias Valentine.
Dal vostro
Poseidonson97

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